Digimag36ita.Pdf
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
DIGICULT Digital Art, Design & Culture Fondatore e Direttore: Marco Mancuso Comitato consultivo: Marco Mancuso, Lucrezia Cippitelli, Claudia D'Alonzo Editore: Associazione Culturale Digicult Largo Murani 4, 20133 Milan (Italy) http://www.digicult.it Testata Editoriale registrata presso il Tribunale di Milano, numero N°240 of 10/04/06. ISSN Code: 2037-2256 Licenze: Creative Commons Attribuzione-NonCommerciale-NoDerivati - Creative Commons 2.5 Italy (CC BY-NC-ND 2.5) Stampato e distribuito tramite Peecho Sviluppo ePub e Pdf: Loretta Borrelli Cover design: Eva Scaini INDICE Marco Mancuso Le Luci E I Suoni Di Sonarama 2008 .......................................................................... 3 Claudia D'Alonzo Future Past Cinema: Sonarmatica 2008 .................................................................. 9 Antonio Caronia Una Volta E’ Troppo Poco .......................................................................................... 13 Giulia Simi Do It Yourself. Dal Punk Al Web 2.0 ......................................................................... 19 Clemente Pestelli Tecnologia Ludica. Hacker Space Festival ............................................................. 22 Lucrezia Cippitelli Brumaria, Editoria Militante ..................................................................................... 25 Domenico Quaranta The Artist As Artwork In Virtual World – Parte 1 ................................................... 30 Alessio Galbiati Sonarcinema 2008. Musica Per Gli Occhi .............................................................. 37 Barbara Sansone Diba 2008: Cinema E Tecnologia ............................................................................ 56 Silvia Bianchi Tre Giorni Di Sonar! .................................................................................................... 59 Giuseppe Cordaro Node, Una Scommessa Vinta .................................................................................. 68 Massimo Schiavoni Thierry De Mey: Il Movimento Della Musica ........................................................... 71 Gigi Ghezzi Alcune Vie Per L’inclusione Digitale ........................................................................ 78 Bertram Niessen Tuned City: L’acustica Dello Spazio ......................................................................... 81 Silvia Scaravaggi Nico V Da Vicino ......................................................................................................... 88 Annamaria Monteverdi Il Teatro Calligrafico. Le Dragon Blue Di Lepage .................................................. 92 Monica Ponzini Rob Kennedy: Hapless, Helpless And Hopeless ................................................. 100 Annamaria Monteverdi Genius Loci Sull’isola Di Palmaria ........................................................................... 104 Le Luci E I Suoni Di Sonarama 2008 Marco Mancuso dominarono per anni la scena artistica sperimentale audiovisiva) Dedicare quindi una sezione di un festival a questo tema, non è quindi impresa semplice, lo converrete. Soprattutto nel momento in cui si dovrebbe cercare di uscire da una logica “semplicemente” espositiva per aggiungere un elemento di “storcizzazione”, quanto mai importante in questo momento La storia del rapporto tra suono e luce storico (un po’ come ha cercato di in chiave artistica è un racconto lungo fare, in modo ammirevole, a inizio quasi tre secoli, un percorso anno il Sonic Acts di Amsterdam). In complesso e labirintico, ricco di altri termini, a differenza della parte personaggi e di momenti chiave per la espositiva del festival (Sonarmatica, storia dell’arte audiovisiva così come leggetevi in questo senso l’efficace la conosciamo oggi. analisi critica di Claudia D’Alonzo), il Dal primissimo clavecin ocualire (1740) Sonarama ha semplicemente evitato del gesuita, fisico e matematico, questo tipo di confronto, per dedicarsi Louis-Bertrand Castel agli organi a alla presentazione di alcuni progetti colore (1895) di Wallace Rimington, incentrati sull’utilizzo della luce come alle tastiere per luce (1910) di controparte percettiva del dialogo Aleksandr Skrjabin, al Clavilux di audio-visivo. Thomas Wilfred (1920), al Piano ortofonico (1920) del pittore Russo futurista Vladimir Baranoff Rossiné, fino ai fantasmagorici Joshua Light Show di metà anni Settanta in chiave pop e alle avanguardie Futuriste e Cinetiche (perdonate il salto temporale, ma film e video 3 . espositive del Sonar erano dedicate a un unico tema forte: l’esperienza Light&Sound è il titolo della rassegna cinematica, il cinema oltre il cinema. al Centre D’Art Santa Monica, curata da Oscar Abril Ascaso, Roc Jimenez Ma la tendenza del Sonar a de Cisneros, Anna Ramos e Advanced considerare Sonarmatica la parte Music. Un titolo che suggerisce espositiva del festival, ha fatto sì che quindi, in modo fin troppo eloquente, soprattutto Sonarama (meno per la volontà dei curatori di evidenziare quanto riguarda Sonarcinema e Sonar l’importanza della luce nella storia a la carte), storicamente dedicata alla dell’arte cinematica: tutto molto componente audiovisiva, non riuscisse giusto in linea di principio, ma con un a esprimere completamente le risultato forse non totalmente potenzialità del suo concept. Auspico efficace, a mio avviso nel momento in quindi un ritorno alla divisione degli cui Sonarama e Sonarmatica non sono spazi e delle idee: in una rassegna stati “curati” con lo stesso tipo di ampia e complessa come quella del approccio (e di disponibilità Sonar, c’è posto per idee e progetti, economica e di spazi). Era questo il misurando con il giusto equilibrio primo anno in cui tutte le parti spazi e disponibilità, progetti e artisti. 4 suo progetto (legata di base al mancato utilizzo della nebbia, elemento che consente la creazione di architetture di luce come momento immersivo per il pubblico), per dedicarsi in modo quasi chirurgico allo studio delle possibili variazioni matematiche nella visualizzazione gaussiana del suono elettronico (attenzione, ho detto elettronico, non . digitale, quindi fisico). Sonarama ha quindi visto la n una delle stanze superiori del Centre partecipazione di un ospite D’Art Santa Monica, il pubblico del d’eccezione, quel Edwin van Der Sonar ha quindi assistito a un progetto Heide che tutti conosciamo. che ha fatto la storia dell’Arte Indovinate un po’? Ma certo, con il Audiovisiva contemporanea, che progetto Laser Sound Performance. sicuramente ben si colloca in un Francamente ho visto Edwin molte percorso artistico più ampio, ma che a volte nel corso degli ultimi anni: mi mio avviso (si sa, in genere i critici si ricordo ancora con intensità, una delle innamorano spesso del rigore sue prime uscite al Transmediale di dell’efficacia) inizia a mostrare i primi qualche anno fa, nella stanza piccola segni di stanchezza. del Maria am Ostbahnof. Devo ammettere che, sebbene ammiri l’intelligenza e la sensibilità dell’artista, dimostrata anche in altri progetti incentrati sulla “visualizzazione” fisica del suono, LSP ha perso inevitabilmente molto della sua efficacia immersiva e sinestetica degli esordi. Anche rispetto al 2006 in cui lo invitai direttamente a esibirsi di fronte alle Torri di Kiefer all’interno dell’Hangar Bicocca per il festival . Mixed Media, Edwin van Der Heide ha Sonarama ha presentato poi un altro forse abbandonato, paradossalmente artista, che da sempre incentra il suo per il Sonarama, la componente lavoro artistico sulla percezione esperenziale, cinematica appunto, del 5 sinestetica audiovisiva. Di nuovo la Ed è proprio questo terzo elemento, dinamica percettiva quindi, che non lo spazio architettonico appunto, necessariamente si ritrova sempre espanso dall’utilizzo della luce come nella storia del dialogo tra suono e elemento di indagine spaziale, che luce, elemento questo rappresenta a mio avviso l’elemento complementare ma non portante di critico più interessante della rassegna un tema come può essere Sound&Light. Forse poco evidenziato Light&Sound. Mark Fell quindi, sound a livello di presentazione, è proprio artist e artista audiovisivo inglese, che questo l’elemento che determina qui al Sonar presenta il progetto 8 l’aderenza al concept generale del Square Waves and Phase Locked Blue Sonarmatica, l’esperienza cinematica Light. appunto: la capacità quindi di “uscire” dallo spazio bidimensionale della Nella sala centrale del Centre D’Art proiezione su schermo, per spingersi Santa Monica, un elemento verso un rapporto più complesso e architettonico circolare fatto di 8 architettonico con lo spazio che speaker spazializzati e altrettanti circonda pubblico e artista. elementi luminosi a led, si è proposto come entità percettiva latente nel corso della giornata, per accendersi a momenti prestabiliti seguendo una partitura audio-video suonata live dallo stesso Mark Fell. Incentrato sul tema forte dell’analisi e della ricongnizione degli effetti psicologici e percettivi che suoni e luci opportunamente spazializzati possono avere sull’apparato retinico- neuronale dell’uomo, il live è parso a . tratti un po’ banale, sebbene condito Ed è quindi su questa traccia da suoni “fisici” molto interessanti, e curatoriale che si colloca, a mio piuttosto ripetitivo e privo di idee forti avviso, anche il progetto di Pablo nel suo svolgimento. Il pubblico Valbuena, designer e artista spagnolo, seduto all’interno del cerchio, ha presente al Sonar con il suo potuto comunque saggiare le Augmented Sculture Series. potenzialità di un progetto artistico, Intervistato proprio relativamente a che fa