Diretto da Giors Oneto SPECIALE /376
[email protected] 23. III. 2020 L'OSCAR DI BARLETTA di Augusto Frasca Un ruvido quaderno da fureria militare, di formato insolito, trenta centimetri per quaranta, emerge tra le carte consumate dell'archivio di Marco Martini. Pagina dopo pagina, ritaglio dopo ritaglio, con la seduzione di un incontro, di un nome, di un risultato, piccolo tributo alla storia di un uomo che fu esempio di equilibrio e di generosità nell'ambiente atletico italiano, viene svelata l'inedita ricostruzione della carriera agonistica di Oscar Barletta, lasciata, un giorno qualsiasi, nelle mani di Marco, vale a dire nelle mani dello storico, dello studioso, del decrittatore di incunaboli la cui gigantesca assenza culturale cresce e pesa con il passare di stagioni. Senza pretese storiche né tantomeno letterarie quei ritagli, con i personaggi noti o meno noti di volta in volta coinvolti, nel turbamento di questi giorni, li mettiamo in fila, in ventiduemila battute, uno sull'altro. Primo ritaglio, 30 giugno 1939, Roma, Campionati di atletica a squadre, titolo: Vittoria dei giovani fascisti romani sui camerati del C.F. di Viterbo. Due foto, Tosi, vincitore nel getto del peso, 11,72, e Perrone, 35,65 di disco. Nel testo, in corsivo, siglato c.b., (Cenzo Bianculli, titolare di rubrica al Littoriale), ci imbattiamo nell'11"4 di Giuseppe Melillo. Lo troveremo più avanti, per un breve periodo, alla direzione del Corriere dello Sport, e poi per lunghi anni alla responsabilità della redazione romana di Tuttosport. Melillo è anche quarto frazionista nella 4x100. In terza, futuro peso massimo della pubblicistica sportiva nazionale, figlio di Giuseppe Zanetti segretario generale della Federazione calcio, universitario in economia e commercio, ufficiale di marina in guerra, Gualtiero Zanetti, direttore della Gazzetta dello Sport dal '61 al '73.