1.1 FORCELLA LAVAREDO (M. 2457) 1.2 QUOTA “2385”
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1.1 FORCELLA LAVAREDO (m. 2457) FORCELLA LAVAREDO Giunti alla forcella fra la Cima Grande e la Cima Ovest, bisogna abbassarsi un po’ ver- LA MORTE EROICA DELLA GUIDA SEPP INNERKOFLER Il tracciato segue le orme dei combattenti italiani fortemente arroccati sulla linea di so la piccola Chiesa della “Madonna del Furto” per poi riprendere il vecchio tratturo Dal diario di Angelo Loschi ex portaferiti del Btg.“Val Piave”,267esima Compagnia DESCRIZIONE PERCORSO confine che trovava i suoi salienti in Forcella Col di Mezzo e in Forcella Lavaredo. Es- che, in parte, conserva il muro massicciato e si alza fra resti di costruzioni. Da Forcella Col di Mezzo (m. 2315) agli avancorpi rocciosi del Sasso di Landro (Quo- so serviva inoltre a collegare i posti di vedetta e le postazioni per mitragliatrice e can- Ai piedi della Cima Piccola, i resti dell’accampamento italiano. ...Allorché il 24 maggio 1915 scoppiò la guerra con l’Italia stavano su le montagne ta 2536) e traversata, per camminamento di guerra in direzione ovest-est, fino a noni dislocati sulle forcelle fra le Tre Cime. In una nicchia nella roccia, sullo zoccolo basale della Cima Piccolissima, le tracce dei dolomitiche intorno a Sesto pochi uomini con le armi in pugno, pochi come in un Forcella Lavaredo. Segnavia: tracce. Il punto di partenza è Forcella Col di Mezzo raggiungibile dalla Forcella dell’Arghena vecchi “marmi di confine”. bel giorno d’estate si possono contare i turisti che percorrono questi passi e si ar- Discesa: ritorno a Forcella Col di Mezzo attraversando le ghiaie sotto le pareti nord o – più comodamente – dal Rifugio Auronzo (m. 2330, in auto). Poi si piega verso nord e, sempre ai piedi della Piccolissima, un altro piccolo posto per rampicano sulle pareti di questi monti. delle Tre Cime. Segnavia: tracce. Dal parcheggio più elevato, dove si trova l’enorme blocco di arrivo della teleferica che mitragliatrice da cui si domina l’intero tavolato. Ma il nucleo di queste forze esigue era formato da uomini di tempra speciale, era- DISLIVELLO saliva dal Cason de la Crosèra (Val Marzon) si segue la traccia (su ghiaie e non segna- Poco più in là, alla forcella divisoria, la postazione del cannone poi spostato a Forcel- no i signori di questi deserti rocciosi... erano le guide. lata) che porta verso il sopracitato valico, in direzione della Croda del Rifugio. la Lavaredo per poter fruire di un più conveniente settore di tiro. 400-550 metri totali, tenendo conto che si tratta di un tragitto in quota, ma ca- Sesto era la Patri di un corpo di guide fra le più audaci e le più rinomate di tutte le Per ripido costone e resti di camminamenti si arriva ad una piccola città di strade, ba- E qui, alla forcella, nel grande masso che in lontananza assomiglia ad un colossale ven- ratterizzato da continui saliscendi. Alpi. racche, caverne e muri grandiosi. taglio, un posto di vedetta a cui si accede attraverso alcuni gradini scavati nella pietra. Specialmente nell’arte dell’arrampicamento esse erano maestri.... DURATA Da qui, in direzione ovest-est, si segue ora il sentiero di guerra che senza interruzioni Da qui, i segni della guerra scompaiono: lasciano spazio alle improbabili pareti nord. Le Il migliore fra essi era Sepp Innerkofler. Egli era un uomo in cui si erano unite al- 3-4 ore. e cedimenti attraversa le pareti ed il cuore della bastionata della Croda del Rifugio. attraversiamo scendendo per comodo sentiero per ritrovarci a Forcella Col di Mezzo. la perfezione le grandi virtù dell’uomo e dell’abitante delle montagne. DIFFICOLTÀ Si attraversano gallerie rese agevoli da scalini intagliati nella roccia fino ad vero e pro- Quest’uomo di 50 anni aveva già percorso, quale guida una carriera senza pari al- Itinerario escursionistico. prio terrazzo protetto da sostegni in muratura e sostenuto da tralicci in legno. Poco lorché egli imbracciò il moschetto e pose le mani su quelle rocce per difendere la oltre, un piccolo posto per una mitragliatrice in caverna. sua beneamata Patria... ...l’ardente coscienza del dovere per Dio, per L’imperatore, per la Patria, fecero di Mulattiera ripristinata. (Museo Storico lui uno dei più grandi combattenti che mai videro i nostri monti... IL RIFUGIO AURONZO A FORCELLA LONGÉRES (m. 2330) Alfarè I. (Museo Storico della Guerra, Rovereto Il percorso conduce a della Guerra, 25/66) Zona Tre Cime di Lavaredo. Il 24 maggio era venuto e con esso la guerra, il nemico si trovava dietro le potenti F.lla Lavaredo lungo il Rovereto 25/28). Cippo sepolcrale, sullo sfondo a sinistra masse rocciose delle Dolomiti di Sesto. costone est del Rifugio Principe La costruzione del Rifugio Auronzo, dopo molte discussioni e perplessità, iniziò nel F.lla Lavaredo e Croda di Passaporto. Nulla si sapeva di questo nemico, non si conosceva né la sua forza né le sue inten- 1912 e solo dopo tre anni – quando ancora non era stato completato – venne coin- pianoro. Umberto (oggi Auronzo) devastato zioni. Si sapeva solamente di disporre di una ridicolmente piccola quantità di trup- volto nelle vicende di guerra diventando parte della base logistica italiana situata dalle granate pe raccogliticce, appena sufficienti per stabilire un velo di truppe per presidiare i ai Piani di Lavaredo. austriache. passi più importanti... La guerra lo devastò fortemente nonostante la sua posizione lo mantenesse lonta- Sepp... quale comandante della “Pattuglia Volante” cominciò la guerriglia sulle Do- no dai tiri della prima linea. lomiti di Sesto ancora coperte di un alto strato nevoso... Riconquistata la pace, la Sezione Cadorina del Club Alpino Italiano prese in con- Quando l’occasione si presentò di lassù essi fischiarono i primi saluti agli Alpini dai siderazione la sua ricostruzione. Ci vollero parecchi anni, ma nel 1925 il nuovo ri- neri cappelli, i primi saluti di Guerra dalle Montagne Tirolesi... fugio era pronto: si chiamava Rifugio Principe Umberto e già allora vantava di un Istituto Geografico Militare - Aut. n. 6109 del 12.10.2005 La Cima Paterno si ergeva minacciosa sopra la Capanna Tre Cime. Se rimaneva au- servizio a pagamento di “corriere a cavallo”. striaca sarebbe stato un pilastro attraverso il quale nessun nemico sarebbe passa- Nel giro di pochi anni le Tre Cime divennero l’empireo dell’alpinismo dando ispi- to... La Cima Paterno era una fortezza di roccia che proteggeva la valle nativa; era razione agli ideatori delle “vie della goccia cadente”,quegli itinerari in roccia mol- un bastione roccioso contro il quale interi reggimenti si sarebbero vanamente sca- gliati... Perciò essi pregarono il loro comandante di potere tenere la Cima Paterno. Ma il Capitano, non conoscitore della Montagna, non era troppo convinto dell’impor- tanza della cima. Sepp con la sua pattuglia si recò nondimeno sulla vetta. Egli portò la notizia che (Museo Storico della Alfarè I. la cima non era ancora occupata dal nemico... Guerra, Rovereto Il Capitano non si lasciò convincere ed ordinò di sgomberare la cima. Sepp com- 118/ 79) Zona Tre prese che questo monte avrebbe procurato ore difficili ai difensori. Egli sapeva che Cime di Lavaredo. Costruzione dei laggiù fra gli Alpini vi erano le guide italiane di Auronzo le quali ben sapevano co- ricoveri di Longere, me il Kofel stava in posizione dominante sopra le posizioni austriache... Sepp si ras- 268° Compagnia segnò e tacque... (Alpini battaglione Ma ciò che egli aveva previsto accadde. Lassù sopra la vetta del Paterno un giorno Val Piave), 1915. si eresse un piccolo parapetto da dove crepitarono i primi colpi di fucile contro i difensori della Forcella di Toblin: il paterno era stato occupato dal nemico. Gli oc- chi del piccolo posto italiano frugavano in modo molesto e pericoloso ogni gior- Il sentiero di rientro da qt 2385 ai piani Lavaredo. no, ogni minuto, le sottostanti posizioni austriache. E si arrivò a quello che mai sa- P rebbe successo se si fosse dato ascolto a Sepp. Il Paterno dovette essere preso d’as- to simili – per la loro bellezza e perfezione – ad opere di straordinari artisti scol- salto. pite nei marmi nei marmi più pregiati. Le Tre Cime erano l’essenza della nuova epo- Nella notte sul 4 luglio ca e nelle loro pareti erano e sono espresse – come già aveva detto Paul Grohmann Alfarè I. Sepp e la sua pattuglia – “...bellezza, altezza, inviolabilità, impossibilità..., l’arte per l’arte...”. scalarono la difficile cre- Il rifugio divenne dunque base d’appoggio e ritrovo per i grandi scalatori del tem- sta nord-ovest... po: Comici, Dimai, Cassin, Mary Varale... degni eredi di Dulfer e Preuss; divenne Nessuna pietra cadde, – anzi – una delle mete più frequentate delle Dolomiti. nessun rumore giunse Poi arrivò un’altra guerra e con la guerra un altro inevitabile abbandono delle ai compagni, che giù montagne e poi ancora una ricostruzione in seguito alla quale il rifugio venne de- Fornari A. sotto, col cuore stretto dicato alla memoria della grande guida auronzana Bruno Caldart. dall’angoscia cercavano Ma le disavventure non erano finite: nella notte sul 16 aprile 1955 un incendio di- di seguire con gli occhi strusse completamente la costruzione. Da Auronzo, gli abitanti della valle assistet- Sepp Innerkofler e la pattuglia di Cima Undici. il progredire di questa tero inermi a quella ennesima sfortuna. impresa temeraria. Ma ancora più forte fu – allora – la volontà di una ricostruzione spinta e sostenu- Via ferrata Seconda Quando spuntò l’alba del 4 luglio le batterie austriache concentravano il loro fuo- ta dai fratelli Monti (Attilio, allora Sindaco del paese e Silvio, presidente della Se- dotata di postazione co sulla cima del Paterno e le sventagliate delle mitragliatrici si sgranarono nella scia dell’antiaerea zione Cadorina del Club Alpino Italiano). scalette delle granate..