La Transumanza Transumanza E Allevamento Stanziale Nell’Umbria Sud Orientale

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La Transumanza Transumanza E Allevamento Stanziale Nell’Umbria Sud Orientale La Transumanza Transumanza e allevamento stanziale nell’Umbria sud orientale Egildo Spada Quaderni del CEDRAV Direttore Luciano Guglielmo Giacchè La Transumanza Transumanza e allevamento stanziale nell’Umbria sud orientale Egildo Spada Collana: Quaderni del CEDRAV, 2 Cerreto di Spoleto, CEDRAV, 2002 ISBN 88-87364-89-3 © 2002 by CEDRAV - Monastero di San Giacomo, 06040 Cerreto di Spoleto I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i paesi. Progetto grafico, Studio Fabbri, Perugia Logo del CEDRAV, Alfred Hohenegger A mio padre Quanti passi a portare fardelli che tenere mani affastellano e il tepore di un giovane letto ti lasci su tratturi che scavano l’anima. Ancora io ripercorro strade a ritroso a cercarti. Spumeggia il mare su cavalloni lanosi mentre odorosa di silenzio è la faggeta. Si ringrazia tutto il personale del CEDRAV di Cerreto di Spoleto che, oltre ad aiu- tarmi nella ricerca dei documenti, ha curato la parte iconografica e ricostruito la car- tina dei tratturi. Il suo direttore, Luciano Giacché, mi ha sempre incoraggiato nella stesura del lavoro che ha voluto pubblicare nei quaderni del CEDRAV. Un grazie particolare va alla professoressa Cristina Papa, direttrice del Dipartimento Uomo & Territorio dell’Università degli Studi di Perugia, per i preziosi suggerimenti e la pre- sentazione del lavoro. Si ringraziano inoltre Alessandro Bianchi per la segnalazione di molti documenti e Rachele Spada che mi ha coadiuvato nel reperimento e nella trascrizione dei documenti. Si ringraziano infine l’Assessorato all’Agricoltura e Foreste della Regione Umbria, l’Associazione Culturale 99 Fontanelle di Torreinpietra, la COOBEC di Spoleto, Lamberto Gentili e Aleandro Scaramucci per la concessione delle foto; la Biblioteca del Consiglio Regionale dell’Umbria e la Biblioteca della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia per le ricer- che bibliografiche. INDICE pag. 7 Presentazione Capitolo primo 15 Storia e ambiente 15 1. La transumanza dall’Umbria sud orientale alla campagna romana 30 2. L’ambiente fisico 33 3. L’ambiente costruito Capitolo secondo 37 Normative e strumenti di controllo nell’uso dei pascoli 37 1. Le proprietà comuni 47 2. Il diritto di pascolo negli Statuti 56 3. Regolamenti di accesso ai pascoli 62 4. I contratti di affitto delle montagne 65 5. Elementi di conflittualità Capitolo terzo Incidenza dell’allevamento ovino e della transumanza sull’economia 81 della montagna 81 1. Aspetti economici dell’allevamento stanziale 95 2. Aspetti economici della transumanza 101 3. Attività collaterali e di integrazione del reddito Capitolo quarto 107 La transumanza: consuetudini, pratiche e relazioni 107 1. Aspetti socio-culturali 109 2. Organizzazione interna 124 3. Pratiche religiose 134 4. Percorsi e tratturi 143 Conclusioni 145 Itinerari e immagini 163 Postilla lessicale 175 Bibliografia 5 PRESENTAZIONE È opinione comune e certamente fondata che la Valnerina sia una delle aree più studiate dell’intera Umbria, come testimonia l’ampia rassegna bibliografica e filmografica relativa alla zona pubblicata dal Consiglio regionale dell’Umbria nel 1984. Ma ad un esame più attento si può verificare che sono pochi i lavori che analizzano la Valnerina nel suo complesso, come area omogenea con caratteristiche proprie. Numerosi sono infatti gli studi relativi a singole puntuali questioni riguardanti gli aspetti storico-artistici, geografici o gli eventi sismici oppure ad alcune produzioni locali (il farro, la lenticchia, il tartufo, lo zafferano) o a singoli paesi, in particolare guide e storie locali; ma tranne poche eccezioni non vi sono lavori che affrontano sia pure sin- gole problematiche relativamente a tutta la zona, una lacuna ancor più evidente, se si considera che essa è abitata da non più di 14.000 residenti (dati ISTAT 1998). Questa carenza è tanto più rilevante quanto più si manifesta una con- traddizione tra la povertà di studi di questo tipo e la numerosità di progetti, programmi, interventi di area, che hanno impegnato in oltre 30 anni istituzioni locali, regionali e nazionali, centri di ricerca, asso- ciazioni di categoria, enti culturali e che si sono venuti via via propo- nendo a partire dall’adozione di politiche di area e dalla gestione amministrativa. Questo libro invece si misura con l’analisi dell’allevamento ovino e della transumanza nell’intera Valnerina e dunque contribuisce a col- mare la lacuna dell’assenza di una visione areale d’insieme e allo stes- so tempo suggerisce interrogativi e dunque stimola ad approfondi- menti ulteriori nella stessa direzione. Il lavoro di ricerca che è alla base del testo sonda e reperisce docu- menti di diversa natura: documenti di archivio, la letteratura politico agronomica ottocentesca, testi narrativi e poetici, interviste. La plura- lità della documentazione rinvia a un complesso di ambiti di differen- 7 te interesse disciplinare: storico, demografico, antropologico, che ven- gono mobilitati per rispondere agli interrogativi che si pone l’autore e che sono alla base del lavoro, che lo hanno sostenuto e indirizzato. Sono interrogativi che affiorano qua e là nel testo, si potrebbe dire sot- totraccia, e che un lettore disattento potrebbe trascurare, anche se alla fine sono esplicitati nelle conclusioni. L’interrogativo di base, da cui Spada parte, riguarda il rapporto tra la rappresentazione, peraltro ricorrente nel mondo occidentale, di un mondo pastorale bucolico e astratto e le esperienze dei pastori della Valnerina. L’autore vuole fornire al lettore una prova, una dimostra- zione che il mondo pastorale non è quello idilliaco e immobile che i miti classici e contemporanei vogliono suggerire, ma ha una sua potenzialità e ricchezza che non deve andare dispersa e nello stesso tempo rinvia a vite precarie, sofferte e faticose. E per contestare facili nostalgie del tempo perduto, troppo superficiali e sostanzialmente conservatrici del presente, Egildo Spada sceglie un metodo di analisi e di scrittura che è esso stesso una garanzia di effi- cacia della prova, un metodo fondato sulla produzione di materiali documentari e sulla loro discussione rigorosa, con una scrittura asciutta e a volte contratta. Nessun abbandono a facili retoriche o a discorsi che oltrepassano la lettura del dato. Si direbbe che l’autore voglia evitare consapevolmente di abbando- narsi ad analisi comparative, alla costruzione di quadri di riferimento generali, alla definizione di prospettive che rischiano di allontanarlo dal suo obbiettivo principale: quello di fornire appunto prove, docu- menti che attestino una condizione sociale, umana, economica, istitu- zionale. Ma le questioni di carattere generale non sono assenti, anche se accennate e talora implicite. È possibile, si domanda l’autore, che il mondo pastorale della Valnerina, o per meglio dire le persone e i saperi che hanno rappresentato il corpo e l’anima di quel mondo, non solo i pastori, ma tutti coloro che vivevano solo fino ad alcuni decenni or sono dello sfruttamento delle risorse del territorio, dei boschi, dei pascoli, possa acquistare nelle memorie di oggi la dignità che merita e rappresentare uno strumento perché quest’area interna dell’Umbria, la Valnerina, che ha attraversato periodi di benessere economico e di centralità nei processi produttivi e nelle dinamiche politiche, si riscat- ti dall'abbandono e dalla marginalità e trovi la strada di uno sviluppo sostenibile? Si tratta di un interrogativo politico e culturale insieme, che oltrepas- 8 sa i confini di questa valle, anche se qui è sentito con particolare urgenza, fino a diventare simbolo del nostro tempo: è possibile coniu- gare sviluppo e salvaguardia delle risorse ambientali locali, si può sfuggire alla “macdonaldizzazione” e accrescere e valorizzare le diversità, quali le pratiche del governo che voglia raggiungere questi obbiettivi? Spada non è così esplicito. Gli interrogativi sono, come si diceva, sot- totraccia, impliciti. Una scrittura sorvegliata modella un ragionare che si appoggia sui dati documentari per affrontare le questioni fondamentali della vita pastorale: l’uso delle terre comuni in particolare dei terreni pascolivi, l'allevamento stanziale e le attività economiche commerciali e artigia- nali connesse, e soprattutto la transumanza. Nonostante l’apparente distacco della scrittura e la freddezza dei dati storici e demografici forniti, l’autore non solo è parte del mondo che descrive, ma è ad esso legato profondamente per ragioni biografiche. È nato infatti in uno dei comuni della Valnerina, Poggiodomo, un comune caratterizzato forse ancora più di altri dall'allevamento ovino e dall’agricoltura; quello che Spada descrive è dunque anche parte della sua osservazione e della esperienza dell’infanzia e della giovi- nezza. Da quest’area Spada non si è mai del tutto separato e nella maturità ha costruito rispetto ad essa un ulteriore legame e ha assunto una responsabilità in più oltre a quella di essere nativo, assolvendo a fun- zioni amministrative. Questa conoscenza profonda è evidente nel testo. Le interviste, su cui l’autore appoggia la sua analisi, così come le sue osservazioni non sono il frutto di brevi campagne di inchiesta, ma piuttosto il prodotto di una consuetudine in cui sono maturate occasioni di incontro, riflessioni, osservazioni. Siamo di fronte ad un'antropologia nativa, si potrebbe dire, se non fosse che l’autore fonde insieme sensibilità disciplinari differenti, antropologiche, ma anche storiche, demografiche, geografiche, riuscendo in ogni caso a raggiungere
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