COMUNE DI

PROVINCIA DI

AREA TECNICA

UFFICIO URBANISTICA

PIANO REGOLATORE GENERALE

VALUTAZIONE D’INCIDENZA PER IL PIANO STRUTTURALE

PROGETTISTA

ARCH. GIANCARLO TESEI

ARCH. GIUSEPPE CONTI

L.R.T. n. 56 del 6 aprile 2000 D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, modificato con D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 Direttiva n. 92/43/CEE SIC IT5190018 Monte Labbro e Alta Valle dell'Albegna SIC IT5190019 Alto corso del Fiume Fiora SIC IT5190103 Torrente Trasubbie

LA PRESENTE È COMPOSTA DA N.117 PAGINE COMPRESA LA PRESENTE PREMESSA

Il Comune di Roccalbegna si estende per circa 12.000 ettari tra i territori dei comuni di Semproniano, Santa Fiora, Campagnatico, e Scansano. All’interno del suo territorio si trovano tre SIR - SIC:

SIC IT5190018 Monte Labbro e Alta Valle dell'Albegna

SIC IT5190019 Alto corso del Fiume Fiora

SIC IT5190103 Torrente Trasubbie

Conformemente alle disposizioni di cui all'art 5 del D.P.R. 357/1997, modificato dal D.P.R. 120/2003, ed alle disposizioni di cui al comma 2 dell'art 15 della L.R. Toscana n. 56/2000, come modificate dall'art 195 della L.R. n. 1/2005 il presente studio ha lo scopo di fornire la relazione di incidenza su tali Siti delle previsioni del P.S. in corso di elaborazione da parte del Comune di Roccalbegna, al fine di individuare e valutare i possibili effetti sugli habitat e sulle specie di cui alla L.R. 56/2000 - per la cui tutela i S.I.R. sono stati istituiti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Data la situazione sopra descritta, l'esame è stato necessario soprattutto per la porzione centrale del sub sistema 9 "Roccalbegna e Vallerona", interessata direttamente dal SIC “Monte Labbro e Alta Valle dell’Albegna”:

QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO E METODOLOGIA OPERATIVA QUADRO NORMATIVO RIFERIMENTI NELLA LEGISLAZIONE EUROPEA E NAZIONALE Nel 1979 la CEE con la Direttiva CEE n° 409 sulla conservazione degli uccelli selvatici (conosciuta come Direttiva "Uccelli") stabili che dal 1981 gli Stati mèmbri dovevano realizzare una serie di azioni per la conservazione di numerose specie avifaunistiche (indicate negli allegati della direttiva stessa) e dei loro habitat ed individuare sul loro territorio le Zone di Protezione Speciale (ZPS) all'interno delle quali attuare tali misure di conservazione. Molti anni dopo, con la direttiva CEE n° 43 del 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche, fu individuata una rete ecologica europea costituita da zone speciali di conservazione, denominata Rete Natura 2000, che comprendeva anche le ZPS individuate a norma della precedente Direttiva 79/409. Si concepì quindi una rete di Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ove si trovavano habitat naturali, elencati nell'allegato I, e habitat delle specie, di cui all'allegato II, dove garantire il mantenimento oppure, se necessario, il ripristino di un soddisfacente stato di conservazione. Ambedue le direttive quindi prevedono misure di conservazione per evitare nelle Zone Speciali di Conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, ma anche perturbazioni alle specie per cui le zone furono individuate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per il perseguimento degli obiettivi previsti. In particolare, ai sensi dell'art 1 lett. e) della Dir. 92/43/CEE, lo stato di conservazione di un habitat è “ l’effetto della somma dei fattori che influiscono sull'habitat naturale in causa, nonché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza delle specie tipiche….."; mentre lo stato di conservazione di una specie (lett. I) é.."…..la somma dei fattori che, influendo sullo specie in causa, possono alterare a lungo termine la ripartizione e l'importanza delle sue popolazioni……". La direttiva Habitat prevedeva anche le misure di salvaguardia adottate dagli Stati mèmbri (art 6, par. 2) .."……….per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sona state designate nella misura in cu, tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi……..". E' proprio nella Dir 92/43 ed esattamente all'art 6 che si prevedono valutazioni quando si predispongono strumenti di programmazione del territorio: - paragrafo. 3: qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione d'incidenza, che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Alla luce delle conclusioni dello valutazione dell'incidenza sul sito e fatto salvo il paragrafo 4, le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano a progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell’opinione pubblica. - paragrafo 4: qualora, nonostante conclusioni negative della valutazione dell'incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative, un piano o un progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, lo Stato membro adotta una misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione delle misure compensative adottate. Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovano un tipo di habitat naturale e/o una specie prioritaria, possono essere adottate soltanto considerazioni connesse con la salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

All'art 7 della Direttiva Habitat si precisa che gli obblighi derivanti dall’ art 6, paragrafi 2, 3 e 4, si applicano anche alle Zone Speciali di Conservazione previste dall'art 4, paragrafo 2, della direttiva Uccelli. Ulteriore importante precisazione riguarda il territorio di riferimento-, come è scritto chiaramente nella "Guida all'interpretazione dell'art 6 della Dir.va Habitat 92/43/CEE" (Commissione Europea, DG Ambiente, 2000) “…La probabilità di incidenze significative può derivare non soltanto da Piani o Progetti situati all'interno di un sito protetto, ma anche da piani o progetti situati al di fuori di un sito protetto. Ad esempio, una zona umida può essere danneggiata da un progetto di drenaggio situato ad una certa distanza dai confini della zona umida. La procedura dell'art 6, par. 3 e 4, è attivata non dalla certezza ma dalla probabilità di incidenze significative derivanti non solo da piani o progetti situati all'interno di un sito protetto, ma anche da quelli al di fuori di esso"; inoltre, all'allegato IV della Direttiva Habitat sono elencate specie animali e vegetali per cui sono previste misure di protezione indipendentemente dal fatto che esse siano localizzate all'interno di un sito Natura 2000. La Direttiva Habitat è stata recepita nell'ordinamento giuridico italiano con il D P R 357/97 "Regolamento recante attuazione della Dir. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche", modificato e integrato dal D.P.R. n° 120/2003. L'art 4 comma i del DPR 357/97, come modificato e integrato dal D.M. Ambiente del 20/01/1999 e ddl DPR 120/2003, assegna alle regioni e alle province autonome il compito di prevedere le misure che evitino il degrado dei SIC. In particolare, al c. 2 si precisa che devono essere adottate, entro 6 mesi dalla designazione delle ZSC. misure di conservazione che implicano, se necessario, appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali. L'art 5 del D.P.R. 120/03 sostituisce integralmente quello del D.P.R. 357/97, specificando finalità e contenuto (allegato G) della valutazione di incidenza. Nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico- ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico- venatori e Se loro varianti, predispongono, secondo i contenuti di cui all'allegato G, uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti. I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi (..)

RIFERIMENTI NORMATIVI REGIONALI Nell'ambito del Progetto Bioitaly, coordinato dal Ministero dell'Ambiente, la Regione Toscana aveva individuato un elenco di SIC e di ZPS (Del C.R. 342/98) che furono classificati dello Stato con D.M. del 03/04/2000. A livello regionale, la Direttiva è stata recepita con L.R. 56/00 "Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali o seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”- Modifiche alla L.R. 7/98 - Modifiche alla L.R. 49/95", recentemente modificata e integrata da altre disposizioni legislative. Questa Legge attua la Direttiva Habitat e il D.P.R. n. 357/1997, ma amplia il quadro di azioni previste per la conservazione della natura, in quanto viene fornito un elenco di specie e di habitat d'interesse regionale più ampio di quello d'interesse comunitario (153 ulteriori specie, tra vegetali, invertebrati e vertebrati), per le quali è possibile individuare Siti di Importanza Regionale. Inoltre si prevede l'applicazione immediata in tutti i SIR di quanto richiesto da direttiva e D.P.R. per i siti della rete Natura 2000: salvaguardie, valutazione d'incidenza, misure di conservazione, monitoraggio. La Legge prevede l'affidamento alle province delle competenze per la sua attuazione, oltre a varie competenze per gli enti gestori di aree protette. Si configura quindi una rete ecologica regionale formata dai SIR, che sono tutti quelli individuati, a suo tempo, nel progetto Bioitaly, compresi i siti della rete Natura 2000 (SIC e ZPS) e quelli nuovi che si sono aggiunti; ciò perché la Regione intende considerare e intervenire contestualmente sia nei siti della rete europea Natura 2000 sia nei siti di importanza regionale che non ne fanno parte. L'allegato D della L.R. 56/00 riporta l'elenco aggiornato dei siti di importanza regionale (S.I.R.) all'interno dei quali sono compresi i siti della Rete Natura 2000 (pSIC, ZPS) e i siti di interesse regionale per la presenza di habitat e specie di interesse conservazionistico a livello toscano. L'elenco dei siti è stato successivamente modificato con Del. G.R. n. 18/2002 ei con Del. C.R. 06/2004 sono stati individuati i confini su scala 1:10000 cosi da dare attuazione ai vincoli di salvaguardia previsti dall'art 81 del PII Inoltre, con la stessa deliberazione, sono state designate zone di protezione speciale in quei SIC che anche parzialmente coincidevano con aree IBA. La Regione Toscana inoltre, con Del. G.R. 644/00, ha dato attuazione all'art 12, comma 1, lett. a) della L.R. 56/00, approvando le -norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale (SIR)". Per la valutazione di incidenza in particolare si citano i seguenti riferimenti normativi: L'art 1 c.4 della L.R. 56/00, come modificato dall'art 194 della L.R. 1/2005, cosi recita: "I siti di cui all’allegato D, nonché i genotipi di importanza regionale (GIR) di cui all'art 11, costituiscono invarianti strutturali ai sensi dell'art 4 della L.R. 1/2005 e fanno parte dello statuto del territorio di cui all'art 48, c.1 e 2 della medesima legge. Essi sono considerali elementi di rilievo ai fini della redazione della carta della natura di cui all'art 3 e. 3 della L. 394/91 legge quadro sulle aree protette), da ultimo modificata dalla L. ? 72/2003, anche in conformità con quanta prevista negli atti statali di indirizzo." L'art 15 c.2 della L.R. 56/00. come modificato dall'art 194 della L.R. 1/2005, in coerenza con l'art 6 della Dir.va n° 43/92 CEE, recita -gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R. 7/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D o sui genotipi di importanza regionale di cui all’art11, devono contenere, ai fini dell'effettuazione della, valutazione di incidenza di cui all'art 5 del D.P.R. 357/97, apposita relazione di incidenza" L'approvazione dei piani da parte dell'amministrazione competente è subordinata al fatto che la relazione di incidenza accerti che la loro attuazione non pregiudichi l'integrità del sito (art15 c.4). La procedura da attivare se debba essere approvato un piano nonostante l'esito negativo della valutazione di incidenza, segue quanto indicato, dagli arti 8 e 9 del D.P.R. 357/97. La Regione non ha ancora definito le specifiche norme tecniche per l'effettuazione della valutazione di incidenza, per cui al momento si applicano le previsioni di cui all'allegato G del D.P.R. 120/03.

METODOLOGIA OPERATIVA Relativamente alla significatività dell'incidenza, la Guida all'interpretazione dell'articolo 6 della direttiva Habitat (Commissione Europea, DG Ambiente,2000) fornisce il seguente contributo: " …… il concetto di ciò che è significativo deve essere interpretato in modo obiettivo. Al tempo stesso, bisogna determinare la significatività in relazione alle particolarità ed alle condizioni ambientali del sito protetto cui si riferisce il piano progetto, tenendo particolarmente conto degli obiettivi di conservazione del sito…...". Come si evince da molti passaggi della Guida all'interpretazione dell'art 6, sopra ricordata, tale valutazione o studio di incidenza deve essere svolto prima della realizzazione dell'intervento; valga per tutti il seguente passaggio; " è anche importante il fattore tempo. La valutazione è una tappa che precede altre tappe alle quali fornisce una base: in particolare, l'autorizzazione o il rifiuto di un piano o progetto..." Per valutare la significatività delle opere/interventi previsti dal piano strutturale è stata effettuata una prima fase di "screening" raccogliendo informazioni da una serie di fonti. Sappiamo che le decisioni sullo screening possono essere formulate, se ne ricorre il caso, sulla base di materiale già pubblicato o ricerche in corso. E' stata quindi condotta un'analisi bibliografica per disporre dei dati relativi alle risorse floro-faunistiche presenti sul territorio di Roccalbegna in cui ricadono i Siti di Importanza Regionale e le aree limitrofe. Importanti le conoscenze dirette dei territori, basate sulla esperienza professionale in campo agro ambientale. Per ciascun SIC/SIR si è fornita una breve descrizione e un inquadramento territoriale. La fase di screening risulta a sua volta suddivisa in: a) una descrizione sintetica degli elementi previsionali contenuti nel Piano Strutturale ed in particolare di quelle che possono avere attinenza con i SIC/SIR; b) una descrizione,dei caratteri peculiari dei SIC/SIR, con distinzione delle criticità rilevabili e delle misure di conservazione da adottare, avuto riguardo alle priorità evidenziate dalla Regione Toscana e agli studi specifici condotti sulla zona. Per analizzare le potenziali interferenze sul Sito, l'analisi conseguente allo screening è rivolta ai seguenti aspetti: • perdita e/o danneggiamento di habitat prioritari riconducibili al Sito interessato; • perdita e/o danneggiamento di specie prioritarie, di interesse comunitario o regionale; • perdita e/o danneggiamento di altre specie che sono importanti nell'ambito del Sito ai fini del mantenimento dei rispettivi habitat; • alterazione dell'integrità del Sito in grado, nel medio - lungo periodo, da risultare non compatibile con gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti. Con l'evidenziazione della matrice di screening, si sono proposte una serie di valutazioni. Quindi, dopo aver inquadrato naturalisticamente il territorio compreso all'interno dei SIC/SIR, sono state esaminate le previsioni di piano strutturale; per ogni SIC/SIR è stato verificato se le previsioni di P.S. possano produrre direttamente o indirettamente incidenze significative sulle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche e dove ciò possa accadere anche potenzialmente (a breve o a lungo termine), è stata prodotta una relazione di incidenza. Dobbiamo tenere conto che le previsioni di Piano Strutturale non hanno un livello di dettaglio elevato e quindi se gli interventi previsti hanno la potenzialità di produrre effetti significativi sui siti della rete ecologica, è necessario che vengano effettuati specifici studi di incidenza per i singoli progetti; altrettanto potrà dirsi se si introducono elementi puntuali rilevanti in sede di Regolamento urbanistico o di Piani attuativi. Comunque, nella valutazione dello screening effettuato e nella adozione delle misure di mitigazione si è fatto riferimento al "principio di precauzione" ex art 175 del Trattato della Comunità Europea, applicabile nei casi in non si abbiano precisi dati progettuali: ..la politica della comunità in materia ambientale mira a un livello elevato di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della comunità. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sui principio "chi inquina paga". Alla fase di screening segue la fase di previsione degli elementi di criticità emersi, mediante una check-list del piano e un esame dei dati sull’integrità dei siti. La matrice di screening ha quindi evidenziato le valutazioni sugli interventi, concludendo che vi possono essere • interventi NON SIGNIFICATIVI • interventi SIGNIFICATIVI. Per questi ultimi si è prodotta una valutazione appropriata delle misure di mitigazione. Con l'evidenziazione della matrice di screening si sono proposte una serie di valutazioni. DESCRIZIONE DEI SIR DESCRIZIONE DEl SIR “Alto corso del Fiume Fiora”

Codice sito IT5190019 Nome Alto corso del Fiume Fiora Tipo sito SIC senza relazioni con un altro sito Natura 2000; Soprattutto nelle aree dove è più ampio e caratterizzato da vegetazione discontinua, l'alveo del Fiora è utilizzato da numerose Descrizione specie ornitiche rare e minacciate tipiche delle garighe e degli altri ambienti aperti. Sito di rilevante importanza per la conservazione di Lutra lutra. Rischi reali per la Ecosistema fluviale fortemente influenzato dalle captazioni; esistono conservazione progetti di irrigazione che prevedono ulteriori prelievi.

Il sito si estende interessando i Comuni di Arcidosso - Roccalbegna - Santa Fiora - Semproniano Il sito ha, nel territorio del Comune di Roccalbenga, una estensione complessiva di circa 1511 ettari e si dispone sulla sponda sinistra del Fiume Fiora dal Poggio dello Steccato a nord fino al Fosso del Bove a sud, per una profondità media di circa 600 ml.

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto individua nell’ambito del SIC la seguente unità di paesaggio: R10.2 L’Alta Valle del Fiora Vallata montuosa e collinare con coltivazioni e boschi Lunga vallata in direzione nord-sud con tratti ampi e in dolce declivio. A nord prevalgono pascoli e boschi (demani civici di e ); a sud colture foraggere e cereali. Paesaggio rurale caratterizzato dalla suddivisione dei campi con siepi e dalla presenza di macchie boscate. Diffuse tracce dell’antica attività minerarta (Cortevecchia, Selvena) e ruderi di castelli tra cui emerge la Rocca Silvana. Percorso di fondovalle solo a nord; altrove percorsi e insediamenti prevalentemente di mezzacosta. Emerge Catabbiaccio, nucleo storico di sommità. Le norme comunali perseguiranno lo sviluppo rurale, legato alla valorizzazione turistica, incentivando il ruolo del demanio civico e garantendo la continuità degli assetti. Particolare attenzione dovrà essere posta al controllo di eventuali interventi sulla viabilità (ponte, asse di fondovalle).

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto individua nell’ambito del SIC la seguenti Aree di speciale Tutela: Aree di Rilevante Pregio Ambientale ARPA Monte Labbro Aree di Reperimento Area di reperimento del Pescinello e del Monte Labbro Comuni interessati dal Sito Prov Comune SEL Den.SEL Aree Critiche GR CASTELL'AZZARA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR MANCIANO 33.2 Quadrante Colline Interne <20> - Amiata GR PITIGLIANO 33.2 Quadrante Colline Interne - GR ROCCALBEGNA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SANTA FIORA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SEMPRONIANO 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SORANO 33.2 Quadrante Colline Interne <20> - Amiata

Specie animali Anfibi Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Bufo bufo rospo comune Rana esculenta rana esculenta Rana italica rana appenninica Vulnerabile Triturus vulgarts tritone punteggiato

Invertebrati Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Potamon fluviatile granchio di fiume Minacciata

Mammiferi Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Erinaceus riccio europaeus Hystrix cristata istrice Lutra lutra lontra Rara Sus scrofa cinghiale Vulpes vulpes volpe rossa

Pesci Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Barbus plebejus barbo Leuciscus souffia vairone

Rettili Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Lacerta viridis ramarro Podarcis muralis lucertola dei muri Podarcis sicula lucertola dei prati

Uccelli Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Popolazione Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile Residente Nidificante Anthus campestris calandro Vulnerabile (Riproduzione) Nidificante Emberiza hortulana ortolano Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita Falco tinnunculus gheppio nella lista rossa Residente regionale. Nidificante Lanius collurio averla piccola Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita Lanius senator averla capirossa Vulnerabile nella lista rossa Svernante regionale. Lullula arborea tottavilla Vulnerabile Svernante Nidificante Milvus migrans nibbio bruno Minacciata (Riproduzione) Specie inserita Nidificante Otus scops assiolo nella lista rossa (Riproduzione) regionale.

Specie vegetali Piante Vascolart Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note SANTOLINA ETRUSCA (LACAITA) Endemismo regionale. MARCHI ET DAM.

Crittogame assenti

Habitat Valutazione % Nome Rappresentatività Sup.relativa Conservazione globale Copertura Foreste a galleria di Salix alba e Populus Buono tra_2%_e_0% Buono Buono 5 alba Formazioni di Juniperus Significativo tra_2%_e_0% Buono Buono 20 communis su lande o prati calcarei Praterie sub- atlantiche calcicole Eccellente tra_2%_e_0% Eccellente Eccellente 20 e xerofile (Xerobromion) Tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o Buono tra_2%_e_0% Buono Buono 20 seminaturale (lett.i minori,medi e maggiore)

Bibliografia Gruppo Autore Titolo Editore Anno Comunicazione Stefano Anfibi Vanni. Comunicazione Bruno Foggi e Ecologia generale Federico Selvi. Habitat/Comunità/ Comunicazione Bruno Foggi e

Ecosistema Federico Selvi. Invertebrati (non Comunicazione Luca

Insetti) Bartolozzi. Mammiferi Comunicazione Paolo Agnelli. In: Acqua Arta, Mammiferi Prigioni C. - Progetto Lontra. 1990 Aprile 1990. Gestione della Auteri R., Baino R., Mannini fauna ittica. Regione Toscana, Pesci P., Piras A., Reale B., Righini P., Presupposti Giunta Regionale, 1988 Serena F., Voliani A., Volpi C. ecologici e Firenze. popolazionistici. Comunicazione Bruno Foggi e Piante Vascolart Federico Selvi. Comunicazione Stefano Rettili Vanni. WWF Scoccianti C., Scoccianti G. - I Delegazione rapaci diurni delle province di Uccelli Toscana serie 1995 Siena e Grosseto. Studio per scientifica, 2: la conservazione. 136 pp. Uccelli Tellini G., Arcamone E., Quad. Mus. Stor. Baccetti N., Meschini E., Sposimo P., in prep. - Atlante Nai Livorno, degli uccelli nidificanti e Monografia n.1 svernanti in Toscana.

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ INTERNI AL SITO • Eccessivo carico di ungulati (cinghiali). • Riduzione delle fasce riparali per l'utilizzazione agricola delle aree di pertinenza fluviale. • Interventi sulla vegetazione ripariale e gestione idraulica nei corsi d'acqua minori che producono perdita di aree di riproduzione per specie ittiche. • Presenza di specie alloctone di pesci. • Diffusione di specie alloctone vegetali e animali. Specie animali • Anfibi Rana italica rana appenninica Vulnerabile

• Invertebrati Potamon fluviatile granchio di fiume Minacciata

• Mammiferi Lutra lutra lontra Rara

• Pesci nessuna minaccia

• Rettili nessuna minaccia

• Uccelli Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile Anthus campestris calandro Vulnerabile Emberiza hortulana ortolano Vulnerabile Specie inserita nella lista rossa Falco tinnunculus gheppio regionale. Lanius collurio averla piccola Vulnerabile Specie inserita nella lista rossa Lanius senator averla capirossa Vulnerabile regionale. Lullula arborea tottavilla Vulnerabile Milvus migrans nibbio bruno Minacciata Specie inserita nella lista rossa Otus scops assiolo regionale.

• • Specie vegetali • Piante Vascolart nessuna minaccia

• • Habitat nessuna minaccia

• Interventi di regimazione idraulica e di pulizia dei canali secondari. • Abbandono delle pratiche colturali e riduzione del pascolo in parte degli oliveti, con progressiva chiusura delle praterie annue, di grande valore conservazionistico (caratterizzate da un’elevatissima ricchezza di specie vegetali e di notevole importanza faunistica). • Realizzazione di argini artificiali e riduzione delle fasce di vegetazione ripariale. • Captazioni idriche. • Possibili interventi di rimodellamento dell’alveo e di taglio della vegetazione ripariale. • Possibile riduzione del pascolamento, nelle garighe a Santolina etrusca e nelle praterie. • Presenza di specie alloctone. • Ipotesi di realizzazione di condotte idriche lungo estesi tratti del sito. • Fenomeni di erosione delle sponde • Gestione forestale talvolta non finalizzata agli obiettivi di conservazione del sito. • Rischio di incendi

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ ESTERNI AL SITO • Non segnalati • Perdita di aree aperte per evoluzione spontanea della vegetazione e per opere di rimboschimento di aree agricole e pascoli abbandonati. • Interventi di ripulitura della vegetazione ripariale e di gestione idraulica nei corsi d'acqua minori, con perdita di aree di riproduzione per le specie ittiche. • Captazioni e prelievi idrici nel bacino. • Trasformazioni dei sistemi agricoli, con progressivo aumento della frammentazione dell’habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti.

PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE Principali obiettivi di conservazione • Conservazione/ripristino della naturalità dell’alveo e della qualità delle acque. • Mantenimento del mosaico vegetazionale costituito da praterie, garighe, boscaglie ed eventuali interventi di riqualificazione della vegetazione ripariale. • Mantenimento dell'integrità degli ecosistemi fluviali (inclusi i corsi d'acqua minori) • Conservazione dell’apparato vegetazionale esistente • Mantenimento di un deflusso minimo nei mesi estivi, mediante la progressiva riduzione di captazioni ed emungimenti • Verifica dei livelli di naturalità dei popolamenti di pesci ed esecuzione di eventuali interventi di ripristino. • Conservazione degli habitat d'interesse naturalistico e dei nuclei di specie arboree di pregio. • Conservazione delle principali emergenze faunistiche. • Tutela o riqualificazione dei corridoi fluviali e dei relativi popolamenti faunistici. • Tutela dell'eterogeneità del mosaico ambientale e salvaguardia degli stadi pionieri e intermedi delle successioni. • Tutela delle specie animali di maggiore interesse conservazionistico e ricostituzione di popolazioni vitali di lontra. • Tutela e recupero delle garighe su ofioliti. • Mantenimento della continuità delle estese e ininterrotte cenasi forestali, tutela e incremento dei livelli di naturalità (anche mediante progressiva sostituzione del pino marittimo e delle altre conifere di impianto con latifoglie autoctone) e di maturità. • Conservazione o il ripristino della naturalità dell'alveo e della qualità delle acque. • Conservazione delle garighe a Santolina etrusca. • Miglioramento delle conoscenze sulle emergenze naturalistiche, le cause di minaccia e le tendenze in atto. • Conservazione e miglioramento della naturalità, della caratterizzazione ecologica e del valore faunistico delle formazioni forestali, con particolare riferimento alle sugherete, alle formazioni di forra e, nelle stazioni più fresche, alle formazioni di latifoglie. • Conservazione delle fitocenosi d'interesse regionale. • Conservazione dei buoni livelli di eterogeneità ambientale, mantenendo sufficienti superfici degli stadi pionieri e intermedi delle successioni vegetazionali, di notevole interesse anche dal punto di vista faunistico. • Miglioramento delle conoscenze sulla fauna • Riqualificazione dei popolamenti dei pesci. • Programmi a medio termine di recupero o ampliamento dell'alveo a scapito di aree coltivate all'interno o nelle vicinanze delle aree di pertinenza fluviale.

Indicazioni per le misure di conservazione • Misure regolamentari tese a evitare interventi che favoriscano un aumento dell’artificialità e del carico antropico nel sito (a esempio, la realizzazione di viabilità, a uso non esclusivamente agricolo) . • Misure contrattuali per la progressiva riduzione delle attività agricole in aree di competenza fluviale, destinando tali aree, così come le praterie e le garighe, a un pascolamento controllato. • Accordo di programma, tra tutti gli Enti, per l’utilizzo compatibile delle acque • Pianificazione razionale (se possibile totale cessazione) delle immissioni di pesci a scopo alieutico . • Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale • Misure gestionali e/o normative per risanamento/bonifica di eventuali fonti di inquinamento delle acque (discariche di miniere, scarichi civili, ecc.) • Limitazione degli interventi di gestione idraulica del corso d'acqua a quelli strettamente necessari, per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con importanti tratti fluviali) • Misure gestionali o contrattuali per la riqualificazione e/o l'ampliamento delle fasce ripariali, anche nei corsi d'acqua minori. • Misure gestionali o contrattuali per l'avviamento di interventi selvicolturali di miglioramento ecologico dei soprassuoli artificiali. • Misure contrattuali per la cessazione delle pratiche agricole in aree esondabili, da "restituire" progressivamente alla competenza fluviale. • Misure contrattuali per l'adozione di tecniche agricole che favoriscano maggiormente la biodiversità nei comprensori interessati da monocolture. • Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo. • Misure regolamentari tese ad evitare interventi che favoriscano un aumento dell'artificialità e del carico antropico nel sito (ad es. la realizzazione di viabilità ad uso non esclusivamente agricolo). • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi • Definizione di un complesso di misure per il miglioramento della qualità delle acque e il loro uso compatibile. • Attivazione di indagini sulle emergenze naturalistiche (prioritariamente sui popolamenti di uccelli nidificanti) e sullo stato di conservazione del sito. • Definizione di misure regolamentari o contrattuali per l'incremento della presenza di siepi, alberature e aree incolte nelle zone collinari circostanti occupate da vigneti intensivi. • Cessazione delle eventuali immissioni di pesci a scopo alieutica. • Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi definiti). • Verifica della pianificazione forestale rispetto agli obiettivi di conservazione nell'intero sito, suo coordinamento ed eventuale adeguamento. • Attuazione di adeguate misure contrattuali e/o normative per garantire la conservazione e la gestione ottimale delle tipologie forestali di maggiore interesse, la massima tutela delle cenasi di forra, l'incremento dei livelli di maturità delle formazioni di latifoglie, nelle stagioni più fresche e il mantenimento e/o il recupero delle radure con praterie e garighe • Esecuzione di indagini faunistiche dedicate alle specie di maggiore interesse conservazionistico • Programmazione di azioni per la riduzione della densità di ungulati

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Non rilevata

Necessità di piani di settore Non rilevata DESCRIZIONE DEl SIR “Monte Labbro e Alta Valle dell’Albegna”

Codice sito IT5190018 Nome Monte Labbro e Alta Valle dell'Albegna Tipo sito SIC senza relazioni con un altro sito Natura 2000; Presenza di habitat naturali, seminaturali e artificiali rart in Toscana. Cospicue stazioni di specie endemiche e di altre di notevole interesse fitogeografico, fiticenosi casmofitiche ben conservate e cenosi glareicole lungo il corso del F. Albegna. Molto elevato il valore per l'avifauna legata agli ambienti rupicoli, alle praterie rocciose oppure agli ambienti agro- pastorali "tradizionali"; per molte specie rare e minacciate è uno dei siti di maggior valore a livello regionale; sono soprattutto da ricordare, fra le specie nidificanti, Falco Descrizione biarmicus, ma anche Circus pygargus, Emberiza hortulana, Falco subbuteo, Lanius senator, Oenanthe oenanthe, Monticola saxatilis e Monticola solitartus, fra quelle svernanti Tichodroma murarta e Circus cyaneus. Sito di rilevante importanza per la conservazione di Lutra lutra e Martes martes. Fra gli Anfibi è presente la Rana italica, specie endemica dell'Italia appenninica, e fra gli invertebrati il Lepidottero Callimorpha quadripunctarta (nec quadripunctata!). Ente di Gestione Ambienti in gran parte originati dalle attività agropastorali tradizionali, il loro mantenimento è vincolato alla messa a Rischi reali per la conservazione punto di adeguati piani di gestione e politiche di uso del territorio.

Il sito si estende interessando i Comuni di Castell'Azzara - Manciano - Pitigliano - Roccalbegna - Santa Fiora - Semproniano - Sorano. Il sito si dispone nel territorio del Comune di Roccalbegna, a nord seguendo il confine comunale lungo il corso del Fosso Riccione dal Podere omonimo fino alle Sorgenti dell’Albegna; segue poi la Strada Vicinale dei Poggi fino alla Capanna della Fonte, tange il vertice del Monte Labro, segue il confine comunale lungo il Fosso delle Zolferate fino alla conflunza del Fosso di Segalart per poi impostarsi lungo la Statale 323 amiatina fino a Roccalbegna, da qui segue il corso dell’Albegna fino al Podere Bartarello per poi scendere verso i Rocconi; dai Rocconi e quindi dal confine con il Comune di Semproniano, il confine risale a chiudersi ancora verso il Fosso del Riccione. Il sito lambisce i tre insediamenti urbani di Vallerona, Santa Caterina e Roccalbegna: a Vallerona ricadono all’interno del Sito le porzioni a monte della Strada Provinciale della Fronzina. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto individua nell’ambito del SIC le seguenti unità di paesaggio: R8.1 Monte Aquilaia Montagna a bosco e pascolo Territorio montuoso di aspetto brullo, digradante intorno alla vetta. Sulla sommità boschi di conifere, con parti distrutte per incendio in via di rimboschimento. Sulle pendici residue attività agricole a carattere estensivo, con ruolo crescente della pastorizia e delle colture foraggere. Nella parte settentrionale più pianeggiante attività relativamente più intensiva con assegnazioni ex Ente Maremma. Esigui insediamenti storici di mezzacosta. La riqualificazione del territorio potrà essere perseguita dai Comuni anche mediante la valorizzazione turistica della vetta, al rilancio dell’attività venatoria e al potenziamento dei percorsi ecologici, incentivando il recupero dei centri. R8.2 Crinale di e Alta collina coltivata e boscata Crinale di alta collina con buona presenza di colture. Emergenze naturalistiche: intorno al Colle della Civitellaccia, con formazioni arenarie quarzoso-feldspatiche e arenoscisti (macigno) di età oligocenica che ospitano un peculiare sistema floristico; alla confluenza fra il Rigo e l’Albegna, con profonde vallate, rocce a strapiombo che si stagliano nella macchia circostante e caratterisitica avifauna (falchi). Nella zona di Montepò memorie insediative (castelli e mulino) significativamente inserite nel contesto naturale. Le opportunità di sviluppo insediativo dei Comuni, legate all’attività agrituristica e alla valorizzazione della produzione vinicola, saranno indirizzate secondo criteri di rigorosa compatibilità con l’integrità del contesto ambientale e di rafforzamento del lessico insediativo. R10.1 L’Alta Valle dell’Albegna Versante montuoso e collinare a pascolo. Versante alquanto frastagliato che digrada dal crinale Monte Labbro- verso l’alto corso dell’Albegna. Terreno roccioso con prevalenza di pascoli. Percorso principale di crinale, presso il quale si concentrano tutti i numerosi centri storici salvo Roccalbegna, posta sul tratto di mezzacosta della S.S. 323. Quest’insediamento medievale, dal caratteristico tessuto ortogonale, è dominato dalla pittoresca rocca erta su un altissimo macigno. A Triana resti del castello dei Piccolomini. La valorizzazione delle attrattive turistiche del territorio sarà subordinata al mantenimento dell’integrità del rapporto tra insediamenti e paesaggio naturale, privilegiando gli interventi a basso impatto (sentieristica e simili). Presenza di biotopo (SS. Trinità). Istituzione ai sensi della LR 49/95 della Riserva Naturale di Pescinello e Rocconi.

Riserva Naturale Provinciale Pescinello Greggi al pascolo all'ombra di aceri e roverelle secolari Situata immediatamente a monte di Roccalbegna, la Riserva tutela le pendici meridionali del complesso calcareo del M. Labbro; le pendici settentrionali del monte sono invece in parte comprese nella vicina Riserva Naturale Provinciale "Monte Labbro". Caratterizzata da un ambiente aspro e di buona naturalità, l'area presenta una elevata biodiversità, dovuta alla compresenza di boschi, arbusteti, rupi calcaree, forre, sorgenti e pozze. Sono presenti esemplart arborei di rilievo monumentale.

Riserva Naturale Provinciale Rocconi Un ambiente aspro e selvaggio nell'Alta Valle dell'Albegna La Riserva si situa nell'alto corso del fiume Albegna, immediatamente a valle del paese di Roccalbegna. L'ambiente è aspro e selvaggio, caratterizzato dalle profonde gole scavate nella roccia calcarea dal torrente Rigo e dal fiume Albegna e dall'estensione della copertura boschiva. La millenarta azione erosiva dei due corsi d'acqua ha portato alla formazione di spettacolart pareti rocciose, su cui si inerpicano lecci anche secolari.

Comuni Prov Comune SEL Den.SEL Aree Critiche GR ARCIDOSSO 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR ROCCALBEGNA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SANTA FIORA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SEMPRONIANO 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata

Specie animali Anfibi Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Rana esculenta rana esculenta Specie endemica dell'Italia Rana italica rana appenninica Vulnerabile appenninica. Salamandrina salamandrina dagli

terdigitata occhiali Tritone crestato Specie a distribuzione Triturus carnifex italiano prevalentemente italiana.

Invertebrati Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Callimorpha

quadripunctata Calosoma calosoma Rara Specie localizzata. sycophanta Endemica della Toscana Marmorana saxetana Rara meridionale. Specie endemica dell'Italia Retinella olivetorum appenninica. Specie endemica della Toscana e Solatopupa juliana della provincia di La Spezia. Zerynthia polyxena

cassandra

Mammiferi Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Hystrix cristata istrice Specie legata a boschi estesi e Martes martes martora Rara maturi con scarso disturbo antropico. Rhinolophus euryale rinolofo euriale Minacciata

Pesci Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Barbus plebejus barbo Leuciscus souffia vairone

Rettili Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Podarcis muralis lucertola dei muri

Uccelli Status UICN Nome Nome Volgare Note Popolazione Naz Specie inserita nella Accipiter gentilis astore Vulnerabile Residente lista rossa regionale. Nidificante Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile (Riproduzione) Caprimulgus Nidificante succiacapre Vulnerabile europaeus (Riproduzione) Nidificante Circaetus gallicus biancone Rara (Riproduzione) Circus cyaneus albanella reale Svernante Nidificante Circus pygargus albanella minore Minacciata (Riproduzione) Emberiza hortulana ortolano Vulnerabile Nidificante (Riproduzione) Falco biarmicus lanarto Minacciata Residente Specie inserita nella Nidificante Falco subbuteo lodolaio lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Falco tinnunculus gheppio Residente lista rossa regionale. Nidificante Lanius collurio averla piccola Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Lanius senator averla capirossa Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Lullula arborea tottavilla Vulnerabile Residente Nidificante Milvus migrans nibbio bruno Minacciata (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Monticola saxatilis codirossone Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Monticola solitartus passero solitarto Vulnerabile Residente lista rossa regionale. Specie inserita nella Nidificante Oenanthe oenanthe culbianco lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Otus scops assiolo lista rossa regionale. (Riproduzione) Nidificante Pernis apivorus falco pecchiaiolo (Riproduzione) Nidificante Sylvia undata magnanina Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Tichodroma murarta picchio muraiolo Svernante lista rossa regionale.

Specie vegetali Piante Vascolart Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Allium siculum ucria aglio siciliano Specie rartssima in Toscana. Asphodeline lutea (l.) Specie rara in Italia e al limite

Rchb. dell'areale. Biscutella cichoriifolia Specie mediterranea occidentale. loisel. Cynoglossum Endemismo nazionale. apenninum Specie rartssima e presente con Dictamnus albus l. dittamo popolazioni ridotte. Galanthus nivalis l. bucaneve Specie soggetta a raccolta. Narcissus poeticus l. narciso selvatico Specie soggetta a raccolta. Ruscus aculeatus l. pungitopo Specie soggetta a raccolta. Santolina etrusca (lacaita) marchi et Endemismo regionale. dam. Serratula cichoracea Specie rara. (l.) Dc. Tragopogon Unica stazione toscana di specie samarttani heldr. Et rara. sart Viola etrusca erben viola etrusca Endemismo locale.

Crittogame assenti

Habitat Valutazione Nome Rappresentatività Sup.relativa Conservazione % Copertura globale Foreste di Quercus ilex Eccellente tra_2%_e_0% Eccellente Eccellente 5 Foreste di valloni di Tilio- Eccellente tra_2%_e_0% Eccellente Eccellente 15 Acerion Formazioni di Juniperus communis su lande o Non_significativo 3 prati calcarei Praterie sub-atlantiche calcicole e xerofile Eccellente tra_2%_e_0% Eccellente Eccellente 20 (Xerobromion) Tratti di corsi d'acqua a dinamica naturale o seminaturale (lett.i Eccellente tra_2%_e_0% Eccellente Eccellente 5 minori,medi e maggiore)

Bibliografia Gruppo Autore Titolo Editore Anno Vanni S. Note sulla Salamandrina Atti Soc. Tosc. Sci. dagli Occhiali [Salamandrina Anfibi Nai, Mem., (B), 1981 terdigitata (Lacépède, 1788)] in 87[1980]: 135-159. Toscana. (Amphibia, Salamandridae). Ecologia generale Comunicazione Federico Selvi. Habitat/Comunità/ Comunicazione Federico Selvi. Ecosistema Insetti Comunicazione Filippo Fabiano Insetti Comunicazione Giuseppe Manganelli. Collezione F. Giusti, Dip. di Biologia Invertebrati (non Insetti) Evolutiva, Università di Siena. Invertebrati (non Insetti) Comunicazione Leonardo Favilli. Ceccolini G. - Ed eccoci a Rocconi, il Mammiferi Panda, 3. 1995 nostro nuovo bosco. Giacolini M. - Osservazione ed Atti Mus. civ. Stor. Mammiferi identificazione dei Chirotteri in nai, Grosseto, 1: 36- 1983 Maremma. 47. Gestione della fauna Auteri R., Baino R., Mannini P., Piras Regione Toscana, ittica. Presupposti Pesci A., Reale B., Righini P., Serena F., Giunta Regionale, 1988 ecologici e Voliani A., Volpi C. Firenze. popolazionistici. Arcangeli G. - Sopra alcune piante N. Giorn. Boi ii, 21: Piante Vascolart 1889 raccolte a Monte Amiata. 119-122. Piante Vascolart Comunicazione Federico Selvi. Foggi et al. - Chorological and Giorn. Boi Ital., Piante Vascolart Caryological Investigation on Viola 1993 127(4): 755-763. etrusca Erben (Violacee). Maccherini et al. - Contribution to Ann. Boi (Roma), Piante Vascolart the floristic knowledge of Monte 52(12): in stampa. Labbro, . Rettili Comunicazione Stefano Vanni. Scoccianti C., Scoccianti G. - I rapaci WWF Delegazione diurni delle province di Siena e Toscana serie Uccelli 1995 Grosseto. Studio per la scientifica, 2: 136 conservazione. pp. Tellini G., Arcamone E., Baccetti N., Meschini E., Quad. Mus. Stor. Nai Livorno, Uccelli Sposimo P., in prep. - Atlante degli uccelli Monografia n.1 nidificanti e svernanti in Toscana.

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ INTERNI AL SITO • Evoluzione spontanea della vegetazione negli arbusteti. • Riduzione delle fasce riparali per l'utilizzazione agricola delle aree di pertinenza fluviale. • Rimboschimenti di conifere (particolarmente dannosi quelli in pascoli abbandonati e quelli su substrato ofiolitico), con diffusione spontanea del pino marittimo nei boschi degradati e negli ambienti aperti. • Perdita di aree aperte, per abbandono di aree agricole e pascoli in aree marginali. • Disturbo legato all'asse viario SS 323 del Monte Amiata ed alla Provinciale della Fronzina. • Interventi sulla vegetazione ripariale e gestione idraulica nei corsi d'acqua minori che producono perdita di aree di riproduzione per specie ittiche. • Fitopatologie che danneggiano i castagneti. • Diffusione di specie alloctone vegetali e animali. • Specie animali • Anfibi Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Specie endemica dell'Italia Rana italica rana appenninica Vulnerabile appenninica.

• Invertebrati Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Calosoma calosoma Rara Specie localizzata. sycophanta Endemica della Toscana Marmorana saxetana Rara meridionale.

• • Mammiferi Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Specie legata a boschi estesi e Martes martes martora Rara maturi con scarso disturbo antropico. Rhinolophus euryale rinolofo euriale Minacciata

• • Pesci nessuna minaccia

• • Rettili nessuna minaccia

• • Uccelli Status UICN Nome Nome Volgare Note Popolazione Naz Specie inserita nella Accipiter gentilis astore Vulnerabile Residente lista rossa regionale. Nidificante Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile (Riproduzione) Caprimulgus Nidificante succiacapre Vulnerabile europaeus (Riproduzione) Nidificante Circaetus gallicus biancone Rara (Riproduzione) Nidificante Circus pygargus albanella minore Minacciata (Riproduzione) Emberiza hortulana ortolano Vulnerabile Nidificante (Riproduzione) Falco biarmicus lanarto Minacciata Residente Specie inserita nella Nidificante Falco subbuteo lodolaio lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Falco tinnunculus gheppio Residente lista rossa regionale. Nidificante Lanius collurio averla piccola Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Lanius senator averla capirossa Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Lullula arborea tottavilla Vulnerabile Residente Nidificante Milvus migrans nibbio bruno Minacciata (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Monticola saxatilis codirossone Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Monticola solitartus passero solitarto Vulnerabile Residente lista rossa regionale. Specie inserita nella Nidificante Oenanthe oenanthe culbianco lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Otus scops assiolo lista rossa regionale. (Riproduzione) Nidificante Sylvia undata magnanina Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Tichodroma murarta picchio muraiolo Svernante lista rossa regionale.

• • Specie vegetali • Piante Vascolart Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Allium siculum ucria aglio siciliano Specie rartssima in Toscana. Asphodeline lutea (l.) Specie rara in Italia e al limite

Rchb. dell'areale. Specie rartssima e presente con Dictamnus albus l. dittamo popolazioni ridotte. Serratula cichoracea Specie rara. (l.) Dc. Tragopogon Unica stazione toscana di specie samarttani heldr. Et rara. sart

• Insufficiente livello di conoscenza delle emergenze naturalistiche, delle cause di minaccia e delle tendenze in atto. • Interventi di regimazione idraulica e di pulizia dei canali secondari. • Presenza di aree a elevata antropizzazione all’interno del sito ed in particolare i centri abitati di Vallerona, Santa Caterina, Roccalbegna e La Triana con l’insediamento del Poderone. • Abbandono delle pratiche colturali e riduzione del pascolo in parte degli oliveti, con progressiva chiusura delle praterie annue, di grande valore conservazionistico (caratterizzate da un’elevatissima ricchezza di specie vegetali e di notevole importanza faunistica). • Captazioni idriche. • Modesti fenomeni d’inquinamento delle acque, dovuti ad attività agricole e a scarichi civili. • Possibili interventi di rimodellamento dell’alveo e di taglio della vegetazione ripariale. • Possibile riduzione del pascolamento, nelle garighe a Santolina etrusca e nelle praterie. • Presenza di specie alloctone. • Transito di automezzi, con conseguenti disturbo/distruzione di nidiate e alterazione di habitat • Ipotesi di realizzazione di condotte idriche lungo estesi tratti del sito. • Rischio di incendi

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ ESTERNI AL SITO • Perdita di aree aperte per evoluzione spontanea della vegetazione e per opere di rimboschimento di aree agricole e pascoli abbandonati. • Coltivazioni intensive e altre aree agricole in zone prossime al fiume Albegna. • Interventi di ripulitura della vegetazione ripariale e di gestione idraulica nei corsi d'acqua minori, con perdita di aree di riproduzione per le specie ittiche. • La presenza di un sito estrattivo su terrazzi fluviali all’interno del SIR. • Captazioni e prelievi idrici nel bacino. • Aree circostanti con diffusissima e crescente presenza di colture intensive (vigneti) a forte impatto. • Trasformazioni dei sistemi agricoli, con progressiva scomparsa di siepi ed alberature e conseguente aumento della frammentazione degli habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti. • Assi stradali. lungo il perimetro del sito. • Pratiche agricole intensive, nelle zone di pianura. • Trasformazioni dei sistemi agricoli, con progressivo aumento della frammentazione dell’habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti.

PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE Principali obiettivi di conservazione • Conservazione/ripristino della naturalità dell’alveo e della qualità delle acque. • Mantenimento del mosaico vegetazionale costituito da praterie, garighe, boscaglie ed eventuali interventi di riqualificazione della vegetazione ripariale. • Mantenimento dell'integrità degli ecosistemi fluviali (inclusi i corsi d'acqua minori) . • Mantenimento di un deflusso minimo nei mesi estivi, mediante la progressiva riduzione di captazioni ed emungimenti • Verifica dei livelli di naturalità dei popolamenti di pesci ed esecuzione di eventuali interventi di ripristino. • Programmi a medio e lungo termine di progressivo recupero/ampliamento dell’alveo, a scapito di aree coltivate all’interno o in prossimità delle aree di pertinenza fluviale • Conservazione degli habitat d'interesse naturalistico e dei nuclei di specie arboree di pregio. • Conservazione delle principali emergenze faunistiche. • Tutela o riqualificazione dei corridoio fluviali e dei relativi popolamenti faunistici. • Tutela dell'eterogeneità del mosaico ambientale e salvaguardia degli stadi pionieri e intermedi delle successioni. • Tutela delle specie animali di maggiore interesse conservazionistico e ricostituzione di popolazioni vitali di lontra. • Tutela e recupero delle garighe su ofioliti. • Mantenimento della continuità delle estese e ininterrotte cenasi forestali, tutela e incremento dei livelli di naturalità (anche mediante progressiva sostituzione del pino marittimo e delle altre conifere di impianto con latifoglie autoctone) e di maturità. • Conservazione o il ripristino della naturalità dell'alveo e della qualità delle acque. • Conservazione delle garighe a Santolina etrusca. • Miglioramento delle conoscenze sulle emergenze naturalistiche, le cause di minaccia e le tendenze in atto. • Conservazione e miglioramento della naturalità, della caratterizzazione ecologica e del valore faunistico delle formazioni forestali, con particolare riferimento alle sugherete, alle formazioni di forra e, nelle stazioni più fresche, alle formazioni di latifoglie. • Conservazione delle fitocenosi d'interesse regionale. • Conservazione dei buoni livelli di eterogeneità ambientale, mantenendo sufficienti superfici degli stadi pionieri e intermedi delle successioni vegetazionali, di notevole interesse anche dal punto di vista faunistico. • Miglioramento delle conoscenze sulla fauna • Riqualificazione dei popolamenti dei pesci. • Incremento della presenza di elementi di naturalità (infrastrutture ecologiche) nelle aree collinari circostanti occupate da vigneti intensivi. • Programmi a medio termine di recupero o ampliamento dell'alveo a scapito di aree coltivate all'interno o nelle vicinanze delle aree di pertinenza fluviale e recupero delle aree estrattive abbandonate.

Indicazioni per le misure di conservazione • Misure regolamentari tese a evitare interventi che favoriscano un aumento dell’artificialità e del carico antropico nel sito (a esempio, la realizzazione di viabilità, a uso non esclusivamente agricolo) . • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari, per motivi di sicurezza, e definizione di un protocollo tecnico per l’esecuzione di tali interventi . • Misure contrattuali per la progressiva riduzione delle attività agricole in aree di competenza fluviale, destinando tali aree, così come le praterie e le garighe, a un pascolamento controllato. • Accordo di programma, tra tutti gli Enti, per l’utilizzo compatibile delle acque • Pianificazione razionale (se possibile totale cessazione) delle eventuali immissioni di pesci a scopo alieutico . • Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo • Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi ben definiti) • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale • Misure gestionali e/o normative per risanamento/bonifica di eventuali fonti di inquinamento delle acque (discariche di miniere, scarichi civili, ecc.) • Limitazione degli interventi di gestione idraulica del corso d'acqua a quelli strettamente necessari, per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con importanti tratti fluviali) • Misure gestionali o contrattuali per la riqualificazione e/o l'ampliamento delle fasce ripariali, anche nei corsi d'acqua minori. • Misure gestionali o contrattuali per l'avviamento di interventi selvicolturali di miglioramento ecologico dei soprassuoli artificiali. • Misure contrattuali per la cessazione delle pratiche agricole in aree esondabili, da "restituire" progressivamente alla competenza fluviale. • Misure contrattuali per l'adozione di tecniche agricole che favoriscano maggiormente la biodiversità nei comprensori interessati da monocolture. • Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo. • Misure regolamentari tese ad evitare interventi che favoriscano un aumento dell'artificialità e del carico antropico nel sito (ad es. la realizzazione di viabilità ad uso non esclusivamente agricolo). • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi • Definizione di un complesso di misure per il miglioramento della qualità delle acque e il loro uso compatibile. • Attivazione di indagini sulle emergenze naturalistiche (prioritariamente sui popolamenti di uccelli nidificanti) e sullo stato di conservazione del sito. • Definizione di misure regolamentari o contrattuali per l'incremento della presenza di siepi, alberature e aree incolte nelle zone collinari circostanti occupate da vigneti intensivi. • Cessazione delle eventuali immissioni di pesci a scopo alieutica. • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale) • Verifica della pianificazione forestale rispetto agli obiettivi di conservazione nell'intero sito, suo coordinamento ed eventuale adeguamento. • Attuazione di adeguate misure contrattuali e/o normative per garantire la conservazione e la gestione ottimale delle tipologie forestali di maggiore interesse, la massima tutela delle cenasi di forra, l'incremento dei livelli di maturità delle formazioni di latifoglie, nelle stagioni più fresche e il mantenimento e/o il recupero delle radure con praterie e garighe • Esecuzione di indagini faunistiche dedicate alle specie di maggiore interesse conservazionistico • Programmazione di azioni per la riduzione della densità di ungulati

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Elevata, per definire, con dettaglio, le aree dove sono necessarie, oppure ammesse, determinate forme di uso del suolo (a esempio, il pascolamento in aree con vegetazione seminaturale, la riconversione a pascolo di aree attualmente coltivate), per regolamentare l’uso delle acque e per definire (anche attraverso una loro zonizzazione) le tipologie e le modalità esecutive degli interventi in alveo ammissibili.

Necessità di piani di settore La verifica, ed eventuale integrazione rispetto agli obiettivi di conservazione, dei piani di assetto idraulico, potrebbe rendere sufficiente l’elaborazione di piani d’azione, relativi alla gestione della vegetazione (che preveda anche i progressivi cambiamenti di uso del suolo sopra descritti) e agli interventi in alveo. DESCRIZIONE DEl SIR “Torrente Trasubbie”

Codice sito IT5190103 Nome TORRENTE TRASUBBIE Tipo sito sito di importanza Nazionale; Interessanti formazioni di gartga con l'endemica Santolina etrusca e, nelle situazioni più evolute, Ampelodesmus Descrizione mauritanicus. Il sito presenta larghe distese di queste formazioni lungo gli alvei fluviali. Ente di Gestione Presenza di alcune opere di regimazione e aree estrattive in Rischi reali per la conservazione alveo.

Il sito si estende interessando i Comuni di Campagnatico - Roccalbegna - Scansano Il sito, nel territorio comunale di Roccalbegna si scompone in due sezioni distinte: • una prima sezione posta a nord che si estende per circa 2.877 ettari e che si stacca dal confine con il Comune di Scansano all’altezza de Le Strette, segue tutto il corso del Torrente Trasubbie fino a raggiungere il confine comunale all’altezza della confluenza del Fosso Istrico Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto individua nell’ambito del SIC la seguente unità di paesaggio: R8.2 Crinale di Murci e Poggioferro Alta collina coltivata e boscata Crinale di alta collina con buona presenza di colture. Emergenze naturalistiche: intorno al Colle della Civitellaccia, con formazioni arenarie quarzoso-feldspatiche e arenoscisti (macigno) di età oligocenica che ospitano un peculiare sistema floristico; alla confluenza fra il Rigo e l’Albegna, con profonde vallate, rocce a strapiombo che si stagliano nella macchia circostante e caratteristica avifauna (falchi). Nella zona di Montepò memorie insediative (castelli e mulino) significativamente inserite nel contesto naturale. Le opportunità di sviluppo insediativo dei Comuni, legate all’attività agrituristica e alla valorizzazione della produzione vinicola, saranno indirizzate secondo criteri di rigorosa compatibilità con l’integrità del contesto ambientale e di rafforzamento del lessico insediativo.

• una seconda sezione, posta più a sud rispetto alla precedente, che si estende per circa 148 ettari e che staccandosi dal confine con il Comune di Scansano all’altezza del Castellino, segue il corso dell’affluente delle Trasubbie, il Torrente Trasubbino, fino alla confluenza con il Fosso dell’Acqua Viva. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto individua nell’ambito del SIC la seguente unità di paesaggio: R8.2 Crinale di Murci e Poggioferro Alta collina coltivata e boscata Crinale di alta collina con buona presenza di colture. Emergenze naturalistiche: intorno al Colle della Civitellaccia, con formazioni arenarie quarzoso-feldspatiche e arenoscisti (macigno) di età oligocenica che ospitano un peculiare sistema floristico; alla confluenza fra il Rigo e l’Albegna, con profonde vallate, rocce a strapiombo che si stagliano nella macchia circostante e caratteristica avifauna (falchi). Nella zona di Montepò memorie insediative (castelli e mulino) significativamente inserite nel contesto naturale. Le opportunità di sviluppo insediativo dei Comuni, legate all’attività agrituristica e alla valorizzazione della produzione vinicola, saranno indirizzate secondo criteri di rigorosa compatibilità con l’integrità del contesto ambientale e di rafforzamento del lessico insediativo. CP2.4 I Colli di Cinigiano Colline spoglie con colture estensive Territorio collinare, con porzioni di aspetto brullo analoghe alle crete senesi. Maglia poderale risultante dalla colonizzazione dell’Ente Maremma, con prevalenza di conduzione diretta. Prevalenza di colture estensive di cereali e pascolo. Paesaggio rurale fondato sulla cura delle lavorazioni e delle sistemazioni agrarie in relazione all’assetto idrogeologico. Assenza di segni naturali di natura «verticale» (alberi, siepi, boschi). La normativa comunale punterà al mantenimento dei livelli di antropizzazione e degli assetti paesistico-ambientali esistenti. A tal fine occorre perseguire e sviluppare il controllo dei movimenti franosi. E' opportuno che eventuali interventi, anche infrastrutturali, siano inseriti con particolare cura nel profilo del paesaggio circostante.

Comuni Prov Comune SEL Den.SEL Aree Critiche GR CAMPAGNATICO 32 Area Grossetana - GR ROCCALBEGNA 31 Amiata Grossetano <20> - Amiata GR SCANSANO 33.2 Quadrante Colline Interne <20> - Amiata

Anfibi assenti

Invertebrati assenti

Mammiferi assenti

Pesci assenti

Rettili Status UICN Nome Nome Volgare Note Naz Lacerta viridis ramarro Podarcis muralis lucertola dei muri

Uccelli Status UICN Nome Nome Volgare Note Popolazione Naz Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile Residente Anas platyrhynchos germano reale Burhinus Nidificante occhione Vulnerabile oedicnemus (Riproduzione) Calandrella Nidificante calandrella Vulnerabile brachydactyla (Riproduzione) Caprimulgus Nidificante succiacapre Vulnerabile europaeus (Riproduzione) Circus cyaneus albanella reale Svernante Nidificante Circus pygargus albanella minore Minacciata (Riproduzione) Specie inserita nella Falco tinnunculus gheppio Residente lista rossa regionale. Nidificante Ixobrychus minutus tarabusino Vulnerabile (Riproduzione) Nidificante Lanius collurio averla piccola Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Lanius senator averla capirossa Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Otus scops assiolo lista rossa regionale. (Riproduzione)

Piante Vascolart Nome Nome Volgare Status UICN Naz Note MANTISALCA SALMANTICA

(L.) BRIQ. ET CAVILL. SANTOLINA ETRUSCA (LACAITA) MARCHI ET DAM.

Crittogame assenti

Habitat Valutazione Nome Rappresentatività Sup.relativa Conservazione % Copertura globale Fiumi mediterranei a Significativo tra_2%_e_0% Buono Buono 10 flusso permanente:Paspalo- Agrostidion e filart ripart di Salix e Populus alba Garighe ad Ampelodesmos Eccellente tra_2%_e_0% Buono Eccellente 30 mauritanicus Percosi substeppici di graminacee e piante Buono tra_2%_e_0% Buono Buono 8 annue (Thero- Brachypodietea)

Bibliografia Gruppo Autore Titolo Editore Anno Ecologia generale Comunicazione Claudia Angiolini. Piante Vascolart Comunicazione Claudia Angiolini. Rettili Comunicazione Leonardo Favilli. Rettili Comunicazione Leonardo Favilli. Tellini G., Arcamone E., Baccetti N., Meschini Quad. Mus. Stor. Nai Livorno, Uccelli E., Sposimo P., in prep. - Atlante degli uccelli Monografia n.1 nidificanti e svernanti in Toscana.

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ INTERNI AL SITO • Evoluzione spontanea della vegetazione negli arbusteti. • Eccessivo carico di ungulati (cinghiali). • Riduzione delle fasce riparali per l'utilizzazione agricola delle aree di pertinenza fluviale. • Perdita di aree aperte, per abbandono di aree agricole e pascoli in aree marginali. • Disturbo legato all'asse viario Strada Provinciale della Fronzina n. 24 • Interventi sulla vegetazione ripariale e gestione idraulica nei corsi d'acqua minori che producono perdita di aree di riproduzione per specie ittiche. • Diffusione di specie alloctone vegetali e animali. Specie animali • Uccelli Status UICN Nome Nome Volgare Note Popolazione Naz Alcedo atthis martin pescatore Vulnerabile Residente Burhinus Nidificante occhione Vulnerabile oedicnemus (Riproduzione) Calandrella Nidificante calandrella Vulnerabile brachydactyla (Riproduzione) Caprimulgus Nidificante succiacapre Vulnerabile europaeus (Riproduzione) Circus cyaneus albanella reale Svernante Nidificante Circus pygargus albanella minore Minacciata (Riproduzione) Specie inserita nella Falco tinnunculus gheppio Residente lista rossa regionale. Nidificante Ixobrychus minutus tarabusino Vulnerabile (Riproduzione) Nidificante Lanius collurio averla piccola Vulnerabile (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Lanius senator averla capirossa Vulnerabile lista rossa regionale. (Riproduzione) Specie inserita nella Nidificante Otus scops assiolo lista rossa regionale. (Riproduzione)

• Presenza di assi viari (strade statali, autostrada, ferrovia). • Interventi di regimazione idraulica e di pulizia dei canali secondari. • Abbandono delle pratiche colturali e riduzione del pascolo in parte degli oliveti, con progressiva chiusura delle praterie annue, di grande valore conservazionistico (caratterizzate da un’elevatissima ricchezza di specie vegetali e di notevole importanza faunistica). • Presenza di coltivazioni in aree di competenza fluviale, con rettifiche dell'alveo, realizzazione di argini artificiali e riduzione delle fasce di vegetazione ripariale. • Captazioni idriche. • Modesti fenomeni d’inquinamento delle acque, dovuti ad attività agricole e a scarichi civili. • Possibili interventi di rimodellamento dell’alveo e di taglio della vegetazione ripariale. • Possibile riduzione del pascolamento, nelle garighe a Santolina etrusca e nelle praterie. • Presenza di specie alloctone. • Transito di automezzi, con conseguenti disturbo/distruzione di nidiate e alterazione di habitat • Ipotesi di realizzazione di condotte idriche lungo estesi tratti del sito. • Fenomeni di erosione delle sponde • Rischio di incendi

PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ ESTERNI AL SITO • Perdita di aree aperte per evoluzione spontanea della vegetazione e per opere di rimboschimento di aree agricole e pascoli abbandonati. • Interventi di ripulitura della vegetazione ripariale e di gestione idraulica nei corsi d'acqua minori, con perdita di aree di riproduzione per le specie ittiche. • Captazioni e prelievi idrici nel bacino. • Aree circostanti con diffusa e crescente presenza di colture intensive (vigneti) a forte impatto. • Trasformazioni dei sistemi agricoli, con progressiva scomparsa di siepi ed alberature e conseguente aumento della frammentazione degli habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti. • Trasformazioni dei sistemi agricoli, con progressivo aumento della frammentazione dell’habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti. PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE DA ADOTTARE Principali obiettivi di conservazione • Conservazione/ripristino della naturalità dell’alveo e della qualità delle acque. • Mantenimento del mosaico vegetazionale costituito da praterie, garighe, boscaglie ed eventuali interventi di riqualificazione della vegetazione ripariale. • Mantenimento dell'integrità degli ecosistemi fluviali • Mantenimento di un deflusso minimo nei mesi estivi, mediante la progressiva riduzione di captazioni ed emungimenti • Verifica dei livelli di naturalità dei popolamenti di pesci ed esecuzione di eventuali interventi di ripristino. • Programmi a medio e lungo termine di progressivo recupero/ampliamento dell’alveo, a scapito di aree coltivate all’interno o in prossimità delle aree di pertinenza fluviale • Conservazione degli habitat d'interesse naturalistico e dei nuclei di specie arboree di pregio. • Conservazione delle principali emergenze faunistiche. • Tutela o riqualificazione dei corridoio fluviali e dei relativi popolamenti faunistici. • Tutela dell'eterogeneità del mosaico ambientale e salvaguardia degli stadi pionieri e intermedi delle successioni. • Tutela delle specie animali di maggiore interesse conservazionistico. • Tutela e recupero delle garighe su ofioliti. • Mantenimento della continuità delle estese e ininterrotte cenasi forestali, tutela e incremento dei livelli di naturalità (anche mediante progressiva sostituzione del pino marittimo e delle altre conifere di impianto con latifoglie autoctone) e di maturità. • Conservazione o il ripristino della naturalità dell'alveo e della qualità delle acque. • Conservazione delle garighe a Santolina etrusca. • Miglioramento delle conoscenze sulle emergenze naturalistiche, le cause di minaccia e le tendenze in atto. • Conservazione e miglioramento della naturalità, della caratterizzazione ecologica e del valore faunistico delle formazioni forestali, con particolare riferimento alle sugherete, alle formazioni di forra e, nelle stazioni più fresche, alle formazioni di latifoglie. • Conservazione delle fitocenosi d'interesse regionale. • Conservazione dei buoni livelli di eterogeneità ambientale, mantenendo sufficienti superfici degli stadi pionieri e intermedi delle successioni vegetazionali, di notevole interesse anche dal punto di vista faunistico. • Programmi a medio termine di recupero o ampliamento dell'alveo a scapito di aree coltivate all'interno o nelle vicinanze delle aree di pertinenza fluviale e recupero delle aree estrattive abbandonate.

Indicazioni per le misure di conservazione • Misure regolamentari tese a evitare interventi che favoriscano un aumento dell’artificialità e del carico antropico nel sito (a esempio, la realizzazione di viabilità, a uso non esclusivamente agricolo) . • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari, per motivi di sicurezza, e definizione di un protocollo tecnico per l’esecuzione di tali interventi. • Misure contrattuali per la progressiva riduzione delle attività agricole in aree di competenza fluviale, destinando tali aree, così come le praterie e le garighe, a un pascolamento controllato. • Accordo di programma, tra tutti gli Enti, per l’utilizzo compatibile delle acque • Controllo degli scarichi di rifiuti solidi in alveo • Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi ben definiti) • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale • Limitazione degli interventi di gestione idraulica del corso d'acqua a quelli strettamente necessari, per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con importanti tratti fluviali) • Misure gestionali o contrattuali per la riqualificazione e/o l'ampliamento delle fasce ripariali, anche nei corsi d'acqua minori. • Misure gestionali o contrattuali per l'avviamento di interventi selvicolturali di miglioramento ecologico dei soprassuoli artificiali. • Misure contrattuali per la cessazione delle pratiche agricole in aree esondabili, da "restituire" progressivamente alla competenza fluviale. • Misure contrattuali per l'adozione di tecniche agricole che favoriscano maggiormente la biodiversità nei comprensori interessati da monocolture. • Misure regolamentari tese ad evitare interventi che favoriscano un aumento dell'artificialità e del carico antropico nel sito (ad es. la realizzazione di viabilità ad uso non esclusivamente agricolo). • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo e di regimazione idraulica a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l'esecuzione di tali interventi • Definizione di un complesso di misure per il miglioramento della qualità delle acque e il loro uso compatibile. • Attivazione di indagini sulle emergenze naturalistiche (prioritariamente sui popolamenti di uccelli nidificanti) e sullo stato di conservazione del sito. • Definizione di misure regolamentari o contrattuali per l'incremento della presenza di siepi, alberature e aree incolte nelle zone collinari circostanti occupate da vigneti intensivi. • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale) • Verifica della pianificazione forestale rispetto agli obiettivi di conservazione nell'intero sito, suo coordinamento ed eventuale adeguamento. • Esecuzione di indagini faunistiche dedicate alle specie di maggiore interesse conservazionistico • Programmazione di azioni per la riduzione della densità di ungulati

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Elevata, per definire, con dettaglio, le aree dove sono necessarie, oppure ammesse, determinate forme di uso del suolo (a esempio, il pascolamento in aree con vegetazione seminaturale, la riconversione a pascolo di aree attualmente coltivate), per regolamentare l’uso delle acque e per definire (anche attraverso una loro zonizzazione) le tipologie e le modalità esecutive degli interventi in alveo ammissibili.

Necessità di piani di settore Non necessario

SCREENING: DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PREVISTI NEL PIANO STRUTTURALE

Premessa Si riportano preliminarmente le tipologie di progetti ed interventi ricadenti all’interno dei SIC che non determinano incidenze negative significative sui siti stessi. Per questi interventi indicati non si applicano né la pre-valutazione, né la valutazione d'incidenza. 1. Interventi edilizi classificati di manutenzione ordinaria e gli interventi edilizi riguardanti opere interne di cui agli artt. 78 e 79 della Legge Regionale 1/2005 2. Interventi edilizi classificati di manutenzione straordinaria, di restauro scientifico, di restauro e risanamento conservativo, di ripristino tipologico e di ristrutturazione edilizia di cui agli artt. 78 e 79 della Legge Regionale 1/2005 che non comportino un mutamento di destinazione d’uso o un aumento di volumetria o di superficie superiore ai limiti di cui all’art. 133 della Legge Regionale 1/2005 Rientrano in questa tipologia di interventi esenti dalla procedura di valutazione di incidenza anche quelli relativi agli immobili di proprietà di aziende agricole, nel caso in cui, pur modificandone la destinazione d'uso, possono essere ancora classificati come beni strumentali dell'azienda stessa. 3. Interventi edilizi d'altra tipologia, già previsti nei Piani Urbanistici Attuativi (PUA) a condizione che la valutazione d'incidenza dei suddetti piani non abbia evidenziato incidenze negative significative 4. Interventi edilizi da considerarsi variazioni minori in corso d’opera comunicate a conclusione lavori all’Ente che ha approvato il progetto 5. Interventi di manutenzione ordinaria delle infrastrutture viarie o ferroviarie, delle reti infrastrutturali di tipo lineare (acquedotti, fognature, ecc.), delle infrastrutture lineari energetiche (linee elettriche, gasdotti, oleodotti, ecc.), degli impianti di telefonia fissa e mobile, nonché degli impianti per l’emittenza radiotelevisiva, a condizione che non comportino modifiche significative di tracciato o d'ubicazione 6. Interventi d'utilizzazione e miglioramento dei boschi, a condizione che interessino superfici inferiori a 1,00 ha, che siano situati nei territori di collina e montagna (come definite dal Piano forestale regionale) e che siano già assoggettati alle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale (PMPF) 7. Interventi di conversione di boschi cedui che interessino superfici inferiori ai 2 ha 8. Interventi già previsti nei Piani d'Assestamento Forestale, purché la valutazione d'incidenza dei suddetti piani non abbia evidenziato incidenze negative significative 9. Interventi di difesa del suolo, dichiarati di somma urgenza o di pronto intervento e quelli di protezione civile, dichiarati indifferibili ed urgenti ai sensi dell’art. 54 della L.R. n. 1/05, previa comunicazione d'inizio lavori all’Ente gestore del sito, il quale potrà proporre specifiche misure di mitigazione ed effettuerà la valutazione d'incidenza ex-post 10. Interventi già normati con specifici disciplinari tecnici a condizione che la valutazione d'incidenza del disciplinare tecnico di riferimento abbia avuto esito positivo 11. Interventi attuativi delle Misure previste nell’Asse 2 del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 (valutazione di incidenza del PRSR già effettuata con Determinazione regionale n. 17225 del 1/12/06), ad esclusione degli interventi attuativi della Misura 221 “Imboschimento dei terreni agricoli” 12. Pratiche agricole e zootecniche ricorrenti, compresi gli interventi su aree coltivate, orti, vigneti e frutteti esistenti, purché non comportino l’eliminazione d'elementi naturali e seminaturali presenti in loco (siepi, boschetti, arbusteti, prati, pascoli, maceri, zone umide, ecc.) 13. L’attività venatoria, purché la valutazione d'incidenza del Piano Faunistico- Venatorio abbia dato esito positivo 14. L’attività di raccolta di funghi, tartufi e prodotti del sottobosco 15. Interventi previsti espressamente dalle misure di conservazione o dai piani di gestione dei siti ed individuati come direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nei siti stessi, a condizione che n'osservino le modalità di realizzazione indicate nelle misure di conservazione o nei piani di gestione 16. Tipologie d'interventi vari, purché il piano di gestione del sito le indichi tra quelle che non determinano incidenze negative significative sul sito stesso

Matrice di verifica degli elementi di potenziale criticita’ rispetto al sito Si inserisce di seguito la matrice di analisi delle influenze indotte dai nuovi interventi previsti dal Piano Strutturale sul complesso di risorse che caratterizzano il sito

(Descrizione dell’intervento)

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR

Entità dell’intervento

Superficie interessata dalle trasformazioni

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

effettuare un bilancio del consumo di suolo quantificando gli usi iniziali e finali per le varie alternative (in termini quantitativi e qualitativi)

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto

Risorse aggiuntive da reperire:

• valutare la fattibilità degli interventi in relazione alle capacità residue delle reti di approvvigionamento e di smaltimento individuando misure di mitigazione, eventuali opere di adeguamento necessarie e i costi relativi

• effettuare un bilancio del consumo di energia mediante criteri sintetici (traffico veicolare al km percorso, integrabile con considerazioni relative alla cogestione, velocità, ecc)

• riflessi sul sistema pedonale, sullo stazionamento, sugli usi complementari

Emissioni

• valutare la fattibilità degli interventi in relazione alle capacità residue delle reti di approvvigionamento e di smaltimento individuando misure di mitigazione, eventuali opere di adeguamento necessarie e i costi relativi

Smaltimenti

• valutare la fattibilità degli interventi in relazione alle capacità residue delle reti di approvvigionamento e di smaltimento individuando misure di mitigazione, eventuali opere di adeguamento necessarie e i costi relativi

Esigenze di trasporto e mobilità

• valutare la funzionalità in termini trasportistici dell’intervento e delle alternative;

• valutare la funzionalità in termini allargati, tenendo conto degli effetti indotti sulle altre modalità di trasporto

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora e sulla fauna derivanti da emissioni gassose, da emissioni solide da emissioni liquide, da emissioni acustiche, dalle dimensioni dei manufatti • Durata dell’azione

• Riduzione dell’area dell’habitat

• Perturbazione delle specie notevoli del sito

• Frammentazione degli habitat

• Riduzione di densità delle specie

• Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

• Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

• Perdita o danneggiamento di habitat

• Frammentazione di habitat

• Perturbazione di specie notevoli del Sito

• Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

• misura da proporre

• modalità di riduzione degli effetti più significativi

• soggetto attuatore

• probabilità di successo

• monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di fallimento STUDIO DI DETTAGLIO

SIC IT5190019 Alto corso del Fiume Fiora

L’area del SIC rientra completamente nel Sistema Ambientale e Paesistico n.8 “Il Fiume Fiora” Superficie del sito nell’ambito del comune 1.511 ha Ambito geografico Il tratto di territorio che si affaccia e digrada verso il Fiume Fiora, rappresenta un’area di grande interesse ambientale e paesaggistico, priva di particolari insediamenti agricoli e tantomeno interessata da insediamenti residenziali, è e dovrà rimanere assolutamente intatta.

Elementi del progetto di Piano che interessano l’area protetta

1.0 Il connettivo Non sono previsti interventi che modifichino l’assetto generale Nelle tavole di piano è contenuta una chiara classificazione delle infrastrutture previste in funzione del rispettivo rango territoriale, che nel SAP in esame si limitano ad infrastrutture di interesse locale. Gli interventi di riqualificazione e potenziamento delle infrastrutture esistenti che di seguito vengono analizzate nel dettaglio, dovranno rispettare le caratteristiche esistenti mantenendo la caratteristica di finitura superficiale, di tracciato al fine di garantirne le compatibilità ambientali e di destinazione, nonché l’inserimento armonico rispetto al contesto territoriale e urbano. La localizzazione di nuove infrastrutture a rete di competenza comunale dovranno impostarsi su corridoi di attraversamento in relazione alla rete preesistente e dovranno essere messe in atto tutte quelle azioni che determino un inserimento ambientale e morfologico corretto e discreto. Nel R.U. si dovranno individuare i nuovi tracciati dopo una analisi congrua ed a seguito di esplicite valutazioni riferite a un quadro di lunga durata e, come specifica il PTC si dovranno privilegiare quei tracciati che: - sono o saranno integrati nel modo più redditizio alla rete esistente; - contribuiscano ad ottimizzare la funzionalità degli insediamenti esistenti; - insistano su ambiti che possano fruire di interventi migliorativi collegati all’intervento. La mobilità interna dovrà essere caratterizzata da interventi di razionalizzazione, completamento, adeguamento funzionale e caratterizzazione formale in chiave unitaria della maglia viaria.

1.1 Strade di scorrimento 1.1.1 la viabilità statale Assente 1.1.2 La viabilità provinciale Presente S.P. della Follonata n. 10

1.2 Strade di connessione 1.2.1 La viabilità comunale Assente 1.2.3 Le strade vicinali Presente S.V. del Castagneto S.V. Vigna del Conte Questi tracciati secondari dovranno essere attentamente salvaguardati nello sviluppo e mantenuti nelle caratteristiche superficiali e di sponda, per attenuare il processo di riduzione della penetrabilità ed utilizzabilità del territorio, prodromo dell’abbandono antropico, culturale e colturale.

1.3 Le strade attrezzate assenti e non previsti nel P.S. Non è prevista la formazione di particolari percorsi attrezzati, con esclusione della necessità di individuare nel R.U. le modalità di attraversamento del Fiume Fiora e delle caratteristiche delle strade storiche con formazione di spazi attrezzati per la sosta e per la fruizione della aree limitrofe e la necessità di individuare alcuni tracciati che uniscano la tutela della strada storica con quella della formazione di percorsi naturalistici all’interno delle aree di pregio ambientale

1.4 I percorsi naturalistici assenti e non previsti nel PS Il R.U. dovrà individuare quei percorsi esistenti che potrebbero essere ridisegnati e integrati a formare percorsi naturalistici che conducano alle Riserve Naturalistiche Provinciali e consentano di raggiungere i corsi d’acqua principali percorrendone il margine interno.

1.5 I corridoi infrastrutturali presenti Nel SAP sono presenti numerose ramificazioni dell’acquedotto. Il Piano prevede il loro mantenimento e la loro tutela.

1.6 I corridoi biologici assenti All'interno dei Corridoi Biologici deve essere attentamente valutata la compatibilità della realizzazione di nuove costruzioni prestando attenzione e disponendo una specifica valutazione di incidenza per verificare la interazione tra la permanenza e lo spostamento della fauna sia terrestre che avicola e le caratteristiche dei manufatti. È previsto il mantenimento il ripristino delle aree boscate ed il divieto di introduzione di essenze estranee ed infestanti. Nel caso di interventi di rimboschimento è richiesto l'uso di essenze arboree e cespugliate autoctone finalizzate alla tutela della fauna con preferenza per gli alberi da frutto selvatici e per la vegetazione riparia Mantenimento e ripristino delle colture tradizionali ed eventuale riconversione di quelle improprie. Per le radure incolte e abbandonate, in alternativa all'impianto o ripristino di colture tradizionali, è consentito l'allevamento zootecnico allo stato semibrado in aree organizzate a pascolo arborato.

2.0 La pianificazione in ambito extraurbano Nel Piano Strutturale, in collegamento con quanto stabilito dal PTC, in ambito extraurbano 2.1 in ordine agli elementi di zonizzazione: 2.1.1 zone ad esclusiva e a prevalente destinazione agricola (ambito di applicazione della LR 1/2005); assenti 2.1.2 viene individuata la classificazione del territorio rurale dal punto di vista economico agrario; assenti 2.1.3 vengono individuate le aree soggette alla disciplina dei piccoli annessi; assenti 2.1.4 sono individuati gli ambiti di degrado, rimandando al R.U la classificazione per tipologia e fattore di degrado (usi impropri, frammentazione fondiaria, abusi edilizi, pseudocolture periurbane etc); assenti 2.1.5 vengono individuate le aree di tutela paesaggistica (aree panoramiche, zone di particolare pregio ambientale etc.); assenti 2.1.6 distingue il territorio rurale definendo le aree periurbane non comprese negli ambiti urbanizzati; assenti 2.1.7 articola le diverse attività e funzioni integrative a quelle agricole, ovvero funzioni commerciali (vendita di prodotti aziendali, tipici, ecc.), produttive (lavorazione artigianale di prodotti aziendali e della cultura locale, ecc.), turistiche (offerta ricettiva e di ristorazione tipiche della campagna locale, ecc.), di servizio, di supporto per svago, tempo libero, ricreazione e didattica e quant'altro legato alla tipicità dei luoghi. assenti

2.2 in ordine all’inserimento paesistico-ambientale: 2.2.1 la ubicazione degli interventi avviene nel rispetto della maglia territoriale e poderale esistente e delle tradizioni insediative storicamente consolidate nel territorio provinciale; non sono presenti interventi 2.2.2 nel R.U. sarà disposta la localizzazione e configurazione dei nuovi manufatti in modo da conseguire aggregazioni significanti con i fabbricati esistenti nonchè la adozione di tipi edilizi e materiali conformi alle caratteristiche e alle tradizioni costruttive dell’intorno e del più ampio contesto ambientale; non rilevabile

2.3 in ordine all’assetto agricolo del territorio 2.3.1 Aree ad esclusiva funzione agricola Assenti 2.3.2 I centri agricoli produttivi Assenti 2.3.4 I centri agricoli commerciali e dedicati alla produzione tipica Assenti 2.3.5 Ambiti vocati alla localizzazione di insediamenti turistico-alberghieri extraurbani Assenti

2.4 Progetti speciali Taluni interventi progettuali contenuti nel Piano Strutturale potranno essere meglio compresi e resi visibili se inseriti in "Progetti speciali", da elaborare nel corso dell’attuazione del Piano Regolatore Generale e capaci di raccordare prassi amministrative e gestionali con reali innovazioni nella forma fisica e nel funzionamento del territorio. In alcuni casi l’attuazione del Progetto Speciale potrà dare luogo alla formazione di una ANPIL Tale determinazione sarà oggetto di approfondimento nella redazione del Regolamento Urbanistico Assenti

2.5 La pianificazione negli ambiti territoriali insediati 2.5.1 Aree edificate urbane Assenti 2.5.2 Aree produttive Assenti

1.0 MATRICE DI VERIFICA DELL’INTEGRITA’ DEL SITO

1.1 Obiettivi della conservazione

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente 1.1.1 provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del sito

1.1.2 interrompere eventuali progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi di conservazione

1.1.3 eliminare fattori che contribuiscono a mantenere condizioni favorevoli degli habitat e del sito

1.1.4 interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali che rappresentano gli indicatori favorevoli all’integrità del sito

1.2 Altri indicatori

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente

1.2.1 provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che determinano le funzioni del sito

1.2.2 modificare le dinamiche delle reazioni che determinano la struttura e le funzioni del sito

1.2.3 interferire con i cambiamenti naturali attesi o possibili sul sito

1.2.4 ridurre l’area degli habitat principali

1.2.5 ridurre la popolazione delle specie prioritarie

1.2.6 modificare l’equilibrio tra le specie principali

1.2.7 ridurre la biodiversità

1.2.8 provocare una frammentazione degli habitat

1.2.9 provocare una perdita o una riduzione degli habitat o dei loro caratteri principali

2.0 MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

ELEMENTI DI PIANO

2.1 Descrizione del nuovo intervento

non si rilevano interventi o previsioni di Piano all’interno del Sito SIC IT5190018 Monte Labbro e Alta Valle dell'Albegna

L’area del SIC della superficie complessiva di 29.765 ha rientra parzialmente nel: Sistema Ambientale e Paesistico n.5 “Gli Usi” per una superficie di 4.228 ha Ambito geografico Alta collina boscata e coltivata Crinale di alta collina con buona presenza di colture. Emergenze naturalistiche: intorno al Colle della Civitellaccia, con formazioni arenarie quarzoso-feldspatiche e arenoscisti (macigno) di età oligocenica che ospitano un peculiare sistema floristico; alla confluenza fra il Rigo e l’Albegna, con profonde vallate, rocce a strapiombo che si stagliano nella macchia circostante e caratterisitica avifauna (falchi). Nella zona di Montepò memorie insediative (castelli e mulino) significativamente inserite nel contesto naturale.

Sistema Ambientale e Paesistico n.7 “Rocconi e Zolferate” per una superficie di 4.425 ha Ambito geografico Si riscontrano ancora ampie aree boscate concentrate specialmente nella porzione nord ma anche attività agricole: l’attività di coltivazione e quella selvicolturale si integrano in un sistema organico ove il turismo recentemente ha rappresentato la sostanziale novità. Si rilevano presenze faunistiche e floristiche di primario interesse. L'ambito è caratterizzato dalla presenza di rilievi attorno ai quali si dispongono altri rilievi collinari intensamente coltivati. Come un po' per tutto il territorio comunale, numerosi sono i "poderi" anche all'interno del sistema in esame, ma la loro caratterizzazione è quella tipica delle storiche porzioni "abitate" dell'alta maremma sette-ottocentesca, generalmente di rilevanza poco più che puntuale, riferiscono la propria economia alla presenza del bosco e di una certa quota di allevamento che bene si integra alla periodicità dei tagli del soprassuolo ed alla accentuata assenza di seminativi o di colture specializzate.

Sistema Ambientale e Paesistico n.9 “Roccalbegna e Vallerona” per una superficie di 21.112 ha Ambito geografico Si riscontrano ancora ampie aree boscate concentrate specialmente nella porzione nord ma anche attività agricole: l’attività di coltivazione e quella selvicolturale si integrano in un sistema organico ove il turismo recentemente ha rappresentato la sostanziale novità. Si rilevano presenze faunistiche e floristiche di primario interesse. L'ambito pur essendo decentrato rispetto all'apparato infrastrutturale e a quello delle principali risorse produttive del comune è caratterizzato dalla presenza di numerosi tracciati secondari che stabiliscono una fitta rete di connessioni tra le varie realtà insediate. L'ambito è caratterizzato dalla presenza di rilievi attorno ai quali si dispongono altri rilievi collinari intensamente coltivati. Come un po' per tutto il territorio comunale, numerosi sono i "poderi" anche all'interno del sistema in esame, ma la loro caratterizzazione è quella tipica delle storiche porzioni "abitate" dell'alta maremma sette-ottocentesca, generalmente di rilevanza poco più che puntuale, riferiscono la propria economia alla presenza del bosco e di una certa quota di allevamento che bene si integra alla periodicità dei tagli del soprassuolo ed alla accentuata assenza di seminativi o di colture specializzate. A questa descrizione si aggiunge quella dell’Alta valle dell’Albegna: Versante montuoso e collinare a pascolo Versante alquanto frastagliato che digrada dal crinale Monte Labbro-Poggio Murella verso l’alto corso dell’Albegna. Terreno roccioso con prevalenza di pascoli. Percorso principale di crinale, presso il quale si concentrano tutti i numerosi centri storici salvo Roccalbegna, posta sul tratto di mezzacosta della S.S. 323. Quest’insediamento medievale, dal caratteristico tessuto ortogonale, è dominato dalla pittoresca rocca erta su un altissimo macigno. A Triana resti del castello dei Piccolomini. La valorizzazione delle attrattive turistiche del territorio sarà subordinata al mantenimento dell’integrità del rapporto tra insediamenti e paesaggio naturale, privilegiando gli interventi a basso impatto (sentieristica e simili). Presenza di biotopo (SS. Trinità). Istituzione ai sensi della LR 49/95 della Riserva Naturale di Pescinello e Rocconi.

Elementi del progetto di Piano che interessano l’area protetta

1.0 Il connettivo Nelle tavole di piano è contenuta una chiara classificazione delle infrastrutture previste in funzione del rispettivo rango territoriale, che nel SAP in esame si limitano ad infrastrutture di interesse locale. Gli interventi di riqualificazione e potenziamento delle infrastrutture esistenti che di seguito vengono analizzate nel dettaglio, dovranno rispettare le caratteristiche esistenti mantenendo la caratteristica di finitura superficiale, di tracciato al fine di garantirne le compatibilità ambientali e di destinazione, nonché l’inserimento armonico rispetto al contesto territoriale e urbano. La localizzazione di nuove infrastrutture a rete di competenza comunale dovranno impostarsi su corridoi di attraversamento in relazione alla rete preesistente e dovranno essere messe in atto tutte quelle azioni che determino un inserimento ambientale e morfologico corretto e discreto. Nel R.U. si dovranno individuare i nuovi tracciati dopo una analisi congrua ed a seguito di esplicite valutazioni riferite a un quadro di lunga durata e, come specifica il PTC si dovranno privilegiare quei tracciati che: - sono o saranno integrati nel modo più redditizio alla rete esistente; - contribuiscano ad ottimizzare la funzionalità degli insediamenti esistenti; - insistano su ambiti che possano fruire di interventi migliorativi collegati all’intervento. La mobilità interna dovrà essere caratterizzata da interventi di razionalizzazione, completamento, adeguamento funzionale e caratterizzazione formale in chiave unitaria della maglia viaria.

1.1 Strade di scorrimento 1.1.1 La viabilità statale Nel SAP corre una porzione della SS.323 Amiatina. Vedi il Progetto Speciale H

1.1.2 La viabilità provinciale Strada Provinciale degli Usi n.112 La viabilità provinciale Strada Provinciale della Fronzina n. 24 Vedi il Progetto Speciale H

1.2 Strade di connessione 1.2.1 La viabilità comunale Presente S.C. dei Prati Molli S.C. di Pian di Cucco S.C. del Capannone S.C. di Capecchio S.C.. della Rosseta Queste strade, attualmente, pur avendo un tracciato accettabile, si presentano non completamente asfaltata. Nel R.U. si dovrà prevedere il completo ammodernamento ed in particolare un approfondimento delle caratteristiche del tracciato in corrispondenza degli attraversamenti di ambiti sensibili dove si darà concreta attuazione al progetto di tutela e valorizzazione 1.2.2 Le strade vicinali Presenti Questi tracciati secondari dovranno essere attentamente salvaguardati nello sviluppo e mantenuti nelle caratteristiche superficiali e di sponda, per attenuare il processo di riduzione della penetrabilità ed utilizzabilità del territorio, prodromo dell’abbandono antropico, culturale e colturale.

1.3 Le strade attrezzate Presenti percorsi per ippovie e ciclabili.

1.4 I percorsi naturalistici assenti e non previsti nel PS Il R.U. dovrà individuare quei percorsi esistenti che potrebbero essere ridisegnati e integrati a formare percorsi naturalistici che conducano alle Riserve Naturalistiche Provinciali e consentano di raggiungere i corsi d’acqua principali percorrendone il margine interno.

1.5 I corridoi infrastrutturali presenti Nel SAP sono presenti numerose ramificazioni dell’acquedotto. Il Piano prevede il loro mantenimento e la loro tutela.

1.6 I corridoi biologici All'interno dei Corridoi Biologici deve essere attentamente valutata la compatibilità della realizzazione di nuove costruzioni prestando attenzione e disponendo una specifica valutazione di incidenza per verificare la interazione tra la permanenza e lo spostamento della fauna sia terrestre che avicola e le caratteristiche dei manufatti. È previsto il mantenimento il ripristino delle aree boscate ed il divieto di introduzione di essenze estranee ed infestanti. Nel caso di interventi di rimboschimento è richiesto l'uso di essenze arboree e cespugliate autoctone finalizzate alla tutela della fauna con preferenza per gli alberi da frutto selvatici e per la vegetazione riparia Mantenimento e ripristino delle colture tradizionali ed eventuale riconversione di quelle improprie. Per le radure incolte e abbandonate, in alternativa all'impianto o ripristino di colture tradizionali, è consentito l'allevamento zootecnico allo stato semibrado in aree organizzate a pascolo arborato. Il Piano individua un corridoio biologico all’altezza del Fosso dell’Asinarco

2.0 La pianificazione in ambito extraurbano Nel Piano Strutturale, in collegamento con quanto stabilito dal PTC, in ambito extraurbano 2.1 in ordine agli elementi di zonizzazione: 2.1.1 zone ad esclusiva e a prevalente destinazione agricola (ambito di applicazione della LR 1/2005); assenti 2.1.2 viene individuata la classificazione del territorio rurale dal punto di vista economico agrario; assenti 2.1.3 vengono individuate le aree soggette alla disciplina dei piccoli annessi; assenti 2.1.4 sono individuati gli ambiti di degrado, rimandando al R.U la classificazione per tipologia e fattore di degrado (usi impropri, frammentazione fondiaria, abusi edilizi, pseudocolture periurbane etc); Presenti in ambiti prossimi all’abitato di Roccalbegna 2.1.5 vengono individuate le aree di tutela paesaggistica (aree panoramiche, zone di particolare pregio ambientale etc.); presenti Arpa Monte Labbro Area di reperimento del Monte Labbro Riserva Naturale del Pescinello Riserva Naturale dei Rocconi 2.1.6 distingue il territorio rurale definendo le aree periurbane non comprese negli ambiti urbanizzati; assenti 2.1.7 articola le diverse attività e funzioni integrative a quelle agricole, ovvero funzioni commerciali (vendita di prodotti aziendali, tipici, ecc.), produttive (lavorazione artigianale di prodotti aziendali e della cultura locale, ecc.), turistiche (offerta ricettiva e di ristorazione tipiche della campagna locale, ecc.), di servizio, di supporto per svago, tempo libero, ricreazione e didattica e quant'altro legato alla tipicità dei luoghi. assenti

2.2 in ordine all’inserimento paesistico-ambientale: 2.2.1 la ubicazione degli interventi avviene nel rispetto della maglia territoriale e poderale esistente e delle tradizioni insediative storicamente consolidate nel territorio provinciale; interventi presenti nelle aree limitrofe a Roccalbegna, Triana, Santa Caterina, Vallerona 2.2.2 nel R.U. sarà disposta la localizzazione e configurazione dei nuovi manufatti in modo da conseguire aggregazioni significanti con i fabbricati esistenti nonchè la adozione di tipi edilizi e materiali conformi alle caratteristiche e alle tradizioni costruttive dell’intorno e del più ampio contesto ambientale; non rilevabile

2.3 in ordine all’assetto agricolo del territorio 2.3.1 Aree ad esclusiva funzione agricola Assenti 2.3.2 I centri agricoli produttivi Assenti 2.3.4 I centri agricoli commerciali e dedicati alla produzione tipica Assenti 2.3.5 Ambiti vocati alla localizzazione di insediamenti turistico-alberghieri extraurbani Assenti

2.4 Progetti speciali Taluni interventi progettuali contenuti nel Piano Strutturale potranno essere meglio compresi e resi visibili se inseriti in "Progetti speciali", da elaborare nel corso dell’attuazione del Piano Regolatore Generale e capaci di raccordare prassi amministrative e gestionali con reali innovazioni nella forma fisica e nel funzionamento del territorio. In alcuni casi l’attuazione del Progetto Speciale potrà dare luogo alla formazione di una ANPIL Tale determinazione sarà oggetto di approfondimento nella redazione del Regolamento Urbanistico

2.4.1 Progetto speciale L La Cava del Sasso L’antica cava di marmo del Sasso potrà essere oggetto di una regolarizzazione attraverso una operazione di “land art” che veda coinvolti scultori di fama internazionale e dalla successiva apertura di un museo mostra permanete delle lavorazioni e delle realizzazioni storiche eseguite con il materiale proveniente da questo sito.

2.4.2 Progetto speciale P Ippovie e Trekking Questo progetto riguarda il completamento della rete di percorsi non meccanizzati, che già caratterizza il territorio comunale, ma che ancora non si lega nella maniera migliore alle emergenze ambientali esistenti. A questo progetto si integra la identificazione e la valorizzazione della invariante delle “strade storiche” 2.4.3 Progetto Speciale H Modifica al tracciato per il collegamento con Grosseto ed il comparto amiatino Uno degli elementi essenziali per la rinascita sia sul piano economico che sul piano sociale della comunità di Roccalbegna è rappresentato dalla necessità di interrompere il progressivo spopolamento di questo territorio. L’ostacolo più evidente alla permanenza degli abitanti nei luoghi di origine ed alla valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche ed anche produttive dell’area è costituito dalle difficoltà di raggiungimento, dovute alle caratteristiche delle strade che da Grosseto portano a Roccalbegna. Quindici minuti in meno per arrivare da Grosseto a Roccalbegna: tanto basterebbe per cambiare tendenza e far rinascere questo comprensorio. Il progetto speciale interviene sulla Strada Provinciale della Fronzina ipotizzandone la rettifica di alcuni passaggi particolarmente lenti e pericolosi, oltre naturalmente alla normalizzazione delle caratteristiche a quelle previste dalle leggi vigenti.

2.4.4 Progetto speciale A Il centro storico di Roccalbegna Apparato urbano di impianto urbanistico regolarissimo frutto di un intervento senese riconducibile alle “terre murate” tanto da identificarsi come contemporaneo alla edificazione di ed alla ristrutturazione di . Nei secoli, per scelta e un po’ per forza, Roccalbegna ha conservato quasi inalterato il suo centro storico ed il “progetto speciale” dovrà eliminare gli effetti di alcuni interventi dettati dall’ignoranza e dalla necessità. Il più importante sarà quello della eliminazione del passaggio interno con la realizzazione di una strada a variante esterna sopra la Pietra e la conseguente eliminazione della “curva di piazza” che di curva ha poco ma di pericolosità ha moltissimo. In linea generale si dovrà evidenziare lo straordinario valore del cardo e del decumano ancora leggibili, che congiunti alla grande qualità delle mura devono essere sottratte alla progressiva “riutilizzazione” moderna, fatta di una architettura caratterizzata da infissi e finiture superficiali assolutamente improbabili. La necessità di intervenire in modo unitario lascia ipotizzare la realizzazione di un progetto unitario.

2.4.5 Progetto speciale G La strada della Pietra In altra parte del capitolo dedicato ai Progetti Speciali parleremo del tracciato in variante alla Strada Provinciale della Fronzina; all’interno di quel progetto vi è una definizione particolare, legata alla specialissima natura dell’ambito attraversato, ovvero il passaggio in quota, sopra l’abitato di Roccalbegna e appena ai piedi della Pietra. Questo passaggio, se correttamente disegnato, potrebbe unire le due esigenze primarie di liberare il centro storico da un insostenibile traffico pesante e di aprire un nuovo orizzonte al paese, consentendo il migliore godimento delle sue bellezze panoramiche, dell’impianto urbano e delle mura. L’attraversamento dovrà essere il più possibile “incassato” sia per limitarne la pendenza che per eliminare ogni possibile impatto visivo.

2.5 in ordine agli interventi puntuali il Piano prevede alcune azioni puntuali in ambito extraurbano 2.5.1 (16) Ricerca a potenziamento della risorsa termale dell’Acquaforte, collegata funzionalmente con l’ampliamento residenziale e turistico ricettivo del Poderone. 2.5.2 (58) Espansioni residenziali integrate da attività produttive esistenti. (Podere del Conti) 2.5.3 (70) Ambiti vocati per la realizzazione di sbarramenti a fini idropotabili

il Piano prevede alcune azioni puntuali in ambito urbano 2.5.4 La Triana 2.5.4.1 (2) Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi produttivi esistenti e posti lungo strada, ricostruzione dei volumi produttivi in ambito defilato e protetto rispetto ai punti di vista principali. 2.5.4.2 (3) Il Poderone: completamento dell’insediamento residenziale e realizzazione di una struttura ricettiva anche in funzione del possibile sfruttamento della risorsa idrotermale 2.5.5 Roccalbegna 2.5.5.1 (8) Ristrutturazione urbanistica dei piccoli volumi agricoli esistenti, nel rispetto delle forme e finiture tradizionali 2.5.5.2 (17) Nuova caserma dei carabinieri e nelle propaggini poste a monte una struttura ricettiva di piccole dimensioni 2.5.5.3 (65) Aree di margine, già interessate da fenomeni di coltivazione per uso domestico e da ristrutturare come area per orti periurbani 2.5.6 Vallerona 2.5.6.1 (29) Area di servizio per soste turistiche (campers) e polifunzionale (eventuale campeggio strutturato) 2.5.6.1 (26) Completamento dell’area destinata a insediamenti produttivi con destinazione produttiva e commerciale 2.5.7 Santa Caterina 2.5.7.1 (23) Aree destinate al completamento residenziale 2.5.7.2 (25) Aree destinate al completamento residenziale 2.5.7.3 (55) Area di servizio per soste turistiche (campers) e polifunzionale (eventuale campeggio strutturato) 2.5.7.4 (60) Parcheggi pubblici

2.5.8 Aree produttive Presenti Cava del Sasso (dismessa da recuperare) 1.0 MATRICE DI VERIFICA DELL’INTEGRITA’ DEL SITO

1.1 Obiettivi della conservazione

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente

1.1.1 provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del sito

1.1.2 interrompere eventuali progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi di conservazione

1.1.3 eliminare fattori che contribuiscono a mantenere condizioni favorevoli degli habitat e del sito

1.1.4 interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali che rappresentano gli indicatori favorevoli all’integrità del sito

1.2 Altri indicatori

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente

1.2.1 provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che determinano le funzioni del sito

1.2.2 modificare le dinamiche delle reazioni che determinano la struttura e le funzioni del sito

1.2.3 interferire con i cambiamenti naturali attesi o possibili sul sito

1.2.4 ridurre l’area degli habitat principali

1.2.5 ridurre la popolazione delle specie prioritarie

1.2.6 modificare l’equilibrio tra le specie principali

1.2.7 ridurre la biodiversità

1.2.8 provocare una frammentazione degli habitat

1.2.9 provocare una perdita o una riduzione degli habitat o dei loro caratteri principali MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale L La Cava del Sasso Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento ripristino di antiche lavorazioni

Superficie interessata dalle trasformazioni 8 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto limitati in conseguenza a coltivazioni speciali in galleria

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità si CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione 50 anni

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito si

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito si

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat si

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito si

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito si

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • limitazione della superficie interessata dalla coltivazione

• coltivazione in galleria

modalità di riduzione degli effetti più significativi • lavorazione dei blocchi in ambiti protetti

• utilizzazione di schermature acustiche

soggetto attuatore proprietà privata

probabilità di successo eccellenti

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di la preesistenza della cava fallimento rassicura sulla possibile rinaturalizzazione del sito MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale P Ippovie e Trekking Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento diffuso per circa 30 km

Superficie interessata dalle trasformazioni non significativa

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto non significati anche in relazione all’utilizzo delle vicinali esistenti e delle strade storiche

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat possi bile

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre utilizzazione di tracciati esistenti

modalità di riduzione degli effetti più significativi utilizzazione di materiali naturali

soggetto attuatore Amministrazione provinciale

probabilità di successo alta

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di obliterazione del tracciato fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale A Il centro storico di Roccalbegna Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR posizione marginale, esterna al SIC- SIR

Entità dell’intervento diffuso a tutto il centro Superficie interessata dalle trasformazioni storico

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione 20 anni

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre nessuna

modalità di riduzione degli effetti più significativi nessuna

soggetto attuatore Amministrazione comunale

probabilità di successo alta

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di non necessario fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO E UTOE DI ROCCALBEGNA

Progetto speciale G La strada della Pietra Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR parzialmente interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento limitata al tracciato stradale

Superficie interessata dalle trasformazioni non significativa

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti si

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione 3 anni

Riduzione dell’area dell’habitat si

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre canalizzazione della strada in modo da ridurre i possibili inquinamenti acustici e luminosi

modalità di riduzione degli effetti più significativi • studio del tracciato altimetrico e studio del verde per ridurre le interferenze del traffico

• controllo dei possibili inquinamenti da reflui con la canalizzazione e la raccolta delle emissioni liquide e gassose

soggetto attuatore Amministrazione provinciale

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di monitoraggio continuo fallimento relazionate alle scarse possibilità di rimedio in caso di fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Ricerca a potenziamento della risorsa termale dell’Acquaforte, collegata

funzionalmente con l’ampliamento residenziale e turistico ricettivo del Poderone

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento Perforazioni, interventi fuori terra, strutture termali

Superficie interessata dalle trasformazioni 3 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nuovo insediamento produttivo turistico

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali si

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici si

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto degli impianti, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose. modalità di riduzione degli effetti più significativi il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

limitazione degli interventi accessori allo sfruttamento diretto della risorsa

concentrazione sottostrada degli interventi edificati soggetto attuatore pubblico - privato probabilità di successo alte monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti dell’impianto

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Espansioni residenziali integrate da attività produttive esistenti. (Podere del Conti) Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento limitati ampliamenti ad insediamento esistente

4 nuovi alloggi

Superficie interessata dalle trasformazioni 500 mq

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto non significativi

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto degli impianti, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose.

modalità di riduzione degli effetti più il rilievo attualizzato servirà per il significativi confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

limitazione degli interventi accessori allo sfruttamento diretto della risorsa

concentrazione sottostrada degli interventi edificati

soggetto attuatore pubblico - privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in • a distanza di almeno 1 anno dalla caso di fallimento entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti dell’impianto

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto

MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Ambiti vocati per la realizzazione di sbarramenti a fini idropotabili Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interni al sito

Entità dell’intervento da valutare caso per caso

Superficie interessata dalle trasformazioni da valutare caso per caso

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto modificazione delle superfici umide e del soprassuolo

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito si

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione

interferenze sulla struttura del Sito si

interferenze sulla funzione del Sito si

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici si

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito si

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito si

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto degli impianti, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno modalità di riduzione degli effetti più significativi • il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

• limitazione degli interventi accessori allo sfruttamento diretto della risorsa soggetto attuatore pubblico - privato probabilità di successo alte monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti dell’impianto

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

SISTEMA INSEDIATIVO DELLA TRIANA INTERVENTO 2

Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi produttivi esistenti e posti

lungo strada, ricostruzione dei volumi produttivi in ambito defilato e protetto

rispetto ai punti di vista principali.

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIr in posizione marginale a filo strada

Entità dell’intervento 3 nuovi alloggi

1000 mq produttivi

Superficie interessata dalle trasformazioni 600 mq

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto miglioramento della situazione complessiva dell’ambito

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali si

gassose nocive luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose ed attività artigianali rumorose e/o nocive. modalità di riduzione degli effetti più significativi • ristrutturazione dei volumi produttivi esistenti, con spostamento della attuale attività in posizione diversa, presumibilmente sul retro, con accesso dalla strada principale soggetto attuatore privato probabilità di successo alte monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • eventuali possibilità di fallimento rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

SISTEMA INSEDIATIVO DELLA TRIANA INTERVENTO 3

Il Poderone: completamento dell’insediamento residenziale e realizzazione

di una struttura ricettiva anche in funzione del possibile sfruttamento della risorsa

idrotermale

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno, in posizione marginale

Entità dell’intervento • 12 nuove unità immobiliari

• struttu ra ricettiva per 55 posti letto

Superficie interessata dalle trasformazioni 1,5 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto non rilevanti essendo legati all’ampliament o della struttura esistente

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto del nuovo complesso, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose. modalità di riduzione degli effetti più significativi • il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

• limitazione degli interventi accessori all’impianto

• concentrazione degli interventi edificati soggetto attuatore privato probabilità di successo alte monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti dell’intervento

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

UTOE DI ROCCALBEGNA INTERVENTO 8

Ristrutturazione urbanistica dei piccoli volumi agricoli esistenti, nel rispetto

delle forme e finiture tradizionali

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR ma in posizione marginale ed all’interno del perimetro edificato dell’UTOE di Roccalbegna

Entità dell’intervento diffuso senza nuovi edificati

Superficie interessata dalle trasformazioni non significativa

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • nessuna

modalità di riduzione degli effetti più significativi nessuna

soggetto attuatore pubblico - privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • nessuno fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

UTOE DI ROCCALBEGNA INTERVENTO 17

Nuova caserma dei carabinieri e nelle propaggini poste a monte una

struttura ricettiva di piccole dimensioni Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR ma in posizione marginale ed all’interno del perimetro edificato dell’UTOE di Roccalbegna

Entità dell’intervento edificio di circa 1000 mc

30 posti letto

Superficie interessata dalle trasformazioni 1500 mq

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

modalità di riduzione degli effetti più significativi nessuna

soggetto attuatore pubblico - privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • eventuali possibilità di fallimento rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

UTOE DI ROCCALBEGNA INTERVENTO 65

Aree di margine, già interessate da fenomeni di coltivazione per uso

domestico e da ristrutturare come area per orti periurbani

Entità dell’intervento non significativa

Superficie interessata dalle trasformazioni non significativa

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità si CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose o inquinanti non caratteristiche della funzione indotta

modalità di riduzione degli effetti più significativi nessuna

soggetto attuatore privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • nessuna fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

UTOE DI VALLERONA INTERVENTO 29

Area di servizio per soste turistiche (campers) e polifunzionale (eventuale

campeggio strutturato)

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interna al SIC- SIR

Entità dell’intervento da definire in sede di R.U.

Superficie interessata dalle trasformazioni 2 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto modificazione dell’assetto del soprassuolo

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti si

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità si CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat si

Perturbazione delle specie notevoli del sito si

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto della struttura, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose.

modalità di riduzione degli effetti più significativi • il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

• limitazione degli interventi accessori alla utilizzazione diretta della struttura

• concentrazione degli interventi edificati

soggetto attuatore privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti della struttura

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto

MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

UTOE DI VALLERONA INTERVENTO 26 Completamento dell’area destinata a insediamenti produttivi con

destinazione produttiva e commerciale

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento 4000 mq

Superficie interessata dalle trasformazioni 1,5 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali si

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali si

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide si Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto degli impianti, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose

modalità di riduzione degli effetti più significativi • il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

• concentrazione degli interventi edificati

soggetto attuatore pubblico - privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti dell’insediamento

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

SISTEMA INSEDIATIVO DI SANTA CATERINA INTERVENTI 23 E 25

Aree destinate al completamento residenziale Il Cecio e Casini - Pilocco Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento 10 nuovi alloggi

Superficie interessata dalle trasformazioni 700 mq

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni si

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

modalità di riduzione degli effetti più significativi • concentrazione degli interventi edificati

soggetto attuatore privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • non significativo fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

SISTEMA INSEDIATIVO DI SANTA CATERINA INTERVENTO 55

Area di servizio per soste turistiche (campers) e polifunzionale (eventuale

campeggio strutturato)

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interna al SIC- SIR

Entità dell’intervento da definire in sede di R.U.

Superficie interessata dalle trasformazioni 2 ha

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto modificazione dell’assetto del soprassuolo

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua si

energia si

Emissioni

reflui civili si

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti si

Smaltimenti

reflui civili solidi si

reflui civili liquidi si

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità si CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose si

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei si manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat si

Perturbazione delle specie notevoli del sito si

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre • dovrà essere redatta la Valutazione di incidenza del progetto della struttura, che sarà corredata dal rilievo attualizzato della presenza di specie protette nelle diverse stagioni nell’area a nord dell’intervento

• nella fase di cantiere si dovranno prevedere accorgimenti mirati per ridurre o eliminare il disturbo per le specie protette, con divieto di lavoro notturno

• nella fase di esercizio si dovrà prescrivere il divieto di attività rumorose non caratteristiche della funzione indotta con divieto di installazione di locali di intrattenimento, istallazioni e pratiche sportive rumorose.

modalità di riduzione degli effetti più significativi • il rilievo attualizzato servirà per il confronto con la fase di monitoraggio, indispensabile per la valutazione dell’efficacia delle misure di mitigazione

• limitazione degli interventi accessori alla utilizzazione diretta della struttura

• concentrazione degli interventi edificati

soggetto attuatore privato

probabilità di successo alte

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • a distanza di almeno 1 fallimento anno dalla entrata in esercizio della struttura dovrà essere realizzato un nuovo censimento con le stesse modalità del rilievo iniziale

• la significativa diminuzione nel numero e le variazioni nella diffusione delle specie protette potranno portare alla modifica se non alla eliminazione di parti della struttura

• eventuali possibilità di rimedio complete, dovendosi iniziare con la ricerca e potendo intervenire in tutte le fasi del progetto

MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

SISTEMA INSEDIATIVO DI SANTA CATERINA INTERVENTO 60 parcheggi pubblici

Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interna al SIC- SIR

Entità dell’intervento da definire in sede di R.U.

Superficie interessata dalle trasformazioni da definire in sede di R.U.

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto nessuno

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo si

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali

Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito

qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE misura da proporre • modalità di riduzione degli effetti più significativi soggetto attuatore pubblico probabilità di successo alte monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di • fallimento SIC IT5190103Torrente Trasubbie

L’area del SIC della superficie complessiva di 2.877 ha rientra parzialmente nel: Sistema Ambientale e Paesistico n.2 e 3 “Le Trasubbie” per una superficie di 1.392 ha

Sistema Ambientale e Paesistico n.4 “Monte Faete” per una superficie di 1.1.485 ha Ambito geografico Alta collina boscata e coltivata Crinale di alta collina con buona presenza di colture. Emergenze naturalistiche: intorno al Colle della Civitellaccia, con formazioni arenarie quarzoso-feldspatiche e arenoscisti (macigno) di età oligocenica che ospitano un peculiare sistema floristico; alla confluenza fra il Rigo e l’Albegna, con profonde vallate, rocce a strapiombo che si stagliano nella macchia circostante e caratterisitica avifauna (falchi). Nella zona di Montepò memorie insediative (castelli e mulino) significativamente inserite nel contesto naturale.

Elementi del progetto di Piano che interessano l’area protetta 1.0 Il connettivo non sono previsti interventi sulla viabilità esistente Nelle tavole di piano è contenuta una chiara classificazione delle infrastrutture previste in funzione del rispettivo rango territoriale, che nel SAP in esame si limitano ad infrastrutture di interesse locale. Gli interventi di riqualificazione e potenziamento delle infrastrutture esistenti che di seguito vengono analizzate nel dettaglio, dovranno rispettare le caratteristiche esistenti mantenendo la caratteristica di finitura superficiale, di tracciato al fine di garantirne le compatibilità ambientali e di destinazione, nonché l’inserimento armonico rispetto al contesto territoriale e urbano. La localizzazione di nuove infrastrutture a rete di competenza comunale dovranno impostarsi su corridoi di attraversamento in relazione alla rete preesistente e dovranno essere messe in atto tutte quelle azioni che determino un inserimento ambientale e morfologico corretto e discreto. Nel R.U. si dovranno individuare i nuovi tracciati dopo una analisi congrua ed a seguito di esplicite valutazioni riferite a un quadro di lunga durata e, come specifica il PTC si dovranno privilegiare quei tracciati che: - sono o saranno integrati nel modo più redditizio alla rete esistente; - contribuiscano ad ottimizzare la funzionalità degli insediamenti esistenti; - insistano su ambiti che possano fruire di interventi migliorativi collegati all’intervento. La mobilità interna dovrà essere caratterizzata da interventi di razionalizzazione, completamento, adeguamento funzionale e caratterizzazione formale in chiave unitaria della maglia viaria.

1.1 Strade di scorrimento Presenti 1.1.1 La viabilità provinciale Presente Strada provinciale della Fronzina, n. 24 1.1.2 Strade di connessione La viabilità comunale Assente Le strade vicinali Presente S.V. della Ciaia S.V. della Cava S.V. di Poggio Pigna S.C. del Castagnolo S.V. per Cinigiano S.V. del Valentone S.V. Maremmana S.V. del Molino della Faina S.V. del Molinello S.V. dell’Orto di Boccio Questi tracciati secondari dovranno essere attentamente salvaguardati nello sviluppo e mantenuti nelle caratteristiche superficiali e di sponda, per attenuare il processo di riduzione della penetrabilità ed utilizzabilità del territorio, prodromo dell’abbandono antropico, culturale e colturale.

1.3 Le strade attrezzate assenti e non previsti nel P.S. Non è prevista la formazione di particolari percorsi attrezzati, con esclusione della necessità di individuare nel R.U. le modalità di attraversamento del Fiume Fiora e delle caratteristiche delle strade storiche con formazione di spazi attrezzati per la sosta e per la fruizione della aree limitrofe e la necessità di individuare alcuni tracciati che uniscano la tutela della strada storica con quella della formazione di percorsi naturalistici all’interno delle aree di pregio ambientale

1.4 I percorsi naturalistici assenti e non previsti nel PS Il R.U. dovrà individuare quei percorsi esistenti che potrebbero essere ridisegnati e integrati a formare percorsi naturalistici che conducano alle Riserve Naturalistiche Provinciali e consentano di raggiungere i corsi d’acqua principali percorrendone il margine interno.

1.5 I corridoi infrastrutturali presenti Nel SAP sono presenti numerose ramificazioni dell’acquedotto. Il Piano prevede il loro mantenimento e la loro tutela.

1.6 I corridoi biologici assenti

2.0 La pianificazione in ambito extraurbano 2.1 in ordine agli elementi di zonizzazione: 2.1.1 zone ad esclusiva e a prevalente destinazione agricola (ambito di applicazione della LR 1/2005); assenti 2.1.2 viene individuata la classificazione del territorio rurale dal punto di vista economico agrario; assenti 2.1.3 vengono individuate le aree soggette alla disciplina dei piccoli annessi; assenti 2.1.4 sono individuati gli ambiti di degrado, rimandando al R.U la classificazione per tipologia e fattore di degrado (usi impropri, frammentazione fondiaria, abusi edilizi, pseudocolture periurbane etc); assenti 2.1.5 vengono individuate le aree di tutela paesaggistica (aree panoramiche, zone di particolare pregio ambientale etc.); assenti 2.1.6 distingue il territorio rurale definendo le aree periurbane non comprese negli ambiti urbanizzati; assenti 2.1.7 articola le diverse attività e funzioni integrative a quelle agricole, ovvero funzioni commerciali (vendita di prodotti aziendali, tipici, ecc.), produttive (lavorazione artigianale di prodotti aziendali e della cultura locale, ecc.), turistiche (offerta ricettiva e di ristorazione tipiche della campagna locale, ecc.), di servizio, di supporto per svago, tempo libero, ricreazione e didattica e quant'altro legato alla tipicità dei luoghi. assenti 2.2 in ordine all’inserimento paesistico-ambientale: 2.2.1 la ubicazione degli interventi avviene nel rispetto della maglia territoriale e poderale esistente e delle tradizioni insediative storicamente consolidate nel territorio provinciale; non sono presenti interventi 2.2.2 nel R.U. sarà disposta la localizzazione e configurazione dei nuovi manufatti in modo da conseguire aggregazioni significanti con i fabbricati esistenti nonchè la adozione di tipi edilizi e materiali conformi alle caratteristiche e alle tradizioni costruttive dell’intorno e del più ampio contesto ambientale; non rilevabile

2.3 in ordine all’assetto agricolo del territorio: 2.3.1 Aree ad esclusiva funzione agricola Assenti 2.3.2 I centri agricoli produttivi Assenti 2.3.3 I centri agricoli commerciali e dedicati alla produzione tipica Assenti 2.3.4 Ambiti vocati alla localizzazione di insediamenti turistico-alberghieri extraurbani Assenti 2.3.5 Progetti speciali Assenti

2.4 Progetti speciali 2.4.1 Progetto speciale F I corridoi biologici Il Piano individua un corridoio biologico all’altezza del Podere Falconi, per collegare le Trasubbie con il Trasubbino

2.4.2 Progetto speciale E I Parchi fluviali o delle confluenze

2.4.3 Progetto speciale N Il parco fotovoltaico (esterno al SIC-SIR) In un’area ubicata nei pressi della Fattoria del Castagnolo, avente caratteristiche adeguate, ovvero la giusta esposizione e la pendenza corretta, attualmente incolta o a seminativo, lontana da insediamenti urbani, si potrà studiare ed approfondire l’opportunità della formazione di un parco per la produzione di energia rinnovabile con impianto di celle fotovoltaiche.

2.4.4 Progetto speciale P Ippovie e Trekking Questo progetto riguarda il completamento della rete di percorsi non meccanizzati, che già caratterizza il territorio comunale, ma che ancora non si lega nella maniera migliore alle emergenze ambientali esistenti. A questo progetto si integra la identificazione e la valorizzazione della invariante delle “strade storiche”

2.5 in ordine agli interventi puntuali Il Piano prevede alcune azioni puntuali tutte esterne al SIC-SIR: 2.5.1 (70) Ambito della Fattoria del Castagnolo Il parco fotovoltaico

la pianificazione negli ambiti territoriali insediati 2.5.4 Aree edificate urbane Assenti

2.5.5 Aree produttive Assenti

1.0 MATRICE DI VERIFICA DELL’INTEGRITA’ DEL SITO

1.1 Obiettivi della conservazione

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente

1.1.1 provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del sito

1.1.2 interrompere eventuali progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi di conservazione

1.1.3 eliminare fattori che contribuiscono a mantenere condizioni favorevoli degli habitat e del sito

1.1.4 interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali che rappresentano gli indicatori favorevoli all’integrità del sito

1.2 Altri indicatori

Il complesso di interventi previsto dal Piano Strutturale può potenzialmente

1.2.1 provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che determinano le funzioni del sito

1.2.2 modificare le dinamiche delle reazioni che determinano la struttura e le funzioni del sito

1.2.3 interferire con i cambiamenti naturali attesi o possibili sul sito

1.2.4 ridurre l’area degli habitat principali

1.2.5 ridurre la popolazione delle specie prioritarie

1.2.6 modificare l’equilibrio tra le specie principali

1.2.7 ridurre la biodiversità

1.2.8 provocare una frammentazione degli habitat 1.2.9 provocare una perdita o una riduzione degli habitat o dei loro caratteri principali MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale P Ippovie e Trekking Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR interno al SIC- SIR

Entità dell’intervento diffuso per circa 12 km

Superficie interessata dalle trasformazioni non significativa

Volumi esistenti interessati dalle trasformazioni

Cambiamenti fisici derivanti dall’attuazione del progetto non significati anche in relazione all’utilizzo delle vicinali esistenti e delle strade storiche

Risorse aggiuntive da reperire:

suolo

acqua

energia

Emissioni

reflui civili

reflui industriali

gassose nocive

luminose inquinanti

Smaltimenti

reflui civili solidi

reflui civili liquidi

reflui industriali Esigenze di trasporto e mobilità

CRITERI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Descrizione degli effetti

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla flora derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla flora derivanti dalle dimensioni dei manufatti

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni gassose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni solide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni liquide

Effetti incidenti sulla fauna derivanti da emissioni acustiche

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle emissioni luminose

Effetti incidenti sulla fauna derivanti dalle dimensioni e le caratteristiche dei manufatti

Durata dell’azione perm anen te

Riduzione dell’area dell’habitat

Perturbazione delle specie notevoli del sito

Frammentazione degli habitat possi bile

Riduzione di densità delle specie

Variazione negli indicatori chiave dei valori di conservazione

antropizzazione si

interferenze sulla struttura del Sito

interferenze sulla funzione del Sito qualità dell’aria

qualità delle acque superficiali

Cambiamenti microclimatici

INDICATORI DELL’INCIDENZA SUI SITI

Perdita o danneggiamento di habitat

Frammentazione di habitat

Perturbazione di specie notevoli del Sito

Cambiamenti in elementi chiave per la conservazione del Sito

VALUTAZIONE APPROPRIATA

MISURE DI MITIGAZIONE

misura da proporre utilizzazione di tracciati esistenti

modalità di riduzione degli effetti più significativi utilizzazione di materiali naturali

soggetto attuatore Amministrazione provinciale

probabilità di successo alta

monitoraggio e possibilità di rimedio in caso di obliterazione del tracciato fallimento MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale F Corridoi biologici Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR

I corridoi biologici sono elementi territoriali indispensabili per l’efficiente funzionamento della rete ecologica e la legge prevede che gli indirizzi normativi debbano essere approvati dal Consiglio Regionale, nell'ambito del Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT). La direttiva “Indicazioni tecniche per l'individuazione e la pianificazione delle corridoi biologici”, che è stata approvata con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1.148 del 21 ottobre 2002, è destinata in particolare alle Province, cui la legge dà la facoltà di operare anche in assenza dei citati indirizzi normativi. Nell’ambito del Piano Strutturale e sulla base delle indicazioni tecniche, sono stati sviluppati gli aspetti territoriali ed urbanistici di dettaglio. Nell’ambito della redazione del Regolamento Urbanistico sarà infatti necessario definire per quali specie siano necessarie le aree di collegamento ecologico, evitare che esse favoriscano il diffondersi di specie o malattie indesiderate e chiarire quali ulteriori caratteristiche esse debbano avere per funzionare veramente. Al solo fine di mantenere e favorire la funzione di “collegamento biologico” all'interno dei Corridoi Biologici deve essere attentamente valutata la compatibilità della realizzazione di nuove costruzioni. Gli edifici esistenti sono sottoposti alla eventuale specifica normativa propria di ciascun Sistema di Paesaggio È previsto il mantenimento il ripristino delle aree boscate ed il divieto di introduzione di essenze estranee ed infestanti. Nel caso di interventi di rimboschimento è richiesto l'uso di essenze arboree e cespugliate autoctone finalizzate alla tutela della fauna con preferenza per gli alberi da frutto selvatici e per la vegetazione riparia Mantenimento e ripristino delle colture tradizionali ed eventuale riconversione di quelle improprie. Per le radure incolte e abbandonate, in alternativa all'impianto o ripristino di colture tradizionali, è consentito l'allevamento zootecnico allo stato semibrado in aree organizzate a pascolo arborato. È prescritto il mantenimento della viabilità esistente compreso quella vicinale e poderale ed è fatto divieto (salvo alcune specifiche e documentate esigenze) di asfaltatura delle stesse; sono consentiti solo limitati interventi di adeguamento che non determinino alterazioni morfologiche. Nuove infrastrutture saranno ammesse esclusivamente se strettamente funzionali all'esercizio delle attività agricole, di vigilanza e per la sicurezza antincendio. Per i manufatti e le strutture a servizio delle reti di trasporto energetico e di telecomunicazione dovranno prevedersi idonei trattamenti per ridurne o annullarne l'impatto visivo e funzionale (es. elettrodotti che impediscano il passaggio in sicurezza dei volatili o recinzioni che penetrino nel terreno ed impediscano il passaggio della fauna) II R.U. disciplinerà la realizzazione delle opere destinate a regolamentare il corso delle acque e a conservare i manufatti esistenti (ponti, briglie, etc..).

MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Progetto speciale E I Parchi fluviali e delle confluenze Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR

I cosiddetti Parchi delle Confluenze e le aree di tutela integrale, sono ambiti territoriali caratterizzati dalla confluenza dei Torrenti Trasubbie, Trasubbino, Melacce, ecc.: per la loro natura le confluenze ed i tratti che le precedono sono ambiti territoriali sede di uno straordinario habitat faunistico e vegetazionale e sono caratterizzate da una continua evoluzione dell’assetto idraulico e del suolo e da una estrema variabilità delle condizioni generali, si ritiene pertanto necessario individuare tali aree come zone di protezione assoluta, di assoluta inedificabilità sia con manufatti temporanei che stabili, non utilizzabili a fini produttivi ma veri e propri “santuari” di naturalità I Parchi Fluviali localizzati lungo il corso dell’Ombrone devono essere pensati come corridoi biologici – via naturale, caratterizzati da un uso turistico estremamente leggero e tale da non influire sulle caratteristiche fisiche, ambientali e paesaggistiche del luogo. Per questi ambiti valgono le stesse direttive espresse per i “corridoi biologici” con la ulteriore vulnerabilità del sito, derivante dell’essere all’interno dell’asse fluviale di importanza primaria. Ogni utilizzazione o insediamento dovrà essere commisurato alla natura speciale del luogo ed essere limitato al concetto dell’”attraversamento” o della sosta di servizio, alla quale potranno essere collegate minime sistemazioni ambientali prive di edifici o costruzioni di natura stabile.

MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Ambito della Fattoria del Castagnolo Il Parco fotovoltaico Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR

In un’area ubicata nei pressi della Fattoria del Castagnolo, avente caratteristiche adeguate, ovvero la giusta esposizione e la pendenza corretta, attualmente incolta o a seminativo, lontana da insediamenti urbani, si potrà studiare ed approfondire l’opportunità della formazione di un parco per la produzione di energia rinnovabile con impianto di celle fotovoltaiche. MATRICE DI VERIFICA DEGLI ELEMENTI DI POTENZIALE CRITICITA’ RISPETTO AL SITO

EXTRAURBANO

Ambiti prossimi al confine con il Comune di Scansano Il Parco Eolico Distanza dal SIC/SIR o da elementi caratteristici del SIC/SIR

Linee generali

Misura da proporre Mitigazione M

Redazione della Valutazione di incidenza Il rilievo servirà per il confronto con la fase A del progetto degli impianti, che sarà di monitoraggio indispensabile per una corredata dal rilievo della presenza delle valutazione dell’efficacia delle misure di specie rapaci presenti nelle diverse mitigazione stagioni Gli aereogeneratori potranno comunque Sono riferiti casi di diminuzione di essere installati a non meno di 600 ml di popolazione di uccelli per perdita di distanza dal perimetro del SIC-SIR individui (collisione) o disturbo (allontanamento) in caso di grandi parchi eolici a distanze varianti dai 150, 180, 300 ml ma anche 600 ml dagli aereogeneratori. Per il principio di precauzione, adottando la distanza minima dal SIC-SIR di 600 ml si eliminano tali possibili effetti negativi.

Nell’ambito dell’area le pale eoliche potranno essere installate solo nella porzione più vicina al confine con Scansano e all’esistente parco eolico di Murci Per la posa in opera e la manutenzione degli impianti dovrà essere utilizzata e adeguata nel caso di superfici boscate la viabilità esistente; fatta salva l’apertura di nuove strade temporanee è possibile solo nei campi o nelle cesse tagliafuoco