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DIGICULT

Digital Art, Design & Culture

Fondatore e Direttore: Marco Mancuso

Comitato consultivo: Marco Mancuso, Lucrezia Cippitelli, Claudia D'Alonzo

Editore: Associazione Culturale Digicult Largo Murani 4, 20133 Milan (Italy) http://www.digicult.it Testata Editoriale registrata presso il Tribunale di Milano, numero N°240 of 10/04/06. ISSN Code: 2037-2256

Licenze: Creative Commons Attribuzione-NonCommerciale-NoDerivati - Creative Commons 2.5 Italy (CC BY-NC-ND 2.5)

Stampato e distribuito tramite Peecho

Sviluppo ePub e Pdf: Loretta Borrelli

Cover design: Eva Scaini INDICE

Marco Mancuso Le Luci E I Suoni Di Sonarama 2008 ...... 3

Claudia D'Alonzo Future Past Cinema: Sonarmatica 2008 ...... 9

Antonio Caronia Una Volta E’ Troppo Poco ...... 13

Giulia Simi Do It Yourself. Dal Punk Al Web 2.0 ...... 19

Clemente Pestelli Tecnologia Ludica. Hacker Space Festival ...... 22

Lucrezia Cippitelli Brumaria, Editoria Militante ...... 25

Domenico Quaranta The Artist As Artwork In Virtual World – Parte 1 ...... 30

Alessio Galbiati Sonarcinema 2008. Musica Per Gli Occhi ...... 37

Barbara Sansone Diba 2008: Cinema E Tecnologia ...... 56

Silvia Bianchi Tre Giorni Di Sonar! ...... 59

Giuseppe Cordaro Node, Una Scommessa Vinta ...... 68 Massimo Schiavoni Thierry De Mey: Il Movimento Della Musica ...... 71

Gigi Ghezzi Alcune Vie Per L’inclusione Digitale ...... 78

Bertram Niessen Tuned City: L’acustica Dello Spazio ...... 81

Silvia Scaravaggi Nico V Da Vicino ...... 88

Annamaria Monteverdi Il Teatro Calligrafico. Le Dragon Blue Di Lepage ...... 92

Monica Ponzini Rob Kennedy: Hapless, Helpless And Hopeless ...... 100

Annamaria Monteverdi Genius Loci Sull’isola Di Palmaria ...... 104 Le Luci E I Suoni Di Sonarama 2008

Marco Mancuso

dominarono per anni la scena artistica sperimentale audiovisiva)

Dedicare quindi una sezione di un festival a questo tema, non è quindi impresa semplice, lo converrete. Soprattutto nel momento in cui si dovrebbe cercare di uscire da una logica “semplicemente” espositiva per aggiungere un elemento di “storcizzazione”, quanto mai importante in questo momento La storia del rapporto tra suono e luce storico (un po’ come ha cercato di in chiave artistica è un racconto lungo fare, in modo ammirevole, a inizio quasi tre secoli, un percorso anno il Sonic Acts di Amsterdam). In complesso e labirintico, ricco di altri termini, a differenza della parte personaggi e di momenti chiave per la espositiva del festival (Sonarmatica, storia dell’arte audiovisiva così come leggetevi in questo senso l’efficace la conosciamo oggi. analisi critica di Claudia D’Alonzo), il Dal primissimo clavecin ocualire (1740) Sonarama ha semplicemente evitato del gesuita, fisico e matematico, questo tipo di confronto, per dedicarsi Louis-Bertrand Castel agli organi a alla presentazione di alcuni progetti colore (1895) di Wallace Rimington, incentrati sull’utilizzo della luce come alle tastiere per luce (1910) di controparte percettiva del dialogo Aleksandr Skrjabin, al Clavilux di audio-visivo. Thomas Wilfred (1920), al Piano ortofonico (1920) del pittore Russo futurista Vladimir Baranoff Rossiné, fino ai fantasmagorici Joshua Light Show di metà anni Settanta in chiave pop e alle avanguardie Futuriste e Cinetiche (perdonate il salto temporale, ma film e video

3 . espositive del Sonar erano dedicate a un unico tema forte: l’esperienza Light&Sound è il titolo della rassegna cinematica, il cinema oltre il cinema. al Centre D’Art Santa Monica, curata da Oscar Abril Ascaso, Roc Jimenez Ma la tendenza del Sonar a de Cisneros, Anna Ramos e Advanced considerare Sonarmatica la parte Music. Un titolo che suggerisce espositiva del festival, ha fatto sì che quindi, in modo fin troppo eloquente, soprattutto Sonarama (meno per la volontà dei curatori di evidenziare quanto riguarda Sonarcinema e Sonar l’importanza della luce nella storia a la carte), storicamente dedicata alla dell’arte cinematica: tutto molto componente audiovisiva, non riuscisse giusto in linea di principio, ma con un a esprimere completamente le risultato forse non totalmente potenzialità del suo concept. Auspico efficace, a mio avviso nel momento in quindi un ritorno alla divisione degli cui Sonarama e Sonarmatica non sono spazi e delle idee: in una rassegna stati “curati” con lo stesso tipo di ampia e complessa come quella del approccio (e di disponibilità Sonar, c’è posto per idee e progetti, economica e di spazi). Era questo il misurando con il giusto equilibrio primo anno in cui tutte le parti spazi e disponibilità, progetti e artisti.

4 suo progetto (legata di base al mancato utilizzo della nebbia, elemento che consente la creazione di architetture di luce come momento immersivo per il pubblico), per dedicarsi in modo quasi chirurgico allo studio delle possibili variazioni matematiche nella visualizzazione gaussiana del suono elettronico (attenzione, ho detto elettronico, non . digitale, quindi fisico).

Sonarama ha quindi visto la n una delle stanze superiori del Centre partecipazione di un ospite D’Art Santa Monica, il pubblico del d’eccezione, quel Edwin van Der Sonar ha quindi assistito a un progetto Heide che tutti conosciamo. che ha fatto la storia dell’Arte Indovinate un po’? Ma certo, con il Audiovisiva contemporanea, che progetto Laser Sound Performance. sicuramente ben si colloca in un Francamente ho visto Edwin molte percorso artistico più ampio, ma che a volte nel corso degli ultimi anni: mi mio avviso (si sa, in genere i critici si ricordo ancora con intensità, una delle innamorano spesso del rigore sue prime uscite al Transmediale di dell’efficacia) inizia a mostrare i primi qualche anno fa, nella stanza piccola segni di stanchezza. del Maria am Ostbahnof. Devo ammettere che, sebbene ammiri l’intelligenza e la sensibilità dell’artista, dimostrata anche in altri progetti incentrati sulla “visualizzazione” fisica del suono, LSP ha perso inevitabilmente molto della sua efficacia immersiva e sinestetica degli esordi. Anche rispetto al 2006 in cui lo invitai direttamente a esibirsi di fronte alle Torri di Kiefer all’interno dell’Hangar Bicocca per il festival . Mixed Media, Edwin van Der Heide ha Sonarama ha presentato poi un altro forse abbandonato, paradossalmente artista, che da sempre incentra il suo per il Sonarama, la componente lavoro artistico sulla percezione esperenziale, cinematica appunto, del

5 sinestetica audiovisiva. Di nuovo la Ed è proprio questo terzo elemento, dinamica percettiva quindi, che non lo spazio architettonico appunto, necessariamente si ritrova sempre espanso dall’utilizzo della luce come nella storia del dialogo tra suono e elemento di indagine spaziale, che luce, elemento questo rappresenta a mio avviso l’elemento complementare ma non portante di critico più interessante della rassegna un tema come può essere Sound&Light. Forse poco evidenziato Light&Sound. Mark Fell quindi, sound a livello di presentazione, è proprio artist e artista audiovisivo inglese, che questo l’elemento che determina qui al Sonar presenta il progetto 8 l’aderenza al concept generale del Square Waves and Phase Locked Blue Sonarmatica, l’esperienza cinematica Light. appunto: la capacità quindi di “uscire” dallo spazio bidimensionale della Nella sala centrale del Centre D’Art proiezione su schermo, per spingersi Santa Monica, un elemento verso un rapporto più complesso e architettonico circolare fatto di 8 architettonico con lo spazio che speaker spazializzati e altrettanti circonda pubblico e artista. elementi luminosi a led, si è proposto come entità percettiva latente nel corso della giornata, per accendersi a momenti prestabiliti seguendo una partitura audio-video suonata live dallo stesso Mark Fell. Incentrato sul tema forte dell’analisi e della ricongnizione degli effetti psicologici e percettivi che suoni e luci opportunamente spazializzati possono avere sull’apparato retinico- neuronale dell’uomo, il live è parso a . tratti un po’ banale, sebbene condito Ed è quindi su questa traccia da suoni “fisici” molto interessanti, e curatoriale che si colloca, a mio piuttosto ripetitivo e privo di idee forti avviso, anche il progetto di Pablo nel suo svolgimento. Il pubblico Valbuena, designer e artista spagnolo, seduto all’interno del cerchio, ha presente al Sonar con il suo potuto comunque saggiare le Augmented Sculture Series. potenzialità di un progetto artistico, Intervistato proprio relativamente a che fa del rapporto suono-luci-spazio questo progetto da Bertram Niessen la sua cifra artistica per il numero 34 di Digimag di Aprile

6 2008, Pablo Valbuena conferma dal giocando sull’elemento percettivo del vivo l’ottima sensazione che già mi pubblico e sulla capacità dell’occhio di aveva lasciato vedere il suo lavoro cogliere le differenze cromatiche delle sulla Rete, spulciando tra un video di diverse zone di luce e ombra. You Tube e il materiale sul suo sito. Le Incentrato forse su una partitura sculture aumentate di Pablo audiovisiva precisa (ma di questo non Valbuena, entrano efficacemente posso darvi conferma), l’installazione nello spazio architettonico, pur di Valbuena dimostra le grandi abitandolo in maniera quasi timida, potenzialità espressive di questa progettate come sono per essere disciplina a cavallo tra design, “chiuse” in un angolo della stanza. audiovideo e architettura, come dimostrato da altri progetti analoghi La procedura è semplice ma efficace, come Halbzeug-Surface Refinement molto elegante nel suo svolgimento: dei Visomat (visto a Netmage e al un proiettore emette luce su una Club Transmediale quest’anno) o il struttura architettonica immersa in un bellissimo Carillon Chandelier del ambiente completamente buio, nostro Claudio Sinatti.

7 2008 altri due progetti: Cube, affascinante artefatto di led luminosi capace di reagire alle musiche provenienti dal ricchissimo database dell’etichetta Minus di Richie Hawtin, e l’installazione/live Farophonia Sintetica degli spagnoli Sonom.

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Chiudono la rassegna del Sonarama www.sonar.es

8 Future Past Cinema: Sonarmatica 2008

Claudia D'Alonzo

audiovisiva contemporanea in un panorama disciplinare più ampio e definito, quello cinematografico, rintracciando negli esperimenti sull’ottica e la percezione del pre- cinema, i presupposti teorici e tecnici di molte esperienze attuali. Un riferimento al cinema come struttura entro la quale stabilire dinamiche percettive, oltrepassando codici e regole che hanno portato alla sua Con il titolo Cinema Beyond Cinema la definizione linguistica. sezione Multimedia del Sonar 2008 ha Il Sonar si inserisce in questa direzione inteso offrire uno sguardo sulle attraverso una mostra, “Future Past diverse declinazioni che la definizione Cinema” che, pur non avendo la “cinematografico” ha assunto nel pretesa di tracciare delle vere e contemporaneo, in particolare proprie ipotesi teoriche, stabilisce un attraverso la mostra SonarMàtica dal confronto interessante tra le tecniche titolo “Future Past Cinema” e il pro-tocinematografiche e una database video interattivo Digital à la selezione di live e installazioni di Carte. autori contemporanei. Il progetto, a La ridefinizione del concetto di cura di José Louis de Vicente, Oscar cinema, come fenomeno percettivo Abril Ascaso e Advanced Music, si ed esperienziale dell’immagine in pone come secondo capitolo di una movimento, è un tema sempre più trilogia inaugurata lo scorso anno e centrale in molti festival che si dedicata ai collegamenti tra l’arte del occupano di arte elettronica, basti Diciannovesimo e quella del pensare al concept Cinematic Ventesimo secolo. L’edizione di Experience dell’ultimo Sonic Acts di quest’anno è stata incentrata su un Amsterdam dello scorso Febbraio confronto tra storia e innovazione, 2008. Si riscontra la necessità teorica grazie all’esposizione di macchine del di collocare la sperimentazione Diciannovesimo secolo appartenenti

9 alla collezione Tomàs Mallon ed opere Takashi Kawashima in un live, contemporanee, reso possibile anche Takashi’s Season, ospitato all’interno grazie alla collaborazione con il della mostra in associazione ad un Medialab di Prado ed il Museo del modello di lanterna magica. Cinema di Girona. L’artista costruisce il suo set come un teatrino di ombre, un gioco fiabesco di sagome inscenato dall’artista in sincronia perfetta con gli sfondi digitali. Una costruzione di forme stralunata e fantastica che stenta a diventare vera e propria storia, nella quale il fascino principale è dato dal duettare di paesaggio digitale e performer resi entrambi attori e voci narranti. .

Questo incontro tra Sonar e istituzioni museali ha dato vita un progetto curatoriale ben ideato e sviluppato, una mostra nella quale ciascun lavoro contemporaneo è stato associato ad un modello di macchina o tecnica pro-tocinematografica, tra le quali zootropi, lanterne magiche, cronofotografie. Un percorso parallelo, tra le tappe della genesi . cinematografica e autori attuali che recuperano e sviluppano quegli stessi Altro lavoro del vivo presentato esperimenti e quelle stesse illusioni all’interno di Future Past Cinema, è che hanno contribuito alla nascita stato lo splendido Demi-Pas, set di della magia dell’immagine in live cinema del francese Julien Maire, movimento. nel quale l’artista costruisce letteralmente per il pubblico un suo Come l’Utsushi-e, teatro delle ombre piccolo film artigianale, nel quale la del VIII secolo, considerata una delle luce del proiettore illumina e distilla tecniche capostipiti della moderna vita da maschere meccaniche che animazione orientale, recuperata da nascondono piccoli quadri, mondi in

10 movimento composti in tempo reale installazione di Alvaro Cassinelli che dall’artista a costruire una storia e crea una sorta di contaminazione tra insieme un’atmosfera. Attraverso le la tecnica del peep-show e i video sue macchine del sogno Julien Maire corridor di Bruce Nauman. Attirando immerge lo spettatore in un lo spettatore a spiare in una scatola, panorama di sospensione in bilico tra che contiene una riproduzione dello la poesia dello schermo e la realtà spazio espositivo, Cassinelli ne cattura fisica della macchina attivata dal l’immagine attraverso un sistema di performer. stereocopico di videocamere. Cassinelli cattura nella scatola l’ego Ai celebri esperimenti di Muybridge è dello spettatore e mette in scena una stata associata l’installazione We are versione tridimensionale del noto ma the time. We are the famous, sempre destabilizzante paradosso realizzata da Andy Cameron, Oriol dell’osservatore/osservato. Ferrer Mesià, David McDougall, Joel Gethin Lewis e Hansi Rabel per La sezione Digital à La Carte ha offerto Fabrica. L’opera interattiva, presentata invece una carrellata molto ampia per la prima volta nel 2006 al Centre degli sviluppi che le tecnologie digitali Pompidou di Parigi, recupera dalla e le modalità di diffusione on-line cronofotografia il meccanismo di stanno determinando in ambito suddivisione del movimento in piccole audiovisivo, presentati attraverso particelle di tempo immobile, quattro diversi progetti: microsequenze del pubblico invitato a ricomporre e scomporre due diversi – Homo Ludens on the net, a cura di simulacri del sé in tempo reale. Eric Berger e Laura Baigorri, una rassegna di games, siti internet ed installazioni interattive attraverso le quali fare un punto sulla storia del videogame sia come settore dell’intrattenimento di massa, che come evoluzione nella costruzione di ambienti audiovisivi e narrazioni.

– All You Zombies, una selezione di video tratti dall’omonima opera cinematografica dell’inglese Jonathan

. Caouette, realizzato attraverso la selezione di clip video reperite in rete, Interessante anche Boxed-ego, una versione web della tecnica di

11 found footage nella quale però, . almeno nella versione presentata al Sonar, l’autore non applica un Infine Live Cinematic, sezione curata processo di montaggio e da Mia Makela, si colloca all’interno ricomposizione originale del del Digital à la Carte come il progetto materiale, ma lascia a l’utente il libero più ricco di lavori interessanti, arbitrio della navigazione tra un video attraverso una selezione di autori e l’altro. riuniti a rappresentare l’attuale contesto dell’interazione audio-video – Il Notodofilmfest.com di Bigas Luna, in tempo reale, tra i quali concorso tutto spagnolo alla ricerca di Rechenzentrum, Hotel Modern, nuovi talenti, offre attraverso le Transforma e Light Surgeons. possilità della rete una vetrina ad autori di video clip e cortometraggi. Mia Makela presenta con Live Cinematic una raccolta di video e registrazioni di live di livello indiscutibile, preferendo però la celebrazione di nomi stranoti dell’audio-video internazionale piuttosto che la ricerca di qualcosa di veramente nuovo.

www.sonar.es

12 Una Volta E’ Troppo Poco

Antonio Caronia

realizzata più volte fra il 1968 e il 1971 da Valie Export e Peter Weibel, in cui il partecipante poteva toccare il seno dell’artista nascosto da una scatola sagomata come una specie di teatro chiuso; e infine la famosa 7000 Oaks, con la quale, alla mostra Documenta 7 di Kassel nel 1982, Joseph Beuys invitò il pubblico a piantare 7.000 querce per creare un bosco che restasse nel tempo a emblema della mostra e delle Nel 2007 Eva e Franco Mattes (aka potenzialità sociali dell’arte. 0100101110101101.ORG) hanno Del “re-enactment”, cioè della realizzato Sinthetic Performances, una ripetizione, rimessa in scena o serie di azioni “dal vivo” condotte in ricreazione di performance artistiche Second Life con i loro avatar, o eventi storici di un passato più o riprendendo alcune classiche e meno recente, ho già fatto cenno storiche performance dell’arte nell’articolo “Chi ha paura di Janez contemporanea. Janša” in Digimag 32 di Marzo, a Per la precisione hanno replicato proposito dell’azione Mount Triglav on Shoot di Chris Burden (1971), in cui Mount Triglav degli artisti sloveni. Se l’artista Usa si era fatto sparare a un vale la pena di tornare più braccio in uno spazio pubblico in ampiamente su questo argomento, California; Seedbed (1972) in cui Vito non è solo perché gli stessi tre artisti Acconci si masturbava nel sottoscala che oggi si chiamano Janez Janša di una galleria d’arte di New York; stanno preparando la mostra RE:akt! Imponderabilia (1975), evento Reconstruction, re-enactment, re- bolognese nel quale i visitatori di una reporting, curata da Domenico mostra dovevano entrare per uno Quaranta, che aprirà i battenti al spazio molto stretto quasi del tutto Museo Nazionale d’Arte ostruito dai corpi nudi di Marina Contemporanea di Bucarest nel Abramovič e Ulay; Tapp und Tastkino, gennaio 2009 per poi trasferirsi a

13 Lubiana e a Rijeka (Fiume). Il fatto è ricostruzioni di battaglie delle che, esaminando le cose con un po’ di rispettive guerre civili nel XVII e XVIII prospettiva, ci accorgiamo che il re- secolo, sono solo i primi esempi che enactment è un fenomeno ormai vengono in mente. Ma alle origini del ampio e diffuso, e che è capace di documentario, già con Robert J. farci scoprire alcune cose interessanti Flaherty, vediamo come il regista a proposito dell’arte contemporanea affiancasse a riprese “dal vero” delle e, insieme, sull’interazione fra ricostruzioni simulate degli eventi che quest’ultima e la cultura digitale. voleva documentare (p. es. le imprese di caccia e di pesca degli eschimesi in Nanook of the north).

E in questo campo una vera e propria svolta venne impressa da Peter Watkins, un geniale e troppo spesso dimenticato cineasta inglese assertore di una programmatica contaminazione tra la storia e la fiction. Dagli anni Sessanta in poi Watkins ha sempre praticato una . ricostruzione degli eventi storici lontani (Culloden, 1964; il Perciò, tanto per cominciare, un po’ di monumentale La Commune – Paris, storia. Sì, perché Eva e Franco Mattes 1871, 2000) basata su scene di azione o gli Janez Janša non sono partiti da ma anche su interventi degli attori zero: il loro merito è quello di avere che, con deliberato anacronismo, ripreso delle pratiche già operanti, e – commentavano gli eventi come se attraverso l’uso di ambienti sintetici parlassero Theai giorni War Gamenostri; (1965), mentre The in come Second Life, ma non solo – di filmGladiators come (1969) o Punishment Park aver avviato una riflessione più (1970), approfondita di queste pratiche. costruiva strane situazioni L’idea di replicare antichi eventi storici ipotetiche, fiction presentate come se non è nuova: in Italia il Palio di Siena, fossero documentari. Il tutto con un la sfilata del Carroccio a Legnano e discorso lucidamente e molti altri simili cortei in costume; in impietosamente teso a individuare le Gran Bretagna e in Usa i cosiddetti manipolazioni vergognose e ipocrite pageant, fedeli e a volte dei poteri politici ed economici. minuziosamente maniacali

14 confronto fra questo re-enactment (su uno schermo) e le riprese originali della rapina mixate con scene dal film di Lumet (sull’altro schermo), non servono a ristabilire una presunta “verità”, ma a mostrare quanto la nostra percezione dei fatti sia influenzata dalla fiction e dai media.

Il Woytowiczs del 1999, infatti, non

. può fare a meno di imitare, anche rimettendo in scena un evento così Dalla fine degli anni Novanta il re- “personale”, Al Pacino, e non nella sua enactment comincia a essere veste di protagonista di Dog Day praticato anche nel campo delle arti Afternoon, ma semmai del Padrino, visive. Nel 1999 il francese Pierre ruolo che si addice molto di più al suo Huyghe realizza la videoinstallazione a fisico e al suo rulo nella fiction del due canali The Third Memory. Si tratta 1999. di una rievocazione della famosa rapina alla Chase Manhattan Bank di Però l’artista che forse più di ogni altro Brooklyn del 22 agosto 1972 che servì ha esplorato possibilità e limiti del re- da ispirazione a Sidney Lumet, tre anni enactment in questo nuovo decennio più tardi, per il suo classico film Dog del secolo è l’inglese Rod Dickinson. Day Afternoon (Quel pomeriggio di un La sua maniacale precisione nel giorno da cani), protagonista Al tornare sulla scena di eventi che lo Pacino. Huyghe recupera il vecchio hanno colpito e impressionato è John Woytowiczs, autore della rapina magistrale. Ma questo non significa (ideata per finanziare l’operazione del che Dickinson si faccia prendere dalla cambio di sesso del suo amico), ormai smania della filologia, al contrario: ciò ingrassato e imbolsito dopo anni e che è caratteristico del lavoro di anni di galera, ma del tutto a suo agio questo autore è la sua capacità di (così sembra) nel ruolo di “regista” estrarre gli elementi di un certo della rievocazione degli eventi, delle evento che sono più pertinenti posizioni e delle dinamiche di quel rispetto alla rilettura che se ne può pomeriggio che doveva avere tanta fare anche a pochi decenni di influenza sulla sua vita successiva. Il distanza.

15 Due anni più tardi Dickinson ha fatto rivivere all’ICA di Londra il massacro della setta Davidica di David Koresh a opera del FBI a Waco, in Texas, nel 1993 (Nocturn: The Waco Re- enactment, 2004): nella sua “ricostruzione”, avvenuta in uno stadio, la dimensione della tragedia viene scomposta nei suoi elementi (la posizione reciproca degli spettatori . che “impersonano” le vittime e gli aggressori, l’assordante e lancinante Le sue opere sembrano in qualche colonna sonora con cui l’FBI si modo realizzare ciò che Benjamin prefiggeva di spezzare la resistenza diceva già negli anni Trenta del secolo dei Davidici), sino a mettere in luce, scorso a proposito del carattere come nel precedente The Milgram “dialettico” di certe immagini, in cui Re-enactment, un conflitto individuo- non pare tanto importante il tempo società che l’artista giudica della loro produzione, quanto il tempo evidentemente basilare. Ma è proprio della loro “ri-lettura”, quel tempo, questa capacità analitica che porta cioè, in cui esse si caricano di ciò che il Dickinson, in altre occasioni, a pensatore berlinese chiamava proporre dei re-enactment di “tempo-ora” (Jetz-zeit): la capacità di avvenimenti mai avvenuti, realizzati concentrare in se stesse tutto il con una accuratezza tale da significato di un’epoca. Così Dickinson nascondere, o da rendere molto ha “replicato” uno degli esperimenti difficile, la scoperta della loro falsità. della psicologia sociale più scioccanti, il famoso “esperimento Milgram” del Ecco allora The Air Loom, presentato 1960 (The Milgram Re-enactment, al Piet Zwart Institute di Rotterdam 2002), in cui lo psicologo americano di nel 2005, raffinata ricostruzione di una Yale rivelò come molte persone macchina per il controllo della mente abbiano introiettato così a fondo il dei londinesi (e in primo luogo del principio di autorità da essere Primo ministro William Pitt) nel 1810; o disponibili a infliggere scariche l’installazione Greenwich Degree Zero, elettriche dolorose ad altri esseri progettata col romanziere Tom umani, se ciò viene loro chiesto da MacCarthy e realizzata nel 2006, nella persone “autorevoli” nel quadro di un quale la minuziosa ricostruzione di un esperimento accademico. fallito attentato anarchico all’Osservatorio astronomico di Londra

16 nel 1894 serve a rimettere in moto una Sessanta e Settanta del secolo scorso; riflessione sul ruolo dei media e della esso è piuttosto l’espressione di una tecnologia nella costruzione crisi della storia, e di una tensione del dell’esperienza e della memoria cittadino comune a farne parte in pubbliche. modo più completo.

Come dice la studiosa berlinese Jennifer Allen, nel re-enactment il pubblico diviene un testimone, ai cui occhi “l’evento originale diventa storico assumendo una dimensione temporale, e afferma il suo statuto di storia apparendo come un evento discreto, con una durata finita. In altre parole, è il re-enactment che fa dell’evento un’origine, dandogli una . definizione e un’identità che esso poteva anche non aver avuto.” In Anche da una rassegna così breve e questa aspirazione del re-enactment a incompleta, è chiaro come il trasformare un passato caotico, una fenomeno del re-enactment sia continuità informe, in un’esperienza collegato alla questione della discreta e definita, che solo con la “riproducibilità tecnica” dell’opera ripetizione e la rilettura acquista un d’arte (o se si preferisce al suo senso possibile, la storia non ha però carattere mediale), e alle riflessioni un carattere normativo e chiuso: essa aperte sull’argomento sin dal saggio appare al contrario, come già in L’opera d’arte nell’epoca della sua Benjamin, come un campo di riproducibilità tecnica (1936) di Walter possibilità, in cui non solo il futuro, ma Benjamin. Esso non è che una delle anche il passato è costantemente ultime conseguenze della tematica riscritto. dell’”opera aperta”, della svalorizzazione di un “originale”, del carattere relazionale dell’evento artistico e della consapevolezza della responsabilità sociale ed etica di ogni azione artistica. Però il re-enactment non è tanto l’espressione di uno sperimentalismo neo-avanguardistico, come tante “opere aperte” degli anni

17 . contenuto ha rilievo il fatto stesso di enunciare, la capacità del linguaggio Ma il re-enactment (e qui sta la sua di ordinare ed esprimere azioni pertinenza e la sua affinità con la relazionali. cultura digitale, anche quando non fa un uso esplicito di mezzi digitali) rivela anche un carattere fortemente linguistico, o meglio meta-linguistico. www.0100101110101101.org Traducendo eventi storici, culturali, www.mnsi.net/pwatkins/ artistici da un contesto a un altro, da un mezzo a un altro (i re-enactment www.en.wikipedia.org/wiki/Pierre_H sono quasi sempre anche “ri- uyghe mediazioni” nel senso di Bolter e Gruisin), questa particolare forma di http://www.milgramreenactment.org espressione riporta il linguaggio a una / sorta di grado zero, ne sottolinea fortemente il carattere di potenzialità http://www.hartware-projekte.de/fra comunicativa: il re-enactment è meset.htm insomma una specie di “enunciato www.aksioma.org performativo”, in cui più che il www.reakt.org/

18 Do It Yourself. Dal Punk Al Web 2.0

Giulia Simi

e un bel cocktail in mano. Si sa, la società cambia, i costumi evolvono e il marketing attende solo il momento giusto per sfoderare le sue armi migliori: avanzi di rivoluzioni artistiche e sociali ricondizionate, ovvero svuotate della loro carica sovversiva e rese semplicemente, innocuamente, “trendy mood”.

E’ successo così che il web 2.0 ha riscoperto e portato alla ribalta il “Do it Che la società dei consumi, con i suoi yourself” dalle origini punk. Hey user, lunghi tentacoli fatti di marketing, why don’t you do it yourself your web comunicazione e advertising, abbia pages, your blog, your community, spesso inghiottito pratiche your web life? Non male come idea. controverse e rivoluzionarie, nate ai La voglia di creatività, di propri margini e risputandole fuori personalizzazione e di individualismo anni dopo come very cool attitudes, è ormai lo psicomotore dei nostri non è una novità. tempi. Desiderio di emergere, paura di Basti pensare alle numerose sparire nella massa. pubblicità che in questi anni presentano uomini e donne dalla dubbia e sfuggente sessualità, coprendoli di un alone di fascino, mistero, attrazione, erotismo. Chissà cosa penserebbe Urs Lüthi , controverso protagonista del travestitismo nell’arte performativa degli anni Settanta, sapendo che trent’anni dopo avrebbe potuto passare decine di volte al giorno in . televisione con uno sguardo languido

19 E’ così nella vita (cosiddetta) reale, il codice di architettura e di sviluppo. rimane così anche in quella virtuale. E allora perché avere una pagina web Ovvero, prendo il do it yourself e ne come tutti gli altri se posso aspiro via la vera carica sovversiva: la permettermi, senza sforzo aggiuntivo, realizzazione e il controllo degli di averne una creata e inventata da strumenti. Nel punk significava me, aggiungendo al risultato il liberarsi dalle major ( Do it yourself divertimento della costruzione, e not EMI ), in questo caso potrebbe rinnovando quindi la mai sopita significare uscire dalla scia dei grandi sindrome da mattoncini Lego? Lo monopoli come il classico Google- hanno capito bene le aziende web 2.0 Yahoo. Ma il Do it yourself della , che sulla personalizzazione degli Google generation è un burattino spazi virtuali e la (presunta) libertà senza fili. degli utenti-autori stanno puntando molto, anzi moltissimo.

Inutile elencare numerosi ed evidenti esempi che sono sotto gli occhi di tutti: da Flickr a Myspace , da Youtube a Facebook , fino ad arrivare alle ultime invenzioni come Ning , sorta di meta social network che offre agli utenti la possibilità di inventare, creare e gestire community ad hoc. . Una corsa sfrenata alla conquista dell’utente che si gioca tutta sul E allora ben venga il web 2.0 , con i richiamo alla libertà e all’autonomia. suoi strumenti di fascino e seduzione, Ecco che Netvibes , aggregatore da la sua capacità di farci sentire tutti oltre 10 milioni di utenti unici mensili, web designer e artisti della rete (un lancia il suo DIY universe , progetto ad po’ di autostima, seppur falsa, non alto tasso di personalizzazione. guasta mai di questi tempi), ma anche L’utente crea, gestisce, controlla. Si scrittori, filmaker, fotografi e potrebbe dire: è libero. Ma fermandosi quant’altro. Basta ricordare, tra un un attimo e cercando di andare al blog e una tag cloud, che la libertà fondo di queste pubblicizzatissime non la regala nessuno e che il DIY è pratiche di presunta autonomia, molto più che un widget o una pagina scopriamo il grande inghippo:: la web da personalizzare. mancanza di controllo e potere sugli strumenti di creazione, in questo caso Scoprire nuovi linguaggi e nuove

20 forme e spazi di espressione, questo è network meno popolati e meno il faticoso, difficile ma autentico DIY. accattivanti di artisti , attivisti , Non scorre tra le morbide, patinate, hacktivisti. Tra un invito su Facebook luminose pagine web 2.0 da 100 e un commento su MySpace milioni di utenti mensili, ma tra i ricordiamoci di buttarci un occhio. Il web 3.0 potrebbe partire da lì.

21 Tecnologia Ludica. Hacker Space Festival

Clemente Pestelli

per creare una rete di condivisione tra le varie esperienze dei vari hacklabs europei.

Particolare merito dell’iniziativa è quello di aver insistito sulla dimensione sociale e ludica delle nuove tecnologie, allontanando la figura dell’hacker non solo dagli stereotipi del criminale impegnato a penetrare illegalmente sistemi informatici, ma anche dallo stereotipo Come apparirebbe oggi la rete senza del nerd dedito ad autocompiaciute gli hackers? Cosa sarebbero i operazioni sull’hardware/software fini computer oggi senza l’apporto del a se stesse. free software e dell’open source? Quali sono le aree di convergenza tra le pratiche artistiche e la sperimentazione tecnologica?

Queste solo alcune delle domande con cui si presenta al pubblico il primo Hacker Space Festival, ambiziosa variazione sul tema degli hackmeeting nostrani e di altri importanti eventi europei come il CCC Camp (Chaos Computer Club) .

L’Hacker Space Festival 2008 si è Se infatti la realtà è sempre più tenuto presso il /tmp/lab di Parigi, dal pervasa di dispositivi in grado di 16 al 22 Giugno, e si è da subito posto alterare e riconfigurare l’agire l’ambizioso traguardo di riunire quotidiano di ogni individuo, il persone provenienti dai più disparati concetto di hacking viene ricondotto backgrounds culturali e tecnologici dagli organizzatori al suo significato

22 originario di “utilizzo creativo della Ma le sorprese non finiscono qui. La tecnologia”, nell’ottica di presentare, ludicità si mescola volentieri con sviluppare e condividere, per dirla con l’approccio politico del Deleuze e Guattari, un ampio detournamento delle tecnologie di ventaglio di pratiche trasversali di controllo. Il Consumer B Gone resistenza attiva al presente. ( http://www.tmplab.org/2008/06/18/ Non a caso, a fianco dei temi consumer-b-gone – tradizionali del mondo hacker, come http://www.youtube.com/watch?v=d la diffusione di software libero, la PQ6yPr4Ueg), in omaggio al noto TV B protezione della privacy e la critica al Gone – un telecomando con il solo diritto d’autore, il festival presenta pulsante di spengimento, è un numerosi interventi e workshops metodo virale per bloccare le ruote di inerenti l’approccio ludico alla un carrello della spesa, rendendolo tecnologia, come ad esempio un quindi inutilizzabile (in pieno spirito prototipo di organetto a patate per anticonsumista), semplicemente deliranti performance musicali emulando il segnale di una antenna (l’Orgue à Patates dei k. Rockshire – remota mediante suoneria musicale di http://www.youtube.com/watch?v=7 un comune cellulare. 9MRgbWyaqA) o come un software per la trasformazione di un Altro ambito di interesse è quello telecomando Wii in un pratico e delle intersezoni e delle convergenze comodo vibromassaggiatore. tra hacking e pratiche artistiche: la performance dal titolo esplicito “/bootlog – a metaphysical sexual expeirence” indaga le relazioni corpo/macchina a partire dalle pulsioni erotiche mentre il !Mediengruppe Binik ripropone il suo “Opera Calling” ( http://www.opera-calling.com/about ) un intelligente hack per redistribuire telefonicamente i conenuti di uno . spettacolo d’Opera e per aprirne gli spazi chiusi allo spazio pubblico.

23 organizzazioni terroristiche a causa di una serie di incredibili coincidenze come ad esempio l’aver fatto ricerche su un motore di ricerca con parole sospette o il non avere una email codificata con il criterio tradizionale nome.cognome@dominio.

In definitiva l’Hacker Space Festival amplia ed arricchisce il panorama

. europeo degli eventi dedicati al confronto e alla condivisione delle Per quanto riguarda la politica e le pratiche hacking di ogni genere, nella forme di controllo è emblematico ed speranza che col tempo si possa interessante la conferenza “What is davvero rafforzare una rete in grado di Terrorism?” della giornalista Anne mettere relazione pratiche e scenari di Roth (http://annalist.noblogs.org) in ogni singola realtà nazionale. cui ripropone la controversa vicenda del marito Andrej Holm, arrestato con l’accusa di coinvolgimento in www.hackerspace.net

24 Brumaria, Editoria Militante

Lucrezia Cippitelli

spettacolarizzazione dell’informazione, net art e pratiche artistiche legate al networking, arte e rivoluzione, arte e ‘immaginazione politica radicale», video arte, chainworkers, Avanguardia. Dopo 3 primi numeri di carattere più generale, Brumaria ha iniziato a pubblicare edizioni tematiche, ognuna delle quali focalizzata su un argomento specifico e curata da un editor specifico. Brumaria è una rivista semestrale Soprattutto, Brumaria ha dato spazio fondata a Madrid nel 2002. E’ un e voce a teorici, critici, sociologi ed progetto d’artista, un progetto artisti non solo europei e di lingua editoriale militante che riflette sul spagnola, ma anche provenienti da fertile terreno di confine tra pratiche diversi paesi dell’America Latina. artistiche, sociali e politiche con uno Quasi un unicum in un contesto in cui sguardo engagé forse old fashioned, i teorici postcoloniali hanno trovato che però in tempi di relativismo spazio editoriale, dagli anni Novanta, culturale e politico post-post, fa solamente dell’ambito più davvero il suo grande effetto. istituzionale dell’Arte con la A Basta leggere la tagline del periodico maiuscola (si pensi a progetti come per sentirsi trasportati indietro di “Third text” o “Atlantica”) oppure sono qualche decennio: ‘ha per fine la stati totalmente ignorati nel contesto – messa in circolazione di materiali a noi più vicino – di media, attivismo, teorici/pratici relativi alle idee mailing list, che da sempre sono artistiche ed estetiche e la loro contenitori di pratiche e ricerche, per relazione con le strutture sociali e quanto sperimentali, eurocentriche o politiche a cui fanno riferimento». In Usa-centriche con sporadiche e dieci pubblicazioni, Brumaria ha disorganizzate incursioni in terreni parlato di globalizzazione, extra-occidentali.

25 Come spiega la stessa Baigorri nel testo introduttivo, l’America latina è stata ampiamente dimenticata dalla storiografia europea e del Nord America, soprattutto per quanto riguarda la storia del Video e di sperimentazioni del Secondo dopoguerra. Esistono diverse storie parziali scritte in maniera militante nei diversi Paesi latini, ma manca una vera . e propria riflessione generale che faccia un punto della situazione e di Il numero 10 del magazine, uscito fatto legittimi una storia che è qualche settimana fa, è intitolato parallela, e non certo una copia delle “video en Latinoamérica. Una historia ricerca europee o statunitensi fatta in critica” ed è stato curato da Laura versione rumba/salsa/cha cha cha dai Baigorri, docente di Video e curatrice fratelli più poveri e sfortunati. di media art e net art attiva a Barcellona. La pubblicazione è un’indagine al limite tra la ricerca accademica e la scrittura creativa sulla videoarte in America latina, e raccoglie i testi di artisti, curatori, teorici e scrittori provenienti da un diverso stato del continente latinoamericano e che aprono una porta sulla storia della videoarte nel proprio rispettivo paese.

. Argentina, Messico, Venezuela, Cuba, Centroamerica, Ecuador Perù, Brasile, La storia si presenta quindi totalmente Bolivia, la diaspora negli Stati Uniti. informe, disorganica, vasta, scritta Ogni saggio ricostruisce le file di un probabilmente in maniera parziale da contesto di sperimentazione in bilico autori che sono allo stesso tempo tra cinema, video, documentazione e producers, autori, sperimentatori ed media, che data dagli anni Sessanta hanno vissuto essi stessi parte della ed arriva fino alle pratiche più storia. Ma proprio questa ampiezza e contemporanee. questa ricerca, non di dare una linea astratta e univoca ma piuttosto

26 ramificata, diversificata, Proprio questa volontà di non auto- disomogenea, fa di questo lavoro un ghettizzarsi fa si che il lavoro giochi reale tentativo di costruire un sulla “diversità” del video realistico panorama di divergenze latinoamericano rispetto a quello concettuali e peculiarità dei processi occidentale. Di fatto, le storie narrate creativi del continente. da Rodrigo Alonso, Graciela Taquini, Lucas Bambozzi, Raul Moarquech Del resto pensare di poter costruire Ferrera Balanquet, Fernando Llanos, una sinossi che riveli uno spirito unico José Calros Marategui e compagnia “latino” è una candida utopia di noi mostrano proprio che l’unicità latina occidentali, che spesso pensiamo di sta nel suo legame con l’Europa e con poter fare la stessa cosa con i gli Stati uniti, nella storia coloniale, continenti un po’ esotici, come anche nella sua storia postcoloniale segnata l’Africa o l’Asia. Del resto, non è dalla violenza sfruttamento e dittature altrettanto naif cercare di dare una militari imposte da potenze politiche definizione che accomuni tutte le esterne. diverse storie e culture dell’Europa?

27 sta succedendo sul territorio e di quello che succede nel contesto più ampio del mondo, come vediamo, è di fatto innato nella cultura dell’America Latina ed è arrivato solo da pochi anni nelle accademie o spazi di ricerca europei e nord americani come forma di avanguardia teorica nel modo di riconcepire e rinarrare la storia della modernità. .

Quindi, lontano da cercare un’unicità locale, del resto inesistente, il libro dimostra come in ogni paese dell’America Latina la storia delle pratiche artistiche sia stata segnata dalla consapevolezza costante di ciò che succedeva contemporaneamente nel resto del mondo (sentimento a noi occidentali totalmente sconosciuto) e da una continua ricerca di costruire un . network interno e locale che desse voce all’urgenza comunicativa di quel Chiude il libro una ricchissima e luogo in quel dato momento. preziosissima ricerca bibliografia e web, immancabile strumento per Uno studio comparativo sulla scoprire qualcosa di più su nomi, contemporaneità che rimanda sempre mostre, movimenti, spazi. dall’interno all’esterno e viceversa, che di fatto è stato realizzato durante Da non dimenticare “Iberoamerica tutto il Novecento da artisti ed Act”, mailing list latinoamericana di intellettuali in America Latina e che è dibattito su arte e media, di fatto stato quindi ripercorso dagli stessi spazio attorno a cui si sono costruite protagonisti della storia della le relazioni tra numerosi dei videoarte su cui Brumaria si sofferma. contributors di questo lavoro. Una tale modalità di concepire il presente, che si focalizza sempre sul mantenere la coscienza di quello che www.brumaria.net/erzio/publicacion/10.html

28 29 The Artist As Artwork In Virtual World – Parte 1

Domenico Quaranta

virtuali ha adottato, come linguaggio privilegiato, quello della performance: eventi estemporanei, spesso destinati a non lasciare traccia alcuna in questi mondi (pur definiti “persistenti”), e in grado di appropriarsi dei pochi meccanismi di interazione a disposizione del giocatore allo scopo di produrre significato.

L’unico caso a me noto di intervento “costruttivo” di un artista Negli ultimi anni, si è assistito a un sull’architettura di un mondo virtuale crescente sviluppo dell’attività risale al 1997, e si deve a un noto artistica interna ai mondi virtuali. Nati artista concettuale: Lawrence Weiner. prevalentemente come arene di gioco Contattato da ada’web per lo sviluppo (MMORPG) [1] o come luoghi di di un progetto in Rete, Weiner decide scambio comunicativo (chat, MOO, di concentrarsi sull’idea di Internet etc…) [2], i mondi virtuali hanno, nel come spazio pubblico, luogo di corso della loro storia, ospitato l’arte scambio e di interazione, da come vicenda liminare, periferica, riprogettare e invadere con i propri spesso mal tollerata quando non celeberrimi “statements”, replicando apertamente osteggiata dagli altri utenti. nello spazio virtuale il suo modo peculiare di utilizzare lo spazio fisico Questa liminarità dipendeva non solo della galleria e del museo. Lo staff di dal fatto che la missione di questi ada’web, una new media venture mondi era un’altra, ma anche e lanciata tre anni prima dal curatore soprattutto dal fatto che mancavano, Benjamin Weil, decide di lavorare con al loro interno, tanto gli strumenti Palace, un ambiente di chat necessari allo sviluppo di una pratica tridimensionale che sembra, nei artistica autoctona, quanto una secondi anni Novanta, destinato a un comunità di riferimento. Non a caso, sicuro successo. Palace offre ai suoi la pratica artistica interna ai mondi utenti la possibilità di dare vita a

30 “palazzi” a tema, che possono essere un mondo virtuale, ha dovuto farlo disegnati e arredati di conseguenza. In illegalmente. Nel 2002, l ‘artista e collaborazione con ada’web, e in curatrice americana Anne-MarieVelvet- contemporanea alla sua personale da SchleinerStrike coordina un manipolo di Leo Castelli ( then, now & then , 15 artisti ( Brody CondonCounter e Joan Leandre Strike febbraio – 15 marzo 1997), Weiner ) nello sviluppo del progetto lancia Homeport , un “palazzo” che , un hacking del popolare replica nello spazio virtuale di Palace il sparatutto online spray cubo bianco della galleria, rivestito di (1999) [3]. simboli e scritte. Gli utenti del programma possono servirsi di questo I tre sviluppano degli pacifisti ambiente come di un qualsiasi spazio che qualunque giocatore può pubblico in cui riunirsi e chiacchierare. installare nella propria versione del gioco e poi disseminare sui muri, tra una sparatoria e l’altra. Chiunque può contribuire al progetto,Counter-Strike proponendo nuovi graffiti, utilizzando quelli esistenti e documentando le proprie incursioni all’interno di . Appassionati videgiocatori, i tre autori riflettono, nei giorni in cui George W. Bush sta lanciando la sua guerra contro il terrorismo, sul limite tra violenza simulata e violenza reale e . sull’utilizzo propagandistico dei videogame. Se la realtà entra nei Virtual Performances videogame, i videogame possono Palace esiste ancora, ma Homeport diventareCounter-Strike luoghi di dibattito politico: non è più accessibile. Ma è un’idea che non sembra tuttavia soprattutto l’idea di coinvolgere gli trovare seguito nei giocatori di artisti nella progettazione di un , che accusano il mondo virtuale a non aver avuto, per nostro commando di artisti di diversi anni, alcun seguito. Dopo replicare facili accuse nei confronti del Homeport , che ha voluto lasciare il mondo dei videogiochi, senza aver proprio segno sulle pareti sintetiche di capito nulla della natura del videogiocare.

31 confronti televisivi tra John Kerry e George Bush, allora candidati alle presidenziali; e in dead-in-iraq (dal 2006) si è introdotto in America’s Army (il gioco online sviluppato dal Pentagono con scopi espliciti di propaganda e reclutamento) per snocciolare di fronte ai giocatori i nomi dei soldati morti in Iraq dall’inizio della guerra ad oggi. Quasi . mai è riuscito a completare l’elenco: gli altri giocatori l’hanno ammazzato Anche l’americano Joseph Delappe prima della fine della performance. ha tentato, in diverse occasioni, di importare il dibattito politico nei mondi virtuali. A partire dal 2001, Delappe ha organizzato diverse performance all’interno dei videogame online, trattati come luoghi pubblici in cui rivolgersi a un pubblico generico, non strettamente artistico. Delappe si serve per lo più della chat testuale interna alla macchina di gioco per sabotare i meccanismi di gioco stessi, . introducendo altre problematiche, altri temi, altre narrazioni. Se Delappe è riuscito, in certi casi, a stimolare un dibattito politico genuino War Poetry, ad esempio, consiste nel anche negli sparatutto online, è proporre negli sparatutto online i testi soprattutto negli ambienti di chat e poetici di diversi reduci di guerra, nei MMOG privi di connotazioni attraverso veri e propri recital; in ludiche che diventa possibile Quake / Friends (2003) è Quake III sviluppare una progettualità artistica Arena a trasformarsi nel set di una in maniera più costruttiva. Mouchette puntata della celebre serie televisiva , il celeberrimo personaggio virtuale Friends; mentre The Great Debates comparso in rete verso la metà degli (2004) l’ha visto riproporre in diversi anni Novanta, ha interpretato se ambienti di gioco (da Battlefield stessa, e i temi sollevati dal progetto Vietnam a The Sims Online) i 3 celebri (la sensualità, la morte e il destino

32 della sessualità in un contesto innovativo perché, da un lato, immateriale) tanto nella sua chat sfruttava la possibilità (offerta dalla room testuale quanto in alcuni piattaforma utilizzata) di manipolare ambienti grafici. liberamente oggetti ed ambienti, e dall’altro perché prendeva atto Nel 2004, Katherine Isbister e Rainey dell’esistenza, in The Sims Online, di Straus hanno lanciato il progetto una crescente comunità di artisti o di SimGallery, che di volta in volta replica appassionati d’arte. Tuttavia, in The Sims Online lo spazio espositivo nonostante le artiste abbiamo fatto in cui viene proposto il progetto. circolare un “call for entries”, il L’intenzione era quella di sondare gli progetto non è mai evoluto in una effetti dell’incontro/scontro tra vera “galleria d’arte”. cultura alta e gaming culture, ma anche di esplorare le caratteristiche Né, del resto, The Sims Online è mai estetiche dei mondi virtuali, e capire veramente diventata una vera quale può essere il destino dell’arte piattaforma di sperimentazione nei mondi virtuali. Il progetto era artistica, come invece diventerà, di lì a poco, Second Life.

33 ma glielo riconosce in termini di proprietà intellettuale. Dà vita a una società meritocratica la cui aristocrazia è costituita da chi riesce a stupire gli altri in termini di qualità del proprio lavoro (i regnanti, ovviamente, restano sempre loro, i Linden ). Applica alcune fondamentali caratteristiche della Rete agli ambienti 3D, e molti vedono in essa il . primo abbozzo del Web 3D a lungo sognato. “È meglio di Microsoft Virtual Worlds as Art Worlds Office”, ha detto un giorno un artista. Second Life (d’ora in poi, SL) nasce nel “Qui almeno hai un corpo…” 2003 per iniziativa di una (allora) Il secondo sentiero è quello suggerito piccola e visionaria azienda da Philip Rosedale, il padre di Second californiana, che prende il nome dalla Life, in un’intervista rilasciata di via in cui risiede: Linden Lab. Il suo recente a David Kushner [5]. In essa, successo come environment artistico Rosedale spiega come l’intuizione potrebbe essere spiegato in vari modi, definitiva di Second Life sia stata ma credo che due sentieri siano prodotta dalla sua partecipazione a particolarmente produttivi. Il primo è Burning Man, un festival di arti quello evidenziato da Matteo Bittanti performative che si tiene ogni anno in apertura alla sua introduzione a nel Black Rock Desert del Nevada. Second Life , di Mario Gerosa (2007) Rosedale vi individua un “costrutto [4]: “Second Life si colloca al crocevia sociale magico” che cerca di tra eterogenee pratiche e fenomeni di riproporre nel suo mondo virtuale: natura tecno-sociale: realtà virtuale, “L’atmosfera della manifestazione open source , creative commons , favorisce un’apertura mentale senza Web 2.0 e MMOG.” precedenti… Burning Man è Second Life ha molto in comune con meravigliosamente privo di senso… gli ambienti di gioco online, ma non è L’unico requisito necessario è non un gioco. Come molte piattaforme avere alcuna ragione valida per Web 2.0, affianca pratiche trovarsi in quel luogo, in quel comunitarie, tool creativi e strumenti momento. Ciò che stimola il senso di di condivisione. Si regge interamente unità profonda è l’ostilità naturale del sull’apporto creativo dei suoi utenti, deserto, la constatazione che basta davvero poco per morire. Di notte la

34 temperatura scende drasticamente, il artefatti di riferimento.” vento soffia furioso. La comunità nasce come risposta alla necessità di In Second Life, l’arte viene prodotta, proteggersi in un ambiente aspro. esposta, commentata, venduta e Anche Second Life è un luogo diverso, collezionata. Esiste in vari generi e in difficile, intimidente. Non a caso, chi ci varie declinazioni possibili, ed entra in entra è guidato dal desiderio di contatto con altre comunità e altri aiutarsi reciprocamente, sin sistemi di senso: l’architettura, il dall’inizio… Burning Man è Second design, la progettazione di avatar. Life.” Esiste un’arte finalizzata all’arredamento e un’arte di ricerca. La performance, in quest’ambito, rimane il genere principale: anche perché, oltre alla performance “pura”, in un mondo virtuale qualsiasi operazione artistica si carica di una valenza performativa – le sculture sono animate o contengono animazioni, mentre architetture e installazioni sono spesso ambienti sensibili, multimediali, che devono essere . esplorati attivamente dall’utente.

Su questi presupposti, Second Life fa di quella che negli altri ambienti virtuali era una semplice, la sua risorsa NOTE: principale. Second Life non è solo un mondo virtuale: è un “mondo [1]Massive(ly) Multiplayer Online Role- dell’arte”, nel senso definito da Playing Game. Il termine “identifica un Howard Becker : “tutte quelle persone gioco di ruolo per computer che viene la cui attività è necessaria alla svolto tramite internet produzione delle opere che quel contemporaneamente da più persone. mondo, e forse anche altri, Migliaia di giocatori possono definiscono arte. I membri del mondo interagire interpretando personaggi dell’arte coordinano le attività che si evolvono insieme al mondo attraverso le quali l’opera viene persistente che li circonda ed in cui prodotta, facendo riferimento a una vivono.” Da Wikipedia , serie di concetti convenzionali http://it.wikipedia.org/wiki/MMORP incarnati dalla pratica comune da altri G

35 [2] “MOO (MUD Object Oriented) è un [5] David Kushner, “SecondArt Life. worlds Vivere sofisticato programma informatico una vita secondaria”, 2007. pubblicato che permette a più utenti di collegarsi in 2 parti su , luglio / via Internet ad un ambiente condiviso agosto 2007. Reperibile online agli (che contiene stanze ed altri oggetti) e indirizzi di interagire fra loro e con l’ambiente http://www.rollingstonemagazine.it/ in sincrono.” Da Wikipedia , page.php?ID=230 e http://it.wikipedia.org/wiki/MUD_Ob http://www.rollingstonemagazine.it/ ject_Oriented page.php?ID=579 [6] In Howard S. Becker, , [3] “Counter-Strike è un popolare Berkeley, University of California videogioco sparatutto in multiplayer, Press, 1982., p. 34. nato dall’idea di due studenti universitari che nel 1998 misero mano al codice del popolare Half-Life. Divenuto in seguito proprietà della LINK: Valve Software, il suo attuale successo http://adaweb.walkerart.org/ è dovuto al fatto che venne pubblicato come mod gratuito di http://www.thepalace.com/ Half-Life, ne usa il suo attuale motore grafico, ed è giocabile online.” Da http://adaweb.walkerart.org/project/ Wikipedia , homeport/ http://it.wikipedia.org/wiki/Counter- Strike. Il sito ufficiale del gioco è http://www.opensorcery.net/velvet- http://www.counter-strike.net/ strike/

[4] Mario Gerosa, Second Life , Milano, http://www.delappe.net/ Meltemi 2007, p. 7. http://www.simgallery.net/

Rolling Stone

36 Sonarcinema 2008. Musica Per Gli Occhi

Alessio Galbiati

aree, ovvero SonarMàtica, Sonarama, Digital Art À La Carte ed – ovviamente – la rassegna SonarCinema.

Una scelta che ha voluto sancire una riappacificazione che in questi ultimi tempi si sta affermando come un’avvenuta metabolizzazione dei profondi legami che uniscono l’arte digitale ed il cinema delle origini, o più in generale con la preistoria delle immagini in movimento. Una scelta Dalle 12 alle 20 per tutti e tre i giorni di durata che mira ad interrogare il presente per del Festival, come sempre presso l’Auditorium comprendere il futuro attraverso la del Centre de Cultura Contemporània de consapevolezza del fatto che ciò è Barcelona, ha preso forma per l’undicesima rimesso in discussione dalla volta (la prima edizione è del 1998) la sezione rivoluzione dei media digitali possiede dedicata alla settima arte del Sonar di il medesimo statuto ontologico del Barcellona, il Sonarcinema susseguirsi di stimolazioni visive sulla Quest’anno, e per la prima volta, gli retina, lo stesso limite incontrato dalla organizzatori della chermesse hanno lanterna magica e dagli “spettatori” voluto utilizzare un tema comune per dei nickelodeon d’inizio secolo, la totalità degli extra d’un festival che magari proprio quelli del bellissimo ha da sempre come tratto distintivo pezzo esposto per i corridoi di quello dell’interdisciplinarietà, SonarMàtica. un’attitudine ben sintetizzata dalla collocazione della sua parte diurna negli edifici del sopraccitato CCCB e del Museum d’Art Contemporani de Barcelona (MACBA). Questo tratto comune è stato il cinema. Cinema beyond Cinema il concetto teorico attorno al quale annodare le differenti

37 . volte entro una logica assai democratica di visibilità d’ogni SonarCinema è forse prima d’ogni singolarità. Una rassegna polimorfica altra cosa un’oasi di fresco e di materiale eterogeneo legato da un tranquillità dove ristorare il corpo dal tema comune che quest’anno porta il serrato ed estenuante programma del nome di CineMaterial, ovvero la maga-festival catalano. Dopo qualche manipolazione di materiale pre- anno di frequentazione sento esistente attraverso la pratica del l’esigenza di spendere attorno a montaggio. Davies, che sentiremo per questa banale constatazione due il prossimo numero di DigiMag, si parole per descrivere, a coloro i quali ritaglia fra l’eterogeneità della propria non vi sono ancora passati, questa curatela una micro-rassegn- originale modalità di fruizione -manifesto (omonima) composta da dell’immagine in movimento che ha il tre lavori che possono essere notevole merito di porre la visione considerate come veri e propri della riproduzione d’immagini ai paradigmi dei motivi che hanno dato margini d’un contesto assai più ricco. corpo a questa undicesima edizione di SonarCinema. Il resto è caos Bastano pochi minuti seduti nella organizzato sottoforma di menu che freschissima sala per ricordarsi che da una parte risponde alle esigenze all’esterno di essa tutto un mondo di degli organizzatori del festival di dare suoni ed altre immagini scorre veloce, visibilità a contributi d’un buon si ha la netta sensazione d’essere numero degli artisti presenti e circondati da musica che infatti filtra dall’altra mette in scene la moltitudine dalle pareti restituendo la propria eco. d’audiovideo che si sviluppa attorno È in questa marginalità eccezionale alla scena elettronica ad ogni d’oasi cinematica che Andrew Davies, latitudine. curatore della sezione, gioca con il Sonar proponendo una rassegna polimorfica di materiale eterogeneo composta da 14 distinte selezioni per un totale di 58 opere mostrate e di 48 registi coinvolti. Durata complessiva: 585 minuti, qualcosa meno di dieci ore!.

Durante le tre giornate il calendario delle proiezioni ha offerto ad ogni opera la possibilità d’essere vista due .

38 Quel che è certo è che pure dell’opera è la stessa dell’originale, ciò quest’anno la rassegna cinema curata che viene dilatato è il concetto di da Andrew Davies è stata sequenza: sono tutte infatti presenti assolutamente ricca di materiali simultaneamente. diversi fra loro, forse sbilanciata però un po’ troppo nella mostrazione di Work, Rest & Play di Vicki Bennett opere poco conosciute e dunque (People Like Us, 2007) “gioca” invece esponendosi alla critica con la tripartizione dell’immagine, dell’opinabilità della curatela. Ma in mettendo in scena con una modalità dieci ore di programmazione qualcosa assolutamente originale quelli che di interessante, anche per i palati più potrebbero essere i sogni del bambino fini, dovrà pur essere stato proiettato. che punteggia l’opera all’apertura ed alla chiusura. Bennet articola un CineMaterial messaggio stratificato ed aperto ad una moltitudine di interpretazioni Come accennato nell’introduzione accostando fra loro un gran numero di Andrew Davies ha curato con immagini provenienti da archivi particolare attenzione il menù industriali del periodo 40-75 archiviati principale di questa edizione del su due delle più grandi cineteche web SonarCinema. Cinematerial è una quali il Prelinger Archives e l’AV Geeks. riflessione sul tema della manipolazione e dell’appropriazione Infine l’opera che più d’ogni altra m’ha di materiale pre-esistente, tema colpito: Kristall, per la regia di ampiamente rappresentato nelle altre Christoph Girardet e Matthias Müller parti di cui si compone questa (Germania/2006, 15′). Questo selezione ma qui portato ad un livello pluripremiato cortometraggio è la d’esplicita evidenza. quintessenza della cinèfilia perché raccoglie un numero davvero Il lavoro di Norbert Pfaffenbichler, sorprendente di sequenze estratte da Mosaik Mécanique (9’30”, 2007), è una una serie di film assolutamente celebri manipolazione-scomposizione d’un del periodo quaranta-sessanta. I classico della Keystone del 1914 ( A soggetti di queste sequenze sono gli Film Johnnie , diretto da George attori colti di fronte allo specchio in un Nichols) interpretato da Charlie gioco di riflessi davvero sorprendente Chaplin e Fatty Arbuckle all’interno che al di là della bellezza intrinseca e d’un reticolo simmetrico composto da dell’emozionalità sprigionata mette a 98 immagini ognuna delle quali è una nudo il ripetersi di tutta una serie di singola sequenza delimitata da tagli di convenzioni tipico del cinema montaggio. La durata complessiva classico. La donna allo specchio che

39 pensierosa si pettina, l’uomo che rabbioso infrange lo specchio e ancora, la donna che legge una lettera di fronte allo specchio e l’uomo che di www.thewire.co.uk/files.php?file=614&action= soppiatto emerge alle spalle della stream donna seduta di fronte ad uno specchio; Girardet e Müller montano www.pfaffenbichlerschreiber.org/en/ una sequenza mozzafiato, che FilmVideo/MOSAIKM%c9CANIQUE rimarrà, una volta afferrata dagli occhi, un ricordo indelebile, pura www.german-films.de/app/filmarchi poesia per immagini. “Kristall creates ve/film_view.php?film_id=1490 a melodrama inside seemingly claustrophobic mirrored cabinets. Like an anonymous viewer, the mirror observes scenes of intimacy. It creates an image within an image, providing a frame for the characters. At the same time it makes them appear disjointed and fragmented. This instrument for self-assurance and narcissistic presentation becomes a powerful opponent that increases the sense of fragility, doubt, and loss twofold.” (Christoph Girardet & Matthias Müller)

40 Australia, anno di produzione: 2007; durata: 27′

Questo interessante documentario, molto British dal punto di vista della realizzazione (interviste ed immagini di repertorio sono la struttura portante) racconta le memorie d’uno di quegli istituti di ricerca musicali votati all’elettronica assai meno

. celebre del GRMC (Groupe de recherches de musique concrète) di What The Future Sounded Like Parigi guidato da Pierre Shaeffer, dello studio radiofonico della WDR Regia: Matthew Bate; produttore: (Westdeustcher Rundfunk) di Colonia Claire Harris; suono: Richard Pilcher diretto dal trio Beyer, Eimert e Mayer- (Stereo 5.1 Surround Sound ); Eppler (ma è il nome di Stockhausen animazioni: Greg Holfeld; sequenze ad essere il più celebre di questo super-8: Ian Helliwell; sound design: laboratorio di ricerca), come pure Pete Best; sound edit: Liam Price; dell’italiano studio di fonologia RAI mixer: Peter Smith; post-produzione: con sede in corso Sempione a Milano, Facility The Lab; post-produzione: diretto dai geniali Bruno Maderna e Meredith Hosking; ricerche d’archivio: Luciano Berio. Una storia minore che Archive Research Claire Harris; trova in questo breve documentario immagini d’archivio: Crown Copyright, australiano uno strumento che saprà Film Images, Film Australia ITN dimostrarsi negli anni a venire Source, Reuters, British Pathe, BBC fondamentale alla trasmissione della Motion Gallery, Getty Images, Terry propria esperienza alle generazioni Nation Estate, EMS Archive, Tristram future. Nato negli anni sessanta Cary Archive, Peter Zinovieff Archive, dall’esigenza di un gruppo di musicisti Film World, Canberra Times, Yancey e d’avanguardia di sperimentare nuove Hawkwind Archives; prodotto in sonorità futuristiche, l’ Electronic collaborazione con: Australia Film Music Studios (EMS) è legato ai nomi Commision, South Australian Film di due grandi pionieri dell’elettronica Corporation, Adelaide Film Festival quali Tristram Cary (celebre in tutto il Investment Fund, Australian mondo per la colonna sonora della Broadcasting Corporation (ABC); mitica serie Doctor Who) e Peter formato: HDV e Digital Betacam – 16:9 Zinovieff. E’ da questi laboratori che Widescreen Anamorfico; paese: nacque uno dei sintetizzatori più

41 fortunati d’ogni tempo, l’esoterico Pilgrimage from Scattered Points VCS3 (il vero antagonista del Moog), che venne utilizzato dai più importanti Regia, sceneggiatura, montaggio e gruppi musicali per più di fotografia: Luke Fowler; produzione: quarant’anni: da Brian Eno ai Pink Toby Webster (The Modern Institute); Floyd di “The Dark Side of the Moon”, musiche: Carnelius Cardew, The fino ad arrivare ad Aphex Twin ed ai Scratch Orchestra, Thurston Moore; Chicken Lips (ma l’elenco potrebbe paese: UK; anno di produzione: 2006; davvero non finire mai: David Bowie, . durata: 45′. What The Future Sounded rimette al “Pellegrinaggio da punti dispersi” proprio posto un tassello potrebbe essere la bislacca traduzione fondamentale della ricerca musicale del titolo del documentario diretto da del secolo passato, è un ponte fra due Luke Fowler presentato al epoche, è la storia dei suoni che ci SonarCinema 2008. Nei 45 minuti di circondano. durata si ripercorre la storia del musicista avant-gard Cornelius Cardew (1936-1981) e dalla sua Scratch www.myspace.com/whatthefuturesoundedlik Orchestra (fondata nel 1968), un e ensamble di musica sperimentale composto da musicisti non www.whatthefuturesoundedlike.com professionisti con il fine, tutto politico, di creare una vera e propria www.ems-synthi.demon.co.uk liberazione musicale della popolazione. Un progetto utopico di www.analogdays.com liberazione delle masse, musica per tutti prodotta da chiunque secondo il motto marxista “Silence is therefore the only possible means of communication”.

La regia del trentenne di origini scozzesi Luke Fowler è frenetica, caratterizzata da un montaggio davvero incessante che pare perseguire l’idea del dare una forma a-temporale al materiale utilizzato. Una scelta davvero interessante che . comporta un monumentale lavoro di

42 editing e trattamento delle fonti ‘complessità’), i fatti raccontati non assolutamente originale e ben vengono spiegati con dovizia di realizzato. Fowler mixa fra loro particolari tanto da far sembrare il immagini d’archivio, contenenti tutto una specie di mockumentary, un dichiarazioni sempre assai politiche di finto documentario su d’un qualcosa Cardew (marxismo e maoismo tout di plausibile ma completamente court) ad una centellinata inventato. Ma se tutto questo è vero, campionatura di interviste a suoi allora Fowler ha fatto senz’altro un collaboratori che ricordano il passato, ottimo documentario; alla peggio un fra cui Howard Skempton e Michael superbo mock! Parsone, ma lo fa evitando gli stilemi classici del documentario, filtrando D’assoluto interesse l’invettiva tutti i contributi con una vasta gamma contenuta nell’opera “Stockhausen di effetti visivi e, come già detto, un Serves Imperialism” che, fatto più montaggio frenetico. Ovviamente unico che raro, contesta al buona parte del lavoro è dedicata compositore tedesco, ma all’illustrazione di alcune delle all’avanguardia più in generale tutta performance della Scratch Orchestra , una serie di modalità compositive e ricavate da un documentario della tv d’esecuzione che sarebbe forse il caso pubblica inglese del 1971 Journey To d’andarsi a riguardare, per togliere dal The North Pole (regia di Hanne piedistallo molta della Boenish) che con la sua gran super-8 sperimentazione che per la sua si sposa a meraviglie con il gusto per complessità intrinseca si è ormai l’immagine “sporca” di Fowler. supinamente portati a “consumare” a- criticamente. Anche se suddiviso in parti/capitoli il documentario in questione non riesce ad essere completamente chiaro allo spettatore. E’ come se l’enorme lavoro di documentazione e di ricerca del materiale abbia fatto perdere al regista la lucidità necessaria per restituire allo spettatore con sufficiente chiarezza i fatti documentati. Lo stile stesso, frenetico e incessante, porta l’intera operazione . sul versante d’una assoluta incomprensibilità (volendo essere Dub Echoes indulgenti si potrebbe parlare di

43 Regia e sceneggiatura: Bruno Natal; Dr. Das, Dreadzone, Dub Pistols, G- animazioni: Adriano D’Aguiar e Juarez Corp, Glyn Bush, Gussie Clarke, Howie Escosteguy; operatore: Bruno Natal; B, Kode 9, Lee “Scratch” Perry, Ltj suono: Lontra Music; montaggio: Bukem, Mad Professor, Marcelo Yuka, Daniel Ferro, Julio Adler, Rafael Mellin; Mario Caldato Jr., Mutabaruka, Naç,o musiche: Digitaldubs Sound System; Zumbi, Peter Kruder, Roots Manuva, produttore: Bruno Natal; paese: Scientist, Sly & Robbie, Steve Barrow, Brasile; anno: 2007; durata: 71′. Switch, Thievery Corporation, U-Roy, Victor “Ticklah” Axelrod, Zion Train. Dub Echoes per qualche strano motivo che ignoro mi è Questa scelta, messa a disposizione particolarmente piaciuto. Saranno i da una produzione decisamente suoni, che poi non immaginavo accomodante e danarosa, calza a potessero risultarmi così gradevoli, pennello con uno dei messaggi forti saranno le belle location, sarà che il contenuti in questo lavoro, l’idea per voler considerare il dub come cui il dub sia diffuso in tutto il mondo l’ombelico del mondo musicale diviene dato di fatto, perché è proprio elettronica, perfetto mix (nonché il più nei quattro angoli del globo che duraturo sulla scena della musica queste persone parlano. Ed il ping- campionata) fra vecchio e nuovo, pong è incredibile, si hanno campi e passato e presente. Il Dub diviene una controcampi fra dialoghi di differenti specie di religione, verbo fatto suono, intervistati da una parte all’altra del o magari aria da respirare. Il Dub alla pianeta. Un tizio afferma che il Dub è fine è tutto, una filosofia vera e libertà a Rio De Janeiro e da Londra un propria con la quale appropriarsi di altro chiosa che questa libertà sta tutto ciò che ci circonda nel modo più nella natura stessa della tecnica libero, democratico e pacifico. Un utilizzata. Forse il documentario vento di creatività che dalla Jamaica migliore visto in questa edizione del s’è diffuso in tutto il mondo. Sonar perché ad una tecnica di ripresa e montaggio piuttosto neutra e ben La cosa che più impressiona del lavoro fatto si somma la scelta d’una di Nadal è il numero di musicisti, tematica decisamente interessante ed studiosi e altro ancora intervistati in assai poco indagata con tanta dovizia giro per il mondo: 2manydjs, Aba di dettagli. Bruno Natal ha realizzato Shanti-I, Adam Freeland, Audio Bullys, un video didattico sul Dub e la sua eco Basement Jaxx, Beat Junkies, Bill probabilmente incomincerà a Laswell, Black Alien, Bullwackie, propagarsi nei tempi a venire. Bunny Lee, Congo Natty, David Katz, Dennis Bovell, Dj Spooky, Don Letts,

44 l’aura mitica che circonda band musicali di successo. I viaggi, i www.dubechoes.com concerti, i dietro le quinte, gli amici famosi e quelli meno, gli hotel, gli . aeroporti, i fans, le groupie…

Veniamo trasportarti per circa un’ora all’interno del Radio Soulwax World Tour, a stretto contatto con i quattro componenti d’una delle band di maggiore successo degli ultimi anni. L’operazione è prodotta dalla Factory Partizan (vero e proprio marchio di qualità) e diretta da Saam Farahmand (con gli stessi Soulwax), autore di videoclip di successo per Klaxons, . Hercules & Love Affair e Janet Part of the Weekend Never Dies Jackson. Personalmente non amo molto questo tipo di lavori, forse Regia: Saam Farahmand e Soulwax; perché non ho un gruppo musicale, né montaggio: Kurt Augustyns; tanto meno mi capita di fare fotografia: Saam Farahmand; frequentemente tour mondiali, quel produttori: Sasha Nixon e Grace che mi lascia maggiormente Bodie; paese: UK, Belgio; data di perplesso è il senso stesso di queste uscita: 25 agosto 2008; durata: 60′. operazioni che non riuscendo nemmeno a raccontare fino in fondo Lo scorso anno il SonarCinema ospitò la sostanza della musica suonata mi lo strepitoso DVD dei Beastie Boys lasciano l’impressione del prodotto (Awesome; I Fuckin’ Shot That!) in cui patinato un po’ troppo fine a se 50 telecamere guidate da 50 persone stesso. Ho citato non a caso il lavoro differenti, da 50 punti di vista dei Beastie Boys perché ritengo che in differenti, hanno registrato l’intera certo qual modo questi due progetti esibizione del trio newyorkese al rappresentino due estremi opposti di Madison Square Garden. Quest’anno 1 raccontare l’esibizione live, da una sola telecamera riprende 120 show dei parte la performance è vissuta come Soulwax in giro per il pianeta terra. evento collettivo in cui lo stesso “Part Of The Weekend Never Dies” è in pubblico è parte attiva, dall’altra il fondo uno di quegli oggetti audiovisivi pubblico è solo sfondo agiografici che restituiscono tutta intercambiabile (Londra, Parigi, Rio e

45 Tokyo sembrano un’unica grande per il mondo, alla fine del tour, non metropoli ai piedi delle star) ed capiamo in fondo chi si nasconde oltretutto assai omogeneo per modi dietro questo nome, ogni agiografia di reazione agli stimoli sonori e per presuppone fede altrimenti il trucco si look. Oltretutto praticamente tutti i svela da se rischiando il ridicolo. luoghi sono, nell’accezione di Marc Auge, non luoghi desolantemente Presentato in anteprima per il svuotati d’una propria identità. Le mercato spagnolo, il DVD sarà presenze di altri musicisti/dj’s famosi disponibile a parte dal 25 agosto, per (James Murphy, Nancy Whang, Erol la gioia dei fan che non aspettano Alkan, Tiga, Justice, Busy P, So-Me, altro di poter esporre un nuovo Peaches, Kitsuné e Klaxons) sembrano santino merceologico nella propria voler aggiungere pepe laddove il videoteca. piatto risulta insipido. Pur se ottimamente confezionato e di sicuro riscontro fra il pubblico, questo http://www.partoftheweekendneverdies.com documentario non convince fino in fondo, affascina ma non è mai sincero. . Dopo avere seguito i Soulwax in giro

46 gruppo di ragazzi in bmx, aggindati come lupi attorno ad una proto- Cappuccetto Rosso. Il video dei Buraka porta sullo schermo le incredibili evoluzioni di ballerini angolani alle prese con il Kuduro (ma significa “culo duro”?!), mentre “Eddy Fresh” mette in scena una pariodia della cultura hip-hop. Poi il concetto di coerografia si dilata veicolando . videoclip come la delizosa piccola orchesta sintetica dei Perish Factory Author’s Clips: Choreographies per i Bomb the Bass, oppure l’insolità Come da tradizione anche quest’anno congèrie antropomorfica dei Subway non si è potuto fare a meno d’una Lung. Infine è stato inserito anche il selezione di videoclip musicali video, stravisto e rivisto in ogni dove, dell’ultimo anno e mezzo legati fra della pop(olarissima) “D.A.N.C.E.” dei loro dalla messa in scena di Justice, diretto dal coollissimo duo coreografie (concetto applicato a dire Jonas & François. Anche quest’anno il il vero in modo assai estensivo). Si Sonar ha voluto omaggiare alcuni passa da vere e proprie coreografie in degli artisti presenti (Goldfrapp, stile Broadway del video diretto da Justice, Buraka e Kid Acne) con una Douglas Wilson, che con impertinenza piccola dose del loro universo gioca con la base ritmica del brano dei audiovideo. Goldfrapp, al meno convenzionale e Bat for Lashes – What’s a Girl to Do? . notevole per tecnica di regia (piano Regia di Dougal Wilson . 3′ sequenza unico) e per tecnica del ballerino Bill Shannon (affetto dalla RJD2 – Work It Out . Regia di Joey nascita da un problema psicomotorio) Garfield. 3′ 30″ “Work It Out” diretto da uno dei videomaker più talentuosi in Kid Acne – Eddy Fresh . 3′ circolazione: Joey Garfield. Buraka Som Sistema – Sound of Di Douglas Wilson è stato anche Kuduro . 4′ presentato il tenebroso video di “What’s a Girl to Do?” dei Bat for Goldfrapp – Happiness . Regia di Lashes, una strana coreografia Dougal Wilson . 3’30” realizzata sulle due ruote da un Justice – D.A.N.C.E . Regia di Jonas &

47 François. 3′ La parte musicale del Sonar diurno ha ospitato alcuni fra i rappresentanti Trans Am – Tesco vs. Sainsburys . della scena della città nipponica, il Regia di Subway Lung. 4′ sabato pomeriggio presso il SonarComplex si è prestato alle Bomb the Bass – Butterfingers . Regia “dolenti note” di Ove Naxx, Bogulta, al di Perish Factory. 4′ DJ Scotch Egg ed ai Morusa. Destabilizzante!

Zuinosin – Scool Oi . Regia di Catchpulse

Baiyon – Under the Bridge . Regia di Catchpulse

Nanycal – Drumsmemen Father’s Song . Regia di Catchpulse

. DJ Scotch Egg – Scotch Bach . Regia di Steve Glaisher Author Clips: Osaka Ove Naxx – Donga’s Monsta Circus . Dopo aver visto la selezione di videoclip in questione mi sono fatto Maruosa – Muscle Spark . l’idea che ad Osaka c’è qualcosa nell’aria che non va’. Uno potrebbe aspettarsi un’incredibile uso delle tecnologie digitali e invece ti ritrovi di fronte ad immagini, certo digitali certo ultra-manipolate, ma l’estetica non è quella dell’ipertecnologicità. Insomma sembra di assistere a variazioni sul tema dell’estetica del primo Shinya Tsukamoto: post-pos- -punk ?! La colonna audio, assai . omogenea per sempre piuttosto simile, proviene da alcune delle band Author Clips: Audio Dregs e dei personaggi più off della scena musicale della metropoli giapponese. Audio Dreges Recording è il nome dell’etichetta di Portland fondata da

48 Eric Mast, ovvero E*Rock: poliedrico – Mind as Master (musica: Sack & artista multidisciplinare che spazia E*Rock) dalla produzione musicale a quella – Native 78 (musica: White Rainbow) audiovisiva con assoluta disinvoltura. E*Rock realizza videoclip in flash, un – New Alium (musica: Lucky Dragons) software dannatamente popolare sul – SHTML (musica: Yacht) web ma che in parte fatica ad affermasi al di fuori della rete. Egli – Streets (musica: Valet) produce piccole e deliziose animazioni in sincronia ai suoni – The Physical DJ (musica: E*Rock) accompagnati, un mondo leggero e Clip di artisti della Audio Dreg Rec. fantasioso si sprigiona dalla – Uncle David (musica: Neon Hunk) giustapposizione di microsequenze d’immagini in movimento che negli esiti più modesti ricorda molto – O.Lamm – Aerialist . Regia di materiale dilettantesco, ma che nelle Mumbleboy opere più fortunate è capace di costruire bellissime iterazioni fra – O.Lamm – Bu-ri-n-gu za-no-i-zu! . immagini in flash ed attori in carne e Regia di Ian Lynam ossa. Scelta strana quella di inserire una monografia del genere, che – O.Lamm – Genius Boy . Regia di senz’altro non eccelle per qualità ed Kumi Kamoto originalità. – WZT Hearts – Discuss Winter . Regia – Cherry (musica: Ratatat). di Mark Brown

– Dead Weird Keks (musica: Global – Melodium – Felt Melt . Regia di Goon) Torisu Koshiro

– Dome TV pt.2 (musica: White Rainbow) http://www.audiodregs.com – Geomagnetic Mind Feed (excerpt) http://www.e–rock.com (musica: E*Rock)

. – I Love Your Music (musica: Tobiah)

49 pindarici, d’improvvisazione musicale, fatti nella forma della lezione, o se si preferisce, del monologo straripante d’un genio (che forse in un’altra epoca si avrebbe avuto il coraggio di chiamare rivoluzionario).

http://ascoltare.webeden.co.uk/#/ga

. eouija/4524167296

Mort Aux Vaches Ekstra DIEM http://www.smallfish.co.uk/shop/rel ease/?cat=GOODIEBOOK Kristian Vester, più comunemente noto come Goodiepal (ma http://www.myspace.com/goodiepal ultimamente ha deciso di farsi http://www.musik-kons.dk/diem/go chiamare Van Den Gæoudjiparl odiepal08.php Dobbelsteen), è considerato uno fra i più influenti ed interessanti artisti emersi della scena elettronica degli ultimi anni. La sua sensibilità, il suo modo di lavorare, ed il suo personalissimo approccio alla composizione sono le principali caratteristiche d’un piccolo-grande genio eccentrico d’origine danese.

Opera strana per genesi (nasce come un ciclo di lezioni tenuto da Goodiepal al Dansk Institut for Elektronisk Musik, poi diviene un libro e per ultimo una . registrazione realizzata dalla tv danese d’una di queste lezioni) e per In The Name of Kernel: Song of the contenuto, un territorio teorico e Iron Bird concettuale assai sdrucciolevole per Joan Leandre è un artista catalano un critico cinematografico che si attivo dell’inizio degli anni novanta inoltra in ambiti solo sporadicamente che utilizza la manipolazione della battuti. Cinquanta minuti di voli virtualità dei videogames, e della loro

50 estetica, per proporre una visione estetica youtube ante litteram. Il straniante dei mondi digitali generati bersaglio principale è la cultura di dai calcolatori d’ultima generazione. massa propagandata dalle tv Leandre, conosciuto anche con il commerciali, un bersaglio da nome di Retroyou, pare avere una parodiare attraverso un montaggio fissazione speciale per i simulatori di destrutturate che mette in circolo volo. Simulatore di simulatori che percorsi di senso sapientemente sembrano ormai correre spediti verso definiti “danteschi” dal curatore. la duplicazione della realtà.

http://www.retroyou.org/

Animal Charm

Estetica anni ottanta rubata alle tv commerciali, televendite per denti . bianchi e roba del genere. E ancora: annientamento d’ogni umanità e Queste le opere proposte per una conformismo di plastica. Animali durata complessiva di 40 minuti: selvatici sparsi qua e la (potrebbe Animal Charm Live. Lightfoot Fever. piacere a Charlemagne Palestine?!?!): Street Shapes. Computer Smarts. uomini e bestie. Il montaggio è Brite Tip. Il Mouille. Sunshine Kitty. estremamente basilare, taglia e cuci Hot Mirror. elementare composto da giustapposizioni di senso stralunate. – Lightfoot Fever (1’30”, 1996). Prendi L’audio scorre sopra le immagini senza Jim Bailey che canta il superclassico raccordi di sorta. Animal Charm è lo “Fever”, montalo con immagini di pseudonimo dietro al quale si celano animali selvatici, shekera l’audio Jim Fetterley e Rich Bott un duo campionando le varie parti della californiano attivo nella melodia, alterna un duetto sensuale sperimentazione visiva da poco più dell’interprete con una compagna d’una decade che si caratterizza per sinuosa ad immagini di quegli stessi un’attitudine dissacrante animali con qualche compagno della dell’immaginario pop, lo stile è quello propria specie ed otterrai la stramba dell’artigianato digitale casalingo, miscela allestita per questo breve e fulminante esperimento.

51 Il video è inserito nella compilation http://youtube.com/user/therealani Animal Charm Videoworks: Volume 1 malcharm e nell’antologia American Psycho(drama): Sigmund Freud vs. www.myspace.com/animalcharm Henry Ford . . – Computer Smarts (1’30”, 2002). Se fosse possibile tradurre per immagini il trasferimento d’una memoria enciclopedia d’un calcolatore nel microscopico cervello d’un pappagallo ci si troverebbe di fronte al cortissimo in questione. Il video è inserito nella compilation Animal Charm Videoworks Volume 3: Computer Smarts.

. – Brite Tip (3’00”). Con tutta una serie di effetti di montaggio che variano Soundtrack: Martin Siewert dalla tendine alle dissolvenze incrociate in questo video troviamo Bella questa monografia dedicata alle kulešovianamente giustapposte fra sonorizzazioni del viennese Martin loro immagini che descrivono Siewert, una selezione che ha dato l’educazione forzata alla quale sono modo di vedere alcune opere davvero sottoposti, allo stesso modo (?) interessanti di autori provenienti bambini e cani poliziotto. Come a dire dall’area della mittle europa. Gustav che l’educazione è sempre un poco Deutsch, Jan Machacek e, con ben tre coatta. Il video è inserito nella opere, Michaella Grill. Cinque lavori compilation Animal Charm che compendiano in maniera chiara le Videoworks Volume 3: Computer differenti forme delle collaborazioni e Smarts. le diverse attitudini dei registi proposti, tutti e tre d’assoluto valore Questi tre titoli, così, tanto per sia artistico che tecnico. delineare in linea di massima uno stile davvero complesso da raccontare con – Film Ist # 9 . Regia: Gustav Deutsch le parole. (AUT/2002).

Film Ist è un progetto giunto nel 2002 alla sua seconda parte (capitoli dal 7 a www.animalcharm.com/ 12), è una serie suddivisa in dodici

52 capitoli composta al suo interno da – Cityscapes . Regia: Michaella Grill. una serie variabile di piccoli frammenti di cinema delle origini, Scorci urbani d’inizio 900 quasi recuperati e restaurati dai cinque impercettibili, sporcati da una patina archivi di pellicole che hanno digitale che li rende appena visibili. collaborato alla realizzazione di L’effetto ricercato da Grill sembra questo complicato progetto diretto puntare alla materializzazione della da Gustav Deutsch (uno dei più distanza temporale che ci separa dalla importanti filmmaker europei viventi). cattura d’una imprecisata città d’inizio Recuperati e restaurati ma secolo. inevitabilmente muti i film vengono accompagnati dalle melodie lunari ed elettriche di Martin Siewert. Il SonarCinema estrae i quattro elementi che compongono il capitolo numero 9, denominato conquest , Deutsh vira il colore alla maniera di molto cinema dei primi trent’anni della sua storie e monta fra loro delle micro-narrazioni autonome. La conquista è quella della locomotiva a . vapore (9.1), quella del cielo da parte dell’uomo con il dirigibile (9.2), quella Kuvaputki della carne sullo spirito, del bianco sul Regia: Edward Quist. Musiche: Pan nero, dell’uomo sulla bestia (9.3), e poi Sonic. Montaggio Wargula. Durata 35′ la conquista del campo nemico da . 2008. parte di eserciti che dapprima si affrontano alla baionetta e poi via via Il primo lavoro in DVD mai pubblicato in un crescendo bellico giungono a dai Pan Sonic, già questo dato fa del fronteggiarsi con meccanici strumenti lavoro in questione un evento, è il da guerra (9.4). risultato della collaborazione intercorsa fra il duo finlandese e – Erase Remake . Regia: Jan l’artista digitale Edward Quist che ha Machacek. prodotto per loro una complessa – Hello Again . Regia: Michaella Grill. immagine d’un raggio catodico come accompagnamento ai suoni astratti da – Trans . Regia: Michaella Grill. loro generati in una performance live della quale emergono vaghe immagini

53 dei due. Ilpo Väisänen and Mika Vainio sono i soli protagonisti di questo interessante esperimento audio che a dispetto di quanto ci si potrebbe immaginare evita il ricorso alla sincronizzazione di suono ed immagine, le due colonne (audio e video) corrono autonome per sviluppo e struttura. Un prodotto assolutamente in linea con lo stile Pan . Sonic, essenziale, minimale e molto noise. In Transit

Hazmazak In transito e di passaggio, ed estensivamente il viaggio e la Regia: Edward Quist. Musiche: Del trasformazione, questo il tema scelto Marquis & Edward Quist. Durata 5′ . come filo rosso di congiunzione per 2008. tre cortometraggi che in modi La passione, fissazione, di Edward differenti si misurano con il Quist per la ripresa degli elettroni movimento e la prospettiva. osservati in un tubo vacuo (il Please Stand Back di Stadtmusik fenomeno fisico che permette la (2007) si rapporta allo spazio generazione dei raggi catodici) torna architettonico della città anche in questo breve lavoro che considerandolo quale forza motrice illustra una variazione sul tema di dei processi che lo compongono. Lo quanto espresso nel precedente spazio è letto come una lavoro. sovrapposizione di immagini fotografiche entro cui muovere il proprio punto di vista e dove la www.embryoroom.com/ dinamica fra movimento dell’occhio che guarda e la prospettiva che lo . contiene assume tratti differenti dal dato reale.

fourtythousand3hundred20 memories diretto da AGF e Sue Costabile (2006) ci depista illudendoci d’essere ad un passo dalla sue comprensione

54 facendoci seguire un viaggio del quale è una rarità. però ben presto ci sfuggono i confini.

Kaamos Trilogy di Mia Makela (aka Solu) è una riflessione sulla luce, o la http://www.sixpackfilm.com/catalogue.php?o sua assenza. Un viaggio attraverso le id=1613&lang=en tenebre nel freddo del nord della http://www.ondarock.it/recensioni/2 Finlandia. ‘Kaamos’ è un termine 006_agf.htm finlandese che descrive i mesi senza sole dell’emisfero nord, quando la luce http://www.solu.org/

55 Diba 2008: Cinema E Tecnologia

Barbara Sansone

diversi spazi della città, sotto l’ala protettrice del colosso Canon. Il digitale, per quanto sempre più presente, non detiene ancora il monopolio del cinema e per questo Montse Martí, Alexis Borràs, Nestor Domènech e Annachiara Sechi (il cuore concettuale e operativo del festival) propongono ogni anno nella sezione DiBa Screen i lungometraggi migliori realizzati in digitale durante In una Barcellona ancora restia a l’anno. fiorire in una agognata primavera, si è svolta, dal 5 al 15 giugno 2008, la quarta edizione del DiBa, festival di cinema digitale di Barcellona.

Lo spirito che anima questo festival è fin dai suoi albori altamente partecipativo: il bello del digitale è la sua democraticità, l’essere a portata di tutti, motivo per cui il cinema non si deve più solo guardare ma si può . addirittura fare. E con poco, come insegna Michel Gondry, che ha In questa edizione, questa sezione era ispirato la sessione di corti Home articolata in cinque parti: Competición Made proiettata allo spazio Movistar (dove si sono distinti due film: nell’ambito della sezione DiBa Club. l’impressionante PVC-1, di Spiros Stathoupoulos , ricostruzione in un Insomma, le nozze di creatività e unico piano sequenza di un fatto di tecnologia si sono celebrate in cronaca avvenuto in Colombia nel un’intensa kermesse di proiezioni, 2000 e, per via della sua soggettività e feste, concerti, concorsi, interventi in del real-time, capace di sconvolgere

56 profondamente gli animi e Wellness di Apuntolapospo e Ovide, quest’anno si Jake Mahaffy , premiato come Miglior è impegnato nella produzione di un Film DiBa Screen 2008), Masters del videoclip musicale stereoscopico Universo (che presentava (“Me tienes contenta” del gruppo documentari su personaggi con visioni Pastora), il primo in Spagna e il originali del cinema, come David secondo nel mondo mai realizzato. Il Lynch, Wim Wenders e Michael video è stato presentato nel corso di Moore), Arqueología del vídeo (un un’interessante sessione omaggio alle prime sperimentazioni professionale, insieme ai trailer di elettroniche di Michelangelo alcuni dei film che si proietteranno Antonioni, Francis Ford Coppola e nelle sale nel 2008 e nel 2009. Anche Jean-Luc Godard), Una ventana al Hollywood, infatti, sta prendendo mundo (cinema di denuncia questa direzione e possiamo neoralista, qui rappresentato da Brian tranquillamente immaginare che un de Palma, George A. Romero e Eric giorno non lontano tutto il cinema e Nazaria) e una selezione di Corti addirittura la televisione domestica catalani . saranno in 3D e senza richiedere l’uso degli occhiali speciali tuttora Ma oltre a presentare le migliori necessari. Le ricerche che si stanno produzioni mondiali nell’ambito del già facendo vanno addirittura oltre e digitale, il DiBa è un festival che presta puntano a fornire un 3D olografico, molta attenzione a quello che verrà che consenta cioè di cambiare il dopo, agli sviluppi che già stanno punto di vista spostandosi intorno avendo i nuovi mezzi tecnologici e alle all’immagine. possibilità espressive che aprono. Certo, per ora ci sembra che la vita reale non sia “tanto tridimensionale”. Ma questo è dovuto da una parte a scelte stilistiche comparabili a quelle che fanno di una normale fotografia un’interpretazione della realtà più che un suo ritratto (e questo è il bello dell’arte!) e in parte alla mancanza di abitudine percettiva dello spettatore, la stessa che non permetteva di riconoscere le prime immagini . cinematografiche della storia o che Per questo, insieme a Telefónica, generava il comune “fastidio” di fronte alla limpida immagine dei primi DVD

57 (ormai non più commentata, mentre escludevano coloro che si trovavano finalmente si riconosce come sporca e lontano dalla città, quest’anno il nebulosa la vecchia immagine dei festival si è esteso ad aspiranti di tutto VHS). il mondo, grazie alla sua modalità online.

La banda larga, PayPal, Kyte.tv e un denso lavoro di promozione a livello mondiale hanno permesso al concorso di aprirsi all’intero globo e promettono future edizioni ancora più ricche. Per maggiori dettagli sul programma di quest’anno, che come sempre ha tenuto conto di videoclip, corti, documentari, crediti, motion . graphics e via dicendo, si rimanda al sito web del festival. Un altro passo avanti del festival riguarda la sua sezione più importante e amata: il DiBa Express, il concorso di realizzazione di cortometraggi in www.dibafestival.com tempo record basandosi su una parola chiave. Oltre alle normali modalità di www.dibaexpress.com partecipazione, che finora www.dibaexpressonline.com

58 Tre Giorni Di Sonar!

Silvia Bianchi

parco concerti nel cuore della città, per la parte diurna del festival e della Fiera Gran Via per la sessione notturna del festival. Arriviamo il mercoledì e nemmeno il tempo di tuffarci nel clima festaiolo che tira in città che già è tempo di Sonar.

Tempo di anniversari per il Sonar, manifestazione/evento unico al mondo di musica elettronica e nuovi media, che non ha bisogno di troppe presentazioni e che taglia quest’anno il traguardo delle 15 candeline.

. Il festival barcellonese, che negli anni ha assunto lo status di vero e proprio Photo by Arianna D’Angelica fulcro delle tendenze correnti nel campo di arti elettroniche e dintorni, Giovedì 19: giornata inaugurale, si riconferma sempre, nonostante i solitamente molto più vivibile grazie molti critici e detrattori, un evento anche a un cartellone leggermente unico capace di raccogliere al suo meno allettante rispetto ai giorni interno una molteciplità di offerta in successivi, che inizia in modo sornione quanto musica, cinema, arti tanto che ci intratteniamo sotto la multimediali e molto altro. fresca tenda del Sonar Dome per buona parte del pomeriggio, Anche in questa ultima edizione le assistendo in modo abbastanza locations prescelte sono quelle distaccato all’esibizione tra jazz, funk dell’accogliente CCCB-Macba, e soul degli spagnoli ASSTRIO. Ci trasformato per l’occasione in un spostiamo, e nel palco centrale (Sonar

59 Village) ascoltiamo le ottime selezioni Väisänen confermano di essere tra gli a base di hip hop futurista di DJ2D2, indiscussi padroni dell’elettronica artista dell’interessante Boom Sound d’avanguardia: tra sferzate rumoriste, Collective già apprezzato nella scorsa come sempre controllate con edizione. maestria, e una vena ritmica quasi sempre assente in passato, i due Primo appuntamento a cui accorriamo ipnotizzano la sala strapiena con un certo interesse è il live dei dimostrando che la macchina Pan PRAM, nella sala sotterranea del Sonic è viva e vegeta: maestri. Macba, il Sonar Hall; la band inglese, alle spalle una vastissima discografia tra labels come Too Pure e Domino, appare in ottima forma alle prese con il caratteristico sound che fonde elettronica, jazz, avanguardia e dub amalgamato da una compatta formazione che vede sul palco basso, chitarra, batteria, sinth.

Torniamo all’aperto e ci imbattiamo nella prima sorpresa del festival: BASS . CLEF. Ragazzone inglese, che in patria si è guadagnato l’appellativo di Photo by Arianna D’Angelica “hackney dub master”, con il suo live Venerdì 20 : tempo di arrivare che ci rapisce e ci porta nel mondo del subito ci comunicano la defezione dei dupstep analogico: si presenta infatti KONONO N°1 (pare che non abbiano armato di trombone, teremin e una ottenuto i documenti necessari per serie di strumenti giocattolo tipo lasciare l’Africa in vista del tour fischietti vari. Coinvolgente e europeo): peccato. rispettoso della matrice giamaicana del genere conquista il pubblico che La giornata si preannuncia gustosa ed ricambia il suo entusiasmo: promosso iniziamo dal tendone del Sonar Dome a pieni voti. dove si tiene lo show case di un’etichetta storica come la NINJA Clou della giornata l’esibizione dei TUNE. I primi a salire sul palco sono la PAN SONIC: dai loro live ormai ci si band THE HEAVY, band che arriva dal può aspettare di tutto, molto dipende south west britannico autrice di una anche dallo stato d’animo dei nostri e miscela sonora esplosiva a base di in questa occasione Mika Vainio, Ilpo funk, blues, garage e rock’n’roll: da

60 tener d’occhio. Ci spostiamo nel palco centrale e assistiamo al live di QUIET VILLAGE, A seguire il dj J MOUNTAIN che scalda ovvero Matt Edwards il pubblico in vista di uno degli artisti (Radioslave/Rekid) e Joel Martin; che più attendiamo: DAEDELUS. Il l’esibizione, forse in un orario losangelino ripropone il set che improbabile come le 16:45, non lascia abbiamo ascoltato mesi fa in Italia, il segno, sebbene l’album Silent Movie sorta di dj/live set dove, sempre alle (!K7) rimanga uno dei più caldi del prese con dei controller sembra 2008. costruiti appositamente per lui, inserisce sue tracce e tracce altrui C’è curiosità nell’attesa di assistere al (Aphex, Madlib, Portishead..) remixate live di KALABRESE e della sua all’istante in pieno Daedelus style; RUMPELZIRKUS ORCHESTRA, visto il folla ipnotizzata e felice: magico. successo di critica dell’album uscito Meno esaltante l’altro progetto con nel 2007; attesa ripagata da un cui Daedalus si ripresenta più tardi nel concerto a tratti molto divertente in Sonar Dome, in cui sotto il nome di cui il produttore svizzero, nelle Long Lost si presenta con la moglie improbabili vesti di batterista e show Laura Darling, in un incontro man, alterna momenti di pura disco psichedelico e melodrammentico che, funk a momenti più electro: ottimo in disco, perde un po’ nel live giocherellone. essendo sicuramente pià adatto ad uno spazio intimo che non allo spazio Soprassediamo sul legnoso show del del Dome. duo electro-rap YO MAJESTY, e arriviamo all’esibizione del talentuoso rapper statunitense , autore di ottimi album , sotto pseudonimi quali Dr. Who Dat e Shapes Of Broad Minds, sull’etichetta Lex Records. Si presenta al Sonar come SHAPES OF BROAD MINDS, in compagnia di un batterista e di un dj; la sensazione è che, nonostante la validità dialettica del nostro Jneiro e le basi di sicuro effetto, manchi qualcosa . dal punto dell’originalità del live: da rivedere. Photo by: Valentina Besegher

61 all’altro per seguire le cose che più ci interessano.

Per i più malinconici i MADNESS aprono le danze nell’immensa area del Sonar Club con il loro collaudato sound a base di pop wave ska, ma lasciamo correre senza troppa attenzione.

MARY ANNE HOBBS, indiscussa . regina delle notti inglesi con il suo Photo by: Valentina Besegher programma “Xperimental” su BBC radio 1, scalda a colpi di dubstep il Passiamo di nuovo al Sonar Hall per dance floor del Sonar Lab replicando vedere cosa ci prepara Tara de Long e lo show case della scorsa edizione. rimaniamo sorpresi dalla bravura di questa Mc, che domina il palco con grande potenza scenica e rappa con un’energia e uno stile inclassificabile, riuscendo a dar vita ad uno show davvero coinvolgente e divertente: da vedere.

Finiamo nel Sonar Complex dove ci imbattiamo nell’incontro tra due gruppi chiave della scena sperimentale Catalana, quello tra . NISEI e ZA. Restiamo rapiti dall’energia ritmica di questo live E arriviamo alla prima delusione della realizzato in esclusiva per Sonar, in cui serata: DIPLO. Da lui ci aspettavamo 2 batteristi, 3 chitarre e 2 bassi danno un set più eclettico all’insegna vita ad un’esplosione che ci inonda e dell’incontro tra hip hop, house, break ci fa battere i piedi: da ripetere. beats e invece il produttore, tra gli altri di M.I.A., rilascia un serratissimo Giusto il tempo di una doccia che ci set in 4/4 senza andare troppo per il catapultiamo nella bolgia della Fiera sottile; la folla sembra comunque Gran Via per la prima serata del Sonar gradire. by night 2008. Il programma è fitto e dobbiamo fare le corse da uno stage Ci spostiamo di nuovo nel Sonar Lab e

62 assistiamo all’ottimo set di tratti dall’ultimo album SHACKLETON, co-fondatore della “Overpowered”, che dal vivo label di culto Skull Disco e autore di funzionano assai bene grazie un dubstep sound intriso di atmosfere all’ottima forma dimostrata sul palco oscure, profonde basslines, dalla Murphy e dalla sua band che percussioni afro e forti richiami l’accompagna sia nelle digressioni più all’estetica berlinese lato Basic electro che in quelle più propriamente Channel; dopo l’esibizione ci è più pop; regina. chiaro l’interesse di molti produttori techno/minimal oriented, su tutti Ricardo Villalobos, verso questo artista: ipnotico.

Subito dopo è il turno del californiano FLYING LOTUS, forse l’artista che attendiamo con più ansia, in quanto produttore sopraffino già all’opera su etichette come Plug Research e (apprezzatissimo da pubblico e critica l’ultimo lavoro “Los Angeles”); set . interessante e coinvolgente, Photo by Arianna D’Angelica nonostante alcuni problemi tecnici del nostro, tra proprio repertorio e tracce Stremati ci accingiamo al palco che altrui, e quando “entra” “Archangel” di ospita il live di BURAKA SOM Burial la soddisfazione di tutti i SISTEMA, next bing from Portugal, presenti è palese: promessa che si aggira in territori soca, hardcore mantenuta. hip hop e baile funk; sarà l’ora tarda ma lo show ci lascia perplessi: Saltiamo a piè pari il dj set di MALA caciaroni. (della crew inglese Digital Mystikz), già apprezzato in altre circostanze, e ci Torniamo al Sonar Park dove dirigiamo verso il Sonar Park dove sta attendiamo con ansia l’arrivo di per iniziare il live di ROISIN MURPHY; Hercules and the Love Affair , freschi alle spalle vari dischi con il progetto di uscita su DFA con il loro successo Moloko e due ottimi album solisti “Blind”. Arriviamo ricolmi di sotto la supervisione di sua maestà aspettative e curiosi di ascoltare dal Matthew Herbert. Alla fine risulterà vivo i pezzi che da mesi risuonano forse la cosa migliore di questo Sonar nelle nostre cuffie. Ci aspetta però un 2008. In scaletta principalmente pezzi live deludente, sarà l’assenza di

63 Anthony Hegarty ,che nel disco da il tremenda a base di Village People, tocco di classe comparendo in tre hit, Gloria Gaynor e amenità disco sarà la mancanza assoluta di quel maranza simili: ma per favore groove che ci aveva conquistato in un ottima incisione da studio, ma ce ne Ci riprendiamo con il giocoso live set andiamo tristi e amareggiati. di KID ACNE, mc che arriva da Sheffield (Uk), che nonostante i Per fortuna che Theo Parrish ci continui richiami all’estetica hip hop aspetta nel Lab con un set a base di old skool (su tutti Run Dmc e Beastie funk, soul e dub, che ci riporta il Boys) dimostra di saperci fare grazie sorriso sulle labbra e la voglia di anche all’ausilio di due ottimi mc e un ballare. Come pronosticato la lunga dj: rinfrescante. esperienza con Sound Signature, che fa di Parrish una figura impareggiabile Corriamo nei sotterranei dove in nel mondo del musica da ballare nel programma abbiamo i MATMOS; suo senso più ampio, si riconferma freschi di uscita col nuvo album garanzia e terminiamo contenti “Supreme Balloon”, Drew Daniel e questo venerdì di Sonar. Martin Schmidt confortano il pubblico con una esibizione degna del loro nome; meno spigolosi rispetto al passato, come conferma anche il contenuto a tratti pop dell’album, il duo, (alle prese con laptop, strumentazioni elettroniche varie e inserti acustici), appare in buon stato di forma.

.

Sabato 21: ultimo giorno di Sonar, la sensazione è che, nonostante buone performance di pochi artisti, la qualità della maggior parte degli show sia stata fin’ora non esaltante.

Il marocchino DJ KEY, sebbene . dimostri una tecnica sopraffina ai piatti, sciorina una selezione Di nuovo nel Village per le NORTHERN

64 STATE, trio al femminile che Verso la fine del pomeriggio potremmo tranquillamente incappiamo nell’incredibile live dei ribattezzare BEASTIE GIRLS (non a giapponesi BOGULTA, duo dedito ad caso la produzione del loro esordio un caos sonoro a base di punk, “Can I Keep This Pen” è affidata ad Ad electro, new wave e metal; non Rock del più famoso trio al maschile sfigurerebbero su etichette come from NY). Divertenti, niente di più. Load o Ipepac; belligeranti.

Stremati riusciamo a salire di qualche Penultimo atto della giornata nella piano e arrivare nella lounge Red Bull tenda del Dome, dove troviamo Academy, nonostante il caldo quattro nerd scandinavi, Rigas Den all’interno dell’area, per il dj set di Andre, Pavan, Joxaren and Daniel HUDSON MOWHAKE, 21 anni, Savio i quali ci fanno conoscere il scozzese, fresco di firma con la Warp ; sound dell’etichetta Flogstadanshall . il suo sound è un mix tra hip hop, Ottimo live di hip hop strumentale, broken beat ed elettronica. Non caratterizzato da profonde basslines e possiamo che inchinarci alla potenti linee di sinth che farebbero freschezza del suo set. impallidire, per bravura e originalità, chiunque: talentuosi.

65 virtuso compositore Boom –Bip e dal Front man di Super Furry Animals confermano, ancora una volta nel festival, come Lex Records sia garanzia qualità e originalità, con un live electro pop delizioso : retro- futurista.

Dal Sonar Park ci spostiamo al Sonar Pub dove Antipop Consortium,

. collettivo fondato nel 1997 da talenti come Beans, High Priest, M. Sayyid e Torniamo alla RedBull Lounge per il Earl Blaze, vera pietra miliare del rap set di xxxchange , produttore di sperimentale, ci accoglie con il loro Filadelfia che ci sorprese nella sua Martian Hip- Hop, una tempesta di collaborazione con Spank Rock per il liriche dall’impatto assicurato: unici. disco YOYOYO. Purtroppo però non ritroviamo niente di quell’originalità che caratterizzava l’artista agli esordi ma solo l’ennesimo set in 4/4 quarti con un pezzo di Santo Gold e uno di M.I.A nel mezzo: main stream

Chiudiamo la nostra avventura al Sonar 08 “del dia” con l’esibizione dei BLACK DOG (tra i primi a incidere su Warp ad inizio anni 90) e con la loro formula a base di intelligent techno, . quasi che il tempo si fosse fermato nel 1992: nostalgici. Passando alle considerazioni finali dobbiamo dire che, a conti fatti, Nel sabato notte di Sonar spicca il live questa edizione del Sonar è sembrata di Dj Yoda, che presenta in esclusiva il più sottotono, soprattutto per un suo Magic Cinema Show, cartellone artistico forse meno un’incredibile show audio video invitante, rispetto alle passate realizzato con il supporto della edizioni. Le cose migliori, a nostro tecnologia Pioneer SVM-1000: parere, sono arrivate da artisti non divertente. proprio alle prime armi (Pan Sonic, Matmos, Pram, Roisin Murphy, , duo composto dal

66 Antipop Consortium….) e da poche professionisti del settore a cui non si sorprese relative ad artisti emergenti può prescindere. (Bass Clef, Flying Lotus). Fiduciosi attendiamo sviluppi per il Il festival comunque, con le sue Sonar 2009. 82.000 presenze nei tre giorni, rimane una delle migliori realtà per quanto riguarda la musica elettronica a livello www.sonar.es mondiale, vetrina per artisti e

67 Node, Una Scommessa Vinta

Giuseppe Cordaro

accompagnato dai violini dei due Yara, e dai visuals di Nicolai Konstantinovic. La performance di Martin si concentra intorno alle orchestrazioni ambientali generate dal laptop e gli accompagnamenti live dei due violini. Per quasi un ora il pubblico assiste silenzioso, immerso all’interno di un flusso sonoro fatto di drones lunghissimi, giochi di suoni creati con i bicchieri e le intrusioni sonore dei due Questa del giugno 2008 è stata la Yara. Un pò lungo e ridondante ma prima edizione del Node Festival di ammaliante nel complesso. Modena, festival dedicato all’incontro Con Nils Quak aka nq, l’atmosfera delle arti visive con la musica, e le rarefatta creata dal live precedente nuove tecnologie. In due giorni viene spazzata via. Il musicista all’interno della bellissima cornice tedesco inizia a creare bit complessi e della galleria civica di Modena si sono secchi, IDM di alto livello. Il pubblico succedute conferenze e live di livello entusiasta resta immobile seduto a internazionale. terra all’interno della sala, peccato che Line Up composta da Marsen Jules, la location non dia la possibilità di Nq, Alva Noto, retina.it, Aoki scatenarsi a tempo dei bpm sparati Takamasa, Kangding Ray, Deaf dall’impianto. Per quasi un’ora nq si Center, e Deer per quando riguarda i diverte nel costruire trame sonore musicisti; Claudio Sinatti, Suicase.org fatte di bit glicth costruiti e Nicolai Konstantinovic per i sapientemente, e da melodie musicali manipolatori del video. che ricordano molto il marchio dell’etichetta giapponese che lo ha Le prima serata si è aperta con la prodotto qualche anno fa, la performance del tedesco Martin progressive form. Juhls, aka Marsen Jules,

68 L’indomani a dominare la giornata è il musicista giapponese Aoki Takamasa, prima però si parte con il magnifico live del duo norvegese Deaf Center.

Il live è un susseguirsi di emozioni forti, Erik con chitarra, pedali e laptop catalizza gli ascoltatori con la creazione di melodie cupe e dilatate, accompagnate dalla raffinatezza

. melodica del pianoforte di Otto Totland. In pieno stile type records i Photo by Simona Silvestri due norvegesi colpiscono il lato più profondo dell’anima musicale, con tre Dopo un paio di minuti trascorsi per il lunghe tracce musicali che avvolgono cambio palco e di attesa spasmodica, l’intera sala per circa un’ora. Musica è la volta di Alva Noto. Utilizzando per emozionante accompagnata dai la prima volta visuals lineari e colorati, visuals dell’italiano Claudio Sinatti, che il live suonato dal guru dell’elettronica ha saputo interpretare visivamente in contemporanea è fatto da noise maniera impeccabile le espressioni minimali, bit geometrici, ed in due musicali di Deaf Center. canzoni con il testo recitato in francese da Anne James Chaton. Alva Noto non delude con la sua performance, e cattura il suo pubblico presentando in anteprima nazionale il suo ultimo concept work, Unitxt, sul rapporto tra il linguaggi matematico e sperimentazione musicale. Il pubblico non resta solo ad ascoltare e finalmente in piedi si diverte muovendosi a tempo dei bit incalzanti. .

A concludere la serata ci pensa il duo Photo by Cristian Ponzoni partenopeo retina.it con i visual dei suicase.org, unico progetto musicale A seguire il musicista tedesco italiano presente all’interno della due Kangding Ray, scuola raster noton, giorni modenese. che presenta anch’egli al Node l’ultimo lavoro, Autumne Fold. Il live

69 dura circa un’ora e un quarto, ed il utilizzando il sequencer monome si musicista gioca molto manipolando diverte a far ballare la gente in sala. live la propria voce. Le sonorità di questo ultimo lavoro si distaccano molto dal precedente, dal vivo utilizza molte più architetture melodiche e ritmi meno minimali.

L’attesa sale ancora di più quando il piccolo genietto dell’elettronica giapponese, Aoki Takamasa si porta davanti al proprio laptop. Il suo è un live in continuo crescendo, sciorina bit-glicth sintetici, sonorità tecno . futuristiche, un cut up di suoni. Un ora Una bella prova d’inizio, quella portata e mezza, dove si fondono avanti dagli organizzatori modenesi. sapientemente sperimentazione pura La programmazione è stata e sentiment:, è sua la migliore eccellente, e il festival è riuscito nelle esibizione della serata, elettronica presenze a far avvicinare avvolgente che rapisce il pubblico all’elettronica anche chi non avrebbe presente in sala. mai ascoltato quest’espressione musicale. A chiudere la serata e questa prima edizione del Node ci pensano il tedesco Deer e gli italiani suicase.rog. Un’ora di tecno minimale, dove Martin www.node-live.com

70 Thierry De Mey: Il Movimento Della Musica

Massimo Schiavoni

rischiare affrontando anche il tema del balletto classico assieme ad Anne Teresa, coreografa e regista fiamminga che ha fondato nel 1983 la Rosas, una compagnia la cui particolarità era quella di essere costituita da sole donne, esordendo a soli diciannove anni proprio con questo spettacolo.

April me, spettacolo per il ventennale della Compagnia, è un neologismo Thierry de Mey è un compositore e tratto da un verso del poeta regista contemporaneo che lavora ad statunitense Edward Estlin Cummings ogni sua creazione come se fosse la che si potrebbe tradurre come “fammi prima, con la stessa intensità a essere aprile”. Esso si basa su musiche passione, la stessa dedizione e umiltà. di Thierry il quale ha creato una Ha studiato pianoforte e percussione composizione originale inglobando contemporaneamente all’arte Les Noces, un pezzo scritto nel 1923 cinematografica, e questo per il balletto classico da Igor parallelismo l’ha portato verso un Stravinsky, in un prologo e un epilogo incontro che non poteva essere che ne riprendono il tema altrimenti: la videodanza. A volte il suo completando la storia raccontata sulla ruolo è quello di regista, altre volte scena. Si arriva poi a capolavori come compositore della colonna sonora ma What the body does remember, nel in entrambi i casi il suo taglio non è quale coagula perfettamente indifferente e spesso i suoi panoramiche a soggettive, e Musique collaboratori sono fondamentali per da Table , dove inventa non dire insostituibili come i personalmente una nuova tecnica di coreografi Anne Teresa de fare musica: percussioni manuali su di Keersmaeker e Wim Vandekeybus. un tavolo seguendo uno spartito. Un L’opera Rosas danst Rosas dimostra vero e proprio concerto senza già la sua voglia di sperimentare e di strumenti, dove l’affiatamento e la

71 sincronia dei maestri lasciano senza puntualissimo, io a dire il vero un po’ fiato. Infine Ma Mère L’Oye in cui il emozionato. regista belga invita danzatori- coreografi a scegliere un personaggio Massimiliano Schiavoni: Buon fiabesco nel fitto di boschi magici e a pomeriggio Thierry e grazie per essere creare una sequenza danzata sulle qui, posso darti del tu? note di Maurice Ravel. Thierry de Mey: Certo nessun problema.

Massimiliano Schiavoni: Questa tua precisione chirurgica per quello che fai da dove viene? Quando è nata?

Thierry de Mey: Ho avuto una educazione musicale da bambino, mia sorella che ha 3 anni meno di me era in una classe di danza. Ho fatto il liceo matematico e latino, e dopo la scuola . del cinema di Bruxelles, ma ho E’ già quindi affascinante poter continuato a fare musica, suonavo il incontrare Thierry: se poi hai l’onore di piano e le percussioni. passare un’ora con lui a parlare del Professionalmente però ho fatto la suo mondo, della sua arte e della sua scuola del cinema a vent’anni ed ero vita è un’occasione che diventa appassionato anche dalla medicina e imparagonabile, soprattutto quando ti dalle scienze neurologiche. Pensavo accorgi che la persona è più che che il cinema era la maniera migliore disponibile, con una vena d’ironia di mettere dentro tutte queste sempre accesa. Questo intenso discipline, la musica, la danza, il incontro è avvenuto in occasione movimento è multidisciplinare. dell’ultimo TTV Festival di Riccione, Massimiliano Schiavoni: Quindi l’ dove era in programma un vero interesse per la danza è iniziato grazie omaggio alla sua arte e di tutta quella a tua sorella. belga, in particolare la danza contemporanea e la scena video dei Thierry de Mey: Bruxelles non è una vari Meg Stuart, Wim Vandekeybus, città tanto grande ma tutti i miei amici Alain Platel o Antonin de Bemels. fanno danza, musica, e allora sono Incontro Thierry nel primo pomeriggio familiari tutte queste arti, ho passato al Palazzo del Turismo di Riccone, lui tante ore in studio di danza con mia

72 sorella, in studio di musica, sono provengo da Polverigi… andato ad incontrare il suo professore di ritmo e percussioni seguendo i corsi Thierry de Mey: A Polverigi, che contemporaneamente alla scuola del ricordi Ci sono stato tre mesi a cinema. Siamo tutti amici Polverigi nel 1987, appena arrivato naturalmente e quando c’era da fare neanche il taxi sapeva la strada. un video tutti dicevano Thierry, Abbiamo fatto uno spettacolo Thierry ci servi per questo e per importantissimo ed è da quella quello. Mia sorella Teresa a vent’anni residenza che è nato il mio sistema ha fatto uno spettacolo di danza jazz musicale da tavola oggi famoso in che ancora si replica in Europa, tutto il mondo. Musique de Tables. E’ abbiamo fatto una pellicola su questo nato con il lavoro insieme ad un spettacolo . ragazzo di Ancona, Simone Sandroni, con Wim Vandekeybus è stata una residenza un po’ speciale perché il teatro era ancora in costruzione, facevamo le prove in una sorta di pallone bianco gigantesco, era molto intensivo.

Massimiliano Schiavoni: Che opera avete rappresentato a Polverigi?

Thierry de Mey: Abbiamo messo in scena la prima opera di Wim . Vandekeybus, “What the body doesn’t Massimiliano Schiavoni: La tua prima remember”. Lo abbiamo fatto qui, opera Thierry. dopo la prima in Olanda, e allora dopo siamo andati a New York dove Thierry de Mey: Escludendo le molte abbiamo ricevuto il Premio della opere di gioventù, la prima opera che Critica Americana per la musica e per si poteva definire tale era la Musica di la danza, un successo incredibile, tutti Rosas danst Rosas, uno spettacolo di i Paesi volevano questo spettacolo. Mi danza con la coreografia di Anne ricorderò sempre che il Direttore di Teresa De Keersmaeker, con mia Inteatro di allora – Cimetta – aveva sorella, con l’italiana Adriana Borriello.. avuto la grande intelligenza e bravura di prendere Wim, che allora non era Massimiliano Schiavoni: Sì, la sua conosciuto Ricordo poi che Musique Compagnia collabora spesso con il de Tables è nato perché era una Festival Inteatro di Polverigi, io

73 sequenza di “What the body doesn’t quando sono arrivato con i miei remember”, dove sono solo con Wim musicisti a proporre questa opera, è e il suo assistente, e allora il concetto che tutti erano scettici; oggi invece è era che io come musicista dovevo come il mio biglietto da visita, la mia seguire quello che il ballerino faceva referenza. Ci sono tanti conservatori – perché ognuno doveva acquisire la come quelli di Bruxelles, Parigi, sua indipendenza è una scena che Strasburgo e in Giappone – che ancora si fa e si insegna a scuola. adottano questo sistema nei corsi di percussioni oggi: io stesso insegno e tengo corsi su questo sistema.

Per me era l’inizio di qualcosa, capire come è importante il movimento dentro la musica: il movimento è come la musica della musica. Il pianista deve fare un movimento dentro le note, si deve identificare con questo movimento e secondo me è importantissimo per uno che vuole . suonare, cantare o fare altre cose, avere questo senso del movimento. Allora dovevo trovare un sistema per Naturalmente la danza è l’arte dove il riportare visivamente questo movimento è il più puro, è al centro, movimento delle mie mani, di ma in tutte le cose umane esiste e si scriverlo, una partitura insomma nel identifica; è dentro un film, ovunque, treno Polverigi-Bruxelles, che ci è negli attori. metteva due giorni, ero confortato dal fatto che potevo lavorare a questa cosa, dovevo fare qualcosa per far tradurre il tutto su un pentagramma, in note

Ci ho messo tanto tempo per trovare questo sistema. Lo spettacolo è una suonata Barocca dove ci sono tre semplici tavoli e tre percussionisti professionisti; nella pellicola c’è un

Capo d’Orchestra, un controbassista e . un clarinetto. La cosa più strana,

74 Massimiliano Schiavoni: Musique de termine della parola, dove può Tables avrà una evoluzione? immedesimarsi e calarsi in queste realtà. I ballerini che rappresentano le Thierry de Mey: Si, Musique de Tables tre civiltà e le tre culture sono era la nascita di questa originari, sono come la memoria ad preoccupazione sul movimento, ma esempio delle persone morte nel ho fatto altre produzioni che sono una terremoto del 1968 a Gibillina. Lo sorta di continuazione. Sono opere del spettatore deve seguire i danzatori: 2002 dove c’è un maestro d’orchesta ora c’è un ragazzo italiano, ora un che si gira sul pubblico e fa solo ragazzo di colore, uno bianco fino a movimento con le mani, ed il pubblico che non si trova l’uscita. Quando una deve immaginare la musica; è musica, persona arriva e muove le mani dentro ma in silenzio, e la gente poi dirà di la luce, produce la musica per i avere immaginato una musica ballerini di From Inside; quando incredibile. E’ un’opera virtuosa, non è invece non si muove, queste luci assurdo. Abbiamo fatto anche un’altra danzano senza musica. opera, dove un musicista muove le mani e con tutto sistema informatico Questa installazione interattiva è stata con computer, camera e captatore di presentata l’anno scorso al movimento, fa musica senza RomaEuropaFestival e spero di strumento. riproporla quest’anno se si riesce a trovare un grande spazio. A me Massimiliano Schiavoni: E’ un’opera piacerebbe molto poterlo adatta anche a chi non conosce la rappresentare in Sicilia, per poter far musica, a chi è profano quindi. riaffiorare la memoria della gente siciliana, e potersi immergere nella Thierry de Mey: Certo e proprio per bellissima coreografia di Manuela questo è nato From Rastaldi che venne proprio a Bruxelles Inside dell’Interiore, per quei visitatori a studiare nella scuola di Teresa. che non conoscono bene questo mondo. Il visitatore arriva in un posto, in una camera scura con tre schermi di 6 metri, dove in uno c’è la visualizzazione della città di Francoforte, in un altro quella della città di Gibillina in Sicilia e infine viene rappresentata la capitale del Congo in Africa. Ogni persona può scegliere poi in che labirinto entrare, nel vero

75 . colonna vertebrale per identificarsi con il corpo umano; è una continuità Massimiliano Schiavoni: Parlami di con la natura. Abbiamo lavorato un questa pluriennale collaborazione con anno intero con ballerini che Anne Teresa. esercitavano molti tipi di danze diverse, e la domanda era: “come Thierry de Mey: La collaborazione con ballare la danza contemporanea Anne Teresa è da una vita che esiste, oggi?” anche prima di diventare artisti.. Sai in Belgio ci sono due comunità, quella Io ho poi realizzato una fiamminga e quella che parla francese, videoinstallazione, una “fotografia” io appartengo a quest’ultima e lei a con moltissimo materiale, senza la quella fiamminga. Quindi per la scuola musica e l’ho presentata alla Biennale mi facevo tradurre diverse cose da lei di Venezia. Deep in the wood, nel e viceversa; io la aiutavo in francese e 2002. In futuro poi ci sarà una matematica è una amica evoluzione di questo lavoro: la prima dell’adolescenza, è come una sorella presentazione avverrà in Francia nel per me e oramai gli spettacoli 2009, dove l’idea è quella di seguire nascono insieme. l’orchestra. Oggi con la tecnica si può fare il montaggio in tempo reale, e Massimiliano Schiavoni: Ma Mère allora io posso fare quello che voglio. l’Olie? La musica è libera ed io seguirò i Thierry de Mey: Quest’opera è stata ballerini in tempo reale: questo in un’esperienza incredibile. Moltissimi Italiano si chiama EchiVoci, che vuol ballerini e coreografi sono venuti con dire Voci di uguale importanza. La me nei boschi per danzare e fare danza è sullo stesso piano della improvvisazione su questo balletto musica, la danza accompagnerà classico molto famoso basato su una l’orchestra. storia infantile, intrecciando il tutto Vorrei fare una pellicola su La Vals de con l’elemento vegetale, con la Ravel e su un’opera di Luciano Berio natura. Mi interessava lavorare basata sulla musica folcloristica sull’immaginazione personale dei Siciliana che mi piace tanto mi piace ballerini, sulla loro capacità di questa terra che è di una intensità esprimersi, ad esempio quando hai particolare. Mi piace molto la Sicilia visto il pinocchio nella foresta, un come anche il Piemonte, con quei pezzo unico, o quando Rebecca Murgi campi di riso che sembrano le Fiandre, interpreta la maga cattiva, o quando e anche Polverigi che è stato un un ramo con foglie diventa una periodo della mia vita fondamentale,

76 preziosissimo. .

Massimiliano Schiavoni: Allora ci rivediamo presto proprio lì?

Thierry de Mey: Si, è ora che ci faccio un’escursione a Polverigi, un pellegrinaggio.

Massimiliano Schiavoni: Grazie per il tuo tempo e buon lavoro Thierry.

Thierry de Mey: Grazie a te e a presto.

77 Alcune Vie Per L’inclusione Digitale

Gigi Ghezzi

quantità di informazioni proveniente dalle reti di comunicazione, controbilancino con pratiche innovative il deficit dei servizi, delle infrastrutture e dei software.

Questo approccio si concretizza nel progetto Central Asia Information and Communication Technologies Project , di durata quinquennale e finanziato dalla National Science Foundation con 1,23 milioni di dollari. Attraverso Beth Kolko una vasta gamma di metodologie, il è progetto prende in considerazione i professore associato di profili d’uso delle nuove tecnologie da comunicazione tecnologica presso il parte di utenti che operano in Department of Technical ambienti locali in condizioni di Communication della University of plurilinguismo e bassa Washington. alfabetizzazione. In una visione più Dopo essersi occupato in generale macrosociale si prefissa l’obiettivo di della retorica del linguaggio verbale e studiare l’impatto delle ICT delle comunità in ambiente digitale, (Information and Communication ha spostato la propria attenzione Technologies), nei termini di adozione verso l’idea di “diversità” nella e adattamento, di alcuni paesi tecnologia, studiando fenomeni di dell’Asia Centrale come il Kazakhstan, transfer culturale tecnologico nei Kyrgyzstan, Tajikistan, e l’Uzbekistan. paesi definiti “in via di sviluppo”. Il suo Alcune news in itinere del progetto obiettivo è quello di analizzare non sono consultabili nel blog CAICT ( solo le difficoltà dell’innovazione di http://depts.washington.edu/caict/b questi paesi, ma soprattutto come log/index.html ), mentre nel sito sono questi paesi di fronte a una maggiore presenti alcuni risultati degli anni 2006-2007.

78 piattaforme e consolle a livello transnazionale contribuisce allo sviluppo di modalità d’uso globale, dall’altra funge da catalizzatore di innovazione di consumo per la fruizione dei prodotti, tanto che si può parlare di una funzione di punto d’appoggio dei videogame nello sviluppo tecnologico, ma il tutto osservato nei limiti concreti delle . infrastrutture di questi paesi.

Il progetto, sottoarticolato in un cluster denominato Design for Digital Inclusion (DDI), si sviluppa a sua volta in due aree tematiche: la prima, Mobile Social Software in resource constrained environments, è dedicata agli ” usi sociali” dei telefoni cellulari integrati alla rete nelle regioni rurali più remote (si parla di MoSoSo = mobile social software) con particolare attenzione alla . circolazione, attraverso questo canale, di notizie relative a risorse lavorative e Il percorso di studi di Kolko all’assistenza medica. Le modalità rappresenta uno degli sviluppi d’indagine sono principalmente applicativi più interessanti che gli l’intervista a professionisti in campo Science and Technology Studies (STS) educativo, medico ed economico, hanno vissuto negli ultimi dieci anni. seguendo un campione prestabilito di Non è più sufficiente comprendere il utilizzatori assidui di cellulari “potenziale innovativo” delle selezionato già in fase di elaborazione tecnologie della comunicazione, ma è del progetto. necessario capirne la portata, le derive, gli utilizzi alternativi e più La seconda area tematica, inaspettati; scemato l’entusiasmo denominata Games and developing dell’istantaneità comunicativa con il regions comprende l’analisi delle mondo, le discipline sociali della culture giovanili dei videogiochi. Se da scienza e della comunicazione devono una parte lo sviluppo di nuove rimpolpare le loro teorie, con casi di

79 studio. fa accenno anche l’articolo

Kolko, durante la conferenza di pubblicato dall’Economist futurologi PUSH, , ha citato alcune www.economist.com/finance/display esperienze in cui tecnologie che ci story.cfm: una comunità di pescatori sembrano abituali e non indiani del nord del Kerala che estremamente innovative (ad attraverso sms fissa il prezzo del esempio gli SMS), possano riservare pescato in base a informazioni relative sorprese degne di attenzione in paesi alla disponibilità del tipo di pesce che indicatori economico-finanziari venduto sul mercato generale, oppure considerano in via di sviluppo. l’esperienza di bank-account e trasferimento di denaro attraverso la Un lavoro che va in questa direzione è M-Pesa Sim Card quello di Rober Jensen, ai cui risultati

Mobile phones and economic growth,

80 Tuned City: L’acustica Dello Spazio

Bertram Niessen

urbano che li circonda quotidianamente.

Berlino, per tradizione e cultura, si presta come culla metropolitana (forse l’unica al mondo, vista la pervasività degli interventi effettuati dagli artisti e la disponibilità evidente nella concessione degli spazi pubblci) in grado di accudire e anche svezzare la prima edizione di un evento così ambizioso e complesso. Al contempo, Dal 1 al 5 Luglio si terrà a Berlino la la quantità e la qualità degli artisti e prima edizione di Tuned City, uno dei dei teorici invitati è veramente più imponenti festival dedicati al impressionante, tanto da lasciare rapporto tra suono e spazio. forse un po’ spiazzato l’incauto non In un periodo nel quale si moltiplicano addetto ai lavori che vuole cimentarsi i festival-showroom (o “mostra con il programma. Per questo motivo, canina”, che dir si voglia) che si abbiamo preferito presentare Tuned assomigliano tra loro in un modo City parlando direttamente con uno sempre più inquietante, gli dei curatori della rassegna organizzatori di Tuned City hanno (responsabile delle performances), scelto di andare nella direzione Derek Holzer, musicista a sua volta, esattamente opposta: invece di intervistato da Claudia D’Alonzo nel scegliere un approccio roboante e numero 30 di Digimag dello scorso legato al concetto di “leisure”, hanno Febbraio dopo la sua esibizione con optato per la costruzione di un Sara Kolster a Netmage 08, ma anche percorso di ricerca e riflessione che si esperto di sound art e di relazioni snoda per cinque giorni, durante i suono-ambiente-tecnologia, come ha quali il pubblico sarà invitato a porsi saputo dimostrare in maniera brillante una serie di interrogativi sui mondi durante le giornate del workshop da sonori in cui vive, nonchè sulla lui curate per Club Transmediale 2008 relazione ta questi suoni e lo spazio (uno dei pochi momenti davvero

81 interessanti e riusciti della scorsa di lavori dagli artisti, abbiamo iniziato rassegna Berlinese). a notare che molti erano raggruppabili in alcuni gruppi , dato che certi approcci al suono e allo spazio erano comuni a molti di loro. Da un lato, hai degli artisti che vogliono suonare toni o rumori in uno spazio e lavorare con le riflessioni acustiche e i riverberi degli spazi. Da un altro, hai quelli che vogliono attivare oggetti o strutture negli spazi per ottenere il suono. Anche l’approccio del field recording è abbastanza comune: fare delle . registrazioni in uno spazio e suonarle Bertram Niessen: Puoi dirci qualcosa in un altro. Infine, hai i lavori sulla di più sugli artisti che avete invitato? sfera pubblica… provocazioni, interventi o messaggi subliminali Derek Holzer: Ci sono più di 50 artisti piazzati nelle strade, piazze o tunnel. coinvolti nel programma di Tuned Quindi, basandoci sulla nostra City, sia nella creazione di installazioni esperienza con gli artisti dei quali che nella realizzazione di conosciamo il lavoro, assieme a quello performance, installazioni, workshops. di alcuni di coloro che hanno risposto Sarebbe molto difficile parlare di alla call, abbiamo iniziato a ognuno di loro, e del processo che ci selezionare esempi particolarmente ha portato ad invitarlo. Ma dato che significativi da ognuna di queste sono responsabile del programma categorie. delle performance, posso parlare in modo esaustivo di quest’area.

Bertram Niessen: Ok. Qual’è, allora, l’impostazione progettuale che sta dietro alla scelta ed all’organizzazione delle performance?

Derek Holzer: Quando abbiamo iniziato a considerare lavori realizzati mettendo in relazione suoni ed architetture, e soprattutto quando . abbiamo iniziato a ricevere proposte

82 Bertram Niessen: Iniziamo con la ma allo stesso tempo diversi, usando prima tipologia… spesso tecniche di respirazione circolare che estendono il loro modo Derek Holzer: La notte di di suonare in toni apparentemente inaugurazione vede la presenza di infiniti. Spesso, le loro performance Scot Arford e Randy Yu, due dal vivo si basano su potenti statunitensi che lavorano da lungo amplificazioni e su un grande uso tempo nel campo della sound art, dell’elettronica; per Tuned City, al delle performance e del rumore. Sono contrario, abbiamo chiesto loro di abbastanza eccitato dal fatto di aver presentare il loro duo acustico di avuto l’opportunità di invitarli, dato recente formazione. che sento parlare di loro in certi giri da un sacco di anni. Il loro lavoro Questa performance si terrà al “infrasounds” è probabilmente uno Funkhaus Nalepastrasse, la vecchia degli esempi più potenti dell’idea di sede di regstrazione della radio della riempire lo spazio con puri suoni per Germania Est, e loro esamineranno ottenere un effetto fisico potente. acusticamente varie stanze della hall, Personalmente, sono molto dalle piccole stanze per le interessato ai lavori sonori che registrazioni strumentali alla grande coinvolgono il corpo e che si stanza dell’orchestra, usando i droni concentrano sulla fisicità e non sulla dei loro sassofoni per mappare le celebralità. Durante la stessa sera, risonanze e le riflessioni dell’edificio. anche il duo olandese BMB con. (Roelf Toxopeus e Justin Bennett) metterà in scena un’azione improvvisata; il loro lavoro è teenzialmente imprevedibile, anche se approcciano ogni location ed ambiente con la stessa energia e humor.

Bertram Niessen: E per quello che riguarda l’attivazione di suoni negli spazi? . Derek Holzer: Thomas Ankersmit e Antoine Chessex sono due dei miei Bertram Niessen: Leggendo il artisti preferiti tra quelli che adesso programma, colpisce molto la sezione stanno lavorando a Berlino. Entrambi dedicata agli spazi pubblici. suonano il sassofono, in modi simili Derek Holzer: Sentivamo che le

83 performance realizzate nella sfera lunghi cavi nella terra, collegandoli pubblica sono fondamentali; abbiamo con degli amplificatori e delle casse in organizzato una giornata in Alexander un tentativo di sentire cos’ha da dire il Platz: dà un’ottima opportunità di fantasma architettonico del Palais. esplorare le diverse opzioni di lavorare in questo modo. Abbiamo chiesto alla Bertram Niessen: E qui veniamo al software-musician tedesca Antye core di Tuned City, il rapporto con le Greie (più conosciuta come AGF) di architetture… performare sopra il sistema di Derek Holzer: Un altro artista che indirizzamento pubblico del nuovo storicamente lavora, in modo potente centro commerciale Alexa, e lei si è e fisico, con il suono e lo spazio è subito entusiasmata all’idea. La sua Mark Bain, Lo abbiamo invitato per musica elettronica è sempre stata l’evento di anticipazione al Club piena di testi parlati, molti dei quali Transmediale, lo scorso Febbraio, e connessi all’esperienza di crescere durante questa settimana ha nella Germania Est ed allo shock dato negoziato con l’architetto Arno dall’arrivo del capitalismo occidentale. Brandlhuber e l’azienda b&k architects Quindi non possiamo immaginare un il permesso di realizzare contesto migliore. Lo stesso giorno, il un’installazione permanente in un lor gruppo di hacker-art Farmers Manual nuovo edificio. Questo progetto, BUG, presenterà il suo progetto “Bucky traspone le vecchie tecniche di Media”: due sfere di metallo reticolare sorveglianza della STASI nella alte otto metri che rispondono ai germania est su una scala movimenti del pubblico muovendosi architettonica. Bain piazzerà un loro intorno. sensore geologico nelle fondamenta Gli architetti amano (o odiano!) dell’edificio e doterà ogni stanza di un Buckminster Fuller, e la vista di queste jack per le cuffie, in modo che gli gigantesche sfere metalliche che se occupanti dell’edificio possano ne vanno in giro rotolando per le sentirne i suoni esterni: siano passi, strade dovrebbe fare una grossa rumori meccanici o il suono di impressione su di loro! Sempre lo automobili o della U-Bahn che stesso giorno, “l’elettromistico” passano nelle vicinanze. Su di una inglese Martin Howse condurrà una scala più piccola, Will Schrimshaw sessione elettronica vicino alla sede utilizzerà i suoi “Little Helpers”, piccoli del Palais der Republik, un edificio per motori controllati da microprocessori, la cultura di epoca comunista che è per far risuonare oggetti e strutture stato recentemente demolito. nelle varie locations degli eventi, Trapanerà il pavimento e calerà dei agendo come una sorta di marcatore

84 sonico che indica la via per i luoghi Abbiamo chiesto a Chris Watson di delle performance e delle conferenze. organizzare un workshop nel quale i partecipanti esplorano con lui il soundscape di Berlino durante il giorno e la notte e restituiscono questa esperienza in un’installazione multicanale.

Infine, il sound artist estone- americano John Grzinich proietterà la sua installazione “Sound Films”. Grzinich ha registrato innumerevoli ore di esplorazione sonora in Estonia, . Lituania e Portogallo da una videocamera, e i paesaggi visivi Bertram Niessen: E per quello che tendenzialmente statici dove i suoni riguarda l’area forse più “tradizionale” sono prodotti sono spesso in del rapporto tra suono e spazi, quella contrasto con i paesaggi sonori dei field recordings? estremamente vividi registrati con Derek Holzer: Ovviamente, anche microfoni molto sensibili. Il che si l’area dei field recordings è ben spera incoraggi il pubblico a prestare rappresentata. Abbiamo chiesto a più attenzione ai suoni intorno a loro. Rinus van Alebeek se voleva Bertram Niessen: Qual’è, invece, il organizzare una edizione del suo Das lavoro meno facilmente etichettabile Kleine Field Recordings Festiva, che tra quelli che proponete? ha organizzato a Berlino quasi mensilmente senza nessun budget. Si Derek Holzer: Probabilmente l’artista il terrà all’aperto, in una stazione dei cui lavoro si incasella meno facilmente treni abbandonata che sta venendo nelle nostre categorie preordinate, è riconvertita in un parco. Per la notte di quello di Jacob Kirkegaard. Il suo chiusura, il leggendario field-recorder “Labirintis” è basato su suoni prodotti e membro dei Cabaret Voltaire Chris dalle sue stesse orecchie durante un Watson metterà in scena una esame medico, che possono produrre performance con BJ Nielsen a partire una risonanza simpatetica nelle dal loro progetto “Storm“, che utilizza orecchie del pubblico. Sono sempre field recordings di potenti tempeste in stato interessato nell’architettura del Bretagna e Svezia e li spazializza nella corpo, e quest’opera evidenzia il ruolo grande sala concerti in Nalepastrasse. dell’ascoltatore nella produzione del

85 suono, portandolo da una posizione acustica. passiva ad uno stato estremamente attivo nel quale il suono proviene di Il nostro obiettivo, quindi, era fatto da se stessi. veramente quello di “abbattere il format convenzionale delle conferenze” organizzando le lectures e le performance nei tipi di spazi nei quali gli architetti veramente lavorano: luoghi in costruzione, edifici in ristrutturazione, zone urbane dissestate, spazi pubblici ed edifici appositamente disegnati per specifici propositi acustici. Alcune locations suggeriscono di per sé stesse determinati utilizzi, come le camere . anecoiche alla Technical University. Lo stesso vale anche per alcune Bertram Niessen: Il festival coinvolge organizzazioni interessate ad ospitare molti spazi diversi. Come li avete specifici lavori, come l’installazione al scelti? giardino dell’Hamburger Bahnhof Derek Holzer: Questa è una posizione Museum, il lavoro commissionato molto personale, ma è fin troppo dalla Singuhr soundart gallery per il comune nel mondo accademico, di Prenzlauerberg Water Reservoir o discutere le cose senza avere con esse l’edificio che Mark Bain cablerà con una connessione genuina. Forse sensori e microfoni. Ad ogni modo, la questo avviene nel nome della decisione di utilizzare molte delle “obiettività scientifica”, ma si assiste a locations è stata basata su cosa cose come le foreste pluviali brasiliane vogliamo discutere in ognuna delle discusse a Londra o a New York, la giornate. musica punk o noise discussa da Quindi, l’argomento d discussione del professori con le toppe sui gomiti che giorno in cui occuperemo non sono mai stati ad un concerto Alexanderplatz sarà centrato attorno underground in vita loro, i softwer al lavorare con gli spazi pubblici e allo open-source discussi usando spazio al suono come sistemi sociali di Microsoft Word o con Powerpoint, e comunicazione. Allo stesso modo, il le architetture discusse in piccole aule giorno successivo nella stazione universitarie bianche e noiose, con ferroviaria in disuso di Wriezener brutte luci al neon e una pessima Bahnhof, nella quale gli architetti tx

86 stanno lavorando con gli abitanti per per prevenire il rumore degli aeroplani disegnare un parco cittadino che e dei treni, ed ogni elemento, dalle risponda ai loro bisogni e interessi, ci decorazioni ai pannelli del muro, è focalizzeremo sul design degli stato progettato per assorbire, ambienti acustici. riflettere o diffondere il suono. Una cosa che abbiamo incontrato spesso, discutendo con gli architetti a proposito di questo progetto, è che gli architetti stessi sono altamente visually-oriented, mentre non hanno una educazione specifica riguardo al suono, preferendo lasciare questa particolare “gatta da pelare” a chi si occupa di acustica.

Quindi collocare il nostro ultimo . evento in un edificio il cui intero proposito era di suonare bene e di Probabilmente l’evento più produrre un buon suono è una impressionante dal punto di vista potente affermazione del fatto che il architettonico sarà quello che si design acustico non dovrebbe essere svolgerà nel Funkhaus Nalepastrasse. relegato a un ruolo secondario, ma Questo edificio è stato progettato e dovrebbe al contrario essere una costruito negli anni ’60 come sede per parte integrale del processo la radio della Germania Est, e il core architettonico fin dall’inizio. dell’edificio è costituito da due sale da concerti. Il resto della struttura è stato concepito attorno a queste due sale come una sorta di protezione acustica www.tunedcity.de/

87 Nico V Da Vicino

Silvia Scaravaggi

delle gallerie più interessanti ed attente alla ricerca nell’arte contemporanea italiana. Performer energico e ubiquo, fondatore della band noise-punk With Love, mixa sapientemente presenza fisica ed elementi concettuali. Emerge come artista che lavora con la fisicità, il suono, in contrappunto con l’aspetto installativo e visivo dell’arte, realizzando così nelle proprie opere Nico, non so tu che ne pensi, ma a me momenti di compresenza e collisione non è spiaciuta per niente l’intervista a tra i diversi media, che esprimono Tom Waits che è uscita poco tempo fa potenzialità differenti in condizioni di sul Corriere della Sera, anzi l’auto- compresenza e dissonanza. Per intervista. Forse di fronte ad un artista questa capacità di inclusione e le domande spesso sono limitanti, a stratificazione, le opere e le volte si parla sempre delle stesse performance di Vascellari sono già cose Ecco io eviterei di fare questo entrate a far parte di importanti con te. collezioni, e sono state presentate in occasioni e sedi presitigiose come La Di Nico Vascellari hanno già parlato Biennale di Venezia, il MAN di Nuoro, importanti riviste di settore, critici Viafarini e lo Spazio Lima di Milano, il autorevoli, artisti di successo che Tent di Rotterdam, il Palazzo delle l’hanno indicato come uno delle Esposizioni di Roma, il MAMBo di migliori promesse nel panorama Bologna, e molte altre creativo italiano, ed uno dei protagonisti più originali e destinati a Insomma Vascellari di strada ne ha già fare strada. fatta parecchia – dalla Fondazione Ratti, al Premio New York, dalla Nato a Vittorio Veneto (TV) nel 1976, Biennale di Venezia, all’Italian attualmente è tra gli artisti presentati Academy della Columbia University – dalla Monitor Gallery di Roma, una ma decidiamo di fare tabula rasa delle

88 critiche, positive e negative, di tutti i Silvia Scaravaggi: Quello che fai è giudizi ed i commenti che circolano su molto forte, viscerale . di lui del mondo dell’arte. Nico Vascellari: Sì, ma non solo. I miei lavori spesso nascono da progetti sviluppati nel corso di anni interi. Spesso però questa ricerca porta con sè anche delle azioni com’è stato per “A Great Circle”, “Cuckoo” oppure “Revenge”. Azioni che si consumano nell’arco di pochi minuti.

Silvia Scaravaggi: Nico, parliamo della tua ultima performance “Revenge”,

. presentata alla Biennale di Venezia (di cui abbiamo già avuto occasione di L’approccio con Nico Vascellari è di parlare nel n. 27 di Digimag in un quelli più naturali e spontanei, seduti articolo di Massimo Schiavoni). al tavolino di un bar in occasione di “Revenge” ha subìto nel frattempo Riccione TTV, ci interroghiamo sulle delle metamorfosi e l’hai presentata al ragioni che fanno nascere un’opera, in TTV nella versione video che hai che modo un artista possa cogliere le realizzato dopoad Venezia, hoc con un istanze del proprio tempo e da dove programma con 4 provenga questa immediatezza performance live. Com’è nata questa creativa, che si nutre di lavoro e idea? passione, istinto e consapevolezza. Perché anche a trent’anni, in Italia si Nico Vascellari: Volevo che la prima può emergere . presentazione del video mantenesse alcune delle peculiarità della Silvia Scaravaggi: Nico come nasce il performance. Il video è per me tuo lavoro, da dove viene? un’opera completa, un’opera in sé, ha una propria autonomia, una sua forza. Nico Vascellari: Il mio lavoro nasce Non mi interessa la documentazione. solitamente da una mancanza, da una Anche se in questo caso il video è una assenza. “A great circle” (2003-2004) è vera videoinstallazione, con una stato sicuramente l’inizio per me. proiezione su pannello di legno Quello che faccio proviene sempre e verniciato e poi bruciato. comunque da una necessità interna.

89 diverse performance svoltesi all’interno della mia installazione dallo stesso titolo alla Biennale di Venezia. Le performance sono tate filmate da tre diverse telecamere. Il video alterna, inoltre, immagini e suoni registrati mentre l’installazione non era accessibile al pubblico.

.

Photo: courtesy TTV festival

Silvia Scaravaggi: L’idea originale per Riccione era pensata per una location all’aperto, nell’area della ormai abbandonata Colonia Reggiana. Il video e i performer tra le tamerici, immersi tra la sabbia ed il mare nel . buio notturno. In che modo hai pensato l’interazione tra il video di Photo: courtesy TTV festival “Revenge” – peraltro molto curato ed incisivo – ed il live e la manipolazione Silvia Scaravaggi: Il pubblico è sonora? fondamentale per i tuoi happening cosa pensi che i fruitori possano Nico Vascellari: Cerco il più possibile cogliere da quello che fai? di evitare un’interazione ritmica e didascalica tra suono e immagini. Kam Nico Vascellari: Non mi concentro Hassah , Ottaven e WW hanno particolarmente sul pubblico. Mi lavorato in questi giorni utilizzando i concentro sull’opera. Certo la suoni emessi dal video per creare reazione, la risposta del pubblico è altro. importante. Ma per realizzare un’opera significativa cerco di non Silvia Scaravaggi: Come hai lavorato, pensare tanto a quello che il pubblico nello specifico, sul video di “vorrebbe” da me, per concentrarmi “Revenge”? sul lavoro e quello che voglio esprimere attraverso di esso. Nico Vascellari: Il video è costituito da immagini provenienti da tre Silvia Scaravaggi: Per quello che fai

90 c’è più riscontro in Italia o all’estero?

Nico Vascellari: In realtà non so rispondere a questa domanda, ma immagino ci sia un particolare riscontro sicuramente in Italia, se siamo qui a parlarne…

Silvia Scaravaggi: Quanto ti è servito farti le ossa presso il dipartimento di design di Fabrica e al Corso Superiore . di Arte Visiva della Fondazione Ratti per la tua formazione artistica? Silvia Scaravaggi: Secondo te, perché il tuo lavoro è apprezzato e perché Nico Vascellari: Le ossa non si fanno, non lo è? Non ti chiederò che cosa si sviluppano. Sono arrivato a Fabrica significa per te “Revenge” ma e alla Fondazione Ratti con fammelo capire. un’ossatura piuttosto particolare, questo è vero, ma trovo sia stata una Nico Vascellari: Non ho idea del fortuna. Detto questo, entrambe le perché e, credimi, non appena ne esperienze sono state importanti e ipotizzo una cerco immediatamente meravigliose. Sopratutto l’incontro di dimeticarla. Il lavoro deve partire con Jimmie Durham durante il corso dall’interno. alla Fondazione Ratti.

www.riccioneteatro.it/ttv/subsection. php?subsez=57

www.riccioneteatro.it/ttv/approfond imenti_sub.php?subsez=67

91 Il Teatro Calligrafico. Le Dragon Blue Di Lepage

Annamaria Monteverdi

l’Università dell’Alta Alsazia. E’ sede dell’orchestra sinfonica di Mulhouse e ospita l’Opera nazionale di Rhin.

La Filature a un primo impatto sembra, più che un teatro, una modernissima galleria d’arte con gigantesche vetrate da cui è possibile vedere il vicinissimo fiume Ell, un bar, una sala lettura; ma all’interno contiene un grande teatro da 1200 posti, una sala modulare da 360 posti, Collocata al confine tra Germania e Svizzera varie sale prove, una galleria nella regione dell’Alsazia a una trentina di espositiva e una mediateca chilometri da Basilea, Mulhouse ospita specializzata in arti della scena. E’ all’interno della vecchia fabbrica di cotone attualmente diretta dal giovane e l’enorme e suggestivo spazio polivalente La dinamico Joël Gunzburger, che in Filature nato 13 anni fa; oggi è diventata Scène occasione della nostra visita ci Nationale ed è collocata in un distretto racconta la vocazione del centro multilinguistico di grande interesse. come luogo di incontro Seguendo gli obiettivi sanciti per le multidisciplinare e la sua volontà di Scène Nationale da André Malraux nel creazione di uno spazio di 1961, la Filature provvede a una sperimentazione teatrale anche considerevole numero di attività di tecnologico. La selezione dei progetti alto livello dislocate in un anno: co- per la residenza e per la co- produzioni internazionali, residenze produzione viene curata direttamente artistiche, stagione di prosa, danza e da Gunzburger, che ha una personale musica, un festival dedicato alla nuova formazione da attore, e privilegia scena internazionale di ricerca, tematiche multiculturali tra danza, laboratori di scrittura teatrale musica e prosa e proposte destinati anche ai non professionisti, interdisciplinari (video installazioni, incontri e presentazioni degli artisti in cine concerti) che possano essere cartellone in collaborazione con ospitate all’interno del Festival

92 TRANS(e) oltre che nel cartellone Filature, l’importante è che la annuale. produzione abbia buon esito all’esterno e autonomia. La direzione può anche mettere in campo progetti minori che uniscono artisti in residenza, come 5 microperformance a cui assistiamo prima dello spettacolo del molto atteso Robert Lepage. Il budget destinato alle residenze, ci spiega, dipende poi dai progetti stessi: si investe ciò che serve per la produzione. Per questa stagione gli artisti in residenza associati alla . Filature sono stati Cécile Babiole, Per la danza quest’anno ha Georges Gagneré et Wajdi Mouawad selezionato Anna Teresa De che hanno rispettivamente realizzato Keersmaeker, La La human steps, opere di danza e immagine 3D, cine- Michèle Noiret e per i progetti concerti (o live-cinema) e spettacoli multimediali i danesi Hotel pro Forma, multiculturali. Art Zoyd. Il legame con l’agenzia di In cartellone il teatro di Mulhouse artisti Epidemic di Richard Castelli è spicca per la co-produzione diel evidente dai nomi che vengono nuovo lavoro tecnologico di Robert proposti. Il budget globale da loro Lepage-Ex machina. gestito per il 2006 ammontava a 5 403 000 euro, come si legge con molta trasparenza direttamente dal loro sito ufficiale. Gunzburger ci parla di un massimo di dieci tra residenze e coproduzioni l’anno le cui esigenze vengono però interamente coperte dalla struttura ospitante che nel caso di coproduzione, segue da vicino le tournée degli artisti all’estero.

Come ci precisa il direttore, la . struttura non richiede comunque il debutto, non è importante che la LE DRAGON BLEU : UN SEQUEL compagnia venga per la premiére alla Il dragone blu è una sorta di sequel

93 teatrale: nel 1985 Lepage aveva tema portante è la calligrafia, con le inseguito le drammatiche vicende simbologie e i numerosi significati umane di alcune famiglie di immigrati correlati con quest’arte, i cui codici cinesi nelle Chinatown canadesi in 75 antichissimi evocano armonia anni nella ormai storica La trilogia dei compositiva. dragoni (recentemente riproposta); aveva accennato a una ramificazione di vite e di viaggi dall’Oriente all’Occidente e viceversa e aveva tinteggiato ritorni, memorie, abbandoni e dolori. Il tutto in un’aura scenica di luce e ombra, di pochi oggetti pregnanti di significati simbolici.

Il Dragone Blu appena inaugurato nelle due cittadine francesi di Chalons . en Champagne e di Mulhouse, è un La storia. focus su una delle numerose storie della Trilogia. Pierre La Montaigne Pierre La Montagne è in aeroporto ad artista del Québec, decide di lasciare il attendere l’amica che arriva dal proprio Paese per andare in Cina e Québec, sua compagna all’Accademia non ritornare mai più. Pierre lavora a di Belle Arti di Montréal, per adottare una particolarissima forma d’arte, la un bambino; la delusione per l’impresa calligrafia e il suo soggiorno lo porta che si rivelerà impossibile e il ad aprire una galleria d’arte a Shangai. soggiorno troppo prolungato ne Lasciato a questo punto della sua svelano la natura depressiva e la storia vicenda Lepage riapre oggi nel 2008 il da alcolista. Innamorata da sempre di capitolo che riguarda Pierre e pone Pierre accetta la sua ospitalità nella un’attenzione speciale sulla sua casa-loculo nel cuore di Moganshan, vicenda personale vent’anni dopo gli Shangai. Conosce così la ragazza che eventi già narrati che il pubblico frequenta l’atelier di Pierre e che si fedele alle “puntate” teatrali di Lepage rivelerà essere anche la sua amante; conosce bene. E come in ogni Xiao Ling è una fotografa che ritocca spettacolo di Lepage la chiave di digitalmente autoritratti scattati col lettura viene svelata sin dall’inizio telefonino o con macchina digitale per grazie al motivo costante del cogliere l’attimo e il sentimento che “personaggio-prologo” incarnato anima quell’attimo. Le tre storie sempre dal protagonista stesso. Il

94 apparentemente molto distanti bambino, che sarebbe stata occasione sembrano combaciare nell’unico di gioia per una delle due donne, è punto della solitudine e della crisi invece motivo di odio e desiderio di interiore: la ragazza è alla ricerca del annullamento per l’altra; solo lo mecenate che possa aiutarla a trovare scambio affettuoso, il mutuo una strada nel mondo dell’arte ma soccorso, il riconoscimento dell’altro verrà segnata dal fallimento personale come parte di noi stessi come si e artistico, Pierre soffre nel sogno non intuisce al fondo della storia, può esaudito di un amore ricambiato, servire ad evitare il tragico epilogo di Marie è sola senza la compagnia di un tutte le vicende umane, quella di figlio da amare. Dopo vicende di Pierre e la nostra. E può servire ad riconoscimenti, di delusioni, di litigi e aprire una porta inattesa sull’avvenire. di abbandoni, Pierre si ritrova da solo Così la storia contiene espropriato dal Governo persino clamorosamente tre possibili happy dell’atelier, Marie non rientrerà più in end: nel primo, il bimbo viene Québec per frequentare l’alta società adottato da Marie di ritorno con Pierre e la giovane artista cinese rimasta in Canada, nel secondo rimane in Cina incinta di un uomo che potrebbe dalla madre con la sicurezza di un anche essere Pierre, si abbandona a padre e di un sussidio, nel terzo viene una vita da artista di strada, senza affidato solo al padre in Cina mentre mezzi né amore con un bimbo che le due donne vanno in Canada. non accetta. L’incontro casuale tra la Lepage infatti lascia libera la scelta ragazza e Marie dentro una stazione ovvero propone tre finali diversi, come diventata casa provvisoria, rimette di in un videogame; a noi immaginare nuovo i tre di fronte al tema della come la storia potrebbe davvero responsabilità umana di fronte al finire. Oppure forse è solo la dolore altrui. giustificazione per un Dragon bleu parte seconda . La spensieratezza della prima parte dello spettacolo, nel racconto dell’incontro di Pierre con la ragazza presso un laboratorio di tatuaggi, nella vicenda tragicomica della valigia persa in aeroporto e poi ritrovata trasudante miele, nella memoria iconografica coloratissima della Repubblica Popolare, si scontra con la crudezza della realtà tragica che viene descritta nella seconda parte. La nascita di un

95 . mobile tirata a mano, gli oggetti trasportati da invisibili servi di scena, La macchina teatrale la proiezione video frontale e retro sullo schermo con il personaggio Nelle ultime produzioni come one incastonato in mezzo, pochi oggetti man show, Lepage aveva sviluppato che si scompongono e si un’originale organismo scenografico ricompongono alla vista diventando particolarmente flessibile e tutto quello che serve alla narrazione metamorfico atto anche a ospitare teatrale, scena avente diversi livelli di immagini video. Se in La face cachée profondità. de la lune la parete di fondo composta da svariati scomparti scorrevoli su La prima scena/sequenza offre poi binari poteva aprirsi e rivelare le parti una prima citazione da Le sep interne, in Andersen Project si branches de la riviere Ota : schermi sperimentava addirittura lo traslucidi a evocare le case sfondamento prospettico della parete giapponesi, pareti che si aprono, si grazie alla cavità rientrante sollevano e mostrano un interno di contenente un sistema pneumatico e casa o una ferrovia, oppure, veniva usato persino lo spazio accolgono in proiezione paesaggi. sottostante il proscenio per muovere Magistrale l’inserimento dell’illusione e far comparire oggetti. Trattasi in di movimento e attraversamento di ogni caso di sistemi per “forzare” i spazi lontani da parte di protagonisti limiti dimensionali della scena e in realtà fermi in scena: esilarante la creare artificiali (o semplicemente scenetta della pedalata in bici mentre teatrali ) illusioni di profondità e di le immagini del paesaggio si muovono volume attraverso trabocchetti di dietro i personaggi: sembra una sapore antico.. “Semplice, ingegnoso, citazione ironica del finale del Moliere altamente visivo”, così recita il libretto della Mnouchkine o di Caccia al ladro di sala. Mi sembra una sintesi efficace. di Hitchcock. Impossibile elencare In Le dragon bleu troviamo una tutte le soluzioni che vogliono evocare specie di “antologia” della macchina un mondo di luoghi lontani in fondo lepagiana, motivo per cui a prima vista ricostruibili da poche tracce: un non riusciamo a intravedere la mano aeroporto immaginato da una dello stage designer Carl Fillon ma proiezione di orari dal tabellone, un quella di un abile scenografo che ne tavolo per la la dogana che scompare imita evidentemente “la maniera”. sotto il pavimento per ricomparire un Così vengono recuperati molti dei attimo dopo come tavolo da bar, un temi che hanno decretato la poetica vernissage rappresentato da alcune trasformista di Lepage: la scena proiezioni di immagini . Il principio è

96 che tutto lo spazio è dedicato alla di incontrare Lepage; come sempre rappresentazione, c’è un sotto, un accade Lepage arriva direttamente sopra, un ancora più sotto e un ancora nella hall del teatro alla fine dello più sopra, un davanti, un dentro e un spettacolo, rompendo ogni formalità dietro da gestire in diretta e e approfitta dell’occasione per contemporaneamente all’azione incontrare amici, pubblico, dell’attore in scena. Straordinaria appassionati, addetti ai lavori e l’interpretazione delle attrici (Marie giovani artisti, tutti quanti Michaud e la giovane Xiao Ling, indistintamente senza appuntamenti danzatrice) e naturalmente di Lepage, di sorta. Invitata al party alla fine dello insolito e ironico avventore della spettacolo sono proprio Castelli e cultura e della storia cinese, che si Gunzburger a introdurmi a Lepage che aggira dentro una macchina-involucro si ricorda del nostro incontro in che contiene i dubbi esistenziali di Francia e in Canada e per riprendere ognuno di noi. un nostro vecchio discorso sulla sua straordinaria capacità di esprimersi in molte lingue (tra cui il cinese ) mi presento direttamente in italiano e Lepage di fronte allo stupore di tutti si esprime tranquillamente in un ottimo italiano. La conversazione intorno al buffet è informale, breve ma densa di notizie utilissime.

Mi parla del fatto che sta seguendo contemporaneamente due progetti, . uno con molti artisti in scena e Le dragon blue. Si riferisce nel primo L’incontro con Lepage caso a Lipsinch e alle difficoltà dovute Per incontrare Lepage faccio le alla gestione di molti interpreti in dovute richieste al direttore, Joel scena. Gli piace pensare che i due Gunzburger che si offre di progetti abbiano anche due obiettivi accompagnarmi e di presentarmi alla diversi: uno con un respiro tematico compagnia; la produzione era già più collettivo e l’altro Le dragon blue stata avvisata della presenza di una più intimista. L’attrice è un’amica, giornalista italiana e mi intrattengo Marie Michaud con cui aveva già con il manager europeo, Richard condiviso l’esperienza di scrittura della Castelli che dirige Epidemic nell’attesa Trilogia, un’attrice eclettica che ha un repertorio anche comico. La scena ha

97 molti elementi in comune con i suoi precedenti spettacoli ma Lepage mi rivela che ha scelto un giovane scenografo Michel Gauthier che ha lavorato con lui per la prima volta proprio a questo allestimento. Non è ancora soddisfatto dell’effetto, la macchina è ancora dura, difficile, molte cose non funzionano bene perché lo spettacolo, come dice, è . ancora “enfant”. Courtesy: Epidemic La scena ha tutte queste rientranze, profondità, trabocchetti: gli chiedo se Ma il suo teatro è calligrafico? Lepage ancora una volta, è il mi risponde che è vero, riconosce doppio/maschera del personaggio. Mi nella calligrafia un elemento del suo risponde che effettivamente tutti i teatro: nella calligrafia conta il gesto personaqgi sono uno specchio oltre alla scrittura, l’armonia e dell’altro, hanno elementi comuni l’equilibrio del corpo, l’opera finale ma anche se apparentemente sono anche la mano che scrive. Come distanti e la scena è lo specchio per considerare in questo spettacolo il eccellenza perché lo specchio è un rapporto tra la macchina e l’artista? La momento di consapevolezza, di condizione di equilibrio è quella ideale confronto. La vicenda è tra macchina e attore in scena, mi particolarmente drammatica e porta spiega, ma ancora per questo all’interiorità del personaggio perché- spettacolo si sente lontano dal mi spiega Lepage-, voleva esplorare risultato migliore. una condizione dell’anima. E mi dà appuntamento a Londra, ottobre 2008 per il debutto definitivo. Ci saremo!.

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98 99 Rob Kennedy: Hapless, Helpless And Hopeless

Monica Ponzini

L’inventario standard della pubblicità ormai è parte integrante della nostra vita quotidiana – un flusso costante di clip da 30 secondi l’una che hanno un unico scopo: raccontarci una storiella per immagini in modo da farci comprare un prodotto. Li vediamo tutti i giorni, i nostri cervelli assorbono in continuazione questi piccoli ma potentissimi messaggi e ne registrano il significato. Ma cosa succederebbe Separare il significante- se questi occhi, nasi, bocche urlanti e immagine/suono dal suo significato capelli boccolosi venissero mischiati, immediato, sezionare e riassemblare mandati in loop, bloccati in freeze unità minime per cercare inaspettate frame, in un flusso ininterrotto di associazioni, imprevedibili dislocazioni immagini? Se le parole e i suoni semantiche. Sono questi i presupposti venissero dissociati dalle rispettive del lavoro di Rob Kennedy, artista immagini e venissero incorporati in scozzese affascinato dalle una colonna sonora? problematiche del linguaggio. Se il linguaggio è un sistema di simboli Il suo ultimo lavoro, Hapless, Helpless arbitrari organizzati secondo delle and Hopeless, è un video creato in regole, cosa succede quando un collaborazione con il musicista Peter artista prova a rimescolare le carte in Dowling, realizzato assemblando tavola? Nonsense? Totale afasia? estratti di clip pubblicitarie. Un Oppure una nuova grammatica, una esperimento per testare la possibilità sintassi improvvisata che produce di ridefinire i codici, le grammatiche anch’essa una catena diversa ma pur che dominano i nostri mezzi sempre valida di significati? d’espressione. Ecco dunque bambini Quest’ultimo assunto è alla base del urlanti nei loro pannolini, donne lavoro di Rob Kennedy, che attraverso bellissime che scuotono capelli setosi, svariate collaborazioni con sound- case da favola, panini a cinque strati artists e compositori, continua a

100 esplorare i limiti e le possibilità offerte compositori diversi. I lavori volevano dallo spostamento, il mixaggio, la esplorare l’improvvisazione, realizzare manipolazione e la rielaborazione di con le immagini quello che i messaggi, la ridefinizione dei codici in compositori fanno quando strutture “altre”, ma non per questo improvvisano con la musica o i suoni. meno sensate delle consuetudini a cui Ho usato diversi prodotti o aspetti del siamo abituati (e assuefatti). linguaggio televisivo: la pubblicità, il “fictional drama inglese” e, più in generale, il rapporto tra lo spettatore umano e la televisione. Era un tentativo di esplorare le convenzioni del linguaggio televisivo, capire se si potesse usare questo materiale in maniera diversa, bypassare la “normale” dialettica televisiva – che ha un inizio, un mezzo e una fine – e il suo concentrarsi solo sul prodotto. L’idea era di usare questo linguaggio in un . altro tipo di grammatica. Per la presentazione del suo video alla Monica Ponzini: E perché hai deciso di galleria Location One di New York, rivolgerti proprio alla televisione? Rob Kennedy ha invitato l’artista americano Peter Rose, un “veterano” Rob Kennedy: E’ una struttura della decostruzione di significati, continua, invasiva, è presente nella soprattutto verbali. Insieme, hanno vita di tutti e ha una familiarità per alternato performance e video, tutti, ma ha anche una sorta di smantellando le griglie della densità, c’ è tanto dentro, ecco perché comunicazione standardizzata in un ci volevo lavorare . mix di parole, immagini e suoni. Al termine della presentazione, Rob Kennedy ci ha parlato del suo lavoro.

Monica Ponzini: Qual e’ stata l’ispirazione per questo lavoro? Perché hai deciso di usare materiali presi dalla pubblicità?

Rob Kennedy: E’ parte di un progetto in tre parti, che ho sviluppato con tre

101 . videocamera per i miei lavori da 5 anni a questa parte. Ogni immagine che è Monica Ponzini: Perché sei possibile creare è già lì fuori. L’unica affascinato dal linguaggio e dalla sua cosa che cambia e’ la relazione tra rielaborazione? immagine e immagine, tra immagini e suoni, tra suoni e suoni, la possibilità Rob Kennedy: Mi interessa trovare di decostruirli e rimetterli insieme, altri modi di usare i materiali che ho a cambiando il significato. disposizione. Nel caso di questo lavoro, la televisione è costantemente presente nella mia vita, dunque mi sono chiesto se ci fosse un modo di prendere queste informazioni e riutilizzarle, rielaborarle in una lingua che io capisco un po’ meglio, in una maniera accettabile per me.

Monica Ponzini: A livello più generale, credi che stiamo andando verso una frammentazione del linguaggio, . tramite la televisione e Internet? Monica Ponzini: E cosa succede alla Rob Kennedy: E’ frammentario fino a lingua in questo processo? un certo punto. Per un altro verso, è fissato in una struttura più vasta, Rob Kennedy: La lingua – che sia un autorevole, fatta di strutture e linguaggio letterario o un linguaggio convenzioni. Ma se ti avventuri fuori di immagini – è una struttura, una dalle convezioni , magari è possibile convenzione usata per comunicare che succedano altre cose interessanti, idee. E’ limitata in quello che può fare, non necessariamente prevedibili o eppure siamo dominati da queste scontate convenzioni ma se riesci ad uscirne, ci sono altre opportunità che altrimenti Monica Ponzini: Secondo te stiamo non si notano. andando verso una cultura del remix, come asseriscono molti critici?

Rob Kennedy: Il remix è presente da www.location1.org/ parecchio. Io stesso non ho usato una

102 103 Genius Loci Sull’isola Di Palmaria

Annamaria Monteverdi

d’arte e territorio si intrecciano. Faranno da cornice alla mostra un calendario di eventi di live electronics e di teatro tecnologico realizzati in collaborazione con Backstage café ogni sabato dal 2 agosto al 13 settembre e che si articolano in due sezioni: CRACK!LIVE ELECTRONICS a cura di Anna Maria Monteverdi e PER FORMA ATTIVA di Francesca Sommovigo, tra danza, teatro Inaugura il 31 luglio 2008 la prima elettronico e musica. edizione di Genius Loci , mostra d’arte Stefano Cagol, special guest ambientale itinerante a cura di dell’evento, insieme a Lisa Batacchi, Federica Forti allestita sull’isola di Luca Bray, Grazia Cantoni, Andrea Palmaria. Porto Venere e le Alpi Chiodo, Giovanni De Gara, Raffaello Apuane sono la splendida cornice di Gori, Sibylle Pasche, Niccolò Poggi, questa suggestiva rassegna che si Francesco Ricci e Carmen Tornaboni propone come punto di riferimento gli artisti selezionati per questa prima per la giovane arte contemporanea edizione di Genius Loci . Nomi anche elettronica. accomunati da ricerche espressive Promossa dall’associazione culturale interdisciplinari che si confrontano Ars gratia Artis, Genius Loci è il punto con il territorio, con i luoghi e con di partenza di un programma l’ambiente circostante: Giovanni De ambizioso che intende divenire un Gara oltre ad essere architetto si appuntamento fisso per il grande cimenta con la pittura, Niccolò Poggi pubblico. L’isola di Palmaria e la sua è un designer, Grazia Cantoni è una Batteria Umberto I, i luoghi deputati fotografa specializzata in installazioni ad accogliere annualmente artisti site specific , Luca Bray e Raffaello emergenti invitati a dialogare con un Gori sono pittori, Andrea Chiodo oltre contesto ambientale unico. Singolari a dipingere è anche video maker e progetti site specific in cui opera musicista, Francesco Ricci è pittore

104 ma lavora anche con installazioni All’interno della Batteria le opere dei ambientali, Lisa Batacchi è artista con pittori Luca Bray e Raffaello Gori , un passato nella moda, ha lavorato a l’installazione di Lisa Batacchi sul Londra per Vivienne Westwood, ricordo e la memoria e la video- mentre Sibylle Pasche e Carmen proiezione Sinestesia di Andrea Tornaboni sono scultrici. Chiodo, artista che vive da quasi vent’anni sull’isola e che riproduce in musica, pittura e video le emozioni della vita “eremita”. Stefano Cagol, invece, interverrà sul tetto della Batteria, dove la sua opera si propone di ribaltare la funzione intrinseca alla Fortezza: il ricordo dell’antica funzione bellica ne esalta la nuova identità di sede espositiva.

.

Concepito in modo itinerante, il percorso espositivo si apre con un’installazione di Sibylle Pasche: sei sculture in marmo realizzate per la mostra e collocate presso il Molo del Terrizzo, punto di attracco delle imbarcazioni. Salendo lungo il sentiero che conduce alla Batteria . Umberto I l’installazione di Francesco Ricci, inspirata all’identità militare Gli eventi promossi da Backstage café dell’isola, gli Ometti di Grazia Cantoni sono suddivisi in due sezioni: la prima , luoghi di sosta e riflessione, quindi è cRack! LIVE ELECTRONICS ideata l’installazione in filo di ferro e materiali da Anna Monteverdi, che ha invitato di recupero della scultrice Carmen Motus – otolab – Giacomo Verde – Tornaboni e le sculture organiche di Badsector. Per questa sezione si è Niccolò Poggi . In prossimità della cercato di lavorare all’idea di arte Batteria l’opera di Giovanni De Gara , come disturbo, interferenza, una riflessione sul turismo frantumazione e infiltrazione. Originali inconsapevole. postazioni elettroniche in cui la narrazione sonoro/visuale viene

105 assemblata live in contemporanea su l’arte, di trasferimento della bellezza quattro laptop, performance terrena a quella eterna. tecnologiche e azioni teatrali di grande impatto immersivo. Il paesaggio proposto per cRack! va dall’elettronica sperimentale alla techno, dal dub al noise alle sonorità industriali in un coinvolgente e sconvolgente innesto tra organismo elettronico e ambiente naturale.

Nella seconda sezione curata da

Francesca Sommovigo dal titolo PER . FORMA ATTIVA. GESTI BIANCHI IN TENSIONE DI PENSIERO sono stati Un’ isola reale, un pubblico vivo, in invitati artisti che lavorano con la opposizione al caos vuoto del ristagno danza, la parola, la video-danza: del pensiero, per trascendere Kinkaleri – Annalisa Maggiani – Juomi attraverso uno choc, e soverchiare Kojoshioka. così la necessità letteraria di avere un isola deserta da ricercare, da Il luogo viene connotato come desiderare come mondo Altro. Eventi tensione creativa di ricerca di un quindi, come sbarchi sulla luna. RIFUGIO, di un approdo in contrasto Tentativi di esistenza. In moto d’anime all’inconosciuto del mare, con il in onda. coraggio però di riprodurre in esso, persino l’ignoranza e l’agitazione rumorosa del mondo profano, in un percorso reso possibile attraverso www.geniusloci2008.org

106 Link index

Le Luci E I Suoni Di Sonarama 2008 http://www.sonar.es/

Future Past Cinema: Sonarmatica 2008 http://www.sonar.es/

Una Volta E’ Troppo Poco http://www.0100101110101101.org http://www.mnsi.net/%7Epwatkins/ http://www.en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Huyghe http://www.milgramreenactment.org/ http://www.reakt.org/ http://www.aksioma.org http://www.reakt.org/

Do It Yourself. Dal Punk Al Web 2.0 Tecnologia Ludica. Hacker Space Festival http://www.youtube.com/watch?v=79MRgbWyaqA http://www.tmplab.org/2008/06/18/consumer-b-gone http://www.youtube.com/watch?v=dPQ6yPr4Ueg http://www.opera-calling.com/about http://annalist.noblogs.org http://www.hackerspace.net

Brumaria, Editoria Militante http://www.brumaria.net/erzio/publicacion/10.html

107 The Artist As Artwork In Virtual World – Parte 1 http://it.wikipedia.org/wiki/MMORPG http://it.wikipedia.org/wiki/MUD_Object_Oriented http://it.wikipedia.org/wiki/Counter-Strike http://www.counter-strike.net/ http://www.rollingstonemagazine.it/page.php?ID=230 http://www.rollingstonemagazine.it/page.php?ID=579 http://adaweb.walkerart.org/ http://www.thepalace.com/ http://adaweb.walkerart.org/project/homeport/ http://www.opensorcery.net/velvet-strike/ http://www.delappe.net/ http://www.simgallery.net/

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Tre Giorni Di Sonar! http://www.sonar.es

Node, Una Scommessa Vinta

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Thierry De Mey: Il Movimento Della Musica Alcune Vie Per L’inclusione Digitale http://www.dibaexpressonline.com http://www.node-live.com http://www.pushthefuture.org/HOME/tabid/36/Default.aspx http://www.economist.com/finance/displaystory.cfm?story_id=9149142 mailto:[email protected]

Tuned City: L’acustica Dello Spazio http://www.tunedcity.de/

Nico V Da Vicino http://www.riccioneteatro.it/ttv/subsection.php?subsez=57 http://www.riccioneteatro.it/ttv/approfondimenti_sub.php?subsez=67

Il Teatro Calligrafico. Le Dragon Blue Di Lepage http://www.robertlepage.com/

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