Giovanni Pieraccini Nel Socialismo Riformista Italiano
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Quaderni del Circolo Rosselli QCR Direttore Valdo Spini GIOVANNI PIERACCINI NEL SOCIALISMO RIFORMISTA ITALIANO a cura di Alessandro Giacone n. 4/2018 (anno XXXVIII, fascicolo 133) Quaderni del Circolo Rosselli pubblicazione trimestrale Direttore Valdo Spini Comitato scientifico Paolo Bagnoli, Tommaso Codignola, Marina Calloni, Enzo Cheli, Giovanni Cherubini, Vittorio Emiliani, Giorgia Giovannetti, Ariane Landuyt, Piero Manetti, Francesco Margiotta Broglio, Leonardo Morlino, Gian- franco Pasquino, Giuseppe Pericu, Sandro Petretto, Gaspare Polizzi, Riccardo Pratesi, Sandro Rogari, Nadia Urbinati, Mariella Zoppi. Redazione Alessandro Guadagni, Umberto Pascucci Spazio QCR – via degli Alfani 101rosso 50121 Firenze – tel./fax 055/2658192 Fondazione Circolo Fratelli Rosselli: [email protected]; [email protected] Circolo Fratelli Rosselli: www.rosselli.org Associato all’Unione Stampatori Periodici Italiani © Copyright 2018 Pacini Editore Srl ISBN 978-88-6995-506-8 Realizzazione editoriale e progetto grafico Via A. 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La lezione di Turati Fabio Vander » 15 La gioventù del Sor Ribelle Vittorio Emiliani » 27 La Liberazione di Firenze Giovanni Pieraccini » 33 Nenni e Pieraccini Antonio Tedesco » 39 L’Avanti! di Giovanni Pieraccini Mirco Bianchi » 51 Giovanni Pieraccini: Reflections on the Center-Left Spencer Di Scala » 61 Pieraccini alla «scoperta» dell’America Il viaggio negli Usa e i finanziamenti americani al Psi Francesco Bello » 71 Postilla al viaggio americano: la polemica sul Sifar Alessandro Giacone » 89 Nella stanza dei bottoni: Giovanni Pieraccini ministro dei Lavori pubblici Gianni Silei » 99 Pieraccini e la programmazione economica Andrea Ricciardi » 117 La programmazione economica. Una testimonianza Giuliano Amato » 131 Le ultime esperienze ministeriali Gianni Silei » 139 Una seconda vita tutta per la cultura Vittorio Emiliani » 151 La Fondazione RomaEuropa, tra storia e ricordi Giovanni Pieraccini » 161 L’ottimismo della volontà, il pessimismo della memoria Stefano Rolando » 173 Una visione culturale per la Versilia Cristina Acidini » 187 L’ultima intervista: “La lezione di Pieraccini: Viareggio, svegliati!” Giovanni Pieraccini » 195 APPENDICE Un amico di novant’anni Alberto Del Carlo » 201 Ricordo di Giovanni Pieraccini Franco Mosca » 205 Discorso ai funerali di Giovanni Pieraccini Valdo Spini » 209 Gli articoli dei numeri arretrati dei “Quaderni dal Circolo Rosselli” possono essere richie- sti e acquistati dalla piattaforma del RICO-Riviste Italiane di Cultura Online. http://digital.casalini.it, http://eio.casalini.it Prefazione Valdo Spini* Il nostro Quaderno è stato programmato per uscire il 23 novembre 2018, il gior- no centenario della nascita di Giovanni, avvenuta proprio in quel giorno del 1918. I’Nanni era chiamato affettuosamente dai compagni fiorentini che affollavano i suoi comizi. Senti come gliene sverza, usava dire un umile compagno che ne ammirava particolarmente l’oratoria in un tempo in cui il comizio era uno dei principali strumenti di propaganda politica. Sì perché a quell’epoca i politici, anche di dimensione nazionale, erano a contatto con la gente e Giovanni Pie- raccini, eletto deputato poco più che trentenne, lo è sempre stato. Personalmente ho conosciuto Giovanni Pieraccini nel 1962 quando avevo se- dici anni ed ero componente dell’Esecutivo Nazionale di Nuova Resistenza, un’organizzazione giovanile antifascista, prevalentemente di studenti delle me- die superiori. Pieraccini mi telefonò - ero comprensibilmente emozionato – per manifestarmi il suo interesse per la nostra attività e per preannunziarmi la sua partecipazione al nostro primo congresso nazionale che si sarebbe celebrato di lì a poco nel settembre di quell’anno a Firenze. Nel 2015 Giovanni Pierac- cini, ormai novantasettenne accettò di commemorare il 70esimo della Libera- zione al nostro Spazio Rosselli, sottolineando che quello sarebbe stato il suo ultimo intervento politico pubblico (morì a quasi 99 anni nel 2017) e che non a caso aveva voluto farlo in quella sede e in nostra compagnia. Il nostro fascicolo è quindi un tributo che gli rendiamo volentieri grazie all’opera, non solo storica, ma affettuosa, di Alessandro Giacone che ne aveva praticato la conoscenza in occasione dei suoi studi sul governo Moro e su quel periodo della storia d’Italia e si era appassionato alla sua figura di attivo novantenne. Ma abbiamo voluto che il Quaderno non fosse solo la rievocazione di una bella biografia politica, ma che collocasse Giovanni Pieraccini in quella grande sta- gione del riformismo socialista italiano che è stato il primo centro-sinistra. Pieraccini era diventato all’inizio degli anni sessanta il numero tre della cor- rente “ nenniana” , dopo lo stesso Nenni e Francesco De Martino. Nenni era * Presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli. Direttore dei “Quaderni del Circolo Rosselli”. 6 Valdo Spini il segretario del partito, De Martino il vicesegretario e Giovanni Pieraccini il direttore del quotidiano socialista, l’Avanti! Anzi, quando, nel dicembre 1963, si formò il governo Moro, il primo a partecipazione diretta dei socialisti, in cui Pietro Nenni assunse il ruolo di Vicepresidente del Consiglio, la sua successione alla segreteria fu naturalmente assunta da De Martino, ma l’unica alternativa che eventualmente venne presa in considerazione fu quella di Giovanni Pierac- cini. Lui stesso me lo confermò in una conversazione, sottolineando peraltro come la sua convinzione di allora fosse che il teatro politico decisivo sarebbe stata l’azione di governo accanto a Nenni piuttosto che l’azione nel partito. Nel primo ministero Moro la corrente lombardiana (dal nome del suo lea- der Riccardo Lombardi) partecipò al governo con il ministro del Bilancio e della programmazione Antonio Giolitti mentre il ministero subito dopo più importante attribuito ai socialisti, quello dei Lavori pubblici, fu assegnato a Pieraccini. Quando, dopo la crisi del luglio 1964, si forma il governo Moro II, Lombardi e i suoi passano all’opposizione proprio per la rinuncia ad un’inci- siva riforma urbanistica, Giolitti esce dal governo e Pieraccini gli subentra al Ministero del Bilancio e della Programmazione economica fino alle elezioni del 19681. Giovanni Pieraccini si troverà quindi dapprima al centro della battaglia sociali- sta per far passare un disegno di legge di riforma urbanistica (compito cui si era già misurato invano il democristiano Fiorentino Sullo), e poi a dare le gambe ad un’altra iniziativa qualificante del Psi, quella della politica di programmazione dell’economia italiana. Sulla battaglia per la riforma urbanistica, Pieraccini venne sconfitto (rimase emblematica la famosa foto del ministro socialista contestato vivacemente dal Presidente della Confedilizia). Furono sconfitti i socialisti, ma direi che ne uscì sconfitta la società italiana che non poté affrontare il fenomeno dell’urbanesi- mo con quegli strumenti di politica pubblica che erano stati proprio della Gran Bretagna laburista e delle socialdemocrazie scandinave2. Per quanto attiene alla programmazione, Pieraccini riuscì ad arrivare alla for- mulazione di un piano quinquennale per l’economia italiana, per affrontarne 1 Antonio Giolitti, successivamente uscirà dalla sinistra, formerà una sua corrente e tor- nerà al ministero del Bilancio e della programmazione economica dal 27 marzo 1970 al 17 febbraio 1972 e poi dal 7 luglio 1973 al 23 novembre 1974. Sulle origini di questa politica socialista, mi sia consentito di ricordare V. Spini, I socialisti e la politica di piano, 1945-1964, Firenze, Sansoni 1982. 2 Vedi il recentissimo M. Achilli, L’urbanista socialista. Le leggi di riforma 1967-1992, Ve- nezia, Marsilio, 2018, nonché M. Zoppi, C. Carbone, La lunga vita della legge del ‘42, Firenze, DIDA, 2018. Prefazione 7 gli squilibri, geografici, eccomici e sociali, in modo da consentire al governo di manovrare il timone della sua politica economica su di una rotta definita. È quel documento che Amintore Fanfani definì “libro dei sogni”. Nella sua intervista-