R. Deputazione Di Storia Patria Per La Liguria
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R. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA SEZIONE DI SAVONA ATTI Vol. XXIII SAVONA Tipografia Savonese Piana Monlicello, 2 1941 - A. XIX $ . Biblioteca Storia Patria SV s-sv-sv 0001 SSSP sv 03 023 SVAGHI STORICI L' AREA EDILIZIA DI SAVONA DALLE ORIGINI AL SEC. XIX — Barriliana — Un’opera inedita di B. Mat- tiauda — La pitonessa di Celle — Un frate CRONISTA IN PIENO RlSORGIMENTO. PER ITALO SCOVAZZI 1. L’area edilizia di Savona dalle origini al sec. XIX. I l forestiero che, dopo aver letto una storia di Savona, ad esempio quella più ampia e recente di I. Scovazzi e F. No- berasco, sentisse vaghezza di visitare il teatro della più che bimillenaria vita savonese, e di interrogare le pietre, testi moni eloquentissimi, resterebbe forse deluso. Le devasta zioni genovesi e gli ultimi cento anni hanno distrutto più che dieci incursioni di Longobardi e di Saraceni. Tuttavia col sussidio dei pochi monumenti rimasti, di anticaglie dissepolte, di testimonianze lontane, possiamo for marci un’idea abbastanza precisa della città, quale essa era nei secoli dell’ età media. E’ ormai indubbio che il promontorio di Priamar, unito al Monticeli© da un sottile istmo e perciò asilo sicuro con tro gli assalti degli uomini e delle fiere, fu sede di Liguri sin dall’età della pietra. Il luogo, romanizzato, fu durante l’Impero soverchiato da Vado; tracce sicuramente romane vennero in luce, ed altre potranno scoprirsi con scavi diligenti nella nostra archeologica. Il porto di Savona, che compare già durante la seconda guerra punica, dovette certo, fin dall’età romana, estendere f oppido dal promontorio a parte dell’ istmo e provocare la costruzione di nuove opere. Infatti tra il 1853 e il 1854, con scavi fatti per sistemare quella zona dove sono oggi corso 6 Mazzini e l’Ilva si giunse all’angolo dell’ex-convento delle Scuole Pie, e fu scoperta una strada che da Chiappi nata scendeva al porto. Sotto la strada, di fronte al Vico dei Fondachi, di cui oggi esiste ancora un avanzo, si trovò un muro circolare, spesso un metro, dal quale furono estratti massi di pietra squadrata: lo si ritenne la base o il re cinto di un fortilizio, costruito al tempo dei Romani a di fesa del porto. Tre metri più in là, verso S. Giorgio, si scoprirono altri avanzi di mura, spesse un metro, pur esse rivestile di pietra squadrata. I lavori, proseguiti nel 1856, misero in luce altri resti, autorevolmente giudicati romani, del fortilizio, su cui tanti secoli dopo sorse il castello di S. Giorgio. Le invasioni barbariche, con tutti i guai che seguirono alla rovina dell' Impero, assottigliarono di molto la popola zione della Sabazia; tuttavia un nucleo di Liguri-Romani, corroborato forse da elementi germanici, si mantenne sul Priamar. Di li Savona, nel secolo X, apri le ali al grande volo. Nello sviluppo edilizio della città si possono distinguere due momenti. In un primo, tra il X e il Xll secolo, nel generale risveglio sociale ed economico che prepara il Co mune, nuovi ceti mercantili e industriali si svilupparono at torno al porto, sull’ istmo, e vi si rafforzarono coi primi palazzi turriti, con le prime mura. La cerchia di mura, di cui è probabilmente ancora un avanzo la monumentale Porta Balnei, partendo da questa « dirigevasi — scrive Vittorio Poggi — verso mezzogiorno fino ad incontrare le mura del Castello, con cui faceva corpo sino all’ angolo oc cidentale, donde girava a tramontana, descrivendo una curva irregolare che per Fossavaria riusciva a piazza del Mer cato: di qui saliva per la collina del Monticeli©, discendendo pel Pozzetto in piazza della Quarda e proseguendo poi per la .calata verso la torre del Brandale sino al punto di partenza >. Il seno di mare era più profondo e le acque dell’an tico porto si frangevano presso la Chiesa di S. Pietro. Con tigua alla chiesa sorgeva l’antica dogana, difesa da una 7 robusta torre; a distanza di pochi metri era stato costruito un fortissimo muro, che doveva servire al duplice scopo di agevolare le operazioni di carico e scarico delle merci e di proteggere l’istmo dalla continua erosione delle acque. Di questa calata o andana primitiva, detta impropriamente mo lo, comparvero tracce qua e là, in tempi diversi, in occa sione di scavi; cosi avvenne nel 1839, negli scavi fatti dal l’architetto civico G. Galleano e da G. Nervi, e anche molti anni dopo, quando si posero le fondamenta del palazzo Mar- tinengo. Tale calata, spiccandosi dalle falde di S. Giorgio, per correva pressapoco il vico dei Fondachi, piazza del Bran- dale, via Orefici, via Quarda Superiore, piazza Leon Pan caldo, fino a S. Ponzio, 1’ odierna S. Lucia. Nella Scaria, com’ era chiamato il tratto della calata fra la Dogana e la piazza della Quarda, ferveva 1’ attività cittadina. Il nome di Scaria si estese a poco a poco a tutta la zona retrostante, sino a designare una delle due circo scrizioni territoriali e militari in cui si divideva il nascente Comune. L’ altra circoscrizione si chiamò del Monte, e par tiva da piazza S. Pietro giungendo ad abbracciare tutto il Priamar. Attorno al porto si sviluppava la nuova città mer cantile e industriale, con una nuova nobiltà, una nuova borghesia, un nuovo proletariato, in contrasto al Priamar, nido ligure - feudale - vescovile, e al Monti cello che, con la sua Cantinata marchionale, era il nido feudale - laico. Centro religioso della città sul piano era la parrocchia di S. Pietro, cui presto s’aggiunsero le parrocchie di S. Giovanni e S. Andrea. Il secondo moment) nello sviluppo edilizio di Savona s’inizia coi grandi lavori portuali sullo scorcio del sec. XII e con la nuova cinta di mura costruita tra il sec. XIII e il XIV. A poco a poco alla lenta erosione dell’istmo per opera dell’ acqua marina, nella parie più interna del seno, era succeduto un processo di interrimento del porto, dovuto forse al fatto che il torrente Lavagnola, oggi Letimbro, dopo aver lungamente errato nella pianura alluvionale tra 8 paludi e acquitrini, s’ era aperta una via diretta al mare, aiutato forse anche, fin d’allora, dall’opera degli uomini, e sfociando presso il Priamar, travolgeva in prossimità del porto grande massa di arene, che i fortunali di libeccio poi accumulavano nel porlo stesso. Tale 1* ipotesi attendibi lissima di V. Poggi. Contro il pericolo il Comune provvide, sul finire del sec. XII, a grandi opere. Costruì anzitutto una seconda po derosa calata, che, parallelamente alla primitiva, si stendeva ad arco dal piede di S. Giorgio sino a S. Lucia e, con vari bracci di molo, gettati in tempi diversi, venne a formare una magnifica darsena, proietta dalle correnti di libeccio e di scirocco. Tutta la zona conquisiaia al mare, tra l’antica e la nuova calala, si copri, nel volgere di un secolo, di e- difici che formarono una quindicina di vie attorno alle tre piazze della Canepa o Colombo, d’Armi poi dell’Erbe, della Quarda poi S. Agostino e oggi Leon Pancaldo. Tra gli edi fici ne sorsero alcuni grandiosi del Comune, come la nuova Dogana, la Raiba o Magazzino dell’Abbondanza, il palazzo del Podestà. Questi nuovi quartieri furono divisi, dalla parte del mare, da una cinta muraria con alcune porte. Un cantiere e un arsenale, nell’ angolo tra S. Giorgio e il braccio di mulo di S. Erasmo, compirono f assetto portuale del po tente Comune. 11 quale era nel massimo fiore della sua storia. La tremenda lotta, contro Genova e contro i Guelfi, i mirabili commerci l’avevano innalzato a uno dei primi posti fra i Comuni dell’Italia continentale. La crescente ric chezza e popolazione si volgeva anche al versante occiden tale del promontorio, alla piana del Lavagnola, che comin ciava ad essere alacremente prosciugata e coltivala. Pur dopo la vittoria genovese della metà del dugento, l’antica cintura muraria non bastava più. Genova 1’ aveva rotta e abbattuta; Savona, tra la fine del secolo XI11 e il principio del XIV, mirò a costruire una nuova, più ampia e capace. La nuova cinta, descrivente attorno alla città un elissoide, < di cui l’asse maggiore — scrive V. Poggi — da mezzogiorno a tramontana, ossia dal mare alla porta S. 9 Giovanni, misurava metri 780 circa, e il minore da ponente a levante, cioè da Porta Bellaria alla calata sul porto, circa ni. 340 », sorse gradualmente, per successive concessioni della metropoli, prima con pilastri uniti da steccati e paliz zate (Licie), poi con mura, solo dalla parte di terra, infine con mura anche dalla parte del porto. Quindici porte si aprivano lungo la cerchia murale. Cinque borghi, fuori le mura, il borgo Superiore, fuori porta S. Giovanni, il borgo Ratto o Inferiore, fuori Porta Villana o Bellaria, il borgo di Porta Fioria, il borgo del Molo e il borgo della Foce, crebbero gareggiando con la città per operosità e splendo re. Colla riforma del 1303, la città, prima divisa nelle due compagne di Scaria e del Monte, fu scompartita in quar tieri, chiamati prima di Scaria, del Monte, dei Foderati e del Mare, poi di S. Maria, di S. Pietro, di S. Giovanni e di S. Andrea. Tali limiti f area edilizia di Savona serbò, quasi im mutati, sino alla perdila della sua autonomia. Ma quando nel 1528 ebbe assoggettata per sempre fin domita ribelle, Genova decretò di costruire sul Priamar una grande fortezza. L’opera, deliberata nel 1542 e in pochi anni condotta a compimento, portò necessariamente alla di struzione del più antico quartiere civico, splendido di mo numenti e di memorie, culla ligure - romana-cristiana della Sabazia. Tuttavia, che l’opera di distruzione facesse sentire T angustia dell’ area edilizia del piano non pare.