I Quaderni Del Castello
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Gruppo Amici della Storia Locale “Giuseppe Gerosa Brichetto” I QUADERNI DEL CASTELLO NUMERO 4 CONFERENZE AL CASTELLO DI PESCHIERA BORROMEO MAGGIO 2013 PRESENTAZIONE Puntuali come i fiori di maggio, anche in questa primavera “sbocciano” i nostri Quaderni del Castello, quarto fascicolo della serie, presentati in anteprima dentro la splendida cornice del Castello di Peschiera Borromeo, a cui funge da prezioso “naturale” corollario il giardino della nobile dimora, ricco di variopinte infiorescenze ed essenze. Tutto ciò è reso possibile, in primis, dalla squisita liberalità e cortesia dei Conti Franco e Filippo Borromeo, che nuovamente accolgono da loro pari, nel salone d’onore che già fu di San Carlo, del Cardinal Federico e di Renato Borromeo, i soci del “Gruppo Amici della Storia Locale”, per ascoltare gli inediti contributi storico-letterari degli Autori Luigi Bardelli, Clotilde Fino, Emanuele Dolcini, Nino Dolcini, Sergio Leondi. A questi ultimi si affianca idealmente, anzi giustamente li precede, nella presente edizione del 2013, la grande indimenticabile persona di Gianvico Borromeo, il nostro “Conte gentile” per antonomasia, che in molti, noi del GASL, abbiamo conosciuto e stimato, genitore degli attuali castellani: per decenni fine diplomatico al servizio dello Stato italiano, ma altresì uomo di cultura, intellettuale e letterato come pochi, soprattutto innamorato di Peschiera come nessun altro; per rendere un postumo e caro omaggio al Conte Gianvico, pubblichiamo per la prima volta il testo di una “conversazione” da Lui tenuta a Milano presso il Circolo dell’Unione il 10 aprile 1986, intrisa di “milanesità”, di gustosi aneddoti storici e di simpatico humor: un ottimo regalo, pensiamo, per chiunque abbia a cuore la nostra bella terra lombarda e non solo. Gratitudine rinnoviamo inoltre alla Pro loco di Peschiera Borromeo e alla Cooperativa Edificatrice Lavoratori di Peschiera Borromeo: anche stavolta, queste due importanti realtà contribuiscono in maniera sostanziale alla stampa di questo numero dei Quaderni: la prima, esercitando non solo il ruolo istituzionale che ad essa compete, di sostegno alle iniziative che valorizzano il territorio, di “amor patrio” per le “piccole patrie” locali; ma di più, condividendo il nostro progetto di dare voce e parola, anche scritta, a chi crede fermamente che la Cultura, nel nostro caso quella storiografica, costituisca un bene fondamentale per tutta la società; dal canto suo la Coop Edificatrice, che l’anno scorso ha festeggiato il 60° compleanno, sin dalla nascita e fin nel proprio statuto dimostra una particolare attenzione per la diffusione del sapere variamente inteso, teso a far crescere il livello socio-culturale dei soci e dei nostri Comuni: cioè Cultura, come fattore di crescita sociale. Ottima consuetudine che si ripete, quella che vede i Quaderni del Castello - impaginati con la preziosa collaborazione dell’amico fotografo Roberto Casetta - non soltanto in formato cartaceo: è stata appena resa disponibile on line, sul blog della nostra Associazione, la versione in formato digitale, che chiunque, ovunque si trovi, può leggere e stampare, digitando http://gasl.wordpress.com. Riprendendo parole già usate in occasione dei numeri precedenti, torniamo a ribadire che apprezzeremo moltissimo i lettori “tradizionali” e i moderni utenti del web che divulgheranno i nostri Quaderni, così come saremo ben contenti di ricevere materiali e testi inediti che ci riserviamo di pubblicare nelle edizioni future. L’indirizzo a cui rivolgersi è il seguente: [email protected]. Come sempre, buona lettura a tutti, in attesa del prossimo appuntamento, il quinto della serie. Gruppo Amici della Storia locale “Giuseppe Gerosa Brichetto” 1 IL GASL Il GASL nasce nel 1997 per volontà di un gruppo di persone legate tra loro da vincoli di amicizia e collaborazione, cultori a vario titolo della storia locale, con lo scopo di approfondire storia, tradizioni, arte dei centri minori compresi tra Milano, Lodi e Pavia; chi più, chi meno, tutte avevano avuto in Gerosa Brichetto (insigne storico del territorio, mancato un anno prima) il proprio Maestro e ispiratore: a Lui decidono quindi di intitolare questa neonata libera associazione. Per scelta, l’apparato formale e burocratico è ridotto all’osso: non esistono statuti, registri contabili, tessere di iscrizione; non si paga nulla per far parte del sodalizio; non ci sono né dirigenti né subalterni gregari, ma si è tutti “eguali”. È sufficiente comunicare il proprio nominativo, amare la storia e in ispecie quella locale, e si diventa socio del GASL. Le riunioni sono periodiche e itineranti: ci si ritrova (contattati preferibilmente via e.mail), in genere una volta al mese, presso biblioteche o spazi pubblici messi gentilmente a disposizione dai Comuni che ci vedono presenti, ovvero in abitazioni private, di noi soci. Diverse volte l’occasione dei meeting è offerta dalla presentazione di libri o manifestazioni culturali, a cui interveniamo. Quaderni del Castello, n. 1: Sergio Leondi, “La Fabbrica di Linate (1834-1845). Il primo esperimento in Italia di filatura meccanica della lana”, pag. 3; Giuseppe Pettinari, “La cascina, un microcosmo autosufficiente”, pag. 15. Quaderni del Castello, n. 2: Luigi Bardelli, Giovanni Canzi, Doretta Vignoli, “San Carlo e Melegnano”, pag. 2; Sergio Leondi, “La fortuna di un libro e i crucci del suo Autore. Giovanni Pietro Giussano biografo di San Carlo Borromeo”, pag. 7; Giuseppe Pettinari, “L’attentato a San Carlo Borromeo. Gli Umiliati e il Vescovo di Lodi Antonio Scarampo”, pag. 21; Ernesto Prandi, “Il melegnanese Carlo Bascapè e la ‘Vita’ di San Carlo”, pag. 30; Egidio Tornielli, “I reliquiari a busto di San Carlo nel Lodigiano: inventario analitico”, pag. 33. Quaderni del Castello, n. 3: Lara Maria Rosa Barbieri, “La decorazione plastica della chiesa di San Carlo al Corso e La pia Madre nel venerdì santo, una storia dimenticata”, pag. 3; Luigi Bardelli, “Scambi epistolari tra Giangiacomo Medici e Pietro Aretino”, pag. 8; Emanuele Dolcini, “Poeta e Vescovo: il Venerabile Carlo Bascapè”, pag. 18; Marco Gerosa, “Cenni su una chiesa scomparsa dell’Alto Lodigiano: San Pietro de Roxetello”, pag. 23; Sergio Leondi, “«Dalla Peschiera… mando i biscottini». L’Arcivescovo Federico Borromeo al Castello e dintorni”, pag. 25; Sergio Leondi, “San Carlo Borromeo: saggio di medaglie dalla Collezione di Giancarlo Mascher”, pag. 28; Giuseppe Pettinari, “Sulle tracce di un’antica strada romana. La Laus Pompeia - Mediolanum nel tratto scomparso da Lodi Vecchio a Sordio”, pag. 42. Quaderni del Castello, n. 4: Gianvico Borromeo, “O tempora! O mores!”, pag. 3; Luigi Bardelli, “Una lettera e un sonetto di Pietro Aretino in morte di Giangiacomo Medici”, pag. 12; Emanuele Dolcini, “Il pensiero economico spirituale di Bernardino de’ Bustis attraverso il Rosarium Sermonum Predicabilium nella Collezione di Ernesto Prandi”, pag. 14; Nino Dolcini, “Quando Paolo Frisi era contrario alla Gran guglia del Duomo di Milano”, pag. 21; Clotilde Fino, “La corrispondenza tra Francesco de Lemene e i Conti Borromeo”, pag. 25; Sergio Leondi, “Da Genova a Colturano: i Fregoso e l’impresa delle chiavi incrociate. Ricerche intorno al nuovo stemma scoperto nel Palazzo Visconti Fregoso al centro del paese”, pag. 29. In copertina: Il Castello di Peschiera Borromeo, acquerello di Giannino Grossi, 1933. © Copyrght 2013 by : the Authors Coordinamento di Sergio Leondi Impaginazione: Sergio Leondi, Roberto Casetta Stampato nel mese di aprile 2013 da Wip Copy, Peschiera Borromeo 2 GIANVICO BORROMEO O TEMPORA! O MORES! CONVERSAZIONE SCONSIGLIATA AI MINORI DI SESSANT’ANNI Lo scorso anno, in questa medesima sala, ho commemorato il Manzoni nel secondo centenario della nascita: eravamo in marzo, il mese in cui era nato. Quest’anno vi commemoro me stesso nel settantacinquesimo anniversario della nascita: siamo in aprile, il mese in cui sono nato. E chiedo venia al Manzoni per il disinvolto accostamento, che può sembrare irriverenza, ma è soltanto affetto cordiale. All’origine di quanto sto per raccontare, vi è l’auspicio formulato dal carissimo amico Alberto Sormani, il quale, nella sua spiritosa conversazione del 24 ottobre scorso, si augurava che, dopo i ricordi suoi, qualcuno si facesse avanti con i propri. Mi sono detto: ci provo. E ho fatto appello ai tanti che mi precedono nell’eternità, ma che vivono con me, dentro di me, e parlano tutti i giorni con me, come se continuassero a camminare con me lungo le disagevoli strade di questa terra. Ed essi mi hanno suggerito di tenere un tono di affettuosa allegrezza nel ricreare qualche tratto della loro figura o nel rammentare qualche momento della loro vita. Allora, ho pensato che le mie parole richiedevano un titolo che già di per sé preludesse a quel tono e muovesse a sorriso coloro che mi avrebbero ascoltato. Così ho scelto quello di “O tempora! O mores! Questo titolo riprende - lo dico per chi non lo ricordasse - una delle celebri esclamazioni pronunciate da Cicerone nelle sue implacabili requisitorie contro taluni perversi personaggi del tempo suo, quali Catilina, Verre e altri. In seguito, costoro e altri ancora, segnati a dito da Cicerone per i loro misfatti, incaricarono operatori specializzati di far tacere il tremendo accusatore. Fu così che, dalla chiusa lettiga sulla quale viaggiava, sporse il capo perché da qualcuno artatamente chiamato e lo ebbe mozzato netto da un fendente di spada. Mi duole pensare alla immeritata fine di Cicerone (benché mi abbia alquanto tormentato in periodo liceale); ma mi duole ancor più constatare