31 MARTEDÌ 8DICEMBRE 2009

IL DIZIONARIO DELLA MAFIA COSA NOSTRA/4 Totò Riina Il generale sconfitto

La guerra allo Stato LA PIRAMIDE DEL CRIMINE ORGANIZZATO

QUEL CHE DISTINGUE LA MAFIA SICILIANA Nicola Tranfaglia STORICO

stato Tommaso Buscetta il primo a rivelare a Giovanni Fal- È cone che in Sicilia l’associazione criminale da tutti conosciuta co- me «mafia» corrispondeva a un’organiz- zazione ben individuata e strutturata che gli affiliati chiamavano «Cosa No- stra». Ma già in precedenza erano stati acquisiti elementi che individuavano dei tratti distintivi propri della mafia sicilia- na (ed era stata proprio questa consape- volezza il presupposto, nel 1982, dell’ap- provazione della legge Rognoni-La Tor- re). Cosa Nostra ha i suoi elementi costitu- tivi nel «popolo» degli affiliati, nel territo- rio in cui opera e, soprattutto, nella «si- gnoria» che, contendendo allo Stato il monopolio dell’uso della forza, su quel territorio esercita. Non a caso le «fami- glie» prendono il nome dei paesi e delle città che sono sotto il loro controllo. Altra caratteristica di Cosa Nostra è una struttura gerarchica di tipo «vertica- le-piramidale», diversa da quella «oriz- zontale-federativa» di altre organizzazio- ni mafiose come la o la ‘ndrangheta. Un rito formale presiede alla «combi- nazione», cioè all’affiliazione, del mafio- so e si conclude con un giuramento per la vita che viene solennizzato attraverso la «punciuta», cioè la puntura della spina di un’arancia amara, e la bruciatura di una «santina» (un’immagine sacra) che ha lo Ucurtu,l’ideatoredellastrategiadellestragi scopo di sottolineare l’irrevocabilità del DA 17 ANNI IN CELLA Totò Riina (, 16 novembre 1930), il capo dei corleonesi, fu arresta- vincolo contratto con il patto di sangue. to il 15 gennaio del 1993 dalla squadra dei Ros guidata dal capitano Ultimo. Si avvia a diventare, dopo Il concetto di «onore» proprio dei ma- la morte di Gaetano Badalamenti e Michele Greco, il capo della cupola che ha scontato la più lunga fiosi si lega alla violenza esercitata: sono carcerazione. Soprannominato «u curtu» per la sua bassa statura (1,58 centimetri) è stato l’ideatore idelittiasegnareilcamminoel’ascesa della strategia delle stragi. Ed è stata proprio questa la ragione della sua fine. degli affiliati nella struttura gerarchica.❖ 32 MARTEDÌ 8DICEMBRE 2009

Ilibripercapirelecosche «RIINA, LA CADUTA DEI CORLEONESI» L’autore è Angelo Vecchio, per Antares Editrice. La vita e la latitanza COSA NOSTRA/4 del boss dei boss. Il boss che ha cambiato la mafia Il veleno dei corleonesi: infiltrati, spie, esecuzioni Così riuscì il golpe di Riina Adecineipalermitanicadderoperchétraditidaunfratello,dauncognato. La tattica dei boss: dieci anni in silenzio, fingendosi gregari. Poi la guerra

Totò Riina é stato un generale che ancora oggi resta un mistero che ha mandato il suo esercito in- l’antefatto della sua cattura, la cattu- La storia contro a sicura disfatta. Che ha sca- ra stessa, l’intero capitolo che riguar- tenato, per sua insindacabile deci- da il residence di Via Bernini, in cui SAVERIO LODATO sione, una guerra di mafia con mi- si nascondeva con la famiglia, per- [email protected] gliaia di vittime. Che ha ingaggiato quisito dai carabinieri con una venti- una sfida contro lo Stato che si è ri- na di giorni di ritardo. In altre paro- otò Riina, ha compiuto solta in decine di esecuzioni di ma- le, è tutto assai nebuloso: il prima, il da poco 79 anni. Ne ha gistrati, poliziotti, carabinieri, uo- durante, il dopo. Tutte le ricostruzio- al potere mafioso, iniziata sin dal- T già trascorsi diciassette in mini politici, imprenditori. E che ni ufficiali di allora, hanno perduto l’immediato dopoguerra. Sin dai carcere, in massimo isola- poi, non contento di questa ininter- di credibilità, man mano che passa- tempi di Luciano Liggio, del medico mento, avviandosi a diventare, rotta mattanza, ha ordinato ai suoi va il tempo. Prende quota l’ipotesi condotto , dell’ uc- una volta che se ne sono andati da fedelissimi di andare in giro per che, a tradirlo, fu l’altro corleonese cisione di Placido Rizzotto, capo le- questo mondo Gaetano Badala- l’Italia per seminare altre bombe, al- doc, , con il ga dei braccianti; sin dai tempi, menti e Michele Greco, il capo del- tre stragi, altre distruzioni. Solo nel quale aveva dato vita alla cosiddet- cioè, dell’eliminazione sistematica la cupola di Cosa Nostra che ha silenzio, e nello scontare la pena ta «diarchia» che guidò per oltre un di capi lega e sindacalisti che aveva- scontato il periodo più lungo di de- senza ricorrere a scorciatoie, sta la trentennio la «famiglia corleonese». no guidato – a cavallo fra il dopo- tenzione. Non si è mai pentito. sinistra grandezza di questo genera- Tommaso Buscetta mi raccontò guerra e i primi anni ’50- il movi- Non si è mai dissociato. Non ha le sanguinario ormai sconfitto, se- che Riina e Provenzano partecipava- mento per l’occupazione delle terre mai rivolto una parola ai parenti gretamente disprezzato da quel po- no insieme alle riunioni di cupola, in Sicilia. Connotati dei corleonesi: delle vittime. Non ha mai parlato mentre a tutte le altre «famiglie», la determinazione e la rapidità mili- per più di una decina di minuti del palermitano e dell’intera Sicilia, tare; la scarsa propensione alla me- con un magistrato; appena il tem- Il giallo dell’arresto era riconosciuto il diritto di presen- diazione con gli altri boss; un odio po per ribadire la decisione di con- Resta ancora un mistero ziare con un unico rappresentante. atavico nei confronti di chiunque in- tinuare a starsene rintanato nel l’antefatto della sua Da cosa dipendesse quest’eccezio- dossasse una divisa; il gusto innato suo mutismo. E’ vero. Qualche vol- ne, Buscetta non riuscì mai a spie- per le «tragedie», il seminare zizza- ta ha parlato, ma solo nelle aule cattura, la cattura stessa garselo, come non se lo spiegarono nia fra gli affiliati, diffondendo un delle corti d’assise, chiedendo ri- mai gli altri componenti della cupo- clima generalizzato di sospetto che, spettosamente al presidente di tur- co che resta del suo popolo e del la, sebbene il fatto li irritasse parec- alla fine, avrebbe provocato una sor- no di poter accendere il microfo- suo esercito, archiviato dalla storia. chio. Se il «tradimento» ci fu, va da ta di impazzimento generale. Infi- no della sua gabbia. E per dire co- sé che la messinscena della cattura, ne, un culto maniacale per la segre- sa? Pochissimo, quasi niente. Ma, Chi più, chi meno,tuttiisuoigre- rifilata quel giorno al mondo dei me- tezza, che non consentiva alle altre dal suo punto di vista, dovevano gari, fatta l’eccezione del cognato e dia, non sarà di molto aiuto agli sto- «famiglie» di decifrare quali fossero essere puntualizzazioni alle quali compagno d’armi Leoluca Bagarel- rici quando cercheranno di capire. davvero i loro reconditi disegni affa- non poteva rinunciare: che la rovi- la, si sono pentiti, dissociati, hanno Chi è stato, davvero, Totò Riina? ristici e militari. Quella lunga mar- na dell’ umanità sono i pentiti, per- incontrato Dio, o sono convinti di Èstatoquellochehainoculatonel cia di avvicinamento al potere ma- ché non fanno altro che dire «bu- averlo incontrato. Lui, no. Quando tessuto di Cosa Nostra il micidiale fioso trovò, nella strage di Via Lazio giarderie», e i comunisti, che li fu arrestato, il 15 gennaio del 1993, virus corleonese. Un virus rispetto del 10 dicembre 1969, il suo primo prendono sul serio. Scuola di pen- aveva alle spalle una latitanza che si al quale il tessuto della mafia tradi- vero snodo. siero, sia detto per inciso, che oggi protraeva da due decenni. Se si trat- zionale, quella dei palermitani, sa- Per eliminare un mafioso anarcoi- trova parecchi proseliti all’intero tò di una latitanza dorata, di tutta rebbe presto risultata priva di valide de che non rispettava le regole, tal dei vertici del Pdl; ma così va il comodità, o con parentesi di difficol- difese. Quella dei corleonesi è stata , entrarono in azio- mondo. Tornando a Riina. tà, non lo sapremo mai. Sappiamo una lunga marcia di avvicinamento ne, fra gli altri, Totò Riina, Bernardo Approfondimenti Per saperne di più www.antimafiaduemila.com www.youtube.com 33 MARTEDÌ Informazione su Cosa Nostra Il video del processo 8DICEMBRE eorganizzazionicriminali al boss 2009

La storia Le interviste «STORIA DELLA MAFIA» dalle origini ai nostri giorni. «RIINA MI FECE I NOMI DI...» Intervista a Salvatore Autore; Salvatore Lupo, per Donzelli editore. La mafia fa Cancemi di Giorgio Bongiovanni. Massari Editore. Le affari, traffica, tratta con i politici. È un'organizzazione prefazioni sono a cura di Luca Tescaroli e Antonino Di criminale ma non è solo «criminalità organizzata». Matteo.

Cronologia L’uomo che ha voluto la guerra contro lo Stato

Èstatol’uomochehacambia- to il volto della mafia e aperto una guerra che ha portato migliaia di morti. Ha voluto l’attacco allo Sta- to fino alla strage di Capaci. Non si è mai pentito. Gli esordi Nato a Corleone nel 1930 viene ini- Da sinistra in senso orario il boss ziato alla carriera criminale dal po- Bernardo Provenzano. Corleone elastragediCapacinellaquale, tente boss Luciano Liggio, che di- il 23 maggio del 1992, venne venta capo dei corleonesi dopo ucciso il giudice Giovanni averassassinato, nel '58, Michele Na- Falcone e gli uomini della scorta. Sopra la fotocopia del «papello» varra. E che riconosce in lui, e nel ge- consegnata da Ciancimino Jr ai mello diverso Bernardo Provenza- pm. no, due promettenti picciotti. Totò Riina dietro le sbarre della gabbia numero 5 dell'aula La scalata al potere bunker di Firenze al processo per gli attentati mafiosi del 1993. Negli anni 60, insieme a Liggioe Pro- Asinistra:gliavvocatiGiovanni venzano, inizia la scalata al potere Gualberto Pepi e Luca Cianferoni di Palermo. E quando Liggio viene discutono con un altro difensore. arrestato, nel '74, lo sostituisce dive- nendo il boss dei boss corleonesi, alias i viddani.

Provenzano, Calogero Bagarella ni assai ravvicinata - da Pino Panno, La mattanza Il libro (quest’ultimo fu ucciso, e gli altri boss di Casteldaccia a Stefano Bon- Nel 1981 fa uccidere i capi Bontade e del commando seppellirono segreta- tate, capo cupola in quegli anni, a Inzerillo scatenando la seconda Vita e carriera criminale mente il suo cadavere, affinché i «ne- Totuccio Inzerillo, suo fedelissimo guerra di mafia. La più sanguinosa del mici» non traessero soddisfazione luogotenente-aprì le danze della nella storia di Cosa Nostra dalla qua- dalla sua morte). I corleonesi erano guerra di mafia. Ma la definizione è le esce vincitore assumendo, insie- entrati a Palermo. E ci erano entrati inesatta: ché non si fronteggiarono me a Provenzano, il comando della amodoloro,contutteeduelescar- mai, nonostante centinaia e centi- criminalità organizzata siciliana. pe. A quel punto, si eclissarono. Per naia di omicidi, due eserciti con- un’altra decina d’anni infatti covaro- trapposti. I corleonesi infatti, ado- Icontattipolitici no segretamente il loro progetto gol- perando le armi del ricatto e del ter- Nel 1987, quando si accorge che la pista in attesa che si presentasse l’oc- rore, riuscirono a infiltrare uomini Dc lo vuole «scaricare» si rivolge al casione propizia. Apparentemente, di fiducia all’interno di ciascuna fa- Psi, dal quale rimarrà deluso. E in se- si presentavano agli altri boss con miglia rivale. guito alla sentenza del maxiproces- «spirito di servizio». Mettevano a di- Adecineedecinei«palermitani» so che il 30 gennaio del '92 confer- sposizione un’ indiscussa potenza caddero falciati da kalashnikov o ca- ma diverse condanne all'ergastolo militare e propri uomini per i «lavo- libro 38, perché traditi da un fratel- in Cassazione, scatena una guerra ri» più «difficili» e più «delicati». In- lo, da un cugino, da un cognato. contro lo Stato facendo uccidere tanto, tessevano una trama di alle- Spesso si svolgevano funerali in cui Falcone e Borsellino e pianificando ATTILIO BOLZONI E GIUSEPPE D'AVANZO anze nei salotti della Palermo-bene iparentistrettidellavittimanonsa- gli attentati del '93. EDIZIONI MONDADORI dai quali erano stati sempre esclusi. pevano chi aveva armato la mano omicida. Furono anni di orrori, ai La cattura Nel libro di Bolzoni e D'Avanzo Fu solo alla fine degli anni ’70, quali è già stata dedicata una appo- Il 15 gennaio del '93 viene catturato la storia dell'uomo più potente e più quando la città fu invasa da un fiu- sita puntata di quest’inchiesta. Di aPalermo.Ilsuocovononverràper- conosciuto di Cosa Nostra. La sua car- me di danaro frutto del traffico quell’orrore, Totò Riina fu il domi- quisito per 18 giorni, durante i quali riera criminale, sanguinaria e spieta- mondiale dell’eroina, che Riina e nus spietato. Sino al giorno della sarà «ripulito» dagli uomini di Cosa ta, che ha portato i contadini di Corleo- Provenzano intravidero l’occasione strage di Capaci. Quanto alla strage Nostra. Un mistero ancora irrisolto. ne ai vertici del governo mafioso e che tanto pazientemente avevano di via D’Amelio – ed è cronaca di che ha cambiato le regole del gioco. aspettato. Quella per porre la loro queste settimane - lui se ne chiama Iprocessi Non solo tra «famiglia e famiglia», ma candidatura alla leadership di Cosa fuori, alludendo, con i pochi mono- Detenuto al 41bis è stato condanna- tra mafia eStato. Unastoria chegli au- Nostra. Ebbero l’intelligenza crimi- sillabi di cui è linguisticamente ca- to in via definitiva in innumerevoli tori hanno ripercorso parlando con nale, giocando sull’ effetto sorpre- pace, ad altre entità, altre presenze processi. Per la strage di Capaci, di chi lo ha conosciuto, combattuto, tra- sa, di fare immediatamente fuoco che, oltre Cosa Nostra, avrebbero via d'Amelio, per gli attentati del '93 dito e giudicato. Il libro è edito da Mon- sul quartier generale della mafia pa- avuto un loro inconfessabile torna- eperl'assassiniodelgeneraleCarlo dadori. lermitana. E una raffica di esecuzio- conto.❖ Alberto Dalla Chiesa.