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QFA-29-Borgna-Corazza.Pdf Quaderni Friulani di Archeologia XXIX-2019 COPIA ELETTRONICA IN FORMATO PDF RISERVATA AD USO CONCORSUALE E/O PERSONALE DELL’AUTORE NEI TESTI CONFORME AL DEPOSITO LEGALE DELL’ORIGINALE CARTACEO QUADERNI FRIULANI DI ARCHEOLOGIA QUADERNI ARCHEOLOGIA FRIULANI DI ANNO XXIX - N. 1 - GIUGNO 2019 29 1 QUADERNI FRIULANI DI ARCHEOLOGIA Pubblicazione annuale della Società Friulana di Archeologia - numero XXVII - anno 2017 Autorizzazione Tribunale di Udine: Lic. Trib. 30-90 del 09-11-1990 © Società Friulana di Archeologia Torre di Porta Villalta - via Micesio 2 - 33100 Udine tel./fax: 0432/26560 - e-mail: [email protected] www.archeofriuli.it ISSN 1122-7133 Direttore responsabile: Maurizio Buora Comitato scientifico internazionale: Assoc. Prof. Dr. Dragan Božič (Institut za arheologijo ZRC SAZU - Ljubljana, Slovenia); Dr. Christof Flügel (Oberkonservator Bayerisches Landesamt für Denkmalpflege, Landesstelle für die nichtstaatlichen Museen in Bayern, Referat Archäologische und naturwissenschaftliche Museen – München, Germania); Univ. Doz. Mag. Dr. Stefan Groh (Stellvertretender Direktor - Fachbereichsleiter Zentraleuropäische Archäologie; Österreichisches Archäologisches Institut - Zentrale Wien, Austria) Responsabile di redazione: Stefano Magnani Redattore: Massimo Lavarone In copertina: disegno della tazza dal contesto del focolare IV rinvenuto a Canale Anfora/Ca’ Baredi; cfr. qui fig. 7 a p. 58) (dis. G. Merlatti). Pubblicazione realizzata con il sostegno di Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione del testo e delle illustrazioni senza il permesso scritto dell’editore. 2 Quaderni Friulani di Archeologia XXIX-2019 INDICE Marco PERESANI, Il mondo neandertaliano. Aggiornamenti nel Friuli Venezia Giulia ............................ p. 5 Giovanni TASCA, L’età del bronzo nel Friuli Venezia Giulia ..................................................................... p. 17 Roberto MICHELI, Michele BASSETTI, Nicola DEGASPERI, Nuove indagini e prospettive della ricerca nella palafitta preistorica del Palù di Livenza .............................................................................................. p. 37 Elisabetta BORGNA, Susi CORAZZA, Dall’Alta pianura friulana alla costa: le ricerche in ambito proto- storico dell’Ateneo udinese 1997-2018 ......................................................................................................... p. 49 Maurizio BUORA, Gli scavi dei Civici Musei di Udine e della Società Friulana di Archeologia .............. p. 67 Carla ARDIS, Valentina Mantovani, Eleni SCHINDLER KAUDELKA, Trent’anni di “Quaderni”: riflessioni attorno alcune forme in ceramica grezza e depurata .................................................................. p. 79 Jacopo Bonetto, Giulia Fioratto, Guido FURLAN, Andrea Raffaele Ghiotto, Caterina Previato, Monica Salvadori, Luca SCALCO, Gli scavi archeologici dell’Università di Padova ad Aquileia .......................................................................................................................................................... p. 117 Marina RUBINICH, Gli scavi dell’Università di Udine alle Grandi Terme di Aquileia (2002-2018) ........ p. 127 Patrizia BASSO, L’anfiteatro di Aquileia ..................................................................................................... p. 133 Federica Fontana, Emanuela MURGIA, Alice CEAZZI, Marta Bottos, Caterina Bonivento, Le ricerche archeologiche dell’Università degli Studi di Trieste ad Aquileia (1988-2018) ......................... p. 143 Stefan GROH, Nuove indagini sul sistema fluviale e le installazioni portuali di Aquileia (Italia) ............. p. 153 Angela BORZACCONI, Trent’anni di archeologia medievale in Friuli Venezia Giulia. Appunti di viaggio ............................................................................................................................................................ p. 157 Simonetta MINGUZZI, …et in reliquis castellis. Gli scavi dell’Università di Udine nei castelli del Friuli (2003-2014) ................................................................................................................................................... p. 167 Massimo CAPULLI, Archeologia subacquea e navale in Friuli Venezia Giulia .......................................... p. 183 Tavole a colori ............................................................................................................................................... p. 195 Norme redazionali ......................................................................................................................................... p. 205 3 Quaderni Friulani di Archeologia XXIX-2019 DALL’Alta PIANURA FRIULANA ALLA costa: LE RICERCHE IN AMBito protostorico DELL’ATENEO UDINESE 1997-2018 Elisabetta BORGNA, Susi CORAZZA Negli ultimi vent’anni significative iniziative e della pianura padana (Terramare), ossia al tardo di ricerca hanno fatto luce su una importante realtà Bronzo Medio-inizio del Bronzo Recente, tra XIV del paesaggio friulano, quella dei tumuli funerari e e XIII secolo a.C. In generale, si credeva che vi dei castellieri, elementi che costituiscono parte di fossero state due fasi di frequentazione e di fonda- quel tessuto connettivo che unisce il Friuli all’area zione dei castellieri, una nell’ambito dell’inoltrata più orientale del Caput Adriae, comprendente Istria età del bronzo, l’altra tra Bronzo Finale e Ferro: il e Carso triestino, dove la ricognizione sistematica Friuli sembrava dunque abitato, al momento della del paesaggio carsico alla fine del XIX secolo da formazione del sistema insediativo stabile dei terri- parte di Carlo de Marchesetti portò precocemente tori limitrofi, quasi esclusivamente da piccoli inse- all’individuazione degli abitati fortificati e dei tu- diamenti sparsi nella bassa pianura. muli 1. In Friuli, la storia delle ricerche iniziò invece Negli anni ’80, in seguito ad alcuni inter- più tardi con la ricognizione topografica sistematica venti di emergenza condotti dalla Soprintendenza di Lodovico Quarina riassunta nel suo articolo del a S. Odorico di Flaibano, Selvis di Remanzacco, 1943 2, lavoro che costituì un caposaldo, una fonte Campoformido, entravano nel dibattito scientifico imprescindibile di informazioni sui resti monumen- anche i tumuli, di cui si indagavano cronologia, tali della protostoria friulana. I rilievi del Quarina tecniche costruttive, elementi rituali 4. Fu provato fissarono infatti sulla carta un numero considerevo- che i tumuli friulani erano segnacoli monumenta- le di evidenze, molte delle quali – tumuli o parte dei li di tombe singole a inumazione; concepiti come circuiti difensivi degli abitati – destinate a sparire a monumenti isolati o eventualmente riuniti in pic- causa di opere di riassetto territoriale che modifica- coli gruppi, essi non formavano in nessun caso ne- rono sostanzialmente il profilo del paesaggio antro- cropoli consistenti, come rilevato in altre regioni pico friulano. Le indagini archeologiche sul terreno europee. I tumuli potevano coprire tombe a fossa ebbero inizio però solo trent’anni più tardi quando terragna o camere costruite, destinate a ospitare in- furono compiuti i primi scavi a Ponte S. Quirino dividui che il ritrovamento di un pugnale di bron- e Pozzuolo del Friuli ad opera di Giorgio Stacul zo a Selvis di Remanzacco contribuiva a designare e Paola Càssola Guida, dell’Università di Trieste. come personaggi emergenti 5. Vennero allora for- Negli anni ’80, anche grazie alla nascita della So- mulate le prime sintesi interpretative, che accosta- printendenza Archeologica e per i Beni Ambientali, vano il fenomeno dei tumuli friulani a quello che si Architettonici, Artistici del Friuli Venezia Giulia e registrava nelle regioni transalpine e proponevano l’attività di Serena Vitri e Fausto Gnesotto, le esplo- un ampio e non meglio definito spettro cronologico razioni e le conoscenze aumentarono. L’ampia at- nell’ambito dell’età del bronzo, con una preferenza tività sul campo condotta sistematicamente tra gli per il Medio Bronzo 6. anni ’80 e ’90 nei castellieri di Pozzuolo, Castions di Strada, Udine, Palse di Porcìa, Gradisca di Spi- L’inizio del nuovo millennio segnò un pro- limbergo e nei villaggi non fortificati di Canale An- gresso fondamentale nella conoscenza dei castel- fora, Porpetto, Montereale Valcellina consentiva di lieri e dei tumuli. Riguardo a questi ultimi, l’avvio indagare temi quali cronologia, materiali, tecniche di campagne annuali sistematiche (2000-2002) nel costruttive, organizzazione interna degli abitati 3. tumulo di S. Osvaldo, alla periferia di Udine, da Per quanto attiene agli abitati fortificati si ritene- parte dell’Ateneo friulano 7 riportò alla ribalta della va, sulla base dei dati raccolti negli scavi, integrati discussione scientifica il tema dei tumuli, della loro con quelli forniti dalle ricognizioni di superficie, origine, della cronologia, della tecnica costruttiva e che l’inizio del fenomeno dei castellieri in Friuli soprattutto dei loro contesti sociali nell’ambito del- dovesse essere collocato nell’età del bronzo finale la protostoria friulana. Il tumulo di S. Osvaldo con- (circa metà del XII secolo a.C.) e che solo alcuni sisteva in una calotta di ciottoli selezionati, sigillata siti, come Castions di Strada e Ponte S. Quirino, da uno strato argilloso a sua volta sormontato dal potessero essere datati all’incirca alla stessa epoca vero e proprio tumulo, formato da gettate di ghiaia della nascita dei siti fortificati del Carso, dell’Istria e terra. La tomba era una
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