urbanisticaonline DOSSIER

TERRITORI COMPETITIVI E PROGETTI DI RETI / COMPETITIVE TERRITORIES AND DESIGN OF NETWORKS a cura di/edited by Francesco Domenico Moccia Marichela Sepe

013

ISBN 978-88-7603-174-8 Rivista monografica online CONVEGNO REALIZZATO NELL'AMBITO DEL Euro 9,90 II FESTIVAL DELLE CITTÀ METROPOLITANE INU Edizioni

TERRITORI COMPETITIVI E PROGETTI DI RETI / COMPETITIVE TERRITORIES AND DESIGN OF NETWORKS

SPECIAL ISSUE A cura di / Edited by Francesco Domenico Moccia Marichela Sepe Prefazione FRANCESCO DOMENICO MOCCIA, MARICHELA SEPE 11 Territori competitivi e progetti di reti silvia viviani 13 Reti multiscalari e nuove economie delle città carlo gasparrini 25 Dalla post metropoli alla iper-metropoli: l’Italia tra super-organismi e arcipelaghi maurizio carta 27 I Sezione: Governance

Introduzione 31 Star4planning: una ricerca sullo stato della pianificazione urbanistica in Campania francesco abbamonte, pasquale de toro, francesco frulio, marco lauro, roberto musumeci 32 Coesione territoriale, servizi ecosistemici culturali e infrastrutture verdi nella città metropolitana di Napoli antonio acierno, gianluca lanzi 36 L’area metropolitana, lo sviluppo urbano e le politiche di coesione valeria aniello 42 Nuova governance per connettere il sud: tra autorità di sistema portuale e città metropolitane donato caiulo 48 L’economia circolare e l’urbanistica temporale per le città metropolitane selena candia, francesca pirlone 52 Periferie rigenerate nelle “città laboratorio” nicole caruso 59 Intercomunalità, metropolizzazione e legami territoriali ilaria delponte 63 Città e porti: rigenerazione urbana e pianificazione portuale antonluca di paola 68 Quaestiones disputatae andrea donelli 75 Landworks in progress_riattivazione del centro storico di Cosenza roberta falcone, giuseppe palermo, erminia d’alessandro 80 I paesaggi di Ischia come strategie per il futuro guido ferrara, giuliana campioni 84

INDICE Reti di apprendimento a supporto di territori competitivi cinzia langella 88 Il consumo di suolo come indicatore nella governance delle città metropolitane giuseppe mazzeo 92 La prima piazza smart d’italia: esperimento di governance di uno spazio pubblico inclusivo tra tecnologia, reti immaterialie innovazione sociale 99 barbara melis, graziella roccella Provincia di Torino vs città metropolitana di Torino irene mortari, giannicola marengo 104 La città metropolitana dall’utopia alla realtà. Una sfida complessa domenico passarelli, marisa gigliotti 108 Pensare Venezia carlo pavan, nicola pavan, giuseppe saccà 110 Periferie e forma urbana. Spunti di riflessione per un cambiamento programmatico del progetto di riorganizzazione della città esistente 114 marco pietrolucci Le città metropolitane dall’agenda all’azione nel cammino verso la sostenibilità gabriella pultrone 121 Strumenti e metodi di governo della città metropolitana: il rapporto tra città consolidata e periurbano maria rita schirru 126 Esperimenti partecipati sul senso della bellezza, per la riabilitazione di aree e paesaggi degradati maria maddalena simeone 130 Misurare la reale dimensione delle città italiane: il concetto di urbanismo andrea spinosa 137 Access to urban opportunities: mending the urban-rural divide in metropolitan areas giovanni vecchio 145 II Sezione: Competitive territories between innovation and integration Metropolitan territories and new infrastructures marichela sepe 151 Innovation and sustainability in traditional architecture and technology in the residential building of the old ottoman Algiers benchekroun marwa, chergui samia 154 The edge of creation gary brown 159

INDICE Cluster policies as an instrument for evolutionary planning-the case of Albania elona karafili, ledian bregasi 165 Greening in narrow urban spaces – an urban development concept for the old city of Berlin Spandau katharina lehmann, johanna carstensen, janet klawitter, marcel kurz, daria sankina 172 Various festival spaces responding to urban space in Japan kenjiro matsuura 180 Growth and identity as basic principles of city planning jan obrtlík 184 Green and blue infrastructures for the regeneration of european metropolitan cities. Resilience practices in french métropoles irene poli, chiara ravagnan 187 An innovative evaluation of green space system based on result-oriented approach. A case study of Wuhan city fu qian, ha sijie 194 Community web-based development: crowdmapping for improving cultural heritage experiences in Piedmont giuseppe roccasalva 198 Insights on the reconfiguration of fragile industrial waterfronts, defined by climate change and economic decline – the case of Coney Island Creek, New York 204 gitte schreurs, kris scheerlinck Urban livability and happiness in metropolitan public spaces: a case study marichela sepe 208 From the regional smart specialization strategy to the smart city projects: the case of Euregio gect cross border region and its 3 capitals Trento, Bolzano and Innsbruck 214 daniele vettorato III Sezione integrazione Integrare. In una prospettiva di pianificazione metropolitana isidoro fasolino 221 Interventi di cittadinanza attiva a piccola scala: il caso di r-urban poplar tra rigenerazione urbana e condivisione di conoscenza francesco abbamonte, klarissa pica, federico sartori 228 Alla ricerca di una “magna” rete del territorio stefano aragona 233 Reti rigeneranti. Il piano di riqualificazione urbana a Matrah Miir francesca arici, tullio giuffrè, luigi ledda, gero marzullo, cesare onorato, giuseppe tesoriere 241 Valenze identitarie e processi di metropolizzazione. Il progetto dell’area della ex polveriera di Ciccarello a Reggio Calabria natalina carrà, concetta fallanca, antonio taccone 248

INDICE Infrastrutture e mobilità nella città metropolitana di Bologna: questioni irrisolte e prospettive di sviluppo elisa conticelli, stefania proli, simona tondelli 255 Nuovi paradigmi per le centralità urbane di Roma. Prove per la centralità anagnina romanina vittoria crisostomi 261 Agenda urbana delle città della Sicilia occidentale: la greenway costiera come strumento di coesione a valorizzazione territoriale 269 fabio cutaia, ignazio vinci Planning support system per la competitività del sistema produttivo metropolitano roberto de lotto, giulia esopi, veronica gazzola, marco morandotti 277 Spazio pubblico metropolitano una rete integrata di luoghi giovanna ferramosca, rocco orefice, carmen prisco, stefano spera 284 Sostenibilità e resilienza nel piano strategico della città metropolitana di Torino stefania grasso 291 Politiche urbane di rigenerazione energetica e vincoli di tutela del patrimonio storico: una proposta di (pre-) dimensionamento del Paes della città di Matera 295 giuseppe las casas, francesco scorza, luigi santopietro Spazio integrato: luoghi pubblici capaci di favorire l’integrazione nella città metropolitana gaetano giovanni daniele manuele 300 Una rete ecologica nella città metropolitana di Bari: il parco delle Lame San Giorgio e Giotta nicola martinelli, silvana milella, vito d’onghia, porzia pietrantonio, massimiliano piscitelli 308 Benessere e competitività di una rete “residua”: il territorio del vallone di Mussomeli salvatore danilo mistretta 313 Pra piani di reputazione ambientale: i dossier paesaggio per i territori interni della Sardegna giuseppe roccasalva 321 Nature based solutions e green infrastructure: il nuovo valore dell’ambiente urbano susanna sturla 325 Le infrastrutture-paesaggio come tessiture relazionali. Il parco del vallone di San Giuseppe a Piano di Sorrento bruna di palma, felice de silva 330 Il litorale domizio, una rete intelligente (smart grid): green, blue, dross francesca fasanino 334 La pianificazione dei corridoi ecologici nella città metropolitana di Napoli annapaola fasano, anna zucconi, daniela marrone 336 Declino di identità. La favorita al lido di Venezia esther giani 343

INDICE Rigenerazione di edifici ospedalieri dismessi per una nuova idea di sanità carla giordano, roberto vanacore 352 Planning around the volcano. Landscape urbanism between Vesuvius, Pompeii and Scafati giuseppe guida, giovanni bello, valentina vittiglio 356 San Giovanni a Teduccio: un quartiere in rete sara pia iacoviello, martina mignola 361 Ri-Gerolomini rosa mello, immacolata paciolla, francesca razzino, stefania teresa scardone 364 Lo spazio urbano come motore di rigenerazione umberto minuta 367 Premesse per una rete eco-territoriale della città metropolitana di Firenze alexander palummo 371 Le forme della bonifica irene peron 375 Paesaggi sinergici. Prime ipotesi di ricerca per la costruzione di una visione strategica del territorio a partire dal caso del sud Sardegna 382 valeria saiu Progetto di paesaggio: l’insostenibile disturbo delle reti infrastrutturali (materiali e immateriali) carlo valorani 387 IV Sezione: Innovazione Innovare per competere roberto mascarucci 395 Spazi in mutamento Tresigallo, città-laboratorio per il progetto urbano sostenibile francesco alberti 400 Innovazione e sviluppo del territorio: il ruolo determinante delle infrastrutture alessandra barresi 404 Riappropriarsi dei paesaggi fluviali un modello di parco per il fiume Sarno ermanno bizzarri 409 Recenti dinamiche evolutive della dimensione di governo sovracomunale. Funzione di pianificazione strategica metropolitana e risorse di fruizione comune 414 giuseppe caridi La città sospesa silvia dalzero 420

INDICE Urban network per il masterplanning strategico nelle grandi aree urbane. Configurazione spaziale e rendita fondiaria valerio cutini, valerio di pinto 426 Le università nella geografia della competizione per l’innovazione territoriale stefano de falco 433 La progettazione e il monitoraggio delle aree residuali urbane come strategia per la mitigazione ambientale ai cambiamenti climatici e per la tutela delle risorse naturali nel territorio della città metropolitana 438 delia evangelista Spazi urbani di apprendimento connettivo massimo faiferri, samanta bartocci, fabrizio pusceddu 444 Realtà aumentata e smart city: verso una nuova “visione” della città romano fistola, rosa anna la rocca 452 L’uso del bes nella pianificazione strategica. Prove di sperimentazione nel piano strategico metropolitano di Firenze raffaella fucile, luca di figlia, valeria lingua, giuseppe de luca 459 Piano arenile e fascia marittima di bellaria igea marina. La rigenerazione delle centralità urbane nella realtà metropolitana costiera romagnola 467 cristian gori Sharing experience vs sharing economy. Costruzione di strategie di condivisione nell’area metropolitana di Barcellona e nell’area vasta del Silano (acri) 471 francesca moraci, celestina fazia, gianluca burgio, maurizio f. errigo Il ruolo della fiducia autentica nei processi di rigenerazione urbana marco musella, melania verde 475 Area metropolitana campana, recupero/riqualificazione della conurbazione aversana gianfranca pagano, salvatore losco 481 Il piano di mobilità sostenibile metropolitano per una pianificazione e gestione integrata tra aree interne e città: il caso di Genova 489 francesca pirlone, ilenia spadaro Capitale coraggiosa: Londra e la politica metropolitana per la casa sostenibile laura pogliani 496 Le centralità come nuovo modello d’interpretazionedelle città metropolitane maria somma, francesca zerella, simone de diego, roberta mariarosaria ambrosone 503 Le infrastrutture come meccanismi di innesco dei processi progettuali di trasformazione urbana e territoriale. Questioni teoriche e sperimentazione progettuale intorno alla nuova stazione AV di Napoli-Afragola 510 carlo vece

INDICE Beni confiscati come spazi pubblici. Riconnessioni metropolitane e scenari strategici di sviluppo a partire da masseria Antonio Esposito Ferraioli ad Afragola 517 gilda berruti Le città metropolitane: temi, sfide e prospettive antonia arena 522 Sguardi metropolitani: appunti per nuove strategie di progetto giuseppe guida 528

INDICE PREFAZIONE Francesco Domenico Moccia| Marichela Sepe

Questo numero di Urbanistica Dossier na il vecchio continente e vede affacciarsi da raccoglie contributi e riflessioni che hanno protagonisti sulla scena mondiale il dina- riguardato il Convegno internazionale Terri- mismo dei paesi in via di sviluppo, il tema tori competitivi e progetti di reti/Competitive dell’integrazione è centrale. Occorre indiriz- territories and design of networks, che si è zare le energie per esplorare il potenziale tenuto a Napoli nell’ambito del 2° Festival contenuto nelle molteplici risorse delle con- delle città metropolitane dell’Istituto Naziona- centrazioni urbane, individuando gli esempi le di Urbanistica. virtuosi di integrazione tra valorizzazione In questo periodo storico, in cui l’avvio delle dell’identità storica e sistemi di spazi pubbli- città metropolitane appare ancora lento e ci, mostrando panorami articolati di attività non ben delineato, il convegno ha rappre- proiettate nello spazio ad esse più o meno sentato una proficua occasione per com- armonizzate. In continuità, le reti verdi e prendere lo stato della pianificazione, ma blu e il sostrato ambientale e paesaggistico, anche le questioni più urgenti da affrontare. sempre più integrati all’infrastruttura urbana Le tre tracce che sono state individuate e che nella proiezione della metropoli nell’area compongono le tre sezioni di questo numero vasta, costituiscono il palinsesto necessario – integrazione, innovazione, governance –, per lo sviluppo di nuove logiche territoriali e così come il titolo assegnato al convegno e di adattamento climatico al fine di ottenere al Festival – Territori competitivi e progetti di metropoli resilienti. reti – già indirizzano il dibattito, proponendo La tessitura di reti di cooperazione che opportunità per un avanzamento e amplio attingono dalle intelligenze e dalle risorse confronto scientifico. degli attori metropolitani responsabili rende L’inerzia dei compiti delle passate province fondamentale accettare ad ogni livello lo stile non riesce a superare per puntare verso nuo- della pianificazione e l’approccio strategico ve responsabilità basate sul riconoscimento per individuare obiettivi concreti ed avanzati di funzioni, interessi e vincoli sovracomunali. capaci di coinvolgere l’arco più esteso delle Lo specchio di queste lentezze è la pianifi- componenti sociali. È importante creare cazione che manca ancora di una cornice organizzazioni efficienti e stabilire modalità normativa e non ha definito con chiarezza di cooperazione interistituzionale leale e effi- obiettivi, metodi, processi e forme di piano. cace, con razionale distribuzione dei compiti È necessario in questo senso il coinvolgimen- e delle responsabilità per la costruzione di to di tutti gli attori coinvolti nei processi di nuove governance e geografie istituzionali. pianificazione metropolitana per ottenere un Tale mosaico costituisce anche l’ambiente impegno indispensabile per rispondere alla attrattivo per la popolazione, favorevole allo crisi economica, alle attese dei cittadini di sviluppo della cultura e delle conoscenze, benessere e salute, di sicurezza e coesione amico della competizione, accogliente delle sociale, di prospettive di sviluppo per un diversità e sostegno degli svantaggiati. È fon- futuro sereno. damentale in questo contesto individuare: da Per affrontare i grandi problemi contempora- una parte le risorse finanziarie e le modalità nei in un mondo globalizzato che ridimensio- per mettere in moto le città metropolitane

11 anche in una logica di economia circolare; dall’altra, gli scarti territoriali, il disagio abitativo, le periferie, il degrado paesaggi- stico, le aree inquinate e malsane e mettere a punto risorse e strumenti efficaci per il loro recupero valutando comparativamente strate- gie d’intervento e soluzioni possibili. L’innovazione è un fattore che occorre per adattarsi ai compiti di sviluppo e coesione delle grandi città, selezionare le materie idonee ad essere affrontate alla scala vasta e che connotino il ruolo della città metropoli- tana in rapporto alla sua comunità d’interessi e valori. Basandosi sulla conoscenza dei metodi di pianificazione radicati nelle nostre esperienze nazionali, occorre coniugarle con le più avanzate teorie internazionali e le innovazioni tecnologiche per ottenere uno strumento efficace nel determinare le trasfor- mazioni territoriali necessarie per la rigene- razione urbana e lo sviluppo sostenibile. Oc- corre altresì inserire il livello di pianificazione metropolitana nel sistema di pianificazione multilivello con spirito di complementarietà e leale collaborazione. In questa cornice, il panorama che emerge dai saggi presentati in questo numero è molto vasto e le questioni esposte aprono ancora ad altre, in cui risorse materiali ed immateriali, reti reali e virtuali, soggetti ed attori, politiche e programmi, norme e piani si sovrappongono e intersecano offrendo ulteriori motivi di riflessione finalizzati alla comprensione delle metropoli nelle loro singolarità e novità, nelle espressioni più favorevoli al progresso ed ai modi di vita contemporanei.

12 TERRITORI COMPETITIVI E PROGETTI DI RETI Silvia Viviani

Nel 2015 l’Istituto Nazionale di Urbanisti- i grandi servizi. Le Città Metropolitane sono ca lancia un nuovo evento, dedicato alle ritenute punte avanzate dell’economia,7 perni città metropolitane, la cui prima edizione si di una riorganizzazione, efficiente anche svolge a Reggio Calabria con il titolo “nuove dal punto di vista ambientale8, intorno a una geografie per nuove città”.1 multipolarità di servizi e luoghi di lavoro, in Le Città Metropolitane sono, in quel momen- una rete di centri compatti funzionalmente to, una grande riforma in un cantiere aperto, e socialmente integrati.9 Si sottolinea che le che incide sul sistema di governo locale, città metropolitane italiane sono di dimen- sulle modalità e le forme della rappresen- sioni più o meno grandi, si trovano isolate tanza e, in ultima analisi, sul modello di in regioni in cui fungono da polo aggrega- democrazia.2 Si ha consapevolezza che gli tore o in complessi sistemi urbani con centri effetti di questa ampia riforma non potranno complementari, si avvantaggiano in diverso vedersi se non in tempi lunghi; se ne comin- modo della loro posizione geografica aperta ciano a delineare ranghi e ruoli, a partire ai traffici internazionali sui mari, nei nodi dalla caratteristica delle finalità assegnate delle reti di comunicazioni, nelle posizioni ai nuovi enti, intorno allo sviluppo strategico di crocevia, eppure, con tutte le diversità, del territorio. Non enti orientati a assicurare collaborano al benessere del paese, ciascu- i servizi e a soddisfare i bisogni essenziali dei na nel suo ruolo, ciascuna con le proprie cittadini: compito questo che resta incentrato risorse, ciascuna secondo le sue potenzialità, soprattutto sui comuni. Le città metropolitane ciascuna valorizzando le proprie specializ- sono enti finalizzati invece a promuovere lo zazioni e vantaggi competitivi, stringendo sviluppo del loro territorio e tutte le condizio- alleanze, rafforzando legami per sviluppare ni, anche infrastrutturali, necessarie a questo complementarietà e cooperazione. scopo. Dunque le città metropolitane hanno È una visione del Paese, nella quale il il potere e il dovere di assicurare anche la cambiamento in atto, tanto veloce quanto gestione integrata dei servizi, delle infrastrut- strutturale, richiede l’individuazione degli ture e delle reti di comunicazione, ma solo in ambiti e delle forme urbane coerentemente quanto queste siano di interesse della città a una prospettiva lungimirante, che non può metropolitana e essenziali dunque allo svilup- fare a meno della pianificazione, rinnovata, del territorio.3 adattiva, multiscalare, multiattoriale10 e di In questo quadro, nella “Carta di Reggio capacità di aggregazione intorno a progetti, Calabria”, firmata il 18 luglio in chiusura del in un quadro di competenze non più appog- Festival, si raccolgono temi4 e tesi; si declina- giato ai confini tradizionalmente noti.È uno no azioni5 ed auspici6. scenario nel quale si possono portare a coe- Si afferma che le città metropolitane affron- renza riforme di assetto, istituzionale e geo- teranno una nuova dimensione della piani- grafico, amministrativo e sociale, economico ficazione d’area vasta articolata tra grandi e culturale, che tendono al miglioramento quadri strutturali in grado di stabilizzare della convivenza urbana e a forme integrate il loro patrimonio e incisivi programmi di di sviluppo locale e nazionale. Tesi consoli- trasformazione incentrati sulle infrastrutture e date nel XXIX Congresso dell’INU (Cagliari,

13 2016)11, ove si riafferma la centralità della Occuparsi di città metropolitane, oggi, in città in ogni discorso politico, sociale ed uno scenario di riforme ancora da portare economico: La città resiste, attrae, produce; è a compiutezza e di frammentazione socia- la leva più preziosa per il progetto del futuro. le e politica del Paese, porta innanzitutto La valorizzazione delle risorse esistenti e di a rilevare significativi programmi e azioni quelle generabili è finalità ineludibile di una del Governo, che investono sulle città e necessaria agenda nazionale per le città.12 costruiscono l’agenda urbana nazionale nei Si pone, anche, il rapporto tra pianificazione fatti, stanziando risorse e promuovendo assi strategica e pianificazione territoriale. strategici di intervento. La pianificazione strategica è integrata, La semplificazione dei livelli amministrativi e partecipata, sostenibile, flessibile, propone la devoluzione delle responsabilità organizza- la rappresentazione di lungo periodo di un tive e gestionali dell’economia e del territo- sistema locale attraverso l’individuazione e rio introdotta dalla Legge Delrio del 2014 la definizione di obiettivi strategici condivisi, concorrono a delineare un nuovo quadro associando le organizzazioni di rappre- istituzionale in cui collocare i princìpi che sentanza degli interessi economici, sociali orientano l’Agenda urbana: olistico, parte- e culturali. Gli obiettivi, tradotti in azioni cipativo, inclusivo, integrato. (INU Rapporto specifiche, sono caratterizzati da forme di dal territorio, INU Ed., 2016). partenariato che coinvolgono attori pubblici L’Accordo di Partenariato Italia 2014/2020 e privati. Quanto al piano territoriale, esso definisce obiettivi e strumenti per l’Agenda deve superare le criticità che hanno reso urbana nazionale, ove è strategico e centrale inefficace la pianificazione provinciale, il PON Città Metro, che contiene i drivers riferite a un ruolo di mera mediazione e di per l’applicazione del paradigma smart city controllo fra livelli, assumendo invece una e per la promozione dei progetti di inclusio- connotazione efficace in termini di azioni e ne sociale. Il necessario coordinamento per politiche non separate, monitorabili, centrate il successo della risposta alle sfide territoriali, su progetti di rete, azioni di difesa dei suoli e accompagnato dall’approccio place-ba- di protezione del paesaggio e dei beni cultu- sed, ha portato a sviluppare un percorso di rali, creazione di nuovi paesaggi e dotazioni co-progettazione strategica di azioni integra- territoriali. te di sviluppo sostenibile. Le politiche infrastrutturali (trasporto di Il progetto “Metropoli Strategiche”, finanzia- persone, cose e dati) possono ostacolare to su Fondi del Pon Governance del Dipar- o agevolare il raggiungimento di obiettivi timento per la Funzione Pubblica, promosso sociali ed economici (le nuove forme della da pochi mesi e coordinato dall’ANCI, per produzione, il lavoro, l’occupazione giova- una durata di 36 mesi, ha l’obiettivo di nile, l’accessibilità ai servizi, l’inclusione, accompagnare i cambiamenti organizzativi la risposta ai disagi abitativi) e culturali (la e lo sviluppo delle competenze legate alle creatività, la riqualificazione dei paesaggi innovazioni istituzionali nelle Città Metro- urbani, il cambiamento degli stili di vita). politane. Tre sono gli ambiti tematici su cui Infine, uno spazio metropolitano sostenibi- interviene il progetto Metropoli Strategiche: le ed equilibrato deve poter migliorare le la semplificazione amministrativa in materia forme della convivenza sociale nelle diverse edilizia e urbanistica, con analisi, sperimen- forme urbane. In esso, spazi riconoscibili tazione e sviluppo di modelli organizzativi come luoghi delle comunità, spazi pubblici, innovativi per dare piena attuazione ai quartieri, ambiti delle comunità, potranno principi previsti dalle recenti riforme, anche assumere connotati concreti di laboratori ci- attraverso strumenti di open data manage- vici, utili alla solidarietà sociale, al ripristino ment; i Piani di riassetto istituzionale e orga- di relazioni di fiducia, a nuove consapevoli nizzativo dell’area metropolitana, con attività cittadinanze. di accompagnamento e sperimentazione di

14 forme di aggregazione ottimale dei Comuni intendono integrare territori, strumenti e inter- e di percorsi per la gestione associata dei venti, saperi esperti, risorse. servizi e l’aggregazione comunale; ed infine Un processo vivo di elaborazioni condivi- i Piani strategici metropolitani, con attività se è la caratteristica del “Masterplan per di accompagnamento ai processi di pianifi- il Mezzogiorno”, che attinge dai capitali cazione strategica metropolitana.13 Avanza urbani, sociali, culturali e produttivi locali la crescita digitale, strategia che sostiene per traiettorie di sviluppo che comprendono la costruzione di un nuovo genere di bene investimenti su istruzione e formazione, oltre comune: infrastrutture tecnologiche e immate- all’innovazione della filiera pubblica di go- riali che mettano in comunicazione persone e verno e del tessuto imprenditoriale. I Patti per oggetti, integrando informazioni e generando le sette città metropolitane del Mezzogiorno, intelligenza, producendo inclusione e miglio- in parte sottoscritti e in parte da sottoscrivere, rando la vita del cittadino ed il business per sono finanziati dalle risorse del Fondo per lo le imprese, anche attraverso azioni di promo- sviluppo e la coesione 2014-2020. zione della social innovation.14 La Struttura di La “Strategia nazionale per lo sviluppo soste- Missione Italia Sicura si è dotata di un piano nibile”, considerata strumento principale per nazionale 2015/2020 contro il dissesto la creazione di un nuovo modello economico idrogeologico, “Il Piano contro le alluvioni circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente nelle città metropolitane”: 1,3 miliardi di euro ai cambiamenti climatici e agli altri cambia- di cantieri per la sicurezza nelle città.15 menti globali causa di crisi locali, come, ad “Connettere l’Italia” è la strategia nazionale esempio, la perdita di biodiversità, la modifi- che promuove innovazioni di processo e cazione dei cicli biogeochimici fondamentali di prodotto, per migliorare la qualità del (carbonio, azoto, fosforo) e i cambiamenti ciclo di progettazione e realizzazione delle nell’utilizzo del suolo20, promuove la costru- nuove infrastrutture snelle, razionalizzando e zione di aree urbane sostenibili ed efficienti e migliorando la ripartizione delle risorse pub- di comunità e territori resilienti. bliche. Ne fanno parte i progetti integrati di Nella stessa direzione va la “Strategia mobilità urbana sostenibile che rilanciano la Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti centralità delle città metropolitane, con inter- Climatici”21, che, fra le varie azioni, indica venti in continuità rispetto ai grandi investi- non solo la formazione di specifici Piani di menti avviati negli ultimi anni su infrastrutture adattamento urbani, ma anche la necessi- e sistemi di trasporto rapido di massa.16 tà di verificare le previsioni degli strumenti Con il cd bando periferie17, si è concretizza- di governo del territorio vigenti al fine di ta un’opportunità rilevante in tema di politi- riconsiderare e variare previsioni insediative che urbane, nella convergenza di obiettivi e infrastrutturali prevedibilmente esposte ad con la quale affrontare la complessità degli impatti climatici, con ciò indicando alla ne- aspetti sociali, economici e fisici delle nostre cessaria riforma urbanistica da intraprendere città. Riservato alle città metropolitane e ai una strada correttiva che ancora si stenta a capoluoghi di provincia, il bando ha attivato riconoscere come imprescindibile. la progettualità diffusa e l’integrazione dei L’innovazione di approccio e di visione settori dei governi locali, individuando nella struttura il “Piano della Portualità e della rete policentrica italiana il motore dello svi- Logistica”22, che intende favorire la crescita luppo e promuovendo l’interazione tra città e economica del Paese attraverso il rafforza- territori, tra città metropolitane e città medie, mento della competitività del sistema portua- un capitale, quest’ultimo, significativo per le e logistico italiano, tramite una strategia caratteri demografici e produttivi.18 integrata, con azioni da compiere sia nei por- Un piano a lungo termine e a tutto tondo, ti sia sulla loro accessibilità – da mare e da per la riqualificazione di città e territori, è terra – al fine di potenziare il ruolo dell’Italia la sostanza di Casa Italia19, con il quale si nel Mediterraneo e negli scambi

15 internazionali. La “Dichiarazione di Quito su e multiscalare del territorio, che richiede il città ed insediamenti umani sostenibili per superamento dei tradizionali confini ammini- tutti” costituisce la parte introduttiva della strativi, svela la difficoltà di dare una defi- “new urban agenda” adottata alla conclu- nizione univoca di città in una fase storica sione della Conferenza ONU sull’abitazione nella quale si concretizza una molteplicità e sullo sviluppo sostenibile a Quito il 20 di evidenze quali le fusioni dei comuni, le ottobre 2016. Vi si riconoscono la necessità città metropolitane, la formazione di macro- e l’utilità di reimpostare la maniera in cui regioni, che coinvolgono tutti i livelli di scala le città e gli insediamenti umani vengono territoriale. Per ciascuno di questi contesti, pianificati, progettati, finanziati, realizzati, l’aspetto fondamentale è rappresentato governati e gestiti. La Nuova Agenda Urbana dalla necessità di individuare nuove politiche concorrerà a porre fine alla povertà ed alla basate su una rielaborazione dei criteri di fame in tutte le sue forme e dimensioni, ridur- autonomia e sull’integrazione tra territori alle re le diseguaglianze, promuovere una cresci- varie scale.26 La proposta di identificare le ta economica sostenuta, inclusiva e sosteni- aree urbane a partire dai 611 Sistemi locali, bile, realizzare la parità di genere e conferire definiti dall’Istat sulla base della matrice dei legittimazione a donne e ragazze, migliorare pendolarismi casa-lavoro, porta a individua- la salute ed il benessere, oltre a potenziare re 21 principali realtà urbane27, 86 sistemi la resilienza e proteggere l’ambiente. I capi locali afferenti a città di media grandezza di Stato e di governo, ministri e alti rappre- per una copertura di circa ¼ della superficie sentanti condividono la visione di città per territoriale del Paese, i restanti 504 sistemi tutti, con riferimento all’uso ed al godimento locali nei quali solo 12 hanno una popola- egualitario delle città e degli insediamenti zione superiore a 50.000 abitanti e che co- umani, cercando di promuovere l’inclusività e prono il 67,4% del territorio nazionale. Delle di far sì che tutti gli abitanti, delle generazio- 21 principali realtà urbane, pari ad appena ni presenti e future, senza discriminazioni di l’8,8% del territorio nazionale, fanno parte le alcun genere, possano abitare e produrre cit- 14 città metropolitane, alle quali si uniscono tà e insediamenti umani giusti, sicuri, salubri, altre 7 città caratterizzate dall’appartenenza accessibili, economici, resilienti e sostenibili, a una città metropolitana, popolazione del per promuovere prosperità e qualità della sistema locale superiore a 500mila abitanti vita per tutti. La complessità e la varietà delle o popolazione del capoluogo del sistema forme e degli insediamenti urbani è stata al locale superiore a 200mila abitanti.28 Consi- centro della Conferenza Nazionale Habitat derata la geografia dei 21 principali sistemi III23, che si è chiusa con la Dichiarazione di urbani, è evidenziato come i confini della Quito, con l’obiettivo di rafforzare l’impe- loro articolazione reale sul territorio si man- gno mondiale sul tema dell’urbanizzazione tenga indipendente da quelli della geografia sostenibile. Il Rapporto Italiano24 si apre con amministrativa delle province e delle città il riconoscimento che nel corso della storia metropolitane.29 Una trattazione complessa moderna, l’urbanizzazione è stato uno dei e articolata arriva a dimostrare come le città principali motori di sviluppo e di riduzione italiane si adattino poco e male a letture con- della povertà e che l’identificazione delle solidate e parametri standardizzati. Anche aree urbane come scala di intervento cruciale l’ISTAT infine conviene, come il nostro Istituto per lo sviluppo costituisce l’esito di un lungo ha proposto nel primo Festival delle Città percorso di elaborazione politica e culturale Metropolitane (2015) e nel proprio XXIX e di sperimentazione progettuale avvenuto a Congresso (2016), a proposito di geografie livello internazionale e nazionale. variabili e di piani e progetti come racconti Il Rapporto 2017 dell’ISTAT, dedicato a consapevoli, sull’opportunità di procedere Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazio- tramite mappe tematiche e funzionali da uti- ne in Italia25, propone una visione continua lizzare come lenti per la lettura integrata dei

16 luoghi, che aiutino la pianificazione come un un mondo in cui i loro lavori attuali scompa- sarto nell’abbinamento di stoffe e colori.30 riranno.34 Questo profondo cambiamento è Anche l’approccio place-based e people- oggetto delle analisi e dei dati raccolti nel oriented, che pare ben corrispondere alla “Rapporto dal territorio 2016” dell’INU35 complessità del mondo contemporaneo, si che segnala come e quanto alcuni fenomeni nutre della possibilità di elaborare strategie rilevanti, connessi soprattutto alla pendolari- per le persone nei luoghi e, di nuovo, pone tà, ai processi di metropolizzazione, all’im- il problema dei confini: l’azione pubblica migrazione, alla soccombenza degli insedia- integrata ha bisogno di confini chiari di rife- menti umani e delle popolazione di fronte rimento, che per gli attori coinvolti divengono alle calamità, incidano profondamente nel anche confini di responsabilità. Questi confini percorso dedicato al rinnovo della disciplina non devono essere predeterminati norma- urbanistica, che l’Istituto ha avviato e di cui il tivamente, cosa che invece abbiamo fatto Documento congressuale già richiamato36 ha ancora fino a ieri nella legislazione naziona- segnato una tappa significativa. le.31 Nella discussione intorno alle geografie Il Rapporto conferma che l’urbanizzazione istituzionali, se si conviene che lo Stato diffusa e dispersa ha prodotto perdita di pa- debba e possa lasciare ai governi locali e ai esaggi e suoli e dei relativi servizi eco-siste- cittadini attivi responsabilità adeguate alla mici, si è mostrata energivora, ha riguardato loro conoscenza dei contesti, è pur necessa- zone a rischio idrogeologico, sismico, vulca- rio che sia il centro decisionale nazionale a nico e che le forme dell’urbanizzazione sono garantire che alla fine una decisione stabile, uno dei fattori determinanti della sostenibilità “certa”, sia presa; che dal confronto emer- ambientale e della resilienza urbana, poiché gano i “confini”; che sempre siano costruiti e determinano i modi in cui si organizzano le utilizzati indicatori di risultato; che gli stan- funzionalità delle città, l’accessibilità ai ser- dard minimi nazionali siano conseguiti.32 vizi urbani e la capacità di trasformazione e È, quello del confine, tema ricorrente nelle adattamento alle diverse domande sociali e riflessioni intorno alla città, nelle analisi e nel- al cambiamento climatico. L’edizione 2016 le elaborazioni di varie discipline oltre quella del Rapporto dedica una specifica attenzio- urbanistica, nelle sperimentazioni, persino ne alla descrizione dei fenomeni in corso nelle grandi narrazioni che hanno caratte- nei contesti territoriali che ospitano le Città rizzato soprattutto il XIX secolo, fra le quali Metropolitane per come istituite dalla L. n. resta insuperato l’insieme profondo e ondi- 56 del 2014. Scopo di tale descrizione è di vago dei percorsi di Walter Benjamin, per il cogliere fra le trasformazioni reali i fattori sa- quale in nessun luogo – se non nei sogni - il lienti che ne possono influenzare lo sviluppo, fenomeno del confine può essere esperito in ormai avviato con la costituzione degli Enti forma così originaria come nelle città … e un metropolitani, dei loro Statuti, dei loro organi nuovo territorio ha inizio come un passo nel di governo. vuoto, come se si inciampasse in un gradino Le elaborazioni che aprono la scheda di di cui non ci si era accorti.33 ciascuna città metropolitana sono tre: un Oggi, quella del limite è questione che rac- riepilogo tabellare e grafico degli anda- conta anche delle paure del Terzo Millennio menti demografici dal 1991 al 2011, un provocate dall’apertura dei confini fisici e cartogramma statistico delle variazioni di virtuali, dove circolano scenari apocalittici, tali andamenti nei due decenni intercensuari, conflitti, sfoghi di disagi individuali e violen- uno studio sulla variazione dei flussi extra- ze collettive, mentre le masse di popolazione locali dei sistemi locali del lavoro centrali di ridisegnano le carte geografiche. La demo- ciascuna AM fra 2001 e 2011. grafia spinge gli europei a immaginare un Emergono alcuni aspetti: mondo in cui la loro cultura sta svanendo, 1. la dimensione demografica delle AM mentre la rivoluzione tecnologica promette italiane, per come legislativamente

17 definite, è molto varia. Dopo Roma e plessiva ha prodotto un ampliamento Milano, oltre i tre milioni di abitanti, dimensionale delle zone urbane solo cinque (Torino, Napoli, Bari, Ca- funzionali, anche se la soglia di auto tania e Palermo) hanno più di un mi- contenimento minimo della domanda lione di abitanti. Un secondo gruppo di lavoro, utilizzata per definirli, è (Genova, Venezia, Bologna, Firenze) stata abbassata, passando da 0,75 oscilla fra 850mila e un milione di a 0,60. L’aumento della mobilita è abitanti, mentre le altre (Reggio Ca- connesso al trasferimento di una serie labria, Messina, Cagliari) fra i 550 di fenomeni di interdipendenza e di e i 650mila. I cartogrammi statistici integrazione produttiva dalla scala mostrano in modo chiaro che la di- locale a quella dell’area vasta. Un stribuzione geografica della crescita fenomeno già visto negli anni ‘80 e demografica oltre le medie nazionali ‘90 nei distretti industriali, ma che, sia spesso distribuita in modo diver- con il perdurare delle condizioni di so da quanto non indichino i dati crisi economica iniziate nel 2008, e provinciali. Mentre per Torino Roma e dei fenomeni di scarsità di occasioni Napoli si tratta per lo più di aree con- di lavoro e di reddito, si sta estenden- finanti con i perimetri provinciali, nei do, sia pur con segni diversi, anche casi di Milano, Venezia, Bologna e in territori più deboli dal punto di Firenze le realtà delle CM definite per vista economico e produttivo. Questo legge si trovano immerse in fenomeni corrisponde a un ampliamento dei di metropolizzazione di scala regio- mercati di produzione e consumo, nale o interregionale all’interno dei che se da un lato può contribuire ad quali è persino possibile individuare aumentare i fattori di competitività, ulteriori aree metropolitane in via di dall’altro espone maggiormente i formazione o storicamente consolida- sistemi locali ai fattori di squilibrio te (Bergamo-Brescia, Verona, Vicen- di scala globale. A fronte di diffusi za-Cittadella-Castelfranco-Treviso, fenomeni di metropolizzazione, Venezia-Padova, Modena- Sassuo- che travalicano i confini delle Città lo-Reggio Emilia, Firenze-Prato-Pisto- Metropolitane, nel Nordest è in corso ia); un fenomeno di forte polarizzazione 2. la quota di pendolarismo casa, territoriale; mentre le aree metropoli- scuola, lavoro è più elevata nelle tane di Venezia-Padova e di Bologna province autonome di Bolzano (57%) fra 2011 e 2014 sono le zone con il e Trento (56,2%) seguite da Lombar- più alto tasso di crescita della popo- dia (54,1%), Veneto (53,6%), Emi- lazione a livello italiano (+8,37%), lia-Romagna (53,1%) e Valle d’Aosta confermando un trend ventennale, e (52,7%). Al di sotto del valore medio le altre due partizioni territoriali (città nazionale si collocano tutte le re- medie e piccoli comuni) registrano gioni del Sud, con le incidenze più cali demografici significativi a livello basse registrate in Sicilia (41,3%) e nazionale (-2,62% e -2,99%); Calabria (41,5%), nonché la Ligu- 3. la forte crescita dei flussi registratasi ria (46,8%). A livello nazionale il in quasi tutte le città metropolitane del numero dei pendolari netti — coloro centronord, eccetto che per Genova, che giornalmente si recano in un altro presenta variazioni non significative. I comune — passato da 6,3 milioni dati parlano sia di un incremento dei nel 1991 a 8,8 milioni nel 2011, flussi, sia soprattutto di un ampliamen- con un incremento di quasi il 40%. Il to del raggio territoriale d’interesse, forte aumento della mobilità com- che raggiunge spesso la scala mas-

18 sicciamente interregionale, anzitutto alcune rotte di navigazione aerea, di grazie allo sviluppo dell’alta velocità modesto peso assoluto ma di speci- ferroviaria e del trasporto aereo a fico significato territoriale. Va notato basso costo; come tutte le CM a sud di Napoli-Bari 4. alcune città del centronord lungo (Reggio Calabria, Messina, Paler- l’asse ferroviario principale dell’AV mo, Catania, Cagliari) non risultano (Torino, Milano, Bologna, Firenze, connesse alla rete AV, né da sistemi Roma) dimostrano un incremento del- autostradali di categoria A1 (tre la capacità attrattiva nei confronti del corsie per senso di marcia + sosta Sud. Altre città metropolitane (Geno- d’emergenza da mt. 1,70), ma sono va, Venezia, Bari, Reggio Calabria), dotate di porti che comunque appar- pur espandendo la loro interrelazione tengono al Core Network europeo. territoriale, raggiungono solo delle Tale condizione non risulterà dimi- scale interregionali, per lo più con nutiva solo se i sistemi di autostrade regioni limitrofe, senza particolari del mare troveranno effettiva e piena incrementi oltre i limiti delle macrocir- attuazione; coscrizioni territoriali nazionali; 8. lo sviluppo della “società in rete” 5. Napoli si presenta come caso atipico, tende a ridurre i profili di contiguità crescendo molto nella capacità territoriale chiedendo di ampliare la attrattiva nelle relazioni interregionali cornice logica, dando ruolo struttura- con il centro Italia (in particolare con le alle connessioni extracontestuali. Roma), ma non riuscendo ad intensifi- La continuità territoriale non sembra care le relazioni con il Nord; essere più il principale elemento di 6. le città del sud, pur aumentando il coesione, ed appare integrata e/o volume degli spostamenti attratti, sostituita dai fenomeni di interconnes- riescono assai meno a connettersi sione infrastrutturale. alla rete nazionale delle città metro- Nel nuovo quadro generale dell’economia politane, dimostrando l’esistenza di e dei processi di trasformazione insediativa, un consistente fenomeno nazionale di descritti ampiamente nel Rapporto, il compi- gerarchizzazione intermetropolitana. to della pianificazione urbanistica cambia Fra di esse emergono Bari, con un molto: certo ampliamento della sua area 1. all’inizio degli anni ’90 la farragino- d’influenza nelle regioni contermini, e sità e l’arretratezza della strumenta- Catania, che dimostra capacità attrat- zione urbanistica costituiva un freno tive crescenti verso la Sicilia occiden- improprio alla realizzazione di una tale. Quadri sostanzialmente statici offerta immobiliare alle dimensioni per Palermo, Messina e Cagliari; della domanda. Oggi invece siamo in 7. complessivamente, emerge che presenza di una abbondante quantità l’andamento degli investimenti infra- edilizia realizzata e di un ancor più strutturali in Italia ha prodotto una abbondante stock di aspettative edifi- significativa diversificazione territo- catorie “dormienti” nelle previsioni di riale. Mentre il Centronord, anche piani sovradimensionati. In tali nuove favorito dalla più densa distribuzione condizioni i compiti del piano urba- territoriale dei suoi caposaldi urbani nistico sono essenzialmente di ridurre e metropolitani, ha potuto beneficiare quanto possibile o meglio azzerare della affermazione della rete AV, nel i fenomeni di ulteriore impermeabi- Sud pare affermarsi un incremento lizzazione del suolo, di aumentare delle relazioni su base più strettamen- l’efficienza nell’utilizzo del patrimonio te di contiguità territoriale, fatte salve esistente, favorendo i processi di effi-

19 cientamento energetico, di messa in litane, Città Medie, Piccoli Comuni sicurezza climatica e sismica, di fra- di per sé già comporta un implicito zionamento delle unità più grandi per superamento della dimensione del adeguare il parco alloggi alle ridotte Piano Generale unico e bloccato dimensioni delle famiglie attuali; nella sua forma, quale esso è stato 2. il ruolo dei piani urbanistici cambia praticato per oltre settanta anni nel molto anche a causa della riforma bene e nel male nel Paese; non si può Del Rio, che prefigura la concreta infatti assimilare il Piano per un comu- possibilità di trasferire nel livello ne di 200.000 ab con quello di un strutturale d’area vasta una parte comune di 1.000 ab, se non per alcu- significativa dei compiti già svolti dal ni principi generali. I tentativi regio- vecchio piano comunale, lasciando nali di declinare le forme del Piano in ai comuni la concreta conformazione maniera diversificata in “dimensioni” della parte operativa all’interno di sovraccomunali, sia in quella dell’en- definiti e limitati ambiti del sistema te intermedio, che in quella del piano insediativo, nonché la gestione del “semplificato“, pur affrontando queste patrimonio esistente attraverso i rego- problematiche, non si sono conclu- lamenti edilizio-urbanistici. La nuova si con un rinnovamento del piano, dimensione territoriale che emerge soprattutto per una sua “resilienza” dalla applicazione della Del Rio, pur legata alla scleroticità della sua non sconfessando le fondamentali fun- forma giuridica, santificata dai TAR e zioni di tutela del territorio svolte dal- dalla proceduralità ad essa connessa. la storica pianificazione d’area vasta, Più successo hanno avuto i diversi ten- ne disegna altri e ben più ampi obiet- tativi di innovazione e riforma, sia sul tivi, proponendola quale strumento fronte della “separazione “ secondo essenziale di coordinamento per le il modello INU del ’95, sia sul fronte politiche di sviluppo del territorio e della “destrutturazione” secondo le per la tutela e la valorizzazione delle sperimentazioni operate attraverso risorse naturali d’indispensabile sup- alcuni utilizzi intelligenti dei Program- porto ad uno sviluppo ambientalmen- mi Complessi; te sostenibile, capace di incrementare 2. un ulteriore ragionamento merita una la resilienza del territorio e di porlo valutazione comparativa fra anda- in sicurezza a fronte dei crescenti menti demografici, trasformazioni rischi di origine climatica. Del resto, insediative e pianificazione urbani- è proprio il cambiamento climatico a stica. In Italia da ormai molti anni il dimostrarci, in occasione dei sempre saldo naturale è negativo; ciò vuol più frequenti eventi climatici estremi, dire che il saldo fra italiani nati e che ciò che una certa cultura della italiani morti ha il segno meno. Negli pianificazione di un ventennio fa ave- anni fra il 2001 e il 2014 abbiamo va definito come “invarianti” sono in assistito ad un impressionante flusso realtà componenti territoriali soggette di immigrazione indirizzarsi verso il a rilevanti trasformazioni. nostro Paese; tale flusso ha più che Il Rapporto del Territorio descrive le attività colmato il calo naturale della popo- di pianificazione e le politiche territoriali dei lazione italiana. Infatti fra il 2001 e diversi contesti insediativi in riferimento ad il 2010 la popolazione residente è una rappresentazione statistica convenziona- cresciuta complessivamente di circa le (Città Metropolitane, Città Medie, Piccoli 3,6 milioni di abitanti (con oltre 4 Comuni) opportunamente articolata: milioni di cittadini stranieri residenti), 1. un’articolazione in Città Metropo- tornando a tassi di crescita demogra-

20 fica che in Italia si videro solo negli opportunità coesiva. Il ventaglio delle anni ’60 e ’70 dello scorso secolo. competenze necessarie si amplia Questa popolazione migrante si è al coordinamento di un crescente indirizzata prevalentemente verso i numero di saperi e poteri settoriali contesti territoriali del Centronord, sinora poco avvezzi alla collabora- nei quali era possibile accedere al zione, e resta agli urbanisti il compito mercato del lavoro, ed in particolare del governo dell’uso del suolo e delle a quella fascia del mercato del lavoro destinazioni funzionali. La frammen- a qualifica non elevata, più acces- tazione proprietaria, storicamente sibile a persone con competenze veicolo per l’appropriazione privata linguistiche e culturali non pienamente degli incrementi di valore e dell’ac- adeguate. A questi fattori, dal 2009 cesso ai beni pubblici, è oggi fra i in poi, si sono inoltre aggiunti ulteriori maggiori ostacoli alla soluzione di fenomeni, con la ripresa delle correnti problemi di crescente complessità. Per migratorie dal Mezzogiorno e con questo, sul piano della governance la nascita di un fenomeno di migra- non basta più costruire alleanze locali zione dei laureati verso contesti e attorno a stakeholders dominanti, ma Paesi in grado di offrire occasioni di occorre promuovere la sociabilità inserimento lavorativo congruenti alle fra i soggetti e sostenere la qualità aspettative di un laureato. A causa delle interdipendenze fra le molteplici della concomitanza di tali fenomeni si componenti degli ecosistemi sociali e è assistito ad una forte accelerazione produttivi locali, chiamati ad affron- dei fenomeni di dualismo territoriale, tare sfide crescenti sulle interfacce che ha avuto una evidente conferma globali; nel peggioramento della distribuzione 4. nella prospettiva della decarboniz- del reddito a livello nazionale, con zazione e di un’economia circolare un aumento della polarizzazione nella quale le componenti immateriali fra l’area padana, dove si trovano (conoscenza, informazione, benes- alcune fra le regioni più dinamiche a sere, fiducia, condivisione) hanno livello europeo, e il mezzogiorno. Tali crescente importanza, la trasforma- fenomeni si sono resi leggibili con la zione insediativa come trasformazio- nascita di una evidente correlazione ne dei valori è chiamata a diventare positiva fra rinnovo della strumenta- componente principale dei processi zione urbanistica – il modo canonico di sviluppo e a valutarne percorsi che le amministrazioni comunali han- realmente sostenibili: ambientalmente, no per dare risposta ad un aumento socialmente, economicamente. della domanda abitativa – e destina- Il Rapporto fa emergere anche la regionaliz- zioni dei flussi di immigrazione; zazione dell’urbanistica e la difficoltà di ag- 3. i compiti di governo del territorio gregarsi intorno a un linguaggio universale: sono oggi più ampi: non basta dare • il nuovo strumento di pianificazione risposte settoriali (edilizie e infrastrut- locale che sostituisce il PRG è de- turali) a domande prodotte da un nominato in sette modi diversi (PS, chiaro mainstream socioeconomico, PSC, PUC, PUCG, PUG, PAT, PGT) in come fu nelle fasi di sviluppo indu- tredici regioni diverse; striale e nell’era dell’espansione del • sotto la stessa definizione vi sono, welfar state e dei debiti pubblici. Non spesso, strumenti assai diversi; lo stes- basta più accompagnare i proces- so uso del termine “programmatico” si, occorre governarli utilizzando in Emilia Romagna ha un significato la dimensione del progetto come mentre in Puglia significa l’opposto;

21 • il piano operativo, in genere poco urbanizzazione37 sono le parole chiave della utilizzato poiché resiste il modello “di contemporaneità, e che esse riaccendono il tradizione”, viene definito nei modi racconto della città -quasi un eco delle nar- più disparati (PO, POC, POT, PI) e razioni del Secolo XIX, richiamando il diritto quasi mai corrisponde alle finalità alla città lanciato da Henry Lefebvre nel riformatrici proprie del “modello dua- 1968 e svelando persino la dimensione emo- le” (PGT e Piano operativo), peraltro zionale dell’esperienza urbana: le emozioni oggi necessariamente da rivedere; nella città e per la città sono sempre esistite • gli strumenti attuativi, pur essendo perché senza di esse non sarebbe possibile in prevalenza quelli della legge alcun rapporto tra la gente e la città e tra la urbanistica fondamentale del 1942, gente e la gente.38 assumono le denominazioni più inu- Inoltre, emerge un altro dato costante nella tilmente disparate: PAC, PAU, PRPC, storia dell’urbanistica, che intreccia quella PUOC, PUO, SA, SUA, PA, PUD); della società: la ricerca delle forme nelle • i piani d’area vasta, che hanno nella quali organizzare le relazioni fra le persone. legislazione regionale quasi sempre Anche la qualità degli spazi appartiene, in stessa forma e contenuto, assumono altre parole, ai diritti alla vita urbana. Pur in diverse definizioni: PTCP, PTP, PPSCT, tempi mutevoli e adattandosi alla navigazio- PUP, PTCM; ne -non lineare né circolare- in un oceano di • il quadro attuale, confuso e caotico, flussi, una miriade di domande e un presente da un lato si presenta come imper- intessuto di istanti,39 la stabilità spaziale meabile e resistente alle innovazioni sembra ancora necessaria per promuove- legislative nazionali, in materia di re aggregazione sociale. Il dove, in altre rigenerazione urbana, semplificazio- parole, non è marginale, e neanche il come. ne amministrativa, regime delle pro- Non diminuisce la necessità di creare le prietà, perequazione, consumo del condizioni (attraverso la pianificazione) e le suolo, negoziazione urbanistica, poi- soluzioni progettuali (attraverso la progetta- ché tutto deve essere “filtrato” attra- zione urbanistica) per la creazione di spazi verso nuove leggi regionali; dall’altro, capaci di garantire un’esistenza urbana evidenzia una sostanziale dicotomia varia, gradevole, dignitosa, accogliente, tra le regioni ancorate all’urbanistica sicura.40 Per raggiungere un certo livello di di tradizione della legge 1150/1942 stabilità spaziale, occorre rappresentare i e le regioni che hanno seguito il tessuti sociali, urbani, territoriali e indicare modello riformatore degli anni più re- rotte, traiettorie, mappe.41 Se le analisi e i centi. Fra queste ultime, alcune hanno progetti disponibili non riescono a restituire già iniziato a distaccarsene, in nome un’idea di città e di società convincente e delle più recenti e persuasive rappre- le forme urbane contemporanee sfuggono a sentazioni del futuro, che, tuttavia, ogni parametro tradizionale, che non riesce dovranno fare i conti con una massa a elaborarne la complessità, la possibilità critica di condizioni e regole che di operare in adattamento costante, alterna- rispondono all’impianto madre della tiva alla fissità delle predeterminazioni, ha L. 1150/1942 (fra tutte, si pensi alla bisogno di comunanza di linguaggi e solidità fiscalità, agli oneri e alle opere di degli obiettivi. urbanizzazione). La seconda edizione del Festival delle Città L’analisi del Paese, che la riforma Delrio Metropolitane dell’INU si muove in questi obbliga a condurre con profondità e chiarez- scenari, dedicandosi prioritariamente alla za, condotta attraverso strumenti e sguardi competitività e alla cooperazione, non diversi, nei programmi e nelle strategie in antinomie, ma una tensione verso la qualità, atto, ci dice che urbanità, urbanesimo e la prima, e un metodo di qualità, il secon-

22 mentazione di tutti i beni culturali, comprese le architetture do, che possono convergere per operare il antiche, moderne e contemporanee, per la creazione di cambiamento, investendo nell’incremento “distretti dei beni culturali”; complessivo di qualità del governo della • assumano un obbligo di destinazione dei propri bilanci almeno del 20% per le politiche ambientali, ai fini della cosa pubblica. Insistere sul termine “qualità” realizzazione di reti integrate fra città e natura e per il ri- è, in questo contesto, tanto un modo sempli- sanamento degli ambienti urbani; concretizzino coerenza e ce per rappresentare le aspettative sociali perequazione dei bilanci per la miglior allocazione e fun- zionalità dei servizi metropolitani; per le città del futuro, quanto un compito • sviluppino azioni di governance e partecipazione per le dell’urbanistica a servizio dello sviluppo del capacità di impresa e le filiere produttive locali, anche so- Paese, una delle azioni – certo non l’unica, stenendo innovative forme di business community; • promuovano iniziative per comprendere la domanda di ma rilevante, a disposizione del governo progetto espressa dalle cittadinanze autoctone e straniere, pubblico per declinare la conservazione at- per la formazione della città interculturale; tiva e la crescita del sistema urbano italiano • valorizzino i capitali socio-territoriali per favorire uno svilup- po locale in grado di autosostenersi. in produzione di reddito e di occupazione, 6. Auspichiamo che: incremento di capitale sociale, manutenzione • nell’ordinamento per l’elezione dei sindaci sia obbligo nei e generazione di patrimonio culturale. programmi elettorali di fare riferimento in modo esplicito e approfondito alle proposte politiche metropolitane; • siano assegnate alle Città Metropolitane risorse e poteri di governo e di gestione delle medesime che consentano l’ef- Note fettiva attuazione delle strategie; • sia reso possibile alle Città Metropolitane prevedere con i propri Piani interventi e ambiti di attuazione delle pro- 1. https://www.festivalcittametropolitane.it/edizione2015 prie politiche, non limitando dette previsioni a indirizzi e 2. F. Pizzetti, La legge Delrio: una grande riforma in un can- direttive; tiere aperto. Il diverso ruolo e l’opposto destino delle città • si facciano corrispondere con coerenza le aree metropolita- metropolitane e delle province, in RIVISTA, Associazione ne funzionali agli enti Città Metropolitane; Italiana dei Costituzionalisti, n. 3/2015 • si istituisca la Conferenza Stato/Città Metropolitane; 3. ibidem • si utilizzino le Città Metropolitane per avviare il processo di 4. Il riconoscimento dei contesti metropolitani italiani eviden- costituzione delle macroregioni. zia le differenze dei fenomeni insediativi, le variegate si- 7. Le metropoli sono la punta avanzata della società della tuazioni urbanistiche, i molteplici tipi di domande da parte conoscenza perché sono in grado di innestare sulla base del sistema delle imprese e della popolazione, i diversi manifatturiera e sulla più antica abilità artigianale la cul- comportamenti istituzionali legati alle condizioni sociali e tura, i saperi scientifici e la qualità artistica. Sulla base alle pratiche di coesione. Le fragilità metropolitane risultano dell’integrazione tra queste diverse competenze il loro am- più o meno pronunciate ma simili nel rappresentare i disa- biente è potenzialmente quello più favorevole all’innovazio- gi della vita urbana. Analogamente, la concentrazione di ne tecnologica, all’elevamento della qualità dei prodotti, attività, la produzione di ricchezza, l’offerta di servizi sono all’affermazione dei gusti più raffinati che impongono le comuni agli ambiti metropolitani, ma con disuguali dotazio- tendenze di moda. Il vantaggio specifico delle città italiane ni infrastrutturali materiali e immateriali. Le perimetrazioni risiede nella loro storia, in quelle fasi in cui sono emerse nel delle Città Metropolitane non configurano un’adeguata continente e nel mondo come leader dell’economia e della aderenza ai sistemi insediativi, produttivi e della mobilità cultura lasciandoci un inestimabile patrimonio ancora risor- delle popolazioni. Quest’ultima, in particolare, caratterizza sa fertile e da valorizzare. Su questo vantaggio competitivo la dimensione metropolitana, imponendo nuove geografie, costruiranno il loro sviluppo coniugandolo con l’apertura a partire dalla constatazione che la mobilità incarna le rela- al futuro e l’intensità degli scambi, favorito dalla dotazione zioni funzionali tra le diverse parti del territorio e tende per delle più avanzate tecnologie dell’informazione. sua natura a ignorare i confini amministrativi. 8. La grande sfida ambientale, le strategie di mitigazione e 5. Richiediamo che le Città Metropolitane: adattamento ai cambiamenti climatici hanno la loro frontie- • si impegnino nelle relazioni con le istituzioni sovranazio- ra avanzata nelle metropoli e le obbligano a essere sosteni- nali, per attuare i progetti di sviluppo utili al benessere del bili come dovere morale nei confronti delle generazioni futu- Paese e alla tutela dei beni comuni; re e resilienti per la sicurezza dei loro attuali abitanti anche • siano dotate di sistemi di mobilità multiscalare, multimo- di fronte all’amplificazione dei rischi naturali e antropici. dale, multisettoriale, ambientalmente sostenibile, sostenuti 9. Al centro della riforma dei compiti istituzionali si pone un’a- dall’applicazione delle ICT, con priorità di investimento sul genda urbana nazionale fondata sull’idea di città come sistema di trasporto su ferro unificato; ecosistema e come infrastruttura funzionale e territoriale, • promuovano la creazione di nuovi paesaggi urbani e terri- una risorsa preziosa, in diverse condizioni di stato e valore, toriali, ove siano integrate la sicurezza, la salubrità, l’effi- produttrice ed erogatrice di servizi, a sostegno della società cienza ecologica e il benessere percettivo, favorendo l’inte- e dell’economia. grazione con gli scenari urbani e rurali delle aree interne; 10. Il livello strategico della programmazione e la pianificazio- • realizzino almeno un parco di rango metropolitano, per ne territoriale caratterizzano la Città Metropolitana, che dimensione e accessibilità, quale dotazione della cittadi- si configura appieno come ente territoriale di area vasta. nanza metropolitana; Mancano ancora gli approfondimenti sui diversi ranghi • si dotino di piani di gestione dei centri storici e di regola-

23 delle Città Metropolitane italiane, tramite i quali costruire le citta- 28. Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazione in Italia, cit., pag. dinanze metropolitane e inserirsi nella rete urbana europea, ognu- 22 na con una propria, specifica vocazione funzionale. A ciò può 29. Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazione in Italia, cit., pag. contribuire l’approccio place based, che permette di declinare le 79 azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi adeguatamente ai 30. Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazione in Italia, cit., pag. diversi contesti, integrando la rete metropolitana con il sistema 97 policentrico delle città medie e delle aree interne… È importante 31. dall’intervento di Fabrizio Barca al XXIX Congresso dell’I.N.U., far lavorare insieme le popolazioni, le istituzioni, le professioni Cagliari, aprile 2016 e le imprese, in modo da sollecitare idee e iniziative. Si assume 32. ibidem una prospettiva di miglioramento e “accorciamento di filiera” del 33. W. Benjamin, I passages di Parigi, ed it a cura di Enrico Ganni, governo e governance del territorio; una prospettiva al cui interno Piccola Biblioteca Einaudi, 2007, volume primo, pag. 94 si possono (e si devono) sviluppare e praticare sia una coerente 34. I. Krastev, Futuri maggioritari, in “La grande regressione”, Feltri- innovazione della pianificazione e progettazione territoriale ed nelli, 2017, pag. 93 urbanistica, sia una definizione di nuove politiche dello sviluppo 35. http://www.inu.it/31691/documenti-inu/ecco-il-rapporto-dal-ter- locale, sia una maggiore efficienza amministrativa e semplicità ritorio-2016/ (per i cittadini, per le attività economiche ed i servizi e pertanto 36. cfr. nota 12 anche una maggior competitività), concorrendo così ad azioni 37. S. Viviani, Urbanesimo Urbanizzazione Urbanità, in Urbanistica necessarie per far ripartire nel nostro Paese proprio dalle Città Informazioni, INU ED., n. 269-270, giugno 2017 metropolitane. 38. G. Amendola, Le retoriche della Città, edizioni dedalo, 2016, 11. http://www.inu.it/congressocagliari/index.html pag. 140 12. S. Viviani, Appunti congressuali, XXIX Congresso I.N.U., Cagliari, 39. “Il tempo della comunicazione digitale, nelle sue vertiginose dis- aprile 2016 solvenze, non consente facilmente riflessioni e meditazioni, rie- 13. http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdDett=60489 laborazioni e ripensamenti, che richiedono tempi distesi, pause 14. http://www.agid.gov.it/monitoraggio e dilatazioni impossibili nei tempi veloci, anzi velocissimi, delle 15. http://italiasicura.governo.it/site/home/dissesto/aree-metropoli- informazioni digitali.”, Eugenio Borgna, Parlarsi, Einaudi, 2015, tane.html pagg. 71-72 16. http://www.mit.gov.it/node/5257 40. “Che fare? Qual è la responsabilità dell’urbanistica in questo 17. http://www.governo.it/articolo/bando-la-riqualificazione-urba- quadro che è chiaro, che appare dalle cronache di ogni gior- na-e-la-sicurezza-pubblicato-il-dpcm-25-maggio-2016/4875 no sempre più tragico, anche al temperamento più ottimista? Noi 18. “La necessità di identificare l’universo delle città medie in Italia dobbiamo risolutamente penetrare nella segreta dinamica della nasce dalla consapevolezza sia dell’esistenza di un ruolo funzio- terza rivoluzione industriale e procedere con coraggio verso piani nale e strategico rivestito da tali aree nell’ambito delle politiche di coraggiosi.”, in Adriano Olivetti- Noi sogniamo il silenzio, Edizio- sviluppo nazionali ed europee, sia dell’assenza di una definizione ni di Comunità, 2015, pag. 35 che le individui univocamente nel nostro Paese.”, in Infodata- Le 41. “Le mappe sono nate come una vera sfida all’immaginazione, 105 città medie, Centro Studi e Documentazione di IFEL http:// e ancora oggi lo sono”, Simon Garfield, Sulle mappe. Il mondo www.centrodocumentazionecomuni.it/index.php?option=com_ come lo disegniamo, ed. it. Ponte alle Grazie, Adriano Salari Edi- k2&view=item&id=1257:citta-medie-definizione tore, 2016, pag. 18 19. http://www.governo.it/approfondimento/piano-casa-ita- lia/7093 20. http://www.forumpa.it/energia-e-ambiente/strategia-na- zionale-per-lo-sviluppo-sostenibile-on-line-la-bozza-2-dot-0-fo- rum-pa-2017 21. http://www.minambiente.it/notizie/strategia-nazionale-di-adatta- mento-ai-cambiamenti-climatici-0 22. http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=3983 23. http://www.governo.it/articolo/sviluppo-urbano-sostenibi- le-il-rapporto-italiano-la-conferenza-internazionale-habitat-iii 24. L’INU ha partecipato alla consultazione intergovernativa per la Conferenza Habitat III svoltasi a New York dal 25 al 29 aprile 2016, dove ha presentato e discusso le principali conclusioni del policy paper #6 (Urban Spatial Strategies: Land Markets and Se- gregation) coordinato in collaborazione con la Urban Planning Society of China. Inoltre, l’INU ha fornito contributi specifici alle varie sezioni del Rapporto Italiano presentato ad Habitat III (Qui- to, 2016). 25. http://www.istat.it/it/archivio/199520 26. Forme, livelli e dinamiche dell’urbanizzazione in Italia, ISTAT, Col- lana Letture statistiche – Territorio, 2017, pag. 16 27. Torino, Busto Arsizio, Como, Milano, Bergamo, Verona, Venezia, Padova, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Taranto, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania, Caglia- ri.

24 RETI MULTISCALARI E NUOVE ECONOMIE DELLE CITTÀ Carlo Gasparrini

Il binomio reti/competitività per qualificare e delle reti infrastrutturali come uno dei “Pro- riposizionare il ruolo delle città e dei territori, getti per il Paese” che l’INU intende proporre a partire da quelli metropolitani, non è certo e condividere con gli attori istituzionali, questione nuova nell’azione pubblica e nel imprenditoriali e sociali. dibattito disciplinare e politico. Non è impresa facile perché molte delle Quel binomio è stato di fatto rilanciato dalla convinzioni e delle aspettative di efficienza legge istitutiva delle Città Metropolitane. I ed efficacia che hanno sostenuto le ragioni loro piani strategici hanno, tra gli obiettivi della stretta relazione tra reti e competitività principali, quello della “promozione e gestio- appaiono desuete e da ripensare sostanzial- ne integrata dei servizi, delle infrastrutture mente per attualizzare, con il coraggio e la e delle reti di comunicazione” dentro una misura necessari, la questione ineludibile di prospettiva di “sviluppo strategico”. una modernità interrotta da decenni di so- Si ribadisce in sostanza un approccio, in vrabbondanza di risorse a cui ha spesso cor- termini e con modalità non meglio precisati, risposto un deficit rilevante di integrazione secondo cui le reti possono essere dunque delle scelte. Ma questo processo deve potersi una componente qualificante e trainante per collocare in un quadro spaziale, ambientale, costruire territori sempre più competitivi a economico e sociale radicalmente mutato sia livello nazionale e internazionale. a scala planetaria che locale. Inoltre la strategia dei grandi corridoi Quel binomio dunque non deve essere archi- ferroviari, la riorganizzazione delle priorità viato ma rilanciato e risignificato dentro una realizzative relative alle grandi infrastrutture declinazione più densa e complessa delle stradali, la recente legge sulla portualità e reti e della stessa idea di competitività. la logistica, la Strategia energetica nazio- È evidente ad esempio che la ricorrente nale e l’Agenda digitale sollecitano forme coincidenza praticata in passato tra strate- adeguate di governance multilivello di scala gie di rete e programmi delle grandi opere, metropolitana per dare coerenza al rappor- come soluzione salvifica per combattere to tra grandi scelte nazionali ed europee e l’indiscutibile “anomalia genetica” italiana di specificità dei contesti locali. Governo, MIT, città e territori in cronico ritardo nell’offerta autorità portuali, RFI, ANAS, aziende del di trasporto pubblico, appare oggi inade- trasporto pubblico ed Enel, per citare i princi- guata e spesso controproducente. Non v’è pali attori, devono essere chiamati dalle Città dubbio che esista un’oggettiva necessità di Metropolitane a costruire attraverso strategie rafforzare interconnessioni e intermodalità integrate le necessarie convergenze pro- tra opere nate entro scenari di programma- grammatiche, progettuali e gestionali per la zione precari e frammentari per raggiungere, costruzione di reti infrastrutturali per territori anche attraverso efficaci politiche, presta- che si vorrebbero sempre più competitivi. zioni minime finalizzate a garantire sistemi Il 2°Festival delle Città Metropolitane mette infrastrutturali efficienti. al centro della discussione e della proposta ll caso di Napoli è emblematico in tal sen- questo grande tema nazionale di ammoder- so. Da un lato la nuova stazione dell’Alta namento, razionalizzazione e integrazione Velocità che fatica ad atterrare nella rete del

25 trasporto pubblico locale; dall’altro il porto nelle città europee una diversificazione, che ancora non riesce a connettersi adegua- articolazione e integrazione multifunzio- tamente alla rete ferroviaria nazionale ed nale nel tessuto urbano delle filiere legate europea e ai grandi nodi intermodali, inter- all’economia green dei beni comuni e al portuali e della logistica; dall’altro ancora la manifatturiero high tech, al turismo culturale nuova Linea 1 della metropolitana diviene, e congressuale, all’agricoltura urbana e le con un ampio margine di inconsapevolezza sue reti di commercializzazione, alla forma- originaria, non solo una potente infrastruttura zione di eccellenza e alla ricerca scientifica di riconnessione e intermodalità tra aeropor- e tecnologica. Queste filiere, da sostenere e to, stazione ferroviaria e porto, ma anche un potenziare, traguardano differenti forme di grande spazio pubblico lineare e museale economia urbana particolarmente sensibili che si sta dimostrando uno strumento efficace alla qualità ecologica e spaziale, all’abita- di valorizzazione della città e dei suoi beni bilità dei territori urbani, alla mobilità slow e culturali, aldilà quindi della funzione traspor- alla connettività fast al web, all’accessibilità tistica in senso stretto. diffusa dei servizi di base e alla coesione Tuttavia correggere doverosamente queste sociale. Sollecitano quindi anche progetti di criticità è necessario ma non sufficiente. Den- reti più ampie rispetto a quelle infrastrutturali tro una prospettiva integrata e multidimensio- tradizionali, da quelle ambientali a quelle nale delle interazioni tra dinamiche dei flussi, energetiche e digitali. accessibilità diffusa, nuovo metabolismo Tuttavia flussi di persone e merci, di energia urbano e specificità dei luoghi, diviene infatti e informazioni, di acque e rifiuti, materiali e centrale il rapporto tra reti infrastrutturali del- immateriali, biologici e vegetali, attraversano la mobilità e altre reti per una prospettiva più in modo frammentario e sussultorio città inca- aggiornata e sostenibile di competitività. paci di garantire quelle continuità, relazioni Definitivamente abbandonata l’idea di una e intensità che possono renderle motori di competizione tra città in feroce concorrenza sviluppo innovativo, attrattive e resilienti. Una per strappare una fermata dell’Alta Velocità rinnovata stagione di progetti di reti non po- e una rendita di posizione per attrarre gran- trà fare a meno di creare interazioni virtuose di investimenti finanziari per settori terziari e con processi diffusi di rigenerazione urbana direzionali tradizionali – si pensi al paradig- e politiche di coesione sociale pertinenti e ma di Euralille e, all’opposto, al paradosso condivise, con scelte efficaci sui rapporti tra di Afragola – lo scenario è molto cambiato. città e porto e sul ripensamento dei water- Dopo la crisi del tradizionale sistema mani- front urbani, con la riorganizzazione loca- fatturiero urbano, come anche dei succes- lizzativa dei grandi depositi di combustibili sivi processi di terziarizzazione legati alla fossili e le connessioni dell’”ultimo miglio”. finanziarizzazione dell’economia e dei suoi La costruzione quindi di un telaio incremen- derivati, altre domande e strategie di rete tale e integrato di infrastrutture della mobilità vengono sollecitate dalla desertificazione veloce e lenta, tecnologiche ed energetiche, dell’economia urbana, dalla radicalizzazio- blu e verdi, costituisce un impegno inelu- ne dei processi di emarginazione sociale e dibile per il Governo, le Regioni e le Città dalla dequalificazione dello spazio urbano. Metropolitane mettendo in tensione le rispet- Le nuove forme di competitività non sono tive capacità e competenze, i rispettivi Piani incentivate solo dal sistema delle reti della strategici e territoriali e le forme di governan- mobilità veloce a cui si collega la tradiziona- ce, per rendere efficaci strategie ed azioni le prospettiva di nodi intermodali e logistici, nei diversi contesti locali e dare senso e grandi centralità e attrattori storici, culturali concretezza operativa e gestionale a progetti e ambientali, cluster monofunzionali della di reti multiscalari. produzione specializzata e dei servizi di eccellenza. Si sta facendo spazio infatti

26 DALLA POST METROPOLI ALLA IPER-METROPOLI: L’ITALIA TRA SUPER-ORGANISMI E ARCIPELAGHI

Maurizio Carta

La metamorfosi strutturale - qualcuno, miope, in ambienti di coesione. Le Città Metropo- la chiama ancora crisi – entro cui siamo im- litane devono agire soprattutto come nuovi mersi da un decennio ci chiama all’impegno e più performanti driver attorno ai quali di affrontarla come occasione fertile per una riorganizzare sia i contesti peri-metropolitani radicale trasformazione della nostra vita ver- e sub-metropolitani che le aree interne, in so protocolli di sviluppo meno erosivi, verso una rinnovata organizzazione policentrica modelli insediativi meno consumatori e verso e reticolare dell’Italia. Tuttavia, va superata processi produttivi meno dissipativi. In Italia, con decisione la visione novecentesca delle soprattutto nel Mezzogiorno, le città sfigurate città metropolitane come semplici sistemi dal degrado e i territori rurali in declino, funzionali gravitazionali, cioè come un l’imprenditoria manifatturiera locale sgreto- sistema di comunità urbane autonome che lata dalla euforia finanziaria, prima, e dalla quotidianamente scambiano flussi (materiali crisi economica, dopo, e le infrastrutture in e immateriali) con un ampio contesto territo- dismissione funzionale sono state spesso og- riale, agendo come nodo di interscambio di getto di azioni propulsive che hanno simulato una rete di municipalità. Non possiamo più una parvenza di vitalità, di rigenerazione limitarci a estendere gli effetti della aggrega- urbana, di riattivazione del sistema economi- zione e integrazione urbana oltre la dimen- co. Ma all’esaurimento dell’effetto immediato sione comunale per coinvolgere gli ampi dell’azione pubblica e al termine dei finan- sistemi culturali, sociali ed economici che ne ziamenti preassegnati i territori sono spesso caratterizzano le identità plurime concorren- tornati a essere desolanti luoghi del declino, do al rafforzamento delle relazioni metropoli- rottami deformati di utopie urbanistiche. tane, poiché esse hanno spesso raggiunto la E nella rimodulazione dello sviluppo, sono loro soglia di efficienza, avviando il declino proprio le Città Metropolitane – anche se del sistema. Prima di abbandonarci al canto non sempre adeguate nelle nuove configu- funebre della post metropoli, accontentan- razioni territoriali e statuti in corso di elabo- doci di celebrare la morte di un modello razione a seguito della Legge Delrio (L. 56 inefficiente e congestionato, è indispensa- del 7 aprile 2014) – a costituire importanti bile accettare la sfida di trovare un nuovo selettori di risorse, potenti generatori di paradigma che sorregga le nuove relazioni ricchezza, efficaci attivatori di opportunità insediative, produttive e culturali. Abbiamo di lavoro e di crescita della produttività, ma bisogno di una nuova generazione di città solo se in grado di agire come propulsori metropolitane più adeguata a cogliere le creativi e sostenibili delle rispettive economie opportunità della metamorfosi dello sviluppo nazionali e regionali e come connettori verso e maggiormente in grado di riattivare i meta- le economie globali. Non dobbiamo abban- bolismi territoriali, soprattutto nelle regioni in donare l’ambizione che la riorganizzazione ritardo di sviluppo. Dobbiamo elaborare nuo- dell’architettura istituzionale dell’armatura vi paradigmi non gravitazionali che siano in metropolitana italiana sia una grande occa- grado di riconoscere e guidare le nuove re- sione per riarticolare il paese in piattaforme lazioni iper-metropolitane che i territori locali di sviluppo, in territori dell’innovazione e – urbani e rurali in rinnovate combinazioni

27 – fanno intravedere.Dobbiamo saper ricono- produttivi delle eccellenze agro-alimentari, scere il valore aggiunto dei super-organismi dalle armature culturali sempre più spesso metropolitani, cioè i nuovi sistemi multi-urbani patrimoni dell’umanità. Possiamo immaginar- composti da comunità coese e specializzate, lo come un sistema di piccole cellule urbane non connesse solo da relazioni gravitazionali addensate da interfacce vegetali – agricole unidirezionali ma dove tutte le componenti o naturalistiche – con funzioni diverse: parco hanno un ruolo chiaro e definito e – come agricolo/produttivo, corridoio fluviale, aree le componenti di un meccanismo perfetto – di rinaturalizzazione, attività sportive, etc. agiscono all’unisono concorrendo in maniera Il parco-arcipelago diventa quindi il tessuto differenziale e incrementale al perseguimento connettivo delle isole urbane e il loro scena- dello sviluppo dell’organismo. Il super-orga- rio di resilienza. Gli arcipelaghi territoriali nismo metropolitano non è quindi la somma sono i luoghi della cura del territorio, dei delle parti, ma un nuovo sistema urbano metabolismi circolari basati sulle sapienze policentrico caratterizzato dalla specializ- delle comunità, sono i luoghi dell’intelligenza zazione reticolare delle funzioni, che valo- collettiva prima che tecnologica. L’arcipelago rizza sia i nodi che le reti entro una nuova territoriale non agisce come un unico sistema relazione super-urbana. Il super-organismo insediativo come il precedente super-organi- non è l’aggregazione conveniente delle sue smo, ma utilizza la forza delle sue relazioni componenti spaziali, sociali ed economiche, reticolari per condividere identità, ruoli e ma è una nuova multi-città dell’innovazione, gerarchie. Da anni, diversi sistemi policen- della creatività e delle opportunità differen- trici del Mediterraneo, come l’Andalusia ziate che privilegia il recupero dell’esistente e la Murcia (Spagna), la Provenza e la e che riduce lo spreco di risorse e li rende Languedoc-Roussillon (Francia), la rete delle un’opportunità per la diversificazione delle città verdi in Murgia e delle Madonie e dei funzioni. È una città metropolitana sensibile centri storici del Val di Noto (Italia) stanno al paesaggio e protesa alla riqualificazione sperimentando il radicamento locale di infra- delle aree sottoutilizzate come potenziamen- strutture di mobilità e di infostrutture digitali, to di centralità diversificate capaci di riattiva- la interconnessione tra reti verdi, armature re la rigenerazione sociale e la vitalità eco- culturali e cicli di vita lenti, la diffusione di nomica. In Italia, tuttavia, non esistono solo competenze tecnologiche e dell’innovazione organismi super-metropolitani, ma dobbiamo all’interno delle amministrazioni locali. Que- riconoscere l’esistenza – o più spesso facili- sta capacità di auto-gestione del dominio tare la nascita – degli arcipelaghi territoriali, locale entro uno scenario scalare verso un nuovi modelli insediativi che, attingendo alla globale come apertura – e non come omolo- proprie storie locali profonde e alle appa- gazione – responsabilizza gli attori locali a renti marginalizzazioni, sono oggi in grado cogliere i vantaggi competitivi offerti da una di offrirsi come sistemi insediativi alternativi visione che sfugga al dilemma istituzionale all’aggregazione e alla congestione, come a cui li costringe la riforma delle autonomie cicli di vita più circolari, come importanti locali tra doping metropolitano e anestetico hub per la connessione alle necessarie reti delle aree interne, spingendoli a interpretare globali (attraverso le reti tematiche, per esem- un efficace ruolo come sistemi policentrici pio) dei piccoli reticoli urbani e rurali locali, e reticolari nella nuova sfida per una Italia altrimenti esclusi dalla connessione diretta iper-metropolitana. alle reti di maggiori dimensioni. L’arcipela- go territoriale è un sistema di insediamenti urbano/rurali collegati da un’infrastruttura di paesaggio, il cui sistema connettivo è spesso composto dai reticoli ecologici verdi e blu, dalle infrastrutture della mobilità, dai tessuti

28 Riferimenti Bibliografici

Calafati, A. G., a cura di (2015), Città tra sviluppo e declino. Un’agenda urbana per l’Italia, Donzelli, Roma. Carta, M. (2013), Reimagining Urbanism. Città creative, intelligenti ed ecologiche per i tempi che cambiano, List Lab, Trento-Barcelona. Carta, M. (2017), “L’Italia davanti alla sfida dei super- organismi metropolitani e degli arcipelaghi territoriali”, in M. Carta, P. La Greca (a cura di), Cambiamenti dell’urbanistica. Responsabilità e strumenti al servizio del paese, Roma, Donzelli. Carta, M (2017), Augmented City. A Paradigm Shift, ListLab, Trento-Barcelona. D’Amico, R. , Piraino, A., a cura di (2014), Il governo locale in Sicilia. Materiali per la riforma, FrancoAngeli, Milano. Katz, B. e Bradley, J. (2013), The Metropolitan Revolution: How Cities and Metros Are Fixing Our Broken Politics and Fragile Economy, Brookings Institution Press, Washington. Ministero delle Infrastrutture, Dicoter (2007), Reti e territori al futuro. Materiali per una visione, Ministero delle Infrastrutture, Roma. OECD (2013), Rural-Urban Partnerships. An Integrated Approach to Economic Development, OECD publishing. Russo, M., a cura di (2014), Urbanistica per una diversa crescita. Progettare il territorio contemporaneo, Donzelli, Roma.

29 I SEZIONE: GOVERNANCE INTRODUZIONE

La tessitura di reti di cooperazione che attingono dalle intelligenze e dalle risorse degli attori metropolitani responsabili rende fondamentale accettare ad ogni livello lo stile della pianificazione e l’approccio strategico per individuare obiettivi concreti ed avanzati capaci di coinvolgere l’arco più esteso delle componenti sociali. È importante creare organizzazioni efficienti e stabilire modalità di cooperazione interistituzionale leale e effi- cace, con razionale distribuzione dei compiti e delle responsabilità per la costruzione di nuove governance e geografie istituzionali. Tale mosaico costituisce anche l’ambiente attrattivo per la popolazione, favorevole allo sviluppo della cultura e delle conoscenze, amico della competizione, accogliente delle diversità e sostegno degli svantaggiati. È fon- damentale in questo contesto individuare: da una parte le risorse finanziarie e le modalità per mettere in moto le città metropolitane anche in una logica di economia circolare; dall’altra, gli scarti territoriali, il disagio abitativo, le periferie, il degrado paesaggi- stico, le aree inquinate e malsane e mettere a punto risorse e strumenti efficaci per il loro recupero valutando comparativamente strategie d’intervento e soluzioni possibili. (f.d.m., m.s.)

31 STAR4PLANNING: UNA RICERCA SULLO STATO DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA IN CAMPANIA

Francesco Abbamonte | Pasquale De Toro | Francesco Frulio | Marco Lauro| Roberto Musumeci

Evoluzione normativa per la pianificazione pianificazione territoriale e urbanistica articola- urbanistica in Campania to a livello regionale, provinciale e comunale, sulla base della proposta di riforma urbanistica Con l’approvazione della Legge n. 56/2014 di formare Piani Strutturali e Piani Operativi (detta “Legge Delrio”), vengono istituite le Città basati su sistemi di perequazione e di compen- Metropolitane, che perseguono le seguenti fi- sazione, voluta fortemente dall’Istituto Nazio- nalità istituzionali generali: cura dello sviluppo nale di Urbanistica (INU). strategico del territorio metropolitano; promo- In attuazione di detta normativa regionale, zione e gestione integrata dei servizi, delle con la L.R. n. 13 del 13 ottobre 2008, è stato infrastrutture e delle reti di comunicazione di approvato il Piano Territoriale Regionale (PTR). loro interesse; cura delle relazioni istituzionali Esso legge il territorio campano attraverso afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle un’articolazione che fa capo a cinque Quadri con le città e le aree metropolitane europee. La Territoriali di Riferimento (QTR), che forniscono Legge prevede l’adozione e l’aggiornamento modalità per la cooperazione istituzionale e annuale di un Piano Strategico triennale del “buone pratiche”. I QTR delineano il carattere territorio metropolitano che ha tre principali di copianificazione del PTR e l’obiettivo è quel- funzioni (strategica, di coordinamento e pre- lo di generare meccanismi di accordi e intese scrittiva), con efficacia prevalente per ambiti e intorno alle specifiche materie dello sviluppo temi selezionati cercando di costruire forme di sostenibile e delle grandi direttrici di intercon- condivisione e raccordo con i comuni. nessione tra i vari comuni. Le previsioni d’uso L’articolo proposto costituisce il resoconto di del suolo rimangono di competenza dei piani una ricerca in corso, svolta dall’Associazione urbanistici, in raccordo con le previsioni dei Riscatto Urbano1, finalizzata a ricostruire il Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali quadro sullo stato di attuazione della piani- (PTCP). ficazione urbanistica comunale nell’ambito Successivamente la Giunta Regionale ha della Città Metropolitana di Napoli e, più in approvato il “Regolamento di attuazione per generale, nel contesto territoriale della Regione il governo del territorio”, n. 5, del 4 agosto Campania, analizzando le forme e i valori che 2011, che integra e/o sostituisce le disposi- contraddistinguono i nuovi piani in un contesto zioni relative ai procedimenti di formazione ed di “area vasta”. A 13 anni dall’approvazione approvazione dei piani previsti dalla L.R. n. della Legge Regionale della Campania n. 16 16/2004. Il Regolamento promuove la con- del 22 dicembre 2004 “Norme sul governo certazione e la partecipazione, quali strumenti del territorio”, che dava la possibilità a tutti i necessari per la formazione dei piani ed intro- comuni della Regione di dotarsi di un Piano duce, tra l’altro, lo strumento del Preliminare Urbanistico Comunale (PUC) in sostituzione di Piano, che, insieme al Rapporto Ambientale del tradizionale Piano Regolatore Generale Preliminare, costituisce la base di partenza per (PRG), la maggior parte dei comuni campani la consultazione con i Soggetti Competenti in è sprovvisto ancora di un PUC. Con la L.R. n. materia Ambientale (SCA). Pertanto alla luce 16/2004 l’Amministrazione regionale campa- delle innovazioni apportate dal Regolamento na istituisce un nuovo ed efficiente sistema di la Regione Campania inaugura una nuova

32 modalità di accompagnamento e sostegno agli 4 agosto 2011, n. 5 in modo da prorogare Enti Locali nell’espletamento delle attività am- il termine di 18 mesi con 36 mesi». Inoltre, la ministrative di loro competenza, che si arricchi- Giunta Regionale ha emanato il “Regolamento sce anche della pubblicazione del “Manuale regionale 5 ottobre 2015, n. 4, in cui si proro- operativo del Regolamento 4 agosto 2011 n. ga il precedente termine di 36 mesi a 48 mesi. 5 di attuazione della L.R. 16/2004 in materia In sostanza, i Comuni hanno avuto un altro di Governo del territorio”. anno a disposizione per la predisposizione Il Manuale contiene indicazioni di caratte- dei PUC, tenuto anche conto del fatto che la re operativo sull’applicazione delle norme maggioranza di essi ha avviato le procedure procedimentali introdotte dal Regolamento e di formazione del Piano, ma non è riuscita a consente di visualizzare schematicamente le rispettare la tempistica fissata nei 36 mesi. nuove procedure e di individuare agevolmente Recentemente, è stata approvata la Legge Re- i tempi, le azioni, i provvedimenti, le competen- gionale della Campania 22 giugno 2017, n. ze ed i contenuti progettuali di ciascuna fase 19, “Misure di semplificazione e linee guida di del processo di formazione ed approvazione supporto ai Comuni in materia di governo del dei piani urbanistici. Il Regolamento ed il sud- territorio”, la quale, all’art. 4, comma 1, preve- detto Manuale sono conseguenze di un’attività de che «i Comuni adottano il Piano urbanistico pianificatoria che, con l’avvento della nuova comunale (PUC) entro il termine perentorio Legge urbanistica regionale, non ha sortito gli del 31 dicembre 2018 e lo approvano entro effetti sperati, così che si è dovuti intervenire il termine perentorio del 31 dicembre 2019. prorogando i tempi di elaborazione/adozio- Alla scadenza dei suddetti termini perentori, si ne/approvazione dei PUC, anche in virtù del provvede ai sensi dell’articolo 39 e del relativo lungo periodo necessario per la redazione e regolamento regionale di attuazione per l’eser- l’approvazione dei diversi PTCP. cizio dei poteri sostitutivi». Riguardo i tempi della pianificazione comu- Inoltre si specifica che «alla scadenza del nale, l’articolo 1, comma 3, del Regolamento termine del 31 dicembre 2019 di cui al com- prevede che «i piani regolatori generali ed i ma 2, nei Comuni privi di PUC approvato si programmi di fabbricazione vigenti perdono applica la disciplina dell’articolo 9 del d.p.r. efficacia dopo 18 mesi dall’entrata in vigore 380/2001. Sono fatti salvi gli effetti dei piani dei Piani territoriali di coordinamento provin- urbanistici attuativi (PUA) vigenti». ciale (PTCP) di cui all’articolo 18 della legge regionale n. 16/2004.” La proroga di 18 mesi La ricerca “Star4Planning” ha assunto una valenza particolare per i co- muni ubicati in Provincia di Salerno in quanto L’attività di ricerca “Star4Planning” ha prodotto questa è stata la prima ad adottare il PTCP su il quadro completo sullo stato di attuazione cui è stata effettuata la relativa istruttoria per la della pianificazione urbanistica comunale verifica di compatibilità al PTR, approvata con in Campania, aggiornato alla data del 30 la Deliberazione di Giunta Regionale n. 287 giugno 2017. L’elaborazione è stata svolta del 12/06/2012. Il termine relativo sarebbe, attraverso l’analisi dettagliata dei Bollettini Uffi- dunque, venuto a scadere entro la fine del ciali della Regione Campania (BURC) a partire 2013 con la conseguenza che, ai sensi del dal 2004, anno di emanazione della nuova Regolamento n. 5/2011, alla scadenza dei 18 Legge Regionale sul Governo del territorio, mesi dall’entrata in vigore del PTCP, nei comuni nonché attraverso le informazioni reperibili dai privi di PUC, anche in virtù dell’applicazione siti Internet dei singoli comuni. dell’articolo 9 del DPR 6 giugno 2001, n. I risultati della ricerca sono consultabili on-line 380, si sarebbero avute forti restrizione dei grazie ad una piattaforma web dedicata, con limiti di edificabilità su vasta parte del territorio annessa mappa Web-GIS open access, in cui provinciale. è possibile visualizzare tutte le informazioni di- Successivamente, con Deliberazione della sponibili relative ad ogni singolo comune della Giunta Regionale n. 605 del 20/12/2013 è Campania (Figura 1). stato stabilito di «approvare la modifica del In particolare, oltre ad ottenere una sintesi comma 3 dell’articolo1 del Regolamento del grafica sinottica dello stato di pianificazione

33 urbanistica per i 550 comuni della Regione, è sostanziale equilibrio tra le diverse province. possibile leggere la loro “storia urbanistica”, La ricerca sarà aggiornata nel tempo con cioè l’insieme di informazioni relative agli cadenza possibilmente semestrale ed anche mi- strumenti urbanistici vigenti così come si sono gliorando la qualità delle informazioni dispo- susseguiti negli anni. nibili; a tale proposito sono stati contattati per Dunque, cliccando con il cursore del mouse email tutti i comuni della Regione Campania all’interno del’area di un comune di interesse richiedendo loro la verifica dei dati immessi ed si ottengono le seguenti informazioni corredate un supporto nell’aggiornamento delle informa- dall’anno di riferimento: zioni. • PdF: Programma di Fabbricazione; Un’ulteriore idea, allo scopo di incentivare i • PdF_Var: Variante al Programma di Fabbri- comuni nel perseguire strategie di sviluppo cazione; sostenibile e valori sociali condivisi, è quella • RUEC: Regolamento Urbanistico Edilizio di istituire un premio annuale ai PUC che si Comunale; contraddistinguono per approccio scientifico • RUEC_Var: Variante al Regolamento Urba- e tempi di elaborazione, riconoscendo all’Am- nistico Edilizio Comunale; ministrazione comunale l’impegno e l’efficacia • PRG: Piano Regolatore Generale; nel processo pianificatorio. • PRG_Var: Variante al Piano Regolatore Come si è notato sopra i PUC approvati nella Generale; Provincia di Napoli (ora Città Metropolitana) • PUC_Avvio: Avvio al procedimento di sono in numero esiguo, seppure diversi comu- Piano Urbanistico Comunale; ni hanno già avviato l’iter di formazione. La • PUC_Prelim: Preliminare di Piano Urbanisti- carenza della pianificazione a scala comunale co Comunale; può comportare il rischio che nella costruzione • PUC_Dep: Deposito proposta di Piano del futuro Piano Strategico di livello metropoli- Urbanistico Comunale; tano non vengano appieno recepite le istan- • PUC_Adoz: Adozione del Piano Urbanisti- ze che provengono dai territori e ne venga co Comunale; depotenziato il ruolo di coordinamento. Si • PUC_Approv: Approvazione del Piano tratta di una questione particolarmente signi- Urbanistico Comunale; ficativa anche alla luce della perimetrazione • PUC_Var: Variante al Piano Urbanistico delle “zone omogenee” previste dalla Legge Comunale. Delrio allo scopo di favorire il coordinamento I risultati della ricerca mostrano che circa di specifiche funzioni. l’87% dei comuni della Regione è sprovvisto di PUC, e pertanto solo il 13% ne è dotato; tuttavia un ulteriore 40% dei comuni campani Note ha avviato l’iter procedurale per la formazione del Piano (Figura 2). 1. Riscatto Urbano è un’associazione di giovani urbanisti nata a Na- poli nel 2014. Al suo interno confluisce oggi un team di giovani Riguardo ai tempi di formazione dello stru- provenienti da realtà formative e professionali diverse ma acco- mento urbanistico comunale si è registrata munati dalla voglia di creare un luogo dove promuovere progetti una media di circa quattro anni e mezzo. Le innovativi e svolgere attività di ricerca per contribuire a generare strategie di rigenerazione urbane e territoriale. In particolare, la procedure hanno fatto comunque registrare un ricerca Star4Planning è stata avviata nel maggio 2016 con il incremento nel numero di attivazioni ed una coordinamento del prof. Pasquale De Toro ed il gruppo di lavoro riduzione dei tempi di formazione successiva- formato da: Francesco Abbamonte, Francesco Frulio, Marco Lau- ro e Roberto Musumeci. Si ringraziano per il supporto nel repe- mente alla emanazione del Regolamento sul rimento ed elaborazione dei dati i tirocinanti Andrea Graziano Governo del territorio del 2011. Infatti, nel e Stefano Perna. periodo 2005-2011 sono stati approvati 21 PUC, mentre nel periodo 2011-2017 ulteriori 47 PUC. La provincia che presenta il maggior numero di Piani approvati è quella di Salerno (20), seguita rispettivamente da Avellino (17), Caserta (15), Benevento (9) e Napoli (7). Le procedure in itinere mostrano, in ogni caso, un

34 Fig. 1 - Piattaforma web del progetto di ricerca

Fig. 2 - Stato della pianificazione urbanistica in Campania

35 COESIONE TERRITORIALE, SERVIZI ECOSISTEMICI CULTURALI E INFRASTRUTTURE VERDI NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI

Antonio Acierno | Gianluca Lanzi

Città metropolitana e strategie di sviluppo re puramente formale (Donati, 2014). Per la Città metropolitana di Napoli la propo- L’istituto della Città Metropolitana nasce nel sta di Statuto è stata deliberata all’unanimità il 1990 con la legge 142 e trova la sua concreta 14 maggio 2015 dal Consiglio metropolitano realizzazione con il recente Ddl presentato il e lo Statuto è stato approvato dalla Confe- 20 Agosto del 2013 dal Governo “Letta” (co- renza metropolitana l’11 giugno dello stesso siddetta riforma “Delrio”) e trasformato nella L. anno. n. 56 ad inizio aprile 2014. Tra gli obiettivi e le priorità delle azioni e delle In qualità di ente territoriale di area vasta, se- funzioni lo Statuto della Città metropolitana condo il comma 44 dell’articolo 1 della nuova di Napoli ha posto una rinnovata attenzione legge, le Città metropolitane sono chiamate in all’ambiente, ai rifiuti, ai beni comuni, allo particolare a: sviluppo sociale e all’impiego di tecnologie • adottare e aggiornare il piano strategico dell’informazione e della comunicazione. metropolitano; Il Piano strategico della Città Metropolitana • curare la pianificazione territoriale in termi- di Napoli, normato dall’art. 32 dello Statuto, ni di infrastrutture, reti di servizi e comuni- costituisce l’atto di indirizzo per l’ente e per l’e- cazioni; sercizio delle funzioni dei Comuni, delle Unioni • sviluppare gestioni coordinate dei servizi di Comuni e delle zone omogenee, anche in pubblici; relazione all’esercizio delle funzioni delegate o • sviluppare sistemi e strutture per la mobilità conferite dalla Regione. e la viabilità, coordinando la pianificazio- Nell’articolato dello statuto si legge: “Nel pia- ne urbanistica; no strategico si fissano le azioni tese a definire • promuovere lo sviluppo economico e l’orizzonte identitario e di crescita dell’area sociale; metropolitana, al fine di migliorare le condizio- • sviluppare sistemi di informatizzazione e ni di vita, di salute, di relazioni e di benessere digitalizzazione. dei cittadini. Per il perseguimento di tali obiet- Con la richiamata legge “Delrio” il Piano stra- tivi il Piano strategico garantisce e promuove, tegico diviene per la prima volta obbligatorio attraverso l’individuazione e la messa a sistema in Italia; tuttavia per tale strumento di pianifica- delle grandi opzioni di sviluppo, la salvaguar- zione, che dovrebbe tracciare le linee di evo- dia del patrimonio naturalistico, paesaggistico luzione dell’area metropolitana, non vengono e artistico, il risanamento dell’ambiente e del definite precise modalità procedurali. tessuto urbano, la valorizzazione delle eccel- Queste ultime, nelle esperienze già maturate li- lenze territoriali, l’ottimizzazione delle reti di mitatamente ad alcuni capoluoghi regionali del comunicazione e dell’offerta dei servizi pub- nostro Paese, si presentano generalmente come blici, il rafforzamento dei livelli di coesione e pratica partecipativa complessa (Rota, 2014) di integrazione sociale, il potenziamento della spesso trascurando l’individuazione dello spe- capacità attrattiva, di accessibilità e di relazioni cifico oggetto, non chiarendo se debba essere dell’area metropolitana”. Una siffatta prospet- una attività mirata in ambiti o settori circoscritti tiva che delinea chiaramente la volontà di o una discussione sugli obiettivi finali dal valo- rafforzamento dell’area vasta, necessita ovvia-

36 mente di una rivisitazione dei rapporti tra città riqualificazione delle relative buffer zones. Il capoluogo e resto dell’area vasta, che favo- centro storico di Napoli e le aree archeologi- risca la coesione dei territori periferici spesso che di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata in condizioni di subalternità relativamente a vengono però di fatto privilegiati dai flussi turi- risorse e competenze. stici nazionali ed internazionali determinando Così come delineato all’articolo 1 dello Statu- in tal senso una vera e propria “via della seta to, nell’ottica di perseguire un reale sviluppo vesuviana”, fatalmente esclusiva della moltitu- socio-economico, l’azione della Città Metro- dine di episodi di eccezionale valore artistico politana di Napoli, mira infatti a ristabilire un e naturalistico di cui si compone l’intera area policentrismo territoriale che superi la predetta metropolitana di Napoli. subalternità tra centro e periferia. Con il progetto del Museo Diffuso già nel Dello stesso tenore è l’art. 33 dello Statuto che 2003 l’allora Provincia di Napoli avvertì la recita: ”La Città metropolitana, per conseguire necessità di descrivere i numerosi e differenti uno sviluppo economico efficace, sostenibile e volti del suo territorio attraverso la mappatura durevole basato sulle risorse locali, sull’innova- dei Beni Culturali e Naturalistici della Provin- zione e sulla cooperazione, nonché sulle con- cia di Napoli, contemplando anche i piccoli dizioni di libero accesso al mercato, favorisce monumenti, spesso nascosti o dimenticati. La una crescita multipolare, corrispondente alle realizzazione di tale progetto ha previsto la specificità di ciascuna zona omogenea, riduce configurazione di una piattaforma telematica gli squilibri di produttività e di benessere, al di libera consultazione con circa 1200 beni fine di ottenere una integrazione tra tali aree geolocalizzati, schedati e fotografati, avente per le finalità comuni”. l’obiettivo di restituire tali beni alla fruizione La coesione territoriale appare dunque quale delle comunità locali e renderli accessibili mo- fattore imprescindibile per lo sviluppo econo- strando inevitabilmente la complessità dell’area mico del territorio metropolitano e, opportuna- napoletana. mente declinata, anche per l’amplificazione Nelle schede sono proposti vari itinerari virtuali dell’attrattività della Città Metropolitana all’e- e tematici per la divulgazione dei beni culturali sterno della sua area. e naturalistici dell’intero territorio provinciale. Attualmente, poiché il Piano strategico me- Servizi ecosistemici culturali, infrastrutture verdi tropolitano rappresenta il riferimento per il e turismo finanziamento delle azioni dei Comuni da parte della Città metropolitana, appare neces- È indubbio che i singoli territori della Città sario che esso rivolga specifica attenzione ai Metropolitana di Napoli, nonostante criticità servizi ecosistemici e, tra questi, in particolare ed emergenze ambientali di origine antropoge- ai servizi culturali caratterizzati principalmente nica, rappresentino qualificati attrattori per la da intangibilità, (identità e diversità culturale, presenza di un diffuso patrimonio storico-artisti- valori del patrimonio culturale e paesaggistico, co e per la potenziale offerta di “benefici multi- tempo libero sport e turismo) che alimentano i pli al benessere umano” (MEA, 2005) legata viaggi e soggiorni compiuti a scopo ricreativo al patrimonio naturalistico e paesaggistico. o di istruzione. La Campania è una regione sorprendentemen- La legge Delrio non annovera la materia del te ricca di flussi di materia, energia e infor- turismo1, (che in Campania ai sensi della mazione provenienti dagli stock del capitale legge regionale 9/11/2015 n. 14 è rialloca- naturale, che si combinano con i servizi dei ta in capo alla stessa Regione),tra le funzioni manufatti antropogenici per generare benes- fondamentali attribuite alle Città Metropolitane. sere e qualità della vita (Costanza); alcuni di È auspicabile tuttavia che il Piano strategico questi hanno anche meritato il riconoscimento Metropolitano favorisca le condizioni per una di Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. concreta realizzazione delle previsioni e degli Nella città Metropolitana di Napoli sono indirizzi programmatici del Piano strategico allocati due dei cinque siti Unesco per i quali per il Turismo, strumento predisposto ed appro- la componente operativa del Piano Territoriale vato dal Comitato Permanente di Promozione Metropolitano promuove la messa in rete e la del Turismo istituito, ai sensi dell’articolo 58 del

37 D.Lgs. n. 179/2011, con D.M. 8 agosto 2014 politiche che presiedono i processi di governo ed adottato dal Ministro dei beni e delle atti- del territorio a scala metropolitana e i relativi vità culturali e del turismo ai sensi dell’articolo strumenti operativi. L’analisi è attualmente in 34-quinquies del D.L. n. 179/2012. fase di avvio e concerne la raccolta di dati Il Piano strategico per il Turismo (PST), defini- su parti del territorio metropolitano, il quale è to a livello nazionale e caratterizzato da un stato opportunamente suddiviso in ambiti. orizzonte temporale limitato, è finalizzato a L’idea guida della ricerca parte da alcune promuovere un’azione coordinata e un indiriz- considerazioni sviluppate sulle infrastrutture zo strategico nel settore turistico, considerando alla scala metropolitana, che non tengono la proiezione internazionale delle attività di conto solo delle tradizionali reti di trasporto su promozione turistica e la necessità di garan- ferro e gomma ma anche della recente defini- tire un adeguato sostegno alle iniziative delle zione di infrastrutture verdi. Queste ultime sono regioni, delle autonomie locali e degli altri enti in grado di erogare servizi alla pari di quelle istituzionalmente competenti, volte allo sviluppo tradizionali, infrastrutture grigie, sebbene nel ri- e alla promozione del turismo sul territorio. spetto delle risorse ambientali ed ecosistemiche La struttura logica di tale strumento è articolata e, soprattutto, sono capaci di fornire benefici in 4 obiettivi generali2: sociali integrati. a) Innovare, specializzare e integrare l’offer- Le infrastrutture grigie si compongono di ta nazionale (al fine di renderla sostenibile e materiali concreti ed impattano sull’ambiente, competitiva); sebbene forniscano servizi (trasporto, ac- b) Accrescere la competitività del sistema turi- qua, energia, informazioni, ecc.) funzionali stico (al fine di creare le condizioni favorevoli alle comunità locali. Tali servizi si riferiscono per il consolidamento e il rilancio della filiera ad ambiti territoriali di diversa estensione e allargata del turismo); talvolta superano gli stessi confini di una città c) Sviluppare un marketing efficace e innova- o di una metropoli, e il loro di costo di realiz- tivo (al fine di omogeneizzare gli standard di zazione e gestione costituisce quasi sempre qualità percepita dai mercati e veicolare il com- l’investimento maggiore per le amministrazioni, plesso dei valori distintivi dell’offerta nazionale a livello locale, regionale e nazionale. Le reti in maniera coordinata sia verso i target interni fisiche delle infrastrutture grigie sono, inoltre, che verso quelli internazionali); strutturate in maniera prevalentemente gerar- d) Realizzare una governance efficiente e par- chica e le specifiche caratteristiche costruttive tecipata nel processo di elaborazione e defini- seguono standard consolidati e ingegneristica- zione del piano e delle politiche turistiche. mente definiti. Le performance prestazionali di Tale strumento evidenzia la necessità di reinter- tali infrastrutture sono valutate in relazione alle pretare le tradizionali connotazioni del turismo risorsa erogata e differiscono in base all’am- in conseguenza di una rinnovata visione del bito territoriale di riferimento (regione, città, territorio e del paesaggio, chiamati ad espri- quartiere, strada, edificio). I benefici goduti mere non soltanto le loro valenze materiali ed dalle comunità locali sono prevalentemente immateriali ma anche a sperimentare nuove valutati in grandezze fisiche misurabili (nume- forme di governance. Queste dovranno es- ro di viaggi, kwh, mc di acqua, ecc.) mentre sere orientate alla costruzione di reti capaci poco spazio è rivolto ad aspetti concernenti il di individuare nuove opportunità per i flussi paesaggio, la percezione estetica, la costruzio- turistici da indirizzare verso risorse turistiche ne dell’identità delle comunità locali, ecc. con potenzialità poco conosciute o inesplorate Le infrastrutture verdi, concetto di recente che andranno preventivamente identificate e formazione risalente solo alla fine degli anni catalogate. ‘90 del secolo scorso, introducono ulteriori La ricerca in corso, a cui si fa riferimento in servizi a vantaggio delle comunità di carattere questo contributo, è orientata all’analisi e alla ambientale e sociale. La difesa e la valorizza- mappatura dei servizi ecosistemici culturali zione della biodiversità, unitamente alla difesa della Città metropolitana di Napoli a scala dal rischio idraulico e degli effetti derivanti urbana partendo dall’assunto che soltanto ade- dall’isola di calore urbana, rappresentano i guati livelli conoscitivi potranno supportare le principali servizi indagati, per i quali si sono

38 sviluppati diversi tentativi di misurazione tate al regional enlargement e di concerto con mediante opportuni criteri ed indicatori qualita- quelle regionali, dovranno caratterizzarsi per tivi-quantitativi, forniti dalla nuova tipologia di gli investimenti in infrastrutture in grado di infrastruttura. migliorare la raggiungibilità delle aree remote Inoltre si sono sviluppati più recentemente (EPSON, 2006) favorendo così la messa in ulteriori studi sui benefici umani derivanti dalla rete delle risorse metropolitane in grado di fruizione delle aree verdi e dei beni culturali, fornire servizi ecosistemici culturali. di natura psicologica e percettiva, da parte L’impatto economico di tale infrastrutturazione, di discipline come la sociologia, psicologia, com’è immaginabile, risente particolarmente architettura del paesaggio, economia, geogra- dei modelli insediativi a carattere sparso che fia, che aprono interessanti campi di approfon- caratterizzano il territorio metropolitano di Na- dimento disciplinare. poli le cui peculiarità morfologiche ed elevate La catalogazione di questi benefici, che sono valenze paesaggistiche, impongono appropria- stati classificati entro il più vasto campo dei ti modelli attuativi. servizi ecosistemici culturali, testimonia lo Appare inoltre necessario considerare l’impatto sviluppo di una feconda attività di ricerca che tali opere hanno in termini di alterazioni degli ultimi anni che costituisce il principale del territorio e di consumo di suolo, la cui si- riferimento per l’analisi dell’area metropolitana gnificativa diffusione non assicura sicuramente napoletana. benefici ambientali. Le infrastrutture grigie e verdi costituiscono dif- È pertanto opportuno supportare le decisioni ferenti sistemi di reti che spesso s’intersecano, a livello globale e locale con una valutazione sovrappongono e confliggono, rendendo ne- ecosistemica che, con opportuni strumenti, assi- cessaria un’attenta catalogazione delle strutture curi la base conoscitiva necessaria per affron- e delle interconnessioni al fine di individuare tare in una prospettiva sistemica e multiscalare metodi di classificazione delle performance per sia la gestione in rete dei servizi ecosistemici, valutarne gli impatti sull’ambiente e soprattutto che le questioni inerenti il consumo di suolo. sugli organismi socio-economici. Giova inoltre ricordare che i progetti di infra- strutture, oltre ad una forte condivisione delle Conclusioni. Valutazione dei servizi scelte programmatiche coniuganti esigenze ed ecosistemici culturali in ottica metropolitana innovazioni con vincoli di settore e canali di investimento, richiedono tempi lunghi ed un im- Da un lato vi è la sempre crescente necessità di pegno costante di più livelli decisionali al fine un approccio basato sull’analisi degli specifici di evitare possibili fallimenti realizzativi dovuti contesti territoriali finalizzato ad una migliore ad indirizzi politici contrastanti (Treu 2008). interpretazione della multifunzionalità degli Un’adeguata dotazione di infrastrutture rappre- ecosistemi ed i relativi servizi, alcuni dei quali senta un fattore di estrema importanza per au- sono maggiormente percepibili a scala urbana mentare i livelli di competitività territoriale così e metropolitana. Dall’altro si rende necessario come ha dimostrato l’attivazione in Europa definire la percezione da parte delle comunità di un nuovo sistema di corridoi infrastrutturali locali di tali funzioni ecosistemiche, in partico- colleganti i paesi membri. lare di quelle culturali il cui riconoscimento e E ciò non soltanto al fine di provocare una relativa fruizione, è in grado di produrre una contrazione virtuale dello spazio ma soprattutto rilevante incidenza sulle dinamiche di svilup- in una logica reticolare dove conta più lo stare po locale. Mentre la “funzione ambientale” è insieme che non la riduzione delle distanze, definita infatti generalmente dalla presenza di che sia in grado di superare la prospettiva non risorse ambientali (a prescindere dalla perce- sempre realizzantesi di self improvement (D’E- zione che di questo può avere la comunità), il ramo, 2017) con la quale si visita una città, un “servizio ecosistemico” ha una stretta relazione monumento o un paese. con le condizioni di benessere della comunità La prospettiva sistemica trasforma in tal modo il (Boyd e Banzhaf, 2007). progetto delle infrastrutture in progetto di corri- Le politiche territoriali dell’area metropolitana doi che offrono la percezione di tutti i paesag- di Napoli, in linea con quelle europee orien- gi del territorio metropolitano e consentono di

39 turali nonché talune competenze concorrenti in materia di gover- diffondere i benefici offerti dai servizi ecosiste- no del territorio (urbanistica ed edilizia), le grandi reti di trasporto mici ad una comunità sempre più grande. e navigazione presentano inevitabilmente profili di connessione Pertanto le politiche territoriali sono chiamate e/o sovrapposizione con la materia del turismo. Si evidenzia a riguardo che già all’interno della Conferenza permanente per i ad individuare strumenti innovativi per gestire rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento le risorse ambientali e i relativi flussi di servizi e Bolzano, lo Stato e le Regioni hanno concordato un esercizio erogati come beni pubblici. congiunto di competenze normative su numerosi e rilevanti profili concernenti il turismo, diversamente gestite in maniera esclusiva Posto che a fondamento di qualsiasi processo dall’uno o dall’altro soggetto in base alle rispettive attribuzioni decisionale relativo tanto al finanziamento di riparto delle competenze. L’organizzazione complessiva del diretto delle opere infrastrutturali quanto al settore turistico contempla la conservazione in capo alla Regio- ne del ruolo di programmazione e coordinamento dell’attività in cofinanziamento dei grandi progetti inclusi materia che si esplica attraverso l’esercizio delle funzioni e dei nei Programmi Operativi (PO) del Fondo compiti che riguardano (Cantisani, 2016): a) la programmazione Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e del dello sviluppo sostenibile e competitivo del turismo e l’innovazio- ne dell’offerta turistica regionale; b) l’omogeneità dei servizi e Fondo di Coesione è esplicitamente richiesta delle attività collegate all’offerta turistica regionale; c) le attività un’analisi costi-benefici occorre procedere alla di promozione turistica e, in particolare, dell’immagine unitaria individuazione dei benefici offerti dai servizi della Regione all’Italia e all’estero, anche attraverso le relazioni internazionali; d) la diffusione della conoscenza sulle caratteristi- ecosistemici individuando opportuni metodi di che dell’offerta turistica del territorio regionale; e) l’attuazione e valutazione. il finanziamento di specifici progetti d’interesse regionale definiti Già nel 1997 Costanza et al. avevano stimato ai sensi della legislazione vigente, e il sostegno agli operatori del settore; f) l’organizzazione della raccolta, della elaborazione e il valore economico di 17 servizi ecosistemici della comunicazione delle statistiche regionali del turismo, delle per 16 biomi, basandosi su studi precedente- rilevazioni e delle informazioni concernenti l’offerta e la doman- mente pubblicati e su alcuni calcoli. Per l’intera da turistica. 2. Estratto dall’atto del Governo n. 372 - Piano strategico dello svi- biosfera, il valore economico è stimato in un luppo del turismo in Italia per il periodo 2017-2022, dossier XVII intervallo compreso tra 12.200 e 41.200 mi- legislatura, gennaio 2017. liardi di euro per anno, con una media annua- le pari a 24.900 miliardi di euro. Tuttavia per evitare che le decisioni ambientali possano essere orientate solo dai valori di mercato calcolati dai decisori spesso con tec- niche e modelli valutativi di esclusivo dominio e di discutibile condivisione, oggetto inoltre di dibattito sull’utilità e sull’affidabilità, è auspica- bile che la valutazione dei benefici offerti dai SE escluda qualsiasi riferimento al corrispettivo in termini monetari, anche se in un ipotetico mercato, ma consista nell’includerli in modo esplicito e nella loro più ampia accezione di “portatori di benessere” nella definizione di strategie e scelte tra costi e benefici attesi trasformando una questione ambientale in una politica di sviluppo territoriale (Bräuer, 2003).

Note

1. La riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione (L.Cost. n. 3/2001) ha reso il turismo una materia di competenza “esclu- siva” per le Regioni ordinarie. Il turismo rientra dunque tra le materie “residuali” (art.117, comma 4), in riferimento alle quali le Regioni non sono più soggette ai limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi statali, che tuttavia possono attribuire funzioni amministrative al livello centrale e regolarne l’esercizio, in base ai principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione (art. 118 Cost.). Si consideri tuttavia che materie di competenza esclusiva dello Stato quali ad esempio la tutela dell’ambiente e dei beni cul-

40 Riferimenti Bibliografici

Boyd, J., Banzhaf, S., (2007), “What are ecosystem services?” in Ecological Economics 63 (2-3), (p. 616–626) Bräuer, I. (2003), “Money as an indicator: to make use of economic evaluation for biodiversity conservation” in Agriculture Ecosystems & Environment 98, (p. 483–491) Cantisani, S. (2016), “Brevi note in tema di leggi regionali sul turismo (2/2016)” in Osservatorio sulle fonti, Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze, ISSN 2038-5633 Costanza, R. (a cura di) (1997), “The value of the world’s ecosystem services and natural capital” in Nature, 387 (p. 253-259). D’Eramo, M. (2017) Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo, Feltrinelli, Napoli Donati, D. (2014), “Primi appunti per un inquadramento giuridico della programmazione strategica” in Sterpa, A. (a cura di) Il nuovo governo dell’area vasta. Commento alla legge 7 aprile 2014 n. 56, Napoli, Jovene (p. 146 ss.) Millennium Ecosystem Assessment (2005) Ecosystems and human well-being: the assessment series (4 vol + Summary), Island Press, Washington DC. EPSON (2006) Report Urban-rural relations in Europe, Centre for Urban and Regional Studies Helsinki University of Technology Rota, F. (2014), “Lo Statuto della Città metropolitana di Napoli” in Istituzioni del Federalismo, 35, numero speciale, (pp. 147-168) Treu, M. C. (2008), “Il progetto di infrastrutture come progetto di valorizzazione del territorio e del paesaggio” in Il paesaggio e le infrastrutture, atti del corso di perfezionamento Progettare strade, progettare paesaggio, 2008, Brescia Wolf, K.L. (2003), “Ergonomics of the City: Green Infrastructure and Social Benefits” in Kollin, C. (ed.) Engineering Green: Proceedings of the 11th National Urban Forest Conference, Washington D.C., American Forests

41 L’AREA METROPOLITANA, LO SVILUPPO URBANO E LE POLITICHE DI COESIONE

Valeria Aniello

Cosa era previsto lamento concernente il FESR, fondo europeo di sviluppo regionale), accompagnate da azioni La politica di coesione europea riconosce le sostenute attraverso il FSE (fondo sociale euro- città come priorità nell’ambito delle politiche di peo) nell’ambito delle priorità di investimento sviluppo territoriali. Traccia di tale rilevanza si da esso previste. In questo quadro, le Regioni rinviene nei documenti del Parlamento Euro- sono state chiamate, nell’ambito dei program- peo, della Commissione Europea, del Comitato mi operativi, a prevedere delle risorse specifi- delle Regioni e anche nei Regolamenti del che e a prevedere che l’attuazione delle stra- periodo di programmazione vigente 2014-20 tegie di sviluppo urbano sostenibile implicasse che puntano molto sulle città: sono questi i anche di un processo di delega di gestione alle luoghi, infatti, in cui si gioca la maggior parte autorità locali. Gli Stati membri potevano, dun- delle sfide economiche, sociali, climatiche e que, offrire alle città l’opportunità di progettare ambientali, tutte strettamente interconnesse. e attuare strategie pienamente integrate, anche La strategia dei fondi europei 2014-20 ha attraverso i programmi operativi. L’attuazio- fortemente incoraggiato a coniugare le misure ne di strategie di sviluppo urbano integrato concernenti il rinnovamento materiale urbano poteva dunque essere potenziata grazie alla con misure intese a promuovere l’istruzione, possibilità di combinare azioni finanziate attra- lo sviluppo economico, l’inclusione sociale verso il Fondo europeo di sviluppo regionale, e la protezione ambientale. Un elemento il Fondo sociale europeo e attraverso il Fondo indispensabile di tale processo è individuato di coesione, a livello di programma o a livello nella promozione di intense collaborazioni tra operativo. Lo sviluppo urbano sostenibile e cittadini, società civile, economia locale e i integrato sembrava essere, dunque, un elemen- diversi livelli amministrativi. Numerosi obiettivi to fondamentale del quadro strategico della tematici sostenuti attraverso i fondi strutturali Politica di coesione 2014-2020. Ciò doveva e d’investimento europei presentano priorità comportare una serie di conseguenze pratiche di investimento specifiche per le zone urbane, nei vari livelli di governance riguardo dell’ela- quali la promozione di strategie a bassa pro- borazione e dell’attuazione dei programmi. Le duzione di anidride carbonica, il miglioramen- autorità urbane che avrebbero ricevuto fondi, to dell’ambiente urbano, incluso il recupero di in linea con quanto previsto dal regolamento aree industriali dismesse e la riduzione dell’in- concernente il FESR, dovevano elaborare stra- quinamento atmosferico. A esse si aggiunge- tegie di sviluppo urbano capaci di rispondere vano la promozione della mobilità urbana e alle molteplici sfide che le loro città si trovano dell’inclusione sociale attraverso il sostegno ad affrontare. Inoltre, esse dovevano avere per il recupero materiale, economico e sociale maggiori responsabilità a riguardo dell’effet- di zone urbane svantaggiate (di cui all’art. 5 tiva attuazione delle strategie specifiche, in del regolamento concernente il FESR, fondo quanto era necessario un grado minimo di de- europeo di sviluppo regionale). Queste priorità lega per la gestione. La Commissione europea di investimento possono essere inserite nella si impegnava su diversi punti: strategia di sviluppo urbano integrato di una • garantire una maggiore integrazione delle determinata zona urbana (articolo 7 del rego- risorse convergenti sullo sviluppo urbano,

42 esercitando l’attività di controllo su questo cui intervengono i Programmi operativi aspetto nel corso della valutazione dei regionali. Programmi operativi; Lo strumento più adatto poteva essere la • promuovere innovazione attraverso alcune delega alle città in qualità di organismo iniziative; intermedio, delega della quale la città di • potenziare le capacità e lo scambio di Napoli aveva già beneficiato nell’ambito dei esperienze attraverso la Rete di sviluppo 19 Programmi Integrati Urbani (PIU) finanziati urbano e il programma URBACT III, poten- nella programmazione in corso 2007-2013. ziato dal punto di vista finanziario. Occorreva però potenziare alcune strutture In questo quadro, le città metropolitane do- tecniche di gestione dei fondi per evitare le vevano valorizzare le attività economiche, problematiche connesse alla carenza di capa- tecnologiche, culturali e sociali che si trovano cità istituzionale, come ad esempio un Tavolo nel loro territorio, divenendo elemento di tra Comune di Napoli, in qualità di responsa- connessione tra dimensione statale e dimen- bile dell’attuazione dell’Area metropolitana, e sione locale. Ci si aspettava, dunque, che le Regione Campania, insieme ad altri interventi regioni adottassero una strategia territoriale e, per gestire efficacemente i processi. possibilmente integrata, nell’utilizzo dei fondi, come auspicato nell’Accordo di partenariato Cosa è accaduto nazionale italiano (cioè il documento pro- grammatico nazionale per l’utilizzo dei fondi Il processo di realizzazione dell’Area metropo- europei 2014-20). Le politiche di coesione, litana di Napoli si è iscritto in questo proces- così, dovevano rafforzare le politiche nazio- so. In Campania, la nuova programmazione nali, in direzione del rafforzamento del ruolo FESR 2014-20 prevede un asse dedicato allo delle istituzioni di governo urbano. Non dove- sviluppo urbano sostenibile (asse 10) con vano, in altri termini, essere l’unico contesto di una dotazione finanziaria di 214.522.701 policy che interviene sullo sviluppo urbano, ma euro. L’asse ha un carattere pluritematico, accompagnare e coordinarsi con le politiche rispecchiando le indicazioni dell’Accordo di ordinarie. In Italia, però, la legge di riforma Partenariato, e di per sé si configura secondo costituzionale e amministrativa (legge 7 aprile l’integrazione degli OT richiamati (OT 3, 4, 6, 2014 n. 56 “Disposizioni sulle Città metro- 9) e si basa su 4 driver (contrasto alla povertà politane, sulle Province, sulle unioni e fusioni ed al disagio, valorizzazione dell’identità cul- di comuni”), pur riconoscendo il ruolo di tali turale e turistica delle città, miglioramento della soggetti, non ha accompagnato tale processo sicurezza urbana, accessibilità dei servizi per i di riforma con adeguate risorse finanziarie in cittadini) che rispondono all’obiettivo generale modo da garantire che le politiche di coesione del miglioramento della qualità, e rappresenta potessero porsi realmente come aggiuntive il frame entro cui le 19 città devono costruire e non sostitutive dei trasferimenti nazionali la loro strategia in coerenza con l’asse e con i ordinari. Il quadro delle politiche di coesio- fabbisogni rilevati. I destinatari della strategia ne, è stato caricato perciò, di un significato sviluppo urbano sostenibile riguardano le 19 notevole e ha difficoltà nel portare a termine città con popolazione superiore ai 50.000 i processi di sviluppo prefigurati nell’ambito abitanti1, beneficiarie nella precedente pro- della strategia di sviluppo territoriale urbana. grammazione 2007-2013 dei fondi FESR per L’Agenda urbana europea poteva declinarsi su l’attuazione dei PIU Europa (Programmi Inte- due tipologie di territori: grati Urbani). Il capoluogo di regione, però, • le 10 città metropolitane individuate con risulta escluso dalla strategia dello sviluppo legge nazionale (tra cui Napoli) e le 4 in- urbano sostenibile in quanto beneficiario delle dividuate dalle Regioni a statuto speciale. azioni previste dal PON Città metropolitane Su queste era prevista anche l’azione del (Metro) 2014-20.Per quanto riguarda la go- PON METRO, precisando però che questo vernance relativa all’attività di coordinamento programma doveva agire in via non sosti- e supporto delle azioni dell’asse, si prevede tutiva dell’azione regionale ma aggiuntiva; la costituzione di un ufficio regionale dedicato • le città medie e i poli urbani regionali su allo sviluppo urbano sostenibile con l’assisten-

43 za tecnica.Si è pensato inoltre di garantire la to, per le quali è difficile pensare di disegnare complementarietà delle azioni per le 12 città ex post una strategia di sviluppo credibile. La che fanno parte dell’area metropolitana di Na- Regione stanzia risorse per la pianificazione poli con il PON Metro che interessa la città di di attività di assistenza tecnica e rafforzamento Napoli. Da poco la Regione ha dato il via al amministrativo dialogando autonomamente finanziamento di interventi di Assistenza tema- con molti dei Comuni dell’area metropolitana, tica agli Organismi intermedi e Città di Napoli lasciando alla città di Napoli il completamento per l’importo complessivo di 11.000.000 a di grandi interventi infrastrutturali mai com- valere sulle risorse dell’Asse Assistenza Tecnica pletati e, con molta probabilità, difficilmente POR FESR 2014/2020 l’intervento; tali risorse realizzabili. Se si esamina, infatti, il Patto per (cfr. DD DIP 50-03 del 7.7.2017) serviranno la città metropolitana di Napoli, questo ha per avviare la pianificazione degli interventi un valore complessivo di 630 milioni di euro di assistenza tecnica tematica a supporto e si compone di 189 milioni di risorse prece- dell’attuazione del POR FESR da parte degli dentemente assegnate, 133 milioni di risorse organismi intermedi e della Città di Napoli, comunitarie e 308 milioni di FSC 2014-20. stabilendo le modalità di erogazione sia delle anticipazioni – per la preparazione di un Le possibili evoluzioni Programma Integrato Città Sostenibile (PICS) – che delle successive tranches a seguito della Il dibattito su come valorizzare le aree me- pianificazione degli interventi veri e propri. tropolitane si sta facendo più fitto anche a L’area metropolitana di Napoli, dunque, non livello europeo. La riforma delle politiche di è prevista nell’azione regionale relativa allo coesione è uno dei temi rilevanti che già viene sviluppo urbano bensì sono presenti molti dei evocato in maniera significativa nel corso comuni che la costituiscono in veste singola. della programmazione attuale. Alcuni vedono Essa beneficia attualmente di un pacchetto di le regioni come un livello istituzionale non interventi di una certa rilevanza finanziaria, sempre adeguato a sostenere una strategia ereditati in parte dalla programmazione pre- di sviluppo, perché anziché prevedere dei cedente. Nelle suddette Linee guida regionali, quadri programmatici super partes, in un’ottica infatti, viene richiamato come “… il POR FESR unitaria e possibilmente sovraregionale, dando 2014/2020 prevede quale linea di intervento spazio e attenzione al ruolo di traino delle città anche lo sviluppo urbano per il Comune di Na- metropolitane, sembrano invischiate in proces- poli che è perseguito prevalentemente attraver- si molto lontani dalla tutela e valorizzazione so il completamento dei Grandi Progetti (Sito dell’interesse pubblico, agendo da freno rispet- Unesco Mostra d’Oltremare, Linea 1 e Metro to alle istituzioni comunali quando non allinea- nord est e Porto di Napoli), la cui realizzazio- te politicamente. Per questo motivo Barca (cfr. ne insiste sul territorio cittadino e risponde ad anche Barca F., 2009) suggerisce una riforma un disegno complessivo teso ad affrontare le delle politiche di coesione che punti a dare problematiche strutturali (trasporti sostenibili, più potere ai comuni, dato che “le politiche di riqualificazione ambientale delle aree dismes- coesione non servono a fare investimenti” ma se e potenziamento del ruolo attrattivo del a portare “sviluppo e cambiare le istituzioni Capoluogo) attraverso la massima concentra- sul territorio” come ha affermato al recente 7° zione degli investimenti”. È evidente come, in Forum europeo per la coesione. Il negoziato una situazione di non facile dialogo politico sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021+ è e interistituzionale tra i due enti, il Comune di caratterizzato da una certa complessità. Da un Napoli dispone di pacchetti di risorse ma non lato cresce l’euroscetticismo (stessa dinamica viene riconosciuto come soggetto rilevante nel che ha condotto alla Brexit), dall’altro cresce la processo di programmazione metropolitano: il diffidenza sulle politiche di coesione; il populi- PON Metro interviene sulla sola città di Napo- smo crescente si accompagna spesso allo stile li, le risorse ordinarie scarseggiano e le risorse di governo del “fare a meno del pubblico” e regionali si concentrano sui singoli comuni che rinunciare alla gestione delle sue risorse, che costituiscono l’area, oppure vanno ad alimen- non hanno saputo trasformare effettivamente i tare vecchie progettazioni ereditate dal passa- contesti nei quali sono state utilizzate. Il proces-

44 so di integrazione europea con i nuovi paesi (cfr. Meldolesi L., 2015). Le aree metropolitane entranti e le dinamiche di crisi dei paesi esi- americane hanno intrapreso cinquant’anni fa stenti è, inoltre, molto critico. Nel Libro Bianco un dialogo con il governo federale per finan- sul futuro dell’Europa si sottolinea come molti ziare infrastrutture, trasporti, edilizia, innova- cittadini europei considerino l’Unione distante zioni e capitale umano; oggi esse possono dia- dalle loro vite e dal dare valore aggiunto al logare alla pari con il governo perché hanno loro contesto. Il ripensamento delle politiche mostrato che le loro strategie di investimento di coesione passa attraverso quanto appreso sorreggono e suscitano, a loro volta, investi- dalle passate programmazioni; a dispetto di menti privati e crescita. Una visione moderna alcuni orientamenti locali, che considerano del federalismo democratico punta proprio al fondamentale l’assistenza tecnica a svantaggio dialogo alla pari tra livelli di governo diversi: della valutazione, l’importanza e il peso delle non è possibile che il governo italiano affian- valutazioni condotte è andato via via aumen- chi le aree metropolitane aiutandole nelle loro tando. Proprio da alcune analisi condotte è politiche di investimento? Solo in un contesto emerso chiaramente come il divario territoriale in cui siano assegnate alle Citta Metropolita- non si è ridotto in questi anni, ma è addirit- ne risorse e poteri di governo e di gestione tura aumentato. L’Unione Europea ha subìto, delle medesime, che consentano l’effettiva poi, in questi anni, dinamiche abbastanza attuazione delle strategie, è possibile fare un complesse: il fenomeno Brexit testimonia la vero salto da Città metropolitane con funzioni sfiducia nelle istituzioni europee di gruppi di di indirizzo a enti con capacità di intervento popolazione evidentemente scontenti, anche effettivo. Quale sarebbe, in questo quadro, a fronte dei Paesi nuovi entranti che, talvolta, il ruolo delle regioni? È fondamentale che le si sono mostrati anche più efficaci nella spesa, regioni rinuncino a una fetta del loro potere e sia in termini quantiativi che qualitativi, rispetto che si concentrino sullo sviluppo delle macro a regioni che ormai erano e sono considera- regioni, facilitando l’integrazione tra Stato e te perennemente in via di sviluppo. Eppure Citta Metropolitane, magari attraverso l’istitu- le sfide che le politiche europee si pongono zione di un Tavolo ad hoc (cfr. Moccia, F.D., rappresentano un elemento trainante delle De Luca, G., 2017). Recentemente le nostra 14 politiche nazionali, regionali e locali verso temi città metropolitane si sono incontrate a Milano che altrimenti risulterebbero forse trascurati; la per poter discutere del riparto di una finestra di sfida al cambiamento climatico, la sicurezza finanziamento nazionale pari a 12 milioni di ed efficienza energetica, l’agenda digitale euro; sembrerebbe che tale finanziamento sia applicata al miglioramenti dei servizi essen- stato interamente devoluto dal tavolo, su implu- ziali per i cittadini (istruzione, salute, trasporti, so dei principali sindaci del Sud, al sindaco di pubblica amminstrazione etc.) e, come tema Milano per risanare il suo bilancio (cfr. Napoli più recente, quello dell’integrazione di migranti A., 2017). Una recente ricerca mette in eviden- e rifugiati. Sarebbe opportuno, che le regioni za come le difficoltà persistenti delle politiche guidassero il rafforzamento amministrativo di coesione in Italia dipendono da un fattore delle aree metropolitane, e non dei singoli co- principale: la capacità amministrativa regio- muni, essendo attente a costruire un quadro di nale (cfr. Terracciano, B., Graziano, Paolo sviluppo programmatico metropolitano, senza R., 2016). Tale studio è stato condotto con un il quale non è possibile, è bene sottolinearlo, focus su due regioni specifiche: la Campania alcuno sviluppo regionale. Negli Stati Uniti le e la Puglia. La capacità amministrativa è stata città e le aree metropolitane sono da tempo misurata tenendo in considerazione quattro considerate i luoghi della crescita economica fattori fondamentali: la programmazione, il ma- e dell’integrazione sociale; Chicago offre nagement, il monitoraggio, la valutazione. Per un sistema formativo che valorizza le risorse ciascuno di questi fattori sono stati esaminati umane, Miami e Jacksonville adottano strategie alcuni sotto-fattori. di modernizzazione dei loro hub commerciali Programmazione. Gli autori sono partiti dal cielo-terra-mare, Los Angeles e Denver puntano presupposto che la qualità della programma- su sistemi di trasporto efficienti per le imprese zione influenza l’azione amministrativa. I fatto- e i cittadini come volano di sviluppo, e così via ri di una corretta programmazione sono tre:

45 • l’utilizzo di una swot analisys che tenga asseverato dai valutatori. Molto spesso i conto dei fabbisogni espressi dal territorio sistemi di monitoraggio non sono coerenti e dei budget disponibili e il coinvolgimento con gli strandard nazionali o europei, dei principali stake holder socio-sconomici o i valutatori ritengono che, anche se il ed istituzionali nel processo di programma- sistema è teoricamente soddisfacente, non zione; è ben sviluppata la procedura di raccolta • documenti di programmazione non vaghi dei dati; e indeterminati ma che presentano obiettivi • la disponibilità di dati finanziari, fisici e chiari e più “stabili” possibile per evitare procedurali. Molto spesso i sistemi di moni- cambiamenti programmatici frequenti e toraggio consentono di disporre solamente non motivati. È importante inoltre che i do- di dati finanziari, più raramente degli indi- cumenti programmatici contengano target, catori fisici e procedurali. I dati sono rara- indicatori e interventi coerenti. Molte ripro- mente disponibili se non in concomitanza grammazioni, infatti, richiedono tempi di di scadenze europee. I valutatori spesso verifica e un’attività amministrativa aggiun- devono redigere relazioni su dati provvi- tiva e non trovano la loro giustificazione in sori, che vengono validati quando i report fabbisogni specifici individuati; sono già stati impostati e commentati; • approvazione tempestiva dei programmi • l’uso corretto di tali dati per le finalità del rispetto all’inizio del negoziato. Dato il management. Il management non sempre pesante accavallarsi della chiusura delle usa i dati correttamente, per finalità di programmazioni e dell’inizio delle nuove, miglioramento dell’azione amministrativa, a cui assistiamo oramai da un paio di bensì ritiene che il sistema di monitoraggio cicli, si suggerisce di avere sin da subito serva unicamente a dimostrare i target una visione chiara avendo, possibilmente, finanziari di spesa al referente europeo e già in mente di cosa fare dei residui delle quindi sia un adempimento più che un’op- programmazioni pregresse. portunità. Management. La qualità del management di un Valutazione. È interessante come la l’utilizzo programma è stata misurata da tre sotto-fattori: della valutazione sia stato considerato, a • la chiarezza nella definizione dei ruoli giusto titolo, come un fattore fondamentale per tra uffici, le autorità e il personale. Molto misurare la capacità amministrativa. D’altra spesso ruoli e personale sono il frutto di parte la letteratura (cfr. Stame N., 2016) ha scelte che non rispondono all’efficienza riconosciuto da tempo che una delle funzioni ri- amministrativa; levanti della valutazione è quella dell’apprendi- • il coordinamento e la cooperazione tra mento delle amministrazioni; valutare vuol dire diversi uffici. Conflitti tra uffici o scarso produrre conoscenza utile per il miglioramento coordinamento minano la capacità ammi- dell’azione amministrativa, consentendo di nistrativa; innescare processi di cambiamento. Nel caso • un corretto mix di risorse interne ed specifico dell’analisi della capacità ammini- esterne alle amministrazioni. Molto spesso strativa, sono stati considerati due aspetti della sono state rilevate modeste conoscenze valutazione: degli interni, anche in posizione di vertice, • l’effettuazione di valutazioni ex ante, in del funzionamento dei Fondi Strutturali; in itinere ed ex post, cioè di valutazioni che questo caso l’assistenza tecnica è richiesta accompagnino tutto l’arco della program- in maniera pressante, ma viene utilizzata mazione. Molto spesso vengono condotte con funzioni sostitutive del managament soltanto le valutazioni obbligatorie da interno nel processo decisionale, non di regolamento comunitario, in particolare le supporto (così dovrebbe essere). ex ante, e talvolta neanche bene quelle. Monitoraggio. Il monitoraggio è stato analizza- Ritengo, inoltre, che occorra presidiare to esaminando i seguenti sotto-fattori: nell’ambito dell’attuazione, il processo di • l’introduzione di un sistema di indicatori e selezione dei progetti, che rappresentano di monitoraggio delle procedure coerente l’unità minima in cui, alle fine si traducono con gli standard nazionali ed europei e importanti programmi, garantendo che sia

46 affidato a professionalità elevate e super l’asse città metropolitana-regione-governo, che partes; sempre più raramente è possibile osservare. • il ruolo istituzionale dei Nuclei di valuta- zione. Un ruolo rilevante dei Nuclei e la loro partecipazione alle attività relative al Note programma viene considerato un fattore 1. Con Delibera di Giunta regionale n. 758 del 20 dicembre 2016, in grado di influenzare la qualità della infatti, la Regione Campania, ha confermato i 19 Organismi In- capacità amministrativa regionale. Per termedi, individuati nel PO FESR 2014/2020, la cui delega viene esperienza personale ultraventennale pos- riconfermata previa verifica dei requisiti soggettivi delle 19 Auto- rità Urbane che hanno già svolto il ruolo di Organismo Intermedio so affermare, in linea con la letteratura esi- nel periodo di programmazione 2007/2013. stente, che un’amministrazione che vuole apprendere e cambiare dà molti spazi alla valutazione, alla qualità ed indipendenza Riferimenti Bibliografici dei valutatori. Per contro un’amministra- zione che non ha interesse ad apprendere Aniello, V. (2015), “Europa 2020: come e cosa apprendere dalle passate programmazioni” in Rivista perché ritiene di non voler mettere in di- giuridica del Mezzogiorno, n. 1-2 scussione le decisioni prese, tenderà ad uti- Barca, F. (2009) Un’agenda per la riforma della politica di lizzare i valutatori come assistenza tecnica coesione (Rapporto indipendente predisposto su richiesta di Danuta Hübner, Commissario europeo alla politica e ad abbassare il livello qualitativo delle regionale), www.valutazioneinvestimenti.formez.it figure professionali coinvolte. Si dimentica Moccia, F.D., De Luca, G. (2017) Pianificare le città troppo spesso che un’amministrazione “in metropolitane in Italia. Interpretazioni, approcci, prospettive, Inu Edizioni, Roma buona salute” dispone di una struttura di Meldolesi, L. (2015) Italici e città, Ide Edizioni valutazione “in buona salute”. Napoli, A. (2017), “De Magistris ed il suo colpo di teatro” Ebbene questi studi mostrano che la capacità in Corriere del Mezzogiorno del 25.7.2017 Polverari, L., Ferry, M. & Bachtler, J. (2017), “The structural amministrativa non è ancora soddisfacente, funds as “agents of change”: new forms of learning and che non è, dunque, scontato continuare ad implementation”, IQ Thematic Paper 40 (2) investire i fondi strutturali nelle Regioni; qui Regione Campania, (2017) POR FESR 2014/2020 - DGR 650/2016 - DGR 314/2017 Linee Guida e modalità spesso vengono modificati – quale effetto prin- operative per la programmazione degli interventi di cipale dei cambiamenti politici – fattori rilevan- Assistenza Tecnica e Comunicazione da parte delle Città ti per la qualità della capacità amministrativa. ed Organismi Intermedi, allegate al Decreto Dirigenziale Dipartimento 50.03 del 7.7.2017 Le amministrazioni regionali hanno dunque mo- Stame, N. (2016) Valutazione pluralista, Franco Angeli strato di non fare necessariamente tesoro dei Editore loro processi di apprendimento; capita spesso Terracciano, B., Graziano, Paolo, R. (2016), “EU Cohesion Policy Implementation and Administrative che amministrazioni che raggiungono buone Capacities: Insights from Italian Regions” in Regional and performance in un ciclo non necessariamente federal studies le mantengano in quello successivo. Perciò, nel ripensamento del sistema di governance delle politiche di coesione, un avvicinamento ai cittadini e alle città, forse potrebbe ovviare in maniera parziale alla instabilità dei fattori che determinano la capacità amministrativa del livello amministrativo regionale. D’altra parte, però, occorrerebbe avere un minimo di garanzie per poter effettuare una sperimen- tazione più spinta sull’area metropolitana, te- nendo appunto in considerazione questi stessi fattori, esaminati per la politica regionale. Ciò potrebbe mostrare il vantaggio competitivo dei late comers e, di certo, non sarebbe la prima volta; si richiederebbe, però, una spinta forte e responsabile delle amministrazioni metropo- litane e una compattezza istituzionale lungo

47 NUOVA GOVERNANCE PER CONNETTERE IL SUD: TRA AUTORITÀ DI SISTEMA PORTUALE E CITTÀ METROPOLITANE

Donato Caiulo

Vi è oggi l’esigenza primaria di rilanciare le città metropolitane etc., mentre la riforma dei politiche di sviluppo infrastrutturale e di coe- porti (D. Lgs. N. 169/2016) approvata dal sione del Paese con una pianificazione, una Consiglio dei Ministri il 4 agosto 2016, ha programmazione ed una progettualità orien- soppresso 24 Autorità Portuali, prevedendo 15 tata al futuro, facendo tesoro delle esperienza nuove Autorità di Sistema Portuale che dovran- del passato, delle “best practice”, ma anche no gestire complessivamente 57 porti con la delle, numerose, “bad-practice”. Per essere in relativa logistica territoriale (Fig. 1). grado di affrontare la realtà ed i suoi cam- biamenti, occorre partire proprio dalla realtà storica sia a livello territoriale che istituzionale, legislativo e ambientale. Nessuno può negare la lentezza e la fatica della portualità italiana nell’adeguarsi ai repentini cambiamenti del mercato globale, come pure dei “vecchi” piani regolatori portuali invischiati in procedure far- raginose e veti, incapaci di gestire la velocità dei cambiamenti e del gigantismo navale. Se, da un lato, tutti gli aspetti della globalizzazio- ne e del suo influsso sulla portualità italiana vanno sapientemente inquadrati nel contesto sfaccettato della contemporaneità nella qua- le viviamo, d’altra parte non possiamo non riconoscere che il nostro Paese è l’esito di una storia specifica, sedimentata fino a diventare l’odierna geografia storica della multiforme portualità diffusa. Val la pena rilevare che i Sistemi Logistici e Portuali, come le città metro- politane o le province, sono tutti componenti di un territorio storicizzato che è unico; pertanto le riforme, non potranno essere solo settoriali, Far funzionare le Riforme anzi una visione settoriale probabilmente fini- rebbe per peggiorare l’attuale situazione. Da una opportuna sinergia tra le due recenti La necessità di un coordinamento per una Riforme, atteso che tutte le città metropolitane corretta programmazione e attuazione delle del Sud sono città portuali, può nascere una politiche dell’uso del territorio, della logistica e nuova e reale governance di sistema, orientata della portualità implicano un’attenzione globa- allo sviluppo logistico del territorio del mezzo-

Fig. 1 - autorità di le verso il processo di riforme in atto. Il disegno giorno d’Italia. sistema portuale di riassetto istituzionale promosso dalla Legge Occorre rilevare che il governo del territorio (n. 15 come da n. 56/2014 (cd legge Delrio) ha indotto da e della portualità, cioè dei flussi di merci e allegato al d. lgs. n. 169/2016) un lato, un riassetto istituzionale, tra province, persone che dal mare, “atterrando” sul territo-

48

48 rio nei nodi portuali, si incrociano con le reti petenze, ma si configuri quale valorizzazione infrastrutturali nazionali ed europee, interessa delle potenzialità del Sistema della portualità diverse altre materie di competenza legislativa italiana attraverso gli Organi delle Autorità di statale e regionale, con conseguenti molteplici Sistema Portuale, deve partire subito: le città intrecci di competenze. Si auspica quindi una metropolitane e le Autorità di Sistema Portuale possibile contaminazione e sinergia tra le due o le aree interne del Paese non devono essere riforme, anche perché gli enti istituzionali di le une il negativo delle altre, ma una rete, un nuova formazione, come le città metropolitane sistema integrato e interconnesso di cui deve o le Autorità di Sistema Portuale, incidono sulle essere colta la componente logistica e dina- politiche e sulle programmazioni e pianifica- mica, ma anche la certezza legislativa sugli zioni orientate ad una strategia di sviluppo e strumenti di pianificazione e programmazione competitività del Sistema Paese. La costruzio- di ogni ente ed istituzione. La proposta di una ne quindi di un sistema logistico integrato di politica portuale integrata con le politiche ter- infrastrutture della mobilità, costituisce il primo ritoriali ed istituzionali, deve essere capace di impegno dei nuovi organi di governo delle interpretare il cambiamento, deve cogliere gli Autorità di Sistema Portuale e delle rispettive elementi di compensazione e le relazioni nella città portuali, nella prospettiva tracciata dal filiera di governo (Europa, Stato, regioni, Città Piano Strategico Nazionale della Portualità e Metropolitane, Sistemi Logistico-Portuali, Co- della Logistica. muni) come pure deve individuare i porti con Come affermato recentemente a Messina maggior propensione allo sviluppo merci e/o (29/05/17) dal presidente ANCI e sindaco passeggeri, a partire dal livello di infrastruttura- della città metropolitana di Bari, Antonio De- zione e dall’attitudine delle comunità incediate caro: “Io, non sono un visionario, al contrario all’utilizzo consapevole delle stesse potenziali- un amministratore che cerca di essere concreto, tà. Le competenze logistiche ed infrastrutturali vi invito però a guadare alle cose positive. Per delle Autorità di Sistema Portuale non possono non farci cogliere da quella malattia conta- non coordinarsi con le competenze delle città giosa alla quale Marcello Veneziani ha dato metropolitane, presenti con le Regioni nei un nome: la suddità, la rappresentazione di Comitati di Gestione delle stesse AdSP: tali Co- un Sud che soffre e si lamenta. Il quadro non mitati di Gestione, agendo con responsabilità è nero, le risorse ci sono, la ripresa sembra e competenza, potranno diventare i luoghi del iniziata. Tocca a noi, nuova classe dirigente del riscatto del Sud. Sud, cogliere con responsabilità l’occasione di Occorre infatti attivare, tra aree metropolitane un riscatto”. Ciò vuol dire anche far funzionare ed aree di pertinenza delle Autorità di Sistema realmente ed in tempi rapidi i nuovi organi di Portuale, una tessitura di reti di partenariato, governo e di partenariato previsti dalla riforma proprio a partire dal Comitato di Gestione portuale, come il Comitato di Gestione delle e dal previsto: “Tavolo del Partenariato” che Autorità di Sistema Portuale. L’occasione per la attinga dalle Istituzioni, dalle intelligenze e rinascenza del sud e quindi dell’intero Paese dalle risorse degli attori logistici e portuali è rappresentata proprio dalla centralità, nel responsabili. È importante creare, attraverso Mediterraneo, delle città-porto del sud, naturali tale “Tavolo del Partenariato”, organizzazioni porte d’accesso all’Europa dei traffici transo- efficienti e condivise e stabilire modalità di ceanici provenienti dal far-est. Tale possibilità cooperazione leale e efficace tra i vari attori, deve essere perseguita sia attraverso una cor- oltre che tra le varie istituzioni, con razionale retta gestione della programmazione 2014-20, distribuzione dei compiti e delle responsabili- ma anche pretendendo l’applicazione della tà per la costruzione di nuove governance a “Perequazione Infrastrutturale” introdotta dalla geografie istituzionali variabili, coerenti con la Legge delega al Governo in materia di federa- nuova riforma della portualità e con i reali pro- lismo fiscale n.42/2009, che, all’art. 22pre- blemi logistici e territoriali da affrontare nelle vede di colmare il “deficit infrastrutturale” del aree metropolitane, portuali e retro-portuali. Paese, a valle di apposita ricognizione. Inoltre, MIT, Agenzia della Coesione, RFI, La riforma di riassetto istituzionale della portua- ANAS, Enel, e tutti i principali attori pubblici lità, affinché non si perda nel rinvio di com- e privati, devono rendersi disponibili a costru-

49 ire attraverso strategie integrate e condivise dalla soppressione dei colli di bottiglia (a le necessarie convergenze programmatiche livello di infrastrutture ma soprattutto di buro- e gestionali per la costruzione di nodi e reti crazia e servizi) nei collegamenti ultimo miglio infrastrutturali adeguate per rendere i territori mare-terra-ferro. Nel definire un programma sempre più competitivi, a partire dalla possi- che consideri davvero le politiche logistiche, bilità, per le Autorità di Sistema Portuale di trasportistiche ed urbane del Mezzogiorno, sottoscrivere Accordi Quadro e/o Contratti parte integrante non solo del disegno di rilan- Istituzionali di Sviluppo, riguardanti le infra- cio del Mezzogiorno, ma dell’intero paese, strutture di collegamento con i retro-porti e con non si può fare a meno di domandarsi prima le reti nazionali su ferro e su gomma. di tutto verso quale trasformazione si vuole indirizzare il Mezzogiorno, e di cosa c’è biso- Reti TEN-T e PON: Connettere il Sud gno per creare condizioni logistico-ambientali favorevoli e, conseguentemente, in quali scelte Nella visione strategica che animava lo studio infrastrutturali tutto ciò si traduce. L’Accordo del “Corridoio Meridiano” del 2007 del MIT, di Partenariato del PON orienta a finalizzare lo sviluppo territoriale del sud d’Italia veni- la programmazione 2014-20 al “Migliora- va potenziato in una visione che assegnava mento della competitività del sistema portuale ad alcune città-porto la funzione di “poli di e interportuale” attraverso le “Aree Logistiche commutazione” del sistema euro mediterraneo: Integrate (ALI)”, che dovranno includere un si- luoghi in cui le grandi reti provenienti dalla via stema portuale, eventuali retroporti, interporti o della seta, dalla Cina e dall’India atterrano sul piattaforme logistiche correlate a tale sistema e territorio, solidificano i loro flussi e fertilizzano le rispettive connessioni ai corridoi multimodali i sistemi logistici locali. La logica di riferimento della rete TEN-T. Scopo delle ALI è quello di era quella di un’efficace dimensione territoriale costituire un luogo di confronto ed integrazione delle strategie secondo una visione dello svilup- tra Stato e Regione, (PON e POR) impegna- po che guardava al territorio come “progetto ti negli stessi obiettivi tematici, costruendo, implicito”, come selezionatore di istanze. col partenariato, una strategia condivisa di Oggi, a dieci anni di distanza, è maturata la sviluppo delle stesse Aree Logistiche Integrate. consapevolezza che solo nell’incontro tra le Le cinque diverse Aree Logistiche Integrate, città del Sud, messe a sistema con i loro porti (Fig. 2) così come individuate, (i cui attori sono ed una revisione dei corridoi trans-europei, con le Autorità di Sistema Portuale, le Regioni, le l’allungamento a sud del Corridoio Baltico-A- Città Metropolitane, RFI, ANAS), dando vita driatico, si potrà creare uno sviluppo inclusivo ai diversi Tavoli di Coordinamento, dovranno e sostenibile che attraverso le politiche di coe- candidare gli interventi infrastrutturali di ogni sione si estenda dal livello europeo e naziona- territorio sul Programma Operativo Nazionale le al livello locale. Se è vero, come ama ripeter 2014/2020. Attraverso tale processo, coe- spesso il ministro Delrio che: la Geografia è rentemente a quanto previsto anche dal Piano Destino”, il Mezzogiorno può diventare volano Strategico Nazionale della Portualità e della e non più peso per il Sistema Paese, attraverso Logistica e con un occhio al “Masterplan del la rete delle sue città-porto. Questa è la scom- SUD”, (che non può essere la somma algebrica messa e l’occasione irripetibile per il Mezzo- degli elenchi di progetti pensati separatamente giorno a valle della riforma della portualità: da ciascun Tavolo, sommati ad altri elenchi la rete delle città portuali del Mezzogiorno, progetti delle varie regioni e/o delle aree strettamente connesse via ferro, come Gateway metropolitane), occorrerà individuare le opere dell’Europa sul Mediterraneo, potrà rivelarsi il realmente utili ai porti del Mezzogiorno perché nuovo motore dell’economia del Mezzogiorno. siano, lato Mediterraneo del Nord, Porte Ma se davvero si vuole scommettere sull’eco- d’accesso all’Europa attraverso l’intermodalità nomia del mare, dei servizi alle merci, alle mare/ferro con le rispettive necessità di investi- imprese e alla persona, sull’incremento dell’of- mento “ultimo miglio” (infrastrutture e servizi). ferta tecnologica di logistica e dei beni prodot- Al riguardo andrebbe rilevato un “errore di ti e/o sbarcati nel Mezzogiorno, va detto che prospettiva”, almeno dal punto di vista cro- l’intensità della trasformazione deriverà anche nologico, nell’individuare (Fig. 2) il corridoio

50 Fig. 2 - Aree Logistiche Integrate (Pon Infrastrutture & Reti 2014-2020)

Scandinavo Mediterraneo come la “rete lunga” prolungamento del “Corridoio Baltico-Adriati- che collega i porti del Sud e le relative “ALI” co” potrà connettersi attraverso la Bari-Napoli all’Europa centro settentrionale. Occorrerà con i porti del Tirreno, in linea con gli obiettivi valutare, nell’ambito dei Comitati di Gestione comunitari, al servizio dello Sviluppo e della delle AdSP, ed attraverso il Tavolo del Partena- Coesione Territoriale dell’intero Mezzogiorno. riato, la possibilità di un “Contratto Istituziona- La rigenerazione portuale e la modernizzazio- le di Sviluppo”, (ultimo miglio ed intermodalità ne infrastrutturale della portualità meridionale, nel Mezzogiorno) con RFI al fine di garantire dotata di ampi spazi retro-portuali, sono pro- sia la connessione rapida che il collegamento getti dei “paesaggi del domani”, di “infrastrut- “lungo” dal Mediterraneo all’Europa Centrale, ture prioritarie nazionali”, dove, ad esempio, attraverso l’auspicabile prolungamento fino anche le infrastrutture informatiche (Smart Port) a Bari/Brindisi/Taranto del Corridoio Baltico o le prestazioni energetiche (Green Port),non Adriatico (l’unico in grado di collegare, oggi siano corredo ma linfa, componenti del cam- e non nel 2030, i porti del sud all’Europa con- biamento e dello sguardo volto al futuro, verso tinentale, atteso che la pendenza e le gallerie uno sviluppo competitivo coniugato alla storia della Firenze-Bologna non consentono, attual- urbana specifica ed alla coesione sociale delle mente o nei prossimi 10 anni, il formarsi di tre- comunità insediate. ni-cargo a pieno carico nel corridoio Scandina- vo Mediterraneo che attualmente rappresenta l’unico Corridoio Europeo che, “teoricamente”, collegherebbe il Sud d’Italia all’Europa). Il

51 L’ECONOMIA CIRCOLARE E L’URBANISTICA TEMPORALE PER LE CITTÀ METROPOLITANE

Selena Candia | Francesca Pirlone

L’Economia circolare per il territorio ed etnografico diventati “scarto” della società metropolitano moderna. «L’economia circolare risponde al desiderio di crescita sostenibile, nel quadro La legge Delrio – n° 56/2014 – ha dato piena della pressione crescente a cui produzione e operatività alle Città Metropolitane italiane consumi sottopongono le risorse mondiali e identificandone gli organi di governo e le l’ambiente» (CE, 2015). In altri termini, attra- principali funzioni: pianificazione territoriale, verso l’economia circolare è possibile superare trasporti, mobilità, salvaguardia dell’ambiente, l’attuale modello economico definito “lineare” gestione dei rifiuti, sanità e istruzione. Le città che vede la creazione, l’utilizzo e infine lo metropolitane quali nuovi livello per l’ammini- scarto di prodotti e processi. Con l’economia strazione locale erano già state introdotte nel circolare è possibile ovviare all’insostenibilità 1990 con la Legge 142, ma è solo a seguito ecologia, economica e sociale di tale sistema della Legge Delrio che dal 1° gennaio 2015 instaurando un nuovo tipo di relazione tra subentrano alle omonime Province rilevando- produzione e consumo che invece di produrre ne le funzioni. I territori metropolitani sono rifiuti rimette in circolo le risorse. caratterizzati da un centro dinamico occupato Il presente paper propone di applicare i dalla città principale e da una serie di aggre- concetti base dell’economia circolare, sopra gati minori che in qualche modo gravitano e si descritti, alle politiche e agli strumenti di go- relazionano con il centro. Se si considera que- vernance delle Città metropolitane. Attraverso sta nuova organizzazione territoriale le nuove l’economia circolare è infatti possibile reinte- periferie non sono più le aree ai margini del grare l’ecosistema metropolitano e rivaloriz- principale centro urbano, la “metropoli”, ma i zare economicamente i nuclei urbani esclusi centri delle aree interne. Queste zone, infatti, dal processo produttivo e di sviluppo attuale, sono spesso più lontane dai servizi considerati ad esempio piccoli centri che nell’economia essenziali a livello europeo per i cittadini ovve- lineare sarebbero destinati a diventare “rifiu- ro il sistema sanitario, quello scolastico, la rete ti”. Questi nuclei, e in particolar modo i loro dei trasporti e l’accesso ad internet. Le periferie abitanti, conservano tradizioni e saperi ormai “tradizionali”, seppur continuando a presen- dimenticati e in alcuni risiedono minoranze tare diverse problematiche dal punto di vista linguistiche protette dalla costituzione. «La nuo- sociale, abitativo e di degrado risultano essere va struttura organizzativa della città dovrebbe più integrate all’interno del sistema metropolita- essere caratterizzata da processi circolari, no rispetto ai nuclei delle aree interne. imitando in questo modo il sapiente metabo- Per salvaguardare queste “nuove” periferie, le lismo circolare della natura. Le caratteristiche città metropolitane devono dotarsi di strumen- dell’economia circolare (riassumibili nella sigla ti di governance per un’economia circolare delle “6 R”: Risparmio, Riuso, Recupero, Rici- del territorio, ridando un ruolo e reinserendo clo, Rigenerazione, Rinnovabili) sollecitano ed all’interno delle reti (economiche, infrastruttura- a loro volta sono il riflesso di scambi simbiotici: li, turistiche…) tutti quei centri minori altrimenti all’interno dell’apparato produttivo della città; destinati a scomparire. Si tratta spesso di bor- quelli tra città con il suo sistema industriale e ghi di grande interesse storico, architettonico quelli della città con il suo territorio extraurba-

52 no, ogni simbiosi è fonte di risparmi di materie nel paese hanno riaperto bar, locali e ristoranti naturali ed energia e quindi di benefici econo- e il fenomeno dello spopolamento è stato inver- mici, oltre che di benefici ambientali» (Girard, tito. Altre città metropolitane comprendono poi 2016). piccoli centri da tutelare all’interno di parchi di Analizzando i territori delle 15 Città metropo- interesse nazionale o regionale come nel caso litane, istituite con la legge Delrio, è possibile di Catania per il Parco dell’Etna o di Bari per notare come la maggior parte della superficie il parco nazionale dell’alta Murgia. Nelle città metropolitana non sia ricoperta da una città di metropolitane di Bologna e Firenze si trovano riferimento sia costituita ma da aree interne o diversi borghi dispersi nell’appenino, come Pia- di contorno. Il massimo valore in percentuale naccio, Monteacuto delle Alpi o Lutirano che è tenuto da Roma, dove la Capitale occupa il difficilmente possono essere definiti come 24% del territorio metropolitano, mentre Torino luoghi metropolitani se non analizzati secondo detiene il valore minimo del 2%. Le altre Città il concetto di rete. metropolitane italiane presentano valori più Come nel caso dell’economia circolare ap- vicini al capoluogo piemontese: Firenze, Bari e plicata ai generi di consumo, l’economia Palermo sono al 3%, Bologna al 4%, Catania circolare metropolitana può definire una al 5% Reggio Calabria, Messina e Cagliari visione di sviluppo rispetto al tema del riuso/ al 7%. Solo Venezia e Milano tendono ad riciclo del territorio e del paesaggio verso avvicinarsi alla percentuale romana con rispet- una strategia zero waste land and resources. tivamente il 17 e 13%. Molti dei territori non I principali centri urbani devono catalizzare relativi dalla città principale sono comunque l’innovazione e coordinare lo sviluppo econo- caratterizzati da nuclei altamente urbanizzati mico e la qualità sociale dei centri minori con mediamente collegati e inseriti all’interno delle il rafforzamento di specializzazioni e comple- dinamiche economiche e ai processi di svilup- mentarietà. In quest’ottica l’economia circolare po di cui la città capoluogo è centro trainante. metropolitana va di pari passo con le politiche Questo vale per molti dei centri all’interno di coesione europee per la riduzione delle della Città Metropolitana di Milano, Venezia o disparità all’interno delle regioni europee e per Roma. Se invece si analizza il territorio di altre il rafforzamento dell’unione economica, sociale Città metropolitane italiane, sono presenti nu- e territoriale definite nel trattato di Lisbona e merosissimi piccoli centri e borghi situati nelle riprese dalla Strategia Europa 2020. Le città aree metropolitane più periferiche e di confine metropolitane ricoprono un ruolo fondamen- che spesso non contano più di una trentina tale nelle politiche di coesione in quanto enti di abitanti. Vonzo è una frazione del comune incompatibili con le logiche centralistiche di di Chialamberto, nella città metropolitana di unificazione amministrativa ma aperte al dialo- Torino che ha mantenuto l’aspetto originario di go con il territorio che entra direttamente a far borgo alpino di case in pietra ma che rischia parte dei suoi organi di governo: il consiglio di perdere gli ultimi abitanti rimasti. Nella metropolitano e la conferenza metropolitana. città metropolitana di Genova sono già diversi Perseguire la coesione non significa appiattire i borghi completamente abbandonati come le identità locali rispetto a quella della città Canate di Marsiglia, Costa di Soglio o Pian dominante, ma integrare le differenze. Rin- dei Curli ed esistono molte altre realtà che se forzare il concetto di coesione con politiche non aiutate sono destinate a di diventare rifiu- per un’economia circolare significa ridurre to. La Città Metropolitane di Reggio Calabria al minimo gli sprechi e valorizzare al massi- comprende diversi nuclei abitativi di origine mo le risorse. Ad esempio si può prevenire antichissima alle pendici dell’Aspromonte dove l’utilizzo di nuovo suolo per l’insediamento ancora oggi si parla il grecanico, un mix di abitativo attraverso il recupero del patrimonio greco antico e dialetto calabrese. Gioielli come esistente, oppure salvaguardare e valorizzare Roghudi e Pentedattilo sono stati abbandonati, le attività produttive legate all’agricoltura e ma grazie ai fondi dell’Unione Europea è stato all’artigianato locale riducendo l’acquisto di possibile ridare nuova vita al borgo di Bova, merci provenienti da zone extra metropolitane. diventato dagli anni 2000 la capitale della Puntare sull’economia circolare significa infatti cultura grecanica. Grazie al rilancio turistico favorire un incremento nel ritorno alle risorse

53 del territorio offrendo vantaggi economici, È invece auspicabile un ridisegno delle reti e ambientali e sociali a lungo termine e coinvol- un potenziamento dei rapporti tra centri minori gendo molteplici attori, in processi cooperativi. e maggiori e tra centri minori stessi. Una nuova Ma mentre le principali risorse che riguardano vita agli scarti territoriali può poi arrivare attra- il settore terziario e spesso anche quello secon- verso iniziative e strategie temporali atte alla dario si trovano all’interno dei maggiori centri chiusura del ciclo di vita. metropolitani, le aree periferiche hanno un ruolo centrale per il settore primario. L’Italia è L’urbanistica temporale per le città conosciuta in tutto il mondo per la bontà e va- metropolitane rietà dei suoi prodotti gastronomici, l’economia circolare metropolitana non solo può favorire il L’economia circolare può rappresentare una recupero dei borghi/nuclei periferici ma anche nuova metodologia volta ad un miglior gover- dei terreni agricoli e da pascolo favorendo le no del territorio metropolitano, costituito, come produzioni sostenibili e di qualità che caratte- già detto, da centri urbani e centri minori, nelle rizzano il made in . Come già accennato, aree interne. Tale approccio dovrebbe essere l’attuale configurazione economica di molte cit- considerato in quelli che sono i Piani propri tà metropolitane italiane è eccessivamente rac- della nuova realtà amministrativa (Piano territo- colta nelle città principali. Il primato del centro riale metropolitano e Piano strategico metropo- più che economico deve essere in innovazione litano), strumenti che attualmente sono ancora culturale, sociale, ma soprattutto scientifica e per molte città metropolitane italiane in fase di tecnologica. Sono evidenti i grandi poli mentre redazione vista la recente istituzione. spesso restano nascoste le piccole centralità. Come già accennato, l’economia circolare L’economia circolare metropolitana volta al può rappresentare un’occasione per la messa recupero e all’integrazione del periferico non in rete di realtà diverse (per dimensione, per può che partire dalla riorganizzazione delle popolazione, per vocazione,…) con potenzia- connessioni e dei trasporti. Parola d’ordine è lità differenti. accessibilità intesa come accesso alla mobilità, In tale ottica, per rendere più efficiente l’eco- all’istruzione, al sistema sanitario e al digita- nomia circolare, una possibile soluzione da le. Solo attraverso l’accessibilità si possono introdurre è quella legata al parametro del tem- attivare strategie per l’economia circolare. Per po e più in generale al concetto di Urbanistica perseguire questo obiettivo le città metropolita- temporale. Le esperienze presenti nella lettera- ne possono avvalersi di un ulteriore strumento tura scientifica tipiche dell’Urbanistica tem- la “Strategia nazionale per le aree interne del porale, riportano che «le politiche temporali Paese”. Tale Strategia individua gli obiettivi, sono azioni di e per la qualità delle condizioni stabilisce le pre-condizioni necessarie per lo urbane del vivere dei suoi cittadini, agiscono sviluppo territoriale e promuove la realizzazio- sugli aspetti orari delle funzioni urbane e del ne di progetti pilota attraverso fondi comunitari loro coordinamento e anche sugli aspetti fisici affidati alle regioni. «È evidente che esista dei luoghi» (Bonfiglioli, 1999). La regolazione nelle aree interne del Paese un forte potenziale dello spazio e del tempo che garantiscono di sviluppo che la costruzione di una strategia l’incontro negli insediamenti urbani è di tipo nazionale, robusta, partecipata e continuativa spaziale e temporale. Della relazione fra le nel tempo può consentire di liberare» (Agenzia due forme di disciplina, l’una spaziale e l’altra Nazionale per la Coesione Territoriale, 2013). temporale, si occupa oggi l’Urbanistica tempo- Le Città metropolitane possono dunque avva- rale che rinnova l’urbanistica di tradizione spa- lersi della Strategia nazionale per potenziare ziale (Piano Territoriale degli orari della città di i propri programmi di sviluppo locali. Anche Bergamo, 2006). Quest’ultima ha il compito di migliorando l’accessibilità ai territori è però im- adeguare e migliorare il funzionamento di una pensabile il raggiungimento di livelli di popola- realtà territoriale (nata originariamente per un zione atti a garantire la sopravvivenza di tutti ambito di tipo urbano) ma nello stesso tempo i borghi in via di abbandono, ma è possibile intende dare volto fisico alla cultura abitativa invertire il trend demografico o almeno stabiliz- di un’epoca storica. Le aree metropolitane inse- zarlo intorno ai numeri attuali. diano funzioni e diverse attività (di tipo privato

54 o pubblico, collettive o individuali,…) e tali dicembre nel periodo natalizio. Ogni anno, attività sono regolate da regimi di orari carat- da più di vent’anni, a partire dal 8 dicembre, teristici che governano le presenze nel luogo e viene organizzato uno degli appuntamenti più le compresenze di persone che si ripartiscono importanti in : il Presepe di Pentema. negli spazi pubblici e privati. Partendo da una Molti sono i visitatori che raggiungono il borgo definizione di Bonfiglioli del 2006 inerente dove si assiste ad un presepe organizzato in la città, si può affermare che la città metropo- vecchie case, sotto agli archi, nei risseau (tec- litana è un arcipelago di cronotopi ossia un nica ligure di decorazione di pavimentazioni insieme di luoghi caratterizzati da molteplici antiche per sagrati di chiese o piazzette) ri- disegni di temporalità, sia in termini di funzio- creando un’atmosfera tipica di periodi passati ni distribuite nel tempo, siano esse stagionali che fanno rivivere ambienti e mestieri della vita nell’arco dell’anno fino ad arrivare ad attività contadina dell’inizio dello scorso secolo. Tale giornaliere, sia in termini di identità storica iniziativa è gestita da volontari e si mantiene che ogni luogo incarna. Quest’ultimo aspetto è economicamente grazie ad entrate derivanti fondamentale se si pensa a realtà quali borghi, dai piccoli negozi di artigianato, con offerte una volta contesti fiorenti e in oggi il più delle libere… Attraverso i commenti delle esperienze volte in via di abbandono o pericolanti ma che dei visitatori postate sul sito è possibile inoltre continuano a traspirare il passato. rivivere ricordi, suggestioni e coinvolgere ex Descrivere e mappare il territorio in un’ottica novo nuovi turisti alla ricerca delle tradizioni di temporale è una sfida nuova e di grande altri tempi. interesse per la cultura dell’urbanistica (Cardia, Pentedattilo è un borgo abbandonato in Cala- 1997); invece di progettare solo lo spazio bria senza abitanti ma nello stesso tempo ricco è dunque necessario che si progetti anche il di vita. Abitato solo da un artista austriaco, il tempo, e le attività, il funzionamento, cioè tutto paese è rinato grazie ad associazioni giova- ciò che si fa contemporaneamente nello spazio nili che hanno realizzato botteghe e punti di e nel tempo (Belgiojoso, 1997). ristorazione e hanno promosso attività di tipo Gli aspetti sopra riportati possono contribui- culturale. Una volta ristrutturata una scuola e re positivamente alla governance delle città realizzato un ostello della gioventù anche con metropolitane e rientrare a regime in quelli che risorse contenute, il borgo ha cambiato volto sono i Piani metropolitani in via di elaborazio- risultando una meta ospitale soprattutto per i ne/ultimazione. giovani. In particolare sono stati organizzati di- Il territorio non è un organismo immobile-sta- versi campi scout, provenienti da tutta Europa, tico ma al contrario è dinamico, e cambia a che hanno portato nel borgo vitalità e anche seconda delle ore, dei giorni, delle settimane forza-lavoro volta al mantenimento fisico delle e dei mesi. Questa nuova chiave di lettura può strutture del paese stesso. risultare molto utile se applicata al contesto Realdo, in Valle Argentina nell’imperiese, metropolitano. Ci sono realtà attive tutte l’an- rinasce nel mese estivo di luglio quando dai no, come i grandi centri, le città; altri contesti, 4 residenti il borgo si ripopola attraverso la tipo paesi nelle aree interne che rinascono in riapertura delle seconde case. In particolare alcune stagioni, ad esempio con la riapertura tale borgo diventa un ristorante diffuso dove delle seconde case,…Ci sono borghi inoltre 20 abitazioni sono aperte per accogliere ospiti che sono rinati grazie ad iniziative specifiche offrendo loro portate tipiche nell’ambito dell’ durante periodi dell’anno. iniziativa denominata “A casa di”. Tra quelli più noti all’interno della città metro- Pensare ad un uso temporaneo del territorio politane si ricordano quelli di Pentema (nella (attraverso la metodologia propria dell’Urbani- città metropolitana di Genova) e della già stica temporale, sopra riportata), ad esempio citata Pentedattilo (nella città metropolitana di per i borghi in via di abbandono, può essere Reggio Calabria) o altre esperienze, catalo- un aspetto innovativo ed interessante da consi- gabili come buone pratiche, come quelle di derare all’interno delle politiche di governance Realdo sempre in Liguria. a livello metropolitano. Tale approccio dovreb- Pentema è noto a livello metropolitano grazie be poi essere riportato negli strumenti metro- alla sua particolare attività che si concentra a politani volti a mettere in rete le potenzialità

55 anche temporali delle diverse realtà territoriali abitanti complessivi (ISTAT, 2016) di cui il (città, centri minori) presenti nella nuova peri- 69% risiedono entro i confini del Comune di metrazione amministrativa. Genova. Lungo la costa la densità abitativa raggiunge livelli elevati (con zone tra i 2000 La Città metropolitana di Genova e possibili e 30.000 ab/Kmq), nelle aree interne invece soluzioni di sviluppo il 10% della popolazione totale metropolitana (circa 8600 abitanti) vive in modo disperso La Città metropolitana di Genova ricopre su 51 comuni che insieme ricoprono più del un’area di circa 1840 Kmq costituita per il 70% del territorio totale metropolitano (1288 69,5% da territori con caratteri montani. È un mq). Questo fa sì che in più della metà del ente territoriale di area vasta con 862.175 territorio della città metropolitana la densità

Tab. 1 - Scheda predisposta per il Borgo Canate borgo di Canate inserita nel Portale Comune Davagna Fuori Genova della Città metropolitana di Genova Indirizzo Fraz. Canate, Davagna

Proprietà privata

Borgo abbandonato ubicato a 595 m. s.l.m. nei pressi del confine nord ovest del Comune, accessibile dalla frazione di Marsiglia tramite un percorso pedonale di circa 2 ore. Si tratta di un borgo nato intorno al XII secolo... Le attività che rendevano fiorente la vita del borgo erano legate alla produzione agricola e pastorale connessa alla cura dei terreni circostanti: allevamenti, frutteti e campi coltivati; i prodotti principali del territorio di Davagna che venivano commercializzati con l’area urbana di Genova erano i pomo- dori, il vino e il latte (se ne producevano 10.000 ettolitri l’anno). Nel borgo di Canate Descrizione gli arredi dimostrano la lavorazione degli stessi direttamente sul posto a testimoniare l’abilità manuale della lavorazione del legno, per la creazione di botti, contenitori per il trasporto del latte, scale e utensili da lavoro. L’insediamento ha subito uno spopolamento radicale a partire dagli anni 50 e 60 del XX secoli…. Oggi restano conservati parecchi edifici, compresi molti esemplari di arredi interni, come museo a cielo aperto a testimo- nianza della antica vita di comunità contadina e della tradizione artigiana che un tempo caratterizzava il borgo

STATO DI CONSERVAZIONE: La maggior parte degli edifici presenta uno scarso/pessimo stato di conservazione (perdita del tetto e/o di parti intere di facciata, vegetazione in- festante, solai crollati …). Vi sono poi 4 edifici ancora utilizzati o parzialmente utilizzati che presentano invece condizioni di conservazione medio/scarse. Nel complesso il Bor- go conserva invece intatta la sua struttura originaria. Descrizione Tecnica AGIBILITÀ: Tutti gli immobili sono inagibili in quanto non rispettano i parametri imposti dal Regolamento Edilizio. SPAZI ESTERNI/PUBBLICI: Il paese è l’incrocio di due sentieri escursionistici che partano uno da Marsiglia e l’altro da San Martino di Struppa e proseguanoverso il colle Est del Monte Lago (847 m s.l.m.).

Superficie area Circa 17.000 mq

Le “funzioni di rinascita”, coerenti con la storia e le caratteristiche di Canate, potrebbero essere: il Museo a cielo aperto, il Laboratorio di antichi mestieri, per far rivivere antiche tradizioni sviluppando nuove filiere di prodotti incentivando la formazione di giovani Possibilità di intervento imprese, o la Fattoria Sociale: “in quest’ultimo caso l’agricoltura sociale coinvolge nel processo produttivo persone, per differenti motivi, a rischio di esclusione sociale”. Tali fun- zioni sono conformi alle attività previste dal PUC di Davagna per il recupero di Canate…

56 abitativa sia molto bassa, da 0 a 100 ab/ interne genovesi; nella nuova perimetrazione Kmq. L’ampiezza trasversale del sistema ap- amministrativa sono presenti altre zone alta- penninico, che separa il littorale dalla pianura mente fragili come la Val Brevenna e la Val padana, è particolarmente elevata (con una Vobbia dove esistono borghi come Tonno o distanza media intorno ai 50 Km) così come Senarega interessantissimi da un punto di vista la pendenza dei versanti montani che delimi- storico e turistico e con meno di una decina di tano l’ambito costiero con una quota media abitanti. In una visione strategica è necessario dei rilievi oltre 600 mt s.l.m. e una pendenza considerare la totalità del territorio metropoli- media del versante costiero del 25%. Da questi tano individuando fin dall’inizio le specificità dati risulta evidente che «la dicotomia costa e le carenze locali indispensabili per l’identifi- – entroterra che è stata una costante nella cazione dei poli (minori e maggiori) e messa a rappresentazione sintetica del territorio, come sistema di reti. L’economia circolare unita alla difficoltà storica nelle relazioni, fortemente strategie temporali rappresenta una soluzione condizionate dalla morfologia e dalle capacità necessaria da tener in considerazione nelle po- di superarne i principali ostacoli fisici, e nelle litiche di governo del territorio metropolitano, conseguenti dinamiche evolutive e potenzialità in particolare all’interno del Piano Strategico di sviluppo, risulta negli ultimi decenni, alme- della Città Metropolitana di Genova. no in parte, ridotta» (Piano Strategico della A partire da un’analisi dell’esistente è possibile Città Metropolitana di Genova, 2017). Ciò evidenziare le criticità e le potenzialità volte a nonostante il recente Piano Strategico della promuovere lo sviluppo e la valorizzazione di Città Metropolitana di Genova (approvato il singole realtà/risorse da mettere in rete nel più 21 aprile 2017 dal Consiglio Metropolitano) ampio contesto del territorio metropolitano. non presenta ancora un disegno univoco per Per far ciò la ricerca propone di utilizzare e il recupero e la valorizzazione delle nuove ristrutturare uno strumento sviluppato dalla periferie metropolitane, ovvero le aree ai Città Metropolitana di Genova, il Portale margini e interne (così come definite nel primo Fuori Genova. Trattasi di un sito che raccoglie capitolo dello strumento). Il Piano si concentra diverse informazioni relative all’intero ambito all’avvio di attività pilota nelle zone identificate metropolitano come specifiche riguardo agli come prioritarie dalla Strategia Nazionale per spazi pubblici, siti storici, parchi naturali ma le aree interne, già citata, che nel territorio anche strutture private come artigiani, negozi, metropolitano genovese sono state individuate associazioni, dove tutte le informazioni sono con le Valli dell’Antola e del Tigullio. Queste geo-referenziate in una mappa interattiva. però non corrispondono alla totalità delle aree Tale Portale rappresenta, in oggi, un punto di

Fig. 1 - Nuova strutturazione del Portale Fuori Genova della Città metropolitana di Genova

57 contatto tra attori pubblici (amministrazione Riferimenti Bibliografici pubblica) e privati dove è possibile, oltre alle informazioni caricate dai tecnici amministrati- Bonfiglioli, S. (1994) Il piano degli orari. Antologia di materiali per progettare ed attuare politiche pubbliche sui vi, inserire, da parte dei privati, informazioni tempi urbani, Franco Angeli, Milano aggiuntive o considerazioni volte ad una Candia, S., Pirlone, F., Spadaro, I. (2017), “L’economia migliore governance. Un primo risultato, a circolare dei rifiuti come prospettiva di riuso del territorio. Caso studio: Genova”, in AA. VV. (2017) Atti della XIX seguito di una prima collaborazione intercorsa Conferenza Nazionale SIU, Planum Publisher, Roma pp tra l’equipe di pianificazione urbanistica e 358- 363 territoriale della Scuola Politecnica dell’Univer- Città Metropolitana di Genova (2017) Piano strategico della Città metropolitana, Genova sità di Genova con la Città metropolitana di European Commission (2015), “Fact Sheet Circular Genova, è stata quella di inserire nel Portale Economy Package: Questions & Answers”, Bruxelles Fuori Genova una parte specifica relativa ai Fusco Girard, L. (2016), “Una nuova economia urbana sostenibile e solidale” in Benecomune.net “Borghi” nel territorio metropolitano, conside- Piano Strategico della Città Metropolitana di Genova, rata la numerosità che questi hanno nel nuovo 2017 ambito amministrativo. In Tabella 1 è riportata, Pirlone, F. (2016) I borghi antichi abbandonati. Patrimonio da riscoprire e mettere in sicurezza, Franco Angeli, a titolo esemplificativo, la scheda predisposta Milano per il borgo di Canate inserita nel Portale. Una ulteriore proposta di ricerca, alla luce di quanto esposto nel paper, è quella di far emer- gere dal Portale realtà in oggi non vissute o poco vissute (perché inaccessibili o spopolate), ambiti poco vissuti ma con funzioni specifiche per un periodo temporale, zone caratteristiche per una particolare potenzialità… Un esempio della strutturazione proposta per il nuovo Porta- le è riportata nella fig. 1. Il nuovo Portale potrebbe quindi rappresen- tare uno strumento importante per supportare l’economia circolare a livello metropolitano da attuare attraverso il Piano strategico metropo- litano chiamato a realizzare una governance multilivello volta ad integrare, potenziare e far rinascere realtà genovesi considerate oggi non possibili risorse ma scarti territoriali.

Note

Selena Candia ha approfondito il tema dell’economia circolare per il territorio metropolitano e ha proposto possibili soluzioni di svi- luppo, quali l’integrazione della tematica nell’ambito del Piano strategico della Città metropolitana di Genova Francesca Pirlone ha analizzato l’aspetto dell’urbanistica temporale per le città metropolitane e ha proposto possibili soluzioni di svi- luppo, quali una nuova ristrutturazione del Portale esistente della Città metropolitana di Genova come strumento per una migliore governance.

58 PERIFERIE RIGENERATE NELLE “CITTÀ LABORATORIO”

Nicole Caruso

Il nuovo limite della città contemporanea tra termine, perì phérein, ovvero “portare intorno” Urbanistica e Governance al centro della città funzioni ed attività con questa non più compatibili. Nella città contem- «L’urbanistica è una disciplina che si è forma- poranea, a partire dal secondo dopoguerra, ta in «tempi difficili» magistralmente restituiti al trasferimento di attività e funzioni si affianca dal grande romanzo sociologico di Dickens in modo sempre più marcato l’insediamento nel 1854» ambientato in una città industriale all’esterno di nuove aree residenziali, prevalen- immaginaria dal nome Coketown (letteralmente temente pubbliche o abusive.» “Città del carbone”), a distanza di un secolo, nella primavera del 2000 nella raccolta di La rigenerazione della Periferia saggi “Metropoli immaginate” si ha ancora che «la componente visionaria, attraverso i Il recente convegno nazionale “FUTURO contributi qui presentati, si dimostra utile per PERIFERIE. La cultura rigenera” del MIBACT ha comprendere i caratteri della città contempo- concretizzato l’apporto di idee e di proposte ranea e della società urbana a cavallo tra XX in cui si potrebbe concretizzare quello che e XXI secolo », ma se, come scrive negli anni sembra quasi un monito da parte di Maurizio Sessanta il filosofo francese Henry Lefebvre “la Carta che scrive di come il “Ripartire dalle città è la proiezione spaziale della società e periferie” si possa esprimere come: «l’impe- il suo studio consente di cogliere le principali gno nell’affrontare la questione della riquali- trasformazioni sociali nel corso del tempo”, ficazione delle periferie – spaziali, sociali o accanto all’Urbanistica che studia la città si economiche – trova quindi un nuovo impulso pone determinante il ruolo della Governance nel non limitarsi a un loro recupero fisico, al che la gestisce. Nel ribaltamento della cen- risanamento ambientale o al miglioramento tralità della città moderna essa appare oggi dell’accessibilità viaria, agendo invece sulla un “laboratorio” di idee, di spazi e di risorse, loro più complessiva capacità rigenerativa dei che ridisegnano le nuove geografie urbane, tessuti sociali e spaziali, economici e produttivi caratterizzate da una nuova se non ritrovata entro nuove visioni di città in metamorfosi che coscienza di controllo del territorio per cui riattivano il ruolo delle scuole come presidi “l’Urbanistica e/è azione pubblica” ed ha “la di legalità e delle biblioteche come piazze responsabilità della proposta”1. È di recente delle conoscenza, che recuperino con amore i acquisizione l’interesse e la presa di coscienza frammenti di paesaggio agricolo, che riciclino della politica italiana di dover attuare una con- la dismissione e che rottamino il degrado edi- creta riqualificazione dei luoghi che abitano le lizio.» L’esperienza del Sud del quartiere peri- città in mutamento, come nelle Periferie, luoghi ferico di Librino affianca di recente il quartiere della “condizione più espressiva del mutamen- residenziale catanese all’idea quasi visionaria to delle modalità del vivere comune”2, il cui di Antonio Presti di cancellarne il degrado concetto «è stato inizialmente legato al trasferi- attraverso la bellezza della cultura non solo mento all’esterno di funzioni non più insediabili con laboratori didattici per i bambini residenti in aree centrali, principalmente per ragioni intesi come veri e propri cantieri educativi, ma igienico-sanitarie, coincideva con l’etimo del anche la trasformazione delle cosiddette “spine

59 verdi” in spazi d’arte. I vuoti come luoghi di consapevolezza di un’azione riformatrice che rinascita così come quella che solo la cultura sappia essere anche rifondatrice. rigenera, come l’idea della riqualificazione del È possibile immaginare un modo diverso di quartiere della Riva Gauche di Parigi, all’inter- pianificare le città e i territori? Quali strumenti no del quale il ruolo della Biblioteca è determi- della cassetta degli attrezzi degli urbanisti nante come attrattore di uno spazio di riquali- sono ancora validi e quali vanno invece ficazione denotato dal aver posto accanto agli aggiornati o abbandonati per renderli effi- alloggi dei servizi. Per cui lo spostamento di caci?» Con il Decreto del Pres. Cons. Min. approccio alla città da parte del Governo con 6/12/2016 è stata approvata la graduatoria l’attuazione del Piano Italia 4.0 pone obiettivi del Programma straordinario di intervento per ambiziosi, soprattutto in quelle città metropoli- la riqualificazione urbana e la sicurezza delle tane italiane che da Nord a Sud determinano Periferie, di cui al decreto del presidente del la nuova geografia di un Paese, che alterna Consiglio dei ministri del 25 maggio 2016. Si luoghi densamente abitati ad altri vuoti deter- tratta dei progetti di 24 enti locali che benefi- minati dalla logica dello sprawl, fenomeno che ceranno per primi degli stanziamenti per rea- si manifesta nelle zone periferiche, dove la loro lizzare i progetti presentati per la riqualifica- rigenerazione se attuata potrà fare sorgere zione delle Città metropolitane di Bari, Firenze, nuove coscienze ed attrattori di investimenti Milano, Bologna e dei Comuni capoluogo di non solo pubblici, ma privati di e per la cultura provincia o di città metropolitana di Avellino, rigenerata nella nuova concezione di pensare Lecce, Vicenza, Bergamo, Modena, Torino, la periferia quartiere vivo, non più dormitorio. Grosseto, Mantova, Brescia, Andria, Latina, Della rigenerazione delle periferie come Genova, Oristano, Napoli, Ascoli Piceno, Sa- occasione per scelte strategiche per le città del lerno, Messina, Prato, Roma, Cagliari. Svolta futuro si è occupato anche il recente convegno epocale ha costituito prima ancora dell’idea- a Modena con la presentazione e discussione zione della progettazione l’attenzione da parte del programma per “la riqualificazione urbana della Governance sul tema della riqualifica- e la sicurezza della periferia nord della città: zione dei quartieri periferici come importante fascia ferroviaria”, mentre la Scuola di Go- volano delle città metropolitane. verno del Territorio della Biblioteca/Archivio Per molto tempo l’Istituto Case Popolari ha Emilio Sereni promuove un corso con il tema svolto il compito tramite i suoi diversi IACP di “Qualificare le città. Rigenerare le periferie” nelle svariate realtà regionali italiane occupan- riportando l’attenzione sul tema della qualifica- dosi della realizzazione e gestione dell’edilizia zione urbana, letta attraverso il parametro del- pubblica residenziale. La sua opera nelle mol- la rigenerazione delle periferie urbane, poiché teplici forme di attuazioni in Italia ha segnato la Periferia oggi non è un luogo geografico, ma più di un secolo di svariate forme di quartieri è una situazione urbana diffusa a macchia di residenziali. L’est ex sovietico è caratterizzato leopardo, legata a condizioni di degrado fisico, da forme molteplici di progettazione di “quar- di marginalità sociale, di carenza di accessi- tieri di massa” detti appunto “massiv” in cui si bilità e di servizi. Occorre dunque affrontare attuava la logica della pianificazione zonale questo tema in modo interdisciplinare e in uno su grande scala legata al capacità di offrire stretto legame fra tecnica della pianificazione e lavoro in quell’area, si configurava così la sviluppo di efficaci politiche urbane.3 La Scuola «città laboratorio basata sul rapporto ottimale intende come momento conclusivo quello di tra addetti all’industria ed esigenze del loro trovare il “modo di innovare la cassetta degli apparato produttivo. Funzione e forma della attrezzi”, come P.La Greca e M.Carta scrivono città in tal senso si integrano compiutamente ed infatti: «Gli urbanisti, infatti, sono culturalmente il sistema è integralmente programmato in tal attrezzati per agire secondo una logica evoluti- senso.» va che sfida eticamente a declinare in maniera La pianificazione residenziale italiana è stata proattiva gli scenari futuri e a guardare in ma- caratterizzata dalla discontinuità delle politi- niera ottimistica le trasformazioni profonde che che abitative. L’intervento in Italia nel settore interessano l’economia e la società in tempo di abitativo organizzato su due “piani settennali” crisi: Non è cieca fiducia nell’evoluzione, ma fu affidato all’INA- CASA con la creazione di

60 grandi quartieri residenziali. Negli anni ‘50 stata la “produttività” concreta della governan- compaiono i primi P.R.G. nei comuni italiani, ce sullo sviluppo e sulla progettualità della città con la legge 167 del 1962 sorgono i primi (…) Ogni data segna il tempo di straordinarie Piani per l’edilizia economica e popolare ed innovazioni non solo nella forma urbana, nel i piani di zona attuativi degli stessi PEEP e disegno, nelle dimensioni, nelle funzioni della PRG. Segue la “legge ponte” n.765/1967 città e nei rapporti con il territorio, ma anche e la legge 865/1977 di riforma per la casa perché attraverso questi modelli storici si pos- (legge, istituzione degli Istituti Autonomi per le sono capire meglio le interdipendenze tra la case popolari IACP), ma solo successivamen- governance politica e i fattori di crescita delle te con l’istituzione delle Regioni, ciascuna di grandi città.» Renzo Piano in Periferie diario essa comincerà a dotarsi dei propri strumenti del rammendo delle nostre città scrive che “La legislativi ed urbanistici. bellezza naturale del nostro Paese non è merito Oggi il tema della gestione sociale si pone nostro. Ciò che può essere merito nostro è mi- accanto alla progettazione di riqualificazione gliorare le periferie, che sono la parte fragile di queste grandi aree periferiche concepite in della città e che possono diventare belle”, e lui un passato ormai remoto, la questione abitati- non è nuovo all’idea di periferia, che aveva va va ripensata infatti da modello economico già anni addietro trattato a Berlino. Renzo a modello sociale di oggi. La trasformazione Piano parla di periferie del mondo, di periferia dell’idea stessa di casa per sopperire l’esi- universale contrapposta all’idea stessa di città genza abitativa va infatti ripensata in base ed alla domanda su cosa sia e dove si trovi la ai nuovi nuclei familiari ripensando la Casa periferia risponde che: «essa è il luogo dove in termini di abitare e riguardante gran parte i valori della città muoiono, ma può esserci della popolazione che ruota intorno alle città periferia anche nel cuore di una metropoli.» metropolitane che offrono non solo lavoro, Nella sua esperienza di architetto racconta di ma anche servizi a chi vi gravita intorno. come: «il plateau Beaubourg prima del centro Il ripensare la periferia pone accanto alla Pompidou, oppure Postdamerplatz a Berlino o pianificazione lungimirante anche l’attenzione ancora la zona dell’Auditorium a Roma, pure a riqualificare il preesistente e non continuare non essendo ai margini, erano pezzi di peri- l’uso di nuovo suolo. Giuseppe Samonà scrive: feria imprigionati nel tessuto urbano. Luoghi «Nella crescita di ogni città, lungo il corso dei dove erano spariti i valori della città, l’incon- secoli c’è un senso vitale, che configura tutte tro, il lavoro, lo scambio fisico.» le cose in essa esistenti, una coerenza che si L’interrogativo posto a Piano costituisce dibat- riconosce nel costume come negli spazi e per tito attualmente in tutto il mondo e soprattutto cui ogni parte della città, o almeno ogni parte in Europa, dove si confronta non solo con le veramente essenziale, ha un significato in preesistenze di un passato remoto a cui non quanto appartiene alla continuità del modo di appartiene come conformazione spaziale estendersi del tessuto urbano secondo caratte- urbana, ma anche con la realtà obsoleta del ristiche inconfondibili4.» Nella pubblicazione suo tempo divenuto passato prossimo in cui era di Pasquale Mistretta e Chiara Garau dal comparsa. Le periferie si trovano così a dover titolo Città e Sfide Conflitti e Utopie Strategie fronteggiare i cambiamenti sociali, urbani e di impresa e Politiche del territorio Successi politici che la coinvolgono da protagonista e criticità dei modelli di Governance edito nella globale riorganizzazione fisico-spaziale nel 2013 si ha un interessante contributo di degli insediamenti umani, che i mutati scenari riflessione sul futuro lontano delle città analiz- politici e sociali hanno determinato e che la zando il «XX secolo che nel periodo compreso moderna tecnologia sta caratterizzando. Nel tra l’Esposizione Colombiana di Chicago del gruppo di lavoro di Piano per le periferie 1893 e il modello della scuola di Los Angeles italiane sono importanti i richiami accanto alla del 1980. Per questo tema sono state prese in progettazione alla necessità di bellezza e di considerazione alcune fasi caratterizzanti della una cultura rigenerante gli spazi periferici spes- storia urbana, mettendo a fuoco il rapporto tra so e per troppo tempo intensi come sinonimi di le città e i sistemi di governance – democratici, degrado, chiaramente riassunti nel film esem- oligarchici o assolutisti – per capire quale sia plare La Haine del 1995 che in bianco e nero

61 mostra uno spaccato della banlieu parigina. Lo Riferimenti Bibliografici stesso Piano afferma che “spesso alla parola Carta, M., La Greca, P. (a cura di) (2017) Cambiamenti “periferia” si associa il termine degrado. Mi dell’Urbanistica, responsabilità e strumenti al servizio del chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? paese, Donzelli Editore, (pag. 26), Lavis (TN) Le periferie sono la grande scommessa urbana Nigrelli, F.C. (2001), “Vuoti da riempiere. Vuoti per costruire senso” in Nigrelli, F.C. (a cura di) Metropoli dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi Immaginate, Manifestolibri, (pag.8), Roma di città?» Dalla riqualificazione di queste aree La Greca, P., Martinico, F., Occhipinti, S. (2008), “Le emergerà la coscienza della tutela di parte del periferie della conurbazione catanese” in Fregolent, L. (a cura di), Periferia e periferie, Aracne editrice (pag.147), nostro patrimonio, il nuovo considerato alla Roma stregua dell’antico, se acconto alla logica del Carta, M. (2017), “Ripartire dalle periferie” in Gattopardo recupero sociale si affiancherà quello del gran- n. 16 (pag. 43) Mistretta, P., Garau, C. (2013), “Città e Sfide Conflitti de patrimonio edilizio delle aree periferiche e Utopie Strategie di impresa e Politiche del territorio delle città metropolitane si sarà accolta la sfida Successi e criticità dei modelli di Governance”, CUEC epocale che la cultura possa rigenerare anche Editrice, (pag. 10-11), Cagliari quei luoghi «perché ricordatevi, è nelle perife- rie che “nascon fiori dove camminate”.»5

Note

1. Tema della Conferenza SIU tenutasi a Roma dal 12 al 14 Giugno 2017 2. Definizione di Tiziana Villani in «Demolizione-ricostruzione. Il cor- po-passione della periferia.», in Nigrelli, F.C. (a cura di), (2001) Metropoli immaginate, Manifestolibri, 2001, pag.89, Roma 3. Tema della Scuola di Governo del Territorio E. Sereni dal 8 al 22 Giugno 2017 4. Giuseppe Samonà, L’urbanistica e l’avvenire delle città,1967 5. Da Il Sole 24 del 26 gennaio 2014 su “Il rammendo delle pe- riferie” 6. Carta, M., «Ripartire dalle periferie» in Gattopardo n. 16, (2017), (pag. 44)

62 INTERCOMUNALITÀ, METROPOLIZZAZIONE E LEGAMI TERRITORIALI

Ilaria Delponte

Il governo del territorio e il confronto Italia- Facciamo un passo indietro. Il “governo del ter- Francia ritorio” costituisce un’espressione molto dibattu- ta e che dà spesso adito a differenti interpreta- Il tema della partecipazione e il débat publi- zioni. Spesso, tale termine viene esplicitamente que, il dilemma circa la scala adeguata per utilizzato in luogo di “urbanistica” e “pianifi- intercettare e sostenere al meglio le dinamiche cazione territoriale” proprio a significare un sociali e le economie di accumulazione ecc. insieme più omnicomprensivo di strumenti, sono tutte riflessioni che hanno trovato terreno procedure e azioni, non riconducibile alla sola fertile in una contaminazione Italia-Francia, attività di tipo spaziale. Del resto, l’evoluzione proprio per la possibilità di confrontare le due della mentalità urbanistica e i cambiamenti diverse esperienze. nell’ordinamento legislativo hanno introdotto Molta letteratura si occupa da tempo non solo nuovi lessici ad indicare nuove acquisizioni del processo di rescaling in Italia e Francia, culturali e sociali ben note anche in altri campi: ma propone su di esse uno sguardo incrociato la concertazione, la decentralizzazione, il come modalità di indagine per interpretare rapporto pubblico-privato, ecc. al meglio i fenomeni sottesi. Una parallelismo Ad oggi, infatti, si può parlare opportunamen- dunque, portato avanti da studiosi, ma anche te di “sistemi di governo del territorio” (basti dai legislatori nazionali, che, perfino nelle pensare a quelli a civil law e a common law) relazioni ufficiali di accompagnamento alle come ad una espressione inequivocabilmente novità legislative non mancano di sottolineare riconosciuta; tuttavia la definizione di “governo differenze/similarità/complementarietà fra i del territorio” non è altrettanto univoca e la sua due Paesi (Relazione Legge Delrio, 2014). dizione appare a volte addirittura anacronisti- Le travagliate leggi sulla decentralizzazione ca, poiché essa si riferisce per lo più ad ambiti e sul federalismo, e più in generale il cambia- specifici nazionali. Ad oggi, essa potrebbe mento del rapporto fra le istituzioni (compreso essere esemplificata mediante l’insieme delle il recente fenomeno di metropolizzazione), azioni dei poteri pubblici agenti su un determi- sono tutti aspetti che hanno, da una parte, ori- nato territorio. Al fine di darne una traduzione gine comune nel processo di europeizzazione, valida e omnicomprensiva, ci si riferisce qui dall’altro attengono anche a caratteri peculiari al governo del territorio come quel coacervo che legano il passato, ma anche il presente dei di azioni ed iniziative a vari livelli e gradi che due stati: i tempi lunghi delle riforme, la lunga trasformano lo spazio attraverso effetti posi- gestazione dell’istituzione regionale, il conse- tivi sulla società in diversi ambiti di azione: guente attrito alla comparsa delle città metro- l’organizzazione spaziale (tradizionalmente), politane, la loro imposizione top-down. lo sviluppo economico e delle infrastrutture, la Tale simbiosi analitica ha infatti molteplici salvaguardia dei territori naturali e del patri- condivisibili motivazioni: molte sono infatti le monio culturale. Poiché la sfera del governo vicende storiche che le hanno viste fianco a del territorio non è solamente tecnica (non si fianco nell’evoluzione istituzionale e legislativa, tratta infatti di una enunciazione matematica come caratterizzate da una medesima scansio- univocabilmente intesa), ma attiene (quasi) ne temporale. principalmente alle scienze sociali, è chiaro

63 che la definizione stessa dipende dalla origini, riflessione accademica e normativa che arriva storia, background culturale del popolo a cui si fino ai nostri giorni. Dopo la seconda guerra riferisce. mondiale, fu creato il Ministero che si occupas- Richiamate sinteticamente tali premesse, se della Ricostruzione e dell’urbanistica e pro- nel caso francese, appunto, la nozione di prio in quel periodo, per la rima volta, si parla “aménagement du territoire” è quindi legata esplicitamente di attività di governo del terri- alla genesi storica ed alle caratteristiche del torio: chiaramente, nel dopoguerra, l’accento territorio su cui agisce e della sua comunità. di quella complessa iniziativa rifondante la so- Inoltre, ciò che assumiamo essere, nel tempo cietà post-bellica era ridonare le condizioni di presente, una definizione di esso, è frutto di habitat necessarie alla vivibilità e all’impiego. secoli di sviluppi ed eventi, che fanno sì che a Già in quel contesto, si fece cenno alla ecces- tale termine si aggiungano ed interferiscano siva concentrazione dell’Ile de France, come tematiche che divengono via via più prossime elemento di distorsione rispetto al territorio e collegate (per esempio, i cambiamenti clima- dell’esagono, tema questo che diverrà uno dei tici, la sostenibilità, ecc.). capisaldi della politica territoriale francese nel Per quale motivo allora, affrontare nuovamente corso del secolo. Per tal motivo, cominciano in l’ipotesi di uno sguardo rivolto utilmente al quegli anni i primi tentativi di “ridistribuzione” vicino di casa, in epoca di riforme sostanziali industriale delle attività nel resto della nazione, del vivere e del con-vivere. al fine di limitare lo sviluppo produttivo attorno L’interesse della riflessione che impernia questo a Parigi, già pressante e parallelamente pro- paper non attiene tanto alla prossimità geogra- muovere l’installazione degli impianti altrove. fica Italia-Francia e nemmeno alla possibilità La pianificazione territoriale si “mischia” di un confronto diretto sui risultati/ricadute quindi fin da subito con le politiche istituzionali ottenuti o no in seguito a significative azioni di industriali e ne dà attuazione attraverso una governo. La curiosità riguarda piuttosto l’op- programmazione economica periferica, per cui portunità di svolgere riflessioni comuni proprio vengono istituite nel 1956 le 22 circoscrizioni a partire dalla comune identificazione dei regionali metropolitane (nel ‘60, 21), i relativi bisogni: un capire insieme, quindi, che nasce programmi di azione regionale e il Comitato dal riconoscimento di necessità convergenti interministeriale permanente. Dalle origini si di interpretare, conoscere, comprendere, le nota come la “decentralizzazione industriale” dinamiche dei propri territori e quale domanda sia un punto caratteristico della pianificazione emerge da essi. francese, che ha, fin dal suo nascere, e diffe- Cosa li accumuna? rentemente dall’evoluzione italiana, strettamen- A nostro modo di vedere, essenzialmente due te legata alla programmazione economica, aspetti, che vengono richiamati sinteticamente alla promozione dello sviluppo economico nelle conclusioni, previa una breve cronistoria legato al territorio, sebbene tali azioni siano in- per poter comprendere meglio i caratteri del centrate proprio su una costruzione “artificiale” processo avvenuto. di luoghi idonei alla polarizzazione industria- le. Di qui nascerà una fiorente letteratura presa Intercomunalità e metropolizzazione ad esempio in moltissimi ambiti accademici e nell’evoluzione storica francese le cui ricadute saranno particolarmente eviden- ti nella individuazione dei poli e delle regioni In Francia, da un punto di vista storico, si può dello Schema di Sviluppo dello Spazio Euro- parlare di governo del territorio dagli anni peo della DATAR (Délégation à l’aménagement ‘50, ovvero da quando si intende per esso du Territoire et à l’action régionale). un preciso settore di attività nella gestione Il momento forse più di auge della disciplina dello spazio racchiuso tra i confini nazionali fu appunto quello ascrivibile alla nascita della da parte dello Stato. Certamente, operazioni DATAR all’inizio degli anni ‘60, direttamente di pianificazione del territorio, a vari gradi, referentesi al primo ministro, in quanto, in erano già presenti e praticate implicitamente allora, per “territorio” si intendeva il “territorio ante-litteram, ma è durante quegli anni che si nazionale”. Tuttavia, dalla firma del trattato fonda esplicitamente e si sviluppa l’importante dell’Unione, si registra una minore influenza

64 odierna dello Stato nelle questioni riguardanti come, fin da allora, si era trattato di una “rifo- il governo del territorio a vantaggio delle poli- calizzazione” industriale (molto smile a quella tiche gestite a livello europeo; all’agenzia di al- avvenuta tramite le ZIPs, zones industriale por- lora fu addirittura cambiato il titolo (dal 2014, tuaires) più che di un decentramento di poteri Commissariat général à l’égalité des territoi- di tipo amministrativo alla dimensione locale: res). Dietro al cambiamento di impostazione l’interesse era piuttosto consolidare Parigi, del settore e delle sue modalità, si avvicendò lo liberando altre funzioni sul territorio nazionale. sviluppo di una diversa concezione e compren- La programmazione economica nazionale, sia sione dei fenomeni, e quindi anche l’ipotesi francese che italiana, si pose in quegli anni di una sostituzione del vocabolo. Tuttavia, pur l’obiettivo di dispiegare i poli di crescita (Parigi non attribuendo al termine “aménagement du così come per il triangolo industriale Milano-To- territoire” un significato generico ma indicando rino-Genova) e di generare nuove polarità quello di esclusiva competenza dello stato, nelle aree periferiche con l’obiettivo di incre- ad esso può fare opportunamente riferimento: mentare lo sviluppo e di limitarne gli squilibri l’attività del legislatore in alcune leggi-quadro territoriali. per innescare progressive dinami- in materia, l’erogazione dei finanziamenti che, si riteneva fosse sufficiente installare una in maniera ordinaria o straordinaria verso le “impresa motrice” con l’idea che essa avrebbe collettività locali ed infine la predisposizione di creato automaticamente un “effetto domino”. Il politiche di sviluppo e di settore che attengono richiamo della forza lavoro avrebbe prodotto al livello centrale (politiche si viluppo rurale, la nascita di “attività locali” e si servizio e con- poli di competitività…) seguentemente la richiesta di nuovi investimenti In questo filone culturale, si innesta l’atten- in infrastrutture, secondo un processo circolare zione per le politiche regionali e la tematica e cumulativo ritenuto in grado di far decollare i del riequilibrio, appunto, regionale. Già nel territori interessati, se opportunamente sostenuti 1962-64, la riflessione circa la diversità delle dallo Stato e dalla grande industria privata. regioni costituenti il territorio nazionale diventa Tale impostazione, durante gli anni ‘80 ha una azione dello Stato nel proporre programmi svolta: i piani quinquennali di sviluppo regio- differenziati e armonizzati e l’idea di “villes nale da poco istituiti vengono abbandonati dal- nouvelles” che servano a fornire una maglia lo Stato, ma intrapresi e decisi dalle regioni. urbana parimenti a quella delle altre nazioni Il decentramento diventa realtà negli anni ‘80 europee, capaci di coinvolgere anche il territo- ma pur sempre con la matrice napoleonica alle rio retrostante. Il fine ultimo è comunque la as- spalle: la maglia amministrativa polverizzata sicurazione del potere dello stato sul territorio, consentiva di governare al meglio, tacitando le ancora prima dello sviluppo stesso: questo sarà velleità rivoluzionarie, cosi come di assicurare uno dei punti chiave che, fra le caratteristiche una efficacia di presidio capillare, funzionale peculiari del sistema francese, verrà in seguito al potere centrale. Il decentramento regionale approfondito. non è mai stata quindi un tratto spiccatamente Sviluppo endogeno, teoria dei poli di crescita francese (come italiano del resto), perché emer- ecc. sono ancora oggi temi di dibattito acceso, gente non per il riconoscimento di una realtà i cui interrogativi hanno avuto ancora mag- socio-politica esistente dal basso, ma piuttosto giore spazio a partire dal processo di resca- per una visione amministrativa “modernista” ling europeo, in quanto, da un lato, i modelli di governo dall’alto. Allo stesso tempo, si può ritenuti validi per lo sviluppo dei singoli stati affermare che lo sviluppo economico declinato verranno poi impiegati scalarmente anche a a scala regionale, ma da parte dello Stato, è livello europeo; dall’altro, poiché il substrato stato fin dalle origini una delle caratteristiche amministrativo e legislativo precedente alla principali del sistema francese (un regionali- re-territorializzazione europea costituirà un pre- smo economico si potrebbe definire), pur nella supposto “resistente” ai successivi cambiamen- sua illusione razionalista di “geometrizzare” ti, mal sposandosi con i cambiamenti federativi ordinatamente lo spazio, imprese ed addetti. della Unione. Le istanze che portarono al decentramento Al referendum del 1969, la Francia vota no amministrativo degli anni ‘80 nacquero invece alla decentralizzazione regionale. Si capisce dal disagio diffuso, soprattutto accademico,

65 derivante da un modo di governare dello Stato Francia rispose con le tre leggi sull’intercomu- troppo centralista, dirigista e tecnocratico, nalità che ancora oggi la contraddistinguono: specie in merito alle questioni economiche. Il può essere questo un fattore di lungimiranza processo di decentralizzazione degli anni ‘82- particolarmente utile oggigiorno come rispo- 83, così come quello di intercomunalità delle sta alle sfide attuali? Molte riflessioni circa la leggi degli anni ‘90 e di metropolizzazione metropolizzazione concernono soprattutto il fino ai nostri giorni corrispose invece, secondo rapporto con le regioni e le frizioni territoriali alcuni autori, ad una nuova necessità, quella fra livelli (comuni, province, regioni): ma la di individuare nuovi attori a livello intra-stata- metropolizzazione non nasce forse dall’esigen- le che si occupino del governo del territorio. za di combattere la frammentazione? Sociale Seppur all’interno di un quadro fortemente ed economica, prima ancora che geografica e statalista, la concezione di uno sviluppo mag- territoriale. giormente territorializzato, con la promozione Non è forse stato assai acuto aver risposto e l’investimento in progetti locali ha portato ante-litteram ai problemi identitari (che sareb- comunque ad una maggiore autonomia delle bero sfociati dopo nel passaggio alla europeiz- collettività coinvolte nel processo di decentra- zazione e alla globalizzazione) mediante la mento. L’interesse per l’attivazione di soggetti proposta di perimetri aggregativi? Non è stato locali dal basso attraverso l’aggregazione è forse particolarmente profetico l’aver risposto una connotazione che coinvolge soprattutto il con un “mettersi insieme”, anche istituzionaliz- tema dell’intercomunalità, come mezzo e fine zato, all’indebolimento del legame dei territori? del governo del territorio. In essa infatti si tro- Questa appare nuovamente la posta in gioco vano alcune differenze significative, rispetto al anche nel processo di istituzione/concretizza- modello dei poli. ciò che la contraddistingue, zione delle odierne metropoli: la partita della innanzitutto, è che l’approccio alla mitigazione coesione infra/fra comunità. La risposta fran- degli squilibri territoriali parte dal territorio cese, avviata in tempi non sospetti, é quindi stesso: cioè si uniscono le forze in campo, particolarmente importante per questo. Qui sta alla ricerca di “relazioni scalari”, che, come il primo aspetto degno di considerazione. tali, possono essere variabili e flessibili, non Veniamo alla seconda motivazione. imposte a priori. Il legame territoriale non può essere “fabbri- Tra queste iniziative (decentramento regionale, cato”, ma solo supportato. La comunità esiste metropolizzazione e intercomunalità), infatti, prima del livello amministrativo a cui la asso- proprio quella dell’intercomunalità è la più ciamo: in qualche modo, è necessario avvertire ampiamente riconosciuta, anche il letteratura, l’esigenza di un mutamento istituzionale prima come politica di successo. Perché? che lo si imponga dall’alto. Le istituzioni nasco- no a servizio delle comunità, affermano la loro Conclusione: una possibile chiave di lettura precedenza, ma allo stesso tempo ciò che vie- ne istituzionalizzato come livello amministrativo L’esperienza francese sull’intercomunalità acquisisce immediatamente potere e riconosci- fa vedere bene quanto la prima sfida delle mento e può essere preda di chi non lo guida società che vogliano dirsi moderne è la lotta correttamente. Si può eliminare questo rischio? contro la frammentazione. Il baratro di società No. Non può essere e non potrà mai essere non coese e quindi per questo, contrariamente eliminato. Non è la collegialità delle decisioni, a quanto affermato nell’era napoleonica, non non è la definizione di materie concorrenti governabili, fa rifuggire da un’ipotesi non che elimina il rischio di abuso, di preminenza. riaggregativa del territorio, internamente ed Non si può pensare a de-istituzionalizzare le esternamente. L’incentivo alla intercomunalità istituzioni perché possono essere cattive. come una scelta a vantaggio di tutti (di chi si A questo punto del ragionamento, già si in- aggrega e di chi governa gli aggregati) va travvedono due elementi tipici della modernità studiata nella sua attualità, oggi, come risposta (o post modernità come spesso ormai viene alla crisi identitaria ed alla rifondazione di chiamata). Uno: la necessità di aggregarsi per radici solide su cui basare la convivenza civile. far fronte ai bisogni, come scala obbligata per Di fronte alla frammentazione comunale, la il tenore e la natura delle sfide (es. globaliz-

66 zazione) e la difficoltà ad attualizzarle. Due: Riferimenti Bibliografici la sfiducia nei confronti delle istituzioni, tipica delle società democratiche mature. Brenner, N. (1999), “Globalisation as reterritorialisation: The re-scaling of urban governance in the European La metropolizzazione tende a rispondere Union” in Urban Studies, 36(3), 431-451 a questi interrogativi, interpretando i tempi Cremaschi, M. et al. (2015) Métropoles et Régions, Planum moderni dall’interno delle proprie caratteristi- Publisher, Milano Desjardins, X., G. De Lamarlière (eds) (2016) che antiche di ordinamento, delle dinamiche L’aménagement du territoire en France, La Documentation osservate intorno... Non è solamente una sfida Française, Paris economica, ma una necessità di aggregazio- Desjardins, X., Fleury, A. (2014), “Les espaces publics dans les territoires de densités intermédiaires: ne per fare fronte comune, per creare valore conceptions, usages et potentialités” in HAL, Archives aggiunto, per consolidare i legami solidali. É Ouvertes, 54 (February 2015) il non aver capito questo, insieme a difficoltà Feiock, R. C. (2005), “Metropolitan governance: conflict, competition, and cooperation” in Journal of the American strutturali dovute alle radici dell’ordinamento Planning Association, 71(4), 463-464 a tutt’oggi ancora un po’ ingessate, che fece Gaeta, L. et al. (2013) Governo del territorio e naufragare il progetto di aree metropolitane pianificazione spaziale, Torino, Città Studi Edizioni Gualini, E. (2003), “Challenges to multi-level governance: ex legge 142/90. Ridurre il processo in atto contradictions and conflicts in the Europeanization of a mero esercizio amministrativo senza connet- Italian regional policy” in Journal of European Public terlo con le sfide reali e globali é come deca- Policy 10:4, 2(August), 616-636 Gremion, P. (2005) Modernisation et progressisme, la fin pitarlo, perderne l’origine. Anche la Francia d’une époque, 1968-1981, recueil d’articles, Edition che l’ha ideato potrebbe perderlo. Allora può Esprit valer la pena riprendere il cammino con chi lo Salet, W., Thornley, A. (2007), “Institutional Influences on the Integration of Multilevel Governance and Spatial intraprende oggi: l’Italia si affaccia a questo Policy in European City-Regions in Journal of Planning tema carica di precedenti legislativi mancati, Education and Research, 27(2), 188-198 ma anche disarmata in quanto a concrete Salet, W., Thornley, A., Kreukels, A. (2003) Metropolitan Governance and Spatial Planning, Spon Press, Taylor and esperienza, eccetto in alcuni casi. Francis, London and New York Chissà che nell’accompagnare il processo ita- Vadelorge, L. (2005) Gouverner les villes nouvelles, le liano di metropolizzazione anche la Francia ne role de l’Etat et des collectivités locales (1960-2005), Programme Interministèriel d’histoire et d’évaluation des recuperi le basi per quell’intuizione che ebbe villes nouvelles, Le Manuscrit all’inizio: e necessario correre il rischio di met- tersi insieme, rifondando passo a passo i lega- mi della convivenza sociale. Occorre rischiare di attribuire alle metropoli competenze reali nell’amministrazione dei territori, partendo dal principio di sussidiarietà correttamente applica- to, non interferendone o limitandone l’autorità per paura di squilibri egemonici. Questo fareb- be solo rimanere in mezzo al guado.

67 CITTÀ E PORTI: RIGENERAZIONE URBANA E PIANIFICAZIONE PORTUALE

Antonluca Di Paola

Premessa Association cities and port) con sede a Ha- vre, presente in 49 Paesi, è una società non Nell’ultimo decennio, sulla scia degli accordi governativa che promuove il dialogo tra le città internazionali sullo sviluppo sostenibile e con e i porti; interviene nei problemi di sviluppo l’intento di mitigare il contrasto città porto sostenibile, nelle politiche di asseto territoriale manifestatosi nelle ultime decadi del secolo e nelle problematiche relative alle aree di in- scorso, la maggioranza dei porti europei e terfaccia urbano-portuali; di recente sono stati mediterranei hanno dato inizio ad un vero e aggiunti temi come l’integrazione sociale dei proprio processo di conversione funzionale, porti e la questione del cambiamento climatico. ambientale e sociale. Lo stato d’attuazione Questi documenti, che hanno assunto validità di questa “conversione” è molto diversificata generale di indirizzo in materia di sostenibilità e avanza secondo quelle che sono le tempi- portuale, hanno così contribuito a consolidare, stiche legate ai procedimenti burocratici ed assieme alle normative europee e internaziona- amministrativi, molto diversificati da nazione li, una visione più attuale del rapporto tra por- a nazione; il processo è però da considerarsi to e città e delle procedure utili all’implementa- avviato e può essere oggetto di valutazioni e zione della sostenibilità in ambito portuale. considerazioni. Intorno a queste tematiche generali si è presen- L’insieme delle nuove politiche di sostenibilità tata la necessità, nel processo più generale di dei porti, note col termine “Green Port”, stanno rigenerazione urbana avviato da alcune città creando una vera e propria “corrente” di pen- fin dagli anni ‘70, di prestare una maggiore siero, alimentando un dibattito internazionale attenzione al rapporto città e porto, alle aree che appare avanzato sul piano teorico, ma portuali degradate ed agli ambiti urbani di ancora in fase sperimentale dal punto di vista frangia, alfine di agevolare un maggiore gra- pratico1. Dall’analisi di quanto fatto in materia dimento della popolazione locale e ottenere il a livello europeo e in Italia, da Barcellona a consenso popolare al progetto più generale di Rotterdam, da Genova a Venezia, da Livorno a sviluppo urbano. Un processo diverso di quello Gioia Tauro, si evincono situazioni complesse avviato negli anni ‘70, dove gli interventi sui e diversificate, che delineano un vasto campo waterfront sono stati concepiti come progetti di d’azione, articolato in varie modalità attuative, rigenerazione urbana e di sviluppo complessi- non sempre in linea con le direttive generali. vo della città più che orientati all’adeguamento Queste direttive trovano una sistematizzazio- delle attività portuali. Negli ultimi decenni, ne in alcuni documenti di indirizzo varati da infatti, i porti, a causa dei profondi cambia- varie associazioni portuali quali ad esempio menti della tipologia di sviluppo economico “l’Europian Sea Ports Organizzation”, meglio produttivo, hanno visto allentare il rapporto conosciuta come ESPO che ha pubblicato, per con le città di appartenenza; la trasformazione i propri soci, studi specifici in materia, tra cui dei processi industriali, le grandi espansioni il “Codice di buone pratiche per l’integrazione infrastrutturali, il gigantismo navale, nonché la sociale dei porti” e la “ Green guide”. L’AIVP, separazione imposta dalle rigide norme doga- ossia “Association Internazional ville ed Port”, nali e dai protocolli di sicurezza, acuiti dopo (o meglio conosciuta come IACP Internacional l’11 settembre 2002, hanno, progressivamente

68 delocalizzato ed estraniato i porti dalle proprie di governace, tenendo conto del ruolo delle comunità locali. Appare evidente come una regioni e degli enti locali e della semplificazio- maggiore attenzione agli aspetti sociali ed il ne e unificazione delle procedure doganali e rafforzamento dei rapporti e della progettualità amministrative”. con i centri urbani d’origine abbia comportato, Già nella scorsa legislatura si era tentato di là dove è stato attuato, degli indubbi vantag- varare una nuova legge del mare in sostituzio- gi: l’ammodernamento delle strutture portuali ne della legge fondamentale n. 84/94 che, viste come fattore di sviluppo della città nel pur avendo il merito di rendere obbligatorio suo complesso, la rigenerazione delle aree la redazione del Piano Regolatore del Porto di frangia alle aree portuali, l’adeguamento (PRP), mostrava elementi di inadeguatezza in delle strutture di mobilità, territoriale ed urbana rapporto all’accelerazione delle dinamiche di e il recupero della memoria storica, dei beni trasformazione dei porti. Il decreto 169/16, culturali e di archeologia industriale presenti pur non essendo una nuova legge generale, af- nelle aree portuali. A tal fine appare necessa- fronta compiutamente il riordino delle autorità rio integrare le politiche ambientali del porto portuali, oggi presenti in tutti porti, introducen- con le strategie urbane di sviluppo, attraverso do il concetto di “autorità portuali di siste- la riappropriazione dell’identità storica, il ma”(APdS)” e della pianificazione energetica, potenziamento delle strutture di trasporto, viste nell’intento di contenere le emissioni di CO2. in un’ottica metropolitana e la rigenerazione Questi piani regolatori portuali di sistema, urbana delle aree di margine, nell’ottica dello riferiti ad ambiti territoriali più vasti e comples- sviluppo sostenibile. si delle vecchie Autorità Portuali, dovranno dotarsi di una “preventiva valutazione di fatti- Le Aurorità Portuali di Sistema nella normativa bilità” anche mediante analisi costi e benefici vigente e prevedere misure di monitoraggio, al fine di consentire una valutazione della loro effica- Nella G.U. n. 203 del 31/08/2016 è stato cia. Il Piano Regolatore Portuale di sistema pubblicato il Decreto legislativo n. 169/2016 che comprende tutti i porti ricadenti nell’area che ha aggiornato l’ordinamento e le attivi- di competenza delle APdS è approvato dalla tà portuali nazionali, apportando rilevanti Regione di appartenenza; se ricade in più Re- modifiche ed integrazioni alla L. n. 84 del gioni la competenza è assegnata alla Regione 28/01/1994. Con questo decreto si avvia un sede dell’APdS, Analogo iter ha l’approvazio- processo di accorpamento e riorganizzazione ne della Vas che rimane sempre lo strumento di organi dello Stato ai fini di una maggiore cardine della pianificazione ambientale. Sede economicità e razionalizzazione dei servizi. dell’APdS è il porto centrale (c.d.core) secon- In particolare, il Decreto legislativo in que- do il regolamento 1315/2013/ Ue, relativo stione, che è entrato in vigore il 15 settembre alla nuova rete transeuropea di trasporto. È 2016, ha previsto l’istituzione di quindici fatto salvo la facoltà delle Regioni richiedere Autorità di sistema portuale (AdSP) che assorbi- l’inserimento di un porto di rilevanza econo- ranno le attuali ventiquattro Autorità Portuali. mica regionale di propria competenza, nelle Il Decreto, di “riorganizzazione e semplifica- APdS2. Nella delimitazione delle nuove APdS, zione della disciplina concernete le Autorità prevale il fattore geografico, determinante per portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994 l’assetto complessivo della portualità, da cui si n. 84” è stato varato in attuazione dell’art. 8, evince la debolezza della rete infrastrutturale comma1, della legge 7 agosto2015, n.124,” nel suo complesso, in rapporto all’estensione di riordino dell’Amministrazioni Pubbliche, con delle coste e del sistema portuale meridionale l’intento di avviare un processo di accorpamen- in particolare. to e riorganizzazione di organi dello Stato. Gli accorpamenti maggiori si riscontrano, Le APdS rientrano in tale normativa in quanto infatti, in quest’ambito: nell’Autorità di Sistema “ente pubblico non economico di rilevanza Portuale Dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio nazionale a ordinanza speciale”. In particola- e Dello Stretto localizzata tra due regioni, re, in materia di porti si prescrive “l’individua- Calabria e Sicilia, che comprende il porto di zione di Autorità di sistema e nuove strutture Gioia Tauro, uno dei porti transcipment più

69 importanti del Mediterraneo, sede dell’APdS, In definitiva il presidente dell’APdS compendia Messina, Tremestieri, Milazzo e altri piccoli nelle sue mani gran parte dell’autorità e del porti calabresi in numero complessivo di dieci; potere di promuovere sviluppo e adeguamen- il Sistema Portuale Del Mare Di Sardegna-Porti to dei porti di sua competenza alle direttive di Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, nazionali e comunitarie nel campo dei trasporti Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme marittimi. Presso il Ministero delle infrastrut- e Santa Teresa Di Gallura (Solo Banchina Com- ture e dei trasporti è istituita la Conferenza merciale) ne comprende otto. Infine anche l’Au- nazionale di coordinamento delle APdS, con torità Di Sistema Portuale Del Mare Adriatico il compito di armonizzare e coordinar a livello Centrale comprende sei porti- Porto Di Ancona, nazionale le scelte e le strategie che attengono Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto Del ai grandi investimenti infrastrutturali, le scelte Tronto (Esclusa Darsena Turistica) e Ortona; di pianificazione urbanistica in ambito portua- solo alcuni porti mantengono l’autonomia am- le, delle procedure concessorie del demanio ministrativa, come i porti di Ravenna, Taranto marittimo e delle strategie di marketing e pro- e Trieste gli altri si aggregano intorno ai porti mozione del sistema portuale nazionale. maggiori sedi di APdS. Complessivamente le Per quanto attiene la pianificazione portuale nuove ripartizioni si pongono l’obiettivo di l’art. 6 del citato decreto, reca la nuova disci- razionalizzare l’esistente più che prefigurare plina del Piano regolatore di sistema portuale, nuovi assetti funzionali in grado di compe- per la programmazione e la realizzazione del- tere a livello globale; nel corso del tempo si le opere portuali nelle APdS. La nuova norma potranno registrare, tuttavia, aggiustamenti in (che aggiorna l’art. 5, della l. n. 84 del 1994) rapporto ad effettive esigenze di economici- prevede che tale Piano delimiti e disegni l’am- tà ed efficienza, nelle more di attuazione di bito e l’assetto complessivo del porto, compre- una nuova legge sulla portualità, presente nel se le aree destinate alla produzione industriale, dibattito parlamentare fin dal 2012, ma mai all’attività cantieristica e alle infrastrutture attuata; l’attuale dl n. 169/2016 rappresenta stradali e ferroviarie, nonché le caratteristiche pertanto un’anticipazione dei temi più generali e la destinazione funzionale delle aree inte- di riassetto complessivo3. La competizione tra ressate. D’altra parte è intuibile che il piano le regioni per aggiudicarsi l’APdS è dovuta regolatore portuale di sistema della APdS non all’aumentato potere delle stesse in vari settori potrà essere la sommatoria dei piani regolatori tra cui quelli di indirizzo, programmazione dei singoli porti, dovrà contenere indicazioni e coordinamento, regolazione promozione e più generali sulle aree in cui ricade, anche se controllo: esse inoltre coordinano le attività non contigue, e dovranno pertanto avere una amministrative degli enti e organi pubblici più stretta collaborazione con gli strumenti di nell’ambito dei porti e, in via esclusiva, le aree pianificazione di area vasta regionale e con i e i beni del demanio marittimo; infine godono piani strutturali urbani. di autonomia amministrativa, organizzativa, di Uno strumento urbanistico corredato dalla VAS bilancio e finanziaria. di non facile redazione se si pensa alla centra- Bisogna inoltre sottolineare che nel futuro lità che stanno assumendo le questioni ambien- saranno le APdS a promuovere le forme di tali, in primo luogo l’abbattimento delle CO2 raccordo con i sistemi logistici retro portuali e particolarmente presente nelle aree portuali, interportuali e delle aree di interfaccia cit- assieme alle questioni sociali, volte a sviluppa- tà-porto. L’APdS, ai fini di una maggiore effica- re una nuova sinergia tra le varie istituzioni e cia amministrativa di alcuni porti, può istituire tra la popolazione. Nelle more di redazione nelle città capoluogo di provincia non sedi dei nuovi PRP di sistema si prevede che gli dell’APdS, un ufficio amministrativo decentrato. attuali piani regolatori portuali vigenti alla data Gran parte dei poteri dell’ente sono concentra- di emanazione del decreto, restino in vigore ti nelle mani del Presidente che nomina e pre- fino all’adozione dei nuovi piani. Nell’imme- siede il Comitato di Gestione a cui sottopone il diato sarà dunque la normativa vigente ad as- piano operativo triennale, il bilancio preventivo solvere alle necessità e governabilità dei porti: e consuntivo e relative variazioni; promuove strumenti che dovranno garantire la transizione programmi di investimento infrastrutturali. da un sistema decentrato, basato sulle singole

70 unità portuali, ad una tipologia di pianificazio- tica rappresentano importanti esempi di porti ne integrata e fortemente centralizzata. commerciali a carattere regionale ed interre- gionale, con funzioni di supporto dei sistemi I porti italiani nel contesto internazionale produttivi e dei distretti industriali. L’Italia meridionale è caratterizzata dalla presenza La situazione portuale italiana, come risulta del sistema Napoli-Salerno (che insiste su un dal Piano Strategico Nazionale della Por- grande bacino demografico e importanti poli tualità e della Logistica4, da cui sono tratte produttivi), dal sistema calabro e di Gioia queste note, evidenzia alcune peculiarità, Tauro (che dà segni di ripresa, nonostante la dovute alla presenza di molti porti distribuiti concorrenza di Malta, Pireo e Tangeri, ferma su una costa molto estesa e alla conforma- restando l’esigenza di trovare vie di sviluppo zione geomorfologica, che rendono difficile, alternative alle sole attività di transhipment, a differenza di altri Paesi, la concentrazione eccessivamente dipendenti dalla volontà delle di funzioni che beneficiano, più di altre, di compagnie marittime), dal sistema siciliano economie di scala; inoltre i porti italiani sono (caratterizzato dalla presenza del traffico quasi tutti collocati nei pressi del centro delle Ro-Ro (roll on-roll off) petrolifero energetico di città storiche che spesso condizionano, attra- Augusta e per il cabotaggio nazionale e inter- verso le strutture fortemente inquinanti e da cui nazionale e dal sistema pugliese (caratterizza- sono, contestualmente, condizionati. Il “Global to dalla presenza del cabotaggio nazionale e Competitiveness Index 2014-2015” del World internazionale, con il porto di Taranto che si Economic Forum, ha collocato le infrastrutture caratterizza invece per la sua duplice natura di portuali italiane al 55° posto nella graduatoria porto industriale e di porto di transhipment). di competitività, a fronte del 9° posto della Il contesto normativo europeo è caratteriz- Spagna, del 23° posto del Portogallo, del 32° zato dai regolamenti sulla rete transeuropea della Francia, del 49° della Grecia e del 51° dei trasporti (rete TENT, reg. (UE) n. 1315 della Croazia. Tra gli elementi di debolezza e 1316/2013) e dal piano di azione per i del sistema portuale italiano, assumono rilievo trasporti per la regione del Mediterraneo che la carenza di infrastrutture fisiche e di intermo- valorizza il ruolo dell’Italia nella costruzione dalità, arretrate rispetto agli standard europei; di una rete di trasporto euromediterranea. la perdita di competitività del sistema portuale Con riferimento all’andamento economico del nel sistema del transhipment; l’incremento delle settore è utile invece richiamare i seguenti dati quote di mercato dei sistemi portuali del Nord contenuti, come detto, nel Piano Strategico Europa sui traffici tra paesi extra-UE ed Italia. nazionale della portualità e della logistica: tra Tra le potenzialità del sistema portuale italia- le imprese dell’economia del mare, la cantieri- no, assumono rilievo la possibilità di costituire stica occupa il primo posto, con circa 27.000 “un nuovo gateway di ingresso da Sud per le attività imprenditoriali, il 64,2% delle quali merci con origine/destinazione i Paesi/regio- localizzate nei comuni costieri; la cantieristica ni dell’Europa continentale, dalla Svizzera, incide per il 15,2% sul totale delle imprese all’Austria e alla Baviera, nonché le opportuni- dell’economia del mare, mentre le imprese di tà offerte dalle economie in forte crescita della trasporto fluvio-marittimo di persone e merci sponda Sud-occidentale (nonostante l’instabilità rappresentano il 6%. I porti italiani sono carat- determinata dalla c.d. primavera araba) ed terizzati anche da una forte presenza del traf- orientale del Mediterraneo”. L’Italia settentrio- fico passeggeri, con una quota vicina al 20% nale è caratterizzata da due sistemi portuali, del traffico complessivo europeo, seconda solo quello tirrenico (Savona, Genova, La Spezia) e alla Grecia, mentre l’Italia occupa, con circa quello Adriatico (Trieste, Venezia e Ravenna), il 35%, il primo posto nel traffico crocieristico che hanno i loro punti di forza nell’offerta di europeo. A livello globale, il traffico internazio- servizi a filiere produttive a forte tasso di inter- nale di merci ha raggiunto, nel 2013, i 9.548 nazionalizzazione, nella riconversione e nella milioni di tonnellate, con un incremento costan- possibilità di costituire nodi di transito per flussi te nell’ultimo trentennio (fatta eccezione per di merci da e per l’Europa continentale. gli anni 1985 e 2009). D’altra parte, l’anda- Gli scali dell’Italia centrale tirrenica ed adria- mento internazionale del settore va verso una

71 concentrazione del mercato in alcuni grandi attori multinazionali e un aumento della cre- scita dimensionale delle navi: tendenza legata alla crescita della rotta Asia-Europa che, dal 2009 al 2011, ha superato la rotta transpacifi- ca ed è percentualmente cresciuta più di quella transatlantica. Il trasporto marittimo merci occupa, pertanto, un posto rilevante nell’econo- mia italiana: avvengono via mare il 70% delle importazioni e il 50% delle esportazioni; an- che se la crisi economica ha determinato una diminuzione delle importazioni via mare, si deve registrare, dopo il forte calo del 2009, un aumento delle esportazioni in particolare verso Asia, Mediterraneo, Medio Oriente, America. In rapporto alla situazione internazionale, in Italia, si registra una carenza infrastrutturale indotta dal gigantismo delle navi container che richiedono lavori di adeguamento e appro- fondimento dei fondali e l’allungamento delle banchine; molti porti del Nord Europa hanno profondità almeno pari a 16 metri, mentre di- versi porti italiani con rilevanti flussi container sono al di sotto di tale soglia (Napoli, Livorno, Venezia, Genova e La Spezia); le profondità dei principali porti italiani, comprese tra i 9,8 metri e i 18 metri, consentono comunque complessivamente di ospitare l’armamento attuale. “Per il collegamento ferroviario alla

72 rete ferroviaria “collegamenti di ultimo miglio” al circuito della globalizzazione; nello stesso appaiono necessari investimenti; al riguardo la tempo, il suo rapporto con la rete insediativa società RFI Spa prevede investimenti di medio gli restituisce il radicamento con il luogo. In periodo con interventi sulle linee che abilite- questo modo tra città e porto si stabili sce un rebbero il transito di treni con moduli da 750 nuovo dialogo, in cui alcune aree possono metri nella zona Nord e di treni con moduli da restituire alle urbanizzazioni contemporanee 650 metri nella zona Sud, con interventi sulle nuove centralità e nuovi ambiti progettuali per sagome che porterebbero ad una copertura il loro riordino funzionale e qualitativo”5. Com- molto ampia della rete ferroviaria naziona- pito della pianificazione ricomporre il senso le”; il sistema degli interporti, infine, presenta delle singole identità, partendo da un adegua- criticità quali l’insufficienza dei flussi merci, la to Quadro Conoscitivo, in grado di restituire concentrazione dei flussi sulla logistica di terra, le prospettive di trasformazione nel breve e la scarsa integrazione con le realtà portuali medio periodo.In quest’ottica diventa partico- nazionali. larmente importante individuare una serie di nodi infrastrutturali di interscambio tra porto e Il Piano regolatore portuale e l’integrazione città (tra il porto e il casello autostradale, l’in- porto-città terporto, le zone industriali, gli scali ferroviari): settori urbani, al cui intorno si sviluppano una Il Decreto legislativo n. 169/2016, ha dato pluralità di interazioni con i sistemi insediativi, ai piani regolatori di sistema dei porti una produttivi e ambientali locali, dove insistono nuova prospettiva, accentuando la funzione flussi di traffico urbano e regionale. Si pro- di strumenti promotori di complessi processi pone, in altri termini, che il PRP di sistema di pianificazione e gestione dei territori in cui definisca ancor più la visione strategica della ricadono le infrastrutture portuali. Il porto, in pianificazione, propria del piano strutturale, in questa visione, è da ritenersi l’interfaccia di grado di determinare le diverse parti funzionali due sistemi gestionali complessi, in un con- del porto, le aree di interazione con le attività testo in cui è in gioco l’intero territorio che li urbane, le direttrici di connessione con la città circonda, con il potenziale intermodale e di e il territorio.Un’ultima cosa va detta in merito servizio esistente. Permane, tuttavia, malgrado al rapporto tra Regioni e Autorità portuale, le sperimentazioni in atto, una diversa velocità divenuta centrale a causa del rapporto sem- di trasformazione delle aree portuali rispetto pre più stringente tra pianificazione portuale a quelle urbane: fattore che fa percepire il e pianificazione d’area vasta e regionale. A porto come sistema chiuso e separato dalla causa della limitata possibilità d’intervento nel città, in rapporto, anche, all’incompatibilità di processo di pianificazione portuale da parte molte attività portuali rispetto a quelle urbane. delle Regioni, che si limitano ad approvare il Recentemente, in concomitanza con i processi PRP, va assumendo importanza uno strumento di dismissione e di sottoutilizzazione delle aree che è stato definito “Master Plan Regionale del portuali, molte amministrazioni locali, hanno Sistema Portuale Marittimo Nazionale, finaliz- redatto piani regolatori generali e piani parti- zato alla definizione delle scelte strategiche colareggiati, avviando con le Autorità Portuali regionali sotto i profili trasportistici, logistici ed azioni concertate, volte a trasformare i vincoli infrastrutturali, “da assumersi, anche in assen- posti dalle esigenze funzionali del porto, in za del Piano Territoriale Regionale e del Piano nuove opportunità, affermando la tendenza a Regionale dei Trasporti, come indirizzo per la fare del porto un nodo complesso, connesso, predisposizione dei Piani Regolatori Portuali”. a sua volta, con i nodi trasportistici distribuiti Uno strumento proposto ma mai attuato che sul territorio e con le aree produttive: un nuovo assume, nella nuova visione progettuale, valore polmone per le città. “L’intersezione, l’incontro, strategico al fine di superare la radicata frat- sostiene l’Assoportiil grado d’integrazione con tura tra le politiche infrastrutturali e quelle più le reti insediative, ambientali e produttive, ca- propriamente urbane e territoriali. ratterizzano l’identità e l’efficienza del porto; si costituisce, così, una rete che per la sua dimen- sione sovraregionale apre il porto al mondo e

73 Note Riferimenti Bibliografici

1. Temi dell’attività Parlamentare La proposta di riforma della leg- Massa M. (a cura) 2015, Livorno: un porto e la sua città, ge n. 84/1994. La proposta di legge C. 5453, che è stata Autorità portuale Livorno, Debatte editore, Livorno. approvata dal Senato nel settembre 2012 ma il cui iter è sta- Di Paola A. (2015), Green Port e patrimonio edilizio to interrotto alla Camera dalla conclusione della Legislatura, storico-culturale: il caso di Livorno, in Massa M, Livorno: prevede una revisione complessiva della legge n. 84/1994 un porto... op. cit., pag. 102-126. (recante riforma della legislazione portuale), muovendosi C.M. Hall, A.M. Williams (2008), Turism and innovation, lungo cinque direttrici principali: Riparto di competenze tra R Outledge, London Rosselli A.(2005), Il porto come Stato e regioni; Il piano regolatore portuale; Organizzazione struttura e significato, in Portus, n.10, Rete, Venezia. delle autorità; Le concessioni; Le concessioni: profili di diritto Fonti L. ( a cura) 2010, Città,porti,territori. Processi di dell’Unione europea; Le fonti di finanziamento; Ulteriori dispo- riqualificazione e sviluppo. Alinea, Firenze. sizioni. 2. Le quindici Autorità Portuali di Sistema sono: 1) Del Mar Ligure Occidentale - Porti di Genova, Savona e Vado Ligure. 2) Del Mar Ligure Orientale - Porti di La Spezia e Marina Di Carrara. 3) Del Mar Tirreno Settentrionale - Porti di Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina E Cavo. 4) Del Mar Tirre- no Centro-Settentrionale - Porti di Civitavecchia, Fiumicino E Gaeta. 5) Del Mar Tirreno Centrale - Porti di Napoli, Salerno e Castellamare Di Stabia. 6) Dei Mari Tirreno Meridionale E Jonio e Dello Stretto - Porti di Gioia Tauro, Crotone (Porto Vec- chio e Nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria. 7) Del Mare di SardegnaPorti di Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Por- toscuso-Portovesme e Santa Teresa di Gallura (Solo Banchina Commerciale). 8) Del Mare Di Sicilia Occidentale - Porti di Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle E Trapani. 9) Del Mare Di Sicilia Orientale - Porti di Augusta E Catania. 10) Del Mare Adriatico Meridionale - Porti di Bari, Brindisi, Manfredo- nia, Barletta E Monopoli. 11) Del Mar Ionio - Porto Di Taranto. 12) Del Mare Adriatico Centrale - Porto di Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto Del Tronto (Esclusa Darsena Turistica) E Ortona. 13) Del Mare Adriatico Centro-Settentrio- nale - Porto Di Ravenna. 14) Del Mare 15) Del Mare Adriatico Orientale - Porto di Trieste. (in grassetto i porti sede di APsS) 3. Legislatura 16ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 790 del 11/09/2012, Senato della Repubblica , XVI legisla- tura,790a seduta pubblica , resoconto sommario e stenogra- fico , martedi 11 settembre 2012 . Discussione dei disegni di legge “Riforma della legislazione in materia portuale”. 4. L’adozione del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica ( PNSPL) è stato previsto dall’art.29 comma1 della legge 164 dell’11 novembre 2014, di conversione del Dl n. 133 dell’11 settembre 2014 “sblocca Italia” al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici delle merci, anche in rela- zione alla razionalizzazione, riassetto delle Autorità portuali” 5. Ferrandino P., Segretario Nazionale Assoporti, La riforma della legge 84/94 del nuovo Piano Strategico Nazionale del- la Portualità e della Logistica, presentazione rapporto Ispra Roma, 2016

74 QUAESTIONES DISPUTATAE

Andrea Donelli

Realtà e verità una relazione imprescindibile ed inscindibile. Tale relazione nella sua essenza e costituzione Nelle “Quaestiones Disputatae” San Tommaso era rinvenibile anche nei rapporti feriali riconosce un aspetto positivo nel confronto tra portando in tal modo ad un’accettazione posizioni dottrinali dialetticamente contrastanti: sociale ed integrativa delle stesse relazioni «Nulla falsa doctrina est quae vera falsis non umane, contribuendo alla condivisione delle admisceat», non si dà una dottrina falsa che risorse e a fornire delle semplici, ma non non mescoli il vero col falso. Questa apertura semplicistiche risposte alle problematiche dialogica della mentalità realista non è però comuni. La storia del paesaggio agrario fine a se stessa; il termine di riferimento ultimo italiano è stata magistralmente studiata e del dialogo rimane sempre la verità: «Non descritta da Emilio Sereni, così come le enim pertinet ad perfectionem intellectus mei puntuali osservazioni di Giuseppe Samonà quid tu velis vel quid tu intelligas cognoscere, sullo spazio agrario ed agricolo hanno preci- sed solum quid rei veritas habeat» non ha sato una inusitata forma di bellezza, controlla- alcuna rilevanza per la perfezione del mio ta e governata da una questione sapienziale intelletto sapere che cosa tu vuoi o che cosa che promuoveva il valore collettivo di una intendi, ma solo quale sia la reale verità. comunità di un tempo. Dinnanzi a quello che si Questa è la peculiarità del sapere filosofico potrebbe definire un “Piccolo mondo antico” di che accompagna sempre il modo di procedere fogazzaniana memoria, infarcito oggi più di di San Tommaso: «Studium philosophiae non storie di provincia che di vicende di campa- est ad hoc quod sciatur quid homines senserint, gna, risulta evidente lo scarto dato dalle azioni sed qualiter se habeat veritas rerum». Lo studio e dalle scelte opportunistiche che si allontana- della filosofia non è fatto per sapere quale sia no dal concetto di fatica e di equilibrio che ha stata l’opinione degli uomini, quanto piuttosto caratterizzato il passato. Si è di fronte al per sapere quale sia la verità delle cose; ciò sopraggiungere del nuovo che spezzando ogni che si ha di mira è sempre la verità delle cose ristabilito equilibrio, negli anni Settanta del e non le opinioni al riguardo, o l’autorevolez- Novecento, si concretizzerà in quella che za umana di chi la propone.1 La nuova realtà diventerà una errata concezione di emancipa- del disegno della città, e soprattutto di quello zione verso una vita di provincia e di sbagliata relativo alla campagna, alle aree rurali rivendicazione nei confronti della vita di vorticosamente investite da un processo rapido campagna. In questo rapido cambiamento e di urbanizzazione avvenuto negli ultimi ricerca di un nuovo benessere sociale, provin- quarant’anni ha posto dinnanzi alla verità di cia e campagna sembrano socialmente e questi fatti, spesso taciuta ed ipocritamente sentimentalmente associate pronte a combinar- ignorata, (ignoratio elenchi) ossia quella di si insieme per dar vita a quei misfatti edilizi aver malleverato un esito spesso rabberciato e diventati nella realtà e nella verità dei fatti privo di significato e di senso se comparato elementi rivendicatori di una nuova e ricono- con la verità del disegno storico del suolo e sciuta posizione sociale nonché testimonianza con il suo costruito storico. Disegno del suolo e di benessere economico. Tutto ciò ha causato costruito storici hanno da sempre dato vita ad quello che è il nuovo territorio dell’attualità

75 Fig. 1 - Ridisegno del sistema luogo- villa relativo alla “Casa di Villa Pisani” a Bagnolo di Lonigo (Vi). Elaborato di: Elena Gullion, Tatiana Merlino e Francesca Zozzoli, Lab. di Recupero del Manufatto, A.A. 2011/12, Università di Udine, docente: Andrea Donelli

composto da variegate o differenti micro forme territoriale e costruttivo del Veneto fino a tutto il culturali ma molto simili nella loro macro Settecento. Infatti, dopo Palladio ritroviamo struttura. Il risultato è un esito confuso, confor- Vincenzo Scamozzi, e poi ancora Francesco mato e contrastante verso la tradizione e la Antonio Muttoni, i discendenti principali di storia relative alla costruzione antica del Palladio e capaci costruttori, il cui modus territorio così come verso lo stesso senso operandi ha dato avvio a quello che la storio- espresso nel passato dalla collettività. Nel grafia chiama il “Palladianesimo” che ha territorio storico del Veneto la topografia influenzato formalmente il mondo anglosasso- disegnata da Cristoforo Sorte e da Andrea ne, ma più incisivamente e meno superficial- Palladio per la “villa”, termine risalente mente la cultura veneta. Quella del controllo, all’impero romano; era pensata ed organizza- della custodia e della formazione del sapere è ta come una tenuta rurale di carattere produtti- una questione innanzitutto definita dal disegno vo disposta integralmente ad altri manufatti nel suo complessivo ed unitario magistero. La agricoli e residenziali, il cui risultato è un singolare bellezza ed onestà propria del insieme di magisteri che oggi chiameremo i disegno si adopera perfettamente a rinvenire, saperi interdisciplinari in cui letteratura, meglio ad estrarre, i fatti che la misura della topografia, disegno, cartografia, filosofia, costruzione di un territorio con la misura della geometria, matematica e astronomia garantiva- costruzione dei semplici manufatti antichi no un tutt’uno capace di esplorare nell’interez- hanno reso come un continuo rimando al za un’educazione realistica che allo stesso significato ed alla unità del dimensionamento modo si palesava concreta nei fatti. Questa con il proprio luogo. Ne sono esempio la preparazione ante litteram al concetto e al praticità e la relazione duale e anche lessicale governo di “villa” messo in atto anche dallo che intercorre ed emerge nell’arte del coltivare stesso Palladio e da Cristoforo Sorte, ha la terra con l’arte dell’edificare. Questi due contribuito alla continuità storica, alla custodia modi di praticare l’uso del suolo, cioè la e alla valorizzazione del disegno geografico coltivazione e la costruzione edilizia si basano

76 Fig. 2 - Sintesi delle permanenze e degli elementi primari dell’habitat rurale della provincia di Verona. Andrea Donelli, studio riferito all’analisi degli elementi costitutivi relativi al disegno storico del suolo

sulla natura, principalmente sul dato orografico bellezza, di forma e di custodia del loro che contribuisce a restituire la necessità di dare carattere. Si è pensato di sostituire l’impegno e forma e anche dimensione al territorio stesso. la fatica del disegno con l’approssimazione, Tale forma si realizza con la componente della usando la scorciatoia meramente tecnica sia logica e della ragione, della coerenza, ed è della parola scritta, che della suggestione essa stessa la misura esplicita del rapporto che dell’immagine e del dato numerico come si instaura nel carattere morfologico prima quantificazione delle informazioni. L’espedien- insediativo, poi tipologico edilizio e di conse- te ricorrente dell’illustrazione, della fotografia, guenza distributivo e costruttivo. La perdita di della ripresa animata, suscita un fascino questo insieme ha decretato la crisi del dise- “immediato” rispetto allo strumento tradiziona- gno della città che è di fatto la crisi stessa del le del disegno. In realtà tali atteggiamenti progetto e della governance della città. A tale rimangono estranei all’architettura, ponendosi smarrimento fa eco il concetto di smart city, nell’ambiguità dei ruoli, senza penetrare e ossia di città cosiddetta intelligente. Tale riconoscere l’intellegibilità dell’architettura che “intelligenza” risiede ancora nelle procedure solo un tipo particolare di analisi è in grado di che si basano in quegli aspetti che hanno legittimare, essi inoltre sono cosa stucchevole, ricusato il disegno e sulle conseguenze che gratuita e scontata per ogni persona di media esso promuoveva. L’indifferenza sistematica sui cultura. Il disegno storico dei luoghi, la forma fatti architettonici e urbani, senza alcuna agri o urbis, la misura della costruzione, il considerazione verso la ricchezza del nostro carattere stesso di un luogo genera e decreta passato considerato e visto più come un dato un valore di particolare bellezza poiché reso scomodo e nemico anziché come un preciso e dall’unitarietà degli elementi determinati dal sicuro alleato, ha provocato l’eliminazione di disegno, dalle permanenze e conseguentemen- ciò che il disegno esplicitava e attuava nel te dagli elementi costituivi per cui tali insiemi concetto fondativo determinato da fatti portanti garantivano l’equilibrio dell’abitare e il rappor- che si manifestavano come logica di sapere, di to con la natura stessa delle cose. Natura,

77 cultura e società si associano a competenza, più prestigiosa di “Pedemuro”, dove apprese critica e riflessione. In questo avvertimento le nozioni del disegno. Tuttavia, egli darà risiedeva l’atteggiamento didattico-culturale di vero significato alla sua attitudine solo presso Giuseppe Samonà e di E.N. Rogers. Per l’accademia del Trissino, compiendo studi clas- entrambi era essenziale il contributo offerto in sici, matematici e teorici che lo porteranno a materia di contenuti alla formazione della conseguire la misura, la logica, la razionalità futura classe dirigente di architetti e/o ingegne- del costruire, a comprendere la ragion d’essere ri. La sfida educativa si basava nel formare e dell’architettura, come attività pratica, come nel far apprendere ai futuri laureati un ruolo da sapere scientifico e tecnico, come espressio- pensatori-ricercatori affinché considerassero ne artistica. Oggi viviamo all’interno di una l’analisi per il progetto nel rappresentarla e ne società “civile” molto articolata, complessa e riconoscessero nel descriverla il principio di confusa, paradossalmente omologata in setta- unità inscindibile necessario per il corretto rismi, separatezze da cui emerge la perdita di progetto di architettura. Tale insegnamento un senso comune della costruzione architettoni- costituiva un intrinseco valore umano, un ca e urbana, in sostanza il disegno del luogo. apporto aggiuntivo, ma come tutte le cose che I pensatori più eruditi sono d’accordo nel rite- hanno valore si è pensato bene di eliminarlo nere che la crisi del disegno del luogo è anche con l’accanimento dell’indifferenza. Qualcuno la crisi stessa del disegno del luogo. In tale dovrebbe fornire una plausibile e seria giustifi- affermazione ritroviamo ancora una volta la cazione per questo, ammesso che ne abbia lo figura di Samonà che constata che: “la caduta spirito. I contenuti che si devono basare sulla di significato del disegno è proprio da attribu- comprensione e sulla conoscenza del disegno irsi all’astrattezza di quello che ha finito per anche storico con cui descrivere le permanen- rappresentare nei piani”3. Voglio riportare qui ze e le immanenze costituiscono la base utile e e valorizzare il pensiero di Alessandra Ami- necessaria su cui incentrare il processo di co ripreso dal lavoro della sua tesi4: “Arché analisi. Per Confucio il primo atto di un buon significa “principio”, ma in più sensi. Risponde governo è ristabilire il significato delle parole, in primo luogo alla domanda: «Da dove ha Valeria Pezza scrive: “nel nostro caso metropo- avuto origine tutto?», quindi è principio nel li proviene da mètér (μήτηρ) e polis (πόλις), senso di origine e di causa. Risponde però città madre e indicava la capacità del costruire anche alla domanda: «Qual è il fondamento di generare polis, di generare cioè un sistema di tutte le cose?», o in altri termini «quale ne è di legami che radicavano l’esistenza umana in la sostanza?» Il principio è quindi la “stoffa” luoghi, forme e strutture comunitarie precise e dell’universo, la materia che forma le singole riconoscibili.”2 In una parola la governance cose. Il concetto di arché intende risolvere ossia l’insieme dei principi, delle regole e delle infine un altro problema: la realtà è molteplice, procedure che riguardano la gestione e il ma per essere compresa razionalmente deve governo di una società, di un’istituzione, di un essere ricondotta ad un principio unitario, co- fenomeno collettivo e di un sapere. noscendo il quale diventa possibile conoscerne la struttura. L’arché esprime quindi anche la Per un’educazione didattica razionalità del reale, ciò che rende conosci- bile l’esistente. Ciò è vero anche riguardo a La questione essenziale legata alla governan- un’altra questione: nel mondo tutto cambia, ce è la formazione e la capacità dei discenti diviene, ma per conoscere razionalmente la divenuti, nel senso semantico, dei ricercatori realtà occorre presupporre una continuità nel capaci di attuare equilibri a vantaggio delle at- divenire, una regolarità sotto il cambiamento: titudini respingendo il mal costume dell’oppor- l’arché è immutabile. Queste ragioni spiegano tunismo e della rincorsa alla visibilità. Al tempo perché la definizione dell’arché costituisca un del Palladio, l’avvertenza principale era di far aspetto basilare delle prime filosofie: esso è il acquisire dignità teorica e struttura scientifica fondamento della realtà e al tempo stesso ne al sapere. Lo stesso Palladio inizialmente ave- costituisce la razionalità, rendendo così possi- va intrapreso il lavoro in qualità di lapicida, bile la conoscenza scientifica Traendo ispirazio- passando dalla bottega del Cavazza a quella ne da questi concetti che sono alla base della

78 filosofia e della ricercaho pensato che, anche Riferimenti Bibliografici oggi, il lavoro dell’architetto debba continuare a muoversi nella medesima direzione. Dell’uso Ackerman, J.S. (1972) Palladio, Einaudi Edizioni, Torino Beltramini, G. (2008) Palladio privato, Edizioni Marsilio, della ragione come calcolo, misura, che porta Venezia con sé anche relazioni tra gli uomini attraverso Cazzola, F. (1996) Storia delle campagne padane il discorso, la parola, il linguaggio, è intrisa dall’Ottocento a oggi, Bruno Mondadori Edizioni, Milano Cosgrove, D. (2000) Il paesaggio palladiano, Cierre la forma dei luoghi. Essa infatti, intellegibile e Edizioni, Verona misurabile, non è affatto una forma spontanea, Donelli, A. (2015), “Questions about urban and irrazionale ma segue un sistema di perma- environmental survey” in Disegno & Città Drawing & City, (pag. 563-570), Gangemi Edizioni, Roma nenze quasi fosse una mappatura genetica. Donelli, A. (2014), “Il disegno... l’avvenire della città” in Ecco l’immanenza delle tracce nella storia che, Urbanistica Informazioni, (pag. 85-89) strato dopo strato, mi prefiggo di rilevare per Fatta, F. (1997), “Il disegno dei fabbricati rurali negli anni ‘30” in Rappresentazione dell’architettura e dell’ambiente “riconoscere nel passato la parte visibile del principi costitutivi del progetto tra artificio e natura, Murst futuro”5 della mia Ceglie.” Edizioni, Milano vol. II, (pag. 144-155) Frediani, G. (2015) Quote e orizzonti Carlo Scarpa e i paesaggi veneti, Quodlibet Edizioni, Macerata Giorgetti, G. (1974) Contadini e proprietari nell’Italia Note moderna: rapporti di produzione e contratti agrari del secolo XVI a oggi, Einaudi Edizioni, Torino 1. cfr. Tommaso d´Aquino, Quaestiones disputatae, in http://www. Gregotti, V. (1991), “Progetto di paesaggio” in Casabella, edizionistudiodomenicano.it/pagina.php?id=38, Maggio 2017 575-576, (pag. 2-4) 2. Valeria Pezza, Città e Metropolitana, Napoli, Clean edizioni, Guazzoni, E, (1987), “Tradizione costruttiva e progetto. 2005. (pag.9-14) Viaggio attraverso la coltivazione architettonica della 3. Giusa Marcialis, “Il contributo di Giuseppe Samonà”, in Urbani- terra” in Urbanistica 86 (pag. 20-29) stica 78, (pag.80-83) Iacoli, G. (2002) Atlante delle derive, Diabasis Edizioni, 4. Alessandra Amico, “Archè e lògos nella rappresentazione di un Reggio Emilia. luogo. Ceglie Messapica: l’immanenza del di-segno nella storia”, Orfeo, C. (2009) Valeria Pezza Progetti per l’architettura scritto relativo alla tesi di laurea, Politecnico di Milano, Relatore, della città, Electa Edizioni, Napoli Andrea Donelli Pagani, L, (1972), “La tecnica cartografica di Cristoforo 5. Op. cit. Valeria Pezza Sorte” in Geografia 2,2, (pag.83-92) Pagano, G. (1935), “Documenti di Architettura rurale” in Casabella, 95, (pag. 18 – 25) Pezza, V. (2003), “Disegno storico e progetto contemporaneo” in Polveri urbane, Maltemi Editore, Roma (pag.59-63) Renna, A. (1976), “Dossier Bellice il fallimento della professione” in Casabella, 420, (pag. 2-4) Sepe, M. (2010), “Liveability quality and place identity in the contemporary city: How to monitor and mitigate the impact of globalization on urban spaces” in Journal of Place Management and Development (pag.221-246) Sgobbo, A. (2013), “La dimensione policentrica della metropoli post-globalizzazione” in Planum, 27, 2 (pag.1- 5)

79 LANDWORKS IN PROGRESS_RIATTIVAZIONE DEL CENTRO STORICO DI COSENZA

Roberta Falcone| Giuseppe Palermo | Erminia d’Alessandro

L’abbandono dei centri storici za. La sua particolare posizione è risultata di importanza strategica per il controllo dell’inte- Il fenomeno dell’abbandono dei centri storici ra Valle del Crati, vasta pianura in cui scorre rappresenta uno dei problemi più pressanti l’omonimo fiume. Il centro storico e la città dell’urbanistica italiana. Gli anni ‘50 sono “nuova” costituiscono un tessuto continuo, in segnati dalla rivoluzione industriale e dall’ur- cui l’unica cesura è rappresentata dalla presen- banizzazione concentrata: la rete infrastruttura- za dei due fiumi, il Crati e il Busento. Benché le ferroviaria rappresenta la spinta fondamen- a distanza così ravvicinata, le due parti di città tale alla nascita di nuovi centri che risultano presentano caratteristiche antitetiche: mentre la essere tra loro collegati in modo più diretto. parte “moderna” della città sorge su un terreno Si assiste quindi al sorgere di “avamposti” dei per lo più pianeggiante, il centro storico si svi- vecchi centri, dei veri e propri “duplicati”, che luppa principalmente su un’altura più a sud, e rappresenteranno il germe di nuovi, grandi e presenta tutti i caratteri di un centro di impianto moderni centri urbani. Così quei borghi storici, medievale. arroccati sulle alture, diventavano sempre più Se fino alla fine degli anni ‘80 il centro storico isolati e lontano dai progressi della società, svolgeva ancora un ruolo di rilievo nella vita passano dallo spopolamento all’abbandono commerciale della città, il potenziamento vero e proprio. della strada commerciale di Corso Mazzini, Solo in seguito alla crisi del petrolio negli anni nella parte “nuova” del centro calabrese, ha ‘70 si è cercato di tornare indietro e capire segnato un graduale depauperamento delle l’importanza di quello che con i centri storici attività commerciali distribuite nel centro sto- si stava perdendo. Lo studio, l’analisi e l’atten- rico. A questo si accompagna un progressivo zione rivolta ai vecchi centri urbani diventa abbandono del centro da parte dei residenti legislazione, tutela e salvaguardia, ma non e soprattutto di tutte quelle famiglie, anche sempre si riesce a trovare un rimedio efficace benestanti, che ricercavano un modello di vita e duraturo al problema dello spopolamento e più comodo e moderno nelle nuove espansioni dell’abbandono dei centri storici. Alle soglie della città a valle. Nonostante per tutti gli anni del 2020 stiamo ancora cercando di definire ‘90 la politica cittadina abbia curato le infra- strategie di governance che possano ridare strutture del centro storico, sistemato il corso lustro e vita a questo patrimonio storico e cul- principale e gli spazi pubblici ad esso annessi, turale che sono i centri storici italiani, evitando implementato la rete fognaria, incentivato il la mummificazione e partendo da quello che commercio e l’attività turistica, il progressivo questi centri ci offrono. abbandono della città vecchia non ha avu- to arresto. L’importante patrimonio edilizio, Il centro storico di Cosenza che fino agli anni ‘50 accoglieva gran parte della popolazione cittadina, viene man mano Il problema dello spopolamento e dell’abban- lasciato vuoto e privo di cure, facendosi preda dono diventa ancora più complesso se il centro di occupazioni illegali come di situazioni di storico di cui si parla fa parte di un centro degrado strutturale, sfociando talvolta anche in urbano vivo e fiorente come nel caso di Cosen- disastrosi crolli. Questo da un lato rappresenta

80 una spesa per l’amministrazione comunale, Il “tempo di mezzo” necessario al passaggio che deve provvedere alla bonifica dai detriti e dalla vecchia destinazione d’uso ad una nuova al controllo delle costruzioni direttamente adia- nel caso di un centro storico si dilata ulterior- centi, e dall’altro rappresenta una minaccia mente. In Italia i motivi all’origine dell’abban- per quelli che ancora nel centro storico vivono. dono di uno spazio o di un edificio posso I residenti, troppo spesso carenti di strumenti essere molteplici: dalla frammentarietà delle economici e culturali per capire e affrontare la proprietà, agli elevati costi di manutenzione e situazione secondo procedimenti idonei, si tro- le difficoltà di accessibilità dei luoghi. vano costretti a dover abbandonare le proprie Gli interventi temporanei vogliono offrire nuovo abitazioni in attesa di interventi dall’alto. Nel impulso e nuovo slancio auspicando una valo- complesso contesto di edilizia storica soggetta rizzazione permanente dei luoghi interessati, alla frammentazione della proprietà, anche accompagnando la città verso nuove realtà l’intervento dall’alto diventa una problematica economiche e nuovi possibili sviluppi futuri, dal difficile approccio. candidandosi a diventare veri e propri attratto- ri turistici alternativi. Usi temporanei per riattivare spazi Pensare infatti di utilizzare questo stesso ap- abbandonati proccio per i micro-spazi abbandonati all’in- terno dei centri storici ormai in via di spopo- Il mutare della città e le numerose trasforma- lamento può rappresentare un’opportunità di zioni avvenute negli anni, fanno emergere rigenerazione capace di innescare nel tempo l’esigenza da parte delle amministrazioni e di strategie più strutturate. coloro che governano il territorio di dotarsi di nuovi strumenti capaci di fronteggiare le con- L’esperienza di Landworks Calabria 2017 traddizioni della città contemporanea. Le pratiche di riuso temporaneo nascono e si La chiave di lettura utilizzata per provare a sviluppano per dare una risposta immediata e dare una spinta al processo di rigenerazione informale a questo tipo di problematiche legate urbana del centro storico di Cosenza è quella al fenomeno dell’abbandono di spazi urbani delle installazioni temporanee in luoghi stra- ed edifici dismessi nella città post-industriale. tegici del centro storico. Il progetto “Landwor- Uno sguardo ravvicinato ai siti abbandonati ci ks”2, infatti, si struttura tramite l’organizzazione mostra come, in assenza di sviluppo commer- di workshop operativi tra arte, architettura ciale, molte aree siano diventate un terreno e paesaggio per la valorizzazione dei beni di sperimentazione e di nascita di nuovi usi paesaggistico-culturali in luoghi di particolare temporanei. Questi usi hanno nell’arte, nella pregio storico-ambientale, in forte stato di musica e nella cultura pop, come nell’associa- degrado e abbandono, con caratteristiche zionismo, nei mercati informali o nelle piccole socio economiche in sofferenza e paesaggi imprese start-up, le loro espressioni più visibili compromessi o fortemente inquinati. L’obiettivo e rappresentano l’unica forma di uso conve- è dunque quello di contribuire allo sviluppo di niente e positivo che uno spazio dismesso può processi di valorizzazione dei beni paesaggi- offrire in attesa di una destinazione futura (Pa- stico culturali dei siti prescelti dando un contri- gliaro P., 2009). Come suggerito da Isabella buto al ripristino, rinnovo e rilancio economico Inti1, gli spazi che possono ospitare processi dei territori. Il workshop, organizzato dall’as- di riuso temporaneo sono identificabili con gli sociazione culturale LandWorks, in collabora- spazi residuali prodotti dalle trasformazioni zione con il Comune di Cosenza, l’Università della città contemporanea. La caratteristica della Calabria, l’Università di Sassari e con il comune di questi spazi abbandonati è la loro patrocinio di altri enti e realtà locali, si è tenuto natura temporanea: la presenza di un gap dal 18 al 28 maggio 2017 ed ha trovato ter- temporale, un periodo di attesa che intercorre reno fertile all’interno del lungimirante progetto tra il collasso di un uso precedente e l’inizio di “BoCs Art-Residenze artistiche” del comune di un nuovo sviluppo. Questo tempo morto crea Cosenza. l’opportunità per far si che si facciano strada Attraverso laboratori internazionali di speri- usi non pianificati, imprevedibili e temporanei. mentazione paesaggistica, in cui i partecipanti

81 hanno realizzato istallazioni di architettura del della realizzazione. “Should I Build or Should paesaggio, sotto la guida di affermati pro- I Grow” è invece il titolo del secondo progetto fessionisti internazionali, i BoCs Art, e più in presente all’interno del Palazzo Venuta, un an- generale la città di Cosenza, si sono configu- tico edificio di cui restano oramai solo le mura rati come un grande atelier di ricerca on site perimetrali. All’interno di questo “recinto” la e open air, volto a innescare e ad accelerare i natura, in un processo silenzioso di autopiesi, processi di rivalutazione di alcuni luoghi spe- ha nuovamente preso il sopravvento. All’inter- cifici del centro storico di Cosenza. Le opere no delle stanze, oramai occupate da grandi proposte all’interno del progetto hanno carat- alberi, il gruppo, guidato dagli architetti tere effimero, proprio per sottolineare come lo Ferdinand Ludwig e Sergio Sanna ha esaltato scopo sia quello di attivare un processo, porre questa condizione creando, con un complicato l’attenzione su una situazione, proporre strate- intreccio di corde una grande amaca. Lo scopo gie di intervento. dell’intervento è proprio quello di sottolineare come questa condizione apparentemente sfa-

Fig. 1 - LandWorks Calabria 2017 - Foto di Floriana Onidi

Dall’idea alla realizzazione vorevole possa rappresentare il punto di inizio di una visione ludica degli spazi abbandonati, Durante il workshop i tre gruppi3 hanno deciso generando allo stesso tempo l’attivazione di di operare in tre contesti differenti: uno spazio una nuova rendita. pubblico, uno spazio privato e uno spazio “Il tesoro…” è invece un intervento che mette istituzionale, sottolineando come spazi molto insieme il concetto di arte pubblica e marke- diversi tra loro all’occorrenza possano diventa- ting territoriale. Il luogo prescelto dal gruppo re “contenitori” di nuove funzioni temporanee. guidato dall’architetto Christian Phongphit è La prima iniziativa consiste nella realizzazione il rudere di una chiesa abbandonata, Santa del progetto “Selva Oscura”, del team guidato Teresa d’Avila sul colle Triglio. Traendo spunto dall’architetto Antonio Scarponi; un intervento dalla leggenda che vede seppellito nel letto del che affonda le sue radici nella componente so- fiume Busento il re dei Goti, Alarico, e le sue ciale di un quartiere molto vissuto, con proble- ricchezze, gli studenti hanno realizzato all’in- mi di integrazione tra le diverse etnie presenti, terno di questo suggestivo luogo il punto di e problemi di sicurezza strutturale degli stessi arrivo di una vera e propria caccia al tesoro. edifici. Il progetto ha come focus l’inserimento Piccole bandierine rosse disseminate lungo il di un dispositivo all’interno di un vuoto venutosi centro storico e nuovi cartelli stradali sugge- a creare proprio per il crollo di un edificio. Un riscono la direzione verso il “vero tesoro” di icosaedro colorato diventa dunque pretesto per Alarico. All’interno della chiesa, tra mille ban- trasformarsi in luogo di incontro per la popola- dierine rosse, un nuovo altare e uno scrigno zione, un primo seme per attivare un dialogo. custodiscono questa preziosa eredità: il vero Più importante del progetto stesso, in questo tesoro della città di Cosenza non è altro che il caso, assume maggiore rilievo il processo suo centro storico. Un tesoro sotto agli occhi di innescatosi, riuscendo a coinvolgere attiva- tutti ma troppo spesso dimenticato e denigrato. mente gli abitanti del quartiere in ogni fase

82 Phongphit (SoA+D | Università di Bangkok) e Antonio Scarponi Conclusioni (www.conceptualdevices.com | Università di Zurigo) e dai tutor Roberta Falcone, Giuseppe Palermo, Annalisa Oliverio, Andrea Le tre installazioni/progetti realizzati sono Maspero e Lorenz Boigner. rappresentativi di tre azioni importanti di riqua- lificazione e valorizzazione della città antica di Cosenza e rappresentano tre “spore” di Riferimenti Bibliografici riattivazione, resistenti ed in grado di diffon- dere con successive azioni e collaborazioni il A.A.V.V. (2006) The micropolitics of urban space, Birkhauser, Basilea “germe” della riqualificazione e rigenerazione Aggarbati, F. (2002), a cura di, Il recupero di Corso del centro storico. Mettere a sistema da un Telesio a Cosenza: progetto, documentazione e rilievo, Le lato gli interventi fisici, dall’altro i differenti Nuvole, Cosenza Mazza, F. (1991), a cura di, Cosenza: storia, cultura, attori presenti sul territorio fa si che si venga a economia, Rubettino, Soveria Mannelli creare un nuovo insieme di sinergie positive, Multari, G. (2003), Cosenza: la città e il fiume tra una nuova infrastruttura immateriale capace di geografia e architettura, Rubettino, Soveria Mannelli Inti, I., Cantaluppi, G., Persichino, M. (2014) Temporiuso. veicolare i flussi creativi e tradurli in interventi Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, realizzabili nel breve tempo. Altraeconomia, Milano Arrivare alla concretizzazione di questo tipo Inti, I. (2005) Spazi urbani residuali e azioni temporanee, un’occasione per ridefinire i territori, gli attori e le di iniziative non è certo un percorso facile. È Politiche urbane, DrPPT Dottorato in Pianificazione proibitivo ottenere risultati senza una chiara Territoriale e Politiche Pubbliche del Territorio, IUAV volontà politica visto che, al momento non esi- Istituto Universitario di Architettura di Venezia Pagliaro, P. (2009) Tattiche di Riuso Temporaneo: spazi, ste ancora una codificazione all’interno della tempi ed interventi per la rigenerazione urbana, Corso di pianificazione urbana per il riuso temporaneo. Laurea AEI Concentration-Landscape Architecture, Facoltà Durante il workshop, il sostegno dell’ammini- di Architettura e Società, Politecnico di Milano strazione comunale della città di Cosenza si è rivelato indispensabile per la realizzazione dei progetti proposti e sarà importante anche nelle azioni future pensate per questi luoghi. Il Comune di Cosenza, supportato dall’Univer- sità della Calabria (Prof.ssa Cannavò) e l’As- sociazione Culturale Landworks (Prof. Stefan Tischer), con la collaborazione di altri enti e associazioni, sono infatti intenzionati a portare avanti il lavoro cominciato e a strutturarlo in un programma a breve, medio e lungo termi- ne, fatto di azioni, discussioni, strategie ed eventi, al fine di rendere sempre più concreto e permanente il lavoro di riattivazione del centro storico e sempre più consapevoli e presenti le “creatività” locali e regionali.

Note

1. I. Inti (2005), Spazi urbani residuali e azioni temporanee, un’occa- sione per ridefinire i territori, gli attori e le Politiche urbane, DrPPT_ Dottorato in Pianificazione Territoriale e Politiche Pubbliche del Territorio, IUAV_ Istituto Universitario di Architettura di Venezia 2. Il progetto “LandWorks” ideato nel 2011, in seno alla prima edi- zione del Master in Mediterranean Landscape Urbanism, istituito nel DADU-Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero in Sardegna (UNISS), si trasforma nel 2012 in Associa- zione Culturale LandWorks. (www.landworks.eu) 3. Per l’edizione LandWorks Calabria 2017 sono stati predisposti tre gruppi di azioni guidati da Ferdinand Ludwig + Sergio Sanna (www.baubotanik.org | Università tecnica di Monaco) Christian

83 I PAESAGGI DI ISCHIA COME STRATEGIE PER IL FUTURO

Guido Ferrara, Giuliana Campioni

L’isola d’Ischia fra declino e rinascita Oggi tuttavia il richiamo dell’isola non afferisce più, come in un passato non troppo remoto, a Nel territorio metropolitano di Napoli, l’isola fasce d’utenza che esigono luoghi di residenza d’Ischia è un luogo singolare, dove accade per e forme di attività particolarmente qualificate, esempio che: ma bensì riguarda sempre più transetti minori- • Su 46,3 Kmq e una popolazione di oltre tari di società cui conviene un turismo di tipo 64.000 residenti, a cui si aggiungono consumistico, di durata breve e di impegno nell’anno 3,5 milioni di visitatori, crescono ridotto. città e traffico e, mentre si parla aperta- Il ruolo primario che Ischia ha rivestito, e in mente di declino del turismo, gli studi dei parte ancora riveste, fra le località di sog- piani urbanistici comunali sono lenti a giorno e cura del bacino del Mediterraneo, nascere; sembra quindi cedere a fronte della concorren- • In quasi tutti i comuni il consumo di suolo za di mete italiane ed estere che al vantaggio ha praticamente saturato la maggioranza di essere ubicate spesso in luoghi esotici e dei suoli adatti all’edificazione e quindi si suggestivi aggiungono quello di presentare assiste al paradosso di essere molto vicini un’offerta ricca e diversificata utile a soddi- allo sviluppo zero. È proprio quanto auspi- sfare le esigenze dei settori più evoluti della cato dal 1998 dal Piano Paesistico vigente società contemporanea. – unico strumento di piano esistente – che Nel momento in cui si avvertono i segni di un ha il non piccolo difetto di imporre decisio- declino facilmente documentabile da più fonti, ni (senza successo) prive di rapporto con Ischia è da tempo terra di proclami, di consulte l’identità dei diversi paesaggi; per il rilancio economico e sociale, di proget- • Una delle attrazioni territoriali più rilevan- ti di rigenerazione urbana, di manifesti, di ti, ovvero il tratto costiero di Maronti e elenchi di interventi prioritari, e questo accade Sant’Angelo, galleggia da decenni senza praticamente ovunque, comune per comune. un futuro e senza offrire prestazioni di Il punto più emergente e noto è il “Patto per lo qualità, con cronica mancanza di servizi, sviluppo, un piano strategico territoriale per lo di fogne, di parcheggi e perfino di arenile, sviluppo socio-economico dell’isola d’Ischia” con un incredibile spreco di risorse e di avviato fin dal 6 novembre 2015 e utilizzato prospettive. per iniziative multiple, finalizzate ad ottenere L’isola, dopo anni di notorietà internazionale, finanziamenti nel nuovo POR 2014-2020. si trova attualmente ad un punto critico e in Il difficile è sempre e solo la sostenibilità, una situazione di instabilità, sospesa com’è fra ovvero entrare nel merito di chi fa che cosa, passato e futuro. quanto costa e chi paga: è comunque chiaro Vero è che l’originalità e la diversità dei pae- a tutti che solo entrando nel merito di cosa si saggi, la ricchezza di acque termali, la qualità vuole veramente fare oggi per domani, si potrà diffusa del sistema insediativo tradizionale, parlare di perseguire vantaggi competitivi. E a l’eccellenza della produzione vinicola, costitui- nostro avviso l’isola non ha altre soluzioni che scono le valenze che ne fanno una località pri- quella di trovare le risposte praticando la nuo- vilegiata ed una meta turistica ancora ambita. va frontiera dell’urbanistica come progetto del

84 futuro.1 A tale proposito Fig. 1-2 L’entroterra della spiaggia dei e tenuto conto dei temi Maronti contiene proposti dal convegno risorse ambientali straordinarie, dai INU, vogliamo illustrare geotopi ai muri un singolare “proget- a secco delle “parracine”, ma to di reti”, anche se oggi praticamente minimale, quello di un escluse dagli sentiero pedonale di itinerari di visita, in attesa di un progetto poco più di un chilo- di reti meccanizzate metro, con riferimento (stradali, ferroviarie, funiviarie) del alle proposte in corso tutto insostenibile. per portare a soluzione In realtà, per raggiungere l’area dei Maronti, S. Angelo ovvero la principale ri- dall’Olmitello sorsa ambientale della sarebbe sufficiente un sentiero pedonale costa sud. di 1500 m. Quanto segue è frutto del coordinamento fra i PUC di Serrara Fonta- na e di Barano d’I- schia, ovvero dei due Comuni che condivi- dono questo territorio. Sbaglia chi crede che i PUC riguardino solo le previsioni di nuove espansioni edilizie. In realtà i PUC hanno il potere-dovere di individuare gli obiettivi strategici della crescita sostenibile delle città e dei territori del doma- ni. Dovrebbero altresì essere frutto della considerazione del pa- esaggio non come vincolo ma come risorsa da Non è un caso che dal 10 al 12 ottobre 2016 utilizzare per promuovere la messa in valore si è svolto ad Ischia il III Convegno mondiale sia dell’ambiente che dell’economia. sui paesaggi rurali e terrazzati che non aveva L’isola d’Ischia è notoriamente da mezzo seco- per argomento la tutela di archetipi o di icone lo senza un progetto. La gestione (e il governo) morte, ma che si é interrogato sulle scelte da di un territorio unico per bellezza e originalità, prendere nel futuro su questi territori molto è stata attuata in forme di tipo “spontaneo”, in particolari, per creare nuove opportunità di assenza di strumenti di pianificazione di livello crescita e il miglior assetto possibile delle risor- locale e in carenza di quelli sopra ordinati. I se di eccezionale valore. PUC di Serrara Fontana e di Barano d’Ischia La spiaggia di Maronti possiede un entroterra sono oggi in grado di proporre un’innovazio- straordinario, ricco di valenze ambientali ad ne importante per tutta l’area di Maronti – da ampio spettro, ma oggi praticabile dal pubbli- Sant’Angelo a Olmitello – che, se condivisa, co con difficoltà. In tutto il mondo, e natural- potrà opportunamente essere dettagliata nei mente anche in Italia, nelle aree segnate da progetti definitivi dei rispettivi PUC e sviluppata emergenze geologiche, la soluzione adottata in appositi piani attuativi. per realizzare un’accessibilità spettacolare

85 sono i ponti sospesi, essi stessi capaci di rano d’Ischia e di Serrara Fontana. Si torna a generale attrattività, per essere rispettosi della ripetere in particolare come un sentiero pedo- natura dei luoghi. nale, per quanto servito da ponti di corda, non L’idea progettuale si fonda sull’impiego d’infra- costituisca un fatto di innovazione ambientale strutture leggere, adatte allo stato ambientale intollerabile rispetto ai caratteri originali dei presente, in grado di farli uscire dalla inac- luoghi, ma al contrario possa proporne di fatto cessibilità e di aprire agli occhi del mondo le la conservazione, esaltandone l’importanza e ricchezze ambientali che possiedono. I ponti quindi una gestione accorta e un governo delle sospesi in acciaio, in qualche caso con pavi- risorse di tipo puntuale. menti di vetro, costituiscono essi stessi un’at- Il nuovo “parco avventura” dei Maronti e i trazione da brivido, pur garantendo sicurezza servizi che contiene può riguardare uno degli che sarà facile assicurare ai frequentatori obiettivi strategici dell’isola e potrebbe rendere anche sui sentieri a pettine verso i luoghi di giustizia, in particolare, al raccordo, sempre visita2, che nel nostro caso sono già noti quali trascurato dagli strumenti urbanistici, fra edifi- mete fortemente attrattive. cato e campagna o, se si preferisce, fra qualità Nel nostro caso la domanda è: cosa c’è da della città e offerta di prodotti da parte dell’a- visitare nell’entroterra di Maronti? E la risposta gricoltura, fra i quali, oltre alle derrate alimen- immediata è: dopo la spiaggia, la più impor- tari, al vino e all’olio, è opportuno considerare tante di tutta l’isola d’Ischia, ci sono i Pizzi anche e soprattutto il paesaggio. Bianchi, le terme romane di Cava Scura, le “parracine” più belle servite da immobili adatti Privilegiare l’urbanistica come progetto del all’agriturismo, le sorgenti dell’Olmitello, ov- futuro vero alcune diversità ambientali straordinarie dove chiunque vorrebbe passare almeno una Gli obiettivi da privilegiare per rendere il giornata di esplorazione, degustazione, visita, territorio dell’isola nuovamente competitivo do- relax, purché sia reso possibile superare in vrebbero a nostro avviso possedere le seguenti sicurezza le barriere della morfologia naturale caratteristiche di base: dei luoghi (le “cave”), che in qualsiasi paese • i consigli comunali sono gli unici in grado della terra sarebbero oggetto di promozione di poter guidare il territorio verso soglie turistica, senza alcuna necessità di grandi più alte di attrattività e funzionalità: si opere. Si tratta di tracciare percorsi pedonali tratta infatti di assumere decisioni collet- di visita per collegare a pettine e in modo tive, da condividere e far crescere nelle agevole e sicuro il tratto di 1,5 Km fra Olmitel- coscienze; lo e Sant’Angelo, dal quale siano raggiungibili • le azioni da svolgere devono necessaria- attività termali di alto pregio, geositi, fumarole, mente essere improntate alla sostenibilità, paesaggi agricoli straordinari, alberghi e risto- conformi non solo ai poteri riconosciuti e ranti e, naturalmente, la spiaggia. inalienabili del governo della cosa pubbli- Così facendo, il problema degli abusi edilizi ca, ma anche alle caratteristiche di base (che esiste ed è ben nota) passa in seconda del territorio e alle possibilità di spesa e linea rispetto al nuovo ruolo che il prezioso d’intervento sue proprie; entroterra assume da subito per il prestigio e • gli interventi non devono costituire isolati il rilancio turistico di tutta l’isola, facilitando le episodi congiunturali o occasionali, ma condizioni anche per risolvere ad uno ad uno riguardare i rapporti di base del sistema i singoli casi particolari, entro uno o più piani economico, in quanto elementi capaci di attuativi. incidere sulla competitività dell’isola nel Prende corpo, invece, l’idea che i Maronti mercato del turismo internazionale. costituiscano un “parco avventura”, ovvero un Pertanto, le amministrazioni comunali, a nostro luogo di visita fra i più significativi di Ischia, avviso, hanno di fronte i seguenti compiti con riferimento anche alle ipotesi di “geopar- prioritari: co” già in precedenza proposte, ma senza • Migliorare la qualità dell’abitare nei centri necessità di previsione di ulteriori cautele oltre urbani e ridefinire i relativi standard funzio- quelle proposte e dettagliate dai PUC di Ba- nali ed urbanistici in modo da adeguarli a

86 svolgere nuove e più qualificate funzioni e paesistico vigente dall’altro, non possono soprattutto in modo da reinventare nuovi continuare a costituire l’alibi per non prendere luoghi di centralità e di aggregazione, di petto questi ed altri obiettivi prioritari. Anzi, oggi particolarmente carenti in tutta l’isola; appare evidente come questi due temi specifici • Promuovere la mobilità sostenibile per ri- costituiscano argomento diverso e deviante durre l’impatto del traffico privato con l’uso rispetto alle pratiche che possono condurre a di veicoli d’uso pubblico, con funzione di rendere Ischia un “territorio competitivo”, sem- shuttle, sia nei centri storici che verso le pre come parte integrante dell’area metropoli- principali mete e poli di attrazione; tana di Napoli, ma evitando la prospettiva di • Ottimizzare la qualità del paesaggio agra- diventarne solo una periferia degradata. rio con particolare riferimento a quello tradizionale della viticoltura, proponendosi Note di tenere unita la filiera dei prodotti a Km 0 a quella dei consumi alberghieri di alto 1. Su richiesta dei 6 Comuni gli autori di queste note hanno redatto nel 2002 il Piano Urbanistico Territoriale dell’isola, con l’idea che pregio; potesse costituire un primo passo per rendere questo territorio più • Specializzare ed ampliare l’offerta turistica competitivo, date le straordinarie risorse che possiede, anche se del territorio d’area vasta e pubblicizzarne utilizzate spesso in modo improprio. Attualmente sono impegnati nella redazione dei PUC dei Comuni di Serrara Fontana e di Ba- le caratteristiche ad elevato standard di rano d’Ischia, che coprono quasi l’80 % della costa meridionale vivibilità proprie di un paesaggio straordi- dell’isola. nario, con l’intenzione di promuovere un 2. A titolo d’esempio, nel Comune di Valli del Pasubio nel settembre 2016 è stato inaugurato un ponte di corde di acciaio di 100 turismo di tipo escursionistico fondato su metri di lunghezza, eseguito con un costo di 300.000,00. una rete di mete e di sentieristica aperta all’uso di una vasta gamma di frequenta- tori; • Riprogettare alcuni punti chiave della vita Riferimenti Bibliografici associata oggi soggetti all’abbandono o a processi di degrado inaccettabili (per es.: i Ferrara, G., Campioni, G. (2003) Paesaggi sostenibili, Il Verde Editoriale, Milano Maronti a Barano e Serrara Fontana, il Pio Ercolini, M. (2005) “Il Piano Urbanistico Territoriale Monte a Casamicciola, la piazza di Citara dell’Isola di Ischia” in “Quaderni della Ri-Vista - Ricerche a Forio, l’edificio ex INPS e il lungomare a per la progettazione del paesaggio”, Dottorato di ricerca in Progettazione paesistica, Firenze University Press, Ischia Ponte). pagg. 27-39, ISSN: 1824-3541 È evidente che ognuno di questi obiettivi non Ferrara, G., Campioni, G. (2012) Il paesaggio nella può essere risolto mediante semplici operazio- pianificazione territoriale, Flaccovio, Palermo ni tecniche o buro-tecnocratiche, senza una crescita della trasparenza degli atti della pub- blica amministrazione e senza un approfondito dibattito fra i residenti e i portatori d’interessi. Ne consegue che la procedura più diretta e più cogente è quella di sostenere l’elabora- zione dei Piani Urbanistici Comunali, alla cui assenza va fatta risalire la causa del mancato governo del territorio e delle città. I PUC di cui l’isola ha bisogno non sono meri documenti da attaccare alle pareti degli uffici tecnici, ma dovrebbero essere strumenti programmatici e decisionali, capaci di diventare il motore per operare le scelte obbligate che impediscano la regressione e il sotto uso delle risorse disponi- bili. È altrettanto evidente che i grandi argomenti su cui si è discusso negli ultimi lustri, ovvero l’abu- sivismo edilizio da un lato e i vincoli del piano

87 RETI DI APPRENDIMENTO A SUPPORTO DI TERRITORI COMPETITIVI

Cinzia Langella

La dimensione istituzionale dello sviluppo locale

Lo sviluppo locale è la capacità dei soggetti istituzionali di cooperare per avviare e condur- re percorsi di sviluppo condivisi che mobilitano risorse e competenze locali, in modo da “usare Fig. 1 - Prisma della le risorse esterne per valorizzare quelle interne: sostenibilità, fonte: attrarre investimenti, imprese, risorse scientifi- SERI, 2002 che o culturali” per arricchire le competenze e le specializzazioni locali (Trigilia, 2005) in ma- economico e a quello sociale. Le tre tradizio- niera durevole, andando oltre un mero dinami- nali dimensioni della sostenibilità: sostenibilità smo, quantificabile in una crescita economica economica (la capacità di generare, in modo a tempo determinato, misurabile in termini di duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento PIL e aumento dell’occupazione. Uno sviluppo della popolazione); sostenibilità sociale (la locale all’altezza della attuale competizione capacità di garantire condizioni di benesse- tra territori non può prescindere dall’adozio- re – sicurezza, salute, istruzione divertimento, ne di adeguati modelli di governance. Sono serenità, socialità – distribuito equamente tra infatti le strutture istituzionali che determinano strati sociali, età e generi); sostenibilità am- l’attuazione delle politiche e la loro efficacia. bientale (la capacità di mantenere nel tempo Tuttavia l’importanza delle reti istituzionali per qualità e riproducibilità delle risorse naturali) la valorizzazione dei territori è ancora oggi sono state così integrate dalla sostenibilità sottovalutata. L’esempio palmare è la rappre- istituzionale, come capacità di prendersi cura sentazione più conosciuta della sostenibilità, responsabilmente delle persone e dell’ambiente che comprende le sole dimensioni sociale, amministrati. La dimensione istituzionale assi- economica ed ambientale, che intersecandosi cura l’integrazione delle altre tre dimensioni in un grafico di Venn, individua altre tre cate- fondamentali tra loro, così come l’organicità gorie: vivibile, equo e realizzabile. Al centro, delle loro interconnessioni e interdipendenze, e come risultante, la sostenibilità. In una visione garantisce la coerenza delle decisioni. Il com- strategica, invece, proiettata all’implementazio- pito è però arduo, visto anche il coacervo di ne delle politiche pubbliche, è imprescindibile norme e strumenti per il governo del territorio, menzionare la dimensione istituzionale, come che vedono il sovrapporsi di competenze da nel prisma (Spangenberg e Bonniot, 1998), parte di molteplici soggetti istituzionali, riuniti che presenta ai vertici le quattro variabili e agli in reti di relazioni complesse e a volte inestrica- spigoli le loro sei interconnessioni (fig. 1). In bili. Oltre alla inadeguatezza delle reti istitu- questa rappresentazione il vertice istituzionale zionali, schiacciate dal peso della loro stessa vede la specificazione rafforzare la parteci- complessità, esistono innegabilmente anche pazione – e da esso si dipartono i segmenti resistenze individuali politiche – legate al man- cura, giustizia e democrazia, che lo uniscono tenimento di ruoli e poteri e tecniche – dovute rispettivamente al vertice ambientale, a quello alla ancora scarsa diffusione della cultura della

88 sostenibilità; tuttavia la maggiore difficoltà nel- li, infatti, non hanno alcuna possibilità di agire la governance è di tipo cognitivo (Meadows et. singolarmente, in quanto dalla formazione fino Al, 1972), la capacità cioè di comprensione e alla implementazione e verifica delle policy, adattamento alle innovazioni. È noto infatti che nei processi intervengono numerosi altri sog- ogni processo di governance tende a produrre getti delegati ad esercitare diversi compiti di delle prassi supportate da norme certe e valori supporto e controllo. Gran parte della ricerca che nel tempo si istituzionalizzano, sviluppan- empirica ha dimostrato come il processo poli- do dipendenze di percorso e rendendo difficile tico sia meno netto e ordinato rispetto a quello lo svincolarsi dalle routine, le pratiche afferma- previsto dal modello lineare (Wibeck ed al., te, che sono in grado di sopravvivere anche a 2006), in quanto la definizione degli obiettivi, numerosi ricambi di personale (Cyert e March, la formulazione di politiche e la loro attuazio- 1963). È per questo che i pianificatori e le ne, che in questo modello appaiono separati, amministrazioni locali, mentre affrontano la nella realtà si influenzano reciprocamente sfida creativa nell’immaginare scenari futuri, si (Rydin, 2010). L’apprendimento lineare sem- trovano a sostenere una sfida altrettanto impor- plifica artificialmente il processo cognitivo in tante proprio nel campo della governance. Allo una attività solitaria e interiorizzata, piuttosto stato attuale, più che stabilire se le conoscenze che in una attività sociale, quale invece è nella teoriche e tecniche per realizzare lo sviluppo realtà, tanto più nel caso di nuove conoscenze, di un territorio siano adeguate, appare priori- che per loro stessa natura non possono essere tario chiedersi se l’approccio alla conoscenza elaborate e diffuse in modo lineare, in quanto sia appropriato. le innovazioni sono prodotte proprio attraver- so relazioni e interazioni tra persone (Rydin, Il modello di apprendimento lineare 2010). Vi sono poi altre importanti osservazio- ni da fare: la prima attiene al fatto che il pro- Nonostante il fatto che nella letteratura riguar- cesso politico può utilizzare il feedback come dante le organizzazioni private il modello di legittimazione a posteriori delle scelte, per cui apprendimento lineare sia ritenuto superato spesso sono le soluzioni a cercare i problemi da più di venti anni, esso continua ad essere piuttosto che il contrario (Shulock, 1999) e i ri- dominante per pensare all’apprendimento sultati sono sottoposti a travisamento strategico nella pubblica amministrazione (Owens et al., per giustificare a posteriori le scelte (Feldman e 2006). Questo modello – radicato nel moder- March, 1981); la seconda riguarda le possibili nismo e assimilato dal mondo della politica – è deformazioni indotte dal ricorso ai metodi clas- tuttora quello più usato nella formulazione e sici di valutazione, che spesso celano un uso nell’implementazione delle politiche pubbliche simbolico della razionalità (Feldman e March, (Rydin, 2010), anche a livello europeo. In 1981) a cui ci si affida ciecamente (Shulock, questo modello l’apprendimento si verifica solo 1999) o ingenuamente (Davoudi, 2006) op- attraverso evidenze passate e funziona con pure si limitano a rendicontazioni che enume- un ciclo di retroazioni: prese le decisioni, si rano i destinatari, descrivendo i programmi e i svolgono le attività conseguenti, poi si raccol- risultati (Chen e Rossi, 1989), senza apportare gono informazioni su risultati che andranno ad alcuna utilità al processo; non ultimo, in questo alimentare di nuovo il processo decisionale, i modello di apprendimento i dati possono cui risultati possono essere ancora modificati essere raccolti più per esercitare una azione di per avvicinarsi sempre di più agli obiettivi e controllo che per essere integrati in un proces- agli scopi del processo. Se la forma di ap- so decisionale (Mark e Henry, 2004). prendimento lineare rappresenta la modalità ineludibile per effettuare le scelte alla luce Il contributo delle reti della razionalità, tuttavia essa non è sufficiente ad affrontare con successo la complessità cre- Gli strumenti finanziari e normativi possono scente dei problemi da affrontare, visto anche risultare insufficienti al raggiungimento degli il numero rilevante degli attori in gioco nei scopi delle politiche di sviluppo nell’attuale processi amministrativi. I soggetti istituzionali contesto se non sono supportati da adeguate deputati all’attuazione delle politiche territoria- forme di apprendimento. Il modello di appren-

89 dimento a rete risulta quello più adatto alla presentando strutture più flessibili, potrebbero complessità perché, piuttosto che avvalersi di assicurare la necessaria permeabilità ai confini singole risposte alla retroazione, è dialogico delle diverse entità coinvolte nelle decisioni e comunicativo, basa cioè la sua riuscita sul istituzionali “con un effetto di riduzione delle riconoscimento reciproco dei soggetti respon- distanze fra le singole posizioni puntuali, attra- sabili delle politiche, che si impegnano in uno verso la creazione di spazi naturali di mediazio- scambio di informazioni e conoscenze, consen- ne” (Ruffino e Mainetti, 2012). Un altro buon tendo l’apprendimento sia da parte dei singoli motivo per preferire le forme organizzative non individui che della rete nel suo complesso. Una strutturate in modo rigido, quali ad esempio rete è composta da due tipi di entità: i nodi e le comunità di pratiche, si basa sull’eviden- le relazioni che li legano. Nelle reti istituzionali za che in condizioni di incertezza tali forme i nodi sono i soggetti collettivi pubblici e priva- organizzative possono riuscire a rielaborare in ti, dotati di espliciti ruoli di rappresentazione modo creativo modelli mentali obsoleti; talvolta di interessi e di regolazione di processi. L’ap- è proprio l’assenza di soluzioni note ad uno prendimento all’interno delle reti non si verifica specifico problema che permette la sospensio- attraverso il mero trasferimento cognitivo, ma ne della routine e diventa il fattore di successo tale processo, che coincide con un processo per il raggiungimento degli obiettivi, sulla base di creazione di senso – modifica all’interno di intuizioni suggerite dalle pregresse espe- gli attori: la conoscenza non è trasmessa da rienze di ciascun soggetto. La maggior parte un competente ad un altro, ma è attivamente dei sostenitori dell’apprendimento basato sulla costruita da chi impara e anche nella fase del rete enfatizza anche l’importanza di impara- trasferimento dell’apprendimento permane la re da non esperti e pensa che un approccio centralità della questione della adesione ad aperto sia in grado di apportare creatività alle una motivazione, cioè della costruzione del discussioni (Glasbergen e Driessen, 2005). senso – sensemaking (Weick, 1995).L’appren- Gli eventuali conflitti che si dovessero ge- dimento è perciò possibile esclusivamente se vi nerare possono trovare composizione nella è desiderio di apprendere al di là delle demar- stessa natura dell’esercizio di apprendimento cazioni e se la rete ha la capacità di imma- di gruppo, che favorisce la convergenza dei gazzinare e scambiare l’apprendimento al suo pensieri e delle energie delle persone in vista interno e attraverso i suoi confini (Rydin 2010). di un obiettivo (Flood, 1999): in tale contesto Ciò evidenzia l’importanza di rafforzare sia la collaborazione che il conflitto possono l’aspetto qualitativo delle reti, basato non solo portare all’acquisizione di nuove conoscenze, sulle informazioni e la loro comunicazione tra perché gli sforzi per giungere ad una visione gli attori ma anche sulla motivazione, piuttosto condivisa rendono proficua la coesistenza di che quello meramente quantitativo, ottenuto visioni differenti, come sanno bene i cultori semplicemente aumentando le connessioni o della pianificazione strategica. Infine, ma non favorendo quelle di maggiore successo (Rydin ultimo, un ulteriore elemento a favore delle 2010). Nell’attuale quadro normativo le reti reti di apprendimento è offerto dalla larga istituzionali non possono considerarsi alterna- diffusione delle tecnologie di comunicazione. tive alle forme burocratiche ufficiali, tranne in Queste hanno esteso la portata degli individui casi particolari, quali i tavoli di concertazione oltre i confini dei luoghi fisici, consentendo loro e le conferenze dei servizi, che hanno dimo- di sviluppare e mantenere facilmente legami strato quanto sia vantaggiosa la collaborazio- a distanza (Castells, 1996) e permettendo la ne per la riuscita dei processi di creazione ed diffusione di conoscenze e competenze con implementazione delle politiche. Si dovrebbe una velocità precedentemente mai raggiun- continuare in questa direzione, superando la ta, anche se alcune aspettative utopistiche, classica organizzazione gerarchico funzionale come l’atteso villaggio totale sostitutivo delle – che segue il principio di divisione del lavoro relazioni dirette, profetizzato all’inizio dello secondo precise assegnazioni di compiti e sviluppo delle comunicazioni tramite internet, responsabilità, sottoposte a rigide forme di non si è attuato (Moccia, 2008).Nonostante la indirizzo, coordinamento e controllo – in favo- diffusione dei mezzi di comunicazione per- re di forme di organizzazione reticolari che, metta di ampliare le possibilità di interazione

90 a distanza, però, resta fondamentale l’impor- Riferimenti Bibliografici tanza dell’interazione diretta tra le persone (Rydin, 2010): gli incontri faccia a faccia Castells, M. (1996) The Rise of The Network Society, Blackwell Publishing Ltd, Oxford, trad. it. La nascita della giocano un ruolo chiave nella costruzione e nel società in rete, 2008, Bocconi editore, Milano. mantenimento del capitale sociale, attraverso Chen, H. e Rossi (1989), “Issues in the Theory-driven la fiducia, il rispetto, la credibilità e l’impe- Perspective” in Evaluation and Program planning, 12, 299-306 gno reciproci. Essi permettono una maggiore Cyert, R.M., March, J.G. (1963) A Behavioral Theory of densità dello scambio rispetto alle interazioni the Firm, Prentice-Hall, Englewood Cliffs (NJ), trad.it. a distanza e sono dunque preferibili e talvolta Teoria del comportamento dell’impresa, Franco Angeli, Milano, 1970 necessari (Boden e Molotch, 1994). Davoudi, S. (2006), “Evidence-based planning”, disp. Journal, vol 165, no 2, pp. 14-24 Conclusioni Feldman, M., March, J. (1981), “Information in organizations as signal and symbol” in Administrative Science Quartery, vol 26, n. 2, pp 171-186 In conclusione, se si può pensare agli insedia- Flood, R. (1999) Rethinking the Fifth Discipline, Routledge, menti umani come ad ecosistemi metabolici London Glasbergen, P., Driessen, P. (2005), “Interactive planning (Moccia, 2009) costituiti da reti interconnesse of infrastructure: The changing role of Dutch project integrate in un disegno coordinato e gestito management” in Environment and Planning C, vol 23, con nuove tecnologie, bisogna considerare pp. 263-27 Mark, M., Henry, G. (2004), “The mechanisms and la possibilità di un governance basate sulla outcomes of evaluation influence” in Evaluation, vol 10, medesima reticolarità, in cui la stessa relazione no 1, pp 35-57 tra i soggetti, istituzionali e non, si trasforma Meadows, D.H., Meadows, D.L., Randers, J., Behrens, W.W. III (1972) The Limits to Growth. New York, in apprendimento attraverso l’impegno reci- Universe Books,. Trad. It., I limiti dello sviluppo, 1972, proco, il senso di condivisione, la capacità e Mondadori, Milano la volontà di trasferire tutte le informazioni, le Moccia, F.D. (2008), “La condizione digitale” in Urbanistica digitale (a cura di Moccia F.D.), Edizioni conoscenze e le esperienze disponibili per il Scientifiche Italiane, Napoli raggiungimento di un obiettivo comune. Come Moccia, F. D. (2009), “L’urbanistica nella fase dei fare? Per cominciare, all’interno delle reti isti- cambiamenti climatici” in Urbanistica, a.LXI, n.140, pp.95-102 tuzionali già esistenti, in contrapposizione alla Owens, S., Petts, J., Bulkeley, H. (2006), “Boundary ripetizione delle routine bisognerebbe puntare work: Knowledge, policy and the urban Environment”, sul miglioramento dell’apprendimento, facen- Environment and Planning C, vol 24, pp. 633-643 Ruffino, M., Mainetti, P. (2012) Costruire capacità done una priorità, elaborando chiare linee di amministrativa integrata. Attrezzare la P.A. per indirizzo per la diffusione delle conoscenze, al programmare e gestire i Fondi Strutturali nella strategia loro interno e verso l’esterno, e determinando Europa 2020, Formez, Roma - Disponibile su: http:// capacitaistituzionale.formez.it/sites/all/files/ quali nodi possano agire come catalizzatori costruire_capacita_istituzionale_italiano. pdf consultato il per raccogliere e distribuire i flussi di nuove 10.01.2013 informazioni. A lungo termine è invece auspi- Rydin, Y. (2010) Governing for Sustainable Urban Development, Earthscan, London - Washington D. C. cabile la costruzione di nuovi modelli organiz- Shulock, N. (1999), “The paradox of policy analysis: If is zativi e adeguati quadri normativi, integrati e not used why do we produce so much of it?” in Journal non solo supportati dalle tecnologie informati- of Policy Analysis and Management, vol 18, n. 2, pp. 226-244 che più recenti. Spangenberg, J.H., Bonniot, O. (1998) Sustainability indicators — A Compass on the road towards Sustainability. OECD, Paris. Trigilia, C.(2005) Sviluppo locale. Un progetto per l’Italia, Editori Laterza, Roma-Bari Weick, K. (1995) Sensemaking in organizations, Sage, London Wibeck, V., Johansson, M., Larsson, A., Ödberg, G. (2006), “Communicative aspects of environmental management by objectives: Examples from the Swedish context” in Environmental Management, vol 37, n. 4, pp. 461-469

91 IL CONSUMO DI SUOLO COME INDICATORE NELLA GOVERNANCE DELLE CITTÀ METROPOLITANE

Giuseppe Mazzeo

Elementi introduttivi delle quantità di suolo indisponibili alle trasfor- mazioni e a definire con attenzione le diverse Il percorso nella direzione di un sistema effica- tipologie ed intensità nell’uso dello spazio in ce di governo metropolitano è influenzato da relazione alle diverse capacità di trasforma- una molteplicità di fattori. Tra di essi le caratte- zione che esso possiede. Il paper si incentra ristiche e le modalità di uso del suolo non sono sul fenomeno del consumo di suolo nelle città secondari per rilevanza e per impatti reali e metropolitane analizzandone le caratteristiche potenziali. Molti studi ed analisi sul processo e le componenti. Normalmente l’attenzione si di diffusione urbana hanno approfondito la co- incentra su due di esse, ossia il suolo consuma- noscenza su quanto avvenuto a livello interna- to (come indicatore negativo, da minimizzare) zionale e hanno evidenziato la loro maggiore e il suolo agricolo (come indicatore positivo, incidenza nei territori metropolitani (tra i molti da preservare insieme al suolo naturale). La si citano Antrop, 2004; Berdini, 2009; Ewing, stessa attenzione non viene riservata al suolo 1997; Gibelli et al., 2006; Mazzeo e Russo, che non è stato ancora consumato ma che 2016). Le conseguenze di questo processo non è suolo agricolo; si vuole quindi appro- sono positive se lette in ordine alla concentra- fondire la conoscenza di questa componente zione di funzioni, attività e saperi, negative soprattutto perché potrebbe divenire (in parte se lette in relazione al consumo di suolo, alla più o meno consistente) una riserva di suolo congestione e alla diffusione indiscriminata da utilizzare per perseverare nelle politiche dell’urbanizzato, normalmente definito sprawl espansive; di contro, la stessa riserva di suolo (Sinclair, 1967). Il controllo di questi fenomeni potrebbe essere lo spazio dal quale attingere diviene quindi un presupposto fondamentale per incrementare la dotazione di aree naturali nel governo dei sistemi metropolitani. Solo se ed agricole. il consumo di suolo e la diffusione urbana si fermano con decisione è possibile spostare Il consumo di suolo nelle aree metropolitane definitivamente l’attenzione sul riuso e sulla riorganizzazione di spazi già interessati L’analisi si incentra sull’utilizzazione del suolo dall’urbanizzazione, così da incidere su di essi appartenente al territorio delle città metropoli- per ottenere una razionalizzazione del tessuto tane. I dati utilizzati derivano dalle rilevazioni urbano e un processo di rigenerazione territo- censuarie dell’ISTAT, per quanto concerne la riale basato su interventi ad elevata sostenibi- popolazione e l’agricoltura, dalle rilevazioni lità e resilienza. L’obiettivo è pervenire ad una ISPRA sul consumo di suolo in Italia e da quelle organizzazione nella quale i vuoti non siano del Ministero dell’Ambiente per quanto concer- più elementi indefiniti dello spazio urbano, ne alcune tipologie di aree protette. La proce- bensì aree strutturate destinate a specifici usi dura operativa prevede l’estrapolazione di un sulla base di iniziative di trasformazione o di set di dati, il loro confronto per verificare la rinaturalizzazione dello spazio. La riduzione presenza di eventuali incongruenze e l’interpre- del consumo di suolo e il controllo dei pro- tazione dei risultati, con l’obiettivo di derivarne cessi di uso del territorio sono fondamentali nuovi indicatori capaci di chiarire una serie di in quanto servono a monitorare l’andamento aspetti del fenomeno del consumo di suolo. Il

92 SUOLO CONSUMATO SUOLO NON CONSUMATO Tab. 1 - Classificazione delle C01 Edifici, fabbricati, capannoni N01 Alberi o arbusti in aree urbane tipologie di suolo C02 Strade asfaltate N02 Alberi o arbusti in aree agricole (ISPRA 2016) C03 Strade sterrate N03 Alberi o arbusti in aree naturali Tab. 2 - Suolo C04 Piazzali, parcheggi, cortili e altre aree pavimentate o N04 Seminativi consumato e suolo in terra battuta non consumato nel territorio delle Città C05 Sede ferroviaria N05 Pascoli, prati, vegetazione erbacea Metropolitane. I dati C06 Aeroporti e porti (solo le banchine, le piste, le aree di N06 Corpi idrici riportati sono di movimentazione merci e mezzi e le altre zone impermeabili) fonte ISPRA (2016) tranne quelli relativi C07 Aree e campi sportivi impermeabili N07 Alvei di fiumi asciutti alla superficie C08 Serre permanenti N08 Zone umide territoriale, di provenienza ISTAT. C09 Campi fotovoltaici a terra N09 Altre aree permeabili in ambito urbano C10 Aree estrattive non rinaturalizzate, discariche, cantieri N10 Altre aree permeabili in ambito agricolo C11 Altre aree impermeabili N11 Altre aree permeabili in ambito naturale

Superficie territoriale Suolo consumato Suolo non consumato Suolo non Suolo consumato Suolo non Suolo non (ha) (ha) (ha) classificato (%) consumato classificato (ha) (%) (%)

Torino 682.700,00 67.405,66 615.526,97 0,00 9,87 90,13 0,00

Genova 183.379,00 15.516,84 167.974,18 0,00 8,46 91,54 0,00

Milano 157.565,00 50.043,71 107.626,50 0,00 31,74 68,26 0,00

Venezia 247.291,00 35.819,80 211.196,12 0,00 14,50 85,50 0,00

Bologna 370.232,00 33.221,68 336.980,46 0,00 8,97 91,03 0,00

Firenze 351.357,68 28.954,73 322.402,95 0,00 8,24 91,76 0,00

Roma 536.328,00 70.803,98 464.764,56 0,00 13,22 86,78 0,00

Napoli 117.893,00 39.618,17 77.745,13 0,00 33,76 66,24 0,00

Bari 386.288,00 37.185,72 345.329,79 0,00 9,72 90,28 0,00

Reggio Calabria 321.037,00 18.125,24 300.161,95 0,00 5,69 94,31 0,00

Palermo 500.928,00 28.249,87 466.358,73 4.687,03 5,71 94,29 0,94

Messina 326.612,00 19.938,77 303.953,13 747,92 6,16 93,84 0,23

Catania 357.368,00 27.941,96 327.373,38 0,01 7,86 92,14 0,00

Cagliari 457.041,00 18.809,84 438.541,08 0,00 4,11 95,89 0,00

Italia 30.133.800,00 2.287.799,22 27.788.915,00 61.459,12 7,61 92,39 0,20 campione territoriale è composto dalle quat- fattori, o driving forces, la cui influenza è molto tordici città metropolitane italiane, ossia le rilevante, soprattutto in relazione agli scenari dieci previste dalla normativa nazionale più le di evoluzione che li caratterizzano. In partico- quattro città metropolitane di Palermo, Cata- lare: nia, Messina e Cagliari appartenenti a regioni a) la dimensione della popolazione; a statuto speciale (Mazzeo, 2017). Dai dati a b) l’entità della ricchezza prodotta; disposizione si rileva che il consumo di suolo c) i mutamenti negli stili di vita; sul territorio italiano si concentra in modo par- d) la diversificazione dei processi produttivi; ticolare in determinate aree del Paese. Sono e) l’estensione del sistema infrastrutturale; state rilevate percentuali di suolo consumato f) la riduzione dei costi degli spostamenti. superiori al 9% in quasi tutta la pianura Pada- Questi fattori rappresentano caratteri di base na, lungo la striscia tirrenica che va dall’area nei processi insediativi che tendono a concen- romana alla piana salernitana, in quasi tutto trarsi in determinate aree e sono consolidati il Tavoliere pugliese e nella parte sud-orientale da specifiche suggestioni derivanti da una della Sicilia. A queste aree ne sono connesse conoscenza debole o errata dei fenomeni, altre con un consumo tra il 7 e il 9%. Le carat- come suggerito da Brueckner (2000), ossia teristiche ricorrenti di questi territori consentono l’insufficiente conoscenza dei vantaggi con- di affermare che l’espansione urbana (e la nessi alla presenza di spazi non costruiti che conseguente espansione del costruito) discende mantengono le loro funzionalità naturali, l’in- prioritariamente dalla presenza di una serie di capacità di controllare i costi sociali derivanti

93 Tab. 3 - Calcolo del Superficie Suolo consumato Superficie agricola Di cui superficie Suolo residuale Suolo residuale suolo residuale in territoriale (ST) (SC) totale (SAT) (ha) (1) agricola utilizzata (SR=ST-SC-SAT) (ha) (SR=%ST) valore assoluto e in (ha) (ha) (SAU) (ha) percentuale. (1) La Torino 682.700,00 67.405,66 269.553,43 232.805,48 345.740,91 50,64 superficie agricola totale (SAT) è somma Genova 183.379,00 15.516,84 29.720,79 12.821,15 138.141,37 75,33 della superficie Milano 157.565,00 50.043,71 72.127,69 65.283,08 35.393,60 22,46 agricola utilizzata (SAU), della superficie Venezia 247.291,00 35.819,80 131.086,53 114.070,66 80.384,67 32,51 per arboricoltura da Bologna 370.232,00 33.221,68 227.005,64 173.641,44 110.004,68 29,71 legno annessa ad aziende agricole, Firenze 351.357,68 28.954,73 202.086,27 109.295,03 120.316,68 34,24 della superficie dei Roma 536.328,00 70.803,98 246.059,92 174.009,32 219.464,10 40,92 boschi annessi ad Napoli 117.893,00 39.618,17 26.194,07 23.505,24 52.080,76 44,18 aziende agricole e della superficie agri- Bari 386.288,00 37.185,72 283.425,06 264.497,95 65.677,22 17,00 cola non utilizzata e Reggio Calabria 321.037,00 18.125,24 148.541,13 119.489,67 154.370,63 48,08 altra superficie. ISTAT, Censimento Agricoltu- Palermo 500.928,00 28.249,87 295.098,80 267.227,38 177.579,33 35,45 ra 2010. Tipo dato: Messina 326.612,00 19.938,77 182.473,28 152.042,64 124.199,95 38,03 superficie dell’unità agricola – ettari Catania 357.368,00 27.941,96 197.582,12 171.164,99 131.843,92 36,89 (http://dati-censimen- Cagliari 457.041,00 18.809,84 250.378,14 204.507,44 187.853,02 41,10 toagricoltura.istat.it/ AM 4.996.019,68 491.635,97 2.561.332,87 2.084.361,47 1.943.050,84 38,89 Index.aspx) Italia 30.133.800,00 2.287.799,22 17.081.099,00 12.856.047,82 10.764.901,78 35,72

dalla estensione delle aree a traffico congestio- o naturale (cfr. Tabella 1). Sulla base delle nato, le discrepanze tra estensione e costi di considerazioni espresse in precedenza i dati realizzazione delle infrastrutture. I dati nazio- relativi a ciascuna tipologia di suolo vengono nali relativi al consumo di suolo sono rilevati associati dall’ISPRA alla categoria del suolo dall’ISPRA che, a partire dal 2014, ha iniziato consumato o a quella del suolo non consuma- a pubblicare i valori rilevati (ISPRA, 2015; to. Per quanto concerne le città metropolitane ISPRA, 2016). I dati sono il frutto di una serie i dati complessivi sono presentati nella Tabella di analisi messe a punto dalla stessa ISPRA 2. I valori relativi al suolo consumato vanno da e dalle agenzie regionali per la protezione un minimo del 4,11% (Cagliari) ad un massi- dell’ambiente nell’ambito delle loro funzioni mo del 33,76% (Napoli), con il dato di Milano di monitoraggio del consumo di suolo per prossimo alla soglia massima (31,74%). Il conto del Sistema Nazionale per la Protezione complemento a 100 del suolo consumato è il dell’Ambiente (SNPA), e sono relativi ad ambiti suolo non consumato. Se si considerano i dati territoriali provinciali, regionali e ai valori com- rappresentativi, i suoli non consumati rappre- plessivi a livello nazionale. In considerazione sentano una quantità comunque maggioritaria del fatto che la normativa nazionale prevede e, in alcuni casi, ancora preponderante, an- che le città metropolitane abbiano l’estensione corché disomogenea nella sua composizione delle province da cui derivano, il paper ha e nei suoi valori relativi ed assoluti. Per questo utilizzato i dati provinciali associandoli ai 14 motivo è necessario approfondire la conoscen- ambiti territoriali delle città metropolitane. Tra za su questo dato. le considerazioni cui si accennava in prece- denza si vuole approfondire quella relativa Il suolo residuale alle tipologie di aree che rientrano nelle due categorie di “suolo consumato” e di “suolo non A partire dalla classificazione per tipologie consumato”. L’ISPRA classifica 22 tipologie di aree riportata nella Tabella 1 si è effettuato di aree e le suddivide equamente nelle due un approfondimento combinando insieme tre categorie citate. Appartengono alla prima tutte indicatori provenienti da due fonti diverse: le tipologie responsabili di consumo di suolo, • la superficie territoriale (ISTAT); ossia della trasformazione da suolo naturale a • il suolo consumato al 2012 (ISPRA, 2015); suolo artificiale o, comunque, non più adatto • il suolo agricolo rilevato dall’ISTAT nel alle funzioni naturali originarie. Apparten- Censimento 2010 dell’Agricoltura. La gono alla seconda le tipologie di suolo che combinazione algebrica di questi tre indi- sono nelle condizioni di funzionalità normale catori crea un quarto indicatore che può

94 Tab. 4 - Valore Suolo consumato Suolo agricolo totale Suolo residuale (SC = % ST) (SAT = % ST) (SR = % ST) percentuale delle componenti suolo Torino 9,87 39,48 50,64 consumato, agricolo Genova 8,46 16,21 75,33 totale e residuale.

Milano 31,74 45,78 22,46 Fig. 1 - Combinazione Venezia 14,5 53,01 32,51 a 100 dei valori Bologna 8,97 61,31 29,71 percentuale delle componenti suolo Firenze 8,24 57,52 34,24 consumato, agricolo Roma 13,22 45,88 40,92 totale e residuale (rif. Tab. 4). Napoli 33,76 22,22 44,18

Bari 9,72 73,37 17,00

Reggio Calabria 5,69 46,27 48,08

Palermo 5,71 58,91 35,45

Messina 6,16 55,87 38,03

Catania 7,86 55,29 36,89

Cagliari 4,11 54,78 41,10

essere definito come Suolo Residuale (SR). minimo del 17,00% di Bari ad un massimo del Esso è calcolato sottraendo la quantità di 75,33% di Genova. Il valore medio nazionale suolo agricolo totale (SAT) (ISTAT, 2010) è pari a 35,72%. Sulla notevole variabilità dei e la quantità di suolo urbanizzato (SU) valori di suolo residuale (SR) possono essere (dati 2012, ISPRA, 2015) dal valore della effettuate una serie di considerazioni. La Tabel- superficie territoriale (ST) ossia: la 4 e la Figura 1 mettono in evidenza come la quantità di suolo residuale sia funzione non SR = ST – SU – SAT. solo del suolo consumato ma anche del suolo

Dal punto di vista metodologico ci sono tre considerazioni da fare. La prima è relativa alla diversa datazione dei dati, la seconda al fatto che i dati provengono da fonti diverse, la terza al fatto che i dati discendono da diverse metodologie di reperimento e aggregazione. Relativamente alla questione della datazione si ritiene corretta la combinazione dei dati in quanto la prossimità delle rilevazioni (2010, 2012) rende praticamente contemporanei i valori. Per quanto concerne la seconda osser- vazione si rileva che la provenienza da fonti diverse è una caratteristica presente in molti agricolo totale. Si può ipotizzare che laddove studi socio-economici che propongono elabo- questo suolo è molto rilevante in termini di razioni derivate da un set di dati primari. La estensione e di produzione di ricchezza (si terza considerazione è forse la più importante vedano i casi di Bari e Bologna, ad esempio) in quanto le metodologie di estrapolazione dei la percentuale di suolo residuale si riduce dati (da analisi geomorfologiche per l’ISPRA, notevolmente. Una seconda osservazione da rilevazioni censuarie per l’ISTAT) evidenzia- può essere fatta prendendo in considerazione no la possibilità che siano presenti problemi la conformazione morfologica del territorio di collimazione e di coerenza. Nonostante ciò metropolitano. Il caso di Genova è significativo si è proceduto nell’associazione, i cui risultati in quanto la complessità geomorfologica del sono riportanti nella Tabella 3. Dalla lettura territorio ha come conseguenza una ridotta della tabella si ottiene che la percentuale di estensione del suolo agricolo che, combinato suolo residuale è molto variabile e va da un con quello consumato, produce un valore molto

95 Tab. 5 - Tipologie SUOLO NON CONSUMATO Suoli Suoli residuali Valore ambientale dei Protezione opportuna di suolo non agricoli suoli residuali costruito secondo N01 Alberi o arbusti in aree urbane SI Medio-alto ISPRA 2016 e loro N02 Alberi o arbusti in aree agricole SI SI associazione ai suoli N03 Alberi o arbusti in aree naturali SI Alto SI agricoli e a quelli N04 Seminativi SI non agricoli. N05 Pascoli, prati, vegetazione erbacea SI SI

N06 Corpi idrici SI SI Alto SI Tab. 6 - Suolo residuale e suolo N07 Alvei di fiumi asciutti SI Alto SI protetto. I valori N08 Zone umide SI Alto SI relativi alla zone N09 Altre aree permeabili in ambito urbano SI Medio SIC-ZSC sono stati N10 Altre aree permeabili in ambito agricolo SI SI calcolati a partire N11 Altre aree permeabili in ambito naturale SI Alto SI dalla lista completa delle aree protette (www.minambiente. Superficie territoriale (ST) Suolo consumato (SC) Suolo residuale SIC-ZSC SIC-ZSC it/sites/default/ (ha) (ha) (ST-SC-SAT) (ha) (% ST) files/.../elenco_ (ha) completo_SIC_ Torino 682.700,00 67.405,66 345.740,91 72.939,00 10,68 ZSC_2016_1.xlsx). Genova 183.379,00 15.516,84 138.141,37 55.439,90 30,23

Milano 157.565,00 50.043,71 35.393,60 2.572,67 1,63

Venezia 247.291,00 35.819,80 80.384,67 56.209,30 22,73

Bologna 370.232,00 33.221,68 110.004,68 38.820,70 10,49

Firenze 351.357,68 28.954,73 120.316,68 14.708,00 4,19

Roma 536.328,00 70.803,98 219.464,10 33.127,30 6,18

Napoli 117.893,00 39.618,17 52.080,76 42.053,20 35,67

Bari 386.288,00 37.185,72 65.677,22 160.005,00 41,42

Reggio Calabria 321.037,00 18.125,24 154.370,63 24.956,20 7,73

Palermo 500.928,00 28.249,87 177.579,33 130.129,00 25,98

Messina 326.612,00 19.938,77 124.199,95 99.019,00 30,32

Catania 357.368,00 27.941,96 131.843,92 41.691,50 11,67

Cagliari 457.041,00 18.809,84 187.853,02 141.530,00 30,97

AM 4.996.019,68 491.635,97 1.943.050,84

Italia 30.133.800,00 2.287.799,22 10.764.901,78

alto di suolo residuale. Questa combinazione comprese tipologie di areali molto diverse tra è presente, anche se in misura minore, nel di loro. La loro assegnazione ad una delle due caso di Napoli, laddove la combinazione tra categorie, come detto in precedenza, consente elevato valore di suolo consumato e basso va- di effettuare un ulteriore passaggio, ossia l’as- lore di suolo agricolo produce un valore medio sociazione a ciascuna tipologia di uno specifi- di suolo residuale. Sulla categoria del suolo co valore ambientale all’interno di una scala di residuale, di grande interesse, sono possibili giudizi che può andare da un valore basso ad altre considerazioni. Questa categoria inclu- uno elevato. Le associazioni che presentano un de diversi tipi di suolo che vanno dalle aree valore almeno medio-alto giustificano la tutela agricole a quelle completamente indisponibili della continuità funzionale e la permanenza (aree vincolate, parchi nazionali e regionali, nella categoria del non consumato. Sulla base aree con vincoli di ordine idrogeologico), di questa riflessione è stata stato formulato il ad aree che sono in stato di abbandono. La contenuto dell’ultima colonna della Tabella 5, Tabella 5 prende in considerazione le diverse ossia la necessità o meno di prevedere forme tipologie di suolo non consumato, come defini- di protezione. La sua costruzione, oltre che to dall’ISPRA (cfr. Tabella 1), e le assegna alla dalle considerazioni espresse in precedenza, categoria dei suoli agricoli o alla categoria deriva da una condizione preliminare sempli- dei suoli residuali. In un solo caso (quello dei ce: le aree agricole vanno protette comunque, corpi idrici) si ha l’assegnazione ad entrambe mentre i suoli residuali vanno protetti se il le categorie. Le assegnazioni riportate nella loro valore ambientale è elevato. Proprio in Tabella 5 si basano sulla constatazione che relazione alle forme già esistenti di protezione nella categoria dei suoli non consumati sono del territorio il successivo approfondimento

96 Fig. 2 - (L2).Quando si introduce il suolo protetto (SP) Aggregazione entra in gioco una variabile territoriale del ter- schematica delle diverse tipologie di zo livello (L3) in quanto essa è una partizione suolo di ST, ma è anche una partizione di SAT e di SR. Da questa ipotesi si esclude che SP sia una partizione di SC, ritenendo che se un suolo è consumato non può essere suolo protetto. Questa ipotesi potrebbe essere valida in linea di principio, soprattutto in considerazione del fatto che il suolo consumato è suolo urbano, ma certamente non lo è in assoluto; non si può escludere, infatti, che ridotte estensioni di è relativo alla estensione delle aree protette suolo protetto coincidano con suoli classificati che rientrano nei territori delle Città Metro- come consumati. Da questa posizione, quindi, politane. All’interno di questi territori, infatti, viene fuori che il suolo protetto è formato da sono presenti aree protette di tipo diverso, suoli che possono essere sia agricoli che non dai parchi nazionali, ai parchi regionali, alle agricoli, ossia residuali. La Città Metropoli- riserve naturali di qualunque genere, alle tana di Napoli, ad esempio, presenta una zone speciali di conservazione (ZSC), ai siti superficie territoriale di 117.893 ettari. In di importanza comunitaria (SIC), alle zone di essa sono classificati circa 40.000 ettari di protezione speciale (ZPS). Se, ad esempio, suolo consumato e 26.194 di suolo agricolo. si considera la Città Metropolitana di Napoli La differenza tra questi dati dà luogo ad una si ha che sul suo territorio è presente 1 parco superficie residuale di circa 52.000 ettari. Se nazionale (quello del Vesuvio) la cui estensione si prendono in considerazione le aree SIC-ZPS è pari a 7.259 ha, 32 zone SIC-ZSC (zone si ha una superficie protetta di circa 42.000 speciali di conservazione) per 42.053,20 ha ettari. Per quanto detto questa superficie è da e 9 zone ZPS (zone di protezione speciale) per assegnare in parte a quella agricola e in parte 22.146 ha. La superficie di queste aree non è a quella residuale. A questo punto sorge il sommabile in quanto sono presenti porzioni di problema della specificazione del dato, ossia territorio che appartengono a più tipologie di della definizione assoluta e percentuale delle protezione che andrebbero, di conseguenza, superfici associabili alle due aliquote ricordate. considerate una sola volta. Infine, non è esclu- Tale associazione può essere fatta, ad esem- so che una percentuale più o meno rilevante di pio, approfondendo le caratteristiche territoriali queste zone di protezione sia zona agricola, e utilizzando strumenti di geographic informa- per cui essa rientra nei Censimenti come suolo tion system, fermo restando il fatto, come detto destinato a questo scopo. La Tabella 6, a titolo in precedenza, che le fonti di dati sono diverse esemplificativo, riporta la superficie delle aree e, per certi versi, comparabili con una certa SIC-ZSC presenti nei territori delle Città Metro- difficoltà. Come per il suolo protetto il ragio- politane, così come estrapolato dagli elenchi namento si può estendere ad altre tipologie di ufficiali del Ministero dell’Ambiente. La questio- suoli appartenenti alle variabili territoriali di ne che si pone è come questi tipi di suolo sono terzo ordine (suoli vincolati, suoli che presenta- in rapporto tra di loro e come queste connes- no uno specifico rischio idrogeologico o altre sioni possono chiarire alcune problematiche tipologie). relative all’uso dello spazio, soprattutto quello residuale.Relativamente a ciò è possibile fare Conclusioni alcune considerazioni. La superficie territoriale (ST) può essere considerata una variabile del Il lavoro ha analizzato il tema del consumo primo livello (L1). Data la ST, il suolo consu- di suolo in relazione al territorio delle Città mato (SC), il suolo agricolo (SAT) e il suolo resi- Metropolitane. Si è messo in evidenza come su duale (SR) sono partizioni di ST la cui somma questo argomento vi è necessità di un costante è pari esattamente ad ST. SC, SAT e SR sono approfondimento finalizzato a migliorare le quindi variabili territoriali del secondo livello metodologie di protezione degli spazi non

97 ancora urbanizzati. Tale approfondimento ha sono indirizzarsi intenti espansivi che, se non l’obiettivo di migliorare la conoscenza delle ca- efficacemente contrastati, possono aggravare ratteristiche della categoria dei suoli residuali i fenomeni negativi connessi ad un eccessivo in modo da definire con maggiore precisione il consumo di suolo. Questa considerazione non numero di sottocategorie che la compongono, deriva da una posizione ideologica preconcet- le loro caratteristiche e la loro estensione. La ta quanto piuttosto dalla constatazione che i metodologia proposta può essere considerata valori in gioco tendono a livelli di guardia che anche come una verifica significativa della con- vanno controllati con grande attenzione. Essa gruità delle dimensioni considerate: la somma deriva anche da un’altra affermazione, ossia dei valori appartenenti ad ogni categoria deve dal fatto che la quantità di spazi urbanizzati risultare pari al valore della superficie territo- ma abbandonati è tale che i processi di riqua- riale dell’area. Questo significa che se la som- lificazione e rigenerazione possono sostenere ma risulta minore di quella totale alcune parti con efficacia i processi di sviluppo ed ammo- del territorio sono state trascurate, mentre se dernamento della città contemporanea, senza la somma dà un valore maggiore alcune parti incidere ulteriormente sul suolo naturale e su del territorio sono state conteggiate più di una quello agricolo. volta. Si può ipotizzare che la seconda eve- nienza sia più probabile della prima. In questa Riferimenti Bibliografici analisi un rilievo specifico viene assegnato ai suoli agricoli. Il paper ha considerato questi Antrop, M. (2004), “Landscape Change and Urbanization Process in Europe” in Landscape and Urban Planning, 67 suoli come una categoria che merita la massi- (pag. 9-26) ma attenzione, sulla base della considerazione Berdini, P. (2009), “Il consumo di suolo in Italia: 1995- che essi sono importanti e che è sempre più 2006” in Democrazia E Diritto. 1, (pag. 60-73) Brueckner, J.K. (2000), “Urban sprawl: diagnosis and forte la necessità che la loro estensione non si remedies” in International Regional Science Review, 23:2 riduca ulteriormente. Ciò significa che il suolo (pag. 160-171) agricolo non dovrebbe più essere considerato Ewing, R. (1997), “Is Los Angeles-style sprawl desirable?” in Journal of the American Planning Association, 63:1, come uno spazio di riserva per lo sviluppo (pag. 107-126). DOI:10.1080/01944369708975728 urbano, bensì come uno spazio da tutelare al Gibelli, M.C., Salzano, E., Baioni M. (2006) No sprawl: pari di un territorio appartenente ad un parco perché è necessario controllare la dispersione urbana e il consumo di suolo, Alinea, Firenze o ad un’area fluviale o ad una zona di frana. Mazzeo, G. (2017), “Planning assignments of the Italian Da sottolineare, come detto, l’analisi relativa metropolitan cities. Early trends” in Tema. Journal of Land al suolo residuale. Il “suolo residuale” è dato Use, Mobility and Environment, 10:1 (pag. 57-76). DOI: 10.6092/1970-9870/5021 dalla differenza tra superficie territoriale (ST) Mazzeo, G., Russo, L. (2016), “Aspects of Land Take in e le due aliquote del suolo consumato (SC) e the Metropolitan Area of Naples” in Tema. Journal of del suolo agricolo totale (SAT). Sia SC che SAT Land Use, Mobility and Environment, 9:1 (pag. 89-107). DOI: 10.6092/1970-9870/3727 sono categorie consolidate di suolo, una già ISPRA (2015), Il consumo di suolo in Italia. Edizione 2015. trasformata, l’altra dedicata ad una funzione Rapporto 218/2015. ISPRA, Roma vitale da preservare. Quello che resta, il suolo ISPRA (2016), Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2016. Rapporto 248/2016, residuale, rappresenta una aliquota notevole ISPRA, Roma di suolo, come evidenziato nelle Tabelle 3 e ISTAT (2010), Censimento dell’agricoltura. www.istat.it. 4. Gli approfondimenti effettuati su questa ISTAT (2015), Popolazione residente al 31 dicembre 2014. Datawarehouse. www.istat.it. aliquota di suolo hanno condotto a formulare Sinclair R. (1967), “Von Thunen and Urban Sprawl” in alcune affermazioni preliminari. Intanto si può Annals of the Association of American Geographers. affermare che minore è il valore del suolo resi- 57:1 (pag. 72-87) duale, minore è la presenza di elementi fisici che possono facilitare un ulteriore consumo di suolo: è come se la riserva di suolo trasforma- bile fosse minore. Un secondo elemento che emerge dal paper è la constatazione che esiste una notevole quantità di suolo che sfugge ad ogni tipo di protezione e che non è ancora consumato. Ciò significa che su di esso pos-

98 LA PRIMA PIAZZA SMART D’ITALIA: ESPERIMENTO DI GOVERNANCE DI UNO SPAZIO PUBBLICO INCLUSIVO TRA TECNOLOGIA, RETI IMMATERIALI E INNOVAZIONE SOCIALE

Barbara Melis | Graziella Roccella

L’intensità dei flussi materiali e immateriali – professionalità e forme di imprenditorialità persone, merci, capitali, dati, informazioni innovative. – ha subito una brusca accelerazione negli Le due iniziative affiancate testimoniano, da ultimi anni. È stato sviluppato un alto grado di un lato la necessità per la pubblica amministra- modellizzazione della complessità della realtà zione di farsi coadiuvare dalla cittadinanza e parallelamente si è giunti a un sofisticato nella gestione degli spazi e dei beni pubblici livello di tecnologia. Tutta questa innovazio- e, dall’altro la presenza e la vitalità di soggetti ne deve trovare posto nelle nostre città e nei attivi che desiderano farsi carico e prendersi nostri territori per potenziare e rinnovare le reti cura degli spazi della comunità mettendo in esistenti, al fine di rendere competitivo il Paese. atto o consolidando best practice nell’ambito Il demostrator che il gruppo Planet Idea s.r.l. dell’innovazione sia sociale che tecnologica. ha realizzato con la riqualificazione di Piazza Operare in ambito Smart City presuppone inol- Risorgimento a Torino è un esempio positivo di tre la predisposizione del soggetto pubblico come i cittadini e l’ambiente urbano siano in all’avvio di modelli di procurement innovativi grado, già oggi, di recepire tale cambiamento. come il PPI, Public Procurement of Innovative Solutions1, e il PCP, Pre-Commercial Procure- Il contesto: dal ruolo del pubblico alla ment. responsabilità dei cittadini Questi modelli, già presenti in alcuni paesi in ambito europeo, approdano in Italia recente- Il panorama nazionale vede negli ultimi anni mente innescando nuove forme di collaborazio- una partecipazione plurale al dibattito sulla ne tra pubblico e privato e caratterizzandosi gestione degli spazi pubblici verso la defini- in maniera diversa dai partenariati classici. In zione di modelli inclusivi e tecnologicamente particolare si tratta di modelli di appalto che innovativi. consentono alle pubbliche amministrazioni di Torino, come altre città d’Italia, ha avviato la introdurre sul proprio territorio urbano soluzio- discussione per l’adozione del Regolamento ni innovative quasi a costo zero. per la gestione condivisa dei Beni Comuni, Accanto a questi nuovi modelli si consolidano approvandolo in via definitiva nel gennaio inoltre i modelli di business pubblicitari (per 2016. Contemporaneamente ha lanciato il esempio sul wi-fi free o sui totem informativi) e progetto Torino Living Lab, come occasione per i prodotti o servizi che partono gratuitamente cittadini, imprese e pubblica amministrazione per poi richiedere al pubblico un piccolo con- per sperimentare prodotti, tecnologie e servizi tributo per l’upgrade. innovativi in un’area specifica della città, il Senza questi presupposti di sostenibilità eco- quartiere Campidoglio. Gli obiettivi dichiarati nomica non sarebbe possibile immaginare di erano quelli di: mettere a sistema le esperienze avviare simili progetti. Torino ha così dimostra- passate in ambito smart city per costruire una to di meritare il riconoscimento di seconda città nuova identità di Torino quale città intelligente, europea in tema di innovazione più di Parigi, sostenibile e inclusiva; avviare la sperimenta- Berlino, Eindhoven, Glasgow, Milano, Oxford zione da parte di aziende e soggetti privati e Vienna. Nel 2016 infatti ha vinto il premio di soluzioni innovative sul campo; sostenere iCapital, competizione promossa dalla Com-

99 Fig. 1 - Vista del progetto della Piazza Risorgimento a Torino con l’indicazione delle diverse destinazioni delle aree

missione Europea con l’obiettivo di premiare le za ambientale. Così nei 5200 mq della piazza tre città europee con la maggiore capacità di esistente sono state inserite 25 innovazioni: innovazione. dalla panchina intelligente per scambiare dati o ricaricare il cellulare, ai sensori di parcheg- Piazza Risorgimento a Torino: i presupposti gio per conoscere i posti liberi per l’auto; dai del progetto, la realizzazione e la vita della beacon per ricevere informazioni sul cellulare, piazza al book crossing per scambiare libri con gli al- tri cittadini e scoprire argomenti nuovi; sino ai Il progetto realizzato da Planet Idea s.r.l. e totem interattivi, agli orti urbani condivisi, due RECS Architects di Parma è stato sviluppato punti luce di smart lighting, l’irrigazione smart, nell’ambito dell’iniziativa Torino Living Lab2 gli attrezzi ginnici che producono energia, promosso, per la città, dalla Fondazione Torino pannelli fotovoltaici o i solar bricks4. La piazza Smart City3. A seguito della call lanciata a è stata dotata di un info point per il dialogo gennaio 2016, nel maggio 2016 la propo- con la cittadinanza sul significato e il funzio- sta di riqualificazione della piazza di Planet namento della piazza, spazio inteso anche Idea è risultata la vincitrice. Iniziati i lavori come showroom per le soluzioni innovative e poco dopo, l’inaugurazione è avvenuta a fine dove è stato possibile seguire in tempo reale i settembre dello stesso anno. Gli obiettivi di- monitoraggi di consumo e produzione energe- chiarati dal progetto erano di creare un luogo tica. Nel tempo, poi, l’info point è diventato lo urbano di uso collettivo come parte di una città spazio per accogliere manifestazioni, che nei intelligente, non un espositore di tecnologie sei mesi di sperimentazioni sono state in tutto ma un luogo in cui far crescere una communi- 50, rivolte agli abitanti del quartiere di tutte le ty offrendo strumenti innovativi, sia materiali fasce d’età, quasi un piccolo hub di comuni- sia immateriali, per raggiungere i risultati di tà. Il coinvolgimento dei cittadini nel progetto risparmio energetico, inclusione sociale, miglio- della piazza smart è avvenuto anche tramite ramento della vita del cittadino, avanzamento un’applicazione per smartphone che è stata della conoscenza tecnologica e della coscien- sviluppata. La piattaforma virtuale ha esaltato

100 Fig. 2 - Attività nella Piazza Risorgimento a Torino. Vista degli orti urbani

la natura sinergica e relazionale delle innova- dispositivi messi a servizio della comunità sono zioni inserite nel progetto, consentendo alla stati restituiti agli sponsor. cittadinanza di godere appieno dei benefici La Piazza Risorgimento ha ripreso la sua veste derivanti da molte delle strumentazioni installa- originaria ad eccezione degli orti urbani, gli te: i dati raccolti tramite le soluzioni innovative arredi del campo da bocce, gli arredi per (sensoristica IoT) sono stati integrati in una il bookcrossing e le mattonelle fotovoltaiche piattaforma digitale (back-end) e poi comuni- inserite nella pavimentazione della piazza, cati al cittadino (front-end) tramite l’App, un che Planet Idea ha ceduto a titolo gratuito alla vero e proprio cruscotto urbano di navigazione Città. Ma la vera eredità della sperimentazione gratuito, utile a monitorare in tempo reale i si può leggere attraverso i numeri del monito- flussi di informazione del contesto. La città di raggio: 175 giorni di sperimentazione (di cui Torino ha messo temporaneamente a disposi- 82 di proroga richiesta dai cittadini); 27.000 zione l’uso del suolo in modo gratuito. Planet passaggi di persone; 10.000 accessi alla rete Idea s.r.l. si è fatta carico dei costi di progetta- free WiFi; 1270 utenti registrati; 1.300 Gb zione e gestione dell’operazione, che ha visto di dati scaricati; 50 eventi organizzati con il coinvolgimento di una nutrita rete di sponsor la partecipazione di 1000 persone; 3 comu- e fornitori, tra cui Clevergy, TIM, Tyco e Urmet, nità spontanee create; 300 libri raccolti dal che hanno coperto in parte i costi dei prodotti servizio bookcrossing, 75 nuovi libri al mese; utilizzati5. Diversamente la spesa dell’opera- 75,8% il risparmio di energia elettrica con zione si sarebbe aggirata intorno ai 300.000 sistema di illuminazione a led dimmerabile al euro, mentre per il mantenimento i costi annui passaggio; 70,9% il risparmio di acqua grazie ammonterebbero all’incirca a 100.000 euro. all’irrigazione smart; 75 kWh prodotti con il fotovoltaico (37,2% fabbisogno totale); 261 Chiusura del progetto: i numeri Kg di Co2 le emissioni evitate. Il progetto è stato ampiamente documentato Nel mese di marzo 2017 il periodo di speri- dalla stampa locale e nazionale ed è stato mentazione del demostrator si è concluso, e i inoltre recentemente selezionato per la pubbli-

101 cazione nell’ambito della ricerca Active Public Planet Idea, di dimostrare le proprie capacità Space condotto da tre università tecniche eu- tecniche e convincere delle potenzialità del ropee: IAAC di Barcellona Centre for Central nuovo settore che ruota attorno al mondo smart European Architecture di Praga e l’Università (progettazione, sistemi, best practice, costruzio- di Arti Applicate di Vienna. ne di rapporti sociali). Ripetere la stessa azio- ne da parte degli stessi soggetti perderebbe il Identità comunitaria e responsabilità smart: un senso dell’esperimento. Ci si augura pertanto futuro ancora da costruire che dopo la seconda esperienza di progetti il settore istituzionale proponga un avanzamento I cittadini hanno colto il messaggio dell’opera- di merito nelle future occasioni di intervento zione Torino Living Lab e hanno dimostrato una sulla città. nuova attitudine proattiva facendosi promotori Avanza in questa direzione il comune di Ve- di una richiesta al Comune di Torino per acce- naria Reale (TO), che sta avviando la riqua- dere alla gestione degli orti urbani, eredità del lificazione del Viale Buridani, in ottica Smart progetto di Piazza Risorgimento. A fine marzo City. La procedura scelta dal Comune è stata 2017 gli orti sono diventati proprietà del di bandire a dicembre 2016 la chiamata per Comune di Torino e l’associazione informale partecipare alla manifestazione di interesse di cittadini “Orti in Piazza” sta formalizzan- a una procedura negoziata, per la quale i do l’accordo per accedere alla loro gestione soggetti selezionati nella prima fase hanno attraverso il “Patto di Collaborazione”, stru- consegnato le loro proposte nel mese di giu- mento attuativo del Regolamento per la Ge- gno. L’importo a base di gara per i futuri lavori stione Condivisa dei Beni Comuni e poter così di riqualificazione è di 2,7 milioni di euro che prendere in carico la responsabilità di governo saranno in parte dedicati all’implementazione di questa piccola porzione di città e proseguire di soluzioni innovative. Questo tipo di scelta il progetto lanciato da Planet Idea. Parallela- testimonia la volontà di avviare strategie per mente, altri cittadini, colpiti dall’esperienza di l’abitare smart: non più prodotti o soluzioni Piazza Risorgimento, hanno richiesto a Planet verticali implementati secondo le mere logiche il supporto tecnico per realizzare altri due orti di bilancio di breve termine ma progetti stra- urbani condivisi. In questa occasione l’inizia- tegici che mettano a sistema l’integrazione di tiva è stata completamente privata: l’Associa- azioni sul lungo periodo per il raggiungimento zione Centro Commerciale Naturale Basso San di obiettivi condivisibili e standard8. In questo Donato della Circoscrizione IV ha deciso l’in- senso, sarebbe auspicabile anche la ripresa tervento, raccolto i fondi necessari e avviato le di un tavolo di concertazione nazionale per trattative con il Comune per la concessione per- la definizione di strategie e modelli di gover- manente della gestione delle aree pubbliche. I nance per l’accompagnamento dei comuni cittadini hanno compiuto un passo avanti dalla all’attuazione di progetti intelligenti e inclusivi loro posizione di “amministrati”, perché sono allo stesso tempo, che mettano le tecnologie al usciti dall’esperienza Living Lab con la nuova servizio delle persone. consapevolezza di potersi rendere co-protago- nisti della vita urbana, responsabili dell’offerta e della gestione di progetti condivisi. L’amministrazione Comunale, che ha apprez- zato il risultato del laboratorio, ha in seguito riproposto un bando simile, sulla falsariga di quello di un anno fa6. L’intento è quello di replicare gli effetti positivi sul territorio, ma presumibilmente questa seconda call non vedrà più la risposta degli stessi soggetti che si sono impegnati nella precedente, per via della mancanza di un riconoscimento economico7. La prima esperienza è stata portata avanti con entusiasmo sull’onda del desiderio, almeno per

102 Note

1. Per questo tipo di esigenza della Pubblica Amministrazione è nata anche una piattaforma internazionale di monitoraggio e stimolo delle soluzioni per il reperimento delle forniture https://www.in- novation-procurement.org/home/?no_cache=1 2. http://torinolivinglab.it/campidoglio/ 3. Il progetto Torino Living Lab si colloca nelle attività avviate dalla FTSC nel 2013 con il progetto SMILE. 4. Per avere un elenco esaustivo delle innovazioni posizionate e una loro breve descrizione, http://www.planetidea.it/smartsquare/ index.html#.html 5. Hanno sostenuto il progetto in qualità di Support Partner: Con- sorzio Taiga, Enerbrain, SocialFare, Dellavalle Giardini d’Auto- re, A4Partners, Audit&Power Solutions, Conversa, EcoSolutions, Ethicalfin, Geosolar Energy Systems, Punto A+, SmartBeacon, Starboost, Stylum, Università di Scienze Gastronomiche, U-Heart Biotechnologies, Turin School of Local Regulation. 6. “Avviso pubblico per la ricerca di soggetti interessati alla applica- zione sul territorio torinese di soluzioni tecnologiche in ambito “iot “iod”- smart city””, scaduto il 20 maggio 2017. 7. Infatti per l’Avviso il proponente dovrà impegnarsi ad approfondi- re a propria cura e spese, senza alcun onere o rimborso a carico della Città, i contenuti della proposta per definire un progetto esecutivo 8. Planet Idea, Arup Italia e Recs Architects stanno lavorando alla definizione della Smart Social City Matrix, un nuovo strumento di valutazione dei progetti in ambito smart e social. Il framework è uno strumento analitico che consente di compiere scelte equili- brate rispetto a 4 aree strategiche (built environment,ecosystem resources, society e systems), e giungere quindi ad azioni equili- brate nei diversi ambiti di intervento.

103 PROVINCIA DI TORINO VS CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

Irene Mortari | Giannicola Marengo

Premessa condizione di indeterminatezza, sia per le diffi- coltà relazionali con una Città Capoluogo (non La Legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni di rado “confusa” nell’immaginario comune sulle città metropolitane, sulle province, sulle con l’ente metropolitano) e con la regione (nei unioni e fusioni di comuni”, in vigore da oltre confronti della quale il dialogo sembra essere tre anni, è stata presentata come il primo atto complicato dalla poca chiarezza dell’effettivo concreto per una riorganizzazione generale ruolo che il legislatore ha inteso assegnare alle della geografia istituzionale italiana, da attua- città metropolitane), sia per la forte carenza di re attraverso la soppressione definitiva delle risorse a disposizione. province ed il rafforzamento di 10-14 aree Tale situazione è resa ancora più complessa metropolitane che, secondo una visione ormai per l’evidente peculiarità di un area frammen- consolidata in tutti i paesi della UE, avrebbe- tata in centinaia di piccoli e medi comuni, una ro dovuto assumere un ruolo fondamentale parte dei quali organizzati in Unioni1, talvolta in termini di sviluppo del territorio e quindi prive al loro interno di continuità territoriale, trainare la ripresa e la crescita economica del dove la forza attrattiva e propulsiva del core ur- Paese, contribuendo al suo riposizionamento bano torinese si confronta con una consolidata nei confronti di realtà europee ed internaziona- presenza di sub polarità di livello medio, inter- li più forti. medio e locale che danno origine a dinamiche Le difficoltà nel concretizzare sui territori complesse di interdipendenza sia con il centro, tale riforma sono da subito risultate eviden- sia con i circondari più esterni (Cfr. PTC2, ti: cambio nelle modalità di elezione degli 2011). Ciò accade là dove con il termine organi, non più diretta ma di secondo livello, “Città metropolitana” si tende generalmente ad nuove funzioni assegnate e funzioni “storiche” indicare una ampia area urbanizzata e densa- riassorbite dalle Regioni, necessità di costruire mente popolata, costituita da un unico centro – una nuova identità e ridefinire il ruolo del novo la città principale – e da una serie di aggregati ente di area vasta, forte riduzione del persona- urbani con esso relazionati in maniera intensa, le, e soprattutto una sostanziale riduzione delle permanente e complementare. risorse economiche a disposizione delle nuove Emblematico è il fatto che, se per un verso la Città metropolitane. Legge 56/14 ha voluto riconoscere talune aree In un quadro dunque già molto complesso ed urbanizzate come poli metropolitani di rilievo incerto, la bocciatura del referendum costitu- nazionale e contemporaneamente sostiene zionale del 4 dicembre e il salvataggio delle forme di unione e fusione per le realtà minori, Province (almeno sul piano formale), non ha nello stesso momento la Città metropolitana di certamente aiutato il processo di crescita delle Torino, già in testa alla classifica italiana per neonate Città metropolitane, contribuendo numero di Comuni, vede invece incrementare piuttosto al loro posizionamento in una “terra le proprie municipalità fino ad arrivare agli di mezzo”. non più province, non solo aggre- odierni 316 Comuni2. gazioni di comuni. Non da ultimo, la stessa scelta di far coinci- La Città metropolitana di Torino è certamente dere in un’unica figura il Sindaco della Città tra quelle che più stanno soffrendo per tale Capoluogo2 e il Sindaco della Città metropoli-

104 tana non può che essere di ardua applicazione dei comuni e coordinate tra loro e con la CM in una realtà come quella torinese dove il 74% attraverso un’Assemblea dei Portavoce. dei Comuni si colloca in territorio montano Si tratta di un modello organizzativo che è o collinare, con caratteristiche ed esigenze stato riconosciuto come un’ottima opportunità evidentemente diverse da quelle delle zone per coordinare e governare un territorio estre- urbanizzate di pianura (il 44% dei comuni mamente eterogeneo ed amministrativamente registra meno di 5.000 abitanti). polverizzato, e per supportare un reale tentati- vo di superamento della storica dicotomia tra La sfida delle Zone omogenee aree urbanizzate di pianura (ambito ristretto metropolitano) ed aree di montagna tendenti Fin dal primo momento la Città metropolitana alla marginalizzazione e al sempre maggiore di Torino ha preso atto e ha scelto di confron- isolamento. tarsi in modo propositivo con le peculiarità che Le Zone omogenee, intese come strumento per la rendono unica nel contesto nazionale, e per garantire un maggiore grado di dialogo, con- molti aspetti anche in quello internazionale; fronto e coesione territoriale, sono la base per con un territorio di 6.830 kmq (pari a più di la costruzione di un sistema di relazioni diffu- un quarto del territorio piemontese e al 2,26% se, ma al tempo stesso interconnesse e solide, dell’intero territorio nazionale) si colloca al 1° in grado di rafforzare la capacità della Città posto per estensione tra le CM italiane, oltre metropolitana di Torino nel suo complesso nel ad essere l’unica area metropolitana di confine competere sul piano nazionale ed internazio- con uno Stato estero (36% dell’intero confine nale con le altre realtà di rango metropolitano. italo-francese). In prospettiva futura, esse intendono prefigu- Per numero di abitanti (2.302.353 - censimen- rare una configurazione organizzativa per at- to 2011), la CM di Torino segue Roma, Milano tività e servizi decentrabili della CMTo, anche e Napoli, distaccandosi dal resto delle città nella forma di ambiti ottimali, e per l’esercizio metropolitane italiane (che si collocano tutte in forma associata di servizi comunali di fun- sotto la soglia di 1.500.000). zioni delegate di competenza metropolitana. La CMTo è dunque la prima “esclusa” dal Il processo di definizione delle Zone omogenee gruppo delle aree vaste con più di 3 milioni ha impegnato la struttura tecnica della CMTo, di abitanti: condizione fissata dalla Legge “Del- due Commissioni consiliari appositamente rio” per la definizione di un maggior numero individuate (una per la definizione delle zone di Consiglieri e soprattutto per accedere alla ed una per la predisposizione dello Statuto possibilità di un’elezione diretta del sindaco e metropolitano), l’intero Consiglio metropolitano del consiglio, a valle della costituzione delle ed il Sindaco, oltre che gli amministratori dei zone omogenee e della ripartizione del terri- 315 comuni, fino ad arrivare ad una configu- torio del comune capoluogo in zone dotate di razione condivisa in 11 Zone caratterizzate autonomia amministrativa (art. 1, comma 22). da contiguità territoriale e da una popolazione Lo Statuto della Città metropolitana di Torino4, non inferiore a 80.000 abitanti. approvato nell’Aprile 2015 dopo una intensa La scelta, spesso criticata, di individuare Torino fase di coinvolgimento ed ascolto dei comuni, come singola zona omogenea5, è stata oggetto degli stakeholder e dei cittadini (“Operazione di una intensa discussione sia sul piano tec- Statuto aperto”), ha voluto cogliere e valorizza- nico, sia politico, nei sei mesi di lavoro degli re le specificità dell’territorio introducendo fin uffici e delle Commissioni metropolitane, e si da subito una nuova forma di organizzazione fonda sostanzialmente su due considerazioni: All’articolo 27 sono definite ed istituite le Zone la volontà di ricercare un bilanciamento del omogenee quale strumento per un’efficace “peso” del Capoluogo rispetto al resto del terri- partecipazione e condivisione dei comuni al torio, in particolare quello montano; la costru- governo della Città metropolitana, nonché zione di una premessa utile a dettare le basi quale articolazione operativa della Confe- per l’addivenire all’attuazione del comma 22 renza metropolitana. Lo Statuto (e successivo della Legge 56/14 (elezione del Sindaco e del regolamento) disciplinano il funzionamento Consiglio metropolitano a suffragio universale). delle Zone, rette da Assemblee dei Sindaci Il processo che ha condotto alla perimetra-

105 zione delle Zone omogenee, risultato di un piuttosto sulla ricognizione delle criticità del confronto collaborativo con le amministrazioni territorio, sulla individuazione delle sue poten- locali, si inserisce in una più generale riflessio- zialità, sulla definizione di obiettivi e strategie ne sull’opportunità di un ridisegno “top down” a medio termine, e sulla selezioni di azioni e della geografia istituzionale, e si pone come progetti avviabili nel breve periodo. sperimentazione per il rafforzamento delle reti Il Piano strategico metropolitano di Torino di relazioni e di cooperazione di livello inter- definisce dunque un quadro di strategie rivolte comunale, là dove la resistenza a forme più all’intera CM, all’interno del quale le singole “hard” di semplificazione (fusioni di comuni), Zone omogenee potranno inserire quanto si mantiene decisamente alta6. a loro necessario per supportare le proprie vocazioni strategiche in una visione di svi- Il Piano strategico metropolitano luppo metropolitano coerente ed unitario. La prima bozza di proposta di Piano strategico La Città metropolitana di Torino ha avviato fu presentata pubblicamente nell’aprile 2016, già nel novembre 2015, con l’approvazione a poche settimane dalle elezioni amministrati- di una deliberazione di indirizzi, la forma- ve. A seguito del cambio di Amministrazione, zione del proprio Piano strategico di sviluppo dopo una fase di assestamento istituzionale, i metropolitano da applicare al proprio territorio lavori sono ripresi all’inizio del 2017. nella sua interezza, con l’obiettivo di lavorare Il nuovo documento, rivisto e aggiornato, in maniera sempre più incisiva per il supera- costituisce la proposta sulla base della quale mento della dicotomia pianura-montagna e per la Città metropolitana ha avviato nel giugno il rafforzamento delle sinergie tra aree spesso 2017 una nuova fase di confronto con tutti i anche molto differenti, così da trasformare in soggetti che vivono e operano sul territorio, e un’opportunità quella che da subito è parsa che sono coinvolti a vario titolo nella costruzio- come una “anomalia” rispetto al panorama ne ed implementazione del futuro della CMTo, delle altre CM, la dove la differenza ed etero- comprese le Zone omogenee dove il Piano geneità può e deve diventare elemento identita- sarà presentato nei prossimi mesi. Il PSMTo rio distintivo e punto di forza e di competitività. propone un’idea di “Città metropolitana della Una delle prime criticità che la CMTo ha do- qualità”: il raggiungimento di tale obiettivo vuto affrontare è stata quella di comprendere generale è da attuarsi attraverso una ventina cosa la Legge intendesse con “Piano strategico di strategie declinate in azioni e progetti (circa triennale, da aggiornare annualmente”. 50) strettamente relazionati con le funzioni Fin da subito è parso evidente che lo strumento dell’Ente e con le sue concrete possibilità di pensato per le città metropolitane italiane non azione, e si articola in cinque piattaforme potesse rispondere, se non marginalmente, progettuali: una Città metropolitana capace, all’idea (e agli strumenti) di pianificazione attraverso una nuova governance integrata; strategica sviluppata fino a quel momento da una CM sinergica e coesa per il superamen- molte realtà metropolitane, prima fra tutte dalla to della dualità pianura/montagna; una CM Città di Torino7. innovativa ed attrattiva nei confronti di imprese Non volendo qui entrare nel merito del per- e talenti; una CM intelligente ed inclusiva; una corso fatto dalla CMTo, anche attraverso un CM sostenibile e resiliente. approfondito confronto con le altre CM8, è Il PSM è accompagnato da un’Agenda opera- necessario premettere che il Piano strategico tiva nella quale le progettualità sono graduate metropolitano di Torino, benché sia il risultato secondo una scala di priorità, da aggiornarsi di un lungo percorso di ascolto e condivisione annualmente, tenuto conto della reale fattibilità con tutti i soggetti portatori di interessi (Ammi- in termini risorse (economiche ed umane), oltre nistratori, mondo economico ed accademico, che di condizioni generali al contorno (quadro associazioni, cittadini, tecnici e ricercatori...), normativo ed esternalità). Il Piano strategico non ha inteso focalizzarsi sul “processo” di della Città metropolitana di Torino mira quindi costruzione di visioni di trasformazioni di lungo a divenire il quadro di riferimento per la periodo (approccio difficilmente praticabile totalità dei comuni che sono in essa ricompresi; visto l’orizzonte temporale assegnato), quanto cornice coerente e condivisa dove ciascuno

106 possa collocare le proprie strategie ed azioni riforma Delrio, di fatto non offre gli strumenti per il raggiungimento di un comune obiettivo normativi necessari per la legittimazione di un di sviluppo economico e sociale, con un’atten- nuovo strumento di pianificazione generale (e zione particolare ai temi quali l’abilitazione di coordinamento) metropolitano. Certamente del territorio, l’attrattività dei talenti (startup...), la questione non è di facile soluzione e non Smart specialisation strategy, circolar eco- potrà essere risolta con un semplice intervento nomy... sulla nomenclatura degli strumenti, e fortunata- mente il PTC2 è uno strumento tutto sommato La Pianificazione generale metropolitana, primi recente e certamente ancora valido, d’altra cenni parte la transizione da provincia a città me- tropolitana ha necessità di una forte e decisa Un altro tema verso il quale la CMTo ha comin- accelerazione ad iniziare dal completamento ciato ad approcciarsi è quello della pianifica- del quadro normativo e dalla imprescindibile zione territoriale di area vasta. Se il dibattito messa a disposizione di risorse economiche sul piano strategico metropolitano è oggetto di adeguate. interesse ed attenzione già da tempo, sia a li- vello locale, sia nazionale (ANCI), sia europeo (ESPON), la nuova funzione di pianificazione Note attribuita dalla legge 56/14 alle città metro- politane pare non suscitare, almeno a livello regionale, particolare interesse. 1. Il Sesto stralcio della Carta delle Forme associative del Pie- monte approvato con D.G.R. n. 53-3791 del 4.8.2016, conta All’interno di un contesto normativo ancora 27 unioni (montane e di comuni) nell’area della CMTo, alcune evidentemente incompleto, la Città metropolita- delle quali (Unione Montana Valli Orco e Soana, Unione mon- na di Torino ha cominciato ad interrogarsi sul tana del Pinerolese, Unione montana Valle Sacra), non hanno continuità territoriale significato di “piano territoriale generale” così 2. Nel mese di giugno 2017, il nuovo comune di Mappano (nato come previsto al comma 44, let. b della legge ritagliando e riunendo in esso parte dei territori appartenenti a “Delrio”, e sul suo rapporto con gli strumenti Leinì, Borgaro, Settimo e Caselle Torinese) 3. La sola Città di Torino ospita quasi il 40% della popolazione, di pianificazioni preesistenti, primo fra tutti il a fronte di una superficie inferiore al 2% del totale della CMTo Piano territoriale di coordinamento provinciale, 4. Lo Statuto della CMTO si compone di 52 articoli. Di questi uno nonché sulle relazioni e interazioni tra pianifi- è dedicato alla Pianificazione strategica, uno alla Pianificazio- ne territoriale, ed uno alle Zone omogenee cazione territoriale e pianificazione strategica 5. La Città metropolitana di Milano ha individuato 7 zone omo- metropolitana. genee, ritagliandone fuori il solo Capoluogo; la proposta di In un’ottica di semplificazione e razionaliz- Zone omogenee della CM di Genova vede anch’essa il Capo- luogo come zona a sé stante zazione di strumenti e risorse, la CMTo ha 6. Le Zone omogenee, pur volendo superare i modelli a geogra- previsto che il PTGM assuma: “l’efficacia a fia variabile, conservino un livello di dinamicità significativo tutti gli effetti di PTC ai sensi dell’art. 20 del là dove è stabilito che i loro confini possano essere modificati senza che ciò comporti variazione dello Statuto d.lgs. 18.8.2000 n. 267” (Statuto, art. 8) ed 7. Si veda la più volte citata esperienza di pianificazione strate- ha formalmente dato avvio alla redazione del gica della Città di Torino che tra il 2000 e il 2016 ha prodotto nuovo piano riconoscendo nel vigente PTC2 tre Piani strategici 8. Cfr. Tavolo metropoli strategiche coordinato da ANCI (2015- (2011) un valido punto di partenza, sia per la 2017) modernità dei contenuti (es. contenimento del consumo del suolo), sia per l’impianto normati- vo che prevede una gradualità di cogenza che Riferimenti Bibliografici si esplica in prescrizioni, direttive ed indirizzi rivolti alle amministrazioni comunali ed a tutti Provincia di Torino (2011), “Piano territoriale di coordinamento provinciale PTC2”, Torino i soggetti pubblici e privati che operano sul Città metropolitana di Torino (2017), “Verso il Piano territorio. L’avvio operativo della predisposizio- strategico metropolitano di Torino” ne del nuovo PTGM è una delle azioni previste dal Piano strategico, tuttavia tale obiettivo trova un ostacolo nella legge regionale 56/77 “Tutela ed uso del suolo” della Regione Pie- monte che, ancora ad oggi impermeabile alla

107 LA CITTÀ METROPOLITANA DALL’UTOPIA ALLA REALTÀ. UNA SFIDA COMPLESSA

Domenico Passarelli | Marisa Gigliotti

L’istituzione della città metropolitana di Reggio significa ripensare l’urbanistica e l’idea di Calabria rappresenta un’occasione di innega- piano. Un piano capace di ricorrere a poli- bile straordinarietà sotto diversi punti di vista. tiche urbane e sociali mirate, di soddisfare i Il filo conduttore di questa sfida viene rappre- bisogni primari dei cittadini creando una città sentato dalla capacità di promuovere reti di più attrattiva in grado di rigenerarsi. connessioni, materiali e immateriali, ai diversi Le funzioni della città e i modi in cui vi si orga- livelli di governo nazionale e sovranazionale. nizza la vita economica e sociale si rivelano La possibilità di generare sviluppo proiettato particolarmente energivori. nel tempo è affidato al piano strategico che La città non potrà sostenere in modo duraturo non potrà non tener conto delle identità locali né il costo dell’energia né il prezzo ecologico e delle storie che ciascuna comunità è in grado del suo consumo. Si rende quindi necessario di rappresentare. In tal senso la capacità di un nuovo modello di città metropolitana so- coesione e di valorizzazione di tutte le risorse stenibile attraverso una nuova forma di piano diventa un fattore essenziale di forza della città secondo due visioni: metropolitana. • Quella la dove insiste un tessuto urbano Bisogna considerare l’attuale anomalia: Il consolidato (il comune di Reggio Calabria centroide è marginale nel disegno territoriale con i suoi centri piu vicini, le aree già or- dell’ex Provincia, dominata dalla complicazio- ganizzate come centri non dipendenti dal ne orografica dell’Aspromonte, che divide di centroide) che va ripensato attraverso la fatto in due l’area provinciale. modifica dei comportamenti (fiscalizzazio- Una parte preponderante di territorio pro- ne del riciclaggio dei rifiuti e del migliora- vinciale non ha, di fatto, alcuna significativa mento energetico dell’habitat, promozione interdipendenza con il centroide. delle pratiche di telelavoro, di condivisione Pensare e ripensare alla città metropolitana dei mezzi di trasporto, razionalizzazione

Fig. 1 - Reggio Calabria. Di fatto, pur essendo il capoluogo, è decentrato geograficamente ed ha un accentuato sistema di relazione con lo Stretto e con la realtà urbana di Messina e di Catania.

108 del sistema di illuminazione pubblica e ambientale, dei servizi e dei tempi di organiz- ottimizzazione delle fonti naturali di luce, e zazione e fruizione della città, la crescita e la così via). qualificazione dei consumi culturali. • Quella la dove insiste un tessuto sociale Il Piano assume un’importanza straordinaria caratterizzato dalla precarietà degli abi- per lo sviluppo complessivo della città Metro- tanti, dall’isolamento fisico (ma coincidente politana. Ma sarà sempre la gestione il banco spesso con i territori di maggiore pregio di prova per una seria ed efficace politica del ed interesse naturalistico, storico e paesag- territorio. gistico) in cui – attraverso il piano – biso- gnerà garantire un migliore accesso delle popolazioni alle attrezzature sanitarie ed alle infrastrutture di smaltimento che contri- buiranno, a loro volta, al rallentamento del degrado. In conclusione ai cittadini dell’area metropolita- na, proprio partendo dalle differenze dovran- no essere garantite condizioni di vita rappor- tate ai loro bisogni e nell’ottica di un equilibrio armonico. Il dilemma dell’assetto della futura citta metro- politana (come rilevato nella conclusione del dossier elaborato per il DIPARTIMENTO DEGLI AFFARI REGIONALI ED AUTONOMIE è: “lo sfruttamento delle potenzialità espresse dalla “città in nuce”, costituita dalla conurbazione stretta attorno al Comune centrale, oppure il “limitarsi” a selezionare poche funzioni di rete per l’intera Provincia.” È evidente che il processo della città metropo- litana dovrà superare l’attuale frammentarietà dei luoghi, della decisione amministrativa, potenziando le possibilità di unione, fusione ed integrazione dei servizi in rete. Il tutto dovrà puntare sul potenziamento delle attuali risorse produttive che si individuano in particolare nella valorizzazione del comparto agricolo che ancora oggi risulta il settore emergente in termini di esportazione dei prodotti, accom- pagnandolo ad una riforma delle tecnologie di trasformazione con azioni di formazione di personale da qualificare. In considerazione di quanto detto, la discus- sione sulla città metropolitana dovrebbe essere incentrata sul come gestire la “nuova città”. In virtù di ciò le amministrazioni locali sono chia- mate ad intervenire per rispondere a nuove esigenze che riguardano lo sviluppo imprendi- toriale e occupazionale locale, la riconversione e la riutilizzazione dei quartieri che hanno perso la loro funzione, la riconversione e valo- rizzazione dei centri storici e borghi montani e collinari, la qualità urbana intesa come qualità

109 PENSARE VENEZIA

Carlo Pavan, Nicola Pavan, Giuseppe Saccà

“Pensare Venezia” rappresenta l’ultimo lavoro politana coincidono con quelli dell’ex Provincia della Fondazione Gianni Pellicani nell’ambito di Venezia. Nonostante ciò la legge costituisce dell’Osservatorio sulla Città Metropolitana. Si un punto di partenza importante che vale la tratta quindi del proseguimento di un percorso pena cogliere. “Pensare Venezia” si concentra pubblicato nel 2014 dal titolo “Venezia Città quindi nell’ambito dei confini dell’ex Provincia, Metropolitana”, studio presentato anche all’VIII analizzando in profondità le dinamiche che si Giornata di Studio INU. sviluppano al suo interno. “Pensare Venezia” sviluppa una riflessione Metodo. Per affrontare il lavoro sono stati sele- sulle potenzialità dell’area metropolitana vene- zionati alcuni temi strategici. Come? Anzitutto ziana prendendo spunto dal confronto con altri attraverso la lettura di un anno delle raccolte contesti urbani metropolitani e focalizzando il dei principali quotidiani locali e nazionali, ragionamento su alcuni temi cardine che han- quindi analizzando le principali questioni no carattere strategico e prioritario per il nostro d’attualità emerse dal dibattito accademico e territorio: beni comuni, federalismo fiscale, politico. Fondamentali sono state poi le inter- welfare, periferie, inclusione sociale, ambiente, viste qualitative con stakeholder appartenenti lavoro, partecipazione, ricerca, condivisione, a diversi mondi (accademici, professionisti, ma- sistema sociosanitario. Un insieme di “parole nager, imprenditori, sindacalisti, politici ecc.). chiave” attorno alle quali immaginare nuove Struttura del documento. Lo studio parte dall’e- politiche per la Città Metropolitana di Venezia. same comparato delle esperienze più avanzate Il nostro punto di riferimento resta sempre maturate finora in altre Città Metropolitane quell’idea di Città Metropolitana che si svilup- (Bologna, Milano, Torino), per poi immagi- pa in un’area vasta che comprende quantome- nare i primi sei scenari, introdotti da un titolo no le province di Venezia, Padova e Treviso. provocatorio (E se Venezia... ), in cui vengono Benché tutti gli indicatori dimostrino da anni affrontati alcuni temi strategici della Città Me- come questo sia il reale territorio della nostra tropolitana. “metropoli”, come noto, in base alla Legge I primi sei scenari. Si concentrano su importanti Delrio (L. 56/2014) i confini della Città Metro- tematiche: Infrastrutture e Trasporti, Turismo e Rigenerazione Urbana, Università e Cultura, Fig.1 - Il percorso di ricerca Accesso alla Casa e riuso dei Beni Comuni, Federalismo fiscale e Sociosanitario. Questi scenari non hanno la pretesa di essere esau- stivi, ma possono rappresentare uno strumento utile per iniziare a ragionare sugli anni a veni- re indicando alcune priorità per il “governo” della Città Metropolitana. Una piattaforma aperta. “Pensare Venezia” va inteso anzitutto come l’inizio di un “viaggio”, nel segno della partecipazione, dentro la “metropoli”; una piattaforma aperta al contri- buto di singoli cittadini, associazioni, studiosi,

110 gruppi di lavoro, che potranno arricchire lo stu- nella governance metropolitana e tanto meno dio elaborando schede tematiche che verranno creare senso di appartenenza e comunità alla aggiunte strada facendo, implementando il dimensione metropolitana tra i cittadini. Ma documento. dobbiamo anche essere consapevoli che a tre Il quadro di insieme. Se quindi Pensare Vene- anni dalla Legge 56/2014 che sancisce l’isti- zia non costituisce un Piano Strategico alterna- tuzione delle Città Metropolitane si possono tivo, ha l’ambizione di contribuire ad innescare individuare una serie di debolezze strutturali: di un percorso che appare oggi più che mai • l’assenza del suffragio universale e di con- importante visto lo scarso attaccamento alla seguenza la mancanza di identificazione dimensione metropolitana dei cittadini a questo dell’intero territorio nel nuovo ente; nuove Ente. E il percorso per l’adozione del • l’assenza di risorse e di una fiscalità Piano Strategico appare un’occasione da non propria che potrebbe mantenere la nuove perdere per riflettere e trovare soluzioni a que- istituzione almeno al rango delle vecchie sto fatto. La legge istitutiva della Città Metropo- province; litana afferma che il Piano Strategico: “Co- • la gratuità delle cariche che depotenzia la stituisce l’atto d’indirizzo per l’ente”. E infatti capacità di incidere; nell’articolo 7 dello Statuto della Città Metropo- • l’incertezza su funzioni e competenze; litana di Venezia, dedicato alla pianificazione • la frammentazione della strumentazione strategica, vi si legge: “Il Piano Strategico urbanistica sul territorio metropolitano, sia triennale rappresenta la funzione fondamentale dal punto di vista della pianificazione che della Città Metropolitana di Venezia”. In Italia dei regolamenti; non si parte da zero. La Pianificazione strate- • la poca significatività dei confini ammini- gica è stata ampiamente sperimentata: Torino, strativi per molti dei territori metropolitani, Bologna, Firenze, Venezia, Milano, Genova, con l’inclusione di realtà territorialmente ecc. Ma il contesto nel quale si inserisce oggi è molto distanti dalla città vera e propria mutato e quindi è necessario maneggiare con e l’esclusione di altre invece strettamente cura questo strumento: oggi non si tratta di una connesse. pianificazione strategica unicamente sovraco- La grande occasione che il Piano Strategico munale, ma di una pianificazione che deve offre al nostro territorio è quella di costruire il inserirsi in un contesto istituzionale mutato, consenso intorno a progetti prioritari, strategici in primis, per il peso sempre più importante e condivisi e di costruire la base di coordina- dell’Unione Europea. Ma come stilare il primo mento degli strumenti e delle politiche ordinarie Piano Strategico nel nuove Ente? Le Città oltre il singolo mandato delle amministrazioni Metropolitane mostrano un forte dinamismo locali. I sei scenari che abbiamo presentato e anche se non ancora con risultati commisurati contraddistinto con un E se Venezia…? costitu- agli sforzi compiuti. Quasi ovunque sono state iscono un esempio di questo tipo di progettua- identificate responsabilità specifiche e sono lità. Essi non ci devono intimorire, ma guidare stati attivati uffici o gruppi di lavoro che sono a nella capacità di traguardare obiettivi di lungo buon punto, così come le attività di studio e di periodo per strutturare la condivisione dei ascolto del territorio, con interlocutori privile- progetti che saranno necessari a raggiungere giati (Comuni, Unioni, organizzazioni di ca- e trasformare quindi il Piano Strategico da tegoria). È quindi chiaro come i contenuti del mero strumento di indirizzo a vero e proprio Piano Strategico Metropolitano non debbano strumento di coordinamento delle politiche essere decisi a tavolino, ma debbano emerge- metropolitane, dentro e fuori gli effettivi confini re in prima istanza dai portatori di interesse e amministrativi. ordinati in un quadro strategico che definisce Gli scenari. Il primo scenario “E se Venezia l’interesse di attuazione per la Città Metropoli- fosse l’HUB logistico del Nord Est?” centra tana nel suo complesso. Il primo Piano Strate- la propria attenzione sull’importanza di una gico della Città Metropolitana è inoltre ancora politica sovralocale dei trasporti merci e perso- più importante in quanto è un Piano Strategico ne; in un contesto di incertezza sull’esito e sul che potremmo definire “costituente” per un compimento di progetti che rimangono sulla ente che ad oggi non è certo riuscito a incidere carta ormai da decenni per la mancanza di

111 un coordinamento efficace di stakeholders con delle politiche urbane. Lavoratori che genera- interessi contrastanti, il Piano Strategico Metro- no servizi innovativi ed anche li consumano, politano si candida come strumento principe un circolo virtuoso che a Venezia è ben lungi a dirimere gli interessi particolari e a costruire dall’essere innescato. una politica unitaria. A partire dalle risorse Il quarto scenario “E se Venezia si reinventasse di Porto e Aeroporto e grazie ad un sistema a partire dalla casa e dagli spazi abbando- efficiente di mobilità e accessibilità metropolita- nati?” Si interroga partendo da un dato che na di area vasta – come tra l’altro ampiamente pregiudica fortemente il futuro della Città Me- documentato nella precedente Venezia Città tropolitana, ossia le dinamiche demografiche Metropolitana, Venezia potrebbe diventare un in atto. Non solo la Città storica perde abitanti Hub all’avanguardia. Questo consentirebbe ma anche Mestre, cuore geografico della Città inoltre a Venezia di offrire servizi logistici e di Metropolitana, è soggetta ad un lento calo. branding sovralocali in un’ottica di cooperazio- Parallelamente abbiamo una crescita esponen- ne tra il manifatturiero ed i servizi di Padova e ziale dei turisti nella Città e il blocco degli al- Treviso e per facilitarne l’internazionalizzazio- loggi ai soli fini turistici. La crisi economica ha ne. poi aumentato vertiginosamente in tutta l’area Il secondo scenario “E se Venezia diventasse metropolitana il numero di abitanti che richiede esempio di politiche di gestione e rilancio delle un più facile e rapido accesso alle case sociali aree urbane?” si interroga in primis sul Turi- e all’edilizia residenziale pubblica. Bisogna smo, un’industria che oggi presenta esternalità pertanto disegnare politiche per agevolare il negative molto forti, esternalità che dalla Città diritto alla casa e promuovere il riutilizzo di storica si stanno propagando alla terraferma. spazi bloccati da privati, banche ed enti pub- Nel capitolo quindi si cerca di problematizzare blici. Se non si inverte questo trend il grado di il governo del turismo che non è solo politi- attrattività per i giovani lavoratori e le giovani ca dei flussi ma capacità di dare significato coppie sarà sempre più basso. Il paragrafo si all’esperienza turistica per legarla strettamente interroga su come intervenire applicando politi- alle peculiarità economiche dell’area metropo- che che mettano al centro l’innovazione sociale litana. Nel capitolo quindi il turismo è interpre- nell’ottica del welfare delle opportunità. tato come volano per rilanciare il commercio Il quinto scenario “E se Venezia sperimentasse e l’artigianato all’interno di una strategia il federalismo fiscale?” si interroga su un nodo complessiva di rigenerazione di intere aree ora dirimente per immaginare qualsivoglia scena- monoturistiche. Seguono quindi le politiche per rio, il tema delle risorse. Il capitolo inserisce la promozione di un commercio dinamico e in la specialità veneziana nel contesto della grado di rapportarsi con tutte le istanze che legislazione nazionale che tende, seppur ad disegnano il territorio e la Città Metropolitana: oggi con scarsi risultati, a dotare i territori di politiche di gestione degli spazi e dei luoghi una propria autonomia finanziaria. Il capitolo per il commercio e politiche per l’organizzazio- inoltre tiene conto di quanto accaduto recen- ne dei tempi e delle attività del commercio. temente con la stesura e la firma del Patto per Il terzo scenario “E se Venezia diventasse il pri- Venezia come delle scelte fatte dall’attuale mo polo universitario e d’innovazione sociale amministrazione sul tema della Legislazione e culturale d’Europa?” pone come punto di rac- Speciale, che nel giro di pochi mesi hanno cordo università-città-cultura-associazioni-impr- comportato una maggiore attenzione al tema enditoria. Questo approccio enfatizza il ruolo del trasferimento di risorse dal Centro alla Peri- delle Università come attori al centro di una feria quindi in un’ottica tutt’altro che federale. piattaforma caratterizzata da meccanismi di Sesto scenario “E se Venezia diventasse coordinamento plurimi e polimorfi. L’obiettivo laboratorio per le politiche sociosanitarie di di tale piattaforma è creare dei meccanismi di domani?” il capitolo nel proporre la necessità condensazione e territorializzazione dei flussi di innovazione delle politiche sociali e socio- globali che attraversano oggi Venezia per sanitarie parte dai bisogni sia tradizionali che dar vita a una Città Metropolitana attrattiva emergenti come l’aumento della povertà, del per una serie di lavoratori e operatori che in disagio sociale e della difficoltà di accesso ai molte città d’Europa stanno cambiando il volto livelli essenziali di assistenza nella sanità. Sulle

112 politiche sociali si sofferma sul ruolo degli enti locali che la Città Metropolitana può rafforzare favorendo e sostenendo le unioni dei comuni per costruire dal territorio livelli essenziali omo- genei di risposte ai bisogni dei cittadini. Sulle politiche sociosanitarie si pensa ad un ruolo di controllo e verifica della programmazione e legislazione regionale puntando soprattutto a valorizzare i distretti e la rete territoriale soste- nendo la partecipazione e l’autorganizzazione dei cittadini. Alcune conclusioni. Sei scenari che tratteggia- no una Città Metropolitana flessibile, articola- ta, complessa all’insegna della sussidiarietà e della partecipazione. Una Città capace di mi- gliorare la qualità della vita delle persone che la abitano mettendo al primo posto il capitale sociale e relazionale, che oggi è già presente, ma non sufficientemente valorizzato. Quindi una città metropolitana fatta di connessioni e appartenenze. In questo senso il Piano Strategi- co, come abbiamo avuto modo di rimarcare in più punti della ricerca, può stimolare un gioco di squadra per la costruzione di un futuro che sia il più ampiamente condiviso. A conclusione del lavoro abbiamo predisposto lo spazio per accogliere delle schede territo- riali e tematiche in modo che la ricerca diventi una piattaforma aperta da implementare con l’apporto più ampio possibile di studiosi e stakeholder perché il progetto ha l’ambizione di essere “corale”, raccogliere in se più opi- nioni che siano accomunate dalla prospettiva di rendere il nuovo ente un attore importante per la crescita del territorio veneziano. L’intera ricerca è consultabile in www.veneziacittame- tropolitana.eu. Fig. 2 - Alcune parole chiave

113 PERIFERIE E FORMA URBANA. SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN CAMBIAMENTO PROGRAMMATICO DEL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DELLA CITTÀ ESISTENTE

Marco Pietrolucci

Premessa delle situazioni specifiche, sempre diverse) ai due terzi del corpo urbano delle nostre città Riflettere sulle periferie urbane in un momento e alla metà della sua popolazione. Se questi di grande cambiamento sociale ed economico sono i dati di partenza il tema di fondo, su cui come quello che viviamo, non è affatto sempli- riflettere, è la riorganizzazione della città esi- ce: si può facilmente sbagliare il tiro, attestarsi stente, centro e periferie insieme, di cui si parla su generiche affermazioni di rigenerazione da tanti anni (il progetto dell’esistente) senza o piuttosto delineare scenari eccessivamente essere riusciti a fare granché. futuribili. Si tratta però di un’attività conoscitiva Le periferie appaiono ancora allo sguardo importante perchè può contribuire a chiarire e nell’esperienza viva del loro corpo come e a riformulare alcuni concetti su cui tutt’ora si un enorme detrito della crescita del nucleo basa la pratica progettuale urbana ed è sotto interno, un grande avanzo della storia, men- questo aspetto che intendiamo fornire il nostro tre sono (da un punto di vista demografico e contributo. spesso anche economico) i nuovi luoghi della Le nostre città sono cresciute moltissimo nel contemporaneità, gli spazi dove vive e lavora corso del novecento e hanno strutturalmente la maggior parte della popolazione urbana e modificato sia i rapporti con il territorio esterno dove, nel bene o nel male, stiamo costruendo che le relazioni con i nuclei identitari interni. il nostro futuro. Sarebbe un errore pensare di Se limitiamo l’analisi agli ultimi cinquanta anni, riflettere sulle sole periferie, intese come parti dal 1970 ad oggi, possiamo constatare come separate della città perché questo mettereb- la crescita urbana delle città italiane sia il ri- be fuori gioco una più grande questione che sultato di un’onda demografica ed economica riguarda la forma dei corpi urbani nel loro molto lunga che si è arrestata definitivamente complesso. Alcuni studiosi sostengono che non solo agli inizi degli anni 2000. esiste più una vera e propria forma della città Se consideriamo il caso romano, media nazio- perché è l’intero territorio ad essersi polarizza- nale di quanto è accaduto nella penisola, pos- to e la città è diventata un campo di forze1, un siamo affermare che più del 50% degli italiani insieme di nodi da interpretare all’interno di residenti nelle grandi città, vive ed abita in par- un territorio-città2. Secondo questo approccio, ti di città costruite tra la fine degli anni sessan- gli studiosi della città dovrebbero riflettere su ta ed oggi che costituiscono buona parte delle una forma urbanizzata nuova, nella quale le di- cosidette periferie urbane. Vivere lontano dai stinzioni nette tra città e campagna, tra centro centri storici identitari è quindi una condizione e periferia tendono a rimescolarsi, creando di generale, di cui noi siamo i primi interpreti: se volta in volta fratture o zone grigie di interse- la metà della popolazione urbana italiana abi- zione, sulla base delle tensioni e dei movimenti ta le periferie siamo costretti a ritarare il nostro che attraversano i territori su più livelli. sguardo, non ha grande senso infatti parlare di Le tensioni che attraversano il territorio deter- periferia come se stessimo parlando di qualche minano localmente la necessità di interventi frangia urbana dissestata, posta ai limiti del progettuali per cui l’organismo complessivo centro urbano, perché in realtà ci riferiamo (a tende a diventare un insieme di nodalità. A no- seconda dei filtri temporali che utilizziamo e stro avviso questo approccio, pur significativo,

114 Fig. 1 - Forma urbis romae il nucleo consolidato e le 9 micro-città di roma Verso la realizzazione delle microcittà di Roma, propone un modello policentrico di città che è stato già indicato come strategia di fondo nel nuovo PRG di Roma (2008) ed è stata confermato dal PTPG provinciale (2012). Al di la delle dichiarazioni e degli atti ufficiali, il policentrismo romano rimane una chimera, un’idea brillante che non viene perseguita da nessun programma concreto non avendo il PRG individuato e sviluppato alcun approfondimento strutturale e formale delle polarità urbane esistenti: ovvero sia la configurazione delle microcittà esistenti.

tende ad eludere un dato fondamentale che città. La riorganizzazione della città, a nostro riguarda la questione della struttura e della for- avviso, necessita quindi di un chiaro quadro ma complessiva della città, che non può essere ideale che va formalizzato nelle sue indica- un risultato inatteso, frutto della sommatoria zioni di fondo, senza il quale qualsiasi opera- di processi di natura locale. La forma urbana zione progettuale apparirà priva di un radi- è infatti un elemento fondamentale di ricono- camento di livello urbano e perciò tenderà ad scibilità e di identità che vale tanto localmente aggiungersi alle altre aumentando il senso di quanto per l’intera unità urbana. Quando par- confusione e di dispersione collettiva. Le nostre liamo di forma urbana non intendiamo riferirci città sono letteralmente frantumate: esplose in a geometrie esplicite che sarebbe inutile ed un numero imprecisato di schegge, vicine nello antistorico proporre ma ci riferiamo a quegli spazio ma separate le une dalle altre. Nella elementi (esistenti o di progetto) che attraversa- pratica urbanistica corrente, al piano strutturale no il tempo della costruzione urbana rimanen- o (PRG) è solo formalmente ancorata una dis- do stabili (o quantomeno più stabili degli altri) seminazione di programmi attuativi, per lo più e che forniscono la struttura resistente delle di iniziativa privata, che non aiuta il formarsi

115 di parti di città strutturate, anzi determina le non vedono o non possono riconsocere alcun fratture nel corpo urbano contemporaneo che modello urbano. Lo sviluppo di questo progetto indichiamo come un problema. fornirebbe alle città metropolitane una possi- Di fatto le analisi e le indicazioni del Piano bilità reale di definizione del sistema urbano, Regolatore elaborate generalmente in scala il più delle volte esploso in un numero impre- 1:25.000 - 1:10.000 subiscono un passaggio cisato di programmi urbanistic,i ciascuno dei di scala non governato da alcuno specifico quali disegna un frammento solitario e celibe strumento riapparendo in scala 1:2000 come di città. frammenti di una unità invisibile. C’è un enorme vuoto progettuale tra le due scale di Nuove prospettive di sviluppo urbano per riferimento che andrebbe colmato attraverso Roma un insieme coordinato di progetti urbani in grado di formalizzare le indicazioni urbane La grande sfida dello sviluppo della metropoli e di dare la necessaria continuità alle diverse di Roma è innanzitutto legata all’organizzazio- scale di riferimento. Da questo punto di vista ne del suo corpo, ancora oggi programmato vorremmo proporre una recente riflessione sulla come un unica, sfilacciata, struttura insediativa, struttura urbana di Roma3 che si misura con un dentro alla quale, mancando una regia e un programma di carattere sistemico e relazionale modello di crescita delle sue parti componenti, che mette al centro, dopo molti anni di assen- ogni iniziativa, tende ad aumentare il senso za, le questioni di struttura e di forma di ampie di dispersione, di disordine e di dissipazione porzioni di città, rimescolando gerarchie generale delle risorse, anzichè contribuire a sociali e territoriali che diventano sempre più costruire l’orditura della struttura metropolitana dure e consentendo una migrazione concettua- della città. Ciò che manca, con tutta evidenza, le dell’idea di periferia, da una dimensione di è il progetto della struttura e della forma della marginalità ad una di nuova centralità. città, che, nel corso del novecento è diventata, Verso la realizzazione delle microcittà di Roma in buona parte fuori dalla programmazione si è occupato di definire fisicamente le mi- dei Piani Regolatori, una metropoli globale crocittà del settore occidentale del Grande di medie dimensioni. La domanda è quindi Raccordo Anulare (dalla Roma Fiumicino alla semplice: è possibile individuare un modello via Cassia) chiarendo i perimetri e fornendo di rigenerazione del corpo della città di Roma un primo ventaglio di ipotesi rigenerative: la che ci consenta di riorganizzare le sue strutture metodologia utilizzata nel settore occidentale secondo una visione metropolitana multipolare, è stata applicata a quella orientale e la figura oppure dobbiamo condannare Roma ad essere risultante mostra l’esistenza delle nove microcit- il risultato della frantumazione dei poteri, della tà anulari di Roma a cui andrebbero aggiunte parcellizzazione della proprietà, dell’esplosio- le due microcittà della piana e della costa ne dell’iniziativa privata non coordinata? tirrenica comunque individuate dalla figura del È possibile, in altre parole, dare una struttura e sistema ambientale. una forma alla metropoli romana? Riconoscere l’esistenza di queste microcittà La riorganizzazione per microcittà sembra è fondamentale per almeno due ragioni: per dare una risposta positiva alla domanda ini- conferire al policentrismo urbano di cui parla- ziale, poichè interviene su un corpo complesso no gli strumenti urbanistici più aggiornati (PRG come quello romano individuando dieci diverse e PTPG) una struttura formale sufficientemente aggregazioni urbane, sulla base delle letture chiara: ad un modello urbano policentrico per tessuti che lo stesso nuovo Piano Regolato- deve corrispondere una forma urbana policen- re ha sviluppato. trica. La proposta, definisce un nuovo principio di La seconda ragione è la semplificazione perimetrazione dell’intera città di Roma, attra- enorme che un ragionamento sulle microcit- verso una strategia morfologica che intreccia i tà produce. Nove grandi progetti urbani in tessuti urbani con i vuoti naturali che la struttu- grado di dare un senso alla espansione della rano4. Il riconoscimento di queste aggregazioni città anzichè una messe enorme di Programmi urbane come vere e proprie microcittà oltre attuativi che non risolvono i problemi perchè ad essere un passaggio fondamentale per la

116 realizzazione del policentrismo urbano, già Roma, non episodiche ma strutturali, incardi- indicato dal PRG come obiettivo da perseguire, nate cioè su un’idea precisa di riorganizza- può contribuire a restituire una struttura e una zione complessiva della città e in particolare forma riconoscibile al corpo sfibrato di Roma dei materiali contemporanei, assunti non più individuando un nucleo centrale e dieci centri come frammenti, come lacerti, ma riorganiz- urbani satelliti; può favorire una diversa e più zati in nuove unità urbane (città municipali) efficiente organizzazione della città e dei suoi da promuovere nella loro potenziale unità ed grandi spazi naturali, specie se l’individua- autonomia. L’individuazione delle microcittà, zione delle microcittà sarà corroborata dall’i- consente di costruire il quadro di riferimento stituzione di nuovi municipi al posto di quelli progettuale intermedio, tra Piano Regolatore e attuali, vetusti e di matrice radiocentrica. L’isti- programmazione attuativa, che oggi manca, tuzione delle microcittà5 sarebbe una novità secondo un modello organizzativo che dovrà strutturale importante per la governance delle porre al centro della riflessione la questione aree metropolitane, per una serie di ragioni della riconnessione spaziale e della valorizza- che cercheremo di chiarire. zione dei frammenti di città esistente, non per Sia sufficiente considerare,sotto questo aspetto, volontà generica di ricucitura, ma come pro- che l’istituzione delle microcittà consentirebbe getto di nuova coesione sociale e di sviluppo di dotare l’area metropolitana di Roma, una territoriale di Roma e della città metropolitana. delle più complesse in Italia, di una struttura È per questa ragione che riteniamo importante più equilibrata di quella attuale, articolando l’istituzione di nuovi organismi democratici di il principale polo urbano e produttivo6, in una coordinamento territoriale: le città municipali, pluralità di centri integrati, più piccoli, più vici- all’interno del corpo urbano di Roma8. Dagli ni alle realtà locali, alle risorse dei territori; alle attuali quindici Municipi, ritagliati secondo uno comunità. Inoltre l’istituzione delle microcittà schema radiocentrico che rispecchia una idea contribuirebbe in modo determinante al riequi- monocentrica di città, si passerrebbe ad un librio strutturale del conflitto centro-periferia massimo di 10 città Municipali9. Si tratterebbe favorendo, anche a livello metropolitano, la re- di una devolution amministrativo/territoriale uti- alizzazione di una costruzione urbana a rete, le a chiarire i programmi e gli obiettivi di ogni che moltiplica i centri, riducendo marginalità e singola microcittà; ad avvicinare le comunità lontanza, come d’altronde più volte richiamato locali alle scelte programmatorie (intensifica- dagli stumenti di governo delle aree metropoli- zione della democrazia) e ad intensificare il tane e in particolare dal PTPG di Roma . controllo tecnico urbanistico sul territorio. Prima ancora di essere un programma, con obiettivi e Integrazioni territoriali e fondazione di nuovi finalità specifiche, le nuove città municipali de- municipi vono essere concepite, infatti, come un dispo- sitivo di riappropriazione della dimensione di L’individuazione delle dieci microcittà di Roma comunità urbana che tende a dissolversi nella proposta da questo studio può essere assunta metropoli contemporanea ed anche a Roma, come base territoriale su cui fondare l’istituzio- secondo due dimensioni ugualmente negati- ne di nuovi municipi. I nuovi municipi proposti ve: la chiusura volontaria in piccole comunità da questa ricerca, disegnati sulla base della socialmente omogenee, le gated communities10 nuova organizzazione policentrica della città e la complementare creazione di ghetti poveri, dovranno, nel tempo, aumentare competenze e socialmente marginali. finanziamenti e tendere a diventare delle città L’individuazione delle microcittà e l’istituzio- municipali vere e proprie7. ne di appositi municipi per il loro sviluppo, I nuovi municipi, sono concepiti, innanzitutto, devono agire come antidoto rispetto a queste come strutture utili a fornire una regia alle tendenze, valorizzando ed incrementando il diverse iniziative di trasformazione urbana senso di appartenenza delle comunità locali delle microcittà. L’individuazione delle mi- al loro territorio; dissipando le paure e l’insicu- crocittà di Roma è infatti, la base territoriale rezza generate dalla lontananza, anche fisica, indispensabile, per promuovere operazioni di delle istituzioni della città; riportando al centro rigenerazione del corpo urbano della città di i valori di appartenenza delle diverse classi

117 sociali, alla stessa comunità; rafforzando la veri e propri organismi urbani. L’individuazio- coesione sociale che è alla base dell’identità ne delle microcittà di Roma favorirà, come più urbana delle parti più significative delle nostre volte detto, il passaggio da un modello urbano città; rinsaldando le connessioni sia fisiche che dispersivo, quello attuale, composto da più di simboliche tra la popolazione più svantaggiata 360 programmi attuativi ad un modello urbano e quella più tutelata. I nuovi municipi, attivati sintetico, per città municipali (microcittà), nel per dare corpo alle dieci microcittà, indivi- quale i programmi attuativi dovranno fare rife- duate, per la prima volta, da questo studio, rimento a non più di 10 schemi quadro13. realizzaranno un nuovo e migliore coordina- mento delle diverse iniziative territoriali, oggi Risorse locali e struttura metropolitana frantumate in un numero enorme di programmi attuativi, più di 360 intorno all’anulare, sulla Una tale impostazione libererà una quantità base di specifici modelli di sviluppo urbano enorme di risorse e di valori, già in parte per ogni singola microcittà. riconosciuti dal territorio, che rimangono silenti perchè imbrigliati dalla mancanza di una regia Verso l’innovazione delle nostre tradizioni: la e di una struttura, in grado di fare emergere costruzione e il progetto degli habitat11 le potenzialità presenti in ciascuna parte della città. È sufficiente, a questo proposito, indicare I nuovi municipi dovranno indirizzare i progetti un solo fatto, marginale ma esemplificativo di rigenerazione urbana verso la costruzione della condizione in cui si trova Roma, a ripro- di specifici habitat, che possano contribuire va di quanto andiamo sostenendo, circa la innanzitutto a rinnovare i caratteri dello spazio dissipazione delle risorse presenti sul territorio: pubblico di ogni microcittà, rinforzando lo chiunque consulti una qualunque guida della spirito di coesione sociale e di comunità. città eterna, rimarrà stupito dal fatto che al di Questo significa che, a monte dei programmi fuori delle Mura Aureliane, sono segnalate, a attuativi, dovrà esserci uno strumento urbanisti- fini turistici, soltanto l’Appia antica, Tivoli (Villa co finalizzato ad indicare i temi su cui impo- Adriana), Ostia (antica) e Preneste (santuario stare la rigenerazione, che potranno essere della Dea Venere Primigenia), come se la cul- diversi a seconda delle condizioni locali, dei tura della città non avesse prodotto nient’altro diversi ambienti nei quali intervengono, ma ac- dopo la fine dell’impero romano e nel corso di comunati dall’obiettivo di garantire la massima secoli a noi più vicini: l’ottocento e il novecen- coesione sociale oltre che fisica, dei frammenti to. di città in cui è esploso il corpo di Roma. In realtà la città metropolitana e la stessa me- Progettare un habitat significa infatti riflettere tropoli romana, contengono ben altre risorse sulle condizioni di vita che vorremmo si svilup- che la cultura contemporanea è in grado di passero in un determinato ambiente, conside- riconoscere, a partire dalla morfologia del rare in una scala gerarchica di valori prima suolo romano, straordinariamente ricco di le relazioni umane e poi le strutture (edifici), varietà geologiche, spaziali, storiche, socia- pensare alla memoria condivisa e alla storia li, che poche altre città al Mondo possono dei luoghi come a fattori determinanti per il vantare: pensiamo al sistema delle forre14, alle progetto e per la qualità degli spazi, puntare dune del litorale romano, alla valle del Tevere, alla loro differenziazione, per restituire l’infini- ai pianori vulcanici e al sistema naturale che ta pluralità di bisogni e condizioni degli indivi- le tiene insieme, in una relazione complessa, dui. In questo solco, ci sembra si possa colloca- alla conurbazione sociale ed urbana15; alla re lo specifico apporto delle nostre microcittà: rete naturale dell’acqua, costituita dal Tevere e superamento della logica della separazione dai suoi tredici corsi d’acqua, che impongono per parti del corpo della città, della sua cre- un loro specifico disegno al territorio abitato scita e della sua rigenerazione12. Gli habitat contemporaneo e che avrebbero potenzialità che saranno proposti, saranno innanzitutto il enormi di costituire una rete alternativa di risultato di un processo che metterà al centro le spazi per collegamenti lenti tra parti di città; comunità e la storia materiale di questi luoghi, alle grandi aree naturali e ai grandi parchi rinnovandola e consentendo la formazione di agricoli, recentemente istituiti dal nuovo Piano

118 massimo di 10 Municipi; il primo, più esteso, comprendente, il Regolatore Generale ma ancora privi di una nucleo interno della città ovvero l’insieme di tutti i tessuti con- coerente programmazione e pubblicizzazione; solidati della città secondo le letture del PRG e i restanti nove, alla ricchissima disseminazione delle testi- comprenderebbero le 9 nuove microcittà individuate da que- sto studio. Una rivoluzione amministrativa che darebbe nuovo monianze della storia di Roma, che esistono senso e linfa programmatica a tutta l’area metropolitana che innumerevoli anche ben oltre le Mura Aurelia- oggi è governata da una istituzione, la città metropolitana, ne e infine agli stessi insediamenti residenziali non ancora effettivamente operativa . Da questo punto di vista lo studio sulla città di Roma è uno studio pilota, perchè questa pubblici, alcuni dei quali costituiscono dei metodologia è replicabile alle altre aree metropolitane italiane punti di riferimento della cultura architettonica individuando un principio di nuova organizzazione territoriale italiana ed europea16. delle parti urbanizzate più dense e complesse. 6. I confini dell’’area della città metropolitana di Roma, la prima Le microcittà potranno rimettere a regia le risor- d’Italia per estensione e numero di abitanti, (5.352 km2 contro se uniche del territorio romano, considerandole 1.575 km 2 di Milano), coincidono con i confini della Provin- parte di un disegno complessivo di valorizza- cia e quindi includono oltre a Roma ben 121comuni limitrofi, per una popolazione complessiva di 4.342.046 di abitanti zione e riaggregazione urbana. Risorse locali, (contro 3.196.000 di Milano), dati ISTAT al 31/12/2014. risorse urbane e risorse metropolitane tende- 7. Di seguito alcuni punti irrinunciabili del federalismo comuna- ranno a coincidere, come sempre è avvenuto le: 1/Trasferire più risorse, più competenze e più personale ai Municipi Metropolitani, riorganizzando la struttura dei nella storia di Roma, ma potranno giovarsi di 23.000 addetti del Comune di Roma; 2/ lasciare alla struttura un nuovo coordinamento e di una nuova pro- centrale una funzione di programmazione e di controllo ge- grammazione, che stimolerà lo sviluppo delle nerale, (Piano Quadro di sviluppo di Roma e dell’area metro- politana; 3/ demandare ai nuovi Municipi metropolitani tutta parti attualmente più svantaggiate della città, le gestione delle reti locali, del verde, dello spazio pubblico, dentro ad un quadro di rapporti più chiaro. della mobilità locale, dei servizi alla persona, della gestione Tenere insieme l’unità della struttura urbana di e dei programmi urbanistici all’interno dello schema quadro complessivo; 4/ evitare sovrapposizioni delle competenze. Il Roma, prodotto plurisecolare di trasformazioni decentramento amministrativo e la realizzazione delle nuove e di storia, con lo sviluppo e la diversità delle città municipali è la prima grande opera da compiere a Roma. sue parti componenti, sempre più estese e 8. Alle città municipali potrebbero affiancarsi in un ottica di ri- ordino complessivo degli organismi dell’area metropolitana lontane dai nuclei identitari originari, è infatti nuovi municipi metropolitani che potrebbero costituire la base la principale sfida del progetto per la realizza- istituzionale per strutturare territorialmente le relazioni econo- zione delle microcittà. mico/insediative tra il corpo policentrico di Roma e le realtà insediative esterne. 9. vedi immagine a pag. 115 10. 2.000/3.000 abitanti al massimo. Anche a Roma, città me- Note diterranea, tradizionalmente aperta alla mescolanza e alla compromissione sociale di più comunità nello stesso spazio urbano, si contano diverse gated communities: oltre alle note 1. Vedi, tra gli altri, Sulla città futura, a cura di A. Franceschini, realizzazione degli anni settanta/ottanta, l’Olgiata, Le Rughe, Listlab, 2014, in particolare gli interventi di M. Carta, A. Cle- sono molte e recenti le iniziative private di medie dimensioni menti, M. Ricci, R Pavia. per la media borghesia, come quella di Valleranello che si 2. G. Caudo recentemente ha usato il termine di città-territorio, pongono come parti di città chiuse ed autonome. usando in modo nuovo un espressione utilizzata già negli anni 11. Il termine habitat indica in biologia l’insieme delle condizioni settanta. Anche ad evitare incomprensioni e ambiguità io pre- ambientali in cui vive una determinata specie di animali o di ferisco parlare di territorio-città. Tra gli altri anche W. Tocci piante. Il termine è stato utilizzato, per la prima volta, in am- ha preso posizione in questo dibattito a favore di una lettura bito urbano/architettonico dal Team X nel 1956, in occasione territoriale dei fatti urbani. del penultimo CIAM. Quelle critiche all’urbanistica modernista 3. M.Pietrolucci, Verso la realizzazione delle microcittà di Roma, sono preziose e ancora attuali. Skira, 2016 12. Lo zoning di tradizione modernista è utilizzato, sotto mentite 4. Noi riteniamo che le strategie di lettura che separano il pieno spoglie, tanto per le aree di nuova urbanizzazione, definite dal vuoto siano superate. Le piu’ innovative strategie proget- dal Piano Regolatore Generale, città della trasformazione, che tuali degli ultimi anni sono improntate ad una idea di rete dai diversi programmi di recupero urbano, Print e via dicendo, continua che coinvolge tanto lo spazio pubblico quanto il dise- che definiscono perimetri di intervento sempre totalmente scon- gno del pieno. Gli schematismi modernisti basati sulla vecchia nessi da qualunque logica di vero recupero e ricucitura dei distinzione tra funzioni diverse – nuove volumetrie da una par- frammenti di città esistente. La lettura per tessuti del Piano rego- te, verde pubblico, servizi urbani e nuova mobilità dall’altra latore che voleva superare la logica dello zoning modernista – sembrano definitivamente superate nella letteratura ma non è stata di fatto fatta a pezzi dalla programmazione attuativa. ancora nel progetto della città Non c’è alcun programma, all’infuori del nostro, che tenti di

5. L’individuazione delle dieci microcittà di Roma può essere ricucire, in forme propriamente urbane, l’arcipelago di fram- assunta come base territoriale su cui fondare l’istituzione di menti esistente. Tutto è ancorato ad una perversa logica da nuovi municipi. Ciascuna microcittà andrebbe organizzata zoning modernista, usando il quale, non usciremo mai dalla come un singolo municipio in grado di promuovere lo sviluppo città frammento attuale. economico ed urbano locale secondo le indicazioni del Piano 13. Per schemi quadro intendo i modelli di sviluppo delle reti dello Quadro o Piano Regolatore Generale. Dagli attuali quindici spazio pubblico, della mobilità e dell’ecologia di ogni singola Municipi, ritagliati secondo uno schema radiocentrico che ri- microcittà. specchia una idea monocentrica di città, si passerebbe ad un

119 14. Christian Norberg Schultz in Genius Loci, afferma che per ave- re la comprensione della morfologia originaria di Roma occor- Riferimenti Bibliografici re fare una passeggiata in una forra. Il parco dell’Insugherata, recentemente istituito fornisce questa suggestione primigenia Caudo, G (2016) Roma e la forma della città in Verso la della forma originaria del territorio romano. Quanti la cono- realizzazione delle microcittà di Roma, Skira scono e l’hanno attraversata? Cellini, F (2016) Strade e paesaggi, Skira, op. cit. 15. Si tratta di un sistema naturale fortemente antropizzato da epo- Modigliani, D. (2016) Il Grande Raccordo Anulare e la che antichissime: sia sufficiente menzionare che la collina del città metropolitana, Skira, op. cit. Torrino che sovrasta la valle del Tevere è uno dei piu’ grandi Sulla città futura, a cura di A. Franceschini, Listlab, 2014 cimiteri di Mammuth europei. Le colline intorno a Roma sono Purini, F. (1987) Le Città immaginate: un Viaggio in Italia. abitate da tempi preistorici. La fruizione integrata dello spazio Nove Progetti per Nove Città. Vol. I° e II°, Electa metropolitano romano andrebbe evidentemente progettata e Purini, F. (2016) Il Grande Raccordo Anulare come sistema ha possibilità di richiamare economie e sviluppo enormi. di nuovi luoghi urbani, Skira, , op. cit 16. L’EUR, ma anche San Basilio, Corviale, Spinaceto, Laurentino Pietrolucci, M. (2016) Verso la realizzazione delle 38, Tor Bella Monaca per citare i maggiori esempi di pro- microcittà di Roma, Skira gettazione urbanistica romana. Vanno abbattuti, perché ce Tocci, Walter (2015) Roma, non si piange su una città ne vergognamo? Devono subire una damnatio memoriae? O coloniale, Goware diventare parte di un progetto di riqualificazione e di cono- scenza della città contemporanea?

120 LE CITTÀ METROPOLITANE DALL’AGENDA ALL’AZIONE NEL CAMMINO VERSO LA SOSTENIBILITÀ

Gabriella Pultrone

La dimensione metropolitana cuore e motore demografici (quali invecchiamento della dello sviluppo sostenibile popolazione e immigrazione), d’integrazione sociale, dinamiche dell’urbanizzazione e mobi- Nel contesto delle politiche di sviluppo soste- lità, ambiente, clima ed energia, che in queste nibile, le metropoli e le regioni metropolitane realtà territoriali si concentrano e aumentano in acquistano sempre più importanza, in quanto modo esponenziale (BBSR, 2011). L’intreccio considerate motori di sviluppo sociale, econo- tra scale (istituzionali, economiche e territoriali) mico, sociale e culturale e locazioni dinami- e problemi evidenzia che i fenomeni non sono che dove gli scambi possono avvenire su più contenibili nei tradizionali confini amministra- ampia scala e ad un passo più rapido (UN, tivi ma, dipendendo da cause globali e locali, 2015). Con specifico riferimento alla realtà richiedono notevoli capacità di comprensione, europea, in esse vive il 60% della popolazio- interpretazione e azione che vanno al di là ne con circa 290 milioni di persone (89 città delle limitate risorse (materiali e immateriali) hanno oltre 500.000 abitanti); pertanto lo a disposizione di singoli attori ed istituzioni e sviluppo metropolitano sarà un fattore deter- impongono forme di scambio, apprendimento minante nel futuro economico d’Europa e la reciproco, cooperazione, innovazione (ME- dimensione metropolitana sarà cruciale nel TREX, 2014; Urban@it, 2016). raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020, In questo quadro di riferimento, le città metro- di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, politane, pur ciascuna con le proprie specifi- con la doppia sfida di stimolare la crescita per cità, svolgono numerose complesse funzioni offrire lavoro e benessere e, nel contempo, di – politica (decisionale, di controllo e gestione), assicurare la qualità ambientale. Sebbene l’Eu- competitività, innovazione, di trasporto e ropa includa differenti sistemi territoriali, due gateway, di produzione scientifica e culturale, città globali (Londra e Parigi), una serie di aree simbolica – tali da offrire significative opportu- metropolitane policentriche connesse funzional- nità di miglioramento della qualità della vita in mente e una grande varietà di regioni urbane linea con l’obiettivo globale di rendere le città di piccola e media dimensione, vi sono alcuni “inclusive, sicure, resilienti e sostenibili” (Goal principi condivisi sulla sostenibilità dai quali 11), contenuto nella 2030 Agenda for Sustai- prendono avvio strategie, politiche, programmi nable Development che, a livello europeo, comuni che, per la loro attuazione, devono deve essere implementata dalla Urban Agenda essere declinati secondo gli specifici contesti for the EU (2016). Quest’ultima, nota anche locali (EC 2011; EC 2014 EUKN, 2015). come Patto di Amsterdam e sottoscritta dai Mi- La complessità delle questioni e dei processi in nisteri con competenza in materia urbana degli atto richiede, pertanto, l’intensificazione delle Stati membri, costituisce un passaggio cruciale relazioni tra attività di ricerca scientifica ed poichè, oltre a contemplare principi generali, elaborazione delle stesse politiche, rispetto sia indica priorità tematiche e strumenti operativi alla dimensione di analisi e interpretazione indispensabili per il passaggio dall’agenda critica dei fenomeni che a quella di elabo- all’azione. Essa può contribuire, infatti, ad razione di proposte, strumenti metodologici accrescere la qualità, l’efficienza e l’efficacia per affrontare i comuni problemi economici, delle politiche grazie ad un migliore coordina-

121 mento delle stesse, dei soggetti e dei livelli di Alla luce di queste considerazioni, il suddetto governance e ad una migliore comprensione Rapporto indica i requisiti che dovrebbe avere dei contesti di sviluppo urbano. un’Agenda urbana nazionale, alla quale nel Il macro-obiettivo di stabilire un approccio inte- nostro Paese si sta lavorando, anche se non grato e coordinato più efficace alle politiche e con la dovuta continuità, grazie al contributo alla legislazione EU con un impatto potenziale di numerose competenze multidisciplinari: sulle aree urbane (contribuendo anche alla un primo requisito è la costruzione dal basso coesione territoriale attraverso la riduzione di attraverso un dialogo costante e proficuo con divari e squilibri presenti sia all’interno delle tutti gli attori del governo locale, riconoscendo stesse aree urbane che nelle diverse regioni) nella varietà delle situazioni urbane una risorsa è fondato su tre pilastri che hanno un impatto da valorizzare; un secondo requisito è l’essere trasversale sulle politiche comunitarie – cono- il quadro di riferimento di politiche ordinarie scenza, regolazione e finanziamenti – e non che finalmente superino la logica dell’eccezio- prevede la costituzione di nuove infrastrutture nalità e dell’emergenza affinché le città siano o capitoli di spesa. I dodici ambiti tematici ver- protagoniste di politiche, azioni, interventi, a ticali al centro dell’Agenda sono chiaramente condizione che sia garantito il terzo requisito, indicativi delle sfide che le città devono affron- ovvero risorse certe; un quarto requisito è un tare in un contesto dinamico per il quale le pre- adeguato apparato legislativo che costitui- visioni diventano sempre più difficili: inclusione sca un quadro di riferimento certo all’azione di migranti e rifugiati; qualità dell’aria; povertà amministrativa; un quinto requisito è la presen- urbana; politiche abitative; economia circola- za di conoscenze esperte e competenze con re; lavoro e competenze per l’economia locale; funzione di alimentare il processo, partendo adattamento climatico; transizione energetica; dal coordinamento e dalla messa a sistema del uso sostenibile del suolo; mobilità urbana; ricco patrimonio di conoscenze e studi prodotti transizione digitale; acquisti pubblici innovativi sui diversi temi nel panorama tecnico-scientifico e responsabili. E questo Patto è solo l’avvio di e culturale; un ultimo requisito è la capacità di un percorso che prevede dodici partnerships dialogo che un’Agenda urbana dal basso deve trasversali, composte di un numero variabile avere a livello internazionale, affinché le città, tra dieci e venti membri su base volontaria, in coordinamento unitario con il governo na- rappresentanti di Governi Nazionali, autorità zionale, siano realmente protagoniste in grado locali, organizzazioni urbane (CEMR, Euroci- di creare consenso sulle proprie proposte ed ties), programmi urbani europei (Urbact, UIA), orientamenti. stakeholders e ONG per redigere un Action Le possibili declinazioni dello sviluppo sosteni- Plan per ciascuno dei suddetti assi, in un perio- bile, in chiave ambientale o di produzione, di do di attività di tre anni (Allulli, 2016). innovazione sociale e/o tecnologica, richie- La costruzione dell’Agenda urbana, come rile- dono comunque la sperimentazione di forme vato nel Secondo Rapporto sulle città. Le agen- di coordinamento tra attori che agiscono su de urbane delle città italiane (Urban@it, 2017), livelli e scale diverse, l’integrazione funziona- dipende da fattori di diversa natura e non tutti le, la partecipazione e coinvolgimento della dipendenti esclusivamente dall’azione pubbli- comunità locali per un ambiente più attrattivo e ca: il ciclo politico locale, nazionale e sopra- accogliente. nazionale; le retoriche dominanti nel discorso A riguardo si ritengono indispensabili i concetti politico e nell’opinione pubblica; l’interazione chiave di cogenza, territorio e misurabilità: la tra le scelte di policy e la costruzione dei cogenza riguarda la capacità delle politiche di problemi da parte dei media; la capacità degli avviare pratiche in grado di generare nel tem- interessi, economici e sociali, di influenzare la po sviluppo economico endogeno; il territorio selezione delle priorità; l’immaginario che pre- è il contesto abilitante per eccellenza, l’ambito domina nella società civile e tra i cittadini. Pur in cui le politiche, grazie a competenze esper- tuttavia, proprio l’azione pubblica può influen- te, si traducono in azioni di valorizzazione zare l’agenda attraverso un processo selettivo e messa a sistema di risorse locali inespresse strategico che dà la priorità ad alcuni problemi e le loro stesse competenze. Sono pertanto collettivi rispetto ad altri. azioni territoriali sostenibili perché rispettose

122 dell’identità locale, richiedono un processo un panorama globale in cui le città intendono circolare di apprendimento continuo contro rimanere competitive, crescere economicamen- ogni forma di spontaneismo e improvvisazione te e migliorare gli standard di vivibilità dei che implica il monitoraggio e la misurazione cittadini. Considerato che per prosperare e (misurabilità) con indicatori chiari e compren- diventare più sostenibili sono necessari nuovi sibili utili per la valutazione delle politiche in modelli di sviluppo economico, i vantaggi della un’ottica di miglioramento continuo, anche se collaborazione hanno la prevalenza su quelli la sfida maggiore è quindi quella di trovare un competitivi, basandosi su nuovi accordi di go- sistema per misurare le dimensioni qualitative, vernance, ad esempio relativi all’accesso alle oltre a quelle quantitative, rispetto agli obiettivi risorse pubbliche, alle infrastrutture e ai servizi stabiliti. per ottimizzarne l’efficacia e ridurre i costi, o ancora lo sviluppo di accordi city-to-city per Reti e strumenti per nuove dinamiche corridoi di sviluppo economico, in cui abbiano metropolitane un ruolo anche le città minori ad essi connesse (Roberts, 2016). Da quanto fin qui esposto, è evidente che le Le città metropolitane sono in particolare nodi politiche di sviluppo sostenibile delineano uno importanti del sistema del trasporti transna- scenario che vede da un lato le città protago- zionale, nelle quali anche il trasporto urbano niste, nella delicata fase di traduzione delle riveste un ruolo chiave per la competitività agende in azioni concrete e misurabili, dall’al- economica, la coesione sociale e la crescita tro la sempre maggiore diffusione e rilevanza sostenibile. Allo stesso tempo, molti sono gli delle reti di cooperazione, a livello transnazio- effetti negativi derivanti dalle infrastrutture della nale, nazionale e locale, che attingono dalle mobilità, quali congestione, inquinamento e intelligenze e dalle risorse degli attori metropo- incidenti stradali, ai quali si aggiungono le litani. infrastrutture obsolete e con sezioni inadeguate Per molti aspetti le relazioni fra le città metro- al traffico veicolare, specialmente nei centri politane (ma per molti versi anche quelle di storici, il cattivo funzionamento del trasporto dimensione media e piccola) stanno diventan- pubblico e i problemi a scala ampia, quali il do più importanti di quelle fra gli stati naziona- riscaldamento globale e la dipendenza dall’e- li, e numerose reti connettono le città fra loro, nergia con suoi costi crescenti. Soprattutto la nei network city-to-city, nelle attività produttive congestione produce effetti negativi sulla salute e nell’economia della conoscenza (Roberts, delle persone, sull’uso dello spazio pubblico 2016). e sul PIL locale (Sustainable Urban Mobility A livello UE è inoltre riconosciuta l’importanza Plans-SUMPs). Per questo motivo, le infrastrut- della diversità urbana, della governance multi- ture (nelle sub-articolazione di: infrastrutture livello, della partecipazione dei cittadini e dei legate alla residenza, infrastrutture sociali, partenariati pubblico-privato, degli aspetti so- ICT e mobilità urbana) costituiscono uno degli cio-economici dello sviluppo urbano, di capita- indicatori per misurare la qualità della vita e la lizzare le strutture e programmi esistenti (quali vivibilità, come si osserva nell’ambito dell’ini- URBACT, INTERREG, UIA) che rispondono allo ziativa City Prosperity Initiative for Metropoli- priorità strategiche delle città per lo sviluppo tan Cities (CPI-MC), lanciata da UN-Habitat e urbano e a tutte le altre reti networks, inizia- International City Leaders (ICL), con l’obiettivo tive e piattaforme UE. Fra queste la METREX, di promuovere approcci innovativi alla gover- mediante cui le regioni e le aree metropolitane nance urbana e alla gestione per assistere i europee collaborano, comunicano tra loro e leader metropolitani a guidare le proprie città con le istituzioni europee sulla programmazio- verso un futuro urbano più prospero. ne territoriale (METREX, 2014). Lo strumento di valutazione elaborato ad Il concetto di competizione urbana legato a hoc è il City Prosperity Index (CPI), un indice quello di collaborazione fra città potrebbe multidimensionale articolato in sottodimensioni suonare solo apparentemente come un ossimo- definite da un gruppo di indicatori che vengo- ro (si potrebbe usare il termine coopetizione), no misurati per ciascuna delle città esaminate. in realtà si tratta di un modello crescente in In occasione della Conferenza Habitat III (Qui-

123 to, 2016) esso è stato proposto per monitorare delle reti infrastrutturali e sistemi di trasporto il già citato Goal 11 (Make cities and human accessibili, sicuri e sostenibili. settlements inclusive, safe, resilient and su- Riconosciuta l’importanza del fare rete e dello stainable) assieme agli altri obiettivi connessi scambio di esperienze e buone pratiche fra alla dimensione urbana (UN-Habitat, 2015 e città, fra quelle previste dagli strumenti della 2016). Il CPI è applicabile a differenti contesti, programmazione europea, potrebbe essere offre un quadro unitario ed olistico ed articola utile estendere l’uso del CPI a tutte le città differenti dimensioni della crescita urbana in metropolitane, a livello sia transnazionale che quanto: è una struttura flessibile di monitorag- nazionale, per monitorare e valutare gli effetti gio; promuove l’integrazione; è uno strumento delle politiche e delle azioni dei governi locali, innovativo basato su analisi spaziali e strumen- facendo presente, quando necessario, anche le to di decision-making multiscalare. Nel 2015 responsabilità della politica nazionale, ancora Global City Report vengono riportati i risultati carente (nonostante le iniziative in campo, tra dell’applicazione del metodo a livello mon- le quali il Bando Periferie o il Pon Metro) dal diale in più di sessanta città e, fra le ventuno punto di vista dell’integrazione di temi e settori città europee esaminate, Milano è l’unica città in un quadro organico, che ponga al centro la metropolitana italiana presente. Gli altri indi- questione del governo del territorio nella sua catori, oltre alle infrastrutture, sono la produt- complessa multidimensionalità. Le difficoltà tività, la qualità della vita, equità e inclusione potrebbero infatti derivare dai processi di go- sociale, sostenibilità ambientale, governance e vernance multilivello: verso l’alto (governo e re- legislazione. gioni); verso il basso (quartieri); verso i comuni contermini. Il percorso è lungo ma necessario Conclusioni per passare dall’agenda all’azione.

Le città metropolitane possono giocare un ruolo fondamentale nell’UE all’interno di un modello Riferimenti Bibliografici di sviluppo territoriale policentrico equilibrato e rinnovato perché, motori dell’economia, luoghi Allulli, M. (2016), “Il Patto di Amsterdam: l’Agenda urbana europea a una svolta?” in Urban@it Centro di connettività, creatività e innovazione, e nazionale di studi per le politiche urbane Working papers, centri di servizi, sono determinanti nel supera- Rivista online di Urban@it - 2/2016 mento della crisi economica, della disgrega- BBSR (2011) Metropolitan areas in Europe, Federal Institute for Research on Building, Urban Affairs and Spatial zione sociale e nel percorso verso la sosteni- Development (BBSR) within the Federal Office for Building bilità (Cities of Tomorrow, 2011). Per questo and Regional Planning (BBR) (2011), BBSR-Online- motivo esse devono perseguire l’obiettivo della Publikation 01/2011, Bonn, January 2011, available at: http://www.espon-usespon.eu/dane/web_usespon_ sostenibilità e divenire: luoghi di progresso library_files/1200/de_metroareaeu_2011.pdf sociale avanzato, piattaforme di democrazia, EC (2014) Communication on The urban dimension of EU partecipazione e dialogo interculturale, luoghi policies - key features of an EU Urban Agenda. COM (2014) 490, Brussels, European Commission di rigenerazione verde, ecologica e ambienta- EC (2015) Results of the Public Consultation on the Key le, di attrattività e motori di crescita economica Features of an EU Urban Agenda. Commission Staff e sviluppo, con ambiente costruito di elevata Working Document. SWD (2015) 109 final/2, Brussels: European Commission qualità e spazi pubblici che migliorano la EU (2011) Cities of Tomorrow. Challenges, visions, ways qualità della vita. forward, European Union, available at: Uno sviluppo urbano sostenibile deve inoltre http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/ studies/pdf/citiesoftomorrow/citiesoftomorrow_final.pdf riflettere uno sviluppo economico equilibrato, EUKN (2015) The Trio Presidency theme of small and in una organizzazione territoriale costituita da medium-sized cities: synthesis of the results. Report una struttura urbana policentrica, che compren- written on behalf of the Luxembourg Presidency of the Council of the EU. 14 December 2015 da centri regionali che offrono buona accessi- EUROCITIES (2014) An EU urban agenda; engaging cities bilità a servizi di interesse economico genera- for a smart, sustainable and inclusive Europe, available le, avere una struttura ad insediamenti compatti at: http://nws.eurocities.eu/MediaShell/media/ EUA%20Policy%20paper_FINAL_20062014.pdf con sprawl limitato, godere di un elevato livello EUROCITIES/SEISMIC (2014) EU support for cities and di protezione e qualità ambientale. Per questo social innovation. SEISMIC scoping paper. Soraya è altrettanto indispensabile la modernizzazione Zanardo, September 2014

124 METREX (2014) Metropolitan Dimension. Position Statement, http://www.eurometrex.org/Docs/METRO-D/ METREX-Metropolitan-Dimension-Position-Statement.pdf Pacente, C. (2013) La città metropolitana nell’Unione Europea. Programmazione comunitaria, esperienze europee a confronto e nuove prospettive, EGEA, Milano Roberts, B.H. (2016) The New Urban Agenda needs to recognize a future of city-to-city networks and trade, available at: http://citiscope.org/habitatIII/commentary/2016/06/ new-urban-agenda-needs-recognize-future-city-city- networks-and-trade Sustainable Urban Mobility Plans (SUMPs), available at: http://www.rupprecht-consult.eu/uploads/tx_rupprecht/ SUMP_Brochure_final.pdf UN (2015), Transforming our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development, available at: https://sustainabledevelopment.un.org/post2015/ transformingourworld/publication Urban Agenda for the EU. Pact of Amsterdam (2016), Amsterdam 30 maggio 2016, available at: http:// ec.europa.eu/regional_policy/sources/policy/themes/ urban-development/agenda/pact-of-amsterdam.pdf UN-Habitat (2015) The City Prosperity Initiative. 2015 Global City Report, available at: https://unhabitat. org/wp-content/uploads/2016/02-old/CPI_2015%20 Global%20City%20Report.compressed.pdf Un-Habitat (2016) Monitoring Framework, SDG Goal 11. A Guide to Assist National and Local Governments to Monitor and Report on SDG Goal 11 Indicators, available at: https://unhabitat.org/sdg-goal-11- monitoring-framework/ Urban@it-Centro Nazionale di studi per le Politiche urbane (2016) Rapporto sulle città. Metropoli attraverso la crisi, Il Mulino, Bologna Urban@it-Centro Nazionale di studi per le Politiche urbane (2017) Secondo Rapporto sulle città. Le agende urbane delle città italiane, Il Mulino, Bologna

125 STRUMENTI E METODI DI GOVERNO DELLA CITTÀ METROPOLITANA: IL RAPPORTO TRA CITTÀ CONSOLIDATA E PERIURBANO

Maria Rita Schirru

Strumenti di governo della città metropolitana richiamato “principio della causalità”, in base al quale chi causa maggiori costi di urbaniz- All’interno di un quadro di prospettive generali zazione e di erogazione dei servizi pubblici, di sviluppo del territorio metropolitano possono a fronte di maggiori vantaggi individuali, deve essere individuate componenti della crescita corrispondere somme maggiori e viceversa. che, pur caratterizzate da elementi di criticità In particolare, si tratta di rendere i contributi ambientali e socio-economiche, rappresentano agli oneri di urbanizzazione direttamente potenzialità non secondarie dal punto di vista proporzionali al costo, applicando il principio dell’analisi e della conseguente individuazione di proporzionalità diretta degli oneri ai costi di strumenti di governance, per facilitare il sostenuti per urbanizzare le aree del periurba- reperimento di risorse economiche per la com- no, in modo tale che quanti causano maggiori plessa gestione della città metropolitana. costi e conseguono maggiori vantaggi indi- Tra i fenomeni che nel corso degli ultimi viduali abbiano l’obbligo di corrispondere quarant’anni hanno rappresentato in maniera contributi più elevati. significativa la trasformazione delle aree di Si propone inoltre di rendere le imposte immo- limite della città compatta, il fenomeno pe- biliari (per esempio lIMU sulle seconde case riurbano presenta aspetti peculiari e diffusi e sugli immobili di impresa) inversamente pro- sull’intero territorio metropolitano: le carenze porzionali alla densità abitativa e alle attività della pianificazione legale e la diffusione svolte, in modo da prefigurare nuovi e diversi della crescita spontanea hanno determinato criteri di ripartizione delle imposte stesse: ne nel tempo la necessità di affrontare – spesso a consegue l’inversione dell’attuale assetto e la posteriori – le situazioni che si erano venute a possibilità di ricavare un gettito maggiore dalle determinare sotto il profilo del disagio urbano aree di minore densità, essendo il periurbano e sociale. Sulla base di quanto argomentato la fonte di maggiori costi di urbanizzazione e di ricerca presentata in questo contributo1 si pro- erogazione dei servizi pubblici. pone di dimostrare l’utilità dell’applicazione di Differenziare le tariffe in funzione della densità alcune misure: abitativa e delle attività svolte significa ren- 1) la differenziazione dei tributi in funzione derle proporzionali ai costi di erogazione dei della densitàabitativa e delle attività localizzate; servizi e riconoscere una percentuale in tariffa 2) la proporzionalità delle tariffe ai costi di ai comuni significa reperire nuove entrate e erogazione dei servizi ed il riconoscimento di non essere costretti a fare cassa con l’urbanisti- una percentuale in tariffa ai comuni; ca (si tratta di un problema di riorganizzazio- 3) l’introduzione di una “tassa di localizza- ne complessiva della finanza locale che non zione” intercomunale alla francese, ossia uno riguarda solo il periurbano). Occorre pertanto strumento di governo che accompagni l’Ur- riconoscere ai comuni una percentuale di utile banistica con la tassazione, prevedendo che in tariffa sull’acqua e sull’energia, al di là dei laddove le densità sono minori si debbano risparmi che derivano dall’attribuire i costi di corrispondere oneri maggiori e viceversa. infrastrutturazione alla società erogatrice. Differenziare i tributi in funzione della densità L’introduzione di una “tassa di localizzazione” abitativa e delle attività localizzate soddisfa il intercomunale alla francese, simile alla taxe

126 professionnelle unique (TPU), ora in fase di fondiarie: la gestione d’uso dei terreni potreb- ridefinizione, deve accompagnare l’urbanistica be essere affidata dal Comune alla proprietà con la tassazione, prevedendo che laddove le collettiva dei residenti, per esempio per la rea- densità sono minori si debbano corrispondere lizzazione di orti urbani o di verde attrezzato. oneri maggiori e viceversa. L’introduzione della Si ipotizza la rimodulazione dell’IMU in TPU in Francia ha determinato la cancellazione funzione di categorie ambientali che limitino delle ineguaglianze di pressione fiscale tra i l’occupazione del suolo: questa proposta ri- comuni all’interno del perimetro dei comuni guarda l’adozione di agevolazioni fiscali per i “raggruppati”, l’unificazione della tassazione cambi di destinazione d’uso degli edifici senza locale delle imprese e la riduzione della con- aumento del carico urbanistico, ovvero delle correnza fiscale tra i comuni. aree edificabili o già edificate e dismesse; Tale metodologia impositiva contribuisce alla un’altra proposta, sulla stessa linea, riguarda diminuzione delle ineguaglianze di pressione la riduzione delle aliquote IMU e l’applicazio- fiscale tra i comuni della città metropolitana ne di esenzioni IMU per i terreni agricoli di e alla riduzione della potenziale concorrenza alta qualità ambientale e paesaggistica;2 un fiscale tra loro, qualora si vengano a determi- altro suggerimento prevede inoltre la riduzione nare disomogeneità nel grado di attrattività tra delle aliquote IMU delle aree edificabili per chi territori contermini. si impegna a non edificare per più anni e sui Si rileva inoltre come una nuova strumentazio- terreni agricoli per chi ne mantiene la destina- ne di natura economico-fiscale, per risultare zione ed adotta i disciplinari dell’agricoltura efficace, dovrà essere integrata nella esistente biologica e biodinamica; un’altra ipotesi anco- pianificazione urbanistica ed energetica delle ra prevede la modulazione dell’IMU a seconda città: si tratta di ribaltare la situazione attua- delle caratteristiche ambientali dell’immobile le, nella quale la strumentazione urbanistica e l’applicazione di un’aliquota massima (o di funziona scarsamente rispetto all’obiettivo aliquote anche superiori) alle nuove costruzioni di governo proposto, perché le convenienze che abbiano caratteristiche di maggiore impat- in gioco (soprattutto individuali, ambientali, to ambientale. sociali ed economico-finanziarie), numerose e Un altro ambito propositivo prevede di soste- in capo ad una moltitudine di soggetti diversi, nere l’agricoltura biologica con trasferimenti fi- restano a quest’ultimi, mentre i maggiori costi nanziari specifici, attraverso lo stanziamento di sono ripartiti su tutta la collettività. risorse locali aggiuntive rispetto a quelle messe a disposizione dalla politica agricola comuni- Altre proposte di governo dal dibattito in corso taria e incentivando l’immissione sul mercato immobiliare del patrimonio abitativo rurale o Emerge la necessità di tener conto di alcuni ex rurale, favorendo il cambio di destinazione suggerimenti originati dal dibattito in corso e d’uso. A tale proposito si sottolinea quanto dalle esperienze svolte in alcuni paesi europei, fatto dalle regioni con i cosidetti “piani-casa”, tra cui l’interessante esperimento effettuato in in ottemperanza a provvedimenti di carattere Lombardia ed in Veneto (con l’utilizzo dello legislativo nazionale, nei quali con forme diver- strumento endogeno-esogeno e con il ricorso se tra loro e con un diverso grado di libertà allo strumento SAU per l’occupazione delle sono stati favoriti ampliamenti del patrimonio aree agricole a fini edificatori) e quanto opera- esistente, soprattutto per l’edilizia minore e to in Francia, dove i provvedimenti appaiono cambi di destinazione d’uso anche dell’edi- frutto di una più organica politica di governo lizia rurale non più attiva, sia pure con forti del periurbano, inteso come una “normale” limitazioni. La grande novità è stata tuttavia componente della crescita urbana. rappresentata dalla possibilità di riconvertire Si propone di incentivare forme di “fiscalità ad edilizia sociale i complessi industriali ed ar- ambientale”, attraverso l’orientamento di una tigianali dismessi: nel caso del piano adottato parte del sistema di tassazione verso finalità ad agosto del 2011 dalla Regione Lazio3, tale ambientali per il mantenimento o l’acquisizione eventualità è stata prevista sino alla soglia di di aree verdi e la destinazione di parte dei ben 15.000 mq di superficie coperta. La “leg- contributi all’acquisizione di aree per riserve ge sulla rigenerazione urbana” della Regione

127 Lazio, che è stata approvata nel luglio del co” ed il “rurbano”. Il modello insediativo della 2017 e che ha assorbito il citato Piano casa, è “città parco” è un dispositivo coerente con la andata nella stessa direzione con la previsione fornitura di servizi urbani completi, dotato di di una premialità per il rinnovo del patrimonio una adeguata rete di trasporti e di distribuzio- edilizio esistente, per le opere pubbliche e per ne e di una pluralità di centri di attrazione: le cessioni di aree aggiuntive, che arriva fino uno spazio abitato poco denso, un insieme al 35 per cento della superficie lorda esistente organizzato di attività non inquinanti nel verde (fino al 40 per cento nel caso in cui la super- (si tratta di una ipotesi senz’altro ispirata alla ficie esistente sia ridotta almeno del 10 per tradizione internazionale della città giardino, cento a favore della superficie permeabile), specie nelle sue più recenti riproposizioni della prevedendo inoltre che nei “programmi di città ecologica). rigenerazione urbana” andrà indicata anche Il “rurbano” è uno spazio rurale che si adatta la quota almeno del 20 per cento di alloggi di ad accogliere anche attività non rurali che non edilizia residenziale pubblica e sociale. implicano servizi collettivi di tipo urbano. L’obiettivo di pervenire all’equilibrio tra espan- L’esperienza francese sione urbana e rispetto dell’ambiente (parte del più ampio e difficile rapporto tra crescita e A titolo di comparazione si prende il caso sviluppo, dibattuto in molte ed autorevoli sedi della Francia che ha affrontato sin dal 1977, a partire dalla fine degli anni Sessanta) va con il Rapporto Mayoux,4 il problema dell’ha- costruito con una forte azione di “protezione bitat individuale periurbano in cui viene per dei siti sensibili e degli equilibri essenziali” la prima volta riconosciuto il fenomeno della (connotando tutta la pianificazione in chiave periurbanizzazione quale elemento strutturante ecologica e/o ambientale); con la costruzione della crescita della città metropolitana, secon- di attrezzature ed infrastrutture limitata all’es- do un approccio critico in cui vengono indivi- senziale, ponendo al centro delle strategie di duati strumenti efficaci di governo del territorio intervento la questione ambientale e la qua- metropolitano. lità del paesaggio urbano; con la previsione Dall’esperienza francese si ipotizza il raf- di un’azione volta alla “rivitalizzazione dei forzamento dell’intercomunalità, ossia di borghi rurali” preesistenti, anche accogliendo piani urbanistici di livello intercomunale, il la casa individuale con giardino negli spazi più possibile condivisi e i cui orientamenti e interstiziali della “città-centro” o nelle periferie principi possano tracciare direzioni precise per più vicine e ricercando tipi edilizi intermedi organizzare le eterogenee attività individuali tra quello individuale e quello collettivo; con la di micro-trasformazione del territorio (questo promozione della “qualità della forma dell’ur- perché i confini amministrativi non riescono banizzazione” a piccola e a grande scala che a contenere e regolare la reale dimensione incentivi l’interesse di soggetti economici e urbana del fenomeno che, ormai, è a scala sociali ad operare nello spazio periurbano. territoriale: si parla infatti di “agglomerazione territoriale”), anche attraverso l’incentivazione Conclusioni di trasferimenti finanziari specifici: l’intercomu- nalità rappresenterebbe la terza via, tra le due Ci si augura, dalla lettura delle analisi svolte ipotesi maggiormente sostenute nel dibattito in in questo contributo, che emergano motivi corso: la promozione del piano comunale o di riflessione sulla necessità di confrontarsi del piano di area vasta. “laicamente” con le scelte operate nelle diverse Occorre anche riflettere sul rapporto tra le nuo- realtà territoriali europee, non tanto ai fini di ve forme di occupazione ed utilizzazione del una ipotetica omologazione legislativa (che, suolo ed i nuovi stili di vita (individuali e collet- nel caso dei processi di crescita urbana, risulta tivi) sottesi ai modelli di sviluppo emergenti. In condizionata dalle peculiarità dei territori), particolare, due modelli insediativi sembrano quanto ai fini di una diversa e non ideologica rispondere con maggior efficacia all’equilibrio considerazione del fenomeno periurbano, inte- tra le esigenze di localizzazione dei servizi ed so quale componente “di diritto” del più ampio il rispetto dell’ambiente naturale: la “città par- processo di crescita della città, in equilibrio tra

128 espansione e rispetto dell’ambiente. Il periurba- Riferimenti Bibliografici no è divenuta una componente primaria nello sviluppo delle città e deve essere integrato nel Alessandra, L., Ming, L. a cura di (2013) City and countryside, Harbin Institute of Tecnology Press, Harbin tessuto urbano, costituito da tutte le componenti (China) della crescita. Cecchini, A., Schirru, M. R. (2016), “Rapporto tra città e Occorre, pertanto, dotare il territorio di un campagna? Come ricostruire questo rapporto” in Nuvoli, a cura di, 2016: 175-188 adeguato sistema di infrastrutture, una rete Cecchini, A. Schirru, M. R. (2013), “L’esplosione urbana: costituita da elementi materiali e immateriali un fenomeno a molte dimensioni” in Cerasoli, a cura di, che interagiscono in un ambito unitario di 2013: 382-389 Cecchini, A., Schirru, M. R. (2013), “The City and the relazioni. L’aumento dell’età media della popo- Country: How to Reconstruct a Relationship” in Lai, Lu, a lazione, la più lunga permanenza nel mondo cura di, 2013: 3-20 del lavoro e le diverse, innovative modalità del Cerasoli, M., a cura di (2013) 9 CVT Roma 2013. Libro degli Abstract, Archivio istituzionale, Università degli suo svolgimento, l’ampliamento della platea di Studi Roma Tre - ArcA diA, Archivio Aperto di Ateneo, utenti delle piattaforme web, suggerisce una Roma rapida riconversione del metodo di gestione Della Rocca, G. A., Lapadula, B. F., a cura di (1983) Rapporti tra agricoltura e urbanistica nello spazio peri- del lavoro e del tempo libero, con modalità tali urbano, CEDAM, Padova da svincolare il più possibile i soggetti attivi di EEA (2016) European Environment Agency, Urban sprawl questo processo dalle vecchie logiche di trasfe- in Europe, Report EEA. 11/2016, Luxembourg, Online su: https://www.eea.europa.eu/publications/urban- rimento fisico delle persone, delle informazioni sprawl-in-europe (02/06/2017) e delle merci, potenziando la rete delle nuove ISTAT (2017) Istituto Nazionale di Statistica, Forme livelli e tecnologie. dinamiche dell’urbanizzazione in Italia. Roma. Online su: http://www.istat.it/it/archivio/199520 (21/05/2017) ISPRA (2016) Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Consumo di suolo, dinamiche Note territoriali e servizi ecosistemici. 248/2016. Roma. Online su: http://admin.isprambiente.gov.it/ 1. Schirru 2012. files/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_consumo_ 2. In Francia a partire dal 1993 le proprietà non costruite classi- suolo_20162.pdf (02/06/2017) ficate nelle categorie da 1 a 6 (terreni, frutteti, vigne, boschi Karrer, F. (1983a), “Agricoltura, spazio rurale e e lande) 8 (laghi e stagni) e 9 (giardini) sono esonerati dalla pianificazione fisica” in Della Rocca, Lapadula, a cura tassa fondiaria sulle proprietà non costruite, mentre in Italia di, 1983: 9-31 alcuni comuni disciplinano l’imposizione con particolari moda- Mayoux, J., a cura di (1980) Demain, l’espace. L’habitat lità. Ad esempio nel 1999 il Comune di San Pietro in Casale, individuel périurbain, Paris ha deliberato un aliquota IMU del 4,5 per mille per i terreni Nuvoli, F., a cura di (2016) Le campagne e le città. agricoli sui quali viene realizzato un intervento di riequilibrio Prospettive di sviluppo sostenibile in area mediterranea, ecologico (agevolazione per 5 anni a decorrere dall’anno di AM&D Edizioni, Cagliari realizzazione dell’intervento). Schirru, M. R. (2012) Il periurbano: crescere intorno alla 3. La L. R. 13 agosto 2011, n. 10 (c. d. “Piano Casa” della Re- città. Roma. Strumenti e metodi di governo per valorizzare gione Lazio), non più in vigore è stato sostituita dalla L. R. 18 i benefici e limitare gli effetti negativi del periurbano, luglio 2017, n. 7 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e Gangemi Editore, Roma per il recupero edilizio”. Schirru, M. R., a cura di (2013) “Luoghi e confronti del 4. Mayoux 1980 periurbano” in “Urbanistica Informazioni on line”, 249- 250 (pag. 49-54) Schirru, M. R. (2013) “Le peculiarità del periurbano a Roma” in “Urbanistica Informazioni on line”, 249-250 (pag. 49-51)

129 ESPERIMENTI PARTECIPATI SUL SENSO DELLA BELLEZZA, PER LA RIABILITAZIONE DI AREE E PAESAGGI DEGRADATI

Maria Maddalena Simeone

Premessa I processi partecipati per sollecitare consapevolezza e conoscenza Si descrive una delle tappe di uno studio su territori degradati dell’Agro Aversano, condot- Riguardo i paesaggi degradatati o scartati, to negli ultimi cinque anni da studiosi e profes- l’approccio partecipato alla progettazione sionisti, studenti e ricercatori anche attraverso sembra oggi il percorso più adeguato per af- due protocolli d’intesa tra diversi Dipartimenti frontare le complesse e urgenti istanze che ne e Università della Campania1. derivano, tra le quali la necessità di ricostruire, La prima fase dello studio, corrispondente ad materialmente ed immaterialmente, il ‘senso’ un primo protocollo, è stata finalizzata ad una comune dei luoghi su cui si interviene e con ricerca multidisciplinare sul degrado dei pae- esso la ‘responsabilità’ da parte delle popola- saggi e delle città locali e sulle vie di riabilita- zioni della cura e della custodia della propria zione, con il contributo dell’arte figurativa. architettura, delle proprie città e o dei propri Le principali finalità: paesaggi. Le esperienze di partecipazione, • La promozione di un’etica ecologica; realizzate sia in scala architettonica sia urba- • La sperimentazione di una relazione tra nistica o paesistica, che dagli anni settanta ad Arte Architettura, declinabile in diversi oggi hanno contribuito a costruire una tradi- modi; zione di progetto, ci sembrano particolarmente • L’approccio multidisciplinare allo studio del utili oggi anche per il valore educativo e di dis- territorio; seminazione culturale che tale tipo di pratiche • La partecipazione delle persone alla com- comporta. Affianco alla necessità di realizzare prensione del proprio paesaggio, per il progetti partecipati in quanto meglio adeguati riconoscimento di valori identitari. al ‘sentire comune’ dei futuri utenti, sembra La seconda fase di questo studio, strutturata altrettanto necessaria, infatti, la rieducazione anch’essa attraverso un protocollo d’intesa inti- alla ‘consapevolezza’ ed alla ‘cura’. tolato Prototipi di Bellezza, tra diverse Univer- Il progetto partecipato si sviluppa come sità ed enti per la riabilitazione di beni degra- pratica alternativa in occidente, in un periodo, dati e confiscati, è stata strutturata con le stesse gli anni settanta, in cui l’architettura è messa finalità generali, ma con lo scopo di realizzare in crisi da diversi fattori, primi fra i quali la linee guida di riabilitazione dei paesaggi e consapevolezza che la vivibilità e la qualità interventi di riabilitazione su aree, immobili o urbana siano legate a questioni più complesse contesti degradati o confiscati alla camorra, di una ingenua e totale fiducia nella tecnica, mediante pratiche sperimentali che prevedono ma piuttosto alla specificità di ogni contesto il contributo di procedimenti artistici. e comunità. Insomma la partecipazione, sin In questo secondo protocollo, in sintesi, si è dalle prime esperienze, ha restituito centralità inteso produrre ‘prototipi di bellezza’, appunto, alle persone e quindi alle comunità e un ruolo ovvero interventi paradigmatici di un metodo e diverso al progettista, a cui si richiede una di un approccio in cui la multidisciplinarità, la particolare dote di ascolto. Uno dei precursori partecipazione della gente e l’uso di procedi- italiani del progetto partecipato, Giancarlo menti artistici fossero la struttura portante. De Carlo, che pone al centro della sua ricerca

130 sull’argomento il tema dell’identità e, quindi, decoro. Tutti gli aspetti individuali, che conno- il bisogno di consapevolezza critica, scrive: tano un paesaggio, sono spesso risolti e so- ‘Quando si colpisce alla radice il principio di praffatti da processi di omologazione in nome identità si apre la strada alla formazione di sta- di un’emergenza e di uno stato di necessità. ti di passività generalizzata dove non c’è posto Ciò che riguarda lo sguardo delle persone che per la critica. La critica comincia infatti dalla abitano i luoghi, come l’idea di bellezza e, registrazione del proprio modo di consistere in generale le qualità immateriali, per propria nello spazio fisico e si sviluppa attraverso il natura di difficile catalogazione e razionaliz- confronto con i modi di consistere di altri nello zazione, è spesso considerato secondario o stesso spazio fisico ed in altri vicini e lontani’3. addirittura marginale. Eppure il valore imma- La relazione, quindi, è il fondamento neces- teriale dei luoghi o dei paesaggi rappresenta sario per riconoscere, divenire consapevoli una gran parte della nostra vita e della realtà e produrre scelte per riabilitare. In termini in cui viviamo, e nutre i nostri desideri. Tutto specificatamente architettonici, quando in il materiale emozionale che connota la nostra un contesto si perde il senso dell’identità, si esistenza e che spesso collochiamo in catego- riduce ogni forma di comunicazione e con- rie di giudizio come bello-brutto, felice-infeli- fronto critico, che rappresenta la base del ce, desunte dalla sfera affettivo-emozionale, senso comune dello spazio. Si perde il comune contribuisce a definire la qualità dell’abitare riconoscimento degli spazi collettivi come beni e, di contro, lo stato di degrado. Le normative della comunità, proiezioni di un’idea comune. più recenti sul paesaggio danno nuovo valore Il progetto partecipato, invece, prevedendo di a questo approccio immateriale. La definizione misurarsi con la realtà vissuta dei contesti in stessa di paesaggio, nell’articolo primo della cui si interviene, in particolare quelli degradati Convenzione Europea del Paesaggio, è affi- o scartati, si relaziona fortemente al senso di data alla percezione della popolazione; l’idea identità collettiva, alla sua componente ‘imma- comune di un paesaggio, quindi, nasce e si teriale’, all’idea condivisa che ogni collettività forma a partire da un punto di vista specifico potrebbe recuperare ed alle pratiche necessa- non generalizzabile, che fa riferimento alla rie per farne emergere i caratteri specifici e le conoscenza di dati materiali e immateriali, aspirazioni come una propria idea di bellezza relativi e contestualizzati. La caratterizzazio- e felicità. ne di un paesaggio è affidata allo sguardo In questo studio, la messa a punto di un meto- dei fruitori e ne consente l’identificazione. La do partecipato è stata finalizzata a innescare conoscenza intuitiva in questo caso, di fatto, un processo di consapevolezza e conoscenza assume un significato fondamentale per la com- della realtà circostante attraverso procedimenti prensione. L’arte figurativa ed i processi affini intuitivi affini a quelli dell’arte. sono gli strumenti da noi utilizzati per arrivare a questa forma di conoscenza più ampia della Il valore della conoscenza intuitiva: i realtà vissuta3. La nostra convinzione ha una procedimenti dell’arte radice teorica nell’ interpretazione ermeneutica della realtà, in particolare nelle ricerche di H. Uno dei limiti rilevabili nei processi di studio e Georg Gadamer e nella sua ricerca sul valore d’intervento in paesaggi degradati è, in molti dell’arte e del procedimento artistico4. Nei suoi casi, l’inadeguata conoscenza della vita vissu- studi, che si possono ricollegare al filone di ta dei luoghi e delle persone. Anche quando ricerca esistenzialista europeo del novecento, si decide di operare secondo criteri di sosteni- si intende il procedimento artistico come stru- bilità, spesso si procede applicando modelli di mento di “svelamento della verità” del reale. intervento desunti esclusivamente da statistiche Questa affermazione ha per noi un doppio e finalizzati a risolvere problemi funzionali valore. Da una parte si sottolinea una distanza o tecnici. All’individualità di ogni contesto si dall’idea che la conoscenza della realtà proce- affida, in casi di emergenza, un ruolo margi- da esclusivamente con metodologie razionali, nale o addirittura negativo, soprattutto quando affini al metodo scientifico del vero e falso, che i caratteri che emergono si allontanano dai appare particolarmente diffusa nelle metodo- canoni più comuni e condivisi di abitabilità e logie progettuali architettoniche. Dall’altra si

131 evidenzia che i fenomeni artistici, sia nella significato che la parola “bellezza” assume produzione che nella fruizione, procedono nelle diverse culture del mondo, attraverso la al di fuori di campi organizzati con metodo stratificazione di senso che acquista nel tempo. scientifico; anzi, l’esperienza estetica è l’em- La bellezza, infatti, non ha un’espressione blema di ciò che non è metodico. Per questo assoluta né una struttura formale definitiva che essa è indispensabile per completare la nostra permanga immutabilmente nel tempo e nei conoscenza del mondo, che è insieme raziona- luoghi6. È possibile, invece, individuare singo- le ed intuitiva. Il procedimento artistico, diverso lari idee di bellezza relative a specifici ambiti da metodologie organizzate come quelle della culturali o geografici, i cui nomi fanno risalire scienza, è uno strumento di verifica del reale al senso più profondo. Da questi nomi ci si più vero delle scienze. L’arte, e quindi l’espe- può anche ricollegare filologicamente al loro rienza estetica che deriva dalla sua fruizione, senso originario, radicato nelle diverse culture oltre che dalla produzione, è uno strumento di e nature specifiche. Ne deriva che alle parole conoscenza del vero che non deve rispondere che indicano la bellezza, in luoghi e culture a principi generali o a leggi entro le quali diversi, corrispondono spesso opposte idee postulare le domande, come per il metodo relative ai valori culturali o naturali specifici. delle scienze, ma confrontarsi con fatti speci- Ogni nome con cui definiamo la bellezza por- fici. L’esperienza artistica, in altre parole, si ta in sé aspirazioni, potenzialità, stratificazioni può assimilare all’esperienza di viaggio. Ogni di senso differenti, legate ai contesti ed alle volta che compiamo un’esperienza di viaggio tradizioni cui si riferisce, ai cambiamenti: “la entriamo in un mondo che ci cambia, in una bellezza non è mai stata qualcosa di assoluto visione del mondo “altra”, che ci scuote o che e immutabile, ma ha assunto volti diversi …”7 ci arricchisce. Nell’agro aversano, attraverso La bellezza, dunque, non può che nascere dal lo sguardo degli artisti, lo scopo è far emerge- proprio orizzonte naturale e culturale, ma è re la consapevolezza dell’orizzonte culturale necessario entrare in relazione con il contesto cui apparteniamo, da cui osserviamo, entro cui reale, con il tessuto materiale e immateriale ci muoviamo, insieme al valore che attribuiamo del vivere collettivo spesso lacerato, inquinato, alle cose che appartengono a questi luoghi. apparentemente distrutto. Lo scopo è comprendere il nostro modo di È necessario prendere coscienza del contesto guardare il mondo. vissuto e cercare vie di trasformazione; esse si La bellezza perseguono prima con l’immaginazione, l’uni- Lo sguardo intuitivo è stato necessario, inoltre, co strumento di trasformazione potenziale della per individuare l’idea della bellezza di questo realtà8 che rompe preconcetti, ed è in grado, paesaggio. Le domande fondamentali sull’ar- addirittura, di sovvertire i modelli precostituiti. gomento sono state: cos’è oggi la bellezza e perché proporla come fondante nella ria- Come è stato usato il procedimento artistico: bilitazione di paesaggi degradati? Riguardo ‘Esperimenti di bellezza’ la prima, siamo certi di poter individuare e raccogliere nel concetto di bellezza tutti quegli L’approccio conoscitivo attraverso il procedi- aspetti qualitativi dell’esistenza, come le aspi- mento artistico ha coinvolto artisti locali, che razioni individuali e collettive o, in generale, hanno lavorato collettivamente e singolarmen- l’idea di pienezza cui aspiriamo. La bellezza, te, in collaborazione con progettisti ed agro- o il desiderio di bellezza, quando è condivisa nomi. da una comunità o quando è riconosciuta da Sono stati messi in campo tre tipi di approcci essa, è un valore in cui si può anche individua- al degrado: re il fondamento della stessa comunità o di una - nella prima esperienza è stato chiesto agli regione geografica, se ci riferiamo ai luoghi, artisti coinvolti di produrre un’opera che fosse di un’epoca storica se facciamo riferimento in relazione con il paesaggio oggetto di studio alla sfera temporale, o dell’esistenza di un e potesse diventarne parte; singolo individuo se parliamo del sentire delle - nella seconda esperienza gli artisti hanno persone5. È un valore relativo e spesso insta- contribuito ad una performance collettiva, bile e ciò si può comprendere se si risale al strutturata come una passeggiata ‘nomade’,

132 alla stregua degli approcci dei situazionisti ai La seconda esperienza di approccio intuitivo al paesaggi degradati; degrado: passeggiata nomade per le strade di - nella terza esperienza è stata svolta una serie Casal di Principe di seminari destinati ad un pubblico scelto, I partecipanti sono architetti, artisti, studiosi, quello di una comunità scolastica locale, in abitanti. L’esperienza è stata svolta in più in- cui gli artisti, insieme ad architetti e docenti, contri ed è consistita in una serie di escursioni hanno condotto i seminari. Tali esperienze, per le vie della città, alla maniera ‘situazioni- tutte finalizzate ad un approccio conoscitivo sta’10. per sollecitare l’immaginario sul paesaggio Tale pratica, messa a punto e sperimentata sin locale, sono state definite ‘Esperimenti di dagli anni sessanta nelle aree urbane degrada- bellezza’. Esse hanno prodotto diversi punti di te come approccio ludico/creativo al disagio vista sul territorio e messo in evidenza carat- dei paesaggi urbani contemporanei, è stata, teri e connotazioni. Infine l’esperienza con la nel corso degli ultimi anni, continuamente ag- comunità scolastica della scuola media Don giornata, fino alla contemporaneità, da gruppi Diana a Casal di Principe, ha prodotto risultati che hanno considerato l’esperienza di Debord, inaspettati, tali da raccogliere elementi proget- il fondatore del movimento, un riferimento. tuali originali utili per l’allestimento di un’area Gruppi come Luther Blisset, Stalker, o artisti dedicata ai bambini, immaginata come riciclo come P. Vassart, G. Orozco, F. Alyper hanno estetico del paesaggio degradato locale. indagato in territori degradati o difficili con un La prima esperienza di approccio intuitivo al approccio situazionista ed hanno contribuito a degrado: opere artistiche individuali realizzare un’amia documentazione. Durante questa fase gli artisti, chiamati a Nella esperienza di Casal di Principe la prati- collaborare, hanno prodotto immagini o opere ca situazionista è stata utilizzata come metodo legate strettamente ai paesaggi degradati, per base di approccio alla vita vissuta urbana. sottolinearne il carattere o per rileggerne un È stata condotta, in questo caso, da un gruppo nuovo valore. di artisti ed architetti con lo scopo di entrare in Otto artisti hanno prodotto un lavoro che in- relazione emotiva e concreta con i luoghi mar- terpretasse il proprio sguardo sul paesaggio9. ginali. In numerose escursioni messe a punto L’osservazione del degrado è stato materiale in periodi differenti e condizioni diversificate, emozionale e di ricerca di senso. Lo sguardo è stata attraversata l’area urbana secondo un dei fotografi, a volte lucido e agghiacciante, procedimento di ‘deriva’ che consiste, in linea a volte drammaticamente malinconico, ha di massima, nell’ attraversare a piedi e senza rappresentato la denuncia dello stato attuale. I scopi pratici il territorio su cui si vuole inda- procedimenti di rielaborazione creativa, attra- gare, affidando l’esperienza al caso ed agli verso istallazioni, fotografie, opere pittoriche, incontri. come l’opera ‘I paesaggi interiori’ di Peppe Durante le escursioni sono stati raccolti dati di Ferraro, o le istallazioni di Felix Policastro, o le diverso tipo: di tipo percettivo, relativamente rielaborazioni di Liberato Aliberti, hanno de- ad elementi fisicamente emergenti sull’orizzon- nunciato o reinterpretato creativamente il senso te, di tipo emozionale, relativamente a stati drammatico della realtà. d’animo; sono stati rilevati elementi sull’orien- È emerso un monito contro l’abbandono dei tamento e sul disorientamento, sulle persone, luoghi o un desiderio di ricostruire antichi lega- sui racconti comuni, segni, tracce, frammenti mi con la terra. Dalle istallazioni disegnate da utili a ricostruire una mappa territoriale della Liberato Aliberti emerge il bisogno di ri-orienta- vita urbana. In questa fase sono state raccolte mento nella storia e natura locale. inoltre, attraverso le conversazioni libere con Dolore, stupore, senso del distacco, morte, la gente, alcune visioni del paesaggio locale, paura, solitudine, abbandono, ma anche poi confrontate con gli esiti di una serie di luce, calore, memoria, familiarità, comunan- interviste strutturate su un campione catalogato za, riscatto, appartenenza, speranza, sono di persone ed utilizzate come base conoscitiva parole-concetti espressi in modo completo dallo di partenza11. sguardo degli artisti. Esse sono l’espressione di un primo approccio conoscitivo.

133 Fig. 1 - Seminario scuola media Don Diana, Casal di principe

Fig. 2 - La città immaginata dai bambini

La terza esperienza di approccio intuitivo al ginando di poterne ricostruire, alla fine, uno degrado: seminario con studenti di una scuola stralcio, secondo i propri desideri di bellezza. media a Casal di Principe In particolare le attività sono consistite in due È stato svolto un seminario di cinque incontri fasi. Nella prima fase sono stati prodotti alcuni con venticinque studenti della scuola media di disegni del proprio orizzonte sotto la guida Casal di Principe, Don Diana, con la parte- degli artisti in veste di animatori culturali, e cipazione di architetti, artisti, un fotografo, completati con didascalie e/o pensieri liberi. I alcuni docenti interni alla istituzione scolastica. disegni prodotti, in numero di quattro, hanno Il seminario è stato strutturato in modo tale da riguardato i seguenti temi: ‘Il proprio orizzonte sollecitare, in più riprese, l’immaginario degli reale’ ‘ la città distrutta da un evento cata- adolescenti sul paesaggio locale, proponendo strofico’ ‘ la città ricostruita’. Infine, ad opera differenti scenari a partire da una prima rap- di gruppi di più studenti, sono stati realizzati presentazione del ‘proprio orizzonte’ da parte disegni collettivi con ‘i pezzi’ dei precedenti di ogni studente. L’esperienza ha lo scopo disegni, ritagliati e poi incollati con un nuovo fondamentale di guidare alla consapevolez- senso e funzione. Quindi, nelle immagini finali, za dei luoghi e degli spazi in cui si svolgono alcune rappresentazioni negative dei primi diverse attività, proprie e dei propri familiari. disegni sono entrate a far parte di un nuovo Si è svolta una fase preparatoria in cui sono immaginario paesaggio con un nuovo senso, stati descritti alcuni caratteri del paesaggio, questa volta positivo. Ad esempio, il disegno e lo stesso significato di paesaggio, al fine di finestre rotte è divenuto una nuova partitu- di fornire strumenti minimi di informazione. ra – colorata – di vetrate per nuovi edifici, un È stato poi richiesto di descrivere il proprio fungo atomico appartenente al paesaggio di orizzonte, in particolare quello riguardante ‘distruzione’ è stato riproposto come fontana la vita quotidiana. L’osservazione del proprio di una piazza; oggetti simbolo di guerra e modo di abitare, attraverso procedimenti violenza, quali corna di animali feroci, sono intuitivi proposti dai conduttori del laboratorio, stati trasformati in elementi di decoro di giochi finalizzati a mettere in gioco l’immaginario, per bambini. Insomma è stata riprodotta una ha permesso di produrre disegni privi di punti pratica artistica molto diffusa nell’arte d’a- di vista precostituiti e di smontare e rimontare vanguardia della prima metà del ventesimo gli elementi del paesaggio disegnato, imma- secolo, consistente nella trasfigurazione di

134 elementi del paesaggio, e trasformazione possibile la rilettura creativa e la potenziale tra- positiva, attraverso una sorta di riciclo estetico sformazione, attraverso l’immaginario comune. delle immagini disegnate. A conclusione del se- L’approccio intuitivo ha determinato una nuova minario tutto il gruppo di lavoro ha incontrato apertura al mondo, e “svelato” il valore delle l’architetto artista Riccardo Dalisi, con il quale cose, anche quelle deteriori, ampliando così la sono state discusse e confrontate le immagini consapevolezza e la coscienza. I procedimenti degli studenti e le opere dell’architetto sul tema intuitivi predispongono alla comprensione am- del riciclo. Il lavoro, che può intendersi come pia del rapporto tra noi e il mondo, tra noi e la analisi preliminare per una agenda strategica, storia, tra noi e il futuro. I segni del paesaggio è ora in una fase di messa a punto per verifica- reinventato possono, quindi, diventare nuove re la possibilità di usare le immagini prodotte, cose, decifrabili attraverso le deformazioni frutto di rielaborazioni del paesaggio locale, prodotte dall’immaginazione, che è, per sua come componenti di un progetto di riabilitazio- natura, spregiudicata, coraggiosa, senza limiti, ne di un’area degradata. generatrice di cambiamento.

Utilità dei procedimenti intuitivi e artistici Note L’arte ed i procedimenti artistici, negli esperi- menti condotti e qui descritti, così come nelle 1. Il primo protocollo d’intesa Intitolato Degrado Bellezza, stipu- lato nel 2010 tra Agrorinasce, Agenzia per la gestione dei esperienze registrate nell’ultimo secolo nel beni confiscati alla camorra - Università Federico II, Facoltà di mondo dell’arte e dell’architettura, sono stati architettura – Università Luigi Vanvitelli, Facoltà di ingegneria utilizzati soprattutto come strumento conoscitivo – insieme con ricercatori, artisti e progettisti del territorio, è sta- to finalizzato allo studio multidisciplinare del degrado dei pae- sul degrado. Attraverso la sfera emozionale saggi e delle città, per ricerche sperimentali che si avvalessero e creativa, che occupa una parte considere- del contributo dell’arte figurativa. Il secondo protocollo, intito- vole dei processi conoscitivi, è stato possibile lato Prototipi di Bellezza, stipulato nel 2015 e tuttora in corso, con gli stessi partners e con alcuni dipartimenti in aggiunta. predisporre i fruitori a visioni non preconcette 2. In Viaggi attraverso il mondo, in ‘Mondo operaio, n. 11.1987’, sulla realtà ed ha consentito di entrare nel lato intervista di Francesco Kramer a Giancarlo De Carlo. oscuro delle cose, in opposizione ad un’idea 3. cfr. G. Vattimo, Introduzione all’estetica, ETS filosofica, Torino 2000. di purezza astratta. La realtà degradata è stata 4. Hans-Georg Gadamer, Wahrheit und Methode, 1960, Tubin- considerata solo attraverso l’approccio emozio- gen; tr. It. Verità e metodo, Bompiani, Milano, 1983, pag. 79 nale con lo scopo di aprire lo sguardo anche 5. Sartwell C. (2006), I sei nomi della bellezza, Einaudi, Torino 6. Ferraris M.(1996), L’immaginazione, Il Mulino su una parte dell’esistenza in genere censurata 7. cfr. Eco U. (2006), Storia della bellezza, Bompiani, Torino o negata, per porla sullo stesso piano di tra- 8. Bachelard G. (1975), La poétique de l’espace, tr.ital. La poeti- sformabilità di ogni altro aspetto del reale. ca dello spazio, Dedalo, Bari 9. Gli artisti che hanno partecipato alle varie esperienze sono: La rilettura creativa del paesaggio ci ha posto, Peppe Ferraro, ‘Due per nove’ ( Francesco Capasso e Anna- quindi, in relazione con le cose deteriori, ed maria Natale), Salvatore Di Vilio, Giovanni Izzo, Liberato Ali- ha predisposto i fruitori e gli operatori ad berti, Felix Policastro. 10. cfr. Bianchi E.(2014), “L’illusione di essere insieme”, in Contro una diversa osservazione del mondo. Ci ha l’infelicità. L’Internazionale Situazionista e la sua attualità (a indirizzati, inoltre, ad una rinnovata visione cura si S. Taccone), Ombre Corte, Verona, pp. 34-43; Balse- dei processi dell’esistenza, vicini alla ciclici- bre G. (1995), Della critica radicale. Bibliografia ragionata sull’Internazionale Situazionista, con antologia di documenti tà dei processi naturali affini anche ad una inediti in italiano, Grafton Edizioni, Bologna; AA.VV. (1991) I visione ecologica dei processi naturali del Situazionisti, Manifesto libri, Roma contesto. Integrando la lettura creativa a quella 11. Le indagini sono state strutturate da Candida Cuturi e attual- mente pubblicate nel testo di Simeone M.M. (2012), Dal de- multidisciplinare dell’area dell’Agro Aversano, grado alla bellezza, ESI Edizioni, Napoli ed in particolare della conurbazione di Casal di Principe, ovvero integrando procedimenti razionali a procedimenti intuitivi, è stato possi- bile ricostruire il contesto paesistico, la matrice naturale, le trasformazioni, la storia passata e presente e rileggerne i segni in maniera ampia, inclusiva, tali da osservare anche il degrado e lo scarto senza censure e renderne

135 Riferimenti Bibliografici

AA.VV. (1991) I Situazionisti, Manifesto libri, Roma Bachelard, G. (1975) La poétique de l’espace, tr.ital. La poetica dello spazio, Dedalo, Bari Bodei, R. (1995) Le forme del bello, Il mulino Bari Dall’Olio, L. (1997) Arte e architettura, Testo e immagine, Torino De Carlo, G. (2010) L’architettura della partecipazione, Quodlibet habitat, Macerata De Carlo, G. (2005) Le ragioni dell’architettura, Electa opera Darc, Milano De Carlo, G. (2002) Nelle città del mondo, tascabili Marsilio, Venezia De Carlo, G. (2008) Questioni di architettura e urbanistica, Maggioli Durozoi, G. (2005) Dada et les arts rebelles, Hazan éditions, Paris Lynch, K. (1981) Deperire, rifiuti e spreco nella vita di uomini e città, CUEN, Napoli Sartwell, C. (2006) I sei nomi della bellezza, Einaudi, Torino

136 MISURARE LA REALE DIMENSIONE DELLE CITTÀ ITALIANE: IL CONCETTO DI URBANISMO

Andrea Spinosa

Un mondo di città era l’inizio di una perfusione territoriale che continua e continuerà per molto tempo ancora. Mancano ormai poche settimane al passaggio della soglia dei 7,5 miliardi di individui umani Perché una metrologia urbana sulla Terra. Un altro passo in una crescita vertiginosa: dai 200milioni del I secolo ci sono Un centro urbano è in equilibrio se la distanza voluti 1.700 anni per raggiungere il miliardo media degli spostamenti quotidiani è parago- di persone. Il raddoppio è arrivato circa 130 nabile al raggio dell’area urbana: anni (1930) poi la rapida salita: 3 miliardi nel 1960 (30 anni); 4 nel 1974 (14 anni); 5 nel 1987 (13 anni); 6 nel 1999 (12 anni); 7 nel 2011 (12 anni). Una popolazione che continuerà ad aumentare anche nei prossimi decenni, soprattutto in Africa e Asia, malgrado il calo della natalità: le proiezioni più recenti parlano di 9 miliardi di individui al 2045. Solitamente “d≈1,5÷2,0 R”. Con il prevalere Le città tendono ad ingrandirsi, riducendo al della mobilità privata sulla ripartizione modale minimo i tempi e le distanze che le separano degli spostamenti la distanza media degli spo- le une dalle altre, nonché i percorsi di entrata stamenti quotidiani tende a salire, secondo la e di uscita dall’abitato. Emergono inoltre nuovi regola dello “spostati fino a quando la spesa modelli di sviluppo, distinguibili attorno a città per il carburante è conveniente”. In sostanza: di minori dimensioni o in campagna, lungo corridoi di trasporto, e in prossimità di tratti di costa generalmente collegati con valli fluviali. Storicamente, la crescita delle città è sempre Più grande diventa rispettoε → 0 al raggio dell’a- stata determinata dall’aumento della popola- rea urbana più significa che la città si sta zione urbana. Oggi, invece, anche nei casi espandendo in maniera indifferenziata sul in cui la pressione demografica è irrilevante o territorio e sta abbassando la propria densità addirittura inesistente, il fenomeno dell’espan- territoriale. Alla fine accade che non c’è più sione urbana incontrollata subisce l’influenza nessun motivo economico per cui un’attività di diversi altri fattori, che scaturiscono dal artigianale o un’impresa debba installarsi in desiderio di realizzare nuovi stili di vita in aree quella città piuttosto che in un punto qualsiasi periferiche, lontane dal centro delle città. Le della sua sterminata regione metropolitana. città italiane sono tornate a crescere e forse Descrivere in maniera efficace le città è quindi non hanno mai smesso. La de-urbanizzazione una necessità di primo livello: esprimerne la re- degli anni Novanta era solo un abbaglio, do- ale dimensione al di là dei limiti amministrativi vuto al grossolano errore di tentare di prendere è essenziale sia nel processo pianificatorio ge- le misure urbane e metropolitane con un metro nerale sia nel dimensionamento e nella proget- vecchio di 50 anni. La città italiana stava sem- tazione di infrastrutture adeguate. È in questo plicemente cambiando, si stava trasformando: contesto che nasce il concetto di urbanismo,

137 che possa descrivere la reale dimensione della generalità. Intuitivamente, un insieme è aperto città come organismo urbano, andando oltre se è possibile spostarsi sufficientemente poco in ai concetti di limite amministrativo: si tratta di ogni direzione a partire da ogni punto dell’in- una definizione che incorpora l’area urbana sieme senza uscire dall’insieme stesso. In real- contigua ma anche quella gamma di relazioni tà, seguendo le definizioni generali ci si può (flussi pendolari, spostamenti del tempo libero, allontanare abbastanza da questa idea intuiti- scambi commerciali) che possono rendere va; attraverso la definizione di insieme aperto un comune adiacente ad una città (ma non si possono definire concetti come “vicino”, contiguo per area edificata) parte di quella “lontano”, “attaccato”, “separato”; definizioni città, come qualsiasi altro quartiere interno al non intuitive di insiemi aperti corrisponderanno perimetro comunale. a situazioni matematiche in cui questi concetti L’urbanismo è quindi un concetto statistico che vengono utilizzati in modo non intuitivo. Un do- tenta di fornire un metodo di chiara lettura per minio è la chiusura di un insieme aperto, ovve- definire le reali dimensioni di una città: cluster ro l’insieme chiuso costituito dall’unione tra un di urbanismi definiranno l’area metropolitana, insieme aperto e la sua frontiera. Lo spazio og- più aree metropolitane la regione metropoli- getto di questa trattazione è quello geografico tana. Questi tre descrittori possono fornire a e in particolare il territorio (spazio delle terre decisori, progettisti, cittadini e agli stessi utenti emerse): tutti i concetti di topologia dovranno della città un quadro completo – e immediato essere quindi rapportati ad uno spazio reale – cui far riferimento nella pianificazione, nella e non astratto. Per tale motivo si assumerà progettazione delle infrastrutture, nella valuta- come elemento base il dominio. L’unità ammi- zione di scelte di vita quotidiana aprendo la nistrativa minima (il Comune) è assunta come strada a quella conoscenza del territorio – del dominio. Un dominio si dice connesso se non proprio territorio – indispensabile per acquisire è divisibile in porzioni autonome. In termini una consapevolezza che porti ad una reale matematici si dice che uno spazio topologico sostenibilità e ad una vita migliore. non vuoto si dice connesso se l’unica coppia La metodologia proposta è più restrittiva di di sottoinsiemi aperti disgiunti (separati) la cui quella adottata da Istat nella definizione dei Si- unione sia X è {Ø,X}. In maniera poco forma- stemi Locali del Lavoro1, perché seppure in via le ma abbastanza intuitiva si può dire che la semplificata attraverso la densità territoriale, il connessione è la proprietà topologica di un meccanismo aggregativo considera il carattere insieme di essere formato da un solo “pezzo”. della contiguità urbana. Uno spazio topologico X è connesso per archi se per ogni coppia di punti x e y dello spazio L’elemento base: il dominio esiste un arco che li collega. In altre parole, esiste una funzione continua f dall’intervallo Anche se non possono tuttavia essere ignorate [0,1] in X tale che f (0)=x e f(1)=y. le impostazioni che partono da altre nozioni Uno spazio connesso per archi è connesso. più complesse, il concetto di insieme costituisce Le due nozioni però non coincidono, perché l’elemento fondante di gran parte delle esposi- esistono spazi connessi ma non connessi per zioni della matematica moderna. Il concetto di archi.Un dominio è semplicemente connesso insieme è considerato primitivo ed intuitivo: se è “fatto di un pezzo solo” e “non ha buchi”. • primitivo perché viene introdotto come Più precisamente, uno spazio topologico è nozione non derivabile da concetti più semplicemente connesso se è connesso per elementari; archi e ogni curva chiusa può essere deforma- • intuitivo perché viene introdotto come ta fino a ridursi a un singolo punto. Sia p un generalizzazione della nozione di insie- punto di un dominio X. Un laccio centrato in p me finito, concetto a sua volta introdotto è una funzione continua f: [0, 1] → X tale che con metafore come quella dell’elenco f(0 =f(1)=p. Il laccio è contraibile se esiste una di identificatori di oggetti o di scatola omotopia che lo trasforma nel laccio costante contenente oggetti materiali omogenei. g(t) = p per ogni t. In altre parole è contraibile Il concetto di insieme aperto si trova in mate- se può essere “strizzato” con continuità fino a matica in molti ambiti e con diversi gradi di diventare arbitrariamente piccolo. Lo spazio to-

138 pologico X è semplicemente connesso se ogni adiacenti che hanno una densità pari o maggio- laccio centrato in p è contraibile. Nel piano re a quella del comune centrale. (spazio euclideo) un insieme si dice convesso Formazione per disaggregazione se, per ogni coppia di punti (A, B) dell’insieme, Si adotta nel caso di un comune che ha una il segmento AB che li congiunge è interamente popolazione superiore ai 10.000 abitanti ma contenuto nell’insieme. In termini più intuitivi una densità inferiore ai drif e non è semplice- una figura convessa è una figura compatta, mente connesso in senso topologico. In questo mentre una figura concava è una figura “che caso si procede a frazionare il territorio origi- rientra”. In insiemistica non si adopera la defi- nario in due unità a loro volta semplicemente nizione di insieme concavo, bensì la nozione connesse, in cui una ha carattere urbano e più articolata di spazio connesso. Un insieme una prettamente non urbano. Qualora questa convesso dello spazio euclideo è semplicemen- operazione non sia possibile perché la den- te connesso. Un insieme concavo può essere sità territoriale è uniforme su tutto il territorio suddiviso in due o più sottoinsiemi convessi. comunale si parla di connessione per densità (o connessione non in senso topologico) e si Urbanismo: definizione e morfogenesi adotta come comune centrale il comune in esame. Si procede quindi per aggregazione: Un urbanismo è quindi uno spazio geografico se il comune centrale ha una densità inferiore avente le seguenti caratteristiche: a drif si annettono solo i comuni adiacenti che • ha una popolazione minima di 10.000 hanno una densità pari o maggiore a quella abitanti; del comune centrale. • è semplicemente connesso o connesso Aggregazione di urbanismi per densità. L’urbanismo diventa così la nuova unità terri- Per la costruzione di un urbanismo si procede toriale minima di riferimento: in comuni non per semplici passi successivi, partendo dalla definibili come urbanismi o non accorpabili a suddivisione amministrativa di terzo livello si urbanismi costituiscono la matrice territoriale di individuano i comuni con una popolazione fondo. In questo modo il territorio è suddiviso superiore ai 10.000 abitanti. Il comune di rife- in due spazi distinti: urbana (insieme degli ur- rimento si chiama “centrale”. Si può procedere banismi) e rurale (matrice di fondo). Una volta in due modi: per aggregazione o disaggrega- individuati gli urbanismi si può procedere con zione. Il primo passo è la determinazione della le analisi territoriali successive. Quando due o densità di soglia drif a partire dalla densità più urbanismi sono contigui sono aggregabili regionale d dell’area di studio: in una struttura di livello superiore: il cluster urbano. Un cluster urbano è dato dall’aggre- gazione di urbanismi adiacenti o contigui: due urbanismi si definiscono contigui se distano meno della somma del doppio della somma dei rispettivi raggi urbani (o la somma dei Formazione per aggregazione diametri urbani, in quanto il doppio del raggio Se il comune centrale ha una densità superiore è proprio il diametro): a drif si annettono tutti i comuni adiacenti (prima corona) con una densità superiore a drif. Si pro- cede quindi con la cerchia di comuni contermini (seconda corona) con lo stesso criterio: si annet- te sempre per contiguità, senza salti. Una volta In caso di urbanismi contigui e non adiacenti, terminati i comuni annettibili, qualora fossero si incorporano nel cluster anche i comuni della rimasti dei comuni non annessi (per densità infe- matrice di fondo ricompresi nello spazio che riore a drif) ma circondati da comuni annessi si separa U1 e U2. Se la popolazione di uno degli procede per ulteriore annessione (chiusura del urbanismi del cluster supera del 50% quelli di buco topografico: un urbanismo è un dominio tutti gli altri, si parla di cluster per agglomera- connesso).Se il comune centrale ha una densità zione: il cluster corrisponde all’agglomerato inferiore drif si procede annettendo solo i comuni urbano di quell’urbanismo.

139

Tab. 1 - Aree urbane Area Popolazione Tdc Proiezione Area urbana 2 Densità Regione con oltre 250.000 (km ) 1/1/2015 15-20 1/1/2020 abitanti al 2020. Tdc = tasso annuale 1 Roma 563,00 2.461.978 0,10% 2.474.214 4.395 Lazio di crescita nel periodo considerato 2 Napoli 601,36 2.351.996 0,73% 2.437.766 4.054 Campania

Tab. 2 - Zone urbane 3 Milano 454,22 2.141.668 1,96% 2.351.927 5.178 Lombardia vaste con oltre 4 Torino 539,14 1.398.834 0,91% 1.462.576 2.713 Piemonte 250.000 abitanti al 2020. Tdc = 5 Palermo 200,97 733.193 0,78% 761.865 3.791 Sicilia tasso annuale di crescita nel periodo 6 Genova 240,29 595.228 0,47% 609.357 2.536 Liguria considerato 7 Catania 330,74 532.479 1,35% 568.318 1.718 Sicilia

8 Firenze 327,11 522.975 1,53% 563.028 1.721 Toscana

9 Venezia 461,44 502.946 0,52% 516.055 1.118 Veneto

10 Bologna 202,92 464.509 1,41% 497.217 2.450 Emilia-Romagna

11 Padova 381,36 459.855 0,87% 479.930 1.258 Veneto

12 Bari 254,56 450.152 0,47% 460.655 1.810 Puglia

13 Brescia 368,12 414.496 1,17% 438.775 1.192 Lombardia

14 Bergamo 236,25 390.978 1,11% 412.702 1.747 Lombardia

15 Desio-Seregno 158,96 384.318 1,13% 405.950 2.554 Lombardia

16 Verona 358,50 381.344 1,04% 401.233 1.119 Veneto

17 Ostia-Fiumicino 262,57 356.338 2,37% 398.592 1.518 Lazio

18 Pescara 422,75 343.685 1,01% 360.959 854 Abruzzo

19 Monza 98,73 311.722 1,33% 332.466 3.367 Lombardia

20 Busto-Legnano 160,23 312.628 0,99% 328.038 2.047 Lombardia

21 Cagliari 304,38 314.649 0,73% 326.147 1.072 Cagliari

22 Caserta 267,82 318.819 0,34% 324.305 1.211 Campania

23 Prato 296,42 302.621 1,03% 318.256 1.074 Toscana

24 Castellammare di Stabia 136,46 311.224 0,27% 315.488 2.312 Campania

25 Modena 507,09 286.997 1,04% 301.959 595 Emilia-Romagna

26 Parma 650,23 274.747 1,83% 299.890 461 Emilia-Romagna

27 Novara 590,25 286.578 0,75% 297.389 206 Lombardia

28 Lecce 707,68 285.982 0,65% 295.241 417 Puglia

29 Taranto 463,51 273.898 0,22% 276.843 597 Puglia

30 Aprilia-Pomezia 474,58 233.656 3,62% 275.908 581 Lazio

31 Rimini 204,86 240.606 1,54% 259.172 1.265 Emilia-Romagna

32 Salerno 186,05 253.277 0,21% 255.962 1.376 Campania

33 Reggio nell'Emilia 436,57 236.455 1,54% 254.715 583 Emilia-Romagna

34 Vicenza 277,65 242.142 0,74% 251.100 904 Veneto

ovvero sono di pari dimensioni se U1 (definito come il maggiore tra i due): Se nessuno degli urbanismi del cluster supera la popolazione degli altri del 50%, si parla di cluster per conglomerazione di urbanismi equipollenti. Due urbanismi sono equipollenti, L’urbanismo corrisponde alla estensione

140 effettiva dell’area urbana del comune centrale più di 100.000 abitanti comprende 12,7 milio- (ipercentro). Il cluster all’agglomerato urbano ni di abitanti su 42.616 km2 (il 14% della su- del comune centrale oppure ad una conurba- perficie totale). Il 63% della popolazione vive zione di comuni di dimensioni simili. nel 18% del territorio. I risultati dello studio in forma tabellare e grafica sono disponibili in Risultato e considerazioni generali apposito repositorio2. Le aree urbane (urbani- smi) sono 268. La tabella seguente ne riporta In Italia l’insieme delle città con più di le prime 34 secondo la popolazione residente 100.000 abitanti – il cosiddetto nucleo urbano al 2020, stimata sulla base delle proiezioni – concentra 25,1 milioni di abitanti (il 42% demografiche regionali Istat3. Le Zone urbane della popolazione totale) nel 4% della super- vaste (cluster di urbanismi adiacenti) sono 84. ficie del Paese (13.553 km2). L’insieme delle Le Zone urbane estese (cluster di Zone urbane corone urbane esterne degli agglomerati con vaste adiacenti) sono 47.

141 Note Riferimenti Bibliografici

1. I sistemi locali del lavoro (SLL) rappresentano una griglia terri- AA.VV., (2014), “Nota metodologica per il calcolo dei toriale i cui confini, indipendentemente dall’articolazione am- Sistemi Locali del Lavoro”, Istat ministrativa del territorio, sono definiti utilizzando i flussi degli Calafati A.G. (2013), “Urban Sprawl Italian Style”, spostamenti giornalieri casa/lavoro (pendolarismo) rilevati in Scienze Regionali, vol. 7, n. 3-2008, p. 99-108 occasione dei Censimenti generali della popolazione e delle Calafati A.G. (2010), “Economie in cerca di città”, abitazioni. Poiché ogni sistema locale è il luogo in cui la po- Donzelli Editore polazione risiede e lavora e dove quindi esercita la maggior Sudakov B., Vu V. H. (2008), Local resilience of Graphs, parte delle relazioni sociali ed economiche, gli spostamenti in Random Structures and Algorithms; pubblicato on-line casa/lavoro sono utilizzati come proxy delle relazioni esistenti in Wiley InterScience (interscience.wiley.com), DOI sul territorio. 10.1002/rsa.20235 2. Al seguente indirizzo: https://www.dropbox.com/sh/se- Mata F. (2006), Geographic Information Retrieval by q92emhl6upkc6/AAC1vP2POkt8FY-ICfLklmsra?dl=0 Topological, Geographical, and Conceptual Matching, 3. Disponibili al seguente indirizzo: http://demo.istat.it/uni- Springer-Verlag Berlin Heidelberg 2007 prev2016/index.php?lingua=ita. Si veda anche la relativa Wievel W. e Persky J.J. (2002), Suburban Sprawl. Private nota metodologica: https://www.istat.it/it/archivio/199142 Decisions and Public Policy, M.E. Sharpe, London

142 Tab. 3 - Zone urbane Popolazione TDC Proiezione Zona urbana estesa Area Densità Regione estese con oltre 1/1/2015 15-20 1/1/2020 250.000 abitanti al 2020. Tdc = 1 Milano 7.510,69 7.933.932 1,28% 8.442.937 1.124 Lombardia/Piemonte/Ticino tasso annuale di crescita nel periodo 2 Roma 7.251,26 5.232.682 1,16% 5.536.730 764 Lazio considerato 3 Napoli 4.384,52 5.064.019 0,64% 5.225.113 1.192 Campania

4 Area Centrale Veneta 6.780,07 3.319.659 0,57% 3.414.602 504 Veneto

5 Torino 4.841,26 2.562.846 0,76% 2.660.198 549 Piemonte

6 Firenze 3.793,59 1.763.765 1,07% 1.858.398 490 Toscana

7 Bari 5.106,22 1.662.972 0,31% 1.688.894 331 Puglia

8 Catania 2.546,56 1.280.615 0,90% 1.338.133 525 Sicilia

9 Brescia 2.496,17 1.189.376 0,97% 1.246.828 499 Lombardia

10 Area Mediopadana 2.890,08 1.160.412 0,98% 1.217.240 421 Emilia-Romagna

11 Palermo 1.432,08 1.152.896 0,80% 1.198.827 837 Sicilia

12 Toscana marittima 2.017,77 1.143.895 0,64% 1.180.309 585 Toscana/Liguria

13 Romagna 2.596,94 1.021.427 0,92% 1.068.551 411 Emilia-Romagna

14 Bologna 2.310,51 957.367 1,11% 1.010.653 437 Emilia-Romagna

15 Genova 1.253,25 982.794 0,38% 1.001.689 799 Liguria

16 Lecce 2.966,54 833.980 0,18% 841.471 284 Puglia

17 Pescara 2.235,95 798.359 0,66% 824.679 369 Abruzzo

18 Verona 1.521,89 749.726 0,97% 785.979 516 Veneto

19 Taranto 2.095,12 565.587 0,18% 570.678 272 Puglia

20 Trieste 1.579,80 545.363 0,57% 560.908 355 Friuli-Venezia G./Slovenia

21 Messina 1.245,99 519.499 -0,11% 516.585 415 Sicilia

22 Cagliari 1.922,92 497.970 0,68% 514.858 268 Sardegna

23 Ancona 1.225,88 416.911 0,43% 425.830 347 Marche

24 Agrigento-Caltanissetta 2.182,48 415.014 0,28% 420.880 193 Sicilia

25 Reggio di Calabria 1.196,33 396.837 0,20% 400.721 335 Calabria

26 Parma 1.091,47 354.704 1,64% 383.788 352 Emilia-Romagna

27 Foggia 2.280,09 364.941 0,63% 376.481 165 Puglia

28 Perugia 1.422,10 357.963 0,83% 372.779 262 Umbria

29 Cosenza 1.811,87 365.152 0,33% 371.181 205 Calabria

30 Trapani 1.575,47 360.889 0,52% 370.272 235 Sicilia

31 Trento 992,49 323.758 1,06% 340.991 344 Trentino

32 Civitanova-Macerata 795,70 306.165 0,40% 312.332 393 Marche

33 Ragusa 882,84 292.583 0,96% 306.561 347 Sicilia

34 Riviera di Ponente 495,86 288.525 0,49% 295.591 596 Liguria

35 Udine 787,34 278.079 0,36% 283.077 360 Friuli-Venezia Giulia

36 Catanzaro 869,52 274.182 0,38% 279.429 321 Calabria

37 Bolzano/Bozen 759,15 240.743 1,14% 254.489 335 Alto Adige - Südtirol

143 Fig. 1 - Rete urbana nazionale (RUN)

144 ACCESS TO URBAN OPPORTUNITIES: MENDING THE URBAN-RURAL DIVIDE IN METROPOLITAN AREAS

Giovanni Vecchio

Introduction: Access to opportunities, in- In metropolitan areas, the issue acquires a between urban and human development specific relevance, given that their urban and rural parts show very different performances Contemporary urban settings can rely on in terms of access to significant services and inedited opportunities for everyday mobility. opportunities (Immonen & Sintonen, 2016; Paradoxically, thanks to infrastructure and dig- Smith, Hirsch, & Davis, 2012). Access emerg- ital technologies our territories are more and es thus as a relevant guiding principle when more connected, while our societies appear evaluating the urban mobility strategies of to be more divided than ever. The new, end- metropolitan areas, helping to consider which less mobilities opportunities are not enough to infrastructures and services contribute more to facilitate the interactions between people and support individual opportunities. To explore this places; rather, the divide between the urban issue and its specific inflection in metropolitan and the rural is once more relevant, showing areas, the paper investigates an emerging new opposite attitudes – rational or emotional – urban-rural divide, as expressed by mobility towards ongoing social changes (Tricarico, and access to urban opportunities in metropoli- 2017). Everyday mobility provides in fact tan areas (section 2). Emerging practices high- differentiated opportunities to participate in light new forms of mobility as well as inedited social life, according to varied urban popula- ways of participating in urban life (section 3). tions.The paper aims to investigate how to face Consequently, new evaluative and operational urban mobility according to its impact on the approaches for urban mobility planning and opportunities available to individuals. The issue policy are required (section 4), especially to is crucial to address both human and urban de- understand how everyday mobility can con- velopment. Individuals in fact need to move, in tribute to development in increasingly divided order to access those urban opportunities they societies (section 5). have reason to value, according to individual life aims and strategies (Cresswell, 2010; A new urban-rural divide? Kaufmann, 2002; Kronlid, 2008; Nordbakke, 2013; Nordbakke & Schwanen, 2014; Urry, Mobility is fundamental for each person: it 2007). A focus on access is relevant also for allows to access the opportunities available in its contribution to the overall development of urban settings, allowing to pursue personal life a country or a society, assuming that devel- objectives and to participate in the life of one’s opment can be identified with the possibility society. Mobility is a key tool for more cohesive for everyone to flourish according to what she societies, as established academic research has reason to value (Nussbaum, 2000) and and devoted social policy demonstrate (Lucas, assuming thus individual freedom a social 2012; Lucas, Mattioli, Verlinghieri, & Guzman, commitment (Sen, 1999). Access to opportu- 2016; Preston & Rajé, 2007; Schwanen et al., nities is thus crucial both to improve personal 2015; Stanley & Vella-Brodrick, 2009). And well-being, both to provide those conditions the city cannot exist without the interactions that increase the attractiveness and the com- allowed (also) by mobility, given that “it is petitiveness of a territory (Camagni, 2002). interaction, not place, that is the essence of the

145 city and of city life” (Webber, 1964, p. 147). densities that cannot be found outside the main Thanks to mobility, it is significant to focus on cities. the urban rather than on the city: not a spe- cific kind of settlement characterized by clear Emerging practices of mobility and borders, but rather a specific way of life, with participation in urban life peculiar everyday activities and socio-econom- ic dynamics (Brenner & Schmid, 2015). The New mobility practices are emerging outside possibility to interact with the urban is not suffi- cities, showing how populations living in cient to take part in it. Urban and rural settings low-density areas are developing new relation- prove to have different opportunities, as well as ships with the urban. However, their practices diverse ways to define problems and desired may be the result of voluntary residential solutions. The manifold, secret lives of urban choices as well as the consequence of location- societies (Mehta, 2016) do not necessarily al constraints. The issue emerges considering interact with what remains outside of them. This some ongoing spatial phenomena, highlighted is particularly true if the city is seen as a hub for example by recent research on the Milan and the surrounding territories are simply areas metropolitan area (Pucci, 2016, 2017; Pucci, that provide resources to be shared in the glob- Manfredini, & Tagliolato, 2015). al markets (Khanna, 2016). A neo-medievalist A first phenomenon involves long-distance com- scenario is emerging, made of nodes, networks muters. For work reasons, they engage in daily and… huge voids in the middle. Mobility sys- long-distance commutes (more than 150 km). tems in fact can create privileged relationships The phenomenon is a consequence of both a and exclusionary mechanisms, contributing to contraction in the job market, both an improve- a peculiar ‘geography of power’ (Raffestin, ment of the available mobility opportunities (for 1983) that guarantees the opportunities of example, thanks to new public transport servic- mobility only to some subjects and territories. es offering medium-long distance connections). Several significant mobility opportunities are Despite involving a small number of people, currently available only to some urban settings the phenomenon has experienced a huge and populations. This is the case for high scale growth in the last years, both in Italy (Vendem- infrastructures and the services they host, as in mia, 2016) and in Europe (Viry & Kaufmann, the case of the Italian high speed rail network: 2015). Instead of moving to the city where they living near the few high speed nodes allows to work, long-distance commuters choose to keep access the rapid connections between the main living far from their workplace and to reach Italian cities, at least from Piedmont to Campa- it daily. While the phenomenon has already nia; however, these fast territories connected been the object of devoted research, it is not to each other are counterbalanced by the slow clear if these commuting practices are the result territories crossed but not served by the net- of voluntary choices made by people who pre- work, so that in these territories the high-speed fer to keep living in non-urban settings; in fact, rail network is rather an extraneous presence such practices may be an adaptive strategy that responds only to some specific mobility (De Certeau, 1984), resulting from the impos- exigencies, dividing some territories while sibility of covering the costs required to inhabit connecting others (Vecchio, 2015). the main cities and consequently participate in Technological innovations may seem to offer urban life. better mobility opportunities than those provid- A second phenomenon concerns the redis- ed by infrastructures. However, even if individu- tribution of the commuting trips that reach als have increasingly access to mobile devices, Milan every day. The influence area of Milan innovative services still serve only the main is growing, as well as the number of daily cities. The few attempts to expand their service incoming commuters, while the importance of areas to the surrounding metropolitan regions regional polarities is decreasing, questioning often failed, as in the case of car sharing the polycentric model emerged in the previous vehicles (De Vito, 2015). Even the innovations decade. The economic evolution of the Milan provided by community initiatives (Tricarico, metropolitan area has thus put new emphasis Vecchio, & Testoni, 2016) require demand on the capital city, also due to the job market

146 crisis. However, even outside working hours consequently enhance quality of life. In fact, the city offers opportunities that are not availa- accessibility strongly relates to “the capabilities ble outside: as the telephone traffic data show of performing activities at certain locations” (Pucci et al., 2015), commuters heading to the (van Wee, 2011, p. 32): this view seems in municipalities in the Southern Milan metropol- line with approaches that highlight accessibility itan areas move in later hours than the people as one of the main aims of transport planning, directed to the highly urbanized areas north of referring to the instrumental use of mobility Milan. Such difference seems to be the result of in order to access opportunities and allow a diverse availability of services and activities, activity participation (Martens, 2017). The more easily found in the northern municipal- wide range of perspectives concerned with ities; instead, those who live in the southern mu- the social dimensions of mobility confirms thus nicipalities choose to use activities or services that accessibility may be a relevant evaluative after their working hours, staying in Milan for tool also to express how transport systems may more time. Both cases are just two examples of support or not individuals’ capabilities.Opera- the new relationships between what is urban tional approaches instead need to recognize or not, as fostered (also) by mobility. These the value on new spreading initiatives that ad- practices reflect not just specific forms of travel, dress these emerging mobility needs but often but also new forms of participation in urban operate outside the existing normative regula- life: specific mobility practices allow to access tions. For example, low-cost bus lines (such as urban opportunities and to overcome some Flix Bus) allow to regularly move from the cities limitations of the places of origin (such as the where people work and study to the provin- distance from the capital city, or their scarce cial areas they come from. Or it is the case of service provision). However, these mobility long-distance commuters, who use high speed practices are the reflection of more complex rail services (like FrecciaRossa and FrecciaBi- features – lifestyles, preferences, ideas – that anca) and asks for devoted transport passes. influence individuals as well as the communities These are just two examples of new practices they belong to (Anable, 2005; Cairns et al., that show how new territorial dimensions are 2008; Cao & Mokhtarian, 2005; Kazhami- required to take part in urban life and take akin et al., 2015; Schwanen, 2015). And the advantage of the opportunities it offers. Inter- territories they inhabit, of course, requiring to estingly, both examples have recently animated develop new conceptualizations – for example, harsh political debates at the regional and the the idea of postmetropolis (Balducci, Fedeli, & national scale, because of the difficulties of Curci, 2017; Soja, 2000). recognizing the new exigencies these services address. Accessibility, the main aim of transport Even bottom-up initiatives provide interesting planning experiences that address mobility needs with new forms of engagement (Vecchio, 2016). New forms of mobility define manifold relation- Many communities in fact are active in initia- ships between populations and territories and tives that express specific demands and at the require mending the gap between connected same time develop partial solutions, promoting and excluded territories. Specific technical and forms of “social productions of public goods, political approaches are required in order to that is to say obtain public goods by social face the new practices that aim to participate practices rather than by policies” (Donolo, in urban life at inedited spatial scales, calling 2005, p. 47). Bottom-up practices develop for devoted evaluative and operational ap- innovative solutions that in many cases provide proaches. (more) effective solutions for mobility needs. Suitable evaluations may focus on the instru- Their consequences go beyond individuals, mental use of mobility in order to access those since “the innovation produced by each opportunities and allow participation in those individual to build her own everyday life is activities that each individual “has reason to constitutive of social innovation in general, and value” (Sen, 1999, p. 285). Accessibility can contributes thus to a social production that in thus be crucial to contrast social exclusion and turn will produce new innovation opportunities”

147 (Bourdin, 2005, p. 19). Such changes also the role of travel and especially automobility generate collective benefits, since “the effects within this emerging dystopia. I use some of innovation are the reclassification and redis- formulations from complexity theory to examine tribution of opportunities” (Veca, 2010, p. 90). what might constitute an alternative to global heating and the scenario of ‘tribal trading’. It Conclusions: Rethinking urban mobility in is suggested that one feasible alternative is a increasingly divided societies ‘digital panopticon’ and I examine some small changes that might tip the system to such a New mobility practices require an interpreta- post-automobility system. But there is no free tive effort to understand the opportunities to lunch here. It is argued that the world may be which they provide access, as well as to define torn between two bleak scenarios as a conse- the motivations, aims and lifestyles they reflect. quence of the twentieth century’s exceptional In a society where the tendency to closure is degree of resource use, between a Hobbesian increasing, as well as segregation dynamics, war of all against all and an Orwellian digital can urban mobility policy help to contrast such panopticon. The twentieth century would seem processes? It is thus relevant to define services to be reaping its bitter revenge.”(2008. Ex- and policies to break the isolation of what amining different forms of mobility for people, remains outside the cities - or, better, the urban: goods and information, Urry imagined two ex- basic opportunities, such as schools, services treme scenarios: a Hobbesian war of everyone and shops, can help to tackle such isolation, by against everyone, due to conflicts for the use of providing enough occasions to participate in scarce resources and the adaptation to climate social life (Lucas, van Wee, & Maat, 2016)we changes, and an Orwellian digital panopti- present the case that traditional transport ap- con, based on the extensive use of technology praisal methods do not sufficiently capture the with surveillance purposes. None of these two social dimensions of mobility and accessibility. scenarios appears as desirable. The challenge However, understanding this is highly relevant is thus to define a third way towards society to for policymakers to understand the impacts which anyone may wish to belong, also thanks of their transport decisions. These dimensions to everyday mobility. include the distribution of mobility and accessi- bility levels over particular areas or for specific population groups, as well as how this may Reference affect various social outcomes, including their levels of participation, social inclusion and Anable, J. (2005). “Complacent Car Addicts”; or “Aspiring Environmentalists”? Identifying travel behaviour segments community cohesion. In response, we propose using attitude theory. Transport Policy, 12(1), 65–78. a method to assess the socially relevant acces- https://doi.org/10.1016/j.tranpol.2004.11.004 sibility impacts (SRAIs. Top-down interventions Balducci, A., Fedeli, V., & Curci, F. (Eds.). (2017). Post- Metropolitan Territories: Looking for a New Urbanity. and bottom-up initiatives can contribute to such London: Routledge. basic access. The intention is as simple as Bourdin, A. (2005). Les mobilités et le programme de la important, since the patient work with those left sociologie. Cahiers Internationaux de Sociologie, 118(1), 5–21. https://doi.org/10.3917/cis.118.0005 behind is fundamental to guarantee the devel- Brenner, N., & Schmid, C. (2015). The epistemology of opment of a society and its members (Cassano, urban morphology. City, 19(2–3), 151–182. https://doi. 2011). org/10.1080/13604813.2015.1014712 Cairns, S., Sloman, L., Newson, C., Anable, J., Kirkbridge, In conclusion, interpretative and operative A., & Goodwin, P. (2008). Smarter choices: Assessing efforts are required to define what society is the potential to achieve traffic reductions using “soft desirable for our future. The future of mobility measures.” Transport Reviews, 28(5), 593–618. https:// doi.org/10.1080/01441640801892504 and, consequently, society was already central Camagni, R. (2002). On the Concept of Territorial in the work by the sociologist John Urry (2008) Competitiveness: Sound or Misleading? Urban Studies, of global climate change, is now exceptionally 39(13), 2395 – 2411. Cao, X., & Mokhtarian, P. L. (2005). How do individuals significant. This future is based upon certain adapt their personal travel? Objective and subjective sociological presumptions and thus sociology influences on the consideration of travel-related strategies is central to its emerging contours and to its for San Francisco Bay Area commuters. Transport Policy, 12(4), 291–302. https://doi.org/10.1016/j. analysis. I examine one aspect of such a future,

148 tranpol.2005.03.003 Understanding Processes of Urban Regionalization in Cassano, F. (2011). L’umiltà del male. Roma - Bari: Milan Urban Region. In P. Pucci & M. Colleoni (Eds.), Laterza. Understanding Mobilities for Designing Contemporary Cresswell, T. (2010). Towards a politics of mobility. Cities. Berlin: Springer. Environment and Planning D: Society and Space, 28(1), Pucci, P. (2017). Post-metropoli: una città in movimento. 17–31. https://doi.org/10.1068/d11407 In A. Balducci, V. Fedeli, & F. Curci (Eds.), Italia post- De Certeau, M. (1984). The Practice of Everyday Life. metropolitana: scenari di innovazione per una nuova Berkeley: University of California Press. questione urbana. Milano: Guerini e Associati. De Vito, L. (2015, August 26). Milano, Car2go Pucci, P., Manfredini, F., & Tagliolato, P. (2015). Mapping abbandona la periferia: auto crollate del 40 per urban practices through mobile phone data. Berlin: cento dopo gli aumenti. La Repubblica Milano. Springer. Retrieved from http://milano.repubblica.it/ Raffestin, C. (1983). Per una geografia del potere. Milano: cronaca/2015/08/26/news/milano_l_aumento_della_ Unicopli. tariffa_fa_crollare_del_40_per_cento_il_car_sharing_in_ Schwanen, T. (2015). Beyond instrument: Smartphone app periferia-121627504/ and sustainable mobility. European Journal of Transport Donolo, C. (2005). Dalle politiche pubbliche alle pratiche and Infrastructure Research, 15(4), 675–690. sociali nella produzione di beni pubblici? Osservazioni Schwanen, T., Lucas, K., Akyelken, N., Cisternas, D., su una nuova generazione di policies. Stato E Mercato, Carrasco, J., & Neutens, T. (2015). Rethinking the links 73, 33–65. between social exclusion and transport disadvantage Immonen, M., & Sintonen, S. (2016). Citizens’ perceived through the lens of social capital. Transportation Research value of locally-provided services. International Journal of Part A, 74, 123–135. https://doi.org/10.1016/j. Public Sector Management, 29(2), 183–200. tra.2015.02.012 Kaufmann, V. (2002). Re-Thinking Mobility. Farnham: Sen, A. K. (1999). Development as Freedom. Oxford: Ashgate. Oxford University Press. Kazhamiakin, R., Marconi, A., Perillo, M., Pistore, Smith, N., Hirsch, D., & Davis, A. (2012). Accessibility M., Valetto, G., Piras, L., … Perri, N. (2015). Using and capability: the minimum transport needs and Gamification to Incentivize Sustainable Urban costs of rural households. Journal of Transport Mobility Using Gamification to Incentivize Sustainable Geography, 21, 93–101. https://doi.org/10.1016/j. Urban Mobility. In 1st IEEE International Smart Cities jtrangeo.2012.01.004 Conference (pp. 1–6). https://doi.org/10.1109/ Soja, E. W. (2000). Post-metropolis. Critical Studies of ISC2.2015.7366196 Cities and Regions. Oxford: Blackford. Khanna, P. (2016). Connectography: Mapping the Future Stanley, J., & Vella-Brodrick, D. (2009). The usefulness of Global Civilization. New York: Random House. of social exclusion to inform social policy in transport. Kronlid, D. (2008). Mobility as Capability. In Uteng, Transport Policy, 16(3), 90–96. https://doi. Tanu Priya & T. Cresswell (Eds.), Gendered Mobilities. org/10.1016/j.tranpol.2009.02.003 Aldershot: Ashgate. Tricarico, L. (2017). Emozione in campagna e riflessione Lucas, K. (2012). Transport and social exclusion: Where in città. Retrieved April 28, 2017, from https://www.che- are we now? Transport Policy, 20, 105–113. https://doi. fare.com/citta-riflessione-emozione-in-campagna/ org/10.1016/j.tranpol.2012.01.013 Tricarico, L., Vecchio, G., & Testoni, S. (2016). Comunità Lucas, K., Mattioli, G., Verlinghieri, E., & Guzman, di pratiche della mobilità urbana: innovazione, A. (2016). Transport Poverty and Its Adverse Social condivisione e behavioural economics. Working Papers. Consequences. Proceedings of the Institution of Civil Rivista Online Di Urban@it, 1. Engineers - Transport, 169(6), 353–365. Urry, J. (2007). Mobilities. Cambridge: Polity Press. Lucas, K., van Wee, B., & Maat, K. (2016). A method Urry, J. (2008). Climate change, travel and complex to evaluate equitable accessibility: combining futures. British Journal of Sociology, 59(2), 261–279. ethical theories and accessibility-based approaches. https://doi.org/10.1111/j.1468-4446.2008.00193.x Transportation, 43(3), 473–490. https://doi. van Wee, B. (2011). Transport and Ethics: Ethics and the org/10.1007/s11116-015-9585-2 Evaluation of Transport Policies and Projects. Celtenham: Martens, K. (2017). Why accessibility measurement is not Elgar. merely an option, but an absolute necessity. In N. Punto Veca, S. (2010). La bellezza e gli oppressi. Dieci lezioni & A. Hull (Eds.), Accessibility tools and their applications. sull’idea di giustizia. Milano: Feltrinelli. New York - London: Routledge. Vecchio, G. (2015). Infrastrutture senza paesaggio. Mehta, S. (2016). Vita segreta delle città. Torino: Einaudi. Recupero E Conservazione, 121. Nordbakke, S. (2013). Capabilities for mobility among Vecchio, G. (2016). Complicare il movimento. Nuove urban older women: barriers, strategies and options. forme di organizzazione per i servizi della mobilità Journal of Transport Geography, 26, 166–174. https:// urbana. In M. Talia (Ed.), Un nuovo ciclo della doi.org/10.1016/j.jtrangeo.2012.10.003 pianificazione urbanistica tra tattica e strategia / A new Nordbakke, S., & Schwanen, T. (2014). Well-being and cycle of Urban Planning between Tactic and Strategy. Mobility: A Theoretical Framework and Literature Review Rome - Milan: Planum Publisher. Focusing on Older People. Mobilities, 9(1), 104–119. Vendemmia, B. (2016). Inhabiting Simultaneous Lives: https://doi.org/10.1080/17450101.2013.784542 Analysing Process of Reversibilization of Mobility Nussbaum, M. C. (2000). Women and Human Practices in Italy. In P. Pucci & M. Colleoni (Eds.), Development: The Capabilities Approach. Cambridge: Understanding Mobilities for Designing Contemporary Cambridge University Press. Cities. Berlin: Springer. Preston, J., & Rajé, F. (2007). Accessibility, mobility Viry, G., & Kaufmann, V. (2015). High Mobility in Europe. and transport-related social exclusion. Journal of Work and Personal Life. London: Palgrave Macmillan. Transport Geography, 15(3), 151–160. https://doi. Webber, M. (1964). The urban place and the nonplace org/10.1016/j.jtrangeo.2006.05.002 urban realm. In M. Webber (Ed.), Explorations into urban Pucci, P. (2016). Mobility Practices in Peri-Urban Areas: structure. Philadelphia: Pennsylvania University Press.

149 II SEZIONE: COMPETITIVE TERRITORIES BETWEEN INNOVATION AND INTEGRATION METROPOLITAN TERRITORIES AND NEW INFRASTRUCTURES

Marichela Sepe

High-speed trains, superhighways and motor- ly complex connections among places and ways have been changing the appearance of temporalities and with the urban space which the contemporary metropolitan cities. Increas- they cross. ingly articulate hubs and infrastructure corri- In line with Graham and Marvin studies dors bring into connection larger and larger (2001, p.8), “Contemporary urban life is territories and urban landscapes at different revealed as a ceaseless and mobile interplay scales and, with them, different cultures and between many different scales, from the body traditions (Sepe, 2013; 2015). to the globe. Such mobile interactions across In several cases these networks represent the distances and between scales, mediated by only element of continuity of heterogeneous telecommunications, transport, energy and metropolitan territories, even if they also water networks, are the driving connective contribute to the crumbling of urban space forces of the much-debated processes of “glo- due to the same network logic which aims balization”. “Much of the history of modern to optimize functionality. Their capacity to urbanism can be understood, at least in part, serve as a reference point for less urbanized as a series of attempts to “roll out” extending contexts results in infrastructure spaces which and multiplying road, rail, airline, water, have created new urban centralities. These energy and telecommunications grids, both places can be distinguished by their generic within and between cities and metropolitan images, which make them recognisable due regions. These vast lattices of technological to their similarity in indefiniteness. and material connections have been neces- Furthermore infrastructures have became not sary to sustain the ever-expanding demands only centres where goods are distributed and of contemporary societies for increasing services are offered, but also - and above all levels of exchange, movement and transac- - places for entertainment and spending free tion across distance” (Graham and Marvin, time. Accordingly with the papers presented 2001, p.10). in this track, the city has been transferring In this way old borders open and new walls to infrastructure spaces all those activities fa- and thresholds are created, making the voured by better accessibility, either in terms limits between private and public spaces not of time and space or - above all - of econom- always clear. “In the built fabric of a city, the ic advantages. Large buildings, viaducts, enclosing surfaces of the constituent spaces motorway exits and car parks configure - walls, floors, ceilings, and roofs - provide huge spatial events even if extraneous to any not only shelter, but also privacy. (...) Spa- intentional relationship. In contrast to those tial divisions and access-control devices are present in the city, often these non-integrated carefully deployed to organize places into spaces - hugely out of scale - remain indif- hierarchies grading from completely public to ferent to characters and intentions of place utterly private” (Mitchell, 1995). “But urban (Desideri, 2001, p.60-61). public space is not merely un-private - what’s The relationships between old and new left over when everyone walls off their private routes and links give rise to new kinds of domains. A space is genuinely public, as networks, due to the demands for increasing- Kevin Lynch once pointed out, only to the

151 extent that it really is openly accessible and zones and also mediate the multiple connec- welcoming to members of the community that tions and disconnections within and between it serves. It must also allow users consider- contemporary cities” (Amin and Graham, able freedom of assembly and action. And 1998). there must be some kind of public control of The third kind of connection is responsible for its use and its transformation over time. The significant parts of the economic and geopo- same goes for public cyberspace, so creators litical fabric of cities and system of cities. “As and maintainers of public, semipublic, and capital that is literally “sunk” and embedded pseudopublic parts of the online worlds - like within and between the fabric of cities, they the makers of city squares, public parks, of- represent long-term accumulations of finance, fice building lobbies, shopping mall atriums, technology, know-how, and organizational and Disneyland Main Street - musts consider and geopolitical power. New infrastructure who gets in and who gets excluded, what networks “have to be immobilised in space, can and cannot be done there, whose norms in order to facilitate greater movement for the are enforced, and who exerts control. These remainder” (Harvey, 1985, 149). This means questions, like the complementary ones of pri- that they can “only liberate activities from vacy and encryption, have become the foci their embeddedness in space by producing of crucial policy debates” (Mitchell, 1995). new territorial configurations, by harnessing Graham and Marvin (2001, p.10-12) iden- the social process in a new geography of tify four typologies of connection between places and connecting flows (Swyngedouw, infrastructure networks and contemporary 1993, p.306)”. urbanism. The first connection can be defined The fourth connection is involved in defining as “sociotechnical” due to the relationships the “structure of feeling” of modern urban between people and institutions in order to life. “Networked technologies of heat, pow- carry out the actions of everyday life. “Tech- er, water, light, speed and communications nological networks (water, gas, electricity, have thus been intrinsic to all urban cultures information, etc...) are constitutive parts of of modernity and mobility (Thrift, 1995): they the urban. They are mediators through which are invariably invoked in images, representa- the perpetual process of transformation of tions and ideologies of urban “progress” and Nature into City takes place” (Kaika and the modern city by all sorts of actors - devel- Swyngedouw, 2010, p.1). As Hall and Pres- opers, planners, state officials, politicians, ton (1988, p. 273) put it, in modern society regulators, operators, engineers, real estate “much innovation proves to depend for its ex- developers and appliance manufacturers, as ploitation on the creation of an infrastructural well as artists, journalists, social scientists, network (railways; telegraph and telephone; futurists and philosophers (Kaika, Swynge- electricity grids; highways; airports and air douw, 2000). traffic control; telecommunications systems)”. The new complex system of metropolitan in- The second concerns the relationships be- frastructure networks is increasingly growing tween the system of production with that of with no specific rules. In the process of urban consumption. Infrastructure networks create regeneration nowadays in development, a dynamic relationships among places, people, system of empty spaces conceived as a place buildings and urban elements with heter- of conflicts, or a network of empty places in ogeneous characteristics. “They unevenly which city and architecture live together: a bind spaces together across cities, regions, network generated from the transformation of nations and international boundaries whilst the city into a metropolis. In this scenario it is helping also to define the material and social possible to observe on one hand the appar- dynamics, and divisions, within and between ently imperceptible virtual network, and on urban spaces. Infrastructure networks inter- the other the physical network, result of the connect parts of cities across global time new fluxes of paths due to the infrastructures,

152 of the new spaces of socialization, etc... Riferimenti Bibliografici “The normally invisible quality of working Amin, A. and Graham. S. (1998) “Cities of connection infrastructure becomes visible when it breaks: and disconnection”, Allen, J., Massey, D., Pryke M. the server is down, the bridge washes out, (eds), Understanding Cities: Movement and Settlement, there is a power blackout. (...) Catastrophic Open University Press, USA Desideri, P. (ed), (2001) Excity. Spazi esterni e reti della failures, on the other hand, serve to reveal nuova metropoli, Meltemi, Roma. fleetingly the utter reliance of contemporary Graham, S., Marvin, S. (2001). Splintering urbanism: urban life on networked infrastructures” (Gra- networked infrastructures, technological mobilities and the urban condition, Routledge, London, New York. ham S., Marvin, 2001, pp. 22-23). Hall, P., Preston, P. (1988) The Carrier Wave: New “This apparent conflictuality of the contem- Information Technology and the Geography of porary metropolis leads to an idea of space Innovation 1846-2003, Unwin Hyman, London Harvey, D., (1985) Consciousness and the Urban able to integrate the old connections with the Experience London/Baltimore: Johns Hopkins empty spaces, to transform the network into University Press, Baltimore physical and conceptual structures capable Kaika, M., Swyngedouw, E. (2000) “Fetishizing the modern city: The phantasmagoria of urban to connect the metropolitan territories and to technological networks”, International Journal of Urban compose the thread of the complex looms of and Regional Research, n. 24, pp.120-138. the metropolitan infrastructures. The contem- Mitchell, W.J. (1995) City of bits: space, place, and the Infobahn, The Mit Press, Cambridge Mass., London. porary infrastructure has been tending to Sepe, M. (2013) Planning and Place in the City: give physical and conceptual simultaneity to Mapping Place identity, Routledge, London-New York the whole network system: a part of urban Sepe, M. (2015) “Reti di luoghi, paesaggi delle tecnologie e nuove connessioni”, Crios, n.10 space where the various networks and their Swyngedouw, E. (1993), “Communication, mobility different logics, constituting the metropolitan and the struggle for power over space”, Giannopoulos, territories, coexist” (Desideri, 2001, p.31). G., Gillespie A., Transport and Communications in the New Europe, Belhaven, London Thrift, N. (1995) “A hyperactive world”, Johnston, R., Taylor, P., Watts, M. (eds), Geographies of globalchange, Blackwell, Oxford

153 INNOVATION AND SUSTAINABILITY IN TRADITIONAL ARCHITECTURE AND TECHNOLOGY IN THE RESIDENTIAL BUILDING OF THE OLD OTTOMAN ALGIERS

Benchekroun Marwa | Chergui Samia

Introduction to the new requirements of current comfort. The objective of this presentation is to emphasize The richness of the past reminds us how im- the typology of houses in the casbah that can portant it is to highlight the benchmarks of a ensure optimum comfort without being resolved historical identity that will be source for a new by artificial means, but rather with gestures of inspiration. the past, whether in relation to Environmental, The object of this communication is trying to architectural or environmental aspects (ener- develop not entirely new. On the contrary, getics) that can meet the requirements of the it has already been studied repeatedly. the current comfort in order to ensure an optimal Kasbah of Algiers which is an open-air lab- environment inside the houses. The Algerian oratory and an object of curiosity for several architectural heritage, the environmental aspect researchers. The latter have raised various and the residential building problems in various scientific debates, through The city is a privileged place for this interac- countless previous studies, whether historical, tion, which experienced a period of harmony political, urban, architectural, sociological or during the so-called “traditional” cities, its other1, We can cite a few; Icheboudene Larbi2, geographical extent and its millenary history. Lesbet Djaffar3, Haedo.D4, Ravéreau André5, Algeria has a rich heritage, not only as a Atek Amina6, Hassas. N7, Nevertheless, these historical value and identity, but also for the dif- scientific fields have only been timidly explored ferent solutions used to meet the environmental from the point of view of the environment, the requirements and more specifically the needs comfort and the sustainability of residential of current comfort. It contains an invaluable Algiers heritage. With this reflection, we are variety of heritage, whether natural or cultur- inserting ourselves in this context of interior al, tangible or intangible. Indeed, it has an comfort, with the aim of finding, in a more pre- exceptional heritage which reflects its multiple cise way through specific aspects and parame- civilizational history whose witnesses are the ters related to comfort, the atmosphere that has sites and monuments that still exist. lasted for centuries and which has Makes these In our presentation, we chose an imminent houses the best from an ambient point of view. object of study rich in teaching, illustrative In order to achieve results we can benefit from of sustainable architecture that has persisted it to build a new domestic architecture and to and which currently meet the requirements of rebuild the old. current comfort, it is among other things the This work will first of all make it possible to residential building The old Ottoman Algiers. become aware of the ingenuity of architectural Indeed, the traditional habitat at the Casbah of practice in the casbah, as the layout of the Algiers constitutes a testimony, a trace, which houses corresponds more closely to the local restores the relations maintained between man way of life of the greater part of the popula- and his environment, oscillating between sym- tion, all strata combined. This contribution of biosis and antagonism. These different ways knowledge concerning comfort will help to cor- of seeing and making the habitat result from a rect the detriorations caused and to reconcile long process, often experimental, linked to the the building with its environment by responding first attempts made by man to master nature.

154 The reflection aims to highlight the relevance of original aspects that express the values pre- the environment to our heritage and more spe- vailed its world heritage classification in 1992. cifically to the Ottoman residential building in order to be able to examine its current environ- Characteristics of houses in relation to the envi- mental requirements in terms of comfort. ronment; comfort aspect Thus, the residential patrimony facing its environmental stakes is confronted with major The old houses of the Kasbah of Algiers have deterioration which has produced irrevocable long been characterized by their traditional ar- consequences in terms of discomfort; Hygro- chitecture, they border the narrow and winding thermal comfort being recognized as a target alleys of this traditional medina testifying to a of the high-quality environmental approach, rich past, seen from the outside, the dwellings which is part of the developmental efforts to look dark and devoid of All decor, but inside, improve the standard of living of man without the space is harmoniously arranged, the house compromising his natural environment or his is generally composed of a ground floor and environment. The objective is somewhere to re- a floor, lined with galleries and arcades or gain comfort by renewing the good gestures in open large rooms, in the center The patio or terms of design and construction, to reconcile the inner courtyard, often without any cover, al- the building with the natural (climatic factors). lowing a freshness and a temperature allowing At present, in Algeria, we are reminded that the optimal comfort, however these traditional a return to built heritage has occurred, where Mediterranean houses of the Casbah have in specialists are already sounding the alarm common, even in their diversity, to be adapted concerning the deterioration of heritage in to the climatic constraints of the basin. general and residential buildings especially, Buildings often have thick walls (with small which is likely to jeopardize its Sustainability openings) which isolate them from the heat and its persistence as a living teaching of the during the day and then restore them during built environment, and believe that if we do the night and some of these solutions can still not take the necessary measures we could inspire the construction of cities today. reserve for future generations a world without However, the few houses in the casbah of any wealth or inheritance. Considering that in Algiers represent, in a way, this aspect of tradi- Algeria, the consumption level of the residential tional vernacular architecture, which is illustrat- sector, especially during the summer period, ed as a good example of a built environment is one of the major concerns expressed in in perfect harmony with the natural environ- the Algerian energy consumption model, it is ment, allowing the same quality of comfort, therefore urgent to think about energy issues, While ensuring healthy and comfortable indoor comfort Occupants and the preservation of the environments. environment. Nevertheless these houses have an ancient design which remains imposing not only by its Algiers mediterranean city heritage value but by the environmental criteria that meet the new requirements and conditions Algiers is a Mediterranean city that has a of the current comfort, we can also cite certain climate characterized by hot, dry summers and parameters that allowed these houses to ensure mild, wet winters, allowing passive comfort a Climate and natural environment (tempera- inside the homes without access to household ture, humidity, solar radiation, aeraulic, etc.), facilities to satisfy this need, The Kasbah of social factors (such as the physical environment Algiers is an eminent example of a traditional (topography, location of houses, configuration, human habitat representative of deeply Medi- position, orientation) (Type of occupation, terranean Mediterranean culture, synthesis of family number), architectural design (stair numerous stratifications, however in this living position, opening, size of openings, orienta- group is preserved very interesting houses tion, materials [clay brick, earthenware, lime, having preserved their authenticity and integri- stone, wood, ceramics], Type of cover, pres- ty such as the characters Aesthetics, materials ence of wells and djeb, kitchen and bathroom used and architectural elements retaining their numbers), these parameters at all times were

155 used by man to concevoi R its shelter in order an ecological relationship between the individ- to ensure favorable living conditions and they ual and his environment. It requires an inter- influenced its comfort, they will be developed disciplinary approach. The concept of comfort throughout this communication. evolved over time on the basis of architectural design, in antiquity and in the Middle Ages Typologies of houses in the casbah comfort appeared in space, before the French Revolution, it was that of ornament, in the Studies on the domestic architecture of the Kas- middle Of the 20th century, comfort is asso- bah of Algiers are reduced and do not study ciated with the addition of sanitary facilities the residential building in depth, nevertheless, and the rationalization of facilities to satisfy they exist and one of the most recent is that the requirements of the user, but currently, it is of S. Missoum, which consists of classification approached an ambient and environmental Typologies of Ottoman houses representing the approach. original type8. We also mention the work of the However, some houses in the old town of Al- Casbah Workshop (ETAU-UNESCO / UNDP, giers are very well maintained and preserved, 1981), which also presents the general types which gives them a quality of life, comfort, of original houses accompanied by surface well-being and these are not the goals that transformations and spatial-functional changes should be achieved in every building. Which they have undergone9. has persisted for decades, we will try to study Based on these two documents dealing with the this aspect for this presentation. domestic architecture of the medina of Algiers, based on the use of Ottoman archival docu- Comfort measured and perceived ments, they also emphasize the terminology specific to the domestic architecture which is Comfort is characterized by the combination of designated In the archive documents in three outer and inner space and as a result research- terms: al-dâr (house), al-dwîra (small house) ers such as Croiset (1968) define hygrothermal and al-ulwî (house upstairs or upstairs)10. comfort in a measurable and quantifiable me- From the point of view of spatial organization, trological sense through “a common measure S. Missoum defines two main typologies: the in the field of Building where the ideal comfort house with wast al-dâr and the house without is sought for the safety of the inhabitants and wast al-dâr: the infrastructures”11, It also specifies that • The house with wast al-dâr comprises two several parameters related to comfort and heat variants: with wast al-dâr discovered or are taken into consideration such as humidity, partially covered with a chebâk which is in temperature, ambient air, ventilation... etc. the form of a well of light and ventilation. This vision seems to focus exclusively on the • The house without wast al-dâr called al-ul- comfort “conceived” or measured, far from the wî, which is a small house which is organ- “perceived” comfort, and this may seem re- ized in height, which is developed around ductive to the concept of hygrothermie, since it a staircase illuminated by a skylight and does not take into account the inhabitants and whose rooms may be contrary to both their perception of this comfort, like Suggested Other types lit from the street. by other researchers. Through this communication we will address all In our study we have to introduce the user pa- the constructive typologies cited above, since rameter which is optional for this comfort felt, the objective is to study the comfort inside these especially that at the casbah, this element has houses of the casbah and we can only focus on evolved for decades, either in relation to the a single typology. number of families (large family, small family) Of the type (owner, tenant, squatter). The ambient approach and comfort Conclusion The quest for comfort was recognized as one of the first driving forces for man to make his The architectural heritage is today an important first shelter. As a result, comfort is declared as concern for the scientific community, buildings

156 of architectural and patrimonial value undergo question and to evaluate quantitative dementi- transformations and modifications in order to ations, undertaken by means of virtual rendi- offer them a current level of comfort. tions and numerical simulations. This research The notion of “atmosphere and comfort” envisages a response to these concerns, in Devoted to the enhancement of atmospheres order to draw from it a potential of knowledge in the context of the urban and architectural concerning the sensory vecu and measured in heritage, would be an alternative to remedy the heritage spaces in question. this lack. The aim of this research is to evaluate In conclusion, the know-how found in the the environmental quality reflected by the level design and management of ancient cities is a of comfort recorded in the traditional houses of heritage that deserves to be valued, updated the Medina of Algiers as well as the enhance- and exploited and to consider it as a means of ment of the various ancient design techniques inspiration and reference in the projection of that are participating to this day in the Assur- new towns. ance of a degree of comfort and environmental quality in inhabited spaces, and therefore the identification of this know-how as solutions applicable in the new projections. The idea developed is that the old design offers practical and sustainable solutions to issues re- lated to the environmental quality and comfort of the habitat. The residential building of the casbah of Algiers was chosen as a case study because of its specific historical, urban and environmental values. As a result, this research is an identification of qualitative (subjective) dimensions which turns out to be a more thorny

157 Note References

1. Missoum S. (2003), Alger à l’époque ottomane, la médina et Atelier Casbah (1980) Projet de valorisation de la Casbah la maison traditionnelle, INAS, Alger d’Alger. Plan s’aménagement préliminaire, Ed Ministère 2. Icheboudene, L., Nacib, Y. (2003), La Casbah d’Alger et l’Ar- de l’Habitat et de la Construction, Alger chitecte Paul Guion, Publisud, Paris Atek, A. (2012), “Pour une réinterprétation du vernaculaire 3. Lesbet, D. (1985), La casbah d’Alger: gestion urbaine et vide dans l’architecture durable (cas de la Casbah d’Alger), social, Office des publications universitaires mémoire de magister” in Architecture et développement 4. Haedo, D. (2004), Topographie et histoire générale d’Alger, durable, septembre, UMMTO la vie à Alger au seizième siècle, 3eme éditions, Alger livres Croise, T. M. (1968) L’Hygrothermique dans le bâtiment, éditions, collection histoire, Alger confort thermique d’hiver et d’été, condensations, Eyrolles 5. Ravéreau, A. (1989), La Casbah d’Alger, et le site créa la ville, Guion, P. (1940) Images du vieil Alger, Alger Sindbad, Paris Haedo, D. (2004) Topographie et histoire générale d’Alger, 6. Atek, A. (2012), “Pour une réinterprétation du vernaculaire la vie à Alger au seizième siècle, 3eme éditions, Alger dans l’architecture durable (cas de la Casbah d’Alger), livres éditions, Collection histoire, Alger mémoire de magister”, in Architecture et developpement dura- Hassas, N (2012), “étude du patrimoine architectural de ble, septembre, UMMTO la période ottomane, entre valeurs et confort” in Mémoire 7. Hassas N. (2012), “étude du patrimoine architectural de la de magister, juin, UMMTO période ottomane, entre valeurs et confort” in Mémoire de Icheboudene, L., Nacib, Y. (2003) La Casbah d’Alger et magister, juin, UMMTO l’Architecte Paul GUION, Publisud, Paris 8. Missoum, S. (2003), Alger à l’époque ottomane, la médina et Lesbet, D. (1985) La casbah d’Alger: gestion urbaine et la maison traditionnelle, INAS, Alger vide social, Office des publications universitaires, p.235 9. Atelier Casbah (1981), Projet de revalorisation de la casbah Missoum, S. (2003) Alger à l’époque ottomane. La médina d’Alger, Plan d’aménagement préliminaire, ETAU ETAU-UNES- et la maison traditionnelle, Ed. Inas, Alger CO/ PNUD, Alger Ravéreau, A. (1989) La Casbah d’Alger, et le site créa la 10. Missoum, S. (2003), p.203-211 ville, Sindbad, Paris 11. Croiset, M. (1968), L’Hygrothermique dans le bâtiment, con- fort thermique d’hiver et d’été, condensations, Eyrolles

158 THE EDGE OF CREATION

Gary Brown

The Edge & Liminality so vast that the city went into a double decade transitional state that can best be explained as Liverpool is on the edge, its born from the a ‘liminal defensive reaction’. This liminal state edge and retains a distinctive edgy disposition. is a kind of transition which is is marked by Liverpool’s edge opens onto the Atlantic a rites in three phases, separation, margin and characteristic which drove the city’s exponen- aggregation. 2 Separation is the symbolic mark- tial growth in the eighteenth and nineteenth ing of detachment from an earlier fixed point centuries as gateway to the New World. The of social structure or cultural condition. There city has a distinctively Northern “vitality, sheer follows an intervening liminal period as a state staggering vitality”1 a characteristic it shares of in-betweeness, characterised by ambiguity, with other Northern cities, such as Manchester, uncertainty and hope, one is no longer a part Sheffield and Hull. These cities are where the of the old order and not yet a part of the new. heavy industrialisation was concentrated and In the third phase the passage is consummated consequently all were adversely affected by in a celebration of acceptance. These rites of the de-industrialisation of the United Kingdom. passage can be shown to relate to any distinct The docks were Liverpool’s economic ‘raison change of social state associated with a tribe d’etre’ they were also integral to its cultural and in this case the city was the tribe. Liverpool character providing an exchange of strangers became a marginal territory in the late 60s and the strange as unique events in a folded 70s and early 80s, an annexed social and ‘fecund’ of cultural creativity. This is a distinc- political territory clearly expressed through tive characteristic of edge territories; the edge national politics and media opinion of the holds in or out encouraging overlapping and period. Liverpool’s inhabitants had a physical subsequent interaction. The closure of the docks but not a social reality relative to the remainder and the subsequent exodus of heavy industries of the country. They were the “unclear and the in the 60s left seven linear miles of redundant unclean regarded as polluting to those who docklands. Liverpool’s edge redundancy have never been inoculated against them”3. removed ‘event’ as that difference generated This annexed liminal state can become self-ref- from repetition. The city needed to transform erential. “The self, sets itself within a hall of to adapt however the extent of the redundant mirrors; it mistakes its reflection for the world, dockland was vast and so inextricably linked to sees its own reflections endlessly, talks endless- the cities existence that it constituted an incon- ly to itself, and, not surprisingly, finds continual ceivable endeavour. The change required was verification of itself and its world view”4. This

Fig. 1 - The edge; Liverpool’s docklands fourteen miles of (mainly redundant) dockland edge stretched over six linear miles

159 liminal in-between state whilst preferential- landscape hosted an ever-shifting constellation ly dismissive of external context retains the of venues. These venues ran down the hill from potential for creativity in which “all possibilities Hope Street into the centre of the city forming a exist”5. The initial liminal period in Liverpool ‘venue’ promenade to what where considered was very creative giving birth to the ‘beat’ and the venue centres that defined musical era’s in the Beatles who became an international phe- the city. The Cavern was associated with the nomena. The Mersey Beat was a unique sound Mersey Beat of the 60s. Erics with its punk and created from a conflicting situation of separa- post punk scene of the late 70s and early 80s. tion, attrition and new world inter-connectivity. Few artists and musicians successfully escaped Other artists to emerge from the Cavern were the attrition, rather their endeavours created a Gerry & the Pacemakers, Billy J Kramer and constant intensity of creative events throughout the Dakotas, the Four Most, the Swinging Blue the city. Although these events did not develop Genes the Searchers and Cilla Black. These Liv- any verifiable content they did amend the con- erpool artists dominated the British pop scene temporary contextual situation by developing a for almost a decade. The Sixties also saw the discontinuity. The city’s edge once a threshold emergence of a new class of people in metro- to world exchange became an end not an end politan areas with careers in music, advertis- as in destination but a dead end as in going ing, film and media. These lifestyles emerged nowhere. Business and Industry deserted the as part of the transition from production to city as did the population. Between 1971 and reproduction, information, communication and 1981 Liverpool’s population fell by 100,000. knowledge processing started to predominate. Liverpool’s edge redundancy removed ‘event’ In effect the world became increasingly avail- as repetition and consequent difference i.e. able as an instantaneous promiscuity of all ‘the unique’. This lead to the only event pos- things that also meant ‘all histories collide at sible for a socially, economically and event once’5. The swinging sixties in Liverpool could deprived underclass ‘Riot’. The Toxteth riots be considered a last gasp before innumerable erupted in early July of 1981. Tension through economic forces came to bare. There was a inequality, unemployment and underprivileged mass exodus of industry, corporations and status lead to nine days of riots. Subsequent re- technical businesses in the late 60s. Liverpool’s ports recognised the social depravation origins population halved between 1951 and 1986, of the riots and the Conservative government of and unemployment remained high at twice the the day appointed Michael Heseltine, as ‘Min- national average. When social conditions are ister for Merseyside’ to set up the Merseyside such that opportunities of self-worth disappear Task Force, as the origins of Liverpool Vision practices that engender other forms of self- who were to be effective in a series of initia- worth emerge. These practices tend to be fluid tives to revive the fortunes of the city. as serial migration journeys through venues of hybrid creativity developing “scapes as deeply A series of Fortunate Events perspectival constructs for ‘the building blocks of imagined worlds’”.6 The populace in this What followed were what could be termed a attrition became ‘alternatively creative’, art series of ‘fortunate events’, though not all such and culture were abundant within the city’s events successfully influenced change in the dilapidating grandeur it was just either not city’s infrastructure rather they became part paid or seriously underpaid consequently did of a rebranding of the city through event-men- not provide any economically sustainable em- tal activities. Negatives can be positives The ployment. The city became a separated state depravity and separation of the city from the as an island of self-referential creative artists. nation became one of the fortunate events, The A survey conducted by the Liverpool Echo post war bomb damaged city was not flattened in early 1980’s discovered over a thousand and rebuilt as many others were rather it was bands in the city. Being part of a band was stitched together as best possible leaving the an escape from the boredom of the dole, it holes as car parks. The wholesale cleaning of was seen as the only way out of the current the cities buildings in the 70s revealed a rich situation. The cities post-apocalyptic industrial historic legacy. Greening the city The Garden

160 festival was initiated by Michael Heseltine in can amend social edges in terms of perceived 1984 to try and revitalise tourism to Liverpool status. Under the further and higher education it was very popular partially successful with act of 1992 thirty-eight former polytechnics over 3 million visitors. However it was dwarfed became fully-fledged universities in England, by another weekend event the tall ships race Wales and Scotland, these were termed the which drew in hundreds of thousands of visitors new Universities. It soon became evident that on each side of the Mersey on both days to the new Universities were the main exponents see a maritime spectacular as the ships sailed of making University education available to all into and out of the Mersey. The Garden festival and where the institutions which grew more despite its success in drawing outsiders into the rapidly over the next decade. Whereas the city did not materially change the city and the name change should make little difference it site meant to be a legacy park following the soon became clear that the increased status event simply fell into disrepair. City Art Attack for the students in the city conferred much One of the most distinctive ‘fortunate events’ more confidence related to their aspirations was the decision of ‘The Tate’ art gallery to at college and beyond. The transient popula- locate in Liverpool. The Tate London want- tion formerly associated with the docks had ed to develop itself as a ‘brand’ generating returned with the transient University student a constellation of Tate galleries around the population. A new edge had formed, what United Kingdom. They chose Liverpool as a had been an exchange of goods became an pilot scheme, the first of these galleries outside exchange of skills and knowledge. Today there London. In 1981 Stirling Wilford were com- are approximately seventy thousand students missioned to carry out the design and the Tate in Liverpool linked to four universities. Liverpool Liverpool opened in 1988 in a refurbished developed rapidly as a University city with a corner of the Listed Albert Dock originally by massive vibrant youth population and culture Jessey Hartley. This had a two-fold influence associated with music dance and art. Problem? on the cities reinvigoration policies. Primarily what a potential In 1992 a bar called Baa Bar it consolidated a trend towards conservation opened up in a converted warehouse. The first and refurbishment of the existing fabric rather continental style bar in Liverpool it was the ven- than one of demolish and newbuild. Secondly ture of a young developer called ‘Tom Bloxham it developed a trend towards art as a central who had approached Jonathan Falkingham of cultural theme of the city especially the gen- Shed to design the refurbishment. The aesthetic eration of the Biennial took art into the city’s was one of modernity occupying an existing streets as a popular cultural event from 1998 stripped back and accentuated historic shell onwards. The Biennial was established by creating a tension between the two yielding James Moores (with Jane Rankin Read, Lewis a particularly temporal effect heightened by Biggs and Bryan Biggs). The Biennial runs in the ‘acrow’ props retained as integral to the parallel with the John Moore’s painting prize façade. Baa Bar was the anti-thesis of the ‘dark the most prestigious painting prize in the UK pubs’ that surrounded it, this was where the still held at the Walker Art Gallery Liverpool. trendy set hung out and best of all you could The Biennial as event draws in half a million buy tapas, unheard of in Liverpool previously. visitors over a ten week period and is the larg- Drinks flowed in one direction and finance est contemporary international art event in the flowed in the other it was boasted that a Friday UK. New edges Occasionally policy changes night alone paid all the expenses associated

Fig. 2 - The Tate Liverpool; Refurbished corner of the Albert dock originally by Jessy Hartley refurbished by Stirling Wilford

161 Fig. 3 - Concert Square in Liverpool’s Rope walks area an urban space developed by Urban Splash a centre for initiating the clubbing scene

with running the Bar through the week. In ret- has produced a series of dance albums and rospect this was the turn around, a tiny project introduced Cream-fields in 1998 which has but a new order of things, it didn’t oppose the become one of the largest international dance existing order of things rather it invited you into festivals. Cream currently organises over one a new order of ‘can do’ confident, enthusiastic, hundred events each year on the international enjoyment. In a city with so much waste, the scene in Spain, Czech Republic, Romania, attitude was no longer ‘what a problem’! rather Poland, Russia, Chile, Brazil, Australia and ‘what a potential’! Urban space for change Ur- Argentina and has a line up that includes some ban Splash is a development company found- of the best known DJs in the world. ed in 1993 by Tom Bloxham and Jonathan Falkingham. Their association with the Baa Bar European Links found an alliance in terms of their mutual aims for urban living and mixed use development. Liverpool secured Objective one finances in Splash’ developed an area close to the Baa 1994 however the finances finally secured Bar producing something uniquely different to through this status were less than had been ex- the other developers of this period. They made pected? The city council was in turmoil during urban space developing a small urban square, this period and several resigned over what was with a series of bars, basement clubs and termed mismanagement of the funds. The 700 urban living units along one side of the square million was rapidly soaked up through improve- completed in 1995. This urban space rapidly ment projects along the docklands edge though became the centre of the bar clubbing culture there were areas of substantial benefit such and the surrounding area known as Rope as improving John Lennon Airport, refurbish- Walks was increasingly becoming a popular ing of Speke airport, the public space of the cultural hub. Concert Square is historically seen Metropolitan Cathedral the refurbishment of St as the initiation of the revitalisation of this area Georges Hall. However there was obviously a at that time Liverpool’s creative quarter and learning curve associated with where to ‘aim’ Urban Splash are now considered one of the the finances such that they effectively catalysed UK’s most innovative developers. Dance Trance other investments. Most importantly 2.5 million Market Cream emerged in1994 also in the of funds was set aside for a bid for the city of Ropewalks area, its just around the corner from Culture for 2008. Liverpool had decided that it Baa Bar, and Concert Square. Initiated as a was going for it, in a never say die attitude it weekly house music night at ‘Nation’ it rapidly went for city of culture and for World Heritage became the biggest club night in Liverpool. status using similar bidding information edited Cream ran like this for about a decade attract- for each specific bid. Further EU funds between ing close to three thousand people every week 2000 and 2014 total nearly 2 billion pounds8. with revellers arriving (often in bikinis) from all Doing the Double The most influential event over the United Kingdom to be part of a mass to date in its transformation of the city’s social dance fest. Cream was not just a dance night psychology has been the winning of the EU rather it became a way of life during this pe- capital of culture in 2003. Tessa Jowell made riod. Cream’s success is now a global brand. the announcement to scenes of jubilation from It moved to Ibiza in 1995 and continues to the back of the room, Liverpool had not expect- host one of the biggest dance nights their at ed to win and they were ecstatic. “Ms Jowell Amnesia. Cream as an international company said the competition to choose the city had

162 been ‘fantastic’ and all the bids had been of solidarity and topographic flow Grosvenor invit- the highest standard…”9 As the decision was ed ‘Pelli Clark Pelli’ to collaborate on the mas- announced live on TV, fireworks and streamers ter-planning and with BDP developed a huge erupted at the Empire Theatre, where Liver- spiral feature that opened out to a view of the pool’s bid team had gathered to hear the an- Albert dock. A feature parkland hill aided the nouncement. After wild cheering and applause, topographic level changes and resolved some Sir Bob Scott, who led the Liverpool bid, said: of the parking problems. Not quite Barcelona “For the first time for too long, Liverpool will but learning from them and contextualising the represent Great Britain and we will be the ideas. The aim of the project was a multifarious voice of Great Britain in 2008, when hopefully complexity that felt human in terms of scale Liverpool will be the greatest capital of culture and composition that was so integrated into that has ever been seen.”9 In fact Liverpool did the remaining matrix of the city that it felt like the double with the city waterfront appointed a continuation of the city. Formal diversity and as cultural World Heritage Site in 2004 being material solidity were distinctive aesthetic aims just an obvious addition. Liverpool’s dockland, reproducing the diversity of Liverpool and re- industrial, heritage was cited as the reasoning flecting its distinctive northern industrial solidity. for its inscription by UNESCO. These appoint- Five zones were aimed at in order to promote ments of acceptance provided a strong incen- this diversity reflecting key landscape features tive to external investment for the city’s invited such as Hill, Valley, Square, Street, Arcade. bids of interest to redevelop the city centre Twenty six Architects were selected competi- around what was known as Chavasse Park or tively and assigned variably complex tasks. the Paradise Street Project. The city was on a Although retail and entertainment dominate role and the necessity to deliver was imminent the lower levels of the site which have been and surprisingly wholeheartedly anticipated by developed to flow topographically between the entire city. Being the Best Grosvenor devel- levels, the ground becoming the first floors and opments were eventually selected from a list of more. The site is really a multi-use site contain- over forty interested proposals. Grosvenor were ing 234,000sq metres of floor space consisting to be granted a two hundred and fifty year of retail, restaurants, hotels, accommodation, lease on the forty two acre site in return for a leisure and car parking11. Sunbathing and skat- one billion pound investment from Grosvenor ing Liverpool One may have ridden in on the and their investment partners. Grosvenor were coat-tails of the city of culture it is however the then in a position of having four years to largest legacy of this ‘event’. There was some design, build, promote and let the proposed concern over the viability of forty-two acres of development. Grosvenor came up with six core retail in the centre of Liverpool one of the poor- aims for the development. Make new Rules, est cities in the country. A concern heightened ‘Involve Everyone, Love the City, Think Big, as the world economies crashed, a year prior Create More, Be the Best’10. These core values to the city of culture and the, much publicised aiming to generate a quality diverse complex opening, of the largest retail development in matrix that integrated with the city as the best Europe. in retail experience and consequently the name As ‘Kunzman’ stated “Each story of regener- ‘Liverpool 0ne’ was chosen to reinforce that ation begins with poetry and ends with real this was number one, the one everyone wants estate”12 Liverpool One was opened in phas- to be in. Local was emphasised throughout, this es on 29 May 2008 and 1 October 2008, was for Liverpool and of Liverpool. Industrial during Liverpool’s year as European Capital of

Fig. 4 - The valley in Liverpool One a one billion pound multifunctional development that stitched the city centre together

163 Culture, to a 100,00 footfall in each of the first Brouhaha Carnival, Chinese New Year, Africa days. Oye, Halloween Lantern Show, Mathew Street festival, The Grand National. In a sense all of Revitalised & Reinvigorated this initiated what has been termed the ‘festival- isation’ of the city in the new millennium which Liverpool today is a revitalised and reinvigorat- has been a major factor in the boosting of civic ed city based on a strategy of popular cultural pride and the attraction of ‘creatives’ back to tourism. Even the insertion of Liverpool One a the city. billion pound investment that has stitched the city centre back together and re-linked this to the edge is based on popular cultural enter- References tainment in the form of retail therapy. The city was however slow to realise the pull of popular 1. Farson, Daniel (1963) Beat City (1963) directed by Charles Squires, written and hosted by Daniel Farson. cultural tourism as a method of revitalising the Produced by Rediffusion Television; released 24-12- city. It was really only with the 2003 bid for the 63 2008 ‘city of culture’ that the city fully realised 2. Gennep, A. (1909) The Rites of Passage, University of Chicago Press, 1960 the potential of popular cultural tourism as a 3. Douglas, M. (1966), “Purity and Danger: An Analysis musical pilgrimage centred around the popular- of Concepts of Pollution and Taboo original” from ity of the Beatles There’s the Beatles story, tours Turner, V.W., (1967) “Betwixt and Between: The Liminal Period in Rites de Passage” in The Forest of of the city to sites such as Penny Lane, Straw- Symbols Ithaca, NY Cornell University Press, 23-59. berry Fields gates as part of the Magical Mys- 23 tery Tour. The Cavern Club (rebuilt) hosts an 4. Rose, DB. (1999), “Indiginous ecologies and an ethic of connection” in Glogal ethics and Environment, annual week long Beatles event in August and Routledge London, 175-187, 177 the city organises celebrations on Beatle anni- 5. Gennep, A. (1960) original 1909, The rites of versaries. Other historic musical successes have Passage, University of Chicago Press 6. Toffler, A. (1970) Future Shock, Bantam Books unfortunately been dwarfed by the emphasis 7. Cohen, S. (2011) “Cavern journeys: music, migration on the popularity of the Beatles. Billy Fury, Jerry and urban space in Liverpool” in Toynbee, J., Dueck, and the Pacemakers, Cilla Black, Elvis Costello, B. eds., Migrating Music, London and New York, Routledge Franki goes to Hollywood, Echo and the Bunny- 8. Garcia, B., Melville, R., Cox, T. Impact 08 European men, The Lightening Seeds, The La’s, The Farm, Capital of Culture Research Programe, University of The Zutons etc. which constitute a rich musical Liverpool and Liverpool John Moores University 9. Unknown, (2003), The Guardian, Liverpool named heritage have essentially been overwhelmed. European capital of culture, Press Association, http:// Music and its promotion is still very much alive www.theguardian.com/society/2003/jun/04/ within the city’s cultural consciousness. Cream communities.politicsandthearts1, 04.06.2003, 10. Daramola, M., Ayo (2009), “Palgrave Macmillan has continued as a popular venue returning 1751-8040” in Place Branding and Public Diplomacy, to the city for three or four events each year Vol. 5, 4, 301-311, 306 (though Nation is due for Demolition soon) 11. Littlefield, D. (2009) Liverpool One: Remaking a City Centre: The Remaking of a City Centre, John Wiley & whilst their festival Creamfield’s has become Sons a yearly summer event nearby in Cheshire. 12. Kunzman, K. (2004), “Regeneration and Renewal” There’s the Liverpool International Music Festi- Keynote speech to Interg III midterm conference Lille, 19 November 2004. 02 val with around seven hundred performances around the city over a two-week period and Liverpool Sound City which hosts over three hundred artists in twenty-five city centre venues. Liverpool has become a city with some event gravitas. The city has invariably been a centre of popular culture it has two cathedrals, two premier league football teams, two major art galleries and music has ‘of course’ always been central in this popular culture mix. The city’s ethnic mix also meant that there was always some cultural celebration such as the

164 CLUSTER POLICIES AS AN INSTRUMENT FOR EVOLUTIONARY PLANNING-THE CASE OF ALBANIA

Elona Karafili | Ledian Bregasi

An evolutionary perspective on Clusters and nents and processes, was avoiding to face the Innovation problem of the organization of the parts in the organism and the reply of the organism to any It is not uncommon for theories in one disci- external perturbation. Von Bertalanffy showed pline to cross over and get “translated” in other that his General System Theory explains better disciplines. The evolutionary theory in biology that the standard analytical procedure a num- has been a reference for many studies and ber of scientific fields like Cybernetics where scholars in various disciplines, like ICT, archi- the feedback principle can be used to inform tecture, social and behavioral sciences and self-controlled behaviors; Information Theory as increasingly in economics and business. the measurable negative entropy; Games Theo- In their work at “The Spatial Economy-Cities, ry as a rational competition among antagonists Regions, and International Trade”, Fujita, looking to maximize profit and minimize lose; Krugman and Venables (1999) draw a parallel Decision Making Theory and Network Theory. among the work of Alan Turing in evolutionary The description that Von Bertalanffy gives for biology and their investigation of spatial con- cybernetics is based on the exchange of infor- centration and cumulative agglomeration pro- mation and feedback between the system and cesses. The question raised by Turing (1952) the environment inside which it is operating. on the differentiation of a homogeneous group This description of 1968 can be easily used of cells into a highly specialized organism and as the nowadays definition of ecology which the question raised by Fujita et al (1999) on is the study of the relations between organisms the emergence of agglomerations from a flat and their environment. earth equilibrium (economic activity equally Neil Johnson tries to create a general and op- divided into space) lead to the same model that erative description of complex systems in Two’s seeks to define the equilibrium breaking point, Company Three is Complexity, A simple guide or the point where the differentiation starts to to the Science of all Sciences, arguing that a emerge. Both studies suggest that “from ran- complex system must show most of the follow- domness, order emerges” (Turing, 1952). ing attributes: 1) the system must be composed This is not the only case where evolutionary by a number of interacting objects or “agents”. biology have informed economics theorists. The The behavior of these agents is influenced by complexity theories deriving mainly from the memory or feedback; 2) the system evolves in biology field (see Kauffman’s (1993) complex a highly non banal and complex way, guided adaptive systems) have led to the adaption of by an ecology of interacting agents which the notion from various other disciplines. Von adapt thanks to the feedback influence; 3) the Bertalanffy introduced through his General Sys- system shows emergent phenomena which tem Theory the “system approach” where tech- are generally unpredictable; 4) the system nology needs not to think in terms of machines is far from equilibrium. More generally, all but in terms of systems (Bertalanffy, 1968). complex systems seem able to spontaneously According to him, the mechanistic view of the shift between order and disorder. The majority thirties over biology where the living organisms of observable complex systems deal with the were understood as the sum of partial compo- treatment of a limited resource and a number

165 of agents that struggle hard to get hold to ticularly useful in the cases that the so evolved such resource. The spontaneous formation of system, will be able to respond, adapting itself collective self-organized phenomena is the real to unpredictable changes in the environment in nature of complexity (Johnson N. , 2007). In a which it is located. similar way Steven Jonson states that from sim- In economics the analogy to biological or plicity a superior order can emerge from the in- natural eco-systems is the concept of business teraction of a big number of agents that follow ecosystems which albeit becoming increasingly a limited number of rules. Five are according popular is still “ill-defined and ambiguous” to Steven Johnson the fundamental principles as stated by Peltoniemi and Vuori (2004). for the creation of bottom-up complex systems, After a thorough overview of the existing most capable of conducting complex operations with prevailing definitions and concepts related to relative ease: 1) multiplicity creates diversity; ecosystems, they conclude their paper by this 2) ignorance is useful; 3) encourage casual definition of a business ecosystem: “a dynamic meetings; 4) look for patterns; 5) pay attention structure which consists of an interconnected to neighbors since local information can bring population of organizations. These organiza- global intelligence (Johnson S. , 2001). tions can be small firms, large corporations, The capacities of complex systems to learn and universities, research centers, public sector or- to adapt autonomously have been explored by ganizations, and other parties which influence von Neumann and Turing since the dawn of the the system”. (Peltoniemi & Vuori, 2004) first programmable computers while Holland This definition although appropriate and during the sixties started to investigate the all-encompassing is not specific enough to mechanisms trough which nature is organized apply exclusively to business ecosystems and and order emerges from chaos. Holland, using might as well be a statement valid for other the genetic algorithms as an abstraction of bi- forms of economic structures such as clusters or ological evolution, creates a theoretical frame- networks. work for the development of adaptive process- Clusters as defined by Porter (1998) who is es, able to solve complex problems (Holland, credited for introducing the term, are “ge- 1975/1992). Synthetically the procedure ographic concentrations of interconnected defined by Holland can be described as the companies and institutions in a particular field. creation of a population of strings (behaviors Clusters encompass an array of linked indus- or rules). Each rule’s performance in resolving tries and other entities important to competition. a problem is measured and given a value of They include, for example, suppliers of special- fitness. Based on the fitness a probabilistic ized inputs such as components, machinery, sampling is made to the population and three and services, and providers of specialized operations are performed over the sample. infrastructure. Clusters also often extend down- Some rules ore copied to the next generation, stream to channels and customers and laterally some are combined to create offspring rules to manufacturers of complementary products and some are randomly mutated. A new fitness and to companies in industries related by skills, evaluation is made and new fitter rules are cho- technologies, or common inputs. Finally, many sen to be sampled in each successive iteration clusters include governmental and other institu- of the process. The iteration is stopped when tions — such as universities, standards-setting an evolved set of rules reaches a plausible agencies, think tanks, vocational training pro- solution of the problem. viders, and trade associations — that provide The use of genetic algorithms and evolutionary specialized training, education, information, processes becomes useful when looking for research, and technical support” (Porter, 1998) solutions to complex problems. The very nature It might be hard to distinguish among this of these problems is very similar to the non-lin- definition of economic clusters and some of the ear and emerging approach of evolution that definitions of business eco-systems, such as the does not impose a unique solution, but creates one brought forward by Moore, who sees a a family of solutions that can prove very differ- business ecosystem as an “extended system of ent but always compatible with the boundary mutually supportive organizations; communities conditions of the system. This approach is par- of customers, suppliers, lead producers, and

166 other stakeholders, financing, trade associa- Thus, some complex behaviors that can be tions, standard bodies, labor unions, govern- encountered in our territories, such as conflict mental and quasigovernmental institutions, and or co-operation between individuals, in the other interested parties.” (Moore, 1998). In- absence of a strong control authority, can be deed these concepts share a significant amount encouraged, always being aware that the of similarities but yet possess distinct features results will never be deterministic and almost and cannot be treated as interchangeable. always difficult to anticipate or even anti intu- In another paper, Peltoniemi (2004) makes a itive. Complex systems are also able to learn comparative analysis among clusters, value from their past as long as there is a collective networks and business ecosystems, pointing out memory available. Culture and education as major differences the competition and the can therefore be excellent tools for managing way they approach innovation. complexity without necessarily having to have While on the level and type of competition an authority that ensures compliance with the there might be differences it is clear that all contracts. these structures rely on the co-existence among Robert J. Aumann, who in 2005 with Thomas competition and cooperation. C. Schelling won the Nobel Prize for Econom- The notion of cooperation is not to be under- ics, argues that evolution, whether genetic or stood as the opposite of competition. As Robert memetic, leads to a strategic equilibrium and Wright states in his Nonzero: The Logic of that, therefore, behaviors like altruism, collabo- Human Destiny, the continuous increasing com- ration, confidence, revenge or blackmail would plexity of the behavior of the human society have emerged through the repetition of games is an emergent property of the system, direct re- over the centuries. One of his main thesis is sult of the non-zero-sum games (Wright, 2001) that repetition leads to the emergence of collab- where new behaviors and technologies emerge oration (Aumann, 2005) thank to the interaction between individuals. Nonetheless while comparing the various forms Not surprisingly, however, the origins of games of economic structures, the key word to be theory go back to John von Neumann’s work emphasized is innovation, which has been de- that in 1944 with Oscar Morgenstern wrote the scribed as the main source of economic growth Theory of Games and Economic Behavior. Inter- by outstandingly farseeing Schumpeter already estingly von Neumann, although not concerned in 1934. directly with the problem in this case, created While, some of the features of clusters, more a way to measure the fitness of some complex specifically economies of scale and scope that systems (von Neumann & Morgenstern, 1944). derive from geographic proximity are shared John Nash proposed the famous thought ex- by other forms of agglomerations such as periment where two prisoners are in dilemma, industrial districts, it is precisely the innovation arguing that the equilibrium is reached by the proneness of clusters that distinguishes them. most “rational” solution that is for both contend- Actually there are several author’s that have ers to not collaborate. But, one-time interactions helped enrich our understanding of clusters are very rare for agents that share a geograph- and the evolution of the concept itself such as ical location or market segment. Repetitive Asheim (2009) who discusses the relativity of games can represent real situations with a the role of territorial proximity in the innovation higher degree of approximation and when and learning processes. “So far, all the way the prisoners’ dilemma is iterated it becomes from Marshall’s writing on industrial districts, possible to foresee future moves based on the it has been assumed that business interactions behavior of the opponent. Strategic planning (from exploiting localization economies) and emerges. On this topic, Robert Axelrod organ- knowledge flows were co-occurring (and co-lo- izes during the eighties a series of tournaments cated) phenomena. Furthermore, it has been of prisoners’ dilemma strategies, proclaiming maintained that local interactions and collective winner or more profitable the TIT FOR TAT, a learning processes, or what is sometimes called relatively simple strategy in which you start ‘‘local buzz’’, largely take care of themselves by collaborating and on each next move you by just ‘‘being there’’, while building ‘‘global repeat the opponents move. (Axelrod, 1984). pipelines’’ to knowledge providers located out-

167 side the local milieu requires institutional and Maybe the institutions simply cannot be left out, infrastructure support, as one cannot expect because even without any articulated or direct that it occur spontaneously.” (Asheim, Ejermo, policies, just by framework policies they can & Rickne, 2009) influence the behavior of the economic actors. While Asheim et al focus on “learning re- To put it in terms of emergent structures, even a gions”, another perspective is brought by small perturbation of the initial conditions can Cooke (2012) who moves from the concept result into a highly different outcome. of clusters to that of platforms. “A cluster is Along the skepticism and the doubt over the a specialized concentration of business and role of the institutions, there are several au- innovation expertise and support in a localized thors who have focused their efforts to not only setting. A platform is a more complex combina- determine if “institutions matter”, but to actu- tion of clusters and non-cluster industry organi- ally define what the features of the institutions zations such as large corporations that operate should be in order to be able to influence com- in fields that display “related variety”. (Cooke, petitiveness and innovation. Amable (2000) 2012) states “Any type of ‘non-market’ arrangement These various forms of economic structures influencing the accumulation of growth-induc- share a common denominator and that is ing factors is bound to have an effect on the innovation. Indeed even the analogy with the macroeconomic equilibrium. In this sense, natural ecosystems is to be treated carefully, institutions matter because they partly and bearing in mind that in a business ecosystems imperfectly solve problems of coordination the actors are conscious and intelligent and among agents, help promote cooperation and moreover as Iansiti and Levien (2004) suggest overcome opportunistic behavior, make agents “business ecosystems are aiming at delivering internalize externalities, whether inter-temporal innovations, where natural ecosystems are or inter-personal, reduce uncertainty, etc.” aiming at pure survival”. His discussion focuses on the fact that often the analysis of the role of the institutions are Cluster Policies incomplete because all the institutional actors are put in the same box and referred to as “In- Out of all the aforementioned concepts, that of stitutions”, without any regard for the diversity clusters is very hearted by policymakers (in EU, among the various types of institutions. Much national or regional level), mostly due to its ter- as in the case of interplay among the economic ritorial dimension and relatedness to regional actors, the behavior of the institutions among competitiveness. Clusters are now to be often one another is also something that needs to be encountered not only in economic policies but taken into account, and sometimes regulated also planning policies. based on the principles of “complementarity However most of these policies (as the case and hierarchy”. study of Albania will suggest) adopt a some- Besides evolutionary economics that studies the what static approach towards clusters, failing emergence of institutions, in their introduction to grasp the way the concept has evolved over of evolutionary economic geography Boschma time. Actually some of these “other” forms and Frenken (2006) thoroughly discuss and of economic structures (networks, platforms, compare 2 distinct approaches: the neoclassic business eco-systems) entirely dismiss the need approach and the institutional approach, to for policies as in the case of the latter which be later followed by the introduction of a new relies on focal complexity aspects, such as paradigm: the evolutionary economic geogra- “self-organization, emergence, co-evolution phy EEG. The features of each approach are and adaptation” (Peltoniemi & Vuori, 2004) summarized in the table below. Nonetheless all the discussed concepts (the As opposed to the neoclassical view which business ecosystems included), include in their adopts a “placeless” approach and relies on definitions the public sector or governmental formal modelling, the institutional approach institutions. The question then becomes: if they sees the behavior of economic agents as “con- are part of these structures, what is the role for textual”, which is shared by the evolutionary institutions in the development of clusters? approach but he role of the institutions is not re-

168 Source: Boschma and Frenken (2006)

tained determinant by the latter, which “views self-organized. The result today is still far from the traditional determinants of firm (location) the aspired. The Global Competitiveness Report behavior as being price signals (neoclassical) GCR 2015 ranks the Albanian economy in the and place-specific institutions as conditioning 93rd position out of 140 countries, with the low- the range of possible (location) behaviors and est score in the 11th and 12th pillar (business potential locations, but not determining actual sophistication and innovation). More in detail (location) behavior and locational outcomes.” the “state of cluster development” is ranked in (Boschma and Frenken, 2006) 131st place globally (in the very bottom), while Indeed the position of the authors is in the within the innovation pillar the lowest scores same line, considering the role of the institu- go to “University – industry cooperation “and tions as enablers rather than determinants. “the quality of scientific research institutions”, Anderson et al (2004) in the “Cluster Policies respectively in place 134 and 137. White Book” differentiate among direct and The need to initiate a dialogue among busi- indirect policies: ness, academia and government has led • Broker Policies to triple helix promotion initiatives, such as • Demand side policies the “Triple Helix Project” of OECD which is • Training policies funded by the European Union as part of the • Promotion of International linkages Enterprise Development and Innovation Facili- • Framework policies ty –EDIF (OECD, 2015). During 2015 several Our view for the role of institutions as ena- roundtables and a competition were organized blers is in line with the framework policies that with this regard in Albania, receiving a limited include aspects such as ease of doing business, response from academia and an almost total start-up regulation, labor market regulation and neglect from the business community.1 education. The latter as recognized also by the Other attempts by international bodies that complexity theories can play an important role have received a somewhat reluctant response in shaping the actors behavior without the need from businesses and no follow up after the for direct policies. lifespan of the project financed by these bodies is the cluster initiative of EDEM (Albanian Cluster Policies in Albania Enterprise Development and Export Markets) finances by USAID. EDEM supported 4 poten- Albania has experienced both ends of the tial clusters: meat processing industry, aromatic spectrum: an entirely centralized economy and medical herbs, leather goods & footwear and top-down policies (decades of centralized and tourism. After the project ended in 2006 economy, lack of private ownership, and a the performance and competitiveness of these dictated “self-sufficiency” which can seriously identified clusters have shown improvement affect the behavior of the economic actors) and (especially tourism and footwear industry) but the subsequent weakness and irrelevance of are still far from functioning as a cluster and the institutions, where almost everything was being regionally or internationally competitive.

169 No information about any Albanian cluster policies (ease of doing business, start-up regu- can be found in the European Cluster Observa- lation, labor market regulation and education) tory, which also shows the relevance (or lack that influence the conditions in order to enable thereof) of these clusters in a broader regional innovation. context. Even in the best case scenario, when policies In 2010, a dedicated agency have been in Albania attempt to be context appropriate established, Albanian Investments Development and are based on an analysis, this analysis Agency which states as its mission 3 main is “static” ignoring the dynamics among the objectives: to accelerate the inflow of foreign actors and their evolution in time. Additionally investments in Albania, improve the competi- what we learn by the evolutionary theories sug- tiveness and enhance the innovation of the Al- gest that in order for institutions to actually play banian SMEs. The results are somewhat under- a role, the dynamics among the institutions are whelming and when asked for the reasons the also to be considered. They need to align their Head of AIDA, Mr. Beqiri points out that most policies and co-evolve. In order to be effective of AIDA’s work has focused on the attraction the ability of the institutions to evolve along of foreign investments (spending about 70% of the other actors is imperative, leading to “real the time on this task), additionally the frequent time” planning as opposed to reacting, rigid change of the management of AIDA has led to and long-term binding policies. a lack of continuity and follow up of the started initiatives. Besides in economic policies, clusters are now Note increasingly included in planning policies or Both authors have attended these meetings strategic plans. Recent documents such as “The inter-sectorial integrated plan for the economic area Tirane – Durres” not only select the clus- Reference ters to be developed but also determines their location, without explaining the methodology Amable, B. (2000), “Institutional Complementarity and Diversity of Social Systems of Innovation and Production” or criteria used for this selection. Considering in Review of International Political Economy, Vol. 7, No. that this plan has a validity of 15 years (2015- 4, 645-687 2030), it is very questionable if such a deter- Andersson, T. e. (2004), The Cluster Policies Whitebook, Malmo: IKED-International Organisation for Knowledge ministic approach will exert a positive influence Economy and Enterprise Development in the level of cooperation among the actors Asheim, B., Ejermo, O., Rickne, A. (2009), When is leading to competitiveness and innovation. Regional “Beautiful”? - Implications for Knowledge Flows, Entrepreneurship and Innovation, Routledge: Industry and While the outcomes of these latter plans are yet Innovation Vol. 16, No. 1, 1-9 to be seen, all the former top down initiatives Aumann, R. J. (2005), “War and Peace” in K. Gradin have so far failed to achieve their intended (Ed.), Les Prix Nobel (pp. 350-358), Stockholm: Science History Publications/Watson Publishing International outcomes (considering also the GCR rankings). Axelrod, R. (1984) The Evolution of Cooperation, New It is sensible therefore to consider other alterna- York: Basic Book tives to these top-down policies, focusing on the Bertalanffy, L. V. (1968) General System Theory, Foundations, Development, Applications, New York: role of the institutions as enablers as opposed George Braziller to determinants, reflecting also the lessons Cooke, P. (2012), “From Clusters to Platform Policies in learned from evolutionary theories. Regional Development” in European Planning Studies 20:8, 1415-1424 Development Alternatives, I. (2004) Albania Enterprise Conclusions – the evolutionary planning ap- Development & Export Market Services Quarterly Report. proach UNITED STATES AGENCY FOR INTERNATIONAL DEVELOPMENT Forum, W. E. (2015 ) The Global Competitiveness Report The institutions in Albania should shift from , Geneva “placeless practice” and ready to use recipes Fujita, M., Krugman, P. a. (1999) The Spatial Economy- Cities, Regions and International Trade, Massachusetts imported from elsewhere (typically developed Institute of Technology countries) towards more self-organized and Holland, J. (1975/1992) Adaptation in Natural and contextual policies. The role of the institutions Artificial Systems , Cambridge: MIT Press Iansiti, M., & Levien, R. (2004) The Keystone Advantage: is to be perceived as providers of framework

170 What the New Dynamics of Business Ecosystems Mean for Strategy, Innovation, and Sustainability, Harvard Business School Press Johnson, N. (2007) Two’s Company Three is Complexity, A simple guide to the Science of all Sciences, Oxford: Oneworld Johnson, S. (2001) Emergence: the connected lives of ants, brains, cities, and software, New York: Scribner Moore, J. (1998), “The Rise of a New Corporate Form” in Washington Quarterly Vol. 21, 167-181 Nientied, P., & Karafili, E. (2016), “Towards a Pragmatic Perspective on Business Innovation in Western Balkan Countries: The Case of Albania” in International Journal of Business and Management; Vol. 11, No. 3, 193-202 OECD (2015, October 7), Retrieved from http://www. oecd.org/investmentcompact/triple-helix-competition- albania-kosovo.htm Peltoniemi, M., & Vuori, E. (2004) Business ecosystem as the new approach to complex adaptive business environments, Tampere: Tampere University of Technology Porter, M. (1998), “Clusters and the New Economics of Competition”, Harvard Business Review Schumpeter, J. (1934), “The Theory of Economic Development”, Harvard University Press Turing, A. M. (1952), The Chemical Basis of Morphogenesis, Philosophical Transactions of the Royal Society of London. Series B, Biological Sciences, 37-72 von Neumann, J., Morgenstern, O. (1944) Theory of Games and Economic Behavior, Princeton: Princeton University Press Weaver, W. (1948), Science and Complexity, American Scientist (36), 536-544 Wright, R. (2001) Nonzero: The Logic of Human Destiny, New York: Vintage

171 GREENING IN NARROW URBAN SPACES – AN URBAN DEVELOPMENT CONCEPT FOR THE OLD CITY OF BERLIN-SPANDAU

Katharina Lehmann | Johanna Carstensen | Janet Klawitter | Marcel Kurz | Daria Sankina

Introduction in metropolitan regions. In Germany, 114 hec- tares of land are used each day for settlements In recent years, an exponential population and transport purposes. In addition, there are growth had to be registered and since the industrial, mining and nature conservation year 2008, more people lived in cities than in areas. The problem that arises with the use of the countryside. As a result, many large cities floor space is that they can always be used are increasingly expanding at the expense of only for a single specific purpose. In addition, green and open spaces, in order to meet the the floor surface is basically finite and can not demand for space and, in particular, the de- be increased. The result is the emergence of a mand for housing (cf Gabot 2012). This devel- strong competition on area utilization. Facing opment must be counteracted, as green areas this challenge, the urban planning is obliged to have a positive impact on the urban climate question and find out the most useful use of an and the human wellbeing. In the future, the in- area again and again. Furthermore, for many creasing demands on urban areas, have to be years, public spaces and floor areas are not in coordinated through new ideas and concepts. public property anymore. Nowadays, the land Here, particularly densely compacted spaces area belongs to the state area and is subject to identify a major challenge for the integra- the right of ownership (see Menzel 2008, p. tion of urban green. This raises the following 4). questions: How can cities protect their green Housing supply spaces, despite the enormous pressure on Due to the relaxed housing markets in Germa- areas? How can new green spaces be created ny in the past, housing policy has received less in already heavily compacted areas? How can attention. The result is a decline in construction the open space planning be firmly anchored in in the larger cities, which has lead to a short- the future urban planning processes? What are age of the general offerings of housing. In the demands placed on urban greening and addition to the quantitative deficits, the issue of what qualities does it offer? Offering a certain sustainability is becoming increasingly impor- basis for the further course of the article, two tant in the context of a housing supply. The spe- current topics of the recent urban development cial requirements on the stocks of housing, and in Germany will be explained in the following thus their quality, have become more extensive. sections. This includes the land competition in Here, climate protection and energy saving are cities and housing supply. In the further course important topics in the energy rehabilitation of of the article, the topics „Green in the City“ existing means of housing. Also the increased and „Living Values ​of Urban Development“ will demand for affordable housing with additional be explained, by that reflecting the importance support and service offers is becoming has of green areas in cities. invreased significantly in the course of growing Land use competition in cities: the demographic development in Germany. Floor areas are generally used very differently. Furthermore, the volume of support services For example, agriculture and forests play an for of 12% of all households shows, how important role in the land area, while urban expensive the housing market is, especially for and metropolitan utilization play the major role the financially weak. Thus, it has to be con-

172 cluded, that the housing supply is currently an some in the front of the buildings. After a short acute topic in urban planning which has to be conversation with a neighboring resident, it controlled by means of politics (cf. Kort-Weiher was found out that the reason why the facades 2011, p. 653). are greened is to protect the facades against graffiti. All green spaces included the trees Methods and structure of the project and the green facades have been mapped. In further investigations for more potential green The project took place during the winter semes- spaces in the historical center of Spandau the ter in 2016/2017, which means from October different states of the roofs were analyzed. In of the year 2016 until February of the year the following projectwork suitable areas for 2017. The key research question was defined selective roof greening were identified. These by the Federal Institute for Urban Building and areas have also been mapped. Especially Spatial Research in Berlin and worked out in noticeable is the big roof surface of the “Kar- collaboration with the University of Hamburg, stadt” department store. Although there are just Department for Urban Planning. In favour of a few green spaces in the historical center, the processing the key research question, different center itself is surroundes by green spaces. As thematic maps were made, which were based a result of the analysis a general principle for on own local observations and desk research. spatial planning was created, which served as Until the final presentation of the work results, a guide for the concept work. The developed in February 2017, certain milestones were concept, in turn, contained one overarching defined and scheduled. The project contained concept and six various thematic areas. In the following steps: First, a theoretical research the final step, a second scenario was made was conducted, which focused on theoretical to identify possible future trends, which could foundations about the topic of urban green. be caused by the compiled concept and could The central challenge was to integrate the in addition no longer be processed within topic of urban green in confined spaces and the framework of the project. All the project’ find suitable design options. All the specifies phaseses were summarized in a conclucion on research was supplemented by literature on the how urban green can respond to the needs of latest topics of city planning. The results depict- sustainable urban development in Germany ed the most important topics and new ideas and Europe. The example of Berlin-Spandau is for solutions. Hereupon they were linked with therefore to be seen as a role model for urban the local conditions to develop new adjusted situations that require solutions for spatial com- solutions for the study area. In a second step, petion due to densed use of city spaces. an inventory was conducted, which contained two dérives and observations of the historic Localization and recent situation of Berlin- district of Spandau. A dérive represents a Spandau concept of psychogeography and describes the unplanned, situationist procedure of the The area of investigation Spandau-Oldtown, agitation through the urban space to perceive the historical center of Spandau, is locat- an area unprejudiced. The next step was the ed in Berlin, the capital city of Germany. analysis of the collected data. The analysis Spandau-Oldtown belongs to the city district looked at both the urban as well as the social Spandau in western Berlin and is situated on spatial infrastructure. Within the procedure of the Havel river. Spandau is one of the main the analysis various information was collected centers of Berlin (cf. Senatsverwaltung für Stad- and numerous analysis maps were created. In tentwicklung und Umwelt 2015, p.115). The a third phase an inventory oft he existing urban history of Spandau is older than the history of green in the old town of Spandau was made. Berlin and is marked by its medieval past (cf. The existing city green in the historical center of Berlin.de). The figure-ground diagram shows Spandau consists of isolated trees and facade the medieval basic structure of the historical greening in the courtyards. Most noticeable center of Spandau which is characterized by were these many green facades overgrown a large central plaza, the traditional enclosed with ivy, most of them in the courtyards and block-situation with courtyards, high building

173 Fig. 1 - Figure ground plan of in the west. The greened waterfront „Shore Berlin-Spandau of Limes“ (“Lindenufer”) along the Havel river was redone with the collaboration of local residents in numerous citizen participation processes. The remodeling ended in the year 2016. (cf. Bezirksamt Spandau von Berlin, 2017). The grafittis and furter daubed walls on the “Lindenufer” are conspicuous. A quay wall with railings along the “Lindenufer” acts like a barrier between water and promenade, which makes the Havel river not experiencable. The old mill ditch is situated at a lower level than its accompanying pedestrian route. At some places fences and the steep and craggy slope a long the sides prevent the direct access to the water. All along the mill ditch some places are not accessable because of fences. Most density and typical narrow streets. Today the parts of the green spaces are inaccessible. city is famous for its historical sights like the The full existing potential of local recreation in citadel of Spandau, the churches St. Nikolai Oldtown-Spandau is untapped because of miss- and St. Marien, the city hall of Spandau and a ing possibilities to experience the water and part of the remaining old city wall. The largest the low quality of lingering in the shore area. pedestrian zone in Berlin is also located in the Not only the blue- and green areas act like a historical center of Spandau (cf. Berlin.de) It is spatial barrier, the existing traffic infrastructure embossed by over 300 different public-specific acts similar. The main street “Am Juliusturm” ground-floor usages like retail trade, gastron- is situated at the north of Spandau-Oldtown omy, cultural institutions and service provid- and connects the city district Spandau with the ers (cf. Partner für Spandau Gesellschaft für center of Berlin. In the west it culminates in the Bezirks-Marketing mbH). The paved pedestrian street “Altstädter Ring”. The streets course fol- zone has an old-town charme, but there is a lows the perimeter of the former city wall. The lack of seating accommodations and too little extent and the high frequency of the roads also greenery, like everywhere else in town. Many build a spatial barrier, which separates the his- feasts and events are regularly organized in torical city center in the north and the west. The Spandau-Oldtown spread throughout the year. spatial boundary in the south of the area is de- The most popular venues are the reformation fined by exposed railway network. Within the square, the central plaza and the town hall city the large pedestrian zone predominates, market square. These places are sealed public with its small side streets. The historical center plazas with a low quality of stay when no of Spandau is very well connected to the public event takes place. The reformation square has transport system by the underground, rapid only a few green spaces and these are sepa- trains and busses. Spandau-Oldtown is charac- rated by a low fence. The seating accommo- terized by both residential and mixed use. The dations in all the plazas in the historical center residential use is mainly situated in the western aren´t very inviting. The existing seating ac- and eastern areas along the green corridors commodations look out of place and do not fit and the waters „Mill Ditch“ and the Havel together. They are partly demaged, vandalised river. Retail trade spaces in the ground floors with grafitti and dirty. Altogether it can be said, concentrate mainly in the core of the area. that Spandau-oldtown has just a few public For example in the roads „Carl-Schurz-Straße“ green spaces in its center, which is also char- and „Breite Straße“ which belong to the large acteristic for a medieval city. Oldtown-Spandau pedestrian zone (cf. Senatsverwaltung für is framed by green corridors along the river Stadtentwicklung und Wohnen, 2016). The “Mühlengraben” (mill ditch) in the east and the city district Spandau is not only known for its river „Havel“ with an inlet of the „Spree“ river historical center but also for its social problems.

174 Spandau is a fast growing district in Berlin. In to support the social connections of diffrent the year 2015 Spandau had almost 37.137 inhabitants of Spandau. residents distributed over a surface area of 8,03 square kilometres (cf. Senatsverwaltung Selected Planning areas of Berlin-Spandau für Stadtentwicklung und Wohnen – Berlin, p. 9). The largest cluster of inhabitants are in the The developing of individual interventions at working age between 25 and 65 years (cf. six different locations in the old town of Span- Bezirksamt Spandau von Berlin 2013, p. 7 ff.). dau complement the superordinate concept. The center of Spandau, which also includes These interventions are supposed to display the the historical center, is more strongly affected possibilities to establish various kinds of green by social problems than the rest of Berlin and in dense urban spaces with different circum- the entire district Spandau. This development stances and needs. Beside the three levels of is caused by the high unemployment rate (cf. greening which will take place in every area, Bezirksamt Spandau von Berlin 2013, p.11) single solutions matching the respective space and a high proportion of foreigners with insufi- were developed. Those solutions will be elabo- cient language knowledge (cf. Bezirksamt von rated in the next sections. Spandau). Social district work and the strength- Urban Wilderness ening of the integration should tend to improve The Mill Ditch („Mühlengraben“) in its current against this trend. Many of social institutions state is rarely accessible and perceptible for are located in Spandau, for example the so- residents and visitors. The revitalization of the ciety for interculturally living together“ („Ge- stream is the first step to improve the the quality sellschaft für Interkulturelles Zusammenlebene. of water and green spaces. By creating a more e. V.“) and church organisations. In conclusion, natural landscape, the Mühlengraben will meet it may be said that Spandau-Oldtown is able to three needs in the old town of Spandau. Firstly, offer a diverse mixed use along the pedestrian it will provide a natural habitat of flora and zone, a wide variety of events and historical fauna, which will be able to develop itself free- sights. Out of witch potential meeting areas ly. Secondly, the stream will be used as an ed- could be created. But on the other hand, the ucational space to establish the natural aware- historical centre is separated at various levels ness of the population. Partnerships with the to the outside. The waters, the two main streets local school and the new established „Spree “Altstädter Ring” and “Am Juliusturm” and river Pavillion“enable an improved understand- the railway network are spatial barriers and ing of the native wild life. Furthermore, the Mill segregate the Spandau-Oldtown of significant Ditch will serve as a local recreation area and historical and current places, like the citadel of as a local meeting point which combines both Spandau. The result is an enclaved situation. the quality of green and of water. Some of the important functions get lost, like The garden of Eden the possibility for animals to cross the interrupt- The sealed Reformationsplatz has hardly any ed green zones and corridors. The final aim is quality of stay and is characterized by the St. to break through the existing barriers and take Nikolai church in the centre of the place. The the opportunity to develop the functions of the planning of an communal garden will enliven historical center of Spandau on the different the central and historical spot.A new group, levels. The accessibility and possibility to expe- formed by members of various institutions like rience the waters and the existing green paces the parish, the local school and refugee hous- should be ensured. It is important to support the es, will organize the planting of the garden. strengths of the area to encrease the value for By that, the new community garden will help the inhabitans of Spandau. to combat prejudices and foster mutual un- The data shows that the historical center is derstanding and will become a place of daily located in a socially heavilly burdened social peaceful coexistence, mutual learning and space. However, it is apparent that many so- recreation. Additionally an open kitchen beside cial services are already in place. Through the the garden will create a space for common urban planning measures meeting points and cooking and dinners and hence reinforce places in the public space are an urgent need social cohesion.

175 Fig. 2 - Model of green spaces, green corridors and trees in the oldtown of Berlin-Spandau

The heart of Spandau with a view to the Havel and a roof top gar- Because of the high sealing, the neglected den. It offers many various activities and is a seatings and the destructed playground, the starting point for outdoor activities like bicycle marketplace of the old town of Spandau has tours or public tours through the old town of an dull atmosphere and no quality of stay. The Spandau. Originating from the community appearance of the marketplace will revalued house, there will be green impulses in form of by new homogeneous seatings, which can be one-sided planted walls set at the „Shore oft he moved flexibly. The playground will be re- Limes“. The unplanted side of the walls will be newed and a new water surface created. The let free to get designed by young people. The water surface also functions as a playing field primary objective of the „Pavillion of the river and can be drained if necessary. The sealing Spree“is to bring different people together on a will be broken up at certain spots and spac- day-to-day basis and to enhance social interac- es for greening will be created. The weekly tion in a green environment. market therefore still can take place without The welcoming space any restrictions. The Marketplace will become The space in front of the town hall functions an attractive public space and a vibrant central as a connection between the city centre of the venue, promoting multiple social use. old town of Spandau and the public transport The Spreepavilion services. However, its complete sealing makes The „Shore oft he Limes“ (Lindenufer), situated the place appearing not very welcoming. By on the river Havel, has just been renewed and installing planted walls, the place will be given functions as a local recreation area. A new a new shape which will lead arriving people established community house, the „Pavillion of into the city centre. In addition, there will be a the river Spree“ (Spreepavilion), will empower rental service for green bicycles. These bicycles the „Shore oft he Limes“ as a local meeting are equipped with a small green space, which point for everyone. The „Pavillion of the river can be merged depending on the number of Spree“ has recreation rooms, a sun terrace bicycles. By that, social interaction will be sup-

176 ported and additional green brought into the laymen with finding suitable plants, aiming old town of Spandau. The new greening and on the planting and maintenance done by the planted seatings will encourage people to use inhabitants of Spandau-Oldtown. The concept the place and invites them to linger around. ist that the neighborhood management divides Signpost Juliusturm the green areas and gives the responsibility of The Juliusturm bridge runs over the river Havel planting to interested citizens. This leads to a and connects the old town of Spandau and the better identification of the inhabitants with their citadel. In its current state the bridge is dom- own neighborhood and strengthes the social inated by traffic and offers no quality of stay interactions. for pedestrians and cyclists. The quality of stay The historical path will be increased by planted roadside green- To create further connections within the area of ery. Furthermore, the bridge will be used as a Spandau-Oldtown, adventure paths which are viewpoint. Signposts on the ground will create highlighted by information boards and mark- perspective lines to historic buildings and ings will be created. The historic past is visibly green or blue spaces. Information boards will reflected in the old town of Spandau, espe- transmit knowledge about the shown sights. cially in its medieval ground plan. Also many The purpose is to increase the attractiveness of historical buildings such as fortifications, the the bridge and to lead more people to the old citadel, the town hall, or the St. Nikolai church citadel. are well preserved. This particular identity of the district will be made by a historical path. In Concept addition to information panels and flyers, apps will be used to promote the attraction of new The green corridors interest groups. The reference here is the exam- The approaches to face the described challeng- ple of the app „Kulturpunkte Hamburg“ (Cultur- es of “green in narrow spaces” are presented al Points Hamburg) which has been designed in the following example the old town of Span- by the ministry for cultural development of the dau. In addition to interventions at individual city of Hamburg (Kulturbehörde in Hamburg) locations, the establishment of „green corri- (cf. Kulturbehörde Hamburg). Spontaneous, dors“ are the objective. The „green corridors“ free and interactive exploration will thereby be run along the main connecting lines of the old supported in Spandau. town, as due to the circumstances of tight and Financing and maintennace sealed spaces, it is hardly possible to plant In the following section of the text someof the classical uncovered spaces on the ground. developped ideas to support the financing will Therefore, the greening along the corridors be presented. The financing concept fort he takes place on three levels: the first level is measures and maintenance of the greenery the horizontal greening of roofs, the second has been designed at different levels. As the level comprises a vertical greenery of building measures of the concept affect public and facades or walls. The third level includes the private ownership, the main goal was to create vertical greening of the ground, often by using high motivations for the citizens to participate flexible planting walls. The aim of the concept in the financing of the greening measures. This is to always implement at least one level of the refers in particular to the comercial part of greenery along the corridors, to create a green Spandau-Oldtown: the shop owners are to be connection of the subspaces. For this type of motivated of an economic advantage by the greening, all the places were analyzed to iden- greening of their buildings. From an economic tify potential areas. An exclusion criterion for point of view, the greenery offers an attractive facade and roof greening in many cases is the and pleasant environment, which encourages historical protection of of houses and buildings, the pedestrians to stay for a longer time in the a challenge that had to be dealt with. The basis central areas. This hence helps to win new for the green areas was set by the creation of a customers. The gastronomy also benefits from plant catalogue which lists native trees, shrubs, an attractive surrounding that makes people climbing plants and herb plants which are to staying longer and concume more. Further- use in the meant areas. These lists are to help more, tourism is benefiting from the upgrading

177 of the public spaces, resulting in an increased character. On the other hand, problems arise, value of the areas in Spandau Oldtown (cf. such as a high degree of sealing or the lack of Stadt Bruchsal 2015, p. 8 f.). Next funding perceptibility of green and blue spaces. These instruments are direct grants for private indi- negative factors are detrimental to the advan- viduals, this also to achieve a higher spread tages of the site, as there are hardly any green- of green space through private commitment ery and blue spaces inside the old town, which (cf. Optigrün). The inhabitants are thus given in turn means that the quality of life is reduced the opportunity to design their own neighbour- and therefore the number of residents and visi- hoods. In addition, sponsorships are planned tors will be decreasing on the long term. for the plantings, especially in the form of „tree In general, the displacement of green and sponsorships“. Oriented on the campaign that blue spaces to the surrounding area, the was launched by the ministry for environamen- large pedestrian zone and the historical basic tal protection of Berlin in 2012, a concept of structures have created an „enclave situation“ tree sponsoring has been created. The aim that spatially separates the old town from its of the campaign was to increase the value of surroundings. living in Berlin and to help promote climate The structures of the Oldtown of Spandau do protection by activating the entire population of not adequately meet the needs of it’s inhabit- Berlin by contributing to tree plantings. Private ants and decreases communication and social persons as individuals or groups are financing participation. The public spaces are primarily a tree for the amount of 500,00 euros and used as transit spaces. In addition, there is later on select a place and a tree species for an abundance of social problems such as a their donated tree. Co-financed by the cam- high unemployment rate, child poverty, a high paign it therefore will be planted. (see Senate number of migrants. These problems however Administration for Environment, Transport and have to be faced by social district work and Climate Protection). This campaign was highly political influence. Nevertheless, the planning successful in Berlin and will be implemented presented greening measures contribute to in an adapted way to Spandau-Oldtown. A enable the new areas functioning as places further financing possibility is the organiza- of social exchange and cohesion. Using the tion of planting projects in the district with the example of the Oldtown of Spandau, the help of entrepreneurial sponsors. To give an concept of the “green corridors” along main example: unemployed people in the neighbor- connecting axes placed on the three surface hood will be involved in the practical greening levels (roof, facade, ground) serves as a model realizations, with the aim of integrating them for other strongly sealed and historically em- into long-term-jobs, of maintaining the greenery bossed cities. By specifically planting the main measures. These practices have been realized connecting axes and using other open space in other german cities like in Witten, here planning measures, such as the realization of by the „Witten Society for Employment and a community garden or the renaturation of the Employment Promotion“ (cf. Wabe). The aim of watercourse of the “Shore of the Limes” and the program is to promote disadvantaged ur- the rivers “Spree” and “Havel”, highly com- ban districts and to improve social interaction. pressed public space is given a dynamic and Projects like this are funded by the European future-oriented quality of habitation. Social Fund (ESF) and by the Federal Ministry Complementary tools, like the plant catalogue for the Environment, Nature Conservation, and the creation of a historical path, support Construction and Nuclear Safety (BMUB) (cf. the increasing of the identification with a Wabe). place, giving it character, atmosphere and by that a higher quality of staying. Conclusions For those planning measures an important necessity is the intense involvement of the pop- The old town of Spandau offers a lot of positive ulation, giving the inhabitants the possibility locational factors, such as diverse commercial to adapt the public spaces to their own future structures, an extensive gastronomic offer, needs. All in all, the explained barriers are numerous events and a historically embossed broken by the presented planning concept. It

178 URL: http://www.stadtentwicklung.berlin.de/planen/ initiates the „blossoming“ of a neighbourhood fnp/de/fnp/ (retrieved on: 17.05.2017) both spatially and interpersonally. Spandau-tourist-info.de (n. y.) ‚Entdeckungen rund um die St.-Nikolai-Kirche‘ URL: http://www.spandau-tourist-info.de/ reformationsplatz-rundgang/ (retrieved on: 18.05.2017) Figures and Tables Stadt Bruchsal (2015) ‚Mehr Grün für Bruchsal - Anregungen und Tipps für eine Begrünung am Gebäude. Figure 1: proper production URL: https://www.google.de/Mehr_Gruen_fuer_ Figure2: properproduction Bruchsal_2015 (retrieved on: 18.05.2017) Universitätsstadt Tübingen (n. y.) ‚Stadtrundgänge‘ URL: http://www.tuebingen.de/19html#/18957 (retrieved on: 18.05.2017) Wabe, R.: (2017) ‚Quartiersentwicklung (Biwaq)‘ URL: References http://www.wabembh.de/%C3%B6rderinstrumente/ biwaq /angebote.html (retrieved on: 18.05.2017) Berlin.de (n. y.): Altstadt Spandau.URL: https://www. berlin.de/ba-spandau/ueber-den- bezirk/tourismus/ sehenswertes/artikel.288600.php (retrieved on: 18.05.2017) Berlin Stadt Service (n. y.): Geschichte von Spandau. URL:http://www.berlinstadtservice.de/xinh/Spandau_ Geschichte.html (retrieved on: 17.05.2017) Bezirksamt Spandau von Berlin (n. y.): Bevölkerung. URL: https://www.berlin.de/ba-spandau/ueber- den bezirk/zahlen-und-fakten/statistische-daten/ artikel.194906.php (retrieved on: 17.05.2017). Bezirksamt Spandau von Berlin (2013): Bezirksregionenprofil - Spandau Mitte. URL: https://www.berlin.de/ba-spandau/_assets/politik- und-verwaltung/service-undorganisationseinheiten/ sozialraumorientierteplanungskoordination/pa130303_ bezirksregionenprofil_spandau_mitte_hohe_qualitat.pdf (retrieved on: 26.02.2017) Bezirksamt Spandau von Berlin a (2017): Das neue Lindenufer – Entwicklungskonzept. URL: http:// www.lindenufer-spandau.de/das-neue-lindenufer/ entwicklungskonzept.html (retrieved on:18.05.2017) Geschichtswerkstatt Billstedt: ‚Der Billstedter Geschichtspfad‘. URL:http://www.geschichtswerkstatt- billstedt.de/pages/geschichtspfad.php?lang=DE (retrieved on: 18.05.2017) GIZ Berlin (n. y.): Aufgaben und Ziele. URL: https://giz. berlin/about-giz/aufgaben-und-ziele.htm (retrieved on: 05.03.2017) Kulturbehörde Hamburg: ‚Kulturpunkte-App - Mobiles Kulturportal für Hamburg‘ URL:http://www.hamburg.de/ kulturbehoerde/4374978/kulturpunkte/ (retrieved on: 18.05.2017) Optigrün (n. y.) ‚Diese Städte fördern Dachbegrünung‘ URL: http://www.dachbegruenung-ratgeber.de/startseite/ gruendachfoerderung (retrieved on: 18.05.2017) Partner für Spandau Gesellschaft für Bezirks-Marketing mbH (o.J.): Altstadt Spandau. URL http://www.partner-fuer-spandau.de/Altstadt- Spandau_76_0.html (retrieved on: 15.05.2017) Senatsverwaltung für Umwelt, Verkehr und Klimaschutz (o. J.) ‚Stadtbäume für Berlin – Kampagne – SPENDEN. URL:http://www.stadtentwicklung.berlin.de/umwelt/ stadtgruen/stadtbaeume/kampagne/de/spenden/ (retrieved on: 17.05.2017) Senatsverwaltung für Stadtentwicklung und Wohnen – Berlin (n. y.): Bevölkerungsprognose 2015-2030 – Berlin und Bezirke URL: http://www.stadtentwicklung.berlin.de/planen/ bevoelkerungsprognose/de/prognose_berlin/bezirke. shtml (retrieved on: 26.02.2017) Senatsverwaltung für Stadtentwicklung und Wohnen (2016): Flächennutzungsplan Planzeichnung 2016.

179 VARIOUS FESTIVAL SPACES RESPONDING TO URBAN SPACE IN JAPAN

Kenjiro Matsuura

Introduction various festival spaces emerge in response to various urban spaces, and that it is possible to Japan has historically been overlapping the produce an effective festival space by under- creation of urban environmentally conscious standing the method of directing urban space I cities common to East Asia, which is integrated want to show. with the surrounding nature, and rich natural The cities to be studied are 16 cities shown in space and urban space have been formed. Table 11. As a method of survey, during the Japanese festivals have been developed mainly period from 2011 to 2012, more than two in urban spaces and natural spaces, mainly researchers went to each festival and measured by shrines and temples. In this paper, we the festival space by photography and video consider the urban festival space divided into shooting at the main points by street space and “festival space utilizing natural space” and festival events. “festival space utilizing urban space”. For the festival space utilizing natural space, a festival Form of various festival spaces responding to site utilizing beautiful landscape is produced. urban space For example, at the fight festival in Nada, a crossbill seats appear in a mortar shape on the Assuming that there is a natural space around slope of the mountain, and intensive competi- urban space, the festival space can be divid- tion is made by the stalls of each district at the ed into those set in urban space, those set in foot of the mountain tower (Photo 1). natural space and those connecting between In this paper, I would like to pay attention to the two (Fig. 2). When we look at the rela- the festival space especially utilizing urban tionship between everyday life and unusual space. The festival space utilizing the urban circumstances (festival time), the relationship space is divided into three categories: 1) the between each other, there are cases where the urban space to be the base,2) the physical daytime affects the daytime at the time of the decorations to be given at the festival (lan- festival, contrary to the case where everyday terns, shades, banners, etc.), 3) the stalls at time affects the festival time. As an example of the festival and the movement of people It can the former, it can be cited that the street pattern be regarded as a space (Fig. 1). In this way, at the time of daily greatly influences the deter- urban space and festival space are inextricably mination of the cruise route at the festival, and linked, urban space largely defines the festival as an example of the latter, for example, by in- space. For example, regarding the cruise route creasing the position of the electric wire on the of the cruise type festival, it will be decided street through which the stall passes during the from the street composition of the city and the festival Consideration. Focusing on everyday state of the city streets etc. based on the scope and extraordinary urban space/festival space, of the fathers who is the festival implement- as shown in Fig. 2, we can see that the public ing entity, and considering how to use at the space / private space / intermediate area festival The design of streets and bridges, the between them changes to various festival spac- position of wires and traffic lights may also be es. There are two things I want to emphasize determined. In this paper, we introduce that here. First, historically meaningful urban space

180 the street is narrow, it is understood that the Fig. 3 Masugata retention space (appreciation) of the audience Square will be the starting point tends to be the side of the road or the eaves of for the evening the building. For example, at the fight festival festival (left, Autumn Takayama Festival, in Nada (Himeji City, Hyogo Prefecture), floats photo by Takamichi are drawn over the full width of the road, and Hagiwara), Saijo the audience goes behind floats or goes by Festival where the hydrophilic the side to stop and sightseeing. In the Hino space is a festival Festival (Hino City, Shiga Prefecture), Hikiyama space (middle) and Ishioka’s festival is drawn in the middle of the road, the audi- where the alley is a ence stops at one side and sits at the side of resting place (right) (photo by Shota the road. At the Fujinomiya Festival (Fujinomiya Inoue) City, Shizuoka Prefecture), spectators see from both sides of the street and eaves of buildings along the roads. As the streets spread, both sides of the street become audience retention space (appreciation). For example, in the case of floats arrangement in Omotesando at Takayama Festival in Spring and Autumn (Takayama city, Gifu prefecture), the first day is on the north side of the road, on the sec- ond day on the south side of the road, facing the shrine forty-five degrees and facing the front Are aligned. The back side of floats are the staying space of the carrying person (the is to become a characteristic festival space. resting space), the front side of floats are the For example, in Takayama Festival, Masugata crowd retention space, and the other side is the Square, created during the castle town era, is moving space of the audience. By arranging the starting point for the evening festival, which the floats and trolleys with the edges on the is an important place where lion dancing street center side aligned on a straight line, performances and other events are performed they are aligned using the axis of Omotesan- (Figure 3 left). Also, at Saijo Festival (Saijo do. Lion dance in the festival queue is shown City, Ehime prefecture), the hydrophilic space near the center of the street, and the audience where spring water springs up functions as an is watching on both sides of the street. At the important viewpoint for viewing floats from op- Hanno Festival (Hanno City, Saitama Prefec- posite shore during festival (Fig. 3 middle). Sec- ture), a lion dance is held surrounded by two ondly, urban space, which is not unique, can or three floats. The audience is watching the also be a festival space where people gather. lion dancing from among the mountains. At the For example, at Ishioka’s festival (Ishioka City, Asakusa Sanja Festival (Taito Ward, Tokyo), Ibaraki prefecture), the street space that is used the audience stands on both sides of the road as an alley at everyday is placed as a break and sees a mikoshi. At the Fujinomiya Festival space at the festival (right in Figure 3). Also, at (Fujinomiya City, Shizuoka Prefecture), when the Takayama Festival, the private space that stalls are turned round, both sides of the street is used as a parking lot in daily life changes become audience retention spaces (appreci- to a meal space where stores will accumulate ation). At the low tide festival of Kamezaki at the time of the festival. Let’s look at the type (Handa City, Aichi Prefecture), both sides of of festival space while paying attention to the the street are reserved spaces of audience movement of audiences and carryoverers, that (appreciation). When the streets spread further is, the staying spaces (viewing / resting) and and the sidewalks and roadways are separat- moving space of spectators and carryoverers. ed, various spaces appear in each pedestrian First, looking at the relationship between the space / roadway space. Generally, it seems width of the street and the festival space, when that the roadway is often the moving space of

181 the carrying person, the sidewalk is often the the river width was wide or, I could not confirm staying space / moving space of the audi- the acts to watch from the other side. In Saijo ence. For example, in the Takayama Festival festival (Saijo City, Ehime prefecture), floats (Takayama City, Gifu Prefecture) in spring and are aligned on both banks of the river road, autumn, during the floats rigging, the evening and the doors and visitors overflow the road- festival, and the night festival, roadway turned side and the bridge. At the Fujinomiya Festival to moving space of workers, sidewalks on the (Fujinomiya City, Shizuoka Prefecture), floats side of the roadway turned to crowd’s staying are aligned diagonally with respect to the space, and other sidewalks turned to mov- spring pond, and many spectators appreciate ing space of audience. In the Chichibu night stands from the other side of the pond. Also, festival (Chichibu City, Saitama Prefecture), the around the float, it becomes a staying space of sidewalk becomes the viewing space for the the carrying person (a break), and it becomes audience, the roadway part becomes the place a moving space of the audience. Regarding for only the mountain cars. In the Fujinomiya intersections, basically streets other than the Fall Festival (Fujinomiya City, Shizuoka Pre- direction of travel become audience retention fecture), roadway turned to moving space of spaces (appreciation), and scenes where floats workers, sidewalks on the side of the roadway rotate at intersections are the main points. For turned to crowd’s staying space, and other example, in the Takayama Festival (Takayama sidewalks turned to moving space of audience. City, Gifu Prefecture) in spring and autumn, In floats arrangement, the retention space street drafting, evening festivals, and night of the audience also spreads to the side of festivals, roads other than the direction of travel the roadway. For example, in the Takayama become the retention spaces of the audience. Festival in spring and autumn (Takayama City, In the Honjo Festival (Honjo City, Saitama Gifu prefecture), when floats arrangement is Prefecture), when the mountain car turns at the changed in the middle of the night festival, the intersection, it becomes a point of sight, and retention space (appreciation) of the audience the audience sees it as if it surrounds the floats. is shifted from the sidewalk side to the roadside At major intersections, various events such as side. In Saijo festival (Saijo city, Ehime prefec- lion dancing performances are held, and it can ture), the sidewalk is a place where the carrier be a symbolic stage where you can have a takes a break, the roadway is the moving seat etc. For example, in the Takayama Festival space for walking and the staying space for (Takayama City, Gifu Prefecture) in Spring and Danjiri appreciation. In the Kawagoe festival Autumn, blue seats are set up at the inter- (Kawagoe City, Saitama prefecture), the sepa- section of Yasugawa Street, and lion dance ration of floats is done at the intersection of the performances and floats are rotated. At Sakura street where the floats meet in a narrow place, ‘s Autumn Festival (Sakura City, Chiba Prefec- and the audience surrounds it. At the Fujinomi- ture), the road connecting the old road and ya Fall Festival (Fujinomiya City, Shizuoka Pre- Keisei Sakura station goes straight through, fecture), floats are aligned on both sides of the and the floats are rotated at high speed, and roadway, and the roadway is a resting place the audience sees it as if it surrounds the floats. of a float and a playing field and the audience At low tide festival of Kamezaki (Handa City, is watching from the sidewalk. Aichi Prefecture), the floats are tossed in front Let’s see about the street space along the river. of the shrine, and five floats are available. When the river width is narrow, the audience After that dolls are dedicated to arts and crafts. retention space (appreciation) is seen on the The audience stays around the floats to the opposite shore. In some cases, there is a view- extent that they do not disturb the cruise route ing space integrated with the waterfront space. of the floats. For example, in the Takayama festival in spring and autumn (Takayama city, Gifu prefecture), Conclusion along the Enako river with a river width of about 7 m, there was an act of looking at the As a result of categorizing the festival space Goshinkou from the opposite bank, while along focusing on the street space and festival events the Miya river, the river width was about 50 m, for the city, it was found that various festival

182 spaces corresponding to the characteristics References of the street space were produced. There is a close relationship between the urban space at Kenjiro Matsuura (2012A)), “Analysis of Urban Morphology on Festival Space displayed on Urban the time of everyday and the festival space at Space Part4; Typology of Festival Space in 16 cities the time of extraordinary life and should be “, AIJ Tokai Chapter Architectural Research Meeting considered when using festivals when devel- Vol.51,pp.641-644 Kenjiro Matsuura((2012B)), “Analysis of Urban oping urban space at the time of daily life. On Morphology on Festival Space decorated on Urban the contrary, when directing the festival space Space”, EAAE / ISUF International Conference, New effectively, considering the historical meaning Urban Configurations, p.25 Kenjiro Matsuura((20149), “Analysis of urban morphology and spatial characteristics of urban space, a on festival space decorated on urban space, focusing dramatic festival space emerges. reviewing spaces and closed spaces in the case of Finally, I would like to introduce the festival Chichibu Night Festival in Japan”, the 21st International Seminar on Urban Form (ISUF 2014) ”New Urban squares of Hida City, Gifu Prefecture as an Configurations”, p.p.329-335 example of urban space that was developed in Kenjiro Matsuura((2015)), “ANALYSIS OF URBAN consideration of the use at the festival. The festi- MORPHOLOGY ON FESTIVAL SPACE DECORATED ON STREET SPACE-In the case of japan’s three val square is a square that was organized as biggest float festivals.”, J.Archit. Plans.,AIJ,Vol.80 a starting point with the proposal of the citizen No.712,pp.1339-1346 group “Furukawa F · P · C” “This one opens the future”. Facing the Matsuri Square, there are a tourist office where the raising drums are exhibited, the Hida-Furukawa Festival Hall, and the Hida-no-Takumi Culture Center, the Herit- age Center of the National Trust of Japan. As a base for festivals, it functions as the central location of the Furukawa Festival.

Notes

1. So far, the authors categorized the festival space focusing on street space and festival events about the Takayama festival (Kenjiro Matsuura 2012B). In this paper, we will expand the case to 16 cities, categorize the festival space focusing on street space and festival events, and clarify the versatility of the types hypothetically presented at the Takayama festival.

183 GROWTH AND IDENTITY AS BASIC PRINCIPLES OF CITY PLANNING

Jan Obrtlík

Introduction - Urban planning as network Principle of Growth design Our usual meaning of growth is connected When speaking about networks, we usually with an abstraction from layman economical understand it as passive object of our actions. knowledge, which makes a growth equal to In urban planning, the city can be seen as an increase of quantity. If we read economic network and also its particular functional areas books, the “Q” present in almost every graph- as sub-networks of the main one. ics indicates always a quantity but never a Seen so, energy, traffic, information etc. are quality, one would remind. Contemporary ep- particular networks of the city. City planning och shows us, this approach must be proven by or Urban Design are therefore also network limits coming from a framework transcending planning or network design. the growth itself. Literally significant is the book It is reasonable, that changing the means of “Limits to Growth” (Meadows, 1972), standing network processing will change also network somewhere at the origin of today ecological itself as a more or less inevitable result. Focus- emphasis in Western world. It means the ing on the process of network emerging can economy began to pay respect to the ecolog- be more efficient in developing it than focus on ical framework of the planetary ecosystem. If network itself. we come from the elementary bookkeeping of This paradoxical fact is no more surprising if miners to some more complex systems as for we mention, it is deeply connected with the example human psyche, we find the concept of nature of man. If we for example decide to growth much more connected with an increase “change our life”, addressing some bad habit of quality than the one of quantity. The English or similar, we do not focus on particularities. words “growth of personality” have hardly We in the opposite focus on our approach something to do with quantity or even expan- itself, otherwise our effort usually fails. This sion. Economy and policy of today in the oppo- psychological analogy has surely many par- site is still understanding growth as increase of allels elsewhere and urban development is no quantity. (compare Mitcham, 1995) exception. If we accept the attitude that a growth is most We see, that designing something complex of all an increase of quality, we open a new directly (here mostly the city structure) results perspective. And this is true also for the growth usually in a dead matter. In the opposite, if we of city structure. We can post a general thesis design environment or conditions for emerging that the increase of quality of any network of the certain structure and not structure alone, is the sum of quality increases of individual we succeed. The result, partly self-created by elements of this network and also, not of lower inner powers of complex networks, is usually importance, the sum of quality increase of the much more vital. relations among these elements. The functional- This approach cannot be of course taken very ity of elements is generally strongly determined literally, but shows us the perspective we want by quality of its relations to the network. to follow in research on natural principle of It responds to our intuitive understanding of all growth, applicable also on city networks. natural processes that the development of all

184 elements in any group does not occur in the At the beginning of 1980’s came an idea of Fig. 1- Schematic view of networking exactly same time, but more gradually during Lester Brown (Brown, 1981) to integrate social system between a certain period of time. This period can be aspects into the concept of sustainable develop- two stages of development marked as transformational time between hypo- ment, which had been so far understood only (Source: Graphics thetical stage 1 and stage 2 of any particular as ecologic-economical dialectics. We do the by Jan Obrtlík, development. same for the growth principle mentioned in the 2017) This principle take effect in its urban devel- previous section. The necessary time of trans- opment application on one hand for each formation is not the same as construction time, particular city network but on the other also for because urban design consists also of so called the city as a whole. This fact results in finding soft aspects. These soft aspects are actually in about the management of development. It is fact the harder ones, because they determine crucial, that for a successful and really vital the long-time success of certain urban develop- development of any network we remember not ment. There is a question, what should define only the development of individual elements, the speed of certain urban development. Is it but also with the same attention the develop- the capability of system or network to leave ment of relations among the elements. These one stage and move on to another one? In the relations must be organically and fluently case of the city it is surely true. Let us observe transformed. the word “leave” in the previous sentence. To It is apparent, that for any urban structure the leave means for an individual to lose some- “revolution” of disruptive kind is a nonsense. It thing. However, our intuition of growth tells us clearly, we do not want to lose, but integrate. We generally want to integrate the past into the present to be able to incorporate both into the future. This is apparent if we mention the amount of means used especially in Europe every year to preserve our monuments. We have a strong will to know and keep our his- tory and this is true as well in smaller measure of single urban development, no matter how much is the budget. How can we measure the tempo of changes our network or city structure is going through? What tells us if the tempo of changes is acceptable? The answer is a fully non-technical term taken from an opposite end of a hypothetic spectrum. It is identity. is a nonsense created by those, who are per- Even when identity appears to be subjective ceiving only a chosen aspect of certain situa- category, it shows generally valid principles. It tion, no matter if accidentally or intentionally. can be declared, that if the tempo of the urban structure transformation is higher than limit, Principle of Identity it comes to the loss of identity. It is identity of particular places which constitute also small Now, after the abstract analysis, we do need parts of the individual identities of community to put on scene second, more “human” part, members. and it is the time. This means not the physical A certain analogy can be found also in the time measurable by calendar. It is more the area of technical systems without human subjective time of community, the time neces- component as a cohesion of system. The system sary to accept certain change in community’s lacking of cohesion is losing its inner integrity, environment. It is actually result of psychologi- consequently also its functionality. Similarly, cal conditions of the whole process. We follow how the loss of identity in human communities the path of theory of sustainable development, usually leads to loss of social cohesion. which has been in particular moment of its So, very briefly said, it is the community, who own history criticized for its inner imbalance. should be asked whether the tempo of urban

185 transformation is acceptable. The forms of this References asking are already in the field of sociology. Brown, Lester, R. (1981) Building a sustainable society, 1st ed. New York: Norton, xiii, 433 p. ISBN 0393014827 Conclusion – a bilateral viewpoint Meadows, Donella H. et al. (1972) The Limits to growth: a report for the Club of Rome’s project on the predicament We have defined two aspects of city devel- of mankind, New York: Universe Books, 205 p. ISBN 0876631650 opment, or even more generally, of the devel- Mitcham, Carl (1995), “The concept of sustainable opment of any networking system. These two development: its origins and ambivalence” in Technology principles of growth and identity are essential in Society, Volume 17, Issue 3, Pages 311-326, ISSN 0160-791X for keeping a vital character of our built en- vironment. They connect human and material aspect of every construction effort. It is impor- tant to emphasize that these two principles are two aspects of the very same process of any development. They are separated only by our language terminology, but in fact they are both incorporating the same reality, though seen from the two different perspectives. The term of a growth as defined earlier is a result of structural analysis of the problem. The term of an identity connects the structure mentioned by growth analysis with so called “soft” component, a human manner. It is connected by the assistance of chronological approach, which means an essential cohesion factor between each two stages of any devel- opment process. We need urgently this human perspective to be able to construct our cities meaningfully. Otherwise, our communities will not be able to reconnect their own identities to a newer stage of certain urban network and the whole effort will not bring living functional- ity, but only lifeless technique. This is why the both mentioned aspects of each urban network development are of primary importance. We want to work – to plan and to build – meaning- fully and this bilateral viewpoint can help us to reach this goal.

186 GREEN AND BLUE INFRASTRUCTURES FOR THE REGENERATION OF EUROPEAN METROPOLITAN CITIES. RESILIENCE PRACTICES IN FRENCH MÉTROPOLES1

Irene Poli | Chiara Ravagnan

Urban Planning, Environment, Landscape. The 2014; Gasparrini, 2015). Therefore, European integrated regeneration of European metropol- metropolitan cities have required a complex itan city and an integrated strategy that merges an eco-landscape perspective, as well as morpho- The general trend of metropolization of the logical, functional and infrastructural ones. In European contemporary city (Indovina, 2005; this context, the most advanced national and Ricci, 2005; Oliva, 2010) has led to discon- international debate overcomes still strongly tinuous and porous patterns of settlements that sectorial approaches and heads toward new have come away from infrastructural systems urban planning disciplinary boundaries with and have severed ecological connections. landscape and environmental issues (Gaspar- Actually, these settlement forms are character- rini, Gabellini and Rossi, 2014). ised by the dissolution of public space as an In line with the regeneration goals, within the historic urban structure, as a places system of disciplinary path of systemic and reticular ap- cultural urban identity and as the network for proaches, urban planning nowadays finds new social inclusion. At the same time, the discontin- design solutions and significant connections uous and porous patterns of settlements cause with ecology and landscape issues, provid- the fragmentation of environmental networks, ing a proactive answer to the pathologies of important to ensure the smooth running of eco- metropolization and to the vulnerability of the logical cycles, the maintenance of biodiversity contemporary city. and the recognisability of landscape continuity. Furthermore, spontaneous settlement dynamics Further, the metropolization trend generates in- stemming from metropolization have led to the frastructural congestion that is one of the main dissolution of the “complex system of relation- cause of air pollution. The growing awareness ships between individuals and physical world of the aggressiveness of these settlements prolif- and between communities and territories (...) eration trends has been consistent with the rise that determine the sense of being inhabitants of of global climate changes and the explosion of a place, to recognize that place as the scope social conflicts, paying a growing attention to of our own living” (Colarossi and Latini, 2009). the issues of sustainability and resilience (UNIS- The current economic and environmental global DR, 2012; Paris Agreement, 2015). crisis, and the resulting failure of the authorities The issue of sustainability has stimulated new to properly implement and manage public as- ways of action, not only in terms of defense sets have impacted these relationships, and are and preservation of the resources, but also in likely to deeply cut the connections between terms of proactive urban and territorial regener- citizens and places, especially where urban ation strategies (EC, 1999; EC, 2007). These forms overcome administrative boundaries and strategies are reconciling two separate disci- new forms of metropolitan government have plinary goals (Talia and Sargolini, 2012): the hard time establishing themselves (Sbetti et al., reduction of the use of non-renewable resourc- 2016). es, and the enhancement of common goods as In this context, the issue of urban resilience is drivers of a sustainable development and of considered a relevant operational concept, the settlements reconfiguration quality (Ricci, but also a significant collective value (Toubin,

187 2012). In fact, the development of regen- adaptation. This network of green (land) and eration projects into resilient strategies can blue (water) spaces can improve environmental lead the city toward a new urban system that conditions and therefore citizens’ health and provides innovative social, cultural, economic quality of life. It also supports a green econ- and environmental answers to global changes, omy, creates job opportunities and enhances through new procedures able to renovate gov- biodiversity” (EC, 2013).Therefore, this kind of ernance processes and to support metropolitan infrastructure does not only perform ecological governments. New partnership-based proce- functions, but assumes complex meanings, re- dures as well as practices held by the commu- lated to “full consideration of landscape diversi- nity in order to face the problems of degrada- ty, attention to the richness and dissemination tion and foster urban resources enhancement, of cultural heritage and historical relationships including valorisation of historic heritage and networks, awareness of the density of econom- landscape, highlight new research and experi- ic, social and cultural dynamics that shape the mentation paths (Poli and Ravagnan, 2015). territory” (Moccia, 2010). Consequently, the term “regeneration” has A diffused increase of the equilibriums of the been imposed in recent years with great ease ecosystems functions by an articulated produc- and success. It drives a profound revision not tion of ecosystem services (MEA, 2001), as only for planning strategies but also in relation well as a structured growth of the green areas, with many institutional actions and partner- can bring to an improvement of the quality of ship-based practices (Savino and Talia, 2015). the air, to the mitigation of the effects of climate In particular, the integrated approaches to changes and can regenerate and reconfigure regeneration, that aim to realize sustainable, the urban and social fabric. The multifunctional inclusive and accessible settlement structures use of green areas and water networks also (Ricci, 2014) include the construction of green enables a reconsideration of the ways and and blue infrastructures (EC, 2013) as frames forms of collective re-appropriation and cultural for the public city and for the enhancement production of open spaces (Gasparrini, 2017), of common goods (Moccia, 2010), as well drawing new research and experimentation as drivers of socio-economic development paths for the coordination of eco-friendly (Gasparrini, 2015). temporary uses and the “construction of a Green infrastructures overcome the concept of multifunctional dimension of the spaces not to ecological network and merge the construction consume” (Gasparrini, 2015). of green, blue and grey networks, proposing a Among these topics, the technical and finan- sustainable and resilient way of urban plan- cial support of European Union and national ning and management of the contemporary frameworks (p.e. Natura 2000) and programs city (Coppola, 2010): “Green infrastructure is (p.e. LIFE Program) has enabled, in many met- the physical environment within and between ropolitan areas of Europe, the strengthening of our cities, towns and villages. It is a network of several different types of green infrastructures multi-functional open spaces, including formal through the enhancement of their main com- parks, gardens, woodlands, green corridors, ponents and the integration of environmental, waterways, street trees and open countryside. social and economic issues. It comprises all environmental resources, and The current time of global crisis confirms the thus a green infrastructure approach also con- urgent need to experience new project solu- tributes towards sustainable resource manage- tions and tools for planning and management ment” (Town and Country Planning Association, of the metropolitan cities, in consistence with 2008). the promotion of a green and circular economy At European level, green infrastructure is as well as a new industrial ecology and smart recognised as “a strategically planned network mobility. of natural and semi-natural areas with other Many recent urban and territorial strategic environmental features designed and managed plans and visions from different European to deliver a wide range of ecosystem services contexts are emblematic cases of integration such as water purification, air quality, space between urban and ecological-environmen- for recreation and climate mitigation and tal issues through the construction of joint

188 green, grey and blue networks, in many case integration crosses the different scales and designed as real infrastructures, at different planning levels through a regeneration strategy scales. Among the various national contexts, that focus on the role of the river, overcom- France is certainly one of the most interesting ing a strictly environmental perspective. This frameworks on these issues since the recent strategy can actually count on a territorial national reforms and planning practices have strategic vision of the whole Vallée de La Seine, stimulated the construction of sustainable and made evident in the Schéma stratégique pour resilient metropolitan models. l’aménagement et le développement de la Facing the study of the policies, tools and strat- Vallée de Seine. This document combine the egies put in place in forefront contexts about goals of valorisation of the cultural identity, regeneration practices, at different scales, that strictly related to the Impressionists, the renova- focus on the blue and green infrastructures tion of settlements structures by new eco-friend- integrated construction, is particularly signifi- ly forms of public spaces related to the river, cant for the Italian context, which is going to and the reconnection of ecological frames, experiencing, with significant difficulties, the without disowning the industrial vocation of metropolitan planning (Sbetti et al., 2016). the Regions (Normandie and Ile de France) that offers an opportunity for a new ecological The green and blue networks as a research industry. field and laboratory for the regeneration of This strategic vision is rooted in the Grumbach French Métropoles Associates Proposal for the interdisciplinary and international Call for Project, launched in The French practices of green and blue infra- 2008 by the Atelier International du Grand structures construction can be rooted in the Paris3, in order to define new guidelines for the planning and management tradition of com- “mending” of the City of Paris with his metro- plex urban projects structured on a network of politan hinterland. Heal the urban, environmen- public spaces, and at the same time in the con- tal and social wound between the core area solidation process of environmental policies, as and the suburbs is the main goal of Grand Par- enshrined in the Grenelle Laws. In particular, is. The Grumbach Associates Proposal (2009) French national sustainability policies and focuses in the development of the Seine Axis as inter-scalar strategies focus on strengthening a structure to frame the requested “mending” of of metropolitan rail transport, energy transi- Paris with his hinterland but also to rethink the tion, environmental security and promotion of socio-economic role of the river and the logistic biodiversity (Ruffolo, 2009) with the support relations between the Capital and his port, Le of effective strategic tools as well as partner- Havre. ship-based procedures. The 2009 and 2010 Acknowledging the strategic significance of this Grenelle Laws, which marked a major process integrated vision, the Atelier International du of environmental and ecological legislative Grand Paris4 recognizes “the river as a com- references reform, have launched programs mon good”, through one of the most important at all levels of intervention closely integrated “reading keys to understand the Grand Par- into a new ecologically oriented city model: is”. The Seine is considered as a “monument, especially Trames vertes, Ecocité, Ecoquartiers which brings together the inhabitants around a and Nature en ville. natural common wealth, driver of the biodiver- The experimentations of the construction of sity and a new urban model” (Atelier Interna- green and blue infrastructures can also count tional du Grand Paris, 2012): the place where in a long path of innovation of regeneration can cohabit industries and leisure. planning strategies and tools as well as on the Since 2013, the Proposal has become a ongoing definition of several forms of metro- Project of National Interest that has led to the politan governance that have found a new Schéma, that foresees an horizon to 2030, reference in the Metropoles of the Loi Maptam shared by three Regions and six planning in 2014 (and the Loi Notre in 2015)2. Agencies5 among a partnership formalized in In this framework, the Vallée de La Seine offers 2014. The implementation of the Schéma is a huge panel of practices, where the issue of defined by the Contrat de Plan Inter-régional

189 Etat/Régions (CPIER), signed in 2015 and The green network along the pedestrian paths developed through three axes: first of all, the acts as a regulator of rainwater and white spatial planning and the sustainable develop- anthropic waters and of the potential river ment; second, the governance of flows and flooding, through drained ditches and irriga- movements, and finally, the economic develop- tion channels connected to water reclamation ment, the higher education and the research. for natural irrigation from the discharge of the The actual Metropole of Grand Paris, recently meteoric water. At the same time, regeneration established in 2016, starting its strategic plan- deals with intermodality and multimodality as ning process, has recently also launched an a design strategy for the infrastructures system, international Call for projects titled “Inventons aimed at ensuring high accessibility by limiting la Métropole du Grand Paris”. Nevertheless, private mobility on the road and accompany- its territory can already count on significant ing the energy transition. The Urban Project ongoing regeneration projects, strictly connect- is structured by multimodal corridors hosting ed to the four new rapid transit lines called cycling and/or pedestrian ways which connect “Grand Paris Express”. Many of these projects to the surrounding neighbourhoods and the are also firmly ecologically oriented and waterfront, crossing the slopes separating the related to the river through the construction of Zone d’Aménagement Concerté (ZAC) Trapèze real green and blue infrastructures at different from the Pont de Sèvres and Ile-Seguin. The scales, from metropolitan to local one. One of introduction of sweet mobility is strictly con- the most significant sites is the emblematic case nected to the subway-cycle interchange in of the Urban Project Ile Seguin-Rives de Seine in relation to construction of the Grand Paris red Boulogne-Billancourt, a Municipality in the in- line Pont de Sèvres station that will reduce the ner suburbs of Paris, localised along the Seine travel time to the centre of Paris by about 80%, River (Ravagnan, 2015). This Urban Project passing from over an hour to eleven minutes. reveals new project strategies of regeneration The river of Paris also hosts softer interventions for the existent city, in relation with the national in a perspective of green and blue infrastruc- programme “Ecoquartiers”. The regeneration tures, characterized by the innovation of public strategy put in place for this large industrial space as a driver of dynamism of urban forms brownfield contributes to limit the private car as well as economic development and social mobility, to rebalance the functioning of ecolog- innovation. In the framework of the Schéma ical cycles in the urban environment, and also stratégique pour l’aménagement et le dévelop- brings high levels of naturalness and biodiversi- pement de la Vallée de Seine, Local Authorities ty in the urban landscape. have launched an international Call for innova- The design strategy is set in the construction of tive projects, “Réinventer La Seine”. The Call is public space as a framework for the integrated aimed at the realization of innovative projects reorganization of pedestrian, ecological and for redesigning the banks of the Seine and its waterway networks. The open spaces design channels. The Call promotes new references to reconfigures urban fabrics as “open blocks”, interpret the river as an economic, social and structuring a recognisable presence of green, cultural axis, as well as ecological and environ- linked to water system. This results in a re- mental network. This unprecedented ambitious newed relationship between the city and the contest involves about forty sites, ready to be river as an ecological corridor and a metropol- reinvented and hosting new functions, in three itan public space. The Great Park plays a key major cities: Paris, Le Havre and Rouen. Not role in the relation between the city and the only the Capital is interested by these sustain- river, mitigating the flood risks and redrawing able and resilience practices that concern the the natural components of the landscape. The national context, especially the Mediterranean green and blue infrastructure consists in a set of area, characterized by the richness of natural open public and private spaces, connected by and cultural heritage and, at the same time, a green network that transports the vegetation by environmental vulnerability. For instance, component from the Park to the “green hearts” Montpellier, which has been affected by a of the “open city blocks”, conciliating the high significant demographic growth over the last building density with the presence of nature. few decades, is a recent emblematic metropoli-

190 Fig. 1 - The Seine, common good of Grand Paris (in “Douze clefs de lecture pour comprendre le Grand Paris”, Atelier International du Grand Paris, 2012. https://www. ateliergrandparis. fr/12clefs/12CLEFS. pdf)

zation case that has stimulated the definition proliferation of urban fringes, to enhance the of a new integrated planning strategy at a landscape dimension and to enjoy recreational territorial level. This strategy looks for a better uses, to support new food and environmental relationship between urban and territorial scale policies (Michel and Fouilleux Bordier, 2013; in the construction of open spaces, in particular Scheromm, Perrin and Soulard, 2014). The a better use of large natural and agricultural “agricultural park” (“agriparc” in France) has open spaces, an agricultural development in been recognized as a strategic component in consistence with a proper non-residual logic order to conciliate sustainability and resilience (Bosc, 2005). The former Agglomeration of goals. The “agricultural park” is, in fact, an Montpellier, that was recently transformed in a essential component of the metropolitan ecolog- Metropole, pursued these goals in the Schéma ical network, as a space of regulated interac- de Cohérence Territoriale (SCOT) of 2006, tion between naturalistic components, pro- which, starting from a diagnostic approach, ductive agricultural activities and urban uses identified an “inverted look” focused on open aimed at the public’s use of the environment. spaces to define a green network able to coor- Furthermore, it can be the frame of an urban dinate strategic “green centralities” (agriparcs, and metropolitan planning strategy aimed at ecoquartiers, riverparks). Among these green promoting sustainable lifestyles by the propos- centralities (Macchi Cassia, 2011), “agri- al of new way of sweet mobility and leisure parcs” has several potentialities: to contain the outdoor activities. Finally “agriparcs” are main

191 components of landscape planning and project Riferimenti Bibliografici in order to combine conservation and innova- tion of urban and territorial identity in a close AAVV (2015), Contrat de plan interrégional État-Régions “Vallé de Seine” (CPIER). http://www.vdseine.fr/ connection with historic heritage (Ferraresi, demarche.html 1993). In 2015, the Metropole of Montpellier Atelier International du Grand Paris, “Douze clefs de has approved a territorial project called “Mont- lecture pour comprendre le Grand Paris”, 2012. Bosc S. (2005), “La regione urbana di Montpellier”, in pellier Métropole Territoires” that focuses on Indovina F, Fregolent L., Savino M., L’esplosione della new environmental issues that will stimulate the città, Editrice compositori, Bologna. updating, started in 2015, of the SCOT 2006. Cavagnis G., Della Mea G., Zambianchi M. (2010), “Strategie e progetti urbani per uno sviluppo sostenibile”, The new main goals of the SCOT are the in Urbanistica, n. 144, p.19-29. preservation and valorisation of the environ- Colarossi P., Latini A. (2009), eds., “La città del buon ment, the answer to the foreseen demographic abitare e la progettazione urbana”, in Urbanistica, n. 140, p.41-74. changes, the economic development in order to Coppola E. (2010), “Le infrastrutture verdi nella create new job opportunities and the adapta- costruzione delle eco-city”, in Urbanistica Informazioni, tion to climate change and the mitigation of n. 232, p. 27-28. EC (1999), European Spatial Development Perspective, its effects. All these different practices support Bruxelles. the research paths that identify in the green EC (2007), State aid control and regeneration of deprived and blue infrastructure the methodological urban areas, Bruxelles. EC (2013), Green Infrastructure Strategy, Bruxelles. and technical reference to ensure landscape EC (2013), Technical information on Green Infrastructure, enhancement, biodiversity and natural cycles Bruxelles. regulation, as well as sustainable mobility and Angrilli, M (2015), “Infrastrutture verdi e blu”, in Urbanistica Informazioni special issue n. 263. inclusive and dynamic collective uses, main Ferraresi G. (1993), Il Parco come cura e coltura del factors of metropolitan resilience that ensure territorio. Una ricerca sull’ipotesi del Parco Agricolo, environmental quality and population welfare. Grafo, Brescia. Michel L, Fouilleux E. Bordier L.(2014), Sustainable food governance in urban areas. The case of Montpellier, IPSA. IPSA (International political science association) Note World Congress, Montréal, 19-24 july, http:// paperroom.ipsa.org/papers/paper_35693.pdf. Gasparrini C. (2017), Open Remarks at Workshop 1. This paper refers to a joint research path of the two Autors. “Infrastrutture Verdi e Blu nel progetto della Città The first paragraph is attributable to I. Poli and the second to contemporanea”, BISP 2017, Roma, 26 maggio 2017. C. Ravagnan. Gasparrini C. (2015), In the city on the cities. Nella città 2. Loi de modernisation de l’action publique territoriale et d’af- sulle città, List, Trento. firmation des métropoles (or Loi Mapam o Maptam, 2014). Gasparrini C., Gabellini P., Rossi F. (2014), Programma 3. The governance of the Grand Paris associates the state go- Commissione Inu-Paese. Città resilienti e adattive, città di vernment (Ministère de la Ville, Ministère de la Culture et de reti, città motori di sviluppo. la Communication, Ministère de l’Écologie, du développement Grumbach A.& Associés (2009), Seine Métropole. durable, des transports et du Logement, le Préfet de la Région Paris Rouen Le Havre, Consultation Internationale de Île-de-France, Préfet de Paris) and the local authorities (Région Recherche et de Développement sur Le Grand Pari(s) de Île-de-France, Ville de Paris, Association des Maires d’Île-de- l’Agglomeration Parisienne. France, Paris Métropole). Indovina F. (2005), “La metropolizzazione del territorio. 4. The six planning agencies are: APUR, AURH, AUCAME, AU- Nuove gerarchie territoriali”, in Indovina F., Fregolent DAS, IAU-IDF, and AURBE. L., Savino M., eds., L’esplosione della città, Editrice 5. Starting from the work carried out by the ten interdisciplinary compositori, Bologna, p.14-31. teams of architects and urban designers as part of an interna- Macchi Cassia C.(2010), “Milano, nuove centralità”, in tional consultation on Grand Paris launched in 2008, the mis- Storchi S. and Armanni O. eds, Centri storici e nuove sion of the Atelier International du Grand Paris is to continue centralità urbane, Alinea, Firenze. and deepen the metropolitan issues related to the capital re- Moccia, F. D., (2010) “Infrastruttura verde”, in Urbanistica gion. It’s a place dedicated to research, initiatives, proposals, Informazioni, n. 232, p. 28-29. debates and promotional work related to territorial planning, Oliva F. (2010), ed., Città senza cultura. Intervista urban design and sustainable architecture. www.ateliergran- sull’urbanistica a Giuseppe Campos Venuti, Laterza, Bari. dparis.com Oliva F. (2008), “Il Nuovo piano”, in Urbanistica, n. 135, p.4-7. Oliva F. (2001), “Il Sistema ambientale”, in Ricci L., ed., Il Nuovo Piano di Roma, in Urbanistica, n. 116, p.158- 165. Poli I., Ravagnan C. (2016), “Roma. Percorsi di innovazione nella gestione dei beni comuni”, in Gasparrini C., Savino M., eds., “La città resiliente”, in Sentieri urbani, n. 20, p.47-48.

192 Poli I., Ravagnan C. (2015), “Il piano urbanistico tra sostenibilità e resilienza. Nuovi concetti operativi e nuovi valori collettivi” - “The urban plan within sustinability and resilience. New operational concepts and new collective values”, in Urbanistica, n. 157, Numero monografico Urbanpromo Progetto Paese. Un nuovo ciclo della pianificazione urbanistica tra tattica e strategia, in print. Ravagnan C. (2015), “I riferimenti per il Progetto Urbano in una prospettiva ambientale. La rigenerazione di Boulogne-Billancourt” – “A framework for Urban Project by an environmental perspective. The regeneration of Boulogne-Billancourt”, in Ponte, n. 6, pp.34-37. Ricci L. (2014), “Governare il cambiamento: più urbanistica, più piani”, in Franceschini A., ed, Sulla città futura. Dal piano urbanistico tradizionale al progetto ecologico, List, Trento, p.98-104. Ricci L. (2005), Diffusione insediative, territorio e paesaggio. Un progetto per il governo delle trasformazioni territoriali contemporanee, Carocci, Roma. Ruffolo G. (2009), “La nuova politica ambientale francese”, in Gazzetta Ambiente, n.4. Savino Talia (2015), Infrastrutture blu e verdi, reti virtuali, culturali e sociali. Sezione Rigenerazione urbana, IX Giornata di Studi INU, Napoli, 18 Dicembre 2015. Sbetti et al. eds (2016), Indirizzi per la pianificazione territoriale nelle città metropolitane, Urbanistica Informazioni, 267-628 Scheromm P, Perrin C., Soulard C. (2014), “Cultiver en ville... Cultiver la ville? L’agriculture urbaine à Montpellier”, in Espaces et Sociétés, n.3. Talia M., Sargolini S. (2012), Ri-conoscere e ri-progettare la città contemporanea, Franco Angeli, Milano. Toubin M. et al. (2012), “La Résilience urbaine: un nouveau concept opérationnel vecteur de durabilité urbaine?”, Développement durable et territoires, vol. 3 n.1. Town and Country Planning Association (2008), The Essential Role of Green Infrastructure: Eco-towns Green Infrastructure Worksheet, Advice to Promoters and Planners. Vallée de Seine (2015), Schéma Stratégique Vallée de La Seine, Un projet de développpement à l’horizon 2030. http://www.vdseine.fr/demarche.html

193 AN INNOVATIVE EVALUATION OF GREEN SPACE SYSTEM BASED ON RESULT-ORIENTED APPROACH. A CASE STUDY OF WUHAN CITY

Fu Qian | Ha Sijie

Abstract 2000 meters to see the river or the lake2”; The main index include, green space area is “Evaluation of Annual Implementation of Green 8955.6 hectares, 16.8 square meters / per- Space System Planning in Wuhan”, through son; million people have 0.14 integrated park the comparison of planning map and planning which is more than 10 hectares. management system named “WuHan OneMap of Urban Planning1”, to complete the basic Evaluation Technical Route assessment by main index of the green space system. The innovation is to greatly improve At the beginning of the evaluation, we carry the scientific evaluation in some fields, at the out the work of “Public Questionnaire Survey beginning we carried out “Public Questionnaire on the Factors of Green Space Accessibility”, Survey on the Factors of Green Space Acces- through the investigation to determine the key sibility”, through the large data technology to elements of the evaluation and the weight of select the key elements and main index of the each index, to establish the evaluation system, evaluation, such as accessibility, equity,which to select the key elements and main index of mostly reflect the rationality of the green space the evaluation, such as accessibility, equity, layout. meanwhile, to join the air quality index which mostly reflect the rationality of the green into the evaluation, and by the GIS technology space layout. meanwhile, to join the air quality to analyze the actual situation of green space index into the evaluation, and by the GIS coverage ,to test the rationality of planning technology to analyze the actual situation of layout. green space coverage ,to test the rationality of planning layout, to finally reflect the concept Key words: green space system, assessment, of “People-oriented, Social justice” in urban accessibility, equity construction.

Evaluation Scope Evaluation System

Wuhan urban development area ,contains the Through the sampling of residents, population, Main City and six new urban clusters, with the green land, road network, AQI and other large total area of about 2583 square kilometers. data, comprehensively analyze the accessibili- ty, equity, air quality index of the Green Space Green Space Planning Objectives Planning, as shown:

According to “Green Space System Planning Technical Method in Wuhan Urban Development Area (2010- Accessibility Assessment 2020)” ,the objectives include, to establish a Green Space accessibility assessment using the good ecological environment and beautiful minimum proximity distance method, to extract landscape in the urban development area, the data of the green space distribution, the to achieve the goal of “500 meters to see current road and planning road layout, the the green land, 1000 meters to see the park, residential distribution and so on. According

194 Fig. 1 - Planning and Layout of Green Space System in Main city “Green Space System Planning in Wuhan Urban Development Area (2010-2020)”

Fig. 2 - Evaluation Technical Route

to the standard “the distance that residents mentioned in the “Urban Landscape Evalu- walk to the green space is not more than 500 ation Criteria (GB50563-2010)”. Based on meters (walk about 5 minutes) is consistent with the ArcGIS software ,we build some analysis the principle of convenience and accessibility” network to calculate the distance from the resi-

195 Fig. 3 - Innovative Evaluation System of Green Space System Based on Large Data Analysis

dents to the nearest green land, finally to verify the proportion over 60 years old. the level of accessibility. Air Quality Index Assessment Equity Assessment The Air Quality Index (AQI) is a dimensionless The distribution and layout of green space index that quantitatively describes the state of resources only based on population needs air quality. The green space plays an important can be considered to be equitable in space. role in improving the air quality. The air quality In many countries in the research of public index of each monitoring area in Wuhan city resources layout such as parks and schools, the has been compared and analyzed, and special demand index is widely used to evaluate the attention has been paid to the low air quality Equity of resource allocation. index at the time of planning. The demand for green space is closely relat- ed to the gender and age of the population, Evaluation Results and the demand of vulnerable groups such as women, children, the elderly, low income and Accessibility Assessment Results the disabled people should be more concerned The status of current public green space acces- to fully reflect the social equity. According to sibility is very low, there are many areas with the available data, we select four indicators to high demand for green space but very low measure the demand index of the green land, accessbility. The status of green space planning which are the total population, the female pop- has improved the accessibility especially in the ulation, the population aged 0-18 years and area of

196 Fig. 4 - Current Qiaokou Changfeng area, Yangcha Lake area, Green Space Hanyang Zhongjia Village area and LuoYu Accessibility

Road to Guanggu area. Fig. 5 - Planning Air Quality Index (AQI) Assessment Results Green Space The results show that the area with the highest Accessibility Compared with the quality of AQI in the city area are also the current situation, area of the most intensive green space con- it can be seen that the existing struction. The lowest areas are mainly industrial planning and layout parks and the construction of frequent areas. scheme has greatly improved the green space accessibility. However, from the Note convenience of the green space for 5 minutes walk 1. WuHan OneMap of Urban Planning”is a system issued by Wu- distance, it covers han Planning & Research and Exhibition Center, which is the less than 50% legal basis of urban planning and management in WuHan. of the residential 2. Wuhan is a city characterized by water landscape, Yangtze area. According River and Han River intersect in the city, and hundreds of lakes to the accessibility are distributed in the city. analysis, we need to further optimize the green space planning layout.

Fig. 6 - Equity Assessment of Green Space in Main City

15 minutes walk distance. Compared with the current situation, it can be seen that the existing planning and layout scheme has greatly im- proved the green space accessibility. However, from the convenience of the green space for 5 minutes walk distance, it covers less than 50% of the residential area. According to the acces- sibility analysis, we need to further optimize

the green space planning layout. Equity Assessment Results The area with high demand are Hanzheng street area, Honggang City area and Hong- shan Square area, followed by Erqi area,

197 COMMUNITY WEB-BASED DEVELOPMENT: CROWDMAPPING FOR IMPROVING CULTURAL HERITAGE EXPERIENCES IN PIEDMONT

Giuseppe Roccasalva

Abstract land. More over technical maps are multiple layered information but they cannot encom- Mapping modern human travels are the more pass all customizable interpretation of the final fleeting the higher you go up in the mountains. users. In order to move forward cartographic How to collect and maintain over time the representation it is important looking at speci- knowledge on how it was and it still is possible ficity rather than precision and customization to explore such areas? This essay discuss pro- rather than multiplicity or array of quantity. cesses of “crowdmapping” through new forms Today it is possible to find addresses and of geographical representations that are “resil- routes of all kind on the web. Navigation ient” to changes. It is introduced an ongoing pi- throughout expert data are the most used and lot project which is developing a web platform secure way to orientate while you are travelling to computing situated traces (trails and ways) or searching for situated choices (for buying, of highlands by a method that must adapt meeting, sport and so on). Information and and cooperate (be resilient) with the mode geographic data are increasing around the of experiencing those knowledge map and most used and interested areas of the world (as geo information. The aim is to maintain and for example urban areas) where we can find preserve memories and to monitor the land and many levels of interlinked and open sources. its environmental changes. GeoMa is the name This generates services with a variety of scale of the web platform which is building a virtual economy (the most viewable is the most search- community of various experts and enable them able, discussed, visited and so on). to build their collective geographic knowledge. What about those areas which cannot benefit of frequent users, crowded interests and infor- mation? These are the main questions which set Introduction the work of a multidisciplinary research project which started in January 2013, funded by How difficult is to find affordable local geo- Piedmont Region (Italy). The project aimed to graphic information of under crowded areas? collect and monitor geographic information of Especially those which are at the margin (but Piedmont rural areas (highland and valleys) by not marginal) of logistic or touristic global means of crowd mapping and situated device interests? Is it possible to “sense” geographical computing. information? How geographic representation A pilot experiment named “GeoMa” (your high can be “resilient” to changes over time? pick geography) stared in Valle Grana (Valley Geographic information is more fleeting and of Cuneo Province). This Valley is by the south detached the more we move toward less west Alps (Marittime), on the border between It- populated and abandoned regions. On the aly and France. The Valley has still agricultural other hand, satellite maps, open geographic and pasture activities which produce some in- data are more a kind of “expert maps” rather ternational gastronomic good. Local authorities than specific and customizable “images” of our are managing less than one thousand inhabit- lands. Technical maps are precise but not as ants distributed on a very detached numbers of specific as the mental maps we do have of our small disperse single family buildings. Despite

198 the economic crisis, it is under discussing the edge. It is possible to map and monitor all way to coordinate the efforts in order to give information, it is possible to cluster data by a chance to the present activities and develop semantic approach but it will be hardly possi- new economic one. Tourism is mainly driven by ble to represent spontaneous specificity of all the environmental qualities of the Valley but it users’ information. This visibility is a measure is still largely unexploited. In this regard, local of success of community based initiatives and Administrations claim the lack of customized it is why crowd sourcing activities must start geographic information. This is a disadvantage from real observed interest of the local actors. with respect both to tourism and economic In this regard the project stated involving local competitiveness. administrative and associations working to This valley is not a key target of investment, of maintain and improve the social capital of the touristic tours or less than the surrounding val- valley. There has been meetings and workshop ley. The valley is losing population and togeth- to understand the usual habits, efforts and er its “experienced knowledge” of this land. needs of local citizen in order to find the way However it has got space-based potentials to easily connect their regular activities within which are often present in each land but here the process of situated computing. it is uncover both for visitors and sometime for On the other hand, the project tries to find locals too. The GeoMa project has two objec- out the most user friendly tools which induce tives: it aims at gathering information and data people to interact on the base of a virtual as a means to preserve this knowledge from map (external visibility). This visibility is more the passing of time but also it hopes to explore concerned on the way other generic users can the sense and identity of a particular land and have access to local geographic information. its inhabitants. In order to reach these two ob- It was studied how to simply visualize data on jectives, the GeoMa project starts thinking how the web (automatically and real time) and the to set an innovative way to collect space-based way it is most useful to download this type of information which could be easily situated but information from the web. The research on this also searchable in order to enable and exploit kind of visibility might give better chance on the qualities of the valley. the usability aspect of the service on one hand and to the economic and cultural development Internal and external visibility of geographic strategies of the valley on the other. Finally, data it is our belief that visibility has a variety of meaning which include social and economic The first part of the research was keen in de- aspects. Mostly, visibility is a measure to evalu- tecting the level of user’s data visibility. In this ate the efficiency of a “smart” strategy towards regards, gathering geographic data is meant both physical and digital activities. to serve both an internal and external visibility. Internal visibility is concerning the images that Space-related objective inhabitants have of the valley while exter- nal visibility is regarding all the other users’ The project deeply focused on three research experiences and knowledge of this land (tourist topic: situated computing, resiliency and open interest, sportsman and so on…). In this sense data. Taken for granted the complexity of each visibility is meant both as a level of awareness subject, it was particularly questioned how to (internal) and an accessibility of knowledge sense geographic info, to be resilient to chang- (external). es and to make data speak better. These three In one hand, the project aims to catch the objectives are largely the trickiest and innova- so-called “collective intelligence” which is an tive issues which should be considered for this internal visibility by focusing on the way to kind of smart initiatives. display and share information on a geograph- Geographic information can be gathered with ical bases. This kind of visibility cannot be a wide range of embedded, mobile, wearable, forecasted but it can be observed with time. networked, distributed and location-aware In this regards, expert maps can hardly build device. In this view, new media are connecting maps which reproduce this specific knowl- collective knowledge as a way to overcome

199 traditional computing. This approach can out. Parallel, virtual communities of users help generate a variety of innovative initiatives, in building a testing loop which turns car- starting form technology which is already in tographic data into consistent values. This took use. However we questioned how to compute the project to forecast the way data might per- only those info which “have a feeling”, which form even without a real time gathering. After sense and make sense. This is not simple and it a critical set of data addiction, it was proposed requires collecting data and attempting seman- a basic geographic layer of commonly shared tic analysis to draw a story which has a sense geo information in order to start all over the and awareness. Sensing geography has had initial loop. some unique attempt in the work of web artist but it was never cultivated as an incremental How GeoMa works: methodology and systematic project. For example Erich Fish- er used the traces of geo photo tagging as the GeoMa starts as a web geo-portal with the aim base of his pieces of art. This example gives an of integrating data useful for outdoor expe- emblematic sense to geographic info by turning riences (for locals and visitors) together with them into visible community-bases experiences. the monitoring and display of environmental Other research project has clustered space-re- information. The Web platform intends to build lated posts on the main social network in order a virtual community of the various experts to depict the feeling over time in different coun- which is contributing to build an incrementally tries. In our view, geographic data must have detailed geographic database. The need of a sense of community and social interplay. information on these types of valley and high- This builds both a social capital and economic lands is increasingly “atomized” and looking values for the land. Moreover, the contents of for rapid and detailed services that can be this proposal has chosen to collect the traces of fostered by the GeoMa web portal. access to the highlands (trails and roads) with On the basis of environmental studies, the web a method which must adapt and cooperate (be portal aims to improve or facilitate the compet- resilient) with the mode of experiencing these itiveness of tourism and cohesion of the local geographies. Gps gathering has different level activities and efforts in the valleys through a of precision but it is highly diffuse as much as subsidiary operation which engage inhabitants largely unused. The project chose to not build and visitors. Unlike traditional geo-portals and on a new tracking device or system but it rather regular expert tools of surveying, the GeoMa proposed to gather the most common digital platform is allowing users to enter data in output (gpx). A community based geographic autonomous and automatic real-time bases. must consider the adaptable values of its imple- The website will be a meeting point for tourists, mentation strategy in a very long perspective. sportsmen and professionals who contribute Strategies which neglect the resilient values are to the update of information which are usually as temporary ad the amenities. partially selected by professional activities. The Finally the project considers the way to make idea differs from other applications because it data speak clearly and loudly. It is often used enables an interaction of a limited community to crowd mapping data over time. This strate- and for a restricted geo-task. In fact, the web- gy goes over the static gathering of Gps data site is studied for those communities which are into a new form of deep understanding of neglected in providing information and their cartographic values. However this kind of open visibility lacks both for transparency and for data speaks and involve according to its forms details. In this sense, the geographic limit of the of representation. Open data must be inno- valley is also the connecting frame of the virtual vative by content and gathering method. For community. It is possible to say that GeoMa is example, visual analytic tools are more than rather a “glocal” service because it is aiming just a simple web-tool, as it was demonstrated at gathering a specific but rather transversal by Rosling’s work or Jern’s tools1. In this project virtual audience. Despite other web com- we assumed that the more simple and sharp is munities, the “social” meaning might attract the question you make to the crowd the more global and general interest but it is built on a valuable is the data and the better it speaks focused and local efforts. Moreover, a restrict-

200 ed geo-tasking is the second most important well-documented API and a simple, readable trait which makes this service differing from source code. others similar. In fact, it was chosen to let the It has a smaller number of functionalities interaction on the web portal be led by specific compared to mature libraries like OpenLayers task rather than what a general geoblog does. (http://openlayers.org/); for example Leaf- It was chosen to let the community interact letJS has not an official support for the Open with selected features and space-related tasks Geospatial Consortium (OGC) Transactional (georefernced photos, stories, tracks, news and Web Feature Service (WFS-T), but it offered warning environmental advice). the best support for the map fruition by mobile In more specific terms, the present work aimed devices. OpenLayers 3, which promises to to foster the gathering of up-to-date data about be both mobile-friendly and to offer the great the highlands by a crowd sourcing approach. number of functionalities OpenLayers 2.x has, An easy to use tool was needed to implement was not at a stable stage of development when this approach and allure tourists and local the project started. OpenLayers 3 aims to be inhabitants to use it. A web application was a comprehensive rewrite of the widely spread developed to be the unique tool for users to OpenLayers 2.x library, targeting the latest collaborate. in HTML5 and CSS3 features. The library will By the web page users can interact with the continue to have broad support for projections, platform; they can explore all the information standard protocols, and editing functionality that is present in the database, search for it or from the previous OpenLayers releases. The insert new data. new version of the library will focus on perfor- The web application was built upon geo-refer- mance improvements, lighter builds, prettier enced information. A map is always present visual components and an improved API. Some in the Graphical User Interface (GUI), so that of the major highlights will be: users can explore the available information by • WebGL promises to bring 3D capabilities it or using a search engine. The map content and increased performance for all map- is always related to the users’ choice. After a ping needs to the latest browsers. Open- search operation, the result features are repre- Layers 3.0 will offer WebGL, while degrad- sented in the map; therefore users can geo-ref- ing nicely in less capable browsers. erence the information they are adding by • Cesium: The OpenLayers community will clicking on the map, or inserting a GPS track. also integrate the new Cesium library to The application was designed to be fully acces- enable full 3D spinning globe capabilities sible by common Smartphone devices to give directly into the 3.0 release. the widest access to it. • Closure Compiler: By utilizing the Closure The application was developed by using pure Compiler, applications developers will be Free and Open Source Software (FOSS) tools, able to create smaller and faster libraries, in order to have no license constraints and easing the use of the extensive OpenLayers costs; therefore the FOSS environment offers 3.0 toolkit. all the functionalities the project needs. The • A new codebase: This offers an opportu- GUI was developed by using LeafletJS (www. nity to do some cleaning up of the Open- leafletjs.com). Layers code; therefore a new and more LeafletJS was adopted as it is a modern and accessible API design will be created. very light library (just about 28 KB of JavaS- • High-quality documentation: The new cript code) for mobile-friendly interactive maps. release will also feature documentation LeafletJS is adopted in collaborative mapping with fresh examples and default designs in project like OpenStreetMap (www.openstreetm- OpenLayers 3.0. Making a toolkit standout ap.org). LeafletJS works efficiently across all is about more than the actual code. major desktop and mobile platforms out of the The application runs a PostgreSQL 9.2 (www. box, taking advantage of HTML5 and CSS3 on postgresql.org) Database Management System modern browsers while still being accessible (DBMS) with the PostGIS 2.0 (http://postgis.re- on older ones. LeafletJS can be extended with fractions.net/) spatial extension where the data many plugins, and has an easy to use and is stored. PostgreSQL with its spatial extension

201 Fig. 1 - Screenshot of the website: the PostGIS is the most common solution for data the application server is performed by means initial pop up tutorial management in location-based project which of OGC Web standards. show three ways of interacting with the are based on FOSS tools (e.g. Agosto 2013). Geoserver implements the OGC WFS-T stand- map (insert data, All the spatial layers are managed by Geos- ard; users can add data to the map (Points info by placing it on erver 2.3.1 (www.geoserver.org). Geoserver Of Interest – POI or tracks, usually in the GPX the map, by filling a form or searching is the most spread FOSS server written in Java format) and the application exploits the OGC for keyword that allows users to share and edit geospatial WFS-T capabilities to store the data in the geotag). On the right a screenshot of data. Geoserver is designed for interoperabil- DBMS. the “search page” ity and publishes data from any major spatial The OGC WMS is also supported by Geoserv- where it is possible to look for geotag data source using open standards. GeoServer er; the application uses OGC WMS to deliver by typing a key is a community-driven project and it is de- data to the client when it is asked to show the word and it will be veloped, tested, and supported by a diverse data coming from all layers, to prevent an visualize on the map the output options. group of individuals and organizations from overload of the browser to slow the navigation around the world. GeoServer is the reference down. When users search for a specific infor- implementation of the Open Geospatial Con- mation, OGC WFS is exploited to transfer the sortium (OGC) Web Feature Service (WFS) query results in a vector format to the browser. and Web Coverage Service (WCS) standards, The data model in the database was designed as well as a high performance certified compli- considering the most relevant information. ant Web Map Service (WMS). Particularly the model considers: The software architectural choices in the project • Georefernced Photos are in line with the design of recent FOSS • Georeferenced stories frameworks which are aimed at offering an • Georeferenced Tracks easy development of a Spatial Data Infrastruc- • Georeferenced News ture (SDI); for instance, the GeoNode project • Georeferenced users warning message (www.geonode.org), which is funded by the World Bank to offer an easy sharing of spatial Results data, is based on PostgreSQL, PostGIS, Geos- erver and Openlayers. On May 2013 was informally launched the The communication between the browser and first trial version of the web site. The web site

202 offers three ways of interacting with the map References (insert data, placing info on the map, filling a form or searching for keyword). Despite Agosto, E., Ardissone, P., Rinaudo, F. (2007), “GIS And Web-GIS, Commercial and Open Source Platforms: traditional geoportal, GeoMa can gather your General Rules for Cultural Heritage Documentation”, space-related info and be queried (see figure International Archives Of The Photogrammetry, Remote n.1). The website aims at becoming a meeting Sensing And Spatial Information Sciences, ISRPS, pp. 6, 2007, Vol. XXXVI-5/C53 place for “geo-located tourists”, sportsman but Castells, M. (2004) La città delle reti, Venezia, Marsilio also citizens and local associations who will Editori contribute by testing and maintaining a virtual Greenfield, A., Shepard, M. (2007), “Urban Computing and Its Discontents” in Kahn, O., Scholz, T., Shepard, geo-knowledge. Moreover the web site might M., Architecture and Situated Technologies Pamphlets, be useful to support the activities of practi- The Architectural League of New York, New York tioners who deal with environmental sources, Roccasalva, G. et al (2012) The Future of Cities and Regions, NewYork, Springer Geography landscape research activities and so on. Roccasalva, G. (2012), “I big data e gli strumenti di The uses are multiple and so its profile users. visualizzazione analitica: interazioni e studi induttivi per The basic requirement of this website is that all le P.A.” in Territorio Italia, N.2/2012 the functions must be inclusive and interactive. All the interaction can be implemented remote- ly (by desktop) or in real time (by Gps devices). For example, a citizen can customize or insert a single track by using his own Smartphone or it is possible to borrow a device at the local as- sociation office. The Gps system can recognize if the user is on site or outside the valley and consequently it activates the related functions. A person can record his track on site or he can place a route by a remote insertion. The com- munity can comment and post each category of knowledge; this generates naturally a kind of surveillance of the quality of the information and also it produces social “tasks” which cus- tomize the map. The sportsman users could be another example. These users can check and test their training progress by uploading and discussing their posts.

Future development

The enhancement plan for the project foresees the development of specific apps to improve its fruition over the two main kind of smart phones (Android-based and I-Phone ones). The devel- opment of an app will make it easier to acquire and load a track in the system when moving in the field; at present, in fact, the acquisition of the track, which is device- dependent, is not totally managed by the platform.

Note

1. Roccasalva G. 2012 Territorio Italia

203 INSIGHTS ON THE RECONFIGURATION OF FRAGILE INDUSTRIAL WATERFRONTS, DEFINED BY CLIMATE CHANGE AND ECONOMIC DECLINE – THE CASE OF CONEY ISLAND CREEK, NEW YORK Gitte Schreurs | Kris Scheerlinck

Introduction waterfront relationship by occasional events of severe water threat. Doctoral Research The objective of this paper is to indicate the el- The research hypothesis is that, by gaining ements that cause the Coney Island waterfront critical insights on the everyday operation of to be fragile and in decline, but yet demon- industrial waterfronts and the territorial con- strate the many potentials and qualities this figuration, property structure and appropri- neighborhood holds considering the develop- ation of collective areas that are interwoven ment on an industrial and commercial level. within industrial constructions, the resilience The methods of this research contained so of these built waterfront-environments can be far, on one hand, analyzing and working on understood and indemnified. By applying the site during occasional site visits, participation methodology to areas that are delimited by in workshops throughout several years and waterfront conditions that reach a critical stage abundant communication and participation of urban flood risk, the research will have the with many inhabitants, visitors and stakehold- capacity to contribute to a paradigm shift in ers. On the other hand, the research partially traditional strategies of architecture and urban started as a research by design, where map- design by applying a broad spectrum of novel ping, drawing and designing in function of the methods and approaches. local economy resulted in critical insights on The direct relation with fragile waterfronts the existing qualities and future needs for the makes this research particularly urgent due industrial development of the area. As a result to the rapidly changing environmental condi- of the research by design, an onsite interactive tions. A major theoretical and experimental exhibition was set up at Kaiser Park, Coney rethinking of current architectural and urban Island, where inhabitants were invited to look planning, together with flood management at research and design proposals concerning policies and practices on different spatial and their area and provide feedback and opinions. temporal scales is required to reverse the trend of the increasing impacts of urban floods. The The Coney Island Creek, New York research aims to provide integral insights for a trans-disciplinary approach to adapt the Introduction way of intervening in these critical areas with Coney Island is an urban peninsula, located in resilient strategies that are able to reconstruct the Atlantic Ocean on the most Southern part industrial waterfronts that deal with urban flood of the borough of Brooklyn in New York, USA. risk. The island has dimensions of approximately 6 The Case study of Coney Island, NY km by 0.8 km and was originally part of the This paper will focus on the Coney Island Outer Barrier islands of New York. However, Creek area in Brooklyn, NY, as an exemplary due to the construction of the first highways in case, where industrial, recreational and resi- the 1940’s, the island got attached to the rest dential areas are struggling to coexist with one of Brooklyn by landfill, turning it into a peninsu- another, while dealing with uncertain future la. Despite its reputation of providing a sanc- perspectives due to conflicts in the city and tuary for people of the upper city and a finish

204 Fig. 1 - Coney Island Creek with industrial waterfront

line for a weekly exodus (Koolhaas, 1978); island, the Northern waterfront area provides Coney Island is more than merely amusement an occurring trend of small-scale industrial and leisure. Although the amusement park is entrepreneurships within sectors of, amongst the largest source of income and employment others, the car industry, warehousing and at the island, it is simultaneously one of the rentable storage spaces. A large advantage main reasons for the decline of its residential for the industrial development on the creek’s area and small entrepreneurships, which are waterfront is Cropsey Avenue, which provides living in the shadows of these commercial de- a profitable connection of Coney Island with velopments. Corporate political agendas focus Belt Parkway; the most important highway almost merely on the rezoning and improve- connecting Brooklyn to Manhattan. Because of ment of commercial and leisure activities in its peninsular nature, the Coney Island proper the direct environment of the amusement park, region is disconnected from the rest of Brooklyn while ignoring the real potentials of the island. by water, allowing only two roads to cross over The residential and industrial side of Coney Is- the creek; Stillwell Avenue and Cropsey Ave- land has a rich cultural heritage and contains a nue. Cropsey Avenue has the huge benefit of coexistence of many different communities who simultaneously functioning as an exit from Belt struggle with rather uncertain future scenarios, Parkway only 300 meters North of the crossing due to the rising sea level, storm surges, the af- to the island, providing a lucrative connection termath of the financial crisis, political neglect by car. This results in very perceptible ventures and changing immigration waves. and developments of small- and intermedi- Industrial development ate-scale enterprises related to the car industry. The average income on a yearly basis for This development is most intense on Cropsey inhabitants of Coney Island contains barely Avenue itself, resulting in a linear expansion of 60% in comparison to Brooklyn and solely vehicle-related companies such as car repair 30% when compared to the average income shops, car washes and fuel stations with clien- in Manhattan (statistics for 2010). Despite low tele from all over Brooklyn and surroundings. income and high unemployment rates on the Also because of its originally vertical shaped

205 nature, Coney Island offers a remarkable ad- the 1970’s in order to prevent the area from vantage for industrial development on its North- developing as fully residential, and out-pricing ern seaside. The peninsula remains almost fully the manufacturing facilities. The investments for surrounded by water; and while Manhattan manufacturers in terms of equipment, produc- and parts of Brooklyn start to upgrade and sell tion processes and labor costs are very high, their waterfronts for unaffordable prices, the leaving little budget to rent a proper space or North of Coney Island remains, until this day, land to perform their activities. Even here, the a productive landscape. Despite the elongated businesses are urged to work with an average shape of the island (6km x 0.8km) the organ- of 3 or less employees due to expensive and ization of the urban environment is designed little working space, creating many small-scale by using the typical American grid, causing businesses and a high amount of concurrence. dead end streets adjacent to the waterfront of Though the Coney Island Creek contains prof- the Creek at the end of several of the axes. itable features for small-scale industrial devel- Manufacturers and entrepreneurs benefit from opment, the area is simultaneously struggling this system of urban planning and the absence on a variety of levels. For starters, the special of passage in this part of the streets for strate- zoning regulations cause conflicts between gically locating their businesses or warehous- the residential areas and the development of es, creating the possibility to appropriate the small- and intermediate-scale industries. In streets for industrial usage. The small industries combination with a relatively high crime rate, can extend the structure of their property to- this creates a complex coexistence between wards the public space and therefore create a industries, residences en recreation. Cropsey new territorial dimension. The public streets will Avenue might be beneficial for the car industry be privatized by use. due to its location and profitable connection by This extension of territory does not only occur vehicle; in the end, this remains a least attrac- at the extremities of the axes or dead end tive gathering of functions for a residential streets, but also in the main avenues and neighborhood, causing a decrease within the streets. Neptune Avenue is the most Northern existing living standards and property values. Avenue, which cuts through the entire length of Because of the challenging location on the the island and has a profile of approximately edge of the island and the lower general value 36 meters of width, going from property to of the neighborhood, we see an occurring property. Once more, we can distinguish many trend of political negligence on different levels, enterprises located on this avenue, using its such as the provision of proper public transpor- sidewalks (with an average width of 6m each) tation and the maintenance and cleaning of the for commercial or personal use, extending their public waterfronts. territory and creating a sense of privatization. One of the bigger contributors to the fragili- Industrial decline and water threat ty of the waterfront is the water of the creek Zoning is an important matter when it comes to itself. Due to historical industrial activities and the urban planning of an area. On top of the sewage outlets, the water of the creek has a standard zoning types in New York (residen- high grade of pollution, posing medical threats tial, manufacturing and recreational zoning), when swimming or fishing. The shape of the we can distinguish nine special zoning types, creek makes it impossible for the water to run of which two are located on Coney Island. The towards the sea, causing any form of pollution first one is the direct radius around the amuse- or waste disposal to accumulate locally. The ment park, named the ‘Special Coney Island city of New York is currently investing in studies zoning area’; allowing residential facilities to concerning the cleaning of the water and the mix with amusement-related developments. The creation of more biodiversity in the creek by second one is the ‘special Coney Island mixed- wetlands. Contradictorily, the same city also use zoning area’, spreading over three build- allows the large new housing development on ing blocks at the Coney Island Creek, adjacent Coney Island to use the creek as a sewage to the waterfront. This zoning allows for small outlet for at least two years. manufacturing buildings to exist side-by-side Other constant threats of the water are the on- with residential buildings. This was decided in going rising sea level, flashfloods for up to six

206 times per year and growing storm surges, such sis and inability by entrepreneurs to invest as Hurricane Katrina and Super Storm Sandy. or expand commercial activities These events are a main cause of decay, not • Several vacant plots or buildings in the only for the waterfronts, but also for the inner neighborhood island. Coney Island is located almost entirely • Only few people on the streets, causing below sea level, with only the outer edges little social control in the neighborhood of the island as a barrier to keep the water • Political negligence for financial support from flooding the entire neighborhood. Since and maintenance of the area Coney Island remains almost fully surrounded by water until this day, it has 13 kilometers of waterfronts with a vulnerability to the imminent References consequences of the water. The Coney Island proper area lies adjacent to the rather problem- De Meulder, B., Shannon, K. (2013) Water Urbanisms, Switserland atic Coney Island Creek. During Super Storm Scheerlinck, K. (2014) Coney Island Streetscape Territories Sandy, ‘back door flooding’ of the Creek filled Notebook, Belgium the entire neighborhood with up to 2 meters Koolhaas, R. (1978) “Delirious New York, United States of America of water, causing electricity to fail, a scarcity Scheerlinck, K. (2012), “Depth configurations and Privacy. of food and drinkable water and impaired Proximity, Permeability and Territorial Boundaries in accessibility, obstructing emergency services Urban Projects”, Belgium Friedman, A., Byron, J., Becker, J. (2015), “Making room to reach, or inhabitants to leave the island. for Housing and Jobs”, United States of America Even though this disaster created, until this day, Venturi, R., Brown, D., Izenour, S. (1972), “Learning from uncertainty for their future and remains of the Las Vegas” damage are still visible; the destructive storm Sandy put Coney Island back on the map in terms of public discussions on how to recon- struct the area’s infrastructure, facilities and housing.

Conclusions

Coney Island is a complex but intriguing peninsula, where industrial facilities around the waterfront struggle to develop properly, deal with imminent threats of the water and coexist with its residential and recreational surround- ings. Based on the case study of the Coney Island Creek area, a first list of factors that can determine fragile industrial waterfronts in this particular context was created: • The imminent threat and occasional dam- age and necessity to recover and reinvest as the result of floods and storms • The pollution and (illegal) disposal of waste and sewage outlets in and around the water • Insufficient accessibility due to the location and insufficiently developed system of public transportation • Special zoning of the land and therefore out pricing of rental costs and complex co-existence of different facilities • A fragile economy due to the financial cri-

207 URBAN LIVABILITY AND HAPPINESS IN METROPOLITAN PUBLIC SPACES: A CASE STUDY

Marichela Sepe

Urban livability and happiness The functional and symbolic interpretations of the elements of a place are the fundamental The process of urban renewal, underway for factors for understanding its meaning. And “as about twenty years in Europe, concerns areas society changes, so does signification. Mean- abandoned by productive activities that there- ings attached to the built environment become fore host residential, commercial, cultural and modified as social values evolve in response to service functions. changing patterns of socio-economic organisa- The complexities of projects that are to be im- tion and lifestyles” (Knox, 1984). plemented require a strong integration between Accordingly, a new attention to the urban liva- the different modes of implementation. In place bility and happiness have been given but often of brownfield are built new public spaces that in terms of theoretical sense or from an obser- enhance or create new urban landscapes, and vational point of view (Montgomery, 2013). allow the re-appropriation of the city by resi- Indeed, the definitions of urban happiness and dents. Through these processes, the cities are livability are strongly interwoven with social, trying to overcome the challenge of competi- environmental, economic, philosophical studies tiveness, by creating attractive environments and, according with new crisis and consequent that are able to set up new economies. Certain transformation of lifestyles, needs and habits, European examples are significant and it is the definitions are in continuous change. On possible to draw lessons and good practice, the other hand, these definitions look to be such as the cities that pay particular attention similar to those used for defining well-being, on livability, sustainability and participation, healthy, and sustainability (Relph, 1977). Ur- as key elements of regeneration. As regards, ban livability and happiness could be defined livability of places and in particular of public as the characters which give to the place a spaces is given by many factors which are in positive perception in people who live it and turn influenced by a variety of tangible and which induces them to spend long time there intangible elements concerning the area in and/or to live there again the same experience question and its surrounding. Urban happiness (AA.VV., 2017). is one of this factor and contemporaneously Starting from these premises, aim of this paper one of its synonymous which together with the is to present the Happy Place mapping method, term sustainability, meant in its wide meaning, carried out in the framework of an IRISS Na- constitutes a key concept in placemaking, tional Research Council research project and namely, in the “art of making places for peo- a case study carried out in the Parc du Paillon ple” (Cabe, 2000).Urban environments are area of Nice (France), which is interested by increasingly designed to be distinctive, trying a process of whole urban regeneration as a to create memorable sensory experiences and metropolitan city. Nice Côte d’Azur metropolis, give happiness for the people who use them. trough many urban projects devoted to improve Through the analysis of places, a more detailed livability and sustainability, is creating a defini- and qualitative interpretation of the city is car- tion of a new place identity. ried out. This is not circumscribed to its aesthet- The Happy Place mapping method aims at ic essence, nor even to its physical geometry. identifying and designing urban happiness and

208 livability and the factors which make places frequency. In order to illustrate the activities, happy and livable from the users point of view. the place is divided in 5 stretches: Factors which influence happiness are many 1. The stretch with the main access to the park and not all depend on the beauty of the place. from the Promenade Des Anglais The method consists in surveys, observations, 2. The stretch with The Arc sculpture and the questionnaires. The paper has organized as first water mirror follows: the second section describes both the 3. The stretch with the second water mirror method and case study, according with the 4. The stretch with the natural lawn and that different phases; the last section shows the with the synthetic lawn and the playground conclusion (Sepe, 2017). with wood games 5. The final stretch which is concluded at the A case study in a metropolitan area National Theatre Surveys were carried out in the daily and The case study which is presented in the fol- afternoon hours both on weekly days and lowing is of particular interest for the capacity week-ends. An average of results obtained in of the area to be at the same time place of re- the different surveys is illustrated. Where there connection between two important quartiers of were observed particular differences during a Nice, place of entertainment and break of ur- specific day or hours this information will be ban and landscape quality and part of a wider reported. project of urban regeneration at metropolitan With regard to the activities on the first stretch, scale. Surveys, observation and questionnaires those mainly present include the break in the were carried out during a year and in different many wood benches which are present, the periods, both weekly and end weekly days, passer by due to the fact that here there is the during daytime and afternoon hours. access to the Promenade des Anglais. These The first phase consists in the choice and defi- activities are carried out mainly by residents nition of the study area. Two site inspections and tourists of different ages (about 20-60) in were carried out on the Promenade du Paillon different manner. area and on the area close to the different Other activities which are present in minor accesses and it has been decided that the Park quantity and frequency are that sporty such as in its entirety constitutes the study area. It con- the jogging and that visual for the presence of stitutes a place with characteristics of continuity the music Kiosk, the fountain with the sculpture which is diverse from the surrounding areas. in white marble and the Theatre de Verdure. As The boundaries which were identified regard: the urban furniture, those which are present are Avenue de Verdun which continues with Ave- the wood benches, the marble fountain and nue Faure on the right side and Boulevard Jean open-air theatre. Jaurès on the left side and from Promenade des In the second stretch, characterized by the Anglais on Southern part and Théâtre National presence of a big iron sculpture 20 metres on North. high titled Arc 115°5 and a space with water The second phase is characterized by the games.The main activity is the passer by in the observation of the characteristics of the place. part concerning the part of the path with the There are carried out surveys on the activities sculpture and the game is the enjoyment for which are effectuated and relative modalities, that concerning the little space with the water on the perceptions and elements which con- games. These games are constituted by water tribute in different ways to the happiness of the jets variable in intensity, which transform the place. pavement in a sort of swimming pool with low As regards the first survey, there are observed high water or in a vapor cloud, making dynam- the typology of people (locals, visitors, profes- ic and joyous the space. sionals, etc..) and activities (passing by, work, The main and frequent activity is that of break, etc..). These activities are measured walking between water jets and the different from the quantitative point of view, namely transformation in pool and vapor cloud. Other measuring how the specific activity is present less frequent activities are those of observation in that place and influences its livability and of the urban scene of people who cross water

209 games and take pictures and videos. People games and lateral paths on the two sides, on who carried out the activities of cross the water of which with a kiosk with multimedia support games are children and young, while the other for the recharge of phone, tablets, etc… activities are carried out by people of different In this stretch activities which are present are age (about 20-70) both locals and tourists. The the break on the lawn, the use of pavement third stretch, after that a short pedestrian and with the water jets, observation, walking and car path has been crossed, there is reached an- recharge of the mobile phone. Of this activ- other pavement with water games of the same ities, the more present and frequent are the typology of the previous but with mayor dimen- break and passer by on the lateral sides, both sion and bordered on long sites by two pedes- carried out from locals, tourists and workers. trian path, of which one with wood benches The pace with which these activities are carried and the other with a low construction on the out is generally moderate and slow, offering a city of Nice and a shelter – in wood as well – very agreeable perception of that place. with benches. The activities which are present The second survey of single and mixed percep- and very frequent are the walking between the tions has been carried out. With regards to the water games or in the different transformation single perceptions, these are all involved but in pool and vapor cloud, the observation of the taste one. The visual perception is involved this scene by people who cross these games, in notable manner in particular in the first four the break, and taking pictures and videos. Also stretches: the view of the sea from the Prome- in this case, people who carried out the activi- nade des Anglais access, that of the hill from ties of cross the water games are children and the central stretch with the main pavement with young, while the other activities are carried out water games, the trees which are present in by people of different age (about 20-70) both many stretched, sculptures and the various wa- locals and tourists. ter effects offer a very agreeable perception. The fourth stretch is characterized by the The sound perception is present in notable presence of low lawn and trees, and following, manner mainly in the stretch with the water the pavement with synthetic lawn with wood paving of major dimension and in that with the games of great dimension for children and a wood games, which are the most frequented. little pavement with water games with same For their characteristics these create a percep- characteristics of the previous ones. tion of joy and happiness expressed also by These two stretches are bordered by two paths, the high voice tones of surprise and joy who one with benches and the other with a low people use in these places. Smell perceptions, wood construction and with toilette and in the all agreeable, are stimulated by lawn, flowers, centre by an old marble and iron statue titled trees and from all the plant species present in “Nice a Massena”. whole park. The stretch of lawn is used in particular for pic- Finally, the tactile perception is stimulated by nic and break with medium frequency mainly the different materials of paving, the lawn, the by young tourists, while, the break on the water games and the wood games all very benches is carried out by people of any ages, agreeable. both locals and tourists. The area with wood The mixed perception which is mainly present games is used with high frequency by children is that of joy, in the stretches with both the and parents both locals and tourists for the water and wood games and of serenity in the enjoyment and to take photos and videos of other. the children activity. The lateral paths which Then the third survey is that of element which border this stretch are used for the path by contribute or less to the perception of happi- locals, workers and tourists of any ages with ness. The elements of the park which contrib- high frequency. The little paving with water ute to this perception include: for that which games is used only by children with low-medi- regard the natural elements, the lawn, from the um frequency. multiple plant and flower species which are Finally, the final stretch, which ends before the present and the water in different shapes. As National Theatre, is characterized by a lawn regards the urban furniture, the paving with the with trees, benches, a little paving with water water games and the games realized in natural

210 materials such as wood, including the turtle, guest reviews. With regards to the on site ques- the galleon and the whale. tionnaire, this is administered to about 110 From the crossroad of these data a first result people in English, French and regarding the degree of happiness is deter- to local and tourists. Questions are carried out mined by that place. Many people carry out mainly to people while taking a break on the the mentioned activities frequently and with a benches or on the lawn in the different stretch- moderate pace resulting in a high degree of es of the Promenade. All the people who are happiness. interviewed have answered to the question, With regards the third phase this is about the even though have dedicated different time for traditional phase, the Promenade du Paillon answering. is a public park of rectangular shape with an To the question Does this place give you a internal drawing which is both articulated and feeling of happiness or sadness, the majority regular of 1,200 km. This is situated where of people answered happiness. As regards the is situated the Jean-Médecin neighbourhood second question, What are the elements that named Carabacel, between old and XIX cen- make you happy or sad here, answers regard, tury Nice and where before arisen the Paillon both for locals and tourists, mainly the land- river, which divided in two parts the city. After scape with trees, plants, etc., the water jets, the being recovered the stretch where the river aris- space for different activates or for the break. en was realized a bus station and a parking. The remaining percentage of people, mainly In the framework of the operative programme local, answered that the element which make PNRQAD (Programme National de Requalifica- them happy is the clean air that is breathed tion des Quartiers Anciens Dégradés) has been while being at the centre of the city. decided by the local administration to realize To the question What are the facilities that a regeneration of the Nice old area with an make this place good or bad, people, both improvement of housing, of public spaces, and locals and tourists mainly answered the wood the mobility with interventions with regards game which are scenic (above all mums and Place Massena (created in 1849 and renovat- children), the presence of many wood benches ed in 2007), Promenade du Paillon, and the (mainly mums with children, tourists and elder- Gare du Sud. lies), toilettes, and presence of pavement with The park, beyond the landscape elements, the water games which allow to refrigerate in presents elements of urban furniture and the warm period as well. equipment such as fountains with water games, To the question, What kind of activities (sport- nebulizers, kiosk and covered spaces for ing, recreational, professional, etc.) do you entertainment and games for children. Two do in this place? How often?, answers were lateral paths, of which one wider and the other different but consistent with the possibility of narrower border the long side of the park while activities which he place offers. The more the principle accesses on the short sides make frequent answer was the amusement – meant the access on the park accessible from different as observation of urban and landscape scenes point of view of the street. The Promenade, which the place presents, games and so on designed by the landscape architect Michel – activity which is carried out with frequency Pena is an urban park financed by Métropole by almost all the interviewees. Furthermore, a Nice Côte d’Azur (with the participation of the minor percentage of locals has answered sport General Council of the Maritime Alpes for 3,5 – namely the running, which is played with me- millions of euro), for a 40 million euro cost. dium frequency above all in the early morning It presents 600 trees, 6 thousand shrubberies hours -, the walking and the break with high and 50000 little plants with essences from all frequency for locals and medium for tourists. over the world. To the question, Does the presence of many The phase 4 has concerned: the questionnaire or few people improve the pleasantness or un- on site to the users of place devoted to compre- pleasantness of the place? the majority of peo- hend the elements which make happy or sad in ple answered that the presence of a medium the living of that place and the research of the quantity of people increases the pleasantness same information trough the online research of of the place, giving an atmosphere of vitality

211 to the park. Many persons, both locals and nineteenth-century neighborough and between tourists have underlined that the pleasantness the sea and, in perspective, the hill. Elements is given also from the presence of people of which contribute to the perception of livabil- different ages. ity and happiness regard both tangible and As regard the question What could be done in intangible factors. The drawing of the park order to improve this place?, the answer given conceived with many functions and accesses by the totality of people was nothing. in different points gives the possibility to use it To the question Have you lived in a “happy from many parts of the place. place” in this city or elsewhere?, answers These functions are devoted to people of any concerned many places. French interviewees ages, from children to elderlies, both local and answered places such as gardens and pub- tourist. The use of natural material for all the lic spaces in the French Riviera and others urban furniture from the games to the low struc- answered parks in Paris. Other tourists have tures with toilettes and information office, to answered different green spaces in their city, the benches create a harmonic unicum, giving but all have underlined the uniqueness of the agreeable perceptions which are well joined Promenade du Paillon. to the landscape – with his multiple essences, Finally, to the question Do you think that the plants and vegetation – of the park. The water weather conditions can influence the percep- mirror of the paving that people cross or look tion of this place?, answers were different. creates a very high perception of joy. There Many areas are used all the year, but during are paces, breaks and paths, which are well the rainy ones, even though shelters with designed in a sequence which offer to all their benches are present and allow the protection users to perceive perception of serenity and from the rain. Other locals have noted that the joy, offering a high degree of livability and pavements with the water games in the cold happiness as well. months is less lived, although is still pleasant to observe. Conclusion As regard the research of reviews through web sites, the first data which emerge is the high The study has presented the urban method presence of the Promenade on the web: e.g. Happy Place mapping and a case study through the google research engine 176.000 carried out in an urban park of the Nice Côte results have been found. d’Azur metropolis, the Promenade du Paillon, The web site which reports the major number inaugurated in the October 2013. The case of reviews is tripadvisor with 742 reviews study which was presented is of particular focused on the Promenade. Persons who have interest for the capacity of the area to be at the inserted the reviews are mainly European and same time place of reconnection between two US ageing between 30 and 50, even though important quartiers of Nice, place of enter- not always it is possible to deduce this data. tainment and break of urban and landscape The prevailing review is positive from all the quality and part of a wider project of urban point of view; there are evidenced not only the regeneration at metropolitan scale. aesthetical aspect, but also those concerning The method is capable to allow the identifica- the safeness and clearness. Another interesting tion of factors which influence happiness and data is that those reviews are provided during livability of a place. The new urban park is a the whole year, evidencing during the Christ- project of regeneration which has recovered a mas period the presence of particular lighting wide area which has covered the Paillon River and water games suitable to that period of before used for both cars and bus parking. festivity. Many would like that this park was Trough different surveys and questionnaires, it built in their city. has identified that elements which contribute Phase 5 regards the identification of elements to the perception of livability and happiness which contribute to the happiness and livability include intangible and tangible factors. The of this place. project of the park, which is conceived with This place constitutes a green area situated many functions and accesses in different points in the Centre of Nice, between the old and offer the possibility to be used from many part

212 of the place. These functions are devoted to References people of any ages, children, elderlies, locals and tourists. Appleyard, D. (1981) Livable Streets, University of California Press, Berkeley The use of natural materials for all the furniture, AAVV (2017) “Health and Urban Design”, Urban Design games and low structures for toilettes and infor- Group Journal, n. 142, pp.12-39 mation office, and benches creates a harmoni- Burns, G. W. (2005) “Naturally happy, naturally healthy: The role of natural environment in well-being”, F. A. ous unicum, giving agreeable perception which Huppert, N. Baylis, and B. Keverne (eds.) The science of are well connected with landscape with their well-being, Oxford Uniersity Press, New York multiple essences, plants and vegetation. Carmona, M., Heath, T., Oc, T., Tiesdell, S. (2010) Public places-Urban spaces, Architectural Press, Oxford The water mirror of the paving that people Evans, B., McDonald, F., Rudlin, D. (2011) Urban Identity. cross or look creates a very high perception of Learning from Place, Routledge, Londonn, New York joy. There are paces, breaks and paths which Florida R., Mellander C., Rentfrow P.J. (2013) The happiness of Cities, Regional Studies, n. 47, pp.613-627 are well designed in a sequence which offer Friedmann, J. (2010) “Place and Place-Making in Cities: A to all their users the possibility to perceive Global Perspective”, Planning Theory & Practice, Vol. 11, perception of serenity and joy, offering a high n.2, pp.149-165 Gehl, J. (2010) Cities For people, Island Press, Washington degree of happiness as well. The operation of Jacobs, J. (1961) The death and life of great American transformation of this place, integrated with its cities. Random House, New York project of regeneration which are interesting Knox, P.L. (1984) “Styles, symbolism and settings: the built environment and imperatives of urbanised capitalism”, Nice for over ten years, even though concerns Architecture et comportment, n. 2, pp.107-122 only a public space has been capable to cause Lynch, K. (1960) The Image of the city, Mit Press, a social, economic and urban renewal of the Cambridge Montgomery, J. (1998) “Making a City: Urbanity, Vitality whole city. and urban Design”, Journal of Urban Design, 3, pp.93- 116 Montgomery, C. (2013) Happy City, Penguin, London Madanipour, A. (2003) Public and Private Spaces of the City, Routledge, London Porteous, J.D. (1977) Environmental and behavior: planning and everyday urban life, Reading, Massachusetts, Addison-Wesley Project for Public Spaces (2001) How to Turn a Place Around: A Handbook for Creating Successful Public Spaces, Project for Public Places, New York City, NY Relph, E. (1976) Place and Placelessness, London, Pion Rose, G. (1995) Place and identity: a sense of place, Massey D., Jess P., eds, A Place in the world? Place, cultures and globalization, Open University/Oxford University Press, Oxford Sepe, M. (2013) Planning and Place in the City. Mapping Place Identity, Routlege, London-New York Sepe, M. (2014) Preserving, reconstructing and enhancing the place identity: identifying principles of urban sustainability with placemaker method, International Journal of Sustainable Development and Planning, Vol. 9, n. 2 Sepe, M. (ed.) (2015) “Happiness and public space”, special issue, Urbanistica Informazioni n. 261 Sepe, M. (2017) “The Role Of Public Space To Achieve Urban Happiness”, International Journal of Sustainable Development and Planning, Vol. 2, n. 4, pp. 724-733 Taylor, A. F., Kuo, F. E., Sullivan, W. C. (1998) “Growing up in the inner city: Green spaces as places to grow”, Environmental Behavior, Vol. 30 n.1, pp.3-27 Whyte, W.H. (1980) The social Life of small public space, Conservation Foundation, Washington DC Zidansek, A. (2007) “Sustainable development and happiness in nations”, Energy, Vol. 32, pp.891-897

213 FROM THE REGIONAL SMART SPECIALIZATION STRATEGY TO THE SMART CITY PROJECTS: THE CASE OF EUREGIO GECT CROSS BORDER REGION AND ITS 3 CAPITALS TRENTO, BOLZANO AND INNSBRUCK Daniele Vettorato

Introduction ary road network. The EUREGO area is the focus of this paper because shows to be very According to (Squires G., 2002) a metropol- advanced in the creation of common views itan area, is a region consisting of a densely for the smart strategy specialization in a cross populated urban core and its less-populat- border area. ed surrounding territories, sharing industry, infrastructure, and housing. A metro area The EUREGIO GETC metropolitan area and the usually comprises multiple jurisdictions and smart specialization strategy municipalities: neighborhoods, townships, boroughs, cities, towns, exurbs, suburbs, coun- The Tyrol–South Tyrol–Trentino Euroregion is a ties, districts, states, and even nations like the Euroregion formed by three different regional eurodistricts. As social, economic and political authorities in Austria and Italy: the Austrian institutions have changed, metropolitan are- state of Tyrol (i.e. North and East Tyrol) and as have become key economic and political the Italian autonomous provinces of South Tyrol regions (Mark, M. at al 2008). Metropolitan and Trentino (Alpeuregio, 2017). areas include one or more urban areas, as well Therefore, the mission of the common rep- as satellite cities, towns and intervening rural resentation is to coordinate efforts to develop areas that are socio-economically tied to the synergies in representing, through the dialogue urban core, typically measured by commuting with the European institutions and other stake- patterns. According to this definition the EURE- holders, the interest of the three regions, as GIO GECT Tyrol-South Tyrol-Trentino (between well as that of its population and stakeholders. Italy and Austria) can be defined a metropol- A part from the historical reasons related to the itan area. In particular the cross border area first ward war when South Tyrol and Trentino composed by Trentino, South Tyrol and Tyrol were annexed to Italy, this territory is united has some recognizable metropolitan areas by the presence of one of the main European elements like: transport corridors: The Brenner corridor. • The Brenner corridor infrastructure that con- The 3 provinces also share the same land- nect nord Europe to south Europe (highway scape and morphology as they are located in and rail) the heart of the Alps in a mountain territory • 3 main urban centers (Trento, Bolzano and that forces the location of urban settlements Innsbruck) surrounded by a network of in the bottom of the alpine valleys and forces small towns the construction of the transport infrastructures • an active and shared economic system on the alpine passes. In European politics, based on innovation and services provi- the term Euroregion refers to a transnational sion. usually co-operation structure between two (or From the urban morphology perspective the 3 more) contiguous territories located in different main cities are partially linear cities along the European countries. Euroregions represent a main transport corridor while the surrounding specific type of cross-border region. Eurore- centers are located in mountains valley and are gions usually do not correspond to any legisla- connected to the 3 main cities with a second- tive or governmental institution or have direct

214 Tab. 1- statistics of Population the EUREGIO area Surface Population German Italian (EUROPAREGION, Region density per 2016) in km² (31.12.2011) Speakers Speakers km² Fig. 1 - The EUREGIO GECT Tyrol 12,648 710,042 56.1 710,042 area

South Tyrol 7,400 511,750 69.2 341,167 170,583

Trentino 6,207 533,394 85.9 533,394

Overall 26,255 1,755,186 66.8 1,051,209 703,977 political power. Their work is limited to the companies and universities within the Euregio competencies of the local and regional author- area has been recognized as strategically ities which constitute them. They are usually important in order to strength synergies among arranged to promote common interests across territories at different levels through: university the border and cooperate for the common training, innovation, industrial policies, the pro- good of the border populations. In this specific ject financing and the international cooperation case the 3 governmental institutions, compos- also through European projects (UniBz, 2012). ing the Euroregion, are completely autonomous Between Bolzano and Trento are registered and are sharing some common pillars for the more than 250 innovative startups. Extending development of the territory, the economy and the area to Verona and Mantova (along the the society. In particular they promote (Alpeure- Brenner axes) the startups are 477, the 7,1% gio, 2017): of the Italian startups. Just in Trento we can • the trilateral cooperation among the 3 found 151 startups (42,4% on ICT, 30,5% on administrations ; engineering, 24,6% on manufacturing). For this • the network between the 3 main academic reason the Trentino area is called “the Italian poles (in Innsbruck, Bolzano and Trento); Silicon Valley” (Granz B.,2017). • the cooperation in the legislative produc- The intermodality and interoperability in pas- tion; sengers and freight transport: The improvement • And through the recent establishment of the of the rail infrastructure Macro Region EUSALP the 3 provinces are The Brenner Base Tunnel is a planned 55-km promoting: long railway tunnel through the base of the • The improvement and the adequacy of labour market, education and training in strategic sectors; • The intermodality and interoperability in passengers and freight transport; • To make the territory a model region for en- ergy efficiency and renewable energy. The improvement and the adequacy of labour market, education and training in strategic sec- tors: The cooperation in the academic sector With the slogan “Excellent research without borders” the Universities and the Association of Businesses of South Tyrol, Trentino and Tyrol, at the University of Innsbruck on the 9 of Novem- ber 2012 debated the need “to stimulate enthu- siasm, above all among the young. Enthusiasm for Europe, economy and our leading compa- nies, for technique and multi-language commu- nication”. To this end the cooperation between

215 Eastern Alps beneath the Brenner Pass. It will To support these targets several initiatives and run from Innsbruck Hauptbahnhof in Austria projects have been promoted. Among them: to Franzensfeste (Fortezza) in Italy, replacing the development of a common framework for part of the current Brenner railway. The line is modelling the regional energy systems promot- part of Line 1, the Berlin to Palermo route, of ed by The European Academy of Bolzano, the Trans-European Transport Networks (TEN-T). University of Innsbruck and Fondazione Bruno The Brenner Pass, in the Alps at the border Kessler in Trento; the coordination of the Action between Austria and Italy, is one of the most Group 9 on Energy efficiency in the EUSALP important traffic connections between northern macro regional strategy (EUSALP, 2017); and and southern Europe. the promotion of smart Energy city projects About three-quarters of traffic through the Bren- in the 3 main cities: Innsbruck, Bolzano and ner Pass is currently carried by road transport. Trento. These proportions were expected to reverse by 2010 (Vassiliki N. K. 2004). The construction Smart development: from the regional scale to of a rail tunnel is considered by its proponents urban scale to be necessary for a shift of freight traffic from road to rail. The improvement of cross-border Two different cooperation projects on Smart passenger transport is also an important topic City development have been promoted and in Tyrol. Since the end of 2014, new direct developed by the 3 main cities of the Euregio. connections were established from Innsbruck to Both projects started from the common back- Bozen and Lienz. This improves the accessibil- ground of cooperation developed between ity within the Euregio. With the help of a new the 3 provinces strengthening the synergies in tariff design, traveling in the Euregio also gets the “triple Helix” (Ranga M. 2014): Govern- easier: tickets for cross-border trips can now be ment, Academy and Industry. The SINFONIA bought online as well as at ticket machines at project is a European project developed in the stations. Also, it is foreseen to establish a 2012 under the Framework programme 7, call Euregio-Family-ticket which allows travelling on Smart cities and Communities that involves the the whole Euregio network. In addition, other cities of Bolzano and Innsbruck. The project cross-border train connections are currently implementation started in 2014 and last for 60 improved and planning processes are ongo- months. ing with Switzerland (for the region around SINFONIA utilizes EU funds to bolster public/ Landeck) and with Germany (for the region Kuf- private resources and provide European added stein and Außerfern) (Lückge H. at al 2016). value to already committed district refurbish- Intelligent on‐road information techniques will ment master plans of the two middle sized be experimented in proximity of the urban European cities (Bolzano, Italy and Innsbruck, areas of Bolzano, Trento and Rovereto in col- Austria), the targeted performances of which laboration with the local municipalities in order combine three key features thanks to industry to better distribute traffic flows to routes being involvement: i) unique cooperation between less impacting in terms of environment. (Bren- the cities belonging to the same climate zone nerLEC, 2016). in Europe, but working under different regula- To make the territory a model region for energy tory regimes (Austria, Italy), ii) single collective efficiency and renewable energy: ambition in reducing energy needs to meet The 3 Provinces are cooperating to find com- human activity requirements, and the related mon solutions to meet EU energy targets and CO2 emissions (40 to 50 % primary energy policies. In particular savings per district, 20 % increase of the share • To guarantee energy supplies; of renewable energy uses), iii) several innova- • To ensure that energy prices do not impede tions in network infrastructures and technology the competitiveness of the European and local interfaces that enable smarter use of energy at industry; district level, a stepping stone to guarantee a • To protect the environment and to mitigate reliable and progressive transition toward low climate change; carbon cities. Moreover, SINFONIA aims at • To improve the energy distribution network. validating a comprehensive, interdisciplinary,

216 refurbished city district model where the po- energy mix 66,000m² of residential and public tential for scalability and replication by mid- buildings from the 30s-80s will be retrofitted dle-sized European cities is built and validated to dramatically improve indoor quality and during demonstration, based on energy tech- energy performance, and reduce final energy nologies deployed by the two pioneer cities. demand by up to 80%. Measures include: This model emphasizes the role of an innova- • Improved envelope (insulation, windows, tive integrated energy system approach, linking thermal bridges,etc.); energy efficiency and CO2 abatement. (Sinfo- • Ventilation system with high efficiency heat nia, 2017). The STARDUST project (Stardust, recovery; 2017) involves Trento city. The project has • Integration of renewable energy sources been awarded by the EU Commission under on-site (PV, solarthermal, heatpumps). the H2020 framework and will start in 2018. The district heating network will be extended The objective of STARDUST project is to pave and optimised to increase the use of renewable the way towards the transformation of the car- energy sources by 95% and reduce the use of bon supplied cities into Smart, high efficient, in- fossil fuel by 22%. Measures include: telligent and citizen oriented cities, developing • Deployment of a low temperature grid; urban technical green solutions and innovative • Recovery of heat/cold from local indus- business models, integrating the domains of tries, wastewater and geothermal heat buildings, mobility and efficient energy through from the Brenner tunnel; ICT, testing and validating these solutions, ena- • Integration of solar energy and innovative bling their fast roll out in the market. The core biomass gasification. idea of the STARDUST project is the demonstra- Smart grids and smart home applications will tion of different “innovation islands” as urban combine demand and supply side measures to incubators of technological, social, regulatory reduce the overall electricity demand by 3%. and market solutions which, once validated, Buildings will be transformed to Smart Urban could contribute to this objective of transfor- Model (SUM) houses. Measures include: mation of our cities towards Smart Cities. The • Smart load control for refrigerators, water integrated approach of STARDUST is based in boilers and heat pumps; the combination of technological solutions with • Establishment of new ESCOs; human being reflected in joint decision making, • Involvement of customers. economic constraints, citizen’s governance, etc. In Bolzano The STARDUST Smart City concept has been Since 2005, Bolzano (Italy, 100,000 inhabit- designed to enhance the integration of all these ants) has developed an ambitious investment aspects to define a new Urban Metabolism. plan for large scale urban refurbishment in col- The two projects, Sinfonia and Stardust, are laboration with both public and private stake- designed to collaborate to strength the smart holders. The work undertaken in SINFONIA is energy transition of the EUREGIO thanks to the part of this plan, and aims to achieve 40% to European Academy of Bolzano that promoted 50% primary energy savings in the demo sites the projects and is involved as district coordi- and to increase the share of renewables in the nator in both projects (for the cities of Bolzano district of Bolzano SW (South West) by 20% and Trento). In particular, the specific actions in 37,000m² of social housing from the 50s-70s the 3 cities are described below. will be retrofitted to achieve high energy per- In Innsbruck formance and improve interior comfort while Innsbruck (Austria, 120,000 inhabitants) ensuring cost effectiveness and minimal impact defined its 2025 Energy Plan back in 2009. In on tenants. Measures include: this context, and as part of SINFONIA, the city • Building envelope insulation; has selected its eastern district to demonstrate • Integration of renewable energy sources the large scale implementation of energy effi- for electricity, heating and domestic hot cient measures, with the objective of achieving waterSolar PV panels; on average 40-50% primary energy savings • Additional storeys using innovative timber in the demo sites and to increase at least by construction technologies. 30% the share of renewables in the district’s The district heating & cooling network will be

217 extended and optimised to reduce both the the Trento Municipality and of Trentino Mo- CO2 and the nitrogen equivalent emissions. bilità, as well as Trentino Trasporti (a public Measures include: company managing road/railway transporta- • Real time monitoring and forecasting of tion and freight distribution). Trentino Mobilità peak loads and energy demand; - Municipality partner in managing logistics • Hybrid hydrogen/methane backup system; and city parking - controls since 2006 also an • Study on recovery of wasted energy from urban car sharing network. Measures include: local industrial park. • the location of a fleet of E-Vans for last-mile Bolzano will implement an Urban Service-Ori- transportation and charging infrastructure ented Sensible Grid (USOS-grid) system in installation the South West district for improved energy • the substitution of part of its car sharing distribution control. Measures include: fleet with up to 10 electric vehicles availa- • Recharge points for vehicles and bicycles; ble to citizens for use • Meteorological stations for local climate • the support tocar sharing and user informa- condition monitoring; tion for EVs, setting trainings for targeted • Smart retrofitting of the public lighting stakeholder groups system. In Trento Conclusions Trento (117.000 inhabitants, 158 km²) in 2014 Trento joined the IEEE Smart Cities initi- The Euroregion EUREGIO Tyrol–South Tyrol– ative. Stardust’s project for Trento involves two Trentino even if not officially recognized as main areas of intervention: a district energy metropolitan area has many characteristics renovation in the southern urban district of the that suggest to include it in the list. The 3 city, the installation of E-mobility infrastructures goverments of the Provinces are promoting the in the northern logistic district (Evans and V2G) cooperation at triple helix level (government, and a car sharing hub (E-Vehicles) in the urban academy, industry) to create a common Smart district. 15,000m² of social housing and pri- Specialization Strategy on the improvement vate residential buildings from the 70s will be and the adequacy of labour market, education retrofitted to achieve high energy performance and training in strategic sectors; the intermo- and improve interior comfort while ensuring dality and interoperability in passengers and cost effectiveness and minimal impact on ten- freight transport; to make the territory a model ants. Measures include: region for energy efficiency and renewable • refurbishment of the building envelope energy. (integrating a modular, semi prefabricated In particular the Brenner transportation axes BIPV facade with lean installation ap- shows to be the main reason for cooperation proach); and the main backbone for the development of • creation of a thermal chimney for free a common smart specialization strategy. ventilative cooling; A part from the specific action related to the • creation of a low temperature smart district construction of the Brenner basis tunnel, one heating system replacing gas heating with of the most important action under devel- ground source heat opment is the transition of the 3 main cities • pumps (GSHPs); (Trento, Bolzano and Innsbruck) from a tradi- • connection of the local supermarket to tional development concept to a Smart City the smart grid; retrievement of the super- development concept through 2 European market`s heat waste; installation of smart funded Smart City projects: FP7-Sinfonia and meters and monitoring systems in each unit H2020-Stardust. In total the two initiatives are to encourage energy-saving habits; attracting around 30 M€ of co-financement • creation of a communication interface with from EU commission and are going to move inhabitants to stimulate an energy-aware around 250M € in 5 years, most of them will culture. remain in the region. This fact shows that the The logistic district is located in the Northern Smart City transition can be a good strategy part of the city and hosts the headquarters of to boost local economy. The two projects are

218 also empowering the international cooperation References of the 3 cities with other European middle size cities that are: Pamplona (ES),Tampere (FI), Alpeuregio (2017), http://www.alpeuregio.org/index. php/en/-retrived on 10/06/2017 Derry (UK), Kozani (GR) and Litomerice (CZ), BrennerLEC (2016) Q&A on the project. BrennerLec Press Pafos(CY), La Rochelle (FR), Rosenheim(DE), Se- Conference 2016 villa(SP) and Borås (SE). This possibility can be EUROPAREGION (2016), http://www.europaregion.info – retrived on 10/11/2016 easly transformed to an opportunity for local EUSALP (2017), https://www.alpine-region.eu/action- specialized enterprises to extend their business group-9 (retrives 10/06/2017) also abroad. The development model can be Granz, B. (2017) – Il sole 24 ore - http://barbaraganz. blog.ilsole24ore.com/2017/03/30/lautostrada-delle- easly analyzed and replicated to many other startup-lungo-lasse-del-brennero-il-71-di-quelle-italiane- European areas that are characterized by the grazie-a-strade-imprese-e-universita/?refresh_ce=1 presence of medium settlements and transport Lückge H. at al (2016). iMonitraf Annual Report 2015. Climonomics ed. corridors. All the solutions tested in the mid- Mark, M., Katz, B., Rahman, S., and Warren, D. (2008) dle sized cities at district level can be easly MetroPolicy: Shaping A New Federal Partnership for a replicated to other citiy districts and transferred Metropolitan Nation. Brookings Institution: Metropolitan Policy Program Report. 4–103 to small settlements composing the metropolitan Ranga, M. (2014), “European Integration and Triple Helix area. Systems in the New EU Member States and Candidate Countries”, International Journal for Transition and Innovation Systems 3 (3), November 2014 Sinfonia project, (2017) - http://www.sinfonia-smartcities. eu/ - Retrived on 10/06/2017 Squires, G. (2002) Ed. Urban Sprawl: Causes, Consequences, & Policy Responses. The Urban Institute Press Stardust project, (2017) – Stardust project proposal, not pubished UniBz (2012) http://web.unitn.it/files/dowload/25721/ cs_excellence.pdf - retrived on 10/06/2017 Vassiliki, N. K. (2004), Contemporary Issues and Debates in EU Policy: The European Union and International relations, Manchester University press

219 III SEZIONE: INTEGRAZIONE INTEGRARE. IN UNA PROSPETTIVA DI PIANIFICAZIONE METROPOLITANA

Isidoro Fasolino

Premessa divenuta da tempo incompatibile con alcune problematiche di assoluto rilievo, quali, ad Per provare mettere in fila le idee, seguirò esempio, la gestione del trasporto pubblico e un ordine, forse didascalico ma efficace, in del traffico, il potenziamento e la razionaliz- base al quale la pianificazione urbanistica e zazione delle reti infrastrutturali, il controllo territoriale può essere inquadrata. Il sistema del ciclo delle acque e della raccolta dei della pianificazione, infatti, fa riferimento rifiuti e, infine, l’adozione di efficaci misure a tre aspetti fondamentali: livelli; soggetti; di tutela ambientale. strumenti. Lo farò distinguendo, ove neces- Il concetto di cui qui si tratta risiede nella sario, mediante la sigla, area metropolitana stessa definizione normativa di Cm. La legge (Am), cioè il territorio, da città metropolitana Delrio sulle Cm3, infatti, conferma il riferi- (Cm), che è l’attore istituzionale, soggetto di mento alle relazioni di stretta integrazione pianificazione. che intercorrono fra il comune capoluogo e gli altri comuni dell’Am, che, oltre ad essere Livello. Dalle circoscrizioni alle macroregioni di natura territoriale, riguardano le attività economiche, i servizi essenziali alla vita so- I processi di globalizzazione evidenziano ciale, le relazioni culturali e le caratteristiche una perdita di ruolo degli stati nazionali e territoriali. dei loro confini e un incremento dell’impor- Il tema del livello di pianificazione quale tanza assunta dalle regioni e dalle grandi dominio cui si applicano i piani della Cm, aree urbane. Tali processi, che con intensità comporta una riflessione sulla dimensione, e crescente investono la sfera economica fi- quindi sul perimetro che deve adeguatamen- nanziaria, sembrano, indicare nuovi obiettivi te definire un’Am. Sono note le metodologie, dell’auspicabile governo metropolitano, che, applicate sin dagli anni ’40 in Usa, con le sempre più spesso, è costretto a confrontarsi standard metropolitan area, fino alla più con le sfide che gli vengono proposte dalla recente e nostrana metodologia di regiona- competizione mondiale tra le città. lizzazione funzionale messa a punto da Irpet D’altro canto, fra i punti centrali della New e Istat4. urban agenda1 ritroviamo il cosiddetto diritto La definizione di Am di Irpet-Istat prefigura alla città: le città per la gente, non per il pro- l’articolazione del territorio metropolitano in: fitto. Un principio concepito per spingere i a) un nocciolo urbano, costituito da uno dei governi locali a una pianificazione che privi- comuni-capoluogo, indicati ex-lege, e dai legi l’interesse generale su quello particolare. comuni ad esso contigui e funzionalmente in- Discorso diverso per gli aspetti attuativi di tegrati; b) il resto dell’Am, che scambia flussi interventi e di erogazione di servizi, in cui materiali e immateriali con il nocciolo urba- al pubblico sul privato deve accompagnarsi no, le cui densità relazionali sono, tuttavia, una necessaria e virtuosa integrazione di meno intense rispetto a quelle che intercorro- risorse. Già alla fine degli anni ’802, anche no fra i comuni del nocciolo urbano. in Italia ci si rese conto che la dimensio- ne comunale delle politiche urbane fosse

221 Nella individuazione del più adeguato livello Lo sviluppo in tutto il mondo passa dalle di pianificazione, l’integrazione richiesta con- grandi città. Ma anche le regioni, se più sisterebbe nel contemperare adeguatamente forti, sono più competitive nell’Europa delle un modello capace di leggere i fenomeni regioni9. urbani e territoriali su base scientifica e uno Le Cm italiane, però, forse sono troppe. In- che si fondi sull’adesione dei comuni all’Am, tegrare, allora, serve anche per raggiungere attraverso un processo di consapevole e par- una massa critica in grado di competere a tecipata condivisione di un progetto. livello europeo. Il cd programma di azione complementare La multi-specializzazione dei territori com- (Pac) al Pon Città Metropolitane 2014-2020 porta la necessità di legami e sinergie10. ha, tra l’altro, anche la finalità di “rafforzare Ad esempio, Venezia polarizza il turismo e la partecipazione dei comuni minori della la cultura, Padova è il luogo della ricerca e cintura metropolitana al processo di costru- dell’alta formazione mentre Treviso si carat- zione delle città metropolitane, anche attra- terizza per una elevata presenza industriale. verso l’individuazione di modelli di gover- È il motivo per cui le altre due città hanno nance, azioni di sistema e progetti pilota”. manifestato l’intenzione di unirsi alla Città La nuova geografia istituzionale sconta, metropolitana di Venezia. In analogia, sareb- come esito di una politica irrazionale e be importante che, ad esempio, i comuni di inconcludente, la grande incoerenza per Caserta, su cui si estende il sistema industria- cui, sullo stesso livello, fra quello regionale e le metropolitano, e Salerno, che teorizza quello comunale, ritroviamo le Cm, enti eletti- sulla complementarietà turistica e logistica, vi, e le province, non elettive, di cui peraltro conferiscano alla Cm di Napoli quella non è ancora chiaro il destino. dimensione demografica che la posizione- Si è, in tal modo, inopinatamente, smontato rebbe a un livello accettabile per il contesto un meccanismo, basato su quattro livelli europeo. istituzionali elettivi, che stava, finalmente, Un modello di Cm di peso specifico maggio- anche cominciando a funzionare: le province re sarebbe, come sopra delineato, ben più si erano perfino tutte meritoriamente dota- aderente allo scenario delle macroregioni. te del piano territoriale di coordinamento provinciale per indirizzare la pianificazione Soggetto. Quanti attori, con quali risorse comunale. Una riforma rimasta impantanata dopo l’e- Ma quante unità territoriali, amministrative e sito del referendum costituzionale. E, in tutto non, è possibile riconoscere nell’Am? Zone questo, gli enti non elettivi, in cui maggior- omogenee, unioni di comuni, comuni o muni- mente si concentra inefficienza e spreco, si cipalità, circoscrizioni. sono enormemente moltiplicati5. Questione cruciale, non solo per le Cm, è, Le Regioni, dal canto loro, mal sopportano infatti, rappresentata dalla frammentazione le Cm, visti come enti ibridi che gonfiano il dei poteri che caratterizza, ormai da tempo, peso specifico dei comuni capoluogo, specie l’attività di governo del territorio. quando questi hanno un colore politico Altro aspetto negativo della questione sono diverso6. i bilanci economico-finanziari delle Cm Il rapporto fra Cm e Regioni potrebbero sono pesantemente negativi. I programmi di modificarsi nell’ipotesi, al momento ancora finanziamento delle azioni per le città, anche lontana, di un accorpamento di queste ultime metropolitane, viceversa, sono veramente nu- in macroregioni7. I confini regionali non merosi. La programmazione Ue 2014-2020 corrispondono più ad ambiti ottimali di buon dei fondi strutturali, conferma l’attenzione governo8. L’impianto tradizionale è datato, sulle politiche urbane dei cicli di program- non più corrispondente all’economia e alla mazione precedenti e un particolare rilievo è geopolitica del terzo millennio. dato all’integrazione tematica delle azioni e

222 degli obiettivi, cercando di superare, quindi, zioni delle grandi città. Restando sul tema alcuni approcci settoriali del passato, e all’at- delle risorse, non è affatto trascurabile la tuazione di governance multivello11. problematica dei city users. La proporzione Nell’ambito della nuova programmazione, il di popolazione che gravita sulla città che programma operativo nazionale aree metro- la usa, tende ad aumentare, rischiando di politane 2014-2019 (Pon Metro)12 prevede prevalere anche numericamente sull’insieme l’attribuzione di risorse alle Cm per il miglio- della popolazione che vi è anche residente e ramento delle infrastrutture di rete e dei servi- che, quindi, paga le tasse ed elegge i propri zi pubblici per interventi nel sociale e in altri amministratori. Di qui, ad esempio, le perio- ambiti tematici che possono essere definiti diche richieste di regolazione del turismo, dai comuni. Si tratta di un programma che, mediante tornelli conta-persone in accesso o, però, sembra non intervenire sull’intera Am, addirittura, il pricing. ma solo sul tradizionale perimetro della città. Un governo metropolitano, piuttosto che il Anche a livello regionale, in tutti i programmi solo comune di attrazione, sarebbe nella operativi regionali (Por) è previsto o un Asse condizione di attenuare, almeno in parte, di intervento sullo sviluppo urbano o piani tale disparità15. integrati di area vasta dedicati specificamen- te alle aree urbane, i cd investimenti integrati Strumenti. Contenuti di reti territoriali (Iti) urbani, mediante i quali si può attingere a diversi fondi europei. Alle Cm, dalla legge Delrio, sono attribui- Pensare a nuovi piani senza una prospettiva te, tra le funzioni fondamentali, l’adozione strategica integrata e territorializzata, rischia e l’aggiornamento annuale di un piano di tradursi solo in un mero elenco di interven- strategico triennale (Pst) e il piano territoriale ti i cui effetti sono limitati dalla solita prospet- generale (Ptgm). tiva settoriale. Ulteriori funzioni sono: strutturazione di Soprattutto la grande città, luogo di pro- sistemi coordinati di gestione dei servizi blematiche complesse interrelate, non può pubblici, organizzazione dei servizi pubblici essere assoggettata a interventi parziali e/o di interesse generale di ambito metropolita- sconnessi da un punto di vista degli effetti no; mobilità e viabilità anche assicurando e dei tempi. E le risorse necessarie sono la compatibilità e la coerenza della piani- ingenti. ficazione urbanistica comunale nell’ambito Periferie e digitalizzazione sono due ulteriori metropolitano; promozione e coordinamento esempi dei campi in cui le Cm sono chiama- dello sviluppo economico e sociale; promo- te a cimentarsi per drenare risorse. zione e coordinamento dei sistemi di infor- Il piano per le periferie è un programma stra- matizzazione e di digitalizzazione in ambito ordinario di intervento per la riqualificazione metropolitano. urbana e la sicurezza delle periferie, i cui Si tratta, quindi, di ripensare profondamente finanziamenti riguardano la realizzazione l’organizzazione urbana in vista delle sfide di opere ma anche la gestione nel tempo di che attendono le città. servizi, in particolare di quelli diretti all’inclu- La Cm deve liberarsi di competenze ammi- sione sociale. nistrative, operative e gestionali, e puntare Il programma Connettere l’Italia: fabbisogni tutto sulle strategie, su obiettivi strategici. e progetti di infrastrutture13, invece, defini- Per le Cm, la densificazione resta il princi- sce le strategie della politica infrastrutturale pio cardine della riorganizzazione urbana; nazionale preliminari al processo di piani- questa, a sua volta, porta con se tre ulteriori ficazione generale14. In tema di risorse, la punti fermi: nodi / hub del trasporto pub- presenza di popolazioni non residenti è da blico; reti ciclopedonali (più densità, minori tempo un serio problema per l’erogazione distanze da percorrere); effetto città, da di servizi efficienti da parte delle amministra- conseguire mediante vitalità urbana (mixitè

223 funzionali, sociali e di servizi). È nell’integra- sicurezza privata. Anche tale aspetto non è zione di tali punti che dovrebbero ruotare le indifferente ai temi della razionale organiz- valutazioni per la previsione dei nuovi stadi zazione urbana19. di proprietà delle società calcistiche nelle Il concetto di rete, quale infrastruttura per il grandi città. funzionamento delle città e dei territori, si è Un tema fondamentale, a mio avviso, è enormemente ampliato nel tempo: trasporto relativo al declino demografico del Paese. fisico di persone e beni, energia, comunica- Si pensi, da una parte, al vasto patrimo- zione, digitale, ambientale. Le stesse compe- nio edilizio sottoutilizzato o abbandonato, tenze che la Delrio affida alle Cm ne sono non solo nei numerosi piccoli centri delle una evidente conferma. aree interne, ma anche nelle città e ai flussi Il peso delle infrastrutture nel mondo sta migratori epocali che attraversano il paese, crescendo a un ritmo imprevisto per cui nei dall’altra. Nelle medie e grandi aree urbane prossimi 40 anni si realizzerà quanto non si cresce l’inasprimento della contesa territo- è fatto nei passati 4.000. Il reticolo di con- riale su spazi dove la presenza di immigrati nessioni fisiche e immateriali si fa sempre più è associata a un rischio e considerata un fitto e integrato a dispetto di nazionalismi e fattore di svalutazione del proprio habitat. protezionismi che ciclicamente si affacciano L’immigrazione è percepita come un fenome- sulla scena politica ed economica. Ne è un no drenante risorse pubbliche. In realtà, ci esempio il piano cinese per la costruzione si dovrebbe concentrare maggiormente per della nuova via della seta20, un grande fascio impegnarle in maniera mirata, per produrre infrastrutturale che dovrebbe, tra l’altro, sperimentazioni utili16. Occorre cambiare porre anche qualche importante interrogativo prospettiva: le politiche dell’accoglienza non circa la sua sostenibilità ambientale. sono un onere ma un investimento. Le Cm Il faro, infatti, dovrebbe essere sempre la devono attrezzarsi in tal senso, supportati sostenibilità degli interventi: economica, da coerenti politiche nazionali. Al di là di aumentando l’accessibilità fisica dei luoghi ogni ideologia o convincimento politico, ma anche creando o supportando il lavoro; l’accoglienza è una necessità assoluta per la sociale, realizzando le opere soltanto dove sopravvivenza stessa del Paese17. garantiscono migliori servizi per i cittadini; L’integrazione è, quindi, più che mai fonda- ambientale, riqualificando il patrimonio mentale per evitare la nascita dell’anti-cit- infrastrutturale esistente da ri-orientare verso tà18, culla dei terroristi, non necessariamente l’uso razionale delle risorse e delle nuove le periferie, ma dove si concentrano popola- tecnologie. zioni con una religione o un’origine geo- Le infrastrutture necessitano di essere umaniz- grafica omogenea, dove vincono i vincoli di zate e democratizzate con l’introduzione del gruppo, i clan e le reti di lingua e di sangue. dibattito pubblico21, favorendo la partecipa- La Cm dovrà favorire spazi fisici condivisi zione delle comunità interessate alle decisio- fra culture e appartenenze diverse al fine di ni. Occorre superare la frattura fra le esigen- costruire identità più ricche e articolate. È ze delle persone, da una parte, e il processo necessario un grande sforzo di innovazione decisionale-progettuale-costruttivo, dall’altra. nell’integrazione: aumentare la biodiversità In questo potrà essere di aiuto lo sviluppo culturale nelle nostre città. In questo, è fonda- della cittadinanza digitale. Il progetto WiFi mentale la potenza inclusiva della scuola, la Italia estenderà a tutto il territorio nazionale più grande e diffusa delle infrastrutture socia- la possibilità di connessione mediante cellula- li, unica in grado di ammortizzare le diffe- re e, mediante apposita app, consentendo la renze favorendo la varietà socio-culturale. più ampia fruizione di una serie di servizi: Cresce, al tempo stesso, la tendenza a rea- trasporti pubblici, pagamento servizi o ticket, lizzare comunità isolate fondate sulla paura, ecc.22. Quanto ai servizi, nel nostro Paese che, a sua volta, alimenta l’industria della coesistono realtà avanzate (poche, purtrop-

224 po) con realtà arretrate, in cui si registrano, in caso di eventi estremi24; gli spazi diventa- ad esempio, ancora perdite negli acquedotti, no bacini idrici con sistemi di canali a cielo inconcepibili, non solo per le tecnologie oggi aperto, che servono per far defluire natu- disponibili, ma anche alla luce del sempre ralmente le acque, intersecati da percorsi e maggiore valore che assumerà l’acqua nei passerelle. L’acqua viene raccolta e riusata prossimi anni. riducendone il prelievo dalle fonti di approv- Potenzialmente, il digitale significa più vigionamento naturale e, al tempo stesso, evi- efficienza e qualità. Si deve puntare a un uso tando che raggiunga i sistemi di trattamento. molto più spinto di tutte le tecnologie e delle Comprimendo la necessità dell’auto privata a applicazioni di internet per fornire nuovi vantaggio dei trasporti pubblici, come ormai servizi23, così le città saranno più efficienti, si fa da tempo nei paesi del nord Europa, li produrranno a minori costi e a standard di le superfici da riconvertire a prati urbani sa- qualità più elevati. rebbe vastissima. Dove necessario, cemento Ancora da comprendere a fondo le ricadute bianco per evitare inutile riscaldamento delle territoriali della società digitale. Sembra cer- superfici, contribuendo a mitigare le isole di to che i contatti digitali favoriscono e incre- calore urbano. Il tutto in un tessuto continuo mentano i contatti fisici. Le aspettative circa innervato di piste ciclopedonali e perfino di la riduzione degli spostamenti fisici suscitate autostrade ciclabili (Copenhagen). dallo sviluppo delle comunicazioni tramite Si tratta, anche in questo caso, di integrare internet sono statisticamente smentite della fra loro, in una logica multifunzionale, diver- elevata correlazione tra contatti telematici se Nbs per massimizzare i vantaggi delle e traffico. Le prime incentivano le relazioni Gbi. Concetti che, come il consumo di suolo, sociali, sostenendo la crescita degli incontri solo oggi in Italia stanno conseguendo una faccia a faccia, causando l’aumento del maturazione scientifica e culturale e che in secondo. Nonostante l’interazione sia diven- altri paesi, anglosassoni e scandinavi, soprat- tata virtuale, infatti, gli spazi pubblici della tutto, sono in una avanzata fase attuativa. città continuano a svolgere quelle funzioni di Attraverso la rete, la spinta green sposta l’e- incontro che hanno sempre svolto. Anzi, la conomia verso una dimensione più collabora- domanda di spazio pubblico e l’incremento tiva, che va dalla produzione diffusa dell’e- della capacità attrattiva, sarebbe addirittura nergia rinnovabile25 alle nuove modalità di amplificata dalla crescita delle relazioni con- consumo, dal car sharing alle piattaforme sentita dal miglioramento delle comunicazio- legate alla sharing economy. ni. Cresce l’incontro programmato. L’organiz- zazione di incontri e manifestazioni si avvale Pianificazione metropolitana fra flessibilità di maggiori strumenti che nel passato. Le ed efficacia relazioni che si costruiscono in rete virtuale, poi sentono il bisogno di concretizzarsi in Tutte le città presentano, per loro natura, riunioni di corpi in spazi fisici. Ma non ci alti indici di fragilità, incrementata dalla sono solo le piazze. Soprattutto nelle grandi trascuratezza delle politiche in materia di città, la necessità di mantenere o incremen- pianificazione urbanistica, difesa del suolo tare i servizi ecosistemici (Es) impongono la e sicurezza ambientale. Per una metropoli previsione di infrastrutture verdi e blu (Gbi) i fattori di rischio, da quelli naturali a quelli all’interno delle quali sperimentare e applica- antropici, si moltiplicano. Per questo, città re soluzioni basate sulla natura (Nbs): boschi e sistemi metropolitani hanno bisogno di e foreste urbane, parchi con orti urbani un elevato livello di flessibilità interna per comunitari e sociali. Nelle Gbi i parchi com- gestire cambiamenti repentini e rispondere in prendono argini, vasche, bacini artificiali e modo positivo alle forti pressioni esterne che piazze a inondazione controllata (in Olanda li rendono costantemente esposti. L’attenzio- e Danimarca) per evitare pericolose alluvioni ne globale alle problematiche connesse alla

225 ai cd sistemi locali del lavoro. Questi ultimi, aggregati a resilienza delle città è balzata all’onore delle loro volta sulla base della stessa metodologia e fissando cronache, non a caso, dopo che l’uragano una soglia dimensionale demografica del comune princi- Sandy ha colpito New York: non tanto per pale, fa sì che una regione funzionale del lavoro fissi il perimetro dell’Am (Sforzi F., 1990). le vittime e i danni economici, quanto per 5. Di organismi intermedi (consorzi, autorità, ambiti territoria- le perdite che ciò ha causato alla finanza li) la norma ne prevedeva al massimo una novantina, oggi internazionale per la chiusura prolungata di sono quasi cinquecento. Tutti enti che sarebbe stato molto meglio ricondurre ciascuno all’attore istituzionale elettivo Wall Street. Se si considera che in Italia le nel cui territorio ricade o a cui è riconducibile (ad esem- Cm presentano delle dinamiche demografi- pio, un’autorità di bacino regionale o un parco regionale che e socioeconomiche più forti della media alla regione, un’area di sviluppo industriale alla provincia, ecc.), incardinandolo nelle rispettive strutture e organici. nazionale, il processo di aggiornamento 6. De Bortoli F. (2016), Le città metropolitane motore inceppa- della strumentazione urbanistica appare to dello sviluppo, Corriere della Sera, 18.5.2016. ancora più critico, mentre, per quanto fin qui 7. L’idea delle macroregioni, al fine di perseguire una maggio- re efficienza ed economicità amministrativa, risale al 2015. detto, dovrebbe essere assunto quale obietti- Il governo, a valle della riforma costituzionale, puntava ad vo rilevante delle loro politiche. È importante accorpare le 20 regioni in 12 macroregioni, sulla base de- un’azione di orientamento a favore della gli abitanti, della struttura economica, del territorio, della tradizione linguistica ma anche sulla base degli studi storici. Cm nel passaggio dai Ptcp ai Ptgm e ai Pst 8. Sono state disegnate 70 anni fa, in un’altra era, in una impegnando adeguate risorse e procedendo società agricola e senza la competizione globale, e hanno al coinvolgimento delle intelligenze tecniche funzionato, bene o male, per 40 anni. 9. Come ha fatto la Francia, riducendole da 23 a 12. pertinenti e della comunità metropolitana, 10. Moccia F.D. (2014), Città metropolitana oltre l’ex Provincia, perché si superi il semplice coordinamento Articolo su La Repubblica di Napoli. per conseguire una unità amministrativa più 11. Lo stesso Accordo di partenariato nazionale italiano, cioè il documento programmatico nazionale per l’utilizzo dei coesa e con elevate capacità operative. fondi europei 2014-2020, incoraggia a promuovere una Deve stabilirsi un legame chiaro negli atti tra strategia integrata nell’utilizzo dei fondi e tra le azioni di Ptgm e Ps verificandone, mediante procedure intervento di diversa natura (infrastrutture, servizi, formazio- ne, regimi di aiuto) anche in fase gestionale. e strumenti adeguati, la compatibilità e la 12. Il Pon Metro, approvato con Decisione C(2015) 4998 del coerenza. Le attività di pianificazione delle 14.7.2015, può contare su una dotazione finanziaria pari Cm, per la loro natura innovativa, richiedono a oltre 892 milioni di Euro di cui 588 milioni di risorse comunitarie: 446 a valere sul fondo europeo di sviluppo un Osservatorio per assicurare un necessario regionale (Fesr) e 142 sul fondo sociale europeo (Fse), cui scambio di esperienze, non solo a livello si aggiungono 304 milioni di cofinanziamento nazionale. nazionale. Il Ptgm dovrà assumere legittimità 13. Allegato al Documento di Economia e Finanza (DEF 2017). 14. Tale impianto vede il suo fondamento normativo nel nuovo di cogenza per le scelte operative d’interesse Codice degli Appalti, che ha individuato nel piano gene- metropolitano, determinando, limitatamente rale dei trasporti e della logistica (Pgtl) e nel documento ad esse e, attraverso accordi e processi di pluriennale di pianificazione (Dpp) gli strumenti per la pia- nificazione, la programmazione e la progettazione delle co-pianificazione, la conformazione dell’u- infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo so del suolo, che, compatibilmente con gli del Paese. obiettivi derivanti dalle scelte strutturali e 15. La tassa di soggiorno, che si paga ormai dovunque, va nella direzione di una integrazione fra servizi e loro mante- strategiche di interesse metropolitano, deve nimento economico. rimanere nelle competenze delle autonomie 16. Per evitare il declino demografico, l’Italia, al 2050, scen- comunali. derebbe a 43 milioni di abitanti; per mantenere costante la popolazione in età lavorativa, il suo fabbisogno, a tale orizzonte temporale, è di 20 milioni di immigrati. 17. Boeri T., 2017. Senza migranti non pagheremmo le pen- Note sioni. Subito incentivi per garantire il futuro ai giovani, La Repubblica delle idee, 16.6.2017. 18. Boeri S. (2015), L’anti-città culla dei terroristi, La Repubblica 1. Habitat III, Quito,17-20.10.2016. del 28.11.2015. 2. Legge 142/1990 - Riordino delle autonomie locali, poi 19. Ad esempio, in Argentina si è introdotta una tassazione per DLgs 267/2000. tali enclave dorate proprio per finanziare politiche contro 3. Legge 56/2014. la povertà. 4. La metodologia di regionalizzazione funzionale, elaborata 20. Il piano è stato presentato a Pechino, nel maggio 2017, al dall’Istituto per la programmazione economica della Tosca- forum Belt and Road for International Cooperation. Si tratta na (Irpet) e dall’Istat, messa a punto sulla base delle rileva- di progetti per favorire la connettività afro-eurasiatica me- zioni censuarie dei flussi pendolari intercomunali perveniva

226 diante la realizzazione di infrastrutture lungo le rotte com- merciali tra l’Asia, l’Europa e l’Africa, consistente in forti investimenti in strade, ferrovie e porti, dalle città cinesi e, attraverso la Grecia, fino ad Amburgo e Rotterdam. Le città italiane del corridoio Adriatico (Venezia, Ravenna, Trieste) stanno tentando di inserirsi nel progetto. 21. Non interessa solo le Cm, ma, di certo, l’introduzione del débat public (dp) nel quadro normativo nazionale potreb- be, se applicato nella sostanza piuttosto che nella forma, costituire un ulteriore elemento di democratizzazione dei processi decisionali. Il dp sarà anticipato da una fase de- dicata alla progettazione proprio di tale processo, che si concretizzerà in incontri di informazione, approfondimen- to, discussione e gestione dei conflitti, oltre che nella rac- colta di proposte e di posizioni da parte di cittadini e altri soggetti interessati. 22. A livello internazionale, è noto il progetto open data Re- gion InfoShare di Helsinki, che mette insieme più comuni in un’unica regione dell’informazione, trasparente e utile per i cittadini. 23. Ad esempio, in materia di trasporto di persone e digitaliz- zazione, alcune realtà, come la Finlandia, stanno andando ben oltre Uber, per cui, se in rete, tutti possono trasportare tutti. 24. Barcellona è stata definita dall’Onu Resilient city per il suo sistema di collettori, in questo caso nel sottosuolo, e cisterne intelligenti, dotati di sensori, per assorbire acqua in occa- sione di eventi di piaggia intensi o estremi, in difesa dal rischio di alluvione e con la possibilità di un riutilizzo della stessa. Da studiare anche le esperienze di pianificazione delle cd città-spugna in Cina, laboratori per testare sistemi edilizi e organizzazioni sociali. Edifici con coperture vege- tali, terrazze coltivate a orti, gronde e canali di raccolta dell’acqua piovana in bacini artificiali. Le nuove metropoli assorbenti raccoglieranno l’80% di acqua in più, depurata e reimmessa negli acquedotti. Coinvolti, in società ad hoc, investitori privati, banche e imprese. Previsti finanziamenti e sgravi fiscali. 25. Per quanto concerne la produzione di energia, per la città non si può pensare a parchi eolici o a campi fotovoltaici, occorre pensare ad una produzione diffusa delle energie rinnovabili.

227 INTERVENTI DI CITTADINANZA ATTIVA A PICCOLA SCALA: IL CASO DI R-URBAN POPLAR TRA RIGENERAZIONE URBANA E CONDIVISIONE DI CONOSCENZA

Francesco Abbamonte | Klarissa Pica | Federico Sartori

Questo articolo focalizza la sua attenzione donati, privi di significato avendo perduto il su interventi di cittadinanza attiva e progetti ruolo per cui erano necessari per la città. spontanei a piccola scala in contesti ampia- È nel solco di questa problematica relativa agli mente urbanizzati e densamente popolati, scarti urbani che interventi puntuali a piccola evidenziando la loro capacità di incidere sulla scala sui singoli spazi in abbandono tentano rigenerazione dello spazio, sulla vivibilità dei di volgere a proprio vantaggio questa caratte- quartieri e sulla creazione di capitale sociale. ristica della città contemporanea, provando ad In particolar modo verrà presentato il caso di adattarla alle nuove esigenze della società. R-Urban focalizzandosi sullo specifico caso Interventi di modesto profilo, caratterizzati per Londinese di R-Urban Poplar, progetto dello stu- i costi relativamente contenuti, per la creazione dio public works group di Londra sul modello di collaborazioni e per la partecipazione di di R-Urban Colombes inizialmente creato da diversi attori sociali, basati sulla rigenerazione AAA. e sulla riutilizzazione temporanea di spazi in La città contemporanea è il riflesso del dina- disuso a cui ridare una funzionalità. L’uso tem- mico andamento dell’età contemporanea, in poraneo di questi spazi offre almeno la possi- continuo divenire e in rapida e costante trasfor- bilità di trasformare uno sviluppo momentane- mazione. Tale dinamismo a sua volta si riflette amente sospeso in qualcosa di attivo, attuando nelle modificazione dei modelli di produzione, così una sorta di compromesso tra le esigenze nell’alterazione degli stili di vita, dei costumi dei proprietari, dei costruttori, dei cittadini e e delle leggi. Nel corso del tempo l’insieme di degli utenti. (Ferreri M., Lang A., 2015) questi fattori ha portato ad un’inevitabile di- La partecipazione in questo genere di inizia- smissione di numerosi edifici a causa della loro tive non si limita alla presa di coscienza da scarsa funzionalità o alla difficoltà di essere parte dell’ente responsabile del progetto dell’o- riadattati ai bisogni della società attuale, così pinione della popolazione, piuttosto tende ad come ha lasciato un’infinità di “spazi intersti- inglobare la suddetta nel progetto rendendola ziali” vuoti e inutilizzati, privi di una specifica un tassello chiave per la sua riuscita. funzione e non integrati al contesto nel quale si La partecipazione è quindi intesa come una trovano. “partecipazione di processo”, essa è elemen- È evidente che lo spazio fisico ed il costruito to costituente tanto della fase embrionale del hanno una durevolezza maggiore ed una ca- progetto quanto della sua implementazione pacità di adattamento limitata rispetto a quelle e della sua riuscita, che dipendono in modo che sono le sue funzioni e le attività che in imprescindibile dai cittadini, dal loro grado di esso vengono svolte, la vita nominale è molto coinvolgimento e dal loro apporto di capitale: diversa dalla vita reale. sociale, fisico o economico. Il perno attorno al L’antagonismo tra il rapido metabolismo della quale ruota il coinvolgimento sociale è quella società e lo staticismo dello spazio entro il della condivisione della conoscenza, sia essa quale queste hanno luogo ha portato, almeno esperta od ordinaria, riconosciuta e qualificata nel mondo occidentale, a significative proble- o solo frutto di esperienze personali, in modo matiche spaziali facendo sorgere in quasi ogni che ogni partecipante al progetto possa porta- città edifici e spazi vuoti, inutilizzati e abban- re un suo contributo. Da qui la forte vocazione

228 creativa e improvvisata, che ridisegna i proget- impensati e improvvisati, guidati e gestiti dalle ti in direzioni non designate a priori, ma anche comunità che vivono e alimentano un luogo. la sua natura destabilizzante e la difficoltà di Progetti che sanno rigenerare spazi altrimenti darne una definizione e un riconoscimento. inutilizzati e nei casi migliori offrire servizi Tuttavia porre al centro la conoscenza non è alla comunità, riuscendo a coglierne i bisogni solamente un modo di portare la partecipazio- attraverso una auto-diagnosi progettuale, met- ne della cittadinanza ad un altro livello rispetto tendola nelle condizioni di aiutare, indirizzare al mero esercizio di opinione che il cittadino o porre in essere i cambiamenti (Anguelovsky può esercitare. La conoscenza rappresenta un I., 2014). utile strumento attraverso il quale favorire la Essi infatti hanno il potenziale per poter funge- costruzione di network sociali e civili all’in- re da volano per lo sviluppo urbano dell’area terno della comunità e creare rapporti tra i entro cui vengono attivati e di incentivare inter- diversi attori presenti in uno spazio, attivandoli venti a scala più grande e di maggior impatto. attraverso le loro competenze (Lang A. et al., È necessario però trovare una via per innovare 2013 e Sandercock L., 1997). Il “fare insieme” gli strumenti di governance ridisegnandoli in permette di instaurare rapporti stabili tra sog- maniera più ampia e che sappiano prendere getti di diversa estrazione e natura, siano essi atto di questo genere di iniziative. privati cittadini, associazioni, imprese, ammini- strazioni ecc., un modo quindi di costruire una Il caso di R-Urban Poplar a Londra cultura del luogo basata sull’apporto diretto di competenze da parte degli attori locali. Un esempio di questi interventi è quello di Quello che serve è la presa di coscienza da R-Urban, nato dapprima a Colombes nei pressi parte degli organi istituzionali dell’utilità di Parigi a cura dello studio AAA e supportato questo genere di iniziative così da potergli attraverso il programma comunitario per l’am- garantire almeno un riconoscimento informale biente EU Life, è presente oggi anche a Londra utile al sostegno di tali progetti, liberandoli grazie alla collaborazione dello studio public dall’ostracismo che spesso accompagna le works group. pratiche di informalità. Il progetto si definisce attraverso una strategia Nel complesso contesto di queste grandi città bottom-up che mira ad esplorare le possibilità si fa strada giorno per giorno questa produ- di crescita della resilienza urbana attraverso un zione sociale dello spazio, che nasce da usi network di servizi gestiti dai residenti al fine di

229 integrare un vario corollario di attività: ecologi- Situato in un’area adibita a parcheggio di che, economiche, agricole ecc.. proprietà di Poplar HARCA, un’associazione R-Urban punta alla realizzazione di cicli privata supportata da finanziamenti statali economici chiusi a livello locale, attraverso che gestisce dimore sociali. Il progetto dispo- pratiche rispettose dell’ambiente, per favorire ne inoltre di una serie di garage in stato di attraverso pratiche collaborative la creazione abbandono presenti in diretta prossimità del di modi alternativi di produrre, consumare. parcheggio. L’intervento di R-Urban Poplar Date queste premesse, a R-Urban i responsabili consiste nella riqualificazione di questo spazio del progetto e del suo processo di implementa- attraverso la collocazione di quattro container, zione si sono messi al servizio della comunità ognuno di essi avente una diversa funzione. per stimolare processi già in atto per trasfor- Il primo dei quattro container è un digestore marli in veri e propri catalizzatori di innovazio- anaerobico che fornisce energia elettrica ne. R-Urban a Londra nasce grazie al supporto prodotta attraverso un sistema di pannelli solari di Public Works group ad iniziative ecologiche collegati al container e, a partire dai rifiuti locali già presenti, basando il suo intervento organici il digestore anaerobico è in grado sul metterle in relazione tra loro. di generare biogas e fertilizzante attraverso R-Urban a Londra vive un primo momento ad la loro digestione (in questo momento public Hackney Wick, in un area di espansione nei works group sta cercando di organizzare la pressi di Stratford, per poi spostarsi nel 2015 raccolta degli stessi nel quartiere, che ad oggi all’interno del Parco Olimpico Queen Elizabeth ancora non vengono differenziati come orga- grazie a dei fondi stanziati dall’LLDC (London nico). Un secondo container ospita una cucina Legacy Development Corporation)1, per poi comunitaria, alimentata attraverso il biogas muoversi nuovamente a causa delle pressioni proveniente dal digestore, nella quale vengo- edilizie a Poplar nel marzo del 2017. no organizzati workshop e laboratori attorno

230 al tema del cibo e del rifiuto come risorsa. Il Un ultimo aspetto da considerare è il ruolo che terzo container è una “libreria di utensili” che viene ad assumere il responsabile del progetto, permette il noleggio di numerosi attrezzi come in questo caso lo studio public works group. se fossero libri di una biblioteca, rendendo Esso infatti, spogliato dalla sua preimpostata nuovamente utile ciò che le aziende scartano e qualificata conoscenza che lo vuole deposi- (essa ha infatti preso forma anche grazie a tario di un sapere da calare dall’alto, annulla donazioni private da parte di aziende del set- la distanza tra l’esperto e il cittadino comune, tore dell’edilizia). L’ultimo container è occupato diventando esso stesso un volontario all’interno dalla classe “civica”: l’idea che sta alla base del progetto. In questo modo la conoscenza è è nuovamente quella della condivisione del il prodotto della partecipazione di tutti i volon- sapere, delle conoscenze e delle competenze tari, che essendo così inscindibilmente legata che si esprime attraverso molteplici workshop al contesto potrà diventare cultura locale. di costruzione mirati alla creazione di momenti Il caso di R-Urban, seppur in via di sperimen- dove i cittadini possano condividere conoscen- tazione e in continua evoluzione, non può per ze nel campo della costruzione e del fai da te, ora produrre delle soluzioni adattabili anche ma anche imparare ad utilizzare con confi- nelle città italiane, ma può certamente dare denza gli strumenti presenti nella libreria degli chiari spunti sulla direzione sociale che i piani- attrezzi. ficatori del futuro dovranno tenere a mente. In Aspetto fondamentale e significativo del Italia l’associazione Riscatto Urbano2 di Napo- progetto è la partecipazione dei cittadini li, d’intesa con la X Municipalità “Bagnoli-Fuo- volontari in ogni fase della sua realizzazione. rigrotta”, sulla scia di queste esperienze estere La costruzione del progetto (in senso lettera- ha avviato un processo di mappatura delle le) è il risultato del lavoro dei cittadini, della aree negate della X Municipalità per avviare loro condivisione di sapere e conoscenze, in un progetto di conoscenza e, dove possibile, un ottica di “bene comune”. Così sono nate trasformazione e riappropriazione degli spazi strutture sofisticate come il digestore anerobi- attraverso il coinvolgimento diretto della comu- co, e più semplici come la cucina, la classe e nità locale. Tale processo ha preso il via dal la libreria, grazie alla collaborazione di un Laboratorio di ascolto del territorio (Berruti G., grosso numero di volontari, ognuno dei quali Bruno G., Coppola E., 2017), presso la I.C. ha saputo indirizzare il progetto in base alle Michelangelo, nel tentativo di portare anche in sue competenze. Italia questo genere di esperienze che per ora In questo modo il progetto oltre ad essere il stentano ad attrarre pianificatori e architetti. risultato delle conoscenze della popolazione è anche la risposta ai suoi bisogni e alle sue esigenze, e grazie a questo si sono registrati Note casi di volontari disoccupati o in difficoltà ad approcciarsi sul mercato del lavoro che sono riusciti ad essere reinserite anche grazie alle 1. London Legacy Development Corporation è nata in relazione ai Giochi Olimpici del 2012 con la mission di valersi dell’op- competenze sviluppate attraverso i workshop portunità data dalle olimpiadi per la realizzazione del Parco informali di R-Urban. Tuttavia esistono alcuni Olimpico Queen Elizabeth e per creare nuove opportunità per aspetti sui quali R-Urban Poplar non ha anco- lo sviluppo dell’East London. 2. Riscatto Urbano è un’associazione di giovani urbanisti nata ra realizzato i suoi obiettivi. Se le donazioni a Napoli nel 2014, per promuovere progetti innovativi e sen- volontarie fanno si che il capitale del progetto sibilizzare la società civile sui temi della pianificazione e del sia in continua crescita e lo renda estremamen- governo del territorio. te dinamico anche attraverso scambi e rapporti con progetti simili, l’obiettivo è quello di riusci- re a creare un’economia che lo renda capace di autofinanziarsi. Questo è ad oggi l’aspetto più problematico che non ha trovato risposta, benché esistano numerose realtà che affondan- do le loro radici nel terzo settore riescono a generare lavoro e ad autofinanziarsi.

231 Riferimenti Bibliografici

Questo articolo nasce da un’esperienza diretta di collaborazione con lo studio public works group al progetto R-Urban Poplar. Seppur non espressamente citati, sono utili alla comprensione dell’articolo i testi elencati di seguito:

AA. VV. (2013), “Beyond Received Wisdom: An Anthology of Experiments” in Household Knowledge, Public works Publishing AA. VV. (2010) Cultural practices within and across, AAA/ Peprav Abbamonte, F., Lauro, M., Musumeci, R., Vitale, C. (2015), “Fare città/Fare società: un passaggio dall’idea di tempo all’idea di temporaneità”, in Urbanistica Informazioni, n. 263 Anguelovski, I. (2014), “Neighborhood as Refuge, Community Reconstruction, Place Remaking, and Environmental Justice” in the City, The MIT Press Ferreri, M., Lang, A. (2016) Notes from the Temporary City, Public works Publishing Berruti, G., Bruno, G., Coppola, E. (2017), “Il laboratorio di ascolto del territorio” in Urbanistica Informazioni, n. 271 Oswalt, P., Overmeyer, K., Misselwitz, P. (2013) Urban Catalyst: the power of temporary use, DOM Publishers Sandercock, L. (1997) Towards Cosmopolis: Planning for Multicultural Cities, John Wiley & Sons Tesi di laurea Guadalupi, C. (2015), Pianificare l’imprevisto: riuso temporaneo e tattiche urbane tra sperimentazione e precarietà, Politecnico di Torino

232 ALLA RICERCA DI UNA “MAGNA” RETE DEL TERRITORIO

Stefano Aragona

Dalle “debolezze” locali l’opportunità di una successivi, non hanno sortito grandi risultati in metropoli in rete ecologica termini di rafforzamento sinergico tra centri. Inoltre le città del Meridione sono negli ultimi Reggio Calabria, pure se istituzionalmente città posti nella classifica della “Tolleranza”, uno metropolitana, non ha nessuna caratteristica di dei tre elementi – assieme al “Talento” ed alla tale condizione: né la popolazione1, né attività “Tecnologia” – alla base della creatività e economiche rilevanti2. quindi della competitività6: esse invece secon- Inoltre sconta l’isolamento geografico, la do i canonici indicatori geografici avrebbero lontananza da altri centri rilevanti, cosa che collocazioni migliori. Tra i vari elementi che invece caratterizza le altre aree metropolitane. determinano tale risultato non brillante del Sud Le uniche due realtà sono Messina3, oltre lo risalta la chiusura dei sistemi territoriali. Stretto omonimo e Gioa Tauro con il suo porto Ovvero più un territorio è inaccessibile allo – attualmente in crisi4 – dopo essere stato il pri- scambio ed al diverso7 meno è aperto alla mo HUB del Mediterraneo per container-ship5. novità ed al cambiamento. Ma non vi sono collegamenti con il territorio, Questo sorta di chiusura sociale si associa al ovvero non sono stati realizzati moltiplicatori problema legato all’individualismo, secondo “orizzontali” né nodi di scambio intermodali. alcuni a Reggio Calabria “antropologica” (Ca- I centri urbani della Regione non hanno altre nanzi, 2016), anche se sarebbe interessante realtà cittadine, più o meno vicine, come vedere come era prima dell’Unità. accade invece in altri contesti territoriali come Tutto ciò detto però l’area metropolitana di ad es. l’Emilia Romagna od il Veneto od anche Reggio Calabria8 – avendo l’approccio ecolo- la Puglia. Solo Reggio Calabria ha Messina gico come filosofia di base cioè considerando come città vicina di rilevanza urbana significa- le condizioni locali come “suggerimenti pro- tiva. seppur separata dai 3 km. dell’omonimo gettuali”, quindi evitando scelte che possono Stretto. essere utili nel breve ma non valide nel medio Mancano spesso alcune delle condizioni che o lungo termine – è una grande occasione per Dematteis (1990) individua perché si formino proporre un’originale città metropolitana in “reticoli territoriali” e quindi specializzazioni: rete9. la presenza di urbanizzazione primarie non Rete che si strutturi, sia innervata, si origini e è sempre garantita, il sistema finanziario non trovi la sua originalità sull’antica sua storia, è adeguato, il livello politico amministrativo è realmente “Magna”, che assieme a reti verdi e spesso basso, la sapienza locale si sta per- blu, ne ha disegnato ne disegna il paesaggio. dendo, l’assenza di criminalità organizzata. Grazie alle magnifiche risorse naturalisti- Già si è tentato, dal POR 1999 2006, con che – sebbene fortemente intaccate da una l’Azione “Reti di piccoli comuni”, di innescare sconsiderata cementificazione non solo fuori processi virtuosi di collaborazione/competizio- da ogni disegno di città, di pessima qualità ne tra piccoli comuni, ovvero la maggioranza estetica e che ha aumentato enormemente la dei suoi 409 Comuni. Ma l’esito non è stato vulnerabilità e l’esposizione al rischio sismico soddisfacente, così come anche altri strumenti ed idrogeologico – ci sono altre importanti ad es. i Progetti Integrati Territoriali, ed altri potenzialità per realizzare quanto ora detto:

233 è l’unica area metropolitana che ha un Parco il secondo nel 1602 La città del sole17, con Naturale, il magnifico Parco dell’Aspromonte. forti influenze di pensatori quali Thomas More Le sue montagne sono così alte che è possibile con Utopia del 1517. Mentre San Francesco sciare, come nel caso di Gambarie (1350 m. di Paola crea un Ordine di fatto vegetariani e slm): stazione sciistica che grazie alla grande la Certosa di Serra dei Santi Stefano e Bruno, pendenza del territorio, si trova a soli 35 km nella Calabria Ulteriore – l’attuale Calabria da Reggio Calabria e dal suo mare. centro-meridionale – vede vicende alterne che Già nel passato, tra inizio ‘700 ed il 1861 i comunque la rendono nota in Europa18. Con Borbone a crearono insediamenti industriali10 l’avvio dei viaggi di formazione/esplorazione a Mongiana e Ferdinandea utilizzando il ferro del “Grand Tour” che iniziano nel XVIII secolo delle miniere dell’area delle Serre11. gli stranieri, scoprono territori stupefacenti19, Poiché il legno era indispensabile al funzio- usando un termine romantico. namento dei forni produttivi vennero emesse Molti dei quali il pittore fiammingo Escher, leggi per un uso, oggi diremmo, sostenibile dei durante il viaggio nel Meridione del 1931, boschi. scopre e ne disegna i paesaggi20: la fascina- Per rinforzare la commercializzazione a Pizzo zione è così forte che gli fa preferire l’archi- venne creato un porto industriale ed una strada tettura meridionale, densa di influenze Arabe, “ad hoc” per diminuire i prezzi di trasporto. rispetto lo stile Rinascimentale o Barocco che Quindi si sono create sinergie tra l’uso di pure conosceva bene dopo le lunghe visite risorse locali – il ferro ed il legname – e tutela romane e non solo21.Queste ricchezze storico/ con pianificazione, gestione, dell’suo di tale culturali sono distribuite in un territorio poco risorsa rinnovabile. Ancora va aggiunto che gli densamente abitato. Reggio Calabria, il centro alberi presenti, essendo di alto fusto, così come maggiore, conta ca.185.000 abitanti. Quindi attualmente spiega l’ingegneria naturalistica, è medio/piccola a scala italiana, ancor di più abbassavano il rischio idrogeologico grazie a livello europeo.22 Tale contesto territoriale alle loro radici profonde. suggerirebbe la proposizione di un paesaggio Un Regolamento dirigeva le attività produttive12 connotato da forte valenza storico-naturalistica, ed in esso era scritto che l’orario di lavoro basato sulla tutela e valorizzazione delle risor- era otto ore giornaliere, i lavori pesanti erano se locali diffuse, quasi verrebbe da dire, sperse preclusi ai bambini e le donne non potevano sul territorio e che quindi necessitano di una lavorare in fabbrica13. valorizzazione sistemica e non solo puntuale. I due nuovi forni pronti per entrare in servizio, era il 1861, non verranno mai inaugurati. Gli Una rete territoriale molto difficile da impianti presenti diminuiscono sempre più la realizzare produzione e poi vengono dismessi. Mentre si creano od espandono quelli nel La morfologia del territorio e la carenza centro nord Italia. L’industria inglese, che infrastrutturale associata a quella dei servizi23 competeva da tempo con quella borbonica14, danno come esito una difficile accessibilità. trova ancor più spazio per la sua espansione e Per divenire area metropolitana Reggio Cala- crescita. In questo polo industriale vi erano ca. bria deve avere il Porto di Gioia Tauro – fino 4000 addetti, cifra molto più elevata di quella a pochi anni fa il principale HUB per le navi totale dell’intero Regno Sabaudo di allora. porta container del Mediterraneo – come Le economi “orizzontali” create, i moltiplica- infrastruttura essenziale, nodo essenziale, per tori economico/sociali legati a quel contesto l’economia regionale e nazionale: quindi con territoriale e naturale scompaiono15 ed inizia questo sono necessari collegamenti veloci24. l’emigrazione. La storia ci riserva un’altra ric- L’Alta Velocità dovrebbe avere un sostanziale chezza: il moderno pensiero ecologico nasce aggiornamento, un HUB ferroviario intermoda- in Calabria, tra Cosenza città di Bernardino le è previsto al Porto di Gioia Tauro così come Telesio ed il suo discepolo Tommaso Campa- una connessione con Bologna è programmato nella. Il primo scrive, dalla metà del secolo seguendo la linea Adriatica. XVI – a più riprese – De rerum natura (La Queste indicazioni sono nel nuovo Piano natura delle cose secondo i propri principi)16, Regionale dei Trasporti del 201625. Deve

234 essere capace di costruire una rete interna a scente, alla qualità: per questo l’ISTAT, assieme scala regionale. Così, con Messina, divenire al CNEL, dal 2013 hanno elaborato i 134 un riferimento per l’intera area Mediterranea indicatori del BES, Benessere Equo e Solidale, (Aragona et al. 2014). Deve valorizzare e met- andando oltre il prodotto interno lordo od il tere in rete in modo più efficace le 3 Università reddito procapite. Ma in Italia, specialmente presenti a Reggio Calabria stessa, a Cosenza al Sud, vi è un altro aspetto da sottolineare: e a Catanzaro. il territorio e la città non sono considerati un Esse sono tra le principali risorse del territorio. bene pubblico ma privato. Grazie alle contenute dimensioni le città citate Questo significa che l’individuo è libero di potrebbero caratterizzarsi come città universi- trasformare, legalmente o meno, ciò che lo tarie similmente a quanto accade in altre parti circonda. Una delle principali missioni per noi del mondo. pianificatori ed insegnanti di urbanistica con- Deve avere il turismo come elemento trainante siste nel In/Formare rispetto tutto quanto detto per la valorizzazione e tutela di queste risorse fin’ora e nel supportare il costruirsi del senso territoriali. Quindi deve avere un sistema di civico dei cum-cives, cioè dei cittadini affinché infrastrutture che migliorino l’attuale difficile condividano una comune idea di civitas (Cac- accessibilità. ciari 1991). Questo significa la presenza di collegamenti ferroviari, via mare e aerei e che essi siano Una rete territoriale emblematica di un efficienti e non scadenti come è spesso attual- approccio nuovo che parte dalle opportunità mente. Il rischio sismico e quello idrogeologico del contesto sono fortemente presenti in tutta la Calabria. Lo studio e la sperimentazione di soluzioni È allora evidente che le strategie politiche na- rispetto tali rischi dovrebbe essere una op- zionali e locali, intendendo con tale termine sia portunità per creare poli di eccellenza legati quella di area vasta – come la Regione e/o la alle università presenti. In passato ci sono Provincia – che quelle di livello comunale ed in stati esperienze in tal senso ma poi sono state futuro metropolitano, indirizzano le traiettorie abbandonate26 mentre dovrebbero divenire di trasformazione dei territori. Questo signifi- una eccellenza di ricerca e sperimentazione, ca che la “vocazione” di un territorio è frutto con Reggio Calabria centro di un network anche, ma in modo molto rilevante, dell’azione internazionale grazie alla presenza delle tante dell’uomo. Ovvero di quale uso, quale scelta di competenze presenti27. antropizzazione, viene fatta29. Il paesaggio italiano ed i frequenti terremoti Occorre però cautela perché questa può accaduti anche in periodi recenti, come quelli essere non sostenibile, o divenuta insosteni- tra il 2006 ed il 2016, mostrano la necessità bile. Poiché la sostenibilità deve essere ogni di una strategia di In/Formazione di abitanti, volta considerata rispetto lo specifico contesto tecnici e politici focalizzata ad evidenziare e grado di conoscenza scientifica ed il livello le relazioni con tali eventi nel lungo, medio e tecnologico consentito. Il caso delle cave di breve periodo. marmo è tra i più evidenti esempi di come Questa opportunità si dovrebbe collegare al procedendo nei millenni si è scoperto quanto ripensare la città utilizzando criteri ed indicato- esse fossero anche nocive non solo sul paesag- ri quali quelli della “Certificazione Energetico gio – che sempre più velocemente veniva/vie- Ambientale, Verso un Codice Concordato ne modificato dato l’avanzare delle capacità per lo sviluppo sostenibile” (ANCAb-Lega- estrattive – ma anche sull’ambiente locale e la coop 2008) impiegati ad es. nel Concorso salute sia dei lavoratori che degli abitanti quei Internazionale di Idee abitaECOstruire (ed territori30. era il 2008!). In uno scenario più ampio di Quindi è necessaria la costruzione di quella pianificazione territoriale integrate ecologica, “tecnologia colta” di cui parla da anni R. Del come quella che da anni si sta portando avanti Nord (1991). In tutto ciò ruolo essenziale anche in alcune realtà italiane come Faenza28. lo svolga la componente culturale. Nel caso Considerando tali questioni legate non sola- dell’area metropolitana di Reggio Calabria, mente alla quantità ma, con importanza cre- accanto alla necessaria infrastrutturazione

235 per fare e costruire network, gli abitanti e paesaggio va arrestata ed occorre cercare l’amministrazione locale e regionale devono altri percorsi di sviluppo che siano compatibili convincersi della insostenibilità di continuare a con ciascun contesto ambientale e socialmente cementificare il territorio. eque34. Questo sia per non far scomparire le opportu- Reggio Calabria è un caso emblematico di nità offerte dai magnifici panorami ma anche questa sfida, città che oltretutto è una delle per motivi legati al rischio sismico e geomorfo- aree metropolitane recentemente istituziona- logico. lizzate. Lo sguardo fenomenologico guida A partire da questi elementi, la maggior parte lo studio, quindi partendo dal “factum” e la della città deve essere ripensata e la mobilità sua interpretazione, considerando le risorse deve diventare sostenibile: ora è basata sull’u- locali, naturalistiche, storiche, paesaggistiche, so della vettura privata. si suggerisce una possibile diversa, originale, Probabilmente il compito principale di noi proposta di scenario. come urbanisti e urbanisti è quello di spie- Scenario che non può che basarsi sul contesto gare meglio perché l’approccio ecologico è sociale (Barca, 2010), sull’idea di territorio e necessario per una città intelligente e sosteni- città, di paesaggio, che questo ha. bile, basandosi sull’attuazione di proposte e Ciò implica la rilevanza data alla sostenibilità l’educazione dei soggetti urbani locali. Così ambientale da parte della popolazione: ovvero seguendo la lezione di Giovanni Gennari alla conoscenza ed al livello di consapevolez- (1995) quando parla di “pedagogia della za della possibilità/necessità di un percorso di città”. Le modalità di antropizzazione afferma- sviluppo “diverso” da quello avvenuto in oltre tesi dalla prima Rivoluzione Industriale stanno 40 anni. Un’ultima considerazione è riferita mostrando tutti i loro limiti: in modo emblema- alle aree metropolitane in generale. tico nel 1972 veniva pubblicato I limiti dello Esse hanno vaste aree periferiche, per lo sviluppo31. L’economia di scala divine il criterio più prive di qualità urbana. La motivazione di base nella costruzione della città industriale, principale che sta dietro la loro ormazione è accanto a quelle che sono sempre state tra gli quella legata all’ipotesi che così aumenta la elementi di formazione di ogni insediamento competitività. associato, ovvero le economie di agglomera- Ma questo a vantaggio di chi? È veramente zione. Elementi che comunque sono anche di conveniente per i cittadini essere parte di un altra natura, forse più vasta, come evidenziano territorio vasto e poco vivibile? È giunto il Appold e Kasarda (1991) parlando di “ecolo- momento di chiedersi se l’evoluzione della città gia umana”32. moderna, con il puntare a vaste aree urbane, In Italia, dalla sua Unità, l’edilizia ha rappre- le aree metropolitane, è efficace: ovvero se il sentato uno dei principali motori economici, benessere degli abitanti e delle comunità locali divenuto potentissimo con l’industrializzazione cresce o meno. di questa. Dal secondo dopoguerra le città si Un’area metropolitana “su generis” come espandono in modo legale e spesso illegale, quella di Reggio Calabria potrebbe essere un anche dopo il 1967 quando viene introdotto esempio di “diversa” risposta realmente utile l’obbligo generalizzato ad avere strumenti ai cittadini più che alla economia globalizzata urbanistici. Ma è dalla metà degli anni ‘70 che senza controllo, essere un esempio della “glo- il territorio inizia ad essere veramente stravolto balizzazione intelligente”(Rodrik, 2011). dalle costruzioni: così gli elementi caratteriz- zanti il paesaggio del Paese dei “100 Campa- nili” cominciano a perdersi in un mare indiffe- Note renziato di edificazione. Nel sud d’Italia tutto ciò avviene in modo ancor più significativo a 1. L’intera area metropolitana arriva solo a 566.507 abitanti, di poco superiore ai 559.820 di Cagliari, ultima tra tutte le aree causa della scarsità di altre attività economi- metropolitane (Cittalia, 2013). che. 2. Le numerose attività legate alla produzione in filanda non si L’industrializzazione di quelle aree, con la sono mai riprese in modo significativo dopo il terremoto del 1908: con Villa San Giovanni vi erano ca. 10.000 addetti. Le Casmez, parte ma poi si arresta, per motivi officine di riparazione ferroviaria, rilevante polo economico esogeni ed endogeni33. La distruzione del della città, è stato chiuso da tempo e tutta l’area industriale

236 circostante – per altro l’unica della città – è in dismissione. Valentia non supera i 34.000. ll solo centro della Regione che 3. La popolazione dell’area vasta tra Reggio Calabria Città ha 70.000 abitanti è Lametia Terme. Sono sui 35.000 resi- Metropolitana e Messina Città Metropolitana supererebbe il denti solamente tre centri, altrettanti sui 20.000, tra i 18.000 1.100.000 abitanti (Cittalia, 2013). e 15.000 se ne contano 7. Poco meno di 400 dei restanti 4. È di questi giorni il licenziamento di 400 portuali. Comuni hanno popolazione sotto tale cifra e molto frequente- 5. Purtroppo l’amministrazione comunale di questo centro è stata mente arrivano a poche centinaia di abitanti. nuovamente sciolta per infiltrazioni mafiose. 23. Solamente a Reggio Calabria, tra i capoluoghi calabresi, ha 6. Metodologia proposta dal prof. Florida della Carnegie Mellon treni ad Alta Velocità che la collegano con Roma, ove (od University di Pittsburg (2003) e sperimentato tra il 2004 ed a Napoli o Salerno) si deve cambiare per andare nel resto il 2005 dalla dott.ssa Tinagli (2006) – del gruppo di ricerca d’Italia: in tutto sono 6 giornalieri. Di questi solo uno impiega della stessa università americana – su 103 provincie italiane 5 ore e 10 minuti, mentre tutti gli altri superano le 6 ore, con Università. vagoni non nuove e privi di connessione Internet, comunque 7. Uno degli elementi di studio è la percentuale di popolazione assente da Salerno a scendere. Catanzaro, capoluogo di Re- gay: l’atteggiamento verso questo soggetto sociale è un indica- gione, non ha collegamenti ad l’Alta Velocità così pure é per tore di tolleranza verso le altre culture (Turani 2005). Cosenza. Gli Intecity, treni a lunga percorrenza nazionale non 8. L’area metropolitana è composta dai 97 Comuni facenti riferi- hanno più servizi di ristoro neanche minimi. Sono stati elimi- mento alla Provincia. nati i treni notturni che collegavano la Regione, e la Sicilia, 9. Viene in mente l’idea del “Téléport en reseaux” che decen- con il resto d’Italia. ni addietro caratterizzò l’Ile de France (Aragona e Macchi, 24. La Regione sembra aver colto tale necessità con l’aver creato 1997). un Assessorato al “Sistema della logistica, sistema portuale 10. Quei stessi Borbone che a San Leucio e con la Reggia di Ca- regionale e sistema Gioia Tauro” ed aver dato la delega ad un serta, assieme ai tanti primati nel campo scientifico e tecnolo- professore di Trasporti della Mediterranea, il prof. Francesco gico, erano all’avanguardia riguardo l’innovazione produttiva Russo. Si evidenzia che il Dipartimento di Ingegneria della e culturale (Aragona 2012, cap.1). Mediterranea da anni propone reti materiali ed immateriali 11. Il medesimo ferro ustao per battere moneta alla Kroton, fon- per realizzare un efficiente ed efficace sistema di trasporto e data dai coloni achei nella seconda metà del VII secolo a.C. per la logistica regionale. 12. Non Direttive, come accadeva solitamente in quel temo negli 25. Passati circa 20 anni dal precedente e con almeno un terzo di altri Paesi europei, essendo impianti che servivano in primo scelte rientranti anche nelle strategie a scala nazionale riviste luogo alla produzione di armi e quindi vicini alle logiche mi- nel 2015 (Malara 2016) vi sono fondate speranze che esso litari. trovi attuazione ed i fondi necessari. 13. Non era “Lo Statuto dei lavoratori” ma introduceva elementi, 26. Si veda il Laboratorio sul Rischio Sismico diretto dal prof. G. per l’epoca avanzati, di tutela di questi. Fera, con la rilevante collaborazione dell’arch. R. De Paoli, 14. Non è un segreto che l’avventura di Garibaldi ebbe il supporto dell’allora Dip. di Scienze Ambientali e Territoriali presso la inglese. Facoltà di Architettura della Mediterranea. 15. È certamente questo uno dei motivi per cui al Referendum di 27. Come mostrato dal ciclo dei Seminari “rischio Italia. Itinerari annessione all’Italia a Mongiana vi furono tutti no. scientifici: confronti multidisciplinari sulla difesa dai TERREMO- 16. La edizione completa composta da 9 libri è del 1586, essa TI” Sismico organizzato all’Università Mediterranea (Amaro et segue la prima pubblicazione del 1565. al, 2017). 17. Scritta in volgare fiorentino la prima edizione è nel 1602, poi 28. In questo centro storico e ricco di testimonianze di gran pregio seguita da Civitas Solis idea republicae philosophica edita a è in atto da anni una strategia di rigenerazione urbana soste- Friburgo nel 1623. L’autore risale a Platone, cioè al V sec. nibile, come illustrato da E. Nanni, Capo del Settore della Pia- AC. ed è coeva dello scritto di Francis Bacon (Francesco Ba- nificazione Urbanistica della città al Congresso SIU del 2016 con) New Atlantis (Nuova Atlantide) pubblicato nel 1627 ma a Catania. Quindi anche in Italia è possibile seguire i percorsi scritta nel 1624. virtuosi di realtà urbane quali Friburgo, Vienna, Copenaghen. 18. Fondata da Bruno di Colonia nel 1091 l’Eremo di Santa Maria 29. D’altronde Valeria Erba (1988), parlando di pianificazione ur- di Turri o del Bosco. La chiesa fu consacrata solennemente il banistica, evidenziava il ruolo essenziale delle scelte politiche 15 agosto 1094 alla presenza di Ruggero I di Calabria e nell’indirizzare le trasformazioni dei territori. Sicilia che, per l’occasione, volle ampliare la sua precedente 30. Le varie posizioni sule Cave di Carrara sono emblematiche donazione in favore di Bruno includendovi ulteriori appezza- di tutto ciò. Il Concorso internazionale Carrara Thermal Baths menti di Stilo e i casali di Bivongi e Arunco. Durante i secoli mostra come anche per attività così consolidate si sta mutando passò vicende che ne videro l’abbandono e varie ricostruzioni la posizione in modo radicale (reTH!NKING ARCHITECTURE legate anche ai sismi che colpirono la Calabria. COMPETITIONS 2016). 19. Come ben illustrato nei Convegni del 2015 Che bel Paese. 31. Il libro fu commissionato dal Presidente del Club di Roma al Esplorazioni nell’Italia del sud sulle tracce della spedizione gruppo di ricerca dei coniugi Meadows del MIT. Saint-Non. curata da T. Manfredi ed Old Calabria organizza- 32. È lo stesso termine che ricorre in più pagine nell’Enciclica ta da C. Malacrinò ed A. Quattrocchi. Laudato Sii di Papa Francesco, elaborata da un gruppo di 20. Citandone uno per tutti Tropea, che non per caso è divenuto 40 scienziati di varie discipline, p.5, 115, 118, 119, 120. la copertina del libro Costruire un senso del territorio di S. Nel documento si parla di ecologia integrale cioè ambientale, Aragona (2012). economica, sociale e culturale. Interessante notare anche che 21. Tutto ciò è nel video “MC. Escher e le visioni mediterranee” di si parla di “Eduacare all’Alleanza tra l’Umanità e l’Ambiente” Andrea Fiorista, prodotto per il Workshop Nazionale di Pro- (pp. 209-215) quasi risentendo quell’alleanza tra uomo e na- gettazione Idee e progetti per il recupero e la riqualificazione tura del prima citato Scandurra. in aree minori e non nell’epoca della globalizzazione, con S. 33. E molti dei “resti” delle aree industrializzazione, ormai dismes- Aragona quale Responsabile Scientifico, svoltosi nel 2005 a se, ancora sono sui territori, come ruderi abbandonati e con Tropea (VV). forti rischi ambientali. 22. Il capoluogo di Regione, Catanzaro, è sotto i 100.000 abi- 34. Questo contributo continua un percorso di ricerca iniziato con tanti, gli altri capoluoghi di Provincia vedono Cosenza che sta la partecipazione al progetto di ricerca MPI 40% INTRA In- poco oltre i 70.000 cittadini e, con la vicina Rende, si raggiun- novazione Tecnologica e Trasformazioni Territoriali, DipPiST, gono ca 104.000 residenti, Crotone arriva a 61.000, Vibo Fac. Ingegneria, Napoli, nel 1988 quindi ai programmi In-

237 novazione tecnologica, trasformazioni territoriali e tutela Riferimenti Bibliografici dell’ambiente naturale e antropico e Innovazione tecnologica a trasformazioni territoriali del Dip. TECA, Fac. di Ingegneria, Amaro, O, Santini, A., Sofi, A., Tornatora, M. (2017), Roma La Sapienza nel 1989. Mentre già nel 1987 (in coll. Seminari “rischio Italia. Itinerari scientifici: confronti con S. Macchi) si era iniziato a pubblicare alle Conferenze multidisciplinari sulla difesa dai TERREMOTI”. https:// Scientifiche dell’AISRe su Telematica e territorio. Le successive www.unirc.it/comunicazione/articoli/17627/10- ricerche sono poi esposte nei testi La città virtuale: Trasforma- maggio-ottavo-seminario-del-ciclo-rischio-italia zioni urbane e nuove tecnologie della informazione (1993) e Aragona S., Macchi, S. (1988), “Innovazione Telematica Ambiente urbano e innovazione. La città globale tra identità e Trasformazioni Urbane: i Teleporti e la Città” in Atti locale e sostenibilità (2000). della IX Conferenza dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali, Torino ANCAb - Legacoop (2008), Verso un Codice Concordato per lo sviluppo sostenibile ANCAb - Legacoop (2008), Concorso Nazionale di idee “abitarECOstruire” in www.abitarecostruire.it. Appold, S.J, Kasarda, J.D. (1990), “Concetti fondamentali per la reinterpretazione dei modelli e dei processi urbani” in Gasparini A., Guidicini P. (Eds.) Innovazione tecnologica e nuovo ordine urbano, Milano, Franco Angeli Aragona, S. (1993) La città virtuale: Trasformazioni urbane e nuove tecnologie della informazione, Roma-Reggio Calabria, Gangemi Editore Aragona, S. (2000) Ambiente urbano e innovazione. La città globale tra identità locale e sostenibilità, Roma- Reggio Calabria, Gangemi Editore Aragona, S. (2012) Costruire un senso del territorio Spunti, riflessioni, indicazioni di pianificazione e progettazione, Roma0-Reggio Calabria, Gangemi Editore cap. 1 Aragona, S., Calabrò, F., Della Spina, L (2014), “The Evaluation Culture to Build a Network of Competitive Cities in the Mediterranean”, New Metropolitan Perspectives-The Integrated Approach of Urban Sustainable Development., Trans Tech Publications, Reggio Calabria (CHE), Vol. 11, pp. 476-482 Barca, F. (2010), UN’AGENDA PER LA RIFORMA DELLA POLITICA DI COESIONE, Una politica di sviluppo rivolta ai luoghi per rispondere alle sfide e alle aspettative dell’Unione Europea. Sintesi e traduzione in italiano, autorizzata dall’autore, dell’Introduzione e dei capitoli I e V del Rapporto “An Agenda for a Reformed Cohesion Policy”, 2009 Cacciari, M. (1991), “Aut civitas, aut polis” in Mucci, E., P. Rizzoli, P. (Eds.), L’immaginario tecnologico metropolitano, Milano, Franco Angeli Campanella, T. (1602, 1623) La città del sole. (Curatori: G. Ernst , L. Salvetti Firpo). Bari: Laterza, IX Edizione, 2006 Cananzi, D. (2016), “Intervento” alla Tavola rotonda REGGIO 1946-REGGIO 2016. Dalla ricostruzione della città di 70 anni fa alla costruzione della città Metropolitana. Un percorso comune di riflessione tra ricordi del dopoguerra e la prospettiva del futuro. Officine Miramare, Reggio Calabria Centro Internazionale Scrittoridella Calabria, 12 febbraio reTH!NKING ARCHITECTURE COMPETITIONS (2016), Concorso Internazionale Carrara Thermal Baths in http://rethinkingcompetitions.com/project/carrara- thermal-baths. Del Nord, R. (1991), “Presentazione” in Mucci, E., P. Rizzoli P. (Eds.), L’immaginario tecnologico metropolitano, Milano, Franco Angeli Dematteis, G. (1990), “Modelli Urbani a Rete: Considerazioni Preliminari” in F. Curti, L. Diappi (Eds.) Gerarchie e Reti di Città: Tendenze e Politiche. Milano: Franco Angeli Erba, V. (1988), “L’Efficacia dello strumento ‘piano regolatore’ letta attraverso la produzione di modelli e di generazioni di piano” in M.C. Gibelli, I. Magnani (eds),

238 Pianificazione Urbanistica come Strumento di Politca Economica. Coll. Scienze Regionali. Milano: Franco Angeli Fiorista, A. (2005), “MC. Escher e le visioni mediterranee”, Workshop Nazionale di Progettazione Idee e progetti per il recupero e la riqualificazione in aree minori e non nell’epoca della globalizzazione, S. Aragona Responsabile Scientifico, Tropea, 30 marzo – 3 aprile 2005 in https://www.youtube.com/watch?v=_ TzGmFMiYPM&feature=youtu.be. Florida, R. (2003) L’ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professioni, Milano, Mondadori Cittalia. Fondazione ANCI Ricerche (2013). Rapporto Citalia 2013. Le città Metropolitane. Roma: Digitalia Lab srl. Gennari, G. (1995) Semiologia della città, Padova, Marsilio Khun, T. S. (1962, 1970) The Structure of Scientific Revolutions, Chicago: Chicago University Press. tr. it della II ed., (1979) La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Torino, Einaudi ISTAT – CNEL, (2013), Bes 2013 Il Benessere Equo e Sostenibile in Italia. Roma: Tipolitografia CSR Lettera Enciclica Laudato Sii del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune, (2016). Tipografia Vaticana: Città del Vaticano Liverani, L. (2017), “Mafia e politica. Sciolti dal governo quattro Comuni al Sud” in https://www.avvenire. itattualitapagineantimafia-sciolti-dal-governo-quattro- comuni Manfredi, T., Laboratorio CROSS Storia dell’Architettura e Restauro – Dip. PAU Università Mediterranea Reggio Calabria (2015), Che bel Paese. Esplorazioni nell’Italia del sud sulle tracce della spedizione Saint-Non. Reggio Calabria. 15, 16 aprile Malacrinò, C. G., Quattrocchi, E. A. (2015), Old Calabria. Viaggiatori in Italia meridionale e Sicilia tra il XIX secolo e gli inizi del secolo XX. Reggio Calabria. 3, 4 dicembre Malara, M. (2016), Russo: Tra un mese pronto il Piano dei Trasporti. Lavoriamo per l’Alta Velocità, in http://www. strill.it/citta/2016/01/tra-un-mese-presentiamo-il-piano- dei-trasporti-lalta-velocita-puo-arrivare-in-calabria/ Meadows, H.D. (et al.) (1972), I limiti dello sviluppo. Club di Roma. Milano: Mondadori. Meadows, D.L. (et al.) (1972), The Limits to growth. New York: Universe Books Nanni, E. (2016), “Il caso di Faenza”, Seconda Sessione Plenaria Le città nel cambiamento, buone pratiche ed esperienze in corso. XIX Conferenza Nazionale della Società italiana degli urbanisti, Cambiamenti. Responsabilità e strumenti per l’urbanistica al servizio del Paese, Catania, 16 – 18 giugno Rodrik, D. (2011) La globalizzazione intelligente. Bari: Laterza (ed. or. The Globalization Paradox. Democracy and the Future of the World Economy Oxford University Press, Norton W.W. I Edizione) Scandurra, E. (1995) L’ambiente dell’uomo, Milano, Etas Libri Telesio, B. (1565, 1570, 1586) De rerum natura iuxta propria principia, libri IX (rist. anast.) (curatore Giglioni G. ), Roma: Carocci editore, Collana: Telesiana (2013) Tinagli, I. (2006), “Creatività ed Innovazione: Le nuove sfide del sistema economico globale”, Convegno APQ_ Firenze Turani, G. (2005), Italia, il paese dei creativi poco istruiti, Affari e Finanza, 4 luglio UE POR Calabria, Fondi Strutturali, Asse Città, Misura 5.1, Azione 5.1.c - Reti di piccoli comuni, 1999-2006

239 Fig. 1 - Da in alto sinistra in senso orario: Reggio Calabria e l’Etna, Locandina Urbanistica e Legalità, Porto di Gioia Tauro (RC), Gambarie (RC), Certosa dei Santi Stefano e Bruno a Serra San Bruno (VV), Ruderi degli impianti industriali a Mongiana (VV), paesaggio devastato dalle costruzioni vicino Reggio Calabria RETI RIGENERANTI. IL PIANO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA A MATRAH MIIR1

Francesca Arici | Tullio Giuffrè | Luigi Ledda | Gero Marzullo | Cesare Onorato | Giuseppe Tesoriere

Introduzione i turisti, di risolvere importanti criticità legate al sistema della mobilità urbana, alla scarsa Sebbene Leon Battista Alberti sosteneva nel suo disponibilità di strutture e servizi di interesse De Re Aedificatoria che il porto era l’edificio comune, ha consentito a molte città, in Europa pubblico più importante della città marittima, come altrove, di formulare programmi politici e Cesare Cesariano, nel 1521, lo descriveva incentrati su queste tematiche delineando sce- come un organismo edilizio multiplo pienamen- nari futuri più sostenibili, senza ricorrere a un te integrato al tessuto urbano, il porto e le aree ulteriore consumo di suolo. industriali ad esso concatenate, per lungo tem- In Italia, a partire dall’entrata in vigore della po, hanno determinato un ambito fisicamente e legge n.84 del 1994 (aggiornata dal D.L. 4 funzionalmente contiguo ma anche altrettanto agosto 2016 n.169) finalizzata a disciplinare separato dal resto della città. l’integrazione tra piani portuali e piani urba- Il porto cominciò, parzialmente, a perdere i nistici, le nostre città marittime hanno sempre connotati di recinto solo tra l’800 e il ‘900, di più assunto i connotati di territori – snodo ovvero quando la rete dei trasporti ad esso e città – porta, delle gateway cities2, dove associato rese questa infrastruttura un’interfac- lo scopo è stato quello di costruire un futuro cia privilegiata per la città. Da allora, porti e per lo più suddiviso tra sviluppo portuale e stazioni ferroviarie acquisirono, gradualmente, riqualificazione urbana oppure indirizzato a anche una connotazione simbolica presso una determinare possibili forme di interazione tra società che riconoscerà sempre di più all’infra- gli interessi del porto e quelli della città. Tra struttura non soltanto la capacità di assolvere a queste: Napoli, che per il rilancio del porto problematiche di ordine funzionale ma anche punta su un sistema multifunzionale, Ancona, la capacità di produrre processi, di realizzare che promuove processi di integrazione tra la molteplicità nell’unità, di dare identità alla porto storico e tessuto urbano in un’ottica di nuova bellezza delle città moderne, di collega- valorizzazione del patrimonio storico-archeo- re e integrare parti nuove e antiche delle città, logico a fini turistici, Ravenna, che ha scelto la e quindi, in definitiva, di sottendere un’idea nautica e l’innovazione per lo sviluppo futuro politica profonda: attraverso l’infrastruttura del porto-canale, Taranto, che accanto al con- qualunque luogo riacquista una medesima solidamento come hub logistico intermodale sta importanza e traduce pari dignità ai cittadini. lavorando alla riqualificazione del waterfront. Infatti, se a partire dagli anni ‘60 del secolo Modelli alternativi di sviluppo, ciascuno coe- scorso il passaggio da una fase di sviluppo renti con gli indirizzi dettati dal Piano strategi- legata all’industrializzazione ad una nuova co nazionale della portualità e della logistica fase post-industriale ha prodotto nuovi scenari emanato nel 20143. economici che hanno reso le linee di costa e Tuttavia, in Italia, trovare spazi e infrastrutture le aree portuali ad esse collegate il punto di in grado di rispondere alle nuove esigenze e partenza di ampi processi di trasformazione alle richieste di mercato nelle aree portuali sto- delle città, la conseguente opportunità di rigua- riche, strette tra il tessuto urbano compatto e il dagnare e valorizzare spazi naturalisticamente mare, spesso non sembra possibile. Un proble- e storicamente rilevanti per la cittadinanza e ma ricorrente, quest’ultimo, che di fatto pone

241 Fig. 1 - Le complessità di Matrah: dall’analisi territoriale al piano

in evidenza quanto uno dei nodi architettonici disciplinari che hanno definito specifici sistemi più interessanti nel progetto di rigenerazione di riferimento per le attività economiche e per delle aree portuali consiste proprio nel modo le integrazioni culturali ed etniche delle diverse in cui chi progetta riesce non soltanto a porre componenti della popolazione presente. La attenzione al tratto compreso tra mare e tessuto strategia perseguita ha quindi trovato il suo urbano ma a predisporre, per integrare, anche compimento in una programmazione di tipo un insieme d’interventi strategici per ciò che sta economico-finanziaria che ha accompagnato alle spalle della linea di costa. Un approccio al l’attuazione proponendo una innovazione progetto, che evidentemente potrebbe consenti- sostanziale nella collaborazione tra pubblico re sia di determinare concrete sinergie, integra- e privato che, sino ad oggi, non era stata mai zione e fluidità con il restante tessuto urbano avviata in Oman nell’ambito della rigenerazio- delle città, sia di continuare a produrre obso- ne urbana. lete condizioni di fronte e retro: un fronte dove tutto è sfavillante e un retro dove continuano a Matrah (Muscat, Oman): da polo commerciale consolidarsi degrado e diseguaglianze sociali. a polo turistico Pertanto, di seguito, al fine di spiegare meglio questa modalità di approccio e le ricadute La cittadina portuale di Matrah è tra i più strategiche che possono determinarsi sul piano antichi insediamenti nel territorio della capitale territoriale, ci sembra utile approfondire l’atten- dell’Oman e presenta elementi di unicità rispet- zione su quanto si è recentemente progettato4 to all’area metropolitana di Muscat. in Oman, a Matrah, dove di fatto, il Piano non Sede di quello che, dalla sua costruzione negli ha riguardato solo la programmazione delle anni ‘70 fino al 2014, è stato il più importante destinazioni d’uso e delle infrastrutture da porto commerciale del sultanato, Matrah nasce realizzare, ma ha inteso determinare anche un come città-porta, nodo in cui si incontrano sistema di regole e di modalità attuative inter- le reti marittime dell’oceano indiano e quelle

242 dell’entroterra, carovaniere prima, autostradali baia circondata da una corona di montagne poi. La decisione strategica di riconvertire scultoree, gli edifici storici che deperiscono e Mina Sultan Qaboos5 in porto turistico, con lo vengono rapidamente sostituiti, l’abbandono spostamento delle attività commerciali nella cit- del quartiere da parte delle fasce più abbienti tà di Sohar, situata 200 km a nord, fa capo al degli omaniti, rendono Matrah un luogo margi- proposito governativo di redistribuire sul territo- nale e centrale allo stesso tempo. rio dell’Oman le principali attività economiche Sia per la sua morfologia naturale (il mare, da promuovere nel processo di affrancamento la corona di montagne che arriva a toccare dell’economia del paese dalla dipendenza la costa, i wadi6...) che per la sua storia (il dal petrolio: manifattura, logistica, turismo, porto, il souq, la cinta muraria che racchiude- pesca e attività mineraria. Tale visione prende va le diverse culture provenienti dal mare, il corpo nella strategia nazionale dei porti, che sistema di fortificazioni che domina il territorio prevede la creazione di un sistema di poli circostante) Matrah è nata e si è evoluta come complementari lungo i milleseicento kilometri di un ambiente estremamente denso e compres- costa del paese; sulla costruzione di una nuova so, ricco di attività, di scambio e di vitalità. rete ferroviaria transnazionale che interessa Esiste un’anima commerciale peculiare che l’intero territorio della penisola arabica; sulla caratterizza la sua natura e che rende le sue fondazione di nuove città (Duqm) e lo sviluppo strade vive e animate a tutte le ore. Questo di centri urbani minori (Shinas) che mirano a sistema si trova oggi dinnanzi a un imminente compensare l’eccesiva concentrazione della cambiamento che testerà ancora una volta la popolazione nella capitale. resilienza del luogo, la capacità di trasformarsi Alla scala metropolitana, la redistribuzione internamente e di farsi promotore del cambia- dei pesi dovrà tendere a controbilanciare lo mento proiettandolo sul territorio metropolitano squilibrio della crescita urbana di Muscat verso e nazionale. nord-ovest, in direzione dell’aeroporto, dove le Da nodo commerciale a nodo turistico, il ruolo scenografiche montagne si allontanano dalla di gateway agevolatore di scambi tra flussi di costa per lasciare spazio alla piana sabbio- persone e di merci in entrata da mare e da ter- sa oggi colonizzata da un dilagante sprawl ra potrà essere attentamente giocato attraverso urbano. il progetto urbanistico di riconversione del L’area metropolitana di Muscat appare infatti porto, integrato con il piano di riqualificazione come un esteso arcipelago lineare di centri sa- della città (MIIR). La caratteristica inter-scalare tellite distribuiti lungo i circa 40 km di autostra- propria della logica di rete può divenire la for- de. Queste ultime corrono parallele alla linea za ristrutturante che dalla dimensione micro-lo- costiera strette tra mare e montagna, divergen- cale si connette e immette energia nella scala do quando la striscia di terra racchiusa tra la urbana e territoriale. costa e la spettacolare orografia si allarga in In questo senso l’intermodalità di Matrah si in- una piana desertica cosparsa di insediamenti. nesta, come elemento innovativo promotore di I quartieri “isola”, nati e sviluppatisi perlopiù rigenerazione e di sostenibilità, in un sistema come centri monofunzionali (residenziali, go- più ampio, divenendo a sua volta la struttu- vernativi, diplomatici, commerciali, industriali, ra portante sia per le reti fisiche degli spazi educativi…), si appoggiano pesantemente sul pubblici e dei servizi che per le reti immateriali sistema autostradale e sul trasporto veicolare degli scambi etnico-culturali creati dal commer- privato. cio prima e dal turismo oggi. In questo sistema, Matrah con il suo tessuto denso impermeabile all’automobile e con la Il sistema multimodale alla scala microurbana e sua stratificazione funzionale ed etnico-sociale, la sperimentazione in medio oriente costituisce una completa eccezione. In tutto e per tutto un nucleo storico, Matrah è allo Il tema dell’organizzazione multimodale del stesso tempo il luogo più visitato nella capitale sistema di trasporto, a scala urbana o regiona- e un quartiere in decadenza fisica e sociale. le, è da oltre 50 anni dibattuto e declinato in L’animato souq, il carattere fortemente pedo- molteplici forme. Laddove lo sviluppo dei tes- nale delle strade, la conformazione fisica della suti urbanizzati e l’impostazione delle politiche

243 sociali ed economiche mostrano disequilibrio cità (autosilos meccanizzati), opportunamente o caratteri di sensibile fragilità, come è il caso dimensionati (oltre 7.500 nuovi posti auto) per dell’Oman, è inevitabile la presenza di caren- soddisfare la localizzazione di nuovi attrattori ze strutturali nella strategia multimodale dei di traffico e regolamentare la sosta di veicoli su trasporti. strada, attualmente carente di organizzazione. Tali brevi premesse, nel caso di interesse, ri- Il nuovo layout a servizio della mobilità intra-ur- guardano una proiezione del paradigma della bana è stato completato dalla progettazione mobilità omanita che sino al 2015 affidava in di nuovi archi della rete stradale capaci di maniera esclusiva la mobilità individuale alla garantire maggiore accessibilità all’area por- modalità su gomma. Infatti, la potente e recen- tuale per la domanda proveniente dall’intera te infrastrutturazione stradale su scala urbana area metropolitana di Muscat o di migliorare e regionale insieme all’assenza di servizi di la permeabilità del tessuto urbano e diminuire trasporto pubblico, siano essi su gomma o su i fenomeni di congestione della circolazione ferro, di fatto resa conveniente dalla disponibi- stradale. lità di ingenti risorse energetiche e petrolifere, L’architettura dell’offerta trasportistica e ha imposto in Oman un modello di trasporto infrastrutturale ha consentito, in ultima istan- antinomico persino ai primitivi concetti di za, di alleggerire la pressione veicolare (ed multimodalità. ambientale) sull’intera area di Matrah e sul La possibilità di ripensare, in chiave “euro- Waterfront, in particolare. Infatti, la viabilità di pea”, la rigenerazione dei tessuti sociali, delimitazione della costa (la Corniche) è stata economici e culturali a Matrah, ha consentito “declassificata” e resa compatibile con attività di impostare – in una logica di trasferimento di fruizione degli spazi pubblici e di “loisir”. modale e di riequilibrio tra mobilità individuale Anche il reticolo della viabilità minore imme- e collettiva – il progetto del potenziamento diatamente a ridosso dei principali attrattori della rete stradale primaria e secondaria e, più culturali e del patrimonio storico-architettonico in generale, della mobilità alla scala microur- è stato riservato alla pedonalità o ai mezzi bana. della mobilità dolce (biciclette e piccoli mezzi Il sistema che è stato progettato e dimensionato elettrici). per il sistema della mobilità a Matrah, nell’am- La sperimentazione a Matrah di un modello bito del MIIR e con una doppia proiezione “avanzato” dell’offerta multimodale di traspor- a medio (2025) e lungo (2050) termine, ha to è sembrata un’ottima occasione per mettere dovuto anche tenere in opportuna considera- a confronto approcci culturali ed economici zione gli specifici tratti comportamentali che che da tempo hanno più volte espresso l’esi- riservano agli spostamenti pedonali o non genza di confrontarsi ed integrarsi, in Europa motorizzati, una sensibile marginalità: ciò in come in Medioriente ragione delle condizioni ambientali e climati- che oltreché del modello di sviluppo industriale Il Piano di Rigenerazione, tra eredità storica e assunto, quest’ultimo affidato anche ad un integrazione di reti robusto indice di motorizzazione con tassi ancora in crescita. A Matrah vive una società islamica che pratica È vero anche che, l’approccio progettuale ha da tanto tempo l’integrazione multietnica e ne considerato il potenziamento dell’offerta turi- vuole fare uno dei motivi del proprio sviluppo. stica, commerciale e culturale di Matrah come La popolazione expat a Matrah è in continuo occasione di dimensionamento dell’offerta di aumento manifestandosi nei modi tipici del trasporto non esclusivamente per la domanda fenomeno migratorio del vecchio continente interna (residenti o utenti business) ma anche europeo: una parte della popolazione degli per la domanda esterna (turistica). immigrati, soprattutto quella povera ed emar- È stato quindi possibile progettare un sistema ginata, si insedia nella città esistente, vecchia di linee di trasporto pubblico di superficie (4 ed obsoleta, soppiantando via via soprattutto linee di bus ed oltre 1.200.000 km/anno di le giovani generazioni omanite e le famiglie servizio) integrato con le nuove strutture di più facoltose che si trasferiscono verso le nuove parcheggio, di superficie o ad elevata capa- zone urbanizzate più esclusive.

244 La Old Town, che sino a tre decenni fa rappre- successione temporale e culturale l’esecuzione sentava il cuore della tradizione residenziale e delle opere e degli obiettivi strategici program- culturale omanita, soprattutto nel Souq e nelle mati mirando nel contempo a mantenere saldi i attività commerciali connesse, è abbandonata, legami di rete che sottendono ogni strategia di degradata, è diventata periferia con perdita intervento. di identità culturale e in alcune zone di margi- Un piano di rigenerazione fisica dell’esistente nalizzazione sociale ed economica (gli expat con la riqualificazione integrale di parti di sono sia mussulmani proveniente dal medio città, la dotazione di infrastrutture ed impianti oriente povero, dilaniato dalle guerre, sia non capaci di garantire livelli di sicurezza urbana mussulmani provenienti da gran parte dell’o- e di contenere i rischi idrogeologici; la pro- riente asiatico). grammazione e progettazione di aree nodali La dequalificazione urbana si manifesta nel intermodali e di centralità per attrarre popo- deterioramento degli edifici (costruiti con lazione qualificata, attività imprenditoriali, materiali poveri e tecnologie elementari), sia turismo, eventi culturali, investimenti pubblici e negli spazi pubblici, vuoti urbani che si sono privati. moltiplicati irregolarmente, senza qualità, frutto I piani attuativi sono il recupero del tessuto di giustapposizione, liberi da vincoli organiz- urbano storico, la passeggiata e il museo della zativi anche per il particolare regime fondiario città lungo le Mura, il Forte portoghese, la città presente (patrimonio pubblico dato in conces- murata di Sur Al Lawatia, la riqualificazione sione per singoli interventi). del Souq con l’introduzione di nuove attività Lo sviluppo urbano repentino (dagli anni ‘70) artigianali (artisti e designers), la nuova Cargo della città metropolitana a Matrah è privo di Area, il sistema multimodale, la pedonalizza- piani generali coordinanti le infrastrutture, zione, i servizi per la collettività e le istituzio- i servizi, le reti, la mobilità. L’occupazione ni, il Waterfront (Corniche), una nuova area degli spazi di fondovalle è entrata in collisione commerciale-direzionale-residenziale vicina al con l’equilibrio idrogeologico che durante le Porto, il parco urbano e la protezione e salva- piogge violente e torrenziali provoca l’ingros- guardia di sistemi naturalistici. samento dei wadi causando danni a persone La Vision passa anche attraverso la suddivi- e cose. Lo skyline naturale di città e paesaggio sione della città in microzone e in piani di rischia di essere totalmente compromesso da interventi attuabili applicando Guidelines che una espansione che procede per aree urbaniz- esemplificano i comportamenti edilizi, le regole zate senza fisionomia. di conservazione dell’heritage, di rinnovamen- Il Piano Integrato di Riqualificazione Urbana to e di nuova edificazione. (MIIR) ha l’obiettivo di ristrutturare le infrastrut- Il piano di rigenerazione urbana si muove in ture generali contestualmente all’avvio della prima istanza risolvendo in una logica di rete rigenerazione urbana. Prende le mosse dalla alcune criticità generali che riguardano prima volontà di ridare centralità alla storia – intesa di tutto le connessioni e le relazioni tra le parti come valorizzazione della cultura e società della città. Gli spazi pubblici e l’edificato locale, della morfologia urbana, dell’heritage, (open space e greenways, pedonalizzazione delle istanze e istituzioni religiose multietniche di ampie aree, introduzione di strade urbane – individuandola come motivo conduttore della minime per avviare processi di implementa- ricerca identitaria (Preservation and Identi- zione della qualità della vivibilità garantendo ty) verso l’innovazione urbana (Innovation); anche la salute pubblica e l’accessibilità di con l’obiettivo di migliorare la qualità della servizio essenziale) sono quindi al centro vita (Liveability) in continuità con la presenza dell’attenzione progettuale, della concezione multiculturale e multietnica che per Matrah è di un sistema di reti integrate. Gli spazi pubbli- uno dei suoi caratteri distintivi (Diversity and ci sono destinati ad accogliere il nuovo sistema Inclusiveness). di sottoservizi a rete e di protezione e sicurez- Il MIIR proiettata la sua Vision nel 2050 con za idraulica (culvert e micro-dighe), nonché le una tappa di verifica nel 2025. Si muove su diverse forme di mobilità generale previste. tre livelli tra loro connessi e governati da una La rigenerazione individua per i diversi tessuti strategia di implementazione che organizza in urbani alcuni modelli comportamentali che,

245 secondo delle caratteristiche storiche, morfo- a Est dell’area di progetto e con l’area vasta logiche, spaziali, sociali, di centralità nella della città metropolitana, che si sviluppa preci- struttura urbana rinnovata, promuovono nuovi puamente verso l’Ovest verso l’aeroporto. sistemi relazionali diversificati. Per la città antica (Inside the Wall) e i tessuti storicizzati Investimenti innovativi e governance costruiti anche al di là della seconda cinta muraria (Consolidated Areas) viene introdotto Il concetto di “integrazione” nel progetto di il concetto di heritage urbano, estraneo alla Matrah, trova sintesi nell’ambito della metodo- odierna pratica locale che si è interessata alla logia applicata nel corso dello studio socioeco- sola salvaguardia di singoli edifici. nomico e finanziario, e nell’approccio empiri- Una particolare attenzione è posta al costruito co rivolto a tradurre gli indirizzi urbanistici in recente che, seppur di qualità costruttiva pove- un piano di sviluppo sostenibile anche sotto il ra, è figlio di una serie di relazioni spontanee, profilo economico-finanziario. di fenomeni sociali, di sviluppi culturali propri Perseguendo tale obiettivo, lo studio si è con- della società più intrinsecamente identitaria di centrato su tre dimensioni di progetto (dimen- Matrah. Le aree esterne di recentissima edi- sione umana, spaziale e temporale) nell’intento ficazione (Fringe Areas) di notevole interesse di creare strumenti operativi che potessero economico per la prossimità alle reti autostra- supportare la Governance locale nel processo dali metropolitane e la nuova espansione già di rigenerazione e nell’attrazione di risorse avviata sulla cornice collinare centrale (Moun- finanziarie esterne. tain Area), rappresentano il tentativo di orienta- Queste premesse, quindi, hanno avuto una re lo sviluppo futuro e nel contempo la sfida di fase preliminare di studio, sociodemografico e conciliare in un equilibrio dinamico, attraverso del “milieu” urbano, che ha permesso di indivi- un Piano e una programmazione di interventi duare gap e limiti connessi al capitale umano infrastrutturali ed economico-finanziari, una e alle attività imprenditoriali presenti nell’area dimensione paesaggistica e storico-culturale di progetto. con le istanze di una società che ha visto nelle In termini di output, lo studio ha identificato e trasformazioni radicali (nuove edificazioni smi- selezionato “nuovi” settori economici e oppor- surate, sostituzioni totali dell’edificato esistente, tunità, valutate secondo i principi del business taglio di montagne e limitata attenzione ai temi planning e dell’economia aziendale, e sinte- ambientali) lo strumento ordinario per interveni- tizzate attraverso dei valori guida (es. ROI, re nelle città e nel territorio antropizzato. ROE, payback), benckmarks, che assolvessero I temi della infrastrutturazione generale della la funzione di strumenti per la pianificazione e città e della dotazione di servizi per la col- rigenerazione dell’offerta produttiva di Matrah. lettività, così come i temi del rinnovamento Nel dare evidenza empirica della fattibilità edilizio, sono attraversati da sistemi di reti dell’analisi, lo studio della dimensione spaziale innovativi (Smart City, Solar City) che anche nel ha consentito di posizionare i “nuovi” settori e tipo di interventi e nei metodi della sostenibi- le attività imprenditoriali nell’area di progetto lità urbana proposti trovano una opportunità secondo i criteri definiti dal piano urbanistico per proiettare la città verso una compatibilità e dalle caratteristiche del patrimonio edilizio generale con il sito e fare della resilienza uno esistente, in particolare in alcune Project Areas dei capisaldi del sistema proposto. e per settori ed attività strategiche. L’assetto dell’area di intervento necessita di Infine, la parte finale dello studio è stata trovare una sua collocazione metropolitana nel associata alla verifica economica e finanziaria futuro prossimo dialogando con la riconver- della dimensione temporale dell’attuazione sione della grande area portuale (Mina Sultan del piano. In questi termini, l’approccio si è Qaboos Port Development), con il mercato tradotto nel dare sequenzialità all›implementa- turistico nazionale in grande espansione che zione dei singoli interventi, previsti dall›intero ha in Matrah uno dei capisaldi strutturali, con i progetto, secondo un ordine di priorità. sistemi di collegamenti, relazioni e connessioni Lo studio si è concretizzato, quindi, nell’indivi- tra il centro amministrativo, ministeriale e di duare strumenti finanziari, specifici per singoli rappresentanza sultanale della Old Muscat, progetti, che potessero essere sviluppati in un

246 arco temporale di breve-medio termine, e che report che periodicamente aggiornavano e svolgessero la funzione di decentralizzare la risolvevano le criticità via via riscontrate. spesa pubblica, ridurre l’esposizione debitoria Ne è venuto fuori un Piano che è stato parte- dei bilanci e migliorare le performances degli cipato dal suo nascere e svilupparsi perché investimenti. Per queste ragioni, il piano di generato da un apporto continuo di domande PPP (Public and Private Partnership) è la sintesi e risposte. Questo processo interattivo continuo della metodologia sviluppata nel corso del pro- è stato fondamentale, anche se faticoso, stres- getto, concretizzata in un piano finanziario per sante, impegnativo, per la comprensione stessa macro zone e per singoli “business” o progetti dello spirito del Piano. La sua carica innovativa da attuare secondo i principi e le regole delle e rigenerativa non poteva che essere condivisa alleanze pubblico-privato, e secondo le linee durante la sua formazione, così come, speria- guida e l’orizzonte temporale condiviso dal mo, la sua attuazione non può prescindere da piano di rigenerazione urbanistica, dal piano un affiancamento che accompagni la gover- per la mobilità e dalla progettazione delle prin- nance, la progettazione e la realizzazione cipali reti infrastrutturali. Sul piano finanziario delle opere strutturanti previste. quindi si è cercato di trovare strumenti empirici che conciliassero e connettessero i sistemi di reti previsti. Alle reti fisiche e materiali si sono Note associate le reti di relazione sociale e degli 1. Il presente contributo va considerato frutto delle comuni rifles- investimenti pubblici e privati proponendo sioni degli autori. In particolare G. Marzullo ha curato l’intro- quindi un Piano di rigenerazione e integrazio- duzione, F. Arici il par. 1, T. Giuffrè il par. 2, C. Onorato e L. ne che lavora su molteplici livelli di complessità Ledda i parr. 3 e 5, G. Tesoriere il par. 4. 2. Carta, M. (2014), Reimagining urbanism. Città creative, intel- dentro un sistema dinamico di sostenibilità in ligenti ed ecologiche per i tempi che cambiano, List lab labora- equilibrio. torio, Trento (pp.59- 99) 3. Giovinazzi, O. (2015), ”Porti italiani, ruolo nel Mediterraneo e scenari futuri” in Trasporti &Cultura, 41 (pp.45-51) Una esperienza di integrazione 4. Il progetto a cui la memoria è riferita è il MIIR (Matrah In- frastructure Integration and Redevelopment) affidato nel 2014 Il lavoro è stato condotto dalla società italiana dalla Muscat Municipality alla società di progettazione Sering International. di progettazione Sering International con sede 5. “Mina” è la parola araba per “porto”, Qaboos è il nome a Muscat. Per questo lavoro, durato circa due dell’illuminato Sultano che dal 1970 governa l’Oman. anni, ha aperto un altro studio a Matrah. Il 6. I wadi sono fiumi a regime torrentizio, tipici del clima tropicale desertico della penisola arabica. gruppo di lavoro, in alcune fasi molto este- so, era multidisciplinare (urbanisti, architetti, ingegneri specialisti nelle varie discipline delle infrastrutture e delle reti, geologi, economisti, esperti di turismo e comunicazione), elemen- to caratterizzante l’età media, giovanissimi professionisti, uomini e donne. Ancora più interessante è stato il processo di integrazione avvenuto durante il lavoro. Facevano parte del gruppo giovani professionisti omaniti. Incontri di culture e di approcci diversi. Il gruppo era inoltre strutturato con al suo interno un mediato- re culturale omanita per incontrare le comunità locali, per risolvere le immancabili ed este- nuanti questioni con gli uffici locali. Essenziale è stata la presenza all’interno dello studio di rappresentanti della Municipalità che hanno partecipato come supervisori, conoscen- done quindi, giornalmente la genesi, condivi- dere metodi di lavoro e obiettivi. Il processo è stato completato da continui confronti, incontri,

247 VALENZE IDENTITARIE E PROCESSI DI METROPOLIZZAZIONE. IL PROGETTO DELL’AREA DELLA EX POLVERIERA DI CICCARELLO A REGGIO CALABRIA

Natalina Carrà, Concetta Fallanca, Antonio Taccone

Premessa Esperienze di progettazione tra didattica e ricerca La qualità urbana, la qualità dei luoghi del vivere, si consegue attraverso un lento percorso L’esperienza che qui si presenta è stata con- di avvicinamento, nel lavorìo quotidiano che dotta1 all’interno del Progetto PianoCal2: elabora le continue reinterpretazioni di ciò che Piattaforma collaborativa per la vincolistica offre la città esistente, mediante il ridisegno di e il territorio la cui finalità è quella di re-in- ciò che può continuare ad esprimere nei valori terpretare in chiave positiva e propositiva lo strutturanti e attraverso l’inserimento di forme, strumento del vincolo quale mezzo di defini- funzioni e usi, volti a definire nuovi paesaggi zione e tutela del territorio, dal quale partire urbani. per un approccio progettuale sostenibile al La qualità del progetto, intesa come corretta patrimonio e all’identità culturale dei luoghi. progettazione architettonica o urbana, sal- Le attività hanno portato ad esperienze forma- vaguardia e valorizzazione dell’ambiente, tive che hanno coinvolto, così come previsto deve allora divenire fattore determinante di dal progetto, il laboratorio di sintesi finale di un processo evolutivo che conduca gli spazi a Recupero dell’Ambiente Urbano (Dipartimento divenire luoghi nei quali si possa riconoscere PAU, Laurea Magistrale in Architettura-Restauro il valore della relazione, dello scambio, della Classe LM4), con sperimentazioni progettuali e diversità come linguaggio della democrazia, in Workshop intensivi, destinati anche ai dotto- modo che architettura ed urbanistica possano randi del Dottorato di Ricerca in Urbanistica ritornare ad incidere significativamente sulla (Fallanca, Carrà, Taccone 2016). Durante le vita della città e dei suoi abitanti e la qualità attività laboratoriali sono state presentate le torni ad essere un patrimonio e un diritto dei innovazioni di processo maturate dal progetto cittadini (Fallanca, 2016). PianoCal, finalizzate ad una migliore defini- Alcuni luoghi urbani possiedono un notevole zione e condivisione dell’assetto del territorio potenziale e valenze straordinarie, sono vere e del suo uso sostenibile e compatibile con le e proprie risorse per la città, dare loro nuovi esigenze culturali del contesto, per la rea- significati porta a generare valori altri, nuove lizzazione di modelli integrati che abbiano logiche territoriali di respiro metropolitano, in come obiettivi strategici la valorizzazione del questo caso. patrimonio urbano storico. La trasferibilità La progettazione dell’area in oggetto, il parco dell’approccio maturato dal progetto PianoCal urbano nell’area dell’ex polveriera, da vita a è stata verificata con le attività che hanno por- processi di rigenerazione dell’intorno, oltre tato alle proposte progettuali di valorizzazione ad integrarsi nel sistema delle reti verdi, come dell’ex polveriera del quartiere Ciccarello la infrastruttura urbana si proietta nell’area della cui rigenerazione urbana si candida, oggi, a città metropolitana e può costituire il palinsesto diventare uno dei progetti cardine per un più necessario per lo sviluppo di nuove logiche ampio piano di recupero e valorizzazione territoriali. del patrimonio identitario nell’ottica di Reggio Calabria Città Metropolitana. Questo nuovo parco completerebbe l’arco costituito dalla

248 cintura verde del parco costiero dell’Oasi, del piazzale centrale sono poste le 4 postazioni di parco della collina di Pentimele, della citta- tiro (obici), in posizione leggermente rialzata della universitaria e dei giardini del palazzo e servita direttamente dai carrelli porta-proiet- della Regione, di Parco Caserta, al parco della tili che uscivano dai corridoi d’ingresso agli Rotonda Baden Powel, delle aree del Fondo ambienti interni. Oltre le spesse coperture Contrada Chiantella nei pressi di San Cristo- degli ambienti incassati un significativo rilevato foro e di Miniera e Casalotto tra l’aeroporto proteggeva le postazioni. Un corpo di fabbrica e Gallina, al parco dei fossili delle contrade I a sud chiudeva l’area e consentiva l’accesso Petti a Ravagnese e a Saracinello, Trombacà e alle postazioni telemetriche che guardavano lo Longhi Bovetto, contrada Trapezzi, i versanti di Stretto. Complessivamente si compone di nove Trapeli, Macellari, Quattronari, fino al possibi- ambienti: due magazzini complementari per le parco eolico di Punta Pellaro. Un’occasione, proiettili carichi, la polveriera per 24 tonnellate anche per innervare quattro quartieri sovraf- di esplosivo, un magazzino per polveri e arti- follati e poco attrattivi dal punto di vista della glieria da guerra, un magazzino per proiettili dotazione di servizi urbani e della qualità scarichi, un deposito balistite, un fabbricato degli spazi, con un parco che si lasci attraver- per granate torpedini, la tettoia per l’impianto sare e penetrare dai brani urbani. I due ettari termoelettrico, il corpo di guardia. Lo stato di dell’area dell’ex polveriera di Ciccarello, sono conservazione può considerarsi discreto in rife- stati preservati prima da un vincolo militare e rimento all’impianto strutturale e mediocre per recentemente dall’acquisizione da parte della assenza di manutenzione ai materiali superfi- città Metropolitana3 di Reggio Calabria in ciali e deperimento delle coperture. quanto già individuata nel Documento Preli- I quattro gruppi di progettazione del Laborato- minare al Piano Strutturale Comunale4. Fanno rio, hanno avanzato proposte per la rinatura- parte delle opere realizzate dopo il 1861, lizzazione dell’area, per la riconnessione con nell’ambito delle nuove scelte espansionistiche l’intorno, per la creazione di un parco urbano, del Regno d’Italia che impongono di elaborare e per la ricostruzione dell’intenzione di proget- un piano generale delle fortificazioni che ten- to, risalendo ai disegni di archivio per compa- ga conto di futuri e ipotetici scenari di guerra. rare l’idea al destino degli spazi pubblici. Vengono individuati con urgenza quei tratti La ricerca dell’identità architettonica e urbani- della costa italiana peninsulare da fortificare stica originaria nel progetto di rigenerazione, per una più efficace difesa contro eventuali inteso come il sistema di interventi e azioni operazioni di sbarco nemico. Tra queste vi è che comportano radicali cambiamenti non l’area dello Stretto di Messina, luogo tradizio- solo urbanistici e territoriali ma anche sociali e nalmente strategico nello scacchiere bellico del culturali. Uno degli aspetti che concorre a costi- Mediterraneo e punto di passaggio obbligato tuire l’identità è l’insieme delle “espressioni del verso nord. Lo Stato Maggiore dell’Esercito luogo se hanno caratteri unici o particolari che Italiano porta a termine in pochi anni diverse permangono racchiusi nella memoria collet- strutture militari, in seguito indicate con l’ap- tiva”. In questa parte di città si realizzarono pellativo di Forti Umbertini; di questi forti, 15 dapprima, negli anni ‘30 del secolo scorso, vengono costruiti sulla sponda sicula e 9 su alloggi temporanei, come ricoveri minimi per quella calabra (Lo Curzio, Caruso 2006). La ospitare gli assegnatari morosi di alloggi co- prima batteria posta sul fronte calabro con lo munali, successivamente per l’emergenza delle scopo di vigilare e difendere da sud lo Stretto, alluvioni del 1953 e nei decenni successivi si è proprio quella di Ciccarello, costruita tra il realizzarono quartieri di edilizia economica 1912 e il 1914. Differisce dalle altre, costruite e popolare e cooperative di edilizia sociale, intorno al 1880 e quindi meno recenti, per la convenzionata, sovvenzionata e agevolata. I conformazione derivante dal cospicuo spesso- progetti custoditi negli archivi illustrano spazi re delle coperture degli ambienti interni e per esterni progettati con cura, con aree di perti- la funzione di batteria con tiro a puntamento nenza esclusiva ai singoli corpi di fabbrica e indiretto a mare. Questi sono caratterizzati da aree di utilizzo comune a servizio dell’intero un corridoio interno dotato di binari per i car- quartiere. La viabilità è pensata per limitare relli utili alla movimentazione dei proiettili. Sul le aree carrabili sempre ben distinte da quelle

249 pedonali così come appaiono ampie e ben getto con l’intorno si ridefiniscono le possibili connesse le aree verdi. La lettura delle rela- porte dell’area e si valuta, tra le possibilità pro- zioni tecniche e degli elaborati di progetto è gettuali, la fattibilità di una forma di gestione stata finalizzata a far emergere il “senso” delle che consenta di mantenere l’area permeabile aree comuni e utilizzare alcune intenzioni di senza dover realizzare recinzioni e chiusure progetto, a volte mai realizzate, a volte trasfor- durante le ore notturne. L’intento è quello di mate con abusi di occupazione di suoli comuni conseguire la ricucitura della frammentazione oppure di superfici di asfalto che hanno coper- urbana attraverso la risignificazione dei luoghi to originari aree verdi, per rigenerare quelle e delle relazioni. È lo spazio pubblico che aree di verde pubblico a partire dai luoghi diventa l’elemento di connessione tra la rete che la mente progettante aveva già destinato dei “luoghi” che coinvolgono anche quegli a questo scopo. Il primo passo per la ri-natu- spazi aperti, pubblici e privati, che attualmente ralizzazione dell’area è quello di realizzare le inutilizzati, anche al fine di creare una rete di trasformazioni che sono strettamente necessa- spazi di interazione sociale. L’esito del com- rie a restituire l’area ai popolosi quartieri che plesso degli interventi propone una sorta di la circondano, densamente abitati e poveri rete ecologica urbana che dall’area dell’ex di aree verdi e di relazione. A questo scopo polveriera si innervi all’interno dei quartieri l’individuazione delle invarianti e dei segni già residenziali raggiungendo piazze e slarghi presenti considerati interessanti, quali vegeta- esistenti o di cui si propone la realizzazione. zione di qualità, vocazioni perseguibili, quote Dal punto di vista della sicurezza urbana e da mantenere e/o enfatizzare consente di trac- dell’integrazione tra criteri di formazione del ciare gli scenari progettuali possibili tenendo piano di protezione civile e futuro urbanistico conto inoltre dell’individuazione dei coni ottici dei quartieri, la rete così concepita tiene conto, più ampi verso la città e il mare, del rafforza- avallandole e integrandole, delle aree di atte- mento dei tracciati esistenti e la creazione di sa, delle aree di accoglienza e delle aree di nuovi percorsi di esclusiva fruizione dell’area. ammassamento. Tiene conto altresì della sicu- L’approccio progettuale punta al consegui- rezza delle connessioni proponendo interventi mento della massima biodiversità possibile e volti a migliorarne la funzionalità e ridurne la trova ritmo nelle tre intenzioni: valorizzare, vulnerabilità poiché anche i “luoghi sicuri”, i reinventare, rigenerare. L’intento è quello di luoghi di attesa, sono inutili se non possono andare alle radici delle questioni e procedere essere raggiunti “in sicurezza”. Per i quattro con forme di risanamento idonee ad alimenta- quartieri Petrillina, Modena, Calveri e Ciccarel- re la naturalità dei due ettari dell’area anche lo che lambiscono il parco, questo, con i suoi ricreando gli orti urbani che fino a tre decenni due ettari di territorio en plein air, costituisce di fa esistevano e restituendo anche un ruolo per sé una grande aree di attesa e di acco- produttivo ed educativo all’area centrale del glienza che all’occorrenza potrebbe anche parco. L’uso ad orto urbano, ad orto di città, svolgere funzioni di area di ammassamento. La crea l’occasione per superare quei confini che proposta per il parco urbano (Fig. 1)5 quindi rendono impenetrabile un’area, che la rendono presuppone e considera una pre-condizione la estranea al vivere quotidiano per invitare i cit- messa a sistema delle proposte di rinaturalizza- tadini tutti, a partire da quelli che risiedono nei zione e di connessione con gli spazi pubblici quartieri circostanti a viverla e a considerarla dei quartieri. Ri-progettare significa recupe- un bene comune. Nel ripensare i margini, gli rare e riattribuire nuovo senso e funzione ai accessi, i percorsi e le funzioni si sono attivati volumi esistenti e ma significa anche pensare processi e modelli di gestione che da un lato a soluzioni di elevata creatività e positivo tenevano conto di annosi problemi strutturali, impatto anche evocate dalla suggestione di legati ad esempio alle acque di dilavamento quanto sperimentato in altre occasioni o in altri che in assenza di un sistema di convogliamen- paesi. Prende forma e sostanza, così, da più to trasformano in torrenti le direttrici più acclivi, gruppi di lavoro e da diversi modi di intendere dall’altro tendevano ad attivare attenzione ed e procedere, un progetto urbanistico-sociale interesse dalla società civile e dal volontariato teso a creare aderenza tra luoghi e residenti, locale. Per la ri-connessione dell’area di pro- teso ad alimentare quel senso di appartenenza

250 che fa nascere l’interesse del prendersi cura di nuclei riconoscibili ma sembra molto comples- un luogo e di un pezzo di città. Teso, infine, sa anche l’opera di ridisegno e di recupero a formare alla consapevolezza che un bene finalizzate ad attribuire centralità e riconosci- comune non è un bene di nessuno ma è un bilità alle frange. Nato inizialmente come un bene di tutti e che migliora irrinunciabilmente piccolo insediamento rurale ai primi del ‘900 la comunità e gli individui che la compongono. era fortemente caratterizzato dall’agricoltura, in particolare di alberi da frutto. Solo dopo gli L’area di progetto nel contesto urbano e anni ‘20-’30 Modena incomincia ad assumere territoriale un’identità urbana anche se non strettamente correlata con il resto del tessuto urbano citta- Il quartiere Modena-Ciccarello di Reggio dino (Currò, Restifo 1991). Strutturato inizial- Calabria, insieme agli altri quartieri delle mente ai lati delle vie San Sperato e Modena, prime pendici collinari, costituisce una par- è stato col tempo stravolto da una edilizia del te delle “aree di frangia” che non possono tipo spontanea fortemente accentuatasi intorno essere considerate neppure aree periferiche agli anni ‘70-’80. È un quartiere con una parte della città. Soprattutto le zone a monte, verso importante di edilizia residenziale pubblica l’interno, sono costituite da un’edilizia di gran- legata ad una forte dinamica di crescita inizia- di caseggiati aggregati episodicamente che le in virtù dei tentativi mal riusciti di darne un determinano assetti disomogenei. Non solo assetto urbanistico con l’edificazione di alcuni non hanno determinato nuovi quartieri, nuovi isolati intorno agli anni ‘50 ad opera dell’Ente

251 Edilizio. Osservando la struttura morfologica rispetto delle più elementari regole urbanisti- del quartiere si evince chiaramente il fallimento che e compositive. Un altro aspetto rilevante è di questo tipo di azione pianificatoria. Infatti, costituito dalle risorse proprie che caratterizza- lo sviluppo incontrollato, senza attenzione no questa area, risorse che in passato hanno alla gerarchia spaziale e al rapporto tra i vari costituito nel primo nucleo una identità agricola edifici, ha determinato spazi caotici dominati legata alla coltivazione del cotone, ma che già dal reticolo stradale e caratterizzati dalla man- negli anni ‘50 ha completamente perso ogni canza totale di riferimenti. Un’edilizia sorta tipo di riconoscibilità. Questo anche alle poli- con questa assenza di criteri è priva di qualità tiche dell’Ente Edilizio che fino al 1952 (anno urbanistica ed edilizia e non ha nessun raccor- della sua soppressione), nel tentativo di ridurre do formale e funzionale con il resto della città le esigenze abitative inizia di fatto un processo (Taccone 2013). È possibile ricercare i carat- di urbanizzazione di nuove aree, prima nei teri del quartiere da numerosi punti di vista: la grandi giardini di Sbarre e successivamente forma dell’insediamento, l’esistenza di risorse nelle prime colline, appunto in località Mode- proprie rispetto alla città, la prevalenza di edi- na. Oggi il quartiere ha perso questa caratteri- fici residenziali pubblici, la gradevolezza dei stica e, rispetto alla città, possiede risorse eco- luoghi di ritrovo all’aperto, l’esistenza di luoghi nomiche totalmente indifferenziate. Una lettura di centralità ordinatori o la possibilità di crearli interessante attiene all’esistenza e alla qualità con interventi di trasformazione. Dal punto di dei luoghi di incontro all’aperto. Le città, come vista morfologico, il contesto urbano può esse- in una naturale evoluzione si espandono o si re considerato un insediamento complesso, con contraggono mentre gli abitanti vivono i luoghi maglie viarie spesso ortogonali che delimitano attraverso percorsi pensati da progettisti e i lotti. Lo schema è rappresentato principalmen- realizzati e gestiti dagli enti locali. Esistono dei te dal disegno delle aree di edilizia residenzia- luoghi che sono vissuti in maniera intensa per le pubblica poiché il quartiere, soprattutto negli poche ore al giorno mentre per il resto della anni ‘60 e ‘70, privo di qualsiasi indirizzo giornata sono privi di forme e di significati, poi a causa della mancata attuazione del PRG, altri non vengono fruiti in pieno dagli abitanti si espande in tutte le direttrici spontanee di ed altri ancora, anche se centrali, vengono sviluppo offerte dalla impervia morfologia dei usati parzialmente solo come aree mercatali. luoghi, seguendo il più delle volte i tracciati Tutto questo porta ad una disfunzione nella delle strade comunali e vicinali, utilizzando le possibilità di fruire di tali spazi ai fini della so- fiumare come percorsi di collegamento verso cialità ed alla vivibilità quotidiana generando le colline. Trasformazioni che compromettono un costo sociale ed economico. Tutti i quartieri le aree a maggiore valore paesistico, come possiedono uno o più luoghi di ritrovo all’e- la polveriera e gli splendidi orti urbani e i sterno, dal sagrato di una chiesa o lo spiazzo giardini che hanno per decenni sostenuto una antistante un bar, esistono però differenze, riconoscibilità dell’area, che sono stati sostituiti anche notevoli, nel modo di vivere questi o racchiusi da nuovi edifici determinando un spazi. In definitiva l’organizzazione strutturale continuo di aree urbanizzate. Si è così verifica- e l’assetto del sistema viario del quartiere, si ta da un lato un’espansione strutturata che ha presentano piuttosto articolati, ma con molte seguito nuovi assi longitudinali, con l’osserva- carenze e limiti funzionali e organizzativi che zione di regole pianificatorie che hanno con- generano situazioni di estrema criticità. sentito un certo controllo delle trasformazioni e dall’altro una espansione diffusa, frastagliata Carattere, identità e valore del luogo lungo i percorsi di penetrazione trasversale. Questa frammentazione insediativa ha deter- L’area dell’ex polveriera di Ciccarello, un’area minato un notevole spreco di suolo per insedia- preposta per la sua posizione e conformazio- menti mal urbanizzati e di scarsissima qualità ne morfologica a funzioni militari nel tempo è che evidenziano inoltre elevati squilibri sociali rimasta libera, essa, pur conservando le sue a causa della mancata integrazione dei quar- valenze storico-paesaggistiche è stata ingloba- tieri per l’edilizia residenziale pubblica e dal ta in un’area urbana residenziale periferica, proliferare di abitazioni abusive senza alcun molto importante nel contesto reggino.

252 La valenza storico-culturale dell’area viene pre- che di potenzialità, come nel nostro caso – dal servata fino al 2014 proprio grazie all’osser- punto di vista della localizzazione e della rela- vanza del vincolo militare. Il valore precipuo di zione con il contesto urbano di riferimento (in quest’area è sicuramente dato dalla sua loca- questo caso l’intera città di Reggio Calabria) lizzazione e dall’insieme dei fattori strutturali, e i quartieri limitrofi. Le trasformazioni di un fisici e ambientali che la definiscono. In loro si luogo, che nell’accezione ampia – e che più riconosce una comune matrice identitaria con il ci è congeniale in questo contesto – definiamo contesto ampio, definita dalla permanenza di rigenerazione, avvengono quando i sintomi di coordinate geografiche/localizzative e formali, declino fisico, sociale e/o economico si modifi- un tessuto urbano consolidato in una griglia cano attraverso l’introduzione di nuova vitalità, di stratificazioni storiche che evocano altri ovvero quella vivibilità di cui parla Marc Augé tempi, mentre l’area militare, la sua funzione quando dice che l’identità di un luogo è anche e il suo intorno, gli edifici, la struttura stessa, determinata dal modo in cui esso si inserisce perdono il significato di elemento funzionale e o può inserirsi nel contesto di riferimento, e, strategico: le funzioni svaniscono e costringono il carattere di un luogo all’interno di un con- ad una visione altra, cioè, il ridisegno urbano testo urbano è individuato dalla qualità delle all’interno di una configurazione esistente e relazioni umane che in esso sussistono: luoghi per certi versi consolidata. Le sue relazioni vivibili perché vivi, “relazionali” secondo la con la città, le sue caratteristiche fisiche e alcu- sua definizione (Augé, 2009). Inoltre, l’im- ne peculiarità e conseguenti possibili pertinen- portanza di luoghi abbandonati, liberi, vuoti, ze ispirate dalla storia, dalle vicende e dalle come quello in questione, è centrale perché in funzioni/ruolo avuto in passato, definiscono il alcuni casi sono gli unici spazi ancora disponi- carattere di questo luogo, e sono elementi che bili all’interno della città, in una posizione un compongono come tanti tasselli la sua identità. tempo marginale, ma oggi divenuta centrale e Conoscere gli eventi e i fenomeni che hanno per questo ancora più strategica, che oltre alle determinato processi di modificazione funzio- dimensioni notevoli e all’interesse storico-pa- nale e/o fisica è fondamentale per dimostrare esaggistico che conserva, può portare con sé come i luoghi siano dotati di un carattere una rigenerazione complessiva del contesto in proprio, una sorta di personalità che li rende cui si trova, di pezzi di città incompleti nel loro unici e riconoscibili; questa unicità andrebbe significato, sottovalutati nelle loro potenzialità, conservata anche nel momento in cui subentra poveri di relazioni umane al loro interno. Qua- il cambiamento, quando si rendono neces- lunque sia l’idea di futuro di un’area in abban- sari interventi di trasformazione materiale o dono si dovrebbe tenere conto del carattere e funzionale, quando, in particolare, si attivano dell’identità, oltre ad un’approfondita e puntua- processi di rigenerazione di luoghi dismessi, o le conoscenza del luogo, della sua storia, della caduti in disuso a causa dei cambiamenti subiti stratificazione di significati, di memorie e di nel tempo (Carrà, 2014). A seconda di come ruolo, delle caratteristiche del contesto cittadi- essi (carattere e identità) vengono letti e inter- no circostante, delle sue criticità, dei sistemi pretati, prendono forma i diversi tipi di inter- urbani preesistenti, di tutte le sue potenzialità e vento, che oltre a delineare quelli che possono infine dell’idea complessiva di città. essere considerati i tratti costitutivi del carattere del luogo, possono proporre idee di futuro, di I processi di rigenerazione e il progetto del rinnovamento, di possibili nuove funzioni che parco rispettino questo carattere, nuove identità fun- zionali che coniughino una sorta di continuità Nei progetti e processi di rigenerazione una di ruolo o polarità nel contesto di riferimento, notevole rilevanza viene attribuita, nella sua con la necessità di trasformazione e cambia- ampia accezione, a quello che definiamo mento opportuni, con miglioramenti sostenibili spazio pubblico, soprattutto quando il contesto dal punto di vista fisico e di qualità della vita. da rigenerare è inserito in ambiti periferici Questi luoghi spesso in condizioni di abbando- residenziali realizzati a partire dal secondo no, ma non per questo meno interessanti, sono dopoguerra. Tra gli elementi maggiormente densi di memoria, di significati e di valori, oltre disattesi in questi insediamenti periferici, vi

253 sono quelli che riguardano la qualità urbana e temporaneità. Esso, riguarda forme di connes- la vivibilità degli spazi aperti – strade, piazze, sioni tra l’edificato e il verde, attraversamenti, servizi alla residenza, giardini, cortili –nonché aperture e opportunità da cogliere, sinergie le attrezzature collettive e servizi, il che implica e relazioni da innescare. Il parco diviene una la carenza di luoghi adeguati all’interazione e sorta di catalizzatore delle idee progettuali del all’integrazione sociale. Il concetto di vivibili- e per il contesto e come opportunità per avvia- tà è molto complesso e comprende una serie re e sostenere processi di rigenerazione. di fattori, spesso non quantificabili, inclusi benessere fisico e psicofisico, in particolare ci si riferisce alla qualità ambientale e sociale Note di un’area, ovvero a ciò che dai residenti è percepito come sicurezza, benessere, qualità ambientale e delle interazioni sociali, opportu- 1. Il 16 dicembre 2015 si è tenuta, a conclusione del progetto PianoCal, la giornata di studio Il valore del luogo. Vincoli, nità per attività ricreative e di intrattenimento. opportunità, progetti Il parco urbano rappresenta in questa accezio- 2. Promosso per l’Università dal LASTRE - Laboratorio Integrato ne un particolare e specifico spazio pubblico dell’Area dello Stretto per lo sviluppo del territorio - del Dipartimento PAU con la Responsabilità Scientifica della prof. con funzioni articolate e, oggi, più che mai Concetta Fallanca e in partenariato con: Present Milano, riveste un importante ruolo di riferimento nel E-bag Catanzaro, Komedia Roma, Lamco Latina, e Tea complesso articolato della rigenerazione dei Catanzaro, è cofinanziato nell’ambito del POR CALABRIA FESR 2007/2013 luoghi, improntata ad attribuire qualità persa o 3. Deliberazione della Commissione Straordinaria, adottata con mai avuta a determinati contesti. i poteri del Consiglio Comunale n. 138 del 13 novembre L’articolazione in ambiti differenziati, la diffu- 2014. 4. Adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 20 sione di varie attività ed una chiara organiz- del 25 novembre 2011. zazione gestionale sono alla base, insieme 5. Il repertorio grafico degli studi e dei progetti a corredo ad altre caratteristiche di natura strategica del dell’articolo è frutto del lavoro del Laboratorio di Recupero dell’ambiente Urbano (Proff. C. Fallanca, N Carrà, A. Tacco- progetto del parco urbano in quartieri residen- ne) del Corso di Laurea Magistrale LM 4 in Architettura-Re- ziali. Esso interpreta lo spazio pubblico come stauro del Dipartimento PAU, a.a. 2015/16). creatore di socialità urbana, fondamentale e significativo connettivo tra gli edifici. Il parco Riferimenti Bibliografici urbano è il luogo capace di innescare processi di valorizzazione e riqualificazione della città, Augé, M. (2009) Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, Milano attraverso il riequilibrio di servizi, infrastrutture, Carrà, N. (2014) Temi, visioni e strategie per la città compensazione ambientale, connessione di storica del terzo millennio. Metamorfosi di un fenomeno, sistemi urbani quali la mobilità dolce, piuttosto consuetudine di un processo, Aracne ed., Roma Currò, G., Restifo, G. (1991) La città nella storia d’Italia, che gli ambiti culturalmente o socialmente rile- Reggio Calabria, Laterza, Bari vanti per la città, e opportunità per lo sviluppo Fallanca, C., Carrà, N., Taccone, A. (eds, 2016) Il valore di ambiti sottovalutati o/e per l’integrazione del luogo. Esperienze progettuali del Laboratorio di recupero dell’ambiente urbano, ed. Centro Stampa di sociale in quartieri periferici. Diviene così: Ateneo, Reggio Calabria • possibile matrice di rigenerazione per il Fallanca, C., Gli dèi della città. Progettare un nuovo tessuto urbano e/o ambientale circostante; umanesimo, Franco Angeli, Roma Lo Curzio, M., Caruso, V. (2006), La fortificazione • nuova polarità attrattiva e qualificante permanente dello Stretto di Messina. Storia, all’interno del contesto cittadino; conservazione e restauro di un patrimonio architettonico e • fattore di rilancio per l’immagine della ambientale, EDAS, Messina Taccone, A. (2013) Reggio Calabria. Un’esperienza in città; corso, in AA.VV., La valorizzazione del patrimonio • fattore di rilancio per la qualità della vita urbano attraverso modelli di mobilità sostenibile, Iiriti percepita e senso di appartenenza. Editore, Reggio Calabria La progettazione di un Parco Urbano è sempre più spesso intesa quale occasione per la pro- gettazione di una parte di città, è un progetto di conservazione di frammenti di paesaggio esistenti, come nel nostro caso, ma anche di definizione di nuovi paesaggi urbani della con-

254 INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI BOLOGNA: QUESTIONI IRRISOLTE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO

Elisa Conticelli | Stefania Proli | Simona Tondelli

Il ruolo delle infrastrutture di trasporto come insediamenti, le reti di trasporto hanno potuto direttrice di sviluppo della città metropolitana: rimarcare il proprio ruolo nell’organizzazione quali problematiche e quali sfide territoriale, rivelandosi strutture in grado di operare un vero e proprio riassetto territoriale Le infrastrutture di trasporto hanno avuto da preordinato ad elevare la qualità della città e sempre un ruolo fondamentale per la creazio- del territorio (Tondelli, 2003). ne di sistemi urbani competitivi, considerate Se l’integrazione tra politiche urbanistiche comunemente motore di sviluppo e volano di e infrastrutturali è stata ormai largamente crescita economica. L’introduzione e lo svilup- enunciata come politica-chiave in un’ottica di po della rete ferroviaria dalla fine dell’Otto- promozione di modelli di sviluppo maggior- cento, lo sviluppo della rete autostradale nel mente sostenibili, non sempre tale obiettivo è dopoguerra, la creazione e il potenziamento raggiunto nei fatti né tanto meno promosso dell’alta velocità ferroviaria a partire dagli a partire da una sincera valutazione di quali anni ‘80 del Novecento e la strutturazione dei siano i progetti prioritari per un dato territo- grandi corridoi infrastrutturali europei sono rio. Sebbene infatti le politiche infrastrutturali solo alcune tra le principali tappe che hanno siano sempre presenti nelle agende politiche scandito questo processo. degli amministratori pubblici appartenenti a Anche nei decenni più recenti, in cui l’impulso tutti i livelli istituzionali, tuttavia è molto spesso dovuto alla larga diffusione dei principi legati assente una valutazione più accurata delle allo sviluppo sostenibile ha posto dei limiti ripercussioni e dei nessi che collegano tali poli- all’espansione urbana incontrollata e, di conse- tiche ai processi di sviluppo e di rigenerazione guenza, alla previsione di nuove infrastrutture dei territori (Afferni et al., 2001). che avrebbero indotto effetti negativi sui sistemi Le politiche infrastrutturali che hanno caratte- ambientali e territoriali (Di Giampietro, 2000), rizzato il territorio della Città Metropolitana di le infrastrutture di trasporto hanno mantenuto Bologna ci insegnano proprio questo. La confi- un ruolo significativo come elemento di po- gurazione dei sistemi di mobilità del territorio larizzazione e di addensamento di funzioni bolognese è stata da sempre un tema piuttosto urbane. Su questa linea si sono affermate le critico e controverso (Gabellini et al., 2017), politiche, di stampo prevalentemente anglosas- soprattutto se concepito in un’ottica di ristrut- sone – basate sul principio del Transit Oriented turazione complessiva dell’assetto territoriale Development – che, ponendosi come obiettivo provinciale. Il presente articolo propone una la riduzione dello sprawl e della mobilità priva- breve riflessione sulle principali politiche infra- ta motorizzata, fondano lo sviluppo urbano su strutturali promosse a livello metropolitano per una forte integrazione con il sistema di traspor- far fronte alle mutevoli esigenze di sviluppo ur- to collettivo, concentrando così la domanda di bano e territoriale. In particolare, il contributo trasporto intorno ai principali nodi del traspor- si concentra su alcuni progetti che, dagli anni to pubblico. ‘60, sono stati promossi dai diversi strumenti Anche in questa prospettiva, maggiormente pianificatori del tempo, con il fine di affrontare attenta al miglioramento dei sistemi urbani in maniera omogenea il sistema policentrico esistenti piuttosto che allo sviluppo di nuovi facente capo alla città capoluogo bolognese.

255 Fig. 1 - PRG85. Schema della rete l’espansione verso nord risalgono a questo metropolitana particolare momento storico, quando prendo- leggera. Fonte: Gallingani, 2004 no forma alcune proposte che riconfigurano radicalmente l’assetto dell’area metropolitana di Bologna, in particolare il nuovo centro direzionale e diversi nuovi quartieri periferici. Il PIC, Piano Intercomunale Comprensoriale di Bologna, compie alcune scelte importanti da questo punto di vista, in cui le infrastrutture gio- cano un ruolo chiave nella configurazione del sistema insediativo: privilegiando le direttrici di sviluppo verso la pianura (scelta avvallata dal- la localizzazione del nuovo centro direzionale) il piano ribalta il sistema longitudinale della via Emilia e supera l’impianto radiocentrico con Il quadro che emerge evidenzia le difficoltà il fine di creare un nuovo sistema trasversale nell’affrontare, da un lato, i temi legati allo che favorisca le interrelazioni fra i centri del sviluppo insediativo della città metropolitana e, comprensorio (Maldini et al., 1969). In questi dall’altro, la necessità di gestire e rafforzare il anni di grande urbanizzazione, la città infatti ruolo di nodo infrastrutturale e strategico della riconfigura il proprio assetto infrastrutturale città di Bologna a livello nazionale. completando la tangenziale, importante arteria stradale che cinge l’area nord-orientale della Un nodo strategico nel territorio nazionale città, consentendo di decongestionare il centro storico cittadino dal traffico di attraversamen- La città di Bologna, capoluogo di una regione to, ma che viene a costituire anche una forte che, per storia e struttura, è fortemente policen- barriera urbana. trica, ricopre da sempre una posizione stra- tegica di nodo di comunicazione grazie alla La ricerca di nuovi schemi per la rete sua centralità geografica. Questo carattere, infrastrutturale riscontrabile già a partire dalla fine dell’Ot- tocento attraverso il progressivo sviluppo dei Al declino dell’esperienza dei comprensori se- collegamenti ferroviari passanti per il nodo di gue un protocollo di intesa per il coordinamen- Bologna, si è sicuramente accentuato a partire to degli strumenti urbanistici relativo ai comuni dal secondo dopoguerra, quando le necessità dell’area vasta bolognese, con l’obiettivo di di crescita seguite al boom economico, da stendere linee di indirizzo comuni su alcuni un lato, e lo sviluppo della rete autostradale, temi, fra cui quello della mobilità. Ancora una dall’altro, aumentano fortemente la domanda volta i comuni del territorio bolognese scelgono di mobilità sia interna che esterna al centro uno strumento di natura informale per indiriz- urbano. zare le scelte strategiche di rilievo territoriale A partire dagli anni sessanta Bologna viene che inevitabilmente coinvolgono le singole dunque ad assumere un ruolo di importante realtà locali, ormai ricomprese nel grande nodo strategico nel territorio nazionale. Ana- sistema metropolitano di Bologna. Lo schema lizzando la programmazione infrastrutturale direttore del PUI, Piano Urbanistico Interco- al centro degli interventi pianificatori previsti munale (1984), individua tre macrosistemi dagli strumenti del tempo (Schema di sviluppo (ambientale, insediativo, infrastrutturale), con della Regione Emilia-Romagna elaborato dal l’obiettivo di coordinare gli strumenti urbanistici CRPE), emergono alcune scelte infrastrutturali grazie alla stesura di uno schema direttore per mirate a valorizzare il ruolo del capoluogo l’area urbana integrata. Proponendo un uso emiliano all’interno del corridoio del Po e a più razionale delle risorse, evitando “casualità rafforzare i legami con il triangolo industriale insediative e dispersione di interventi” e valo- (Moroni, Marcialis Samonà, 1967). I proget- rizzando le qualità edilizie e ambientali del ti per la grande circonvallazione urbana e territorio (PUI, 1984), lo strumento mira a “sod-

256 disfare una domanda di qualità urbana e di all’elezione a Bologna del primo sindaco di mobilità che nel corso degli anni […] si erano centro-destra, segna un forte punto di rottura andate affermando come prioritarie” (Bottino con le politiche e le strategie per la mobilità e Vella, 1990, p.77). Il ridisegno strategico del territorio. Alla svolta politica segue nel del territorio concentra e trasferisce la maggior 2001 l’elaborazione di un Masterplan che, evi- parte delle attività (residenziali, terziarie e di tando il confronto con il tavolo metropolitano, servizio) lungo le linee di trasporto di massa ribalta di fatto le strategie di crescita dell’area su rotaia, con particolare riferimento ai punti metropolitana bolognese proponendo, invece di interscambio, anticipando di fatto quelle di una città che si apre a nord e cresce verso politiche di sviluppo orientate ai trasporti che la pianura, una nuova tangenziale da realizza- nei decenni successivi avrebbero influenzato lo re a sud, tramite un tunnel, ai piedi del territo- sviluppo urbano di tutti i paesi industrializzati. rio collinare. La mobilità su ferro viene quindi a costituire Negli anni più recenti sono due i grandi il “riferimento fondamentale” (Bottino e Vella, progetti infrastrutturali che andranno a servire 1990, p.78) del nuovo modello di sviluppo che e ad influenzare l’intera area metropolitana di vuole proporsi come una risposta a problemi Bologna negli anni seguenti: il potenziamento che sempre più fuoriescono dalla dimensione del trasporto metropolitano su ferro, che ripren- comunale. Tale visione non troverà attuazione de in mano il vecchio progetto del Servizio nell’immediato ma sarà ripresa dopo circa un Ferroviario Metropolitano abbandonato negli decennio nel progetto del Servizio Ferroviario anni ‘90 e il potenziamento del collegamento Metropolitano. autostradale tangenziale alla città di Bologna. Infatti, le scelte prese dal PUI saranno di fatto Entrambi i progetti, il primo attualmente in superate dal PRG dell’85 di Bologna, strumen- corso di realizzazione e il secondo in fase di to che si propone come riferimento anche alla valutazione di impatto ambientale, hanno visto scala sovra-locale e che fonda le sue strategie la luce dopo un lungo percorso progettuale, sulla valorizzazione di un sistema urbano conti- per certi versi contraddittorio. nuo servito da una rete infrastrutturale pensata come una “spina dorsale” su cui si appog- Il potenziamento del trasporto ferroviario giano la maggior parte delle quote di attività metropolitano terziarie, residenziali e di servizio sociale (Gabellini et al., 2017). Fra gli interventi più L’idea di dotare il territorio metropolitano innovativi introdotti da questo strumento, vi è attorno alla città di Bologna di un servizio di l’individuazione di una fascia boscata continua trasporto pubblico su ferro a supporto della di mitigazione (221 ettari), un modo per ren- mobilità locale efficiente e capillare è introdot- dere compatibile la presenza della tangenziale ta per la prima volta nel Piano integrato dei con la vivibilità degli insediamenti limitrofi. Il trasporti di bacino della Provincia di Bologna progetto di dotare tutta la cintura bolognese, del 1982 e, come anticipato precedentemente, attorno alla Tangenziale, di una grande fascia nel Piano Urbanistico Intercomunale del 1984. verde, verrà tuttavia solo parzialmente comple- Questo orientamento ha assunto le fattezze tato. di un vero e proprio progetto solo successi- I decenni successivi sono caratterizzati da un vamente, nel 1994, anno in cui è sottoscritta susseguirsi di proposte che intendono riconfi- l’Intesa per la definizione di un nuovo assetto gurare il sistema infrastrutturale adattandolo dei trasporti pubblici nell’Area Metropolitana alle nuove esigenze della città metropolitana, bolognese sfruttando l’infrastruttura ferroviaria cresciuta a partire dagli anni settanta secondo già esistente nel territorio provinciale per gli uno schema policentrico. Il piano infraregio- spostamenti sistematici giornalieri tra Bologna nale del ‘93, primo strumento di livello provin- e il suo bacino (Cappelli, Spinedi, 2014). Tale ciale, rafforza le tre direttrici nord, sud-ovest, idea, alla base del progetto Servizio Ferrovia- nord-est su cui concentrare le aree di sviluppo rio Metropolitano (SFM), è perfezionata e resa urbano, disincentivando la direttrice est-ovest fattibile in occasione del confronto intrapreso della via Emilia. In seguito, la fortissima crisi tra Gruppo FS, città di Bologna e Provincia di politica che, alla fine degli anni ‘90, porta Bologna in merito al progetto per la realizza-

257 zione della Stazione ferroviaria AV, in cui è anche sulla mobilità locale e metropolitana stato possibile rilanciare il progetto dell’SFM in per la quale il potenziamento dell’SFM potrà maniera più concreta (Nigro, Tropea, 2013). È costituire uno degli elementi chiave per un vero proprio in riferimento alle previsioni di am- cambio nelle modalità di spostamento giorna- modernamento del trasporto AV che va letto liere degli abitanti, insieme al potenziamento il progetto dell’SFM. Il progetto della nuova del trasporto pubblico locale, all’incremento stazione dedicata ai treni veloci, firmato nello della mobilità ciclopedonale e ad una mag- stesso anno dall’architetto Ricardo Bofill, pro- giore integrazione con i servizi extraurbani su pone infatti di realizzare una nuova stazione gomma (CMB, 2016). AV completamente interrata e di liberare le linee ferroviarie tradizionali per implementare Il percorso per il nuovo passante autostradale il Servizio Ferroviario Metropolitano in una logica di perfetta integrazione tra i due sistemi Il passante autostradale di Bologna è forse uno di trasporto ferroviario: quello locale e quello tra i più controversi e contestati progetti che nazionale (Conticelli, 2012). Ciò ha permesso ha caratterizzato la storia urbanistica dell’area di concepire un nuovo sistema di trasporto metropolitana di Bologna negli ultimi 20 anni metropolitano altamente integrato ai sistemi e che ancora si presenta come una tematica di trasporto local e sovralocali, facenti perno aperta, destinata a sollevare nel tempo nuove sull’area della stazione ferroviaria Centrale, questioni. limitando notevolmente i costi (Nigro, Tropea, Il progetto del passante è stato concepito per 2013; Cappelli, Spinedi, 2014). In questo ovviare alla forte congestione del sistema infra- contesto è stato possibile rivedere l’intero Ser- strutturale della tangenziale e dell’autostrada vizio Ferroviario Metropolitano che prevede: la A14 che corre all’interno del contesto urbano trasformazione degli 8 rami ferroviari esistenti a nord del centro storico e che risulta ormai in 4 linee passanti e 1 attestata ancora a inadatto a sopportare gli attuali livelli di traffi- Bologna Centrale; la costruzione di 16 nuove co, causando pesanti problemi di inquinamen- fermate, di cui 8 nel comune di Bologna (Cap- to ambientale. Il progetto propone un’arteria pelli, Spinedi, 2014). autostradale alternativa all’attuale fascio tan- Il progetto del nuovo nodo di interscambio genziale-autostradale, declassando il vecchio della Stazione Centrale viene poi completato e tracciato come rafforzamento della tangenziale ulteriormente potenziato da due nuovi elemen- al servizio delle aree prossime a Bologna. Il ti: l’ampliamento della stazione storica grazie Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale alla realizzazione di un nuovo polo ferroviario (PTCP) del 2004 aveva incluso tale previsione con funzioni di integrazione dei percorsi già nelle nuove previsioni di piano, ipotizzando presenti nel polo della stazione con quelli la realizzazione di un by-pass a nord della urbani circostanti, in cui poter insediare anche città, noto a tutti come ‘‘passante autostradale nuove funzioni urbane; la realizzazione di un nord’’, il quale aveva trovato concordi, anche collegamento diretto con l’aeroporto cittadino se faticosamente (Gabellini et al., 2017), il G. Marconi attraverso la realizzazione di un si- Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la stema di trasporto dedicato – il “People mover” Regione Emilia Romagna, la Provincia stessa e – col fine di garantire l’interconnessione rapida il Comune di Bologna, che siglano un accordo e di elevata frequenza tra i due nodi (Conticel- nel 2002. Il passante nord, che si sviluppa per li, 2012). Le previsioni di potenziamento del circa 40 km nella pianura a nord di Bologna, nodo della stazione e della connessione diretta doveva servire in particolare le nuove aree con l’aeroporto, il quale peraltro sta suben- produttive previste dal PTCP, mentre le zone do anch’esso un processo di potenziamento, più centrali sarebbero state servite, anch’esse passando dagli attuali 7 milioni a 10 milioni in maniera più efficiente, dal vecchio tracciato. di passeggeri (CMB, 2016), determineran- Il progetto subisce un primo arresto nel 2009 no un aumento considerevole della capacità in cui un pronunciamento della UE ne contesta attrattiva del nodo di Bologna, con un aumento alcune scelte in merito al tracciato; ciò deter- importante dei flussi di passeggeri in arrivo mina la definizione di una nuova proposta da e in transito; ciò si ripercuoterà in gran parte parte di Società Autostrade, in cui il passante

258 presenta un minore sviluppo ed una colloca- urbano prossimo all’infrastruttura esistente che, zione a metà tra l’attuale sede autostradale e sebbene potenziata, può contribuire anche il tracciato proposto nel PTCP. Questa seconda al potenziamento della valenza ecologica soluzione non incontra il consenso da parte dell’ambito di riferimento e a valorizzare le dei Sindaci dei comuni di pianura interessati qualità paesaggistiche dei territori attraversati. dal nuovo tracciato, preoccupati degli effetti negativi in termini di congestione e di inqui- Questioni aperte namento atmosferico determinati dalla nuova infrastruttura viaria. La pianificazione delle infrastrutture e dei Nel frattempo anche gli scenari di sviluppo trasporti che si è sviluppata sul territorio bolo- insediativo prefigurati dal PTCP sono lentamen- gnese nell’ultimo mezzo secolo ha evidenziato te cambiati, evidenziando, specialmente dal difficoltà nel concertare scelte strategiche di 2008, tassi di crescita più bassi rispetto alle lungo periodo tra tutti gli attori presenti. I piani originarie previsioni (Gabellini et al., 2017). urbanistici sviluppati in modo alterno alla Questa situazione, unita alle criticità di tipo scala vasta e alla scala comunale da parte del territoriale, ambientale, paesaggistico ed Comune capoluogo hanno prodotto politiche e economico e alle posizioni contrarie generate visioni strategiche spesso discordanti, soprat- dal progetto del “Passante nord” determinano tutto per ciò che riguarda le infrastrutture di un cambio di rotta piuttosto drastico da parte trasporto, che chiamano in causa interlocutori degli enti territoriali interessati dal progetto, forti con cui non è sempre facile negoziare. Il arrivando nel 2016 alla sottoscrizione di un disegno delle infrastrutture di trasporto che ha accordo, da parte di Comune di Bologna, coinvolto il territorio metropolitano bolognese Città Metropolitana di Bologna, Regione ha cercato di coniugare da un lato le necessità Emilia-Romagna, Ministero dei Trasporti e delle di potenziare le grandi infrastrutture stradali e Infrastrutture e Società Autostrade per l’Italia, ferroviarie presenti nel suo territorio (via Emilia, per la realizzazione di un nuovo progetto tracciato Alta velocità, asse autostradale) e denominato “Passante di mezzo”1. dall’altro potenziare l’accessibilità del proprio Il “Passante di mezzo” prevede non più la territorio, attraverso una domanda di infra- realizzazione di un nuovo asse autostradale strutture che supporta la crescita di forme di bensì l’allargamento del tracciato esistente, trasporto collettivo a basso impatto ambientale passando da due a tre corsie per senso di e a favore dell’intermodalità (SFM). Probabil- marcia più corsia di emergenza sia sull’A14 mente la città metropolitana, che conta al suo che sulla complanare. Sebbene la soluzione interno tutti i rappresentanti dei territori locali del potenziamento in sede fosse già stata inseriti nell’area metropolitana interessati dalle presa in considerazione, ma come alternativa grandi politiche infrastrutturali di scala provin- – valutata meno sostenibile rispetto all’opzione ciale, regionale o nazionale, potrà già costi- del passante nord – in sede di VIA del progetto tuire un ambiente in cui costruire un consenso proposto nel PTCP, la nuova proposta proget- determinante per definire una visione di area tuale appare per certi versi più convincente. vasta condivisa, sulla quale costruire un’idea Il progetto del Passante di mezzo, in capo a di sviluppo e far convergere di conseguenza le Società Autostrade, non è un puro progetto previsioni di potenziamento infrastrutturale più infrastrutturale bensì un sistema integrato in cui necessarie, a supporto di questa visione. l’architettura del paesaggio e la pianificazione territoriale hanno un peso rilevante sia per quello che riguarda le opere di mitigazione e Note di compensazione ambientali, sia per le solu- zioni previste per aumentare e migliorare le 1. http://www.passantedibologna.it connessioni urbane trasversali che la presenza del fascio autostradale tende inevitabilmente a indebolire. L’auspicio è che il nuovo progetto del passante autostradale possa essere un’oc- casione per migliorare la qualità dell’ambiente

259 Riferimenti Bibliografici

Afferni, R., Emanuel, C., Villaro, P. (2001), “Novara: una città che si mobilita e si reinventa attraverso l’Alta Velocità”, in Dematteis, G., Governa, F. (a cura di) Contesti locali e grandi infrastrutture. Politiche e progetti in Italia e in Europa, Franco Angeli, Milano Bottino, F., Vella, F. (1990), “Dossier: la città metropolitana – Bologna” in Urbanistica Informazioni, 112-113 (pag.74-79) Cappelli, A., Spinedi, M. (2014), Mobilità e trasporti. Report. Bologna. Piano Strategico Metropolitano. Tavolo Ambiente, assetti urbani e mobilità. Disponibile in: http://psm.bologna.it/category/tavoli-di-progettazione/ tavolo-ambiente-assetti-urbani-mobilita/ Città Metropolitana di Bologna – CMB, (2016), Piano Strategico Metropolitano 2.0. Linee di indirizzo. Disponibile in: http://psm.bologna.it/Engine/RAServeFile.php/f/Q5- Le_linee_di_indirizzo_%28doppia_pagina%29.pdf Conticelli, E. (2012) La stazione ferroviaria nella città che cambia, Bruno Mondadori, Milano-Torino Di Giampietro, G. (2000), “Infrastrutture di trasporto e politiche urbanistiche” in Urbanistica, 115 (pag.52-58) Gabellini, P., Proli, S., Tondelli, S. (2017), “Città metropolitana di Bologna” in De Luca, G., Moccia, F. D. (a cura di), Pianificare le città metropolitane in Italia. Interpretazioni, approcci, prospettive, INU edizioni, Roma Gallingani, M. (2004) Le occasioni della metropoli. La pianificazione metropolitana a Bologna. Disegni compiuti, sentieri interrotti, sogni, suggestioni, CLUEB, Bologna Maldini, P., Mazzanti, R., Pallotti, U., Tarozzi, F. (a cura di) (1969), “Linee generali dello schema per la pianificazione urbanistica nel comprensorio bolognese” in Urbanistica, 54-55 (pag.10-27) Moroni, P., Marcialis Samonà, P. (1967), “Ipotesi di assetto territoriale a livello nazionale. Centro-Nord” in Urbanistica, 49 (pag.9-30) Tondelli, S. (2003) Reti del territorio per la sostenibilità ambientale, Clueb Bologna

260 NUOVI PARADIGMI PER LE CENTRALITÀ URBANE DI ROMA. PROVE PER LA CENTRALITÀ ANAGNINA ROMANINA

Vittoria Crisostomi

L’ipotesi di lavoro trattare le aree delle centralità metropolitane, sperimentando le ipotesi sulla centralità di Il PRG di Roma nell’assumere i riferimenti Anagnina Romanina di cui è stato presentato all’area metropolitana ha proposto le centralità SAP e progetto urbanistico, ottime occasioni di come luogo di concentrazione delle funzioni confronto, e si propongono nuovi “quadri co- per lo sviluppo urbano e metropolitano e della noscitivi dei fattori di rilevanza metropolitana, socialità quotidiana dei quartieri circostanti, concorrenti alle condizioni di benessere della scegliendo luoghi inedificati o largamente popolazione e qualità dell’ambiente” da appli- incompleti, possibilmente con un ricco plafond care per riconvertire, rendendoli più adeguati di infrastrutture urbane e metropolitane da alla realtà attuale, i principi di progettazione completare e riordinare (Marcelloni, 2009). assunti per le centralità dal PRG2.. Di seguito Nel decennio trascorso dall’ultima fase della le regole di lavoro. Per costruire un progetto formazione e approvazione del Piano, seb- adeguato alle esigenze e utile alla città, l’eser- bene fossero stati presentati alcuni SAP per cizio è consistito nel chiedersi le vere ragioni l’attuazione delle centralità1, non sempre si dello stato attuale, riformulare il problema su è giunti all’approvazione finale ed all’imple- osservazioni certe e bisogni reali ed espliciti, mentazione dei progetti, sia per le modifiche confrontare quanto analizzato con le regole strutturali del mercato, sia per la rallentata del progetto presentato, provare infine a co- ristrutturazione delle infrastrutture, sia per la struire regole e soluzioni progettuali che nella rallentata crescita. Tuttavia la tesi è che, per un loro natura e configurazione siano più vicine eventuale riavvio, non basterebbe riordinare i al reale, più utili, più volute dalla popolazione, caratteri dei progetti ma è necessario il cam- più fattibili, più economiche3. biamento del metodo per formulare tali inizia- Seguono quindi la citazione delle ipotesi di tive di trasformazione della città. L’esigenza PRG, le analisi realistiche sui temi tradizional- trae forza dal fatto che del clima in cui è stato mente affrontati nella progettazione, messe concepito il PRG di Roma, intorno agli anni a confronto con la risposta offerta nell’ultimo ‘2000, è divenuto obsoleto il modello di città, progetto urbanistico presentato per la centralità all’epoca ancora gerarchicamente ordinato metropolitana Anagnina Romanina4, ed infine e di forma definita, ed il modello dell’utente, una proposta di riorganizzazione del metodo ancora schematizzabile nei comportamenti di progettazione urbanistica per le centralità residenza-lavoro-servizi. Oggi che la città del PRG di livello metropolitano. sembra completamente formata, discontinua, mista, incoerente, incompleta, porosa, tran- I temi progettuali scalare, iniqua, dispersiva (Cellamare 2016; Fantin 2012; Zanfi 2008) non è possibile Gli orizzonti del paesaggio rispondere ai bisogni della qualità dell’abitare Nel PRG e sin dalla prime presentazioni di M. con le regole del progetto equilibrato solo con Marcelloni5 la centralità di Romanina è assunta se stesso, chiuso in un confine, che trae le sue come un grande vuoto nel costruito, di 92,3 regole centrato sulle dimensioni dell’area di ha; in realtà la situazione è più complessa. Se intervento. Si cerca il metodo di indagare e si allarga l’orizzonte paesistico il vuoto urbano

261 entra in una linea di continuità dalle pendi- Vincoli e confini ci dei Castelli verso il mare, risultando una Nel PRG la frantumazione degli spazi aperti componente fondamentale di un cannocchiale cerca di consentire ancora una lettura uni- tuttora visibile dei paesaggi agropastorali taria con qualche richiamo alla continuità. originari. Perciò la accezione semplicistica di Infatti questo sistema rurale di epoca romana, vuoto va sostituita con un ruolo di componente organicamente strutturato anche secondo una paesistica degli spazi aperti e definitoria degli viabilità ordinata, residuato poi nel sistema insediamenti circostanti. La forma e l’impor- organizzativo dei grandi latifondi è stato da tanza dello spazio aperto perimetra rigorosa- decenni oggetto di salvaguardia con vincoli e mente il bordo delle borgate circostanti e del trattamenti, negli strumenti di tutela8 tutti volti territorio costruito ed assume il ruolo di forte a mantenere il profilo dei paesaggi agrari elemento di ordine e di riconoscibilità. archeologici e storici. L’interpretazione buro- Le ragioni dei Piani cratica e cavillosa ha fatto traslare di senso Questa realistica lettura morfologica dell’area l’individuazione dei beni in una lettura acritica spiega anche le ragioni del trattamento di in cui si sono perse le ragioni delle tutele, si questa nei piani urbanistici. Nel PRG del 1962 sono impoverite le locuzioni del paesaggio, e molte delle aree extra GRA delle tenute agri- si sono affermate quelle elementari del costrui- cole originarie6 hanno costituito una riserva di bile o non costruibile. aree periferiche, su cui era insostenibile offrire Esattamente questo binomio è stato assunto ulteriore residenziale in aggiunta ai cinque come regola base del progetto: il fosso e i resti milioni già pianificati, molto ben innervate per archeologici più evidenti in un continuum sui l’epoca dalla viabilità extraurbana, che trova- bordi dell’area, il resto sgombro ed edificabile. no il loro destino nel mercato delle aree come Il sistema insediativo circostante luoghi di concentrazione dei grandi servizi e Nel PRG, secondo una lettura delle forme dei servizi tecnologici di livello urbano e me- complementari, le intrusioni del costruito negli tropolitano (gli M1, gli M2 e gli M4 di PRG)7. spazi aperti trovano intorno ad esse dei confini Il residuo di queste, ancora non devastate molto definiti: gli intarsi sono rigidamente, dall’abusivismo e dalle sovraimpressioni di edi- quasi geometricamente, perimetrati da edilizia lizia pubblica e privata per aggiunte complete abusiva, secondo nuclei discontinui anche di anche non residenziali, è stata oggetto di eser- una certa consistenza. Questi si sono formati cizio del nuovo PRG che ha percepito i grandi perché le borgate hanno riempito le zone spazi aperti residuali (Torvergata, Romanina, meno pregiate, anche oggetto di possibili Appia, Anagnina Passo Lombardo…) come rischi idraulici, e soprattutto meno protette da intarsi, buchi, porosità da specializzare e pia- una destinazione di PRG che lasciasse una nificare o verso usi del verde e dell’agricolo, o qualche aspettativa di edificazione, in partico- in ambiti per il futuro sviluppo integrato della lare le zone ex H1, H2, N e i completamenti città, come le Centralità da pianificare spesso delle zone F1. Il dato da tenere presente è che originate da demani pubblici, o come PRINT intorno alla centralità sono organizzati circa per attività produttive. L’orizzonte paesaggisti- 200.000 abitanti secondo un completo cam- co si disgrega in abiti evanescenti di difficile pionario delle matrici di urbanizzazione dal definizione per forme e dimensioni, o troppo dopoguerra ad oggi: le zone F1 borgate nate grandi o troppo piccole. Non solo. Il mosaico a suo tempo fuori dal PRG del 1931, edilizia di spazi aperti che si ottiene diventa continuo privata degli anni 60, lottizzazioni degli anni fuori dai confini amministrativi, e si salda con ottanta, zone O, insediamenti abusivi sparsi, i brandelli dei vigneti DOC delle pendici dei il tutto transitato poi nella codifica del nuovo Castelli rimasti illesi dalla urbanizzazione degli PRG in T3, in PRINT prevalentemente residen- anni ottanta, leggermente diversi nelle forme, ziali, in zone abusive, in toponimi ex abusivi per i diversi condizionamenti morfologici, ma da recuperare. Secondo queste grossolane assi simili nel principio. Di qui l’accezione definizioni gli abitanti insediati nell’intorno9 del nuovo PRG dell’area come grande vuoto, sono 113.435 da completare con le previsioni di valenza di uso pubblico da urbanizzare e di PRG, che già per la centralità di Anagnina infrastrutturare. Romanina consentono, da progetto, 10.773

262 Fig. 1 - 1. L’orizzonte paesaggistico dei Castelli e la Tor Santi Quattro inglobata nelle borgate. 2. Gli agglomerati specializzati di depositi e magazzini. 3. PTPR: la geografia delle presenze che necessitano di tutela. 4. Le linee guida progettuali per il rispetto dei valori paesaggistici.

nuovi abitanti e in totale dovrebbero arrivare a il direzionale privato di servizio slegato e 219.714 abitanti totali nel Municipio. disarticolato dalle funzioni pregiate della città Quanto detto può essere sinteticamente riepi- moderna. Sono avviate le destinazioni pubbli- logato nell’illustrazione che segue. Il progetto che di servizio come la rimessa ATAC, sono ai fini dell’integrazione con i tessuti circostanti ancora incomplete, con vicende quarantennali, riprende a ovest pochi allineamenti dell’adia- iniziative come l’Università di Tor vergata, Si cente PdZ utilizzando come confine un filare di ottiene così un mosaico senza integrazione e alberi, sul lato opposto, assume il fosso dell’In- senza sistemi di relazione organizzati; depositi castro e la vegetazione come confine verde e stoccaggi assieme alle residenze abusive per la separazione dall’intorno, a nord utilizza costituiscono il perimetro dell’area e ne produ- l’area archeologica come schermatura dalla cono l’immagine collettiva. via Anagnina, a sud colloca la stazione di Per quanto riguarda i servizi alla popolazio- scambio. Nessuna regola di integrazione con ne insediata esiste una offerta elementare di l’intorno quindi e nessuna assunzione di punti servizi scolastici e poco altro, polverizzati nelle di vista rispetto alla configurazione urbana. areoline libere intercettate nei piani di recupe- I completamenti e il riordino della città sono ro delle borgate o negli insediamenti aggiunti aggiunte di 10.000 abitanti che si incastonano sia pubblici che privati malamente integrati nel grande vuoto. con l’intorno e quindi con una fruibilità dei La stratificazione degli usi servizi limitata. Il progetto centra l’offerta su Nel nuovo PRG la geografia delle centralità 15.000 mq di turistico ricettivo, 50.000 mq di utilizza spesso i grandi vuoti ancora non finiti, commerciale, 76.710 di direzionale, 25.000 facendo leva sulla diponibilità di aree ma non di servizi privati, oltre al residenziale per circa sulla disponibilità e l’adeguatezza dei contesti 404.000 mq e agli standard pubblici, con il sia per le modalità insediative che per le con- riuso delle officine Marconi - Italcable. dizioni di accessibilità urbana e locale. Infatti L’ideologia della mobilità tutte le destinazioni non residenziali private Riequilibrare la ripartizione modale a favore del piano previgente sono state realizzate ma, del trasporto pubblico aumentando l’efficien- data l’origine di aree isolate in campagna e za del sistema, far lavorare le reti in modo ben infrastrutturate, gli usi urbani prevalenti integrato attraverso punti di corrispondenza e sono i depositi e stoccaggio10, il commercio nodi di scambio sono le parole d’ordine del all’ingrosso, i centri commerciali monomarca, PRG. Il perno concettuale e il disegno che ne

263 discende11 è quello di cercare la connessione difficile integrazione con la vita quotidiana, tra modi di trasporto anche a diverse tecnolo- costosissime al punto da far quasi raddoppiare gie, ricercando e definendo minuziosamente i le SUL private rispetto alle previsioni di PRG12. punti di corrispondenza ai fini di una completa La lettura dei bisogni integrazione tra di essi. Si ricerca e si trova un Da quanto descritto finora sfugge, all’attualità, ridisegno di rete in equilibrio ingegneristico, il senso complessivo dell’operazione. Tramon- probabilmente favorevole dal punto di vista tata la fase delle grandi aspettative di sviluppo, dell’efficienza ma indipendente dai reali bi- in cui furono concepite le centralità, dovrebbe sogni di relazione delle funzioni urbane e dai rimanere l’utilità pubblica della prossimità reali comportamenti dei cittadini scarsamente di una possibile concentrazione di servizi disponibili a trasbordi multipli. urbani e locali. L’esperienza sul campo13 ha Anche il tentativo di armonizzazione delle infatti ampiamente dimostrato che la doman- previsioni insediative con i programmi della da dei cittadini è di natura diversa e chiede mobilità si presenta fortemente centrato sui localmente il potenziamento dei tracciati viari completamenti delle tratte mancanti della città locali trasversali, spesso soffocati e senza esito consolidata e, per la città della trasformazione, nei tessuti, per una migliore connessione tra sul collegare al meglio, ciascuno separatamen- quartieri e per una maggiore facilità di acces- te, i quartieri periferici già ormai realizzati, so ai servizi esistenti, una maggiore e migliore alle dorsali urbane esistenti ed ai probabili accessibilità dai tessuti residenziali ai nodi di nodi di scambio col mezzo pubblico. Si dà connessione con la città, il potenziamento dei inoltre atto che “gli interventi urbanistici previsti servizi locali, un verde urbano attrezzato ben dal nuovo PRG comportano un aumento di diverso dagli incolti circostanti a cui è ridotto il circa 100.000 spostamenti complessivi nell’ora paesaggio, la sicurezza che, nella situazione di punta della mattina” per i quali lo scenario data al momento, non può provenire come infrastrutturale di progetto consegue un miglio- dovrebbe dalla normale e civile frequentazione ramento con l’utilizzo di itinerari tangenziali di dei luoghi: non ci sono luoghi non c’è sociali- scorrimento. tà, non c’è sicurezza. Ebbene questi presupposti hanno fatto sì che Il progetto presenta un soddisfacimento di sull’area di Anagnina Romanina si sovrap- maniera dei servizi locali proponendo un ponessero direttrici urbane e metropolitane, centro culturale e un centro arti e mestieri negli pubbliche e private forse reali in un orizzonte edifici abbandonati, il parco lungo il fosso finale con il PRG completamente a regime, ma evidentemente funzionale alle nuove residenze, che debbono essere interpretate, selezionate e una grande spina centrale di funzioni urbane dimensionate in accompagnamento al matura- con grandi alberghi e direzionale e uno strato re degli interventi urbanistici. di parcheggi sotterranei. Nessuna interazione Ad un PRG che propone in maniera generaliz- funzionale o fisica con i quartieri intorno. zata una rete interconnessa con se stessa ma non con i luoghi, i tessuti, la domanda vera di Conclusioni per un nuovo paradigma mobilità dei cittadini, il progetto risponde in modo non finalizzato, ignorando la configu- Rispetto alla vasta letteratura segue un elenco razione storica, le ragioni di una connettività delle nuove possibilità di procedere, basato antica destrutturata e di una accessibilità locale sulle constatazioni precedenti e appoggiato su tuttora inesistente. Senza tentare una ri-confi- qualche teoria di ricerca dei nuovi paradigmi gurazione attualizzata e selettiva con le reti (Carta,M. 2014; OICE 2017), ma soprattutto circostanti e senza contestualizzare i diversi su un tema di ricerca, che non è affatto supera- livelli di mobilità, sceglie dal disegno del PRG to come sembra, sul modo in cui l’urbanistica quello che cade dentro al perimetro. Non solo: possa ancora affermare un proprio spessore avendo concentrato l’area edificabile e assunto tecnico e richiamare alcune regole di ordinata il carico delle previsioni infrastrutturali di PRG, progettazione, senza affogare nei temi delle la dorsale centrale del progetto risulta orga- multidisciplinarietà e della socializzazione nizzata su tre strati (mezzo pubblico, privato, delle scelte. ciclopedonale) di cui due livelli sotterranei di

264 Gli orizzonti del paesaggio l’intorno. Bisogna rispondere con un progetto Non guardare gli oggetti ma guardare lon- dentro e fuori dai perimetri della centralità, tano, guardare tutto insieme, capire quali che disponga principalmente una migliore sono le variabili chiave che garantiscono la definizione dell’identità dell’edificato attraverso comprensione dell’insieme e danno il senso completamenti mirati, itinerari specializzati per della trasformazione, uscire dal perimetro per merci e persone, modalità di accesso ordinate trovare e confermare le continuità e le caratte- alla rete di livello metropolitano, continuità dei ristiche morfologiche, tenere conto del sistema reticoli locali nei tessuti giustapposti e comple- morfologico reale. Fosso dell’Incastro e di Pas- tamento nel disegno della centralità, anche con solombardo, la pendenza e la prospettiva da luoghi di socialità e luoghi di servizio collettivo Frascati e Monteporzio mantengono il senso di pubblici e privati, come meritano gli agglome- quel paesaggio. Va accantonata l’esaltazione rati circostanti di circa 200.000 abitanti. burocratica del rispetto dei vincoli semplice- La stratificazione degli usi mente indicativi delle maggiori emergenze. La giustapposizione degli usi di livello metropo- Le ragioni dei Piani litano come depositi e magazzini all’ingrosso Spesso i Piani fanno il generoso sforzo di con le funzioni residenziali prive di servizi, individuare localizzazioni pronte a ricevere i comportamenti degli utenti che ricercano i le funzioni o indotte o di sollecitazione di un servizi di livello urbano e metropolitano indiffe- migliore sviluppo, congegnando una geografia rentemente sia dentro alla città più consolidata di punti forti nella città che consentano signi- che nei centri adiacenti di Ciampino e dei Ca- ficativi e simultanei innesti di funzioni urbane. stelli, impongono una ricalibratura dei servizi L’esperienza e la nuova economia hanno alla popolazione insediata complessivamente ampiamente dimostrato che i grandi innesti nell’intorno, una riconsiderazione dei modi d’u- non avvengono e avviene tutto per circoscritte so e delle regole di agglomerazione, senza li- e limitate iniziative strettamente vestite su pochi mitarsi ai 10.000 abitanti previsti in aggiunta. bisogni chiari e su una dimensione imprendito- Inoltre suggeriscono di sviluppare le funzioni riale poco robusta e poco incline al rischio. della centralità in aderenza a quanto è già in È nelle cose il suggerimento di rivedere, con- corso per ragioni endogene, accompagnando figurare e dimensionare il disegno dei piani l’inevitabile processo di metropolizzazione, e le funzioni urbane in accompagnamento e cercando di offrire un quadro ordinato per ai reali bisogni delle popolazione insediata, eventuali successive occasioni di sviluppo con ormai in via di consolidamento, ed all’econo- nuove funzioni. mia reale della città che la trasforma per punti L’ideologia della mobilità discontinui, con regole mutevoli, con inaspettati Quanto illustrato finora lascia intendere la riverberi sui tessuti circostanti. distanza incolmabile tra la realtà e quanto pro- Il sistema insediativo circostante. grammato. La maglia ordinata e completa del Il misto di insediamenti non residenziali localiz- sistema di trasporto pubblico di massa trova le zati nei punti di migliore connettività con le reti zone dei vuoti agricoli non saturabili, che ren- di livello urbano e metropolitano, autocentrati dono antieconomici tracciati non perfettamente e privi di quella connotazione unitaria delle aderenti alla presenza dell’edificato. Inoltre gli aree industriali, e di insediamenti residenziali itinerari tangenziali di completamento previsti campionario delle modalità insediative dell’a- per la mobilità privata sono proiettati in tempi busivismo di necessità degli anni sessanta, molto avanzati rispetto a una realtà che ancora della sua evoluzione speculativa degli anni si appoggia sui sistemi radiali centro periferia settanta associato alle sovraimpressioni di e, con la stessa logica radiale, prosegue oltre i edilizia legale per addizioni complete legate confini amministrativi verso i Castelli e i centri con qualche peduncolo alla viabilità della città di offerta metropolitani. Il realismo suggerisce ma non integrate, fanno del sistema insediativo di non forzare l’attuazione del Piano tutta e un misto di incompiuto e non interconnesso tutta insieme ma di rispondere intanto con il I completamenti e il riordino della città non completamento dei reticoli locali, la migliore possono essere semplici aggiunte di 10.000 accessibilità al sistema delle stazioni esistenti abitanti che non formino sistema integrato con spesso sottovalutate, la specializzazione degli

265 Fig. 2 - 1 aderenza ai contesti 2 pertinenza delle funzioni 3 selettività delle infrastrutture 6 integrazione e continuità dei tessuti, sguardo esteso al paesaggio, vs/ 5 concentrazione e 4 perimetrazione; potrebbero essere le parole d’ordine di un progetto aperto all’area metropolitana ed alla qualità insediativa.

itinerari di raccolta del traffico pesante; in affrontare oggi la ri-progettazione delle centra- attesa o di una configurazione che giustifichi lità urbane e metropolitane. gli spostamenti tangenziali tra periferie più Non affrontare gli spazi destinati alle centralità consolidate delle attuali oppure che configuri come una grande vuoto da riempire, come un una mappa dell’accessibilità ai benefici urbani intarsio, ma utilizzarli come luogo di ricostru- dai sistemi infrastrutturali esistenti. zione dell’identità e ricercare la continuità dei La lettura dei bisogni palinsesti paesaggistici anche attraverso le for- Le quattro sedute tematiche della partecipazio- me del nuovo costruito. Non interpretare il bor- ne svolte nel 201214, hanno manifestato con do delle borgate come il perimetro della futura grande evidenza la distanza tra piani, progetti sovrapposizione ma utilizzare le regole degli e aspettative reali della popolazione che da abitati circostanti per dare forma ad un nuovo venti anni è in attesa della adeguata dota- sistema organizzativo che le comprenda. zione di servizi e urbanità. Le ragioni vanno Non utilizzare le segnalazioni di presenze ar- ricercate nelle fasi di pianificazione dell’epoca cheologiche e beni culturali come un sistema di delle zone “O” e degli insediamenti ex abusivi perimetri tra cui fare lo slalom, ma come punti del PRG in cui furono fatti generosi tentativi di avvio, nel progetto, di un sistema continuo di completamento e dotazione di servizi con di punti di riferimento, per produrre cultura dei meccanismi attuativi e di convenzionamento luoghi e non culto di un oggetto. che non hanno trovato seguito nella realtà: Non cercare il sostegno allo sviluppo attraver- troppo complessi e sovradimensionati per gli so l’offerta urbanistica di luoghi di concentra- operatori reali, di scarso impatto nella capa- zione delle funzioni non residenziali, se non cità di agglomerazione, di scarsa capacità di accompagnati da altre politiche di sostegno. La incidere realmente nella qualità dell’abitare. geografia dei punti forti nei piani non produce In questo malcontento di annida la possibilità automaticamente nuovi innesti di iniziative di concepire in modo diverso e pertinente la imprenditoriali, almeno a Roma. Saper coglie- prima fase realizzativa della centralità, come re, dal sistema completo di reti per la mobilità luogo di soddisfacimento dei bisogni di urba- rappresentato nel Piano, le infrastrutture a nità, pubblici e privati, per lungo tempo negati maggiore ricaduta sull’intorno, che servono alla popolazione esistente. davvero gli utenti, senza cedere a slogan, so- In conclusione segue il tentativo di derivare dai luzioni preconfezionate, interventi non fattibili. ragionamenti fatti una sorta di promemoria sui Non ritenere che l’arricchimento di servizi alla cambiamenti di metodo essenziali necessari ad popolazione e di nuove funzioni urbane debba

266 nelle zone F1 e F2 e nei nuovi quartieri a oggi realizzati come avvenire solo con forme di concentrazione in quello lungo viale Ciamarra; -sottozona M4 (insediamen- aree libere, ma considerare contestualmente le ti dell’Università di Roma) come la città universitaria di Tor opportunità nei tessuti esistenti. Non ritenere vergata realizzata in parte con una crescita non esattamente sistematica. che l’adiacenza alle borgate di nuovi interventi 8. Il ptp approvato 15/11 (DGR 528/2000 – BUR 35 del urbanistici programmati riverberi all’esterno 20.12.2011) “Pendici dei Castelli” individua un vincolo ar- aspetti aggiuntivi di qualità dell’abitare, se le cheologico di vasta estensione su tutte le aree all’epoca libere e classifica l’area come zona di tutela paesaggistica. Successi- regole di integrazione e di riqualificazione vamente, con procedimento formale, il vincolo viene ristretto ai degli intorni non fanno parte del progetto. beni effettivamente accertati. Il PTPR adottato (DGR 556/2007 Integrazione e continuità dei tessuti, aderenza e DGR 1025/2007) conferma alcuni vincoli individuati sui corsi delle acque pubbliche e identifica nuovi e diversi vincoli ai contesti, pertinenza delle funzioni, selettività su aree di interesse archeologico. delle infrastrutture, sguardo esteso al paesag- 9. Da “Pianificazione e monitoraggio delle centralità urbane e gio potrebbero essere le parole d’ordine di un metropolitane” RpR Comune di Roma, dicembre 2016 10. Si possono enumerare ad esempio: centro commerciale “La progetto aperto all’area metropolitana ed alla Romanina”, centro commerciale “Castorama”, Centro Giotto, qualità insediativa. Quanto detto viene sinte- Ipercarni, ToYs Giocattoli, Amadori ingrosso, Majorana cash tizzato in qualche schema proposto durante i & carry, Oviesse, Di Veroli, Pavimenti e Rivestimenti, La Casci- na, Parmalat, Medusa cancelleria, MediaWorld. lavori. 11. PRG. Elaborati descrittivi. D3 – Infrastrutture per la mobilità. PRG “Relazione” parte I, par. 4.5 “Il sistema della mobilità” 12. Nella decisione di Giunta n. 73/2012 si legge “che, inoltre, al fine di garantire l’attuazione delle centralità, la Giunta ca- Note pitolina, con memoria prot. 21669 del 21.10.2010 ha dato mandato agli Uffici competenti di verificare la fattibilità delle 1. Art.15 e 65 delle nta del PRG, Acilia Madonnetta presentato ipotesi di incremento della potenzialità edificatoria osservan- nel dicembre 2007- integrato gennaio 2008; Anagnina Roma- do un valore massimo dell’indice di edificabilità territoriale nina presentato il 27.06.2011 medio (Etm) pari a 0,6 mq/mq. La SUL premiale costituisce 2. Le ipotesi sono state elaborate e proposte nel ciclo di lezioni l’incentivo per il finanziamento privato di opere pubbliche o di didattica integrativa “Progettazione e gestione in abito pub- di interesse pubblico” In virtù di tale disposizione la SUL to- blico della trasformazione e riqualificazione urbana” presso il tale ammonta a 600.777,00 mq, di cui 30.077,00 mq SUL Laboratorio di Urbanistica B – Università degli Studi RomaTre. pubblica, 148.532,00 mq SUL privata, 422.168,00 mq SUL AA 2016 / 2017 premiale, con un indice territoriale (Et) pari a 0,65 mq/mq ed 3. In questa direzione si sta esprimendo anche la revisione del un mix funzionale 67% residenziale e 33% non residenziale. codice contratti d.lgs. 56/2017 in cui l’art 23 in particolare 13. L’esperienza del Laboratorio del prof. Paolo Colarossi “Pro- comma 1, comma 5 e 5/bis presentano una notevolissima cesso di progettazione partecipata 2004 / 2008” è stata assonanza di contenuti con quanto prescritto nelle nta del PRG determinante per capire quali soni i problemi reali e i bisogni 2008 agli artt.13 c.11, 14 c.5, 15 c.7 reali della popolazione insediata Chiarisce molti aspetti il “Do- 4. Programma Urbanistico “progetto centralità di Romanina” cumento della partecipazione” del 5. Marzo. 2013. Successi- presentato il 27.06.2011 a firma dell’arch. Manuel Salgado, vamente si sono svolte nel 2014 le esperienze sulle “Carte dei vincitore del concorso a inviti “Farecentroaromanina” valori municipali. Laboratori di città” dell’assessore Caudo. 5. M. Marcelloni nella presentazione del 30 gennaio 2009 e 14. I tematismi furono: disegno urbano (1.2.2012), ambiente ar- precedenti. cheologia servizi (8.2.2012), funzioni pubbliche e SUL pub- 6. Le tenute originarie derivano da una ricomposizione di fondi blica premiale (15.2.2012), mobilità e sintesi (22.2.2012). medievali, raggiungono la massima estensione nel ‘600 per circa 1000 ha (dal VII al XII km della Tuscolana) ed all’inizio del ‘900 si identifica una tenuta denominata “Tor di Mezza- via” di circa 400 ha divisa in due “quadrati”. Quindi i 90 ha corrispondenti all’area libera di Romanina, il grande vuoto, sono solo una modestissima parte dell’orizzonte agricolo ori- ginario. 7. Le destinazioni del PRG 62 nell’area in esame comprendono, incastonate tra l’Agro e il Parco dell’Appia e qualche borgata, molte ed estese zone con destinazione M – Attrezzature di ser- vizio suddivise in: -sottozona M1 (servizi generali pubblici o gestiti da enti pubblici di livello urbano),come l’area all’epoca occupata dall’Italcable e Officine Marconi, ancora libera e divenuta la centralità Anagnina Romanina, l’area Anagnina GRA ancora libera soprattutto per i notevolissimi vincoli pa- esistici, l’area per il deposito della Metropolitana realizzata ma sbocconcellata ai lati dal PdZ6 Osteria del Curato le zone O33 Lucrezia Romana e O34 Gregna; -sottozona M2 (servizi generali e locali di proprietà privata),come l’area occupata da IKEA nella convenzione Tor di Mezzavia, l’area direzionale e commerciale ormai completa lungo via Bernardino Alimena, l’insediamento cinematografico di Cinecittà; -sottozona M3 (servizi pubblici locali) disperse negli abitati da completare

267 Riferimenti Bibliografici

Marcelloni, M. (2009), “Qualche riflessione sui progetti urbani a Roma” in L.V. Ferretti in L’architettura del progetto urbano, Franco Angeli, Roma Cellamare, C. (2016) Fuori Raccordo. Abitare l’altra Roma, Donzelli, Roma MIBACT (2016), “Indagine sulle periferie” in Limes, 4 Fantin, M. et al. (2012) La città fuori dalla città, Inu Edizioni, Roma Zanfi, F. (2008) Città latenti. Un progetto per l’Italia abusiva, Mondadori, Milano Carta, M. (2014) Reimagining urbanism, List-lab, Trento OICE (2017) Smart city: uno strumento per le comunità intelligenti, Confindustria, Roma

268 AGENDA URBANA DELLE CITTÀ DELLA SICILIA OCCIDENTALE: LA GREENWAY COSTIERA COME STRUMENTO DI COESIONE A VALORIZZAZIONE TERRITORIALE Fabio Cutaia | Ignazio Vinci

Introduzione1 il rafforzamento della coesione territoriale, l’incremento dell’accessibilità alle risorse territo- Le reti di città medie, soprattutto in paesi riali, un miglioramento complessivo dell’offerta storicamente policentrici quali l’Italia, rap- di servizi locali. Un elemento connettivo della presentano delle risorse socio-economiche e strategia rispetto ai tre obiettivi sopra delineati funzionali complementari e talvolta alternative è la progettazione di una ciclovia che accresca alle configurazioni urbane metropolitane. La le relazioni di sinergia tra le città e tra esse Sicilia è tra le regioni italiane con una più e le risorse territoriali diffuse, secondo una strutturata armatura urbana, la quale si basa logica orientata a rafforzare congiuntamente su tre aree metropolitane ed una rete di città la mobilità sostenibile nelle aree urbane e di medie dimensioni – 31 con più 30.000 l’accessibilità alle risorse ambientali nelle aree abitanti, di cui 12 con più di 50.000 abitanti extra-urbane2. – che in alcuni contesti sub-regionali intrat- La ricerca presentata in questo paper costitu- tengono consolidate relazioni di sinergia e isce uno degli studi preparatori di tale inter- complementarietà. Nella Sicilia occidentale, vento, ispirandosi alla logica delle greenway più nello specifico, lungo un arco costiero di come dispositivo in grado di coniugare in poco più di novanta chilometri, esiste una chiave sostenibile diverse modalità di intercon- rete di città di medie dimensioni che, nel suo nessione tra le risorse territoriali e proponendo complesso accoglie quasi 250.000 abitanti ed un ruolo innovativo della rete ferroviaria quale un insieme molto articolato di risorse urbane, sussidio allo sviluppo della mobilità ciclabile. logistiche, economico-produttive che convivono con un patrimonio culturale, naturale e paesag- Il contesto teorico e concettuale di riferimento gistico di grande rilievo, oggetto di crescente interesse per i flussi turistici anche internazio- Dalla fine degli anni Ottanta, il termine “gre- nali. Le potenzialità di tale sistema in termini enway” è entrato nel linguaggio comune di di integrazione con la Città metropolitana di chi si occupa di pianificazione territoriale e Palermo sono state espresse da un protocollo del paesaggio (Fabos, 1995), nonostante le di intesa che quest’ultima ha siglato (2016) sue radici possano rintracciarsi in esperienze con i principali comuni della Sicilia occidentale condotte già nella seconda metà dell’Ottocen- ricadenti nella provincia di Trapani, finalizzato to. Infatti, le sue origini risalgono alle espe- a rafforzare la governance di area vasta ed un rienze pionieristiche di “parkway” e “green insieme di interventi co-pianificati, in particola- belt”, rispettivamente intuizioni di Frederick re nel campo della mobilità sostenibile. Law Olmsted e di Ebenezer Howard. Accanto Nell’ambito dell’Agenda urbana regionale all’evoluzione del concetto di “spazio aperto”, della Sicilia per il ciclo di programmazione bisogna rilevare l’evoluzione della composizio- 2014-2020, le principali cinque città di tale ne del traffico veicolare (Uzzell et al., 2000), sistema hanno deciso di intraprendere un per- il quale ha determinato dei cambiamenti ai corso progettuale comune che le condurrà alla presupposti del progetto di greenway (oggi redazione di una Strategia di Sviluppo Urbano percorsi pedonali funzionali anche alla politica Sostenibile ispirata da tre obiettivi cardine: di difesa dal traffico veicolare), e la necessità

269 di fruizione degli spazi aperti, anche lontani Angus Hills, Philip Lewis, Ian McHarg e, attual- dai luoghi di residenza. Date tali premesse, le mente, da Julius Gy. Fabos, John T. Lyle, Carl greenway rappresentano oggi un modello evo- Steinitz e Frederick Steiner (Todaro, 2010). luto in grado di rispondere alle esigenze delle Inoltre, attraverso il tema della mobilità, ci si pratiche d’uso contemporanee del territorio, colloca nel solco delle politiche per la mobilità coniugando esigenze di connessione ecologi- sostenibile, delle discipline di pianificazione ca, mobilità di diverse tipologie di utenti e di dei trasporti, ma anche della riqualificazione riqualificazione urbana. urbana e delle aree periurbane. Il caso di studio di seguito presentato propone le greenway sotto un duplice profilo: da un La mobilità sostenibile come cardine lato quale alternativa al traffico motorizzato, dell’Agenda urbana della Sicilia occidentale dall’altro quale occasione di accesso al patri- monio storico-culturale diffuso nel territorio. I Un numero crescente di governi locali sono due profili rientrano sotto un’unica ottica e cioè oggi impegnati nella definizione e nella pro- quella secondo cui la configurazione spaziale mozione di politiche, procedure ed interventi lineare tipica delle greenway è funzionale a un orientati all’incremento del “traffico lento”. tipo di fruizione dinamica delle risorse territo- L’Agenda Urbana della Sicilia Occidentale fa riali, rispondente alle regole della multifunzio- proprio anche questo tema e si rivolge ad aree nalità, dalla funzione ecologica (Turner, 2001), urbane con configurazioni territoriali eteroge- alla incentivazione delle attività ricreative in nee, ma che intrattengono consolidate relazio- ambito costiero o rurale (Mastronardi, 2000; ni di sinergia e complementarietà in ragione Valentini, 2005), passando per la connessione del loro diverso profilo economico e funzionale funzionale di luoghi e attrezzature fino alla (Comune di Marsala et al., 2017). Inoltre, riqualificazione di ambienti degradati (Mater- ai margini e all’interno del territorio, vi sono nini, Pezzagno, 1999). diverse risorse culturali ed ambientali – alcune Le infrastrutture viarie da sempre rappresenta- di interesse internazionale – che ne definisco- no una cesura nel territorio, delle cicatrici con no comuni potenzialità, anche in termini di effetti di barriera ecologico-ambientale. Il ruolo attrattività turistica. Accanto a tale patrimonio a cui assolve la greenway proposta – circa 90 vanno menzionati la pregiata produzione km – supera quello di “ricucire” i rapporti tra vitivinicola e i prodotti enogastronomici: vino, i beni paesaggistico-culturali e le persone e sale, olio, etc. Per questo, la pianificazione quello di ripristinare relazioni ecosistemiche, delle greenway può essere arricchita da nuovi altrimenti impoverite e causa di riduzione della contenuti, come quelli propri degli “itinerari” biodiversità locale. Infatti, un’ulteriore decli- dedicati alla degustazione dei prodotti tipici. nazione del termine “ricucire” è quella che Infatti, unitamente ai luoghi della produzione, impone soprattutto alle amministrazioni locali gli itinerari enogastronomici permettono la limitrofe di individuare e scegliere strategie co- fruizione di beni artistico-monumentali, aree muni di promozione territoriale. In tal maniera, archeologiche, aree ad alta naturalità e, lungo le “vie verdi” diventano il “filo rosso” che ac- di essi, hanno luogo le attività di ricezione e di comuna le diverse parti del medesimo territorio ospitalità. anche in termini di politiche da intraprendere: Il nuovo scenario delineato abbisogna di una politiche di riqualificazione territoriale, poli- rete infrastrutturale differente da quella stra- tiche di promozione territoriale, politiche di dale tradizionale, poiché dovrebbe basarsi mobilità sostenibile, politiche di tutela ambien- su criteri di multifunzionalità, tenendo pero tale, etc. fermo un vincolo: la parte di rete di più alta Il contesto scientifico-disciplinare di riferimento qualità ambientale e paesaggistica non deve, in cui si inserisce il caso posto in esame, è o solo parzialmente, essere interessata dalla quello delineato dalle ricerche e dalle espe- mobilità motorizzata (Socco et al., 2007). La rienze di pianificazione urbanistico-ecologica greenway, in quanto infrastruttura leggera, condotte, a partire da Frederick Law Olmsted, facilmente può innestarsi sulle reti esistenti, negli Stati Uniti durante il XX secolo e, in parti- aumentando l’accessibilità al territorio e pro- colare, negli anni Sessanta da parte di George ponendosi come strumento di rigenerazione,

270 Fig. 1 - Il sistema urbano della Sicilia Occidentale con il complesso dei nodi-attrattori lungo i 90 chilometri della fascia costiera

271 anche in termini ecologico-ambientali (Steiner, Le dinamiche della mobilità nell’area di studio: 2010). In ambiente urbano, la creazione di analisi quali-quantitativa una greenway rappresenta un’occasione per il miglioramento del sistema degli spazi aperti; in La principale dorsale di comunicazione strada- ambiente extraurbano può facilitare l’accesso le del sistema urbano dell’area si appoggia a ad aree di pregio storico-paesaggistico. Inol- due principali reti infrastrutturali: tre, associando lo spostamento in bicicletta a • l’autostrada A29, i cui terminali si colloca- quello in auto privata, in autobus o in treno, è no in corrispondenza del centro urbano di possibile stabilire dei collegamenti multimodali, Trapani, dell’aeroporto di Trapani-Birgi e che permettono la copertura di spostamenti di del centro urbano di Mazara del Vallo; ampio raggio, anche a scala intercomunale • la strada statale 115, il cui itinerario (Cantarella, 1997). In molti stati europei, il costiero collega i centri urbani dei cinque trasporto della bicicletta a bordo delle vetture comuni e che presenta una variante a ferroviarie è possibile su gran parte dei treni in scorrimento veloce tra l’aeroporto di Birgi appositi vagoni (La Rocca, 2008). I vantaggi e l’intersezione con la strada statale 188 consentiti dall’integrazione fra questi mezzi di alla periferia orientale di Marsala. trasporto sono essenzialmente due: Inoltre, il sistema urbano costiero della Sicilia • creazione di un interscambio ideale negli Occidentale gode di un servizio ferroviario spostamenti quotidiani, considerata la pos- che si estende per 75 chilometri, attraversando sibilità di alternare i percorsi da compiere tutte le principali aree urbane. Il servizio è uti- in bicicletta con i trasferimenti in treno; lizzato prevalentemente da studenti e lavoratori • incremento del cicloturismo a breve, media pendolari che si muovono tra i centri urbani. e lunga distanza, ritenendo l’intermoda- In ragione della presente e potenziale frequen- lità treno-bicicletta sia indispensabile per tazione, vari strumenti di programmazione raggiungere con facilità i “beni” sparsi nel hanno ipotizzato la riconversione di questa territorio extraurbano e soddisfare l’impor- tratta ferroviaria in un servizio di tipo metropo- tante fetta di turismo che oggi si presenta litano (tram-treno), tuttavia non ancora suppor- come “cicloturismo” o “turismo sostenibile” tata da approfondite indagini di fattibilità. Le (Amoroso, Migliore, 2002). città sono servite anche da sistemi di trasporto Più in generale, è possibile affermare che la pubblico locale di varia dimensione e capillari- intermodalità tra bici e mezzo di trasporto tà. L’aeroporto internazionale “V. Florio” è tra pubblico ha un effetto moltiplicatore sia sulle le principali “porte” del sistema territoriale e potenzialità turistiche, sia su quelle del traspor- ha visto transitare nel 2015 circa 1,5 milioni to quotidiano (Pileri, 2014). di passeggeri, il 75% dei quali provenienti da destinazioni nazionali.

Bus Aziendal/scola- Bus urbano/extrau- Treno Bicicletta Piedi stico rbano Erice 0,9 2,1 0,8 0,4 5,6 Trapani 1,3 2,3 0,0 0,8 6,3 Marsala 1,5 2,1 0,4 0,4 4,6 Mazara del 0,5 0,9 0,1 0,9 6,8 Vallo Castelvetrano 0,3 0,9 0,0 0,2 5,9 Media 1,1 1,8 0,4 0,6 5,8 Sicilia 2,6 7,2 1 0,5 19,1 Italia 2,9 8,7 4,7 3,3 15,8

272 Incoming Studio (2011) Incoming Lavoro (2011) Incoming Turismo (2015) Erice 461.074 742.388 84.526 Trapani 996.811 2.295.652 208.294 Marsala 186.541 515.174 170.301 Mazara del Vallo 80.654 351.634 65.077 Castelvetrano 245.182 295.085 353.662 Totale 1.970.262 4.199.933 881.860

In relazione agli assi prioritari del PO Fesr e il 29% rispetto a quelli di Mazara del Vallo. Sicilia 2014-2020 dedicati alla definizione Del tutto simile la dinamica dei flussi in ragione dell’Agenda Urbana regionale, gli interven- degli spostamenti per lavoro. Infatti, i mag- ti sulla mobilità rispondono all’esigenza di giori spostamenti si registrano da Erice verso rafforzare i sistemi in un’ottica sostenibile nelle Trapani e viceversa. Considerata la maggiore varie modalità di trasporto, anche attraverso domanda di mobilità per motivi di lavoro, le la creazione di una rete di piste ciclabili. Nei proporzioni, però, non rimangono invariate. centri urbani si favorirà l’impiego della bici- Infatti, i viaggi da Erice verso Trapani sono il cletta quale modalità di trasporto alternativo 54,2% in più rispetto a quelli per studio e da ai mezzi convenzionali e, nel territorio aperto, Trapani verso Erice il 29,6% in più. Per quanto l’accessibilità alle risorse ambientali in un’otti- concerne i dati infracomunali, ancora una ca ciclo-turistica (Bergamaschini, 2014). Infatti, volta la relazione è rispettata. Infatti, Marsala una greenway, intesa come via dedicata alla si attesta sul livello più alto e ad essa seguono circolazione alternativa al traffico motorizzato le città di Trapani e Mazara del Vallo. e come modalità di esplorazione del territo- Dal 2005, secondo i dati divulgati dall’Os- rio extraurbano, rappresenta uno strumento servatorio turistico della Regione Siciliana, con forti potenzialità di valorizzazione e di la provincia di Trapani si caratterizza per un sviluppo del territorio costiero e rurale, in interessante sviluppo dei flussi turistici (+5,01% grado di coinvolgere gli utenti in un proces- arrivi, +9,37% presenze), al punto da registra- so di conoscenza, rispetto e valorizzazione re una permanenza media dei turisti superiore dell’ambiente circostante (Mennella, 2004). Al alla media regionale (3,54 contro 3,20 dato fine di valutare la composizione della mobilità medio regionale). L’area oggetto di studio è sistematica nel territorio, è stata esaminata la una delle realtà turistiche più affermate della matrice origine-destinazione (OD) degli sposta- regione, con un indice turistico (10,4) secon- menti per motivi di lavoro o di studio rilevata al do solo a Messina (16,8), unica area della 15° Censimento generale della popolazione. Sicilia che si avvicina ai valori medi nazionali. Il campione analizzato è costituito da coloro i Trapani rappresenta la migliore affermazione quali hanno dichiarato di recarsi giornalmente del decennio, se si considera un aumento della al luogo abituale di studio o di lavoro. Si tratta domanda turistica pari a oltre 660.000 unità di 94.975 individui, circa il 14,1% della popo- (+67,1%), contro la contrazione generalizzata lazione residente nel territorio, di cui 41.908 degli altri Paesi del Mediterraneo. Ai fini del si spostano per motivi di studio e 53.066 per presente lavoro, risulta indispensabile cono- motivi di lavoro. Per quanto riguarda gli spo- scere anche l’attuale ripartizione modale nei stamenti intercomunali per ragioni di studio, trasporti, con l’intento di formulare obiettivi di i maggiori flussi si rilevano da Erice verso sviluppo infrastrutturale e misure progettuali Trapani e viceversa. Guardando alle altre che inneschino una commutazione in quella coppie OD, Trapani si conferma il maggiore direzione, cioè un cambiamento dei modi di polo di attrazione, seguito da Marsala. Negli spostamento in direzione dell’aumento delle spostamenti infracomunali la città di Marsala quote di quelli “sostenibili”. Infatti, vengono mostra sensibili differenze rispetto alle città li- considerate virtuose le ripartizioni modali che mitrofe, attestandosi su un valore pari a circa il sommano alte quote in bicicletta, a piedi e 16,8% in più rispetto ai flussi interni a Trapani con i trasporti pubblici. Come prevedibile, la

273 modalità di spostamento più diffusa nel territo- a sua volta distinto in una via principale e in rio è quella con autovettura privata, che vede una secondaria. Il tracciato proposto è stato il campione indagato ora come conducente delineato in funzione di tre principali criteri: (58,9%), ora come passeggero (41,1%). Ciò la necessità di connettere in un unico sistema che particolarmente chiama all’attenzione e la le risorse territoriali, soprattutto quelle meno quota con cui si impone sulle altre modalità. facilmente raggiungibili; offrire un’alternativa Infatti, la preferenza accordata all’autovettura “sostenibile” agli spostamenti sistematici e, rappresenta oltre il 72% della modalità di spo- infine, favorire l’intermodalità bicicletta-treno, stamento più diffusa nel territorio, alla quale ragione per cui la greenway intercetta lungo il seguono, con ordini di grandezza nettamente suo tracciato le stazioni ferroviarie. Quest’ulti- inferiori tutte le altre modalità. La lettura del mo aspetto ha una doppia valenza: da un lato sondaggio realizzato nell’ambito della redazio- permette di sfruttare l’andamento lineare e con ne del PUM di Mazara del Vallo si rileva molto basse pendenze dell’infrastruttura ferroviaria, utile per descrivere i desiderata dei cittadini ed dall’altro potenziarne l’efficienza e fidelizzarne anche i loro timori nell’uso della bicicletta. Si i potenziali utenti. Infatti, ciò permetterebbe ritiene che il campione sia ben rappresentati- di percorrere un tratto urbano con frequenti vo dell’intera area di studio anche in ragione fermate (tram), a cui ne segue, senza soluzio- della sua buona stratificazione (58% uomini; ne di continuità, uno interurbano con fermate 42% donne). I dati rilevati descrivono un qua- meno frequenti e velocità più elevata (treno). dro molto interessante al fine di intraprendere L’opportunità di portare la bicicletta a bordo nuove politiche di mobilita sostenibile: dei vagoni del treno offrirebbe a diversi utenti • l’80% degli intervistati possiede una bici; la possibilità di raggiungere destinazioni molto • il 31% la usa tutto l’anno per motivi legati lontane, non soltanto per motivi escursionistici, allo sport e al tempo libero; ma anche per ragioni di studio e lavoro. Dopo • solo il 18% la usa per lavoro; avere delineato il potenziale tracciato della • solo il 10% la usa per recarsi a scuola. greenway, sono state individuate 8 “sezioni Dalle interviste emerge con chiarezza la tipo”: brani omogenei del tracciato aventi simi- richiesta di alcuni requisiti dotazionali per le li o analoghe caratteristiche. La fase di analisi piste ciclabili, prima tra tutti la segnaletica e caratterizzazione del percorso ha tenuto orizzontale e verticale (36%), seguono l’illumi- conto dei seguenti criteri: nazione (30%) e la posa di una pavimentazio- • contesto di inserimento – urbano, extraur- ne adeguata (27%). I luoghi in cui intervenire bano e rurale; per operare migliorie alla rete sono riferiti alle • ampiezza della sezione stradale; strade principali di traffico (29%), alle aree • caratteristiche funzionali; adiacenti alle scuole (29%); alle strade a senso • velocità media di percorrenza; unico di percorrenza (22%). In ultima analisi, • veicoli ammessi in carreggiata; si può desumere che la diffusione della bici- • caratteristiche geometriche e parametri cletta quale mezzo di spostamento dipenda tecnici; dalla possibilità di disporre di una infrastruttura • frequenza di intersezioni; dotata degli standard minimi che garantiscano • regolamentazione della sosta; sicurezza, sia sotto il profilo del comfort nello • regolamentazione del traffico pedonale. spostamento, sia inteso quale protezione dal Nell’operare la caratterizzazione viaria, è sta- furto del mezzo. ta verificata la possibilità di utilizzare diversi tipi di assetti stradali, al fine di garantire la Criteri metodologici per l’individuazione degli continuità del percorso, preferendo itinerari in itinerari sede propria. I principi guida che hanno ispira- to tali scelte sono così sintetizzabili: Lo studio condotto per la realizzazione della • preferire tratti poco pendenti; greenway a servizio delle aree urbane della • garantire condizioni di sicurezza ai fruitori; Sicilia occidentale ha avuto per oggetto la • contenere i costi di realizzazione e manu- progettazione di massima dei percorsi indivi- tenzione delle greenway; duati.È stato individuato un possibile tracciato, • connettere le risorse presenti sul territorio.

274 Sulla base di tali considerazioni, sono state co (corsi d’acqua, linee di crinali, valli, etc.), individuate otto “sezioni tipo” e altrettante “so- ma anche sulle strutture lineari d’origine antro- luzioni tipo” di intervento. In particolare, due pica (sedi ferroviarie dismesse, canali, entro- tipologie includono lo sviluppo della greenway terra delle infrastrutture, etc.) (Angrilli, 1999). in maniera adiacente alla linea ferrata. La differenza con altre esperienze di greenway Le greenway solitamente si sviluppano lungo sta proprio nella concezione del ruolo della gli assi ferroviari già esistenti e in disuso. In linea ferrata. Solitamente se ne propone la sua questa area la linea ferrata è tutt’ora in utilizzo riconversione in infrastruttura leggera in segui- e, seppure poco efficiente, rappresenta per le to al suo declassamento o alla sua dismissione. comunità locali una buona alternativa all’uso In questo caso, è stato suggerito di utilizzare la del mezzo privato negli spostamenti. linea ferrata per un duplice scopo: da un lato L’andamento rettilineo delle strade ferrate e per utilizzare una sede esistente e idonea alla le irrisorie pendenze suggeriscono, là dove realizzazione delle piattaforme per la mobilità possibile, di utilizzare gli spazi adiacenti per non motorizzata, dall’altro per incrementare la realizzazione di una greenway con sedi l’uso combinato di bicicletta e treno per le esclusive per ciclisti, pedoni e, in alcuni tratti, diverse ragioni di spostamento. L’analisi circa anche per ippovie. La prima tipologia è stata i flussi di spostamento, mediante la realizza- denominata “aree libere adiacenti a strade fer- zione di matrici origine-destinazione, dimostra rate” e descrive una sezione stradale la cui lar- che l’uso della bicicletta è poco diffuso nel ghezza complessiva varia tra i 10 e i 20 metri. territorio, nonostante le potenzialità di sviluppo Si tratta di strade extraurbane secondarie, derivante dall’ammontare degli spostamenti affiancate dai binari del treno, che attraversa- sistematici casa-lavoro e casa-studio oltre i no aree con diversi gradi di urbanizzazione. comuni di residenza. Questi dati, tuttavia, Inoltre, la presenza della linea ferroviaria, suggeriscono che un miglioramento dell’offerta riducendo la frequenza degli incroci a raso, infrastrutturale potrebbe muovere una buona favorisce l’installazione di una piattaforma per parte degli spostamenti attuali con il mezzo la mobilità dolce tra la carreggiata e la stessa privato o in autobus sulla greenway proposta. linea ferroviaria. Questo fatto è soprattutto valido nel caso del La seconda tipologia si differenzia dalla pre- tragitto Marsala-Trapani, sia per l’andamento cedente poiché colloca la piattaforma per la morfologico favorevole, sia per la presenza mobilità non motorizzata su vie rurali ad essa di una linea ferrata che può contare su otto adiacente, da cui la denominazione “strade di stazioni e 12 viaggi giornalieri nelle due campagna longitudinali a strade ferrate”. direzioni, sia sul potenziale bacino di utenza Per la realizzazione, sarà necessario acquisire derivante da un sistema insediativo policentrico una ristretta fascia di terreni agricoli lungo con diversi nuclei urbani sparsi lungo le direttri- la strada, al fine di consentire un maggiore ci ferroviarie. comfort di utilizzo. La nuova piattaforma si Lo studio, altresì, mette in rilievo il deficit discosterà di circa 3 metri dai binari, garanten- dell’offerta infrastrutturale del territorio, rispetto do sicurezza agli utenti. ad una domanda di fruizione turistica sempre crescente. La provincia di Trapani, infatti, è la Conclusioni seconda della Sicilia per numero di presenze turistiche. La stessa infrastruttura ferroviaria, Nella prospettiva delineata, le politiche di per la quale si suggerisce l’ammodernamento, mobilità fondate sulle greenway rappresentano è inefficiente rispetto alla potenziale domanda una risposta efficace e completa alla domanda che ne deriverebbe da un servizio migliore e di spostamento, di tutela ambientale ed anche integrato con una greenway. di fruizione territoriale. Infatti, la realizzazione Anche con riferimento ad una domanda di di greenway si propone di dare una risposta al fruizione turistica sempre crescente, le infra- degrado delle risorse naturali e di ricostituire strutture presenti, unitamente alla realizzazione la continuità del sistema ambientale per mezzo di una greenway lungo la costa, si potrebbero di una rete organica di corridoi e parchi che si finalmente configurare come volano per uno appoggia non soltanto sul supporto morfologi- sviluppo sostenibile del territorio.

275 Note Riferimenti Bibliografici

1. Il presente testo rappresenta l’esito della riflessione comune dei Ahern, J. (1995), “Greenways as a Planning Strategy” in due autori, i quali hanno redatto congiuntamente i paragrafi Landscape and urban Planning, 33 (pag. 131-155) 3, 4 e 6. I paragrafi 2 e 5 sono stati curati in particolare da Amoroso, S., Migliore, M. (2002), “Bike & railway: an Fabio Cutaia, il paragrafo 1 da Ignazio Vinci. integrated approach for an urban sustainable mobility” 2. La redazione della Strategia di Sviluppo Urbano Sostenibile in Proc. IX International Conference Living and Walking in delle città della Sicilia Occidentale si avvale del supporto tec- Cities, Brescia e Piacenza, 13-14 giugno 2002 nico-scientifico dell’Università di Palermo, a mezzo di un grup- Angrilli, M. (1999), “Greenways” in Urbanistica, 113 po di lavoro del Centro Interdipartimentale CIRCES (DARCH) (pag. 92-97) di cui Ignazio Vinci è responsabile scientifico e Fabio Cutaia Bergamaschini, I. (2014), “Grandi ciclovie tra turismo e ricercatore a contratto. mobilità sostenibile” in Ecoscienza, 3 Cantarella, G.E. (1997), “A general fixed-point approach to multimodal multi-user equilibrium assignment with elastic demand” in Transportation Science, 31 (pag. 107-128) Comuni di Marsala, Castelvetrano, Erice, Mazara Del Vallo, Trapani (2017), Agenda Urbana Delle Città Della Sicilia Occidentale: Preliminare di Strategia Fabos, J. (1995), “Introduction and overview: the greenway movement, uses and potentials of greenways” in Landscape and urban planning, 33 (pag. 1-13) La Rocca, R.A. (2008), “Mobilità dolce e trasformazioni del territorio: esempi europei” in TeMA, 3 (pag. 57-64) Mastronardi, N. (2000), “Il recupero della viabilità rurale storica” in Quaderni, 1 Maternini, G., Pezzagno, M. (1999), Le caratteristiche funzionali delle greenways-Un primo approccio metodologico, Atti del 2° Convegno Europeo sulle Greenways, Milano, 22 ottobre 1999 Mennella, V.G.G. (2004) (a cura di), Greenway per lo sviluppo sostenibile del territorio, Il Verde Editoriale, Milano Pileri, P. (2013), “Una strada leggera come Vento” in Tekneco, 18 (pag. 64- 79) Socco, C., Cavaliere, A., Guarini, S. (2007) L’infrastruttura verde urbana, Osservatorio Città Sostenibili, Dipartimento Interateneo Territorio-Politecnico e Università di Torino Turner, T. (2001) Greenways: theory and history, Conferenza tenutasi presso la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano Uzzel, D., Groger, J., Leach, R., Wright, A., Ravenscroft, N., Parker, G. (2000) User Interaction on non-motorized shared use routes. Final Report to the Contryside Agency, University of Surrey Steiner, F.R. (2010) The Living Landscape, Second Edition: An Ecological Approach to Landscape Planning, Island Press, Washington Todaro, V. (2010) Reti ecologiche e governo del territorio, Franco Angeli, Milano Valentini, A. (2005), “Mettere in rete le risorse: le greenway quali strumenti per il progetto del paesaggio periurbano” in Quaderni della Ri-Vista Ricerche per la progettazione del paesaggio, Firenze University Press, (pag. 15-26)

276 PLANNING SUPPORT SYSTEM PER LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO METROPOLITANO

Roberto De Lotto | Giulia Esopi | Veronica Gazzola | Marco Morandotti

Introduzione sede di determinate attività produttive1, ovvero la sua vocazione. Considerare la vocazione di Il tema dello sviluppo e della competitività un territorio per la determinazione del contesto territoriale, affrontato per lungo tempo esclu- localizzativo favorevole all’insediamento di atti- sivamente in termini economici (Porter, 1990; vità produttive diventa requisito fondamentale Storper, 1995), si è arricchito nel corso dell’ul- per garantire la tutela e la valorizzazione del timo decennio di nuove visioni ed approcci che territorio stesso e quindi la sua competitività. considerano la competitività come un concetto La questione della localizzazione di attività più complesso, multidimensionale profonda- produttive può essere analizzata da due punti mente legato ai principi e obiettivi di sviluppo di vista: quello di un’attività che vuole insediar- sostenibile (Kitson et al., 2004; Ciciotti et al., si sul territorio ed esprime dunque una doman- 2006; Gemmiti, 2007). Un territorio competiti- da (What-Where) o quello della pianificazione vo è capace di produrre ricchezza e prosperità che guida lo sviluppo del territorio definendone economica per i propri cittadini (competitività l’offerta (Where-What). Nota la tipologia di at- economica) e, nel contempo, valorizzare tività produttiva da insediare e gli attributi che l’ambiente, garantendo la tutela delle risorse la connotano, il modello What-Where consente naturali e del patrimonio (competitività ambien- di individuare le aree più appropriate alla loro tale) e incoraggiare l’intervento congiunto di localizzazione. Data invece una specifica area soggetti e livelli istituzionali differenti (compe- di intervento, il modello Where-What consen- titività sociale). In ambito territoriale, la pre- te di rintracciare la vocazione funzionale da senza di un efficiente sistema produttivo può attribuirle, tenendo conto delle caratteristiche rappresentare una valida possibilità per perse- dell’area stessa e della reciproca influenza con guire il concetto di competitività in tutte le sue il contesto territoriale in cui l’area si colloca componenti. Esperienze virtuose quali le Aree (De Lotto, 2014; Cattaneo et al., 2015). Nelle Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) scelte pianificatorie di entrambi i modelli, dimostrano concretamente come sia possibile contribuiscono una pluralità di stakeholder realizzare insediamenti produttivi capaci di territoriali (tra i quali Enti Pubblici, Imprese, integrare principi di sostenibilità nelle diverse Aggregazioni Imprenditoriali, Agenzie di con- fasi (pianificazione, progettazione e gestione) trollo, Cittadini, Sindacati, Enti di ricerca, etc.) attraverso l’impiego di strumenti innovativi atti che si impegnano ad operare insieme in modo a favorire la crescita economica, la riduzione partecipato, secondo una governance multi- degli impatti ambientali e le sinergie tra istitu- livello, per individuare fattori, condizioni e zioni, cittadini e imprese (Provincia di Bologna, azioni di miglioramento per l’insediamento di 2006; Conticelli, Tondelli, 2009). Il successo nuove attività produttive. di tali esperienze è in parte dovuto al proces- so pianificatorio che, mediante un’analisi del Obiettivi del paper contesto territoriale di riferimento, individua il complesso dei caratteri (socio-economici, infra- Perseguire (secondo principi e obiettivi di strutturali, ambientali) che lo connotano e che sostenibilità) la competitività del sistema produt- definiscono la sua predisposizione ad essere tivo è possibile mediante scelte localizzative

277 capaci di garantire lo sviluppo economico, la Metodologia operativa: parametri e tecniche salvaguardia ambientale e il coinvolgimento di differenti soggetti pubblici e privati. Al fine di Il Planning Support System (PSS), basato su un guidare le attività di pianificazione e proget- approccio analitico del territorio di tipo multi- tazione del territorio metropolitano, gli autori disciplinare e transcalare, è articolato in step elaborano una metodologia basata su un insie- logici e coerenti: me di strumenti e tecniche, Planning Support • analisi dei caratteri del territorio e costru- System, la quale consente di concertare i ruoli zione dello strumento GIS; e quindi gli interessi dei differenti stakeholder. • analisi multicriteriale; Basata sui concetti dei Sistemi Informativi • interrogazione dello strumento GIS median- Territoriali e dell’analisi multicriteria, la me- te tecniche di analisi spaziale. todologia porta allo studio e alla definizione Nell’elaborazione del PSS interviene una plu- di elementi chiave per la pianificazione di un ralità di soggetti con ruoli e interessi specifici i apparato funzionale complesso, quale quello quali sono sintetizzati nella Tabella 1. produttivo, dai quali si possono definire scena- ri responsabili dell’interazione tra i potenziali Analisi dei caratteri del territorio e costruzione economici, sociali ed ecologici del territorio. dello strumento GIS A questo scopo, gli autori elaborano uno stru- mento GIS parzialmente automatico basato su L’analisi territoriale mira a fornire un quadro un metodo processuale che unisce le caratteri- generale relativamente ai beni paesaggistici, stiche e gli elementi tipici di un DSS (Decision ambientali, antropici e socio-economici riscon- Support System), di una KDDM (Knowledge trabili sul territorio al fine di identificare le Discovery Data Mining) e di un ES (Expert potenzialità, le fragilità, le pressioni antropiche System) (Densham, 1991; Brail, 2008). Il fra- e i bisogni della comunità locale. Partendo mework logico sintetizza il processo di pianifi- dal complesso dei dati territoriali disponibili cazione di attività produttive su un territorio al attraverso freeware online (es. Geoportale fine di perseguire gli obiettivi stabiliti a priori della Regione Lombardia, www.geoportale. in base al modello di riferimento (What-Where regione.lombardia.it), vengono redatte (tramite o Where-What). In particolare, lo strumento sovrapposizione di shape files) differenti carte supporta gli utilizzatori nelle decisioni, nella tematiche, strumenti grafici sintetici di rappre- valutazione degli effetti (diretti e indiretti) delle sentazione dello stato di fatto del territorio alle azioni e nel monitoraggio dei risultati. diverse scale di pianificazione:

Tab. 1 - Stakeholder Fase Ruolo Stakeholder del PSS e relativi ruoli. Enti pubblici (es. Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio) Imprese Associazioni imprenditoriali (es. Confindustria) Sindacati Raccolta delle informazioni Analisi dei caratteri del Comitati di cittadini territorio Agenzie di controllo (es. ARPA, USL) Associazioni ambientaliste Enti di ricerca (es. Università, Poli Tecnologici) Costruzione dello strumento GIS Professionisti Enti pubblici (es. Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio) Imprese Scelta di indicatori quali-quantitativi Associazioni imprenditoriali (es. Confindustria) Professionisti Enti pubblici (es. Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio) Imprese Analisi multicriteriale Associazioni imprenditoriali (es. Confindustria) Sindacati Valutazione di indicatori quali-quantitativi Comitati di cittadini Agenzie di controllo (es. ARPA, USL) Associazioni ambientaliste Enti di ricerca (es. Università, Poli Tecnologici) Professionisti Interrogazione dello Professionisti Visualizzazione di elaborazioni spaziali strumento GIS

278 • Carta delle infrastrutture singolare e rilevante del fenomeno da indaga- Si analizza lo stato di fatto e le potenziali- re. In particolare, gli indicatori appartenenti tà delle infrastrutture del territorio (a livello all’ambito infrastrutturale valutano l’efficienza nazionale, regionale e provinciale) relative del sistema viabilistico locale, misurata in alla rete ferroviaria, stradale e ai centri termini di accessibilità, di tempo di viaggio, di intermodali. vicinanza alle infrastrutture di carattere sovra- • Carta dei beni e vincoli ambientali locale (autostrada, corridoi di transito merci Dai database Sistema Informativo dei Beni paneuropei). I parametri che appartengono Ambientali (S.I.B.A), Basi ambientali della all’ambito demografico considerano la popo- pianura, Rete Ecologica Regionale (RER), lazione locale come fonte di clientela e forza MISURC e Aree protette si ricavano infor- lavoro potenziale; mentre quelli economici si mazioni relative agli elementi e sensibilità riferiscono a fattori capaci di attrarre gli inse- ambientali e di rilevanza paesaggistica. diamenti industriali come il capitale, il prezzo • Carta del sistema insediativo del terreno e la presenza di investimenti. Infine, Si analizza la presenza di strutture strate- quelli relativi al sistema ambientale valutano giche, attrezzature di interesse generale in la capacità degli interventi di ridurre l’impatto grado di fungere da traino per la cresci- sull’ambiente limitando il consumo di suolo e ta economica, culturale e sociale di un tutelando, attraverso adeguata distanza fisica, territorio. Tali strutture svolgono spesso una le aree a maggior pregio ambientale. Per la funzione di polarizzazione nei confronti comparazione degli indicatori viene utilizzato delle aree limitrofe per motivi connessi al il metodo del confronto a coppie attraverso commercio, al lavoro, al tempo libero, la creazione di una matrice di valutazione. all’istruzione e alla sanità. Si parla di “poli L’importanza di un criterio rispetto ad un altro attrattori”: aree produttive principali, poli viene espressa con l’attribuzione di un ‘peso’, tecnologici, centri di ricerca, università, un valore numerico in una scala da 1 a 6 dove ospedali, istituti superiori. il giudizio 1 indica l’equivalenza dei criteri • Carta dei distretti e metadistretti industria- mentre il giudizio 6 la prevalenza netta di un li Il sistema dei distretti e metadistretti criterio sull’altro. Successivamente, i pesi ven- industriali definisce lo stato delle attività gono sommati, in modo da identificare quello manifatturiere presenti su un territorio, in vincitore e normalizzati al fine di facilitarne la particolare il raggruppamento di imprese gerarchizzazione. specializzate in un complesso proces- I pesi vengono attribuiti da valutatori esperti af- so produttivo e le filiere con un elevato fiancati da un gruppo di soggetti pubblico-pri- potenziale tecnologico. (ad esempio la vati (Tabella 1) in base alle rispettive conoscen- Regione Lombardia riconosce 16 distretti e ze e alle esigenze della tipologia di attività da 6 metadistretti, www.dati.lombardia.it). insediare. Il procedimento, grazie all’attribuzio- Analisi multicriteriale ne di un peso numerico, permette di ridurre la Al fine di valutare e stabilire una priorità di soggettività iniziale data dalla scelta arbitraria importanza tra i diversi aspetti (evidenziati nel- dei criteri e consente di stabilire un ordine di la fase di analisi) da considerare nella scelta importanza relativa tra questi ultimi. del contesto localizzativo favorevole all’inse- Interrogazione dello strumento GIS mediante diamento di attività produttive, è necessario tecniche di analisi spaziale definire dei parametri determinati a priori e La fase finale del Planning Support System pre- misurabili in modo quali-quantitativo rispetto vede la rappresentazione grafica degli indica- alle caratteristiche e agli impatti delle alternati- tori e l’interrogazione dello strumento mediante ve proposte. tecniche di analisi spaziale che consentono Si tratta di indicatori selezionati accuratamente l’elaborazione dei risultati ottenuti, la loro in modo da utilizzarne un numero limitato ma visualizzazione e la creazione di scenari di al contempo significativo e scelti rispettando i sviluppo futuri (Cattaneo et al., 2015; 2016). requisiti fondamentali di compattezza, coeren- Nello specifico, si effettuano operazioni tecni- za e non ridondanza. che di: Di fatto, ogni indicatore rappresenta un aspetto • interrogazione (querying) che consentono

279 Tab. 2 - Indicatori Ambito Indicatore di medio-lungo periodo quali-quantitativi Prossimità al sistema viabilistico di collegamento veloce suddivisi per ambito a Vicinanza al più vicino casello autostradale (raggio d’influenza di 5 km) di appartenenza.

Prossimità al sistema viabilistico principale b Vicinanza alle strade principali (raggio d’influenza di 500 m) Infrastrutturale Prossimità alle aree ferroviarie adibite al carico-scarico merci c Vicinanza al più vicino scalo merci (raggio d’influenza di 1 km) Prossimità ai siti di smistamento e distribuzione merci d Vicinanza al più vicino polo intermodale (raggio d’influenza di 5 km) Prossimità alla rete ferroviaria e Vicinanza (a piedi) dalla più vicina stazione ferroviaria (raggio d’influenza di 1 km) Clientela potenziale f Prezzo medio immobiliare (€/mq) Demografico Forza-lavoro potenziale g Vicinanza ai poli tecnologici, università, centri di ricerca (raggio d’influenza di 10 km) Valore immobiliare dell’area h Prezzo medio immobiliare (€/mq) Prossimità alle strutture strategiche i Vicinanza ai poli tecnologici, università, centri di ricerca (raggio d’influenza di 10 km) Cluster industriale specializzato Economico j Esistenza di altre imprese appartenenti alla stessa classe di attività all’interno di una isocrona di 15 minuti (raggio d’influenza 15 km) Disponibilità di investimenti economici/capitali k Possibilità di usufruire di capitali-finanziamenti finalizzati alla localizzazione in determinate aree Disponibilità di risorse l Vicinanza a fonti di materie prime (acqua, energia, legno, etc.) Distanza da aree naturali protette m Lontananza da aree naturali protette (1 km) Distanza da beni culturali vincolati n Lontananza da beni culturali vincolati (1 km) Ambientale Distanza da strutture sensibili o Lontananza da strutture sanitarie, socio-assistenziali (500 m), scolastiche (300 m) Distanza da funzioni urbane sensibili p Lontananza dal centro urbano e dalle zone residenziali (3 km)

di effettuare una selezione fra un gruppo terno del contesto della Provincia di Pavia, di elementi; bacino metropolitano di attrattività produttiva, • analisi di prossimità (proximity analysis) la migliore localizzazione per un’industria che permettono di analizzare lo spazio meccanica con un mercato di riferimento re- circostante agli oggetti vettoriali, indivi- gionale (modello What-Where), si analizzano duando aree di influenza spaziale. Si basa le esigenze necessarie per questa tipologia di su due funzioni: la selezione per proprietà attività produttiva: spaziali e il buffering. La selezione per pro- • un sistema infrastrutturale efficiente, in prietà spaziali imposta una scelta basata particolare riguardo le linee di trasporto di sulla relazione spaziale con gli altri oggetti livello regionale (rete viabilistica a collega- appartenenti o meno allo stesso layer. mento veloce – autostrade e strade princi- Attraverso operazioni di buffering è invece pali, rete ferroviaria); possibile creare poligoni il cui perimetro • una manodopera altamente specializzata abbia una distanza costante e determinata (numero di attivi – 14-65 anni di età – con rispetto a oggetti esistenti; grado di istruzione di istituto tecnico e • analisi di sovrapposizione (overlay analy- universitario); sis) che consentono operazioni di interse- • un cluster industriale differenziato e specia- zione, unione, differenza, dissolvenza e lizzato nelle diverse fasi produttive; taglio tra temi sovrapposti. • capitali per la ricerca scientifica al fine di contra- stare la concorrenza e di apportare innovazioni; Caso applicativo • disponibilità di materie prime. Sulla base di queste considerazioni, gli A partire dall’esigenza di individuare all’in- specifici stakeholder definiscono parametri

280 quali-quantitativi (Tabella 2) e li valutano attri- La fase di interrogazione dello strumento GIS buendo loro un peso mediante il metodo del prevede, in momenti diversi, l’utilizzo di diffe- confronto a coppie (Figura 1). Successivamen- renti tecniche di analisi spaziale: la tecnica del te, viene stilata la classifica dei parametri rela- buffering per la visualizzazione dei parametri tiva all’attività produttiva considerata (industria definiti mediante la creazione di specifici raggi meccanica con un mercato di riferimento regio- di influenza (buffer) e l’intersezione tra aree di- nale). In ragione delle esigenze di questo tipo smesse e a destinazione produttiva (esistenti e di attività, i parametri ‘vincitori’ riguardano la in previsione) e i buffer per i differenti sistemi. prossimità al sistema viabilistico di collegamen- Nello specifico, per il sistema infrastrutturale ed to veloce e principale (a, b); mentre quelli che economico, l’intersezione ha valenza positiva; hanno ottenuto un punteggio minore sono re- mentre per il sistema ambientale, negativa. Per lativi alla clientela potenziale e all’ambito am- il sistema demografico, si riscontrano proble- bientale (f,m,n,o,p). I restanti parametri (g,i,j,k) matiche nella visualizzazione dei dati essendo e(c,d,e,h, l) hanno ottenuto rispettivamente questi ricavati da elaborazioni statistiche (Istat una valutazione media e sufficiente. Contem- e Camera di Commercio) e non da elaborazio- poraneamente, esperti nell’utilizzo di Sistemi ni territoriali in formato shape. In particolare Territoriali Informativi, costruiscono lo strumento si riporta la tabella contenente le informazio- GIS attraverso l’unione di diverse carte tema- ni relative alla disponibilità dei dati e alla tiche, rappresentative dello stato di fatto del possibilità di visualizzazione nello strumento territorio. Nella Tabella 3 sono riportati gli GIS (Tabella 4). Fase conclusiva del lavoro è elenchi dei dati (forniti dal Geoportale della l’attribuzione di una diversa colorazione alle Regione Lombardia) utilizzati per l’elaborazio- intersezioni create. Sulla base della rilevanza ni di carte di tematiche di analisi territoriale. di ciascun parametro, si definisce una grada-

Tab. 3 - Elenco dei Carte Tematiche Dati utilizzati dati utilizzati per Carta delle infrastrutture Rete ferroviaria, rete stradale (principale e secondaria), casello autostradale, stazione ferroviaria, scalo merci l’elaborazione delle ferroviario, intermodale, ponti carte tematiche. Carta dei beni e vincoli ambientali Bellezze d’insieme, bellezze individue, ambiti di particolare interesse ambientale, fiumi, torrenti, corsi d’acqua pubblici e relative sponde, area argini fiume Po, monumenti naturali poligonali, parchi locali di interesse Tab. 4 - Indica- sovracomunale, parchi naturali, parchi regionali nazionali, siti di importanza comunitaria, zone a protezione speciale zioni relative alla , rilevanze di fontanili attivi, rilevanze di vegetazione, rilevanze vincolate dalla ex legge 1089/39 (D.Lgs. 22 disponibilità dei dati gennaio 2004, n°42), corridoi ecologici primari RER, aree di primo livello RER, aree di secondo livello RER e alla possibilità di Carta del sistema insediativo Aree dismesse, aree a destinazione produttiva visualizzazione. Carta dei distretti e dei Distretti e metadistretti industriali metadistretti industriali

Disponibilità Visualizzazione Ambito Indicatore di medio-lungo periodo del dato nello strumento GIS a Prossimità al sistema viabilistico di collegamento veloce X X b Prossimità al sistema viabilistico principale X X Infrastrutturale c Prossimità alle aree ferroviarie adibite al carico-scarico merci X X d Prossimità ai siti di smistamento e distribuzione merci X X e Prossimità alla rete ferroviaria X X f Clientela potenziale X - Demografico g Forza-lavoro potenziale X - h Valore immobiliare dell’area X - i Prossimità alle strutture strategiche X X Economico j Cluster industriale specializzato - - k Disponibilità di investimenti economici/capitali - - l Disponibilità di risorse - - m Distanza da aree naturali protette X X n Distanza da beni culturali vincolati X X Ambientale o Distanza da strutture sensibili X X p Distanza da funzioni urbane sensibili X X

281 Fig. 1 - Esempio dei risultati ottenuti dall’interrogazione strumento GIS. Fonte: elaborazioni dell’autore.

zione di colore (dal più scuro al più chiaro) ai caratteri e qualità a tali aree, la cui organizza- diversi livelli localizzativi. zione deve agevolare, sia economicamente sia Nello specifico, la localizzazione ottima, tecnicamente, le singole imprese insediate. Il buona, discreta e insufficiente è ottenuta come Planning Support System rappresenta l’insieme intersezione tra aree dismesse e a destinazione di strumenti e tecniche adatte ad assistere il produttiva (esistenti e in previsione) e i buffer complesso dei soggetti coinvolti nella pianifica- relativi rispettivamente ai parametri (a,b), zione di insediamenti produttivi. In particolare, (g,i,j,k), (c,d,e,h, l) e (f,m,n,o,p). Nello specifi- l’intervento coordinato degli stakeholder nella co gli autori costruiscono elaborazioni grafi- definizione di corrette strategie localizzative che per i comuni di Pavia, Vigevano, Broni e consente di determinare le esigenze (socio-eco- Stradella. A titolo esemplificativo, si riportano nomiche ed ambientali) di uno specifico territo- i risultati ottenuti mediante interrogazione dello rio mediante la condivisione delle conoscenze strumento GIS per la città di Pavia (Figura 1). e degli interessi rispettivi e garantire la tutela e la valorizzazione del territorio stesso, quindi Conclusioni la sua competitività. Le criticità riscontrate nel caso applicativo presentato (mancanza di dati Ogni attività di pianificazione può essere vista territoriali aggiornati e disponibili in formato come un processo interattivo e iterativo appli- shape per tutti i sistemi di riferimento analiz- cato al sistema complesso in cui non è sempre zati) rendono però necessario il rafforzamento semplice definire le relazioni che sussistono di tali rapporti al fine di migliorare l’efficienza fra i differenti elementi e quindi l’insieme delle dello strumento e quindi del processo pianifica- procedure da utilizzare per arrivare ad un uni- torio. co iter decisionale. In particolare nella pianifi- cazione territoriale di insediamenti industriali diventa fondamentale considerare un insieme di fattori che, nel complesso, definiscono

282 Note Riferimenti Bibliografici

1. La definizione del contesto localizzativo favorevole dipende Brail, R.K. (2008) Planning Support Systems for cities and dalla tipologia di attività produttiva considerata. Nello spe- regions, Lincoln Institute of Land Policy, Cambridge, cifico si considerano distinte classi di attività produttive indi- Massachusetts viduate sulla base di due tipologie di attributi: settore (rag- Cattaneo, T., De Lotto, R., Venco, E.M. (2016), “Functional gruppamenti ATECO) e mercato di riferimento (regionale o Reuse and Intensification of Rural-Urban Context: Rural nazionale/internazionale). Architectural Urbanism” in International Journal of Agricultural and Environmental Information Systems 7(1) (pag. 1-27) Cattaneo, T., De Lotto, R., Venco, E.M. (2015), “Methodology and applications for Rurban Sustainable Development” in Environmental and Agricultural Science (eds. Mastorakis, N.E., Corbi, O., Corbi, I.), Atti della IV Conferenza Internazionale Energia, Ambiente, Imprese e Innovazione (ICESEEI’15), Dubai, WSEAS Press (pag. 111-120) Ciciotti, E., Dallara, A., Rizzi, P. (2006), “Una geografia della sostenibilità dei sistemi locali italiani”, contributo presentato alla XXVII Conferenza di Scienze Regionali Conticelli, E., Tondelli, S. (2009) La pianificazione delle aree produttive per lo sviluppo sostenibile del territorio, Alinea, Firenze De Lotto, R. (2014), “Planning tool per il Rural Architectural Intensification (RAI)” in Architecture as Heritage. Percorsi adriatici di progetto nel paesaggio degli insediamenti minori (ed. Pugnaloni), Il Lavoro Editoriale, Ancona Densham, P. (1991), “Spatial Decision Support Systems” in Geographical Information Systems: Principles and Applications (eds. Maguire D.J., Goodchild M.F., Rhind D.W.), John Wiley and Sons, New York (pag. 403-412) Kitson, M., Martin, R., Tyler, P. (2004) “Regional Competitiveness: an Elusive yet Key Concept?” in Regional Studies, 38, 9 (pag. 991-999) Gemmiti, R. (2007), “Competitività territoriale in sostenibilità. L’interpretazione alla base della ricerca” in Competitività in sostenibilità: la dimensione territoriale nell’attuazione dei processi di Lisbona/Gothenburg nelle regioni e nelle province italiane (eds. Prezioso M., Bencardino F.), Geotema, Special Issue (pag. 31-32) Porter, M.E. (1990) The Competitive Advantage of Nations, Macmillan, Londra Provincia di Bologna (2006), “Linee guida per la realizzazione delle Aree produttive Ecologicamente Attrezzate della provincia di Bologna” (a cura di Borsari, L., Stacchini, V.) Regione Emilia-Romagna, Assessorato Mobilità e Trasporti, Istituto sui Trasporti e la Logistica-ITL (2008), “La localizzazione delle imprese: fattori di accessibilità e modelli di cooperazione”, Progetto REDECON Regione Lombardia, Geoportale della Lombardia, disponibile all’indirizzo http://www.geoportale.regione. lombardia.it Regione Lombardia, Open Data Lombardia, disponibile all’indirizzo http://www.dati.lombardia.it Storper, M. (1995) “The Resurgence of Regional Economies, 10 Years Later” in European Urban and Regional Studies 2(3) (pag. 191-221) Storper, M. (1995), “Competitiveness policy options: the tecnologicy-regions connection” in Growth and Change, 26 (pag. 285-308)

283 SPAZIO PUBBLICO METROPOLITANO UNA RETE INTEGRATA DI LUOGHI

Giovanna Ferramosca | Rocco Orefice | Carmen Prisco | Stefano Spera

Introduzione corso. La stessa riforma che ha dato nuovo impulso all’istituzione di governi metropolita- Il termine metropolitano ha origini antiche, ni sembra solo in parte capace di rispondere deriva infatti del greco μήτηρ (madre) in com- a questa nuova configurazione dell’urbano. binazione con πόλις (città). Così i coloni greci Essa ammette la possibilità di superare i vecchi disseminati nel Mediterraneo e nell’Egeo chia- confini amministrativi e di sperimentare nuove mavano la città d’origine, con cui rimanevano politiche e visioni strategiche per tali contesti, saldi i contatti economici, politici e culturali; l’u- ma non fornisce ancora un quadro chiaro per so della parola non è cambiato poi tanto visto la riorganizzazione delle politiche e dei livelli che oggi con città metropolitana si indica in di governo territoriale. Occorrerebbe invece generale un’ampia area urbanizzata e densa- alimentare ulteriormente la cooperazione tra mente popolata, costituita da un centro, la città le amministrazioni locali attuando gli indirizzi principale, e da una serie di aggregati urbani provenienti dall’Unione Europea, che spingono e di insediamenti produttivi che si relazionano ad una nuova attenzione verso le dinamiche in maniera intensa e permanente con il centro. metropolitane. È una situazione che rischia di Tuttavia non è sempre corretto identificare le farci perdere, o quantomeno di lasciar depe- aree metropolitane con tali confini, dal mo- rire, la grande risorsa storica sulla quale può mento che è la morfologia dell’urbanizzato a contare l’Italia, come altri contesti in Europa: doverli definire. Nel caso specifico dell’area l’Armatura urbana del paese. La città italiana, metropolitana di Napoli ci troviamo di fronte così come la città europea, è stata il motore ad un continuum urbano che ingloba anche dell’economia, della società, della politica e il comune di Aversa (provincia di Caserta) e della democrazia”. (Urban@it, 2016) i comuni di Scafati, Angri e Nocera Inferiore Infatti la pianificazione sovracomunale in Italia (provincia di Salerno), sviluppatisi lungo un è giovane e poco consolidata, le uniche espe- asse di collegamento a scala regionale. rienze in tal senso sono state i piani paesag- gistici, quelli regionali e quelli provinciali. Nel La ricerca: obiettivi, metodi e struttura tempo tali piani hanno portato alla luce i limiti di un sistema amministrativo nazionale poco La finalità di tale ricerca è esaminare la piani- efficiente dovuto a tempistiche decisionali e di ficazione sovracomunale nel sistema di piani- processo lunghe e da una complessa mul- ficazione nazionale e nel contesto europeo e ti-attorialità. Nello specifico, questa ricerca si internazionale. L’attenzione sarà rivolta alle concentra sull’area metropolitana napoletana città metropolitane le quali si accingono ad af- attraverso lo studio della sua organizzazione frontare, per la prima volta e senza modelli ed territoriale. esempi i loro compiti di governo del territorio. In generale una metropoli può essere concepi- Si tratta di comprendere i modi nuovi con cui si ta come una associazione di città, ma la nostra distribuiscono su territori vasti funzioni e servizi ipotesi di lavoro è che essa rappresenti un e dei tipi di connessioni che si stabiliscono tra insediamento, diverso dalla città tradizionale, di loro. “Oggi non esistono istituzioni in grado i cui lineamenti sono ancora da decifrare. In al- di dare risposte adeguate alle dinamiche in tri termini, siamo alla ricerca di una struttura e

284 di forme che ci possano descrivere una realtà si intrecciano cultura e storia, simboli e tradi- troppo spesso ricondotta, senza comprenderla, zioni. Nel corso del tempo ha assunto differenti a moduli del passato non più adatti al modello connotazioni che si alternavano tra di loro, di città contemporanea. piazza civica come luogo di relazione sociale Il principale obiettivo di tale studio è l’indi- tra gli abitanti, piazza del mercato come luogo viduazione di un nuovo sistema degli spazi di scambio e come motore dell’economia, pubblici urbani, dell’area metropolitana, come piazza del potere come espressione delle forze articolazione gerarchizzata sulla base delle politiche dominanti, dal Foro romano ai giorni frequentazioni legate alla rete della mobilità nostri. Questo modello è antitetico a quello su ferro. Dopo anni in cui la pianificazione ha della cultura urbana americana, di più recente assecondato la richiesta di spostamenti con formazione, dove “le piazze non sono neces- mezzi privati, oggi invece cerca di favorire sarie, si vive nelle case […] e quando le strade lo spostamento con mezzi pubblici. Le moti- si tagliano ad angolo retto le case sono meno vazioni sono molteplici, riguardano in primis costose da costruire e più comode per viverci”. l’aspetto ambientale e poi quello economico, Di conseguenza lo spazio pubblico assume un entrambi al fine di decongestionare i centri ruolo del tutto marginale nello sviluppo della urbani e migliorarne la qualità. Secondo i dati città, poiché l’attenzione ricade sulla sfera dell’ultimo censimento ISTAT del 2011 si riscon- privata. Dunque la loro massima espressione tra che ben il 49% degli spostamenti all’interno di spazio pubblico è lo shopping mall, conte- dell’area metropolitana avvengono con mezzi nitore progettato all’interno del quale la mixitè privati, mentre solo il 9% si sposta utilizzando sociale e funzionale sono gli unici fattori a il treno o la metropolitana. Le stazioni e gli garantire l’interazione. La strada diviene puro spazi antistanti ad esse si configurano come collegamento tra un punto A e un punto B (la delle zone filtro tra il sistema urbano e il siste- highway) senza assolvere nessuna funzione di ma della mobilità, assumendo il ruolo di nuove spazio pubblico, come invece avveniva nella porte della città contemporanea. tradizionale città europea. Dal dopoguerra in Un’urbanizzazione incontrollata e disordinata poi, in Italia, in seguito ad un cambiamento ha contribuito a rendere difficile l’identificazio- radicale dello stile di vita, emulando il model- ne dei confini amministrativi dei diversi nuclei lo americano dal concetto di abitazione, al urbani, di conseguenza la stazione diventa concetto di spostamento finanche al concetto l’unico elemento che rende più leggibile tale di spazio pubblico, ci si è allontanati da un distinzione. Lo sprawl urbano, può essere defi- modello identitario di città ad uno completa- nito l’anti-città, dove non prende vita lo spazio mente privo. pubblico; la città, al contrario, per definirsi tale Questo modello ha sconvolto sia l’equilibrio deve avere un sistema articolato e complesso fisico della città sia quello mentale dell’uomo di spazi pubblici, questi a loro volta sono ge- il quale, in seguito ad una sovrastimolazio- nerati dall’interazione tra urbs e civitas, dove ne sensoriale data da input esterni frenetici, per urbs si intende la relazione tra pieni e vuo- assume un atteggiamento blasè, ossia si abitua ti, per civitas l’interazione tra diverse culture e diventa meno recettivo; il susseguirsi quoti- e stati sociali. La varietà sociale e funzionale diano di notizie ed emozioni fa divenire tutto all’interno dei pieni favorisce di riflesso una normale e consuma le energie. In seguito ai mixitè anche all’esterno di essi, articolando lo rapidi processi di globalizzazione anche la spazio urbano, riempendo il vuoto fisico con percezione del tempo è mutata, divenendo più un pieno di interazioni. veloce e denso e accuratamente misurato e Lo spazio pubblico è definito tale nel momento monetizzato. Questa alienazione genera una in cui possiede un forte carattere identitario, società estremamente individualizzata dove si favorisce l’interazione tra soggetti diversi e perde il senso del noi privilegiando invece l’io, permette che questi si sentano parte integrante il che si riflette anche sul modo di vivere e di del luogo. Lo spazio pubblico, nella cultura rapportarsi con lo spazio pubblico. europea e ancora più in quella italiana, trova I settori scientifici che studiano i processi di tra- massima espressione nella piazza; luogo fon- sformazione urbana, dal punto di vista sociale, damentale dell’incontro e dello scambio, in cui economico, storico, demografico e urbanistico

285 stanno da tempo maturando la consapevolez- clette), ed in diverse fasce orarie, garantendo za che tale modello americano ha parecchi in modo indiretto una forma di controllo dei limiti considerando la nostra cultura e la nostra suddetti luoghi. tradizione. L’orientamento va verso una reinter- Il terzo parametro, AESTETHIC QUALITY, si rife- pretazione in chiave contemporanea dei valori risce al verde che rende lo spazio pubblico più tradizionali. confortevole, piacevole alla vista e che svolge Nella città contemporanea i luoghi con mag- una funzione di mitigazione climatica. È un giori potenzialità per assolvere a pieno la elemento che va progettato insieme allo spazio funzione di spazio pubblico sono le stazioni ed pubblico secondo un disegno che si relazioni i relativi spazi antistanti, in quanto accoglie il con il contesto e che possa apportare delle rea- passaggio continuo e diversificato di utenti. Da li migliorie, superando un’idea di marginalità zona di approdo è diventata zona di passag- e di mero decoro; inoltre sono stati utilizzati gio, ovvero un non-luogo strettamente legato indicatori quali-quantitativi dal momento che alla funzione della mobilità che però sintetizza i caratteri qualitativi non sono sintetizzabili tutte le problematiche della città, fornendo una numericamente. Per classificare la qualità del sorta di anteprima. Da qualche anno, invece, verde degli spazi pubblici e rendere il criterio ci si sta muovendo per trasformare questi in di valutazione replicabile è stato necessario luoghi dello stare, non solo per necessità ma attribuire dei valori numerici, da 0 a 5, di anche e soprattutto per scelta, dal momento seguito riportati: che dovranno integrarsi al sistema degli spazzi • assenza di verde; valore: 0 pubblici già esistenti all’interno del tessuto • verde spontaneo; valore: 1 urbano e rispondere alle più svariate esigenze. • omogeneo di scarsa qualità; valore: 2 • eterogeneo di scarsa qualità; valore: 3 Analisi degli spazi pubblici dell’area • omogeneo di buona qualità; valore: 4 metropolitana • eterogeneo di buona qualità; valore: 5 In particolare per omogeneo si intende quel Per dare risposta all’obiettivo prefissato sono verde che, individualmente o in un insieme di state costruite delle schede all’interno delle elementi, deriva da un’idea e da una progetta- quali raccogliere i parametri che si possono zione ben pensata e che si adatta ai caratteri adottare per definire le qualità degli spazi del contesto urbano in cui si trova; mentre, pubblici, specialmente di quelli in relazione ad quando alla base manca una progettualità, una stazione. il verde si configura come eterogeneo con Il primo parametro, SAFETY and ACCESSI- caratteri frammentari rispetto al contesto; ciò BILITY, riguarda un sistema di illuminazione lo espone maggiormente all’incuria e agli atti efficace, la presenza di vigilanti, la prossimità vandalici. (centro, margine o esterno) al centro abitato Il quarto parametro, FLOWS, contiene l’analisi e la facile accessibilità (pedonale, veicolare o dei flussi condotta per individuare le stazioni e pedo-veicolare) garantisce livelli maggiori di i relativi spazi pubblici maggiormente frequen- sicurezza; mentre la presenza di videosorve- tati ed i loro effetti sul contesto urbano, attra- glianza non favorisce né una percezione né verso l’elaborazione di medie giornaliere per un effettivo senso di controllo dello spazio. Il ognuna delle stazioni, suddivise per azienda tessuto è stato suddiviso in compatto, frammen- di trasporto e per linea. I flussi sono calcolati tato e pulviscolare in base alla continuità ed in base ai passaggi giornalieri stazione per alla complessità dell’urbanizzato. stazione e le classi sono le seguenti: 0-500, Il secondo parametro, SERVICES, riguarda la 501-1000, 1001-2000, 2001-5000, 5001- presenza di attività commerciali garantisce 10000, > 10000. Il quinto parametro, BUFFER un’offerta vasta e variegata non solo indiriz- ZONE, si riferisce alla mappatura della rete zata ai passeggeri ma anche ai cittadini che degli spazi pubblici, costituita dal sistema stra- abitano quel territorio. La mixitè funzionale dale e dalla presenza di funzioni speciali in un fa sì che questi luoghi siano frequentati da raggio di 500 metri a partire dalla stazione. differenti utenti, con varie modalità di trasporto In ogni singolo buffer sono stati evidenziati gli a propria disposizione (metro, taxi, bus, bici- spazi pubblici a seconda che siano parchi o

286 giardini, piazze, parcheggi o funzioni speciali. di qualità estetica; sono prive di mixitè; sono La rete stradale invece è frutto di una gerar- più accessibili rispetto alla classe 1; identità chizzazione scaturita da un’attenta analisi sul debole del luogo. valore o meno che hanno di spazio pubblico: Classe 3 Le aree in esame sono localizzate • Strada che si connota come luogo molto ai margini del centro abitato; nonostante le articolato, sia sotto l’aspetto funzionale, stazioni presentino un valore architettonico e che strutturale che morfologico, intercet- gli spazi di pertinenza siano di buona qualità tando ulteriori luoghi pubblici e funzioni e abbiano tutte le potenzialità per essere luogo speciali. Si fa sì che non ci sia separazio- di socialità, non assumono il ruolo di spazio ne tra gli elementi che invece assumono un pubblico perché sono accessibili prevalente- valore univoco di luogo pubblico; mente con veicoli essendo localizzati lungo • Strada che presenta un’articolazione dello strade a scorrimento veloce. Tale maglia stra- spazio pubblico meno complessa rispetto dale non fa altro che evidenziare la separa- alla classe precedente, o perché si per- zione tra i quartieri residenziali e questi spazi, de la continuità del fronte commerciale costituendo delle vere e proprie isole urbane. interrotto dall’uso residenziale, o perché la Classe 4 Le aree in esame sono localizzate ai tipologia delle funzioni commerciali è più margini del centro abitato ma facilmente ac- a scala di quartiere; cessibili, dove prevale un’edilizia residenziale • Strada che insiste su un tessuto prevalente- di tipo pubblico i cui spazi, seppur progettati, mente ad uso residenziale che non ricopre non svolgono la loro funzione perché privi di ruolo di spazio pubblico, se non in alcuni identità e unicamente relazionati alle residenze casi in cui lo spazio è solo per i residenti; dal momento che sono prive di mixitè funziona- • Strada che funge da puro asse di collega- le ed hanno una scarsa qualità estetica. mento tra due punti, ai margini si localiz- Classe 5 Le aree in esame sono localizzate ai zano in maniera frammentata e alternata margini di piccoli agglomerati urbani dove la funzioni speciali, residenze, aree abban- tipologia edilizia prevalente è di tipo monofa- donate e campagna; miliare; l’accessibilità è possibile sia da veicoli • Strada che attraversa aree agricole o che da pedoni in quanto le strade sono di tipo montane. urbano e a scorrimento lento lungo le quali si Tali dati analitici sono poi stati elaborati grafi- aprono dei piccoli spazi pubblici. camente secondo alcuni tematismi: localizza- Tuttavia l’assenza di mixitè funzionale e la zione, qualità del verde, dati dei flussi, qualità bassa qualità estetica fanno sì che tali spazi degli spazi. non siano integrati tra loro e siano del tutto anonimi. Sintesi delle analisi Classe 6 Le aree in esame sono localizzate ai margini o all’esterno del centro abitato, Nella seconda fase della ricerca condotta, met- sarebbero facilmente accessibili, ma data la tendo a sistema ed incrociando i dati di analisi scarsa qualità estetica sia dello spazio antistan- suindicati, sono state definite undici classi di te la stazione sia della strada tale accessibilità spazi pubblici, di seguito riportate, con relativa diminuisce. Il centro abitato, non molto distan- descrizione: te, presenta accenni di mixitè funzionale e di Classe 1 Le aree in esame sono localizzate spazi pubblici; la lontananza con lo spazio di all’esterno dei centri abitati e non hanno spazi pertinenza della stazione rende difficile la loro pubblici che si relazionano con la relativa relazione. stazione di riferimento, presentano difficoltà Classe 7 Le aree in esame sono localizzate sia fisiche che percettive di accessibilità; sono ai margini del centro abitato che essendo prive di qualità estetica; sono prive di mixitè compatto, articolato, con una elevata mixitè funzionale, prive di identità. funzionale, con una discreta qualità della rete Classe 2 Le aree in esame sono localizzate ai degli spazi pubblici ed una buona accessibilità margini o all’esterno del centro abitato e non riveste un ruolo trainante per lo spazio anti- hanno spazi pubblici che si relazionano con stante la stazione, di bassa qualità, e la sua la relativa stazione di riferimento; sono prive integrazione con il contesto.

287 Classe 8 Le aree in esame sono localizzate nel pubbliche), dal momento che le problemati- centro abitato, di impianto prevalentemente che riscontrate hanno bisogno di una risposta moderno, con un’alta densità abitativa dove radicale e significativa in relazione, sempre, al l’organizzazione dello spazio non è chiara e contesto territoriale di riferimento; gli interventi poco leggibile; sono facilmente accessibili ma previsti dunque riguardano il potenziamento carenti di spazi pubblici, gli unici elementi trai- del sistema stradale di collegamento, l’in- nanti sono la presenza di funzioni speciali che cremento della rete del trasporto pubblico e richiamano un elevato e diversificato numero creazione di nuovi centri urbani con annessa di utenti (università, ospedale, carcere, cimitero creazione di una rete degli spazi pubblici. monumentale). Nonostante ciò gli spazi pubbli- 2 Cambio destinazione ci presi in esame sono di scarsa qualità e con Si consiglia principalmente il cambio di una scarsa integrazione con il contesto. destinazione d’uso dei piani-terra per favorire Classe 9 Le aree in esame sono localizzate nel la creazione di un fronte commerciale con- centro abitato con un’alta densità abitativa ed tinuo, inoltre si incentiva la concessione di un tessuto compatto, facilmente accessibili e suolo pubblico per usi temporanei, in accordo con una buona articolazione della rete degli al contesto, per avere una migliore gestione spazi pubblici; mentre la qualità dello spazio degli spazi pubblici presenti; ciò in risposta ad antistate la stazione risulta essere bassa rispet- una assenza di mixité funzionale e temporale to al contesto e nonostante ciò in alcuni casi diffusa. assolve la funzione di spazio pubblico. L’acces- 3 Potenziale sviluppo urbanistico sibilità a tali spazi è buona ed è presente una Si prevede un processo di densificazione elevata mixitè funzionale. sostanziale e creazione di un sistema di spazi Classe 10 Le aree in esame sono localizzate pubblici a partire dalla zona della stazione di nei pressi di grandi poli attrattivi di tipo turisti- riferimento e conseguentemente di ricucitura di co e culturale-paesaggistico; prevalentemente questa con il tessuto esistente, che nonostante la qualità estetica degli spazi e delle stazioni è sia frammentato e con limitate funzioni comun- mediocre rispetto alle potenzialità del contesto, que presenta un principio di identità urbana; il l’accessibilità è buona ed è incrementata dalla tutto attraverso la redazione di un Piano Urba- presenza di multimodalità. nistico Comunale che dia un nuovo assetto. Classe 11 Le aree in esame sono localizzate 4 Ricucitura urbana nel centro abitato con un’alta densità abitativa Si prevede un intervento di riqualificazione ed un tessuto compatto e articolato, ricco di dello spazio pubblico antistante la stazione e funzioni speciali che aggiungono valore alla la sua integrazione al contesto attraverso la già forte mixitè funzionale; facilmente accessi- ricucitura del tessuto frammentato e marginale bili, si inseriscono in una complessa rete degli in cui si trova tale spazio ed il centro abitato spazi pubblici i quali assolvono a pieno la loro già compatto ed articolato e con una propria funzione. La qualità estetica è medio-alta e la identità. multimodalità è un’ulteriore valore aggiunto. 5 Riqualificazione della stazione e dei relativi spazi antistanti Strategie di intervento Si prevede un intervento di riqualificazione che mira a restituire alla stazione il ruolo attivo ed Data la suindicata classificazione degli spazi attrattivo nell’ambito urbano che le compete pubblici, abbinata ai dati dei flussi della rela- migliorando l’offerta del servizio globale ai tiva stazione di riferimento, sono state deline- fruitori attraverso la ridefinizione funzionale ate sei categorie di intervento che forniscono e tipologica dei servizi, una nuova organiz- indicazioni idonee per rispondere alle proble- zazione degli spazi ed un elevato standard matiche di ogni singola categoria. di efficienza, qualità e confort in accordo al 1 Ristrutturazione urbanistica contesto, già molto articolato e complesso. Si consiglia la redazione di Piani Urbanistici 6 Stazione tecnologica ed ecologica Attuativi o varianti urbanistiche, da approvare Data la localizzazione centrale, la presenza auspicabilmente, quando possibile, con una di mixité funzionale e temporale, l’elevata procedura semplificata (nel caso di opere accessibilità e la discreta qualità degli spazi

288 Fig. 1- Rete degli spazi pubblici dell’area metropolitana

pubblici, si prevede solamente una rilettura di negativo lo si può evincere dalla separazione tali spazi in chiave tecnologica-ambientale e percettiva tra rete infrastrutturale e spazi digitale attraverso l’impiego di energie rinnova- pubblici. Questi seppur fisicamente uniti, sono bili (pannelli solari), l’utilizzo di illuminazione funzionalmente frammentati in quanto le strade a basso consumo (led), la realizzazione di am- sono percepite unicamente come collegamento bienti interni che i fruitori percepiscano come tra due spazi e non come facenti parte di una eco-compatibili dotati di istallazioni digitali e rete complessa di spazi e strade che assume la creazione di spazi aperti con aree verdi. geometrie variabili. È il dinamismo a dettare diversità e ritmica, fisica e funzionale, degli Conclusioni. La città metropolitana verso una spazi pubblici metropolitani. rete a geometria variabile Le stazioni e gli spazi pubblici di pertinenza svolgono in tal senso un ruolo centrale, in Dalle analisi condotte si evince che l’area me- quanto costituiscono la porta di accesso al tropolitana di Napoli ha un carattere monocen- sistema degli spazi pubblici dell’area metropo- trico, dove la città centrale è l’unico polo in cui litana. Si configurano inoltre come dei luoghi vi è una concentrazione di funzioni e servizi; dello stare e che necessariamente devono dati ISTAT dell’ultimo censimento del 2011 possedere una qualità complessiva elevata, registrano infatti che il 12% degli spostamenti comprendendo cioè tutti i servizi e le funzioni nell’area metropolitana sono in entrata nel co- necessarie ai fruitori dello spazio (non solo mune di Napoli, a fronte del solo 2% in uscita. ai viaggiatori), garantire un buon grado di Oltre alla città centrale ci sono pochi altri poli sicurezza ed un elevato grado di comfort unito che hanno una qualche forza attrattiva, ma di ad una buona qualità estetica. Tali potenzialità gran lunga inferiore a quella centrale; si assiste vanno supportate da un sistema della mobilità infatti ad un processo di periferizzazione piut- che garantisca tempi di spostamento rapidi e tosto che di metropolizzazione, dove a preva- frequenti, in quanto la facile accessibilità ai lere è la funzione residenziale. Tale processo luoghi dell’area metropolitana è una “questio-

289 ne di democrazia” e contribuisce alla creazio- Riferimenti Bibliografici ne di un sentire collettivo. In conclusione si intende passare da un mo- Basilica, F. (2006), La pianificazione strategica per lo sviluppo dei territori, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli dello monocentrico ad un modello policentrico Bianchetti, C. (2016), Territori della condivisione. Una di tipo strategico, ovvero che individui poche nuova città, Quodlibet, Macerata altre polarità che hanno già reali potenzialità Biennale Spazio Pubblico (2013), Carta dello spazio pubblico, Roma per avvicinarsi al ruolo che esercita Napoli. La Jacobs, J. (2009), Vita e morte delle grandi città. Saggio forza attrattiva di questi luoghi deve contribu- sulle metropoli americane, Piccola biblioteca Einaudi, ire a rafforzare e ad incrementare un sistema Torino Perrone, G., Gorelli, G. (2012), Governo del consumo urbano diffuso e capillare degli spazi pubblici, di territorio. Metodi, strategie, criteri. University Press, ad oggi concentrato per lo più a Napoli. Firenze Queste polarità potenziali, a loro volta com- UN-Habitat (2015), Global Public Space Toolkit: From Global Principles to Local Policies and Practice, United plesse e articolate, sono: Nations Human Settlements Programme, Nairobi 1. La penisola sorrentina, per la valenza Urban@It Centro nazionale di studi per le politiche urbane paesaggistica e turistica; (2016), Rapporto sulle città. Metropoli attraverso la crisi, Il Mulino, Bologna 2. Castellammare di Stabia-Pompei-Torre An- http://docplayer.it/844911-Franco-de-angelis-le-stazioni- nunziata, per la valenza di polo religioso nelle-nuove-aree-metropolitane.html e turistico-culturale; http://docplayer.it/20735053-Sergio-guarente-il- significato-politico-filosofico-della-piazza-nella-storia-d- 3. Portici-Ercolano, per l’importanza stori- italia.html co-culturale e per la presenza di un polo https://www.youtube.com/watch?v=pBt74yqqGfg, universitario importante; Napoli Piazza Garibaldi. Una trasformazione iniziata dalla stazione centrale, 15 gennaio 2012 4. Pomigliano d’Arco, per la sua valenza di polo industriale; 5. Nola, per la sua valenza di polo ammini- strativo, culturale e commerciale; 6. Aversa, per l’importanza storico-culturale e per la valenza di polo universitario; 7. Pozzuoli-Lucrino-Fusaro, per la valenza turistica e paesaggistica.

290 SOSTENIBILITÀ E RESILIENZA NEL PIANO STRATEGICO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

Stefania Grasso

Il Piano Strategico della Città metropolitana di la dicotomia pianura/montagna si trasformi in Fig. 1 - La piattaforma Torino sinergia di sistema e cooperazione, la rior- trasversale (PP5) e ganizzazione funzionale dei servizi pubblici le piattaforme del Piano Strategico La visione di lungo periodo verso la quale sono in un’ottica di efficientamento, l’abilitazione della Città indirizzati gli sforzi della Città metropolitana del territorio per l’attrazione degli attori dello Metropolitana di di Torino è quella di realizzare un territorio di sviluppo economico e culturale, la creazione di Torino. qualità nel quale i cittadini desiderino vivere, un’identità metropolitana funzionale alla cresci- crescere e lavorare e nel quale le imprese ed ta competitiva sui mercati nazionali ed interna- i talenti, nazionali ed internazionali, possano zionali, sono fra gli obiettivi che il nuove Ente trovare la giusta dimensione per insediarsi e si propone di realizzare. svilupparsi. La CMTo mira ad essere in grado di pensare, Il primo Piano Strategico, previsto dalla legge progettare ed agire in chiave strategica, in 56/2014 (c.d. Delrio), intende operare per maniera integrata con il territorio, per offrire ai realizzare un territorio coeso e di qualità e per cittadini ed alle imprese, sia a quelle già ospi- farlo individua cinque macro ambiti prioritari tate sia a quelle che verranno, l’opportunità di di intervento all’interno dei quali agire per una essere parte di un territorio di qualità. D’altra Città metropolitana che sia: parte la CMTo presenta aspetti fisici unici a • capace, attraverso una nuova governance scala nazionale: un rilevante arco della catena integrata; Alpina, diverse aree collinari che, di fatto, • sinergica e coesa, per il superamento della costituiscono la propaggine settentrionale della dualità pianura/montagna; catena degli Appennini (Colline del Fiume Po • innovativa ed attrattiva nei confronti di di Torino – Mab Unesco), peculiarità quali imprese e talenti; l’Anfiteatro morenico di Ivrea (uno dei meglio • intelligente ed inclusiva; conservati d’Europa), l’anfiteatro morenico di • sostenibile e resiliente1. Rivoli – Avigliana, l’antica paleoconoide del Il documento di Piano entra da subito nel Torrente Stura di Lanzo, che lambisce il centro merito delle strategie e azioni che la CMTo abitato di Torino, varie forme glaciali importan- intende avviare nel prossimo futuro: sebbene ti come quelle di Susa e il vallone della Dora la visione complessiva di sviluppo della Città Baltea (naturale proseguimento in Piemonte Metropolitana di Torino non possa che traguar- della Valle d’Aosta), i glacis di erosione del dare un orizzonte temporale di ampio respiro, il PSMTo, flessibile e dinamico, è costruito per permettere una concreta operabilità già nel medio/breve periodo ed è, per questo, accom- pagnato da un’agenda operativa di priorità di azione/progetto, declinate all’interno dei 5 ambiti prioritari di intervento, definite secondo criteri di rilevanza in termini di sostenibilità economica, procedurale, ambientale. La costruzione di una nuova governance dove

291 Pinerolese, l’altopiano di Poirino che racchiude pubbliche integrate ed il passaggio ad un la storia della diversione del Tanaro, il sistema modello di sviluppo sostenibile fondato sull’a- dei parchi e delle aree protette metropolitane, bilitazione di un sistema produttivo capace di le residenze sabaude, i 5 fiumi che innervano dialogare con la rigenerazione, la tutela e la il territorio metropolitano (Po, Dora Baltea, valorizzazione del sistema naturale. Dora Riparia, Stura e Sangone), ecc. È, quindi, necessario adottare un modello me- È con questo palinsesto territoriale ed ambien- tropolitano innovativo fondato sulla resilienza, tale che strategie ed azioni del primo PSM la riduzione e il riciclo dei rifiuti, la riattivazio- devono dialogare ed interagire e, anche gra- ne dei capitali urbani, la pianificazione e la zie al quale, territorializzare i vantaggi offerti gestione ambientale integrata del territorio e dal posizionamento geografico della CMTo nel delle aree urbane. Queste ultime rivestono un contesto internazionale, europeo ed italiano. ruolo fondamentale per non perseverare con il già conosciuto modello di crescita a scapito Sostenibilità e resilienza: le parole chiave del suolo e delle sue risorse. Infatti, nei decen- ni passati, nella Città metropolitana di Torino La qualità dell’ambiente riveste un ruolo fonda- (ex-Provincia), così come nel resto d’Europa, mentale nel determinare il grado di attrazione il consumo di suolo fertile e l’impermeabiliz- di un territorio, che deve essere in grado di zazione delle superfici sono avvenuti in modo offrire, oltre che servizi e infrastrutture avanza- massiccio, sfuggendo spesso ad un efficace te per lo sviluppo d’impresa e di investimenti, controllo pubblico. Almeno tre forme di uso e anche un contesto sano e stimolante nel quale di consumo destrutturanti e atipiche del suolo poter lavorare e vivere. Dissesto idrogeologi- si sono consolidate nel tempo: tentacolare co, inquinamento atmosferico, cambiamento (c.d. sprawling urbano), lungo le principali climatico, depauperamento biologico, sono vie di comunicazione per favorire l’effetto solo i primi effetti della compromissione della vetrina agli insediamenti di tipo commerciale; capacità di resilienza dell’Ambente. L’Unione a macchia d’olio o cluster, tipica degli inse- Europea, per questo motivo, ha deciso di inse- diamenti produttivi collocati in prossimità degli rire tra le sette iniziative prioritarie per raggiun- accessi autostradali o delle principali vie di gere gli obiettivi di una crescita intelligente, comunicazione; disseminata negli spazi aperti sostenibile e solidale della strategia Europa e lontana dai grandi aggregati urbani, tipica 2020, quella volta a sostenere il passaggio da degli insediamenti residenziali a bassa densità un’economia lineare ad una circolare, verso alla ricerca di maggiore qualità ambientale e un’economia che sia più efficiente e attenta di vita. nell’utilizzo delle risorse naturali riconoscendo Queste tre diverse forme di consumo hanno che il modo più efficace per ridurre i costi prodotto, però, gli stessi effetti: impermeabiliz- economici ed ambientali causati dalle pressioni zazione del suolo naturale, riduzione mas- esercitate sull’ambiente è quello di passare da siccia della superficie agricola utilizzabile2, una politica di risanamento ad una di preven- abbandono, da parte delle aziende agricole zione del deterioramento ambientale. Un’eco- delle aree marginali spesso prossime o inter- nomia più green ed attenta grazie ad un uso cluse da infrastrutture ed aree urbanizzate, più efficiente delle risorse riduce i costi per creazione di aree in attesa di trasformazione, l’ambiente, mentre nuove tecnologie e tecniche depauperamento ecologico e paesaggistico, ecocompatibili creano occupazione, rilanciano inquinamento atmosferico, aumento dei costi di l’economia e rafforzano la competitività dell’in- infrastrutturazione e di servizio, perdite rilevan- dustria europea. ti in termini di cultura imprenditoriale e manu- Ed è a partire dalle ampie aree disponibili, tenzione del territorio, smarrimento dell’identità spesso contaminate, lasciate dalla crisi dell’in- territoriale, compromissione della capacità dustria tradizionale da cui si intende iniziare il di resilienza del territorio, creazione di stock risanamento e il recupero per fornire occasioni immobiliare, sia abitativo che commerciale e di miglioramento della qualità dell’ecosistema produttivo, in eccedenza e/o sottoutilizzato. urbano e di sostegno all’economia. Ma tali È chiaro, quindi, che l’integrazione tra politi- sfide richiedono la messa in atto di politiche che e pratiche della pianificazione territoriale

292 e dell’ambiente non è più procrastinabile. Il agli obiettivi tradizionali della conservazione processo di frammentazione degli ambienti delle aree naturali, quelli della multifunzionali- naturali e semi-naturali costituisce una priorità tà (anche agricola e rurale) che integri la salva- da affrontare in modo trasversale e con un guardia dei servizi ecosistemici, la mitigazione approccio integrato, in quanto causa della per- e l’adattamento al cambiamento climatico, dita non solo della biodiversità, ma anche dei la conservazione dei valori paesaggistici ed servizi ecosistemici che la comprendono e che un utilizzo delle sue risorse più sostenibile. forniscono beni e servizi fondamentali per la L’obiettivo è quello di creare le condizioni sopravvivenza ed il benessere delle popolazio- abilitanti per lo sviluppo di una green economy ni monetizzabili in 47 trilioni di dollari statuni- (cfr. progetto ELIN per l’agricoltura sociale, tensi per anno (Cfr. Costanza et al, 1997). È Legno Lab, FuturFor@ - Alcotra ) e per orien- necessario agire non solo sulle quantità dell’of- tare scelte urbanistiche verso la realizzazione ferta insediativa, ma anche sulla sua distribu- ed il mantenimento di green infrastructures e zione spaziale e sulla qualità tipo-morfologica, la tutela e la valorizzazione dei servizi eco- per evitare che l’aggiunta di quote marginali di sistemici, non solo attraverso l’attuazione del crescita urbana abbia effetti diffusivi e destrut- Piano Territoriale di Coordinamento (PTC2), ma turanti sul patrimonio naturale, con l’aggravio anche attraverso l’adesione a progetti europei dei costi ambientali. Il riconoscimento del valo- per la messa a punto di strumenti in grado di re del suolo agricolo, delle specie e biocenosi quantificare economicamente i suddetti servizi primarie, della biodiversità nelle aree naturali, (cfr. progetto SAM4CP - Life), per attuare la della riqualificazione ambientale ed ecologica gestione ambientale integrata del suolo e per del territorio urbanizzato, è fondamentale per fornire nuovi approcci alla pianificazione del integrare e qualificare le domande di espan- territorio (cfr. progetti LUMAT e MaGIClandsca- sione insediativa e di nuova infrastrutturazione pes - Interreg Central Europe). dove il controllo della forma e della distribuzio- Mettere in sicurezza il territorio e la popolazio- ne territoriale della crescita divengono impor- ne, ma anche il delicato equilibrio del sistema tanti presupposti per uno sviluppo sostenibile e naturale, attraverso una pianificazione e ge- attento alla qualità della vita. stione integrata e l’educazione alla sostenibili- Le strategie di sviluppo del territorio metro- tà ambientale per attivare e mantenere proces- politano torinese (urbano e non), quindi, non si virtuosi di cambiamento nei comportamenti possono che fondersi con il paradigma della e negli stili di vita con il risultato di una città sostenibilità ambientale e prevedere azioni metropolitana sostenibile e resiliente, sono le integrate per far fronte alle attuali sfide econo- strategie di riferimento adottate dal Piano Stra- miche, ambientali, climatiche, demografiche e tegico per creare le condizioni più efficaci per sociali. rispondere agli obiettivi di crescita sostenibile Le risposte vanno ricercate nei nuovi pro- previsti dall’Unione Europea e per affrontare le cessi di sviluppo e crescita che permettano sfide della competitività internazionale. di produrre benessere e occupazione tra la A tal scopo le azioni strategiche previste, popolazione: la transizione verso un’economia specifiche per la sostenibilità e la resilienza del green attenta ad un uso più efficiente delle territorio metropolitano, sono: risorse, la ricerca di integrazione e coesione • Prevenzione del rischio idrogeologico e sociale, la resilienza e sostenibilità ambientale protezione dagli eventi alluvionali. La per rispondere ai rischi di vulnerabilità dovuti sicurezza è un diritto dei cittadini. Non è all’inquinamento, al consumo energetico e al solo la garanzia che le regole del vivere cambiamento climatico, l’avvicinamento ed civile siano rispettate e fatte rispettare, ma integrazione tra imprese e ambiente. Per un è anche la possibilità di vivere in un terri- territorio peculiare come quello della CMTo è torio “sicuro”, in cui i luoghi dell’abitare, indispensabile, poi, promuovere l’integrazione del lavoro, dello studio, del divertimento, tra aree urbane e rurali per uno sviluppo diffu- e quindi i cittadini, siano il meno possibile so, condiviso e responsabile. esposti a situazioni di rischio. Per questo la CMTo promuove un approccio in- • Contenimento del consumo di suolo, tutela tegrato alla gestione del territorio, affiancando e valorizzazione della risorsa. Il conteni-

293 mento del consumo di suolo è uno degli politana è la costruzione di un’Agenda del obiettivi fondanti della CMTo che intende cibo a partire da un processo condiviso portare avanti anche attraverso l’aggiorna- con i cittadini, gli esperti e gli operatori mento di strumenti quali le Linee guida per economici al fine di superare la visione set- l’individuazione delle aree libere, dense e toriale delle problematiche legate la cibo transizione e quelle per una coordinata ed e recuperare la complessità del sistema integrata pianificazione e gestione delle alimentare, globale e locale. aree periurbane e della forma urbana. • Green infrastructures, rete ecologica metro- politana e qualità dei servizi eco sistemici. Note La resilienza degli ecosistemi costituisce la precondizione essenziale per garantire la 1. Macro ambito trasversale del Piano Strategico Metropolitano. 2. Nel decennio 1990-2000, nelle sette regioni dell’area pa- disponibilità di tali servizi che, oltre a man- dano-veneta la SAU si è complessivamente ridotta di quasi tenere ed accrescere la qualità della vita, 363mila ettari – il 7,4% del totale consentono di ridurre i costi di gestione del territorio, della sua messa in sicurez- za e della spesa sanitaria, nonché sono Riferimenti Bibliografici essenziali per la formazione delle materie prime dalle quali dipende l’intero sistema Marengo, G., Mortari, I., Grasso, S., Ufficio di Piano, (2017), Verso il Piano Strategico della Città economico. Metropolitana di Torino. • Gestione di aree protette e siti della rete natura 2000. La tutela e valorizzazione della biodiversità e dei servizi eco sistemi- ci nei Parchi metropolitani e nei siti Rete Natura 2000 rappresentano le azioni per contrastare il degrado delle risorse naturali e paesaggistiche e fornire occasioni di fruizione. • Contratti di fiume e di lago per la tutela integrata dei corpi idrici e degli ecostistemi acquatici. I Contratti di Fiume e di Lago consentono di aumentare la consapevo- lezza e di responsabilizzare il territorio in modo sistematico, creando reti di colla- borazione locale per una più efficace progettazione di azioni ad ampia scala e consentono l’attrazione di risorse economi- che sui territori. • Azioni per il contenimento dell’inquinamen- to atmosferico. La CMTo opera su più fronti integrando fra loro azioni per la riduzione degli inquinanti provenienti dall’ambito del trasporto su strada, dai processi di produzione industriale e di energia e dalla combustione non industriale. • Green education. La CMTo sostiene azioni di educazione allo sviluppo sostenibile al fine di supportare il cambiamento cultura- le necessario al nuovo paradigma dello sviluppo sostenibile. • Nutrire Torino metropolitana. L’ambizione che guida il progetto Nutrire Torino Metro-

294 POLITICHE URBANE DI RIGENERAZIONE ENERGETICA E VINCOLI DI TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO: UNA PROPOSTA DI (PRE-) DIMENSIONAMENTO DEL PAES DELLA CITTÀ DI MATERA

Giuseppe Las Casas | Francesco Scorza| Luigi Santopietro

Introduzione cata di azioni volte alla riduzione dei consumi ed all’utilizzo di risorse rinnovabili sia nel Il lavoro propone un approfondimento di natu- settore pubblico che in quello privato. Queste ra analitica in merito all’utilizzo di tecnologie azioni sono integrate all’interno del più ampio per il risparmio energetico in ambito urbano processo di programmazione e gestione conse- sulla base di una valutazione dell’indice “Glo- guente alla selezione di Matera come Capitale bal Horizontal Irradiance” (GHI)1 (una misura Europea della Cultura per il 20194,5. In questo della radiazione solare incidente su scala terri- lavoro, considerando il PAES di Matera come toriale attraverso dati telerilevati) e conseguenti riferimento per le politiche di investimento scenari di dimensionamento dell’impiego delle pubbliche nel settore del risparmio energetico, tecnologie RES (Renewable Energy Sources) è stata applicata una procedura per il pre-di- nel quadro degli strumenti derivati dalla politi- mensionamento di uno scenario di intervento ca europea nota come Covenant of Mayors o relativo alle tecnologie fotovoltaiche. A parti- Patto dei Sindaci (COM). re da una stima puntuale della producibilità Con riferimento agli obiettivi del paper, la energetica su un insieme di edifici pubblici ed valutazione a scala urbana del rapporto tra ad uso pubblico selezionati rispetto all’assenza potenziale producibilità energetica legata di vincoli di conservazione architettonica dei all’istallazione di tecnologie fotovoltaiche si manufatti edilizi, è stato progettato uno scena- confronta con vincoli e criteri di trasformabilità rio di intervento che consente un innalzamento di edifici e spazi urbani. degli obiettivi di riduzione delle emissioni di Il caso studio del Comune di Matera eviden- CO2 dichiarati nel PAES (Amato et al, 2016). zia come ad una propensione alla riduzione Il risultato è stato schematizzato in una propo- dei consumi energetici e alla riqualificazione sta di aggiornamento della scheda di inter- energetica del patrimonio edilizio pubblico vento relativa alle tecnologie fotovoltaiche del si contrappone un sistema di norme di tutela PAES accompagnata da una metodologia di e valorizzazione dell’insediamento storico. È selezione degli edifici pubblici potenzialmente dunque necessario bilanciare tali istanze per oggetto di intervento che tenesse conto dei vin- la definizione di uno scenario di intervento coli di tutela del tessuto urbano storico presenti compatibile con un più ampio concetto di sulla città. sostenibilità che includa questioni ambientali, sociali e di identità dei luoghi. Dalla politica europea sui cambiamenti Il 2008 ha segnato un importante milestone climatici ai piani d’azione per l’energia nel processo di adattamento ai cambiamenti sostenibile climatici2,3 all’interno del quale le città giocano un ruolo primario nel quadro delle azioni UE: L’Unione Europea sin dagli anni novanta è l’istituzione da parte della Commissione Euro- impegnata a livello globale per contrastare pea del Patto dei Sindaci. Nel Gennaio 2015 i cambiamenti climatici. Dal 1992 con la la Città di Matera ha adottato il proprio PAES sottoscrizione della Convenzione quadro ponendosi l’obiettivo di ridurre del 20,5% le delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici emissioni di CO2 attraverso una serie pianifi- (UNFCCC) (United Nation, 1992), al 1997

295 con l’adesione al Protocollo di Kyoto (PK), l’UE (PAESC) che delinei le principali azioni che le si impegna a ridurre le emissioni di gas-serra autorità locali pianificano di intraprendere. e si serve dal periodo 2003-2013 di diversi strumenti normativi come il Pacchetto Clima Scenario di producibilità di energia da fonte e Energia (Integrated Energy and Climate solare Change Package, IECCP). L’IECCP vincola gli Stati membri dell’Unione Europea a conseguire Il lavoro propone la costruzione di uno scena- entro il 2020 i seguenti obiettivi: rio di producibilità energetica da fonte foto- • produzione di energia da fonti rinnova- voltaica per il PAES del Comune di Matera a bili pari al 20% dei consumi energetici e partire da un approccio basato sull’applicazio- utilizzo di biocombustibili pari al 10% nei ne dell’indice GHI all’interno di una procedura trasporti; di stima della producibilità. • riduzione delle emissioni di gas a effetto Elementi considerazione dei pannelli fotovoltai- serra del 20% rispetto al 1990; ci inclinati e non piani, quindi è stato neces- • riduzione dei consumi energetici del 20% sario ricercare un’inclinazione dei pannelli rispetto allo scenario base da raggiungere ottimale rispetto alla quale ottenere il maggior migliorando l’efficienza energetica. rendimento in termini di raccolta di radiazione • Nel dicembre 2015 viene sottoscritto l’ac- solare considerando che l’angolo di inclinazio- cordo di Parigi, adottato da tutte le parti ne b ottimale di un pannello solare dipende dell’UNFCCC: è il primo accordo universa- dalla latitudine f e dalla declinazione solare d

le legalmente vincolante sul clima a livello tramite la formula bott = f - d (Stanciu, 2014). mondiale la cui entrata in vigore è prevista Tenendo presente ciò in tale lavoro di tesi si è per il 2020. scelto di adoperare un valore di inclinazione Entro il 2050, l’Unione Europea intende ottimale del pannello che fosse funzione della ridurre le proprie emissioni in misura sostan- latitudine e quindi si è fatto riferimento al Joint ziale dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990 Research Center (JRT) - Istituto per l’Energia e nell’ambito degli sforzi complessivi richiesti dai il Trasporto (IET) della Commissione Europea Paesi sviluppati (COM). Il Patto dei Sindaci (Šúri et al, 2007) (Huld et al, 2012) che ha (Covenant of Mayors – Il Patto dei Sindaci per realizzato un database di radiazione solare a il clima e l’energia) è un singolare movimen- partire da dati climatologici omogeneizzati per to “dal basso” che è riuscito a mobilitare un l’Europa e disponibili nel European Solar Ra- gran numero di autorità locali e regionali, diation Atlas, utilizzando il modello r.sun e le spronandole ad elaborare piani d’azione e ad tecniche di interpolazione s.vol.rst e s.surf.rst. orientare i propri investimenti verso misure di Il database è costituito da mappe raster che mitigazione dei cambiamenti climatici. Le re- rappresentano le dodici medie mensili e una altà firmatarie si impegnano ad agire per rag- media annuale di somme giornaliere di radia- giungere entro il 2030 l’obiettivo di ridurre del zione globale per superfici orizzontali, così 40% le emissioni di gas serra e ad adottare un come quelle inclinate ad angoli di 15, 25, e approccio congiunto all’integrazione di mitiga- 40 gradi. zione e adattamento ai cambiamenti climatici. La procedura di calcolo adottata è quella de- Sulla scia del successo ottenuto con il Patto dei scritta nella Guida ENEA “Progettare e instal- Sindaci, nel 2014 è stata lanciata l’iniziativa lare un impianto fotovoltaico” (Vivoli, 2008) in “Mayors Adapt”, che si basa sullo stesso mo- quanto fonte accreditata e coerente con i dati dello di governance, promuovendo gli impegni di radiazione solare disponibili. politici e l’adozione di azioni di prevenzione L’energia producibile dall’impianto è data volte a preparare le città agli inevitabili effetti dall’espressione: dei cambiamenti climatici. Alla fine del 2015 le iniziative si sono fuse nel nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. L’adesione al Ep = H × S × Eff.pv × Eff.inv = H × Pnom × (1 – Patto prevede l’impegnano da parte delle am- Ppv) × (1 - Pinv) ministrazioni comunali ad elaborare un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima

296 tipologia d'uso pubblico Fig. 1 - Lo schema o ad interesse pubblico logico di selezione degli edifici per Database Esterni all'ambito RSDI la costruzione Classe: urbano Ui/0 di impianto Strato : 02 antico del Piano immobili ed UN_VOL 0201 dello scenario di Unità Regolatore Generale antropizzazioni 01 Unità intervento join volumetriche Tema : volumetriche selezione tabulare per Esterni alla 0201 tipologia d'uso perimetrazione del Sito Edificato Classe: EDFC 0201 UNESCO "Sassi e Parco 02 Edificio delle Chiese Rupestri"

Attributo Non aventi tecnologie " tipologia uso" agricolturale fotovoltaiche già altro installate amministrativo carcere commerciale industriale luogo di culto militare residenziale ricreativo servizi di trasporto servizio pubblico strutture ricettive dove: i conseguenti scenari di intervento. L’ipotesi • Ppv sono le perdite (termiche, ottiche, proposta in questo lavoro consiste nell’integra- resistive, caduta sui diodi, mismatch) del re l’azione N27-PE.1B prevista dal PAES di generatore fotovoltaico, stimabili in prima Matera con riferimento agli edifici oggetto di approssimazione attorno al 15%; potenziale intervento, ossia quelli pubblici e • Pinv rappresenta le perdite (resistive, di ad uso pubblico selezionati in base all’effettiva commutazione, magnetiche, a-limentazione possibilità di installare tecnologie fotovoltaiche circuiti di controllo) dell’inverter cautelati- finalizzate all’autosufficienza energetica del vamente assunte pari a circa il 10%; singolo edificio. • Pnom è la potenza nominale del genera- A seguito del dimensionamento è stato possibi- tore fotovoltaico, necessaria per produrre le sviluppare una stima economica di massima l’energia Ep; degli investimenti necessari alla realizzazione • H è la radiazione solare incidente sulla di tali impianti. Secondo quanto previsto dal superficie dei moduli (S). PAES del Comune di Matera, il costo d’investi- mento previsto per una scelta di fascia me- Il caso studio: la città di Matera dio-elevata è pari a 3500/kWp. Per attualizzare l’analisi dei costi sono state Nel caso studio della città di Matera si riscon- considerate le indicazioni contenute Prezzario tra una situazione di conflitto tra la necessità Regionale delle OOPP della Basilicata edizione di procedere a politiche e interventi diffusi 2015 e una stima dei prezzi valutata su scala di rigenerazione energetica degli edifici (in nazionale proposta dal Sole 24 Ore (Dario particolare di quelli pubblici) e la necessità di Aquaro, 30 settembre 2016). Nello schema salvaguardia del tessuto urbano storico non seguente sono state riassunte tutte le stime dei compatibile con l’installazione determinate costi di intervento. tipologie tecnologiche RES. I Sassi di Matera (antico centro storico della città) è sito UNE- Considerazioni conclusive SCO ed esistono vincoli architettonici insieme ad indicazioni del piano di gestione del sito La proposta discussa in questo lavoro è relativa UNESCO la cui influenza viene considerata all’applicazione Global Horizzontal Irradian- in questo lavoro in relazione alle tipologie di ce (GHI), ottenuto attraverso dati telerilevati installazione di tecnologie e impianti RES. PVGIS-CMSAF, per definire una procedura di Per quanto riguarda lo scenario della proposta pre-dimensionamento di impianti fotovoltaici di intervento, a partire dal RSDI Geoportale all’interno delle strategie di intervento promos- della Basilicata è stato possibile selezionare se dai Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile attraverso la mappa concettuale di sintesi delle (PAES). classi del Database Geotopografico DBGT Il caso studio della Città di Matera ha permes- gli “edifici” e le “unità volumetriche.” Nella so di considerare in modo critico la necessità figura seguente viene riassunto uno schema di tener conto dei vincoli di tutela sul patrimo- dei criteri logici di selezione degli edifici ed nio edilizio pubblico derivanti da peculiari con-

297 Tab.2 Stima dei costi degli investimenti Stima degli investimenti collettivi

Riduzione totale di MWh annui kW installati emissioni di tCO 2/ Costi stimati prodotti anno

1.828,00 2.400,00 846,01 5.333.517,89

dizioni e programmi di tutela valorizzazione Note in sede di predisposizione del PAES favorendo l’integrazione tra gli strumenti di pianificazione 1. Solar Radiaton Data: http://re.jrc.ec.europa.eu/pvgis/sol- res/solrespvgis.htm, Accesso il 19-01-2017. a scala urbana. 2. Negoziati sul clima, consultabile su: http://www.ispram- L’ipotesi di lavoro considerata è stata quella biente.gov.it/it/temi/cambiamenti-climatici/politiche-sul-cli- di fissare l’obiettivo di del soddisfacimento del ma-e-scenari-emissivi, Accesso il 22-01-2017. 3. Azione dell’UE per il clima: http://ec.europa.eu/clima/citi- fabbisogno energetico attuale del patrimonio zens/eu_it, Accesso il 21-01-2017. pubblico. 4. Matera to be 2019 European Capital of Culture in Italy: ht- Il risultato ha permesso di verificare la fattibilità tps://ec.europa.eu/culture/news/2014/matera-be-2019-eu- ropean-capital-culture-italy_en Accesso il 20-01-2017. di tale obiettivo performativo anche in pre- 5. Matera 2019 capitale della cultura europea: http://www.ma- senza di un diffuso vincolo di conservazione tera-basilicata2019.it/it/ Accesso il 20-01-2017. architettonica che nel caso di Matera interessa il 28% del patrimonio edilizio pubblico. Attraverso la procedura proposta è possibile proporre strategie e scenari di intervento che superano conflitto che deriva dall’ipotesi di installare certe tecnologie RES su manufatti di interesse storico-architettonico secondo propo- ste di concentrazione delle tecnologie RES solo su porzioni di patrimonio pubblico adeguate a tali installazioni garantendo il conseguimento degli obiettivi e dei target delle strategie euro- pee per la riduzione delle emissioni di CO2 e il contenimento dei consumi energetici

298 Riferimenti Bibliografici

Rossi, A. (2009), “Rigenerazione urbana e sostenibilità” in Urbanistica, 141 (pag.1-5) Fantin, M., Sbetti, F. (2012) Campos Venuti. Amministrare l’Urbanistica oggi, Inu Edizioni, Roma Amato, F., Martellozzo, F., Murgante, B., Nolè, G. (2016), Urban Solar Energy Potential in Europe in Lecture Notes in Computer Science Huld, T., Müller, R. Gambardella, (2012), “A., A new solar radiation database for estimating PV performance in Europe and Africa”, Solar Energy, 86, 1803-1815 Stanciu, C., Stanciu, D., (2014), “Optimum tilt angle for flat plate collectors all over the World-A declination dependence formula and comparisons of three solar radiation models”, Energy Conversion and Management 81, 133-143 Šúri, M., Huld, T.A., Dunlop, E.D., Ossenbrink, H.A. (2007), “Potential of solar electricity generation in the European Union member states and candidate countries” Solar Energy, 81, 1295-1305 Vivoli, P.F. (a cura di) (2008) Progettare e installare un impianto fotovoltaico, ENEA PAES della città di Matera (2015), consultabile su: http:// www.pattodeisindaci.eu/about/signatories_it.html?city_ id=5572&seap, Accesso il 24-01-2017 United Nation (1992) - United Nations Framework Convention On Climate Change - FCCC/INFORMAL/84 GE.05-62220 (E) 200705, documento consultabile su: https://unfccc.int/resource/docs/convkp/conveng.pdf, Accesso il 23-01-2017

299 sPAzio inTegraTO: LUOGHI PUBBLICI CAPACI DI FAVORIRE L’INTEGRAZIONE NELLA CITTÀ METROPOLITANA

Gaetano Giovanni Daniele Manuele

sPAzio inTegraTO: Luoghi pubblici capaci di di Alesina e La Ferrara del 20053. (Alesina favorire l’integrazione nella città metropolitana A., La Ferrara E., 2004). Nonostante dunque diversi studi dimostrino l’effetto positivo dell’im- Una città che aspiri ad essere sostenibile deve migrazione sull’economia e di come i tassi di curare la socialità favorendo l’interazione fra delinquenza degli immigrati siano in linea con individui di etnie, culture e religioni diverse. quelli degli autoctoni, rimane una generale Tale aspirazione è giustificata anche dalle repulsione verso gli immigrati dimostrata in Eu- proporzioni che sta assumendo il fenomeno ropa dall’avanzata di quei partiti che basano migratorio, basti pensare come l’Organizza- la loro politica su una lotta all’immigrazione. zione Internazionale per le Migrazioni (Oim) Quale strada dunque perseguire per favorire sottolinei che nel mondo nel 2015 i migranti l’integrazione in tale clima? siano stati 243.700.236 (IDOS, 2016)1. Anzitutto è bene comprendere come esista- In Europa invece, nello stesso periodo, essi no diversi modi di “fare integrazione”, che sono stati 35.140.213, dei quali 19.837.930 prevedono modalità differenti con cui gestire la non appartenenti ad un paese dell’UE2. (Istat, presenza di stranieri. 2016) Lo studio di Zanoni P e Janssens, M, “Facili- La convivenza tra culture diverse non è sem- tating intercultural encounters within a global plice, una generale crisi economica ha acuito context: towards processual conditions”, del ancor di più tensioni sociali tra gruppi diversi, 2009, individua quattro modelli di approccio determinando che l’immigrazione spesso ven- all’immigrazione. ga vista come fenomeno da osteggiare. Avremo infatti un primo modello basato sulla Tale giudizio negativo sarebbe determinato segregazione, dove sarà lasciata una certa dalla fobia per la perdita della propria identi- libertà agli immigrati, ma solo nei loro ambiti tà, da valutazioni di ordine economico e da un territoriali e sarà limitato il loro contatto con i connubio delinquenza-immigrati che appare a nativi. volte come regola assoluta. Un secondo modello, detto di assimilazione, Tali convinzioni, in generale, troverebbero dove le minoranze vengono istruite ed indottri- però pochi riscontri oggettivi, nel caso in cui nate alle usanze, alla lingua ed alla cultura dei vengano attuate politiche razionali d’immigra- nativi, perdendo così la propria identità. zione, come dimostrato dallo studio commis- Un terzo modello, detto della marginalizzazio- sionato dal consiglio d’Europa a Khovanova e ne, dove gli immigrati sono esclusi dal resto Pinelli del 2012, il quale evidenziò gli aspetti della società, e contemporaneamente vengono positivi generati dagli immigrati ed i benefici attuate politiche volte anche ad erodere la loro a livello lavorativo ed economico che determi- identità culturale. nano. Un ultimo modello, detto del multiculturalismo, Tali benefici sono stati confermati anche dal dove la libertà delle minoranze è riconosciuta rapporto del 2010 “Open for Business - Mi- e viene favorita e tutelata, anche attraverso grant Entrepreneurship in OECD Countries” disposizioni legislative. In questo modello si dell’Organizzazione per la cooperazione e lo tutela la loro identità e cultura riconoscen- sviluppo economico (OCSE), e da uno studio done un valore utile per l’intera comunità4.

300 (Khovanova-Rubicondo K., Pinelli D., 2012). veri e propri centri culturali che forniscano Il modello multiculturale, è quello al quale le una serie di servizi che siano di supporto agli nuove politiche europee aspirano, ma appare immigrati. Tali centri, in generale, è opportuno difficilmente realizzabile a causa di una sem- dislocarli nelle aree in cui esistano emergen- pre maggiore diffidenza verso gli immigrati da ze legate alla presenza di stranieri. Così ad parte dei nativi. esempio ad Amsterdam, nel quartiere Zuidoost, Nel fallimento generale di molte politiche in una zona dall’alto tasso d’immigrati, è stato dei governi per imporre il multiculturalismo, realizzato il Cultureel Educatief Centrum (CEC) aspirare a modelli differenti, quali quello della il quale è un centro polifunzionale di suppor- segregazione, dell’assimilazione o della margi- to ai migranti che offre servizi linguistici, di nalizzazione, sarebbe però un errore. assistenza legale e realizza attività culturali per Gli amministratori locali devono proporre i migranti.7 incontri, dibattiti, momenti di festa, forme Ma la presenza dei centri da sola non basta partecipative alle scelte amministrative, spazi per favorire l’integrazione, devono essere accoglienti, in cui cittadini di etnie e culture attivati servizi ed iniziative che mettano in diverse possano confrontarsi, mescolarsi e risalto gli aspetti positivi dell’immigrazione e contaminarsi. Solo così si può aspirare alla contrastino il razzismo. Esemplari in tal senso le creazione di modelli in cui l’integrazione sia politiche della città di Oslo, la quale ha: realtà5. (Khovanova-Rubicondo K., Pinelli D., • lanciato il progetto Job Match Oslo, che 2012) oltre a favorire l’inserimento degli immigra- Ispirandosi a tali obiettivi nel 2008, il Consi- ti nel mondo del lavoro, diffonde i dati dei glio d’Europa ha lanciato il Programma delle benefici che il loro impiego porta alla città. Città interculturali nel quale ha invitato le am- • promosso una campagna contro il razzi- ministrazioni locali a vedere le culture differenti smo. come un’opportunità da sfruttare. • creato una struttura nella quale è possibile La città interculturale ha fra gli obiettivi fonda- segnalare atti discriminatori nei confronti mentali lo stimolare il confronto nativi-stranieri. degli stranieri Secondo l’autorevole filosofo Raimon Panikkar, • realizzato il sito web www.oxlo.no nel qua- infatti è il contatto fra culture diverse che porta le sono diffusi gli elementi positivi dell’im- all’integrazione, e non a caso nel suo libro migrazione ed i benefici della diversità “Pluralismo e interculturalità” indica come il supportati da fatti concreti8. (Corradini F., contatto fra due diverse comunità attraversi 2014) cinque distinte fasi: Se come possiamo notare l’integrazione è 1. Isolamento e ignoranza soprattutto materia affidata alle scienze sociali 2. Indifferenza e disdegno ed alle politiche nazionali e locali, tuttavia 3. Condanna e conquista anche l’urbanistica può mettere le condizioni 4. Coesistenza e comunicazione affinché l’integrazione avvenga, e sicuramente 5. Convergenza e dialogo6 (Panikkar, 2009) la riqualificazione urbana che includa gli immi- Panikkar considera come purtroppo, spesso, grati nel processo di trasformazione dei luoghi le relazioni tra culture differenti si fermino è una buona strategia in tal senso. al secondo livello, e dunque sia necessario Un’esperienza di come tale approccio possa stimolare il contatto per completare il percorso porre le condizioni per l’integrazione è costitui- e dunque l’integrazione. ta dal parco di Superkilen nel quartiere Norre- Perché ciò avvenga è necessario garantire la bro di Copenaghen. comunicazione, e pertanto parlare la stessa Il progetto venne realizzato in un quartiere lingua. multietnico e divenne la celebrazione della Per tale ragione è importante istituire corsi gra- diversità attraverso i numerosi elementi che si tuiti della lingua locale per gli stranieri. Inoltre rifanno a culture ed aree del mondo lontane. è opportuno attivare servizi che li aiutino a Nel progetto ritroviamo oggetti che proven- comprendere le usanze, gli usi e le tradizioni gono dalle sessanta nazioni da cui arrivano dei luoghi in cui vivono. gli abitanti del quartiere. Ritroviamo insegne A tal fine molte amministrazioni hanno attivato luminose che provengono dalla Russia, palme

301 importate dalla Cina, altalene dall’Iraq, etc. In visione, i cittadini vi si recano in giorni diversi pratica gli oggetti aiutano in qualche modo a a seconda del sesso.13 Dunque l’urbanistica far sentire più proprio lo spazio agli stranieri, attraverso processi di riqualificazione urbana che rivedono un pezzo della propria terra.9 che includano i migranti ed i locali nella fase Le diverse aree del progetto sono state colorate di progettazione e realizzazione attraverso con la collaborazione dei cittadini che volonta- l’insediamento negli spazi pubblici di attività riamente, sotto la guida degli artisti del gruppo che creino contatto e socializzazione, (ad Superflex, hanno dipinto l’intera area.10 Il pro- esempio le attività sportive o religiose), ed getto ha mirato a soddisfare le esigenze di tutti attraverso la collocazione di centri culturali per gli abitanti del quartiere e la varietà dei luoghi gli immigrati nelle aree di maggiori tensioni ha consentito che essi siano frequentati da per- sociali dovute all’immigrazione, può dare il sone per età, cultura ed estrazione differenti. suo contributo all’integrazione. L’urbanistica L’interazione che è avvenuta in fase di rea- del resto, sin dall’antichità attraverso lo studio lizzazione fra cittadini di etnie diverse, ha della struttura della città, ha cercato di trovare contribuito a favorirne la socializzazione e la soluzioni accettabili per favorire la convivenza convivenza. Ad Amsterdam, invece per favori- tra popolazioni diverse all’interno di una stessa re l’integrazione si è puntato su due strategie: città. Il colonialismo ad esempio, come fa • Una profonda riqualificazione urbana notare Lynch, tendeva a creare modelli di città delle periferie che incutendo timore agli indigeni, affermas- • L’utilizzo dello sport come mezzo di socia- sero il potere dei coloni e quindi limitassero il lizzazione pericolo di rivolte all’interno del tessuto urbano Quest’ultima strategia ha portato alla creazio- da parte delle popolazioni locali.14 (Lynch K.. ne di numerose attrezzature per lo sport negli 1990, 20) spazi pubblici ed a supportare economicamen- Quindi, pur essendo l’integrazione materia più te l’associazionismo sportivo. legata alle politiche sociali ed economiche di Così sono nati impianti sportivi a Nieuw Oost e un paese, l’urbanistica ha il dovere di fornire soprattutto a Zuidoost dove si è rilanciato l’in- un proprio contributo soprattutto attraverso lo tero quartiere costruito negli anni ‘60 il quale studio di modelli insediativi, in particolare per era divenuto un luogo degradato11. (D’Antonio le nuove realizzazioni, che favoriscano l’in- S., Frotina Z., 2012) tegrazione degli immigrati. Gli immigrati nel Se è importante lo sport come mezzo per favo- territorio urbano difatti s’insediano seguendo rire l’integrazione, altrettanto fondamentale è sostanzialmente due modelli differenti: strutturare spazi pubblici che siano accoglienti • Un modello che prevede una distribuzione per le tradizioni ed il culto degli immigrati. puntiforme degli immigrati sul territorio. È difatti opportuno garantire il rispetto delle Gli stranieri occupano gli appartamenti tradizioni religiose, culturali e tradizionali delle liberi di una città senza logiche preco- minoranze. stituite diffondendosi sul territorio abba- Spesso purtroppo gli spazi non sono concepiti stanza omogeneamente. Questo modello per rispettare le differenze tra diverse culture. comporta che in uno stesso stabile, in una A Cagliari per esempio i musulmani, che sono dimensione di vicinato, convivano uomini autorizzati ad esercitare la preghiera davanti provenienti da paesi diversi. alla moschea ogni venerdì in via del Collegio, • Un modello che vede gli immigrati inse- si ritrovano spesso auto parcheggiate nell’arte- diarsi in aree ben delimitate che risultano ria che impediscono loro l’attività religiosa.12 insediate da individui della stessa etnia e A Tel Aviv al contrario per rispettare la separa- cultura di appartenenza. zione tra uomini e donne imposte agli ortodos- Tale modello insediativo è stato alla base delle si dalla propria religione, esistono spiagge in esperienze migratorie verso gli Stati Uniti dell’i- cui, a seconda del sesso, vi si accede in giorni nizio del secolo scorso, con quartieri italiani, differenti. Ad esempio la spiaggia denomina- irlandesi, cinesi, spagnoli, in quasi tutte le ta Jerusalem Beach alla quale accedono gli grandi città americane. Il primo modello invece abitanti di Gerusalemme, visto che la città non è più tipico dell’Europa, con gli immigrati ha sbocchi sul mare, è regolata da questa di- che anche quando si concentrino in una data

302 zona, non costituiscono quasi mai la totalità d’origine. Nel quartiere si parla lo spagnolo, degli abitanti. i cartelli stradali hanno scritte in spagnolo e le Confrontando cartografie che mostrano la insegne dei negozi riportano nomi che richia- distribuzione sul territorio urbano degli abitanti mano le città cubane. divisi per etnie, si scopre infatti come negli La chiusura del quartiere è molto marcata, e Stati Uniti sia molto marcata la suddivisione non riguarda solo i contatti con gli americani, delle diverse etnie in aree omogenee rispetto ma anche con le altre popolazioni immigrate all’Europa. Nelle mappe create da Dustin presenti nella zona, ad esempio non vi è nes- Cable per l’Università di Weldon Cooper Cen- sun contatto con i vicini haitiani. La chiusura ter della Virginia, in cui ogni singolo individuo è tale che molti abitanti non sappiano parlare insediato è rappresentato da un puntino di l’americano e non sentano il bisogno d’im- differente colore a seconda dell’etnia, si nota pararlo. Tale modello “chiuso”, lo ritroviamo la forte separazione che è alla base del mo- anche in alcuni quartieri Europei. Basti pensare dello insediativo americano e che dallo studio al quartiere Rosengard di Malmo, in Svezia, appare evidente in città come New York, New il quale presenta una percentuale di immigrati Orleans, Chicago, Philadelfia, etc. che è pari all’86% del totale della popolazio- Dallo studio emerge come in molte città le stra- ne. Il quartiere è stato per anni un contenitore de siano delle linee di confine tra diverse etnie, in cui l’autorità centrale dislocava gli immigra- come nel caso della 8 Mile Road a Detroit ti, ed oggi soffre di un degrado diffuso e di che divide in maniera netta l’etnia afro-ameri- alti tassi di criminalità.17 La segregazione del cana da quella bianca.15 In Europa invece, il quartiere è divenuto un problema centrale nel fenomeno è molto attenuato, se si osserva una dibattito politico svedese e per questo è stato cartografia sviluppata presso la London School avviato un progetto di profonda riqualifica- of Hygiene and Tropical Medicine che visua- zione urbanistica che si dovrebbe concludere lizza la distribuzione delle etnie sul territorio nel 2020. Il progetto studiato per Rosengard di Londra, si osserverà come pur sussistendo mira a creare un quartiere sostenibile in cui vi aree che abbiano una prevalenza etnica, esse sia una pacificazione sociale tra immigrati e non siano esclusivamente popolate da un unico svedesi.18 Esso prevede: gruppo etnico.16 • Un coinvolgimento dei cittadini, attraverso Analizzando i due diversi modelli insediativi si processi partecipativi, per orientare le scopre come essi presentino vantaggi e svan- scelte. taggi. L’insediamento degli immigrati in aree • Una ristrutturazione degli edifici esistenti circoscritte porta a fenomeni di ghettizzazione con miglioramento della loro efficienza ed isolamento, mentre l’insediamento su tutto energetica. il territorio, a causa dello stretto contatto che • Un miglioramento delle infrastrutture di si genera fra culture diverse, può aumentare le collegamento con il resto della città, con tensioni sociali. la creazione di una stazione ferroviaria e Vivere a stretto contatto avendo stili di vita, di un sistema adeguato di collegamento di usanze e religioni diverse, in alcuni casi può autobus. generare conflitti che contribuiscono ad aumen- • La creazione di un efficiente rete ciclabi- tare le distanze tra gli individui. le-pedonale interna al quartiere. Quest’ultimo modello, se nell’immediato crea • Maggiore dotazione di aree sportive e più disagi ad una comunità, nel lungo periodo culturali. può realizzare l’integrazione. • La creazione di nuove abitazioni ecologi- Il primo modello invece porta alla creazione che in cui verrà impiegata manodopera di aree, di quartieri, che divengono l’estensio- del quartiere per combattere la disoccupa- ne dello stato da cui si è partiti, che possono zione. mantenere la loro chiusura verso la città per • La creazione di un parco eolico. decenni se non secoli. Basti pensare come ad Dunque l’utilizzo della mobilità pubblica è esempio il quartiere di Little Havana a Miami, un’altra ottima strategia per evitare l’isolamen- venga considerato una delle province dello sta- to dei quartieri e favorire l’integrazione. to di Cuba per il suo forte legame con le terre I quartieri che rischiano la ghettizzazione si

303 devono dunque aprire al resto della città. ne. Così come ad esempio l’accettazione del All’interno di tali quartieri vanno inserite per- naturismo è un processo lento che solo attraver- tanto attività d’interesse locale o nazionale che so il trascorrere delle generazioni potrà essere spingano gli esterni al quartiere a recarsi in raggiunto, allo stesso modo l’integrazione esso. deve avvenire con un processo che preveda La presenza di università, strutture ospedaliere, tempi non ristretti. Basti pensare, per fare un parchi, spinge anche chi non abiti il quartiere altro esempio, a come negli Stati Uniti, pur a recarsi in esso contribuendo all’apertura dei persistendo ancora forme di razzismo, si sia luoghi ed alla “contaminazione” culturale. Ab- passati dall’avere posti separati tra uomini biamo perciò visto come l’insediamento degli bianchi e di colore degli anni ‘60, ad avere un immigrati in ambito urbano possa avvenire presidente, Barack Obama, di colore. Quindi sostanzialmente in due modi: per fare integrazione non si devono utilizzare • in maniera puntiforme nell’intero tessuto modelli all’interno della città che aspirino ad urbano un’integrazione immediata, che sarà impossi- • in aree circoscritte bile da ottenere, ma modelli che favoriscano A mio avviso tuttavia, si può pensare ad un ter- un graduale inserimento degli immigrati nelle zo modello insediativo ideale per favorire l’in- comunità locali. Modelli che aspirano ad un’in- tegrazione degli individui riducendo le tensioni tegrazione immediata, come quelli che portano sociali. Bisogna aspirare, secondo me, ad un etnie diverse a condividere la dimensione di nuovo modello che favorisca un’integrazione vicinato, a mio avviso, possono, in un contesto graduale e nel quale sia moderata la conflittua- già pregiudiziale, accentuare le distanze e la lità. Tale modello difatti può essere immaginato repulsione preconcetta degli autoctoni verso come una sintesi tra i due modelli insediativi gli stranieri. La creazione di un modello che degli immigrati descritti in precedenza. aspiri ad un’integrazione graduale, nel tempo, La contaminazione, a mio avviso, perché suia porterà ad una lenta e progressiva riduzione meno traumatica deve essere un processo lento delle distanze, fino al punto che, col passare e graduale. È con il tempo che le mentalità delle generazioni, si giungerà all’integrazione cambiano e le società si evolvono. Pensate alle massima, ovvero quando non saranno più spiagge italiane negli anni ‘60, dove il “naturi- riconoscibili le differenze fra culture che erano smo”, lo stare completamente nudi a prendere partite come diverse e ben distinte. Si creerà il Sole al mare, veniva visto come un qualcosa cioè una cultura nuova che sarà la fusione di di trasgressivo e fuori dal comune. Nonostante quelle inizialmente distinte. Tale nuovo modello siano passati cinquanta anni, anche oggi è dunque dovrebbe prevedere che gli immigrati così, il “naturismo”, se non in apposite spiag- fossero dislocati in aree che siano una via di ge private, è proibito e viene mal tollerato mezzo tra la dimensione di vicinato e le aree dall’opinione pubblica. Tuttavia, se negli anni dei quartieri-ghetto. In pratica si dovrebbero ‘60 erano utilizzati costumi che ricoprivano la creare aree residenziali omogeneamente maggior parte del corpo della donna, lascian- abitate da immigrati, le cui prospicienti aree do in vista solo gambe e braccia, oggi, con pubbliche siano però anche vicine ad aree l’utilizzo di perizomi e la diffusione del topless residenziali omogeneamente abitate da locali. in spiaggia, la distanza dal tollerare il nudismo In pratica le aree pubbliche, diverrebbero il nei fatti si è molto ridotta. Dunque, pur perma- luogo privilegiato per l’incontro fra le culture nendo a distanza di cinquant’anni la stessa diverse. Se per un adulto accettare le diversità avversione verso il naturismo, nei fatti oggi si culturali ed etiche di un altro individuo è un è molto vicini ad accettarlo. Allo stesso modo, processo difficile da ottenere, i bambini, che probabilmente tra cinquant’anni, gli immigra- sono mentalmente più liberi, giocando nei ti, purtroppo, per molti verranno visti ancora medesimi luoghi, potrebbero avviare quella come elementi “estranei” alla società, elementi contaminazione culturale che è alla base di da osteggiare, ma col tempo, il contatto fra ogni processo d’integrazione. Ma anche le culture diverse, ridurrà sempre più le distanze madri accompagnando i loro pargoli nel- e nei fatti si arriverà a forme di tolleranza che le aree gioco, avranno modo di entrare in saranno molto vicine ad una reale integrazio- contatto, magari inizialmente semplicemente

304 Fig. 1 - Spazi pubblici comuni ad abitazioni omogeneamente abitate da etnie differenti favoriscono l’integrazione nel medio-lungo termine9

scambiandosi un saluto, per poi passare al tradizioni culturali e religiose di una comunità dialogo, e magari arrivando ad avere rapporti africana o asiatica. Emblematico il fallimento di amicizia. La conoscenza fra culture diverse di alcune politiche edificatorie realizzate dai avverrebbe nello spazio pubblico mantenendo francesi in Algeria tra 1830 e 1962, con la sfera privata, ovvero la propria abitazio- modelli di pianificazione europei che mal si ne, lontana da usanze e comportamenti che adattavano alle tradizioni ed alla cultura degli possono apparire sgradevoli per chi abbia una abitanti locali19 (Canestrari C., Colajanni L., cultura diversa.Il fastidio per comportamenti Pazienti M., 1982). Come si è cercato di di- differenti rispetto ai propri, infatti cresce man mostrare in questo breve scritto, l’integrazione, mano che ci si avvicina alla propria residenza, non può dunque essere un fatto privato della il disagio maggiore è sicuramente rappresen- politica o delle scienze sociali, anche l’urbani- tato dall’avere in un condomino, individui i cui stica ha il dovere di dare il proprio contributo modi di agire e di utilizzare gli spazi comuni e di prevedere nelle trasformazioni urbane sia differente rispetto al nostro. Evitare che le azioni che la facilitino.L’apertura verso l’im- differenze tra culture diverse possano emergere migrazione del resto rappresenta una grande in tale dimensione è a mio avviso importante opportunità anche per le discipline edificatorie per ridurre la conflittualità. In un condominio il e che si occupino della progettazione dei terri- “tenere la porta di casa aperta”, o il conside- tori, non a caso Giancarlo De Carlo sosteneva rare gli spazi comuni, come le scale, quali luo- come: “la nostra società diventerà sicuramente ghi estensione della propria abitazione, in cui una civiltà multietnica, multirazziale, multicolo- svolgere attività private come giocare o “pulire re; … (…) … qualunque tentativo di opporsi è le verdure”, possono creare tensioni. L’utilizzo inutile se non risibile. Le persone che sbarcano di spazi comuni per fini privati se sarà normale a Otranto, diventeranno italiani, porteranno per quelle culture che abbiano forte il senso un’altra cultura, che si integrerà con le altre; dell’accoglienza e della condivisione, sarà del resto ad Otranto erano già sbarcati tanti visto con disprezzo da chi per abitudine cul- secoli fa altre persone e hanno fatto poi la Cat- turale sia molto geloso della sua sfera privata tedrale di Otranto che è uno dei grandi capo- e consideri le aree comuni di un condominio lavori del mondo”.21 Per rafforzare il concetto, solo come luoghi di passaggio. Un modello qualora ce ne fosse bisogno, basti pensare a che limiti il contatto in questa sfera evita la come l’essere umano è la dimostrazione stessa conseguente conflittualità che ne scaturirà. Il di quanto sia importante la varietà e la diver- vantaggio di tale modello è poi rappresentato sità. Contesti “chiusi” in cui non sia assicurata dal fatto che le abitazioni potrebbero essere re- una varietà genetica soffrono maggiormente alizzate seguendo i dettami e le esigenze della le patologie che attaccano un corpo umano, cultura che vi andrebbe ad abitare. Spesso i rendendo gli individui più deboli. L’uomo è un modelli insediativi europei mal si adattano alle essere sociale, la cui aspirazione dovrebbe es-

305 sere contaminarsi ed “ibridarsi” il più possibile Riferimenti Bibliografici per aumentare la sua capacità di resistere agli elementi patogeni, per arricchirsi culturalmente, Alan S. O. (1990), PERSPECTIVES: The 10-Year Housing Plan, Issues for the 90’s: Management and Costs, New per aumentare la sua apertura mentale e stimo- York Time lare l’ingegno. Come affermava Pablo Picasso: Alesina A., La Ferrara E. (2004), Ethnic Diversity and “Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, Economic Performance, NATIONAL BUREAU OF ECONOMIC RESEARCH (NBER) Working Paper No. prendi l’occasione per comprendere.” 10313, (pag. 46) Alonzo F. S. (2012), Gang scatenate, a Malmoe è Far West, La Stampa, 07/01/2012 http://www.lastampa.it/2012/01/07/esteri/gang- Note scatenate-a-malmoe-e-far-west-nfuESRJ86AWOs9FldiotvJ/ pagina.html 1. D’Antonio S., Frotina Z. (2012), Integrazione e sport strate- Annuario Statistico Italiano 2015, ISTAT, pag. 810 gie urbane a confronto in Olanda e in Italia in Italia, Cittalia, Barbagli M., Il rapporto fra immigrazione e criminalità in 20/07/2012 Italia, Centro di Documentazione Due Palazzi, Padova 2. http://www.cittalia.it/index.php/item/4109-integrazio- http://www.cestim.it/argomenti/11devianza/carcere/ ne-e-sport-strategie-urbane-a-confronto-in-olanda-e-in-italia due-palazzi/studi_explorer_%201%20-%204/ 3. Gruppo Superflex, Sito ufficiale pagine%20web/rapporto_fra_immigrazione_e_crim.htm 4. http://www.superflex.net/tools/superkilen Bawer B. (2006), While Europe Slept: How Radical Islam is 5. Giberti M. (2013), Colori da vivere. SuperKilen. Uno spazio Destroying the West from Within, ed. Doubleday pubblico lungo un miglio e mezzo. In Danimarca, Corriere del- Bellotto A. (2016), Europa, l’avanzata dell’estrema destra la Sera, 03/06/2013 in mappe; lettera43, 05/09/2016 6. http://living.corriere.it/tendenze/architettura/topotek-super- http://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2016/09/05/ kilen-copenhagen-401470553347/ europa-lavanzata-dellestrema-destra-in-mappe/196343/ 7. Bistrusso M. (2013), Le auto ingabbiano il luogo di preghiera, Bistrusso M. (2013), Le auto ingabbiano il luogo di dura protesta dei musulmani, castedduonline.it, 27/09/2013 preghiera, dura protesta dei musulmani, castedduonline. 8. http://www.castedduonline.it/le-auto-ingabbiano-il-luo- it, 27/09/2013 go-di-preghiera-dura-protesta-dei-musulmani/ http://www.castedduonline.it/le-auto-ingabbiano-il-luogo- 9. Nordau Tel Aviv Beach di-preghiera-dura-protesta-dei-musulmani/ 10. http://www.yourway.co.il/nordau_beach_tel_aviv.html Bit K. (2006), Harlem Residents: Clinton Is Symbol Of 11. Van Hemert K. (2013), The Best Map Ever Made of Americàs Gentrification, The Sun, 20/07/2006 Racial Segregation, Wired, 26/08/2013 http://www.nysun.com/new-york/harlem-residents-clinton- 12. https://www.wired.com/2013/08/how-segregated-is-your- is-symbol/36435/ city-this-eye-opening-map-shows-you/ Bongioanni M. (2013), Immigrazione, dal 2005 al 2012 13. Salom P. (2009), Malmö, il ghetto ribelle degli stranieri per respingere gli “irregolari” i contribuenti italiani hanno che mette in crisi il modello svedese, Corriere della Sera, speso 1,3 miliardi, La Repubblica, 18/11/2013 05/05/2009 http://www.repubblica.it/solidarieta 14. http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_05/salom_mal- immigrazione/2013/11/18/news/ mo_ghetto_ribelle_6798593c-3938-11de-ab3d-00144f02a- immigrazione_-71311079/ abc.shtml Canestrari C., Colajanni L., Pazienti M. (1982), La 15. Sustainable Rosengard, Comune di Malmo, Sito ufficiale colonizzazione del territorio: il modello francese. L’Algeria 16. http://www.malmo.se/English/Sustainable-City-Develop- tra il 1830 e il 1962, Franco Angeli Editore, (pag. 160) ment/Sustainable-Rosengard.html Card D. (2001), Immigrant Inflows, Native Outflows, 17. Elaborazione dell’autore and the Local Market Impacts of Higher Immigration, 18. Vargas D. (2002), Conversazione con Giancarlo De Carlo; University of California, Journal of Labor Economics, Vol. archi magazine, 19/04/2002 19, No. 1 (pp. 22-64) 19. http://www.archimagazine.com/adecarl.htm Corradini F. (2014), Dalla città all’Europa. Strategie di sicurezza urbana, Comuni di Reggio Emilia e di Palermo, Ed. Nuova Prhomos, (pag. 194) D’Antonio S., Frotina Z. (2012), Integrazione e sport strategie urbane a confronto in Olanda e in Italia in Italia, Cittalia, 20/07/2012 http://www.cittalia.it/index.php/item/4109-integrazione- e-sport-strategie-urbane-a-confronto-in-olanda-e-in-italia Diamanti Il. (2007), Valori e significati della sicurezza, Demos & Pi., (pag. 40) Giberti M. (2013), Colori da vivere. SuperKilen. Uno spazio pubblico lungo un miglio e mezzo. In Danimarca, Corriere della Sera, 03/06/2013 http://living.corriere.it/tendenze/architettura/topotek- superkilen-copenhagen-401470553347/ Immigrazione e criminalità: l’andamento è soddisfacente ma le lamentele continuano. I contenuti del nuovo “Dossier Statistico Immigrazione 2016”, dossier immigrazione, 2016; (pag. 1) http://www.dossierimmigrazione.it/docnews/file/

306 Focus%20su%20criminalit%C3%A0%20-%20Dossier%20 Fondazione Ismu (2014), Ventesimo rapporto sulle 2016(1).pdf Istat migrazioni: 1994-2014, FrancoAngeli, Milano, (pag. Khosrokhavar F. (2014), Radicalisation, Ed. Maison des 320) sciences de l’homme, (pag. 191) Fondazione Ismu (2016), Ventunesimo rapporto sulle Khovanova-Rubicondo K., Pinelli D. (2012), Evidence of migrazioni 2015, Fondazione Ismu;, FrancoAngeli, the Economic and Social Advantages of Intercultural Milano, (pag. 320) Cities Approach, (pag.30) Vom Hove T. (2010), Some 322,000 people took part in Diamanti I., Bordignon F., Di Pierdomenico M., Nizzoli the 2010 World Mayor Project, World Mayor Award, sito P., Beretta A., Romagno G.., Belcastro G., (2016), ufficiale, 07/12/2010. La ricerca della “gioventù perduta”. Un futuro, oltre http://www.worldmayor.com/contest_2010/world-mayor- la paura – IX Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza 2010-methodology.html sociale in Italia e in Europa. Significati, immagini e realtà, Percezione, rappresentazione sociale e mediatica della sicurezza, Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, 04/03/2016, (pag. 64) Laqueur W. (2012), Dopo la caduta: La fine del sogno europeo e il declino di un continente, Macmillan, New York Lynch K. (1990), Progettare la città. La qualità della forma urbana, Etas Libri, (pag. 544) Nuovo modello di integrazione sociale, Video Youtube, Utente: ProgettoMillennium, caricato il: 24/02/2011 https://www.youtube.com/watch?v=Lefyzpt7Yv4 Panikkar R. (2009), Pluralismo e interculturalità, Ed. Jaca Book, (pag. 342) Redazione (2015), Gli stranieri? Delinquono di meno e commettono reati meno gravi degli italiani, redattore sociale, 29/10/2015 http://www.redattoresociale.it/Notiziario/ Articolo/493497/Gli-stranieri-Delinquono-di-meno-e- commettono-reati-meno-gravi-degli-italiani Remmert E., Barriera, la periferia che parla mille lingue, La Stampa, 01/07/2013 http://www.lastampa.it/2013/07/01/cronaca/ costume/barriera-la-periferia-che-parla-mille-lingue- Ge4ABdrqUgIqeeJaGlQ6XM/pagina.html Ricci M. (2000), La rinascita di Harlem ora il ghetto fa tendenza, La Repubblica, 10/08/2000 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/ repubblica/2000/08/10/la-rinascita-di-harlem-ora-il- ghetto.html Salom P. (2009), Malmö, il ghetto ribelle degli stranieri che mette in crisi il modello svedese, Corriere della Sera, 05/05/2009 http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_05/salom_ malmo_ghetto_ribelle_6798593c-3938-11de-ab3d- 00144f02aabc.shtml Scheda sintetica sull’IDOS, Dossier statistico sull’immigrazione, Centro studi e richieste IDOS, 2016, (pag.4) http://www.dossierimmigrazione.it/docnews/file/ Scheda%20Dossier%202016.pdf Steyn M. (2006), Alone America: The End of the World As We Know It, Regnery Publishing The Future of World Religions: Population Growth Projections, 2010-2050, pewforum.org, 02/04/2015 http://www.pewforum.org/2015/04/02/religious- projections-2010-2050/ The Nation: Arson for Hate and Profit, New York Time, 31/10/1977 http://content.time.com/time/magazine/ article/0,9171,945795,00.html Van Hemert K. (2013), The Best Map Ever Made of Americàs Racial Segregation, Wired, 26/08/2013 https://www.wired.com/2013/08/how-segregated-is- your-city-this-eye-opening-map-shows-you/ Vargas D. (2002), Conversazione con Giancarlo De Carlo; archi magazine, 19/04/2002 http://www.archimagazine.com/adecarl.htm

307 UNA RETE ECOLOGICA NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI BARI: IL PARCO DELLE LAME SAN GIORGIO E GIOTTA

Nicola Martinelli | Silvana Milella | Vito D’Onghia | Porzia Pietrantonio | Massimiliano Piscitelli

Il Parco delle Lame San Giorgio e Giotta: (istituita ai sensi della Legge Delrio n.56 del nuove strategie per reti ecologiche 07/04/2014), ha di fatto favorito l’avvio di metropolitane1 un processo di aggregazione territoriale e con- fronto tra i diversi Enti Locali volto a sviluppare Introduzione le risorse intrinseche del patrimonio culturale Le Lame San Giorgio e Giotta, entrambe site valorizzandone le identità locali e gli attrattori nel quadrante sud est della Città Metropolitana turistici dell’ambito territoriale attraversato di Bari, nell’ambito di paesaggio della Puglia dalle due Lame. Centrale – così come definito nel Piano Paesi- stico Regionale (Pptr) – sono delle formazioni L’invariante ecosistemica del Parco delle Lame idrogeologiche ed ecologiche rilevabili nell’e- San Giorgio-Giotta comosaico di elementi naturali, seminaturali e antropici tipici del carsismo pugliese. La recen- La Rete dei Parchi Metropolitani oltre a costi- te banalizzazione degli ecosistemi extraurbani tuire il sistema delle connessioni naturali tra le nel territorio delle Lame, dovuta principalmente città pugliesi sono un passaggio obbligato per all’espandersi dei tessuti insediativi nelle aree attuare politiche di valorizzazione del paesag- agricole periurbane, alla frammentazione gio agrario, delle risorse ambientali, culturali delle aree naturali per la realizzazione di e produttive fortemente legate all’identità di infrastrutture e a processi di industrializzazione questi luoghi. dell’agricoltura hanno comportato un depaupe- Le Lame San Giorgio e Giotta costituiscono un ramento delle risorse endogene con la drastica elemento del reticolo idrografico metropolitano alterazione dei processi naturali degli habitat di Bari con una forte valenza nel vasto ecomo- presenti lungo gli alvei delle due Lame che da saico pugliese per la loro funzione idraulica di sempre garantiscono la biodiversità di questi deflusso delle acque superficiali verso il Mar ambiti territoriali. Adriatico e potenzialmente come infrastrutture A competere con tali problematiche di mo- ambientali di connessione tra costa e aree in- dificazione del paesaggio delle due Lame terne. Il ruolo del costituendo Parco Regionale potrebbe senza dubbio concorrere il processo A6 Lame San Giorgio-Giotta, pertanto, assume di istituzione dell’Area Protetta Parco Regiona- una rilevanza strategica nella Città Metropoli- le delle due Lame ai sensi della L.R. n.19 del tana in quanto lega le politiche per l’ambiente, 24/07/1997, superando le difficoltà delle per il paesaggio e l’agricoltura, in coerenza politiche locali per il governo del territorio, con le linee di indirizzo del PAF – Prioritized che a distanza di circa un ventennio dall’av- Action Framework, con gli obiettivi del Fondo vio del procedimento d’istituzione del Parco, Europeo di Sviluppo Regionale Programma di non sono riuscite a portare a compimento Sviluppo Rurale della Regione Puglia, con gli l’iter e a rispondere a una diffusa richiesta Scenari Strategici del Pptr Puglia; nel caso spe- di qualità della vita e di spazi pubblici dove cifico alla Rete Ecologica Regionale, al Patto poter praticare “usi allargati” del territorio Città Campagna, al Sistema infrastrutturale per metropolitano, espressa dalle comunità locali. la Mobilità Dolce, alla Valorizzazione Integrata Il nuovo ruolo della Città Metropolitana di Bari dei Paesaggi Costieri e ai Sistemi territoriali

308 per la fruizione dei culturali e paesaggistici. Il specifici componenti ciascuno assoggettato a Fig. 1 - L’inquadramento percorso della Lama San Giorgio parte dalla una distinta disciplina. Lama San Giorgio è pe- territoriale di Lama dorsale murgiana nei pressi del Comune di raltro un luogo di forte stratificazione storica; San Giorgio e Lama Giotta nel contesto Gioia del Colle in località Monte Sannace ad lungo il suo corso si ritrovano siti di interesse metropolitano di un’altitudine di 382 m. slm snodandosi per archeologico come Torre Castiello, l’Annunzia- Bari circa 42 km per poi sfociare in Comune di ta, Bigetti‐Purgatorio, il complesso di Azetium Bari nell’Adriatico, attraversando i Comuni di nel territorio di Rutigliano, testimonianze che si Sammichele di Bari, Casamassima, Rutigliano, integrano al Parco Archeologico Nazionale di Noicattaro, Triggiano. Lama Giotta, invece, Monte Sannace. Complessi monumentali come

estesa per una lunghezza di 14 km, ha origine il Convento degli Agostiniani o Santa Maria nel territorio di Turi, attraversa i Comuni di della Lama nel Comune di Noicattaro, la Torre Rutigliano e Noicattaro per poi sfociare in a Mare nel Comune di Bari un fitto sistema località di Torre a Mare nel Comune di Bari. insediativo rurale costituito da masserie, trulli, Nonostante la sua estensione territoriale Lama jazzi, immersi in una rete di murature in pie- San Giorgio è caratterizzata da una spiccata trame a secco interpoderali e di contenimento variabilità floristica costituita da un variegato terre. Le Figure Territoriali3 individuate dal Pptr mosaico di specie botaniche mediterranee che che riguardano Lama San Giorgio sono: “la formano una straordinaria raccolta di habitat Conca di Bari e il Sistema Radiale delle lame” prioritari.2 che interessa il suo tratto terminale di foce, la L’invariante ecosistemica del Parco delle maggior parte invece, del percorso dell’alveo Lame San Giorgio e Giotta viene descritta da fluviale ricade nella Figura Territoriale “il Sud significativi caratteri del paesaggio definiti Est barese e il paesaggio del frutteto” che dalla tutela del Pptr (in particolare attraverso la investe anche Lama Giotta, mentre nel territo- struttura idrogeomorfologica, la struttura ecosi- rio di Gioia del Colle vi è testimonianza di un stemica ed ambientale e la struttura antropica paesaggio di transizione tra il sistema alto mur- e storico-culturale) che a loro volta si articola in giano e la Murgia dei Trulli che sfuma verso la

309 Fig. 2 - Il progetto di Gioia del Colle e il famoso Bosco di Mar- delle Fabbriche giardino di Lama cello nel Comune di Casamassima, numerosi San Giorgio-Giotta prati, pascoli naturali e formazioni arbustive in evoluzione naturali, con le rispettive aree annesse e di pertinenza. La stessa complessità dell’area di Lama San Giorgio e di Lama Giot- ta, già dichiarata di notevole interesse pubbli- co6, denota la bellezza e la salvaguardia della struttura estetica e degli elementi caratteristici assai pregiati del paesaggio con requisiti am- bientali del tutto originali e suggestivi poiché contraddistinta da propaggini collinari delle Murge che si protraggono fino al mare. La complessità e l’attrattività dei paesaggi viene percepita da panorami, coni visuali, scorci na- turali ravvicinati di elevato valore ambientale rappresentato da strade a valenza paesaggi- stica di collegamento tra i diversi centri abitati del Sud-Est barese che permettono un’elevata connettività radiale sviluppata in maniera concentrica rispetto al territorio metropolitano di Bari.

La valorizzazione delle aree protette nelle valle d’Itria con paesaggi boschivi; è questa politiche metropolitane della città di Bari l’ulteriore prova dei due corsi delle Lame come integratori di diversi paesaggi metropolitani. La Il territorio dei 41 comuni che costituiscono struttura idro‐geomorfologica evidenzia nella la Città Metropolitana di Bari, dall’estensione foce sull’Adriatico, una fascia costiera tutelata, complessiva di circa 3.860 km2, è fortemente con profondità di 300 m , ai sensi del Codice caratterizzato dalla presenza di ca 450 km2 dei Beni Culturali e del Paesaggio, prevedendo (pari a circa il 12% del totale) di aree a parco una salvaguardia territoriale finalizzata alla e dalla presenza di ca 1.170 km2 (pari a riqualificazione paesaggistica del luogo anche circa il 30% del totale) di aree Sic e Zps. La lungo l’intero percorso, già segnalate come Pianificazione Strategica Metropolitana di Bari corso d’acqua iscritto negli elenchi delle Acque prevede cinque Assi Prioritari: Pubbliche4. • la valorizzazione delle dotazioni territoria- Il Piano Paesistico per gran parte del presente li, territorio in base al Reticolo Idrografico di • la promozione del capitale umano e connessione della Rete Ecologica Regionale5 sociale, prevede due buffer zones di 100 metri da cia- • i servizi e alle infrastrutture a rete per le scun lato dell’asta idrografica. Nella struttura smart cities, geomorfologica il perimetro dell’istituenda • le infrastrutture per lo sviluppo delle aree Area Protetta intercetta numerose formazioni logistiche e produttive e il potenziamento geomorfologiche rappresentate da grotte e della mobilità. cavità sotterranee generate per corrosione di Lo sviluppo del paesaggio rurale, la valorizza- rocce solubili e per azione meccanica delle zione ecologica e funzionale di elementi autoc- acque sotterranee principalmente concentrate toni e degli habitat presenti, la valorizzazione nel territorio di Triggiano nei pressi del Monte del sistema urbano, il miglioramento della Telegrafo. La struttura ecosistemica e ambien- qualità di vita delle comunità espresso in termi- tale di Lama San Giorgio e Lama Giotta si ni di benessere e crescita socio-economica e lo caratterizza dalla presenza di piccoli boschi, sviluppo di una sostenibilità sul territorio metro- principalmente localizzati a monte nei territori politano nel rispetto delle tradizioni e prodotti

310 locali disegnano le Azioni Prioritarie sulle quali nei territori comunali di Noicattaro, Gioia del il Piano Strategico Metropolitano di Bari porrà Colle, Sammichele di Bari, Casamassima, Turi, le sue basi elevando contemporaneamente i Rutigliano, Triggiano e l’Ente Azienda Servizi valori della testimonianza storica, la pianifica- alla Persona Monte dei Poveri di Rutigliano. zione di rete e il rafforzamento delle politiche Un’adeguata pianificazione strategica di area di coesione territoriale e di governance tra vasta, supportata da programmi di ricerca Enti. Nell’ambito del percorso di pianificazione scientifica multidisciplinari potrà consolidare strategica, dopo un ventennio dall’avvio, come un paradigma di sviluppo territoriale capace si è detto, vi è la ripresa dell’iter amministrativo di coniugare la tutela e la salvaguardia della di istituzione del Parco Naturale Regionale biodiversità e del paesaggio con adeguata delle Lame San Giorgio e Giotta grazie a uno fruizione sociale e economica del territorio. spirito di forte cooperazione istituzionale che si è sostanziato nella stipula di Protocolli d’Intesa Note e Accordi Istituzionali tra i comuni metropolita- ni sospinti anche dalla possibilità di candida- 1. Seppur il contributo è frutto di una riflessione collettiva degli autori, è attribuibile a N. Martinelli la stesura del § 1, la stesu- tura a finanziamenti di progetti di area vasta ra del § 2, a S. Milella e V. D’Onghia, la stesura del § 3 a M. coerenti con la proposta di pianificazione del Piscitelli e P. Pietrantonio Parco. Il Parco come opportunità si lega quindi 2. Gli habitat presenti nei siti di Lama San Giorgio e Lama Giotta sono costituiti dall’habitat 6210* Formazioni erbose secche indissolubilmente al suo processo di istituzione seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calca- e garantisce la proficua cooperazione istitu- reo Festuco‐Brometalia con notevole fioritura di orchidee, zionale in via di consolidamento che ha fatto dall’habitat 3170* Stagni temporanei mediterranei, dall’ha- bitat, dall’habitat 91AA* Boschi orientali di Quercia bianca maturare interesse a partecipare al processo e dall’habitat 6220* Percorsi substeppici di graminacee e di sviluppo territoriale in atto anche in comuni piante annue dei Thero‐Brachypodietea (e.g. Valenzano, Cellamare, Capurso e Mola 3. Per “Figura territoriale” si intende un’entità territoriale ricono- scibile all’interno di un ambito di paesaggio che si articola di Bari) non originariamente coinvolti nel per la specificità dei caratteri morfotipologici che persistono processo istitutivo, sebbene rientranti all’interno nel processo storico di stratificazione di diversi cicli di territo- del bacino idrografico delle lame oggetto della rializzazione. 4. I fiumi, torrenti e i corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle ac- proposta di tutela. que pubbliche sono approvati con R.D. 15/05/1902 pubbli- Oltre alla positiva azione di cooperazione tra cati in G.U. n.245 del 21/10/1902 dove nel caso specifico Comuni finalizzata alla candidatura di Progetti Lama San Giorgio viene definito con il nome di “Torrente Chiancarello”, mentre Lama Giotta originariamente “Torrente di Rete per la realizzazione di percorsi pe- La Lama di Pelosa”. do-ciclabili nelle aree interessate dalla propo- 5. Il “Reticolo Idrografico di connessione della Rete Ecologica Re- sta di Parco, la Città Metropolitana di Bari ha gionale” è introdotto dall’art.143, comma 1, lett. e) del D.Lgs n.42/2004 nelle Norme Tecniche d’Attuazione del Pptr ap- promosso e coordinato con la collaborazione provato con DGR n.176 del 16/02/2015. scientifica del Dipartimento Dicar del Politec- 6. Gli Immobili e aree di notevole interesse pubblico sono quel- nico di Bari, impegnato da anni in compiti di le aree dichiarate ai sensi dell’art.136 e art.157 del D.Lgs 7 n.42/2004 e vincolate dall’ex L.1497/1939 Terza Missione Universitaria , le attività per la 7. L’Università svolge sostanzialmente tre compiti statutari: l’Alta predisposizione di manifestazione di interesse Formazione, la Ricerca Scientifica e la Terza Missione costi- a realizzare “Interventi per la tutela e valoriz- tuita da azioni di trasferimento tecnologico e sostegno al ter- ritorio. Nel migliore dei casi queste tre missioni vivono in un zazione della biodiversità terrestre e marina” rapporto di circolarità virtuosa alimentandosi reciprocamente. nell’ambito della Azione 6.5.1 del PO-FESR Regione Puglia 2014-2020. Il progetto “Le Fabbriche Giardino di Lama San Giorgio-Giot- ta- tra conservazione e sviluppo”, redatto dall’unità di progetto “Pianificazione Strate- gica” dell’Ente con la partecipazione delle Amministrazioni Comunali, ha previsto azioni specifiche di conservazione della biodiversità e riconnessione ecologica (e.g. frutteto sperimen- tale, insettario, ampliamento aree umide, rein- serimento di habitat scomparsi, vivaio forestale per la produzione di specie fruttifere antiche)

311 Riferimenti Bibliografici

Balletti, F. (2001) Il Parco tra natura e cultura-Conoscenza e progetto in contesti ad alta antropizzazione, De Ferrari Editori, Genova Lamacchia, M.R., Martinelli, N. (2001), “La strutturazione delle conoscenze” in Integrazione tra pianificazione di Bacino e pianificazione di aree Protette: Il caso del parco Naturale di lama San Giorgio in Puglia, in Quaderni di Ingegneria Ambientale, pag. 34 Malcevschi, S., Bisogni, l.G., Gariboldi, A. (1996) Reti ecologiche ed interventi di miglioramento ambientale - Ecological networks and habitat restoration, Il Verde Editoriale, Milano Martinelli, N., Lamacchia, M.R. (2007), “Il Parco nazionale del Gargano” in Piani e politiche territoriali in aree parco-Cinque modelli di innovazione a confronto, Franco Angeli Editore, Milano (pag.85-116)

312 BENESSERE E COMPETITIVITÀ DI UNA RETE “RESIDUA”: IL TERRITORIO DEL VALLONE DI MUSSOMELI

Salvatore Danilo Mistretta

Il tema: applicazione della legge Delrio in to una simile soluzione, rendendo quella sicilia- Sicilia na l’unica regione italiana ad aver abrogato le amministrazioni provinciali, è un altro discorso. L’istituzione delle città metropolitane siciliane Che i nuovi enti di area vasta siano tutt’oggi di Palermo, Catania e Messina è avvenuta commissariati a causa di un contenzioso con la tramite l’emanazione della L.r. 15/2015. Essa, Corte Costituzionale riguardo la legge stessa, recependo le direttive promulgate dalla legge rendendo quindi più difficoltoso rispetto al nazionale 56/2014, conosciuta come legge passato la gestione amministrativa di aree già Delrio, ne ha sancito la nascita in sostituzione gravate da situazioni critiche di varia natura, delle omonime Province, delle quali ne rical- inclusa quella gestionale, è invece una proble- cano esattamente i confini. Le neonate città matica che le istituzioni regionali dovrebbero metropolitane ricoprono senza soluzione di quanto prima risolvere. O perlomeno nuova- continuità il 45% della superficie regionale, mente affrontare. racchiudendo in sé 248 Comuni, pari a circa il Ma tant’è. Le città metropolitane e i liberi con- 64% delle unità amministrative dell’isola. sorzi, pur banalizzati nella sostanza dall’ugua- La popolazione ivi residente rappresenta il glianza geografica con le ormai estinte provin- 60% della totalità dei siciliani1. Quello delle ce (Barbanente, 2016), sono i nuovi enti cui è conurbazioni metropolitane, tuttavia, non è assegnato, tra gli altri, il compito della pianifi- un discorso recente per la Sicilia: con la L.r. cazione di area vasta e, soprattutto, il ruolo di 9/86, difatti, la Regione istituì le aree metropo- intermediario istituzionale fra la Regione e le litane, individuate successivamente nel 1995 varie realtà comunali. Quanto appena esposto e rimaste sostanzialmente sulla carta a livello corre il serio rischio di enfatizzare le differenze operativo. Esse riguardavano sempre i tre prin- che per principio intercorrono tra le due nuove cipali poli siciliani, ma la delimitazione di tali realtà (ex) provinciali: se per le città metropo- aree risultava essere decisamente più contenu- litane la strada sembra tracciata, agevolata ta rispetto al quadro oggi in vigore (Nigrelli, in forse dal fatto di rientrare in un’ottica naziona- corso di stampa). le che le vede protagoniste, quale nebbioso fu- Tornando alla Delrio, e alla sua applicazione turo si prospetta per i liberi consorzi comunali, nel contesto siciliano, è interessante notare tranciati sul nascere da difficoltà pregresse che come l’Assemblea Regionale Siciliana, perva- interessavano le vecchie province? Sarebbe sa da uno spirito d’intraprendenza raramente corretto affermare che quanto va delineandosi visto prima, abbia non solo definito le città me- potrebbe rendere ancor più accentuata quella tropolitane prima descritte, ma tramite la stessa marginalità a cui i residui delle città metropo- legge abbia soppresso le restanti Province, litane, ossia quella porzione di Sicilia che non sostituendole con i Liberi Consorzi Comunali e vi rientra amministrativamente, sono già stati anticipando di fatto le disposizioni della stessa “condannati” legislativamente? E se sì, quali Delrio, che prevedeva per l’appunto la loro de- soluzioni, quale quadro normativo riuscirebbe stituzione, previa modifica della Costituzione. a sopperire ad un simile deficit? Che poi l’esito del referendum costituzionale Nella rinnovata fiducia che la stessa Delrio ha del dicembre 2016 abbia nella pratica boccia- confermato all’istituzione dell’ente “Unione di

313 Comuni” si intravede un barlume di speranza finanziamenti pubblici e investimenti ad opera per quelle realtà locali che, nell’assenza di un di privati (Barbanente, 2016). La realizzazio- organismo sovracomunale capace di coordina- ne di un’unica istituzione in cui riconoscersi, re e gestire tutte le azioni che dall’area vasta senza in essa “scomparire” ma, al contrario, scendono al livello comunale, non sono più in conservando la propria autonomia e anzi raf- grado di garantire, in autonomia, un livello forzandola, potrebbe essere il presupposto per minimo di servizi e di benessere ai propri abi- una miglior gestione dei servizi e delle funzio- tanti. Come per le città metropolitane siciliane, ni, con l’ulteriore vantaggio di un’opportunità anche tale istituzione risulta essere già datata: di specializzazione per ogni Comune in base nata con la L. 142/1990, che riguardava il alle proprie caratteristiche e risorse precipue, più ampio quadro di riordinamento amministra- senza tralasciare il conseguente beneficio do- tivo statale, venne normata successivamente vuto ad una riduzione dei costi di esercizio. A dalla Legge 265/1999, dal D.Lgs. 267/2000 ciò si aggiunge il “peso specifico”che, insieme, (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli tali singole realtà comunali riuscirebbero a enti locali) e succ. mod. e, infine, dall’attuale conseguire nei rapporti con i soggetti esterni, legge Delrio. Le ragioni per cui inizialmen- siano essi istituzioni pubbliche o privati inve- te essa non aveva trovato credito risiedeva stitori, con la concreta possibilità di superare, nell’obbligo imposto dalla L. 142/1990 di una perciò, quella intrinseca debolezza che deriva successiva fusione dei Comuni che si fossero dall’essere elemento residuale di una Sicilia riuniti in un’Unione; un ulteriore ostacolo era che le relega ad essere troppo piccole, trop- rappresentato dai limiti demografici imposti po interne, troppo arretrate o troppo lontane per realizzarla. Con le modifiche apportate da predeterminati corridoi dinamici sui quali dalla successive leggi tali obblighi sono venuti poggiano fragilmente le basi di uno sviluppo meno e in Italia, ad oggi, il numero di Unioni economico che stenta sempre a decollare. di Comuni in vigore è pari a 465, di cui 47 nella sola Sicilia2. Secondo il Testo Unico, le Il caso studio Unioni di Comuni sono poste in essere “allo scopo di esercitare congiuntamente una plurali- L’area di studio che ci si accinge a presentare tà di funzioni di loro competenza” (art.32)3. Di- è stata analizzata in un Laboratorio di laurea4 ventano di competenza del nuovo ente locale ed è stata individuata nella porzione setten- anche i servizi, identificati dall’art.112 come trionale della (ex) provincia di Caltanissetta, quella produzione di “beni ed attività rivolte a denominata nel contesto locale Vallone, il realizzare fini sociali e promuovere lo sviluppo quale comprende i comuni di Acquaviva Plata- economico e civile delle comunità locali”. Le ni, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, novità introdotte dalla legge Delrio riguarda- Milena, Mussomeli e Sutera. Tra di essi si sono no disposizioni di natura più burocratica e instaurati nel tempo rapporti di diversa natura: organizzativa e l’aggiunta di altre funzioni culturale, commerciale, lavorativa, in certi casi tecnico-amministrative. persino di sottomissione giuridica. Che sia L’esistenza di tale ente dalla natura asso- stato per ragioni di vicinanza, di convenienza, ciativa, a prescindere (ma non più di tanto) o di chissà cos’altro, i vari avvicendamenti dalle norme e disposizioni che ne dettano la storici hanno contribuito a plasmare fra i centri formazione e l’organizzazione, potrebbe far del Vallone un’identità condivisa, riscontrabile superare quel vuoto di istituzioni intercomunali ancora oggi sotto varie forme, che spaziano che “comporta non solo problemi di efficace dall’idioma simile a tradizioni secolari, da e trasparente distribuzione di costi e benefi- un’analoga economia di sostentamento ad una ci”(Barbanente, 2016, 78), ma anche un’as- continuità del paesaggio antropizzato. senza pressoché totale di pianificazione urba- La ricerca è entrata nella sua fase di “proget- nistica di livello sovracomunale (Salvia, 2012), to” (inteso come quel processo decisionale che nonché una serie di ingiustizie sociali causate porta a delle scelte, certamente ponderate ma da quella spirale di “competitività interna” in pur sempre arbitrarie, che a loro volta tendono cui le singole realtà comunali, anche contigue ad escludere elementi in favore di altri) nel fra loro, si sono lasciate trascinare per attrarre momento in cui si è proceduto ad individuare

314 Fig 1 Il progetto della rete

geograficamente ed amministrativamente i (Ibidem, comma 2) e se proprio questo Vallo- confini del cosiddetto Vallone. Ciò ha com- ne, misterioso e non facilmente circoscrivibile, portato una relativamente complessa difficoltà racchiude una determinata comunità nella decisionale giacché l’aleatorietà del territorio quale essa si riconosce, si è perlomeno certi di in esame avrebbe potuto portare a diverse aver iniziato a procedere nel modo corretto. perimetrazioni a seconda delle variabili con- Delle conclusioni tratte, invece, rimane l’auspi- siderate e di quelle accantonate. Ne segue, cio di non aver tradito il processo riconoscitivo dunque, che i Comuni selezionati, e prima iniziale. citati, come elementi costitutivi del Vallone L’area, individuata attraverso i confini ammini- non possono essere certamente intesi come un strativi delle (ex) province regionali, ha portato vallo di Adriano invalicabile. Nonostante tutte inizialmente ad includere alcune unità ammini- le analisi condotte a posteriori per confermar- strative che, in seguito a studi più approfonditi, ne “scientificamente” l’esistenza, lo studio è sono stati esclusi. L’analisi delle Linee Guida partito proprio dal riconoscimento che a livello del PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regiona- locale esso assume, che è poi una soggettiva le) e del Piano Paesaggistico della provincia di percezione, ma d’altronde se per paesaggio Caltanissetta è stato un passaggio fondamenta- si intende “una parte omogenea di territorio i le ai fini della ricerca. Il primo, in particolare, cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia ha imposto una suddivisione della Sicilia in umana o dalle reciproche interrelazioni”(art. Ambiti territoriali e non più in province, ambiti 131 del D.Lgs. 42/2004, Codice dei beni individuati grazie a caratteristiche geografiche culturali e del paesaggio, comma 1), se la sua omogenee di un determinato territorio e non tutela salvaguarda “i valori che esso esprime semplicemente in base ad “artificiali” limiti quali manifestazioni identitarie percepibili” amministrativi. I Paesaggi Locali, con i quali

315 a loro volta gli Ambiti territoriali sono stati L’agricoltura riveste la componente economica suddivisi dai vari Piani Paesaggistici provin- principale del Vallone. Ciò è confermato dai ciali, hanno concorso a specificare più detta- dati estrapolati dalla CORINE 2012 IV livello. gliatamente le singolarità territoriali che ogni L’analisi dei dati dimostra come la maggior area della Sicilia possiede intrinsecamente. Da parte del suolo è destinata a colture seminati- questi ultimi è stato perciò possibile procedere ve (60,5% della superficie), seguita da zone ad una “scrematura” dei Comuni inizialmente caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o selezionati per lo studio, con il risultato che la erbacea (17,6%). selezione prima esposta ha portato. L’attività lavorativa dei residenti è principal- Il Vallone si estende per una superficie pari a mente legata al settore terziario, che vede 308,40 Km2 e “confina” a Nord con i comuni impiegato al suo interno il 53,6% della forza di Cammarata (AG), Villalba e Petralia Sottana lavoro; di conseguenza, sia quello secondario (PA), ad Est con Caltanissetta e Serradifalco, a (16,1%) che quello primario (10,0%) risen- Sud-Est con i territori di Serradifalco e Mon- tono di un tale “dirottamento” dei lavoratori tedoro, a Sud con Racalmuto (AG) e Grotte verso il terziario (dati ISTAT 2011). Risulta (AG) ed infine ad Ovest con Aragona (AG) e alquanto preoccupante il dato che denota Casteltermini (AG). La popolazione totale resi- come il 20,3% della forza lavoro sia in cerca dente al suo interno consta di 21.718 abitanti di occupazione, a conferma della depressione (dati ISTAT 2016). La densità territoriale supera economica che investe l’intero Vallone. lievemente i 70 abitanti/Km2. Analizzata nella I dati oggettivi riguardanti il Vallone eviden- sua totalità, l’orografia è di carattere preva- ziano fin troppo chiaramente come esso sia lentemente collinare; le maggiori alture, mai in una sorta di perenne fase di regressione superiori ai 900 m s.l.m., si trovano a Nord, senza un’apparente possibilità di ripresa. La quasi a simulare una catena che, percorrendo crisi economica che ha investito l’intero globo il limite settentrionale, “chiude” l’area. Sono ha prodotto i suoi effetti anche sul territorio in presenti 12 aree archeologiche o di interesse esame, peggiorati da un costante decremento archeologico. A livello naturalistico, si segna- demografico e da un generale invecchiamento lano due Siti di Importanza Comunitaria, una della popolazione residente. A ciò si aggiun- Riserva Naturale Integrale e 21 siti di interesse ge un’elevata disoccupazione che aggrava paesistico-ambientale individuati dal Piano. Si maggiormente il decrescere degli abitanti. Si rilevano 121 beni isolati, di cui masserie ed constata, inoltre, una generale inefficienza (e abbeveratoi ne costituiscono la prevalenza. I in certi casi anche in una completa assenza) centri storici dei centri urbani, eccetto quelli di dei servizi pubblici ai cittadini, i quali spesso Sutera (di origine antica) e di Mussomeli (di sono costretti a rivolgersi a città “funzionanti” origine medievale), sono di “nuova fondazio- ma distanti, se non addirittura ad abbandona- ne”5. re il luogo di residenza anche a causa di simili Il regime vincolistico denota un’elevata fragilità deficienze. Si è davanti, perciò, a quella tipo- del territorio. Difatti, ben il 71,2% dell’intera logia di luogo che il DPS (Dipartimento per lo superficie è sottoposto a vincolo idrogeologico, Sviluppo e la Coesione Economica) ha definito cui si aggiungono estese aree a pericolosità come “aree interne”. Ad una primigenia defi- e a rischio idrogeologico individuate dal PAI nizione di queste ultime come “aree che non (Piano di Assetto Idrogeologico). Altre tipologie riescono ad attivare uno sviluppo economico e di vincolo, come quello boschivo, archeologico sociale ma subiscono le conseguenze negative o paesaggistico, risultano in estensione netta- dello sviluppo che ha luogo altrove”(Becchi mente inferiori al primo6. Collidà, Cicciotti, Mela, 1989, 14), si aggiun- L’analisi storica sulla popolazione residente ge quella fornita di recente dal DPS stesso che evidenzia come l’area di studio soffra di una le individua in “quella parte maggioritaria del costante crisi demografica: dopo il picco territorio italiano caratterizzata dalla signifi- raggiunto nel 1951 (39.953 abitanti), la curva cativa distanza dai centri di offerta di servizi demografica ha subito una continua discesa essenziali”8. Esse sono caratterizzate da tutte che ha visto dimezzare, al 2016, il numero dei quelle situazioni di disagio già accennate residenti7. precedentemente: crisi demografica dovuta a

316 spopolamento ed invecchiamento, mancanza infinite variabili. Una possibile soluzione sareb- di occupazione e crescente riduzione di offerta be rintracciabile nell’istituire Unioni individuan- dei servizi pubblici “a cui si accompagnano la do un sistema territoriale locale9, attraverso il marginalizzazione (o esclusione) dei processi quale definire nella migliore maniera possibile di sviluppo, il persistere delle attività economi- i requisiti per un’Unione efficace ed efficiente. che tradizionali che non si adattano a nuove Organizzare delle Unioni che vertono intorno forme di economia ma le subiscono”(Prestia, a questo concetto porterebbe ad una “messa Scavone, 2015, 534). in rete” dei Comuni delle stesse, il che signi- In conclusione, è doveroso richiamare il dato ficherebbe instaurare dei rapporti orizzontali che attesta la notevole fragilità del Vallone da più che gerarchici con il conseguente avvio un punto di vista idrogeologico, confermata di rapporti economici paritari ed una distribu- da imposizioni di vincoli e studi approfonditi zione di sevizi e funzioni sinergica (Camagni, sulla pericolosità ed il rischio legati ad esso. La 1993), superando quelle logiche di campani- situazione di base è aggravata da un diffuso lismo che spesso hanno prodotto isolamento e abusivismo edilizio, soprattutto per quel che competizione. Oltre a ciò, trarre il meglio da concerne quella “cultura della seconda casa”, ogni territorio comunale, in termini di risorse tipica delle aree del Mezzogiorno (De Lucia, non esclusivamente economiche, e inserendolo 2013), da cui il Vallone non si discosta. in un sistema produttivo condiviso, potrebbe elevarne il “rango” “senza perdere la qualità La proposta metodologica della vita delle relazioni di equilibrio”(Magna- ghi, 2005, 7) con il territorio stesso, aumen- Il riconoscimento della validità istituzionale tando dunque il rapporto sinergico, essenziale delle Unioni di Comuni quale metodo per per creare una vera identità urbana. Una volta attivare delle strategie di sviluppo locale ipotizzata l’istituzione di un’Unione di Comuni competitive rappresenta soltanto l’inizio di un tra le unità amministrative facenti parte del percorso complesso e difficoltoso. Associare Vallone, prima elencate, lo sviluppo del lavoro “coattivamente” Comuni senza alcuna logica di ricerca ha riguardato l’elaborazione di una che giustifichi una scelta simile avrebbe come serie di strategie volte ad accrescere la funzio- unica conseguenza il produrre una serie di nalità sinergica delle Amministrazioni coin- effetti deleteri a catena. Diversi sono i fattori volte. Per far ciò, ci si è avvalsi del “Rapporto che andrebbero valutati prima di stabilire se sul Benessere Equo e Sostenibile”, pubblicato e come procedere a identificare le Unioni. annualmente dall’ISTAT a partire dal 2013, Tra questi rientrano quelli di estensione e di che nasce dalla necessità avvertita a scala eu- numero, poiché sarebbe auspicabile rintraccia- ropea di individuare altri fattori oltre a quello re dimensioni e portata dell’Unione in grado economico (il PIL) per misurare la qualità di di assumere rilevanza all’interno del conte- vita dei cittadini. Lo studio effettuato dall’ISTAT sto regionale, ma che contemporaneamente ha individuato molte variabili secondo una sia capace di non ritrovarsi nella medesima serie di criteri scientificamente rilevanti e le ha posizione di enti come le Città metropolitane o raggruppate in 12 domini. In ognuno di essi i Liberi consorzi, sulla cui efficacia gestionale sono presenti una notevole quantità di indicato- e pianificatoria, in special modo dei secondi, ri che fornisce un quadro piuttosto chiaro sulla permangono dubbi. Un fattore che appare situazione nazionale attuale. essenziale, seppur decisamente aleatorio e Un’ulteriore pubblicazione, denominata “Bes difficilmente circoscrivibile, è la valutazione delle province”, si “pone un duplice obiettivo del livello di affinità culturale, storica e sociale informativo: valutare la struttura del Bes del tra centri della futura associazione. Essenziale territorio e mettere in luce il contributo che perché è probabilmente l’aspetto che maggior- l’azione dell’Ente locale può apportare al be- mente va incidere in quello spirito identitario nessere della comunità”. Il progetto ha inoltre necessario affinché si creino le giuste condizio- elaborato un Piano Strategico (PST) che “indi- ni di appartenenza all’Unione. vidua un articolato insieme di linee di azione, Aleatorio e astrusamente identificabile in di progetti e di interventi da attuare in vari quanto frutto di un’equazione complessa dalle settori”attraverso una tabella di raccordo tra i

317 12 domini, le funzioni e gli obiettivi. L’approc- Prospettive di lavoro cio metodologico proposto dal B.E.S. apre le porte ad un nuovo modo di intendere il benes- L’ipotesi progettuale elaborata nella ricerca si sere di una popolazione. La suddivisione nei propone come un modello alternativo allo sche- 12 indicatori (o domini) riesce, in particolare, ma di Città metropolitana/Libero consorzio ad abbracciare la quasi totalità dei settori che che la Regione siciliana, recependo i dettami rendono soddisfacente la vita sia del singolo della Delrio, ha normato. individuo che di una comunità intera. Il timore di una più che probabile “sottomissio- Si è scelto di prendere come guida i suddetti ne” delle aree residuali nei confronti delle città indicatori in virtù dell’obiettivo finale che ci si è metropolitane, con tutto ciò che ne consegue, posti in questa ricerca, ossia quello di mante- potrebbe essere affievolito dalla soluzione nere l’identità del Vallone attraverso il migliora- proposta. mento della condizione di benessere dei suoi Associando delle unità amministrative locali a residenti, inteso in senso lato. partire da fattori geografici, sociali, identitari Il perno della fase progettuale risiede nell’istitu- condivisi porterebbe a trasmutare il “disagio di zione di una nuova municipalità. Essa consiste lontananza” in forza. Un’Unione così pensata nella formazione di un’Unione di Comuni del non si porrebbe come antagonista alla città Vallone, capace nelle previsioni di sopperire metropolitana, ma anzi assumerebbe un ruolo ai deficit delle singole realtà comunali. Essi, tale da poter interagirvi, sia pur con delle ca- quindi, concorrerebbero a formare l’Unione e ratteristiche completamente avulse da essa. ad agire come una sola persona giuridica. L’effettiva funzionalità delle Unioni di Comuni L’associazione, così pianificata, ha tra i suoi non può però prescindere da una volontà obiettivi quello di proporre una soluzione al condivisa che delle realtà che le compongono. problema derivante dall’incerto futuro am- Volontà che, in termini pratici, si traduce in un ministrativo nazionale e regionale, causato maggiore dialogo tra le Amministrazioni co- dall’abolizione/non abolizione delle Provin- munali coinvolte; è perciò necessario superare ce. Le scelte effettuate intendono scoraggiare quelle logiche di campanilismo prima accenna- il costante flusso migratorio verso l’esterno, te. Ciò avrebbe l’effetto positivo di aumentare poiché si ritiene che un qualsivoglia territorio esponenzialmente quello spirito identitario che non abbia alcun valore se depauperato dei oggi, intaccato da logiche di globalizzazione suoi stessi abitanti, e il pericolo di una comple- sempre più pregnanti nel tessuto sociale, sna- ta “desertificazione” del Vallone, così come di turano l’appartenenza dell’abitante al proprio tante altre aree interne similmente depresse, luogo di residenza. non è così lontano dal concretizzarsi. Non per nulla, difatti, territori come quello del La nuova municipalità del Vallone deve dappri- Vallone soffrono una crescente emigrazione ed ma intendersi come un sistema territoriale. Ciò, un pendolarismo tali da assottigliare sempre affinché all’interno di esso possa una comunità più le potenzialità che luoghi simili possiedo- riconoscersi e quindi con maggior efficacia no. L’identità perciò come fattore essenziale agire in un’ottica di comunità che oltrepassa per attivare quei complessi e non sempre facil- i limiti dei confini comunali. Ispirandosi al mente gestibili fenomeni di partecipazione dal B.E.S., dunque, si è optato per schematizzare basso che instaurano, con e per il territorio, le strategie progettuali in base agli stessi domi- meccanismi di rigenerazione e riappropria- ni individuati da quest’ultimo. zione del luogo di residenza, grazie ai quali Grazie ad essi, si è potuto creare una rete creare una possibile spirale di sviluppo che, di flussi la cui complessità potrebbe portare a partire da obiettivi di un benessere inteso ad elevare il “rango” dell’area di studio e ad in senso lato, accrescere la competitività di assumere una competitività capace di riattivare un territorio nei confronti di una distante città un benessere attraverso il quale sopperire alla metropolitana. Dialogo, identità, benessere, marginalità, sia fisica che “identitaria”, che le partecipazione, territorio. Questi i termini dai aree interne patiscono nei confronti delle aree cui partire per creare una rete di flussi interna metropolitane. grazie alla quale il “residuo” può diventare “protagonista”, senza con questo chiudere in

318 montani, nati a causa della natura policentrica con cui si è rapporti con l’esterno, ma anzi rafforzandoli evoluto il sistema urbano nazionale. Ha poi proceduto alla proprio da una migliore competitività che le individuazione dei comuni denominati “Centri” usando come aree interne, in maniera endogena ma non discriminante la presenza di un predeterminato livello minimo di servizi essenziali (ospedali, istituti di istruzione secondaria, ancora del tutto compresa, già possiedono. stazioni ferroviarie). La distanza calcolata in termini di tem- po da questi “Centri” ha portato alla classificazione di tutti gli altri comuni suddivisi in quattro categorie: aree di cintura, aree intermedie, aree periferiche ed aree ultraperiferiche. Tutti Note i centri analizzati nell’area di studio rientrano nella categoria di aree periferiche. 1. Su un totale di 5.074.261 residenti, 1.271.406 risiedono 9. La definizione di sistema territoriale locale è presa in prestito all’interno della città metropolitana di Palermo, 1.115.535 da quella che Alberto Magnaghi identifica come “bioregio- in quella di Catania e 640.675 in quella di Messina (dati ne urbana”. Egli definisce quest’ultima come un “insieme di ISTAT 2016) (http://demo.istat.it/, ultima consultazione sistemi territoriali locali fortemente antropizzati, interrelati fra 09/06/2017). loro da relazioni ambientali caratterizzanti una bioregione (un 2. Il dato è stato elaborato dall’ANCI (Associazione Nazionale sistema vallivo, un nodo orografico, un sistema collinare, un Comuni Italiani) e risale a marzo 2016. Si evince inoltre come sistema costiero e il suo entroterra, ecc.) e caratterizzati al a tale data n.2469 amministrazioni comunali italiane siano loro interno dalla presenza di una pluralità di centri urbani all’interno di un’Unione, per una popolazione complessiva di e rurali”. Ora, se si accetta l’ipotesi, del tutto arbitraria, che 10.151.899 abitanti. Per maggiori dettagli si rinvia a http:// “le relazioni caratterizzanti una bioregione”siano le stesse di www.anci.it/Contenuti/Allegati/QUADRO UNIONI marzo quelle costituenti un sistema territoriale locale, nella sua ac- 2016.pdf (ultima consultazione 19/12/2016). cezione ovviamente più semplice, si potrebbe più facilmente 3. Nello specifico, ai sensi del D.L. 78/2010 (art.14), così come individuare entro quali confini amministrativi racchiudere un’U- modificato dalla legge di stabilità 2014, tali funzioni sono: nione di Comuni. a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di con- Inoltre, ragionare in termini di sistemi territoriali locali, a trollo; b) funzioni di polizia locale; c) funzioni di istruzione prescindere da quanto appena affermato, agevolerebbe co- pubblica, (omissis); d) funzioni nel campo della viabilità e dei munque tale compito in quanto storicamente i centri urbani di trasporti; e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e piccole e medie dimensioni si sono organizzati intorno ad essi dell’ambiente (omissis); f) funzioni del settore sociale. (Magnaghi, 2005), perciò sarebbe sufficiente un’analisi stori- 4. La tesi di laurea, elaborata nell’A.A. 2015/16 e discussa co-geografica del territorio in esame per individuarli. nel mese di marzo 2017, si intitola Identità, conservazione e nuove municipalità. Il Vallone come sistema territoriale e il centro storico di Mussomeli come suo fulcro. Ha avuto come relatori la prof.arch. Valeria Scavone (D’Arch, ICAR/21) e il Riferimenti Bibliografici prof.arch. Gaspare Massimo Ventimiglia (ICAR/19) dell’Uni- versità degli Studi di Palermo. Essa può essere sostanzialmente Barbanente, A. (2016), “Una istituzione di governo suddivisa in due filoni di ricerca. Il primo, esposto nel testo, territoriale da costruire” in Munarin, S., Velo, L. (a cura rientra nel più ampio quadro di ricerca della docente Valeria di), Italia 1945-2045. Urbanistica prima e dopo, Donzelli Scavone sul tema delle aree interne e sulle loro potenzialità Editore, Roma, pp. 77-83 paesistico-territoriali capaci di riattivare processi di sviluppo e Bruno, G., Coppola, E. (2011), “Quali strategie per la rigenerazione dal basso. Il secondo, relativo alla disciplina del valorizzazione dei centri storici dei comuni polvere?” in Restauro, si è incentrato su un progetto di restauro preventivo Moccia, F. D. (a cura di), Urbanistica e politica, Edizioni e mitigazione del rischio di un quartiere del centro storico di Scientifiche Italiane, Napoli, pp. 143-153 Mussomeli (CL). De Lucia, V. (2013) Nella città dolente, Lit Edizioni, Roma 5. Le Linee Guida del PTPR siciliano identificano i centri storici di Magnaghi, A. (2005), “Dai comuni polvere alle reti di “nuova fondazione” come quegli tessuti urbani “sorti per ini- municipi” in Communitas, n. 3/4 ziativa baronale, ed eccezionalmente regia, prevalentemente Nigrelli, F.C. (in corso di stampa), Il reticolo delle Aree in rapporto alle necessità della colonizzazione agricola del interne della Sicilia: quale governo per la ripartenza latifondo siciliano: dalle fondazioni greco-albanesi del XV se- Prestia, G., Scavone, V. (2015), “Strategia per valorizzare colo, sino alle attività pianificatorie e costruttive baronali set- un’area interna delle regione agrigentina a partire dal teottocentesche per la ricostruzione delle città feudali distrutte patrimonio materiale e immateriale” in Atti del Convegno da calamità naturali (frane, terremoti) e per la realizzazione SIU 45-45, pp. 533-541 di nuovi centri sviluppatisi a partire da episodi monumentali Prestia, G., Scavone, V. (in corso di stampa), Il valore (dimore e complessi residenziali per la villeggiatura)”. cultu(ru)rale dei paesaggi “minori”: una proposta 6. Del totale della superficie dell’area di studio, il 6,9% è sot- progettuale per la scoperta della Sicilia “rur-interna” toposto a vincolo boschivo, l’1,9% a vincolo archeologico e Salvia, F. (2012) Manuale di diritto urbanistico, CEDAM, quattro aree, rappresentanti il 6,4%, sono soggette a vincolo Padova paesaggistico. 7. Secondo i dati ISTAT, il numero degli abitanti passò, dal 1861 al 1951, da 18.506 a 39.953 unità, con un incremento percentuale del 115%. Dieci anni dopo, la popolazione si mantenne pressoché costante (37.668), ma già dal 1971 si assistette ad un crollo (28.960 abitanti) che tutt’oggi perdura. 8. Partendo da questa enunciazione, il Dipartimento approfon- disce la questione, dapprima analizzando le cause che han- no portato alla nascita di stridenti contrasti tra i due sottosi- stemi territoriali, quello delle grandi, medie e piccole città e quello costituito dai piccoli centri, borghi e gli insediamenti

319 Documenti e direttive

Agenzia per la Coesione Territoriale (2013), Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance ANCI e IFEL (2015), Atlante dei Piccoli Comuni Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana (2013), Scheda 1 Perimetrazione città metropolitana e liberi consorzi Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, n.44 del 29 settembre 2000 Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.81 del 07 aprile 2014 ISTAT (2015), Il Benessere Equo e Sostenibile in Italia ISTAT, CNEL, SISTAN, UPI, CUSPI (2015), Il Benessere Equo e Sostenibile delle province

320 PRA PIANI DI REPUTAZIONE AMBIENTALE: I DOSSIER PAESAGGIO PER I TERRITORI INTERNI DELLA SARDEGNA

Giuseppe Roccasalva

Dossier Paesaggio (BAI) ha tentato di coinvolgere gli Amministra- tori e i cittadini di borghi medi e piccoli nello In Italia il Paesaggio è tra gli elementi di valore sviluppo e nella condivisione, in un’ottica stra- che, come sancito dalla Convenzione Europea tegica di lungo periodo, di progetti ed azioni del Paesaggio, deve essere identificato attra- locali riguardanti i temi della tutela e della verso un approccio olistico che superi quelli valorizzazione del paesaggio, dell’adattamen- maggiormente tradizionali di tipo estetico ed to al cambiamento climatico, dello sviluppo e ecologico. Esso, in particolare, va inteso come della gestione del verde urbano e peri-urba- processo evolutivo scandito dal millenario no, nonché della valorizzazione degli spazi lavoro delle comunità locali e dall’interazione residuali per la promozione dell’agricoltura di tra le necessità di queste e le caratteristiche del prossimità. Lo scopo è quello di promuovere contesto naturale in cui sono inserite. Questo presso le diverse comunità un’idea di paesag- approccio locale al paesaggio permette anche gio come bene comune di cui poter disporre, di mettere in evidenza i vantaggi che oggi, in ma anche da saper gestire in maniera consa- moltissimi luoghi, possono derivare da un equi- pevole e proattiva. librato mantenimento di questa interazione: È in questo solco che è stato elaborato il • prodotti agricoli e di allevamento di Dossier del paesaggio come bene comune grande qualità, specifici di ogni territorio dell’area vasta dedicato all’Ambito territoriale e quindi rappresentativi di una tradizione ottimale (ATO)1 sardo di alcuni te analizzarri- culturale e di un saper fare unico e consa- tori interni della Regione Sardegna. In partico- pevole; lare sono statate analizzate le ATO di Laconi, • un territorio integro capace di fronteggiare Masulla, Neoneli, Olzai, Orotelli e Sorradile. eventi calamitosi di tipo idrogeologico; Il dossier ha lo scopo di mettere in evidenza • un’enorme dote di biodiversità vegetale e sia le caratteristiche del mosaico paesaggistico animale. di area vasta sia quelle del sistema paesaggi- Nonostante questo, si assiste oggi a quotidia- stico locale allo scopo di definirne un quadro ni depauperamenti del nostro straordinario del patrimonio paesaggistico in termini di stato patrimonio archeologico e naturale, alla di fatto e di possibili dinamiche evolutive. Esso cementificazione di preziose aree a vocazione fornisce quindi una cornice conoscitiva pro- agricola, al declino delle istituzioni pubbliche pedeutica alla definizione di strategie aggre- di tutela, nonché alla caduta verticale della gative di tutela e valorizzazione delle risorse sensibilità culturale e al tramonto dell’idea di paesaggistiche dell’area considerata. paesaggio come bene comune che dovreb- Lo sviluppo del lavoro è stato concepito princi- be accompagnarla. Ciò sta inevitabilmente palmente sulla base delle informazioni reperite conducendo il nostro paesaggio verso diffusi nei database cartografici della Regione Sarde- e irreversibili stati di abbandono, degrado gna2. In particolare, grazie all’elaborazione e omologazione che ne annullano gli effetti sinergica in ambiente GIS degli strati informati- benefici prima elencati. vi relativi al Piano Paesaggistico 2006, al Da- Con il Progetto Uranos: cielo, territorio e co- tabase Multiprecisione (DBM) e con il supporto munità, l’Associazione Borghi Autentici d’Italia di più basi cartografiche, sono state realizzate

321 diverse carte tematiche. I dati raccolti, organiz- infine, rappresentano elementi di degrado e zati secondo le indicazioni del Modello Logico destrutturazione del contesto paesaggistico. di organizzazione dei database elaborato Da questa interpretazione di sintesi di area dalla Regione Sardegna e georeferenziati vasta è stata approfondita la struttura del secondo il sistema di coordinate utilizzato in paesaggio locale. Esso è stato suddiviso in tre maggior misura dal livello regionale (WGS84 componenti: paesaggio naturale, paesaggio UTM 32N), riguardano la totalità del territorio; rurale e paesaggio urbano. Per ognuna di que- per questo sono stati opportunamente modellati ste componenti è stata redatta una scheda che tramite operazioni di geoprocessing, in modo mette in evidenza le caratteristiche di distribu- tale da circoscriverli al territorio. Così facendo zione spaziale e le caratteristiche quantitative è stato possibile sviluppare ed organizzare delle singole risorse, confrontando queste ulti- un ulteriore database riferito esclusivamente me con quelle dell’ambito di area vasta. Ogni all’area di studio, potenzialmente oggetto di un scheda riporta una specifica analisi SWOT che progetto evolutivo che prevede la realizzazio- mette in evidenza i punti di forza e di debolez- ne di una piattaforma incrementale in cui i dati za attuali, nonché le opportunità e le minacce vengono integrati e interrogati non solo dalle future di ciascuna componente paesaggistica . amministrazioni, ma anche dalla comunità, È stato poi ricostruito il contesto normativo e incentivando nuove forme di monitoraggio del vincolistico. Allo stesso modo vengono indi- territorio per la gestione del rischio, il controllo viduate le aree sottoposte a vincoli di tutela e la condivisione delle trasformazioni territo- naturalistica e idrogeologica che caratterizza- riali. no sia l’ambito dell’Alta Marmilla sia il Comu- Nelle pratiche della smart city infatti, assumo- ne di Laconi. Ciò può aiutare a comprendere no particolare importanza gli strumenti Open se e come si sia intervenuti sui punti di forza e Data, piattaforme di servizi ricche di dati di debolezza attuali delle diverse componenti accessibili a tutti e mediante le quali le ammi- paesaggistiche individuate, nonché sulle loro nistrazioni si aprono alle comunità in termini opportunità di valorizzazione e sulle minacce di trasparenza e soprattutto di partecipazione che incombono su di esse. diretta ai processi decisionali, promuovendo Inoltre, per il grafo ecologico viene applicato l’utilizzo alle ICT per la conoscenza, la condivi- il modello relativo alla lettura dei cosiddetti sione e la partecipazione alle politiche territo- “servizi ecosistemici” e lettura della capacità riali3. L’obiettivo è quello di costruire processi biologica dei sistemi. Questo è lo strumento decisionali più intelligenti, dinamici e condivisi del quale si serve l’ecologia del paesaggio per promuovendo forme efficaci di empowerment. valutare la capacità omeostatica di un siste- In particolare, il dossier si compone di cinque ma ambientale sia attraverso la misurazione sezioni e due allegati tecnici che compongono del suo livello di metastabilità, inteso come la un compendio conoscitivo e propositivo. capacità di reagire a eventuali disturbi mante- nendo (sistemi resistenti) o recuperando (sistemi I contenuti tecnici dei dossier resilienti) la propria uniformità, sia attraverso la quantificazione del suo grado di connessio- L’interpretazione di sintesi e la struttura del ne o di frammentazione interno. Esso consente paesaggio è svolta attraverso l’identificazione anche un confronto tra il sistema ambientale in termini di distribuzione spaziale i fattori dell’ambito di area vasta e quello relativo al strutturanti, caratterizzanti e tipizzanti, non- territorio comunale per capire quale contributo ché i fattori di criticità del paesaggio di area questo dia al valore ecologico complessivo vasta (ATO Alta Marmilla) e del paesaggio dell’ambito. locale (Comune di Laconi): i primi hanno un All’interno del Dossier sono inseriti dei “Regola- ruolo significativo nei processi di trasforma- mento del verde”. Questo documento recepisce zione territoriale; i secondi rappresentano le la prassi di riferimento UNI/PdR 8:2014 qualo caratteristiche che distinguono un ambito da strumento in grado di orientare la progetta- uno strutturalmente simile; i terzi conferiscono zione, la realizzazione e la manutenzione qualità e valori specifici pur senza altere la degli spazi verdi urbani e periurbani in base struttura paesaggistica di fondo; gli ultimi, a criteri prestabiliti di sostenibilità, valutabili

322 Fig. 1 - Esempio da un audit esterno in modo da legittimarne di grafo ecologico e valorizzarne l’applicazione. I contenuti del dell’ATO di riferimento per Regolamento del verde si inseriscono nello sce- Laconi, Sardegna nario definito dalla L. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” e forniscono alla Pubblica Amministrazione le linee guida per orientare politiche integrate di sostenibilità finalizzate alla trasformazione del paesaggio urbano e periurbano, all’interno dei quali ogni spazio verde rappresenta una tessera di un sistema a scala territoriale. Anche il cosiddetto “Capitolato del verde” regolamenta i servizi di manutenzione degli spazi verdi pubblici, eventualmente affidati paesaggio di area vasta e sull’adattamento al dall’Amministrazione Comunale ad uno o più cambiamento climatico. Questi temi complessi soggetti aggiudicatori, affinché gli spazi verdi sono, come spesso non accade, affrontati ad stessi possano garantire un adeguato livello una scala di governo locale del territorio. Il qualitativo sul piano gestionale, funzionale, lavoro e i prodotti si propongono di fare il estetico. Esso recepisce la prassi di riferimento quadro proattivo di monitoraggio ambientale UNI/PdR 8:2014 che consentono di ottenere e il quadro delle politiche locali di adattamen- una certificazione di servizio, facendo rife- to che compongono un Piano che possiamo rimento ai criteri ambientali minimi adottati definire di Reputazione Ambientale Locale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del (PRAL). Attraverso il lavoro condiviso con le Territorio e del Mare quali strumenti in grado di Amministrazioni locali, il PRAL ha prodotto orientare una manutenzione degli spazi verdi letture analitico-critiche delle condizioni attuali urbani e periurbani basata sui seguenti criteri e previsionali del territorio obbiettivo attraverso generali: le quali è stato possibile definire la base delle • qualità e sicurezza: deve essere garantita condizioni ambientali in modo pro-attivo e la qualità dei servizi forniti non solo nel aggiornabile. rispetto di prescrizioni legislative e au- Le Amministrazione sono state dotate di torizzative, ma anche e soprattutto nella ragionamenti concreti per agire nel contrasto scelta dei materiali, vegetali e non, delle ai cambiamenti climatici. Infine i risultati delle lavorazioni e delle tecnologie che devono analisi e delle politiche condivise ha portato essere in grado di garantire la sicurezza e alla redazione di un quadro di suggestioni la tutela della salute umana; di azioni per la reputazione ambientale dei • tutela dell’ambiente: devono essere Comuni che definiscano una politica interco- minimizzati gli impatti delle attività svolte munale che convivere o contrastare i rischi mediante l’impiego di pratiche atte a pre- analizzati. venire alterazioni di aria, acqua e suolo Come previsto dai protocolli internazionali sui che possano danneggiare la salute umana cambiamenti climatici sono stati resi accessibili e l’ambiente; a un pubblico ampio e non tecnico i “rischi” e i • sostenibilità: devono essere quantificati i “pericoli” delle politiche vigenti, delle condizio- benefici in termini ambientali e di biodi- ni fisico-ambientali-gestionali attuali e prossime versità, in termini gestionali ed economici, per poter avviare ragionamenti condivisi per nonché in termini sociali. convivere, cooperare o contrastare l’incertezza dei problemi riscontrati. In questo modo, ad Conclusioni esempio, i rischi relativi all’assetto idrogeo- logico potranno essere propriamente noti ai Il percorso di lavoro e affiancamento tecnico decisori pubblici e le politiche di contrasto sui comuni del territorio interno della Sarde- prontamente avviabili. La lettura relativa al gna ha inteso costruire degli strumenti concreti “mosaico ecosistemico” dell’area vasta in cui per agire sui temi del paesaggio urbano, sul ricade il comune aderente al processo progetto

323 ha messo a sistema il patrimonio ambientale Riferimenti Bibliografici e paesaggistico di un territorio nell’ottica di preservare ed enfatizzare le sue proprietà inci- Carta, M. (2014) Reimagining Urbanism, List Lab, Trento Fabbri, F. (2015) Principi ecologici per la progettazione del denti sui servizi ecosistemici e quindi anche sul paesaggio, Franco Angeli, Milano cambiamento climatico. Ad esempio, la lettura Roccasalva, G. et al (2012) The Future of Cities and “dell’impronta ecosistemica” del Paesaggio di Regions, NewYork, Springer Geography area vasta, permetterà ad un comune di stabi- lire delle politiche aggregative con altri comuni limitrofi per la tutela e valorizzazione delle “esperienze” ambientali del Paesaggio di area vasta, ma anche condividere le necessarie e obbligatorie azioni di mitigazione-compensa- zione che concerno le azioni sui vincoli am- bientali-paesaggistici presenti. Infine la lettura dei fattori specifici per la qualificazione della reputazione ambientale del comune permette di analizzare e mappre gli elementi intbibili o poco visibili del Paesaggio urbano, come la qualità dei servizi ecosistemici che sono e saranno sempre di più apprezzati anche sotto il profilo turistico se i comuni li renderanno orgogliosamente visibili al pari delle belle culturali. Queste analisi concorreranno a definire delle peculiarità dei territori analizzati attraverso un linguaggio tecnico più accessibile e per poter definire delle azioni pilota per la conservazio- ne e incremento della “reputazione ambienta- le” del Comune. L’auspico è che queste letture accompagnino le azioni di valorizzazione delle attuali caratteristiche di attrattività turistica del comune.

Note

1. L’area vasta di riferimento delle analisi è rappresentata dagli Ambiti Territoriali Ottimali individuati da legge regionale del 2005 e impiegati nell’elaborazione degli strumenti di proget- tazione territoriale nel periodo di programmazione 2007- 2013. Tecnicamente, sarebbe stato più consono riferirsi agli ambiti di paesaggio del PPR che attualmente però, individua e propone indirizzi progettuali unicamente per 27 ambiti di pae- saggio costiero. I suddetti Ambiti Territoriali Ottimali sono stati soppressi con recente Legge regionale (febbraio 2015), que- sto non pregiudica la qualità del presente elaborato in quanto l’intento del presente dossier è quello di proporre un’indagine conoscitiva sullo stato del paesaggio dei comuni della Rete Bai Sardegna che aderiscono all’iniziativa URANOS e l’indi- viduazione di un’area vasta a cui riferirsi risulta utile (almeno in questa fase) per inserire il comune analizzato in un territorio più ampio, al fine di ottenere un metro di paragone. 2. Consultabili sul sito del geoportale regionale http://www.sar- degnageoportale.it/index.html 3. Carta, M. (2014), Reimagining Urbanism, List Lab, Trento.

324 NATURE BASED SOLUTIONS E GREEN INFRASTRUCTURE: IL NUOVO VALORE DELL’AMBIENTE URBANO

Susanna Sturla

Introduzione naturale di auto rinnovarsi. In questo particola- re e delicato contesto le città giocano un ruolo La presa di coscienza del fatto che il concetto importante, in quanto, attraverso l’attuazione di sviluppo classico, legato esclusivamente alla di nuove politiche di pianificazione urbana crescita economica, avrebbe causato a breve il integrata che comprendono considerazioni collasso dei sistemi naturali, è emerso a partire sociali, economiche e ambientali, possono dagli anni ‘70 attraverso un nuovo modello incentivare lo sviluppo e la resilienza urbana. di sviluppo che fosse in grado di conciliare La pianificazione urbana attraverso sistemi crescita economica ed equa distribuzione delle naturali, come le soluzioni basate sulla natura, risorse. La nuova visione di sviluppo compren- (Nature Based Solutions) e le green infrastructu- deva non solo gli aspetti economici, ma anche re sono la chiave per costruire e migliorare la quelli ambientali e sociali. La definizione più sostenibilità e la resilienza nelle aree urbane. diffusa di questo nuovo modello è stata fornita nel 1987 dalla Commissione Indipendente Nature Based Solutions sull’Ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development), presieduta Dal 2009, il termine Nature Based Solutions da Gro Harlem Brundtland, nota come Rappor- è stato utilizzato nella letteratura relativa ai to Brundtland, (nome dall’allora primo ministro metodi per aumentare la resilienza agli impatti norvegese Gro Harlem Brundtland) secondo la del cambiamento climatico – spesso sinonimo quale: “L’umanità ha la possibilità di rendere di “adattamento basato sull’ecosistema”, un sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso termine emerso negli anni ‘90 in discussioni soddisfi i bisogni dell’attuale generazione sul ruolo della biodiversità nella riduzione dei senza compromettere la capacità delle gene- rischi legati al clima. Nella letteratura scientifi- razioni future di rispondere ai loro”, ossia uno ca ci sono molte definizioni diverse di Nature sviluppo in grado di assicurare il soddisfaci- Based Solutions: mento dei bisogni della generazione presente - Le NBS sono una transizione verso l’utilizzo senza compromettere quelli delle generazioni di servizi ecosistemici attraverso minor con- future – Il testo sottolineava la necessità di sumo di capitali naturali non rinnovabili e un impostare lo sviluppo economico rispettando i maggiore investimento nei processi naturali limiti del pianeta e criteri di giustizia sociale. rinnovabili. Inoltre gli effetti sempre più evidenti del riscal- - Le NBS sono soluzioni viventi ispirate, con- damento globale causato per la maggior parte tinuamente sostenute e usate dalla natura, da un consumo eccessivo di risorse non rinno- progettate per affrontare diverse sfide sociali vabili ed altamente inquinanti ha generato la in un modo efficiente e adattabile alle risorse necessità di rispondere in maniera concreta e per offrire contemporaneamente vantaggi e unitaria e di trovare una strada comune per economici, sociali e ambientali. tamponare i danni arrecati. La città vista come - Le NBS sono definite dall’Unione Interna- una componente dell’ecosistema con cui scam- zionale per la Conservazione della Natura bia e genera relazioni, ha un consumo di ri- (IUCN) come azioni per proteggere, gestire in sorse ben superiore alla capacità del ‘capitale’ modo sostenibile e ripristinare ecosistemi natu-

325 rali o modificati che affrontano efficacemente • Tipo 1: migliore utilizzo degli ecosistemi e in modo adeguato le sfide sociali, offrendo esistenti minimizzando l’intervento sui contemporaneamente il benessere umano e sistemi stessi. benefici della biodiversità. Dal punto di vista • Tipo 2: modificazione degli ecosistemi sistemico, un sistema naturale è costituito da esistenti per fornire migliori servizi ecosi- sottosistemi altamente produttivi e intercon- stemici. nessi che crescono esclusivamente su energie • Tipo 3: creazione di nuovi ecosistemi (es. rinnovabili, producendo e riciclando le merci attraverso l’ingegneria ecologica, tetti in modo molto efficace. Questi “ecosistemi” verdi, etc.) si evolvono in equilibri diversi ma localmente L’obiettivo delle NBS è quello di aiutare le ottimali tra produttività, adattabilità e resilien- società ad affrontare una serie di sfide ambien- za. I concetti cardine, in comune alle diverse tali, sociali ed economiche. La commissione definizioni, su cui si basano le Nature Based europea considera una serie di principi che Solutions sono l’adattabilità e la resilienza, devono essere soddisfatti affinchè si possa come proprietà in grado di reagire ai fenome- utilizzare il termine Nature Based Solutions: ni di stress, attivando strategie di risposta e di • Seguono le norme ed i principi di conser- adattamento appunto, al fine di ripristinare i vazione della natura; meccanismi di funzionamento. Questo concetto • Possono essere applicate da sole o in è messo in relazione all’ambito su cui si stanno modo integrato con altre soluzioni per applicando le NBS: la città. Su questo presup- rispondere alle sfide sociali (ad esempio posto, la resilienza è quindi oggi una compo- soluzioni tecnologiche e di ingegneria); nente necessaria per lo sviluppo sostenibile, • Sono determinate da contesti naturali e agendo prima di tutto sui modelli organizzativi culturali specifici del sito che includono co- e gestionali dei sistemi urbani. Una città soste- noscenze tradizionali, locali e scientifiche; nibile è quindi una città resiliente. • Producono benefici sociali in modo equo e giusto, in modo da promuovere la traspa- Obiettivi e principi delle Nature Based renza e un’ampia partecipazione; Solutions • Mantengono la diversità biologica e culturale e la capacità degli ecosistemi di Il concetto di “NBS” si basa e supporta altri evolversi nel tempo; concetti strettamente correlati, come l’approc- • Vengono applicate a una scala paesaggi- cio ecosistemico, i servizi ecosistemici, l’adat- stica e urbana; tamento/mitigazione basati sull’ecosistema e • Riconoscono e indirizzano i compromessi sulle green e blu infrastructure. Approfondendo tra la produzione di alcuni vantaggi econo- la semantica delle componenti della parola mici immediati per lo sviluppo e le opzioni Nature Based Solutions il rapporto BiodivERsa future per la produzione dell’intera gamma (Balian et al, 2014) la scompone nei suoi di- dei servizi ecosistemici; versi elementi, al fine di definirne il contenuto: • Sono parte integrante del disegno gene- • Nature - si riferisce alla biodiversità in ag- rale delle politiche, delle misure o delle gregati, elementi singoli della biodiversità azioni, per affrontare una sfida specifica. (singole specie, habitat, ecosistemi) e / o Le NBS, oltre che per gli aspetti preceden- servizi ecosistemici. temente citati, possono essere utilizzate per • Nature Based - si riferisce ad approcci eco- costruire le green infrastructure, ed a sua volta sistemici, approcci basati sull’ecosistema, le green infrastructure possono essere anche biomimetica o utilizzo diretto di elementi parte di una NBS. Le green infrastructure della biodiversità. secondo la definizione comunitaria, sono reti • Solutions - si riferisce ad un problema o di aree naturali e seminaturali pianificate a alla sfida specifica per cui esiste una solu- livello strategico con altri elementi ambientali, zione riconoscibile o un esito più vantag- progettate e gestite in maniera da fornire un gioso. ampio spettro di servizi ecosistemici. La rea- Su questi presupposti vengono identificati tre lizzazione di infrastrutture verdi promuove un tipi di NBS: approccio integrato alla gestione del territorio

326 e determina effetti positivi anche dal punto di complessiva che entra nelle fogne locali. vista economico, nel contenimento di alcuni Biotope Area factor: La città di Berlino ha dei danni derivanti dal dissesto idrogeologico, introdotto e sviluppato il “Biotope Area Factor nella lotta ai cambiamenti climatici e nel rista- (BAF)”, un efficace indice che misura l’area bilimento della qualità delle matrici ambientali, ecologicamente efficace di un determinato aria, acque, suolo. ambito in esame, in risposta alla scarsità di Gli investimenti nelle infrastrutture verdi sono aree verdi nella città, al fine di aumentare il generalmente caratterizzati da un elevato grado di ecologicità all’interno di aree urbane livello di rendimento nel tempo, forniscono densamente costruite. The MA 48’s Climate Fa- nuove opportunità di lavoro e sono spesso una cade: L’obiettivo di questo progetto era quello alternativa vantaggiosa assai più che com- di rendere “verde” la facciata della magistratu- plementare alle infrastrutture grigie e all’uso ra di Vienna (“MA 48”), un’area di circa 850 intensivo dei terreni. Il ruolo delle infrastrutture mq. Il progetto, oltre al beneficio paesaggistico verdi, come quello delle NBS, è quindi quello ed ecosistemico ha giovato in un risparmio di di “aiutare i cittadini ad adattarsi e attenuare consumo di energia ed evitato le emissioni di gli effetti negativi del cambiamento climatico”, gas a effetto serra. Biobased geological CO2 ovvero aumentare la resilienza ecosistemica storage: lo stoccaggio geologico di CO2 è e sociale di un territorio tramite una serie di una soluzione sostenibile per il sequestro del interventi ambientali, portatori di “benefici carbonio e un modo alternativo o complemen- ecologici, economici e sociali. tare alle tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio. L’opportunità di sequestro biologico Politiche urbane basate sulle Nature Based studiato è la biomineralizzazione del carbo- Solutions nio attraverso microrganismi, in particolare le proprietà naturali di alcuni batteri combinano Attualmente è difficile trovare esempi in cui calcio e CO2 ottenendo rocce calcaree. vengano quantificati i benefici economici, Questo processo di carbonatazione è consi- sociali ed ambientali delle NBS. Di seguito derato sostenibile e sicuro per l’ambiente, in vengono descritti esempi di politiche urbane quanto la CO2 viene catturata in una struttura e/o iniziative imprenditoriali che mirano a minerale stabile. Iniziativa The Green City: L’o- promuovere soluzioni basate sulla natura in biettivo è quello di attivare le parti interessate ambito urbano. Queste misure hanno lo scopo a lavorare insieme a livello internazionale nella di perseguire la sostenibilità urbana. Piantare realizzazione di soluzioni verdi per quanto alberi per ridurre l’inquinamento atmosferico riguarda il clima, l’ambiente, la biodiversità, la e migliorare la salute: le alberature lungo le salute ed il sociale. La Fondazione Green City, strade e in altre località urbane, in particolare già esistente in diversi paesi europei, mira a nelle aree economicamente svantaggiate sono promuovere i valori sociali ed economici del una serie di misure importanti per ridurre le verde urbano – non solo per gli aspetti estetici fonti di inquinamento atmosferico. Come più ma anche come infrastruttura naturale che volte emerso in letteratura scientifica, è ormai aggiunge qualità alla biodiversità urbana, alla nota l’importanza delle aree verdi e delle salute umana e al benessere. alberature e la loro relazione con il benesse- Soil myco-restoration: La ricerca accademica re e la salute umana. Sistemi di drenaggio e alcuni pionieristici progetti industriali hanno urbani sostenibili (SuDS): questi sistemi sono dimostrato l’efficacia delle tecnologie inspirate stati progettati per ridurre l’impatto potenziale alla natura, replicando e simulando la naturale dello scarico delle acque superficiali dei nuovi capacità di ricostituzione dell’ecosistema nel ambiti urbani e di quelli esistenti. Essi si basa- risolvere le più complesse situazioni di inqui- no su processi naturali come l’evaporazione, namento del suolo, migliorando la biodiversità l’infiltrazione e la traspirazione delle piante, del suolo e la resilienza. Queste tecnologie che possono integrare in modo efficace e con- utilizzano la notevole capacità di alcuni funghi veniente l’infrastruttura “grigia” tradizionale e di degradare il recalcitrante e anche alcune fornire una vasta gamma di vantaggi. I SUDS molecole altamente tossiche. riducono notevolmente la quantità di acqua

327 Il valore delle NBS Nel 2010, l’UK Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) ha commissiona- Il benessere di una società può essere espres- to all’Economics For The Environment Consul- so, oltre che da variabili economiche e sociali, tancy (EFTEC) di valutare i costi e benefici del dal livello di conservazione dell’ambiente in UK National Forest project. L’analisi si è con- cui vivono, sia esso urbano che naturale. La centrata sui benefici pubblici guadagnati come loro misurazione pone livelli di difficoltà cre- risultato dei fondi pubblici investiti nel periodo scenti data la loro diversa natura, il problema dal 1990 al 2100. È stata necessaria questa principale è costituito dalla determinazione di scala temporale per valutare pienamente i un’unità di misura omogenea perché siano tra benefici dati dallo sviluppo dell’infrastruttura loro confrontabili. Il ragionamento in termini verde. I costi del progetto sono stati stimati in di valore monetario è una risposta a questa 210 milioni di €. I benefici indotti valutati sono necessità. Per la maggior parte di progetti di stati stimati per un totale di 1017 milioni di €, green infrastructure ed NBS, il paragone diret- superando i costi di 807 milioni di €, il rap- to di costi e benefici non è possibile. Mentre porto benefici costi è di 4.8 a 1. Nel progetto i costi di progettazione e mantenimento sono Mersey Forest Project localizzato nella contea conosciuti per la maggior parte dei progetti, di Merseyside nel Nord Ovest dell’Inghilterra i benefici sono molto più difficili valutare. I (418 ettari di habitat riqualificato) sono stati benefici sono spesso stimati in condizioni pura- investiti 7,8 milioni di €. I benefici di questi mente qualitative, o sono quantificati solamente investimenti sono stati stimati per un valore in relazione all’area d’intervento. Dal punto attuale di 79 milioni di €, il rapporto benefici di vista dei benefici ambientali è importante costi è di 10 a 1. Nel complesso, l’evidenza citare: suggerisce che i progetti di infrastrutture verdi • Regolazione del micro-clima urbano – isole e NBS danno luogo a costi probabili e di facile di calore stima, nonché ad un’ampia varietà di vantag- • Mitigazione inquinamento atmosferico e gi, molti dei quali però più incerti e difficilmen- acustico te valorizzabili. Una gran parte dei costi si • Regimazione delle acque e rigenerazione riferisce ai costi di capitale, che sono sostenuti risorse idriche in anticipo, mentre i vantaggi (grazie ad una • Stoccaggio e assorbimento carbonio maggiore prestazione di servizi ecosistemici) • Mantenimento impermeabilità/fertilità sono per lo più proiettati in futuro. Ciò indica suolo/ habitat e biodiversità la necessità di tener conto del valore attuale Dal punto di vista puramente economico, ed dei flussi futuri dei costi e dei benefici nell’a- in relazione ai benefici citati, l’attuazione di nalisi dei progetti. Migliorare la nostra com- politiche basate sul “green” forniscono almeno: prensione sul valore delle green infrastructure e • Costi evitati per il disinquinamento delle NBS consentirebbe di ottenere un quadro • Risparmio energetico complessivo più completo ed oggettivo ed una • Incremento del valore immobiliare, riquali- maggiore consapevolezza e partecipazione ficazione estetica alla sostenibilità urbana. • Produzione di materie prime • Bellezza e attrattività dei paesaggi urbani, settore turismo e indotti Negli ultimi anni si stanno approfondendo le quantificazioni dei costi/benefici dati da interventi di NBS e green infrastructure con il compito di riqualificazione/miglioramento dell’ambiente urbano. Si ritiene importante citare due progetti come casi rappresentativi di riqualificazione paesaggistica territoriale attraverso opere “green”e di cui si conoscono le analisi costi/benefici. Questi sono: l’UK Na- tional Forest project e il Mersey Forest Project.

328 Nature-based solutions for building resilience in towns and Riferimenti Bibliografici cities: Case studies from the Greater Mekong Subregion. Mandaluyong City, Philippines: Asian Development Bank, Atti della Conferenza “La Natura dell’Italia” (2013), “Le 2016 infrastrutture verdi e i servizi ecosistemici in Italia come Naumann, Sandra, McKenna Davis, Timo Kaphengst, strumento per le politiche ambientali e la green economy: MavPieterse and Matt Rayment. (2011). Design, potenzialità, criticità e proposte”, Roma implementation and cost elements of Green Infrastructure Atti della Conferenza “La Natura dell’Italia” (2013), projects Final report to the European Commission, DG “Le infrastrutture verdi, i servizi ecosistemici e la green Environment, Contract no. 070307/2010/577182/ economy”, Roma ETU/F.1, Ecologic institute and GHK Consulting Balian, E., Eggermont, H. & Le Roux X. (2014), Outputs of Ong, B.L. (2003) Green Plot Ratio An ecological measure the Strategic Foresight workshop “Nature-Based Solutions for architecture and urban planning. J. Landsc. Urban in a BiodivERsA context”, Brussels June 11-12 2014. Plan., 63, 197-211 BiodivERsA report, 45 pp. Potschin, M.; Kretsch, C.; Haines-Young, R., E. Furman, Benedict, M.A., McMahon E.T., Green Infrastructure: Berry, P., Baró, F. (2016): Nature-based solutions. In: Smart Conservation for the 21st Century, Sprawl Watch Potschin, M. and K. Jax (eds): OpenNESS Ecosystem Clearinghouse, Washington D.C., 2006 Services Reference Book. EC FP7 Grant Agreement no. Bernini, M., Campeol, A., Felloni, F., Magoni, M. (1993), 308428. Available via: www.openness-project.eu/ Aspetti ecologici nella pianificazione territoriale. Ed. library/reference-book Grafo, Brescia Szulczewska, B.; Giedych, R.; Borowski, J.; Kuchcik, M.; Bertesaghi, Kok C., Osmond, P., Peters, A. H. A green Sikorski, P.; Mazurkiewicz, A.; Sta ´ nczyk, T. (2014). infrastructure typology matrix to support urban How much green is needed for a vital neighbourhood? microclimate studies. May 2016. 4th International In search for empirical evidence. Land Use Policy, 38, Conference on Countermeasures to Urban Heat Island, At 330-345 National University of Singapore, Singapore United Nations, Department of Economic and Social Bisogni, L., Malcevschi, S. (2014), “Resilienza urbana Affairs, Population Division (2014). World Urbanization e territoriale”, Progetto Capacity Building, Fondazione Prospects: The 2014 Revision, Highlights (ST/ESA/ Cariplo SER.A/352) Cohen-Shacham, E., Walters, G., Janzen, C. and Xiao, M.; Lin, Y.; Han, J.; Zhang, G. A (2014) review of Maginnis, S. (eds.) (2016), Nature-based Solutions to green roof research and development in China. Renew. address global societal challenges, Gland, Switzerland: Sustain. Energy Rev., 40, 633-648 IUCN. xiii + 97pp. Yangang, X., Phil, J., Iain, D. (2017) Characterisation Colucci, A. (2012), Le città resilienti: approcci e strategie, of Nature-Based Solutions for the Built Environment In Jean Monnet Centre of Pavia, Università degli Studi di Sustainability, 9, 149; doi:10.3390/su9010149 Pavia Comitato delle Regioni (2013), “Infrastrutture verdi - Rafforzare il capitale naturale in Europa”, Bruxelles Erickson, P. and Tempest, K. (2014), Advancing Climate Ambition: How City-Scale Actions Can Contribute to Global Climate Goals. SEI Working Paper No. 2014-06. Stockholm Environment Institute, Seattle, WA, US. http:// sei-international.org/publications?pid=2582. Erickson, P., Tempest, K. (2015). Keeping Cities Green: Avoiding Carbon Lock-in Due to Urban Development; SEI Working Paper No. 2015-11. Stockholm Environment Institute, Seattle, WA, US. https://www.sei-international. org/publications?pid=2829 Hagen, K.; Stiles, R. (2010), Contribution of landscape design to changing urban climate conditions. In Urban Biodiversity and Design; Müller, N., Kelcey, J.G., Werner, P., Eds.; Wiley-Blackwell: Oxford, UK Helen Santiago Fink, (2016). Human-Nature for Climate Action: Nature-Based Solutions for Urban Sustainability. In Sustainability, 8, 254; doi: 10.3390/su8030254 Hirst, J.; Morley, J.; Bang, K. Functional Landscapes: Assessing elements of Seattle Green Factor. The Berger Partnership PS, 2008. Available online: http://www. seattle.gov/dpd/cs/groups/pan/@pan/documents/ web_informational/dpds021359.pdf (accessed on 7 January 2017) Joachim Maes&Sander Jacobs, (2015), Nature-Based Solutions for Europe’s Sustainable Development In Conservation Letters published by Wiley Periodicals, Inc. Keeley, M.( 2011).The Green Area Ratio: An urban site sustainability metric. J. Environ. Plan. Manag., 54, 937- 958. Nature-Based Solutions & Re-Naturing Cities, Towards an EU Research and Innovation policy agenda for Final Report of the Horizon 2020 (2015)

329 LE INFRASTRUTTURE-PAESAGGIO COME TESSITURE RELAZIONALI. IL PARCO DEL VALLONE DI SAN GIUSEPPE A PIANO DI SORRENTO

Bruna Di Palma | Felice De Silva

Le infrastrutture-paesaggio identitari della morfogenesi dei luoghi e segni permanenti nel quadro evolutivo del paesag- L’osservazione della città contemporanea, gio. Alla loro proprietà strutturale e sistemica nell’attuale tempo delle mescolanze, della si associa dunque anche il loro valore primario cosiddetta modernità liquida, ci pone di fronte di elementi storici costitutivi di un paesaggio ad un quadro complesso in cui gli eterogenei culturale in trasformazione di cui ripensare e materiali della composizione urbana appaiono gestire la modificazione. In questo senso i tre isolati, frammentari, disgregati. Nella maggior valloni della Penisola Sorrentina in provincia di parte dei casi, anche la visione della loro Napoli e cioè il vallone Lavinola, il vallone San trasformazione sfugge alle proiezioni della pia- Giuseppe e il vallone dei Mulini, elementi di nificazione e tende a procedere per elementi frattura geomorfologica che ne solcano il pia- autonomi. A partire da queste osservazioni e no tufaceo ortogonalmente alla linea di costa, in relazione a quelle parti di territorio in cui il ne rappresentano un esempio significativo e si valore paesaggistico contribuisce a garantire configurano oggi come potenziali connessioni riconoscibilità e a conservare l’identità dei ecologiche, sulla base delle quali ripensare le luoghi nel tempo, una potenzialità trasformati- logiche frammentarie e localistiche che guida- va di valore strategico può essere attribuita alle no gli interventi a livello delle singole entità co- infrastrutture-paesaggio. Il tema dell’ “infra- munali, anche in un’ottica territoriale di Smart struttura come un paesaggio e del paesaggio Land (A. Bonomi, R. Masiero, 2014). I valloni come un’infrastruttura attribuisce all’architettura di Lavinola, San Giuseppe e dei Mulini rappre- del paesaggio il compito di indagare innanzi- sentano un elemento di riferimento territoriale tutto i processi di evoluzione del territorio” (A. polisemico e si prestano ad acquisire ulteriori Kipar, 2010). In questa ottica “le reti (dell’in- valori nell’organizzazione territoriale1 della frastruttura, dei servizi) e i corridoi qualificati Penisola Sorrentina. Lungo i valloni è possibile (dei Beni Culturali, dell’ecologia, etc.) possono infatti organizzare parchi territoriali nell’ambito essere poderosi veicoli per ripensare il terri- dei quali prevedere operazioni di riqualifi- torio e l’infrastruttura rappresenta l’ossatura cazione e recupero di alcune aree di valore preesistente a qualsiasi forma di insediamento, ambientale-storico-insediativo e interventi di città diffusa compresa” (A. Aymonino, 2006). rigenerazione e riassetto di aree compromesse. Questi corridoi qualificati attraversano i terri- In particolare, la proposta sviluppata riguar- tori garantendo una condizione di continuità da il vallone di San Giuseppe2 all’interno del nell’ambito del loro sviluppo, ma percorrono territorio comunale di Piano di Sorrento. Tale parti di paesaggio diversificate e discontinue. proposta, imperniata sull’idea di un project Lungo il loro corso creano anse di pertinen- to protect, si articola attraverso un progressi- za più ampie rispetto alla specifica fascia di vo superamento del concetto di tutela come territorio che effettivamente solcano fisicamente conservazione della conformazione fisica di un andando a creare un sistema ampio di rela- territorio verso un’idea di conservazione dei zioni, coinvolgendo sia elementi puntuali che processi delle modalità trasformative. Interventi ampie superfici. In aggiunta alla loro potenzia- di riqualificazione ambientale, di restituzione lità aggregativa, essi rappresentano elementi al pubblico di spazi negati o di nuovi interventi

330 Fig. 1 - La strategia di tipo insediativo, in corrispondenza di punti meccanismi di partenariato con gli operatori relazionale non risolti o degradati del territorio, possono turistici, come sperimentalmente già attuato dell’infrastruttura- paesaggio del essere concepiti anche in contesti di rilevante dal comune di Sorrento. Un importante nodo, vallone di San valore paesaggistico a patto che risultino suffi- pressoché baricentrico, all’interno del parco è Giuseppe cientemente studiati sotto il profilo morfologico rappresentato dal punto in cui il vallone è stato già alla scala della programmazione e della coperto per la realizzazione di piazza della pianificazione e che la configurazione propo- Repubblica, nota anche come piazza Mercato. sta scaturisca da una riflessione operativa sulle La connessione tra città e vallone, in questo modalità di trasformazione che hanno prodot- punto nevralgico, rappresenta un tema signifi- to, nel tempo, il paesaggio stesso. cativo poiché è possibile realizzare un collega- mento diretto con i principali punti di accesso Il parco del vallone di San Giuseppe urbano, tra cui la stazione della circumvesuvia- na. In quest’ottica si prevede la realizzazione Nel voler ribadire il ruolo di queste infrastrut- di un Civic Center e la riqualificazione dell’a- ture-paesaggio come palinsesti a partire dai rea del mercato ortofrutticolo esistente. quali è possibile configurare nuove strategie di Tenendo conto della eterogenea composizio- scala territoriale per ottenere sistemi continui ne di frammenti di cui questo spazio urbano di spazi pubblici eterogenei, si illustra una pro- risulta composto, le potenzialità di questo posta in cui si è approfondito il progetto per luogo sono da ricercare soprattutto in rapporto l’area del vallone di San Giuseppe. Il parco alla sovrapposizione della struttura urbana si articola a partire dal litorale a nord, dove, alla morfologia del territorio, riconoscendo in sulla spiaggia di Marina di Cassano sul golfo questa relazione e nella presenza dello storico di Napoli, si apre l’imbocco del vallone. Qui capannone, una sorta di semplificazione del si prevede la riqualificazione del collegamento reale che è stata, concordando con una tesi che dalla quota della città porta al livello del espressa da Paola Viganò, la base necessaria mare: attraverso la riqualificazione di un per- per la composizione del progetto: “la percezio- corso di grande suggestione è infatti possibile ne del frammento e, insieme, del continuo e del creare un’alternativa ai pochi collegamenti che complesso spinge il nostro sguardo ad articola- attualmente consentono di superare il salto di re le proprie strategie cognitive, ma allo stesso quota tra città e costa. Accanto a tale collega- tempo richiama la necessità di una semplifi- mento si trova il parco pubblico di Villa Fondi, cazione del reale, di una selezione di alcuni dove è collocato il Museo Archeologico civico, suoi elementi costitutivi, di unità elementari che per il quale il parco consente una necessaria consentano di superare l’idea di irriducibilità messa in rete nell’ambito di un itinerario turisti- di una cosa all’altra” (P. Viganò, 1999). co di più ampio raggio. La piazza Mercato nasce nella prima metà del Lungo il percorso naturalistico che si snoda ai Novecento come una grande piastra-ponte in piedi del vallone, vengono quindi introdotti corrispondenza dell’incrocio tra il maggiore accessi a nuove aree agro – didattiche che asse di sviluppo urbano ed il vallone di San consentono di innescare meccanismi di in- Giuseppe che dai Colli di San Pietro arriva centivazione per la riattivazione dei numerosi fino al porto di Marina di Cassano, una col- agrumeti presenti sul territorio e caratterizzanti mata dell’incisione idrografica che si è sovrap- questo specifico paesaggio, anche attraverso posta senza margini di permeabilità e connes-

331 sione degli spazi urbani rispetto al percorso la fine improvvisa di un sistema, uno stallo” (R. naturale di questa particolare natura dei luoghi Koolhaas, 2006). Per provare a trasformare che dai colli arriva fino al mare. Lo spazio quella che è la condizione topografica del della piazza confina verso sud con una grande territorio in una condizione topologica che porzione del vallone, ma di fatto è separata da cerca di esprimere il senso dello spazio urbano essa a causa della presenza dell’infrastruttura creando sequenze di spazi collettivamente viaria. Anche dal punto di vista delle attrezza- riconoscibili, si è partiti dalla razionalizzazio- ture di pubblica utilità, la piazza è localizzata ne dei flussi veicolari e dalla configurazione di in un punto strategico del territorio comunale, due piani di parcheggio ipogei che consento- per la sua vicinanza alla Biblioteca Comunale, no la riappropriazione e riorganizzazione de- al Centro Culturale e al Cinema-Teatro. Un ul- gli spazi esterni integrati ed in estensione alla teriore fattore materiale che contribuisce a raf- nuova insula dalla quale si genera un percorso forzare l’armatura di potenzialità trasformative pedonale finalmente proiettato verso il vallone, della piazza è la presenza, in corrispondenza che vince il salto di quota, di circa dieci metri, dell’area del mercato ortofrutticolo, di un ca- che ha visto la città separata dai suoi brani di pannone in ferro di inizio Novecento, frequen- naturalità per troppo tempo. La connessione temente ritratto nelle immagini storiche della cit- tra il piano urbano e l’alveo del vallone si tà, come a costituirne un elemento identitario. realizza attraverso una riscoperta continuità Attualmente il capannone costituisce una sorta ambientale che consente da un lato di creare di riparo per le attività legate al commercio un sistema di raffrescamento naturale dei nuovi della frutta, attività che connota da secoli la edifici del Civic Center attraverso la canaliz- storia economica della città, inizialmente lega- zazione del vento e dall’altro la realizzazione ta prevalentemente al commercio degli agrumi, di un percorso pedonale finalmente capace di coltivazione che, nel tempo, ha contribuito a integrare gli spazi verdi naturali alla struttura determinare la conformazione del paesaggio urbana. In questo senso l’idea consente di locale. Inoltre, concettualmente, la struttura inserire il progetto per la piazza all’interno di lega tra di loro i vari spazi pubblici della città: un quadro di idee già realizzate o solo proget- in origine il mercato si svolgeva nella piazza tate per altri punti particolari lungo lo sviluppo principale della città, Piazza D. Cota, quando del Vallone come quello che ha ridato vita ai piazza della Repubblica non era ancora stata percorsi antichissimi di collegamento della città costruita. Solo successivamente, il capannone al borgo marinaro, anche se, viceversa dalla itinerante fu smontato per essere poi rimontato città, l’alveo del vallone verso i colli è quasi nell’attuale piazza del mercato. Purtroppo oggi completamente inesplorato. Nel secondo tratto lo spazio della vendita della frutta si svolge il vallone ha subito maggiori trasformazioni. In all’interno di una cortina bassa e chiusa a particolare in corrispondenza dell’asse tra- recinto, e all’interno di questo recinto, in uno sversale di via dei Platani si trovano numerose spazio fortemente compresso, si trova il ca- aree degradate, adibite a depositi all’aperto e pannone. All’esterno della cortina si genera un finanche un capannone produttivo realizzato piccolo emiciclo che accoglie attività di vendita direttamente nell’alveo. Il ridisegno di tali aree alimentare e non, anch’esso invaso dalla sosta fortemente degradate rappresenta l’occa- delle auto ed attraversato da strade carrabili. sione per introdurre alcune funzioni urbane In questa ricca presenza di frammenti funzio- di tipo sportivo, artigianale e tecnologico. nali, quello che emerge può essere riletto con In particolare si prevede, nell’ambito di una le parole di Rem Koolhaas a proposito dello ricostruzione dell’andamento terrazzato del Junkspace: “Ogni elemento svolge il proprio suolo, lo spostamento delle volumetrie relative compito in un isolamento negoziato. Là dove alle attività artigianali presenti sul territorio. I una volta il dettaglio suggeriva l’incontrarsi, piccoli laboratori artigianali esistenti possono forse per sempre, di materiali diversi, vi è ora così essere ordinatamente sistemati nell’ambito un accoppiamento transitorio, sul punto di di un progetto di suolo unitario. Per il capan- essere disfatto, riaperto, un abbraccio tempo- none realizzato nell’alveo si prevede il trasferi- raneo con alte probabilità di separazione; non mento ed il recupero della volumetria al fine di più un incontro orchestrato fra differenze, ma realizzare un centro sportivo coperto, a cui si

332 collegano campi sportivi realizzati nell’ambito re le trasformazioni urbane nell’ottica di una dei terrazzamenti da recuperare. Infine, nella metropoli di area vasta a partire dalle connes- parte alta in connessione con il parco sportivo, sioni generate tra le reti di risorse territoriali si prevede di valorizzare i resti archeologici che accolgono. relativi all’acquedotto del Formiello, rilevante e suggestiva infrastruttura di epoca romana che dalla località Petrulo portava acqua fino Note all’antica Surrentum. All’estremo sud si inne- stano infine i sentieri che portano alla sommità 1. A proposito di «una città che ritorna a fare della geografia il carattere fondante della propria forma si può fare riferimento del monte Vico Alvano. In corrispondenza di al tema del riciclo nel paesaggio con l’ipotesi di ripensare nel tali innesti si prevede la riqualificazione di un ruolo di protagonisti gli elementi geografici stessi (i fiumi, per immobile storico abbandonato da rifunzionaliz- es.) e a partire da questi rifondare le nuove strutture insediati- ve, sull’onda di una città-paesaggio, ossia di un insediamento zare come centro visitatori che possa costituire multipolare che trovi però forte coesione attraverso il tessuto la base di partenza informativa dei numerosi connettivo dei caratteri paesaggistici ricomposti», cfr. Bocchi percorsi escursionistici che solcano l’area. R. (2003), Da riuso a riciclo. Strategie architettonico-urbane per la città in tempo di crisi, «Recycling» n.35 2. Il progetto generale degli interventi relativi al Vallone di San Conclusioni Giuseppe fa parte della proposta di Piano Urbanistico Co- munale intitolata “Il futuro del Piano”, redatta dal gruppo De Silva, F., Di Palma, B., Ruocco, G., Aiello, A., vincitrice del La città contemporanea si configura sempre Concorso di idee “Modelli sperimentali per una pianificazione più chiaramente come una reti di flussi, un e una progettazione innovativa: idee per la valorizzazione crocevia di funzioni, di persone e merci che la dei paesaggi campani” bandito dalla Regione Campania nel novembre 2012. Il progetto relativo alla rigenerazione attraversano simultaneamente e ne definiscono dell’area del mercato ortofrutticolo in piazza della Repubblica un’identità in continua metamorfosi. Sono sem- a Piano di Sorrento, è stato elaborato successivamente, dal pre più spesso flussi che definiscono reti dalle gruppo De Silva, F., Di Palma, B., Gebbia, A., come verifica delle idee sviluppate nella proposta di PUC nell’ambito della maglie larghe, frutto del nuovo modello urbano mostra “Buchi neri in Campania”, promossa dall’associazione globalizzato, di nuove dimensioni geografiche, NIB, New Italian Blood nei mesi di maggio/giugno 2013. La politiche ed economiche, che impattano sui rigenerazione di piazza della Repubblica è stata anche il tema di una giornata di studi promossa dagli autori nel luglio dello territori modificandoli fisicamente, culturalmen- stesso anno e tenutasi negli spazi della Biblioteca comunale te ed economicamente. In questo quadro, il di Piano di Sorrento, che ha visto la partecipazione ed il con- progetto delle infrastrutture verdi, come il caso fronto tra docenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, rappresentanti dell’associazione NIB, esponenti delle forze del parco del vallone di San Giuseppe prova politiche locali e dell’amministrazione comunale e gli abitanti a dimostrare, può rappresentare la base per di Piano di Sorrento. la costruzione di nuovi paradigmi urbani entro cui collocare la trasformazione e lo sviluppo futuro strategico del territorio. L’infrastruttura Riferimenti Bibliografici verde urbana attraversa territori caratterizzati da una molteplicità di funzioni e si caratterizza Viganò, P. (1999) La città elementare, Skira, Milano (pag.7) quindi essa stessa come una rete multifunziona- Bocchi, R. (2003), “Da riuso a riciclo. Strategie le che comprende la rete ecologica, nel nostro architettonico-urbane per la città in tempo di crisi” in caso quella costituita dalla frattura idrogra- Recycling n.35 Koolhaas, R. (2006) Junkspace, Quodlibet, Macerata fica del vallone, ma non si limita a questa; (pag.71) essa ingloba anche altre reti che individuano Aymonino, A. (2006), “Introduzione. Più spazio, meno funzioni diverse come quelle legate alle attività volume: un racconto in movimento” in Aymonino, A., Mosco, V. P., Spazi pubblici contemporanei. Architettura ricreative e del tempo libero, alla mobilità e a volume zero, Skira, Milano (pag. 18) alle vie di comunicazione, alle attività culturali Kipar, A. (2010) Infrastrutture e paesaggio, Ce.S.E.T., e a quelle legate alla produzione agricola, ma Atti del XXXIX Incontro di Studio, Firenze University Press (pag. 48) anche alla residenza ed alle attività lavorative. Bonomi, A., Masiero, R. (2014) Dalla smart city alla smart Alla scala urbana le infrastrutture verdi svolgo- land, Marsilio Editori, Venezia no un ruolo di connessione tra funzioni diverse e, facendo leva sul potenziale relazionale del proprio palinsesto ambientale e paesaggistico, possono diventare un dispositivo per governa-

333 IL LITORALE DOMIZIO, UNA RETE INTELLIGENTE (SMART GRID): GREEN, BLUE, DROSS

Francesca Fasanino

Fig. 1 - green, blue, Il litorale Domitio è parte del complesso di dross grid: esploso apparati dunali e spiagge, depressioni retrodu- nali, dune antiche e terrazzi marini, pinete che si articolano a nord di Napoli in cui le pratiche illegali di dismissione che si sono succedute nel tempo hanno avuto effetti sistemici profondi: la lunga costa sabbiosa del litorale Domizio, tra Mondragone e Cuma risulta per ampi tratti non balneabile. Le correnti predominanti nella zona spingono le acque inquinate lungo tutto il litorale Flegreo, fino ad Ischia e Procida: una risorsa fondamentale per molte attività econo- miche e per i cittadini che hanno con il mare un relazione strettissima. Le falde acquifere della Piana, i bacini idrografici dei Regi Lagni, del Volturno e dei corpi idrografici minori e le aree di bonifica idraulica compongono una grande macchina d’acqua che si combina con i bacini fognari urbani: tutti i corpi idrici super- ficiali della Piana sono in stato di profondo de- grado, dovuto soprattutto agli scarichi fognari e industriali non depurati. Questa fragile e già degradata rete infrastrutturale è ulteriormente minacciata da vasti areali di inquinamento dif- fuso dei suoli, che penetrano anche nelle aree dei Siti di Interesse Nazionale. L’intero tracciato dei Regi Lagni è, ancora, Il riciclo diventa così un imperativo per una l’armatura del territorio dell’inquinamento: società consumata: la città riciclabile sarebbe lungo i canali si concentrano gli effetti di molte allora un compromesso tra architettura effimera azioni discrete di dismissione ed alla loro foce e architettura durevole trasformata in giardino. i siti inquinati sono così densi e variegati da Di qui si fa sempre più strada la necessità di disegnare una serie di aree vaste all’interno proporre un modello di città sostenibile in gra- delle quali una rete di discariche illegali o do di ottimizzare la distribuzione e i consumi semilegali definisce i punti di maggiore rischio attraverso la riduzione dell’impatto ambientale ambientale. come la strategia che la Comunità Europea ha Ci troviamo così a costatare come la finitez- definito fino al 2050 in cui la lotta ai cam- za ecologica ci riconsegna alla materia e a biamenti climatici costituisce uno dei cinque interrogarci di quali strumenti sia possibile temi principali della strategia globale per una utilizzare per restituire all’ambiente e dunque crescita sostenibile. al paesaggio ciò che gli abbiamo sottratto. Uno scenario simile, applicato al Litorale

334 Riferimenti Bibliografici Fig. 2 - Green, blue, dross grid: visioni

Clement, G. (2013) Giardini, paesaggio e genio naturale, Ed. Quod Libet Trasi, N. (2004) Paesaggi rifiutati Paesaggi riciclati. Prospettive e approcci contemporanei. Le aree estrattive dismesse nel paesaggio: fenomenologia di un problema progettuale, Roma, Editrice Librerie Dedalo Ricci, M. (2012) Nuovi Paradigmi, Milano, La Feltrinelli Russo, M. (1988) Aree dismesse, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane Zanfi, F. (2008) Città latenti. Un progetto per l’italia abusiva, Milano, Bruno Mondadori Lynch, K. (1990) Wasting away, Sierra Club Books, trad. it.: 1992, Michael Southwork, a cura di, Deperire, Cuen, Napoli Berger, A. (2007) Drosscape. Wasting land in urban America, Princenton Architectural Press Berger, A. (2011) Exterial Landscape, Topos 76 Andriello, V. (1991) Il senso delle trasformazioni e la continuità dei luoghi, in BDC, 1/1991 Secchi, B. (1985) Il territorio abbandonato I, Casabella n. 512 Secchi, B.(1985) Il territorio abbandonato II, Casabella n. 513 Viale, G. (1994) Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà, Milano, Feltrinelli

Domitio, attraverso un progetto integrato e plurisettoriale diventa quanto più necessario e dovrebbe prestarsi: sia al confronto con una visione integrata dei sistemi territoriali, sia ad una valutazione di sostenibilità strategica, in un quadro in cui sono definiti, sia gli effetti economici, che quelli sociali ed ambientali. Questo significa altresì trovare, in un contesto territoriale per la gran parteurbanizzato, ma che non esclude le aree naturali e le aree protette, un riferimento concettuale in grado di coniugare la mobilità sostenibile, il consumo zero al bisogno una nuova vivibilità.

Note

Figura 1, figura 2 realizzate dall’autore nell’ambito della Ricerca di Dottorato in Architettura XXIX ciclo (in corso), Università di Napoli Federico II, Darc

335 LA PIANIFICAZIONE DEI CORRIDOI ECOLOGICI NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI

Annapaola Fasano | Anna Zucconi | Daniela Marrone

La Rete Ecologica è un’infrastruttura naturale da aree completamente urbanizzate e natura- ed ambientale che risponde alla necessità di li; la saturazione del territorio rende difficile creare collegamenti tra le aree naturali, residue distinguere i confini comunali, poiché risultano e di nuova implementazione, per ottenere un saldate in un unicum urbano. La crescita demo- sistema spaziale unitario progettato in modo grafica è stata una delle cause dell’impermea- tale che ogni intervento si inserisca in un bilizzazione dei suoli che ha generato l’au- disegno complessivo articolabile nello spazio e mento della domanda alla casa determinando implementabile nel tempo. A tal fine è necessa- una conseguenziale distruzione delle risorse rio mantenere connessioni tra le aree protette, naturali generando squilibri ecologici, poiché ovvero fasce di territorio che preservano la la realizzazione dell’abitazione è avvenuta in naturalità. aree agricole, definite in ZONA E come da Lo strumento è finalizzato alla mitigazione del PRG. Questo fenomeno di impermeabilizzazio- fenomeno di frammentazione degli habitat e ne si è presentato soprattutto nei comuni della garantisce la permanenza dei processi ecosi- periferia NORD dell’hinterland Napoletano, stemici e la connettività per le specie sensibili. nel Vesuviano e lungo il litorale Torrese, meno Nel corso degli anni il concetto di rete ecolo- speculativo risulta il territorio della Penisola gica è andato incontro ad un’evoluzione che Sorrentina. Pertanto l’infrastruttura verde trova lo ha portato a diventare parte dell’attuale grande difficoltà nell’integrarsi con l’intero modello di green infrastructure. Nell’ambito territorio metropolitano. di questa nuova prospettiva, vede la centra- La regione Campania, ha difatti realizzato un lità delle comunità umane e dei benefici che PTR in grado di prevenire alla gestione delle queste possono trarre da un ambiente in buono risorse naturali e ha definito con estrema atten- stato di conservazione, e la salvaguardia zione la valutazione e la gestione dei corridoi della biodiversità attraverso il mantenimento ecologici. Nel PTCP sono stati delineati i cor- della connettività ecologica. (Reti ecologiche e ridoi che risultano non continuativi ecologica- pianificazione del territorio e del paesaggio – mente, poiché attraversano aree del territorio ISPRA ) impermeabilizzate pur connettendo quelli che La città nel tempo si è posta in maniera com- sono i nodi principali del territorio napoletano, petitiva rispetto ai sistemi naturali, imponendo ovvero le aree protette che detengono maggior un ruolo strumentale al paesaggio. Lo studio livello di biodiversità. Le tre principali aree esalta e valorizza il capitale naturale presente naturali sono: Campi Flegrei, Vesuvio – Monte nella città di Napoli tramite la proiezione di Somma e Penisola Sorrentina. Le aree protette, varie dimensioni del paesaggio in grado di secondo le disposizioni normative nazionali migliorare complessivamente la salute della e le linee di principio dell’Unione Europea, città ed il benessere dei cittadini. contenute nel V Programma di Azione Ambien- tale, rappresentano i luoghi ottimali in cui la Un paesaggio complesso, naturale e antropico Regione Campania attua le proprie politiche di conservazione del territorio e di pianificazio- La nascente città metropolitana di Napoli ne, con l’obiettivo di coniugare le esigenze di presenta un territorio complesso, caratterizzato sviluppo a quelle prioritarie della conservazio-

336 ne, puntando ad una loro armoniosa, e quindi l’attenzione è rivolta principalmente alle aree duratura, convivenza. I parchi sono stati istituiti protette, parchi, SIC e ZPS. La coesistenza in per tutelare zone ove l’impatto antropico gra- uno stesso ecosistema di diverse specie animali dualmente avanza, generando effetti devastan- e vegetali crea un equilibrio grazie alle loro ti. La fragilità dei territori, infatti, si palesa nella reciproche relazioni. Il territorio dell’area me- rottura degli equilibri di per se già precari tropolitana, presenta ancora discrete caratteri- e nell’aggravarsi di squilibri determinati da stiche di naturalità, espressa come percentuale azioni antropiche improprie che continuano ad della superficie territoriale comunale costituita accentuare i deficit funzionali e ambientali dei da superfici agricole. Mediamente il 39% della sistemi insediativi e territoriali (Tutela dell’am- superficie territoriale è di tipo agricolo; la per- biente e del suolo agricolo, valorizzazione del centuale della superficie territoriale comunale capitale idrico e delle infrastrutture verdi in coperta da prati e pascoli, arboree da legno, Green economy - S. Malcevschi, A. Tartaglia, boschi e superficie agricola non utilizzata è M. B. Andreucci). Ciò significa, quindi, attivare molto basso nel confine metropolitano, aree una serie di iniziative al fine di ripristinare gli con valori dal 20% al 40% sono presenti diffu- equilibri ecosistemici e naturali compromessi samente nella Penisola Sorrentina e, in modo per favorire la ripresa di processi naturali e più discontinuo nella fascia intorno al Vesuvio per educare i residenti ed i fruitori di queste e nella zona Nord-Occidentale ai margini del risorse ad un rapporto con l’ambiente naturale. Parco Regionale del Partenio, con pochissimi I seguenti parchi caratterizzano e definiscono il comuni con livelli di naturalità vicini al 50%. territorio metropolitano della città di Napoli: Caratteristiche che divengono più marcate • Parco Nazionale del Vesuvio soprattutto nella fascia orientale (Penisola • Parchi regionali: dei Campi Flegrei, dei Sorrentina e dal Vesuvio alle pendici dell’Ap- Monti Lattari, del bacino idrografico del pennino) e nella zona occidentale (Campi fiume Sarno, del Partenio. Flegrei), nelle quali più della metà del territorio • Parco Metropolitano delle Colline di è utilizzato per attività agricole. Molto urba- Napoli. nizzata è invece la fascia centrale, da Napoli Sono proprio le aree protette il punto di a Caivano, lungo la direttrice della Via Appia partenza di una accurata analisi territoriale (Napoli, Caserta, Roma). di due principali indicatori, frammentazione Emerge chiaramente che nel territorio metropo- degli habitat e biodiversità naturale, al fine di litano predomina la vegetazione arborea (25% una valutazione ambientale di tutto il territorio della superficie territoriale coperta da frutteti e metropolitano. È stato possibile quindi, deline- boschi) a differenza della vegetazione erbacea are una rete ecologica strategica e interventi (10%) e le serre (1,7%). per migliorare le prestazioni ecologiche ed La vegetazione erbacea a bassa copertura ambientali del territorio, per risolvere le princi- del suolo (principalmente ortiva) è concentrata pali criticità e valorizzare le risorse della città nella zona di Acerra e nella piana di Pompei, attraverso nuove opportunità. mentre la vegetazione arborea coltivata è diffusa nel Giuglianese e nella zona Nord ed Biodiversità ad Est del Vesuvio. La vegetazione naturale (prevalentemente boschi) si concentra in tre La biodiversità indica la varietà degli organi- aree: Campi Flegrei ed Isola di Ischia, Vesuvio smi ad ogni livello, da quello intraspecifico: ov- e penisola Sorrentina. (‘Ruoli dei paesaggi vero diverso patrimonio genetico tra individui agrari nei territori fortemente urbanizzati: il di una stessa specie, a quello interspecifico: caso della Provincia di Napoli’ a cura di Maria ovvero differenze tra le diverse specie, a quello Mautone, Maria Ronza, Gangemi Editore 2010 ecosistemico: ovvero diverse comunità di orga- , contributo in volume di Massimo Fagnano, ca- nismi e diverse condizioni fisiche presenti in un pitolo 3.5 Ruoli dei paesaggi agrari nei territori certo ambiente. In un certo senso può essere fortemente urbanizzati). quindi definita come “la ricchezza della vita”. Per classificare la qualità ambientale ed in Per quanto riguarda la conservazione della particolare il livello di biodiversità degli agro- biodiversità e della funzionalità ecosistemica, sistemi, è stata utilizzata la Carta dell’uso del

337 suolo (CUAS, 2012), dalla quale sono emersi infrastrutture si costituiscono come una barriera quattro livelli di biodiversità: per lo spostamento degli animali, determinano - alta: aree situate nella zona litoranea della una serie di pesanti impatti ecosistemici e sulla Costiera Sorrentina, area pendici del Vesu- biodiversità. (Frammentazione del territorio da vio (Trecase e Boscotrecase), e diffuse, ma infrastrutture lineari - Indirizzi e buone prati- non continue nel settore nord-orientale della che per la prevenzione e la mitigazione degli provincia di Napoli (agro Nolano), nei Campi impatti - Manuali e Linee guida 76.1/2001 Flegrei e Isole; ISPRA). L’immaginario metropolitano oscilla - moderata: aree localizzate nel settore prevalentemente tra rappresentazioni areali e nord-occidentale della provincia di Napoli reticolari, le prime di natura eminentemente on- (Giugliano in Campania, Qualiano, Villaric- nicomprensive ed esaustive, le seconde molto ca, Quarto, Marano e Sant’Antimo), e area più selettive puntano a evidenziare le relazioni orientale del Vesuvio nella zona compresa tra (Immagini di territori metropolitani, F.D.Moc- Sant’Anastasia, Poggiomarino e Casamarcia- cia).Il territorio della città metropolitana di Na- no. poli, si presenta colliso e frammentato a fronte - bassa: aree della fascia sub-litoranea a della forte antropizzazione, soprattutto nelle nord-ovest di Napoli (Giugliano in Campania aree agricole delle periferie nord- occidentale e Pozzuoli), particolarmente importanti nella di Napoli e lungo litorale a sud del Vesuvio settore nord orientale della provincia di Napoli che nell’ultimo decennio ha determinato un (Acerra, Marigliano, Nola, San Vitaliano e forte incremento del costruito. Gli effetti tangibi- Pomigliano); li riscontrabili sul territorio sono da identificarsi - nulla: aree densamente antropizzate. Napoli nella riduzione di spazi verdi, nel consumo di Centro, area nord della città di Napoli e litora- suolo, nell’ aumento del valore agricolo e nella le sud del Vesuvio. rottura ecosistemica. Prevale nel complesso un degrado del patrimonio naturale attraverso uno Frammentazione sviluppo incontrollato dei fenomeni di sprawl e di inadeguata prevenzione, mitigazione e com- La frammentazione ambientale è causata pensazione degli impatti che ne derivano. La dall’azione antropica, suddivide una determi- valutazione territoriale complessiva in termini nata tipologia ambientale (bosco, prato, ect) in di frammentazione e biodiversità ha eviden- frammenti sempre più piccoli e isolati, ripercuo- ziato un territorio dalle buone potenzialità tendosi negativamente sia sul mondo animale ecologiche ma anche determinato da criticità che su quello vegetale, con conseguenze di connessione paesaggistica dell’area metro- che coinvolgono sia il singolo individuo, che politana. Da tali conclusi, nasce la proposta di la popolazione che l’intero ecosistema. La una rete ecologica strategica con interventi di frammentazione ambientale è oggi riconosciu- pianificazione territoriale mirati a soluzioni di ta come una tra le principali minacce globali carattere ambientale. alla conservazione della diversità biologica. Questo effetto, ecologicamente molto pericolo- Ipotesi strategiche so, riduce la vitalità delle popolazioni animali comportando una diminuzione ed una difficile Le linee guida valutate per l’elaborazione di la dispersione degli individui sul territorio una strategia di riconnessione ecologica, sono stesso e quindi le possibilità di incontro e di informazioni fornite e delineate dal PTCP. Le scambio genetico. In particolare le specie poco successive analisi compiute sul territorio metro- mobili e meno adattabili non sono in grado di politano attraverso gli indicatori ed i dati finora sostenere un elevato grado di frammentazione esplicitati, allo stato di fatto del caso studio, ambientale, e possono estinguersi localmente. hanno determinato la progettazione di quattro Il principale responsabile della frammentazione potenziali corridoi ecologici individuando una ambientale è, attraverso differenti forme e ma- serie di elementi: nifestazioni, l’insediamento urbano con le con- • Core Areas: aree ad alta naturalità nesse pratiche territoriali (edificato, infrastruttu- che sono o possono essere a regime di re, spazi produttivi e agricoli). In particolare, le protezione: parchi o riserve.

338 • Fasce di protezione: zone cuscinetto, o criterio di piano della rete ecologica e tute- zone di transizione, collocate attorno lando gli elementi di interconnessione ancora alle aree ad alta naturalità al fine di ga- esistenti tra le tre principali aree naturali, rantire l’indispensabile gradualità degli Campi Flegrei, Vesuvio-Monte Somma e Peni- habitat. sola Sorrentina. Segue quindi una strategia, • Fasce di connessione: aree di piccola secondo due fasi, in grado di valorizzare le superficie che, per la loro posizione risorse esistenti ed ottimizzarne l’uso, mediante strategica o per la loro composizione, la realizzazione di una connessione tra i vari rappresentano elementi importanti del elementi sottoelencati che compongono la rete paesaggio per sostenere specie in ecologica metropolitana: transito su un territorio oppure ospitare • aree protette: i nodi della Rete Ecologica; particolari microambienti in situazioni • reticolo idrografico che costituisce un alto di habitat critici. indice di biodiversità; • Corridoi ecologici: strutture lineari • collegamenti dal Parco Nazionale del continue del paesaggio di varie forme e Vesuvio sono connessioni areali tra le tre dimensioni che connettono tra di loro le aree parco; aree ad alta naturalità e rappresentano • infrastrutture lineari che costituiscono le l’elemento chiave delle reti ecologiche. barriere da potenziare in termini di con- Consentono la mobilità delle specie nessioni. e l’interscambio genetico fenomeno Fase_1: Definire una rete ecologica strategica indispensabile al mantenimento della per valorizzare le aree naturali e semi-naturali biodiversità (“Cos’è una rete ecologi- ancora disponibili, a partire da quelle protette. ca”, ISPRA). Fase_2: Ridurre drasticamente il consumo di I quattro potenziali corridoi ecologici hanno suolo per usi non agricoli attraverso misure di come nodo principale (core areas) il Parco incentivazione del potenziale agricolo come Nazionale del Vesuvio che si collega al Parco segmenti della rete ecologica e di componenti Metropolitano delle Colline di Napoli, al Parco strutturanti il paesaggio. La restituzione dei cor- Regionale del Partenio, al Parco Regionale del ridoi ecologici mette in risalto le aree protette, bacino idrografico del fiume Sarno ed infine il reticolo idrografico, la centralità del Parco al Parco Regionale dei Monti Lattari. Per poter Nazionale del Vesuvio e le infrastrutture lineari. definire al meglio gli elementi territoriali di Il corridoio ecologico è stato scelto per operare interconnessione, che fattivamente determinano in base al livello di frammentazione del territo- il collegamento ecologico, come oggetto in rio, perché avendo fatto un’accurata analisi sui esame è stato scelto uno dei quattro corridoi punti di frammentazione, quella parte di territo- strategici: Parco Nazionale del Vesuvio - Parco rio risulta altamente disconnessa. Si propone, Metropolitano delle Colline di Napoli, identifi- quindi, una riconnessione ecologica che punti candone la struttura del paesaggio in: sull’implementazione del corridoio ecologico - Patch: elementi caratterizzanti il territorio che determini un attraversamento tra campa- aventi delle condizioni ambientali omogenee, gna, urbanizzato e sistema naturale. ovvero bosco, prati e aree agricole e residuali. - Corridoio: elemento lineare del paesaggio Corridoio ecologico strategico: Parco o strisce isolate, solitamente attaccato ad una Nazionale del Vesuvio - Parco Metropolitano zona caratterizzata da vegetazione simile, può delle Colline di Napoli funzionare come habitat, zona di passaggio o barriera. Il corridoio ecologico strategico costituito da - Matrice: elemento più esteso e continuo su core areas, patch, corsi d’acqua e strade che tutto il territorio, predominante, che gioca un connettono le componenti, è caratterizzato da ruolo dominante nel funzionamento del pae- aree residuali che, allo stato di fatto, neces- saggio. sitano di una riqualificazione per il recupero L’obiettivo è stato quello di contrastare la fram- di ecosistemi, habitat, paesaggi e aree di uso mentazione degli spazi naturali, con sufficienti sostenibile, con sufficienti opportunità per lo potenziali di biodiversità, operando secondo il sfruttamento delle risorse naturali ed il mante-

339 nimento delle funzioni ecosistemiche. La parte in Italia. I corpi idrici superficiali in Campania di territorio interessata è attraversata da due presentano una scarsa qualità delle acque, canali in parte coperti, Fosso Cuzzone e Fosso legata a situazioni di rilevante criticità ambien- Reale, che drenano gli acquitrini della zona tale. I principali fiumi classificati con stato qua- di Lufrano, Arpino e Volla. Per i due fossi a litativo “pessimo” sono il Fiume Volturno, Sarno cielo aperto che attraversano l’area studio non e Sebeto (Fosso Cuzzone), i quali i territori esistono misurazioni dirette dei carichi inqui- attraversati sono aree predisposte all’inquina- nanti, quindi si è proceduto esclusivamente per mento con diversi gradi di vulnerabilità. supposizioni ed assimilazioni. Probabilmente la falda è prossima al piano campagna come Zoning solution la presenza di: • manganese di origine naturale, poiché La città è riconosciuta come crocevia di presenti nelle piroclastiti del Vesuvio; problemi ambientali e per tale motivo l’indivi- • nitrati di origine antropica, dovuta agli duazione delle aree progettabili nel potenziale scarichi eventuali dei reflui civili; corridoio ecologico, è avvenuta considerando • cloruri e floruri; due parametri complementari: ecologico ed • tracce di fitofarmaci o pesticidi usati nelle urbanistico (Fig.1). Gli interventi consigliati coltivazioni delle terre limitrofe dilavati sono dieci e si differenziano in relazione agli dalle acque di pioggia prima di ricadere elementi individuati allo stato di fatto: urbaniz- nei fossi; zato, rete stradale, acque, aree residuali ed • carichi inquinanti organici importanti aree agricole. (BOD5, COD, azoto ammoniacale e nitra- L’obiettivo è mirare ad una città sostenibile con ti, solfati batteri coliformi, particolare attenzione ad interventi di miglio- • ecc) a causa degli allacci di fognature ramento ambientale. Le possibili e ricercate non autorizzate; soluzioni: • sostanze tossiche come metalli pesanti (ar- 1_intervento senico, cadmio cromo, piombo, alluminio Green roof: il tetto verde per la biodiversità ecc) in quanto il fosso attraversa la zona che si incentra principalmente nella realizza- industriale di Casoria e Volla. zione di un habitat sulla superficie dell’edificio. Il canale viene riconosciuto come detrattore 2_intervento ambientale, in un’area potenzialmente sogget- Water Rings: i sistemi di drenaggio urbano ta a fenomeni di inquinamento dovuti a conta- sono previsti per il riutilizzo di spazi residua- minazione del suolo, delle acque superficiali li interni alle zone residenziali, spazi che e/o della falda. La contaminazione del suolo accolgono l’acqua rallentando la portata e rappresenta una significativa pressione sullo restituendola depurata tramite micro- processi stato dell’ambiente e di conseguenza dell’inte- di fitodepurazione. Ogni sistema isolato è ra società. Un indiscriminato incremento di ma- pensato per captare autonomamente acqua teriali nocivi che vengono immessi più o meno meteorica da smistare nei pozzi di ritenzione e direttamente nell’ambiente in cui l’uomo vive, lasciata laminare. alterano inevitabilmente il naturale equilibrio 3_intervento del territorio. Le situazioni di degrado del suolo Green network: l’aggiunta verde nelle strade connesse ad attività antropiche generano una che riduce l’impatto dell’effetto isola di calore, contaminazione locale o diffusa (interessano favorisce la biodiversità per la creazione di territori, come i fiumi) (La falda ad oriente della habitat, fa da collegamento per le diverse aree città di Napoli: idrodinamica e qualità delle residuali e patch. acque- P.Celico, L.Esposito, M.De Gennaro, E. 4_intervento Masttrangelo). La Campania è la regione con Community garden: Ia realizzazione è ipotiz- la maggiore estensione di superficie ricadente zata per le aree residuali permeabili presenti nei siti contaminati in cui l’inquinamento del nei quartieri densamente abitati, e previste suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali come aree agricole dal PRG, che potrebbero e sotterranee è molto diffuso, circa 234.000 essere così valorizzate. Il community gardering ettari pari al 15,5% del totale dei siti inquinati è un’attività capace di migliorare la qualità del-

340 la vita di chi vi partecipa e di produrre benefici dei principi dell’ecologia e simbiosi industriale. per l’intera comunità. 8_intervento 5_intervento Community open spaces: attraverso la riquali- Urban agricultural parc: l’agricoltura urbana ficazione dei centri sportivi abbandonati e de- è fondamentale per la riqualificazione del gradati, si ottiene un miglioramento ambientale paesaggio, come mezzo per il miglioramento e sociale, ciò si potenzia integrando, dov’è della qualità paesaggistica e della vita socia- possibile, le aree residuali adiacenti. le. Si propongono linee guida per la cura del 9_intervento territorio attraverso la coltura agricola praticata Rainwater Harvesting: il riutilizzo dell’acqua da soggetti diversi per scopi differenziati. meteorica raccolta nei collettori può essere uti- 6_intervento lizzata per irrigare le aree agricole circostanti, Constructed wetlands: il sistema di fitodepura- per l’igiene domestico (ossia pulizia dei sanita- zione è fondamentale per ricostruire l’ecosiste- ri, lavatrice e lavastoviglie) e per le industrie. ma ambientale, soprattutto in questa zona in 10_intervento cui l’ecosistema fluviale è compromesso. Greenways: il recupero dei binari dismessi 7_intervento che attraversano il territorio permettono di Eco-industrial Parks: il parco eco-industriale è ricostruire/potenziare l’ecosistema e di essere programmato, progettato e gestito sulla base un collegamento con le diverse aree residuali

341 ed aree potenziali. La pianificazione territoria- Riferimenti Bibliografici le di una rete ecologica strategica per l’area metropolitana di Napoli, si esplicita nella Celico, P., Esposito, L., De Gennaro, M., Masttrangelo, E. (1992), “La falda ad oriente della città di Napoli: costituzione di corridoi ecologici potenziali che idrodinamica e qualità delle acque” hanno un obiettivo prioritario, quello di creare Mautone, M., Ronza, M. (2010), “Ruoli dei paesaggi connessione, superare la dispersione ecologi- agrari nei territori fortemente urbanizzati” in Ruoli dei paesaggi agrari nei territori fortemente urbanizzati: il ca, valorizzare il territorio residuale e naturale caso della Provincia di Napoli – cap. 3.5 a disposizione per contrastare un paesaggio De Luca, G., Moccia, F. D. (curatori) (2015), “Immagini di frammentato e povero ecosistemicamente. Gli territori metropolitani ” pag.9 Clelia Cirillo, Luigi Scarpa, Barbara Bertoli, Raffaela Esposito, Marina Russo, interventi proposti, nel corridoio ecologico Giovanna Acampora, 2015, “L’infrastruttura verde del esaminato Parco Nazionale del Vesuvio - Parco sistema collinare di Napoli: elemento indispensabile per Metropolitano delle Colline di Napoli, sono la citta metropolitana” Malcevschi, S., Tartaglia, A., Andreucci, M. B. (2017), condizioni auspicabili per mantenere sul terri- “Tutela dell’ambiente e del suolo agricolo, valorizzazione torio la vitalità in tempi lunghi di popolazione del capitale idrico e delle infrastrutture verdi ” in Green e specie, con effetti anche a livelli ecologici economy pag. 81-95 superiori. Scopo, infine, di questo lavoro è quello di con- Sitografia tribuire a far conoscere le complesse proble- http://www.isprambiente.gov.it - Reti ecologiche e matiche ecologiche ed ambientali conseguenti pianificazione del territorio e del paesaggio alla frammentazione del territorio, analizzando http://www.isprambiente.gov.it - Frammentazione del il tema della connettività e proponendo un iter territorio da infrastrutture lineari - Indirizzi e buone pratiche per la prevenzione e la mitigazione degli impatti metodologico destinato alla futura pianificazio- – Manuali e Linee guida 76.1/2011 ISPRA ne. http://www.isprambiente.gov.it - Cos’è una rete ecologica http://www.cittametropolitana.na.it http://regione.campania.it

342 DECLINO DI IDENTITÀ. LA FAVORITA AL LIDO DI VENEZIA

Esther Giani

Premessa formulare. Il recupero di aree urbane dismesse deve rappresentare non solo un beneficio per La ricerca che viene qui presentata si riferisce la comunità ma anche un buon affare per il a un caso studio “concreto”: la rigenerazio- promotore che investe risorse. Sono condizioni ne di un’area urbana caduta in degrado per di reciproca garanzia: da un lato ci si assicura un graduale abbandono e ubicata al Lido di che non vi saranno dispendi e sprechi nella Venezia. La ricerca si origina a seguito di due esecuzione, trattandosi di un intervento de- diverse sollecitazioni di natura politica: la pri- stinato a produrre reddito dunque controllato ma, e forse la più interessante, proviene “dal nei costi e nei tempi di attuazione; dall’altro basso” e riguarda la comunità dell’isola che si si è certi del futuro utilizzo, in quanto progetti organizza in comitati e associazioni attuando prodotti in risposta a una effettiva domanda, a varie manifestazioni di protesta, reclamando il una esplicitata necessità d’uso. recupero dell’area. La seconda, indotta dall’a- Questo vincolo – ovvero la manifesta domanda scolto, proviene dalla stessa amministrazione da parte della comunità locale – ha evidenti che chiede contributi di idee e di proposte da riflessi non solo nella strategia di progetto ma inserire in un Piano degli Interventi (Venezia soprattutto in quella di analisi: il programma Metropolitana, 2017) ma a condizione che funzionale della proposta deve rapportarsi gli stessi non gravino sul bilancio pubblico. all’effettivo utilizzo, dunque richiede una L’approccio metodologico adottato parte attenzione speciale ai bacini di utenza, alle proprio da questa ultima indicazione che, pur proiezioni nel tempo; deve inserire possibili va- mostrandosi cinica nell’escludere ogni possibile riazioni dimensionali, valutare l’incidenza delle impiego di risorse pubbliche, appare indiscuti- manutenzioni e i tempi stessi di esecuzione. Si bilmente realistica. I tanti, tantissimi, troppi falli- “scende” (in realtà si torna…) su di un terreno menti di opere pubbliche – soprattutto nell’ulti- che il buon senso avrebbe consigliato di non ma decade – testimoniano altrettanti errori di abbandonare ma che – con plastica eviden- politiche urbane, evidenziando limiti di natura za, in buona o anche in cattiva fede – risulta amministrativa ma anche disciplinare. ignorato come dimostrano le tante e mortifican- Le visioni urbanistiche improntate al privilegio ti opere pubbliche incompiute, talora abban- del Bene Pubblico, che pure permangono in donate senza altra prospettiva che quella del ampi settori della cultura disciplinare, hanno degrado, originate da impulsi di irrazionale dovuto scontare un eccesso di ideologia nel idealismo o di cinico affarismo, inconsapevol- confrontarsi con le pastoie delle normative di mente accomunati. appalto, con le lungaggini amministrative, con L’Anagrafe delle Opere Pubbliche Incompiute le intemperanze progettuali, con i risentimenti di Interesse Nazionale, redatto dal Ministero della comunità insediata e, non certo per ulti- delle Infrastrutture e dei Trasporti, contava 572 mo, con il pervasivo clima di illegalità. incompiuti nel 2016, sapendo che il numero Contribuire al dibattito scientifico con questo è per difetto (la lista si basa, infatti, su auto- elemento di realismo, di pragmatismo cinico, è denuncia dei Comuni). La Favorita, al Lido di apparso opportuno, anzi necessario, proprio Venezia è, de facto, un’area abbandonata. In per difendere la proposta che si intendeva un passato remoto (fino agli anni settanta del

343 1. Fig. 1 - © La Favorita al Lido di Venezia: proposta di masterplan

secolo scorso) l’istituzione veneziana dell’O- Il progetto spedale a Mare aveva destinato quasi 20 ettari di un terreno antistante l’ospedale (verso Il progetto si propone di restituire l’area alla la Laguna) al tempo libero dei suoi dipenden- comunità, la comunità al sito. Rivitalizzandolo ti. L’area detta La Favorita, era il dopolavoro ma immaginando, realisticamente, un program- dell’Ospedale a Mare e comprendeva campi ma funzionale in grado di autofinanziarsi e sportivi, spogliatoi, ristorante, una foresteria e ritrovando nel sito stesso le risorse per il recu- naturalmente un parco attrezzato. In un recente pero ambientale e funzionale. L’area è stata passato, ovvero dopo la dismissione dell’O- analizzata utilizzando un approccio metodo- spedale a Mare (e fino a una ventina di anni logico pragmatico: individuando ciò che va fa) i manufatti dell’area sono stati chiusi (dopo rimesse in uso affrontando costi e prevedendo naturali vandalismi), il ristorante si era ridimen- manutenzioni nel tempo, le parti che posso- sionato a bar per poi chiudere definitamente no rappresentare risorse economiche ovvero i battenti, tennis e basket non venivano più diventare fonti di reddito, quelle che invece, praticati. Eppure, anche grazie al campo da una volta recuperate, potranno mantenersi da calcio e al bocciodromo, l’area rappresentava sole1. Il lotto è stato scomposto in sette ambiti, ancora un parco urbano multifunzionale, ove caratterizzati da diverse destinazioni d’uso, e si andava a fare sport, a pranzare o cenare, a per ognuno di essi sono stati elaborati scena- organizzare un pic-nic, a passeggiare. ri progettuali confermando funzioni iniziale La dismissione in breve tempo ha però preval- (residenziale, ristoro, parco), ripristinando so, cominciando dalle architetture e degradan- manufatti (ex foresterie, ristorante e spoglia- done gli edifici presenti per poi aggredire i toio convertito in villino urbano) valorizzando campi da gioco coprendoli di erbacce, quindi l’esistente (circolo sportivo e parco urbano). devastando il verde del parco. I luoghi, come In alcuni casi, come per il complesso a corte le persone, soffrono dell’abbandono, diventa- usato dall’Ospedale come guest house e che no inutilizzati, deperiscono. oggi versa in uno stato di degrado avanzato,

344 si è preferito raccontarne il ruolo in termini rappresentato un luogo di aggregazione socia- “caratteriali”, una sorta di personaggi di una le che va recuperata. narrazione più ampia. Questa costruzione, infatti, con i suoi 1.300 m2 di superficie utile e Un approccio realpolitik4 circa 2.000 m2 di area di pertinenza, rappre- senta la principale opportunità di investimento È ormai posizione condivisa che la riqualifi- ovvero la prima ragione di interesse per un cazione delle città debba partire dal rispetto potenziale speculatore. nell’uso delle risorse, in un processo di rige- In altri casi si è deciso di entrare nel merito di nerazione del tessuto economico, sociale e una progettazione più dettagliata, sia per con- culturale. La vastità del patrimonio in disuso, fortare la domanda della comunità locale sia dismesso e peggio incompiuto (soprattutto se per confermare le scelte compositive proposte. di origine pubblica) acuisce la necessità del È il caso di una piccola costruzione, centrale rammendo di questi luoghi, di rigenerazione e centrata rispetto al parco, ovvero una sorta del loro tessuto economico ovvero sociale e di “cucina a ore”, luogo utilizzatissimo per fe- culturale, e la necessità di intervenire con solu- steggiare ricorrenze (compleanni, lauree ecc.) zioni che da un lato riducano (prevengano nel frequentato da generazioni di lidensi e autoge- nostro caso) fenomeni di marginalità sociale stito in modo impeccabile fino a qualche tempo e dall’altro migliorino la qualità del decoro addietro. Un uso che si fa fatica a riconoscere urbano e del contesto ambientale. nella baracca di oggi. Per l’elevato valore Un approccio realpolitik è basato pertanto su simbolico e funzionale al recupero dell’intera una presa di decisione con il massimo di dati a area, il capanno è stato dunque considerato disposizione avendo come obiettivo una larga come obiettivo strategico prioritario. L’intero accettazione da parte dell’opinione pubblica, disegno del parco, urbano e attrezzato, si ori- unica a determinare la riuscita e il successo di gina facendo riferimento a tracciati geometrici un intervento di rigenerazione urbano. preesistenti nell’area. Sono stati individuati due Investimenti necessari da finanziare assi, lievemente ruotati tra loro e un modulo L’area de La Favorita non potrà dirsi piena- principale; questo è stato individuato pretestuo- mente recuperata se non ritrovando un proprio samente sulla base del terrapieno che ospita ruolo nelle abitudini della comunità lidense. la coppia di campi da tennis ormai distrutti. Il Sarà necessario, anzitutto, ridare bellezza e modulo ritrovato ha permesso di tracciare una, utilità al piccolo parco urbano il cui patrimo- anzi due maglie quadrate tra loro leggermente nio arboreo risulta gravemente compromesso ruotate. I reticoli risultanti sono stati utilizzati, seppur ancora consistente, da recuperare e in- avvalendoci anche di sotto-moduli, per definire tegrare. Sono state previste modalità di arredo sette ambiti funzionali che costituiscono, nella e di disegno degli spazi verdi intesi a restituire planimetria a scala urbana, il Parco della qualità al luogo. Si è insistito nel recupero del- Favorita. Un masterplan ricompone i sette la Casa delle Feste, una modesta costruzione ambiti, disegna la viabilità, gli attraversamen- che andrà ricostruita con lievi modifiche della ti2, le delimitazioni, il trattamento del verde3. cubatura esistente, avvalendosi dello stesso se- Il masterplan è stato preferito quale strumento dime ma adeguandola funzionalmente. L’intero progettuale e di verifica [Fig.1] perché capace investimento necessario per il recupero dell’a- di comporre richieste con scenari, in una nar- rea dovrà ritrovare le proprie risorse economi- razione che sfumi il cinismo nel pragmatismo e che all’interno dell’area de La Favorita. il visionario nella sostenibilità. Le varie ipotesi Si considera altresì imprescindibile, nell’attua- prefigurate per i sette ambiti, infatti, possono zione del recupero complessivo, garantire il essere sviluppate solo in ragione del recupe- finanziamento di tre elementi considerati di in- ro dell’intera area ovvero come espediente teresse collettivo: il viale di attraversamento del necessario per finanziare la rigenerazione del parco; il parco ridisegnato e reso attraente; la Bene Comune ossia per il restauro del verde Casa delle Feste e l’area pic-nic di pertinenza. esistente e il suo potenziamento, per la realiz- Investimenti in grado di produrre reddito zazione del parco, del viale di attraversamento Per coprire i costi necessari ad attuare i tre e, soprattutto, della Casa delle Feste che ha interventi sopra indicati, si sono proposte

345 quattro opportunità di investimenti in grado di quasi 1.000 m2 e si troverebbe in un contesto produrre reddito, la più importante delle quali altamente appetibile, una volta recuperato.7 si riferisce al principale edificio esistente, un L’ipotesi di investimento economico descrit- complesso a C con una corte interna e costitu- to risulta plausibile in una visione ampia di ito da più corpi di fabbrica tra loro aggregati riqualificazione dell’intera area de La Favorita: nel tempo e ora in totale disuso. Si è ipotizzato le residenze e la ricezione beneficeranno di un un intervento di recupero del manufatto con- valore aggiunto qualora il parco e il circuito servandone l’esatta giacitura e consolidando, sportivo (bene pubblico) siano attivi, usati e ove necessario, le parti murarie esistenti. Le manutenuti. destinazioni d’uso possono essere molteplici, Investimenti che producono un reddito di so- in alcune simulazioni progettuali si è verificato stentamento la possibilità di residenze familiari ma anche L’area nasce come luogo per il tempo libero una destinazione a residence temporanei, ad dei dipendenti del vicino e rinomato Ospeda- alloggi speciali, a uno studentato ecc. appaio- le a Mare del Lido di Venezia. Oggi rimane no plausibili.5 un informale campo da calcio usato da una Il manufatto un tempo adibito a ristorante società sportiva e fantasmi di campi da tennis, richiede un intervento radicale ma senza da basket e da bocce. L’originale destinazione alterarne né il sedime né il volume. La super- de La Favorita e la richiesta della comunità fice netta è di circa 200 m2 con un possibile lidense di luoghi per lo sport accessibili e non plateatico di pertinenza di circa 400 m2; i esclusivi, trova risposta progettuale nella pro- campi da tennis antistanti potrebbero costituire posta di un circolo sportivo dotato di spogliatoi un ulteriore elemento di attrazione (una sorta e di spazi societari, con la disponibilità di un di “Ristorante del tennis”). La posizione soprae- campo regolamentare per il calciotto (o di levata dei campi e del manufatto suggeriscono calcetto, a seconda delle scelte) per il gioco una visione sistemica delle funzioni che posso- del basket e del tennis (in sinergia con il ristor- no facilmente interagire sfruttando la superfice nate). Se residenze (ex foresterie) e ristorante sportiva (di circa 1.300 m2) attrezzandola per si dispongono sul punto più alto de La favorita, eventi, per rappresentazioni all’aperto ovvero ovvero sul fronte verso la Laguna, la sede del adottando tecnologie leggere e reversibili già circolo trova un naturale indirizzo sul fronte patrimonio consolidato, e in grado di riconfigu- opposto, più basso e verso il mare (via dell’O- rare gli spazi a seconda delle occasioni. spizio Marino). L’adiacenza con l’Ospedale e Una terza e significativa fonte di reddito può la dismissione del Dopo Lavoro ha visto l’ente provenire da un’operazione abbastanza sanitario usare questo spazio per il parcheggio semplice e di limitato impatto ambientale. Un delle ambulanze e una officina. Si è sviluppa lato urbano de La favorita si attesta a circa pertanto l’idea progettuale che, oltre a ripri- 4 metri di altezza rispetto al piano di calpe- stinare la funzionalità dei campi sportivi, si stio stradale: utilizzando i due terrapieni che potesse utilizzare parte dei due volumi esistenti fiancheggiano la scalinata di accesso da Via ossia la rimessa delle ambulanze, conside- Cipro, si potrebbero realizzare 28 box di circa rando demolita l’officina di manutenzione. La 15 m2 ognuno. Il mercato attuale del Lido di sostenibilità del circolo sportivo, una volta ag- Venezia non è particolarmente orientato alla giornati i campi sportivi e realizzata la sede, acquisizione di garage (sebbene la comunità dipenderà dalla gestione dello stesso. Non di prossimità potrebbe avere esigenze in tal dovrebbe costituire difficoltà, anzi, pare possi- senso), però si va sempre più sviluppando la bile immaginare anche una qualche redditività richiesta di spazi di stoccaggio, di magazzino, grazie a quote societarie, eventuali proventi da di deposito domestico.6 attività formative, noleggio dei campi nonché Infine la piccola costruzione multipiano origina- in una ottica di totale recupero e rivitalizzazio- riamente pensata quale spogliatoio del Dopo ne (rigenerazione) dell’area de La Favorita. Lavoro, all’angolo tra via Cipro e via Marco Bene Comune pro Bene Privato Polo, in buone condizioni di conservazione Nel caso studio de La Favorita si colgono e con accesso esclusivo, pur misurando circa aspetti che appaiono come i sintomi di uno 100 m2 dispone di uno spazio di verde di scollamento fra le amministrazioni e la comuni-

346 tà. Se da un lato il piccolo parco ha rappresen- no come un increscioso imprevisto che sottrae tato nel tempo un punto di aggregazione socia- risorse ai bilanci dei centri di spesa, dunque le e di integrazione intergenerazionale (campi sono malviste e, quando possibile, ignorate. Se di bocce, basket, calcio, tennis, ristorante, diventa arduo ignorarle, le si rimandano o si parco e in più un’area picnic autogestita) cerca di attribuirle ad altri.8 dall’altro lato questa realtà urbana richiedeva La proposta elaborata dalla Unità di Ricerca manutenzioni continue e una qualche sorta di per La Favorita, appare conformarsi a tale ordine gestionale alle diverse utenze che però presupposto, cercando di operare un recupero nessuna amministrazione è mai riuscita a dare. dell’area degradata, attraverso l’individua- La difficoltà a individuare le varie competenze zione di ambiti di diverso interesse ovvero ha causato un degrado che, inizialmente con- attraverso la valorizzazione del potenziale trastato da iniziative legate alla buona volontà economico (diretto e indiretto) esistente, in altri e al senso civico di chi utilizzava la struttura, termini, costruendo uno scenario nel quale il ha poi prevalso avviando un effetto domino, un recupero dell’area possa costituire un buon abbandono dell’area prima graduale, poi as- affare per i promotori e tutelare l’interesse soluto. Le fasi successive, ben note per essere pubblico. Il parco rappresenta l’ambito chiave ormai descritte nella letteratura che si occupa per una strategia di riqualificazione dell’area: del degrado urbano, riguardano i fenomeni di il sistema residenziale e quello sportivo acqui- abusivismo, di vandalismo occasionale (furto siranno valore e appetibilità qualora integrate del rame, spoliazione di parti utilizzabili etc.), in un contesto ambientale e sociale ordinato, di declino di identità. In pochissimi anni l’area, sicuro e di pregio. In letteratura abitazioni da punto di incontro per attività di tempo libe- all’interno di parchi attrezzati e con strutture ro, ricreative, sportive e conviviali, si è trovata sportive hanno maggior valore e non sembra- a essere un sito degradato, privo di valore e no aver subito la medesima inflessione del quindi, per l’amministrazione comunale, un mercato immobiliare. Il parco potrebbe cioè bene da alienare. Infatti è attualmente indicato fare da garante per l’investimento e a sua volta tra le proprietà comunali poste in vendita. la stanzialità residenziale e sportiva assicurerà È questa l’occasione per una breve consi- il parco da usi impropri. derazione circa il termine Bene Pubblico, Gli interessi privati e pubblici, cioè, potrebbero più volte abusato e molto spesso adoperato trovare un punto di incontro proprio nel parco strumentalmente. Senza entrare in un territo- urbano e attrezzato e nel viale di attraversa- rio troppo spesso solcato da ideologismi e/o mento dell’area che rammenderà La Favorita da esercitazioni retorico-demagogiche, ci con il contesto urbano lidense. Per questo insi- limiteremo, molto laicamente, a considerare stiamo sul tema del parco della Favorita, oggi il termine strettamente connesso a quello di in colpevole stato di abbandono e degrado. Risorse Pubbliche, in una accezione meramen- Molti alberi, anche di discreta importanza, te economica. Il danaro pubblico va impiegato risultano ammalorati o perduti per cause diver- per pubblica utilità: sembra inutile ribadire una se (principalmente danni da intemperie e da ovvietà elementare eppure è sotto gli occhi di parassiti) e nonostante ciò, resta un patrimonio tutti – da quando agli inizi degli anni novanta arboreo rilevante, da integrare e manutenere. Mani Pulite strappò il velo delle connivenze e Non è stato possibile fare riferimento ai rilievi delle ipocrisie – che gli appalti per Opere Pub- che pure sono disponibili: esiste un censimento bliche sembrano ingolosire le amministrazioni puntuale delle varie specie vegetali ma, pur cittadine quando superano il tetto delle decine non essendo remoto nel tempo, è inutilizzabile di milioni, a prescindere dal reale rapporto in quanto lo stato di fatto è in continuo stra- con la necessità d’uso. Questo stato di cose è volgimento da abbandono prolungato. Nel testimoniato, tra l’altro, dalle tantissime Opere riprogettare il parco, disegnando le aree verdi, Pubbliche Incompiute, spesso faraoniche, e gli spazi interstiziali, i viali, ci si è attenuti a abbandonate una volta cessata la erogazione una esigenza pratica che ha poi generato una di fondi. Diversamente l’interesse cala e la strategia compositiva. parcellizzazione delle responsabilità fa il resto; La prima necessità è stata quella di salvaguar- le opere di manutenzione straordinaria appaio- dare le aree verdi arbustive ancora presenti:

347 delimitare per proteggere, per riconoscere; In alcune situazioni, sfruttando la prossimità di recintare includendo gruppi di alberi vicini così due insule si sono potuti ricavare, ad esempio, da distinguere tra aree libere per le passeg- percorsi ombreggiati o sedute ravvicinate: il giate (spazi interstiziali) e aree perimetrate principio compositivo suggerito permette così (insule). Per limitarne la manutenzione, gli di definire, di volta in volta, piccoli ambienti spazi perimetrati sono stati destinati al Terzo esterni suggerendo opportunità di sosta o di Paesaggio secondo la accezione descritta percorrenza tipiche di un parco urbano. Questi nell’omonimo Manifesto (G. Clement, 2005). repertori, una volta definiti, ci hanno permesso In assenza di un rilievo esatto, la perimetra- di approfondire anche scelte costruttive, fornen- zione risultava inevitabilmente approssimativa, do un insieme di soluzioni tra loro liberamente non definita con precisione. combinabili a partire da alcuni “abachi” inizia- Non si poteva pertanto fornire un disegno de- li. [Fig. 2] finito ma neanche rinunciare a dare un “carat- I criteri adottati e sinteticamente descritti, con- tere”, un “tono formale” al progetto del parco, sentono due obiettivi progettuali: non intendendo sottrarci alle responsabilità di • la adattabilità formale delle perime- progetto. Sembrava però possibile analizza- trazioni, in grado di essere tracciate re le matrici formali che ci avevano guidato direttamente in loco, assecondando lo negli approcci iniziali, a prezzo di una analisi stato del patrimonio arboreo; geometrica anche puntigliosa, una decifrazio- • la definizione di un sistema di arredi ne dei tracciati regolatori. Una operazione generato dalla stessa perimetrazione che ci ha permesso di ritrovare a posteriori e su cui “si appoggia”, in grado di le logiche geometriche delle configurazioni assolvere, a seconda della dislocazio- disegnate inizialmente, una sorta di riduzione ne, a molteplici esigenze funzionali, razionale di quelle che apparivano come scelte densificabile nel tempo a seconda delle derivanti da percorsi progettuali personali. Ci necessità di integrazione.10 siamo trovati cosi ad ordinare alcune “famiglie di segni”, riconoscibili come appartenenti a Conclusioni costruzioni geometriche analoghe, adattabili dimensionalmente, allungabili o comprimibili, Situazioni di degrado urbano sono ormai a seconda delle configurazioni richieste. La pervasive in ogni amministrazione cittadina, proposta avanzata poi nel masterplan appare grande e piccola, posta al nord come al sud come una tra le possibili composizioni combi- del Paese, e non può dar luogo solo a re- natorie adattabili all’area. primende o a indignazioni civili. Crediamo, La mancanza del rilievo è stata dunque assunta invece, che questa condizione storica vada a pretesto (G. Carnevale, 2000) per individua- assunta come un dato oggettivo, un limite entro re un principio geometrico in grado di svilup- cui si dovrà operare, anche con metodologie pare figure organiche ma “descrivibili” ovvero disciplinare che siano in grado di contrastarle tracciabili secondo sistemi combinatori adatta- o di proporre pratiche efficaci, e comunque bili a diverse configurazioni (E. Giani, 2012 e dall’interno della condizione storica in cui si 2014). Questo ci ha permesso, fissando alcu- opera. La proposta elaborata dalla Unità di ne semplici regole, di definire delle famiglie di Ricerca per La Favorita, appare conformarsi a figure appartenenti a un medesimo linguaggio tale presupposto, cercando di operare un re- e adattabili con molta libertà a situazioni plani- cupero dell’area degradata, attraverso valoriz- metriche anche molto diverse per dimensione e zazione del potenziale economico esistente, in forma: le insule.9 altri termini, costruendo uno scenario nel quale Il secondo principio, legato a un criterio di il recupero dell’area possa costituire un buon pragmatismo elementare, è riconducibile alla affare per i promotori. necessità di arredi e manufatti funzionali, quali Questi presupposti hanno orientato il lavoro di drenaggio, illuminazione, sedute, aree om- ricerca e progetto, rimandano a una riflessione breggiate, piani di appoggio, cestini, segnale- più generale che vede, ormai da anni, svi- tica ecc. che sono stati ricondotti, per la quasi luppare dibattiti sempre più articolati: il tema totalità, lungo gli stessi perimetri delle insule. della delega, della condivisione, della parte-

348 Fig. 2 - © La Favorita al Lido di Venezia: le ragioni della forma ovvero la necessità di perimetrare il sistema arboreo presente con figure che potessero adattarsi alla realtà che si sarebbe trovata al momento dell’intervento, ha costretto il progetto a riflessioni sistemiche raccolte in abachi. In questa tavola figurano alcuni studi tendenti a verificare la scelta progettuale descritta nel testo: considerare, cioè, la perimetrazione delle aree verdi alberata come possibile supporto per arredi e attrezzature di servizio. In particolare si sviluppa l’idea di supporti metallici che possano reggere pergolati ed elementi illuminanti, considerando che i bordi perimetrali, le spalliere delle panchine, i supporti per i tavoli e il piano stesso delle mensole/ cipazione. Non ci sembra questa l’occasione se le varie destinazioni d’uso ritroveranno un piani di appoggio per entrare nel merito ma utilizziamo questa reciproco equilibrio. Immaginare un interven- siano realizzati in conglomerato nascente esigenza per descrivere un principio to separato dagli altri non avrebbe senso se cementizio. progettuale “riflesso”, un effetto collaterale, venisse meno l’equilibrio di fattori che reci- Il contatto tra il bordo cui abbiamo cercato di attenerci. Sembra esile procamente si legittimano, anche e soprattutto arrotondato, utilizzato come spalliera per i il rapporto fra la necessità di condividere le economicamente (degli alloggi immersi in un sedili, e i montanti, scelte di piano, di programmi urbani e quelle contesto abbandonato e privo di attrattive potrà essere realizzato con elementi metallici di immaginare un progetto plastico ovvero non avrebbero un valore di mercato dimezzato…). “a sella” (da fissare irrigidito in scelte formali definitive. In realtà Una simile miopia renderebbe precario il in qualunque punto lungo la perimetrazione questo tema, quello del progetto inteso come futuro de La Favorita che va restituita nella sua esistente) a questi campo di opportunità formali, adattabili alle interezza e complessità per non privarla della supporti potranno esigenze della utenza, trasformabile e con propria originaria identità. poi essere aggiunti i montanti con i loro possibilità di adeguamenti elastici nel tempo, traversi. I pergolati, ha attraversato ciclicamente le discipline del in legno o in metallo si svilupperanno progetto, del progetto urbano in particolare. con disegni ad hoc, In conclusione ci piace insistere su due aspetti potendo avvalersi di altezze anche diverse che hanno costantemente indirizzato le scelte tra un portale e l’altro, di progetto. generando quindi In primis, la sostenibilità economica, in una otti- geometrie variabili con effetti prospettici ca di pragmatismo realistico (la mano pubblica dinamici. In tutti questi è ormai limitata nelle proprie risorse). il Bene “passaggi” viene considerata – come del Comune rischia di diventare una espressione resto anche per tutte le astratta se non viene sostenuta da analisi eco- soluzioni planimetriche – la tolleranza nomiche che lo rendano sostenibile, dunque dimensionale come tanto vale essere realistici e fare affidamento un dato di progetto: soltanto sulle risorse rintracciabili in loco. il rigore millimetrico che si ritrova in alcuni In secundis, la visione complessiva dell’inter- progetti di arredo (in vento: il pieno recupero potrà attuarsi solo genere si accompagna

349 preti” del Bene Comune, al contrario le occasioni di contrasto a progetti di eccessive Note pretese), si adatta nei confronti delle scelte di piano appaiono sempre più fre- più alla produzione quenti. L’idea stessa della programmazione appare, alla sua industriale di precisione; 1. Nella proposta sviluppata, si è cercato di aggregare tra loro radice, destituita di senso; le esperienze di partecipazione (gli in cantiere la tolleranza funzioni complementari, immaginando che si possa procedere Urban Center) rappresentano un tentativo di razionalizzazio- deve essere non solo un a recuperare le costruzioni esistenti, rifunzionalizzandole e, ne raramente coronato da esiti pienamente positivi. Crediamo approccio etico ma un nei limiti del possibile, suggerendo la ristrutturazione piuttosto sia il caso di affrontare, con gli strumenti interdisciplinari di dato inseparabile dalla che la sostituzione. una analisi complessa, quali siano, nella prassi, le modalità esecuzione, quando 2. Una particolare attenzione è stata rivolta al viale centrale de che impongono cambiamenti spontanei, il mix di forze e in- si accostano materiali La Favorita, che collega l’ingresso con scalinata di Via Cipro teressi che mettono in moto i cambiamenti. Crediamo che un diversi, di provenienza, all’altro varco, posto su via dell’Ospizio Marino. Questo at- errore di fondo sia stato credere che ogni cambiamento debba consistenza e natura traversamento, caratterizzato da lievi pendenze, consente di essere rapido, repentino; che gli strumenti di piano consentono eterogenea. cogliere tutte le funzioni presenti nel parco e risulta, nell’ipotesi trasformazioni in tempi brevi. Questo approccio sarà ancora Questa fase del progetto, diversamente di progetto, caratterizzato da punti di sosta ombreggiati, rac- necessario in alcuni casi ma, ormai, stiamo occupandoci tutti dai tracciati cordi laterali e piccoli slarghi. La pavimentazione prevede una di riutilizzo, di recupero, di riparazione, di manutenzione del planimetrici, risulta fascia centrale, più agevole, realizzata con un getto di conglo- patrimonio esistente. Ebbene pensiamo che proprio questo più liberamente merato poroso intervallato da corsi in pietra che fungono da rallentamento, dovuto alla crisi, debba indurci a individuare ideata, avendo giunti e disegnano i punti di intersezione con i percorsi che si nuovi strumenti e nuove modalità per governare le pratiche di molteplici opportunità immettono lateralmente; un acciottolato permeabile fiancheg- modificazione, accettando anche la ipotesi di tempi diversi, di interpretazione, gia i bordi marcando i punti di sosta e gli slarghi. Una illu- più allungati. Una sorta di moratoria che tenda a restituire, nell’indicarne alcune minazione bassa accompagna l’intero sviluppo dell’asse che, alla collettività, la responsabilità di scelte, di scelte che possa- si è inteso svolgere disegnato per sottrazione rispetto ai perimetri delle aree che no avere una gradualità, una reversibilità, una lentezza rassi- una prima verifica, a lo fiancheggiano, risulta connotato da una geometria molto curante.Una riflessione che proponiamo, è quella di porre in sostegno della linea variata che si apre a visuali sempre diversamente angolate sul osservazione i processi di slow change, più organici, più vicini guida indicata in verde circostante. a un metabolismo naturale, più rapportabili ai desideri collet- precedenza. 3. Il verde e le aiuole che si dispongono in vari slarghi, hanno la tivi, meno impositivi… Resta però in sospeso un altro tema: Legare ai manufatti stessa origine morfologica delle aree che perimetrano i gruppi certo la scena urbana cambia, cambierà nel tempo, perché di perimetrazione gli arredi, gli elementi di di alberi nella zona centrale del parco (insule), a guisa di pic- tutto scorre, perché cambiano gli usi e i modi con i quali si servizio, l’illuminazione, cole dune erbose, con cespugli e arbusti. Il loro bordo può es- usa la città; cambiamo noi, il metabolismo è cambiamento, è la segnaletica e sere attrezzato con elementi di arredo prefabbricati, così come vita, anzi è l’uso che facciamo, nei processi che ci permettono quanto necessario previsto per l’intera area: questi elementi hanno la funzione di di vivere, delle materie che ci circondano. Ci auguriamo che per la funzionalità del arricchire lo spazio – l’intero parco ha dimensioni contenute, le metamorfosi metaboliche siano il più possibile in armonia Parco, è parsa una tipiche dei parchi urbani – moltiplicando le visuali, e fungo- con gli ambienti, soprattutto quando questi ambienti hanno soluzione razionale no da vere e proprie quinte sceniche. La scelta del verde da qualità e pregio, e quando questi beni sia giusto tutelarli, tra- e chiara, evitando la impiantare, come accade nel progettare un paesaggio, deve smetterli. Ma l’altro tema è: vale la pena ricordare anche gli disomogeneità che confrontarsi con il Tempo. Non solo riferendosi alle stagioni, aspetti minori, quotidiani, le atmosfere che, in un certo tempo, potrebbe derivare dalla che modificano la scena urbana con mutazioni cromatiche e connotano la scena urbana? È questo il caso de La Favorita scelta di elementi di anche con volumi di fogliame diversi ma facendo riferimento del Lido di Venezia. diversa provenienza, ai tempi di crescita delle diverse specie, alla evoluzione di- 9. La geometria utilizzata per disegnare il perimetro delle insu- da collocare secondo mensionale delle morfologie vegetali con conseguenti trasfor- le, si basa su una spezzata mistilinea che raccorda segmenti criteri di volta in volta mazioni dell’ambiente e del micropaesaggio cui ci riferiamo. lineari mediante curve di raggio prefissato, secondo tre di- da definire. Nelle riflessioni 4. sf. tedesco (propr. politica concreta, realistica). Il termine, or- verse misure, permettendo così una adattabilità continua e un grafiche presentate è mai entrato nel linguaggio comune, risale allo scritto del 1853 ampio margine di tolleranza nel tracciato, evitando rigidità sempre presente il dato di Ludwig von Rochau, Grundsätze der Realpolitik (Fondamenti inappropriate. dimensionale e quello di politica realistica), oggi usato per indicare una linea po- 10. Per evitare il ricorso ad arredi stereotipati o di produzione tecnologico. Il disegno litica, soprattutto di rapporti internazionali, che si fonda su commerciale, talvolta fragili e di problematica manutenzione, sintetico, lo schizzo, un’obiettiva valutazione degli interessi concreti e dei rapporti si è cercato di sviluppare un sistema di variazioni combinatorie ha sì il carattere di un di forza esistenti, senza alcun riferimento a esigenze ideolo- che, partendo dal bordo iniziale, possa di volta in volta confi- appunto, di una idea giche. Von Rochau individuava nella politica di Bismark tesa gurarsi come seduta, piano di appoggio, pergola, elemento di fissata inizialmente alla ricerca diplomatica di un equilibrio fra gli Imperi Europei, illuminazione. Il materiale previsto è un conglomerato cemen- perché non sfugga l’esemplificazione del principio. tizio, in alcuni casi sagomabile con interventi a piè d’opera, ma, come si vedrà, 5. I dati indicano oltre 1.300 m2 utili più aree attrezzate per 130 in altri facilmente prefabbricabile, in grado di resistere senza la preoccupazione di m2 e spazi di pertinenza di circa 2.000 m2. Il valore com- manutenzione al tempo ed alle aggressioni atmosferiche. dare concretezza e merciale di questo edificio, una volta ristrutturato, può essere materialità alla forma indicato intorno ai 6/8 milioni a seconda delle destinazioni è sempre presente. Il progettare, anche in d’uso e del livello della ristrutturazione. queste formalizzazioni 6. Il valore commerciale di un box va considerato soprattutto in più immediate, deve un’ottica di locazione. Un reddito di 60/80.000 euro l’anno sempre fare i conti con potrebbe essere realistico, garantendo la copertura di costi di la materia e con la manutenzione dell’intera area della Favorita. sua messa in opera, la 7. Anche qui la stima, in una prima approssimazione, non è faci- sua “domesticazione”. lissima, ma appare realistico immaginare una rendita annuale Auguste Perret diceva di 8/12.000 euro o un valore commerciale dell’immobile di che la costruzione circa 300/400.000 euro a seconda del livello di finitura. è la lingua madre 8. Stiamo vivendo un cambiamento politico, e non solo a livello dell’Architettura. La nazionale: la crisi della rappresentanza dei partiti e la contem- pensiamo così anche poranea fioritura di una galassia di movimenti, associazioni, noi. comitati, sta imponendo un diverso ascolto dei desideri della comunità. Sembra perdere autorevolezza il ruolo degli “inter-

350 Riferimenti Bibliografici

Carnevale, G. (2012), “Saperi e sapori” in E. Giani, Terra di Mezzo (pag. 17-20), Iuav edizioni, Venezia Clément, G. (2005) Manifesto del Terzo Paesaggio, Quodlibet, Macerta Giani, E. (2012) Manovre di Inerzia Dinamica (pag. 75- 82), Officina editore, Roma Giani, E. (2014), “Exercises in style” in Iuav Giornale dell’università, 143 (pag. 1) Trocini, F. (2009) L’ invenzione della «Realpolitik» e la scoperta della «legge del potere». August Ludwig von Rochau tra radicalismo e nazional-liberalismo, Il Mulino, Bologna

351 RIGENERAZIONE DI EDIFICI OSPEDALIERI DISMESSI PER UNA NUOVA IDEA DI SANITÀ

Carla Giordano | Roberto Vanacore

Introduzione demografici, alla variazione degli stili di vita, alla sensibilità nei confronti della sostenibilità L’insieme dei cambiamenti organizzativi e ambientale e alle innovazioni delle tecnologie tecnologici degli ospedali renderà in futuro biomedicali. Gli interventi di riqualificazione inadeguate molte strutture ospedaliere esistenti. degli edifici ospedalieri esistenti, dismessi e In questo processo di trasformazione diventa non, dovranno tener conto nello stesso tempo importante il modo di pensare l’organizzazio- sia delle esigenze tecnico-funzionali, che di un ne delle funzioni e l’uso dello spazio pubblico, più efficace rapporto fra ospedale e contesto tra l’ospedale e il contesto urbano, in termini di urbano. Per la costruzione della sanità del futu- configurazione spaziale. L’ospedale, similmen- ro le più avanzate linee di ricerca sull’architet- te alla città è un sistema complesso e il pro- tura ospedaliera si rapportano a un’adeguata getto dello spazio della cura non può essere lettura del presente e alle specificità proprie di affrontato in modo standardizzato. La colloca- ciascun’area geografica valutando la congru- zione, il ruolo, le influenze fra ospedale e città ità rispetto alle dinamiche attese, piuttosto che mutano di importanza e significato nel tempo; subire logiche adattative caratteristiche di molti pertanto gli elementi che meritano particolare territori. attenzione nella lettura morfologica del rap- porto fra ospedale e città contemporanea sono Una nuova idea di sanità molteplici e agiscono in modi differenti. Per definire le coordinate future dell’edilizia Quali configurazioni assumeranno i poli ospedaliera è indispensabile partire dal nuovo del sistema di erogazione delle cure e quali significato che sarà attribuito all’idea di salute saranno gli spazi e gli edifici della città futura? nei prossimi anni. Secondo l’Unione Europea il In che modo cambieranno le città, se queste concetto di salute tenderà in futuro ad assume- dovranno assumere la connotazione di Healthy re nuove connotazioni riconducibili al principio Cities? del Global Health. Quest’ultimo approccio Assisteremo in futuro, molto probabilmente, mira a dare pieno significato e attuazione a alla scomparsa dell’ospedale generale odierno una visione di salute come stato di benessere come oggi concepito che si trasformerà in una biologico, psicologico e sociale complessi- fitta rete di strutture deputate a fornire local- vo inteso come diritto umano fondamentale, mente le cure urgenti e i servizi sanitari in un considerando salute e malattia il risultato di sistema fatto di ospedali per acuti di piccole processi economici, sociali, politici, culturali e dimensioni, ma altamente specializzati, con ambientali e non solo biologici. Ciò significa grandi reparti di emergenza, che supportano che il legame tra l’uomo e l’ambiente che lo le strutture di erogazione delle prestazioni a circonda costituisce un fattore importantissimo livello locale. Si assisterà alla riqualificazione per la salute. L’attuale condizione d’instabilità, delle strutture ospedaliere esistenti, nell’ottica determinata dalle variabili forme di espressio- di una rete diffusa sul territorio in grado di ne dei bisogni legati alla salute, ci induce a fornire l’assistenza necessaria a tutti i cittadini. ipotizzare che le più radicali modificazioni nei L’idea di una città della salute presenta ele- sistemi sanitari saranno dovute ai cambiamenti menti fondamentali atti a tutelare il benessere

352 di quanti la vivono: numerosi spazi verdi, aree urbano di riferimento, al fine di rivitalizzare le di gioco per i bambini e zone dedicate alla relazioni a diverse scale, da quella dell’edificio pratica di sport all’area aperta. Insomma, alle fino arrivare alle relazioni a scala territoriale. tradizionali reti di trasporto occorrerà sovrap- L’obiettivo di tutelare la salute di ogni singolo porre, in un discorso più ampio e multidisci- individuo dovrà quindi essere coniugato con plinare, anche la possibilità di una rete della quello di garantire condizioni di salute diffusa sanità con tutti gli spazi annessi per tutelare la a livello di comunità per un innalzamento ge- salute dei cittadini. Il ridisegno di aree urbane neralizzato dello stato di benessere generale. che favoriscano una vita più sana potrebbe Com’è evidente, i sistemi sanitari basati sulla essere il modo per arginare diversi fenomeni centralità dell’ospedale producono una spesa che incidono sulla vita dei cittadini: dall’obesi- sempre più alta senza però un effettivo miglio- tà alle malattie neurodegenative. Le più recenti ramento dello status di salute collettivo e questo previsioni demografiche indicano, infatti, che rende opportuno per il futuro realizzare un la popolazione europea sta invecchiando e maggior numero di piccoli ospedali di comuni- parallelamente a tale fenomeno si sta assisten- tà per servizi sanitari prossimi alle abitazioni do ad un progressivo incremento delle malattie dei cittadini. cronico-degenerative. Obesità, diabete, tumori, In questo senso, l’Unione Europea sottolinea Alzheimer, sindrome di Parkinson e demenze l’importanza delle città metropolitane come senili sono patologie che mostrano una dina- poli di eccellenza sul territorio, il cui ruolo deve mica in evidente crescita rispetto al passato. essere quello di favorire lo sviluppo locale, In quest’ottica, la dimensione del progetto di nell’area urbana stessa e nei territori circostan- composizione degli spazi della cura non è più ti, valorizzando le vocazioni presenti e pro- generalizzabile al singolo modello di ospe- muovendo le opportunità dentro una prospetti- dale, giacché la difficoltà di formulare ipotesi va di sviluppo strategico di area vasta. progettuali è data anche dalla diversità dei Le forze e le direttrici del cambiamento che contesti che caratterizzano gli spazi sanitari. stiamo vivendo rappresentano la premessa fon- Secondo questa nuova idea di sanità, in ogni damentale per l’elaborazione di nuove visioni città sarà garantita l’accessibilità universale in mediante cui governare l’azione di rinnova- modo che, tutti indistintamente, possono usufru- mento dei modi di concepire la riqualificazione ire degli spazi in maniera autonoma, qualsiasi della rete sanitaria. sia il proprio handicap o la limitazione. Fon- damentale sarà la presenza di strade senza Il BIM come codifica metodologica barriere architettoniche, con percorsi specifici per gli anziani arricchiti da una segnaletica in Secondo l’Organizzazione Mondiale della grado di orientare anche coloro i quali sono Sanità (OMS) la salute non si configura come soggetti a perdita di memoria causata dalla “stato di completo benessere fisico, psichico e demenza o Alzheimer. In questa visione della sociale e non semplice assenza di malattia”2. città futura si assisterà a un contenimento del Ripensare dunque al modo con cui i cittadini traffico veicolare e all’aumento delle zone trovano posto nelle nostre città, significa prima pedonali1. La riduzione del traffico veicola- di tutto porre attenzione, nella progettazione e re genererà un maggiore uso dei mezzi di nella pianificazione degli spazi della salute, al trasporto pubblico con conseguente riduzione, far sì che l’ambiente fisico e sociale sia meno soprattutto nei centri storici di parcheggi. possibile causa di tali debolezze ma, al contra- Questa prospettiva genera una riflessione sul rio, di supporto alle capacità di ri-adattamento fatto che così come le città sono sistemi di per ciascun cittadino. L’ambiente ospedaliero sottosistemi interdipendenti – e che tutte le parti in cui l’uomo vive per alcuni periodi durante che la compongono devono lavorare insie- l’arco di una vita, assume un ruolo di primaria me (sistemi di trasporto, edifici, parchi, aree importanza per la definizione della sua identi- commerciali e luoghi civici) – così anche un tà, consentendogli di acquisire consapevolez- centro ospedaliero non può più essere pensato za di sé attraverso un percorso di scambio di come un sistema isolato. Le strutture ospeda- esperienze e di stimoli provenienti dallo spazio liere, infatti, devono essere calate nel contesto inteso come scenario di vita. L’evoluzione

353 architettonica degli spazi dedicati alla cura viazione e la gestione delle informazioni che implica la necessità di un rinnovamento delle caratterizzano il ciclo di vita di un manufatto: strutture ospedaliere, rispetto al proprio scopo dalla fase ideativa fino alla gestione dell’o- e alla propria identità. pera. In questo senso il BIM ben si presta alla Lo spazio della cura è un concetto che va questione della riqualificazione e riorganiz- ripensato e ridisegnato certamente in relazio- zazione del patrimonio costruito ospedaliero. ne alle evoluzioni dei servizi sanitari e dei La possibilità di archiviare tramite un modello nuovi concetti di “malattia” e di “paziente” virtuale informazioni relative ad un manufatto, ma anche in base alle specificità presenti sul creando una sorta di “cartella clinica” del territorio. Nell’ottica della creazione di una “paziente”, rende molto più facili le operazioni rete ospedaliera, è chiaro che la ricerca deve di riqualificazione. guardare al contesto, all’assetto territoriale L’impostazione di un processo integrato rap- per la progettazione di luoghi della salute e presenta un’operazione articolata che offre integrarli quanto più possibile nel sistema com- notevoli opportunità per la riqualificazione del plessivo della città, che deve cooperare al rag- patrimonio ospedaliero nell’ottica della multidi- giungimento di obbiettivi di benessere. Quello sciplinarità. La metodologia di lavoro svilup- che si rende necessario attuare è un tipo di pata nella ricerca portata avanti dal nostro progettazione basata su strumenti capaci di gruppo presso il Dipartimento di Ingegneria prefigurare possibili scenari futuri, che stimoli- Civile dell’Università degli Studi di Salerno si no nuovi obiettivi da perseguire e linee guida compone di tre fasi principali: una prima fase che promuovano strategie organizzative per la di acquisizione di tutte le informazioni utili a progettazione, la realizzazione e gestione di definire lo stato dell’edificio e dell’immediato ospedali efficienti e ben integrati nell’ambiente intorno urbano. Una seconda fase di realizza- circostante. La possibilità di compiere interventi zione del modello tridimensionale parametrico, di recupero e riqualificazione per queste parti, il cui LOD (Livello di Sviluppo) dipenderà da spesso rilevanti, del tessuto urbano genera una obiettivi prefissati, e infine una terza fase che riflessione non solo sulle esigenze sanitarie che consiste nella condivisione dei dati su una spe- cambiano e che potrebbero trovare spazio cifica piattaforma. L’idea è di realizzare per in questi edifici, ma anche su nuovi possibili ogni edificio presente sul territorio regionale un metodi da adottare per la progettazione. La modello parametrico che consenta di relazio- diversità dei casi presenti sul territorio regio- nare le informazioni non solo per il processo nale evidenzia come sia difficile tracciare una di riqualificazione, ma anche per le succes- regola fissa per interventi di rigenerazione di sive fasi di gestione. L’applicabilità di questa edifici ospedalieri, in molti casi abbandonati; metodologia di lavoro ad alcuni ospedali è però certamente possibile delineare una presenti sul territorio della regione Campania metodologia generale d’intervento. Da que- ha consentito, di tenere in conto, già in fase sto punto di vista la ricerca – portata avanti di progettazione, molti aspetti – spesso trala- dall’area della Composizione Architettonica ed sciati quando si usano i tradizionali approcci Urbana e Disegno dell’Architettura – evidenzia di rappresentazione – tra cui per esempio la come la metodologia del Building Information questione energetica e della sostenibilità. Le Modelling risulti un valido strumento, con forti informazioni contenute nel modello virtuale capacità di previsione e gestionali. Il BIM poi confluiscono all’interno di una piattaforma rappresenta, infatti, una delle tecnologie più virtuale mediante la quale è possibile compiere innovative che può essere utilizzata in maniera analisi di performance per sviluppi sostenibili integrata per l’ambito ospedaliero, e non solo, di parti urbane3. Per la loro visualizzazione per ottimizzare il processo di gestione dei dati è infine implementata una piattaforma online riguardanti l’intero ciclo di vita dell’edificio. Il www.toccarelasanitá.tk che si configura come bisogno di una visione complessiva del proces- un database completo con diversi livelli di so progettuale e la necessità di modelli “dina- accessibilità pubblico e privato. La piattaforma mici” rendono molto vantaggioso l’approccio così strutturata ha l’obiettivo di creare una rete alla metodologia BIM. Uno degli aspetti più tra persone e spazi dedicati alla cura. Con importanti di questa metodologia è l’archi- questa metodologia operativa gli attori dei

354 servizi sanitari a livello locale possono avere a Riferimenti Bibliografici disposizione uno strumento facile da usare per valutare lo stato del patrimonio ospedaliero e AA.VV, (2009) Progetto di ricerca finalizzata (ex art.12, Dlgs 502/99), Principi guida tecnici, organizzativi e prendere decisioni a riguardo. gestionali per la realizzazione e gestione di ospedali ad alta tecnologia e assistenza, supplemento di Monitor n.6, Conclusioni ASSR editore, Roma Cama, R. (2009) Evidence-Based Healthcare Design, John Wiley & Sons Nell’ambito della progettazione architettonica Capolongo, S.(2006) Edilizia ospedaliera: approcci e urbana si ha la necessità non solo d’informa- metodologici e progettuali, Hoepli, Milano Carabillò, M. (2007) Ospedali all’avanguardia, Progettare zioni concernenti gli edifici, ma anche informa- per la sanità, (pag.16–19) zioni di carattere territoriale e urbano, percet- Cavenago, D. (1988) L’organizzazione dell’ospedale, Mc tivi e sensoriali. Elemento di forza di questa Graw-Hill, Milano Censis (1993) Il futuro dell’ospedale: modelli e prospettive metodologia, applicata ad alcuni edifici della nell’evoluzione del sistema sanitario, F. Angeli,Milano Regione Campania, è l’uso di due tecnologie Del Nord, R. (2006) Lo stress ambientale nel progetto BIM e web. dell’ospedale pediatrico, Motta Architettura,Milano Del Nord, R. (2011) Le nuove dimensioni strategiche Il sistema informativo che si va a impostare è in dell’ospedale di eccellenza, Edizioni Polistampa, Firenze grado di veicolare il processo di progettazione Garzino, G. (2011) Disegno (e) In_formazione. Disegno consentendo agli attori e ai portatori d’interes- politecnico, Maggioli Editore, Rimini Iacomoni, D.A. (2009) Architetture per anziani, Alinea se di gestire e utilizzare grandi e diverse quan- editrice, Firenze tità di dati, riducendo la necessità di software Iannizzaro, V. (2009) Le strutture di cura ed il contesto aggiuntivi e onerosi. La condizione soddisfatta ambientale: interazioni e procedure di analisi e valutazione, CUES, Salerno con il ricorso a questo approccio progettuale Lo Turco, M. (2011) “Il Building Information Modeling tra deriva dalla acquisita convinzione che la rete ricerca, didattica e professione” in DISEGNARECON, della sanità possa svolgere un’effettiva azio- Rivista del Dipartimento di Architettura e Pianificazione territoriale dell’Università di Bologna ne, terapeutica per la città e per l’uomo, se Meoli, F.(2015) Innovazione organizzativa e tipologica per concepita in maniera da attenuare i principi di l’ospedale. Nuove proposte distributive, Gangemi Editore conflittualità uomo/spazio, riducendo i fenome- Network Non Autosufficienza, L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, Maggioli Editore ni di stress e valutando opportunamente i feno- Ulrich, R. (1992) “How design impacts wellness” in meni percettivo/sensoriali. Lo stesso approccio Healthcare Forum Journal (pag.35) metodologico può essere applicato a scala più Vanacore, R. (2011) L’ospedale come luogo ospitale. Il progetto di Architettura fra didattica e ricerca, ampia, per la definizione di modelli tridimen- POLIBAPRESS sionali di interi distretti urbani, utilizzabili per Verderber, S. (2010) Innovation in Hospitals Achitecture, pianificare più efficacemente gli interventi sul Routledge Veronesi, U. (2011), Relazione sullo stato sanitario del patrimonio. Paese

Note

1. In Inghilterra il governo e il sistema sanitario nazionale (Nhs) hanno avviato un programma che prevede la progettazione di 10 quartieri basati sul concetto di città della salute entro il 2030. 2. Carta di Ottawa per la promozione della salute 3. Il concetto di sostenibilità, negli ultimi tempi è al centro delle politiche europee, influenzando molto il processo di progetta- zione. Molto si è fatto negli ultimi anni a riguardo; in partico- lare in Italia le normative sulla sostenibilità ambientatale sono volte all’adozione di criteri innovativi, prescrittivi e incentivan- ti, al fine di diffondere i principi di un’architettura sostenibile sia a livello di intervento edilizio, che a quello di pianificazio- ne urbanistica. Tuttavia, questi protocolli non consentono di va- lutare gli impatti di un processo di progettazione complessivi sull’ambiente. La complessità delle analisi mediante la proget- tazione integrata con il BIM è fondamentale per interventi di riqualificazioni volti a garantire il minimo impatto ambientale.

355 PLANNING AROUND THE VOLCANO LANDSCAPE URBANISM BETWEEN VESUVIUS, POMPEII AND SCAFATI1

Giuseppe Guida | Giovanni Bello | Valentina Vittiglio

Territori dell’attesa gio bipolare. I temi del progetto sono gli scarti del metabolismo di una delle urbanizzazioni Il paesaggio che si spalma lungo le falde del più dense d’Europa (con il picco dei circa Vesuvio per poi rallentare verso la piana e 12mila ab/kmq del comune di Portici), assi il bacino del fiume Sarno ad est, è esito di infrastrutturali in uso, o abbandonati o sempli- eventi plurimi, che lungo i secoli ne hanno cemente progettati (come la nuova ferrovia del modificato il palinsesto e ridisegnato il sen- parco del Vesuvio), parti di waterfront sottratti so dell’abitare e il rapporto dell’uomo con i a qualsiasi tipo di fruizione, la rete dell’arche- luoghi, con il vivere, con l’agricoltura, con le ologia (su cui fondare il futuro, identitario ed attività produttive. Una trasformazione che ha economico, di questi luoghi), la città diffusa, un due snodi fondativi alla base del palinsesto rischio pervasivo ed incipiente. Un montaggio territoriale: l’eruzione del 79 d.c. e l’impetuosa di materiali utile a definire pratiche opera- e disordinata trasformazione dei suoli avvenuta tive ad un nuovo paradigma urbanistico, di nei secondi cinquant’anni del ‘900. Entrambe conoscenza e di progetto (Carta, 2013; Ricci, forme di mutazione improvvise e distruttive, 2012) che lavori sulle identità locali e sui meta- che hanno generato scarti, friche, drosscapes, bolismi, danneggiati ma ancora vivi, di questi stratificatesi e consolidatesi con rapidità. Il tutto territori dell’attesa. Il progetto, che sintetizza in un groviglio di infrastrutture che ha acce- alcuni esiti di un lavoro condotto nei Laboratori lerato la mescolanza tra città e campagna, di Urbanistica del Dipartimento di Architettura agricoltura e discariche, abusivismo edilizio e Disegno Industriale dell’Università della Cam- e emergenze archeologiche. Sovrapporre la pania “Luigi Vanvitelli” (prof. Giuseppe Guida mappa della trama del verde residuale (la ) e del Dipartimento di Architettura dell’Univer- mappa delle identità) e quella dei drosscapes sità degli Studi di Napoli “Federico II” (prof. (le patologie) fa emergere gli spazi di mano- Michelangelo Russo), si muove quindi in un vra per il mosaico di progetti di nuovi spazi ambito intercomunale e di area vasta, ponen- pubblici urbani, parchi agricoli, piattaforme di do la dimensione metropolitana come quella attrezzature, fasci infrastrutturali (verdi e blu) in più coerente per la riqualificazione territoriale grado di far emergere una vision dalla quale e il risarcimento di queste zone per l’assenza ripartire, fornendo un progetto urbanistico di e la frammentarietà dello spazio pubblico e di livello metropolitano (Guida, 2015), nel quale connessione. il paradigma ecologico sia centrale, restituen- do al paesaggio la propria centralità. L’as- Pianificare tra eccellenza e abbandono semblaggio di materiali analitici e di progetto qui suggerito, sovrapposto alla trama tecni- Il piano-progetto di una fascia di territorio che co-normativa della pianificazione urbanistica e dalle sponde del fiume Sarno arriva all’area paesaggistica vigente, appare come un rappel archeologica di Pompei, si muove a partire à l’ordre per un territorio con sempre meno dall’analisi dei luoghi, pratiche quotidiane tempo disponibile e con margini di manovra di utilizzo del territorio (De Certeau, 2011), spaziali sempre più ridotti ed erosi. Pompei e il dinamiche e logiche del territorio insediato, Vesuvio, sono quindi i fulcri di questo paesag- suggerendo ibridazioni con l’emergenza vul-

356 Fig. 1 - Inquadramento territoriale

Fig. 2 - Masterplan di progetto

canica, con gli scarti urbani, l’anima agricola ecologico che ha ciascun territorio, segna una e il passato produttivo, ma anche con l’improv- svolta fondamentale nelle pratiche di pianifi- visa magnificenza di quinte archeologiche e cazione territoriale e di progettazione urbana: prospettive inaspettate. Il progetto urbanistico l’interazione dei sistemi naturali e dei network che viene a configurarsi in questi luoghi offre paesaggistici che li costituiscono diventano la la possibilità di creare un complesso sistema base, la “struttura portante”, per le strategie di di relazioni territoriali e paesaggistiche volte a sviluppo volte alla rigenerazione urbana. Un definire nuovi scenari di sviluppo e nuovi para- processo dimensionale ecologico nella proget- digmi operativi. Le reti ecologiche blu e verdi, tazione urbana porta ad impegnare i territori i luoghi del drosscape, le grandi aree agricole e i loro abitanti in una visione a lungo termi- periurbane, le reti infrastrutturali e le nuove ne dello sviluppo urbano, ad adottare nuovi economie per lo sviluppo hanno posto nuovi modelli di sviluppo economico e sociale capaci interrogativi all’urbanistica e alla progettazione di rinnovare i modi di consumare, produrre, urbana. Questo nuovo approccio culturale, lavorare e abitare insieme. In queste logiche improntato sulla presa di coscienza del valore progettuali lo spazio pubblico ri-assume impor-

357 Fig. 3 - Tesi di Laurea Walking along the river_Scafati e la (ri)scoperta dei luoghi. Il Polverificio Borbonico, cerniera tra il centro storico e gli Scavi Archeologici di Pompei. Di Lorena Santamaria e Valentina Vittiglio. Relatore Prof. Arch. Michelangelo Russo. I giardini sensoriali del parco del Polverificio borbonico.

tanza nelle dinamiche di sviluppo della città, Rigenerare territori di margine per nuovi e nella qualità della vita e del valore ecologico possibili scenari urbani. dei territori. È negli spazi pubblici che la città Il Real Polverificio borbonico di Scafati viene ri-disegnata e progettata anche attra- verso sperimentazioni di livello metropolitano La città contemporanea si configura, oggi, su questi luoghi, la pianificazione urbanistica come luogo della discontinuità, eterogeneità e del paesaggio può ri-trovare un proprio e frammentazione costituitosi per successive senso, riducendo l’approccio totalizzante ad sovrapposizioni di materiali urbani eterogenei un mosaico di cose immaginabili (e fattibili), (Secchi, 2000) ma, al tempo stesso, generato- la norma a strategia, il vincolo a nuova idea re di spazi marginali da cui traspare l’evidente di rinnovamento. E così, quel filamento urbano contrapposizione tra elementi e condizioni che parte dagli scavi e si avvia verso il Sarno territoriali differenti (Secchi, 2011). Le aree attraversando una molteplicità di paesaggi interstiziali, scartate, violate, escluse dal ciclo (urbano, rurale, periurbano, delle acque, ecc.) produttivo, ambientale ed ecologico delle città, diventa materiale aperto a soluzioni inedite, denunciano una forte vulnerabilità sia naturale eco-innovative, ma anche più semplicemente di che antropica da cui scaturisce una rilevante conservazione delle identità dei luoghi, come condizione di degrado e sottoutilizzo. Quanto quella agricola. Il tutto per recuperare l’abitabi- scritto, costituisce la giusta premessa per intro- lità di un’area dotata, da un lato, di eccellenza durre un progetto svolto su un’area dall’elevato come gli Scavi di Pompei, mentre, da un altro pregio ambientale, storico e urbanistico, che lato, non in grado di intercettare le ricadute in da Scafati si estende fino all’area archeologica termini economici del flusso turistico, proprio degli Scavi di Pompei, la cui rilevanza è, però, perché poco appetibile, poco vivibile, scarsa- attualmente minata da una serie cospicua mente connessa e con servizi non adeguati. di criticità territoriali che, nel tempo, hanno contribuito ad etichettarla come luogo di scarto e marginalità. La parte ad est del progetto urbano prende le mosse dalla tesi di laurea Walking along the river_Scafati e la (ri)scoperta dei luoghi. Il Pol- verificio Borbonico, cerniera tra il centro storico

358 e gli Scavi Archeologici di Pompei, elaborata percorsi come infrastrutture verdi ed inserendoli da Lorena Santamaria e Valentina Vittiglio, con nel tessuto urbano senza alterare la viabilità relatore Michelangelo Russo. Estendendosi su preesistente. Valutando il forte stato di abban- un’area di circa 11 ettari, l’Ex Real Polverifi- dono e degrado in cui versano, ad oggi, il cen- cio Borbonico di Scafati e la sua dismissione tro storico e la villa comunale di Scafati, ben costituiscono, ad oggi, per la città un’impor- lontani idealmente dalla vitalità e dal fermento tante risorsa, un’occasione di trasformazione di Pompei e totalmente estranei al flusso di tu- urbana che, conservando il valore storico del risti, la strategia progettuale si pone la doppia sito, ne consenta il riuso mediante introduzione finalità di riscoprire un’area di elevato pregio di nuove funzioni in un’ottica di sviluppo ed storico e naturalistico, e riconnetterla sia al incremento delle attività presenti sul territorio centro storico che ad un polo turistico di prima- scafatese. Scafati, collocata nel baricentro ria importanza, restituendo l’immagine di un della Valle del Sarno, riveste un ruolo significa- quadro non più frammentato. Il parco lineare tivo nel sistema insediativo provinciale soprat- si sviluppa dalla villa comunale che costituisce tutto in riferimento alla vicinanza con un’area forse la zona più suggestiva del centro storico, archeologica di indiscussa importanza: gli in cui l’infrastruttura blu del fiume non viene Scavi di Pompei. L’evoluzione storica ed urba- percepita come fattore di criticità ambientale na dei luoghi è stata fortemente influenzata bensì come una potenziale componente qualifi- dalla presenza del sistema fluviale del Sarno, cante nella percezione del paesaggio urbano. considerato elemento naturale generatore Sono stati risistemati i preesistenti parcheggi delle componenti che, a varia scala, si intrec- esterni e riprogettati gli spazi verdi della villa. ciano sul territorio. In tale contesto, rilevante Si è pensato alla rifunzionalizzazione di un importanza riveste il sistema centuriale il cui edificio dismesso, convertito in zona museale, riconoscimento discende dalla presa d’atto e alla valorizzazione dell’antico ponte levatoio di una serie cospicua di ricorrenze lineari sul in legno del XIII secolo, ora in pietra, e dell’ul- territorio moderno, dalla disposizione coerente timo mulino esistente del quartiere dei Mulini, con quella di manufatti antichi dislocati in tutta ad oggi rudere. Dalla villa parte una serie di l’area ed, infine, dall’andamento della stessa percorsi pedonali e ciclabili con annessa siste- centuratio che appare fedele a buona parte mazione a verde delle aree nelle immediate della viabilità moderna. Considerando alcuni adiacenze e la creazione di nuovi spazi di so- limiti territoriali, tra cui connessioni non poten- sta e relax che conducono ad una nuova area ziate, spazi pubblici insufficienti, preesistenze fieristica a servizio dei cittadini. L’intero spazio non valorizzate ed asse fluviale non fruibile, la è percorso da zone pavimentate alternate a strategia di intervento, partendo dalle negativi- trame di verde, che proseguono oltre il perime- tà del luogo individua delle potenzialità come tro dell’area per collegarla al parco del Polve- capisaldi progettuali. Il concept di progetto rificio e assicurare continuità ai diversi tessuti. si esplica nella realizzazione di un percorso I percorsi ciclo pedonali si estendono fino alla ciclo-pedonale, percorribile in entrambe le Porta del Polverificio, attraversano tutto il parco direzioni, che dal centro storico giunge sino raccordandolo al tessuto della città storica. agli Scavi Archeologici di Pompei, un grand Infine, dall’ingresso secondario, si snoda un boulevard che possa divenire strumento cono- boulevard che collega il parco cittadino e del scitivo del sistema urbano e lasci percepire lo Polverificio agli Scavi di Pompei, riconnettendo spazio; una passeggiata lungo il fiume e attra- i tessuti e ricucendo le aree in un unico sistema verso i luoghi che hanno segnato le origini del eterogeneo e completo. L’accesso al parco territorio per osservare, assimilare e ricordare del Polverificio sarà consentito unicamente dal ciò che, ad oggi, costituisce memoria di un Portale Borbonico che segna l’ingresso, collo- tempo passato. Nota la vicinanza geografica candosi come un elemento di riconoscimento tra Pompei e Scafati, l’intento dell’intervento nel paesaggio sin dai primi periodi di attività è quello di creare una rete tra i due comuni, del complesso, conservando ad oggi intatta ed un nuovo polo turistico, in sinergia agli l’immagine evocativa e suggestiva. Il varco Scavi. L’intervento delinea inoltre un’alternativa centrale nasce come porta carrese, mentre alla tradizionale mobilità concependo i nuovi i laterali venivano utilizzati per il passaggio

359 pedonale. In origine la porta era inglobata storici, mediante recupero e potenziamento de- in una cinta muraria che racchiudeva l’intera gli antichi tracciati all’interno della trama pree- area del Polverificio, e che in prossimità delle sistente, ha definito nuove relazioni sinergiche aperture alloggiava vani adibiti al controllo del tra componenti antropiche e naturali consenten- traffico e della gestione della merce. Ad oggi do allo spazio pubblico di restituire alla città il la situazione si presenta notevolmente diversa. senso della narrazione e della scoperta di quei Del muro circostante non vi è più traccia, e la luoghi che, seppur attualmente dimenticati, ne Porta ha perso il suo carattere fondamentale di sottolineano la rilevanza storica. passaggio; non lontana dal resto degli edifici, ma idealmente isolata e deframmentata dal sistema di cui una volta era punto focale. Viene Note a mancare la connessione con i corpi di fab- brica, unitamente all’assenza di percorribilità, 1. Il lavoro è frutto di una riflessione comune degli autori. Nel saggio, comunque, il primo paragrafo è da attribuire a Giu- sia carrabile che pedonale, al suo interno. Di seppe Guida, il secondo a Giovanni Bello, il terzo a Valentina conseguenza, in maniera del tutto impropria, Vittiglio. la piazza circostante è divenuta un parcheggio per i dipendenti dell’istituto di ricerca sperimen- tale, prima della chiusura definitiva dell’area. Riferimenti Bibliografici Il progetto passa per la riqualificazione della porta e la riabilitazione della sua vocazione Carta, M. (2013) Reimagining urbanism, List, Trento De Certeau, M. (2001) L’invenzione del quotidiano, originaria come elemento di attraversamento Edizioni Lavoro, Roma (orig. L’invention du quotidien, simbolico. La proposta progettuale si concretiz- tome 1, Arts de faire, Paris, 1990) za nella definizione di un confine d’acqua che Gasparrini, C. (2015) In the city. On the cities, List, Roma Guida, G. (2015) (a cura di) Città Meridiane. La questione impone il passaggio dal Portale per l’accesso metropolitana al Sud, La scuola di Pitagora editrice, al parco. Il muro d’acqua, sottile e impenetra- Napoli bile. Considerando, infine, il rischio idroge- Guida, G. (2013), “Planning Gomorra. Strategie urbanistiche e tattiche di riuso del paesaggio nella ologico cui la zona è soggetta, la vocazione metropoli campana” in Monograph.it. agricola originaria, la presenza di canali di Hagan, S. (2014) Ecological Urbanism: The Nature of the irrigazione storici, si è deciso di progettare City, New York Mostafavi, M., Doherty, G. (2010) Ecological Urbanism, un’area naturalistica per modificare e conte- Lars Müller Publishers, Baden nere le necessità ambientali con l’inserimento Ricci, M. (2012) New paradigms, List, Trento di un sistema di zone umide, in questo caso, Romagnoli, V.(2006), “Il disegno dei Parchi di Boston disegnati da Olmsted” in Quaderni della Ri-Vista. Ricerca extra-alveo a flusso superficiale. Premessa alla per la progettazione del paesaggio, v.III, n.3, sez. Parchi, progettazione dell’area umida all’interno del giardini e verde urbano (pp 103 – 116) parco è l’apertura della Traversa di Scafati del Sordi, J. (2014) Beyond Urbanism, LISt Lab, Trento Secchi, B., Viganò, P., (2011) La Ville poreuse: Un Project 1600 la cui funzione era di alimentare. Essa pour le Grand Paris et la mètropole de l’après, Kyoto, aveva la funzione di alimentare i mulini presen- Metispresses ti in località Bottaro tramite un canale artificiale Secchi, B.(2000) Prima lezione di urbanistica, Laterza http://www.campuspompei.it/ che dal luogo prese il nome. Nel 1850, anno http://www.autoritabacinosarno.it di fondazione del Polverificio Borbonico, tutti i salti d’acqua della Traversa furono chiusi tranne il primo destinato a fornire forza motrice alle acque dello stabilimento borbonico tramite immissione dell’acqua nel corso principale del Sarno che lambiva il lato meridionale del Pol- verificio. In seguito alla chiusura della Traver- sa, il letto del Canale Bottaro appare oggi del tutto prosciugato ed è quindi essenziale, ai fini dell’equilibrio idrogeologico ed ambientale, ri- pristinarne il corso, facendolo diventare vettore primario di trasporto di acqua all’interno del sistema della vasche. La ricucitura dei tessuti

360 SAN GIOVANNI A TEDUCCIO: UN QUARTIERE IN RETE

Sara Pia Iacoviello | Martina Mignola

Introduzione letri di archeologia industriale, dove insistono molteplici piani di riqualificazione urbana Il paesaggio e l’ambiente antropico sono mancanti completamente, però, sia di collega- sempre più integrati all’infrastruttura urbana, menti su gomma che di attività commerciali. ciò comporta la necessità di una pianificazione In definitiva l’area di San Giovanni si caratte- di area vasta volta all’aggregazione, all’arric- rizza oggi, così come nel passato, per la sua chimento ed al perfezionamento delle connes- spiccata presenza di attività produttiva. I tanti sioni esistenti, e alla progettazione di nuove, scheletri di capannoni industriali presenti nel con la consapevolezza di rendere il territorio quartiere hanno fatto sì che quest’aria potesse omogeneo e resiliente. Il ruolo di cerniera essere oggetto di numerosi interventi urbani e territoriale della Città Metropolitana di Napoli, urbanistici. Uno di questi è il nuovo complesso tra il suo centro storico e l’entroterra orienta- dell’Università degli Studi di Napoli Federico le è sicuramente San Giovanni a Teduccio. II, inaugurato il 10 aprile 2015 nell’ex stabili- Esso è un quartiere della periferia est, rientra mento Cirio. Il campus si trova precisamente in precisamente nella Sesta Municipalità insieme Corso Nicolangelo Protopisani, ospita alcuni ai quartieri di Barra e Ponticelli. È una lunga corsi della facoltà di ingegneria e la prima iOS lingua di costa che si affaccia direttamente sul Accademy in Europa, esso accoglie numerosi Golfo di Napoli. Anch’esso conserva ancora il studenti provenienti da tutta la Campania, suo centro storico, infatti la presenza di decine l’Italia e l’Europa. di casali e palazzi d’epoca lasciano trasparire il suo passato nobiliare, tant’è che una porzio- La metodologia ne del corso principale, corso San Giovanni, fa parte del Miglio D’Oro, un patrimonio L’intento del lavoro qui presentato è quello architettonico unico, ma purtroppo in via di di capire se il nuovo campus possa essere il degrado. Accanto a questi edifici sono sorte in punto di partenza per la riconnessione degli maniera irregolare e disomogenea una serie spazi pubblici di San Giovanni a Teduccio, di modeste abitazioni senza alcun criterio non solo a scala urbana, bensì anche a livello architettonico, che hanno saturato la zona territoriale. Il lavoro è diviso in due parti: la del litorale a discapito della valorizzazione e prima riguarda la fase di analisi del paesaggio del recupero del tessuto originario. A ridosso urbano esistente con il metodo PlaceMaker (8 di questo agglomerato urbano, spostandosi fasi, 5 di analisi e 3 di progetto), la seconda verso l’interno, troviamo una distesa di edilizia riguarda la realizzazione del concept e del economica e popolare, attuata per far fronte al progetto degli spazi pubblici. crescere della densità di popolazione dovuta La prima fase del lavoro, come detto in pre- ai sempre più fiorenti scambi marittimi e alle cedenza, è un’attenta analisi del paesaggio implementazioni di infrastrutture produttive, esistente a San Giovanni a Teduccio, tramite con la conseguente “infiltrazione” di nuove cul- “un metodo di analisi e progetto del pae- ture. Il declino della grande industria ha fatto saggio urbano che ha lo scopo di consentire sì che si creassero, ad oggi, delle aree di rioni l’individuazione degli elementi che non sono popolari, con scarsi nuclei abitativi e tanti sche- riconoscibili attraverso cartografie di tipo

361 tradizionale e che costituiscono l’identità costituito dal grande patrimonio immobiliare contemporanea dei luoghi, interventi proget- settecentesco di Ville Vesuviane, dodici delle tuali in grado di valorizzarla.” (Sepe, 2013). quali sono a San Giovanni a Teduccio, che Il metodo è formato da 5 fasi di analisi, che si collegano a quelle di Barra, San Giorgio a prevedono un’indagine anticipatoria basata Cremano, Portici, Ercolano e Torre del Greco, sulla conoscenza del luogo prima di qualsiasi l’intento è di valorizzare e restaurare le ville tipo di sopralluogo, la seconda fase riguarda presenti e far si che diventino parte integrante i rilievi percettivi per individuare gli elementi dei tanti percorsi tematici dedicati al Miglio identitari del luogo, successivamente si lavora d’Oro già presenti; il “percorso dei musei e a scala urbana e territoriale con rilievi tradi- siti archeologici”, in quanto nel quartiere si zionali per riconoscere gli elementi strutturanti trovano elementi storici importanti come il Forte dell’area (piazze, slarghi, tessuti, attrezzatu- di Vigliena risalente al 1702 e uno dei musei re...), la fase 4 è un questionario ragionato ferroviari più importanti d’Europa, il Museo all’utenza, infine con la fase 5 si arriva alla di Pietrarsa, lo scopo è di collegare questi costruzione della mappa complessa, che elementi ad un percorso storico di scala metro- prevede la sovrapposizione di tutte le informa- politana toccando Napoli, Portici ed Ercolano, zioni scaturite dalle fasi precedenti. Il metodo con le loro risorse archeologiche e museali; il continua con 3 fasi di progetto, che prevedono “percorso sportivo” che si sviluppa lungo la l’individuazione delle risorse identitarie tramite linea di costa con aree attrezzate per il fitness le criticità, potenzialità e qualità del luogo, il e una pista ciclabile, che si collega a quelle questionario di progetto ed infine, con la fase esistenti e/o in fase di realizzazione di Napoli 8 si individuano le proposte progettuali tramite e Portici; infine il “percorso degli spazi pub- la costruzione del sistema grafico di simboli e blici e murales” ha la finalità di mettere in rete della mappa complessa. Da questa articolata i nuovi spazi pubblici con quelli già esistenti, analisi scaturisce la necessità di oltrepassare come il parco Troisi e il murales eseguito dallo la barriera ferroviaria presente, che taglia in street artist Jorit dedicato a Maradona, questo due il quartiere, collegando il costruito con la intervento artistico è solo uno dei tanti effettuati fascia costiera, grazie alla creazione di nuovi a Napoli e nella sua periferia, che quindi ha soprapassaggi. Inoltre è risultato importante un valore di connessione non solo urbano per- potenziare i collegamenti esistenti, attualmente mettendo la congiunzione e riconoscibilità del rappresentati da un soprapassaggio e da un luogo, ma anche sociale. Inoltre si vuole dare passaggio a livello, che versano in uno stato di vita ad una nuova rete a scala urbana che degrado abbastanza evidente. coinvolga ed incentivi anche le aree limitrofe, La seconda parte del lavoro riguarda la creando una nuova connessione di spazi pub- formulazione del concept di progetto, che blici a scala metropolitana. In particolare l’ulti- prende come riferimento i tracciati, le barriere mo percorso menzionato è quello direttamente ed i vuoti urbani, gli elementi di valore storico collegato al campus universitario, in quanto ed identitario insieme alle risorse dell’area, spazio pubblico di partenza per la rigenera- ancora le direttrici e gli assi generatori che co- zione e riconnessione dell’intero quartiere al stituiscono poi la griglia per il ridisegno degli suo intorno. Le aree di ridisegno previste sono spazi. Successivamente il lavoro ha previsto la molteplici e con funzioni diverse, sia lungo la creazione di percorsi tematici che colleghino fascia costiera che nelle aree interne. Le nuove San Giovanni a Teduccio sia a Napoli che al connessioni previste sono tre e sono soprapas- resto della fascia costiera fino a Salerno, infine saggi posizionati in concomitanza con strade il disegno vero e proprio dei nuovi spazi pub- di collegamento quasi diretto con il campus, blici e delle nuove connessioni del quartiere. la piazza San Giovanni Battista e la porzione di Corso San Giovanni dove sono presenti le Il caso studio Ville Vesuviane. Gli spazi pubblici prevedono l’inserimento di installazioni luminose ed aeree, Nello specifico si parlerà delle connessioni di murales, il ridisegno della pavimentazione, urbane e territoriali. Infatti sono previsti 4 per- la sistemazione e l’inserimento del verde e corsi tematici: il “percorso del Miglio d’Oro”, delle alberature, piccoli interventi puntuali che

362 colleghino visivamente le varie zone tra loro Riferimenti Bibliografici (come dissuasori, strisce pedonali e pensiline per la fermata dell’autobus). Inoltre sono pre- Sepe, M., Planning and place in the city: mapping place identity, Routledge, 2013 visti nuovi parcheggi a raso, punti informativi, Lynch, K., L’immagine della città, Marsilio Editori, 2006 cartellonistica adeguata e la virtualizzazione Gehl, J., Cities for people, Island Press, 2010 dei percorsi tramite l’utilizzo dei codici a rispo- Aymonino, A., Mosco, V. P., Spazi pubblici contemporanei: architettura a volume zero, Skira Editori, 2006 sta rapida o QRcode. Nicolin, P., Repishti, F., Dizionario dei nuovi paesaggi, Skira Editori, 2003 Conclusioni www.comune.napoli.it www.cittametropolitana.na.it L’istituzione della Città Metropolitana di Napoli in quanto tale ha l’obiettivo di promuovere e gestire in maniera integrata i servizi, le infrastrutture e le reti di comunicazione, per far si che vi sia uno sviluppo strategico del territorio. Questa deve essere la componente fondamentale e trainante per la costituzione di territori competitivi a livello locale, ma soprat- tutto a livello nazionale. È in quest’ottica che bisogna guardare la periferia napoletana, poiché all’oggi è ancora vista come un’area accessoria, dove interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana sono piuttosto complessi da attuare. La realizzazione del progetto del campus universitario deve essere visto, non solo come un punto di partenza per una rete integrata di spazi pubblici, bensì per intraprendere nuove iniziative urbane, territoriali, sociali ed ambien- tali. Attualmente San Giovanni a Teduccio ha molto potenziale non ancora sfruttato, insistono sul quartiere molti piani e programmi che, se attuati completamente, permetterebbero all’a- rea orientale di uscire dal suo “essere perife- ria” e di diventare parte integrante della città. Il lavoro su esposto ha lo scopo di mettere il quartiere di San Giovanni a Teduccio in una rete molto più ampia di sviluppo urbano, socia- le, culturale, artistico, grazie alle connessioni con le aree interne e le aree costiere.

363 RI-GEROLOMINI

Rosa Mello | Immacolata Paciolla | Francesca Razzino | Stefania Teresa Scardone

Connettere gli spazi pubblici di Napoli aree interne alla città consolidata, che versano oggi in condizioni di degrado e di abbando- Comprendere i meccanismi che contraddistin- no. L’idea progettuale rientra negli obiettivi di guono le città metropolitane è infinitamente tutela e valorizzazione del Centro Storico della complesso, perché complesso è l’insieme di città di Napoli e più specificamente del sistema potenzialità e risorse che un territorio offre, di spazi pubblici lungo il Decumano Maggiore, quali la storia e l’identità dei luoghi o le risorse l’odierna Via dei Tribunali. Il progetto vuole naturali e paesaggistiche; molteplici sono i sottolineare anche l’importanza della riquali- modi per impiegare e valorizzare tali risorse, ficazione delle reti di collegamento interne al complicato è valorizzarle quando mancano tessuto consolidato della città storica. i mezzi pratici ed economici; perciò non è Il decumano oggetto del nostro intervento è sempre semplice arrivare ad una sintesi, in l’asse viario principale dell’antico impianto gre- un gioco di capacità e competenze, che vede co, indi per cui sarebbe più opportuno parlare chiamati a partecipare un gran numero di di plateia e non di decumano; la plateia trova attori sociali. il suo inizio a piazza Bellini e termina all’incro- Nel variegato panorama italiano, una delle cit- cio con Castel Capuano. La maggior parte dei tà più ricche ma allo stesso tempo più proble- larghi e delle piazze aperti all’interno della ri- matiche è sicuramente la città metropolitana di gida maglia greco-romana sono quasi tutti da- Napoli. Parliamo, infatti, di una città con una tabili al XVI - XVII secolo. A quell’epoca i suoli favorevole posizione geografica, con bellezze erano detenuti per lo più da famiglie nobili e naturalistiche che sono attrattiva per turisti pro- dagli ordini religiosi che, dopo aver edificato venienti da tutto il mondo e con una storia plu- le proprie fabbriche, lasciarono libere le aree risecolare che ha visto susseguirsi dominazioni, antistanti per creare slarghi e piazze. È neces- stagioni stilistiche, che hanno caratterizzato in sario evidenziare che non si agì seguendo un maniera ogni volta differente l’immagine della modello progettuale unitario: ogni ordine reli- città. Una stratificazione che però, se da un gioso creò un proprio spazio di pertinenza in lato costituisce una peculiarità essenziale della base alle proprie necessità di celebrazione di città, dall’altro è la fonte principale della com- riti e festività, unitamente al desiderio di creare plessità di gestione del territorio. Una corretta un rapporto visuale scenografico che andava a pianificazione dovrebbe infatti intessere la caratterizzare in modo peculiare la piazza per città di una rete della mobilità e di una rete di lo stile e per gli elementi architettonico-decora- infrastrutture che sia idonea a supportare i ritmi tivi presenti, quali fontane e “guglie”. di una società in continuo mutamento. Una Il percorso oggi intercetta un numero conside- stratificazione capace al contempo di valoriz- revole di piazze dall’importante valore storico zare quegli spazi di città ancora marginali e quali piazza Luigi Miraglia, piazzetta della solo parzialmente riconosciuti dalla collettività, Pietrasanta, piazza San Gaetano, piazza Ge- mettendoli in rete con quelli interni ai circuiti rolomini, piazza Sisto Riario Sforza e piazzetta turistici, la cui identità è già definita. Sedil Capuano. Ri-Gerolomini vuole essere un contributo a Lungo il decumano troviamo edifici di signi- piccola scala sul tema della rigenerazione di ficativa importanza come il Palazzo Filippo

364 d’Angiò, che ospita sotto i propri portici un Il caso dei Gerolomini mercato rionale; oppure edifici di culto come la Basilica di San Paolo Maggiore, costruita sui Il lavoro progettuale si è focalizzato sull’area resti del tempio dei Dioscuri; la Basilica di San occupata da piazza dei Gerolomini che è Lorenzo Maggiore, una delle più antiche della l’ingresso principale dell’omonimo complesso città risalente al XII secolo; la chiesa dei Ge- ecclesiastico. Quest’impianto religioso, carat- rolomini con l’annessa biblioteca, la seconda terizzato da una forte valenza artistica, è sito più antica d’Italia; o ancora monumenti come nel cuore di Napoli all’incrocio tra via Duomo quello dedicato a San Gaetano e l’obelisco di e via dei Tribunali. Fu fondato tra la fine del San Gennaro. Cinquecento e la prima metà del Seicento ed ampliato nel corso del secolo successivo, fino La metodologia a divenire Monumento Nazionale nel 1866. Il complesso comprende: la chiesa monumentale, Per comprendere al meglio l’area di studio il convento, la quadreria, la celebre biblioteca si è fatto uso della metodologia di analisi e ed i due chiostri. La piazza antistante il pro- progettazione del paesaggio urbano Place- spetto principale della chiesa dei Gerolomini è Maker composta da cinque fasi di rilievo. La stata progettata dall’architetto Domenico Fon- prima fase consiste nell’analisi delle aspet- tana nel 1599; il largo è stato per molto tempo tative, da attuarsi precedentemente il primo costituito ed in parte occupato dai giardini sopralluogo. La seconda fase è costituita da degli Scorziati, così come dalla chiesa di San cinque rilievi (nominale, percettivo, grafico, Giorgitiello, la chiesa dei Barbieri e la dimora fotografico e video). La terza fase è costituita di Marcello Caracciolo. Per poterlo realizzare dallo studio dell’area attraverso l’utilizzo delle i padri dell’ordine di San Filippo Neri hanno carte tradizionali (rilievo ortofotogrammetrico, acquistato parte delle fabbriche in questione tipologico ecc…). La quarta fase è quella del per poi poterle demolire. questionario da porre ai fruitori dell’area con Piazza dei Gerolamini si presenta, oggi, in lo scopo di conoscere e delineare la percezio- condizioni di abbandono e di forte degrado. ne che si ha del luogo. La quinta fase è rivolta Il progetto propone la riqualificazione urbana alla rielaborazione delle informazioni acquisite e la reintegrazione della piazza nel tessuto nelle fasi precedenti per la costruzione della urbano napoletano attraverso il recupero dell’i- mappa complessa. Questo articolato processo dentità culturale e della sua valenza di luogo d’indagine consente di capire le potenzialità e di socializzazione. le criticità dell’area e, in funzione di una pro- Il concept è stato elaborato attraverso una suc- gettazione più consapevole, di comprendere cessione di fasi, guardando alla piazza prima l’uso attuale degli spazi, le attività presenti e le come parte di un sistema urbano più ampio, e, esigenze richieste. L’obiettivo è quindi restituire successivamente, scendendo ad una scala di alla cittadinanza un luogo che possa ricono- dettaglio maggiore, ragionando sulle relazioni scere come proprio e fruibile in ogni sua parte. tra gli elementi interni alla piazza. Le prime La sintesi di questi rilievi effettuati ha prodotto tracce che attraversano la piazza sono state una mappa di progetto che individua come individuate partendo da due direttrici ideali ri- punti principali di miglioramento: il ripristino di cavate dal prolungamento dei due assi stradali attività commerciali tradizionali, l’inserimento o obliqui che partono da Via Salvator Rosa e da il potenziamento dei poli sociali, la valorizza- Via Forcella; la retta corre lungo il tracciato an- zione degli elementi di valore storico-culturale tico della città intercettando siti dal forte valore ed identitario, il miglioramento del verde ur- storico: il Museo Nazionale, il Teatro Romano bano e del sistema della mobilità. Unitamente di Neapolis, la piazza Gerolomini, gli Scavi a questo, le richieste mosse dai cittadini sono archeologici di San Carminiello ai Mannesi e rivolte alla creazione di uno spazio accessibile la Piazza Vincenzo Calenda – Forcella. Guar- a tutti, all’incremento di elementi che favorisco- dando ai prospetti degli edifici che affacciano no la sosta, quali sedute o zone ombreggiate, sulla piazza sono state individuate le tracce alla previsione di spazi per attività ludico-spor- successive. In particolar modo, connettendo tive, o ancora a garantire il decoro urbano. idealmente i margini degli edifici a destra e a

365 sinistra della piazza, è stato definito il confine La tipologia di seduta scelta per segnare il per- con via dei Tribunali. L’assialità tra i portali e corso centrale, volutamente lasciato sgombero le cupole della chiesa dei Gerolomini e della da ulteriore arredo, ha in sé un installazione chiesa di Santa Maria della Colonna, che sor- luminosa, che sopperisce alla quasi totale ge anch’essa sul decumano maggiore proprio assenza di illuminazione stradale pubblica; le di fronte la piazza oggetto di studio, definisce sedute interne alle quattro zone funzionali sono la traccia principale della pavimentazione. A impreziosite da un arbusto sempre verde, l’o- tale asse si aggiungono perpendicolarmente le leandro, che garantisce un’area di riparo tutto direttrici dei due portali degli edifici adiacenti l’anno, senza ostacolare la visione complessiva alla chiesa. Si determina in questo modo una dell’ambiente e della chiesa dei Gerolomini, suddivisione degli spazi sottolineata mediante data l’altezza esigua della sua chioma. Le l’installazione di una pavimentazione differen- aree immediatamente prospicienti la strada ziata: l’orditura dei blocchi in pietra lavica e sono state dotate di infopoint, noleggio bici e la loro gradazione di colore si differenziano tavolini predisposti per le attività commerciali a seconda delle aree determinate dalla sintesi in loco. Senza snaturare l’identità del luogo, si delle tracce. Uno dei due assi longitudinali alla restituisce la piazza ai cittadini. piazza corre dal portone del palazzo sulla de- stra della chiesa fino ad inquadrare sulla sini- stra della piazza il murales “La Madonna con Riferimenti Bibliografici la pistola” dell’artista inglese Banksy; l’unica sua opera ancora presente in Italia. Il disegno Borrelli, M. (1962) Il largo dei Girolamini, Tip. G. D’Agostino, Napoli di piazza guida la collettività alla fruizione Catalani, L. (1845) Le Chiese di Napoli, Vol. 1, Tip. Fu degli spazi, permettendo di conoscere il luogo Migliaccio, Napoli in ogni sua peculiarità. Ceva Grimaldi, F. (1857) Della città di Napoli dal tempo della sua fondazione sino al presente: memorie storiche, Nella definizione di tale disegno si è oltretutto Ed. Stamperia e calcografia, Napoli guardato ad esempi di progettazione di spazi Colletta, T. (1989), “Le Piazze. Lo spazio pubblico dal urbani con caratteristiche analoghe. Piazza Medioevo all’età contemporanea”, n. 54/55/56 in Storia della Città. Rivista Internazionale di storia urbana e dei Celestins a Lione ha costituito un riferimen- territoriale, Ed. Electa, Milano to per il suo margine delimitato da elementi Sarnelli, P. (1697) Guida de’forestieri: curiosi di vedere, e opportunatamente scelti quali siepi, alberi, che d’intendere le cose più notabili della regal città di Napoli, e del suo amenissimo distretto, Ed. G. Roselli, Napoli evidenziano il corridoio centrale di ingresso Sepe, M. (2007) Il Rilievo Sensibile. Rappresentare alla piazza; il progetto per piazza Duomo a l’identità per promuovere il Patrimonio Culturale in Reggio Calabria è stato scelto per gli assi sug- Campania, Ed. F. Angeli, Milano Sepe, M. (2013) Planning and Place in the City: Mapping geriti dalle costruzioni prospicienti la piazza. Place Identity, Ed. Routledge, London New York Per le quattro piccole aree definite dal dise- Sigismondo, G. (1788) Descrizione della Città di Napoli e gno di pavimentazione si sono individuate suoi borghi, Vol. 1, Ed. Terres, Napoli quattro funzioni principali, in base alle esi- genze desunte in fase d’analisi: informazione, intrattenimento, commercio e socializzazione. Funzioni atte a potenziare il valore d’uso dello spazio pubblico ed accrescere la fruibilità della piazza. Un altro elemento che caratterizza fortemente l’intorno della piazza è l’alternanza tra pieni (chiesa di Santa Maria della colonna, chie- sa dei Gerolomini, biblioteca e Cattedrale di Santa Maria Assunta) e vuoti (piazza dei Gerolomini, chiostro della Porteria, chiostro degli Aranci, piazzetta Guglia del Duomo); quest’ultimo è stato riportato all’interno del pro- getto alternando spazi liberi (gli assi) a spazi occupati (arredo urbano).

366 LO SPAZIO URBANO COME MOTORE DI RIGENERAZIONE

Umberto Minuta

Il secondo festival delle città metropolitane conservatrice delle correnti del New Urbanism. mette al centro del dibattito, nel quadro di una In un’epoca alquanto schizofrenica ed alla luce visione futura di ammodernamento del progetto di crisi che investe città, architettura e urbanisti- per il paese, i temi delle strategie dei grandi ca, quando ad ogni ispirato ridisegno architet- corridoi ferroviari, il ripensamento dei water- tonico si traduce in eccesso di banalità sembra front urbani, e rapporti tra porti, e la gerarchia utile chiedersi quanto lo spazio pubblico ed il e razionalizzazione delle reti infrastrutturali. concetto implicito di identità possano diventare Selezionare le argomentazioni idonee e utili il fulcro di un disegno e di più ampio progetto a coniugare gli interventi a grande scala e la di rigenerazione urbana. tutela degli interessi e dei valori di una comuni- tà, diventano gli strumenti per le efficaci trasfor- Spazio pubblico e città italiana mazioni di rigenerazione urbana. Il dibattito Nel quadro generale di reali condizioni di contemporaneo sull’urbanistica e l’ architettura arretratezza delle città metropolitane italiane, hanno nella loro progressione disciplinare e nella urgenza di definire scelte strategiche inserito lo spazio urbano come luogo pubblico infrastrutturali e portuali, la contemporaneità per eccellenza, in cui è implicito sia il concetto italiana, è determinata dalla reale mancanza urbanistico , sia il concetto sociale dinamico di una cultura progettuale dello spazio pubbli- e vitale, esso rappresenta un elemento fon- co. Lo sviluppo urbanistico, spesso intensissi- dante per definire la complessità della cultura mo, dettato da interessi per lo più speculativi, europea, la cultura italiana e la sua evoluzione genera modelli urbanistici, che si appoggiano storica; esso rappresenta la percezione dello ad assi viari già esistenti e che generano spazi spazio architettonico per eccellenza ma anche anonimi estranei alle caratteristiche tipologiche l’ archetipo della convivenza civile, la scena, di piazze. Gli spazi aperti restano quelli di la quinta architettonica in cui si fa la storia; “è prima, asserviti solo ad esigenze di traffico e il luogo dei fatti”. Le origini di questa storia con relazioni non risolte con le nuove polari- risalgono alla Magna Grecia e a Roma, agorà tà urbanistiche esterne alla città, quali centri e foro nascevano come simbolo del governo commerciali, nodi di metropolitane, parcheggi e come architettura per celebrare se stessi scambiatori. Le piazze sembrano luoghi spac- (strumentum regni); Il dibattito rinascimentale ciati, ma non è così. Dall’ultimo decennio del tra città ideale e città reale sarà scandito dal secolo scorso è iniziato a cambiare qualcosa. fulcro della piazza che sarà di maschera o Le città italiane non si estendono più e iniziano di svelamento. Nel Barocco sarà l’elemento a riscoprire potenzialità e rapporti, ricercando cardine per le città di fondazione arrivando ad in figurazioni finite qualità e identità che le interpretare e relazionare le tipologie architet- periferie difficilmente possono proporre. L’Italia toniche e la morfologia urbana; La revisione è una nazione con una intensa e ricca civiltà critica del modello espansivo (ove ancora lo è) urbana, con un’estensione capillare su tutto il urbano e gli assiomi del Movimento Moderno territorio; trattare di morfologia e di tipologia in atto da alcuni decenni propongono una sor- dello spazio pubblico vuol dire trattare delle ta di “ritorno al passato” verso la città ottocen- città e del rapporto con le vicende storiche ed tesca, che tuttavia non potrà assumere la veste urbanistiche attraverso cui lo spazio si forma,

367 si arricchisce o decade del tutto. Nella memo- ria dell’architettura italiana, l’esperienza più densa ed articolata si manifesta nel Medioevo, quando alla precarietà degli insediamenti si contrappone l’affermazione di valori urbani. Si fondano nuove città o si recuperano in modo eccellente quelle abbandonate dai secoli, tanto da affermare che quasi tutte le città italiane sono l’esito della fioritura medioevale. Nell’im- pianto medioevale, la città si apre su di uno o più spazi spesso solo quello centrale, rimodu- lando spesso un impianto romano. Qualunque configurazione urbana esprima la morfologia e qualunque dimensione caratterizzi l’abitato, la piazza è il cuore della città, e il centro assume il valore di simbolo della convivenza civile e religiosa e è il luogo del riconoscersi collettivo. Il dibattito rinascimentale tra città ideale e città reale viene scandito dal fulcro della Piazza, con un ruolo di maschera o di svelamento. Il Rinascimento si distingue per la produzione escluso per molti anni un vero interesse per astratta teorica di modelli urbani, ma soprattut- lo spazio pubblico, l’attenzione pervicace sul to per la nuova configurazione e rimodulazio- disegno dell’edificio ha permesso di chiamare ne degli spazi. La mutazione si esercita, quindi piazze, spazi vuoti senza relazione con la cit- sulle città preesistenti, mutando caratteristiche tà, e spesso nulla al contorno; si è spesso lavo- strutturali e formali in relazione con la nuova rato su geometrie banali astrattive ripetitive e a scena politica della società. La Città diventa volte monumentali, che sarebbero state ricche il quadro politico di consolidamento delle e complesse se avessero potuto confrontarsi signorie. Nell’epoca barocca il disegno dello con il tessuto consolidato di una città; lo spazio spazio pubblico è l’elemento cardine per le pubblico per anni è stato codificato in “ciò città di fondazione arrivando ad interpretare e che restava” dopo aver disegnato l’ edificio relazionare le tipologie architettoniche con la puro architettonico; la diffusa revisione critica, morfologia urbana. L’ impianto urbano, si fon- contemporanea, che si manifesta in un modo da sulla cerniera scenografica che lega strade trasversale toccando temi, sociologici, commer- e monumenti. La città esce per la prima volta ciali, di servizi, e terziario avanzato, propone dai suoi confini e si ristruttura internamente una attenta considerazione della qualità degli secondo le esigenze rappresentative dell’aristo- spazi pubblici. crazia. L’Ottocento modifica integralmente la Spazio urbano e rigenerazione struttura della città. L’impianto urbano prevede Nell’ultimo decennio del Novecento, viene un reticolo di strade, le piazze diverranno riscoperta la vitalità del cuore dalle città euro- incroci, giratoie e rondò; le ex porte, diventate pee. Tutta la situazione eccitata dalla storia, barriere daziarie, sono concepite come fulcri su tema dello spazio pubblico ha lasciato per le prime espansioni esterne e per i primi un solco profondo ben oltre le produzioni di piani di edificazione a bassa densità. idee, mentre le strategie attuali impongono, lo Il dibattito contemporaneo sull’urbanistica e zoning, il controllo del disordine, con forme l’architettura hanno nella loro progressione stupefacenti, a volte poco razionaliste e confor- disciplinare escluso dai loro interessi tematici tate da un assetto normativo totalmente anacro- la piazza, il piano urbanistico ha progressiva- nistico. Lo studio e l’analisi storica dello spazio mente spostato la funzione del disegno verso pubblico rappresentano, ancora oggi, l’espe- il controllo di destinazioni e funzioni; ma, alla rienza più certa per fissare un orientamento in ricerca di una propria autonomia istituzionale tal senso in quanto la piazza procede in rela- e disciplinare anche l’architettura sembra aver zione allo spazio della vita. E i pochi principi

368 desunti dalla storia rappresentano i custodi e i più che mai, risulta necessario un tentativo nel testimoni di una razionalità e di un’oggettività quadro del dibattito sull’ architettura italiana elementare che l’architettura ricerca nei tempi e sulla visione di un progetto paese e di una di crisi. Un intenso recupero del rapporto con mera ricostruzione del tessuto concettuale. La la storia e un’attenta considerazione delle atte- crisi economica contemporanea, deborda sugli se sociali d’oggi potrebbe favorire l’intuizione aspetti sociali, urbani e architettonici, nella di nuovi itinerari culturali riguardo al progetto visione di una Italia futura. Occorre oggi più dello spazio pubblico. Questa intenzionalità in che mai entrare nel merito degli spazi aperti, molti modi implica di chiarire il rapporto che svelando i segreti della piazza, ovvero la ne- si intende stabilire o ri-stabilire sulla consegna cessità che in essa accadano fatti che determi- storica dell’architettura. Nella contempora- nano momenti della descrizione collettiva della neità, diventa un’esperienza necessaria per vita urbana. Rivelando l’ entità non quantitativa proporre nuove soluzioni che confermano il ma allusiva di un vastità, che si fa metafora valore della trasmissibilità razionale del proget- della grandezza della città stessa e somman- to. Il secondo festival delle Città Metropolitane, do il concetto di vuoto che chiarisce il valore ponendo la questione sui territori competitivi differenziale che lega l’ idea di assenza riferita e il progetto delle nuove reti, rilancia il tema al vuoto stesso a quella di spazio, si arriva della rigenerazione, che passa attraverso lo ad una nozione che mantiene una peculiarità spazio urbano in quanto luogo per eccellenza con quella di tempo. Un ulteriore approfondi- dei cittadini. Oggi più che mai, risulta neces- mento del dibattito dovrebbe intercettare gli sario intercettare i motivi che fissano lo spazio argomenti rossiani della morfologia urbana, pubblico italiano come luogo deputato alla ma- attraverso la relazione tra spazio aperto e città nifestazione dell’ identità del nostro straordina- in cui la morfologia non ha valore assoluto ma rio paese, malgrado lo stesso abbia dimostrato rappresenta l’ esito di un processo inesorabile entità complesse, e spesso ambigue. Entità degli elementi costitutivi della struttura urbana, spesso teatro di accadimenti violenti alla quale con una nota di rilevo sullo spazio indagato non sempre appare lecito attribuire particolari nella dialettica tra attualità ed attualizzazione. virtù di coesione; La relazione assoluta e contrapposizione tra Le incisioni del cinquecento, del seicento e spazio e tempo rappresenta la dimensione più settecento rappresentano gli spazi urbani come avanzata all’ interno della quale è possibile luoghi deserti, a parte occasioni di processio- identificare una immagine di città. Nel con- ni, festività, e giochi, tali spazi non sembrano cludere sul valore dello spazio urbano inteso essere stati determinanti per lo sviluppo di uni- come motore di rigenerazione si può affermare tà urbana di relazioni; la piazza è comunque che gli spazi aperti italiani hanno una duplice una espressione originaria del tessuto urbano, identità. Una disposizione metafisica, intesa un intervallo del costruito senza il quale la come luogo alieno e di isolamento all’ interno città non troverebbe identità e non sarebbe in della ragione, ed una altra che testimonia grado di riconoscersi. Dialettica tra costruito la appartenenza ad una realtà come luogo e non costruito è al centro della forma urbis naturale della partecipazione umana. Questa come sintesi orientata e simbolica di pieni e duplicità si manifesta nelle piazze delle città di vuoti nella quale il tracciato trova necessità, come elemento che determina la composizione misura e senso; Il tema del rigenerare la città della piazza stessa. La partecipazione dell’ attraverso lo spazio pubblico è stato il grande uomo alla definizione dello spazio permane assente del dibattito teorico del movimento nella architettura italiana come dimensione esi- moderno, malgrado le esperienze importati stenziale, ed in tal senso diventa collettiva ed di Brescia, Bergamo di Piacentini e le piazze individuale insieme. Lo spazio aperto è quindi delle città pontine del ventennio fascista; Lo una entità duale, in quanto reale, descrivibile spazio pubblico rientra nel dibattito teorico secondo caratteri individuali ed uno spazio nel dopoguerra, con una rivendicazione della mentale ideologico, come dominio della imma- centralità che doveva ritrovare sia la piazza ginazione e dell’ esistenza in cui predomina la e sia le relazioni che essa stessa conteneva costruzione architettonica. Capaci di resistere dando vitalità all’ organismo urbano. Oggi alla tempesta dis-identitaria della globaliz-

369 zazione, le città italiane, figlie della storia, Riferimenti Bibliografici racchiudono questi spazi, preziosi e immutabili nel tempo. La cultura architettonica italiana ha Mancuso, F. (2012) La Piazza nella città europea. Luoghi, paradigmi, buone pratiche di progettazione, Il Poligrafo, espresso ripetutamente i propri orientamenti Padova proprio nel progetto dello spazio pubblico Nencini, D. (2012) La Piazza. Significati e ragioni nell’ ed esso è la chiave vera della rigenerazione architettura Italiana, Cristian Marinotti Iacometti, G. (2009) L’Apprendista Architetto. Note per un di ogni comunità urbana. Alla luce di una apprendistato in architettura, Unicopli crisi della crescita estensiva urbana, e di una comprovata fragilità del territorio italiano, molti addetti ai lavori dovranno ripensare al ruolo e ai valori che possono assumere i nuovi progetti di spazi urbani, adottando lo spazio pubblico medesimo come caposaldo dei programmi di rigenerazione urbana. Adesso sta a noi ed ai nuovi addetti ai lavori, darsi da fare.

370 PREMESSE PER UNA RETE ECO-TERRITORIALE DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

Alexander Palummo

Introduzione infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; cura delle La rete ecologica è stata negli anni moltepli- relazioni istituzionali afferenti al proprio livello cemente definita in funzione delle più varie […]”. I limiti amministrativi della Città Metro- prospettive disciplinari, assumendo di volta in politana fiorentina comprendono un territorio volta diverse sfumature. Per le scienze am- molto vario e – come spesso accade per i bientali le reti ecologiche sono intese come confini comunali, provinciali o regionali – non sistemi coerenti naturali o semi-naturali aventi in continuità dal punto di vista della geografia l’obiettivo di mantenere o ripristinare le fun- fisica e della geomorfologia. Infatti, nonostante zioni ecologiche per la conservazione della l’area ricompresa dalla Città Metropolitana biodiversità e degli habitat (Farina, 2001). In (coincidente con quella della ex-Provincia di sede di progettazione paesaggistica, tali reti Firenze) sia fortemente soggetta a dinamiche contribuiscono a valorizzarne la qualità sul di urbanizzazione che interessano principal- piano percettivo, identitario e fruitivo, con- mente i territori planiziali e pedecollinari, essa centrandosi sulla connessione tra “ambiente racchiude al suo interno una ampia copertura naturale” e “ambiente urbano” (Battisti, 2004). forestale (44% dell’intera superficie) e un’al- Nell’ambito delle politiche ambientali il focus trettanto significativa copertura agrosilvopa- sulla struttura delle reti ecologiche è funzionale storale. Attingendo alla semantica delle reti, al mantenimento della continuità biologica e potremmo individuare un momento “di connes- all’implementazione di azioni di conservazione sione” tra le due realtà poco sopra illustrate (le dei sistemi naturali (Todaro, 2010). Ancora, reti ecologiche e la città metropolitana) nella all’interno della pianificazione territoriale Pianificazione di Area Vasta. Il ruolo dell’Area la rete ecologica può diventare: un sistema Vasta è stato già sottolineato dalla Legge 7 interconnesso di habitat, di cui salvaguardare aprile 2014 n. 56, in riferimento a un livello la biodiversità; un sistema di parchi e riserve, amministrativo proprio di Province e Città inseriti in un sistema coordinato di infrastrutture Metropolitane avente lo scopo di pianificare e e servizi; possiamo anche delineare uno scena- di gestire il territorio, le risorse e i rapporti tra rio ecosistemico polivalente, a supporto di uno Enti locali intermedi tra i Comuni e la Regione. sviluppo sostenibile (Malcevschi, 2010). E a ben vedere anche nel documento “Verso In questa sede considereremo gli aspetti di la Strategia Nazionale per la Biodiversità” del concreta valorizzazione le reti ecologiche, Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Terri- anche in funzione di un’ipotetica applicazione torio e del Mare (2009) si fa riferimento alla di tali conoscenze entro l’area metropolitana Pianificazione d’Area Vasta come strumento fiorentina. La Città Metropolitana di Firenze è di applicazione dell’approccio ecosistemico. Il stata costituita nel 2015 a seguito del riordino documento infatti propone una visione d’in- delle Province e della promulgazione della sieme degli strumenti di governance italiani Legge 56/2014 che ne definisce, tra le varie più e meno direttamente correlati alla materia funzioni, quelle di “[…] cura dello sviluppo ecosistemica: non a caso viene posta partico- strategico del territorio metropolitano; pro- lare attenzione su criticità, modelli e scenari mozione e gestione integrata dei servizi, delle per il governo del territorio delle ecoregioni.

371 La rete ecologica per un Piano di Area Vasta co e attingendo a vari studi di caso, si arriva non potrà quindi essere soltanto l’integrazione infatti alla conclusione che: di reti specie-specifiche presenti in un’area, • “negli ultimi trent’anni la superficie urba- ma rappresenterà piuttosto l’esito di una nizzata totale sarebbe grosso modo qua- valutazione complessiva del territorio basata druplicata, a fronte di un solo raddoppio sulla conoscenza della composizione e della delle popolazione. funzionalità ecologica di ogni elemento della • l’estendersi delle superfici urbane interes- matrice agroambientale (DPN - Direzione per sa maggiormente le fasce costiere poco la Protezione della Natura). Come vedremo elevate. a breve, però una tale visione può presentare • crescono di più gli insediamenti urbani delle criticità. prossimi a zone protette e delicate. Il che mette a rischio le strategie di tutela. Pianificare la Città Metropolitana: • col solo incremento di popolazione e red- problematiche ecosistemiche dito si spiega solo una quota dell’espan- sione urbana, e quindi svolgono un ruolo Uno dei primi problemi che emergono assu- importantissimo anche altri fattori, come la mendo un approccio ecosistemico all’interno regolamentazione urbanistica e il costo dei di un’area metropolitana è quello della fram- trasporti.” mentazione. Con frammentazione ambientale Il terzo punto in particolare ci offre spunti si intende un processo attivo di origine antro- interessanti per approfondire il caso della Città pica mediante il quale un’area naturale viene Metropolitana fiorentina. Nell’area metropolita- segmentata in piccoli frammenti sempre più na fiorentina le aree protette e la Rete Natura isolati tra loro e sempre meno connessi. La 2000 (SIC, SIR, ZPS), così come le aree ANPIL frammentazione comporta la scomposizione e RAMSAR, sono circa una dozzina e hanno del territorio in molteplici “tessere” che mi- confini, amministrativamente definiti, che rac- nano l’organicità della matrice ambientale. chiudono solo in parte gli elementi della rete L’aumento del numero delle tessere testimonia ecologica locale da valorizzare e portare a co- la progressiva antropizzazione del cosiddetto erenza globale (europea) sotto il profilo conser- “ecomosaico” (Malcevschi, 2010): è quanto vativo e funzionale. Non di rado accade infatti è accaduto, ad esempio, nella piana Firen- che alcune aree, pur ecologicamente rilevanti ze-Prato-Pistoia, un’area appunto fortemente sul piano funzionale ma non ricomprese dai frammentata. Gli effetti della frammentazione suddetti confini, non possano beneficiare, ad possono essere di quattro tipi (Farina, 2001): esempio, di specifiche norme di conservazione riduzione della estensione di certi habitat, au- e tutela riservate ai siti di interesse comunitario mento dei margini, riduzione dell’area interna, e regionale. Molte di queste aree, nel caso aumento dell’isolamento delle tessere. Durante della Città Metropolitana fiorentina, fungono lo studio di tali effetti sono state evidenziate da nuclei o nodi della rete ecologica e risul- sia le così dette “criticità ambientali” che le tano pertanto essenziali per la conservazione altrettanto note “barriere antropiche” e svilup- della biodiversità e il rafforzamento di tutti i pati modelli di analisi per la frammentazione meccanismi di resilienza territoriale. La Città e la deframmentazione ambientale che oggi Metropolitana di Firenze è inoltre costellata di trovano molteplici ambiti di applicazione e aree bosco collinari o zone umide planiziali hanno permesso di sviluppare anche degli e anch’esse possono rappresentare, in termini algoritmi GIS dedicati. Un altro problema da ecosistemici, un’opportunità di sviluppo per il fronteggiare all’interno di una pianificazione paesaggio e il sistema agroforestale in genere. sistemica di Area Vasta è quello dell’urbaniz- Si pone pertanto il problema di come recupera- zazione incontrollata. Possiamo introdurre re le aree intercluse. brevemente tale fenomeno attingendo a una sintesi da PLoS ONE del 2011 presente su ed- dyburg.it (http://archivio.eddyburg.it/article/ articleview/17522/0/409/). Condensando numerosi studi a tema di carattere monografi-

372 Riconnessione: dall’interclusione alla ca, la pianificazione avrebbe l’opportunità di riqualificazione? tutelare e integrare tali elementi sul territorio e ottenere, così, una metropoli più resiliente Una possibile soluzione alla “sconnessione” (ad esempio sensibilizzando la popolazione ambientale fin qui evidenziata potrebbe essere locale con iniziative mirate alla sostenibili- quella di riqualificare le aree intercluse. Nel tà ambientale). Tra i 42 Comuni della Città caso della Città Metropolitana Fiorentina, ad Metropolitana fiorentina (soprattutto quelli che esempio, il recupero di tali aree attraverso at- hanno che hanno subito maggiormente il pro- tività collettive autogestite di tipo agricolo (es. cesso di urbanizzazione diffusa (es. Firenze, orti urbani) potrebbe facilitare le dinamiche di Empoli, Scandicci, Pontassieve) e all’interno riterritorializzazione e connettere, deframmen- della fortemente antropizzata Piana Fiorentina tando e riqualificando, il tessuto agro-paesag- (Firenze-Prato-Pistoia), diventa utile parlare di gistico. La campagna periurbana fiorentina, rete eco-territoriale, proprio per sottolineare la oltretutto, offre già da tempo occasioni di presenza di elementi naturali “minori” ma non ricreazione e di fruizione lenta del territorio ed irrilevanti. Queste zone sono infatti distribuite è probabilmente possibile valorizzare ulterior- in gran parte l’area metropolitana fiorentina, mente tale aspetto recuperando i luoghi e, in anche dove fortemente urbanizzata e industria- generale la trama di percorsi che la attraver- lizzata, e possono essere “messe a sistema” sano capillarmente (via francigena, itinerari per la presenza di elementi di interconnessione enogastronomici rurali, pievi e ville medicee, ecologica, aree naturali remote ed isolate a ecc.). Riflettere concretamente su una tale volte anche non accessibili (ma non per questo prospettiva, idilliaca ma non irrealistica, rende non valorizzabili: si pensi ad esempio all’e- ancora più stridente il contrasto con la realtà coturismo). Non va inoltre dimenticato che la di urbanizzazione diffusa già evidenziata in Città Metropolitana fiorentina è attraversata precedenza. Analizzata in termini processuali, dal principale corridoio fluviale della Toscana: infatti, l’urbanizzazione diffusa si traduce in il fiume Arno. Per questo bisogna gestire le un crescente consumo di suolo che tende a aree fluviali e perifluviali con una pianifica- frammentare la matrice agro-eco-sistemica e zione integrata della rete idrografica minore e a far prolificare le famigerate aree intercluse. una progettazione più naturalistica per quanto Allo stesso tempo anche l’abbandono delle riguarda le aste fluviali principali arginate terre coltivate più periferiche agli insediamenti (1° e 2° ordine), di modo da raggiungere contribuisce ad aumentare il numero di queste una condizione buona o ottima per la qualità superfici in disuso. Ecco perché l’integrazione delle acque e per lo stato ecologico dei corsi del concetto di rete ecologica all’interno della d’acqua in generale (Direttiva Quadro Acque Pianificazione di Area Vasta si rende neces- 2000/60/CE). Tale scelta rafforzerebbe anche saria, soprattutto se la rete a cui pensiamo è i fattori naturali di protezione contro i rischi integrata e polivalente. Meritano un cenno, a idraulici e di dissesto idrogeologico. Come tal proposito, le così dette “infrastrutture verdi approccio metodologico si propone quello e blu”, nozione semplice e intuitiva, promossa della Riqualificazione Fluviale, intesa come dalla Comunità Europea prima e dal Ministero “[…] l’insieme integrato e sinergico di azioni dell’Ambiente poi, che si inserisce perfetta- e tecniche, di tipo anche molto diverso (dal mente nella nostra ipotesi gestionale fungendo giuridico-amministrativo-finanziario, allo strut- da ponte tra la naturalità del territorio e gli turale), volte a portare un corso d’acqua, con aspetti semi-naturali e artificiali di caratteriz- il territorio ad esso più strettamente connesso zazione antropica. In tale contesto, una rete (“sistema fluviale”), in uno stato più naturale ecologica polivalente può essere definita come possibile, capace di espletare le sue caratteri- il disegno di un’Area Vasta in cui le esigenze stiche funzioni ecosistemiche (geomorfologiche, degli ecosistemi di vario livello si combinano fisico-chimiche e biologiche) e dotato di mag- in modo efficace con quelle del territorio delle gior valore ambientale, cercando di soddisfare popolazioni umane che abitano (Malcevschi, nel contempo anche gli obiettivi socio-econo- 2010). Attraverso una progettazione integrata mici” (CIRF, 2006). La Riqualificazione Fluviale di infrastrutture verdi e blu in chiave strategi- agevola l’implementazione di diversi servizi

373 ecosistemici, tra cui: fornire o ripristinare ha- della Natura, che non comporti quasi sempre – bitat, contribuire alla mitigazione del cambia- a differenza delle azioni di matrice antropica – mento climatico assorbendo carbonio, offrire un buon margine di governabilità quando non opportunità ricreative, aiutare a prevenire di reversibilità. disastri consolidando sponde dei corsi d’acqua e versanti, filtrare inquinanti e ombreggiare le colture in ambito agricolo, migliorare il tessuto Riferimenti Bibliografici urbano alzando la soglia del benessere. Nel contesto della Città Metropolitana sostituire Battisti, C. (2004) Frammentazione ambientale connettività reti ecologiche, Provincia di Roma-Assessorato alle sequenze interminabili di interventi tampone politiche ambientali, Agricoltura e protezione civile estemporanei con una gestione integrata, mul- Bettini, V., Canter, L.W., Ortolano, L. (2000) Ecologia tidisciplinare, flessibile, ma anche ciclica, delle dell’impatto ambientale, Torino, UTET Farina, A. (2001) Ecologia del paesaggio. Principi metodi infrastrutture blu e verdi potrebbe in sostanza e applicazioni, UTET, Torino offrire un’ulteriore occasione per recuperare Magnaghi, A., Fanfani, D. (2010) Patto città-campagna. antichi stili di vita e di fruizione del territorio, Un progetto di Bioregione Urbana per la Toscana centrale, Alinea, Firenze probabilmente contribuendo anche a rinnovare Malcevschi, S. (2010) Reti ecologiche polivalenti. il sentire comune all’insegna della reciprocità e Infrastrutture e servizi ecosistemici per il governo del del senso di appartenenza. territorio, Il Verde editoriale, Milano Nardini, A., Sansoni, G. (a cura di) (2006) CIRF. La riqualificazione fluviale in Italia. Linee guida, strumenti Conclusione ed esperienze per gestire i corsi d’acqua e il territorio, Mazzanti editori, Venezia Odum, E. P. (1988) Basi di Ecologia, Piccin - edizione Evidenziare il bisogno di riconnettere le tessere italiana a cura di L. Rossi di un territorio ferito dall’antropizzazione Poli, D. (a cura di) (2013) Agricoltura paesaggistica. sregolata può innestare un circolo virtuoso di Visioni, metodi, esperienze, Firenze University Press, Firenze azioni e riflessioni volte al recupero ambien- Romano, B., Paolinelli, G. (2004) Frammentazione tale e paesaggistico. Questo diventa ancora ambientale e politiche di governo territoriale. Significati più vero per l’area metropolitana fiorentina e potenzialità delle reti ecologiche nella pianificazione dei paesaggi culturali in Ri-Vista, n. 1, vol. 2, University che, prima di essere “metropoli”, era “bosco e Press, Firenze fiume” e proprio a causa dell’urbanizzazione Todaro, V. (2010)Reti ecologiche e governo del territorio, selvaggia rischia di perdere tanto la propria Franco Angeli, Milano salubrità che, da certi punti di vista, la propria identità. Per questo un approccio integrato di ispirazione ecosistemica pare la soluzio- ne idonea a riconnettere sia la dimensione temporale (passato e presente, rappresentati dalla storia e dalla cultura il primo, e dalla vocazione spiccatamente turistica il secondo) che anche – e soprattutto – la dimensione spaziale, drammaticamente frammentata e per questo potenzialmente destinata a “svuotarsi” tanto in una prospetttiva agro-forestale che idrica. Il superamento dell’interclusione tramite la riqualificazione tuttavia non “inventa” niente di nuovo: la soluzione proposta si aggancia infatti non solo a dati di realtà ma anche a prassi che in molte realtà – italiane e non – che, come documentato da una sempre più ampia letteratura, stanno già fornendo prove di efficacia. È quindi, forse, giunto il momento di “osare” anche per la Città Metropolitana di Firenze, nella consapevolezza che non c’è processo, sincronizzato sui modi e sui tempi

374 LE FORME DELLA BONIFICA

Irene Peron

Introduzione La riflessione riconduce alla cogenza della questione delle aree industriali inscritte in aree La ricerca ruota attorno al tema delle aree metropolitane, sulle opportunità offerte dai industriali, siano esse dismesse, in via di reliquati e dalle superfici disponibili di paesag- dismissione o in contrazione; il pre-testo per gio industriale, sulla necessità di riconciliare indagare una questione tanto dibattuta e cen- gli interessi, sulla ineludibilità della questione a trale nelle agende delle amministrazioni è di partire dalle bonifiche. natura locale: la ri-composizione del distretto La ricerca è stata condotta seguendo un industriale veneziano di Porto Marghera, que- paradigma indiziario (C. Ginsburg, 1978), in stione aperta fin dalla sua genesi (1917). Porto tal senso tra gli indizi raccolti vi è il fallimento Marghera ha, infatti, un rapporto ambiguo con di una pianificazione estesa all’intero distretto il suo contesto: in primis con la città storica di attraverso una progettazione inclusiva: contesti Venezia di cui è propaggine industriale e oriz- complessi ed emblematici come Porto Marghe- zonte preferenziale, in seconda istanza con la ra sembrano richiedere un sistema integrato di Laguna e l’acqua in cui si rispecchia moltipli- interventi, attivatori del processo di rigenera- candosi eppure alterandone il delicato equili- zione capaci di contagiare, solo in un secondo brio eco-sistemico, infine con la terraferma in momento, la grande scala. cui sfuma con una mal sopportata lacerazione Analisi e raccolta dati nel paesaggio agricolo, rurale e produttivo. L’approccio metodologico che si è sperimenta- La ricerca si fa carico delle conoscenze acqui- to è di tipo induttivo mediante classificazione e site e delle molteplici esperienze progettuali catalogazione. Si è cercato cioè di scomporre naufragate chiedendosi, al di là delle ragioni il fenomeno Porto Marghera nelle sue diver- politico-amministrative e di governo del terri- se accezioni: la storia (e memoria) di questi torio, se ci sia qualche cortocircuito, qualche luoghi; le logiche di sviluppo della produzione groviglio da dipanare, per riuscire a innescare industriale degli anni in cui era avamposto di il processo di rigenerazione. Una partenza progresso e modernità; le derive negative e locale per una riflessione allargata e, per così le pesanti eredità della produzione (ambien- dire globale, almeno in termini di rigenerazio- tali, sociali, urbane); le possibilità che Porto ne di aree industriali compromesse. Marghera oggi offre e le molteplici ambiguità La cornice di riferimento, il recupero del pae- (delle competenze specialistiche, degli interessi saggio industriale, è ampiamente documentata pubblici e privati, delle competenze ammini- in letteratura ed è una presenza stabile nel di- strative, degli strumenti normativi). battito contemporaneo, tuttavia il rapporto con Scomposizione e analisi nel tentativo di ricom- il manufatto della produzione è spesso viziato porre successivamente questa complessa realtà da filtri ideologici ed estetizzanti, tralasciando attraverso dati sperimentali, solo apparente- invece letture e indagini sulle strategie (tipolo- mente trascurabili1. L’obiettivo è stato raggiunto gico-costruttive) di ri-funzionalizzazione di un per campionature significative: le analisi sono edificio, soprattutto se pensato in relazione al state necessariamente condotte su porzioni suo contesto di compromissione ambientale: semplificate2 e sono state organizzate, insieme il suolo modellato per effetto delle bonifiche. ai dati raccolti, in schede. Queste indagini

375 storiche, funzionali, morfologiche e tipologiche solo in parte, aree industriali ancora produtti- cercano di definire l’urbanità di Porto Marghe- ve, ambiti semi-riconvertiti al commercio e allo ra che, insieme al quadro socio-economico e stoccaggio, zone già rigenerate (con esiti più ambientale, concorre a delinearne la rappre- o meno convincenti) e utilizzate per il settore sentazione. Questa ricerca non parte quindi terziario, derelict land, lembi di terreno di ri- dall’oggetto (Porto Marghera) ma dal fenome- sulta tra diversi impianti, terre emerse o vere e no: la schedatura permette infatti di organizza- proprie isole artificiali eredità delle lavorazioni re la campionatura dei dati raccolti in abachi petrolchimiche e del dragaggio dei canali.4 fenomenologici (con evidenti ricadute architet- La seconda grande criticità del “fenomeno Por- toniche). Le indagini sono dunque una lettura to Marghera” è direttamente legata alla prima: funzionale e una lettura delle strutture formali: la compromissione ambientale.5 vi è la consapevolezza che questa non sia la L’inquinamento ambientale è sempre intrinseco realtà di Porto Marghera ma semplicemente all’attività umana: quando questa è di natura una sua rappresentazione, forse parziale e intensiva e industriale, è inevitabile. La com- destinata a rimanere incompleta, utile però a plessità e atipicità dell’area studio ha pochi scomporre e comprendere la vastità del caso e riscontri in letteratura: tale situazione è da a restituirne, attraverso l’astrazione, un’immagi- ricondurre alla diversificazione delle vocazio- ne più consapevole. ni produttive che hanno determinato livelli di Definiti gli ambiti di indagine e le categorie inquinamento allarmanti ed eterogenei. Questo di sintesi, le informazioni raccolte sono state quadro risulta ancor più drammatico in rela- ri-composte e diagrammate: è stata usata la zione al delicato equilibrio eco-sistemico della strategia del layering e dell’abaco (E. Giani, Laguna di Venezia.6 2012) organizzando i dati in schede di sintesi per argomento. Astrazione e rappresentazione Bonifica: implicazioni tipo-morfologiche nel aiutano così a esplicitare, evidenziare, condi- progetto di architettura videre e sovrapporre i dati (facendo emergere i “punti di contatto”) altrimenti separati per La ricerca acquisisce come dato gli specialismi, ambiti specialistici. non entra cioè nel merito delle bonifiche quale La mappatura del distretto veneziano ha modalità tecnica di risanamento da investiga- permesso una maggior coscienza dei suoi re, migliorare o ripensare. ingorghi e delle sue sofferenze (F. Irace 2014). Ai fini del Progetto non si ritiene decisivo Ingorghi intesi come scontri di molteplici e con- confrontarsi con le reazioni chimico-fisiche che comitanti interessi in corso; ingorghi di diversi coinvolgono il suolo (sebbene si siano studiate obiettivi – politici, amministrativi, imprenditoria- per una maggiore consapevolezza); si è ritenu- li – che non sembrano trovare un terreno comu- to invece importante definire come le diverse ne; ingorghi legislativi tali per cui negli anni si tecniche condizionino e interagiscano con il è registrata una enorme produzione di piani, Progetto. Sono state dunque indagate le boni- normative e accordi, disperdendo le compe- fiche non come reazioni (biologiche) o azioni tenze e moltiplicando la burocrazia (attività (meccaniche) ma come segmenti temporali ancora in corso e ben lungi dal diminuire)3; controllati in relazione al Progetto di recupero. ingorghi progettuali: amministrazioni, universi- Non a caso il Progetto di architettura e le tà, associazioni e privati hanno prodotto una bonifiche hanno in comune il fattore tempo. quantità di progetti da riempire una biblioteca. Sperimentare il sistema di interpretazione delle Gli ingorghi esasperano le sofferenze economi- bonifiche su base temporale, permette di svi- che e ambientali di questo territorio. luppare il progetto di rigenerazione nel senso Queste criticità potrebbero essere riassunte in più ampio del termine: rigenerazione dei suoli due grandi questioni: la prima, di natura eco- (bonifiche), rigenerazione dei manufatti (tec- nomico-funzionale, è la presa d’atto che Porto nologie e comfort ambientale), rigenerazione Marghera non è un’area industriale dismessa delle funzioni (sostenibilità, impatto economico (o in dismissione) ma un’area (o meglio un e sociale), rigenerazione di reti a scala urbana distretto industriale) in contrazione. A Porto attraverso la messa a sistema di interventi pun- Marghera, infatti, convivono aree utilizzate tuali e controllati nel tempo.

376 Fig. 1 - matrice analitico- interpretativa sul rapporto di compatibilità funzioni/bonifica in relazione alle finestre temporali di rigenerazione fonte: © Peron, I. “Potenzialità Contese. Porto Marghera, una questione di metodo” Politecnico di Milano 2016 (Tesi di Dottorato)

Proiezioni progettuali ad attuabilità variabile: la «La differenza tra bonifica “radicale” e messa matrice funzioni/inquinamento in sicurezza è, per quanto riguarda una possi- Risultato della ricerca, seppur in via sperimen- bile fruizione dell’area, una questione tempo- tale, è un contributo alle strategie di intervento rale: la scelta, infatti, non incide sulla capacità progettuale: è stata messa a punto una ma- del progetto di formulare ipotesi di ri-disegno trice analitico-interpretativa sul rapporto di morfologico delle aree inquinate né sulla compatibilità funzioni/bonifica (figura 1). In possibilità di restituire aree almeno ambiental- altri termini: verificare e controllare lo stato di mente e naturalisticamente riabilitate (parchi avanzamento delle bonifiche consente di indivi- non accessibili al pubblico)». (G. Carnevale, duare una rosa di funzioni compatibili con il E. Giani, 2006). Centrale nel contenzioso livello di inquinamento riscontrato definendo delle potenzialità è, come già argomentato, così lo spazio entro cui poter esercitare l’imma- il rapporto tra livelli di inquinamento e le ginazione del Progetto. Tra gli esiti raggiunti destinazioni d’uso previste. Se per iniziare a mediante lo strumento matriciale vi è quello immaginare una seconda vita per questi luoghi invertire le implicazioni delle bonifiche sul è imperativo definirne una destinazione d’uso, progetto di architettura: da ostacolo, da casus l’obiettivo del processo di bonifica è il raggiun- belli del mancato processo di ricomposizione, gimento di livelli di inquinamento residui com- a moltiplicatore di possibilità che arricchisce il patibili con le funzioni previste da progetto. campo di sperimentazione disciplinare. Si è, dunque, cercato di mettere a punto uno Questo strumento sperimentale è pensato quale strumento interpretativo capace da un lato di supporto alla definizione delle strategie di in- aiutare a comprendere le trasformazioni ora in tervento che necessariamente devono scandire atto a Porto Marghera, e dall’altro di formulare gli scenari. Mettendo a sistema tempo-funzio- proiezioni progettuali ad attuabilità variabile. ne-livello di bonifica è stato possibile delineare La matrice proposta organizza la relazione tra quattro scenari d’uso che provano a governa- i livelli di inquinamento residui a valle dell’iter re, attraverso finestre temporali desunte dalla di bonifica e le destinazioni d’uso7, rendendo letteratura, il campo delle variazioni proget- manifeste le condizioni in cui si confermano le tuali così da scongiurare, almeno in parte, la ipotesi progettuali iniziali. Appare evidente che possibilità di incompiuti e/o di sviluppi mo- ciascun uso può contenere i livelli di bonifica no-funzione. meno restrittivi da un punto di vista normativo:

377 si noti dunque che all’aumentare delle concen- la diagonale verde. L’ipotesi che si delinea trazioni residue (di inquinanti) diminuisce la è che il Progetto, articolandosi in scenari possibilità di mixitè funzionale fino ad arrivare temporali, possa crescere in relazione alle a una condizione di mono-funzione logisti- finestre di monitoraggi dell’iter di bonifica (5 ca, con un livello di inquinamento massimo anni) muovendosi su un doppio livello: quello consentito per legge. La matrice mette inoltre dell’edificio e quello della sua relazione con in evidenza quali siano le condizioni per cui i il terreno contaminato, trattato come incidente livelli residui di inquinamento non soddisfano virtuoso10 capace di moltiplicare le possibilità le premesse funzionali: è questo il campo della progettuali. Proprio a questo tema si dovrebbe sperimentazione progettuale. Si rendono infatti dare spazio fin dallo scenario d’uso ipotizzato necessarie nuove azioni (ambientali, funziona- come immediatamente conseguente all’avvio li, temporali) per riattivare il sito. Le tre diverse della bonifica. Un progetto di inverdimento possibilità che si prospettano in caso di ritardo dell’area può infatti accompagnare, da subi­ (parziale fallimento) dell’iter di bonifica sono: to, il processo di bonifica chimico-fisica non • mettere in atto nuove Misure di Sicurezza solo contribuendo alla degradazione degli con le relative implicazioni morfologiche e inquinanti ma soprattutto agganciando una di conseguente limitazione d’uso; realtà apparentemente estranea al processo • cambiare la destinazione d’uso iniziale specifico di bonifica: l’opinione pubblica. Con attestandosi su funzioni compatibili con i il primo scenario temporale – il progetto del livelli di bonifica raggiunti (riscontrati); verde – si innescherà il processo di cambia- • rimandare il progetto di ri-funzionalizza- mento nell’immaginario collettivo. E di nuovo la zione del sito e attendere un tempo suffi- lette­ratura (le analisi) ci aiutano nel soffermare ciente a completare il processo di bonifica l’attenzione sulle responsabilità del progetto, cioè di degradazione degli inquinanti sulla soddisfazione del privato e sul ruolo (con finestre temporali di monitoraggio di del pubblico. Un primo cambio di immagine cinque anni). può iniziare al momento del coinvolgimento Lungi dal voler riportare una visione semplicisti- “emotivo”, cioè quando il principio del proces- ca dei fenomeni ora in atto a Porto Marghera, so è capace di innescare attese e scenari a cui è comunque inevitabile una lettura sincretica affezionarsi. La bonifica chimico-fisica è infatti tra la seconda ipotesi (rivedere il programma tanto efficace quanto invi­sibile da un punto di funzionale attestandosi su usi meno restrittivi) vista morfologico: il progetto del verde sarà e l’espansione delle funzioni portuali vene- dunque la “parte visibile” della trasformazio- ziane (logistica), in controtendenza rispetto al ne contribuendo non solo a ridurre il ri­schio trend delle altre attività dell’area, chiaramente sanitario e ambientale, ma anche attenuando il in contrazione.8 È nostra convinzione che senso di sfiducia e fallimento istituzionale che il progetto di Architettura dovrebbe partire accompagna questi luoghi11. Il coacervo di proprio da questo assunto: i tempi lunghi, i saperi specialistici trova così una collocazione costi elevati e l’esito incerto dell’iter di boni- per ciascun interesse/potenzialità: la variabi- fica rendono difficile, e spesso fallimentare, lità diviene elemento propositivo destituendola l’investimento dei privati e il recupero di questi della sua implicazione naturalmente negativa. luoghi. La variabile Tempo è fondamentale Assumendo l’approccio al progetto quale una in chimica come in economia, dunque dovrà “modalità di governo” delle differenze e di essere introdotta anche all’interno del Progetto regia delle competenze, attraverso l’esemplifi- ipotizzando diversi scenari d’uso, provando cazione e geometrizzazione delle azioni si è così ad assorbire, almeno in parte, i possibili perseguita la relazione tra tempo-funzione-livel- esiti dell’iter di bonifica.9 Seguendo la logica lo di bonifica. La finestra temporale usata pro- matriciale, il cambio di paradigma porterà il viene dalla letteratura, così come da normativa progetto ad avere come obiettivo non più solo viene il rapporto di compatibilità funzioni-boni- il raggiungimento del corretto rapporto livel- fica. La chiave di lettura è di kantiana memo- lo di inquinamento residuo/uso (una casella ria: la logica (e coerenza) delle conseguenze verde) in relazione alle funzioni previste, ma disegna un fil rouge che si può sempre riper- dovrà riuscire ad essere espressione di tutta correre. Similmente: le verifiche dello stato di

378 Fig. 2– Porto Marghera: individuazione dei 13 punti nevralgici, quattro dei quali con priorità di intervento. fonte: © Peron, I. “Potenzialità Contese. Porto Marghera, una questione di metodo” Politecnico di Milano 2016 (Tesi di Dottorato)

avanzamento della bonifica detta il verso della Invece che partire dall’alto per sfociare in una funzione. Cercare, trovare una rosa di funzioni tecnica chirurgica di riassestamento, individua che rendono appetibile ciascun livello di bo- nel corpo stesso i punti nevralgici in cui innesta- nifica raggiunto e raggiungibile è l’interstizio re la reazione. (F. Irace) su cui si esercita l’immaginazione del Progetto. La sequenza analisi-definizione dei parame- Questo approccio non può risolvere le difficol- tri-progetto di attivazione, permette di operare tà – di natura economica ed eco-sistemica – di una riabilitazione totale dell’area attraverso intervenire in questi contesti, ma prova a go- interventi puntuali e controllati nel tempo, capa- vernare il fenomeno introducendo la possibilità ci di avere vita autonoma, ma con orizzonte di parziali ritorni dell’investimento attraverso futuro comune perchè definiti all’interno di re- attività e usi temporanei, risarcendo l’area sia gole condivise. Definite le strategie progettuali di decoro sia di aspettative immediate e più alla scala dell’edificio e del suolo contaminato, vocazioni differite nel tempo. La matrice mette rimane da chiedersi come i progetti puntuali in evidenza i margini di ricucitura dei molte- all’interno di Porto Marghera dovrebbero fare plici interessi coinvolti, la variabilità assurge a sistema. Sarà necessario prima di tutto “ri-com- occasione propositiva e si innesca una virtuosa porre” gli interessi dei diversi attori coinvolti. implementazione delle potenzialità che da In quest’ottica, definiti i punti di convergenza, contese diventano condivise. sarà dunque inevitabile pensare a strategie progettuali in cui verde pubblico, infrastrut- Visioni di Porto Marghera: la pianificazione ture e percorsi viabilistici facciano sistema: per punti nevralgici un parco urbano lineare su modello delle greenway americane in cui la strada-parco (…)metafora del corpo della città in sofferenza, non è altro che un sistema arterioso integrato l’agopuntura urbana nasce dall’osservazione che permette la convivenza di percorrenze a dei luoghi dove scorrono i flussi vitali e dall’a- diverse velocità. «Spazi interstiziali, corridoi nalisi dei suoi ingorghi e delle sue sofferenze. inedificati, ravines (valloni compresi entro la

379 maglia urbana) diventano i segmenti di un e che, in quanto espressione di bene comune sistema chiamato a raccordare nuovi parchi deve trovare una risposta istituzionale; dall’al- e vecchie aree arborate.»12 Si tratterà dunque tro la necessità di rendere economicamente di definire un piano strategico che individui le sostenibile per gli investitori privati l’operazio- linee di raccordo, gli interstizi in cui operare ne di riqualificazione. attraverso un abaco di interventi elementari e “sovrastrutturali” (piazzole pavimentate, aree piantumate, prati, spazi di sosta, piccole Note costruzioni in grado di ospitare servizi igienici, aree ristoro, punti di bike-sharing, fermate dei 1. «(…) ciò che caratterizza questo sapere è la capacità di risa- lire da dati sperimentali apparentemente trascurabili ad una mezzi pubblici ecc.) non proponendo modifi- realtà complessa non sperimentabile direttamente»; (C. Gin- che al costruito, ne intervenendo nel ridisegno zburg 1986) dei tracciati infrastrutturali, lasciando così 2. Si è consapevoli che i dati raccolti sono necessariamente una selezione e una semplificazione. Ambizione di questo lavoro spazio alle attività ancora attive del distretto. non era tanto di dare conto in maniere compiuta di tutto il Di fatto dovremo accettare quella fragilità che fenomeno, quanto esplorare un metodo di conoscenza espor- appartiene alla nostra disciplina: la ragione tabile e capace di mettere in ordine una realtà ipertrofica. In quest’ottica, l’indagine non può ritenersi esaurita ma suffi- progettuale, le logiche riconducibili all’interno ciente a restituire un quadro sintetico (e metodologico) per la di uno statuto disciplinare solido, sono a valle, sperimentazione progettuale. vengono dopo l’ideazione, sono diacroniche 3. Si pensi, ad esempio, all’ultima gara d’appalto indetta dall’au- torità portuale di Venezia: la redazione del piano regolatore e successive allo spunto iniziale, alla figura- portuale di Venezia, vinto da un gruppo composto da cinque zione. Il progetto di ricerca, per tanto, è stato società (2016) condotto sforzandosi di non entrare nella sfera 4. Il moto ondoso e la propagazione delle maree danno luogo a un’erosione dei bassifondi e a un conseguente imbonimento ideativa di un progetto di architettura, con- dei canali navigabili che di tanto in tanto necessitano così di vinti che non vi sia un solo progetto per Porto essere dragati. Il protocollo Fanghi del 1993 suddivide i fan- Marghera, bensì di individuare quei processi ghi in quattro classi a secondo del livello di contaminazione che li caratterizza: razionali e trasmissibili che non possono più - i fanghi A, non inquinati, sono destinati a velme e barene; essere esclusi nella esperienza progettuale, - i fanghi B, sono destinati al ripristino di isole lagunari; collocandoli a valle della intuizione generatrice - i fanghi C, destinati a isole permanentemente emerse o ad aree interne limitrofe alla Laguna, che necessitano di misure (G. Carnevale 2006). maggiori di messa in sicurezza con sistemi di palancolature; - i Le analisi preliminari hanno permesso di fanghi oltre C, i più pericolosi, devono essere trattati e portati individuare le priorità di intervento per Porto fuori dalla conterminazione lagunare. 5. Si ricorda che Porto Marghera è Sito di Interesse Nazionale Marghera. Perseguendo cioè un approccio (legge n. 426/1998, decreto ministeriale 23.02.2000). «I siti metodologico che favorisca l’induzione, a d’interesse nazionale (SIN) sono aree del territorio nazionale partire dal dato, sono state definite regole di definite in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, all’impatto sull’ambiente selezione di aree idonee ad avviare il proces- circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico e di pre- so di rigenerazione: non un Masterplan ma un giudizio per i beni culturali ed ambientali. quadro generale, una sorta di progetto ombra 6. «Con i suoi 550 km2 costituisce l’ambiente umido più esteso del Mediterraneo, vincolato e protetto da normative nazio- a scala urbana con individuazione delle priori- nali e comunitarie (è Sito di Importanza Comunitaria, SIC, e tà di intervento. Zona di Protezione Speciale, ZPS) e dichiarato dall’UNESCO I diversi registri di riflessione, sia essi a livello – assieme a Venezia – sito culturale di importanza mondiale meritevole di essere protetto e conservato come patrimonio puntuale o a scala urbana, condividono la dell’umanità». (L. Fersuoch 2013). L’inquinamento di un sito, necessità di un coinvolgimento consapevole e la conseguente necessità di essere bonificato, viene definito (responsabile e operante) delle discipline eco- da due parametri: CSC (Concentrazione Soglia di Contami- nazione) e CSR (Concentrazione Soglia di Rischio) definiti dal nomiche, giuridiche e naturalmente ambientali. decreto legislativo n. 152 del 03.04.2006. Il decreto legisla- La fase di analisi di questa ricerca ha, infatti, tivo n.4 del 16.01.2008 stabilisce invece che le procedure di portato a una obiettiva evidenza che la pa- bonifica debbano essere definite in base agli usi delle aree. 7. Da un punto di vista normativo le concentrazioni soglia si ralisi dei processi di rigenerazione di siti così differenziano in sole due categorie d’uso: quella residenza/ compromessi è fortemente condizionata da servizi e quella produttiva/logistica. La matrice proposta pro- questioni di natura economica. Studi compa- va a superare questa disposizione normativa, che appare limitata, ipotizzando una maggior diversificazione degli usi rativi e analisi concordano nell’inquadrare la e delle concentrazioni soglia corrispondenti (cinque diversi causa del problema: da un lato il costo eco- livelli). Questo non cambia nella sostanza le misure restrittive logico e sanitario che coinvolge la collettività che garantiscono la salute dei fruitori ma permette una mag-

380 gior flessibilità in fase progettuale e un maggior controllo dei Riferimenti Bibliografici diversi step temporali. 8. Da un confronto tra i dati occupazionali del 2013 e del 2014 Carnevale, G. (2006), “Destino” in A regola d’arte, emerge una riduzione del 50% del settore agricolo, pesca e Officina edizioni, Roma (pag. 39-40) attività estrattive, -17,52% manifatturiero, -20% energia, ac- Carnevale, G. Giani, E (2006), “Progettare il futuro” qua, rifiuti, - 20% costruzioni, -19,79% commercio, -7,61% intervista in N. Benatelli, A. Candiello, G. Favarato, trasporti, -15% terziario, -12,5% servizi, registrando così una Laboratorio Marghera tra Venezia e il Nord Est. La contrazione media delle attività produttive del 18,15% e una giurisprudenza ambientale, la partecipazione attiva dei diminuzione dei livelli occupazionali del 9,51% (fonte: Osser- cittadini, le bonifiche e le prospettive di sviluppo, Nuova vatorio Porto Marghera, presentazione dei risultati dell’inda- Dimensione, Venezia (pag. 127) gine conoscitiva sulle attività economiche presenti nell’area di Fersuoch, L. (2013), Confondere la Laguna, Corte del Porto Marghera 2014, pubblicato in maggio 2015) Fontego editore, Venezia (pag.6) 9. Questo approccio è previsto anche da un punto di vista nor- Giani, E. (2012) Manovre di inerzia dinamica, Officina mativo: la legge n.214 di dicembre 2014 introduce, infatti, edizioni, Roma la possibilità di articolare per fasi temporali e/o spaziali la Ginzburg, C. (1986), “Spie. Radici di un paradigma progettazione degli interventi di bonifica. indiziario”, in Miti emblemi e spie. Morfologia e storia, 10. «Fissare l’attenzione sui fattori che producono le opzioni crea- Einaudi editore, Torino, (pag. 166) tive (…) che interferiscono con le matrici compositive, richiede Irace, F. (2014), David Chipperfiel Berlino, in Casabella, strumenti critici di analisi inediti e non ancora messi a punto, di 843 (pag.31) natura interdisciplinare. A volte il destino ultimo di un progetto Peron, I. (2016), Potenzialità contese. Porto Marghera, una è causato da incidenti a reazione poetica, (…) altre volte si questione di metodo, Politecnico di Milano (tesi Dottorato) inserisce in una sequenza di sperimentazioni fortemente orien- Tonin, S., Turvani, M. (2011), “Contaminazione e bonifica: tate da una ipotesi teorica che richiede verifiche e applicazio- risultati di un’inchiesta nazionale su conoscenza, opinioni ni». (G. Carnevale 2006) e percezione del pubblico” in Contaminazione, Rischio 11. «Nel caso di siti contaminati, il rischio oggettivo per la mag- e Stigma. Bonifica a Porto Marghera, Marsilio editore, gioranza della popolazione è relativamente modesto. Tuttavia, Venezia (pag. 22) la percezione di tale rischio si può discostare in modo signi- Zucconi, G. (2012), “Storie di cinte, valloni e strade- ficativo. (…) I siti contaminati sono facilmente visibili, soprat- parco”, in E. Giani, Terra di Mezzo, ricerca per il vallone tutto se le persone tendono a identificarli con aree industriali, Moranzani a Malcontenta, Iuav press, Venezia magari in condizioni di abbandono, e se queste aree risultano anche degradate, marginali e affette da microcriminalità. Si genera in questo contesto una situazione che dà origine a una magnificazione o amplificazione del rischio. (…) in tal caso si parla di stigma una sorta di marchio negativo che tende a perdurare nel tempo, anche a fronte di processi di bonifica realizzati in prossimità o sull’area in questione». (S. Tonin, M. Turvani 2011) 12. «(…) è negli Stati Uniti che il tema della striscia verde assume un valore strategico. Spazi interstiziali, corridoi inedificati, ra- vines (valloni compresi entro la maglia urbana) diventano i segmenti di un sistema chiamato a raccordare nuovi parchi e vecchie aree arborate. Con i suoi piani redatti nell’ultimo quarto dell’ottocento, Frederick Law Olmsted assume gli spazi a verde come parte di un continuum in grado di conferire ordine e bellezza ad insediamenti privi di carattere come Buf- falo e Kansas City. Ma la strategia del park system toccherà anche città pianificate, come Washington, o centri di più no- bile lignaggio, come Boston. Toccherà al figlio, Frederick Law Olmsted junior, il compito di abbinare il sistema del verde ad un reticolo viario in grado di risolvere il problema delle comu- nicazioni rapide. Con il piano per Los Angeles del 1930 pren- deranno forma le parkway, strade-parco che corrono lungo valloni e fiumi interrati». (G. Zucconi 2012)

381 PAESAGGI SINERGICI. PRIME IPOTESI DI RICERCA PER LA COSTRUZIONE DI UNA VISIONE STRATEGICA DEL TERRITORIO A PARTIRE DAL CASO DEL SUD SARDEGNA

Valeria Saiu

Introduzione sviluppo, nonché una grave minaccia per i già delicati equilibri politici dell’UE. Per questa La complessità del paesaggio insediativo ragione, la coesione economica, sociale e contemporaneo frammentato e disconnesso, la territoriale rappresenta un obiettivo necessario fragilità del sistema ambientale impoverito dal- per affrontare la crisi e promuovere politiche di lo sviluppo “consumistico” dei luoghi, la molte- riequilibrio socio-economico tra territori centrali plicità degli strumenti che a più livelli regolano e periferici. gli usi del territorio, sono i materiali con cui l’urbanistica si deve confrontare per governare Ripensare il territorio per sistemi di relazione le trasformazioni e costruire gli scenari evolutivi Il principio di coesione territoriale, introdotto dei paesaggi dell’abitare. Assunta come caso da trattato di Lisbona e dalla Strategia Europe di studio per una riflessione su queste tema- 2020, risponde alla necessità di garantire uno tiche, la nuova Provincia del Sud Sardegna sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio con le sue peculiarità insediative, storiche e in armonia con gli obiettivi fondamentali della ambientali, permette di evidenziare sinergie e politica comunitaria, ovvero la coesione eco- disconnessioni tra luoghi e strumenti di gover- nomica e sociale, la competitività economica no del territorio. In particolare la rappresenta- basata sulla conoscenza e conforme ai principi zione dell’articolato sistema di aggregazioni dello sviluppo sostenibile, la conservazione urbane e realtà associative permette di costrui- della diversità delle risorse naturali e culturali. re inediti scenari strategici da cui partire per la Questo obiettivo si fonda su un approccio costruzione di nuovi “paesaggi sinergici”. basato sul territorio (place-based approach) che prevede l’elaborazione di strategie di Politiche per il riequilibrio del territorio sviluppo integrate, elaborate in funzione dei caratteri specifici dei contesti locali. In questo L’esponenziale crescita delle aree urbane, in quadro, la diversità territoriale rappresenta un cui oggi vive oltre il 53% della popolazione valore attraverso cui definire molteplici modelli mondiale (The World Bank, 2015), procede in geografico-economico competitivi, sostenibili e parallelo con il processo globale di rilocalizza- cooperativi (ESPON 2013). Dal punto di vista zione delle attività economico-produttive e dei spaziale, il policentrismo sembra il modello gruppi sociali, e l’affermarsi di nuove geogra- più adatto a rispondere a questi obiettivi. Le fie della perifericità e della marginalità (De- strutture insediative policentriche, infatti, sono matteis, Lanza 2011, Dematteis 1998 e 1989; considerate più competitive perché caratteriz- Sassen 1997; Bagnasco 1989), attraverso cui zate da alta accessibilità ed elevata qualità si disegna il futuro dei luoghi. La competizione degli ambienti di vita e lavoro, fattori impor- tra territori e città generata da questa condi- tanti cruciali per l’attrazione di manodopera zione, rappresenta il grande paradosso del qualificata e funzioni rare ad alto contenuto mondo globalizzato nonché una delle priorità di conoscenza (Parr, 2004; Meijers, 2007). politiche dell’Europa. La crescente disparità fra La Territorial Agenda (2007) e il Green Paper i diversi livelli di crescita delle regioni europee, on Territorial Cohesion (2009), elaborati sulla infatti, costituisce uno dei principali limiti dello base dello Schema di Sviluppo dello Spazio

382

Aggregazione Comuni Popolazione Superficie Tabella 1. Comunità (numero) residente (Kmq) montane e unione (Istat 2016) di comuni, Comunità montane elaborazione Sud Sardegna 1 14 18.540 680 dell’autore su dati Ancitel 2017. Nuoro 2 19 49.863 1.769 Oristano - - - - Sassari 2 15 27.881 1.556 Totale 5 48 96.284 4.006 Unione di Comuni Sud Sardegna 12 84 270.550 4.634 Nuoro 7 52 126.561 3.800 Oristano 9 84 125.077 2.713 Sassari 7 57 149.312 3.666 Totale 35 277 671.500 14.813 TOTALE 40 325 767.784 18.819

Europeo (SSSE 1999), infatti, individuano stato strutturato secondo due livelli: 1) le città lo sviluppo di un sistema policentrico tra le metropolitane, “enti di governo” con competen- priorità dalle politiche comunitarie. Un sistema za sulla cura dello sviluppo strategico del terri- in grado di riequilibrare l’attuale concentrazio- torio metropolitano; 2) le Unioni di Comuni di ne urbana, coerentemente con i caratteri del cui è stata semplificata la normativa e ampliate sistema insediativo storico europeo, una rete le funzioni da esercitare in forma associata. In urbana composta prevalentemente da centri di questa cornice, le Province sono diventate “enti piccola e media dimensione in cui si concentra di area vasta”, con limitate funzioni e un ruolo il 40% della popolazione urbana (Cremaschi di servizio verso le comunità locali e i cittadi- 2006). L’adozione di questo modello implica ni, da un lato, e verso i comuni e gli altri enti la promozione di reti di città, complementari e locali, dall’altro. interdipendenti. Questo significa ripensare alle città non come spazi delimitati da rigidi confini La Provincia del Sud Sardegna e la Città amministrativi ma come nodi vitali di articolati metropolitana di Cagliari: un osservatorio sul sistemi di relazioni, principali attori economici, paesaggio politici e sociali (Bagnasco, Le Galès 1997;

Jensen-Butler 1997), fulcro dei processi inno- Il rinnovato quadro dell’assetto istituzionale vativi e rigenerativi per la salvaguardia e la italiano assume un rilievo inedito per la Sarde- valorizzazione del territorio e dell’ambiente gna dove rappresenta l’occasione per una più naturale. In Italia, caratterizzata da una rete matura riflessione sulle relazioni possibili tra insediativa composta prevalentemente da politiche di sviluppo e i molteplici caratteri del piccole e medie città, in cui le competenze territorio dei luoghi. Rispetto alle altre Regioni sono affidate principalmente a ridotte realtà italiane, l’organizzazione in rete dei centri ur- territoriali, la maggiore integrazione tra diversi bani assume un forte peso. La Sardegna, infat- enti locali e strumenti di governo del territorio ti, dopo Valle d’Aosta ed Emilia Romagna, è la rappresenta una delle questioni fondamentali terza Regione per numero di Comuni aderenti per lo sviluppo del paese. La riforma degli alle Unioni. Oltre l’86% dei 377 Comuni dell’i- Enti Locali (L.56/2014), nota come “riforma sola è organizzato all’interno di aggregazioni Delrio”, ha introdotto una nuova articolazione – ossia 325 comuni di cui 277 in Unioni di degli enti territoriali al fine di adeguare il loro Comuni e 48 all’interno delle cinque Comunità ordinamento ai principi di sussidiarietà, diffe- montane rimaste ancora oggi in vigore – che renziazione e adeguatezza. Con la riforma le comprendono oltre il 46% della popolazione aggregazioni urbane hanno assunto un ruolo totale, 767.784 su 1.658.138 abitanti (Tab. centrale nelle politiche territoriali, favorite dal 1). Ragione che risiede nel fatto che 314 rafforzamento delle associazioni intercomu- Comuni hanno una popolazione inferiore a nale, in cui dovranno essere ricollocate molte 5.000 abitanti e, dunque, ai sensi del primo delle funzioni non fondamentali delle Province. comma dell’art.18 della Costituzione, devono Più in particolare, l’assetto reticolare italiano è esercitare le proprie funzioni attraverso modelli

383

Tabella 2. Dati Realtà territoriale Comuni Popolazione residente Superficie sulle aggregazioni (numero) (Istat 2016) (Kmq) comunali presenti nella SSCM SSCM 124 789.815 7.779,46 (elaborazione Unione di Comuni e Comunità 98 289.090 5.314 dell’autore su dati montane Ancitel 2017 in Città metropolitana di Cagliari 17 431.657 1.248,68 Comuniverso). Totale aggregazioni 115 720.657 6.562,68 Valori percentuali aggregazioni 92,74% 91,24% 84,36%

sostenibili dal punto di vista finanziario. Di Si stabilisce, inoltre, l’obbligo per tutti i Comuni fronte a questa complessità, già il Documento della Sardegna di associarsi in Unione, ad Strategico Unitario per la Programmazione esclusione dei Comuni facenti parte della Città dei Fondi Comunitari 2014-2020 (31 agosto metropolitana di Cagliari e delle Città medie.

2013) tentava di operare una semplificazione Sembrerebbe delinearsi in questo modo, un

degli ambiti urbani di riferimento per gli inter- nuovo sistema policentrico regionale orga-

venti, anche in funzione delle priorità tematiche nizzato a partire dalle due principali porte di

dei nuovi programmi operativi. In particolare, accesso all’isola e costituito da costellazioni

oltre alle singole realtà urbane con caratteri di urbane composte da piccole realtà comunali di

unicità «per le quali non avrebbe senso il rife- cui sarà importante impostare gli ordinamenti rimento ad ambiti più ampi», venivano indivi- su principi di sussidiarietà, differenziazione e duate: 1) tre città/aree vaste - le conurbazioni adeguatezza. di Cagliari, Sassari e Olbia - con funzione di Forme urbane e geografie istituzionali cerniera fisica con l’esterno, caratterizzate dal- Nel quadro regionale il territorio della nuo- la presenza di “funzioni” pregiate di servizio va Provincia del Sud Sardegna e della Città al territorio regionale; 2) una realtà diffusa di Metropolitana di Cagliari, che per brevità in aggregazioni “intermedie” con un ruolo di rilie- questo testo chiameremo SSCM, si configura vo soprattutto per le realtà socioeconomiche e come un osservatorio privilegiato sui paesag- territoriali locali, di cui si indica la necessità di gi insediativi della contemporaneità e sulle definire nuove reti di cooperazione sulla base complessità che si incontrano nel passaggio di aggregazioni istituzionalizzate e per questo “dalla regola al progetto”. La struttura urbana a “geometria/geografia stabile”. Rispetto a del territorio della SSCM – che interessa oltre questo schema, il sistema policentrico regiona- il 32% della superficie regionale, con una le è stato ulteriormente articolato dalla Legge popolazione di 789.815 abitanti, circa il 48% di Riordino del sistema delle autonomie locali della popolazione totale della Sardegna – può della Sardegna (L.R. 2/2016) che ha dimez- essere descritta come l’unione tra la rete dei zato le Regioni e ha previsto istituito la Città centri della Città metropolitana di Cagliari, metropolitana di Cagliari e la Rete metropolita- le città di Carbonia e Iglesias che sfiorando na del Nord Sardegna (costituita dai Comuni i 30.000 abitanti si avvicinano allo status di Sassari, Alghero, Castelsardo, Porto Torres, di città medie, e il fitto sistema composto da Sennori, Sorso, Stintino e Valledoria), entrambe molteplici strutture urbane policentriche (12 costituite e operanti rispettivamente da gennaio Unioni di Comuni e la Comunità montana del 2017 e settembre 2016. Queste aggregazio- Sarcidano e Barbagia di Seulo), sullo sfondo ni maggiori si affiancano alle “Città medie” di un minuto tessuto insediativo disperso (Tab. (centri con popolazione di almeno 30.000 2). La Città metropolitana di Cagliari ha carat- abitanti) – di cui Olbia, Oristano e Nuoro sono teri di unicità nel panorama italiano, poiché le uniche situate al di fuori di aggregazioni il suo territorio non coincide con il perimetro maggiori – per cui si prevede la possibilità di della vecchia Provincia ma mette raggruppa la

costituire “Reti Urbane”, e al sistema diffuso di conurbazione dei centri della prima e seconda

Unioni di Comuni (costituite da quattro o più cintura (Cagliari, Monserrato, Selargius, Quar-

Comuni contermini con popolazione complessi- tucciu, Quartu Sant’Elena, Assemini, Elmas, va non inferiore a 10.000 abitanti, ad eccezio- Sestu e Capoterra) secondo la delimitazione ne delle Unioni di Comuni già costituite) a cui proposta dalla Legge n.128 del 20 settembre sono equiparate anche le Comunità montane. 1995 Delimitazione, istituzione, funzioni della

384 Caratteri Insediativi e ambientali Produttivi Governo del territorio Impegno civile e Tabella 3. sociale Associazioni e reti operanti nel Borghi autentici Città dell'olio Tutela Energie Rinnovabili Comuni solidali territorio della Borghi più belli d'Italia Città del vino Italian smart cities Comuni virtuosi SSCM (elaborazione Città della terra cruda Città del pane Rete delle città strategiche Città per la pace dell’autore su dati Ancitel 2017 in Comuni aeroportuali Città del miele Unione statistica dei comuni Città dei bambini Comuniverso). italiani italiani Città delle grotte Città del bio Rete Eurodesk Paesi Bandiera Città della Arancione ceramica Adesioni 31 22 12 9 totali

Città metropolitana di Cagliari. Istituzione della territorio assumerà secondo la nuova configu- Conferenza metropolitana; a cui si aggiungono razione istituzionale, né in principio come atto altri otto centri (Decimomannu, Maracalago- di conoscenza utile alla sua stessa scrittura, né nis, Pula, Sarroch, Settimo San Pietro, Sinnai, a posteriori come prefigurazione di una visione Uta e Villa San Pietro) per un totale di 17 strategica del futuro dell’isola. Sono escluse da Comuni. Riferendoci alla SSCM, nella Città questa rappresentazione anche le molteplici metropolitana che occupa il 16% dell’intera aggregazioni a “geometria/geografia varia- superficie, risiede circa il 55% della popolazio- bile” che compongono una seconda maglia, ne. È decisamente evidente il peso che questa quasi mai aderente a quella delle aggregazio- porzione di territorio assume nelle dinamiche ni a “geometria/geografia stabile” (Unioni di abitative, leggibile anche nella forma urbana. Comuni). Queste forme aggregative eviden- Il rafforzamento delle relazioni funzionali tra ziano la necessità da parte dei centri urbani, Cagliari e i centri della Città metropolitana non solo di condividere funzioni e servizi, ha prodotto nel tempo importanti fenomeni di ma di auto-rappresentarsi nei propri caratteri pendolarismo. Lo spostamento notturno verso identitari, esprimendo la propria diversità, e le città limitrofe, che offrono residenza a basso stabilendo reti più ampie capaci di travalicare costo, ha favorito la trasformazione di Cagliari i confini insulari. Il peso di questo secondo in principale centro dei servizi per l’area vasta. sistema è rilevante. Facendo riferimento alle Il capoluogo, infatti, rappresenta il fulcro vitale realtà associative censite da Comuniverso di questo sistema in cui sono presenti le grandi sulla base dei dati Ancitel (2017) verifica che infrastrutture portuali, commerciali e industriali la Sardegna è la quinta Regione italiana per e la maggior parte dei servizi di rango sovra- adesione media per Comune. Soltanto nella comunale e regionale.Spostandoci dalla Città SSCM sono operanti 21 associazioni per un to- metropolitana verso l’interno, la spazializza- tale di 64 adesioni comunali (Tab. 3). La lettura zione delle aggregazioni formalmente costituite sulla carta di questo secondo sistema fornisce (Città metropolitana, Unioni di comuni, Comu- una rappresentazione immateriale e dinamica nità montane), delle associazioni e delle reti del territorio, in cui le città appaiono come il di città compone un inedito paesaggio urbano luogo in cui si intrecciano strategie e conflitti che evidenzia relazioni e discontinuità da cui tra attori appartenenti a reti diverse e attra- occorre partire per l’elaborazione delle future verso le quali, anche in assenza di contiguità strategie di sviluppo sinergico del territorio. territoriale, si stabiliscono rapporti di diversa natura (Brunet 1998) che ci portano a leggere Dalla regola al progetto lo spazio come variabile discontinua, a geome- tria variabile (Bonavero, Dansero 1998). Per Nel passaggio dal dispositivo legislativo, fatto questo, si ritiene che l’interpretazione delle reti di regole e norme scritte, agli strumenti di pia- di città, non soltanto come dispositivi funzionali nificazione e progetto del territorio, capaci di ad intercettare e governare i flussi del territorio descrivere e rappresentare i luoghi, si verifica (Bassetti 2007; Perulli 2007) ma come “prefi- la validità degli scenari idealmente costruiti gurazioni spaziali” di interconnessioni mate- da queste disposizioni. La Legge infatti non riali e immateriali con caratteri di dinamicità, “disegna” l’assetto spaziale complessivo che il sia alla base di un processo di progettazione

385 sinergica del paesaggio, volto a rafforzare e Riferimenti Bibliografici costruire nuovi modelli di cooperazione tra at- tori, territori e strumenti. Secondo questo punto Bagnasco, A. (1989), “Perché diventa importante l’analisi sociale territoriale” in Petsimeris, P. (a cura di), Le reti di vista, progettare “paesaggi sinergici” signi- urbane tra decentramento e centralità. Nuovi aspetti di fica riuscire ad evidenziare la capacità, poco geografia delle città, FrancoAngeli, Milano sfruttata e valorizzata dagli strumenti normativi Bagnasco, A., Le Galès, P. (1997), “Introduction. Le villes européennes comme societè et comme acteur” in attuali, delle diverse componenti materiali e Bagnasco, A., Le Galès, P. (a cura di) Villes en Europe, La immateriali del paesaggio di costruire opportu- Découverte, Parigi, (pag.7-43) nità di cooperazione finalizzate al raggiungi- Bassetti, P. (2007), “Le città glocali” in Messina, P. e Salvato, M. (a cura di) Dalla Città alle reti urbane. mento di un obiettivo comune. Relazioni che si Politiche per la progettazione di Aree Vaste a confronto, stabiliscono secondo geografie e modalità non Cleup, Padova sempre definibili a priori, ma che sono genera- Bonavero, P., Dansero, E. (1998), “La costruzione dello spazio unificato europeo” in Bonavero P., Dansero E., a te da nuove economie e possibilità di comu- cura di, L’Europa delle regioni e delle reti: i nuovi modelli nicazione, ma anche da inaspettate relazioni di organizzazione territoriale nello spazio unificato culturali e sociali tra luoghi e persone. europeo, UTET, Torino Brunet, R. (1998), “L’Europa delle reti” in Bonavero P., Dansero E., a cura di, L’Europa delle regioni e delle reti: Riflessioni conclusive i nuovi modelli di organizzazione territoriale nello spazio unificato europeo, UTET, Torino Cremaschi, M. (2006), “A che serve il policentrismo” in Il caso di studio delle SSCM permette di ricava- Jogan I., Patassini D., a cura di, Lo spazio europeo a re alcune evidenze empiriche, che contribuisco- livello locale, INU Edizioni, Roma no ad alimentare in modo costruttivo il dibattito Dematteis, G. (1989), “Nuove forme di organizzazione territoriale” in Petsimeris, P. (a cura di), Le reti urbane tra attuale sulle politiche e i modelli di riordino ter- decentramento e centralità. Nuovi aspetti di geografia ritoriale. La lettura cartografica delle multiple e delle città, FrancoAngeli, Milano multidimensionali – per natura e caratteristiche Dematteis, G. (1998), “Nodi e reti nello sviluppo locale” in AA.VV., Il territorio dell’abitare. Lo sviluppo locale come – reti comunali, permette di spazializzare le re- alternativa strategica, FrancoAngeli, Milano lazioni materiali e immateriali tra centri urbani Dematteis, G., Lanza, C. (2011) Le città del mondo: una e di costruire un’inedita rappresentazione del geografia urbana, UTET, Torino Jensen-Butler, C. (1997), “Competition between cities, territorio. In questo modo è possibile costruire urban performance and the role of urban policy: a nuovi scenari strategici per la costruzione del theoretical framework” in Jensen-Butler, C., Shachar, A., progetto locale (Magnaghi 2007) non solo a van Weesep J. (ed.) European cities in competition, 3-42, Avebury, Aldershot partire considerazioni squisitamente funzionali Magnaghi, A. (2007) Scenari strategici. Visioni identitarie ed economiche, ma attraverso valutazioni per il progetto di territorio, Alinea, Firenze fortemente centrate sulla ricchezza del capitale Meijers, E. (2007) Sinergy in Policentric Urban Regions. Complementarity, Organising Capacity and Critical Mass, sociale e culturale che queste realtà esprimono. Delft University of Technology Press, Delft In questa rilettura critica del territorio, il concet- Parr, J.B. (2004), “The Polycentric Urban Region: a closer to di “paesaggi sinergici” introduce pertanto inspection” in Regional Studies, 38 (pag.231-240) Perulli, P. (2007) Verso una città delle reti? in Messina, P. una componente imprevedibile che dovrà e Salvato, M. (a cura di), Dalla Città alle reti urbane. trovare spazio all’interno delle regole definite Politiche per la progettazione di Aree Vaste a confronto, dagli strumenti ordinari di governo del territo- Cleup, Padova Sassen, S. (1997) Le città nell’economia globale, Il Mulino, rio affinché possa esprimersi nel progetto. Bologna

386 PROGETTO DI PAESAGGIO: L’INSOSTENIBILE DISTURBO DELLE RETI INFRASTRUTTURALI (MATERIALI E IMMATERIALI)

Carlo Valorani

Introduzione viene determinata dalla presenza dei manufatti dei punti di accesso. Nella prassi però si deve Nel disordine che caratterizza il nostro spazio costatare come vi siano forti resistenze nel visivo, uno sguardo men che accorto difficil- dare corpo alle due fasi più di dettaglio che, mente riesce a cogliere esteticamente il perver- in termini di paesaggio e di spazio pubblico, so effetto locale dei punti di accesso alle reti. potrebbero invece fare una certa differenza tra Con qualche ragione, quando si programma una rete percepita come detrattore e una rete una rete infrastrutturale, in prima istanza si ra- percepita come opportunità di sviluppo e di giona in termini transregionali: ovvero si pone utile servizio. attenzione alla configurazione del network, Sarebbe certo necessario dedicare un’appro- alle relazioni, alle ridondanze, alle caratteristi- fondita analisi all’individuazione delle molte che prestazionali della rete e dei suoi termi- cause tecnico amministrative2 che presiedono a nali. In questa fase progettuale l’attenzione è questo stato di cose. Nel frattempo, sul piano esattamente concentrata a varare un disegno più strettamente culturale, non possiamo non efficiente che sia in grado di garantire i servizi registrare come la logica dell’affermazione (settoriali) nelle varie parti del Paese. Si pensi del marchio come valore (FABRIS G., MINE- alle reti della mobilità su gomma e su ferro, STRONI L., 2004) si proponga come “appa- alle reti per la distribuzione dell’energia, alle rato teorico” per concepire l’idea di un’opera reti informatiche wired. Necessariamente tale infrastrutturale pensata come veicolo di divul- livello di progettazione si confronta con una gazione dell’identità aziendale attraverso il conoscenza/rappresentazione del territorio/ design ubiquo (PARIS A., 2014) di un oggetto paesaggio indiscutibilmente astratta1. Se osser- (l’infrastruttura nel suo complesso) fortemente vato a scala transregionale, del territorio viene autoreferenziale e in ogni dove riconoscibile, considerata con maggior attenzione la sua che traduce in tragica banalizzazione il deli- configurazione planimetrica più di quanto non cato rapporto tra l’opera e il territorio-ambien- siano osservate le sue caratteristiche altimetri- te-paesaggio. che. Si pensi poi a quanto spesso la copertura Testimonianze di una tale cultura sono quotidia- del suolo sia osservata secondo il paradigma, namente evidenti nel nostro panorama visivo: un po’ logoro, della città contrapposta alla si pensi ai manufatti delle cabine Enel – identi- campagna. co sfregio di ogni paesaggio –, ai deprimenti Anche limitandoci per un momento al tema manufatti per le telecomunicazioni presenti in delle connessioni tra i nodi, è facile immagi- ogni strada urbana, senza dimenticare i molti nare che alla prima fase progettuale di scala lampioni di “design” che devastano molti dei transregionale (definizione del network), nostri “lungomare”. Si potrebbe continuare a dovrebbe opportunamente seguire una secon- lungo. Indifferenti ai diversi contesti, trincerati da fase che si occupi “dell’atterraggio” della dietro le specifiche prestazionali, agli accordi rete nella articolazione fisica del territorio. In sindacali, alle norme per la sicurezza, di fatto aggiunta, una terza fase, che a ben vedere si impongono manufatti insensibili alle specifi- riguarderebbe anche le reti wireless, dovrebbe cità locali. Possiamo dire che il progetto dello poi ragionare sulla qualità locale così come spazio urbano, del paesaggio, tende ormai a

387 confinarsi nello spazio residuale compreso tra vengono sacrificate nel segno di una idea le molte pertinenze delle reti che impongono la isotropa di territorio. loro burocratica indifferente estetica. Dunque Per la trattazione di questo livello progettuale è necessario costatare come il progetto tran- richiamiamo brevemente una sperimentazione scalare, espressione di una forte sensibilità condotta in occasione della redazione del multidisciplinare e necessario presupposto di progetto preliminare di un asse autostradale trasformazioni del territorio che siano compa- in area romana. Gli obiettivi principali dell’o- tibili con la conservazione, gestione e inno- pera (fissati dagli esperti del traffico ANAS) vazione programmata del paesaggio e degli hanno avuto come obiettivo la correzione delle spazi urbani aperti, sia il grande assente nella connessioni della rete esistente (corrispondente progettazione delle reti. Si deve affermare, alla fase 1 - configurazione della rete) e in par- ancora una volta, come tali criteri dovrebbero ticolare il ripristino del funzionamento sistemico essere posti al centro della programmazione della rete di mobilità su gomma di scala tran- economica e delle politiche per il territorio. sregionale (già compromessa dalla congestio- In questa occasione proponiamo una visione ne del ramo sud del G.R.A.) e il miglioramento correlata di alcune distinte sperimentazioni dell’accesso all’area metropolitana attraverso condotte a diverse scale sul tema delle infra- la messa in valore dei punti intermodali di strutture su gomma: brevi richiami ad esperien- accesso alle reti collettive di mobilità. ze di scala territoriale già pubblicate e tratta- Individuati i nuovi nodi della rete e l’arco zioni di sperimentazioni inedite condotte alla di connessione tra essi, ANAS3 ha ritenuto scala di dettaglio. necessario avviare un lavoro multidisciplinare Il proposito è il tentativo di dimostrare con di “studio dell’inserimento paesaggistico” (fase “esempi […] di integrazione tra generazione 2 - territorializzazione) finalizzato al migliore di valore, valorizzazione dell’identità storica e “atterraggio” dell’opera. La sperimentazione sistemi di spazi pubblici mostrando panorami ha riguardato l’identificazione di strategie articolati di attività proiettate nello spazio ad alternative di tracciamento (alternative remo- esse più o meno armonizzate” che, in defi- te collocate in ambienti integri contrapposte nitiva, ancora esiste la possibilità teorica di ad alternative prossime collocate in territori conseguire, tramite una progettazione multisca- caratterizzati da forme insediative disperse). lare e multidisciplinare, soluzioni condivise e La formalizzazione di una serie di passaggi sostenibili in termini ambientali e paesistici. logici ha consentito di enunciare e condividere i criteri preferenziali di tracciamento, i corridoi Ricerche applicate alternativi, i condizionamenti e per converso le opportunità territoriali. Esito finale di questa Dalla rete transregionale (fase 1) alla territoria- fase è stata l’individuazione di una serie di in- lizzazione (fase 2) dicatori utili in sede di valutazione comparata La fase di “atterraggio dell’infrastruttura” sul tra le alternative effettuata tramite un confronto territorio è forse il momento più importante per multicriterio a coppie. la ricerca di un rapporto significativo tra opera La ricerca ha in particolare esplorato una serie e paesaggio. Se la definizione della configu- di indicatori specifici di paesaggio che fosse- razione del grafo transregionale determina i ro in grado di tradurre in parametri numerici luoghi di accesso ai servizi e i livelli di servizio i contenuti qualitativi determinati in sede di programmati, la fase di territorializzazione de- “studio di paesaggio”. Questi indicatori hanno termina l’effettiva configurazione della connes- concorso dapprima a pesare la compatibilità sione tra i nodi, ovvero il tracciato dell’opera. paesaggistica di ciascuna strategia e poi, Questa è il momento in cui i costi parametrici assieme a molti altri parametri, a determinare il (sempre artificiosamente ribassati e indifferenti corridoio preferibile. La valutazione conclusiva ai luoghi) determinati nella prima fase, debbo- è stata effettuata su 35 indicatori riconducibili no avviare un confronto con i paesaggi. Ed è a 3 quadri di riferimento (programmatico, proprio in questo momento che, per rispettare ambientale, progettuale) cui sono stati aggiunti costi che mai hanno considerato le esternalità un quadro sui beni culturali e un quadro sulla ambientali e paesistiche, le specificità locali mobilità. In base a questa complessa metodolo-

388 gia di tracciamento sono stati studiati numerosi “paesaggio” che il resto del mondo non potrà corridoi alternativi tra i quali sono stati selezio- mai copiarci. nati quattro corridoi complessivi che sono stati In questo senso il tema delle barriere acustiche, portati in sede di valutazione multicriteria. manufatto seriale per eccellenza delle infrastrut- Da questa attività sono emersi diversi profili ture per la mobilità, è particolarmente signifi- di innovazione che segnaliamo a chi volesse cativo: presentiamo qui una sperimentazione approfondire il tema (VALORANI C., 2014). svolta nell’area laziale5, che adotta soluzioni In questa sede è però interessante mettere in studiate per sottolineare la diversità dei luoghi, evidenza come, alla verifica di merito, il trac- da scegliere, di volta in volta, in relazione ai ciato risultato vincente in termini di sostenibilità territori attraversati. ambientale e paesaggistica, potremmo vederlo Il sistema di barriere acustiche di cui vogliamo come il tracciato di una “autostrada urbana”, parlare prevede barriere del tipo “completa- sia, esito davvero inatteso, anche il più conve- mente opache”, “semiopache” e “completa- niente sotto l’aspetto finanziario. mente trasparenti”, installabili in sezioni di Da questa esperienza si conferma che la co- tracciato a “raso” e in “rilevato”. Il suo aspetto struzione di un team multidisciplinare è dunque d’assieme si genera a partire da un modulo un necessario presupposto in fase di progetto base che consente, attraverso la reiterazione cui dovrebbe collegarsi una gestione integrata, di poche regole elementari, di produrre una ai diversi livelli scalari, degli aspetti ammini- configurazione dal disegno complesso. strativi. E proprio quest’ultima parte potrebbe Per perseguire una diversificazione del desi- svolgere il delicato compito di integrazione fisi- gn dell’infrastruttura articolato in accordo ai ca tra diversi servizi. Integrazione che proprio luoghi attraversati, sono stati individuati alcuni negli aspetti amministrativi, e non tecnici, trova schemi di colorazione che citano metaforica- le sue principali difficoltà di attuazione. mente i materiali litoidi (moodboard) tipici dei Queste considerazioni sembrerebbero quasi territori attraversati. Le colorazioni sono previ- scontate ma la prassi vede invece il contributo ste in quattro schemi: “laterizio” che si incentra del paesaggista confinato nella mera proposta sulla gamma del rosso; “pietra sperone del Tu- di “mitigazioni” che, per definizione, interven- scolo” che esprime la gamma del grigio; “tufo gono a valle di scelte strategiche (compiute con romano” sul giallo ocra; “travertino” che lavo- logiche settoriali) senza mai poter intervenire ra sulla gamma dei bianchi. A questa gamma per migliorare in modo strutturale il rapporto cromatica degli schemi delle colorazioni fa da opera-ambiente. contrappunto l’applicazione, su una matrice, di La qualità locale della rete (fase 3): i manufatti un pattern complesso che, attraverso dilatazio- “contestuali” ni e compressioni della sua densità, introduce L’idea che i manufatti delle reti debbano pos- un ritmo cromatico e una grana sulla superficie sedere un carattere autoreferenziale è in realtà delle barriere che interpreta la densità delle una declinazione piuttosto primordiale del pro- trame di contesto: una densità maggiore nelle getto di industrial design. E in fondo potremmo aree urbane che si stempererà in una densità rintracciare un tale atteggiamento anche nei minore nelle aree di campagna. Maestri: si pensi ai grandi ponti di Morandi, al Contro soluzioni di questo genere viene sem- design delle autostrade di Rino Tami e di Flora pre sollevato l’argomento degli eccessivi costi. Ruchat-Roncati (FRAMPTON K., BERGOSSI R., É quindi opportuno precisare che la nostra 2008). Ma questi riferimenti debbono essere ricerca si è spinta fino a prefigurare materiali osservati in relazione ai loro tempi4. Tempi nei e tecniche di realizzazione. I moduli opachi quali la campagna era vissuta come arretrata policromatici delle barriere sono pensati in ma inevitabile, dove il segno infrastrutturale conglomerati cementizi (per un complessivo voleva significare redenzione. La condizione di sei casseforme diverse) che possono essere odierna è tutta inversa. Sappiamo che il suolo realizzati di volta in volta con diverse tecniche agricolo è un bene prezioso e limitato, sappia- esecutive: attraverso tecniche di prefabbrica- mo che la sovrapposizione di elementi territo- zione in stabilimento, attraverso getti fresco riali ci ha condotto a un disordine visivo che su fresco in casseforme metalliche a elementi sta ormai pregiudicando quella stessa risorsa modulari con struttura in acciaio zincato,

389 Fig. 1 - Attività propedeutiche al “Reinventa Cavalcavia” - Concorso internazionale di progettazione per i cavalcavia della rete ANAS. Comparazione tra inserimenti in diversi contesti paesaggistici della medesima “opera d’arte”.

attraverso getti in opera con casseforme a Va detto come questa degli oggetti a reazione perdere. Un breve cenno alle quantità richieste ambientale sia una chiara tendenza che è pos- fa poi comprendere come questo sia un caso sibile riscontrare nel miglior industrial design di produzioni “in piccola serie” che sconsi- contemporaneo, esemplare in questo senso il glierebbero l’acquisto di prodotti industriali progetto “Shimmer tavoli” per Glas Italia di “chiusi”: le quantità stimate del modulo opaco Patricia Urquiola, e come lo stesso tema sia infatti risultano essere pari a circa 45.300 presente nella land-art. Si pensi ad esempio pezzi. Possiamo quindi affermare che sia del alla ricerca di Ned Khan e in particolare alla tutto praticabile, sul piano finanziario e sul sua installazione “Wave Oculus”, Oakland, piano tecnologico, l’adozione di una barriera 2006. semi prefabbricata caratterizzata da differenti Una consultazione internazionale6 è stata pigmentazioni e da un disegno flessibile, che l’occasione di sviluppare ulteriormente il consentirebbe rispettivamente la contestualizza- concept di cavalcavia già formulato in passato zione della barriera alla “scala macro” degli (VALORANI C., 2016). Le ipotesi iniziali sono ambiti di paesaggio e alla “scala micro” delle state articolate fino a rendere il “cavalcavia” specifiche caratteristiche locali. una vera e propria infrastruttura integrata: la La qualità locale della rete (fase 3): infrastruttu- soluzione proposta trasforma il manufatto-ca- re “incospicuous” valcavia in un sistema attivo ed empatico, In questa sezione vorremmo portare ancora facilmente riconoscibile, che offre al territorio avanti questo ragionamento attorno a manufat- un servizio incrementato: (a) conserva il ruolo ti che sappiano interagire con il loro contesto. di connessione della rete di mobilità ma (b) si

390 arricchisce della missione di mettere in valore opportunamente integrati, completano l’opera. il paesaggio e (c) della funzione di produzione Sul piano della poetica architettonica, in ana- energetica da fonti rinnovabili. Il tema della logia a quanto avviene nell’opera “Tre mondi” riconoscibilità dell’azienda (ANAS), che pure di Escher, il progetto lavora su tre piani visivi ha una sua rilevanza, è stato declinato pensan- diversi: a) la realtà riflessa che nella sua imma- do a una immagine del cavalcavia che con- terialità, in una lenta deriva dettata dall’avvici- tribuisce a comunicare, non tanto il logo, ma namento prospettico, ci racconta il panorama principalmente i nuovi valori etici dell’azienda. visivo; b) il piano riflettente che nella sua Stiamo infatti vivendo un cambio di paradig- materialità evoca la scelta etica del ricorso a ma. I requisiti che da sempre sono stati richiesti energie rinnovabili; c) la realtà fisica che si a un’infrastruttura (economicità, durabilità, effi- scorge dietro la matrice dei pannelli attivi e ci cienza) sono ormai progressivamente integrati parla di una tecnologia al servizio del territo- da valori etici: la tutela delle risorse ecologiche rio. Quindi attraverso l’immagine “a distanza” e naturali, l’attenzione al contenimento degli viene raccontato il panorama visivo di ambiti impatti ambientali, l’attenzione alle interferen- paesistici ogni volta diversi. Il cavalcavia assu- ze sul territorio e sulle popolazioni, l’attenzione me un’immagine consueta, poiché è il riflesso al paesaggio, ai suoi beni culturali. Solo di (letterale e metaforico) di luoghi già noti, ma rado però questa evoluzione è effettivamente allo stesso tempo intrigante perché sempre percepita dalla popolazione. Mentre il rinnovo mutevole in funzione delle ore del giorno, delle della dimensione percettiva dei cavalcavia, stagioni, delle condizioni climatiche. Poi in una che così fortemente caratterizza il nuovo pano- visione ravvicinata, si scopre che l’immagine è rama visivo determinato da una infrastruttura generata da un apparato tecnologico che ha per la mobilità, potrebbe svolgere un ruolo nella produzione in serie il suo punto di forza fondamentale nella comunicazione dei nuovi che garantisce la standardizzazione della valori del brand (FABRIS G., 2004). soluzione architettonica, bassi costi, facilità di Così questa proposta si spinge fino all’idea- montaggio, garanzia di qualità. zione di una “macchina” capace di costruire Il manufatto-cavalcavia è pensato contempo- un nuovo paesaggio: nella sua dimensione raneamente come un progetto di industrial tangibile, la sua fisicità, ma anche nella sua design, un prototipo che si applica più volte, e dimensione intangibile ovverosia nel significato allo stesso tempo come un progetto di land- che l’opera assume agli occhi di chi guarda scape architecture specifico per ogni luogo. La (VALLEGA A., 2008). A questo scopo il proces- soluzione proposta offre un’architettura che si so progettuale “tradizionale” è stato comple- caratterizza per una forte complessità e all’op- tamente invertito: la concezione del progetto posto per l’estrema semplicità. La complessità muove dal messaggio che dovrà essere letto è garantita attraverso un’immagine vibrante di attraverso la percezione visiva del manufatto, colori e trame sempre mutevoli (nella tonalità, la sua dimensione semiotica (ECO U., 1968), nell’intensità e nelle grane dei colori) del pano- per poi volgersi alla sua definizione fisica. rama visivo. Questa citazione dell’intorno non Sul piano tecnico la proposta si basa su una è banalmente mimetica. Essa è il risultato di soluzione strutturale a via inferiore che ga- un’operazione di destrutturazione (DE CARLO rantisce il funzionamento delle connessioni di G., 1992) in parti elementari del panorama mobilità. Una matrice di pannelli fotovoltaici di (come nei processi di digitalizzazione delle im- ultima generazione, specchianti e semitraspa- magini in pixel) e libera ricomposizione delle renti, interpretano il panorama visivo contermi- stesse in un mosaico inedito che è una vera e ne e allo stesso tempo garantiscono le perfor- propria interpretazione artistica del contesto: mance energetiche. All’opera d’arte, quindi, l’immagine-mosaico. La semplicità è raggiunta si integrano strettamente le sistemazioni del tramite una composizione basata su un modulo terreno e dello strato vegetale che sono ispirate che restituisce un senso di ordine elementare. dalla morfologia e dalla vegetazione del con- Le misure dell’ordinamento nascono dal proget- testo. La necessaria impiantistica e gli arredi to tecnologico realizzato con soli pezzi seriali stradali (barriere di protezione, reti antiproie- e prodotti in stabilimento. La stessa concezione zione e illuminazione funzionale e artistica), modulare consente di applicare il concept alle

391 più diverse situazioni. Il progetto affronta il muro per conferir loro una dignità fuori luo- tema della variabilità delle luci libere offrendo go, ma solo di utilizzarli come elementi, come soluzioni basate sulla reiterazione del modulo punti d’appoggio, accenti, stimoli per la nostra strutturale. pianificazione. Un “luogo” non è un dato, ma La proposta è stata definita rivolgendo l’atten- il risultato di una condensazione. Nelle regioni zione anche alla dimensione partecipativa. in cui l’uomo si è installato da generazioni, e a Così il ricorso a trame e colori già presenti nel fortiori da millenni, tutte le accidentalità del ter- panorama visivo delle persone, senza l’intro- ritorio cominciano a significare. Comprenderle, duzione di evidenti nuovi segni, si configura significa darsi l’opportunità di un intervento più come una trasformazione non appariscente intelligente (CORBOZ A., 1995)”. (incospicuous) che semplifica la progressiva metabolizzazione da parte degli abitanti. Sap- piamo infatti che una strategia di trasformazio- Note ne lenta e progressiva dell’ambiente contribu- isce a contenere la nascita di conflitti sociali. 1. “L’atto che ha fondato la conoscenza occidentale è consistito nella riduzione del mondo a una carta geografica, al punto Sono strategie del mondo biologico ampiamen- che si crede ancora oggi che la mappa sia la copia della te note ai naturalisti (FARINA A., 2015). Sono Terra senza accorgersi che è vero il contrario: è la Terra che state considerate la Comunità estesa (gli utenti fin dall’inizio ha assunto, per la nostra cultura, la forma e la natura di una mappa […]”(FARINELLI F. 2007, pag 152) dell’infrastruttura) così come la Comunità locale 2. Il nostro ottimismo non migliora soprattutto in considerazione (gli abitanti che vivono sul territorio e usano il delle indicazioni delle Linee Guida n. 2, di attuazione del D.L- cavalcavia). Nel primo caso il focus è stato sul- gs. 18 aprile 2016, n. 50, recanti “Offerta economicamente più vantaggiosa” Approvate dal Consiglio dell’Autorità con la sicurezza e sull’aspetto visibile del territorio Del. n. 1005, del 21.09.2016, di cui alla pag. 3 che recita- attraversato. Nel secondo caso, garantiti il pro- no “Devono sempre essere aggiudicati sulla base del miglior gramma funzionale e la sicurezza, l’attenzione rapporto qualità/prezzo, ai sensi dell’art. 95, comma 3, i contratti relativi a: […] c) i servizi di ingegneria e architettura è stata posta alla creazione di un vero e pro- nonché gli altri servizi di natura tecnica e intellettuale di impor- prio spazio architettonico percepibile, arredato to superiore a 40.000 euro”. e definito da diaframmi. La proposta si apre a 3. Gruppo di progettazione infrastruttura (ANAS SpA) - Respon- sabile: Ing. I. Coppa; Gruppo di lavoro: Ing. P.G. D’Armini, implementare anche la dimensione di un vero Ing. E. Luzziatelli, Ing. M. Mancinetti (progettista), Ing. M. Pa- progetto partecipato che risulterebbe molto nebianco, Sig. ra A.M. D’Aversa; importante per favorire i processi di “attacca- 4. Gruppo paesaggio-ambiente (Dip. Pianificazione, Design, Teconologia dell’Architettura) - Resp scientifico: Prof. C. Valo- mento” al luogo (GIANI GALLINO T., 2007). rani; M.E. Cattaruzza; V. Vancheri; S. Greco; L. Valdarnini, L. Potrebbe essere infatti semplice introdurre dei Mauriello; Collaboratori: C. De Bois; L.L. Pettine; nodi smart tramite i quali i “pannelli attivi” 5. Meno giustificato il più recente intervento di completamento della terza corsia della A1, tratto Firenze-Bologna, (2000- diventerebbero “responsive” e la composizione 2007) di Archea Associati. dell’immagine-mosaico divenire atto creativo 6. Attività propedeutiche al “Progetto di fattibilità in sede di of- collettivo e condiviso. ferta per la gara “Corridoio Intermodale Roma-Latina”. Leaf - Landscape environment architecture firm, (2014). Attività pro- Per concludere questo rapido excursus nelle pedeutiche al “REINVENTA CAVALCAVIA” - Concorso interna- diverse scale del progetto, è interessante richia- zionale di progettazione per i cavalcavia della rete ANAS mare alla memoria un antico passo di Andrè (DG 04/15 Codice CIG 64748596AC) – prima fase (2016) - R.T.I. - Cattaruzza / INGE.CO. S.r.l. / Rondinara / Studio Corboz che con grande semplicità spiega Architetti Associati Battisti Tucci / Valorani /Avventura Ubana perché sia necessario conoscere un luogo e S.r.l. /MSM Ingegneria S.r.l. / Martino / Pietroforte / Vanche- concepire ipotesi trasformative che si valorizzi- ri / Mazza / Pesciaroli / Fiorentino. no nella relazione con il luogo stesso. Indaf- farati a inseguire gli ultimi “esiti di ricerca” infatti rischiamo di smarrire i semplici indirizzi dei Maestri: parole che nella loro chiarezza possono apparire quasi tautologiche ma che osservando il nostro Paese mostrano ancora tutta la loro importanza.“Una cosi attenta considerazione delle tracce e delle mutazioni non comporta un atteggiamento feticistico nei loro confronti. Non si tratta di circondarli di un

392 Riferimenti Bibliografici

De Carlo, G. C. (1992) Gli spiriti dell’architettura, Editori Riuniti, Roma Eco, U. (1968) Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano Fabris, G., Minestroni, L. (2004) Valore e valori della marca. Come costruire e gestire una marca di successo, Franco Angeli, 9788846454799 Farina, A. (2015), “Il significato di ecotono in ecologia”, Giornate internazionali di studio sul paesaggio, undicesima edizione, Paesaggio e conflitto. Esperienze e luoghi di frontiera, Fondazione Benetton, 2015, Treviso Farinelli, F. (2007) L’invenzione della terra, Sellerio editore, 8838935513 Frampton, K., Bergossi, R. (2008) Rino Tami. Opera completa, Mendrisio Academy Press, Mendrisio Giani Gallino, T. (2007) Luoghi di attaccamento. Identità ambientale, processi affettivi e memoria, Ed. Raffaello Cortina, Milano Paris, A. (2014), “Lecture 1. Il Design è ubiquo” in Baiani B., Cristallo V., Santangelo S., (a cura di), “Lectures #1 design, pianificazione, tecnologia dell’architettura”, Rdesignpress, Roma Vallega, A. (2008) Indicatori per il paesaggio, Franco angeli, Milano Valorani, C. (2016), “Infrastrutture e paesaggio” in Fabbro, S., Pedrocco, P. (a cura di), Ordinamenti spaziali e infrastrutture: teorie, casi, strumenti, Aracne, Roma

393 IV SEZIONE: INNOVAZIONE INNOVARE PER COMPETERE Roberto Mascarucci

La competizione territoriale è ormai il tema operare alla scala comunale, troppo ristretta centrale dei nuovi programmi di sviluppo sia per affrontare il progetto delle grandi urbano. E la pianificazione urbanistica si conurbazioni (che travalicano ampiamente deve adeguare a questa nuova condizione. il confine comunale), sia per proporre nuovi Quando, anni fa, il modello di città era ruoli territoriali per le città medio-piccole pre-definito, al piano spettava solo il com- (che non raggiungono l’opportuna massa pito di dargli forma. Ma oggi, nell’attuale critica). Prima di ogni altra cosa, quindi, per congiuntura, ogni città attraverso il piano implementare veramente il “Progetto Paese”, deve ridefinire il suo ruolo nel territorio. c’è bisogno di riconoscere nella trama dei L’urbanistica, quindi, deve superare la sua sistemi insediativi la nuova città creata dai funzione prettamente normativa e puntare fenomeni conurbativi e di realizzare (nelle decisamente sulla proposta progettuale, varie forme e alle diverse scale) una nuova facendosi carico della componente spaziale ingegneria istituzionale, senza la quale non delle strategie di sviluppo e fornendo così un è possibile una costruzione consapevole del fondamentale contributo alla competizione progetto di sviluppo. territoriale attraverso l’innovazione dell’as- “L’Italia ha bisogno di un progetto di riorga- setto urbanistico. “La città trasformata dalla nizzazione spaziale, relazionale e istituzionale deindustrializzazione e dalla globalizzazione del territorio, che ridisegni i confini e la strut- deve reinventarsi un futuro perché questo non tura dei suoi sistemi urbani trasformandoli in deriva più inerzialmente dal passato” (Amen- città efficienti” (Calafati, 2009). Per rendere dola, 2016). E una delle leve per raggiunge- più efficienti le nostre città è necessaria una re un futuro migliore è, appunto, la riorganiz- nuova dimensione della pianificazione urba- zazione spaziale del sistema urbano (“Better nistica che sposti verso l’alto la scala dei pia- City, Better Life”1). ni: la pianificazione strategica deve essere “Nelle ‘visions’ e nei progetti più avanzati si riferita all’intero territorio regionale o ad una cominciano oggi a intravvedere i sintomi e le sua possibile articolazione sub-regionale, la potenzialità di tale trasformazione. Queste pianificazione spaziale degli assetti strutturali ultime implicano che si torni a riflettere sulla deve avere a riferimento le “aree urbane struttura spaziale della città; che si riconosca funzionali”2, i piani urbanistici devono essere l’importanza che nel costruirla ha la forma riferiti ad ambiti intercomunali. La nuova del territorio, che si riconosca il ruolo di una proposta di sviluppo deve essere fondata su sua infrastrutturazione capillare ed isotropa, un importante adeguamento della struttura tale da conferire alla città e al territorio una insediativa, attraverso progetti di ri-struttura- maggiore e più diffusa porosità, permeabilità zione spaziale alle varie scale. Dalla scala ed accessibilità; che si disegnino spazi pub- macroregionale a quella dei sistemi locali, il blici ambiziosi, tenendo conto della qualità ripensamento della struttura spaziale dell’in- di quelli delle città che ci hanno preceduto; sediamento umano è la condizione di base che si torni a ragionare sulle dimensioni per consentire l’avvio di innovativi processi del collettivo” (Secchi, 2013). Per questa di sviluppo. Innovare l’assetto insediativo nuova missione l’urbanistica non può più vuol dire riorganizzare in chiave competiti-

395 va la struttura fisica, sociale, istituzionale e le, economica, ecc.) all’interno del processo politica dei sistemi territoriali. Agli urbanisti di governo del territorio. compete la ristrutturazione spaziale. E siamo Le nuove performance urbane sono evidente- certi di non sbagliare quando affermia- mente connesse alla sostenibilità ambientale mo che c’è una relazione biunivoca tra le (riduzione del consumo di suolo, ricreazione dinamiche socioeconomiche e la forma dello di percorsi naturali, contenimento energe- spazio insediativo. Le scelte urbanistiche pos- tico), alla mobilità sostenibile (trasporto sono incidere sulle dinamiche evolutive del collettivo in sede propria, mobilità ciclistica sistema socioeconomico: non solo i grandi e pedonale, uso promiscuo delle strade fenomeni economici condizionano la confi- urbane), alla innovazione tecnologica (smart gurazione della città, ma anche le opportune city, internet of things, information technolo- decisioni spaziali a livello urbano possono gy), ma anche alla configurazione spaziale favorire l’innesco di nuovi processi di svilup- della città pubblica (nuovi spazi di relazione, po socioeconomico. Tornare a riflettere sulla auto-identificazione collettiva, accessibilità struttura spaziale della città è l’imperativo dei fisica dei luoghi e inclusività sociale). Poiché nuovi programmi di sviluppo strategico. Non queste tematiche non sono affrontabili alla c’è nuova strategia di sviluppo senza l’inno- scala comunale, diventa indispensabile un vazione della struttura insediativa dell’uomo nuovo approccio “transcalare” alla pianifi- sul suo territorio. cazione urbanistica. I nuovi luoghi urbani Ma ri-strutturare l’insediamento umano non possono assumere significati innovativi solo vuol dire solo sostituire destinazioni d’uso ob- all’interno di una proposta strategica di ridi- solete con nuove funzioni più attuali. La mera segno e rifunzionalizzazione della struttura sostituzione di funzioni territoriali, il riempi- territoriale alla scala vasta. Ciò comporta mento di vuoti urbani, l’aggiunta di spazi inevitabilmente la variabilità degli ambiti di annessi alle infrastrutture esistenti, i progetti riferimento, che necessariamente sono diversi che disegnano nuove architetture senza in ragione della specifica pertinenza dimen- intervenire sull’assetto urbanistico, sono tutti sionale della tematica considerata. Se la città interventi non sufficienti a determinare il resta la leva più preziosa per il progetto di rilancio competitivo di un sistema insediati- innovazione, è l’area vasta l’arena adatta vo. Per dare nuova ragion d’essere ad un per individuare le “dimensioni pertinenti” sistema territoriale è necessario incidere sulla allo sviluppo strategico. sua struttura spaziale e funzionale, attraverso Sulla “dimensione pertinente” per le diverse interventi capaci di ridefinire il senso com- politiche territoriali molto è stato detto in plessivo del modello insediativo. Italia, ma poco è stato fatto. Fin dagli anni Proporre una nuova struttura del modello sessanta del secolo scorso il dibattito discipli- insediativo è operazione che presuppone la nare è stato viziato dalla velleitaria pretesa capacità di cogliere il cambiamento radica- di individuare un unico ambito territoriale le della domanda. Ciò significa affermare intermedio (tra comune e regione) che fosse un rinnovato primato del sapere “esperto” capace di garantire il trattamento efficace sull’assunzione ideologica di un modello di di tutte le questioni di scala vasta. Purtroppo città. La vera innovazione del processo di solo oggi ci stiamo rendendo conto che il pianificazione urbanistica passa, dunque, problema era mal posto: perché ognuna attraverso il superamento del concetto di delle politiche territoriali (ecologiche, tecno- piano urbanistico come individuazione aprio- logiche, culturali) reclama una sua specifica ristica dell’assetto ottimale da raggiungere e “dimensione pertinente” che dipende dalle quindi il conseguente abbandono del criterio diverse razionalità di settore, ma anche dalla di verifica conformativa degli interventi e variabilità dei relativi processi di governan- l’introduzione del nuovo concetto di verifica ce. La “dimensione pertinente” ha, dunque, performativa (ambientale, funzionale, socia- una geometria variabile, ma trova una sua

396 sintesi razionale nel contenuto spaziale della tura sono l’effetto delle dinamiche di mercato visione strategica. e sono, oggi più che mai, orientate dal com- Inoltre, l’innovazione radicale delle modalità portamento (anche inconscio) dei cittadini. La di comunicazione e la rivoluzione digitale progettazione dei nuovi corsi d’azione per il hanno cambiato completamente la scala di governo delle trasformazioni urbane si deve riferimento degli insediamenti urbani, la loro confrontare con questa nuova realtà e deve organizzazione funzionale e la loro composi- innovare le procedure per adattare i pro- zione socioeconomica, ridefinendo le stesse grammi alle nuove dinamiche. Ciò chiama relazioni tra interessi collettivi e individuali. in gioco il tema della partecipazione dei L’organizzazione degli insediamenti umani in cittadini alle scelte strategiche, che non vuol conurbazioni diffuse e discontinue, eteroge- dire strumentale costruzione del consenso nee e multipolari, ha cambiato il modo di degli stakeholder, ma piuttosto consapevole pensare le reti della mobilità e della cono- presa di coscienza delle mutazioni della scenza. L’aumento di complessità delle nuove domanda e assunzione di responsabilità col- forme di organizzazione del territorio ha lettiva sulle possibilità di modificare l’offerta. fatto emergere la necessità di nuovi approcci Ciò comporta un cambiamento di paradigma alla comprensione dei fenomeni, di nuove nei nuovi processi di pianificazione spaziale: tecniche di analisi e di interpretazione delle non più un’idea di territorio pre-definita, ma dinamiche territoriali, ma anche di nuovi una continua adattabilità dei programmi di modi di organizzare le politiche di inter- sviluppo alle nuove esigenze secondo criteri vento. Se è cambiata la domanda di città, performativi precedentemente assunti e con- se alla città storica e moderna si è andata divisi. Una nuova flessibilità dei programmi sostituendo una più pervasiva “condizione d’azione, ma una rinnovata rigidità delle urbana”, se le nuove dotazioni urbane non invarianti ambientali. sono più concentrate nello spazio tradizio- In tutti i casi (e alle diverse scale) l’approc- nale della città, è assolutamente necessario cio innovativo deve essere fondato sulla innovare sia i metodi di analisi, che gli definizione simultanea di strategie generali approcci di progetto. e di possibili progetti di intervento. Ai vari Il nuovo modello insediativo ne può uscire livelli della politica di piano, infatti, i nuovi addirittura migliorato in termini di perfor- strumenti dovranno garantire la connessione mance ambientale. Il passaggio da un’idea logica e operativa tra la visione d’insieme di città come spazio specializzato per la e l’intervento puntuale. Detta condizione è fornitura dei servizi ad una nuova “condizio- indispensabile per assicurare la coerenza ne urbana” generalizzata (non compatta ma dei singoli interventi con il quadro generale, a rete, non diffusa ma discreta, non invasiva per permettere la realizzazione “per fasi” ma puntuale) può facilmente convivere con dei programmi d’azione pensati nella loro l’ambiente naturale, se progettata e rea- organica interezza e per garantire l’efficacia lizzata in maniera rispettosa delle ragioni complessiva dei processi e la qualità degli intrinseche del territorio. Le condizioni per esiti. La dimensione di area vasta è quella in la sostenibilità ambientale di un tale (inevi- cui si verifica la compatibilità degli interventi tabile) modello sono connesse alla capacità con i quadri conoscitivi condivisi (dai saperi di superare l’equazione concettuale “espan- esperti). Oggetto dell’urbanistica (oggi più sione urbana - nuovo consumo di suolo”, che mai) è il sistema insediativo nel suo alla capacità di riutilizzare e riorganizzare complesso. L’efficacia e la sostenibilità di l’esistente in chiave innovativa ed ecocompa- questo nuovo modello si misura sulla capaci- tibile, alla capacità di aumentare le dotazio- tà di garantire una vera e nuova compliance ni urbane recuperando spazi già esistenti tra reti e luoghi. Alla scala vasta è possibile ma ormai “de-funzionalizzati”. Le mutazioni assicurare la funzionalità e la sostenibilità della condizione urbana nell’attuale congiun- dei sistemi, alla scala locale la destinazione

397 funzionale dei luoghi prende giustificazione Note in relazione ai quadri generali assunti a riferimento all’interno di un unico quadro 1. Era il tema scelto per l’Expo 2010 a Shanghai (Cina) 2. Il metodo di individuazione delle Aree Funzionali Urbane di coerenza. Nel disegno consapevole di (FUAs) è stato elaborato nell’ambito delle molteplici ricer- questo quadro, ad evitare che prevalgano che che hanno caratterizzato lo European Spatial Planning approcci di tipo funzionalista e settoriale, Observation Network (ESPON). il ruolo degli esperti della “configurazione dello spazio” è fondamentale e deve restare al centro dell’attenzione. Anche per garanti- Riferimenti Bibliografici re il raggiungimento di opportuni e congrui assetti spaziali, i quali piuttosto che obiettivi Amendola, G. (2016), Le retoriche della città, Edizioni Dedalo, Bari sono da considerare pre-condizioni indi- Calafati, A. (2009), Economie in cerca di città, Donzelli spensabili allo sviluppo socioeconomico. Un Editore, Roma modello multi-scalare di questo tipo permette Secchi, B. (2013), La città dei ricchi e la città dei poveri, Editori Laterza, Roma-Bari di superare il nodo irrisolto della valutazione (ambientale, urbanistica, economica, sociale, ecc.) dei singoli progetti in assenza di rife- rimenti condivisi. Ogni tipo di valutazione, infatti, è inevitabilmente “relativa” ai criteri di riferimento assunti. Solo la preventiva individuazione dei requisiti prestazionali del sistema permette di superare la velleitaria e ingannevole verifica di conformità dei progetti puntuali rispetto a scale di valori soggettive e burocratizzate. Definiti i target generali da perseguire, le prestazioni del progetto locale sono più facilmente argomen- tabili e le verifiche di compatibilità non sono più affidate a valutazioni soggettive.Liberato dal “ricatto concettuale” della verifica di conformità al piano, il progetto dei singoli luoghi può essere interamente dedicato alla sua missione specifica: quella di rispondere puntualmente alla domanda espressa da quel contesto in quel momento. La risposta progettuale ad una domanda locale è pen- sata come modifica parziale di un sistema che trova coerenza complessiva nel quadro d’insieme. Al progetto dei luoghi resta intatto il compito di esprimere al meglio la sua po- tenzialità creativa, realizzando luoghi capaci di restituire spazio collettivo ed emozionale alla nuova condizione urbana diffusa.

398 II Festival delle Città Metropolitane, Napoli | 6-8 Luglio 2017, Foto di Marichela Sepe

399 SPAZI IN MUTAMENTO TRESIGALLO, CITTÀ-LABORATORIO PER IL PROGETTO URBANO SOSTENIBILE

Francesco Alberti

Il progetto urbano sostenibile tra contesto, politiche specifiche. La pianificazione urbanisti- coesione e competitività ca comunale è stata, negli ultimi anni, oggetto di dibattiti, indagini, sperimentazioni e, nel Le città sono una risorsa importante per la contempo, campo di profondi cambiamenti crescita sociale ed economica del nostro e innovazioni, per lo più determinati dalla paese, eppure non sono più da qualche tempo progressiva affermazione di una crescente e oggetto di attenzione da parte della politiche ormai ampiamente condivisa consapevolezza pubbliche. dell’inefficacia e dell’inadeguatezza del PSC/ La vita materiale di molti cittadini dipende però POC/RUE nel governare non solo i complessi e dalle città, dalla loro efficienza e dalla loro sempre più dinamici processi di trasformazione capacità di costruire senso di sicurezza sociale che caratterizzano le città, ma anche la norma- e di progresso. Non è così in molti altri paesi le gestione urbanistica e territoriale. europei. Oggi infatti compito principale della pianifica- Si può e si deve riportare le città al centro zione non è più quello di regolare l’espansione dell’agenda politica e farne un punto essen- della città, fenomeno in Italia ormai sostanzial- ziale del programma di governo del paese. mente concluso da quasi trent’anni, quanto Tra i molti paradossi del nostro paese quello di quello di governare la trasformazione di aree sottovalutare il potenziale rappresentato dalle già urbanizzate, di parti di città già esistenti, città è il più macroscopico e incomprensibile. di territori già fortemente modificati, garan- Lo è sotto molti punti di vista, quello storico tendo elevati livelli di qualità e di sostenibilità culturale, perché la storia del nostro paese è ambientale degli interventi di trasformazione e intrinsecamente legata a quella delle sue città dei processi di rifunzionalizzazione delle parti e dei suoi comuni; dal punto di vista sociale, della città costruita e degli ambiti territoriali perché ormai la stragrande maggioranza antropizzati. degli italiani vive la condizione urbana, anche La mancanza di un rilevante paradigma quando ha scelto di risiedere in piccoli comuni disciplinare di riferimento e, soprattutto, la o borghi, questi non sono altro che nodi di una redazione della nuova legge urbanistica re- rete che “abita” tutto il territorio. È incompren- gionale, hanno determinato la spesso proficua sibile soprattutto dal punto di vista economico. ricerca di dispositivi legislativi per una gestione La ricchezza principale del nostro paese sono, innovativa, decentralizzata e più snella dei ormai, le città con i loro “giacimenti” di storia, processi di piano. Negli ultimi dieci anni le di patrimoni artistici e ancora di produzione pratiche di pianificazione si sono articolate e immateriale, di ricerca e di innovazione. Le cit- differenziate sul territorio nazionale come mai tà sono, l’ancoraggio per quei flussi “nomadi” in precedenza, in parte per effetto delle leggi che le attraversano e che potrebbero sedimen- regionali, ma anche e soprattutto in relazione tare con i loro scambi e intrecci interculturali alle sostanziali modifiche del tipo di domande nuove opportunità di ricerca e innovazione e rivolte all’urbanistica da parte della società. quindi di sviluppo economico per l’intero pa- L’irrompere dei temi legati alla tutela e alla ese. Tutto questo semplicemente non è “visto” valorizzazione delle risorse non rinnovabili, da chi governa il paese e non è oggetto di all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, anche

400 nel campo della pianificazione urbana, ha po- dispositivo e senza dimensione temporale, sto in evidente rilievo l’esigenza di una impo- attestato solo su scenari di lungo periodo inevi- stazione integrata dei piani e di una coerenza tabilmente descrittivi e spesso improbabili, ma complessiva delle scelte di allocazione delle diventa attivo e propositivo anche nella pro- risorse sul territorio, allo scopo di individuare grammazione-esecuzione delle opere pubbli- i percorsi più efficaci per assicurare un futuro che, veri e propri interventi di trasformazione sostenibile delle città e, quindi, una buona del territorio finalizzati ad obiettivi di coesione qualità della vita dei cittadini. e di competitività territoriale. Alcuni programmi attualmente utilizzati in Italia sono sicuramente Il programma POR/FESR: nuove politiche di rappresentativi di questo percorso intrapreso trasformazione urbana in direzione della riforma. Tra questi, i Pro- grammi Operativi Regionali (POR) sono, forse, In questo quadro ha visto la luce un fenome- l’esempio più palese della sperimentazione no fortemente innovativo, nella forma e nella urbanistica portata avanti dalla Regione Emilia sostanza, caratteristico delle ultime esperienze: Romagna in direzione di un percorso che vada l’affermazione di nuove politiche urbane, mi- oltre il semplice approccio interdisciplinare rate a sancire la fine dell’epoca della crescita dell’urbanistica e che coinvolga la dimensione urbana e, quindi, a diffondere e radicare territoriale, quella economica e quella am- pratiche più efficaci di trasformazione urbana, bientale, supportandole con nuove procedure di sviluppo sostenibile del territorio e di tenuta amministrative. Nello stesso quadro, ma con della coesione sociale, condotte attraverso riferimento ad un numero più ristretto di realtà decreti ministeriali anziché atti legislativi, o locali, il Programma Gal Leader - Piani di attraverso l’intervento diretto della Comunità Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020 dell’Unione Europea. Europea rappresenta un’altra valida esperien- Rispetto alla tradizione tecnica e normativa del za grazie, soprattutto, alla specificità degli piano urbanistico generale, si tratta di una no- obiettivi rivolti alla rigenerazione dei tessuti tevole innovazione di metodo che impone agli urbani. urbanisti un’attenzione più esplicita e vinco- L’introduzione del programma POR/FESR è lante a quelle che sono le reali disponibilità di nato dalla consapevolezza del ruolo centrale risorse, ed alla definizione specifica di investi- rivestito oggi dalla questione urbana, sia nei menti pubblici e privati. Tali politiche si sono riguardi della promozione dello sviluppo che esplicitate attraverso strumenti differenti, ma della solidità dell’unione sociale. Mentre in caratterizzati da un comune modello di azione precedenza, infatti, gli attori pubblici avevano locale, la cui applicazione dipende da fattori perseguito lo sviluppo solo da un punto di vista generati dal contesto urbano e dalla maturità economico e sociale, trascurando il livello di della società locale. pianificazione territoriale, dagli anni Novanta Questi strumenti hanno modificato la pianifi- in poi l’importanza della politica urbana assur- cazione urbanistica italiana sotto vari aspetti, ge all’attenzione dello stato centrale. anche recependo l’incentivo dell’Unione I Programmi Operativi Regionali (POR) hanno Europea ad assumere come principali criteri di tra le loro finalità principali la promozione di riferimento il partenariato pubblico-privato e partenariati e di approcci “bottom up”, per fa- l’integrazione spaziale e sociale. vorire la partecipazione dei diversi soggetti al In ogni caso, l’ottica è quella di ricercare livello locale, ma soprattutto l’integrazione di percorsi di sostenibilità ambientale, soprattutto, interventi fisici, economici e sociali in ambito ma anche economica e sociale, individuando urbano. Quanto realizzato finora, però, sem- dei progetti capaci di creare valore aggiunto bra avere privilegiato solo interventi di riquali- e di essere realmente trainanti per lo sviluppo ficazione fisica: azioni integrate vere e proprie urbano, magari anche recuperando vecchie sono state realizzate solo parzialmente, anche idee accantonate per difficoltà di attuazione. perché troppo complicate nei vincoli. È proprio a questo proposito che si inseriscono Rimane tuttavia l’aspetto positivo rappresentato i soggetti privati, il cui ruolo non è più solo dall’esperienza acquisita dalle unità di gestio- quello di semplici attuatori di un “protocollo” ne dei Programmi Operativi Regionali (POR).

401 Essi costituiscono, infatti, il primo esempio di di riqualificazione di opere pubbliche, veri e pubbliche amministrazioni locali ad avere propri landmarks territoriali. seguito quasi per intero il percorso di un pro- Il ruolo del progetto urbano per la rigenera- gramma integrato, dalla formulazione all’attua- zione della città del Novecento è fondato sulla zione delle opere. consapevolezza che gli edifici sono elementi L’esperienza ed il patrimonio di competenze fondanti dello spazio urbano e che i manufatti sviluppate costituiscono una riserva di oppor- realizzati durante quel secolo hanno profonda- tunità che saranno utili sia per far fronte, in mente mutato, più che in ogni altra epoca, lo una forma coerente, alle nuove domande di spazio, l’immagine e la struttura delle città per programmazione degli investimenti, sia per rispondere ai nuovi obiettivi, quali la moder- verificare l’applicabilità dell’esperienza ad altri nizzazione, l’infrastrutturazione, l’erogazione contesti. di servizi e il miglioramento delle condizioni L’azione dei POR/FESR è rivolta ad ottenere abitative. Aree storiche riqualificate, nuove un’alta visibilità degli interventi, indirizzando espansioni residenziali e produttive, attrezza- gli stessi ad aree molto ristrette e con determi- ture di servizio e della mobilità, spazi pubblici nate caratteristiche di degrado fisico e sociale. e piazze hanno profondamente mutato le prin- In realtà, però, nelle esperienze realizzate si è cipali città del basso ferrarese, creando nuove focalizzata l’attenzione su aree molto dissimili: dimensioni e relazioni urbane e territoriali. in molti casi, infatti, non è stato scelto un quar- Attraversa tutto il secolo una ricerca costante tiere, ma un settore urbano, o addirittura più nella riflessione e nello sviluppo del linguag- parti diverse della stessa città, sulla base di un gio architettonico – anche di rottura rispetto disegno di strategia della riorganizzazione/ al passato – creando la ricchezza delle città rigenerazione urbana. venete contemporanee e la loro complessità ed A questo proposito, una delle più forti inno- eterogeneità, maggiore che in qualsiasi altro vazioni dei POR/FESR è rappresentata dalla periodo. Oggi, un progetto di salvaguardia e notevole presenza di centri storici interessati valorizzazione è necessario, poiché molti di dagli interventi, soprattutto nelle città del questi manufatti, spesso di significativo valore novecento che hanno reinterpretato in modo architettonico, urbanistico e testimoniale, non molto originale le caratteristiche di tali aree. sono soggetti a nessun tipo di tutela: moltissimi La tendenza localista dei programmi infatti, nel edifici di rilevante interesse sono già andati caso dei centri storici è stata sfruttata come oc- perduti, dopo che interventi di ristrutturazione casione di sviluppo per l’intera città, come una ne hanno sfigurato i caratteri peculiari, o sono riserva di risorse legate al luogo in sé stesso, addirittura stati demoliti. Attraverso l’individua- ma tali da costituire anche patrimonio collettivo zione del progetto urbano sostenibile si intende dell’intera comunità che, proprio attraverso i promuovere una maggiore e diffusa consape- programmi operativi regionali, le riscopre, se volezza, al fine di valorizzare il patrimonio del ne riappropria e le inserisce in una strategia di Novecento ferrarese, come già è stato fatto valorizzazione fondiaria e di sviluppo turistico per l’inestimabile patrimonio delle emergenze e promozionale. edilizie dei territori di bonficia e dei centri In quest’ottica, raramente il programma opera- storici e, solo parzialmente, per l’archeologia tivo regionale è stato proposto come un mero industriale. Alla base dell’attività progettuale è strumento tecnico di programmazione degli in- presente un lavoro d’indagine e la conseguen- terventi; viceversa, la sua realizzazione è stata te riflessione scaturita mostrano un’altra faccia fortemente sovraesposta e caricata di significa- dell’identità culturale del territorio del basso ti anche al di là degli obiettivi specifici. ferrarese, scoprendo una produzione di archi- Tra i temi di ricerca innovativi - sviluppati du- tetture e brani urbani di qualità e innovazione, rante l’elaborazione del programma di rigene- costituendo un patrimonio diffuso sul territorio, razione urbana pubblico-privato per il comune che richiede studi e ricerche, approfondimenti di Tresigallo in provincia di Ferrara – è stata di tematici, verifiche storiche, sviluppo di metodo- forte impulso la valorizzazione della città nove- logie condivise di valorizzazione ed elabora- centesca sviluppata attorno a progetti integrati zione di tecniche di intervento compatibili. di recupero del centro storico e di interventi

402 Risultati attesi e conseguiti Riferimenti Bibliografici

Il programma POR/FESR ha avuto il merito di Clementi, A. (2016), “Strategie della resilienza urbana” in Clementi A., Alberti F., Zazzero E., (a cura di), Ferrara- introdurre un cambio di strategia nelle politi- Holistic. Prevenire il rischio sismico, Maggioli, Rimini che urbane, puntando sui tradizionali punti Clementi, A. (2016) Forme imminenti. Città e innovazione deboli del tessuto urbano per trasformarli in urbana, List Lab, Trento Ave, G. (2015), “Uso temporaneo degli spazi urbani altrettanti punti di forza del nuovo assetto, tutto pubblici”, Il Nuovo Cantiere, vol. 2 n. 1, pg. 88, Milano ciò generando anche una presa di coscienza Russo, M. (2015), “Multiscalarità. Dimensioni e spazi della nella popolazione residente, che si sente ormai contemporaneità”, Archivio di Studi Urbani e Regionali, n. 113, pg. 5-22, F. Angeli, Milano parte attiva di questo processo. In questo quadro, inoltre, Tresigallo ha rea- lizzato ottimi risultati non solo in termini di riqualificazione urbana, ma soprattutto sul piano dell’efficienza gestionale-amministrativa e dell’efficacia delle strategie messe in campo. Un elemento di originalità del programma POR/FESR a Tresigallo consiste, infatti, nella semplicità del modello organizzativo adottato: l’amministrazione ha gestito direttamente tutte le fasi di attuazione e di controllo del Pro- gramma formando una nuova struttura interna, direttamente rispondente al Sindaco. Soprattut- to, la strettissima connessione tra responsabilità politiche e funzioni tecnico-amministrative nei settori coinvolti ha assicurato l’ottimizzazione delle procedure, il rispetto dei tempi previsti e la capacità di spesa dimostrata nell’attuazione del Programma. I nuovi strumenti hanno comportato nuovi orizzonti, nuove opportunità, nuovi modi di rapportarsi, di confrontarsi, con maggiore attenzione alle sinergie complessive, grazie alla messa a sistema delle singole azioni di intervento nel progetto urbano sostenibile, che dovrà essere implementato in linea program- matica e tecnica per continuare ad attuare la visione al futuro del territorio tresigallese.

403 INNOVAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO: IL RUOLO DETERMINANTE DELLE INFRASTRUTTURE

Alessandra Barresi

Sviluppo urbano e Innovazione della sua teoria, il caso dell’iphone concepito e progettato dagli ingegneri della California Le infrastrutture nelle loro diverse forme costi- dove avviene l’unica fase del processo di co- tuiscono la rete attraverso la quale avviene struzione realizzata negli Stati Uniti. A questa all’interno delle città metropolitane, oltre agli fase appartengono il design del prodotto, lo scambi fisici, anche e soprattutto la veicolazio- sviluppo di software e hardware, la gestione ne della conoscenza. Le grandi città sono da commerciale, il marketing ed altre funzioni ad tempo riconosciute come importanti vivai della alto valore aggiunto; gli elementi chiave sono, produzione creativa e di innovazione cultura- in questo stadio, la creatività e l’inventiva degli le. Tale creatività, che rende la grande città ingegneri e dei designer. I componenti elettro- competitiva nel confronto con altre realtà di nici dell’Iphone – sofisticati ma non innovativi simile livello, ha un rapporto di corrispondenza quanto il design – sono fabbricati in gran diretta con il livello culturale della città stessa, parte a Singapore e Taiwan. L’ultima fase della misurabile attraverso il numero di persone che produzione, a più elevata intensità di mano- conseguono la laurea. Cultura e creatività, a dopera, è quella in cui il fattore essenziale è loro volta, determinano capacità di innovazio- il costo del lavoro e si svolge nella periferia ne e di conseguenza elevati livelli di produttivi- di Shenzhen in Cina, in uno degli stabilimenti tà e ricchezza. più grandi al mondo; i lavoratori americani È dimostrato dagli studi economici come la entrano in gioco, dunque, solo nella fase città non sia una semplice concentrazione di iniziale del processo, quella dell’innovazione. individui, ma un ambiente complesso e ricco Il valore aggiunto dell’Iphon generato in Cina di interrelazioni che favorisce la creazione di è molto basso, nonostante vi lavorino centinaia nuove idee e di conseguenza di nuove impre- di migliaia di persone, perché l’assemblaggio se. Richard Florida ha sostenuto che lo sviluppo potrebbe essere effettuato indifferentemente in economico urbano dipenderà in misura sempre qualsiasi parte del mondo; la maggior parte maggiore dalla abilità delle città di attirare del valore aggiunto dell’Iphone viene invece una porzione significativa di classe creativa, dall’originalità dell’idea, dalla innovativa dove per classe creativa egli ha definito un progettazione ingegneristica e dall’elegante gruppo più o meno ampio di classi medie della design. Da ciò ne deriva che la Apple guada- new economy (Florida, 2003). gni per ogni Iphone venduto il 65% del totale, Sugli stessi convincimenti si fonda la teoria eco- usufruendo del maggiore valore aggiunto; il nomica di Enrico Moretti il quale sostiene che fattore economico più prezioso non è dunque negli ultimi 50 anni gli Stati Uniti sono passati il capitale fisico ma la creatività, di conseguen- da un’economia fondata sulla produzione di za la parte più importante di valore aggiunto beni materiali a un’economia basata su co- di nuovi prodotti appartiene agli innovatori noscenza e innovazione; l’ingrediente chiave (Moretti, 2012) di tale cambiamento è il capitale umano e, La crescita del settore dell’innovazione ha un dunque, l’istruzione, la creatività e l’inventiva. impatto diretto sul mercato del lavoro di inge- Il fattore produttivo principale sono le perso- gneri, matematici e scienziati, però l’aspetto ne con le loro idee. Moretti cita, a supporto più importante di questa crescita è, secondo

404 Moretti, il suo effetto indiretto sul mercato del conomia locale”, “Transizione energetica”, lavoro. “Attrarre in una città uno scienziato o “Integrazione di migranti e rifugiati”, “Povertà un ingegnere informatico significa innescare urbana”, “Economia circolare”, “Mobilità urba- un effetto moltiplicatore che va ad aumentare i na”, “Integrazione di migranti e rifugiati”. posti di lavoro e i salari di chi fornisce servizi Le proposte vincitrici, selezionate da un panel locali. Specificamente per ogni posto di lavoro di esperti perché ritenute particolarmente signi- innovativo creatosi in una città vengono a pro- ficative, attribuiscono tutte un ruolo fondamen- dursi cinque nuovi posti, frutto indiretto di quel tale alle infrastrutture nel modo in cui vengono settore innovativo di quella città; e si tratta sia affrontate le sfide urbane. di occupazioni professionalmente qualificate, sia di occupazioni non qualificate” (Moretti, Creatività ed infrastrutture a livello territoriale 2012). L’innovazione non riguarda naturalmente solo Lo sviluppo della creatività è fortemente con- il settore della produttività, è anche al cen- nesso con il sistema infrastrutturale tanto fisico tro degli interessi della politica dell’Unione quanto tecnologico, tanto locale quanto globa- Europea per lo sviluppo sostenibile delle città, le. Il rapporto tra territorio ed infrastrutture nel come dimostra la recente iniziativa comunitaria tempo si è costantemente evoluto. Mentre nei Urban Innovative Action (UIA), promossa il 15 primi anni del dopoguerra è prevalso l’interes- dicembre 2015, che fornisce alle aree urbane se per la ricostruzione e il boom economico, in tutta Europa risorse per testare soluzioni successivamente si è prestata molta più atten- nuove e non dimostrate per affrontare le sfide zione alla salvaguardia delle identità culturali urbane e vedere come queste funzionano in e dei valori ambientali e paesaggistici. Oggi pratica e rispondono alla complessità della vita prevale la preoccupazione di essere esclusi reale. Sebbene, infatti, la ricerca sulle proble- dalle opportunità di sviluppo in nome di criteri matiche urbane sia ben sviluppata, le poten- di salvaguardia eccessivamente elevati e si cer- ziali soluzioni non vengono sempre messe in ca di attestarsi su una adeguata via di mezzo. pratica perché le autorità urbane sono riluttanti A livello globale gli aeroporti, i grandi assi di ad utilizzare i propri fondi per sperimentare comunicazione, le ferrovie e i porti non sono idee nuove, non provate e quindi rischiose. solo infrastrutture di trasporto ma elementi trai- La specificità di questo tipo di iniziativa comu- nanti per lo sviluppo del territorio. Sostiene Pa- nitaria è quella di essere fortemente interessata olo Fusero che: “se consideriamo città e sistemi alla innovazione, poichè l’aumento della com- urbani come hub di scambio che attraggono plessità delle sfide sociali accompagnata alla flussi di diversa natura (dalle merci e le per- diminuzioni dei fondi pubblici a disposizione sone a conoscenza e know-how soprattutto), delle pubbliche amministrazioni per affrontarle, il concetto di logistica può essere esteso a qual- ha spinto le Autorità Urbane alla ricerca di cosa che sviluppa le capacità di questi sistemi nuovi soluzioni innovative nell’ambito del poli- a trasformare questi flussi in valore territoriale” cy making. Tale ricerca di soluzioni innovative (Fusero, 2008). e alternative è stata resa più facile grazie alla In questo scenario di globalizzazione è evi- evoluzione delle tecnologie della comunica- dente come le realtà in grado di attrarre i flussi zione che consentono alle Autorità Urbane di globali e trasformarli in valore locale sono attingere ad una intelligenza collettiva per pro- quelle destinate a maggiore successo, le realtà gettare ed implementare soluzioni innovative. marginali, invece, sono destinate a rimanere L’UIA si inquadra in questo cambiamento di sempre più marginali. scenario caratterizzato anche dal bisogno A questo punto entrano in gioco, sempre a crescente delle Autorità Urbane di progettare livello globale, i flussi digitali che possono e sperimentare nuove soluzioni fondate sulle giocare un ruolo fondamentale. Il concetto conoscenza e sull’esperienza diffuse. L’iniziati- tradizionale di area territoriale, derivante dal va ha già trovato attuazione attraverso due call principio spaziale della prossimità, può essere nelle quali le Autorità Urbane hanno dovuto associato a quello innovativo di territorio come affrontare in modo innovativo alcune importan- hub, inteso come luogo di relazioni multisca- ti sfide urbane: ”Lavoro e competenze nell’e- lari ed intersettoriali. Scrive sempre Fusero:

405 “Le piattaforme territoriali divengono distretti e imprese in quei territori che finora sono stati geografici capaci di mantenere relazioni con i lasciati al solo orizzonte dello sviluppo econo- grandi circuiti globali, generando così sistemi mico. Economicamente i territori marginalizzati integrati di produzione che sono in grado di spesso ricoprono caratteristiche di grande cogliere le sfide della competizione globale. rilevanza in termini di paesaggio (aree rurali, Contemporaneamente, territorial hubs sono regioni di montagna, isole, piccoli siti storici, anche in grado di favorire gli scambi tra i flussi etcc.) e di patrimonio culturale. La tendenza al globali e i territori locali. Essi funzionano come depopolamento e all’impoverimento economico incubatori capaci di moltiplicare gli effetti di questi territori potrebbe essere contrastata dell’innovazione e di estenderli in strutture attraverso l’offerta di valori sociali e paesaggi- produttive e sociali” (Fusero, 2008). A livello stici combinati con servizi tecnologici di livello globale, dunque, il sistema di connessioni metropolitano. infrastrutturali è una combinazione di differenti reti che consentono la circolazione di persone Creatività ed infrastrutture a livello urbano e merci, ma soprattutto la trasmissione imme- diata di conoscenza e innovazione. Questo Ancor più che nei territori marginali, la diffusio- avviene sia attraverso le connessioni aeree, ne della creatività all’interno della città avviene marittime, ferroviarie e stradali, sia attraverso sempre attraverso il sistema infrastrutturale, in le reti digitali integrate con i centri di ricerca questo caso di carattere locale. Ogni realtà scientifica e i più avanzati hubs tecnologici. metropolitana è costituita dal centro principale La caratteristica comune di questi nodi infra- e da un vasto hinterland, un ampio territorio strutturali è quella di possedere la capacità legato alla città stessa da un rapporto di inter- di attrarre flussi per la mobilità delle persone, dipendenza, dal quale la stessa trae linfa vitale merci e conoscenza, combinata con molte anche in termini di creatività. Significativo in funzioni avanzate. Questi possono essere hub tal senso è l’esempio di Milano, il cui hinter- tecnologici, scuole o università per la diffusione land comprende svariate piccole città e diversi della conoscenza e lo sviluppo di competenze centri più grandi quali Bergamo, Brescia, specifiche. Como, Varese. Come sostiene Paul Knox, Mi- In futuro, alla luce dello sviluppo delle tecnolo- lano ha assunto, nel tempo, il ruolo di grosso gie sempre più avanzate, la differenziazione centro culturale grazie alle radici economiche tra territori ricchi e poveri diverrà sempre meno del suo territorio, soprattutto risalenti al perio- significativa; mentre si affermerà la distinzione do Medioevale quando il fiorire dell’agricol- tra territori intelligenti e territori che non hanno tura, del commercio e delle attività bancarie questa attitudine. ”Un territorio intelligente può ha contribuito a farne una delle regioni più applicare adeguate informazioni e comunica- prospere d’Europa. È così che i centri minori zioni tecnologiche all’interno del suo perimetro intorno alla città hanno sviluppato specializza- per massimizzare la sua efficienza aumentan- zioni proprie: la seta Como; la tessitura della do la competitività e riducendo il consumo di lana e del cotone Bergamo, Biella e Varese; le risorse”. (Fusero, 2008) maglierie Carpi; la calzetteria a Castel Goffre- Un uso intelligente del territorio va di pari do; l’arredamento e la produzione artigianale passo con con uso sostenibile delle sue risorse. in legno in Brianza. È così che: “I laboratori La protezione delle identità locali, in particolar e i lavoratori qualificati associati a queste modo nelle aree marginalizzate, la salvaguar- specializzazioni sono stati la culla di quella dia dei paesaggi in pericolo e del patrimonio che sarebbe diventata un’estetica italiana del ambientale richiede adeguate reti di telecomu- design del tutto unica” (Paul Knox, 2015). Man nicazione che abilitino questi territori a connet- mano la produzione ha abbandonato Milano, tersi con le reti globali. per spostarsi in luoghi con manodopera con Digitalizzare questi territori considerati mar- costi minori, per lasciare spazio al design e ginali potrebbe essere uno slogan, uno degli allo sviluppo del prodotto, traendo vantaggio obiettivi delle politiche di sviluppo sostenibile dalla combinazione di un ambiente intellettuale basate sulla diffusione delle reti digitali e sulla e professionale di architetti, grafici e indu- conseguente offerta di servizi on-line a cittadini strial designers da un lato e dalla presenza di

406 micro-aziende, artigiani e laboratori dall’altro. altrimenti eviterebbero di visitarle per paura di E poiché una buona parte di questa economia non riuscire a trovare parcheggio e, favorendo fatta di creatività e innovazione risiede nell’hin- il commercio, incrementano l’economia locale” terland della città, fondamentale è il ruolo del (Desouza, 2015). In tale ottica Vienna è una sistema infrastrutturale locale. delle città costantemente classificata con il La città creativa è anche un ambiente destinato miglior standard di vita al mondo. al consumo e alle attività ricreative, così, dal Città intelligenti sono anche quelle che si XIX secolo, in corrispondenza dell’emergere stanno attivando per riunire professionisti del ceto medio, sono nate, a livello locale, nuo- attivi nello sviluppo di tecnologie innovative, ve infrastrutture destinate al consumo; i passa- infatti la classe creativa gioca un ruolo vitale ges couverts parigini e le gallerie di Bruxelles, nella progettazione urbana, organizzando Milano Londra, Napoli sono stati gli antesigna- attività ed eventi che stimolano l’innovazione e ni dei centri commerciali moderni. “Il consumo promuovendo una cultura imprenditoriale che di massa è divenuto un fattore trainante delle agisce da catalizzatore per lo sviluppo econo- economie occidentali, perciò ogni grande città mico. ha sviluppato un quartiere del centro riservato Un caso significativo è quello della Tech City allo shopping, mentre le città minori hanno nell’East London, creata sul modello della strade commerciali”. Negli anni ‘80 le stra- Silicon Valley in California, che riunisce Cisco, de destinate alla vendita al dettaglio si sono Facebook, Intel, Google, Vodafone, numero trasformate in luoghi dominati da punti vendita uno di start up e di attori consolidati nel settore destinati allo shopping di lusso, supportati da delle tecnologie, è riconosciuta come polo costosi ristoranti, caffè, gallerie d’arte e negozi high-tech internazionale di rilievo. d’antiquariato. Le infrastrutture assumono dun- Altro caso significativo, soprattutto della capa- que anche a scala locale un ruolo determinan- cità delle città di non essere vittime del declino, te per consentire alle città di essere competitive ma, bensì, di sviluppare nuovi spiriti imprendi- nel settore del consumo. toriali, è la città di Torino. Quando l’industria L’importanza delle infrastrutture per lo sviluppo dell’auto ha iniziato a declinare, la città ha delle grandi città non si limita naturalmente diversificato la produzione e il modo di pre- agli aspetti creativi e innovativi delle città sentarsi agli imprenditori al di fuori di quella stesse, tante altre sono le funzioni delle infra- che era l’industria principale, reindirizzando i strutture, tra tutte quelle destinate a supportare propri sforzi verso il marketing internazionale, le città intelligenti, ovvero quelle realtà che la pianificazione urbana e gli investimenti nelle forniscono ai residenti informazioni e risorse innovazioni. che migliorano la loro qualità della vita. In questo caso fondamentale è il connubio tra Considerazioni conclusive tecnologie e infrastrutture che consentono alle ultime di rimanere sempre aggiornate. “Sono Lo stretto legame esistente tra il livello quali- esempi di infrastrutture intelligenti le strade tativo delle grandi città, la loro possibilità di che monitorano lo stato del traffico e che di sviluppo futuro e il ruolo nelle stesse svolto conseguenza possono modificare i limiti di ve- dalle infrastrutture giustifica una considerazio- locità; ma lo sono anche i sistemi di trasporto ne finale su quanto è invece successo nel corso pubblico in grado di utilizzare bus di capa- del XX secolo nel Meridione del nostro Paese. cità diversa in diversi momenti della giornata In Sicilia, in particolare, a fronte di un livello per adeguarsi alle variazioni dell’utenza; e culturale elevatissimo determinato dall’essere anche le reti energetiche che possono adat- l’isola insieme culla ed attrazione di quasi tutte tarsi meglio ai cambiamenti della domanda. I le civiltà che si sono succedute nella storia e sistemi di parcheggio che mostrano la situazio- ulteriormente consolidato dalla presenza di ne in tempo reale e quella attesa migliorano Università di antiche origini nelle tre città prin- la qualità della vita: i sensori posizionati nel cipali di Palermo, Catania e Messina, non si è manto stradale riconoscono quando un posto avuta quella ricaduta in termini di produttività e è libero e i guidatori accedono a questa app. di sviluppo che un tale livello creativo avrebbe Tali sistemi aprono la città a molte persone che dovuto determinare. Quel che sostanzialmente

407 è mancata è stata, infatti, un’adeguata infra- buiti su tutto il pianeta, laboratori viventi che strutturazione del territorio sia interna all’isola costituiscono ambienti reali di test e sperimen- sia di connessione con l’esterno. Potrebbe an- tazione dove le innovazioni sono co-create cora esserci la possibilità di recuperare il tem- per un progresso a misura di utente. I Living po perduto attraverso un approccio creativo al Lab, che usano la co-creazione, l’esplorazio- territorio indirizzato specificamente verso quei ne, la sperimentazione e la valutazione per settori della produttività che potrebbero ancora sviluppare soluzioni, aumentano il potenziale riacquistare una valenza competitiva a livello di successo di un’idea perchè questa è testa- internazionale, tra questi: l’agroalimentare, la ta e analizzata dagli utenti, dai produttori e produzione di energia pulita, l’attivazione del dal pubblico. Uno dei primi laboratori viventi immenso patrimonio culturale dell’isola. d’Europa è quello di Amsterdam, l’Amsterdam L’agricoltura, per lungo tempo abbandonata Living Lab (ALL), che si focalizza sullo sviluppo per inseguire i vantaggi dell’industrializzazio- di idee sostenibili che aiutino a fornire servizi ne, rappresenta un potenziale di sviluppo, se efficienti, sul raggiungimento dell’efficienza correttamente pianificata, attraverso l’intuizio- energetica e sulla facile creazione di scambi ne di interventi che ne facciano accrescere la tra persone che vivono nella stessa zona della competitività dei prodotti, determinando anche città con l’aiuto dei media. una qualità estetica dei territori attraverso il I Living Lab comprendono inoltre idee in recupero delle originali orditure agricole; la crowdsourcing e cittadini attivamente coinvolti forza dei venti e dei mari, particolarmente nello sviluppo di processi di sperimentazione consistente in un luogo geografico circondato ed elaborazione, soprattutto per coinvolgere dal mare, quale la Sicilia, se creativamente una molteplicità di attori nella ricerca di solu- indirizzata costituisce un potenziale per la zioni volte a migliorare la qualità della vita. produzione di energia alternativa offrendo un contributo competitivo ad uno dei problemi che maggiormente affligge il mondo intero; il patri- Riferimenti Bibliografici monio culturale, frutto di stratificazioni secolari di civiltà, oggi destinato a isolati interventi di Casavola, P., Trigilia, C. (a cura di) (2012) La nuova occasione – città e valorizzazione delle risorse locali, recupero, restauro e conservazione, potrebbe Donzelli Editore, Roma essere “attivato” determinando una ricaduta Desouza, K. (2015), “La città intelligente” in Knox P. (a economica e sociale sugli abitanti dell’intera cura di), Atlante delle città, Hoepli, Milano Florida, R. (2003) L’ascesa della nuova classe creativa, isola (Casavola, Trigilia, 2012). Mondadori, Milano Naturalmente perché tutto ciò avvenga è Fusero, P. (2008) E-City – digital networks and cities of the imprescindibile il ricollocamento dell’isola future, List, Barcelona (Spain) Knox, P. (2015) La città creativa in Knox, P. (a cura di), all’interno del sistema euro-mediterraneo, Atlante delle città, Hoepli, Milano ridando alla stessa, attraverso un’adeguata Moretti, E. (2012) La nuova geografia del lavoro, Oscar infrastrutturazione interna e di connessione con Mondadori, Milano Urban@it (2016), Rapporto sulle città, Metropoli attraverso i principali corridoi europei, la possibilità di la crisi, Il Mulino, Bologna essere competitiva nei settori appena descritti. http://www.uia-initiative.eu/en/uia-cities È sicuramente necessaria una visione politica http://www.openliovinglabs.eu/livinglabs http://www.techcitymap.com/indez.html/ lungimirante che abbia tra i propri obiettivi http://www.smartcity.wien.at/site/en/ quello dello sviluppo dell’Isola; è determinate anche il mestiere di architetti e urbanisti che con le loro competenze dovrebbero pianificare uno sviluppo delle città e dei territori che faccia emergere le forti potenzialità inespresse e le metta a sistema anche attraverso l’individuazio- ne di procedure attuative che prevedono una forte sinergia tra il settore pubblico e quello imprenditoriale privato. Potrebbero infine offrire un contributo creativo anche i nuovi Living Lab, recentemente distri-

408 RIAPPROPRIARSI DEI PAESAGGI FLUVIALI UN MODELLO DI PARCO PER IL FIUME SARNO

Ermanno Bizzarri

I fiumi e i residui e come operatori che lavorano in questo cam- po, di sostituire un immaginario con un altro. I paesaggi fluviali hanno sempre rappresentato I paesaggi cambiano, evolvono, ma manten- per l’uomo la giusta occasione per insediarsi. gono la sequenza storica che li ha definiti, la I fiumi, infatti, offrono l’opportunità di sfrutta- forma di vita che li costruisce, quindi è lecito, re l’acqua non solo come risorsa idrica, ma anzi necessario intervenire quando si attiva un anche come infrastruttura naturale, confine po- processo di attesa e cambiamento.2 litico evidente e fonte di energia. In relazione Per preservare e garantire la continuità terri- all’intervento antropico, è possibile distinguere toriale e l’evoluzione urbanistica e paesaggi- tre tipologie di territori fluviali: stica, è necessario operare sui residui urbani • Canyon o fiumara, luoghi incontaminati in come lembi strappati da ricucire. A questo cui l’acqua scava la roccia per tracciare il proposito, sono stati rintracciati quattro indiriz- proprio alveo. L’imprevedibilità del corso zi secondo i quali impostare gli interventi sui fluviale e l’impervietà dell’ambiente rendo- territori dei quali riappropriarsi: no impossibile lo stanziamento dell’uomo; • Riuso e riqualificazione, nonché obietti- • Corso, un tipo di fiume totalmente antropiz- vo principale di tutti i progetti su queste zato o addirittura un canale, che attraversa aree. Il principio secondo il quale operare la città e non incontra alcun tipo di natura- è quello di non lasciare più i residui nel lità, diventando un segno urbano; mezzo del sistema, equidistanti e allo stes- • Corridoio, ossia una sintesi dei due casi so tempo marginali rispetto alla città, ma precedenti che si susseguono lungo tutta portarli al centro, ponendo su di essi tutta l’asta fluviale senza soluzione di continui- l’attenzione e rendendoli il fulcro dell’in- tà. tera struttura urbana. Particolare impor- A livello progettuale, l’ultimo caso rappresenta tanza deve essere data anche all’aspetto la sfida più ardua da fronteggiare. La compre- socio-antropologico di ciascun progetto, senza di caratteri tipologici diametralmente prevedendo la partecipazione attiva della opposti in uno stesso luogo genera nuovi spazi comunità residente nelle attività da insedia- ibridi, spesso abbandonati perché non ricondu- re; cibili alle categorie tradizionali. Tali aree sono • Volgere a proprio favore il limite delle generalmente definite residui urbani, ossia infrastrutture. Le vie di comunicazione su terreni in attesa di una destinazione o in attesa ferro e gomma sono certamente elementi dell’esecuzione di progetti sospesi; terreni che statici nel territorio, ma sono altresì di- risultano incompatibili per lo sfruttamento agri- namici per chi ne usufruisce. Il senso del colo e tutti quegli spazi di risulta direttamente movimento, del ritmo e dello spazio si legati all’organizzazione del territorio.1 altera in funzione della velocità. Perciò, è Lasciando questi spazi al loro destino si necessario interpretare il paesaggio dal determina la morte del paesaggio, quest’ulti- punto di vista dei viaggiatori, dando loro mo inteso come sguardo d’insieme dell’unità segni e chiavi di lettura, tramite i quali sia naturale e antropica. Infatti, un paesaggio facile riconoscere sempre i luoghi che si muore quando non siamo capaci, come società attraversano;

409 Fig. 1 - Il Parco Regionale del Fiume Sarno e le trasversali

• Riconsiderare la campagna necessaria, dello Specchio, nel comune di Striano. Il fiume, sia per un minor consumo di suolo che per poi, scorre fino alla foce, sita di fronte all’iso- una celebrazione dell’ambiente fluviale e lotto di Rovigliano o Petra Herculis. delle sue attività, riscoprendone o riaffer- La caratteristica principale del Sarno è la mandone la vocazione agricola; bassa pendenza: tra le sorgenti e la foce vi è • Progettare secondo sostenibilità della città soltanto un dislivello di circa 30 metri; è una ecologica. Con tale strategia s’intende ri- problematica non di poco conto che influisce durre al minimo l’inquinamento e lo spreco sul dissesto idrogeologico dell’area, aggra- di risorse naturali e, al contempo, contra- vato nel tempo da tutti gli interventi che l’asta stare gli effetti del cambiamento climatico fluviale ha subito. La piana è sempre stata con nuove misure di mitigazione dei rischi. abitata sin da tempi antichi, in quanto l’acqua Il caso studio preso in esame, appartenente e i prodotti dell’attività dell’edificio vulcanico alla tipologia del corridoio, è il fiume Sarno e Somma-Vesuvio hanno reso particolarmente la sua piana. fertile il suolo. Tutti gli insediamenti, infatti, sono nati in La piana del Sarno relazione al fiume e spesso hanno trovato il proprio termine con le eruzioni del Vesuvio, La piana del Sarno è uno dei più importanti così come testimoniano il villaggio palafitticolo territori della Campania e dell’Italia, sia per della Longola a Poggiomarino e gli odierni storia che per cultura. Il fiume si sviluppa scavi di Pompei, un tempo porto marittimo attualmente per appena 24 km in un bacino e fluviale per le città dell’entroterra.3 Inoltre, notevolmente esteso, di circa 500 km2. Il l’attività agricola, alla quale si è poi aggiunta Sarno è originato da tre sorgenti, il Rio Foce, quella industriale, ha spinto l’uomo a creare un Rio Palazzo e Rio Santa Marina, ai piedi del fitto reticolo idrografico artificiale secondario. massiccio calcareo dei Monti di Sarno; esse si Dal momento in cui anche quest’ultimo non inalveano in unico corso in località Affrontata riusciva più a soddisfare il fabbisogno idrico

410 richiesto, si è operato diret- Fig. 2 - Masterplan tamente sull’asta fluviale: di progetto gli interventi borbonici ottocenteschi di bonifica e di rettifica del basso corso del Sarno e del Rio Foce sono gli esempi più lampanti. Tutte le operazio- ni perpetrate lungo il fiume hanno peggiorato le condi- zioni del territorio, sogget- to a continue alluvioni, tra cui quella più grave del 1998 nel comune di Sar- no. Inoltre, le acque sono ormai conosciute come le più inquinate d’Europa, in seguito al forte sviluppo industriale non servito da adeguate reti di drenaggio urbano. La popolazione ha gradualmente preso le distanze dal fiume, rele- gandolo ai margini delle città e quasi seppellendolo con le reti infrastrutturali. Si sono così negati la vocazione originaria del luogo e l’accesso alle rive fluviali, ritenendolo perico- loso e inutile. Nell’ottica di voler recuperare gli antichi valori del luogo e conservare quelli che sono arrivati integri fino ad oggi, è stato istituito l’Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Un modello per un parco trasversale fluviale Fiume Sarno. Esso s’innesta nel contesto urbano non secon- In tutta la piana, il contesto più urbanizzato do il carattere longitudinale del fiume, ma e più rilevante storicamente, soprattutto per il attraverso delle trasversali, delle vie di terra rapporto con il Sarno, è quello della città di che legano urbanità e naturalità. In tal senso, Scafati. Quasi in corrispondenza del centro sono stati realizzati già alcuni progetti, come antico vi è l’opera idraulica seicentesca della il Parco dei Cinque Sensi in località Sarno, ma traversa che divide le acque in due corsi: il le aree di riserva sono state trattate come oasi fiume Sarno e il canale Bottaro. Dall’analisi del naturali, delle enclavi avulse dal contesto. Per territorio è stato possibile interpretare l’area sopperire a questa mancanza e proporre un immediatamente al di sotto della traversa di modello replicabile lungo tutta l’asta, è stato Scafati, compresa tra i due corsi d’acqua, presentato come lavoro di tesi il progetto di come un arcipelago, un sistema composto da un segmento del Parco Fluviale del Sarno nel quattro isole, totalmente estranee alla struttura comune di Scafati. urbana adiacente. Il progetto si propone di riconnettere il sistema delle “isole” all’ambien-

411 te urbano con un segmento di parco fluviale possibilità di allacciamento alla rete di dre- impostato su due percorsi: uno longitudinale, naggio urbano esistente. Per il reimpiego delle che leghi l’arcipelago in maniera continua al acque è stato dimensionato un impianto di Parco Regionale del Bacino Idrografico del fitodepurazione, le cui vasche fungono anche Fiume Sarno, di cui fa parte, e uno trasversale da filtro con il contesto urbano lungo i percorsi verso la città. Tale trasversale, che coinvolge pedonali. Per un maggiore riutilizzo della risor- un brano inedificato della città recente, attra- sa idrica è stato adottato un tipo di impianto a versa un’area storicamente vuota e successi- reti separate; ciò ha consentito di rendere indi- vamente luogo di intersezioni tra le numerose pendente l’irrigazione degli orti del parco, non infrastrutture che qui si accavallano (ferrovia, gravando così sulle reti idriche esistenti. Infine, autostrada in viadotto, statale e fiume). Il il rapporto con il fiume è stato ricalibrato sul progetto trova in questa zona urbano-residen- principio dell’accessibilità alle acque. Le rive ziale il principale punto d’ingresso al parco, sono state progettate con una pendenza tale oltre il quale si apre un nuovo spazio naturale da evitare disastri in caso di alluvione e, se si antropizzato, dove si susseguono orti urbani, renderà necessario, lo skatepark può accoglie- zone dello stare e percorsi naturali tra essenze re le acque diventando una vasca di troppo e serra. Il paesaggio agricolo è così reintrodot- pieno. Si è scelto di trattare differentemente to con diverse tecniche di coltivazione, volte le rive del Sarno interrotte dall’autostrada: da soprattutto alla conoscenza dei prodotti locali. una parte vi è un’area a verde per la parte in Il percorso attraversa i canali infrastrutturali pendenza e pavimentata per quella in piano; mediante una lunga passerella che inizia e dall’altra si è previsto un sistema in quota di termina in aree rivegetate sovrappassando nel massi fluviali. Per il canale Bottaro, invece, mezzo la ferrovia. Ci si ritrova così nel cuore sono stati recepiti gli indirizzi dati dal Grande del sistema, nello spazio residuale fluviale recu- Progetto di Completamento della Riqualifica- perato con un grande playground: da una par- zione e Recupero del Fiume Sarno. L’intero pro- te vi è uno skatepark e una foresta di pali per getto è stato possibile grazie alle misure già l’arrampicata; dall’altra vi sono numerose aree previste dal Piano Parco e dal PUC di Scafati, di sosta, “case sugli alberi” per la fascia più che prontamente ha accolto le direttive date giovane della popolazione e, infine, le “stanze dal PTCP di Salerno. Inoltre, tramite il Piano verdi”, spazi ben delineati in cui la vegetazio- Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Auto- ne ne definisce l’architettura. Una particolare rità di Bacino della Campania Centrale sono attenzione è stata data al tema dell’acqua e al state concordate le misure di prevenzione dei suo recupero. Nel progetto sono stati introdotti rischi da adottare. Con la progettazione di un interventi di Best Management Practices e Low segmento del parco fluviale si è voluto dare un Impact Development, volti alla mitigazione del nuovo indirizzo alla pianificazione territoriale rischio idraulico e alla creazione di sistemi del Parco Regionale del Fiume Sarno, volto alla naturali di drenaggio urbano. Nello specifico, coesione, alla coerenza e al senso di appar- per tutti i percorsi pedonali sono state impie- tenenza. Si è proposto un modello adattabile gate pavimentazioni drenanti in masselli in a seconda dei casi lungo ciascuna trasversale calcestruzzo poroso a fughe strette; per le aree tracciata secondo gli indirizzi individuati. di sosta veicolare, invece, è stato scelto un gri- Non tutte le aree, infatti, presentano caratteri gliato plastico inerbito e per le aree caratteriz- affini e l’esaltazione della diversità di ciascun zate da continuo utilizzo d’acqua uno sterrato. contesto può mirare all’unità se e soltanto se il Il mantenimento del naturale ciclo dell’acqua è minimo comun denominatore rimarrà sempre il garantito anche nell’area della porta del parco fiume e le attività ad esso connesse. Solo così mediante una copertura a verde estensiva e un territorio devastato da un’urbanizzazione non praticabile, che trattiene fino al 90% delle selvaggia e dalla negazione dei propri valori acque meteoriche. Altra misura di prevenzione può tornare alla gloria che ha conosciuto in è stata l’inserimento di rain gardens nella zona tempi passati4. prospiciente il Polverificio. Infatti, pur essendo un’area verde a carattere permeabile, è risul- tato necessario garantire anche un’eventuale

412 Note Riferimenti Bibliografici

1. Clément, G. (2004) Manifeste du Tiers paysage, trad. it. Mani- Beguinot, C. (1957), “La pianificazione urbanistica della festo del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata, 2005, p. 13 Valle del Sarno. Questioni di metodo per la valutazione 2. Zagari, F. et alii (2006) Questo è paesaggio – 48 definizioni, dell’ambiente” in Quaderno di urbanistica, 1, Ministero Gruppo Mancosu editore, Roma, cit. p. 231 dei Lavori Pubblici, Napoli 3. cfr. Di Maio, G., Stefani, G. (2003), “Considerazioni sulla Brusa, A. (1964) Il paesaggio fluviale: note di linea di costa del 79 d.C. e sul porto dell’antica Pompei” in antropogeografia, Libreria editrice Mario Bozzi, Genova Rivista di studi pompeiani, XIV (pag. 141-195) Clément, G. (2004) Manifeste du Tiers paysage, trad. 4. Il presente paper costituisce un estratto della tesi di laurea, it. Manifesto del Terzo paesaggio (2005), Quodlibet, relatore Prof.ssa Arch. Francesca Bruni Macerata, Giugni, M., De Paola, F. (2015), “Gestione dei sistemi di drenaggio urbano tramite pratiche a basso impatto ambientale” in Sustainable Mediterranean Construction, 2 (pag. 93-98) Patti, O. (1999), Sarno, il Sarno e il Sarnese: ecogeografia dell’acqua dai disastri alla risorsa, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli Pesce, A. (1996), Il Polverificio borbonico di Scafati e la rettifica del basso corso del Sarno, Industria Grafica GIGLIO, Scafati Pesce, A. (2006), Il fiume Sarno: una storia scritta sull’acqua, Massa Editore, Napoli Zagari, F. et alii (2006), Questo è paesaggio – 48 definizioni, Gruppo Mancosu editore, Roma

413 RECENTI DINAMICHE EVOLUTIVE DELLA DIMENSIONE DI GOVERNO SOVRACOMUNALE. FUNZIONE DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA METROPOLITANA E RISORSE DI FRUIZIONE COMUNE Giuseppe Caridi

Introduzione iscono alla robustezza della rete (robustezza verso i guasti/vulnerabilità verso gli attacchi). Le recenti dinamiche evolutive che hanno Nello specifico, per favorire tale punto di vista, contraddistinto la dimensione di governo si argomenta come alcuni dei diversi campi no- sovracomunale mirano, per la prima volta e dali che caratterizzano l’attuale prassi proget- con qualche paradosso, all’attribuzione per via tuale possono essere pensati come dispositivi legislativa di una specifica funzione di pianifi- d’azione utili al riconoscimento, all’espansione cazione strategica alla Città metropolitana (L. e alla tutela delle risorse di fruizione comune. 56/2014, art. 1, comma 44). Parallelamente, Risulta, ad ogni modo, raro vedere le risorse e non senza un certo uso ideologico (Musso, di fruizione comune poste assieme alla di- 2007), viene identificata come una delle com- mensione di governo sovracomunale. L’im- ponenti rilevanti dell’azione strategica metro- plementazione di metodi di lavoro per il loro politana la figura delle reti e, di conseguenza, governo si pone, infatti, essenzialmente come viene portata avanti una specifica interpreta- iniziativa di matrice locale/comunale (Caridi, zione del progetto legata all’uso sistematico 2017). Tuttavia sembra opportuno iniziare a del modello reticolare, il progetto di reti. lavorare anche in questa direzione. Recente- Nelle note che seguono viene sviluppata la tesi mente, secondo tale ottica, si è espresso Lo secondo cui risulta necessario dare centralità Piccolo (2016) collocando i beni comuni fra le nell’ambito dell’azione strategica metropolita- pre-condizioni utili a favorire un diverso modo na alle risorse di fruizione comune, così come di intendere il progetto di territorio. Il testo si definite da Ostrom et al. (1999). In quanto, conclude evidenziando come mettere al centro, nell’ambito delle molteplici reti cui fanno capo anche dell’azione strategica metropolitana, (produzione agroalimentare, attrattori ecologici le risorse di fruizione comune significa sedi- e ambientali, patrimonio storico e culturale mentare la relazione tra la comunità insediata ecc.) esse assumono la funzione di hub, nodi e alcune risorse che essa riconosce, tutela e altamente connessi. E svolgono, sul modello gestisce, sulla base di precise norme o istituzio- delle scale-free network (Barabási, Albert, ni, in quanto le ritiene essenziali per portare 1999), un ruolo rilevante per la loro crescita, avanti il proprio progetto di sviluppo. In altri giacché ogni nuovo nodo tenderà a connettersi termini, promuovere quell’alleanza fra i valori con gli hub che hanno già un numero elevato civili e le istanze ecologico-ambientali, cui fa di connessioni (attacco preferenziale), e per la riferimento Consonni (2016) indicandola come loro integrità siccome soltanto gli hub contribu- una possibile via d’uscita dall’attuale crisi.

Fig. 1 - Random Dinamiche evolutive della dimensione di network VS Scale- free network governo sovracomunale

Le note che seguono procedono dalla necessa- ria considerazione che sia utile preferire l’uso della locuzione dimensione sovracomunale a quello di dimensione d’area vasta. Tale

414 distinzione si ritiene opportuna, oggi più che sviluppata dagli anni ottanta del novecento. mai, in quanto il legislatore, sia per le città Chiaramente la distinzione tra le queste tradi- metropolitane sia per le province, ha introdotto zioni è solo prevalente in quanto esse si acca- la definizione di enti di area vasta (C. Cost. vallano e non è sempre possibile distinguere 26 giugno 2007, n. 238; L. 56/2014, art. completamente l’una dall’altra. Il secondo 1, comma 2). Com’è noto l’assunzione del campo riguarda le funzioni principali. I proces- contesto sovracomunale come dimensione di si decisionali che presiedono alla dimensione governo non rappresenta una novità nel nostro di governo sovracomunale fanno capo a tre sistema di pianificazione. Già negli anni trenta funzioni principali: direttiva, strategica e rego- del novecento, anche in relazione a quando lativa. La funzione direttiva, che determina gli avvenuto nel decennio precedente in Gran orientamenti da seguire, agisce come fattore Bretagna, Germania e Stati Uniti, appaiono le di coordinamento per piani di livello inferiore prime esperienze operative che coinvolgono e le politiche di settore. La funzione strategica, tale dimensione: le trasformazioni territoriali che determina le politiche di settore e i grandi dell’Italia fascista (bonifica integrale, città di progetti, agisce come fattore di negoziazione fondazione e colonizzazione interna) e il notis- con le istituzioni di livello superiore e inferiore. simo piano della Val D’Aosta (1936-37). Nel E, infine, la funzione regolativa, che determina 1942 la dimensione di governo sovracomuna- il controllo spaziale, agisce come fattore di le diventa, addirittura, riferimento costitutivo espressione delle indicazioni d’uso del suolo. di due specifici strumenti previsti dalla legge Il terzo campo riguarda le scale di riferimen- urbanistica nazionale: il piano territoriale di to. La dimensione di governo sovracomunale coordinamento e il piano intercomunale (L. è stata tradizionalmente declinata secondo 1150/1942, artt. 5, 6 e 12). Ciò nonostante, due scale di riferimento, da una parte, quella almeno fino alla metà degli anni ottanta, tale estesa a carattere regionale ed extraregiona- dimensione di governo continuerà ad apparire le, dall’altra, quella di prossimità a carattere distante dalla cultura dominante nel nostro intermedio tra comunale e regionale. Ciascuna paese, anche in termini disciplinari. Solo l’at- di queste due scale può essere interessata tività di alcune figure, in particolare Giovanni anche da pianificazioni specifiche o di settore Astengo, cui anche l’INU dà il suo contributo, (piani paesistici, piani di bacino, piani dei permetterà l’approfondimento della questione parchi, piani energetici ecc.). Il quarto campo in sede disciplinare e la produzione di alcune riguarda il quadro normativo di riferimento. rilevanti esperienze anche operative. Chiara- Per comodità espositiva gli sviluppi del quadro mente tale dimensione di governo, nel tempo, normativo possono essere letti in relazione alle è stata interessata da molteplici mutamenti suddette scale di riferimento. Nel dettaglio la sia di tipo concettuale sia di tipo tecnico-nor- scala estesa ha mantenuto una certa stabilità, mativo. Non è, qui, possibile argomentare pur all’interno di una cornice generale che è diffusamente sul dipanarsi di tali modificazioni. stata oggetto di profonde trasformazioni in Tuttavia sembra indispensabile svolgere alcune relazione, ad esempio, all’intervento straordi- brevi considerazioni riguardo a quattro campi nario nel Mezzogiorno (Piano di coordinamen- ritenuti centrali per queste note. Il primo campo to degli interventi pubblici nel Mezzogiorno), riguarda le tradizioni di ricerca. Il sapere che ai rapporti con la programmazione economica sta alla base della produzione dei piani e delle (modelli di ipotesi di assetto dei Crpe, proie- politiche riferiti alla dimensione di governo zioni territoriali del Progetto 80), all’istituzione sovracomunale può essere ricondotto alle due delle Regioni e alla prima generazione delle tradizioni di ricerca dell’urbanistica italiana de- leggi urbanistiche regionali (Piani urbanistici scritte da Palermo (1992 e 2004). Da una par- territoriali di competenza regionale, comunque te la tradizione di ricerca incardinata sul con- denominati), al Codice dei beni culturali e vincimento analitico-cognitivista nell’intendere del paesaggio (Piani urbanistici territoriali di analisi e piano, che si sviluppa fino agli anni competenza regionale, comunque denominati, settanta del novecento, dall’altra la tradizione con valenza paesaggistica). La scala di pros- di ricerca incardinata su una visione critico-in- simità mostra, invece, una profonda instabilità terpretativa del piano e del progetto, che si è contando almeno quattro specifiche tendenze

415 evolutive che si succedono e soprappongono: paradossi si aggiungono, poi, due pericoli. Il intercomunale (L.1150/1942), comprensoriale primo paradosso riguarda la breve prospettiva (dall’istituzione delle Regioni), provinciale (L. temporale del piano strategico metropolitano 142/90) e metropolitana (L. 56/2014). (triennale aggiornata annualmente) versus la lunga prospettiva temporale dei tradizionali Nuova funzione di pianificazione strategica piani strategici (anche ventennale) che veniva- metropolitana no calibrati sugli altrettanto lunghi tempi che, com’è noto, caratterizzano i fenomeni urbani Per lo specifico punto di vista che caratterizza e territoriali. Il secondo paradosso riguarda questa sede, queste note si concentreranno l’elaborazione del piano strategico metropolita- adesso sulla nuova funzione di pianificazione no per effetto di una norma di legge versus la strategica metropolitana. La scelta politica di natura spontanea e volontaria dei tradizionali attribuire una specifica funzione di pianifica- piani strategici. Il terzo paradosso riguarda la zione strategica a un ente locale territoriale scala di riferimento sovracomunale cui è riferito rappresenta, senza dubbio, una questione piut- il piano strategico metropolitano versus le scale tosto rilevante: le Città metropolitane adottano di riferimento dei tradizionali piani strategici un piano strategico triennale per il loro territo- riferite a singole realtà urbane o a specifici rio e sono tenute ad aggiornarlo annualmente temi. Il quarto paradosso riguarda la questione (L. 56/2014, art. 1, comma 44). Allo stato che il piano strategico metropolitano produce attuale, dalle informazioni disponibili in rete al obblighi inderogabili per territorio di riferimen- 21 aprile 2017, risulta che la sola città metro- to e per gli altri livelli di pianificazione versus politana di Genova ha adottato tale piano, le la tradizionale non cogenza dei tradizionali altre sono ancora impegnate nella redazione piani strategici. Sembra opportuno specificare, delle linee guida e nell’iter di elaborazione. Ad che tali obblighi riguardano, evidentemente, ogni modo risultano già approvati gli statuti di l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle tutte le città metropolitane nell’ambito dei quali unioni di comuni. Una questione ben diversa sono stati definiti i procedimenti di adozione da quella dell’efficacia conformativa di un dei piani strategici. Ciò nonostante la vittoria piano sul territorio di riferimento e/o sulla del no al referendum del 4 dicembre 2016 che proprietà che non riguarda, invece, il nostro ha, di fatto, raffreddato il più ampio quadro di caso. Passiamo adesso ai due pericoli. Il primo riforma costituzionale entro cui le attività delle pericolo è rappresentato dalla discutibile defi- Città metropolitane avrebbero dovuto inserirsi. nizione di un piano strategico a partire da un Ma in questo momento segnato dall’istituziona- ambito territoriale istituzionale (in questo caso lizzazione e massima espansione della pianifi- l’ambito metropolitano). E di conseguenza, in cazione strategica in Italia iniziano a emerge- base a tale ambito, che come sappiamo può re, con decisione, anche inedite criticità. Esse essere poco significativo in quanto l’articola- si aggiungono a quelle già emerse nei primi zione caratteri del territorio comunemente non anni di dibattito internazionale sulla pianifica- rispetta confini amministrativi, individuare i zione strategica, su cui Mazza (1996) mette diversi problemi e definire le varie soluzioni in guardia quando il primo piano strategico per il loro trattamento. Ciò a discapito di un italiano non era ancora stato adottato (Torino, metodo di lavoro che invece dovrebbe partire 29 febbraio 2000). E alle altre che emergono dall’individuazione dei problemi, passare alla in seguito alle prime trattazioni comparate definizione dei domini territoriali specifici per delle metodologie e degli esiti dei diversi piani ogni problema e, infine, alla definizione di strategici italiani ed europei, come già illustra soluzioni per il loro trattamento calibrate sugli Martinelli (2003). Queste nuove criticità, che specifici domini problematici. Il secondo peri- sono quindi specificamente legate alla recente colo è rappresentato dall’identificazione della funzione di pianificazione strategica metro- figura, onnipresente e ipertrofica, delle reti politana, possono essere ricondotte a quattro come componente rilevante dell’azione strate- questioni, formulate in apparente contraddizio- gica metropolitana. E di conseguenza da un’in- ne con acquisizioni, ormai pacifiche, del di- terpretazione del progetto che si basa sull’uso battito sulla pianificazione strategica. A questi sistematico del modello reticolare, il cosiddetto

416 progetto di reti. Ciò come riflesso di quella alla filiera della cultura e dell’arte (teatri, street che Musso (2007) ha definito ‘ideologia della art, parkour, iniziative di culto e preghiera) e, rete’, ossia la tendenza a identificare, a priori, più in generale, l’azione autonoma di resisten- tale figura come la forma opportuna. Rima- za alla città neoliberista (Vasudevan, 2017); nendo nel campo di osservazione del progetto iii) l’autorecupero familiare e l’autocostruzio- di reti mi limito a sottolinearne tre specifiche ne assistita/organizzata legata ai fenomeni opzioni che appaiono particolarmente proble- marginalità economico-sociale ed esclusione matiche: i) la circoscrizione dell’oggetto, che si (fasce deboli, migranti ecc.) o all’emergenza traduce nel considerare il contesto progettuale (rifugiati, terremotati ecc.); iv) l’amministrazio- funzionale alla produzione/organizzazione ne fondata sulla collaborazione con i cittadini materiale trascurando i rapporti con il contesto (i regolamenti di amministrazione condivisa e sociale; ii) la collocazione del progettista fuori i relativi patti di collaborazione, i fondi terrieri dall’oggetto e, relativa, presunta superiorità del comunitari ecc.); v) le applicazioni delle nuove sapere tecnico rispetto al sapere sociale; iii) la tecnologie, non tanto per i contenuti che esse precessione del simulacro e, di conseguenza, veicolano, quanto piuttosto per i diversi criteri conclusione del progetto prima che la sua strutturali con cui organizzano la comunicazio- prefigurazione si materializzi. Ciò si traduce in ne/fruizione della città e del territorio (“il vero disinteresse verso le modalità con cui la realtà messaggio che ogni medium trasmette è costitu- prefigurata, che rappresenta un complesso flu- ito dalla natura del medium stesso”, McLuhan, ire di eventi e non è riducibile ad una schema 1964). Nel complesso tali dispositivi d’azione astratto/mappa, cambia la sua natura. mirano a sottrarre le risorse dalle dinamiche che contraddistinguono l’attuale fase storica Dispositivi d’azione per il riconoscimento, del capitalismo (sfruttamento eccessivo, uso da l’espansione e la tutela delle risorse di parte di alcuni utilizzatori a scapito degli altri, fruizione comune mancanza di azioni volte al loro mantenimen- to ecc.), aprendole al loro rovescio comune. Come abbiamo evidenziato a conclusione del Nello specifico, essi contribuiscono: i) al rico- precedente paragrafo alcuni modi di intende- noscimento delle risorse di fruizione comune re il progetto oggi molto diffusi e pervasivi, promuovendo il controllo diretto e condiviso anche negli ambienti della formazione dell’ar- delle risorse da parte delle comunità di riferi- chitetto e dell’urbanista, tendono e restringere mento (ciò si traduce in limitazioni dell’accesso e circoscrivere spazi concettuali che invece alla risorsa); ii) all’espansione delle risorse di andrebbero mantenuti ampi, aperti, mutevoli ri- fruizione sia restituendo al campo comune le guardo alle concrete occasioni di applicazione risorse in precedenza sottratte, sia regolan- (Caldaretti, 2008). È, perciò, necessario lavo- done l’uso attraverso specifiche istituzioni (da rare per perseguire l’obiettivo di una possibile intendere come norme sociali e consuetudini); ridefinizione della funzione critica e inventiva iii) alla tutela delle risorse di fruizione ponen- del progetto. Proprio in questo senso possiamo dosi come ostacoli nei riguardi dei processi pensare ad alcuni dei nodi che caratterizzano di disfacimento e destituzione del comune. l’attuale prassi progettuale come dei dispositivi Questi dispositivi d’azione, tutto sommato, non d’azione, campi di competenze e poteri utiliz- rappresentano una novità. In maniera implici- zabili come leve, per sperimentare l’entità delle ta, per centinaia di anni, le comunità insediate risorse di fruizione comune. Ovviamente non si sono organizzate per controllare direttamen- possiamo soffermarci per argomentare sulla te e in modo condiviso talune risorse, anche totalità di questi nodi ma possiamo elencare mettendo a punto delle specifiche istituzioni alcuni di essi che hanno acquisito prevalenza: (Alfani, Rao, 2012). Esistono, in questo senso, i) il riuso e la condivisione degli spazi aperti alcune esperienze italiane molto significative (parchi, orti collettivi, vuoti urbani, aree sottou- come le proprietà collettive della regole (o tilizzate o in via di dismissione ecc.) e dei ma- vicinie) delle Alpi orientali, i regolamenti di nufatti architettonici (edifici dismessi, complessi alpeggio dei pascoli comuni delle Alpi occi- del patrimonio storico-architettonico ecc.); ii) le dentali, i beni demaniali concessi in usufrutto occupazioni a scopo abitativo e quelle legate alle comunità di villaggio, gli usi civici praticati

417 su terreni feudali ecc. (Corona, 2010; Burns, dei nuovi paradigmi per una società consape- 1961; Sibilla, 1991; Sibilla, Viazzo, 1995). vole e autodeterminata (Cassano, 2004; Rico- veri, 2005 e 2010; Cacciari, 2011; Lucarelli, Conclusioni 2011 e 2013; Mattei, 2011 e 2015; Arena, Ianone, 2012; Pennacchi, 2012; Settis, 2012; Allo stato attuale delle cose credo sia necessa- Ferrajoli, 2013a e 2013b; Rodotà, 2013; rio concludere con due considerazioni: i) che Viale, 2013; Bollier, 2015; Breccia et al., sia necessario attendere un primo quadro di 2015; Somaini, 2015). Nell’ambito di questa piani strategici metropolitani su cui riflettere cornice culturale si è sviluppata, in riferimento dettagliatamente mettendo a confronto meto- all’urbanistica, una riflessione più peculiare dologie ed esiti; ii) che l’implementazione di e circostanziata. Essa mira a contrastare la isolate novità, in questo caso la funzione stra- visione puramente mercantile che il suolo oggi tegica metropolitana, nulla aggiunge rispetto ha, indubitabilmente, assunto ponendo come al nodo cruciale rappresentato dalla necessità punto di vista fondativo delle elaborazioni e di revisione complessiva del nostro sistema delle pratiche urbanistiche la sua concezione di pianificazione. Con riferimento al tema come bene comune (Caridi, 2010 e 2014; specifico delle risorse di fruizione comune, tali Arcidiacono, 2011; Di Simine, Ronchi, 2012; considerazioni ne implicano una terza: iii) che Paoloni, 2012; Pileri, Granata, 2012). Ad mettere al centro dell’azione strategica metro- ogni modo tale quadro dei riferimenti in rela- politana tali risorse significa muoversi verso zione sia al tema generale dei beni comuni sia quell’alleanza fra valori civili e istanze ecolo- alla specifica questione del suolo bene comune gico-ambientali, cui fa riferimento Consonni risulta ad molto ampio e variegato. Si passa (2016) indicandola come una possibile via dalle più complete aperture di credito che d’uscita dall’attuale crisi. Tale alleanza rappre- stanno contribuendo a tracciare una coordina- senta l’esito di una suggestiva ipotesi di lavoro ta qualificativa di fondo su cui sembra essere secondo cui la crisi in cui siamo immersi rinvia destinato a riorientarsi il dibattito dei prossimi a una decadenza ben più ampia e profonda anni agli atteggiamenti più temperati. Questi che riguarda, al contempo, tanto “la cura delle ultimi possono essere illustrati, ad esempio, fa- condizioni materiali che rendono possibile e cendo riferimento alla posizione di Pennacchi feconda la convivenza civile” quanto “la cura (2012), che riconosce una sorta di retorica dei del potenziale nutritivo della terra” (Consonni, beni comuni e avverte il rischio di un loro uso 2016). La coppia valori civili/istanze ecolo- come panacea d’ogni problema. Per giungere, gico-ambientali trova il suo terreno di coltura infine, agli orientamenti più critici riguardo il nella tensione creativa delle comunità insediate cambiamento culturale in atto (Vitale, 2013; che è frutto di consapevolezza e di autorga- Moroni, 2015a) e l’aspetto specifico che mira nizzazione, e si esprime attraverso interazioni ad intendere il suolo come un bene comune e conflitti. Ciò comporta dare centralità alle (Moroni, 2015b). relazioni di prossimità tra abitanti e risorse, ricostruire matrici identitarie, mettere in primo piano il valore costitutivo, etico dei rapporti sociali e della solidarietà, lavorando per riaf- fermare una cultura, che ancora con Consonni (2016), possiamo chiamare dell’abitare re- sponsabile. E da qui, sedimentare una proget- tualità collettiva che trova il punto di appoggio e lo strumento di avvio nei beni comuni. Tale prospettiva di ricerca oggi conosce un virulen- to dibattito negli ambienti accademici e nella discussione pubblica, tanto che rischia addi- rittura di essere abusata e mistificata (Vitale, 2013). In molti evidenziano come essa debba costituire uno dei nodi centrali nella definizione

418 in Italia e in Europa. Metodologia ed esiti a confronto, Riferimenti Bibliografici Franco Angeli, Milano Mattei, U. (2011) Beni comuni. Un manifesto, Laterza, Alfani, G., Rao, R. (a cura di, 2012) La gestione delle Roma-Bari risorse collettive. Italia settentrionale. Secoli XII-XVIII, Mattei, U. (2015) Il benecomunismo e i suoi nemici, Franco Angeli, Milano Einaudi, Torino Arcidiacono, A. (2011), “Il suolo, bene comune e risorsa Mazza, L. (1996), “Difficoltà della pianificazione finita. Limitare il consumo e governare l’uso” in Properzi strategica” in Territorio, 2 (pag.176-182) P. (a cura di) Rapporto dal Territorio 2010, Inu Edizioni, McLuhan, M. (1964) Understanding media. The extensions Roma (pag. 243-249) of man, McGraw-Hill, London-New York (ed. it. 1967) Arena, G., Ianone, C. (a cura di, 2012) L’Italia dei beni Moroni, S. (2015a) “Beni di nessuno, beni di alcuni, beni comuni, Carocci, Firenze di tutti: note critiche sull’incerto paradigma dei beni Barabási, A.L., Albert, R. (1999), “Emergence of Scaling comuni” in Scienze regionali, 14(3) (pag. 137-144) in Random Networks” in Science, 286(5439) (pag. 509- Moroni, S. (2015b), “Suolo” in Somaini, E. (a cura di) I 512) beni comuni oltre i luoghi comuni, IBL, Torino (pag.163- Bollier, D. (2015) La rinascita dei commons. Scenari e 176) potenzialità del movimento globale a tutela dei beni Musso, P. (2007) L’ideologia della rete, Apogeo, Milano comuni, Stampa Alternativa, Viterbo Ostrom, E., Burger, J., Field, C.B., Norgaard, R.B., Breccia, U., Colombini, G., Navaretta, E., Romoli, R. (a Policansky, D. (1999), “Revisiting the commons: local cura di, 2015) I beni comuni, Pisa University Press, Pisa lessons, global challenges” in Science, 284(5412) (pag. Burns, R.K. (1961), “The ecological basis of the French 278-282) Alpine peasant communities in the Dauphiné” in Palermo, P.C. (1992) Interpretazioni dell’analisi Anthropolofical Quarterly, 34, (pag. 19-34) urbanistica, Franco Angeli, Milano Cacciari, P. (2011) La società dei beni comuni. Una Palermo, P.C. (2004) Trasformazioni e governo del rassegna, Ediesse, Roma territorio. Introduzione critica, Franco Angeli, Milano Calabrò, F., Della Spina, L. (2015), “Pianificazione Paoloni, L. (2012), “Land grabbing e beni comuni” in strategica: valutare per programmare e governare lo Marella, M.R. (a cura di) Oltre il pubblico e il privato, sviluppo” in LaborEst, 11 (pag. 3-4) Ombre Corte, Verona (pag. 139-148) Caldaretti, S. (2008), “Città plurale e progetto di luogo” in Pennacchi, L. (2012) Filosofia dei beni comuni, Donzelli, Mediterranea, 1, (pag. 10-13) Roma Caridi, G. (2010) Figure identificative del suolo. Per Pileri, P., Granata, E. (2012) Amor loci, Raffaello Cortina, una ridefinizione come bene comune, Tesi di dottorato, Milano Università Mediterranea, Reggio Calabria Ricoveri, G. (2005) Beni comuni fra tradizione e futuro, Caridi, G. (2014), “For a sustainable use of soil resource” EMI, Bologna in Culture della sostenibilità, VII(13) (pag. 84-93) Ricoveri, G. (2010) Beni comuni vs merci, Jaca Book, Caridi, G. (2017), “La gestione delle risorse di fruizione Milano comune. Per nuove forme di piano” in AA.VV. Atti della Rodotà, S. (2013) Il terribile diritto, Studi sulla proprietà XIX Conferenza Nazionale SIU. Responsabilità e strumenti privata e beni comuni, Il Mulino, Bologna per l’urbanistica al servizio del paese, Planum Publisher, Settis, S. (2012) Azione comune, Einaudi, Torino Roma-Milano (pag. 51-56) Sibilla, P. (1991), “L’alpeggio nella tradizione culturale Cassano, F. (2004) Homo civicus. La ragionevole follia dei delle Alpi Occidentali” in Ceruli, E. (a cura di) Tra uomo beni comuni, Dedalo, Bari e animale, Dedalo, Bari (pag. 203-224) Consonni, G. (2016), “L’abitare responsabile come nomos Sibilla, P., Viazzo, P.P. (1995), “Cultura contadine e della terra” in Territorio, 79 (pag. 7-16) organizzazione economica” in Woolf, S.J. (a cura di) La Corona, G. (2010), “The decline of the commons and the Valle D’Aosta, Einaudi, Torino (pag. 101-136) environmental bilance in early modern Italy” in Armiero, Somaini, E. (a cura di, 2015) I beni comuni oltre i luoghi M., Hall, H. (eds.) Nature and history of modern Italy, comuni, IBL, Torino Ohio University Press, Athens (pag. 89-107) Vasudevan, A. (2017) The autonomous city. A history of Di Simine, D., Ronchi, S. (a cura di, 2012) Terra! urban squatting, Verso, London Conservare le superfici, tutelare la risorse: il suolo, un Viale, G. (2013) Virtù che cambiano il mondo. bene comune, Maggioli, Santarcangelo di Romagna Partecipazione e conflitto per i beni comuni, Feltrinelli, Ferrajoli, L. (2013a) Dei diritti e delle garanzie, Il Mulino, Milano Bologna Vitale, E. (2013) Contro i beni comuni. Una critica Ferrajoli, L. (2013b) La democrazia attraverso i diritti, illuminista, Laterza, Roma-Bari Laterza, Roma-Bari Lo Piccolo, F . (2016), “Il progetto di territorio in contesti fragili: fondamenti teorici e pre-condizioni per una inversione di tendenza” in Lo Piccolo, F., Schilleci, F. Forme e processi per il progetto di territorio. Pratiche e prospettive nella Sicilia occidentale, Franco Angeli, Milano (pag. 7-21) Lucarelli, A. (2011) Beni comuni. Dalla teoria all’azione, Dissensi, Viareggio Lucarelli, A. (2013) La democrazia dei beni comuni, Laterza, Roma-Bari Marinuzzi, G., Tortorella, W. (2017), “Aspettando l’Agenda Urbana Nazionale” in EyesReg, 7(1) (pag. 14-20) Martinelli, F. (a cura di, 2003) La pianificazione strategica

419 LA CITTÀ SOSPESA

Silvia Dalzero

Fig. 1 - La città Il dramma si sta per consumare, si sta per sospesa compiere un racconto caotico e crudele sull’ar- chitettura. Un racconto sbilenco e un po’ folle, null’altro che una ‘collocazione all’infinito’, un abile gioco di specchi in cui affiora una complessità dominante che non si può gover- nare e di cui si accetta passivamente l’apatico relativismo e il multiculturalismo ‘globalizzato’. Una realtà urbana massificata che, in soli po- chi anni, ha saputo stravolgere e spazzare se stessa, la propria storia, diventata presto dopo storia, nuova preistoria e ‘riversarsi’ nel paros- sismo obeso del consumismo e del potere me- diatico. Un sistema urbano teso verso una com- piutezza che non arriva mai e che spesso si va dissolvendo. La sensazione è di non essere in ‘nessun luogo’ e, conseguentemente, di non essere in ‘alcuno spazio sociale’ in cui le forme dell’architettura si confondono con le immagini prodotte per i fini più diversi, immagini di ciò che può essere comprato o venduto in un gran- de e variopinto mercato delle merci. Si compie un accatastarsi arbitrario di parti diverse, luci e ombre di mondi vari che come tanti schermi inquadrano storie differenti fra loro e tutte simili ad altre già note. Il fare e pensare compositivo vuole allora risolvere, adeguare, strutturare una ‘proposizione’ un grado di verità. In definitiva, riconnessione di frammenti. Azione che non un processo compositivo atto a innescare un può essere fatta con grandi infrastrutture bensì campo di energie che nel gioco delle relazioni nella costruzione di una sottile trama di rela- genera, nel tempo, gli spazi necessari. Ogni zioni, non solo ‘fisiche’, materiche ma anche occasione di progetto lascia così intravvedere e soprattutto, nella ‘ri-significazione’ di alcuni un’altra prospettiva, una possibilità non ancora spazi così da restituire identità e carattere a messa in conto e che trova la sua forza proprio ogni realtà urbana, sociale e ambientale. Una nel tratteggiare relazioni diverse fra parti di riconnessione da attuarsi attraverso le logiche ‘luogo’ dispersi dentro più o meno ‘sonnacchio- di un tempo presente: debole, confuso e pure si’ ambienti urbani e territoriali, ambienti non lontano da ogni qual si voglia rigore scientifico ancora ‘visti’ o ‘scoperti’. In definitiva un fare a favore di un pensiero ‘fuzzy’, un pensiero progettuale che interpreta uno ‘stare tra’ come ‘sfocato’ nulla più che una logica polivalente, vocazione di una cultura interstiziale fondata una logica in cui si può attribuire a ciascuna sulla relazione, sui rapporti come si trattasse di

420 una sinfonia in grado di ricomporre le diffe- atteggiamento di disubbidienza, d’insubordina- renze e i contrasti in un territorio inteso quale zione e di ammutinamento nei riguardi di tutti superficie disegnata da segni e parole, signifi- coloro che ci vorrebbero ignari. Si cerca allora cati e banalità sempre uguali e sempre diversi, la ‘verità di mondo’ la sua identità e corretta ogni volta interpretati da un fare progettuale ‘ragione’ come lo stesso Paul Valèry, ancora attento a favorire uno sviluppo territoriale nel 1921 in Eupalinos o l’architetto spiegava: oggi colonizzato dalla diffusione del pensiero “[…]il pensiero puro e la ricerca della verità in sostenibile. sé possono aspirare solo alla scoperta o alla costruzione di qualche forma”. Valéry parlava Il frammento come realtà operante di un anti-Socrate, o meglio, di quel costruttore che, in una visione cosmogonica imperniata Si sta per compiere un racconto straordinario, sull’idea per la quale negli atti e nella com- ora sotterraneo ora aereo, in cui lo sguardo binazione degli atti si svela la presenza del accetta e fa propria una visione deformata, divino, mette in scena la ‘ragione’ prima di una visione analitica, complessa nella quale ogni cosa. Si potrebbe dire allora che da un convivono fenomeni ordinari e straordinari. lato Valéry, nelle parole di Socrate (o meglio, Nulla più che un ‘ordine fatale’, una giu- anti-Socrate) si faceva porta voce da un lato stapposizione di pezzi in cui il pensiero si fa del Pensiero e da un lato della sua Realizza- incondizionato, ‘libero’, attento alla dimen- zione. In parte, quindi, del bisogno di “senso” sione urbana nella sua forma più complessa. e ‘valore’. È e in parte di quello più pratico Prevale, infatti, l’istante, l’avvenimento, l’ec- di creazione di forme adeguate e distinte. cezionalità come mezzo costitutivo della città Insomma, l’uomo si fa costruttore, modifica il contemporanea: idiosincratica, molteplice e paesaggio con la sua attività di ‘demiurgo’ per nulla consolatoria. Una realtà in equilibrio (come diceva Platone) di artefice di mondo. precario, schiacciata dall’incombente legge- Intendendo, quindi, l’attività del costruire come rezza dell’evento, dall’estemporaneità spet- ricerca di ‘senso’, di luogo, di spazio appro- tacolare, dell’auto-celebrazione che, in ogni priato un po’ come lo stesso Platone, nel II libro caso, deve essere consumata presto e subito, della Repubblica, descriveva riconoscendo la pena la perdita di ‘senso’, di ‘valore’. Un nascita della polis quale insieme di differenti affastellarsi che disturba, lascia insoddisfatti, a apporti individuali e comuni a fronte di bisogni tratti, persino, annoiati. Un insieme di temati- particolari e collettivi. che alte e forme basse, di tragico e di comico, Se ne conviene allora che la città, in genere, di dramma e grottesco che, in vero, racconta si mostra ‘omogenea’ sia pur garante di una il destino (o la mancanza di destino) della certa particolarità, rispondente, ogni volta, a soggettività moderna, dell’identità di luogo al bisogni e necessità specifiche e provvisorie. È momento: sincopata, lacerata, tesa verso una però nell’osservazione generale che si compie compiutezza che non arriva mai e che, spesso, l’identità urbana, si compie la città nella sua va dissolvendosi. forma e nella sua storia, nel suo essere raccon- Una realtà urbana stravolta, schiacciata da to di eventi, di accadimenti, di trasformazioni un multiculturalismo ‘globalizzato’ dispotico e coerenti e anche non, nel suo essere struttura assolutista che distrugge città, paesi, natura, e sistema di rapporti ‘larghi e stretti’, vicini persone, memorie, senso dell’inviolabile e del e lontani; rapporti fra elementi costitutivi una sacro, tradizioni, arti, per riversarsi nel pa- singolarità, una particolarità spaziale e tem- rossismo obeso del consumismo e del potere porale che implica la capacità di organizzare mediatico. Oggi, infatti, qualsiasi realtà, fisica e controllare l’inesauribile farsi e disfarsi delle o astratta che sia, apparentemente pulita o ‘cose’, il suo, intrinseco, processo metabolico. ripulita, è nulla più che un’ipocrita retorica e Italo Calvino, secondo particolare accezione, fatale strategia mistificatoria di controllo resa nelle parole di Palomar, spiegava quanto det- ‘luogo’ ma anche vittima inerme di forme to. Il personaggio di Palomar, di fatti, ‘osser- immorali, politiche delittuose, di negazione e vava’ e la sua era un’osservazione libera da falsificazione. È, allora, necessario compiere ogni coinvolgimento emotivo, un’osservazione un temerario slancio in avanti, assumere un particolare, a tratti ‘silente’ che non si disper-

421 deva in impressioni personali e per questo flitti quanto piuttosto ad assimilarli sino a nutrir- sceglieva di guardare il particolare, o meglio sene. Una dimensione del reale in cui, oggi, il singolo ‘oggetto’, come l’onda del mare vista non ci si può più perdere perché i luoghi sono ‘separata’, unica allo scopo di astrarre gli ele- divorati dall’ordine che avanza sempre più menti distintivi del fenomeno: il suo nascere e diffusamente, che non concede alcun compro- morire sulla spiaggia. Palomar, però, scopriva, messo e che riduce l’ambiente a un teatro di ben presto, che isolare una sola onda non era ombre private, spazi costruiti e non che non ci affatto facile, perché: “[…] non si può osserva- appartengono e a cui non apparteniamo. Ma re un’onda senza tener conto degli aspetti com- allora, dove si cela l’occasione di quel perdersi plessi che concorrono a formarla e di quelli che fa ritrovare ‘ragione spaziale’, identità, altrettanto complessi a cui essa da luogo”. ‘verità’ di luogo? Forse, proprio nell’estrema Cercava, allora, di individuare, nel succedersi: negazione di significato ci si scopre liberi dalle “[…] delle forme e sequenze che si ripetono, camicie di forza dei luoghi e dalla pretesa che sia pur distribuite irregolarmente nello spazio questi possano avere ‘forma’ definita e defini- e nel tempo […]”, una certa monotonia, una bile. La sensazione è di non essere in ‘nessun ripetizione che dal particolare, complesso e luogo’ e, conseguentemente, di non essere in irregolare, astraeva sino a uno schema gene- ‘alcuno spazio sociale’. Ma è sufficiente? È rale. ancora possibile rifugiarsi in mappe che, in Calvino spiegava così: “Guai se l’immagine realtà “[…] mentono sempre, i veri posti non ci che il signor Palomar è riuscito minuziosamente sono mai” come scriveva Herman Melville in a mettere insieme si sconvolge e frantuma e Moby Dick? disperde. Solo se egli riesce a tenerne presenti In effetti, accettare e ‘confermare’ il perpetuo tutti gli aspetti insieme, può iniziare la seconda accatastarsi arbitrario di parti diverse sem- fase dell’operazione: estendere questa cono- bra essere la più attendibile chiave di lettura scenza all’intero universo”. Pertanto, se pensia- di questo mondo, il mondo contemporaneo, mo alla struttura e forma urbana si comprende nel quale, per l’appunto, si accendono e si che, in ogni tempo e in ogni spazio, la città spengono le luci di tante realtà che come tanti si organizza in un affastellarsi, più o meno schermi inquadrano storie differenti fra loro e complesso, di luoghi, sovente: falsi e posticci, tutte simili ad altre già note. Ebbene, ma allora passivi nel loro reiterare forme e atmosfere di è l’accadere a dare il ‘senso primo’ ai nostri un tempo passato, oramai desueto. Insomma, territori e al loro svilupparsi e continuo trasfor- luoghi della storia e della cultura. Luoghi che marsi che va definendoli nella loro struttura e testimoniano realtà di mondo che, come a identità sociale e spaziale. Luoghi che trovano teatro possono essere visti, contemplati da ragione nelle forme, nelle parti, nelle relazioni ‘lontano’ con sguardo oggettivo e autentico. Si di cui si compongono e che, di fatto, identi- conquista così un orizzonte che, nella dimen- ficano un’immagine univoca, fatta di realtà sione del reale, si perde in una nebulosa, in presenti e passate, vicine e lontane, comuni e una mono dimensionalità temporale, abile a particolari, di atmosfere ordinarie e straordi- celare ogni distinzione fra: passato, inteso narie, in ogni caso ‘risolte’ in un insieme dalle quale tradizione, futuro, quale possibilità e trame molteplici. presente, smemorato e distratto ma pur sempre In definitiva, si potrebbe dire che ogni paesag- unico punto di contatto tra soggetto e mondo. gio, ogni realtà costruita e non, si fa costella- Un mondo caratterizzato dalla ‘medietà’, un zione di quel ‘visibile’ che, nell’istante della mondo aperto all’incandescenza del presente trasformazione, permette di riconoscere, intuire e pure teso a questioni ‘universali’, concernenti il suo piano demiurgico animato da più ‘fram- quel continuo processo di ricerca di ‘senso’, di menti’ che, di fatto, lo possono condurre verso equilibrio e di generale riconoscibilità atto a il razionale o l’irrazionale, verso il legittimo o legare: la modernità di una forma – ambivalen- illegittimo, verso la condivisione o la condan- te, tragicomica, grottesca – e la complessità di na. Una questione, dunque, di scelte suggerite un sistema generale ininterrotto e fluente fatto dall’inventiva del fare compositivo che dovreb- di parti diverse che non tendono, evidentemen- be avere, come primo fine, la messa in scena te, a ridurre la complessità, ad annullare i con- della ‘ragione’ per la quale ogni ‘cosa’ viene

422 fatta, e dare quindi risposta ‘appropriatà a un nello spazio che si fa espressione stratigrafica, bisogno, a una pratica, a una funzione pre- racconto che precede e sovrasta ogni contem- sente. Il fare e pensare compositivo non vuole, poraneità, rispecchiando l’immagine mobile quindi, recuperare, nella complessità fisica del del reale (come lo stesso Platone spiegava, nel- territorio le tracce e i segni di un’immagine, la II parte del Timeo, avvisando che la realtà, spesso, irrimediabilmente, persa o, eccessi- qualunque essa fosse, proprio perché soggetta vamente, corrotta, quanto piuttosto risolvere, al divenire non avrebbe mai potuto giungere a adeguare, strutturare una riconnessione di conclusioni certe ma solo probabili). frammenti da cui è composta. Azione che non Alla luce di quanto detto si propone, allora, può essere fatta con grandi infrastrutture ma un’ipotetica strategia progettuale riguardante nella costruzione di una sottile trama di relazio- questioni di rigenerazione, recupero, riuso ni, non solo ‘fisiche’ ma anche e soprattutto di del sistema urbano in genere. Una strategia ‘ri-significazione’, di riconnessione di alcune che dall’immaginazione spinge a prolungarsi realtà. Una riconnessione compiuta attraverso in azione intessendo un rapporto diretto nel le logiche di un tempo presente: debole, con- processo compositivo atto a innescare un fuso e pure rifiutando la pretesa di un rigore campo di energie che nel gioco delle rela- scientifico a favore di un pensiero ‘fuzzy’, un zioni genera, nel tempo, gli spazi necessari. pensiero ‘sfocato’ ovvero una logica polivalen- Si cerca, allora, con un motto fuori tempo, di te, una logica in cui si può attribuire a ciascu- afferrare l’inattuale per aprire il quotidiano al na ‘proposizione’ un grado di verità, altresì futuro che ancora non vediamo né capiamo capace di restituire identità e carattere a ogni ma che ‘pianifichiamo’ in altro modo, con parte urbana, sociale e ambientale. Albert altre ‘forme’, con altre, inconsuete, innovative Einstein scriveva in Sidelights on Relativity: “Fin- relazioni urbane e territoriali. Si potrebbe dire, ché le leggi della matematica si riferiscono alla un riappropriarsi ‘silenzioso’ dell’esistente, ora, realtà, non sono certe, e finché sono certe, non reinventato in ‘forme’ diverse con, più o meno, si riferiscono alla realtà.” piccoli, significativi ma dirompenti slittamenti di Per cui, la purezza della geometria e la pre- ‘senso’. cisione dei percorsi matematici non possono In definitiva, si auspica una costruzione ele- rappresentare la realtà contemporanea che si mentare di realtà abbandonate o degradate in mostra in uno stato intermedio, ‘lanuginoso’, modo da soddisfare altri, più attuali bisogni e indistinto, conteso tra ‘materia e senso’, tra sollevare dubbi sulle relazioni, apparentemente costruito e ‘ragione’, sempre più messo in di- consolidate ma, in vero, vecchie e obsolete, scussione dal movimento di globalizzazione. In bisognose di correzioni, di un pensiero proget- effetti, quando si viaggia, quando si visitano le tuale senza proclami o grida che in sole poche tante realtà di mondo si scopre una crescente mosse possa conquistare, consapevolmente, un alienazione dei caratteri millenari, dei carat- ‘senso’, un ‘utilizzo’ moderno, generato, pur teri peculiari di ciascuna terra nella quale si sempre, nel passato e, ora, recuperato, ritrova- riconosce una progressiva omogeneizzazione to, reinterpretato. culturale, sociale e spaziale. Ciò nonostante, Non si vuole, certo, proporre un fare e pen- non è la ripetizione, la ricerca di similitudini a sare quale cura, palingenesi, purificazione destare interesse bensì la particolarità e la sin- e neppure quale elemento di ricostruzione ‘pas- golarità. Lo stesso Marco Polo, voce narrante siva’ bensì una prospettiva per una ‘spazialità’ delle Città Invisibili di Italo Calvino, raccontava disillusa, concreta, fatta di storie e di frammenti di una prima ricerca di uniformità, riconosci- ricuciti dal movimento stesso del progetto e ben bilità di un già noto modello metropolitano. In lontani da quel fare rinchiuso, spesso, in un questo suo peregrinare per terra e per mare irritante e sterile individualismo. tuttavia erano proprio le differenze, le peculia- Il pensiero compositivo che si va approssiman- rità che andavano, man mano, perdendosi in do compie, allora, un salto nel vuoto, un azzar- un ‘pulviscolo’ uniforme, a destare l’interesse e do, senza alcuna deduzione diretta né elabo- fascino del mercante veneziano. razione scontata o risposta consolatoria. Una Insomma, i ‘luoghi’ vengono a noi da lontano. composizione che si propone di riordinare il La loro identità affonda le radici nel tempo e ‘frammento’ in una forma tanto utile al presente

423 quanto imprevista, riconoscibile nella scena vuoto’, abbandonato, ‘indefinito’ disposto a contemporanea, attiva e reattiva della città. In essere, in un prossimo futuro, teatro di nuove, altre parole significa trasformare in program- impreviste circostanze. D’altra parte nessuna ma una condizione obbligata, riconsiderando ‘parte’ appare come è, come è sempre stata; gli strumenti e i modi di operare e quindi nessuna forma dichiara il suo ‘così e non diver- inventare nuove possibilità dentro la densità samente’ e l’architettura si fa, conseguentemen- del già costruito e storicizzato, dentro la città te, sintesi della ritmica comunitaria: privata, consolidata e anche dentro il sistema allargato. ordinata, anarchica, intrecciata, nella quale Ebbene, si fa allora interessante un salto di nulla viene più finito e concluso e dove la poro- scala, quel sottile trauma che annoda oggetti e sità si fa legge, si fa ragione e senso comune. contesti e, in questo modo, conquista un nuovo In definitiva, nella città in demolizione o in ‘senso’, altra ‘ragione’ nei rapporti disturbati ricostruzione il pensiero progettuale combatte o incompresi e, ora, reinterpretati, reinventati, il proliferare di spazi qualsiasi, terreni incolti commisurati all’attuale sistema. o strutture abbandonate per proporre una In definitiva si potrebbe dire che le nostre città, dimensione chiara, riconoscibile e assoluta- nel loro farsi e rinnovarsi continuo, sono un po’ mente necessaria alla città di oggi che chiede, come l’erpice kafkiano che incide sulla pelle le a gran voce, un piano progettuale sostenibile, pene inflitte al condannato. Un modo insolito, attento al risparmio e al recupero energetico dunque, di guardare la scena urbana fatta di e pure al nuovo modo di vivere la città, a una contraddizioni aperte e dolorose ma, pur sem- nuova urbanità, a un diverso modo di pensare pre, costituenti preziosi elementi da leggere e la casa (temporaneo, minimo, trasformabile…). utilizzare come indizi e tracce; tracce da cui Ecco perché gli spazi costruiti e non, attivi o partire per disegnare, ipotizzare il prossimo fu- passivi, nella scena urbana non sono altro che turo. Insomma, si auspica di fuggire dalla trap- il negativo delle città costruita, aree interstiziali pola di immagini false, illusorie, di architetture o in via di trasformazione, edifici abbando- ‘silenti’, auto celebrative, sempre uguali a loro nati o non ‘finiti’, realtà che danno forma a stesse, disposte solo a sorprendere e stupire, e una nuova e del tutto insolita zona di mondo, cercare, invece, realtà libere sia da ‘desideri uno spazio come eterotopia (nell’accezione pubblicitari’, sia dalla nostalgia di un tempo avanzata da Michel Foucault) ovvero un luogo passato e pure dall’abuso della storia pensata off, sospeso, irrisolto, un luogo della nostalgia solo come obbligatoria, risolutiva, salvifica. e della presenza e persino un luogo ‘conteso’, Si valuta, quindi, il territorio per quello che è, negoziato tra una condizione di margine e osservando senza selezionare, senza esclude- una condizione futura di identità multipla. Per re, senza nascondere il ‘brutto’ e provare in questo è di estremo interesse scandagliare questo modo a ‘misurare’ lo spazio ‘abbando- le fratture, le realtà abbandonate che a ogni nato’ attraverso reinterpretazioni moderne, in istante si producono nel metabolico sistema modo da scoprire lo spazio dove continuare urbano e indagare le straordinarie energie che a scrivere, immaginare e re-inventare il futuro si sprigionano, intravvedendo in certe ombre della città e del territorio. gli embrionali inauditi modelli da lasciar perire Basta, allora, con le false parole, con immagini o coltivare, e leggere nelle assenze il futuro seducenti e ingannevoli che, spesso, irretiscono pieno delle presenze. Se ne conviene allora sguardi e obnubilato le menti, basta con una che nel pensiero progettuale non si cerca la cultura visiva che annulla ogni complessità migliore soluzione bensì le migliori interazioni e peculiarità dal momento che la ‘forza di possibili, la dimensione urbana intesa come paesaggio’ si nasconde proprio nello spazio un grande vivente, fatta di regole e corrispon- impossibile che tiene insieme, in modo para- denze, un ecosistema eterotrofo al pari di tanti dossale, cose che nessuno mai immaginerebbe altri presenti in natura con alcune singolari vicine o che, fino a ora, non sono state prese caratteristiche, norme e corrispondenze più in considerazione. o meno note, più o meno chiare. Si parla, L’architettura si fa allora porosa: costruzione quindi, di processo e non di piano, si elabora e azione si compenetrano in realtà molteplici una forma aperta e non volumetrie astratte, nelle quali, sovente, si mantiene dello ‘spazio si guardano alle superfici e non alle forme in

424 sé. Una commistione di esperienze che spez- Riferimenti Bibliografici zano la fissità di una scena per ‘inaugurare’ diverse prospettive, logiche compositive e Calvino, I. (1999) Palomar, Mondadori, Milano Melville, H. (2012) Moby Dick, Mondadori, Milano dove il progetto nasce a partire dal luogo, in Platone (2007) La Repubblica, Laterza, Milano quello specifico spazio, in quella condizione di Platone (2000) Timeo. Testo greco a fronte, Bompiani, margine, di realtà ‘sospesa’. Si avvalora allora Milano Valèry, P. (2011) Eupalinos o l’architetto, Mimesis, Milano un’attenzione progettuale rivolta allo stato di fatto, all’occorrenza, per fuggire da tutto ciò che alimenta, inesorabilmente, il nostro tempo. Un tempo superficiale, attento solo a stupire, stravolgere, ‘auto-celebrare’, un tempo fugace, fatto di immagini effimere, di incontri potenzia- li, lontani da quel quotidiano vivere la norma- lità, la concretezza, la banalità, la bellezza del vernacolare, del non ancora visto o non ancora trovato, ritrovato e che la città, oggi, chiede a gran voce. Da non dimenticare sono anche le tematiche ambientali, le nozioni di sostenibilità, compa- tibilità, impatto ambientale sempre più diffuse in plurime, varie materie e ambiti disciplinari. Tematiche che introducono un punto di vista al- tro, dalla parte del paesaggio, quasi si potesse osservare il ‘mondo’ con gli occhi dell’ambien- te. Senza dubbio alcuno, infatti, nel cercare un compromesso fra struttura insediativa e territo- rio, l’idea prima di rispetto ambientale si fa, ora, paradigma progettuale. Si sta, quindi, per compiere uno stravolgimento dei modi di apprezzare le ‘bellezze’ della natura; avanza, inesorabile, una sostanziale metamorfosi, una vera e propria espansione del dominio estetico con l’acquisizione e comprensione, nel sistema di progetto, di altri sorprendenti spazi territo- riali tipici del ‘pluralismo’ urbano e territoriale. Luoghi che sino a ora sono stati visti solo quali fratture povere e desolanti. In ragione di ciò, si propone un nuovo modo di ‘vivere’ il moderno scenario urbanizzato e infrastrutturato, un fare progettuale attento a favorire uno sviluppo territoriale colonizzato dalla diffusione del pensiero sostenibile. Si fa, allora, sempre più evidente l’aspirazione a interpretare, ‘proget- tualmente’, anche il sistema naturale renden- dolo, di conseguenza, ‘soprannaturale’, un po’ come era la realtà descritta nelle Affinità elettive di Goethe o in Dominio d’Arnheim di Edgar Allan Poe nella quale si rivelava il pia- cere superbo di forzare la natura rendendola straordinaria, ‘addomesticata e controllata’.

425 URBAN NETWORK PER IL MASTERPLANNING STRATEGICO NELLE GRANDI AREE URBANE. CONFIGURAZIONE SPAZIALE E RENDITA FONDIARIA

Valerio Cutini | Valerio Di Pinto

Introduzione dogeno. Il presente lavoro suggerisce quest’ul- tima ipotesi, sulla base dell’applicazione della La distribuzione dei valori immobiliari è uno scienza delle reti urbane, secondo l’approccio dei fenomeni urbani di maggiore rilevanza, configurazionale. La configurazione spaziale che dispiega i propri effetti ed esprime la riguarda l’insieme delle relazioni tra parti (ad propria cogenza direttamente sui residenti e esempio tra strade urbane), a loro volta interdi- sugli altri fruitori dello spazio urbano. A tal pendenti da una struttura generale più grande. proposito, non è un caso che molti tra ricerca- Il concetto di configurazione inerisce, in altre tori ed esperti ritengano che buona parte delle parole, la completezza di un sistema comples- problematiche che affliggono la città sorgano so al di là delle sue parti. La preminenza degli dalla lacunosa conoscenza delle modalità con aspetti relazionali, e quindi topologici, rende cui la rendita di posizione si manifesta e delle questo concetto particolarmente utile quando lo dinamiche secondo cui evolve, che contribuisce spazio è schematizzato come una rete. Dall’u- alla generalizzata inadeguatezza delle azioni nione di questi due elementi si è sviluppata, nel di governo del territorio. corso degli ultimi 30 anni, una teoria organica Gli economisti, di cui il fenomeno fondiario è per lo studio dello spazio urbano, nota come stato appannaggio pressoché monopolistico, si Space Syntax, che ha svolto un lavoro seminale sono sempre interessati perlopiù ai meccanismi oggi alla base di numerosi metodi d’analisi. di formazione dei prezzi degli immobili, produ- Allo spazio urbano viene riconosciuto un ruolo cendo un numero molto elevato di modelli e primario nella generazione dei fenomeni inse- teorie, che spesso producono, tuttavia, risultati diativi (Hillier & Hanson, 1984; Hillier, 1996; ampiamente divergenti. Ciò può essere impu- Cutini, 2010). Quest’aspetto differenzia molto tato alla matrice concettuale che li accomuna, l’approccio configurazionale dalla modellistica ovvero alla possibilità di descrivere ed inter- territoriale classica, aprendo alla possibilità pretare la rendita grazie alla sovrapposizione di adoperare modelli quantitativi anche per la delle informazioni desunte dall’apprezzamento valutazione/misurazione di proprietà imma- di un certo numero di variabili, più o meno teriali dello spazio urbano (Petroncelli, Di complesse, quali ad esempio la distanza o Pinto, 2017). In estrema sintesi, l’approccio il budget economico. Il risultato è una città configurazionale si pone l’obiettivo di interpre- traguardata da punti di vista parziali: ciò che tare e comprendere la geografia interna di un rende questa posizione meno solida di quanto aggregato insediativo; di suggerire utilizzazio- possa sembrare. Al di là delle questioni che ni e destinazione d’uso dei suoli, congruenti animano il dibattito su questi modelli e queste con le potenzialità offerte all’articolazione teorie, ad esempio legate alla razionalità degli dello spazio urbano, di simulare gli effetti di operatori economici – che spesso è tra le loro trasformazioni territoriali su fenomeni urbani ipotesi di base – è interessante chiedersi se materiali ed immateriali, nonché di legare le la distribuzione della rendita fondiaria sia un caratteristiche topologiche dei tessuti locali nel fenomeno esogeno allo spazio urbano – come più generale quadro dell’intera rete urbana. finora è stato tendenzialmente considerato – o La potenzialità di operare in questi domini se, viceversa, sia da considerarsi ad esso en- fa dell’analisi configurazionale un metodo di

426 supporto decisionale di grande innovatività, della modellistica tradizionale. Se nel primo che negli ultimi anni sta riscuotendo un gran- caso, infatti, lo spazio si può oggettivamente de successo sia a livello accademico, sia a considerare per le sue caratteristiche fisiche, livello professionale (Porta et al., 2010), e che nel secondo è la sua influenza sugli aspetti so- trova quale suo naturale ambito territoriale cio-culturali ad essere al centro dell’attenzione, di riferimento i grandi insediamenti urbani, facendo scivolare l’indagine su di un quadro seppure stia dimostrando le proprie potenziali- informativo estremamente distante dal primo. tà anche sulle strutture urbane a bassa densità La differenza tra una posizione esclusivamente (Petroncelli, Di Pinto, 2017). Il presente lavoro, quantitativa ed una rispettivamente informativa, pur soffermandosi sullo specifico aspetto della e tendenzialmente discorsiva, ha fatto diver- rendita di posizione, vuole rimarcare l’oppor- gere modelli e metodi di ricerca, addirittura tunità di un utilizzo sempre più diffuso dell’a- definendo diverse qualifiche disciplinari, tutte nalisi configurazionale nell’ambito delle città parziali. Dalla convinzione che sia possibile metropolitane, sia come strumento di progetto pensare alla città come ad un “fatto unico”, che come strumento di supporto alle decisio- cioè ad una città dove i fenomeni fisici e quelli ni, segnatamente da parte di attori pubblici. socio-economici che avvengono al suo interno A titolo paradigmatico, il lavoro propone lo sono riconducibili ad un unico fattore gene- sviluppo di un caso di studio relativo alla città rativo, è nato un approccio allo studio della di Napoli, andando a valutare le dinamiche città che si basa sull’analisi delle relazioni tra del mercato degli immobili sulla base delle gli spazi urbani. L’approccio configuraziona- rilevazioni della Borsa Immobiliare di Napoli le si concretizza in una serie diversificata di riferite al secondo semestre dell’anno 2011. tecniche, sviluppate nell’ambito di un dibattito Napoli, pur non necessitando di specifiche scientifico iniziato alla fine degli anni ‘70, che presentazioni, è una delle più complesse realtà ancora oggi si conferma come uno dei più urbane italiane, cui fa eco una composizione innovativi punti di vista sulla città. In termini altrettanto complessa del mercato immobiliare, generali, le tecniche configurazionali sono che si presenta particolarmente frammentato, fortemente indirizzate all’efficace descrizione in termini di aree di prezzo omogeneo, e con delle motivazioni e delle modalità di sposta- un accentuato gradiente di variazione. mento, segnatamente pedonale, in contesto La struttura del presente contributo, dopo una urbano, giungendo a significativi risultati sintetica introduzione delle principali carat- in termini predittivi (Hillier, 2009; Wiener, teristiche dell’analisi configurazionale e dei Franz, 2005). Il legame tra movimento, scelta modelli tradizionali di analisi della rendita soggettiva di spostamento e morfologia dello fondiaria, è imperniata sulla presentazione di spazio, è il filo conduttore che collega per via una proposta metodologica e della sua appli- diretta la dimensione fisica e la dimensione cazione al caso di studio della Città di Napoli, percettiva della città, caratterizzando l’analisi per terminare con la discussione dei relativi configurazionale per essere un vero e proprio risultati. linguaggio, espresso in termini di parametri ed indici quantitativi: essa fornisce informazioni Backgrounds sul modo con cui la città si percepisce, e viene di conseguenza “adoperata” dai suoi utenti, La città, qualunque essa sia, è un oggetto assai studiando il modo con cui la città stessa fun- ambiguo. Innanzitutto, è un grande insieme di ziona. L’interpretazione configurazionale della edifici collegati da spazi di uso pubblico, ma è città, infatti, si basa sull’idea che una quota anche un complesso sistema di attività antro- significativa del movimento pedonale in ambito piche, tenute insieme dalle interazioni sociali, urbano, definita come movimento naturale, di cui lo spazio urbano è il substrato ambien- sia frutto della percezione sincretica – ovvero tale. L’interpretazione che se ne deve fare per dell’intuizione – delle relazioni tra gli spazi traguardare quest’ultimo nella sua completa urbani da parte degli utenti/cittadini. Il rappor- dimensione, deve tenere conto di questa bi- to configurazione-percezione è ampiamente valenza. Ciò pone, però, un grave problema, verificato in contesti e situazioni molto eteroge- che per molti versi è stato il limite invalicato nee, tra cui non mancano casi italiani (Bortoli,

427 Cutini, 2001). In definitiva, esiste un rapporto caratterizza per l’interruzione delle linee visuali diretto tra percezione, visione e assetto topolo- nei punti di reciproca loro intersezione, che gico dello spazio che l’analisi configurazionale genera i cosiddetti segmenti, e nel successivo riesce a cogliere e descrivere, esprimendo in compendio del loro angolo d’incidenza nel cal- maniera non-discorsiva il modo con cui lo spa- colo degli indici di centralità. Su quest’ultimo zio urbano incida sulla sua percezione. punto, Space Syntax ha attinto a piene mani Sul concetto di movimento naturale s’impernia agli studi di centralità sulle reti sociali, arrivan- la dinamica essenziale degli insediamenti ur- do a condividere con questi ultimi i principali bani, secondo cui le attività si dispongono sul indici, quali l’Indice di Integrazione, che misura tessuto urbano in ragione della sua capacità il grado di vicinanza topologica media di un di generare flussi, e quindi della sua attrattività nodo a tutti gli altri del grafo, e quindi fornen- naturale, ed esse stesse, in seconda battuta, do una misura della sua attrazione localiz- generano ulteriore attrattività, fungendo da veri zativa, secondo l’idea che più si è vicini agli e propri moltiplicatori delle qualità connatura- altri e più è facile essere raggiunti (Bavelas, te allo spazio in cui s’insediano. Ciò genera 1948; Freeman, 1978), e l’Indice di scelta, una gerarchia delle localizzazioni che dagli che misura la capacità di una localizzazione spazi centrali a grande attrattività va verso gli di intercettare i flussi sulla rete, secondo l’idea spazi marginali di scarsa attrazione. L’analisi che maggiore è il numero di percorsi minimi configurazionale si propone di dare una veste tra coppie di nodi su cui una linea si trova, quantitativa all’attrattività (e quindi alla cen- maggiore è la probabilità che la stessa intercet- tralità), cioè la misura. Per farlo adopera la ti i flussi tra le stesse coppie (Sabidussi, 1966). schematizzazione a rete della città, ricorrendo Tutte le misure possono essere riferite sia alla alla costruzione di una urban network. Intorno completezza della rete, si parla in tal caso di a questo concetto, ovvero alle modalità di misure globali, sia a sottoreti dinamiche, dipen- costruzione del sistema, si differenziano le prin- denti da un raggio di limitazione dell’intorno cipali tecniche configurazionali. Tutte, ad ogni d’indagine di ogni linea. In tal ultimo caso modo, si basano sul lavoro seminale svolto da si parla di misure locali e, a seconda della un gruppo di ricercatori della Bartlett School of natura del raggio d’analisi, di intorni metrici, Architecture presso l’University College di Lon- topologici, angolari o metrici (Turner, 2004). dra (UCL) e coordinati dal Prof. Bill Hillier, che L’oggetto-città è stato al centro dell’attenzione ha portato allo sviluppo della famiglia di teorie di numerosi modelli, molti dei quali indirizzati e tecniche operative nota come Space Syntax alla descrizione e predizione dei valori immo- (Hillier, Hanson, 1984) (Hillier, 1996). biliari. Il panorama di questi ultimi può essere In termini modellistici, Space Syntax prevede la suddiviso in due differenti macro-categorie: le costruzione di una rete urbana di tipo duale. teorie organiche sulla formazione dei prezzi Ciò si traduce, sinteticamente, nel tracciamento immobiliari e i modelli teorici di specificazione del poligono degli spazi pubblici liberamente delle teorie economiche generali, sostanzial- accessibili, nella sua successiva scomposizione mente riconducibili alla cosiddetta economia in spazi convessi – nel minor numero e nella classica. Il retro pensiero comune a tutti gli massima grandezza – ed infine nel traccia- studi è senza dubbio l’approccio classico alla mento del numero minimo di linee visuali che rendita di posizione, sviluppata dagli economi- li attraversano tutti. La creazione della rete sti in ragione della necessità di differenziare i urbana si completa costruendo il grafo asso- valori dei fondi agricoli. Lo stesso approccio si ciato a tali linee, i cui elementi sono i consueti dimostra attento ai concetti di fecondità e posi- nodi, i centri geometrici delle linee (segmenti), zione dei lotti produttivi, portando allo sviluppo ed archi, le intersezioni tra le linee stesse. Il del concetto di rarità (Von Thünen, 1826; Mill, risultato è una rete puramente topologica, che 1885), vera pietra angolare del successivo ha attinenza con la realtà grazie alla relazione dibattito sulla rendita di posizione. L’idea è che di dualità che la caratterizza. Allo stato attuale i prezzi degli immobili siano determinati dalla della ricerca in ambito Space Syntax la tecnica competizione tra i loro utilizzi potenziali e che di maggiore affidabilità per gli scenari urbani da essi dipenda l’uso del suolo, quale risul- è nota come Angular Segment Analysis. Essa si tato del dibattito tra gli operatori economici:

428 per ogni edificio che occupa un lotto di suolo base dell’aggregazione di 3402 transazioni edificabile si è raggiunto l’equilibrio tra il costo normalizzate verificatesi nel corso del secon- di trasformazione, il valore di mercato ed il do semestre del 2011 (Borsa Immobiliare di reddito futuro attualizzato. Solo successivamen- Napoli, 2012). te l’accessibilità è stata individuata come uno dei fattori concorrenti alla formazione della Metodologia e caso di studio rendita di posizione, generando il trinomio cre- scita urbana, mercato immobiliare e trasporti Una delle caratteristiche peculiari del presente che ha trascurato il ruolo dello spazio nella lavoro, in larga parte dovuta all’atipicità del comprensione del funzionamento della città. La tema trattato, è certamente quella dello svilup- fioritura dei modelli teorici è stata la base per po al passo della metodologia d’analisi e della lo sviluppo, specialmente nel corso degli anni sua applicazione al caso di studio della città ‘60, di teorie organiche sulla distribuzione e di Napoli, unica vera grande area urbana del formazione dei valori immobiliari. Fondamen- Sud Italia, con una popolazione di poco meno tale è, in tal senso, l’opera di Alonso (Alonso, di un milione di abitanti ed una densità abita- 1964), che propone un’interpretazione delle tiva di 8124 abitanti per chilometro quadrato, dinamiche del mercato immobiliare sulla base peraltro dotata di un sistema urbano periferico, di regole di economia spaziale, arrivando coinvolgente un’ampia fascia urbana che cin- a definire la curva di offerta dei nuclei fami- ge la città, determinante un continuum urbano liari, che esprime la serie dei prezzi che una che conta più di 3.5 milioni di abitanti. famiglia è disposta a pagare per una localiz- In termini metodologici, la rendita fondiaria zazione, in funzione della distanza dal centro, può essere descritta adoperando diverse tipolo- mantenendo lo stesso livello di soddisfazione. gie d’approccio. Essenzialmente ciò può essere Grazie al modello di Alonso è possibile fare fatto per via indiretta, acquisendo i dati ineren- stime predittive sul sistema dei valori immobi- ti la tassazione immobiliare o per via diretta, liare al variare di uno o più parametri, come il cioè creando aree di prezzo omogeneo, all’in- reddito, il costo dei trasporti o l’uso del suolo. terno delle quali i prezzi unitari di alloggi-tipo, La negazione del concetto di spazio urbano desunti dalle transazioni immobiliari, sono comporta la declinazione della centralità come compresi in un intervallo di volatilità molto bas- concentrazione di funzioni, portando al con- so. Considerando che il presente lavoro è pen- cetto di Central Buisiness District (CBD), ancora sato ab origine per l’applicazione nel contesto oggi centrale in molti modelli e teorie (Fujita, urbano della città di Napoli, si è capitalizzata 2008) quale elemento esogeno al modello la disponibilità di quest’ultima tipologia di dato spaziale della città (Chiaradia, Hillier, Barnes, presso la banca dati della Borsa Immobiliare Schwander, 2009): questo è uno dei principali di Napoli, costruendo una base di dati geo- limiti della modellistica sulla rendita di posi- grafica contenente sia le informazioni sulla zione. La questione che si pone alla ricerca è rendita sia quelle di tipo configurazionale. quindi quella relativa alla possibilità o meno di Queste ultime sono state ottenute applicando la apprezzare il CBD come un elemento endo- tecnica di analisi nota come Angular Segment geno al modello urbano. Studi recenti hanno Analysis (ASA) (Fig. 1. A), anch’essa sviluppata evidenziato la capacità dell’analisi configu- in ambito Space Syntax (Turner, 2001). Grazie razionale di interpretare la variazione della alle caratteristiche proprie di ASA si è procedu- rendita (Enström, Netzell, 2007; Matthews, to ad un’analisi multi-scalare del sistema delle Turnbull, 2007) nonché di cogliere la distribu- centralità urbane, capitalizzando, tra l’altro, zione dei prezzi in accordo con l’accessibilità, alcune delle potenzialità geo-statistiche dei le modalità di trasporto e la quantità degli sistemi GIS ed in particolare la possibilità di inquinanti dispersi nell’aria (Chiaradia, Hillier, trasformare informazioni puntuali in poligonali Barnes, Schwander, 2009). Lo scopo di questo attraverso lo strumento del Kriging (Fig. 1. B). contributo è di esaminare la distribuzione dei In tal modo è stata individuata la centralità valori immobiliari residenziali dell’intera città globale, il cd. Integration Core1, nonché 47 di Napoli, adoperando Space Syntax e un centralità locali, caratterizzate da alti valori database dei prezzi registrati, costruito sulla dell’indice di integrazione locale (raggio d’in-

429 Fig. 1 - A La in relazione, in termini di regressione lineare rete urbana (linee bianche) ai minimi quadrati, il disegno dello spazio ur- sovrapposta alle bano e la distribuzione dei valori immobiliari, aree di prezzo omogeneo (poligoni adoperando i prezzi medi degli immobili quale grigi con bordo variabile dipendente e l’indice di integrazione nero), su basemap locale (raggio metrico 400) quale variabile aerofotografica [dettaglio] - B - indipendente. In tal maniera è stato possibile Individuazione delle associare ad ogni linea (ovvero ad ogni loca- centralità locali attraverso il kriging lizzazione) il valore medio degli immobili effet- [dettaglio di una tivamente registrato, quello stimato attraverso il centralità]. dagine pari a 400 metri). La loro distribuzione modello di regressione e la loro differenza. è disomogenea sul territorio, con maggiore concentrazione nelle vicinanze dell’Integration Risultati Core. Le proprietà configurazionali della rete urbana di Napoli sono state successivamente Nel caso della città di Napoli, la correlazione correlate alle informazioni sulla distribuzione tra il numero delle centralità locali e la distan- dei prezzi immobiliari, collezionate in elementi za che le separa dall’Integration Core ha un poligonali, corrispondenti alle aree di prezzo andamento logaritmico naturale: muovendosi omogeneo (Fig. 1. A). Grazie all’armonizza- verso l’esterno della città la probabilità di zione delle basi informative è stato possibile trovarsi vicini ad un’area ad alta indipen- costruire due modelli di regressione tra la rete denza alla piccola scala diventa più bassa, urbana (modello spaziale della città) e le aree qualunque sia la direzione dello spostamento. di prezzo omogeneo (modello descrittivo della È inoltre valida anche l’asserzione contraria, rendita fondiaria). Nello specifico, il primo cioè che da qualunque direzioni si entri in modello di regressione, finalizzato all’interpre- città, la probabilità di trovarsi nei pressi di tazione dei fenomeni alla scala globale, mette una centralità locale aumenta. Il fenomeno ha in relazione la variazione della dimensione un’alta significatività statistica (Fig. 2. A). Allo delle aree di prezzo omogeneo, cioè la fram- stesso modo, all’aumentare della densità delle mentazione del mercato immobiliare, con la centralità locali, diminuisce la loro dimensione distanza dalla centralità di scala globale, ov- media, come mostrato nel grafico a barre della vero l’Integration Core. Si è quindi considerata fig. 2. B. Analoga tendenza si manifesta per rappresentativa della sensibilità localizzativa le aree di prezzo omogeneo, che si concen- la dimensione delle aree omogenee, secondo trano, sia in termini numerici che di esiguità il principio che più esse sono piccole e più il della dimensione media, attorno all’Integration mercato si presenta frammentato in ragione di Core. In quest’ultimo caso la rilevanza statistica piccoli cambiamenti della struttura urbana. Per è elevata, essendo il coefficiente di determi- studiare la distribuzione delle aree di prezzo nazione R2 di poco inferiore a 0,8 (Fig. 2. omogeneo si è proceduto a concentrare la C). Questo risultato è pienamente congruente rispettiva superficie in punti non arbitrari dello con l’interpretazione configurazionale della spazio urbano, adoperando quale riferimento città che, seguendo la logica dell’economia i centroidi dei poligoni rappresentativi delle 47 di movimento, teorizza e verifica l’esistenza centralità locali precedentemente individuate, di un rapporto di natura logaritmica tra flussi considerando, quale relazione d’appartenen- e distanza dall’Integration Core. Nel caso di za, l’inclusione di parte dell’area all’interno di specie, tale rapporto si riverbera sulla sensi- un bacino gravitazionale di 500 metri calco- bilità al prezzo e, quindi, sulla dimensione lato sui pubblici percorsi, e, quale strumento media delle aree di prezzo omogeneo. Le di normalizzazione, la media aritmetica dei precedenti correlazioni sono state effettuate valori delle aree dominate. Si è in tal maniera tenendo in conto solo 44 delle 47 centralità resa la lettura della distribuzione delle aree di locali individuate, ove, si ricorda, sono state prezzo omogeneo quale elemento endogeno concentrate le informazioni inerenti prezzi e al modello spaziale. Il secondo modello, fina- dimensioni delle aree di prezzo omogeneo. lizzato allo studio dei fenomeni locali, mette Ciò è dovuto alla sussistenza di un particolare

430 la correlazione tra l’andamento dell’indice Fig. 2 - Risultati sperimentali di integrazione locale (raggio metrico 400) e i prezzi degli immobili residenziali è stata condotta attraverso il ricorso allo strumento geo-statistico della regressione lineare ai mini- mi quadrati (OLS), ottenendo informazioni sulla differenza tra i valori registrati nelle transazioni e quelli stimati, adoperando come variabile indipendente l’indice configurazionale e come variabile dipendente i valori stessi. Questo tipo di analisi ha permesso di ottenere una chiara visione della situazione all’interno del bacino di ogni centralità. Statisticamente, definito un intervallo di volatilità tra valore registrato e valore stimato considerato accettabile (± 5%), è stato possibile osservare come la tendenza ad appartenere a tale intervallo cresca loga- ritmicamente nello spostarsi dal centro verso fenomeno di scadimento del loro valore statisti- la periferia, ovvero dalle zone ad uso misto a co con l’inclusione delle ulteriori tre centralità. quelle sempre più marcatamente monofunzio- Nello specifico, in termini di correlazione tra nali residenziali (Fig. 2. E). Spingendosi ad superficie delle aree di prezzo omogeneo e indagare più specificamente all’interno delle distanza dall’Integration Core, il coefficiente di aree prossime o appartenenti alla centralità correlazione scende a 0,4287 (Fig. 2. D). Tale globale, evidentemente più suscettibili alle scel- fenomeno è stato associato alla particolare te di localizzazione, è possibile apprezzare il localizzazione di tutte le centralità aggiuntive, ruolo specifico dei moltiplicatori urbani (attrat- situata nel quartiere Fuorigrotta. In questo con- tori non spaziali). Considerando, infatti, le sole testo è infatti presente una marcata dotazione linee che appartengono sia all’intorno di una d’infrastrutture di collegamento che ha vir- centralità locale sia alla centralità globale (ov- tualmente avvicinato il relativo tessuto urbano vero che hanno un picco nell’indice di integra- all’Integration Core, facendolo sviluppare in zione globale) o nelle sue immediate vicinanze maniera incoerente con la sua distanza fisica (20 metri) si può notare come al crescere della dallo stesso. In definitiva, al di là di incon- differenza tra valore registrato e valore stimato gruenze legate a specifiche situazioni puntuali, cresca linearmente la loro percentuale rispetto la formazione dei prezzi sembra dipendere al numero complessivo delle linee del sistema quasi esclusivamente dalla posizione sulla (Fig. 2.F). Ciò significa che l’alterazione del mappa, in maniera indipendente dal disegno mercato, in relazione ai valori naturalmente dei singoli spazi. Questa posizione trova un’ul- dovuti all’integrazione delle linee, è tanto più teriore verifica nell’analisi alla scala locale, cui marcata quanto più ci si avvicina al cuore è mirato lo sviluppo del secondo modello di della città, e ciò è coerente con il potenziale di regressione. Nella dinamica degli insediamenti utilizzo extra-residenziale naturalmente asso- svolge un ruolo importante la distribuzione ciato alle aree centrali. degli attrattori urbani, che vi partecipano come variabile dipendente dalla configurazione Conclusioni spaziale, generando effetti apprezzabili solo in secondo ordine. In riferimento alla domanda L’applicazione delle tecniche di analisi con- di partenza di questo lavoro, ci si è chiesti se figurazionale e i risultati da queste fornite essi avessero un effetto tangibile sulla distribu- offrono la possibilità di trarre conclusioni in zione locale dei prezzi immobiliari, ovvero se due direzioni diverse, entrambe assai signifi- questi ultimi si inquadrino, anche localmente, cative. Da una parte, mostrano e dimostrano nella essenziale dinamica degli spazi urbani. il ruolo dell’articolazione dello spazio urbano Coerentemente a quanto prima presentato, sui fenomeni che si svolgono al suo interno, e

431 in particolare sulla formazione e sulla distri- Riferimenti Bibliografici buzione dei valori immobiliari: la rendita ha – almeno in parte – radici endogene, conna- Hillier, B., Hanson, J. (1984) The social logic of space, Cambridge University Press, Cambridge turate all’organizzazione spaziale del sistema Hillier, B. (1996) Space is the machine, Cambridge insediativo. Da questo riconoscimento deriva University Press, Cambridge la consapevolezza che ogni azione di trasfor- Cutini, V. (2010) La rivincita dello spazio urbano. L’approccio configurazionale allo studio e all’analisi dei mazione materiale della città inevitabilmente centri abitati, Pisa University Press, Pisa comporta anche una alterazione delle variabili Petroncelli E., Di Pinto V. (2017) La Convenzione Europea immateriali che la interessano, investendo in del Paesaggio e il Paesaggio Storico Urbano: uno strumento di supporto alle decisioni nella definizione particolare le caratteristiche di pregio e di di progetti di intervento, Rapporto finale di ricerca – apprezzamento economico del suolo urbano Università di Napoli “Federico II”, Napoli espresse dal mercato. Dall’altra parte, l’ana- Porta, S., Strano, E. (2010), “Networks in Urban Design: six years of research in Multiple Centrality Assessment” lisi rivela e consente di stimare il ruolo degli in Estrada, E, Fox, M., Oppo, G. L. (a cura di), Network attrattori, e la loro potenzialità come variabili science: complexity in nature and technology, Springer, strategiche nella formazione dei prezzi degli Londra (pag. 107-130) Hillier, B. (2009), “Spatial sustainability in cities: immobili, rispetto ai quali agiscono da molti- organic patterns and sustainable forms” in Atti del 7th plicatori, accentuando il contributo spaziale International Space Syntax Symposium, Royal Institute of naturale. Alla luce di queste considerazioni, i Technology (KTH), Stoccolma Wiener, J. M., Franz, G. (2005), “Isovists as a means to risultati di questo studio arricchiscono di una predict spatial experience and behavior” in Freksa, C., ulteriore dimensione la nozione stessa di rendi- Knauff, M., Krieg-Brückner, B., Nebel, B., Barkowsky, T. ta differenziale, in ragione del riconoscimento (a cura di), Lecture Notes in Computer Science (3343), Springer, Berlino (pag. 42-57) che l’organizzazione materiale e relazionale Bortoli, M., Cutini, V. (2001) Centralità e uso del suolo dello spazio urbano è di per sé stessa fonte e urbano, Edizioni ETS, Pisa radice della ineguale distribuzione della ferti- Bavelas, A. (1948), “A mathematical model for group structures” in Human Organization, 7 (pag. 16-30) lità economica del suolo, nonché dei problemi Freeman, L. (1978), “Centrality in Social Networks e delle potenzialità che da questa derivano: Conceptual Clarification” in Social Networks, 1 (pag. ciò che pone in luce il ruolo e la responsabilità 215-239) Sabidussi, G. (1966), “The centrality index of a graph” in del pianificatore sui meccanismi e gli esiti del Psychometrika, 31 (pag. 581-603) processo di formazione della rendita, ma che Turner, A. (2004) Depthmap 4 - A Researcher’s Handbook, allo stesso tempo delinea la potenzialità delle Bartlett School of Graduate Studies, UCL, Londra Von Thünen, J.H. (1826) Der Isolierte Staaat in Beziehung tecniche di analisi spaziale come strumento di auf Landtschaft und Nationalokonomie, Hamburg (English supporto e di orientamento delle politiche di translation by C.M. Wartenburg, von Thünen’s Isolated governo del territorio urbano, confermando State, Pergamon Press, Oxford) Mill, J. S. (1885) Principles of Political Economy, D. l’innovatività dell’approccio configurazionale Appleton And Company, New York nella comprensione dei fenomeni urbani. Alonso, W. (1964) Location and Land Use. Toward a General Theory of Land Rent, Harvard University Press, Cambridge Fujita, M. (2008) Urban Economic Theory: Land Use and Note City Size, Cambridge University Press, Cambridge Chiaradia, A., Hillier, B., Barnes, Y., Schwander, C. 1. L’Integration Core è l’insieme delle linee con più alto valore (2009), “Residential Property Value Patterns” in Atti del dell’Indice di Integrazione globale. Generalmente si considera 7th International Space Syntax Symposium, Royal Institute significativo il 20% delle linee a più alto valore dell’indice. of Technology (KTH), Stoccolma Enström, R., Netzell, O. (2007), “Can Space Syntax Help Us in Understanding the Intraurban Office Rent Pattern? Accessiblity and Rents in Downtown Stockholm” in Journal of Real Estate Finance and Economics, 36 (pag. 289-305) Matthews, J. W., Turnbull, G. K. (2007), “Neighborhood Street Layout and Property Value: The Interaction of Accessibility and Land Use Mix” in Journal of Real Estate Finance and Economics, 35 (pag. 111-141) Borsa Immobiliare di Napoli (2012) Listino Ufficiale – Valori del Mercato Immobiliare della città e provincia di Napoli – II Semestre 2011 Turner, A. (2001), “Angular Analysis” in Atti del 3rd Space Syntax Symposium, Georgia Institute of Technology, Atlanta

432 LE UNIVERSITÀ NELLA GEOGRAFIA DELLA COMPETIZIONE PER L’INNOVAZIONE TERRITORIALE

Stefano de Falco

Introduzione: conoscenza e innovazione livello paese l’attività innovativa basata sulla territoriale economia della conoscenza e caratterizzata da k-workers, cioè lavoratori della conoscenza La semplice lettura di carte geografiche della che si contraddistinguono per soft skill, tende innovazione rende evidente il fatto che le ad essere considerevolmente più concentrata aziende innovative e le strutture di ricerca e di quella relativa ad attività tradizionali di tipo sviluppo (R&D) sono distribuite nello spazio in manifatturiero. Un certo numero di recenti studi maniera concentrata. hanno utilizzato l’indice di Ellison e Glaeser Gli esempi più noti e citati che confermano tale (1997) per misurare il clustering geografico analisi sono quelli americani della Silicon Val- dell’occupazione manifatturiera (Ellison e Gla- ley e del corridoio Route 128 nell’area extra eser, 1997; Rosenthal e Strange, 2001; Ellison urbana di Boston. Et al., 2010). L’indice Ellison e Glaeser indica Se tale analisi è, come detto, chiara ed evi- la tendenza generale di concentrazione spa- dente in termini dei dati che palesa, quella che ziale dell’attività economica, tuttavia presenta risulta meno prevedibile è la sintesi a valle di alcune criticità legate a problemi di aggrega- tali dati, ossia se la concentrazione spaziale zione che derivano dall’utilizzo di una scala della R & S sia significativamente maggiore spaziale fissa. Duranton e Overman (2005), dell’attività economica in generale (Zoltan successivamente hanno trasformano i punti su et Al., 2002). A tale domanda alcuni autori una mappa (le aziende innovative con labora- (Buzard et Al., 2017) hanno risposto positiva- tori di ricerca) in unità in caselle (quali codici mente. Gli autori hanno utilizzato un nuovo set postali, contee, aree metropolitane e stati). di dati relativi alla posizione dei laboratori di Pertanto, i tentativi analitici su base scientifica R & S americani e diverse tecniche finalizzate finalizzati a modellare l’innovazione terri- alla analisi della concentrazione spaziale delle toriale sono stati diversi, tuttavia, pur nella posizioni di più di 1700 aziende con labora- ormai consolidata e condivisa opinione che il tori di R & S in California e in una zona di 10 processo di innovazione è un aspetto cruciale stati in una striscia del nordest degli Stati Uniti. della crescita economica di un intero paese, il Piuttosto che utilizzare una scala spaziale problema della misurazione dell’innovazione fisica, gli autori hanno descritto più precisa- non è ancora stato completamente risolto. mente la concentrazione spaziale dei labora- La consapevolezza del ruolo che la conoscen- tori, esaminando la struttura spaziale a diverse za riveste nell’ambito dell’attività economica è scale usando un test Monte Carlo basato sulla stata tradizionalmente guidata dalla evoluzio- funzione K di Ripley. I cluster geografici a cia- ne dello stato della sua misurazione nel corso scuna scala sono stati identificati in termini di del tempo. Tuttavia, tali dati sono sempre stati partenze statisticamente significative da locali- incompleti e, nel migliore dei casi, essi hanno tà di rischio, le quali riflettono la distribuzione rappresentato solo una proxy dello scenario della sottostonate attività economica. reale. Audretsch e Feldman (1996) sono stati tra Simon Kuznets osservò nel 1962 che il più i primi a utilizzare un approccio spaziale grande ostacolo alla comprensione del ruolo basato sull’indice di Gini per dimostrare che a economico del cambiamento tecnologico era

433 una chiara incapacità degli studiosi a misu- nesso i flussi di conoscenza risultano ancora rarlo. Le misure di cambiamento tecnologico limitati entro i limiti geografici. Già in passato hanno tipicamente coinvolto tre principali Glaeser et al. (1992) ha messo in evidenza aspetti dell’innovazione: (1) una misura degli che il fatto che la crescita economica nelle città input nei processi di innovazione, come ad statunitensi è direttamente collegata a flussi di esempio le spese per la ricerca e lo sviluppo; conoscenza inter-industriali localizzati in aree (2) una misura degli output intermedi, come ad ben precise. esempio il numero di invenzioni che sono state Dal punto di vista valutativo della innovazione oggetto di brevettazione; (3) una misura diretta territoriale, posizioni scientifiche convergenti degli output innovativi, quali ad esempio gli sul fatto che i flussi di conoscenza misurati con impatti di innovazione territoriale. citazioni di brevetto sono delimitate in una ge- Ci sono diversi canali attraverso i quali la co- ografia relativamente stretta, si riscontrano poi noscenza può fluire tra gli attori del sistema, la sia negli Stati Uniti (Jaffe et al., 1993; Almeida collaborazione tra imprese e tra imprese e uni- e Kogut, 1999) sia in Europa (Maurseth & versità e la mobilità del personale tra il settore Verspagen, 1998; Verspagen e Schoenmakers, pubblico e Il settore privato (OCSE, 1997). I 2000). È anche indicato in diversi studi recenti geografi economici sono ormai già da tempo il dato relativo alla condizione reale secondo interessati alla distribuzione spaziale delle cui le aziende sono veramente attratte dalla sorgenti di creazione di conoscenza. Hanno vicinanza a srogenti di conoscenza esterna studiato la distribuzione geografica di attività come le università (Audretsch e Stephan, innovative (Malecki, 1981, Sweeney, 1987), il 1996; Zucker et al., 1998). posizionamento dell’industria dell’alta tecnolo- Il tema della influenza di sorgenti di cono- gia (Hall e Markusen, 1985), e le dinamiche scenza sulla innovazione regionale è stato dell’innovazione regionale (Stohr, 1986). ampiamente trattato negli studi empirici di in- Una posizione convergente tra diversi autori novazione & Vivarelli, 1994; Capello, 2001), che si ritrova in letteratura scientifica di settore in Francia (Autant-Bernard, 2001), in Austria è che la distribuzione spaziale della innovazio- (Fischer e Varga, 2001b) e in Germania (Frit- ne non risulta essere uniforme e la conoscenza sch, 2001). risulta essere un driver predominante di indiriz- zo verso la costituzione di profili geografici di Le università nella geografia della innovazione innovazione (ad esempio, come esemplificato italiana per gli Stati Uniti da Varga, 1999 o per l’Unio- ne Europea da Caniels, 2000). Affrontare il tema delle analisi territoriali per La trasmissione della conoscenza risulta avve- valutare gli impatti locali degli atenei è sempre nire attraverso interazioni personali (Polanyi, una questione complessa e spinosa caratteriz- 1996, Dosi, 1988; Feldman, 1994), evidenza zata da scenari liquidi. che ha ispirato diversi ricercatori ad estende- È difficile capire a quali metriche affidarsi e re il sistema di innovazione direttamente alla quali, tra le tante, fonti di riferimento scegliere. dimensione regionale e studiare i flussi di cono- Tali criticità però si rivelano invece parados- scenza nell’innovazione regionale (ad esempio salmente vantaggiose in quei casi in cui dati Acs, 2000; Acs e Varga, 2002; Braczyk et al., relativi a fonti, ranking e classifiche differenti 1998; De la Mothe e Pacquet, 1998; Padmore sembrano convergere verso elementi comuni. e Gibson, 1998; Padmore et al., 1998). In tali casi infatti si riesce più facilmente a pro- Se la conoscenza non è facilmente accessibile filare il tessuto innovativo territoriale. in ogni punto dello spazio, l’ubicazione della Esprimersi in termini di divario Nord-Sud signi- generazione di conoscenza e le caratteristiche fica riproporre l’ormai logoro paradigma della di diffusione della conoscenza diventano una contrapposizione già declinato nel corso del questione cruciale per comprendere lo sviluppo tempo in tutte le salse possibili, però valutarlo, economico. Questo approccio consente di pro- invece, con riflessioni propositive legate a dati porre una soluzione all’interrogativo che sorge reali può risultare un utile esercizio valutativo osservando il fatto che anche in piena epoca costruttivo. Se si consultano i dati dell’Ufficio digitale e in un mondo sempre più intercon- Italiano Brevetti e Marchi relativi al numero

434 Fig. 1 - Classifica “iCity rate 2016” (elaborazione propria su dati ForumPA)

Fig. 2 - Verifica di “good fitting2 geografico tra la classifica “iCity rate 2016”e il numero di brevetti per città (elaborazione propria su dati ForumPA e su dati UIBM). di brevetti per città spiccano ai primi posti zione della loro capacità di incrementare i le città del Nord, Milano, Torino, Bologna, brevetti stessi. Infine attingendo ai dati di dati Padova, Udine e Pisa, salvo Roma che figura di Unioncamere relativi al numero di start up al terzo posto e Napoli e Bari che seguono più per città emerge che tra i primi posti si trova- giù in coda. Analogamente i dati relativi, ad no Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna, esempio, alla classifica delle città intelligenti, Modena , Firenze, Trento, Bari e Padova. Il le smart cities, attinti dalla classifica “iCity profilo geografico che ne viene fuori è piuttosto rate 2016” nella quale sono stati analizzati chiaro senza necessità di particolari sintesi, un 106 Comuni capoluogo valutati sulla base di Nord consolidato in innovazione territoriale 105 indicatori statistici, mostrano che le città a prescindere dalla metrica utilizzata ed un che spiccano in cima alla classifica non sono centro Sud sporadicamente e discontinuamente metropoli, ma ad esempio, Sondrio in testa per in funzione della metrica impiegata presente la sostenibilità, Trento per la gestione dei rifiuti, con qualche suo territorio e metropoli che non poi Brescia, Rovigo e Lodi e finalmente come fanno più da guida scalzate da città interme- Sud spunta Matera per una attenzione partico- die che trainano il territorio. lare alle energie rinnovabili e più in generale Ma quanto tali fenomeni sono imputabili in po- alle buone “green practices”. sitivo ad una forte dimensione territoriale delle In figura 1 sono riportate le prime 10 città università, o in negativo ad una assenza di della classifica “iCity rate 2016”. Per verificare attività di trasferimento tecnologico territoriale, quanto sia riscontrabile una convergenza tra la cioè quanto i due aspetti, indipendentemente classifica degli indicatori Icityrace e la distri- dal segno algebrico, sono correlati? buzione geografica dei brevetti, è possibile Sicuramente prima di valutare tale correlazione costruire un grafico nel quale l’asse orizzontale occorre una analisi di contesto con specifiche resta invariato e in asse verticale vanno ripor- variabili territoriali in virtù della quale si capi- tati i corrispondenti valori relativi al numero dei sce che ad esempio se a Catania il numero di brevetti per città. Quello che ci si aspetta come brevetti può risultare apparentemente rilevante risultato di “good fitting” geografico è ovvia- è perché, con riferimento all’anno 2015, dopo mente un grafico totalmente decrescente. Indesit che con 107 nuove richieste di brevetto I risultati sono mostrati in figura 2. Salvo qual- è la società italiana più attiva, dopo Fiat-FCA che anomalia, ad esempio rappresentata dalla (84) si ritrova STMicroelectronics (58) con sede città di Torino caratterizzata da un numero a Catania! di brevetti superiore alle città che la precedo- Altro esempio contestuale è offerto dall’Emi- no, e in considerazione del fatto che l’indice lia Romagna, dove secondo tutte le diverse “icityrace” è un macroindice multiparametrico, metriche di innovazione territoriale citate prima il fitting sembra abbastanza buono. Pertanto, si ritrovano sempre ai primi posti diverse sue la metrica brevettuale può essere utilizzata città, e questo perché in tale regione continua quale indicatore di innovazione territoriale, a salire l’occupazione (+ 2,4% rispetto a un condizione che consente di poter chiudere il anno prima, nel primo trimestre 2017), con un “loop” concettuale di valutazione degli impatti aumento di 46.600 posti di lavoro e un tasso degli atenei sul territorio attraverso la valuta- di occupazione del 68,3%, che la pone al pri-

435 mo posto in Italia con un valore più alto sia ri- atto e si sono immaginate delle entità urbane, spetto alla media Italiana (57,2%) sia al Nord ottenibili solo alla fine come risultato di tale Est del Paese (66,7%). A parte, quindi, elemen- processo in corso, come invece delle realtà ti deterministici di influenza sulla innovazione progettuali già pronte, le smart cities, laddove del territorio che prescindono dalla influenza vanno prima definiti, analizzati e implementati accademica, se si provano, su base nazionale, i loro elementi costitutivi. Il rapporto tra univer- a incrociare i dati descritti con qualche dato sità e città sicuramente è uno dei principali tali lato ricerca, ad esempio con il numero dei elementi. docenti delle aree Cun di possibile e probabile impatto sulle metriche di innovazione territoriali elencate, si trovano scenari nei quali per le Riferimenti Bibliografici città del nord il fitting è ottimo e non è neanche lineare ma addirittura quadratico e migliora Acs, Z. (2000), Regional Innovation, Knowledge and Global Change. Pinter, London. se si considera la fascia di età mediamente Acs, Z., Audretsch, D., Feldman, M., 1991. Real effects of più giovane dei ricercatori e degli associati, academic research: comment. American Economic Review mentre per le città del centro Sud all’aumentare 81, 363-367. Acs, Z., Varga, A. (2002), A special issue on regional della variabile lato accademia non crescono innovation systems. International Regional Science proporzionalmente gli indicatori territoriali. Review 25 (1). Eppure sempre incrociando altri dati lato Almeida, P., Kogut, B. (1999), The localization of knowledge and the mobility of engineers. Management università, quali quelli forniti dall’Anvur sulla Science 45 (7), 905-917. valutazione della qualità della ricerca che Anselin, L., Varga, A., Acs, Z. (1997), Local geographic mostrano significativi trend positivi, si capisce spillovers between university research and high technology innovations. Journal of Urban Economics 42, che al Sud si fa un’ottima ricerca ma ancora 422–448. poco trasferimento tecnologico finalizzato a Anselin, L., Varga, A., Acs, Z., 2000. Geographic radicare le azioni degli atenei sul territorio e spillovers and university research: a spatial econometric perspective. In: Nijkamp, P., Stough, R. (Eds.), Special a valorizzarlo. Pertanto anche al Sud una uni- Issue on Endogenous Growth: Models and Regional versità glocale può rappresentare un traguardo Policy. Growth and Change 31, 501–516. da raggiungere per innescare autocalitici e Audretsch, D., Stephan, P. (1996), Company-scientist locational links: the case of biotechnology. American sostenibili nel tempo fenomeni di innovazione Economic Review 83, 641–652. territoriale. Audretsch, D., Vivarelli, M. (1994), Small-firms and R&D spillovers: evidence from Italy. Discussion Paper 953. Centre for Economic Policy Research. Conclusioni Audretsch, D.B. , Feldman, M.P. (1996), R&D spillovers and the geography of innovation and production. Am. L’analisi, da parte della letteratura di settore, Econ. Rev. 86, 630–640 . Autant-Bernard C (2001), Science and knowledge flows: del rapporto tra università e città mette in luce evidence from the French case. Research Policy. Volume che esso si rivela fortemente dicotomico e con- 30, Issue 7, August 2001, Pages 1069–1078. traddittorio: risulta essenziale per una nuova Braczyk, H., Cooke, P., Heidenreich, M. (1998), Regional innovation systems: the role of governances in a geografia della innovazione che vede nelle globalized world. UCL Press, London. città gli elementi cardine di una competizione Buzard, K. , Carlino, G.A. , Hunt, R.M. , Carr, J.K. , globale da un lato, mentre dall’altro appare Smith, T.E. (2016), Localized Knowledge Spillovers: Evidence from the Agglomeration Of American R&D Labs caratterizzato da un passato di indifferenza e and Patent Data. Federal Reserve Bank of Philadelphia da un complesso tentativo di mediazione che Working Paper No. 16-25 . viene ad essere richiesto alle università in meri- Buzard, K. , Carlino, G.A. , Hunt, R.M. , Carr, J.K. , Smith, T.E. (2017),The agglomeration of American R&D labs. to alla necessità di coniugare dimensione inter- Journal of Urban Economics Volume 101, September nazionale e dimensione locale.Tuttavia a fronte 2017, Pages 14–26. delle contraddizioni e complessità richieste Caniels, M., (2000), Knowledge Spillovers and Economic Growth. Edward Elgar. dal perseguire una sempre maggiore osmosi Capello, R., (2001), In: Proceedings of the 41st Congress tra università e città, le azioni messe in campo of the European Regional Science Association meetings sono già tante e conformi agli orientamenti eu- on Spatial and Sectoral Characteristics of Relational Capital in Innovation Activity, Zagreb, August 29– ropei che, in particolare con l’agenda urbana, September 1. vanno proprio in tale direzione. Probabilmente citations. Quarterly Journal of Economics 108, 577–598. si è partiti dalla fine di un processo ancora in De la Mothe, J., Pacquet, G., (Eds.) (1998), Local and

436 regional systems of innovation, Kluwer Academic new knowledge. Research Policy 31 1069–1085. Publishers, Boston. Zucker, L., Darby, M., Brewer, M. (1998), Intellectual Dosi, G. (1988), Sources, procedures and microeconomic human capital and the birth of US biotechnology industry. effects of innovation. Journal of Economic Literature 26, American Economic Review 88, 290–306. 1120–1171. Ellison G., Glaeser E.L. 1997, Geographic concentration in U.S. manufacturing industries: a dartboard approach. J. Polit. Econ., 105 (1997), pp. 889–927. Ellison G., Glaeser E.L., Kerr W. (2010), What causes industry agglomeration? evidence from coagglomeration patterns. Am. Econ. Rev., 100, pp. 1195–1213. Feldman, M. (1994), The Geography of Innovation. Kluwer Academic Publishers, Boston. Fischer, M., Varga, A. (2001b), Production of knowledge and geographically mediated spillovers from universities. In: Proceedings of the 41st Congress of the European Regional Science Association meetings on A Spatial Econometric Perspective and Evidence from Austria, Zagreb, August 29–September 1. Fritsch M. (2001), Measuring the quality of regional innovation systems—a knowledge production function approach. International Regional Science Review 25 (1). G., Overman H.G. (2005), Testing for localization using micro-geographic data. Rev. Econ. Stud., 72, pp. 1077–1106 Glaeser, E., Kallal, H., Scheinkman, J., Shleifer, A. (1992), Growth in cities. Journal of Political Economy 100, 1127–1152. Hall, P., Markusen, A. (1985), Silicon Landscapes. Allen and Unwin, Boston. Jaffe, A. (1989), Real effects of academic research. American Economic Review 79, 957–970. Jaffe, A., Trajtenberg, M., Henderson, R. (1993), Geographic localization of knowledge spillovers as evidenced by patent Malecki, E. (1981), Government funded R&D: Some economic implications. Professional Geographer 33, 72–82. Maurseth, P., Verspagen, B. (1998), Knowledge spillovers in Europe and its consequences for systems of innovation, Paper prepared for the TSER project ‘Technology, Economic Integration and Social Cohesion’ workshop in Gothenburg, pp. 4–6. Padmore, T., Gibson, H. (1998), Modeling systems of innovation, Part II, A framework for industrial cluster analysis in regions. Research Policy 26, 625–641. Padmore, T., Schuetze, Gibson, H. (1998), Modeling systems of innovation: an enterprise-centered view. Research Policy 26, 605–624. Polanyi, M. (1996), The Tacit Dimension. Routledge & Kegan Paul, London. Rosenthal S., Strange W.C. (2001), The determinants of agglomeration. J. Urban Econ., 50, pp. 191–229 Stohr, W. (1986). Regional innovation complexes. Papers of the Regional Science Association 59, 29–44. Sweeney, P. (1987). Innovation, Entrepreneurs and Regional Development. St. Martin Press, New York. Varga, A. (2000), Local academic knowledge spillovers and the concentration of economic activity. Journal of Regional Science 40, 289–309. Varga, A., (1999), Time-space patterns of US innovation: Stability or change? A detailed analysis based on patent data. In: Fischer, M., Suarez-Villa, L., Steiner, M. (Eds.), Innovation, Networks and Localities. Springer, Berlin. Verspagen, B., Schoenmakers, W. (2000), The Spatial Dimension of Knowledge Spillovers in Europe: Evidence from Firm Patenting Data. Merit, Maastricht. Zoltan J. A, Anselin L., Varga A. (2002), Patents and innovation counts as measures of regional production of

437 LA PROGETTAZIONE E IL MONITORAGGIO DELLE AREE RESIDUALI URBANE COME STRATEGIA PER LA MITIGAZIONE AMBIENTALE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI E PER LA TUTELA DELLE RISORSE NATURALI NEL TERRITORIO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

Delia Evangelista

Le aree residuali urbane: il prodotto del originariamente incolte o ad uso agricolo. metabolismo urbano nel territorio della città Hanno una forma irregolare e spesso sono metropolitana posizionate a ridosso o tra collegamenti viari comunali, intercomunali o interregio- Un territorio così complesso come la città nali di servizio a quartieri residenziali di metropolitana, può essere attualmente intesa nuova costruzione o quartieri a destinazio- come sistema ecologico resiliente con evidenti ne terziaria. Spesso rappresentano l’unico criticità funzionali, spaziali ed ambientali, con spazio verde all’interno di interi quartieri aree urbanizzate molto vaste a dimensione residenziali, non hanno una piantumazio- regionale che si uniscono e si amalgamano ne regolare ma presentano una vegeta- in un ambiente costruito continuo di grande zione incolta e variegata che segue i cicli dimensione che presenta notevoli criticità quali: naturali. presenza di aree urbane e patrimonio edilizio • aree residuali defunzionalizzati: la loro degradato, assenza di mixité funzionale e di genesi è dovuta al cambio di destinazione comfort ambientale, rischio idrogeologico in d’uso propria o di aree limitrofe che hanno caso di fenomeni meteorici eccezionali. creato una mutazione sociale ed econo- La morfologia urbana attuale, dettata dal meta- mica all’interno del tessuto urbano. Sono bolismo urbano vede all’interno della struttura spesso individuabili nelle aree industriali urbana dei vuoti generati dal fenomeno di dismesse, nei centri commerciali chiusi e urban sprowling e dalla dismissione di aree nei parchi cittadini in abbandono. Sono produttive1 fortemente identificative della città. caratterizzati da una vegetazione infestan- Questi vuoti spesso sono dei veri e propri te che invade gli spazi aperti pavimentati landscape artificiali di dimensione variabile, e da un uso improprio ed abusivo degli residui2 di terreno permeabile nella realizza- stessi e degli edifici ad opera delle fasce zione di collegamenti stradali o aree produt- deboli della popolazione e dei giovani. tive dismesse in stato di abbandono, in cui si • aree residuali parzialmente defunzionaliz- assiste ad una rinaturalizzazione spontanea zate: sono individuabili negli spazi aperti e disordinata degli spazi, il tutto aggravato e negli edifici che per obsolescenza delle dalla presenza di opere di urbanizzazione strutture o per abbandono hanno perso primaria incomplete o insufficienti, accrescen- parte della propria funzione e hanno avuto do la percezione del discomfort ambientale un decadimento delle prestazioni rispetto e rappresentano, nella morfologia della città ai requisiti attesi. contemporanea, lo spazio pubblico destinato La nuova concezione di città ecologica vede i alla socializzazione dei quartieri residenziali quartieri presentare una mixitè funzionale reale sorti attorno alle aree industriali o ai centri ripristinando il reticolo urbano degli spazi commerciali. aperti per la socialità, in cui la mixitè funziona- Le aree residuali posso essere suddivise in: le riduce la necessità di spostamenti dovuti al • aree residuali afunzionali: la loro genesi lavoro e al soddisfacimento dei bisogni primari è dovuta ad interventi di urbanizzazio- attraverso una nuova concezione di mobilità ne primaria e secondaria in aree verdi slow.

438 ti climatici nel tessuto urbanizzato quali il Fig. 1 - Le aree residuali come pluvial flood e l’heat island. opportunità: • hackable city: The Hackable City è la strategie di rigenerazione definizione per il processo di citymaking urbana nelle che sta avvennendo attraverso l’utilizzo operazioni di riqualificazione del digital media data. The Hackable City ambientale è una cooperazione tra architettura e città mobile che porta alla mobile city.. • circular economy: una città basata su un’economia pensata per potersi rigenera- re da sola attraverso due tipologie di flussi di materiali: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli In questa prospettiva rientra la riqualificazione tecnici, destinati ad essere rivalorizzati delle aree residuali, intesa come occasione per senza entrare nella biosfera l’applicazione, in territorio italiano, di buone • happy city: lo spazio pubblico torna ad pratiche di rigenerazione urbana nel recupero essere luogo di aggregazione. Da qui la e la valorizzazione della risorse naturali consi- necessità di ripensare lo spazio pubbli- derate più a rischio erosione in abito urbano: co quale luogo di una nuova economia l’acqua e il suolo. sociale, che pur sfruttando le potenzialità I processi di rigenerazione urbana attivano nel illimitate delle piazze virtuali create dai breve periodo set di attori di diversa natura social network è profondamente radicata e con diversi interessi che ruotano attorno a nell’identità nella tradizione locale. obiettivi strategici che agiscono sulle potenzia- Il risultato è un processo multidisciplinare di lità delle aree residuali urbane e che produco- progettazione urbana che si poggia sulle no qualità urbana e operano su diversi livelli capacità di recupero, di adattamento, nonché di integrazione delle caratteristiche strutturali di trasformazione dei sistemi urbani e dei suoi e sovrastrutturali della città, creando punti di sottosistemi. Parallelamente alla dimensione connessione a catena tra la necessaria riqua- temporale, la dimensione spaziale della resi- lificazione ambientale e la riqualificazione lienza urbana è altrettanto rilevante al fine di sociale della città. comprendere tale concetto. Le strategie e le azioni di rigenerazione urba- La resilienza di un sistema (urbano) ad una na, operano secondo una prospettiva attenta scala (ad esempio locale) non implica diret- alla governance dei processi, attraverso la tamente che questo lo sia anche ad un’altra gestione delle risorse disponibili coniugando i scala quindi, necessario porre l’attenzione e diversi aspetti della sostenibilità, usufruendo di riflettere sui trade-offs tra scale della resilienza. una solida base scientifica partendo dall’esi- Per questo motivo i processi di rigenerazione genza di riqualificazione ambientale. urbana sono elaborati attraverso progetti di Attraverso la realizzazione di una mixitè fun- riqualificazione urbana che comprendono zionale che operi il riuso degli edifici e degli azioni sulla macroscala e sulla piccola scala, spazi aperti, che garantisca un mercato più in modo da non inficiare il risultato per man- vasto, gli stakeholder garantiscono una ripresa canza di finanziamenti. economica che mitiga i tempi lunghi di realiz- zazione di progetti di riqualificazione ambien- La città contemporanea attraversa una fase tale su vasta scala. di transizione: da città industriale a città Si possono evidenziare quattro fondamentali ecologica linee di intervento nei processi di rigenerazio- ne urbana: Le aree con maggiori criticità, individuate • mitigazione e adattamento ai cambiamenti nell’ambito urbano, sono rappresentante prin- climatici: la rigenerazione urbana delle cipalmente dalle aree residenziali limitrofe alle aree residuali urbane passa per un’azione aree industriali totalmente o parzialmente di- di mitigazione degli effetti dei cambiamen- smesse, inizialmente ubicate in aree esterne al

439 centro urbano, nelle vicinanze di corsi o bacini Area oggetto di studio: i quartieri di d’acqua, risorsa necessaria al funzionamento Fuorigrotta e Bagnoli delle macchine ed allo smaltimento degli scarti di lavorazione, e che attualmente risultano Una strategia progettuale alternativa che essere totalmente o parzialmente inglobate in vede una pianificazione diffusa all’interno del quartieri residenziali. Questi quartieri residen- tessuto urbano, tesa al recupero della risorsa ziali spesso si trovano al margine del territorio urbana suolo, è stata applicata all’interno del comunale e, spesso, non esiste soluzione di Ciclo di seminari e Workshop “Progettazione continuità col territorio del comune limitrofo. Delle Aree Residuali Urbane” - corso di laurea In questi quartieri periferici si mostra con evi- PTUPA in Pianificazione Territoriale, Urbanisti- denza una perdita di identità dei luoghi, in cui ca e Paesaggistico-Ambientale2 . gli unici riferimenti morfologici sono questi spa- L’area oggetto di studio del workshop nasce zi privi di funzione che determinano delle vere come saldatura tra il quartiere Fuorigrotta di e proprie ferite all’interno del tessuto urbano. Napoli di epoca fascista e il borgo di bagnoli. Nel recupero dei margini di queste aree La natura delle due aree urbane, l’una fieristica residuali si determinano i fattori per recuperare e l’altra a vocazione turistico ittica è avvenuta la qualità dell’ecosistema urbano, e vengono con l’impianto nell’area dell’Italsider. classificati in: Lo sprooling urbano derivato dall’insediamento • fattori strutturali: acqua, suolo, aria e verde delle abitazioni degli operai dell’impianto in- urbano dustriale e la stessa modificazione dell’area ad • fattori sovrastrutturali: l’energia consumata, opera dell’industria ha creato una morfologia l’inquinamento acustico e partecipazione disomogenea per tipologia edilizia e edifici attiva della cittadinanza. funzionali atti a sostenere la vita degli abitanti Essendo considerate come elementi della città del quartiere. Le varie crisi economiche che si da riciclare, posizionate in zone strategiche, le sono succedute dagli anni 60 ad oggi hanno aree residuali diventano occasioni per innesca- provocato il cambio di destinazioni d’uso di re buone pratiche di riqualificazione ambien- molte aree della decima municipalità. tale. Il risultato è la presenza all’interno del tessuto L’intervento su queste aree produce una rimo- urbano estremamente denso e diversificato di dellazione della morfologia urbana attraverso vuoti urbani che aumentano la sensazione di un upload tecnologico ed infrastrutturale del degrado e di scarsa qualità urbana. Morfo- quartiere. logicamente la decima municipalità presenta Le strategie alla base di questi processi di rige- un’alta percentuale di verde mal distribuito nerazione urbana, rifunzionalizzano gli spazi all’interno del tessuto urbano. Le funzioni atte assegnando nuove destinazioni d’uso e nuove alla vita degli abitanti, quali terziaria e ricre- funzioni a seconda delle necessità emerse ativa risultano essere localizzate ai margini dalla partecipazione attiva della comunità, la dell’area di studio. L’intersezione delle linee trasformazione delle aree degradate, quindi, guida individuate per la rigenerazione di opera sia una riconfigurazione sociale che quest’area ha individuato nelle aree residuali, un’azione diriqualificaizone ambientale. uno snodo progettuale, per una rigenerazione Gli spazi aperti vengono ricostruiti, tornando urbana efficace e realizzabile. ad essere fruibili, realizzando progetti che Le criticità individuate nell’area di studio hanno partono da un upload tecnologico attraverso portato ad adottare quattro diverse linee guida pavimentazioni permeabili che agiscano in desunte sia dalle indicazioni delle direttive funzione della rigenerazione delle acque di fal- europee, sia dal trend in corso nei processi di da, con l’inserimento di sistemi per il recupero rigenerazione urbana in corso nella comunità delle acque nella micro e nella macroscala di internazionale. L’Happy City ha come obbietti- progettazione. Gli interventi di riqualificazione vo quello di ricreare spazi aperti di connessio- ambientale delle aree residuali possono diven- ne tra le persone, aumentando la percezione tare diventano azioni bottom up per processi di di qualità urbana. L’obbiettivo della happy city rigenerazione urbana. non è solo quello di avere una “città felice”, Montgomery infatti, afferma che “città felice e

440 città verde sono nello stesso posto”. Non c’è Foto 2. Masterplan realizzato nel una città felice se non c’è una città verde e workshop2 viceversa. La Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici ha come obbiettivo quello di miglio- rare la resilienza urbana ai fenomeni meteo- rologici estremi quali High Temperature Risk, Intense Precipitation Risk, Idrogeological Risk: urban flood, groundwather risk. Nei periodi estivi la riflessività delle superfici impermeabili aumenta la temperatura dell’aria, ciò combi- nato alla mancanza di ombreggiatura naturale o artificiale, crea l’effetto isola di calore che comporta un consumo notevole di energia elettrica per il raffrescamento degli ambienti interni degli edifici presenti. Durante i fenomeni meteorologici estremi improvvisi le superfici to, area per la dog agility, un nuovo parco impermeabili non consentendo il drenaggio lineare , una galleria commerciale e aree naturale delle acque meteoriche a causa delle attrezzate per lo sport. Col fine di riconnettere ampie superfici impermeabilizzate, creando le gli abitanti dando vita a nuovi luoghi per la condizioni per allagamenti. socialità urbana. La Circular Economy è un sistema in cui tutte le La mobilità sostenibile incrementa le infrastrut- attività, a partire dall’estrazione e dalla produ- ture esistenti come strategia di interconnessio- zione, sono organizzate in modo che i rifiuti di ne della decima municipalità attraverso una qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. rete di bike e car sharing attraverso le aree Terminato il consumo termina anche il ciclo del attrezzate e corridoi verdi con installazioni di prodotto che diventa rifiuto, costringendo la colonnine di ricarica per i mezzi elettrici. La catena economica a riprendere continuamen- città connessa consente una gestione del pro- te lo stesso schema: estrazione, produzione, cesso di rigenerazione urbana connettendo le consumo, smaltimento. strategie progettuali attraverso l’installazione di L’Hackable City o “città digitale” ha un approc- pannelli informativi per una buona conoscenza cio alla pianificazione e progettazione urbana locale, fisica e organizzativa e centraline di che unisce, attraverso la partecipazione della monitoraggio ambientale per consentire un comunità, le reti informatiche in stile “Botto- intervento puntale in caso di emergenza. punti mUp”. The Hackable City è la definizione per con Wi-Fi pubblico a corto raggio, copertura il processo di citymaking che sta avvenendo con WiMax dei parchi. La progettazione di attraverso l’utilizzo del digital media data. The interconnessioni tra gli HUB locali, il potenzia- Hackable City è una cooperazione tra architet- mento della rete sotterranea(stazioni), instal- tura e città mobile che porta alla mobile city. lazioni di colonnine di ricarica per i mezzi L’Incremento del verde attraverso l’inserimento elettrici, installazione di pannelli informativi per di orti urbani, cunei verdi e parchi urbani una buona conoscenza locale, fisica e organiz- attrezzati per una buona ottimizzazione e ri- zativa. funzionalizzazione del quartiere. Hanno come La Circular City vede il recupero delle aree finalità l’essere strumento per la mitigazione rifiuto della città recuperando gli scarti del dei cambiamenti climatici, aumentando la metabolismo urbano ovvero le aree residuali o permeabilità del terreno e diminuendo le zone aree ai margini, e innestando azioni bottom up predisposte ad allagamento. Inoltre diventa per l’incremento di una coscienza ecologica fondamentale l’apertura di corridoi verso il attraverso l’inserimento in tutto il tessuto urbano mare per una nuova fruibilità del waterfront. di aree gioco educativo per l’incremento della La dotazione di nuove attrezzature urbane per raccolta differenziata. la rigenerazione delle aree marginali attraver- Come mostra il concept del Msterplan realiz- so la creazione di aree per il cinema all’aper- zato in sede di Workshop dagli studenti, un

441 lavoro di progettazione urbana diffusa, non Riferimenti Bibliografici solo incrementa le infrastrutture esistenti con- sentendo un recupero sociale ed economico, Carrer, M., Rossi, S. (2014) Citta metropolitane in Europa, www.eunomiaonline.it attraverso il posizionamento di poli attrattori Ratti, C. (2014) Architettura Open Source, Einaudi, Torino che catalizzano la mobilità. Il riuso di aree Moccia, F.D. (2009) Abitare la città ecologica – Housing considerate wasteland, scarto del metaboli- ecocity, Clean, Napoli AA.VV. (2011) The Penn Resolution-Educating Urban smo urbano, consente di ridurre lo sprowling Desigers for Post Carbon Cities, Rockfeller Foundation, urbano. La scala ridotta di tali aree consente di Philadelphia ridurre la portata dei finanziamenti, rendendo Montgomery, C. (2013) Happy Citiy-Trasfonrming Our Lives Trough Urban Design, Ferrar Strauss And Giroux, la municipalità in grado di gestire la presenza NY di privati all’interno dei processi di rigenera- Antonini, E., Tucci, F. (2017) Green Economy, Edizioni zione urbana e sociale. Ambiente Otto, F. (2011) Occuping And Connecting, Edition Axel Menges, Stuttgart/London Note Clement, G. (2004) Manifesto del Terso paesaggio, ED. Suijet/objet, Macerata 1. Attualmente le superfici urbane occupate dalle aree industriali Pearson, L., Newton, P.W., Robert, P. (2014) Resilient dismesse si attestano intorno a 128.000 ettari in Gran Breta- Sustainable Cities-A future, Ed. Routledge NY gna, 20.000 ettari in Francia, 10.000 ettari in Olanda, 9.000 Schiaffonati F., Mussinelli E. (2008) Il tema dell’acqua ettari in Italia (in 10 anni sono stati dismessi 131 siti, di dimen- nella progettazione ambientale, Maggioli Editore, Milano sione variabili, dai 5 ettari ai 330), 1.700 ettari in Svizzera. AA. VV. (1997) Rigenerazione Urbana. Il recupero delle 2. PTUPA corso di laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanisti- aree dismesse in Europa, De Franciscis G. (a cura di), ca e Paesaggistico-Ambientale Ciclo di seminari e Workshop Eidos Castellammare di stabia (NA) “PROGETTAZIONE DELLE AREE RESIDUALI URBANE” - Tutor Battisti E. (2001) Archeologia industriale, Milano, Jaca – Arch. Ph.d. Delia Evangelista, gruppo di lavoro: Addabo Book Nicola , Amato Valeria, Carbone Pasquale, Cascone Emilio, Carmona M. , Arrese A. (2005) Globalisación y Grandes Della Corte Massimo, Esposito Emilia, Mandara Domenico, Proyectos Urbanos. Ilustacion de 25 ciudades. “Bilbao” Marigliano Simone, Pisapia Lorena, Renna Andrea. Esteban Rodriguez Soto Editorial INFINITO, Buenos Aires Corrado, M.(a cura di) (2009), Manuale del verde in architettura. Progettazione e manutenzione del verde tradizionale e tecnico in architettura, Wolters Kluwer, Milanofiori Assago (Mi)Italia D’Ambrosio, V. (2010), Azioni sostenibili e tecnologie innovative per I parchi urbani. Interventi di riqualificazione e di manutenzione per le aree verdi di Napoli, Alinea , Firenze Dansero E., Giaimo C., Spaziante A. (a cura di) (2001) Se i vuoti si riempiono. Aree industriali dismesse: temi e ricerche, Alinea, Firenze Dansero, E., Giaimo, C., Spaziante, A.(a cura di) (1998), Sguardi sui vuoti. Recenti ricerche del Dipartimento Interateneo Territorio sulle aree industriali dismesse, Working paper n°12 del Dipartimento Interateneo Territorio sulle aree dismesse, Torino De Franciscis, G. (1997), Rigenerazione urbana. Il recupero delle aree dismesse in Europa. Strategie, gestione, strumenti operativi, Napoli, Eidos Dierna, S., Orlandi, F. (2005) Buone pratiche per il quartiere ecologico. Linee guida di progettazione sostenibile nella città della trasformazione, Alinea, Firenze Dragotto, M., Gargiulo, C. (a cura di) Aree dismesse e città. Esperienze di metodo, effetti di qualità, Franco Angeli, Milano 2003 Droege, P. (2008) La città rinnovabile, Edizioni Ambiente, Milano Franco, M. (2006) I parchi Eco-Industriali, Collana Ricerche in tecnologia dell’Architettura, Franco Angeli Editore, Milano Indovina, F. (a cura di) (1990) La città di fine millennio. Studi urbani e regionali, Franco Angeli, Milano Leone, U. (2004) L’area orientale di Napoli. Contributi per un progetto, AMRA, Napoli Lucarelli, A. (2006) Siti industriali dismessi: il governo delle bonifiche, AMRA, Napoli

442 Morandi, C., Pucci, P. (a cura di) (1998) Prodotti Editore, Napoli notevoli. Ricerca sui fattori di successo dei progetti di Varis, O., Somlyódy, L. (1997), “Global urbanization and trasformazione urbana, Franco Angeli, Milano urban water: can sustainability be afforded?” in AA.VV. Moulaert, F., Rodríguez, A. e Swyngedouw, E. (2003), Wat. Sci, Teck. Vol. 35, No. 9, pp. 21-32, 1997, “Large-scale Urban Development Projects, urban Elsevier Science Ltd, Greal Britain dynamics, and social polarization: a methodological Scudo, G., Elsa, F. (2001), “Thermal Comfort in Urban reflection” in SWYNGEDOUW, E. (a cura di, con Spaces: Streets and Courtyards” in Renewable Energy MOULAERT, F. e RODRÍGUEZ, A.) The Globalized for a Sustainable Develepment of the Built Environment, City-Economic Restructuring and Social Polarization in Proceedeings of Plea 2001 Florianopolis, Brasil, European Cities, University Press, Oxford november 2001, published by Organizing Committee of Parisi, R. (1998) Lo spazio della produzione. Napoli: la PLEA periferia orientale, Edizione Athena, Napoli Pezza, V. (2002) La costa Orientale di Napoli. Il progetto e la costruzione del disegno urbano, Electa Napoli, Napoli Piemontese, F. (2008) Aree dismesse e progetto urbano. Architettura-Territorio-Trasformazione, Gangemi Editore, Roma Rocca, A., Rogora, A., Spinelli, L. (2012) Architettura ambientale. Progetti Tecniche Paesaggi, Wolters Kluwer, Milanofiori Assago (Mi)Italia Rodríguez, A., Martínez, E. (2003), “Restructuring cities: miracles and mirages in urban revitalization in Bilbao” in Swyngedouw, E. (a cura di, con Moulaer, T. F., Rodríguez, A.), The Globalized City-Economic Restructuring and Social Polarization in European Cities, University Press, Oxford Rodríguez, A., Swyngedouw, E., Moulaert, F. (2003), “Urban restructuring, social-political polarization, and new urban policies” in Swyngedouw, E. (a cura di, con Moulaert, F., Rodríguez, A.) The Globalized City-Economic Restructuring and Social Polarization in European Cities, University Press, Oxford Russo Ermolli, S., D’Amborsio, V. (a cura di) (2002), THE BUILDING RETROFIT CHALLENGE-Programmazione, progettazione e gestione degli interventi in Europa, Alinea Editrice, Firenze 2012 Schiechtl, H. M. (1991) Bioingengeria Forestale. Biotecnica Naturalistica. Basi-Materiali da costruzione vivi-Metodi, Castaldi, Feltre Edizioni, Dibona (BL) Scudo, G., Elsa, F. (2001), “Thermal Comfort in Urban Spaces: Streets and Courtyards” in Renewable Energy for a Sustainable Develepment of the Built Environment, Proceedeings of Plea 2001 Florianopolis, Brasil, november 2001, published by Organizing Committee of PLEA Scudo, G., Ochoa, J. (2003) Spazi Verdi Urbani. La vegetazione come strumento di progetto per il comfort ambientale negli spazi abitati, Gruppo editoriale Esselibri, Napoli Sgorbati, G., Dotti, N., Racciatti, R, Campilongo, G. (a cura di) (2003) Aree industriali dismesse. Tra rischio ambientale e occasione di riqualificazione del territorio, Arpa della Lombardia Swyngedouw, E., Moulaert, F., Rodríguez, A. (2003), The world in a grain of sand: large-scale Urban Development Projects and the dynamics of ‘glocal’ transformations in Swyngedouw E. (a cura di, con Moulaert, F., Rodríguez, A.), The Globalized City-Economic Restructuring and Social Polarization in European Cities, University Press, Oxford, 2003 Uranga, M.G., Etxebarria, G. (1993), “Networks & Spatial Dynamics: The Case of the Basque Country” in European Planning Studies, Vol. 1, No. 3, Bilbao Uranga, M.G., Etxebarria, G. (2000), “Panorama of the Basque Country and its Competence for Self- Government” in European Planning Studies, Vol. 8, No. 4 Valente, R. (2006) La riqualificazione delle aree industriali dismesse. Conversazioni sull’ecosistema urbano, Liguori

443 SPAZI URBANI DI APPRENDIMENTO CONNETTIVO

Massimo Faiferri | Samanta Bartocci | Fabrizio Pusceddu

Introduzione sione, trascina gruppi di persone, circostanze e conoscenze e fornisce particolari esiti, allora Interrogarsi sul tema della “promozione e siamo consapevoli di quanto possa essere gestione integrata dei servizi, delle infrastrut- importante un’architettura per gli ambienti di ture e delle reti di comunicazione” dentro una apprendimento che favorisca processi di condi- prospettiva di “sviluppo strategico del territorio visione e cooperazione, verso il benessere psi- metropolitano” significa ragionare intorno al cofisico dei soggetti coinvolti in cui i frammenti ruolo delle reti materiali ed immateriali che assumono un senso complessivo richiamando legano le comunità ai luoghi dell’abitare e del un ordine legato alla struttura della città. fare. Abitando si integra la pratica dei luoghi alla La città come spazio di invito all’azione condizione mentale dell’autoriconoscimento nello spazio fisico: tale azione misura senti- Lo studio della città storica, nei suoi caratteri di menti di socialità, segregazione, integrazione, forma e definizione spaziale, è spesso messo benessere, confort, sicurezza, stress, solitudine in relazione agli aspetti socio-economici che e fatica. contraddistinguono il periodo cronologica- Le indagini che proponiamo sviluppano una mente corrispondente; la città come risultato e duplice riflessione, immettersi in un disegno cartina tornasole dei corsi e ricorsi tra econo- urbano e nel territorio come dispositivi spa- mia rurale ed economia urbana, conseguenza ziali che rispondono al “difetto” dello spazio dell’evoluzione ciclica di recessione, crisi, urbano, ma anche ritessere sistemi di condivi- decadenza o nuovo sviluppo e abbondanza sione che contemporaneamente contribuiscono delle produzioni. all’affioramento di scenari di apprendimento, “Poiché la curva del prodotto descrive meglio di innovazione e di modificazione urbana. Ma il ciclo economico, si può vedere che la fase qualsiasi significato possiamo attribuire, più o rurale corrisponde ai periodi di depressione e meno condiviso, allo spazio urbano della città di ripresa, mentre le aree urbane godevano di contemporanea, una questione risulta emergen- vantaggi economici nei periodi di espansione te; la necessità, tramite il progetto, di fornire e all’inizio delle crisi. È altresì abbastanza ben occasioni di interpretazione soggettiva del verificato che l’aumento dei prezzi favoriva le mondo all’interno di una piattaforma comune1 città e la loro diminuzione la campagna.”3 dove i luoghi costruiti in realtà, siano motori di La lettura del ruolo dello spazio urbano come socialità e di produzione capillare di appren- strumento di invito all’azione e rivelazione dei dimento. luoghi dell’abitare porterebbe invece ad un Dunque, considerare la città come un ambiente ribaltamento concettuale di tali relazioni. formativo presume un graduale cambiamento “In reazione al modello dominante fondato nel modo di vedere il mondo e le relazioni che sulla sequenza evolutiva lineare e cumulativa lo costituiscono. che dall’attività di raccolta dei frutti spontanei Se l’apprendimento urbano è un processo atti- conduce alla città attraverso l’agricoltura e il vo di trasformazione potenziale2, che compren- villaggio, e culmina con lo Stato, si va accredi- dere una serie di energie di inclusione/esclu- tando negli ultimi tempi il suo esatto rovescio:

444 la tendenza a considerare l’agglomerazione Lo spazio guida il soggetto nel processo di co- urbana come la forza motrice non soltan- noscenza, un processo individuale, spontaneo, to dello sviluppo dell’agricoltura, ma anche ma contenuto all’interno di coordinate control- dell’apparizione dei villaggi agricoli e della vita late nella costruzione di una “ecologia”. rurale e pastorale. A metà dell’Ottocento Carlo In tale aspetto possiamo intravedere quel rap- Cattaneo aveva indicato nella città il «principio porto collaborativo tra spazio e soggetti nello ideale» della storia italiana. Oggi archeologi, spazio che nel “fare”, nel “vivere lo spazio”, urbanisti e geografi, capovolgendo ogni prece- nell’esercitare conoscenza spontanea, tessono dente ricostruzione, iniziano a identificare nella le relazioni di quei luoghi che chiamiamo città. città l’origine materiale della storia mondiale, Lo spazio non come conseguenza, ma pro- pur senza nessuna pretesa di sostituire del pulsore delle azioni e dei comportamenti dei tutto, in tal modo, la vecchia teoria.”4 soggetti che con esso interagiscono. Ciò non significherebbe quindi negare quanto “Noi viviamo nel cronotopo. Pietra d’inciampo. le ricerche sulla nascita ed evoluzione della Il ‘tempo della psicologià e il ‘tempo della fisi- città abbiano finora dimostrato, ma introdurre cà. Tocca proprio alla fisiologia fonderli in una la possibilità di un ribaltamento delle relazioni unità. L’uomo che costruisce il sapere e l’uomo per cui esisterebbe un rapporto di reciprocità e partecipe della storia sono una cosa sola. La non di dipendenza tra spazio urbano progetta- nostra conoscenza del cronotopo è un prodotto to e sviluppo economico. diretto della realtà concreta, da cui la derivia- Tali considerazioni sono importanti a supporto mo per mezzo dei segnali di riconoscimento della tesi che questo testo intende sostenere, che la precedono: la verità e la menzogna del perché porrebbero lo spazio – storico o con- progetto – cioè della rappresentazione della temporaneo che sia – come motore di sviluppo realtà che noi ci facciamo – è poi decisa dalla di processi e di azioni secondo un ruolo rive- realtà concreta”.6 latorio nei confronti del territorio e che sugge- In questo senso si configura un “rapporto di risce in maniera spontanea quale possa essere necessità con lo spazio misurato”, tipico della la sua evoluzione futura. Da questo punto di condizione arcaica che accompagna il pas- vista è evidente come il controllo dello spazio, saggio dallo spazio non strutturato o al quale il suo progetto spontaneo o consapevole, sia non si è ancora riconosciuta un’organizzazione da sempre utilizzato come strumento per misu- a quello antropizzato. Il bisogno di “segnare rare il territorio, per imporne un governo, come il territorio”, di definire i confini, passa per elemento di distinzione tra territorio noto e l’urgenza di distinguere il noto dall’ignoto e sconosciuto. Il controllo spaziale emerge come di creare così le condizioni per poter operare condizione necessaria alla vita degli esseri nel mondo. “Analogamente, leggere la città umani, non solo bisogno funzionale in termini diviene il presentire tutti i possibili progetti che di riparo, protezione, comfort, ma organizza- ci legano interattivamente alle sue affordances, zione di nuove forme e modalità dell’abitare. per dirla con Gibson, cioè alle sue “risorse”, “Abitazione in greco si dice oikos. (…) il ter- agli appigli architettonici, spaziali, funzionali mine ecologia deriva da questa stessa parola, che essa offre alle nostre capacità di percezio- oikos, casa, abitazione. Alla lettera l’ecologia è ne, di interpretazione e di azione. Leggere la pertanto la disciplina o la scienza o la cono- città è pertanto già progettarla: contiene in sé, scenza dell’abitare. Se per progettare e per ancora una volta e ineliminabilmente, le tracce costruire bisogna saper abitare, saper abitare del progetto.”7 significa pertanto saper aprire e conservare Il solo “segnare il territorio” diviene un’attribu- una oikos, significa essenzialmente saper di- zione di senso, la maniera di legare il corpo spiegare una ecologia.”5 allo spazio definendo una struttura che ne L’abitare uno spazio presuppone quindi la dichiari le reciproche relazioni; è lo stesso conoscenza della maniera di abitare quello “sulcus primigenius” che si fa fondatore della spazio e tale conoscenza non può che essere città e che distingue il luogo del fare da quello contenuta nello spazio stesso per essere così della morte certa, perché oltre il solco non esi- dipanata ai soggetti che con esso si confronta- ste conoscenza e non vi è possibilità di azione no in maniera inconscia, ma collaborativa. laddove non sia presente un’organizzazione

445 Fig. 1 - Les images forma metafisica di conoscenza, nell’impossibi- bougent 1, Rita Cuggia ph lità di rispondere in maniera certa e scientifica ad uno stato di cose del mondo; “i tracciati rurali, come quelli cittadini, hanno una sanzio- ne religiosa. I Babilonesi attribuiscono valore sacro al cippo confinario, Kudurm. Nella valle del Nilo le divisioni di proprietà devono so- pravvivere alle inondazioni o essere di continuo riposizionate dagli agrimensori. Giosuè, nel Deuteronomio, maledice chi sposti un cippo confinario; il dio romano Termine protegge i confini di proprietà, e l’augure sopraintende ai riti di tracciamento.”8 Non si tratta solo della paura dell’ignoto, luo- go dal quale provengono pericoli impondera- bili, ma dell’incapacità di riuscire a controllare lo spazio non progettato, e con esso le possibi- lità di fruirne in termini di azione potenziale. “Ritroviamo sempre lo stesso schema cosmolo- gico e lo stesso scenario rituale: l’installazione in un territorio equivale alla fondazione di un mondo.” 9

Reti urbane di conoscenza

“La forma della metropoli contemporanea è peraltro morbida e malleabile. Essa non ha una spaziale che ne suggerisca gli input. struttura predeterminata, ma sembra modellarsi Se la ponessimo in termini neuroscientifici, in funzione delle azioni e reazioni che le pre- alla luce dei più recenti studi intorno al fun- sentano le diverse operazioni. In altri termini, zionamento dei meccanismi che regolano il non è una volta per tutte irrigidita nel tempo, nostro sistema cognitivo, potremmo sostenere né definita da qualcuno, l’Autorità, come che nello spazio arcaico, privo di un’evidente l’avrebbe chiamata Le Corbusier. Le metafore o largamente e consapevolmente condivisa organiche per descrivere queste situazioni si organizzazione, l’essere umano ha un biso- moltiplicano e, negli ultimi anni, noi assistiamo gno fisiologico di costruire i riferimenti del suo a un vero e proprio ritorno alla terminologia e spazio extrapersonale, ovvero le coordinate all’iconografia organiche per visualizzare questi per poter prendere coscienza ed agire nel suo fenomeni. Come spiegare ciò che passa a intorno, nello spazio a lui contestuale. Singapore, Tokyo, Canberra, Téhéran, Mexico Tale condizione rappresenta la personale ca- o Atlanta? La globalità di questi processi non pacità di orientarsi nel mondo al di là di quelle permette più di evadere servendosi dell’alibi che possano essere le informazioni visive che delle culture regionali o delle nostalgie storici- il nostro corpo recepisce. È la costruzione di ste. Noi siamo di nuovo davanti a dei fenomeni mappe, modelli mentali applicati alla realtà in cui la realtà, potente e selvaggia, è al di là sui quali “proiettiamo”, in maniera per lo più delle nostre conoscenze. Noi ci troviamo di inconscia, le nostre esperienze soggettive sulla fronte a fatti che mettono in questione la ca- base di un’esperienza evolutiva e culturale pacità degli architetti di fare l’architettura con comune, con memoria del passato ma scom- questa forma di città perpetuamente attiva, in mettendo su come sarà quella stessa realtà nel espansione, e che si dispiega in modo cieco.”10 futuro. È un equilibrio instabile tra realtà e possibilità, Il bisogno inconsapevole di organizzazione fisicità e astrazione, che il progetto dello spa- spaziale si trasforma talvolta in mito, credenza, zio, con una forte assunzione di consapevo-

446 lezza nei confronti di tali sottili relazioni, deve procità... L’ambiente e dunque uno spazio dove responsabilmente calibrare. abita la vita, e il tessuto di relazioni mobili e Il progetto della città come un progetto cultu- trasformative che vi si istituiscono nella inestri- rale che suggerisce particolari “visioni” del cabile mescolanza e fecondazione-contamina- mondo. In quest’ottica le relazioni tra spazio e zione tra natura e artificio, uomo e mondo.”11 corpo emergono come processo interattivo; il Tale interpretazione è fortemente supportata soggetto per costruire conoscenza deve potersi dalle recenti scoperte in campo neuroscienti- porre in maniera non passiva, non unicamente fico che dimostrerebbero come la percezione recettiva, ma attiva nei confronti dello spazio. degli oggetti e dello spazio sia profondamente Una prima ricognizione fenomenologica legata alla nostra capacità potenziale di agire sull’abitare che, attraversa Heidegger e in relazione ad essi. La percezione, quindi, Merleau-Ponty, per arrivare alle teorie di è attiva e contiene in sé un progetto motorio Norberg-Schultz, ci conduce alla possibilità di di interazione con ciò che vediamo: essa non interpretare l’architettura come appropriazione è asettica né rivolta solo alle caratteristiche esperienziale del mondo. Per cui l’abitante formali e geometriche delle cose, ed è invece attraverso lo “spirito del luogo-genius loci”(- legata al corpo, ai nostri movimenti possi- Norberg-Schultz) acquisisce la possibilità di bili, alla nostra possibilità di raggiungere, abitare assumendo lo spazio, soprattutto quello attraversare, afferrare, salire, passare, agire. del quotidiano del domestico, come uno spa- Il processo interpretativo ha una direzione zio mentale oltre che fisico, dunque attraverso precisa che va dal soggetto alla forma e non il primo esercizio dell’immaginazione, l’uomo viceversa. Quando parliamo dunque della riesce a ritrovare il proprio senso di apparte- necessità di progettare “spazi di invito all’a- nenza al luogo. Per Hannah Arendt assume zione” e della possibilità di creare reti urbane un ruolo fondamentale l’agire sia nel costruire di connessione – fisiche e virtuali – tra tali che nell’abitare, in quanto entrambi sono modi ambienti, intendiamo spazi che, per propria di generare qualcosa di nuovo, avendo la struttura e configurazione, favoriscano il ruolo capacità di modificare lo spazio e contrastan- attivo dei soggetti che con essi si troveranno a do l’idea di “fabbricare”. L’abitare costruttivo è confrontarsi, suggeriscano forme e modalità di abile perciò a modificare lo spazio indifferen- azione calibrandone il giusto livello di libertà ziato, in luoghi. a seconda del particolare ruolo che quello spe- Nell’osservazione di uno sfondo molteplice, cifico spazio è chiamato a ricoprire a livello rappresentato dalla relazione individuo\collet- urbano. Spazi che guidino il visitatore e ne tività-ambiente e dalla costruzione dello spazio orientino i comportamenti secondo un progetto percettivo a partire dall’azione, è interessante consapevole di conoscenza. ricorrere al significato del “termine “ambiente” Dunque. anche grazie alla condizione di il cui prefisso “amb” indica un ente simultane- sovrapposizione degli elementi ambientali che amente unico e doppio, nel senso che riguarda divengono strutturanti il contesto fisico urba- indissolubilmente due realtà distinte e contrap- no, possiamo pensare che l’informazione, le poste: un oggetto, il contesto fisico e sociale, e relazioni, l’interno e l’esterno, gli spazi e le un soggetto, l’individuo che si muove all’interno componenti, i materiali e le tecnologie, proba- di esso e finisce, appunto, per “fare corpo” bilmente forniscano più opportunità dalla loro con esso. Ma possiamo anche, nell’analizzare interazione come strati emergenti significativi, il termine ambiente, considerare che il pre- così che la città possa operare come luogo fisso “amb” deriva dall’antico indoeuropeo e comunitario e come presidio formativo nel connota tutte le parole che con esso iniziano, di territorio. un significato riguardante l’intorno, ciò che sta attorno. Ambiente deriva dal participio pre- La città come spazio di apprendimento diffuso sente del verbo latino “ambire” che significa aggirarsi attorno, avere rapporti con il contesto Considerare la città come un grande spazio circostante; l’ambiente e pertanto, in questa d’apprendimento diffuso significa costruire accezione ciò che sta intorno a qualcuno o occasioni potenziali di stimolo dell’esperienza, qualcosa con cui ha relazioni di scambio e reci- “la città diviene il presentire tutti i possibili

447 Fig. 2 - Les images bougent 2, Rita Cuggia ph

progetti che ci legano interattivamente alle sue Fino ad oggi siamo sempre stati abituati a affordances, per dirla con Gibson, cioè alle sue riconoscere gli spazi del sapere all’interno di “risorse”, agli appigli architettonici, spaziali, luoghi ben definiti, quasi sempre chiusi, che funzionali che essa offre alle nostre capacità di chiamiamo scuola, museo, biblioteca... percezione, di interpretazione e di azione.”12 Questa ricerca intende invece mettere in L’apprendimento non è più unicamente fatto crisi la visione tradizionale degli ambienti di cognitivo dove tutte le componenti di contesto apprendimento tradizionali. Possiamo pensare si presentano in forma passiva e orientata al oggi che mentre tutte le attività quotidiane si massimo controllo della concentrazione e atten- aprono ai contributi dell’ICT, all’innovazione, zione, ma condizione direttamente collegata al lavoro collaborativo in rete, alla condivisio- alla necessità di agire. Per agire necessitiamo ne delle esperienze, i luoghi dell’apprendimen- di conoscenza, ma ad essa non possiamo to continuino ad essere considerati ambienti accedere se non agendo. È un processo simul- chiusi e senza alcuna permeabilità con gli taneo e reciproco che investe la nostra ne- stimoli esterni? cessità e capacità di selezione e che ci porta In questa domanda, retorica, è racchiusa la ad escludere parti di mondo per concentrarci convinzione che anche la scuola più bella sugli aspetti ed elementi che più interessano che si possa mai realizzare sarà sempre un al nostro scopo. Berthoz individua le ragioni luogo troppo introverso per cogliere le poten- di questo processo nel bisogno degli esseri zialità didattiche della realtà che ci circonda. umani di legare reciprocamente la componen- E rigido, nell’idea che l’architettura, da sola, te percettiva con la componente motoria,13 il non potrà mai stare al passo delle richieste in “percepire qualcosa in funzione di” e il “fare continua evoluzione che le sfide sociali legate qualcosa in funzione di”. Al centro di queste all’evoluzione tecnologica ci pongono, perché operazioni è il cervello che diviene macchina necessariamente calibrata su tempi differenti ri- di convergenza tra le due componenti, oltre spetto alla velocità e quantità del mondo delle che di elaborazione delle informazioni e simu- informazioni e della rete. Emerge la necessità latrice di azioni. di individuare strumenti innovativi per l’ap-

448 prendimento capaci di strutturare dispositivi di Un tavolo operativo che ha visto coinvolti spazio interdisciplinare, multi-scalare e virtuale professionisti di chiara fama provenienti da ancorati al contesto urbano, attraverso alcuni tutto il mondo, nel campo della progettazione principali campi di riferimento didattico-forma- dello spazio, della pedagogia, dell’energia, tivi, in stretta correlazione con la componente dei materiali, dell’informatica e delle nuove psicologica tra soggetti e ambiente, anche, se tecnologie. necessario, potenziati grazie ai nuovi sistemi Allineandoci all’ipotesi che il territorio e una di realtà aumentata. risorsa e in quanto tale possa esser rinnovato La città stessa potrebbe così essere letta come e generare “altre energie”, la sperimentazione una grande piattaforma di collaborative map- attraverso l’organizzazione di workshop ope- ping, una narrazione collettiva delle opportu- rativi ha esplorato l’idea del learning by doing nità di sperimentare modi di apprendimento come strumento per un ripensamento delle alternativi, con i quali si attraversa e in alcuni forme delle strutture dei contesti di apprendi- casi si trasforma la città stessa. mento. Con l’obiettivo di far interagire la teoria L’obiettivo è individuare gli spazi all’interno e la pratica, attraverso una diretta esperienza delle nostre città che conservino tali potenzia- laboratoriale nel contesto locale, mettendo in lità latenti, e, tramite il progetto, rivelarle e discussione alcuni paradigmi e misurando le rafforzarle riconoscendone il ruolo di spazio possibilità di dialogo fra studenti, insegnanti, pubblico come spazio urbano d’apprendimen- cittadini, e amministratori. to. Un teatro, un giardino, una piazza, una Intervenire sul progetto dello spazio significa chiesa, un museo (solo a titolo esemplificati- responsabilmente ripensare al ruolo che lo spa- vo), conservano in sé dei caratteri (affordan- zio stesso ricopre nella dinamica dei processi ces) che, se opportunamente riletti in chiave di apprendimento, oltre che ragionare intorno progettuale, possono trasformare luoghi della al rinnovamento dell’organizzazione didattica quotidianità in dispositivi di crescita della co- strutturate e non, anche non esclusivamente noscenza, ognuno rispetto a specifiche qualità in ambito scolastico. Il prerequisito è l’artico- spesso non immediatamente o spontaneamente lazione di uno spazio flessibile, modulare e leggibili. Il risultato sarà una rete di “spazi multifunzionale, che si adatti alle esigenze attivi”, investiti da livelli più o meno importanti soggettive dei singoli percorsi di crescita delle d’intervento progettuale (dalla semplice aper- competenze degli alunni, che incorpori principi tura e messa in rete, alla minima modifica per e materiali legati alle buone pratiche sosteni- garantirne la fruibilità, fino ad allestimenti ad bili come propri elementi costitutivi, che possa hoc). Eventualmente collegati anche virtualmen- accogliere i nuovi strumenti tecnologici come te, per lo scambio di esperienze, nella crea- forma di potenziamento dello spazio reale. zione di una “piattaforma urbana di apprendi- I più recenti programmi di finanziamento eu- mento connettivo”. ropeo per la ricerca – Horizon 2020 – ricono- scono l’istruzione come elemento chiave per la ILS - Innovative Learning Spaces -: Esperienze crescita di un capitale umano capace di affron- di ricerca tare le sfide di una società inclusiva, innovativa e sicura, sottolineando il ruolo dell’organizza- Sulla base di quanto finora esposto, è stato zione e supporto ai processi di apprendimento possibile avviare un’importante ricerca e delle come fondamento delle politiche di sviluppo, sperimentazioni concrete, organizzate dal coesione e benessere sociale. La stessa Com- gruppo di ricerca “Ecourbanlab” del DADU – missione Europea all’interno degli obiettivi Dipartimento di Architettura Design e Urbanisti- per un quadro strategico comune 2014-2020 ca dell’Università di Sassari –, che hanno dato pone all’interno della categoria “innovazione luogo a due International Scientific School14 sociale” lo sviluppo e l’attuazione di nuove (una nel 2016 e una in svolgimento dal 26 idee (prodotti, servizi e modelli) in grado di Agosto al 2 Settembre 2017), presso il Parco rispondere ai bisogni e alle aspettative sociali. Scientifico e Tecnologico di Porto Conte Ricer- Questi temi non possono essere slegati dal che ad Alghero, sul tema degli spazi innovativi progetto della città contemporanea, costituire d’apprendimento. enclave o architetture di foucaultiana memoria

449 simulata nel cervello da modelli interni della realtà fisica che slegate dal mondo esterno e dalla quotidianità. non sono delle operazioni matematiche, ma dei veri neuroni le Ogni spazio, identificabile anche come singola cui proprietà di forma, resistenza , oscillazione, amplificazio- unità dislocata sul territorio, deve essere parte ne fanno parte del mondo fisico e si accordano con il mondo esterno. Suggerendo che Il cervello tratti il movimento seguen- di una rete urbana con la quale scambierà do due modalità. La prima, conservativa, funziona come un continuamente informazioni consentendo di sistema asservito mentre l’altra, proiettiva, simula il movimento attivare processi di autoapprendimento. Tale per prevedere le sue conseguenze e scegliere la strategia mi- gliore”. condizione, anche grazie all’utilizzo di tecno- 14. ILS -Innovative Learning Spaces- è organizzata dal DADU -Di- logie proprie della realtà virtuale e della pos- partimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università sibilità di implementazione del contesto reale, degli studi di Sassari, all’interno del progetto SPIN-APP; Spazi Innovativi per l’Apprendimento (Legge Regionale n.7,”Promo- costituirebbe una forma di innovazione capace zione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica di adattarsi ai compiti di sviluppo e coesione in Sardegna”), in collaborazione con INFN (Istituto Nazionale anche delle grandi realtà urbane che, nel di Fisica Nucleare), con il contributo di Sardegna Ricerche nell’ambito del progetto Scientific School. loro essere dispersive e “liquide”, potrebbero http://ils2016.wixsite.com/uniss incardinare alla rete il ruolo di quei luoghi che http://ils2017.wixsite.com/uniss conservano al loro interno un grande poten- ziale conoscitivo. Luoghi da “attivare” tramite il progetto a più scale di riferimento e sui quali basare un progetto culturale di apprendimento urbano.

Note

1. Per maggiore approfondimento si veda, Spazi urbani d’ap- prendimento Massimo Faiferri, Samanta Bartocci, Fabrizio Pusceddu in, “La città creativa”, Biennale Spazio Pubblico 2017(in stampa). 2. Si veda McFarlane, C., (2011), “The city as a machine for learning”, Transactions of the Institute of British Geographers, 36 (3) (pag 360-376), nel processo di interpretazione dell’ap- prendimento per affrontare la complessità e le forme dell’a- dattamento. 3. Hohemberg, P.M., Hollen Lees, L., (1987), La città europea dal medioevo ad oggi, Laterza, Bari (pag.116-117) 4. Farinelli, F. (2003), Geografia una introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino (pag.152) 5. Emery, N. (2007), L’architettura difficile -filosofia del costrui- re-, Marinotti, Milano (p.162) 6. Uchtomskij, A.A., (2009), Princip dominanty, tesi 18 - in S.Ta- gliagambe, The Territorial Future of the City -the dilation of the concept of inhabit and the city/territory relationship-, Springer, Berlin 7. Tagliagambe, S., (2009), The Territorial Future of the City -the dilation of the concept of inhabit and the city/territory relation- ship-, Springer, Berlin 8. ibidem 9. Eliade, M., (2008), Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri, Torino (pag.35) 10. De Solà-Morales, I., (2009), “La réparation des villes”, AA.VV, La ville. Art et architetture en Europe 1870-1993, Centre Geor- ges Pompidou, Paris, 1994, (pag.401), in G.Maciocco, The Territorial Future of the City, Springer, Berlin 11. S. Berlinguer,(2008), Lo spazio dell’azione: Corpo e Progetto, Tesi di dottorato, DADU, UNISS 12. Tagliagambe, S., (2009), The Territorial Future of the City -the dilation of the concept of inhabit and the city/territory relation- ship-, Springer, Berlin 13. Berthoz, A.,(1997), Le sense du mouvement, Odile Jacob, Pa- ris. Traduzione italiana, Il senso del movimento, di E. Dal Pra, A. Rodighiero, Mc Graw-Hill, 1998 “Il cervello è un simula- tore (…) Questo significa che è l’insieme dell’azione a essere

450 Riferimenti Bibliografici

Berthoz, A. (1997) Le sense du mouvement, Odile Jacob, Paris. Traduzione italiana, Il senso del movimento, di Dal Pra, E., Rodighiero, A. (1998), Mc Graw-Hill Berlinguer, S. (2008) Lo spazio dell’azione: Corpo e Progetto, Tesi di dottorato, DADU, UNISS De Solà-Morales, I. (2009) “La réparation des villes”, AA.VV, La ville. Art et architetture en Europe 1870-1993, Centre Georges Pompidou, Paris, 1994, (pag.401) in Maciocco G., The Territorial Future of the City, Springer, Berlin Eliade, M. (2008) Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri, Torino (pag.35) Emery, N. (2007) L’architettura difficile -filosofia del costruire-, Marinotti, Milano (p.162) Farinelli, F. (2003) Geografia una introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino (pag.152) Hohemberg, P.M., Hollen Lees, L., (1987) La città europea dal medioevo ad oggi, Laterza, Bari (pag.116-117) McFarlane, C., (2011), “The city as a machine for learning”, Transactions of the Institute of British Geographers, 36 (3) (pag 360-376) Uchtomskij, A.A., (2009) Princip dominanty, tesi 18 in Tagliagambe, S., The Territorial Future of the City -the dilation of the concept of inhabit and the city/territory relationship-, Springer, Berlin Tagliagambe, S. (2009) The Territorial Future of the City -the dilation of the concept of inhabit and the city/ territory relationship-, Springer, Berlin

451 REALTÀ AUMENTATA E SMART CITY: VERSO UNA NUOVA “VISIONE” DELLA CITTÀ

Romano Fistola | Rosa Anna La Rocca

Introduzione social dedicate o spontaneamente predisposte. È possibile, quindi, affermare che la smartness Il paper propone un approfondimento aggior- di una città derivi dalla presenza di infrastrut- nato sulla relazione fra innovazione tecno- ture telematiche (capitale fisico) in grado di logica e città, con specifico riferimento alle connettere e supportare i processi di crowding nuove dimensioni di conoscenza prefigurativa e sharing, ma è altrettanto imprescindibile con- che le tecnologie più innovative consentono siderare che essa dipenda anche dalla qualità di strutturare. L’obiettivo è mostrare come la dell›organizzazione antropica e dal capitale pervasività della tecnologia nel sottosistema so- sociale, intesi quali fattori strategici di sviluppo. ciale urbano determini cambiamenti sostanziali La Smart City, dunque, potrà essere ricono- nei comportamenti individuali e nella fruizione sciuta in contesti ad alta antropizzazione, a dello spazio della città. basso consumo energetico, ad elevato capitale Le nuove possibilità di “aumentare” la realtà sociale, nei quali la tecnologia sia talmente fisica, modificandone virtualmente l’assetto, pervasiva da essere totalmente invisibile: “The materializzando le previsioni urbanistiche, con- most profound technologies are those that sentono un sostanziale controllo nell’uso delle disappear” (Weiser, 1991). risorse da impiegare ed un incremento nella sostenibilità dello sviluppo urbano. L’adozione Sistema Urbano e Spinta Tecnologica consapevole delle tecnologie ed il controllo dello sviluppo della città concorrono alla defini- Il riferimento all’approccio sistemico per lo zione della smartness. studio dei fenomeni urbani costituisce la base Come è noto il concetto di Smart City, nell’ul- teorica attualmente maggiormente in grado di timo decennio, ha assunto un certo rilievo descrivere la complessità urbana. Immaginare all’interno del dibattito scientifico relativo alle la città come un sistema dinamico e complesso tematiche urbane, sebbene si possa rilevare, consente di comprendere i processi che struttu- almeno nella prima fase, un eccessivo peso rano le metropoli attuali. della visione tecnicistica che associa la “smart- Molti studiosi (Ashby, 1956; von Bertanlaffy, ness urbana” al numero di detector o di sensori 1968; Mc Loughlin, 1969, Bertuglia et al, presenti nella città, piuttosto che alla reale atti- 1987, Nijkamp and Reggiani, 1993, Allen, tudine della città a “rinnovarsi (Wiig, 2015). 1997; Batty, 2005; Bertuglia and Vaio, 2011, Questa condizione può essere attribuita ad Wensheng Zhou and Qiang Li, 2013) hanno una iniziale “vacatio” teorica che ha conse- sviluppato studi e teorie che dimostrano come gnato al settore imprenditoriale ICT la possibi- il funzionamento delle città possa essere ipotiz- lità di guidare i processi di sviluppo (Fistola, zato simile ad un sistema geospaziale aperto e 2013). complesso (tab. 1) in modo da comprenderne È fuor di dubbio che uno sviluppo “intelligen- le evoluzioni pur nell’impossibilità di prefigura- te” della città non possa prescindere dalla re stadi certi e condizioni univoche. conoscenza diffusa e dalla partecipazione alle La complessità, infatti, costituisce una condi- scelte di trasformazione urbana attualmente zione essenziale alla evoluzione del sistema. supportati, in larga misura, da piattaforme Per poterne comprendere il funzionamento, è

452 Tab. 1 - Analogie tra Città e proprietà dei sistemi complessi proprietà dei sistemi complessi e città Molteplicità degli elementi componenti il Sistema urbano I sistemi complessi sono composti da molteplici elementi con caratteristiche, funzioni e struttura differenti. All’interno del sistema urbano esistono elementi materiali (edifici, piazze, strade, ecc.) ed elementi immateriali (comportamenti, relazioni, economie, società, ecc.). La connessione tra questi elementi può variare, può essere divergente e contrastante: la qualità e il tipo di connessione concorrono alla composizione di un sistema più ampio che è il sistema urbano (la città). La struttura “multistrato” del sistema urbano La vision della città composta da una struttura multistrato è di recente affermazione e può aiutare a comprendere la complessità del Sistema urbano. Il numero di strati (layer) è strettamente connesso al livello di complessità del sistema: maggiore è il numero di “strati”, maggiore sarà il livello di complessità del sistema. Gli “strati” si riferiscono alla popolazione, famiglie, comunità, distretti che compongono differenti sottosistemi a loro volta composti da elementi e connessioni. In tale visione, la città può essere interpretata come un sistema multidimensionale nel quale il numero di “strati” ne rappresenta la composizione. Città sistema aperto In quanto Sistema complesso e dinamico, la città non è in uno stato di equilibrio. I sistemi complessi e dinamici sono anche sistemi aperti poiché questo costituisce una condizione indispensabile affinché il sistema evolva verso stati di equilibrio, seppur dinamico. La città è un tipico sistema aperto con una struttura dissipativa che mantiene le relazioni con l’esterno producendo entropia in forma di rifiuti e energia non recuperabile. Adattabilità dei sistemi Le persone costituiscono gli elementi all’interno del sistema urbano. In quanto individui, sono adattivi e attivi (CAS theory) rappresentando così la maggiore forma di complessità. L’adattabilità di un sistema urbano causa scambi interni che interessano la popolazione, le dinamiche sociali ed economiche dell’intero sistema urbano. Non-linearità All’interno del sistema urbano, le interazioni non lineari sono generate tra e all’interno dei i sottosistemi (p.e. la relazione allometrica tra popolazione e area). La non linearità è una delle principali condizioni di complessità del sistema Auto-organizzazione In quanto sistema complesso, la città è caratterizzata da auto-organizzazione e la sua evoluzione non dipende da fattori esterni. Le componenti del sistema (agenti) si trasformano secondo semplici regole interne; in mancanza di una visione globale del sistema, questo tende verso stati di equilibrio, muovendosi dal caos all’ordine. possibile ricorrere ad un modello interpretativo popolazione siano mutati per effetto della che articola la città in sottosistemi i cui ele- rivoluzione tecnologica e della diffusione di menti sono in relazione tra loro. In particolare, Internet. Il numero di persone “connesse” in questo lavoro si è fatto riferimento ad un alla rete da un dispositivo mobile è in cresci- modello interpretativo olistico-sistemico secon- ta e raggiungerà i cinque miliardi alla fine do il quale la città può essere articolata in tre del 2017, secondo le previsioni di aziende principali sottosistemi costituiti da elementi esperte nel settore delle comunicazioni (Cisco, materiali e immateriali: il sottosistema fisico 2016). Il dato è rilevante se si considera che (spazi e canali); il sottosistema funzionale (at- la popolazione mondiale totale è di circa sette tività urbane e comunicazioni); il sottosistema miliardi e mezzo, dunque, il numero di connes- sociale (persone e relazioni). sioni e il conseguente consumo di dati stanno aumentando del doppio del tasso di natalità. In Sottosistema sociale e Innovazione tecnologica Italia, per esempio, esistono circa 95 milioni di dispositivi connessi, con una previsione attesa Se ci concentriamo sul sottosistema sociale, si di circa 248 milioni entro il 2021, a parità del può osservare quanto i comportamenti della numero degli utenti; ciò significa che il rappor-

453 to tra il numero di dispositivi per persona au- dificando le modalità d’uso del sistema urbano menterà rapidamente a vantaggio di “Internet in riferimento alle attività che in esso quotidia- degli oggetti” (IoT) (Ashton, 1999). namente svolgiamo. L’interazione tecnologica, di fatto, ha assunto una parte significativa nella dinamica delle Aumentare la Smart City relazioni umane. Un esempio può essere indi- cato nell’“effetto Facebook” sulle nostre relazio- Sebbene ancora non vi sia una definizione ni interpersonali e sull’importanza attribuita, unica, si può intendere che una smart city sia soprattutto da parte delle nuove generazioni una città capace di soddisfare le esigenze (ma non solo!), al numero di “like” per ottenere dei suoi cittadini e promuovere uno sviluppo consenso nella vita sociale. Il numero dei gio- sostenibile. Nulla di profondamente differente vani (compresi tra 18 e 35 anni) che utilizzano da quanto già previsto da alcuni studiosi negli la tecnologia sta crescendo rapidamente: negli anni novanta dello scorso secolo (Mitchell, USA, il 36% dei bambini di età inferiore a un 1996; Cairncross, 1997) riguardo a come sa- anno hanno già messo le mani su un touchscre- rebbero mutate le città per effetto delle nuove en (Braithwaite et al., 2013). A ben guardare, tecnologie. la tecnologia e il suo uso ha avuto effetti su Più recentemente il tema sul ruolo della tecnolo- tutti i sottosistemi urbani1, ma in primo luogo gia all’interno dello spazio urbano è stato og- si può osservare che il sottosistema sociale getto di studi che hanno evidenziato la possibi- sia maggiormente e più direttamente interes- lità di ridefinire il sistema delle attività urbane sato da questo rapido cambiamento. Risulta, (Willis, 2007, Aurigi e De Cindio, 2008), in quindi, prioritario definire metodi, strumenti alcuni casi teorizzandone una “virtualizzazio- e strategie per gestire (e anche governare2) ne” che avrebbe comportato la necessità di il cambiamento, non di contrastarlo. In prima rivedere il sistema di regole e condizioni per approssimazione possiamo pensare come l’uso la trasformazione urbana (Fistola e La Rocca delle app e dei videogames abbia influito nei 2001). Le tecnologie, quindi, hanno sempre comportamenti quotidiani dell’utenza urbana. avuto un ruolo significativo nel processo di tra- Gli smartphone, ad esempio non sono più un sformazione urbana e territoriale, stimolando semplice strumento di comunicazione, ma un al rinnovo dei metodi e degli strumenti utilizzati prolungamento della nostra capacità di gestire, per interpretare i fenomeni urbani, sebbene lo elaborare e scambiare informazioni, divenen- studio delle relazioni tra nuove tecnologie e do uno dispositivo indispensabile e irrinuncia- città sia stato marginalizzato e, probabilmente, bile, il cui utilizzo ha radicalmente modificato i ritenuto scarsamente correlato alle esigenze nostri comportamenti. L’uso dei social network, della pianificazione urbana, almeno per quan- di fatto, ha prodotto una dimensione virtuale to riguarda la situazione italiana. (cyber dimension) dalla quale siamo fortemente È possibile osservare, tuttavia, che la necessità dipendenti3 fino a delegare la tecnologia nella di un uso “corretto” delle nuove tecnologie definizione delle scelte o della selezione delle per traslare il sistema urbano verso un asset- informazioni; tale dipendenza ha suscitato inte- to “smart” emerge come principale nodo da resse da parte di studiosi psicologi e sociologi risolvere. che indicano nell’uso eccessivo degli smar- In questa sede, si intende evidenziare come l’u- tphone una delle principali cause di disturbi so della Realtà Aumentata (AR) e Mista (MAR) comportamentali (Merlo 2007; Gibson 2011; possa favorire questa transizione, accrescendo Yadav and Yadav 2016). Questa condizione le “visioni” del sistema urbano e interessando dovrebbe far riflettere anche su quanto i nostri i principali sottosistemi urbani: il sistema delle dati possano essere facilmente “catturati” e attività (funzionale), il sistema della collettività divulgati e sulla nostra disponibilità a cederli (socio-antropico) e quello degli spazi (fisico). pur di ottenere una personale “cyber dimen- L’azione della MAR su tali sottosistemi, da un sion”. Ciò che emerge, anche sulla base di lato, amplia le possibilità di percezione dello indagini svolte sui comportamenti di utilizzatori spazio costruito per gli utilizzatori della città di smartphone (IDC 2013), è quanto la “spinta (cittadini e city-users4); dall’altro, agisce sulle tecnologica” abbia guadagnato attenzione mo- componenti fisiche dello spazio, arricchendo

454 la scena reale con informazioni aggiuntive o Fig. 1 - Il modello ologrammatico oggetti virtuali. Facendo riferimento al concetto urbano 3D del di gamification5 si può osservare come, attual- centro storico di mente, la dimensione del gioco rappresenti un Napoli costruito in Realtà Aumentata fenomeno che deve essere osservato unita- Mista (MAR) mente alle potenzialità offerte dalla MAR per studiare gli effetti che si possono generare sui comportamenti degli utenti urbani. Le tecnolo- gie MAR, d’altra parte, trasferendosi dal conte- sto virtuale dei videogiochi allo spazio urbano reale, forniscono dati e informazioni relative al contesto urbano in tempo reale e tale oppor- tunità apre nuove prospettive operative e di ricerca nei processi di pianificazione urbana. Su tale trasferimento, l’uso di tecniche di gami- fication può agire agevolando la diffusione dei processi partecipativi nella gestione urbana. Per tutto quanto detto in precedenza, è pos- sibile proporre una innovativa visione tecni- co-scientifica per l’intervento sulla città, anche attraverso l’utilizzo di applicazioni MAR, dove il ruolo della componente socio-antropica divie- ne centrale, attivando un modello partecipativo città, possono riprodurre spazi urbani esistiti in di utilizzo della città nuovo e maggiormente epoche precedenti o immaginabili nel futuro, coinvolgente. che sono completamente esplorabili. Tale tecnologia è ampiamente utilizzata nel settore Realtà aumentata e mista: nuove prospettive dei videogame, essendo in grado di riprodurre per la pianificazione urbana condizioni di gioco molto coinvolgenti. La realtà aumentata non riproduce virtualmente Esiste una sostanziale differenza fra le diverse lo spazio reale, ma utilizza come spazialità tecnologie che attualmente sono in grado di urbana (o scena urbana) il contesto reale nel costruire ambienti digitali immersivi. La parola quale l’utente è fisicamente ubicato, addizio- chiave che accomuna queste applicazioni è nandolo con contenuti informativi costruiti ad “realtà” che, in generale, è riferita alla rico- hoc e spazialmente georeferenziati. È possi- struzione/riproduzione di contesti di spazialità bile, quindi, muoversi all’interno di una città urbana. reale e, attraverso appositi dispositivi indos- Altro elemento in gioco è rappresentato sabili (gli occhiali per AR), riuscire a captare dall’individuo, fruitore di questa innovativa informazioni aggiuntive relative all’uso e/o tecnologia, che viene “immerso”, nello spazio alla fruizione del sistema urbano: l’allocazione elaborato digitalmente, grazie a dispositivi di specifiche funzioni urbane con contenuti indossabili (wearable device) in grado di informativi; seguire una traccia-guida riprodot- “alterare” la percezione visiva ed acustica. Tre ta sulla strada per raggiungere una specifica sono le definizioni innovative connesse con il destinazione; leggere i contenuti dei post (twit- termine “realtà”: ter, istagram, ecc.) direttamente nei luoghi dai • realtà virtuale; quali vengono emessi; e molto altro ancora. • realtà aumentata; La realtà mista, infine, rappresenta il più • realtà mista. recente sviluppo delle precedenti tecnologie In molti casi, tali definizioni vengono confuse o ed è l’applicazione maggiormente utile nello sovrapposte: invece, è necessario distinguerne sviluppo di un processo di governo delle le caratteristiche. Attraverso la realtà virtuale trasformazioni territoriali, poiché è in grado il soggetto viene inserito in ambienti totalmen- di “visualizzare” i cambiamenti dello spazio te costruiti digitalmente e che, applicati alla urbano previsti negli strumenti di pianificazione

455 urbanistica. Attraverso i wearable device il de- del loro spazio d’azione7. In tale tendenza, è cisore urbano e/o il comune cittadino possono interessante notare la recente propensione alla verificare preventivamente quella che sarà la integrazione tra tecnologia e corpo umano futura conformazione dello spazio urbano, attraverso la vestibilità (wearability) della esercitando una fruizione integrata (reale/vir- tecnologia. tuale) della città. In considerazione di tali cambiamenti, si può La possibilità di creare modelli tridimensionali affermare che la futura “città intelligente” avrà ologrammatici, tipici delle tecniche di realtà una dimensione aumentata della quale sarà aumentata e mista (Mixed Augmented Reali- possibile fruire attraversando la città reale in- ty) nei quali integrare “percettivamente” dati dossando appositi dispositivi. In questo senso, provenienti da rilievi di social network data la MAR permetterà di utilizzare uno spazio analysis (Twitter, Facebook, Tripadvisor, etc.), reale all’interno del quale operare un confronto rappresenta probabilmente la frontiera più virtuale: spazio e mente interagiscono in un avanzata della ricerca territoriale supportata unico ambiente digitale per sviluppare “intel- dall’innovazione tecnologica (Fig. 1). Richia- ligenza collettiva” (Levy, 1996) con lo scopo mando la visione sistemica, è possibile dire principale di creare connessioni (De Kerchove, che l’utente viene messo in grado di percepire 2015); i flussi digitali, dunque, costruiranno la una visione simultanea dei sottosistemi che città futura e ridefiniranno tutte le funzioni urba- compongono il sistema urbano. Utilizzando ne. In questo scenario, il ruolo del sottosistema gli appositi dispositivi (wearable device) egli sociale sarà fondamentale. Cittadini, pendo- può simultaneamente visionare lo spazio fisico, lari, city users fruiranno dello spazio urbano rilevare le relazioni funzionali al suo interno in modo differente, attraverso le applicazioni e costruire una propria percezione (digitale) MAR e l’utilizzo di tecniche di gamification dello spazio urbano. urbana che permetteranno loro di esplorare La pianificazione urbanistica è una disciplina spazi fisici ampliati e arricchiti con contenuti che ha basato la possibilità di interpretare aggiuntivi. Per il progettista urbano si aprono le evoluzioni urbane utilizzando gli avanza- nuove prospettive e si prefigurano scenari menti che l’innovazione tecnologica offriva; si applicativi altamente innovativi legati all’uso pensi ai consistenti avanzamenti riconducibili consapevole delle tecnologie MAR, come si è all’introduzione dell’aerofotogrammetria, alle voluto sottolineare in questo contributo. elaborazioni modellistiche, ai GIS, all’open Il progetto UrbanPlanAR8 sviluppato presso data analysis, alla VGI (voluntary Geographic la Heriott Watt University rappresenta un Information), ecc.. L’uso della realtà aumen- interessante sperimentazione delle potenzia- tata/mista (MAR) apre oggi nuovi scenari di lità MAR applicate alla progettazione e alla conoscenza e consente la pre-verifica delle pianificazione urbana. L’applicazione di MAR traiettorie evolutive del sistema urbano. consente di visualizzare ex-ante gli effetti della Tale potenzialità, ad esempio può rivelarsi trasformazione urbana prefigurata dal proget- fondamentale per la riduzione dell’entropia tista, facilitando così anche la partecipazione prodotta dalla evoluzione del sistema stesso al processo decisionale da parte di utenti non (Fistola, La Rocca, 2013). esperti. È quest’ultima considerazione che apre significativi nuovi scenari nei quali metodi Conclusioni quantitativi avanzati e processi di partecipazio- ne sociale diffusa, si integrano per una innova- La rivoluzione digitale è ancora in corso e tiva, sostenibile e condivisa decisione urbana, porterà una serie di variazioni all’interno dello in grado di orientare lo sviluppo della città spazio urbano e nei comportamenti degli utenti verso un’appropriata dimensione “Smart”. anche attraverso il modificarsi delle dimensioni degli strumenti (da Eniac6 al telefono cellulare) e dei luoghi deputati al loro utilizzo (dalla sala giochi alla città). L’innovazione tecnologica evolve da un lato verso la miniaturizzazione dei dispositivi dall’altro verso l’ingrandimento

456 (Arakawa and Matsuda, 2016; Groh 2012). Il termine è stato Note introdotto negli anni 2000, ma solo nel 2010 si è ritenuto de- gno di attenzione in seguito allo sviluppo di una serie di appli- 1. Si pensi alla evoluzione nelle tecniche di costruzione per il cazioni di gioco riferite a settori ritenuti di maggiore interesse: sistema fisico; alle modalità di erogazione dei servizi urbani, produzione, finanza, salute, istruzione, informazione, intratte- per il sistema funzionale; alle differenti possibilità di fruizione nimento. Per quanto riguarda il settore scientifico, Deterding et e di condivisione delle informazioni, per il sistema sociale. al., nel 2011, hanno proposto di definire gamification: “the 2. In questo caso si intende la capacità di dirigere il cambia- use of game design elements in non-game contexts (Deterding mento verso stati compatibili con le caratteristiche dell’intero and al. 2011/p. 2) sistema urbano coinvolto. 6. Electronic Numerical Integrator and Computer fu il primo 3. Attualmente è quasi impossibile rinunciare a rispondere ad un calcolatore realizzato in Pennsylvania nel 1946, conteneva msm, whatsapp, istragram o altro, anche nelle situazioni più 30.000 valvole, occupava un appartamento di circa 200 mq improbabili. e pesava circa trenta tonnellate (Brunelli et al 1984, p. 88) 4. Individui, non residenti, che si recano in città transitoriamente la sua velocità di calcolo potrebbe paragonarsi ad un attuale per consumare servizi pubblici e privati, non motivati da esi- calcolatore da tasca con funzioni scientifiche. genze lavorative (come i pendolari), ma unicamente ricreati- 7. “We are still in the midst of a digital revolution which has ve, culturali e commerciali (vi rientrano i turisti, i frequentatori moved computation from the main frame to the smart phone di centri commerciali e locali notturni ecc.). Sono detti anche and has seen digital usage spread out from the laboratory to consumatori metropolitani. Tale popolazione urbana, datane the city, the nation and the globe.” (Batty et al., 2016, p.14). l’ingente e crescente consistenza numerica, ha un’incidenza 8. https://web.sbe.hw.ac.uk/fbosche/projects-urbanplanar.html determinante nell’economia e nella gestione complessiva della città e genera, oltre che notevoli forme di guadagno per le imprese pubbliche e private che offrono i servizi, una serie di problemi nella gestione dello spazio e delle infrastrutture – soprattutto in ragione della difficile previsione e quantificazio- ne degli afflussi giornalieri – come la congestione degli spazi cittadini e conseguenti conflitti con i residenti. Proprio questo nuovo tipo di frequentatori di grandi e medi centri urbani ha dato impulso alle modificazioni morfologiche e funzionali delle metropoli definibili di seconda generazione. (Treccani, lessico del XXI secolo, 2012; http://www.treccani.it/enciclo- pedia/city-users_(Lessico-del-XXI-Secolo). Con riferimento alle diverse tipologie d’utenza della città è interessante la tratta- zione operata nell’articolo di Martinotti, G. (1994), “La nuova morfologia sociale della metropoli” in Urbanistica, anno XLVI luglio-dicembre 1994, INU. In quest’articolo, l’autore definisce quattro tipologie di popolazioni (notturna; diurna; consuma- tori metropolitani e metropolitan businessmen) che gravitano sulle metropoli ed individua altrettante fasi dell’evoluzione dell’assetto funzionale del sistema urbano. Nella prima fase la popolazione notturna (residenti) e la popolazione diurna (lavoratori) coincidono. Nella seconda fase si verifica una scis- sione tra le due popolazioni che corrisponde all’insorgere del pendolarismo quale fenomeno legato anche ai differenti ritmi di vita (aumento del reddito familiare e del tempo libero). In questa fase si riscontra la crescita del fenomeno turistico come stile di vita (gli individui e le famiglie non si muovono più solo per lavorare e tornare a casa ma anche per motivi di svago, abbandonando in massa le città in determinati periodi dell’an- no). Nella terza fase la città si afferma come grande attrattore di flussi per la capacità di offrire servizi specializzati di livello superiore sia per le attività primarie che per quelle di svago. La popolazione dei consumatori metropolitani (city users) è una popolazione transitoria di gran lunga meno governabile, in grado di incidere notevolmente sui livelli di congestione urba- na. I turisti di massa, ad esempio, possono essere inclusi in questa tipologia di popolazione. Nella quarta fase una nuova tipologia di popolazione impone i suoi ritmi all’evoluzione fun- zionale del sistema urbano. I metro buisessmen gravitano sul sistema urbano per svolgere attività lavorative specialistiche (meeting, riunioni d’affari, congressi, fiere commerciali, visi- te ai clienti) in un periodo di tempo sufficientemente breve. Quest’ultima tipologia, assimilabile ai flussi di turismo congres- suale e d’affari, si muove in percorsi prestabiliti ed esprime una domanda di servizi di qualità (Martinotti, 1994). 5. Per gamification si può intendere un metodo che integra gli aspetti meccanici e quelli della progettazione del gioco ri- portandoli in una dimensione differente da quella del gioco alfine di stimolare cambiamenti nei comportamenti degli utenti

457 Groh, F. (2012), Gamification: State of the art definition Riferimenti Bibliografici and utilization, Institute of Media Informatics Ulm University, Vol.39 (2012) Allen, P.M. (1997) Cities and Regions as Self-organizing Hollands, G. R. (2008), “Will the real smart city please Systems. Models of Complexity, Gordon and Breach, stand up? Intelligent, progressive or entrepreneurial?”, London CITY, Volume 12, 2008 - Issue 3 Arakawa, Y, Matsuda, Y (2016), “Gamification IDC, (2013) How Smartphones and Social Keep Us Mechanism for Enhancing a Participatory Urban Sensing: Engaged, available at https://www.academia. Survey and Practical Results” in Journal of Information edu/7042070/Always_Connected_How_Smartphones_ Processing, Vol.24, No.1, pp.31-38 And_Social_Keep_Us_Engaged, accessed on december Ashby, W. R. (1956) Introduction to Cybernetics, Chapman 2016 & Hall, London, available at http://pespmc1.vub.ac.be/ Levy, P. (1996) L’intelligenza collettiva. Per una ASHBBOOK.html. antropologia del Cyberspazio, Feltrinelli, Milano Ashton, K. (1999) “That Internet of Things” in RFID Journal, Martinotti, G. (1994), “La nuova morfologia sociale della 22 luglio 2009 metropoli” in Urbanistica, anno XLVI luglio-dicembre Aurigi, A., De Cindio, F. (2008) Augmented urban spaces. 1994, INU Articulating the physical and electronic city, Ashgate Mc Loughlin, J. B. (1969) Urban and Regional Planning. A Publishing Ltd., Aldershot, UK Systems Approach, Faber and Faber, London, 1969 Batty, M., Hui Lin, Min Chen (2016), “Virtual Realities, Merlo, L.J. (2007), Addicted to phones? Cell phone use Analogies and Technologies in Geography”, UCL becoming a major problem for some, http://publish- Working Papers Series, Paper 206 - June 16, https:// www-ufl.wcm.osg.ufl.edu/news, accessed on December www.ucl.ac.uk/bartlett/casa/sites/bartlett/files/ 2016 migrated-files/paper206.pdf Mitchell, W. J. (1996) The City of Bits. MIT Press Batty, M. (2005) Cities and Complexity: Understanding Paperback Edition Cities with Cellular Automata, Agent-based Models and Nijkamp, P., Reggiani, A. (eds.) (1993) Nonlinear Fractals, The MIT Press, Cambridge, Massachusetts Evolution of Spatial Economic Systems, Springer, Bertuglia, C. S., Vaio F. (2011) Complessità e modelli. Un Heidelberg nuovo quadro interpretativo per la modellizzazione nelle von Bertalanffy, L .(1938) General System Theory, Penguin scienze della natura e della società, Bollati Boringhieri, Books, Harmondsworth, edition 1972 Torino Weiser, M. (1991), “The Computer for the 21st Century” in Bertuglia, C S, Leonardi, G, Occelli, S, Rabino, G A, Scientific American 265 (3) Tadei, R, Wilson, A G (eds) (1987) Urban Systems: Wensheng Zhou and Qiang Li (2013), “Complexity and Contemporary Approach to Modelling, Croom Helm, Dynamic Modeling of Urban System” in International London Journal of Machine Learning and Computing, Vol. 3, No. Braithwaite, I., Stewart, A.W., Hancox, R.J., Beasley, 5, October 2013 R., Murphy, R., (2013), The Worldwide Association Wiig, A. (2015), “IBM’s smart city as techno-utopian between Television Viewing and Obesity in Children and policy mobility” in CITY, 19 (2-3) - 2015 Adolescents: Cross Sectional Study, PLoS ONE 8(9) Willis, K. (2007), Sensing Place: New Media Technologies Brunelli, B. et al. (1984) La Natura della Materia, Dedalo and Urban Space in Frers, L, Meier, L (Eds.) Encountering Edizioni, Roma Urban Places; Visual and Material Performances in the Cisco Visual Networking Index: Global Mobile Data City. Ashgate Press, UK Traffic Forecast Update, 2016–2021 available at www. Yadav, J.U., Yadav, D.J. (2016) Study of mobile phone cisco.com accessed on January 2017 Cairncross, F. usage in medical students of deemed University of (1997) The Death of Distance. How the Communications Western Maharashtra, India Int. J Community Med Revolutions Will Chance Our Lives. Harvard Business Public Health 2017, 4 405-8 DOI: http://dx.doi. School Press org/10.18203/2394-6040.ijcmph20170263 http:// De Kerchove, D., (2015), La AR perfetta per l’intelligenza www.ijcmph.com collettiva, ma attenzione ai rischi. Interview to Derrick De Kerchove. Available at https://www.immersivetech. it/2015/05/04/intervista-a-derrick-de-kerckhove-lar- perfetta-per-lintelligenza-connettiva-ma-attenzione-ai-rischi, accessed in February 2017 Deterding, S., Dixon, D., Khaled, R., Nacke, L., (2011) Gamification: Toward a definition, CHI 2011 gamification workshop, 2011 Fistola, R. (2013), “Smart City: riflessioni sull’intelligenza urbana” in TeMA. Journal of Land Use, Mobility and Environment 6 (1), 47-60 Fistola, R., La Rocca, R.A. (2001), “The virtualization of urban functions” in NETCOM n.15: “Geocyberspace: building territories in geographical space on the 21st century”, settembre 2001 Fistola, R., La Rocca, R.A. (2013), “Smart City Planning: a systemic approach” in Tan Y., Melih B. (eds), Establishing Bridges, Proceedings of The 6th Knowledge Cities World Summit (kcws-2013), Istanbul Gibson, E. (2011), Smartphone dependency: a growing obsession with gadgets. 27 July 2011. Retrieved from http://usatoday30.usatoday.com on December 2016

458 L’USO DEL BES NELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA. PROVE DI SPERIMENTAZIONE NEL PIANO STRATEGICO METROPOLITANO DI FIRENZE

Raffaella Fucile | Luca Di Figlia | Valeria Lingua | Giuseppe De Luca

Introduzione analitico, l’apparato rappresentativo di lettura e restituzione cartografica; l’apparato proget- Nel luglio 2016 con la legge 163/2016 è tuale. In riferimento alla tematica sinteticamente stata approvata la riforma alla legge di bilan- illustrata è di interesse riportare, quantomeno cio che introduce la misurazione del Benessere per gli spunti di originalità e sperimentazioni equo e solidale (Bes) all’interno del Documento offerti, la costruzione del Piano Strategico della di Economia e Finanza (Def) per indirizzare Città Metropolitana di Firenze (De Luca, 2017) le politiche verso uno sviluppo sostenibile del che presenta un tentativo d’ibridazione tra la territorio nazionale1. Le disposizioni normative pianificazione strategica di area vasta e gli stabiliscono un impegno ribadito nell’ultimo indicatori del Bes. rapporto Bes: «La sfida è quella di suppor- tare il governo nell’individuare le priorità e i Il BES: Benessere equo e solidale problemi principali del Paese e, in prospettiva, nel valutare ex-ante gli effetti degli interventi In Italia il dibattito sul Bes si sviluppa in modo di politica economica sul benessere» (Istat, strutturato a partire dal 2010 coinvolgendo il 2017:2). mondo delle istituzioni, dell’accademia e della La prospettiva delineata dalla norma pone l’at- società civile. Il rapporto Bes del territorio e tenzione sulle modalità attraverso cui poter col- della società italiana ̶ su iniziativa congiunta legare gli obiettivi delle politiche e i programmi del Cnel (Consiglio Nazionale economia e di spesa con gli indicatori di benessere per lavoro) e dell’Istat (Istituto a presentato dal valutare l’efficacia in corso delle stesse politi- presidente dell’Istat) è stato presentato per che sia a livello nazionale sia a livello locale. la prima volta nel 2013 ed è aggiornato e Tale questione si proietta a scala locale d’area reso di pubblico dominio periodicamente con vasta con la possibilità di relazionare struttural- cadenza annuale. mente il Bes con la pianificazione strategica, La misurazione del benessere si colloca all’in- che è resa obbligatoria per le città metropo- terno del dibattito nazionale e sovranazionale litane dalla cosiddetta riforma Delrio (legge che riguarda l’individuazione e la definizione 56/2014). Le potenzialità nell’introdurre il Bes dei parametri con cui descrivere e comparare all’interno del processo di elaborazione della la ricchezza e la qualità degli stati nazionali strumentazione strategica appaiono ancora da (Giovannini, 2014) superando e traguardando comprendere sia in termini metodologici sia in l’indicatore di riferimento internazionale del termini di risultati indotti e aprono un campo Pil. L’ideazione dell’indicatore Bes poggia le d’indagine tuttora pressoché inesplorato. La sue fondamenta sulla diffusa consapevolezza questione posta è la seguente: quali sono le che l’uso di un unico parametro economico, ri- implicazioni e il grado di incidenza che il set ferito alla produzione, sia limitante nel valutare di indicatori del Bes può determinare all’inter- il progresso di una società. Sulla base di tale no della strumentazione strategica? considerazione l’analisi compiuta dal Bes tenta L’ipotesi avanzata è che l’introduzione del Bes di descrivere le società secondo il concetto di influenzi in modo rilevante la strumentazione benessere misurato con criteri multidimensiona- strategica rispetto a tre dimensioni: l’apparto li che spaziano dal campo economico-lavorati-

459 vo a quello sociale e ambientale; il benessere 2030 promossa dalle Nazioni Unite: l’Agenda è inteso come quella condizione che qualifica globale per lo sviluppo sostenibile definisce 17 la vita degli individui all’interno di un sistema obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs nell’acro- e che, oltre a fattori materiali, si basa sulla nimo inglese), organizzati in un sistema di 169 percezione dei singoli soggetti. target e oltre 200 indicatori, con i quali sono Il rapporto Bes Italia, redatto dall’Istat, pre- tracciate a livello mondiale le direttrici per senta una panoramica integrata che dispiega perseguire lo sviluppo sostenibile dei prossimi un disegno articolato dei principali fenomeni anni. economici, sociali e ambientali mediante l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi Il ruolo del BES nel Piano Strategico della Città in 12 domini: 1- la salute, considerata la prima Metropolitana di Firenze dimensione essenziale del benessere individua- le della persona; 2- l’istruzione e la formazio- Per evidenziare la portata innovativa che il Bes ne, considerate fondamentali per fornire agli può prospettare nei piani strategici in termini individui le conoscenze e le competenze per sia di processo/metodo sia di esiti, si illustra- partecipare attivamente alla vita della società; ta il Piano Strategico Metropolitano (PSM) di 3- il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, Firenze che è stato approvato dal Consiglio considerate attività complementari rispetto Metropolitano nell’aprile del 2017. Il PSM al sostegno economico e all’appagamento proietta il futuro della comunità metropolitana soggettivo; 4- il benessere economico, conside- fiorentina all’anno 2030 e definisce un indiriz- rato indispensabile per raggiungere un livello zo strategico di sviluppo sostenibile che tende sufficiente di sostentamento; 5- le relazioni verso la mission denominata: Rinascimento sociali, che rappresentano l’interazione tra i Metropolitano (figura 1). singoli individui; 6- la politica e le istituzioni, Il Rinascimento Metropolitano è strutturato su considerati come fattori di qualità il cui buon tre visioni strategiche: “Accessibilità univer- funzionamento contribuisce alla costruzione sale”, come condizione indispensabile per della società; 7- la sicurezza e la sua percezio- la partecipazione alla vita sociale e per la ne; 8- il benessere soggettivo, inteso come il fruibilità degli spazi e dei servizi; “Opportunità benessere percepito dal singolo; 9- il paesag- diffuse”, come manifesto per l’attivazione di gio e il patrimonio culturale; 10- l’ambiente, molteplici e variegate risorse presenti in tutta inteso sia come risorsa sia come il piacere del l’area metropolitana; e la campagna come contatto con la natura; 11- la ricerca e l’inno- “Terre del benessere” per lo sviluppo integrato vazione; 12- la qualità dei servizi; intesa come del territorio. La processualità metodologica dotazione infrastrutturale e accessibilità. Il seguita nell’elaborazione del PSM si inquadra dibattito in merito alla costruzione e all’utilizzo all’interno dell’approccio del regional design del Bes è tuttora attivo e ruota attorno a due (Thierstein, Förster, 2008; Balz e Zonneveld, questioni rilevanti: il decision making e il tema 2015; Lingua, 2016). della sostenibilità. Rispetto alla prima questio- Il PSM è concepito dichiaratamente come una ne, oltre alla riforma nazionale sancita con la piattaforma condivisa per lo sviluppo di poli- legge 163/2016, la direzione è stata traccia- tiche e progetti; già nella sua stessa formula- ta dal Memorandum di Lisbona (Lisbon Memo- zione lo strumento predispone, a seguito della randum on “Indicators for decision making and fase di diagnosi e progettazione, un percorso monitoring”): documento sottoscritto nel 2015 di implementazione rivolto all’attuazione ope- dai direttori generali degli Istituti nazionali di rativa attraverso operazioni di monitoraggio statistica europei; il Memorandum sottolinea (controllo dell’avanzamento dei progetti) e di le potenzialità e il ruolo che gli indicatori valutazione (stima degli impatti delle strate- possono assumere nei processi decisionali per gie sul territorio); l’obiettivo è: «[…] la messa supportare le decisioni governative rispetto in discussione della declinazione operativa all’individuazione delle priorità da trattare e delle strategie per garantirne l’operatività del per stimare gli esiti della programmazione piano in un contesto dinamico, permettendo di economica. Rispetto alla seconda questione, calibrare le azioni e i progetti in relazione alle il Bes è chiamato a confrontarsi con l’Agenda esigenze e ai cambiamenti contingenti» (PSM,

460

BES- ISTRUZIONE E FORMAZIONE uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione BENESSERE incidenza giovani che non studiano e non lavorano (neet) EQUO E incidenza adulti con licenzia media SOSTENIBIL incidenza adulti con titolo studio superiore E partecipazione dei giovani all’istruzione secondaria incidenza giovani con istruzione universitaria adulti in apprendimento permanente LAVORO partecipazione al mercato del lavoro tasso di occupazione tasso di occupazione 15-29 anni tasso disoccupazione giovanile indice di ricambio occupazionale differenza di genere nel tasso di occupazione BENESSERE ECONOMICO incidenza di edifici in buono stato di conservazione indice di vulnerabilità sociale e materiale RELAZIONI SOCIALI numero istituzioni no-profit POLITICA E ISTITUZIONI indice di partecipazione politica (elezioni europee 2014) PAESAGGIO E PATRIMONIO indice di espansione edilizia nei centri e nuclei abitati tessuto urbano storico pre 1919 consistenza delle abitazioni storiche occupate densità verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico musei numero visitatori musei produzioni di eccellenza AMBIENTE disponibilità verde urbano densità piste ciclabili (km di piste ciclabili) energia da fonti rinnovabili RICERCA E INNOVAZIONE diffusione banda larga incidenza occupazione alta specializzazione presenza di luoghi dell’innovazione QUALITA’ DEI SERVIZI mobilità pubblica smaltimento rifiuti urbani

Atlante di piano, 2017:17). una lettura multidimensionale del territorio Per le fasi di valutazione il PSM assume il Bes nella fase analitico-conoscitiva; quale set di indicatori di riferimento: «All’in- • sostanziare e caratterizzare la narrazione terno di un processo innovativo e integrato e la rappresentazione del territorio nella come quello del Piano Strategico per la Città fase di elaborazione e comunicazione; Metropolitana, risulta fondamentale dotarsi • coadiuvare la definizione di indirizzi di strumenti di misurazione che siano a loro strategici tesi a perseguire il benessere volta innovativi e multidimensionali, andando a economico, sociale e ambientale dei citta- superare quelli che sono i tradizionali indica- dini con un approccio place-based nella tori che spesso restituiscono visioni statiche fase progettuale. e settoriali della realtà. Per superare questa Il Bes nella lettura multidimensionale del terri- settorialità si propone di inserire all’interno del- torio le metodologie di monitoraggio e valutazione Il quadro analitico-conoscitivo del PSM è stato del Piano Strategico Metropolitano anche una costruito attraverso la sovrapposizione di misurazione del benessere multidimensionale» plurime letture, saperi e contributi analitici: la (PSM, Verso il Piano Strategico Metropolitano, storia lunga della pianificazione metropolitana 2017:125). (De Luca, 2017), gli input emersi durante il Con la volontà di porre gli indicatori di be- percorso partecipativo, gli studi sviluppati dai nessere al centro del processo di valutazione diversi gruppi di ricerca che hanno collaborato e con l’intento di porre in continuità le fasi alla redazione del piano2. Nella più ampia ex-ante e post del percorso implementare del analisi territoriale una parte di questa è stata piano, il Bes è stato introdotto e declinato nelle1 compiuta mediante l’uso di indicatori statistici diverse fasi di elaborazione del PSM; nello per fornire una lettura quantitativa dei fenome- specifico gli obiettivi sottesi all’uso del Bes ni in atto. La raccolta degli indicatori è stata sono stati: distinta in due macro-ambiti tematici: il primo • ampliare lo spettro di analisi apportando atto a descrivere i trend, i flussi e le dinamiche

461 che insistono sul territorio, il secondo volto a quelli relativi alla salute, alla sicurezza e al be- restituire un’istantanea dell’attuale condizione nessere soggettivo. I domini con i relativi indici territoriale attraverso il Bes quale strumento di sono riportati in tabella. misurazione capace di sintetizzare analisi eco- Le quantità e valori ricavati dal set di indicatori nomiche, sociali e ambientali entro la cornice sono stati relazionati ai territori comunali su dello sviluppo sostenibile. Il primo macro-am- ambiente Gis in modo da sovrapporre all’inter- bito restituisce una lettura più dinamica del no di un unico strumento tutti i livelli d’indagine territorio che guarda alle trasformazioni recenti (Bes, indici dinamiche e analisi territoriali). e alle pratiche d’uso definendo le variazioni Con la finalità di evidenziare i caratteri territo- demografiche, la densità di popolazione e riali predominanti sono stati estrapolati gli are- di usi, i sistemi produttivi ed economici, le ali che presentavano valori minimi e massimi trasformazioni fisiche legate al mutamento dei rispetto alle singole categorie d’indicizzazione contesti urbani e i flussi degli spostamenti che e sono stati definiti ambiti territoriali associan- attraversano il territorio. Il secondo macro-am- do i comuni con medesimi valori attraverso bito legato al Bes, proprio per la sua capacità criteri di complementarietà e adiacenza. Per di descrizione multidimensionale, riesce a evidenziare alcuni elementi di specificità attra- fornire una lettura influenzata anche dalla verso delle interpolazioni spaziali sono stati morfologia e dalla trasformazione storica dei messi in relazione alcuni valori con gli elementi luoghi, tratteggiando alcune caratteristiche pre- di uso del suolo, ad esempio i valori positivi dominanti dei territori. Per impostare l’indagine degli aspetti ambientali nei comuni montuosi Bes, sono stati presi a riferimento i rapporti sono stati relazionati alle aree boschive e alle Istat “Il benessere equo e sostenibile delle aree protette, compiendo di fatto un approfon- Province, 2015” e “Urbes 2015. Il benessere dimento d’indagine geospaziale della lettura equo e sostenibile nelle città”, lettura a livello del territorio. La lettura multidimensionale svi- locale relativa ai comuni capoluogo di provin- luppata attraverso il Bes e calata sul territorio cia o di città metropolitane. Questi rapporti ha permesso di esaltare con dati quantitativi le sono stati utili soprattutto per la definizione dei caratteristiche e gli elementi fisici peculiari dei domini da considerare, che sono intesi come diversi ambiti territoriali. categorie tematiche d’indicatori. La raccolta Il BES nella rappresentazione del territorio: i degli indicatori impiegati per l’analisi attinge Ritmi Territoriali principalmente alle banche dati rese disponibili La lettura multidimensionale dei territori ha da Istat, (censimento della popolazione e delle trovato la sua espressione nell’uso della abitazioni e censimento industria e servizi) e rappresentazione che attraverso immagini dalla piattaforma open data della Regione To- metaforiche (Secchi, 1984) ha reso evidenti scana. La scelta di questi è stata dettata dalla similarità e differenze nel contesto metropoli- disponibilità dei dati disgregati a livello comu- tano. La metafora utilizza è quella dei “ritmi nale. In questo punto risiede, con gli inevitabili territoriali” che in realtà acquisisce nel percor- limiti, l’aspetto di maggiore sperimentazione: è so di piano un triplice significato: di lettura, stato adoperato su base comunale un sistema di narrazione e di progetto del territorio. Il d’indicatori utilizzato a livello locale solo per concetto di ritmo è esplicitato nei documenti comuni capoluogo di provincia (o comunque di piano con le seguenti argomentazioni: «Per comuni con popolazione superiore 50.000 leggere le tendenze e le trasformazioni in atto abitanti). Per tale motivo alcuni indicatori ba- sul territorio metropolitano, inteso in modo sati su dati non facilmente accessibili non sono ampio (sia come Città Metropolitana, sia come stati sviluppati. Occorre precisare che la scelta area metropolitana funzionale), è stata definita di valutare solo alcuni domini o ridefinire alcu- una lettura del contesto volta a rendere visibili ni indicatori non pregiudica la validità dell’in- i diversi ritmi delle aree che lo compongono. dagine ricordando che la disponibilità di dati Il ritmo viene descritto come una variazione varia annualmente anche a livello nazionale, di intensità di alcuni suoni rispetto ad altri ad esempio il rapporto Bes 2016 riporta solo all’interno di un brano musicale; così il “ritmo nove dei dodici domini di riferimento. I domini territoriale” descrive le specificità di un’area utilizzati nel PSM sono nove, sono stati esclusi all’interno dello stesso territorio, in questo caso

462 Fig. 1 - PSM Firenze Vision finale “Rinascimento Metropolitano”

Fig. 2 - PSM Firenze Ritmi metropolitani

463 quello metropolitano. Un territorio definito da eccellenza (etc.) sono maggiori; i ritmi descritti diversi ritmi permette di presentare con flessibi- con tempi veloci sono quelli in cui i valori pre- lità e varietà di linguaggio una realtà sfaccet- dominanti esprimono con maggiore intensità tata e in perpetuo mutamento, che difficilmente e addensamento dinamiche socio-economiche potrebbe essere descritta in modo compiuto e quali maggior tasso di occupazione, maggior completo mediante un’immagine fissa e rigida. grado di istruzione, maggiore densità di popo- Attraverso la lettura e la rappresentazione dei lazione (etc.). diversi elementi che descrivono il territorio Il Bes nella definizione degli indirizzi strategici: sono stati definiti “ambiti”, dai confini sfumati le vision e sovrapponibili, che presentano dinamiche La portata progettuale del PSM di Firenze si e flussi simili e tali da confluire in uno stesso sostanzia e si articola attraverso le tre visioni ritmo. Sono stati individuati 10 ritmi territoriali strategiche (accessibilità universale, opportu- sulla base delle dinamiche demografiche e nità diffuse e terre del benessere) che assieme socio-economiche, dei valori agro-ambientali, restituiscono un’immagine dinamica e integra- della dotazione infrastrutturale, delle vocazioni ta della città metropolitana e definiscono la territoriali e dei caratteri identitari prevalenti» direzione auspicabile verso cui tendere per (PSM, Atlante di piano, 2017:5). I ritmi sono perseguire una rinascita del territorio. I tre presentati come esito finale di un percorso orizzonti paralleli intercettano le opportunità metodologico e di lettura proattiva del territorio offerte dal territorio mettendo a sistema politi- che ha delineato e disegnato ambiti territoriali3 che e progetti (presenti e futuri) in conformità (figura 2). Sembra utile evidenziare come tali con gli obiettivi del piano. Le singole visioni rappresentazioni siano l’esito di un passaggio si compongono di strategie multiple, cioè di compiuto nella fase analitica: se inizialmente soluzioni da attuare atte a rispondere alle nel disegno era posta maggior attenzione alla criticità generali e ai bisogni specifici dei vari morfologia del territorio in seguito ha assunto territori sviluppandone le reciproche potenzia- maggior peso la lettura quantitativa e qualita- lità secondo una visione unitaria. Le strategie tiva scaturita dagli indicatori Bes. Mettendo a sono rese operative da azioni e progetti che si confronto gli elaborati finali di piano e quelli stagliano lungo un asse temporale di sviluppo work in progress presentati nel luglio 20164, che proietta il futuro metropolitano al 2030. aldilà delle valutazioni grafiche/figurative, è La definizione integrata di visioni, indirizzi possibile leggere il passaggio compiuto: da un strategici, politiche e progetti operativi si è disegno che poneva in evidenza gli elementi evoluta seguendo un processo implementa- morfologici e ambientali del territorio si passa re di pianificazione cooperativa (De Luca e a un disegno che delinea ambiti di comple- Lingua, 2012) intessendo una rete di dialogo mentarietà territoriali definiti e ponderati e confronto aperto all’ibridazione multisetto- dalla sovrapposizione integrata di più fattori. riale e multiattoriale. Rispetto a questo ambito I singoli ritmi sono stati descritti associandoli di processualità il Bes è stato impiegato per ai tempi musicali (allegrissimo, vivace etc.). rimarcare l’approccio place-based assunto La metafora dei tempi musicali ha permesso come elemento premiale nell’individuazione di raccontare le differenze territoriali senza dei progetti; l’approccio place-based indirizza assegnare attribuzioni valoriali in cui l’agget- le politiche verso i territori calibrando le azioni tivazione “veloce”/“lento” non esprime letture a seconda delle peculiarità dei luoghi, su tale dicotomiche di giudizio positivo/negativo ma impostazione sono considerate premiali e qua- constata la poliritmia del territorio metropolita- lificanti le politiche definite per tematiche e non no. La caratterizzazione dei tempi musicali è per settore, sono promosse azioni di integra- stata attribuita in base all’intensità di flussi, di zione tra territori e attori locali, sono valorizza- attività e fenomeni localizzati misurata attraver- te in termini progettuali e considerate elemento so la preponderanza di alcuni indicatori: i ritmi di risorsa le diversità dei singoli territori. La descritti con tempi musicali lenti sono quelli caratterizzazione degli ambiti territoriali com- in cui gli indici relativi agli aspetti ambientali piuta con l’introduzione del Bes ha guidato la e paesaggistici quali densità verde e parchi, valutazione delle azioni relazionando l’ambito incidenza del patrimonio storico, prodotti di tematico e la vision ai ritmi territoriali. Aldilà

464 di considerare l’analisi interpretativa il primo da dati e variabili quantitative e coadiuva- step della fase progettuale, i risultati del Bes re le scelte progettuali di maggior conflit- hanno assunto un peso specifico secondo due tualità; dinamiche progettuali distinte che possono • il Bes conferisce la possibilità di compa- essere sintetizzate come indirizzi strategici di rare in modo trasversale la compatibilità valorizzazione e indirizzi strategici di miglio- e l’interdipendenza tra obiettivi strategici ramento. Il metodo ha seguito la seguente che possono determinare azioni tra loro consequenzialità: laddove gli ambiti territoriali conflittuali; risultavano fortemente caratterizzati da alti va- • le difficoltà di reperimento dei dati a lori di qualità e ricchi di specifiche risorse sono livello locale per la definizione di domini state definite strategie che potessero esaltare la e indicatori Bes risulta una questione che vocazione già presente; al contempo dove gli investe l’uso dei big data, oggi ampiamen- ambiti territoriali risultavano fortemente carat- te diffusi. terizzati da elementi di criticità (indici bassi) e carenti rispetto a specifiche risorse sono state definite strategie di miglioramento che potesse- Note ro incrementare lo sviluppo volto a qualificare in termini di dotazioni e di qualità le condizio- 1. la riforma prevede che venga allegato al Documento di Eco- nomia e Finanza (Def) il set d’indicatore del Bes e che ogni ni esistenti. anno le Camere votino una risoluzione sugli effetti delle po- litiche sul Bes. Nello specifico la riforma dispone che: venga Riflessioni aperte nominato un apposito Comitato che abbia il compito di sele- zionare gli indicatori utili alla valutazione del benessere sulla base dell’esperienza maturata a livello nazionale e interna- Le potenzialità derivanti all’introduzione della zionale. La normativa dispone, inoltre, la redazione da parte misurazione del Bes nella pianificazione del Ministero dell’economia e delle finanze di due documenti, redatti sulla base dei dati forniti dall’Istat: il primo, allegato al strategica definiscono un terreno fertile da Documento di Economia e Finanza, in cui si descrive l’anda- esplorare. Il caso del PSM di Firenze risulta un mento nell’ultimo triennio degli indicatori di benessere nonché tentativo apprezzabile che evidenziandone le le previsioni sulla loro evoluzione; il secondo, da presentare al Parlamento entro il 15 febbraio di ogni anno, in cui vie- potenzialità rimarca alcuni aspetti di criticità ne esaminata l’evoluzione dell’andamento degli indicatori di che necessitano ulteriori livelli di studio; infatti benessere sulla base degli effetti determinati dalla legge di il PSM si colloca all’interno di un processo bilancio per il triennio in corso. 2. Per maggiori informazioni in merito al quadro analitico-cono- di ricerca in corso in merito alle applicazio- scitivo si rimanda al documento di piano denominato “Verso il ni del Bes sia a livello nazionale che locale Piano Strategico Metropolitano” (festival dello sviluppo sostenibile, ricerca del 3. È chiaramente esplicitato che la lettura di un territorio con di- versi “ritmi territoriali” vuole essere il superamento della descri- Bes a scala locale, etc.) tuttora in divenire. La zione per ambiti territoriali tradizionali, così come concepiti sperimentazione compiuta nel PSM di Firenze dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), cioè ambiti che permette di evidenziare le molteplici potenzia- seppur caratterizzati dalla natura morfologica e paesaggistica dei luoghi sono designati in conformità ai confini comunali. lità di applicazione del Bes nell’ambito della 4. Gli elaborati di piano e i ritmi territoriali sono stati presentati progettazione strategica di area vasta quale in una prima versione di bozza il 20 luglio 2016 alla riunione strumento di analisi territoriale, di caratterizza- del comitato scientifico del piano alla presenza del sindaco metropolitano. Tutti i documenti presentati per l’occasione zione dei territori e di supporto alla definizione sono stati resi visionabili dal sito web dell’ente metropolitano di strategie e progetti con approccio place-ba- sulla pagina dedicata al piano. sed. Inoltre il PSM permette di avanzare alcune riflessioni aperte soprattutto nell’ottica di un perpetuo avanzamento: • la misurazione multidimensionale del Bes permette di impostare una valutazione quantitativa oggettiva che raffronta dati rintracciati prima e dopo l’attuazione delle strategie di piano; • il Bes può essere usato nella costruzione e nella comparazione degli scenari predittivi la cui valutazione può essere supportata

465 Riferimenti Bibliografici

Balz, V., Zonneveld, W.A.M. (2015), “Regional Design in the Context of Fragmented Territorial Governance: South Wing Studio” in European Planning Studies, 23/5 (pag. 871-891) Carlstein, T., Parkes, D., Thrift N. (a cura di, 1978) Timing Space and Spacing Time, Edward Arnold, London Città Metropolitana di Firenze (2017), Piano Strategico Metropolitano. Atlante di piano Città Metropolitana di Firenze (2017), Piano Strategico Metropolitano. Verso il Piano Strategico Metropolitano De Luca, G., Lingua, G. (2012) Pianificazione regionale cooperativa, Alinea, Firenze De Luca, G. (2017), “Città metropolitana di Firenze” in De Luca, G., Moccia, F.D. (a cura di), Pianificare le città metropolitane in Italia. Interpretazioni, approcci prospettive, INU edizioni, Roma Giovannini, E. (2014) Scegliere il futuro. Conoscenza e politica al tempo dei Big Data, il Mulino, Bologna Istituto Nazionale di Statistica-ISTAT (2016), BES 2016 Il benessere equo e sostenibile in Italia, [online: https:// www.istat.it/it/files/2016/12/BES-2016.pdf] Lingua, V. (2016), “From tactics to strategies and back: regional design practices of contamination” in Talia, M. (a cura di) Un nuovo ciclo della pianificazione urbanistica tra tattica e strategia, Planum Publisher, Roma-Milano, pp. 323-328 Secchi, B. (1984) Il racconto urbanistico, Einaudi, Torino Thierstein, A., Förster, A. (a cura di, 2008) The image and the region-making mega-city regions visible!, Lars Müller Publishers, Baden

466 PIANO ARENILE E FASCIA MARITTIMA DI BELLARIA IGEA MARINA. LA RIGENERAZIONE DELLE CENTRALITÀ URBANE NELLA REALTÀ METROPOLITANA COSTIERA ROMAGNOLA Cristian Gori

Inquadramento geografico costiero costituisce la fascia turistica e quella residen- ziale-terziaria, rappresenta il prodotto di uno L’intera realtà geografica-marittima dove Bel- sviluppo insediativo avvenuto tra gli anni ‘60 laria Igea Marina è inserita, esprime urbani- e ‘90, trasposizione di un modello urbano sticamente il concetto di città-regione, la cui impostato sulle logiche dello zoning incentrato estensione si sviluppa in modo sostanzialmente sulla crescita quantitativa e sul consumo del omogeneo (sotto il profilo orografico-morfo- territorio. Gli elementi nevralgici che caratteriz- logico, economico e sociale) per un tratto di zano la città si identificano nell’ambito dell’a- oltre 100 km. Un contesto metropolitano che renile-fascia alberghiera, nell’asse del centro coinvolge l’intera fascia costiera della riviera commerciale naturale e nell’area portuale. romagnola, dai lidi ferraresi sino al confine Ambiti in forte sofferenza, sui quali sono stati con le Marche, coinvolgendo i tre capoluoghi avviati dei processi di rigenerazione attraverso di provincia: Ravenna, Forli-Cesena e Rimini. dei progetti urbani che intendono trasformare Un tratto costiero, frutto di un processo inse- queste parti di città in centralità urbane, non diativo avvenuto in rapidissimo tempo, sulla solo alla scala municipale, ma metropolitana spinta di motivazioni economiche finalizzate costiera. La fascia alberghiera e soprattutto allo sfruttamento intensivo dell’attività turistica l’arenile con annesso il lungomare, necessitano balneare ancora oggi principale fonte econo- di un rinnovamento complessivo, essendo di mica. Bellaria Igea Marina, parte integrante fatto un ambito immutato dagli anni ‘70. In di questa realtà, necessita di reinterpretarsi modo particolare gli stabilimenti balneari, ob- inquadrandosi su vasta scala, attraverso la soleti come modello e sempre meno rispondenti capacità di “fare sistema”, sviluppando una alle nuove esigenze dei vacanzieri. Altrettanto rigenerazione delle principali centralità urbane importante la reinterpretazione del centro presenti al suo interno attraverso uno sviluppo commerciale naturale che si articola su due sostenibile. distinte polarità: quella di Bellaria e quella di Igea Marina, divise tra loro dall’asta fluviale. La realtà municipale di Bellaria Igea Marina Polarità che si manifestano attive nel periodo estivo, smorzando la propria vivacità nel resto Bellaria Igea Marina è situata a nord di Rimini, dell’anno a causa di una serie di problemati- affacciata per un tratto costiero di 7 Km sul che urbanistiche che rendono poco attraenti e mare Adriatico. Una sintetica analisi urbana di conseguenza poco frequentati, questi due evidenzia schematicamente l’immagine di una centri. Questo provoca forti sofferenze alle città frutto di un processo insediativo avvenuto attività commerciali, nonché alla vitalità stessa attraverso l’accostamento di fasce sviluppatesi del paese. In fase di recupero anche l’ambito parallelamente al profilo di costa. La fascia tu- del porto con l’intera asta fluviale, al fine di ristica compresa prevalentemente tra l’arenile e migliorare i luoghi per le funzioni delle attività l’asse ferroviario, quella residenziale-terziaria marinare e di quelle turistiche. Di fatto una città tra l’asse ferroviario e l’antica via Romea e, a dove si sta cercando di colmare quello iato tra monte, l’ambito che connota il territorio periur- assetto territoriale e cultura sociale. Rendere bano e rurale. La natura del tessuto urbano che rispondente lo spazio fisico della città e del

467 territorio agli stili di vita della società contem- ‘centralità’ che si è voluto intraprendere anche poranea postmoderna. per i progetti di Bellaria Igea Marina, interpre- tando il senso di centralità su una peculiare L’unione del Prodotto di Costa come identità e soprattutto sulla capacità che questa espressione metropolitana potrà avere di relazionarsi con l’intero arco costiero metropolitano. La dimensione metropolitana della fascia costiera si compendia formalmente nell’isti- Dal Piano Idea come concetto della città ai tuzione dell’Unione Prodotto di Costa, ente progetti urbani preposto alla promozione turistica della riviera romagnola. Concepito come distretto territo- Il percorso intrapreso è stato quello di pro- riale, si pone come obiettivo il coordinamento muovere un metodo di lavoro attraverso la dei servizi, della gestione delle infrastrutture formazione di un Laboratorio urbano che e della produzione delle reti di comunicazio- ha coinvolto le categorie economiche della ne per la promozione del territorio. Logiche città e i rappresentanti della società civile. Si operative intente a “fare sistema”, in quanto è ritenuto fondamentale, prima ancora che si ritiene impossibile oggigiorno riuscire ad affermare una progettualità urbana, definire un affermarsi individualmente come entità munici- ‘Pensiero di città’, concentrando l’attenzione pale nel panorama internazionale delle realtà verso quei “Sistemi delle Qualità” attraverso i turistiche. Questo ha comportato inevitabilmen- quali si sono delineati gli elementi strutturanti te l’attuazione di un salto di scala nella logica della pianificazione. Un Piano Idea1 dinamico del coordinamento nelle scelte organizzative e flessibile, strutturato su nodi e connessioni, territoriali per Bellaria Igea Marina, dove in dove si sono definiti i ruoli urbani delle diverse virtù della propria collocazione geografica, parti di territorio attraverso la rappresentazio- mira a perseguire il ruolo di “cerniera territo- ne di un disegno organizzativo generale. Linee riale” tra due diverse realtà provinciali. Ovvero guida trascritte sotto forma di radici genetiche rafforzare le potenzialità di sviluppo con il di possibili successivi atti progettuali, che sistema economico Turistico-Balneare-Fieristico intendono coniugare il disegno formale della della provincia di Rimini e quello Commercia- città alle ipotesi normative. Il tutto nel tentativo, le-Artigianale della provincia di Forli-Cesena. oltre che di assicurare una visione organica, In particolare nel ruolo legato alle relazioni di dare una continuità alle varie scale della economiche turistiche, Bellaria Igea Marina progettazione architettonica e urbana. È sulla dovrà individuare una sua entità che possa base di questa piattaforma operativa che sono permetterle contemporaneamente di armo- stati studiati successivamente i progetti urbani nizzarsi al contesto globale di città-regione di rigenerazione delle centralità del Piano are- costiera e differenziarsi con proprie peculiarità nile-fascia alberghiera, del Centro commerciale in termini di offerte tematiche e di servizi, cer- naturale e del Porto turistico-asta fluviale. cando di offrire all’interno del contesto globale rivierasco elementi unici, ma complementari. I progetti di rigenerazione delle centralità Una configurazione metropolitana della costa urbane che si sta strutturando su poli di attrazione in perfetta sinergia tra loro come prodotto Piano arenile e fascia alberghiera territoriale. Oltre, ovviamente, alla valenza dei L’obiettivo della proposta progettuale è quello centri storici di città di primissimo rango come di contemplare la fascia tra il mare e l’asse Ravenna e Rimini, altre polarità significative ferroviario come un “Woonerf2 marino”, un si esprimono già in alcune infrastrutture quali: ambito urbano condiviso, prevalentemente Parco di Mirabilandia, centri commerciali e dedito alla dimensione turistica e alla fruizio- Parchi tematici. A questi vanno poi ad aggiun- ne ciclopedonale.Il concept progettuale mira gersi le realtà portuali di Cervia, Cesenatico, a strutturare i contenuti su cinque caratteri Rimini, Riccione e Cattolica, con i loro rispettivi prestazionali attraverso i quali dare seguito waterfront. Ed è su questa strategia territoria- alla riqualificazione: 1) salubrità ambientale; le che si sviluppa il concetto interpretativo di 2) sicurezza urbana; 3) servizi; 4) socialità; 5)

468 soggettività. Un’azione progettuale che intende tradurre i nuovi orientamenti economici, sociali e culturali del sistema vacanziero balneare in una nuova riorganizzazione dei luoghi, sia di quelli privati che pubblici. Il progetto si articola in tratti distinti con soluzioni diversificate a se- conda delle differenti situazioni morfologiche, avendo però come minimo comune denomina- tore tre concetti di fondo. Primo contemplare tutte le strade che conducono verso il mare come “passage”, introducendo l’applicazione del floorscape3 per la loro valorizzazione. Dagli asfalti colorati ai lampioni pubblici, dagli elementi di arredo urbano alle insegne pubblicitarie, sino ai nuovi impianti tecnologici informatici che consentono di “connettersi” e interagire con la città. Secondo punto, la realizzazione del nuovo percorso di lungomare con cui dare seguito alla riqualificazione degli assi del waterfront. Infine il rinnovamento dei servizi sulla spiaggia per riorganizzare gli sta- bilimenti balneari. Servizi che dovranno essere in futuro sempre più conformi e attenti nella loro applicazione materiale alla sostenibilità una serie di interventi alle diverse scale della ecologica ed ambientale. Arenile e lungomare progettazione, interagendo inevitabilmente an- concepiti come spazi della socialità prima che con l’ambito dell’asta fluviale. Gli obiettivi ancora che luoghi di sede per attività private. primari si concentrano sull’individuazione delle Input progettuali tradotti in una “immagine attrattività dei luoghi, sui caratteri dell’acces- struttura”, attraverso la quale intraprendere le sibilità e sull’amenità degli ambienti urbani. azioni di valorizzazione dell’ambiente urbano Il progetto urbano attualmente impostato, è e del paesaggio marino. attivato su dieci distinti progetti esecutivi di cui Il centro commerciale naturale alcuni già realizzati, a cui potranno essere Il progetto del Centro Commerciale Natura- integrati in futuro nuovi interventi. Tra i progetti le mira a tradurre una delle principali linee già realizzati, o in fase di completamento, strategiche del Piano Idea, ovvero attuare quel risultano: il ponte ciclopedonale che garantisce processo di unione e saldatura tra Bellaria e il collegamento diretto tra i due centri, il siste- Igea Marina, essendo attualmente due nuclei ma di illuminazione al led, l’installazione dei distinti che interrompono la loro continuità Totem informatici e il recupero delle sedi delle proprio in corrispondenza dell’asta fluviale. stazioni ferroviarie di Bellaria e di Igea Marina La porzione di centro commerciale naturale in spazi espositivi pluriuso. di Bellaria si sviluppa per un tratto di oltre un Recentemente sono stati ultimati il restyling chilometro, mentre la parte di Igea Marina della piazza centrale di Bellaria e la costruzio- si struttura su due assi distinti per un tratto di ne della nuova pescheria, quest’ultima coordi- oltre tre chilometri. La loro unione verrebbe di nata con la sistemazione del waterfront su un fatto a dare origine, oltre che alla saldatura tratto di asta fluviale. I progetti per il restyling delle due parti di città, a uno dei centri com- della piazza centrale e della nuova pescheria, merciale naturali più lunghi della riviera. Un sono stati compiuti in quanto premiati con asse strutturante del sistema insediativo che si finanziamenti dagli enti provinciali e regionali. dispiega parallelo al mare nonché radicato nel Altri progetti promossi, in fase di definizio- tessuto storico e sociale della città. La proposta ne, l’installazione di telecamere rileva flussi progettuale mira a coordinare, operando in pedonali e il sistema del QR code che permette modo organico sullo spazio pubblico e privato, l’interazione virtuale tramite smartphone con i

469 luoghi più significativi della città. L’augmented litana costiera dell’alto Adriatico da Ancona space, attraverso i data city consente all’utente a Venezia e poter continuare a competere in di costruire i propri percorsi personalizzati, scala globale. favorendo cosi l’esplorazione della città e del territorio. Un progetto urbano che intende assegnare al Centro Commerciale Naturale la Note funzione di cuore nevralgico della città, dove non solo si va, ma si sta, e assumere il ruolo di 1. La locuzione di Piano Idea riprende l’esempio metodologico di Ludovico Quaroni per piano urbanistico di Bari del 1966 polarità rivierasca. 2. Termine che indica in lingua olandese “area condivisa”. Ri- Porto-Asta fluviale guardano strada o ambiti urbani, dove pedoni e ciclisti hanno Il progetto elaborato intende favorire la ridefini- la precedenza e dove, grazie a una serie di accorgimenti, gli automobilisti sono costretti ad adottare comportamenti di zione dell’intera asta e delle sue conseguenti guida più prudenti interrelazioni col tessuto urbano limitrofo. Sinte- 3. Questa tematica urbana, sviluppata da Gordon Cullen nel ticamente è possibile dividere l’ambito portuale libro intitolato “Townscape” pubblicato nel 1961, richiama l’attenzione in ambito urbanistico verso quegli elementi “leg- in due tratti: la parte a mare della ferrovia e geri” che contribuiscono a definire lo spazio urbano e la sua quello a monte. Per il tratto a mare, essendo il percezione. Intendendo per tali elementi una attenta sensibilità tessuto urbano già saturo e consolidato nelle verso i materiali delle superfici stradali, l’arredo, le piantagio- ni, l’illuminazione sino alla cartellonistica pubblicitaria. sue funzioni, è stata suggerita l’idea di un piano di ottimizzazione degli spazi e restyling d’immagine. Più impegnativo invece è lo studio elaborato per la parte a monte, dove sui poten- Riferimenti Bibliografici ziali spazi ancora liberi, è stato costruito il con- giungimento tra il tratto di centro commerciale Monografie Balmori, D. (2009) Tra fiume e città. Paesaggi, progetti e naturale di Bellaria con quello di Igea Marina. principi, Bollati Boringhieri, Torino Il progetto si articola su tre elementi costitutivi: Ciorra, P. (2011) Senza architettura. Le ragioni di una crisi, la creazione di un Parco, la sistemazione della Laterza, Roma-Bari Formato, E. (2015) Terre comuni, Clean, Napoli viabilità e la creazione di aree verdi e commer- Gobbi Sica, G. (1996) Comporre ri-comporre, Alinea, ciali tematizzate. Il parco si suddivide in due Firenze lembi e dovrà formare il principio di saldatura Gregotti, V. (2011) Architettura e postmetropoli, Einaudi, Torino tra i due assi commerciali. Si viene cosi a con- Gregotti, V. (2014) Il possibile necessario, Bompiani, giungere il Centro commerciale naturale con Milano il Porto, identificando un importante polarità Ingallina, P. (2004) Il progetto urbano. Dall’esperienza francese alla realtà italiana, Franco Angeli, Milano all’interno della riviera romagnola. Pavia, R. (2015) Il passo della città. Temi per la metropoli futura, Donzelli, Roma Conclusione Morandi, M. (1996) La città vissuta. Significati e valori dello spazio urbano, Alinea, Firenze Morandi, M. (2004) Fare centro, Meltemi, Roma Queste proposte progettuali vorrebbero pro- Tosco, C. (2009) Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di muovere la valorizzazione delle energie locali ricerca, Laterza, Roma-Bari Siti web includendo nelle potenziali risorse del territorio Illustrazione tavole Piano Idea di Bellaria Igea Marina, non solo quei caratteri storici, naturalistici e disponibile su Architetto Cristian Gori, sezione Progetti ambientali, ma anche l’affermazione di quei http://www.architettocristiangori.it/piano_citta.htm Illustrazione tavole progetto urbano Rigenerazione del caratteri prestazionali di natura antropologi- centro commerciale naturale di Bellaria Igea Marina, ca. Il tutto in una visone organica dell’attività disponibile su Architetto Cristian Gori, sezione Progetti progettuale urbanistica, finalizzata a concepire http://www.architettocristiangori.it/ccn.htm Illustrazione sviluppo progetto di Rigenerazione del la sostenibilità come risultante di una tendenza centro commerciale naturale di Bellaria Igea Marina, operativa che metta a sistema un insieme di disponibile su Gecc Lab, sezione Attività e Risorse, valori, evitando l’illusione verso modelli utopici, Luoghi http://www.gecc-lab.eu/attivita/categoryActivity-list/1/ ma individuando nelle centralità urbane le soluzioni per la realtà esistente. Centralità diffuse, che se opportunamente messe in rete tra loro nel prossimo futuro, potranno identificare un’unica realtà metropo-

470 SHARING EXPERIENCE VS SHARING ECONOMY. COSTRUZIONE DI STRATEGIE DI CONDIVISIONE NELL’AREA METROPOLITANA DI BARCELLONA E NELL’AREA VASTA DEL SILANO (ACRI) Francesca Moraci | Celestina Fazia | Gianluca Burgio | Maurizio F. Errigo

Le nuove condizioni e i presupposti per la caso di Acri (CS), significativo per le proposte nuova urbanità in ambito metropolitano1 di riqualificazione dello spazio pubblico come motore della rigenerazione urbana – ritenute Il contributo contiene alcune riflessioni su alcuni interessanti per la testata capacità di costruire, assunti teorici che possono guidare i nuovi attraverso modalità innovative, occasioni di processi di rigenerazione urbana e definire sharing economy in contesti urbani e sociali una teorizzazione progettuale innovativa con particolarmente vocati alla condivisione delle riferimento ai temi: politiche. In entrambe sono state sviluppate • Spazio pubblico come motore della rigene- idee innovative sul rapporto tempo-uso-par- razione urbana; tecipazione (fasi di intervento e processi di • Sharing economy/sharing spaces; costruzione dello spazio pubblico, visti anche • Tempo-uso-partecipazione (fasi di interven- nell’ottica di una lettura temporale dell’uso), sul to e processi di costruzione dello spazio tema degli spazi pubblici che penetrano nello pubblico, visti anche nell’ottica di una spazio semi-pubblico o domestico, della strada lettura temporale dell’uso); come spazio ad-dommesticato (la casa “inva- • Spazi pubblici verticali (lo spazio pubbli- de” la strada) e le nuove forme di conquista co penetra nello spazio semi-pubblico o della cittadinanza dello spazio urbano.Le due domestico); esperienze hanno in comune, infatti, obiettivi • Lo spazio della strada come spazio di animazione sociale e di promozione di ad-dommesticato; politiche urbane integrate a sostegno dello • La città delle soglie2 e le nuove forme di sviluppo urbano sostenibile con l’intento di conquista dello spazio urbano. rafforzare il ruolo delle città metropolitana e/o Significative al riguardo sono alcune recenti dell’area vasta coniugando misure concernenti pratiche partecipative3 che hanno previsto la riqualificazione urbana con misure finalizza- il coinvolgimento della popolazione in tavoli te a promuovere l’inclusione sociale, la sicu- di progettazione partecipata e iniziative di rezza e la sostenibilità ambientale, adottando animazione urbana volte a sviluppare le forme strumenti e modalità di governo e sviluppo del più idonee di collaborazione con il sistema territorio che perseguono strategie innovative, produttivo, di attivazione delle energie dell’in- chiare e condivise secondo nuove logiche di novazione e della creatività, di mobilitazione attuazione di interventi di trasformazione/ delle imprese a fini di sviluppo e valorizza- riqualificazione urbana autofinanziabili. In zione, di partecipazione e coinvolgimento particolare il caso di studio di Barcellona enfa- della cittadinanza intorno ai temi dell’identità tizza il ruolo sociale delle strade e degli spazi culturale e della salvaguardia ambientale. pubblici nella riqualificazione urbana in ambi- Sono da segnalare i risultati di due recenti to metropolitano cercando di legare in maniera esperienze di riqualificazione urbana e coo- intelligente interventi di riuso con soluzioni perazione sociale, una riferita ad un ambito temporanee, mentre l’esperienza di Acri che è metropolitano – il caso Healing the City4 a una cittadina relazionata alla città di Cosenza Barcellona, con buone pratiche di sharing (classificata dal QTRP come centro urbano di spaces – e l’altra all’area vasta del silano – il livello regionale)5 e all’area vasta della Sila,

471 ha rappresentato un efficace esempio di sintesi merito a nuovi strumenti operativi di coopera- di governance una forte sinergia fra pubblico e zione territoriale mettono in campo. privato in grado di massimizzare le risorse non solo finanziarie ma anche umane basandosi su Scenari per innovare i processi un uso innovativo del capitale sociale. Sono diversi e interessanti i progetti proposti Le nuove sfide o attuati per rispondere in maniera innovativa alle sfide della città contemporanea, quasi tutti Le principali sfide cui le due città, attraverso le prevedono una profonda revisione delle moda- esperienze presentate, hanno fornito risposte lità di costruzione partecipata della nuova idea concrete ed operative, riguardano la qualità e di città. Si segnalano alcune idee interessanti. la prestazione dei servizi erogati, la capacità Laboratorio Azioni Integrate Innovative del di agire sulle diverse dimensioni dello sviluppo comune di Messina e dell’Area Metropolitana urbano con priorità per gli interventi che posso- che sulla base delle esperienze maturate in ter- no generare ricadute multisettoriali: mini di strumenti di democrazia partecipativa, • aumento della percezione della sicurezza, di processi inclusivi/comunicativi, di strategie con mix di attività e soluzioni di autopresi- urbane per la costruzione partecipata della dio per la sicurezza urbana; Città, ha definito un modello di UrbanLab che • maggiore inclusione sociale e multicultura- infatti può essere inteso come uno strumento di le, attraverso attività di animazione sociale governance e democrazia urbana condiviso e e culturale, i cd. social street; partecipato che svolge il ruolo di motore per • contrasto alla marginalità e al disagio la coesione territoriale, di vetrina e piazza economico, prevedendo la riduzione delle virtuale della città. Reactivicity Reloaded è un tasse sui rifiuti, contratti di rete di energia Laboratorio che prosegue e approfondisce i e misure economiche compensative per i temi della prima edizione “Reactivicity. Old residenti coinvolti nella cessione di spazi Spaces/New Uses”, che sperimenta e inne- privati; sta pratiche di riappropriazione e gestione • un target specifico di users rispetto al quale degli spazi. L’intento è quello di potenziare riorganizzare i servizi necessari, spaziali un percorso collettivo volto a stimolare nuove o aspaziali secondo le disponibilità offerte forme di partecipazione, formare competen- dagli utenti, la cd. banca del tempo. ze, elaborare strategie attraverso programmi, In entrambe le sharing experience, condizione metodologie e pratiche d’intervento dalla scala necessaria per l’attuazione delle strategie è la della governance territoriale fino alla riattiva- condivisione di un protocollo che preveda im- zione del singolo spazio. L’intento è quello di pegni e benefici legati alla realizzazione degli costruire un follow-up del progetto collettivo. interventi e l’esatta regolamentazione degli Le realtà urbane sono chiamate ad uno sforzo interventi ammessi dei soggetti pubblici e priva- culturale ed intellettuale che consenta di abban- ti coinvolti e i target temporali di attuazione. donare definitivamente vecchi modelli basati Il progetto diviene pertanto strumento attuativo su logiche top-down, che, tramite una attenta di una strategia quanto più condivisa possibile analisi dei problemi e delle esigenze, consenta ed il progetto stesso diviene tanto più efficace di scegliere tra un ventaglio di opzioni la via quanto più i suoi effetti positivi possano inte- più efficace per raggiungere i target di svilup- ressare bacini territoriali sovralocali secondo, po locali, regionali, nazionali e comunitari. però, logiche di complementarietà e sinergia. È da citare anche il progetto di Agorà tele- Dal progetto di città al progetto di territorio, matica come politica digitale per la città6 che quindi. Questo rappresenta lo strumento mag- prevede la costruzione interattiva di un comune giormente idoneo a conferire forza e sostanza livello di dialogo nella community basato pro- alla nascente architettura politico-amministrati- prio sulla possibilità di rendicontare, monitora- va delle città metropolitane. Territori competitivi re e implementare le proposte emerse, le idee e coesi, pertanto, anche alla luce delle temati- e gli esiti dei confronti virtuali. che che la nuova programmazione europea e le indicazioni di programmazione nazionale in

472 Healing the city. Rigenerazione urbana della nazionali ed europei destinati a migliorare Calle Sant Pere Mitja a Barcellona l’attrattività e l’innovazione degli spazi pub- blici. Questa è la politica promossa dalla rete Healing the city è un workshop di progettazio- accademica di cui la Kore di Enna e la UPC di ne promosso dall’Università di Enna Kore in Barcellona sono capofila e di cui fanno parte collaborazione con la ETSAV-UPC di Barcello- altre tre scuole di architettura nazionali, Reggio na, svoltosi nella seconda settimana di maggio Calabria, Trento e Catania, e partner di rilievo 2017 a Barcellona. L’obiettivo di Healing the internazionale come Public Space del CCCB di City, attraverso le attività di ricerca e semina- Barcellona, Barcelona Regional e Anas. riali, è stato quello di analizzare e progettare lo spazio pubblico come motore della rigenera- zione urbana, cercando di leggere le stratifica- zioni urbane attraverso la multiforme comples- sità dello spazio pubblico, quale luogo in cui la città genera se stessa e forma la cittadinan- za. Nello specifico, il workshop ha affrontato il caso di una strada, San Pere Mitja, del centro storico barcellonese che, per ragioni di diversa natura, rappresenta uno spazio poco vitale e di scarsa attività e per il quale è sembra- to necessario un intervento “terapeutico” di rigenerazione urbana. In quest’ottica, il gruppo di ricerca, attraverso un preciso percorso di pianificazione strategica, con il coinvolgimen- to e la partecipazione degli operatori privati e della public community, ha promosso un progetto di rigenerazione urbana, presentato anche alla Biennale dello Spazio Pubblico di Roma, basata sulla valorizzazione delle oppor- tunità urbane e architettoniche che il riuso dello spazio pubblico esistente può offrire alla città stessa. I temi del riuso degli spazi dismessi, della organizzazione di eventi temporanei, e della riqualificazione degli spazi non utilizzati (di proprietà pubblica e privata), sono concre- tizzati nel nostro caso studio attraverso delle opportune politiche che consentano di creare una sharing economy and communities e di ve- rificare la fattibilità economica degli interventi attraverso uno strategic plan che consenta, dalla vision generale, di quantificare le risorse necessarie (economiche e di impegno sociale) utili per implementare le azioni progettuali. L’approccio metodologico utilizzato ha previsto la predisposizione di opportune politiche ur- bane, giustificando la fattibilità economica dei singoli interventi (evidenziando le priorità), e creando una partecipazione attiva della popo- lazione, che destinerà risorse materiali (come ad esempio il proprio tempo) per realizzare le attività previste dallo e giustificherà la copertu- ra finanziaria residua attraverso finanziamenti

473 Note Riferimenti Bibliografici

1. Il saggio è il prodotto dell’attività di ricerca svolta dagli autori De Carlo, G. (2005), “Progettare luoghi pubblici” in nell’ambito del Workshop Healing the city. Si attribuisce ai 4 au- Guccione, M., Vittorini, A. (curated by), Giancarlo De tori il paragrafo “Le nuove condizioni e i presupposti per la nuova Carlo, Le ragioni dell’architettura, Electa/opera DARC, urbanità in ambito metropolitano”; a F. Moraci il paragrafo “Le Milano nuove sfide”, a C. Fazia il paragrafo “Scenari per innovare i pro- Ivain, G. (2013) Formulario per un nuovo urbanismo, cessi”, a G. Burgio e M.F. Errigo il paragrafo “Healing the city. Maldodor Press, Roma Rigenerazione urbana della Calle Sant Pere Mitja a Barcellona” Kristeva, J. (1997), “Institutional Interdisciplinariety” in 2. Stavrides, S., 2006, ‘Heterotopias & the experience of porous Theory and Practice: an Interview in Alex Coles and Urban Space’ in Loose Space: Possibility and Diversity in Urban Alexia Defert (eds), The Anxiety of Interdisciplinariety, Life. Routledge, London.; Stavrides, S., 2010, Towards the City De-, Dis-, Ex-, vol. 2, London of Thresholds Creative Commons, ProfessionalDreamers, Trento Marotta, G. (2013) Le Città metropolitane, Cedam e si veda anche : Muzzonigro A. Spazi e pratiche per una città plurale. Università degli Studi Roma Tre PhD XXVII ciclo, 2015, in http://dspace-roma3.caspur.it/bitstream/2307/4774/1/ABI- TARE%20LA%20SOGLIA_final.pdf 3. Si segnalano le seguenti buone pratiche: La Memoria (multimedia- le) come strumento di promozione del territorio del Comune di Ca- sale Marittimo (PI); Consumo di suolo zero del Comune di Lentate sul Seveso (MB) e il SAC Sistema Ambientale e Culturale Arneo Costa dei Ginepri del Comune di Nardò (LE) Per approfondimenti si rimanda al sito di Ialia in Comune, la rete delle buone pratiche: http://www.italiaincomune.it/2015/03/sac-sistema-ambienta- le-e-culturale-arneo-costa-dei-ginepri-nardo/ 4. Healing in the city è un gruppo di ricerca universitario internazio- nale dell’Università di Enna Kore, I responsabili scientifici sono Gianluca Burgio per i temi di progettazione architettonica e Mau- rizio F. Errigo per le tematiche relative all’urbanistica. Il gruppo ha solidi legami di ricerca scientifica con il gruppo di ricerca dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (responsabile prof. F. Moraci), con l’Università di Trento (responsabile prof. M. Ricci), con la ETSAV-UPC di Barcelona (prof. Pere Fuertes) e con i gruppi di ricerca Habitar della UPC e Arquitectos de Cabecera di Josep Bohigas. I lavori presentati in questo saggio sono frutto anche della collaborazione con l’Università di Catania SSD di Siracusa (responsabile prof. B. Messina), con l’Anas, con Public Space del CCCB di Barcelona, con Barcelona Regional; i lavori sono stati selezionati dall’INU nell’ambito della Biennale dello Spazio Pubblico 2017 e sono stati presentati a Roma nell’ambito del workshop International Cooperation dell’UN-Habitat, il 25 e 26 maggio 2017. 5. Secondo il QTRP-Quadro territoriale Regionale a valenza Pae- saggistica- della Calabria i centri urbani di livello regionale sono quei centri che per la pluralità e il livello delle funzioni erogate, rappresentano dei poli funzionali attrattori per l’intero territorio regionale: Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. 6. Oltre a questi aspetti legati all’esperienza relativa alle forme di partecipazione e qualità urbana specifiche del nuovo welfare urbano, si desidera sottolineare il riconoscimento ottenuto dal gruppo di lavoro LabStutep (UNIRC) per la proposta di policy presentata a “ItaliaCamp- la tua idea per il paese” con il progetto: l’Agorà telematica come politica digitale per la città, proposta fi- nalista agli Stati Generali del Mezzogiorno d’Europa –Presidenza del Consiglio dei Ministri- (Catanzaro 30.06.2012).

474 IL RUOLO DELLA FIDUCIA AUTENTICA NEI PROCESSI DI RIGENERAZIONE URBANA

Marco Musella | Melania Verde

Premessa urbana a misura delle persone e dei territori. La cooperazione strumentale e condizionale Il contributo affronta il tema della rigenerazio- che nasce dall’adesione a sistemi di incentivi ne urbana di particolari aree interne alle città, e punizioni (come il contratto di rete)1 e/o la le cd aree commerciali naturali, storicamente cooperazione non strumentale che nasce dalla destinate a funzioni produttivo-artigianali e fiducia genuina ed interpersonale tra gli agenti, mercatali, oggi in molti casi in condizioni di quella cioè che non risponde alla logica degrado e di abbandono anche a seguito individualistica? Il dilemma del prigioniero ed di interventi di ri-localizzazione delle attività equilibri non cooperativi. Il degrado urbano produttive e commerciali in contesti extraurbani di aree commerciali naturali come esempio specializzati. Il contributo dimostra che queste di dilemma del prigioniero. Il filone di ricerca aree, progressivamente svuotate del loro ruolo, economica da cui conviene prender le mosse possono oggi trovare nella valorizzazione per avviare la riflessione sul tema del degrado della tradizionale identità artigianale e com- urbano di numerose aree commerciali naturali merciale, del capitale sociale e della fiducia (come i centri storici) e delle strategie di rige- autentica l’opportunità di costruire strategie nerazione urbana intraprese negli ultimi anni è per fronteggiare il declino socio-economico quello nato dal seminale contributo di Nash sul ed il degrado fisico. In particolare, si prova a dilemma del prigioniero: si tratta di uno scritto spiegare il motivo per il quale tali aree vertono che ha messo in evidenza la terribile contrad- in condizioni di degrado e decadimento, at- dizione in cui possono venirsi a trovare i nostri traverso la teoria dei giochi e, nello specifico, sistemi socio-economici nel momento in cui gli il dilemma del prigioniero, condizione in cui i agenti economici, decidendo in modo razio- decisori massimizzano il risultato delle proprie nale, fanno si che il sistema non raggiunge scelte – per sè ma non per il gruppo – contri- soluzioni ottimali, ma sub-ttimali. E ciò, ripetia- buendo al degrado urbano (che rappresenta mo, pur in presenza di agenti che perseguono una situazione di equilibrio sub-ottimale o non razionalmente l’ottimo individuale; la raziona- cooperativo, il noto Nash Equilibrium). Obiet- lità strumentale li obbliga, in qualche modo, a tivo del lavoro è individuare gli strumenti che comportarsi in modo non collaborativo con gli possono favorire il superamento del dilemma altri cosicché ne vien fuori un equilibrio sub-ot- del prigioniero, attraverso scelte cooperative timale. Nel mondo reale, infatti, gli agenti che spingono gli agenti economici a preferire economici spesso sanno bene che i risultati che comportamenti atti a massimizzare il risultato raggiungeranno sono fortemente influenzati del gruppo, ovvero la riqualificazione urbana dalle scelte di altri; trattandosi di situazione (che rappresenta una situazione di equilibrio nota ai nostri attori del processo economico, ottimale o cooperativo). In particolare, ci si non si può trascurare – soprattutto se ci si muo- chiede, quale sia la tipologia di cooperazione ve all’interno di un approccio che considera la maggiormente in grado di favorire il raggiun- razionalità dei singoli agenti – che ciascuno gimento di soluzioni ottimali, ovvero di creare si sforzerà di prevedere i comportamenti degli le giuste premesse per l’avvio e l’auto-ali- altri. Quasi sempre, per non dire sempre, l’esi- mentazione di un processo di rigenerazione stenza di una interdipendenza nelle scelte degli

475 agenti economici viene trattata utilizzando la 3. posto (risultato che prevarrà) accuso e teoria dei giochi. Si tratta di una branca della sono accusato matematica che ha ricevuto una grandissima 4. posto (risultato peggiore) non accuso e attenzione dagli economisti, soprattutto nei de- sono accusato cenni a cavallo del nuovo millennio, e che trae È vero che la situazione nella quale non si origine e forza nuova dal contributo del gran- accusano è migliore e, quindi, sembrerebbe de matematico John Nash che, come si è detto, avere chance per essere raggiunta, ma, se i con il cd. dilemma del prigioniero ha aperto giocatori sono interessati al miglior risultato la mente a tanti scienziati su come interpretare per se stessi e ragionano in maniera egoista e scelte umane che producono risultati aggregati razionale, come la teoria economica conven- così insoddisfacenti da apparire incomprensibi- zionale ha sempre ipotizzato, sceglieranno di le il fatto che non si riesca a modificare queste non cooperare, sia A che B sanno che conver- stesse scelte. Il dilemma del prigioniero, un rà accusare e guadagnare l’immediata libertà, gioco ad informazione completa, mostra, infat- se l’altro non accusa. Il risultato di Nash è ti, l’ineluttabilità di esisti sub-ottimali di intera- così forte che anche gli eventuali accordi presi zioni tra soggetti guidate dal self-interest. La dai due prigionieri, in assenza di un efficace possibilità di migliorare il risultato aggregato, sistema di enforcement degli stessi accordi, e quindi anche quello dei singoli decisori, per verranno disattesi e prevarrà l’equilibrio sub- anticipare riflessioni che si proporranno nelle ottimale indicato in precedenza. Il dilemma prossime sezioni, è legato alla possibilità di del prigioniero rappresenta un potentissimo inserire comportamenti cooperativi che spingo- strumento interpretativo di quelle tante situa- no gli agenti a scegliere comportamenti atti a zioni della vita economica, sociale e politica massimizzare il risultato del gruppo rinuncian- nella quale compare una chiara divaricazione do all’apparente vantaggio individuale. tra l’obiettivo individuale e quello sociale o Ma procediamo con ordine e prima di prose- collettivo. Il degrado urbano è certamente una guire su superamenti del dilemma del prigio- situazione in cui, in assenza di un meccani- niero e sulla loro applicabilità a casi specifici smo di coordinamento delle scelte individuali caratterizzati da condizioni di degrado urbano orientato a favorire la cooperazione, gli agenti proviamo ad esporre sinteticamente il dilemma hanno preferito, e continuano a preferire, del prigioniero. muoversi nella logica di massimizzare l’obiet- Due persone (A e B) hanno compiuto un reato. tivo individuale (o minimizzando i costi della Vengono intercettati e trattenuti dalla polizia situazione che si è generata), non intrapren- che non ha, però, alcuna prova per incastrar- dendo investimenti che, in assenza di una li; l’unica possibilità è rappresentata da una prospettiva condivisa di valorizzazione di area confessione o un atto di accusa circostanziato. commerciali naturali, rischiano di produrre solo Se nessuno dei due accuserà (o confesserà, perdite. È, dunque, un caso in cui l’obiettivo ma questa ipotesi mettiamola già da subito individuale diverge da quello collettivo. Prima da parte), scaduti i termini di carcerazione di procedere sulla strada della ricerca delle preventiva, la polizia sarà costretta a rilasciare strategie più adatte a tirarsi fuori dal dilemma entrambi. del prigioniero (prossime sezioni) proviamo a Si decide allora di interrogarli separatamente e mettere in risalto in modo più esplicito quanto si promette a ciascuno la libertà, o uno sconto il paradigma si adatta bene a fotografare ciò di pena, se collabora denunciando il colpevole che accade nelle aree degradate in esame. (Neumann, Morgenstern, 1953). Dove la situazione può essere senz’altro vista Nash afferma che i due saranno portati per come una tipica situazione da dilemma del calcolo razionale ad accusarsi reciprocamente. prigioniero. L’assenza di strategie condivise di Per ciascuno dei due pregiudicati, infatti, vale valorizzazione delle aree commerciali naturali la seguente graduatoria dei risultati: non assicura continuità alla storica vocazione 1. posto (risultato migliore per sé) accuso e di queste aree quale luoghi deputati al com- non sono accusato mercio e al mercato, ognuno – i commercianti, 2. posto (risultato migliore per entrambi) non gli artigiani, i proprietari degli immobili – scel- accuso e non sono accusato gono l’azione individualmente più conveniente

476 al fine di ottenere il miglior risultato per sè: propone come arbitro/giudice. Il presupposto chiudono attività fiorenti, delocalizzano produ- logico da cui parte questa letteratura è che i zioni, non si eseguono le dovute operazioni di due (o n) giocatori del dilemma del prigioniero manutenzione degli immobili. Né il Comune da soli non sono in grado di tirarsi fuori dal e le altre istituzioni pubbliche compiono scelte Nash equilibrium e, conseguentemente, per politiche concrete nella direzione di una idea raggiungere questo obiettivo è necessario fare positiva sul ruolo, rinnovato e attento all’evo- intervenire qualcuno che è in grado di modifi- luzione dei tempi e delle tecnologie di queste care i risultati ottenuti (i payoffs) dagli agenti. aree. Il risultato aggregato è spesso sotto gli L’idea, dunque, è nella sostanza riconducibile occhi di chiunque: saracinesche abbassate, im- alla tesi che la presenza di incentivi, e/o mobili non curati, strade sporche e dissestate. Il punizioni, aiuta a superare le secche del Nash degrado urbano! equilibrium perché consente di far emergere, e di tenere in vita, comportamenti cooperativi. La Il ruolo del contratto di rete per il superamento presenza, ad esempio, di un sistema di premi del dilemma del prigioniero in una ottica di per il comportamento cooperativo, se è ben “cooperazione strumentale e condizionale”. È congegnato, modifica i payoffs ed incentiva gli un sistema di incentivi e punizioni per uscire agenti a modificare la propria strategia e ad dal Nash equilibrium? iniziare a cooperare. Con l’introduzione degli incentivi ad ogni agente conviene cooperare Nella sezione precedente abbiamo provato a perché il suo risultato è comunque migliore di chiarire perché il comportamento cooperativo, quello che ottiene se non coopera. L’equilibrio seppur strategia vincente per la collettività dei si avrà per la coppia non accusare – non decisori, è, nei fatti, una strategia “impossibi- accusare (che significa cooperare con l’altro le” a realizzarsi. La ricerca dell’individualistico giocatore, lo ripetiamo). È ovvio che questa tornaconto non solo non porta al bene comu- soluzione richiede l’intervento di un “terzo” ne, ma neanche al bene privato dei singoli attore che ha risorse e strumenti efficaci per individui. “Non cooperare” in aree degradate intervenire nei processi decisionali in modo da risulta oggi la strategia individuale migliore, rendere affidabile per gli agenti economici la ma essa produce mancati guadagno, o perdite scelta di cooperare. Deve, perciò, trattarsi di che si potrebbero evitare, per i singoli; essa è un soggetto (verrebbe da dire una Istituzione) divenuta nel corso degli anni un equilibrio sta- che ha l’autorità e la disponibilità di risorse bile del gioco (un equilibrio di Nash, appunto) adeguata a gestire un sistema prevalente- dal quale nessuno dei decisori ha convenienza mente di premi piuttosto che di punizioni2. a spostarsi unilateralmente, pena il rischio E veniamo al caso delle aree commerciali altissimo di subire ulteriori perdite. Ma tor- naturali degradate e dello strumento spesso niamo alla teoria. La letteratura sugli equilibri promosso da Enti, associazioni per avviare sub-ottimali ha cercato di porre rimedio allo un percorso di rigenerazione urbana e rivi- sconfortante risultato di Nash seguendo molte talizzazione economica: il contratto di rete. e diverse vie. Di esse, ovviamente, non è pos- L’accordo formalizzato nel “Contratto di Rete”, sibile dare conto, neanche per linee generali, basato sulla collaborazione, lo scambio e in questo breve saggio orientato, come è l’aggregazione tra imprenditori, veniva e viene evidente, a fornire chiavi interpretative di ciò considerato, più che altro, una sorta di “pat- che è avvenuto e sta avvenendo in determi- to” tra agenti, in questo caso decisori/agenti nati contesti urbani ed in particolare in aree per far sì che essi scelgano di “cooperare”. commerciali naturali che vertono in condizioni L’adesione ad un contratto di rete rappresenta, di degrado. Conviene perciò centrare la nostra infatti, la modalità con cui si cerca di favorire attenzione solo, e brevemente, su quel filone una scelta cooperativa dei diversi soggetti di studi che ha messo al centro dell’attenzione basata soprattutto sulle risorse interne della il tema degli strumenti che possono favorire la rete. I vantaggi (o incremento dei payoffs, per cooperazione tra gli agenti. Esso, in generale, usare la terminologia della teoria dei giochi) propone di superare il dilemma del prigioniero per i retisti in questo caso sono più legati ad facendo entrare in gioco un attore terzo che si una sorta di economie esterne all’impresa,

477 ma interne all’area geografica, (come, ad operazione se la reciprocità anche in presenza esempio, un maggior potere contrattuale verso di contratti non emerge? l’esterno, la possibilità di organizzare azioni La letteratura sembra indicarci una strada: è di promozione collettiva dell’area, la possibi- possibile evitare esiti dilemmatici (cui si può lità di realizzare investimenti parzial! mente giungere, come si è detto, anche in presenza congiunti ripartendone i costi) che ai tradizio- di accordi vincolanti) solo se si inizia a sposa- nali vantaggi fiscali e ai vantaggi derivanti da re la logica di un agente non standard per la un sostegno pubblico in termini di politiche di teoria economica, cioè quella di un agente che arredo urbano, etc. Possiamo considerare lo non ragiona solo in termini di cosa è ottimo, di strumento del contratto di rete, in linea con la come massimizzare benefici o minimizzare co- tesi secondo la quale i comportamenti degli sti, ma che misura la bontà di un’azione per il agenti si modificheranno solo in presenza di suo valore intrinseco e non sulla base della sua un sistema di premi e punizioni che modifichi capacità di essere un mezzo per ottimizzare i i payoffs degli agenti, una misura tale da ren- payoffs (come, invece, è abituato a fare l’homo dere conveniente la cooperazione? È vero che oeconomcus mosso dal solo self-interest). i decisori sulla base di un programma comune Nella società civile, come messo in evidenza possono collaborare nell’ambito delle rispettive da un vasto filone di studi (Gui, Zamagni, imprese, ma anche scambiare know-how o Bruni ed altri ancora) sono presenti forme di prestazioni industriali, commerciali, tecnologi- cooperazione che si sviluppano sulla base di che, esercitare in comune attività di impresa, un agente che fa le sue scelte mosso da un contribuire in ultima analisi al processo di riva- tipo di razionalità diversa dall’idea standard. lorizzazione socioeconomica del territorio, ma È proprio con queste forme di cooperazione, perché ciò decolli davvero è necessario che la caratterizzate da interazioni che si ripetono, cooperazione nasca da motivi non strumentali “liberamente e senza sistemi di enforcement (gli incentivi fiscali o i benefici dell’intervento legale”, che si entra nel campo della recipro- pubblico) ma dalla “fiducia” tra agenti. cità, che gli economisti (soprattutto il filone Ma di questo si dirà nella prossima sezione. dell’economia civile) da un po’ di tempo hanno iniziato ad arare insieme a sociologi, antropo- Il superamento del dilemma del prigioniero in logi e altri scienziati sociali. Come si è detto una ottica di “cooperazione non strumentale”. la trasformazione del gioco che avviene in Il ruolo del capitale sociale e della fiducia questo caso è, innanzitutto quella di prendere autentica. in considerazione che il gioco è ripetuto, non è one shot. Ciò comporta che vi è sempre la Fin qui si è discusso dell’idea standard di ra- possibilità di valutare benefici che durano nel zionalità economica, secondo cui la “coopera- tempo in contrapposizione a benefici maggio- zione”, in un’ottica strumentale e condizionale, ri, ma di durata limitata, ma, andando anche può essere raggiunta solo quando si è capaci al di là della logica di scelte legate sempre di auto-vincolarsi (attraverso la sottoscrizione di e comunque ad un calcolo, vi è lo spazio accordi, contratti) a delle regole non opportu- per introdurre elementi legati al desiderio di nistiche, per un bene individuale maggiore. E preferire la cooperazione, di volere alimentare ciò, si è detto nella sezione precedente, è forte- circuiti di quella benevolenza che Smith non mente dipendente dalla esistenza di un sistema nega, ma considera la base della convivenza di premi e punizioni adeguate (e comunque umana (Musella, 2015). L’idea che si possa tali da modificare la gerarchia dei payoffs) riqualificare un determinato contesto urbano, con alta probabilità di enforcement. Tuttavia, il una determinata aree commerciale senza “contratto”, pur essendo un’importante forma prestare attenzione ai sistemi di relazione è, di reciprocità, indispensabile per la vita civile, dunque, a ben vedere, molto debole, soprattut- non sempre è un sistema in grado di attivare to quando i sistemi di incentivo non sono così forme di cooperazione. Ci possiamo, allora, forti da modificare le convenienze degli agenti porre la domanda di quale altra via consente in modo palese. Occorre, perciò, guardare in di uscire dalle secche del Nash equilibrium o, un modo nuovo l’economia urbana prestando meglio, come si attivano comportamenti di co- maggiore attenzione alle relazioni sociali, alla

478 qualità della vita e alla dimensione sociale dei urbani, per mantenere una connotazione iden- piani di sviluppo. Se l’involuzione della città è titaria, devono conservare un “nucleo” stabile andata di pari passo con l’abbandono di una ma al contempo essere in grado di rispondere visione civile del mercato appare evidente che alle nuove richieste della popolazione. In que- per la rigenerazione della città3 è necessario sto quadro, allora, l’identità è il risultato della un ritorno all’economia civile, dove l’incremen- continua negoziazione tra gli attori in gioco. to del benessere collettivo va di pari passo con In un percorso di valorizzazione di un territo- l’attivazione di positivi legami sociali in una rio elementi intangibili quali, identità, storia logica di reciprocità genuina, non strumentale locale, fiducia, legami interpersonali, cono- (Bruni, 2006; Zamagni, 2002; Gui, 2002). scenza reciproca, costituiscono senza dubbio La riqualificazione urbana costituisce dunque la matrice identitaria su cui attivare innovative un’occasione per promuovere il riavvicinamen- dinamiche di sviluppo locale. L’elemento che to tra reti economiche e reti sociali che negli sembra fare la differenza in termini di ripresa ultimi decenni sembrano seguire orientamenti e di sviluppo sostenibile di un territorio è il suo divergenti. Si propone, pertanto, un modello capitale sociale, inteso nell’accezione culturale, di sviluppo fondato sul binomio tradizione di impronta macroeconomica, come la cultura e innovazione, in cui il territorio con la sua civica che frena l’opportunismo e favorisce il storia, tradizioni, saperi e identità relazionale rispetto delle regole della convivenza collettiva. costituisce un valore aggiunto e soprattutto un Val la pena spendere qualche parola in più su vantaggio “competitivo” difficilmente riprodu- questo concetto così rilevante che la letteratura cibile in altri contesti. Un modello di sviluppo, recente ha spesso messo al centro dell’atten- dunque, caratterizzato non solo dalla ricerca zione e che anche nella teoria dei giochi può di una ripresa economica, ma soprattutto dal essere usato per dare contenuto a strategie di miglioramento della qualità della vita, eviden- cooperazione che ci portino fuori dal Nash ziando così una nuova logica su cui fondare il equilibrium. Il primo contributo del filone di sistema socio-economico. Ricercare la storia e studi sul tema del capitale sociale è attribui- la cultura di determinati territori, rappresenta bile a Putnam (1993), secondo cui il capitale il punto di partenza, non solo in un’ottica di sociale è “la fiducia, le norme che regolano la tutela, conservazione e valorizzazione ma convivenza, le reti di associazionismo civico, soprattutto come fattore in grado di promuove- elementi che migliorano l’efficienza dell’or- re lo sviluppo economico e sociale e di dare ganizzazione sociale promuovendo iniziative un obiettivo comune (un progetto condiviso) prese di comune accordo” (Putnam, 1993). Il agli agenti. Occorre creare le giuste premes- capitale sociale inteso come bene pubblico se affinché si possa avviare un “processo” fatto di norme di reciprocità e cooperazione, orientato a ricostruire nuovamente un’identità di reti di impegno civico e di partecipazione, culturale locale intesa come individuazione, deriva dalla presenza di un diffuso sentimento tutela e valorizzazione di tutti quei fattori che di fiducia generalizzata, cioè dal sentimento contribuiscono a creare la specificità e l’unicità che ci si possa fidare degli altri in quanto di determinati luoghi. L’identità non è sicura- “cittadini”, non in quanto soggetti appartenenti mente qualcosa che si può generare calando a determinati gruppi/categorie (come può soluzioni dall’alto, ma è il frutto dell’incontro essere ad esempio l’appartenenza ad una tra persone che interagiscono in modo conti- rete di imprese). Fukuyama (1995) identifica il nuo e proficuo in specifici contesti urbani. Gli capitale sociale proprio con la fiducia, cioè la individui non possono però essere categorizza- capacità di instaurare comportamenti coopera- ti unicamente in relazione ad una sola civiltà o tivi derivanti da caratteri culturali che tendono cultura, ovvero ad un sistema singolo e onni- ad autoconformarsi. La prima caratteristica che comprensivo, in quanto le identità di uno stesso le interazioni sociali devono possedere perché individuo sono diverse e non sono escludenti4. possa svilupparsi la fiducia è la stabilità degli L’identità non è neppure qualcosa di statico, incontri. Nei giochi sperimentali in cui i gio- ma subisce trasformazioni nel tempo rendendo catori hanno a disposizione una sola mossa, evidente il compromesso tra conservazione e in cui la scelta razionale, come si è detto, è innovazione su cui si basa. Del resto, i luoghi la defezione o la non cooperazione (il Nash

479 equilibrium appunto), il rischio che entrambi i Note giocatori adottino una mossa sleale è altissimo. Questi giochi simulano le interazioni fra sog- 1. Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad eser- citare in comune una o più attività economiche rientranti nei getti che si incontrano senza conoscersi o che rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca sanno che non si incontreranno una seconda capacità innovativa e la competitività sul mercato (art. 3, co. volta. Sono le interazioni nelle quali scattano 4-ter, DL n. 5/2009, conv. con L. n. 33/2009 e s.m.i.). 2. Vi è una profonda differenza fra “punizioni/sanzioni” e “pre- tutti i meccanismi possibili della diffidenza mi”. Il primo a sollevare la questione della precisa differenza ma anche dell’opportunismo: I giocatori non fra punizioni e premi e a metterne in evidenza il diverso ruolo hanno alcun controllo sull’azione dell’altro, non che questi debbono svolgere nella società è stato Giacinto Dragonetti, in “Delle virtù e dei premi” (1766), dove «Drago- possono né premiarlo se si comporta in modo netti lamenta che in nessun paese esistono leggi per premiare cooperativo, né punirlo se si comporta in modo le virtù, mentre ve ne sono innumerevoli per punire i delitti. Ben opportunistico perché non vi sarà un secondo lungi dal voler negare l’importanza delle punizioni commina- te a chi delinque, Dragonetti è però convinto che lo sviluppo stadio del gioco. I comportamenti di fiducia civile ed economico di uno stato non possa prescindere da e di affidabilità, di contro, crescono con la un’adeguata remunerazione dei comportamenti virtuosi» (Car- connessione sociale: i giocatori adottano con bonara, 2009, p. 525). 3. Sul ruolo dell’imprenditoria sociale nei processi di rigenerazio- più probabilità strategie cooperative che mas- ne urbana, cfr. Verde, Postiglione, Volpe (2015). simizzano l’utile reciproco, piuttosto che l’utile 4. Sull’importanza dell’identità per la costruzione delle relaziona- proprio, quanti più contatti hanno in comune e lità e della pluralità dell’identità si rinvia ad uno scritto di Sen, Identity and violence. The Illusion of Destiny (2006). quanto più lunga è la relazione (affinché si ge- neri fiducia le relazioni devono essere stabili). L’importanza della conoscenza reciproca e dei contatti comuni è la variabile chiave perché Riferimenti Bibliografici gli individui si possano fidare degli altri.In particolare è la relazione di fiducia autentica, Bruni, L. (2006) Reciprocità. Dinamiche di cooperazione, economia e società civile, Bruno Mondadori, Milano interpersonale, quella cioè che non risponde Carbonara, E. (2009), “Premi e incentivi” in L. Bruni, S. alla logica individualistica, che, non essendo Zamagni (a cura di), Dizionario di Economia civile, Città esclusivamente intrapresa per un puro sco- Nuova, Roma, p. 525 Fukuyama, F. (1995) Trust: the social virtues and the po individuale, può giocare un ruolo-chiave creation of prosperity, New York: Free Press (trad. it. nell’attivazione e consolidamento di processi di Fiducia, Milano: Rizzoli, 1996) cooperazione. Essa, in quanto forma di fiducia Gui (2002) “Più che scambi, incontri” in Sacco, P.L., Zamagni, S., Complessità relazionale e comportamento “donata”, risulta maggiormente in grado di economico, Il Mulino, Bologna produrre risposte “affidabili” da parte degli Musella, M. (2015) Teoria economica dello sviluppo agenti coinvolti nella relazione e di consentire umano. Una introduzione, Apogeo Education Maggioli, Rimini il superamento del dilemma del prigioniero. Se Neumann, J., Morgenstern, O. (1953) Theory of Games la sola motivazione ad intraprendere un’azio- and Economic Behavior, Princeton, NJ. Princeton ne fiduciosa è l’aspettativa di reciprocità, come University Press Putnam, R. (1993) Making Democracy Work: Civic nel caso di chi decide di aderire ad un accor- Traditions in Modern Italy, Princeton University Press, (tr. do vincolante, non è detto che si producano gli it. La tradizione civica nelle regioni italiane, Arnaldo stessi effetti positivi, e soprattutto la circolazio- Mondadori, Milano, 1994) Sen, A. (2006) Identity and violence. The Illusion of ne di un diffuso sentimento di cooperazione in Destiny, Norton e company, New York vista di un obiettivo comune da raggiungere è Verde, M., Postiglione R., Volpe R. (2015) Le città moderne sotto la spada di Damocle del venir meno degli a rischio di povertà relazionale. L’imprenditoria sociale come proposta di terapia, IRIS incentivi. Zamagni, S. (2002), “L’economia delle relazioni umane: In altri termini, la diffusione della fiducia auten- verso il superamento dell’individualismo assiologico” tica, intesa come “risorsa morale” dei soggetti in Sacco, P.L., Zamagni, S., Complessità relazionale e comportamento economico, Il Mulino, Bologna coinvolti nella relazione è la base più solida per favorire processi di rigenerazione urbana sostenibili.

480 AREA METROPOLITANA CAMPANA, RECUPERO/ RIQUALIFICAZIONE DELLA CONURBAZIONE AVERSANA

Gianfranca Pagano | Salvatore Losco

Le grandi trasformazioni che investono la città costituendo quest’ultima il confine a nord tra la e il territorio hanno messo in crisi le modalità Conurbazione Aversana e Casertana. della loro configurazione e organizzazione imponendone una rilettura della forma e della Aree metropolitane, conurbazioni, sprawl e struttura, diverse rispetto alle immagini e alle città logiche interpretative che la modernità ci ha consegnato. Le città e i territori della contempo- La maggior parte della popolazione urbana raneità sono sottoposti a processi di trasforma- vive oggi in una città nuova, i cui limiti conse- zione strutturale degli assetti insediativi sia dal guenti ai luoghi del lavoro, dello studio, della punto di vista morfologico che delle relazioni produzione, del commercio, del tempo libero, sociali, politiche, economiche e simboliche non coincidono più con quelli amministrativi. determinate dal loro costituirsi. Questi nuovi La città si è diffusa e si è sovrapposta alla modelli insediativi hanno determinato un’ineffi- campagna, producendo nuovi territori, non cacia degli strumenti di pianificazione tradi- ancora adeguatamente esplorati. La crescita zionali e una conseguente perdita d’identità fisica dell’agglomerato urbano si è estesa dei territori e delle città, che deriva, in misura oltre i confini amministrativi, la popolazione e considerevole, dalla mancata differenziazione le attività economiche si sono ridistribuite sul con l’intorno, storicamente declinato come suo territorio interessando luoghi intorno al nucleo complemento anche in termini culturali. centrale. Siamo quindi di fronte a un’entità dif- Nuove logiche governano questi processi e fusa, piena di energia, ma ancora disordinata nuovi strumenti di pianificazione devono essere e disarmonica: il territorio periurbano, area messi in campo per affrontare le nuove doman- periferica indistinta, comunemente denominata de di territorio. Il paper, dopo aver tratteggiato hinterland, vastamente estesa intorno ad una alcune caratteristiche distintive delle aree grande città, di cui subisce l’influenza sociale metropolitane propone l’individuazione di ed economica e alla quale fornisce i prodotti sub-aree funzionali omogenee (la conurbazio- della propria attività. Col delinearsi di questa ne aversana) all’interno di una più estesa area nuova situazione si configura un insediamento metropolitana. metropolitano in cui le aree collocate attorno Tali sub-aree sono finalizzate alla redazione di alla grande città assumono una maggiore un piano strutturale della conurbazione che si capacità attrattiva. L’affermarsi di processi interfaccia tra le strategie del Piano Territoriale espansivi, agglomerativi e conurbativi delle Metropolitano, all’area vasta, e le scelte struttu- città, ha dato luogo a modalità del tutto nuove rali del Piano Urbanistico Comunale, alla scala di configurazione degli insediamenti urbani, locale. Il contributo presenterà il caso-studio nel cui ambito si è riformulato il rapporto tra della conurbazione aversana, a nord di Na- le attività urbane che usano lo spazio e la poli, nell’ambito della più articolata pianifica- configurazione dello spazio stesso. I segni zione delle conurbazioni metropolitane che si materiali, espressione di questa nuova confor- interconnette con quanto proposto nel progetto mazione, si ritrovano nel continuum urbanizza- di Andreas Kipar per la riqualificazione am- to, costituito da insediamenti edificati in tempi bientale dell’area dei Regi Lagni: Regi Felix1, diversi, da spazi non costruiti o interstiziali

481 ancora ad uso agricolo, messi in dipenden- Pertanto guardando dentro le aree non urba- za tra di essi dai sistemi infrastrutturali per nizzate, si riconosce l’agricoltura periurbana, la comunicazione e la mobilità di persone e potenziale generatrice di esternalità guidate cose. Molteplici conseguenze scaturiscono sul dal concetto di multifunzionalità, dall’idea che, piano della pianificazione urbanistica con- alla produzione di beni essenziali per l’alimen- siderato che, da una parte la pianificazione tazione umana ed animale, si possono associa- comunale non è più in grado di gestire territori re altre funzioni di carattere sociale, culturale così complessi, allargati, dilatati, sovrapposti ed ambientale attraverso il perseguimento delle (soprattutto quando piccole realtà amministra- istanze di protezione dell’ambiente, dalla valo- tive gravitano attorno a grandi polarizzazioni rizzazione del paesaggio, della conservazione urbane) e, dall’altra, la pianificazione provin- della biodiversità, dalla fruizione ricreativa e ciale, sia pure in discussione a seguito dell’isti- dalla produzione di beni e servizi secondari tuzione della città metropolitana2, resta troppo proprio in virtù della prossimità alla città. Ri- distante dalle questioni riferibili alle tematiche spetto a queste tematiche la cultura urbanistica dell’uso dei suoli, dei servizi collettivi e della si attesta su posizioni opposte: residenza. Emerge anche la contraddizione di • una parte oscilla tra l’accettazione di que- un’eccessiva settorializzazione delle politiche sti modelli come paesaggi urbani contem- territoriali, che vede una precisa separazione e poranei e l’indifferenza rispetto a problemi una mancanza di interazione, fra le misure di come lo sprawl e il consumo di suolo; sviluppo agricolo e gli strumenti di governo del • l’altra assume una posizione critica rispetto territorio. L’attenzione viene posta sui territori alla dispersione urbana e si muove alla periurbani che rappresentano i tessuti più ricerca di strumenti e spazi che possano ri- instabili, più a rischio, per la mancanza di una definire la forma della città contemporanea precisa identità e di un ruolo definito nell’as- come fatto se non compiuto quanto meno setto territoriale. Essi possono essere riscoperti strutturato. In questo secondo caso, spesso come risorsa ambientale e sociale per gli spazi lo strumento utilizzato coincide con la pia- della città. In questa prospettiva il territorio nificazione e progettazione del paesaggio agricolo periurbano costituisce un supporto per periurbano, cioè dei vuoti d’importanza conoscere, interpretare e ripensare lo spazio strategica, da riempire non con nuove proprio della città dispersa, attraverso un diver- edificazioni bensì con significati, forme e so approccio conoscitivo che: funzioni che ne conservino e valorizzino la • restituisce un quadro descrittivo attento alla specifica natura. diffusione periurbana ed alle sue caratteri- Il ruolo chiave di questi spazi, flessibili e aperti stiche bio-fisiche; alle trasformazioni, deriva da almeno tre • tenta di superare la tradizionale dicotomia fattori: città-campagna, proponendo una strategia • rappresentano occasioni decisive per interpretativa capace di indirizzare nuovi ricucire frammenti e aree di frangia in un e tecnicamente pertinenti usi del suolo che disegno urbano strutturato; sottolineano le potenzialità assunte da un • possono costituire un sistema di corridoi rinnovato ruolo delle pratiche agricole ecologici e spazi naturali rilevanti per la all’interno dei processi di valorizzazione; qualità ambientale della città; • mette in evidenza la molteplice funzione • offrono un’opportunità alla città contempo- delle aree rurali nella città contemporanea ranea se vengono trattati in sede proget- come spazi della produzione, dell’educa- tuale come rete articolata di spazi di uso zione ambientale, di protezione ambienta- pubblico all’aperto. le e riconnessione ecologica con gli ambiti Cambia totalmente, in questa logica, il rappor- urbani; to tra pieno e vuoto; non è più solo il pieno a • tenta di individuare modelli, anche so- determinare la forma dei vuoti, ma è lo spazio cio-economici, capaci di sostenere queste vuoto a penetrare nel pieno, ridefinendolo, istanze di trasformazione, in una logica di riqualificandolo, ridando forma all’insediamen- mercato conseguente all’economia ambien- to. In questo intricato gioco tra artificio e natu- tale. ra, gli spazi residuali ed interstiziali diventano

482 nuovi luoghi pubblici, nuove centralità nella omogeneità significative (individuazione e rinnovata scena urbana. Questa infrastruttura riconoscimento delle polarità territoriali) per verde struttura il paesaggio sia dal punto di la questione delle aree metropolitane. Il passo vista morfologico che funzionale: la continu- successivo ipotizza una geo-referenziazione ità dei terreni agricoli rende infatti leggibile di ciascun dato astratto attraverso la perime- l’organizzazione insediativa storica, conserva trazione di una sub-area dotata di omogeneità l’equilibrio formale e visivo tra pieni e vuoti, specifica. L’applicazione al caso studio mira al soprattutto in corrispondenza delle direttrici riconoscimento di metodi validi per la peri- di espansione delle metropoli; mentre le aree metrazione di sub-aree in cui sia ipotizzabile boscate, le formazioni vegetali lineari, disposte riconoscere fattori significativi per la lettura lungo i corsi d’acqua o a corredo della trama gerarchica dei centri urbani afferenti ad ambiti agraria, sono elementi di diversificazione territoriali omogenei. Dal riconoscimento di paesaggistica e, se conservano un certo grado tale organizzazione del sistema insediativo, di connettività interna, svolgono la funzione di esito finora di processi spontanei e di interventi reti ecologiche. La rete degli spazi aperti agri- non coordinati mediante strumenti e program- coli e naturali da un lato definisce la forma e il mi, si passa all’individuazione dei possibili funzionamento del territorio alla scala regiona- obiettivi strategici per il suo potenziamento, le dall’altro configura i limiti della città metro- rendendo però, riconoscibili le parti organiz- politana. Se, quindi, la città contemporanea zate di un sistema continuo nel quale, il caos è spazio frammentato, suddiviso attraverso la e il caso, rappresentano ancora i lineamenti es- moltiplicazione di entità disconnesse, costruire senziali. Tale consolidamento e potenziamento un’ecologia della città, generare una diretta della struttura policentrica, con il rafforzamento realizzazione del messaggio ambientale in una delle polarità interne, potrebbe contribuire al città sostenibile, significa ristabilire il genere di contenimento dei fenomeni crescenti di disper- continuità dello spazio vissuto. Questa continu- sione e congestione urbana caratteristica di ità si riconquista lavorando sulla scala piccola tutte le aree metropolitane. fino ad arrivare alla scala grande territoriale, L’area metropolitana Campana, i cui confini trasformando le piazze ed i percorsi pedonali sono stati individuati della Legge 56/2014 in nodi e vettori di una rete di spazi pubblici su coincidenti con quelli della sola provincia larga scala. di Napoli (Città metropolitana di Napoli), risulta molto più estesa e comprende l’area Aree metropolitane e sub-aree funzionali aversana a nord e l’agro nocerino-sarnese omogenee: la conurbazione aversana a sud. La prima ricadente interamente nella provincia di Caserta e la seconda ricadente in L’individuazione di sub-aree omogenee, parte nella provincia di Salerno. Tutti gli studi all’interno di più estese aree territoriali ad alta condotti negli ultimi trent’anni concordano che antropizzazione, può costituire elemento pro- il reale perimetro dell’area metropolitana di pedeutico a qualsiasi ipotesi di piano metropo- Napoli non possa coincidere con quello dalla litano, tanto nella forma strategica che struttu- provincia. Anche nelle ipotesi più avanzate rale-operativa. Una possibile sub-articolazione che riconoscono nelle aree metropolitane non geografica, funzionale ed amministrativa, un unico confine ma più confini relazionati a all’interno di un apparente disordine generato specifici settori e funzioni territoriali (confine a dalla fusione di più centri, senza alcun piano geometria variabile) il confine della provincia e/o progetto comune, può far riconoscere i di Napoli non risulta mai significativo. Alla ruoli che la sub-area gioca nell’ambito dell’a- luce di tale importante premessa questo contri- rea metropolitana di appartenenza. Lo studio buto assume come confine dell’area metropoli- sulla sub-area evidenzia questioni di relazione tana di Napoli quello che comprende anche la significative per l’intera area metropolitana conurbazione aversana a nord. In tale perime- e le specificità della sub-area medesima. La trazione ricadono insediamenti urbanistici e in- logica che consente questo passaggio, consiste frastrutturali molto disarticolati e disomogenei, nel far emergere discriminanti che evidenzino pertanto il riconoscimento di sub-aree funziona- la complessità territoriale rispetto ad alcune li omogenee (Aversano, Napoli Nord-Est, etc)

483 rende possibile la pianificazione metropolitana piuttosto a geografia variabile, in quanto la strategico-strutturale ad una scala intermedia ricerca non si propone di individuare un limite tra l’intera area metropolitana ed il singolo univoco dell’area metropolitana, in generale o comune. È importante precisare che lo studio e di sub-aree conurbate, in particolare, ma tenta l’individuazione di sub-aree funzionali omoge- di definire realtà urbane che possano costituire nee all’interno di aree conurbate rappresenta in sede di pianificazione e programmazione una possibiltà di pianificazione alla scala territoriale punto di riferimento intermedio, intermedia (tra provincia e/o città metropolita- aree di riequilibrio ambiti territoriali omogenei na e comune) che può risultare utile tanto nella strutturati tra la conurbazione e il resto del terri- disarticolazione, verso il basso, in sottoparti torio. Questo tipo di approccio può contribuire della città metropolitana quanto nell’accorpa- alla: mento, verso l’alto, di una serie di comuni che, • verifica di nuovi elementi di conoscenza pur non facendo parte della citta metropolita- per la questione delle aree metropolitane na, necessitano di una pianificazione coordi- e per l’individuazione di forma e contenuti nata. Una pianificazione strategico-strutturale del Piano Territoriale Metropolitano - PTM; che riguardasse l’intera area metropolitana fini- • individuazione dei possibili obiettivi rebbe per avere contenuti e finalità quasi del strategici per la riqualificazione dei sistemi tutto coincidenti con il piano di coordinamento urbani periferici metropolitani con propo- provinciale, mentre una pianificazione di scala ste qualitativamente e quantitativamente intermedia della conurbazione metropolitana soddisfacenti; consentirebbe di attribuire finalità e contenuti • individuazione di strumenti per il controllo al piano territoriale metropolitano più pertinenti e la gestione delle trasformazioni. ed efficaci del PTCP e meno stringenti del PUC. Per la redazione del Piano gli obiettivi da per- L’area conurbata aversana, posta a nord-ovest seguire prioritariamente sono: della città di Napoli è formata da 19 Comuni. • la sostenibilità ambientale: ai fini della La lettura della sola configurazione restituisce salvaguardia e pianificazione delle risorse una conurbazione articolata in un nucleo naturali e storico-culturali; principale, uno secondario ed uno satellite3. • la riqualificazione urbana: volta alla L’area conurbata di Aversa si estende su un valorizzazione dei tessuti urbani storici e territorio pianeggiante e con densità oscillanti dei beni culturali, alla diffusione di elevate tra i 5970 ab/Kmq di Aversa ai 173 ab/Kmq qualità negli insediamenti più recenti o di Villa Literno. Solo nel territorio comunale di degradati e all’individuazione di nuovi Aversa vi è un’alta concentrazione di popo- equilibri ambiente naturale ed urbano; lazione. Il territorio di Villa Literno, uno dei • il superamento degli squilibri territoriali: più estesi della Provincia di Caserta, da solo in termini di densità della popolazione, costituisce il 35% dell’intera area conurbata ed di dotazione di servizi ed infrastrutture, di insieme con quello di Casal di Principe, rag- qualità della vita, attraverso la creazione giunge circa la meta dell’estensione territoriale di un sistema policentrico; dell’intera area conurbata. • lo sviluppo socio-economico: attraverso la valorizzazione delle caratteristiche terri- Per un piano strutturale della conurbazione toriali locali e l’individuazione di strate- aversana gie innovative per l’incremento costante dell’occupazione. La conurbazione aversana va riguardata, non Un progetto urbanistico che si proponga di af- solo come sub-area di analisi con una serie frontare questi temi, prevede sistemi, non zone, di caratteristiche omogenee, ma anche come con ciò stabilendo una rottura con l’urbanistica ambito di progetto, unità minima d’intervento, tradizionale. Un sistema si definisce per l’iden- area urbana a sviluppo integrato capace di tità e l’integrazione delle sue parti, per il ruolo assurgere a polo di attrazione sia in ambito che ciascuna svolge, per le prestazioni che metropolitano che regionale. offre e per le relazioni che tra le parti intercor- L’area conurbata individuata non deve essere rono più che per le funzioni che ciascuna può considerata univocamente determinata, quanto ospitare. Ciascun sistema ha propri confini ed

484 articolazioni: il sistema ambientale si estende luoghi centrali e, quindi, l’intera città. Non si solitamente oltre i confini amministrativi di un tratta solo di scegliere ubicazioni, quanto piut- comune, incontra limiti dettati dalla natura tosto di costruire spazi significativi. Si propone dei suoli e dalla morfologia del territorio; un di dotare il territorio dell’aversano sia delle sistema della produzione si estende quanto il attrezzature di interesse generale che quelle distretto; un sistema della residenza quanto il di quartiere (standard urbanistici). Tale ultima mercato delle abitazioni. Riserve di naturalità, dotazione rappresenta un problema articola- connessioni, filtri, capisaldi sono le principali to e complesso dal punto di vista sia tecnico articolazioni di un sistema ambientale. Strade che giuridico in quanto nella gran parte dei di scorrimento, di penetrazione e di attraversa- comuni dell’aversano risulta di fatto impossibile mento, di connessione e collegamento, piazze procedere al miglioramento della dotazione di e spazi pedonali tutelati sono quelle di un standard per la vetustà dei piani urbanistici co- sistema della mobilità. munali e la conseguente decadenza dei vincoli Ogni sistema propone temi specifici: la con- preordinati all’esproprio (standard urbanistico/ servazione, il recupero, la riqualificazione e la vincolo di piano/decadenza quinquennale). compensazione sono, ad esempio, i principali temi proposti dal sistema ambientale. L’urba- Il Sistema Ecologico-Ambientale nistica tradizionale era dominata dall’idea di classificare, separare ed allontanare, un’ur- La ricerca di connessioni che integrino le di- banistica che costruisce sistemi è dominata verse parti del territorio e della città e miglio- invece dalla ricerca delle relazioni, di identità rino il funzionamento del sistema ecologico e di integrazione. Tralasciando per brevità la è alla base del sistema ambientale. Ciò vuol descrizione dei sistemi della mobilità, delle re- dire riconoscere nella connettività, ossia nella sidenze, della produzione, questo contributo si necessità di consentire il flusso continuo e lo descriverà, in particolare, il sistema dei Luoghi scambio tra i vari componenti dell’ecosistema Centrali e quello Ecologico-Ambientale. (migrazioni faunistiche e vegetazionali), la pre- Il sistema dei Luoghi Centrali stazione più significativa del sistema ambienta- Le maggiori opere della Conurbazione Aversa- le. L’immagine che ne consegue è quella di un na sono state costruite in passato da soggetti reticolo: nelle diverse parti nelle quali il sistema che avevano ben presente il loro ruolo nella ambientale si articola (i serbatoi di naturalità, costruzione dello spazio fisico, sociale e simbo- la connessione territoriale fluviale, le connessio- lico della città; un ruolo che spesso ha saputo ni interambientali, le connessioni locali, gli im- travalicare le destinazioni originarie, quando, pianti di protezione e compensazione) devono ad esempio, i conventi sono divenuti scuole, essere individuate trame di corridoi ecologici biblioteche, ospedali. Spinta dalla sua stessa selezionati tra i vari possibili sulla base del va- recente espansione, l’amministrazione pub- lore naturale attuale, oltre che delle possibilità blica è però dilagata nella città, occupando di intervento. Le connessioni si svolgono lungo appartamenti, condominii, spazi di risulta. Gli corridoi vegetazionali naturali già esistenti, edifici pubblici sono divenuti indirizzi, più che alla ricerca di un rafforzamento della continui- riferimenti nella mappa mentale dei cittadini. In tà di suolo e vegetazione. Le caratteristiche di modo analogo, spinte da esigenze od oppor- una connessione dipendono: tunità finanziarie, le famiglie e le istituzioni • dalla sua posizione, dalla sua attitudi- hanno lasciato le loro sedi che sono state occu- ne cioè a collegare ambienti diversi (la pate in modo indifferenziato da banche, uffici diversità nasce da differenze del supporto e negozi. La conurbazione aversana ha una fisico-morfologico e degli ecosistemi vege- grande necessità di nuove sedi per l’ammini- tazionali e faunistici). Spesso è la “posi- strazione pubblica per i propri centri civici; ha zione geografica naturale” a determinare un grande bisogno di nuovi parchi. Sarebbe l’importanza gerarchica della connessione grave che non utilizzasse gli investimenti che (greenway) e a definirne il ruolo ambien- questi programmi mobilitano per dare una tale; risposta alle esigenze dalle quali essi nascono, • dal tipo di habitat che contiene: la presen- ma per ristrutturare anche il proprio sistema di za di specie vegetali e animali funziona

485 Fig. 1 - Il Piano strutturale della Conurbazione Aversana

da indicatore dello stato di salute dell’eco- di compensazione ambientale per l’intera sistema; conurbazione aversana, che deve realizzare, • dalle modificazioni causate dall’uomo: anche secondo le direttive europee (rete natura l’analisi dell’impatto antropico è fondamen- 2000), una rete ecologica e di miglioramento tale dal punto di vista dell’individuazione della biodiversità di tutta l’area. L’idea è quella dei corridoi ecologici in grado di assolvere di connettere fisicamente tale grande area una funzione ambientale e da quello della attraverso una serie di penetrazioni (corridoi programmazione degli interventi di ripristi- ecologici) con le aree costruite dei centri no ritenuti indispensabili. urbani sia per consentirne una fruizione diffusa Ai fini di un’ulteriore verifica di funzionalità sia per contrastare i fenomeni conseguenti della connessione, è utile esaminare tutte le agli alti tassi di impermeabilizzazione che infrastrutture a rete esistenti (strade, impianti contraddistinguono le parti costruite (fenomeno fognari, metanodotti ed acquedotti), in quanto dell’isola di calore e bassa evapo-traspirazione potenziali elementi di interruzione della conti- delle aree fortemente urbanizzate). Tale parco nuità biologica, procedendo poi all’analisi di agricolo attrezzato multifunzionale determinerà tutte le aree che mostrano forte potenzialità ad i siti preferenziali e/o prescrittivi in cui i singoli integrarsi in un corridoio ecologico. Connet- PUC dovranno allocare le attrezzature di quar- tività e ricerca della biodiversità strutturano tiere e/o standard urbanistici. Va precisato che dunque il progetto del sistema ambientale. per evitare la decadenza dei vincoli di piano Alla luce di quanto su esposto, la proposta preordinati all’esproprio verrà adottato un di piano strutturale della conurbazione aver- criterio di compensazione e/o perequazione sana, propone un parco agricolo attrezzato urbanistica in tutto il parco agricolo attrezzato multifunzionale sul confine Nord verso i Regi multifunzionale. Questo meccanismo attuativo Lagni, che si candida a risolvere il proble- del piano metropolitano vengono coinvolge ma delle dotazioni mancanti degli standard tutti i sistemi del piano strutturale (Fig. 1) coin- e contemporaneamente diventa un tassello volge: fondamentale della rete ecologica ambientale • il sistema residenziale, consentendo una di tutta la conurbazione. Esso rappresenta un quota di residenza a fronte di una cessio- serbatoio di naturalità e un’infrastruttura verde ne di aree all’ente pubblico per la realiz-

486 zazione delle attrezzature di quartiere; delle persone e la sua sostenibilità complessi- • il sistema della mobilità per la cessione va, una città capace di utilizzare diversamente, di aree per le urbanizzazioni primarie di giorno in giorno, i suoi servizi e la sua orga- infrastrutture a rete e in particolare il ciclo nizzazione. Una città di media grandezza vie- integrato delle acque; ne considerata una smart city quando presenta • il sistema dei luoghi centrali per la ces- uno sviluppo duraturo nel tempo di sei fattori: sione di aree per i nuovi luoghi pubblici economia, persone, governabilità, mobilità, piazze, verde attrezzato, centri sociali, ambiente, vivere, tutti presi a riferimento dalla centri civici; programmazione UE 2014-2020. La stessa • il sistema ecologico-ambientale rappre- Commissione Europea ha sancito che l’aspetto sentando queste aree anche i luoghi della più importante cui tendere nel nostro secolo è naturalità; soprattutto raggiungere l’obiettivo della colla- • il sistema della produzione in quanto nel borazione tra i piani e le strategie dei singoli parco agricolo attrezzato multifunzionale comuni al fine di tendere verso soluzioni condi- sarà consentita l’agricoltura di qualità e vise. Ancora più importante è il coinvolgimento legata alle vocazione del territorio. del territorio e dei cittadini, questi ultimi, infatti, sono alla base della coesione e dell’identità Alcune note conclusive sociale. Gli abitanti della città e del territo- rio devono avere coscienza della situazione Il piano strutturale della conurbazione aver- globale che li circonda e, soprattutto, di quella sana si potrebbe relazionare con il piano locale, perché solo grazie a loro ed alla loro urbanistico comunale dei singoli comuni come partecipazione può realizzarsi il cambiamento suo elaborato strutturale. Ai sensi della LR che riporti stabilità ed equilibrio nella società e 16/2004 smi, del Regolamento n. 5 del 2011 nel territorio. e del Manuale, ogni comune dovrebbe redi- gere un PUC articolato in contenuti strutturali e Attribuzioni contenuti programmatici/operativi. L’elaborato strategico-strutturale e le relative NTA del piano All’interno del presente contributo, frutto dell’aversano andrebbe a sostituire i contenuti di elaborazione comune degli autori, sono strutturali del PUC di ogni singolo comune. individuabili apporti personali secondo quanto L’intento è quello di riconoscere attraverso la di seguito specificato: Aree metropolitane e pianificazione urbanistica comunale la conur- sub-aree funzionali omogenee: la conurbazione bazione aversana come sub-area funzionale aversana e Aree metropolitane, conurbazioni, omogenea dell’area metropolitana di Napoli sprawl e città (Salvatore Losco), Per un piano che si estende almeno dall’aversano al salerni- strutturale della conurbazione aversana (Gian- tano (Nord-Sud) e dalla costa al nolano (Ovest- franca Pagano), Abstract e Alcune note conclu- Est) o addirittura da Capua a Pontecagnano sive (elaborazione comune). e dalla costa al nolano. Gli obiettivi del piano strutturale dell’aversano si debbono relaziona- re e rispondere anche alla programmazione economica europea di cui al settennio 2014- 2020 in modo da garantire la sua fattibilità e da correlare pianificazione fisica e program- mazione economica in una visione coordinata di programmazione complessa.Con le indica- zioni del piano della conurbazione si punta a fornire, un contributo alla costruzione di una smart city and community. Un nuovo disegno urbano che dia origine alla nuova città aver- sana: una città intelligente che sia in grado di organizzarsi, ottimizzare l’uso delle risorse, modificarsi per migliorare la qualità della vita

487 Note Riferimenti Bibliografici

1. Nel libro pubblicato da CLEAN Edizioni Storie di Lagni – dalla Aquarone, A. (1961) Grandi città e aree metropolitane in Campania Felix alla terra dei fuochi, Alfonso De Nardo, con il Italia, Zanichelli, Bologna contributo di Michele Di Natale, Andreas Kipar e Gianfranco Battaglini, E. (2005), “Il punto di vista della campagna Nappi, racconta di un territorio in attesa di trasformazione. urbana. Segni e caratteri dei processi insediativi nella Una trasformazione già auspicata dal masterplan di LAND del percezioni di alcuni imprenditori agricoli” in Campagne 2011che partiva dalla valorizzazione del corridoio ecologico Urbane, Gangemi Editore, Roma dei canali. Cerami, G., Forte, F. (1981), “Per il progetto urbanistico 2. Legge 56/2015. dell’area napoletana” in Orizzonti economici, 32 3. Il nucleo conurbato principale, e costituito dai comuni di Aver- (dicembre) sa, Lusciano, Trentola-Ducenta, San Marcellino, Frignano, Cevasco, R. (2007) Memoria verde, nuovi spazi per la Casaluce, Teverola, Carinaro; il nucleo conurbato seconda- geografia, Diabasis, Reggio Emilia rio comprende Villa di Briano, Parete, Gricignano d’Aversa, Clementi, A., De Matteis, G., Palermo, P.C. (1996) Le Cesa; il centro satellite include i comuni di Villa Literno, Casal forme del territorio italiano. Vol. I Temi e immagini del di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna. mutamento - Vol. II Ambienti insediativi e contesti locali, Laterza, Roma Colombo, L. (1996) Relazione illustrativa al Piano Regolatore Generale di Aversa De Matteis, G. (a cura di) (1999) Il fenomeno urbano in Italia: interpretazioni, prospettive, politiche, Franco Angeli, Milano Donadieu, P. (2004) Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città, Donzelli, Roma Fanfani, D. (a cura di) (2009) Pianificare fra città e campagna, Firenze University Press, Firenze Fanfani, D. Patto città campagna: un progetto di bioregione urbana per la Toscana centrale, Alinea, Firenze Fanfani, D. (a cura di) (2009) Pianificare tra città e campagna, Scenari, attori e progetti di nuova ruralità per il territorio di Prato, Firenze University Press, Firenze Gibelli, M.C. (1999), “Dal modello gerarchico alla governance: nuovi approcci alla pianificazione e gestione delle aree metropolitane”, in Camagni R., Lombardo S., La Città Metropolitana: Strategie per il Governo e la Pianificazione, Alinea, Firenze Guidicini, P. (1998) Il rapporto città-campagna, Jaca Book, Milano Magnaghi, A., Paloscia, R. (a cura di) (1992) Per una trasformazione ecologica degli insediamenti, Franco Angeli, Milano Marson, A. (a cura di) (2006) Il progetto di territorio nella città metropolitana, Alinea, Firenze Martinetti, G. (1993) Metropoli - la nuova morfologia sociale della città, Ed. Il Mulino Musarra, G. (2003), “La centralità nei sistemi di città” in areavasta.provincia.salerno.it, RivistaOnline AreaVasta, n. 6/7 Secchi, B. (2005) La città del ventesimo secolo, Laterza, Roma-Bari

488 IL PIANO DI MOBILITÀ SOSTENIBILE METROPOLITANO PER UNA PIANIFICAZIONE E GESTIONE INTEGRATA TRA AREE INTERNE E CITTÀ: IL CASO DI GENOVA Francesca Pirlone | Ilenia Spadaro

Aree interne e centri urbani nel territorio zione rurale un’alta qualità di vita, attraverso il metropolitano miglioramento dell’accessibilità alla mobilità e ai servizi. Così facendo è possibile contribuire Il tema delle infrastrutture e, in particolare allo sviluppo dei territori interni e alla valo- quelle di mobilità, costituiscono per le recenti rizzazione delle loro peculiarità (tradizioni, Città metropolitane italiane una nuova sfida. prodotti tipici, percorsi storici-culturali-natura- Infatti, tra gli obiettivi principali dei loro Piani listici...) con ricadute significative anche sul strategici vi è la “promozione e gestione inte- turismo, recuperando gran parte delle funzioni grata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti (produttive e culturali) in precedenza sottratte di comunicazione”. In Italia, forse più che in dalla città durante lo sviluppo capitalistico. At- altre nazioni, l’organizzazione del territorio è tualmente si preferisce fare riferimento al ‘bino- policentrica, caratterizzata quindi dalla presen- mio urbano-rurale’ anziché ‘città-campagna’, za di aggregati urbani diversi, sia per dimen- proprio per porre in evidenza l’importanza che sione che per vocazione, scollegati tra loro in la società odierna associa al tema dell’ambien- un’unica nuova perimetrazione, quella metro- te rurale al quale si attribuiscono valori quali la politana. Per dare avvio a una rivitalizzazione bellezza del paesaggio, la tranquillità e la pre- sociale ed economica delle aree poste più senza di alimenti genuini. Le relazioni di tali lontano dal centro urbano, a livello nazionale, ambiti territoriali così differenti devono essere è stato adottato il documento Strategia Nazio- sostenibili. Sostenibilità dello sviluppo, afferma nale delle aree interne – SNAI – (Piano Nazio- Iacoponi (2004), significa “compatibilità fra la nale di Riforma, 2015). La scelta metodologica crescita del benessere economico della società di classificazione di queste aree si è basata e la capacità produttiva e riproduttiva degli proprio sul grado di perifericità, e quindi sulla ecosistemi – biocapacità –, cioè fra la crescita distanza, che esse hanno rispetto ai Comuni/ del benessere economico, che [oggi] ha il ful- centri di offerta di servizi essenziali. cro nella città, e la biocapacità degli ecosiste- Negli anni passati si è assistito a uno spo- mi che ha il fulcro nelle campagne”. polamento dalle aree interne verso i centri In questo quadro, le reti infrastrutturali costi- di maggior interesse, per cause soprattutto tuiscono il mezzo attraverso cui far dialogare lavorative, adesso si sta verificando un parzia- e creare un’integrazione organica tra grandi le trend contrario. “Il rapporto tra campagna e piccole centralità in un’ottica di sviluppo e città, a cui si è assistito nel secondo dopo- strategico del territorio metropolitano. Tali reti guerra, quando la popolazione era andata in supportate dall’innovazione tecnologica e cerca di benessere nelle città, in oggi sembra pianificati attraverso strumenti di governance poter invertire direzione andando a riscoprire rispondenti alle più avanzate teorie internazio- la risorsa campagna sia dal punto di vista sto- nali consentono di rendere i territori sempre rico-culturale ma soprattutto economico-produt- più competitivi a scala nazionale e interna- tivo e turistico” (Pirlone, Spadaro, 2015). Per zionale, ma anche dal punto di vista ambien- invertire realmente il flusso degli spostamenti tale, della qualità della vita e della coesione città-aree interne, in linea con quanto previsto sociale. È fondamentale considerare il livello dalla SNAI, è necessario garantire alla popola- metropolitano quale anello di congiunzione

489 Fig. 1 - Proposta di Piano di mobilità sostenibile a livello metropolitano

tra i diversi livelli del sistema di pianificazione diverse aree interne presenti nell’entroterra. e realizzare uno strumento capace di definire Un sistema di mobilità efficiente determina una le trasformazioni territoriali necessarie per la migliore vivibilità e una maggiore fruibilità e rigenerazione urbana e lo sviluppo sostenibile. funzionalità delle città, mettendo al centro le Attualmente, come noto, i Piani a livello metro- esigenze della popolazione. “Se pianifichia- politano sono due: il Piano Strategico Triennale mo le città per auto e traffico, avremo auto e e il Piano Territoriale metropolitano. Il primo traffico. Se le pianifichiamo per le persone e i Piano, adottato dal Consiglio metropolitano, luoghi, avremo persone e luoghi” (Fred Kent, considera strategico nel medio-lungo periodo il 2010). tema delle reti infrastrutturali, mentre attraverso il secondo Piano, come il precedente PTC della Approccio metodologico per la determinazione Provincia, la Città metropolitana indica e coor- di un Piano di mobilità sostenibile dina le azioni, anche di mobilità, che devono metropolitano essere realizzate. Nessuno dei due strumenti considera però A seguito di una prima fase di analisi, è stato in modo approfondito il tema della mobilità. definito un approccio metodologico volto alla Per rendere il territorio metropolitano sempre proposizione di un Piano di mobilità soste- più competitivo è importante considerare un nibile metropolitano. La ricerca è partita da approccio integrato tra città e campagna che quelli che sono gli attuali strumenti di mobilità consenta di mettere in rete le potenzialità delle esistenti alle diverse scale e in particolare singole realtà disperse nell’area vasta. In tale dalle recenti linee guida “Sviluppare e attuare situazione i temi dell’accessibilità e della mobi- un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”, lità rappresentano il punto di partenza per la (Commissione Europea, 2014) che descrivono messa a sistema delle potenzialità reciproche. le caratteristiche, i modi, i criteri e le fasi del A tal proposito, è importante introdurre un processo di formazione e approvazione del nuovo strumento, il Piano di mobilità sostenibile PUMS a livello urbano. “Il PUMS dovrebbe metropolitano, volto a pianificare le infrastrut- avere l’effetto di imprimere un assetto più ture e i servizi che possono contribuire alla razionale al sistema di funzioni e di strumenti valorizzazione del territorio metropolitano e che concorrono al governo della mobilità, alla messa in collegamento della città con le conferendo una maggiore organicità e comple-

490 tezza, basata sul seguente modello: al centro Analizzare lo stato di fatto della mobilità, vi è il piano strutturale e strategico (di durata sviluppare e monitorare scenari che descrivano almeno decennale); ad esso fanno capo i piani le possibili situazioni future, costituiscono il di settore che, con i loro piani attuativi, danno processo ideale per la definizione di obiettivi operatività al PUMS; il piano strutturale e stra- razionali che sottendono a politiche efficaci. tegico ne tiene il coordinamento, ne stimola ed In particolare, considerando la nuova perime- eventualmente reindirizza l’azione, ne valuta trazione amministrativa metropolitana, il Piano l’efficienza e l’efficacia, li immette nel sistema proposto deve definire obiettivi e azioni volte della comunicazione, della partecipazione e alla creazione di reti per migliorare il rapporto dell’innovazione” (C. Socco, 2010). L’obiettivo tra le diverse realtà esistenti e, in particolare è quindi quello del perseguimento della soste- tra le aree interne e le città. Per raggiunge- nibilità ambientale, economica e sociale da re tale finalità, è importante garantire che i monitorare attraverso indicatori specifici. diversi modi di trasporto siano programmati Le linee guida europee definiscono il PUMS non singolarmente ma aggregati in un’ottica come “Piano strategico volto a soddisfare la d’intermodalità ed è inoltre necessario conce- domanda di mobilità delle persone e delle pire la pianificazione della mobilità e dei tra- imprese in ambito urbano e peri-urbano per sporti come politica condivisa, al servizio delle migliorare la qualità della vita” (Linee guida diverse esigenze della società (economiche, PUMS, 2014). Il PUMS, non va quindi con- sociali, ambientali). Nell’ambito della ricerca siderato come l’ennesimo piano, ma deve per definire lo status quo sono stati individuati comprendere e integrarsi con gli strumenti esi- alcuni parametri. Tra i più indicativi da analiz- stenti, valorizzando i principi d’integrazione, zare vi è quello riguardante la percentuale di partecipazione, valutazione e monitoraggio. spostamenti che avviene con veicoli motorizzati Le politiche e le misure definite in tale Piano privati – che rappresentano il principale mezzo devono contribuire a rendere le aree urbane utilizzato dalla popolazione residente nelle più fruibili, accessibili e sicure per le genera- aree interne – rispetto a quelli pubblici. Consi- zioni di oggi e di domani. Le azioni proposte derando i dati ISTAT, altri indicatori importanti fanno riferimento a tutte i modi e le forme di da considerare sono l’accessibilità verso i nodi trasporto esistenti in ambito urbano e peri-ur- urbani e logistici, la ripartizione temporale e bano –pubblico, privato, passeggeri, merci, modale degli spostamenti nelle ore di punta – motorizzato, non motorizzato –, alla gestione mattino verso i centri urbani e serali di rientro degli spostamenti e della sosta. verso le aree interne –; l’indice di utilizzazione A partire da tale documento, è stata definita del trasporto ferroviario (lavoratori e studenti una possibile articolazione per un Piano di che usano mezzo privato e treno); le emissioni mobilità sostenibile a livello metropolitano – ri- di gas a effetto serra prodotte dai trasporti portata in Fig. 1– e proposte delle linee guida stradali (CO2); i passeggeri trasportati dal TPL volte a una compilazione omogenea. nei Comuni capoluogo di provincia; il numero, Un Piano di mobilità sostenibile metropolitano la distanza percorsa e la durata media dei deve essere il risultato di un processo strut- viaggi pro-capite distinti per motivo e mezzo di turato che comprende l’analisi dello stato di trasporto utilizzato. fatto, l’elaborazione di una visione strategica Le informazioni concernenti all’entità degli condivisa, la scelta di obiettivi, azioni, attori spostamenti, alla loro motivazione e ai modi di e indicatori, una campagna di comunicazio- trasporto possono essere utilizzate per esprime- ne attiva e il monitoraggio, il tutto finalizzato re in maniera sintetica il livello di efficienza del al miglioramento della qualità della vita e al sistema della mobilità a livello metropolitano. benessere dei cittadini. Per individuare punti di forza e di debolezza Dopo un inquadramento sul tema della mobi- delle attuali pratiche di mobilità è consigliato lità sostenibile e delle politiche e normative a fare un’analisi SWOT. Tale analisi è fonda- livello internazionale, nazionale e locale, per mentale per proporre azioni/interventi atti conseguire una corretta analisi è necessario a recuperare e valorizzare le aree interne individuare le diverse informazioni e i dati con- (campagne, borghi in via di abbandono...) cernenti lo status quo del territorio considerato. visti come vuoti metropolitani e quindi risorsa

491 da considerare per ripensare lo sviluppo di tali un’ottica sostenibile. Dopo l’entrata in vigore territori in una logica sostenibile. Per consentire del Piano è necessario prevedere una fase di tale valorizzazione si deve procedere secon- monitoraggio che può essere attuata attraverso do una visione integrata e multisettoriale che l’individuazione di appositi indicatori (di con- permetta di aggregare i vari settori di attività in testo, di processo, di efficienza...) che costitu- azioni coordinate volte a rilanciare il territorio, iscono i mezzi di verifica e di controllo dell’a- valorizzando le identità culturali dei luogo e vanzamento delle attività definite nella fase di allo stesso tempo conservando il rapporto con pianificazione. Infine, non ultima ma trasversa- il paesaggio. le a tutte le altre, è la fase di sensibilizzazione In particolare nel Piano proposto, come già e partecipazione dei diversi portatori d’interes- accennato, si vuole valorizzare il rapporto tra se. I processi partecipativi, attraverso strumenti aree interne e città a partire dalla messa a si- e modalità di confronto idonei, consentono, stema di azioni di tipo infrastrutturale e di infor- infatti, di conoscere e reinterpretare le esigen- mazione dei cittadini per promuovere cambia- ze locali per proporre azioni che si pongono menti nella domanda e nell’offerta verso una quale obiettivo comune il miglioramento della maggiore sostenibilità. Gli obiettivi che quindi qualità della vita degli abitanti. il Piano della mobilità sostenibile metropolitano si pone sono: migliorare la vivibilità dei luoghi; Un Piano di Mobilità sostenibile per la Città garantire il diritto alla mobilità per tutti agevo- Metropolitana di Genova lando gli spostamenti dei cittadini, migliorando qualità del trasporto e tempi di percorrenza L’approccio metodologico è stato implementato soprattutto attraverso la valorizzazione della per creare il nuovo Piano della mobilità soste- rete del trasporto pubblico urbano ed extraur- nibile a livello metropolitano per il territorio bano e di tutte le modalità ecocompatibili – e genovese. diminuire le emissioni inquinanti. Per ogni Il nuovo Piano si pone come obiettivo principa- obiettivo individuato, occorre poi definire oltre le quello di garantire un miglior collegamento alle specifiche azioni, i tempi di realizzazio- tra le aree interne genovesi e la realtà urbana, ne, gli attori da coinvolgere e i finanziamenti proponendo interventi sostenibili, in modo da necessari. consentire a tutti i cittadini l’esercizio del pro- Per migliorare la mobilità, una possibile azione prio diritto a muoversi senza gravare, nei limiti da traguardare è il trasferimento di una con- del possibile, sulla collettività in termini d’inqui- sistente quota di utenza dal trasporto privato namento, sia esso atmosferico o acustico, di a quello collettivo e ciclo-pedonale deconge- congestione o di sicurezza. stionando il traffico e riducendo i tempi degli La prima implementazione del Piano proposto spostamenti in maniera maggiormente soste- ha visto come caso studio la città Metropoli- nibile. Per fare ciò è fondamentale l’innova- tana di Genova e l’area interna dell’Antola zione anche tecnologica riferita sia alle opere e del Tigullio3, analizzata anche nella Stra- infrastrutturali sia ai servizi che consentono ai tegia nazionale delle aree interne. Come territori metropolitani di reinterpretare le best anticipato, tale Strategia rivolge l’attenzione practices e valorizzare le proprie singolarità a territori diversi tra loro ma accomunati da: e novità, nelle espressioni più favorevoli al grande distanza da centri di agglomerazione progresso e ai modi di vita contemporanei. e di servizio, traiettorie di sviluppo instabili e Il nuovo strumento proposto relativo alla scala risorse con un grande potenziale di sviluppo e di riferimento metropolitana, deve quindi attrazione. La sfida di tale strumento – invertire dialogare con quelli che sono gli strumenti di il processo di marginalizzazione, contrastare tale perimetrazione ossia con il PTM – Piano la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo territoriale metropolitano – e il PSM – Piano socio-economico – può essere supportata dal Strategico Metropolitano – (attualmente in nuovo Piano proposto che, pianificando la fase d’implementazione in Italia) e offrire loro mobilità dell’intero territorio metropolitano, può un quadro completo dello status quo e delle costituire un’importante occasione di valorizza- possibili azioni rivolte al miglioramento della zione delle aree interne. mobilità sull’intero territorio metropolitano in La Città Metropolitana di Genova presenta

492 STRENGTHS WEAKNESS Tab. 1 - Analisi SWOT- area interna Settori dell’agricoltura e dell’industria agro-alimentare di grande rilevanza Elevata incidenza della popolazione anziana (30% della popolazione TOT) Antola e Tigullio Aumento degli arrivi turistici nel medio periodo (+18,3% 2008- 2014) Forte spopolamento delle aree più periferiche (-10,9% dal 2005- 2015) Presenza di 25 scuole Istruzione con classi di dimensioni ridotte e presenza di pluriclassi Presenza di strutture di assistenza agli anziani Difficile accessibilità alla rete autostradale e alla rete ferroviaria … Ridotta offerta di servizi di TPL su gomma … OPPORTUNITIES THREATS

Presenza di prodotti tipici e tradizioni per lo sviluppo produttivo ed Diminuzione delle attività imprenditoriali sul territorio economico→ incremento delle opportunità lavorative in loco Tendenza all’isolamento e scarsa innovazione Istituzione della Città Metropolitana Difficoltà della popolazione ad usufruire di servizi alla persona Completamento e potenziamento del sistema ferroviario suburbano Difficoltà degli spostamenti all’interno dell’area e verso i poli di riferimento Attuazione di piani e programmi per la tutela e la valorizzazione del per scarsa accessibilità e servizi di trasporti pubblici patrimonio culturale e paesaggistico- Strategia nazionale aree interne- Problemi di socializzazione … …

880.361 abitanti di cui 611.171 residenti e la stessa percentuale di movimenti sul totale nell’area urbana e 18.600 in quella interna. è effettuata con mezzi privati. La durata dei La città è decisamente sovrappopolata rispetto viaggi è maggiore di 30 minuti per il 41% all’area interna. Alla luce di tale rapporto, è di coloro che si muovono dall’area interna; il necessario garantire migliori servizi, con un doppio della percentuale che si registra sia occhio di riguardo a quelli di trasporto, per a livello regionale – 20% circa – sia a livello rendere più appetibile l’area interna e consen- nazionale – 18% circa –. Dato da porre in luce tire ai suoi abitanti di muoversi e raggiungere è che oltre il 60% dei pendolari si sposta quo- le sedi d’interesse. Finalità del Piano è quindi tidianamente fuori i confini dell’Area interna e la proposizione di nuove forme di mobilità per la distanza temporale media per raggiungere il rendere più agevole, piacevole ed economica- comune – polo più vicino – è di oltre 50 minuti. mente più sostenibile il viaggio e inoltre miglio- Per quanto riguarda il servizio ferroviario, non rare l’accessibilità, valorizzando anche da un esistono stazioni raggiungibili entro un raggio punto di vista economico-produttivo tali aree. di tempo di 15 minuti e considerando un rag- Ogni giorno la popolazione della Città Metro- gio di 30 minuti solo il 21% dei residenti può politana fa circa 2.000.000 spostamenti, che raggiungere uno scalo ferroviario (informa- avvengono per la maggior parte oltre i confini zioni tratte da ISFORT, 2016). Alla luce di tali dei singoli comuni. È da qui che risulta eviden- informazioni intersecate a quelle riguardanti te che i problemi della mobilità possano essere la conformazione orografica e alle specificità risolti solo se affrontati con una visione d’insie- delle attività economiche e sociali del territorio me a scala metropolitana. metropolitano genovese emerge la necessità di Gli indicatori di accessibilità del sistema di creare una migliore accessibilità tra entroterra mobilità collettiva che sono considerati nel- e città e di interscambio tra le diverse vallate. la SNAI per l’area interna Antola-Tigullio, L’analisi SWOT effetuata mette in luce criticità consentono di stimare il grado di perifericità e potenzialità della realtà oggetto di studio dell’area e di valutare la capacità di risposta (vedere Tabella 1). ai bisogni di mobilità delle comunità locali Il nuovo Piano di mobilità sostenibile metropoli- da parte dell’offerta di servizi di trasporto tano genovese si pone come obiettivo primario collettivo. Analizzando i dati sul pendolari- quello di valorizzare le aree interne poco ac- smo emerge che il 41,3% della popolazione cessibili attraverso la proposizione d’interventi si sposta abitualmente per motivi di lavoro o sostenibili relativi alla mobilità. di studio: tale percentuale è inferiore sia alla “L’offerta di servizi per migliorare gli sposta- media regionale – 46,8% – che nazionale – menti (dalle e nelle aree interne) è cruciale per- 48,6% – questo si può imputare alla presenza ché ‘la perifericità non si tramuti in marginalità’ di molti anziani residenti. Il 73% circa degli e per garantire l’accesso a servizi essenziali, spostamenti totali avviene per motivi lavorativi quali scuola, sanità e lavoro. Le reti di mobilità

493 sono inoltre funzionali ai progetti di sviluppo autobus, tram, bici, taxi, car-sharing, …) e co- territoriale, sia relativi alla promozione del noscendo gli intervalli d’attesa in tempo reale. turismo, che per quanto riguarda lo sviluppo Altra possibile azione è aumentare, e prevede- di poli di attività manifatturiere, artigianali…” re in punti strategici dove non sono presenti, le (Pirlone et al., 2016). paline intelligenti, ovvero i pannelli elettronici Nella fase di pianificazione del Piano di collegati via GPRS con il sistema centrale che Genova sono stati individuati specifici obiettivi informano i passeggeri alle fermate sui tempi a cui sono state associate possibili azioni per di attesa dei bus e dei mezzi disponibili. migliorare l’accessibilità e la mobilità nell’area Infine, trasversale a tutte le buone pratiche de- interna oggetto di studio. scritte, la formalizzazione di una piattaforma Per il primo obiettivo – miglioramento della attraverso cui mettere in rete i cittadini – crean- qualità dei servizi – sono state previste azioni do delle Smart Communities – consente di sem- rivolte alla definizione/miglioramento delle plificare l’accesso a informazioni e la fruizione coincidenze tra gli orari di scuola, dei mezzi di servizi e quindi la valorizzazione del tessuto urbani e dei mezzi extraurbani; la realizzazio- economico, imprenditoriale e sociale. La piatta- ne di nuovi punti di interscambio; la progetta- forma favorisce la condivisione di informazioni zione e sperimentazione di un servizio di bus e servizi tra utenti, veicoli e infrastrutture e a chiamata e domiciliarizzazione dei servizi risponde quindi alla domanda di mobilità di per utenti deboli – prendendo spunto dal persone e merci pianificando gli spostamenti servizio di DRINBUS presente nell’area urbana tramite l’utilizzo integrato di più mezzi di tra- genovese –; l’integrazione del biglietto ATP sporto pubblico e privato, quest’ultimo in ottica con quello AMT per rendere economicamente di sharing economy. “La realizzazione di un più sostenibile il viaggio e concorrenziale con servizio on demand, che privilegia l’incontro di l’uso dell’auto privata. Per il secondo obiettivo domanda e offerta nel rispetto delle esigenze – rendere maggiormente sostenibile il trasporto del cittadino potrebbe contribuire a risolvere il – ad esempio l’acquisto di autobus di piccole problema dello spopolamento e degli sprechi e dimensioni e a basso impatto ambientale, in dell’inefficienza del servizio nelle aree inter- particolare per i comuni periferici e ultrape- ne e periferiche, oltre ad avere un impatto in

riferici caratterizzati da strade molto strette e termini di riduzione di emissione di CO2 legati tortuose, potrebbe costituire una buona azio- al minor uso dell’auto privata” (Candia et al., ne. All’interno del nuovo Piano altre possibili 2016). In tale ottica, l’innovazione tecnologica soluzioni possono essere supportate da nuovi contribuisce a rendere la mobilità sostenibile. modelli di mobilità legati a servizi innovativi Le successive fasi del Piano sono l’adozione, ICT – Innovation, Communication Technology e quindi la realizzazione delle azioni propo- – e all’intermodalità per contribuire al migliora- ste e il monitoraggio attraverso cui valutare mento dell’accessibilità e dell’utilizzo con rica- la conformità di quanto definito nella fase di dute sociali ed economiche positive. L’obiettivo pianificazione ed eventualmente rimodulare le predominante dell’ICT applicata alla mobilità azioni, i tempi, gli attori e i finanziamenti. Infi- è la “morte della distanza” (Hyppe, 2015). A ne la condivisione delle azioni e degli obiettivi tal proposito la creazione di applicazioni per con i principali portatori d’interesse non è solo smartphone possono fornire informazioni in garanzia di trasparenza e di democrazia della tempo reale sul traffico urbano ed extraurba- programmazione, ma anche il mezzo per un no e sui mezzi disponibili. Tali applicazioni coinvolgimento attivo e corresponsabile. consentono di pianificare percorsi rapidi con Il nuovo Piano di mobilità sostenibile metro- i vari mezzi di trasporto pubblici disponibili, politano assieme alle buone pratiche e alle permettendo ai viaggiatori di organizzarsi al tecnologie innovative vuole essere lo strumento meglio senza perdite di tempo. Una possibile che in maniera coordinata cerca di garantire esperienza virtuosa da cui prendere spunto continuità, relazioni e intensità che posso- sono le applicazioni utilizzate dalle Città no rendere i territori metropolitani motori di metropolitane di Roma e Milano attraverso cui sviluppo innovativo, attrattivo e resiliente. Il l’utente pianifica facilmente il viaggio combi- ruolo delle Città metropolitane e di questo suo nando tutti i mezzi a disposizione (metro, treni, nuovo strumento di pianificazione è di aggre-

494 gare i principali attori per costruire, attraverso Riferimenti Bibliografici strategie integrate, le necessarie convergenze programmatiche, progettuali e gestionali per la Candia S., Pirlone F., Spadaro I. (2016), Mobilità e sharing economy - Razionalizzazione e potenziamento costruzione di reti infrastrutturali adeguate per della mobilità nelle aree interne, in Planum Publisher territori sempre più competitivi. (pag. 30-35) European Commission (2014), Guidelines. Developing and Implementing a Sustainable Urban Mobility Plan ISFORT (2016), Valli dell’Antola e del Tigullio (Liguria) Note Report d’Area (Valutazione del Preliminare di Strategia) Pirlone F., Spadaro I. (2015), Borghi antichi abbandonati: “nuovi vuoti” nelle città metropolitane. Il caso di Genova, 1. Francesca Pirlone ha curato, in particolare, l’approccio volto TRIA 1/2015, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli alla definizione di un Piano di mobilità sostenibile metropo- Scocco C. (2010), Il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, litano. Alinea Editore, Firenze 2. Ilenia Spadaro ha approfondito la prima implementazione per un Piano di mobilità sostenibile metropolitano di Genova. 3. Fanno parte dell’area interna Antola e Tigullio 16 comuni con- finanti a nord con il Piemonte, a est con l’Emilia Romagna e risulta raggiungibili, tramite la provincia di Pavia, anche dalla Lombardia. Tra le principali criticità dell’area si riscontra la bassa accessibilità e la carenza di servizi che contribuiscono in modo significativo allo spopolamento dei borghi e, paral- lelamente, a una intensificazione del fenomeno del pendolari- smo per motivi di lavoro, studio, assistenza sanitaria e fruizio- ne del tempo libero che si ripercuote su un aumento del traffico e sul sovraffollamento della città.

495 CAPITALE CORAGGIOSA: LONDRA E LA POLITICA METROPOLITANA PER LA CASA SOSTENIBILE

Laura Pogliani

Nel nostro paese la pianificazione della città che il sindaco Khan ha usato per marcare la metropolitana non è ancora entrata in una vera distanza rispetto a Johnson: mentre il governo fase di rodaggio e sono ancora in discussione metropolitano conservatore aveva previsto di gli ambiti di intervento sui quali esercitarla. costruire 100.000 nuovi alloggi ‘affordable’ È tuttavia indubbio che una seria e consape- nell’arco di due mandati amministrativi (otto vole politica metropolitana non possa restare anni), Khan ha da subito annunciato la dispo- indifferente alla questione ‘casa sostenibile’, nibilità ad investire risorse per 90.000 alloggi che si è ormai imposta come emergenza in tutti in soli quattro anni, di tipo ‘genuinely affor- i maggiori centri urbani, e debba attrezzarsi dable’ (Hill, 2016). di regole e progetti che sappiano affrontare L’impegno politico di lungo termine è quello di questo bisogno, sia misurandosi alla scala op- garantire un’offerta edilizia articolata, rea- portuna, sia ponendosi in ascolto delle diverse lizzando almeno la metà delle nuove case a voci che compongono la scena territoriale (dal- carattere sociale, secondo un ventaglio di mo- le realtà amministrative locali e regionali, ai dalità che comprendono la vendita e l’affitto, a soggetti proponenti e attuatori, privati, coope- prezzi ben inferiori a quelli di mercato. In atte- rativi, pubblici e del terzo settore, agli abitanti sa di predisporre il nuovo Piano Metropolitano, e nuovi city users). per sostituire il documento vigente approvato La dimensione metropolitana è parte essenzia- dal suo predecessore1, l’amministrazione in ca- le e costitutiva del Progetto Paese (INU, 2016) rica ha pertanto concentrato le risorse di tempo oltre ad essere fortemente praticata nel con- e di competenze per avviare pragmaticamente testo internazionale (Cecodhas, 2013): dalle una nuova politica della casa, concordata esperienze più vivaci e cariche di innovazione con molti attori, ivi inclusi le maggiori housing stanno emergendo soluzioni che merita interro- associations di Londra, alcune organizzazioni gare da vicino, non per puro spirito emulativo, locali di abitanti, oltre a London First, una coa- ma per capire meglio di quale portata è la lizione di società private di affari, direttamente sfida globale che ci trova ancora impreparati. impegnata nel rilancio della capitale. L’obiet- Londra, capitale di rango mondiale, ha deciso tivo comune tra amministrazione pubblica e di affrontare la sfida a partire da una riconsi- stakeholders è quello di sostenere la crescita derazione del ruolo dell’abitare sociale nelle della popolazione metropolitana, attesa in trasformazioni territoriali. 10 milioni di abitanti nel 2036, realizzando almeno 50.000 alloggi all’anno, di cui circa la Una strategia politica risoluta metà a costi accessibili. Sulla casa ‘sostenibile’ la scommessa di Londra Affermare una strategia per la casa radical- è pertanto molto coraggiosa e trova sostanza mente alternativa a quella del precedente in due documenti preparati in pochi mesi: governo conservatore è stata la prima mossa l’Affordable Homes Programme 2016-2021 e politica forte della nuova amministrazione la- la Supplementary Planning Guidance, in fase burista della Londra metropolitana, eletta nella di approvazione. Il programma quinquennale primavera 2016 (GLA, 2016a). La differenza di finanziamenti e i nuovi orientamenti norma- è sottolineata simbolicamente da un avverbio tivi per la pianificazione costituiscono la base

496 Fig. 1 - La rigenerazione urbana nell’East End

strategica e operativa del nuovo corso politico, che non vincola i municipi ad applicare tali che in breve tempo ha riformulato il quadro dei indicazioni concretamente in tutti i progetti. Le fabbisogni e ha delineato modalità concrete di nuove regole introdotte dalla SPG cercano al risposta. contrario di mettere in gioco robuste politiche La flessibilità regolativa e persuasiva della Sup- di contribuzione a carico dei privati, agendo plementary Planning Guidance in coerenza con il Town and Country Planning Anticipando una critica netta degli esiti della Act, secondo cui i comuni possono impegnare precedente politica urbanistica, la Supplemen- gli operatori a cedere suoli, a contribuire con tary Planning Guidance SPG dichiara di voler risorse economiche e infine a realizzare opere cambiare in modo significativo la direzione di interesse pubblico, ivi inclusa la realizza- delle principali scelte urbanistiche, pur restan- zione di alloggi in social housing (Crook, do nei limiti formali di una semplice integrazio- Monk, 2011; Pogliani, 2012). Il nuovo quadro ne del piano vigente. Fin dalle prime pagine il normativo si colloca infine in una prospettiva documento denuncia apertamente il mancato antitetica rispetto alle strategie dei governi raggiungimento dell’obiettivo dichiarato in conservatori (nazionale e metropolitano) che precedenza, cioè quello di realizzare almeno da tempo hanno sostenuto una crescita esacer- 17.000 alloggi/anno ‘a buon mercato’ (affor- bata e selettiva del settore immobiliare soprat- dable), che risultano una quantità comunque tutto nella capitale, arrivando ad appoggiare inferiore ai fabbisogni stimati nel 2013 di oltre iniziative di riqualificazione urbana, come 25.000 unità/anno, e si impegna a creare le nell’East End, dove sono stati ignorati i basilari condizioni per incrementare questa dotazione, criteri di rigenerazione sociale e inclusione attraverso una puntuale attuazione nei singoli insediativa (Manzi, Watt, 2013; Curci, Gaeta, boroughs (municipi) che formano la città metro- 2016; Lees, Ferreri, 2016). Al contrario, la politana. Sebbene infatti la maggior parte dei SPG incoraggia l’adozione sistematica ed 33 municipi disponga già di un piano urbano estensiva del meccanismo noto come inclusive che prevede la realizzazione di quote di edili- zoning, (Calavita, Mallach, 2010; Buitelaar, zia sociale, le effettive realizzazioni risultano de Kam, 2014), sia dichiarando esplicita- insufficienti (Barker, 2014): la SPG attribuisce mente le misure assunte per favorire una reale tale fallimento alla natura solo orientativa e rigenerazione in tutto il contesto metropolitano, non prescrittiva delle indicazioni di piano e sia usando strumentalmente alcuni dispositivi alla loro formulazione in forma aggregata, procedurali allo scopo di rallentare gli inter-

497 venti che intendono discostarsene. Infatti tutti i dizzata. Ammettendo questa opzione, anche progetti residenziali di qualche rilevanza sono come forma di mediazione politica, il docu- fortemente incentivati ad assicurare una quota mento riconosce implicitamente la necessità di di edilizia residenziale sociale pari almeno al ridurre il rischio di un’eccessiva omologazione 35% dell’edificabilità complessiva; tale quan- degli interventi, convenendo sulla specificità tità esclude le forme di sostegno pubblico, di alcune operazioni e di alcuni siti. L’aspetto come i finanziamenti statali per la residenza particolarmente innovativo risiede però nella pubblica, i mutui agevolati e l’offerta di suolo processualità negoziale in cui viene inserita pubblico destinato all’edificazione, che, qua- la procedura di valutazione di fattibilità. Sono lora assegnati, vengono considerati dotazioni infatti contemplate due fasi, soggette a proce- aggiuntive. Nel caso la quota suggerita dalla dure tracciabili e i cui passaggi procedurali SPG non sia rispettata nel progetto, l’appro- e metodologici sono descritti con cura nella vazione della proposta è subordinata ad una terza Parte della SPG. Una prima fase consta valutazione di fattibilità2, un processo pubblico di un’analisi dei costi, ivi inclusi quelli dei suoli finalizzato a garantire la massima trasparenza edificabili, dei ricavi e delle condizioni di e pubblicità, pertanto necessariamente sog- successo della proposta di intervento, che, se getto a tempi lunghi. In questo intreccio tra positiva, permette l’approvazione del relativo incentivo e penalizzazione si colloca la caratte- strumento attuativo. Una seconda fase si esten- ristica più originale della SPG, che sceglie con de lungo tutto il percorso attuativo e si articola accortezza di introdurre meccanismi di piano in due momenti. Una prima verifica della valu- e di attuazione flessibili, per assicurare una tazione di fattibilità si applica entro due anni maggiore interazione sia con i municipi, che dall’approvazione del piano di dettaglio e ha dispongono di ampia capacità pianificatoria lo scopo di rilevare le differenze di profitto nella fase di valutazione, sia con gli operato- generate dal progetto, rispetto agli scenari del ri immobiliari, cui sono riconosciuti gradi di bilancio iniziale: nel caso si verifichi un incre- libertà nella programmazione degli interventi, mento dei profitti, il differenziale va ripartito senza vanificare, al tempo stesso, le strategie proporzionalmente tra amministrazione locale prioritarie del governo metropolitano. Merita e operatori, rispettivamente al 60% e 40%, soffermarsi su alcuni aspetti chiave dell’inte- traducendosi in quote di edilizia sociale ag- ro quadro di regole, leggendo in controluce giuntive a quelle previste nell’ambito di trasfor- le ambizioni esplicite e le intenzioni sottese, mazione, a parità di volumi complessiva. Una oltre alle criticità riscontrate. La soglia minima seconda verifica si attua nel momento in cui il indicata dalla SPG, pari al 35%, garantisce a 75% degli alloggi è stato venduto e, anche in tutti gli interventi una buona dose di certezza questo caso, si applica la ripartizione propor- normativa a priori e ha un valore pienamente zionale dei ricavi, che in genere potrà essere simbolico. La sua consistenza quantitativa è di natura economica, andando a costituire una giustificata da alcune analisi prodotte che ne riserva per la costruzione di alloggi affordable attestano la generale praticabilità, sulla base in altre localizzazioni metropolitane. L’obiet- degli esiti di alcune attuazioni. La sua funzione tivo esplicito delle due verifiche, successive però non si limita soltanto a stabilire uno stan- all’approvazione del piano attuativo, è quello dard minimo, cui i progetti dovranno attenersi di ottenere una dotazione di edilizia sociale di in forma sempre più cogente, ma giova ad valore equivalente alla metà delle realizzazioni esplicitare la nozione di centralità dell’inte- private, anche se solo parzialmente edificate resse pubblico nella costruzione della città: in sito. Analogamente, il contributo economico questo consente di intervenire a monte nella sostitutivo viene fatto convergere in un apposito formazione dei valori fondiari, che dovranno fondo per l’edilizia sociale, gestito dai muni- incorporare progressivamente i requisiti attesi cipi ai quali è richiesta una rendicontazione dalla trasformazione (Ingram, Hong, 2012; annua che l’autorità metropolitana si impegna Pogliani, 2015). La valutazione di fattibilità, a rendere pubblica nella revisione annuale del introdotta per quegli interventi che derogano piano metropolitano. dall’applicazione della soglia minima, rappre- Affordable Homes Programme senta un’alternativa alla procedura standar- La convergenza di finanziamenti dal governo

498 Fig. 2 - L’estensione delle trasformazioni urbane nel settore orientale

nazionale e da quello metropolitano pari a no l’affitto per la quota rimanente. Spesso però ca 3 mld di sterline, destinati alla realizzazio- i costi di gestione e manutenzione sono molto ne dei 90.000 nuovi alloggi programmati, alti e l’impegno della nuova amministrazione è affianca le risorse messe in gioco dalle housing quello di definire criteri e limiti entro i quali le associations e propone un’offerta per la fascia housing associations possono stabilire le spese ‘grigia’ della popolazione metropolitana, che correnti. ha raccolto molte critiche (Watt, Minton 2016). La categoria ‘London living rent’ è destinata Il Programma (GLA, 2016b) che impegna alla locazione, a costi ridotti fino ad un terzo l’amministrazione nel co-finanziamento delle del reddito familiare medio nei municipi dove operazioni, intende garantire i livelli di con- sono collocati gli interventi. creta ‘affordability’ (accessibilità economica) Agli operatori si chiede di facilitare l’accesso dei nuovi alloggi, ricompresi nelle categorie di alla proprietà, eventualmente condivisa, nell’ar- ‘shared ownership’ o ‘London living rent’ (30% co almeno decennale. Infine, numerose critiche del totale) e ‘affordable rent’ (30% del totale); si sono appuntate sulla terza categoria ‘affor- il 40% restante (includendo anche altre forme dable rent’, che era stata usata in modo molto di affitto) è definito nell’ambito di un processo elastico in precedenza, senza un controllo sulla di coordinamento tra l’autorità metropolitana e riduzione effettiva dei canoni di affitto applicati i municipi, che siedono ai tavoli della nego- rispetto a quelli praticati sul libero mercato ziazione con gli operatori privati. Nonostante (Milligan, 2015). tutte le tre categorie contengano una quota L’obiettivo del nuovo Programma di mantenere di locazione e agli inquilini sia concesso un i costi della locazione pari alla metà di quelli contributo di sostegno, le finalità divergono di mercato nelle zone di intervento è condizio- significativamente. Le prime due categorie si nato alla capacità pubblica di definire preven- inscrivono nella galassia dei provvedimenti che tivamente i parametri di formazione dei canoni favoriscono l’accesso alla proprietà, mentre la e di applicare successivamente un monitorag- terza si qualifica come un supporto alla loca- gio continuo della dinamica delle locazioni. zione a prezzi contenuti. La categoria ‘shared I chiaroscuri delle politiche recenti nazionali e ownership’ consta di abitazioni in co-proprietà il rilancio della Section 106 in ambito metropo- tra i residenti e le housing associations: i primi litano detengono una quota di proprietà, variabile in La strategia per Londra metropolitana della relazione alla disponibilità economica, e paga- nuova amministrazione sopra descritta rilancia

499 le scelte inaugurate all’inizio degli anni ‘90 and Infrastructure Act (DCLG 2013) è stata con la misura denominata Section 106 del infatti rafforzata la capacità degli operatori di Town and Country Planning Act. Con questa di- rinegoziare gli accordi, sulla base di una docu- spositivo l’Inghilterra ha cercato di rafforzare e mentazione attuativa e finanziaria da produrre legittimare, sotto il profilo giuridico, la richiesta per dimostrare l’insostenibilità economica delle di contributi ai privati, per superare definiti- richieste dei comuni3. vamente la stagione che dal dopoguerra agli Nella stessa direzione si è infine mossa la anni ‘70 aveva visto una produzione di edili- proposta di legge su Casa e Pianificazione zia residenziale pubblica dai risultati quantitati- 2015-2016 (Housing and Planning Bill) che vamente consistenti ma dagli effetti disastrosi di prevede l’esenzione degli operatori dalla confinamento sociale e ghettizzazione etnica. necessità di includere quote di edilizia sociale Il processo che porta alla definizione di queste nei progetti, nel caso in cui l’offerta compren- richieste, denominate planning obligations, da anche alloggi in proprietà a basso costo, è un percorso assunto volontariamente dalle coerentemente all’obiettivo primario delle amministrazioni locali ed è negoziale, inteso politiche nazionali (House of Commons, 2015) mitigare o compensare gli effetti negativi della che è quello di sostenere in modo robusto l’au- trasformazione insediativa, caricando sui priva- mento della produzione residenziale. Il nuovo ti sia una parte delle esternalità (come i costi governo metropolitano londinese, pur non conseguenti all’aumento dei livelli di traffico), rinunciando a questa aspirazione al bigness ma anche richiedendo un contributo sostanzia- per affermare il ruolo di una Londra globale, in le al miglioramento delle condizioni urbane posizione predominante nella geografia delle (Crook, Henneberry, Whitehead, 2016). La capitali mondiali, intende però fare anche mancanza di requisiti minimi quantitativi a i conti con una scelta di politica inclusiva scala nazionale e la flessibilità delle soluzioni capace di rispondere ad un fabbisogno sociale di edilizia sociale ammessa, all’interno dell’am- molto articolato. pio spettro ormai disponibile, ha consentito una certa evoluzione dei comportamenti Lo scenario di innovazione delle politiche e degli enti locali e una buona adattabilità dei alcuni spunti operativi processi. Il dispositivo legislativo ha riscosso un significativo successo attuativo nel primo In questo quadro ricco di chiaroscuri, approfit- ventennio di attuazione (Whitehead 2007; tando della forte crescita dei prezzi delle case, Burgess, Monk 2012), in considerazione che registrano valori di mercato superiori a anche di un incremento dei valori immobiliari quelli dell’ultimo boom immobiliare, risalente e di una domanda crescente di mercato che ha alla seconda metà degli anni 2000, e della prodotto circostanze favorevoli per la negozia- contestuale riduzione dei progetti congelati4, zione tra comuni e operatori, consentendo a Londra scommette sull’innovazione. Innanzitut- questi ultimi di rispettare gli impegni. Per alcuni to gli strumenti di piano aprono un ventaglio anni la Greater London Authority ha raggiunto di nuove possibilità alla ripresa di politiche l’obiettivo ambizioso di ottenere la realizzazio- inclusive e di un rinnovato e più equo processo ne di circa il 50% di alloggi sociali nei progetti negoziale pubblico privato, riaffermando le privati (Monk, 2010). Il processo virtuoso si è ragioni della Section 106, ampiamente trascu- però arrestato, o fortemente ridotto, durante rate nelle politiche recenti. la fase recessiva (DCLG, 2014; Morrison, Il documento della SPG e il programma di Burgess 2014), per contrastare la quale le finanziamenti correlato si collocano all’interno risposte del governo di coalizione conservatore di queste strategie di innovazione, nonostante e liberal-democratico hanno avviato una siste- alcune voci critiche sottolineino il profilo anco- matica revisione del quadro di pianificazione ra fortemente selettivo delle proposte, destinate urbano e territoriale, accusato di congelare le alla sola ‘fascia grigia’, cioè l’inadeguatezza potenzialità di ripresa del settore immobiliare della risposta nei confronti dei bisogni primari in condizioni di mercato mutevoli (Morrison, di una città che aspira a diventare realmente 2015). A seguito di un provvedimento legisla- ‘mixed’ (Briata, 2017). In secondo luogo il tivo approvato nel 2013 denominato Growth governo metropolitano, pur con poteri limitati

500 in questo campo, avverte l’indifferibilità di una sociale e trova fondamento in una ragionevole nuova politica di riuso del patrimonio esistente. attesa di incremento dei valori immobiliari, Nel 2014 perseguendo l’obiettivo di sostenere peraltro confortata da molte stime. la produzione edilizia al di fuori del quadro Interessante è infine la metodologia di valuta- della pianificazione, il governo conservatore zione specifica del valore delle aree interessate aveva approvato una disposizione (vacant alla trasformazione e considerato nel piano building credit VBC) che consentiva il recupero finanziario: proprio in ragione del fatto che della volumetria esistente per gli edifici abban- la rendita si forma all’interno dello sviluppo donati (soggetti a cambio d’uso o demolizione urbano e che essa restituisce la complessità e ricostruzione) con una importante riduzione dei fattori che la generano, il documento della degli obblighi in materia di edilizia sociale. Il SPG esplicitamente invita a tenere in conto, nuovo governo metropolitano cerca di limitare nella stima del valore del suolo iniziale, tutti gli fortemente gli effetti di questa disposizione5, obblighi e le contribuzioni che la pianificazio- introducendo restrizioni normative e soprattutto ne si attende dalle proposte di intervento (GLA, richiamando i municipi ad un duplice impe- 2016a: 32), implicitamente legittimando un gno. Da un lato, un’attuazione coerente degli metodo, quello del piano, che sopravvive con obiettivi strategici in risposta al fabbisogno difficoltà nelle intemperie londinesi, e non solo. reale di case sostenibili; dall’altro, il tratta- mento equo verso tutti quegli operatori che già includono il contributo di edilizia sociale Note nei propri progetti di sviluppo. Infine, avvia 1. Il primo London Plan è stato approvato sotto l’amministra- un confronto dialettico con i governi locali dei zione Livingstone nel 2004 e successivamente ripetutamen- municipi, e relativi processi di pianificazione, te oggetto di varianti. Nel 2011 l’amministrazione Johnson sollecitandoli al tempo stesso ad aderire ai ha approvato un nuovo piano, revisionato anche nel 2016 [www.london.gov.uk/what-we-do/planning/london-plan/ principi su cui si struttura lo scenario di crescita current-london-plan]. In considerazione della sua rilevanza, il sostenibile, al centro del quale è posto l’abita- Piano Metropolitano non è solo sottoposto all’ascolto dei cit- re, e a condividere modalità e percorsi proce- tadini, alla verifica di compatibilità con le politiche nazionali e all’approvazione dalla London Assembly (consiglio metropo- durali per garantire una migliore distribuzione litano), ma è soggetto anche alla Examination in Public (EiP). dell’offerta insediativa sul territorio metropolita- Si tratta di un processo di valutazione gestito da un soggetto no. D’altro canto però, sono interessanti anche indipendente, che esamina tutte le controdeduzioni e invita chi ha presentato osservazioni ad esprimersi pubblicamente. gli spunti operativi che questa esperienza offre Al termine di questo processo di valutazione, al Sindaco viene alla riflessione. Due in particolare mi paiono inviato un documento che contiene le raccomandazioni per fertili per contribuire all’azione di piano me- l’approvazione finale del Piano. La nuova amministrazione di Sadiq Khan ha terminato la prima fase, relativa alla consulta- tropolitano. In breve, valutazione e valore del zione informale e sta predisponendo la bozza di piano, il cui suolo edificabile.Il meccanismo valutativo mette processo di valutazione generale e quello successivo specifico in gioco questioni di trasparenza delle scelte e di EiP termineranno nell’estate 2018, con l’obiettivo di appro- vare il nuovo strumento alla fine del 2019. di valore delle informazioni, anche di natura 2. La valutazione di fattibilità è stata introdotta dal National economica, da condividere in sede pubblica. Planning Policy Framework (Schema nazionale delle politiche Lo fa in modo piuttosto differenziato e artico- di pianificazione), per assicurarsi l’attuazione dei progetti avviati. Utilizzato nel passato da molti governi locali (inclusa lato (GLA, 2016a: 15). Non si tratta solo di Londra) per contenere l’impatto delle esazioni pubbliche sulle un’operazione ex ante, per stabilire l’ammissi- operazioni private, durante le fasi negoziali, la valutazione bilità di proposte in deroga rispetto all’orien- di fattibilità assume oggi un ruolo decisivo per orientare forte- mente le trasformazioni secondo una strategia pubblica. tamento di piano che chiede di rispettare la 3. “Accordi non realistici ai sensi della Section 106 negoziati in soglia minima del 35% di affordable housing condizioni economiche differenti possono essere un ostacolo nelle trasformazioni urbane. Richiede infatti all’edilizia. Il governo intende incoraggiare le trasformazioni, mettere a disposizione un numero superiore di alloggi per ri- anche un monitoraggio continuo nelle fasi di spondere alla domanda in aumento e promuovere la crescita attuazione degli interventi, teso ad accerta- delle costruzioni e dell’economia. I progetti residenziali in stal- re gli scostamenti nei profitti imprenditoriali lo a causa di richieste per edilizia sociale economicamente non più fattibili non producono alcuno sviluppo né rigenera- rispetto alle ipotesi inizialmente formulate nel zione urbana e non assicurano benefici alla comunità. La revi- piano finanziario. Questo processo dinamico sione di questi accordi avrà come effetto una maggiore dota- è finalizzato esplicitamente a recuperare quote zione di alloggi in generale, e di alloggi sociali in particolare, rispetto a quanto altrimenti prevedibile“ (DCLG 2013 para 3). di alloggi o di risorse da destinare ad edilizia

501 4. Cfr. House price predictions 2015 [www.savills.co.uk/resour- tecnologiche e nuove geografie istituzionali” Cagliari, ces/5-year-forecast]. 28-30 aprile. 5. Nell’eventualità dell’applicazione di questa norma negli ulti- Lees, L., Ferreri, M. (2016) “Resisting gentrification on mi 5 anni, il documento stima l’ammontare della perdita in its final frontiers: Learning from the Heygate Estate 18.000 alloggi di edilizia sociale. in London” (1974–2013). Cities. doi:10.1016/j. cities.2015.12.005. Manzi, T., Watt, P. (2013) “‘It’s not for us’. Regeneration, the 2012 Olympics and the Gentrification of East London”. City, 17(1), (pag.99-118), doi: Riferimenti Bibliografici 10.1080/13604813.2012.754190 Milligan, B. (2015), Why starter homes are controversial Barker, K. (2014), Housing: Where’s the plan, London [www.bbc.co.uk/news/business-34465513]. Publishing Partnership, London. Monk, S. (2010), England: Affordable Housing Through Briata, P. (2017), “Pianificazione strategica in una città the Planning System: the Role of Section 106, In: globale: note sui London Plan”, Urbanistica (in corso di Calavita, N., Mallach, A., cit. (pag.123-168). pubblicazione). Morrison, N (2015) “Negoziare edilizia sociale in clima Buitelaar, E., de Kam, G., Needham B. (2014), “The di austerity in Inghilterra” Urbanistica, 155 (pag.123- embeddedness of inclusionary housing in planning 135). and housing systems: insights from an international Morrison, N., Burgess, G. (2014), “Inclusionary housing comparison”, Journal of Housing and the Built policy in England: the impact of the downturn on the Environment, vol.29. delivery of affordable housing through Section 106”, Burgess, G., Monk S. (2012), Capturing-planning gain Housing and the Built Environment vol. 29, n.3, (pag. – the transition from Section 106 to the Community 423-438). Infrastructure Levy, Royal Institute of Chartered Surveyors, Oxley, M., (2008), “Implicit land taxation and affordable London. housing provision in England”, Housing Studies, 23 (4), Calavita, N., Mallach, A. (2010), Inclusionary Housing in (pag.661-671). International Perspective, Lincoln Institute of Land Policy Pogliani, L. (2012), “Casa sociale, una questione di Cambridge MA. welfare: problemi e soluzioni”, Urbanistica, n.149, Cecodhas (2013), Housing Europe review 2012. The nuts (pag.78-87). and bolts of European social housing systems, Cecodhas Pogliani, L. (2015), (a cura di), “Trasformazioni Urbane Housing Europe’s Observatory, Brussels. ed interesse pubblico, spunti internazionali. Urban Crook, T., Henneberry, J., Whitehead, C. (2016), Planning transformation and public interest, an international gain. Providing Infrastructure and Affordable Housing, overview”, Urbanistica, n.154 (pag.128-150). Wiley Blackwell, UK. Watt P., Minton A. (2016), “London’s housing crisis and its Crook, A., Monk, S. (2011), “Planning Gains, Providing activism”, City, 20 (2), (pag. 204-221). Homes”, Housing Studies, vol. 26, n. 7-8, (pag. 997- Whitehead, C. (2007), “Planning policies and affordable 1018). housing: England as a successful case study?” Housing Curci, F., Gaeta, L. (2016), “I giochi olimpici di Londra studies, vol.22, n.1, (pag. 25-44). e la rigenerazione dell’East End”, Territorio, n.77 (pag.110-119). Department of Community and Local Government (2013), Growth and Infrastructure Act, London. Department of Community and Local Government (2014), Section 106 Planning Obligations in England2011-12, London [www.gov.uk/government/uploads/system/ uploads/attachment_data/file/314066/Section_106_ Planning_Obligations_in_England_2011-12_-_Report_of_ study.pdf] GLA - Greater London Authority (2016a) Homes for Londoners: Draft Affordable Housing and Viability - Supplementary Planning Guidance 2016 [www.london. gov.uk/sites/default/files/draft_affordable_housing_and_ viability_spg_2016.pdf] GLA - Greater London Authority (2016b) Homes for Londoners: Affordable Homes Programme 2016-21-Funding Guidance [www.london.gov.uk/ file/11941201] Hill, D. (2016), “Sadiq Khan sets out key plans for more ‘genuinely affordable’ London homes” [www. theguardian.com/uk-news/davehillblog/2016/nov/29/ all] House of Commons Library (2015), [www. researchbriefings.parliament.uk/ResearchBriefing/ Summary/CBP-7331] Ingram, G.K. , Hong, Yu-H. (2012), Value Capture and Land Policies, Lincoln Institute of Land Policy, Cambridge, MA. Inu (2016), XXIX Congresso “Progetto Paese, l’urbanistica tra adattamenti climatici e sociali, innovazioni

502 LE CENTRALITÀ COME NUOVO MODELLO D’INTERPRETAZIONE DELLE CITTÀ METROPOLITANE

Maria Somma | Francesca Zerella | Simone De Diego | Roberta Mariarosaria Ambrosone

Introduzione rispetto ai sistemi stradali, oggi necessari per la comprensione e la cattura dell’intera forma L’obiettivo di questo lavoro consiste nell’ana- del sistema urbano metropolitano. Il plug- lizzare la struttura urbana, l’organizzazione in rappresenta astrattamente la realtà fisica e le attribuzioni che caratterizzano la Città dell’ambiente urbano come una combinazione Metropolitana di Napoli. Si tratta di un per- di 3 elementi: LINKS che rappresentano i per- corso complesso, sviluppato tenendo conto corsi lungo i quali possono verificarsi viaggi, delle notevoli differenze ed esperienze di cui NODI (o intersezioni) ovvero gli spazi pubblici gode l’intero territorio napoletano, le strutture ricavati dall’intersezione dei percorsi, e gli istituzionali e le condizioni economiche e so- EDIFICI che rappresentano punti di destinazio- ciali che hanno contribuito alla costituzione di ne finale in cui la circolazione delle persone, Napoli, dando vita ad una vera e propria città merci e informazioni hanno inizio o terminano. metropolitana. La ricerca sperimentale si è evoluta attraverso i All’interno di tale quadro conoscitivo, che seguenti step: si sviluppa partendo da fattori prettamente 1) Acquisizione dei materiali quali: economico-funzionali, si è sentita l’esigenza di - Toolbox UNA; elaborare un nuovo modello di rappresentazio- - Lo shape-file dei confini amministrativi della ne del territorio che si concentri maggiormente città di Napoli; su caratteri propri della pianificazione urbani- - Lo shape-file del grafo stradale (in questa stica. Questa, infatti, risulta essere una nuova nuova analisi non vengono presi in riferimento analisi sperimentale che parte dall’idea secon- gli edifici ma le strade) completo dell’intero do cui, all’interno di un sistema urbano ciò che ambito metropolitano e le sezioni di censimen- ne definisce le “centralità” sono le intersezioni to 2011 e quelle relative agli addetti estratte che si formano all’interno della rete stradale. dal sito ISTAT; Quindi, introducendo un nuovo approccio ba- 2) Costruzione del grafo stradale: La presenza sato su parametri urbani e morfologici, si pone di numerosi nodi che nella realtà non rappre- particolare attenzione al sistema infrastrutturale sentano dei veri incroci stradali, bensì inter- interpretato anche attraverso la sua densità e sezioni a livelli sfalsati rendono la base per la sua qualità. l’analisi non valida: per questo motivo è stata necessaria una ricostruzione dell’intero grafo Analisi UNA stradale correggendo gli errori presenti nello shape-file di origine; Per lo svolgimento dell’analisi sperimentale 3) Categorizzazione del reticolo stradale: Si sul contesto metropolitano di Napoli è stato prende in riferimento la classificazione indetta necessario servirsi dell’utilizzo di una nuova To- dal Codice della strada (D.L 1992 n.285 titolo olbox, presente negli applicativi GIS, di analisi I art.2) al fine di possedere un’organizzazione urbana, meglio conosciuta come UNA (Urban preliminare di analisi su cui operare; Network Analisys). 4) Aggiornamento della tabella degli attributi Tale strumento ha reso possibile la comprensio- del grafo stradale: Inserimento di nuovi campi, ne della distribuzione spaziale delle centralità quali quello dei limiti della velocità, disciplinati

503 dall’art 142 del codice della strada, quello del fare ciò è stato utile individuare le particelle tempo di percorrenza in ore e in minuti; censuarie con maggiore popolazione residente 5) Creazione dei Nodi: Un nuovo shape-file (compresa tra 650 ab. e 4050 ab.), attraverso sia lineare che puntuale, che contiene il grafo un’operazione di Join tabellare tra le parti- stradale aggiornato e i nodi d’intersezione, ne- celle censuarie dell’area metropolitana e la cessari per ottenere le centralità ed il risultato popolazione totale di ogni comune (dati Istat), finale; per comprendere tra tutti i centri abitati, quali 6) Trasformazione dei Nodi in Centrality: Mo- erano quelli più popolosi che, a loro volta, an- difica degli attribuiti del New Network Data-set davano ad influire notevolmente sulle infrastrut- quali lenght e minutes con la sostituzione dei ture. Tali centralità risultano sviluppate in gran campi aggiornati nello step n.4; parte del territorio napoletano, nei comuni 7) Applicazione delle 4 analisi UNA per l’inte- vesuviani, in quelli della Penisola Sorrentina e ra maglia stradale della Città Metropolitana di nelle zone del Giuglianese che si connettono Napoli, quali: con il territorio Aversano. • Reach: Tarato per misurare l’accesso a Dopo aver eseguito l’analisi del Gravity è qualsiasi destinazione (intersezioni, edifici stata posta attenzione ai dati riguardanti gli o altri nodi) all’interno di una data ricerca addetti della città metropolitana di Napoli. Raggio di default di 1 km (ingresso Raggio Attraverso un join tabellare, è stato possibile di ricerca definisce il raggio buffer utilizza- unire le sezioni censuarie più popolose con i to per il calcolo delle misure specificate); dati estratti dall’Istat riguardanti gli addetti alle • Gravity: Basato sull’intuizione che un cen- attività locali dei comuni della Città Metropoli- tro quanto più è popoloso, più è centrale. tana, quali le imprese, i servizi pubblici e altre La gravità è direttamente proporzionale tipologie lavorative constatando che, lì dove alla massa e inversamente proporzionale le aree risultano meno popolate, vi è maggio- alla distanza, più ci si allontana dall’inter- re concentrazione di addetti. La presenza di sezione meno essa gravita; centralità ricadenti nelle aree meno popolose • Betweenness: Basato sull’idea che un nodo giustifica la presenza di occupati che utilizza- è centrale se si trova tra molti altri nodi. no quel tipo di infrastruttura. Esso è definito come la frazione di percorsi Betweeness: le centralità che vanno a servire più brevi tra coppie di altri nodi della rete in maggior misura la Città Metropolitana di che passano per quel il nodo; Napoli sono senza dubbio le stesse di quelle • Closeness: Un indice che misura la media estratte nel Reach. A queste si aggiungono delle “distanze” di un nodo rispetto agli altre centralità, ovvero nodi di collegamento altri nodi vicini ai centri abitati, al fine di adiacenti tra loro, che risultano essere pre- ottenere una misura della rapidità di rag- senti anche nella zona Flegrea fino alla zona giungimento degli stessi. Domizia interna e nelle zone del Sarnese e di Estratti delle singole analisi Castellammare di Stabia. Reach: si evince che le principali centralità Closeness: vi è una maggior concentrazione che servono l’area Metropolitana di Napoli di centralità lì dove il livello di urbanizzazione sono quelle di ingresso al comune napoleta- è più elevato, poiché questa va a misurare la no, tramite l’Autostrada e la Tangenziale che vicinanza che un nodo ha rispetto al centro ur- arrivano a Via Marina, e tutte quelle strade che bano che va a servire. Inoltre, con l’aumentare permettono l’ingresso ai Paesi Vesuviani sia sul delle dimensioni delle centralità, si può notare lato mare (Portici, Ercolano, Torre del Greco, come ci si allontana dal contesto urbanizzato e Torre Annunziata) che nelle zona dell’entroter- ci si dirige verso quelle aree prive di servizi. ra (Pomigliano d’Arco, Acerra, San Sebastiano Confronti ed osservazioni al Vesuvio etc). Successivamente si è resa necessaria la sovrap- Quest’ultime, inoltre, favoriscono l’accessibilità posizione delle specifiche analisi per compren- tra il confine metropolitano napoletano e le dere se godono di caratteristiche comuni. province adiacenti. Reach e Betweeness: Nel sovrapporle si evince Gravity: le centralità sono concentrate lì dove che, nella Città Metropolitana spesso coinci- si sviluppano fortemente i centri urbani. Per dono alcune centralità che toccano determi-

504 nate aree quali l’accesso principale a Napoli comuni sopra analizzati. Più un’area sarà fitta tramite via Marina; il comune di Casalnuovo, di infrastrutture di diverso tipo più un comune principale nodo d’interscambio per l’accesso risulterà accessibile e centrale. al comune dalle province limitrofe; Pomigliano Interpretazione dei risultati d’Arco, Marigliano e Nola che insieme costitu- Dai risultati delle 4 analisi UNA è stato possi- iscono la direttrice principale per accedere ai bile ricavare un quadro complessivo di quelle comuni Salernitani. Fanno seguito le aree com- che sono le centralità che maggiormente prendenti Ercolano, Torre Annunziata e Castel- incidono sull’area Metropolitana, ognuna delle lammare che fungono da principali direttrici di quali con uno sviluppo sul territorio ed un’iden- collegamento sulla costa tra la parte orientale tità specifica.Partendo dalla zona occidentale, e la parte occidentale della città metropolitana. comprendente i Campi Flegrei e l’area del Gravity e Closeness: dal confronto si evince giuglianese, si nota lo svilupparsi di tutta una che, non sempre dove c’è una forte concentra- serie di agglomerati che, in qualche modo, go- zione di urbanizzazione vi è allo stesso tempo dono di una loro autonomia. Questi, risultano un elevata densità abitativa. Infatti, all’interno essere chiaramente di rilevanza minore rispetto del territorio napoletano si nota una distri- agli altri, come la zona intorno al porto di buzione omogenea di centralità non dovuta Pozzuoli, e ancora i centri urbani di Giugliano soltanto dal carico insediativo, ma anche da e Frattamaggiore che costituiscono una serie di altri fattori (edifici dediti ad uffici, case uni- nuclei minori aventi una quantità di servizi ne- versitarie, università stessa, attività produttive, cessari per essere indipendenti da altre zone. luoghi di culto etc…). Il Comune di Napoli è Altri agglomerati sono quelli che insistono l’unica area che ci permette di notare la forte nell’area di Napoli, nella zona di Portici ed Er- differenza tra la definizione di Closeness e di colano ed infine nell’area costiera tra il Vesuvio Gravity. Di contro, le aree al confine presenta- e l’inizio della Penisola Sorrentina, dove si con- no un urbanizzato che coincide con la densità solida un tessuto urbano più compatto. Questi abitativa quindi, le centralità di Closeness e sono stati definiti agglomerati polari poiché, Gravity coincidono in quanto rappresentano per il peso che hanno a livello metropolitano quell’indice che definisce la vicinanza o al (presenza di servizi, infrastrutture di collega- centro urbano o al centro più popoloso. mento e posizione rispetto ad altri elementi), Confronto tra le 4 Analisi UNA: Le centralità sono le centralità principali su cui gravitano e delle diverse analisi risultano coincidere in dipendono gli altri agglomerati. Chiaramente alcuni punti poiché godono di caratteristiche Napoli influenza le aree del suo diretto intor- comuni quali la prossimità e un’elevata acces- no, Portici è un agglomerato su cui gravitano sibilità (in particolare Reach e Betweenness). tutti i paesi a sud del Vesuvio e Castellammare Nonostante ciò, la presenza di un parametro risulta essere una forte centralità in quanto non pregiudica sempre l’esistenza dei restanti “ingresso” per tutti i flussi che si dirigono verso parametri presi in esame. Nel sovrapporre la Penisola Sorrentina. le quattro analisi emergono agglomerati di Infine, l’ultima tipologia di agglomerato è centralità nei paesi vesuviani che affacciano quella di tipo lineare. Queste sono una serie sulla costa, quelli dell’entroterra e quelli che di centralità che, per alcune ragioni (assetto collegano alla Penisola Sorrentina. Da ciò è morfologico del territorio, vocazione dell’area, possibile constatare che gli elementi fonda- sviluppo delle infrastrutture) si sono sviluppate mentali che danno vita a forti centralità sono i secondo delle direttrici. Gli esempi più lampan- sistemi di collegamento infrastrutturale a scala ti sono: metropolitana. • I paesi al nord di Napoli, intercettati dalla Infatti, considerando le autostrade, le statali, Strada Provinciale n.1 che proseguono le provinciali e le locali, e inserendo l’urba- verso nord-est fino ad arrivare a Nola. nizzato presente nell’area, si comprende che Questo agglomerato comprende tutti quei tutto ciò che è stato appena affermato risulta centri urbani che, grazie ad un sistema in- essere veritiero, in quanto, lì dove c’è mag- frastrutturale, che permette uno spostamen- giore concentrazione di queste infrastrutture vi to veloce verso Napoli, sono più o meno sono maggiori centralità, che ricadono tutte nei dipendenti da esso;

505 • Alcuni centri urbani (da Scafati fino ad Ot- regolare su tutta la superficie del comune taviano) che, formando una corona intorno metropolitano. Per ogni quadrante si è andato al vulcano, si sviluppano tutti intorno ad ad osservare il numero di strade che contiene, alcune direttrici viarie; assegnando una scala di valori che va dal • I paesi che affacciano sul versante ovest bianco (minori infrastrutture) al rosso (elevata della Penisola Sorrentina (da Vico Equense presenza di infrastrutture). Da ciò, si osserva a Sorrento) formano un agglomerato line- che l’area Metropolitana presenta un tessu- are dovuto alla morfologia del territorio. to stradale più denso soprattutto nell’area a Ovviamente il grande rilievo che questo ovest del Vesuvio (da Ercolano salendo verso agglomerato ha a livello metropolitano lo Afragola) e all’interno del comune di Napo- si deve alla forte vocazione turistico - bal- li, soprattutto per la densità del tessuto del neare della zona. centro storico, formato da cardi e decumani. Per quanto riguarda la penisola Sorrentina, Supporto all’analisi UNA si osserva una densità media dovuta alla morfologia del territorio (dove si alternano Analisi quantitativa del tessuto stradale zone collinari a zone montuose) che si svi- L’analisi è stata svolta per avere un’interpreta- luppa soprattutto in modo lineare. Nell’area zione diversa e più dettagliato sulla struttura nord-occidentale della Città Metropolitana di della rete stradale della città Metropolitana Napoli, invece, si può osservare una densità di Napoli. Attraverso uno studio relativo alla molto bassa dovuta probabilmente a un tessuto densità delle infrastrutture su gomma è pos- pianeggiante molto sviluppato, fatta eccezione sibile comprendere quali siano le zone con per Pozzuoli e Giugliano in Campania che una quantità di strade maggiore, e quindi, presentano una densità sopra la media rispetto capire per quale motivo risultano esserci anche al resto del contesto. numerose centralità. L’analisi è stata strutturata Analisi qualitativa del tessuto stradale suddividendo l’area di studio in quadranti, con Per definire la qualità delle strade per avere un lato di un 1km, che danno vita ad una griglia quadro generale più esaustivo e per indivi-

506 duare le zone più critiche che necessitano di sti indici sono anche condizionati dalla maggiori interventi. Questa operazione risulta presenza o meno di verde; essere molto complessa poiché la qualità di • Productivity: formato da una serie di varia- una strada può essere determinata da determi- bili come il livello di occupazione formale nati fattori: e informale, il commercio, il livello di • Presenza di attività commerciali; produzione (legato alla presenza di attività • Stato di manutenzione; produttive); • Aree verdi etc. • Quality of life: facente riferimento a istru- Per fare ciò, è sembrato opportuno utilizzare il zione (grado di alfabetizzazione, parte- metodo del Programma UN-HABITAT illustrato cipazione all’istruzione terziaria), salute, nel loro documento “Street as public spaces sicurezza e presenza di spazi pubblici per and drivers of urban prosperity”, secondo il tempo libero; cui la qualità di una strada viene definita • Equity and social inclusion: basato su ana- attraverso il CPI (City Prosperity Index) che, a lisi relative alla disuguaglianza di reddito, sua volta, viene ricavato dall’insieme di altri sociale e di genere per l’accessibilità alle sotto-parametri. Prima di enunciarli uno per infrastrutture ed ai servizi; uno, bisogna introdurre il presupposto da cui • Street connettivity: indice chiave che defi- è partito tale metodo ovvero la strada vista, nisce la forma urbana poiché determinato non più solo come uno strumento dedito allo principalmente da tre sotto-indici (larghez- spostamento, ma come un vero e proprio za, lunghezza e numero di intersezioni a spazio pubblico che deve avere determinate raso sulla strada). caratteristiche. Ciò non significa che le strade Per avere dei risultati accurati che non risul- debbano perdere lo scopo per cui origina- tassero falsati da un’analisi sommaria, è stato riamente sono state progettate: favorire la deciso di prendere in considerazione solo i connessione e gli spostamenti rapidi all’interno parametri che potevano essere misurati in ma- di un sistema urbano; anzi, queste restano niera più concreta e diretta: ovvero “Infrascture delle qualità preponderanti, ma, in quanto development”, “Productivity” e “Connectivi- spazi pubblici, è necessario che possiedano ty”. È stato assegnato ad ogni parametro un determinate caratteristiche tipo: avere una loro valore da 0 (qualità della strada molto bassa) attrattività, garantire una qualità della vita di- a 1(qualità della strada elevata) per definire il gnitosa a chi ci transita o a chi ci staziona etc. CPI attraverso una media aritmetica dei para- Proprio per questo si parla di “City Prosperity metri con una scala di colori che va dal rosso Index”, ponendo l’attenzione alle strade come (per le strade con un CPI = 0) al verde (per spazi pubblici che determinano la qualità di un quelle con un CPI = 1). insediamento urbano. Risulta evidente, come Risultati analisi qualitativa tale analisi fornisca dati di supporto alle 4 Dai risultati di queste analisi, si nota una analisi UNA. Ogni tipo di centralità che è stata sostanziale differenza tra la rete stradale del definita, dà vita a dei punti nevralgici visti sia sistema urbano del comune di Napoli e quella come delle criticità che come punti di forza. dei comuni dell’hinterland. Sovrapponendo le due analisi, si individuano i Le strade di Napoli risultano essere migliori punti critici che necessitano una vera e propria grazie alla loro maggiore densità che quindi strategia. Una volta chiarito ciò, si definiscono ne migliora la connettività. Inoltre, i maggiori i parametri che determinano il PCI: flussi che queste accolgono ne garantiscono • Infrastucture development: fornito dalla pre- anche una maggiore produttività (grazie alla senza di alcuni componenti legati ai servi- massiccia presenza di attività commerciali) che zi primari (rete idrica ed elettrica, gestione servono a controbilanciare la carenza di aree dei rifiuti, presenza di servizi sanitari e per verdi e l’elevato inquinamento della zona. Le la conoscenza); uniche reti stradali all’interno dell’area metro- • Enviromental sustainability: generato politana che risultano scadenti sono quelle che da quatto sotto-indici (qualità dell’aria, ricadano nell’area a nord e nord-occidentale emissioni di CO2, energia e inquinamento della città di Napoli e che a causa della loro prodotto all’interno delle abitazioni). Que- poca attrattività sono anche luoghi dove si è

507 potuto sviluppare un forte degrado sociale e, Conclusioni conseguentemente una scarsa qualità della vita. Per le strade dei comuni limitrofi a Na- Alla luce delle diverse analisi svolte, attra- poli, si notano parametri più bassi dovuti al verso una ricerca prettamente sperimentale minor numero di strade che compromettono e innovativa, è stato possibile comprendere la connettività e l’accessibilità, ed incidono quali fossero le principali centralità presenti sull’affluenza di persone verso queste zone. Il all’interno dell’area metropolitana di Napoli. risultato è quello di un degrado abbastanza Queste sono varie e, in base alla centralità che diffuso fatta eccezione per gli assi principali rappresentano all’interno del sistema urbano, dei comuni, dove si è riuscito a sviluppare un sono classificabili ed analizzabili. commercio di livello locale che ne assicura un Una volta ottenute tali centralità, è risaltato che certo livello di qualità. il caso specifico del contesto metropolitano di Casi estremi di degrado si hanno nell’area del Napoli non è paragonabile a nessuna analisi Litorale Domizio dove, alla scarsa manutenzio- spaziale fatta finora, in quanto non ha un ne proprio della rete stradale, si è aggiunto lo modello specifico a cui rifarsi, ma ne contiene stato di semi-abbandono delle attività presenti al suo interno una moltitudine e qualora si vo- in zona (lidi balneari, attività ricettive, villaggi lesse considerare tale analisi un futuro modello residenziali ecc.) che ha portato ad un fortissi- sperimentale, questo andrebbe comunque mo livello di degrado sia sociale (prostituzione, continuamente aggiornato nel rispetto delle spaccio) che ambientale (inquinamento delle future infrastrutture, in quanto tali centralità aree verdi). sono dinamiche e mutevoli nel tempo. Inoltre, rispetto alla domanda posta all’inizio, ovvero se oggi fosse possibile o meno, quando par-

508 liamo di pianificazione territoriale, andare a Riferimenti Bibliografici considerare il contesto metropolitano sulla base delle sue “centralità e linee di collegamento”, Andres Sevtsuk, Michael Mekonnen (2012)“Urban Network Analysis - A new toolbox for ArcGIS”, siamo sicuramente d’accordo. Questo perché, Proceedings of the Symposium on Simulation for lavorando e considerando un determinato terri- Architecture and Urban Design torio in ampia scala, come il contesto metropo- UN-Habitat (2013) “Streets as public spaces and drivers of urban prosperity”, First published in Nairobi litano di Napoli, risulta indispensabile partire F.D. Moccia, (2006) “Incerti passi della politica da una base che contenga i principali centri di metropolitana europea”, Territorio, n. 38 (terzo trimestre sviluppo dell’area metropolitana ovvero le cen- 2006) M.Sepe, F.D.Moccia (2015) “Una politica per le città tralità e come queste siano in relazione tra loro Italiane”, Inu Edizioni, Roma attraverso linee di collegamento che determina- no le rispettive interazioni, e quindi la strut- tura di base più forte all’interno del contesto metropolitano. Infine, da tale analisi è possibile comprendere anche quali sono le aree prive di centralità, quelle sulle quali soffermarsi per garantire una maggiore accessibilità ad un luogo, e quali invece, le aree più centrali che oggi garantiscono maggiori servizi. Tale metodologia affrontata, ad oggi solo per la città metropolitana di Napoli è in fase di sperimentazione anche sulle restanti città metropolitane Italiane.

509 LE INFRASTRUTTURE COME MECCANISMI DI INNESCO DEI PROCESSI PROGETTUALI DI TRASFORMAZIONE URBANA E TERRITORIALE. QUESTIONI TEORICHE E SPERIMENTAZIONE PROGETTUALE INTORNO ALLA NUOVA STAZIONE AV DI NAPOLI-AFRAGOLA

Carlo Vece

Introduzione dell’approccio alle dinamiche di trasforma- zione urbana e sul ruolo che i progettisti Le grandi trasformazioni urbane che hanno dovrebbero svolgere in questo campo. Negli visto protagoniste negli ultimi anni le metro- ultimi anni si è assistito ad un avvicinamento poli più dinamiche del mondo, sono avvenute dal settore della progettazione architettonica intorno ad aree che presentavano fattori di e del paesaggio verso quello che tradizional- elevata complessità e allo stesso tempo di no- mente veniva considerato prettamente il raggio tevole interesse. Queste aree, attraversate da d’azione dell’urbanistica, con le esperienze infrastrutture in dismissione o in realizzazione, angloamericane del Landscape Urbanism, hanno una valenza territoriale-strategica oltre così come c’erano già stati degli accostamenti che più propriamente urbana. Sono dei luoghi prevalentemente dalla scuola italiana dei piani di collisione del sistema tecnico infrastrutturale urbanistici di terza generazione di Bernardo con la città: sono dei luoghi di smagliatura Secchi verso il progetto architettonico. Ciò che urbana. accomuna queste esperienze, seppur distanti e Attraverso il caso studio della stazione AV di in due campi distinti di ricerca, è il tentativo di Napoli-Afragola, scelto per la sua attualità e superare i settori di provenienza cercando un complessità, si vuole fornire una sperimentazio- avanzamento del dibattito relativo ai processi ne concreta mediante un progetto di carattere di trasformazione urbana. È emerso un eviden- strategico sulle aree intorno alla stazione, che te cambiamento della visione sul progetto urba- attualmente si presentano prive di un organico no che non può più considerarsi appannaggio disegno urbano. Ciò che si è voluto sperimen- specifico di un settore ma necessita una visione tare è il progetto del processo: come affrontare più ampia. Ci si auspica che il progetto insie- la gestione della complessità nel tempo? Come me tematiche territoriali, aspetti più pragmatici confrontarsi con i vari attori del processo? e materiali per rispondere alle aspettative della Come progettare la complessità? città, ma anche proposte più visionarie e allo Il paper intende aprire delle questioni, ritenen- stesso tempo vicine alla percezione spaziale do che un ampliamento dell’orizzonte teorico individuale. In questo panorama il progettista di indagine su nuovi metodi di progetto urbano non può non considerare una moltitudine di sia necessario e che le aree complesse della questioni: l’elasticità delle fasi di realizzazione città contemporanea vadano interpretate come della visione progettuale; un’attenzione alla luoghi urbani, territoriali e paesaggistici e simultaneità delle scale di progetto che neces- vada superata un mera visione pragmatica del sariamente si intrecciano dal livello paesaggi- progetto delle infrastrutture. stico e territoriale fino alla scala architettonica; la capacità di interpretazione del gran numero Città contemporanea e complessità. Il progetto di informazioni e di dati che attualmente si è nei luoghi infrastrutturali in grado di raccogliere grazie all’iperconnes- sione costante degli utenti della città; il rischio Il campo di ricerca e la pratica della proget- di confondere le potenzialità della gestione tazione negli ultimi tempi sono stati attraver- informatizzata del progetto con delle soluzioni sati da un profondo dibattito sull’evoluzione autogenerative di natura formale; la problema-

510 tica dell’efficacia della rappresentazione e la in particolar modo quando si tratta di progetti ricerca di nuovi strumenti per la comunicazione interessati dalla presenza di infrastrutture come delle idee progettuali. Risulta evidenti quindi quelli oggetto del presente lavoro. Le azioni che la complessità del progetto si intreccia con per il raggiungimento degli obiettivi di progetto quella della città. La sfida sta nel cogliere que- e la partecipazione della cittadinanza rientra- sta nuova realtà: le infrastrutture, sinapsi che no negli aspetti fondamentali da considerare al trasmettono impulsi di innovazione, informazio- momento della progettazione di un processo di ni e persone, sono dei luoghi dove si conden- trasformazione urbana. Le esperienze di MUF, sano le questioni progettuali precedentemente Agence Ter, Gausa+Raveau Actarquitettura esposte. Le infrastrutture possono essere quei sono accumunate da una visione di gestione meccanismi in grado di innescare i processi di delle trasformazioni che cerca di conseguire trasformazione degli spazi pubblici e privati in questi obiettivi mettendo in campo una moltitu- spazi di qualità, connessi al resto della città e dine di strategie differenti. La sfida nel campo facilmente accessibili. La grande opportunità della progettazione è quella di tenere insieme da cogliere è quella di orientare il progetto e queste spinte e queste esigenze trovando nuovi le politiche urbane in maniera da sfruttare le strumenti, buone pratiche, azioni e ricerche potenzialità che hanno le aree complesse e che rispondano al meglio alla complessità, fortemente infrastrutturate. senza cercare di semplificare e ridurre le tema- Progettare la complessità. Il progetto come tiche della città contemporanea. processo La città delle infrastrutture: può un infrastruttura Dalla consapevolezza dell’elevato grado di diventare uno spazio pubblico? complessità della città contemporanea non può Ripensare oggi alle infrastrutture alle interno che scaturire una riformulazione dell’identità delle città significa saperle interpretare attra- stessa del progetto. La ricerca di nuovi attori, verso le loro caratteristiche spaziali. Se oggi si nuove pratiche e metodologie passa prima guarda alle infrastrutture e al loro riutilizzo in di tutto da un nuovo paradigma per la città chiave urbana è perchè sono state lette come contemporanea. Capace di adeguarsi di volta nuove possibilità di spazio pubblico. La di- in volta ai nuovi scenari per uno stesso luogo, mensione pubblica che oggi ha la High Line di il progetto per la città è esso stesso un insieme New York è una conquista non banale di una complesso di livelli e temi differenti. rivoluzione del senso dell’infrastruttura stessa. La multi-temporalità del progetto è una della Se in passato erano le grandi utopie a conte- questioni centrali in quanto le trasformazioni nere al proprio interno la fusione della dimen- urbane hanno dinamiche elastiche e tempi di sione utilitaristica con la dimensione pubblica reazione variabili. Le esperienze consolidate dei sistemi di reti stradali e ferroviarie, oggi di James Corner Field Operation o di Michel la necessità di ripensare ai sistemi infrastrut- Desvigne e Christine Dalnoky hanno dimostrato turali ci fa guardare alla trasformazione di che un approccio per fasi è necessario. Anche brani di città dove la dimensione pubblica è il contributo culturale di Gilles Clément, con i la principale caratteristica dello spazio dell’in- sui concetti di “Terzo Paesaggio” e “Giardino frastruttura. Stazioni ferroviarie, strade soprae- in Movimento”, va nella direzione di conside- levate, ponti, sottopassaggi, nodi intermodali, rare il paesaggio come qualcosa di mutevole linee metropolitane, sono infrastrutture della nel tempo, che deve essere dotato di qualità mobilità, spazi di movimento e di narrazione spaziale e ugualmente fruibile anche nelle fasi all’interno della città contemporanea. In esse si intermedie del processo. L’interscalarità, la condensano questioni progettuali su vuoti urba- valenza cioè di un progetto di essere sia una ni, infrastrutture dismesse o aree intercluse da strategia che una soluzione architettonica, sia esse. La dimensione territoriale e paesaggistica un protocollo di intervento sul costruito che un propria delle infrastrutture e le categorie spa- piano trasportistico di rilevanza territoriale, è ziali ad esse connesse possono essere i nuovi uno dei caratteri, tra gli altri, dai progetti ur- paradigmi per il progetto di nuovi spazi della bani di Rem Koolhaas OMA. È evidente che il città.Dopo un lungo periodo in cui le infrastrut- progetto contemporaneo non può fare a meno ture venivano viste solo secondo la loro natura di tenere insieme più scale simultaneamente, tecnica, si è assistito a trasformazioni urbane

511 innescate dalle infrastrutture, fino a divenire tervallato da parti urbane. Collocata nell’ultimo in alcuni casi esse stesse spazi pubblici per ampio spazio inedificato dell’area metropolita- eccellenza. Grazie alle riflessioni dei teorici na di Napoli, la stazione interessa direttamen- legati al Landscape Urbanism il paesaggio, te cinque comuni – Afragola, Acerra, Casoria, più che l’architettura, è stato individuato come Casalnuovo, Caivano – che costituisco un strumento interpretativo in grado di dare rispo- continuum urbano a nord del capoluogo. La ste alle trasformazioni della città e di miglio- stazione AV, rinchiusa da un anello stradale, rare l’esperienza urbana. Charles Waldheim non fa altro che determinare ulteriori cesure sottolinea l’importanza ritrovata del paesaggio e spazi interclusi, come avevano già fatto le come mezzo polivalente e collettore per la autostrade adiacenti all’area e i tracciati sopra- realizzazione della forma urbana, special- elevati delle superstrade. mente nel contesto di ambienti complessi, siti Il progetto della stazione è opera di Zaha post-industriali e infrastrutture pubbliche, affer- Hadid, vincitrice del concorso internazionale mando che negli ultimi dieci anni il paesaggio indetto nel 2003 da FS: all’interno di un anello è emerso come un modello per l’urbanistica stradale che avrebbe circondato la stazione contemporanea. Si delinea così chiaramente lo separandola dal resto del territorio, l’architetto spazio dell’infrastruttura: se lo spazio della cit- ha proposto una stazione – ponte, intendendo tà coincide con quello del territorio ed è quindi rappresentare il dinamismo dell’infrastruttura e interpretabile come paesaggio, si può dire che la sua capacità di creare legami. Questa scelta questo è il paesaggio dell’infrastruttura. Non risulta solo formale, a causa dell’assenza di è un caso che l’infrastruttura abbia ricoperto una visione più allargata dell’intervento al un ruolo centrale nelle trasformazioni urbane. I resto del territorio. L’assenza di un disegno ur- grandi cambiamenti che hanno visto protagoni- bano intorno alla stazione ne determina attual- ste negli ultimi anni le metropoli più dinamiche mente il suo distacco dai comuni che attraversa del mondo, sono avvenuti intorno ad aree che e la difficoltà di accesso ad essa, se non con presentavano fattori di elevata complessità automobili private, aumenta la profondità della come ad esempio quella di King’s Cross a cesura tra i cittadini e l’infrastruttura. Londra o l’area della Confluence a Lione. In Il presente caso-studio è stato oggetto di una questi luoghi “Infra”, si confrontano diversi sperimentazione progettuale condotta all’in- modi d’uso degli spazi, qualità dei luoghi e terno di una tesi di dottorato1. Il carattere del velocità differenziate producendo condizioni lavoro di ricerca è stato trasversale e multidisci- stimolanti del progetto contemporaneo nella plinare, ha tenuto insieme tematiche di gover- sequenza sussultoria di grandi e piccoli nodi, no del territorio, come ad esempio le scelte estese campiture, reti spaziali, connessioni localizzative delle infrastrutture, con le temati- trasversali, concentrazioni e dilatazioni fisiche che urbanistiche (quali strumenti, quali attori, e funzionali. “Infra”, dunque, come prefisso quali percorsi) e con altre più precisamente allusivo di un approccio che intende andare architettoniche e progettuali, partendo dalla oltre l’oggetto-infrastruttura. In questo senso, considerazione della necessità di uno sguardo le infrastrutture divengono un campo di speri- più ampio. La sperimentazione si è articolata mentazione progettuale per raccontare la città in un progetto architettonico di una rete di tram attraverso il paesaggio, capace di valorizzare capace di collegare la stazione con i comuni i diversi gradi di porosità e inventare nuove limitrofi, e di una strategia legata all’utilizzo forme e usi dei suoi spazi aperti. nel tempo degli ampi spazi, dove la città torna a legarsi al territorio agricolo e l’agricoltura Da oggetto a rete territoriale. Il caso studio e il verde si inserisce nella città. Attraverso il della stazione di Napoli-Afragola progetto di una nuova rete tranviaria si vuole collegare la stazione AV Napoli-Afragola con La sagoma della nuova stazione AV di Napo- i comuni limitrofi, ridisegnare e ricucire il terri- li-Afragola segna il paesaggio della Pianura torio mediante dei segni, alcuni dei quali sono Campana, contrapponendosi a quella del antichi e già presenti nei solchi dei campi, Vesuvio che emerge dall’orizzontalità del altri invece nascono da una trasformazione territorio agricolo, sempre più smembrato e in- della natura di alcune parti della città. La rete

512 AV di un grande sistema di spazi di relazione Fig. 1- L’infrastruttura è la riscrittura delle e servizi e creare un nuovo luogo centrale tracce del territorio: nel sistema metropolitano. Il piano-processo, la rete tranviaria. volto all’integrazione delle grandi infrastrutture ferro-gomma-aria-mare con il territorio, pro- pone uno scenario plurimo dove nel tempo si raggiungeranno diversi obiettivi.

Nuove tracce civiche di connessione per la città Attraverso il progetto di una nuova rete tranviaria si vuole collegare la stazione AV Napoli-Afragola con i comuni limitrofi, si vuole proporre un’idea di infrastruttura ecologica, un sistema che penetri il territorio e che ne metta in relazione le parti – storica, agricola, abusi- va – assumendo un ruolo civico, al contrario di quanto avvenuto nel caso della stazione, la quale si limita ad essere un oggetto-simbolo di un’idea di dinamismo infrastrutturale. La rete tranviaria sarà facilmente associabile alla stazione dell’Alta Velocità grazie al linguag- gio dei sui elementi architettonici (pensiline, fermate, passaggi). A livello territoriale, si intende fornire una spina dorsale alla metropo- li dei cinque comuni e dotarla di un sistema di tranviaria porta con sé una nervatura di verde collegamenti tra i suoi nuclei urbani e il parco, pubblico e di attrezzature pedonali e ciclabili che a sua volta sarà come il Central Park di lungo il suo percorso, ri-costruendo il paesag- questa metropoli. gio, connettendo spazi e creando occasioni Ricucire il territorio: il progetto delle connessioni di spazio pubblico intorno alla nuova rete Per migliorare lo spazio della connessione, infrastrutturale.Il progetto prevede un parco ricucire le porzioni di territorio tagliate dalle agricolo e urbano, come un Central Park della grandi infrastrutture stradali, autostradali e metropoli a nord di Napoli, per tenere insieme ferroviarie, e connettere la città storica con la verde e infrastrutture, mediante un sistema di città agricola e con la città abusiva, si preve- relazioni biunivoco tra le abitazioni e il territo- dono interventi di design del paesaggio sulle rio agricolo. Reinterpretata come “infrastruttura fasce di collegamento tra città e campagna e territoriale”, essa diviene occasione di un la connessione diretta tra aree agricole e verde processo strategico di azioni volte alla valoriz- urbano. Si prevede inoltre con degli scavi di zazione e al ridisegno dell’intero paesaggio aumentare l’altezza utile dei sottopassaggi e della piana. Il compito di perseguire il riassetto creare degli altri spazi ribassati in modo da delle aree interessate dalla localizzazione non avere solo il passaggio “strettoia” ma delle grandi infrastrutture dell’Alta Velocità, un’area che possa essere vissuta. Questi spazi così come quello di tutelare le ampie superfici sono differenziati in aree verdi di quartiere, libere ed evitare l’effetto barriera della linea aree adibite ad attività commerciali, sportive, AV, era l’oggetto delle aspettative della pub- parcheggi o altro. Un sistema di strade longi- blica amministrazione. La localizzazione della tudinali parallele all’autostrada A1 creerà la stazione AV, pur se risultato di scelte formulate possibilità vi collegamenti fisici e visuali tra i in un ambito più vasto di interessi e problemi, momenti di attraversamento e di godimento è stata dunque considerata come una invarian- delle aree attrezzate a margine. te per il progetto. Il disegno del territorio: progettare l’agricoltu- Il progetto si propone come obiettivo generale ra, l’incolto e il verde pubblico quello di dotare l’area intorno alla stazione Una risposta strategica alla vastità degli inter-

513 Fig. 2 - Disegno del ti corridoi ecologici e ottenere un risanamento suolo. Il progetto dell’agricoltura, ambientale, la salvaguardia delle risorse del dell’incolto e del suolo e dell’acqua e il miglioramento delle verde pubblico condizioni di vita delle popolazioni insediate. Un protocollo per orientare la trasformazione della città abusiva verso il paesaggio A partire dalla pedonalizzazione di via San Marco, si progetta per questo quartiere dalla natura principalmente abusiva una regola- mentazione degli interventi possibili: le aree intercluse tra la diagonale e la giacitura edilizia assumeranno una nuova importanza come spazi pubblici pertinenziali alle attività commerciali previste ai piani terra degli edifici. Una più chiara giacitura orizzontale delle stra- de andrà a prendere posto con alcune nuove strade di raccordo della trama viaria che si potranno creare a partire dalla demolizione di alcuni edifici non regolari. Il quartiere verrà do- tato di servizi come la cittadella scolastica e un parco attrezzato per il gioco e lo sport che si svilupperà sull’estradosso della Galleria Santa Chiara. Inoltre intorno alla nuova stazione fer- roviaria RFI San Marco, sulle aree espropriate, sorgeranno attrezzature di interesse comune e venti richiede una previsione di scenari tutti nuovi spazi per ospitare attività rare, di carat- plausibili nel tempo. Il parco agricolo e urbano tere di ricerca e direzionale. dei Cinque comuni, il Central Park della me- Questi obiettivi trovano occasione di intervento tropoli a nord di Napoli, vuole tenere insieme proprio a seguito della localizzazione della verde e infrastrutture, sia legando chi abita stazione AV, la quale, investita dal progetto, già nel parco ad occuparsi delle aree incolte non è più, o non solo, elemento di turbativa di mediante incentivi alla regolarizzazione delle un precario equilibrio ambientale, “infrastruttu- abitazioni di chi coltiva la terra, sia attirando ra di settore” a seguito dei cui impatti ricercare nuovi interessi sulle aree incolte, come ad rimedi, ma, reinterpretata come “infrastruttura esempio centri di ricerca sulla fitodepurazione territoriale”, diviene determinante per lo svi- o vivai e floricoltura. Questi ultimi saranno in- luppo dell’area, ed occasione di un processo centivati mediante la possibilità di realizzare i strategico di azioni volte alla valorizzazione e propri uffici e punti vendita all’interno del quar- al ridisegno dell’intero paesaggio della piana. tiere San Marco, luogo divenuto appetibile grazie alla rete infrastrutturale di collegamento Riflessioni conclusive con la stazione dei treni ad Alta Velocità. In questo modo si potrà intervenire sulla carenza Una inversione del punto di vista della proget- di struttura urbana nel quartiere San Marco di tazione è avvenuta: la città è da interpretare Afragola, coinvolto direttamente dalla presen- allo stesso tempo come luogo del territorio za delle nuove infrastrutture e caratterizzato e del paesaggio, e non insieme di manufatti attualmente dalla presenza di numerosi edifici architettonici e spazi residuali. Nella necessità abusivi, e incrementare la dotazioni di spazi di guardare a più questioni contemporanea- pubblici e servizi, scongiurando fenomeni mente, la città è un luogo inter-scalare, dove di saldatura urbana e speculazione edilizia, cioè si tiene in considerazione simultaneamen- possibili a seguito della localizzazione della te più livelli tematici di diversa natura. La città stazione AV. Gli spazi abbandonati, di risulta, reagisce in maniera dinamica e non lineare diventeranno aree incolte controllate, importan- alle sollecitazioni, in quanto sistema comples-

514 so, e pertanto le visioni sulla sua trasforma- spazi urbani di qualità superiore e strutturare zione devono essere adeguate per duttilità sia delle strategie per raggiungere gli obiettivi pre- temporale che spaziale. La città va studiata fissati. Un singolo episodio architettonico, se mediante nuovi strumenti di rappresentazione pur di grande importanza come una stazione e di indagine e la sua interpretazione si deve di un’infrastruttura di connessione con il resto avvalere delle informazioni e dei dati che essa dell’Europa, non può assolvere al compito stessa produce, in maniera critica e proget- di trasformazione di un intera parte di città. tuale fin dalla loro selezione. Risulta evidente Nonostante l’importante indizione di concorso dunque che alla complessità della città contem- internazionale di progettazione, la rilevanza poranea debba corrispondere una complessità della tematica avrebbe dovuto portare ad una del progetto. Per progetto complesso si intende risposta migliore alle istanze della città, che un progetto multi-temporale, inter-scalare, possono e devono essere accolte da questo diagrammatico-comunicativo, allo stesso tempo tipo di progetti di grandissima rilevanza. digitale ed analogico, pragmatico e visiona- Nella difficoltà di relazione tra la città senza rio. Città e progetto sono legati infatti da un identità e il paesaggio privato della sua natura rapporto di reciproca influenza che non è solo agricola, è urgente ritrovare una dinamica quello di causa-effetto, ma che piuttosto segue di reciproca valorizzazione, a partire da un dei cicli incrementali di condizionamento. Il profondo rinnovamento della valenza civica di progetto si deve aprire a nuove opportunità e entrambi. Bisogna vincere la convinzione che il contaminazioni da diversi campi di investiga- suolo sia esclusivamente il campo di un poten- zione, come già avviene da tempo nei settori ziale edificatorio troppo spesso illegittimamen- del paesaggio e dell’ecologia, o dello studio te concretizzato mediante realizzazioni abusi- dei dati e della loro rappresentazione. I luoghi ve. Solo immaginando dei processi di legame infrastrutturali sono luoghi in cui si condensano economico ed urbano tra produzione agricola, le criticità e le opportunità della città contem- vita rurale contemporanea e nuove forme di poranea; sono luoghi simultaneamente della commercio a km0, e riconoscendo il valore del città e del territorio; sono luoghi che hanno la paesaggio come bene comune si potrà ricucire potenzialità di riequilibrare le differenze tra quella relazione tra la città e la campagna. Le città pubblica e privata, ma allo stesso tempo risposte che la sperimentazione ha cercato di possono decretarne la completa diseguaglian- fornire sono insite in un approccio alternativo za. Le infrastrutture quindi possono essere con- alla problematica della progettazione in un siderate ragionevolmente come dei meccanismi luogo complesso della città contemporanea e di innesco dei processi progettuali di trasforma- chiaramente sono solo l’inizio di una riflessione zione urbana e territoriale. A tal proposito, la che nel caso specifico richiederebbe l’investi- sperimentazione progettuale intorno alla nuova mento di più tempo e risorse, pur non essendo- stazione AV di Napoli-Afragola ha riservato si allontanate dalla fattibilità concreta rispetto diversi spunti di riflessione. alle aspettative ed alle condizioni pragmatiche Una scelta politica di localizzazione di una della città. grande infrastruttura non può prescindere da una visione che tenga in uguale considerazio- ne più aspetti e tematiche urbane. Non si può prevedere inoltre, in ragione di valutazioni funzionaliste semplificative, che un’infrastruttu- ra venga tagliata fuori dal sistema di relazioni con la città che la accoglie. Si è verificato che, se pur di natura strategica, gli strumenti urba- nistici di carattere prescrittivo trovano difficoltà a far sì che le previsioni in essi contenute si verifichino. Serve già in fase di pianificazione un avvicinamento alla dimensione progettuale spaziale, in maniera da avviare un virtuoso sistema che abbia come fine quello di ottenere

515 Note Riferimenti Bibliografici

1. Vece C. (2016) “Le infrastrutture come meccanismi di innesco Waldheim, C. (2006) The landscape urbanism reader, dei processi progettuali di trasformazione urbana e territoriale. Architectural Press Questioni compositive teoriche e sperimentali. Tesi di Dottorato Gasparrini, C. (2015) In the city on the cities. Sulla città non pubblicata in Ingegneria delle Strutture e del Recupero nelle città, List Lab Edilizio e Urbano, Dipartimento di Ingegneria Civile, Universi- Campos Venuti, G. (1987) La terza generazione tà degli Studi di Salerno dell’Urbanistica, F. Angeli, Milano Secchi, B. (1989) Un progetto per l’urbanistica, Einaudi, Torino OMA, Koolhaas R., Mau B. (1995) M, L, XL, The Monicelli Press, New York Ferlenga, A., Briaghi, M., Albrecht, B. (2012) L’architettura del Mondo. Infrastrutture, mobilità, paesaggi, Editrice Compositori Clément, G. (2005) Manifesto del Terzo paesaggio, Quidlibet Clément, G. (2011) Il Giardino in Movimento, Quidlibet Caputi, P. G. (2002), Relazione generale, Studio Urbanistico dei comuni di Afragola, Acerra, Casoria, Casalnuovo, Caivano interessati dalla stazione Napoli- Afragola della linea alta velocità Casciani, S. (a cura di) (2004), Concorso Internazionale di progettazione per la nuova stazione Alta Velocità Napoli Afragola, Editoriale Domus Desvigne, M. (2012), “Il paesaggio come punto di partenza”, in Lotus n.150 Donadieu, P. (2006) Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città, Donzelli Nicolin, P. (2012), “Urban landscape”, in Lotus n.150 Fatigati, L., Formato, E. (2012) Campania Felix. Ricerche, proposte, nuovi paesaggi 2002-2012, Aracne

516 BENI CONFISCATI COME SPAZI PUBBLICI. RICONNESSIONI METROPOLITANE E SCENARI DI SVILUPPO A PARTIRE DA MASSERIA ANTONIO ESPOSITO FERRAIOLI AD AFRAGOLA

Gilda Berruti

Il paper discute di un particolare tipo di territo- di competenza. Fino a settembre 2015, dei ri di scarto, i beni confiscati, che, messi in rete, 17.577 beni confiscati in Italia, 2.582 si potrebbero essere valorizzati come risorse per trovano in regione Campania e solo una parte la città metropolitana di Napoli, rispondendo (1.456) ha avuto assegnata una destinazione al problema diffuso della carenza di spazi finale (ANBSC 2015). pubblici e del pubblico. Si adotta come esem- Un momento essenziale per ricostruire il pio la masseria Antonio Esposito Ferraioli ad quadro legale sui beni confiscati è la legge Afragola, il bene confiscato alla camorra più n.109/19961 che introduce il riuso dei beni esteso tra quelli presenti nella città metropolita- confiscati per motivi istituzionali e sociali. I na di Napoli, situata in posizione strategica tra beni un tempo appartenenti alla criminalità attrattori commerciali, piattaforme dei rifiuti e organizzata vengono prima sequestrati, poi la rete infrastrutturale di connessione. confiscati, infine assegnati e destinati ad un In primo luogo, si ricostruisce il quadro norma- nuovo uso. Possono rimanere di proprietà dello tivo che regolamenta il riuso di tali beni; suc- stato ed essere usati per rispondere a esigen- cessivamente, si individuano possibili scenari ze di giustizia, ordine pubblico, e protezione di sviluppo, a partire dalla lettura delle criticità civile oppure essere trasferiti ai comuni in cui dei territori della nostra regione, in cui i beni sono localizzati. A questo punto i comuni – ma confiscati, in rete tra loro, possono essere anche le province e le regioni a partire dalla messi al lavoro per ricostruire gli spazi pubblici legge finanziaria del 2007 – possono gestirli che in questi territori sono limitati e poveri. direttamente o assegnarli ad associazioni e cooperative che lavorano con persone svantag- giate. Il quadro normativo Nel 2010, per rendere più rapido ed efficace il riuso dei beni confiscati, è stata introdotta La confisca di beni un tempo appartenenti alla l’Agenzia nazionale per la gestione e l’uso dei criminalità organizzata è stata introdotta per beni sequestrate e confiscati alla criminalità la prima volta dalla legge n.646 del 1982 organizzata (ANBSC) con il compito di accom- – nota come legge Rognoni-La Torre – come pagnare i beni dal sequestro alla destinazione misura preventiva patrimoniale, con l’obiettivo finale2. La destinazione finale è stabilita dopo di demolire il sistema della criminalità organiz- che l’agenzia emette l’avviso pubblico che zata attaccando le sue proprietà acquisite in apre alla presentazione di manifestazioni di maniera illegale, contrastando così l’infiltrazio- interesse per l’assegnazione del bene. ne della criminalità nelle attività economiche La disciplina che regola il processo di seque- legali. stro, confisca e destinazione dei beni un tempo I beni confiscati alla mafia, diffusi in tutta Italia, appartenenti alla criminalità organizzata è possono essere: immobili, mobili o aziende. stata razionalizzata con il codice antimafia Qui interessa approfondire i beni immobili, (legge n.159/2011, ora in corso di modifica in gran parte edifici residenziali e terreni con ed aggiornamento). Dopo avere presentato un forte valore simbolico, che rappresentano le manifestazioni di interesse per l’assegna- il potere esercitato dal boss sul suo territorio zione del bene, le istituzioni possono gestire

517 Fig. 1- Masseria Antonio Esposito Ferraioli ad Afragola

direttamente il bene anche consorziandosi, o rapporto di riconoscimento e fiducia tra cittadi- affidarlo in concessione a titolo gratuito ad un ni e istituzioni” (De Leo 2015, p.94). altro ente, oppure, se l’assegnazione fallisce, Uno dei problemi più seri è costituito dai tempi si può procedere con il riuso a fini di lucro con lunghi tra il sequestro, la confisca e l’asse- l’obbligo di reinvestire per scopi sociali (art. gnazione definitiva dei beni, che rischiano di 48 l. n.159/2011). trasformarli in luoghi abbandonati e degradati, In Campania, la legge regionale n.7 del 2012 rendendo sempre più lontano il momento di re- istituisce l’Osservatorio regionale sull’utilizzo stituzione alle comunità delle risorse a loro sot- dei beni confiscati (art.6), con funzione di tratte dalle organizzazioni criminali. Non sono promozione, consultazione e supporto delle pochi, infatti, i casi in cui trascorrono più di 25 attività di valorizzazione dell’utilizzo dei beni anni finché questi luoghi tornino a vivere. confiscati. In Campania è maturata un’esperienza nel campo del recupero e della gestione di beni confiscati alla camorra, e nel corso del tempo Questioni critiche si sono ridefinite le strategie per favorire l’effi- cacia dei processi. Tra le esperienze più con- Nei territori controllati dalle organizzazioni solidate di consorzi di comuni, c’è l’agenzia criminali lo spazio pubblico è oggetto di conte- Agrorinasce in provincia di Caserta, che dal sa e spesso sottratto per esigenze private o di 1998 governa il passaggio dei beni dallo stato assoggettamento al potere. La riappropriazio- ai soggetti gestori per una rete di 6 comuni ne e il riuso dei beni confiscati rende possibile (Casal di Principe, Casapesenna, San Cipria- un’inversione di rotta rispetto alle forme di no d’Aversa, Villa Literno, San Marcellino e S. abuso e privazione delle comunità, allo stesso Maria La fossa), portando avanti il recupero tempo ridisegnando “nello spazio, un nuovo dei beni in aderenza al progetto sociale con-

518 cordato con i comuni. I beni già ristrutturati e È costituita da una casa a corte (830 mq) completi di attrezzature in genere sono affidati circondata da circa 14 ettari di terreni agricoli, per 10 anni; se, invece, il soggetto gestore si costituiti in gran parte da pescheti. Si accede occupa della riqualificazione del bene, la con- alla casa rurale attraverso strade interpoderali venzione può raggiungere i 20 anni, in modo che definiscono un percorso posto ai margini da consentire di ammortizzare l’investimento. dei lotti. Sempre di più, negli ultimi anni, a gestire i Masseria Magliulo era di proprietà del boss beni confiscati sono cooperative sociali che si della camorra Vincenzo Magliulo, che vi aveva occupano di attività produttive, con il coinvol- localizzato il suo fortino. La masseria è stata gimento di lavoratori svantaggiati, mettendo al recentemente intitolata ad Antonio Esposito lavoro così “l’economia sociale come antidoto Ferraioli, in ricordo del giovane sindacalista all’economia criminale” (Caggiano, De Rosa di Pagani, cuoco, assassinato dalla camorra. 2015). Il comune di Afragola nel marzo 2017, infatti, Nell’area metropolitana di Napoli, dal 2003 ha assegnato il bene in comodato d’uso gratu- il consorzio SOLE (Sviluppo Occupazione ito ad un gruppo di associazioni e cooperative Legalità Economica) che coinvolge i comuni sociali, con capofila il consorzio Terzo settore3. di Casalnuovo, Giugliano, Marano, Napoli, La durata della concessione è di 10 anni a Pomigliano d’Arco, Portici, Pollena Trocchia, partire da marzo 2017, rinnovabili. Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cre- Dal decreto di confisca del tribunale di Napoli mano, Afragola, Ercolano, si occupa dell’am- (1991) all’assegnazione sono trascorsi 25 ministrazione, per finalità sociali, dei beni anni, un tempo piuttosto lungo in cui il sito, ab- confiscati ed ha come partner tecnici l’associa- bandonato, è diventato oggetto di sversamenti, zione Libera, Sviluppo Italia e Italia Lavoro. soprattutto di rifiuti del ciclo dell’edilizia, e di Non sembra, tuttavia, che la rete tra i comuni un’occupazione abusiva per la produzione di attiva nella città metropolitana di Napoli, impe- pesche vendute all’ingrosso. Recentemente, il gnata nel riuso dei beni confiscati rispondendo Comune di Afragola ha iniziato una campa- alle esigenze dei territori, abbia raggiunto lo gna di bonifica dai rifiuti, non ancora termina- stesso grado di maturità di quella che caratte- ta. rizza la provincia di Caserta. Nel 2005, l’ANBSC ha disposto il trasferi- Come vedremo per il caso della Masseria mento del bene al Comune di Afragola, che Ferraioli ad Afragola, più spesso i comuni, con lo ha avuto in consegna dal febbraio 2006. estrema difficoltà, si organizzano per proce- Non è stato semplice giungere alla nuova dere in maniera autonoma all’assegnazione destinazione d’uso del bene. Dopo alterne del bene, facendo così prevalere un discorso vicende, finanziamenti ricevuti e poi revocati, di riappropriazione che supporta la valorizza- nel 2014 il comune di Afragola si è dotato del zione del singolo territorio comunale. Anche le regolamento sull’affidamento dei beni immobili cooperative sociali coinvolte si rammaricano confiscati alla criminalità. In questa cornice, della frammentazione delle iniziative sui beni nel 2015 è stato disposto l’avviso pubblico per confiscati nell’area metropolitana, che indeboli- l’assegnazione del bene per finalità sociali, sce la loro azione. che in prima battuta è andato deserto, ma poi, alla riapertura dei termini ha raccolto diverse proposte tra cui quella che è stata prescelta. Da Masseria Magliulo a Masseria Antonio Dopo pochi giorni dall’assegnazione e dei Esposito Ferraioli primi tentativi di riappropriazione da parte della comunità, con la piantumazione di Masseria Magliulo si trova in posizione stra- quattrocento alberi di mela annurca campana, tegica nell’area metropolitana di Napoli, nel si è verificato un episodio di vandalismo, con comune di Afragola in località Cantariello, in il furto degli alberi appena piantati. Il grup- prossimità di Ikea e Leroy Merlin, nel mezzo po di cooperative sociali e associazioni ha di un fascio denso di infrastrutture viarie, che reagito all’intimidazione con l’organizzazione paradossalmente, non rende semplice immagi- di una giornata anticamorra, in cui ripiantare narla come un luogo vissuto della città. gli alberi insieme alle comunità locali, che ha

519 richiamato la partecipazione di circa 1.500 Riferimenti Bibliografici persone. Una tappa importante, anche per risolvere possibili conflitti, è stato quello della ANBSC (2015), I beni, online: http:// www.benisequestraticonfiscati.it/ definizione dei confini dei terreni assegnati in Joomla/index.php?option=com_ gestione che non erano del tutto chiari, insie- content&view=article&id=64&Itemid=27 me ai proprietari delle terre confinanti: di una Caggiano, M., De Rosa, S.P. (2015), “Social economy as antidote to criminal economy. How social cooperation particella era previsto l’affidamento per metà, is reclaiming commons in the context of Campania’s ma il comune di Afragola non aveva definito environmental conflicts”, in PArtecipazione e COnflitto in quale direzione. Nel corso di questi ultimi The Open Journal of Sociopolitical Studies, 8(2), (pag. 530-554) mesi, la masseria sta rivivendo attraverso De Leo D. (2015), Mafie & urbanistica. Azioni e l’organizzazione di eventi, spettacoli teatrali responsabilità dei pianificatori nei territori contesi alle (“teatro deconfiscato”), momenti di dibatti- organizzazioni criminali, Franco Angeli, Milano to del festival dell’impegno civile, accanto all’impegno quotidiano delle cooperative ed associazioni che si occupano della gestione4. È in corso un processo di progettazione parteci- pata (“idee deconfiscate – dal bene confiscato al bene comune”) per definire il percorso di restituzione alla collettività della masseria e delle sue terre. Si tratta di un’opportunità per ripensare, in connessione con l’area metropolitana, il futuro di un bene che appartiene alla collettività – per anni abbandonato e tagliato fuori dall’immagi- nario locale – che reclama la necessità di spa- zi pubblici e di uso pubblico in cui le comunità si incontrino.

Note

1. La legge n. 109/1996 fu promulgata grazie a una spinta po- polare, supportata dalla raccolta di 1 milione di firme da parte di Libera, la più importante associazione italiana impegnata nella lotta alle mafie. 2. L’Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia organizzativa e contabile ed è posta sotto la vi- gilanza del Ministro dell’Interno” (art. 110 codice Antimafia). La struttura organizzativa dell’Agenzia viene scelta in forza delle garanzie di flessibilità, efficienza e rapidità dell’azione pubblica. 3. L’associazione temporanea è costituita da: Consorzio terzo settore, Camera del lavoro metropolitana di Napoli, Coope- rativa sociale L’uomo e Il Legno, Associazione Sott’e’ncoppa, Cooperativa sociale Giancarlo Siani. 4. La masseria, è stata oggetto del workshop internazionale Eco-innovation for Naples wastescapes, che si è tenuto presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Na- poli dal 7 al 9 giugno 2017, nell’ambito della ricerca Horizon 2020 REPAiR – Resource Management in Peri-urban areas: Going beyond urban metabolism.

520 TERRITORI COMPETITIVI E PROGETTI DI RETI / COMPETITIVE TERRITORIES AND DESIGN OF NETWORKS II FESTIVAL DELLE CITTÀ METROPOLITANE NAPOLI | 6-8 LUGLIO 2017

521 LE CITTÀ METROPOLITANE: TEMI, SFIDE E PROSPETTIVE

Antonia Arena

Abstract Ciò ha determinato il proliferare di posizioni diverse, espresse da soggetti differenti, anche Nel mondo accademico la competizione e la in antitesi tra loro e perciò gli argomenti di necessità di affermazione si traducono sempre riflessione a valle del festival possono essere più spesso nella corsa alla pubblicazione; ciò tanti e sicuramente non esauribili in questo comporta che la partecipazione a convegni, testo che si propone solo di provare a definire conferenze e giornate di studio sia sempre più quali sono le tematiche di interesse su cui si finalizzata alla produzione del proprio contribu- può soffermare un urbanista nell’occuparsi to a discapito dell’interesse per i temi trattati, della pianificazione delle città metropolitane. dell’ascolto dei keynote speakers, della rifles- Le reti infrastrutturali: autostrade, ferrovie e sione sulle questioni affrontate e di quelle che porti potrebbero emergere. Il tema delle reti ha attraversato trasversalmen- La partecipazione da ‘semplice’ uditrice al II te quasi tutti gli interventi, come figura retorica Festival delle Città Metropolitane, svoltosi a evocativa della riconnessione materiale e Napoli dal 6 all’8 luglio 2017 ha consentito di sociale dei territori e come oggetto di politiche, ascoltare i diversi interventi programmati, di programmi e progetti per le città metropolitane. riflettere sulle questioni emerse e di provare a Dalle giornate del festival è emersa la centra- tracciare, di seguito, un possibile filo rosso che lità della rete infrastrutturale come elemento di ha legato insieme le parole chiave – #innova- connessione ma anche di struttura delle città, zione #governance e #integrazione – intorno dalla cui ri-progettazione in chiave sostenibile alle quali sono state strutturate le giornate e (Novotny & Brown, 2007; Novotny, Ahern & sono stati chiamati a intervenire personalità Brown, 2010) deriva la possibilità dei territori rappresentative del mondo accademico e istitu- di accrescere la propria competitività e affer- zionale. mare il proprio ruolo e identità. Nella prima giornata, al tavolo di apertura, La città metropolitana tra competitività e l’Anas ha presentato una serie di azioni messe progettazione di reti in campo per la realizzazione di una “rete interconnessa, intermodale, sicura e sostenibi- I temi centrali del Festival, coerentemente con il le” (Delrio, 2016), a partire dal programma titolo dato all’evento, sono stati la competitività del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dei territori metropolitani e la progettazione di “Connettere l’Italia”: la firma di accordi di reti – non solo fisiche ma anche sociali – capa- programma ed intese, la partecipazione a ci di riconnettere le aree metropolitane, intese tavoli tecnici di pianificazione e progettazio- e interpretate come nodi centrali per lo svilup- ne, il finanziamento di interventi finalizzati ad po del Paese (Moccia & Sepe, 2016). accrescere l’innovazione attraverso l’uso e la I due macro temi sono stati oggetto di semina- diffusione di tecnologie in grado di migliorare ri, convegni, tavole rotonde, lectio magistra- l’efficienza del sistema e la sua sicurezza1, la lis e, anche quando gli interventi sono stati manutenzione ordinaria e straordinaria. Altri calibrati su uno specifico tema, il riferimento ai progetti, quali il piano di sviluppo turistico contenuti del Festival è sempre stato presente. della A2 Autostrada del Mediterraneo e della

522 statale 640 “Strada degli Scrittori”, riguarda- per oltre trent’anni separate da usi e funzioni no invece la promozione del valore culturale diversificati (Coppa, 2017). Il respiro europeo e turistico della rete infrastrutturale, mettendo del progetto di riqualificazione dello scalo di in luce come la riforma interna alla società Milano è sottolineato anche dalla modalità Autostrade, in corso da qualche anno, abbia di gestione del processo di pianificazione: in riconosciuto il ruolo non solo di collegamento linea con la tendenza in atto in Europa la regia delle strade, ma anche la loro valenza urba- del processo spetta all’istituzione pubblica che nistica e paesaggistica. La progettazione di gestisce e detta le regole degli interventi la cui infrastrutture verdi attraverso progetti e investi- progettazione è affidata a privati che realiz- menti mirati è diventata operativa, mentre la zano le opere firmate da grandi archistar3 programmazione ordinaria della manutenzione (Fratini, 2014; Arena, 2017). aiuta a rendere effettivamente resiliente la rete L’intervento del presidente della società Sistemi autostradale. Urbani di Ferrovie dello Stato ha sottolineato L’altra componente del sistema infrastrutturale, le interazioni e implicazioni reciproche tra quella ferroviaria, ha consentito di allargare il sistema della mobilità e la pianificazione lo sguardo sia alla dimensione europea – ogni urbanistica e territoriale: le trasformazioni che città metropolitana, è emerso durante il Fe- investono il primo hanno un riverbero sugli stival, è coinvolta all’interno di un corridoio ambiti urbani, costituiscono un’opportunità per europeo – sia a quella urbana che guarda alle ripensare gli spazi adiacenti alle infrastrutture stazioni come luoghi di transito e di contatto come aree in grado di affermare una nuova tra il sistema urbano e quello della mobilità dimensione dell’abitare, dello stare e dello spo- e guarda agli scali ferroviari dismessi come starsi, dove usi e funzioni differenti si integrano aree di rigenerazione urbana i cui processi e a ridosso di spazi pubblici, dove tecnologie e progetti di trasformazione coinvolgono interi materiali costruttivi assicurano la qualità e la quartieri con l’obiettivo di disegnare un nuovo sostenibilità degli insediamenti. rapporto tra le preesistenze storiche e i nuovi Il tema delle infrastrutture è stato affrontato, nel modi dell’abitare contemporaneo. seminario conclusivo del Festival (4), anche In Italia, la società FS Sistemi Urbani2 ha in un’accezione più ampia, in relazione alla di- il compito di valorizzare il patrimonio del mensione di snodo e hub, con riferimento alle gruppo ferrovie non funzionale all’esercizio aree portuali. ferroviario, di conseguenza si occupa di stu- Il territorio italiano – per conformazione geo- diare, promuovere, attuare e gestire i processi grafica una penisola circondata per ¾ dal mare di sviluppo e valorizzazione; di sviluppare le – si caratterizza per la rilevanza delle città attività connesse ai parcheggi e alle aree per portuali: infatti nove delle quattordici Città Me- la sosta di mezzi di trasporto di qualsiasi tipo; tropolitane si affacciano sul mare e a queste si di gestire e manutenere aree ed edifici ad uso aggiungono numerosi altri centri che, pur non pubblico e privato; di promuovere programmi essendo riconosciuti come enti metropolitani, di inter modalità trasportistica e lo sviluppo godono di un’economia portuale legata al turi- di progetti per il potenziamento del terziario smo e/o al commercio marittimo. La presenza a rilievo economico e sociale. Il caso presen- dei porti all’interno delle Città metropolitane tato al Festival è quello della rigenerazione costituisce un elemento rilevante in chiave di urbana dello scalo di Milano Porta Garibaldi. competitività dei territori; a prescindere dalla Il progetto di riqualificazione, partendo dalla loro tipologia – turistica, diportistica, commer- stazione, innerva il quartiere Isola e median- ciala – i porti hanno, nell’accezione italiana, te la progettazione di un’infrastruttura verde una caratteristica propria che li distingue nel (Benedict & McMahon, 2006; Moccia, 2010; panorama europeo e mondiale: hanno un rap- Commissione Europea, 2012; 2013; Coppola, porto con la città diretto, si trovano all’interno 2016;), a ridosso della quale si sviluppano pi- di essa, in posizioni centrali, sono il fulcro da ste ciclabili, aree perdonali, edifici residenziali cui è partito lo sviluppo dei centri, ma allo stes- e per uffici, arriva fino all’area ex Varesine-Por- so tempo godono di un regime legislativo che ta Nuova congiungendo tre aree che, seppur li rende avulsi da essa. Le aree portuali sono adiacenti in termini morfologici, sono state gestite da enti autonomi che hanno il potere

523 di decidere e trasformare una parte di città a uno dei temi su cui si basa la competitività tra prescindere dai contesti in cui si trovano. La centri. La crescita della popolazione urbana pianificazione delle città metropolitane ha, comporta l’aumento di domanda di trasporto dunque, il compito di recuperare il rapporto tra in particolare quello pubblico locale, mentre città e porto e di valorizzarlo come porta da e l’espansione spaziale dei centri comporta che per la città e il suo hinterland, per riaffermare l’offerta sia generata a livello metropolitano la dimensione della ‘città-porto’ e non più del piuttosto che comunale. In questa direzione ‘porto della città’ (Pavia, 2005). La definizione spingono anche le politiche europee e nazio- delle linee di sviluppo dei porti deve avvenire nali che hanno stanziato fondi per progetti ed di comune accordo tra le autorità portuali e gli opere in corso imprescindibili, per opere in enti locali, la pianificazione di settore e quella review ossia quelle che richiedono un aggior- urbanistica devono reciprocamente integrarsi. namento della progettazione nel rispetto di In quest’ottica le prospettive di sviluppo per le parametri innovativi e, infine, per la redazione aree portuali devono seguire la direzione della di progetti di fattibilità per opere di rilievo multifunzionalità, trasformandosi da terminal di ma il cui processo di pianificazione è fermo arrivo e partenza di merci e persone in luoghi a un livello preliminare (MIT, 2016). Inoltre in cui essi non solo transitano ma possono ‘sta- la cosiddetta ‘cura del ferro’, che ha investito re’. Nel caso delle merci ciò significherebbe l’Italia nel triennio 2014-2017, ha comportato prevedere la possibilità di insediare all’interno un aumento di circa 27,4 chilometri di linee dei porti siti che permettano di svolgere le fasi metropolitane e 31,8 chilometri di quelle tram- del ciclo di produzione precedenti all’espor- viarie facendo auspicare un prosieguo nella tazione (lavorazione, stoccaggio, assemblag- valorizzazione dei sistemi di mobilità sosteni- gio); nel caso delle persone la progettazione bile al fine di raggiungere un equilibrio tra spo- di luoghi e spazi che invoglino a permanere stamenti mediante i mezzi privati, il trasposto nell’area del porto (attività commerciali, bar, pubblico e la mobilità dolce. cinema, b&b) e che siano aperti alla città e I sistemi urbani: innovazione e pianificazione fruibili anche ai non utenti del porto. L’integra- Per poter operare una sintesi e provare a zione multifunzionale all’interno delle aree por- delineare temi di sviluppo futuro, è necessario tuali apre al tema dell’economia circolare e si ricorrere a una semplificazione e settorializza- coniuga alle linee guida e agli obiettivi strate- zione dei temi affrontati, pertanto l’altra macro gici fissati dall’Unione Europea (Ministero delle categoria individuabile è quella della compe- Infrastrutture e dei Trasporti [MIT], 2017). Gli titività dei sistemi urbani di cui si è discusso in obiettivi, fissati a livello europeo e nazionale, termini di innovazione e pianificazione. da spazializzare nel porto, nel retro porto, nel Il tema dell’innovazione nei sistemi urbani è sistema di mobilità ad esso connesso (ferrovie, stato affrontato in un seminario sullo sviluppo strade, autostrade) e negli ambiti urbani imme- di tecnologie e applicazioni che consentono diatamente esterni all’area portuale, mirano una più approfondita conoscenza del territo- a integrare produzione, ricerca, innovazione, rio in relazione a temi quali l’accessibilità, il occupazione; la rilevanza dell’integrazione dei consumo di suolo, il rischio5. Il comune denomi- diversi settori su cui si fonda l’economia della natore di questi progetti è riconoscibile nell’in- città è il tema emerso dalla relazione del pro- terazione tra popolazione e tecnici: l’obiettivo fessor Fusco Girard e ha trovato spazio nelle per cui sono stati sviluppati è quello di avvi- conclusioni della presidente INU. cinare l’urbanistica alle persone per metterle Le reti infrastrutturali sono state, infine, oggetto a conoscenza del rilievo della disciplina, per di una lectio magistralis del prof. Cascetta, il coinvolgerle e responsabilizzarle rispetto alla quale ha posto in risalto l’importanza dell’ela- gestione, amministrazione, cura, utilizzo degli borazione di politiche, programmi e progetti di spazi della città, per aumentare il livello di par- sviluppo delle reti metropolitane come elementi tecipazione nella costruzione della conoscenza necessari alla pianificazione di insediamenti dei fenomeni urbani e nell’elaborazione di sostenibili ed autosufficienti. La mobilità è uno soluzioni. dei parametri attraverso cui valutare la qua- La connessione tra la tavola rotonda, in cui lità (di vita) di una città e di conseguenza è sono stati presentati tecnologie e strumenti

524 moderni e innovativi in grado di produrre co- riqualificazione del patrimonio esistente, per noscenza, e la lectio magistralis del presidente concretizzare politiche quali il risparmio di nazionale dell’Istituto Nazionale di Statistica, suolo e il recupero di beni di rilievo tipici della Giorgio Alleva, tenutasi durante la prima stagione dell’architettura moderna. giornata del Festival, può essere riconosciuta Infine un focus è stato dedicato alla città che nell’importanza per la pianificazione urbanisti- ha ospitato la seconda edizione del Festival ca della conoscenza dei fenomeni urbani e del- nel tavolo svoltosi all’ACEN intorno al tema del le metodologie in grado di produrla. L’istituto Piano Strategico Metropolitano (Moccia & De di statistica è la fonte cui un urbanista maggior- Luca, 2017). Esponenti politici e tecnici hanno mente e storicamente si rivolge per la ricerca di concordato sull’occasione che la Città ha per dati quantitativi, oggettivi e certificati; tuttavia definire i propri orizzonti di sviluppo. Mentre l’epoca dei big data e l’affermarsi di nuovi stru- il piano territoriale generale ha competenza in menti di conoscenza di massa impongono un merito alle funzioni assegnate all’Ente, il piano aggiornamento e una modernizzazione nella strategico, da aggiornare annualmente, deve produzione e diffusione dei dati, cui l’Istat sta avere la capacità di guardare alle opportunità lavorando. I campi su cui si sta concentrando e alle qualità localizzate sul territorio metro- il processo di innovazione dell’Istituto sono politano per realizzare opere e interventi di l’accuratezza dei dati, ossia il maggior grado rilievo; deve porsi effettivamente come anel- di dettaglio possibile, e i tempi di diffusione e lo di raccordo tra l’ente regionale e quello aggiornamento degli stessi, ragioni per le quali comunale per poter allocare risorse in grado l’ISTAT sta provvedendo ad elaborare, a parti- di riequilibrare le differenze tra centri urbani re dal 2018, il censimento permanente (e non e allo stesso tempo definirne i caratteri e le più decennale) e sta lavorando a un ‘registro peculiarità. Il ruolo di interlocutore privilegiato dei luoghi’ con dati geo localizzati. per la definizione di obiettivi e azioni opera- Sul tema dei sistemi urbani lo sguardo europeo tivi nel breve periodo è stato riconosciuto alla e è stato assicurato dai contributi su esperien- Città Metropolitana anche dai rappresentanti ze di pianificazione e progettazione urbana di costruttori, industriali e commercianti che ad a Barcellona, Rotterdam, Valencia, Helsinki. essa chiedono di stabilire i rapporti tra i diversi Nelle città europee le sperimentazioni in corso livelli amministrativi e tra gli strumenti di piani- riguardano diversi aspetti della pianificazione: ficazione di ciascuno, la certezza di tempi e dalla riconversione di utilizzo degli edifici, al strumenti che consentano di investire in ambiti riuso di beni confiscati, alla densificazione innovativi per essere competitivi sul panorama per rispondere a nuove domande abitative; europeo e mondiale. La rilevanza della scala dalla pedonalizzazione, all’uso di sistemi di metropolitana è stata, inoltre, evidenziata mobilità sostenibile, integrati e intermodali, anche in relazione alla dotazione di servizi allo sviluppo di sistemi di trasporto alla scala ambientali: nel continuum urbano lo spazio di quartiere e/o metropolitana; alla proget- destinato alle aree verdi è sempre più risicato, tazione di infrastrutture verdi finalizzata al allargando la scala territoriale è possibile, riequilibrio degli ecosistemi urbani e naturali. invece, individuare aree, anche di estensione Il Festival ha affrontato anche il tema delle rilevante, che alla scala metropolitana devo- periferie6, occasione per ribadire l’importan- no essere pianificate e gestite per garantire i za della regia pubblica e politica dei bandi: servizi carenti a livello locale; inoltre il settore allorquando questi hanno obiettivi, metodi e agricolo può avere risvolti anche nell’occupa- risorse chiari sono capaci di garantire l’affida- zione e nella produzione di reddito, stante il bilità e la realizzazione dei progetti presentati. ritorno dell’industria al settore primario. Dal punto di vista dei contenuti e degli esiti dei progetti per le periferie, è emersa, ovviamente, Conclusioni la multidimensionalità del concetto di periferia, che comporta sul piano urbanistico da un lato Tenere insieme parole chiave e temi rilevanti la necessità di aprire i processi di progettazio- per l’urbanistica, forse, è stata la sfida riuscita ne alla partecipazione più ampia possibile, del Festival delle Città metropolitane. Innova- dall’altro di intercettare temi quali il riuso e la zione, integrazione, governance, competitività,

525 reti infrastrutturali, strumenti di pianificazione, Note tecnologie: la città metropolitana, al di là dei 1. Come i progetti Smart road, che prevede l’integrazione di suoi confini territoriali, è l’estensione spazia- differenti tecnologie al fine di migliorare le condizioni e la le a cui questi temi fanno riferimento e a cui sicurezza del viaggio fornendo informazioni utili ai clienti, e è possibile sviluppare strategie e soluzioni Green light che ha l’obiettivo di migliorare la visibilità e conse- guentemente la sicurezza e di ridurre i consumi energetici per operative efficaci. Un esito particolarmente l’illuminazione in galleria della rete mediante l’utilizzo di LED rilevante per chi scrive è individuabile nella dotati di regolazione puntuale e monitoraggio dei consumi. necessità, emersa dagli interventi dei rappre- 2. Rappresentata al Festival da Carlo De Vito, presidente del Consiglio di Amministrazione. sentanti di istituzioni, società, autorità portuale, 3. A titolo indicativo: Pelli Architects per il masterplan di Por- commercianti, industriali, mondo accademico e ta Garibaldi; Michele De Lucchi per l’UniCredit Pavilion; lo professionisti del settore, di rafforzare i legami Studio Boeri per il Bosco Verticale; Cino Zucchi per la corte verde e le residenze che collegano pazza Gae Aulenti e cor- tra il settore dello studio e della ricerca e quel- so Como; Arquitectonica di Miami e Caputo Partnership per lo della professione mediante l’utilizzo degli Solaria, Aria e Solea (edifici residenziali); Mario Cucinella esiti prodotti dal primo all’interno di progetti Studio per la Torre UnipolSai; Andreas Kipar per la “passeg- giata verde”. e interventi. Nel campo della pianificazione e 4. “Città e aree portuali: cooperazione vs conflitti”, seminario dell’urbanistica la ricerca necessita di essere svoltosi il 7 luglio presso la sede regionale ACEN della Cam- applicata per sperimentare e verificare teorie; pania, moderato da Paolo Viola, cui hanno partecipato Rosa- rio Pavia, Francesco di Sarcina, Francesco Messineo, Mauro i temi dibattuti nelle università e negli istituti di D’Inecco, Francesco Musco e Luigi Fusco Girard. ricerca possono produrre effetti significativi e 5. Per approfondimenti si rimanda a www.kimap.it per l’app KI- efficaci se diventano operativi e trovano spazio NOA, presentata da Lapo Cecconi; www.osservatorioconsu- mosuolo.campania.it per l’app OPS presentata da Emanuela all’interno degli strumenti di gestione del terri- Coppola e Michele Grimaldi; www.irpi.cnr.it e www.inonri- torio. In Europa, come evidenziato dalla tavola schio.protezionecivile.it per le mappe interattive presentate da “Orizzonti d’Europa”, la dimensione operativa Luana Di Lodovico. 6. Si rimanda al “Bando per la riqualificazione urbana e la si- della ricerca è maggiormente efficace: piccoli curezza delle periferie” della Presidenza del Consiglio dei avanzamenti, soluzioni anche semplici e pun- Ministri, 25 maggio 2016. tuali progettate sulla carta vengono sperimen- tate a scale territoriali differenti consentendo di orientare i passi successivi delle ricerche. In Italia si sta provando ad accorciare la distan- za tra ricerca e mondo del lavoro mediante l’emanazione di bandi e concorsi che favori- scono l’introduzione di innovazione e ricerca in ambienti amministrativi e professionali. Momenti come il Festival delle Città Metropoli- tane INU in cui mondo accademico, tecnico e imprenditoriale si incontrano sono sicuramente stimolanti e necessitano di essere coltivati e di diventare un appuntamento programmato per urbanisti che vogliano incontrarsi, parlare e ascoltare di ciò che più gli interessa: la città e la sua capacità di trasformarsi in relazione a nuove esigenze.

526 Riferimenti Bibliografici

Arena, A., (2017), “HafenCity: una finestra sui processi di riqualificazione urbana in Europa” in Urbanistica Informazioni, 271 (pag. 98-100) Benedict, M.A., McMahon, E.T., (2006), Green Infrastructures. Linking Landscapes and Communities, Island Press, Washington Commissione Europea, (2012), Soil Sealing Guidelines, disponibile da http://ec.europa.eu Commissione Europea, (2013), Infrastrutture verdi – Rafforzare il capitale naturale in Europa. Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni, disponibile da www.parlamento.it Coppa, A., (2017), “Oltre la Madonnina” in Architetture e interni urbani 01-Milano (pag. 42-45) Coppola, E. (2016), Infrastrutture sostenibili urbane, INU Edizioni, Roma Delrio, G., Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, (2016), Connettere l’Italia. Strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica, disponibile da www.mit.gov.it Fratini, F. (2014), “HafenCity Amburgo: un progetto integrato” in Urbanistica Informazioni, 256 (pag. 79-85) Novotny, V., Brown, P., (a cura di), (2007), Cities of the Future. Towards integrated sustainable water and landscape management, IWA Publishing, London Novotny, V., Ahern, J., Brown, P., (a cura di), (2010), Water centric sustainable communities: planning, retrofitting and building the next urban environment, Wiley & Son Inch, New Jersey Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, (2016), Connettere l’Italia. Strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica, disponibile da www.mit.gov.it Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [MIT], (2017), Linee guida per la redazione dei Piani regolatori del sistema portuale, disponibile da www.mit.gov.it Moccia, F.D., (2010), “Infrastruttura verde” in Urbanistica Informazioni, 232 (pag. 28-29) Moccia, F.D., De Luca, G., (a cura di), (2017), Pianificare le città metropolitane in Italia. Interpretazioni, approcci, prospettive, INU Edizioni, Roma Moccia, F.D., Sepe, M., (a cura di), (2016), Reti e infrastrutture dei territori contemporanei, INU Edizioni, Roma Pavia, R., (2005), Le paure dell’urbanistica, Meltemi Editore, Milano

527 SGUARDI METROPOLITANI: APPUNTI PER NUOVE STRATEGIE DI PROGETTO

Giuseppe Guida

Innovazioni metropolitane ma di auspicare una collaborazione che con- duca, con una certa rapidità, a definire con Operare una survey in grado di mettere in maggiore chiarezza i caratteri della pianifica- evidenza le sfide che la ricerca urbanistica in zione urbanistica metropolitana che, ad oggi, Italia sta conducendo sulla dimensione metro- appaiono sovrapponibili a quelli dei vecchi politana fa emergere due questioni fondamen- Piani Territoriali di Coordinamento Provincia- tali. li, con l’unica novità, apparente e anch’essa La prima riguarda il ritardo e la lentezza con poco chiara, del Piano Strategico che, come cui l’impalcatura istituzionale del nuovo ente recita la Legge 56/2014, rappresenta un mero viene adeguata ed attrezzata per i compiti “atto di indirizzo per l’ente e per l’esercizio che ad esso sono stati affidati. Si tratta di un delle funzioni dei comuni”. ritardo contenuto in nuce nelle diverse leggi I lavori e i progetti di ricerca che sono stati “istitutive” delle città metropolitane in Italia selezionati per la mostra Sguardi Metropolita- e che coinvolge molto spesso gli enti regio- ni, con il contributo scientifico di INU e SIU, nali, poco inclini a sostenere il processo di nell’ambito del II Festival delle Città Metropo- definizione delle città metropolitane, respon- litane, tenutosi a Napoli, hanno lavorato su sabilizzando e devolvendo ad esse alcune entrambe queste dimensioni, e cioè su quella funzioni fondamentali, soprattutto nel campo più propriamente programmatico-operativa, del governo del territorio. Ma, dopo un primo nella definizione di progetti circoscritti, anche periodo di rodaggio, lo stesso Governo non ha se di rango metropolitano, e quella maggior- messo in atto gli opportuni correttivi normativi mente strutturale-strategica del fornire visions, per favorire la transizione. priorità e linee fondamentali di sviluppo, in La seconda questione fa emergere, in modi grado di delineare cornici di senso all’operato positivi, come il lavoro dell’accademia e degli dei comuni e della città metropolitana che li istituti di ricerca (come l’INU) sia, ad oggi, il contiene. luogo dove rintracciare e trovare materiali, Dai progetti selezionati emergono tematiche approcci e strumenti realmente innovativi per diverse che rappresentano anche diverse definire compiti ed ambiti di intervento del- chiavi di accesso al progetto metropolitano. la pianificazione territoriale metropolitana, Tra queste: soprattutto per quanto riguarda la dimensione • Metabolismo urbano ed economia strategica e la richiesta di integrazione di circolare urgenze diverse che proviene dagli enti locali. • Pianificazione strategica (anche di In questo, l’Istituto Nazionale di Urbanistica livello inter-metropolitano) può rappresentare un anello di congiunzione • Reti ecologiche tra istanze operative di breve periodo e la linfa • Processi di remediation and healing innovativa che proviene dai tanti percorsi di • Climate change ricerca sulla dimensione metropolitana in Italia • Rischio ed in Europa. Si tratta, in quasi tutti i lavori, di questioni non Non si tratta, quindi, di alimentare una compe- isolate e settoriali, ma in molti casi integrate tizione tra istituzioni ed organismi di ricerca, e finalizzate, in tutti i casi, a definire pratiche

528 innovative di pianificazione. Quello che emer- della competizione territoriale che l’integrazio- ge, in sintesi, è che il tema dell’analisi e del ne europea e l’internazionalizzazione recla- progetto della dimensione metropolitana, ha mano. In questo senso, i ripetuti tentativi di caratteri “resilienti”: si adatta alle condizioni istituzionalizzazione delle aree metropolitane cangianti dei contesti territoriali, delle congiun- sono stati segnati dall’inadeguatezza del siste- ture economiche, delle priorità della politica, ma categoriale utilizzato per concettualizzare delle tante emergenze di territori sempre più a l’organizzazione territoriale dell’Italia, che non rischio, delle mode disciplinari. Una sorta di avrebbe tenuto conto di alcuni fondamentali tema-sfondo, sul quale proiettare e distribuire le “fatti stilizzati” e, di conseguenza, l’immagine grandi questioni dei territori contemporanei: lo del territorio italiano sulla quale si basano que- sprawl (frequentemente messo in tensione con ste riforme meta-istituzionali è distorta. lo shrinking), l’ecologia, il riciclo di materiali Nel Mezzogiorno, poi, più stridenti sono gli urbani, i paesaggi del drosscape, con l’inqui- effetti di queste politiche incomplete, associate namento incipiente dei suoli e il loro consumo, ad un tessuto sociale ed economico che non i tessuti urbani come organismo, ecc. (Guida, è apparso in grado di cogliere le opportunità 2015). offerte dalla metropolizzazione, accogliendo- ne, però, i difetti, non risolvendone le criticità e Quale dimensione metropolitana in Italia? le anomalie. In generale si avverte la presenza di un mosai- Come oramai chiarito da molti segnali, l’Italia co di assetti istituzionali reciprocamente conflit- sconta un ritardo dovuto ad un processo che tuali e che non aiuta l’attivazione delle forme appare ancora imperfetto ed incompleto1. cooperative d’area vasta sulle quali si fonda la Come scrive Calafati (2014), il ritardo italiano costruzione di una città metropolitana, e questo è rilevante soprattutto se guardato sullo sfondo sia per le forti identità municipali, radicate su

529 una storia di lunga durata (Martinelli et al., traddicono non soltanto le migliori pratiche a 2015), anche a causa, come detto, di diffi- livello europeo, ma persino i più ordinari dati denze e di vere e proprie ostilità dei livelli di statistici sulla consistenza dei territori metro- governo provinciali e regionali (Allulli, 2010). politani italiani. Basti pensare, tanto per fare Tra le questioni non risolte dalla Legge n. un esempio, che oltre il 53% delle superfici 56/2014 e che, in modi diversi, sono stati metropolitane ha destinazione agricola, con maggiormente definiti nei singoli singoli Statuti, casi, come Bari, che arrivano all’88% (Cittalia, vi sono quelle relative alle competenze sulla 2013). È evidente, quindi, che le ampie aree pianificazione urbanistico-territoriale di livello metropolitane meridionali necessitano di un metropolitano. L’approccio e le definizioni contesto di discussione adeguato e distinto e contenute nel testo di legge appaiono generi- che non le faccia apparire intrattabili «con gli che e comunque lontane dai temi centrali del schemi interpretativi e le strategie che tendono dibattito urbanistico (che emergono, ovviamen- ad assoggettarlo a qualcosa che è altro da sé» te anche dagli elaborati in mostra) e dalle sfide (Clementi, 2012, p. IX). cui la pianificazione territoriale è chiamata se Quello che appare, in sostanza, è che la que- vuole apparire credibile. stione metropolitana in Italia si pone ancora in Mentre, infatti, un approccio a scala metro- un punto di non allineamento tra “fatto territo- politana è quello più adeguato per delineare riale” e “fatto istituzionale” (Calafati, 2009), strategie di recupero, riuso e valorizzazione ma anche tra la dimensione obbligatoriamente dei paesaggi, la Legge n. 56/2014 con- europea delle politiche per il territorio e la serva per la pianificazione territoriale un frammentazione della persistente dimensione ruolo apparentemente operativo, fatto di una comunale tipicamente italiana. struttura presumibilmente “a cascata” in cui Per correggere in parte questa frattura, alcuni le nozioni di “consumo di suolo”, “paesag- Statuti hanno tentato di precisare meglio l’am- gio”, “ecologia”, o i prima citati fenomeni di piezza e le forme del governo urbanistico del diffusione (sprawl) e contrazione (shrinking) territorio da affidare ai nuovi enti. Appare, in dei contesti urbani, non compaiono nemmeno primo luogo, necessario definire le differenze come concetti di sfondo. Assenze che con- tra i Piani di Coordinamento di Provinciali e i

530 nuovi di livello metropolitano. Di questi ultimi è genze. Questa impostazione ancora non con- necessario tracciare meglio gli ambiti, l’am- vince completamente. Il piano strategico dovrà piezza e la cogenza delle previsioni, anche interagire sia con il modello prescelto per il alla luce del fatto che nessuna delle leggi re- Piano Territoriale Metropolitano, in particolare gionali urbanistiche (tranne qualcuna, come ad per la sua sempre più spesso invocata dimen- esempio, quella del Piemonte) è stata ancora sione strutturale-operativa, sia con i molteplici integrata con l’inserimento nell’ordinamento piani urbanistici, in capo ai sinoli comuni, che di questo nuovo strumento. In questo senso il comunque conservano il potere di definire le Piano metropolitano deve necessariamente destinazioni d’uso specifiche e la relativa allo- articolare i suoi compiti comprendendo una cazione. Almenoché non si preveda espressa- dimensione strategica, una di coordinamento e mente una cessione di sovranità verso il nuovo una prescrittiva interagendo con i comuni con ente che li ingloba, cosa centrale, ma per ora forme di condivisione e raccordo (Gastaldi, non in agenda. Allo stato, è necessario quindi 2015). Molte di queste aporie sono risolte in integrare i diversi statuti con interpretalzioni alcuni Statuti, come, ad esempio, quello della adeguate e normative di attuazione in grado Città Metropolitana di Milano, dove all’art. di dirimere l’attuale condizione di incertezza 36 si legge: «La Città metropolitana cura la calibrando le previsioni del nuovo piano verso pianificazione di coordinamento e la pianifica- i continuamente richiamati principi della soste- zione territoriale generale del proprio territorio nibilità (sociale ed ambientale), dell’ecological in relazione al piano strategico e secondo urbanism e della difesa dei paesaggi culturali. la disciplina della legislazione regionale sul In generale, proprio l’innovazione analitica governo del territorio, mediante un unico atto e progettuale contenuta anche nei materiali di pianificazione denominato piano territoriale della mostra, trova forti inerzie nell’apparato metropolitano». A questo “atto unico di pianifi- politico-normativo che invece tale innovazione cazione” sono demandati una serie di obiettivi dovrebbe sostenere e supportare. Una delle strategici e, su alcune tematiche specifiche (tra- difficoltà più evidenti è la fin troppo discussa sporti, reti tecnologiche, attrezzature di livello delimitazione delle aree metropolitane in Italia. sovracomunale, salvaguardia ambientale), Mentre in Europa, infatti, i diversi Paesi che esso tende a fissare «vincoli e obiettivi all’atti- hanno innovato la loro legislazione sulle città vità e all’esercizio delle funzioni dei comuni e metropolitane hanno utilizzato parametri sta- produce effetti diretti nei confronti dei comuni e tisticamente consolidati (come il criterio della dei privati». Regione Urbana Funzionale, FUR-functional urban region o quello dell’OCSE adottato nello Strutturale e strategico: la necessaria studio Redefining “Urban”. A New Way to Me- integrazione degli strumenti di pianificazione asure Metropolitan Areas), in Italia si è scelto un modello semplificante, non privo di rischi, In aggiunta al piano metropolitano, sia la come quello di far coincidere acriticamente Legge 56 (comma 44) che, conseguentemente, i confini delle nuove città metropolitane con i diversi Statuti, prevedono la redazione di un quelli delle province abrogate. Si tratta di un Piano Strategico. Questo piano, della durata di limite inevitabilmente contraddetto dalle molte tre anni contiene atti di indirizzo, sia per l’en- visions messe in mostra durante il Festival, ma te, che per l’esercizio delle funzioni dei comuni è anche un limite con il quale conviene d’ora e delle unioni di comuni compresi nel territorio in poi fare sempre i conti perché non appare metropolitano, anche in relazione all’esercizio in agenda una modifica legislativa in senso di funzioni delegate o assegnate dalle regioni. diverso. In sintesi il Piano strategico dovrebbe costituire Su questo sfondo, in che forme è possibile un riferimento generale, in coerenza con il articolare un nuovo progetto per le grandi aree programma del Sindaco metropolitano, in cui urbane d’Italia? Se concentrazione, densi- gli altri atti di pianificazione della Città metro- ficazione, grande dimensione urbana sono politana e dei singoli comuni devono mettere questioni critiche, queste da tempo non sono in evidenza, con specifica motivazione, le loro più in contraddizione con i concetti di paesag- relazioni col Piano strategico o eventuali diver- gio, tutela, sostenibilità, ecologia. In questo

531 senso, la questione ecologica (che implicita- questione metropolitana è un tema fondante, mente significa anche contrastare o attenuare che necessita di essere trattato in maniera non le condizioni di rischio) può essere assunta settoriale (Moccia, 2011) e che però appa- quale nuovo paradigma e nuovo contesto re ancora oggi scarsamente presente nelle tematico per rielaborare le teorie e gli strumenti politiche locali per il territorio e completamente del progetto e del piano, soprattutto a scala assente al Meridione, indietro di anni rispet- metropolitana (Pavia, 2012). to al resto del Paese. È quantomeno strano, Come già accennato in precedenza, la di- quindi che la Legge n.56/2014 non contenga mensione ecologica, il riuso, il riciclo, hanno la parola “ecologia”, così come termini come determinato nuove forme di razionalità urbani- “tutela e valorizzazione dell’ambiente” sono stica (anche qui, nuovi paradigmi) che possono indicate solamente nelle funzioni delegate alle sostituire la dimensione meramente compren- Province. Restano, in sintesi, diverse questio- siva e deterministica che ancora imperversa, ni non risolte, soprattutto in riferimento alle sostenuta dalle normative e da alcune radicate aree metropolitane meridionali. Qui il tema tradizioni disciplinari. dell’agricoltura nelle aree periurbane e nel In questo senso l’Ecological urbanism è forse la diffuso urbanizzato, del riuso di ampie aree dimensione migliore dove collocare le que- dei drosscapes, del riciclo di “materiali urbani” stioni relative alla pianificazione territoriale in disuso, possono essere centrali per progetti a scala metropolitana. Si tratta di un ambito tesi a definire forme di recupero delle identità inevitabilmente “transcalare” e che si pone tra dei suoli e del sistema delle terre in gran parte paesaggio e urban design, potendo trovare manomesso (Guida, 2013). In questo senso nella scala metropolitana un terreno di speri- appare necessario non tanto ricorrere a quadri mentazione di pratiche innovative del proget- cognitivi inediti e nuove teorie dello sviluppo to urbanistico (Mostafavi, 2012). In questo urbano, quanto adottare un approccio di tipo percorso le città metropolitane italiane possono riflessivo ed orientato ad apprendere critica- trovare riferimenti in oramai numerose azioni mente dall’esperienza (Clementi, 2012) e, promosse a livello internazionale, dal piano visti gli esiti passati, anche dagli errori e dai strategico “Greener, Greater Buildings Plan” malintesi. La speranza è che anche la nuova di New York, alla Copenhagen “European programmazione dei fondi comunitari possa Green Capital 2014”, fino alla grande opera ripartire dalla dimensione istituzionale metro- di riconversione industriale che ha condotto Es- politana potrà essere l’occasione per ripensare sen, in Germania, a vincere l’European Green le teorie dello sviluppo locale e della valorizza- Capital Award for 2017. zione dei “territori”. La componente ecologica orientata all’ambien- te urbano (eco-towns), non a caso, è uno degli Conclusioni aspetti più interessanti e forse meno velleitari del complesso orizzonte delle smart cities Come scrive Maurizio Carta (che ha partecipa- allargato ad ambiti territoriali metropolitani, to alla mostra con un lavoro del suo gruppo di con l’obiettivo di aprire ad una pianificazione ricerca), le città metropolitane sono «selettori che agisca attraverso strumenti e azioni per di risorse, generatori di ricchezza, attivatori città greener, smarter, better, safer. Verde di opportunità di lavoro e di crescita della urbano, gestione del ciclo dei rifiuti, sistemi produttività» (Carta, 2015) e si propongono di risparmio energetico e di controllo biodina- come propulsori creativi ed sfondo imprescin- mico, processi costruttivi, mobilità sostenibile, dibile per qualsiasi politica urbana. Così come riduzione dei fattori di rischio, sono alcuni dei è indubbio che le azioni dovranno fare leva settori dove la pianificazione può agire, sia sui temi chiave della difesa “dei beni comuni”, introducendo tecnologie innovative, sia control- come il territorio, il paesaggio e, in generale, lando la qualità spaziale delle modificazioni lo spazio pubblico e della sicurezza dai fattori urbane. Un’Agenda Digitale Metropolitana di rischio (Ostrom, 2003). Il tutto secondo che, tra l’altro, è tra gli obiettivi prioritari del un modello urbano di tipo metabolico, che Pon Metro. consenta di controllare e di verificare l’equili- È evidente che l’approccio ecologico alla brio tra risorse e rifiuti, dove questi ultimi non

532 sono più uno scarto tout court ma vengono Riferimenti Bibliografici ri-utilizzati nella maniera più ampia e soprat- Allulli M. (2010), “La riforma metropolitana e i suoi tutto rifiutando flussi monodirezionali e non dilemmi”, paper, Cittalia-Fondazione Anci Ricerche più sostenibili. Anche su questi temi, i lavori [http://www.cittalia.it/index.php/component/k2/ messi in mostra, si sono confrontati e hanno item/2332-la-riforma-metropolitana-e-i-suoi-dilemmi]. Calafati A. (2014), “Città e aree metropolitane in Italia”, definito prospettive e percorsi di avanzamento. working paper, GSSI Urban Studies, [http://papers.ssrn. In sintesi, appaiono fondamentali e sempre com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2369323]. più necessari confronti dei prodotti di ricerca Calafati A. (2009), Economie in cerca di città. La questione urbana in Italia, Donzelli, Roma. e pratiche operative come quello promosso Carta M. (2015), “Città metropolitane 2.0: dall’eco- dall’INU e qui illustrato nei suoi caratteri più sistema al super-organismo”, in Guida G., Città seminali ed innovativi. Soprattutto è necessario Meridiane, cit. Cittalia (2013), Rapporto Cittalia 2013. Le città tracciare e definire i caratteri di una nuova metropolitane, Cittalia-Fondazione Anci Ricerche, Roma. dimensione strategica di livello metropolitano, Clementi A. (a cura di) (2012), Paesaggi interrotti. all’interno della quale possono trovare posto Territorio e pianificazione nel Mezzogiorno, Donzelli, Roma. e congruenza progetti di scala più piccola e Gastaldi F. (2015), “Città metropolitane: forma e funzioni”, in grado di definire un carattere complessivo in Guida G., Città Meridiane, cit. dove a prevalere sono le dimensioni ecologi- Guida G. (a cura di) (2015), Città Meridiane. La questione metropolitana al Sud, La Scuola di Pitagora, Napoli. ca e del recupero integrato dei luoghi dello Guida G. (2013), “Planning Gomorra. Strategie scarto e dell’abbandono. Il confronto continuo, urbanistiche e tattiche di riuso del paesaggio nella la dimensione critica, persino l’errore sono metropoli campana”, in Monograph.it, n. 5. Martinelli N., Manfredi M.G., Mangialardi G., Milella strumenti fondativi della disciplina e possono S. (2015), “Dalla città regione del Piano Quaroni alla contribuire in maniera determinante alla lenta Regione Urbana di Bari”, in Guida G., Città Meridiane costruzione di città metropolitane attive e in (cit.). Moccia F. D. (2011), “Indirizzi operativi per un’urbanistica grado di indirizzare lo sviluppo e il benessere ecologica”, in id. (a cura di), Abitare la città ecologica. della dimensione urbana contemporanea. Housing ecocity, Clean, Napoli. Mostafavi M. (2012), “Conversazione con Mohsen Mostafavi”, intervista di Andrea Pavia, in Piano Progetto Città, n. 25-26 (Eco-logics). Note Ostrom E. (2003), Governare i beni collettivi, Marsilio, Venezia (Originale Ostrom E. (1990), Governing the 1. Tra le leggi che hanno introdotto e normato in Italia l’organi- Commons. The Evolution of Institutions for Collective smo metropolitano: la n. 142 del 1990, la n. 436 del 1993, Action, Cambridge University Press, New York). la n. 265 del 1999. Pavia R. (2012), “Eco-logiche”, in Piano Progetto Città, n. 25-26.

533 DOSSIER urbanisticaonline

Novembre 2017 Comitato scientifico e consiglio direttivo nazionale: Editore: INU Edizioni ALBERTI FRANCESCO, AMANTE ENRICO, Iscr. Tribunale di Roma ARCIDIACONO ANDREA,BARBIERI CARLO n. 3563/1995; ALBERTO, BRUNI ALESSANDRO, CAPURRO Iscr. Cciaa di Roma SILVIA, CECCHINI DOMENICO, CENTANNI n. 814190 CLAUDIO, DALLA BETTA EDDI, DE LUCA GIUSEPPE, FANTIN MARISA, GASPARRINI CARLO, GIAIMO CAROLINA, GIANNINO Codirettori: CARMEN, GIUDICE MAURO, IMBERTI LUCA, LAURA POGLIANI E ANNA PALAZZO LA GRECA PAOLO, LICHERI FRANCESCO, LO GIUDICE ROBERTO, MASCARUCCI ROBERTO, MOCCIA F. DOMENICO, OLIVA Coordinamento segreteria generale: FEDERICO, OMBUEN SIMONE, PAGANO MONICA BELLI FORTUNATO, PASSARELLI DOMENICO, [email protected] PINGITORE LUIGI, PORCU ROBERTA, PROPERZI PIERLUIGI, ROSSI IGINIO, Consiglio di amministrazione RUMOR ANDREA, SEPE MARICHELA, di INU Edizioni: STANGHELLINI STEFANO, STRAMANDINOLI G, De Luca (presidente) MICHELE, TONDELLI SIMONA, G. Cristoforetti, D. Di Ludovico TORRE CARMELO, TORRICELLI ANDREA, C. Gasparrini, L. Pogliani ULRICI GIOVANNA, VECCHIETTI SANDRA, F. Sbetti VIVIANI SILVIA

Redazione, amministrazione e pubblicità: Progetto grafico INU Edizioni srl – Roma ILARIA GIATTI tel. 06/68134341, 335-5487645 Fotocomposizione http://www.inuedizioni.com GAETANA DEL GIUDICE

INU Edizioni DOSSIER urbanisticaonline