Ambasciata D'italia Presso La Santa Sede 1929

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Ambasciata D'italia Presso La Santa Sede 1929 Storia e Diplomazia Il presente volume è stato realizzato a cura dell’Unità per la Documentazione Storico- diplomatica e gli Archivi sotto la direzione del Capo della Unità, Professor Francesco Perfetti. Le opinioni espresse all’interno dei saggi contenuti nel volume sono esclusivamente degli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della struttura. Ministero degli Affari Esteri Segreteria Generale Unità per la Documentazione Storico Diplomatica e gli Archivi Storia e Diplomazia 2 Giugno 2009 SOMMARIO Premessa ............................................................................................................... pag. 7 SAGGI ............................................................................................ » 9 Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon. Primo Ambasciatore d’Italia in Vaticano (giugno 1929 – luglio 1935) di Mario Casella ............................................................................ » 11 INVENTARI ..................................................................................... » 29 Il riordinamento delle carte dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede di Stefania Ruggeri ......................................................................... » 31 Titolario ...................................................................................... » 33 Inventario .................................................................................... » 35 Inventario delle carte dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a cura di Michele Abbate ............................................................................. » 37 Registri ....................................................................................... » 179 Premessa Questo fascicolo di Storia e Diplomazia comprende l’inventario delle carte dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede relative al periodo compreso fra il 1929 e il 1946, che viene pubblicato in occasione dell’ottantesimo anniversario della stipula dei Patti Lateranensi. Si tratta di uno strumento di grande importanza che – insieme ai materiali concernenti la Santa Sede presenti nel Fondo Affari Politici – consentirà certamente agli studiosi una più agevole fruizione del patrimonio documentario conservato nell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e relativo ai rapporti fra Italia e Santa Sede: un patrimonio notevole per dimensioni e per tipologia di materiali, sostanzialmente compatto e omogeneo. La sua consultazione e il suo studio permetteranno non solo di ricostruire la successione degli eventi ma anche, per un verso, di approfondire alcune questioni particolarmente delicate che hanno caratterizzato la storia dei rapporti fra lo Stato Italiano e la Santa Sede nonché, per un altro verso, di seguire la formazione e lo sviluppo di iniziative diplomatiche comuni fra le due realtà statuali. Il fondo relativo all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, costituito grazie e attraverso successivi versamenti di carte, è stato riordinato e inventariato dalla struttura archivistica del MAE e in particolare dal dottor Michele Abbate. La dottoressa Stefania Ruggeri ne ha curato la revisione e ha predisposto anche la nota qui pubblicata ad illustrazione dello stesso. Questo fascicolo presenta anche, nel quadro di una sempre più stretta e proficua collaborazione con gli studiosi che frequentano l’Archivio Storico Diplomatico, una anticipazione di un volume che lo storico Mario Casella sta ultimando e per la stesura del quale ha largamente attinto al fondo archivistico in questione. Prof. Francesco Perfetti Capo dell’Unità per la Documentazione Storico-diplomatica e gli Archivi 7 SAGGI Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon Primo Ambasciatore d’Italia in Vaticano (Giugno 1929 – Luglio 1935) di Mario Casella 1. “Ho pensato a te come primo Ambasciatore presso il Vaticano” Primo Ambasciatore dell’Italia presso la Santa Sede fu, a partire dal 17 giugno 19291, il conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon2. Era stato Mussolini a chiedergli, prima ancora che venissero firmati i Patti Lateranensi, di rappresentare l’Italia in Vaticano. Scrive De Vecchi nelle sue Memorie: L’ora di Dio, come venne definita la Conciliazione, era ormai vicina. Io ne fui informato direttamente da Mussolini allorché mi recai a Roma, chiamato da Palazzo Venezia. Erano i giorni della solenne beatificazione di Don Bosco. Quella volta l’accoglienza, più che affettuosa direi che fu fraterna. Il Duce era di ottimo umore e si capiva che aveva in corpo qualcosa di grosso che desiderava comunicare con una certa punta di orgoglio. Mi venne incontro dal fondo della vasta stanza; poi, pieno di entusiasmo disse: “Abbiamo fatto la Conciliazione con la Santa Sede. Ci lavoravo da tempo...”. NOTA ARCHIVISTICA E PRINCIPALI ABBREVIAZIONI. Anticipo qui il primo capitolo del mio libro Gli ambasciatori d’Italia in Vaticano dal 1929 al 1943, di prossima pubblicazione. I documenti qui utilizzati non sono sempre di facile lettura. E’ perciò possibile che qualche parola non sia stata letta correttamente: mi riferisco, i particolare, agli appunti presi dal Cardinale segretario di Stato Pacelli durante i suoi colloqui con Pio XI. Nella trascrizione di questi e degli altri documenti, ho scrupolosamente rispettato i testi, anche nella punteggiatura, limitando i miei interventi, compresi i “sic”, allo stretto necessario. Queste le principali abbreviazioni: AACI = Archivio dell’Azione Cattolica Italiana; A.P. = Atti Parlamentari; AC (o ACI) = Azione Cattolica Italiana; ACS = Archivio Centrale dello Stato; Ambasciata = Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede; AP = Affari Politici; ASDMAE = Archivio Storico Diplomatico del Ministero Affari Esteri; b. = busta; DBI = Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana; DE VECCHI (o anche Memorie) = C. M. DE VECCHI DI VAL CISMON, Il quadrunviro scomodo. Il vero Mussolini nelle memorie del più monarchico dei fascisti, Milano, Mursia, 1983; DDI = MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, Documenti Diplomatici Italiani; fasc.. = fascicolo; f. = foglio; MAE = Ministero Affari Esteri; MI = Ministero dell’Interno; ONB = Opera Nazionale Balilla; PCM = Presidenza del Consiglio dei Ministri; PNF = Partito Nazionale Fascista; PPI = Partito Popolare Italiano; PS = Pubblica Sicurezza; sf. = sottofascicolo 1 Annuario diplomatico anno 1937-XV, p. 316. 2 Su De Vecchi (Casale Monferrato, 14 novembre 1884-Roma, 23 giugno 1959): E. SANTARELLI, De Vecchi Cesare Maria, in DBI, 39, Roma 1991, pp. 522-531. Sono numerose le opere che fanno riferimento alla figura e all’opera di De Vecchi, come risulta dall’ampia bibliografia citata da Santarelli. Mi limito qui a ricordare i volumi della fondamentale biografia di Mussolini scritta da R. De Felice. Altrettanto fondamentale è l’autobiografia del quadrumviro: C.M. DE VECCHI DI VAL CISMON, Il quadrumviro scomodo. Il vero Mussolini nelle memorie del più monarchico dei fascisti, Milano, Mursia, 1983 (d’ora in poi, DE VECCHI). Un profilo di De Vecchi con incarichi e riconoscimenti ricevuti si trova nel cit. Annuario diplomatico anno 1937-XV, pp. 316-318. 11 La notizia era una di quelle che lasciano senza fiato. “Vorrei dirti bravo” dissi, “ma mi sembra poco data l’importanza del fatto. E’ un avvenimento fondamentale per la vita d’Italia...”. Mi prese per il braccio e mi condusse accanto a una delle finestre dalle quali si vedeva la piazza. “Ho pensato a te” riprese dopo la pausa, “come primo Ambasciatore presso il Vaticano. Voglio che tu lo sappia, avanti di chiedere il gradimento della Santa Sede. Accetti?” Non esitai a rispondere: “Pronto ed entusiasta” dissi, “ma il compito mi sembra troppo difficile. Ci hai pensato bene?” gli domandai. “Credi che saprò assolverlo?”. “Non ho dubbi” rispose Mussolini. “Sono sicuro che ne uscirai benissimo. Mi raccomando, tieni per te la notizia fino a che non sarà ufficiale. I concorrenti sono numerosi come le mosche”: “Non fiaterò” ribattei. “Ma dammi atto che l’idea è partita da te e io non ti è chiesto nulla...”. “Come vuoi” disse Mussolini. “Ti raccomando, bocca chiusa!”3. A ratifica dei Patti avvenuta, la notizia della sua nomina fu annunciata dalla Stefani, tra la sorpresa generale. “La mia nomina - scrive ancora De Vecchi nelle sue Memorie - arrivò inaspettata per tutti e difatti, sia alla Camera sia al Senato, durante la discussione per la ratifica del Concordato e del Trattato, avevo sentito sussurrare diversi nomi di presunti candidati. Molti Senatori avevano avanzato pubblicamente la candidatura a quel posto di ‘sopporta dolori’, come lo chiamavano, e un giovane titolato lombardo mi aveva annunciato, con l’aria di confidarmi un segreto, che l’Ambasciatore prescelto lo aveva designato come consigliere della nuova Ambasciata”4. A Corte e in Vaticano invece, la nomina di De Vecchi fu accolta “con molto favore”5. Con quale spirito il Neo-Ambasciatore si accingesse a svolgere il compito che gli era stato affidato, ce lo dice lo stesso De Vecchi in una pagina delle Memorie, dove, fatto riferimento alle parole pronunciate da Mussolini davanti al Gran Consiglio (“Come avete udito, abbiamo fatto la pace con la Chiesa... Ora che la pace è fatta, si può pure riprendere la guerra!...”6), e notato che “dopo essere entrato in Chiesa, come si disse allora, con armi e bagagli, Mussolini sentì insofferenza per il paterno abbraccio del Pontefice”, si afferma: “Fatta la pace con la Santa Sede, si poteva dar corso a nuove ‘guerre’ ma senza ricorrere alle ideologie liberali, bensì a principi nuovi [...]”, cioè fascisti7. Uno spirito, dunque, vivacemente battagliero,
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