La Maremma E I Suoi Bit V.1.0

La Maremma E I Suoi Bit V.1.0

Vogliamo raccogliere le testimonianze di chi ha partecipato in prima persona alla nascita e alla crescita delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Maremma e farle conoscere a chi desidera colmare un piccolo vuoto nella storia della vita di Grosseto negli ultimi decenni. La storia non è solo l’insieme dei fatti che si succedono ma anche il loro racconto. Con “La Maremma e i suoi bit” ci auguriamo di aver scritto un racconto fedele al succedersi dei fatti. M.C., L.B. Manuela Cini Ludwig Bargagli LA MAREMMA E I SUOI BIT v. 1.0 Impaginazione e grafica di Antonio Maggini I contenuti di questo libro, se non diversamente indicato, sono rilasciati con licenza Creative Commons “by-sa”: http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/it/deed.it Per maggiori dettagli consultare la sezione “Licenza” sul sito: http://www.lamaremmaeisuoibit.org Nel sito è inoltre possibile trovare i video di tutte le intervi- ste, gli appunti raccolti, le foto, i documenti storici e molto altro materiale multimediale. Via dell’Unione, 31 - 58100 Grosseto Telefax 0564/427793 - www.editriceinnocenti.com E-mail: [email protected] ISBN 978-88-89818-29-9 Prefazione Grosseto e l’informatica. Un bi- nomio inconsueto forse, che a prima vista potrebbe apparire lon- tano dall’immagine di un territo- rio, quello della Maremma, che ha fatto delle sue peculiarità e straor- dinarie caratteristiche rurali e am- bientali il suo cavallo di battaglia degli ultimi anni. Sta tutta qui in- vece l’originalità di un progetto, quello curato da Manuela Cini e Ludwig Bargagli, che vuole appro- fondire la storia dell’informatica e delle telecomunicazioni in Maremma a partire dal ruolo, im- portante, che la nostra città ha avuto agli albori dello sviluppo dell’informatica nel contesto non solo toscano, ma nazionale. Per i più si tratta di una sorpresa, felice ma inaspettata, e tuttavia è oggi più che mai importante ricostruire e rivendi- care il ruolo di Grosseto in quest’ambito, perché ci aiuta a superare quell’immagine della città che non può appiattirsi nel recupero della tradizione, seppur gloriosa, dei butteri e dei mestieri tradizionali: la città di Grosseto, grazie al lavoro appassionato di tanti maremmani, ha saputo ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto anche in settori legati all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, e con questa pubblicazione oggi vogliamo riaffermarlo con forza. Per la prima volta quindi, viene pubblicato un lavoro orga- nico che è da un lato racconto dell’evoluzione delle nuove tec- nologie nel territorio, e dall’altro testimonianza di chi ha vissuto e vive in prima persona il lavoro in questo settore. 5 D’altra parte Grosseto è una città giovane, che si è svilup- pata a partire dagli anni ‘50, e che vive oggi un trend di forte crescita demografica: la sua forza non sta nella memoria di un passato lontano, ma nel riconoscimento di un dinamismo che dalla metà del secolo scorso ha dato un nuovo impulso allo sviluppo della Maremma. Emilio Bonifazi Sindaco di Grosseto 6 Introduzione “Città forte. Non grande, ben murata e difesa da sei bastioni e da una rocca, con due sole porte, una che guarda la terraferma, l’altra, dalla quale si esce verso il mare”. (Illustrazione di Grosseto, Repetti, Dizionario Cartografico della Toscana, 1833). Da allora Grosseto ha fatto molti passi in avanti e tante sono state le iniziative da parte dei suoi abitanti (scrittori, pittori, poeti, politici, cittadini comuni) che gli hanno permesso di svi- lupparsi, fino a diventare una città moderna. Un capoluogo di provincia in continua crescita che, pur volendo preservare la sua vocazione ambientale, si è impegnato e si impegna per stare al passo con i tempi. Con “La Maremma e i suoi bit” raccontiamo la storia dell’Ict (Information and communication technology, la tecnologia dell’informazione e della comunicazione) a Grosseto e nella Maremma grossetana. Abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha partecipato in prima persona alla nascita e allo sviluppo di queste attività per farle conoscere agli appassionati o semplicemente a chi desidera colmare un piccolo vuoto nel racconto della vita di questo ter- ritorio negli ultimi decenni. Abbiamo voluto raccontare le storie e le attività di persone e aziende che hanno operato e operano nel settore, ma anche di chi, tra associazioni ed enti pubblici, si è dotato di strumenti e risorse in questo campo per migliorare prestazioni e servizi, facendo in alcuni casi di Grosseto una città all’avanguardia e favorendone lo sviluppo. 7 La Maremma e i suoi bit non è solo un libro, ma un’opera completa multimediale composta dalla pubblicazione cartacea e dal sito internet “www.lamaremmaeisuoibit.org”, dove sono presenti raccolte di video e foto, interviste, documenti online. L’idea è infatti quella di scrivere un libro che possa crescere “in rete”, offrendo spazio e voce a chi vorrà proporre la propria testimonianza di vita e di lavoro in questo settore, dare un sug- gerimento o anche segnalare un’anomalia. Il sito è il luogo ideale per dare forma ai capitoli, per tracciare tutti i passaggi per la stesura del volume, non solo attraverso le varie testimo- nianze, ma anche attraverso contributi video, eventi, patrocini, dediche e tutto ciò che ha permesso a questa nostra idea di tra- sformarsi in un libro sulle nuove tecnologie a Grosseto e in Maremma. Il posto ideale, insomma, in cui si potrà seguire passo dopo passo lo svolgersi di questo racconto, al ritmo dei suoi “bit”. 8 Piero Fanti “Quando i satelliti s’affacciarono all’orizzonte delle telecomu- nicazioni, l’Italia aveva l’uomo pronto alla bisogna tra le file dei tecnici della Società Italcable”. “Ingegnere… appena trentacin- quenne… appassionato cultore dei problemi del suo ramo, si in- dirizzò verso gli studi riguardanti le telecomunicazioni attraverso i satelliti artificiali e ne divenne convinto assertore in ogni occa- sione e momento”. L’ingegnere esperto di telecomunicazioni satellitari è Piero Fanti, un grossetano ricordato nelle riviste specialistiche del pe- riodo (gli inizi degli anni ‘60), dalle persone che lavorano in que- sto settore, da colleghi, studiosi e dagli appassionati, come la mente che dette corpo e anima a Telespazio Spa, la più antica azienda al mondo operante esclusivamente nel campo dei servizi spaziali (comunicazioni, osservazione della Terra, gestione orbi- tale dei satelliti, ingegneria di sistema, sperimentazioni ed altro). Di Piero Fanti, nato a Gavorrano e trapiantato per gli studi nel capoluogo maremmano, invece, poco o nulla sanno i suoi conterranei; il ricordo di lui o non si trova o è da cercare nella memoria di chi l’ha conosciuto personalmente e di chi accorse allo stadio di calcio cittadino ad assistere alla cerimonia di con- segna del Grifone d’oro1 il 10 agosto 1963. Le cronache del tempo parlano di diecimila persone presenti in una serata al- lietata dal concerto della banda dell’Aeronautica militare. 1 Il premio viene attributo a persone, Enti o Associazioni originarie della provincia di Grosseto che abbiano dato lustro alla terra natale nel corso della loro carriera o attività creativa; oppure che abbiano operato in Maremma in modo tale da valoriz- zarne le potenzialità e favorirne lo sviluppo. 9 Questa la motivazione per cui l’ingegnere fu insignito nel 1962 del Grifone d’oro poi consegnatogli nella serata di San Lorenzo dell’anno successivo: “per la fama da lui acquisita in campo nazionale e internazionale e per i meriti eccezionali conseguiti nel settore dell’elettronica e delle comunicazioni spaziali”. Da lui vogliamo partire per raccontare la storia dell’Ict a Grosseto e in tutta la Maremma; è da lui che vogliamo pren- dere spunto per raccontare come anche un territorio asso- ciato da sempre alla natura incontaminata, ai butteri e alle tradizioni popolari, come una terra considerata, per certi versi, lontana dal progresso e dalla scienza è stata invece ca- pace di coglierne i semi più prolifici. Farli propri e metterli al servizio del prossimo. Attraverso uomini che in alcuni casi hanno dato un importante contributo alla crescita della collettività e del- l’economia locale, in altri come nel caso di Fanti hanno segnato per sempre lo sviluppo di tecnologie in grado di rivoluzionare l’intero pianeta. Ma soprattutto la sto- ria di Fanti vuole essere l’esempio di come la mente illuminata di al- Piero Fanti cune persone, la lungi- 10 miranza di altre, per tutti una passione grande associata ad un grande spirito di sacrificio, possano dare una forte spinta in avanti anche a quei luoghi in cui il progresso talvolta sembra farsi desiderare. Nato a Gavorrano il 1° settembre 1924, Fanti frequentò il liceo ginnasio “Carducci-Ricasoli” a Grosseto e nel 1949 si lau- reò a Pisa alla facoltà di Ingegneria elettronica. Già a marzo del 1951 venne assunto dalla Italcable, Servizi cablografici, radio- telegrafici e radioelettrici Spa, un’azienda italiana che operava nel campo dei servizi per le telecomunicazione. Il suo primo incarico fu come responsabile del Servizio tecnico della dire- zione generale. Nell’ottobre del 1957 fu messo a capo della Sta- zione cablografica della Italcable a Malaga. Due anni dopo venne richiamato in Italia e, sempre alle dipendenze della so- cietà, iniziò a interessarsi di telecomunicazioni a mezzo satelliti. La data che segnò in modo inequivocabile la storia di Fanti e con lui delle telecomunicazioni fu il 18 ottobre 1961, quando Italcable e Rai costituirono la società Telespazio, sotto gli au- spici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del Mi- nistero delle Poste e Telecomunicazioni. Sempre dalle testimonianze giornalistiche del periodo emerge nitidamente l’importanza della figura di Fanti che “di- rettore generale di Telespazio ne visse intensamente tutte le ansie e le fatiche del primo affermarsi: con le trattative… con il Governo italiano, con gli studi per la prima stazione speri- mentale, con le asperità preliminari dell’accordo con la Nasa per la partecipazione ai progetti Telestar e Relay fino al suc- cesso dei primi esperimenti che consentirono al Paese di entrare con gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia nella partecipa- zione alla nuova attività”.

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