Vogliamo raccogliere le testimonianze di chi ha partecipato in prima persona alla nascita e alla crescita delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Maremma e farle conoscere a chi desidera colmare un piccolo vuoto nella storia della vita di negli ultimi decenni. La storia non è solo l’insieme dei fatti che si succedono ma anche il loro racconto. Con “La Maremma e i suoi bit” ci auguriamo di aver scritto un racconto fedele al succedersi dei fatti.

M.C., L.B. Manuela Cini Ludwig Bargagli

LA MAREMMA E I SUOI BIT v. 1.0 Impaginazione e grafica di Antonio Maggini

I contenuti di questo libro, se non diversamente indicato, sono rilasciati con licenza Creative Commons “by-sa”: http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/it/deed.it Per maggiori dettagli consultare la sezione “Licenza” sul sito: http://www.lamaremmaeisuoibit.org Nel sito è inoltre possibile trovare i video di tutte le intervi- ste, gli appunti raccolti, le foto, i documenti storici e molto altro materiale multimediale.

Via dell’Unione, 31 - 58100 Grosseto Telefax 0564/427793 - www.editriceinnocenti.com E-mail: [email protected] ISBN 978-88-89818-29-9 Prefazione

Grosseto e l’informatica. Un bi- nomio inconsueto forse, che a prima vista potrebbe apparire lon- tano dall’immagine di un territo- rio, quello della Maremma, che ha fatto delle sue peculiarità e straor- dinarie caratteristiche rurali e am- bientali il suo cavallo di battaglia degli ultimi anni. Sta tutta qui in- vece l’originalità di un progetto, quello curato da Manuela Cini e Ludwig Bargagli, che vuole appro- fondire la storia dell’informatica e delle telecomunicazioni in Maremma a partire dal ruolo, im- portante, che la nostra città ha avuto agli albori dello sviluppo dell’informatica nel contesto non solo toscano, ma nazionale. Per i più si tratta di una sorpresa, felice ma inaspettata, e tuttavia è oggi più che mai importante ricostruire e rivendi- care il ruolo di Grosseto in quest’ambito, perché ci aiuta a superare quell’immagine della città che non può appiattirsi nel recupero della tradizione, seppur gloriosa, dei butteri e dei mestieri tradizionali: la città di Grosseto, grazie al lavoro appassionato di tanti maremmani, ha saputo ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto anche in settori legati all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, e con questa pubblicazione oggi vogliamo riaffermarlo con forza. Per la prima volta quindi, viene pubblicato un lavoro orga- nico che è da un lato racconto dell’evoluzione delle nuove tec- nologie nel territorio, e dall’altro testimonianza di chi ha vissuto e vive in prima persona il lavoro in questo settore.

5 D’altra parte Grosseto è una città giovane, che si è svilup- pata a partire dagli anni ‘50, e che vive oggi un trend di forte crescita demografica: la sua forza non sta nella memoria di un passato lontano, ma nel riconoscimento di un dinamismo che dalla metà del secolo scorso ha dato un nuovo impulso allo sviluppo della Maremma.

Emilio Bonifazi Sindaco di Grosseto

6 Introduzione

“Città forte. Non grande, ben murata e difesa da sei bastioni e da una rocca, con due sole porte, una che guarda la terraferma, l’altra, dalla quale si esce verso il mare”. (Illustrazione di Grosseto, Repetti, Dizionario Cartografico della Toscana, 1833).

Da allora Grosseto ha fatto molti passi in avanti e tante sono state le iniziative da parte dei suoi abitanti (scrittori, pittori, poeti, politici, cittadini comuni) che gli hanno permesso di svi- lupparsi, fino a diventare una città moderna. Un capoluogo di provincia in continua crescita che, pur volendo preservare la sua vocazione ambientale, si è impegnato e si impegna per stare al passo con i tempi.

Con “La Maremma e i suoi bit” raccontiamo la storia dell’Ict (Information and communication technology, la tecnologia dell’informazione e della comunicazione) a Grosseto e nella Maremma grossetana.

Abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha partecipato in prima persona alla nascita e allo sviluppo di queste attività per farle conoscere agli appassionati o semplicemente a chi desidera colmare un piccolo vuoto nel racconto della vita di questo ter- ritorio negli ultimi decenni.

Abbiamo voluto raccontare le storie e le attività di persone e aziende che hanno operato e operano nel settore, ma anche di chi, tra associazioni ed enti pubblici, si è dotato di strumenti e risorse in questo campo per migliorare prestazioni e servizi, facendo in alcuni casi di Grosseto una città all’avanguardia e favorendone lo sviluppo.

7 La Maremma e i suoi bit non è solo un libro, ma un’opera completa multimediale composta dalla pubblicazione cartacea e dal sito internet “www.lamaremmaeisuoibit.org”, dove sono presenti raccolte di video e foto, interviste, documenti online.

L’idea è infatti quella di scrivere un libro che possa crescere “in rete”, offrendo spazio e voce a chi vorrà proporre la propria testimonianza di vita e di lavoro in questo settore, dare un sug- gerimento o anche segnalare un’anomalia. Il sito è il luogo ideale per dare forma ai capitoli, per tracciare tutti i passaggi per la stesura del volume, non solo attraverso le varie testimo- nianze, ma anche attraverso contributi video, eventi, patrocini, dediche e tutto ciò che ha permesso a questa nostra idea di tra- sformarsi in un libro sulle nuove tecnologie a Grosseto e in Maremma.

Il posto ideale, insomma, in cui si potrà seguire passo dopo passo lo svolgersi di questo racconto, al ritmo dei suoi “bit”.

8 Piero Fanti

“Quando i satelliti s’affacciarono all’orizzonte delle telecomu- nicazioni, l’Italia aveva l’uomo pronto alla bisogna tra le file dei tecnici della Società Italcable”. “Ingegnere… appena trentacin- quenne… appassionato cultore dei problemi del suo ramo, si in- dirizzò verso gli studi riguardanti le telecomunicazioni attraverso i satelliti artificiali e ne divenne convinto assertore in ogni occa- sione e momento”.

L’ingegnere esperto di telecomunicazioni satellitari è Piero Fanti, un grossetano ricordato nelle riviste specialistiche del pe- riodo (gli inizi degli anni ‘60), dalle persone che lavorano in que- sto settore, da colleghi, studiosi e dagli appassionati, come la mente che dette corpo e anima a Telespazio Spa, la più antica azienda al mondo operante esclusivamente nel campo dei servizi spaziali (comunicazioni, osservazione della Terra, gestione orbi- tale dei satelliti, ingegneria di sistema, sperimentazioni ed altro).

Di Piero Fanti, nato a Gavorrano e trapiantato per gli studi nel capoluogo maremmano, invece, poco o nulla sanno i suoi conterranei; il ricordo di lui o non si trova o è da cercare nella memoria di chi l’ha conosciuto personalmente e di chi accorse allo stadio di calcio cittadino ad assistere alla cerimonia di con- segna del Grifone d’oro1 il 10 agosto 1963. Le cronache del tempo parlano di diecimila persone presenti in una serata al- lietata dal concerto della banda dell’Aeronautica militare.

1 Il premio viene attributo a persone, Enti o Associazioni originarie della provincia di Grosseto che abbiano dato lustro alla terra natale nel corso della loro carriera o attività creativa; oppure che abbiano operato in Maremma in modo tale da valoriz- zarne le potenzialità e favorirne lo sviluppo.

9 Questa la motivazione per cui l’ingegnere fu insignito nel 1962 del Grifone d’oro poi consegnatogli nella serata di San Lorenzo dell’anno successivo: “per la fama da lui acquisita in campo nazionale e internazionale e per i meriti eccezionali conseguiti nel settore dell’elettronica e delle comunicazioni spaziali”.

Da lui vogliamo partire per raccontare la storia dell’Ict a Grosseto e in tutta la Maremma; è da lui che vogliamo pren- dere spunto per raccontare come anche un territorio asso- ciato da sempre alla natura incontaminata, ai butteri e alle tradizioni popolari, come una terra considerata, per certi versi, lontana dal progresso e dalla scienza è stata invece ca- pace di coglierne i semi più prolifici. Farli propri e metterli al servizio del prossimo. Attraverso uomini che in alcuni casi hanno dato un importante contributo alla crescita della collettività e del- l’economia locale, in altri come nel caso di Fanti hanno segnato per sempre lo sviluppo di tecnologie in grado di rivoluzionare l’intero pianeta.

Ma soprattutto la sto- ria di Fanti vuole essere l’esempio di come la mente illuminata di al- Piero Fanti cune persone, la lungi-

10 miranza di altre, per tutti una passione grande associata ad un grande spirito di sacrificio, possano dare una forte spinta in avanti anche a quei luoghi in cui il progresso talvolta sembra farsi desiderare.

Nato a Gavorrano il 1° settembre 1924, Fanti frequentò il liceo ginnasio “Carducci-Ricasoli” a Grosseto e nel 1949 si lau- reò a Pisa alla facoltà di Ingegneria elettronica. Già a marzo del 1951 venne assunto dalla Italcable, Servizi cablografici, radio- telegrafici e radioelettrici Spa, un’azienda italiana che operava nel campo dei servizi per le telecomunicazione. Il suo primo incarico fu come responsabile del Servizio tecnico della dire- zione generale. Nell’ottobre del 1957 fu messo a capo della Sta- zione cablografica della Italcable a Malaga. Due anni dopo venne richiamato in Italia e, sempre alle dipendenze della so- cietà, iniziò a interessarsi di telecomunicazioni a mezzo satelliti. La data che segnò in modo inequivocabile la storia di Fanti e con lui delle telecomunicazioni fu il 18 ottobre 1961, quando Italcable e Rai costituirono la società Telespazio, sotto gli au- spici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del Mi- nistero delle Poste e Telecomunicazioni.

Sempre dalle testimonianze giornalistiche del periodo emerge nitidamente l’importanza della figura di Fanti che di-“ rettore generale di Telespazio ne visse intensamente tutte le ansie e le fatiche del primo affermarsi: con le trattative… con il Governo italiano, con gli studi per la prima stazione speri- mentale, con le asperità preliminari dell’accordo con la Nasa per la partecipazione ai progetti Telestar e Relay fino al suc- cesso dei primi esperimenti che consentirono al Paese di entrare con gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia nella partecipa- zione alla nuova attività”.

11 Nel giro di poco tempo in effetti Telespazio, con il Centro spaziale del Fucino (intitolato a Fanti dopo la sua scomparsa), divenne subito protagonista nel campo delle telecomunicazioni mondiali; basti leggere gli accordi firmati negli anni immedia- tamente successivi alla sua nascita e gli obiettivi raggiunti:

11 Gennaio 1962 - Firma del “Memorandum d’intesa” tra Te- lespazio e la Nasa per la partecipazione agli esperimenti con i sa- telliti Telstar e Relay; 19 Luglio 1962 - Stipula della Convenzione tra Telespazio e il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni per la concessione in esclusiva alla società dell’impianto ed esercizio di sistemi speri- mentali per telecomunicazioni a mezzo di satelliti artificiali; Gennaio 1963 - Prime ricezioni dal satellite Telstar nella sta- zione sperimentale del Fucino (L’Aquila); Marzo 1964 - Prime trasmissioni televisive dal Fucino sul satellite Telstar; 12 Febbraio 1965 - Concessione in esclusiva a Telespazio dei servizi di telecomunicazioni a mezzo di satelliti artificiali; 28 Giugno 1965 - Inizio servizio commerciale tra Nord America ed Europa, tramite il satellite Intelsat 1, con la parte- cipazione della stazione del Fucino; 17 Agosto 1967 - Entrata in servizio della prima grande an- tenna da 30 metri al Fucino, sull’area Atlantica; 2 Aprile 1968 - Firma del contratto Intelsat/Telespazio per i primi servizi di telemetria e comando sui satelliti Intelsat.

Questo ingegnere originario di una piccola località di pro- vincia, “dallo sguardo profondo e dal sorriso malinconico; semplice e schivo, quasi pervaso d’una ricercata timidezza”, contribuì con grande forza, supportato da una ineccepibile preparazione, a fare dell’Italia una vera eccellenza, tra le eccellenze del mondo, nel campo delle tecnologie delle telecomunicazioni. Le crona-

12 che dell’epoca raccontano ancora: “in quel momento, nella ri- stretta cerchia internazionale dei gelosi custodi delle novità, sem- brava difficile pensare che anche un italiano fosse già in grado di affrontare da pari a pari, con tanta conoscenza, tutti i temi della nuova tecnica”.

In effetti gli sviluppi e i traguardi raggiunti da Telespazio portano il nome, ovvero il marchio collaudato dell’iniziativa e delle capacità di Piero Fanti.

Adesso il Centro spaziale del Fucino “Piero Fanti”, con le sue novanta antenne e i suoi trecentosettantamila metri qua- drati di superficie, è riconosciuto come il più grande teleporto al mondo per usi civili. Qui si svolgono attività di controllo in orbita di satelliti, servizi di telecomunicazioni, servizi televisivi e multimediali. A supporto dei servizi erogati sono attive le funzioni di logistica operativa e quella di “field service”.

Piero Fanti, a cui il Comune di Grosseto nel 2006 ha dedicato una via del capoluogo, era sconosciuto anche a noi, autori di questo libro; ci siamo imbattuti in lui casualmente, nella ricerca di informazioni sulla storia dell’Ict in Maremma. E per quanto rappresenti un caso singolare e isolato, anche un po’ slegato dai processi di sviluppo dell’informatica sul territorio (ben altro era infatti il suo raggio d’azione!) ci è sembrato doveroso ricordare questo uomo, un talento puro che ha lasciato un’impronta in- delebile nella storia. Un personaggio a cui la storia, forse, non ha saputo offrire il giusto tributo con il racconto delle sue gesta, tramandandone il ricordo alle nuove generazioni.

Noi abbiamo voluto fare proprio questo: rendere omaggio a un grossetano che si è fatto apprezzare a livello internazionale per doti rare e conoscenze ancora più raffinate.

13 E partire da lui con un racconto, quello dell’avvento e della crescita dell’informatica a Grosseto e in Maremma, che metterà in risalto come questa terra, tagliata fuori dai grossi processi industriali e formativi, si è in realtà distinta in tutta Italia, già a partire dagli anni ‘70, per un grande fermento e soprattutto per iniziative avanguardistiche proprio nel campo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

14 Prima del 1975

La Maremma, una terra spesso dipinta nei lavori letterari come discreta, isolata dalle grandi città, economicamente modesta, i cui abitanti sono contadini o artigiani o piccolo-borghesi, compie i suoi primi timidi passi verso l’ardita strada dell’evoluzione tec- nologica tra la metà degli anni ‘60 e i primi anni ‘70.

A fare da apripista in questa direzione, in tutto il territorio pro- vinciale, il Comune capoluogo e alcune aziende private.

Era il 3 giugno del 1966 quando la Giunta municipale, su de- lega del Consiglio comunale votò la delibera che istituì il Ced, il Centro elaborazione dati. Due le figure che si celano dietro a que-

Municipio di Grosseto

15 sto lungimirante provvedimento: l’allora segretario generale Rino Gracili e il responsabile del servizio Ragioneria, Sergio Gostinic- chi. In entrambi i casi, due personaggi che già all’epoca guarda- vano con grande interesse all’innovazione dell’Ente e che, proprio per questo, avevano cercato di cogliere suggerimenti, conoscenze, esperienze anche da altre realtà del territorio italiano.

La proposta trovò subito il consenso della parte politica: pro- motore il sindaco Renato Pollini.

Senza alcun indugio l’Amministrazione, nello stesso anno, si rivolse ai suoi dipendenti più giovani, per cercare chi fosse inte- ressato a prendere parte al progetto per la realizzazione del Centro meccanografico dell’Ente (un servizio che di fatto rappresentò la fase embrionale dell’informatizzazione del Comune, avviata qual- che anno più tardi con la costituzione del Sed).

Un centro meccanografico, che oggi chiameremmo centro di calcolo, era dotato delle seguenti macchine: la perforatrice (per pinzare le schede che specificavano gli input del programma), la verificatrice (per controllare che la pinzatura delle schede fosse corretta), la selezionatrice (per ordinare le schede in funzione del valore di qualche campo presente su di esse), la tabulatrice (la macchina sulla quale giravano i programmi tramite i pannelli di tabulazione e che permetteva di fare le stampe). Erano macchine molto ingombranti, occupavano un’intera sala. Molto spazio era occupato anche dalle schede perforate: di solito richiedevano in- tere pareti di scaffalature. I pannelli di tabulazione erano veri pro- grammi che permettevano di fare le quattro operazioni, la percentuale e altre semplici operazioni.

A rispondere con entusiasmo all’appello del Comune furono Luciano Soldateschi, assunto nel 1964, e il collega Silvano Petrini.

16 Per iniziare la nuova attività i due dipendenti parteciparono ad un corso specifico, tenuto dalla scuola Olivetti Bull, a San Donato milanese; in totale due mesi di lezioni per imparare ad utilizzare le macchine con cui avrebbero dovuto lavorare di lì a breve.

Questo il primo nucleo di tecnici specializzati che, sotto il coordinamento di un programmatore livornese, tale Palmerani, misero mano alle operazioni preliminari per lo sviluppo delle procedure. Il primo settore ad essere meccanizzato già nel 1967 fu la ragioneria; per l’esattezza fu sviluppata la procedura per gli stipendi e i cedolini dei dipendenti (buste paga, assenze, ferie); novità questa che fu accolta con grande soddisfazione dal per- sonale che fino ad allora non conosceva il dettaglio delle voci dello stipendio e che quindi non aveva il controllo diretto della propria situazione retributiva. Gli strumenti utilizzati prima erano infatti libri mastri, calcolatrici, macchine da scrivere, carta e penna!

Passò solo un anno (1968) che entrò in funzione la se- conda procedura dell’Ente; questa volta ad essere meccaniz- zato fu il servizio elettorale, con la stampa delle liste generali, di quelle di sezione, così come la stampa dei certificati elet- torali. Ammontava a trentacinquemila il numero dei certifi- cati da consegnare ai cittadini e per prepararli occorrevano due giorni di lavoro.

Con la meccanizzazione dell’elettorale, la prima esperienza in questo campo in tutta Italia, il Comune di Grosseto inizia un percorso che lo vedrà tra i protagonisti assoluti nella pubblica amministrazione a livello nazionale per lo sviluppo delle tecno- logie, oltre che un punto di riferimento privilegiato per enti, as- sociazioni, istituzioni e privati cittadini del territorio comunale e provinciale.

17 In effetti la stessa procedura della ragioneria fu messa a dispo- sizione degli uffici dell’ex Istituto autonomo case popolari, che il Ced seguiva direttamente con il proprio personale interno.

Il Centro elaborazione dati trovò inizialmente ospitalità nei lo- cali a piano terra del palazzo municipale in piazza Duomo (dove adesso si trova la sede delle Rsu e la portineria). Lì rimase per poco tempo, fino al 1969, quando fu trasferito in via Varese (nell’attuale sede della circoscrizione Centro). Problemi logistici portarono a questa scelta: le prime macchine, cioè la perforatrice, la selezionatrice e la tabulatrice, erano molto ingombranti e oc- cupavano un’intera stanza. Il Comune di Grosseto rappresentò sicuramente, già all’epoca, un felice caso di amministrazione pubblica intraprendente, dina- mica, curiosa e particolarmente sensibile agli stimoli che prove- nivano da più parti rispetto ai processi di innovazione. Nel panorama provinciale, così come in quello cittadino, per trovare altre realtà propense ad investire nelle nuove tecnologie, era ne- cessario guardare ai privati.

La ex azienda manifatturiera Paoletti, ad esempio, già negli anni ‘60 era dotata di un suo Ced (denominato K2000), dove si utilizzavano macchine Olivetti.

E non mancò qualche altro soggetto temerario come lo studio commerciale di Aldo Ginanneschi che, sempre in quegli anni (fine ‘60) oltre all’attività canonica di tenuta dei registri dei propri clienti, si stava configurando come un vero centro servizi per la gestione di stipendi, contabilità ecc.

Un’attività che in un primo tempo contava su un servizio di pura meccanizzazione, ma che nel 1974 si trasformò in un Cen- tro servizi elettronico, che utilizzava le tecnologie informatiche

18 più avanzate. Di fatto fu il primo commercialista e insieme il primo Centro servizi ad essersi informatizzato a Grosseto. Si la- vorava con macchine IBM per stipendi e paghe; tra i dipendenti la figlia di Aldo, Elisa, che si occupava proprio dell’inserimento dei dati nelle schede perforate. Le schede venivano inserite in un lettore che poteva eseguire subito l’elaborazione oppure po- teva memorizzare i dai sui nastri magnetici o successivamente sui dischi.

Per la manutenzione lo studio Ginanneschi si affidò diretta- mente ai tecnici della IBM che in quel periodo provenivano da Firenze; i programmi utilizzati, nei primi anni, erano della stessa azienda americana e venivano personalizzati dai tecnici manuten- tori in base alle esigenze del cliente.

19

Il Sed del Comune di Grosseto

Storia

Il 22 dicembre 1975 è una data che segna il confine tra il passato e il futuro della città, il punto di partenza per una ra- dicale trasformazione dei processi amministrativi, il potenzia- mento, il miglioramento, l’ottimizzazione di molti servizi pubblici.

Erano le 15.30 quando il Consiglio comunale di Grosseto, riunito in seduta pubblica nella sala di piazza Duomo, ap- provò a maggioranza la delibera n.579, con la quale fu isti- tuito il Servizio elaborazioni dati, prevedendone già la pianta organica.

Nacque così il Sed e fu “l’inizio di una nuova era”. L’era del- l’avvento e dello sviluppo delle nuove tecnologie informatiche in Maremma, a supporto e a vantaggio della pubblica ammi- nistrazione, e di conseguenza a beneficio dei cittadini.

Con il lavoro svolto da questo nuovo servizio, Grosseto, città un po’ sonnolenta e tagliata fuori dalle maggiori dinamiche di sviluppo economico, si scopre protagonista assoluta nei pro- cessi di innovazione nell’ambito degli enti locali; addirittura considerata in non poche occasioni, un esempio da seguire, un modello da imitare.

Nulla si verificò per pura fatalità e, se il Sed si distinse fin da subito a livello nazionale per i risultati raggiunti nel campo dell’informatica al servizio della collettività, vero è che dietro ci fu un lavoro di anni, un’esperienza (quella maturata dall’ex

21 Ced) che sebbene fosse basata su strumenti diversi, meno evo- luti, poteva comunque contare su menti “illuminate” che da tempo avevano compreso l’importanza di investire in questo settore.

Non fu un caso, infatti, che una delle maggiori spinte per la realizzazione del Sed arrivò dal ragioniere capo del Comune, Sergio Gostinicchi. Lo stesso dirigente a cui nove anni prima si doveva la nascita del Ced. Insomma, ciò che fece la fortuna dei Servizi informatici dell’Ente, divenuti in breve tempo una vera eccellenza in tutta Italia, furono prima di tutto tecnici do- tati di grande ingegno e ancora di più di grande lungimiranza (considerati talvolta dei visionari). Al loro lavoro si deve ag- giungere la capacità dei politici del momento (l’assessore al Per- sonale e al Ced, Roberto Ancona, che ebbe il pieno appoggio del sindaco Giovanni Battista Finetti) di cogliere immediata- mente l’importanza di certi progetti al punto da fidarsi, con- dividerli e investirci ingenti risorse.

1976-1992

I locali di via Varese, che ospitarono il Centro elaborazione dati del Comune, dettero accoglienza anche al Sed, per diversi anni (dal 1976 al 1982). Il periodo di passaggio dalle operazioni mec- canografiche a quelle elettroniche vide impegnati gli addetti del Centro, Luciano Soldateschi e Silvano Petrini, che iniziarono a preparare la conversione dei dati per le nuove procedure sotto il coordinamento di Benefico Tacconi. Quest’ultimo vinse infatti il concorso indetto dall’Ente per un posto di informatico (anali- sta) con il ruolo di responsabile del nuovo servizio.

Il primissimo nucleo del Sed composto da Tacconi, Soldateschi e Petrini, che assunsero la qualifica di programmatori, fu ben pre-

22 sto rinforzato con altro personale assunto tramite selezione pub- blica; nel 1977 il Servizio informatico del Comune vide l’arrivo di altri due programmatori (Glauco Ginanneschi e Giorgio Zorcù), due operatori (Pierluigi Bonucci e Massimo Menghetti) e due perforatori (Massimo Sanna e Luciana Savelli, dopo pochi mesi sostituita da Elisa Ginanneschi).

Dalle selezioni si formò un gruppo umano e professionale che, insieme ai dipendenti già in pianta organica, rappresentò fin da subito una base solida sulla quale il Sed poté costruire un ambi- zioso progetto di lavoro e una programmazione a lunga scadenza. Un lavoro che in poco tempo gli valse la fama di servizio effi- ciente, con tecnici dotati di competenze specifiche e altamente qualificate. È da qui, da questo gruppo di dipendenti, che partì la sfida alla tecnologia più avanzata.

Già nell’estate del 1976 vennero installate le prime macchine: la prima fu una Honeywell Level 62, con quattro piatti per i di- schi, da 60 MB ciascuno. Dopo l’installazione, furono consegnati i terminali (prima i terminali scriventi, poi i video terminali) che vennero messi a disposizione dei vari uffici. Iniziò così il processo di trasferimento dell’anagrafe nei nuovi sistemi. Gli operatori passarono all’utilizzo del terminale, abban- donando le macchine con le quali si punzonavano i dati sulle tar- ghette metalliche, archiviate in ordine alfabetico per capofamiglia; ogni targhetta conteneva, infatti, i dati di tutto il nucleo familiare. Le tre persone che lavoravano all’anagrafe stamparono tutto l’ar- chivio che poi fu passato alla perforazione sulle schede. Le nuove macchine non erano subito disponibili, allora le schede forate furono trasportate a Roma scatola per scatola, inse- rite nelle macchine messe a disposizione dalla Honeywell e tra- sferite su dischi magnetici, grande novità informatica di quel tempo.

23 I primi tentativi, perfettamente riusciti, di informatizzazione dell’Ente furono la procedura del personale (il calcolo degli sti- pendi), che entrò a regime nel 1977, e quella dell’anagrafe che partì come sperimentazione al pubblico nell’aprile del 1978; seguì la procedura per la ragioneria (1979). In tutti questi casi le pro- cedure furono realizzate dalla Honeywell in collaborazione con l’università di Milano e con il personale del Sed.

Furono questi i primi esperimenti effettuati in tutto il territorio nazionale e in molti, da tutta Italia, visitarono i Servizi informatici del Comune per studiare nei dettagli il lavoro svolto e per poterlo esportare e applicare alla propria realtà.

Quando le procedure entrarono in funzione, negli uffici c’erano delle telescriventi, con il foglio di fondo, che si connette- vano al centro di via Varese tramite modem sulla rete della Sip (oggi Telecom). Tre erano i terminali in funzione all’anagrafe (te- lescriventi TTY) e tre i video terminali alla ragioneria. L’unità centrale invece aveva tre dischi e un lettore di schede. Il linguaggio utilizzato per la programmazione era il Cobol.

Nel 1979, in occasione delle elezioni politiche, il personale del Sed scrisse in Cobol la prima procedura di conteggio dei voti elet- torali: fu la svolta per i servizi informatici dell’Ente. Una data e un evento che segnarono la missione del Sed, ovvero sviluppare le applicazioni interne al Comune. Altro importante successo frutto del lavoro svolto dai Servizi informatici dell’Amministrazione fu quello ottenuto nel 1981 in occasione del censimento. Fino ad allora veniva fatto su carta; in quell’occasione i dati raccolti furono invece inseriti su schede per- forate, caricati su un nastro e poi mandati all’Istat: una delle prime sperimentazioni sul territorio nazionale.

24 Il Sed cresceva, aumentava la mole di lavoro, aumentavano i macchinari, ma soprattutto s’iniziò a sentire la necessità di assi- curare protezione e sicurezza agli archivi elettronici che si stavano formando nelle pubbliche amministrazioni, nelle istituzioni, negli enti (un incendio doloso al Centro elaborazione dati del Mini- stero del Trasporti pose l’accento sul problema della sicurezza dei database). Questi i motivi che nel 1982 portano il Servizio a com- piere un grande salto di qualità, dal punto di vista della logistica, ma anche dell’efficienza del lavoro. Dalla vecchia sede di via Va- rese, il Sed si trasferì nei più funzionali e attrezzati locali di via Ginori 43, l’attuale sede, che per l’occasione fu completamente ristrutturata.

Il 1983 fu l’anno del primo stage; uno studente grossetano fece richiesta al sindaco di poter frequentare il Sed per un pe- riodo di alcuni mesi. Da questo momento iniziò un nuovo

Sede dei Servizi informatici del Comune di Grosseto - via Ginori

25 corso: il Sed non si limitò più ad essere un ufficio interno al- l’Ente, il Centro informatico del Comune, ma diventò gra- dualmente un vero centro di competenze, di riferimento per tutta la città e non solo. Determinanti e particolarmente pro- lifici, in questo senso, furono i rapporti instaurati con le scuole cittadine e con l’università, grazie ai corsi organizzati diretta- mente in via Ginori e alle lezioni realizzate negli istituti supe- riori. Negli anni successivi il Sed ha ospitato molti studenti per la preparazione delle loro tesi di laurea.

Dal 1992 al 2000

Il 1992 fu un altro anno storico per il Sed, che passò dalle macchine Honeywell a sistemi Unix2 (a quel tempo già affer- mati nelle università) e al database relazionale3.

Prima di arrivare ad una decisione sul prodotto da utiliz- zare, il personale prese contatto con molte realtà italiane per esaminare altre esperienze. Alla fine la scelta cadde su Oracle. Questi cambiamenti, fondamentali per l’evoluzione dei Ser- vizi informatici del Comune, comportarono un grosso sforzo da parte dei tecnici che, vedendo superate le conoscenze fin lì acquisite, dovettero mettersi in discussione, imparare nuovi linguaggi e iniziare ad avere un approccio del tutto diverso con le nuove tecnologie.

2 Unix è un sistema operativo per computer, nel quale più utenti possono interagire con il sistema da terminali diversi, può supportare la contemporanea esecuzione di più processi, gode di un’elevata portabilità ed è disponibile su una vasta gamma di architetture. 3 Il database relazionale è un metodo di strutturazione dei dati sotto forma di col- lezione di tabelle logicamente associate le une alle altre tramite campi condivisi. Ogni elemento in relazione con il nome della tabella, il nome del campo e il valore della chiave primaria. 26 Fu questo un cambiamento che permise al Sed di emer- gere con tutte le sue potenzialità umane, professionali e tec- nologiche e di utilizzarle sempre a beneficio dell’Ente, quindi dei cittadini e della città, raggiungendo nuovi pre- stigiosi traguardi nell’ambito della pubblica amministra- zione, così come tra i privati. Dal 1992 al 2000 tutte le più grosse applicazioni del Co- mune, dal personale alla polizia municipale, dal protocollo alle scuole, furono sviluppate, grazie ai nuovi strumenti, al- l’interno dell’Ente.

Un’altra tappa fondamentale nella crescita del Sed ebbe come data il 1995, anno in cui Pier Luigi Bonucci durante un corso alla Bocconi conobbe internet, che in quel periodo era una realtà praticamente sconosciuta nelle pubbliche am- ministrazioni. Fu lo stesso Bonucci a parlare all’allora sin-

I primi operatori del Sed

27 daco Loriano Valentini delle grandi potenzialità che la “rete” poteva offrire e dell’opportunità di realizzare subito un sito del Comune. La parte politica comprese immediatamente l’importanza del progetto e mise a disposizione le risorse ne- cessarie per portarlo avanti. Ad occuparsene furono Aldo Vigetti insieme a Bonucci: il primo curò la parte sistemistica e applicativa, l’altro mise mano invece ai contenuti e alla struttura.

Il sito del Comune di Grosseto debuttò al cospetto della platea mondiale di internet nel 1996. L’Amministrazione si presentò con quattrocento pagine (scritte prevalentemente di notte), mentre i siti dei pochi Comuni italiani già in rete ne avevano al massimo dodici.

Una storica rivista di informatica, per la nascita del sito internet dell’Ente, dedicò a questo argomento un servizio di molte pagine.

A conferma della bontà e delle lungimiranza del progetto, Grosseto nello stesso anno fu uno dei fondatori di RTRT, la Rete Telematica della Regione Toscana per la condivisione degli obiettivi nei processi di innovazione, per la coopera- zione e la compartecipazione; insieme al capoluogo marem- mano anche Massa Carrara, Prato, Firenze e Siena.

Sempre nel 1997, in occasione delle elezioni amministra- tive comunali, il Sed scrisse la procedura per la consulta- zione del voto su internet: i risultati furono pubblicati online in tempo reale.

Nelle prime sei ore dall’inizio dello scrutinio si registra- rono trentamila accessi al sito per controllare l’esito dello

28 spoglio; un successo straordinario per tempi in cui poche erano le famiglie dotate di un pc e ancora meno avevano una connessione ad internet.

Non era comunque la prima volta. Nel 1983, infatti, nell’indifferenza generale dei presenti, alcuni tecnici del Sed entrano nella sala del Consiglio per fare il conteggio dei voti delle elezioni politiche con un apposito software, mentre gli altri colleghi utilizzavano la calcolatrice. I risultati del pro- getto furono eccezionali e il Sed iniziò ad ottenere grande fiducia, già allora, anche da parte dei cittadini.

Nel 1999/2000 il Comune diventò membro di Eurocities (oggi Telecities) ed entrò nei primi consorzi di finanzia- mento europei. Fu un traguardo importante perché con i soli fondi disponibili nelle casse comunali molti dei progetti portati avanti nel tempo dai Servizi informatici non si sa- rebbero potuti realizzare. Fu anche l’occasione per conoscere e confrontarsi con il resto del mondo, per acquisire una maggiore consapevolezza di come affrontare determinati percorsi in campo informatico.

Dal 2001 ad oggi

Terminato il diritto di Telecom sulle reti (fine 1999), gli Enti pubblici ebbero la possibilità di scegliere se continuare il rapporto con un gestore ormai privatizzato o portare avanti progetti diversi. Per questa seconda strada optò il Co- mune di Grosseto, sostenuto e coadiuvato da Ericsson e dall’Università di Siena: dalle vecchie reti Telecom passò ad una propria rete in fibra ottica che, nel 2001, entrò in fun- zione con una banda cento volte superiore alla precedente. La rete in breve tempo fu estesa a molte zone della città: dal

29 centro storico (l’area in cui gravita la maggior parte degli uffici comunali) alle zone più periferiche.

Nello stesso anno il Comune decise di far allestire una sala didattica; il Sed si connotò in maniera definitiva non solo come un ufficio interno alla pubblica amministrazione, ma anche come un centro di formazione e di aggiornamento per tutta la città. Il Servizio informatico dell’Ente diventò anche un test center ECDL, la patente europea per l’uso del computer. Da allora iniziò a organizzare corsi di formazione per i dipendenti comunali e lezioni gratuite per i cittadini.

Sempre nel 2001 il Sed fu chiamato a svolgere un nuovo, prestigioso quanto difficile compito: l’organizzazione dal punto di vista informatico dei Campionati europei di atletica leggera, in programma a Grosseto. L’Amministrazione, dal momento che sul mercato mancava un prodotto adeguato a certe esigenze, decise di sviluppare un software ad hoc, at- traverso i propri tecnici e con l’aiuto di alcuni volontari.

Questo software permetteva di gestire le prenotazioni al- berghiere, i trasporti, le iscrizioni degli atleti, la fattura- zione, la gestione del personale, le turnazioni, la stampa dei badge e molto altro. Si passò dall’utilizzo della carta, della penna e dei fax all’informatica: dai documenti elettronici alle form online, fino alle email.

Lo stesso software fu usato nel 2003 per la Coppa Europa di atletica leggera a Firenze e poi nel 2004, con alcune mi- gliorie e ritocchi, per i Campionati mondiali juniores di atletica a Grosseto. In quell’occasione fu garantita la totale copertura con antenne wifi a disposizione dei giornalisti e dei team. Fu anche stabilito un record: per la vittoria di An-

30 drew Howe nel salto in lungo, la foto del salto vincente ar- rivò sulle pagine web della Gazzetta dello Sport in diciotto minuti.

Nel 2003 Grosseto fu tra i primi 50 Comuni italiani che parteciparono al progetto della Carta di Identità Elettronica (CIE); grazie ad un finanziamento da parte del Ministero dell’Interno, il Sed potè ampliare le proprie competenze su autenticazione e identità digitale e sulla sicurezza informa- tica. Determinante in questo caso si rivelò la collaborazione con il Comune di Trento. Da allora l’Amministrazione del capoluogo maremmano ha fatto molta esperienza in questo campo, fino ad utilizzare i documenti elettronici a valore legale, così come la firma digitale e le smart card per l’au- tenticazione informatica.

In quegli anni, i Servizi informatici dell’Amministrazione portarono avanti altri progetti all’insegna della grande in- novazione; uno di questi riguardò la sala del Consiglio co- munale che tra il 2004 e il 2005 fu ristrutturata attraverso l’installazione di tecnologie avanzate che consentirono l’uso del voto elettronico, della videoconferenza e dello streaming audio e video delle sedute consiliari. Sul sito internet del Comune si possono consultare online tutti i Consigli a par- tire dal 2004. Infine, tra gli ultimi progetti in ordine cronologico, la pubblicazione sul sito degli atti a valore legale. È questo un progetto che ha richiesto un grosso impegno da parte degli informatici e che ha coinvolto tutti gli uffici, a seconda delle diverse competenze e funzioni.

Il Comune è stato poi uno dei primi enti pubblici in Ita- lia a utilizzare il software libero. All’inizio si usava Sco Unix,

31 poi nel 2003 fu installato Linux4 su tutti i server. Anni dopo venne l’idea di utilizzare alcuni software liberi, come ad esempio Openoffice.org, sui pc dei dipendenti. Oggi, in Comune, ci sono alcuni uffici che utilizzano Linux.

Numerosi sono stati i rapporti di collaborazione instaurati con le realtà della società civile e militare. Dai corsi di for- mazione al personale del 4° Stormo (l’Aeroporto militare di Grosseto) al Cemivet (Centro militare veterinario) fino alle collaborazioni con il Tribunale di Grosseto, con l’Università di Siena, con il Porvoo Group5, con tutte le scuole superiori della città, ma anche con Telecities e Oracle Italia.

Con il Tribunale, ad esempio, nel 2009 il Sed ha lavorato per ristrutturare l’aula riservata agli interrogatori dei minori. Si tratta di situazioni estremamente delicate e per far sentire il bambino a proprio agio l’aula è stata dotata di strumenta- zioni elettroniche all’avanguardia, in modo che le registrazioni possano avvenire garantendo la giusta tranquillità e con la pos- sibilità di far intervenire uno psicologo.

C’è stata poi un’importante interazione con il mondo del- l’associazionismo; con le associazioni GuruAtWork e Wor- king Class Hero per l’organizzazione del Linux Day (la manifestazione finalizzata alla promozione e diffusione del

4 Per semplicità utilizziamo il termine “linux” riferendoci al sistema operativo “GNU/Linux”. Per ulteriori informazioni: http://it.wikipedia.org/wiki/GNU/Linux http://en.wikipedia.org/wiki/GNU/Linux_naming_controversy http://en.wikipedia.org/wiki/Linux_%28disambiguation%29 5 Il Porvoo Group è una rete di cooperazione internazionale il cui obiettivo primario è promuovere l’interoperabilità dell’identità elettronica tra le nazioni, al fine di con- tribuire a garantire al settore pubblico e a quello privato transazioni elettroniche si- cure in tutta Europa.

32 sapere libero a partire dal software libero), di corsi gratuiti e di molte altre iniziative.

Nel raccogliere le testimonianze sul Sed, tutte le storie che ci sono state raccontate, in diversi momenti e in diverse circostanze, sono legate da un unico filo conduttore. Dalla voce di ogni dipendente intervistato, da quelli ancora in ser- vizio ai colleghi in pensione, sono emersi entusiasmo e sod- disfazione, la percezione netta di aver lavorato in un luogo privilegiato. Un ufficio che è stato sempre percepito come una sorta di “mondo a sé stante” e che esulava dalle dina- miche tipiche degli uffici pubblici. Un servizio dove tutti, dall’operatore al responsabile, passando per i programma- tori, gli analisti e i sistemisti hanno trovato un loro spazio per crescere individualmente. Ma soprattutto un ufficio che ha potuto contare sulla forza del gruppo, di un gruppo af-

Sala macchine del Sed

33 fiatato, fatto di persone con compiti e ruoli diversi, consa- pevoli di dare ciascuno il proprio prezioso contributo ad una giusta causa.

Questo il segreto del Sed, per tanti anni il fiore all’oc- chiello del Comune di Grosseto; preso come esempio da altri enti pubblici, così come da aziende private. Un caso oggetto di studio, un punto di riferimento nel territorio na- zionale. Il segreto, dalle testimonianze raccolte, sta negli sti- moli, nelle continue gratificazioni dei singoli dipendenti che hanno saputo far squadra, che hanno creduto forte- mente in un progetto lungimirante, quasi avveniristico, rea- lizzato tutti insieme, un passo alla volta, a vantaggio dell’Ente e di tutta la cittadinanza.

34 Altre Istituzioni

Grosseto, come città capoluogo, vanta il primato del mag- gior numero di realtà pubbliche e private, che hanno fatto la storia dell’informatica in Maremma. Altre istituzioni che hanno mostrato grande interesse verso le nuove tecnologie sono la Provincia di Grosseto e il Tribunale cittadino. Nel resto del territorio provinciale spicca l’esempio del Comune di che già dagli anni ‘80, e con un forte impulso da metà degli anni ‘90, ha investito molto in termini di risorse economiche e umane nel processo di modernizzazione dell’Ente.

Provincia di Grosseto

Il racconto delle nuove tecnologie dell’Amministrazione di palazzo Aldobrandeschi s’intreccia, nella fase iniziale, con la storia dei servizi informatici della Rama (l’azienda di trasporti locali a partecipazione pubblica). La data di riferimento per tracciare la storia dell’Ente dal punto di vista delle politiche dell’innovazione è il 1989, anno in cui la Rama realizzò un Centro elaborazione dati da mettere a disposizione anche di altre pubbliche amministrazioni e, in particolare, di quelle che possedevano le quote della stessa società (Provincia e Co- muni del territorio). Per questo motivo furono fatte delle as- sunzioni “ad hoc”: tre programmatori e tre operatori, coordinati da un responsabile. Questa la squadra di tecnici pronti a dare man forte anche agli uffici e ai servizi dell’Am- ministrazione provinciale nell’ambito dei processi di moder- nizzazione delle procedure. Il rapporto prevedeva il pagamento di un affitto per i termi- nali e i pc attraverso dei contratti stipulati dalla Rama con i singoli soggetti pubblici cui prestava il proprio servizio, mentre

35 il Ced dell’azienda, attraverso i suoi esperti, garantiva assistenza e manutenzione alla parte hardware e agli impianti di rete di ciascun cliente. Furono organizzati anche molti corsi per il per- sonale dei diversi Enti, sia per la formazione, sia per gli aggior- namenti. Il progetto di un unico Centro servizi a disposizione di varie realtà pubbliche ebbe il suo massimo splendore nei primi anni ‘90. Ma tra il 1996 e il 1997 il Ced della Rama, per diversi mo- tivi, terminò il suo percorso e il servizio rivolto all’esterno fu interrotto e mai più ripreso. La Provincia fu l’ultimo cliente ad usufruirne e gradual- mente furono dismesse anche le ultime procedure. Su volontà dell’organo politico, un pool di esperti composto da Aldo Vi- getti, Fabrizio Aposti, Pier Luigi Bonucci e Ezio Paglia fu in- caricato di scrivere una relazione dettagliata sulla situazione del Ced della Rama; il gruppo lavorò per più di un mese intervi- stando tutti i dirigenti e gli operatori che utilizzavano gli ap- plicativi. La proposta ipotizzata fu quella di una migrazione verso architetture non proprietarie6. Nel 1998 l’Ente assunse tramite concorso pubblico un re- sponsabile dei servizi informatici, Aldo Vigetti, che dovette ri- vedere tutta la situazione per riorganizzare il settore attraverso una nuova gestione tutta interna. L’obiettivo era quello di por- tare avanti l’ambizioso progetto di innovazione e modernizza- zione della Provincia. Ciò che l’Amministrazione di palazzo Aldobrandeschi por- tava in dotazione in quel momento era un parco macchine (client e server) completamente rinnovato pochi anni prima.

6 Un’architettura di rete si definisce proprietaira se è basata su scelte arbitrarie ed indipendenti del costruttore (le specifiche non sono pubbliche).

36 Il primo segnale della nuova era fu il passaggio verso sistemi liberi, come Linux. La decisione fu presa al termine di una serie di considerazioni sull’opportunità o meno di investire ingenti somme per allineare le licenze dei programmi utilizzati. Un’altra importante tappa in questa direzione fu la realizza- zione di un servizio di protocollo centralizzato per tutto l’Ente; prima infatti ogni palazzo, da quello in piazza Dante a quelli distaccati, ne aveva uno proprio ed erano tutti diversi gli uni dagli altri. Ciò che ancora mancava era la presenza di un centro elabo- razioni dati strutturato; ogni settore faceva gare per conto pro- prio per acquistare programmi e, pur essendo buono il livello dell’informatizzazione all’interno dell’Amministrazione pro- vinciale, c’era la necessità di un coordinamento: stava matu- rando sempre più l’idea che la Provincia, in virtù del proprio vasto raggio d’azione che comprendeva una grossa porzione di territorio e tanti piccole realtà pubbliche, dai Comuni alle Co- munità montane, dovesse tirare le fila e fare da motore propul- sore nell’ambito delle nuove tecnologie. Un’idea che nel 2008 ha preso forma in Netspring, nuova società a capitale pubblico che si occupa di processi d’innovazione e di informatica per le Amministrazioni e gli Enti locali.

Il Comune di Follonica

Un Ente particolarmente dinamico, pronto a capire e met- tere a frutto i grossi vantaggi che le nuove tecnologie potevano e possono offrire, è stato sicuramente il Comune di Follonica. E come per Grosseto, alla base di scelte rivelatesi con il tempo felici, ci fu una perfetta sintonia nella condivisione di intenti tra la parte politica e quella tecnica, tra gli amministratori e i dirigenti che, all’unisono, compresero l’importanza di riservare spazio e risorse a questo settore.

37 Qui la storia dell’Ict nella pubblica amministrazione ha ori- gine nella seconda metà degli anni ‘80; nel palazzo municipale della città del golfo c’era una macchina Unix, sulla quale gira- vano alcune procedure: la gestione documentale sviluppata da Olivetti, la contabilità sviluppata da Infotirrena e l’anagrafe svi- luppata dalla stessa società privata e dal Comune. Negli uffici erano installati terminali a fosfori verdi o arancioni collegati ad un server centrale.

I primi segnali di un reale rinnovamento si ebbero però nel 1996, anno in cui fu indetta la prima gara pubblica per l’ac- quisto di personal computer. Inizialmente ci furono alcuni pro- blemi per passare dai terminali e dalla loro gestione ai pc; nella pubblica ammini- strazione nessuno conosceva gli stru- menti informatici di produttività per- sonale. Alcune dif- ficoltà, ad esempio, furono riscontrate con il primo pro- gramma di video scrittura utilizzato all’interno dell’En- te; era un program- ma che non preve- deva la possibilità di mandare il testo a capo in automa- tico alla fine della riga dello schermo e, se l’utente non Sala macchine del Ced di Follonica

38 andava a capo manualmente, continuava a scrivere fuori schermo. Di fatto era un programma che aveva le stesse funzioni di una macchina da scrivere.

Sulla strada della modernizzazione della macchina ammini- strativa, tra il 1997 e il 1998 il Comune di Follonica fece un grande investimento nel campo dell’Ict: furono infatti spesi circa quattrocento milioni di lire per realizzare il cablaggio in fibra ottica di tutti gli edifici dell’Ente e anche di quasi tutte le sedi remote. Un investimento paragonabile ad un’opera pub- blica. Del resto questo progetto comportò una scelta precisa, quella cioè di mettere al secondo posto altri interventi che si sarebbero potuti effettuare in quell’anno. A questo proposito fu dato un incarico dirigenziale a Flavia Marzano per preparare la gara in tutti gli aspetti progettuali. Infotirrena ebbe un ruolo fondamentale nella progettazione della rete e come partner tecnologico vinse la selezione Cima Telematica (società di Pisa che collabora ancora oggi con il Co- mune di Follonica).

La rete in fibra ha permesso e permette di svolgere moltis- sime funzionalità come, ad esempio, la trasmissione dei dati della videosorveglianza, lo scambio di file ecc. Insieme alla rete fu sviluppata anche la parte di fonia che dal rame passò al voip7. Fu un’innovazione molto importante che rese un grande ser- vizio e permise un notevole risparmio economico all’Ente.

Fin da subito si comprese che le scelte che l’Amministrazione stava effettuando riguardo ai servizi informatici erano scelte di

7 Voice over IP (Voce tramite protocollo Internet), acronimo VoIP, è una tecnologia che rende possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connes- sione Internet o un’altra rete dedicata che utilizza il protocollo IP. 39 qualità, che avrebbero portato ad una svolta “epocale” per il Comune, a vantaggio dei servizi erogati e quindi a beneficio dei cittadini e del territorio. Gli input alla base di questo im- ponente processo d’informatizzazione arrivarono dall’organo politico (era sindaco Emilio Bonifazi e assessore all’Informa- tizzazione Franco Gargani). Se da un parte c’era infatti un mondo che si evolveva in que- sta direzione, dall’altra c’era un Ente che seppe cogliere certe potenzialità.

Il Comune, inoltre, lavorò per dotarsi di una struttura or- ganizzativa in grado di curare questi progetti e questo per- corso; a partire da nuove figure professionali con adeguate competenze.

Nel 2001 l’Amministrazione assunse, attraverso la mobilità, Domenico Fortunato, informatico con una lunga esperienza nel settore pubblico e già dipendente della Regione Toscana. E nello stesso anno investì non poche risorse nella formazione del personale con un progetto da cinquanta milioni di lire. Tutti i dipendenti furono coinvolti in corsi specifici e per que- sto motivo venne allestita un’aula di formazione nella biblioteca comunale. Tramite l’uso della posta elettronica e di internet tutto il personale in breve tempo iniziò ad avere familiarità con l’uso del pc.

Per completare il processo di informatizzazione dell’Ente fu introdotto un programma di rotazione per l’acquisto dei pc in modo da rinnovare periodicamente il parco macchine. La tappa successiva fu il passaggio dalle reti di terminali alle reti di pc.

40 Un altro momento cruciale per la storia informatica del Co- mune fu quello legato alla scelta del software: l’Ente si era dotato di moderne infrastrutture, ma c’era il problema di quali pro- grammi utilizzare. Nel 2002 i tecnici, in accordo con la parte politica, intrapresero la strada dell’utilizzo dei software liberi: scelta che con il tempo si è dimostrata vincente.

Nel 1998 fu pubblicata la prima versione del sito sviluppata dalla società cittadina Ouverture Service Srl che la ospitò sui pro- pri server. In un primo tempo fu un sito vetrina per il Comune, anche se sempre molto aggiornato. Successivamente si sentì la mancanza della parte interna di in- terazione con le procedure dell’Amministrazione gestite dagli uf- fici: il sito doveva essere più dinamico. Nel 2002 fu aggiornato e ampliato con moltissime procedure; nel 2005 furono pubblicate le delibere con il testo integrale, in linea con la normativa sulla trasparenza degli Enti pubblici. Su- bito dopo fu la volta dell’albo pretorio e delle determine.

Dopo la rete, fu fatta una gara per individuare un fornitore di software che integrasse più settori. La gara prevedeva di- versi lotti: ragioneria, personale, economato, atti, mutui, fisco, tributi, anagrafe, elettorale, leva, stato civile, gestione territorio, urbanistica. Il software seguiva le direttive del pro- getto di e-Gov (e-government) della Regione Toscana, a cui Follonica aderì nel 2003.

Una volta realizzata la rete in fibra, fu subito collegata a inter- net. Nel 2003 il Comune decise di investire ulteriori risorse per migliorare il collegamento: un collegamento decisamente sovra- dimensionato per l’epoca, ma che ha garantito una grande pos- sibilità di crescita.

41 Nel 2004, il sito fu ospitato “in casa”. Ciò consentì di acce- dere direttamente al database e modificare altre parti in tempo reale. Il primo vero test furono le elezioni del 2004, quando vennero pubblicati i risultati sul sito del Comune. In pochi giorni le visite furono più di 250.000. Fu un grande successo, un momento di aggregazione, visto che furono messi a dispo- sizione dei cittadini alcuni pc per consultare i dati che arriva- vano dai vari seggi elettorali. Sempre nell’ambito della nuova organizzazione e gestione del sito internet, nella biblioteca della città furono messi a disposi- zione del pubblico alcuni pc per la navigazione. Oggi ci sono sei postazioni e un hotspot wireless.

Nel 2004 furono collegati in rete, tramite un ponte radio, anche il cantiere e il cimitero, gli unici due edifici ancora non collegati. Nel 2010 è stata infine utilizzata la fibra ottica messa a disposizione da Netspring, la società a partecipazione pubblica che si occupa dei servizi informatici della Provincia di Grosseto.

Tribunale di Grosseto

Il Tribunale di Grosseto ha svolto numerose iniziative, già dagli anni ‘90, nel campo dell’informatizzazione della propria macchina amministrativa e per la formazione nell’ambito delle nuove tecnologie. Tra le varie iniziative sono stati organizzati anche incontri e conferenze sul tema.

A dare una grossa spinta in questa direzione sono stati alcuni appassionati: su tutti l’avvocato Vincenzo Nicosia, responsabile del Ced del Tribunale cittadino già nei primi anni ‘80 che si oc- cupò di un servizio di ricerca informatico per la Corte di cassa- zione da mettere a disposizione di giudici e di qualche avvocato intraprendente.

42 Il figlio Giuseppe ha proseguito sulla strada del padre e oggi è uno dei vice presidenti del Circolo Giuristi Telematici d’Italia. Il Circolo ha organizzato a Grosseto molti eventi di notevole importanza anche a livello nazionale, tra questi, il “cross-forensics”; di recente, è stato promosso il progetto sulla formazione del fascicolo preliminare informatico.

Sull’esperienza della Cancelleria Telematica di Grosseto anche l’Ordine degli avvocati ha cercato di informatizzarsi, grazie ad un lavoro portato avanti insieme alla Corte di Ap- pello e alla Regione Toscana. Questo progetto ha contribuito ad anticipare i tempi rispetto alla realizzazione del processo telematico.

Attualmente vengono effettuati corsi per l’utilizzo della can- celleria telematica, anche attraverso la formazione degli impie- gati degli studi professionali cittadini. Non solo. Il processo di innovazione che ha visto protago- nista il Tribunale cittadino offre un grande supporto al processo civile.

Di grande importanza è stata inoltre l’interazione tra il tri- bunale, il Comune e alcune associazioni locali come GuruAt- Work; grazie a questa sinergia sono stati realizzati microsistemi legati al giudice di pace.

Sempre nel capo delle nuove tecnologie Grosseto, con il Tri- bunale, è stata una delle prime realtà italiane a occuparsi di problemi di tipo informatico-legali già dall’inizio del 2006. Nel corso di un convegno internazionale crossforensics si parlò di “alibi informatico” e per farlo venne esposto il caso dell’omici- dio Coli, avvenuto nel capoluogo Maremmano.

43 “Certi strumenti migliorano la qualità del lavoro, quindi del sistema della giustizia e il suo rapporto con il cittadino”. Que- sto lo spirito con il quale anche il Tribunale cittadino, da anni, si sta muovendo per promuovere e applicare le nuove tecnolo- gie informatiche nella gestione delle attività giudiziarie.

44 I privati

A Grosseto, le nuove tecnologie informatiche hanno trovato ampi spazi di sviluppo anche tra i privati. Se infatti esisteva già dai primi anni ‘70 la realtà di una pubblica amministrazione che aveva creduto in questo settore investendo risorse economiche e umane, il capoluogo, anche con il suo tessuto imprenditoriale, si stava aprendo alle nuove opportunità offerte dall’innovazione.

Oltre alla pionieristica esperienza dello studio commerciale di Aldo Ginanneschi, che fu il primo centro servizi informatizzato per l’elaborazione delle buste paga, tra le prime realtà imprendi- toriali che intrapresero la strada della modernizzazione dei propri processi produttivi e di gestione aziendale ci fu la Mabro confe- zioni. Un’azienda che fin da subito si annoverò come un esempio d’avanguardia; aveva in dotazione la prima versione della mac- china Honeywell Level 62 (una delle primissime macchine uscite in quel periodo in Italia) con programmi sviluppati per gestire gli stipendi dei dipendenti.

La Mabro era l’unica realtà locale a possedere quel tipo di mac- china nei primi anni ‘70 e la mise anche a disposizione del Co- mune di Grosseto, quando nel 1976 l’Ente dovette testare alcuni programmi che i Servizi informatici stavano sviluppando. Fu il primo importante caso di collaborazione (peraltro senza alcun esborso da parte dell’Amministrazione) tra pubblico e privato, fi- nalizzata alla condivisione delle conoscenze e delle informazioni sulle nuove tecnologie. La Mabro, infatti, oltre alla macchina, offrì un importante contributo professionale e un’esperienza ormai collaudata sugli stessi sistemi che il Comune stava iniziando a mettere a punto.

45 In seguito anche Eurovinil acquistò la stessa macchina per ela- borare gli stipendi dei propri dipendenti.

Un’altra grande azienda del mondo economico maremmano che ben presto si organizzò con un centro meccanografico, il K2000, evolutosi in un centro informatico ben più moderno, fu la Paoletti di Castiglione della Pescaia. Nei primi anni ‘70 la storica azienda manifatturiera utilizzava macchine Olivetti con un lettore a schede magnetiche (erano dei fogli con delle bande magnetiche ai lati); il tecnico programmava con un linguaggio a codici decimali. In seguito il K2000 si strutturò in modo si- gnificativo e arrivò ad avere un capocentro, tre operatori e due addette alle “dischettatrici 2740” (erano l’evoluzione delle schede forate e, al contrario di queste, si potevano riutilizzare). In quel periodo la figura del capocentro era poliedrica, si doveva occupare di vari aspetti: dai rapporti con i fornitori alla scrittura delle applicazioni, dai contatti con altre aziende ai compiti più legati alle mansioni dell’operatore. Le macchine utilizzate dopo l’Olivetti furono una Philips P350 a schede, delle selezionatrici, delle macchine elettromeccaniche a schede, quindi dal 1978 una IBM Sistema 32. Il centro K2000 si trovava in via Oberdan a Grosseto e lì rimase fino al 1984, fino a quando cioè fu trasferito a Castiglione della Pescaia, sulla strada provinciale del Padule, nello stabilimento che ospitava la Paoletti.

Altre aziende locali, dal negozio al magazzino all’ingrosso, dal- l’ente pubblico agli studi professionali, iniziarono a dotarsi di stru- menti tecnologicamente più avanzati per la gestione della parte amministrativa e il sistema più utilizzato alla fine degli anni ‘70 fu proprio l’IBM Sistema 32. Ne erano in possesso, tra gli altri, l’Alimentaria-Vegè, la Fornace Chigiotti, il Consorzio agrario pro- vinciale, Martini giocattoli, Gennari legnami e la Rama.

46 L’azienda di trasporti grossetana istituì il suo primo centro elet- tronico tra il 1982 e il 1983, quando ancora si trovava nella vec- chia sede di via Buozzi; ci lavoravano tre persone che avevano seguito alcuni corsi di formazione e aggiornamento all’IBM. La Rama nel frattempo indisse anche un concorso per pro- grammatore e nel 1984 venne assunto il primo tecnico informa- tico che iniziò a fare esperienza sui personal computer; due anni dopo l’azienda cambiò sede e si trasferì in via Topazio. In quello stesso periodo fu realizzato il primo totem della città. Venne in- stallato in piazza Marconi, davanti alla stazione ferroviaria, nello spazio dedicato alle partenze e agli arrivi degli autobus urbani ed extraurbani. Il totem era stato progettato per fornire informazioni sui percorsi e sugli orari dei pullman.

Nel 1989 la Rama, anche dietro la spinta di alcuni suoi soci azionisti, fu protagonista di un’iniziativa destinata negli anni se- guenti a segnare la storia dell’azienda e dell’approccio all’uso e alla condivisione delle nuove tecnologie in Maremma. Infatti nell’ambito di un generale rinnovamento, la società realizzò un centro di elaborazione dati in grado di fornire servizi anche ad enti terzi, in particolare a quei soggetti che possedevano le quote della stessa società a partire dall’Amministrazione provinciale di Grosseto. Per questo motivo furono assunte sei persone: tre ope- ratori e tre programmatori, coordinati dal responsabile Salvatore Cammarasana, che già negli anni precedenti si occupava di diri- gere i servizi informatici dell’azienda.

L’attrezzatura hardware era costituita da un Sistema 38 della IBM, sul quale giravano le procedure per le delibere e il protocollo della Provincia e del Comune di Gavorrano. L’attività del nuovo personale fu perciò quella di trasferire i dati e le procedure dal vecchio sistema ad uno nuovo, lo Xenix e successivamente al sistema Unix. Furono installati

47 server Unix nei diversi Comuni che si erano appoggiati al Ced della Rama e uno dei compiti affidati ai tecnici fu quello di fare assistenza e manutenzione hardware agli impianti di rete, a partire dalla progettazione, dal cablaggio fino alla con- figurazione.

Nel periodo in cui la Rama portò avanti questo servizio, at- traverso il centro di elaborazione dati organizzò anche numerosi corsi di formazione per i dipendenti delle varie amministrazioni “clienti”, soprattutto per il personale dei piccoli Comuni, dove in quegli anni non si era ancora diffusa una vera cultura infor- matica. Grazie a questa iniziativa, in effetti, in molti riuscirono a utilizzare gli strumenti della tecnologia in maniera adeguata e consapevole. Allo stesso tempo i corsi furono anche una buona occasione di confronto tra i diversi Enti, un modo efficace di scambiarsi informazioni e esperienze.

Tra il 1992 e il 1993, nel periodo di massimo splendore del servizio, la Rama aveva venti Enti da servire (tutti soci azionisti); ogni mattina si contavano circa mille terminali da accendere ed era cosa normale che alcuni di questi non si ac- cendessero! La Rama tra le altre cose si occupava anche dei salvataggi, un’attività estremamente impegnativa. Dal canto loro i Comuni, così come la Provincia, avevano il compito di effettuare i salvataggi su un nastro una volta al mese; il nastro veniva poi consegnato ad un autista che faceva il turno nel comune interessato e che lo portava ai colleghi del Ced a Grosseto.

Nel 1995 Cammarasana lasciò il proprio incaricò e non fu sostituito. Allo stesso tempo i costi iniziarono ad essere sem- pre più elevati sia per la Rama sia per gli Enti locali che usu-

48 fruivano del servizio informatico. Nel 1997 in seguito ad un importante intervento di ristrutturazione, l’azienda decise di non proseguire con il servizio offerto dal proprio Centro di elaborazione dati.

Alcuni dipendenti del Ced trovarono un altro impiego, altri furono reintegrati nella pianta organica in settori diversi e con di- verse mansioni. Ad occuparsi della parte informatica rimasero al- cuni tecnici coadiuvati, negli anni, da personale con contratto a tempo determinato. Il servizio informatico della Rama ha conti- nuato a utilizzare i server Unix per le proprie procedure fino a oggi e a occuparsi del sistema informativo, di gestire e organizzare i salvataggi dei dati della sede centrale e di quelle periferiche.

Attualmente l’organico è composta da due tecnici e il servizio informatico è in fase di integrazione con la altre aziende di tra- sporto pubblico che con la Rama, dal 1° agosto 2010, hanno dato vita ad un nuovo soggetto, la Tiemme Spa (Toscana mobilità). Il primo lavoro è stato finalizzato a integrare la procedura degli sti- pendi, quindi quella della contabilità. Tra gli obiettivi del pros- simo futuro creare un sistema di videoconferenza per permettere agli uffici dislocati su un territorio vasto (compreso tra quattro diverse province) di poter dialogare tra loro.

Il capoluogo e il resto della Maremma, già dalla metà degli anni ‘70, poterono contare su un’assistenza fissa “in loco” da parte di un tecnico della IBM, colosso americano che in quel periodo aveva iniziato un’importante operazione di espansione sul mer- cato italiano mirata soprattutto a coinvolgere il maggior numero di aziende. Nel 1976 fu assunto da IBM il grossetano Aldo Vigi- lucci e nel 1980 fu chiamato ad occuparsi della realtà locale; i col- leghi che lo avevano preceduto non si occupavano in via esclusiva della Maremma, ma arrivavano da altre aree della Toscana per

49 l’assistenza e per le emergenze. Questo comportava grossi disagi e costi elevati per le aziende. Con l’arrivo di un tecnico che faceva capo a Grosseto la situazione andò migliorando e aumentarono anche i clienti: IBM passò nei primi anni ‘80 da 10-20 clienti a 100 in tutto il territorio provinciale, dalle principali aziende agli studi professionali. Le parti di ricambio giungevano in città con le ferrovie, con il cosiddetto “Celerone”, un treno merci che generalmente non se- guiva gli orari standard e che arrivava in stazione nella fascia oraria che andava dalle 14 alle 16. In genere, le parti di ricambio veni- vano recapitate dopo uno o due giorni dalla richiesta. A Grosseto, in quegli anni, IBM non aveva un suo ufficio, per cui il tecnico trovò accoglienza per molto tempo al Centro ela- borazione dati della Paoletti, il K2000 (in via Oberdan), dove si trovavano dei kit di diagnostica per le schede. Quando la Paoletti chiuse, Vigilucci si spostò al Cesda, lo studio commerciale di Mi- chele Ginanneschi, in piazza Tripoli. Da lì nel 1983 al Consorzio agrario provinciale fino al 1998.

In quegli anni il numero delle aziende che usava IBM aumentò notevolmente e il volume di lavoro era davvero consistente; tra i maggiori clienti la Rama, Latte Maremma, il Cesda, la Mabro, l’Inps, l’Inail, la Tioxide. E molti erano i problemi legati alla lo- gistica: ogni mattina il tecnico doveva recarsi alla ex Sip a chia- mare i centri elettronici della casa madre per organizzare l’assistenza giornaliera, ma anche per ordinare i pezzi di ricambio. A volte doveva rivolgersi a Firenze, altre a Siena, altre volte ancora a Perugia.

Verso la fine degli anni ‘90 le macchine costavano sempre meno, mentre l’assistenza continuava ad avere costi elevati; fu in quel periodo che la stessa IBM costituì delle società di supporto tecnico. E proprio in quegli anni il primo e unico tecnico specia-

50 lizzato e esclusivo per IBM, Aldo Vigilucci, decise di lasciare il proprio posto; per le nuove macchine non c’era più bisogno del tipo di assistenza che lui aveva garantito nel passato. I pc stavano diventano sempre più piccoli (rispetto alle grande macchine pre- cedenti), il mondo dell’informatica stava subendo un cambia- mento storico, nella sua stessa essenza.

Una realtà molto particolare, unica a Grosseto in quel periodo, fu la Cdc di Rita Rastrelli e Antonio Boaglio: la prima scuola di formazione cittadina che già nel 1980 iniziò a proporre corsi di informatica. L’idea si rivelò fin da subito innovativa e andò a in- tercettare una domanda importante in tempi in cui l’informatica era al suo debutto tra i privati cittadini. Gli allievi erano, in media, giovani con un’età compresa tra i 19 e i 30 anni, uomini e donne; tutti motivati e allettati dalla speranza di avere una chance in più per trovare un’occupazione. I primi corsi furono realizzati con le macchine da scrivere elet- troniche, quindi ampliando l’offerta didattica si passò a lezioni su programmi di contabilità, con Olivetti M20. Il primo M20 comprato dalla Cdc era dotato di tastiera, lettore di floppy disk, monitor, software e costava 11.700.000 lire! Se è vero che Cdc nacque come scuola di formazione a tutti i livelli, non solo di informatica, è altrettanto vero che i titolari de- cisero di impegnarsi anche in altre attività come lo sviluppo di software. Ancora prima del 1980, utilizzando l’Olivetti A5 e gli SBS con 3KB di memoria e un piccolo monitor a led rossi, i due soci ave- vano eseguito alcuni lavori come il programma per la contabilità per l’Oleificio sociale di Canino e uno per l’Aci. Il primo software importante sviluppato dalla Cdc fu realizzato nel 1982 da un’idea di Rita e di Dario Daviddi e riguardava la gestione degli alberghi e dei campeggi. Il software, riscritto e mi- gliorato negli anni, è ancora in funzione. Tra gli altri programmi

51 sviluppati dagli anni ‘80 anche “ProMeTeo” per la gestione delle ricette degli alberghi. Nel 1985 Rita aprì anche il negozio “Tutto Computer”, in so- cietà con Antonio Boaglio. Si trovava in via Gramsci e nel suo campo diventò, per alcuni anni, un punto di riferimento per la città, per i ragazzi e per gli adulti appassionati o semplicemente incuriositi dal mondo dell’informatica. Erano stati messi a disposizione dei clienti alcuni personal com- puter con i quali si potevano provare giochi e programmi; “Tutto Computer” era considerato un luogo di aggregazione per i ragazzi, uno dei primi esempi di comunità informatica. Fu uno dei primi pubblici esercizi nel settore dell’informatica per uso domestico; fu preceduto da altre esperienze simili consi- derate “pionieristiche” nella Grosseto degli inizi anni ‘80. Il com- mercio dei pc stava infatti prendendo campo con “Minisistemi informatica”, un negozio che vendeva pc, ma che si occupava anche di microinformatica; e poi con “Cisid” che si occupava pre- valentemente dell’area business. Di lì a poco aprì anche il negozio “Computer Shop” nel nuovo centro commerciale di Gorarella e ancora “Computer Service”. Sempre nel settore privato, ma come società di servizi infor- matici, nel 1984 fu costituita Errepi distribuzione srl che si oc- cupò, in un primo tempo, soprattutto di procedure e software per la gestione degli stipendi. Successivamente si specializzò anche nel campo del gestionale. Oggi Errepi ha ampliato il raggio d’azione e si occupa anche di pc, reti per piccoli clienti, così come di applicazioni per la gestione dei punti vendita in tutta Italia, di controllo degli accessi agli stadi e di business intelligence per am- bienti sportivi.

52 Il presente

Le associazioni

Il racconto della storia dell’Ict a Grosseto e in Maremma ha messo in evidenza un passato ricco di eccellenze e primati, sia per la parte pubblica, sia per la parte privata.

Questo territorio si è sempre distinto a livello nazionale per progetti e iniziative originali e, forse proprio prendendo spunto da tanto fermento e raccogliendo i frutti di una “semina” tanto produttiva, la storia più recente ha visto l’impegno di sempre più numerosi volontari che, mossi da una forte passione, si sono prodigati in vari modi per diffondere i temi dell’informa- tica e le nuove tecnologie.

Nel 1993 Antonio Moscati fondò l’associazione Binary Digit, costituita da un gruppo di persone che facevano dell’in- formatica il proprio hobby principale e, per tre anni consecu- tivi, dal 1995 al 1997, nei locali del Cassero senese, organizzò la mostra di arte digitale “Immaginando” (le opere in concorso erano realizzate con il Commodore Amiga e con i pc). Fu la prima volta nella storia della città e una delle prime mostre in Italia su questo tema. La manifestazione ebbe molta visibilità anche sulle riviste del settore.

Nei primi anni del 2000, alcuni lungimiranti cittadini gros- setani colsero l’importanza del pensiero sul software libero8 del

8 Il software libero è software pubblicato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, le modifiche e la redistribuzione.

53 filosofo e informatico Richard Stallman9 e iniziarono ad orga- nizzarsi per diffonderlo.

Luca Ceccarelli e Fabrizio Felici furono i primi. Nel 2003 si unì loro l’avvocato Giuseppe Nicosia, nel 2004 il gruppo con- tava già una decina di appassionati, nel 2005 fondarono l’as- sociazione GROLug (Grosseto Linux User Group10), di cui Luca divenne presidente.

Nella primavera del 2005 all’Istituto Professionale Einaudi viene organizzato il GROLug Day e a novembre il primo Linux Day a Grosseto, nella sala conferenze della Camera di Com- mercio. Il Linux Day è una manifestazione che si svolge in tutto il territorio nazionale e che ha lo scopo di promuovere il sistema operativo GNU/Linux e il software libero, e consiste in un in- sieme di eventi organizzati contemporaneamente in molte città italiane.

Nel 2005 i volontari di GROLug iniziano a prendere con- tatti con la pubblica amministrazione locale, ma fin da subito alcuni soci credono che sia necessario un approccio più aperto e diretto, parlare con un linguaggio comprensibile a tutti, so- prattutto trattandosi di temi ancora poco conosciuti ai più.

9 Richard Matthew Stallman è uno dei principali esponenti del movimento del soft- ware libero. Nel settembre del 1983 diede avvio al progetto GNU dal quale è nato il movimento del software libero; nell’ottobre del 1985 fondò la Free Software Foun- dation (FSF); fu il pioniere del concetto di copyleft ed è il principale autore di molte licenze copyleft compresa la GNU General Public License (GPL), la licenza per software libero più diffusa. 10 Un Linux User Group (LUG) è un gruppo formato da persone che osservano i principi del software libero ed impegnate nel diffondere i sistemi operativi ba- sati sul kernel Linux; le attività prevalenti sono il supporto e la diffusione di GNU/Linux. 54 Nel gennaio del 2007 Luca Ceccarelli, Giuseppe Nicosia e Ludwig Bargagli fondano GuruAtWork (G@W), Free Soft- ware11 e Linux User Group di Grosseto, una nuova associazione culturale senza scopo di lucro. Luca diventa presidente di G@W, mentre Fabrizio di GROLug.

Dal 2007, ogni anno, GROLug e G@W organizzano due differenti Linux Day, cosa che permette di ampliare e variegare l’offerta di informazione per i cittadini.

G@W promuove conferenze e corsi su temi informatici e sulle licenze Creative Commons12 (CC), cioè quelle licenze che consentono all’autore di un’opera di decidere quali diritti ri- servarsi e quali concedere liberamente.

Un esempio su tutti il “Free Image Festival” (FIF), un cinefe- stival dove sono proiettati cortometraggi rilasciati con licenze CC o di pubblico dominio.

Dopo l’esperienza delle due associazioni, nel 2008 i fonda- tori e alcuni soci di G@W creano Working Class Hero (WCH), associazione iscritta ai registri del volontariato. Lu- ciano Calì ne diventa presidente.

WCH è una delle prime associazioni in Italia iscritte al re- gistro del volontariato che si occupa di informatica, di tecno- logie, di software libero e di licenze CC.

11 Un Free Software Users Group (FSUG) è un gruppo di persone che condividono una passione per il software Libero nel suo complesso e desiderano sostenerlo, dif- fonderlo, tutelarlo. 12 Creative Commons (CC) è un’organizzazione non profit che si occupa di sem- plificare la possibilità di condividere le opere di creatività e di realizzarne di nuove partendo dal lavoro di altri, nel rispetto delle normative vigenti.

55 Da questo momento, G@W e WCH collaborano alla rea- lizzazione di tutti i loro progetti.

Netspring

Nel campo dell’Ict, soprattutto negli ultimi anni, sì è affermata in maniera sempre più forte la necessità di mettere insieme le ri- sorse economiche e professionali, per portare avanti un percorso comune, soprattutto nella pubblica amministrazione, facendo te- soro dei notevoli risultati raggiunti a Grosseto proprio nel settore delle nuove tecnologie.

Il percorso intrapreso da parte degli Enti locali si è concluso con la nascita, nel 2007, di Netspring, una società della Provincia di Grosseto, che nel 2008 ha visto l’ingresso come socio anche del Comune capoluogo.

In realtà Netspring ha radici ben più lontane; già nel 1995 Lio Scheggi e Pier Luigi Bonucci, rispettivamente assessore all’Infor- matizzazione e analista del Sed del Comune di Grosseto, inizia- rono a condividere l’idea che le pubbliche Amministrazioni della provincia dovessero unire le loro forze e le loro esperienze per ot- timizzare gli investimenti nel campo dell’Ict, ma probabilmente era troppo presto per proporre un progetto di questo tipo. I tempi non erano ancora maturi per arrivare ad un simile risultato.

L’occasione si presentò soltanto dopo alcuni anni. Lio Scheggi che, durante il suo mandato di Presidente della Provincia di Gros- seto (fu eletto nel 1999), aveva curato il progetto di costruire una rete per le pubbliche Amministrazioni della provincia, nel 2007 propose a Claudio Bellucci di lavorare alla realizzazione di un im- portante progetto di aggregazione: Netspring.

56 La Provincia di Grosseto acquisì tutte le quote di Geo- spring, una società alla quale già partecipava e che si occupava di GIS (del sistema informativo territoriale). Dalle ceneri di Geospring ha avuto origine Netspring.

A gennaio 2008 Claudio Bellucci diventa amministratore unico di Netspring e nel gennaio 2009 Pier Luigi Bonucci ne viene nominato direttore tecnico. Sempre nel 2008 entra a far parte del progetto il Comune di Grosseto; seguono i Comuni di Gavorrano e , la Comunità Montana delle Colline Metallifere (, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada), la Comunità Montana delle Colline del Fiora (Manciano, Pitigliano, Scansano, So- rano). Nel 2010 altri Comuni sono in fase di acquisizione delle quote.

Il compito di Netspring è di raccogliere tante pubbliche Amministrazioni del territorio, condividere le loro compe- tenze per portare avanti progetti che un ente di piccole e medie dimensioni non potrebbe realizzare.

Proprio perseguendo questi obiettivi, il primo progetto di Netspring è la realizzazione di una nuova rete in fibra ottica per connettere tutti i comuni, le scuole, gli edifici pubblici e altre realtà, allo scopo di abbattere i costi e offrire un’am- piezza di banda maggiore.

La società ha già iniziato ad offrire servizi, come ad esempio il software del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produt- tive), per favorire lo scambio di informazioni e per evitare che più Enti siano impegnati nello sviluppo di prodotti simili. Tra gli obiettivi anche quello di fare da punto di raccordo con RTRT, la Rete Telematica della Regione Toscana e di

57 contribuire in maniera determinante al superamento del di- gital divide13.

Un altro compito che gli Enti soci hanno affidato a Net- spring è la diffusione della cultura informatica, ottimizzando le risorse economiche, condividendo le professionalità, arri- vando direttamente ai cittadini con iniziative mirate, mettendo a frutto le esperienze passate che hanno distinto Grosseto e la Maremma, a livello nazionale e internazionale.

13 Il digital divide è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso.

58 Postfazione

Questo libro è arrivato alla conclusione. Attraverso le storie di aziende e di persone che hanno operato e operano tutt’oggi nel settore dell’informatica emerge un dato essenziale: la pre- senza forte in quest’ambito di una città di Grosseto, che a buon titolo può essere considerata una realtà all’avanguardia in que- sto settore. In questo straordinario percorso il Sed, il Servizio elabora- zione dati del Comune di Grosseto, ha avuto una parte essen- ziale, riconfermando il ruolo ancora oggi fondamentale dell’intervento pubblico nel dare avvio a processi virtuosi a ser- vizio del cittadino. Ma i tempi cambiano, e l’evoluzione galop- pante dei nuovi mezzi di comunicazione impone continui aggiornamenti e nuove formule per dare risposte alle sempre nuove esigenze che emergono nella società. La pubblica amministrazione, a Grosseto, guarda al futuro e rilancia: in tempi di sfide importanti ha scelto di continuare ad essere una protagonista di questo settore, facendo tesoro dei notevoli risultati raggiunti nel passato. Ecco perché è nata Netspring, la società pubblica che rag- gruppa numerosi enti locali del territorio provinciale e che ha una missione precisa, la realizzazione di progetti innovativi e ambiziosi che nessun piccolo ente sarebbe in grado, da solo, di portare avanti. L’idea che le pubbliche amministrazioni dovessero unire le forze per ottimizzare investimenti, risorse e professionalità in questo settore viene da lontano, ma oggi possiamo dire di averla finalmente concretizzata.

Emilio Bonifazi Sindaco di Grosseto

59

Appendici e documenti

Appendice 1 - Personaggi

La storia dell’informatica a Grosseto e in Maremma si di- stingue per un singolare e ulteriore segnale innovativo; un segnale che porta il nome di due donne che, in tempi non sospetti, pur in ambiti e con ruoli diversi, si sono distinte in questo settore, annoverando dei personalissimi record.

Elisa Ginanneschi

Elisa Ginanneschi è stata la prima donna (tolta la brevis- sima parentesi di una sfortunata collega), e per molti anni l’unica, a lavorare nel campo dei servizi informatici di una pubblica amministrazione. Nel 1978, in seguito ad un concorso, fu assunta come “perforatrice” e fece parte del nucleo iniziale dei nuovi Ser- vizi informatici del Comune di Grosseto. Un lavoro che non le era nuovo, dal momento che aveva avuto un’esperienza simile nello studio commercialista del padre, dove appunta si occupava dell’elaborazione degli sti- pendi attraverso le schede perforate. In un ambiente tutto al maschile, in un settore dove gli uo- mini detenevano l’esclusiva di un mestiere che poco si addi- ceva al “gentil sesso”, Elisa seppe comunque conquistare la fiducia dei colleghi. Fiducia e stima che arrivarono gradual- mente; in effetti, secondo il sentire comune, ancora alla fine degli anni ‘70 le donne erano viste come “custodi del foco- lare” piuttosto che come lavoratrici. Figuriamoci poi in un campo così specialistico come quello delle nuove tecnologie! Con il passare degli anni, Elisa è riuscita a ritagliarsi al- l’interno del Sed un suo spazio e a crescere anche da un

63 punto di vista professionale, fino a diventare responsabile dell’assistenza, con l’avvento dei pc e di internet. Si occu- pava anche del sito del Comune e degli accessi a internet per i cittadini. Il suo racconto, del resto, la dice lunga sul clima nel quale si lavorava in ufficio: “Era entusiasmante vedere l’innovazione, il miglioramento dei servizi grazie alle tecnologie utilizzate”. Probabilmente, la differenza tra uomo e donna in questo clima era comunque destinata ad azzerarsi nel giro di poco, ad essere sopraffatta dalla passione, che non conosce diffe- renze tra i sessi, e dalla gratificazione nello svolgere un lavoro che appaga.

Rita Rastrelli

Un’altra esperienza che ha il sapore del record è quella che ha come protagonista Rita Rastrelli: la prima donna a Gros- seto ad essersi occupata di informatica come libera profes- sionista. Tra i primi lavori, nel 1976, una collaborazione con Benefico Tacconi per l’implementazione dell’anagrafe al Co- mune di Grosseto. Seguirono altri lavori per lo sviluppo di software. Ma il salto di qualità arrivò nel 1980 quando Rita, insieme ad un socio, decise di fondare Cdc, ovvero la prima società cittadina a fare corsi di formazione nel campo del- l’informatica. Una doppia sfida: quella della donna imprenditrice nel settore dell’Ict, caso unico in quel periodo nel capoluogo ma- remmano, ma anche nel settore del business, dove in pochi avevano avuto il coraggio di scommettere. Rita lo fece e con successo visto che, a 30 anni di distanza, le lezioni di Cdc proseguono a pieno ritmo. Non solo. Forte di una passione sbocciata nel corso degli studi, forte dei suoi primi successi

64 con la scuola di formazione, Rita nel 1985 aprì anche il ne- gozio “Tutto computer”. Anche in questo caso la prima donna commerciante in questo campo in città. A testimo- nianza dell’amore per le nuove tecnologie, una collezione privata ricca di pezzi rari e di ogni genere: dagli hardware alle macchine da scrivere, dalle stampanti alle tastiere fino a vecchi manuali, ovvero oggetti che hanno fatto in gran parte la storia dell’informatica.

Curiose e per certi versi uniche sono le storie di altri prota- gonisti dell’Ict in Maremma.

Benefico Tacconi

Il primo responsabile del Sed del Comune, il grossetano Be- nefico Tacconi, prima di vincere il concorso indetto nel 1975 dall’Amministrazione di piazza Duomo, ebbe diverse espe- rienze lavorative nel settore privato. Per un periodo fu impegnato a Roma alla Honeywell: si oc- cupava di varie procedure degli Enti pubblici ed ebbe modo anche di collaborare con il Coni. Qui gli fu chiesto di svilup- pare un software per generare il calendario del Campionato ita- liano di calcio di serie A e di serie B. Il primo programma fu fatto in Fortran da un matematico dell’Università di Milano, ma non funzionava bene. Benefico sviluppò il software con successo, visto che entrò in funzione nel 1973 e che è stato utilizzato per circa 20 anni. Lo stesso software venne utilizzato anche per altri campionati come quello di basket. La prima versione fu scritta interamente in Cobol, ma le ca- pacità di calcolo dei computer di quei tempi erano molto ri- dotte perciò il programma impiegava moltissimo tempo per

65 generare i calendari. Allora Benefico sviluppò delle versioni successive con alcune parti del programma scritte direttamente in assembler.

Aldo Vigilucci

Unico tecnico IBM nella provincia di Grosseto, dal 1980, Aldo Vigilucci rappresenta un caso singolare soprattutto per la modalità con cui fu assunto. Un caso anomalo per la realtà italiana. Il suo racconto e l’iter che seguì per arrivare alla firma del contratto a tempo indeterminato rendono l’idea di come funzionavano le so- cietà americane in quel tempo (e forse di come funzionano anche oggi), di come si muovevano queste grandi aziende per reperire il personale e per organizzare il lavoro. È un vero spaccato e un preciso approfondimento dell’Italia di quei tempi. Di quello che poteva accadere anche in una piccola città come Grosseto. Prima del 1976 Aldo lavorava per un magazzino che vendeva frutta in città. Una ragazza in vacanza a Grosseto andò a comprare delle banane e iniziò a parlare con lui. Aldo le raccontò di essere un perito tecnico, alla ricerca di un altro lavoro. La ragazza, di- pendente di IBM a Genova, gli fece presente che la società ame- ricana stava cercando nuovi tecnici in Toscana; consigliò quindi a Aldo di fare domanda di lavoro. Lui non sapeva neanche cosa fosse IBM e, dopo aver avuto qualche delucidazione, seguì il sug- gerimento. Di lì a breve fu contattato dall’azienda che lo sottopose ad una lunga serie di test psicoattitudinali, fisici ecc. Dovette con- segnare lettere di referenze per i lavori precedenti. Passò non poco tempo prima di essere assunto dalla società e, solo dopo aver fir- mato il contratto, conobbe i dettagli del proprio incarico; prima di iniziare ad essere operativo dovette affrontare anche un lungo periodo di formazione tecnica vicino al Lago di Garda.

66 Appendice 2 - Aneddoti divertenti

La storia dell’informatica non è fatta solo da duro lavoro, ri- cerca, idee, progetti ma spesso, proprio per la difficoltà della materia e per la velocità con cui avvengono i cambiamenti, è accompagnata da episodi simpatici e forse un po’ comici. Durante le nostre interviste, abbiamo raccolto vari aneddoti che riguardano il mondo del pc, vissuti in prima persona da coloro che ce li hanno raccontati. Ne riportiamo una parte per sorridere un po’ insieme, senza voler mancare di rispetto a nessuno.

Al telefono

Tecnico: quale è il problema? Utente: come faccio ad impostare una stampante come prede- stinata? [intendeva: come stampante predefinita]

Utente: ho un problema, oscilla il protocollo! [intendeva: il programma del protocollo funziona solo in certi momenti]

Tecnico: mi fai sapere qualcosa per tempo? Utente: Sì, è bene che tu ti prevenisca!

Utente: si è verificato un errore nella procedura, sullo schermo compare il messaggio “no food” [il messaggio era “not found”]

Utente: il mio computer ha un processore Dual Cord [invece di Dual Core]

67 Durante una conferenza stampa sul tema del digital divide, un ospite interviene dicendo: “il problema è che io il digital divide non lo uso!”. [non sapeva cosa è il digital divide]

Un utente deve inserire la password nella finestra di autenti- cazione di una procedura: “la devo scrivere in maiuscolo o in corsivo?”. [invece che in minuscolo]

Utente: mentre stavo utilizzando la procedura è venuta la schermatura bianca [invece della schermata]

Utente: dovresti mandarci un tecnico a sfoltire il computer! [intendeva dire a ripulire il computer da software indesiderato, dannoso o inutile]

Utente: Internet Explores [Internet Explorer]

Utente: il destkop [desktop]

Utente: la schermatica [invece della schermata dell’applicazione]

Utente: fa rumore una scatola grigia che è sulla mia scrivania Tecnico: che scatola è? Utente: non lo so, c’è sempre stata Tecnico ma non la usi, non sai a cosa serve? Utente: no [il tecnico si reca sul posto e scopre che la scatola grigia era il case del computer, l’utente pensava che il computer fosse il monitor] 68 Utente: non funziona il mouser [il mouse]

Utente: devo masterizzare un cd musicale e il programma mi chiede di scegliere tra digitale o analitico [digitale o analogico]

Utente: devo inserire il codice pucco sul cellulare [invece del puk]

Utente: mi si è rotto il motore che alimenta il computer perché si sente puzzo di bruciato! [l’utente si riferiva al case credendo che il monitor fosse il pc]

Utente: Cosa devo fare con il dischetto? Tecnico: Mettilo dentro Utente: Ma è moscio [l’utente aveva tolto la plastica protettiva del floppy disk ed estratto il disco interno]

Dal vivo

Ad un utente non funzionava il pc. Il tecnico va da lui, fa un controllo e verifica che il pc funziona correttamente ma è il monitor che è rotto. Dice di doverlo sostituire. L’utente dice sconvolto: “Non puoi portare via questo monitor, ho tutti i miei dati qui dentro!”.

Utente: mi serve un disco serie alata [invece di Serial Ata]

Utente: ho messo lo screen senver [invece di screen saver] 69 Cliente: potrei avere una mousse? Negoziante: il supermercato è qui davanti [il cliente intendeva un mouse]

Cliente: quanto consuma l’Olivetti? Negoziante: se non lo attacca alla corrente non consuma niente! Il cliente telefona all’assistenza: non mi funziona il pc. Il tecnico chiede: è attaccato alla corrente? Cliente: no, perché mi hanno detto che se non lo attacco alla corrente non consuma

Cliente: parlando di un pc chiede informazioni sulla “cage” [la cache memory]

Cliente a rischio di divorzio. Un signore deve comprare il pc, inizia chiedendo il pc, poi il monitor, poi la stampante e poi altre cose, spendendo molti soldi. Il giorno dopo si presenta al negozio la moglie, arrabbiatissima, perché il marito aveva speso tutti i soldi per il pc e lei non poteva comprarsi la pelliccia. La donna voleva chiedere il divorzio!

Un operatore tecnico dice al negoziante: “Olivetti produce molto bene i floppy perché li protegge con una custodia”, gli porta un floppy disk da 5 ¼ tagliato nella parte alta ed estrae il disco interno! [l’operatore credeva che la struttura in plastica nera del floppy disk fosse solo una custodia per il disco interno]

Un ragazzo compra una stampante a sublimazione; la stam- pante era rumorosissima e molto lenta; la mamma del ragazzo va nel negozio e chiede: “Che è quell’aereo che parte?”

70 Docente: hai la macchina a casa? Studente: no, sono venuto in bicicletta. [il docente, con il termine “macchina”, intendeva il pc]

Tecnico: C’era chi metteva i floppy disk nella macchina da scri- vere per scrivere l’etichetta

Un signore anziano entra in un negozio con aria vagamente spae- sata e chiede titubante: “...senta... sto cercando... quei cosi... non mi viene il nome, quelli rigidi” Negoziante: “I cd-rom?” Il signore con sguardo ancora più spaesato: “...no, no... quelli ri- gidi, ...di plastica... neri”. Negoziante: “I floppy disk!”. Il signore ancora più incerto: “No, no... quelli che ci si mettono dentro...”. Negoziante: “I porta dischetti... sono i porta dischetti!”. Il signore: “No.. sono... cerco... Ecco: i portavasi di fiori!”.

Corso di alfabetizzazione informatica, prima lezione, gli allievi sono agli inizi. Uno degli allievi è un uomo con la figlia piccola in braccio. Il docente: “Utilizziamo il solitario per prendere confidenza con il mouse...”. L’uomo con la bambina è visibilmente impacciato e imba- razzato. Il docente: “Provate a fare pratica con il mouse, con i pulsanti...”. L’uomo sempre più imbarazzato, la bambina sempre più incu- riosita. Il docente si avvicina: “C’è qualche problema?”. L’uomo disperato: “A me non riesce proprio farlo funzionare”. Il docente, vedendo l’uomo immobile, dice: “Mi faccia vedere, provi...”.

71 L’uomo, sempre immobile, afferma: “vede... non funziona pro- prio...”. La bambina interviene: “Ma papà, lo devi muovere il mouse, altrimenti come ti sposti?”.

Utente: Posso inviare fax con il computer Tecnico: Certamente Utente: Ma il foglio di carta, come lo infilo nella stampante? Ma soprattutto, una volta inviato, il foglio di carta dove va a finire?

Un utente telefona ai tecnici: “Ho un virus sul monitor”. Visto che gli utenti, alcune volte, non fanno distinzione tra computer, monitor e tastiera, i tecnici capiscono che il com- puter ha preso un virus. Si recano dall’utente, fanno tutti i controlli per verificare la pre- senza di virus ma il computer sembra funzionare corretta- mente. Allora chiedono all’utente: “Non ci sono virus, quali problemi si verificano?”. L’utente risponde: “Nessuno, solo che ho questa pianta vicino al monitor e dalle foglie alcuni pidocchi bianchi si sono trasfe- riti sullo schermo”.

Infine, molti tecnici e molti negozianti, ci hanno raccontato che i primi lettori di cd-rom venivano scambiati per porta tazza del tè o del caffè o porta bicchiere. Storie come queste le avevamo lette su internet ma sono avvenute realmente! Ne citiamo una. Un cliente chiede: “Cosa ci sta a fare quella cosa - indicando il lettore cd-rom - che è sul computer? Io l’ho utilizzato per ap- poggiare il bicchiere con il tè”.

72 Appendice 3 - Primati

1968: Grosseto, grazie al proprio Centro elaborazione dati, è il primo Comune in Italia a meccanizzare la procedura del servizio elettorale per la stampa delle liste generali, delle liste di sezione e dei certificati elettorali. 1977: Il personale del Sed sviluppa le prime procedure elet- troniche per la gestione dell’anagrafe e della ragioneria; sono questi i primi esperimenti effettuati in Italia. A Grosseto arri- vano molti tecnici delle amministrazioni pubbliche e delle aziende private di tutto il territorio nazionale per prendere spunti. 1981: Grosseto fu tra i primi Comuni d’Italia ad effettuare una registrazione elettronica dei dati raccolti per il censimento e inviarli così all’Istat per l’elaborazione successiva. 1995: Il Comune di Grosseto dà vita al provider Gol (Gros- seto online) e offre ai cittadini residenti la possibilità di con- nettersi senza costo alcuno a internet (solo per scopi non commerciali). Viene fornito gratuitamente anche il servizio di posta elettronica; è stato uno dei primi casi in Italia. 1997: In occasione delle elezioni comunali, il Sed scrive la procedura per la consultazione del voto sul sito dell’Ente in tempo reale; anche in questo caso uno primi progetti sviluppati in Italia. L’Amministrazione comunale è stata inoltre uno dei pochi Enti locali a vendere software a società private, ottenendo fi- nanziamenti per un totale di circa 1.300.000 euro, che sono stati utilizzati per i numerosi progetti promossi nell’ambito dei Servizi informatici. 2000: Il Comune viene contattato dall’Enel per il progetto sperimentale “Powerline”; si tratta di un progetto per la con- nessione a internet tramite le linee elettriche (primo e unico

73 caso in Italia). Vengono distribuiti più di 500 pc in comodato d’uso gratuito ad altrettante famiglie grossetane che ne fanno richiesta. Se ne parla in tutto il territorio nazionale.

74 Appendice 4 - Premio G@W per la città

Nel 2007, l’associazione GuruAtWork ha istituito il “Premio G@W per la città”. Il vincitore è scelto direttamente dal Consiglio direttivo dell’associazione dopo un confronto con tutti i soci. Il premio viene assegnato ad un personaggio che si è distinto nel campo dell’Ict con particolare riferimento al software libero o alla cultura libera.

Albo d’oro

2007 Pier Luigi Bonucci 2008 Paolo Borghi, Giuseppe Romagnoli, Simone Ferretti 2009 Renzo Alessandri 2010 Rita Rastrelli

75 Documenti

76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 Questa pubblicazione è la “versione 1.0” dell’opera multi- mediale. Proseguiremo a raccogliere materiale, testimonianze, documentazione e a fare interviste, nel tentativo di raccontare questa storia nel modo più completo e più fedele possibile. Questa versione si può scaricare dalla sezione “Download” del sito internet: www.lamaremmaeisuoibit.org, che ospiterà tutte le versioni successive dell’opera multimediale.

Come collaborare

La Maremma e i suoi bit attinge gran parte del suo conte- nuto dalle storie di chi ha avuto esperienze significative, nei settori pubblico e privato, con il mondo dell’Ict: dal dipen- dente di una istituzione al commerciante, passando per il cit- tadino che ha un aneddoto particolare da raccontare. Per tutti questi motivi vogliamo invitare i grossetani, e non solo, che volessero contribuire a tessere l’intreccio della pros- sima versione di questo libro a lasciare la loro testimonianza. Varie sono le modalità per farlo. Chi lo desidera, infatti, può inviare un testo, uno scritto re- lativo alla propria esperienza, dati e notizie che abbiano a che fare con la presenza delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione a Grosseto e in provincia. Allo stesso tempo saranno gradite segnalazioni di anomalie o integrazioni su ciò che è già presente sul sito. Potete anche chiedere un incontro con noi per essere inter- vistarvi di persona. Qualunque sia il vostro contributo, un testo, una segnala- zione, la richiesta di un incontro potete contattarci ai nostri indirizzi email: Manuela: [email protected] Ludo: [email protected]

93 Ringraziamenti

Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a tutte le per- sone che ci hanno raccontato la loro storia:

Fabrizio Aposti Giuseppe Nicosia Ezio Paglia Emilio Bonifazi Benefico Tacconi Luca Ceccarelli Paolo Borghi Elisa Ginanneschi e Glauco Ginanneschi Pierluigi Bonucci Paolo Marelli e Domenico Fortunato Aldo Vigilucci Claudio Bellucci Lio Scheggi Luciano Calì Mauro Pieraccini Aldo Vigetti Enrico Dragoni Massimo Sanna Gabriele Baccetti Leonardo Marras Maurizio Luzzi Rita Rastrelli Luciano Soldateschi Claudio Masia Ermanno Lucchini Chiara Radi Giulio Balocchi

94 Michele Ginanneschi Antonio Moscati Fabrizio Felici Carlo Manfucci Aristide Vasellini Luciano Berti

Un grazie a tutti gli altri che ci hanno offerto la loro colla- borazione:

Sed del Comune Grosseto Ufficio statistica del Comune Grosseto Comune di Follonica Netspring srl Stefano Generali Anita Romano Fabio Carresi

E ai familiari e agli amici che ci hanno supportato (e sop- portato) in questa avventura.

95 Finito di stampare nel mese di novembre 2010

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