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MAURIZIO NOBILE 23

N. 23

2020

MAURIZIO NOBILE
N. 23

Coordinamento scientifico di

Laura Marchesini

Autori delle schede

Francesca Baldassari, Gabriele Fattorini,
Chiara Fiorini, Giancarlo Gentilini, Francesco Leone, Laura Marchesini, Massimo Pulini, Marco Riccòmini, Davide Trevisani, Francesca Valli
Questo è il XXIII catalogo della mia carriera ormai trentennale. Ogni volta che presento la mia selezione si rinnova in me l’emozione per ogni opera che ho scelto, studiato e acquisito. Fortunatamente è ancora l’entusiasmo, nonostante le difficoltà che attraversa il Mercato dell’Arte da qualche anno, che mi guida nella ricerca quotidiana dei pezzi portandomi a viaggiare in Italia e all’estero e a visitare collezioni private e colleghi.

Così nasce questo catalogo come una raccolta di disegni, dipinti e sculture dal XVI al XX secolo che mi rappresenta. Queste opere rispecchiano il mio gusto e, in un certo senso, sono anche le tessere di un «mosaico» ideale che compone la mia stessa storia, perché ciascuna è un amore, una speranza, una riconferma, un insegnamento, il ricordo di un viaggio e di un incontro e, a volte, perché no, anche un’arrabbiatura.

La scelta di comprendere grafica, pittura e scultura vuole sottolineare l’ampiezza dei miei interessi e, con l’occasione del TEFAF, presentare anche al pubblico di W orks on Paper la poliedricità della mia ricerca e delle mie scelte, anche al di là del Disegno, che resta comunque per me una delle mie grandi passioni.

Maurizio Nobile

5

  • 1
  • GIORGIO GANDINI DEL GRANO

PARMA, FINE DEL XV SECOLO — 1538

Studio per sette figure, c. 1535

Matita rossa, mm 142 184.

×

In basso a destra a penna e inchiostro bruno: 117. Sul verso in alto al centro a matita nera Correggio e in basso a sinistra 32. PROVENIENZA: J. H. Wiegersma (Lugt 1552b). BIBLIOGRAFIA: Vaccaro 2015, p. 70, fig. 14.

La recente scoperta di questo disegno – che può essere

aggiunto a un gruppo di altri quattro fogli di soggetto

condo gli stretti legami con il Correggio, di cui era uno

dei più stretti seguaci e continuatori del suo stile. Queste

analogo con stesse dimensione e tecnica conservati al premesse avrebbero certamente garantito una maggior

Museo del Louvre (FIG. 1),1 già catalogati sotto il nome

uniformità stilistica agli affreschi dei tre intradossi, dei

di Correggio (1489–1534), è una significativa aggiunta al pendenti e della cupola con l’Assunzione della Vergine, che

piccolo corpus grafico di Giorgio Gandini del Grano.

Questi fogli sono stati per la prima volta attribuiti a

Allegri non aveva potuto completare.

Oltre al foglio in esame e ai quattro al Louvre, ese-

Gandini da Mary Vaccaro2 e successivamente da Fran- guiti alla maniera di Correggio (studi di un modello per

  • cesca Frucco.3
  • figure viste da sotto in sù disegnate in due registri in de-

Nella conferenza Correggio e il suo tempo: Giorgio  licato e morbido gesso rosso), conosciamo altri tre dise-

Gandini del Grano tra Allegri e Bedoli nel Duomo di Par-  gni per questa commissione conservati rispettivamente

m a4 Mary Vaccaro ha sottolineato il rapporto tra questi

all’Albertina, agli Uffizi e al Castello di Windsor. In par-

disegni e gli affreschi commissionati a Gandini nel 1535, ticolare, il disegno preso in esame e i quattro del Louvre

dopo la morte di Correggio, nell’abside e nella volta del

coro della Cattedrale di Parma.

sarebbero serviti da modello per quello di Vienna, che

raffigura un gruppo di santi e angeli per una delle sezio-

ni della volta a crociera. In questo gruppo di figure Kon-

Tuttavia anche questa commissione al Gandini non

fu portata a termine e rimase al suo stato progettuale a rad Oberhuber ha riconosciuto uno dei soggetti menzio-

causa della prematura morte del pittore (1538), al quale nati nel programma iconografico istituito dai fabbriceri

subentrò nel cantiere Girolamo Mazzola Bedoli (1500– della Cattedrale nel contratto del 1535.6 Il foglio presenta

1569) l’anno successivo.5

uno studio completo e dettagliato in matita rossa a tratti

Non abbiamo molte informazioni su Gandini, ma sottili e senza pentimenti e, come notato dalla Frucco,7

data l’importanza e il prestigio della commissione, pos- è probabilmente un disegno d’insieme sviluppato da un

siamo supporre che la scelta dei canonici e dei fabbriceri altro foglio preparatorio, mentre i due conservati agli della Cattedrale sia ricaduta sul nostro, nonostante la Uffizi8 e al Castello di Windsor9 sono frammenti da risua giovanissima età, per due motivi: il primo l’indub- ferirsi allo stesso progetto. bia fama e la notorietà di cui certamente godeva, il se-

  • 1
  • Inv. nn. 5931-5932-5933-5934, già

in collezione Dezallier d’Argenville, 1680–1765. Si veda Frucco 2010, pp. 182–183, nn. 21, 22, 23, 24: figg. 25, 26, 27, 28. Vaccaro 2008.
456Vaccaro 2008, p. 445. Testi 1934, p. 104. Oberhuber 1970, p. 282, in particolare nota 26. Inv. 17629. Si veda Frucco 2010, pp. 146–147; pp. 179–180, n. 18; fig. 24.

  • 8
  • Inv. 1955F. Si veda ivi, pp. 146–

147; pp, 180–181, n. 19; fig. 22. Inv. n. RL5499. Si veda ivi, pp. 146–147; pp. 181–182, n. 20; fig. 23.
9
7
2

  • 3
  • Frucco 2010, pp. 182–183.

FIG. 1: Giorgio Gandini Del Grano, Studio per otto figure, in differenti attitudini su due registri, Paris, Musée du Louvre, inv. 5932.

6

  • 2
  • GIULIO CAMPI

CREMONA 1507/1508 — 1573

Studio di un putto seduto, di una figura maschile in piedi rivolta verso destra, schizzo di una mano, c. 1530 / Sul verso: Studio di un toro

Matita rossa, mm 190 250.

×

Sul recto in basso a destra di mano di Sir Joshua Reynolds in inchiostro

ferrogallico: Parmigiano.

PROVENIENZA: Sir Joshua Reynolds, 1723–1792 (Lugt 2364); Arthur Melville Champernowne, nato nel 1871 (Lugt 153).

Questo inedito foglio recto verso è riconducibile alla e Venezia fossero opere tardive di Boccaccio Boccacci-

giovinezza di Giulio Campi, e più precisamente al 1530 no,6 mentre l’influenza di Dürer sulla grafica di Campi

quando al pittore furono commissionate da Massimi- fu alla base di errate attribuzioni ad Altobello Melone, i

liano Stampa, segretario privato di Francesco II Sforza, cui disegni sono estremamente rari, a Pordenone e per-

le decorazioni per Santa Maria delle Grazie a Soncino

sino a Moretto da Brescia.7 Sebbene queste attribuzioni

(Cremona). Per la chiesa Campi realizzò la pala d’alta- fossero scorrette, è significativo che i primi conoscito-

re con la Madonna e il Bambino, i santi Caterina d ’ Alessan-  ri associassero involontariamente Campi ad artisti del

dria, Francesco e Pietro Martire Stampa,1 gli affreschi con Nord Italia di altissimo calibro.

l’Assunzione della Vergine sull’arco trionfale, gli Evange-

listi nella volta del presbiterio e i Santi Carmelitani nei

pendenti dell’abside.2 Quest’insieme omogeneo segna un

Nel foglio in esame, il trattamento della matita ros-

sa e la resa delle figure sono tipici degli studi di Campi

per Santa Maria delle Grazie, la mancanza di corrispon-

importante momento nello sviluppo stilistico nella car- denza palmare con gli affreschi dimostra che il disegno

riera dell’artista, in precedenza sostanzialmente influen- rappresenta una prima fase elaborativa del ciclo, fissan-

zato dalla pittura veneziana e nordeuropea. A Soncino, do i primi pensieri che il pittore avrebbe sviluppato solo

infatti, Campi assimila la tavolozza di Pordenone e l’e- successivamente.

leganza e la simmetria classiche di Raffaello, attingendo

La figura barbuta è evidentemente una prima idea

per l’apostolo sorpreso drappeggiato in giallo, all’estre-

spunti anche dalle stampe di Marcantonio Raimondi.3

I primi dipinti di Campi sono corredati da un note- ma sinistra dell’arcata (FIG. 1). La sua posa finale è sta-

8

  • vole corpus di disegni, che ha attirato l’attenzione degli
  • ta definita in un disegno pubblicato da Bora, ma i tratti

studiosi solo negli anni ‘70 del XX secolo, quando Ales- somatici della figura – che ricordano quelli di un rapace

sandro Ballarin per primo notò che due disegni a mati- – sono replicati nell’affresco.

ta rossa dello Staatliche Museen di Berlino erano studi

per gli Evangelisti raffigurati nella volta di Santa Maria

Inoltre san Giacomo, che si inginocchia al centro della composizione mostrando in maniera irriverente

delle Grazie.4 Altri disegni furono pubblicati da Giulio le terga allo spettatore, ha un profilo aquilino simile a

Bora: uno a matita nera per l’Apostolo all’estrema sini- quello del suo omologo abbigliato in giallo, a cui è ac-

stra dell’arco trionfale e un altro a matita rossa per il costato un cranio marcatamente arrotondato e ad una

  • profeta Eliseo nell’abside.5
  • barba estremamente appuntita.

Molti dei primi disegni di Campi, che evidenziano

Il suo gesto è riconoscibile nell’immagine speculare

la predilezione dell’artista per la matita rossa, sono sta- di una mano che viene rapidamente tracciata in basso a

ti in passato erroneamente attribuiti ad altri artisti del

Nord Italia noti per impiegare lo stesso medium, come

Girolamo Romanino e Pordenone. Un tempo si pensava

che i fogli oggi ritenuti di Campi e conservati a Teplice sinistra del foglio.

Il putto, apparentemente seduto sulle nuvole, è sicuramente correlato alla tipologia degli angeli, piutto-

sto muscolosi, che incorniciano l’Assunzione della Vergine

FIG. 1: Giulio Campi, Apostoli, Soncino (Cremona), Santa Maria delle Grazie.

8

in cima all’arco trionfale. In effetti, vista al contrario, la

sua posa è sorprendentemente vicina a quella del putto

che gonfia il mantice dell’organo a sinistra dell’affresco.

Il verso del foglio evidenzia un aspetto affascinante e completamente diverso della personalità artistica di

Campi, ovvero la sua passione per il disegno di anima-

li dal vero.

Questo studio straordinariamente acuto e realistico

di un toro, la cui testa è disegnata da diverse angolazioni,

si accorda perfettamente per tema e tecnica con alcuni

studi similari conservati a Teplice – uno dei quali mostra

un cucciolo di leone – e con il verso del disegno già cita-

to di Venezia, Due tori e una coppia di Anatre.9

Come dimostra l’iscrizione nell’angolo in basso a

destra di questo foglio, la qualità del disegno è tale che

Sir Joshua Reynolds, il grande pittore, collezionista e co

-

noscitore del diciottesimo secolo, credeva si trattasse di

Parmigianino. La sua ipotesi non era affatto ingiustifica-

ta, ed era senza dubbio motivata dalla sicurezza nell’uso

della matita rossa e dalle invenzioni figurative estrema-

mente originali. Entrambi questi aspetti fanno dunque

ritenere il presente disegno un esempio particolarmente

significativo della grafica di Giulio Campi.

L’attribuzione è stata confermata da Giulio Bora e Marco Tanzi. privata Milanese; il secondo presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, Roma, inv. 125862. Si veda Bora 1984, pp. 10–11, figg. 15 a–b.

*

  • 1
  • Oggi conservato alla Pina-

coteca di Brera, Milano (Reg. Cron. 1128). I santi Caterina d’Alessandria, Francesco e Pietro Martire Stampa, padre di Massimiliano. Per la chiesa si veda De Santis, Merlo 1992. Gli ultimi affreschi sono stati staccati e trasferiti nel convento adiacente. Per un’analisi della prima parte della sua carriera si veda Tanzi 2004, pp. 7–10; più recentemente Tanzi 2012, pp. 42–43.
67
Teplice, Regional Museum, inv. CA 501; Venezia, Gallerie dell’Accademia, inv. 520. Rispettivamente Bayonne, Musée Bonnat, inv. 1368 (Stu-

dio per un uomo seduto); Provi-

dence, Rhode Island Museum of Art, inv. 20465 (Madonna

col Bambino e san Rocco). Si

veda inoltre Bora 1985, p. 281, n. 2.6.1; Bora 1988, p. 15, fig. 39. Bora 1984, pp. 10–11, figg. 15 a–b.
23
8
4

5
Kupferstichkabinett, inv. KdZ 5143-5143, con l’attribuzione di Ballarin del 1975 annotata sul montaggio. Il primo di questi disegni era all’epoca in una collezione

  • 9
  • Teplice, Regional Museum,

inv. CA 503-504, 650. Per ulteriori approfondimenti sulle attribuzioni dei disegni di Campi a Boccaccino e ad altri, si veda Tanzi 1999, pp. 7–8.

10

  • 3
  • PAOLO GUIDOTTI

detto

IL CAVALIER BORGHESE

LUCCA 1560 CIRCA — ROMA 1629

Ritratto di contadino o Allegoria dell ’ Autunno, c. 1610

Olio su tela, cm 71 57,3.

×

Tagliato a mezzo busto contro un fondo scuro, il gio- una datazione intorno al 1610. I riscontri più significavane occupa tutto il primo piano della composizione tivi, nella comune materia densa e compatta, nell’uso

con il suo fare vigoroso, la barba e i baffi incolti, il naso

imponente, gli occhi scuri e la fronte aggrottata, solcata

dei bianchi e dei rossi e nell’intensità dell’espressione, si

colgono con il Davide con la testa di Golia, conservato nel-

dalle rughe dell’esperienza. La sua veste rossa sfilaccia- la basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, firmato

ta sembra annodarsi sulla spalla e una camicia bianca e datato 1608, analogamente aggiornato in chiave natu-

gli ricade alla vita, lasciando il petto villoso scoperto in

ralistica. Rispetto a quest’ultimo la nostra tela manifesta

bella vista. In capo porta una pezza da cui fugge qual- forse solo un’avvenuta maturazione nella conduzione

che ciocca ribelle; alle sue spalle si intravedono, relegati del pennello e nel trattamento delle ombre, ciò che por-

in un angolo, un grappolo d’uva, alcune pere e il riccio terebbe a immaginare una cronologia leggermente più

aperto di una castagna. Avanza con il braccio destro mu- avanzata.

scoloso verso l’osservatore, portando in avanti il busto

e mostrando quasi con prepotenza una pala da lavoro

illuminata sulla punta metallica dalla luce radente. La

pennellata è schietta, fortemente chiaroscurata.

Ancora più stringente risulta il confronto con l’Au-

toritratto del pittore, oggi in collezione privata, di cui si

conosce una replica. Qui Guidotti si ritrae con lo sguar-

do eloquente verso l’osservatore, il colletto rigido della

I dati di stile ci consentono di restituire la tela al ca- veste castigata, la penna, il libro, e la croce del cavalie-

talogo del lucchese Paolo Guidotti, pittore che, dopo rato della Milizia di Cristo. Medesima è la pennellata

aver mosso i primi passi nella sua città natale, decise di

cercare migliore fortuna nell’Urbe dove si trasferì intor- sestati gli stessi decisi colpi di luce che riscontriamo nel

no al 1589, quando il suo nome compare già tra i membri contadino in esame. Ad avallare l’attribuzione proposta

dell’Accademia di San Luca. Personalità poliedrica e an- interviene anche la quasi sovrapponibilità della mano

che traccia il pizzetto; nelle nocche delle mani sono as-

ticonformista, dedito alla matematica, alle lettere, all’a- sinistra del protagonista del nostro esemplare con quel

-

strologia e alla musica, capace di assimilare agevolmen- la del poeta raffigurato nella tela del museo di Ajaccio,

te le più disparate influenze, Guidotti seppe distinguersi

subito nella Roma pontificia come uno dei massimi pro-

databile analogamente intorno al 1610.

Siamo di fronte ad un’opera che dovette far scuo-

tagonisti a cavallo tra la raffinata stagione manieristica, la a Pietro Paolini, suo conterraneo ed erede spirituale,

ormai al tramonto, e le nuove tendenze dei caravagge- eseguita da Guidotti poco prima che questi decidesse di schi. Nel 1608 Scipione Borghese concesse a Guidotti rientrare a Lucca nel 1611, dopo “27 anni di volontario di fregiarsi del suo stesso cognome (da cui l’epiteto di esilio”, per usare le sue stesse parole. Rientrò a Roma cavalier Borghese con il quale è ricordato dalle fonti), sei anni più tardi, dopo aver girovagato tra Lucca, Pisa

svelando un rapporto privilegiato che dovete contribu- e Reggio Emilia, per dedicarsi sostanzialmente alla sua

ire non poco al suo inserimento in città.

grande impresa poetica: la Gerusalemme distrutta, poema

Il nostro probabile contadino, forse un’Allegoria di imitazione tassiana che narrava le imprese dell’impe-

dell’Autunno, mostra di essere già informato della par-

lata del Merisi e compagni, facendoci propendere per

ratore Tito contro gli ebrei ribelli.

Francesca Baldassari

12

  • 4
  • GIAN DOMENICO CERRINI

detto

IL CAVALIER PERUGINO

PERUGIA 1606 — ROMA 1681

San Girolamo

Olio su tela in ottagono, cm 97 83.

×

PROVENIENZA: Firenze, collezione privata.

Lione Pascoli assicura che Gian Domenico Cerrini «era

di bella statura, e presenza; e conservò fin all’ultimo

del Lanfranco. Il lungo soggiorno romano si interruppe,

sebbene solo per qualche anno, in seguito al suo viag-

la solita sua giovialità, e gratitudine verso gli amici, da’ gio a Firenze, da porsi tra il 1656–1657 e il 1661. Parrebbe,

quali per l’ottimo suo costume e per lo nobile, e manie- infatti, che il pittore di Perugia fosse chiamato a Firen

-

roso suo tratto fu sempre distinto, e venerato, e forse ze da alcuni membri della Famiglia dei Medici (Mattia,

per niun altro professore ebbero in que’ tempi maggior Leopoldo e Ferdinando), per i quali – come risulta dai

venerazione i letterati».1 Tuttavia, non gli giovò la man- documenti e inventari medicei – l’artista eseguì numero-

canza di un biografo. Ne tace, infatti, il Passeri,2 e pure

se opere, parte delle quali identificate a cominciare dal-

il suo conterraneo e conoscente Luigi Pellegrini Scara- le indagini di Evelina Borea (1978) e dalla ricognizione

muccia,3 mentre Pellegrino Orlandi ricorda solo che «fu

meticolosa e a più puntate di Marco Chiarini sulla rivi

molto gradito per il bel modo di colorire, e girare di te- sta ‘Paragone’.9

ste»,4 così che molti dei suo dipinti sono finiti nel tempo

Queste ricerche hanno permesso di restituire al Cer-

-

nel catalogo di altri pittori più noti tra i quali, in parti- rini, tra le altre, anche la grande tela col San Girolamo,

colar modo, Simone Cantarini e Francesco Romanelli. oggi nella Certosa di Firenze (FIG. 1),10 dove il santo ere-

La riscoperta critica è, dunque, cosa recente e al pittore

mita è ricalcato sul modello della tela in esame come,

perugino si è cominciato a guardare con crescente inte- anche, quello nel dipinto nella chiesa di San Paolo del

resse solo dopo l’articolo pioneristico di Evelina Borea Collegio del Preziosissimo Sangue ad Albano (FIG. 2).11

del 1978.5 Al pittore è stata, quindi, dedicata una mostra,6 La tela ottagonale e quella oggi presso la Certosa di Fi-

e numerose sue opere sono apparse nell’esposizione al- renze mostrano, infatti, il santo in posa quasi speculare,

lestita presso il Complesso Monumentale di San Pietro

come se il pittore perugino le avesse concepite a breve

a Perugia (dove un particolare della sua Sacra Famiglia  distanza l’una dall’altra.

con sant ’ Anna e san Giovannino della Galleria Nazionale

dell’Umbria di Perugia ha guadagnato la copertina del

catalogo).7

Se non fosse per qualche particolare assente dalla

tela, si sarebbe tentati di identificare questo San Girolamo

(la cui forma poligonale denuncia una antica provenien-

Formatosi a Perugia, alla scuola di Gianantonio za collezionistica fiorentina) con la tela perduta di stes-

Scaramuccia,8 dove si esercitava nel «colorire, e copia- so soggetto citata negli inventari medicei (Guardaroba

re» e in «qualche operetta d’invenzione», a Cerrini è sta- 1222, Inventario della collezione del Gran Principe Ferdinan-

to associato storicamente un alunnato bolognese presso

do de’ Medici, 1713): «Un simile alto b. 2 e 1/3 largo b. 1 e s.

Guido Reni, non confermato dalle fonti. È però indub- 18, dipintovi di mano del suddetto San Girolamo a sede-

bio che il pittore perugino, giunto a Roma (la sua prima re con manto rosso sulle spalle e petto nudo che con la

opera certa è l’Apparizione della Trinità a Santa Maria  mano sinistra tiene la testa di morte e la destra poggiata

Maddalena de’ Pazzi, nel transetto destro in Santa Maria al petto, sta in atto di leggere un libro aperto con ador-

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  • Cabanel, Alexandre Cabaret Voltaire Storia Dell'arte Einaudi

    Cabanel, Alexandre Cabaret Voltaire Storia Dell'arte Einaudi

    C Cabanel, Alexandre (Montpellier 1823 - Parigi 1889). Ottenne il prix de Rome nel 1845; entrò nell’Institut de France nel 1863. Eseguí ri- tratti di bellissima qualità (Alfred Bruyas, 1840: conservato a Montpellier; Catharine Lorillard Wolfe, 1876: New York, mma) e tele mitologiche abilmente impostate, in cui privi- legia la raffigurazione di nudi femminili in stile pompier (Na- scita di Venere, 1863: Parigi, Louvre). I suoi celebri quadri di storia (il Riposo di Ruth, 1866: già coll. dell’imperatrice Eugenia; Morte di Francesca da Rimini e di Paolo Malatesta, 1870: Amiens, Museo di Piccardia), dalla composizione stu- diata, dalla fattura esatta, ricchi di accurati dettagli icono- grafici, sono talvolta declamatori e popolati di eroine da tea- tro (Fedra, 1880: conservato a Montpellier). Realizzò a Pa- rigi numerose decorazioni murali per palazzi privati (hôtel Pereire, 1858-64; hôtel de Say, 1861) e, per il Panthéon, Vi- ta di san Luigi (1878). Ricevette numerosi incarichi da Na- poleone III e da sovrani stranieri (il Paradiso perduto, 1867 (dipinto per il re di Baviera): Monaco, Maximilianum) e svol- se un ruolo notevole nella direzione del salon ufficiale sotto il secondo impero, opponendosi fortemente agli impressio- nisti. (tb). Cabaret Voltaire L’antica birreria Meiereie, posta al n. 1 della Spiegelgasse a Zurigo, fu la culla del movimento Dada. Qui infatti Hugo Ball e la sua amica Emmy Hemmings aprirono un «cabaret artistico», che era insieme club, galleria e teatro, e che fu inaugurato il 5 febbraio 1916 con il concorso di Jean Arp, Marcel Janco e T. Tzara. Vi si tennero concerti «brutisti», «poesie simultanee», mostre cui presero parte, in particola- Storia dell’arte Einaudi re, Arp, Janco, Macke, Marinetti, Modigliani, Picasso, Slodki.
  • Joslyn Art Museum Debuts Reinstalled European Galleries

    Joslyn Art Museum Debuts Reinstalled European Galleries

    N E W S R E L E A S E 2200 Dodge Street, Omaha, Nebraska 68102 Phone: 402-342-3300 Fax: 402-342-2376 www.joslyn.org For Immediate Release Contacts: Amy Rummel, Director of Marketing and Public Relations May 20, 2017 (402) 661-3822 or [email protected] Joslyn Art Museum Announces Opening of Reinstalled European Galleries; Four New Acquisitions Unveiled (Omaha, NE) – A new presentation of Joslyn Art Museum’s renowned collection of European art awaits visitors. Debuting today, the reinstallation of the Memorial Building's five south galleries offers a renewed perspective on the museum’s significant holdings of European art for both long-time patrons and new audiences. The galleries begin with Medieval, Renaissance, and Baroque artists, continue with eighteenth- and nineteenth-century works by French and British painters, and conclude with Impressionism and the beginnings of modernism. The reinstallation addresses several objectives, including renovating the physical gallery spaces for the first time since 2000; treating paintings and sculpture in need of conservation; and providing up-to-date interpretive content, including new wall labels and in-gallery technology. Most significantly, the Museum has recently acquired four new works for the European collection, all of which are now on view. Dana E. Cowen, Ph.D., associate curator of European art, said the acquisitions are a highlight of the project. “The four acquisitions, all paintings, are major works that strengthen the permanent collection by enhancing key areas of our European holdings. Additionally, they provide added context for other works in the collection and help us achieve our goal of displaying the artwork in a more cogent, art historical narrative.
  • The Museo Cerralbo Is Special in That It Is One of the Few Examples in Madrid of a 19 Th -Century Mansion Which Preserves Its Original Décor

    The Museo Cerralbo Is Special in That It Is One of the Few Examples in Madrid of a 19 Th -Century Mansion Which Preserves Its Original Décor

    The Museo Cerralbo is special in that it is one of the few examples in Madrid of a 19 th -century mansion which preserves its original décor. It was the residence of the 17 th Marquis of Cerralbo, don Enrique de Aguilera (1845-1922), and his family, comprised of his wife, doña Inocencia Serrano y Cerver (1816-1896), widow of don Antonio del Valle, who brought two children to the marriage, don Antonio del Valle y Serrano (1846-1900), 1 st Marquis of Villa-Huerta, and doña Amelia (1850- 1927), Marquise of Villa-Huerta upon the death of her brother. As a House-museum it is a must-see for learning about the lifestyle of the aristocracy in Madrid in the late 19 th century and the early 20 th century. Moreover, as a collector’s Museum it reflects the artistic tastes of its time, a collection that was considered, at that time, to be one of the most important private collections in the country and, without a doubt, the most complete of its time. THE MUSEUM The building, built between 1883 and 1893, was designed from the outset as a residential home and as a place to exhibit art, antiques and curiosities in a harmonious way, which were brought together due to the owners’ liking for collecting. The former mansion, now a museum, has four floors: lower ground floor, mezzanine, first floor and attic areas. The lower ground floor and the attic areas, which were once the service areas of the home, such as kitchens, larders, the carriage garage, stables, harness rooms, boiler rooms and servants’ quarters, are now the auditorium and the areas for the internal use of the Museum: offices, restoration laboratories and storerooms.
  • Lo Specchio Della Città

    Lo Specchio Della Città

    Lo specchio della Città Il ritratto tra ʼ800 e ʼ 900 attraverso le collezioni nascoste dell’Accademia Carrara Lo specchio della Città Il ritratto tra ʼ800 e ʼ 900 attraverso le collezioni nascoste dell’Accademia Carrara Bergamo, 4 – 31 ottobre 2019 Palazzo Storico Credito Bergamasco Curatori Angelo Piazzoli Paolo Plebani Registrar Paola Silvia Ubiali Organizzazione Sara Carboni Cristina Romeo Lo specchio della Città Il ritratto tra ʼ800 e ʼ900 attraverso le collezioni nascoste dell’Accademia Carrara Progetto grafico Drive Promotion Design Art Director Giancarlo Valtolina Si ringraziano Indicazioni cromatiche VERDE BLU ROSSO C100 M40 Y100 C100 M80Y20 K40 C40M100 Y100 PANTONE 349 PANTONE 281 PANTONE 187 R39 G105 B59 R32 G45 B80 R123 G45 B41 L’Accademia della meraviglia Angelo Piazzoli* Una storica prossimità Da sempre Fondazione Creberg è attenta e sensibile alla creazione e alla cura dei luoghi della memoria, i musei. Lo è geneticamente; venne infatti istituita dal Credito Bergamasco in occasione di un intervento di restauro, che ha generato la sede della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, poi donata alla città per celebrare il centenario della Banca fondatrice. In seguito, la Fondazione ha ampliato le sue attività ai campi dell’arte e della cultura, della salvaguardia del patrimonio storico/artistico, della ricerca medica e scientifica, della solidarietà, con gli attuali quattrocento interventi annui in tali ambiti. In tale logica, essa si è naturalmente innestata nello storico rapporto di prossimità all’Accademia Carra- ra da parte del Credito Bergamasco (ora Banco BPM), caratterizzato nel tempo da importanti interventi nella Pinacoteca, della quale la GAMeC stessa è parte; si pensi, ad esempio, ai numerosi restauri di Sale espositive e di opere realizzati a partire dagli anni Cinquanta del Novecento ovvero alla catalogazione e digitalizzazione di circa 1.800 dipinti della raccolta, tutti fotografati e, per larga parte, disponibili alla con- sultazione online.
  • Prof. Daniela Mazzoletti – Prof

    Prof. Daniela Mazzoletti – Prof

    PATROCINATI E RICONOSCIUTI DAL COLLEGIO LOMBARDO PERITI ESPERTI CONSULENTI PROGRAMMA DEL CORSO BIENNALE DI SPECIALIZZAZIONE PERITALE Docenti: prof. Daniela Mazzoletti – prof. Elena Chiesa PITTURA LOMBARDA DELL’OTTOCENTO NEL CONTESTO DELLA PITTURA EUROPEA E DELLE ALTRE SCUOLE ITALIANE Docente: prof. Daniela Mazzoletti PRIMO ANNO 1. Caratteri generali del periodo neoclassico. Le premesse storiche e filosofiche del pensiero neoclassico e il suo rapporto con l’illuminismo. Le origini del movimento a Roma e l’evolversi dei modelli classici di riferimento. Il predominio dell’influsso francese. L’irradiarsi del classicismo nelle altre corti italiane. 2. La corte di Parma. L’Accademia borbonica e il suo influsso sugli artisti lombardi. 3. La corte di Milano. Il ruolo della dominazione austriaca nella promozione dello stile neoclassico. Il cantiere di Palazzo Ducale. La lezione francese attraverso i modelli parmensi. L’Accademia di Brera. I primi protagonisti del rinnovamento stilistico nella Lombardia piermariniana. 4. Il periodo napoleonico: Andrea Appiani e Giuseppe Bossi. La riforma dell’Accademia di Brera. 5. I rapporti con la Toscana: Luigi Sabatelli a Milano. 6. La ricezione peculiare del romanticismo in Lombardia. La commistione lombarda di neoclassicismo e romanticismo: Francesco Hayez e Pelagio Palagi. 7. La situazione storico-artistica di Bergamo: la mescolanza di influssi lombardi veneziani e nordici. La pittura decorativa di tradizione settecentesca: la figura di Vincenzo Bonimini. La pittura di paesaggio bergamasca e il suo manifestarsi a Milano attraverso gli incarichi pubblici di Marco Gozzi. La nascita dell’Accademia Carrara. Il neoclassicismo a Bergamo grazie all’arrivo di Giuseppe Diotti. Il paesaggio classico di Pietro Ronzoni. 8. La situazione storico-artistica di Brescia: Giambattista Gigola e il gusto troubadour.
  • L'accademia Carrara

    L'accademia Carrara

    III. L'ACCADEMIA CARRARA NOTE STORICHE E RE);IINISCENZE DI UN _-\NTICO ALLIEVO ' 3 • L'ACCADEMIA CARRARA NOTE STORICHE E REllilNISCENZE DI U N ANTICO ALLIEVO Ai mz"ei compagni di· scuola. UNA chiesetta da villaggio sormontata da un timido campanile che al suono delle proprie campane tre­ mava visibilmente come ne fosse spaventato, e una fila di casupole deplorabili che formavano con la chiesetta un isolato irregolare, nascondevano in z"llo tempore il palazzo dell'Accademia Carrara agli occhi di chi scendeva per la via di S. Tomaso. Tra la fila delle casupole e la cancellata del pa- lazzo passava il vicolo Noca. Tolto così alla sog­ gezione della strada principale del borgo, il palazzo, a dispetto della sua decorosa esteriorità, si prendeva qualche licenza e assumeva delle arie da fattoria. Nel cortile d'onore cresceva altissima l'erba. La portinaia vi coglieva in abbondanza il fiore di camomilla. Gli scolari, nelle ore del riposo, vi si sdrajavano beatamente, o viceversa ne facevano la loro palestra ginnastica. Giulio Gorra, svelto, elastico come una palla di gomma, costruiva delle barricate con gli sgabellotti della scuola; tre, quattro, uno sull'altro; poi saltava a piedi giunti; o balzava al di là girando in aria con l'aiuto di un palo puntato in terra. Il suo esempio animava gli inesperti che ten­ tavano il salto, urtavano nell'ostacolo e ruzzolavano sull'erba a catafascio con gli sgabellotti, tra il chiasso e le risate dei compagni. I 00 V. BIGNAMI Era una vita primitiva. L'amministrazione comperava all'ingrosso la legna per le stufe, e spen­ deva meno - si capisce - comperandola verde.
  • QUADRERIA 2015 Documents D’Art Et D’Histoire

    QUADRERIA 2015 Documents D’Art Et D’Histoire

    GALLERIA CARLO VIRGILIO & C. VIRGILIO CARLO QUADRERIA 2015 Documents d’art et d’histoire QUADRERIA 2015 QUADRERIA GALLERIA CARLO VIRGILIO & C. GALLERIA CARLO VIRGILIO & C. ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Traduction en français Barbara Musetti Crédits photographiques Arte fotografica, Roma, plates Archivio dell’Arte / Luciano Pedicini, p. 30, fig. 2 Archivio Fotografico della Soprintendenza BEAP di Parma e Piacenza, p. 28, fig. 1 ; p. 30, fig. 3 Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, p. 15, fig. 3 ; p. 24, fig. 2 Fondazione Federico Zeri, Fototeca, Università di Bologna, p. 12, fig. 1 Giulio Archinà per StudioPrimoPiano, p. 36, fig. 2 ©Museo Nacional del Prado, p. 16, fig. 1, 2 Sotheby’s, New York, p. 14, fig. 2 L’éditeur est à la disposition des éventuels ayants droit qu’il n’a pas été possible de retrouver Nos remerciements s’adressent tout particulièrement à Andrea Bacchi, Alberto Barsi, Dario De Stefano, Bernardo Falconi, Graziano Gallo, Roberto Giovannelli, Diego Gomiero, Francesco Leone, Angelo Loda, Alessandro Malinverni, Mario Marubbi, Fernando Mazzocca, Filippo Orsini, Stefania Paradiso, Simonetta Pozzolini, Andrea Robino Rizzet, Gian Battista Vannozzi, Annarita Ziveri. ISBN 978-88-908176-9-4 © Edizioni del Borghetto Tel. + 39 06 6871093 - Fax +39 06 68130028 e-mail: [email protected] http//www.carlovirgilio.it QUADRERIA 2015 Documents d’art et d’histoire sous la direction de Giuseppe Porzio Paris Tableau Palais Brongniart, Place de la Bourse, Paris 2e 11-15 novembre 2015 e ISBN 978-88-908176-9-4 GALLERIA CARLO VIRGILIO & C. Arte moderna e contemporanea Via della Lupa, 10 - 00186 Roma Tel. +39 06 6871093 - Fax + 39 06 68130028 [email protected] www.carlovirgilio.it Présentation e nouveau chapitre de la série Quadreria confirme la sensibilité comme Cle goût, attentifs aux aspects les plus recherchés et les plus originaux de la production artistique, qui caractérisent depuis toujours la Galerie Carlo Virgilio.
  • Tra Le Poche Occasioni Che Giuseppe Mazzini Raccoglie Per Prendere Posizione Sull'arte in Generale E Sulla Pittura in Particolar

    Tra Le Poche Occasioni Che Giuseppe Mazzini Raccoglie Per Prendere Posizione Sull'arte in Generale E Sulla Pittura in Particolar

    Dal sito : http://www.domusmazziniana.it LA CONCEZIONE MAZZINIANA DELLA PITTURA Tra le poche occasioni che Giuseppe Mazzini raccoglie per prendere posizione sull'arte in generale e sulla pittura in particolare, nonostante la vastità della sua opera saggistica, due meritano viva attenzione. Si tratta delle considerazioni che effettua con lo scritto Poésie - Art1[1] nel 1837 e segnatamente con l'articolo La peinture moderne en Italie2[2], nel 1841. La concezione romantica dell'arte che prevale al tempo, è avulsa sia dall'idealismo di stampo illuministico, sia da una particolare nozione di perfezionismo di stampo accademico; è permeata, invece, di valori individuali prettamente onirici e sentimentali. Uomo e ambiente diventano così i soggetti di una rappresentazione che valorizza il dettaglio e l'infinito, nella quale la partecipazione dell'artista (che è spesso emotiva) alla vita socio-politica della patria, non avviene secondo canoni stabiliti ma secondo il personale sentire. Perciò Mazzini si confronta direttamente con il movimento romantico, che a suo avviso "non è stato se non un tentativo di emancipazione, niente più". Osserva che con esso "si è distrutto piuttosto che fondato. L'origina-lità, l'ispirazione nazionale, l'ispirazione europea, protestarono contro la legittimità delle regole d'Aristotele; ma quando ebbero spezzate le loro catene, si trovarono nel vuoto. Invece di abbandonarsi senza posa a lamenti sterili, oggi vi sarebbe qualche cosa di meglio da fare. Chi lo farà?". Certo non i poeti romantici, che quasi mai generalizzano, "quasi mai risalgono dall'effetto alla causa, dal fenomeno alla legge: tutto si fraziona nelle loro mani". E neppure determinati artisti, che se ristanno "a contemplare la natura, il loro sguardo si perde così amorosamente, così artisticamente attorno alle forme; sanno e v'insegnano così bene a memoria l'organismo d'ogni fiore, la melodia d'ogni auretta, la lucentezza d'ogni goccia di pioggia o di rugiada, che il senso e l'armonia del tutto sfugge a loro [...].