Gustavo Pallicca è giudice di gara della FIDAL, starter nazionale e giudice di partenza internazionale. Nel 1996 ha pubblicato Ai Vostri posti, pronti, via. Del 1999 è la biografia di Arturo Maffei. Nel 2006 e nel 2009 ha pubblicato i primi due volumi sulla Storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici. è membro dell’Association Track & Field Statisticians, segretario della SISS e del-

PERCORSI l’ASAI.

colpito dalla freschezza e agilità di quella piccola atleta L’ONDINA ANOMALA dai capelli castani (che con il passare degli anni tesero al biondo), che correva e saltava con grande slancio e natu- La complicata storia di Trebisonda Valla ralezza. La ragazzina aveva appena undici anni, era nata infatti a Bologna il 20 maggio 1916, nel quartiere Santa di Gustavo Pallicca Viola, e frequentava la quinta classe della Scuola ele- mentare “Edmondo de Amicis” nel popoloso quartiere Quando il Capitano Vittorio Costa, presidente del Co- di Porta Galliera. Era figlia di Gaetano Valle, un esperto mitato emiliano della Federazione Italiana Sport Atleti- artigiano che conduceva una officina di fabbro nella ci, molto attivo nella azione di reclutamento di giovani estrema periferia di Bologna, e di Andreana Pezzoli, una leve nella sua veste di funzionario del Dipartimento donna dedita alla casa e alla famiglia. Trebisonda era dello Sport, vide quella ragazzina filiforme con la folta e l’ultima arrivata in una nidiata dove già figuravano crespa capigliatura e un nome impossibile, distinguersi quattro vispi maschietti. I fratelli Augusto, Filippo, Wal- sui 50 metri piani e nel salto in lungo (3,52 m), e poi su- ter e Rito facevano già sport a livello scolastico e due di perare abbastanza agevolmente con una già apprezzabi- loro, Augusto e Rito, si distinsero nella squadretta della le sforbiciata la cordicella tesa fra i due ritti del salto in Scuola “Salvatore Muzzi” tanto che nel 1928 ottennero alto alla misura di 1,10 m, si rese subito conto, da uomo significativi successi nelle coppe “Bologna” e “Littoria- esperto e competente, di essere di fronte ad un soggetto le”. Chi può dire che l’emulazione dei fratelli più grandi che meritava sicuramente una segnalazione alla direzio- non abbia anch’essa influito, oltre alle sollecitazioni del ne della scuola per l’avviamento all’atletica leggera. Cap. Costa, sulle future scelte della sorellina Trebisonda?

La scoperta del capitano Genesi di un nome Francesco Vittorio Costa era un tecnico navigato, avendo Già, Trebisonda! Un nome sul quale gli storici, dell’atle- gareggiato fin dal 1914 per la “Virtus” di Bologna, lau- tica e non, hanno fantasticato a lungo, riconducendo la reandosi campione italiano correndo una frazione della prima e fatale segnalazione fatta dal papà Gaetano all’a- staffetta 4x400. Poi la parentesi della guerra, la Grande nagrafe del comune di Bologna ad una presunta predile- Guerra, ne aveva bloccato la carriera agonistica indiriz- zione per la omonima cittadina turca sul Mar Nero (l’an- zandolo, una volta cessate le ostilità, verso ruoli dirigen- tica Trapezunte), nome che gli balzava agli occhi ogni ziali e tecnici. Dal 1922 era infatti stato eletto nel consi- volta che passando nel vicolo bolognese posto fra le due glio direttivo della “Virtus” e nel 1925, quando la Fisa torri, quella degli Asinelli e la Garisenda, lo leggeva nel- trasferì la sua sede a Bologna, Costa entrò a far parte la insegna posta in alto scatenando la sua fantasia verso della Giunta Esecutiva insieme a Alberto Buriani (presi- una città da “Mille e una Notte” anziché verso quel por- dente) e all’on. Leandro Arpinati (vice presidente). Era to commerciale molto caro a pisani e genovesi! C’è un’al- molto stimato per la sua competenza e conoscenza del tra tesi, anch’essa stimolante, ipotizzata dall’amico Gior- mondo dell’atletica di allora, tanto da venire chiamato gio Bernardi, il quale ha visionato i quotidiani “Avveni- nel 1928 a far parte della giuria dei Giochi Olimpici di re” e “Resto del Carlino” del 1916 rilevando come, pro- Amsterdam insieme al dr. Franco Giongo, altro grande prio a cavallo dei giorni in cui la piccola Valla venne alla atleta della “Virtus”, e allo stesso Arpinati. Il 23 giugno luce, le cronache riportassero le notizie dei violenti bom- 1927, durante la “Coppa Bologna”, manifestazione che bardamenti del porto di Trebisonda da parte delle trup- vedeva in lizza tutte le scuole elementari del capoluogo pe armene impegnate in conflitto armato con i turchi. emiliano, il Cap. Costa era puntualmente al suo posto di Tutto ciò potrebbe far pensare che il martellante richia- organizzatore/osservatore dell’evento e venne subito mo dei giornali avesse colpito Gaetano Valla al punto di

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L’ONDA CHE SORPASSA OGNI OSTACOLO

«Guardando fuori bordo le onde che si frangevano sui fianchi della imbarcazione, il giornalista, con felice e agevolata intuizione, dette un taglio al roboante Trebisonda e propose alla intimidita ragazza quello più poetico, leggero e simpatico di “Ondina”».

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registrare la figlia con il nome della tormentata cittadina Le prime discese in campo turca. Comunque Trebisonda fu e tale rimase, almeno Ai primi del 1928, esattamente il 12 di gennaio, nei locali finché un geniale giornalista, al seguito della squadra al coperto realizzati sotto le ampie tribune dello Stadio nazionale italiana per l’incontro Italia - Belgio del 1930, Littoriale, inaugurato il 29 maggio del 1927 con la partita durante una escursione in barca nel golfo di Napoli fece di calcio Italia – Spagna (2-0) disputata alla presenza del notare alla ragazza che il nome era troppo lungo e trop- Re Vittorio Emanuele III e dell’Infante di Spagna, si svol- po “pesante” per una adolescente. Guardando fuori bor- se la prima riunione di atletica leggera riservata alle alun- do le onde che si frangevano sui fianchi della imbarca- ne dei corsi integrativi. Il programma prevedeva gare di zione, il giornalista, con felice e agevolata intuizione, salto in alto e salto in lungo con rincorsa e della corsa sui dette un taglio al roboante Trebisonda e propose alla in- 50 metri (quest’ultima da disputarsi all’aperto). Era la timidita ragazza quello prima volta dell’anno più poetico, leggero e che le alunne erano simpatico di “Ondina”; chiamate in campo il tutto con l’approva- aperto a difendere i co- zione della Signorina lori delle loro scuole. Marina Zanetti, respon- L’impegno delle inse- sabile della nazionale gnanti, stimolate anche azzurra femminile e dalle direttive che giun- nume tutelare delle ra- gevano dal Cap. Costa, gazze affidate alle sue inutile dirlo molto im- cure. Ma anche in que- pegnato e integrato an- sto caso è la stessa Valla che nella segreteria pro- che smentisce la delica- vinciale del Partito Na- ta ipotesi: in una inter- zionale Fascista, fu mol- vista rilasciata l’8 mag- to produttivo: tre furo- gio 1994 alla studiosa no le scuole che mag- bolognese Gigliola Go- giormente si distinsero ri, la Valla ebbe a di- 1922. Ritratto della famiglia Valla. Ondina, in basso a destra, con i genitori e i in questa azione di re- quattro fratelli all’età di sei anni. chiarare che il nomi- clutamento e avvio al- gnolo di Ondina era l’agonismo delle giova- frutto di un errore del giornalista che nel suo reportage nissime alunne, la “Scuola Salvatore Muzzi”, la “Scuola aveva scritto “Trebitonda” anziché Trebisonda, errore Giovanni Manzolini” e la “Scuola Giacomo Venezian”, che si era poi trasformato in un vezzeggiativo “Trebiton- dove il Cap. Costa aveva posto gli occhi su un’altra ra- dina” e poi semplicemente “Ondina”. «Da allora tutti mi gazzina “terribile”, tale , pure lei bolo- chiamarono Ondina - concluse la Valla - ad eccezione dei gnese, classe 1915 (19 dicembre), destinata anch’essa a far miei parenti che cominciarono a chiamarmi col diminu- molto parlare di sé nel campo dell’atletica. Quel 12 gen- tivo molto più tardi, dopo i Giochi Olimpici di Berlino». naio la temperatura era particolarmente rigida: era nevi- Ma torniamo alla “Muzzi”, dove il Maestro Formigini cato, e quindi la gara di corsa sui 50 metri non poté dis- continuò ad occuparsi delle ragazze da presentare alla putarsi. Si svolsero invece al coperto le due gare di salto “Coppa del Littoriale” (altra manifestazione nata e svi- che videro entrambe la vittoria della Valla (1,23 m e 4,04 luppatasi sotto l’egida dell’on. Arpinati) ed in particola- m)1; nella gara di salto in lungo al terzo posto si classificò re della Valla dietro esplicita richiesta del Cap. Costa. Claudia Testoni della “Venezian” con 3,64 m. Fu questo,

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almeno con i crismi dell’ufficialità, il primo degli “scon- (1,35 m) che apparteneva a Eleonora Tonelli, anch’essa tri” fra le due atlete che andranno poi a ripetersi innume- militante nella “Bologna Sportiva”, mentre la Testoni revoli volte nel corso degli anni a venire.2 L’8 marzo sem- giunse seconda con l’ottima misura di 1,30 m. La Testoni pre del 1929 ebbe luogo la seconda riunione di atletica ri- vinse invece il lungo con 4,08 m, gara nella quale la Valla servata alle alunne dei corsi integrativi: nelle due gare di fu solo quarta con 3,88 m. Le due ragazze si cimentarono salto in programma vinse ancora Trebisonda. La ragazzi- anche nella corsa veloce (50 m), ma vennero battute da na si migliorò nell’alto superando 1,28 m e saltando in Sara Zini della “Venezian” che uguagliò con il tempo di lungo 4,01 m. Claudia Testoni questa volta fu terza in tut- 7”4/5 il record della manifestazione di Cesarina Bernardi te e due le specialità (1,20 e 3,88). Mentre si svolgeva que- (“Bologna Sportiva”).3 Noterete che ho dato molto spazio sta attività didattica e la a queste gare, che nel “Virtus” svolgeva la sua contesto di una carriera funzione istituzionale sportiva come quella volta anche al recluta- della Valla costituiscono mento della gioventù la parte meno qualifica- maschile, l’on. Leandro ta sotto il profilo pura- Arpinati, podestà di Bo- mente tecnico. Ritengo logna, gettò le basi per tuttavia che esse siano la costituzione di una invece molto importanti nuova Associazione sotto l’aspetto storico, Sportiva, la “Bologna anche perché molte vol- Sportiva” che, nello spi- te ignorate ed offuscate rito del suo ideatore, dal bagliore dei successi avrebbe dovuto racco- che arriveranno in se- gliere ogni branca della guito. L’attivismo del- vita sportiva cittadina, l’on. Arpinati e del Cap. ivi compresa l’attività Costa, coadiuvati dalle femminile, nel magnifi- strutture organizzative co tempio del Littoriale, della segreteria del PNF individuato come sede 1936. Ondina alle Olimpiadi di Berlino, nella finale degli 80 metri ostacoli bolognese, non aveva ideale dell’iniziativa. che le valse la medaglia d’oro. soste. In un momento in Presidente onorario del cui l’attività atletica nuovo sodalizio era la Signora Rita Arpinati, moglie del femminile era ridotta veramente a poca cosa e i campio- gerarca bolognese. Inutile dire che la nuova società ac- nati italiani indetti solo a partire dal 1923, la “Bologna quisì subito nelle sue file le giovanissime speranze Valla e Sportiva” organizzò una riunione internazionale, un Testoni, insieme ad altre piccole atlete postesi in evidenza evento che a detta dei cronisti dell’epoca fu una fra le più nelle gare scolastiche. La manifestazione che interessava complete manifestazioni svoltesi in Italia e fra le maggio- le scuole integrative di Bologna era intanto giunta alla ri organizzate fino ad allora in Europa. sua terza riunione: la Scuola “Muzzi” prevalse sulla “Ve- La “grande riunione” fu programmata proprio nei gior- nezian” di una trentina di punti e si aggiudicò la vittoria ni in cui a Bologna si svolgevano i lavori del Congresso finale. Bello il duello fra Valla e Testoni nella prova di sal- della Fédérazion Sportive Féminine International, fon- to in alto, risoltasi a vantaggio di Trebisonda che riuscì a data il 31 ottobre 1921 dalla francese Alice Milliat valicare 1,32 m sfiorando il record della manifestazione (5.5.1884/19.5.1957) ed alla quale aveva aderito anche la

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Federazione Italiana Atletica Femminile, costituitasi il 6 Ondina va in trasferta maggio 1923 a Milano in occasione della prima edizione Dopo l’esordio in campo internazionale, sia pure in una dei Campionati Italiani femminili. Si iscrissero alla ri- manifestazione da loro organizzata, i dirigenti della “Bo- unione internazionale le migliori atlete in circolazione in logna Sportiva” si convinsero che era opportuno, per far rappresentanza di cinque nazio- maturare le loro atlete, uscire ni: Francia, Gran Bretagna, Polo- dalla quotidianità locale e tenta- nia, Cecoslovacchia e Italia, le re la sorte anche in campi ester- più progredite in atletica. La ni, che non sarebbero stati neces- “Bologna Sportiva” iscrisse alla sariamente ostili alle bolognese. manifestazione cinque delle sue Fu così che venne allestita una migliori atlete e fra queste figu- squadra di giovanissime atlete, ravano la Valla e la Testoni. Per affidata alla guida del dirigente entrambe, quattordicenne la Te- Italo Stancari, che fu iscritta alla stoni e tredicenne la Valla, era la 7a edizione dei Campionati Ita- prima gara in assoluto fuori del- liani Femminili in programma a l’ambito scolastico; parteciparo- Torino il 6 ottobre 1929 sul Cam- no tutte e due al salto in alto e in po Sportivo Militare di Corso lungo. In un contesto di concor- Vinzaglio, in uso alla Società renti molto qualificato, Trebison- Ginnastica Torino. Da segnalare da Valla, che non calzava scar- che proprio quell’anno la FIAF pette chiodate ma semplici scar- venne assorbita dalla Federazio- pe da ginnastica, fu la vera sor- ne Italiana Di Atletica Leggera, e presa in quanto ottenne due le cento ragazze tesserate che in quinti posti nelle prove in cui fu quel momento costituivano la impegnata, con un riscontro tec- forza del movimento femminile nico veramente ottimo (1,35 m in Italia furono affidate alle cure nella gara di salto in alto vinta di Marina Zanetti, nominata dalla belga Stevens con 1,50 m e Commissario Tecnico della squa- 4,72 m nella prova di salto in dra nazionale. A Torino Trebi- lungo che vide il successo del- sonda Valla fu iscritta alla gara l’austriaca Wagner con 5,34 m). del salto in alto; con tutta proba- Della sua prova il giornale scris- bilità gareggiò anche nella staf- se: «La Valla è stata la rivelazio- A Berlino subito dopo la vittoria. fetta 4x75, sicuramente insieme ne della giornata e ha assai favo- alla Testoni, ma i rapporti ufficia- revolmente impressionato anche li della manifestazione omettono i tecnici e le concorrenti estere. è giovanissima, non la composizione del quartetto felsineo, che comunque si avendo ancora compiuto i 13 anni. Ha saltato m. 1,35 in classificò al secondo posto in 42 secondi netti, dopo la alto e m. 4,72 in lungo, misure meravigliose per un ele- forte squadra della Società Ginnastica Triestina. Nella mento così giovane che, unitamente alla sicurezza dello sua unica prova individuale la Valla giunse quarta vali- stile, testimoniano di una classe così sicura da consentir- cando 1,35 m (stessa misura per le atlete classificate dal gli a maturità atletica raggiunta, le più grandi speranze, 3° al 6° posto) nella gara vinta dalla triestina Ersilia “Si- purché s’intende, non abusi della sua energia». lia” Martini con 1,40 m. La prima stagione agonistica

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della Valla si concluse a Bologna il 13 ottobre allo Stadio paganda derivante dalle imprese sportive e con la sguar- Littoriale con le prove dei brevetti atletici femminili, al- do rivolto ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1932, tra iniziativa riconducibile all’instancabile Cap. Costa. sollecitava le federazioni a cimentarsi con le altre nazio- Nove atlete, tutte della “Bologna Sportiva”, si presenta- ni. La nazionale femminile di atletica era scesa in campo rono alla prova: Trebisonda ottenne il brevetto di 3° gra- una sola volta a Milano nel settembre del 1927 contro la do (massimo livello) vincendo due prove, gli 80 metri Francia, riportando una sonante sconfitta (27 a 54). Mari- piani (11”3/5) e gli 80 metri ad ostacoli (15”). Sappiamo na Zanetti, da poco nominata Commissario Tecnico, alle- che in quell’occasione la ragazza bolognese ottenne an- stì la sua prima nazionale per l’incontro programmato a che 1,20 m nel salto in alto, 7,02 m nel getto del peso e Napoli il 19 giugno 1930 contro il Belgio. Al fianco di no- 21,00 m nel lancio del mi già noti alle crona- disco, ma di queste gare che sportive quali quelli non siamo riusciti a rin- di Lidia Bongiovanni, tracciare le classifiche. Bruna Bertolini, Piera Nel 1930, terminate le Borsani e Vittorina Vi- scuole elementari, Tre- venza, la Zanetti compì bisonda venne iscritta un “atto di fede e di co- dalla famiglia alla pro- raggio” e convocò la fessionale femminile quattordicenne Trebi- “Regina Margherita” di sonda Valla schierando- Bologna, una scuola la al fianco della esperta che a partire dagli anni Bongiovanni nella gara ’20 aveva avuto un degli 80 metri ad osta- grande successo presso coli. La pista del Cam- la piccola e media bor- po del Littorio, resa pe- ghesia, che vedeva ne- sante dalla pioggia ca- gli obiettivi scolastici duta copiosamente pri- dell’istituto non tanto ma dell’incontro, non un percorso professio- favorì certo la “legge- I festeggiamenti allo stadio, dopo il giro d’onore. nalizzante quanto una rezza” della ragazzina preparazione alle man- bolognese, che giunse sioni domestiche e al governo della casa. In parole pove- terza nella gara vinta con il record italiano dalla Bongio- re la scuola rifletteva chiaramente l’indirizzo sociale dei vanni (14”1/5) sulla Petit (stesso tempo). La belga battu- tempi che vedeva la donna relegata ai ruoli tradizionali ta era Leontine Stevens, la stessa atleta che aveva supe- di figlia, sposa e madre. Sicuramente in questa scelta rato la Valla a Bologna nel salto in alto nell’incontro in- aveva avuto un peso determinante la posizione della ternazionale del maggio 1929. Purtroppo la regola dell’e- mamma di Trebisonda, che per la figlia sognava una vita poca, che prevedeva la rilevazione cronometrica solo del casalinga in attesa di un buon marito. Al “Regina Mar- primo e al massimo del secondo classificato, ci ha privati gherita” si iscrisse anche Claudia Testoni, amica e com- del riscontro tecnico della prima gara di Trebisonda in pagna di squadra di Trebisonda. maglia azzurra. Per la cronaca le ragazze italiane si im- posero sulle belghe per 48 a 41: è questa la prima vitto- Profumo di nazionale ria ufficiale della nazionale azzurra di atletica leggera in Nel frattempo il partito, conscio della portata della pro- un incontro internazionale. Della gita in barca nel Golfo

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di Napoli vi ho già riferito e quindi è da questo momen- 1930: la quattordicenne ragazzina dai capelli castani to che possiamo parlare non più di Trebisonda, ma solo chiari si schierò al via della seconda batteria degli 80 ed esclusivamente di “Ondina” Valla. La nazionale bel- ostacoli, dove giunse seconda dietro alla giapponese ga aveva scelto per la sua trasferta in Italia due sedi tu- Michi Nakanishi (13”1), concludendo la gara in un pro- risticamente eccellenti: infatti dopo Napoli le ragazze bante 13”4 che abbatteva nuovamente il primato italia- fiamminghe si trasferirono in treno a Firenze, dove in no di specialità. Il tempo a Praga non era dei migliori; notturna incontrarono nuovamente le avversarie italia- per tutta la durata delle gare spirò un forte vento che ne sulla pista della Giglio Rosso sul viale dei Colli, da sul rettilineo d’arrivo fu sempre contrario. La struttura poco inaugurato. La Zanetti schierò nuovamente la Val- leggera di Ondina non le consentì in semifinale di svi- la sugli 80 metri ostacoli, aumentando l’impegno con i luppare la sua corsa agile e penetrante e la ragazza, 200 metri, gara nella giunta terza in 14”, fu quale il 1° di giugno a eliminata dalla gara in Bologna Ondina aveva quanto alla finale acce- corso in 28”2/5. devano solo le prime due classificate. Un La scalata ai record mese dopo Praga On- La vittoria delle azzur- dina varcò nuovamen- re fu ancora più schiac- te l’Appennino per re- ciante (52 a 39) di quel- carsi a Firenze, dove il la ottenuta a Napoli: la 5 di ottobre si disputa- sorpresa più grossa rono i Campionati Ita- venne proprio da On- liani Femminili giunti dina, che a Napoli nel- alla ottava edizione. la gara degli 80 ostacoli Era la seconda volta era giunta terza e qui nella sua breve carriera invece si prese il lusso che Ondina si presen- non solo di ottenere la tava al via della massi- rivincita sulle stesse ma rassegna italiana; la avversarie, ma di an- sua società la iscrisse a dare addirittura a vin- ben sette gare!, cinque cere concludendo la Al momento dell’inno italiano, durante la premiazione. individuali e due di gara nel tempo di 14” squadra. Ondina stra- che rappresentava il biliò gli astanti e tornò nuovo primato italiano di specialità (prec. 14”1/5 di Li- a Bologna con tre titoli italiani: 80 ad ostacoli col nuovo dia Bongiovanni stabilito pochi giorni prima, il 19 giu- primato italiano di 13”1/5, salto in alto con rincorsa con gno, a Napoli). Nei 200 metri la Valla giunse terza nella la misura di 4,43 m e salto in alto da ferma con 1,13 m, gara vinta dalla Bravin; sconosciuto il tempo. La notizia oltre ad un secondo posto nel salto in lungo da fermo del record italiano fece eco nel circoscritto ambito del- con 2,19m). Si concluse così una stagione veramente ec- l’atletica nazionale e con questo risultato e altre prove cezionale per la ragazzina bolognese: tre primati italiani positive la Valla staccò il biglietto per i III Giochi Mon- stabiliti e tre maglie tricolore conquistate non erano cer- diali Femminili in programma a Praga ai primi di set- to un bottino trascurabile! Anche la stagione 1931 si aprì tembre. L’esordio della Valla avvenne il 6 settembre in maniera davvero sorprendente: in una riunione na-

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zionale al Littoriale Ondina stabilì due nuovi primati dersi se qualcuno di questi tecnici non abbia abusato nazionali e ne uguagliò un terzo, portando il limite de- delle esuberanze della ragazza sottoponendola ad alle- gli 80 ostacoli a 13 secondi netti e quello del salto in alto namenti eccessivi e stressanti. La Valla stabilì in carriera a 1,45 m. A fine maggio Firenze ospitò le “Olimpiadi 35 nuovi primati italiani e ne uguagliò altri 13 volte; il della Grazia”, una manifestazione internazionale fem- record che le fu più congeniale fu quello degli 80 metri minile giunta alla sua quarta edizione che era stata ostacoli (stabilito 11 volte ed eguagliato 8), mentre quel- ideata dalla francese Malliat in evidente contrasto con la lo più longevo fu quello del salto in alto. La misura di posizione di intransigenza assunta dal barone De Co- 1,56 m stabilita a Bologna il 5 settembre 1937 resistette ubertin nei confronti dello sport femminile. Le gare si infatti 18 anni e 20 giorni, in quanto venne migliorato svolsero sulla pista della Giglio Rosso, da poco risiste- (di appena un un centimetro!) dalla romana Paola Pa- mata dal Marchese Ridol- ternoster solo il 25 set- fi, e ad esse parteciparo- tembre 1955. no undici nazioni euro- pee con le loro atlete più Il primato del mondo rappresentative. I miglio- Ma se questo fu il prima- ri risultati fra le atlete az- to di maggior “tenuta”, zurre vennero proprio da quello più prestigioso è , che giunse senz’altro quello ottenu- seconda negli 80 metri to ai Giochi Olimpici di ostacoli in 13”1/5 e quar- Berlino 1936 nella semifi- ta nel salto in alto (1,40 nale degli 80 metri osta- m). Ormai ci si aspettava coli, corsi in 11”6: il tem- da lei un record ogni vol- po le valse il primato del ta che scendeva in pista; mondo in comproprietà l’atleta rispose quasi con la tedesca Ruth En- sempre in maniera affer- gelhard, che lo aveva sta- mativa alle aspettative bilito l’11 agosto del del pubblico e dei tifosi. 1934. Nonostante questo Dal punto di vista tecnico primato figuri regolar- Ondina era stata seguita Con il tecnico Boyd Comstock e la sua grande amica Claudia Testoni, mente registrato presso quarta nella gara 80 ostacoli vinta da Ondina. inizialmente dal Cap. Co- la IAAF, viene sistemati- sta, al quale poi subentrò camente “rifiutato” dagli l’ungherese Jano Gaspar, tecnico della nazionale. Nel statistici in quanto fu rilevato che durante la gara il 1933 arrivarono in Italia, chiamati dal Marchese Ridolfi, vento spirava a 2,80 m/s e quindi di fatto superiore alla quattro tecnici finlandesi che presero stanza in diverse norma (2,00 m/s). Va precisato tuttavia che la norma, posizioni strategiche del paese. L’Emilia Romagna ven- quando si svolse la gara di Ondina, non era stata anco- ne accorpata alla Toscana e fu seguita da Paavo Karicco; ra sancita dalla IAAF stessa, poiché questa regola fu ai finlandesi, rimasti in servizio fino al 1934, subentrò approvata a giochi conclusi e la sua applicazione re- poi il tecnico californiano Boyd Comstock, che seguì troattiva fu lasciata alla discrezionalità delle singole na- Ondina fino a dopo i Giochi di Berlino. Con il senno di zioni. La FIDAL ad esempio non la applicò: infatti a poi, visti i problemi fisici che Ondina accusò sul finire tutti coloro che stabilirono a Berlino un primato (come della carriera e nei primi anni di inattività, c’è da chie- Arturo Maffei nel salto in lungo) giunse il 22 dicembre

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di quell’anno una lettera di compiacimento della Fede- do nella presentazione in campo le impedì di effettuare razione italiana e la comunicazione della ufficializza- un opportuno riscaldamento e fu subito eliminata. Nel- zione del record. Ai fini statistici però conta l’11 secon- la gara “regina”, gli 80 metri ostacoli, vinse la prima di e 7 decimi con il quale Ondina vinse la finale di Ber- batteria in 12”, uguagliando il suo primato italiano. lino, che peraltro è poi anche il tempo assegnato a Una cattiva informazione da parte di un dirigente pre- Claudia Testoni giunta quarta. Nel 1932 Ondina aveva giudicò però il suo accesso alla finale: le venne infatti portato il primato italiano degli 80 metri ostacoli a riferito che si sarebbero qualificate solo le prime due 12”3/5: già questo risultato da della semifinale. Quando si vide solo avrebbe giustificato la sua terza, e quindi esclusa, si inner- inclusione nella squadra olimpi- vosì e all’ultimo ostacolo ince- ca allestita dal Coni per i Giochi spicò e fu costretta al ritiro. Solo di Los Angeles. Purtroppo la fie- dopo l’arrivo, con suo grande ra opposizione del Papa Pio XI rammarico, seppe che si classifi- alla partecipazione delle donne cavano per la finale le prime tre! ai Giochi indusse il Coni (i Patti Nel 1936, anno olimpico, Ondi- Lateranensi erano stati siglati da na entrò nei 19 anni. L’inizio di poco) a rinunciare alla presenza stagione non era stato esaltante: femminile nella squadra olimpi- scarsi i successi, molti secondi ca, e quindi Ondina rimase a posti (quasi sempre preceduta Bologna; se avesse partecipato, da Claudia Testoni), un solo re- con i suoi 16 anni, sarebbe stata cord stabilito, quello della staf- la più giovane olimpionica ita- fetta 4x100 m in aprile a Firenze liana della storia. Ma l’alloro di in una riunione preolimpionica, Olimpia era nell’aria e l’appun- dove Comstock provò il quartet- tamento con i Giochi fu riman- to che avrebbe schierato a Berli- dato di soli quattro anni: Ondi- no composto (ma non nell’ordi- na arrivò alla finale olimpica at- ne di gara) da Bullano, Bongio- traverso molte prove di eccel- vanni, Testoni e Valla. lente rilievo, che avevano avuto il loro apice a Torino nel settem- All’Olimpiade di Berlino bre 1933 durante la disputa dei La comitiva azzurra si riunì a Mi- Ondina in una bella posa scanzonata con Claudia Giochi Internazionali Universi- Testoni, in una pausa dagli allenamenti. lano e proseguì il viaggio verso tari, alla quale era stata ammes- Berlino in treno. Alla frontiera sa per una clausola che permet- con la Germania gli azzurri furo- teva la partecipazione anche alle azzurre semplici stu- no accolti da un membro del comitato organizzatore che dentesse. Nell’arco delle tre giornate di gara Ondina ot- si unì a loro e li accompagnò fino a Berlino. A quel punto tenne ben 4 medaglie d’oro (100 m, alto, 80 ostacoli e la comitiva si divise: gli uomini vennero accompagnati in staffetta 4 x 100 m), con l’aggiunta del bronzo nel salto autobus al Villaggio Olimpico (denominato “Villaggio in lungo, gara nella quale si era imposta la Testoni. Ma della Pace”), mentre le ragazze raggiunsero anch’esse il non furono sempre rose e fiori. Ai Giochi Mondiali Villaggio, ma andarono a occupare gli alloggi a loro riser- (quarta edizione) che si disputarono a Londra nel 1934 vati, distanti e ben separati da quelli dei maschi. La squa- Ondina non fu certo fortunata: nel salto in alto un ritar- dra femminile azzurra era composta da soli sette elemen-

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ti: Valla, Testoni, Gabric, Bongiovanni, Bullano, Agorni e per i maschi bisognerà attendere addirittura il 1964 per Duvillard, queste ultime due nel ruolo di riserva. Manca- avere due finalisti nei 200 metri (Berruti e Ottolina) e nei vano sette giorni all’inizio dei giochi. La prima a scende- 400 ostacoli (Morale e Frinolli); addirittura tre furono in re in pista fu Claudia Testoni il 3 agosto, impegnata nella quell’occasione i finalisti azzurri dei 110 ostacoli (Ottoz, 5a batteria dei 100 metri piani, dove venne eliminata. Due Cornacchia e Mazza). Dei problemi della Testoni ho già giorni dopo ebbero inizio le eliminatorie degli 80 ostacoli; accennato; ma anche Ondina non era al meglio del suo le batterie di disputarono al mattino. La Testoni si impose potenziale. I duri allenamenti alla quale si era sottoposta facilmente nella prima batteria, andando a vincere nel prima dei giochi e le scarse prove sostenute sugli ostacoli tempo di 12”. Da ricordare che alla vigilia dei giochi la le avevano ridotto le gambe «a pezzi» (sono parole sue). Testoni, passata dalla Virtus alla Venchi Unica di Torino, Ci volle l’intervento di Carlo Romigialli, il massaggiatore deteneva il primato ita- della Giglio Rosso al se- liano della specialità guito della nazionale, con il tempo di 11”8 ot- per rimetterla in sesto tenuto a Firenze nel me- per la finale. La fre- se di aprile. Ondina fu quentazione con Arturo impegnata nella quarta Maffei, un altro dei pro- ed ultima batteria del tagonisti di quella olim- primo turno, dove si piade, scomparso due classificò al secondo po- mesi esatti prima di On- sto con il tempo di 11”9 dina, mi ha permesso di (primato personale), conoscere un particola- dietro alla statunitense re inedito della imme- Simone Schaller (11”8). diata vigilia della finale Alle 17.30 di quello stes- degli ostacoli femminili. so pomeriggio Ondina Mentre gli azzurri e le si schierò al via della azzurre si trovavano in prima semifinale insie- tribuna nel settore loro me alla canadese Taylor, Ondina e Claudia al ritorno da Berlino, accolte alla stazione di Bologna. riservato e le due finali- alla tedesca Steuer, all’a- ste erano in procinto di mericana O’Brien, alla recarsi nella zona di ri- britannica Webb e alla greca Lanitou, producendosi in scaldamento, scoppiò improvviso un diverbio fra Clau- una gara perfetta, priva di errori. Vinse in 11”6 sulla Tay- dia Testoni e l’ostacolista Gianni Caldana. Ci fu fra i due lor e sulla Steuer, che approdarono con lei alla finale. Il uno scambio di frasi piuttosto dure, dopodichè la Testoni vento, come abbiamo detto, soffiò a + 2,8 m/s, con tutto abbandonò la tribuna molto contrariata, quasi in lacrime, quello che ne conseguì e di cui abbiamo già parlato. La insieme alla Valla. Maffei, che insieme agli altri azzurri Testoni, impegnata nella seconda semifinale, non era in aveva assistito in silenzio alla discussione, non poté a condizioni fisiche perfette: nessun malanno muscolare o quel punto trattenersi e apostrofò in maniera severa Cal- altro, solo un problema fisiologico proprio della donna. dana, rimproverandolo per non aver avuto il tatto di ri- Pur correndo sui suoi tempi abituali (11”8) non andò ol- spettare lo stato d’animo dell’atleta pochi attimi prima di tre il terzo posto, che le valse comunque l’ingresso alla fi- un evento così importante. Fra i due corsero parole gros- nale. Due azzurre in una finale olimpica di corsa veloce: se e la cosa non finì lì. La sera al Villaggio Olimpico ci fu- una circostanza insolita per il settore femminile, mentre rono altri motivi per riaccendere la disputa e Maffei colpì

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il compagno di società (entrambi erano infatti tesserati giudici tedeschi, più propensi a privilegiare la maglia per la Giglio Rosso) con un pugno che lo stese al suolo bianca di Anni Steuer che non quella azzurra di Ondina stordito. La zuffa venne poi sedata ma i rapporti fra i due Valla. Per fortuna che era in funzione l’apparecchiatura “galletti” della squadra azzurra non tornarono più come “Kirby”, perfezionata dalla Zeiss-Ikon in “Ziel-Zeit-Ka- prima: l’anno successivo Caldana abbandonò la Giglio mera”, ed era in campo il Marchese Ridolfi in veste di Rosso per passare alla Oberdan di Milano. giurato, che interpose i suoi autorevoli uffici per una corretta lettura del finish. L’attento esame della pellico- Sul filo di lana la, durato un lasso di tempo che a Ondina sarà parso La finale degli 80 metri ostacoli si corse il 6 agosto 1936 eterno, sentenziò la sua vittoria con un margine fin alle ore 17.30. Sappiamo tutti come andò: la pista del- troppo esiguo (61 millesimi di secondo) sulla tedesca, l’Olympia-Stadion di con la canadese Taylor Berlino contava otto al terzo posto ed al corsie nel rettilineo di quarto Claudia Testoni, arrivo e sei sull’anello. che perse il bronzo per Per quella finale, come soli 7 millesimi. Per tut- pure per tutte le altre te e quattro le atlete il gare con partenza in li- tempo ufficiale, ricon- nea, la prima e l’ottava dotto al decimo di se- corsia vennero lasciate condo in ossequio alla libere. Claudia Testoni regola in auge in quel- occupò quindi la terza l’epoca, fu di un salo- e Ondina la quinta cor- monico 11.7! L’olimpia- sia. Al via dato dal ma- de per le ragazze bolo- stodontico starter tede- gnesi non si esaurì con sco, il giornalista di la gara degli 80 ostaco- Monaco di Baviera li. Ci fu da disputare la Franz Miller (già starter staffetta 4 x 100 e per ai giochi di Amsterdam un soffio, grazie anche e Los Angeles), le sei fi- alla malasorte che colpì naliste si avviarono con Settembre 1936. Ondina premiata dal Duce dopo la storica vittoria di Berlino. la formazione tedesca, grande slancio. Al pri- non ci scappò un bron- mo ostacolo si registrò zo insperato, dopo aver un leggerissimo vantaggio della Testoni, grazie ad una migliorato in batteria il primato italiano (48”6). sua partenza più reattiva, ma le concorrenti erano prati- camente sulla stessa linea: rimasero così, testa a testa, fi- L’ultima Ondina no all’ultimo ostacolo, quando Ondina, la favoritissima Il dopo giochi fu per Ondina un tripudio di inviti, in- Steuer, atleta di casa, e la canadese Taylor si gettarono contri e festeggiamenti, che culminarono il 5 settembre sul filo di lana con un leggerissimo vantaggio sulle al- con l’invito del Duce a Palazzo Venezia insieme a tutti i tre. Fu inequivocabilmente il petto di Ondina a tendere protagonisti di Berlino. La stagione agonistica si con- per primo il filo allontanandolo dalla Steuer e dalla Tay- cluse senza altri exploit individuali, ma con il bel suc- lor, anch’esse protese verso di esso. Un arrivo comun- cesso dell’Italia a Parigi contro la Francia. Nel 1937 i que molto difficile da risolvere agli “occhi nudi” dei dolori alle ginocchia, già manifestatisi ai giochi, comin-

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ciarono a farsi più insistenti e costrinsero Ondina a ri- giunse terza nella “sua” gara e fu quella la sua ultima durre sensibilmente la sua attività. Riuscì tuttavia, gra- apparizione in azzurro. Ormai la sua attività agonistica zie anche ad un mutato atteggiamento tecnico, a mi- si era infatti ridotta al minimo: la sua carriera sportiva gliorare il primato di salto in alto che apparteneva alla si concluse nel 1943 gareggiando per la “Gozzi Sport” Testoni (1,54 m, Torino 27.9.36), portandolo al limite di di Ferrara, dove era stata chiamata quale allenatrice. 1.56 m che tanto avrebbe resistito nel tempo. La perfor- Sotto la sua guida la società ferrarese vinse il titolo so- mance fu resa possibile anche grazie ad una innovazio- cietario di 1a serie. Nel 1944 Ondina convolò a nozze ne tecnica: Ondina aveva infatti abbandonato lo stile con il prof. Guglielmo De Lucchi, un chirurgo ortopedi- “Lewden”, al quale l’avevano obbligata i tecnici, per co conosciuto nelle corso delle sue degenze al Rizzoli dedicarsi con successo alla “doppia forbice” (stile detto di Bologna per cercare di alleviare i dolori alla spina ed anche “all’americana”). alle ginocchia. Il 7 aprile I problemi fisici la co- del 1945 nacque Luigi, strinsero poi a disertare i che ora è qui fra noi a campionati italiani di Par- rendere onore alla sua ce- ma del 1938 e così pure lebre mamma e alla sua quelli di Milano dell’anno straordinaria epopea. La successivo, quando vesti- carriera di Ondina può va la nuova maglia della essere così sinteticamente Gil di Bologna. Saltò pure ricomposta: 19 presenze per Ondina la partecipa- in maglia azzurra, 17 tito- zione ai Campionati Eu- li italiani conquistati, 35 ropei del 1938 (i primi al nuovi primati nazionali femminile), programmati stabiliti, 13 primati nazio- a Vienna, nel corso dei nali uguagliati, 1 oro quali Claudia Testoni si olimpico, 4 ori conquistati laureò campionessa euro- ai Giochi Internazionali pea degli 80 ostacoli e Universitari. Si chiude co- uguagliò il primato mon- Anni ‘60. Ondina al Quirinale al ricevimento del Capo dello Stato, in- sì durante la seconda sieme a tanti altri campioni. diale con il tempo di 11”6, guerra mondiale la storia non omologato dalla sportiva di “Ondina” Val- IAAF per mancata rilevazione del vento. Tornò a ci- la, mentre comincia quella privata di Trebisonda Valla mentarsi nella massima rassegna nazionale nel 1940, in De Lucchi. Ma questa è un’altra storia. con i colori della S.S. Parioli di Roma, società dove svolgeva anche compiti di istruttrice, vincendo il titolo del salto in alto (1,50 m) ma cedendo negli 80 ostacoli NOTE alla Testoni, assurta da qualche tempo a livelli di eccel- lenza assoluta con i due primati del mondo stabiliti nel 1 Il Littoriale – Bologna, anno III – Sabato 12 gennaio 1929, n. 1939 (11”3). Una settimana dopo a Parma la nazionale 11, p. 2. italiana incontrò quella tedesca (i venti di guerra in- 2 Il Littoriale – Bologna, anno III – Sabato 9 marzo 1929, n. 59, combevano e nessuna altra nazione europea accettava p. 7. ormai di incontrare l’Italia e la Germania, costrette 3 Il Littoriale – Bologna, anno III – Mercoledì 17 aprile 1929, n. quindi a duellare fra di loro): era il 28 luglio. Ondina 92, p. 2.

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