10. Lo Sterminio Su Due Punti La Sanguinosa Esperienza Della 2A G.M

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10. Lo Sterminio Su Due Punti La Sanguinosa Esperienza Della 2A G.M 68 10. Lo Sterminio Su due punti la sanguinosa esperienza della 2a G.M. doveva lasciare profon- de tracce nello spirito degli europei e del mondo intero: lo Sterminio e la Resistenza. Lo Sterminio fu l’eliminazione di 10-14 milioni di persone, di cui 6 milioni ebrei (la Shoah87), condotta con metodi industrialmente piani- ficati e motivata con argomenti etnico-nazionalistici: per i nazisti alcune categorie di cittadini – tra cui innanzi tutto gli ebrei – non erano integrabili in uno stato-nazione, e in particolare nella nazione tedesca. Genocidi feroci quanto insensati si sono ripetuti lungo tutto il Novecento, e anche dopo. Tuttavia nessuno ha avuto le dimensioni dello Sterminio messo in atto dai nazisti, che rappresenta sia la drammatica negazione dei fondamenti “illu- ministici” della modernità, sia il fallimento del nazionalismo, l’ideologia al cui riparo è cresciuto il razzismo del tipo Blut und Boden.88 Per quanto riguarda l’eredità storica della Shoah, è resa controversa da molti elementi, a cominciare dal profondo sentimento antisemita radicato da secoli nell’Europa cristiana. Su questa eredità si sono poi sovrapposte le vicende dello stato di Israele, nato nel 1948 come stato-nazione degli ebrei ma da allora in guerra permanente con i suoi vicini e con la sua stessa po- polazione araba. Negli anni ’80 e ’90 – in concomitanza con la svolta con- servatrice e neoliberista in Europa e USA – la Shoah è stata, poi, terreno privilegiato (ma non esclusivo) di un duro confronto storiografico e politi- co, con intenti riduttivi e svalutativi: il c.d. “revisionismo storico”. Per for- me estreme di revisionismo (il “negazionismo”) alcuni paesi hanno intro- dotto specifiche sanzioni penali, talvolta limitate al genocidio ebraico. IL PROGRAMMA DEI LAGER NAZISTI – Appena prendono il potere, nel marzo 1933, 10_01 i nazisti creano il lager di Dachau (presso Monaco di Baviera) per internarvi i “nemici politici” (comunisti, socialdemocratici, sindacalisti, pacifisti). Poi Dachau si trasforma in campo di “rieducazione per criminali” (oppositori = criminali). Dachau è il modello del sistema concentrazionario nazista, che servirà ai successivi diversi programmi di eliminazione: (a) sulla base delle teorie eugenetiche di “igiene razziale”, vennero segregati, sterilizza- ti e uccisi 200.000 disabili e malati di mente, perché portatori di una «vita indegna di essere vissuta». Fu praticata l’eutanasia e condotte su disabili sperimentazioni mediche spesso mortali; (b) alla fine del 1937, l’internamento preventivo venne esteso anche agli Asozialen (senzatetto, alcolisti, prostitute, anarchici, ecc.), e poi a omosessuali, zingari, Testi- moni di Geova; (c) dopo il 1938 i campi raccolsero milioni di ebrei, poi eliminati con varie tecniche; (d) con la guerra vennero sterminate altre categorie di Untermenschen (‘subumani’): prigionieri di guerra e civili rastrellati durante l’avanzata tedesca, oltre naturalmen- te a partigiani e antifascisti. 87 La parola ebraica shoah significa “catastrofe”. Olocausto invece, di origine greca, indica un rito sacrificale in cui l'offerta è interamente bruciata. 88 Blut und Boden (“sangue e suolo”) è espressione coniata da Oswald Spengler ne Il declino dell'Occidente (1922), per indicare i caratteri razziali peculiari del popolo tedesco, l’ascedenza (il sangue) unita all'occupazione contadina del territorio (il suolo). 69 VITTIME DEI PROGRAMMI STIME DI STERMINIO NAZISTI min-max Ebrei 5,1-6 milioni Civili slavi (di cui 1,8-1,9 M di polacchi) 3,5-6 milioni Prigionieri di guerra sovietici 2,5-4 milioni Zingari (rom e sinti) 500.000 Disabili, malati mentali 200.000 Omosessuali 100.000 Comunisti 80.000 Massoni 15.000 Testimoni di Geova 2.500-5.000 Totale 12-17 milioni 10_02 LA NUOVA SCHIAVITÙ – In 12 anni i nazisti costruiscono circa 20.000 campi so- prattutto in Germania, Austria, Polonia, Cecoslovacchia, molti dei quali an- nessi a stabilimenti industriali che sfruttano i lavoratori schiavizzati: nel 1944 nella fabbrica dell’IG Farben89 di Auschwitz lavoravano 83.000 depor- tati. L’ ANTISEMITISMO NAZISTA – La comunità ebraica tedesca (560.000 persone nel 1925, circa l’1%), componente importante del popolo e della cultura tedesca in parte già “assimilata” ma ritenuta responsabile della “pugnalata alla schie- na”, è vittima di un’ondata antisemita già durante la repubblica di Weimar. Con le “leggi di Norimberga” (1935) il nazismo dichiara la minoranza ebrai- ca “nemico potenziale”, le toglie i diritti politici e l’accesso alle cariche pub- bliche, le vieta i matrimoni misti e l’impiego di domestiche di età inferiore ai 45 anni; nel 1936 l’esclude dalle professioni liberali. Al momento delle an- 10_05 nessioni al Reich, gli ebrei austriaci (200.000) e cechi (200.000) vengono di- chiarati “apolidi”. L’apparato giuridico antisemita comprendeva una larga spoliazione economica degli ebrei tedeschi. L’“arianizzazione” delle aziende di proprietà di ebrei era nel programma del partito nazionalsocialista sin dalle origini. Delle 100.000 aziende in mano a cittadini ebrei nel 1933, 2 su 3 cambiarono di proprietario nei successivi cinque anni. Dopo il 1938 i nazisti completarono le confische, spesso a vantaggio degli stessi alti gerarchi, favorendo l’emigrazione “volontaria” – dietro una pesante “tassa di volo” – degli ebrei più abbienti. ANTISEMITISMO E SIONISMO – La “snazionalizzazione” degli ebrei europei e la loro migrazione forzata mira a creare un problema internazionale. L’idea di espellere gli ebrei europei verso colonie poco popolate si intreccia con la sto- rica rivendicazione di uno “stato ebraico” e con l’emigrazione – già in atto – verso la Palestina sotto mandato britannico. (a) nel XIX s. anche gli ebrei subirono il fascino delle ideologie nazionaliste, pur con i caratteri peculiari di un popolo senza terra e lungamente perseguitato. Il sionismo, 10_03 fondato da Theodor Herzl nel 1897, si batté sin dalle origini per il ritorno degli ebrei in Palestina, territorio già ottomano che dal 1920 era stato affidato alla Gran Bretagna su mandato della Società delle Nazioni. Gli inglesi, però, durante la 1a G.M. avevano tenuto una posizione particolarmente ambigua sul destino della Pale- stina, promessa sia agli arabi (in cambio dell’appoggio militare contro l’impero ot- 89 I massimi dirigenti del grande conglomerato chimico IG Farben vennero processati e condannati a Norimberga 1947-1948 per genocidio e schiavitù. Il gruppo fu frazionato nel 1951, dando origine agli attuali colossi chimici Bayer, BASF, Agfa, Hoechst. 70 tomano) che come national home agli ebrei (per i servigi scientifico-militari durante il conflitto): così vennero legittimate sia le aspirazioni arabe che quelle ebraiche, all’origine di un conflitto divenuto insanabile dopo la nascita di Israele (1948); (b) prima del 1933 le ondate migratorie sioniste (’aliyah) portarono in Palestina solo contadini poveri da Medio Oriente, Russia e Polonia; dopo il ’33, giunsero dalla Germania borghesi, professionisti, intellettuali, scienziati. In Palestina la “grande ri- volta araba” anti-sionista (1936-1939) costrinse gli inglesi a contingentare l’immi- grazione ebraica ufficiale (senza fermare però quella illegale). Tuttavia l’equilibrio numerico tra le due comunità era ormai alterato: Reddito della Reddito della Le comunità religio- di cui arabi comunità comunità se in Palestina tra le Ebrei Arabi cristiani ebraica* arabo-palesti- due guerre nese* 1914-1915 60-85.000 1918 650.000 1922 84.000 661.000 71.000 1.700.000 6.600.000 1931 175.000 850.000 90.000 1937 386.000 986.000 110.000 1947 650.000 1.289.000 154.000 38.500.000 32.300.000 * in £. Fonte: http://www.mideastweb.org/palpop.htm (c) funzionari delle organizzazioni sioniste collaborarono con le autorità naziste per se- lezionare 50.000 “pionieri” da mandare in Palestina, in accordo con la visione nazi- sta di un’Europa judenrein (‘libera da ebrei’) e di uno stato ebraico sotto protezione tedesca; (d) nel 1937 la Polonia pianificò di espellere i propri ebrei in Madagascar, con l’accor- do della Francia (di cui l’isola era colonia); (e) la conferenza di Évian (luglio 1938: dopo l’Anschluss ma prima dell’annessione dei Sudeti) fu voluta da Roosevelt per risolvere il problema internazionale dei pro- fughi ebrei. Fu un sostanziale fallimento, dal momento che neppure si affrontò la possibilità di dar vita a uno “stato ebraico”. Gran Bretagna e Stati Uniti si dichiara- rono disponibili ad accogliere ciascuna 30.000 ebrei all’anno, 15.000 l’Australia, il Sudafrica accolse solo quelli con parenti già immigrati, Francia e altri paesi affer- marono di essere saturi, la Svizzera permise solo il transito dei profughi, che gli at- tivisti sionisti cercarono di indirizzare in Palestina nonostante l’opposizione inglese. Solo la piccola Repubblica Dominicana si offrì di accogliere 100.000 profughi. LA PIANIFICAZIONE DELL’ANNIENTAMENTO – Milioni di profughi e apolidi vaganti per l’Europa giustificano, secondo Hitler, la “razionalità” di una soluzione radicale del problema ebraico. Dopo la “notte dei cristalli” (il pogrom orga- nizzato dai nazisti nel novembre 1938), i capi nazisti pianificano l’annienta- mento fisico (Vernichtung) degli ebrei: 30.000 ebrei vengono inviati nei la- ger, centinaia di migliaia ammassati in campi di concentramento. L’invasione della Polonia, che contava ben 3,5 milioni di ebrei, cambiò bruscamente la dimensione del problema. Furono creati giganteschi ghetti murati (a Varsavia 400.000 persone vivevano in 3,4 km²) con l’obbligo della “stella di David” sull’abito, poi esteso a tutta l’Europa nazificata nel settembre 1941. Iniziarono le deportazioni verso est, men- tre nelle retrovie gli Einsatzgruppen91 già eliminavano in massa (fucilazioni, Gaswa- gen92) prigionieri russi e polacchi, con precedenza per comunisti ed ebrei. L’ INDUSTRIA DELLA MORTE – Con l’applicazione di metodi industriali più perfe- zionati, la “produttività” dei lager aumenta. Complici la sistematica denutri- zione e le pessime condizioni igieniche, alla fine della 2a G.M. più della metà 91 Significa 'unità operative' mobili, in realtà vere 'squadre della morte', composte da SS e polizia tedesca. 92 In furgoni chiusi, trasformabili in camere a gas collegando il tubo di scarico, furono uccisi 90.000 ebrei.
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