I Due Prigionieri Gramsci, Moro E La Storia Del Novecento Italiano
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L’eco Massimo Mastrogregori I due prigionieri Gramsci, Moro e la storia del Novecento italiano frontespizio provvisorio Indice Prefazione 7 I. Una foresta impenetrabile 9 II. L’arresto di Gramsci e il sequestro di Moro 19 III. Il giovane Gramsci 32 IV. Gramsci e il contesto storico 41 V. Perché crolla lo Stato liberale? 58 VI. Chi sono i carcerieri di Gramsci? 67 VII. Profilo di Aldo Moro 80 VIII. Moro e il contesto storico 100 IX. Il mito del linguaggio incomprensibile di Moro 109 Realizzazione editoriale: Arta snc, Genova X. Crisi politica e spazio rivoluzionario 121 Stampa e confezione: Rilegatoria Varzi, Città di Castello (PG) XI. La parte della violenza nella storia repubblicana e la nuova sinistra 135 I edizione 2008 XII. Chi sono i carcerieri di Moro? 153 © 2008 Casa Editrice Marietti S.p.A. – Genova-Milano XIII. Storia dei testi di Gramsci e di Moro 161 ISBN 978-88-211-6444-6 XIV. Descrizione del Memoriale di Aldo Moro 176 www.mariettieditore.it XV. Descrizione dei Quaderni di Gramsci 204 Finito di stampare nel mese di marzo 2008 XVI. Scrivere in carcere, comunicare con l’esterno 217 Prefazione XVII Le lettere di Moro dalla prigionia 235 XVIII. Le lettere di Gramsci: la «recensione» del libro di Croce 258 XIX. Epilogo 279 XX. Nota critica e bibliografica 282 A prima vista, quelle di Gramsci e di Moro sono due storie Indice dei nomi 331 diverse: un comunista e un cristiano; un rivoluzionario, a capo di un partito fuori legge, e un democratico, che guida il partito Sommario ??? al governo da trent’anni; due tempi diversi; due mondi diversi. Ma analogie e comparazioni possono aiutarci a vedere cose nuove, rivelano connessioni nascoste. La luce proiettata su una storia si riflette sull’altra, le due esperienze si illuminano a vi- cenda. Questo saggio di storia comparata le racconta entrambe, come due vite parallele. Dei due prigionieri offre un ritratto, un’analisi del contesto storico e un’interpretazione dei testi che scrissero nel carcere: Quaderni e lettere di Gramsci, Memoriale e lettere di Moro. Tra le due storie, osservando da vicino le fonti, si notano delle somiglianze, dei tratti caratteristici comuni. Per esempio, furono entrambi sconfitti da logiche nazionali e insieme inter- nazionali. Nei due casi, poi, ci sono autorità, più o meno visibi- li, che sollecitano e ascoltano la voce del prigioniero. Il quale cerca, ancora una volta, di vincere la partita politica in corso e di agire più liberamente che può, anche nel fondo della prigio- ne, in nome di ciò in cui ha sempre creduto. E sa che cercando di vincere, ancora una volta, avrà fatto qualcosa di utile anche se perde. Arrestato la sera dell’8 novembre 1926 dalla polizia fascista, Antonio Gramsci lasciava, nella sua casa romana al quartiere Nomentano, uno scritto breve, un po’ tumultuoso, sulla que- stione meridionale: una trentina di foglietti intestati Camera dei deputati – in cui però erano tracciate nitidamente alcune gran- di linee della storia italiana recente, dalla crisi di fine secolo, al- l’età giolittiana, al primo dopoguerra. 8 I DUE PRIGIONIERI Nell’auto di Aldo Moro, sequestrato la mattina del 16 mar- I. Una foresta impenetrabile zo 1978 dalle Brigate rosse mentre si recava alla Camera dei de- putati, veniva ritrovato un articolo scritto qualche giorno pri- ma, forse destinato al “Giorno”, in cui lo statista offriva un’ori- ginale interpretazione – alcuni elementi e dati di fatto – della più recente storia italiana, dal luglio 1960 al movimento del 1968 e alle sue conseguenze. La presenza e il carattere di questi due scritti – tra gli ultimi, prima dell’arresto o del sequestro – sono segni dell’attenzione rivolta dai due uomini politici-pensatori alla storia contempo- Per gli antichi la storia era amethodos hyle, foresta impene- ranea, che si erano abituati a scrutare, per conoscerla e per trabile, non tracciata, senza sentieri. È una visione poco rassi- cambiarne il futuro. Sollecitati dalle questioni fatte filtrare abil- curante. Il mondo antico in questa immagine racchiudeva la le- mente da compagni di partito e dai familiari, attraverso la rete zione che non è facile capire che cosa sia avvenuto, ricostruire della censura e dei controlli, o nel dialogo drammatico con i un ordine tra gli eventi dispersi della storia. carcerieri-inquisitori, i due prigionieri scrivono lettere, appun- Se le cose stanno così, se la storia è effettivamente una fore- ti e “memoriali” in quaderni e bloc-notes, provano a eludere il sta impenetrabile, in cui i sentieri non sono tracciati, il compi- vincolo delle autorità che hanno teso loro una trappola morta- to di chi riflette e indaga è quello di segnare la strada, di trac- le, cercano di interpretare e risolvere la situazione tragica che si ciare un ordine. I due prigionieri, Gramsci e Moro non sono è creata. storici, ma importanti capi politici: ragionano, però in modo Così, nelle dure condizioni di prigionia, prosegue la loro ri- storico, nel pieno dell’azione politica e perfino in prigione, o in flessione e diventa, per certi versi, addirittura più acuta. vista della fine. Si trovano in una situazione tragica e cercano di orientarsi, nella foresta senza sentieri. Roma, dicembre 2007 M. M. Di quali eventi si tratta. Non stiamo parlando di una situazio- ne dalla quale possano dirsi distaccati. Qui non parliamo di Giu- lio Cesare che conquista la Gallia e scrive il De Bello Gallico, non è questa la situazione. Parliamo di eventi importanti e decisivi. Gramsci in carcere rinvia al problema della lotta combattuta in Italia tra i rivoluzionari comunisti e il regime fascista nascente – lotta che, nelle sue implicazioni, nel suo significato, nella sua ge- nesi, evoca fantasmi che sono vivi, che circolano tra noi. Anche la storia di Moro è decisiva. Quel delitto politico del 1978 è ritenu- to un punto di svolta della nostra storia recente. Ascoltate due testimonianze su questo secondo punto, quanto è importante la questione di Moro e in che senso è de- Ho svolto le lezioni, su cui questo libro si basa, tra marzo e cisiva. Leonardo Sciascia interviene a un congresso di partito maggio del 2005. Per le indicazioni di fonti e letteratura critica si una sola volta in vita sua: a quello del partito radicale, il 3 no- veda il capitolo XX (Nota critica e bibliografica). vembre del 1980, la storia di Moro è recente. 10 I DUE PRIGIONIERI UNA FORESTA IMPENETRABILE 11 […] soprattutto cerco di occuparmi molto di questa commissione una volta per sempre, quella verità appena intravista. [Ne deriva- Moro [in quel momento era stata creata e stava avviando i suoi la- va] la più semplice e logica delle conclusioni, non sapevo e non vori]. Di questo problema, che io ritengo il nodo da sciogliere del- capivo nulla del Paese dove ero nato e cresciuto, per di più nulla la vita italiana. Un mistero nel quale dobbiamo penetrare, dob- avrei mai più saputo e capito. La mia vita civile, di animal politi- biamo cercare di capire, per poter andare avanti. cum, poteva dirsi conclusa, tra l’altro intuivo anche che i più alti rappresentanti delle istituzioni dello Stato o erano degli ipocriti, Ecco, la posizione del grande scrittore, che a ridosso di que- delle facce di sepolcri imbiancati, o del loro Paese ne sapevano gli eventi, nell’estate 1978, aveva già scritto L’affaire Moro, un quanto me, cioè niente. pamphlet di ricostruzione dell’intera vicenda, che cercava di penetrare in questi fatti. Ecco, al di là del fatto in sé: «questo è Insomma, torniamo al problema della foresta impenetrabile: il nodo da sciogliere della vita italiana». qui c’è un grande scrittore, che ammette che, a partire dal Seconda testimonianza, più recente, Ricordi tristi e civili di 1978, ha tagliato i contatti con la vita civile italiana. Da quel Cesare Garboli, un altro grande scrittore italiano, morto nel momento, essa è diventata un enigma incomprensibile. Questi 2004. Raccoglie in un volumetto alcuni suoi saggi, comparsi in sono solo due testimoni, che fotografano quanto sono decisivi giornali o riviste e lo presenta come un esame di coscienza. Di- questi eventi, quanto sono importanti, in maniera più lucida di chiara di soffrire di un male, che gli si è presentato a partire da altri, che magari lo sentono soltanto. una certa data. Vediamo in che consiste questo male. Drammaticità di questi eventi. Quindi eventi importanti, A volte mi sembra di vivere in un doppio sogno, o più semplice- decisivi, ma anche drammatici, tragici. Quando Gramsci è col- mente di assistere a un fenomeno paradossale. Ci sono nel nostro pito da emorragia il 25 aprile 1937, il giorno stesso in cui ave- paese dei cittadini, molti o pochi non saprei dire, che vivono re- va acquistato finalmente la libertà, è evidente che siamo di clusi in patria. Viaggiano a piede libero, ma si sentono e sono er- fronte a un evento drammatico. In quel momento si trovava in gastolani, isolati e segregati en plein air, tanto più assolvono e ri- una clinica a Roma, teoricamente il giorno dopo se ne poteva spettano fedelmente i loro ruoli professionali. Liberi, ma in galera, andare – ma il destino dispone diversamente, e resta vittima perché separati dal vasto e cespuglioso continente politico in cui dell’attacco che due giorni dopo lo porterà alla morte. Non è vivono, impraticabile per chi ne ignori le strade e le leggi. Simili a un evento drammatico questo? Aggiungete che anche da mor- tanti Josef K., questi esuli in patria, vivono ai margini del magico to lo si sorveglia, restano i poliziotti nella sua stanza, si impe- castello dove si decidono o si dimenticano i loro destini. discono i funerali, ai quali partecipano solo due persone, Car- lo, il fratello, e Tania, la cognata.