COMUNE DI BOVEGNO Archivio Storico
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COMUNE DI BOVEGNO Archivio storico Inventario Congregazione di carità Ente comunale di assistenza (sec. XVII-1978) versione provvisoria SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA per la Lombardia REGIONE LOMBARDIA Culture, identità e autonomia della Lombardia COMUNITA’ MONTANA VALLE TROMPIA Sistema dei Beni Culturali e Ambientali Sistema archivistico COMUNE DI BOVEGNO provincia di Brescia Cooperativa A.R.C.A. Gardone Val Trompia (Bs) Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno (sec. XVII – 1978) Intervento di riordino ed inventariazione dell’archivio storico 2 Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno Ambiente Ricerca Cultura Arte via XX Settembre, 11 2563 Gardone Val Trompia, Bs. tel. 30.8911581 fax 30.51039 e-mail: [email protected] sito: www.cooperativaarca.it Intervento a cura di: Laura Soggetti, Coop. A.R.C.A. Per la redazione dell’inventario è stato impiegato il software “Archimista” versione 1.2.1 Finito di stampare nel mese di novembre 2014 presso il Centro stampa elettronico A.R.C.A. Gli operatori ringraziano per la collaborazione: Filippo Vignato e Maurizio Savoia, Soprintendenza Archivistica per la Lombardia; Roberto Grassi e Mirella Mancini, Regione Lombardia-Culture, identità e autonomia della Lombardia; Graziella Pedretti, Direzione Area Cultura Comunità Montana di Valle Trompia; Massimo Galeri, coordinatore Sistema Archivistico-Sistema dei Beni Culturali e Ambientali della Comunità Montana di Valle Trompia; l’amministrazione ed il personale del Comune di Bovegno 3 Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno Sommario p. 5 Soggetto conservatore p. 6 Profilo istituzionale p. 8 Soggetto produttore p. 11 Complesso archivistico p. 12 Sezione Atti fino al 1944 p. 13 Carteggio generico p. 55 Amministrazione p. 68 Gestione patrimoniale p. 69 Capitali p. 72 Beni immobili p. 92 Sezione Atti dal 1954 p. 107 Serie particolari p. 108 Protocolli p. 110 Deliberazioni p. 112 Bilanci e conti 4 Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno Soggetto conservatore Comune di Bovegno Tipologia ente pubblico territoriale Condizione giuridica pubblico Cenni storico istituzionali Bovegno è un Comune dell’alta Valle Trompia, situato in un’ampia conca di prati e pascoli a 684 m di altitudine. E’ costituito dalle frazioni di Castello, Graticelle, Magno, Savenone, Piano, Predondo e Zigole Nell’estimo visconteo del 1385 risultava appartenere alla Valle Trompia e nel 1493 contava 2240 anime. Nel 1610, epoca della stesura del Catastico di Giovanni Da Lezze, Bovegno contava 3100 abitanti riuniti in 600 famiglie; il comune era composto dalle frazioni di Graticelle, Ludizzo, Castello, Piano, Zigole, Magno e Predon (oggi Predondo). La popolazione sarà pesantemente decimata dall’epidemia di peste del 1629-1630, in cui morirà oltre il 70% degli abitanti. Con la caduta della Repubblica di Venezia e l’avvento del regime franco-napoleonico il Comune subì nel giro di pochi anni una lunga serie di cambiamenti istituzionali. Passò dal cantone del Mella (1797) al distretto delle Miniere (legge del 2 maggio 1798) e ancora al distretto delle Armi (12 ottobre dello stesso anno); nel 1801 fu incorporato nel distretto I di Brescia; tra il 1798 e il 1805 la frazione di Magno S. Lorenzo venne disaggregata da Bovegno e resa autonoma, per poi essere nuovamente concentrata in Bovegno. Nel 1805 fu designato capoluogo del cantone VI del distretto I di Brescia, che divenne cantone VIII nel 1810. Dal 1816 il territorio fu diviso in distretti e Bovegno fu incluso nel distretto VII omonimo fino al 1853 quando il distretto di Bovegno fu soppresso ed il comune venne inserito nel distretto di Gardone. Nel 1859 fu incluso nel mandamento VIII di Bovegno e riprese la denominazione di Bovegno (senza Magno S. Lorenzo). Con il 1865, anno di promulgazione della legge sull’ordinamento comunale il comune è amministrato da un sindaco, una giunta e consiglio comunale. Sin dai primi anni del secolo XIX si ebbe un progressivo incremento demografico che continuerà fino alla metà del secolo successivo, segno della prosperità economica del paese da sempre basata sull’attività estrattiva e l’allevamento del bestiame. Con il nuovo secolo s’inaugura anche la stagione dell’attività turistica, mentre le miniere, dopo la ripresa dei primi decenni, vengono definitivamente chiuse tra gli anni ’50 e gli anni ’70 del Novecento. Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Brescia della provincia di Brescia. Nel 1927 al comune di Bovegno viene aggregato il soppresso comune di Irma (R. D. 17 novembre 1927, n. 2215), poi ricostituito nel 1955. Nel 1963 al comune di Bovegno viene aggregata la frazione di Savenone di Sopra disaggregata dal comune di Pezzaze. (D. P. R. 3 dicembre 1962, n. 1836). Nel corso del ‘900 l’attività agricola cala drasticamente; gli addetti all’agricoltura, che superavano il 30% della popolazione nel 1931, è ridotta al 7% nel 1961; ha inizio il pendolarismo lavorativo, che vede la maggior parte degli abitanti impegnata nell’industria presso le aziende della media e bassa valle. A partire dagli anni ’70 anche il settore turistico entra in crisi. Venendo così a mancare i tre pilastri dell’economia bovegnese, miniere, agricoltura, e turismo il Comune di Bovegno è destinato al declino. Contatti Tel: 030.926148, Fax: 030.926774, Email: [email protected] Bibliografia Viaggio in Valtrompia, L. Bettari, E. Pintossi, C. Sabatti (a cura di), Brescia, 1994 Atlante valtrumplino. Uomini, vicende e paesi delle valli del Mella e del Gobbia, Brescia, 1982 Enciclopedia bresciana, Antonio Fappani (a cura di), Brescia, edizioni La voce del popolo, 1987 AA.VV., Bovegno di Valle Trompia-Fonti per una storia, Brescia, edizioni Grafo, 1985 5 Congregazione di carità - Ente comunale di assistenza di Bovegno Profilo istituzionale L’istituto delle Congregazioni di Carità affonda le proprie radici nei secoli XV e XVI, quando, per la diffusa povertà e per la necessità dei piccoli artigiani di avere una certa liquidità, vengono a costituirsi opere pie o consorzi che, potendo contare sulle rendite derivanti da capitali investiti o immobili, concedono prestiti ad interessi modesti, assistono i poveri e gli emarginati, praticano la dispensa di sale, farina e altri generi di prima necessità; tali enti nascevano o presso le parrocchie, per mezzo di confraternite, o presso i comuni, attraverso, per esempio, i Monti del miglio, del grano o del sale. Tali istituti si diffondono capillarmente, giungendo pressoché inalterati fino agli inizi del secolo XIX, quando, con le soppressioni napoleoniche, vengono resi pubblici e si trasformano così in Congregazioni di Carità (nel 183 con la Repubblica Cisalpina e nel 187 con il Regno Italico). Le “Istruzioni generali per l’organizzazione delle Congregazioni della Carità” del 187 precisano che ciascuna congregazione è divisa in tre commissioni: Ospedali, Ospizi ed Orfanotrofi e infine Elemosine e dei Monti di pietà, ove quest’ultima era chiaramente la più diffusa, trovandosi quasi in tutti i comuni. Le Congregazione vengono abolite con la Restaurazione. Nel 1815, viene riattivata la legislazione austriaca che modifica la denominazione da Congregazioni di carità a Pii istituti elemosinieri e ne semplifica il passato regime. La nuova amministrazione è costituita da un solo amministratore che cura la gestione del patrimonio e da un direttorio elemosiniero che si occupa dell'erogazione delle elemosine. Il direttorio si compone di due membri: il parroco locale e un deputato comunale dimorante nel comune. Nel 1859 si arriva ad una più completa riorganizzazione delle Opere pie: ciascuna Opera viene posta sotto la tutela della Deputazione provinciale dalla quale riceve l’approvazione di bilanci e conti, contratti d’acquisto o alienazione e i deliberazioni riguardanti il patrimonio. Lo stato unitario, con la legge 3 agosto 1862, istituisce presso ogni comune del Regno una Congregazione di carità con lo scopo di curare l'amministrazione dei beni destinati all'erogazione di sussidi e altri benefici per i poveri. La Congregazione di carità, ente morale sostenuto con donazioni e lasciti, cura gli interessi dei poveri e ne assume la rappresentanza legale davanti all'autorità amministrativa e giudiziaria, amministra i beni assegnati per elargire le rendite in rispetto della legislazione vigente, offre assistenza agli orfani e ai minorenni abbandonati, ai ciechi e ai sordomuti poveri. Il sostentamento dell'istituto è rappresentato dalle somme assegnate da enti pubblici (comune, istituti di credito) e dalle rendite dei beni donati o lasciati da privati. L’ ente è anche incaricato dell'amministrazione delle opere pie preesistenti, sovrintende al conseguimento degli scopi delle opere pie poste sotto la sua dipendenza con i redditi derivanti dal patrimonio di ciascuna di esse. La gestione della Congregazione è affidata a un consiglio d'amministrazione composto da un presidente e da un numero variabile di componenti (dipendente dell'entità della popolazione residente) eletti dal consiglio comunale, in parte al proprio interno e dispone di un segretario e di un tesoriere per la gestione rispettivamente della corrispondenza e della contabilità. Lo strumento regolatore dell'attività è lo statuto organico. Il successivo intervento normativo, teso a disciplinare in maniera più organica l’intero settore avviene nel 1890, all’interno dell’articolato quadro di riforme amministrative varate da Francesco Crispi. Con la legge 3 giugno