VERBALE DI ASSEMBLEA Del 22-23-24 Marzo 2002
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ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA Ufficio stampa Rassegna stampa 16 novembre 2006 Responsabile : Claudio Rao (tel. 06/32.21.805 – e-mail:[email protected]) 1 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA SOMMARIO Pag. 3 DECRETO BERSANI: La giustizia chiude i battenti, ma il Guardasigilli diversamente dai suoi colleghi non chiede modifiche alla Finanziaria (mondo professionisti) Pag. 4 DECRETO BERSANI: Il patto di quota lite è contrario all'etica della professione di Maurizio de Tilla - Presidente della Federazione degli Ordini degli avvocati d'Europa (italia oggi) Pag. 5 DECRETO BERSANI: Gli avvocati sanno resistere alla lunga mano del potere di Titta Sgromo (il tempo) Pag. 6 DECRETO BERSANI: Ecco perché non sciopero: i (pochi) lati positivi di Bersani e la necessità di una riforma europea - di Maria Gualdini - Avvocato (diritto e giustizia) Pag. 8 PROFESSIONI: Legali in cerca di sponde (italia oggi) Pag.10 PROFESSIONI: Tutte le perplessità Oua sul ddl Mastella (italia oggi) Pag.11 PROFESSIONI: Riforma, le categorie al bis (italia oggi) Pag.12 PROFESSIONI: Mastella spazza via le tariffe forensi (italia oggi) Pag.13 PROFESSIONI: Le critiche del Cnf: la delega mette in crisi l'autonomia degli ordini (italia oggi) Pag.14 PROFESSIONI: Dopo Bersani una riforma fantoccio (italia oggi) Pag.16 INDULTO: Itog e i numeri dell'indulto (italia oggi) Pag.17 UFFICIO DEL PROCESSO: Ufficio del processo, si parte (italia oggi) Pag.18 UFFICIO DEL PROCESSO: Protocollo d'intesa tra il ministero della giustizia e le Oo.Ss sulla Progressione professionale ed economica del personale dell'amministrazione giudiziaria e sull'istituzione dell'ufficio per il processo (italia oggi) Pag.19 PROCESSO PENALE: A Roma le toghe inaugurano il bon ton per il processo penale - di Paolo Auriemma – Presidente Anm Roma (italia oggi) Pag.20 GIUDICI DI PACE: Mastella: sì al mandato permanente - di Francesco Cersosimo - Presidente Associazione nazionale giudici di pace (italia oggi) Pag.21 GIUDICI DI PACE: Indennità, paga l'economia (italia oggi) Pag.22 GIUDICI DI PACE:La lettera -di P. Valerio- Presidente Federmot (italia oggi) Pag.23 GIUDICI DI PACE: Il Csm studia la riforma delle piante organiche di G. Breveglieri – V.presidente Associazione Nazionale Giudici di Pace (italia oggi) Pag.25 ANTIMAFIA: Eletti i vertici dell'Antimafia (diritto e giustizia) Pag.26 EUROPA: Successioni Ue ad ampio raggio (italia oggi) Pag.28 INTERCETTAZIONI:Più potere al Garante e attività giudiziarie più protette (diritto e giustizia) Pag.29 CARCERI:Ruoli amministrativi, direttivi e dirigenziali: l'evoluzione (e le ombre) dell'amministrazione penitenziaria - di Luigi Morsello - Ispettore generale dell’amministrazione penitenziaria (diritto e giustizia) 16/11/2006 2 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA MONDO PROFESSIONISTI La Giustizia chiude i battenti ma il Guardasigilli diversamente dai suoi colleghi non chiede modifiche alla Finanziaria Il terzo giorno di sciopero degli avvocati, Michelina Grillo, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, va all’attacco. “Sulla riforma delle Professioni – dice a MP - continuano i contrasti : formazione, qualità e specializzazioni sono obiettivi ancora assai lontani. Il cittadino non è garantito. Ci auguriamo che di fronte ai dati di adesione allo sciopero finalmente si scelga la strada del confronto. Purtroppo il tono delle continue esternazioni di Bersani non lascia spazio all’immaginazione circa lo scarso rispetto per una categoria che contribuisce in maniera rilevante al Pil e garantisce per ora alti livelli di occupazione. La polemica quotidiana e furiosa – aggiunge la Grillo - alimentata da dichiarazioni francamente discutibili sui professionisti e in particolare sugli Avvocati, sembra preordinata alla volontà di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali della Giustizia: un settore che sta per chiudere i battenti. Nulla si dice sulle risorse insufficienti, nulla sulla procedura di infrazione avviata dall’Europa, nulla sulle scoperture di organico, nulla, insomma, che dia conto della volontà di assumere il ripristino di condizioni quantomeno accettabili di resa di Giustizia nel Paese come vera e convinta priorità. Lo scenario politico è talmente schizofrenico che il ministro di Giustizia, invece di chiedere con forza i fondi necessari per il suo ministero e garantire il servizio, com’è suo compito istituzionale, continua una virtuale trattativa sul suo progetto di riforma delle professioni, mentre migliaia di avvocati sull’intero territorio nazionale aderiscono in modo massiccio allo sciopero. La bozza presentata da Mastella è, allo stato – denuncia il presidente dell’Oua - un buco nell’acqua, come dimostrano le reazioni negative di tutti i professionisti da un lato e del Ministero dello Sviluppo dall’altro. Nonostante il ministro sia stato ben attento a non coinvolgere mai quei professionisti, in prima fila gli avvocati, con i quali le divergenze sono state più marcate in questi mesi, i nodi sono comunque venuti al pettine. Il dirigismo, come le bugie, ha le gambe corte e va poco lontano, come si sarebbe potuto capire già dopo la grande manifestazione dei professionisti del 12 ottobre. Il risultato – ha continuato la Grillo - è una proposta per alcuni aspetti vaga, per altri pericolosa. Su tariffe, accesso, pubblicità, società miste e ruolo degli ordini i problemi rimangono tutti sul tavolo. Le chiacchiere e le rassicurazioni di facciata servono a poco: l’orientamento prevalente nella maggioranza è che si deleghi tutto al governo, anziché avviare un vero confronto, a partire dal Parlamento, con tutte le categorie interessate, e discutere senza ideologismi con chi ha promosso scioperi che hanno avuto grandi adesioni e manifestazioni con grandi partecipazione di massa. Crediamo che questa sia la strada sbagliata, che invece bisogna ripartire dalla concertazione: la voglia di dialogo è sempre più forte anche in ampi settori della maggioranza, come testimoniano anche le dichiarazioni del presidente della commissione Giustizia Pino Pisicchio. Se i referenti istituzionali non avranno orecchie, gli avvocati italiani dialogheranno a tutto campo con i politici volonterosi per costruire un progetto moderno di professione e di giustizia, nell’interesse del Paese”. Luigi Berliri 16/11/2006 3 Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma – Tel. 06.32.18.983 – 06.32.21.805 – Fax 06.32.19.431 www.oua.it - e-mail: [email protected] – [email protected] ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA ITALIA OGGI il punto Il patto di quota lite è contrario all'etica della professione di Maurizio de Tilla - Presidente della Federazione degli Ordini degli avvocati d'Europa Ho molta stima per il consigliere Raffaello Sestini, ma stavolta (si veda Italia Oggi di ieri) non ha centrato né l'argomento né l'obiettivo. Non si può liquidare con poche parole il varo della legge Bersani senza dialogo, senza concertazione e con il netto rifiuto di ascoltare le ragioni contrarie dei professionisti italiani. Nei congressi internazionali forensi ho potuto constatare che in tutti i paesi del mondo (tranne quelli a regime dittatoriale) le riforme sulle professioni sono state realizzate dopo un lungo periodo di consultazione e, in massima parte, recependo le istanze delle categorie professionali. Rifiutato il dialogo, devo purtroppo ribadire che l'articolo 2 della legge Bersani non contribuisce certamente, come dice Sestini, a ´riportare il mondo delle professioni a standard qualitativi adeguati'. Anzi, ne aggrava il profilo deontologico. Non ha infatti nulla a che vedere con tale obiettivo l'abolizione del patto di quota lite. Devo appena ricordare che dall'Europa viene un messaggio diametralmente opposto. In Francia il regolamento interno nazionale, pubblicato dal Consiglio nazionale dell'Ordine degli avvocati nel novembre del 2005, ha precisato che ´è vietato all'avvocato di fissare i suoi onorari tramite un pactum de quota litis'. Secondo l'ordinamento francese non si possono richiedere onorari fissati esclusivamente con riferimento al risultato ottenuto. In Austria il divieto della quota litis si trova non solo nel codice civile ma anche nel regolamento degli avvocati. Nei Paesi Bassi il ministro della giustizia si è dichiarato contrario all'eliminazione del divieto del patto di quota lite. In Germania si ritiene che la quota litis si avvicina molto a quella che a volte si definisce come l'acquisizione dell'oggetto della lite da parte dell'avvocato, ossia redemptio lite. In Germania permane quindi il divieto del patto di quota lite. Con decisione del 20 giugno 2003 il Consiglio di disciplina della Sassonia ha condannato un avvocato per violazione del divieto legale perché aveva concordato un patto di quota lite con un cliente residente negli Usa. Si ritiene inoltre che un'abolizione del divieto del patto, con la conseguenza dell'ammissione di patti del tipo ´no win, no fee', porterebbe a un pericolo per il sistema del gratuito patrocinio. Perché lo stato dovrebbe garantire il gratuito patrocinio e di conseguenza la retribuzione dell'avvocato se gli avvocati aprono un mercato in cui il cliente deve pagare il suo avvocato solo in caso di successo? E poi, siccome il risultato si conosce solo a fine causa, l'avvocato, il cui mandato viene interrotto prima che si arrivi a una soluzione definitiva, normalmente non può pretendere alcun onorario. Secondo l'ordinamento inglese il patto di quota lite ha una portata limitata. Quello che è certo è che l'applicazione, anche se isolata, del patto di quota lite ha determinato una serie di abusi e di catastrofi finanziarie che si potevano prevedere, abbassando così la reputazione degli avvocati inglesi. La diffusa presenza (e comunque limitazione) in Europa del divieto va individuata nell'esigenza di garantire la necessaria neutralità del difensore rispetto alle sorti della lite, impedendo il sorgere di qualsivoglia conflitto di interessi.