urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 177

SILVA ET FLUMEN

Poste Italiane s.p.a. TRIMESTRALE DELL’ACCADEMIA URBENSE DI OVADA Spedizione in Abbonamento Postale 70% - NO/Alessandria ANNO XXIX - N° 3-4 SETTEMBRE - DICEMBRE 2016

Cavour al potere, Buffa intendente generale a Genova

Da Carpeneto al Perù Storie di emigrazione

Quando Genova voleva bere l’acqua dello Stura

Pio V. il Vasari e Bosco Marengo

Gli affreschi di Pietro Ivaldi a Celle Ligure

Gualandi e la cupola di Costa d’Ovada

Le Compagnie franche della Repubblica di Genova

Lettere dal fronte del sergente Domenico Alberti

Prigionieri austro ungarici da noi nella Grande Guerra

Gli Scooters e quei mitici Anni Sessanta

Chiesa e Convento di Santa Croce di Bosco Marengo urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 178

178

SILVA ET FLUMEN

Periodico trimestrale dell’Accademia Urbense di Ovada Apriamo queste poche righe con il ri- Direzione ed Amministrazione P.zza Cereseto 7, 15076 Ovada cordo di amici che in questo periodo ci Ovada - Anno XXIX, Settembre -Dicembre 2016 - n. 3-4 Autorizzazione del Tribunale di Alessandria n. 363 del 18.12.1987 hanno lasciato. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 Ricordiamo tutti il sorriso buono di (conv. in L. 27 / 02 / 2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB/AL Renato Gastaldo, il fotografo ufficiale Conto corrente postale n. 12537288 Quota di iscrizione e abbonamento per il 2017 Euro 25,00 della nostra rivista che per anni ha affian- Direttore: Alessandro Laguzzi cato il nostro lavoro di redazione, nel Direttore Responsabile: Enrico Cesare Scarsi mentre esprimiamo il nostro cordoglio ai SOMMARIO famigliari ci sentiamo di dire che non lo dimenticheremo. I primi anni del decennio cavouriano nella corrispondenza fra Michelangelo Fra gli amici dell’Acc. Urbense è Castelli e Domenico Buffa di Emilio Costa † p. 179 scomparso anche il Dott. Napoleone Quando dall’Italia si emigrava in Perù: storia di emigrazione dal Monferrato Aschero. al Sud America Di Lui ricordiamo l’importante lavoro di Lucia Barba p. 189 di restauro intrapreso sotto la sua dire- Un pazzo progetto di megalomania genovese: la derivazione dell’acqua dello Stura zione dai confratelli dell’Annunziata che di Paolo Bottero p. 194 custodiscono nel loro oratorio tesori Enrico Domenico Lacordaire, un grande Domenicano innamorato di Boscomarengo d’arte di grande valore. Alla sig.ra di Mons. Ugo Guardona † p. 201 Gemma e ai famigliari giungano le con- Sulla “Macchina vasariana” in Santa Croce di Bosco Marengo doglianze dell’intero sodalizio. di Ermanno Luzzani p. 203 Gli affreschi di Pietro Ivaldi a Celle Ligure Questo numero di URBS attira la vo- di Gian Luigi Bruzzone p. 218 stra attenzione su uno dei più importanti Giuseppe Gualandi a Costa d’Ovada per la chiesa parrocchiale di N.S. della Neve monumenti storico-artistici che la nostra di Sergio Arditi 223 provincia possiede: la chiesa e il con- Il crollo della cupola della chiesa a Costa, nei giornali ovadesi dell’epoca vento di Santa Croce di Bosco Marengo, a cura di Paolo Bavazzano p. 228 splendido esempio di architettura rinasci- Le “Compagnie franche”della repubblica di Genova di Paolo Giacomone Piana p. 229 mentale con l’interno arricchito da impor- Il torchio per l’olio di noci della borgata Bozzolina di Castelletto d’ tanti opere manieriste che ebbero per di Salvatore Fiori p. 235 autore Giorgio Vasari e la sua scuola. Le lettere dal fronte del sergente di squadra Domenico Alberti Prosegue frattanto la riproposizione di Pier Giorgio Fassino p. 238 dei lavori di Emilio Costa sull’ovadese “Bono mangiare: brot! bono bor wein!” Prigionieri austro-ungarici in Piemonte Domenico Buffa, lavori apprezzati dagli di Pier Giorgio Fassino p. 243 studiosi del Risorgimento che ebbero Padre Domenico Buccelli, educatore e pedagogista delle Scuole Pie di Ovada però poca fortuna fra i concittadini. di Clara Scarsi p. 249 L’Acc. Urbense ha inteso rendere Ovada, primavera anni ‘50: sfila l’eleganza cattolica ... di Cinzia Robbiano p. 252 omaggio alla figura del Prof. Romeo Pa- Gli Scooters e quei mitici anni Sessanta, serata musicale nel giardino della Scuola voni recentemente scomparso pubbli- di Musica a cura di Paolo Bavazzano p. 254 cando il frutto della sua ultima ricerca: Gli Scooters e quei mitici anni Sessanta «Bizantini e Longobardi in territorio in un’ intervista di Stefano Secondino p. 255 dell’odierno Piemonte. Temi e pro- L’eua dra Vuipeina; Ia canva d’Poldu: poesie blemi». di Emilio Adriano Torrielli Chi è interessato all’opera si rivolga in Recensioni: Storia della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Gnocchetto sede. di Francesco Edoardo de Salis p. 263 Ci stiamo approssimando alle feste di fine Redazione: Paolo Bavazzano (redattore capo), Edilio Riccardini (vice), Remo Alloisio, Gior- anno, quindi a tutti i soci, gli sponsor e gio Casanova, Pier Giorgio Fassino, Ivo Gaggero, Renzo Incaminato, Lorenzo Pestarino, tutti i simpatizzanti felice Natale e au- Giancarlo Subbrero, Paola Piana Toniolo. Segreteria e trattamento informatico delle illustra- zioni a cura di Giacomo Gastaldo. guri di un nuovo anno sereno a tutti Sede: Piazza Giovan Battista Cereseto, 7 (ammezzato); Tel. 0143 81615 - 15076 OVADA quelli che ci seguono con simpatia.. E-mail: [email protected] - Sito web: accademiaurbense.it Alessandro Laguzzi URBS SILVA ET FLUMEN Stampa: Graficalmente, - Strada Statale Per Voghera, 52 - Tortona urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 179

179 I primi anni del decennio cavouriano nella corrispon- denza fra Michelangelo Castelli e Domenico Buffa (1) di Emilio Costa

«...Mi consolo, per non dire m'insu- stimi onesto infinché le occasioni te lo teressante al riguardo la sua esperienza di perbisco di essere piemontese; bisogna facciano noto come qualche cosa di più» propagandista politico che sfociò nella vedere il Piemonte di lontano per apprez- (5). pubblicazione del giornale genovese La zarlo degnamente, e mi convinco ogni dì Le affermazioni del Torelli rivelano la Lega Italiana, di cui ebbe la direzione dal più che la nostra moderazione è vera preoccupazione di presentare la fisiono- gennaio al marzo 1848). In lui era viva la forza e che la sua causa è la causa mia etico-politica del Buffa sotto una fede monarchica albertista, che si colle- d'Italia» (Da una lettera di Castelli a luce diversa da quella che la polemica del gava ad un sollecito impegno nella difesa Buffa, scritta da Parigi il 30 agosto 1851). Risorgimento, durante il ministero demo- delle libertà costituzionali. Spirito edu- «...Posso adattarmi a qualsiasi sacrifizio cratico giobertiano-rattazziano (dicembre cato in un ambiente borghese di provin- meno a quello di fare della politica una 1848 - marzo 1849), era costretta a dif- cia, moralmente ineccepibile, cattolico commedia coll'entrata a benefizio di chi fondere intorno alla condotta del ministro osservante, ma estraneo alle influenze si ride in cuore della costituzione dell'Ita- ovadese, allora commissario straordina- clericali, Buffa, fin dalla giovinezza, fu lia» (Da una lettera di Castelli a Buffa del rio del Governo con pieni poteri esecu- aperto al dialogo con intellettuali di di- 13 ottobre 1852). tivi per la città di Genova (6). Buffa, a versa estrazione ideologica, dai liberali ai Giuseppe Torelli, in un momento par- causa del suo manifesto del 18 dicembre conservatori, dai clericali ai socialisteg- ticolarmente difficile della storia politica 1848 ai Genovesi, che sollevò una vastis- gianti. Prima del 1848 il suo dialogo - subalpina, riferendosi alla «legge stata- sima eco di proteste nell'ambito conser- litico-culturale era stato ampio (7); le ria» (come il Risorgimento del 12 marzo vatore-clericale e liberale - moderato lettere sulle condizioni politiche del Pie- 1849 aveva definito il disegno di legge subalpino (se ne discusse vivacemente monte, che pubblicò anonime nel gior- presentato da Rattazzi, col quale si so- nella Camera e nel Senato), era apparso nale pisano «L'Italia» nell'autunno del spendeva la libertà di parola, la libertà agli occhi del gruppo politico del Risorgi- 1847, prima delle riforme albertine, rive- personale, il diritto di associazione nel- mento come un democratico di tipo brof- lano il suo liberalismo (8). l'imminenza della ripresa delle ostilità feriano-valeriano. Egli, pur nelle accen- Dopo la sconfitta di Novara, durante contro l'Austria) scriveva a Michelangelo tuazioni democratiche del suo discorso, le discussioni per il trattato di pace, Buffa Castelli (2) il 13 marzo 1849 da Genova: era un moderato, la cui formazione era aveva avanzato, nei suoi interventi, pro- «Non conosco altri del ministero che fiorita attraverso la frequentazione catto- poste moderate. Tra l'estate e l'autunno Buffa (3); lo giuro e lo giurerò sempre lico-liberale a livello confederativo (è in- del 1849 era stato il fautore del partito di che egli è un galantuomo, e che la centro-sinistro. In quel tempo Castelli parte ch'ebbe in quella legge è degna potè sperimentare quelle buone qua- d'un galantuomo» (4). Pochi giorni lità che Torelli aveva indicato in dopo, il 16 marzo, il Torelli schiz- Buffa. zava un breve ritratto morale di L'amicizia tra Castelli e Buffa Buffa in un'altra lettera a Castelli: fiorì in un momento importante della «Buffa, lo ridico con vera fede, è un storia subalpina, dopo l'esperienza uomo non comune; ho ravvisato in quarantottesca, quando la destra mo- lui delle qualità che ben dirette e derata e la sinistra costituzionale (o provate dagli eventi possono farlo sinistra moderata) si incontrarono sul grande; debbo parerti abbastanza tema della difesa dello Statuto, sulla scettico per non passare per passio- necessità della resistenza alla rea- nato; pensa quanto male mi facesse zione aristocratica, conservatrice e il vederlo trattato implicitamente clericale, e sull'urgenza dell'indeboli- anche lui come un birbante. Io non mento della sinistra brofferiana. Fu il so nulla degli altri ministri che sa- primo passo verso quello che doveva ranno asini, ed esclusivi quanto essere il «connubio», una prova di vuoi; ma questo non è tale; è fortis- equilibrio in senso moderato nell'am- simo d'intendimento, ma forse ancor bito parlamentare subalpino. Dal pro- più di cuore; perciò è sempre tran- clama di Moncalieri all'avvento di quillo e non porta né in un verso né Cavour al potere, l'opera politica di nell'altro quella specie di rabbia di Buffa fu rivolta, attraverso contatti che tu mi parli; non gli ho mai sen- col gruppo cavouriano, all'afferma- tito dire una parola di dispetto contro zione del partito di centro-sinistro chic chessia. Godo che anche tu lo quale componente della forza libe- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 180

180

Alla pag. precedente, Michelan- Alla pag.seguente vignette sati- gelo Castelli in un’incisione riche tratte dal giornale geno- coeva vese “La Maga”; nella disegno in basso: La Marmora fa me- raviglie per l’arrivo a Genova come prefetto di Buffa sponso- rizzato da Cavour e Rattazzi

rale. Tale gruppo parlamentare, aderendo svolge tacitamente, e i di cui risultati si duzione francese, il discorso che Cavour al «connubio», ebbe una funzione impor- faranno sempre più gravi e pericolosi alla aveva tenuto alla Camera, l'8 maggio, tante nella storia politica subalpina causa nostra. Io osservo, vedo e sento, sulla situazione finanziaria piemontese (Buffa, Rattazzi e Lanza furono i senza scompor mi, e ne avvertii e ne av- (12), il quale aveva ottenuto ampio con- mediatori del «connubio» da parte del vertirò chi credo sia mio dovere, ringra- senso. centro-sinistro). ziando la sorte di non avere abbandonato Tornato da Parigi, nel luglio del 1851, *** la deputazione». Si era introdotto nel- Castelli, specialmente nei mesi decisivi II carteggio inedito tra Michelangelo l'ambiente politico della capitale fran- per il «connubio» frequentò assidua- Castelli e Domenico Buffa è una fonte in- cese, aveva fatto conoscenza con non mente Buffa. Nell'estate del 1852, essen- teressante per lo studio di alcuni aspetti pochi membri dell'assemblea nazionale. dosi Buffa ritirato in Ovada, Castelli lo della politica cavouriana, particolarmente In casa di Giacomo Alessandro Bixio informava sulla vita politica. Cavour era negli anni 1853 e 1854, durante i quali aveva incontrato gli uomini più impe- in Inghilterra, dove studiava fra l'altro il Buffa fu Intendente generale a Genova e gnati del «terzo partito»; nei salotti del funzionamento degli arsenali e dei docks. Castelli (fino al luglio 1854) era stato Thiers aveva illustrato la situazione pie- La politica subalpina era travagliata dalla primo segretario presso il Ministero del- montese; dovunque aveva parlato con crisi. La rottura tra Azeglio e Cavour era l'Interno. Castelli, per i suoi rapporti con- franchezza, presentando le cose nella loro ormai una realtà e nessuno sperava nella fidenziali col Cavour e per la natura giusta dimensione, e sperava di aver dis- loro riconciliazione. Le composizioni mi- stessa del suo impiego politico, aveva a sipato le prevenzioni sfavorevoli al Pie- nisteriali che si formulavano nei circoli sua disposizione fonti documentarie di monte. Affermava che, per attuare una politici della capitale inserivano Cavour prim'ordine. buona politica estera, era necessario «ag- come primo elemento. Il Conte non era La prima lettera scritta da Castelli a giustare il meglio le cose in casa nostra», disposto ad accettare incarichi. Il conte Buffa, trovata nell'archivio ovadese, reca alzare la fronte in faccia alla diplomazia Enrico Martini e sir James Hudson crede- la data: Parigi, 30 maggio 1851. Per desi- europea. Aveva constatato che la diplo- vano opportuno che Azeglio rimanesse al derio di Cavour e su proposta dell'Aze- mazia francese era in mano al partito cat- suo posto di presidente. Castelli era con- glio, a Castelli, il 31 marzo 1851, era tolico legittimista, (e il governo aveva vinto che nulla si potesse decidere senza stata affidata una «commissione tempo- una sua finalità elettorale, poiché quel conoscere il pensiero del Re. Rattazzi, ranea» presso la Delegazione piemontese partito era potente in materia), e per tale dopo un'udienza di tre quarti d'ora con in Parigi col grado di consigliere (9); fu la ragione era necessaria al Piemonte una Vittorio Emanuele era partito per Parigi; sua unica esperienza diplomatica. Ca- condotta «ferma e dignitosa». Nella di- si faceva il nome di Gustavo Ponza di S. stelli non voleva accettare quell'incarico, plomazia, al di fuori dell'Inghilterra, il Martino quale probabile ministro dell'In- perché prevedeva le difficoltà che Piemonte aveva soltanto nemici. Il pro- terno; La Marmora considerava la situa- avrebbe incontrato nell'ambito politico blema di un'aggiunta al trattato di com- zione politica dal punto di vista cavou- parigino, ma si era deciso a partire per mercio con la Francia era un osso duro riano. «Intanto è radicata in tutti, senza evitare i pettegolezzi che sarebbero corsi, per la politica piemontese, che poteva distinzioni di opinioni, l'idea che il mini- qualora fosse rimasto. Giunto a Parigi, i portare alla caduta di Cavour e di Aze- stero deve rifarsi su nuove basi - scriveva sospetti che nutriva furono confermati glio: era un evento aspettato, un gioco Castelli il 22 agosto - ed io spero che si dalla realtà: fu posto in una specie di preparato da tempo con arte sapiente nel farà nel vero interesse del paese, e se ciò «quarantena diplomatica», accolto con mondo reazionario. In Francia si sperava sarà, si dovrà alla condotta tenuta nell'ul- diffidenza e ostilità (10); ma non volle ar- in una crisi politica subalpina. tima crisi, ed alla ponderatezza e dignità rendersi attendendo che le cose cambias- Cavour aveva affidato a Castelli al- con cui tratterà ogni combinazione». La sero. «Mi chiederai di chi voglio parlare cuni incarichi relativi al Ministero delle crisi ministeriale, secondo Castelli, era - scrisse a Buffa il 30 maggio 1851 - ma Finanze con istruzioni «precise e catego- stata dominata dalle influenze diploma- non avrai molto a riflettere se vorrai por riche». Era entrato in relazione con alcuni tiche; Cavour aveva conosciuto a fondo mente ad un partito che se qui tiene la banchieri parigini per impostare le tratta- la diplomazia sarda, e giustificava il giu- testa bassa, la rialza tanto più fuori del tive di un prestito al Piemonte (11), ma dizio negativo che ne aveva riportato Ca- paese, partito per il quale io sono un vero questi, pur apprezzando la condotta del stelli. scandalo, un intruso, e che è bel lungi dal delegato cavouriano, volevano, prima di In Toscana, nei Ducati, a Bologna tenermi in quel conto che mi avrà forse pronunciarsi, attendere la fine della ses- l'opinione pubblica vedeva nel Piemon- la sinistra, colla quale mi accomuna nella sione parlamentare, l'effetto delle propo- te la sua «stella polare»; Castelli deside- speranza di farmi tosto o tardi buona ra- ste di Cavour e l'esito dell'alienazione rava che Cavour arrivasse presto a Pari- gione: è un complesso di cose che non delle obbligazioni in Piemonte. Castelli gi, perché là stava il nodo della questione colpisce a primo aspetto, ma che si aveva fatto diffondere a Parigi, nella tra- italiana. I problemi finanziari e i debiti urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 181

181

Tutte le vignette che illustrano l’articolo sono tratte da numeri coevi del giornale satirico “La Maga”

dello Stato erano una costante mezzo di La Marmora, preoccupazione, ma bisognava un'udienza dal Re. lottare a testa alta, restando sul I rapporti piuttosto tesi terreno costituzionale. Il Gabi- con la Santa Sede turbavano netto inglese era disposto ad Vittorio Emanuele, il quale aiutare il Piemonte, e lord desiderava la fine di quella Derby aveva espresso a Cavour questione, soprattutto per il le sue simpatie; la stampa cleri- progetto di legge per cale batteva sodo contro la poli- l'introduzione del matrimonio tica liberale. Il ministero si civile. Il Re era deciso ad trascinava fiaccamente e pareva ostacolarlo per motivi parti- non disposto a proseguire a colari di carattere politico-re- lungo; si sperava nel ritorno di ligioso (la missione di Cavour. Il Conte era ormai il Monsignor Charvaz a Roma fulcro di tutta la questione poli- era molto indicativa per chi tica; una scelta soltanto era pos- conosceva la questione e sibile: con lui, o senza di lui. l'animo del Re). Il Consiglio Azeglio non pensava a riconci- dei ministri non sembrava di- liarsi con Cavour, ed era con- sposto ad una soluzione con- vinto che l'opera di Luigi Cibra- cordataria con Roma, ma per rio fosse sufficiente per risolvere l’Azeglio poteva rappresen- il problema finanziario. Alcuni tare una prospettiva per impe- suoi colleghi la pensavano di- dire l'accentuarsi della crisi versamente, ed erano già rasse- politica. Il 13 ottobre Castelli gnati ad una crisi. Cavour e dichiarava che La Marmora, Rattazzi erano stati accolti favorevol- avrebbe sciolto la crisi ministeriale chia- col quale era in relazione, aveva espresso mente nell'ambiente politico parigino. mando Cavour al potere, essendo co- a Cavour un parere conforme al pensiero Napoleone li aveva invitati a pranzo. Il stretto a cedere in alcuni punti, sui quali di Buffa, cioè che era necessario lasciar governo francese, a giudizio di Cavour, pareva assolutamente fermo. tempo al ministero (il quale nutriva in se era fortissimo e poteva solidamente du- In una lettera del 22 settembre, Ca- stesso gli elementi della propria disgre- rare, se Napoleone sapeva resistere alla stelli ragguagliava Buffa sul soggiorno gazione) di esaurirsi nello sterile tenta- reazione clericale. La politica ecclesia- parigino di Cavour e di Rattazzi, accen- tivo di porre riparo alle sue falle. Cibrario stica, e i rapporti tra il Piemonte e la tuando gli aspetti positivi del loro incon- era deciso di presentarsi alle Camere, il- Santa Sede seguivano la «politica di al- tro con Napoleone III. Rattazzi, che la lustrando la situazione finanziaria, e con talena», che conduceva il ministero aze- propaganda clericale e aristocratica aveva la legge sull'imposta personale; Pernati gliano; la situazione era ingarbugliata. presentato come sovversivo e «mangia- era incerto, e Boncompagni, che in appa- Azeglio aveva offerto a Ponza di S. Mar- bambini», aveva smentito tutte le calun- renza pareva condurre tranquillamente le tino il ministero dell'Interno, ma questi nie, dando prova di saggezza e mode- cose con Roma, in realtà era in secca. La aveva rifiutato condizionando la sua ac- razione, rilevate con compiacimento sin- Marmora e Paleocapa, comprendevano le cettazione all'entrata di Cavour nel Gabi- cero da Napoleone III. aporie in cui versava il ministero, ma te- netto. Il Re, dopo il campo, aveva deciso Buffa era convinto che fosse vicino il mevano che un mutamento di governo di recarsi a Leri a caccia, e di alloggiare tempo in cui Cavour non soltanto sarebbe peggiorasse la situazione. «La somma presso Cavour. Castelli, sottolineando stato invitato ad entrare nel ministero, ma delle cose sta nelle mani del Re -affer- questo particolare in una lettera dell’11 vi sarebbe stato pregato, ed avrebbe por- mava Castelli - egli è travagliato da ogni settembre a Buffa, commentava: «II Re tato con sé anche Rattazzi: Cavour e il maniera d'influenze, ma io non dubito deve vederla più chiara che non si pensa capo del centrosinistro concordavano della sua fermezza; può titubare sulla ed io spero più in lui che in tutti gli altri». ormai su tutti i punti della politica da se- questione religiosa, sull'opportunità di un Nel buon senso di Vittorio Emanuele, Ca- guire; a Parigi nulla avevano fatto senza mutamento ministeriale, ma non esiterà stelli aveva sempre avuto fiducia, e in pa- consultarsi. Rattazzi non pareva però di- all'evidenza dei fatti, e questi dovranno recchie occasioni ha sempre messo in sposto ad accettare un portafoglio in nes- svolgersi e chiarirsi in faccia al paese ed risalto l'avvedutezza politica del sovrano; suna combinazione ministeriale. Cavour alla Camera». Napoleone III approvava era in quei giorni convinto che il Re aveva chiesto a Castelli di fissargli, per la condotta piemontese tenuta con Roma; urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 182

182

il Piemonte doveva condurre una politica matrimonio che fosse gradito alla Santa Re) trattare con Roma e ritirare la legge francamente costituzionale (le simpatie Sede, perché, a suo avviso, i pericoli che sul matrimonio civile. S. Martino, La della Francia parevano fondate). Cavour minacciavano lo Statuto erano costanti, Marmora, Dabormida approvavano la sarebbe tornato presto a Torino e vi sa- e, recandosi a far visita a Cavour, aveva condotta di Cavour; nessuno di essi rebbe rimasto il tempo necessario per posto l'accento sui pericoli della reazione avrebbe accettato di entrare in una com- l'udienza dal Re; Castelli sperava che in- europea. Cavour, che in quel momento binazione ministeriale che non concor- contrasse soltanto La Marmora tra gli uo- conosceva perfettamente la situazione dasse col programma cavouriano. C'era mini politici, perché il generale era «un politica internazionale, in seguito al suo fra i liberali un senso di attesa; l'opinione vero galantuomo, liberale, spassionato ed viaggio in Inghilterra e in Francia, non si pubblica era turbata; i retrogradi, i quali ispirato dai più nobili ed italiani senti- lasciava scomporre. La missione di mon- non sarebbero stati neppure appagati da menti». Il momento politico era difficile signor Charvaz a Roma non aveva recato un eventuale ministero Balbo-Revel, na- per le troppe incognite che si affaccia- nuove prospettive per un ragionevole ac- scondevano a malapena la loro segreta vano a chi si poneva a riflettere. «Vivo in cordo. La politica azegliana era ormai speranza di una combinazione anticavou- uno stato di sconforto, di disinganni, che contraddittoria - a giudizio di Castelli -, riana. «Io raccomando agli amici fer- annulla tutte le mie poche facoltà mentali non era retta da una precisa linea di con- mezza e prudenza, aspettazione - - confessava amaramente Castelli - e se dotta, per evitare i pericoli della reazione, scriveva Castelli - guaj se ci lasciassimo un pensiero mi sorregge, quello si è di di- per coordinare le forze moderate e utiliz- trascinare dalla profonda astuzia prete- videre con alcuni pochi pari tuoi le con- zarle in difesa delle libertà costituzionali. sca, che non spera che nell'esaltazione e dizioni che ci sono fatte dai tempi». Era Dimessosi il ministero azegliano il 23 negli estremi». Revel, giunto a Torino, necessario un governo forte, sostenuto ottobre, il Re chiamò Cavour, che era a aveva puntualmente illustrato la situa- nel parlamento e dall'opinione pubblica; Leri, ed ebbe con lui udienza a Stupinigi. zione al Re, ed in modo esplicito aveva bisognava rinnovare la diplomazia, la Castelli, il 25 ottobre, scriveva: «Non ri- espresso le sue riserve sulla convenienza quale meritava gli elogi del La Margarita. cevette incarico di formare un ministero, di un ministero reazionario. La Marmora La sintesi morale di uomo politico one- ma la cosa accenna a questo. Tutte le dif- era dalla parte di Cavour, e meritava «la sto e liberale, quale fu Castelli, è conte- ficoltà della situazione stanno pel Re simpatia e meglio l'ammirazione di tutti». nuta in un'affermazione che ci reca la nella legge sul matrimonio, e non parlò Il Conte era stato convocato da Balbo, ma misura del suo patriottismo: «Posso adat- d'altro. Cavour si riservò di approfondire gli aveva risposto da Leri che era inutile tarmi a qualsiasi sacrifizio, meno a quello la cosa, ma non so come se la caverà, l'abboccamento richiesto; egli non poteva di fare della politica una commedia col- fermo qual’è a non mancare al suo pro- scostarsi dalle dichiarazioni espresse al l'entrata a benefizio di chi si ride in cuore gramma... La questione è dunque reli- Re. «L'inquietudine in Torino va sempre della costituzione dell'Italia». giosa, ed io la credo perciò gravissima, crescendo – commentava Castelli il 1° Cavour aveva avuto udienza dal so- poiché può involgere tutte le questioni novembre - ma il contegno di tutto il par- vrano; Castelli il 21 ottobre scriveva: politiche». A parte la legge sul matrimo- tito liberale e della popolazione dimostra «Egli fu accolto benissimo dal Re, il nio, il Re concordava col programma ca- quanto profonde siano le radici gettate quale entrò a parlare delle difficoltà della vouriano. Rattazzi era a Torino ed dalle nostre istituzioni». La sera del 1° stampa e di Roma, e dopo un lungo di- avrebbe espresso il suo parere al Conte; novembre il Re aveva incaricato Cavour scorso parve che si acquietasse all'esposi- anche monsignor Charvaz si era incon- di formare un nuovo ministero, dopo il zione fattagli della situazione attuale, in trato con Cavour. Cesare Balbo aveva ri- fallimento dei tentativi di Balbo; usci- cui tutto dipendeva da lui, e per cui era- cevuto dal Re l'incarico di formare un vano Azeglio e Pernati; Dabormida aveva gli facile continuare nella via tracciata ministero, ma la cosa gli riusciva diffici- accettato il portafoglio degli Esteri. La dalla sua fermezza e dalla sua lealtà». lissima; aveva chiamato Revel, che si tro- legge sul matrimonio civile doveva se- Azeglio aveva persuaso il Re a garantire vava in Savoia; tutto però era incerto. Ca- guire il suo corso regolare; le leggi orga- il Papa che la legge sul matrimonio civile stelli il 30 ottobre affermava che il Re niche restavano intatte: S. Martino non avrebbe avuto corso; aveva posto in- voleva assolutamente comporre la ver- esitava ad accettare la carica di ministro nanzi le proteste della Francia, e tenza con Roma, perché era convinto che dell'Interno, e Boncompagni era incerto l'irritazione dell'Inghilterra per la contro- tale atto fosse necessario in quel mo- per Grazia e Giustizia. Rattazzi, che era versia, ormai lunga, tra il governo pie- mento di tensione tra i clericali e i libe- desiderato da Cavour e da La Marmora, montese e la Santa Sede. Le dichiarazioni rali; era deciso, nel contempo, a non non voleva accettare di far parte del mi- del presidente del Consiglio avevano in- abbandonare la linea politica liberale-ca- nistero, non essendo sicuro dell'animo del dignato sir James Hudson. Azeglio aveva vouriana. Il Conte non poteva accettare Re nei suoi riguardi (ma Vittorio Ema- quasi imposto alla Commissione del Se- di comporre un ministero, sapendo che nuele lo avrebbe preferito a S. Martino). nato di formulare un progetto di legge sul era inevitabile (secondo il desiderio del Revel si era dimostrato pienamente costi- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 183

183

tuzionale, ed era nale del mini- attaccato dall’ stero degli Armonia. I rea- Esteri: «Io non zionari avevano ho mai temuto potuto toccare le note - di- con mano che il chiarava - e per sentimento del- fortuna così la l'onore politico pensa il Mini- era forte in Pie- stero, ma le in- monte; Castelli fluenze che commentava con pesavano sul- sereno giudizio il l'animo di Aze- 3 novembre: «La glio, pesano popolazione si è ora su Dabor- mostrata egregia- mida, ed io non mente ed il fermento sordo che regnava udienza al Re, le parole del sovrano dis- capisco come non si voglia una volta in questi giorni ha aperto gli occhi a co- siparono i suoi dubbi. Tornato a Genova provvedere, benché manifesti la mia opi- loro che credevano inerti le masse. Infine investito nuovamente di un'alta carica, nione con quella franchezza che credo il sarà sempre più vero che in Piemonte Buffa fu accolto con simpatia (temeva il primo dei miei doveri». guai a chi tocca lo Statuto non è vana pa- contrario). Castelli informava l'amico che Il tentativo milanese del 6 febbraio rola». nel ministero c'era armonia; il 18 gennaio 1853 aveva recato inquietudini: da Tori- Il Re era sereno, conosceva ormai 1853 scriveva: «II Re si mostra sempre no era partito un gruppo di circa venti perfettamente la situazione: aveva volu- contento, ed ogni giorno più entra nelle «sconosciuti» per Broni, Stradella, Ca- to consultare i costituzionali e metterli viste del ministero, il quale procede con steggio. Informava Castelli l'8 febbraio, alla prova, pur sapendo che la crisi po- esso colla massima schiettezza, parlando «tutti gli uomini seri, o di qualche nome teva soltanto essere superata affidando il sempre a cuore aperto su tutti i punti della nel partito repubblicano ignorarono que- governo a Cavour. S. Martino, dopo un politica. Credo che questo sia il miglior sto tentativo». Al ministero dell'Interno colloquio col Re a Stupinigi, aveva accet- consiglio e non lascio mai dal insistere erano giunte notizie sulla formazione di tato il portafoglio dell'Interno; il mini- che tutto sia detto senza riserva». Primo una banda di mazziniani per entrare nei stero era formato. ufficiale nel ministero dell'Interno (14) Ducati e in Toscana. Il ministero aveva Il 23 dicembre 1852 Buffa era stato (la sua carica aveva valore politico e non diramato l'ordine su tutta la frontiera lom- nominato Intendente generale per la Di- di carriera) Castelli conosceva a fondo barda e piacentina di «respingere ed ar- visione amministrativa di Genova (13). tutti gli aspetti della politica piemontese, restare chi si trovasse senza carte, o Non voleva accettare, ma Cavour e S. per la confidenza che aveva con Cavour. sospetto». Il governo piemontese era in Martino, dopo le dimissioni del conte Le discussioni sulla legge dell'impo possesso di documentate giustificazioni Piola, constatate non poche carenze in sta personale e mobiliare andavano per le di fronte all'Austria. «Sta però certo che quell'amministrazione, aveano bisogno di lunghe. «Rattazzi fa ogni sua possa - scri- il Governo - precisava Castelli - sente un collaboratore fidato, energico, esperto veva Castelli il 5 febbraio - ma i suoi tutta la sua dignità, e bisognerebbe man- di problemi genovesi; la loro giustificata sforzi si rompono contro l'instancabile te- care ad essa solo a giustificarli [i fatti insistenza finì per prevalere. Buffa non nacità dell'opposizione, che se la gode a accaduti], bisognerebbe che ci ricono- era sicuro di godere interamente della vagare nelle nuvole, mentre i bilanci dor- scessero pazzi, perché i mazziniani sono simpatia del Re: metteva nel suo bilancio mono e non si sa più quando la Sessione più nemici nostri che dell'Austria stessa; morale la sua azione di deputato durante vorrà essere finita». Cavour era malato, e se non tentarono qui egli è perché rico- il ministero Pinelli-Perrone nell'ambito la sua assenza ritardava i lavori, soprat- nobbero che era impossibile». «II Re, che dell'opposizione democratica, la sua ap- tutto per quanto riguardava i problemi fi- ebbi a vedere alcuni giorni sono - asse- partenenza al ministero giobertiano, il nanziari; la Commissione per il bilancio riva Castelli - è sempre fermo, ed io sem- suo famoso manifesto del 18 dicembre operava lentamente; la Destra estrema e pre più son convinto della profondità 1848 ai Genovesi che aveva suscitato lo la Sinistra incagliavano l'andamento delle delle sue viste politiche e della incrolla- sdegno dell’allora Duca di Savoia; te- cose. Le legazioni di Francia e d'Austria bile sua lealtà; egli è perfettamente col meva che nell'animo di Vittorio Ema- inviavano note di protesta contro la Ministero, e sempre più coll'attuale poli- nuele fosse rimasto qualche motivo di stampa piemontese; era necessario, se- tica». Buffa era riuscito a mantenere la diffidenza verso di lui. Ma, chiesta condo Castelli, attuare riforme nel perso- calma in Genova, trattando con i respon- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 184

184

sabili dell'emigrazione. Le misure prese momento particolarmente delicato della ropea (anche la Russia aveva dovuto ri- dal ministero erano applaudite dall'opi- situazione piemontese; erano stati tra- credersi). I lavori parlamentari sarebbero nione pubblica, la quale disapprovava il smessi ordini agli avvocati fiscali gene- stati protratti fino al mese di maggio, e si comportamento dei mazziniani. Biso- rali affinchè provvedessero a farne era pensato di rimandare l'apertura del- gnava difendere l'emigrazione «buona» - eseguire il sequestro (anche l'opinione l'altra sessione al novembre: si cercava di ammoniva Castelli - (cioè quella non pubblica torinese eccitava il governo ad guadagnare tempo per il discorso della mazziniana) il cui contegno era stato usare misure di rigore contro la stampa, corona, difficilissimo in quelle circo- «mirabile» di fronte al moto milanese. che pareva decisa a compromettere lo stanze, e per la questione della legge sul Gli arrestati alle frontiere, come si era Stato). matrimonio civile. stabilito, dovevano essere trasportati in Erano giunte notizie sui primi seque- L'Austria, che poco tempo prima America. In casa di Agostino Depretis, a stri compiuti dall'Austria; il governo pre- aveva lasciato intendere di voler trat- Stradella, era stata effettuata una perqui- parava una nota di protesta. A Roma e a tare, aveva risposto negativamente alla sizione, ed erano state rinvenute alcune Napoli, il mondo reazionario sfogava nota piemontese. Si era preparato un me- casse di armi: il deputato doveva giustifi- tutto il suo antipiemontesismo; si sperava morandum e si pensava di richiamare il carsi; il ministero desiderava tale atto per di vedere il governo subalpino rovinato ministro sardo a Vienna. Era necessario assumere un atteggiamento energico di dai moti mazziniani; ma poiché la con- non precipitare le cose; non c'era da spe- fronte al paese. Hudson non credeva che dotta di questo aveva dato prova di accor- rare nella Francia. L'Inghilterra era dub- l'Austria avrebbe mandato ad effetto i se- tezza e di equilibrio, il partito conser- biosa sulla politica di Napoleone III, in questri sui beni dei naturalizzati sardi e vatore esprimeva il suo più vivo attacca- realtà ambigua nei suoi riguardi: l'Austria che non sarebbe intervenuta nel Canton mento all'Austria. In Piemonte l'onore na- era sicura di sé in quelle circostanze, e ar- Ticino. Giacomo Alessandro Bixio, che zionale era mirabilmente difeso dal pieno bitra della situazione nel suo atteggia- era in corrispondenza con Castelli, cre- accordo tra il Re e il governo. A Genova mento quasi di sfida. Castelli, il 17 marzo deva che una guerra fosse imminente: il fermento nell'emigrazione tendeva a commentando l'assunto politico del go- Napoleone, se la faceva, si sarebbe ap- rianimarsi. Castelli il 2 marzo scriveva: verno, sfogava la sua rabbia contro i maz- poggiato al principio di nazionalità «Ho inteso che costì rialzano il capo i no- ziniani: «Qualunque sia l'esito, non (l’Imperatore non poteva non pensare al stri amici mazziniani; se la cosa è, sono avremo mai a pentirci di averla rotta in Reno e alle Alpi). Il problema della legge in buone mani, sarà così provata la loro faccia ai mazziniani, che in ogni eventua- sul matrimonio civile non aveva una pro- incurabile pazzia, e l'infame proposito di lità sono e saranno sem- pre i peggiori ne- spettiva di soluzione; Castelli scriveva il voler rovinata la costituzione». Buffa era mici, perché matti da catena». L'Austria 26 febbraio a Buffa: «II Re si mostra esi- riuscito, in seguito al moto milanese del 6 persisteva nelle sue pretese; non era pos- tante a questo proposito, temendo di ur- febbraio, a convincere i capi dell'emigra- sibile trattare; era stato trasmesso a Revel tare i sentimenti religiosi, ma vi è tempo zione a Genova a non commettere atti in- l'ordine di partire da Vienna. «II consiglio di pensarvi. Quanto alla politica è più de- consulti, a mantenere calmi i lombardi è unanime - affermava Castelli il 5 aprile ciso di tutti, e, come già ti assicuravo, le (aveva trattato con quelli che in senso go- - ed il Re non può mostrarsi più deciso ed sue idee sono invariabili, ed è pronto in vernativo rappresentavano la «buona energico». A conforto dell'amico e di se ogni eventualità a sostenere inviolati i emigrazione»). stesso continuava: «Abbiamo per noi il grandi principii». All'interno non c’erano Verso la metà di marzo del 1853 il go- diritto e l'opinione degli uomini onesti, e motivi di timore: la sessione parlamen- verno aveva ormai capito che nulla re- della stampa di tutta Europa, non siamo tare si sarebbe conclusa senza incidenti. stava a sperare dalla Francia e dall'In- dunque in condizioni di potersi lagnare». Le relazioni diplomatiche con i governi ghilterra, e che il Piemonte sarebbe rima- Castelli aveva suggerito un progetto di esteri erano soddisfacenti: si erano rice- sto solo di fronte all'Austria nel trattare prestito per i natu ralizzati sardi, ai quali vute congratulazioni per la condotta te- la questione dei sequestri. La Francia era l'Austria aveva sequestrato i beni; tale nuta rispetto ai fatti di Milano; nessuna propensa che Austria e Piemonte trattas- progetto era gradito a Cavour e a S. Mar- nota era giunta dall'Austria. Se i seque- sero direttamente; l'Inghilterra, la quale tino. stri ai beni dei naturalizzati fossero stati aveva lasciato intendere che la sua me- Il linguaggio dei giornali ostili al go- effettuati, il governo avrebbe difeso i suoi diazione era impossibile, e forse poteva verno era sempre più violento e offen- diritti mandando energiche note a Londra essere anche dannosa, raccomandava sivo. A Genova, Buffa aveva fatto e a Parigi. I giornali mazziniani Italia e prudenza. sequestrare un numero della Maga (gior- Popolo e la Voce della libertà erano mo- Dopo il moto milanese, il Piemonte nale politico con caricature) contraria- tivo di inquietudine per il governo, il aveva dimostrato di non essere diretto da mente all'opinione dell'avvocato fiscale quale non poteva più tollerare gli attac- un governo rivoluzionario: tale era stato generale. Il ministro dell'Interno era sod- chi di una propaganda sovversiva in un il giudizio espresso dalla diplomazia eu- disfatto per quell'atto che indicava la fer- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 185

185

mezza dell'Intendente. i buoni servizi resi da Revel a Vienna Buffa; Castelli, il 26 aveva intanto conse- aprile, scriveva all'amico: gnato il memorandum «I nostri avversari ed i del governo sardo; la mazziniani si danno la nota austriaca inviata mano, e sarebbe vero de- all’Apponyi a Torino litto non combatterli con conservava lo stesso tutte le armi che ci da la tono di quelle prece- legge, ed opporre co- denti. Castelli, l’11 stanza a costanza, energia aprile, rivelava la sua ad energia, e, se occorre, opinione sulla con- audacia ad audacia». dotta che avrebbe do- Buffa insisteva con Ca- vuto tenere il governo: stelli, affinchè se ne ren- «Se badano a me, tor- desse portavoce presso S. nato il sig. Revel, Martino e Cavour, sulla stampati tutti i docu- necessità di pubblicare in menti, e provveduto al Genova un giornale filo- prestito pei naturaliz- governativo da contrap- zati stretti dal bisogno, porre all’Italia e Popolo, chiuderanno le orec- al Cattolico, alla Maga, chie ad ogni amiche- per dar coraggio ai mode- vole profferta di rati e ai pochi cavouriani mediatori; staremo genovesi e per «drizzare sulla nostra e Dio lo spirito pubblico». provvederà al resto. Buffa sapeva che in Così spero che si farà. Genova, nell'ambiente Tale è l'opinione fissa dell'emigrazione lom- di Cavour e di S. Mar- barda, coloro che erano tino». Il principe Napoleone consigliava strare il giornale mazziniano Italia e Po- soggetti al sequestro erano disposti a dare fermezza e resistenza alle pretese austria- polo. Il 22 aprile confidava a Castelli i all'Austria la loro parola d'onore di non che, affermando che l'avvenire era per suoi motivi di amarezza: «Io tiro avanti a aver partecipato al moto del 6 febbraio l'Italia piemontese. reprimere con energia, ma ti assicuro che per poter disporre dei loro beni. «Con Il 18 aprile era stata presentata la sono stanco di fare questa parte tanto quest'atto si perderebbe una buona parte legge per i mutui parziali ai naturalizzati contraria all'indole mia. Non credere per- di ciò che il Piemonte guadagnò ultima- colpiti dal sequestro. La relazione che ciò che io voglia operare più rimessa- mente colla sua condotta -commentava Cavour aveva preparato era audace e mente nell'avvenire: operai finora per Buffa il 21 maggio. -Giratela come vo- forte più del memorandum. La sinistra sentimento di dovere, e questo non mi ab- lete, sarà sempre un'umiliazione a cui il voleva che la legge fosse estesa agli emi- bandonerà mai; se i nostri avversari non Piemonte non si dee assoggettare. La grati non naturalizzati; la destra estrema si stancheranno di crearci degli imbrogli cosa è certa e ha probabilmente, lo sai lamentava l'inasprimento delle imposte. e dei pericoli, io non mi stancherò di bat- meglio di me: donde venga non è diffi- La maggioranza della Camera era con- terli senza pietà: ma ti assicuro che sotto cile conoscerlo; l'Inghilterra è in appren- corde; si sperava sul buon effetto che alla calma e alla fermezza che dimostro al sione pel viaggio del Duca di Genova. quella legge avrebbe prodotto all'estero di fuori, sta un disgusto profondo e un vi- Ma il Piemonte si gitti in braccio a Na- (era un gesto nobilissimo; il Piemonte vissimo desiderio che cessi una volta il poleone, e spinga innanzi questo mezzo non poteva fare di più). La pubblicazione bisogno della severità e che io possa pi- termine per aggiustare la quistione col- del memorandum produsse ottimo ef- gliare andamenti più conformi alla natura l'Austria prima che quel fatto sia avve- fetto: esso onorava un governo costitu- del mio animo. Ma par destino che io nuto. Non credo che il Governo vorrà zionale. Buffa, il 22 aprile, scriveva a debba sempre fare la parte dell'aguzzino. abbandonarsi affatto alla Francia; ma sia Castelli che Lord Minto lo aveva definito E sia pur così, se così dee essere; mi terrà che vuolsi, noi non dobbiamo sacrificare un capolavoro. sempre dritto e fermo l’amore della causa un atomo del nostro avvenire a nessun in- A Genova, Buffa aveva fatto seque- che difendiamo». Il governo riconosceva trigo diplomatico, neppure dell'Inghil- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 186

186

terra. Se in questo momento al Piemonte te generale di Genova che aveva scritto seguire ed avevano in comu ne, come as- conviene esser francese, lo sia: se al suo governo che soltanto la parola sicurava Castelli, «il presente e l'Inghilterra non sa proporci altro mezzo d'onore data dai naturalizzati e accettata l'avvenire». L'amicizia tra Cavour e Rat- migliore di conservare il nostro onore in- dall'Austria poteva risolvere la questio- tazzi era solida ed era un bene per il go- tatto, non è colpa nostra. E il nostro onore ne. «L'Inghilterra s’adombra per questo verno. è il nostro avvenire. Piccoli e deboli viaggio del Duca di Genova - scriveva Il tentativo mazziniano della Luni- come siamo, dopo aver tanto generosa- Buffa il 24 maggio - e teme che il Pie- giana era fallito: l'intervento del gover- mente iniziata la questione, non ci resta monte si gitti in braccio a Napoleone: no era stato tempestivo. Castelli, il 13 set- a fare che una sola cosa, la nostra politica vorrebbe perciò che questa pressione del- tembre, scriveva: «L'opinione qui si è si ristringa tutta in due parole, accostarci l'Austria in un modo o nell'altro finisse manifestata affatto contraria a questo sempre a quella potenza che ci ajuta me- presto e il Piemonte non fosse poi così pazzo tentativo e tutti, senza distinzione glio a conservare il nostro onore». obbligato a cercarsi quell'appoggio che il d'opinione, approvavano l'operato del Buffa affermava che la Francia e l'In- gabinetto inglese non ha saputo darci». Il Governo». ghilterra si erano «sbilanciate gittandosi governo sardo era estraneo alle dichiara- A Londra e a Parigi si presagiva im- troppo innanzi a nostro favore, che biso- zioni proposte nell'ambito dell'emigra- minente la guerra. Le probabilità di gnava cogliere l'occasione e inchiodarle zione: a Cavour risultava che l'Austria guerra preoccupavano Cavour per il com- ove s'erano poste da se medesime; che, se avrebbe tolto singolarmente i sequestri, mercio dei cereali, ma rallegravano il Re. si tardava, esse accortesi d'aver troppo ma indipendentemente dal governo L'opinione pubblica voleva Rattazzi mi- trascorso avrebbero cominciato a ricer- sardo, come aveva fatto per il decreto di nistro di Grazia e Giustizia, e lo desidera- care il proprio equilibrio e ci avreb- bero sequestro. Il governo non poteva recare vano Cavour e S. Martino, ma questi era consigliato de' mezzi termini». il proprio consenso alle dichiarazioni che riluttante. Aveva insistito perché si fosse subi- dovevano essere sottoscritte dai natura- Il governo aveva intanto adottato se- to richiamato l'ambasciatore sardo a Vien- lizzati, perché - pensava Buffa - ciò vere misure contro gli emigrati compro- na, anziché trovare la formula del con- avrebbe tolto al Piemonte il merito della messi nel tentativo della Lunigiana. C'era gedo motivato, la quale aveva offerto al- sua ferma condotta, e smentito l'afferma- bisogno di fermezza, mentre si aspettava l'Apponyi l'occasione di rimanere a To- zione che i sequestri erano contrari alla che la questione d'Oriente offrisse ele- rino, dove era in relazione col gruppo giustizia e al diritto pubblico. menti per una valutazione della politica retrogrado. Secondo Buffa l'Inghilterra La questione d'Oriente turbava il europea e per la formulazione di una cercava, dopo una politica audace nella mondo politico europeo. Il 22 giugno Ca- linea di condotta. Buffa considerava le questione insorta tra Piemonte e Austria, stelli informava che al ministero dell’In- probabili eventualità di una guerra, a cui il proprio equilibrio pronunciandosi am- terno erano giunte notizie che i maz- il Piemonte avrebbe potuto partecipare. biguamente, invitando il governo sardo a ziniani stavano organizzando «di nuovo Castelli temeva che i mazziniani compro- mantenersi nella difensiva, senza assu- qualche ribalderia o pazza impresa». Pen- mettessero il Piemonte, e dichiarava il 30 mere una posizione precisa. sava che i mazziniani sperassero in una settembre, non nascondendo la sua con- «L'Inghilterra ha ragione - scriveva Buffa rottura tra l'Austria e la Francia. sueta acredine: «Quanti non mi dissero nella lettera citata - fa il suo interesse; ma Le speranze di pace andavano dimi- che infine non cospiravano contro il Pie- possiamo noi pure fare il nostro. Che im- nuendo per la questione d'Oriente. monte, ma la loro bandiera non è forse porta a noi s’ella teme la nostra alleanza La politica europea non era favore- nemica al Piemonte quanto all'Austria? E colla Francia? non la vuole? ci faccia of- vole al Piemonte; Buffa, il 5 settembre, il loro trionfo, anche parziale, non sa- ferte migliori, si metta più decisamente chiedeva informazioni a Castelli. rebbe egli un trionfo contro la Costitu- dalla nostra parte e noi saremo con essa. «L'Austria in grazia della quistione zione monarchica? Io credo che anche Questo è l'unico rimedio, non già quello d'Oriente - scriveva - riuscì ad amicarsi data la guerra sarebbero i nostri più acca- di condurci all'umiliazione per comodo Francia ed Inghilterra, ed ora noi non ab- niti nemici, e guasterebbero ogni cosa suo». Se i lombardi naturalizzati sardi biamo più un amico al mondo, e con una pertinacia ed audacia, di cui ab- avessero sottoscritto quella dichiara- l'orizzonte è così brutto che da qualche biamo già sin d'ora gli esempj... Abbiamo zione, di cui si faceva parola, sarebbe ministro s’è parlato anche di quel che si poi sempre ad avere in mente che uno dei stata un’umiliazione per il Piemonte, un farebbe in caso d'invasione». Si aspettava loro propositi è di compromettere il Pie- atto di sudditanza all'Austria. che gli affari d’Oriente offrissero più monte, così che la riuscita loro non Hudson era a Genova e frequentava chiari orientamenti per interpretare la si- monta». gli esponenti dell'emigrazione lombarda tuazione politica. Il Re era contento del Il partito reazionario-clericale ripren- allo scopo indicato da Buffa; il ministro governo e del paese. Cavour e S. Martino deva vigore; il Re raccomandava ai mi- britannico aveva confidato all’Intenden- concordavano su tutta la linea politica da nistri di vigilare su di esso; egli appro- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 187

187

vava la politica del go- notevolissimo interesse per lo studio verno, ed era sempre deciso della storia subalpina dal 1847 al a difendere lo Statuto (15). 1858. Su Buffa cfr. Lucetta Franzoni Gamberini, Domenico Buffa e la sua In Torino si faceva intensa parte nel Risorgimento Italiano, in propaganda contro Cavour Bollettino del Museo del Risorgi- da parte del partito cleri- mento, Bologna, a. I (1956), pp. 106- cale, circolavano petizioni 124; a. II (1957), pp. 171-199; a. Ili perché fosse fissato il (1958), pp. 17-60; Emilio Costa, Il prezzo del pane all'uso di Regno di Sardegna nel 1848-1849 nei carteggi di Domenico Buffa, Roma, Parigi. Il De La Tour affer- 1966, volume primo (è prossima la mava che la politica del go- pubblicazione del II e III volume); verno piemontese non pote- id., Le carte di Domenico Buffa, in va continuare, e sosteneva «Rassegna Storica del Risorgi- che se l'Austria non fosse mento», a. LI (1964), pp. 551-566; stata turbata dalla questione id., Massimo d'Azeglio, Cavour e la crisi politica del 1852 in Piemonte at- d'Oriente, avrebbe liberato peggiorasse: le ultime notizie giunte da traverso le carte di Domenico Buffa, il Piemonte dai mazziniani e dagli emi- Londra erano poco favorevoli per una ri- Torino, Accademia delle Scienze, Atti della grati. Erano idee strambe, ma prese alla soluzione pacifica della questione orien- Classe di Scienze morali, 1966, vol. C, pp. 361- lettera dai clericali, i quali avevano spinto 388; id., Dall'avvento di Cavour alla vigilia di tale (Cavour temeva una mozione alla innanzi la loro arroganza attraverso i loro Plombières. Aspetti e momenti di vita politica Camera sul problema dei dazi, in quel giornali. A Genova gli emigrati turbolenti subalpina dal 1853 al 1858 nelle memorie di momento inopportuna). Domenico Buffa, in Bollettino storico-bibliogra- erano stati arrestati; si compilavano le fico subalpino, a. LXV (1967), pp. 47-125. liste di coloro che dovevano essere im- Note 4 Carteggio politico di Michelangelo Ca- barcati per l'America. stelli, edito per cura di Luigi Chiala 1 Questo saggio introduttivo è sostanzial- , Roma, La temuta carenza di cereali, che tur- mente basato sui documenti inediti, raccolti nel 1890, vol. I (1847-1864), p. 28. Carteggio politico di Michelangelo Ca- bava specialmente Genova, dove il carteggio che segue. È inutile riportare qui indi- 5 stelli prezzo del grano era più elevato che nei cazioni bibliografiche, trattandosi di un periodo , op. cit., p. 29. 6 II linguaggio politico di Buffa, nell'au- mercati piemontesi, rappresentava una di estrema importanza nella nostra storia risorgi- mentale, sul quale la letteratura storiografica è tunno del 1848, usato contro il ministero Per- seria questione. Cavour era preoccu- rone-Pinelli, mosso da una costante vibrazione pato. Tentativi sediziosi erano già apparsi immensa. Ho quindi limitato il discorso ai rap- porti tra Castelli e Buffa, sottolineando gli patriottica (il deputato ovadese era stato uno dei a Genova fin dal mese di agosto riguardo aspetti inediti della realtà politica piemontese più strenui assertori della ripresa delle ostilità al temuto rincaro del pane (c'era anche il che offre la lettura del loro carteggio. contro l'Austria), e il suo inserimento nell'oppo- gioco dei mercanti e dei mediatori di ce- 2 Sulla personalità e l'opera di Michelangelo sizione democratica, erano stati valutati con estrema diffidenza dai moderati torinesi. Anche reali, che trovavano il loro tornaconto Castelli, oltre il Carteggio e le Memorie curati dal Ghiala (testi fondamentali per taluni aspetti la nomina di Buffa a ministro dell'Agricoltura e nell'allarmismo popolare, per fare au- del Commercio nel Gabinetto giobertiano aveva mentare il prezzo del pane). Tale que- della nostra storia risorgimentale) cfr. l'ottimo lavoro di Giuseppe Talamo, Un moderato: Mi- incontrato lo sdegno dei moderati; e soprattutto stione annonaria, pur con i suoi motivi di chelangelo Castelli, Roma, 1955. il suo manifesto a Genova del 18 dicembre turbolenza, aveva convinto Cavour della 3 Domenico Buffa (Ovada, 1818 - Torino, 1848, che conteneva esplicite espressioni demo- necessità di mantenere a qualunque costo 1858), storiografo, letterato, fu deputato, mini- cratiche, era stato motivo di proteste articolate stro di Agricoltura e Commercio nel 1848-1849 nell'ambito liberale moderato, nell'aristocrazia, la più assoluta libertà commerciale, a non nell'ufficialità dell'esercito. togliere i dazi, a non diminuire il prezzo nel Gabinetto Gioberti, intendente generale a 7 Sulla formazione spirituale di Buffa, sulle dei trasporti sulle vie ferrate (come era Genova nel 1853-1854. Fu commissario straor- dinario per l'organizzazione della Guardia Na- sue amicizie vedi il mio recente saggio biogra- desiderio dei genovesi) perché tali misu- zionale nella Divisione Amministrativa di fico La giovinezza di Domenico Buffa (1818- re avrebbero cagionato allo Stato una per- Alessandria nell'estate del 1848 e dal dicembre 1847), in Figure e gruppi della classe dirigente dita di due milioni, senza produrre nes- 1848 al marzo 1849 fu commissario straordina- piemontese nel Risorgimento, Torino, 1968. suna influenza sui prezzi, e soltanto rio con pieni poteri a Genova. Fu l'ideatore e 8 Tali lettere illustrano le condizioni politi- sarebbero tornate utili ai negozianti e agli l'organizzatore con Rattazzi del partito di cen- che piemontesi alla vigilia dello Statuto, e sono armatori. tro-sinistro. Giornalista politico di vocazione, interessantissime. Più tardi il Montanelli rivelò organizzò la realizzazione di alcuni giornali ge- il nome dell'autore, che era il Buffa, lodando la Secondo Cavour non era prudente di- novesi. Diresse con Terenzio Mamiani «La Lega franchezza con cui aveva analizzato la vita po- chiarare che il dazio sul grano sarebbe Italiana», organo dei moderati federalisti geno- litica subalpina (cfr. Giuseppe Montanelli, Me- stato mantenuto, perché c'era il timore vesi. Fu membro di numerose commissioni par- morie sull'Italia e specialmente sulla Toscana dal che la situazione politica internazionale lamentari. I suoi carteggi politici sono fonti di 1814 al 1850, con introduzione di Angelo Toni- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 188

188

nelli, Firenze, 1963, p. mezzodì, vennero a vedermi. 349. Non se ne viddero mai tanti 9 Massimo d'Aze- uniti: mi si disse non mancas- glio il 31 marzo 1851 sero in tutto che otto o dieci o scriveva a Castelli: assenti o malati. I venuti non «Mi reco a gradito uf- erano meno di 200. Dissi loro ficio di parteciparle brevi parole, ma molto bene ac- che S. M. prendendo colte: uscirono contenti. Alla in particolare conside- sera la Guardia Nazionale mi razione le numerose fece una magnifica serenata, e prove da V. S. date gli ufficiali salirono al mio ap- della sincera sua devo- partamento. V’intervenne im- zione ai veri interessi provvisamente il sindaco, e dai del paese, si è degnata complimenti che mi fece, egli sulla proposta da me che prima erasi tenuto assai ri- rassegnatale in udien- servato, ho potuto scorgere che za del 17 corrente, di quella manifestazione aveva destinare la S. V. Ill.ma con una commissione retto. Tengo a calcolo l'opinione che questi le fatto senso e dato forse il tracollo a quel partito temporaria presso la R. Legazione a Parigi, nella hanno manifestato, e nulla lascerò d'intentato della nobiltà che mi avversava. Il vedere nella fiducia ch'Ella saprà rendere in quella residenza per liberare il paese dalla servitù del gran capo festa, sul mezzogiorno e poi alla sera, la Guar- specialmente profittevole pel servizio del R. go- d'Israele» (cfr. Carteggio politico di Michelan- dia Nazionale attraversare la città per venire da verno i talenti di cui la S. V. va adorna e le per- gelo Castelli, op. cit., vol. I, p. 66). me (siccome la Guardia è la rappresentanza più sonali sue relazioni in quella capitale » (cfr. 12 Cavour il 9 maggio scriveva a Castelli: generale della città perché è composta Carteggio politico di Michelangelo Castelli «J'ai attendu pour répondre a votre dernière let- d'individui di tutte le famiglie d'ogni classe) fece edito per cura di Luigi Ghiala, Torino, 1890, vo- tre d'avoir fait a la Chambre l'exposé de l'état forse intendere agli avversari che l'opinione uni- lume primo (1847-1864), p. 66). de nos finances [nella tornata dell'8 mag- gio], versale era per me. Cosiché stassera ho potuto 10 L'amarezza di Castelli durante il sog- vous le lirez dans la Gazette Piémontaise. J'ai dire a me stesso: ho vinto. giorno parigino, dovuta ad una pluralità di circo- exposé la situation du pays dans toute sa vérité, Genova, 17 gennaio 1853. Oggi infatti non stanze, appare chiaramente in una lettera ch'egli sans rien dissimuler. Vous pouvez en donner pochi nobili vennero a visitarmi Da quanto odo scrisse all'Azeglio il 27 maggio 1851: «Senza l'assurance a tous ceux avec qui vous aurez l'opinione pubblica si volge tutta a me. All'im- istruzioni, senza appoggio veruno ho durato si- l'occasion d'en parler. Puisque vous n'avez pas mensa catena d'impiegati d'ogni genere che in nora, e dovetti crearmi la mia missione: quale de grandes occupations a Paris, vous questi primi quattro giorni venne a vedermi, ho essa sia, ella ne sarà giudice al mio ritorno, limi- m'obligeriez infiniment de la traduire en fran- parlato sempre d'energia e di fermezza sopra- tandomi per ora a dire che certe cose bisogna ve- gais et de la faire publier sous forme de bro- tutto perché l'unico modo di risvegliare dalla sua derle e toccarle con mano per potersene fare una chure. Si vous trouvez a Paris quelqu'un qui sonnolenza l'immensa maggioranza buona di giusta idea. Saprà che il conte di Cavour mi ha voulùt se charger de la traduire en anglais, je questa città è il farle sentire che il governo è dato qualche incarico relativo al suo ministero; crois que cette traduction pourrait nous ètre in- forte e che può e vuole sostenerla» (Buffa, Me- mi adopero cosi per quanto so e posso per quella finiment utile». E continuava «Considérez-vous morie 1853, 1854, 1855, 1856, 1857, 1858, p. 1. causa che ci è a tutti comune; vedo qualche volta comme mon représentant special a Paris. Deve- Manoscritto conservato nell'archivio Buffa in il conte Gallina che è per me gentile, ma le no- nez homme de finance... Je crois qu'en secon- Ovada). stre relazioni non possono a meno di risentirsi dant mes efforts pour sortir de la crise 14 Era stato nominato il 21 novembre 1852. della falsa posizione in cui reciprocamente ci financière, vous rendrez un bien plus grand ser- Gustavo Ponza di S. Martino gli scriveva il 30 troviamo. Ringrazio intanto il cielo di non avere vice au pays, que si vous vous méliez des tripo- novembre: «II Ministro dell'Interno si pregia di abbandonato la deputazione, per imbarcarmi de- tages politiques qui ne sont de nature a partecipare al sig. avv. Michelangelo Castelli, finitivamente nella diplomazia, e ringrazio la n'amener aucun bon resultai... J'ai tellement tra- deputato al Parlamento Nazionale, che S. M. sorte d'avere un Massimo d'Azeglio al ministero vaillé pour ètre en mesure de présenter prom- nell'udienza del 21 di questo mese si è degnata degli esteri. Se ciò non fosse ho l'onore di assi- ptement mon rapport a la Chambre, que j'ai été di nominarlo a Primo Uffiziale del Ministero curarla che io non mi troverei più in Parigi a sur le point de tomber malade» (cfr. Carteggio dell’Interno, coll'annuo stipendio di L. 6000 a quest'ora, in questa mia quarantena diplomatica. politico di Michelangelo Castelli, op. cit., vol. I, cominciare dal 1° del prossimo mese di dicem- Spero che non vorrà vedere in queste mie parole pp. 69-70). bre...» (cfr. Carteggio politico di Michelangelo idea alcuna di lagnanze, che ripugnano altret- 13 Buffa aveva preso possesso della carica Castelli, op. cit., vol. I, p. 114). tanto al mio carattere che alla mia qualità di de- d'Intendente generale di Genova il 13 gennaio 15 Rattazzi il 7 ottobre scriveva da Ales- putato» (cfr. Carteggio politico di Michelangelo 1853; temeva di non essere bene accolto a causa sandria a Castelli: «Sento con vera soddisfa- Castelli, op. cit., vol. I, p. 73). del suo commissariato dal dicembre 1848 al zione le buone disposizioni del Re: uniti tra noi, 11 Cavour era stato incaricato interinal- marzo 1849; invece fu ricevuto con molta sim- e con esso non saremo tanto deboli, e potremo mente del portafoglio delle Finanze il 10 aprile patia. È utile riportare una pagina inedita, tratta far qualche cosa prima che si giunga a costrin- 1851. In quel mese aveva scritto a Castelli a pro- dal manoscritto delle sue memorie: «Genova, 16 gerci di alzare i tacchi» (cfr. Carteggio politico posito dell'incarico affidatogli presso i ban- gennaio 1853. Questa mattina ebbe luogo una di Michelangelo Castelli, op cit., vol. I, p. 121). chieri: «La ringrazio delle visite fatte e splendida manifestazione della Guardia Nazio- conferenze avute con banchieri a cui l'ho indi- nale. Tutti gli ufficiali guidati dal Generale, a urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 189

189 Quando dall' Italia si emigrava in Perù: una storia di emigrazione dal Monferrato al Sud America. di Lucia Barba

battesimo sono Giovanni Caneva e Rosa- Carlo Alberto Savoia-Carignano che, cin- La storia siamo noi , lia Terragni che, con ogni probabilità, que anni dopo, avrebbe perso regno e nessuno si senta offeso, rappresentano le due famiglie di apparte- corona nella battaglia di Novara (1849 .. siamo noi questo prato di aghi , nenza del piccolo. “la fatal Novara..”) intesa come rovinosa sotto il cielo. Simone è uno dei sessantasei bam- conclusione della prima guerra d' indi- La storia siamo noi , bini nati quell'anno in paese. pendenza.(3) attenzione: Poiché spettava ai padri dei battez- Carpeneto che, da poco più di un se- nessuno si senta escluso. zandi apporre la firma sul documento colo, chiusa la millenaria sudditanza possiamo sapere quanti di loro avevano monferrina, fa parte del regno di Sarde- Questi versi con cui inizia una bella almeno i primi rudimenti di scrittura e gna, è un paese densamente abitato con- canzone di Francesco De Gregori sono quanti si dovevano accontentare di una siderando i limiti della ristretta struttura giusti per la storia che segue, che ci ri- piccola croce apposta accanto al proprio abitativa del paese, rimasta sostanzial- porta alla seconda metà dell'800 in una nome, scritto in vece loro dal prevosto. mente intatta. La popolazione sta cre- Italia finalmente unificata ma in bilico Inoltre, visto che veniva annotato il scendo, segno di di una situazione tra espansione economica e arretratezza, mestiere dei genitori, risulta che quindici economica che si evolve. Se nel 1838 la tra progresso sociale ed emarginazione.Il nati erano figli di massari, quarantadue popolazione assomma a 1339 unità, nel protagonista segue il grande flusso della figli di contadini, due di benestanti (di 1848, quattro anni dopo la nascita di Si- Storia e, senza esserne consapevole, entra uno veniva specificato che si trattava di mone, il totale risulta essere di 1519 nello ”spirito del tempo” (1), vittima e un notaio), sette erano figli di artigiani. unità. In dieci anni, quindi c' è stato un partecipe ( come un ago nel prato sotto il Precisamente gli artigiani erano un aumento di 180 anime.(4) cielo) del grande e inesorabile fluire delle calzolaio, un falegname, un sarto, un pa- Simone Caneva nasce figlio di conta- vicende umane. Il focus della storia si nettiere, un cebraro, un ferrajo, un ma- dini in un paese in cui l'agricoltura è atti- fissa sull'anno 1885 quando Simone Ca- stro-muratore. Su quindici massari solo vità predominante e la viticultura si avvia neva ( questo è il nome del protagonista) quattro si dimostravano in grado di fare a diventare monocultura . entra a far parte del grande popolo degli la firma, su quarantadue contadini venti- La crescita demografica del secondo emigranti italiani che, fra il finire sei erano illetterati, mentre i benestanti Ottocento è ascrivibile, almeno in parte, dell'800 e l'inizio del ‘900, affrontarono firmavano, come pure tutti gli arti- alla possibilità che viene data ai piccoli con speranza e disperazione un viaggio giani.(2) contadini e agli affittuari di riscattare i di sola andata verso le Americhe. Furono Non possiamo sapere se le madri fos- terreni in enfiteusi.(5) Permangono tutta- milioni e la loro sorte più o meno fortu- sero o meno alfabetizzate in quanto non via alcune grandi proprietà che rimar- nata produsse enormi cambiamenti so- veniva loro richiesta la firma ma pos- ranno tali ancora per gran parte del ciali, economici, di costume e di cultura siamo conoscere il mestiere che corri- Novecento quali le tenute Magnona e per tutti i paesi che vi furono coinvolti. spondeva o a quello di “ contadina” o a Cannona nella parte orientale più pianeg- Come in tutte le storie, anche in questa, quello di “ donna di casa”. In un caso giante del Comune ma, nel restante terri- prima di arrivare all'acme ci sono prece- soltanto si parla di una “sarta”, moglie torio, continuano a prevalere i piccoli denti da cui non si può prescindere . del mastro-muratore. fondi dei contadini-proprietari detti par- Il tempo è stato detto, il luogo è una Simone nasce suddito di sua maestà ticolari, e le cascine di medie dimensioni comunità agricola del Mon- lavorate in proprio o, ferrato, che vive di vigne e molto spesso, da mezzadri, boschi, di circa 1500 abitanti. per conto di proprietari L' azione è a seguire..... quasi sempre residenti Simone Caneva nasce a Car- fuori Comune, in modo peneto il 7 Novembre del prevalente, ma non esclu- 1844, come risulta dall'Atto sivo, a Genova. Ci sono di Battesimo stilato dal pre- poi i braccianti che, non vosto Salvi. Il padre Giovanni avendo proprietà loro , la- e la madre Caterina Terragni, vorano sui terreni altrui nel appartenenti ad antiche fami- periodo Primavera- Estate glie carpenetesi già presenti quando urgono i lavori in nello Stato delle anime del campagna. A volte anche i 1678, sono entrambi conta- piccoli proprietari si tra- dini. Padrino e madrina di sformano in braccianti urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 190

190

Alla pag. precedente, la piazza Nella pag. a lato: emigranti in principale di Carpeneto attesa di imbarco nel porto di Genova

quando, dopo aver terminato i lavori nel cordino di essere stati testimoni di eventi bedue li sposi dichiarato di essere illette- loro fondo, vanno “ a giornata” per arron- epocali ma ricordino benissimo i i loro rati”. E' uno dei 25 matrimoni che ven- tondare il bilancio familiare. Anche se, ri- accadimenti personali, infimi per la storia gono in quell' anno officiati in Comune. spetto ai periodi precedenti, assistiamo ad ma fondamentali per loro. E' quella che Due anni dopo, sfogliando il registro una maggiore redistribuzione dei redditi viene chiamata la Sindrome di Fabrizio degli atti di nascita, scopriamo che alla il tipo di economia vigente è ben poco di- del Dongo. (9) In questa storia succede giovane coppia è nato un maschietto a cui namico visto che si mira a produrre che Simone si sposi poco più di due mesi è stato dato il nome Giovanni, per rinno- senza reinvestire perché il piccolo pro- dopo la proclamazione del regno d'Italia vare il nome del nonno paterno. Il solito prietario non ha surplus e il proprietario con Roma capitale. Il regno di Sardegna, zelante Bobbio annota che alle tre po- (quasi sempre assente) mira ad un'econo- che lo ha accompagnato dalla nascita fino meridiane dell' 8 Agosto 1872 in Carpe- mia di puro guadagno e non intende rein- alla sua compiuta gioventù, non esiste più neto, nella sala comunale ...” è comparso vestire in attività a lungo termine e dai dal 1861 ed ora si è aggiunta Roma, ca- Caneva Simone fu Giovanni di anni 28, risultati incerti.(6) La legge agraria del pitale del regno! Praticamente tra la na- nato e residente in Carpeneto il quale ha 1857 con cui primo ministro Camillo scita e il matrimonio si è compiuta l'Unità presentato un bambino di sesso maschile Cavour (7 ) dà la possibilità di riscattare d' Italia. Che cosa e come gli sarà arrivata che dichiara essergli nato alle ore 12 po- i terreni già condotti in enfiteusi ha certo notizia della “ grande storia”? meridiane del 6 corrente Agosto dalla di contribuito ad un tentativo di reiquilibrio In Comune a Carpeneto c'è l'atto di lui moglie Carosio Angela Maria fu Ales- dei redditi ma già nel 1852 la malattia matrimonio di Simone, redatto con per- sandro.” Nell'atto di matrimonio la sposa dell'oidio, che ha colpito la vite, ha solo fezione calligrafica, che ci apre uno spi- risultava come Maria Giovanna, mentre anticipato le malattie che infieriranno raglio su una vita semplice: Simone ha qui è segnata come Angela Maria. In en- sulla cultura della vite in modo assai più ormai 26 anni, è orfano di padre e madre, trambi i casi è dichiarata figlia del “ fu grave nel 1884 con l' arrivo della perono- fa il contadino e non firma l' atto del suo Alessandro” per cui si tratta, con ogni spera e, nell' ultimo decennio del 1800, matrimonio, perché è illetterato. La sposa probabilità, di una variante solo nominale della fillossera. (8). Nel 1868 l'imposta ha appena diciotto anni e , per la legge al- visto che il padre è corrispondente. sul macinato colpisce soprattutto i con- lora vigente, è minorenne. E' un giorno di Nello stesso atto viene precisato il sumi delle classi subalterne che vedono Novembre, come lo era il giorno della luogo di abitazione , “cascina Maran , re- nel pane un alimento fondamentale della nascita di Simone. E', precisamente, il 12 gione Madonna della Villa”. Non è casa loro dieta quotidiana. Inoltre la terza Novembre e sono le nove di mattina: in loro ma di Carosio Margherita, madre guerra d' indipendenza (1866) indebiterà Municipio li aspetta l'assessore ed uffi- della sposa.(11) ancor più il giovane Stato già fortemente ciale di stato civile, Giuseppe Bobbio, di Nascerà a distanza di alcuni anni una in crisi dopo le annessioni dei singoli stati professione farmacista (10). Gli sposi bambina a cui verrà dato il nome Teresa. preunitari. Forse nella decisione che Si- hanno scelto come loro testimoni Zer- Destinazione Perù mone Caneva prenderà nel 1885, di la- bino, proprietario, e Piquet, caffettiere. Si Dal 1876 al 1915,14 milioni di Ita- sciare l'Italia per cercare fortuna in Perù può azzardare che i testimoni siano stati liani lasciarono il paese per cercare al- ci può essere anche il tentativo di opporsi scelti per comodità sul posto, vista la trove miglior fortuna. Se nei primi 10 alla malasorte di annate agricole disa- contiguità abitativa dei due testimoni con anni la meta predominante fu l'Europa strose. la sede del Municipio, considerato che fa- dalla metà degli anni '80 gli Italiani af- Il padre di Simone, nell'Atto di Batte- miglie Piquet e Zerbino sono ancora frontarono il viaggio in nave alla volta simo, si dichiara contadino, il che induce oggi proprietarie di case che affacciano delle Americhe. Nel giro di 40 anni 7 mi- a pensare che lavori su vigne di sua pro- sulla piazza del Municipio. La sposa si lioni e 600.000 Italiani si diressero in prietà che, tenuto conto della grande par- chiama Carosio Maria Giovanna e, in America, del nord e del sud. Il nuovo tipo cellizzazione dei fondi agricoli poteva quanto minorenne, è accompagnata in di navigazione a vapore permetteva anche non essere indice di sicurezza eco- Comune dalla madre, poiché è orfana di grandi trasbordi verso mete lontane. Uno nomica. Nel paese nel XIX secolo nessun padre. Anche la sposa è illetterata e di dei grandi problemi di questi piroscafi fondo agricolo a conduzione familiare professione contadina. Il solerte asses- (12) di recente invenzione ma troppo superava i 5 ettari e la gran parte di essi sore Bobbio chiede alla madre della sfrutttati e di scarsa manutenzione era era di gran lunga inferiore tanto da non sposa se acconsente al matrimonio della l'obsolescenza dato che, in media, arri- superare un ettaro e mezzo . figlia minorenne. Dopo l'assenso materno vavano, naufragi permettendo, ai 23 anni Il matrimonio vengono letti gli articoli 130,131, 132 del di navigazione. noltre questi piroscafi Anche se grande e piccola storia Codice Civile poi, espletate le funzioni di erano spesso sovracaricati e scarsamente vanno di pari passo poche volte si incon- rito, l'atto di matrimonio viene sotto- dotati di norme igieniche degne del trano e così accade che i singoli non ri- scritto solo dai testimoni per “avere am- nome. Cosicchè oltre al pericolo del nau- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 191

191

fragio non si poteva esclu- a cui far capo anche perché il dere la morte per morbi in- prezzo del viaggio non era un fettivi contratti nella pro- fattore secondario e rendeva miscuità o per debilitazione, ancor più necessario avere tenuto conto anche del lungo una certa sicurezza al mo- periodo in cui si restava a mento dell'arrivo nel paese bordo. Non sapremo mai che cosa abbia Anche per questo il Perù non fu mai straniero. Nelle chiamate nominali fun- spinto Simone Caneva ad affrontare a 41 meta di grandi flussi migratori; inoltre, zionava la solidarietà etnica che mirava a anni, nel 1885, dopo 15 anni di matrimo- alla perigliosità e ai costi del viaggio si creare nuclei omogenei di emigranti. Le nio un viaggio in Perù con moglie e figli. aggiungevano la mancanza di strutture catene migratorie si autoregolavano per- L’emigrazione dalle campagne del basso adatte ad accogliere molti emigranti, ché era il polo della catena ad avviare il Piemonte che avrà il suo apice agli inizi come accadeva invece in Argentina e in flusso e a sospenderlo, quando necessa- del Novecento procurava al di là degli ef- Brasile. Ciò spiega il motivo per cui in rio. La maggior parte degli immigrati in fetti di sradicamento sociale, effetti posi- Perù non ci furono mai grandi flussi mi- Perù nel XIX secolo esercitavano il com- tivi per le rimesse finanziarie degli gratori per richiesta di mano d'opera mercio in alcuni casi con risultati così emigranti nel paese di origine. L' emigra- senza particolare qualifica. Chi arrivava soddisfacenti da poter impegnare i ricavi zione verso i paesi del Sud America, spe- in Perù giungeva come anello di una ca- nell'acquisto di proprietà terriere. Ne cialmente verso l'Argentina, diede grandi tena migratoria che regolava natural- sono esempio i fratelli Lorenzo, Franci- guadagni alle Compagnie di navigazione mente i flussi in funzione di attività per sco e Josè Canepa che, giunti in Perù in- che, direttamente, o indirettamente attra- lo più private che assicuravano un posto torno al 1860, diventarono commercianti verso loro agenti, chiamati “ sensali dell' di lavoro. Quella verso il Perù, almeno di successo a Chincha Alta e, per diversi- emigrazione”, battevano i territori a più nei primi decenni dell' 800, dopo la pro- ficare la loro attività, acquisirono pro- alta densità migratoria e reclutavano emi- clamazione di indipendenza del Paese prietà terriere iniziando la coltivazione granti, privi di leggi di salvaguardia.(13) (1824), fu un' emigrazione soprattutto di della vite e la produzione di vino, molto Quando gli emigranti arrivavano a Ge- provenienza ligure, costituita da marinai richiesto in loco e, fino ad allora, poco nova venivano per lo più ospitati, in at- che, una volta arrivati nel paese stra- prodotto e consumato solo nelle occa- tesa dell' imbarco, in locande che, d'ac- niero, vendevano le carabattole che si sioni speciali. Si trattava di aziende collo- cordo con gli agenti, lucravano sulla mi- erano portati dietro e coi pochi risparmi cate in vallate particolarmente favorite seria e sul bisogno. Una volta imbarcati, mettevano su un emporio, chiamato pul- dalla morfologia del terreno e dalla situ- gli emigranti, quasi sempre illetterati e peria.(16 ) Con il tempo, la linea di emi- zione idrografica che si incastravano senza alcuna assicurazione erano alla grazione si spostò dalla costa verso nella “costa”, come veniva definita la mercè di un equipaggio che spesso li an- l'entroterra ligure. Molti di questi immi- stretta fascia costiera peruviana, caratte- gariava. Si aggiungevano le assai preca- grati dell' entroterra, giunti in Perù, si tra- rizzata da scarsa o totale assenza di rie condizioni igieniche e l'odore irre- sformarono in ortolani residenti nei acqua. A causa di tale aridità i terreni spirabile cui si ovviava, quando possibile, dintorni di Lima dove portavano gli or- coltivabili si trovavano solo nelle vallate stando sul ponte!(14) Per questo, spesso, taggi nei giorni di mercato .Ciò che con- e alle foci dei fiumi andini e le città della quando i migranti arrivavano in porto traddistingueva questa emigrazione, al- costa apparivano come delle oasi circon- erano in condizioni fisiche precarie. Sem- meno nei primi tempi, era il fatto che era date da terreni aridi, se non desertici. Alla pre augurabili, comunque, rispetto ai fre- costituita da soli uomini che tendevano fine degli anni '70 del XIX secolo esiste- quenti naufragi.(15) Certo è anche diffi- ad unirsi a donne del posto, facilitando vano più di 30 stabilimenti commerciali cile capire perché Simone Caneva abbia l'integrazione. Verso il 1870 ci fu un' in- di Italiani e molte botteghe vendevano scelto proprio il Perù, che era meta molto versione di tendenza e Simone Caneva , vino. Accanto alla produzione di vino si meno ambita e facile dell' Argentina e del che emigrava con moglie e figli, potrebbe sviluppò anche quella dell' acquavite. Brasile anche tenuto conto che il viaggio rientrare in questo nuovo tipo di emi- Negli anni '80 si può dire che furono per il Perù era più lungo e costoso visto grante. Quando la partenza non era cal- quasi esclusivamente gli immigrati ita- che, non esistendo ancora il canale di Pa- deggiata dagli agenti che battevano le liani a dare l'avvio alla produzione e alla nama, per arrivare in Perù si doveva cir- campagne per conto delle compagnie di commercializzazione del vino, prodotto cumnavigare la Terra del Fuoco e emigrazione, si partiva per chiamata da con viti provenienti dall' Europa. doppiare il tempestoso Capo Horn in un parte di conoscenti e parenti che costi- Novaro, Aneto, Mortola, Massa, Cer- viaggio che, alla fine dell'800 durava più tuivano il primo anello della catena. E' ruti, Fasce, Zunino, Canepa, sono alcuni di 50 giorni. sperabile che Simone avesse un referente dei nomi degli Italiani che hanno fatto urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 192

192

Nella pag. a lato, in alto: emi- Nella pag. a lato: emigranti sot- granti in navigazione in Atlan- toposti a controllo medico al- tico l’arrivo in America

fortuna con la produzione di vino in Perù. Giovanna di anni 13 e Teresa di anni 3. Statuto Albertino che rimarrà in vigore come Anche nella valle di Ica dopo la guerra Ho quindi munito del mio visto ed inse- corpo di leggi dello Stato fino alla fine del del Pacifico e l'occupazione cilena (1880- rito la copia suddetta nel volume degli al- 1947. Dal 1° Gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione attualmente vigente, pur modifi- 1884) ci fu una ripresa economica e gli legati a questo registro. Di tale inserzione cata. Carlo Alberto, che aveva dichiarato guerra immigrati italiani riuscirono a sviluppare faccio constare nel presente processo ver- all' Austria nel 1848, abdicò il 23 Marzo 1849, aziende agricole, soprattutto vitivinicole. bale che sottoscrivo . il giorno dopo la sconfitta di Novara e subito Uno dei più importanti imprenditori L' ufficiale dello stato civile partì per l'esilio in Portogallo lasciando il regno agricoli fu Enrico Mazzei originario di Geom. Carlo Gualco” al figlio Vittorio Emanuele, futuro primo re d' Firenze che chiamò a lavorare nella sua Il documento “si è caricato” di una Italia. Carlo Alberto morì ad Oporto, in Porto- gallo, pochi mesi dopo l' abdicazione, nel Lu- azienda enologi italiani , tra cui Giovanni serie di imprecisioni anagrafiche: il co- glio 1849. Soldi, nativo di Ovada che, dopo aver gnome Caneva si è trasformato in Ca- (4) Giancarlo Subbrero , Carpeneto tra Ot- studiato a Montpellier, era andato in Perù nepa, la moglie non risulta più Carosio tocento e Novecento “La storia dei Numeri” nel 1897 per dedicarsi alla produzione vi- bensì Carozzo e non Maria Giovanna o pp.23/40 sta in Storia e folklore nel Monferrato tivinicola. Introdusse in Perù vitigni ita- Angela Maria come fino allora era stata di Giuseppe Ferraro carpenetese . Atti del Con- liani e francesi. Tra i vitigni italiani il segnata nei registri dell'anagrafe bensì vegno a cura di Lucia Barba e Edilio Riccardini. Carpeneto 2007 moscato bianco di Alessandria chiamato Antonia, il figlio Giovanni è segnato (5) L'andamento demografico del paese an- Ocucape. Soldi inizialmente lavorò a come Giovanna. Una cosa pare certa: i dava di pari passo con quello dell' Ovadese. Per Chincha poi si trasferì ad Ica dove aprì loro corpi non furono ritrovati come la- tutto il secolo XIX il tasso di natalità non sa- una sua propria bottega.(17) scia capire l'espressione” perirono o rebbe mai sceso al di sotto del 35%, mentre Si potrebbe ipotizzare che Simone scomparvero”. quello di mortalità avrebbe segnato forti oscil- Caneva sia stato indirizzato verso una oc- Il naufragio di questo piroscafo non lazioni dovuta a cause diverse e impreviste (6) Proprio questo sfruttamento a distanza cupazione agricola in una di queste im- risulta né nel catalogo dei naufragi, né in dei terreni portava ad una esasperazione del- prese di Italiani con cognomi non quello delle navi né è accomunato ad l'istituto della mezzadria che sarebbe continuata dissonanti dal suo. Quanto a Giovanni una delle numerose compagnie di navi- per gran parte del Novecento, ragion per cui la Soldi l'avventura peruviana dell' Ovadese gazione dell' epoca. Ci sono piroscafi percentuale di terre lavorate a mezzadria in zona è posteriore al viaggio di Caneva e nes- con lo stesso nome ma le date non coin- sarebbe risultata qui tripla rispetto alla media sun contatto diretto è nemmeno ipotizza- cidono; c' è un piroscafo con questo della provincia di Alessandria bile. Quel che è certo è che Simone (7) Camillo Benso conte di Cavour nato a nome della società Rubattino ma viene ri- Torino il 10 Agosto 1810 , fu ministro dell' agri- Caneva a metà delgli anni '80 decide di ferito agli anni intorno al 1850 e, anche coltura del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852 imbarcarsi con moglie e figli per il Perù se è vero che questi piroscafi erano estre- e primo ministro dal '52 al '59 e dal '60 al su un piroscafo intitolato” Italia”. Ma in mamente obsoleti 30 anni di navigazione '61.Con la proclamazione del regno di Italia nel Perù nè Simone Caneva né i suoi figli né paiono troppi. Non si è lontani dal vero Marzo 1861 divenne primo Presidente del Con- sua moglie arriveranno mai. nel ritenere che questi naufragi di carrette siglio dei Ministri e , con tale carica, morì nel Lo scarno documento ufficiale che Giugno dello stesso anno. Con la legge 13 Luglio della povera gente fossero così comuni e 1857 n.2331si dava” Disposizione sulle rendite attesta il decesso di Simone Caneva e poco socialmente rilevanti da non fare della sua famiglia è contenuto nel regi- fondiarie costituite anteriormente all' osservanza notizia ma di essere messi nel conto di del Codice Civile, e sull'affrancamento delle enfi- stro dell' anagrafe del Comune di Carpe- danni collaterali. Solo i giornali del- teusi, subenfiteusi,albergamenti livelli, ..” neto riguardante i decessi dei cittadini l'epoca, forse, ci diranno qualcosa in più. (8) Lucia Barba, Per una storia del vino nel- carpenetesi nell'anno 1886. Note: l'Alto Monferrato, Amministrazione comunale Il documento dice questo: (1)” Spirito del tempo” è traduzione di un di Tagliolo Monferrato s.d.). “L' anno 1886, addì 2 Giugno a me vocabolo tedesco Zeitgeist venuto in uso (9)Viene chiamata sindrome di Fabrizio Gualco Carlo, segretario delegato per gli nell'800 per indicare la tendenza culturale , in- Del Dongo, protagonista della Certosa di Parma, tesa in senso lato, di una determinata epoca. il comportamento di chi non si accorge dei atti di nascita e morte con atto trentuno grandi eventi che lo stanno sfiorando. Luglio 1879 approvato, è pervenuto dal (2) Questo campione, statisticamente non valido perchè il numero considerato è troppo (10)La famiglia Bobbio ebbe farmacia in sig.Pretore un processo verbale di naufra- piccolo rispetto al totale degli abitanti per de- Carpeneto anche per buona parte del XXsecolo. gio del piroscafo l'Italia rilasciato dal durne una percentuale è, in ogni caso, significa- (11) Il toponimo Maran, riferito alla frazione Regio Vice Console d' Italia in Callao, da tivo. Soprattutto mette in evidenza l'indubbia Madonna della Villa non risulta più in uso (a cui risulta che nel menzionato piroscafo specificità dell' artigiano che gode di una certa meno che non si tratti di cascina Marana che si trova a Carpeneto e non nella frazione di Ma- perirono o scomparvero in mare le se- posizione, di uno status sociale che gli ha per- messo di andare a scuola . donna della Villa.). guenti persone Canepa Simone di... na- (3) Carlo Alberto di Savoia- Carignano fu re (12) Le navi a vapore applicano alla naviga- tivo di Carpeneto /Alessandria, la moglie di Sardegna e Principe di Piemonte dal 27 Aprile zione la scoperta della macchina a vapore inven- Antonia Carrozzo e due figli minorenni 1831 al 23 Marzo 1849.Nel 1848 concesse lo tata da James Watt. Inizialmente si pensava che urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 193

193

le navi a vapore potessero navigare 2014. solo sui grandi fiumi e fosse loro (14) Viaggiavano nelle precluso il mare aperto per diffi- stive su pagliericci e brande coltà di approvvigionamente di improvvisate e all’altezza di combustibile e per limitazioni logi- capo Horn le stive venivano stiche. Per questo motivo la naviga- inchiodate e coperti di cerata zione a vapore si diffuse prima i boccaporti per evitare che i negli Stati Uniti, che erano caratte- viaggiatori potessero salire rizzati da grandi fiumi navigabili.In sul ponte e intralciare le ma- Europa i più intraprendenti nelle ri- novre o essere spazzati via cerche di nuove tecniche di naviga- dalla violenza delle onde. Su zione furono gli Inglesi e i Francesi dere al sua flotta con quella della famiglia Flo- una scialuppa in una tempesta a Capo Horn. geograficamente portati alla navigazione ocea- rio di Palermo. A questo punto la compagnia WWW. LA STAMPA.IT nica. In Italia la prima nave a vapore fu il Ferdi- contava 81 piroscafi e aveva questa denomina- (15) C.Prosperi, L' emigrazione, sta in Ri- nando I . zione:”Società Navigazione Generale Ita- valta : due secoli di storia (1800.2000) La rotta verso il sud-est conobbe un'espan- liana”.La fusione con i Florio avviene nel 1881, (a cura di) C.Prosperi, Gian Luigi Rapetti Bovio sione enorme e oltre ai traffici condizionò anche lo stesso anno in cui Rubattino morì improvvi- della Torre, Acqui Terme 2014, pp. 329/335 la politica dei paesi toccati dalle nuove rotte ma- samente per febbbri malariche. A questo punto (16) Le pulperias erano empori in cui si tro- rittime. I piroscafi oltre a portare grandi carichi, subentrò in società Rocco Piaggio con la sua vava di tutto. Erano negozi gestiti quasi esclu- non dovendo sottomersi ai capricci del vento po- flotta e, di fatto, ne assunse la gestione inaugu- sivamente da Italiani. Vi si vendevano vestiti, tevano darsi degli orari di partenza e destina- raando una nuova rotta, quella Genova-Callao attrezzi, commestibili, francobolli e ogni genere zione e furono subito apprezzati per il servizio che è la rotta del nostro protagonista di mercanzia che servisse per la quotidianità. postale che vennero ad esercitare. Le città sul (13) Solo nel 1901 una legge escluse la fi- (17) Adriana Alarco, Nonno Giovanni arrivò mare, come Genova, non si lasciarono sfuggire gura dell' agente reclutatore, privilegiando in Perù in Urbs, Anno XXIII.Giugno 2010, l'occasione di fondare società di navigazione l'azione diretta delle Compagnie. Si trattò però pp165/169) versando quote associative capaci di reggere gli di una legge disattesa perché gli agenti continua- Soldi che si era sposato con la figlia di un investimenti necessari. rono la loro attività più o meno manifesta. francese, che in Perù si occupava di miniere, Il 4 Ottobre 1852 davanti un notaio a Ge- Gli agenti reclutatori esistono ancora, se pur Bertha Beringer, da cui aveva avuto 10 figli, nova veniva fondata la “La Compagnia Transa- con definizioni diverse, nei paesi ad alto tasso morì di spagnola, durante un viaggio di ritorno tlantica” con rotta Genova-Rio de Janerio di emigrazione dove, mandati da coloro che or- in Italia dove avrebbe dovuto farsi operare di -Buenos Aires e Genova-NewYork. ganizzano lucrosissimi (per loro) viaggi verso i calcoli, come consigliato dal fratello medico che Cavour che aveva capito l' importanza del paesi europei che affacciano sul Mediterraneo , lo aveva raggiunto in Perù nel 1920.Uno dei nuovo tipo di navigazione caldeggiò l' impresa trattano i contratti di imbarco per coloro che figli di Giovanni Soldi , Carlos fu amministra- e la finanziò chiedendo in cambio di fare il po- sono disposti a pagare molto pur di scappare tore di Ocucape per molti anni . stale con le Americhe. I primi vapori a partire dalla povertà e dalla guerra. Pare che si sia av- Per approfondimenti: furono il “Vittorio Emanuele” e il “Ca- viato un commercio che frutta ancor più del J.B. Duroselle,E.Serra, L'emigrazione ita- vour”seguiti dal “Torino” e dal “Genova”.Il commercio della droga. liana in Francia prima del 1914, Milano 1978 terzo viaggio fu effettuato dall'“Italia” acqui- Vedi: A Di Nicola-G.Musumeci,Confessioni G.Libert. L'emigrazione piemontese nel stato da Raffaele Rubattino socio della Transa- di un trafficante di uomini.Chiarelettere, Firenze mondo ,Asti 2009 tlantica il 2 Dicembre 1856 (E' P.Maldotti, Società di pa- il primo accenno a un piroscafo tronato per gli immi- di questo nome ma si tratta dello grati.Relazione al Ministro stesso su cui ha viaggiato Si- degli Esteri, Piacenza 1896 mone Caneva?) Gaetano Ferro,Adele Ma- Nel 1857 la” Transatlan- iello, Un secolo e mezzo di tica” abolì la rotta delle Ameri- flussi migratori in AA.VV , L' che e sostanzialmente fallì. emigrazione nelle Americhe Rubattino che nel 1857 aveva dalla provincia di Genova, Pa- fornito a Carlo Pisacane la nave tron, Bologna 1990 per la sua sfortunata impresa e Giovanni Bonfiglio,Gli nel 1860, con migliore esito, si italiani nella società peru- era “ lasciato derubare” del viana. Una visione storica. Fon- Lombardo e del Piemonte da dazione Agnelli,s.d. Giuseppe Garibaldi, nel giro di due anni, dopo il fallimento , Ringrazio il signor Franco riuscì a rimettere a posto una Caneva discendente di Simone nuova flotta e nell' Aprile del per avermi fatto conoscere la 1859 era pronto a riprendere storia e indirizzato nella ri- tutti i servizi marittimi prima so- cerca. spesi. Rubattino decise di fon- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 194

194 Un pazzo progetto di megalomania genovese: la derivazione dell’acqua dello Stura. di Paolo Bottero

Il 21 agosto 1853 il Comune di burocrazia, ma venne riesumato alla fine operai, i quali, per quanto riguarda questo Campofreddo protestava con veemenza, degli Anni Sessanta. Mandamento attesa la scarsa produzione “visto il Manifesto emanato dal Signor Ritengo necessario soffermare l’atten- del suolo devono trarre il primo mezzo di Intendente Generale di questa Divisio ne zione del lettore su questa problematica, sussistenza dall’industria, e colla diminu- amministrativa in data 16 corrente con perché il progetto di derivazione delle zione di questa sarebbero costretti ad cui si rende noto un progetto di de- acque dello Stura, se non fosse stato com- emigrare. rivazione delle acque dei torrenti Stura, battuto con forza e gagliardia dai nostri Oltre il danno attuale sarebbero de- e Vezolla, per essere condotte antichi padri, avrebbe distrutto e desolato luse per sempre le speranze di queste lungo la riviera di ponente nella città di tutta la Valle Stura e causato anche gra- popo lazioni di poter migliorare di Genova a beneficio d’essa”. vissimi danni alla bassa Valle dell’Orba. condizione, e prosperare, coll’impianto Era inammissibile che si potesse I nomi degli intrepidi difen sori dei diritti di nuovi stabilimenti industriali da decide re in tal senso: “essendo principio alla vita e al lavoro delle popolazioni attivarsi colle medesime acque di detto di diritto che chi sente il comodo deve valligiane meritano di essere mantenuti torrente, tosto che si trovasse in esercizio sentire anche l’incomodo; questo princi- vivi, ricordando in queste pagine la loro la nuova strada carrettiera che si sta co- pio verrebbe rovesciato, e l’immemoriale intrepida battaglia contro la brama di struendo da Ovada a Voltri, essendo ap- possesso di dette acque di cui godono i denaro di pochi imprendito ri e finanzieri punto dietro tali previsioni che i suddetti Campesi verrebbe usurpato a beneficio di nonché la cecità, l’egoi smo e Comuni si sono sottoposti a gravi debiti, chi non avea sopra diritto di sorta, contro l’indifferenza dei pubblici amministratori di cui sentiranno il peso per lunghi l’adagio ‘nemo cum aliena jactura locu- genovesi. anni....(omissis)...La domandata deriva- pletari potest’1 tanto più che si tratte- Nel novembre 1868 il Consiglio zione d’acqua ...non deve essere concessa rebbe di togliere ciò che è di uso pubblico Comu nale di Campofreddo (così come quando ridonda a danno gravissimo, ed per servire alla speculazione privata di quelli di Masone e di ) si irreparabile delle popolazioni dei diversi una società…”2. trovò invitato dal Prefetto a volergli far Comuni ne’ quali trascorre l’acqua mede- I Comuni della Valle Stura, di Ovada pervenire le proprie considerazioni in sima. Infatti nel Regolamento approvato e della Valle d’Orba si unirono alla prote- merito al progetto-Degola. Il Consiglio, con R.o Decreto 8 Settembre 1867 per le sta di Campo Freddo. Così, ad esempio, il “...visto l’avviso del Signor Prefetto...in derivazioni d’acque pubbliche, è previsto 13 novembre 1853 il Comune di Capriata data 11 corrente novembre col quale si all’art. 3 che le domande dovranno essere indirizzava anch’esso una violenta requi- notifica che il Cav. Bartolomeo Degola accompagnate da una relazione da cui ri- sitoria all’Azienda Generale delle Fi- avrebbe presentato domanda per una du- sulti non solo dell’utilità delle opere pro- nanze, Divisione di Novi, contro la plice derivazione d’acqua dai torrenti poste, ma ben anche del nessun danno domanda che era stata fatta da tale Mi- Stura e Masone, e Larestra a Cogoleto che ne può per esse venire ai terzi, locché chele Bauffou-Goullien onde poter de- per dotare di un nuovo acquedotto la se fosse stato riferito per la derivazione viare l’acqua dello Stura e trasportarla a Città di Genova, giusta il progetto di cui si trat ta, si dovrebbe dire che fu Genova mediante un traforo dell’Ap - dell’Ingegnere Cavaliere Cesare Parodi esposta cosa assolutamente contraria al pennino3. in data 17 ottobre ultimo scorso...”, deli- vero. Di questo progetto, approvato dall’In - berò “di fare come fa opposizione alla Devesi però ritenere che la Città di tendente Generale di Genova, abbiamo domandata derivazione per quanto ri- Ge nova non porta penuria d’acqua dopo sentito raccontare dai nostri nonni, ma in guarda l’acqua del torrente Stura, e ciò che all’antico acquedotto ci- genere lo abbiamo sempre reputato una per le seguenti considerazioni. vico...(omissis)...si aggiunse da non molti favola. Era, al contrario, realtà che non L’acqua dello Stura, a cui nel punto anni l’acquedotto Nicolay abbondante a venne messa in atto per una sollevazione della proposta derivazione si trova uni ta segno che, oltre alla suddetta Città, ne generale dei Comuni della valle Stura e quella del torrente Vezzolla, serve a dare sono a dovizia provvisti i sobborghi, ed i della Valle d’Orba, in specie nel 1868 moto a molti opifici industriali stabiliti Comuni alla stessa limitrofi, e molto ne quando sembrò che la Provincia di Ge- nei Comuni di questo Manda mento... rimane ancora tuttora disponibile: ed è nova stesse per approvare il nuovo pro- (omissis)... e quindi in altri Comuni del perciò che al municipio di Genova non getto-Degola per il quale le acque Mandamento di Ovada. Tali opifici ver- venne mai in pensiero far bisogno di un sarebbero state deviate alle spalle di Co- rebbero resi inoperosi, e sommamente nuovo acquedotto...(omissis)...”. La deri- goleto per formare un grande bacino pregiudicati qualora fosse acconsentita la vazione richiesta “sarebbe causa idrico, insieme alle acque del torrente Ar- chiesta derivazione che li priverebbe d’immenso danno” e “non potrebbe restra. della necessaria forza motrice, dal che giammai essere dichia rata di utilità pub- Il progetto del 1853 non si perse, di - conseguirebbe la mancanza di lavoro per blica”. menticato per sempre nei cassetti della la classe, che è la più numerosa, degli Il Consiglio respinse quindi la richie- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 195

195

sta, così come aveva fatto “diversi anni L’anonimo articolista concludeva: “In missione “con incarico di opporsi in ogni addietro per le stesse considerazioni”. una città come Genova, nella quale si miglior modo possibile, a nome dei sin- Tale richiesta era valutata “contraria al- contano tanti industri e tanti intelligenti goli Comuni”. La Commissione era com- l’equità, e alla giustizia distributiva” per- speculatori (e di questa tradizionale posta dal marchese cav. Ignazio ché “sacrificherebbe l’esistenza di caratteristica di “speculato ri” nessuno Pallavicini, Senatore del Regno, dall’avv. migliaja di operai ad una privata spe- mai avrebbe potuto dubitare!) Benedetto Restano Cazzolini, dal cav. culazione”4. sarà...degnamente apprezzato il rilevante Giacomo Calleri Gamondi, dall’avv. Di tutt’altro parere erano alcuni vantaggio che potrà scaturire da questa Edoardo Pizzorni, dall’ing. Gio Maria gazzet tieri genovesi che, al solito miopi, ardita impresa.... (omissis)6. Oddini, dal marchese ing. Giannotto Cat- capaci di vedere soltanto gli interessi Il Mandamento di Campofreddo si taneo, dal cav. ing. Matteo Leoncini. Se- spic cioli della città e, da buoni genovesi atti vò presso quello di Ovada, rianno- gretario era il dr. Pietro Bottero 8. del tutto indifferenti ai problemi dando i legami di consorzio che avevano Tutti i commissari erano assessori o dell’entroterra secondo inveterata permesso di parare nel 1853 la minaccia consiglieri delle Province di Alessan dria tradizione, inneggiarono all’iniziativa del di Baffou-Gouillen: “sentita la lettura o di Genova. duo Degola-Parodi. Si legge, infatti, nelle della protesta stata deliberata nell’adu- Il Consiglio Comunale della città di pagine del quotidiano “Il Popolo Ita- nanza generale tenutasi in Ovada nel Alessandria nella seduta del 15 dicembre liano” del giorno 14 novembre 1868 che giorno otto Dicembre ultimo scorso per 1868 affermava “che ai danni in genere “Il si gnor Bartolomeo Degola operoso e parte dei rappresentanti e Delegati dei menzionati nella surriferita prote sta, si noto negoziante della nostra piazza”5 per Comuni interessati contro la domanda del aggiungono le seguenti osserva zioni che far fronte alla mancanza locale di carbon Cavaliere B. Degola...(omissis)...Essendo ne provano la maggiore gravità, e fossile, onde anche Genova potesse “con- identico l’interesse di tutti i Comuni da l’inevitabile pericolo. Colle ac que del tare sopra i prodigiosi effetti di quella im- Masone ad Alessandria lungo cui scor- torrente Stura sono alimentate quelle del mensa forza motrice” che erano i grandi rono le acque dello Stura, e degli altri Torrente Orba, dal quale per mezzo di stabilimenti industriali, che stavano fiumi che a questo si uniscono, di soste- una chiusa si deriva la Roggia facendo la fortuna economica e la nere i propri diritti contro la proposta de- d’irrigazione dei prati in territorio dei Co- potenza politica “dell’Inghilterra e del- rivazione, si ravvisa opportunissima la muni di Fresonara, Bosco-Marengo, Fru- l’America”, aveva progettato che fosse Commissione stata eletta come garolo ed Alessandria, per una “d’uopo supplirvi con quella che si può sopra...”7. complessiva superficie di Giornate 6/m e ottenere dalla riunione di grandi masse In occasione dell’adunanza dell’8 di- più (Ettari2286)...(omissis)...Colla deri- d’acqua provvidamente utilizzate”. cembre 1868 era stata formata una Com- vazione progettata delle acque della urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 196

196

Alla pag. precedente: il torrente Nella pag. a lato: il torrente Stura dopo aver superato Stura attraversa Campo Ligure (foto di Ernesto nei pressi del ponte così detto Maineri, seconda metà del XIX “medievale” secolo)

Stura, togliendosi il principale alimento Camera di Commercio di Genova e le pa- era certo della stupidità dei suoi lettori! al torrente Orba (già quasi soggetto a gine dei giornali. Una serie di lettere contro il progetto rimanere asciutto nella stagione estiva) Anche l’entusiasmo del suaccennato furono pubblicate nel mese di dicembre verrebbe a trovarsi interamente al secco”; quotidiano “Il Popolo Italiano” si smor - del 1869 sul quotidiano genovese “Il concludeva la delibera consiliare che se zò: si arrampicò sugli specchi per cerca - Commercio di Genova” e tutte di segno il progetto fosse andato in porto grave sa- re di sostenere la tesi precedentemente contrario al progetto e di netta presa di rebbe stato il danno arrecato alle finanze espressa; buttò discredito gratuito su distanze dall’opuscolo pubblicato dal - statali: il Governo avrebbe dovuto molte delle opposizioni fatte al progetto: l’ing. Parodi leggendo il quale10 effetti - esonerare tutti quei terreni “dal Censo cui “non poche ...sono irrilevanti; altre si vamente, ci si dovrebbe convincere alla vanno ora sottoposti” non solo, ma anche possono ritenere ispirate dalla speranza tesi del Parodi per la quale portando a indennizzare proprietari e Comuni dan- d’un guadagno esagerato”, senza, ovvia- Genova 50 milioni di ettolitri di acqua al- neggiati. mente, presentarle al lettore che doveva l’anno la disponibilità d’acqua dello I 32 consiglieri presenti votarono accontentarsi del parere del l’articolista Stura aumenterebbe invece che diminui- all’u nanimità l’ordine del giorno di che, secondo moda corrente ancor oggi, re! Pazzesco: ma chi gliela aveva data la veemen te protesta e opposizione netta al riteneva il lettore “popolo-bue”... laurea? pro getto Degola. E’ il classico metodo di chi non ha ar - La domanda di derivazione di acque Fu l’avvocato Restano di Ovada che gomenti (come ascoltiamo nei molti inu- del Degola venne respinta nel 1870 dal redasse la “Protesta dei Comuni posti tili dibattiti televisivi che annoiano a Regio Governo, sul quale la Commis- lungo il corso dello Stura da Masone ad morte le nostre serate), quello di ribatte- sione formata da tredici Comuni, guidati Alessandria contro il progetto del cav. re non rispondendo con argomentazioni, dal senatore marchese Pallavicini, riuscì Bartolomeo Degola di deviare l’acqua ma spostandosi sulle posizioni del cele- a far le dovute pressioni convincendolo dello Stura al di là dell’Appennino a bre Simplicio di galileiana memoria: dell’assurdità del progetto. danno degli abitanti di quei Co muni”9. “...la disputa...non è miga così smaltita e La guerra, però, non era vinta, anzi si A tale seduta parteciparono il Sindaco decisa come forse qualcuno si persua - rinnovò, perché in vista dell’impresa si di Campofreddo, Napoleone Rossi, Pre- de...”, nel Dialogo dei Massimi Sistemi. era costituita una Società per Azioni alla sidente dell’Assemblea; Gio Maria Od- Non poté, tuttavia, fare a meno di am- quale partecipavano alcuni influenti uo- dini, Sindaco di Ovada (che mettere che “alcune appaiono fondate e mini d’affari genovesi, “influenti”, ovvia- rappresen tava il Comune di Alessandria, meritevoli della più seria attenzione per mente sul Prefetto e su personalità per delega ricevuta con delibera del 7 di- parte dei promotori dell’utilissima im - eminenti del Consiglio Provinciale che si cembre della Giunta municipale alessan- presa” (tant’è una “utilissima” l’aveva mostravano in linea di massima favo - drina); Giacomo Cattaneo, Sindaco di strisciata!). revoli. Belforte; Francesco Pizzorno, Sindaco di Tali opposizioni, comunque, erano La stessa Camera di Commercio di Rossiglione; Giacomo Calleri Gamondi stimate fatte senza fondamento, erano Ge nova, assurdamente o, meglio, e Carlo Cavanna, delegati di Bosco Ma - “opposizioni, che chiameremo di buona abilmente manovrata dagli “influenti” di rengo; Pietro Torrielli, Assessore di Ta- fede”, bontà loro! Così, per continuare a cui sopra (“dazioni” e bustarelle circola- gliolo; Carlo Roviglio, Delegato di sostenere la propria tesi, inventava che vano già ampiamente), diede parere Predosa; Giovanni Descalzi e il notaio Degola e Parodi “del resto non voglio no favore vole. Gio Batta Pollastri, Delegati di Fruga- che essa abbia minimamente a tor nare Si legge sul giornale genovese “Il rolo; Benedetto Vigo Sindaco di Masone dannosa né ai proprietari, né agli indu- Movimento”: “In una recente seduta (del insieme a Giuseppe Repetto, delegato di striali, né ad alcun paese della Valle di 1° marzo 1872 – n.d.r. -) della Camera di Masone; Domenico Lanzone, delegato di Stura”: pensierino caritatevole che non è Commercio ed Arti si lesse una lettera del Fresonara; Cherubino Rossi, delegato di espresso in alcun documento dei due si- Signor Degola, nella quale è esposto, che Capriata; Paolo Vassallo, Sindaco di gnori progettisti. si è costituita una Società per deviare le Rocca Grimalda. Segretario dell’adu - La conclusione dell’articolo è grotte- acque dei torrenti Laestro e Stura nello nanza era il notaio Basso di Ovada. sca: eseguito il progetto, “quei paesi non scopo di condurle a Genova. Domanda Il testo venne approvato nella stessa solo godrebbero del rilevante vantaggio che la Camera dichiari che quest’opera è seduta dell’8 dicembre 1868, e ad esso si d’una maggior massa d’acqua che deflui- di utile generale, cosa che già riconobbe rifecero tutte le deliberazioni di Consiglio rebbe nel torrente, ma profittereb bero con apposita deliberazione la Giunta Mu- che i vari Comuni inviarono ai ri spettivi specialmente delle ingenti somme che vi nicipale nella seduta del 16 gennaio Prefetti, al Governo e al Re, nonché le si dovranno spendere per i grandi lavori scorso”. La Camera di Commercio al- varie “Memorie” e lettere di protesta che da eseguirsi”. l’unanimità approvò e decise di scrivere inondarono l’ufficio del Presidente della Probabilmente il nostro gazzettiere in favore del progetto al Ministro del- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 197

197

l’Agricoltura, Industria e Commercio11. dersi al Degola la richiesta derivazione” gli “immaginari suoi dati” circa le portate A proposito della accesa discussione e “La derivazione Degola non può di- dei diversi ru scelli e torrenti, nonché “le che nacque da tale assurda approvazione, chiararsi opera di pubblica utilità”. La pendenze dello Stura fra Masone ed il si può leggere un serio, ponderato e parte centrale dell’opuscolo presenta suo sbocco nell’Olba”. scientifico saggio, del 1870, che in ben l’“Esame tecnico delle rispo ste alle Circa le previsioni di portata e di 84 pagine smonta una ad una tutte le ar- opposizioni alla proposta deri vazione svilup po futuro delle attività agricole e gomentazioni avanzate dal Degola e dal- delle acque del torrente Stura” ed è opera industriali dell’area interessata, l’ing. Pa- l’ingegnere progettista Cesare Parodi degli ingegneri Giacomo Pera, Matteo rodi veniva accusato di avventatezza che, con un vasto opuscolo, aveva dife so Leoncini, Gio Maria Oddi ni e Giannotto fanta stica. il progetto presentando, tuttavia, calcoli Cattaneo. “Stabilito il principio che le conces- circa la portata d’acqua dei torrenti della “I Comuni che hanno fatto opposi- sioni d’acqua devono farsi senza pregiu- Valle del tutto addomesticati ed zione alla domanda Degola sono i se- dizio dei diritti anteriori legittimamente indicando vantaggi cospicui per Genova, guenti: ac quistati, ed ammesso che in questo ge - negando al tempo stesso il certo di sastro Masone, popolaz. 2223, Campo- nere di cose non si può procedere a rigore cui sarebbero andati incontro gli abitanti freddo 2978, Rossiglione 2608, Belforte di aritmetica”, ma si deve andare sempre della Valle Stura e della Valle dell’Orba. 748, Tagliolo 2011, Ovada 6600, Rocca con cautela e ampiezza di dati previsio- L’autore anonimo del saggio, indica Grimalda 2541, Capriata 2750, Predosa nali, delle quali si deve usare “piuttosto se stesso in copertina come “un 1293, Fresonara 1365, Boscomarengo a favore degli antichi utenti che non di un Rossiglio nese”12, ma con quasi assoluta 2741, Frugarolo 2352, Alessandria nuovo venuto”, occorre affermare che certezza dovrebbe trattarsi dell’avvocato 55.000. per un totale di 86.210 abitanti”, “non si potrebbe pensare ad una devia- Edoardo Pizzorni che usava le argomen- scriveva il giornale “Il Commercio di Ge- zione qualunque d’acqua dal torrente tazioni tecniche del fratello ingegnere o nova”, sul quale, martedì 25 gennaio Stura se non quando la sua portata fosse dell’ingegnere ovadese Oddini, del quale 1870, si legge in prima pagina una lettera senza dubbio riconosciuta in ogni tempo era sodale. del solito “rossiglionese” che ribatteva le molto sensibilmente superiore ai bisogni Un altro opuscolo, sempre del 1870, ragioni addotte dall’ing. Parodi che aveva di quella vallata 14. di 68 pagine13 racchiude un primo inter - “l’incarico di difendere lo strano progetto Sarebbe stata opportuna “una visita di vento dell’avvocato Costantino Pizzardi del cav. Degola” , ragioni che vengono persone tecniche ed imparziali fatta al il quale, Codici alla mano, dopo una som- definite “inattendibili, ed arbitrarie” e già corso dello Stura in tempi opportuni, e maria storia di tutta la questione, stende ampiamente con testate nelle lettere con la debita calma”, fatto che non è av- due capitoletti intitolati “Non può conce- precedenti ove al Pa rodi si contestavano venuto e tutto è stato deciso sulla carta; urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 198

298

ci si sarebbe resi conto che “nei mesi di operai, tessitura che sarebbero costretti a zione e pel modo imparziale con cui fu- magra l’acqua fa difetto anche ai presenti chiudere ove la domanda Degola, già re- rono accolte dagli ingegneri governativi bisogni”, per cui le Autorità competenti spinta dal R. Governo nel 1869, venisse che allora rappresentavano la Provincia non avrebbero potuto far al tro che ora concessa; possessori inoltre nel luogo di Alessandria a Genova le ragioni dei “rigettare senz’altro la eccentri ca do- medesimo della ferriera maggiore ivi esi- numerosi interessati, ma non ancora ri- manda, come quella che è fuori dei stente, che essi acquistarono dai marchesi mosso il pericolo di una deviazione dalla termini di una seria discussio ne”. Spinola per impiantarvi una filanda di co- Stura delle acque che immettendosi nel- E così, “non avremmo ora il dolore di tone, del quale progetto, già per la se- l’Orba formano la principale ricchezza di assistere allo strano spettacolo di un solo conda volta, la domanda Degola quella vallata, per dirigerle al mare individuo, che armato di ricercati, e futili impedisce l’esecuzione, essi non possono secondo il proget to dell’Impresa Degola argomenti, lotta contro una folla di Co- capacitarsi come la nostra Camera di di Genova, ecco sorgerne un secondo, muni...a favore dei quali militano i più Commercio, naturale tutrice degli inte- degno figlio del primo, e che promette in- evidenti diritti naturali, un numero impo- ressi dell’intiera Provincia, possa pro- dubitatamente numerosi successori per la nente di concessioni al di là di centana- porsi di appoggiare presso il Ministero deviazione pure al Mediterraneo delle rie, e finalmente l’uso pacifico da secoli una domanda tendente a nullameno che a acque del Gorzente, primissimo tributario non contrastato; e combattono questi sopprimere i diversi opifici già esistenti dell’Orba, promossa dagli ingegneri Bru - ultimi per mantenersi al possesso del loro lungo la vallata dello Stura, ed impedire no e Grillo anch’essi di Genova”19. più stretto bisogno; il primo, invece, per lo stabilimento dei nuovi in progetto, ad Gli agricoltori alessandrini avevano arricchirsi, e tesaurizzare sulla loro spo- immiserire infine questi Comuni che già sul la testa una minaccia gravissima: gliazione” (sic! in grassetto). “Una lotta si sono aggravati di una spesa di 800 e “l’incubo di private speculazioni, le quali di questo genere nemmeno dovrebbe più mila lire per aprirsi una strada al sotto il mentito velo di una mala intesa esser possibile”15. mare, al precipuo oggetto di rendere pos- utilità pubblica, vogliono, a certo profitto A fronte di una situazione che sem- sibile nelle loro montagne l’impianto di degli speculatori, ma a problematico van- brava incamminarsi in direzione del pro- nuove fabbriche col sussidio delle acque taggio delle popolazioni...divergere a getto (anche la Giunta Municipale del loro torrente”. vantaggio di altre regioni...quei pochi fa- genovese approvò il progetto-Degola nel Giustamente i fratelli Gibelli (Mi- vori di cui madre natura, più imparziale gennaio 1872: Genova, secondo invete- chele Gibelli nel 1869-70 era Sindaco di degli uomini, vi diede il primo ed asso- rata sua tradizione, non cessò nel corso Campofreddo) ironizzavano sulla voluta luto diritto”. dei secoli di sfruttare in tutti i modi la no- ignoranza delle cose degli alti papaveri Pur tra speranze di vittoria e timori di stra Valle; dopo aver portato via tutto della Camera di Commercio, i quali ritrovarsi vittime di decisioni prese dal- quan to era possibile, non rimanendo a “forse” ignoravano “che lungo lo Stura l’alto, il Comitato di Comuni continuò la fine Ottocento che l’acqua, cercò di esistano diverse ferriere, la nostra tes - sua battaglia, non si sciolse, rimase ben prendersi anche quella!) i vari Consigli situra, una filanda di cotone in saldo. Le Giunte Comunali dei tre paesi Comu nali interessati indirizzarono un attività...molte filande di seta, parec chie della Valle Stura si riunirono il 15 aprile “voto” al Re per fermare l’imminente officine per la costruzione e la fab- e deliberarono di protestare per la conces sione 16. bricazione di macchine ed attrezzi ne- decisione presa dalla Camera di Com- Questa volta il Degola cercò di aggi- cessari ai setificii, il tutto mosso dalle mercio: le argomentazioni erano sostan - rare i divieti precedenti presentando un acque del torrente suddetto, acque che ir- zialmente quelle accampate dai Fratelli pro getto alternativo per la costruzione di rigano ancora considerevole quantità di Gibelli (né potevano essere altre). “serbatoi d’acqua nei suddetti torrenti”, terreni che diverrebbero sterili se privi di Il 15 aprile la Giunta Comunale di vale a dire tre grandi dighe per ottenere una tale benefizio...”18. Ma sone ribadiva in un suo ricorso alla gli invasi necessari dai quali trarre le ri - La Camera di Commercio di Genova, Camera di Commercio le argomentazioni sorse idriche da riversare poi nell’inva so si chiedevano i fratelli Gibelli, tutelava che già conosciamo: le acque dello Stura in riviera 17. solo gli interessi genovesi o “di alcuni ge- “nel loro corso lungo questi comuni ser- Contro l’atto ufficiale della Camera di novesi”, come era lapalissiano, o anche vono di forza motrice a molti molini, fer- Commercio insorsero gli industriali del- quelli della Provincia? riere, filande di cotone e di seta, tessiture la Valle Stura. La “Gazzetta di Alessandria” in data 9 meccaniche ed altri opificii già esistenti, Scrivevano i “fratelli Gibelli” su “La maggio 1872 titolava in prima pagina ed alcuni in progetto, che somministrano Gazzetta di Genova” del 16 aprile: “pos- “Danno imminente agli Agricoltori del la lavoro e pane a migliaja d’operai e alle sessori a Campofreddo in riva allo Stura Provincia di Alessandria” e scriveva: loro famiglie. Servono inoltre all’irriga- d’una tessitura meccanica a mo tore “Evitato per ora in grazia di un bene - zione dei loro terreni...(omissis)...”. Era idraulico la quale dà lavoro a due cento merito Comitato permanente d’opposi- inconcepibile che la Camera di Commer- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 199

199

cio “potesse proporsi di appoggiare un perché la Camera ritornasse sulle sue de- “Dalla copia di decreto del Sig. Prefetto progetto, che sotto l’apparenza ed il pre- cisioni. di Genova...avrà Ella rilevato che il testo di favorire Genova, già così ricca Ancora il 28 aprile 1872 si tenne in cav.re Degola ha domandato la ripresa d’acque che può l’acquedotto Nicolay Ovada un’assemblea generale dei rap- della pratica...”, così scriveva il 21 fornirne ai paesi vicini delle riviere, tende presentanti dei Comuni che decisero di ottobre 1875 il Presidente del Co mitato, soltanto a un interesse privato.. (omis- mettere in campo ogni loro forza, affi- Napoleone Rossi, all’Assessore Anziano sis)...”. dandosi ad un gruppo di legali che di - di Campofreddo Giuseppe Leoncini27, Purtroppo la delibera, firmata dal fendessero le loro buone ragioni. ricordandogli che, autoriz zato dal Sinda co, Benedetto Vigo e da due asses- Il Comune di Campofreddo mise a bi- Prefetto, il 3 novembre ci sarebbe stato sori, invece che con un’affermazione lancio ben 500 lire per concorrere a so- l’ennesimo sopralluogo dei tecnici del netta dei propri diritti, si concludeva con stenere le spese legali23. Genio Civile provinciale ai torrenti Vez- una “calda preghiera” alla Camera “per- In soccorso al Comitato venne final - zulla e Stura. Il Comitato protestò col ché revochi una tanto improvvida mente anche l’appoggio e la solidarietà Prefetto “per l’inopportuni tà della visita deliberazione, o soprasseda almeno dal del Comune di Voltri il cui Consiglio Co- medesima in epoca, che a cagione delle raccomandare al ministro un progetto munale, nella seduta del 30 aprile 1872, pioggie autunnali non permette di valu- esiziale per l’industria, l’agricoltura e il deliberò di sostenere le buone ragioni dei tare con giusto criterio il volume normale commercio di queste popolazioni”20. Comuni della Valle Stura24: “Il delle acque dei due torrenti”28. Anche la Giunta Comunale di Rossi - Consiglio Comunale di Voltri, rite nuto La Giunta Comunale di Campofreddo glione deliberò in merito rivolgendosi che le acque del torrente Stura in - protestò energicamente presso il Prefet - alla Camera di Commercio con le stesse teressano ai Comuni di Masone, Cam- to, ritenendo assurdo che il Degola “non argomentazioni: oltre alle firme del- pofreddo e Rossiglione, coi quali il cessi da sette anni a quest’oggi di vessare l’Assessore Anziano, C. Bove, e dei due Co mune di Voltri si è associato per la co - i Comuni di Valle Stura con sue ripetute supplenti (strana l’assenza di Sindaco e struzione di una strada Consortile fra Vol- e già respinte domande...” che avevano dei due assessori effettivi!) si unirono alla tri ed Ovada; che interessa a questo causato ingenti spese ai Comuni interes- delibera gli “Utenti delle acque del tor- Comune che sia mantenuta l’acqua agli sati. rente Stura”: gli ”eredi Marchelli fu Pan- Industriali ed ai Comuni di Val di Stura i La ripresentazione del progetto dopo taleo”, il “March. Gaetano_De Carlini”, quali ultimi fecero gravi sacrifici per ot- tre anni di intervallo (1872-1875) cadeva “Francesco Pizzorno fu Lui gi”, “G. tenere detta strada; che quand’anche un proprio nel momento in cui in Valle “si Pizzorni fu Antonio”, “Gio Ma ria Od- utile qualunque fosse per ridondare a eressero, e stanno erigendosi nuovi opi - done”, “A. Gaydon e C.”. Anche questa questo Comune dalla derivazione... fici industriali”: le nuove costruzioni delibera si conclude pregando “a voler questo Comune vi rinuncierebbe ben vo- erano state fermate dagli imprenditori, ti- rinvenire sulla presa deliberazio ne”21. lentieri dichiarando di non riconoscere morosi per la ripresa delle ostilità. Anche La Giunta campese, guidata dal Sin- cosa onesta di togliere o comunque me- i Comuni della Valle d’Orba rialzarono daco Michele Bottero, aggiungeva, nel nomare ai Comuni di Val di Stura l’unico gli scudi contro Genova. suo indirizzo al Presidente della Camera mezzo di campare una vita già troppo Scese in campo anche il Prefetto di di Commercio, che ad esse che “è ovvio penosa e travagliata,...(omissis)...delibera Alessandria, sollecitato dalla Giunta Co- il riflettere come sarebbe contrario ad di respingere il ricorso del Signor munale della città29, chiedendo al Pre- ogni principio di giustizia e di ordine Bartolomeo Degola...(omissis)...; su fetto di Genova di voler sospendere tutto pubblico, che la Ill.ma Camera appog- proposta del consigliere D’Albertis e di voler rimandare a tempi più oppor- giasse, a scapito di queste popolazioni, le manda comunicare copia autentica della tuni ispezioni alle acque e discus sioni in quali esse pure hanno diritto alla di Lei presente deliberazione alla Camera di merito30. tutela, la domanda” del Degola “che ad Commercio di Genova...”. Al contrario, La questione si protrasse fino al- altro non mira che al suo privato il Comune di si chiamò fuori25, l’estate del 1876 e il Comitato dei interesse, a trarre cioè partito dalla ven- mentre il Comune di Pegli, addirittura, Comuni dovette nuovamente mettere in dita delle acque che gli riuscisse di to- fece lo gnorri, dichiarando di non sapere campo tutti gli onorevoli deputati dei gliere a queste popolazioni...”22. nulla della faccenda!26 Collegi interessati nonché i Senatori ales- Il Sindaco Bottero, in sostanza, met- Il gruppo di azionisti genovesi, un sandrini per scongiurare un’operazione teva le mani avanti, prospettando una ri- grup po che aveva argomenti finanziari e che avrebbe ridotto la Valle Stura ad un volta delle popolazioni contro decisioni politici tali da poter esercitare pressioni de serto. prese dall’alto contro gli interessi locali, con manovre di corridoio, continuò ad in- Poi, finalmente, il buon senso pre- miti gando, poi, la minaccia col finale sistere cercando di convincere il Prefetto, valse, forse anche perché il marchese De zuccheroso di “una calda preghiera” (!) sostenendo la bontà del progetto-Degola: Ferrari aveva cambiato direzione ai suoi urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 200

200

progetti e stava deliberati il 6 dicem- mettendo mano bre 1871 e il 12 gen- alla costruzione naio 1872. 18 v. “LA GAZ- dei Laghi del ZETTA DI GE- Gorzente e al- NOVA”, Anno l’acquedotto LXXV, n. 92, mar- che da quella tedì 16 aprile 1872, a zona sarebbe pag. 3. sceso a Genova. 19 L’ingegner Bruno fu, poi, il pro- E, sulla gettista dei tre laghi costruzione dei del Gorzente (uno Laghi del Gor - dei quali porta il suo zente e sulla nome) e dei relativi contestazione impianti idraulici per dei Comuni del la loro alimentazione e per il deflusso delle Novese, ci sa- acque per rebbe da scri- l’Acquedotto De vere un altro 7 v. ACCL, “Deliberazioni...1866-1871”, Ferrari-Galliera. saggio: spero che qualcuno vorrà ac - cit., seduta del 24 gennaio 1869. 20 v. il testo in “LA GAZZETTA DI GENO- collarsi l’impegno per riportare all’at - 8 v. Ibidem, alcune lettere firmate appunto VA”, del 19 aprile 1872, a pag. 3. tualità problemi di vasta gravità. dal Bottero in qualità di segretario del Comitato. 21 v. “LA GAZZETTA DI GENOVA”, in data 23 aprile 1872, pag. 3. Note 9 v. Ibidem, Corrispondenza, faldone 98. 10 La pubblicazione dell’ing. Parodi è leg- 22 v. ACCL, “Deliberazioni di Giunta”, se- 1 Cioè: “nessuno può arricchirsi con le di- gibile sia in ASGE sia in ACCL, così come la duta del 15 aprile 1872. La delibera si legge sgrazie altrui”, aforisma che vale l’anti co detto replica estremamente rigorosa nei termini altresì ne “LA GAZZETTA DI GENOVA” del campese “chi n’ròba n’à d’rò ba”, equivalente tecnici dell’avvocato Edoardo Piz zorni. 20 aprile 1872. all’adagio dei nostri vec chi: “beàti quèi fioei 11 v. “IL MOVIMENTO, giornale politico 23 v. Ibidem, “Deliberazioni...1871-1874”, c’an ‘r pàre a l’unfernu”, cioè i cui padri sono quotidiano”, Anno XIX, n. 100, Genova, Mar- cit., seduta del 19 maggio 1872. nella settima bolgia pensata e descritta da padre tedì 9 aprile 1872, pag. 299. 24 v. Ibidem, i ringraziamenti ai colleghi Dante (v. “Inferno”, Canto 24°). 12 v. “Le acque dello Stura. La domanda del voltresi da parte dei consiglieri comunali di 2 v. Archivio Comune di Campo Ligure Sig. cav. Degola ed il libro del sig. cav. Ing. Ce- Campofreddo, in data 12 ottobre 1872. (ACCL), “Campofreddo. Atti Consolari - 1841- sare Parodi – Osservazioni di un Rossiglionese 25 v. Ibidem, Faldone 98, corrispondenza, 1853”, seduta del 21 agosto 1853. pubblicate per cura del Comitato di opposizione la lettera di Sindaco G. Rovereto in data 5 set- 3 v. Archivio di Stato Genova (ASGE), Pre- alla domanda suddetta”, Genova Tipografia Del tembre 1872. fettura Sarda, 426, fasc. 1. 101, n. 2. Com mercio diretta da A. Ciminago, 1870. 26 v. Ibidem, la lettera del Sindaco di Pe gli, 4 v. ACCL, “Deliberazioni del Consiglio 13 Memoria nell’interesse dei Comuni, pro- Gio Batta Ghigliotti. Comunale di Campo Freddo - 1866-1871”, cit., prietari, ed utenti delle acque dei Vezzola e Stura 27 In quel momento la carica di Sindaco era seduta del 28 novembre 1868. opponenti alla domanda di derivazione di tali vacante da oltre quattro mesi non avendo avuto 5 Da un intervento sulla questione de “Il acque presentata dal cav. Bartolomeo Degola il Prefetto la cura e la solle citudine di nominare Gazzettino di Genova”, veniamo a sapere che il ossia Confutazione dell’Opuscolo dell’Ing. il nuovo Sindaco, dopo il breve incarico che era barone Bartolomeo Degola “è uno degli Cesare Pa rodi autore di quel progetto – Unicui- stato dato per pochi mesi all’inizio del 1875 al industriali che fanno onore al proprio paese”; que suum”, Genova, Tipografia del Commercio farmacista Pietro Oliveri. Soltanto a dicembre “fregiato delle insegne prima di cavaliere, poi di diretta da A. Ciminago, 1870. sarà nominato nuovamente Sindaco di Campo- ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro”. “Egli 14 Del resto recita l’art. 18 del “Regola- freddo Napoleone Rossi. fondò in Genova un lavorerio di avori...ed an- mento delle acque” dell’8 settembre 1867: “La 28 v. ACCL, lettera al Sindaco del 21 otto - nualmente esporta grandi quantità di quegli og- concessione s’intenderà fatta entro i limiti della bre 1875. getti d’avorio lavorato...”. “Venuta la voga dei disponibilità dell’acqua, che può competere al 29 v. Ibidem, lettera della Giunta municipale petrolii pensò tosto a fondare una raffine ria per Governo, e senza lesio ne dei diritti anteriori di Alessandria in data 23 ottobre 1875. procurare guadagni a sé non v’ha dubbio, ma nel d’uso dell’acqua stessa legittimamente acqui- 30 v. Ibidem, copia della lettera del Pre fetto tempo stesso emanciparci dal tributo che si stati”. di Alessandria al Prefetto di Genova in data 25 sarebbe pagato alle raffinerie estere” (v. “IL 15 v. “IL COMMERCIO DI GENOVA. ottobre 1875. GAZZETTINO DI GENOVA. Giornale degli Giornale politico, commerciale, maritti mo”, interessi materiali della ”, Anno II, N. Anno X n. 20, martedì 25 gennaio 1870. 357 del 23 dicembre 1868). 16 v. ACCL, “Deliberazioni...1866-1871”, In questa pag..in alto:il torrente 6 v. “IL POPOLO ITALIANO”, quotidiano cit., seduta del 3 novembre 1869. Stura costeggia l’abitato di di Genova, n. 319 del 14 novembre 1868. 17 v. Ibidem, “Deliberazioni della Giunta Campo Ligure Municipale in carta libera 1864-1873”, ricorsi urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 201

201

Enrico Domenico Lacordaire, un grande Domenicano innamorato di Boscomarengo. Di Mons. Ugo Guardona †

L’Accademia Urbense pubblica in Falloux, i ricordi di questa prima visita questo numero della sua rivista un arti- a Bosco e ai suoi figli; così li chiamava. colo sul Convento e la Chiesa di Santa Si trattava dei giovani francesi che vi si Croce di Boscomarengo sicuramente educavano alla vita domenicana per il fra i monumenti artistici più importanti bramato ristabilimento dell'ordine di S. della nostra provincia. Domenico in Francia. E' uno scritto in- Abbiamo ritenuto di farlo precedere cantevole, poco noto. «Mio caro amico, da questo scritto di Mons. Ugo Guar - Voi mi domandate cosa resta di questo dona che attesta come l’edificio sia noto famoso convento di Santa Croce di ed amato anche al di fuori dei nostri Bosco fondato dal nostro carissimo e confini nazionali e come venne partico- santissimo Papa Pio V. Resta intero, o larmente apprezzato anche da mio caro amico. Il Generale Bonaparte, Napoleone che ne impedi la spoglia- avendovi alloggiato nel 1796 per due tre zione. giorni. aveva lasciato un ordine scritto [La Redazione] di suo pugno che fosse rispettato. Du- rante le guerre posteriori vi fu stabilita Di padre Enrico Domenico Lacor- una compagnia di veterani francesi, i daire, domenicano, il più grande oratore quali si dipartono con delicatezza e con sacro francese dell’Ottocento, diamo al- la regolarità d’una comunità di religiosi. cuni brevi cenni biografici. Il suo ri- Ebbero una cura speciale della Chiesa cordo è legato al Convento e alla chiesa ricca di marmi e quadri preziosi; non di Santa Croce di Boscomarengo, che uno fu asportato. Vi assistevano alla egli amò di singolare tenerezza. Messa la domenica, e, ogni giorno. nel- Il grande domenicano francese nac- riodo della sua formazione religiosa nel l'ombra e alla luce si vedevano molti di que a Recey-sur-Ource l'anno 1802; lau- convento di Boscomarengo, dove, a quei quei vecchi soldati venire a inginoc- reatosi in diritto a Digione, andò a Parigi, tempi, fioriva la santità della vita dei frati chiarvisi. Tale felice situazione però subì dove s’impose per la sua eloquenza. La - e la loro alta cultura. un momento di pericolo. Napoleone sciò il foro e nel 1827 fu ordinato sacer- Il Padre Lacordaire alla fine dell'anno aveva deciso di fare della città di dote. Su preghiera di un gruppo di 1841 domandò ed ottenne il permesso di Alessandria, una immensa piazza d'armi; cattolici capeggiati da F. Ozanam - che ritornare in Francia per riprendere i corsi il Genio bramava i mattoni e i materiali chiedevano l'esposizione del Dogma cat- della predicazione. Partì in settembre e del convento ed inviò un ordine con- tolico in una forma più aderente al pro- salutò en passant, i suoi figli di Bosco. forme. L’ufficiale che comandava i vet- gresso degli studi – l’Arcivescovo di Affidò più tardi in una lettera a M. de erani di Bosco era protestante, ma rispose Parigi gli offrì il pulpito di Notre-Dame. che il convento era sotto la sua protezione La sua predicazione, ispirata e che se l’Imperatore da una intelligenza aperta alle d'altronde aveva lasci- nuove necessità, la sua vasta ato un ordine scritto di cultura, il suo gran cuore, il rispettarlo, egli non suo patriottismo, che gli face- poteva abbandonar- vano toccare con realismo e lo alla demolizione trascinante eloquenza tutti i senza averne riferito problemi riguardanti la soci- direttamente a Lui. età e gli individui, richia- Così, a proprie spese, marono un pubblico del tutto spedì un corriere a Pa- nuovo: uomini e giovani in- rigi. Proprio nel creduli, scettici e credenti. giorno in cui il cor- Nel 1836 prese commiato dal riere fu di ritorno, da- suo uditorio e si recò a Roma vanti alla Chiesa per studiarvi in beata e verde stazionava un gran nu- solitudine, lungi dal rumor mero di veicoli inviati degli uomini, la propria vo- da Alessandria per cazione. prelevare i marmi e gli Entrò nel 1839 nell'Ordine oggetti preziosi. Si domenicano e trascorse il pe- aprì il dispaccio il urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 202

202 A lato, ritratto di San Pio V che Alla pag. precedente, in alto: ri- libera un ossesso dal demonio, tratto di Enrico Domenico La- tela di Giovanni Peruzzini. cordaire; In basso, chiostro piccolo, Com- plesso monastico di S. Croce di Bosco Marengo

quale conteneva l'ordine impe- chio ti cercherà di lontano tra riale di non asportare una pietra cielo e terra...». del convento di Bosco. In tale Vibra in questa lettera un modo Napoleone salvò l'opera cuore francese, ma essa riesce di S. Pio V. Vive ancora nel come un inno di gloria a Bosco e convento un vecchio fratello al suo convento. converso che lo servì durante il Quando il padre Lacordaire suo soggiorno nel 1797 e che ricomparve a Parigi con l'abito gode a raccontare come in uno bianco e nero, sul pulpito Notre di quei giorni recandogli il Dame e tenne la famosa con- caffè lo trovò presso il focolare, ferenza su la vocazione del sveglio, ma cosi profonda- popolo francese, riuscì a rivendi- mente assorto che per alcuni care la libertà anche per gli altri minuti non si accorse neppure Ordini religiosi aboliti in Francia. della presenza del Frate. (…)A Nel 1848 fu invitato a far parte metà settembre 1841, dopo dell'Assemblea Costituente della aver seguito per un pò di tempo Repubblica francese ottenendo la strada che conduce da 200 mila voti in vari collegi elet- Alessandria a Novi, voltai a de- torali: egli aderì con la speranza stra e dopo tre quarti d'ora di cammino, nostri fratelli d’talia, non avevamo che di far trionfare quelle libertà che erano da vidi davanti a me, in mezzo a una pianura sollevare gli occhi per vedere le vette lui condensate nella formula sempre at- coronata d'alberi verdeggianti un edificio alpine. frontiere della nostra Patria. tuale: la religione ha bisogno della lib- imponente. Scesi da una orribile vettura O Bosco! tempo verrà che noi non ri- ertà, alla libertà è indispensabile la nella quale ero solo, ed entrai con poseremo più sotto i tuoi chiostri, nè ci religione. Si dimise da deputato e riprese emozione. Un religioso che incontrai mi inginocchieremo più nella tua pia Chiesa la sua attività di predicatore. Nel 1861 condusse a una piccola porta sopra la salvata dai soldati francesi... e più non ve- veniva ricevuto solennemente nella Ac- quale stavano scritte queste parole: dremo intorno a te la brillante e profonda cademia francese, per le Sue bene- «Mons. probationis». Essa si apri; salii le cintura di salici e pioppi, nè seguiremo merenze nel campo religioso-patriottico scale e mi trovai tra le braccia di cinque più i corsi degli innumerevoli e limpidi e letterario. o sei francesi, vestiti come me dell’abito ruscelli che irrigano i tuoi prati, ove noi Moriva nello stesso anno. il 21 no- di S Domenico Uno di essi, artista d’un lasceremo alla tua custodia i nostri morti; vembre. nel convento di San Massimino. merito già collaudato, uscito dal mondo ma, o Bosco: la nostra stessa Patria non per un colpo vigoroso della Grazia, stava potrà mai farci dimenticare la tua ospitalità, disteso sul suo letto, dal quale non la pietà, il progresso che noi abbiamo doveva più rialzarsi. Dopo la nostra ricevuto da te, la gioia e l'unione che tu ci partenza da Santa Sabina in hai dato... e prima di morire, il nostro oc- Roma, il corpo diletto di un'anima ancor più cara lo dovemmo lasciare a Bosco come un ricordo del nostro passaggio, l’amato fra Piel. In seguito fummo riuniti là e vi fummo raggiunti dai fratelli che dimoravano alla Quercia e da altri soprag- giunti dalla cara terra di Francia. Dopo la Quercia, dopo Santa Sabina e San Clemente di Roma, Bosco fu l'ultimo asilo della colo- nia francese domenicana. San Pio V l'aveva preparato e conservato. In mezzo alla più amabile ospitalità dei urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 203

203

Sulla “Macchina vasariana” in Santa Croce di Bosco Marengo Di Ermanno Luzzani

Incontri ed occasioni espresse: "la varietà di tante bizzarrie, Sul quanto la storia debba la sua evo- 1 vaghezza de' colori, la università de' ca- luzione logica all'incontro fra uomini, è samenti, e la lontananza e varietà ne' fatto che normalmente sfugge al - paesi, una invenzione copiosa di tutte le l'attenzione; si è inclini a dar peso più alle cose".(Giorgio Vasari, “Le Vite”) date che a chi le scelse per scriverne le Pio V (1) e Giorgio Vasari (2), furo no pagine; ed ancor più sfugge quanto l'Arte, due personaggi che ben rappresentarono partecipandovi appieno, ne sancisca au- la loro epoca, ovvero quel momento del torevolmente il ricordo. XVI secolo contrassegnato dal respiro Quando pensiamo alla Cappella Si- della “Controriforma” dal punto di vista stina non possiamo che accomunarvi le politico e dal “Manierismo” per la com- figure di Papa Giulio II e Michelangelo; ponente artistica. od ancora, nello specchio di Leonardo, Questo fu il terreno sul quale gioca- vedremo riflessa la grandezza della corte rono la loro esistenza nella veste di primi milanese di Ludovico il Moro e la bel- attori di questo nostro scritto e pro prio in lezza muliebre delle sue dame. occasione del loro incontro si materia- Incontri o meglio occasioni volute dal lizzò quel progetto che prese nome di destino per fondamentali avveni menti “Macchina vasariana”, fra le opere più storico-artistici. tenere un certo prestigio sul piano cultu - significative dell'intero impianto decora- L'incontro che noi vorremo focaliz - rale, rinomanza che perse nella seconda, tivo della Chiesa di Santa Croce in Bosco zare sarà quello fra Papa Pio V e Giorgio ovvero negli anni ottanta del diciassette - Marengo (3). simo secolo. Vasari; una circostanza ricca di incidenze Roma, 1566 La tendenza artistica di questo perio- umane foriere di quel vento di grande Si è nella Roma del 1566 e la nostra do si manifestò nel Manierismo, diffusosi cambiamento politico, sociale ed artistico storia si apre sullo scenario urbano di una dopo il sacco di Roma (1527), in quel suo che partecipò al respiro culturale dell'Ita- grande e famosa città che in quest'anno si evidenziarsi fase deviante ed instabile in lia del XVI secolo. presentava ancora con i segni lasciati dal contrapposizione alla sicu rezza ed all'ar- Il respiro di quel tempo... Sacco della primavera del 1527, una scia- monia del Rinascimento. fra Riforma e Controriforma fra gura che si abbattè sulla splendida e co- Il manierismo rispecchiò la crisi del Manierismo e crisi rinascimentale smopolita cultura dell'età clementina, le Rinascimento, senza peraltro negarne la In questo XVI secolo, complessa fu cui conseguenze sul piano civile, politico, sua importanza, scivolando in quella se- l'attività svolta dalla Chiesa cattolica in religioso e filosofico furono disastrose, conda fase controriformista del primo de- reazione alla “Riforma” protestante; determinando la fine di un'epoca, letta cennio del 1600, cangiandosi e un'azione volta al richiamo di un Catto - come un segno premo nitore dell'avvento defi nendosi Barocco. licismo obliato dai popoli nel conferma - dell'Anticristo. Ecco come l'opera manieristica si re e formulare in modo definitivo i dogmi Vi fu la svolta per l'intero mondo cat- negati dai riformatori e nel contempo mi- tolico. gliorare radicalmente i costumi del clero. Il potere delle famiglie ed i discutibili Simile restaurazione cattolica che vi - 2 costumi dominanti nel papato diede ro sto l'epoca potremmo definire “Rinasci- luogo alla critica luterana ed alla nascita mento cattolico” fu opera, dal punto di del Luteranesimo. vista dogmatico, del Concilio di Trento, Il sacco della cattolica Roma da parte voluto da papa Paolo III (1545), chiuso di un rancoroso e sprezzante esercito pro- da Pio IV (1563) e reso ancor più attivo testante, appena dieci anni dopo la pub- dal suo successore Pio V (1566-1572). blicazione delle tesi di Lutero (1517), «La Roma papale tendeva a costi- vide l'obbligata reazione della Chiesa. tuirsi norma di tutta la vita ecclesiale, Paolo III Farnese, successore di Cle - dalla liturgia al diritto, dalla storia alla mente VII, nel 1545 indisse il Concilio di teologia. Lo si verifica anche sul piano Trento, con la conseguente nascita della liturgico-rituale. Poiché ai pontefici era Controriforma. deputato l'intervento in materia, la ri - Anche il riassetto della gestione ur- forma del messale e del breviario fu ef - bana ed architettonica vide, oltre all'ab- fettuata da parte di papa Pio V». bandono di aree nobili ed antiche, anche In questa prima fase, protrattasi fino il rallentamento dei lavori della Fabbrica agli inizi del ‘600, l'Italia riuscì a man- di San Pietro, cantiere poi riavviato per urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 204

204

Alla pag. precedente, in alto: (1) A lato, (3) Ricostruzione virtuale dell'al- Ritratto di Papa Pio V, tar maggiore di Santa Croce a Bosco 1600~1610, El Greco. O.s.tela Marengo “Macchina Vasariana”; in basso, (5) S. Luca dipinge la Vergine, in basso, (2) Giorgio Vasari, au- 3 1565 ca, Giorgio Vasari toritratto,1550~1567 ca., O.s. Affresco Cappella dei Pittori, Basilica tela, cm 80x101, Galleria degli della SS. Annunziata, Firenze Uffizi, Firenze

merito di Paol III; fu il Vasari a ri - cento in Palazzo Vecchio a Firenze, prenderne l'avvenimento nell'affresco una serie di pitture sul tema dell'esalta- Paolo III Farnese dirige la ripresa dei zione di Cosimo I, Apoteosi di Cosimo lavori di San Pietro, 1546. (Palazzo I, 1565 in Palazzo Vecchio, delle sue del la Cancelleria, Roma). opere e della sua casata, messe in opera L'arte, che prima del sacco rag- tra il 1563 ed il 1565. giunse il valore di regole raffinatissime, Facilità esecutiva e rapidità, furono si vedano quale esempio le Vergini di le caratteristiche più apprezzate dal Va- Giulio Romano, si orientò, dopo il sari, virtù che trovarono simbiosi con Concilio di Trento, verso una visione la "sprezzatura" che informa Il innovativa da leggersi nell'arte della Cortegia no, 1513-1524 di Baldassarre controriforma, volta ad una maggior Castiglione, la quale altro non fu che la comprensibilità anche per i non raffi- disinvoltura dell'uomo di corte nati. nell'affrontarne le difficoltà con- Allo stesso Michelangelo, che nel smalto e spessore alle iniziative promosse sentendogli equilibrio ed il controllo di 1508-1512 aveva dipinto la Volta della da Cosimo I de' Medici, contribuendo ai sé nonché il sano distacco, assurgendo ad Cappella Sistina con raffigurazioni bi - grandi cantieri a Firenze ed in Toscana: una summa di virtù che ne faranno un bliche, venne commissionato nel 1534 da ricorderemo la costruzione degli Uffizi e perfetto cortigiano; immagine che cal- Clemente VII l'ammonitorio Giudizio la Ristrutturazione di Palazzo Vecchio, il zerà a pennello per Vasari alla corte di Universale, opera che vide il suo realizzo Salone dei Cinquecento ed altro ancora. Cosimo I. fra il 1536 ed il 1541 sotto il pontificato Riprese il termine “maniera”, già pre- Del resto in questo suo stile dove la ve- di Paolo III. sente nella letteratura artistica quat - locità esecutiva assunse un valore aggiunto E fu ancora Roma ad assistere alla trocentesca quale sinonimo di stile (stile nel contesto di un fine esplicitamente chiaro morte del grande Michelangelo, il 18 di un artista o stile contrassegnante e volto a dar lettura ad una narrazione con- febbraio 1564, qua si ottantanovenne, la- un'epoca), nella sua monumentale opera troriformista, vi è la costruzione d'imma- sciando che l'intera opera sua divenisse Le Vite, 1568, (4), impegno grandioso a gine del Vasari stesso. fonte di studio per le generazioni se- corona di tutti i tentativi precedenti non - Si noti la compresa posa ne Lo stu dio guenti e dando vita ad una scuola dell'arte ché pietra angolare della letteratura sto - del pittore, 1563 ca. affresco, Firen ze, di "alla maniera", insegnamento che assu- rico artistica, dando a quest'ultima valore quando si autoritrasse ancor giovine in- merà il nome di “Manierismo”, ad oggi di specificità e nel contempo di utilità per tento alla pittura di una tavola da caval- definito stile. la comprensione dei fenomeni arti stici. letto con a terra, alla base del cavalletto, Alla metà del Cinquecento, il Rina- Il 1566 fu anno importante per Vasa ri il panno per la pulizia delle mani, i pen- scimento ormai maturo, visse un'intensa ma, a dire il vero, gli anni sessanta furono nelli scelti, la tavolozza ed il contenitore stagione resa celebre per merito di otti mi tutti ricchi di grandi impegni. per l'olio. artisti, ma non più i geni della prima metà Gli Affreschi del Salone dei Cinque - Tutto questo senza tralasciare l'im- del secolo quali Leonardo, Raffaello e portanza dello studio del disegno, del- Michelangelo, da qui il ricor darlo come l'incisione e della scrittura: la stanziola periodo di decadenza. 5 aperta con lui seduto al tavolo da lavoro Ottimi artisti quindi e fra i molti, ne completerà l'immagine. nonchè di nostro primario interesse, La sua grande produzione si mostrò Giorgio Vasari, nella cui opera si risen- nella capacità, similmente all'opera dei tirà di quando, giovanissimo allievo di suoi grandi maestri, di condurre in con- bottega, poté vantare celebri frequenta- temporanea più commissioni e nel con- zioni: in Firenze dapprima Michelan- tempo operare per se stesso: vedasi la gelo e poi Andrea del Sarto. cura apposta nell'illeggiadrire la sua Giorgio Vasari casa in Arezzo che, fin dal 1540, lo vide Arezzo, 1511 - Firenze, 1574 impegnato insieme ai suoi allievi nel re- Astro di quei momenti fu appunto stauro e nella decorazione. Giorgio Vasari, pittore, architetto e sto - Vi fu anche un'opera che lo fece an- rico dell'arte, il quale ebbe una forma - cor più vicino alle simpatie di Pio V, ov- zione artistica composita, basata sul vero S. Luca dipinge la Vergine, 1565 primo manierismo, su Michelangelo, ca, affresco (5) realizzato per la Cap- Raf faello e sulla cultura veneta. pella dei Pittori nella Basilica della SS. Come architetto si dedicò a dar Annunziata in Firenze, dove ancora si urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 205

205 A lato, (4) Frontespizio de “Le Vite” Giorgio Vasari, Edizione del 1568

in basso, (6) Visione di Pio V della bat- taglia di Lepanto, 1673 4 Lazzaro Baldi. Collegio Ghislieri, Pavia.

autoritrasse nella figura del Santo, se- lizzare l'allestimento teatrale della Ta - duto su uno sgabello nell'atto della ri - lanta di Pietro Aretino. presa della Vergine col Bambino L'attività di scenografo ed archi- sorret ta da Cherubini. tetto teatrale lo occupò intensamente a Traspare da quest'opera la sua vici - Firenze dal 1536 al 1565; un'e- nanza alla figura del Santo; soprattutto sperienza particolarmente importante nella scrupolosità con cui S. Luca, nel che lasciò tracce nella sua pittura, prologo del proprio vangelo, ricorderà come in Roma nella Sala dei Cento il suo raccogliere informazioni da Giorni del 1542~1546 e nella Sala "testi moni oculari" e di fatto essere Regia in Vaticano nel 1572~1573. l'unico ad inserire nel racconto notizie Nel 1573, iniziò la decorazione accurate sulla Vergine e sull'infanzia di della Cupola di Santa Maria del Fiore, Gesù; da qui la figura del Vasari storico 1573-1579, realizzando le figure più dell'arte e quel suo diuturno stilare il vicine alla lanterna, ma alla sua morte trattato sul le “Vite”. il lavoro verrà in larga parte terminato Ed ancora non si potrà escludere da Federico Zuccari; l'esecuzione del come nel Santo vi fosse anche un altro tema teologico narrò comunque della valore aggiunto, da vedersi nel suo prima regia vasariana in osservanza ruolo di medico a suggerire familiarità delle regole della Controriforma e dei con la pittura, arte imprescindibile, Al pari di non pochi artisti della sua riferi menti biblici. nella tradizione tardo-antica, per la ripro- epoca anche lo spettacolo entrò nei suoi In aprile rientrò a Firenze per l'inau- duzione in repertori illustrati di piante of- interessi, un'attività molto gradita dal gurazione dello Studiolo di Francesco I, ficinali; agli stessi artisti fu sempre pubblico, redditizia e di comune com - 1570-1572. Palazzo Vecchio, una delle essenziale una certa competenza in missione di bottega, un'arte da lui appresa creazioni più alte ed originali del ma - ambito botanico per la confezione dei co- in Arezzo nella bottega di Guglielmo di nierismo fiorentino, frutto della collabo - lori. Marcillat, pittore e maestro vetraio fran- razione fra l'intellettuale Vincenzo Anche in questo Vasari darà smalto cese, e con Andrea del Sarto a Firenze. Bor ghini ed un team di artisti capeggiati alla sua personale conoscenza delle for - Considerato fra i maggiori manieristi dal Vasari stesso. mule per la costruzione dei valori cro - tosco-romani, ebbe particolare influenza Su suo disegno presero inizio i lavo ri matici, al cui contributo ne favorirono sia a Venezia, frequentata nel 1541 per rea- delle Logge aretine o Logge Vasari, 1572, l'esperienza formativa presso la bottega elegante opera rinascimentale intonata al di Andrea del Sarto, che la successiva in- contesto medioevale, passeggio storico fatuazione per la pittura Raffael lesca. 6 per le famiglie più importanti di Arezzo; Anche l'animale simbolo del Santo, il opera di cui non vide la realizzazione, toro alato, sottolineerà la personalità del- ultimata nel 1595. l'artista e quella sua indomita forza che lo Morì in Firenze il 27 giugno 1574, in spinse a mai nulla rinunciare in tema di quella casa da lui voluta ad immagine cultura dell'arte. della sua vita artistica ma che poco si Si aprirà sullo sfondo ed ancora, la poté godere per colpa di quel nomadi - stanziola del disegnatore ed incisore, in smo tipico degli artisti del suo calibro, piedi ed intento all'esecuzione di un as - richiesti sia alle corti che in Vaticano. sunto grafico ... quadro nel quadro. Di lui, normalmente ci si dimentica Si dovette alla Vergine, così descritta del ruolo essenziale che ebbe quale pro - con trasporto dal Vasari, l'inizio dell'in- motore ed organizzatore della prima ac - teresse papale nei confronti del pittore Vi- cademia d'arte fondata a Firenze. sione di Pio V della battaglia di Lepanto , Questo versatile uomo di mondo per 1673. Lazzaro Baldi. Collegio Ghislieri, il quale il rango professionale ed il de - Pavia (6); la Vergine, onni presente nella coro accademico furono da sempre sua preghiera ed il Rosario di Maria, obiettivi di primaria importanza, nel compendio di vangelo ed orazione, di- 1563 lanciò l'Accademia del Disegno vennero la sua mano armata per il soste- sotto gli auspici congiunti del duca Co- gno ed il superamento della sfida simo de' Medici e di Michelangelo. rappresentata dal pericolo turco-islamico che procede dall'Oriente. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 206

206 A lato, (8) Venticinquesima sessione del 8 Concilio di Trento, 1563 ca. Deutsches Historisches Museum, Berlino

in basso, (9) La battaglia di Lepanto, 1572~1573 Giorgio Vasari, Affresco Sala Reale del Vaticano, Roma

Papa Pio V Al secolo Antonio (in reli- gione Michele) Ghislieri Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 Roma, 1° maggio 1572 La grande forza d'animo che lo portò a divenir strenuo difensore della libertà della Chiesa, trasparirà dal ritratto ese - guito da El Greco nel 1600. Il suo spirito pugnace lo accostò al sa- vonese Giulio II, il papa guerriero, che gnamento teologico a Casale Monferrato gnore nel suo rifiuto ad essere servito. volle un'Italia libera ed indipendente, ma e Pavia. A riprova del suo carattere e del cam- anche papa mecenate delle arti: ricorde- Fattosi frate domenicano assumendo biamento in atto con la sua figura al so- remo vicino a lui il Bramante, Michelan- il nome di Fra Michele, seguendo quel glio papale, il giorno dell’incoronazione, gelo e Raffaello. solco tracciato dal venerato S. Tommaso anziché far gettare monete al popolo La città d'Alessandria della Paglia, d'Aquino, visse un'epo- ca contrassegnata come consuetudine, preferì soccorrere a dalla quale prenderà il soprannome di da revisioni ed aggior namenti, tempi che domicilio molti bisognosi della città di Alessandrino, lo avvicinò al senese Ales- ebbero per lui in serbo anche un altro ser- Roma. Anche da papa continuò a vestire sandro III, propugnatore della lega delle vizio da rendere alla Chiesa, ovvero il il bianco saio domenicano, a riposare città lombarde in rivolta verso il dispoti- campo dell'Inqui -sizione e la lotta all'ere- sopra un pagliericcio, a cibarsi di legumi smo del Barbarossa. sia. e di frutta, dedicando l’intera sua giornata Nacque in Bosco Marengo nel 1504 I suoi centri d'azione furono Pavia, alla messa in pratica della regola bene- (7), paesino all'epoca appartenente alla Como e Bergamo, luoghi che lo videro dettina “ora et labora”: diocesi di Tortona e quindi al ducato di indossare la corazza del guerriero senza Il suo motto fu «camminare nella ve - Milano, trascorrendo l'infanzia in un cli - macchia e senza paura, un'armatura resa rità» ed opponendosi nettamente al nepo- ma sereno permeante quell'atmosfera bu- invulnerabile dalla rettitudine coscien- tismo proibì l’alienazione di posse- colica data dal punteggìo dei prati e dei ziale e spietata, una volta assiso alla cat- dimenti appartenenti allo stato pontificio, boschi solcati dal fiume Orba a lambire tedra del tribunale. fece rispettare l’obbligo di residenza ai il paese natio, senza quasi avveder si del Tutti questi anni di ufficio inquisito- chierici, eseguì una sistematica indagine richiamo che l'avrebbe portato, sessanta- rio furono costellati di gratificazioni, ma tra gli ordini religiosi e nominò i cardinali due anni dopo, ad essere eletto pontefice. anche di amarezze ed ostilità, arrivando con grande attenzione, istituendo una Preghiera, studio ed insegnamento fu- anche a temer per la propria vita e ad commissione per l’esame delle nomine rono le basi del suo raggio d'azione, fin avere problemi di salute: il tormen toso episcopali. dal primo convento di Voghera, per poi fuoco dei calcoli alla vescica. In armonia con le decisioni emerse passare al noviziato di Vigevano ed alla Venne eletto pontefice il 7 gennaio del dal Concilio Tridentino fece pubblicare Catechismus Romanus scuola di Bologna; in seguito l'inse - 1566 e da subito fece comprendere il suo un (1566), una ruolo di servitore del richiamo del Si- nuova edizione del Breviarum Romanum (1568) ed un nuovo Missale Romanum 9 (1570), Adoperò ogni mezzo per promuove re le riforme tridentine in Italia, egli stesso visitò personalmente le basiliche romane e organizzò anche una commis sione per visitare sistematicamente le parrocchie, costituendo molti visitatori apostolici e distribuendoli nello stato pontificio e a Napoli. Fece pervenire i decreti del concilio di Trento in tutto il mondo. Nell’ottobre del 1576 proclamò Dot - tore della Chiesa il grande pensatore do- menicano Tommaso d’Aquino (1225 -1274), rendendo d'obbligo, nel contesto universitario, lo studio della Summa urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 207

207 A lato, (7) Stralcio dell'agro alessandrino dalla corografia del Ducato di Milano, 7 1580~1583 Affresco Galleria delle Carte Geografiche Palazzi Vaticani; in basso, (10) L’Adorazione dei Magi,1566~1567 Giorgio Vasari, S. Croce

Theologica e facendo stam- dalla Chiesa, «un gigante pare nel 1570 un’edizione della santità», come lo definì completa ed accurata di tutte il Cardinale An gelo Sodano, le opere teologiche del San - in quel suo operare in sin- to Dottore. tonia con altri grandi santi D'altro canto gli inter- del tempo come san Carlo venti di Pio V in campo in- Borromeo a Milano e san Fi- ternazionale non ebbero lippo Neri a Roma; un successo, mancando di «realismo politi- Nostra Signora della Vittoria, più tardi grande Papa riformatore, la cui opera, che co». trasformata da Grego rio XIII nella festa diede i suoi frutti per molti decenni, la- Esempio eloquente ne fu il fatto che, del Rosario. sciò una caratteristica impronta tridentina il 25 febbraio 1570, diede atto alla sco - La battaglia, che cambiò il corso della sull'intera Chiesa. storia, fu combattuta dal mezzo giorno munica e conseguente deposizione della Il Papa chiama regina Elisabetta I (prima ed ultima vol- alle cinque del pomeriggio e vide, alla stessa ora, il pontefice affac ciarsi Focalizzate le due figure, vi è ora il ta che un Papa emetterà una sentenza di momento in cui, in funzione del loro in- tal genere contro un monarca regnante): improvvisamente alla finestra e ri- manendo alcuni istanti «in estasi» con lo contro, tutto ebbe luogo e si scrisse un'al- tale gesto fu un «inefficace anacroni- tra pagina da aggiungere a quella fabbrica smo», che peggiorò la situazione dei sud- sguardo rivolto ad Oriente esclamare: «Non occupiamoci più di affari. An- enciclopedica della storia del l'Arte. diti inglesi cattolici. La prima tessera di quel mosaico pit - Papa di fede e di orazione fu anche ri- diamo a ringraziare Dio perché la flotta veneziana ha riportato vittoria» torico che, nel suo realizzarsi, diede vita formatore liturgico come Gregorio alla “Macchina vasariana” fu la pala de Magno mille anni prima, ma ancor più la Il 1572 fu il suo ultimo anno di vita. Spossato da ipertrofia prostatica di “L'Adorazione dei Magi”, (10) commis- sua chiesa dovette mostrarsi “casta, li- sionata al Vasari nel 1566 e, per preci- bera e cattolica” e fu ancora la sua Ma- cui, per pudicizia, non volle essere ope- rato, si spense la sera del 1° maggio sione, dalle notizie ricavate nelle “Vite” e donna a proteggerne i valori. nel libro delle “Ricordanze”, al febbraio Attuò, come stabilito dal Concilio Tri- 1572, all'età di 68 anni. Un grande Papa, proclamato santo di quell'anno: “...et questo anno di dentino (8) l'aggiornamento della febbraio si andò a Roma a ba- preghiera pubblica, dove clero e fe- ciare i piedi a PP. Pio V...”. deli si poterono ritrovare assieme Non si potrà che sottolineare 10 nell'unici tà del sacrificio eucari- il carat tere di singolarità del stico. fatto, ovvero la commissione di L'organizzazione volta all'ag- un apparato decorativo in anti- giorna mento della Chiesa ebbe cipo sulla promulgazione della freno solo nel momento in cui si bolla papale a sancire l'erezione trovò innanzi all'urgenza circostan- della Chiesa di Bosco (1 agosto ziale di doversi schierare in difesa 1566); chiesa che sarebbe sorta del pericolo turco, ed ancora una a conclusione di quell'ambizioso volta dimostrò tutto il suo ardore progetto iniziato fin dal 1562, calandosi in quell'impresa, ad oggi ancora in veste di cardinale, con la sua più ambiziosa e meglio riu- la costruzione di un convento scita, che fu la costituzione di una per l'ordine dei domenicani a cui lega santa, sot to il supremo co- il Ghislieri ap parteneva. mando di Don Giovanni d’Austria, Testimonianza dell'interesse figlio naturale dell’imperato re del pon tefice per questa Carlo V, con Venezia e la Spagna, committenza la si ricaverà an- per la lotta contro l'impero Turco. cora dal Vasari che, in una lettera La flotta navale della lega af- a Don Vincenzo Borghini, datata frontò quella turca nel golfo di 1 marzo 1567, narrò della conse- Corinto il 7 ottobre 1571, inflig- gna della Pala dell'Adorazione al gendole in Lepanto (9) un'impor- pontefice in Roma: “Reverendo tante sconfitta. monsignore mio. Io giunsi salvo Attribuendo la vittoria al- a Roma e così la tavola, che non l’intercessione della B. V. Maria, il fui prima giunto che il papa non papa dichiarò il 7 ottobre festa di mi lasciò cavar gli stivali che urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 208

208 In basso, (11) Adorazione dei Magi, 1566. Giorgio Vasari Disegno prepara- torio per la tavola di Santa Croce di Bosco Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze

volse vederla, e così fatto portata in la prima tessera di quel mosaico decora- l'asino, che queste ancora ci deue es sere. guardaroba la vide, e gli piacque assai...”. tivo che avrebbe impreziosito la sua Del resto statua a Suo sadisfazio ne, pur- Fra queste righe coglieremo le loro chiesa. ché e si facessi un quadro assaj ben trasparenze caratteriali. grande, per potersene seruire a uno altare “Non mi lasciò cavar gli stivali”... da L’Adorazione dei Magi 1566-1567 in una chiesa ...”. qui la velata ironia del Vasari, già co- Giorgio Vasari, Dal bozzetto degli Uffizi (11), potre - nosciuta nell'ambito del dipanarsi narra - Olio su tavola, cm 205x260 mo notare come l'artista comprese la ri- tivo de “Le Vite”, dove la velata sua vena Seppur eseguita a Firenze, noto fu il chiesta del committente, in particolare satirica divenne sovente corredo ed al controllo del papa nelle fasi evolutive del per la riduzione dell'esuberanza archi- tempo decoro di celebri esistenze artisti- suo realizzo, una visione esclusivamente tettonica alle spalle del sacro nucleo. che. per tramite di bozzetti preparatori quale, Rimase comunque l'aspetto di un pa - Indubbio sul come simile suo lato ca- forse il più certo, quello conservato agli lazzo e non di una capanna, con la timi - ratteriale possa aver contribuito ad eser- Uffizi col numero 1191, ed inviato a da aggiunta del bue e dell'asinello, citare positivi effetti a contatto con Roma il 12 luglio 1566. rele gati in secondo piano nell'ombra alle l'entourage papale. Da questo schizzo l'inizio di una cor- spalle del S. Giuseppe. “La vide e gli piacque assai”... par di rispondenza fra il tesoriere segreto del La composizione, affollatissima, vederlo, con la sua figura ascetica e quel papa Sangalletti ed il Vasari, nella quale venne costruita attorno al fulcro compo - volto dalla larga fronte reso incisivo dagli si puntualizzarono i suggerimenti papali sto dalla Madonna col Bambino, una accentuati zigomi, lo spiccato arco so- all'artista in merito ad alcune modifiche centralità data da una doppia evoluzione pracciliare a contenzione degli infossati da rendersi necessarie per la più conso na piramidale: prima il Bambino poi di con- cerulei occhi, quel naso aquilino tipico leggibilità dell'opera ed in primis per seguenza la Madre, una soluzione che segno somatico dei volti rinascimentali l'ambientazione. troverà il suo erompere per merito della ad ombreggiare piccole labbra su una rin- Fautore dei fasti pittorici della corte levitante plasticità delle figure dei Magi. serrata bocca, sembianze la cui cornice fu di Cosimo I, al Vasari venne rammentato Dietro a loro prenderà vita una mol - una candida e folta barba a prolungare il sul come l'episodio si svolgesse in una titudine di figure o meglio di tutto un già non breve disegno in quel suo assu- capanna, quindi il previsto sfondo archi- mondo accorso ad onorare il divino par- mere una triangolare forma; vederlo tettonico non fosse ben visto dal papa, ac- golo. quindi osservare o meglio guatare, dalle canito sostenitore controriformista e della Vi è, in questa ridondante composi - vetrate affacciate sul cortile d'ingresso al conseguente revisione arti stica. zione data da una “summa figurativa”, guardaroba papale, lo scarico proveniente “Li piacque, ma mi disse, che la No - tutto l'esasperato virtuosismo vasariano da Firenze della tavola de “l'Adorazione stra Donna non statua in un palazzo che gli permise di ostentare la sua pro - dei Magi”. quando partorì N.S., come quello ador - pensione al monumentalismo, il talen - Eccolo quindi il celebre pittore al suo namento par sia, ma si bene in una ca - tuoso disegno e quel gusto per il ricercato primo incontro con papa Pio V, l'in - panna, et che in questa ci voleva essere. dettaglio descrittivo sull'abbigliamento e crociarsi dei loro sguardi: il pittore di In similitudine oltre non ci era nel bue ne sulla spazialità architettonica. corte, abituato alle frequentazioni im- Iconograficamente parlando, il sog - portanti e già affinatosi in Roma nel con- 11 getto fu tra i più rappresentati nella storia testo di quella cerchia di letterati creatasi dell'arte in ambito religioso e nelle figure attorno al cardinale Alessandro Farnese, i dei tre re, fin dal tardo Medioevo, si volle cui esiti si notarono nella sua prima leggere il valore simbologico a contras- grande impresa pittorica, la cosiddetta segno di quelle parti del mondo fino al- Sala dei Cento Giorni nel Palazzo della lora conosciuto. Cancelleria (1546), dallo sguardo com- I Magi, imperatori persiani, rivesti - preso ma al contempo ostentante fie- rono anche il ruolo religioso di sacerdo ti rezza per l'impresa in atto, innanzi al della dottrina dello Zoroastrismo, reli - quale si ergeva la longilinea figura del gione che negli astri vide una guida. Non papa Domenicano, dall'oc chio incisivo ha caso, fu proprio grazie allo stu dio ed inquisitore nel valutar l'affidabilità dell’universo che scoprirono la cometa umana ed artistica del pittore scrutandone che li avrebbe portati a Betlemme. il risultato. Melchiorre, imperatore dei persiani, Quel “gli piacque assai” poneva ter- portò in dono oro, simbolo ed omaggio mine ad una sorta di ansia data da un pro- alla regalità del Cristo, Baldassarre, im- posito latente nei suoi pensieri: il poter peratore degli indiani, portò in dono in - finalmente visionare e sfiorare con mano censo, simbolo di devozione, preghiera e urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 209

209 12 A lato, (12) Adorazione dei Magi, 1547 ca. Giorgio Vasari. O.s.tavola di pioppo. Chiesa di San Fortunato, Rimini in basso, (13) L’Adorazione dei Magi,1566~1567 Giorgio Vasari Olio su tavola, cm 205x260 Museo di Santa Croce, Bosco M.

sacerdozio, Gaspare, imperatore scelta, vi fosse l'intervento papa le. degli arabi, portò in dono mirra, in- Ulteriore confronto e non poco conscio presagio sulla futura morte interessante, sarà con un'opera di- del Cristo in quanto impiegata per pinta in anni immediatamente l'imbalsamazione dei corpi. successivi e ricordata dal Vasari nel Diversamente da come storica- 1568: l'Assunta e due Santi della mente opinato, il loro levarsi la co- Badia Fiorentina in Firenze; rona innanzi al Bimbo, narra del entrambi, pur negando l'affinità sog- forse unico atteggiamento di sotto- gettuale, invitano a considerare messa umiltà del mondo orientale punti di comunanza proprio in innanzi alla grandezza di un nuovo quell'impostazione piramidale il cui e divino re, fondatore e figura cen- vertice sarà il capo della Madonna, trale del Cristianesimo. l'uso dei valori tonali cromatici, lo Nel periodo rinascimentale studiato dispiego dei panneggi e il vennero effigiati abbigliati quali basciatore del sultano d'Egitto nel 1487 e coraggioso virtuosismo postuale dei cortigiani del tempo in abiti di corte con- lo scalpore al suo arrivo in Firenze. Un personaggi. temporanea e, sovente, uno di loro nelle episodio che lo stesso Vasari, nel 1556- Il rapito e quasi morboso interesse del sembianze del committente. 1558, immortalò in un affrescò nella Sala papa per una pala destinata ad una Chiesa Si notino in questa tavola le analogie di Lorenzo Il Magnifico, Museo di Pa- ancor priva di fondamenta e nel contesto compositive e di costume con celebri al - lazzo Vecchio, Firenze. di un ancor vago progetto decorativo, pur tre rappresentazioni, quali la Pala del- L'animale esotico dal lungo collo par- non essendo facilmente spiegabile, se l'Adorazione dei Magi di Gentile da tecipò con la sua plastica immagine al- non altro contribuirà a sfatare quel luogo Fabriano, 1423, dove il tema non fu che l'euforica atmosfera dell’Adorazione, comune che volle il Ghislieri lontano dal un pretesto per abbandonarsi alla fanta- apportando così una variante scenica nel mecenatismo arti stico. sia del lungo corteo che, nell'in trecciarsi sostituire l'accattivante presenza delle Quest'opera prima, troverà il suo si- degli episodi e nello svilup parsi del scimmie di Gentile da Fabriano. gnificato nella struttura intellettuale di cammino, par senza fine per meato da Non trascurabile sarà, al di là della Pio V, pervasa dalle logiche controrifor - quell’atmosfera velatamente orientale, od monumentalità dei personaggi della pala miste e quel loro prescrivere sul come ancora ne l'Adorazione dei Magi, boschese, il notare come quella in S. For- l'opera d'arte sacra trovasse la sua giusta 1420~1422, del camaldolese Lorenzo tunato presenti una diversa fastosità nelle destinazione ed il suo più vivo significato Monaco, anch'essa con sullo sfondo vesti delle figure principali, nel- nel compreso atto devozionale. l'architettura di un palazzo risolto in ter- l'acconciatura e nell'abito della Madonna; Da qui il sogno di una Chiesa in cui mini ancora giotteschi alle spalle della di logica intuiremo sul come, in simile le opere ivi contenute potessero narrar ne Sacra Famiglia e quella snellezza l'assoluta inscindibilità. figurativa, perla del gotico in- Si noti come il Vasari aprisse la sua ternazionale. visione alla partecipazione di una umana 13 Va altresì aggiunto quanto l'opera ri- folla che, nella sua platealità, seguirà alla cordi i motivi de L'Adorazione dei Magi lettera quel dogma simbolico del Conci- di Rimini, 1547, Chiesa di S. Fortunato lio di Trento, ovvero “l'urlo del richiamo (12), dove il Vasari ritrasse se stesso nel all'ordine” di una Chiesa da troppo personaggio col pappagallo, in un paral - tempo impoveritasi dei suoi valori fon- lelo dove spiccherà una chiara empatia danti. seppur in un realizzo a quasi vent'anni di Infine e non ultima la delicata Vergi- distanza. ne, fulcro dell'opera, compresa nel suo Molti i dettagli riscontrabili, inizian - atto protettivo; quella Vergine che fu, do dall'assembramento figurativo alle con il suo Rosario, compendio di van- spalle della Sacra Famiglia, la posizione gelo ed orazione, nonché assieme alle del re inginocchiato sulla destra, la ba- Sacre Scritture, l'arma di Pio V a soste- laustra sullo sfondo dietro alla quale si nere e superare la sfida nei confronti del- affacciano non pochi personaggi ed an - l'impero turco (13). cora nella presenza dei cavalli e della gi- Non più la ricercata e bella maniera raffa siti nell'angolo in alto a destra. di Raffaello, in quel suo rendere la fisi- La giraffa, in ricordo dell'omaggio a cità del personaggio evidenziandone la Lorenzo il Magnifico da parte dell'am- legante affettività; del Raffaello ormai urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 210

210 A lato, (14) L’Adorazione dei 14 Magi,1566~1567, Particolare Giorgio Vasari. in basso, (15) Martirio di S. Pietro Martire, 1569~1570 Giorgio Vasari~Jacopo Zucchi. Tecnica mista su tavola, cm 246x453 Museo di Santa Croce, Bosco Marengo

padrone della monumentalità eroica e tutte le storie della predella”. della dinamica a spirale, caratteristiche Di simile struttura si conoscerà l'idea di Michelangelo ed allo stesso tempo di d'origine ricavata da un'altra “macchina” quella tendenza all'accordo fisiognomico predisposta per la Badia di Arezzo, per di Leonardo. tramite di un disegno preparatorio con- La Madonna del Vasari sarà terrena servato al Louvre. (14), una giovane e fresca donna, omag- Vi sarà un'altra testimonianza a dar gio alla bellezza muliebre piemontese; l'idea della portata artistica assunta dal modella scelta fra quelle campagne grandioso altare; come la pala d'altare boschesi del paese natio del Ghislieri, della terza cappella di destra nella Chie - sincero dettaglio umano di quel mondo sa di Santa Croce, opera di un manieri- semplice che vide la sua adolescenza e lo sta della fine del XVI secolo, pre parò alla guida dell'ovile di Cristo. raffigurante S. Antonino nell'atto di La soddisfazione di Pio V si mostrò esorcizzare un'indemoniata; la scena si nell'incarico conferito al Vasari della rea- attua al l'interno di una chiesa con lizzazione decorativa dell'altar mag giore caratteristiche similari a Santa Croce e di Bosco; non una tavola tradizionale, ma recante proprio sotto la cupola la ripro- "una macchina grandissima quasi a guisa duzione dell'altare vasariano. d'arco trionfale". Realizzerà 18 dipinti, Il Martirio di San Pietro Martire, fra grandi e piccoli, che saranno smem- 1569-1570 Giorgio Vasari (15) mia satisfazione circa alle cose proposte brati nel 1710, mentre l'altare con la pala Tecnica mista su tavola, cm 246x453 della tavola che à a ire al Bosco, che sarà resisterà fino al 1734. Nella raffigurazione del Martirio, tra- come la mia d'Arezzo, isolata con dua al- La Macchina d'Altare sparirà quanto il pensiero artistico venga tari, ma grande e duo tavole pur grandi “mi ordino che io facessi per l'altar in simbiosi e trovi il suo apice con il reli- dirieto e dinanzi. maggiore della detta chiesa del Bosco, gioso domenicano del periodo della Con- Et ò ottenuto che si facci l'ornamento non una tavola come si usa comune- troriforma. e le tavole costì, e ci sarà da fare per tutti, mente, ma una macchina grandissima, Vi è la ripresa del martirio del frate massime per Francesco… (Moran dini) quasi a guisa d'arco trionfale, con due ta- domenicano Pietro da Verona, unitosi al- vole grandi, una dinanzi e una di die tro l'ordine dei Domenicani nel 1221 e no- et in pezzi minori circa trenta storie 15 minato da Gregorio IX inquisitore per piene di molte figure”. l'Italia settentrionale, combattendo con - Formata da una struttura prismatica tro l'eresia dei Catari. a base rettangolare, arricchita di rilievi e La scena illustra di quando nel 1252, modanature architettoniche, vide l'inse- nel rientro da Como a Milano, venne fe- rimento delle due grandi tavole princi - rito mortalmente da due sicari al soldo pali, il Giudizio Universale verso la dei veneziani seguaci del catarismo e navata, ed il Martirio di San Pietro vendicatisi, con questo mortale atto, Martire verso il coro, nonché della confisca dei loro beni. l'arricchimento delle tavolette incasto- Il Santo morirà scrivendo sulla nuda nate nelle predelle ed in altri punti com- terra col proprio sangue “Credo in plementari. Deum”. La struttura venne interamente rea - In primo piano appariranno i tre epi- lizzata a Bosco da diversi falegnami e sodi del dramma: sulla destra il manipo- decoratori mentre le tavole furono ese - lo di soldati a cavallo in agguato nei guite in Firenze. boschi di Barlassina, a sinistra il mo- Ecco quindi il Vasari in Firenze, in- mento dell'assalto del carnefice ed al tento all'esecuzione dei dipinti, alcuni centro la sua uccisione. dei quali videro la partecipazione dei Lo sguardo, nel suo salire, incontra collaboratori per tutta la durata del can - dapprima il paesaggio della campagna tiere, fra i quali l'allievo prediletto Fran - lombarda con, in distanza, le montagne cesco Morandini detto il “Poppi”, come lacustri gravate da un cielo nuvoloso, dalla lettera: poi, seduti in mitezza fra le nubi, dive- “Son stato dua ore con Nostro Si- nute nel frattempo più luminose, la Ver- gnore e finito il negozio con molta sua e gine ed il Bambino, impegnati in una urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 211

211 A lato, (16 - 17) Giudizio Universale, 16 In basso (18) Giudizio Universale, 1567~1569, Giorgio Vasari Giorgio Vasari, particolare Chiesa di Santa Croce, Bosco Marengo Giorgio Vasari~Jacopo Zucchi. Tecnica mista su tavola, cm 246x453 Museo di Santa Croce, Bosco Marengo

Sacra conversazione con San Domeni - nicano del Ghislieri, la fauce spalancata co, mentre appena al di sotto vi sarà la sulla destra, in quel suo inghiottire i presenza di tre angeli recanti la palma dannati, riproporrà invece un elemento del martirio e la corona della gloria, a simbolico dei grandi affreschi medioe- suggerire empatia fra il martirio del vali, le fasce superiori illustre ranno la Santo e la passione di Cristo. Passione e la figura del Cristo giudice In una composizione raffinata, resa attorniato da tutti i santi. a tratti velatamente gravata dall'esal- L'opera, comunque, in funzione del tazione del martirio, vi è comunque la taglio compositivo dato dal Vasari, me- proposta di alcune risoluzioni di alta rito del mestiere, mostrerà la sua qualità, vedasi, ad esempio, la plastica adesione agli obiettivi devozionali e cavalcata in secondo piano ed il paesag- morali espressi nelle sue stesse parole: gio pregno di soffuse profondità in “la gloria de' Santi intorno a Gesù omaggio alla scuola veneta. Cristo, e di sotto gli angeli con tutta la Opera di alta qualità che poté essersi passione, e San Michele che divideva i avvalsa della collaborazione del buoni da' cattivi”. “Poppi” e forse, ancor più certa, di Ja- Sul libro retto dall'angelo tubicine di copo Zucchi, per certe note cromatiche destra figureranno la data e la firma: e valori luministici, il tutto comunque “A.D. MDLXVIII/ PIVS V PONT./ sotto l'attenta regia dello stesso Vasari. MAX. FIERI/ FECIT/ GEORGIVS/ VA- SARIVS/ ARETINVS/ PINXIT”. Giudizio Universale, 1567-1569 Le altre opere (16) Giorgio Vasari (17) 1567-1569 Autografo sarà il maestoso “Giudi - Le coppie di Santi domenicani illu - zio Universale”, dove chiare appariran- stranti i due pannelli creati in origine per no le caratteristiche ed a volte i limiti i fianchi della della maniera va- “macchina”, rap- sariana, dove l'e- 18 pre senteranno ri- ccessiva ridondanza spettivamente i compositiva si av- Santi Do menico e varrà di non pochi Antonino da Fi- suggerimenti ed in- renze (19) e i fluenze di grandi Santi Tommaso scuole; come la d'Aquino e Vin- figura mu liebre in cenzo Ferreri (20), primo piano, evi- ritratti in erette po- dente prestito da sture dal sapore an- Raffaello e la scel- tico, ma resi con ta cromatica dai te- vividezza per me- pidi valori in rito di insoliti valori quell'uniformare espressivi. l'assem bramento fi- La soffusa di- gurativo, lasciando stribuzione della ai soli brani di az- luminosità aggiun- zurrati e rossastri la gerà valori plastici funzione di risorsa a pose che, per me- plastica. rito della bicromia, L'iconografia data dal saio dome- (18) complessa si nicano nonché dal- articolerà in tre la leggerez za del fasce: nell'inferiore panneggio, neghe- l'arcangelo Michele, ranno quell'im- al centro, evocherà mobilità tipica di il nome dome- simili rappresen- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 212

212 Nella pag. a lato, (37) Visione A lato, (33) Chiesa di Santa 33 d'assieme del Complesso mo- Croce, 1566~1572, Bosco numentale di Santa Croce, di Marengo Bosco Marengo in basso (34) Chiesa del Gesù, in basso, (35) Chiesa di Santa 1568~1580, Roma Croce, interno Bosco Ma- Museo di Santa Croce, Bosco rengo Marengo tazioni. influenze nordiche. Rese con stesure veloci e Ed il Naldini, fin dal 1562 per questo foriere di una presente nella bottega del Va- lettura dalla moderna imme- sari a cui diede un valido diatezza, saranno le dieci ta- contributo nel contesto volette della predella, il cui decorativo di Palazzo Vecchio valore si baserà sul la non ri- in Firenze, in particolare dipin- petitività compo- sitiva, per- gendo due tele per lo studiolo meata da una vivace e di Francesco I. plastica scelta figurativa, Decoratore di cappelle in dove la pennellata troverà il Roma si distinse oltremodo suo ossimoro nella corposa come pittore di pale d'altare, scioltezza punteg giata da ri- partecipando appieno a quel cercate e distribuite fonti di respiro di rinnovamento de- luminosità. corativo delle grandi basili- Sei di questi dipinti raffigureranno chi di ombre e luci. che dopo la Controriforma, im- episodi in allusione al sacramento del- Ma anche ed in specie nei dipinti di preziosendo con la sua vena pittorica al- l'eu- carestia: l'incontro di Abra- mo e soggetto domenicano lo stile di Jacopo cuni altari quali in Santa Croce ed in Melchisedech (21), la Caduta della Zucchi, a sua volta allievo e principale Santa Maria Novella. manna (22), la Pasqua ebraica (23), collaboratore alla decorazione del “Salo- L'intero ciclo delle tavole minori con- l'Ultima cena (24); due scomparti di ne dei Cinquecento” e dello “Studiolo di fermeranno quella profonda affinità cul- minori dimensioni prefigureranno il Sa- Francesco I” in Palazzo Vecchio a Firen - turale elaborata nell'osservata con- crificio eucaristico: il Sacrificio di Abele ze. si derazione del segno e nella concezione (25), il Sacrificio di Isacco (26); altri Nella seconda edizione delle “Vite”, il della scuola michelangiolesca. quattro proporranno paralleli fra sacre Vasari, nel tracciarne il profilo biogra- Tutte le tavole, ad eccezione del Mar- scritture ed ordine domenicano nel nar- fico, precisò che nel 1568 il pittore tirio di San Pietro, che a tutt'oggi con- rare episodi quali: San Domenico resu- avrebbe avuto venticinque o ventisei anni serva la sua cornice originale, si scita un giovane caduto da cavallo (27), d'età. presentano nella preziosità di splendidi L'Apparizione di Gesù a San Tommaso Si noterà la sua mano in quell'avvitare cornici intagliate dall'alessandrino Pietro d'Aquino (28), l'Elemosina di San Vin- ed allungare le figure secondo schemi ed Girolamo Chiara nel 1711-1712, ovvero cenzo Ferrer (29) Sant'Anto- di quando la macchina nino esorcizza un indemoniato venne smembra ta per far (30). luogo al marmoreo altar 34 In queste tavole manifeste mag giore. saranno le personalità dei suoi Le predelle vennero, allievi e collaboratori, come in all'inizio del 1569, viste particolare lo stile di Francesco dal papa al quale: “piaqua- Morandini, detto il Poppi, suo no assaissimo, et le fo fede allievo e collaboratore, proprio che ne esta molto sodi- in funzione della sua vena di il- sfatto”. lustratore elegante e fantasioso, Aggiungendo inoltre negli affreschi di Palazzo Vec- ed in relazione alle tavole chio a Firenze e che si distinse dello Zucchi, in quel loro anche nella decorazione del presentare in primo piano “Tesoretto” e dello “Studiolo di corpi di men dicanti e Francesco I”. miracolati, una richiesta Trapela la sua pennellata si- dettata dal suo spirito con- cura e un particolare uso del troriformato sul: “fare ue- colore: colori mutevoli su in- stite tutte le fighure, che carnati chiarissimi, soprattutto quej bracci et gambe nude nei soggetti femminili, con non le uole, che dice piu morbide e velate sfumature nel presto tenghano del dar corpo ai volu mi attraverso paganesimo che della de- una sapiente gestione dei gio- uotione”. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 213

213

37

In quelle re realizzate poche righe nella bottega colte nel car- fiorentina e teggio con la pronte dal lu- Segreteria pa- glio 1569, pre- pale circa il sero la via per il sollecitare la porto di Li- presenza del vorno, l'unico a Vasari in Va- quei tempi in ticano “...per grado di assu- far' alchune co- opera che facessi mai, avendo lavorato mersi simile in- sette che lui ha desiderio che sieno di vo- tre anni dietro a quest'opera”. carico; un porto che al tramonto del stra mano”, appunto in quelle “cosette”, a dominio pisano e per volere dei Medici bellezza e decoro del nuovo grande alta- beneficiò dell'ampliamento della stessa re maggiore per la chiesa di Santa Croce, La logistica al tempo di Pio V città, trasformatasi da un piccolo villag - si leggerà il significato del sistema arti- “Mando costà per Genova le mie gio nella più importante città italiana pro- stico vasariano, quasi un codice in quella tavo le...”. gettata e costruita tra la fine del XVI e Firenze in cui il maestro stava attuando Oltre questo piccolo ma significativo l'inizio del XVII secolo. per Cosimo I grandi imprese quali il estratto dalla lettera del 26 agosto 1570, il Principale porto del Granducato di Salone dei Cinquecento in Palazzo Vec- Vasari non ebbe modo di commentare o Toscana e tra i più trafficati scali di tutto chio ed in parallelo le tavole ad perlomeno istruire i riceventi circa le mo- il bacino del Mediterraneo, Livorno di - arricchimento degli altari nelle chiese dalità di spedizione delle sue tavole, ma venne un rilevante centro economico ani- degli ordini mendicanti: una rinascenza l'argomento sarà di indubbio interes se. mato da mercanti provenienti da stilistico estetica fortemente voluta dal Biografo di se stesso ed a suo modo “qualsivoglia imbarco conosciuto”, che duca. grande e costante viaggiatore, “Le Vite” le conferirono i caratteri di città cosmo - Si è in un contesto di grande e sensi- presero corpo proprio in funzione di que- polita per eccellenza. bile importanza, una situazione che ci ri- sta sua smania di conoscenza che lo portò Il Cinquecento fu il secolo che mutò porta al passo di apertura del nostro ad una sorta di nomadismo intellettuale radicalmente il costume dei genovesi: gli scritto, dove ne “Incontri ed occasioni” alla ricerca delle fonti più autorevoli per interessi mercantili virarono in quelli ca- vi è il succedersi di quei fattori comuni - poter narrare dell'esistenza dei maestri pitalistici, portandoli ad investimenti cativi dati da luogo, tempo e tipi di rap- del suo tempo e delle scuole precedenti, svincolati dai redditizi traffici portuali porto fra interlocutori; da qui la non lasciò informazioni cir ca l'uso del estesi all'intera Europa e lontani dai pro - com prensione dei motivi che resero tempo in merito agli sposta menti delle blemi inerenti ai trasporti. grande e senza riserve la fiducia riposta opere d'arte, ma la citazione della città di Per un accenno storico evolutivo va da Pio V nell'artista. Genova ci aiuterà a congetturarne almeno detto che Genova, fino a quel momento, Tutto il suo operato, teso al ristabili re una possibile via. non comprese quanto importante fosse l'unità d'insieme e le modifiche apportate Sia la Pala de l'Adorazione, presso il per poter conservare il rango di potenza per raggiungerne l'obiettivo, rivelò quella papa dal febbraio 1567, che le altre ope- mediterranea un garante dominio di ter- concretezza di pensiero e di raferma, come già aveva prov- concentrata adesione nello spi- veduto Venezia, nell'affidarsi rito del Concilio di Trento 35 all'unica difesa dell’Oltregiogo nell'adeguare l'antico al nuovo data dalla sola fortezza di Gavi; culto, consentendo il rafforza- questo in un mondo investito mento dei legami fra Firenze ed ormai da inesorabili cambia- il Papato. menti da leggersi nella Il ciclo di S. Croce resterà comparsa di nuove poten ze na- una delle imprese più avvincenti zionali, la scoperta dell'Ame- dell'opera vasa riana ed il suo rica, l'avvento di nuove armi e stesso artefice, in una lettera al bocche da fuoco, l'apporto in- Priore del convento del 26 ago- novativo del respiro rinasci- sto 1570, scrisse: “Mando costà mentale. per Genova le mie tavole, le Nel nostro caso, il concetto quali se non m'inganno ho fede medioevale di strada di valico che abbiano a riescire la meglio ormai si presen tava obsoleto: urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 214

214 A lato, (32) Scorcio del complesso di Santa 32 Croce di Bosco Marengo Nella pag. a lato, (36) Veduta del Convento, da un'incisione della prima metà del XIX se- colo

l'antico tracciato ro- trasformando ambizio- mano, una volta samente il piccolo con- raggiunta la som- vento in un più mità del vali co, vol- elaborato complesso tava verso Oriente monastico ubicato nella seguendo il crinale e campagna fra il comune proseguendo verso i del Bosco e quello di pianori denominati Frugarolo. “Pian di Reste” per Da questa idea proseguire quindi l'inizio di una rivisi- verso Nord, se- tazione del concetto or- guendo sempre la ganizzativo di una sommità del crinale, nuova istituzione reli- sino a Fiaccone, il medioevale Flaconum riali dello Scrivia e dell'Orba. giosa nel solco dei dettami codificati dal e l'odierno Fraconalto, per poi proseguire L'apertura della via della Bocchetta è Concilio di Trento. Dal punto di vista sti- usufruendo di tracciati in sacrificio alla databile al 1585, pur non conoscendone listico, la Chiesa di Santa Croce (33) pre- sicurezza ed alla comodità, da qui una documentazione di atten dibilità. correrà la romana chiesa del Gesù (34), l'urgenza di interventi per rendere più A noi piacerebbe poter credere che, nel divenire riferimento primario adatti i transiti di un traffico più intenso e nonostante i viaggi delle opere del Vasa - dell'architettu ra controriformista. Per la diffu so. ri avvenissero vent'anni prima, vi potes - realizzazione del suo grandioso disegno, Genova, a quel punto, non si curò più sero essere i minimi presupposti per la Pio V chiamò architetti ed artisti fra i più delle strade lungo la Riviera, lasciando scelta di questo itinerario; una via quin di rinomati del suo tempo, di formazione to- che il mare fosse la più certa as- da ritenersi la più affrontabile nonostante sco-romana e lombarda, come Giacomo sicurazione, cercò, invece, di migliorare l'esigua sorveglianza su un territorio che Della Porta che portò l'esperienza bo- le comunicazioni con l'Oltregiogo, age - a quei tempi si presentava campo schese in Roma nell'atto progettuale della volando così non solo i traffici, ma anche d'azione di un brigantaggio che, nel XVI Chiesa del Gesù e Giorgio Vasari, con i i viaggiatori. secolo, imperversò inafferrabile nella sua suoi allievi e collaboratori, di cui si è cu- Col Rinascimento si iniziò a viaggiare prima metà con la figura di Domenico rato il dipanarsi narrativo del pre sente per diporto, sulla spinta di nuovi valori Scorza detto lo “Spadacap pa”. scritto. culturali e diplomatici, differentemente Dalla sua, la Chiesa, ed in particolare Vi fu ancora un incontro fra Pio V ed dal Medioevo, quando prevalsero gli in- Pio V, con la sua fama di uomo pu gnace il Vasari, fra 1571 e 1572, quando il mae- teressi mercantili o religiosi. ed ex inquisitore generale, si tutelò non stro aretino dipinse la più importante L'adattare una delle due vie transappen- poco per tramite di contatti con armatori, delle scene della sala Regia in Vaticano, niniche scegliendo quella di “Pian di banchieri ed assicuratori che poi per celebrare la vittoria di Lepanto. Reste”, deviandone la via al nuovo valico sarebbero risultati di grande importanza La “Macchina vasariana” (35) in quel della Bocchetta e quindi lungo l'alta Val per la conduzione della sua crociata nei suo produrre una visione di chiara empa- Lemme, sembrò la migliore; dieci chilo- confronti dell'Islam. tia fra la monumentalità degli archi metri di strada che avrebbero mutato Santa Croce ... perla del manieri - trionfali e la complessa pluralità dei polit- l'aspra e ventosa via di Fiaccone nella co- smo artistico, dalla Rinascenza alla tici medioevali, assolse ed al contempo moda via di Molini, facendo di Voltaggio contemporaneità aprì ad una funzione concettuale dove un riferimento urbano genovese fra le BOSCHEN SANCT CRVCIS OR- leggervi un assieme dato dalla funzione montagne. Non si trattò solo di una va- DINIS PRÆDICATORUM narrativa, commemorativa ed istruttiva, riante al più antico passo del “Pian di Si dovette alla decisione, a metà del nel disegno del decreto tridentino del Reste”, ma di un evento che influenzò Cinquecento, di un cardinale domenicano 1563 in cui si ribadì il giovamento per la profondamente l'Oltregiogo genovese, di costruire nella sua terra natia un con- fede e l'esercizio della pietà. premessa per quello stretto legame fra la vento che potesse poi divenire dimora del Pio V, unico papa piemontese, ales - grande città dei traffici ed il suo entro- suo mausoleo, (32) il perché oggi si possa sandrino e santo, con l'impresa della terra montano. ammirare l'evoluzione subita dal concetto “Macchina”, volle riaffermare ed al con- I genovesi furono capaci di raggiun - architettonico iniziale, peraltro incasto- tempo onorare la figura di un suo famoso gere per mare ogni punto del globo ma se nato all'interno del centro abitato, nel- predecessore, papa Gregorio I, detto Gre- vollero muoversi per via di terra questo l'arco di 450 anni. gorio Magno (Roma, 540-604), quel papa fu l'unico passaggio; un ponte scagliato Nel 1566, il cardinal Ghislieri, al mo- che visse uno dei periodi più bui della verso l'estremo confine di Castel Gazzo, mento della salita al trono pontificio con storia italiana, la seconda metà del VI se- fra gli insicuri territori dei Feudi Impe- il nome di Pio V, rivide la sua prima idea, colo e che istituì una crociata contro le urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 215

215

36

sculture e gli idoli pa- Nati sotto Saturno, La gani condannati dalla figura dell'artista dal- Bibbia a favore del- l'Antichità alla Rivo- l'utilità delle pitture luzione francese, Rudolf e Margot Wittkower, 1968 nel ricordo degli inse- Giu lio Einaudi Editore gnamenti religiosi ri- s.p.a., Torino cevuti. Santa Croce di Bosco Rammentò a Marengo a cura di Fulvio quanti avversavano Cervini e Carlenrica Span- ogni pittura che molti tigati, 2002, Cassa di Ri- membri della Chiesa sparmio di Alessandria SpA, Fondazione Cassa di non sapevano né leg- Rammento e nel contempo mi piace - Risparmio di Alessandria. gere, né scrivere, e che, per indottrinarli, rà accomunare la tavola de l'Adorazione San Pio V e la problematica del suo tempo, i dipinti erano utili quanto ai fanciulli le alla Maestà del Duomo di Siena, la pala 1985, Cassa di Risparmio di Ales sandria. immagini di un libro illustrato, affer- d’altare della cattedrale senese dipinta Giulio Ieni, Il complesso monumentale di S. Croce di Bosco Marengo, Edizioni dell'Orso, mando: “La pittura può servire all'anal- tra il 1308 ed il 1311 dall'iniziatore della fabeta quanto la scrittura a chi sa Alessandria. scuola senese Duccio di Buoninsegna; Vasari a Bosco Marengo. Studi per il re- leggere”. anche lei, prima di venir posta nel luogo stauro delle tavole vasariane in Santa Croce, a Si noti come in queste parole fosse già preposto, fu partecipe di un solenne tri- cura di Beppe Merlano, 2010 Sa gep Editori. vivo lo spirito della Controriforma e buto da parte dei senesi, i quali la segui- Virginio Giacomo Bono, La Macchina Vasa- come simili intendimenti si allineassero rono in processione dallo studio del riana e l’iconografia del Rosario nel Moncalvo. La Storia dell’Arte, Raccontata da Ernst H. al valore rappresentativo di un soggetto pittore fino in Duomo, nel solco di una basato su chiarezza e semplicità, nell'e- Gombrich, (6) La strada si bifor ca, Roma e Bi- rispettosa e devota partecipazione mai sanzio (V-XIII secolo), 2006, Mondadori Electa scludere tutto quanto potesse sviare l'at- mutata nei secoli. (37) Per concludere, si Spa, Milano. tenzione delle sue sacrosante finalità. dovrà all'impresa de la “Mac china V Centenario della nascita di Giorgio Vasari L'ambiente (36) ed il respiro culturale vasariana”, frutto di eccelse colla - – Presentazione del restauro della Pala d’Altare del luogo natio di Pio V colsero il borazioni ed alla qualità raffinata ed in- “Adorazione dei Magi”, Roma - Palazzo della Cancelleria 4 novembre - 4 dicembre 2011. Ca- messag gio delle pitture vasariane e, ne tellettuale dal carattere eccezionalmente abbiamo certezza, nell'ultimo tratto del talogo: Coordinamento generale a cura della Di- innovativo, il far sì che il Complesso di- rezione Centrale per l'Amministrazione del viaggio delle tavole prima di accedere in venga da subito un evento straordinario Fondo Edifici di Culto Ufficio Pianificazione e chiesa, si poté assistere all'inchino del nel suo genere, una perla di quel manie- Affari Generali, Voyage Pittore sque 2011. contado tutto, in un atto di manifesta de- rismo artistico fusosi in un intimo e per- Una strada per l’Oltregiogo. I quat trocento anni della Bocchetta (1585~1985), Comunità vozione nei confronti del loro Papa che, fetto dialogo con la cultura contro- con questo gesto, mostrò di non essersi Montana Alta Val Lemme ed Alto Ovadese, riformista. Sede di Bosio, agosto 1986. di menticato della sua gente. Così forte il legame con la sua terra Fonti bibliografiche Ringraziamenti: P. Vismara, «Il cattolicesimo: dalla "riforma che, nei giovani di origine contadina, Sentito e riconoscente nei confronti dell'As- cattolica" all’assolutismo illuminato», in Storia sociazione “Amici di Santa Croce”; al vide forze integre da utilizzare a sostegno del Cristianesimo, III. L'età moderna, a cura di della religione cattolica e per loro fondò Presidente, Gent.ma Sig.ra Piera Bonabello, per G. Filoramo, D. Menozzi, Roma-Bari, Laterza, la possibilità di visionare nonché raccogliere il Collegio Ghislieri in Pavia, con bolla 2008, pp. 151-290, cit., p. 187) fonti atte allo studio ed alla ricerca perché que- del 10 gennaio 1569. Touring Club Italiano, Guida d'Italia. To- sto mio saggio avesse vita. Al Sig Giancarlo Bo- L'oggetto della prima tavola giunta in scana, Milano 2001, p. 399. drati per la realizzazione delle immagini Bosco, ovvero la Vergine de l'Adorazione M. Bevilacqua, Firenze e il Granducato: fotografi che e la costante presenza data dal- province di Grosseto, Livorno,Pisa, Pistoia, dei Magi, ribadì nel pensiero pa pale e l'amore per l'Arte. Un sentito ringraziamento al Prato, Siena, 2007, p. 28. Comune di della sua gente l'importanza di una pre- M. D'Angelo, "The Scale or Magazin of an senza essenziale sia nella cultura reli- Bosco Ma- Universall English Trade". Mercan ti inglesi a rengo alla giosa medioevale come in quella Livorno in età moderna, in Mirella Mafrici (a Gent.ma ri nascimentale: la Vergine, che sotto il cura di), Rapporti diplo matici e scambi Dott.ssa suo pontificato divenne cuore diffusore commerciali nel Mediterraneo moderno, 2004, Luisella della confraternita del Rosario, tangibile p. 329. Deluigi As- Pio V Il vincitore di Lepanto, Eugenio Rus- presenza nei centri domenicani dell'Italia sessore alla somanno, 2012 Tracce.it. Cultura. centro-settentrionale dalla fine del '400, Le Vite, Dei più eccellenti pittori, scultori e una tematica particolarmente diffusa architetti, Giorgio Vasari, a cura di Licia e Carlo nelle chiese alessandrine. L. Ragghianti, 1971 Riz zoli Editore Milano. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 216

216

21 27

22 30

23 28

24 29 urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 217

217

17

19

20

Nella pag. a lato, dall’alto in basso, a sinistra:/(21) incontro fra Melchisedech e Abramo; (22)La ca- duta della manna; (23) la Pasqua ebraica; (24) Ultima Cena; a destra, (27) San Domenico resuscita un giovane caduto da cavallo; (30) Sant’Antonio esorcizza un indemoniato; (28) Apparizione di Gesù a S. Tommaso d’Acquino; (29) L’elemosina di San Vincenzo Ferreri.

25 26

A lato, in alto, (17) Il giudizio universale;in basso (25) il sacrificio d Abele e (26) quello di Abramo; sopra, in alto, (19 )I santi Domenico e Antonino da Firenze; sotto, (20) S. Tommaso d’Aquino e S. Vincenzo Ferreri urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 218

218

Gli affreschi di Pietro Ivaldi a Celle Ligure di Gian Luigi Bruzzone

La chiesa parrocchiale di San Michele pur innalzate in età barocca, ebbero affre- Se fino a pochi anni or sono era piuttosto arcangelo in Celle Ligure, innalzata in scate od ornate pareti e volte soltanto nei sconosciuto e forse anche un poco snob- positura alquanto elevata, sulle prime secoli successivi, di solito nel corso del- bato9, oggi la sua figura e la sua opera propaggini della collina dei Ferrari, fu ri- l'Ottocento e per le comunità parrocchiali hanno suscitato interesse e conseguenti costruita nel quindicennio 1630-45, in so- meno abbienti addirittura nel corso del ricerche e risultati. Finalmente si è com- stituzione dell'originario tempio di stile Novecento. preso quanto sia irreale e sciocco preten- romanico ritenuto insufficiente per Comunque sia, la questione della dere che tutti siano … Michelangeli. l'accresciuta popolazione e/o forse biso- volta del sacro edificio rimasta bianca si L’Ivaldi aveva già dato prova di sé sulle gnoso di restauri eccessivi ovvero non discusse in concreto a partire da metà Ot- pareti di molte chiese piemontesi tra cui più rispondente al gusto contemporaneo tocento sfociata nella committenza al pit- il duomo di Acqui Terme, e nel frattempo proto-barocco1. Dall'ubicazione piuttosto tore Pietro Ivaldi ed eseguita nel biennio dipingeva la chiesa parrocchiale di N.S. distante dal lido si evince l'antichità del 1867-68. La decisione fu ampiamente di- dell’Assunta in Ovada. Il contratto per sacro edificio, privo di protezione - se battuta e dettata da due principali ragioni. questa era stato stipulato nell’agosto non la distanza e l'altura - per difendersi Il tetto era mal ridotto e necessitava di un 1865 e gli affreschi, iniziati nel marzo dalle scorrerie e da eventuali attacchi dei sollecito intervento pena il crollo. L'altro 1866 dovevano concludersi entro due saraceni2. Anche il titolo dell’arcangelo motivo, più curioso, fu il calo dell'elemo- anni10. Michele rappresenta un’ulteriore con- sine dei cellaschi3 e la minaccia di so- Il prezzo pattuito dai fabbriceri cella- ferma di antichità: salvo rare eccezioni spenderle quale protesta verso la schi in £ 2000 per Ivaldi e in £ 4000 per tutti i templi a lui dedicati si ergono su al- Fabbriceria che non voleva - a loro dire - il Varese era rilevante, ma non impedì di ture o comunque in positura elevata, ed adornare il volto del tempio, unico o ritenere saggiamente che il Varese era era particolarmente venerato dai longo- quasi in tutta la Diocesi ad essere ancora "l'unico da queste parti per poter fare un bardi. tinteggiata a calce4. Le incertezze dei dipinto monumentale" e "che conviene L'interno del nuovo tempio, piuttosto fabbriceri erano tutt'altro che infondate: per avere un affresco bello spendere qual- vasto, ripartito in tre navate sorrette da vuote le casse, meschine le offerte, esor- che cosa di più di quello si spenderebbe possenti pilastri proporzionati, presen- bitanti le esigenze degli artisti. Già nel come un pittore mediocre". Per quanto è tava le pareti imbiancate a calce. La loro 1864 si erano considerati i disegni di Gio- dato sapere, il numero dei medaglioni luminosità e le finestre non impedite da vanni Quinzio5 il quale chiedeva £ 8.000 sulla volta fu stabilito dai committenti, là alberi o costruzioni avranno fatto appa- tutto compreso. L'affare però non era an- dove in altri casi (come per la parroc- rire smisurato lo spazio sacro interno. Se- dato in porto, se due anni appresso tra i chiale di Ovada sopra menzionata) era la- condo la consuetudine della chiese senza progetti del pittore ornatista Giacomo Va- sciato alla discrezione e al senso d’arte troppe disponibilità finanziarie, il primo rese6 si scelse quello con tre medaglioni, del pittore. ad acquistare decoro fu il sancta sancto- come meno costoso di quello con quat- D'altra parte il prevosto Antonio rum. Al 1714-15 risale il bellissimo altare tro: chi faceva lievitare il prezzo erano gli Ratto11 si era dato premura d’interpellare del marmista Gaetano Quadrio, lo stesso ornati, non le figure. I soggetti subirono altri artisti: il celebre Barabino12 esigeva che scolpì - ad esempio - l'altare della ba- nell'attuazione qualche cambiamento: in per approntare i bozzetti la certezza del- silica domenicana di Santa Croce in luogo dell'Epifania si dipingerà l'Agonia l'ordine e ben 10.000 franchi; Semino13 Bosco Marengo e al 1798 risalgono gli del Signore nell'orto e in luogo degli era sovraccarico di lavoro, di Giovanni affreschi del catino e del presbiterio di evangelisti e quattro profeti maggiori dei Quinzio s’è detto, il meno noto Luigi Ac- Paolo Gerolamo Brusco. Si noti l'anno: peducci si dipingeranno figure muliebri quarone chiedeva £ 3000, approntava e cadeva la Serenissima Repubblica di Ge- di virtù. spediva i bozzetti, ma non piacquero. nova, mentre in Francia i giacobini si di- Pittore figurista - come accennato - fu Dalle basi della volta della navata vertivano a tagliare le teste di chi Pietro Ivaldi (Toleto di Ponzone d’Acqui, centrale del tempio cellasco piove la luce ritenevano non la pensasse come loro. E’ 1810 – Acqui, 1885) figlio di Giovanni e attraverso dodici finestre le quali, grazie la sedicente democrazia degli ideologi di di Maria, allievo dell’Accademia Alber- agli unghioni, rendono leggibilissimi gli turno, genia per nulla estinta. tina di Torino, con soggiorni a Roma e a affreschi. Come anticipato, questi furono Il valente artista Brusco dipinse anche Firenze, aiutato dal fratello Tommaso. dipinti nel biennio 1867-68 da Pietro i voltini di due cappelle, ma la volta della Questi lo coadiuvava non soltanto negli Ivaldi e rappresentano in tre vasti con- chiesa e di quasi tutte le altre cappelle (di ornati, ossia nell’approntamento del set- torni altrettanti episodi della vita di Cri- undici, due appartenevano alla Compa- tore decorativo, ma per contrattare con la sto. Nel primo medaglione, rettangolare gnia del S. Rosario e del Suffragio, men- committenza altresì, a motivo della nota con angoli smussati, vediamo una Nati- tre sette erano di giuspatronato privato) minorazione di Pietro7. Non diciamo vità popolata dalla Sacra Famiglia, asino erano rimaste nel loro candore. Il fatto nulla su di lui, essendo uscito un volume e bue sotto nobili ruderi e da nove fra non deve stupire: si può anzi affermare monografico nel bicentenario della na- donne e pastori che ben esprimono la me- che la maggioranza delle chiese liguri, scita8 e parecchi articoli in questa Sede. raviglia per tanto mistero. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:13 Pagina 219

219 A lato, la parroc- chiale di San Mi- chele a Celle Ligure

Il meda- piacquero glione più e- alla com- steso, ad ova- mittenza le sagomato, ossia all’in- rappresenta tera popola- un'Ascensione zione del strutturata in borgo, for- due piani con mata – gio- reminiscenze verà compositive rammen- raffaellesche. tarlo – La Vergine e anche da gli apostoli va- personalità riamente atteg- assai in- giati volgono fluenti, sia lo sguardo al cielo con espressione chi di giamo: una donna con un figlio in nel settore mercantile e marittimo, sia stupore, chi di fiducia, chi di fidente pre- grembo, morto pugnalato (chissà a che nella politica e nei quadri dirigenti del ghiera; la compattezza del gruppo si cosa allude), una donna con un giglio e Regno. Mi limito a richiamare i fratelli fende il centro in corrispondenza di S. un cuore in mano, una donna con una bi- Lorenzo e Raffaele Biale, vescovi rispet- Pietro. Nella sezione superiore di un colle lancia e stana ai suoi piedi, una donna tivamente di Ventimiglia e di Albenga spoglio che conserva le orme dei piedi di- con un agnello in grembo. Come si argui- (caso unico nella storia della storia della vini vediamo scendere il Salvatore. At- sce non sempre è immediata una decifra- Chiesa16), un Federico Colla17, fonda- torno lo splendore onde è circonfuso si zione iconografica. I dieci unghioni delle tore della Corte dei Conti, ed un generale libra uno stuolo di angeli che si vedono finestre (cinque per lato) ospitano gra- senatore Federico Pescetto18, il quale pur più minuti e per così dire offuscati dalla ziosi putti inseriti in medaglioncini a essendo massone, contribuiva al decoro luce via via che s’innalzano. campo rosso-granata, di bell’effetto. Gli della chiesa e ne finanzierà la maestosa Il terzo episodio, di estensione e di sa- ornati tendenti al decorativo, ma digni- scalea di granito. Persone tutte compe- goma analogo al primo, rappresenta tosi, si devono a Giacomo Varese, già lo tenti o quanto meno non digiune per il l'Agonia di nostro Signore dell'orto del abbiamo precisato; le cornici architetto- mondo dell’arte19. La scelta dei soggetti Getsemani. Cristo presso un esile olivo, niche dipinte quasi in monocromia mar- dipinti e degli altri caratteri della compo- mortalmente addolorato invoca il Padre roncina attorno ai medaglioni valoriz- sizione fu discussa dai membri della Fab- perché allontani l'amaro calice14 che ve- zano con efficacia la sezione delle figure, briceria e dal Prevosto. diamo porgergli da un angelo. Gli apo- dalla cromia brillante e luminosa. Anche Stando così le cose e poiché una cilie- stoli prediletti Pietro Giacomo e gli ornati colleganti gli unghioni e la cor- gia tira l’altra, di lì a poco tempo le volte Giovanni giacciono preda del sonno e di- nice sopra le finestre appare monocroma, delle navate laterali sembrarono troppo mentichi di partecipare all’incommensu- ma questa volta con una tonalità grigio- spoglie nel loro candido intonaco, ri- rabile dolore del Maestro. Nel cielo cilestrina, assai armoniosa. spetto a molte cappelle e ai recenti fre- notturno un nugolo di putti preannuncia Potranno dare una più concreta idea schi. La Fabbriceria20 riprese i contatti con simboli la passione imminente. Alla dei lavori i dati seguenti di tipo contabile. con gli artisti e, col favore dei fedeli, de- nostra destra ecco avvicinarsi dalla città Alla fine del 1866 si approntarono i pon- liberò di affidare i nuovi freschi per le na- lontana il gruppo, quasi monocromo, gui- teggi nella navata centrale della chiesa, vate laterali al solito Pietro Ivaldi, dato da Giuda. nel febbraio 1867 era conclusa la scrosta- coadiuvato questa volta nella sezione or- Sui peducci fra le finestre sono icasti- tura della volta (pagata £ 400), l’11 aprile namentale, ossia nelle ripertizioni archi- camente sedute in otto nicchie dall’absi- si pagò la prima rata all’ornatista Varese tettoniche da Domenico Buscaglia21. dina bacellata altrettante virtù teologali e (£ 1500), il 12 ottobre la seconda rata allo Questo pittore ed ornatista savonese era morali. Hanno aspetto muliebre, stesso (£ 1000), il saldo il 9 giugno 1868 allora accreditato ed aveva dato bella mo- l'atteggiamento è diversificato e quasi (£ 1200). I fratelli Ivaldi ricevettero il stra del suo ingegno in molte chiese e pa- tutte tengono qualche oggetto in grembo. saldo il 23 gennaio 1868 (£ 1000)15. Si lazzi della Liguria22: in altri termini Precisamente sul lato sinistro scorgiamo, arguisce che una volta progettata ambedue gli artisti, pur senza essere i più partendo dall’ingresso: una donna inco- l’operazione, il Varese esordì le pitture, prestigiosi della piazza, erano al massimo ronata di alloro, una donna con due in- proseguite dai fratelli Ivaldi e concluse e della loro fama. fanti (uno in braccio e l’altro ai suoi perfezionate dall’ornatista, come il buon Le volte delle navi laterali – affrescate piedi), una donna con bimbo in piedi, una senso suggerisce. nel 1874-76 – si devono pertanto al- donna con una croce. Sul lato destro scor- Per quanto sappiamo, gli affreschi l’Ivaldi per le figure e al Buscaglia per gli urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 220

In questa pag. in alto a sinistra, Ascensione Nella pag. a lato, in alto a sinistra, nati- Alla pag. seguente, in basso, angioletto al cielo di Cristo; sotto Gesù dopo il di- vità; orazione nell’Orto degli ulivi; a de- giuno assistito dagli angeli; a destra, in stra dall’alto in basso: Fede; Carità; alto, soffitto della navata centrale; il sacri- angioletto ficio di Abramo urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 221

ornati. Esse sono impaginate a medaglie - Gesù servito dagli angeli, dopo il di- quadrangolari e a crociera con angeli giuno e la tentazione nel deserto26. nelle vele, in alternanza. Elenchiamo i - Le pie donne trovano il sepolcro soggetti, rappresentanti momenti di sto- vuoto dopo la resurrezione27. ria della salvezza, partendo dalla cappella - San Pietro liberato da un angelo di prospetto della nave sinistra e termi- nella prigione28. nando dinanzi a quella corrispondente Motivo unificatore nella produzione della nave destra. del Sordomuto ci sembra una ricerca di Dio Padre consegna le tavole della decoro formale con un pizzico di decora- legge a Mosé23; nei peducci sono angeli tivo, caro forse alla committenza, com- muniti di cartigli e poggianti su mensole provante reminiscenze varie e moduli fittizie, aggettanti isometricamente. classici colti e compresi più o meno pro- Visione di Giacobbe24; ai lati quattro fondamente. La fedeltà all’iconografia putti su fondo rosso. tradizionale è indubbia del resto, come la Il sacrificio di Abramo25. fedeltà alle direttive pastorali per una pit- Nell'altra navatella si illustrano epi- tura non soltanto sacra, ma destinata alla sodi del nuovo testamento. fruizione liturgica. Nell’insieme ritengo urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 222

222

la pittura ivaldiana armonica nell’impa- 16. G.L. BRUZZONE, Lorenzo Battista ginazione, con scene talora popolate, mai Biale: un vescovo ponentino fra Restaurazione affollate, armonica nella tavolozza cro- e Risorgimento in "Rivista ingauna ed inteme- matica e nei chiaroscuri, assenti le esage- lia", XLV, 1990, pp 45-61 = Idem, Personaggi di Celle, Genova. Brigati, 2009, pp 89-134. razioni di ogni genere. Si avverte altresì 17. G.L. BRUZZONE, Personaggi di una non comune esperienza, una tecnica Celle, cit., pp 135-154. collaudata, una certa quale abilità ed 18. G.L. BRUZZONE, Giovanni Federico umiltà nell’inserirsi in un contesto già Pescetto (1817-82) in “Il Risorgimento”, 4. L’affermazione non ci risulta del tutto formato29. Tanto a livello artistico e pit- XXXIX, 1987, pp 31-48. corrispondente al vero, ma fu espressa per ap- 19. Il Pescetto anzi, come ufficiale e poi ge- torico, quanto a livello … culturale ed parire più convincenti. nerale del Genio, aveva costruito o adattato sva- umano. 5. Giovanni Quinzio (Genova, 1832 – 1918) riate strutture militari, fra cui il restauro del Potranno dare una più concreta idea allievo di Giuseppe Isola, affreschista, direttore Castello di età sforzesca in Vigevano (certo i cri- dei lavori i dati seguenti di tipo contabile. delle Pinacoteche di Palazzo Rosso e di Palazzo teri di restauro odierni non combaciano, ma que- L’8 settembre 1874 l’Ivaldi ricevette Bianco in Genova, docente di pittura all’Acca- sto è altro discorso). Ampliò e restaurò anche il demia Ligustica. l’acconto di £ 450, il 7 aprile 1875 £ palazzo di residenza in Celle, affacciato su 6. Giacomo Varese ( + 1892) allievo di Mi- 1000, il 18 maggio 1876 £ 200, il 4 Piazza Vittorio Emanuele II, nel 1945 ribattez- chele Canzio, artista poliedrico. marzo 1877 £ 450, il 17 marzo 1877 £ zata Piazza del popolo. 7. Egli era sordo-muto, non per nascita, 1000 per saldo delle navate laterali. Il 20. La Fabbriceria era il gruppo composto bensì per un evento traumatico avvenuto nella di fedeli laici e del Parroco pro tempore per am- Buscaglia ricevette le seguenti somme: £ puerizia che lo privò o menomò di questi due ministrare la chiesa e curarne la manutenzione. 500 come acconto l’8 settembre 1874, £ sensi. Essa era stata istituita e regolamentata con legge 200 in novembre, seguite da £ 900 e dal 8. Percorsi e immagini nell’arte di Pietro saldo di £ 400 nel dicembre 1877. Di lì a Ivaldi, il Muto di Toleto, Acqui, Impressioni gra- negli anni dell’Impero napoleonico (legge 18 germinale anno x, in particolare articolo 17) ed poco si ebbe l’acconto di £ 500 il 17 fiche, 2010, che purtroppo non ci è stato possi- bile procurare. Fra le varie recensioni, menziono era subentrata alla Masseria. Oggi ha assunto il marzo 1876 nonché di £ 400 nel novem- nome di Consiglio parrocchiale (amministra- bre 187630. quella di T. STRAMARE in “Joseph”, 89°, 8-9, settembre-ottobre 2010, pp 32-33. tivo), presieduto dal Parroco pro tempore. Oltre alle volte delle navatelle, al duo 9. Per amore del vero tuttavia, mi permetto 21. Vi furono – s’intende – altri artisti od artistico Ivaldi & Buscaglia erano affi- di ricordare come, studentello ancora, mi recassi artigiani specializzati per le marmorizzature, le date le volte delle due cappelle di pro- apposta ad Acqui Terme per reperire nel campo- indorature e così via: qui ci limitiamo alle pit- prietà parrocchiale assai neglette: la santo gli estremi cronologici dell’artista, non ture. cappella dedicata allo Spirito Santo (la senza chiedere notizie a Mgr Giovanni Galliano 22. Domenico Buscaglia (Savona, 1828 – prima entrando a sinistra) e la cappella di (1913-2009) parroco della cattedrale e conver- 1919), attivo pittore, massime ornatista. 23. Exodus, XXXI, 18. S. Carlo Borromeo (la penultima della sandone più volte col caro ing. Ezio Fabro 24. Genesi, XXVIII, 10-15. navata sinistra): questo spiega la presenza (Alba, 1918 - Celle, 1998) e la gentile consorte Magda Pugno (Palermo, 1920 – Celle, 2010). 25. Genesi, XXII, 1-12. di paghe ancora nell’anno 1877. Il vol- Per amore della verità, ancora, debbo precisare 26. Math. IV, 11; Mar. I, 13. tino della cappella intitolata allo Spirito che le mie domande a Mgr Galliano rimasero 27. Math. XXVIII, 1-6 e sinottici. Santo effigia Dio creatore31, quella di S. inevase, sebbene poi detto Monsignore scrisse 28. Act. Ap., XII, 6-8. Carlo effigia S. Ambrogio32 al centro e sull’Ivaldi in “L’Ancora”, 10 novembre 1985. 29. Dote assai rara nei progettisti di oggi. due Santi Martiri in altrettanti tondi33. 10. Menziono appena: La parrocchiale di 30. Cfr. nota 10. Gli stucchi della cappella dello Spirito Ovada, Ovada, Accademia Urbense, 1990. 31. G. L. BRUZZONE, La chiesa di San Santo sono successivi, risalendo al 1880, 11. Antonio Ratto (Palo, 1909 – Celle, Michele, cit., p 27. 32. La scelta del santo non è bizzarra: sia e gli ornati al 1894, opera di Domenico 1868) parroco di Celle dal 1840 alla morte. 12. Nicolò Barabino (San Pier d’arena, 1832 per essere predecessore di san Carlo Borromeo, Buscaglia. – Firenze, 1891) allievo di Giuseppe Isola, ami- sia per essere dottore della Chiesa, sia perché cissimo di Francesco Semino (di cui sotto), si fino al 1820 la diocesi di Savona ebbe come me- Note trasferì a Firenze, pittore di soggetti storici e re- tropolita l’arcivescovo di Milano. Di fatto la 1. G. L. BRUZZONE, La chiesa di San Mi- ligiosi. Masseria di Celle possiede (spero, almeno, pos- chele in Celle Ligure. Storia ed arte, Genova, 13. Francesco Semino (Genova, 1832 – 83) segga tutt’ora, considerata la sparizione di molti Liguria-Sabatelli, 1984. allievo di Giuseppe Isola all’Accademia, sog- arredi per acquistare i quali i nostri padri hanno 2. G. L. BRUZZONE, Chiese della diocesi giornò a lungo in Firenze. Il pittore e intenditore non di rado effettuato sacrifici) un interessante distrutte. Il complesso alto medievale di San Mi- Orlando Grosso lo definì: uno degli “ultimi fre- baldacchino per accompagnare in processione il chele in Celle in "il Letimbro, XC, 48, 19 dicem- scanti liguri che riallacciano alla tradizione sei- Santissimo di damasco rosso: consuetudine li- bre 1981 centesca della scuola genovese”. turgica del rito ambrosiano, non romano 3. Volgarmente detti cellesi. Il suffisso 14. Math. XXVI, 37-44. 33. G. L. BRUZZONE, La chiesa di San –asco è tipico del dialetto ligure e basti rammen- 15. Archivio Parrocchia S. Michele, Celle, Michele, cit., p 29-30. tare gli analoghi aggettivi o sostantivi toponima- Libro di cassa della Fabbriceria, 1839-87, sub stici sanremasco, monegasco etc. diebus. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 223

223 Giuseppe Gualandi a Costa d’Ovada per la chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle Neve. di Sergio Arditi

L’attività progettuale dell’ingegnere Nel 1896 Francesco Gualandi con la la morte di Francesco avvenuta inel 1902, ed architetto Giuseppe Gualandi (Bolo- collaborazione del figlio Giuseppe fu- Giuseppe nuovamente al lavoro nella gna, 13 gennaio 1866 – San Lazzaro di rono chiamati a Sezzadio (AL), ove lavo- stessa chiesa nel 1912-1914 e alla cupola Savena, frazione Croata (BO), 24 mag- nel 1923-19243. gio 1944) fu assai consueta in Monfer- Il giovane Francesco Gualandi conti- rato, in particolare realizzò alcuni edifici nuò autonomamente la sua attività ed in religiosi sia in diocesi di Acqui, sia in Piemonte, tra il 1901 ed il 1912, lavo- quella di Asti. Figlio dell’architetto Fran- rando all’erezione del Santuario della cesco e, a sua volta, padre di Francesco Beata Vergine Portae Paradisi di Asti, Junior, fu il secondo esponente di tre ge- detta del Portone, realizzandola solo par- nerazioni di progettisti operanti in buona zialmente poiché non venne completata parte del territorio nazionale. nel modo da lui previsto. Giuseppe si rivelò particolarmente at- Ad Ovada venne richiesto il suo inter- tivo nella costruzione di chiese a partire vento per restaurare la cupola della chiesa dal 1898 esprimendosi in uno stile eclet- parrocchiale di Nostra Signora Assunta. tico con influenze neo bizantine, neoro- Già nel 1886 si dovette restaurare questa maniche e neogotiche, seppure non cupola, compromessa nella sua staticità, mancò di costruire importanti edifici ci- ma nel 1901 Giuseppe Gualandi eseguì vili. un nuovo sostanziale riadattamento4. L’eclettismo degli architetti bolo- Nel 1905 lo troviamo ad Alba, per la gnesi trovò il suo massimo esempio nella ristrutturazione del Santuario della Ma- grandiosa e complessa chiesa del Sacro donna della Moretta, con pianta circolare Cuore di Bologna, collegata all’Istituto rarono sino al 1897 alla progettazione e sovrastata da un’ampia cupola. Salesiano, una combinazione di aspetti costruzione dell’imponente parrocchiale In diocesi di Acqui, tra il 1900 ed il bizantini, tardo romanici e gotici opera di neogotica2. L’attività di collaborazione, 1912, eseguì la cappella del Seminario Edoardo Collamarini1. Il padre di Giu- tra padre e figlio, proseguì nella parroc- Vescovile e la cappella della Madonna seppe, l’architetto Francesco Gualandi chiale di San Giovanni Battista di Fonta- delle Grazie nel Duomo, la chiesa del- (Bologna 1820 – 1902), nel 1872 rico- nile (AT), anch’essa in stile neogotico. La l’Istituto di Santo Spirito di Acqui struì a Bologna il palazzo Comi, già sua costruzione iniziò nell’autunno del Terme, il Santuario dei Caffi presso Cas- Zambeccari e nel 1890 progettò a Lugo 1897 mentre si concludeva la chiesa di sinasco5, la parrocchiale di Costa di di Romagna (RA) la chiesa di San Fran- Sezzadio. Il grandioso edificio di Fonta- Ovada ed il citato restauro, con riadatta- cesco di Paola. Esercitò in buona parte la nile, non ancora completamente finito, fu mento della cupola, della parrocchiale professione nella sua città natale e negli inaugurato il 18 novembre 1900. Alcune dell’Assunta di Ovada. ultimi anni della vita fu coadiuvato dal fi- sistemazioni del presbiterio videro, dopo Nel 1910 - 1911 concluse l’edifica- glio nella costruzione di al- zione della chiesa par- cune chiese in stile rocchiale di Antignano neogotico, tra cui la parroc- d’Asti. chiale di Santa Maria di Ve- A Roma progettò la nezzano a Mascarino, chiesa del Sacro Cuore frazione di Castello del Suffragio nel rione d’Argile (BO), con cupola Prati, esprimendosi in alta 44 metri. La sua co- facciata con un linguag- struzione iniziò nel 1894 e gio neogotico analogo a si protrasse sino al 1931 - quello della parrocchiale 1933, realizzando un edifi- di Sezzadio. Questo edi- cio neogotico a croce latina ficio fu realizzato dietro con tre navate ed abside po- la spinta del padre Victor ligonale. L’imponente cu- Jouet, missionario marsi- pola viene sorretta da otto gliese fondatore dell’as- pilastri polilobati con tam- sociazione del Sacro buro a dodici lati ed è uno Cuore di Gesù per il Suf- dei primi esempi dell’appli- fragio delle anime del cazione artistica del ce- Purgatorio. Nel 1894 mento armato. venne posta la prima pie- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 224

224

Alla pag. precedente, in alto Mons. Carlo In questa pag. in alto a sinistra, Navatella, alla pag.seguente, a sinistra capitello mag- Calderone, per oltre cinquant’anni arci- sotto la facciata della parrocchiale, in alto giore, a destra capitello prete di Costa d’Ovada; in basso Costa in a destra, presbiterio ; in basso Cupola una cartolina di E. Maineri urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 225

225

tra, ma i lavori edificatori furono real- eretta nel 1931. Ri- mente iniziati nel 1909 e conclusi nel masta incompiuta fu 1917. Ha la facciata, in cemento armato, la parrocchiale di irta di guglie, nicchie e statue. L’interno è Santa Maria di Sa- ha tre navate con pilastri a fascio con lice Belvedere, nel archi a sesto acuto. La chiesa è nota per le comune di Cento testimonianze assai inquietanti che con- (BO). Si rammenta serva nel piccolo museo costituite da do- che Giuseppe Gua- cumenti e cimeli relativi alle anime del landi progettò a Trieste la chiesa di No- sue chiese furono più vaste di quanto in Purgatorio, alla loro presenza nel mondo stra Signora della Provvidenza, nelle realtà oggi paiono necessarie. Questa terreno con apparizioni, impronte infuo- Marche, in provincia di Ancona, operò ad propensione lo avrebbe portato ad adot- cate su abiti e altro, sebbene le gerarchie Orstra Vetere nell’Abazzia di Santa tare poderosi elementi strutturali, che, ad cattoliche non abbiano mai esposto una Maria di Piazza e a Jesi nella chiesa di esempio, fanno la loro comparsa in ampi posizione ufficiale su questo argomento. San Giuseppe. pilastri e in colonne, come nel pronao ri- A Roma il Gualandi intervenne pure alla tagliato entro la facciata di Santa Maria costruzione del Seminario Interdiocesano L’affidamento a Giuseppe Gualandi del Portone ad Asti, o nelle poderose cu- sulla Flaminia, aperto alla fine del 1919 e della costruzione della chiesa di Nostra pole delle parrocchiali di Sezzadio e di successivamente, tra il 1921 e il 1926 alla Signora delle Neve alla Costa di Ovada, Fontanile. La linea ricorrente fu perciò chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, at- e di altre chiesa nella diocesi acquese, ma l’omaggio alla tradizione antica associata tualmente di San Tommaso Moro. pure in altre zone nel Piemonte, nelle al nuovo gusto moderno della commi- In Emilia, dal 1888 intervenne a Lugo Marche, nel Lazio, nella Venezia Giulia, stione, seppur con accostamenti di misu- di Romagna (RA) alla chiesa di San oltre che nella sua Emilia, fu probabil- rato equilibrio. Francesco da Paola e a Zola Predosa mente dovuto alla chiara fiducia che Elemento caratterizzante, costante- (BO) eseguì, tra il 1924 ed il 1925, la co- venne riposta in questo valente architetto, mente proposto in ogni chiesa, è la pre- struzione in stile romanico della chiesa come avviene ancor oggi per quelli mag- coce adozione della cupola in cemento del Cristo Re in località Tombe. A Ri- giormente conosciuti e affermati, ed alla armato con un alto tamburo sulla crociera mini, progettò la chiesa di Santa Maria dimestichezza che traspare dal suo epi- tra le navate, il transetto e l’abside. Ausiliatrice tra il 1912 e 1913. Nel 1939 stolario nell’Archivio Vescovile di Acqui L’adozione sperimentale di questo tipo a Riccione portò a termine la chiesa di con le alte gerarchie ecclesiastiche locali, edilizio, dopo pochi anni si rivelò poco San Lorenzo in Strada e nella parte set- bolognesi e di altre diocesi6. impermeabile alle infiltrazioni pluviali e tentrionale della città terminò, dopo la La tendenza, nel percorso di Giuseppe si dovette intervenire con rivestimenti guerra, la chiesa dedicata a Gesù Reden- Gualandi, al di là dell’adozione dei di- metallici di vario tipo. I modelli struttu- tore, senza realizzare il previsto campa- versi tipi di stile eclettico in rapporto a rali e l’applicazione dei paramenti murari nile. La chiesa più nota è la parrocchiale componenti neobizantine, neoromaniche, vengono costantemente ribaditi in foggia di Lizzano Belvedere (BO), dedicata a neogotiche (quest’ultime maggiormente razionalistica, non compiutamente con- San Mamante e sovrastata da un’ampia diffuse), è quella di palesare in ciascun nessa ad un deliberato eclettismo, come i cupola e con cappelle semicircolari. Fu intervento un carattere incline alla gran- cornicioni in cotto o intonacati e le profi- costruita in seguito all’abbattimento dei diosità architettonica. Egli operò con un lature a guglia. Nelle costruzioni neoro- resti di un antico complesso di edifici sistema di concezioni eterogenee, me- manicheggianti, si utilizzano cavetti monastici avvenuto nel 1928 e venne more degli insegnamenti del padre. Le decorativi in ceramica smaltata, in parti- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 226

226 alla pag.seguente, la chiesa prima della costruzione della cu- pola A pag.228, in alto immagine di Costa dei primi del Novecento; in basso Costa negli anni Cinquanta del secolo passato

colare sotto gli archetti pensili e al cen- eccezioni come strutturalista nella cupola da farsi per la parrocchiale di Castel Bo- tro della facciata, disposti a croce. di Ovada), ma la sua personalità lo portò glione. Da Roma, ove si trovava per ini- Negli interni, più diffusamente con ad essere un costruttore di edifici gran- ziare i lavori di una nuova chiesa, pianta a croce latina, le colonne ed i mae- diosi, dalla vasta planimetria e dall’am- scriveva il 10 febbraio 1909 in merito alla stosi pilastri a fascio o polistili, mostrano pio slancio architettonico che trova il suo richiesta dell’arciprete don Delponte per elaborati capitelli ornati con fogliame apice nella cupola. aggiornare i nuovi costi rispetto al pro- classicheggiante, a volte guarniti da fiori Al fine di considerarne più compiuta- getto presentato nel settembre 1906 al e raramente da figure a protome umana o mente la concezione architettonica ed i pretore di Nizza. Nella circostanza met- zoomorfa; altri tipi sono goticheggianti, caratteri stilistici, si tenga in considera- teva in risalto che l’aumento del costo ma sempre carichi di ornati vegetali. zione che queste chiese vennero edificate della mano d’opera e delle provviste dei Compaiono ricorrenti logge, agili matro- per volere delle comunità locali e grazie materiali era da calcolarsi tra il 12 ed il nei ed aggettanti ballatoi esibiti all’in- a questa forma di partecipazione collet- 15% circa, per un ammontare di £ terno delle cupole. I transetti sono poco tiva, in zone prevalentemente agricole, su 35.000. Per ottenere un risparmio imme- pronunciati e terminano con cappelle, se- sollecitazione delle gerarchie ecclesiasti- diato consigliava la limitazione dei lavori micircolari o poligonali, e queste, in al- che, fu chiamato ad operare il Gualandi. a quelli puramente necessari per cuni casi, sono il solo elemento che Questa fase storica è quella attraversata l’elevazione e per la copertura, spostando costituisce il transetto. Si possono defi- dalla Prima Guerra Mondiale che influì in futuro le decorazioni architettoniche, nire chiaramente transetti quelli presenti notevolmente sullo svolgimento e sulla ottenendo quindi solo un lieve aumento nelle chiese di Sezzadio e di Antignano. durata dei lavori, non sempre permetten- del vecchio preventivo. Siccome i prezzi Pure il presbiterio non sempre si sviluppa done una realizzazione compiuta. Solo tendevano ancora a crescere, proponeva in profondità, essendo superato dalla rea- prima degli eventi bellici, tra la fine di non ritardare oltre i lavori e nel frat- lizzazione della sola abside. dell’800 e l’inizio del ’900, i lavori fu- tempo richiedeva un acconto sul già ela- A lato del presbiterio e in asse con le rono senza dubbio realizzati in maniera borato a partire dalla fine del 1902. navate minori, sorgono cappelle a pianta più ampia e spedita. Il 27 aprile 1910 il Gualandi era ad rettangolare dal limitato sviluppo plani- Per le varie esigenze di lavoro si spo- Antignano d’Asti dove si stava operan- metrico dotate di aperture verso il presbi- stava, con lunghi viaggi in treno, nei di- do alla parrocchiale da lui progettata. Ri- terio, formate da logge o soggette versi cantieri che dirigeva in varie parti spondendo alla richiesta della consegna traforate. d’Italia, mentre teneva intensi contatti della ricevuta inoltrata da don Delponte, La navata centrale è costantemente epistolari con i committenti e con le im- parroco di Castel Boglione (poi vescovo larga il doppio delle navate laterali e prese costruttrici (in Piemonte sovente Ausiliare 1924 - 1926, vescovo di Acqui l’aula centrale, sottostante alla cupola, con l’impresa Torchio). Per corrispon- 1926 - 1942) per incoraggiamento faceva forma uno spazio pari alla larghezza del- denza organizzava le varie attività e pro- osservare che, seppure inizialmente in l’insieme delle navate. poneva le risoluzioni dei numerosi quella località disponessero di meno Si tenga presente che Giuseppe problemi quando non poteva essere pre- fondi, i lavori erano in fase d’ultimazione Gualandi fu principalmente un ingegnere sente nei vari cantieri, assai distanti tra e si pensava di inaugurare l’edificio nel - architetto della struttura portata a ter- loro. prossimo mese di agosto. Interessante è mine in breve tempo. Sembra aver rara- Il 4 maggio 1904 si trovava ad Acqui rilevare che nella sua corrispondenza ri- mente influito sulla realizzazione degli da dove si sarebbe recato ad Asti, proba- corda il suo intervento alla Costa di altari o di arredi liturgici, né sulla decora- bilmente nel cantiere di Santa Maria del Ovada in cui, verso la fine della stessa zione pittorica delle sue chiese. Una com- Portone, già iniziato nel 1902, ed a Ca- settimana, da Antignano annunciava che ponente ornamentale in cui si risconta il nelli, forse per la casa e chiesa della Sacra si sarebbe recato nella frazione di Ovada, suo intervento nella chiesa di Castel Bo- Famiglia, successivamente diventata del dove già dal 1904 e sino al 1912 lavorò glione riguarda l’esecuzione dei capitelli Sacro Cuore ed eseguita ad opera del alla completa ristrutturazione e rifaci- a cura dello stuccatore Balilla Benedetti. Thea. Il 9 aprile 1906 era nuovamente ad mento della parrocchiale7. Considerato che capitelli analoghi Asti per il santuario di Santa Maria del La lettera così riferisce: sono costantemente presenti nelle costru- Portone alloggiando all’Istituto Santa zioni gualandiane, si può ritenere che il Chiara, mentre aveva portato con sé i Antignano d’Asti 27 Aprile 1910 Benedetti sia stato un suo stretto collabo- nuovi studi per la chiesa di Castel Bo- Mi giunge qui la sua lettera del 21 ratore di fiducia e che questa simbiosi glione. corrente ed avendo meco il fascicolo abbia determinato uno degli aspetti stili- Il 20 luglio 1906 era in procinto di re- colla pratica della sua Chiesa posso con- stici dei suoi ornati. carsi a Roma “per urgenti affari” e prima tentarla subito inviandole la nota richie- Egli costruì dopo aver demolito anti- di partire da Bologna, ove aveva lo studio sta, compilata regolarmente fino dal 5 che chiese preesistenti. Non si può consi- in Via dei Mille al n. 9, diede opportune Febbraio che può essere presentata a derare un restauratore (salvo poche disposizioni ai collaboratori per i disegni qualsiasi ufficio od autorità. Non ho fatto urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 227

227

menzione dell’ac- sizioni compositive. conto che ella mi ha La porta princi- già versato di Lire pale è dotata di una quattrocento. Qui ad lunetta a tutto sesto Antignano si trovano soprastata da un ro- pressappoco in condi- sone a lobi, mentre zioni identiche alle sopra le semplici sue e con meno fondi porte laterali sono fi- in principio, ed oggi la nestre a bifora. Chiesa è fatta e si L’interno, a croce pensa di entrarvi nel latina su tre navate, è p.v. Agosto. Questo esente da decorazioni dico soltanto per farle pittoriche che consen- coraggio. Intanto colla massima conside- nomiche iniziarono a scarseggiare. Come tono di apprezzare la linea architettonica, razione mi confesso Suo devotissimo accaduto per altri lavori, la popolazione espressa come ai Caffi con all’ingresso G. Gualandi vi collaborò e persino i bambini, recan- due strette e corte navatelle scandite da (Verso la fine della settimana sarò a dosi a scuola, portavano le pietre per la una colonna. L’impianto è a crociera con Costa di Ovada salvo impedimento).8 nuova costruzione. abside semicircolare e falso transetto li- Come già detto, nella corrispon- neare, mentre analoghi sono i pilastri di La chiesa in esame è stata rifatta da denza tra il Gualandi e il parroco di Ca- sostegno della cupola agli innesti dell’in- Giuseppe Gualandi, tra il 1904 e il 1912, stel Boglione don Delponte, si ha notizia crocio dei vari corpi. sul luogo di una chiesa preesistente. Tra che nell’aprile del 1910 l’architetto si do- l’aprile e l’agosto del 1904 il parroco, veva recare alla Costa di Ovada. Il 19 set- 1. E. Lavagnino, L’arte moderna dai neoclassici l’arciprete Carlo Calderone, era orientato tembre, dello stesso anno, accadde però ai contemporanei, vol. I, Torino 1961, p.574. ad ampliare la vecchia chiesa della Costa un increscioso incidente dovuto al crollo 2. G. Berta, Storia della Chiesa Monumen- della cupola, in stato avanzato di realiz- tale di Fontanile, Asti 2002, pp. 17 – 18. attraverso il suo rialzamento e prolunga- 3. G. Berta, Storia della Chiesa Monumen- mento, mentre l’ingegnere ne consigliò zazione. A ciò pose rimedio con un nuovo tale di Fontanile, cit. p. 91 l’ampliamento ed il prolungamento, intervento il Gualandi stesso ed i lavori 4. L’ANCORA, periodico settimanale di come in effetti si realizzò, conservando edilizi si chiusero nel 1912. Acqui, n. 10 del 7 marzo 1908; E. Podestà, Le l’antico campanile e probabilmente il Gli interventi dell’architetto bolo- antiche chiese e la Nuova Parrocchiale di presbiterio. gnese hanno fornito una veste neoroma- Ovada, in A. a. V. v., La Parrocchiale di Ovada, A causa dei vari impegni del progetti- nica con una cupola su alto tamburo a Accademia Urbense, Ovada 1990, p. 35. base circolare, forma che si riscontra 5. E. Ragusa, Il rinnovamento delle chiese sta, gli elaborati e i computi tardarono ad tra Ottocento e Novecento, in Tra Belbo e Bor- essere realizzati, quindi per le esigenze egualmente nei santuari di Cassinasco e mida. Luoghi e itinerari di un patrimonio cultu- parrocchiali, disponendo solo del pro- di Asti. rale, Torino 2003, nota 15, p. 232. getto provvisorio, si iniziarono i lavori di La tripartizione della facciata, alla 6. S. Arditi, La parrocchiale di Castel Bo- scavo delle fondamenta per il previsto maniera di Castel Boglione, è scandita da glione, dalla demolizione al rinnovamento ar- ampliamento, eseguiti dal capomastro robusti contrafforti che rispecchiano la chitettonico del Gualandi, Acqui Terme Carlo Minetto. Dopo frequenti solleciti suddivisione dell’interno a tre navate. (Impressioni Grafiche), 2014. L’analoga concezione dei contrafforti, 7. P. Piana Toniolo, Parrocchia di Costa per le preoccupazioni di don Calderone, i d’Ovada. L’età Calderone, in “URBS silva et lavori procedettero con l’innalzamento genera nella loro parte superiore, una ce- flumen”, anno XII, Ovada, n. 1, marzo 1999, della facciata attraverso semplici comu- sura orizzontale che supera la linea dello pp.16-20. nicazioni epistolari. Finalmente, al 1° di spiovente, in alcuni casi, come ad Anti- 8. S. Arditi, La parrocchiale di Castel Bo- maggio 1905, il Gualandi giunse alla gnano, sovrastati da edicole in cemento glione cit., p. 74. Costa. Fatte le opportune verifiche e sen- con sculture di Santi, mentre alla Costa, tito il capomastro, si trattenne per tre probabilmente per motivi economici le giorni consecutivi nel cantiere. Dopo di edicole non furono realizzate. questo i lavori continuarono spedita- I fregi in cotto sono sostenuti da ar- mente attraverso varie presenze dell’in- chetti pensili a tutto sesto sulla facciata e gegnere il 17 giugno, il 2 agosto e il 17 sulla cupola, mentre sono sorretti da settembre. mensole sull’abside e sui fianchi. Le mo- Per la continuazione delle funzioni dulazioni sono sostanzialmente di ana- nella chiesa, si dovettero affrontare al- loga ideazione come a Castel Boglione, cune difficoltà tecniche e le risorse eco- pur con qualche mutamento delle dispo- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 228

228 Il crollo della cupola della chiesa a Costa, 19 settembre 1910, nei giornali ovadesi dell’epoca a cura di Paolo Bavazzano

Il Giornale d’Ovada – Settimanale, anno IV, domenica 25 Settembre 1910, n. 56. La caduta della cupola della chiesa della frazione Costa. Rovinò improvvisamente con im- menso fragore in sul mezzogiorno di Lu- nedì scorso, proprio cioè nell’ora in cui gli operai si erano ritirati pel desinare, senza però disgrazia alcune di persone. Sembra che la causa debbasi ascri- vere all’essersi spezzata una chiave di ferro che collegava uno dei quattro archi di sostegno.

Il Corriere delle Valli Stura e Orba, anno XVI, n. 809, Ovada 25 Settembre 1910. Crollo della cupola della Chiesa a Costa. Alla frazione Costa si stava ulti- nuovamente promesso altre 6000 come provocare l’ammirazione ed anche mando la bella cupola della chiesa che primo fondo per fabbricare l’Asilo Infan- l’invidia degli abitanti della frazione di hanno ingrandito del doppio e a giorni se tile, se fosse stato nuovamente eletto. Grillano e S. Lorenzo, col pericolo poi ne doveva fare l’inaugurazione con fe- Così che, caduto il consigliere, la cu- che quest’ultimi ne volessero imitare steggiamenti speciali, quando Lunedì pola non seppe resistere e seguì l’esempio. alle ore 13,30 improvvisamente per una l’esempio. All’ultimo momento veniamo infor- rottura di una chiave di congiunzione, Il peggio si è che il signor Torrielli, mati che, malgrado tutto quanto gli è ac- sprofondava a terra. irritato per la sconfitta, sarà difficile che caduto, il signor Torrielli Luigi ha Fortunatamente era l’ora del riposo voglia sottostare ad un nuovo salasso e elargito L. 2000 per la ricostruzione della degli operai cosicché nessuno fu inve- l’altro Torrielli, non sentendoci da quel- cupola. stito: il solo muratore Carlo Minetto che l’orecchio, i buoni Lacostini dovranno ri- s’era recato sulla cupola per togliere un nunziare ad avere la cupola, che doveva oggetto che aveva dimenticato, avendo scorto una fenditura larga una decina di centimetri fu in tempo a rifugiarsi nel campanile. La popolazione al fragore della ca- duta accorse terrorizzata, temendo per la vita degli operai, e quando seppe che nessuna vittima umana vi era da com- piangere, gridò al miracolo,e vide l’opera del dito di Dio. Veramente , osserviamo noi, questo miracoloso dito avrebbe do- vuto sostenere la cupola d’una chiesa, e non lasciarla cadere: strano poi il fatto che la cupola era costrutta con sei mila lire regalate dal consigliere signor Luigi Torrielli che era stato eletto per detta elargizione. Costui il giorno prima era ri- masto soccombente contro il suo omo- nimo Torrielli Angelo malgrado avesse urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 229

229

Le «Compagnie franche» della Repubblica di Genova Di Paolo Giacomone Piana

La modestia dei rilievi che circondano consistesse solo in assedi e battaglie, con L’ampia disponibilità di fonti a la città di Genova può facilmente trarre i vari eserciti che si muovevano indistur- stampa contemporanee conseguente al- in inganno il «foresto» circa la reale na- bati sul terreno di operazioni. I casi in cui l’avvento di Internet, che ha permesso di tura di un territorio molto aspro. Monti l’impiego di metodi tipici della guerriglia poter disporre delle edizioni in formato quali il Figogna o altri, anche se la loro appariva evidente venivano liquidati digitale di testi prima irragiungibili o sco- altezza non supera i sei-settecento metri, come dovuti a situazioni contingenti o nosciuti, mostra che la petite guerre già sono montagne vere e proprie e le mura e frutto di iniziative personali: ad esempio a partire dal tardo Seicento compare nei i forti di Genova non sono certo posti in la guerriglia condotta in Piemonte nel manuali di tattica militare, che ne defini- un un’area collinare, come potrebbe far 1705-1706 contro i franco-spagnoli era scono le tattiche ed i requisiti ideali dei pensare l’altitudine. vista come una forma spontanea di resi- reparti destinati ad intraprenderla. Il libro Fu qui che operarono le compagnie stenza popolare. Fonctions des généraux ou l’art de con- franche genovesi, che nel 1747 ebbero un L’impostazione oggi prevalente, pri- duire une Armée di Jean Léonor de Gri- ruolo di fondamentale importanza nel vilegiando lo studio del contesto storico marest, un poligrafo allora molto contenere e respingere l’invasione austro- piuttosto che quello delle grandi azioni, reputato, riassume le idee correnti: un sarda volta a riconquistare la città libera- ha stimolato un’ampia ricerca archivi- Parti non doveva essere molto numeroso tasi con l’insurrezione del 5-10 dicembre stica da cui è emerso un quadro assai di- poiché «Comme un grand nombre de Sol- 1746. Si trattava di unità costituite da abi- verso di quel periodo. In particolare, si è dats est plus difficile à méner & à embu- tanti del luogo dotati di una profonda co- rilevato che la petite guerre era assai squer qu’un médiocre, un habile Partisan noscenza del territorio e che operavano usata per ostacolare il sistema di riforni- aime mieux 70. ou 80. bons hommes que applicando i metodi della guerriglia. Il ri- menti del nemico, renderne difficili le co- 200.»; durante i combattimenti la disci- cordo delle compagnie franche è rimasto municazioni e raccogliere informazioni plina doveva essere rigida, ma per il resto vivo nella memorie popolare, ma le ricer- su di esso. il comandante «doit bien ménager ses che su di esse sono state poche, per cui Gli anni della Guerra di Successione Soldats, & leur permettre quelquefois de molte cose riguardo la loro origine, il nu- austriaca (1741-1748) non furono quindi petits brigandages, que l’on fait semblant mero e la composizione rimangono poco quelli in cui venne “inventata” la gueri- de ne pouvoir empêcher; car sans cela, note o del tutto sconosciute. glia, bensì quelli in cui tale forma di & sans ces douceurs injustes, le Soldat Molta confusione è derivata dall’am- guerra fece un salto di qualità: in essi le n’aime point le Parti». (3) biguità dell’espressione «compagnia truppe leggere furono impiegate per la I militari del tempo si consideravano franca» (dal tedesco «frei-kompagnie» prima volta in grosse formazioni, che sminuiti ad essere impiegati nella petite «compagnia libera») che negli eserciti di operavano al fine di ostacolare i movi- guerre, per cui le operazioni di guerriglia antico regime aveva significati diversi. menti del nemico, non solo per distur- erano affidate a reparti improvvisati, Ogni compagnia indipendente, a rigor di barne le comunicazioni. Ciò fu composti in massima parte da disertori, termini, poteva essere una «compagnia conseguenza, come è noto, dell’utilizzo oppure a formazioni tratte dalla milizia. franca»: ad esempio, nell’esercito geno- sui campi di battaglia dell’Europa occi- La libertà di cui queste unità godevano in vese del tempo erano dette «compagnie dentale dei Grenzer (Confinari) che pre- materia di saccheggio e altri petits bri- franche» le tre compagnie rimaste auto- sidiavano i confini balcanici dell’Impero gandages non giovava molto alla loro re- nome dopo il riordinamento del 1738 che asburgico (2). putazione; il Dictionnaire militaire vide la costituzione dei battaglioni per- portatif, opera all’epoca piuttosto diffusa, manenti: le «Guardie del Real Palazzo», alla voce «Compagnies franches» scrive gli «Svizzeri dell’Arco», i «Tedeschi di che «il sont, à proprement parler, sur San Tommaso», unità formate da tede- terre ce que les Pirates sont sur mer.» (4) schi e svizzeri cui era affidata la sorve- La riscoperta della petite guerre ha glianza dei punti più delicati della città di portato anche ad una rivalutazione del- Genova. l’apparato difensivo della Repubblica di Ma l’espressione «compagnia franca» Genova, che disponeva di truppe corse e era anche usata per indicare le unità desti- di milizie locali le quali applicavano nata alla guerriglia, in quanto la compa- istintivamente i mentodi della guerriglia, gnia indipendente era considerata il come dimostrano le vittoriose guerre so- reparto più adatto a condurre la guerri- stenute nel 1625 e 1672 contro i duchi di glia, ovvero quella che allora era chia- Savoia (5). mata petite guerre (1). Le prime compagnie franche L’Ancien Régime e la guerriglia Genova si schierò palesemente a Fino a pochi decenni fa si riteneva che fianco di Francia, Spagna e Due Sicilie fino al 1741 la guerra sul teatro europeo nel giugno 1745, ma i suoi preparativi urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 230

230 Alla pag. precedente, soldato di una compagnia franca nella te- nuta abituale Nella pag. a lato, figurina del presepio con il costume dei po- polani dell’epoca, bottega di Anton Maria Maragliano

militari erano cominciati non appena a gliere la proposta, obbligando però Bar- ravano per la città: egli sperava di averne Genova si ebbe notizia del trattato di barossa a portarsi a Genova con i suoi uo- cinquecento per formare un battaglione Worms (stipulato il 13 settembre 1743). mini per essere regolarmente arruolati, di volontari, ma riuscì invece ad arruo- Tuttavia le prime «compagnie fran- vestiti ed armati, come era stato fatto larne meno di un centinaio entro la fine che» vere e proprie (ovvero reparti di in precedenza con quelli di Toso. La di dicembre (13). La compagnia Ottone truppe regolari destinati a compiti di compagnia di Barbarossa operò nella operò aggregata alla compagnia Barba- guerriglia) apparvero solo nell’estate zona di Rossiglione, ripiegando poi a Ge- rossa ed essa venne poi affiancata da 1746 come risposta alla minaccia portata nova dopo la la «Convenzione» armisti- quella di Gian Benedetto Covet che la- contro Genova dalle truppe sabaude (a ziale del 6 settembre: qui venne sciolta in sciò Genova diretta a Voltri all’inizio di cui le austriache si affiancarono solo in ottemperanza al decreto del successivo 1° febbraio (14). un secondo momento). Si trattava della ottobre, quando risultava forte di 36 uo- La prima indicazione dell’esistenza compagnia dei «Volontari d’Ovada» di mini (11). delle compagnie franche si trova nella Matteo Toso e di quella formata da Lo- La rinascita delle compagnie franche «Nota delle spese [sostenute] da me in- renzo Barbarossa, destinato a diventare il Il 5-10 dicembre 1746 il popolo di frascritto [Anfrano Sauli] nella Pubblica più famoso comandante di compagnie Genova cacciò l’armata austriaca del ge- Spedizione di Rossiglione cominciando franche (6). Entrambe erano inquadrate nerale Botta Adorno accampata nei pressi dalli 17 di dicembre 1746 sino alla fine tra le «compagnie provinciali» (o «di della città, la quale si ritirò nella zona fra di detto mese», datata «Rosiglione [sic] nuova leva»), le quali erano un tardivo Novi (Ligure) e Voltaggio. Gli austriaci il primo [gennaio] del 1747». Tra le spese tentativo di risolvere il problema della si rifecero vivi il 4 gennaio 1747 quando compare quella «Per Paghe date a 20 Sol- mancanza di uomini ricorrendo ad una riuscirono ad impadronirsi del passo della dati scelti della Compagnia di Capitan sorta di coscrizione obbligatoria (7). Bocchetta. Le prime compagnie franche Barbarossa di Voltri, che anno servito per Il 22 giugno 1746 si presentò al dovettero formarsi in queste settimane e 4 giorni à ragione Soldi 14 al giorno per «commissario generale» Gian Carlo Pal- forse trassero origine dai reparti in cui ognuno compreso il pane» (15). lavicini, che si trovava a Campomorone, doveva articolarsi la spedizione inviata a Il 25 gennaio il “maresciallo di Matteo Toso di Ovada, offrendosi di for- liberare la fortezza di Savona bloccata dai campo” (Generale di brigata) Giacomo mare nell’arco di pochi giorni una com- piemontesi. Purtroppo non sono ancora Sicre ed il “commissario generale” Ago- pagnia franca di cento uomini compresi emersi documenti che facciano luce sulla stino Gavotti sottoposero ai Serenissimi gli ufficiali, da reclutarsi tra i profughi composizione di questa colonna, che Collegi un progetto per formare alcune dall’ovadese rifugiatisi in zona (Ovada venne dispersa a Varazze nella notte dal compagnie franche simili a quelle costi- era stata occupata il 10 giugno). Questa 17 al 18 dicembre dal fuoco di navi bri- tuite dall’«Assemblea generale del po- compagnia, forte di una sessantina di uo- tanniche. polo» ma il governo «ufficiale» ne mini, operò tra Campomorone, Voltaggio Allora a Genova convivevano due go- riconobbe l’esistenza solo il 22 febbraio e la val Polcevera, sciogliendosi in se- verni, quello ufficiale e l’«Assemblea ge- 1747, emanando un decreto col quale guito alla «Convenzione» armistiziale del nerale del popolo»: dal primo dipen- «Doge governatori, e procuratori della 6 settembre 1746 (8). devano le scarse forze regolari, dalla se- Repubblica di Genova» ordinavano la Lorenzo Barbarossa, che proveniva conda il popolo in armi. Ai primi di gen- formazione di «alcune compagnie fran- da una famiglia di Mele proprietaria di naio 1747 l’organo esecutivo dell’«As- che» di cento uomini ciascuna «tutta cartiere (9), propose il 21 luglio al «com- semblea» (la «Giunta») stabilì di formare gente del Nostro Dominio» (norma che missario generale» Stefano Lomellini, quattro compagnie franche di cento uo- non venne mai osservata); si stabiliva che che si trovava a Rossiglione, la forma- mini l’una destinate a difendere «i posti «Chiunque sarà arrollato in dette Compa- zione di una compagnia da inquadrarsi avanzati verso li nemici alla strada della gnie avrà obbligo di servire almeno per tra quelle «di nuova leva» allora in corso Bocchetta, de i Giovi, e quella di S. Ci- mesi quattro… durante qual tempo sarà di formazione. Lomellini caldeggiò priano alla Vittoria» riuunendo «li huo- obbligato di servire non meno nella pre- l’accoglimento dell’offerta, osservando mini necessari da ricavarsi da tutte le sente Città, che nelle altre parti del No- che Barbarossa era un «giovane di spi- parocchie della Polcevera» (12). stro Dominio di Terraferma ove sarà rito, e che per due volte lo ho provato in In precedenza erano state formate a comandato.» questi incontri seguiti, dove ha servito Genova alcune compagnie indipendenti Ogni compagnia doveva avere «un come volontario, ed ora a sue spese ha riunendo i popolani più animosi, ma esse Capitano, un Tenente, un Sottotenente, qui condotto venticinque uomini» (10). non possono considerarsi «vere» compa- due Sargenti, e sei Caporali. Sarà sommi- Dieci giorni dopo gli uomini radunati gnie franche perché i loro componenti nistrata a’ ciascun de’ Soldati, o sian da Barbarossa erano già una cinquantina non conoscevano il territorio oltre le communi [sic] la paga di soldi 15 al circa «tutti del Dominio Serenissimo, mura della città. Di questo tipo era la giorno, a’ Caporali soldi 18, ed a’ Sar- compresi pochi di Ovada». Il 4 agosto compagnia formata da G. B. Ottone riu- genti soldi 22, tutti in contanti; e nel caso 1746 il governo genovese decise di acco- nendo i molti «oziosi armati» che si aggi- che si dovesse loro somministrare il Pane urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 231

231

in natura, ne sarà ritenuto il prezzo sulla essere una quindicina, certamente meno detta paga giornale a raguaglio [sic] di di venti. Quanti uomini ne facessero parte soldi quattro per ogni razione: Il Sottote- forse non sarà mai possibile calcolarlo nente, il Tenente ed il Capitano avranno con precisione perché le fonti sono la paga istessa rispettivamente solita darsi troppo frammentarie. Nel lontano 1883 agli altri delle nostre Truppe regolate di Filippo Zevi ha tentato una valutazione piede italiano ...»; si stabiliva poi che «il complessiva, calcolando che le compa- rollo di quelle Compagnie sarà formato gnie franche potessero avere 500 uomini dal detto Illustrissimo Generale, che al massimo, ma questo numero che ap- dovrà ammetterle al soldo, così tutti co- pare largamente inferiore a quello sugge- loro, che vorranno entrarvi, non avranno rito dai documenti (22). Considerando che presentarsi al medesimo…» (16). numero va diminuito perché è assai pro- una media di 60 uomini per compagnia Numero ed effettivi delle compagnie franche babile che alcune compagnie abbiano nel luglio 1747, il totale degli effettivi po- Per troppo tempo quasi tutti gli sforzi cambiato comandante (e quindi denomi- teva variare tra i 900 ed i 1200 uomini. dei ricercatori genovesi si sono concen- nazione). Le vicende delle compagnie franche trati nel tentativo di identificare il ra- Dall’«Assemblea generale del po- Grazie alle ricerche di Giorgio Casa- gazzo che il 5 dicembre 1746 avrebbe polo» oltre alla compagnia Barbarossa nova, quella comandata da Lorenzo Bar- tirato il sasso che diede inizio alla rivolta dipendevano nello stesso periodo quelle barossa è l’unica compagnia franca della (17). L’incaponirsi in questa questa inu- dei capitani Bacigalupo, Covet, Orcese quale si possono seguire le vicende. At- tile ricerca, che Giovanni Assereto ha [sic], Ottone, Porcile, Villa, Vinelli e si- tiva in valle Stura fin dal dicembre 1746, giustamente definito «il mal della pietra», curamente altre, oltre un certo numero di essa si distinse particolarmente in occa- ha fatto sì che quel periodo resti larga- «picchetti» autonomi di una ventina di sione del fallito attacco austriaco contro mente inesplorato: le compagnie franche, uomini ciascuno. Si è però visto in pre- Voltri (12-13 gennaio) e prese poi parte ad esempio, non sono mai state studiate cedenza come in molti casi fossero sem- ai diversi scontri che si svolsero nelle in dettaglio. plici compagnie indipendenti costituite in valli Stura e Olba, segnalandosi ancora Un elenco completo di queste forma- città reclutando i popolani più animosi. alla presa della Badia di Tiglieto (11 zioni non si è ancora trovato e forse non Dalle compagnie franche occorre poi marzo) (23). è mai stato redatto; compilarlo ora è dif- distinguere le compagnie di mignoni. co- In aprile venne inviata in val Polce- ficile perché alcune compagnie dipende- stituite da soldati spagnoli che in origine vera a sostegno dei difensori impegnati a vano dal governo, altre dall’«Assemblea facevano parte di reparti di fusileros de contrastare l’avanzata dell’esercito au- generale del popolo» i cui documenti montaña (detti anche migueletes o miño- striaco del generale Schulenburg Oeyn- sono in gran parte andati dispersi. nes). La compagnia di mignoni del capi- hausen. Nel mese successivo la Inoltre le compagnie costituite ex tano D. Juan Grivier era stata formata compagnia Barbarossa fu trasferita nella novo in base al decreto del 22 febbraio riunendo quanti nel settembre 1746 non fascia costiera fra Voltri e Sestri Ponente, furono ben poche: in realtà esso servì per avevano potuto seguire l’esercito spa- contribuendo a ritardare la marcia del “regolarizzare” unità formate in origine gnolo in ritirata perché malati o feriti; corpo sabaudo del generale Della Rocca dall’«Assemblea generale del popolo» e essa cessò di esistere nell’aprile 1747 di- che veniva a rinforzare le forze che asse- poi passate alla dipendenza del governo. fendendo la posizione di Langasco (oggi diavano Genova. Dopo lunghi e confusi Fu il caso, ad esempio, della compagnia frazione del comune di Campomorone) combattimenti le truppe genovesi furono più celebre di tutte, quella di Lorenzo quando gli austriaci avanzarono per asse- costrette a ripiegare entro la cerchia delle Barbarossa, che nei primi mesi fece capo diare Genova (20). mura, lasciando però all’esterno alcuni all’’«Assemblea» non al governo. Questo Nel febbraio 1747 gli spagnoli ed altri avamposti: verso la fine di giugno Bar- processo fu completato il 10 giugno forestieri già appartenenti alla compagnia barossa e la sua compagnia presidiavano 1747, quando dipendevano ancora Barbarossa erano stati riuniti in una com- la Madonna del Garbo, una posizione dall’«Assemblea» tre compagnie e quat- pagnia di mignoni mentre nel mese suc- avanzata in bassa val Polcevera. Segui- tro picchetti per complessivi 248 uomini cessivo si trovava in val Bisagno un’altra rono continue scaramucce, nel corso di (18). compagnia: forse si tratta dello stesso re- una delle quali Lorenzo Barbarossa fu fe- Nella prima metà del 1747 risultano parto ma lo stato attuale della documen- rito mortalmente il 6 luglio 1747. Egli attive le compagnie dipendenti dal go- tazione non permette di affermarlo con venne rimpiazzato nel comando dal fra- verno dei capitani Bianchi (poi Cesonio), certezza (21). tello Antonio ma la mancanza di una per- Canevaro, Carbone, Cavalleri, Giuseppe In definitiva le «vere» compagnie sonalità come la sua finì per rendere Corradi, Lorenzo Corradi, Lavaggi, Sal- franche (intese come reparti di fanteria impossibile controllare elementi turbo- vatore Partenopeo, Pierotti, Pinelli (poi leggera) attive nei dintorni di Genova nei lenti come quelli che componevano la Gandini (19). Dieci in tutto, ma questo mesi da gennaio a luglio 1747 potevano compagnia la quale dovette infine essere urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 232

232 In basso, scena di un presepe ge- Nella pag. a lato,soldato di una novese con figure abbigliate con compagnia franca nella tenuta il costume dei popolani del- abituale l’epoca, bottega di Anton Maria Maragliano

sciolta nel dicembre 1747. modo di far la guerra che facevano prima, tata nell’ottobre 1747 ad Arenzano dal Le vicende delle altre compagnie non e la cosa fece fare molti discorsi» (25). conte de Carcado oppure l’altra del capi- si conoscono in dettaglio ma appaiono Il Panduren-Corps usava trattare con tano Bolfi che si stava organizzando a essere state simili a quelle della compa- ferocia le popolazione civili anche allo Voltri in dicembre; nel giugno 1748 le gnia Barbarossa. Come questa esse ope- scopo di terrorizzare il nemico, ma que- compagnie Rivara e Saccardino opera- rarono inizialmente nelle valli dei torrenti sto tentativo non ebbe successo né con le vano nella riviera di Levante. I francesi Polcevera e Stura o lungo la costa da compagnie franche né con le milizie ge- costituirono anche alcune compagnie Arenzano a Voltri, ma a partire da aprile novesi, che restituirono colpo su colpo. franche «tradizionali» (ovvero formate la pressione nemica le obbligò a ripiegare La decadenza con disertori) le quali furono riunite nel su Genova. Nel luglio 1747 le forze che assedia- corpo dei Volontaires de Bellois. In gene- Le compagnie franche erano i reparti vano Genova si ritirarono, ma in Liguria rale si trattava di reparti di scarso valore più adatti per fronteggiare i Grenzer ne- si continuò a combattere fino al termine militare e continue erano le lamentele per mici, tra cui spiccava un distaccamento del conflitto: però le operazioni succes- la poca o nulla disciplina che vi regnava del Panduren-Corps del barone von der sive furono sostenute in prevalenza dalle e la propensione al saccheggio dei loro Trenck, affluito in valle Stura nel gennaio truppe franco-spagnole, i cui comandanti, componenti. 1747 (24). Fino allora gli austriaci ave- specie il duca di Richelieu, non davano Tuttavia la vita più facile che si con- vano impiegato per la petite guerre nor- molta importanza alle truppe leggere, im- duceva in queste compagnie non poteva mali reparti di Grenzer oppure unità piegandole solo per raccogliere informa- mancare di attirare le potenziali reclute, formate da disertori, ma la presenza dei zioni o in qualche rara incursione. distogliendole dall’ingaggiarsi nelle ana- «panduri» si fece subito sentire: il 14 feb- I francesi formarono alcune compa- loghe unità genovesi. Molti soldati di braio Anfrano Sauli avvertiva il governo gnie franche direttamente al loro servizio, queste erano poi stati congedati durante che gli austriaci avevano «cambiato il come quella del capitano Berrino reclu- l’estate, essendo spirato il tempo di soli urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 233

233

quattro mesi di servizio fissato dal de- dagli «schioppi» di piccolo calibro usati creto del 22 febbraio. Questa situazione dalle milizie; quanto alle pistole, non si portò in ottobre ad una drastica riduzione può dire se esse fossero portate da tutti o del numero delle compagnie franche, costituissero una sorta di distintivo di sciogliendo quelle più scarse di numero grado come fra gli insorgenti del 1797- ed incorporando i loro soldati nelle rima- 1801. Le armi da taglio, simili al ma- nenti. chete, erano quelle tipiche del contadino In mancanza di un quadro globale si ligure può prendere ad esempio la situazione La giberna era una «casalina» ven- nella zona tra Voltri e Arenzano, dove a trale, più rozza di quella in dotazione agli metà ottobre erano presenti cinque com- altri soldati; l’equipaggiamento poteva pagnie con soli 172 soldati fra tutte, men- anche comprendere una conchiglia ma- tre a dicembre esse appaiono ridotte a due rina usata per trasmettere i segnali oppure sole (26). Gli uomini rimasti in servizio L’uniforme degli ufficiali non si co- un corno bovino usato per lo stesso scopo erano in gran parte elementi indesidera- nosce, ma doveva essere una variante di in valle Stura ed in altre località dell’en- bili: si giunse al punto che la compagnia quella degli ufficiali della fanteria «ita- troterra (32). di Antonio Barbarossa dovette essere liana», in quanto essi non potevano es- La mancanza di indicazioni sui colori sciolta, essendo ormai divenuta inaffida- sere da meno di quelli delle milizie, che delle uniformi costituisce un grave impe- bile (27). potevano indossare un’uniforme simile a dimento alla ricostruzione dell’aspetto Le compagnie franche rimaste conti- questa. Nel 1748 un ufficiale delle milizie delle compagnie franche: a corredo di nuarono a prestare servizio agli avamposti è descritto «vestito d’un abito color questo articolo vengono pubblicati in an- fino al giugno 1748, quando giunse a Ge- bianco colle mostre bleu, sottomarsina di teprima alcuni figurini in bianco e nero nova la notizia della sospensione delle osti- gamelotto [sic] di simil colore con le bot- realizzati da Roberto Vela per un libro su lità decisa dal congresso di Aquisgrana: toniere [asole] ricamate in filo d’argento, Lorenzo Barbarossa che Giorgio Casa- allora esse furono subito congedate. Ebbe calzoni di pelle gialda, calzetti di lana nova ha in preparazione (33). così termine la breve esistenza di questi re- color cinerino, scarpe di vitello rosso con Note fibbie bianche, cappello sotto il braccio, 1 Cfr. John A. Lynn, Giant of the Grand Sie- parti, che dal gennaio al luglio 1747 ave- cle. The French Army, 1610-1715, Cambridge vano svolto un ruolo decisivo nella difesa crovattino negro e camicia guarnita con (U.K.), Cambridge University Press, 1997, pp. di Genova, lasciando una duratura impres- manichini di pizzo» (29). 538-546; si noti che per l’autore la migliore tra- sione nella memoria popolare. Le compagnie franche attive nel duzione di petite guerre è partisan warfare. L’aspetto delle compagnie franche 1747-1748 non avevano uniforme, il che 2 Tra la vasta letteratura su queste truppe Le prime compagnie franche erano al termine delle operazioni rese difficile un’opera recente e facilmente reperibile è David considerate «Truppe provinciali» e identificare quanti ne avevano fatto parte, Hollins, Austrian Frontier Troops 1740–98, Bol- quindi ne portavano l’uniforme, consi- perché «non hanno questi alcuna Divisa, ton (Oxford), Osprey Publishing, 2005. 3 Jean Léonor de Grimarest, Fonctions des stente in «sottoveste di panno con cal- o contrassegno che li distingua per Sol- généraux ou l’art de conduire une Armée, La zoni, stivaletti di tela, capello e scarpe, dati di Truppa regolata» (30). Esse vesti- Haye, Pierre Husson, 1710, pp. 42 e 43. che resterà di loro spettanza terminato il vano come gli abitanti dell’entroterra 4 François-Alexandre de La Chenaye des servizio; resterà a loro carico provvedersi ligure, i cui abiti sono conosciuti grazie Bois, Dictionnaire militaire ou recuel alfabeti- di camicie, calzette ed altro, che possa alle statuine da presepe di Anton Maria que de tous les termes propres à la Art de la abbisognarle.» (28) Maragliano e di altri scultori, che costi- Guerre, Paris, David fils, 1743, p. 194: queste I colori esatti non sono noti, anche se tuiscono una fonte molto affidabile per parole sono riprodotte tali e quali in tutte le suc- cessive edizioni. si può supporre che la sottoveste fosse l’aspetto delle classi popolari del tempo. 5 Per la storia di Genova in questo periodo blu come quella della fanteria «italiana» Quando erano in servizio, però, i si rimanda a Carlo Bitossi, L’antico regime ge- al servizio della Repubblica; dalle descri- componenti delle compagnie franche do- novese, in Dino Puncuh (a cura di), Storia di zioni di alcuni disertori appare solo che vevano avere qualcosa che li identificasse Genova. Mediterraneo. Europa. Atlantico, Ge- le camicie erano blu ed i calzoni quelli come truppe regolari o permettesse di di- nova, Società Ligure di Storia Patria, 2003, pp. grigiastri di tipo estivo con «stivaletti» stinguere una compagnia dall’altra: pro- 391-506; per l’organizzazione militare della Re- (ghette) in tela bianca. Almeno la compa- babilmente tali distintivi erano simili a pubblica v. Paolo Giacomone Piana e Riccardo gnia Toso era anche dotata di pistole in- quelli delle compagnie di irregolari corsi, Dellepiane, Militarium. Fonti archivistiche e bi- le quali portavano berrette di un colore bliografia per la storia militare della Repubblica vece di baionette, ritenute più idonee per di Genova (1528-1797), della Repubblica Li- il servizio delle truppe leggere (è proba- unico con sulla fronte le iniziali del capi- gure (1797-1805) e della Liguria napoleonica bile che i soldati si provvedessero per tano (31). (1805-1814), Genova, Brigati, 2003 (anche Sa- conto loro di qualche tipo di arma da ta- Le compagnie franche avevano fucili vona, Daner, 2003), pp. 25-102. glio). d’ordinanza, facilmente distinguibili 6 Cfr. Giorgio Casanova, Lorenzo Barba- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 234

234 A lato,soldati di una compa- gnia di Panduri, noti per le loro violenze sulle popola- zioni

rossa e le “Compagnie franche” Panduren-Corps v. Paolo Giaco- nella Guerra di Successione au- mone Piana, Panduri in Valle striaca tesi di laurea discussa Stura, in «Urbs Silva et Flumen», presso la Facoltà di Lettere e Anno XXVIII - N. 4, Dicembre Filosofia dell’Università di Ge- 2015, pp. 93-97.. nova nell’anno accademico 25 G. Casanova, Lorenzo 2002-2003 (relatore Giovanni Barbarossa cit. p 101 Assereto). 26 ASGe, Guerra e Marina Da questa tesi Casanova ha (Sala Foglietta), 67: Lettere tratto tre articoli pubblicati su 1749-1750, Arenzano. Il capitan «Urbs»: Lorenzo Barbarossa, Berlingeri manda la tabella di Matteo Toso e la formazione quelle compagnie franche (14 ot- delle compagnie franche in tobre 1747) e Voltri. Dal capitan Valle Stura nel 1746, in «Urbs Berlingeri (8 dicembre 1748); Silva et Flumen», Anno XVIII Berlingeri era il giusdicente lo- – n. 4, Dicembre 2005, pp. 190- cale, che aveva titolo di «Capi- 197; Lorenzo Barbarossa e la tano». guerriglia in Valle Stura fra il 27 G. Casanova, Lorenzo 1746 e il 1747, in id., Anno XIX – n. 1, Marzo rale» cui si fa riferimento era uno dei compo- Barbarossa cit., pp. 179-180. 2006, pp. 4-14; Lorenzo Barbarossa e la guerri- nenti del Magistrato di Guerra, i quali svolge- 24 ASGe, Senato (Sala Senarega), 251, Di- glia in Valle Stura (III), in id., Anno XIX - n. 2, vano a turno le funzioni di comandante di piazza versorum Collegii (1746 2°), Compagnie mili- Giugno 2006, pp. 101-114. a Genova col titolo di «Generale delle armi»: tari del Dominio (18 aprile 1746). 7 V. P. Giacomone Piana – R. Dellepiane, cfr. P. Giacomone Piana e R. Dellepiane, Milita- 25 Riccardo Musso, Storia di Stella, Cairo Militarium cit., p. 56. rium cit., p. 33. Montenotte (SV), GRIFL, 2004, p. 190n. 8 ASGe, Senato (Sala Senarega), 252, Di- 17 Cfr. Giovanni Assereto ll mal della pie- 26 ASGe, Archivio Segreto, 2871: Milita- versorum Collegii (1746 3°), Piano per formare tra. L'insurrezione genovese del 1746 e la con- rium 1744 in 1748, Esposizione dell'ill.mo Ge- un corpo di 2000 uomini da poter spedire in troversia su Balilla, in Genova, 1746 cit., I, pp. nerale (2 luglio 1748). campagna (s.d. ma metà luglio 1746). 183-208, ora anche on-line nel sito «acade- 27 G. Casanova, Lorenzo Barbarossa, cit., 9 Voltri e Mele si contendano l’onore di aver mia.edu». pp. 179 – 180. dato i natali a Lorenzo Barbarossa, di cui data e 18 Cfr. ASGe, Guerra e Marina (Sala Fo- 28 ASGe, Senato (Sala Senarega), Diverso- luogo di nascita restano sconosciuti, anche se glietta), 1200: Militarium. Tempore Belli 1747, rum Collegii (1746 – 2°), Compagnie militari nel 1744 il padre Benedetto abitava a Mele: cfr. Nota delle compagnie franche che sin'ora sono del Dominio (18 aprile 1746). Paolo Giacomone Piana, Dalle origini all’Unità, state pagate dall'Assemblea (10 giugno). 29 Riccardo Musso, Storia di Stella, Cairo in Centro di Studi Storici del Ponente Genovese, 19 ASGe, Guerra e Marina (Sala Foglietta), Montenotte (SV), GRIFL, 2004, p. 190n. Storia di Mele, Arenzano (GE), O Caröggio 1201: Militarium. Atti, Decreti etc. per occa- 30 ASGe, Archivio Segreto, 2871: Milita- 2004, pp. 13-124 (in particolare p. 52). sione della Guerra, Esposizione dell'illustris- rium 1744 in 1748, Esposizione dell’ill.mo Ge- 10 G. Casanova, Lorenzo Barbarossa cit., p. simo Generale (15 marzo 1747). nerale (2 luglio 1748). 37. 20 ASGe, Archivio Segreto, 2963 cit., Cer- 31 Cfr. Lucien Auguste Letteron (a cura di), 11 ASGe, Guerra e Marina (Sala Foglietta), tosa. Da quel signor commissario (15 febbraio Mémoires du Colonel Gio. Lorenzo de Petriconi 1196: Militarium. 1745. Leve di Paesani Scelti. 1747). (1730-1784), Bastia, Ollagnier, 1893, pp. 23-24. Offerte di Uffiziali ed Ingegnieri e Relazioni del 21 ASGe, Guerra e Marina (Sala Foglietta), 32 Cfr. Rosella Bruschi, Un antenato del te- Magistrato di Guerra, Decreto sotto esposizione 1201 cit., Masone. Dal magnifico patrizio Sauli legrafo. Il “corno marino” e i suoi vari usi, in dell’illustrissimo Generale circa lo stato della (20 febbraio 1747) e idem, Archivio Segreto, Francesco Casaretto (a cura di), Telegrafo e Te- truppa (1 ottobre 1746). 2963 cit., Montoggio. Lettera del commissario lefono nella Riviera di Levante, Chiavari (GE), 12 ASGe, Archivio Segreto, 2963: Fogliac- G. B. Raggio (21 marzo 1747). Accademia dei Cultori di Storia Locale, 2007, cio di atti della Gionta dell'assemblea del popolo 22 Cfr. Filippo Zevi, La rivoluzione e pp. 149-156. L’informazione relativa all’uso di e della giunta segreta 1747. Piano per formare l’assedio di Genova (1746-1747), «Rivista Mi- corni di bovino per trasmettere segnali in alter- prontamente quattro compagnie franche (Ge- litare Italiana», 1883, pp. 122-143 e 237-264 (in nativa alle conchiglie marine è dovuta a Renato nova 1747). particolare p. 256). “Gianni” Ridella. 13 G. Casanova, Lorenzo Barbarossa cit., 23 Sulle operazioni belliche svoltesi in Valle 33 Roberto Vela (n. 1952) vive ad Acqui pp. 91-92. Stura e dintorni nel 1747-1748 v. i diversi saggi Terme ed è uno dei più validi disegnatori di uni- 14 ASGe, Archivio Segreto, 2963 cit., Per contenuti in Tomaso Pirlo e Piero Ottonello (a formi attualmente in attività; collaboratore di Gian Benedetto Covet (23 marzo 1747), cura di), 1747 Masone in guerra. La Guerra di «Urbs», alcuni suoi figurini sono stati pubblicati 15 ASGe, Guerra e Marina (Sala Foglietta), Successione Austriaca vista dalla periferia del a corredo dell’articolo di Ennio e Giovanni Ra- 1202: Pratiche rimesse alla Giunta nuovamente Dominio genovese, Atti del Convegno (Masone petti, Soldati a Morsasco, in «Urbs Silva et Flu- eretta (1747), Rossiglione. Dal magnifico patri- 27 settembre 1997), Ovada (AL), Comune di men», Anno X - n. 4, Dicembre 1997, pp. zio Anfrano Sauli (2 gennaio 1747). Masone (Tipografia IPS), 1998, nonché diversi 168-174. 16 Copia a stampa in ASGe, Guerra e Ma- articoli pubblicati da «Urbs», tra cui quelli di rina (Sala Foglietta), 295: Rolli di Milizie Scelti Paolo Bottero, Paola Piana Toniolo e Cristino (1745-1754), Decreto per formare alcune com- Martini. pagnie franche (22 febbraio 1747). Il «Gene- 24 Sulla presenza in Liguria di parte del urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 235

235 Il torchio per l’olio di noci della borgata Bozzolina di Castelletto d’Orba di Salvatore Fiori *

I trecento anni del torchio per impegnati nella torchiatura, ad esempio, ottenevano in quantità significativa noci l’olio di noci della borgata Bozzo- nel periodo in cui si andava diffondendo e castagne. Non vanno dimenticati i sen- lina di Castelletto d’Orba la lettura de “I Promessi Sposi” di Ales- tieri tracciati per il collegamento con ca- sandro Manzoni. Nel terzo capitolo del scine ed altri paesi, autentiche vie di a cura dell’Associazione Culturale romanzo si racconta della raccolta delle collegamento alternative e di abbrevia- “Amici di Bozzolina” noci da parte dei monaci e di Fra’ Gal- zione, nate in un ambiente naturale e pae- dino che, nel ricevere una quantità molto saggistico di notevole interesse. E’ quindi A distanza di oltre un secolo dai suoi generosa di noci da Lucia, si mette a par- da rimarcare come oggi, mentre scorre il ultimi utilizzi per ottenere l’olio di noci, lare di un “miracolo” che riguardava pro- XXI secolo, ci siano persone fortemente nonostante l’oscurità e il degrado del fab- prio una pianta di noci destinata motivate nel perseguire la salvaguardia bricato che lo conteneva, il torchio della all’abbattimento e che invece finì per del torchio di Bozzolina e la sua cura borgata Bozzolina manteneva tutto il suo dare una quantità impressionante di come simbolo peculiare della borgata. “appeal” storico e tutti i suoi significati frutti...salvo la beffa finale originata dal- Tutto questo nella prospettiva del suo in- per il passato del nostro territorio e della l’ingratitudine di colui che aveva nel frat- serimento in un contesto più ampio di re- nostra gente. Sono questi i principali va- tempo ereditato la proprietà dell’albero. cupero dell’esistente e dell’avvio di lori che hanno ispirato la volontà di sal- Si è quindi tornati indietro nel tempo, al un’attività ecomuseale: progetti ambi- vaguardarlo e di recuperarne la sua XVII secolo come lo ha raccontato “Don ziosi, ma realizzabili collocazione come “bene irrinunciabile” Lisander”, ma si capisce chiaramente ***** della borgata stessa, con la nostra asso- l’importanza che, attraverso i secoli, ri- Scrive Salvatore Fiori: ciazione che si è fatta promotrice con- vestiva la disponibilità dell’olio di noci Ho visitato il torchio da olio di noci vinta di una riuscita iniziativa di restauro per uso alimentare e per il suo impiego conservato in un edificio della borgata realizzata poi dal Comune di Castelletto nell’illuminazione. Ne è un esempio il Bozzolina nel comune di Castelletto d’Orba. fatto che il torchio di Bozzolina veniva d’Orba e ho constatato con immenso pia- Secondo quanto era stato possibile messo a disposizione anche degli abitanti cere che l’antica macchina è, per merito apprendere, pur in assenza di documenti di altri insediamenti: c’è da chiedersi se della sensibilizzazione dell’Associazione che lo comprovassero, la costruzione di la regolazione di questa consuetudine Culturale “Amici di Bozzolina” e dell’in- questo torchio veniva fatta risalire alla fosse in contanti o in natura. telligente recupero fatto dal Comune di prima metà del Settecento; si dava quindi L’attività del torchio si concluse con Castelletto d’Orba, conservata e valoriz- per scontato, fin dall’inizio del nostro in- la fine dell’Ottocento, come se la “mac- zata in modo esemplare. teressamento, che il torchio esistesse già china” avesse voluto curiosamente fun- La macchina non è di dimensioni al momento della nascita degli Stati Uniti zionare solo fino agli anni della “Belle enormi, come molti altri torchi vitruviani d’America (1776) e quindi prima ancora époque”; il torchio era già fermo al mo- simili (detti anche torchi a peso alla la- della Rivoluzione francese. Sicuramente mento degli spari di Sarajevo, con i quali, tina, torchi a leva di 2° grado, torchi pli- il torchio era in piena attività negli anni nel 1914, prese l’avvio la Prima guerra niani di secondo tipo), che ho studiato in delle guerre per l’indipendenza italiana e mondiale: il “secolo breve”, così ricor- provincia di Varese, Novara, Biella, Ver- nei primi anni dell’Unità d’Italia; nel dato secondo la definizione di Eric celli e Verbano-Cusio-Ossola, ma essa corso delle attività di restauro è poi J.Hobsbawm, è passato senza parlare rappresenta un unicum per altre caratteri- emerso il riscontro dell’incisione “A.D. molto del torchio, con la gente impegnata stiche: lo posso affermare con vera cogni- 1716” in una delle parti in pietra del- a fuggire dalle zone rurali…Chissà quali zione di causa! Essa è l’unica pressa a l’opera: pur con molti interrogativi tut- leggende possono essere nate intorno al leva, finora scoperta, che per la sua con- tora aperti sulla sua origine, la torchio e che ci saremo perse per la scom- formazione costruttiva è nata per l’uso realizzazione del torchio si colloca quindi parsa di chi avrebbe potuto raccontarcele; esclusivo della spremitura dei gherigli di otto anni dopo il passaggio di Castelletto sicuramente ce n’erano, considerando noce. In realtà almeno sette dei 35 torchi d’Orba ai Duchi di Savoia e a soli tre che le leggende nascono come ci ha spie- studiati o segnalati dal sottoscritto per le dopo il Trattato di Utrecht, che aveva gato Camilla Salvago Raggi con le sue aree sopra indicate( pubblicati sul libro sancito l’espansione di questi ultimi e il parole riportate nel libro “Il noce di Ca- “ Il torchio a peso detto alla latina”, riconoscimento di “Regno” allo Stato vour”… Fiori, 2006) erano ad uso promiscuo, per piemontese, oltre che il subentro degli Bozzolina ha avuto negli aspetti della vino e olio (ad es. il torchio di pianura di Austriaci nei territori italiani fino a quel produzione agricola caratteristiche ana- Carpignano Sesia 1575 ) o per vino/sidro momento dominati dagli Spagnoli. loghe a quelle del territorio castellettese, e olio, ( ad es. i torchi di collina di Netro Con un po’ di immaginazione si può con in più la particolarità di trovarsi vi- 1616, Foresto 1804, Colloro 1687, ecc.) e quindi pensare agli abitanti di Bozzolina cina ad estensioni di boschi dai quali si la maggior parte di questi torchi con- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 236

236

serva ancora oggi anche l’apparato di cioè con le travi gemelle fissate sempre a telligente variazione, ideata come evolu- spremitura della pasta di gherigli, consi- due travi trasversali di base (non ancorate zione intuitiva di una tecnica millenaria stente in un mortaio (in pietra o legno) ed ai muri) ma rinforzate con altre due o più e immutata. L’apparato del meccanismo il relativo pestello-pistone, che potreb- travi longitudinali che sostengono conte- di movimentazione del torchio di Bozzo- bero essere presi ad esempio per com- stualmente la vasca di spremitura in lina, ovvero il sistema madrevite-vite- pletare didatticamente la macchina di legno. contrappeso è assolutamente tradizionale, Bozzolina, che ne è priva. In alcuni casi La struttura del torchio di Bozzolina con il torno poligonale dotato di un unico (ad es. il torchio da vino-olio-sidro di è di tipo sconosciuto, finora non classifi- foro per la barra e la soprastante filetta- Montrigone, VC , fine sec. XVI) sono an- cato perché, pur essendo a leva di se- tura, che passa attraverso un canale cora presenti tutti gli accessori per la bol- condo grado e di tipologia pliniana, aperto del pressoio (probabilmente la ret- litura dei gherigli e la stufa originale. presenta le travi gemelle fissate a incastro tifica di una biforcazione del tronco uti- A onor del vero esiste un altro torchio aperto ad un’unica grossa “trave dor- lizzato per la leva - Prelum) e si innesta (privato) in Piemonte che, nella sua at- miente” (posata sul pavimento) longitu- nel dado o madrevite, fissato trasversal- tuale conformazione, è da considerare ad dinale che, a mio parere, doveva essere mente sopra alla trave. Il contrappeso ot- uso esclusivo per olio di noci (in esso è fissata al muro retrostante: probabilmente tagonale, in calcare locale, è fissato presente solo l’apparato di spremiture dei la parte di trave murata è deperita nel direttamente all’apparato del perno ro- gherigli), tanto che è stato usato conti- corso dei secoli e con il conseguente tante, che lo vincola al torno, tramite un nuativamente, per tale funzione, fino ai smontaggio e restauro si sono persi i resti aggancio in ferro piombato nel macigno: primi decenni del secolo XX. Questo tor- residui del suo prolungamento posteriore. la maggior parte dei torchi vitruviani co- chio presenta caratteristiche di vera ecce- La strana configurazione, che non è ri- nosciuti ha il contrappeso vincolato al zione: l’enorme pressoio consta di due scontrabile nella tipica struttura che da perno tramite una travetta a coda di ron- tronchi di castagno sovrapposti lunghi 12 Vitruvio in poi è stata tramandata e raffi- dine che si incastra in un’apposita aper- metri, la trave inferiore reca la data incisa gurata (si veda l’affresco nel castello del tura scolpita nel contrappeso. Eviden- 1406 e per questo, anche se è stato fin’ora Buon Consiglio a Trento, 1420) è dovuta temente, il raro ed evoluto sistema di ag- ignorato dal mondo scientifico e accade- alla sua progettazione specifica per la gancio di Bozzolina sembra che si sia mico, è da considerare il torchio a leva spremitura dei gherigli di noce: per soste- diffuso in zona (parrebbe, ma andrebbe esistente più antico del Piemonte e forse nere il piccolo mortaio di spremitura non approfondito, che il sistema di ancorag- non è azzardato considerarlo il più antico era necessario aggiungere elementi so- gio, dei ganci di fissaggio in ferro, con il d’Italia. Il torchio di Zuccaro (frazione di vrabbondanti, con ovvio risparmio di la- sistema della piombatura caratterizzi pre- Valduggia, VC) è però di conformazione voro e materiali. Il mortaio era valentemente i torchi più recenti, dalla abbastanza comune e cioè da classificare probabilmente posto, come in tutti i tor- fine del XVII al XVIII secolo: il contrap- come “torchio di tipo ancorato” : le due chi valsesiani e ossolani, tra le due travi peso di Bozzolina è datato 1716) poiché coppie di travi gemelle verticali (i 2 di soccorso (quelle anteriori) o al centro esso è quasi simile al gancio piombato “piantoni d’appoggio” posteriori –Arbo- dell’incastellatura, come nell’unico caso presente nel grande contrappeso “tronco- res- e i 2 “piantoni di sicurezza” anteriori del torchio di Zuccaro. Quindi si ritiene piramidale”, da me individuato nel vicino – Stipes) sono incastrate rispettivamente che questa soluzione sia stata dovuta a in- centro storico di Castelletto d’Orba. Chi nelle due grosse travi trasver- nulla sa di torchi a peso o ne sali fissate al muro e al pavi- è del tutto incompetente, mento e questo fa presupporre ignora lo spettacolare proce- che nel largo spazio esistente dimento che porta il contrap- fra queste vi fosse posta origi- peso, posto alla base del torno nariamente l’ara ovvero la filettato, a sollevarsi quando vasca di spremitura in mura- la trave del pressoio rag- tura, così da farlo utilizzare per giunge il “fine-corsa”, ovvero vino/sidro e olio. Questa però è ha finito di appoggiarsi alle la tipologia tipica dei torchi di vinacce o al contenuto del pianura (si veda anche il tor- mortaio, mentre la vite è con- chio del sec. XVIII della Cer- tinuamente azionata fino a ri- tosa di Pavia o il torchio di salire nel dado. Solo da quel Motta Visconti, MI). Nei torchi momento la macchina comin- di collina la struttura prevalente cia a pressare sul serio! In- è invece di tipo “autoportante” fatti, il peso del macigno urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 237

237

posto alla testa della trave, grazie alla lunga leva, moltiplica la sua forza, mentre al piede la trave è bloccata (in alto), con le travette, nelle feritoie dei piantoni d’appoggio. Questo principio era già conosciuto ai tempi di Plinio poiché nella descrizione delle mac- chine in uso presso i Romani (torcula graecanica) egli annota che la vite era agganciata ad una cassa riempita di sassi, quindi essa o il macigno pre- sente nei torchi vitruviani non serviva, evidentemente, da base fissa per ap- poggiare il torno filettato ma al con- trario per essere sollevata tramite esso: ancor’oggi questo si può osservare du- rante la spremitura dimostrativa delle vinacce, con il torchio settecentesco, che la comunità di Monteossolano (piccola frazione di Domodossola) esegue ogni anno nella “Festa del Tor- chio”, alla prima domenica di ottobre.

* Salvatore Fiori è nato a Carpi- gnano Sesia (Novara) nel 1949. Ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, diplomandosi in Decorazione nel 1973; si è successivamente lau- reato in architettura al Politecnico di Milano. Si è dedicato alla pittura, al restauro dei beni culturali e alla loro conservazione; studioso e scrittore, nel 2006 ha pubblicato il volume “Il Torchio a peso detto alla latina”, edito dall’Ordine degli Architetti di Novara e VCO. Tale pubblicazione descrive e illustra la storia e la tec- nica di numerosi torchi a peso utiliz- zati per la produzione di vino, olio e sidro nelle terre tra Novara, Biella, i laghi e l’Ossola. Ha insegnato, dal 1975, presso il liceo artistico di Brera a Milano e per alcuni anni è stato anche docente di Anatomia Ar- tistica presso l’Accademia di Belle Arti Europea-ACME di Milano. Ri- siede ed opera a Carpignano Sesia.

In queste pag,ne alcune imma- gini del torchio della Bozzolina urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 238

238 Le lettere dal fronte del sergente di squadra Domenico Alberti di Pier Giorgio Fassino

L’ovadese Domenico Alberti ha di- rese il 12 gennaio ed il 25 dello stesso Castagnone” esistente nel Borgo di ciannove anni quando - domenica 28 giu- mese a Piacenza per essere incorporato Ovada, in quell’area racchiusa tra Via Pio gno 1914 - un giovane bosniaco, aderente nel 26° Reggimento Fanteria”Bergamo” Camera (laterale alla strada provinciale al movimento indipendentista “Mlada la cui banda accoglie le reclute alla sta- per Alessandria) e la leggera rampa che Bosna” (Giovane Bosnia), a Sarajevo uc- zione ferroviaria e le accompagna in ca- adduce al ponte sull’Orba, ci consente di cide l’erede al trono d’Austria-Ungheria serma al suono di musiche patriottiche. ricordare che la struttura era stata co- Francesco Ferdinando d’Asburgo. Dopo questo accattivante benvenuto, struita - ai primi del Novecento - da Fran- Domenico lavora come muratore ma inizia la corrispondenza dalla quale ver- cesco Barboro, un fabbro noto per la sua l’anno seguente la sua attività subirà ranno estratte le lettere (o i passi più inte- bravura e per alcuni lavori eseguiti per un’interruzione poiché - viste le sue ressanti), inviate alla famiglia Alberti, Don Bosco (3). La “Baracca” ospitava la buone condizioni fisiche - verrà arruolato che oggi costituiscono una testimonianza “Trattoria dell’Arena” valorizzata dal- nel Regio Esercito per compiere il servi- sulla vita dei nostri soldati al fronte: l’adiacente campo da gioco del tambu- zio di leva. Tra l’altro, il Nostro ama la “Al Signor Alberti Stefano rello (altra iniziativa del Barboro) assai musica: è un appassionato suonatore di Via Voltegna, 5 apprezzato dagli ovadesi abituati a prati- clarino e spera di mettere a frutto questa Ovada - Alessandria care quello sport in piazza Garibaldi in sua attività dilettantesca nell’ambito di un Piacenza 20.2.15 mancanza di un’area alternativa (solo nel complesso musicale militare. Non può In data 27 ho spedito il pacco del ve- 1921 verrà inaugurato lo sferisterio “Ma- certo immaginare cosa scatenerà il gesto stito borghese, e vi prego di avvertirmi al renco”) . Purtroppo l’esondazione pro- dell’attentatore Gavrilo Princip. Addio più presto possibile se l’avete ricevuto. vocata dal così detto “crollo della Diga di sogni di gloria come musicante nella Intanto vengo a dirvi che, dopo Molare”, verificatosi nel 1935, demolì la “banda reggimentale” sempre tirata a lu- l’istruzione, facilmente passerò al corpo trattoria e danneggiò radicalmente il cido. Lo attenderanno mesi di durissima musicale, ma come allievo musicante. campo da gioco per cui, dopo la Seconda vita in trincee dalle quali bisognerà uscire .... Tanto per essere più a giorno delle Guerra Mondiale, l’area venne adibita ed esporsi al fuoco dei fanti austro-unga- avventure della mia Ovada vi prego di dalla Famiglia Barboro, per diversi anni, rici per superare - allo scoperto - succes- mandarmi L’ALTO MONFERRATO a deposito di veicoli militari dismessi sive linee di reticolati e giungere [Corriere della Democrazia - settimanale dagli eserciti americano e inglese. all’assalto finale dei trinceramenti ne- pubblicato in Ovada - ndr] così leggendo Ma torniamo al nostro Alberti: il 15 mici. i suoi articoli non mi sembrerà così Marzo viene costituita la Brigata “Pia- Quasi di soppiatto, nell’estate del grande questa lontananza, e intanto mi cenza” su due reggimenti, il 111° Reggi- 1914, mentre nel Regio Esercito sono in darete notizie del prossimo carnevale ..... mento Fanteria di Milizia Mobile (2) ed il servizio di leva le classi 1892 e 1893, . 112°, incorporando alcuni depositi di reg- vengono richiamate le classi dal 1889 al I guanti che mi fece la zia, in questi gimenti di Fanteria tra cui anche il 26° di 1891 e, a settembre, la classe del 1894. giorni portarono il paradiso, perché in cui fa parte il Nostro. Pochi giorni dopo, Se non fosse per la marea montante di questa città è un vero polo nord. Il sole si diversi reparti accasermati a Piacenza una propaganda interventista, pochi si ac- fa vedere, ma l’aria più potente della no- vengono spostati verso Udine ed egli an- corgerebbero dei venti di guerra che stra tramontana si fa più balda di esso e nota, scrupolosamente, che ad ogni sol- stanno spirando anche per gli italiani. A noi la combattiamo marciando di corsa dato vengono consegnati 73 pacchetti di novembre del 1914, Domenico (forse a calpestando per lunghi tratti la neve cartucce ma la sua preoccupazione è an- cuor leggero) si presenta con i coscritti ...... ” cora rivolta più al peso aggiunto che i della classe 1895 presso il Distretto Mili- fanti devono sopportare piuttosto che ri- tare di Voghera - al quale Ovada è aggre- “Piacenza, 18.2.1915 flettere su che cosa serviranno così tante gata - e, secondo le norme in vigore sul Cari genitori, munizioni. Tra l’altro queste truppe - servizio di leva, viene arruolato nella ca- Lunedì scorso ho ricevuto il giornale circa un mese prima della firma del Patto tegoria per la quale è prevista una naja di [L’ALTO MONFERRATO ] e mi sono di Londra, che verrà sottoscritto il 26 sei mesi (1). Ma, già a Gennaio del 1915, divertito molto a leggere tutti gli avveni- aprile 1915 per rovesciare le alleanze le- avviene il richiamo anticipato della sua menti di carnevale.[.....] gando l’intervento bellico del Regno classe contestualmente ai richiami delle A Piacenza, essendo molto portato il d’Italia a fianco dell’Intesa - vengono già classi dal 1882 al 1888 della Milizia Mo- ballo, in questi giorni carnevaleschi in trasferite verso Udine pronte ad operare bile e successivamente delle classi dal ogni parte vi erano veglie e festival e per su quello che si sta delineando come un 1878 al 1881 della Milizia Territoriale. due sere mi sono recato in una baracca si- potenziale fronte di guerra. (2) mile a quella di Castagnone ...... “ In realtà è l’inizio, ancora larvato, Domenico giunge al Distretto voghe- Questo riferimento alla “Baracca di della mobilitazione e l’Alberti ha sentore urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 239

239 A lato trincea italiana sul monte San Michele

che la durata del suo l’assalto al monte servizio di leva potrà S. Michele. subire un prolunga- Senza nemmeno mento. Inoltre nota sparare un colpo che a Piacenza si trova si usciva dalla un reparto con centi- trincea al grido di naia di muli e cavalli, “Savoia”. Fatti sequestrati nel territo- appena pochi rio della provincia pia- passi rimasi leg- centina, in procinto di germente ferito essere trasferiti sempre alla testa: medi- ad Udine e che gli uffi- cato alle ambu- ciali di tutti i reparti, oltre ad avere bru- a Brazzano: primo conflitto a fuoco so- lanze mi diedero 5 giorni di riposo; indi nito le sciabole, portano distintivi di stenuto da militari italiani durante la proseguo la via del destino, in quel grado molto ridotti per cui “ ...... alla di- Grande Guerra. (4) giorno rimase ferito un maggior generale, stanza sembrano soldati.” Il 30 maggio la Brigata “Piacenza” la- il mio colonnello, il mio capitano, un’al- Aumentano anche le manifestazioni scia la città omonima per Desenzano da tro capitano; il mio tenente è morto. di coloro che sono contrari alla guerra ed dove, dopo una intensa preparazione per Speriamo che Iddio mi salvi da questa il 111° viene utilizzato per servizi di or- l’impiego in zona di guerra, il 111° si tra- tempesta di piombo e di granate .....” dine pubblico: sferisce nel comune friulano di Cor- La fortuna l’assiste: sopravvive ai “Come sai in questi momenti in tutta mons: il momento del combattimento in duri combattimenti estivi ma la stagione Italia si manifestano dimostrazioni e do- prima linea si avvicina ma Domenico ap- invernale è alle porte per cui in una let- menica, alle tre antimeridiane, mentre si pare tranquillo, forse anche rincuorato tera dell’8 novembre 1915, si legge: dormiva pacificamente ci svegliarono dalla recente promozione a caporale, e “.... Seguirono altri giorni pericolosi improvvisamente e partimmo subito per solo in chiusura traspare un velo di ma- ..... bagnati da capo a piedi, imbrattati di Castel S. Giovanni: un paese grande linconia dovuto al combattimenti immi- fango tanto che i borghesi che lavorano come Ovada. Alle 9 e mezza un corteo nenti da cui non sa se uscirà indenne: in queste terre hanno detto di non avere di dimostranti che comprendeva donne e “8 luglio 1915 mai visto simili figure. Con i piedi in- ragazze e uomini formavano un nume- Caro Padre, fiammati tutti marciavano a passo di for- roso corteo con bandiere rosse e tricolori; .... ieri mi sono incontrato con uno di mica come me. tutti con bastoni e sciogliendosi hanno Ovada, la sua famiglia è residente dopo Tre amici eravamo in questa compa- gridato “Abbasso alla guerra”...... Alla la prima galleria per Rossiglione (proba- gnia: io sono tornato ma il sergente è sera tutto era quieto e abbiamo perlu- bilmente si tratta della località Panicata) morto, l’altro ammalato all’ospedale. I strato il paese fino all’ora della ritirata e e nella sua compagnia vi sono Peloso, il miei compagni ovadesi sono tornati: all’indomani abbiamo fatto ritorno.” fratello di quel giovane che lavora alla Luce, Canovra della Busalina, Campon; Ma il giorno dell’entrata in guerra è Posta, e Barboro Carlei della Copetina, manca quello del Volcro che è disperso. vicino e, il 23 maggio, l’Alberti scrive caporale maestro di cucina [ ..... ] mentre Si crede morto perché andò [all’assalto] alla famiglia: stavo sotto la tenda, sento chiamare, pre- troppo ingenuamente ritto in piedi e spa- “..... con la presente vengo ad avver- cipitosamente esco e mi trovo il “Pulito” rava come un mulo.” tirvi che prossimamente lascerò questa maniscalco in Piazza Castello...... Dopo un breve periodo di riposo, città; l’ordine di preparare il Reggimento Termino di scrivere lasciando un lontano dalla prima linea, Domenico è arrivato venerdì e in questi giorni entre- mondo di cose importanti: te le raccon- commenta con grande amarezza la situa- ranno in ogni compagnia gli uomini ne- terò in Paradiso. zione: cessari per completarle ..... Ignoro il Baci ai miei fratellini e sorelle. Salu- 14.12.1915 giorno e la destinazione ma non arrive- tami tutti coloro che domandano di me e “Dal primo giorno all’ultimo sempre remo alla fine di questo mese ...... ” dagli il mio addio. acqua e nebbia; non puoi immaginare in Egli non immagina che quella sera Abbracci figlio A. Domenico.” che stato siamo ritornati, ammalati in stessa due finanzieri sorprenderanno un Segue con la descrizione del primo quantità, gran parte colerosi, causa “commando” austriaco intento a piazzare assalto a cui partecipa: l’acqua infetta per i morti. La nebbia fu delle cariche di esplosivo per demolire il “27.7.1915 per noi una gran fortuna: la posizione è ponte sul fiume Judrio, che segna il con- Caro Padre, molto soggetta ai tiri d’artiglieria e quindi fine tra Italia e l’Impero austro-ungarico, Circa a mezzogiorno di ieri si dava si è stati poco bombardati...... Il S. Na- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 240

240 In basso, Domenico Alberti ritratto in uniforme di Guardia Comunale negli Anni Quaranta.

tale è prossimo. Lo passerò non so dove Il giorno 24 verso mezzogiorno inco- che bisogna vedere cosa ne è di quelle ...... minciò un bombardamento come non ho colline. A guardare fanno misericordia; ed il 18 dicembre aggiunge: mai visto da quando sono in guerra. Arti- delle case che vi erano non ci sono nem- “.... chissà se ci manderanno in li- glierie di tutti i calibri nemiche e amiche meno più le fondamenta...... ” cenza, più facile che ci mandino in trin- sparavano un fuoco orribile; io ero di col- cea, loro predicano sempre che abbiamo legamento, mi misi in una posizione dove Dopo consimili esperienze, si era fi- dei doveri e i diritti li tengono loro, il no- osservavo bene, a dirlo è niente, biso- nalmente capito che i poveri Fanti, nono- stro dovere è morire per la patria: ma io gnava vedere le granate come piovevano, stante la loro eroica abnegazione, vorrei sapere come è sta Patria e come cosa buttavano per aria gli schrapnels, potevano andare all’assalto solo dopo deve essere servita per farne una civile. nemmeno un colpo di fucile si sentiva. l’abbattimento dei reticolati posti a difesa ...... ma pure alla Camera ultimamente Verso notte si alzò una fitta nebbia e inco- dei trinceramenti austro-ungarici. Ma, a hanno ancora gridato “Viva Trieste”, quei minciò l’azione delle fanterie, venne per- fronte di ordini irrealizzabili, si verifi- vigliacchi ebbri dal divertimento, non duta la posizione, poi ripresa, cano i primi casi di insubordinazione e di tengono presente cosa avviene in tutto il nuovamente perduta con altre posizioni rifiuto ad affrontare il nemico arroccato fronte, la sciagurata strage di tanti ....; io li attigue; facevano il massimo, tutte le in trincee munite di filo spinato rimasto ti confesso la voce di tutti voce di Dio: batterie sparavano; un cannone da cam- parzialmente integro nonostante pesanti gli italiani moriranno ma a Trieste mai ci pagna da solo sparò più di 400 colpi; co- bombardamenti di artiglieria o l’impiego arriveranno; già diverse volte nei giornali sicché il colpo di mano degli austriaci di tagliafili spesso votati alla morte. Non comunicano l’agonia di Gorizia o le ul- fallì; il combattimento durò circa 20 ore siamo ancora ai punti di rottura che si re- time difese di Gorizia ma non tengono ma presero pochi prigionieri. Fatto sta gistreranno nel 1917 a S. Maria La Longa presente che è impossibile an- (5) quando numerosi fanti dare avanti.” della Brigata “Catanzaro” si Arriva il S. Natale ma nelle rifiuteranno di rientrare in trincee la festività trascorre come prima linea e daranno l’assalto un giorno qualsiasi senza essere agli uffici del Comando ed al- sottolineata da (una sia pure l’alloggio di D’Annunzio. Tut- magra) distribuzione di viveri di tavia l’Alberti è testimone di conforto e l’Alberti registra: alcuni casi di diserzione o ri- “...... il rancio consiste nel fiuto di obbedire agli ordini e solito brodo con pasta e fagioli, e li riporta in questa lettera in nel giorno [di Natale] tanto per quanto gli è noto che un riot- cambiare fagioli e pasta e poi tre toso reparto, terminato un pe- castagne cotte. E’ festa grande.” riodo di riposo, deve essere Passano anche le “festività ricondotto in prima linea sotto natalizie” (si fa per dire) e (giu- scorta per evitare eventuali di- stamente) i pensieri sono con- serzioni: centrati su di una possibile “6.4.16 licenza. Ma la situazione, nel set- Carissimo Padre, tore di Oslavia, si aggrava: .....venuto improvvisa- “27.1.16 mente l’ordine di partenza [per Carissimo Padre, il fronte] si verificò una bara- ...... Il fatto del 14 fu quello onda al grido di “vogliamo la che ci fece sospendere la licenza. pace”. Incominciò con un bombar- Un fatto più grave si è veri- damento: nottetempo il nemico ficato nel 48° con morti e fe- cacciava i nostri dalle loro posi- riti ed il Reggimento è partito zioni; un battaglione del mio reg- per il S. Michele scortato dalla gimento fu chiamato ed ebbe poi Cavalleria e dai Carabinieri. l’encomio perché, oltre a ripren- ...... Siamo prossimi ad una dere la posizione perduta, prese vittoria assai curiosa, se va anche un’altra trincea impor- avanti così. Oggi ho visto pas- tante. sare due bersaglieri e tre fanti urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 241

241 A lato Una lettera dal fronte. (Illustrazione tratta dalla rivista La Lettura).

legati ed accompagnati dai gliaia di soldati italiani com- Carabinieri: certamente pletamente impreparati. Anzi avranno commesso il reato i moribondi ed i gravemente di diserzione o rifiuto di ustionati sono finiti dagli at- obbedienza, fatto che si ve- taccanti con mazze ferrate rifica molto sovente....” provocando un’ulteriore svi- In una sosta, durante il luppo della crudeltà della trasferimento del 111° sul guerra. fronte del Monte Sabotino, A fronte di simili opera- l’Alberti scrive anche alla zioni la corrispondenza non madre. Con lei ha più con- viaggia a causa di un servi- fidenza e si lascia andare a zio postale reso inefficiente riflessioni maggiormente da situazioni caotiche dove personali come le valuta- interi reparti hanno cambiato zioni sull’operato del pro- la loro posizione o addirit- prio cappellano: tura hanno cessato di esistere 27.5.1916 a fronte di un elevatissimo Carissima mamma, numero di perdite umane. ho ricevuto la tua cara Infatti l’ultima lettera lettera del 24 corrente con- giunta alla famiglia Alberti temporaneamente anche ad porta la data 8 luglio 1916; una da mio padre, spedita probabilmente frutto di un da Sestri. confidente talvolta prezioso, un barlume breve tregua perché il mattino del 6 ago- Ti avverto che da dov’ero sono par- di speranza prima di un assalto senza ri- sto 1916 hanno inizio i tiri delle artiglie- tito ed è già da sei giorni che si marcia. torno, un ponte tra gli orrori della guerra rie italiane da Tolmino al mare. Così ha Adesso mi trovo sotto la tenda e piove e la propria famiglia od una manciata di inizio la battaglia che, dopo la conquista forte. Non so dove ci portano e nemmeno serenità nei momenti peggiori. dei pilastri laterali costituiti dal Monte lo posso dire [essendo rigorosamente vie- L’aveva giustamente intuito il Ca- Sabotino e dal Monte San Michele, apre tato e quindi soggetto a censura], ma dorna che, approssimandosi i giorni finalmente alle truppe italiane la via per certo il papà quando lo saprà lo capirà ..... oscuri di una guerra, aveva ripristinato la Gorizia che verrà presa l’8 agosto...... Un giorno alla messa [il cappel- presenza di un cappellano per ogni reg- Dopo giorni così cruenti non sap- lano] ha predicato che Iddio ci manderà gimento perché ritenuti in grado di infon- piamo più nulla del nostro Domenico: la pace quando ce la saremo meritata. dere un sostegno morale unito ad un qualche rara lettera scritta successiva- Guarda te, se l’ha meritata forse lui? An- sano spirito di disciplina.(6) Ruoli reli- mente alla presa di “Santa Gorizia” forse cora non ce la siamo meritata? Almeno se giosi e patriottici tra loro diversi e difficili va perduta lungo il tragitto o qualche altra vuole confortarci parlasse in altro modo. da gestire in modo tale da essere apprez- non è stata conservata dalla famiglia. Da allora in poi quando vi è la messa zati da tutti i soldati come nel caso del Sappiamo soltanto, consultando il suo vado lontano un chilometro; dire che nostro Domenico che non vedeva di buon stato di servizio, che l’Alberti viene no- quell’individuo l’ho visto a Romans grado il proprio cappellano e non ne fa- minato sergente di squadra il 20 agosto l’anno scorso con zaino e fucile ma al ceva mistero. Tra l’altro bisogna tenere 1916. momento di andare in trincea lasciò i presente il grado di nervosismo che do- Anche alcuni “diari di guerra” (redatti compagni per rimanere al posto di medi- veva regnare tra i nostri soldati sottoposti in forma speditiva) del 111° Reggimento cazione a benedirli da morti. Ora si è all’intensa preparazione legata a quella non ci aiutano a definire chiaramente messo la croce rossa sul petto, adesso da che verrà chiamata la “Sesta battaglia quest’ultimo periodo di permanenza al tenente prete si prende circa 18 o 20 lire dell’Isonzo” o “Battaglia di Gorizia”. Per fronte del Nostro. Solo una scarna anno- al giorno e se ne strafotte di chi muore, non parlare del primo attacco austriaco tazione sul suo stato di servizio recita: 12 non è mai stato così allegro, scommetto con i gas sul fronte italiano che si veri- settembre 1916 ferito d’arma da fuoco che a quello gli dispiace se viene la fica il 29 giugno 1916. nel fatto d’armi avvenuto a Monte Mo- pace...... ” Alle 5 e 15 del mattino, l’attacco co- sciagh. In realtà, durante un combatti- Il giudizio è singolare in quanto i sol- stituito da una subdola miscela di cloro e mento avvenuto alle falde di questo dati, specialmente se in prima linea, tro- fosgene, cala sulle trincee italiane sul rilievo sull’altopiano di Asiago, il ser- vavano nel proprio cappellano un San Michele e provoca la morte di mi- gente di squadra Alberti viene grave- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 242

242

A lato Domenico Alberti nell’uni- forme della Banda Civica “Rebora” con il suo inseparabile clarino.

mente ferito al volto; perde irrimediabil- passaggi in Ovada di Don Bosco per seguire i mente la vista dall’occhio destro e quindi lavori del fabbro Francesco Barboro, intento a viene congedato perché riconosciuto costruire una cancellata per l’Istituto Salesiano a Torino, il futuro Santo incontrando Giuseppe “permanentemente inabile al servizio mi- Salvi, accompagnato dalla propria madre, litare”. avesse esclamato “Questo bambino mi imiterà La grave mutilazione ha ovviamente in tante cose”. Predizione effettivamente verifi- delle ripercussioni sulla sua attività lavo- catasi poiché Don Salvi divenne un benemerito rativa ma l’Amministrazione del Comune educatore della gioventù ovadese e ancora oggi di Ovada lo assume come Guardia civica sono attive tante sue iniziative nel campo so- ciale. nel 1919. (4) Alle ore 22.40 del 23.5.1915 una pattu- Attività che svolge con passione per cui glia della Guardia di Finanza, composta dai fi- non ci sono ovadesi (un po’ avanti negli nanzieri Pietro Dell’Acqua e Costantino Carta, anni) che non ricordino questo dipen- sorprese alcuni guastatori austriaci intenti a mi- dente dell’allora Ufficio di Polizia, sem- nare il ponte sul fiume Judrio a Brazzano (oggi pre irreprensibile nella sua uniforme il frazione del Comune di Cormons). (5) S. Maria La Longa: comune della pia- quale, mentre percorre le vie cittadine nura friulana, in provincia di Udine, noto nelle con la sua immancabile cartellina zeppa storia della Grande Guerra per le dolorose vi- di moduli di una burocrazia sempre im- cende legate alla rivolta dei fanti della Brigata perante, certificati elettorali o notifiche, “Catanzaro” avvenuta il 15 luglio 1917. Sedato è sempre pronto a richiamare (in un l’ammutinamento, scattarono le esecuzioni a ca- mondo oggi scomparso) i ragazzi che rico di soldati individuati col sistema della “de- cimazione” ed il giorno successivo questi giocano al pallone in qualche strada peri- vennero fucilati contro il muro del cimitero di ferica o i conducenti di rare autovetture S. Maria La Longa. Gabriele D’Annunzio de- che (nonostante tutto lo spazio disponi- cise di assistere all’esecuzione e lasciò una testi- bile all’epoca) lasciano il proprio veicolo monianza dell’episodio. in sosta nel luogo a loro più comodo. (6) Il gen. Luigi Cadorna con circolare del Tuttavia il Nostro non trascura la sua 12 aprile 1915 aveva reintrodotto nel Regio Esercito i cappellani militari. Infatti, dopo la passione per la musica ed entra a fare Presa di Roma, le leggi italiane - influenzate da parte della Filarmonica Ovadese che, A loro volta gli abili erano divisi in tre cate- un antagonismo tra Stato e Chiesa - avevano negli anni Trenta, diventerà la Civica gorie: progressivamente eliminato la figura del cappel- Scuola di Musica “Antonio Rebora”. Ne 1^ categoria - buona salute, genitori viventi lano militare. Dopo il 1878 i servizi religiosi diventa un componente fondamentale in ed un fratello con più di 12 anni di età al mo- vennero mantenuti solo in alcuni ospedali mili- quanto, oltre a prendere parte alla vita mento della chiamata (coscritti sottoposti a due tari mentre gli appartenenti al clero - in tempo di anni di servizio di leva); pace - dovevano compiere il prescritto periodo della Scuola, partecipa a tutti gli eventi di servizio militare come ogni cittadino. In se- che vedono il Corpo bandistico parteci- 2^ categoria - buona salute - figlio unico con padre non ancora entrato nel 65° anno di età op- guito al provvedimento unilaterale emesso dal pare in primo piano agli eventi religiosi pure figlio primogenito con fratello di età infe- Cadorna, la Congregazione per i Vescovi, il 1° ed alle manifestazioni civili. Ad Agosto riore a 12 anni (coscritti sottoposti a sei mesi di giugno 1915, nominò il primo “Vescovo di del 1957 l’Alberti lascia il servizio ed il servizio di leva); Campo”, posto al vertice di tutti i cappellani mi- sindaco di Ovada, Giuseppe Vignolo, lo 3^ categoria: buona salute, figlio unico or- litari che nel 1918 ammonteranno a 2.738 (1.350 fano di un genitore, oppure un riformato fatto al fronte; 37 presso la Regia Marina; i rimanenti decora con una medaglia d’oro per i suoi operanti presso gli ospedali territoriali). Nume- 38 anni di ininterrotto servizio come abile per necessità e addetto ai lavori sedentari. Il g 12 - pagg. 105/110 . rosissimi i casi di eroismo compiuti dai Cappel- guardia civica mentre la lapide apposta (2) Milizia Mobile e Milizia Territoriale: lani Militari durante la Grande Guerra: 435 nella Scuola “A. Rebora” lo annovera tra l’organico del Regio Esercito, basato in parte sul vennero insigniti di una Medaglia al Valor Mili- i benemeriti. modello tedesco, si fondava su unità operative tare. Annotazioni o di prima linea costituite con soldati di leva, Ringraziamenti Un sentito grazie vada a Stefano Alberti, ni- (1) Secondo l’ordinamento Spingardi, va- sulla Milizia Mobile costituita prevalentemente pote di Domenico, che ha messo le lettere dello rato nel 1910, il Regio Decreto relativo alla da riservisti richiamati dal congedo e sulla Mi- zio a disposizione di Paolo Bavazzano, cui va il chiamata di leva era emesso nel mese di settem- lizia Territoriale costituita dalle classi più an- merito di averle catalogate e digitate per essere bre per coloro che avrebbero compiuto 19 anni ziane con compiti di presidio del territorio e dei esposte alla Mostra “Ovada e l’Ovadese nella nell’anno successivo. I coscritti erano classifi- servizi. Grande Guerra”, inaugurata l’11 ottobre 2015 in cati come abili, rivedibili (in attesa di essere sot- (3) Don Wandro Pollarolo, uno dei “ragazzi occasione del Centenario del conflitto. toposti ad altre visite di accertamento) e di Don Salvi” per tanti anni Parroco di Belforte riformati (non idonei al servizio militare). Monferrato, raccontava che, durante uno dei urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 243

243 “Bono mangiare: brot !, bono bor wein!” Prigionieri autro-ungarici nel Basso Piemonte ed in alcune località del Ponente Ligure durante la Grande Guerra di Pier Giorgio Fassino

Domenico Roveta da Tagliolo Mon- molo sulla effettiva applicazione della Croce Rossa Italiana all’interno della ferrato, incorporato ad agosto del 1916 normativa prevista dalle convenzioni in- quale era stata creata la Commissione pri- come fuciliere nel 54° Reggimento “Um- ternazionali. gionieri di Guerra. bria”, aveva annotato sul suo taccuino, Impegno quanto mai necessario poi- Tale atteggiamento doveva servire con una ortografia approssimativa ma ef- ché, ad esempio, l’elevato numero di pri- come deterrente contro quei militari che ficace, le concise locuzioni (in lingua te- gionieri di guerra presente in Germania a potevano pensare di sfuggire alla dura desca) necessarie per invitare il nemico, gennaio del 1916 (circa 1.750.000) e le vita del fronte arrendendosi al nemico. ormai sopraffatto, alla resa senza doverlo forti carenze di scorte alimentari, dovute Inoltre alla “Commissione prigionieri” uccidere a fronte di un estremo tentativo al blocco navale inglese, dimostrarono in era stato affidato il compito di gestire la di resistenza: heude auf !! (mani in alto), modo evidente l’impossibilità del Se- corrispondenza tra i campi di prigionia e teghebt oih !! (arrendetevi), difaffen condo Reich di mantenere fede al Trat- le famiglie in Italia. Gerenza che il Co- nider !! (giù le armi), comt zu uns!! (ve- tato internazionale quando non vi erano mando Supremo italiano aveva avocato a nite da noi). Inviti perentori che il fuci- nemmeno generi alimentari a sufficienza sé per poter sottoporre al controllo della liere Roveta faceva seguire da più per la popolazione civile. censura militare la corrispondenza onde suadenti espressioni: das brot ise gut bay Per sopperire al grave inconveniente evitare la diffusione di idee sovversive o uns! (il pane è buono da noi) per conclu- gli osservatori svizzeri avevano consi- per scoprire eventuali prigionieri che si dere con un vir verden oit gut behandeln! gliato alle varie nazioni belligeranti di in- erano consegnati volontariamente al ne- (vi tratteremo bene). viare direttamente gli aiuti umanitari ai mico e potevano vantare la propria diser- Stringata terminologia che potremmo prigionieri della propria naziomalità e zione nelle missive inviate ai familiari. definire “da trincea” e propedeutica al pertanto, nella primavera del 1916, Misure aggravate, nei casi di sospetta cambiamento dello status di un soldato l’Inghilterra, la Francia e la Germania si diserzione, da provvedimenti che colpi- nemico: da combattente a prigioniero di erano accordate in tal senso. Anzi la con- vano anche la famiglia del disertore o guerra. venzione era stata allargata allo scambio presunto tale: blocco dei sussidi di Un aspetto, in genere, poco cono- di prigionieri affetti da malattie o feriti. guerra, affissione di copia della denuncia sciuto della Prima Guerra Mondiale che, Dal canto suo il Governo italiano, in sulla porta di casa e all’albo pretorio, di- data la vastità e la lunga durata del con- sintonia col Comando Supremo, era ri- vieto di inviare corrispondenza o pacchi flitto, comportò problemi organizzativi masto refrattario a tali intese e pertanto viveri all’internato in un campo di prigio- per gli stati belligeranti che dovettero ge- aveva rifiutato ogni intervento statale e nia. stire un numero altissimo di prigionieri tollerava, a malapena, l’invio di pacchi di Parve quindi come una punizione (generalmente valutato attorno ad otto generi alimentari e vestiario tramite la l’invio, al termine del conflitto, di molti milioni) e se ne dovettero accollare le reduci italiani dalla prigionia, sebbene loro sorti: molti morirono per le ferite ri- scagionati dall’accusa di diserzione, in portate in combattimento, di malattie, di Macedonia o in Albania ove presteranno denutrizione, di freddo o rimasero uccisi servizio per circa un anno prima di essere nel corso di tentativi di fuga dai campi di congedati. prigionia, mentre altri, più fortunati, ven- Di altro tenore era la vita dei prigio- nero utilizzati nei lavori agricoli, mine- nieri austriaci avviati nelle retrovie del rari, industriali o per costruire opere fronte italiano nei primi mesi di guerra pubbliche. secondo quanto riporta “La Stampa” del In realtà, il Trattato dell’Aia (1907) 18 giugno 1915 relativamente ad un all’Art. 7 garantiva ai prigionieri un trat- gruppo di austro-ungarici giunto ad Asti: tamento equivalente a quello riservato “Un treno speciale carico di prigio- alle truppe del paese che li aveva cattu- nieri di guerra è qui giunto stamane, poco rati ma sino dai primi mesi del conflitto prima di mezzogiorno. Il treno, che pro- era apparso evidente che le norme non veniva da Alessandria, nella cui Citta- sarebbero state rispettate. Pertanto, già della i prigionieri erano stati per qualche dalle prime decadi del 1915, a Ginevra giorno internati, era scortato da ufficiali e era stata creata l’Agenzia di soccorso a dalla truppa. I prigionieri furono fatti favore dei prigionieri di guerra, alla quale scendere allo scalo della piccola velocità avevano aderito i paesi impegnati nel ed in colonna, sotto la vigilanza dei ber- conflitto, affinché questo ente potesse saglieri, dei carabinieri e di numerosi svolgere un’azione di osservazione e sti- agenti, avviati, traverso la piazza del mer- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 244

244 Alla pag. precedente, Prigio- niero austriaco (senza data) ri- tratto da Innocente Cantinotti.

cato ed il pubblico giardino, alla caserma del versante piemontese (Vermenagna, Servigliano, Bracciano, Sulmona, Co- di cavalleria Colli, disposta in precedenza Gesso e Pesio) già sottoposti a carenti re- senza, Palermo, Vittoria in Sicilia, Asi- per accoglierli. Si tratta, in massima gimi alimentari. Situazione dovuta anche nara. parte, di trentini e di forse una cinquan- al fatto che gli ufficiali austriaci, secondo Quest’ultimo sito era il più grande tina di bosniaci. Il loro aspetto appariva le norme dettate dalla Conferenza di Pace campo di prigionia italiano in quanto si ottimo: è evidente che il riposo nella Cit- dell’Aia, oltre ad essere esentati da atti- estendeva su tutta l’isola (circa 52 kmq) tadella di Alessandria ha giovato non vità lavorative avevano diritto al soldo sulla quale erano stati allestiti numerosi poco al loro fisico ed al loro morale. In- pari a quello percepito degli ufficiali sottocampi per ospitare i prigionieri, sud- fatti, essi non si curavano per nulla di na- dello stesso grado del paese in cui erano divisi tra le varie nazionalità costituenti scondere la gioia serena che era diffusa detenuti (art. 17). il complesso mosaico di culture nei terri- sui loro volti di gente rude e abbronzata Sicché, al Forte di Tenda, in occa- tori controllati dall’Impero austro-unga- dal sole, sebbene molti non siano più gio- sione della celebrazione del genetliaco rico. Quindi quest’isola diventerà il più vanissimi, apparendo di un’età media dai dell’Imperatore d’Austria-Ungheria, gli conosciuto dei luoghi di detenzione con il trenta ai cinquant’anni. ufficiali austriaci, debitamente muniti triste strascico di numerosissimi decessi Una scena inattesa e senza dubbio si- dell’autorizzazione del comandante del dovuti al serpeggiare di molte malattie in- gnificativa si svolse appena i prigionieri Forte (dopo l’episodio verrà sostituito), fettive tra soggetti resi delicati dalla ca- ebbero abbandonato il recinto ferrovia- avevano organizzato (a proprie spese) un renza di cibo e di infrastrutture destinate rio. In presenza della folla immensa che sontuoso pranzo composto da: pro- alla loro accoglienza tanto che in molti era accorsa, spinta dalla curiosità ad at- sciutto, arrosto di maiale con contorno, casi i prigionieri erano alloggiati sotto tenderli, i prigionieri, agitando in alto il minestrina in brodo, pollo arrosto, insa- normali tende da campo anche nel pe- berretto, gridarono in coro, con voce ro- late varie, torta, formaggio, ampia scelta riodo invernale. busta e sicura: Viva l’Italia! La folla, sa- di frutta fresca, caffè e liquori. Il tutto ri- Il numero sempre maggiore di prigio- pendoli in grandissima maggioranza gorosamente innaffiato con generose li- nieri, col tempo, originò gravi problemi irredenti, fece eco con maggior forza al bagioni di champagne o moscato di custodia, sanitari ed alimentari in tutta grido. E durante tutto il percorso la co- spumante di Asti creando un vistoso con- la Penisola. Pertanto, come avvenuto in lonna continuò ad inneggiare alla patria trasto con le parsimoniose abitudini ali- Austria, dove, dalla seconda metà del nostra, tra il crescente entusiasmo della mentari dei valligiani. 1915, circa il 70% dei prigionieri erano popolazione, che applaudiva frenetica- I soldati austriaci prigionieri in Italia, stati suddivisi in kommandos ed asse- mente all’esercito impegnato alla libera- tra il 1915 ed il 1918, furono 477.024 gnati a lavori nelle campagne o nelle in- zione degli altri fratelli irredenti. Giunti (Tornato - op. cit. pg. 49) e vennero ge- dustrie (5), anche in Italia vennero all’ingresso della caserma Colli, i prigio- stiti dalla Commissione prigionieri di utilizzati prigionieri in sostituzione di uo- nieri si abbandonarono a nuove manife- Guerra (omonima di quella gestita dalla mini richiamati sotto le armi pur cer- stazioni di giubilo, ballando e saltando Croce Rossa) diretta dal generale Spin- cando di non creare tensioni con i come altrettanti ragazzi. La folla si di- gardi (2), ufficiale noto alle famiglie ova- lavoratori divenuti compagni di “ne- sperse soltanto allorché il portone si fu desi di rango o nobili come i Buffa, i mici”. chiuso e suonò l’ora del pasto di mezzo- Maineri, gli Oddini, i Pinelli-Gentile, i Pertanto, il Ministero dell’Agricol- giorno” Cattaneo della Volta, i Salvago Raggi, tura, Industria e Commercio, il 25 mag- Se per la truppa il trattamento da parte avendo sposato una nobildonna di Rocca gio 1916, aveva emanato una circolare italiana era improntato a grande umanità, Grimalda, Rina Merialdi (3), sorella di inviata alle Prefetture per avvalersi delle non meno corretta fu l’accoglienza riser- Amalia, moglie dell’avvocato ovadese prerogative contemplate nella Conven- vata agli ufficiali del Kaiserliche und Kö- Gerolamo Oddini. Lo Spingardi, richia- zione dell’Aia i cui principi informativi nigliche Armee. mato sollecitamente in servizio attivo, di- erano i seguenti: Esemplare quanto emerge da un rap- spose l’invio dei prigionieri in numerose - l’opera dei prigionieri di guerra do- porto redatto dalla Legione Territoriale strutture preesistenti come caserme, vec- veva essere considerata solo un espe- dei Reali Carabinieri di Torino - Divi- chie fortezze, conventi o in campi di pri- diente di carattere eccezionale; non sione di Cuneo - sul festeggiamento av- gionia appositamente allestiti. La doveva svolgere concorrenza ai lavora- venuto, il 18 agosto 1915, ad opera di Cittadella di Alessandria fu la prima tori locali per cui i costi sarebbero stati di diversi ufficiali austriaci prigionieri nel struttura largamente impiegata allo scopo pari importo; Forte del Colle di Tenda.(1) Indagine e seguita, nel corso del conflitto, da altre - a fronte di domande di impiego i pri- probabilmente originata da voci trapelate 81 come Asti, Genova, Voghera, la Cer- gionieri sarebbero stati inviati a gruppi di all’esterno che avevano provocato risen- tosa di S. Lorenzo a Padula (4), Avez- 100 con la scorta di un ufficiale e di 24 timenti tra gli abitanti delle Valli Roia e zano, S. Maria Capua Vetere, uomini. urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 245

245 A lato. prigionieri austriaci fo- tografati mentre salgono su un convoglio ferroviario.

Successivamente, il 14 no- ...... Il vembre dello stesso anno, il ge- Comune aveva nerale Spingardi aveva inviato nominato ap- una nuova direttiva con la quale posito Com- dettava specifiche norme riguar- missario nella danti l’utilizzo dei prigionieri: le persona di un esenzioni dal lavoro per gli uffi- ricco proprie- ciali (compresi gli alfieri, i ca- tario, il quale detti e gli aspiranti cadetti), teneva rela- l’entità del personale di scorta, zione col co- la tipologia degli alloggiamenti, mandante del il vitto, la durata del lavoro giornaliero, Monferrato, Frinco d’Asti, Fossano, Sa- drappello dei prigionieri. I proprietari che la “mercede” per i prigionieri e vigliano, Vinadio, Vigevano. (6) avevano bisogno di prigionieri ne face- l’indennità per i militari di scorta. Norme Al riguardo lo storico trisobbiese Be- vano regolare richiesta al Commissario il in sostanza rispettose delle necessità dei retta ci ha lasciato una fedele descrizione quale fissava a turno i soldati. prigionieri che, conseguentemente, veni- su quali fossero le condizioni di vita dei La richiesta si doveva fare per non vano trattati in modo quasi equivalente a prigionieri austro-ungarici presenti nel- meno di 6 uomini. Cioè 5 erano destinati quello dei soldati italiani sino al punto l’alessandrino in un quaderno dal titolo al lavoro e uno, armato di fucile con ba- che, con circolare del 27 marzo 1917, la “La legge del cuore - Guerra 15 - 18”: ionetta innestata era ordinato di sorve- Commissione per i prigionieri di guerra “In un baleno si videro anche moltis- gliare tutto il giorno il piccolo drappello dispose che i soldati di truppa prigionieri, simi soldati prigionieri di guerra di ogni che lavorava. oltre a ricevere una “mercede” fossero nazione, di ogni lingua e di ogni religione Il proprietario non era obbligato al anche assicurati contro gli infortuni sul [Appropriata osservazione del cronista in mantenimento dei prigionieri: ma sic- lavoro. quanto il Kaiserliche und Königliche come il rancio del governo era talmente Significativo, per cronologia e nu- Armee (Imperiale e Regio Esercito) era leggero, i poveri soldati non potevano re- mero abbastanza elevato (circa 900), il composto da soldati appartenenti a 11 na- sistere alla fatica della zappa: e così tutti caso dei prigionieri mandati a Genova ed zionalità diverse: austriaci, ungheresi, i proprietari d’accordo combinarono col ospitati, già dal 1915 e sino al 1918, negli boemi, sloveni, croati, bosniaci, slovac- Commissario di somministrare il vitto antichi forti della Superba: Forte Spe- chi, polacchi, ruteni, rumeni, italiani che due volte al giorno ai soldati. E in tal rone, Forte Ratti, Forte Begato e Forte parlavano 9 lingue ufficiali (tedesco, un- modo si vedevano quei poveri prigionieri Castellaccio. Costoro si erano resi così gherese, sloveno, croato, céco, polacco, allegri come il Pesce d’Aprile. Alla do- utili che con una nota del 16 dicembre rumeno, ruteno e italiano). Le religioni menica erano condotti tutti alla chiesa a 1916 il Comune di Genova ne aveva lo- ufficialmente riconosciute erano cinque: sentire la messa del mezzogiorno, scor- dato il grande impegno col quale avevano cattolica romana, ortodossa, protestante tati da un soldato di guardia armato di fu- costruito o sistemato strade tra le quali luterana, musulmana ed ebraica.ndr] cile con baionetta innestata: ed alla sera Via Berghini (sopra le mura tra via Ca- Qui nel nostro Monferrato il deposito della domenica, sempre col soldato di bella e Porta Chiappe); trasformato sen- generale dei prigionieri di guerra era nel guardia armato erano condotti al pub- tieri dissestati in strade, allestiti muri a Circondario di Acqui in territorio di Ca- blico lavatoio per lavarsi la camicia ed secco e canali di scolo. stel Rocchero. Il Comandante del depo- altro. Presenze individuate anche lungo la sito concedeva ai Comuni, mediante Quando erano sul lavoro avrebbero Riviera ligure di Ponente: Cogoleto (per regolare richiesta, un drappello di prigio- parlato volentieri col padrone; ma non si quanto concerne un certo numero di pri- nieri per lavorare le nostre vigne incolte capiva una parola: appena pronunciavano gionieri curati all’Ospedale Psichiatrico), a causa della guerra che aveva spopolato qualche sillaba confusa che si capiva: Savona, Finalmarina e Taggia. i paesi. Qui, nel nostro comune di Tri- “Bono italiano, bono mangiare: Brot Anche nei territori posti nella sfera di sobbio, al drappello di prigionieri fu asse- (pane), Bono bor [bere] Wein (vino).” competenza del II Corpo d’Armata di gnato l’alloggio nel palazzo dell’Asilo Durante la guerra in Ovada eravi un Alessandria erano stati istituiti i campi di Infantile ed era diretto da un sergente presidio di artiglieria: il Comandante concentramento e relativi distaccamenti [zugzfürer ] che parlava bene l’italiano; mediante regolare domanda concedeva in: Alessandria (Cittadella e Ospedale del resto non ne capiva un’acca. Il rancio dei soldati per il lavoro di campagna: ma Militare), Arquata Scrivia, Rigoroso veniva [portato] settimanalmente dal De- tutte le sere erano obbligati di portarsi al (fraz. di Arquata Scrivia), Stazzano, posito in Rocca Verano o Castel Roc- quartiere [a rientrare in caserma]. (7) Gavi, Voltaggio, Castel Rocchero, Casale chero. Questo è quanto ci racconta lo storico urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 246

Beretta ma, col prolungarsi della guerra mazione della strada “Sligge” e della via finalmente affidato a buone mani, nel anche in Ovada, si cominciarono ad uti- Lung’Orba vennero iniziati nel mese di senso che i soldati ed i prigionieri di lizzare i prigionieri di guerra non solo per Febbraio del ‘16 come attesta un comuni- guerra fossero concessi il più largamente le attività agricole o industriali ma anche cato apparso sul Bollettino dell’Organiz- possibile pei lavori campestri. per lavori pubblici e certamente non ne zazione Civile del 23 gennaio 1916 che La nostra regione ha largamente be- mancarono le occasioni. testualmente riporta: neficiato della concessione, e i militari ed Infatti, da quando erano terminati i la- “Quanto prima saranno iniziati i la- i prigionieri di guerra vennero a darci un vori di costruzione della nuova Chiesa vori per la sistemazione della rampa delle grande e valido aiuto, tanto che, ovunque parrocchiale dedicata all’Assunta, quindi Sligge. Gli operai che volessero occu- si muova il passo per le nostre belle cam- dal 1801, era evidente la necessità di si- parsi dei movimenti di terra necessari, pagne, li vediamo associati ai nostri bravi stemare quel viottolo, o poco più, colle- potranno farne richiesta all’Ufficio Tec- e solerti agricoltori nella dura lavorazione gante l’area retrostante l’abside della nico Municipale”. della terra,tanto più utile e meritoria in nuova parrocchiale con la sottostante ripa Ma parte della manodopera venne questi momenti in cui è supremamente dell’Orba, che - oltre ad essere un ter- fornita da prigionieri austriaci secondo necessario che la produzione della terra reno franoso come indica il termine dia- una radicata tradizione popolare avvalo- sia intensificata per fare fronte alle pre- lettale sligge - dopo le nevicate dei mesi rata da un recente studio effettuato dalla senti deficienze ed a quelle più gravi che invernali presentava un fondo innevato o solerte ricercatrice Cinzia Robbiano che la guerra spietata dei sottomarini fa giu- ghiacciato noto per la sua scivolosità. ha rintracciato un diario scritto da un sol- stamente temere. I primi seri tentativi di realizzare que- dato austriaco prigioniero in Ovada (8). Mentre adempiamo ben volentieri al sto collegamento risalivano a poco prima Prestazioni che probabilmente si ripete- grato dovere di porgere un ringrazia- del 1913 quando l’allora Ufficio Tecnico rono anche per altri lavori pubblici di mi- mento al Comando del 7° Artiglieria da Municipale aveva redatto un progetto di nore entità ma di cui ormai si è perso il Campagna qui accantonato e a quello del massima per “.... la sistemazione della sa- ricordo. reparto prigionieri di guerra che ha preso lita delle Sligge onde metterla in condi- L’attività di questi prigionieri venne stanza tra noi, per la interpretazione larga zioni da servire allo sfollamento di Via estesa, ovviamente, anche al mondo agri- e liberale data alle superiori disposizioni, Cairoli e di Via Stura di tutti i veicoli che colo ed ancora una volta il Bollettino del- siano lieti di constatare che, tanto i pri- dalla Piazza Centrale della nostra Città si l’Organizzazione Civile (n. 43 - Ovada 6 gionieri di guerra quanto i nostri soldati, dirigono oltre Orba e viceversa.” Maggio 1917) ne riporta alcune note di hanno fatto generalmente ottima prova, Tentativo non andato a buon fine poi- cronaca dal titolo: SOLDATI AGRICOL- tanto che i contadini ne sollecitano viva- ché il tracciato prescelto presentava una TORI. mente la utile collaborazione. pendenza eccessiva. Pertanto il Consiglio “I nostri agricoltori erano quest’anno Peccato che una notevole parte del 7° Comunale (7) aveva acquistato da Mor- seriamente impensieriti per la mancanza Artiglieria abbia dovuto in questi giorni chio Giovanni Severo vulgo Gianotto il di personale lavoratore che le continue partire per Piacenza e che il rimanente terreno prativo e campivo che presentava chiamate alle armi avevano ancora note- nella nostra provvisoria guarnigione stia una superficie di circa 2.100 metri qua- volmente assottigliato. Le campagne già per seguirne l’esempio. drati al prezzo di lire tre al metro quadro. duramente provate negli scorsi anni si te- In ogni modo una buona spinta fu Però la burocrazia aveva allungato i meva che quest’anno, malgrado il lavoro data e una parte di lavoro fu già eseguito, tempi di esecuzione dell’opera tanto che assiduo di coloro che ancora sono rimasti e con quello che ancora si potrà fare me- a Febbraio del 1915 il Sindaco Umberto presso il loro focolare, avessero addirit- diante l’opera dei prigionieri e dei soldati Costa, su richiesta della Sottoprefettura, tura il colpo di grazia. Le fosche previ- ritardatari, si potrà, come si dice, dare un faceva approvare un più dettagliato pro- sioni sono fortunatamente, almeno in bel colpo di mano alla locale agricol- getto esecutivo redatto dall’ingegnere gran parte, svanite. I lavori campestri, e tura.” Pietro Carlevaro dell’Ufficio Tecnico per questo basta dare un’occhiata ai no- Tuttavia il fenomeno dell’impiego dei Municipale relativo alla “Costruzione stri campi ed alle nostre vigne, si presen- prigionieri austriaci per lavori fu abba- della nuova rampa delle Sligge - tano invece abbastanza avanzati, e tutto stanza diffuso anche in altri comuni poi- Allacciamento della Strada di Circonval- fa prevedere che le operazioni più neces- ché, ad esempio, si è a conoscenza di una lazione Lung’Orba con la Piazzetta delle sarie non avranno a subire contrattempi testimone (9) che ricordava gli austriaci Sligge” (ora Piazza Francesco Antonio tali da compromettere il raccolto. intenti a spalare la neve per le strade di Compalati - primo Prevosto dell’As- Il fatto, tanto più lieto quanto meno Rossiglione in un inverno particolar- sunta). preveduto, è dovuto alle opportune e lo- mente rigido (forse il 1916 o 1917). Men- Superati gli ostacoli, meramente bu- devoli disposizioni date dal Ministero tre alcuni ipotizzano che la costruzione rocratici, i lavori per la definitiva siste- della Guerra e da quello di Agricoltura, della strada che collega il centro abitato urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 247

247 A lato Prigionieri austriaci scortati da lancieri italiani.

rossiglionese con la in mano au- località “Veirera” striaca. Organiz- (l’antica vetreria) zazione destinata sia stata eseguita ad avere vita con l’ausilio di que- breve poiché, il sti militari. 20 agosto 1920, Altre presenze il Ministero della sono state rilevate a Guerra la soppri- Molare (prigionieri meva avendo utilizzati per esaurito la sua ra- l’allargamento della zioni rurali.” Tuttavia, in genere, i faci- gione d’essere e carreggiata stradale per Olbicella ed al- norosi furono facilmente contenuti poi- dei prigionieri sembrò perdersi ogni ri- loggiati in località Carpette) e a Morsa- ché, ad aprile del 1918, i prigionieri cordo. sco. Anzi in quest’ultima località è stato risultavano essere circa 130 mila di cui Anche il fuciliere Domenico Roveta, rintracciato l’atto di morte di un prigio- circa 60 mila svolgevano lavori agricoli. riuscito a scampare al bagno di sangue, niero (probabilmente deceduto a causa Numero destinato a crescere considere- rientrò a Tagliolo Monferrato coltivando della epidemia “spagnola”): volmente in conseguenza dell’offensiva nell’animo il doloroso strascico di ogni “L’anno millenovecentodiciotto, addì autunnale italiana a Vittorio Veneto che guerra: il ricordo ed il rispetto della sa- undici di ottobre alle ore quindici e mi- avrebbe portato al crollo dell’esercito au- cralità dei compagni d’arme caduti. nuti quaranta nella Casa Comunale. stro-ungarico ed alla cattura di circa 300 Annotazioni Avanti a me Giacobbe Giovanni Battista mila prigionieri (cfr Tortato op. cit. pp. (1) Cfr. Tortato, La prigionia di guerra in Ita- Segretario Delegato del Sindaco (....) Uf- 49-50). lia 1915 - 1919, Mursia - pp. 176 e seguenti. ficiale dello Stato Civile del Comune di E’ in questo quadro che si deve leg- (2) Generale Spingardi: Paolo Antonio Spin- gardi (Felizzano, 02.11.1845 - Spigno Monfer- Morsasco, sono comparsi Alifar Luigi di gere l’intensa attività del generale Spin- rato, 22.09.1918) dopo avere frequentato anni trentaquattro caporale maggiore do- gardi il quale, volendo seguire l’allora Scuola Militare di Fanteria di Modena, miciliato in Alessandria e Priarone Eliseo minuziosamente il funzionamento dei in cui era entrato come allievo ufficiale l’11 Ot- di anni quarantatre agricoltore domici- campi di prigionia, a Settembre del 1918 tobre 1864, con Regio Decreto del 20 maggio liato in Morsasco i quali mi hanno dichia- aveva voluto ispezionare personalmente 1866 era stato nominato sottotenente del Reggi- rato che alle ore sei e minuti dieci di oggi l’Asinara contraendo nel corso della per- mento Granatieri di Napoli nel quale aveva par- tecipato alla Terza Guerra d’Indipendenza. nella casa posta in Via Castello n. 4 è manenza, il morbo che lo avrebbe portato Transitato, nel 1874, nel Corpo di Stato Mag- morto Hering Giovanni di fu Teodoro e al decesso (22.09.1918) nella sua prege- giore aveva proseguito una brillante carriera: della fu Flora Vimd soldato di anni tren- vole villa di Spigno Monferrato, proget- Professore titolare alla Scuola di Guerra (1886), tasei, nato e domiciliato in Biharzenes tata da Michele Oddini. (10) Direttore generale dei Servizi amministrativi del Ungheria di professione contadino. A Questo eminente alessandrino non Ministero della Guerra (1898), Comandante questo atto sono stati presenti quali testi- riuscì ad assistere alla vittoria finale ed della Brigata “Basilicata” (1900), Sottosegreta- rio di Stato per gli Affari della Guerra (Governi moni Stoppino Nicomede di anni cin- allo smantellamento di quella grande 1903/1904 - 1905 ), Comandante della Divi- quantasei calzolaio e Toselli Pietro di struttura che, dopo averla creata dal nulla, sione Militare di Messina (1906), Comandante anni cinquantadue maniscalco ambi resi- aveva seguito con tanta cura: a dicembre generale dell’Arma dei Reali Carabinieri (1908), denti in questo comune (...). del 1918 iniziarono a partire le tradotte Ministro Segretario di Stato per gli Affari della Purtroppo la disfatta di Caporetto ( 24 che riportavano gli ex prigionieri nei Guerra in 4 governi (1909 - 1910 - 1911/1914), ottobre 1917) deteriorò il tacito legame loro luoghi di origine dando la priorità ai Comandante interinale del III Corpo d’Armata (maggio/giugno 1915); Deputato e Senatore del tra i prigionieri ed i loro datori di lavoro legionari delle nazionalità oppresse come Regno insignito, oltre ad altre numerose deco- poiché contestualmente si registrarono quelli della Legione cecoslovacca (11) razioni ed onorificenze, del Gran Cordone del- numerosi casi di insubordinazione e vari presto seguiti dai legionari polacchi (12), l’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e del tentativi di ammutinamento sicché lo dai legionari romeni (13) e dagli abitanti Cavalierato dell’Ordine Supremo della SS. An- Spingardi con una nota del 21 novembre dei territori redenti (Trentino e sud Ti- nunziata.[fonte: Stato di Servizio impiantato 1917 evidenziò che molti prigionieri rolo). dall’Ufficio di Revisione delle Matricole e Con- tabilità dei Corpi] delle zone di Torino, Milano, Genova Il 25 febbraio 1919 sorse l’”Ufficio L’architetto Giorgio Oddini, che condusse ...... “dovettero essere allontanati dai per i prigionieri di guerra” accorpando le alcune ricerche storiche sulla Famiglia Spin- campi per la perniciosa propaganda che, due Commissioni per i prigionieri di gardi - Marialdi ha lasciato alcune annotazioni inorgogliti dalle recenti vittorie, avevano guerra ossia quella per gli austro-ungarici da cui risulta che il generale Spingardi, Ministro iniziato a diffondere alle nostre popola- in mano italiana e quella per gli italiani della Guerra dal 30 marzo 1911 al 19 marzo urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 248

248

A lato Prigioniero austriaco ri- tratto da Innocente Cantinotti. 1918

1914, al termine della guerra di Libia era stato Scuola Militare polacca, trasferita, l’anno suc- insignito del titolo di conte (trasmissibile ai cessivo, a Cuneo. Istituto frequentato da circa discendenti primogeniti maschi). Titolo tra- duecento allievi ma chiusa ben presto su pres- smesso al figlio Camillo (24.10.1892 - sione delle Autorità diplomatiche russe poi- 6.7.1977) il quale, sposata Maria Oliva ap- ché, all’epoca, diverse province polacche partenente alla Famiglia proprietaria del co- erano soggette allo Zar. Anche nell’ultimo pe- tonificio di Ovada/Gnocchetto, acquistò dagli riodo della Grande Guerra, elementi polacchi eredi Borgatta il Castello di Roccagrimalda in Italia diedero origine ad una nuova Legione lasciato poi in eredità alla figlia adottiva Polacca. Maria Paola coniugata Daglio. Lo Spingardi (13) Legione romena: nel 1918, presso il ebbe anche una figlia: Amalia (Torino campo di prigionia di Avezzano venne costi- 23.3.1895 - Roma 24.12.1966) andata sposa tuita, con elementi rumeni appositamente con- al conte Giustino di Valmarana di Vicenza. centrati presso tale struttura, la Legione (3) Rina Merialdi (o Marina - Roccagri- Romena d’Italia posta al comando del gene- malda, 7.10.1868 - Vicenza 17.12.1937) andò rale Luciano Ferigo che ne era stato in sposa a Paolo Spingardi il 10 settembre l’organizzatore. Il 28 giugno 1918 a Ponte di 1890. Brenta (Padova) la prima compagnia romena (4) Certosa di S. Lorenzo a Padula (Vallo ricevette la “Bandiera di Guerra” per cui, da di Diano estremo limite della Provincia di Sa- allora sino al termine della Grande Guerra, tre lerno ai confini con la Basilicata) fondata nel Armate italiane (VIII - V - IV) incorporarono 1306, presenta una superficie di 52.000 mq. una compagnia romena ciascuna. con 320 stanze ed un chiostro di 12.000 mq. Bibliografia (ritenuto il più grande del mondo). Domenico Roveta, Diario di guerra, brevi Invece il campo di Avezzano era sorto nel annotazioni su un taccuino conservato dalla 1916 sulle macerie del terremoto che aveva Signora Ada Ballestrero di Tagliolo Monfer- colpito la città abruzzese a gennaio dell’anno rato. precedente. La struttura, sorta su di un’area di Alessandro Tortato , La prigionia di 33 ettari recintati e di altri 12 esterni, era co- guerra in Italia 1915 - 1918, Mursia - 2003 -. stituita da 192 padiglioni in grado di ospitare Luca Gorgolini, I dannati dell’Asinara - 15 mila prigionieri e mille addetti alla sorve- L’odissea dei prigionieri austro-ungarici nella glianza. lavori per la costruzione del “Palazzo dei Mare- Prima guerra mondiale, prefazione di Paolo (5) Gorgolini, opera citata - Introduzione scialli” in Roma di cui si segnale il recente vo- Sorcinelli - Ediz. UTET - 2011 -. pag. XIX -. lume: Carla Benocci - Maurizio Giovagnoli, Georg Montan, Memorie di un soldato au- (6) Fonte: Almanacco Italiano 1917 - XXII Palazzo dei Marescialli, Ediz. Consiglio Supe- striaco prigioniero nei forti di Genova dal 1915 - piccola enciclopedia popolare - annuario am- riore Magistratura - Roma - per i tipi delle Arti al 1918, Albertelli 2014 -. ministrativo e statistico edito da R. Bemporand Grafiche Picene - 2013. Giorgio Oddini, Annotazioni sulle Famiglie & Figlio Editori in Firenze. Per più circostanziate notizie sul complesso Merialdi e Spingardi, conservate nell’Archivio (7) Deliberazione del Consiglio Comunale industriale di Colleferro si può consultare lo storico dell’Accademia Urbense. di Ovada n. 37/11.09.1913 (Sindaco l’avvocato scritto di Pier Giorgio Fassino, Michele Oddini: Ringraziamenti Giuseppe Grillo). l’Architetto ovadese che curò la costruzione di Devo un sentito ringraziamento alla Signora (8) Secondo la memoria popolare, nel corso Colleferro, una città ed una realtà produttiva Anna Beretta, discendente del memorialista tri- della costruzione della strada Sligge e della Via sorte dal nulla, in URBS - anno XXV - n. 2 - sobbiese Andrea Beretta, che ha messo a dispo- Lungo Orba, i prigionieri austroungarici, addetti Giugno 2012 -. sizione gli scritti del suo Avo. Pari gratitudine ai lavori, vennero accantonati nella sottostante (11) Legione cecoslovacca: in Italia venne devo ai ricercatori Ivo Gaggero, Paolo Bavaz- Filanda Torrielli che sorgeva sulle sponde del- costituita con cecoslovacchi prigionieri di guerra zano, Roberto Vela, Ennio Rapetti, Giovanni l’Orba nei pressi dell’attuale sferisterio. o disertori dell’Esercito austro-ungarico. Grazie Rapetti e alla ricercatrice Cinzia Robbiano per le (9) Trattasi della Signora Minetti Geronima ad una apposita “Convenzione fra il Governo notizie fornitemi. (classe 1884 - Cascina “Fontanino” in Comune italiano ed il Consiglio Nazionale dei Paesi Ce- Rinnovo i ringraziamenti al Ministero della di Rossiglione) che era solita raccontare questo coslovacchi” (sottoscritta dai contraenti il 21 Difesa - Direzione Generale per il Personale Mi- fatto ai propri nipoti. aprile 1918) la Legione venne considerata uffi- litare - (10) Michele Oddini: (Ovada, 29.04.1882 - cialmente quale corpo militare dello Stato Ce- V Reparto - 10^ Divisione Documentazione - 03.11.1964) ingegnere ed architetto ovadese coslovacco e venne inquadrata tra le Forze 5^ Sezione - per avere cortesemente for- noto per la progettazione e realizzazione del armate italiane. nito lo Stato di Servizio del Gen. Paolo grande complesso industriale e di alcuni edifici (12) Legione Polacca: a gennaio del 1797, Antonio Spingardi. pubblici della odierna Colleferro vicino a in Italia venne formata una Legione Polacca Roma. Nondimeno sono di grande prestigio (gen. Dabrowsky) che, incorporata nell’esercito anche i numerosi progetti di ville, palazzi e di Napoleone, partecipò alla Campagna d’Italia. tombe di famiglia realizzate in Liguria, Pie- Esperienza ripetuta nel 1848 quando una Le- monte, nel Lazio ed in altre località italiane. Ri- gione Polacca partecipò ai moti lombardi tanto marchevole la progettazione e direzione dei che, nel 1861, a Genova venne aperta una urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 249

249 Padre Domenico Maurizio Buccelli, educatore e pedagogista delle Scuole Pie di Ovada di Clara Scarsi

In memoria dello scolopio Domenico tica ripensandola giorno dopo giorno. E ventare colpi al passato ma edificare pel Maurizio Buccelli le Scuole Pie di Ovada forse ciò che ce lo rende più vicino è il futuro”(3). conservano una lapide ed un busto. Del continuo travaglio cui egli sottopone il Il primo incontro del Buccelli con la suo lavoro di insegnante, temo però si sia suo pensiero, senza mai dare niente per scuola avvenne nel 1796, quando insegnò perso ormai il ricordo. Troppo tempo è troppo sicuro ed acquisito. La sua è so- per un anno nelle classi elementari delle passato da quel lontano 1834, anno in cui prattutto una ricerca personale che chiede scuole Pie di Chiavari. All'insegnamento Padre Buccelli, dopo vent'anni di frut- conferme o smentite col confronto sia ritornò poi definitivamente solo nel 1812, tuosa attività nel collegio di Carcare, si con la realtà che col pensiero degli altri. dopo un lungo periodo di crisi che lo vide trasferì ad Ovada per trascorrervi in mag- Quella del Buccelli è senza dubbio anche uscire per alcuni anni dall'ordine giore tranquillità la vecchiaia e prepa- una personalità complessa. “Uomo di scolopico. Da allora la sua attività peda- rarsi, come egli diceva, alla morte. Nella mente aperta e di non comune ingenio ma gogica non conobbe sosta ed egli divenne nostra cittadina il Padre non abbandonò di spirito delicato forse sino allo scru- il “più saldo sostegno del Collegio scolo- affatto l'insegnamento, anzi, per un certo polo” (2) come lo descrive L. Picanyol, pico di Carcare, dedicandosi tutto alla periodo si fece carico della direzione riuscì però a vincere la sua natura estre- scuola, non vivendo che per essa e per i delle locali Scuole Pie, lasciandovi mamente timida nel momento di difen- suoi giovani” (4). un'impronta indelebile ed un ricordo di dere le ragioni ed i bisogni dei giovani. La sua attenzione si rivolse in primo profonda stima ed affetto. “Il Buccelli”scrive P. Bono “vide la luogo alla scuola primaria i cui metodi di Leggendo oggi gli scritti del Buccelli, gran piaga della gioventù, la barbarie del- insegnamento non tenevano in alcuna che testimoniano anni di pressante e tra- l'insegnamento... I nostri genitori, quando considerazione la psicologia e le moda- vagliato impegno nella scuola, ci si stupi- sapevamo articolar parole, ci avviavano lità di apprendimento degli alunni. Dalla sce della modernità di molte sue proposte alla scuola. Si stava 5 o 6 anni a imboz- sua esperienza didattica Padre Buccelli che anticipano idee divenute patrimonio zichire in una classe che era la prima. raccolse osservazioni e suggerimenti in comune solo anni e anni dopo. Ad un giu- Eravamo noi allora della razza umana? Il un manoscritto, “Quaderno del metodo di dizio sulla sua attività bene si adattano le Buccelli vide il male e non si accontentò questa scuola primaria”(5), che, copiato parole con cui Aldo Agazzi descrive i di additarlo come tanti avevano fatto. e ricopiato più volte, fece il giro di tutte movimenti precursori della “scuola at- Egli capì che la sua missione non era av- le case scolopiche. Alla scuola primaria tiva”: “diletta sopra ogni altra agli amici “Si tratta di pedagogisti della fanciullezza e troppo obliata spesso dimenticati, lo spirito dei insinora” egli riconosce un valore quali, magari inavvertito, è però fondamentale perché, afferma, “da rimasto animatore delle acquisi- essa dipende il successo di tutte le zioni storiche del pensiero edu- altre”. Ai suoi maestri Buccelli cativo e della scuola in atto. propone attività capaci di svilup- Averli dimenticati non vuol dire pare la ragione e di dare spazio alla averne perdute le influenze pro- fantasia ed al sentimento in con- fonde....” (1). trapposizione a quel “non capire E Padre Buccelli esercitò una nulla” che era la naturale conse- forte influenza sia direttamente, guenza della prassi didattica del con il suo lavoro di educatore ed tempo. i suoi scritti, sia indirettamente Alcuni dei suoi consigli precor- grazie ai molti affezionati allievi rono idee e metodi della didattica che continuarono la sua opera in- moderna. A proposito della orga- segnando nei vari collegi scolo- nizzazione del lavoro nella classe, pici dell'epoca. egli scrive: “L'utile e in una diffi- Ciò che maggiormente colpi- cile di questa scuola è che ciascuno sce negli scritti del Buccelli è la lavori secondo le proprie capacità passione con cui egli si dedica e che tutti lavorino al tempo alla scuola, passione sorretta da stesso”(6). un grande amore cristiano verso E' questa una proposta che oggi la gente, in particolare i giovani noi chiameremmo di insegnamento ed i fanciulli. Le sue idee e il suo individualizzato e che maggior- metodo sono frutto in primo mente ci stupisce se si considerano luogo dell'intuito di un educatore le condizioni della scuola di allora, che vive la sua esperienza didat- con classi numerosissime affidate urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 250

250

ad un unico maestro. Per ovviare a tale della sua metodologia, P. Buccelli scrisse difficoltà Buccelli suggerisce di dividere anche una grammatica italiana che fu tica, quasi come fosse una propria sco- la scolaresca in più gruppi, “secondo il stampata nel 1824 sotto il titolo di “Ra- perta. La lingua non è fine a se stessa ma minore o maggiore numero di alunni”, fa- gion della Lingua”(8). deriva dalla vita e la sua capacità espres- cendosi aiutare nell'insegnamento da quei Nel suo scritto egli rielabora con ori- siva nasce da un rapporto continuo tra ragazzi che “saranno in ogni cosa i mi- ginalità le indicazioni delle correnti pe- mondo interiore e mondo esterno. A par- gliori”. dagogiche riformistiche del tempo e gli lare si apprende parlando ed ascoltando, Fondamentale importanza nella peda- insegnamenti ricevuti da P. Assarotti, suo non certo attraverso la grammatica. So- gogia del Buccelli riveste l'insegnamento maestro in gioventù. Particolare impor- prattutto si impara a parlare corretta- della lingua materna. Possiamo sicura- tanza in questo senso ebbe il viaggio che mente se, come dice il Buccelli, mente dire che proprio l'uso della lingua Buccelli fece a Friburgo nel 1820 per stu- “s'insegna a ragionare all'alunno”, cioè si viene da lui considerato come la parte es- diare direttamente la metodologia della impara a pensare. senziale dell'istruzione, capace di eserci- scuola di P. Girard (9). Il maestro diventa “Nel Buccelli, come afferma il Farris, tare tutte le facoltà intellettive. Questa è per Buccelli colui che continua il lavoro la lingua è considerata come una catena la motivazione che lo spinse a sperimen- iniziato dalla famiglia con quella confi- che ha collegamenti profondi e segreti tare nel Collegio di Carcare, a partire dal denza e quel dialogo sollecitati dalla più di quanto non li abbia la matematica” 1817, un nuovo tipo di scuola chiamata stessa pedagogia dell'educatore svizzero. (10). Funzione della grammatica è sco- “intermedia o di lingua italiana”. Questa Non più quindi sterili esercizi basati sulla prire e ricostruire questa catena, stu- scuola nasce come momento di mezzo fra memoria, noiose ripetizioni di termini e diando, come ci propone l'autore, “la le classi del “leggere e scrivere” e quelle regole di cui spesso sfuggivano i signifi- ragione delle parole” e “la ragione de' superiori, per consentire ai ragazzi di ap- cati, ma una lingua viva, analizzata nelle pensieri”. profondire lo studio della lingua e di ar- conversazioni e nei dialoghi così da po- Sono intuizioni queste che fanno del rivare ad una scelta più consapevole degli terne estrarre ed apprendere la gramma- studi o della professione verso cui in- dirizzarsi. Assolve quindi una duplice funzione, è propedeutica per coloro che continueranno gli studi e, nello stesso tempo, offre una formazione di base ai tanti ragazzi che, lasciata la scuola, inizieranno subito a lavorare. Ciò che la caratterizza è la premi- nenza data allo studio della lingua ita- liana che viene a sostituirsi a quella latina privilegiata allora in tutti i col- legi. “Servirsi della lingua per svilup- pare lo Spirito e il Cuore è il principio semplice ed unico di questa istru- zione” (7), così sottolinea l'introduzione al “Metodo di studio praticato nel Collegio di Carcare” proposto dal Buccelli già dal 1817. Per far conoscere i concetti base urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 251

251 A pag. 249 Padre Domenico Buccelli in un’incisione coeva A lato vignetta che rapresenta nella pag. a lato: il convento di uno classe al lavoro con il pro- Friburgo e un’ immagine del prio maestro padre Girard più in basso una classe 5^ gin- nasio ritratta nel giardino del collegio di Ovada

pedagogista scolopico “un im- portante anticipatore di alcuni Note principi dello strutturalismo lin- 1) A. Agazzi, Panorama della pe- guistico” (11). dagogia d'oggi, La Scuola ed., Brescia Per questo forte spirito inno- 1954, p.8. vativo il libro ebbe vita difficile. 2) L. Picanyol, Un pedagogista in- Ci fu chi lo approvò, come Lam- signe, P. Buccelli delle Scuole Pie bruschini, che nella sua “Guida (1778-1842), Editiones Calasanctia- all'educatore” salutò il metodo nae, Roma 1943, p.11. buccelliano come “un'aurora 3) Archivio Scuole Pie, Genova, nell'in- segnamento elementare” carteggio di P. Bono, “Discorso per (12). l'apertura delle scuole in Oneglia il 12- alle preghiere in latino, “alle quali i gio- Altri invece, e tra questi il Ministro 11-1851”. vani non prestano la minima attenzione”, della Pubblica Istruzione di Torino, vi- 4) L. Puppo, “P. D. Buccelli educatore e pe- si sostituiscano le preghiere in italiano dero nella nuova didattica una minaccia dagogista”, tesi di laurea, Genova a.a. 1972/73. per stimolare nella gioventù la “santa abi- all'ordine costituito, troppo rivoluziona- 5) Il “Metodo per la scuola primaria” è pub- tudine del pregare”(14). rio insegnare a ragionare ai figli del po- blicato in L. Picanyol, op. cit. p.91. E, a proposito della condotta degli in- polo, per cui sia il metodo che la 6) Ibidem p. 94 segnanti verso i loro allievi, così Buccelli grammatica furono ufficialmente banditi 7) Il “Cenno del metodo di studio”è stato scrive “ A voler giovare ai giovani, grandi nell'agosto del 1826. In difesa del lavoro pubblicato in L. Picanyol, op. cit. p.110/116. e piccoli, conviene stare in mezzo a di P. Buccelli si levarono molte voci, 8) D. Buccelli, “La Ragione della Lingua loro.... A buon conto l'esperienza dimo- prima fra tutte quella del rettore di Car- per le prime scuole composta da un individuo stra che un'educazione gradata e limitata care, P. Giovanni Carosio, suo grande delle Scuole Pie” Tip. Chirio e Mina, Torino dal riserbo, non dà se non leggeri e molto amico e sostenitore, che intercedette per 1824. comuni risultati; dove un'educazione così lui presso l'allora ministro Antonio Bri- 9) P. Buccelli aveva visitato nel 1819 le felice che ritragga e conduca tra gli al- gnole Sale. L'ordine di non adottare i libri scuole normali di Milano, fondate da F. Cheru- lievi l'idea della famiglia, opera tanto che rimase ugualmente in vigore ma, mal- bini e nel 1820 aveva soggiornato per alcune cattura la volontà dei giovani e stampa in grado le opposizioni esterne e qualche settimane a Friburgo, in Svizzera, per osservare mente loro impressioni di tanto amore, contrasto interno, ciò che Buccelli aveva la scuola di P. Girard. Conosceva poi le riforme che la dolcezza loro non si cancella per insegnato non andò affatto perduto. Anzi, grammaticali introdotte da P. Assarotti nell'Isti- tutta la vita” (15). come testimonia L. Picanyol, “lo spirito e tuto dei sordomuti di Genova, sia direttamente, Parole toccanti e i suoi non erano solo il metodo di P. Buccelli penetrarono negli come suo discepolo, sia tramite l'attività dello consigli ma pratica quotidiana. Ce lo te- animi dei giovani scolopi insegnanti, stati zio, P. Pietro Buccelli, che aveva insegnato sotto stimonia un ex allievo ovadese, G. Rag- suoi scolari” e “il collegio di Carcare fu il la direzione dell'Assarotti. gio, che così lo ricorda: “tutto con tutti centro d'onde si irradiò nella Provincia 10) G. Farris, Letture di prosa, Sabatelli ed., amorevolmente sempre li accoglieva, scolopica ligure e persino in altri istituti Savona 1979, p. 89. istruendo, correggendo, ammonendo e della Liguria e del Piemonte, il movi- 11) Ibidem p.95. consigliando. Non dimostrò mai in ciò il mento di riforma operato in quelle 12) Sta in Guida dell'educatore, luglio-ago- minimo tedio”(16). scuole”(13). A conferma di ciò sta il fatto sto 1838. Questa di Padre Raggio è solo una fra che la ”Ragione della lingua” ebbe nel 13) L. Picanyol, op. cit. p.89. le tante testimonianze dei suoi studenti, 1833 una seconda edizione per venire in- 14) Archivio Scuole Pie di Ovada, mano- molti dei quali seguirono il suo esempio contro, come affermano gli editori, alle scritto di P. Buccelli. entrando nell'ordine degli Scolopi, come molte richieste. 15) “Pensieri pedagogici buccelliani” pub- gli ex allievi ovadesi Bono, Cereseto e Degli anni che Padre Buccelli passò blicati in L. Picanyol, P. Buccelli, op. Cit. p.117. Marcenaro. Proprio in una lettera a Mar- in Ovada, dal 1834 al 1842, anno della 16) Archivio Scuole Pie Genova, mano- cenaro, Buccelli, felicitandosi con lui per sua morte, abbiamo testimonianze pre- scritto di P. Raggio il suo ingresso negli Scolopi, trova ziose nelle lettere e nei quaderni su cui 17) Archivio Scuole Pie Genova, lettera del grande conforto nel vedere “già da qual- Buccelli aveva l'abitudine di annotare 3 febbraio 1842. che anno ascriversi all'Ordine nostro gio- pensieri ed osservazioni. vani di ottimo volere e spirito” (17). In un manoscritto sull'educazione re- E' questa un'ulteriore conferma della ligiosa, il Padre, con l'intuito che gli è forte influenza di Padre Buccelli nella so- proprio, anticipa un'innovazione realiz- cietà ovadese. zata solo un secolo e mezzo dopo dal Concilio Vaticano II. Egli suggerisce che urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 252

252 Ovada, primavera anni ’50. Sfila l’eleganza cattolica… di Cinzia Robbiano

“Ormai vogliono sposarsi solo i gay”. l’Associazione a cui dà vita. Per avvici- vole successo. Era una domenica pome- La frase lapidaria l’ha pronunciata la nare giovani, soprattutto quelli tradizio- riggio, una bellissima giornata di tiepido madre di una mia amica. Constatazione? nalmente esclusi da certi ambienti, sole primaverile, lo si deduce dalla luce rassegnazione? a voi il punto di vista. Di organizza iniziative insolite per i tempi, che filtra tra le case di via Cairoli ma fu- vero c’è che mentre diminuisce il nu- incontri di massa o di piccoli gruppi, in rono moltissime e moltissimi quelli che mero dei matrimoni, soprattutto religiosi, teatri, piazze, parchi. Include la moda e decisero di trascorrerla tra le mura del Ci- aumenta il business intorno alla cerimo- l’eleganza nei linguaggi che utilizza per nema Torrielli. nia. Federconsumatori come ogni anno avvicinare le ragazze. Nascono così le Il programma della giornata non è ha monitorato i costi dei matrimoni in Ita- “Giornate della Serenità” a Torino innan- leggibile, la sua preparazione sarà stata lia, rilevando che “nel 2015 un matrimo- zitutto e poi in altre città italiane e nel preceduta, come di prassi, da viaggi nio tradizionale (circa 100 invitati) loro ambito si organizzano vere e proprie esplorativi, incontri con il comitato lo- poteva costare da 35.624 a 59.809 Euro”. sfilate di moda, finanziate da donazioni cale, lo studio degli orari, il reperimento Pare che sul totale delle spese un impatto spesso anonime, fatte di collezioni estive degli alberghi e dei ristoranti che spesso pesante l’abbia la sposa: per abito, ed invernali, di 30-35 modelli ciascune, venivano messi a disposizione gratuita- scarpe, lingerie, acconciatura, make up fatte per promuovere “l’eleganza catto- mente dalla comunità locale, corrispon- ed altri trattamenti estetici una sposa nel lica”. denza, telefonate, ecc… A carico 2015 in Italia poteva spendere da 3.935 a Nel suo abbigliamento ogni donna ha dell’Associazione spese di trasferimento, 8.425 Euro. Il tutto naturalmente riferito un silenzioso ma potente linguaggio, può le attrezzature tecniche. a matrimoni di lusso, influenzati in anni parlare all’anima o ai sensi di chi In quei giorni si proietta, e non sarà più recenti dai reality che hanno incre- l’osserva stato un caso, “Sposarsi è facile ma…”, mentato wedding planner, damigelle e Nel 1950 si fecero 38 sfilate. Tra que- commedia degli equivoci dal finale scon- via così, tutto quel genere di cose che se ste una si fece ad Ovada il 26 marzo. Nel tato, che ha come interpreti , tra gli altri, mal gestito trasforma il matrimonio in 1951 ad Ovada, le femmine, tra i 14 ai 34 Van Johnson, Lucille Ball ed Esther Wil- un’enorme pacchianeria. anni, erano 1440. liams. Il titolo pare alludere alle difficoltà E la sostanza? rimane soffocata da Non esistono tracce negli archivi lo- di una scelta che soprattutto in quegli tulle, pizzi e torte a 5 piani. Dimenti- cali o nei giornali dell’epoca di questo anni, finita la guerra con tutto il suo ca- cavo…viaggi di nozze da favola a carico evento che a giudicare dalle foto, che ho rico di dolore e di rinunce, aveva comun- degli invitati o degli amici. Che ne è dei avuto dall’Associazione, ebbe un note- que in sè una promessa di felicità. Anche sobri ma robusti matrimoni solo di serenità, ci si acconten- anni ’50? ne rimangono tracce tava. Si faceva ancora fatica, negli album di famiglia. tanta, ma si intravedeva un fu- E negli archivi della Turris turo migliore. Eburnea, associazione nata a To- Avevano ripreso le pubbli- rino negli anni ’40 per volontà di cazioni i settimanali scandali- Don Michele Peyron, giovanis- stici che dedicavano spazio a simo viceparroco con laurea in famiglie reali, divi e dive del giurisprudenza, (fratello del Sin- cinema, cantanti, omicidi pas- daco Amedeo Peyron) chiamato sionali: tutto contribuiva ad ar- a dare consigli a giovani coppie ricchire l’immaginario in difficoltà. collettivo, soprat- tutto femmi- Individua nella donna il nile. Nel 1950 si sposa, per la punto debole e forte allo stesso prima volta, Liz Taylor. Il ci- tempo, quella che ha più biso- nema americano si affermava gno di essere illuminata. con musical e commedie rosa. “anche se ti sembra di es- Smessi i cappotti rivoltati dal sere caduta nel fango e di non taglio sempre troppo maschile, valere più niente, sappi che sei le donne avevano voglia di preziosa agli occhi di Dio e che sperimentare nuovi canoni di è sempre possibile rialzarsi e ri- bellezza e provavano ad imi- cominciare!” Ispirato da un di- tare le attrici più popolari. scorso di Pio XII, sceglie la litania dedicata alla Madonna, simbolo di fortezza e di pu- rezza, come nome per urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 253

253

Mi piacerebbe che qualcuna delle ra- gazze, fotografate sorridenti davanti al Torrielli, si riconoscesse. Se fosse viva avrebbe più o meno l’età di mia madre. Mi piacerebbe avesse voglia di raccon- tarmi, se la ricorda, quella Giornata. E se ha vissuto nel matrimonio come nella Torre d’Avorio che gli era stata promessa, visti i tempi, davanti a Dio. Dire nel cinquanta sembra ieri. Se dici mezzo secolo ti senti perso e ti casca il mondo addosso. La parola secolo non ci appartiene, è della storia, non della vita. E’ una parola da Garibaldi (Anni cinquanta passati in fretta di Mario Ca- nepa) urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 254

254 Gli Scooters e quei mitici Anni Sessanta. Serata mu- sicale nel giardino della Scuola di Musica A. Rebora a cura di Paolo Bavazzano

Gli Scooters e quei mitici anni Ses- santa è il titolo della serata musicale di mercoledì 24 agosto 2016,ore 21, svoltasi nel giardino della Scuola di Musica e tutta dedicata agli Scooters. Parliamo del com- plesso musicale ovadese che proprio negli anni Sessanta visse la propria parabola ascendente partecipando al Disco per l’Estate del 1966. Lo spettacolo promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ovada e dalla Civica Scuola di Musica A. Rebora, ha riscosso un vasto gradi- mento tra la cittadinanza cha ha parteci- pato numerosa. del mondo della musica leggera italiana quegli anni è quando, al culmine della po- Non poteva essere altrimenti perché gli Scooters come prima non era mai suc- polarità, Dino Crocco capitava in piazza ricordare gli Scooters, nell’immaginario cesso. Di quell’estate e di quello che ac- Assunta: le donne, le popolane della Vol- collettivo, oltre a rappresentare un mo- cadde specialmente a Ovada, chi appar- tegna e della Cernaia specialmente, gli mento magico della canzone italiana con tiene alla mia generazione puo darne una andavano incontro per salutarlo, abbrac- agganci tutti nostrani, ci riporta mental- versione più o meno simile e colorita. ciarlo, orgogliose di quel ragazzo di quar- mente e inevitabilmente a flashback legati Certo nessuno ha dimenticato la presa di tiere e della strada da lui fatta nel suo a persone che non sono più, famigliari, posizione corale della gente ovadese e dei mondo, quello della musica, coltivata fin amici, personaggi, che hanno vissuto e paesi dintorni a sostegno degli Scooters da piccolo suonando la fisarmonica. Alle condiviso con ognuno di noi quegli anni qundo si trattò di votare con tanto di car- donne si univano uomini, ragazzi e il cer- così ricchi di cambiamenti sociali e di co- tolina alla mano per farli entrare in finale chio di persone intorno al Quighe aumen- stume. Un pezzo della nostra vita in- a Saint Vincent. Ricordo che in città non tava. Dino aveva la battuta sempre pronta somma. Nel corso dello spettacolo ci sono si parlava d’altro e dappetutto, nei bar, nei e una risata che coinvolgeva e metteva stati momenti di calorosa partecipazione cinema, nella balere, per la strada, in buonumore. emotiva anche considerando, purtroppo, piazza e le persone interessate ed entusia- Tutto ciò circa mezzo secolo fa. che nessuno degli Scooters ha avuto la smate dall’inconsueto avvenimento ap- La sera dedicata agli Scooters, a fine possibìlità di essere lì, presente, come partenevano ad ogni condizione sociale: spettacolo, tornando a casa, mi sono ri- avremmo voluto, a ricordare personal- 30.000 le cartoline spedite, a conti fatti cordato che nel 1986 il giovane e promet- mente le vicende di quell’estate che li rese quasi una testa fra gli abitanti delle no- tente giornalista Stefano Secondino, figlio così popolari e famosi. stre valli. del nostro Walter, aveva pubblicato sul Ma a parlare di loro, oltre le note mu- Noi adolescenti dopo la perfomance settimanale diocesano L’Ancora, a pun- sicali sul pentagramma, i ricordi e i diver- su scala nazionale dei nostri beniamini tate, un’intervista a Dino Crocco e di con- tenti aneddoti testimoniati con affetto da cominciavamo a vederli in una dimen- seguenza la storia del complesso. Una Marcello Crocco e Kenneth Mazza, figli sione un po’ diversa da quando li segui- bella testimonianza che ho pensato di Dino e Mirko che hanno fatto parte del vamo, senza far troppo casino, perché avremmo fatto bene a riproporla ai nostri complesso. altrimenti ci mandavano via, nel salonetto lettori. L’autore ci ha dato il suo consenso L’esecuzione delle canzoni più belle della SOMS di via Piave dove facevano e noi la presentiamo tale e quale, sapendo degli Scooters e di pezzi che hanno se- le prove. Ora aspettavamo che Tasca di fare cosa gradita a tutti i fans degli gnato un’epoca è stata affidata ad un l’edicolante di piazza Assunta esponesse, Scooters ma anche di assolvere al com- gruppo musicale molto affiatato ed emer- fissate con le usuali mollette da bianche- pito precipuo della nostra pubblicazione gente composto dalla cantante alessan- ria, le copie fresche di stampa di Giovani quello cioè di riunire le storie che riguar- drina Elisabetta Gagliardi, Nicola Bruno e di Ciao Amici per vedere se magari dano il nostro territorio, in questo caso re- (basso e voce), Alessandro Balladore c’era un servizio fotografico o un articolo centi ma altrettanto significative e da non (chitarra), Ivano Maggi (batteria). (Tra che parlasse degli Scooters, inseriti fra dimenticare. parentesi ricordiamo che la coppia Ga- complessi e cantanti assai più conosciuti, gliardi - Bruno nel settembre scorso ha i poster dei quali andavamo tappezzando vinto il Festival della Musica Italiana di i muri delle nostre camere da letto, con ri- New York con la canzone Un’estate che provazione dei nostri famigliari ormai sale). rassegnati per i nostri capelli sempre più Nell’immagine di Lucia Bianchi, che rin- Altrettanto grande è stata l’emozione lunghi, per le nostre camicie con i fiori graziamo sentitamente, da sinistra verso stampati sopra e per le varie patacche a quando Elisabetta Gagliardi ha cantato, destra: Alessandro Balladore, Marcello corredo. Il mondo stava davvero cam- applauditissima, La Motoretta in una in- Crocco, Elisabetta Gagliardi, l’Assessore terpretazione fedele ma al tempo stesso biando come cantava Shel Shapiro e a noi sembrava tutto così bello e naturale. alla Cultura Roberta Pareto, Nicola molto personale. E’ infatti la canzone che Bruno, Ivano Maggi e Kenneth Mazza. nell’estate del ‘66 impose all’attenzione Un’altra visione indimenticabile di urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 255

255 Gli Scooters e quei mitici Anni Sessanta In una intervista di Stefano Secondino.

Una fisarmonica a rate e Dino im- monica nell’orchestra da ballo “Marisa” gliato”. Nel frattempo Dino Crocco co- para a suonare. I primi anni in Cernaia e e dava lezioni di questo strumento. Non mincia ad andare a scuola: è un’ottimo in Voltegna. Le lezioni di fisa con mi prese subito come allievo perché studente e non perde una lezione: “Stu- “Seron” Arata. La scuola e il lavoro avevo solo 5 anni e dovetti aspettare diare mi piaceva, avevo una gran voglia nelle vacanze. l’anno seguente, il 1938, per cominciare di imparare: tuttavia, tra i banchi delle Sono passati quasi 10 anni da quando a imparare la fisarmonica”. Il primo anno elementari capii per la prima volta la dif- Dino Crocco apparve per la prima volta a tuttavia il giovanissimo musicista può ferenza tra l’essere figlio di un carrettiere Telecity, diventando il popolare show- suonare solo a casa del maestro con lo e l’essere figlio del dottore: io stavo nel- man che tutti conosciamo: eppure, gli strumento di questi, perché i suoi non l’ultimo banco e loro nel primo. Per for- ovadesi sopra la trentina sanno bene che sono in grado di comprargliene uno; solo tuna c’era la musica che mi aiutava, che quella di presentatore – intrattenitore non nel ’39 papà Giuseppe riesce ad acqui- mi dava una buona ragione per non sen- è che l’ultima delle esperienze di un arti- stare una fisarmonica Dallapè cromatica tirmi da meno a nessuno: in fondo, loro sta che ha vissuto per trent’anni nel (cioè con i bottoni al posto dei tasti), pa- erano ricchi, ma io sapevo suonare”. Per mondo dello spettacolo. Noi dell’Ancora gando 4000 lire a piccolissime rate. Il aiutare la famiglia, durante le vacanze abbiamo voluto rievocare con lui le tappe piccolo Dino così può cominciare ad estive e natalizie lo scolaro Dino fa qual- più importanti della sua vita e della sua esercitarsi a casa anche due o tre ore al che lavoretto dal calzolaio Traverso per carriera e per questo lo siamo andati a giorno. una lira al giorno: quindi, sempre durante trovare nella sua bella casa vicino a Cre- Sebbene l’insegnamento del maestro le vacanze, viene preso come allievo lu- molino, gentile e alla mano come sempre, Seron non sia dei migliori: “Ti faceva un cidatore al mobilificio Lantero. Ma in- Dino Crocco ci ha parlato per un pome- po’ di solfeggio sul Bona e poi ti metteva tanto è scoppiata la guerra e dopo l’8 riggio intero di sé e delle sue esperienze. in mano lo strumento non aveva nessuna settembre anche Ovada viene invasa dai Da quella lunghissima conversazione è idea di quale fosse il modo corretto di tedeschi. nata questa piccola biografia. Il futuro suonare la fisarmonica e lasciò che pren- Con la “fisa” in piazza a festeggiare presentatore di Viva la Gente nasce l’8 dessi dei vizi di impostazione che non la pace. Gli amici della guerra. Quando marzo 1932 a Ovada: suo padre Giuseppe riuscii più a togliermi; ancora oggi suono ai tedeschi piaceva Rosamunda. La festa (il Quighe) fa il carrettiere, sua madre la fisarmonica in modo del tutto sba- in Voltegna per la Liberazione. La sco- Carolina è una casalinga di origine perta del boogie-woogie. contadina. La famiglia Crocco abita Durante il periodo della guerra e in Cernaia, allora il quartiere più po- dell’occupazione tedesca, Dino polare di Ovada, e in seguito si trasfe- Crocco abita in Voltegna; i tempi rirà in Voltegna. sono duri, il padre è via da casa a fare “Sono nato e cresciuto nei ghetti l’autista e la famiglia non naviga della città e non me ne vergogno af- certo nell’oro. fatto: la mia grinta e la spontaneità Per gli abitanti del quartiere la fi- vengono da lì”. sarmonica del dodicenne Quighe (ha Il primo incontro con la musica lo ormai ereditato il nomignolo del ha a 5 anni, nell’asilo dei coniugi Fer- padre) è diventata una presenza fa- rando: “Là dentro c’era un vecchio miliare; tuttavia non sono solo loro pianoforte sul cui leggio era aperto ad apprezzare il giovane musicista. uno spartito musicale: io rimasi affa- Una sera, mentre Dino suona la al- scinato da quei segni sul penta- lora notissima polka “Rosamunda” si gramma e prima ancora di conoscere sente battere alla porta di casa la musica cominciai a disegnare le Crocco. Sua madre va ad aprire chie- note col gesso sul pavimento di dendosi preoccupata chi può essere casa”. Le prime melodie che il pic- che a quell’ora viola il coprifuoco e colo Dino ascolta sono le canzoni fa- si può immaginare che cosa prova sciste e i brani che il padre canta con quando si trova davanti due soldati la Società corale: “Mio padre era sto- della Wermacht. natissimo – ricorda il presentatore – Dino, che ha sempre avuto una ma amava la musica e quando si ac- paura istintiva dei tedeschi, smette di corse che anche a me piaceva mi colpo di suonare; allora i due militari portò subito da Pierino “Seron” si fanno avanti sorridenti e per far ca- Arata: costui di mestiere costruiva pire che vengono pacificamente po- carri, ma oltre a ciò suonava la fisar- sano sul tavolo una stecca di urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 256

256 Alla pag. precedente Dino Crocco con la sua inseparabile fisarmonica “Cleopa- tra”;in basso la prima formazione dei 4 assi (in realtà 5) Nella pag, a lato una cartolina promozio- nale annuncia la nascita del nuovo com- plesso Gli Scooters

cioccolata. In realtà, i due avevano sen- “Fu allora che come tutti gli italiani sco- marito gioie e difficoltà, accetterà il ruolo tito da fuori la fisarmonica ed erano en- prii la musica d’oltreoceano: i primi brani non facile della moglie di un musicista trati perché volevano ascoltare un po’ di li ascoltai da un’orchestra americana alla sempre in giro e saprà dare a Dino un so- musica; capito questo, la famiglia Crocco SOMS e in seguito anche dall’orchestra stegno decisivo in molte occasioni. tira un sospiro di sollievo e Dino riprende Nuovo Stile, che allora andava per la Ma se il rapporto con la moglie durerà a suonare, mentre i soldati tedeschi, per maggiore. Il primo pezzo che ricordo è felicemente fino ai nostri giorni, quello far vedere che sono dei bravi cristi anche senza dubbio “In the Mood”: a quei con la Carle & Montanari sarà molto bur- loro, tirano fuori le foto delle loro fami- tempi per i ragazzi della mia età quella rascoso e si concluderà dopo appena cin- glie. musica voleva dire l’America e que anni. A Dino non piaceva affatto il “Ma da quella sera” – ricorda lo l’America era la libertà”. lavoro di meccanico montatore e soprat- showman – “non ho più toccato la fisar- La scoperta dello swing americano è tutto non gli andava la gerarchia all’in- monica dopo il coprifuoco!”. Un altro ri- di fondamentale importanza per Dino terno della fabbrica: “Non sopportavo cordo legato alla guerra è il primo Crocco: nella sua cultura musicale, for- che ci fosse qualcuno sopra di me che mi bombardamento su Ovada nel giugno del mata fino ad allora dai ballabili tradizio- dicesse fai questo fai quest’altro: nella ’44; Dino sta suonando un valzer di nali, cominciano ad entrare Glenn Miller mia vita non mi è mai piaciuto né coman- Strauss, “Vino, donne e canto”, quando e Tommy Dorsey con i loro ritmi sinco- dare né obbedire. Il mio ambiente di la- le bombe alleate fanno sentire la loro mu- pati. Tuttavia, in quel periodo Dino non voro ideale è sempre stato il gruppo di sica vicino al ponte della Veneta, di fronte pensa ancora alla musica come il princi- amici che prende di comune accordo le alla Voltegna. Il panico è generale e il pale interesse della sua vita: siamo nel decisioni che lo riguardano: in fabbrica giovane fisarmonico scappa a più non 1946 e per il Quighe sono in vista impor- c’era sempre il capo-officina che ti dava posso finchè riesce a rifugiarsi a Pizzo di tanti novità. gli ordini e questo non riuscivo a man- Gallo, dalla parte opposta di Ovada. Barista-musicista dell’Ovada Jazz. darlo giù”. Nei giorni bui della guerra, Dino su- Il 1946 è un anno importante per Dino Gli anni dopo la guerra sono un pe- pera brillantemente l’esame finale delle Crocco; all’età di 14 anni si fidanza con riodo di forti tensioni all’interno delle elementari: vorrebbe frequentare il gin- Dina De Berchi, che sposerà nel 54, e co- aziende e il carattere ribelle e indipen- nasio dai PP. Scolopi, ma i suoi non mincia a lavorare alla Carle & Montanari dente di Dino lo pone subito in prima fila hanno i soldi per pagare la retta e così si come meccanico montatore. nelle lotte, dalla parte degli operai comu- deve accontentare dell’avviamento; in- Il rapporto con la Dina sarà uno dei nisti: alla base del suo atteggiamento tut- tanto continua a lavorare nelle vacanze e punti fermi della movimentata vita dello tavia c’è soprattutto una sempre mag- segue talvolta la madre che per fare qual- show-man: nonostante i continui viaggi giore insofferenza per la vita in fabbrica. che soldo va a vendere stoffa nelle ca- in Italia e all’estero con il complesso, no- “Quando alla fine del ’51 mi licenzia- scine. “Come tutti i miei coetanei, non nostante le innumerevoli persone che in- rono perché rompevo troppo le scatole, sono mai stato bambino: la guerra ci ha contrerà, per Dino Crocco l’unica mi sentii come liberato da un peso”. Da fatto crescere tutti in fretta”. compagna rimarrà sempre quella ragazza quel momento Dino cambia un lavoro Alla fine, dopo tanto sangue e tante bionda e carina conosciuta a Ovada alla dopo l’altro: vestito all’americana con sofferenze, giunge finalmente il mo- fine della guerra. La Dina dividerà con il calzini rossi e camicia hawaiana fa prima mento in cui i fucili tac- il rappresentante di ciono: il 25 aprile i Lambrette, quindi partigiani entrano in di detersivi e infine Ovada e Dino è tra i di biscotti: con un primi a festeggiare la vecchio camion fine della guerra: con la Dodge va in giro a sua fisarmonica scende raccogliere ferri nella piazzetta della vecchi e fa anche Voltegna e con alcuni l’autista su una Ba- amici si mette a suonare lilla cabriolet. Tutta- polke e mazurke, men- via quelle attività tre gli abitanti del quar- non lo soddisfano e tiere ballano felici per in un modo o nel- la fine di un incubo. l’altro riesce sempre Dopo la cacciata dei a farsi licenziare: tedeschi arrivano gli “In quegli anni americani e con loro il quando tornavo a jazz e il boogie-woogie: casa e dicevo a mio urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 257

257

padre ‘Papà mi per il ventiquattrenne hanno licenziato’ lui Quighe, dopo una rispondeva ‘Turna serie di serate con un ?’”. complesso chiamato Nel ’53 tuttavia “I 5 Quighen 5”, il fu- Dino sembra tro- turo show-man de- vare l’attività che fa butta al dancing per lui: pagandolo Lavagello con l’or- con cambiali a chesta “I 4 assi”. lunga scadenza, Insieme a Dino, compra il bar Taver- che suona la batteria, netta, vicino alla ci sono Mario Bocca Loggia di San Seba- al trombone, Mirko stiano, e ne fa il Mazza alla chitarra, punto di ritrovo di Pasqualino Carlone al tutti gli artisti ovadesi. Dopo la fine della fredo Cardona alla fisarmonica. basso e Fred Ferrari alle tastiere: i loro guerra, Ovada è diventata ricchissima di È al bar tuttavia che Dino fa un incon- repertorio è formato dalla musica più di fermenti musicali: i ritmi portati dal- tro decisivo: tra i musicisti che vengono moda a quei tempi, twist, boogie-woogie l’America entusiasmano i giovani ova- a suonare ci sono anche l’avvocato Sul- e ritmi sudamericani. Dopo la stagione desi e ovunque sorgono complessi e tana e Santino Destefani e quest’ultimo estiva a Castelletto d’Orba, i 4 assi, (che solisti jazz: i dischi di Natalino Taffon in- fa conoscere a Dino suo padre, il famoso poi sono cinque) ottengono una scrittura segnano a tutti quanti come si suona il di- Uardieta, suonatore di flicornino della in un night di Genova, il Selvatico di xieland e il boogie-woogie. banda locale. Con lui Dino ricomincia a corso Buenos Aires: come già si intuisce Nascono le orchestre Marisa, Zelio, studiare musica e a poco a poco scopre dal nome, non è propriamente uno dei lo- Astor, Eros, Elmer, Gli Hermosita, i Me- che è proprio questa la sua vera passione. cali più raffinati del capoluogo ligure: nestrelli e Nuovo Stile: si affermano ot- Decide così di imparare la batteria e ha “Tutte le sere c’era lo spogliarello e timi solisti come i batteristi Paolino come primo insegnante Marietto Canepa, spesso scoppiavano delle risse furibonde: Bruno e Tullio Barboro, i fisarmonicisti un valente esecutore di jazz: quindi per delinquenti, ubriachi ed entraineuses Sergio Beroia, Bruno Marenco, Pierino perfezionarsi una volta alla settimana va erano di casa là dentro”. Robbiano e il Brenein, i sassofonisti Ce- a Torino per prendere lezioni dal batteri- Nelle serate in cui non lavora, Dino sare Marchini, Franco Sobrero, Tullio sta dell’orchestra Angelini. non perde neanche una delle riviste che Briata, Giacomo Ferrando, Rinaldo e Intanto nel 1954 Dino si è sposato e vengono rappresentate a Genova: Rascel, Nani Guizzardi, il trombettista Remo Ba- ha avuto un figlio, Marcello; il bar rende Macario, Chiari, Dapporto, Tognazzi, risione, il chitarrista Tino e il polistru- bene e sembrerebbe tempo oramai per Vianello sono solo alcuni degli artisti che mentista Ezio il Cardanein. l’irrequieto Quighe di dedicarsi alla tran- il giovane suonatore entusiasta di tutto In giovane Dino è amico di tutta que- quilla vita familiare. Ma la passione delle ciò che fa spettacolo, vede esibirsi sul sta gente e li ospita nel suo bar dove musica è più forte di tutto e nel 1956 lo palcoscenico del teatro Augustus. Nel suona spesso con loro. “Avevamo alle- porta a dare una svolta decisiva alla sua frattempo i 4 assi cominciano a riscuotere stito un palchetto all’interno dove chiun- vita. un certo successo e oltre che al Selvatico que poteva suonare: ne venivano fuori di “Com’era faticosa si esibiscono anche in altri night geno- tutti i colori. Ascoltavamo anche molta la dolce vita romana!”. vesi. In Piemonte suonano a Mortara e a musica con uno dei primi registratori a L’inizio della carriera da suonatore Valenza e d’estate si ritrovano immanca- filo”. Il bar del Quighe era una tappa ob- professionista. Il debutto al Lavagello bilmente al Lavagello, dove la signora bligata per tutti gli artisti famosi che ve- con “I 4 assi”. Le serate a Roma e in Serafina Tacchino, moglie del proprieta- nivano in tournè a Ovada: “Da me tutta Italia. rio del dancing Pietro, cucina per loro passarono fra gli altri Luciano Tajoli, Nel 1956 Dino Crocco lascia al fra- degli squisiti minestroni. Nunzio Filogamo e Giorgio Consolini”. tello la gestione del bar Tavernetta e in- Nel 1960 tuttavia arriva la grande oc- In quel periodo Dino suona un po’ dap- traprende la carriera del suonatore casione per il complesso ovadese: grazie pertutto, ai veglioni, alle feste, nella sala professionista. a una conoscenza del proprietario del del Fronte della Gioventù (l’organizza- È una decisione non facile, alla quale dancing di Mortara, i 4 assi ottengono zione dei giovani comunisti): lo troviamo si oppongono sia i genitori che la moglie una scrittura alla Rupe Tarpea, uno dei anche un lunedì di Pasqua alla Madonna Dina, i quali vorrebbero che Dino rima- night esclusivi di Roma, situato nella ce- delle Rocche che suona la tromba in- nesse a gestire il bar oramai ben avviato: leberrima via Veneto. sieme a Remo Malaguti alla chitarra e Al- ma il richiamo della musica è troppo forte “Per cinque ragazzi di provincia come urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 258

258 A lato, la copertina del 45 giri che portò all’affermazione del com- plesso ovadese

in basso gli Scooters di ritorno da una tourée in Argentina

noi, l’impatto con la capitale fu dav- Dino Risi, con Gassman), non era- vero sconvolgente; dalle balere di vamo mai usciti al di fuori del giro dei campagna ci trovammo improvvisa- night di lusso. Ci vollero diversi anni mente catapultati nell’alta società. Il perché capissimo che il disco poteva locale dove suonavamo era frequen- darci un pubblico ben più vasto di tato da attori, cantanti, artisti. Nobili, quello dei locali di Via Veneto o di industriali, tutta gente famosa e ricca Cortina”. sfondata; le ragazze erano tutte belle La prima incisione de’ “I 4 Assi” è da mozzare il fiato e solo in seguito Alla metà degli anni 60 il complesso un 45 giri intitolato “Non ascoltare”: il scoprimmo che in buona parte erano pro- ovadese è una delle formazioni più cele- titolo è decisamente di cattivo auspicio, stitute d’alto bordo”. bri nel giro dei locali raffinati di tutta Ita- visto che la Rai decide di non far… ascol- Elencare i personaggi famosi che si lia: tuttavia gli manca ancora una tare la canzone, giudicando il testo troppo incontravano alla Rupe Tarpea è pratica- notorietà a livello più vasto, più popolare. audace. La casa discografica del com- mente impossibile; a quei tempi nei lo- E questa notorietà notorietà può arrivare plesso, la Jolly di Milano (la stessa di Ce- cali di via Veneto passano tutte le tramite un solo mezzo: il disco. lentano e Mina) non perde tuttavia la sua celebrità italiane: tanto per fare qualche Il primo successo arriva in “moto- fiducia nei cinque ovadesi: l’anno dopo, nome: Tognazzi, Gassman, Mastroianni, retta”. nel 1966, li manda al Disco per l’Estate Celentano, Sordi, Manfredi, Claudio La prima esperienza discografica con con una canzone di Pallavicini-Soffici la Villa, la Cardinale, la Loren, Rascel, la “La motoretta”. Nascono gli “Scooters”. cui musica pare scopiazzata da una mo- Magnani e tanti altri. Sono i tempi della Successi in Italia e all’estero: dopo la tivo popolare veneto: il pezzo si intitola dolce vita per il mondo romano, ma per i RAI arriva la BBC. “La motoretta”. cinque suonatori ovadesi non è propria- Dopo aver suonato per cinque anni in Il bassista Pasqualino Carlone viene mente dolce: “La paga era una miseria, a tutti i più famosi locali italiani, Dino sostituito da Franco Sorrenti e a “I 4 mala pena sufficiente per pagarci da man- Crocco e “I 4 Assi” entrano per la prima Assi” viene dato un nuovo nome, into- giare e da dormire: se poi si poteva dire volta in una sala d’incisione nel 1965. nato al titolo della canzone da lanciare: mangiare quel buttar giù alla svelta qual- “In precedenza avevamo già ricevuto “gli Scooters”. Nasce così un complesso cosa di freddo a orari impossibili. Eppure delle offerte da alcune case discografiche, che per diversi anni raccoglierà successi attaccavamo a suonare alle 8 e mezzo di ma avevamo sempre rifiutato, perché in- non solo in Italia, ma anche in Francia, in sera e finivamo alle 6 del mattino: e que- cidere dischi non ci interessava: al di Inghilterra e in Argentina: l’organico è sto era ancora niente: visto che il padrone fuori di qualche apparizione nel cinema formato da Dino Crocco alla batteria, del locale ne gestiva altri due, ogni notte (la più importante è né “Il sorpasso” di Mario Bocca al basso e trombone, Fred dovevano esibirci in tre posti di- Ferrari alle tastiere, Mirko Mazza al versi”. sax e chitarra e Franco Sorrenti al I primi tempi a Roma sono dav- basso. vero duri per “I 4 assi”, ma a poco a Al Disco per l’Estate del ’66 si poco il complesso comincia a farsi sono 54 canzoni in gara e gli ascolta- strada e viene chiamato a suonare tori devono votare la loro preferita anche in altri locali romani alla spedendo una cartolina in Rai: i 24 moda, come il Capriccio, il Pipi- brani più votati vanno in finale a strello e il Brigadoon. Nell’estate del Saint Vincent. “In quell’occasione 1961 i cinque ovadesi sono alla Ca- tutti gli ovadesi si mobilitarono per pannina di Forte dei Marmi, il night sostenerci: non dimenticherò mai che più prtestigioso della allora rinoma- una città di neanche diecimila abi- tissima località balneare: ma questo tanti mandò oltre 30 mila cartoline in è solo l’inizio. favore degli Scooters”. “I 4 assi” vengono richiesti da Grazie a questo generoso soste- tutti i più famosi locali italiani: gno, “La motoretta” arriva in finale a l’Arlecchino di Torino, il Leroy di Saint Vincent: “Tra le 24 finaliste, le Genova, il Flamengo di Bologna, il prime tre venivano scelte da delle ap- Shaker di Napoli, il Grantz di Pa- posite giurie internazionali: nessuno lermo, il Gallery di Milano: suonano sapeva dove si trovassero e da chi a Cortina, al Lido di Venezia, a Ma- fossero formate, ma già al mattino donna di Campiglio, alle feste dei no- del giorno in cui dovevamo suonare bili fiorentini. il nostro discografico ci disse che non urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 259

259

avremmo vinto; evidentemente, tutti pionieri italiani in questo campo; tut- i giochi erano già stati fatti prima e le tavia, dalle emittenti locali argentine fantomatiche giurie internazionali il futuro presentatore di “Liscio non non avevano certo bisogno di ascol- ti lascio” apprende molte tecniche tare i concorrenti per emettere il loro che gli torneranno utili in futuro. Gli verdetto. Quello fu il nostro primo Scooters rimangono in Sud America impatto con l’altra faccia della can- per tre mesi e ritornano là anche zone italiana, non quella luccicante l’anno seguente, il 1972: il successo sotto i riflettori, ma quella oscura e si ripete, ma nel frattempo in Italia il infida dietro le quinte”. mondo della canzone si sta trasfor- Comunque, nonostante le delu- mando com- pletamente. “All’inizio sioni, il Disco per l’Estate 1966 può degli anni ’70, nei locali le orchestre considerarsi un successo per gli cominciano ad essere sostituite dai Scooters che appaiono diverse volte dischi: per noi, che nonostante con- in televisione e vendono ben mezzo certi e incisioni eravamo sempre ri- milione di copie della “Motoretta”. masti un complesso da ballo, questo Comincia una nuova stagione per i fatto voleva dire la progressiva cinque musicisti, che cominciano a scomparsa delle nostre principali oc- curare la propria immagine e si Dopo gli spettacoli per la BBC in- casioni di lavoro. Così, una volta fanno vedere sempre più spesso sulle pa- glese, Dino Crocco e gli Scooters conti- compreso che in futuro ci sarebbe stato gine di Oggi e di TV Sorrisi e Canzoni: nuano a raccogliere successi in Italia: dal sempre meno spazio per noi, preferimmo tuttavia ogni volta che vengono intervi- ’68 al ’72 sono loro ad animare i veglioni sciogliere la formazione piuttosto che ve- stati non perdono occasione per dire che di Capodanno alla Bussola, ripresi rego- derle percorrere il viale del tramonto”. sono di Ovada, anche a costo di vedersi larmente da RAI 1. Nel locale di Sergio Così, dopo otto anni di attività, quattor- davanti le facce incredule dei giornalisti Bernardini i cinque ovadesi suonano per dici 45 giri e tre LP, nel 1974 gli Scoo- che chiedono: “E dov’è questo posto?”. cantanti del calibro di Aznavour, Ella ters abbandonano il mondo della Gli specials televisivi si moltiplicano: Fitzgerald, Modugno, Mina, la Vanoni, canzone. Già qualche tempo prima Dino nel ’67 e ’68 il complesso è di nuovo al Celentano. Gli Scooters dovrebbero can- Crocco si era comprato e fatto rimettere a Disco per l’Estate e nel ’68 anche al Can- tare anche a Sanremo in coppia con nuovo una cascina vicino a Cremolino: tagiro. Diverse canzoni degli Scooters l’allora famoso Antoine, ma all’ultimo dopo lo scioglimento del complesso, de- vengono tradotte in altre lingue e cantate momento la casa discografica affida “La cide di ritirarsi qui a fare il contadino per all’estero da complessi stranieri: in In- tramontana” a Gianni Pettenati invece il resto dei suoi giorni, in compagnia ghilterra i Tremedors, un complesso al- che a loro. L’esperienza più esaltante il della inseparabile moglie Dina. Tuttavia, lora assai celebre, arriva in vetta alle complesso l’ha però nel 1971: un impre- le cose non vanno esattamente come classifiche con la versione inglese del sario argentino propone agli Scooters di pensa lui ! brano “Mi seguirai”. fare una tourneè nel suo paese: Dino e “Credevo che coltivando la terra si “In quell’occasione Renzo Arbore, compagni accettano subito e dopo 15 potesse vivere tranquillamente, ma dopo che conduceva il programma radiofonico giorni sono già in hit parade. “Suonammo qualche tempo mi accorsi che la vigna “Per voi giovani”, spacciò il pezzo dei per tre mesi in tutta l’Argentina, accolti rendeva molto meno di quanto avevo Tremedors come un loro successo origi- ovunque da un pubblico calorosissimo. sperato. Se volevo vivere un po’ più co- nale, in seguito tradotto in italiano dagli Gli emigrati italiani laggiù erano un modamente, dovevo trovarmi anche un Scooters!”. Ma se Arbore in Italia prende esercito; bastò che suonassimo una volta altro lavoro; e cosa potevo fare d’altro, se lucciole per lanterne, la BBC inglese si “ma se ghe penso” alla radio perché quel- non il musicista?”. rende benissimo conto del valore del l’emittente fosse subissata di telefonate In quegli anni cominciano ad affer- complesso italiano e lo scrittura per uno di genovesi che ci volevano conoscere”. marsi le orchestre di liscio e Dino, che spettacolo nei suoi studi: gli Scooters do- Giornali e rotocalchi argentini dedi- fino a quel momento ha sempre affron- vrebbero esibirsi una sola volta, ma è tale cano grande spazio ai cinque musicisti tato un repertorio moderno, decide di ri- il successo che riscuotono, che il loro italiani e così pure le reti radiofoniche e tornare a suonare polke e mazurche come contratto viene rinnovato per altre di- televisive: ed è in questa occasione che quando era un ragazzino in Voltegna; in- ciotto apparizioni. Per i cinque ovadesi, i Dino Crocco ha il primo contatto con le sieme al sassofonista Cesare Marchini tempi dei pasti freddi nei sottoscala della tivù private. a quei tempi del tutto scono- forma un complesso di liscio e per Rupe Tarpea sono davvero lontani. sciute in Italia. Il batterista degli Scooters l’occasione riprende in mano la vecchia Anni ’70: dagli Scooters non immagina neppure lontanamente che fisarmonica, la leggendaria Cleopatra. ai microfoni di Radiocity. di lì a sei anni sarà proprio lui uno dei Con il nome “Dino e Cesare Mar- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 260

260 A lato ritratto di Dino Crocco, opera di Franco Resecco, carboncino, biacca e tempera. (Accademia Urbense)

chini”, la nuova orchestra debutta nel ché vede che attraverso i suoi programmi 1976 al Lavagello: per Dino Crocco sem- Dino dà voce a questo popolo. I suoi brano tornati i tempi in cui si esibiva modi di dire diventano proverbiali nello stesso locale di Castelletto con “I 4 (“Duma ch’anduma”, “La vita l’è dura, Assi”, ma in realtà in vent’anni molte la pagnota l’è mai segura” e tanti altri) e, cose sono cambiate. al culmine della carriera, il presentatore Il padrone Giorgio Tacchino, nipote ovadese riceve il prestigioso Telegatto di del vecchio Piero, ha da pochissimo al Campione”: non potendosi permettere TV Sorrisi & Canzoni il più importante tempo messo su una delle primissime grossi nomi, Sergio Tacchino aveva riconoscimento televisivo italiano. Dopo radio private, chiamandola Radiocity: ideato una rassegna di dilettanti e l’aveva “Caccia al Campione” Dino Crocco pre- l’emittente è appena agli inizi e c’è biso- affidata al presentatore ovadese. Con senta altri programmi come “Liscio non gno di gente in grado di condurre una tra- scarsissimi mezzi a disposizione e con ti lascio”, “Viva la Gente” e “Fratelli smissione. Tacchino pensa subito a dei tecnici ancora privi di esperienza te- d’Italia”. Con il passare degli anni, le tra- Crocco, che ha anni di esperienza nel levisiva, Dino riesce a mettere su una tra- smissioni cominciano a farsi sempre più mondo dello spettacolo: e Dino accetta, smissione memorabile: “Partivamo alle 8 elaborate: a Viva la Gente passano tutti i buttandosi a capofitto in un’avventura di sera e finivamo alle tre del mattino, cabarettisti italiani, mentre con Fratelli che ne farà il personaggio che tutti cono- senza avere provato niente e andando a d’Italia si tenta con successo di fare del sciamo. ruota libera. Facevamo esibire tutti quelli giornalismo di costume: l’elemento do- Con Caccia al campione che ce lo chiedevano, sia che fossero minante comunque è sempre la simpatia nasce lo show-man. bravi sia che fossero cani: arrivava gente dello show-man ovadese. Nel 1986 infine Dino Crocco comincia a collaborare matta da legare, oppure giovani in cerca Dino accetta l’incarico di direttore arti- con Radiocity quasi per gioco: siamo nel di una prima affermazione, oppure per- stico del dancing Palladium di Acqui e 1976 e in quel periodo il futuro show- sone che una volta nella vita volevano appare in una puntata di “Drive In”: a no- man ha un’orchestra ben avviata con la stare sotto i riflettori”. Il vero mattatore vembre inoltre inizia a condurre su Tele- quale fa serate e incide dischi: per lui la di quelle trasmissioni è sempre lui, Dino star un nuovo programma del venerdì radio è solo un passatempo. Per Crocco: con la sua popolaresca immedia- sera “11 e mezza, un pizzico di…”. Con l’emittente di Castelletto Dino fa intervi- tezza rompe tutti gli schemi classici del queste ultime esperienze televisive siamo ste e commenta gli articoli dei giornali: presentatore e crea un personaggio unico: giunti al termine di questa lunga carrel- la cosa ha un certo successo, ma è solo baffoni, vestiti appariscenti, capelli arruf- lata sulla vita di Dino Crocco, e ci sembra con la televisione che il presentatore ova- fati, fazzoletto che pende dal taschino. Al giusto concludere questa lunga serie di dese sfonda presso il grosso pubblico. contrario dei suoi colleghi, Dino non si puntate con una sua riflessione che ci ha Nel 1977 Sergio Tacchino, patron di La- limita a presentare, ma fa egli stesso spet- colpito molto: “Qualche volta mi capita vagello e di Radiocity, dà il via a Telecity tacolo, cantando, suonando la fisarmonia, di pensare che forse nella vita avrei po- e a condurre la prima trasmissione speri- partecipando alle esibizioni dei suoi tuto avere più soldi a più successo se solo mentale chiama proprio Dino: “Il pro- ospiti e facendo intervenire il pubblico in fossi stato capace di scrollarmi di dosso gramma si intitolava “Telefonatemi se mi sala. Ovada, di dimenticare cioè le mie radici vedete”: c’ero io seduto a un tavolo con Il successo è clamoroso: Dino Crocco popolari e provinciali e di entrare nel giro un telefono accanto che dicevo: se rice- diventa una celebrità in Piemonte, Ligu- grosso del mondo dello spettacolo: le oc- vete il nostro segnale, chiamatemi a que- ria e Lombardia; ogni venerdì sera al La- casioni non mi sono mancate. sto numero. La prima telefonata fu di una vagello arrivano pullman di gente per Ma poi, quando guardo le colline in- certa Anna di Cassine: “Come mi assistere dal vivo alla sua trasmissione, torno a casa mia, quando cammino per le vedi?”le chiesi. “Malissimo” rispose lei. mentre coloro che la guardano da casa gli strade della città dove sono nato, quando “E perché?”. “Perché vedo un uomo brut- scrivono valanghe di lettere. “E pensare incontro i miei vecchi amici, capisco che tissimo”. “Guarda che ti sbagli” risposi che io non cercavo affatto di apparire questo è il mio mondo e che mai sarei ca- “Tu stai vedendo benissimo, perché io simpatico a tutti i costi: facevo solo pace di lasciarlo: qualsiasi successo, sono davvero bruttissimo”. La prima tele- quello che mi veniva spontaneo fare, ed qualsiasi ricchezza per me varrebbero fonata non era davvero incoraggiante, ma era questo che piaceva alla gente”. sempre meno di Ovada e degli ovadesi”. subito dopo ne arrivò un’altra da una La popolarità di Dino, oltre che sulla certa Angela di Frugarolo che mi disse: sua innata simpatia, si basa soprattutto “Non è vero che sei brutto, tu sei bello”. sul fatto che lui è il primo a portare sugli Fu allora che capii che potevo avere suc- schermi quell’Italia semplice e provin- cesso anche in televisione”. Dopo le tra- ciale che fino a quel momento era stata smissioni sperimentali, il primo vero esclusa dalla televisione: la gente lo ama programma presentato da Dino è “Caccia perché lo sente un uomo di popolo e per- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 261

261 La cantina di Poldo L’EUA DRA VUIPEINA L’ACQUA DELLA VOLPINA di Emilio Adriano Torrielli. di Bruno Mattana (Panorama di Novi 1972) A sä ‘npò d'öve märse Sa un po’ di uova marce l’acqua che goccia a goccia, Un’attrazione turistica: diecimila botti- l'èua che, gusa a gusa, nel rio della Volpina, glie pregiate nel tempio dell’ottimo vino. ntu rian lä dra Vuipeina, gocciola giù nella pozza: E’ diventata anche motivo di interesse a sctisa zü ntra pusa; turistico la singolare cantina dell’ovadese però se hai un po’ sete. sig. Leopoldo Zampone, di 61 anni, ex fun- però,se i t'häi ‘n pò d'sai, è meglio del barbera, zionario dell’Italsider di Novi da un anno a l'è meiu dra baibera; si fa per modo di dire riposo, che abita nella nostra città in Via us fä per modu d'dì ma è una cosa vera. Giacomo Costa. mä l'a i na cosa vera La cantina apre i battenti in una viuzza della vecchia Ovada, Vico del Dazio, ed ha Mi dice la Pasquara: Am dixie ra Pascquära: trovato posto nel sotterraneo di un’antica “E’ proprio una bontà costruzione, dove esistono le più favorevoli “L'a propi na buntä e senza lo speziale e sainsa du scpesiè condizioni ambientali per una perfetta sta- lo stomaco mi ha lavato; gionatura ed una lunga conservazione dei u sctomi a m'hä lavä ; vini. Vengono a visitarla, e naturalmente ad non costa neanche un centesimo “assaggiare” qualche preziosa bottiglia, per- an cuscta mancu in cìtu sone provenienti persino da Genova, Mi- e baive as pese a sc-chele e si può bere a scodelle ma a forza di aspettare qui, lano, Torino, Roma, Napoli e da altre parti mä a soun de scpeciè chi, diventano secche anche le budella. d’Italia, che hanno avuto la fortuna – attra- i dvaintu seche ei buele. verso chissà quali misteriosi canali di infor- Certo ci va pazienza! mazione – di venire a conoscenza della sua Següru,ui vä pasiainsa! esistenza. Se non si può dire sia difficile ac- Se in gotu it nan vöi piè, Se vuoi prenderne un bicchiere cedere al “tempio del vino buono” non è at posu cede ei posctu ti posso cedere il posto nello stesso tempo troppo facile. Qui assolu- mä d'ciü mi an posu fè. di più non posso fare. tamente non si paga e non si commercia ma bisogna superare una piccola prova: innanzi Da l'äiba a suon scuciäiae Dall’alba sono accucciata tutto è necessario che gli ospiti siano degli a miru sa canéta. e guardo la cannuccia. intenditori, degli amanti del buon vino e L'è scquäxi peina,um pä, Mi pare sia quasi piena sappiano berlo secondo determinate regole; ra me damixianéta! la mia damigianetta. in secondo luogo bisogna che si crei fra i vi- sitatori e il sig. Leopoldo almeno una pic- A Ovada c’è già chi aspetta cola corrente di simpatia, cosa del resto non A Uä u i a zä chi u scpecia difficile purché si elogi con convinzione il l'èua che a portu mi; l’acqua che gli porto io per quindici centesimi al litro vino. A questo punto il proprietario si tra- per cheinze citi au litru sforma in Cicerone, ed apre le porte della u baiva tütu u di." beve tutto il giorno. singolare cantina. Entrati nel “tempio del vino buono” si Mä ant u ciü balu, Ma sul più bello, assiste ad una specie di rito di cui Leopoldo Mulu u vé per pièsne in gotu Mulu viene a prendersene un bicchiere Zampone è il “gran sacerdote”: non si deve e subtu adrera ui riva l'amigu, e subito appresso arriva l’amico fare confusione, si deve parlare sottovoce ed ei pesc-cau Pietru pescatore Pietro è sconsigliabile discutere di argomenti che non trattino di vino e cioè bontà, annate, pöi quelu d'Santambröxiu, poi quello di sant’Ambrogio qualità, ecc. Una buona bevuta con bottiglie litle che u riva zü, eccolo che arriva giù pregiatissime conclude la visita. E’ difficile, con un bicchiere da una brenta specialmente per colui che per la prima cun gotu da na brainta volta mette piede nel sotterraneo di Vico che u pä che u n'ägia d'cü. che pare non abbia fondo. Dazio non venire colto da “shoc di Bacco” perché potrà assaggiare dei prodotti tal- "Cm us fä,bala Madona., Come si fa bella Madonna mente buoni ed eccezionali che forse non a die ampò che d' nu, a dire un po’ di no, credeva potessero esistere. che prima d'ese lascta Il sig. Zampone ha l’hobby – elevato alla che prima di essere pronta us nan vä suta u su? settima potenza – del buon vino. Da moltis- è già tramontato il sole? sima anni organizza ed alimenta questa sua E ‘ntantu che mi a scpeciu, straordinaria cantina dove sono allineate mi- a painsu drainta d'mi E intanto io aspetto gliaia di bottiglie dei vini più svariati, anche che chi u vö baiva l'èua e penso dentro di me esteri. Il posto d’onore però è detenuto dal l'è mei che u vegna chi.” che chi vuol bere l’acqua Dolcetto: sono presenti bottiglie di tutte le annate ed in particolare “quelle storiche” e meglio che venga qui. provenienti dalle più pregiate zone di pro- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:14 Pagina 262

262 Ia canva dʼPoldu La cantina di Poldo. duzione del comprensorio: un “Dolcetto di Emilio Adriano Torrielli. Poldo ha una cantinotta / che è Cappellette 64” avrà sfumature da un “Dol- proprio invidiabile / e ci si trova cetto Carosina 64” per la diversità del ter- reno dove prolifica la vite. Il proprietario Pòldu l'hä na cantinòta con gli amici /non per bere ma per del “tempio” è, tra l’altro, eccezionale in- che l'é propi da invidiè gustare. E' tappezzata di bottiglie / tenditore: sa riconoscere all’assaggio se un e u si e troua cui amixi che hanno le etichette più dispa- dolcetto è di Tagliolo oppure di Cremolino nainta a baive, mä a güsctè; rate, / ha tanto vino di tutte le zone, e così via. Tra le svariate qualità di vini c’è /delle annate più pregiate. un bianco straordinario – “vita nuova” è stato chiamato – che viene ricavato da una tapesäia de dʼ butigie Quando stappa una bottiglia /non mescolanza di uve di Sicilia ed uve bian- chʼi han ʻtichete discparäie, crediate di sbevazzare: /pian piano, che tipiche dell’Alto Monferrato: piace par- tantu vein de tüte ei zone, nel bicchiere, /potrà versarvene ticolarmente alle signore che, dopo averlo dei anäde ciü pregiäie. due dita; / aspirate il profumo / che assaggiato, dicono: “E’ buono da impaz- esala, / non trangugiatelo d'un zire”. Leopoldo Zampone per alimentare, ma soprattutto per dare lustro alla sua sin- Quande a öina u tira ei colu fiato/ ché altrimenti non ve ne dà golare cantina, ogni anno nei periodi che nu scpeciève dʼlaprügiè: più. Bisogna intendersi di abboc- precedono la vendemmia, percorre le col- ant ei gotu scmà dou deie, cato, / capire il retrogusto, / il sa- line monferrine, adocchia i vigneti adatti, cian cianein, uv purä versè; pore più o meno morbido, / il controlla e assaggia le uve, ed infine colore limpido e giusto. Ha Barolo “blocca” la partita. Si tratta di un piccolo vigneto o magari solo di 5 o 6 filari che il pièv ben bain dei narixiaie dal colore rosso / tendente al gra- proprietario riserverà e poi vinificherà da dʼquel prufümu che u vé sü; nato, / Bracchetto spumeggiante / parte per il “tempio del vino buono”. nu gulèle tüt dʼin fiä per chi ama avere il palato dolce, / Naturalmente il “gran sacerdote” non che se dʼnu un ve nan dä ciü. ma ha anche della Barbera, / già bada al prezzo ma solo alla qualità. Proprio vecchiotta, / e se ne bevi qualche per questa iniziativa il sig. Zampone riesce ad avere vini difficilmente – anzi è quasi da Bʼsögna intaindse dʼabucä, bicchiere / ti sentirai rinfrancato. escludere – trovabili in commercio. Per col- capì us deve u retrugüsctu, Ha poi vino di tutte le terre, / tiro- tivare questo suo hobby il sig. Leopoldo u savù ciü o menu ümru lese e calabrese, / bianco rosso e spende tempo e denaro ma è ripagato di u so crù leimpidu e giüsctu. rosato, / a volte morbido, a volte tutto quando, dopo aver vuotato a qualcuno asprino / ma quello che regna è il un bicchiere di dolcetto di una sua partico- lare bottiglia, vede manifestarsi sul volto L'hä Barolu dai cru rusu Dolcetto, asciutto di corpo e ben dell’ospite la più viva soddisfazione. ma che u vira ant ei granätu, dosato, / che è il miglior vino del Da qualche tempo a questa parte, per ren- ei Brachetu scpümezante per mondo, / perché fatto proprio in dere l’ambiente più suggestivo ed in carattere, chi duçe u vo ei palätu Ovada. questo ovadese che potremmo qualificare il “Re del Vino”, sta inserendo nella cantina an- tichi attrezzi e pezzi di arredamento. ma l'ha anche dra Baibera di cäc änu zä vegiota; se it nan baivi cac gutein ʻte senträi d-següru an piota.

Pöi l'hä vein de tüte ei tère, tirulaize e calabrotu, giancu,rusu o dʼmaza teinta, dʼvote ümru, dʼvote ascprotu

mä che u regna l'à u Duçetu süciu e dʼcoipu bain duzä, che l'à ei meiu vein dei moundu peicà fäciu propi a Uä.

A lato ritratto di Poldo Zampome nel suo regno, foto di Renato Gastaldo urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:24 Pagina 263

263

RECENSIONI pella, nella quale si possino ricovrare li ministrazione delle offerte e delle questue STORIA della Chiesa del Santis- medesimi in occasione della pioggia”. di cui potevano fruire i “romiti” o gli of- Il 18 settembre 1670 il Vescovo firmò ficianti. simo Crocifisso di Gnocchetto l’autorizzazione per erigere una cappella La ricerca, condotta con molta atten- (Santo Criste) in regione Bressana, località che pren- zione, prosegue per tutto l’Ottocento e deva il nome dalla presenza di una antica Novecento curando anche l’aspetto terri- Notizie tratte dalle ricerche di Renzo Pa- “ferriera bresciana” [denominazione, toriale della Cappellania del S.S. Croci- storino presso l’Archivio Vescovile di probabilmente, derivata dalla presenza di fisso che estendeva la sua “giurisdizione” Acqui e l’Archivio della Chiesa di Gnoc- fabbri originari del Bresciano] nella con- sugli antichi cascinali (elencati con le chetto e dall’Articolo “Belforte-Gnoc- vinzione che l’opera sarebbe stata com- loro denominazioni originali), apparte- chetto,una parrocchia, due parrocchie” pletata con successo poiché i residenti si nenti ai Comuni di Belforte, Ovada e Ta- della prof. Paola Piana Toniolo, pubbli- erano impegnati ad eseguirne gratuita- gliolo. cato sulla rivista URBS - trimestrale del- mente i lavori. Costruzione che si tra- Particolarmente interessante l’enumera- l’Accademia Urbense - Marzo 2002 -. scinò per diversi anni tanto che, il 4 zione dei vari tentativi condotti dai cap- Edizione della Parrocchia di Ovada - ottobre 1688, nel corso della visita pa- pellani, talvolta su pressioni dei fedeli, Settembre 2014 -. storale del vescovo di Tortona, mons. per fare evolvere gradualmente la strut- Carlo Francesco Ceva, la costruzione ri- tura religiosa da cappellania a “chiesa In occasione della Festa della S. Croce sultava incompiuta ed il presule esortava: succursale” belfortina per poi essere celebrata, Domenica 14 Settembre 2014, “.....quest’oratorio s’edifica adesso, es- eretta a parrocchia. Percorso in un certo presso la Chiesa consacrata al S.S. Croci- sendovi molta devozione de fedeli. Esor- senso rinvigorito dallo sviluppo delle fisso di Gnocchetto, è stata presentata tiamo a continuar la fabbrica et ridurlo in strutture murarie dell’edificio sacro. In- una interessante ricerca dedicata a questo buono stato secondo gli ordini”. Quindi, fatti mons. Giovanni Battista Marenco antico santuario conosciuto anche con la la data del 10 agosto 1710, riportata sulla (Costa d’Ovada, 1853 - Torino, 1921) denominazione di Santo Criste. facciata della Chiesa, potrebbe coincidere donò il terreno per la costruzione (avve- L’edificio sacro si trova sulla sponda de- con la definitiva conclusione dei lavori. nuta attorno al 1890) delle navate late- stra dello Stura e secondo una tradizione Pertanto nel Settecento affondano le ra- rali, nel 1933 venne realizzato un popolare raccolta da Don Vincenzo Ra- dici delle successive vicende legate: alla battistero e nel 1935 venne completata la vera, nominato parroco di Gnocchetto nel località posta nelle vicinanze degli eva- costruzione del campanile. 1956, sorge sul luogo ove, nel Seicento, nescenti confini tra la Repubblica di Ge- Infine il traguardo dell’elevazione a par- gli operai di una vicina ferriera avevano nova e gli Stati sabaudi, ai confini tra le rocchia venne raggiunto nel corso della costruito una piccola cappella per deporvi Diocesi di Acqui e Tortona, ai dubbi sulla Seconda Guerra Mondiale: durante la un crocifisso rinvenuto, nei pressi, sulla effettiva proprietà del fondo su cui venne breve esistenza della Repubblica Sociale sponda del torrente. Croce trascinata eretta, alla custodia dell’edificio, all’am- Italiana (Sett. 1943 - Apr. 1945), attuati dalle acque vorticose in seguito ad una gli smembramenti delle parrocchie di esondazione disastrosa (probabil- Belforte, Ovada e Tagliolo (su con- mente quella del 26 agosto 1646) che cessione dei rispettivi parroci), il 1° aveva invaso molti edifici dei centri Luglio 1944, il vescovo di Acqui de- abitati di Campo e Rossiglione, tra i cretò l’erezione della parrocchia del quali (perlomeno) una chiesa, aspor- S.S. Crocifisso. Contestualmente la tandone i sacri arredi. procedura per il riconoscimento del- Anni dopo, a settembre del 1670, don l’istituzione parrocchiale ai fini civili Manfredo Prasca, rettore della par- si concluse con decreto del Ministero rocchia di Belforte, chiedeva al ve- dell’Interno della R.S.I. in data 21 scovo di Tortona, mons. Carlo dicembre 1944 (ritenuto illegale dal Settala, l’autorizzazione ad erigere Regno d’Italia e sostituito da un de- una cappella alle falde della Colma creto della nuova Repubblica Ita- bagnate dallo Stura: liana, pervenuto alla Curia vescovile “....lontano dalla terra miglia due, il 12 aprile 1947). loco detto alla Bressana vi ha un pi- Nel complesso la ricerca non solo lastro con un Crocifisso dipinto, dove contribuisce a fare luce su diversi concorre del popolo pio per devo- aspetti storici del Santo Criste ma è tione et per la gratia che ricevono et anche un piacevole strumento di ap- vi hanno fatto oblationi di qualche prendimento della storia locale meri- centinara di lire, quali tengo appresso tevole di essere maggiormente di me, onde per non defraudare la diffuso. mente dei fedeli, come anche per l’honor di Dio at maggior comodità dei fedeli, ho pensato di farvi fabbri- (francesco edoardo de salis) care con dette elemosine una cap- urbs 3-4 drp:Layout 1 20-10-2016 14:15 Pagina 264

L’Accademia Urbense ha inteso rendere omaggio alla figura del Prof. Romeo Pa- voni recentemente scomparso pubbli- cando il frutto della sua ultima ricerca: «Bizantini e Longobardi in territorio dell’odierno Piemonte. Temi e problemi». Chi è interessato all’opera si rivolga in sede.

Ci stiamo approssimando alle feste di fine anno, quindi a tutti i soci, gli sponsor, i simpatizzanti e a tutti quelli che ci se- guono con simpatia auguriamo un Felice Natale e un sereno Anno Nuovo. C’era una volta un castello... Programma L’antico castello di Ovada, baluardo di confine della Serenissima Re- Sabato 26 novembre 2016 pubblica di Genova, rivive nella ricostruzione storica dell’episodio del- Ore 15:30 l’incursione del 1689 quando da parte degli uomini del Marchese di ritrovo dei partecipanti in piazza Silvano ci fu il tentativo di riappropriarsi del bestiame sequestrato dal Cereseto davanti alla sede del- Capitano di Ovada per una vertenza fiscale. l’Accademia Urbense; Ore 16:00 corteo storico per le vie della Città fino a piazza Castello; Ore 16:30 saluto delle Autorità e inaugura- zione della lapide commemorativa a Raffaele Lomellini, Capitano di Ovada e difensore dei diritti della Comunità. Ore 17:00 rievocazione storica a cura del- l’Accademia Urbense e combat- timento medioevale dei Fratelli d’ Arme. La cittadinanza e’ invitata a partecipare!