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Val Luretta La Val Luretta è una piccola vallata che si incunea tra la val Trebbia ad est e la val Tidone ad ovest, inizia alle pendici del monte Serenda (759 m s.l.m.) dove le due valli si riuniscono e si estende da una zona collinare fino alla Pianura Padana dove il torrente omonimo confluisce nel Tidone. Il torrente Luretta è formato dalla confluenza di due rami: quello di Monteventano che nasce al Moiaccio e quello di San Gabriele che nasce a Groppo. Ha una portata limitata e durante le estati secche l'acqua smette di scorrere. Essendo una vallata chiusa, e con una sola strada di una certa importanza, rimane una zona molto tranquilla e priva di traffico. Un quadro dove la campagna e i declivi sono ingentiliti dagli spazi verdi e dai geometrici tagli dei prati e delle vigne: in questa dolce valle sono le pietre e i sassi di fiume a rappresentare le più importanti tessere del grande mosaico storico. Con splendide case rurali di pietra e con un diffuso sistema di castelli, la Val Luretta costituisce sicuramente un osservatorio privilegiato per comprendere l'evoluzione dell'architettura castrense e rurale del Piacentino. Fin dai tempi più antichi, la Val Luretta è stata infatti una importante terra di passaggio ed ancora oggi un loro considerevole numero di castelli e rocche caratterizza in maniera evidente e marcata il suo paesaggio. Il centro più importante della valle è Agazzano, le cui origini risalgono ai tempi dell'occupazione romana. Qui s'impone una visita accurata al castello, uno dei più bei manieri della provincia piacentina, a lungo "corte" privilegiata della famiglia Scotti. Edificato per scopi difensivi alla metà del XIII secolo, fu trasformato nel Cinquecento in una elegante dimora signorile. E’ di questa epoca il cortile con loggiato a colonne con capitelli scudati. Nei dintorni di Agazzano si ergono altri due suggestivi castelli: quello della Boffalora e quello della Bastardina. Il primo, edificato su un'altura che domina la valle, è un complesso realizzato in sasso, a pianta rettangolare con torri angolari quadrate. Di particolare interesse sono il mastio, le tre torri e il cortile con loggiato. All'interno sono conservati pregevoli soffitti in legno a cassettoni. Il castello della Bastardina, edificato nel XVII secolo e circondato di un ampio giardino, è articolato secondo uno schema rettangolare, con torri angolari quadrate. Lo stemma dei Trissino da Lodi è effigiato tra gli incastri del ponte levatoio. In questa valle si è accolti da piccoli borghi ove si intrecciano le emozioni di una plurisecolare vicenda storica: ecco allora Buriona di Cantone ove, all'interno di un complesso di case di campagna di eleva , una torre testimonianza di un maniero appartenuto agli Scotti da Mezzano, ma anche Grintorto con i resti di un fortilizio, testimone di cruente battaglie, e la chiesa di San Michele Arcangelo, dietro alla quale sono conservate due colonne con basamento ornato dallo stemma degli Scotti. E poi ecco ancora Tavernago, ove è ubicata una villa ottocentesca, con il piccolo oratorio della Madonna del Portone, e Sarturano, anch'esso con i resti di un castello appartenuto alle famiglie Fulgosi ed Arcelli, così come dell'antico castello di Montebolzone, distrutto dalle truppe di Federico II nel 1243, resta un imponente torrione quadrato. A Gazzola è possibile vedere il castello di origine trecentesca e la chiesa parrocchiale neoromanica di San Lorenzo a pianta ottagonale, costruita nel 1917 dall'architetto piacentino Camillo Guidotti, che conserva all'interno un'Assunta di Roberto de Longe. Questo paese ha anche una curiosità: qui vi è infatti un pozzo che, sulla base di un'antica tradizione, viene chiamato "barometrico" perchè, grazie al suono di una forte corrente, è in grado di "preannunciare" la pioggia. Nella chiesa di Castelletto, dei Santi Cosma e Damiano, vi è un dipinto del Seicento rappresentante i santi patroni. Nel territorio comunale di Gazzola sono ubicati ben quattro castelli, tutti di pregevole fattura. Il primo incontro è con il maniero di Rezzanello, un'imponente costruzione del XIV secolo, a pianta trapezoidale con torri circolari, ubicato in una splendida posizione panoramica e circondato da un magnifico parco. La particolarità del castello di Lisignano, eretto alla fine del trecento, è quella di avere un suggestivo ponte levatoio dotato di bolzoni in legno e catene che rievocano antiche atmosfere, mentre le acque del Luretta riempiono l'ampio fossato. All'interno vi è una bella loggia.Nel sotterraneo è costruita una prigione e la tradizione vuole che esista anche una galleria sotterranea per il collegamento con il castello di Agazzano. Il castello di Momeliano, di cui esistono attestazioni prima del Mille, presenta diversi particolari interessanti. A pianta quadrata, con torri angolari sporgenti, ha un bel cammino di ronda. La Torre di Momeliano, costruzione del Quattrocento, fu con ogni probabilità un avamposto del castello e in alcune lunette delle volte troviamo raffigurati stemmi di famiglie nobili piacentine. Il fortilizio di Monticello, edificato nel XIV secolo, a pianta quadrangolare, fu anche teatro di una violenta battaglia tra truppe nazifasciste e bande partigiane nel corso della seconda guerra mondiale. Nel territorio di Piozzano, che fu feudo dei conti di Lomello e dei Paveri, si conservano numerose testimonianze del periodo medioevale, a partire dal "Castel vecchio" del Comune, un glorioso castello che visse pagine di battaglie ed eroiche difese come quando, nel 1636, fu distrutto dalle truppe spagnole. A San Gabriele si può fare tappa per ammirare l'antica chiesa di San Giovanni Battista che conserva un'abside romanica. Così a Vidiano Soprano vi è un antico tempio religioso dedicato a San Cristoforo, edificato agli inizi del XIII secolo secondo il gusto romanico di scuola emiliana e lombarda. A Monteventano sono rimasti pochi ruderi (una torre circolare, i resti del ponte levatoio e l'oratorio) a testimoniare l'esistenza di un complesso maniero edificato attorno al Mille e distrutto nel 1164 in seguito alle incursioni dell'esercito di Federico Barbarossa. Le stesse truppe distrussero il castello di Montecanino, del quale rimangono oggi pochi resti. La Val Luretta presenta anche interessanti testimonianze dell'architettura rurale, come Bosonasco e Damessano, un borgo di case antiche con ciottoli e lastre di pietra. I primi reperti rinvenuti, oggi conservati nel museo archeologico della Val Tidone a Pianello, risalgono all'età del bronzo. Le prime notizie storiche ci vengono dalla dall'epoca romana, il Pagus Luras con i suoi vicus: Vicus Pomarius (Pomaro), Fundus Mamuleianus (Momeliano), Aricazano (Agazzano), sono citati nella tabula alimentaria traianea. Nella zona pianeggiante si combatté la battaglia della Trebbia avvenuta il 18 dicembre del 218 a.C. durante la seconda guerra romano-punica, è stato il secondo scontro ingaggiato al di qua delle Alpi fra le legioni romane del console Tiberio Sempronio Longo e quelle cartaginesi guidate da Annibale che inflisse una pesante sconfitta all'esercito romano. A ricordare l'importanza strategica che ebbe la val Luretta nei secoli, rimangono numerose fortificazioni. Questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro province, caratterizzato da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico. Amministrativamente è divisa tra i comuni di Piozzano e Travo per la parte collinare e quelli di Agazzano, Gazzola e Gragnano Trebbiense per quella di pianura. Solo la parte collinare, compresa nei comuni di Piozzano e Travo, fa parte dell'Unione Montana Valli Trebbia e Luretta. Essenzialmente agricola, con allevamento di bovini e cavalli, maneggi, produzione di vini e formaggi. Numerosi sono trattorie e ristoranti, sparsi anche nelle più piccole frazioni, che propongono i piatti della cucina piacentina e i vini locali. • Agazzano Sorge sulle colline della Val Luretta, parallela e contigua alla Val Tidone. Le sue origini risalgono all’occupazione romana e il suo nome deriva dall’aggettivo latino Aghatanium, che indicava un terreno di proprietà di un certo Agathius, mentre altri parlano di un antico nome del paese: Aricanzano. Nel XIII secolo fu dominato dagli Scotti ai quali fece guerra Filippo Maria Visconti che li spodestò nel 1412 cedendo il feudo agli Arcelli. Nel 1415 gli Scotti riuscirono a riconquistare il dominio del borgo. Vicino alla grande piazza centrale del paese, sorge il castello costruito nel 1200 da Alberto Scoto per volontà degli Scotti e radicalmente restaurato nel 1500. Realizzato a pianta rettangolare con mastio, torri cilindriche angolari, cortile con suggestivo loggiato cinquecentesco, conserva tutt’ora in buono stato la Rocca. A fianco del castello è apprezzabile il Palazzo Residenziale del 1700. Nei dintorni interessante la visita ai castelli della Boffalora, del 1300, e della Bastardina, del 1500, oltre alle torri e ai fortilizi di Buriona, Mirabello e Sarturano. Il fortilizio della Boffarola è situato lungo la strada per la Val Tidone ed ha pianta rettangolare, torri guelfe quadrate agli angoli, un possente mastio all’ingresso e un cortile che presenta un doppio loggiato di origine settecentesca con scalone affrescato. Percorrendo la strada in direzione Rezzanello si trova il Santuario della Madonna del Pilastrello; l’originario oratorio ormai scomparso è stato sostituito da una nuova costruzione eretta dall’architetto Camillo Guidotti nel 1902, dove si può ammirare la Madonna dipinta da Emilio Perinetti. • Gazzola Nucleo abitativo sin dall’epoca romana, il territorio assistette allo svolgersi della famosa battaglia sul Trebbia tra i Romani e i Cartaginesi svoltasi nel 218 a.C. risoltasi con la vittoria di Annibale. Durante l’età Medioevale i Longobardi lasciarono evidenti segni della loro venuta. A partire dall’XI secolo la zona fu tempestata dalla costruzione di numerose fortezze a testimonianza di vivaci e continue lotte feudali. Il castello di Gazzola, oggi sede del Municipio, conserva la pianta originaria trecentesca. Da citare il pozzo che un tempo si trovava nel cortile al quale si attribuiva il merito di segnalare con il movimento delle acque le variazioni meteorologiche.