Il lago del Turano e la Grande Diga Un percorso geologico e naturalistico lungo la strada turanense tra e Abruzzo

Paul Bril (Anversa, 1554 – Roma, 7 ottobre 1626) Feudo di Oil on canvas, 155 x 220 cm Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma 1601 Inquadramento geografico

La Valle del Turano si sviluppa in direzione Riancoli e il Fosso dell’Obito. NW – SE al margine occidentale della Nel primo tratto il corso d’acqua scorre dorsale appenninica, al confine con abbastanza lineare da SE verso NW fino l’Abruzzo, in una zona della provincia di STOP 1 allo sbarramento, realizzato tra il 1936 e compresa nell’Antica Sabina; essa è il 1938, in corrispondenza della Gola di attraversata dal fiume omonimo che dopo Posticciola: la Grande Diga del Turano il F. Velino rappresenta il più importante sottende un invaso (alla quota massima corso d’acqua della Sabina. STOP 2 di 540 m) della capacità di 163 Milioni La sua importanza geografica è nota sin di m3, lungo mediamente 10 km e con dall’antichità, i Romani avevano assunto il un perimetro di circa 25 km. L’orografia corso del F. Turano come linea di confine del tratto vallivo, che ospita il Lago, è del Municipium di Trebula Mutuesca. caratterizzata a Ovest dalla dorsale di Sull’etimologia del nome l’ipotesi più M. Faito (1221 m) - Colle Lepre - Rocca attendibile è quella che fa risalire il Pennino - Muro Pizzo appartenente ai nome Turano alla radice etrusca Tular e Monti Lucretili (settore dei Monti Sabini) successivamente al latino Tur che vuol dire e a Est dalla dorsale M.Cervia - M.Navegna “linea di confine”, intendendo la linea che (1508 m) del gruppo dei Monti Carseolani. divideva l’area della primitiva espansione La Strada Provinciale Turanense costeggia italica dagli altri popoli. la sponda destra, per poi attraversare il Il bacino idrografico del Fiume Turano Lago sul ponte di e portarsi si estende per circa 85 km e occupa una in sponda sinistra, procedendo verso superficie di circa 650 km2, comprende Rieti. A valle della diga, fino a Rocca in parte i rilievi settentrionali dei Monti Sinibalda, il F. Turano scorre entro una gola Simbruini fino alla quota 1900 m s.l.m. profondamente incisa, per poi riprendere e raccoglie le acque provenienti da un corso lineare nella valle che si allarga numerosi bacini endoreici. Nei pressi STOP 3 progressivamente fino allo sbocco nella dell’area industriale di Carsoli (AQ) due Piana Reatina. Il F. Turano dopo aver piccoli corsi d’acqua confluiscono e danno percorso la valle omonima per circa 45 km, origine al Fiume Turano: il primo ramo con un dislivello di 1524 metri, raggiunge è costituito dal Fosso Secco, proveniente il Fiume Velino in località Terria, nella dalla Valle del Fiojo, che all’altezza della Piana Reatina. Il Fiume Velino a sua volta, Piana del Cavaliere prende il nome di attraverso le Cascate delle Marmore, Fosso Cammarano, il secondo è alimentato alimenta le acque del Fiume Nera che da alcune sorgenti poste al Valico di confluiscono nel Fiume Tevere. Monte Bove (1220 m). Durante il suo percorso, il Fiume Turano riceve numerosi apporti da fossi, sia stagionali che perenni, caratterizzati da reticoli di drenaggio più o meno estesi, tra i più importanti: il Fosso di Monte Antuni La Diga

Stop 1 La diga del Turano e gli impianti idroelettrici di E.ON Cenni storici sugli impianti idroelettrici Le difficoltà di tale trasformazione furono del “Nucleo Terni” superate nel 1883 con l’entrata in funzione del primo impianto che, utilizzando una Sul finire del XIX secolo la “Società Alti modesta quantità di acqua del Velino, fornì Forni e Fonderie di Terni” di Cassian Bon, si agli stabilimenti una parte non trascurabile pose il problema di “sostituire con l’idraulica del loro fabbisogno di energia. la forza motrice che fino ad allora si otteneva con il vapore”. Impianto idroelettrico di Cotilia. Planimetria ( da ANIDEL (1951- 1961)

Diga del Turano, Planimetria progetto di razionalizzazione della gestione ( da ANIDEL (1951- 1961) delle risorse idroelettriche del sistema del Nel 1901 entrò in servizio la Centrale di Velino-Nera. Papigno, di proprietà della “Società Italiana Nel periodo 1925-28 la Società Terni, per il Carburo di calcio” inizialmente concessionaria dell’uso delle acque, sviluppò equipaggiata con 5 alternatori Ganz bifasi da lo schema idroelettrico con la costruzione 2000 kW, che alimentavano direttamente i della centrale di Galleto equipaggiata con forni al carburo. 4 turbine Francis per una potenza installata Nei primi decenni del Novecento la totale di 160 MW (portata nominale 22.5 crescente domanda di forza motrice da parte m3/s, salto netto 202.5 m). del complesso siderurgico ternano pose le Un ulteriore intervento finalizzato al basi per la realizzazione di un complesso potenziamento della capacità di produzione Diga del Turano. Tra il 2008 ed il 2010 la Società rinnovamento degli impianti, oltre a Sezione concessionaria E.ON Produzione S.p.A., migliorare l’efficienza energetica dal 2 al ( da ANIDEL 1951- sulla base delle nuova legislazione relativa 4%, ha assicurato significativi miglioramenti 1961) al sistema di incentivazione di energia sotto il profilo ambientale, grazie all’utilizzo da fonte rinnovabile (Certificati Verdi), di nuove tecnologie a basso impatto acustico forzata di 11.8 km ha dato corso all’ambizioso progetto di e a oli biodegradabili che hanno permesso e diametro 4 m che rinnovamento parziale degli impianti del di minimizzare il rischio di contaminazione alimenta i gruppi Nucleo Idroelettrico di Terni. Il progetto, della risorsa idrica utilizzata nel processo di di generazione (investimento complessivo di 200 M€), ha generazione. posti presso la interessato 26 gruppi di produzione, con Centrale di Cotilia la completa sostituzione del macchinario nel di rotante (turbine e generatori) e dei relativi (RI). sistemi di automazione e controllo; il I due serbatoi, Diga del Turano. Sezione oltre a garantire ( da ANIDEL (1951- 1961) la regolazione stagionale degli apporti idrici, sono stati progettati per attenuare i picchi di piena dei fiumi Salto e Turano risolvendo idroelettrica si ebbe nel triennio 1929-1931 definitivamente il problema secolare della con la costruzione della galleria denominata bonifica della piana Reatina. “Medio Nera” che deriva le acque del fiume Al fine di regolare il livello d’invaso del lago Nera e dei suoi affluenti Corno e Vigi verso il di Piediluco, a metà degli anni ’30 è stata lago di Piediluco. costruita, lungo la “Cava Curiana”, la diga Alla fine degli anni ’30, si diede corso di Marmore, 250 m a monte rispetto al salto al progetto di utilizzazione delle acque principale delle cascate. del medio corso del Velino, mediante la Alla fine degli anni ’70, l’allora concessionario realizzazione di due serbatoi sui due affluenti Enel ha portato a completamento il progetto principali, i fiumi Salto e Turano, con due di sfruttamento del salto delle Marmore con dighe erette rispettivamente in località la rettifica del tratto finale del fiume Velino Posticciola e Balze Santa Lucia. (opera denominata “Canale Drizzagno”) La capacità complessiva dei due serbatoi e la costruzione della centrale di Monte S. Salto e Turano, tra loro interconnessi con Angelo. Al completamento delle opere, la una galleria di 2.5 m di diametro e lunga 9 potenza installata è passata da 160 a 320 km, ammonta a 440 milioni di m3. MW. Dal serbatoio del Salto si diparte la galleria Geologia

Fig.1A - Schema geologico delle Caratteristiche geologiche strutture sabine a ridosso della Stop 2 linea Olevano-, lungo la e geomorfologiche valle del F. Turano. 1) alluvioni fluvio-lacustri antiche e recenti; L’area in esame mostra un assetto ed è la testimonianza di un evento 2) torbiditi messiniane; 3) Marne geologico articolato, risultato di una deformativo che, nel Pliocene inferiore, a Orbulina; 4) Calcari a briozoi complessa evoluzione sviluppatasi quando anche i depositi dell’avanfossa e/o litotamni; 5) Formazione di dal Giurassico ad oggi, caratterizzata messiniana erano stati a loro volta Guadagnolo; 6) Calcareniti a dall’interferenza tra diversi domini deformati, ha ristrutturato i settori di brecciole e macroforaminiferi; 7) Scaglia con intercalazioni detritiche; paleografici di età prevalentemente catena già precedentemente formati. In 8) sovrascorrimento; 9) faglia diretta meso-cenozoica e lo sviluppo di una definitiva, il settore di passaggio tra il o verticale; 10) giacitura degli strati; tettonica neogenico-quaternaria. In dominio di scarpata (successione sabina) 11) asse di piega di anticlinale; 12) questo settore, infatti, vengono a contatto a quello di piattaforma (successione traccia della sezione figura 1B - le testimonianze di due antichi domini laziale-abruzzese) è passato attraverso più Sezione geologica. (da S.G.I., 1993). paleogeografici: un tratto del margine fasi di deformazioni compressive (alla fine occidentale della piattaforma carbonatica del Tortoniano e alla fine del Messiniano) e la deposizione, nelle laziale-abruzzese (rilievi dei Monti legate, dapprima al progressivo migrare principali valli e depressioni Carseolani e del Gruppo del M. Nuria) e verso Est nel tempo del sistema montane, di cospicui spessori un settore della scarpata sottomarina di orogenico catena-avanfossa-avampaese, di depositi continentali post- raccordo con il contiguo bacino pelagico e successivamente alla deformazione orogenici di ambiente fluviale, umbro (rilievi della Sabina occidentale). fuori sequenza di tale sistema. In questo fluvio-glaciale, lacustre e di Tra le due unità litostratigrafiche pre- settore, la tettonica compressiva si è versante. orogeniche sono interposti i depositi esaurita nel corso del Pliocene inferiore; In particolare, processi, forme sin-orogenici dell’avanfossa sviluppatasi già a partire dal Pliocene inferiore-medio, e depositi dovuti alla gravità nel Messiniano (rilievi del Cicolano e infatti, la catena appena strutturata è stata interessano principalmente i parte dei Monti Carseolani). L’assetto interessata da un’intensa fase tettonica versanti delle diverse dorsali, geometrico è caratterizzato dalla distensiva, con numerose faglie dirette che caratterizzati, al piede, da presenza degli elementi più orientali hanno ribassato ampi settori dell’edificio estese falde detritiche e da del sistema di sovrascorrimenti, ad asse a falde, determinando la formazione di coni di detrito, alimentati prevalentemente nord-sud, noto come conche intermontane (come quelle di dal materiale proveniente linea “Olevano-Antrodoco”, che ha Carsoli e di Rieti) e delle principali valli dalle zone più elevate. I portato alla sovrapposizione del dominio appenniniche longitudinali. processi e le forme dovute alle di scarpata della struttura sabina sui Infine, a partire dal Pliocene superiore acque correnti superficiali, depositi di avanfossa e sui resti della e durante il Quaternario, l’area è stata erosivi e deposizionali, piattaforma carbonatica posta più ad caratterizzata da intense modificazioni sono responsabili della oriente. In particolare, il sistema di del paesaggio ad opera di diversi formazione di depositi fluviali elementi tettonici lungo cui si è sviluppato agenti morfogenetici, sia endogeni disposti in diversi ordini di il sovrascorrimento con vergenza orientale (uplift, tettonica distensiva) che terrazzi e di ampi conoidi corrisponde, in superficie, al settore esogeni (climatici), che hanno causato alluvionali. I depositi fluviali centrale della linea Olevano-Antrodoco modificazioni idrografiche e morfologiche, sono distribuiti lungo le valli principali e in corrispondenza dei si colloca nella porzione centrale trasversalmente alla valle. litotipi terrigeni (Valle del Salto). In bacini intermontani di Carsoli, i conoidi del Lago del Turano, si possono Il versante occidentale è costituito corrispondenza della Valle del Turano, alluvionali sono situati al raccordo tra i osservare le caratteristiche geologiche da un sistema di sovrascorrimenti, a tale struttura è disarticolata da una faglia versanti delle dorsali carbonatiche e le e geomorfologiche del versante basso angolo e vergenza orientale, che diretta che mette a contatto i depositi valli o i bacini intramontani. Sia i depositi occidentale, di quello orientale e della interessano le successioni di scarpata torbiditici messiniani con depositi di fluviali che i conoidi alluvionali sono parte bassa della valle del Turano che paleogeniche e mioceniche (Marne a scarpata del Miocene medio (Scaglia con terrazzati a diverse altezze sul fondovalle. sono anche rappresentate nella sezione Orbulina, Calcari a briozoi e/o litotamni, intercalazioni detritiche), obliterando il Dall’area di M. Antuni (Fig. 1A), che geologica di Figura 1B costruita proprio Formazione di Guadagnolo) sovrascorse fianco occidentale, dritto, dell’anticlinale. sulle torbiditi messiniane. Tali strutture Il versante è caratterizzato da una Fig.2 – Sovrascorrimento di Castel di Tora: la rupe, formata di Calcari a briozoi e litotamni, del Miocene proseguono verso nord attraverso il lago, serie di valli trasversali che incidono medio (Cb), risulta sovrascorsa verso est (all’incirca verso destra nell’immagine) al di sopra di Marne a in corrispondenza del sovrascorrimento profondamente la struttura e risultano in Orbulina e torbiditi del Miocene Superiore (Mo-Tm). (da S.G.I., 1993). di Castel di Tora molti casi sospese rispetto al fondovalle (Fig. 2). attuale del Turano. Alla base sono presenti Il versante è lembi di depositi di versante non più attivi. caratterizzato In corrispondenza della diga del da una serie di Turano, la valle, prima molto ampia rilievi e scarpate e scavata prevalentemente in depositi a influenzatorbiditici, marne e calcari marnosi, si strutturale fa bruscamente stretta e profonda. In separati da valli particolare, lo sbarramento è posizionato longitudinali in corrispondenza di una gola incisa nei controllate dalla calcari della Scaglia detritica con giaciture presenza di sub-verticali. Il settore meridionale sovrascorrimenti del Lago è impostato prevalente su e dalle relative depositi tobidici sin-orogenici, mentre alternanze nel settore settentrionale prevalgono litologiche marne, marne argillose e calcareniti fini tra litotipo riferibili alla Formazione di Guadagnolo, carbonatici e e calcari a briozoi e litotamni visibili litotipi marnosi in corrispondenza di Monte Antuni e argilloso- (Calcareniti a Punti Rossi). Sul fondovalle arenacei. sono, infine, presenti lembi di depositi Il versante alluvionali terrazzati che testimoniano orientale è l’evoluzione in ambiente fluviale della costituito dal valle. fianco rovescio La presenza di depositi poco permeabili dell’anticlinale sul fondo vallivo e della stretta gola di M. Filone dalle pareti a picco, che ha fornito solide sovrascorso “spalle” per la diga, offrono le condizioni verso est sui per la tenuta della acque. SERVIZIO GEOLOGICO DʼITALIA Organo Cartografico dello Stato legge 68/1960 Geologia Dipartimento Difesa del Suolo

Stop 2 Schema geologico del sistema idroelettrico dei laghi del Salto e del Turano L’intero sistema idroelettrico dei laghi del Laziale-Abruzzese e il Bacino Umbro- Turano e del Salto occupa aree rappresentate Marchigiano. La struttura principale, nei Fogli Geologici 357 “Cittaducale” 358 osservabile in corrispondenza della diga, è il “” della Carta Geologica sovrascorrimento, ad andamento circa N-S, d’Italia alla scala 1: 50.000. Il complesso degli dove si rinvengono i calcari della scaglia impianti si sviluppa nell’ambito di sistemi detritica cretacico-paleogenica (al tetto Sezione geologica tra il Monte Navegna e il Lago del Salto (estratta del Foglio 358 “Pescorocchiano”). di sovrascorrimento maggiori e minori, che del fianco rovescio dell’anticlinale) sulle Legenda. SPT1: unità spongolitica, membro di Guadagnolo (Aquitaniano-Langhiano inf.); SPT1b: delimitano rispettivamente unità e subunità calcareniti e marne dell’Oligocene-Miocene associazione marnosa; SPT1c: associazione calcarenitica superiore. CBZ2: calcari a briozoi e litotamni, tettoniche e che sono connessi con la Linea inferiore (unità spongolitica e brecciole a calcareniti a punti rossi (Langhiano p.p.-Serravalliano p.p.); CBZ3: calcari a briozoi e litotamni, Olevano-Antrodoco, uno dei principali macroforaminiferi). calcareniti a briozoi (Langhiano.-Serravalliano p.p.). UAM2: unità argilloso-marnosa, marne a Cylindrites (Tortoniano p.p.); UAM3: unità argilloso-marnosa, argille a Orbulina (Tortoniano p.p.-Messiniano sovrascorrimenti della catena appenninica, Un ulteriore sovrascorrimento si sviluppa inf.). UAP: complesso torbiditico altomiocenico laziale-abruzzese Auctt. (Messiniano inf. p.p.); UAPa: sia di faglie dirette. nella parte meridionale del lago, e sovrappone associazione arenacea; UAPb: associazione arenaceo pelitica; UAPc: associazione pelitico-arenacea; UAPd: La diga del Turano è impostata in terreni i depositi del Miocene inferiore sulle marne: associazione caotica con olistostromi. SRI: sintema di Rieti (Pleistocene sup.). di unità tettoniche relative al Dominio depositi silicoclastici sinorogenici del Sabino, cioè la transizione tra la Piattaforma Miocene superiore. L’affioramento di questi dai depositi torbiditici ultimi è interrotto verso est da faglie dirette arenaceo-pelitici del ad andamento appenninico, che li ribassano, Messiniano p.p. al letto. rispetto ai depositi calcarenitico-marnosi del Questo assetto (“i Miocene inferiore medio (unità spongolitica materiali argilloso- e calcari a briozoi e litotamni) sui quali si marnosi si caccino al di fondano le spalle della diga del Salto, posta a sotto dei calcarei, i quali nord-est, rispetto a quella del Turano. galleggiano per così dire su La diga del Salto si trova in corrispondenza un basamento di marne e del sovrascorrimento, che separa i depositi argille”; Dal Piaz, 1928), dell’unità spongolitica e calcari a briozoi e determina la situazione litotamni al tetto, dalle marne a Orbulina e ritenuta ideale dai progettisti degli impianti Principali strutture tettoniche nell’area delle del Turano e del Salto, dighe del Turano e del Salto (stralcio degli permettendo di fondare Ricostruzione dell’assetto geologico schemi strutturali dei Fogli “Cittaducale” e argille e calcari marnosi, le dighe su “calcari in corrispondenza della diga del “Pescorocchiano” modificati e semplificati; “materiali di indubbia compatti” (“i calcari si Salto è evidente la linea d’unione tra i due fogli). sono rivelati ovunque impermeabilità sui quali non Mb: calcari a briozoi e litotamni; Grigio: substrato pre-Quaternario. Puntinato: si possono sollevare fondate Mg: membro di Guadagnolo; Quaternario indifferenziato. Rosso: le linee di assai compatti, uniformi eccezioni” (Dal Piaz, 1928). Mo: marne a Orbulina; sovrascorrimenti. Blu: le linee di faglia. Linea e continui”; Dal Piaz, Tm: torbiditi messiniane. tratteggiata: canale di comunicazione dei due 1928) e di sviluppare ( da S.G.I.,1993) invasi i serbatoi su arenarie, SERVIZIO GEOLOGICO DʼITALIA Organo Cartografico dello Stato legge 68/1960 Geologia Dipartimento Difesa del Suolo

Aspetti geologico-applicativi del bacino Località Colle Ruscio, in destra idro- evidenze di una Stop 2 grafica del Lago del Turano (Comune franosità in di Rocca Sinibalda) - Nel maggio 2010 atto, in località idrografico sotteso dalla Diga del Turano la frana per scorrimento ha interessato Fonte Canale, Il bacino artificiale del Turano, entrato in Tora e abbassamenti della S.P. 34 ) la sponda del bacino e ha interrotto la Colle Torretta esercizio nel 1939, ha modificato l’assetto “L’evoluzione dinamica dei pendii può S.P. 33/a. e Colle Ruscio. Lo studio idrogeologico e l’equilibrio naturale della subire un’accelerazione, anche rapida, per circondano il lago del Turano, climatologico valle: la ricerca storico-documentale, particolari condizioni geolitologiche e ben evidente nel settore evidenzia che gli studi in corso e i rilievi sul terreno idrogeologiche. La presenza di un bacino settentrionale dell’invaso. l’area in esame hanno evidenziato una serie di frane per artificiale può comportare significative In quest’area, in sinistra presenta una scorrimento, colate e crolli che interessano variazioni delle condizioni ambientali ed idrografica (tra piovosità centri abitati, strade e manufatti in sponda in particolare del regime delle filtrazioni e Posticciola) e a nord dello media annua destra (Frane di Paganico, Frane di , sotterranee che è spesso causa principale di sbarramento, i rilievi presentano compresa Frana dell’Ordella- Castel di Tora e di Colle fenomeni franosi”. versanti generalmente a profilo tra i 1100 e i Ruscio, dissesti localizzati lungo la S.P. 34 L’assetto strutturale esercita un forte regolare, sovente boscati, in 1300 mm, con Turanense) e in sponda sinistra ( Frana controllo sulla morfologia dei rilievi che cui i processi morfogenetici massimi (1700- vicino al Ponte di Paganico, Frana a Colle di (da Angelini el alii, 2013 modificato) principali sono essenzialmente 1900 mm) concentrati nella zona a nord del bacino. legati all’erosione concentrata Nell’ultimo decennio precipitazioni elevate concentrate lungo i corsi d’acqua. in pochi giorni nei mesi di ottobre, novembre e dicembre Modesti fenomeni franosi hanno provocato piene improvvise del Fiume Turano e interessano la S.P. 34 Turanense. hanno provocato tracimazioni, erosioni di sponda ed In destra idrografica l’attuale esondazioni con conseguenti dissesti in molti tratti del dinamica morfogenetica corso del fiume, ma con particolare riguardo nelle aree è caratterizzata oltre che con presenza di litotipi del complesso calcareo-marnoso- dai fenomeni di erosione calcarenitico, che presentano una media permeabilità e concentrata lungo i corsi infiltrazione efficace media bassa, circa 250 mm/a. Gli d’acqua, da modesti fenomeni acquiferi sono contenuti in falde idriche sovrapposte e gravitativi di scivolamento della discontinue, d’entità variabile, disposti soprattutto negli coltre pedologica e di erosione orizzonti calcarei permeabili inclusi nei livelli marnosi. areale diffusa lungo i versanti Alcuni piani di scorrimento fungono da acquiclude. più ripidi. La normale evoluzione morfologica può essere accelerata Sono inoltre riconoscibili da eventi meteorici intensi e concentrati nel bacino alcune forme comprese tra idrografico del F. Turano e dall’eventualità di dover Colle la Macchia e Colle scaricare parzialmente il lago artificiale in tempi brevi. Ruscio, e ad ovest di Colle In caso di necessità si dovranno mettere in atto azioni di Lantera, che possono essere mitigazione del rischio per limitare gli effetti collaterali interpretate come frane antiche e pertanto si rende necessario un piano di monitoraggio apparentemente stabilizzate; che tenga sotto controllo i movimenti in atto. accanto agli indizi di una paleo franosità, esistono importanti L’Area Protetta

Stop 2 La Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia

I boschi, i corsi d’acqua e le gole, le praterie versanti nord-orientali delle dorsali montuose sommitali dei massicci montuosi costituiscono al di sopra dei 1000 metri di quota, mentre ad i principali valori naturali e paesaggistici di altitudini inferiori troviamo i boschi misti con questo settore dei monti Carseolani, tutelato prevalenza di cerro. Il carpino nero è, invece, dalla Riserva Naturale Regionale dei Monti ben rappresentato nei versanti più acclivi e Navegna e Cervia. laddove l’irradiazione solare è più intensa La Riserva si estende per oltre 3500 ettari (versanti occidentali e meridionale). Sparviere all’interno dei bacini idrografici del fiume Sono inoltre parte integrante del paesaggio Salto e del fiume Turano, interessando il vegetale, i castagneti da frutto coltivati da territorio di ben 9 Comuni della Provincia tempi antichissimi, con esemplari che in alcune di Rieti: Ascrea, Castel di Tora, a r e e raggiungono dimensioni notevoli. , , Gran parte della biodiversità Ambienti Lupo , , faunistica del Lazio è umidi Paganico Sabino, rappresentata in questa Appenninico Rocca Sinibalda e area naturale, in virtù . delle differenti tipologie Si tratta ambientali presenti. di un La comunità ornitica Scoiattolo Picchio Rosso territorio è ricca, tanto in specie Comune Maggiore ancor di habitat forestale oggi poco che in specie di antropizzato, ambienti rupestri e caratterizzato da una di prateria. Solo tra geomorfologia accidentata i rapaci annovera: lo La Faggeta che da sempre ne ha fatto “terra di confine”: sparviere, la poiana, il falco in epoca arcaica tra le popolazioni Sabine pecchiaiolo, il biancone, il falco e degli Equi, successivamente tra lo Stato pellegrino e l’aquila reale. Interessante la fauna Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, infine anfibia che comprende specie esclusive della oggi, frontiera territoriale tra l’alta Sabina e il catena appenninica e specie che appaiono in Cicolano. forte declino in ambito nazionale. Anche I numerosi sentieri della Riserva consentono tra i mammiferi sono parecchie le specie di la scoperta di paesaggi diversi, passando dai ambiente forestale: il moscardino, il topo laghi alle zone collinari, fino ad apprezzare quercino, il ghiro, lo scoiattolo europeo, la A centro pagina, scenari tipici degli ambienti montani. martora, il gatto selvatico. Naturalmente in Bombina Pachypus - Ululone Appenninico Oltre il 70% del territorio protetto è costituito questa area dell’Appennino centrale, non da boschi di latifoglie: il faggio occupa i poteva certo mancare il lupo. L’Area Protetta

(da Agostini, 1994 modificato) Stop 3 La Riserva Naturale Speciale delle Grotte di Pietrasecca La Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca (Serravalliano-Tortoniano) e il flysch ricadente nel Comune di Carsoli (AQ) è torbiditico arenaceo-pelitico. stata istituita con L.R. n.19 del 10/03/1992 Nella dorsale carbonatica di Pietrasecca si dalla Regione Abruzzo per la salvaguardia e conoscono tre importanti cavità: la Grotta l’integrità del sistema carsico di Pietrasecca, del Cervo, l’Inghiottitoio, od Ovito, di localizzato nella porzione centrale della Pietrasecca e la Risorgente di Pietrasecca, dorsale dei Monti Carseolani, che costituisce esse sono strettamente correlate sia da un uno dei piu tipici “trafori” idrogeologici punto di vista genetico che idrogeologico. dell’Appennino Centrale. Nell’insieme si tratta dello stesso sistema La catena dei M.Carseolani si sviluppa carsico riconducibile ad un tipico da NW a SE, per circa 25 km, compresa ”traforo” idrogeologico che drena le tra il M.Velino a NE e la catena dei acque di un bacino chiuso, impostato M.Simbruini a SW, al confine tra le prevalentemente sul flysch miocenico, regioni del Lazio e dell’Abruzzo. verso un altro bacino adiacente posto a La piccola dorsale di Pietrasecca quote più basse. costituisce un alto strutturale nella L’ingresso dell’Ovito rappresenta parte centrale dei M.Carseolani, l’attuale inghiottitoio attivo del che si sviluppa in forma anticlinale sistema, mentre la Grotta del lungo un asse orientato NW- Cervo rappresenta un più SE con vergenza a NE. La antico punto di cattura. La successione stratigrafica nell’area Risorgente di Piatrasecca di Pietrasecca inizia con Calcari costituisce invece un punto di compressivi e distensivi. La Grotta Grande del Cervo è stata scoperta a Rudiste del Cretacico uscita che attualmente assolve Le Grotte di Pietrasecca hanno avuto una nel 1984 dal Gruppo Speleologico Romano; Superiore (Senoniano) la funzione di “troppo pieno”. storia evolutiva abbastanza semplice. Esse al suo interno sono state rinvenute ossa di un su cui poggiano, Tutte le cavità appaiono hanno infatti sempre svolto la funzione di cervo di notevole interesse paleontologico in discordanza fortemente condizionate, via di drenaggio sotterraneo da un bacino e monete romane del IV-V sec. d.C. e del stratigrafica, i nel loro andamento, da verso un altro situato a quota inferiore. Lo XV secolo. La grotta inoltre, per la presenza calcari organogeni più famiglie di fratture sviluppo dei primi condotti carsici sotterranei di fauna cavernicola e la ricostruzione della miocenici pressoché verticali di cui può essere ricondotto ad una fase in cui si è frequentazione dalla preistoria all’età romana, (Langhiano- la principale ha direzione avuto un affossamento dell’area posta a SW sono state oggetto di notevole interesse Serravalliano). La variabile da NE-SW a ENE di Pietrasecca con conseguente richiamo scientifico. Gli studi di paleosismicità condotti successione continua -WSW, perpendicolare, di acqua verso questa zona. In base alle all’interno della Grotta hanno fornito con le Marne a alla direzione della conoscenze sull’ evoluzione paleogeografica e indicazioni sugli eventi sismici della zona in Orbulina stratificazione sulla neotettonica della zona, si può ritenere un arco di 350.000 anni. e ai principali che la fase di prima strutturazione del sistema Attualmente la Grotta del Cervo, il cuore della lineamenti carsico si sia verificata intorno al Pleistocene Riserva, è mantenuta allo stato naturale e non strutturali, inferiore. è illuminata artificialmente. Storia & Cultura

Saraceni, le successive Notizie storiche sulla media Valle del Turano invasioni inducono La media e la bassa Valle del Turano, in qua e là nella campagna. Con la caduta gli abitanti territorio sabino, sono comprese tra il confine dell’Impero Romano d’Occidente, anche la della valle Lazio-Abruzzo, poco lontano da Carsoli Sabina fu soggetta alle invasioni di vari popoli a restare (AQ), e la confluenza del F. Turano col F. del nord Europa: di notevole rilevanza, quella nei borghi Velino, presso Rieti. Parte della media valle è dei Longobardi che, calati in Italia nel 568, per fortificati sommersa dalle acque del bacino artificiale del oltre duecento anni dominarono gran parte d’altura. La Valle Turano. La valle era percorsa, in età romana, da della Penisola. I Longobardi, nell’VIII secolo, passa, alla metà una via consolare – sul cui tracciato si sviluppa furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno, dell’VIII secolo, sotto l’attuale S.P. Turanense - che, costeggiando schierati ormai da tempo a sostegno del il dominio pontificio, al il F. Turano (l’antico Tolenus), metteva in Papato. Il re dei Franchi dovette combattere quale rimarrà soggetta comunicazione la via Salaria con la Tiburtina anche contro i Saraceni che in quegli stessi fino al XIX secolo. Lago del Turano Valeria. Il territorio, assoggettato dai anni iniziavano la loro penetrazione in Oltre ai siti di cui si è Trebula Mutuesca Romani nel 290 a.C. ad opera Sabina. Si racconta che proprio detto, nella valle sono del console Manio Curio Carlo Magno, per render grazie presenti numerosi Dentato, presenta numerose alla Madonna dopo una altri monumenti testimonianze del passato. importante vittoria presso di notevole Presso , Pozzaglia, sui Saraceni, interesse storico- recenti scavi hanno abbia fatto costruire archeologico, riportato alla luce l’antica nella Valle Muzia - tra fra questi i città sabino-romana di Pozzaglia e Canemorto magnifici Trebula Mutuesca: un (l’attuale ) – la Castelli di anfiteatro, le terme, parti chiesa in stile romanico Collalto di statue, colonne, ecc. In di S. Maria del Piano. Nel Sabino prossimità sorge la suggestiva 735 fu fondata dai monaci di e Rocca Collalto Sabino chiesa romanica di S. Vittoria. Farfa, sui ruderi di una sontuosa Sinibalda, Pietra Scritta Nella valle ora sommersa, tra Castel villa romana, l’Abbazia di S. Salvatore l’antica chiesa di S. di Tora e Colle di Tora, vi era, forse, la città Maggiore (). Distrutta dai Giovanni in Fistola sabina di Thora o Tiora Matiene citata da Saraceni nell’891, venne riedificata nel 974. (Collalto Dionigi di Alicarnasso (I sec. a.C.). Un vicus Le continue scorrerie dei Saraceni spinsero Sabino), sorgeva invece sull’altopiano di Corneto, le popolazioni dei villaggi di fondovalle a il convento anch’esso sommerso dalle acque del lago, rifugiarsi nei luoghi più elevati, fortificandoli: intitolato a presso Castel di Tora. In territorio di Paganico sorgono Autta, in territorio di Vallecupola, S. Anatolia Sabino, subito a valle della provinciale, vi è Mirandella e Bulgarett, in territorio di Ascrea, (Castel di Tora) e un monumento funerario (I secolo a.C.), Antuni, su un ripido colle dominante la valle infine segnaliamo conosciuto come Pietra Scritta, ricavato da (Castel di Tora). l’eremo rupestre un grande masso di frana, sagomato in loco, Durante una scorreria venne saccheggiato e del SS. Salvatore, sul a pianta quadrangolare e lavorato su tre facce. distrutto il sito di Corneto dove i monaci di versante meridionale In età imperiale sorsero nella valle numerose Farfa, sull’antico vicus, avevano edificato un di Monte Antuni. Monte Antuni villae rusticae di nobili romani, come è facile monastero e la chiesa di S. Maria in Corneto. Costruzione del ponte sul intuire dal copioso materiale fittile affiorante Nella prima metà del X secolo, scacciati i Lago del Turano Appunti di Viaggio Per saperne di più

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Contribuire alla realizzazione di questi progetti significa non solo aiutare la divulgazione e la conoscenza di argomenti chiave quali l'ambiente, l'energia, il clima, la salute ma anche investire sul nostro futuro e su quello delle nuove generazioni che dovranno sempre più farsi carico della responsabilità di salvaguardia del nostro Pianeta. La “Settimana del Pianeta Terra” è un'iniziativa eccellente non solo negli obiettivi che si prefigge di raggiungere ma anche nelle innumerevoli occasioni di incontro, dibattito e approfondimento, nelle numerose attività didattiche e sperimentali ma anche musicali e artistiche. Una settimana che focalizza l'attenzione sulle numerose problematiche, coinvolgendo da una parte esperti e tecnici e dall'altra il mondo dell'istruzione e della politica, coloro, quest'ultimi, ai quali spetta il compito di educare al cambiamento e creare le condizioni affinché i processi si realizzino. Ebbene, la Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia intende sentirsi compartecipe, seppur nella sua realtà territoriale, di entrambi i percorsi di valorizzazione del patrimonio ambientale e di responsabilizzazione delle scelte politiche necessarie a salvaguardarlo da un lato e promuoverlo dall'altro. Concludo con un sentito ringraziamento a tutta l'Organizzazione per l'impegno profuso nella realizzazione di questo eccellente volume che sono certo raccoglierà il meritato interesse e la giusta visibilità.

Mario Assennato

Commissario Straordinario Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia A cura di: Maurizio Marino, Riccardo Massimiliano Menotti, Enrico Miccadei, Paolo Moretti, Guido Motteran, Luigi Russo, Anna Rosa Scalise, Roberto Sera ni, Giuliano Spogli, Roberto Ziantoni e Claudio Zonetti.

Contatti: [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; roberto.sera [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]

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Riserva Naturale Speciale delle Grotte di Pietrasecca Pietrasecca, frazione di Carsoli (AQ) Telefono: 3201715968 http://www.riserveabruzzo.it/grotte-di-pietrasecca.html http://www.comune.carsoli.aq.it/prenotazioni.html