Ma Quale Pino Rauti “Fascista”!
MA QUALE PINO RAUTI “FASCISTA”! di Maurizio Barozzi Molti che ci seguono e sono attenti alle nostre osservazioni, chiedono un parere su Pino Rauti (classe 1926), un personaggio scomparso nel 2012, che avendo gravitato nell’agone politico e in una certa area, non può evitare un giudizio, giusto o sbagliato che sia, storico ed appunto politico. Parlare di Rauti, onorevole, uomo politico, intellettuale, scrittore, giornalista del “Tempo” di Roma e a capo di un movimento politico e Centro Studi, finito spesso nelle cronache giudiziarie degli anni passati, ma fucina anche di ottimi camerati, ci dà l’occasione di accennare all’area della destra neofascista e di precisare, una volta per tutte certe posizioni. Si da il caso che, a suo tempo, avendo noi militato nella FNCRSI (Federazione Nazionale Combattenti della RSI) e NON nei gruppi e movimenti di quell’area pseudo “neofascista” di destra, né tanto meno nel MSI, riteniamo di poter dare un giudizio squisitamente politico, scevro da sentimentalismi o condizionamenti. Premettiamo subito che le nostre valutazioni divergono da chi considera Rauti un “fascista”, etichetta questa che, a prescindere da partecipazioni nel periodo bellico, nel dopoguerra per ragioni di percorso e convenienza politica, si è ritagliato lui stesso, anzi ammiccando un pò al “nazista”, ma soprattutto gliela hanno affibbiata gli antifascisti, così come avvenne per quel tal Giorgio Almirante, sodale di Rauti. Personaggi che sarebbe stato più esatto ed opportuno definire di “destra” che non fascisti. Del resto oramai nel gergo comune viene dato del “fascista” a qualunque reazionario, o dittatore: dal Caudillo Franco al macellaio Pinochet. “Guerra delle parole”.
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