Prefettura di

Luglio 1987 - Luglio 2017 Trentennale dell’Alluvione in Valtellina

RACCOLTA DOCUMENTALE

INDICE

PRESENTAZIONE di S. E. il Vescovo Oscar Cantoni 2 INTRODUZIONE 3 CENNI STORICI E GEOGRAFICI 5 CRONACA DELL’ALLUVIONE 7 ELENCO DECEDUTI 14 PREPARATIVI PER LA CELEBRAZIONE DEL TRENTENNALE DELL’ALLUVIONE 15 18 LUGLIO CELEBRAZIONE DEL TRENTENNALE DELL’ALLUVIONE 26 RICONOSCIMENTI E TARGHE 33 LE INIZIATIVE PER IL TRENTENNALE 36 DAL PICCOLO AI GRANDI ORIZZONTI 45 TESTIMONIANZE 52 RINGRAZIAMENTI 61 APPENDICE: LA COMMEMORAZIONE DEL TRENTENNALE DELL’ALLUVIONE 69 VISTA DA “IL PONTE”

PRESENTAZIONE

“La nostra gente di montagna conosce lo sgomento delle ore difficili ma non si lascia andare alla disperazione: piange stridendo i denti e reagisce con la grande forza di chi è esperto nel soffrire. I secoli di storia della Valtellina sono stati secoli di dolore e di tragedia, ma la sua gente ha in sé una grande forza, sorretta anche dalla fede e riprende a rivivere con l’ostinazione dei forti”. Così il caro Vescovo Teresio Ferraroni si esprimeva nel suo messaggio alla gente di Valtellina nei giorni dell’alluvione del 1987. E non nascondeva la sofferenza che segnò non solo la Valle, ma anche tutta la Diocesi di Como. A distanza di trent’anni, realmente possiamo toccare con mano la tenace operosità di un popolo che è stato capace non solo di ricostruire ciò che è andato perduto, ma anche di trasformare in occasione di ulteriore sviluppo quella che sembrava essere una terribile disfatta. Soprattutto i Valtellinesi hanno riscoperto i legami della fraternità e della solidarietà, trovando nella fede cristiana la radice del proprio impegno e il senso per rinnovare la speranza: la contemplazione del volto del Crocifisso Risorto, così abbondantemente presente nelle Chiese, ma anche gli angoli delle strade della Valle, ha permesso di rifiorire la vita laddove sembrava comandare la morte. E quante preghiere si alzarono in quei giorni per chiedere l’intercessione della Madonna di per tutta la schiera dei suoi devoti. Fare memoria di tutto questo ci potrà essere d’aiuto, nel momento della fatica, per ritrovare la fede e la speranza e nel momento della gioia, per accrescere l’impegno della carità.

 Oscar Cantoni Vescovo di Como

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INTRODUZIONE

Ho ritenuto di raccogliere, grazie alla collaborazione delle molteplici Istituzioni e del personale della Prefettura, tutte le iniziative che sono state messe in campo per commemorare, nel modo migliore, l’evento tragico dell’alluvione in Valtellina. Si è proceduto in modo semplice, a raccogliere, tutti quei dati più significativi, nonché, quegli elementi che potranno destare interesse a chi si accingerà alla lettura. Mi preme pertanto, ringraziare le Istituzioni, le Associazioni e il mio personale che si sono prodigati con dedizione e passione all’evento, la cui organizzazione è stata giudicata positivamente:

Personale della Prefettura Comando Provinciale Guardia di Angieri Salvatore Finanza di Sondrio Boscacci Lucia Comando Provinciale Vigili del Fuoco Boscacci Marilena di Sondrio Codazzi Anna Comune di Colace Giuseppe Fendoni Sonia Comuni della Provincia di Sondrio Marveggio Michele Comunità Montana Marveggio Monica Comunità Montana Parolo Antonella Comunità Montana SONDRIO Sampilli Michela Coro Li ósc’ Sorrentino Umberto Coro Parrocchia Santa Maria Assunta Stasolla Erasmo Voltan Marcello Croce Rossa Italiana Ditta Edile Esterna F.lli Bonetti Snc Istituzioni, Associazioni e Aziende Ditta Edilpiemme SaS A2A S.p.A Gruppo Alpini e Protezione Civile di Associazione Nazionale Alpini Piatta Avio Valtellina S.p.A. Gruppo Carabinieri in Congedo Banda Filarmonica Bormiese Gruppo Gioventù “Magot” di Banda Insieme S.Antonio Morignone Comando Provinciale Carabinieri di Pro Loco Valdisotto Sondrio Provincia di Sondrio 3

Questura di Sondrio Il Giorno/National press Regione Lombardia Il Settimanale della Diocesi di Como Secam S.p.A. La Gazzetta di Sondrio Ufficio Scolastico Territoriale La Provincia Waters Nestlè La Stampa Lapresse Rappresentanti delle Istituzioni National Press Emanuele De Filippis Radio TeleSondrio News Federica Micheli RAI On.le Avv. Roberto Maroni RAI GR Radio On.le Dottor Ugo Parolo RAI NEWS 24 On.le Sen. Benedetto Della Vedova RAI Quirinale On.le Sen. Jonny Crosio RAI TG1 Simone Guerrini RAI TG2 RAI TG3 Agenzie e Testate Giornalistiche RAI TGR Lombardia Adnkronos SKY TG 24 Agenzia AGI TeleMonteNeve Ansa TeleUnica Centro Valle TGCOM24 Corriere della Sera Ufficio Stampa Lombardia GR Radio Valtellina Alpina Il Giorno

Per la stesura di questo documento esprimo il mio sentito ringraziamento alla Sig.ra Sonia Fendoni e al sig. Erasmo Stasolla

Il Prefetto di Sondrio

Giuseppe Mario Scalia

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CENNI STORICI E GEOGRAFICI

Il fiume Adda, scendendo dalla valle di Cancano, prima di confluire nel Lago di Como, disegna con il suo corso questa splendida regione alpina, inserita nella Lombardia, denominata Valtellina. Della Valtellina fanno parte numerose valli laterali, come la val Malenco, , valle del Bitto, Val Grosina, e la valle di ed essa, insieme alla Valchiavenna forma la provincia di Sondrio. Ennodio, vescovo di Pavia degli inizi del VI secolo, ne parla nominandola Tellina vallis, nome che probabilmente deriva dall’allora esistente borgo di (oggi comune della provincia di Sondrio) posto in posizione dominante dell’antica valle. La valle corre parallela al crinale alpino per circa 120 km, separando le Alpi Centro-orientali(Alpi Retiche occidentali) dalle Alpi Sud-orientali (Alpi Orobie). La valle, chiusa in questo abbraccio, è dominata da montagne, alcune tra le quali altissime e fra le prime d'Europa: il massiccio del Bernina, l'Ortles, il Cevedale, il Gran Zebrù e il gruppo dell'Adamello - Presanella. Celti, liguri ed etruschi hanno trovato qui l’ambiente adatto per creare le proprie colonie abitative in età pre-romana, e dopo aver fatto parte dell’Impero Romano, nel 568 d.C. divenne dominio longobardo e di secolo in secolo fu terra ambita da diversi popoli. Durante il Medioevo, essa fu sempre soggetta dal punto di vista ecclesiastico ai vescovi di Como, mentre civilmente dopo essere stata soggetta al Comune di Como e al vescovo di Como venne incorporata verso la metà del XIV secolo nel Ducato di Milano. Gli abitanti dei vicini Grigioni, che già erano entrati più volte in Valtellina, nel 1512, approfittando delle invasioni straniere che avevano preso avvio nel 1494, la occuparono tutta pur garantendo alle popolazioni locali il rispetto degli antichi privilegi e consuetudini. Il 27 giugno 1512, con il Giuramento di Teglio, la Valtellina venne ufficialmente annessa ai Grigioni. Il dominio grigionese durò dal 1512 al 1797, purtroppo durante questo periodo la Valtellina fu teatro di gravi scontri tra cattolici e protestanti. Con l'arrivo di Napoleone Bonaparte venne posto il termine al dominio grigionese, infatti nel 1797 Napoleone Bonaparte separò definitivamente la Valtellina dai Grigioni e la unì alla Repubblica Cisalpina. La valle seguì quindi,

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durante l'epoca napoleonica le vicende dell'intera Lombardia quale parte poi della Repubblica Italiana (1802-1805) e, in seguito, del Regno d'Italia guidato da Napoleone stesso e dal viceré Eugenio di Beauharnais. In seguito alla sconfitta di Napoleone gli Svizzeri tentarono di riprendersi la Valtellina (insieme con la Valchiavenna). Per contrastare tale operazione, i valtellinesi inviarono al Congresso di Vienna due delegati e quando, il 27 aprile 1814, le truppe svizzere cercarono di scendere dalla val Bregaglia su Chiavenna, la valle risultò essere ormai già occupata dagli austriaci. Nel 1859 a seguito della seconda guerra di indipendenza italiana la Valtellina fu annessa al Regno di Sardegna e, dunque, nel 1861 divenne parte del nuovo Regno d'Italia. Durante la prima guerra mondiale, l'alta Valtellina, in particolare passo dello Stelvio e l’Ortles, fu marginale teatro di scontri, e prima e durante la Grande Guerra, fu costruita una linea difensiva italiana per impedire un eventuale sfondamento del fronte attraverso la neutrale Svizzera (linea Cadorna). Alla fine della seconda guerra mondiale doveva diventare l'ultima roccaforte della Repubblica Sociale Italiana: si pensava infatti di raggruppare tutte le forze repubblichine in Valtellina creando il "Ridotto Alpino Repubblicano", cosa che non avvenne, perché tutto l'apparato militare e paramilitare fascista si sciolse dopo il 25 aprile 1945. (Tratto da Wikipedia)

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CRONACA DELL’ALLUVIONE

La Valtellina è letteralmente impegnati a trascinare via, dalle crollata sotto i colpi di maglio del sponde senz'argine, o dalle morene maltempo. È successo tutto tra il17 lasciate scoperte dai ghiacciai, detriti ed il 28 luglio. Cinquantatre morti, a tonnellate. 4.000 miliardi di danni, interi abitati Il barometro era sceso su valori cancellati dalla furia degli elementi, un da record mentre la temperatura lago sospeso sulla testa della gente spingeva sempre più su la colonnina come una spada di Damocle quasi a del mercurio e l'isoterma di zero gradi voler rammentare la precarietà si perdeva oltre i 4000 metri di incancellabile di un rapporto che è quota. […] stato sempre difficile, quello tra l'uomo La pioggia cadeva senza e la montagna. Sull'intera vicenda due interruzione per ore, smetteva un sentimenti dominanti, ormai radicati nel attimo, riprendeva sotto la spinta di cuore della gente: impotenza e paura. un temporale. Qualcuno ne ha Questa estate senza senso, contato, di temporali, in quel definita eccezionale, - ma che, in pomeriggio e in quella serata di effetti, è stata molto di più, una vera vigilia, 17. parentesi storica - ha frantumato il Certi numeri sono ricorrenti nelle lavoro di generazioni. Ha anche vicende umane. Chi crede nella incentivato riflessioni prima impensabili, superstizione incrocia le dita, chi non nonostante la storia della Valtellina sia ci crede ne prende atto. Tanto la piena di avvenimenti simili, anche se realtà non muta. di diverse proporzioni, succedutisi nel tempo con una cadenza che non L'acqua, in quelle ore, lavorava lascia presagire, per il futuro, nulla di a cottimo. Senza un attimo di tregua buono. slittava veloce sui maggenghi, dove da anni non si tagliava il fieno, e Il 17luglio era di venerdi. Il dove il terreno aveva perduto ogni cielo era plumbeo, come lo sa essere possibilità di drenaggio. Correva sul in estate quando dalla Valmalenco sottobosco che nessuno cura più - pare si liberino le forze della natura, perché il raccoglier legna e strame è compresse, in non si sa bene quale una fatica boia che non rende nulla- grotta, nelle viscere delle Tremogge. infilandosi a velocità da rompicollo, La pioggia prendeva a cadere con dentro quegli ampi imbuti che sono le violenza, le acque del Mallero zone di displuvio, e bacini imbriferi di assumevano quel colore marrone questo o quel torrente. scuro che è tipico dei torrenti

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Il Madrasco, a , diventava preoccupazione. In Prefettura scattava turgido. Il Torreggio, a Torre Santa il dispositivo di emergenza, a livello Maria, prendeva un'aggressività iniziale. La statale 38 era chiusa in inusitata. Cresceva il Poschiavino a due punti. Tra le due masse di terra Tirano. Si faceva grosso il Frodolfo in e sassi, che erano rotolate dall'alto, Valfurva mentre i ghiacciai si c'erano delle auto. Forse dispersi e squagliavano, come il burro in morti. […] padella, martellati dalla pioggia e In bassa valle l'Adda aveva rosicchiati dal caldo e dall'umidità che invaso la piana di . La continuavano ad aumentare contro statale 38 e la ferrovia erano sotto ogni logica. l'acqua rifluita dal lago di . In quel sabato si succedevano S'era dovuto sfondare un argine per le partenze. La gente, nonostante far riprendere all'Adda il suo corso. E tutto pensava al mare, alle vacanze, a Tartano? «C’è stata una frana - «Domani sarà bel tempo» si dicevano si diceva - Ha investito un quelli che avevano preparato la borsa condominio e un albergo, il Gran per il week-end o la valigia per le Baita». È grave? Si chiedeva. «Non ferie. «Domani tornerà il sole» molto». «Pare ci siano sette feriti». affermavano speranzosi quelli che, da Con il passare delle ore si queste parti, consumano il loro tempo incominciava a parlare di uno o due libero tra la ricerca di funghi, la morti poi di cinque. Il giorno dopo scoperta di nuovi sentieri, la rincorsa erano 12 con 11 dispersi. Alcuni sono di alpeggi conosciuti. ancora in fondo al lago, quello che si Avevano tutti torto marcio. La vede dal paese, in basso, o l'altro, natura aveva deciso diversamente. In in fondo alla valle, che sotto la certi casi pare voglia accanirsi, in altri spinta dell’acqua che arrivava da superare se stessa, eccezionalmente Adda e Mera aveva incominciato ad fare storia. In Valtellina ha fatto aumentare di livello invadendo case e storia. piazze. Il primo allarme è arrivato dalla Mentre la pioggia continuava a Valdisotto a metà del pomeriggio. Poi cadere a raffiche, un temporale dopo è toccato a Tartano, alla Valmalenco, l'altro, la macchina dell'emergenza a , a Morbegno e San Pietro veniva montata in tutta fretta. Si Berbenno. La valle si è chiusa come chiamavano elicotteri da ogni dove. Si un riccio. impegnavano l'équipe del ministro Giuseppe Zamberletti, l'esercito, le Le frane di Sant’Antonio hanno forze di polizia. In soccorso ai creato il primo motivo di pompieri che, intervenuti per primi.

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con gli uomini del soccorso alpino, In Valfurva succedeva lo stesso s'erano trovati a dover affrontare per il Frodolfo, nelle zone dove corre l'apocalisse, c'era la rincorsa di quanti basso, a fianco della strada, e per lo erano vocati a quel servizio. A Zebrù che scende dal parco dello Sondrio il Mallero diventava furioso Stelvio per solito con le acque facendo a brandelli la strada di fredde, di un azzurro intenso. Aveva, accesso alla Valmalenco. Se ne in poche ore, subito una mangiava alcuni tratti come fossero trasformazione tale da far impallidire il cartapesta, saltava i ponti, costringeva dottor Jekill e mister Hyde. La furia i sindaci a firmare le prime ordinanze delle acque faceva saltare altri ponti. di sgombero per Torre Santa Maria e Prima quello del , poi la la zona del Prato. Via la gente passerella del partigiano a Sondrio, i anche a Sondrio prima da Gombaro tre del quadrivio di Torre in poi dall'area della città vecchia. Valmalenco, il passaggio sul Un'ora dopo l'altra, con uno Valfontana a Chiuro e quello di San stillicidio che sembrava non volesse Nicolò. avere fine, mentre la pioggia non Sulla valle c'era, letteralmente, dava tregua e i torrenti diventavano uno stillicidio di smottamenti. Non sempre più impetuosi, i sindaci, c'era paese che non ne lamentasse lasciati, loro malgrado, arbitri e giudici uno. unici di una situazione incontrollabile, All'ospedale di Morbegno si prendevano tutte le decisioni del caso. contavano i morti di Tartano, si Beppe Songini, ad Ardenno, faceva succedevano i riconoscimenti mentre abbattere l'argine del lago per far lassù si continuava a scavare dentro fuggire l'Adda verso il basso. L'acqua il magma che aveva prima divelto poi aveva sommerso i campi, invaso le sommerso la parte bassa del case, cambiato il panorama. Licio condominio e poi l’albergo. Tra i Compagnoni, a Fusine, faceva morti anche Marcellino, il titolare del suonare le campane a martello e Gran Baita. Poi all'elenco si mentre gli ultimi abitanti del borgo aggiungevano sua moglie e due figlie. schizzavano dalle loro case con quel L'ondata di piena del Mallero, che erano riusciti a recuperare, il che aveva sfondato su in alto, lungo Madrasco rompeva gli argini facendo la valle, uno sbarramento fatto da scempio del paese. Più su, a rami e massi trascinati dalla corrente, Sondalo, Sandro Sozzani si trovava, a passava sul capoluogo come una sette giorni dal disastro di Frontale tenda livida stesa sulla città. L'acqua (un preavviso?) a dover allontanare saltava i ponti rimasti, martirizzava quanti abitavano in riva all'Adda.

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quello di Piazza Vecchia che poi s'è terra, allevare quattro bestie con il dovuto abbattere. Sfiorava, ruggendo, prato fuori di casa. per il materiale che si portava A Sondrio il Mallero era stato appresso, il limite dei muretti ridimensionato. Cerano solo gli argini dell’argine che, miracolosamente che avevano retto, l'acqua che reggevano l'incredibile peso di una passava tumultuando su un mare piena senza precedenti. incredibile di inerti che ne avevano La domenica i temporali si riempito il letto arrivando a sfiorare i diradavano. Si pensava tutto fosse ponti. finito. Si facevano i primi conti. 24 Anche l'Adda metteva a segno morti - anche un ragazzo strappato la sua onda di piena. Annunciata, e via dall'ondata dell'Adda a Morbegno subita dalla gente, allontanata dalle - mille miliardi di danni. case, si stemprava, strada facendo, Nel centro del Bitto le fabbriche tenuta d'occhio, metro per metro, nel del piano lamentavano guai - suo procedere, dalle rive e dal cielo vistosissimi. La COAM aveva le celle con gli elicotteri. del salmone allagate. Tutto da Il rumore dei rotori di questi buttare. In mezzo al piano una stalla velivoli, che hanno dato fisionomia e con le mucche dentro era stata tempestività all'azione di soccorso, ha cancellata. Non c'era più. Tutto era riempito la valle per settimane. ln coperto d'acqua da monte a monte. azione, nel periodo dell'emergenza, ce Le case occhieggiavano da sotto strati ne sono stati fino a 40, dell'esercito, di melma alti un metro, due, tre. La la guardia di finanza, la forestale e gente si guardava attorno, in quella vigili del fuoco, la polizia e l'Elitellina, giornata livida, incredula di quanto quella che si è consacrata come la stava vedendo. Un disastro del compagnia di bandiera accollandosi, genere non poteva essere pensato, specie nella prima parte di un periodo immaginato. tormentato e drammatico, le missioni La piana della Selvetta non più rischiose, i voli più pericolosi. esisteva più. Era tutto un enorme La valle del resto non era bacino marrone dentro il quale era altrimenti praticabile. […] annegata la strada, s'era persa la I primi conti, fatti dagli ferrovia: ed erano affogate le amministratori locali, davano una speranze della gente che anni prima dimensione al disastro: 2000 miliardi aveva lasciato i centri a monte per di danni, tempi lunghi per il recupero scendere giù dov'era più comodo del territorio e delle attività produttive, vivere, fare studiare i figli, coltivare la tempi medi per il risana mento delle

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strutture pubbliche, strade, ferrovie, sordo, un enorme schiocco che è opere primarie e secondarie dei rimbalzato verso il Vallecetta per comuni. sistemazioni idraulico forestali. perdersi poi verso la Reita da una interventi in agricoltura. parte e lungo la valle dall'altra. A Si pensava subito alla quel punto il pendio si è piegato su ricostruzione. […] se stesso, il bosco che lo copriva è parso fatto di stuzzicadenti spezzati e Tornava il bel tempo. Lo svaso frantumati da massi enormi che dei fiumi e dei torrenti diventava rotolavano assieme a sabbia e sassi, l'imperativo categorico. La stima dei verso il basso, ad una velocità danni diventava un primo obiettivo per incredibile. Ci sono voluti ventotto, poter chiedere a Stato e Regione trenta secondi perché quell’iraddidio interventi in misura direttamente toccasse il fondo della valle e proporzionale all'accaduto. […] rimbalzasse sull’altra sponda andando Il Coppetto è sempre stato un a lambire la frazione di Aquilone che, monte senza senso. Anche perché sta investita dallo spostamento d’aria, dietro a quello franato.[…] veniva risucchiata via un attimo dopo. Il disastro è arrivato dalle Nel turbinio di case e cose anche 28 pendici orientali delle Cime di dei suoi abitanti che stavano per Redasco. Guarda sulla valle da oltre incominciare una nuova giornata. l'Adda. Sta ad una distanza di un Poi i 40 milioni di metricubi di paio di chilometri dalla statale, proprio materiale, che erano scesi dal quella che il fiume aveva cancellato Redasco, si distendevano. In su per lunghi tratti. E - o era? - una cancellando Sant'Antonio e Morignone montagnola coperta da una fitta sino a Piazza, verso il basso, vegetazione, in cima alla quale ci rotolando lungo il greto dell’Adda, vanno i cercatori di funghi ed i gitanti arrivavano a sommergere il ponte del la domenica salendo a piedi da Diavolo incuneandosi nell’imbuto della Vallesana. Ci vogliono un paio d'ore. valle riempita da sponda a sponda. […] Sull'intera zona, improvvisamente Sta di fatto che, quando il28 avvolta da un silenzio irreale, una mattina, poco dopo le sette, le enorme nube di polvere marrone che, pendici del Redasco sono venute giù, depositandosi, pian piano, a terra, sotto c'erano sette operai con i loro lasciava vedere un paesaggio mezzi. spettrale. Sotto Aquilone il culmine della frana, alta sulla valle decine di La montagna ha avuto un metri. Dietro, verso Bormio, un sussulto, accompagnato da un rumore enorme avvallamento nel quale l'Adda

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si insinuava prendendone possesso. dire un morto per il quale forse non Davanti, verso La Prese, un pendio ci sarà mai una tomba sulla quale tormentato di massi, terra, sassi, piangere. alberi divelti, che precipitava, L'apparato della protezione civile digradando, per chilometri. In poco che, assolti i problemi più urgenti più di 10 minuti la Valtellina aveva della prima fase d'emergenza, stava cambiato volto. Quattro abitati, per sonnecchiando in vista della fortuna evacuati al momento smobilitazione, riceveva una sferzata. dell’allarme erano stati cancellati. Si La macchina riprendeva subito a era consumata una di quelle girare ad una velocità incredibile. trasformazioni della crosta terrestre La tragedia, che pareva essere che fa testo sui libri di geologia. Il in termini contenuti ad un primo Redasco, montagna senza storia, sommario esame, in poche ore si frantumandosi, aveva dato inizio ad rivelava in tutta la sua gravità. uno dei periodi più tormentati della Valtellina. Un periodo allucinante di Era qualcosa che lasciava cui, solo a distanza di mesi, pare di attoniti e atterriti, qualcosa che intravedere la fine. superava ogni sforzo di fantasia. Mancavano gli aggettivi, e sostantivi, L'allarme era immediato. Gli per descriverla e soprattutto per farne interventi tempestivi. Si ricuperavano i un paragone con quanto era già feriti si doveva anche stilare un lungo accaduto. […] elenco di dispersi. Proprio come a Tartano 10 giorni prima. Due fogli si L'Italia intera si stava aggiungevano alle liste redatte in crogiolando al sole d'agosto in un precedenza: Tartano, Morbegno, Val periodo sacro alle vacanze, anche per di Togno, Val Pola, Aquilone. chi non se le può permettere e s'accontenta, godendo, della città Erano cinque i fogli con l'elenco deserta o del paese con le piazze ufficiale di morti e dispersi. Dispersi senza gente. dove? Dentro il lago di Tartano, sotto la frana di Val Pola, nel grande E’ questa la stagione ideale per catino che l'Adda stava riempiendo i golpe, la chiusura delle fabbriche per farci un lago che avrebbe con il fiato corto, i rivolgimenti che, scacciato, piena di paura, dalle chi si sente parte dell'Italia proprie case, una parte della godereccia, ritrova quando rimette i popolazione della Valtellina. In tutto piedi a terra. 26.000 persone. La parola dispersi In Valtellina si stavano era la più triste di tutte quelle usate registrando, assieme al ritorno dei nelle cronache di quei giorni. Voleva

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turisti che credevano nella che saltano dall'aereo e neppure sopravvivenza di centri e vallate tirando il gancio di sicurezza riescono intere, un'aria di smobilitazione. A ad aprire il paracadute. ranghi ridotti la protezione civile, al La pioggia iniziava subito lumicino l'entrata d'acqua nel lago, battendo sulla valle colpi serrati. senza fiato ormai le polemiche che Rovesci violentissimi e prolungati, un avevano infiorato la prima fase attimo di sosta, di nuovo il diluvio. dell'emergenza. Il Frodolfo diventava prima Pareva tutto fosse rientrato in limaccioso poi turgido fino a quella normalità che la gente rimasta scoppiare. fra Colico e lo Stelvio desiderava più L'Adda faceva lo stesso. Il lago di ogni altra cosa. cominciava a crescere: 10 centimetri Anche gli sfollati - ed erano l'ora, poi 15, poi venti. L'immissario alcune migliaia - pensavano al ritorno da 2 a 10 poi a 50 infine a cento a casa. metricubi d'acqua il secondo. Il lago, che cresceva un paio di I ghiacciai ed i nevai centimetri l'ora, pareva uno partecipavano al festino come un spauracchio senza senso. «Sarà pieno mese prima. entro 60 giorni» dicevano i tecnici. Gli zero gradi erano attorno «Abbiamo tutto il tempo per montare 4000 metri. le pompe e regimarlo». Ne erano convinti a tal punto che guardavano Assieme al Mallero anche gli storto chi ricordava loro i diagrammi altri torrenti rimettevano paura, per della pioggia elaborati dall'ing. Lionetti, alcune ore. Poi Giove Pluvio chiudeva sulla scorta delle precipitazioni degli i rubinetti e sulla valle si faceva un ultimi tre anni, piuttosto che chi, silenzio da mozzare il fiato bonariamente, rammentava, assieme a certi temporalacci estivi, a ridosso di (tratto da “Cronaca di un disastro ferragosto, l'arrivo della prima neve a annunciato” di G. Mambretti in Livigno. “Notiziario della BPS”, n.45, Dicembre 1987) Non era possibile che tanti calcoli meticolosi fossero vanificati, che previsioni, calibrate al millimetro, venissero buttate all'aria dal tempo. All’improvviso il barometro aveva un collasso. In poche ore precipitava a candela, come fanno quei poveracci

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ELENCO DECEDUTI

ELENCO DECEDUTI TARTANO ELENCO DECEDUTI VALDISOTTO Bancora Ausano Sambrizzi Alma De Nardi Antonio Bonetti Flavio Toccalli Virginio Bonetti Tiziana De Bastiani Romano Bonetti Stefano Bianchini Ermida Giacomelli Attilio Bolis Maria Alessandrina Piccagnoni Bruno Lorenzo Casati Alessandro Trotalli Roberto Citterio Gabriele Bonetti Anna Cristina Ferrario Cherubino Bonetti Laura Fognini Ottavina Bonetti Lorenzo Fontana Elisa Bonetti Luca Fumerio Enrica Bonetti Marco Gianoli Fabio Bonetti Raffaella Gusmeroli Alessandra Bonetti Rita Marina Gusmeroli Marcellino Bonetti Silvia Gusmeroli Marzia Colturi Daniela Silvana Gusmeroli Renata Confortola Bernardino Vito Libera Anacleto Giacomelli Clemente Libera Nillo Giordani Pia Pensotti Saul Schyns Bruno Romanò Pio Schyns Roberto Spinelli Marica Schyns Roland Strappazzon Lino

OPERAI DECEDUTI IN OCCASIONE DECEDUTI IN VALLE BREMBANA DELLA FRANA DEL MONTE REDASCO/ Cortinovis Romeo COPPETTO Orlando Barbara Demonti Norberto Salvetti Angelo Giacomelli Lorenzo Tamburini Marco Lumina Giuseppe Tornaghi Paola Parravicini Lorenzo Compagnoni Umberto Facen Guido Merazzi Rino

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