LN 1-2-2005 Master Vers
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Gustavo Pallicca è giudice di gara della FIDAL, starter nazionale e giudice di partenza internazionale. Nel 1996 ha pubblicato Ai Vostri posti, pronti, via. Del 1999 è la biografia di Arturo Maffei. Nel 2006 e nel 2009 ha pubblicato i primi due volumi sulla Storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici. è membro dell’Association Track & Field Statisticians, segretario della SISS e del- PERCORSI l’ASAI. colpito dalla freschezza e agilità di quella piccola atleta L’ONDINA ANOMALA dai capelli castani (che con il passare degli anni tesero al biondo), che correva e saltava con grande slancio e natu- La complicata storia di Trebisonda Valla ralezza. La ragazzina aveva appena undici anni, era nata infatti a Bologna il 20 maggio 1916, nel quartiere Santa di Gustavo Pallicca Viola, e frequentava la quinta classe della Scuola ele- mentare “Edmondo de Amicis” nel popoloso quartiere Quando il Capitano Vittorio Costa, presidente del Co- di Porta Galliera. Era figlia di Gaetano Valle, un esperto mitato emiliano della Federazione Italiana Sport Atleti- artigiano che conduceva una officina di fabbro nella ci, molto attivo nella azione di reclutamento di giovani estrema periferia di Bologna, e di Andreana Pezzoli, una leve nella sua veste di funzionario del Dipartimento donna dedita alla casa e alla famiglia. Trebisonda era dello Sport, vide quella ragazzina filiforme con la folta e l’ultima arrivata in una nidiata dove già figuravano crespa capigliatura e un nome impossibile, distinguersi quattro vispi maschietti. I fratelli Augusto, Filippo, Wal- sui 50 metri piani e nel salto in lungo (3,52 m), e poi su- ter e Rito facevano già sport a livello scolastico e due di perare abbastanza agevolmente con una già apprezzabi- loro, Augusto e Rito, si distinsero nella squadretta della le sforbiciata la cordicella tesa fra i due ritti del salto in Scuola “Salvatore Muzzi” tanto che nel 1928 ottennero alto alla misura di 1,10 m, si rese subito conto, da uomo significativi successi nelle coppe “Bologna” e “Littoria- esperto e competente, di essere di fronte ad un soggetto le”. Chi può dire che l’emulazione dei fratelli più grandi che meritava sicuramente una segnalazione alla direzio- non abbia anch’essa influito, oltre alle sollecitazioni del ne della scuola per l’avviamento all’atletica leggera. Cap. Costa, sulle future scelte della sorellina Trebisonda? La scoperta del capitano Genesi di un nome Francesco Vittorio Costa era un tecnico navigato, avendo Già, Trebisonda! Un nome sul quale gli storici, dell’atle- gareggiato fin dal 1914 per la “Virtus” di Bologna, lau- tica e non, hanno fantasticato a lungo, riconducendo la reandosi campione italiano correndo una frazione della prima e fatale segnalazione fatta dal papà Gaetano all’a- staffetta 4x400. Poi la parentesi della guerra, la Grande nagrafe del comune di Bologna ad una presunta predile- Guerra, ne aveva bloccato la carriera agonistica indiriz- zione per la omonima cittadina turca sul Mar Nero (l’an- zandolo, una volta cessate le ostilità, verso ruoli dirigen- tica Trapezunte), nome che gli balzava agli occhi ogni ziali e tecnici. Dal 1922 era infatti stato eletto nel consi- volta che passando nel vicolo bolognese posto fra le due glio direttivo della “Virtus” e nel 1925, quando la Fisa torri, quella degli Asinelli e la Garisenda, lo leggeva nel- trasferì la sua sede a Bologna, Costa entrò a far parte la insegna posta in alto scatenando la sua fantasia verso della Giunta Esecutiva insieme a Alberto Buriani (presi- una città da “Mille e una Notte” anziché verso quel por- dente) e all’on. Leandro Arpinati (vice presidente). Era to commerciale molto caro a pisani e genovesi! C’è un’al- molto stimato per la sua competenza e conoscenza del tra tesi, anch’essa stimolante, ipotizzata dall’amico Gior- mondo dell’atletica di allora, tanto da venire chiamato gio Bernardi, il quale ha visionato i quotidiani “Avveni- nel 1928 a far parte della giuria dei Giochi Olimpici di re” e “Resto del Carlino” del 1916 rilevando come, pro- Amsterdam insieme al dr. Franco Giongo, altro grande prio a cavallo dei giorni in cui la piccola Valla venne alla atleta della “Virtus”, e allo stesso Arpinati. Il 23 giugno luce, le cronache riportassero le notizie dei violenti bom- 1927, durante la “Coppa Bologna”, manifestazione che bardamenti del porto di Trebisonda da parte delle trup- vedeva in lizza tutte le scuole elementari del capoluogo pe armene impegnate in conflitto armato con i turchi. emiliano, il Cap. Costa era puntualmente al suo posto di Tutto ciò potrebbe far pensare che il martellante richia- organizzatore/osservatore dell’evento e venne subito mo dei giornali avesse colpito Gaetano Valla al punto di 32 L’ONDINA G. PALLICCA ANOMALA L’ONDA CHE SORPASSA OGNI OSTACOLO «Guardando fuori bordo le onde che si frangevano sui fianchi della imbarcazione, il giornalista, con felice e agevolata intuizione, dette un taglio al roboante Trebisonda e propose alla intimidita ragazza quello più poetico, leggero e simpatico di “Ondina”». 33 PERCORSI registrare la figlia con il nome della tormentata cittadina Le prime discese in campo turca. Comunque Trebisonda fu e tale rimase, almeno Ai primi del 1928, esattamente il 12 di gennaio, nei locali finché un geniale giornalista, al seguito della squadra al coperto realizzati sotto le ampie tribune dello Stadio nazionale italiana per l’incontro Italia - Belgio del 1930, Littoriale, inaugurato il 29 maggio del 1927 con la partita durante una escursione in barca nel golfo di Napoli fece di calcio Italia – Spagna (2-0) disputata alla presenza del notare alla ragazza che il nome era troppo lungo e trop- Re Vittorio Emanuele III e dell’Infante di Spagna, si svol- po “pesante” per una adolescente. Guardando fuori bor- se la prima riunione di atletica leggera riservata alle alun- do le onde che si frangevano sui fianchi della imbarca- ne dei corsi integrativi. Il programma prevedeva gare di zione, il giornalista, con felice e agevolata intuizione, salto in alto e salto in lungo con rincorsa e della corsa sui dette un taglio al roboante Trebisonda e propose alla in- 50 metri (quest’ultima da disputarsi all’aperto). Era la timidita ragazza quello prima volta dell’anno più poetico, leggero e che le alunne erano simpatico di “Ondina”; chiamate in campo il tutto con l’approva- aperto a difendere i co- zione della Signorina lori delle loro scuole. Marina Zanetti, respon- L’impegno delle inse- sabile della nazionale gnanti, stimolate anche azzurra femminile e dalle direttive che giun- nume tutelare delle ra- gevano dal Cap. Costa, gazze affidate alle sue inutile dirlo molto im- cure. Ma anche in que- pegnato e integrato an- sto caso è la stessa Valla che nella segreteria pro- che smentisce la delica- vinciale del Partito Na- ta ipotesi: in una inter- zionale Fascista, fu mol- vista rilasciata l’8 mag- to produttivo: tre furo- gio 1994 alla studiosa no le scuole che mag- bolognese Gigliola Go- giormente si distinsero ri, la Valla ebbe a di- 1922. Ritratto della famiglia Valla. Ondina, in basso a destra, con i genitori e i in questa azione di re- quattro fratelli all’età di sei anni. chiarare che il nomi- clutamento e avvio al- gnolo di Ondina era l’agonismo delle giova- frutto di un errore del giornalista che nel suo reportage nissime alunne, la “Scuola Salvatore Muzzi”, la “Scuola aveva scritto “Trebitonda” anziché Trebisonda, errore Giovanni Manzolini” e la “Scuola Giacomo Venezian”, che si era poi trasformato in un vezzeggiativo “Trebiton- dove il Cap. Costa aveva posto gli occhi su un’altra ra- dina” e poi semplicemente “Ondina”. «Da allora tutti mi gazzina “terribile”, tale Claudia Testoni, pure lei bolo- chiamarono Ondina - concluse la Valla - ad eccezione dei gnese, classe 1915 (19 dicembre), destinata anch’essa a far miei parenti che cominciarono a chiamarmi col diminu- molto parlare di sé nel campo dell’atletica. Quel 12 gen- tivo molto più tardi, dopo i Giochi Olimpici di Berlino». naio la temperatura era particolarmente rigida: era nevi- Ma torniamo alla “Muzzi”, dove il Maestro Formigini cato, e quindi la gara di corsa sui 50 metri non poté dis- continuò ad occuparsi delle ragazze da presentare alla putarsi. Si svolsero invece al coperto le due gare di salto “Coppa del Littoriale” (altra manifestazione nata e svi- che videro entrambe la vittoria della Valla (1,23 m e 4,04 luppatasi sotto l’egida dell’on. Arpinati) ed in particola- m)1; nella gara di salto in lungo al terzo posto si classificò re della Valla dietro esplicita richiesta del Cap. Costa. Claudia Testoni della “Venezian” con 3,64 m. Fu questo, 34 L’ONDINA G. PALLICCA ANOMALA almeno con i crismi dell’ufficialità, il primo degli “scon- (1,35 m) che apparteneva a Eleonora Tonelli, anch’essa tri” fra le due atlete che andranno poi a ripetersi innume- militante nella “Bologna Sportiva”, mentre la Testoni revoli volte nel corso degli anni a venire.2 L’8 marzo sem- giunse seconda con l’ottima misura di 1,30 m. La Testoni pre del 1929 ebbe luogo la seconda riunione di atletica ri- vinse invece il lungo con 4,08 m, gara nella quale la Valla servata alle alunne dei corsi integrativi: nelle due gare di fu solo quarta con 3,88 m. Le due ragazze si cimentarono salto in programma vinse ancora Trebisonda. La ragazzi- anche nella corsa veloce (50 m), ma vennero battute da na si migliorò nell’alto superando 1,28 m e saltando in Sara Zini della “Venezian” che uguagliò con il tempo di lungo 4,01 m. Claudia Testoni questa volta fu terza in tut- 7”4/5 il record della manifestazione di Cesarina Bernardi te e due le specialità (1,20 e 3,88).