Comune di . Inventario dell'archivio storico (1384-1955) e degli archivi aggregati

a cura di Cooperativa A.R.Coop

Provincia autonoma di . Servizio Beni librari e archivistici 1996

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, a cura della Cooperativa A.R.Coop. di ; il lavoro è stato ultimato nel 1996. L'immissione nel programma "Sesamo 2000" è stata curata da Margherita Faes e ultimata nel 2000. L'inventario è stato pubblicato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Francesca Benini, Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006". Le schede relative al pergamene sono state inserite nel programma "Mouseia" negli anni 2004-2005 a cura di Claudio Andreolli e Cristian Datres e successivamente pubblicate nella sezione riservata al progetto "Pergamene online" del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). Le schede sono infine state importate in AST a cura della Soprintendenza per i Beni storico-artistici, librari e archivistici nel 2013.

Abbreviazioni e sigle adottate: art., artt. = articolo, articoli b.,bb. = busta,buste c., cc. = carta, carte ca. = circa cart. = carta, cartone cat., catt. = categoria, categorie cfr. = confronta cop. = coperta es. = esercizio fasc. = fascicolo int. = interno ml = metri lineari mm. = millimetri mod. = modello n., nn. = numero, numeri n.n. = non numerato num. = numerazione orig. = originale p., pp. = pagina, pagine prot. = protocollo quad. = quaderno reg. = registro s.cop. = senza coperta sd = sinistra/destra sec. = secolo segg. = seguenti sez. = sezione tit. = titolo v. = vedi v.a. = vedi anche vol. = volume

AST = Archivio di Stato di Trento ASUC = Amministrazione separata degli usi civici ECA = Ente comunale di assistenza ISAD (G) = General international standard archival description ISAAR (CFP) = International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families

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Albero delle strutture

Comune di Caldes , 1384 - 1977 Comune di Caldes, 1501 - 1955 Comunità di Caldes, 1501 - 1810 Atti degli affari della comunità, 1501 - 1810 Registri di amministrazione della comunità, 1761 - 1862 Comune di Caldes (ordinamento italico), 1810 - 1817 Riscontri e relazioni della municipalità, 1810 - 1813 Protocolli degli esibiti, 1814 - 1814 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1810 - 1817 Registri delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, 1810 - 1817 Registri di stato civile, 1811 - 1815 Registri anagrafici, 1811 - 1815 Leva militare, 1810 - 1816 Quinternetti d'esazione tasse comunali, 1811 - 1811 Conti preventivi ed allegati - conti consuntivi e documenti giustificativi, 1811 - 1817 Registri dei mandati, 1811 - 1814 Comune di Caldes (ordinamento austriaco), 1819 - 1923 Protocolli degli esibiti, 1851 - 1921 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1821 - 1923 Leva militare, 1871 - 1872 Registri dei confini, 1800 - 1923 Protocolli delle particelle e mappe catastali, 1801 - 1900 Quinternetti delle rendite comunali, 1848 - 1848 Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - Sommari, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1819 - 1923 Registri diversi, 1859 - 1875 Comune di Caldes (ordinamento italiano), 1923 - 1955 Verbali delle deliberazione del consiglio comunale - originali, 1946 - 1953 Verbali delle deliberazione del consiglio comunale - copie vistate, 1923 - 1955 Indici delle deliberazioni del consiglio comunale Verbali delle deliberazioni della giunta comunale - originali, 1929 - 1953 Verbali delle deliberazioni della giunta - copie vistate, 1925 - 1955 Indici delle deliberazioni della giunta Protocolli degli esibiti, 1929 - 1956 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1955 Contratti, 1929 - 1973 Liste elettorali, 1928 - 1956

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Ruoli delle imposte e tasse comunali, 1929 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1927 - 1955 Giornali e mastri della contabilità, 1929 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1926 - 1955 Liste di leva, 1926 - 1955 Ruoli matricolari, 1921 - 1934 Lavori pubblici, 1927 - 1956 Strade, 1934 - 1940 Acquedotto e fognature, 1946 - 1951 Edifici, 1927 - 1944 Cimitero, 1929 - 1956 Centrale idroelettrica, 1945 - 1945 Pratiche edilizie Registri di stato civile: atti di nascita Registri di stato civile: atti di matrimonio, 1924 - 1955 Registri di stato civile: atti di morte, 1924 - 1955 Registri di stato civile: atti di cittadinanza, 1924 - 1955 Registro della popolazione, 1934 - 1940 Movimento della popolazione, 1928 - 1949 Registri diversi Categoria I, 1933 - 1937 Categoria II, 1932 - 1940 Categoria III Categoria IV, 1940 - 1957 Categoria V, 1901 - 2000 Categoria VI Categoria VII Categoria VIII, 1939 - 1975 Categoria IX Categoria X Categoria XI, 1937 - 1957 Categoria XII Categoria XIII, 1933 - 1956 Categoria XIV Categoria XV, 1932 - 1953 Giudizio distrettuale di , 1819 - 1841 Carteggio ed atti, 1819 - 1841 Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, 1900 - 1922 Protocolli degli esibiti, 1900 - 1914 Carteggio ed atti, 1902 - 1914

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Preventivi e conguagli, 1921 - 1922 Comune di Bozzana con Bordiana, 1567 - 1928 Comunità di Bozzana con Bordiana, 1567 - 1809 Carta di regola, 1567 - 1777 Deliberazioni della regola, 1793 - 1809 Atti degli affari della comunità, 1758 - 1788 Rese di conto dei regolani, 1780 - 1809 Comune di Bozzana con Bordiana (ordinamento austriaco), 1819 - 1923 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1819 - 1923 Registri dei confini, 1899 - 1923 Mappa catastale, 1911 - 1911 Fogli di possesso fondiario, 1901 - 1922 Sistemi preliminari e sommari di tutta l'entrata ed uscita, 1830 - 1853 Comune di Bozzana con Bordiana (ordinamento italiano), 1924 - 1928 Verbali di deliberazione del consiglio e del podestà (copie), 1924 - 1928 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1928 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1928 - 1928 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi dei conti, 1926 - 1928 Liste di leva e ruoli matricolari, 1921 - 1929 Registri di stato civile Registri diversi, 1901 - 2000 Consiglio scolastico locale di Bozzana con Bordiana, 1906 - 1922 Protocolli degli esibiti, 1906 - 1922 Congregazione di Carità di Bozzana con Bordiana, 1927 - 1927 Bilanci di previsione, 1927 - 1927 Comune di Samoclevo, 1838 - 1929 Comune di Samoclevo (ordinamento austriaco), 1838 - 1923 Protocollo delle sessioni della rappresentanza, del consiglio e della giunta, 1900 - 1925 Protocolli degli esibiti, 1922 - 1926 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1838 - 1923 Registri anagrafici, 1922 - 1922 Fogli di possesso fondiario, 1894 - 1910 Inventari del patrimonio comunale, 1896 - 1918 Quinternetti delle rendite, imposte e tasse comunali, 1923 - 1923 Conti consuntivi e documenti giustificativi, 1896 - 1922 Comune di Samoclevo (ordinamento italiano), 1923 - 1928 Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà, 1924 - 1928 Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà - copie, 1923 - 1928 Protocolli degli esibiti, 1926 - 1929 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1929

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Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1924 - 1929 Giornali e mastri della contabilità, 1926 - 1928 Documenti giustificativi dei conti, 1925 - 1928 Liste di leva, 1922 - 1927 Ruoli matricolari, 1901 - 2000 Registri di stato civile Registri diversi, 1924 - 1928 Fondo Poveri e della Congregazione di Carità di Samoclevo, 1920 - 1926 Fondo poveri (ordinamento preunitario), 1920 - 1926 Rese di conto, 1920 - 1926 Congregazione di carità di Samoclevo (ordinamento postunitario), 1926 - 1926 Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità - copie, 1926 - 1926 Bilanci di previsione, 1926 - 1926 Comune di San Giacomo, 1384 - 1929 Comunità di San Giacomo, 1384 - 1835 Atti degli affari della comunità, 1384 - 1802 Registri d'amministrazione della comunità, 1788 - 1835 Comune di San Giacomo (ordinamento austriaco), 1824 - 1925 Protocollo degli esibiti, 1881 - 1925 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1824 - 1922 Leva militare, 1897 - 1897 Inventari del patrimonio comunale, 1911 - 1911 Registri dei confini, 1886 - 1915 Fogli di possesso fondiario, 1886 - 1915 Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - sommari e documenti giustificativi, 1835 - 1899 Comune di San Giacomo (ordinamento italiano), 1924 - 1929 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà - copie Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà, 1925 - 1928 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1926 Documenti giustificativi dei conti, 1927 - 1928 Liste di leva, 1928 - 1929 Ruoli matricolari, 1901 - 2000 Registri di stato civile Registri diversi, 1901 - 2000 Scuola di San Giacomo, 1902 - 1922 Matricole scolastiche, 1902 - 1922 Congregazione di carità di S. Giacomo, 1927 - 1927 Bilanci di previsione, 1927 - 1927 Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes, 1811 - 1978

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Congregazione di carità di Caldes (ordinamento preunitario) Carteggio ed atti, 1811 - 1811 Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes (ordinamento postunitario), 1927 - 1978 Verbali di deliberazione del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A. - originali, 1933 - 1956 Verbali di deliberazione del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A. - copie vistate, 1940 - 1955 Indici delle deliberazioni del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A. Protocolli degli esibiti, 1932 - 1937 Carteggio e atti della Congregazione di carità e dell'E.C.A., 1930 - 1955 Contratti, 1929 - 1978 Inventari del patrimonio, 1934 - 1934 Ruoli delle rendite patrimoniali Bilanci di previsione - Conti consuntivi, 1927 - 1955 Giornali di cassa e libri mastri, 1935 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi dei conti consuntivi, 1929 - 1956 Registri diversi Ufficio del Giudice Conciliatore di Caldes, 1929 - 1955 Registri delle udienze, 1929 - 1937 Registri degli avvisi per le conciliazioni, 1929 - 1942 Ruoli generali degli affari civili Registri dei procedimenti per ingiunzione, 1932 - 1942 Protocolli degli esibiti, 1929 - 1943 Carteggio ed atti, 1929 - 1955 Registri dei repertori e degli atti eseguiti dall'usciere Registri degli atti di citazione per biglietto da tenersi dall'usciere di conciliazione, 1930 - 1942 Registri cronologici degli atti originali, 1929 - 1942 Repertori degli atti soggetti a tassa di registro, 1933 - 1942 Registri delle convocazioni e deliberazioni dei consigli di famiglia e di tutela delegati dal pretore, 1931 - 1940 Registri delle somme riscosse dal cancelliere Registri carico e scarico depositi per spese di cancelleria, 1929 - 1929 Registri delle somme che vengono date in deposito al cancelliere per diritti d'ufficio, bolli, ecc. inerenti alle cause da trattarsi dal conciliatore Registri delle tasse di bollo iscritte a debito nelle cause trattate col beneficio del gratuito patrocinio e delle spese anticipate dall'erario nelle cause stesse, 1930 - 1942 Registri delle spese di giustizia anticipate dall'erario Registri delle spese prenotate a debito Registri carico e scarico dei depositi giudiziari in materia civile e penale Rubrica alfabetica generale degli affari contenziosi civili

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Registri dei proventi di cancelleria, 1930 - 1942 Registri diversi Amministrazione separata usi civici di , 1938 - 1956 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1938 - 1948 Protocolli degli esibiti, 1940 - 1946 Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1941 - 1955 Contratti, 1939 - 1956 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1939 - 1947 Giornali e mastri della contabilità Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1939 - 1954 Lavori pubblici Registri diversi Amministrazione separata usi civici di San Giacomo, 1941 - 1970 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1941 - 1953 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1942 - 1953 Protocolli degli esibiti, 1941 - 1946 Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1941 - 1955 Contratti, 1941 - 1970 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi Giornali e mastri della contabilità, 1941 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1941 - 1955 Lavori pubblici Acquedotto, 1944 - 1955 Strade, 1950 - 1953 Edifici Registri diversi Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana, 1944 - 1976 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1953 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955 Protocolli degli esibiti Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1946 - 1955 Contratti, 1946 - 1976

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Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955 Lavori pubblici, 1944 - 1956 acquedotto, 1944 - 1956 Registri diversi Amministrazione separata usi civici di Caldes, 1946 - 1969 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1963 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955 Protocolli degli esibiti Carteggio ed atti degli affari comunali, 1946 - 1955 Contratti, 1946 - 1969 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955 Lavori pubblici, 1952 - 1958 acquedotto, 1952 - 1952 edifici, 1953 - 1958 Registri diversi Amministrazione separata usi civici di Samoclevo, 1945 - 1977 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1953 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955 Protocolli degli esibiti Carteggio ed atti degli affari comunali, 1945 - 1955 Contratti, 1946 - 1977 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955 Lavori pubblici, 1947 - 1955 Strade, 1947 - 1952 Fognature, 1954 - 1954 Edifici, 1951 - 1955 Registri diversi

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Pergamene, 1399 - 1610

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Albero dei soggetti produttori

Comunità di Caldes, Caldes [1399 marzo 2]-[1810 settembre 21] Successori: Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13-

Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Predecessori: Comunità di Caldes, Caldes [1399 marzo 2]-[1810 settembre 21] Successori: Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Assorbe : Comunità di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), [1618 marzo 21]-1810 agosto 31 Assorbe : Comunità di Cavizzana, Cavizzana, [sec. XIV] - 1810 [agosto 31] Assorbe : Comunità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), [1399 marzo 2] - 1810 agosto 31 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30

Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Predecessori: Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Comunità di Caldes, Caldes [1399 marzo 2]-[1810 settembre 21] Successori: Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Si separa in : Comune di Cavizzana, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Assorbe : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Assorbe : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Assorbe : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30

Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Predecessori: Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Comunità di Caldes, Caldes [1399 marzo 2]-[1810 settembre 21] Si separa in : Comune di Cavizzana, Cavizzana, 1956 ottobre 29 - Assorbe : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Assorbe : Comune di Cavizzana, Cavizzana, 1923 gennaio 13 - 1928 novembre 15 Assorbe : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Assorbe : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Concorre alla gestione di : Amministrazione separata usi civici di Cavizzana, Cavizzana, 1938 marzo 26 - 1957 aprile 30 Concorre alla gestione di : Ente comunale di assistenza di Caldes, Caldes, 1937 luglio1-1993 luglio1 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30 Concorre alla gestione di : Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, Caldes, 1894 gennaio 1- 1924 ottobre 1 11

Giudizio distrettuale di Cles, Cles, 1817-1923 Assorbe : Giudizio distrettuale Spaur e Saracini di , Spormaggiore, 1817-1824 Esercita vigilanza/controllo/sorveglianza su : Ufficio delle imposte e dei depositi giudiziali di Cles, Cles, 1850 febbraio 1-1924 gennaio 1

Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, Caldes, 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Alla cui gestione concorre : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Alla cui gestione concorre : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13-

Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes) 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Successori: Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Si separa da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes) 1818 gennaio 1-1928 novembre 15 Concorre alla gestione di : Consiglio scolastico locale di Bozzana, Bozzana (Caldes), 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1

Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Predecessori: Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Concorre alla gestione di : Consiglio scolastico locale di Bozzana, Bozzana (Caldes), 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes) 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

Comunità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), [1567 febbraio 26]- 1810 agosto 31 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31

Consiglio scolastico locale di Bozzana, Bozzana (Caldes), 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1 Alla cui gestione concorre : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes) 1818 gennaio 1-1928 novembre 15 E' assorbito da : Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30

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Alla cui gestione concorre : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Alla cui gestione concorre : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Comunità di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), [1618 marzo 21]-1810 agosto 31 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31

Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12

Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Si separa da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, Caldes, 1894 gennaio 1- 1924 ottobre 1

Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Concorre alla gestione di : Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, Caldes, 1894 gennaio 1- 1924 ottobre 1

Congregazione di carità di Samoclevo, Samoclevo, 1818 gennaio 1-1928 novembre 15 E' assorbito da : Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Alla cui gestione concorre : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Alla cui gestione concorre : Comune di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17

Comunità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), [1399 marzo 2] - 1810 agosto 31 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31

Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15

Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Si separa da : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15

Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Predecessori: Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 E' assorbito da : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13-

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Concorre alla gestione di : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

Scuola popolare di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), [1902] - [1922]

Congregazione di carità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Alla cui gestione concorre : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Alla cui gestione concorre : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30 Successori: Ente comunale di assistenza di Caldes, Caldes, 1937 luglio1-1993 luglio1 Assorbe : Congregazione di carità di Samoclevo, Samoclevo, 1818 gennaio 1-1928 novembre 15 Assorbe : Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes) 1818 gennaio 1-1928 novembre 15 Assorbe : Congregazione di carità di Cavizzana, Cavizzana, 1923 maggio 16 - [1928 novembre 15] Assorbe : Congregazione di carità di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13- Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12

Ente comunale di assistenza di Caldes, Caldes, 1937 luglio1-1993 luglio1 Predecessori: Congregazione di carità di Caldes, Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13-

Ufficio del Giudice conciliatore di Caldes, Caldes, 1929 luglio 1-1995 maggio1

Amministrazione separata usi civici di Cavizzana, Cavizzana, 1938 marzo 26 - 1957 aprile 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Caldes, Caldes, 1923 gennaio 13-

Amministrazione separata usi civici di San Giacomo, San Giacomo (Caldes) 3 gennaio 1941-

Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana, Bozzana (Caldes), 1946 aprile 5-

Amministrazione separata usi civici di Caldes, Caldes, 1946 aprile 1-

Amministrazione separata usi civici di Samoclevo, Samoclevo (Caldes), 1945 dicembre 4-

14 superfondo Comune di Caldes , 1384 - 1977

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo proprio è sempre stato e rimane tuttora di proprietà del Comune che ne è il soggetto produttore. Ad esso si sono aggiunti diversi fondi acquisiti per l'esistenza di un legame dei soggetti produttori col Comune o per semplice deposito presso la sede comunale. Ai sensi dell'art.53, comma 1 del D.lgs.22 gennaio 2004, n.42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio" gli archivi degli enti pubblici territoriali fanno parte del demanio culturale; il comma 2 del medesimo articolo dispone che " i beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti a favore di terzi se non nei modi previsti dal presente codice".

Contenuto L'archivio comprende oltre all'archivio proprio del comune di Caldes altri 17 archivi aggregati o depositati.

Incrementi previsti Ai sensi dell'art. 2 "Tenuta degli archivi e dei documenti degli enti pubblici locali", comma 21 della deliberazione della Giunta provinciale 29 marzo 1993 n.3692 "la sezione separata d'archivio e il relativo inventario devono essere periodicamente aggiornati con l'inserimento, previa selezione, dei documenti relativi ad affari esauriti da oltre 40 anni. Tale operazione sarà effettuata preferibilmente ogni anno".

Condizioni di accesso La consultabilità dei documenti dell'archivio comunale è disciplinata dall'art. 24 della L.P. 17 febbraio 2003,n.1 "Nuove disposizioni in materia di beni culturali", che fa riferimento alla legislazione statale in materia. In base a tale normativa i documenti dell'archivio comunale sono liberamente consultabili, ad eccezione di quelli di carattere riservato relativi alla politica estera o interna dello Stato che divengono consultabili cinquanta anni dopo la loro data. I documenti relativi a situazioni di carattere privato o personale atti a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni ed organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché quelli relativi a rivelare i provvedimenti di cui all'art.686 del Codice di Procedura Penale ( relativo alle "iscrizioni nel casellario giudiziale") sono liberamente consultabili quaranta anni dopo la loro data. Il termine è di settanta anni se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare. Anteriormente al decorso di questi termini, i documenti restano accessibili ai sensi della disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi. I documenti dell'archivio storico comunale sono liberamente consultabili, previa presentazione di una richiesta motivata al sindaco, che potrà accoglierla quando l'archivio non si trovi in corso di riordinamento, salvo eccezioni da valutarsi caso per caso. La consultazione dei documenti dell'archivio storico comunale viene negata alle persone che siano incorse nel provvedimento di esclusione dagli Archivi di Stato oppure quando si rilevi la manifesta mancanza di un progetto di ricerca.

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Le ricerche da parte di persone che non hanno compiuto i sedici anni di età debbono svolgersi con la collaborazione dell'archivista. Gli esperimenti didattici e le ricerche scolastiche debbono avvenire sotto la guida e la responsabilità dell'insegnante e debbono essere concordate in ogni caso con l'ente. E' esclusa in ogni caso la possibilità di ottenere in prestito i documenti. Gli atti dell'archivio storico non debbono essere asportati dalla stessa neppure per uso interno dell'ente, se non per breve tempo e sotto il controllo del segretario o dell'archivista, che deve provvedere alla loro ricollocazione. Se il comune è dotato di un servizio continuativo di consultazione al pubblico, i documenti debbono essere consultati presso la sala di studio.

Condizioni di riproduzione La fotoriproduzione sostitutiva è ammessa nei limiti e con le cautele stabilite dall'art.25 della legge del 4 gennaio 1968 , n.15 dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 settembre 1974 e dal decreto del Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali del 29 marzo 1979. La fotoriproduzione di sicurezza, di completamento e di integrazione è eseguita in conformità alla normativa tecnica disposta dalla circolare del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici - di data 1 febbraio 1988 n.12. L'ente pubblico può rifiutare la fotoriproduzione (microfilmatura e fotografia) dei documenti solo per comprovati motivi, quali, ad esempio, l'impossibilità di procedere alla stessa a causa del cattivo stato di conservazione dei documenti. Lo stesso può richiedere che le riproduzioni fotografiche siano eseguite con luce naturale. Nei procedimenti vanno comunque evitate quelle manovre che potrebbero compromettere l'integrità dei singoli documenti o delle unità archivistiche che li contengono. Con le stesse cautele è ammesso l'uso saltuario della fotocopiatrice.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

16 fondo Comune di Caldes, 1501 - 1955

Soggetti produttori Comunità di Caldes, [1399 marzo 2]-1810 settembre 21 Comune di Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31 Comune di Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12 Comune di Caldes, 1923 gennaio 13 -

Contenuto L'archivio comunale di Caldes presenta danni dovuti alla cattiva conservazione, ai traslochi subiti, all'incendio che coinvolse il municipio il primo dicembre 1928. Recentemente, anche le pergamene del secolo XV-XVIII del comune (presenti nelle precedenti rilevazioni del 1957 e 1976) risultano scomparse. Degno di nota, vista la situazione, il cospicuo materiale relativo al Regno d'Italia napoleonico. Non appare, all'esame delle carte, che ci siano stati particolari interventi di riordino dell'archivio nel corso degli anni, salvo degli elenchi di documenti che non hanno modificato la struttura dell'archivio. I documenti erano raccolti in buste, senza una particolare distinzione, inoltre molto materiale era conservato sciolto in casse di legno.

Criteri di ordinamento e inventariazione Il presente ordinamento ha cercato di ricomporre le originarie unità archivistiche, di evidenziare la parte meramente amministrativa da quella contabile, di ricondurre gli atti al proprio fondo di appartenenza. Il presente ordinamento applica, secondo i criteri della moderna archivistica italiana, la distinzione tra archivio preunitario e postunitario, cioè archivio precedente o susseguente all'unificazione amministrativa nel Regno d'Italia. Mentre per le altre regioni, ad eccezione di Roma e delle Venezie, la cesura fra i due archivi si pone nell'anno 1865, per i comuni del Trentino il periodo preunitario si chiude con l'emanazione del R.D. 11 gennaio 1923, n.9 che estese alle nuove province la legge ed il regolamento provinciale e comunale italiani. All'interno dell'archivio preunitario è universalmente acquisita una periodizzazione che fa riferimento agli antichi regimi, al periodo napoleonico, alla restaurazione. L'ordine delle serie di ciascun periodo è conforme ai criteri enunciati dal Casanova che fanno riferimento a categorie direttive, esecutive e consuntive. Pertanto sono stati posti in testa gli statuti, le decisioni degli organi deliberanti, poi gli atti amministrativi ed infine i documenti contabili. Nell'archivio postunitario l'ordinamento è impostato su serie aperte di atti aventi ciascuna una numerazione indipendente in modo da consentire il loro accrescimento con la documentazione che uscirà periodicamente dall'archivio di deposito, una volta trascorsi quarant'anni dalla sua produzione, secondo quanto è stabilito dalla L.P.14.2.1992, n.11.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda

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MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986

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Ente Comunità di Caldes [1399 marzo 2]-1810 settembre 21

Luoghi Caldes

Altre forme del nome Caldes (Comunità) Caldesium (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità di Caldes è designata anche con i termini "comune", "universitas" e si trovano le varianti toponomastiche "Caldesium", "Caldexium", "Caudesium", "Caudexium".) Caldexium (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità di Caldes è designata anche con i termini "comune", "universitas" e si trovano le varianti toponomastiche "Caldesium", "Caldexium", "Caudesium", "Caudexium".) Caudesium (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità di Caldes è designata anche con i termini "comune", "universitas" e si trovano le varianti toponomastiche "Caldesium", "Caldexium", "Caudesium", "Caudexium".) Caudexium (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità di Caldes è designata anche con i termini "comune", "universitas" e si trovano le varianti toponomastiche "Caldesium", "Caldexium", "Caudesium", "Caudexium".)

Archivi prodotti Fondo Comune di Caldes, 01/01/1501 - 31/12/1955 Subfondo Comunità di Caldes, 01/01/1501 - 31/08/1810

Storia Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa. Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo dagli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano che aveva garantito anche nel territorio trentino un lungo periodo di prosperità e di sicurezza le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata, tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio anche nel territorio trentino non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica, il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali. Per quanto riguarda specificatamente l'amministrazione delle comunità locali, l'ordinanza del Governo di data 1 maggio 1787 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità: detta disposizione già in data 10 maggio 1787 veniva estesa dall'Imperial Regio Uffizio Capitaniale del 19

Circolo ai Confini d'Italia al territorio di sua competenza, mentre in data 5 gennaio 1805 venne fatta applicare dal Regio Cesareo Giudizio Provinciale e dal Capitanato Circolare ai Confini d'Italia a tutti i Comuni della Giurisdizione provinciale (cfr. Archivio comunale di , archivio preunitario, Atti, negozi e lettere, b. 9, n. 358). L'ordinanza del Governo del Tirolo del 5 gennaio 1805 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità, mentre la legge del 4 gennaio 1807 abolì la regolania maggiore e la regolania minore. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810, venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e "si propose" la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale emanato a Monza il 23 agosto 1810, furono estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi ed i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. L'applicazione della legislazione napoleonica sul territorio avvenne tuttavia a partire dal 1° settembre 1810, come dimostrano i riscontri sulla documentazione archivistica.

L'attestazione più antica del toponimo Caldes ("Caldesium") è di data 8 luglio 1235 (Codex Wangianus, a cura di R. Kink, 173): essa è riferita ad una "domus extra villam". Nel documento datato 2 marzo 1399, regestato in forma di transunto dal Ciccolini nel 1936 e non più reperibile, si trova la più antica attestazione dell'esistenza di una Comunità di Caldes: alcuni uomini di Caldes nominano dei procuratori della loro "comunitas et universitas" in una controversia con alcune comunità confinanti (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 31). L'ultima attestazione del periodo comunitario si può far risalire al 21 settembre 1810: in data 22 dicembre 1810 viene infatti chiuso il conto delle spese sostenute dai regolani fino a quella data (Archivio comunale di Caldes, "Registro di amministrazione della comunità", n. 62). La Comunità di Caldes comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune di Caldes: dai più antichi documenti, tra le Comunità confinanti risultano Bozzana-Bordiana, S. Giacomo con Cassana e Tozzaga, Samoclevo, Bolentina, Malè, , Cavizzana, Cles, e .

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. Nel periodo comunitario, in territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le Carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La Carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo che regola la civile convivenza entro il territorio della comunità, stabilendo i diritti e i doveri dei vicini, le competenze e la durata dei vari uffici comunitari, i criteri per la più opportuna fruizione dei beni comuni e le pene cui vanno soggetti coloro che hanno violato le disposizioni contenute nella carta stessa. Essa viene redatta dagli ufficiali comunitari più importanti con l'assistenza di un notaio oppure da alcune persone appositamente delegate dalla regola maggiore e quindi è presentata al principe vescovo di Trento che, sentito anche il parere dell'Ufficio massariale, provvede alla sua approvazione dopo avervi apportato eventuali modificazioni tendenti ad una chiara affermazione della sua autorità sul territorio della comunità e degli obblighi di quest'ultima nei riguardi del principato. L'approvazione vescovile di una Carta di regola non ha però valore illimitato e deve essere rinnovata di volta in volta dal vescovo che siede sulla cattedra di S. Vigilio.

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Se se ne presenta la necessità, la Carta di regola può essere rinnovata integralmente per adeguarne i contenuti ai mutamenti del tempo oppure modificata mediante la semplice aggiunta di nuovi capitoli. Le norme delle Carte di regola non possono comunque essere in contrasto nè con lo Statuto di Trento nè con la Landesordnung tirolese. Una copia autentica della Carta di regola deve sempre essere trasmessa all'Ufficio massariale di Trento che la conserva nei suoi archivi per servirsene in caso di contenzioso giuridico tra il principato e la comunità o per reintegrare rapidamente l'originale in caso di smarrimento o dispersione.

Attualmente sono disponibili quattro esemplari di Carte di regola di Caldes: -Il primo e il secondo sono privi di data e presentano un testo praticamente identico (a parte numerose varianti lessicali e grammaticali), e sono attribuibili a due diverse mani (Archivio di Castel Thun, "Comuni e regole", busta 115 G); -Il terzo ha per titolo "Copia dell'Instrumento delli ordeni, et Carta della regolla delli Homeni et Comunità della Villa de Caldesio" ed è datato 29 aprile 1586 ma si tratta probabilmente di una copia seicentesca (Archivio di Castel Thun, "Comuni e regole", busta 115 G). Dal punto di vista contenutistico tale documento contempla e supera le disposizioni delle suddette copie, il che fa supporre che si tratti di una versione posteriore. -Il quarto ha per titolo "Copia della Carta regolare della Comunità di Caldes consistente tuti li capitoli", e non è datato (Ferdinandeum Museum di Innsbruck, "Fondo Dipauli", n. 1224-III; cfr. F.Giacomoni, Carte di regola..., vol. II, p. 663 e segg.) e riprende contenutisticamente la versione del 29 aprile 1586, il che fa supporre che la sua data di stesura sia assai vicina; inoltre il fatto che la Carta edita presenti numerose aggiunte (del 1644, del 1727 e del 1772) potrebbe dimostrarne la posteriorità. Quest'esemplare costituisce la versione più completa della Carta di regola di Caldes in nostro possesso. L'unico riferimento ad antiche consuetudini in vigore nella Comunità è contenuto nell'aggiunta del 1644, ed relativo alla trasmissione ereditaria in linea femminile.

Funzioni, occupazioni e attività La gran parte di capitoli delle Carte di regola e degli Statuti comunali riguardavano la regolamentazione della produzione agricola, l'uso e la coltivazione dei campi, l'utilizzazione dei prati-pascoli e la tutela dei boschi. In sintesi, l'ordinamento aziendale agrario del Trentino, organizzato in piccoli possedimenti familiari di proprietà privata al piano e in estesi possedimenti di proprietà comune al monte, trova la sua espressione nelle comunità di villaggio, dove si evidenziano ampie forme di autogoverno e di responsabilità sia familiare che collettiva e dove le varie cariche pubbliche hanno quasi sempre un avvicendamento annuale che ostacola il consolidarsi di posizioni di potere. Si specifica che quasi tutte le Carte di regola riguardano l'aspetto civile, non tanto l'aspetto religioso; considerano le vicende umane, quotidiane e terrestri, non tanto le questioni celesti e trascendenti.

Costituendo Caldes una comunità di montagna, la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni silvo-pastorali e sul conseguente allevamento del bestiame. La Carta di regola disciplinava in particolare l'organizzazione della vita comunitaria, il governo del bestiame, la manutenzione dei recinti delle proprietà private, le malghe, i gaggi e i boschi, il taglio degli alberi, la manutenzione delle cucine, gli incendi, il trattamento dei forestieri, l'approvvigionamento del pane. Precise norme regolavano l'organizzazione amministrativa della comunità e le competenze dei suoi incaricati; fra le disposizioni più significative si richiama che non era lecito ad alcun proprietario alienare o permutare il proprio terreno,

21 né pietra, né livello perpetuo con alcuno, a meno che non fosse un vicino della comunità: le terre comuni infatti potevano appartenere solo ai vicini, mentre non potevano andare nelle mani di un forestiero neanche per via giudiziale. Molti erano i capitoli che stabilivano delle pesanti pene e delle precise sanzioni per i vari reati: esse venivano pagate a seconda dei casi ai saltari o ai giurati ed erano destinate metà alle casse comuni e metà al fisco. Le modalità e i tempi dello sfalcio dell'erba e della fienagione erano meticolosamente vagliati e fissati. Dopo la raccolta ed il trasporto in paese del fieno, i pascoli- prati venivano normalmente aperti alla mandria e gregge comune, nel quale tutti i vicini erano obbligati a mandare quotidianamente il loro bestiame sia grosso (bovini, equini, ecc.) sia minuto (ovini, caprini, e spesso anche suini, ecc.) agli ordini di un pastore pagato e nutrito dagli stessi proprietari. Il bosco, che rappresenta sicuramente uno dei capisaldi dell'economia montana, data la grande estensione disponibile, era di possesso quasi esclusivo dei comuni. Minuziose norme, che prevedevano pesanti sanzioni regolavano la tenuta del bosco e il taglio della legna, nonché la vendita del legname. Nelle selve era possibile costruire "calcare" e "carbonare", raccogliere erba e legna da ardere. Tutta una serie di norme rigidamente vincolanti riguardavano i "gaggi" o "gazzi", boschi di larici, situati vicino all'abitato nei quali era vietato tagliare piante, se non con il consenso della maggior parte degli abitanti. Il legname da dividere fra i vicini restava a disposizione per gli usi più opportuni degli abitanti; esso era diviso per fuochi con l'imposizione di qualche somma per pagare le spese della divisione. Speciale cura era rivolta alla manutenzione e sistemazione delle strade, per le quali erano coinvolti tutti i vicini per un certo numero di giornate. Meticolosa è in particolare la cura rivolta alla tenuta delle siepi di recinzione. Una vigilanza notevole viene rivolta al pericolo degli incendi, dato che le case erano per la gran parte in legno, spesso confinanti o appoggiate le une alle altre e per lunghe stagioni piene di foglie, fieno ecc., una grande quantità di materiale infiammabile, per cui il fuoco era un continuo assillo, un incubo per l'intero villaggio. A tale proposito, si conserva in copia del XVIII secolo un "Proclama per evitare gli incendi" datato 12 e 20 settembre 1598 (Archivio comunale di Caldes, "Atti degli affari della comunità", n. 2). E' inoltre contemplato il problema dei forestieri, considerati un fattore di turbamento che minaccia il precario bilanciamento tra popolazione e risorse. Una serie di norme tendono pertanto a rendere particolarmente onerosa la loro presenza sul territorio (tassazione per la residenza) e per essi valgono una serie consistente di divieti. La Comunità doveva avere garanzie sulla possibilità dei forestieri di pagare le tasse annuali imposte. Secondo la "Disposizione del lodo per i forestieri" conservata nell'Archivio comunale alla data 17 dicembre 1770 (Archivio comunale di Caldes,"Atti degli affari della comunità", n. 34), era il Capitano delle Valli di Non e di Sole a stabilire la quota pagata alla Comunità dai forestieri per abitarvi. La Carta di regola include una copia del privilegio del fondaco del pane concesso nell'anno 1727 dal Principe Vescovo Antonio Domenico Wolkenstein, per la regolamentazione dell'approvigionamento del pane. Il fondaco del pane doveva di continuo essere aperto al pubblico, a vantaggio non solo dei vicini ma anche dei forestieri.

Struttura amministrativa In ogni comun ità il supremo organo deliberativo era la regola generale, cioè l'assemblea plenaria a cui partecipavano i capi delle famiglie abitanti nel territorio della comunità fin da tempi immemorabili, vale a dire i "vicini". I titolari delle cariche più importanti nell'ambito della comunità formavano insieme un consesso, che poteva essere variamente denominato a seconda dei luoghi e che si riuniva più volte nel corso dell'anno.

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Al regolare svolgimento della convivenza all'interno del territorio della comunità e alla tutela dei beni comuni provvedevano gli uffici comunitari, eletti dalla regola maggiore. In ogni comunità la suprema responsabilità nella gestione della cosa pubblica era detenuta da uno o più amministratori la cui denominazione mutò secondo l'epoca e il luogo.

A Caldes la regola generale, secondo lo statuto, si riuniva ogni anno nel giorno di San Gregorio papa, il 12 marzo presso la canonica del paese e aveva essenzialmente il compito di deliberare in merito a tutti gli affari riguardanti gli interessi della comunità. La seconda convocazione della regola era invece fissata il giorno di San Giorgio, il 13 aprile: in quest'occasione i vicini dovevano presentare i pastori ai giurati ed insieme erano "lodati" - ossia approvati - quelli ritenuti adatti a condurre il bestiame alla malga; inoltre in quest'assemblea si denunciavano i danni arrecati alle campagne. Una terza regola era fissata per il giorno di San Michele, il 29 settembre. Oltre a queste tre assemblee ordinarie era prevista la possibilità di convocare regole straordinarie per discutere su eventuali dissidi o questioni concernenti la Comunità o per argomenti decisi dal regolano. La prima attestazione della convocazione della regola di Caldes è contenuta in un regesto del Ciccolini datato 3 maggio 1604 (G.Ciccolini, Inventari e regesti..., vol. II, p.238), mentre l'ultima si trova invece nei verbali della regola ed è datata 6 marzo 1808 (Archivio comunale di Caldes,"Registri di amministrazione della comunità", n. 46). Alla regola dovevano intervenire il regolano e tutti i "vicini", uno per fuoco, convocati dai "saltari" la sera antecedente. In caso di defezione non giustificata, gli assenti erano tenuti a pagare una multa, tuttavia si poteva delegare un'altra persona, detta "sizor" perché si recasse alla regola, rappresentasse il vicino assente e partecipasse all'estrazione a sorte delle cariche di quell'anno. Nella prima disposizione della Carta di regola del 29 aprile 1586 è specificato che il regolano maggiore è un membro della famiglia Thun, alla cui presenza si tiene l'assemblea: tale ufficio fungeva da tramite fra la comunità e il Principe vescovo, da cui aveva l'investitura; dai verbali della regola (Archivio comunale di Caldes, "Registri di amministrazione della comunità", n. 45 e 46), risulta che nel 1761 i regolani, detti anche regolani minori, venivano scelti ed infeudati dai conti Thun: di fatto essi costituivano la carica più importante nella comunità, poichè sovrintendevano all'amministrazione della stessa. Un regolano anziano se non poteva presiedere alla regola maggiore, avrebbe potuto essere sostituito da un'altra persona, ma non veniva pagato. I giurati, detti anche "zuradi", detentori della suprema responsabilità della cosa pubblica, erano gli aiutanti del regolano nell'amministrazione della Comunità e i giudici in prima istanza nelle vertenze civili, così come i sindaci della Comunità che però sono attestati soltanto in due documenti regestati dal Ciccolini e datati 22 ottobre 1571 e 3 maggio 1604 (G. Ciccolini, Inventari e regesti..., vol. II, p.234 e 238). I giurati vecchi, insieme a un certo numero di vicini che per l'anno in corso non potevano essere eletti a quella carica, provvedevano a eleggere i giurati nuovi. Il numero dei giurati poteva mutare, secondo le necessità, dai tre attestati nella Carta di regola, ai due oppure cinque come risulta nei verbali, ai quattro attestati in un documento regestato dal Ciccolini datato 22 ottobre 1571 (G. Ciccolini, Inventari e regesti..., vol. II, p.234). Alla fine del loro mandato annuale erano pagati con il denaro della cassa comunale. I giurati eletti non potevano rifiutare la carica a meno che nei tre anni precedenti non avessero ricoperto l'ufficio di regolano, "saltaro", giurato o sindaco. Gli uomini non ammessi all'elezione non potevano prendervi parte, pena il pagamento di una multa inflitta dai vecchi giurati. I nuovi giurati, di fronte ai vecchi ed ai vicini, si impegnavano solennemente a governare la Comunità secondo le norme della Carta di regola e l'osservanza seguita in quel luogo, senza mostrare preferenze per parenti e amici. Era prevista una pena per coloro che non avessero voluto giurare.

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I giurati decidevano quanto legname serviva nelle case secondo la legge in vigore. Spettava ai regolani e i giurati delle comunità della Pieve di Malè andare di casa in casa a vedere se le cucine fossero pericolose; incaricare due o tre giurati per Comunità a fare lo stesso; potevano inoltre ordinare di demolire le cucine, rompere o murare i forni, tappare i tubi dei fornelli. La denuncia di qualsiasi danno alle campagne, "strupaie" e "cavazali", veniva espressa dai "saltari" della Comunità ai giurati affinché si provvedesse a porvi rimedio. Se un abitante della Comunità aveva bisogno di legname per la casa o per apportare qualche restauro, doveva interpellare tutti e tre i giurati della comunità perché stimassero il legname necessario e lo procurassero al richiedente. Per evitare eventuali frodi, il legname da costruzione doveva essere registrato quando si concedeva la licenza per tagliarlo. Era altresì compito dei giurati occuparsi del legname per edificare cucine, stufe e aie, per le quali era norma usare gli abeti bianchi. Il legname da dividere fra i vicini restava a disposizione per gli usi più opportuni degli abitanti; esso era diviso per fuochi con l'imposizione di qualche somma per pagare le spese della divisione. La Carta di regola attesta inoltre la presenza di nove uomini i quali, insieme ai giurati, potevano riunirsi in regola; tale attestazione è successivamente ripresa in un documento datato 12 marzo 1761 (Archivio comunale di Caldes, "Atti degli affari della comunità", n. 45), nel quale si conferma la possibilità dei giurati di riunirsi e deliberare in questa assemblea ristretta, da identificarsi con molta probabilità nella cosiddetta regola minore. I nuovi giurati dovevano quindi cercare i "saltari" vecchi perché questi presentassero i "saltari" nuovi, incaricati per rotazione e non per elezione. Le loro funzioni dovevano essere molteplici, paragonabili a quelle che oggi svolgono l'ufficiale giudiziario, il messo comunale, il vigile urbano e la guardia forestale (il "saltaro del bosco" è citato nei Verbali dei "Registri di amministrazione della comunità", n. 45). Dalla Carta di regola risulta ad esempio che il "saltaro" che giurava in una "baita regolare", aveva il compito di attendere ai "gaggi", dare conto alla regola delle piante tagliate ed esentare dal pagamento per le piante bruciate in un incendio. La denuncia di qualsiasi danno alle campagne, "strupaie" e "cavazali" veniva espressa dai saltari della comunità ai giurati affinché provvedessero a porvi rimedio. Non presenti nella Carta di regola, ma attestati in due documenti regestati dal Ciccolini e datati 22 ottobre 1571 e 3 maggio 1604 (cfr. Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, vol. II, La pieve di Malè, p.234 e 238), risultano i sindaci della Comunità: in questi regesti si trova citato solamente il numero delle persone che ricoprono tale carica. La loro funzione era in genere quella di provvedere alla conservazione e all'incremento dei beni comunali. Dai verbali della regola (Archivio comunale di Caldes, "Registri di amministrazione della comunità", n. 45), risulta l'esistenza del "sindaco delle querele" (o "querelle"), procuratore in materia penale. Dalla stessa fonte e dalla Carta di regola si apprende che seguiva poi l'elezione di due "sindaci della chiesa", che si occupavano del fabbisogno della chiesa, i quali duravano in carica due anni; ogni anno uno dei due sindaci era sostituito e dunque uno nuovo era eletto. Due figure che ricorrono in diversi capitoli della Carta di regola sono il "giut" o "giuto" e il "vaccaro". Il "giut", in particolare, era responsabile della malga e dalla carta stessa emergono le sue specifiche competenze: egli doveva organizzare e controllare il lavoro dei pastori e del casaro; gestire il sale e il caglio; procurare il pane a tutti coloro che avessero del bestiame, contare tutti i capi che andavano alla malga; dare la licenza per l'affitto dei pascoli appartenenti alla malga. Ogni anno era obbligato a presentarsi alle assemblee regolari delle Comunità di Samoclevo e Terzolas per ordinare la chiusura delle malghe di tutte e tre le comunità. Nel caso fossero nati dissidi riguardanti la gestione della malga, il "giut" era tenuto a convocare la regola e discutere collettivamente la paga dei pastori e del casaro. Il "vaccaro" era invece addetto al controllo dei bovini.

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Il casaro della malga era obbligato a numerare il bestiame due volte al giorno e ne era responsabile in caso di smarrimento. Ai lavori di restauro della malga era chiamato a partecipare un rappresentante per ogni famiglia sotto i 60 anni; tale obbligo valeva anche per le vedove. Veniva deputato dalla Comunità come addetto al fondaco del pane un banchiere che doveva sempre essere provvisto di una certa quantità di pane sia di frumento che di segala; ne regolava il peso secondo il calmiere delle Valli e a giudizio del magistrato delle Valli medesime. Ognuno poteva panificare, senza però vendere il pane nella propria casa né in altro luogo della Comunità, essendo tenuto a consegnarlo al "banchiere". All'inizio di ogni anno chi voleva produrre pane da vendere si doveva presentare ai regolani e, una volta incominciata l'opera, non si poteva più interrompere per tutto l'anno.

Contesto generale Le Valli di Non e di Sole appartenevano al Principato Vescovile di Trento; dal secolo XII ebbero un loro proprio governatore o amministratore, detto prima vicedomino, poi capitano ed infine vicario, dal quale dipendevano cinque gastaldie con a capo i rispettivi gastaldi con funzioni politiche, amministrative e giudiziarie. Nel tempo i vicari nominarono, scegliendo fra i notai della valle, dei giurisperiti, chiamati assessori, con la funzione di assisterli e sostituirli in tribunale; in seguito essi vennero incaricati per nomina vescovile. Ogni comune si autogovernava e, a difesa dei diritti comuni, erano scelti a maggioranza i procuratori o sindaci generali delle Valli. Essi compilavano uno Statuto (emanato dal popolo) formato da cinque capitoli ai quali ne vennero aggiunti altri sei nel corso del XIV secolo per regolamentare i rapporti tra i comuni e le famiglie nobili che vi dimoravano. Nel XV secolo agli Statuti vennero aggiunti tredici capitoli detti Privilegi delle Valli di Non e di Sole e furono annualmente approvati dai Principi Vescovi fino all'estinzione del loro governo temporale. I Conti di Tirolo, procuratori del Principe Vescovo di Trento, esercitavano sul territorio poteri militari e fiscali: un documento datato 29 aprile 1407 (Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, "Sezione Latina", capsa 9, n. 32), riprende una coeva concessione contenuta nei Privilegi per cui Federico, conte di Tirolo, concedeva che i valligiani prestassero il servizio militare all'interno dei confini del Principato Vescovile; che i loro beni fossero esentati dal pagamento di alcune tasse; che ad essi venissero rinnovate tutte le antiche investiture feudali. Poiché però gli Statuti delle Valli avevano scarso spessore normativo, ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne specifiche, anche se simili le une alle altre, raccolte nelle Carte di regola. Dall'anno 1302 all'anno 1320 sono attivi i "domini de Caldesio" Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, "Sezione Latina", capsa 57, n. 64, 9 maggio 1319; capsa 83, n.112, 3 giugno 1320; l'attività dei signori di Caldesio è documentata nell'archivio di famiglia per il periodo 1335- 1417, vedi A. Casetti, Guida, pp. 122- 124). La Comunità aveva come responsabile il regolano maggiore infeudato dal Principe Vescovo di Trento. Un documento datato 4 settembre 1525 (Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, "Sezione Latina", capsa 80, n. 81), tramanda che un gruppo di ribelli di Caldes e di altre comunità vicine si rivolse al Vescovo di Trento per chiederne l'intervento; essi avevano minacciato senza successo il castello di Caldes, la roccaforte su cui la famiglia Thun esercitava da secoli i propri diritti feudali. Il vescovo compose la vertenza pochi anni dopo, in un documento datato 6 novembre 1531 (Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, "Sezione Latina", capsa 9, n. 47), stabilendo che la giurisdizione dei conti Thun si limitasse alle case dei loro servi.

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Sicura è la soggezione ecclesiastica della comunità, eretta in Curazia nel 1604, alla Diocesi di Trento e alla Pieve di Malè quest'ultima già attestata nell'anno 1178 (E. Curzel, Le pievi trentine..., p. 182)

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Editto organico del 30 dicembre 1807 relativo all'amministrazione generale della Facoltà delle Fondazioni e Comunale nel Regno di Baviera Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio del Comune di Caldes Archivio del Principato vescovile di Trento, ("Sezione latina"). Archivio Thun di Castel Thun, ("Fondo diplomatico"). Bibliografia BOGNETTI G.P.,Studi sulle origini del comune rurale; a cura di F. Sinatti d'Amico e C. Violante ; indici di Livia Fasola. Milano : Vita e pensiero, 1978. CAPUZZO E., Carte di regola e usi civici nel Trentino, IN: "Studi trentini di scienze storiche", LXIV (1985), 4 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939 CURZEL E., Le pievi trentine, Bologna 1998 DEVIGILI S., DEVIGILI M. (a cura), Carta di regola di dell'anno 1584 con aggiunte e modificazioni successive fino al 1791; cenni introduttivi di Pietro Micheli, [Mezzolombardo (TN) : Comune di Mezzolombardo], 1979, [Firenze : Istituto geografico militare] (Calliano (TN) : Manfrini) FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991 INAMA V., Storia delle valli di Non e di Sole nel Trentino. Dalle origini fino al sec. XVI, Mori (TN), 1984 (rist. anast.) INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", a. XIV, 1898, pp. 181-205 INAMA V., Antichi statuti e privilegi delle Valli di Non e di sole, "Atti Accademia degli Agiati", serie III, vol. V (1899), fasc. II.

26

KINK R., Fontes rerum Austriacarum (Codex Wangianus), Wien, 1852 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 NEQUIRITO M., Le carte di regola delle comunità trentine, Mantova, 1988 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991

27 subfondo 1 Comunità di Caldes, 1501 - 1810 (con doc. fino al 1862)

Soggetti produttori Comunità di Caldes, [1399 marzo 2]-1810 settembre 21

28 serie 1.1 Atti degli affari della comunità, 1501 - 1810

1. b.1-44 Atti degli affari della comunità 1502 Fascicolo

2. b.1-44 Atti degli affari della comunità 1598 Fascicolo

3. b.1-44 Atti degli affari della comunità sec. XVI Registro

4. b.1-44 Atti degli affari della comunità 1603 Fascicolo

5. b.1-44 Atti degli affari della comunità 1618 Fascicolo

6. b.1-44 Atti degli affari della comunità 1676 Fascicolo

7. b. 1-44 "Transatione e terminazione seguita tra le honorande communità Caldese e Cavizzana l'anno 1692 del monte commenziato tra le valli del Ritenol e di Cavizzana; dai atti Maccanii, da darsi alli Cladesi" 1714 In fondo al quaderno annotazione inerente ai confini tra Caldes e Cavizzana del 1858. Quaderno, cc.24

29

7. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1714 Fascicolo

9. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1716 Fascicolo

10. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1722 Fascicolo

11. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1726 Fascicolo

12. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1727 Fascicolo

13. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1727 - sec. XVIII ultimo quarto Fascicolo

14. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1729 Fascicolo

15. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1732 Fascicolo

16. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 30

1734 Fascicolo

17. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1738 Contiene fra l'altro: deliberazioni della regola di Caldes, Terzolas e Samoclevo riunite in adunanza comune per eleggere i rappresentanti nella causa contro gli abitanti della valle di Rabbi per il possesso di alcuni monti, 1738 gennaio 26 Fascicolo

18. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1739 Fascicolo

19 . b.1-44 Atti degli affari della comunità post 1739 Fascicolo

20. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1740 Fascicolo

21. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1742 Fascicolo

22. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1743 Fascicolo

23. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1745 Fascicolo

24. b. 1-44 Atti degli affari della comunità

31

1746 Fascicolo

25. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1748 Fascicolo

26. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1750 Fascicolo

27. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1753 Fascicolo

28. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1755 Contiene fra l'altro: accordo raggiunto tra la comunità di Caldes e gli abitanti di Rabbi per il possesso del monte "del Sorasass o Gambaraie", 1757 marzo 22 con copie di documenti del 1754. Fascicolo

29. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1757 Contiene fra l'altro: accordo raggiunto tra la comubnità di Caldes e gli abitanti di Rabbi per il possesso del monte "del Sorasass o Gambaraie", 1757 marzo 22 con copie di documenti del 1754. Fascicolo

30. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1759 Fascicolo

31. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1765 Fascicolo

32

32. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1766 Fascicolo

33. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1768 Fascicolo

34. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1770 Fascicolo

35. b. 1-44 "Civilis Communitatis Tertiolasii contra Communitatem Caldesii de anno 1771" 1771 Atti della causa promossa dalla comunità di Terzolas, davanti a Tommaso Visintainer de Lowenberg, Assessore delle Valli di Non e di Sole, contro la comunità di Caldes per questioni di confini sui monti, 1771 agosto 31 - 1772 gennaio 11 con documenti in copia dal 1509 Fascicolo

36. b. 1-44 Atti degli affari della Comunità 1785 Fascicolo

37. b. 1-44 Accordo raggiunto nella controversia tra le comunità di Caldes e Cavizzana per la ricostruzione del ponte "alla Draff", 1788 aprile 7 - aprile 8 1788 copia autentica coeva Fascicolo

38. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1790 Contiene fra l'altro: accordo raggiunto nella controversia tra le comunità di Caldes e Cavizzana per la costruzione di un ponte sul Noce, 1790 aprile 21 - aprile 22 , copia autentica coeva Fascicolo

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39. b. 1-44 Accordi raggiunti tra Caldes e la comunità di Tassullo per l'uso del monte "Grum, Broilo e Dosso dei Sparaveri" 1792 - 1798 originali e copie Fascicolo

40. b. 1-44 Atti degli affari della comunità sec. XVIII Fascicolo

41. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1801 Fascicolo

42. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1803 Contiene fra l'altro: "...Istromento di divisione fra le due comunità di Magras e Dernago", 1803 copia del 1809

43. b. 1-44 Atti degli affari della comunità 1809 Contiene fra l'altro: somministrazioni alla "Truppa francese", 1809; ricevute di pagamento,1809. Fascicolo

44. b. 1-44 Atti degli affari della comunità sec. XIX inizio Fascicolo

34 serie 1.2 Registri di amministrazione della comunità, 1761 - 1862

45. b.45-47 "Libbro comunale di Caldes" (?) (6) 1761 marzo 12 - 1800 marzo 5 cc.I-IV: annotazioni, promemoria, secolo XIX cc.1-198: rese di conto annuali dei giurati, verbali della regola in cui venivano assegnate le cariche comunitarie e registrazioni di atti vari, 1761 marzo 12 - 1800 febbraio 27 cc.200-210: "Specifica della amministrazione fata dalli regolani Manfroni e Bonomi riguardante li afari militari dal giorno delli dodici-12- del mese di marzo mille setecentonovantanove.1799.", 1799 marzo 12 - 1800 marzo 5 cc.219-220: annotazioni varie: nota del legname tagliato, deliberazioni della regola, promemoria, 1771-1799 Registro, legatura in mezza pelle, cc.IV, 220 (bianche cc.11) Note (6) Lettura incerta a causa della scrittura sbiadita

46. b.45-47 "Libro dell'onoranda comunità di Caldes dell'anno 1800" 1800 marzo 12 - 1862 febbraio 27 cc.1-62: rese di conto annuali dei regolani poi deputati, verbali della regola in particolare relativi all'assegnazione delle cariche comunali, 1800 marzo 12 - 1810 agosto 12 cc.63-70: amministrazione della frazione di Caldes: rendiconti, "stato dell'attività e passività", spese, [1810-1817] cc.71-72: affari del comune di Caldes: atti e conti, 1818-1821 cc.73-74: contabilità relativa alla costruzione di stalle nella malga di Caldes, 1816 cc.75-88: verbali dei passaggi di consegne tra i capocomuni, 1842 novembre 15 - 1850 giugno 21 cc.91-97: verbali delle sedute della rappresentanza, 1861 marzo 25 - 1862 febbraio 27 cc.151-152: "Nota delli capitali che la comunità di Caldes pagha alli seguenti particolari fata da me Dominico Fatarsi l'anno 1809", 1809 Registro, legatura in mezza pelle, cc.153 (bianche cc.57)

47. b.45-47 Registro contabile 1804 gennaio 20 - 1818 aprile 26 cc.2-3: "Conto de particolari della comune di Caldes che vanno creditori della medesima fatto sotto li 20 gennaio 1804", 1804 gennaio 20-1809 gennaio 17 cc.4-9: "Nota del rascosso e da rascotersi incontrato dalla comune di Caldes alli qui avanti notati particolari della medesima, che pagarono in acconto oppure a saldo della loro quota per l'imbroilature de prati e sorti...", secolo XIXin. c.11: Deliberazioni della reggenza comunale; 1818 gennaio 1 - 1818 aprile 26 Registro, cc.11 (bianche c.1), frammento

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Ente Comune di Caldes 1810 settembre 21-1817 dicembre 31

Luoghi Caldes

Altre forme del nome Caldes (Comune) (Nei documenti del periodo italico il comune di Caldes è designato anche con il termine "municipio"; le frazioni sono definite anche "sezioni".)

Archivi prodotti Fondo Comune di Caldes, 01/01/1501 - 31/12/1955 Subfondo Comune di Caldes (ordinamento italico), 01/01/1810 - 31/12/1817

Storia Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica, il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali. Per quanto riguarda specificatamente l'amministrazione delle comunità locali, l'ordinanza del Governo di data 1 maggio 1787 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità: detta disposizione già in data 10 maggio 1787 veniva estesa dall'Imperial Regio Uffizio Capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia al territorio di sua competenza, mentre in data 5 gennaio 1805 venne fatta applicare dal Regio Cesareo Giudizio Provinciale e dal Capitanato Circolare ai Confini d'Italia a tutti i Comuni della Giurisdizione provinciale (cfr. Archivio comunale di Civezzano, archivio preunitario, Atti, negozi e lettere, b. 9, n. 358). Il Trentino, in seguito alla vittoria di Napoleone a Wagram (6 luglio 1809), alla pace di Schönbrunn (14 ottobre 1809) e al successivo Trattato di Parigi stipulato tra Napoleone stesso e il re di Baviera l'8 febbraio 1810, passò, con decreto dato a Le Hâvre il 28 maggio 1810, sotto il governo del Regno d'Italia che vi creò il Dipartimento dell'Alto Adige diviso in cinque distretti (Trento, Bolzano, Cles, Rovereto e Riva) l'Alto-Adige. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810 venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti, 121 comuni e 20 cantoni. Con decreto vicereale del 23 agosto 1810 furino estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi e i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. Da numerosi riscontri archivistici risulta tuttavia che in Trentino la legislazione napoleonica fu applicata solo dopo il 1° settembre 1810. L'editto del commissario in capo del Tirolo italiano ed illlirico de Roschmann del 1° marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche, e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico, stabilì che i comuni restassero organizzati secondo l'ordinamento italico. L'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore fino al 31 dicembre 1817 nei comuni del circolo di Trento (dal 1° gennaio 1818 fu applicata la circolare del 4 novembre 1817 n°11135/3818); con il 1° gennaio 1821 entrò in vigore la nuova organiizzazione comunale austriaca con l'applicazione del regolamento comunale per il Tirolo e Voralberg del 26 ottobre 1819, che disciplinava la materia stabilendo fra l'altro la ricostituzione dei comuni secondo la situazione esistente nel 1805. 36

La prima documentazione relativa al periodo italico è una lettera indirizzata al "Signor sindaco di Caldes" datata 17 settembre 1810 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 62). In periodo italico il comune di Caldes assorbe i comuni di Bozzana con Bordiana, Cavizzana, Samoclevo e San Giacomo (cfr. decreto vicereale del 24 luglio 1810); Nelle carte d'archivio del 1817 si trovano alcuni documenti che attestano il passaggio dell'amministrazione comunale dal periodo italico a quello austriaco (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.78). Il 13 aprile 1817 è detto che "... l'attivazione dei giudizi principeschi o patrimoniali fissata dal giorno 1° maggio p.v. rende del tutto inutile in campagna l'esistenza degli uffici dei podestà o sindaci introdotti dall'italiana reggenza e provvisoriamente fin'ora conservati. Questo I. R. si compiaque per questo di ordinare che tutti i signori secretari o scrittori delle comuni esistenti in campagna vengano con l'ultimo di aprile corrente licenziati, chiuse le cancellerie comunali, convertiti gli attuali signori podestà e sindaci in altrettanti semplici sindaci comunali o capocomuni e prese tutte queste altre misure che possono conservare in buon ordine l'amministrazione comunale sino all'introduzione ed attivazione in Tirolo di un nuovo relativo sistema." Invece con circolare del 14 maggio 1817 dell'I.R. Giudizio di Malè si dice che "i sindaci attuali continuino le loro funzioni ... potendo in caso di assoluto bisogno valersi dell'opera dei propri segretari". Con circolare indirizzata dall'I. R. Giudizio di Malè al sindaco di Caldes in data 7 maggio 1817, si danno indicazioni riguardo alla nuova organizzazione dell'autorità politica e di polizia che, mentre prima era competenza comunale, ora passa al Giudizio. Inoltre il 25 agosto 1817 si invita il sindaco a convocare presso di sè i nobili, gentili e ufficiali del comune per nominare un capo che li rappresenti presso l'autorità superiore. Nel documento datato 2 dicembre 1817 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.78) si dice tra l'altro che ogni sindaco "attuale", con l'aiuto del capo di ogni frazione che "va a erigersi in Comune", entro 6 giorni "formerà la nomina dei soggetti megliori di ogni comune" ed il Giudizio sceglierà da queste liste gli individui più idonei. Entro il 1° gennaio dovranno essere nominati i capi dei comuni. Essi concorderanno quindi con le rappresentanze "che vanno a cessare" il modo della realizzazione degli altri punti della circolare del 4 novembre 1817, cioè la nomina di un cassiere, di un attuario e di un cursore. Si raccomanda infine al sindaco di provvedere all'esecuzione di tutta l'amministrazione in sospeso per non ritardarne l'organizzazione. Con lettera del 21 dicembre 1817 infine (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.78) si dice che ogni futuro comune sarà rappresentato da cinque membri; tali rappresentanze eleggeranno entro il 27 dicembre tre qualificati soggetti per ogni comune da proporsi al Giudizio come capocomune da eleggersi entro il 1° gennaio.

Condizione giuridica Ente pubblico. Con decreto vicereale del 23 agosto 1810 furino estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi e i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. Tutti i comuni del Dipartimento dell'Alto-Adige fanno riferimento ad uno Statuto generale denominato "Codice dei podestà e dei sindaci del Regno": si tratta di un testo unico, pubblicato il 17 settembre 1811, che raccoglie tutte le disposizioni precedenti; esso è diviso in 28 titoli, suddivisi a loro volta in sezioni e paragrafi. Inoltre per il periodo italico i comuni seguono le disposizioni pubblicate sul "Bollettino delle leggi del Regno d'Italia".

Funzioni, occupazioni e attività

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Le materie e l'ambito di attività delle amministrazioni comunali si desumono dall'elenco dei capi del "Codice dei podestà" e dall'art. 3 delle "Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi e sulla conformazione regolare dei conti preventivi e consuntivi" emesse con circolare del Prefetto del Dipartimento dell'Alto Adige Agucchi in data 10 settembre 1810 e prevedono: - Alienazioni e affitanze di beni comunali - Conti preventivi e consuntivi - Polizia amministrativa; - Sanità comunale; - Oggetti e Fazioni militari; - Guardia nazionale; - Finanza, Culto - Beneficenza pubblica - Istruzione pubblica - Stato civile - Acque, strade e ornato pubblico - Coscrizione militare

Struttura amministrativa Caldes appartiene ai comuni di terza classe poiché il numero degli abitanti ammonta a 1187 (cfr. decreto vicereale 24 luglio 1810). I compiti degli organi dei comuni si desumono dalla legge organica delle autorità amministrative della Repubblica italiana del 24 luglio 1802 e dal decreto regio dell'8 giugno 1805. Il decreto vicereale del 23 agosto 1810, che estende al Dipartimento dell'Alto Adige le disposizioni vigenti nel Regno d'Italia sull'amministrazione dei comuni, stabilisce che ogni comune sia retto da un consiglio comunale, organo consultivo e deliberante, e da una municipalità, organo esecutivo. I consigli dei comuni di terza classe sono nominati dai prefetti e sono al massimo di 15 membri. I consigli di terza classe si rinnovano "per quote uguali di anno in anno" entro un triennio. I membri che escono non sono rieleggibili per 2 anni a meno che non si verifichi il caso della mancanza di altri soggetti dotati dei requisiti necessari. Nessuno può rinunciare alla carica di consigliere comunale e solo la competente autorità può concedere la licenza ad assumerla. I consigli comunali si svolgono pubblicamente e alla presenza del prefetto e si radunano ordinariamente due volte all'anno. I consigli comunali sono pubblici e si svolgono ordinariamente due volte all'anno alla presenza del Prefetto: la prima per esaminare ed approvare il rendiconto presentato dalla municipalità per l'anno precedente; la seconda per nominare o rieleggere gli amministratori municipali che scadono, per determinare spese e imposte comunali per l'anno successivo, per nominare i revisori dei conti per l'anno corrente. I preventivi di spesa approvati dai consigli sono trasmessi al Prefetto che, sentito il parere del Consiglio di Prefettura, li regola e li approva. Il Consiglio delibera collegialmente a scrutinio segreto e le deliberazioni sono legittime se emesse con la presenza di 1/3 dei suoi membri. La municipalità nei comuni di terza classe di un sindaco e di 2 anziani. Istituito con i decreti napoleonici datati 8 giugno 1805 e 5 giugno 1807, il sindaco o podestà, non è che un esecutore della volontà del consiglio comunale legalmente deliberata ed approvata dall'autorità tutoria e degli ordini immediati dei Governi. I podestà e i sindaci esercitano tutte le ispezioni amministrative (polizia amministrativa, vigilanza) e hanno funzioni rappresentative del loro comune. I savi e gli anziani deliberano sopra tutti gli oggetti d'amministrazione municipale portati alla loro discussione dal podestà o

38 sindaco podestà sono nominati dal re e durano in carica tre anni, i savi sono proposti ed eletti dai consigli comunali a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta. I sindaci infine sono eletti dai prefetti e durano in carica un anno. Gli anziani sono nominati fra i 24 più ricchi e notabili del comune ed eletti dal consiglio a maggioranza assoluta di voti. I savi si rinnovano parzialmente ogni anno in modo che in capo al triennio ne siano rinnovati tutti i membri, mentre gli anziani si rieleggono ogni anno: tutti comunque sono indefinitamente rieleggibili. In ogni comune vi è una deputazione di sanità comunale, formata dal primo anziano e dal segretario comunale nei comuni di terza classe. Essa, istituita con i decreti datati 5 settembre 1806 e 1° marzo 1810, è incaricata di vegliare su tutta la salute pubblica e si occupa di immondizia, pozzi, fognature, acque stagnanti, vigilanza ed esami igienici, cimiteri da stabilirsi fuori dell'abitato, epidemie, rilascio di licenze e vaccinazioni. Ciascuna municipalità ha un segretario che si occupa della stesura degli atti pubblici e della tenuta del registro di protocollo e un cursore. La scelta di queste persone è sottoposta al voto del consiglio e all'approvazione del prefetto. La legge sui ricevitori comunali e dipartimentali di data 22.3.1804 dispone che un incaricato apposito detto ricevitore comunale sia eletto da ciasun comune o da più comuni posti nel medesimo distretto. La legislazione napoleonica introdusse nei comuni l'ufficio di Stato civile: nei comuni di terza classe era lo stesso sindaco a svolgerne le funzioni. Aggiunti allo stato civile potevano essere posti nelle frazioni comunali. L'ufficiale di stato civile ha il compito di formare e custodire i registri in cui si redigono gli atti di nascita, matrimonio e morte e quelli delle pubblicazioni di matrimonio e delle opposizioni. Con legge del 17 settembre 1802 e con decreto del 30 ottobre 1802, è istituita la Guardia nazionale, che si occupa del mantenimento dell'ordine all'interno del comune ed è composta dai cittadini di età compresa fra i 18 e i 50 anni. La gestione delle acque, strade e ornato pubblico è affidata alla Deputazione per l'ornato pubblico.

Il 17 aprile 1811 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.65), il sindaco di Caldes scrive al viceprefetto che "deve avere cura politica del comune" e pertanto, seguendo il proclama prefettizio del 5 dicembre 1810, adempie ai seguenti compiti: nomina i custodi dei boschi per evitarne la distruzione; provvede a nominare un custode (ossia un "saltaro") per la sicurezza della campagna; provvede affinché gli animali non vengano pascolati nelle strade comunali; provvede che i proprietari degli animali paghino una piccola imposta alla malga; provvede ad evitare il restringimento delle strade comunali, che non venga fatta scorrere acqua inutile e che le strade non siano bloccate da legna e sassi. Si nota l'esigenza di continuare a gestire il territorio con alcunii specifici riferimenti al contenuto della Carta di regola.

Contesto generale L'organizzazione dell'amministrazione pubblica e del comparto territoriale del Regno emerge dal decreto dd. 8 giugno 1805. Il Dipartimento dell'Alto Adige è costituito con il decreto del 24 luglio 1810, ha a capo un Prefetto ed è diviso in cinque distretti (Trento, Bolzano, Cles, Rovereto e Riva) e in 20 cantoni, dove funzionano le giudicature di pace. Nel cantone vi è per le materie amministrative censuarie, un Cancelliere del censo che custodisce i libri censuari del comune. Il podestà del cantone ha anche funzioni di delegato politico-amministrativo e di rappresentante dei sindaci di quella giurisdizione. Le municipalità dipendono direttamente dal prefetto o viceprefetto nella cui giurisdizione esiste il comune, e ne eseguono gli ordini.

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Alla Prefettura competeva la sorveglianza sui comuni (in tutte le funzioni amministrative i Consigli Comunali, Podestà, Savi, Anziani e Sindaci dipendevano dalla Prefettura o Vice Prefettura), la polizia superiore i lavori pubblici sulle strade e ponti dipartimentali, gli affari militari e tributari ecc.

Caldes appartiene al Distretto di Cles, al cui capo c'è un viceprefetto, delegato dal Prefetto per l'amministrazione del distretto. La municipalità di Caldes esegue gli ordini del viceprefetto della giurisdizione di Cles dal quale dipende direttamente. Per quanto attiene all'organizzazione giudiziaria, Caldes appartiene alla Giudicatura di pace del Cantone di Malè. Caldes fu eretto a curazia della pieve di Malé il 17.02.1604.

Fonti normative "Costituzione della Repubblica italiana adottata per acclamazione nei Comitati nazionali di Lione", 26 gennaio 1802, n. 1. Legge 24 luglio 1802, n.55 "sulla tassa personale in favore delle comuni" Legge 24 luglio 1802, n.54 "sull'organizzazione delle autorità amministrative" Legge 4 settembre 1802, n.75 "relativa alla pubblica istruzione" Legge 17 settembre 1802, n.87 "per la guardia nazionale" Legge 21 settembre 1802, n.89 "sopra i debiti e crediti delle comuni" Decreto 30 ottobre 1802, n.109 "per la Guardia nazionale" Decreto 24 gennaio 1803, n.12 "riguardante la conservazione de'boschi per i legnami necessari al servizio dell'artiglieria e della marina" Legge 23 dicembre 1803, n.97 "relativa ai debiti dei comuni e loro attività" Legge 22 marzo 1804, n.25 "sui ricevitori comunali e dipartimentali" Legge 27 marzo 1804, n.30 "sulle strade" Legge 18 aprile 1804, n.42 " relativa all'alienazione de' beni comuni" Decreto 9 maggio 1804, n.55 "sulla vaccinazione" Decreto 8 giugno 1805, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Decreto 6 maggio 1806, n.73 "riguardante la sistemazione ed amministrazione generale delle acque e strade" Regolamento 20 maggio 1806, n.79 "per la costruzione, per l'adattamento e per la conservazione delle strade" Decreto 25 luglio 1806, n.147 "riguardante i beni comunali incolti" Decreto 4 dicembre 1806, n.230 "relativo alla rinnovazione e completazione dei consigli distrettuali e comunali" Nomina 3 gennaio 1807, n.2 "di una commissione destinata a raccogliere tutti i dati necessari a regolarizzare l'amministrazione dei comuni" Decreto 9 gennaio 1807, n.5 "portante il regolamento sull'ornato della città" Decreto 12 gennaio 1807, n.16 "sulle finanze per il 1807" Decreto 7 aprile 1807, n.58 "relativo alle spese di culto e di beneficenza a carico dei comuni" Decreto 5 giugno 1807, n.95 "con cui sono concentrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite alle

40 municipalità dal decreto dell'8 giugno 1805" Decreto 5 giugno 1807, n.46 "sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno" Decreto 1 maggio 1807, n.70 "riguardante le aste negli appalti delle opere d'acque, ponti e strade" Decreto 4 agosto 1807, n.128 "relativo ai modi di estinguere le passività dei comuni colle attività che si possono impiegare a tale uso" Decreto 4 agosto 1807, n.125 "che istituisce una Direzione generale dell'amministrazione dei comuni" Decreto 9 febbraio 1808, n.59 "diretto ad impedire ai creditori dei comuni l'escussione sulle attività annoverate nei prospetti preventivi" Decreto 18 maggio 1808, n.129 "relativo ai boschi del regno" Decreto 10 febbraio 1809, con cui si dispone che ogni comune deve avere il suo estimo e conseguentemente i suoi registri censuari particolari in cui siano descritti i possessori attuali dei fondi posti nel territorio del comune. Decreto 18 marzo 1809, n.39 "con cui sono applicate anche ai comuni di seconda classe le disposizioni del decreto 11 corrente mese, relativo alle sovrimposte comunali" Decreto 19 aprile 1809, n.65 riguardante l'attivazione del nuovo sistema dei dazi di consumo nei comuni e territori aperti Decreto 29 giugno 1809, n. 78, sull'organizzazione definitiva dei cancellieri del censo Decreto 18 maggio 1810, n.112 "che estende la giurisdizione della corte d'appello di Brescia al Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 19 maggio 1810, n.89 "con cui vengono provvisoriamente mantenute in vigore nel Tirolo meridionale le attuali leggi e i regolamenti di amministrazione" Decreto 28 maggio 1810, n. 94 relativo alla definitiva riunione al Regno d'Italia del Tirolo meridionale Decreto 15 giugno 1810, n.106 "che ordina la pubblicazione ed attivazione nel dipartimento dell'Alto Adige del codice Napoleone, dei regolamenti sui registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti e dei decreti analoghi, del decreto sul diritto di albinaggio e di quello sulla tutela, emancipazione e cura degli abbandonati e degli esposti" Decreto 16 giugno 1810, n.111 "contenente diverse disposizioni di finanza e per la tutela delle corporazioni di culto e di beneficenza e dei comuni nel Dipartimento dell'Alto Adige" Decreto 8 luglio 1810, n.129 "che determina i gradi di parentela che escludono i membri dei consigli comunali dal votare, allorchè trattasi di cause in cui sono interessate persone di aderenza reciproca" Decreto vicereale 24 luglio 1810, con cui viene sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e si propone la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni Decreto 10 agosto 1810, n.163 "relativo all'organizzazione giudiziaria del Dipartimento dell'Alto Adige e dalla parte del Tirolo da unirsi al Dipartimento della Piave" Decreto 10 agosto 1810, n.161 "che prescrive un nuovo metodo per la compilazione de' conti preventivi e consuntivi dei comuni" Decreto 23 agosto 1810, n. 194, che estende al Dipartimento dell'Alto Adige il sistema d'amministrazione dei comuni del regno Circolare del Prefetto dell'Alto Adige Alessandro Agucchi 10 settembre 1810, Istruzioni per le municipalità di prima, seconda e terza classe dirette a facilitare loro l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti governativi Circolare del consigliere di stato 1 dicembre 1810 che impone l'entrata in vigore del Decreto del 10 agosto

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1810, n. 161 dal 1 gennaio 1811 Decreto del viceré Eugenio Napoleone 15 febbraio 1811, n. 49, "che estende al dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e Primiero il sistema amministrativo della pubblica beneficenza esistente negli altri dipartimenti" Decreto vicereale 22 aprile 1811, n.101 "con cui si estendono al Dipartimento dell'Alto Adige ed ai cantoni di Tobiano e di Primiero i due decreti del 25 luglio 1806 e 4 agosto 1807; il primo intorno ai beni comunali incolti ed il secondo sull'estinzione dei debiti comunali" Decreto 27 maggio 1811, n.121 "relativo all'amministrazione, direzione, custodia e sorveglianza dei boschi del regno" Decreto 28 settembre 1811, n.236 "relativo all'amministrazione de'boschi" Decreto vicereale 10 dicembre 1811, n.278 "che estende ai comuni del Tirolo meridionale componenti il Dipartimento dell'Alto Adige od aggregati al Dipartimento della Piave, la legislazione del regno relativa a debiti e crediti del comune"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni, a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T, 1997. Inventario del fondo napoleonico dell'Archivio del comune di Trento, a cura di Loreta Moscon su incarico del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T, 1997. Codice dei podestà e dei sindaci del Regno (microfilm presso il Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T). Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 FAUSTINI G., Il Trentino nell'età napoleonica e Andreas Hofer, IN: Atti del convegno di studi 27 gennaio - 2 giugno 1994, a cura di Lia de Finis, Trento, 1994 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 MENESTRINA F., La legislazione civile nel Dipartimento dell'Alto Adige, Trento, 1909 CORSINI U., Primiero e il Trentino fra Settecento e Ottocento, IN: Luigi Negrelli e il canale di Suez. Atti del convegno internazionale 15-17 settembre 1988, a cura di Andrea Leonardi, 1990 PERINI A., Statistica del Trentino, Trento, 1852

42 subfondo 2 Comune di Caldes (ordinamento italico), 1810 - 1817

Soggetti produttori Comune di Caldes, 1810 settembre 21-1817 dicembre 31

43 serie 2.1 Riscontri e relazioni della municipalità, 1810 - 1813

48. b.48-58 Riscontri e relazioni 1810 settembre - 1810 dicembre Registro, senza coperta, cc.87

49. b.48-58 "Riscontri e relazioni date dalla municipalità di Caldes nell'anno 1811", nn. 26-172 1811 febbraio 8 - 1811 giugno 7 Registro, legatura in carta, cc.81

50. b.48-58 "Protocollo della municipalità di Caldes pro[gress]ivo all'anno 1810", nn.174-190 1811 giugno 7 - 1811 giugno 16 Registro, legatura in carta, cc.13

51. b.48-58 "Riscontri e relazioni date dalla municipalità di Caldes nell'anno 1811", nn.192-338 1811 giugno 16 - 1811 ottobre 13 Registro, legatura in carta, cc.99

52. b.48-58 "Riscontri e relazioni date dalla municipalità di Caldes progressivi all'anno 1811", nn.297; 343-456; 1 1811 settembre 19; ottobre 16 - dicembre 31; 1812 gennaio 2 Registro, legatura in carta, cc.60

53. b.48-58 "Riscontri e relazioni date dalla municipalità di Caldes nell'anno 1812", nn.1-85 1812 gennaio 2 - 1812 febbraio 15 Registro, legatura in carta, cc. 62

54. b.48-58 "Riscontri e relazioni date dalla municipalità di Caldes progressivi all'anno 1812", nn.86-169 1812 febbraio 16 - 1812 aprile 9 Registro, legatura in carta, cc. 62

55. b.48-58 Riscontri e relazioni, nn.175-213

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1812 aprile 12 - 1812 aprile 26 Fascicolo, cc. 62

56. b.48-58 Riscontri e relazioni, nn.320-416 1812 giugno 14 - 1812 agosto 16 Registro, legatura in carta

57. b.48-58 "Registro delle lettere ed altri riscontri dati dalla municipalità di Caldes alle diverse autorità civili ed amministrative nel quarto trimestre dell'anno 1812" 1812 settembre 29 - 1812 dicembre 31 Registro, legatura in carta

58. b.48-58 "Registro degl' ordini e riscontri dati dal municipio di Caldes nell'anno 1813 alle diverse autorità civili ed amministrativi" 1813 gennaio 3 - 1813 maggio 3 Registro, legatura in carta, cc.2

45 serie 2.2 Protocolli degli esibiti, 1814 - 1814

59. b.48-58 "Protocollo degli esibiti ad uso della municipalità di Caldes" 1814 gennaio 1 - 1814 luglio 29 Registro, legatura in cart., cc.20

60. b.48-58 Protocollo degli esibiti 1814 agosto 1 - 1814 dicembre 31 Registro, senza coperta, cc.12

61. b.48-58 "Protocollo segreto pel comune di Caldes" 1814 aprile 6 - 1814 ottobre 24 Registro, senza coperta, c.1

46 serie 2.3 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1810 - 1817

62. b.62-79 Carteggio ed atti 1810 "amministrazion comunale", "annona", "censo e prediale", "commercio", "finanza e demanio", "militare", "stato civile"; atti non classificati

63. b.62-79 Carteggio ed atti 1811 "acque", "amministrazione comunale", "annona", "arti e commercio", "boschi fas. n.II", "censo", "contributo arti", "coscrizione", "contabilità comunale", "criminale", "culto".

64. b.62-79 Carteggio ed atti 1811 "demanio", "finanza", "forestale", "installazione di cariche", "intendenza", "militare", "miniere", "notarile", "pensioni", "polizia", "prediale", "pubblica beneficenza", "ruolo personale", "sale", "sanità", "stato civile", "strade", "tabacco".

65. b.62-79 Carteggio ed atti 1811 Carteggio e atti non classificati

66. b.62-79 Carteggio ed atti 1812 "Caldes.1812. Amministrazione comunale, fascicolo I.", "Caldes.1812. Agricoltura e boschi, fascicolo II.", "Caldes.1812. Acque, strade ed ornato pubblico, fascicolo III.", beneficenza, fascicolo IV, "Caldes.1812. Censo, tassa personale e contributo, fascicolo V, culto, fascicolo VI, istruzione pubblica, fascicolo VII.

67. b.62-79 Carteggio ed atti 1812 "Caldes.1812. Militare e coscrizione, fascicolo VIII".

68. b.62-79 Carteggio ed atti 1812 47

"Caldes.1812. Polizia ed annona, fascicolo IX", "Caldes.1812. Sanità, fascicolo X", "Caldes.1812. Finanze, fascicolo XI", Contabilità, fascicolo XII, "Caldes.1812. Giudiziale, stato civile, notarile e registro, fascicolo XIII", "Caldes.1812. Arti e commercio, fascicolo XIV", "Caldes.1812. Statistica, fascicolo XV", "cariche", fascicolo XVI, Certificati di povertà, nn.1-32, atti non classificati.

69. b.62-79 Carteggio ed atti 1812 -1815 Liquidazione debiti e crediti del comune di Caldes con documenti allegati dal 1789. Contiene documenti degli anni 1812-1813 e del 1815.

70. b.62-79 Carteggio ed atti 1813 "Caldes.1813. Amministrazione comunale. Fas. n.I", "Caldes. anno 1813. Agricoltura e boschi. Fas. n.II", "Caldes.1813. Acque e strade ed ornato pubblico, fas. n.III", "Caldes.1813. Beneficenza, n.IV", "Caldes.1813. Censo, tassa personale e contributo, fas. n. V", "Caldes. anno 1813. Culto, fas. n.VI", "Caldes.1813. Istruzione pubblica, fas. n.VII".

71. b.62-79 Carteggio ed atti 1813 "Caldes.1813. Militare e coscrizione, fas. n.VIII", "Caldes.1813. Polizia ed annona, fas. n.IX", "Caldes.1813. Sanità, fas. n.X", "Caldes.1813. Finanza, fas. n.XI", Contabilità, fas. n.XII, Giudiziale, stato civile, notarile, fasc.XIII, "Arti e commercio, fasc.XIV", "Caldes.1813. Statistica, fas. n.XV", atti non classificati.

72. b.62-79 Carteggio ed atti 1814 "1814. Amministrazione comunale, n.I", "1814. Agricoltura e boschi, n.II", "1814. Acque e strade, n.III", "1814. Beneficenza, n.IV", "1814. Censo, tassa personale, n.v", "1814. Culto, n.VI", "1814. Istruzione pubblica, n.VII".

73. b.62-79 Carteggio ed atti 1814 "1814. Militare, n.VIII", "1814. Polizia ed annona, n.IX", "1814. Sanità, n.X", "1814. Finanza, n.XI", "1814. Contabilità, n.XII", "1814. Giudiciale, stato civile, statistica, n.XV", atti non classificati, carteggio ed atti del protocollo segreto.

74. b.62-79 Carteggio ed atti 1815 "Caldes.1815. Amministrazione comunale, fas. n.I", "Caldes.1815. Agricoltura e boschi, fas. n.II" "Caldes.1815. Acque e strade, fas. n.III", "Caldes.1815. Beneficenza, fas.IV", "Caldes.1815. Censo, tassa personale, fas.V", culto, fas. n.VI, "Caldes.1815. Istruzione pubblica, fas. n.VII (vuoto)".

48

75. b.62-79 Carteggio ed atti 1815 "Caldes.1815. Militare, fas. n.VIII", Polizia, fas. n.IX, "Caldes.1815. Sanità, fas. n.X", "Caldes.1815. Finanza, fas. n.XI", "Caldes.1815. Contabilità,, fas. n.XII", "Caldes.1815. Cancelleria, stato civile e giustiziale, fas. n.XIII", "Caldes.1815. Statistica, fas. n.XV", carteggio ed atti non classificati.

76. b.62-79 Carteggio ed atti 1816 "1816. Amministrazione comunale, fas. n.I", boschi, fasc.II, strade, fasc.III, beneficenza, fasc. IV, culto, fasc.VI, istruzione pubblica, fasc. VII, "1816. Militare, fas. n.VIII", "1816. Sanità, fas. n.X".

77. b.62-79 Carteggio ed atti 1816 "1816. Finanza, fas. n.XI", "1816. Contabilità, fas. n.XII", "1816. Giudiziale, stato civile e cancelleria, n.XIII", "1816. Arti e commercio, fas. n.XIV", "1816. Statistica, fas. n.XV"; carteggio ed atti non classificati.

78. b.62-79 Carteggio ed atti 1817 Amministrazione comunale, fasc.I, Agricoltura e boschi, fasc.II, Acque e strade, fasc.III, Beneficenza, fasc.IV, steore e censo, fasc.V, Culto, fasc.VI, Istruzione pubblica, fasc.VII, Militare, fasc.VIII, Polizia ed annona, fasc.IX, Sanità, fasc.X, Finanza, fasc.XI, Contabilità,fasc.XII, Giudiziale, stato civile, cancelleria, fasc.XIII, arti e commercio, fasc.XIV, Statistica, fasc.XV; Carteggio ed atti non classificati.

79. b.62-79 Carteggio ed atti 1810 - 1817 Atti senza data del periodo 1810 - 1817 Fascicolo

49 serie 2.4 Registri delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, 1810 - 1817

80. b.80-96 "Registro delle leggi pubblicate nel comune di Caldes. L'anno 1810" 1810 Registro, legatura in carta, cc.8

81. b. 80-83 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn. 2-135 1810 Fascicolo

82. b. 80-83 "Registro delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel trimestre dell'anno 1810 di ottobre, novembre e dicembre nella comune di Caldes" 1810 Registro, legatura in cart., cc.8

83. b. 80-83 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi 1810 Fascicolo

84. b.84-90 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi 1811 Fascicolo

85. b.84-90 "Registro delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1812 Registro, legatura in carta, cc.10

86. b.84-90 Registro delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn. 2-85 1812 Fascicolo

87. b.84-90

50

"Registro delle leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1813 Registro, legatura in cart., cc.8

88. b. 84-90 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn. 2-95 1813 Fascicolo

89. b.84-90 "Registro leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1814 Registro, legatura in cart., cc.6

90. b.84-90 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn.1-54 1814 Fascicolo

91. b.91-96 "Registro leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1815 Registro, legatura in cart., cc.10

92. b.91-96 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn.1-62 1815 Fascicolo

93. b.91-96 "Registro leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1816 Registro, legatura in cart., cc.14

94. b.91-96 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn.3-118 1816 Fascicolo

95. b.91-96 "Registro leggi, decreti, regolamenti ed avvisi pubblicati nel comune di Caldes" 1817 51

Registro, legatura in cart., cc.7

96. b.91-96 Leggi, decreti, regolamenti ed avvisi, nn.2-78 1817 Fascicolo

52 serie 2.5 Registri di stato civile, 1811 - 1815

97. b.97-141 "Nascite comune Caldes" 1811 gennaio 6 - 1811 dicembre 22 Registro, legatura in cart., cc.6

98. b.97-141 "Registro dei nati. Frazione Samoclevo del comune di Caldes" 1811 gennaio 6 - 1811 dicembre 17 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

99. b.97-141 "Caldes. Registro dei nati. 1812" 1812 gennaio 26 - 1812 dicembre 10 Registro, legatura in cart., cc. scritte 10

100. b.97-141 Registro dei nati. Frazione S.Giacomo 1812 gennaio 15 - 1812 ottobre 18 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

101. b.97-141 "Bozzana. Frazione di Caldes. Registro dei nati. 1813" 1813 gennaio 2 -1813 luglio 14 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

102. b.97-141 "Registro dei nati" Frazione Cavizzana 1813 gennaio 27 - 1813 novembre 17 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

103. b.97-141 Registro dei nati. Frazione Samoclevo 1813 febbraio 7 -1813 dicembre 21 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

104. b.97-141 "Tavola alfabetica per gli atti di nascita ch'ebbero luogo nell'anno 1813"

53

1813 Fascicolo, cc.2

105. b.97-141 "Registro dei nati" Frazione Caldes 1814 febbraio 6 - 1815 gennaio 23 Registro, legatura in cart., cc. scritte 4

106. b.97-141 "Registro dei nati. Bozzana" 1814 gennaio 2 - 1815 febbraio 7 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

107. b.97-141 "Registro dei nati. Cavizzana" 1814 febbraio 21 - 1815 gennaio 2 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

108. b.97-141 "Nati. Samoclevo" 1814 gennaio 17 - 1815 febbraio 2 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

109. b.97-141 "Registro dei nati. S.Giacomo" 1814 gennaio 17 -1814 dicembre 15 Registro, legatura in cart., cc. scritte 4

110. b.97-141 Tavola alfabetica per gli atti di nascita di tutte le frazioni 1814 Fascicolo, cc.2

111. b.97-141 "Registro dei nati" Frazione Caldes 1815 gennaio 21 -1815 giugno 18 Registro, legatura in carta, cc. scritte 2

112. b.97-141 "Registro dei nati" Frazione Bozzana 1815 gennaio 26 - 1815 giugno 30 Registro, legatura in carta, cc. scritte 2

54

113. b.97-141 Registro dei nati. Frazione Cavizzana 1815 gennaio 2 - 1815 agosto 2 Fascicolo, cc.2

114. b.97-141 "Registro dei matrimoni. Caldes" 1811 febbraio 13 -1811 novembre 22 Registro, legatura in carta, cc. scritte 8

115. b.97-141 "Tavola alfabetica per gli atti di matrimonio e di divorzio ch'ebbero luogo nell'anno 1811" 1811 Fascicolo, cc.4

116. b.97-141 "Caldes. Registro dei matrimoni. 1812" 1812 gennaio 15 -1812 novembre 14 Registro, legatura in cart., cc. scritte 10

117. b.97-141 "Tavola alfabetica per gli atti di matrimonio e di divorzio ch'ebbero luogo nell'anno 1812" 1812 Fascicolo, c.1

118. b.97-141 "Caldes. Registro d'inscrizione delle pubblicazioni matrimoniali e delle opposizioni. 1812" 1812 gennaio 5 -1812 novembre 1 Registro, legatura in cart.

119. b.97-141 "Registro dei matrimoni" 1813 aprile 5 - 1813 ottobre 27 Registro, legatura in cart., cc. scritte 6

120. b.97-141 "Registro dei matrimoni. Caldes" 1814 gennaio 11 - 1814 settembre 30 Registro, legatura in cart., cc. scritte 7

121. b.97-141 55

"Tavola alfabetica per gli atti di matrimonio e di divorzio ch'ebbero luogo nell'anno 1814" di tutte le frazioni 1814 Fascicolo, cc.2

122. b.97-141 "Registro dei matrimoni" Caldes 1815 aprile 5 - 1815 aprile 26 Registro, legatura in cart., cc. scritte 4

123. b.97-141 "Registro dei morti. Caldes" 1811 gennaio 14 - 1811 ottobre 27 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

124. b.97-141 Registro dei morti della frazione di Cavizzana 1811 maggio 8 -1811 ottobre 17 Fascicolo, c.1

125. b.97-141 "Bozzana. Frazione di Caldes. Registro dei morti" 1812 gennaio 24 -1812 dicembre 29 Registro, legatura in cart., cc. scritte 5

126. b.97-141 "Samoclevo frazione di Caldes. Registro dei morti. 1812" 1812 gennaio 3 - 1812 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc. scritte 5

127. b.97-141 "S.Giacomo. Frazione di Caldes. Registro dei morti. 1812" 1812 gennaio 11 - 1812 dicembre 22 Registro, legatura in cart., cc. scritte 5

128. b.97-141 Registro dei morti 1813 gennaio 6 - 1813 agosto 20 con annotazioni spese diverse, 1861-1864 Registro, legatura in cart., cc. scritte 4

129. b.97-141 "Bozzana. Frazione Caldes. Registro dei morti. 1813"

56

1813 marzo 15 - 1813 luglio 16 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

130. b.97-141 Registro dei morti della frazione di Cavizzana 1813 gennaio 14 -1813 novembre 30 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

131. b.97-141 Registro dei morti della frazione di Samoclevo 1813 febbraio 21 - 1813 dicembre 28 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

132. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione S.Giacomo 1813 gennaio 21 -1813 luglio 12 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

133. b.97-141 "Tavola alfabetica per gli atti di morte ch'ebbero luogo nell'anno 1813" di S.Giacomo e Bozzana 1813 Fascicolo, c.1

134. b.97-141 "Registro dei morti" 1814 marzo 7 - 1815 gennaio 23 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

135. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione Bozzana-Bordiana 1814 febbraio 16 - 1814 dicembre 30 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

136. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione Cavizzana 1814 febbraio 24 - 1815 febbraio 3 Registro, legatura in cart., cc. scritte 3

137. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione S.Giacomo 1814 gennaio 18 - 1814 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

57

138. b.97-141 "Tavola alfabetica per gli atti di morte" di tutte le frazioni 1814 Fascicolo, cc.2

139. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione Caldes 1815 gennaio 23 - 1815 luglio 14 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

140. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione Bozzana-Bordiana 1815 marzo 1 - 1815 luglio 13 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

141. b.97-141 "Registro dei morti" Frazione Cavizzana 1815 gennaio 22 - 1815 giugno 15 Registro, legatura in cart., cc. scritte 2

58 serie 2.6 Registri anagrafici, 1811 - 1815

142. b.142-145 Anagrafe della popolazione. [1811 - 1815] Si tratta di alcuni fogli di famiglia relativi alla frazione di Caldes e Bozzana Fascicolo

143. b.142-145 Matrici delle "Carte d'iscrizione nel ruolo generale di popolazione del comune di Caldes" 1812 febbraio 2 -1812 aprile 6 Bollettario, cc.50

144. b.142-145 Matrici delle "Carte d'iscrizione nel ruolo generale di popolazione del comune di Caldes" 1812 aprile 7 - 1812 maggio 10 Bollettario, cc.50

145. b.142-145 Matrici delle "Carte d'iscrizione nel ruolo generale di popolazione del comune di Caldes" 1812 novembre 22 - 1813 giugno 25 Bollettario, cc.10

59 serie 2.7 Leva militare, 1810 - 1816

146. b.146-181 "Parrochia di Caldes. Stato degli individui nati nel circondario della sudetta parrocchia dal primo gennaro 1790 fino li 31 dicembre 1790. Classe I" 1810 novembre 3 Fascicolo, 3 esemplari; cc.6

147. b.146-181 "Parrochia o curazia di Bozzana. Stato degli individui nati nel circondario della suddetta parrochia o cura dal 1 gennaio sino li 31 dicembre 1790. Classe I" 1810 novembre 3 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

148. b.146-181 "Parrochia di Cavizzana. Stato degli individui nati nel circondario della parrochia dal primo gennaio 1790 sin li 31 dicembre." 1810 novembre 4 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

149. b.146-181 "Parrochia di Samoclevo. Stato degli individui nati nel circondario della sudetta parrochia dal primo gennaio fino li 31 dicembre 1790." 1810 novembre 3 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

150. b.146-181 "Parrochia o curazia di S.Giacomo. Stato degli individui nati nel circondario della suddetta parrochia o curazia dal 1 gennaio al 31 dicembre 1790" 1810 novembre 3 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

151. b.146-181 "Parrochia o curazia di S.Giacomo. Stato degli individui nati nel circondario della suddetta parrochia o curazia dal primo gennaio al 31 dicembre 1787. Classe IV" 1810 novembre 3 Fascicolo, cc.2

152. b.146-181

60

"Stato generale dei coscritti appartenenti alla comune di Caldes per l'anno 1811" [1810] Fascicolo, 2 esemplari, cc.26

153. b.146-181 "Modello A. Comune di Caldes. Stato generale degl'individui del suddetto comune nati dal primo gennaio al 31 dicembre 1790, i quali formano la prima classe della coscrizione dell'anno 1811" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

154. b.146-181 "Modello C. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Lista I degl'individui che hanno addotto titoli che costituiscono eccezione dagli obblighi della coscrizione." 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

155. b.146-181 "Modello D. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Lista seconda degl'individui che domandano esenzione dalla coscrizione come fisicamente inabili al servizio militare" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

156. b.146-181 "Modello E. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione del 1811. Lista terza degl'individui che sono dichiarati primi a marciare" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

157. b.146-181 "Modello F. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Lista quarta degl'individui che si sono presentati a farsi inscrivere e non hanno prodotto alcun titolo di eccezione" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

158. b.146-181 "Modello G. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Lista quinta degl'individui che hanno prodotto dei titoli per essere dichiarati ultimi a marciare" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

159. b.146-181 "Modello H. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Lista VI degl'individui che si sono resi 61 volontariamente inabili al servizio militare, i quali si mettono a disposizione del governo per essere impiegati al seguito dell'armata" 1810 novembre 6 Fascicolo, cc.2

160. b.146-181 "Modello L. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Quadro della fissazione del rango dei coscritti della lista terza" [1810] Fascicolo, cc.2

161. b.146-181 "Modello L. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Quadro della fissazione del rango dei coscritti della lista quarta" [1810] Fascicolo, cc.2

162. b.146-181 "Modello L. Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1811. Quadro della fissazione del rango dei coscritti della lista quinta" [1810] Fascicolo, cc.2

163. b.146-181 "Parrochia di Malè, cura della frazione di Caldes. Stato degl'individui nati nel circondario della suddetta cura dal I gennaio al 31 inclusive dicembre 1791" 1811 ottobre 20 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

164. b.146-181 "Parrochia di Livo, cura della frazione di Bozzana e Bordiana. Stato degl'individui nati nel circondario della suddetta cura dal I gennaio al 31 inclusive dicembre 1791" 1811 ottobre 22 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

165. b.146-181 "Parrochia di Malè, cura della frazione di Cavizzana. Stato degl'individui nati nel circondario della suddetta cura dal I gennaio al 31 inclusive dicembre 1791" 1811 ottobre 21 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

166. b.146-181 62

"Parrocchia di Livo, cura della frazione di S.Giacomo. Stato degl'individui nati nel circondario della suddetta cura dal I gennaio al 31 inclusive dicembre 1791" 1811 ottobre 21 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

167. b.146-181 "Comune di Caldes. Registro della iscrizione dei coscritti della prima classe dell'anno 1812 appartenenti per nascita o per domicilio al suddetto comune." mod.I 1811 novembre 18 Fascicolo, cc.2

168. b.146-181 "Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista generale dei coscritti del suddetto comune che per età devono far parte della prima classe dell'anno 1812" mod.III 1811 novembre 18 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

169. b.146-181 "Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista I degl'individui che hanno addotto titoli che costituiscono eccezione dagli obblighi della coscrizione" mod.IV 1811 novembre 18 Fascicolo, cc.2

170. b.146-181 "Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista II degl'individui che sono in uno dei casi di esenzione dalla coscrizione come fisicamente inabili al servizio militare" mod.V 1811 novembre 18 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

171. b.146-181 "Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista III degl'individui che sono dichiarati i primi a marciare" mod.VI 1811 novembre 18 Fascicolo, cc.2

172. b.146-181 "Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista IV degl'individui che si sono presentati a farsi iscrivere e non hanno prodotto alcun titolo di eccezione" mod.VII 1811 novembre 18 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

173. b.146-181 63

"Comune di Caldes. Classe I della coscrizione dell'anno 1812. Lista V degl'individui che hanno prodotto dei titoli costituenti diritto di essere dichiarati ultimi a marciare" mod.VIII 1811 novembre 18 Fascicolo, 2 esemplari, cc.4

174. b.146-181 "Stato della ripartizione del contingente che il suddetto cantone deve somministrare per la requisizione sulla I classe dell'anno 1812" mod.XIX [1811] Fascicolo, cc.2

175. b.146-181 "Comune di Caldes. Lista III della classe I della coscrizione dell'anno 1812. Quadro del rango de' coscritti" mod.XX [1811] Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

176. b.146-181 "Comune di Caldes. Lista IV della classe I della coscrizione dell'anno 1812. Quadro del rango de' coscritti" mod.XX 1811-1812 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

177. b.146-181 "Comune di Caldes. Lista V della classe I della coscrizione dell'anno 1812. Quadro del rango de' coscritti" mod.XX 1811-1812 Fascicolo, 3 esemplari, cc.6

178. b.146-181 "Comune di Caldes. Requisizione sulla I classe della coscrizione dell'anno mille ottocento e dodici" mod.XXI [1811] Fascicolo, cc.2

179. b.146-181 "Comune di Caldes... Stato degl'individui nati nel circondario della suddetta parrocchia dal 1 gennaio al 31 dicembre 1792 inclusive" [1813] Fascicolo, cc.2

180. b.146-181 "Stato generale dei requisiti pel contingente assegnato al cantone suddetto sulla prima classe della coscrizione dell'anno 1813" 1813 febbraio 2

64

181. b.146-181 "Registro d'iscrizione degl'individui appartenenti per nascita o domicilio legale al suddetto comune e che per età sono soggetti al reclutamento militare..." 1816 Registro, legatura in cart., cc.26

65 serie 2.8 Quinternetti d'esazione tasse comunali, 1811 - 1811

182. reg.182 "Rubrica e summario per l'anno 1811 del comune di Caldes" 1811 quinternetto d'esazione di una tassa comunale non specificata Registro, legatura in carta, cc. scritte 7

66 serie 2.9 Conti preventivi ed allegati - conti consuntivi e documenti giustificativi, 1811 - 1817

183. b.183-191 Allegati al preventivo 1811 Fascicolo

184. b.183-191 "Conto preventivo del comune di Caldes di classe III per l'anno 1812" 1812 Registro, 2 esemplari

185. b.183-191 "Conto preventivo della frazione di Bozzana e Bordiana aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1812" 1812 Registro, 2 esemplari

186. b.183-191 "Conto preventivo della frazione di Caldes aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1812" 1812 Registro

187. b.183-191 "Conto preventivo della frazione di Samoclevo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1812" 1812 Registro

188. b.183-191 "Conto preventivo della frazione di S.Giacomo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1812" 1812 Registro

189. b.183-191 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1812 Fascicolo

190. b.183-191

67

"Conto preventivo del comune di Caldes di classe III cantone di Malè, distretto di Cles per l'anno 1813" 1813 Registro

191. b.183-191 "Conto consuntivo del comune di Caldes dipartimento dell'Alto Adige 1813" e documenti giustificativi 1813 Fascicolo

192. b.192-201 "Conto preventivo del comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" ed allegati 1814 Fascicolo

193. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di Bozzana e Bordiana aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" 1814 Registro

194. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di Caldes aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" 1814 Registro, 2 esemplari

195. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di Cavizzana aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" 1814 Registro

196. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di Samoclevo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" 1814 Registro

197. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di S.Giacomo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1814" 1814 Registro

198. b.192-201 Documenti giustificativi del conto 1814 68

Fascicolo

199. b.192-201 "Conto preventivo del comune di Caldes di classe III per l'anno 1815" 1815 Registro

200. b.192-201 "Conto preventivo della frazione di Caldes aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1815" 1815 Registro

201. b.192-201 "Conto consuntivo del comune di Caldes nel Tirolo meridionale per l'anno 1815" e documenti giustificativi 1815 Fascicolo

202. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Bozzana e Bordiana aggregata al comune di Caldes di classe [III] per l'anno 1816" 1816 Registro

203. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Cavizzana aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1816" 1816 Registro

204. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Samoclevo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1816" 1816 Registro

205. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di S.Giacomo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1816" 1816 Fascicolo

206. b.202-213 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1816 Fascicolo

69

207. b.202-213 "Conto preventivo del comune di Caldes di classe III per l'anno 1817" ed allegati 1817 Fascicolo

208. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Bozzana e Bordiana aggregata al comune di Caldes di classe [III] per l'anno 1817" 1817 Registro

209. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Caldes aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1817" 1817 Registro

210. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Cavizzana aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1817" 1817 Registro

211. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di Samoclevo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1817" 1817 Registro

212. b.202-213 "Conto preventivo della frazione di S.Giacomo aggregata al comune di Caldes di classe III per l'anno 1817" 1817 Registro

213. b.202-213 Documenti giustificativi del conto 1817 Fascicolo

70 serie 2.10 Registri dei mandati, 1811 - 1814

214. b.214-215 "Giornale per la spedizione dei mandati del comune di Caldes dipartimento dell'Alto Adige" 1811-1813 Bollettario, cc. scritte 128

215. b.214-215 Registro dei mandati 1814 luglio 5 - 1814 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.3

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Ente Comune di Caldes 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12

Luoghi Caldes

Altre forme del nome Caldes (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Caldes, 01/01/1501 - 31/12/1955 Subfondo Comune di Caldes (ordinamento austriaco), 01/01/1819 - 31/12/1923

Storia Il governo austriaco smantellò l'opera di concentramento attuata dal Regno d'Italia, portando il numero dei comuni da 121 a 384. Si trattò tuttavia di un processo lento e graduale che trovò la sua definitiva conclusione con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, che sancì la ricostituzione dei Comuni sulla base dell'organizzazione del 1805. Per la precisione, l'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore fino al 31 dicembre 1817 nel Circolo di Trento (dal 1° gennaio 1818 fu quindi in vigore l'ordinamento austriaco, in applicazione della circolare del capitanato circolare di Trento n.11135 di data 4 novembre 1817); mentre nel Circolo di Rovereto le istituzioni comunali italiche cessarono il 31 dicembre 1820 e con il 1° gennaio 1821 entrò in vigore la nuova organizzazione comunale austriaca (in tale data fu applicato il regolamento comunale per il Tirolo e Voralberg del 26 ottobre 1819). La legge del 17 marzo 1849, n. 170, prevedeva tra l'altro la possibilità che più Comuni si aggregassero formandone uno solo, per ridurre le spese di gestione e razionalizzare l'amministrazione. Una seconda provvisoria e minore concentrazione di Comuni fu quindi operata verso la metà del secolo XIX, ma poi i Comuni riuniti vennero sciolti e vennero ricostituiti i singoli componenti (questa possibilità di separazione era sancita dalla legge del 5 marzo 1862, art. 7, e ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art.3). Con l' entrata in vigore del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9, in vigore dal 13 gennaio, venivano estesi alle nuove Province le leggi e i regolamenti comunali e provinciali italiani.

L'attestazione del lento passaggio dall'ordinamento italico all'ordinamento austriaco per il comune di Caldes è ben documentata (cfr. Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 78): si trova un carteggio assai intenso fra il sindaco di Caldes e il Capitaniato circolare e il Giudizio di Malé, relativo alla pregressiva attuazione delle disposizioni per il passaggio al nuovo ordinamento. Con lettera del 21 dicembre 1817 in particolare si dice che ogni futuro comune sarà rappresentato da cinque membri; tali rappresentanze eleggeranno entro il 27 dicembre tre qualificati soggetti per ogni comune da proporsi al Giudizio come capocomune da eleggersi entro il 1° gennaio. La prima attestazione del periodo austriaco, conservata nell'Archivio Comunale di Caldes, è un documento datato 26 luglio 1820 (Archivio comunale di Caldes, "Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - Sommari, conti consuntivi e documenti giustificativi", n.348): esso contiene il sommario delle entrate e delle uscite del comune di Caldes nel 1819. 72

L'applicazione della legge del 17 marzo 1849, n.170 è testimoniata da un documento datato 3 giugno 1849 (Archivio comunale di Caldes "Carteggio e atti degli affari comunali" n.265): si riuniscono "volontariamente" i comuni di Caldes, Terzolas, Magras, Arnago, Samoclevo, Cavizzana, S. Giacomo con le frazioni di Cassana e Tozzaga, Bozzana e Bordiana; sede dell'amministrazione comunale è Caldes (cfr. il capitaniale decreto del ...all'ASTN e soprattutto il decreto di scioglimento). I comuni riuniti sono poi nuovamente sciolti in forza della legge del 5 marzo 1862, art. 7, ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art. 3. Un documento datato 16 dicembre 1860 contiene l'ultima attestazione del comune riunito di Caldes; in data 12 gennaio 1861 Caldes e Terzolas risultano, in una causa civile, già comuni separati (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 276). L' ultima attestazione dell'amministrazione austriaca nel comune di Caldes è costituita dall' "Estratto dei Giurati del Comune", datato 11 ottobre 1922 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.338). Per quanto riguarda i confini del territorio comunale, una "Copia dell'originale descrizione dei confini del comune di Caldes" databile approssimativamente verso fine del XIX e l'inizio del XX secolo (indicato sul bollo l'anno 1923) spiega: "Il comune di Caldes confina a settentrione con Samoclevo, a mattina con Cavizzana e Cles, a mezzodì con Cles, ed a sera con Terzolas e Cles" (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n.344).

Condizione giuridica Ente pubblico territoriale. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, i Comuni del Trentino vennero divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i Comuni di campagna, le Città minori (Riva e Arco) e i Centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Per avere una regolamentazione accurata delle istituzioni e dei compiti amministrativi del Comune bisognò attendere la legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849, n.170, emanata sulla spinta delle rivoluzioni borghesi del 1848. Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i Comuni dell' impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l' unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder; ma nel giro di poco più di un decennio tale progetto centralistico naufragò e l'imperatore Francesco Giuseppe emanò la legge-quadro di data 5 marzo 1862, n.18 contenente "le disposizioni fondamentali per l' ordinamento degli affari comunali", in base alla quale le Diete dei singoli Länder avrebbero successivamente promulgato in forma specifica e dettagliata i relativi regolamenti comunali e provinciali. Il regolamento comunale per la contea principesca del Tirolo del 9 gennaio 1866, n.1., emanato dalla Dieta di Innsbruck, ricalcava sostanzialmente i contenuti della legge del 1849 tranne che in alcuni punti come, ad esempio, l'affidamento delle attribuzioni rientranti nell'ambito d'azione delegato non più ai capi-comune ma ai Comuni stessi.

Funzioni, occupazioni e attività L'ambito di libertà goduto sotto la dominazione austriaca dai comuni, in particolare dopo la legge del 1849, non li rendeva enti autarchici, corpi di amministrazione indiretta dello Stato, ma enti autonomi, centri di amministrazione propria, forniti di competenze naturali. L'azione di controllo esercitata dagli organi politici sui comuni era assai contenuta: si parlava solo di vigilanza, non di tutela e quindi il controllo riguardava la legittimità, non tanto il merito delle delibere. Gli organi politico-amministrativi della Provincia (Dieta, Giunta provinciale, Luogotenenza) o l'autorità politica distrettuale vigilavano sui comuni, attraverso le diverse leggi comunali emanate nel corso dell''800.

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Nonostante l'autonomia, la rendita dei comuni era così esigua da inibire ogni iniziativa economica tesa al rinnovamento, pena l'aggravio della miseria per il depauperamento delle sostanze comunali e l'aumento delle imposte. In compenso la burocrazia era ridotta e ci si abituò a un senso di autogoverno. Con la circolare del 31 agosto 1817, n. 20394/1706 recante "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni e dei Comuni", vennero ripristinate le norme relative alla contabilità comunale introdotte da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785, in cui si stabiliva fra l'altro che ogni comune fosse tenuto ad avere un cassiere incaricato della riscossione delle imposte erariali, delle tasse comunali e della registrazione di tutte le entrate e le uscite del bilancio comunale. All'art. 3 si citano le: "Spese pel sostentamento dei poveri, per le riparazioni delle strade, dei ponti ed argini, per gli utensili inservienti ad estinguere gli incendi, per i sussidi, per le mammane, ed altri simili, i quali tutti essendo di interesse comune, devono essere comunemente soddisfatti dalle Comunità, componenti una Giurisdizione, col mezzo delle comuni loro entrate, o, in mancanza di queste, per via di concorrenza, che è a dire per via di proporzionate annue contribuzioni, ossia così dette collette giurisdizionali". La Patente imperiale del 17 marzo 1849 riguardante la provvisoria amministrazione dei comuni si caratterizzò per due innovazioni essenziali: l'attribuzione al comune di due ambiti d'azione ("Wirkungskreise") dei quali uno naturale, comprendente "tutto ciò che riguarda più da vicino gli interessi del comune e che deve essere attuato entro i suoi confini" e l'altro delegato, consistente nel disbrigo di determinati affari pubblici affidati dallo Stato; l'istituzione di due organi elettivi - la rappresentanza e la deputazione comunale - incaricati di amministrare il patrimonio del comune e di sovrintendere al mantenimento dell'ordine pubblico nel territorio di sua competenza. In particolare, la legge del 5 marzo 1862 indicava le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali appartenenti alla sfera d'azione indipendente del comune: la libera amministrazione della sua sostanza e degli affari relativi al "nesso" comunale; la cura per la sicurezza della persona e della proprietà; la cura per la conservazione delle strade comunali, dei sentieri, delle piazze e dei ponti, la sicurezza e la facilità di passaggio sopra strade e acque, la polizia campestre; la polizia delle vettovaglie e la sorveglianza dei mercati, dei pesi e delle misure; la polizia sanitaria; la polizia sulla gente di servizio e sui lavoranti e l'esercizio del regolamento sulla servitù; la polizia sulla moralità; gli affari dei poveri e la cura degli stabilimenti di beneficenza comunali; la polizia delle fabbriche e del fuoco, l'esercizio del regolamento e i permessi di polizia sulle fabbriche; l'influenza, regolamentata dalla legge, sulle scuole medie mantenute dal comune e sulle scuole popolari, la cura per l'erezione, il mantenimento e la dotazione di queste ultime con riguardo ai patronati scolastici ancora esistenti; il tentativo di accomodamento di parti litiganti a mezzo di uomini di fiducia eletti dal comune; l'effettuazione di aste volontarie di cose mobili. La sopracitata legge sanciva anche la possibilità per i comuni di unirsi per sbrigare determinati affari, sia delle funzioni delegate sia delle funzioni indipendenti. Il regolamento comunale del 9 gennaio 1866 per la Contea principesca del Tirolo, come si è detto, confermò sostanzialmente la legge del 1849. Le preoccupazioni per la gestione del patrimonio, soprattutto dei piccoli Comuni, non mancarono in Trentino, ma nemmeno nella capitale tirolese dove si corse ai ripari con le leggi 18 gennaio 1882, n.2, e 8 giugno 1892, n.261, riguardanti l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali. In seguito all'introduzione delle nuove leggi matrimoniali pubblicate nel Tirolo con Patente sovrana data a Vienna il 20 aprile 1815, il governo tirolese con ordinanza datata 30 giugno 1815, n. 3681 affidava nuovamente la tenuta delle matricole riguardanti le nascite, le morti e i matrimoni all'esclusiva competenza dei parroci, come era già stato prescritto dalla Patente sovrana emanata da Giuseppe II il 20 febbraio 1784.

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Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale. Con le leggi generali dd. 25.7.1871, n. 95 e n. 96 e con la legge provinciale di data 17.3.1897, n.77, si iniziò l'impianto durato più o meno a lungo nei vari Comuni del libro fondiario. In applicazione della legge del 29 marzo 1869, n.71, e in seguito al dispaccio del Ministro dell'Interno del 21 maggio 1869, dispone l'effettuazione dell'anagrafe ossia del censimento della popolazione dell'anno 1870.

I protocolli delle sedute della rappresentanza comunale conservate nell'Archivio comunale di Caldes non permettono di tracciare un profilo omogeneo degli argomenti trattati nelle riunioni. Talvolta infatti si occupavano di conti consuntivi e preventivi, più spesso di problemi di amministrazione: fra i più ricorrenti si trovano la sistemazione di strade comunali e acque; la costruzione e gestione delle malghe; la protezione dagli incendi; il taglio degli alberi; la gestione della mensa scolastica; la distribuzione e i prezzi di generi alimentari, come il caffè; la concessione di un ufficio postale; l'accensione di mutui presso la Banca Cattolica di Malè e dal 17 febbraio 1922 presso la Cassa Rurale di Caldes (Archivio comunale di Caldes "Carteggio e atti degli affari comunali", n.337) da pagare con i guadagni ottenuti dalla vendita di legname comunale. In particolare, il Comune di Caldes risulta molto preoccupato per i frequenti incendi che interessavano il paese: un documento del ... 1921 (Archivio comunale di Caldes "Carteggio e atti degli affari comunali", n.337) testimonia che il Comune aveva disposto la formazione di un corpo di pompieri mentre, un altro documento datato 27 dicembre 1921, riferisce che in seguito al decreto del Commissariato civile riguardante il pericolo degli incendi, la rappresentanza comunale di Caldes doveva ordinare ogni notte un turno di guardia formato da quattro famiglie.

Struttura amministrativa Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n.168, Caldes passò dalla denominazione di "comune di terza classe" a quella di "comune di campagna", avendo meno di 1000 abitanti. Con la circolare del Capitanato circolare di Trento n.11135 datata 4 novembre 1817 venivano soppressi i Comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il Comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni Comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui

75 era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. La legge del 1866 specificava inoltre le funzioni del capocomune in merito ad amministrazione e sorveglianza dei beni e degli istituti comunali. Il capocomune aveva infine la responsabilità dell'esecuzione di tutte le entrate e le spese ordinarie, mentre per quanto riguardava le entrate e le spese straordinarie, esse dovevano essere di volta in volta approvate dal Capitanato, previo rapporto del Giudizio. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. Le modalità di elezione, contenute nel Regolamento elettorale per i comuni della Contea principesca del Tirolo, allegato alla legge del 1862 insieme al regolamento comunale, disponevano che la rappresentanza comunale fosse eletta dai cittadini del comune e da altri membri: curati, impiegati dello Stato, ufficiali, persone con grado accademico, maestri.

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Gli elettori si dividevano in base al loro censo annuo in tre corpi elettorali che si riunivano separatamente per scegliere i propri rappresentanti, il cui numero era proporzionale al numero degli stessi elettori. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La disposizione del 1866 inoltre prescriveva l'obbligo per la rappresentanza comunale di riunirsi almeno due volte all'anno per approvare il conto preventivo (da farsi nei mesi estivi per l'anno successivo) e consuntivo (da farsi nei mesi invernali per l'anno precedente) e attribuiva ad essa il compito di nominare i revisori dei conti e dei preventivi e i commissari per lo scontro di cassa. Il Regolamento comunale, emanato dalla Contea principesca del Tirolo con legge del 9 gennaio 1866, in ottemperanza alla legge del 5 marzo 1862 sull'ordinamento degli affari comunali, definiva la rappresentanza "organo deliberativo e sorvegliante" senza potere esecutivo (che rimaneva invece affidato alla deputazione), ma apportava poche variazioni al suo funzionamento. Aumentavano gli obblighi di riunione a scadenza trimestrale e ogni volta che se ne presentasse la necessità, oppure a richiesta di un terzo dei suoi membri o della Giunta distrettuale. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Da un documento dell'Archivio comunale di Caldes datato 12 febbraio 1922 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 338), si evincono le "Condizioni d'asta per il Cassiere Comunale di Caldes": ogni aspirante cassiere doveva produrre la "sicurtà assolvente per ogni eventuale scapito della cassa che stà in mano al cassiere, cioè che non sia meno di 20.000 lire" e "incassare le steore, quinterneti, fabbisogni sopraimposte tutto come fecero fin qui i cessati cassieri e di fare i pagamenti come fin qui fù usato". L'incaricato restava per 3 anni e non aveva diritto di "pretendere dal comune che l'importo di delibera".

Contesto generale L'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 prevedeva una Reggenza del paese a Trento e una Direzione di polizia con 5 Commissariati (a Riva, Rovereto, Cles, Bolzano e Trento). Con decreto 24.4.1815, n.28, venivano ripristinati, a partire dal 1°.5.1815, i 2 Capitanati circolari di Trento e Rovereto, sottoposti al Governo di Innsbruck. Due anni dopo, con la sovrana patente del 14 marzo 1817, i Giudizi distrettuali sovrani e patrimoniali con competenze giuridico-amministrative, la cui funzione era quella di fungere da organi intermedi tra i Capitanati circolari e i Comuni (cfr. il relativo elenco in Casetti, pp. 834-835). Nella prima metà del secolo XIX scomparvero i vari Giudizi patrimoniali, assorbiti dai Giudizi distrettuali che li delimitavano o trasformati in Giudizi sovrani (la trasformazione avvenne pochi anni dopo l'organizzazione giudiziaria del 1817 per molti Giudizi patrimoniali e nel 1842 per i pochi ultimi della Val Lagarina e di Arco). Il numero dei Giudizi distrettuali, come quello dei Comuni, si mantenne pressoché invariato dai primi decenni del secolo XIX al 1918 (per le variazioni e l'elenco dei Capitanati e dei Giudizi, cfr. Casetti, pp. 836, 837, 838). Nella legge del 1849 furono dettagliatamente descritti gli organi di rappresentanza dei "Comuni distrettuali" ossia dei Distretti, e dei "Comuni circolari", paralleli agli organi dei Comuni: rispettivamente Capitano distrettuale e Rappresentanza distrettuale, con la relativa Giunta, e Presidente di Circolo e Rappresentanza circolare.

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Con la legge dd. 19.5.1868, n. 40 si separò definitivamente la competenza politico-ammistrativa da quella giudiziaria, essendo la prima attribuita ai Capitanati e la seconda ai Giudizi; la competenza politica amministrativa fu affidata alla Luogotenenza di Innsbruck, come supremo organo di tutta la Provincia del Tirolo, con una sezione di Luogotenenza a Trento, retta da un Consigliere (dal 1864 al 1896) dalla quale dipendevano i Distretti politici retti da Capitanati distrettuali in vigore con il 31.8.1868; ai Giudizi distrettuali rimase la competenza giudiziaria civile e penale (e la tenuta dei libri di archiviazione). La Dieta (organo legislativo) e la Giunta provinciale (organo esecutivo) rimasero a Innsbruck. Per arrivare tuttavia a questa stabilità si ebbero molti passaggi: -con la notificazione del 21.12.1849 venivano istituite nuove autorità politiche e a partire dal 1°.1.1850 le attribuzioni politiche dei Giudizi passarono ai Capitanati distrettuali e furono aboliti il Governo di Innsbruck e i Capitanati circolari di Trento e Rovereto: sorse una Luogotenenza a Innsbruck da cui dipendevano 3 Reggenze, con sede a Trento, Bressanone e Innsbruck. -Con ordinanza 6.5.1854, n. 195, si preponeva come autorità politica provinciale la Luogotenenza di Innsbruck, da cui dipendeva il Circolo di Trento con 25 Uffici Distrettuali (Preture). Praticamente con il 1855, fino al 1868, le competenze politiche passate nel 1850 ai Capitanati tornarono alle Preture politiche, che sostitutirono i vecchi Giudizi. La guerra del 1866 comportò formalmente lo scioglimento del paese dalla Confederazione germanica. Col 25.11. 1854 entravano in funzione le autorità giudiziarie: ad Innsbruck il Tribunale d'appello per tutta la Contea principesca del Tirolo; a Trento e a Rovereto due Tribunali circolari, oltre ai due Giudizi distrettuali delegati urbani e poi con competenza anche giudiziaria civile gli Uffici distrettuali, detti pertanto misti, mentre i due Tribunali circolari e gli Uffici distrettuali in materia penale per i distretti dei precedenti Capitanati.

Tra gli anni 1817 e 1848 il comune di Caldes dipendeva dal Giudizio Distrettuale sovrano di Malè con competenze giuridico-amministrative, dal Capitanato Distrettuale e dal Commissariato di polizia di Cles appartenente al Capitanato Circolare di Trento, sottoposto al "Gubernium" di Innsbruck. In un documento ufficiale datato 26 luglio 1820 (Archivio comunale di Caldes, "Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - Sommari, conti consuntivi e documenti giustificativi", n.348), si trova la seguente intestazione: "Comune di Caldes, Distretto di Malè, Circolo di Trento". Alla Luogotenenza di Innsbruck faceva riferimento il Distretto politico di Cles (con tre Distretti dipendenti) retto dal Capitanato Distrettuale in vigore dal 31 agosto 1868. La Dieta, organo legislativo, e la Giunta provinciale, organo esecutivo, continuarono ad aver sede a Innsbruck. Per arrivare tuttavia a questa stabilità si ebbero molti passaggi. La notificazione del 21 dicembre 1849, n. 18 istituiva nuove autorità politiche e, a partire dal 1° gennaio 1850, le attribuzioni politiche del Giudizio passavano al Capitanato Distrettuale di Cles; erano aboliti il "Gubernium" di Innsbruck e il Capitanato Circolare di Trento: sorgeva una Luogotenenza a Innsbruck da cui dipendeva la Reggenza di Circolo di Trento. Quest'ultima aveva alle sue dipendenze il Capitanato Distrettuale di Cles con il Giudizio Distrettuale di Malè. L'ordinanza del 6 maggio 1854, n. 195 stabiliva come autorità politica provinciale la Luogotenenza di Innsbruck, da cui dipendeva il Circolo (Capitanato Circolare) di Trento con l'Ufficio Distrettuale (Pretura) a Malè. All'inizio del XX secolo il progetto della costruzione della ferrovia elettrica Trento-Malè favorì l'apertura ai contatti di Caldes e delle Valli di Non e di Sole verso l'esterno. Nell'Archivio comunale di Caldes è conservato anche un progetto per la costruzione dell'impianto idroelettrico del "Consorzio comunale Caldes, Cavizzana e San Giacomo" del 1920 (Archivio comunale di Caldes,"Carteggio e atti degli affari comunali", n.336);

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Caldes fu elevata in parrocchia il 12.03.1919; appartiene al decanato di Malé.

Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg. Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore" Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare" Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni" Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali" Decreto 14 marzo 1817 della commissione aulica per gli studi: Organizzazione dei giudizi distrettuali Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Legge 31 agosto 1817, n. 65, "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro" Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg" Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Ordinanza imperiale 20 aprile 1854 Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Decreto del Ministero degli interni e della giustizia 30 gennaio 1860, n. 28 "betreffend die Bestellung eines beeideten Felschutzpersonales und das Verfahren über Feldfrevel" Legge 5 marzo 1862, n. 14, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse" Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni" Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari"

79

Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio" Legge del 18 gennaio 1882, n. 2, "valevole per la contea principesca del Tirolo, concernente l'amministrazione del patrimonio e delle entrate comunali ed i provvedimenti di rispettiva vigilanza sui comuni" Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione" Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli" Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia Almanacco trentino pel 1880, Trento, [1880] CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

80 subfondo 3 Comune di Caldes (ordinamento austriaco), 1819 - 1923

Soggetti produttori Comune di Caldes, 1818 gennaio 1-1923 gennaio 12

81 serie 3.1 Protocolli degli esibiti, 1851 - 1921

216. b.216-234 "Protocollo degli esibiti pel riunito comune di Caldes per l'anno 1851" 1851 gennaio 1 - 1851 novembre 28 Registro, legatura in cart., cc.24

217. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1851 novembre 28 -1851 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.5

218. b.216-234 "Protocollo degli esibiti del comune riunito di Caldes" 1852 gennaio 2 - 1853 luglio 6 Registro, legatura in cart., cc.46

219. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1853 luglio 6 -1853 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.15

220. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1854 gennaio 2 - 1854 dicembre 28 Registro, legatura in cart., cc.25

221. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1855 gennaio 3 - 1855 ottobre 31 Registro, legatura in cart., cc.18

222. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1855 novembre 1 - 1856 maggio 24 Registro, legatura in cart., cc.16

223. b.216-234 Protocollo degli esibiti

82

1856 maggio 29 - 1857 settembre 1 Registro, legatura in cart., cc.29

224. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1857 settembre 3 - 1858 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.25

225. b.216-234 "Protocollo degli esibi[ti] del comune riunito di Caldes. Anno 1859" 1859 gennaio 2 - 1859 dicembre 30 Registro, legatura in cart., cc.28

226. b.216-234 "Protocollo pei esibiti comunali per l'anno 1860" 1860 gennaio 1 - 1860 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.27

227. b.216-234 "Protocollo degli esibiti politici del comune generale di Caldes per l'anno 1861" 1861 gennaio 2 - 1861 marzo 15 Registro, legatura in cart.

228. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1864 settembre 22 - 1882 dicembre 30 cc. 1-2: Notizie di vita comunale, 1859 dicembre-1861 maggio Registro, legatura in cart., cc.46

229. b.216-234 "Protocollo degli esibiti del comune di Caldes dal I gennaio 1883 a tutto l'anno 1885" 1883 gennaio 3 - 1885 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.48

230. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1886 gennaio 1 - 1889 febbraio 23 Registro, senza coperta, cc.72

231. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1889 febbraio 25 - 1892 giugno 1

83

Registro, senza coperta, cc.96

232. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1892 giugno 1 - 1895 luglio 31 Registro, legatura in cart., cc.88

233. b.216-234 "Protocollo degli esibiti pro 1897-1898" 1897 gennaio 29 - 1898 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.50

234. b.216-234 Protocollo degli esibiti 1899 gennaio 1 - 1901 marzo 30 Registro, legatura in cart., cc.80

235. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1901 aprile 1 - 1902 novembre 22 Registro, senza coperta, cc.58

236. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1904 novembre 29 - 1906 giugno 7 Registro, legatura in cart., cc.50

237. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1906 giugno 9 - 1907 dicembre 4 Registro, senza coperta, cc.60

238. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1907 novembre 17 - 1909 febbraio Registro, legatura in cart., cc.60

239. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1909 febbraio 16 - 1913 maggio 7 Registro, legatura in cart., cc.200

84

240. b.235-240 Protocollo degli esibiti 1913 maggio 7 - 1921 ottobre 2 Registro, legatura in cart., cc.196

85 serie 3.2 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1821 - 1923

241. b.241-245 Carteggio e atti degli affari comunali 1821 Fascicolo

242. b.241-245 Carteggio e atti degli affari comunali 1824 Fascicolo

243. b.241-245 Carteggio e atti degli affari comunali 1825 Fascicolo

244. b.241-245 Carteggio e atti degli affari comunali 1826 Fascicolo

245. b.241-245 Piano d'ammortizzazione del debito comunale 1826 - 1842 Con documenti dal 1821 Fascicolo

246. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1827 Fascicolo

247. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1828 Fascicolo

248. b.246-255

86

Carteggio e atti degli affari comunali 1829 Fascicolo

249. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1830 Fascicolo

250. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1831 Fascicolo

251. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1834 Fascicolo

252. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1835 Fascicolo

253. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1837 Fascicolo

254. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1838 Fascicolo

255. b.246-255 Carteggio e atti degli affari comunali 1839 Fascicolo

256. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1841 87

Fascicolo

257. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1843 Fascicolo

258. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1844 Fascicolo

259. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1845 Fascicolo

260. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1846 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni Fascicolo

261. b.256-261 Carteggio e atti degli affari comunali 1847 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni Fascicolo

262. b.262-263 Costruzione della nuova chiesa di Caldes: carteggio ed atti 1850-1856 Con documenti a partire dal 1845 Fascicolo

263. b.262-263 Costruzione della nuova chiesa di Caldes: documenti contabili 1847 - 1858 Fascicolo

264. b.264-265 Carteggio ed atti degli affari comunali

88

1848 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni; "Coscrizione" Fascicolo

265. b.264-265 Carteggio ed atti degli affari comunali 1849 Gli atti presentano due serie di numeri di protocollo: nn.2-129 dal 1 gennaio al 21 ottobre 1849; nn.3-51 dal 29 ottobre all'8 gennaio 1850. Contiene fra l'altro: avviso della futura costituzione del comune riunito di Caldes, 3 giugno 1849. Fascicolo

266. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1850 Fascicolo

267. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1851 Fascicolo

268. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1852 Contiene fra l'altro: vertenza fra le frazioni di Arnago e Magràs per l'uso del pascolo promiscuo "a Mondent", 1852-1854 Fascicolo

269. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1853 Contiene fra l'altro: ricostruzione malga "Stabletti". Fascicolo

270. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1854 Fascicolo

271. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1855 Contiene fra l'altro: vendita tramite asta di terreni incolti 89

Fascicolo

272. b.266-272 Carteggio ed atti degli affari comunali 1856 Fascicolo

273. b.273-276 Carteggio ed atti degli affari comunali 1857 Fascicolo

274. b.273-276 Carteggio ed atti degli affari comunali 1858 Fascicolo

275. b.273-276 Carteggio ed atti degli affari comunali 1859 Contiene fra l'altro: costruzione nuova gradinata della chiesa. Fascicolo

276. b.273-276 Carteggio ed atti degli affari comunali 1860 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni;controversia tra il comune di Caldes e Terzolas per questioni di turbato possesso nel bosco "Prà del Conz", 1860-1861; causa civile tra il comune di Caldes e quello di Cles per la costruzione di una strada in località "Grum e Broilo", 1860-1865. Fascicolo

277. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1861 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni. Fascicolo

278. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1862 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni; atti della causa civile tra il comune di Caldes e quello di Terzolas per questioni di confine sull'alpe "Grum", nel bosco in località "Prà del Conz", 1862-1873. Fascicolo 90

279. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1863 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni. Fascicolo

280. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1864 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni; costruzione della malga alta di Caldes in Rabbi, 1864-1865. Fascicolo

281. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1865 Fascicolo

282. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1866 Contiene fra l'altro: avvisi, decreti, notificazioni. Fascicolo

283. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1867 Contiene fra l'altro: vertenza relativa alla ripartizione delle spese parrocchiali fra tutti i paesi componenti la pieve,1867-1868; con documenti allegati datati a partire dal 1862. Fascicolo

284. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1868 Fascicolo

285. b.277-285 Carteggio ed atti degli affari comunali 1869 Contiene fra l'altro: nomina della nuova rappresentanza comunale. Fascicolo

91

286. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1870 Fascicolo

287. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1871 Fascicolo

288. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1872 Contiene fra l'altro: uccisione di Malanotti Giacomo di Caldes avvenuta in Algeria durante la rivolta araba (affaire Prudhomme); elezione della rappresentanza comunale. Fascicolo

289. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1873 Contiene fra l'altro: nomina della maestra della scuola promiscua del paese; elezione dei deputati al consiglio dell'impero. Fascicolo

290. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1874 Fascicolo

291. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1875 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza comunale. Fascicolo

292. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1876 Fascicolo

293. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1877

92

Fascicolo

294. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1878 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza comunale. Fascicolo

295. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1880 Fascicolo

296. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1881 Contiene fra l'altro: reclami contro il regolamento della steora fondiaria. Fascicolo

297. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1882 Fascicolo

298. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1883 Fascicolo

299. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1884 Fascicolo

300. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1885 Fascicolo

301. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1886

93

Fascicolo

302. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1887 Fascicolo

303. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1888 Fascicolo

304. b.286-304 Carteggio ed atti degli affari comunali 1889 Contiene fra l'altro: elezione della rappresentanza; formazione di due classi nella scuola del paese. Fascicolo

305. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1890 Fascicolo

306. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1891 Fascicolo

307. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1892 Fascicolo

308. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1893 Contiene fra l'altro: vertenza tra i comuni di Cles e Caldes per i confini nel bosco "Calcamusa", 1893-1897. Fascicolo

309. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1894

94

Contiene fra l'altro: vertenza tra i comuni di Caldes e Terzolas per i confini in località "Tovo dell'Opol", 1894-1899. Fascicolo

310. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1895 Fascicolo

311. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1896 Fascicolo

312. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1897 Fascicolo

313. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1898 Fascicolo

314. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali 1899 Fascicolo

315. b.305-315 Carteggio ed atti degli affari comunali sec. XIX Fascicolo

316. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1900 Contiene fra l'altro: costruzione dell'acquedotto potabile del comune di Caldes, 1900-1911con il progetto dell'aprile 1906. Fascicolo

317. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1901

95

Contiene fra l'altro: contravvenzioni ad alcuni censiti di Tassullo per aver tagliato legna nel bosco di Caldes. Fascicolo

318. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1902 Fascicolo

319. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1903 Fascicolo

320. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1904 Fascicolo

321. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1905 Fascicolo

322. b.316-322 Carteggio ed atti degli affari comunali 1906 Fascicolo

323. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1907 Contiene fra l'altro: espropriazioni relative al progettato lavoro della ferrovia Trento-Malè, 1907-1909. Fascicolo

324. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1908 Fascicolo

325. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1909

96

Fascicolo

326. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1910 Contiene fra l'altro: diritti di godimento ed amministrazione delle malghe Palù e Pala in Rabbi, proprietà del comune di Caldes, 1910- 1911. Fascicolo

327. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1911 Fascicolo

328. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1912 Contiene fra l'altro: progetto per l'ingrandimento del cimitero di Caldes, 1912-1913. Fascicolo

329. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1913 Contiene fra l'altro: appalto per la fornitura del pane di durata triennale concesso a Natale Gentilini, 1913-1914. Fascicolo

330. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1914 Fascicolo

331. b.323-331 Carteggio ed atti degli affari comunali 1915 Fascicolo

332. b.332-335 Carteggio ed atti degli affari comunali: gennaio - dicembre 1916 Fascicolo

333. b.332-335

97

Carteggio ed atti degli affari comunali 1917 Contiene fra l'altro: VI-VIII prestito di guerra, 1917-1919. Fascicolo

334. b.332-335 Carteggio ed atti degli affari comunali 1918 Contiene fra l'altro: "protocolli" delle sessioni della rappresentanza; sovvenzioni ai familiari dei militari. Fascicolo

335. b.332-335 Carteggio ed atti degli affari comunali 1919 Contiene fra l'altro: "protocolli" delle sessioni della rappresentanza; elenchi dei morti, dispersi, invalidi e profughi; sussidi alle famiglie dei richiamati nell'esercito austro-ungarico; sussidi militari. Fascicolo

336. b.336-340 Carteggio ed atti degli affari comunali 1920 Contiene fra l'altro:"protocolli" delle sessioni della rappresentanza; sussidi militari; circolari; progetto d'impianto idroelettrico del consorzio comunale Caldes, Cavizzana e S.Giacomo. Fascicolo

337. b.336-340 Carteggio ed atti degli affari comunali 1921 Contiene fra l'altro: sussidi militari. Fascicolo

338. b.336-340 Carteggio ed atti degli affari comunali 1922 Contiene fra l'altro: "protocolli" delle sessioni della rappresentanza; lista dei giurati del comune di Caldes per la corte d'Assise; pompieri; monumento ai caduti in guerra, 1914-1918 Fascicolo

339. b.336-340 Carteggio ed atti degli affari comunali 1923 Fascicolo

98

340. b.336-340 Carteggio ed atti degli affari comunali sec. XX Contiene fra l'altro: "Proprietà fondiaria delle frazioni del comune amministrativo di Caldes". Fascicolo

99 serie 3.3 Leva militare, 1871 - 1872

341. b.341-343 "Elenco della III classe d'età (dei nati nell'anno 1850) che nell'anno 1872 perviene alla leva regolare" 1871-1872 Fascicolo, cc.2

342. b.341-343 "Elenco della II classe d'età (dei nati nell'anno 1851) che nell'anno 1872 perviene alla leva regolare" 1871-1872 Fascicolo, cc.2

343. b.341-343 "Elenco della I classe d'età (dei nati nell'anno 1852) che nell'anno 1872 perviene alla leva regolare" 1871-1872 Fascicolo, cc.2

100 serie 3.4 Registri dei confini, 1800 - 1923

344. b.344 "...Copia dall'originale descrizione dei confini del comune di Caldes" sec. XIX ex -sec. XX in Registro, legatura in cart., cc.26

101 serie 3.5 Protocolli delle particelle e mappe catastali, 1801 - 1900

345. b.345-346 "Protocollo delle particelle, dei terreni e degli edifici" sec. XIX Registro, legatura in cart., cc.46

346. b.345-346 "Caldes nel Tirolo. Distretto steorale Malè..." 1892 mappa catastale non completa Fascicolo, 12 fogli rettangolari

102 serie 3.6 Quinternetti delle rendite comunali, 1848 - 1848

347. b.347 "Quinternetto di scossa contenente qualunque entrata, che la rappresentanza comunale consegna da riscuotere al proprio ricevitore per l'azienda dell'anno 1848" 1848 Registro, legatura in cart., cc.8

103 serie 3.7 Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - Sommari, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1819 - 1923

348. b.348-359 "Sommario di tutta l'entrata ed uscita del comune di Caldes..." e documenti giustificativi 1819 Fascicolo

349. b.348-359 "Sommario di tutta l'entrata ed uscita del comune di Caldes..." e documenti giustificativi 1819-1820 Fascicolo

350. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1820-1821 Fascicolo

351. b.348-359 "Sommario di tutta l'entrata ed uscita del comune di Caldes..." e documenti giustificativi [1821 - 1822] Fascicolo

352. b.348-359 "Sommario di tutta l'entrata ed uscita del comune di Caldes..." 1828 - 1829 Manca il quadro riassuntivo e l'allegato alla parte passiva. Fascicolo

353. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1848 Fascicolo

354. b.348-359 "Sommario di tutta l'entrata ed uscita del comune di Caldes..." 1849 Manca il quadro riassuntivo e l'allegato alla parte attiva. Fascicolo

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355. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1852-1853 Fascicolo

356. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1867 Fascicolo

357. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1872 Fascicolo

358. b.348-359 Documenti giustificativi del sommario 1900 Fascicolo

359. b.348-359 Preventivo 1903 Fascicolo

360. b.360 Documenti giustificativi del conto consuntivo 1923 Busta

105 serie 3.8 Registri diversi, 1859 - 1875

361. b.361-362 "Regolamento ali furestieri e il protocolo di oservare che non pasi il tempo dal posesso di domicilio. Oservacione e rigiore. 1859. Comune di Caldes." 1859-1864 Riporta notizie relative ai forestieri dimoranti in Caldes ed annotazioni varie per l'amministrazione del comune. Registro, legatura in cart., cc.3-9 scritte (mancano le cc.1-2 perché tagliate)

362. b.361-362 Anagrafe comunale 1870 circa Si tratta di una minuta del registro anagrafico dove venivano riportati, secondo l'ordine del numero civico d'abitazione, i nominativi dei capifamiglia, dei componenti, dei servitori e il numero del bestiame in loro possesso. Registro, cc.49

106

Ente Comune di Caldes 1923 gennaio 13 -

Luoghi Caldes / La sede del comune di Caldes è il Municipio sito in località Caldes, 70; telefono 0463-901334/ 902963.

Altre forme del nome Caldes (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Caldes, 01/01/1501 - 31/12/1955 Subfondo Comune di Caldes (ordinamento italiano), 01/01/1923 - 31/12/1955

Storia In seguito alla sconfitta dell'Austria nel primo conflitto mondiale, il trattato di St. Germain datato 10 settembre 1919, approvato con R.D. datato 6 ottobre 1919, n. 1804 e convertito in legge il 26 settembre 1920, sancì l'annessione del Trentino all'Italia. L'ordinamento comunale austriaco tuttavia rimase in atto fino all'entrata in vigore del R.D. del 11 gennaio 1923, n. 9 che estese alle nuove Province l'ordinamento comunale italiano. Con l'avvento del Fascismo, la riforma della legge comunale e provinciale italiana, pubblicata nel R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, nella legge del 4 febbraio 1926, n. 237 (riguardante l'istituzione del podestà e della consulta municipale nominati dall'esecutivo nei comuni non eccedenti i 5000 abitanti) ed, infine, nel R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 (in base a cui fu esteso l'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno), operava la cancellazione completa del passato tessuto amministrativo nei comuni italiani. Subito dopo con interventi di autorità furono aggregati alcuni comuni (R.D. datato 29 novembre 1928, n. 2970), fino a giungere in Trentino al numero di 117 (la riforma fu particolarmente intensa negli anni 1928-29). Caduto il regime e finita la guerra, fin dal maggio 1945 le domande di separazione delle frazioni dal centro cominciarono a giungere al CLN provinciale e furono poi dirottate alla Prefettura e accanto ai CLN comunali cominciarono a costituirsi CLN frazionali. Finalmente con Decreto legislativo luogotenenziale di data 7.1.1946, n. 1, le amministrazioni comunali furono ricostituite su base elettiva in campo nazionale il che diede una spinta ulteriore alle domande di separazione, tanto che alla vigilia della convocazione della Costituente, pressoché la totalità dei sobborghi e delle frazioni avevano chiesto di costituirsi in comuni liberi, per ricostituire le strutture amministrative precedenti il Fascismo e di antica datazione storica. Nello stesso anno si cominciò l'opera di ricostituzione degli ex comuni: gli abitanti dei sobborghi del capoluogo cittadino andarono alle urne in data 24 novembre 1946, mentre gli abitanti di altri 59 comuni trentini andarono al voto fra il 17 marzo e il 7 aprile dell'anno seguente (per la prima volta votarono le donne). Un altro turno elettorale per 13 comuni ci fu tra il 10 ottobre e il 19 dicembre. Mentre continuavano i dibattiti nella fase di progettazione del futuro autonomistico della Regione, cominciarono ad avviarsi a soluzione le vertenze relative alla divisione dei comuni. Ad iniziare dal 31 ottobre 1946 furono emanati i singoli decreti legislativi per ogni comune costituito o ricostituito e fino al 1948, quando le competenze in materia 107 comunale passarono alla Regione, i comuni ricostituiti furono 64. Le pratiche continuarono negli anni successivi tanto che attraverso decreti legge o leggi regionali, i comuni ricostituiti furono 119, portando il totale della Provincia a 223. Le più significative riforme riguardanti l'ordinamento dei comuni trentini nel dopoguerra sono rappresentate dalle disposizioni emanate con L.R. del 21 ottobre 1963, n. 29, con DPRG del 12 luglio 1984, n.12/L, con LR del 4 gennaio 1993, n.1, e infine con il recente DPRG del 27 febbraio 1995, n.4/L.

A Caldes i primi documenti ufficiali dell'amministrazione italiana datano dicembre 1923: la prima attestazione infatti è costituita dall'"Estratto del Verbale di deliberazione Consigliare" relativo alla sessione straordinaria del 23 dicembre 1923 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale", n.1) Al comune di Caldes furono aggregati, già con R.D. 15 novembre 1928, n. 2742 (Archivio comunale di Caldes,"Carteggio e atti degli affari comunali", n.5), entrata in vigore. i comuni di Bozzana con Bordiana, Cavizzana, Samoclevo e San Giacomo che, insieme a Tozzaga e Cassana, costituiscono le attuali frazioni; Cavizzana fu poi ricostituito in comune autonomo con legge regionale del 29 ottobre 1956, n. 17, entrata in vigore. Non si ha documentazione precisa delle date delle prime elezioni amministrative del dopoguerra a Caldes, ma l'ultimo documento in cui compare il sindaco Manfroni, ex podestà e sindaco del periodo di transizione preelettorale, è datato 28 giugno 1946, in esso si delibera la liquidazione dei compensi al personale per il lavoro straordinario del servizio elettorale. Segue il documento datato 6 luglio 1946 nel quale risulta in carica il sindaco Rosani, mentre il segretario e l'assessore più anziano sono rimasti gli stessi della precedente amministrazione (Archivio comunale di Caldes,"Verbali di deliberazioni della giunta e del podestà", n.2).

Condizione giuridica Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vengono estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. datato 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n.156, e 23 marzo 1919, n.504; i R.D. datati 18 settembre 1919, n.1825 e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti- legge datati 8 settembre 1922, n. 1285 e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. del 12 febbraio 1911, n.297, modificato con R.D. datati 18 aprile 1920, n. 585 e 7 aprile 1921, n.559. L'art. 25 del decreto datato 11 gennaio 1923, n. 9 stabilisce che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore dovranno aver luogo le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che hanno perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. datato 24 settembre 1923, n. 2013 sono estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, "Riforma della legge comunale e provinciale", introduce alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la legge del 4 febbraio 1926, n.237 ed, infine, con il R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno. Significativa riforma dell'ordinamento comunale si ebbe con il R.D. del 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del Testo unico della Legge comunale e provinciale". Con D.L.L. datato 7 gennaio 1946, n.1, furono ricostituite le amministrazioni comunali su base elettiva. Dopo il passaggio delle competenze in materia alla Regione, le leggi riguardanti specificatamente l'ordinamento comunale sono state le seguenti: - L.R. datata 1 giugno 1954, n. 11 "Norme per l'approvazione dei conti consuntivi degli enti locali"; - L.R. datata 21 ottobre 1963, n. 29 "Ordinamento dei comuni";

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- D.P.G.R. datato 12 luglio 1984, n.12/L "Approvazione del regolamento di esecuzione del Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni di cui al D.P.G.R. datata 19 gennaio 1984, n. 6/L"; - L.R. datata 4 gennaio 1993, n.1, "Nuovo ordinamento dei comuni della Regione Trentino Alto Adige"; - L.R. datata 31 luglio 1993, n. 13, "Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi"; - L.P. datata 8 novembre 1993, n.32, "Istituzione e ordinamento della Commissione consultiva sull'attività della giunta provinciale di vigilanza e tutela sugli enti locali"; - D.P.G.R. datato 27 febbraio 1995, n.4/L, "Approvazione del nuovo Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni".

Funzioni, occupazioni e attività La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Le competenze del comune di Caldes emergono dell'elenco delle serie, appartenenti all'archivio postunitario, classificate secondo il titolario stabilito dalla circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2 tuttora in vigore, di cui elenchiamo le 15 categorie: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica. Ogni comune è obbligato a tenere un inventario dei beni mobili e immobili; può contrarre mutui, pur con una certa garanzia e, in conformità alle leggi, imporre dazi e alcuni tipi di tasse; è obbligato a fare spese per gli uffici e per l'archivio comunale; per gli stipendi, per il servizio di riscossione e pagamenti, per le imposte dovute al comune, per servizio sanitario (medici e levatrici), per la conservazione del patrimonio comunale, per il pagamento dei debiti esigibili, per la sistemazione e la manutenzione delle strade comunali, dei porti, degli edifici ed acquedotti e dei cimiteri comunali, per l'istruzione elementare, per l'illuminazione, per i registri dello stato civile, per la festa nazionale, per le elezioni, per la polizia locale, per il carcere mandamentale ecc. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, come si evince dall'art. 5 della legge comunale e provinciale datata 4 febbraio 1926 n. 237.

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Nel R.D. datato 3 marzo 1934, n.383, art. 91, sono elencate le spese obbligatorie del comune fascista: per oneri patrimoniali, per spese generali, per polizia locale, sanità ed igiene, per sicurezza pubblica e giustizia, per opere pubbliche, per educazione nazionale (scuole), per agricoltura, per assistenza e beneficenza, per culto ecc. Per quanto riguarda finanza e contabilità la normativa rimane molto simile a quella dettata nel R.D. del '15. Il depotenziamento dell'attività amministrativa dei comuni caratterizza l'epoca fascista. Dopo la caduta del Fascismo e la fine del secondo conflitto mondiale, vengono ricostituiti i precedenti organi comunali, con analoghe competenze. Le numerose istanze di separazione delle frazioni dai comuni sono prudentemente prese in considerazione solo previa verifica della consistenza patrimoniale e degli introiti delle frazioni stesse. Attraverso vari provvedimenti legislativi regionali e provinciali, si giunge al testo unico emesso dal Presidente della giunta regionale in data 27 febbraio 1995, n. 4/L, che stabilisce l'ordinamento attualmente in vigore, in cui si sottolinea primariamente l'autonomia della comunità locale e del comune che la rappresenta; lo statuto del singolo comune viene emesso con deliberazione del consiglio comunale e approvato dopo l'espletamento del controllo di legittimità da parte della giunta provinciale.

Durante la sessione straordinaria dell'11 settembre 1925, (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1) è approvato il Regolamento del Corpo dei pompieri. Dal verbale di deliberazione datato 7 maggio 1927 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1) con oggetto "Riorganizzazione del Corpo pompieri ed approvazione del relativo Regolamento", risulta che fino a quella data a Caldes non è stato regolarmente riordinato il Servizio di Polizia incendi, e si delibera dunque di istituire il Corpo pompieri. Il verbale di deliberazione datato 23 febbraio 1929, (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1) informa che, in base al R.D. del 15 novembre 1928, con il quale i comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo, San Giacomo e Caldes si sono riuniti in un unico comune con denominazione e capoluogo in Caldes, e considerando che in ogni singolo ex-comune riunito esisteva un proprio Corpo pompieri formato da quattro membri per ciascun comune e dodici per Caldes, risulta necessario fondere i cinque Corpi ricostituendone uno solo a Caldes. Il nuovo Corpo adotta il Regolamento comunale deliberato in data 7 maggio 1927 peraltro identico ai Regolamenti degli ex-comuni. Il podestà in data 7 agosto 1926 delibera la nomina di due delegati per il Consorzio Elettrico "Rio Caldo" composto dai comuni riuniti, per conferire loro "le facoltà di poter trattare, in unione ai componenti la Rappresentanza Consorziale degli altri comuni, gli interessi del Consorzio in consonanza con quelli del comune da loro rappresentato". Dai documenti del 1937 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.33) si evince che "la gestione dell'ex Consorzio Idroelettrico Rio Caldo venne assunta in data 15 novembre 1928 dal comune di Caldes". Il "Regolamento per l'esercizio della Azienda Elettrica comunale" datato 1929 (Archivio comunale "Carteggio e atti degli affari comunali", n.33) dispone che l'azienda sia gestita direttamente dal comune. La contabilità dell'azienda è affidata all'Ufficio comunale che collega i bilanci e i conti della gestione alla contabilità generale del comune sotto il Titolo III "Contabilità speciali". Il Consorzio Elettrico Rio Intercomunale "Rio Caldo" esiste tuttora e comprende solo i comuni di Caldes e Cavizzana. La circolare del Partito Nazionale Fascista datata 20 novembre 1935 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.24) impone l'obbligo ai dipendenti comunali di iscriversi al Partito. Segue un documento datato 1936 febbraio 12 nel quale il segretario comunale elenca al Segretario del Partito i nominativi dei dipendenti tesserati.

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Si trovano inoltre numerose circolari "riservatissime-personali" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.35), talvolta con "Doppia busta" indirizzate al podestà per l'applicazione delle leggi razziali del 1938. Risulta però che a Caldes non ci fossero ebrei nè residenti nè stranieri. Nella busta "Regolamenti comunali" 1929-1953 si trova l'elenco dei regolamenti osservati nel comune (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.120) : 1.Regolamento per la tassa del bestiame, Verbale delibera del podestà n. 13, 1929 marzo 21 2.Regolamento per l'esercizio dell'Azienda Elettrica comunale, 1929 3.Regolamento affissioni, 1929 4.Regolamento elenco poveri- Compilazione, 1929 5.Regolamento costruzione concimaie, 1929 6.Regolamento di polizia edilizia, 1929 7.Regolamento sulla tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche, 1929 8.Regolamento per l'imposta delle prestazioni d'opera, 1930 9.Regolamento per il Corpo dei pompieri, 1930 10.Regolamento sullo stato giuridico della levatrice condotta, 1930 11.Regolamento di Igiene e di Polizia urbana e cimiteriale, 1930 12.Regolamento organico per i dipendenti comunali, 1930 13.Regolamento speciale per la riscossione dell'imposta di consumo energia elettrica, 1932 14.Disciplinare servizio bidelle scuole, 1932 15.Regolamento del godimento ad uso pascoli su beni comunali, 1933 16.Regolamento di previsione degli incendi, 1933 17.Regolamento d'uso malghe, 1930-1933 18.Regolamento trasporto prodotti boschivi, 1938 19.Regolamento Polizia rurale, 1929-1943 20. Regolamento per la gestione diretta dell'imposta di consumo, 1931-1953.

Struttura amministrativa In base al Regio decreto di data 04.02.1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del Regio Decreto di data 11.1.1923, n. 9, ogni comune ha un consiglio, che elegge nel suo seno una giunta, che si rinnova ogni 4 anni e si compone di un numero pari (da 2 a 8) di assessori, e un sindaco, che è eletto a scrutinio segreto e dura in carica 4 anni, un segretario, nominato dal consiglio, e un ufficio comunale. Gli organi di consiglio e giunta sono istituiti nei comuni italiani in base alla Legge comunale e provinciale contenuta nella Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 20 marzo 1865, n.2248. Per quanto riguarda le competenze dei singoli incaricati, in base allo stesso R.D. il consiglio esamina il consuntivo dell'anno precedente e lo approva, delibera il bilancio del comune e delle istituzioni che gli appartengono, nomina i revisori dei conti e i commissari per la revisione delle liste elettorali, vigila sulle istituzioni comunali, elegge nel suo seno a maggioranza assoluta di voti gli assessori che compongono la giunta municipale. Il consiglio inoltre delibera su tutte le materie proprie dell'amministrazione comunale che non siano esplicitamente attribuite a giunta o sindaco e cioè: stipendi, personale, lasciti, acquisti - salva autorizzazione del prefetto -, alienazioni, cessioni, servitù, prestiti, affrancazione di censi, regolamenti relativi a beni comunali, regolamenti igienici e di polizia locale, cimiteri, destinazione di beni comunali, dazi e imposte comunali, fiere e mercati (cfr. art. 131). La giunta

111 municipale delibera a maggioranza assoluta di voti. Le deliberazioni sono valide se è presente la metà dei componenti, minimo tre. Essa delibera sulle spese impreviste, sugli storni, sulla preparazione dei ruoli delle tasse, sulle proposte dei regolamenti al consiglio, sulla conclusione dei contratti deliberati dal consiglio e rende conto al consiglio della sua gestione. (art. 139). Il sindaco, quale capo dell'amministrazione comunale (art. 151), convoca consiglio e giunta, esegue le deliberazioni di entrambi gli organi, stipula i contratti, rilascia certificati di notorietà pubblica, stati famiglia, certificati di povertà, rappresenta il comune, sovrintende a tutti gli uffici e istituti comunali; quale ufficiale di governo (art. 152) è incaricato della pubblicazione delle leggi, della tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, ha compiti in materia di ordine pubblico, sicurezza e igiene pubblica. Il segretario comunale deve essere dotato di apposita patente di abilitazione e di un titolo di studio superiore; può rogare i contratti. Sono previsti infine alcuni impiegati comunali le cui competenze sono stabilite da apposito regolamento. Il numero di membri del consiglio va da 15 a 80, a seconda della popolazione del comune. Esso si riunisce due volte all'anno, ordinariamente in primavera e in autunno e le deliberazioni possono essere prese se è presente la metà dei consiglieri. Un regolamento interno determina numero, stipendio e attribuzioni degli impiegati comunali (fra gli altri c'è l'esattore o il tesoriere comunale). Gode del diritto elettorale attivo qualsiasi cittadino maschio, iscritto nelle liste elettorali, che abbia compiuto il 21° anno che paghi annualmente al comune una certa contribuzione diretta erariale. Sono eleggibili a consiglieri comunali tutti gli elettori purché sappiano leggere e scrivere. Nel 1926 in seguito all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (R.D.L. 03.09.1926, n. 1910) i consigli e le giunte furono sciolti. Subentrava ad essi la figura del podestà. Egli era affiancato, nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti o nei comuni capoluoghi di Provincia, da una consulta municipale, composta di un numero di membri fissati dal Prefetto, con particolari requisiti (in particolare se donne, cfr. art.68), che durano in carica 4 anni e sono riconfermabili. La scelta dei consultori vien fatta su terne designate dalle associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute. Le adunanze della consulta sono valide solo se è presente almeno la metà dei membri e i suoi pareri sono emessi a maggioranza assoluta di voti. L'ufficio di podestà o consultore municipale è generalmente gratuito. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, Il R.D. di data 3.3.1934, n.383, stabilisce che il podestà possa essere affiancato dal vice podestà e da altri consultori. E' prevista inoltre la figura del segretario comunale, che ha la qualifica di funzionario statale, è diplomato e, per quanto attiene allo svolgimento delle sue funzioni, dipende gerarchicamente dal podestà e ne esegue gli ordini. L'apposito regolamento comunale provvede a disciplinare infine lo stato giuridico degli impiegati e dei salariati dipendenti comunali, oltre che l'ordinamento d'ufficio. La giunta e il consiglio comunale furono ripristinati con il Decreto legislativo Luogotenenziale del 7 gennaio 1946, n.1, e ne fu ristabilita la modalità elettiva di nomina. Tutti coloro che sanno leggere e scrivere possono diventare consiglieri comunali, ma non coloro che hanno rivestito incarichi politici di rilievo in epoca fascista (presidenti di Province o podestà). La giunta municipale è eletta dal consiglio nel suo seno, così pure il sindaco. A sindaco e assessori può essere data un'indennità di carica. I Consigli comunali durano in carica 4 anni e si rinnovano completamente alla scadenza del quadriennio. Con il Decreto del Presidente della giunta regionale di data 27 febbraio 1995, n. 4/L, emesso come Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni viene stabilito l'ordinamento attualmente in vigore in Trentino Alto- Adige.

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Organi del comune sono consiglio, giunta e sindaco. Il numero di assessori è stabilito dallo statuto. Il sindaco è eletto dai cittadini a suffragio universale diretto. Il consiglio è definito organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo. Esso delibera: lo statuto, i programmi, le assunzioni di personale, le convenzioni tra comuni, l'assunzione diretta o l'affidamento di pubblici servizi, l'istituzione e l'ordinamento dei tributi, l'accensione di mutui o la concessione di prestiti, le spese che impieghino bilanci di più anni, gli acquisti e le alienazioni immobiliari non previste nel bilancio, la nomina di propri rappresentanti presso enti, aziende e istituzioni (art. 28). La giunta compie invece tutti gli atti di amministrazione che non siano riservati dalla legge o dallo statuto al consiglio e non rientrino nelle competenze previste dalla legge o dallo Statuto, del sindaco, degli organi di decentramento, del segretario comunale o dei funzionari dirigenti; riferisce annualmente al consiglio sulla propria attività, ne attua gli indirizzi generali e svolge attività propositiva e di impulso nei confronti dello stesso. In particolare, alla giunta spetta la presentazione del bilancio di previsione al consiglio entro il 31 ottobre di ogni anno. Il sindaco rappresenta il comune, convoca e presiede la giunta nonché il consiglio comunale e sovrintende al funzionamento degli uffici, dei servizi e all'esecuzione degli atti. Nomina i componenti della giunta e i rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni. Il sindaco svolge funzioni di ufficiale di governo, sovrintende alla stesura dei registri di stato civile e di popolazione, allo svolgimento di funzioni in materia di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria, adotta provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità e igiene, edilizia e polizia locale. Il segretario comunale è un dipendente comunale, iscritto ad apposito albo regionale articolato e gestito a livello provinciale: egli è laureato in materie specifiche, è il funzionario di più alto livello del comune e ha responsabilità in merito al controllo della legittimità delle deliberazioni comunali. Con L.R. 11.12.1975 i segretari comunali diventano dipendenti comunali. Il segretario comunale redige i verbali delle sedute di giunta e consiglio, sovrintende e coordina l'attività dei dirigenti, è il capo del personale, coordina e, ove non vi siano i dirigenti, dirige i servizi e gli uffici dell'ente, può rogare i contratti. Nel comune è prevista l'istituzione di un servizio di economato per le piccole spese e i servizi gestiti in economia, nonché la figura di un economo, e di un servizio di tesoreria. I consiglieri eleggono un collegio di revisori composto da tre membri, che dura in carica tre anni (i revisori sono rieleggibili per una sola volta). Lo statuto comunale può prevedere la figura del difensore civico, che svolge un ruolo di garante dell'imparzialità e del buon andamento dell'amministrazione comunale. Sono inoltre previste le figure dei dirigenti, cui sono attribuite responsabilità gestionali per l'attuazione degli obiettivi fissati dagli organi dell'ente. I comuni possono inoltre gestire dei servizi pubblici in economia, in concessione a terzi, a mezzo di azienda speciale, a mezzo di istituzione e a mezzo di società di capitale a partecipazione pubblica locale.

In base al R.D. datato 4 febbraio 1915, il consiglio comunale di Caldes deve essere composto da 15 membri, o da tutti gli eleggibili quando il loro numero non raggiunga quello fissato, poiché è un comune con meno di tremila abitanti (come da D.L.L. datato 7 gennaio 1946, n. 1 e D.L.L. datato 7 gennaio 1948, n. 1). Invero il numero risulta variabile: 14 nella sessione straordinaria del 23 dicembre 1923, 15 nella sessione del 17 febbraio 1925, 5 nella seduta del 25 gennaio 1949 ed infine 15 nelle sedute del 15 febbraio 1954 e del 16 gennaio 1955 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale", n.1).

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Un regolamento interno determina numero, stipendio e attribuzioni degli impiegati comunali (fra gli altri c'è l'esattore o il tesoriere comunale). In un documento datato 10 aprile 1929 si trova la richiesta da parte del comune di Caldes di approvare lo stemma comunale, "per ricordare il passato storico di questo paese" formato con un motivo del vecchio stemma dei signori di Caldes: "un cavallo rosso unicorno rampante, traversato da una fascia orizzontale d'oro in campo bianco" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.7). Inoltre dal documento datato 17 dicembre 1929 si evince che la Presidenza del consiglio dei Ministri concede un gonfalone avente "il drappo rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento COMVNE DI CALDES. Le parti di metallo ed i nastri saranno argentati. L'asta sarà ricoperta di velluto rosso con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali, frangiati d'argenti" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.7). Infine il decreto datato 1930 aprile 17 del Re Vittorio Emanuele III riconosce e concede lo stemma (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.8). Da alcuni documenti del 1926 risultano le competenze del podestà: poichè l'art. 10 della legge del 4 febbraio 1926, n.237 prevede la possibilità che "due o più comuni riunitisi, che complessivamente non superino i 5000 abitanti, possono, con Decreto Reale, essere affidati all'amministrazione di un solo podestà"..."Ogni singolo comune continua nella sua vita autonoma, e le funzioni debbono dal podestà essere esercitate separatamente per comune nella sede rispettiva", il podestà dovrà recarsi periodicamente in tutti i comuni a lui affidati (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.3). Con la legge del 1926 cade il complesso di disposizioni dettate dal R.D. del 30 dicembre 1923, n.2839: tutte le deliberazioni devono, entro otto giorni dalla loro data, essere inviate integralmente in duplice copia (con estratti separati per singolo oggetto) al sottoprefetto di Cles che le renderà esecutive per delega del Prefetto di Trento. Nessuna deliberazione può essere eseguita senza l'approvazione o della giunta provinciale o del sottoprefetto, come da art. 13 della sopracitata legge. Un documento datato 14 dicembre 1926 avvisa il podestà di Caldes della soppressione della sottoprefettura di Cles a partire dal 18 dicembre dello stesso anno; tutta la corrispondenza sarà inviata dalle autorità comunali direttamente alla Prefettura di Trento (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.3). Dal documento datato 16 marzo 1929 si evince che il podestà ricopre un ufficio essenzialmente gratuito; spetta eventualmente al Prefetto indennizzarlo in base alle possibilità economiche del comune. Un segretario comunale inoltre lo assiste per l'esame delle deliberazioni. Il documento datato 25 marzo 1929, conservato nello stesso fascicolo, attesta che "i podestà debbono risiedere permanentemente nei comuni da loro amministrati" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.6). Con il R.D. datato 15 novembre 1928, n. 2742 "i comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo, San Giacomo e Caldes sono riuniti in unico comune con denominazione e capoluogo Caldes". In un documento datato 15 gennaio 1929 il Prefetto della Provincia di Trento decreta: 1°) "l'unione dei predetti comuni ha luogo senza costituzione di patrimoni separati, o di concessioni o privilegi particolari alle singole frazioni costituenti il nuovo Ente, a cui spettano tutte le attività patrimoniali e tutti i crediti dei cessati comuni ed a cui fanno carico tutte le passività dei medesimi regolarmente riconosciute. 2°) Il sistema tributario dovrà essere identico per tutti i comuni riuniti, con l'applicazione delle stesse tasse e imposte e con unificazione delle tariffe e delle aliquote di sovrimposta fondiaria, salvo che il nuovo comune possa far fronte ai bisogni e servizi con le sole rendite patrimoniali, senza imporre tributi. 3°) Il nuovo comune dovrà procedere subito alla compilazione di un bilancio unico; non è, quindi, consentito l'impianto o la conservazione di bilanci o

114 contabilità separate per i cessati comuni o frazioni. 4°) Il signor podestà di Caldes è incaricato dell'esecuzione del presente decreto e di procedere tosto alla compilazione dell'inventario generale dei beni del nuovo comune, e di adottare le misure necessarie a sistemare nel più breve tempo l'Ufficio comunale, salva e riservata ove del caso, l'approvazione tutoria alle singole due deliberazioni"(Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.6). Nel medesimo fascicolo si trova un decreto del Prefetto, datato 9 febbraio 1929 riguardante la formazione di "un nuovo Ente con personalità giuridica nuova e distinta da quella di tutti i comuni preesistenti". Di conseguenza decadono i podestà dei precedenti comuni e "si rende necessario promuovere il Sovrano provvedimento per la nomina del podestà, trattandosi... di nuovo Ente". Al podestà di Caldes "rimane affidata, nella qualità di Commissario Prefettizio, l'amministrazione del nuovo comune di Caldes, sino alla nomina definitiva del podestà". Inoltre nel documento datato 4 settembre 1929 dello stesso fascicolo, si evidenzia la "necessità di evitare disparità di trattamento in confronto di cittadini che fanno ora parte di uno stesso organismo comunale"; a tal fine il podestà deve curare l'amministrazione "con criteri di rigorosa uniformità" verso i particolari interessi e bisogni "tanto del capoluogo che delle singole sue frazioni, affinché queste possano usufruire dei medesimi benefici di quello, specie per quanto attiene al godimento dei pubblici servizi". Durante la sessione del consiglio comunale tenuta in data 11 luglio 1929 il podestà, poiché a Caldes non esiste il Regolamento di polizia rurale ritiene necessario adottarne uno che disciplini tutti i rapporti in tale materia, che sia conforme a quello approvato per i comuni della Provincia di Trento ed omologato dal Ministero (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1). Infatti, come si evince dalla seduta del 12 luglio 1929, il podestà delibera di approvare il regolamento (non conservato in Archivio comunale) per la pubblica incolumità, per la disciplina del transito all'interno dell'abitato, per la prevenzione e l'allontanamento dei pericoli d'incendio, per la tutela dell'ordine in occasione di fiere, mercati, sagre e ordine pubblico in generale. Nella sopracitata busta, durante la sessione del 18 marzo 1936, si trova il verbale di deliberazione adottata dal podestà per l'VIII censimento generale della popolazione; egli approva la ripartizione del terreno comunale in sezioni del territorio: A1) Sezione di Caldes; B2) Sezione di Bozzana; B3) Sezione di Bordiana; C4) Sezione di Cavizzana; D5) Sezione di Samoclevo; E6) Sezione di San Giacomo; E7) Sezione di Cassana; E8) Sezione di Tozzaga. Nel 19 marzo 1936 il podestà delibera l'approvazione degli Ufficiali di censimento: effettivi sono 6, supplenti 2. Il numero delle frazioni di censimento nel comune di Caldes è 5, le sezioni di censimento 8 (come risulta dal documento precedente). Da rilevare l'eccezione di Caldes alla norma che impediva la nomina a consiglieri comunali per chi avesse rivestito importanti cariche in epoca fascista: si trova infatti il discorso del 7 maggio 1945 di Emilio Manfroni ex podestà che ringrazia il Comitato volontari della libertà e i cittadini "per la fiducia che mi avete dimostrata nel volermi conservare quale Capo di questo comune..." (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.68). Nello stesso fascicolo si trova un decreto della Prefettura di Trento, datato 20 luglio 1945 che nomina il sopraddetto Manfroni sindaco di Caldes in base al R.D.L. del 4 aprile 1944, n. 111 che fissa le norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle Province in attesa delle elezioni amministrative.

Contesto generale Con Ordine di servizio datato 29 maggio 1915 del Comando supremo del regio esercito italiano viene costituito un Segretariato generale per gli affari civili come organo tecnico politico amministrativo per i territori occupati. A ciascun distretto politico è destinato un commissario civile. Finita la guerra, con ordinanza datata 19 novembre 1918 del Capo di Stato maggiore del Regio esercito, l'amministrazione della Venezia Tridentina viene affidata ad un governatore degli

115 affari civili, il quale con R.D. datato 24 luglio 1919, n. 1251, viene sostituito da un Commissario generale civile, coadiuvato da vice Commissari. Gli organi amministrativi previsti dalla legislazione comunale austriaca continuano la loro attività anche negli anni immediatamente successivi alla conclusione del primo conflitto mondiale e all'annessione del Trentino al Regno d'Italia, sancita ufficialmente con la legge datata 26 settembre 1920 che converte in legge il R.D. 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del Trattato di St. Germain tra Italia ed Austria (ciò sulla base delle norme di diritto internazionale). Comunque, fin dal novembre del 1918 i capicomuni mutano formalmente la loro denominazione in quella italiana di sindaci. In base al R.D. datato 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, il Regno si divide in Province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni Provincia vi sono un prefetto, con funzioni esecutive, un vice prefetto, un consiglio di Prefettura, con funzioni consultive e amministrative, e una giunta amministrativa, presieduta dallo stesso Prefetto, con funzioni anche giurisdizionali. In ogni Circondario vi è un sottoprefetto, che esegue gli ordini del prefetto. Le deliberazioni dei consigli e delle giunte comunali sono trasmesse ai Prefetti e rispettivamente ai sottoprefetti e diventano esecutive se rimandate con il visto del prefetto o del sottoprefetto o se il decreto di sospensione non è pronunziato entro il termine di 15 giorni (1 mese per bilanci e consuntivi). Il prefetto inoltre può ordinare, a spese del comune, le indagini che crede necessarie. Sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa invece, le deliberazioni che riguardano significative transazioni di carattere soprattutto immobiliare e i regolamenti. Questa organizzazione è praticamente confermata dal R.D. datato 3 marzo 1934, n.383. La giunta provinciale amministrativa e il Ministro dell'interno esaminano le regolarità dei singoli stanziamenti e, previa notificazione dei propri rilievi alle amministrazioni interessate, apportano ai bilanci eventuali modifiche. Gli organi che amministrano la Provincia sono il consiglio provinciale e la deputazione cui si aggiunge un presidente (con R.D. datato 30 dicembre 1923) Per i comuni c'è la possibilità di unirsi in consorzi fra loro o con la Provincia, per provvedere a particolari servizi ed opere di comune interesse. Con R.D. datato 21 gennaio 1923 n. 93, viene istituita la Provincia di Trento (comprendente anche Bolzano), con i Circondari, corrispondenti ai Distretti politici. Con l'avvento del Fascismo si ha una politica di accentramento delle cariche che vede l'istituzione di podestà di nomina regia nei comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n.1910) mentre il prefetto diventa "unico solo rappresentante autorità di Governo nella Provincia" (telegramma di Mussolini del 13 giugno 1923). Dopo la guerra, con l'istituzione della Regione le funzioni esercitate dalla Prefettura in materia di vigilanza e tutela sui comuni passano alla giunta provinciale. Successive leggi regionali regolamentano la composizione e l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali e l'ordinamento dei comuni ed infine, con L.R. 11 dicembre 1975, i segretari comunali tornano alle dipendenze dei comuni. La competenza regionale in materia rimane anche dopo l'approvazione del secondo Statuto di autonomia (1971), avvenuta al termine di un lungo processo noto con il nome di "Pacchetto", a seguito del quale la Regione cede gran parte delle competenze alle due Province autonome di Trento e Bolzano. Detta competenza diventa primaria con la legge costituzionale n. 2/1993. La legge regionale datata 27 febbraio 1995 prevede varie forme di collaborazione intercomunale: convenzioni fra comuni, consorzi di comuni, unione di comuni.

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La giunta provinciale effettua un controllo preventivo di legittimità sugli atti deliberativi del comuni. Si deve infine far cenno all'esperienza dei comprensori, creati per diventare sia enti di governo che di gestione, intermedi tra comuni e Provincia, e ormai ridotti a una funzione di gestione secondaria. Con la L.P. datata 2 marzo 1964 n. 2, "Ordinamento urbanistico della Provincia di Trento", sono fondati gli 11 comprensori della Provincia Autonoma di Trento per coordinare lo sviluppo urbanistico del territorio, Gli organi sono la giunta comprensoriale e l'assemblea comprensoriale. Le competenze di questi organismi aumentano notevolmente con la L.P. datata 7 dicembre 1973 n. 62 e con il Testo unico approvato con D.P.G.P. datato 9 novembre 1981, n. 20-60/leg, che riassume i compiti istituzionali del comprensorio in materia di programmazione urbanistica e socio-economica. Oltre a questi compiti primari il comprensorio gestisce funzioni delegate dalla Provincia e dai comuni. Le strutture assistenziali del comprensorio sono le seguenti: assistenza sociale, assistenza domiciliare, centro servizi per anziani, centro socio-educativo, centro giovani.

Nella sessione del consiglio comunale tenuta in data 8 luglio 1926 il comune di Caldes aderisce alla Federazione provinciale enti autarchici di Trento e alla Confederazione nazionale degli enti autarchici nel corso della sessione del consiglio comunale il 20 agosto 1927. La Confederazione era l'organo tecnico-amministrativo del Partito Fascista che riuniva tutti gli Enti Autarchici locali; l'adesione ad essa durava un quinquennio e il comune doveva contribuirvi annualmente come stabilito dalla Presidenza della Confederazione stessa. Il contributo era calcolato in base al numero della "popolazione legale" che a Caldes, nel 1927, ammontava a 434 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1). Dalla sessione del 14 agosto 1926 si evince che il comune di Caldes nominava 3 membri delegati per la Commissione sanitaria del consorzio di Malè, i quali avevano la facoltà di trattare, insieme ai componenti della Rappresentanza Consorziale degli altri comuni, gli interessi del Consorzio e del comune che essi rappresentavano (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1). Un documento datato 14 agosto 1930 attesta la soppressione dei Circondari, fra cui quello di Cles (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.12). La seduta del consiglio riunito in data 27 marzo 1955 delibera di dare la propria adesione per la costituzione dell'Azienda autonoma della Val di Sole che "sola potrà far sopravvivere le Associazioni locali e porsi alla annosa e lenta risoluzione dell'industria turistica della valle". All'Azienda Autonoma della Val di Sole faranno capo tutti i comuni della valle a mezzo dei propri Uffici di Pro Loco (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1). La seduta del consiglio riunito in data 25 marzo 1955 delibera l'approvazione alla costituzione del Consorzio provinciale del bacino imbrifero montano dell'Adige (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale, copie", n.1). Si tratta di un Consorzio, con sede a Trento, comprendente tutti i comuni della Provincia di Trento elencati nello Statuto, fra i quali Caldes. Lo scopo del consorzio è favorire il progresso economico e sociale della popolazione abitante nei comuni consorziati e l'esecuzione di opere di sistemazione montana che non siano di competenza dello Stato, della Regione o della Provincia, impiegando i sovracanoni che gli sono attribuiti in base alla legge 27 dicembre 1953 n. 959 e al D.M. del 14 dicembre 1954. Organi del consorzio sono: il Presidente, il consiglio direttivo, l'assemblea plenaria e le assemblee di vallata. L'assemblea plenaria è costituita dai rappresentanti dei comuni. Ogni comune ha un rappresentante in seno all'assemblea plenaria eletto per un quadriennio. Il rappresentante è eletto dal consiglio comunale in seduta pubblica a scrutinio segreto, nelle forme stabilite per l'elezione della giunta Municipale fra i consiglieri comunali o gli eleggibili a consigliere.

117

Caldes appartiene al comprensorio C7 Valle di Sole, con sede a Malè. Samoclevo e Bozzana furono elevate da curazie a parrocchie il 1° ottobre 1959; San Giacomo fu elevata da curazia a parrocchia il 1° dicembre 1960. Inoltre Bozzana e San Giacomo appartengono al decanato di Cles, mentre Samoclevo appartiene a quello di Malè.

Fonti normative Regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, "col quale è approvato il regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale annessa a quella del 20 marzo 1865, n. 2248". Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866 Regio decreto 14 dicembre 1865, n. 2641 'col quale è approvato il regolamento giudiziario per l'esecuzione del codice di procedura civile, di quello di procedura penale e della legge sull'ordinamento giudiziario'. Regio decreto del 9 gennaio 1887, n. 4311, "che approva un nuovo ordinamento del servizio statistico" Regio decreto 20 maggio 1897, n. 217, "che approva il testo unico delle leggi sulle tasse di registro". Regio decreto 21 settembre 1901, n. 445, "che approva il regolamento per la formazione e la tenuta del registro di popolazione in ciascun comune del regno". Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale". Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale". Legge 7 aprile 1921, n. 457, "concernente il VI censimento generale della popolazione del regno" Regio decreto 23 ottobre 1921, n. 1530, "che estende ai territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778, la legge 7 aprile 1921, n. 457 sul censimento generale della popolazione nei comuni del Regno" Regio decreto 12 novembre 1921, n. 1594, "che detta norme per il censimento generale della popolazione nei territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778" Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale" Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, "che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani". Regio decreto 31 gennaio 1924, n. 151, "Norme per l'attuazione del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, riguardante la riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 23 maggio 1924, n. 824, "Regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello stato" Regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2113, "Istituzione del servizio ispettivo sui comuni e sulle provincie, e modificazioni alle disposizioni della legge comunale e provinciale" Legge 4 febbraio 1926, n. 237, "Istituzione del potestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti"

118

Regio Decreto 6 maggio 1926, n.760, "Determinazione per alcune provincie del regno, della data della cessazione delle amministrazioni ordinarie e straordinarie e dell'inizio delle funzioni del podestà e delle consulte municipali nei comuni di cui all'art. 1 della legge 4 febbraio 1926, n. 237" Regio decreto legge 9 maggio 1926, n. 818, "Modificazioni alla legge 4 febbraio 1926, n. 237, sulla istituzione del podestà e della consulta municipale" Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, "Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno" Decreto legge 17 marzo 1927, n. 383, "Facoltà al governo del re di provvedere ad una revisione generale delle circoscrizioni comunali" Regio decreto 28 marzo 1929, n. 499, "Disposizioni relative ai libri fondiari nei territori delle nuove province" Regio decreto 23 aprile 1929, n. 551, "Fissazione della data di cessazione delle amministrazioni straordinarie e dell'attuazione del nuovo ordinamento dell'amministrazione provinciale in 17 provincie" Regio decreto 26 luglio 1929, n. 1361, "Modifica alla tenuta dei registri dello stato civile" Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del testo unico della legge comunale e provinciale" Legge 24 febbraio 1938, n. 329 "T.U. delle disposizioni legislative sul reclutamento del r. esercito" Legge 16 giugno 1938, n. 1075, "Conversione in legge del r. decreto-legge 28 aprile 1938, n. 482, concernente la prescrizione, come requisito essenziale ad amministratore dei comuni e delle provincie, dello stato di coniugato o di vedovo con prole" Regio decreto 28 ottobre 1940, n. 1443, "Codice di procedura civile" Regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, "Disposizioni per l'attuazione del Codice di procedura civile e disposizioni transitorie" Regio decreto legge 28 dicembre 1943, n. 29-B, "Defascitizzazione delle amministrazioni dello stato, degli enti locali e parastatali, degli enti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello stato e delle aziende private esercenti servizi pubblici o di interesse nazionale" Regio decreto legge 4 aprile 1944, n. 111, "Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie" Regio decreto legge 12 aprile 1944, n. 101, "Norme integrative dei r. decreti-legge 28 dicembre 1943, n. 29- B e 6 gennaio 1944, n. 9, sulla defascistizzazione delle amministrazioni dello stato, degli enti locali e parastatali, degli enti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello stato e delle aziende private esercenti servizi pubblici o di interesse nazionale e sulla riammissione in servizio degli appartenenti a dette amministrazioni, enti ed aziende già licenziati per motivi politici" Decreto legge luogotenenziale 1 febbraio 1945, n. 23, "Estensione alle donne del diritto di voto" Decreto legge luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1, "Ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva" Decreto legge luogotenenziale 4 marzo 1946, n. 68, "Modificazioni alle norme per la ripartizione dei comuni in sezioni elettorali" Decreto legge luogotenenziale 10 marzo 1946, n.76, "Modificazioni ed aggiunte al D.L.L. 7 gennaio 1946, n.1, sulla ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva" Decreto legge luogotenenziale 15 marzo 1946, n. 272, "Disposizioni per la ricostruzione degli atti e

119 documenti degli archivi dei municipi distrutti a seguito di eventi bellici o di tumulti popolari o di incendi, inondazioni, terremoti ed altre pubbliche calamità" Decreto legge luogotenenziale 15 marzo 1946, n. 83, "Modificazioni al D.L.L. 7 gennaio 1946, n. 1, sulla ricostruzione delle amministrazioni comunali su base elettiva" Legge 9 giugno 1947 n. 530, "Modificazioni al testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 3 marzo 1934 n. 383, e successive modificazioni" Decreto legge luogotenenziale 7 gennaio 1948, n.1, "Ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva" Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige" Legge 29 aprile 1949, n. 264, Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati Legge Regionale 1 giugno 1954, n. 11, "Norme per l'approvazione dei conti consuntivi degli enti locali" Legge regionale 5 novembre 1968, n.34, Modifiche all'art.63 della L.R. 21 ottobre 1963, n. 29 concernente norme sull'ordinamento dei Comuni Legge regionale 31 marzo 1971, n.6 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 ottobre 1963 n.29, contenente norme sull'ordinamento dei comuni" Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige Decreto Presidente Giunta regionale 30 aprile 1975, n. 5 "Regolamento di esecuzione della legge 21 ottobre 1963, n. 29" Decreto Presidente Giunta regionale 30 aprile 1975, n. 5 "Regolamento di esecuzione della legge 21 ottobre 1963, n. 29" Decreto del Presidente della Giunta Regionale 12 luglio 1984, n. 12/L, "Approvazione del regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni di cui al D.P.G.R. 19 gennaio 1984 n. 6/L" Legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale" Decreto del Presidente della Giunta Regionale 27 febbraio 1995 n. 4/L, "Approvazione nuovo testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni" Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Fonti dell'Archivio comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997 Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Fonti edite: Bollettino delle leggi del regno d'Italia, Milano 1805? - 1814? Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Firenze 1861. Annuario Trentino 1999, Trento 1999.

120

Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia ANTONIELLA A., L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979 BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 FRANCHI L. (a cura di), Leggi usuali d'Italia, Milano 1932.

121 subfondo 4 Comune di Caldes (ordinamento italiano), 1923 - 1955

Soggetti produttori Comune di Caldes, 1923 gennaio 13 -

122 serie 4.1 Verbali delle deliberazione del consiglio comunale - originali, 1946 - 1953

1. reg.1 "Registro verbale di deliberazioni del consiglio comunale e della giunta comunale" 1946 luglio 16 - 1953 novembre 28 Si tratta delle minute delle deliberazioni del consiglio dal 16 luglio 1946 al 20 settembre 1946 e della giunta dal 25 luglio 1948 al 28 novembre 1953. Registro

123 serie 4.2 Verbali delle deliberazione del consiglio comunale - copie vistate, 1923 - 1955

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale 1923-1955 Busta

124 serie 4.3 Indici delle deliberazioni del consiglio comunale

125 serie 4.4 Verbali delle deliberazioni della giunta comunale - originali, 1929 - 1953

1. reg.1 "Deliberazioni 1929" del podestà 1929 febbraio 1 - 1930 luglio 12 Registro

2. reg.2 "Deliberazioni del podestà di Caldes" 1930 agosto 1 - 1939 luglio 26 Registro

3. reg.3 "Registro delle deliberazioni" 1939 agosto 5 - 1947 agosto 23 Si tratta delle deliberazioni del podestà dal 5 agosto 1939 al 12 maggio 1945 e del sindaco dal 25 maggio 1945 al 25 agosto 1945 e della giunta dal 30 agosto 1945 al 23 agosto 1947. Registro

4. reg.4 Registro delle deliberazioni della giunta 1947 settembre 28 - 1950 dicembre 30 Registro

5. reg.5 "Registro dei verbali di deliberazione" della giunta 1951 febbraio 3 - 1953 dicembre 30 Registro

126 serie 4.5 Verbali delle deliberazioni della giunta - copie vistate, 1925 - 1955

1. b.1 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà 1925 - 1940 Busta

2. b.2 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà 1941 - 1955 Busta

127 serie 4.6 Indici delle deliberazioni della giunta

128 serie 4.7 Protocolli degli esibiti, 1929 - 1956

1. reg.1 Protocollo degli esibiti 1929 gennaio 3 - 1930 marzo 16 Registro

2. reg.2 Protocollo degli esibiti 1930 marzo 16 - 1930 ottobre 19 Registro

3. reg.3 Protocollo degli esibiti 1930 ottobre 21 - 1931 dicembre 31 Registro

4. reg.4 Protocollo degli esibiti 1932 gennaio 2 - 1933 settembre 4 Registro

5. reg.5 Protocollo degli esibiti 1933 settembre 4 - 1949 gennaio 8 con lacuna dal 1934 gennaio 1 al 1947 luglio 12 Registro

6. reg.6 Protocollo degli esibiti 1934 gennaio 2 - 1934 dicembre 31 Registro

7. reg.7 Protocollo degli esibiti 1935 gennaio 2 -1935 dicembre31 Registro

8. reg.8 Protocollo degli esibiti

129

1936 gennaio 3 - 1936 dicembre 31 Registro

9. reg.9 Protocollo degli esibiti 1937 gennaio 2 - 1938 agosto 1 Registro

10. reg.10 Protocollo degli esibiti 1938 agosto 1 - 1939 dicembre 14 Registro

11. reg.11 Protocollo degli esibiti 1939 dicembre 14 - 1940 dicembre 31 Registro

12. reg.12 Protocollo degli esibiti 1941 gennaio 3 -1941 agosto 11 Registro

13. reg.13 Protocollo degli esibiti 1941 agosto 11 - 1942 marzo 21 Registro

14. reg.14 Protocollo degli esibiti 1942 marzo 23 - 1943 febbraio 20 Registro

15. reg.15 Protocollo degli esibiti 1943 febbraio 23 - 1944 marzo 25 Registro

16. reg.16 Protocollo degli esibiti 1944 marzo 27 - 1945 luglio 30 Registro

130

17. reg.17 Protocollo degli esibiti 1946 agosto 8 - 1947 luglio 10 Registro

18. reg.18 Protocollo degli esibiti 1948 gennaio 10 - 1949 maggio 18 Registro

19. reg.19 Protocollo degli esibiti 1949 maggio 18 - 1949 ottobre 28 Registro

20. reg.20 Protocollo degli esibiti 1949 ottobre 29 - 1951 febbraio 8 Registro

21. reg.21 Protocollo degli esibiti 1951 febbraio 8 - 1952 gennaio 19 Registro

22. reg.22 Protocollo degli esibiti 1952 giugno 20 - 1953 novembre 14 Registro

23. reg.23 Protocollo degli esibiti 1953 novembre 14 - 1955 marzo 3 Registro

24. reg.24 Protocollo degli esibiti 1955 marzo 3 - 1956 maggio 8 Registro

131 serie 4.8 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1955

1. b.1 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1924 Busta

2. b.2 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1925 Busta

3. b.3-5 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1926 Fascicolo

4. b.3-5 Carteggio ed atti, cat.I; V 1927 Fascicolo

5. b.3-5 Carteggio ed atti, cat.I-XIV 1928 La categoria I contiene fra l'altro: copia del decreto di unione dei comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo e S.Giacomo con Caldes. Fascicolo

6. b.6 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1929 La categoria I contiene fra l'altro: atti relativi allo stemma comunale. Busta

7. b.7 Carteggio ed atti, cat.V-VII 1929 La categoria VI contiene fra l'altro: elezioni politiche. Busta 132

8. b.8 Carteggio ed atti, cat.VIII-XI 1929 La categoria IX contiene fra l'altro: costituzione del patronato scolastico di Caldes, 1928-1929 con statuto. Busta

9. b.9 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1929 Busta

10. b.10 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1930 Busta

11. b.11 Carteggio ed atti, cat.V 1930 Busta

12. b.12 Carteggio ed atti, cat.VI-IX 1930 Busta

13. b.13 Carteggio ed atti, cat.X-XI 1930 La categoria XI contiene fra l'altro: censimento agricolo del 19 marzo 1930. Busta

14. b.14 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1930 Busta

15. b.15 Carteggio ed atti, cat.I-V 1931 Busta

133

16. b.16 Carteggio ed atti, cat.VI-X 1931 Busta

17. b.17 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1931 Busta

18. b.18 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1932 Busta

19. b.19 Carteggio ed atti, cat.I-V 1933 Busta

20. b.20 Carteggio ed atti, cat.VI-X 1933 Busta

21. b.21 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1933 Busta

22. b.22 Carteggio ed atti, cat.I-VI 1934 Busta

23. b.23 Carteggio ed atti, cat.VII-XV 1934 Busta

24. b.24 134

Carteggio ed atti, cat.I-V 1935 Busta

25. b.25 Carteggio ed atti, cat.VI-X 1935 Busta

26. b.26 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1935 Busta

27. b.27 Carteggio ed atti, cat.I-VII 1936 La categoria I cl.3 contiene fra l'altro: elenco delle pergamene e dei documenti più antichi del comune di Caldes. Busta

28. b.28 Carteggio ed atti, cat.VIII-XI 1936 Busta

29. b.29 VIII censimento generale della popolazione: fogli di famiglia di Caldes, Bozzana, Bordiana, Cavizzana 1936 aprile 21 Busta

30. b.30 VIII censimento generale della popolazione: fogli di famiglia di Samoclevo, S. Giacomo, Cassana, Tozzaga 1936 aprile 21 Busta

31. b.31 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1936 Busta

32. b.32 Carteggio ed atti, cat.I-VII

135

1937 Busta

33. b.33 Carteggio ed atti, cat.VIII-XI 1937 Busta

34. b.34 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1937 Busta

35. b.35 Carteggio ed atti, cat.I-VIII 1938 Busta

36. b.36 Carteggio ed atti, cat.IX-XV 1938 Busta

37. b.37 Carteggio ed atti, cat.I-VIII 1939 Busta

38. b.38 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1939 Busta

39. b.39 Cat. XV: corpo dei vigili del fuoco 1932-1939 (con lacuna per anni 1935-1936) Busta

40. b.40 Carteggio ed atti, cat.I-V 1940 Busta

136

41. b.41 Carteggio ed atti, cat.VI-VIII 1940 Busta

42. b.42 Cat. VIII: soccorsi ai familiari dei militari richiamati alle armi: carteggio, atti e verbali di concessione soccorso 1935-1940 Busta

43. b.43 Carteggio ed atti, cat.IX-XI 1940 Busta

44. b.44 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1940 La categoria XII contiene fra l'altro: censimento industriale e commerciale, 1937-1940. Busta

45. b.45 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1941 Busta

46. b.46 Carteggio ed atti, cat.V-VIII 1941 La categoria V contiene fra l'altro: dimostrazioni trimestrali di avvenute macellazioni ed atti relativi alla tassa macellazione, 1933- 1941; La categoria VI contiene fra l'altro: "festa dell'uva", 1933-1941. Busta

47. b.47 Cat. VIII: carteggio ed atti relativi alla mobilitazione civile, 1931-1941 contiene anche il protocollo relativo dal 1935 al 1940 1941 Busta

48. b.48

137

Carteggio ed atti, cat.IX-XI 1941 Busta

49. b.49 Cat. XI: razionamento consumi 1939-1941 Busta

50. b.50 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1941 Busta

51. b.51 Carteggio ed atti, cat.I-V 1942 Busta

52. b.52 Carteggio ed atti, cat.VI-X 1942 La categoria VIII contiene fra l'altro: licenze militari, 1941-1942. Busta

53. b.53 Cat. XI: razionamento consumo 1942 Busta

54. b.54 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1942 Busta

55. b.55 Carteggio ed atti, cat.I-V 1943 Busta

56. b.56 Carteggio ed atti, cat.VI-X

138

1943 La categoria VI contiene fra l'altro: sussidi ai connazionali ai rimpatriati, 1939-1943 La categoria VIII contiene fra l'altro: orfani di guerra, 1932-1943 Busta

57. b.57 Cat. VIII: soccorsi ai familiari dei militari richiamati o trattenuti alle armi 1940-1948 (con lacuna per gli anni 1944-1947) Busta

58. b.58 Carteggio ed atti, cat.XI 1943 Busta

59. b.59 Cat. XI: ufficio comunale per gli accertamenti agricoli 1943 Busta

60. b.60 Cat. XI: razionamento consumi 1943 Busta

61. b.61 Cat. XI: razionamento consumi 1943 Busta

62. b.62 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1943 Busta

63. b.63 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1944 Busta

64. b.64 Carteggio ed atti, cat.V-VII

139

1944 Busta

65. b.65 Carteggio ed atti, cat.VIII-XI 1944 Busta

66. b.66 Cat. XI: razionamento consumi 1944 Busta

67. b.67 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1944 Busta

68. b.68 Carteggio ed atti, cat.I-VI 1945 Busta

69. b.69 Cat. VI: prospetti dei sussidi corrisposti agli sfollati negli anni 1944-1945 1944-1945 Busta

70. b.70 Carteggio ed atti, cat.VII-VIII 1945 La categoria VIII contiene fra l'altro: elenchi degli obbligati alla prestazione dei servizi di guerra secondo le ordinanze del commissario supremo per la zona d'operazioni nelle prealpi, delle classi di leva 1894-1926, 1944-1945; sussidi ai familiari dei militari: carteggio e circolari, 1944-1945; domande di sussidio dei familiari degli arruolati nelle forze armate tedesche, 1944-1945. Busta

71. b.71 Cat. VIII: ruoli dei soccorsi ai congiunti dei militari 1935-1945 Busta

72. b.72

140

Carteggio ed atti, cat.IX-XI 1945 Busta

73. b.73 Cat. XI: ufficio comunale accertamenti agricoli: produzione latte 1945 Busta

74. b.74 Cat. XI: ufficio comunale accertamenti agricoli: bollette di macinazione 1945 Busta

75. b.75 Cat. XI: razionamento consumi 1945 Busta

76. b.76 Cat. XI: razionamento consumi 1945 Busta

77. b.77 Cat. XI: razionamento consumi: moduli, schede, registri 1943-1945 Busta

78. b.78 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1945 Busta

79. b.79 Carteggio ed atti, cat.I-V 1946 Busta

80. b.80 Carteggio ed atti, cat.VI 1946 141

La categoria VI contiene fra l'altro: soccorsi ai congiunti di connazionali che non ricevono rimesse dall'estero, 1941-1946. Busta

81. b.81 Cat. VI: referendum istituzionale ed elezioni deputati all'assemblea costituente, 1946 giugno 2 1946 Busta

82. b.82 Carteggio ed atti, cat.VII-XI 1946 La categoria VIII contiene fra l'altro: "sussidi straordinari decreto legislativo luogotenenziale 8 febbraio 1945 n.107", 1945-1946; La categoria X contiene fra l'altro: domande di permesso per viaggio su autolinee, 1944-1946. Busta

83. b.83 Cat. XI: razionamento consumi 1946 Busta

84. b.84 Cat. XI: razionamento consumi: riassunti mensili di prelevamento generi diversi 1945-1946 Busta

85. b.85 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1946 Busta

86. b.86 Carteggio ed atti, cat.I-V 1947 La categoria V contiene fra l'altro: ricorsi inviati alla commissione comunale per i tributi locali nel 1946 e relazione di notifica di variazioni introdotte nei ruoli dei tributi comunali, 1946-1947. Busta

87. b.87 Cat. V: carteggio ed atti relativi alla liquidazione dei diritti promiscui di pascolo, erbatico, legnatico e stramatico esistenti sul monte Polinar fra l'associazione agraria consortela di Rabbi e le frazioni di Bozzana e Bordiana 1940-1947 Busta

142

88. b.88 Carteggio ed atti, cat.VI-XV 1947 Busta

89. b.89 Cat. XI: razionamento consumi 1947 Busta

90. b.90 Cat. XI: razionamento consumi 1947 Busta

91. b.91 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1948 Busta

92. b.92 Carteggio ed atti, cat.V 1948 Busta

93. b.93 Carteggio ed atti, cat.VI 1948 La categoria VI contiene fra l'altro: elezioni politiche, 18 aprile 1948; elezioni del consiglio regionale, 28 novembre 1948. Busta

94. b.94 Cat. VI: assistenza postbellica: circolari, sussidi agli sfollati, erogazione "caropane" 1943-1948

95. b.95 Carteggio ed atti, cat.VII-XI 1948 Busta

96. b.96 143

Cat. XI: razionamento consumi 1948 Busta

97. b.97 Cat. XI: U.N.R.R.A. tessile 1947-1948 Busta

98. b.98 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1948 Busta

99. b.99 Carteggio ed atti, cat.I-II 1949 Busta

100. b.100 Cat. II: opera nazionale maternità infanzia 1933-1949 Busta

101. b.101 Carteggio ed atti, cat.III-VI 1949 Busta

102. b.102 Carteggio ed atti, cat.VII-X 1949 La categoria VIII contiene fra l'altro: trattamento economico da corrispondere agli aventi diritto per la scomparsa di familiari militari, 1942-1949. Busta

103. b.103 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1949 Busta

104. b.104

144

Razionamento consumi 1949 Busta

105. b.105 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1950 Busta

106. b.106 Carteggio ed atti, cat.V-VII 1950 Busta

107. b.107 Carteggio ed atti, cat.VIII-XI 1950 La categoria X contiene fra l'altro: "atti inerenti consorzi irrigui", 1943-1950. Busta

108. b.108 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1950 Busta

109. b.109 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1951 Busta

110. b.110 Carteggio ed atti, cat.V-VIII 1951 Busta

111. b.111 Carteggio ed atti, cat.IX-XI 1951 Busta

112. b.112 IX Censimento generale della popolazione: fogli di famiglia, sezione: A, 1-2 Samoclevo

145

1951 Busta

113. b.113 IX Censimento generale della popolazione: fogli di famiglia, sezione: C, 4 S.Giacomo; D, 5 Bozzana 1951 Busta

114. b.114 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1951 Busta

115. b.115 Carteggio ed atti, cat.I 1952 La categoria I contiene fra l'altro: elezioni amministrative del 25 maggio 1952. Busta

116. b.116 Carteggio ed atti, cat.II-V 1952 Busta

117. b.117 Carteggio ed atti, cat.VI-X 1952 La categoria VI contiene fra l'altro: elezioni politiche del 16 novembre 1952. Busta

118. b.118 Carteggio ed atti, cat.XI-XV 1952 Busta

119. b.119 Carteggio ed atti, cat.I-III 1953 Busta

120. b.120 Regolamenti comunali

146

1929-1953 Busta

121. b.121 Carteggio ed atti, cat.IV-V 1953 Busta

122. b.122 Carteggio ed atti, cat.VI-IX 1953 La categoria VI contiene fra l'altro: elezioni politiche del 7 giugno 1953. Busta

123. b.123 Carteggio ed atti, cat.X-XI 1953 Busta

124. b.124 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1953 Busta

125. b.125 Carteggio ed atti, cat.I-IV 1954 Busta

126. b.126 Carteggio ed atti, cat.V-VII 1954 La categoria V contiene fra l'altro: atti relativi al pagamento della tassa manomorta per il quinquennio . Busta

127. b.127 Carteggio ed atti, cat.VIII-X 1954 Busta

128. b.128 Carteggio ed atti, cat.XI

147

1954 La categoria XI contiene fra l'altro: domande, concessioni ed atti relativi al rilascio delle licenze di commercio, 1945 - 1954. Busta

129. b.129 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1954 Busta

130. b.130 Carteggio ed atti, cat.I-III 1955 Busta

131. b.131 Carteggio ed atti, cat.IV-V 1955 Busta

132. b.132 Carteggio ed atti, cat.VI-IX 1955 Busta

133. b.133 Categoria VI: revisione annuali e dinamiche delle liste elettorali 1947-1955 Busta

134. b.134 Carteggio ed atti, cat.X-XI 1955 Busta

135. b.135 Categoria XI: elezioni del I consiglio direttivo della Cassa Mutua comunale dei coltivatori diretti, 13 marzo 1955. 1955 Busta

136. b.136 Categoria XI: sussidi di disoccupazione: circolari e ordini di pagamento 1929-1955

148

Busta

137. b.137 Carteggio ed atti, cat.XII-XV 1955 La categoria XV contiene fra l'altro: elenchi relativi alla rinnovazione delle licenze annuali per i pubblici esercizi, 1937-1955; carteggio ed atti, secolo XX. Busta

149 serie 4.9 Contratti, 1929 - 1973

1. fasc.1 Contratti, nn. di rep. 1 - 40 1929-1937 Fascicolo

2. reg.2 Repertorio dei contratti nn. 66 - 130 1945 luglio 30 - 1973 agosto 28 Registro

3. reg.3 Registro dei depositi per spese contrattuali 1951-1954 Le unità dal n.IX/1 al n.IX/3 sono conservate in una busta Registro

150 serie 4.10 Liste elettorali, 1928 - 1956

1. reg.1 Lista generale degli elettori politici 1928-1938 Registro

2. reg.2 Lista elettorale sezione 1 1946 Registro

3. reg.3 Lista elettorale sezione 2 1946 Registro

4. reg.4 Lista elettorale suppletiva sezione 2 1946 Registro

5. reg.5 Lista elettorale sezione 3 1946 Registro

6. reg.6 Lista elettorale sezione 4 1946 Registro

7. reg.7 Lista elettorale sezione 5 1946 Registro

8. reg.8 Lista elettorale aggiunta per i militari della sezione 5

151

1946 Registro

9. reg.9 Lista elettorale suppletiva sezione 1 1947 Registro

10. reg.10 Lista elettorale suppletiva sezione 3 1947 Registro

11. reg.11 Lista elettorale suppletiva sezione 4 1947 Registro

12. reg.12 Lista elettorale suppletiva sezione 5 1947 Registro

13. reg.13 Lista elettorale maschile 1947 Registro

14. reg.14 Lista elettorale femminile 1947 Registro

15. reg.15 Lista elettorale femminile sezione 1 1948 Registro

16. reg.16 Lista elettorale maschile sezione 1 1948 Registro

152

17. reg.17 Lista elettorale femminile sezione 2 1948 Registro

18. reg.18 Lista elettorale maschile sezione 2 1948 Registro

19. reg.19 Lista elettorale femminile sezione 3 1948 Registro

20. reg.20 Lista elettorale maschile sezione 3 1948 Registro

21. reg.21 Lista elettorale femminile sezione 4 1948 Registro

22. reg.22 Lista elettorale maschile sezione 4 1948 Registro

23. reg.23 Lista elettorale femminile sezione 5 1948 Registro

24. reg.24 Lista elettorale maschile sezione 5 1948 Registro

25. reg.25 153

Lista elettorale femminile sezione 1 1950 Registro

26. reg.26 Lista elettorale maschile sezione 1 1950 Registro

27. reg.27 Lista elettorale femminile sezione 2 1950 Registro

28. reg.28 Lista elettorale maschile sezione 2 1950 Registro

29. reg.29 Lista elettorale femminile sezione 3 1950 Registro

30. reg.30 Lista elettorale maschile sezione 3 1950 Registro

31. reg.31 Lista elettorale femminile sezione 4 1950 Registro

32. reg.32 Lista elettorale maschile sezione 4 1950 Registro

33. reg.33 Lista elettorale femminile sezione 5 1950 154

Registro

34. reg.34 Lista elettorale maschile sezione 5 1950 Registro

35. reg.35 Lista elettorale maschile sezione 2 1953 Registro

36. reg.36 Lista elettorale maschile sezione 5 1953 Registro

37. reg.37 Lista elettorale femminile 1953-1956 Registro

38. reg.38 Lista elettorale maschile sezione 1 1955 Registro

39. reg.39 Lista elettorale maschile sezione 2 1955 Registro

40. reg.40 Lista elettorale maschile sezione 3 1955 Registro

155 serie 4.11 Ruoli delle imposte e tasse comunali, 1929 - 1955

1. reg.1. reg.40 "Quinternetto di riscossione di redditi comunali" 1929 Registro

2. reg.2. reg.40 "Ruolo delle entrate o diritti comunali" 1930 Registro

3. reg.3. reg.40 "Ruolo delle entrate o diritti comunali" 1931 Registro

4. reg.4. reg.40 "Ruolo delle entrate o diritti comunali rimborso importo anticipato dal comune per installazioni di luce ai privati delle frazioni Caldes e S.Giacomo" 1931 Registro

5. reg.5 "Ruolo delle entrate o diritti comunali" 1932 Registro

6. reg.6 "Ruolo delle entrate o diritti comunali: spine morte" 1932 Registro

7. reg.7 "Ruolo delle entrate o diritti comunali: introiti spine morte" 1932 Registro

8. reg.8

156

"Rimborso anticipato dal comune per installazioni di luce ai privati delle frazioni di Caldes e S.Giacomo" 1932 Registro

9. reg.9 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica I trimestre" 1932 Registro

10. reg.10 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica II trimestre" 1932 Registro

11. reg.11 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica III trimestre" 1932 Registro

12. reg.12 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica IV trimestre" 1932 Registro

13. reg.13 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica IV trimestre" 1932 Registro Le unità dal n.XI/1 al n.XI/13 sono conservate in una busta

14. reg.14 "Ruolo delle imposte comunali" 1933 Registro

15. reg.15 "Ruolo delle entrate o diritti comunali" 1933 Registro

16. reg.16 "Ruolo delle entrate o diritti comunali"

157

1933 Registro

17. reg.17 "Ruolo delle entrate o diritti comunali" 1933 Registro

18. reg.18 "Ruolo della tassa comunale sui bestiami" 1933 Registro

19. reg.19 "Ruolo della imposta di consumo" 1933 Registro

20. reg.20 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica I trimestre" 1933 Registro

21. reg.21 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica II trimestre" 1933 Registro

22. reg.22 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica III trimestre" 1933 Registro

23. reg.23 "Ruolo degli incassi per consumo energia elettrica IV trimestre" 1933 Registro

24. reg.24 "Ruolo unico per la riscossione delle imposte e tasse comunali" 1934 Registro

158

25. reg.25 "Ruolo suppletivo della tassa comunale sui bestiami" 1934 Registro

26. reg.26 "Ruolo unico delle imposte e tasse comunali" 1935 Registro

27. reg.27 "Ruolo della tassa comunale sui bestiami" 1935 Registro

28. reg.28 Ruolo delle entrate o diritti comunali: tassa sacrestano 1935 Registro

29. reg.29 Ruolo delle entrate o diritti comunali: residui attivi 1933 1935 Registro

30. reg.30 Ruolo incassi energia elettrica IV trimestre 1933 1935 Registro

31. reg.31 Ruolo incassi energia elettrica residui I-II-III trimestre 1934 1935 Registro

32. reg.32 Ruolo incassi energia elettrica residui IV trimestre 1934 1935 Registro

33. reg.33 159

Ruolo incassi energia elettrica I trimestre 1935 Registro

34. reg.34 Ruolo incassi energia elettrica II trimestre 1935 Registro

35. reg.35 Ruolo incassi energia elettrica III trimestre 1935 Registro Le unità dal n.XI/14 al n.XI/35 sono conservate in una busta.

36. reg.36 "Ruolo unico delle imposte e tasse comunali" 1936 Registro

37. reg.37 Ruolo bestiame 1936 Registro

38. reg.38 Ruolo delle entrate o diritti comunali: imposta di consumo su materiale da costruzione 1936 Registro

39. reg.39 Ruolo delle entrate o diritti comunali: tassa sacrestano 1936 Registro

40. reg.40 Ruolo dei residui per fornitura contatori 1936 Registro

41. reg.41 Ruolo incassi energia elettrica: residui 1934-1935

160

1936 Registro

42. reg.42 Ruolo incassi energia elettrica: I trimestre 1936 Registro

43. reg.43 Ruolo incassi energia elettrica: II trimestre 1936 Registro

44. reg.44 Ruolo incassi energia elettrica: III trimestre 1936 Registro

45. reg.45 Ruolo incassi energia elettrica: IV trimestre 1936 Registro

46. reg.46 "Ruolo unico delle imposte e tasse comunali" 1937 Registro

47. reg.47 "Ruolo unico delle imposte e tasse comunali suppletivo" 1937 Registro

48. reg.48 Ruolo bestiame 1937 Registro

49. reg.49 Ruolo bestiame supplettivo 1937 Registro

161

50. reg.50 Ruolo delle entrate o diritti comunali 1937 Registro

51. reg.51 Ruolo delle entrate o diritti comunali 1937 Registro

52. reg.52 Ruolo incassi energia elettrica: residui 1935 1937 Registro

53. reg.53 Ruolo incassi energia elettrica: residui contatori 1935 1937 Registro

54. reg.54 Ruolo incassi energia elettrica: residui 1936 1937 Registro

55. reg.55 Ruolo incassi energia elettrica: residui 1936 1937 Registro

56. reg.56 Ruolo incassi energia elettrica: I e II bimestre 1937 Registro

57. reg.57 Ruolo incassi energia elettrica: III e IV bimestre 1937 Registro Le unità dal n.XI/36 al n.XI/57 sono conservate in una busta.

162

58. reg.58 "Ruolo unico delle imposte e tasse comunali" 1938 Registro

59. reg.59 "Ruolo suppletivo imposta famiglia" 1938 Registro

60. reg.60 Ruolo bestiame 1938 Registro

61. reg.61 Ruolo bestiame suppletivo 1938 Registro

62. reg.62 Ruolo imposta cani 1938 Registro

63. reg.63 Ruolo rifusione contatori residui 1935 1938 Registro

64. reg.64 Ruolo incassi energia elettrica: residui 1936 1938 Registro

65. reg.65 Ruolo incassi energia elettrica: residui I-IV bimestre 1937 1938 Registro

66. reg.66 Ruolo incassi energia elettrica: residui V-VI bimestre 1937 163

1938 Registro

67. reg.67 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I e II bimestre 1938 Registro

68. reg.68 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III e IV bimestre 1938 Registro

69. reg.69 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1938 Registro

70. reg.70 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1938 1938 Registro

71. reg.71 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1939 Registro

72. reg.72 Ruolo bestiame 1939 Registro

73. reg.73 Ruolo imposta cani 1939 Registro

74. reg.74 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1937

Registro

164

75. reg.75 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1940 Registro

76. reg.76 Ruolo imposta bestiame 1940 Registro

77. reg.77 Ruolo imposta bestiame suppletivo 1940 Registro

78. reg.78 Ruolo imposta cani 1940 Registro

79. reg.79 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1937 1940 Registro

80. reg.80 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1938 1940 Registro

81. reg.81 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I semestre 1939 1940 Registro

82. reg.82 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III-IV trimestre 1939 1940 Registro

83. reg.83 165

Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1940 Registro

84. reg.84 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1940 Registro

85. reg.85 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1940 Registro

86. reg.86 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1940 Registro

87. reg.87 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1940 Registro

88. reg.88 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1941 Registro

89. reg.89 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali suppletivo 1941 Registro

90. reg.90 Ruolo imposta bestiame 1941 Registro

91. reg.91 Ruolo imposta bestiame suppletivo 1941 166

Registro

92. reg.92 Ruolo imposta cani 1941 Registro

93. reg.93 Ruolo imposta cani suppletivo 1941 Registro

94. reg.94 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1940 1941 Registro

95. reg.95 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1941 Registro

96. reg.96 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1941 Registro

97. reg.97 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1941 Registro

98. reg.98 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1941 Registro

99. reg.99 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1941 Registro Le unità dal n.XI/58 al n.XI/99 sono conservate in una busta.

167

100. reg.100 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1942 Registro

101. reg.101 Ruolo imposta bestiame 1942 Registro

102. reg.102 Ruolo imposta bestiame suppletivo 1942 Registro

103. reg.103 Ruolo imposta cani 1942 Registro

104. reg.104 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui VI bimestre 1941

Registro

105. reg.105 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1942 Registro

106. reg.106 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1942 Registro

107. reg.107 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1942 Registro

108. reg.108

168

Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1942 Registro

109. reg.109 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1942 Registro

110. reg.110 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1943 Registro

111. reg.111 Ruolo imposta bestiame 1943 Registro

112. reg.112 Ruolo imposta cani 1943 Registro

113. reg.113 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui VI bimestre 1943 Registro

114. reg.114 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1943 Registro

115. reg.115 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1943 Registro

116. reg.116 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1943 169

Registro

117. reg.117 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1943 Registro

118. reg.118 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1943 Registro

119. reg.119 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1944 Registro

120. reg.120 Ruolo imposta bestiame 1944 Registro

121. reg.121 Ruolo imposta cani 1944 Registro

122. reg.122 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: residui 1943 1944 Registro

123. reg.123 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1944 Registro

124. reg.124 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1944 Registro

170

125. reg.125 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1944 Registro

126. reg.126 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1944 Registro

127. reg.127 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1944 Registro Le unità dal n.XI/100 al n.XI/127 sono conservate in una busta.

128. reg.128 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1945 Registro

129. reg.129 Ruolo imposta bestiame 1945 Registro

130. reg.130 Ruolo imposta cani 1945 Registro

131. reg.131 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1946 Registro

132. reg.132 Ruolo imposta bestiame 1946 Registro

133. reg.133

171

Ruolo imposta cani 1946 Registro

134. reg.134 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1947 Registro

135. reg.135 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali suppletivo 1947 Registro

136. reg.136 Ruolo imposta bestiame 1947 Registro

137. reg.137 Ruolo imposta cani 1947 Registro

138. reg.138 Ruolo imposta cani suppletivo 1947 Registro

139. reg.139 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1948 Registro

140. reg.140 Ruolo imposta bestiame 1948 Registro

141. reg.141 Ruolo imposta cani 1948 172

Registro

142. reg.142 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1949 Registro

143. reg.143 Ruolo imposta bestiame 1949 Fascicolo

144. reg.144 Ruolo imposta cani 1949 Registro

145. reg.145 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1950 Registro

146. reg.146 Ruolo imposta bestiame 1950 Registro

147. reg.147 Ruolo imposta cani 1950 Registro

148. reg.148 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: VI bimestre 1950 Registro

149. reg.149 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1951 Registro

173

150. reg.150 Ruolo imposta bestiame 1951 Registro

151. reg.151 Ruolo imposta cani 1951 Registro

152. reg.152 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1951 Registro

153. reg.153 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1951 Registro

154. reg.154 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1951 Registro

155. reg.155 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1951 Registro

156. reg.156 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1951 Registro

157. reg.157 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: VI bimestre 1951 Registro Le unità dal n.XI/128 al n.XI/157 sono conservate in una busta.

158. reg.158

174

Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1952 Registro

159. reg.159 Ruolo principale imposta di famiglia 1952 Registro

160. reg.160 Ruolo imposta bestiame 1952 Registro

161. reg.161 Ruolo imposta cani 1952 Registro

162. reg.162 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1952 Registro

163. reg.163 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1952 Registro

164. reg.164 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1952 Registro

165. reg.165 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1952 Registro

166. reg.166 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1952 175

Registro

167. reg.167 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: VI bimestre 1952 Registro

168. reg.168 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1953 Registro

169. reg.169 Ruolo unico imposta di famiglia 1953 Registro

170. reg.170 Ruolo imposta bestiame 1953 Registro

171. reg.171 Ruolo imposta cani 1953 Registro

172. reg.172 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1953 Registro

173. reg.173 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 1953 Registro

174. reg.174 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1953 Registro

176

175. reg.175 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1953 Registro

176. reg.176 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1953 Registro

177. reg.177 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: VI bimestre 1953 Registro

178. reg.178 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1954 Registro

179. reg.179 Ruolo imposta bestiame 1954 Registro

180. reg.180 Ruolo imposta cani 1954 Registro

181. reg.181 Ruolo imposta cani supplettivo 1954 Registro

182. reg.182 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: I bimestre 1954 Registro

183. reg.183 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: II bimestre 177

1954 Registro

184. reg.184 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: III bimestre 1954 Registro

185. reg.185 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: IV bimestre 1954 Registro

186. reg.186 Ruolo degli incassi per consumi di energia elettrica: V bimestre 1954 Registro

187. reg.187 Ruolo unico delle imposte e tasse comunali 1955 Registro

188. reg.188 Ruolo imposta bestiame 1955 Registro

189. reg.189 Ruolo imposta cani 1955 Registro Le unità dal n.XI/158 al n.XI/189 sono conservate in una busta.

178 serie 4.12 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1927 - 1955

1. reg.1 Bilancio di previsione 1927 Registro

2. reg.2 Conto consuntivo 1927 Registro

3. reg.3 Conto consuntivo 1928 Registro

4. reg.4 Bilancio di previsione 1929 Registro

5. reg.5 Conto consuntivo 1929 Registro

6. reg.6 Bilancio di previsione 1930 Registro

7. reg.7 Conto consuntivo 1930 Registro

8. reg.8 Bilancio di previsione

179

1931 Registro

9. reg.9 Bilancio di previsione 1932 Registro

10. reg.10 Conto consuntivo 1932 Registro

11. reg.11 Bilancio di previsione 1933 Registro

12. reg.12 Conto consuntivo 1933 Registro

13. reg.13 Bilancio di previsione 1934 Registro

14. reg.14 Conto consuntivo 1934 Registro

15. reg.15 Bilancio di previsione 1935 Registro

16. reg.16 Conto consuntivo 1935 Registro

180

17. reg.17 Bilancio di previsione 1936 Registro

18. reg.18 Conto consuntivo 1936 Registro

19. reg.19 Bilancio di previsione 1937 Registro

20. reg.20 Conto consuntivo 1937 Registro

21. reg.21 Bilancio di previsione 1938 Registro

22. reg.22 Conto consuntivo 1938 Registro

23. reg.23 Bilancio di previsione 1939 Registro

24. reg.24 Conto consuntivo 1939 Registro

25. reg.25 181

Bilancio di previsione 1940 Registro

26. reg.26 Conto consuntivo 1940 Registro

27. reg.27 Bilancio di previsione 1941 Registro

28. reg.28 Conto consuntivo 1941 Registro

29. reg.29 Bilancio di previsione 1942 Registro

30. reg.30 Conto consuntivo 1942 Registro

31. reg.31 Bilancio di previsione 1943 Registro

32. reg.32 Conto consuntivo 1943 Registro

33. reg.33 Bilancio di previsione 1944 182

Registro

34. reg.34 Bilancio di previsione 1945 Registro

35. reg.35 Bilancio di previsione 1946 Registro

36. reg.36 Conto consuntivo 1946 Registro

37. reg.37 Bilancio di previsione 1947 Registro

38. reg.38 Conto consuntivo 1947 Registro

39. reg.39 Bilancio di previsione 1948 Registro

40. reg.40 Conto consuntivo 1948 Registro

41. reg.41 Bilancio di previsione 1949 Registro

183

42. reg.42 Conto consuntivo 1949 Registro

43. reg.43 Bilancio di previsione 1950 Registro

44. reg.44 Conto consuntivo 1950 Registro

45. reg.45 Bilancio di previsione 1951 Registro

46. reg.46 Conto consuntivo 1951 Registro

47. reg.47 Bilancio di previsione 1952 Registro

48. reg.48 Conto consuntivo 1952 Registro

49. reg.49 Bilancio di previsione 1953 Registro

50. reg.50 Conto consuntivo 184

1953 Registro

51. reg.51 Bilancio di previsione 1954 Registro

52. reg.52 Conto consuntivo 1954 Registro

53. reg.53 Bilancio di previsione 1955 Registro

54. reg.54 Conto consuntivo 1955 Registro

185 serie 4.13 Giornali e mastri della contabilità, 1929 - 1955

1. reg.1 Giornale dell'entrata 1929 Registro

2. reg.2 Giornale dell'uscita 1929 Registro

3. reg.3 Mastro dell'entrata 1929 Registro

4. reg.4 Mastro dell'uscita 1929 Registro

5. reg.5 Libro di contabilità interna 1930 Registro

6. reg.6 Libro di contabilità interna 1931 Registro

7. reg.7 Giornale delle reversale e dei mandati 1932 Registro

8. reg.8 Libro mastro delle entrate e delle spese

186

1933 Registro

9. reg.9 Giornale e mastro della contabilità 1934 Registro

10. reg.10 Giornale e mastro della contabilità 1935 Registro

11. reg.11 Giornale e mastro della contabilità 1936 Registro

12. reg.12 Giornale e mastro della contabilità 1937 Registro

13. reg.13 Giornale e mastro della contabilità 1938 Registro

14. reg.14 Giornale e mastro della contabilità 1939 Registro

15. reg.15 Giornale e mastro della contabilità 1940 Registro

16. reg.16 Giornale e mastro della contabilità 1941 Registro

187

17. reg.17 Giornale e mastro della contabilità 1942 Registro

18. reg.18 Giornale e mastro della contabilità 1943 Registro

19. reg.19 Giornale e mastro della contabilità 1944 Registro

20. reg.20 Giornale e mastro della contabilità 1948 Registro

21. reg.21 Giornale e mastro della contabilità 1949 Registro

22. reg.22 Giornale e mastro della contabilità 1950 Registro

23. reg.23 Giornale e mastro della contabilità 1951 Registro

24. reg.24 Giornale e mastro della contabilità 1952 Registro

25. reg.25 188

Giornale e mastro della contabilità 1953 Registro

26. reg.26 Giornale e mastro della contabilità 1954 Registro

27. reg.27 Giornale e mastro della contabilità 1955 Registro

189 serie 4.14 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1926 - 1955

1. fasc.1 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-14 Uscita : art.4-72 1926 Fascicolo

2. fasc.2 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-29 bis Uscita : art.1-86 1927 Le unità dal n.XIV/1 al n.XIV/2 sono convervate in una busta. Fascicolo

3. b.3 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-28 Uscita : art.1-87 1928 Busta

4. b.4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-23 Uscita : art.1-32 1929 Busta

5. b.5 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.33-70 1929 Busta

190

6. b.6 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: nn.1-166 Uscita : nn.1-313 1930 Busta

7. b.7 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: nn.1-116 Uscita : nn.1-206 1931 Busta

8. b.8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-27 Uscita : art.2-64 1932 Busta

9. b.9 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-26 Uscita : art.1-61 1933 Busta

10. b.10 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-24 1934 Busta

11. b.11 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-67 1934 191

Busta

12. b.12 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-27 Uscita : art.1-74 1935 Busta

13. b.13 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-28 Uscita : art.2-81 1936 Busta

14. b.14 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-31 Uscita : art.1a-77 1937 Busta

15. b.15 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-29 1938 Busta

16. b.16 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-78 1938 Busta

17. b.17 Documenti giustificativi del conto 1938 192

Busta

18. b.18 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.4-33 Uscita : art.1-20 1939 Busta

19. b.19 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.21-83 1939 Busta

20. b.20 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-51 1940 Busta

21. b.21 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-80 1940 Busta

22. b.22 Documenti giustificativi del conto 1940 Busta

23. b.23 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-33 1941 Busta

24. b.24 Documenti giustificativi del conto 193

Uscita : art.1-42 1941 Busta

25. b.25 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.43-77 1941 Busta

26. b.26 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-34 Uscita : art.1-24 1942 Busta

27. b.27 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.27-81 1942 Busta

28. b.28 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-33 Uscita : art.2-45 1943 Busta

29. b.29 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.46-85 1943 Busta

30. b.30 Documenti giustificativi del conto 1943 Busta 194

31. b.31 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-35 Uscita : art.1-55 1944 Busta

32. b.32 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.56-80 1944 Busta

33. b.33 Documenti giustificativi del conto 1944 Busta

34. b.34 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-35 1945 Busta

35. b.35 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.37-88 1945 Busta

36. b.36 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.4-29 Uscita : art.1-13 1946 Busta

37. b.37

195

Documenti giustificativi del conto Uscita : art.16-52 1946 Busta

38. b.38 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-24 Uscita : art.1-26 1947 Busta

39. b.39 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.27-48/20 1947 Busta

40. b.40 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.3-23 Uscita : art.1-38 1948 Busta

41. b.41 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.39-59 1948 Busta

42. b.42 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-20/10 Uscita : art.1-33 1949 Busta

43. b.43

196

Documenti giustificativi del conto Uscita : art.34-53/21 1949 Busta

44. b.44 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-18/10 Uscita : art.1-33 1950 Busta

45. b.45 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.34-50/u 1950 Busta

46. b.46 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-18/e Uscita : art.1-31 1951 Busta

47. b.47 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.32-48/t 1951 Busta

48. b.48 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-19/l Uscita : art.1-23 1952 Busta

197

49. b.49 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.24-48/s 1952 Busta

50. b.50 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-21/n 1953 Busta

51. b.51 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.26-53/t 1953 Busta

52. b.52 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-19/m Uscita : art.1-25 1954 Busta

53. b.53 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.26-57/t 1954 Busta

54. b.54 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-19/p Uscita : art.1-25 1955 Busta

198

55. b.55 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.26-55/v 1955 Busta

199 serie 4.15 Liste di leva, 1926 - 1955

1. reg.1 Lista di leva della classe 1901 1929 Registro

2. reg.2 Lista di leva della classe 1902 1929 Registro

3. reg.3 Lista di leva della classe 1903 1929 Registro

4. reg.4 Lista di leva della classe 1904 1929 Registro

5. reg.5 Lista di leva della classe 1905 1929 Registro

6. reg.6 Lista di leva della classe 1906 1929 Registro

7. reg.7 Lista dei renitenti della classe 1906 1926 aprile 26 Registro

8. reg.8 Lista di leva della classe 1907

200

1929 Registro

9. reg.9 Lista di leva della classe 1908 1929 Registro

10. reg.10 Lista di leva della classe 1909 1929 Registro

11. reg.11 Lista di leva della classe 1910 1928 Registro

12. reg.12 Lista dei riformati della classe 1910 1929-1940 Registro

13. reg.13 Lista dei renitenti della classe 1910 1930 Registro

14. reg.14 Lista di leva della classe 1911 1929 Registro

15. reg.15 Lista dei riformati della classe 1911 1931-1936 Registro

16. reg.16 Lista di leva della classe 1912 1930 Registro

201

17. reg.17 Lista dei riformati della classe 1912 1932-1934 Registro

18. reg.18 Lista di leva della classe 1913 1931 Registro

19. reg.19 Lista dei riformati della classe 1913 1933-1935 Registro

20. reg.20 Lista di leva della classe 1914 1932 Registro

21. reg.21 Lista dei riformati della classe 1914 1934-1936 Registro

22. reg.22 Lista dei riformati della classe 1915 1935-1937 Registro

23. reg.23 Lista dei riformati della classe 1916 1936-1937 Registro

24. reg.24 Lista dei riformati della classe 1918 1940-1943 Registro

25. reg.25 202

Lista dei riformati della classe 1919 1943 Registro

26. reg.26 Lista dei riformati della classe 1920 1939-1943 Registro

27. reg.27 Lista dei renitenti della classe 1921 1942 Registro

28. reg.28 Lista dei renitenti della classe 1922 1943 Registro

29. reg.29 Lista dei renitenti della classe 1923 1946 Registro

30. reg.30 Lista dei renitenti della classe 1924 1946 Registro

31. reg.31 Lista dei renitenti della classe 1925 1946 Registro Le unità dal n.XV/1 al n.XV/31 sono conservate in una busta.

32. b.32 Allegati alle liste di leva e dei renitenti delle classi 1906-1935 1926-1955 (con lacuna negli anni 1927-1928) Busta

203 serie 4.16 Ruoli matricolari, 1921 - 1934

1. reg.1 Ruolo matricolare della classe 1876 [1930] Registro

2. reg.2 Ruolo matricolare della classe 1877 [1930] Registro

3. reg.3 Ruolo matricolare della classe 1878 [1930] Busta

4. reg.4 Ruolo matricolare della classe 1879 [1930] Registro

5. reg.5 Ruolo matricolare della classe 1880 [1930] Registro

6. reg.6 Ruolo matricolare della classe 1881 [1930] Registro

7. reg.7 Ruolo matricolare della classe 1882 [1930] Registro

8. reg.8 Ruolo matricolare della classe 1883

204

[1930] Registro

9. reg.9 Ruolo matricolare della classe 1884 [1930] Registro

10. reg.10 Ruolo matricolare della classe 1885 [1930] Registro

11. reg.11 Ruolo matricolare della classe 1886 [1930] Registro

12. reg.12 Ruolo matricolare della classe 1887 [1930] Registro

13. reg.13 Ruolo matricolare della classe 1888 [1930] Registro

14. reg.14 Ruolo matricolare della classe 1889 [1930] Registro

15. reg.15 Ruolo matricolare della classe 1890 [1930] Registro

16. reg.16 Ruolo matricolare della classe 1891 [1930] Registro

205

17. reg.17 Ruolo matricolare della classe 1892 [1930] Registro

18. reg.18 Ruolo matricolare della classe 1893 [1930] Registro

19. reg.19 Ruolo matricolare della classe 1894 [1930] Registro

20. reg.20 Ruolo matricolare della classe 1895 [1930] Registro

21. reg.21 Ruolo matricolare della classe 1896 [1930] Registro

22. reg.22 Ruolo matricolare della classe 1897 [1930] Registro

23. reg.23 Ruolo matricolare della classe 1898 [1930] Registro

24. reg.24 Ruolo matricolare della classe 1899 [1930] Registro

25. reg.25 206

Ruolo matricolare della classe 1900 [1930] Registro

26. reg.26 Ruolo matricolare della classe 1901 [1921] Registro

27. reg.27 Ruolo matricolare della classe 1902 [1922] Registro

28. reg.28 Ruolo matricolare della classe 1903 [1923] Registro

29. reg.29 Ruolo matricolare della classe 1904 [1924] Registro

30. reg.30 Ruolo matricolare della classe 1905 [1925] Registro

31. reg.31 Ruolo matricolare della classe 1906 [1926] Registro

32. reg.32 Ruolo matricolare della classe 1907 [1927] Registro

33. reg.33 Ruolo matricolare della classe 1908 [1928] 207

Registro

34. reg.34 Ruolo matricolare della classe 1909 [1929] Registro

35. reg.35 Ruolo matricolare della classe 1910 (Caldes e frazioni) [1930] Registro

36. reg.36 Ruolo matricolare della classe 1911 [1931] Registro

37. reg.37 Ruolo matricolare della classe 1912 [1932] Registro

38. reg.38 Ruolo matricolare della classe 1913 [1933] Registro

39. reg.39 Ruolo matricolare della classe 1914 [1934] Registro Le unità dal n.XVI/1 al n.XVI/39 sono conservate in una busta.

208 serie 4.17 Lavori pubblici, 1927 - 1956

209 sottoserie 4.17.1 Strade, 1934 - 1940

1. fasc.1 Progetto di massima per la riattazione e la sistemazione delle frane dell'ultimo tratto di strada Terzolas - Samoclevo 1935 Fascicolo

2. fasc.2 Carteggio ed atti riguardanti la costruzione della strada Samoclevo - Terzolas 1934-1940 Con progetto per la costruzione del nuovo tronco di strada Terzolas - Samoclevo datato 30 giugno 1935. Le unità dal n.XVIIa/1 al n.XVIIa/2 sono conservate in una busta. Fascicolo

210 sottoserie 4.17.2 Acquedotto e fognature, 1946 - 1951

1. fasc.1 Costruzione del serbatoio per gli idranti dell'abitato di Caldes 1949-1950 Con progetto del 27 aprile 1949 e progetto di completamento del 20 luglio 1950. Fascicolo

2. fasc.2 Costruzione dell'impianto idrico e della fognatura dell'abitato di Caldes 1946-1951 Con progetto del 1946. Fascicolo

211 sottoserie 4.17.3 Edifici, 1927 - 1944

1. fasc.1 Costruzione dell'edificio scolastico di Caldes 1927-1932 Con progetto degli anni 1927-1929. Fascicolo

2. fasc.2 Lavori di miglioramento della malga "Stabletti" 1937-1944 Con progetto datato 8 dicembre 1937, aggiornato nel 1944. Fascicolo

212 sottoserie 4.17.4 Cimitero, 1929 - 1956

1. fasc.1 "Progetto per la riattazione del muro di sostegno del cimitero di Bozzana" 1929 Fascicolo

2. fasc.2 Lavori di costruzione del nuovo cimitero della frazione di Bozzana 1954-1956 Con progetto datato 17 marzo 1955. Fascicolo

213 sottoserie 4.17.5 Centrale idroelettrica, 1945 - 1945

1. fasc.1 Progetto per l'ampliamento della centrale idro-elettrica sul Rio Caldo a Cavizzana 1945 Le unità dal n.XVIIb/1 al n.XVIIe/1 sono conservate in una busta. Fascicolo

214 serie 4.18 Pratiche edilizie

215 serie 4.19 Registri di stato civile: atti di nascita

1. reg.1 Atti di nascita di Caldes 1924 Registro

2. reg.2 Atti di nascita di Bozzana 1924 Registro

3. reg.3 Atti di nascita di Samoclevo 1924 Registro

4. reg.4 Atti di nascita di S.Giacomo 1924 Registro

5. reg.5 Atti di nascita di Caldes 1925 Registro

6. reg.6 Atti di nascita di Bozzana 1925 Registro

7. reg.7 Atti di nascita di Samoclevo 1925 Registro

8. reg.8 Atti di nascita di S.Giacomo

216

1925 Registro

9. reg.9 Atti di nascita di Caldes 1926 Registro

10. reg.10 Atti di nascita di Bozzana 1926 Registro

11. reg.11 Atti di nascita di Samoclevo 1926 Registro

12. reg.12 Atti di nascita di S.Giacomo 1926 Registro

13. reg.13 Atti di nascita di Caldes 1927 Registro

14. reg.14 Atti di nascita di Bozzana 1927 Registro

15. reg.15 Atti di nascita di Samoclevo 1927 Registro

16. reg.16 Atti di nascita di S.Giacomo 1927 Registro

217

17. reg.17 Atti di nascita di Caldes 1928 Registro

18. reg.18 Atti di nascita di Bozzana 1928 Registro

19. reg.19 Atti di nascita di Samoclevo 1928 Registro

20. reg.20 Atti di nascita di S.Giacomo 1928 Registro

21. reg.21 Atti di nascita 1929 Registro

22. reg.22 Atti di nascita 1930 Registro

23. reg.23 Atti di nascita 1931 Registro

24. reg.24 Atti di nascita 1932 Registro

25. reg.25 218

Atti di nascita 1933 Registro

26. reg.26 Atti di nascita 1934 Registro

27. reg.27 Atti di nascita 1935 Registro

28. reg.28 Atti di nascita 1936 Registro

29. reg.29 Atti di nascita 1937 Registro

30. reg.30 Atti di nascita 1938 Registro

31. reg.31 Atti di nascita 1939 Registro

32. reg.32 Atti di nascita 1940 Registro

33. reg.33 Atti di nascita 1941 219

Registro

34. reg.34 Atti di nascita 1942 Registro

35. reg.35 Atti di nascita 1943 Registro

36. reg.36 Atti di nascita 1944 Registro

37. reg.37 Atti di nascita 1945 Registro

38. reg.38 Atti di nascita 1946 Registro

39. reg.39 Atti di nascita 1947 Registro

40. reg.40 Atti di nascita 1948 Registro

41. reg.41 Atti di nascita 1949 Registro

220

42. reg.42 Atti di nascita 1950 Registro

43. reg.43 Atti di nascita 1951 Registro

44. reg.44 Atti di nascita 1952 Registro

45. reg.45 Atti di nascita 1953 Registro

46. reg.46 Atti di nascita 1954 Registro

47. reg.47 Atti di nascita 1955 Registro

221 serie 4.20 Registri di stato civile: atti di matrimonio, 1924 - 1955

1. reg.1 Atti di matrimonio di Caldes 1924 Registro

2. reg.2 Atti di matrimonio di Bozzana 1924 Registro

3. reg.3 Atti di matrimonio di Samoclevo 1924 Registro

4. reg.4 Atti di matrimonio di S.Giacomo 1924 Registro

5. reg.5 Atti di matrimonio di Caldes 1925 Registro

6. reg.6 Atti di matrimonio di Bozzana 1925 Registro

7. reg.7 Atti di matrimonio di Samoclevo 1925 Registro

8. reg.8 Atti di matrimonio di S.Giacomo

222

Registro

9. reg.9 Atti di matrimonio di Caldes 1926 Registro

10. reg.10 Atti di matrimonio di Bozzana 1926 Registro

11. reg.11 Atti di matrimonio di Samoclevo 1926 Registro

12. reg.12 Atti di matrimonio di S.Giacomo 1926 Registro

13. reg.13 Atti di matrimonio di Caldes 1927 Registro

14. reg.14 Atti di matrimonio di Bozzana 1927 Registro

15. reg.15 Atti di matrimonio di Samoclevo 1927 Registro

16. reg.16 Atti di matrimonio di S.Giacomo 1927 Registro

223

17. reg.17 Atti di matrimonio di Caldes 1928 Registro

18. reg.18 Atti di matrimonio di Bozzana 1928 Registro

19. reg.19 Atti di matrimonio di Samoclevo 1928 Registro

20. reg.20 Atti di matrimonio di S.Giacomo 1928 Registro

21. reg.21 Atti di matrimonio 1929 Registro

22. reg.22 Atti di matrimonio 1930 Registro

23. reg.23 Atti di matrimonio 1931 Registro

24. reg.24 Atti di matrimonio 1932 Registro

25. reg.25 Atti di matrimonio 224

1933 Registro

26. reg.26 Atti di matrimonio 1934 Registro

27. reg.27 Atti di matrimonio 1935 Registro

28. reg.28 Atti di matrimonio 1936 Registro

29. reg.29 Atti di matrimonio 1937 Registro

30. reg.30 Atti di matrimonio 1938 Registro

31. reg.31 Atti di matrimonio 1939 Registro

32. reg.32 Atti di matrimonio 1940 Registro

33. reg.33 Atti di matrimonio 1941 Registro

225

34. reg.34 Atti di matrimonio 1942 Registro

35. reg.35 Atti di matrimonio 1943 Registro

36. reg.36 Atti di matrimonio 1944 Registro

37. reg.37 Atti di matrimonio 1945 Registro

38. reg.38 Atti di matrimonio 1946 Registro

39. reg.39 Atti di matrimonio 1947 Registro

40. reg.40 Atti di matrimonio 1948 Registro

41. reg.41 Atti di matrimonio 1949 Registro

42. reg.42 226

Atti di matrimonio 1950 Registro

43. reg.43 Atti di matrimonio 1951 Registro

44. reg.44 Atti di matrimonio 1952 Registro

45. reg.45 Atti di matrimonio 1953 Registro

46. reg.46 Atti di matrimonio 1954 Registro

47. reg.47 Atti di matrimonio 1955 Registro

227 serie 4.21 Registri di stato civile: atti di morte, 1924 - 1955

1. reg.1 Atti di morte di Caldes 1924 Registro

2. reg.2 Atti di morte di Bozzana 1924 Registro

3. reg.3 Atti di morte di Samoclevo 1924 Registro

4. reg.4 Atti di morte di S.Giacomo 1924 Registro

5. reg.5 Atti di morte di Caldes 1925 Registro

6. reg.6 Atti di morte di Bozzana 1925 Registro

7. reg.7 Atti di morte di Samoclevo 1925 Registro

8. reg.8 Atti di morte di S.Giacomo

228

1925 Registro

9. reg.9 Atti di morte di Caldes 1926 Registro

10. reg.10 Atti di morte di Bozzana 1926 Registro

11. reg.11 Atti di morte di Samoclevo 1926 Registro

12. reg.12 Atti di morte di S.Giacomo 1926 Registro

13. reg.13 Atti di morte di Caldes 1927 Registro

14. reg.14 Atti di morte di Bozzana 1927 Registro

15. reg.15 Atti di morte di Samoclevo 1927 Registro

16. reg.16 Atti di morte di S.Giacomo 1927 Registro

229

17. reg.17 Atti di morte di Caldes 1928 Registro

18. reg.18 Atti di morte di Bozzana 1928 Registro

19. reg.19 Atti di morte di Samoclevo 1928 Registro

20. reg.20 Atti di morte di S.Giacomo 1928 Registro

21. reg.21 Atti di morte 1929 Registro

22. reg.22 Atti di morte 1930 Registro

23. reg.23 Atti di morte 1931 Registro

24. reg.24 Atti di morte 1932 Registro

25. reg.25 230

Atti di morte 1933 Registro

26. reg.26 Atti di morte 1934 Registro

27. reg.27 Atti di morte 1935 Registro

28. reg.28 Atti di morte 1936 Registro

29. reg.29 Atti di morte 1937 Registro

30. reg.30 Atti di morte 1938 Registro

31. reg.31 Atti di morte 1939 Registro

32. reg.32 Atti di morte 1940 Registro

33. reg.33 Atti di morte 1941 231

Registro

34. reg.34 Atti di morte 1942 Registro

35. reg.35 Atti di morte 1943 Registro

36. reg.36 Atti di morte 1944 Registro

37. reg.37 Atti di morte 1945 Registro

38. reg.38 Atti di morte 1946 Registro

39. reg.39 Atti di morte 1947 Registro

40. reg.40 Atti di morte 1948 Registro

41. reg.41 Atti di morte 1949 Registro

232

42. reg.42 Atti di morte 1950 Registro

43. reg.43 Atti di morte 1951 Registro

44. reg.44 Atti di morte 1952 Registro

45. reg.45 Atti di morte 1953 Registro

46. reg.46 Atti di morte 1954 Registro

47. reg.47 Atti di morte 1955 Registro

233 serie 4.22 Registri di stato civile: atti di cittadinanza, 1924 - 1955

1. reg.1 Atti di cittadinanza di Caldes 1924 Registro

2. reg.2 Atti di cittadinanza di Bozzana 1924 Registro

3. reg.3 Atti di cittadinanza di Samoclevo 1924 Registro

4. reg.4 Atti di cittadinanza di S.Giacomo 1924 Registro

5. reg.5 Atti di cittadinanza di Caldes 1925 Registro

6. reg.6 Atti di cittadinanza di Bozzana 1925 Registro

7. reg.7 Atti di cittadinanza di Samoclevo 1925 Registro

8. reg.8 Atti di cittadinanza di S.Giacomo

234

1925 Registro

9. reg.9 Atti di cittadinanza di Caldes 1926 Registro

10. reg.10 Atti di cittadinanza di Bozzana 1926 Registro

11. reg.11 Atti di cittadinanza di Samoclevo 1926 Registro

12. reg.12 Atti di cittadinanza di S.Giacomo 1926 Registro

13. reg.13 Atti di cittadinanza di Caldes 1927 Registro

14. reg.14 Atti di cittadinanza di Bozzana 1927 Registro

15. reg.15 Atti di cittadinanza di Samoclevo 1927 Registro

16. reg.16 Atti di cittadinanza di S.Giacomo 1927 Registro

235

17. reg.17 Atti di cittadinanza di Caldes 1928 Registro

18. reg.18 Atti di cittadinanza di Bozzana 1928 Registro

19. reg.19 Atti di cittadinanza di Samoclevo 1928 Registro

20. reg.20 Atti di cittadinanza di S.Giacomo 1928 Registro

21. reg.21 Atti di cittadinanza 1929 Registro

22. reg.22 Atti di cittadinanza 1930 Registro

23. reg.23 Atti di cittadinanza 1931 Registro

24. reg.24 Atti di cittadinanza 1932 Registro

25. reg.25 236

Atti di cittadinanza 1933 Registro

26. reg.26 Atti di cittadinanza 1934 Registro

27. reg.27 Atti di cittadinanza 1935 Registro

28. reg.28 Atti di cittadinanza 1936 Registro

29. reg.29 Atti di cittadinanza 1937 Registro

30. reg.30 Atti di cittadinanza 1938 Registro

31. reg.31 Atti di cittadinanza 1939 Registro

32. reg.32 Atti di cittadinanza 1940 Registro

33. reg.33 Atti di cittadinanza 1941 237

Registro

34. reg.34 Atti di cittadinanza 1942 Registro

35. reg.35 Atti di cittadinanza 1943 Registro

36. reg.36 Atti di cittadinanza 1944 Registro

37. reg.37 Atti di cittadinanza 1945 Registro

38. reg.38 Atti di cittadinanza 1946 Registro

39. reg.39 Atti di cittadinanza 1947 Registro

40. reg.40 Atti di cittadinanza 1948 Registro

41. reg.41 Atti di cittadinanza 1949 Registro

238

42. reg.42 Atti di cittadinanza 1950 Registro

43. reg.43 Atti di cittadinanza 1951 Registro

44. reg.44 Atti di cittadinanza 1952 Registro

45. reg.45 Atti di cittadinanza 1953 Registro

46. reg.46 Atti di cittadinanza 1954 Registro

47. reg.47 Atti di cittadinanza 1955 Registro

239 serie 4.23 Registro della popolazione, 1934 - 1940

1. b.1 Cartelle toponomastiche, cartelle di casa e fogli di famiglia: Caldes 1934-1940 Busta

2. b.2 Cartelle toponomastiche, cartelle di casa e fogli di famiglia: Bordiana-Bozzana, Cavizzana 1934-1940 Busta

3. b.3 Cartelle toponomastiche, cartelle di casa e fogli di famiglia: Samoclevo, S.Giacomo e Cassana 1934-1940 Busta

240 serie 4.24 Movimento della popolazione, 1928 - 1949

1. reg.1 "Registro del movimento della popolazione residente nel comune" 1930 Registro

2. reg.2 "Registro delle emigrazioni" 1932-1933 Registro

3. reg.3 "Registro delle immigrazioni" 1932-1933 Registro

4. reg.4 "Registro delle pratiche di emigrazione" 1934-1949 Registro

5. reg.5 "Registro delle pratiche di immigrazione" 1934-1949 Registro

6. fasc.6 Pratiche di emigrazione ed immigrazione, statistiche del movimento della popolazione 1928-1939 Fascicolo Le unità dal n.XXIV/1 al n.XXIV/6 sono conservate in una busta.

7. b.7 Pratiche di emigrazione ed immigrazione, statistiche del movimento della popolazione 1940-1949 Busta

241 serie 4.25 Registri diversi

Contenuto Quest'ultima serie archivistica comprende tutti quei registri per i quali, considerata la differente natura e l'esiguità del numero, non si è ritenuto opportuno costituire serie distinte. L'ordine con cui i registri compaiono in questa serie è dato dalla categoria (titolario del 1897) secondo la quale potrebbero venire classificati. In conseguenza della prassi adottata nell'archiviazione si sono dovute costituire quindici sottoserie aperte (Es.: XXIIa, XXIIb, ecc.): questo per consentire l'accrescimento annuale col materiale che proviene dall'archivio di deposito una volta trascorsi quarant'anni dalla produzione.

242 sottoserie 4.25.1 Categoria I, 1933 - 1937

1. reg.1 "Elenco dei certificati rilasciati dal podestà" 1933-1937 Registro

2. reg.2 "Indice delle circolari pervenute all'ufficio comunale dalle autorità governative" 1935 Registro

243 sottoserie 4.25.2 Categoria II, 1932 - 1940

1. reg.1 Registro delle spedalità 1932-1940 Registro Note (Le date si riferiscono al ricovero)

244 sottoserie 4.25.3 Categoria III

245 sottoserie 4.25.4 Categoria IV, 1940 - 1957

1. reg.1 Registro delle vaccinazioni antidifteriche 1940-1948 Registro

2. reg.2 Registro delle vaccinazioni antivaiuolose 1948 Registro

3. reg.3 Permessi di seppellimento 1947-1950 Registro

4. reg.4 Permessi di seppellimento 1950-1951 Registro

5. reg.5 Permessi di seppellimento 1951-1954 Registro

6. reg.6 Permessi di seppellimento 1955-1957 Registro

246 sottoserie 4.25.5 Categoria V, sec.XX

1. reg.1 Protocollo delle particelle del comune di Caldes sec. XX Registro

2. reg.2 Elenco dei possessori dei fondi del comune di Caldes sec. XX Registro

247 sottoserie 4.25.6 Categoria VI

1. reg.1 Registro dei pensionati governativi 1937-1967 Registro

2. reg.2 Registro dei verbali delle revisioni ordinarie delle liste elettorali 1934 dicembre 28 - 1951 dicembre 15 Registro

248 sottoserie 4.25.7 Categoria VII

249 sottoserie 4.25.8 Categoria VIII, 1939 - 1975

1. reg.1 Registro generale dei quadrupedi 1949-1962 con lacuna tra il 1950 e il 1961. Registro

2. reg.2 Registro variazione quadrupedi 1939-1942 Registro

3. reg.3 Registro variazione quadrupedi 1952-1975 Le unità dal n.XXVa/1 al n.XXVh/3 sono conservate in una busta. Registro

250 sottoserie 4.25.9 Categoria IX

251 sottoserie 4.25.10 Categoria X

252 sottoserie 4.25.11 Categoria XI, 1937 - 1957

1. reg.1 "Riepilogo delle denuncie del bestiame presentate al 10 agosto 1945" 1945 Registro

2. reg.2 "Registro delle decisioni della commissione comunale per la disciplina del commercio" 1937-1939 Registro

3. reg.3 "Giornale di ritiro carte annonarie" 1942-1949 Registro

4. reg.4 "Registro protocollo ufficio annonario dal 26.6 1946 al 8.2.1949" 1946 giugno 26 - 1949 febbraio 8 Registro

5. reg.5 Registro generale dei libretti di lavoro 1937-1943 Registro

6. reg.6 Registro generale dei libretti di lavoro 1947-1950 Registro

7. reg.7 Registro generale dei libretti di lavoro 1950-1957 Registro

253 sottoserie 4.25.12 Categoria XII

254 sottoserie 4.25.13 Categoria XIII, 1933 - 1956

1. reg.1 Nulla osta per domanda di passaporto per l'estero 1933-1937 Registro

2. reg.2 Nulla osta per domanda di passaporto per l'estero 1946-1948 Registro

3. reg.3 Nulla osta per domanda di passaporto per l'estero 1949-1953 Registro

4. reg.4 Nulla osta per domanda di passaporto per l'estero 1953-1954 Registro

5. reg.5 Nulla osta per domanda di passaporto per l'estero 1954-1956 Registro

255 sottoserie 4.25.14 Categoria XIV

256 sottoserie 4.25.15 Categoria XV, 1932 - 1953

1. reg.1 Registro delle carte d'identità 1932-1940 Registro

2. reg.2 Registro delle licenze degli esercenti mestieri ambulanti 1937-1953 Registro

3. reg.3 Registro forestieri 1938-1940 Registro

4. reg.4 Registro forestieri 1942-1946 Le unità dal n.XXVm/1 al n.XXVq/4 sono conservate in una busta. Registro

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Ente Giudizio distrettuale di Cles 1817 maggio 1-1923 luglio 1

Altre Forme autorizzate del nome Giudizio di Cles (1817 maggio 1-1817 ottobre 30) Giudizio distrettuale criminale inquirente di Cles (1817 ottobre 30-1850)

Archivi prodotti Fondo Distretto di Cles Fondo Distretto giudiziario di Cles, 01/01/1817 - 31/12/1934 Fondo Giudizio distrettuale di Cles, 01/01/1819 - 31/12/1841 Fondo Giudizio distrettuale di Cles, 01/01/1818 - 31/12/1848 Fondo Giudizio distrettuale di Cles, 01/01/1817 - 31/12/1848

Storia Dopo la fine delle dominazioni napoleoniche l'istituzione del Giudizio distrettuale di Cles nel nuovo contesto statale austriaco giunge a compimento nel maggio del 1817, con l'entrata in vigore della Patente sovrana del 14 marzo 1817 (1). I giudizi distrettuali (Landgerichte) si configurano come enti di origine medievale, con competenze sia in ambito politico- amministrativo che giudiziario, oltre che nella gestione dei sistemi di pubblicità immobiliare vigenti in Tirolo. Una riforma del sistema dei giudizi distrettuali tirolesi, profonda ma di breve durata, è posta in atto alla metà del secolo. Con la Notificazione della Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg del 29 novembre 1849 (2) i giudizi distrettuali (Bezirksgerichte) divengono infatti organi unicamente giudiziari; ciò in ossequio al dettato della Costituzione del 4 marzo 1849, comportante la separazione tra le funzioni amministrative e giudiziarie (3). Nel 1854 si annullano nel Tirolo italiano gli effetti della riforma del 1849. Con Ordinanza dei Ministri dell'interno e della giustizia del 26 ottobre 1854 (4) vengono attivati nel Tirolo, a partire dal 30 novembre, gli Uffici distrettuali misti (Gemischte Bezirksämter), nella parte italiana detti anche Preture, dipendenti quali autorità politiche dall'unico Capitanato circolare di Trento, e sottoposti quali autorità giudiziarie ai due tribunali circolari di Trento e Rovereto (5). Con la Legge 11 giugno 1868 (6) gli uffici distrettuali misti, o preture, vengono sostituiti dai nuovi Giudizi distrettuali (Bezirksgerichte), nuovamente organi unicamente giudiziari (7). Dopo il primo conflitto mondiale, viene gradualmente estesa anche al territorio trentino l'organizzazione giudiziaria italiana. Con R. D. 24 marzo 1923, n. 602 (8) viene stabilita la nuova circoscrizione giudiziaria del Regno d'Italia, e ne viene sancita l'entrata in vigore a partire dall'1 luglio 1923. Cessa così definitivamente l'esistenza del Giudizio distrettuale di Cles, sostituito dalla Pretura di Cles.

Condizione giuridica I giudizi distrettuali costituiscono uffici dell'amministrazione statale, con funzioni miste amministrative e giudiziarie fino a metà del XIX secolo. Il giudice distrettuale, capo dell'ufficio, si configura come organo monocratico dell'amministrazione statale: "L'applicazione anche alle funzioni giudiziarie dei principi generali comuni a tutti i soggetti pubblici comporta la necessità di distinguere il concetto di ufficio da quello di organo. (...) mentre l'ufficio si 258 sostanzia di un complesso di strutture soggettive predisposte all'esercizio di un certo compendio di funzioni, l'organo ne rappresenta una articolazione interna abilitata a compiere in nome proprio atti giuridici direttamente imputabili alla persona giuridica" (9). La Legge 27 novembre 1896 (10) specifica come l'esercizio della giurisdizione dei tribunali distrettuali spetti al giudice capo del tribunale distrettuale; l'Ordinanza del 5 maggio 1897 del Ministro della giustizia (11) così recita: "Negli affari dell'amministrazione della giustizia i capi dei giudizi sono gli organi del Ministero della giustizia". Nel frattempo, con le riforme determinate dalla Costituzione del 4 marzo 1849 (12) si sancisce la separazione e l'indipendenza reciproca tra l'amministrazione della giustizia e la gestione degli affari amministrativi. Dopo un temporaneo ritorno della commistione tra i due poteri anche a livello di organi distrettuali, sancito con i "Principi fondamentali per le istituzioni organiche nei Dominii dell'Impero austriaco" del 31 dicembre 1851 e con Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 19 gennaio 1853 (13), si ritorna definitivamente alla separazione tra poteri con Legge fondamentale dello Stato 21 dicembre 1867 (14); i giudizi distrettuali saranno d'ora in avanti enti esclusivamente giudiziari.

Condizione giuridica dei giudici e del personale addetto ai giudizi distrettuali Fino alle riforme del 1849 "I giudici erano né più né meno che normali impiegati soggetti alle Superiorità come qualsiasi altro impiegato dell'amministrazione pubblica" (15). A partire dal 1868, in seguito all'entrata in vigore della Legge fondamentale dello Stato 21 dicembre 1867, vengono sancite esplicitamente l'indipendenza dei giudici dal potere esecutivo e la loro inamovibilità.

Funzioni, occupazioni e attività I giudizi distrettuali trentini sono organi giudiziari, con giurisdizione di primo grado in materia civile, e con competenza per le sole fasi istruttorie in materia penale. I giudizi distrettuali sono inoltre competenti in materia di "contravvenzioni di polizia", ovvero i reati contemplati dal codice penale come minori rispetto ai delitti veri e propri. Ai giudizi distrettuali è poi affidata la gestione dei sistemi di pubblicità immobiliare in vigore nel Land tirolese (i Libri di archiviazione e, da fine '800, il libro fondiario). Fino alla metà del XIX secolo, e poi dal 1854 al 1868, i giudizi distrettuali (statali e patrimoniali) e i magistrati politico- economici (per le città di Trento e Rovereto) sono anche "autorità politiche", ovvero organi decentrati della amministrazione pubblica e del potere esecutivo, con funzioni di controllo e tutela su comuni ed enti pubblici, e con funzioni di polizia e tutela dell'ordine pubblico (16). Nel periodo compreso tra il 1850 ed il 1854, ed infine dal 1868 in poi, ai giudizi distrettuali sono invece assegnate esclusivamente competenze di ambito giudiziario ed in materia di pubblicità immobiliare.

Competenze in materia penale La Circolare del Giudizio di appello del 16 aprile 1817 (17), con la quale vengono applicate nel Tirolo le disposizioni sancite da una sovrana risoluzione del 26 luglio 1816, suddivide i giudizi distrettuali competenti in materia penale in giudizi inquirenti idonei a portare a termine l'intera inchiesta, per passarla poi a quelli inquirenti con diritto di decisione, ed è il caso di Cles, e giudizi inquirenti competenti solo all'arresto dei sospettati ed all'assunzione dei rilievi informativi. Il Giudizio distrettuale di Cles esercita le funzioni di autorità inquirente per il proprio distretto e per i giudizi di , Fondo, Malé, Rabbi.

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La Circolare del governo del 18 aprile 1817 (18) specifica che i giudizi inquirenti sono tenuti, ad inchiesta conclusa, a spedire gli atti ai rispettivi giudizi inquirenti autorizzati anche a decidere (ovvero, per quanto riguarda Cles, il Tribunale civile e criminale di Trento). Con Notificazione della Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg del 29 novembre 1849 i giudizi distrettuali (Bezirksgerichte) tirolesi divengono organi unicamente giudiziari. Il Giudizio distrettuale di Cles è Giudizio distrettuale di I classe, ovvero anche Tribunale correzionale per il distretto di Cles e per i giudizi a esso sottoposti, ovvero Fondo, Malé e Mezzolombardo; in tale ambito territoriale il Giudizio di Cles ha giurisdizione di prima istanza in materia di delitti (materia nella quale la sentenza di prima istanza deve essere emanata da un collegio composto da due giudici ed un presidente); in materia civile e di contravvenzioni il Giudizio di Cles ha le stesse competenze degli altri giudizi, e soltanto per il distretto di Cles (la qualifica di tribunale correzionale risulta attribuita al giudizio di Cles non oltre la metà del 1853). La Patente sovrana 17 gennaio 1850 (19) modifica le competenze dei giudizi distrettuali e dei tribunali correzionali in materia penale. Ai tribunali correzionali (o Giudizi distrettuali di I classe) è affidata piena giurisdizione di prima istanza per i delitti di: violenza pubblica, incitamento all'abuso di ufficio, libidine, procurato aborto, pericolosa esposizione degli infanti, ferite, furto, infedeltà, truffa, aiuto ai delinquenti; ed inoltre per i nuovi delitti (prima classificati tra le gravi trasgressioni di polizia) di: ammutinamento, incitamento contro i funzionari dello Stato, offese ad una guardia o offese commesse da pubblico impiegato, uccisioni e gravi ferimenti colposi, occultazione del parto, imperizia medica, illeciti accordi tra esercenti negozi o mestieri, offfese all'onore, ruffianesimo, infrazione di sigilli giudiziari, contravvenzioni al regolamento contro la peste, usura, contravvenzioni alla legge sulla tutela della proprietà delle produzioni dell'ingegno, contravvenzioni alla legge di polizia ferroviaria, contravvenzioni alla legge sull'esercizio della libertà di associazione e riunione, fallimento colposo. I tribunali correzionali sono invece addetti alla sola fase istruttoria per i delitti di competenza delle corti di giustizia (quali l'abuso di ufficio, la concussione, la falsificazione di denaro o titoli di credito, la perturbazione della religione, l'omicidio, lo stupro). La Patente imperiale 29 luglio 1853 (20) distingue gli organi giudiziari distrettuali in inquirenti, dotati di piena funzione inquirente e di istruzione del processo sui crimini e delitti penali, e non inquirenti, i quali devono trasmettere le denunce ai giudizi inquirenti, e devono fungere da organi sussidiari dei giudizi inquirenti nella fase istruttoria. L'Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 6 maggio 1854 (21) sancisce la nuova articolazione di competenze in materia penale per quanto riguarda il neocostituito Circolo di Trento (ovvero l'intero Tirolo italiano): l'Ufficio distrettuale di Cles è giudizio inquirente per i distretti di Cles, Fondo, Malé.

Competenze in materia di pubblicità immobiliare Una competenza particolare che contraddistingue gli organi giudiziari trentini è quella della tenuta dei cosiddetti Libri di archiviazione, ovvero la competenza concernente la "registrazione ed il deposito, a scopo di pubblicità, dei documenti costitutivi, modificativi ed estintivi di diritti reali su immobili situati nel Mandamento" (22). Dopo la Restaurazione, con Circolare del 2 aprile 1817 del Tribunale d'appello del Tirolo e Vorarlberg (23) viene sancita l'applicazione del sistema dei Libri di archiviazione nell'intero territorio del Tirolo e Vorarlberg, vengono fatte decadere le disposizioni in materia introdotte dalle legislazioni bavara ed italica, viene sancita la non applicabilità nel territorio tirolese delle disposizioni del Codice civile universale austriaco quando queste presuppongono esplicitamente l'esistenza delle "tavole provinciali" o dei "libri fondiari". La circolare del 1817 stabilisce che, a partire dal primo maggio, l'efficacia dei diritti reali e delle relative modificazioni e cessazioni sia subordinata unicamente al deposito nel

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Libro degli strumenti (o Libro d'archiviazione) di "una copia, o un estratto contenente tutto il complesso della stipulazione". La tenuta dei Libri di archiviazione è affidata ai giudizi distrettuali. Con la Notificazione della Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg del 29 novembre 1849 viene ribadita la competenza dei giudizi distrettuali nella tenuta dei Libri di archiviazione, insieme con "la cognizione in affari relativi a questi libri in quanto si tratti di immobili giacenti nel loro territorio giurisdizionale, o di diritti reali che a questi si riferiscono". La competenza dei giudizi distrettuali nella tenuta dei libri fondiari viene poi confermata anche dalla normativa successiva (probabilmente viene utilizzata la formula "libri fondiari" per indicare anche le altre forme di pubblicità immobiliare esistenti nell'Impero, quale il sistema tirolese dei Libri di archiviazione): la Patente sovrana del 28 giugno 1850 (24), la Patente imperiale del 3 maggio 1853 (25), la legge valevole per la Contea principesca del Tirolo del 15 maggio 1869 (26), la Legge 27 novembre 1896. Con la Legge 17 marzo 1897 (27) viene introdotto anche in Tirolo il sistema del libro fondiario, altro sistema di pubblicità immobiliare affidato agli organi giudiziari, e viene fatto quindi gradualmente cessare il sistema dei Libri di archiviazione (28). La legge del marzo 1897 stabilisce infatti che "coll'apertura di un libro fondiario cessa pel territorio del relativo comune catastale la ulteriore tenuta dei libri dei diritti reali", ovvero dei Libri d'archiviazione. L'effettivo impianto di libri fondiari nel territorio trentino risulta avvenire a partire dal 1899, e si protrae fino alla seconda metà del XX secolo (29). La persistenza residuale del sistema dei Libri di archiviazione in alcuni comuni, e l'affidamento della competenza in materia ai giudizi distrettuali vengono ribaditi con Ordinanza del 5 maggio 1897 del Ministro della giustizia. La Legge 1 agosto 1895 (30) specifica come la tenuta del libro fondiario sia di competenza del giudizio distrettuale, salvo nelle città sedi di corti di giustizia di prima istanza (o tribunali circolari), dove la competenza è della corte di giustizia.

Ambito territoriale Con Patente sovrana del 14 marzo 1817 viene pubblicato l'elenco dei giudizi attivati nel Tirolo e Vorarlberg a partire dal 1 maggio 1817, con gli elenchi delle località comprese in ciascun distretto (31). Il Giudizio principesco di Cles, con sede a Cles, comprende: Cles, Mechel, Dres, Tassullo, , Tuenno, Coredo, , Smarano, Casez, S. Zeno, Banco, Taio, Tres, Dermulo, Torra, Vervò, Vion, Dercolo, Lover, Campo, , Termon, Quetta, Vigo, Toss, Dardine, Priò, Mollaro. Con Sovrana risoluzione del 20 gennaio 1824, trasmessa con Circolare del Governo tirolese del 9 febbraio 1824, n. 2479- 399 (32) le valli di Non e di Sole vengono suddivise nei quattro Giudizi distrettuali di Malé, Cles, Fondo, Mezzolombardo. Vengono così soppressi i giudizi di , Masi di Vigo, Tuenetto, Spor, , Belfort, Rabbi. Alla giurisdizione di Cles vengono accorpati parte dei comuni dell'ex Giudizio patrimoniale di Spor, Flavon e Belfort, appartenente ai conti Saracini e ai conti Spaur, con sede a Spormaggiore, e cioè: Segno, Flavon, , Cunevo. Vengono inoltre accorpati alcuni comuni già appartenenti al distretto di Fondo, ovvero: Revò, , Cagnò, Rumo, Proves, ed alcuni comuni già appartenenti a Malé: Preghena, , Baselga, Livo, Scanna, Varollo, Cis. A Fondo passa invece Tres, mentre a Mezzolombardo passano Torra, Vervò, Vion, Dercolo, Lover, Campo, Denno, Termon, Quetta, Vigo, Toss, Dardine, Priò, Mollaro. La Notificazione emanata dalla Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg il 29 novembre 1849, riportante il prospetto della ripartizione giudiziaria del Tirolo e Vorarlberg sanzionata con Sovrana Risoluzione del 26 giugno 1849, attribuisce al distretto di Cles i comuni di Cles, Mechel, Tuenno, Tassullo, Terres, Flavon, Cunevo, Dermulo, Taio, Tres, Coredo, Sfruz, Smarano, Tavon, , Banco, Casez, Salter, Revò, Romallo, Cagnò, Rumo, Cis, Livo, Preghena, Bresimo, Nanno, Proves.

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IIl Dispaccio della Commissione provinciale organizzatrice del 24 novembre 1854 (33) attribuisce al distretto di Cles i comuni di Cles, Mechel, Tuenno, Tassullo, Terres, Flavon, Cunevo, Dermulo, Taio, Tres, Coredo, Sfruz, Smarano, Tavon, Sanzeno, Banco, Casez, Salter (costituito dal comune catastale di Salter, Malgolo), Revò, Romallo, Cagnò, Rumo, Cis, Livo, Preghena, Bresimo, Nanno, Proves.

Struttura amministrativa Fino alla metà del XIX secolo la struttura amministrativa dei giudizi distrettuali risulta composta da un giudice, un impiegato ed un inserviente; è prevista la presenza facoltativa di un aggiunto, o sostituto del giudice. Dalla fine del 1849 al 1853 il giudizio di Cles è Giudizio distrettuale di I classe, o tribunale correzionale. La Notificazione della Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg del 29 novembre 1849 prevede ancora per i giudizi distrettuali la presenza di un unico giudice e di un aggiunto al giudice, specificando che l'aggiunto può fungere da sostituto del giudice nell'amministrazione della giustizia. Al giudizio di Cles, in quanto tribunale correzionale, è addetto anche un sostituto procuratore con funzioni di pubblico ministero. La Patente sovrana 17 gennaio 1850 prevede per i tribunali correzionali la presenza in organico di un numero maggiore di giudici rispetto all'unico giudice più l'aggiunto: infatti la materia penale deve essere assegnata ad uno o più giudici ad essa specificamente addetti; la norma specifica inoltre come i procuratori di Stato addetti ai tribunali correzionali siano indipendenti dai tribunali stessi, e subordinati invece ai procuratori generali presso le Corti superiori di giustizia. La Patente sovrana del 28 giugno 1850 sancisce l'articolazione amministrativa dei giudizi collegiali (o tribunali correzionali), composti da giudici distrettuali (non è specificato il numero), assessori, incaricati della tenuta del libro fondiario, impiegati di cancelleria e cursori. Dopo la metà del 1853 cessa la qualifica di tribunale correzionale per il giudizio di Cles, il quale torna all'articolazione amministrativa propria dei giudizi distrettuali: si verifica una articolazione in sezioni per aree funzionali, prima stabilita temporaneamente dal capo del giudizio e poi, alla fine del secolo, sancita stabilmente; in luogo del giudice unico si delinea la figura dirigenziale del capo del distretto, responsabile del complesso dell'attività del giudizio e titolare della giurisdizione; viene prevista la presenza di altri giudici, ai quali possono essere affidate funzioni giuridisdizionali indipendenti, prima in materia civile e poi anche penale; il personale addetto ai giudizi si articola in impiegati di cancelleria ed inservienti o uscieri (incaricati dell'esecuzione degli ordini giudiziari), e si delineano le figure specificamente addette al protocollo ed alla tenuta dei libri di archiviazione e fondiari; alla fine del secolo viene poi definita anche la figura degli ufficiali esecutivi, o ufficiali giudiziari, addetti agli atti di esecuzione.

Contesto generale I giudizi distrettuali del Tirolo italiano si inseriscono in una duplice linea gerarchica, politico- amministrativa e giudiziaria, dalla Restaurazione e fino alla metà del XIX secolo e negli anni compresi tra il 1854 ed il 1868; nei restanti periodi essi fanno capo unicamente alla linea gerarchica propria del potere giudiziario. Per quanto riguarda le funzioni politico- amministrative, dopo la Restaurazione, e fino alla metà del secolo, i Giudizi distrettuali ed i magistrati politico- economici (per le città di Trento e Rovereto), sono organi esecutivi dei capitanati circolari di Trento e Rovereto e quindi del Gubernium di Innsbruck (34). Nel periodo compreso tra il 1854 ed il 1868 gli organi superiori sono invece l'unico Capitanato circolare di Trento e la Luogotenenza di Innsbruck. In ambito giudiziario i giudizi distrettuali fanno capo agli organi giudiziari collegiali di prima istanza in materia penale, ovvero i tribunali civili e criminali (poi corti di giustizia ed infine tribunali circolari) di Trento e Rovereto, i quali dipendono dal tribunale d'appello di Innsbruck (soltanto nel periodo compreso tra 1850 e 1854 si ha un tribunale di

262 seconda istanza penale a Trento), a sua volta dipendente dalla corte suprema di Vienna. Dal 1848 in poi l'amministrazione giudiziaria fa capo ad uno specifico Ministero della giustizia. Dopo il primo conflitto mondiale, con Ordinanza del Governatore militare del 15 gennaio 1919, n. 1086, viene istituita a Trento una sezione di Corte di giustizia di seconda istanza, con giurisdizione sui tribunali di Trento e Rovereto, in sostituzione della Corte di appello di Innsbruck; la sezione di Trento esercita anche provvisoriamente la giurisdizione già spettante alla Corte suprema di giustizia e cassazione di Vienna in materia penale (35) Con R. D. 4 novembre 1919, n. 2039, le attribuzioni in materia civile e penale già spettanti alla Corte suprema di giustizia e cassazione di Vienna vengono temporaneamente affidate alla Corte di cassazione di Roma (36); con D. L. 26 giugno 1921, n. 849 (37), viene istituita una Sezione di Corte di cassazione speciale per i territori annessi. Per quanto riguarda i rapporti con l'amministrazione centrale dello Stato, dal dicembre 1918 al 31 luglio 1919 nel territorio del Trentino ed Alto- Adige vige l'amministrazione militare istituita dopo l'armistizio del 3 novembre 1918: l'autorità politica è costituita da un Governatore militare per gli affari civili; la funzione legislativa risulta attribuita al Capo di Stato maggiore del Regio Esercito, quella esecutiva e di controllo, anche sull'attività dei giudizi distrettuali, è attribuita al Segretariato generale per gli affari civili (38). Dal luglio 1919 nell'amministrazione dei territori annessi le funzioni proprie del Governo sono attribuite all'Ufficio centrale per le Nuove provincie, istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con Decreto Luogotenenziale 4 luglio 1919, n. 1081 (39); a tale ufficio è assegnato anche il compito di regolare il graduale passaggio dei servizi civili ai singoli ministeri di competenza. Dal 31 luglio 1919 al 17 ottobre 1922 l'organo dell'amministrazione statale al quale spettano la vigilanza e direzione di tutti i servizi civili governativi è il Commissariato generale civile (40). I Commissari generali civili delle Nuove provincie dipendono direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e possono corrispondere con i singoli ministri. Ai commissari spettano anche le assegnazioni ai diversi uffici di tutti i funzionari, impiegati ed agenti governativi. Il Commissariato generale civile per la Venezia Tridentina gestisce gli uffici e gli affari giudiziari tramite la Sezione II della Divisione I (41). Dall'ottobre 1922 anche per quanto riguarda le Nuove provincie l'amministrazione giudiziaria entra nell'ambito di competenze del Ministero della giustizia e degli affari di culto, come nel resto del Regno d'Italia; con Regio decreto legge 17 ottobre 1922, n. 1353 (42), vengono infatti soppressi i Commissariati generali civili delle Nuove provincie e l'Ufficio centrale per le Nuove provincie; gli affari relativi alle provincie annesse passano ai ministeri competenti per materia.

Fonti normative Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali" Circolare del 2 aprile 1817 del Tribunale d'appello del Tirolo e Vorarlberg Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Sovrana patente del 20 giugno 1817, Patente relativa all'introduzione della Steura d'industria Patente sovrana 23 agosto 1817, Patente relativa all'introduzione della Steura personale, e delle classi Circolare del Governo 30 ottobre 1817 "Tutti i Giudicj misti, chiamansi Giudicj distrettuali" Circolare governiale 3 aprile 1818, Indennizzazione sulla Steora da accordarsi ai contribuenti per danni sofferti per innondazione o per incendio negli oggetti steorabili Circolare del Governo del 16 novembre 1822, Istruzione per i Giudicj sovrani, e patrimoniali riguardo alla manipolazione politica di cancellaria Circolare del Governo del 30 ottobre 1822, Nuovo Regolamento per l'esazione della Steora nel Tirolo, e Vorarlberg, e per l'esecuzioni per la medesima

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Sovrana risoluzione del 20 gennaio 1824, trasmessa con Circolare del Governo tirolese del 9 febbraio 1824, n. 2479- 399, formazione dei Giudicj distrettuali nelle valli di Annone e Sole Circolare del governo del 30 settembre 1824, il nuovo regolamento per l'esazione della Steora, e le esecuzioni relative alla medesima entra in attvità pel Tirolo col primo di novembre 1824 Circolare governiale 6 ottobre 1826, n. 18026-2108, Si eccita chiunque a portare giusta il prescritto della polizza (Fassione) steurale i novali non per anche assoggettati alla Steura prediale Circolare governiale 11 ottobre 1829, n. 3155, Abolizione della presente Steura personale e delle classi Decreto presidenziale del 25 maggio 1848, n. 2455 Pres., Cessazione della Camera aulica generale, passaggio delle di lei attribuzioni al Ministero delle finanze, riparto degli affari presso quest'ultimo Notificazione 29 novembre 1849, emanata dall'i. r. commissione d'attivazione del poter giudiziario pel Tirolo e Vorarlberg relativa all'organizzazione delle nuove autorità giudiziarie in questa provincia Notificazione del Luogotenente del Tirolo e Vorarlberg del 24 gennaio 1850, relativamente al giorno in cui entrano in attività i nuovi Uffici del censo Decreto del Ministero delle finanze del 1 settembre 1851, relativamente alla destinazione di Ispettori e Sottoispettori delle imposte nei luoghi di residenza dei Capitanati distrettuali Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 19 gennaio 1853, Colla quale si pubblicano le sovrane Risoluzioni sulla sistemazione e sulle attribuzioni ufficiali degli Uffici distrettuali, delle Autorità di circolo e delle Luogotenenze, sulla sistemazione delle autorità giudiziarie... Dispaccio della Commissione provinciale organizzatrice del 24 novembre 1854, col quale viene pubblicato il prospetto de' comuni locali assegnati secondo l'organizzazione politica e giudiziaria della Contea principesca del Tirolo e del Vorarlberg a ciascun Distretto Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 29 dicembre 1854, sui rapporti degli Uffici delle imposte cogli Uffici distrettuali (Giudizi di sedia) e coi loro capi, coi Giudizi di prima istanza, e colle superiori Autorità delle imposte e di finanza Ordinanza del Ministero delle finanze e dell'interno del 10 agosto 1860, relativa alla creazione di Commissioni per le imposte nella Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg Legge 19 maggio 1868, sull'ordinamento delle autorità incaricate dell'amministrazione politica [...] nella Contea principesca del Tirolo [...] Legge 11 giugno 1868 sull'ordinamento dei giudizi distrettuali Legge valevole per la Contea principesca del Tirolo del 15 maggio 1869, sulla insinuazione e trasformazione dei diritti ipotecari Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari" Legge provinciale del 17 marzo 1897, n. 77 sul libro fondiario Regio Decreto 24 marzo 1923, n. 602, contenente norme processuali per l'attuazione della nuova circoscrizione giudiziaria del Regno Regio Decreto 24 marzo 1923, n. 601, riguardante la circoscrizione giudiziaria del Regno

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia BENONI G., Delle formalità e solennità relative al titolo ed al modo di acquisizione e traslazione di diritti d'ipoteca e degli altri diritti reali prescritte pei varj distretti del Tirolo nelle diverse epoche degli ultimi

264 tempi..., Innsbruck, 1819 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., La proiezione sul territorio dell'ordinamento giudiziario del Tirolo del secolo scorso, , 1992 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 Cronologica sistematica compilazione di tutto ciò che concerne le steore, e la perequazione del Tirolo nell'anno 1793, Innsbruck 1793 Esposizione sommaria dei fondi provinciali, e degli affari relativi, Innsbruck, 1862 GRAMATICA G. A., Cento anni di cronaca giustiziaria dei circoli di Trento e Rovereto..., Rovereto, 1888 HAEMMERLE G., Manuale del codice civile universale austriaco..., Innsbruck, 1872 HASSLWANTER J., Cenni ulteriori del Dottor Hasslwanter sulle sovrane patenti 11 aprile 1851 relative all'esonero del suolo nel Tirolo e Vorarlberg, Innsbruck, 1851 Instruktion zur Ausführung der Vermessung mit Anwendung des Mesztiches behufs Herstellung neuer pläne für die Zwecke des Grundsteuerkatasters, Vienna 1907. ISOTTI C., Libro fondiario (il), IN: Nuovo digesto italiano, a cura di M. D'AMELIO, vol. IV, Torino, 1938 MENESTRINA F. , Nuove provincie, IN: Nuovo digesto italiano, a cura di M. D'Amelio, vol. IX, Torino, 1939 Norma generale per tutte le locali commessioni steorali del Tirolo e delli due distretti principeschi di Trento e Bressanone per tenere in istato di continua evidenza tutti li catastri di steora rusticale. Tirolo, Trento 1805 ROMBOLI R., PANIZZA S., Ordinamento giudiziario, IN: Digesto delle discipline pubblicistiche, vol. X, Torino, 1995 STEINER A., I libri fondiari ed i libri di archiviazione nel diritto italiano; le ipoteche e gli altri diritti reali; la rinnovazione ipotecaria, Bolzano, 1934 VOLIE C., Esposizione dello stato attuale del censimento del Tirolo: secondo le relative patenti sovrane ed altre ordinanze, e secondo la Cronologica sistematica compilazione ecc. del 1793: con esempi e schiarimenti, Innsbruck 1828

Note 1) Patente sovrana 14 marzo 1817, "organizzazione dei Giudizj distrettuali", pubblicata in B. L. P. 1817, n. 51. (2) Notificazione della Commissione d'attivazione del potere giudiziario per il Tirolo e Vorarlberg del 29 novembre 1849, "relativa all'organizzazione delle nuove Autorità giudiziarie in questa Provincia", pubblicata in B. L. P. 1850 n. 1. (3) Cfr. A. CASETTI, "Guida storico- archivistica del Trentino", Trento 1961, p. 839. (4) Ordinanza dei Ministri dell'interno e della giustizia del 26 ottobre 1854, "risguardante l'attuazione degli Uffici distrettuali nel Tirolo e Vorarlberg", pubblicata in B. L. I. 1854, n. 280. (5) Già i "Principi fondamentali per le istituzioni organiche nei Dominii dell'Impero austriaco", pubblicati quale allegato al Viglietto di gabinetto di Sua Maestà l'Imperatore del 31 dicembre 1851 al Presidente dei Ministri, "Con cui gli vengono comunicati i principi fondamentali stabiliti per la legislazione organica dell'Impero...", pubblicato in B. L. I. 1852, n. 4, avevano comportato l'annullamento della Costituzione imperiale del 4 marzo 1849, con il ritorno dell'unione tra funzioni amministrative e giudiziarie a livello di giudizi distrettuali. (6) Legge 11 giugno 1868 "sull'ordinamento dei giudizi distrettuali", pubblicata in B. L. I. 1868, n. 59.

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(7) I nuovi giudizi distrettuali tirolesi sono attivati a partire dal 31 agosto 1868, con Ordinanza del Ministro della giustizia dell'11 agosto 1868, "sul giorno dell'attivazione dei nuovi Giudizi distrettuali (Preture)", pubblicata in B. L. I. 1868, n. 117. (8) R. D. 24 marzo 1923, n. 602, "contenente norme processuali per l'attuazione della nuova circoscrizione giudiziaria del Regno", pubblicato in G. U. 13 maggio 1923, n. 113. (9) R. ROMBOLI, S. PANIZZA, "Ordinamento giudiziario", in "Digesto delle discipline pubblicistiche", vol. X, Torino 1995. (10) Legge 27 novembre 1896 "colla quale sono emanate prescrizioni sulla nomina ai posti presso i giudizi, sulla organizzazione interna e sul regolamento d'affari degli stessi (legge di organizzazione giudiziale)", pubblicata in B. L. I. 1896, n. 217. (11) Ordinanza del 5 maggio 1897 del Ministro della giustizia "colla quale è emanato un nuovo regolamento d'affari per i giudizi di prima e seconda istanza", pubblicata in B. L. I. 1897, n. 112. (12) Pubblicata in B. L. I. 1849, n. 150. (13) Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 19 gennaio 1853, "Colla quale si pubblicano le sovrane Risoluzioni sulla sistemazione e sulle attribuzioni ufficiali degli Uffici distrettuali, delle Autorità di circolo e delle Luogotenenze, sulla sistemazione delle autorità giudiziarie...", pubblicata in B. L. I. 1853, n. 10. (14) Legge fondamentale dello Stato 21 dicembre 1867, "sul potere giudiziario", pubblicata in B. L. I. 1867, n. 144, la quale così recita: "L'amministrazione della giustizia sarà separata in tutte le istanze dall'amministrazione politica". (15) Cfr. U. CORSINI, "La proiezione sul territorio dell'ordinamento giudiziario del Tirolo del secolo scorso", Folgaria 1992, p. 6. (16) Cfr. U. CORSINI, "Il Trentino nel secolo decimonono", Rovereto 1963, pp. 216- 217. (17) Circolare del Giudizio di Appello del 16 aprile 1817, "Organizzazione dei Giudicj criminali", pubblicata in B. L. P. 1817, n. 80. (18) Circolare del Governo del 18 aprile 1817, "Quai Giudicj esercitino la giurisdizione criminale nel Tirolo e Vorarlberg", pubblicata in B. L. P. 1817, n. 83 (19) Patente sovrana 17 gennaio 1850, "con cui si promulga un nuovo Regolamento provvisorio di procedura penale...", pubblicata in B. L. I. 1850, n. 25. (20) Patente imperiale 29 luglio 1853, "colla quale si emana un nuovo Regolamento di procedura penale...", pubblicata in B. L. I. 1853, n. 151. (21) Ordinanza dei Ministri dell'interno, della giustizia e delle finanze del 6 maggio 1854, "betreffend die politische und gerichtliche Organisirung der gefürstete Grafschaft Tirol mit Vorarlberg", ovvero riguardante le autorità politiche e giudiziarie della Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg, pubblicata in B. L. I. 1854, n. 117. (22) A. STEINER, "I libri fondiari ed i libri di archiviazione nel diritto italiano; le ipoteche e gli altri diritti reali; la rinnovazione ipotecaria", Bolzano 1934, p. 8; la citazione utilizza il termine "mandamento", proprio dell'ordinamento giudiziario italiano, ma equivalente al concetto di distretto giudiziario. (23) Riportata in G. BENONI, "Delle formalità e solennità relative al titolo ed al modo di acquisizione e traslazione di diritti d'ipoteca e degli altri diritti reali prescritte pei varj distretti del Tirolo nelle diverse epoche degli ultimi tempi...", Innsbruck 1819, pp. 126- 132. (24) Patente sovrana del 28 giugno 1850, "con cui si pubblica... una legge organica sulle Magistrature giudiziarie...", pubblicata in B. L. I. 1850, n. 258.

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(25) Patente imperiale del 3 maggio 1853, "con cui si pubblica... una nuova legge sulla sistemazione interna di tutte le autorità giudiziarie e sulla trattazione degli affari presso le medesime", pubblicata in B. L. I. 1853, n. 81. (26) Legge valevole per la Contea principesca del Tirolo del 15 maggio 1869 "sulla insinuazione e trasformazione dei diritti ipotecari", pubblicata in B. L. P. 1869, n. 25. (27) Legge 17 marzo 1897 "concernente l'impianto di libri fondiari e l'assettamento interno degli stessi", pubblicata in B. L. P. 1897, n. 9. (28) Con la legge del 1897 entra in vigore anche in Tirolo la Legge imperiale del 25 luglio 1871 "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari", pubblicata in B. L. I. 1871, n. 95. Il Tirolo è l'ultima tra le provincie ereditarie della Monarchia ad adottare il sistema del libro fondiario (cfr. R. SCHOBER, "Storia della Dieta tirolese. 1816- 1918", Trento 1987, pp. 29- 30). (29) Cfr. "Repertorio catastale per la Provincia di Trento...", a cura di R. CATTANI, L. CRISTOFOLINI, dattiloscritto inedito 2002. (30) Legge 1 agosto 1895, "sull'esercizio della giurisdizione e sulla competenza dei tribunali ordinari in affari civili", pubblicata in B. L. I. 1895, n. 111. (31) I comuni non sono evidenziati e compaiono insieme alle frazioni e ai luoghi minori, in quanto era ancora in atto la ricomposizione dell'organizzazione comunale come essa appariva alla data del 1805, cui erano seguiti gli accorpamenti del periodo italico. (32) Pubblicata in B. L. P. 1824, n. 27. (33) Dispaccio della Commissione provinciale organizzatrice del 24 novembre 1854, "col quale viene pubblicato il prospetto de' comuni locali assegnati secondo l'organizzazione politica e giudiziaria della Contea principesca del Tirolo e del Vorarlberg a ciascun Distretto", pubblicato in B. L. P. 1854, n. 22. (34) Cfr. U. CORSINI, "Il Trentino nel secolo decimonono", Rovereto 1963, pp. 216- 217. (35) Cfr. F. MENESTRINA, "Nuove provincie", in "Nuovo digesto italiano", a cura di M. D'AMELIO, vol. VIII, Torino 1939, pp.1180- 1181. (36) Cfr. F. MENESTRINA, cit., p.1181. (37) Pubblicato in G. U. 7 luglio 1921, n. 159. (38) Cfr. A. CASETTI, cit., p. 841; F. MENESTRINA, cit., p. 1180; REGIO ESERCITO ITALIANO, COMANDO SUPREMO, SEGRETARIATO GENERALE PER GLI AFFARI CIVILI, "La gestione degli affari civili. Relazione", Fascicolo I, 31 dicembre 1916. L'attività del Segretariato generale per gli affari civili cessa in data 31 luglio 1919, cfr. la circolare del Segretariato generale per gli affari civili del 31 luglio 1919, n. 232- 43, pubblicata in REGIO ESERCITO ITALIANO, COMANDO SUPREMO, SEGRETARIATO GENERALE PER GLI AFFARI CIVILI, "La gestione degli affari civili. Documenti", Fascicolo XXII, 31 luglio 1919, pp. 128- 129. (39) Pubblicato in G. U. 7 luglio 1919, n. 160. (40) Istituito con R. D. 24 luglio 1919, n. 1251, pubblicato in G. U. 28 luglio 1919, n. 179. (41) Cfr. "Calendario almanacco per autorità ed uffici per l'anno 1921" [Trento 1921], p. 96. (42) Pubblicato in G. U. 28 ottobre 1922.

267 fondo Giudizio distrettuale di Cles, 1819 - 1841

Soggetti produttori Giudizio distrettuale di Cles, 1817 maggio 1-1923 luglio 1

Contenuto L'imperial Regio Giudizio Distrettuale di Cles aveva competenza politico amministrativa e giudiziaria sul territorio di Cles. Gli atti della causa conservati appartengono a tale fondo. Non è stato possibile ricostruire con sicurezza i motivi della conservazione nell'archivio del comune di Caldes di tali atti.

268 serie 1 Carteggio ed atti, 1819 - 1841

363. b.363 Atti della causa, dibattuta davanti al giudizio distrettuale di Cles, fra i comuni di Cles e Caldes per i confini dei boschi comunali "Calcamusa, Bronzara, Verdè, Prafraiter", nonché fra Mechel, Terzolas, Tassullo e Caldes per confini. 1819-1841 Con copie di documenti del 1503, 1781, 1782 e 1785. All'inizio elenco dei documenti. Busta

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Ente Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1

Luoghi Caldes

Archivi prodotti Fondo Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, 01/01/1900 - 31/12/1922

Storia Il Consiglio scolastico locale aveva funzioni di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili. Prima della legge n. 7/1892 era in vigore il "Regolamento politico per le scuole elementari" pubblicato l'11 agosto 1805: la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la sorveglianza scolastica, l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina degli assistenti e dei supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. In seguito, la legge del 25 maggio 1868, n. 48, recante le disposizioni di massima sui rapporti della scuola con la chiesa, demandava la suprema direzione e sorveglianza su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio scolastico locale (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., p.234). Con la legge del 30 aprile 1892, n. 7, entrata in vigore il 1° gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica. Negli anni del primo conflitto mondiale, tra il 1915 e il 1918, il Trentino era diviso in territori occupati dal Regio Esercito austriaco e territori non occupati. In questi ultimi giunse in data 20 maggio 1915 l'ordine telegrafico di chiudere immediatamente le scuole nelle città e nei paesi dichiarati zona di guerra e lo stesso giorno molti maestri irredentisti furono imprigionati dai gendarmi austriaci. Invece nel periodo di massima occupazione del Trentino da parte del Regio Esercito, alla fine dell'anno scolastico 1916, il Segretario Generale per gli affari civili aveva organizzato la scuola elementare in 72 località appartenenti al distretto di Borgo, Primiero, Rovereto e Tione (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., pp.41-2). I restanti distretti erano , Cles, Trento città, Trento distretto e Riva (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., p.191). Con la riforma scolastica promossa tramite numerosi decreti da Giovanni Gentile nel corso del 1923 ed entrata in vigore il 1° ottobre 1924, si sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale e si riformava lo stato giuridico della scuola (cfr. Q. Antonelli, Per una scuola elementare trentina..., pp.217-8): l'organizzazione gestionale prevedeva dunque una struttura amministrativa verticalizzata in vista del rafforzamento del potere centrale (cfr. Q. Antonelli, Per una scuola elementare trentina..., pp.247-8).

La prima attestazione del Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, conservata nell'Archivio comunale di Caldes, è datata 2 gennaio 1900 (Archivio comunale di Caldes, Consiglio scolastico locale, "Protocollo degli esibiti", n.364).

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L'ultima attestazione è datata 12 febbraio 1923 e tratta del conguaglio scolastico per l'anno 1923 (Archivio comunale di Caldes, Consiglio scolastico locale, "Preventivi e conguaglio", n.366).

Condizione giuridica In seguito alla riforma attuata da Maria Teresa d'Austria con l'emanazione dell'"Allgemeine Schulordnung" del 6 dicembre 1774 e da Francesco I con il "Regolamento politico per le scuole elementari" dell' 11 agosto 1805 (che riprendeva l'Ordinanza aulica del febbraio 1787), entrata in vigore nei circoli di Bolzano, Trento e Rovereto dopo la pace di Vienna del 1818, si delinea la legislazione scolastica trentina che restò in vigore fino al 1869. Soltanto con le due leggi del 1982 si attuava una riforma scolastica giunta fino agli anni Trenta del '900: la legge del 30 aprile 1892, n. 8 per la Contea principesca del Tirolo concernente le scuole popolari pubbliche e la legge del 30 aprile 1892, n.7, in vigore il 1° gennaio 1894 e concernente la sorveglianza sulla scuole, con la quale era istituito il Consiglio scolastico locale (artt. 1-20). La riforma Gentile del 1923, che comprendeva un vasto numero di decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni livello, entrata in vigore dal 1° luglio 1924, sopprimeva il Consiglio scolastico locale. In particolare la soppressione del Consiglio scolastico locale rientrava fra le norme dettate dal R.D. datato 20 dicembre 1923, n. 3113 (anch'esso in vigore dal 1° febbraio 1924) concernente le scuole popolari nei territori annessi al Regno italiano. Fra gli atti ufficiali degli anni 1923-1924 si trova una circolare del Regio Provveditorato che, in data 6 marzo 1924, dettava le norme per la liquidazione del Consiglio scolastico locale. In essa è detto che in seguito alla profonda riforma apportata alla legislazione scolastica preesistente con i regi decreti dal 1° ottobre 1923 in poi, quasi tutte le mansioni, affidate dalla legge del 30 aprile 1892, n. 7 ai Consigli scolastici locali, furono assegnate ad altri organi (patronati, sindaci, direttori didattici, ispettori).

Funzioni, occupazioni e attività Il Consiglio scolastico locale, nominato dal 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari pubbliche ed infine, sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico. Il Consiglio scolastico controllava l'ordinamento scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle disposizioni delle autorità superiori. In particolare controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con fondi locali, ai maestri; amministrava il fondo scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche (o ne sorvegliava l'amministrazione); vigilava sull'edificio, sui fondi e sulle suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario; custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto sull'andamento della scuola; decideva l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai sei anni; promuoveva la frequentazione della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la mancata frequenza; ripartiva sui singoli giorni della settimana le ore d'insegnamento stabilite dal piano d'istruzione e stabiliva in quali ore del giorno si dovesse impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito; vigilava sulla disciplina scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento di maestri; accordava ai maestri i permessi (fino a tre giorni) per personali incombenze; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri e comune o autorità; informava, dava pareri e faceva proposte alle rappresentanze comunali e alle varie autorità; determinava in base alla legge il numero di maestri necessario.

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Secondo il R.D. n. 3113/1923 (art. 4), fino al 30 giugno 1924 la gestione dei servizi scolastici doveva continuare a funzionare con il concorso finanziario degli enti scolastici locali, territoriali e istituzionali esistenti. Detti enti dovevano contribuire alle spese per le scuole pubbliche popolari nella misura risultante dai relativi bilanci dell'anno 1923. Invece, secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i Consigli scolastici locali, come dettato dal R.D. n. 3113/1923, dovevano funzionare dal 1° febbraio al 1° luglio 1924 quali "uffici di stralcio", cioè l'opera dei suddetti Consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole economico-amministrativa. Dunque vi rientravano i Consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni quali speciali fondazioni scolastiche, stabili intavolati a nome del Consiglio scolastico locale, patrimoni speciali ecc. e i Consigli che si occupavano della gestione amministrativa dei fondi necessari al coprimento delle spese richieste dal regolare funzionamento di scuole il cui mantenimento spettava a più comuni insieme (riparto della spesa fra comuni, riscossione quote relative, provvista di mezzi didattici, di arredi scolastici, di materiale per il riscaldamento ecc.). La circolare aggiunge che i Consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano le incombenze sopra citate, dovevano già considerarsi sciolti, con l'incarico di passare, entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di gestione ordinaria al rispettivo comune.

Il Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo aveva il compito di sorvegliare sulle scuole di entrambi i comuni.

Struttura amministrativa Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la comunità scolastica, dal sorvegliante della scuola locale ed infine, dal patrono della scuola, se c'era. Il patrono della scuola, membro del Consiglio scolastico, aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo sostituto. Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità ecclesiastica superiore un sacerdote. Se nella comunità scolastica vi erano diverse scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale. Il dirigente della scuola rappresentava la scuola nel Consiglio. Se al Consiglio scolastico sottostavano più scuole, entrava nel Consiglio il dirigente della scuola di categoria più alta; nel caso in cui ci fossero più scuole della stessa categoria, spettava al Consiglio scolastico distrettuale scegliere il dirigente; tuttavia i dirigenti esclusi avevano diritto di partecipare e votare alle riunioni in cui si fosse trattato del loro istituto. Inoltre se una scuola pubblica era condotta da docenti appartenenti ad un ordine di religiose, la dirigente poteva nominare un sostituto per partecipare alle riunioni del Consiglio; questi aveva soltanto diritto di voto consultivo. I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel caso in cui alla stessa comunità scolastica appartenessero diversi comuni, il rappresentante era eletto da tutte le rappresentanze comunali, con l'interessamento del preside del Consiglio scolastico distrettuale. Nel Consiglio entrava anche il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti. Tutti gli eleggibili nella rappresentanza comunale erano anche eleggibili nel Consiglio scolastico locale. Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di membri fra 2 e 5 e ripartito sui rispettivi comuni in base al censo e al numero della popolazione. Le elezioni erano fissate ogni sei anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio scolastico; tutti i membri erano rieleggibili. Nel caso di dimissioni di un membro, si effettuava un'elezione per sostituirlo fino alla scadenza del mandato dell'intero Consiglio.

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L'ingiustificato rifiuto ad entrare nel Consiglio o ad assumere la carica di presidente era punito dal Consiglio scolastico distrettuale con una multa in denaro e si dovevano indire nuove elezioni. Le multe inflitte erano versate nel fondo scolastico locale. I membri del Consiglio scolastico locale eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside) ed il suo sostituto. Il rappresentante della chiesa potava rifiutare l'elezione; i maestri delle scuole popolari non potevano ricoprire la carica di presidente o sostituto. Nel caso in cui il presidente e il sostituto fossero impediti ad assumere la direzione del Consiglio, la presidenza era assegnata al più anziano fra i membri del Consiglio. Il presidente rappresentava il Consiglio scolastico locale all'esterno e doveva aver cura del corretto adempimento delle attribuzioni del Consiglio; distribuiva gli affari da trattare agli altri membri, metteva in esecuzione le deliberazioni e si occupava degli affari correnti; aveva il diritto di sospendere le esecuzioni delle deliberazioni in contrasto con la legge purché entro otto giorni rimettesse al Consiglio scolastico distrettuale l'oggetto sospeso. In caso di vertenze urgentissime di affari non correnti, il presidente poteva prendere da solo le disposizioni senza convocare il Consiglio in seduta straordinaria, ma era tenuto a farle approvare nella seduta di Consiglio successiva. Secondo le norme dettate dalla legge n. 7/1892 (artt. 1-20), la costituzione del Consigli scolastico locale doveva essere notificata alle rappresentanze comunali della comunità scolastica e al Consiglio scolastico distrettuale. Nelle scuole popolari con lingua d'insegnamento tedesca ed italiana o ladina, si dovevano scegliere i rappresentanti comunali appartenenti ad entrambe le nazionalità ed il loro numero era fissato dal Consiglio scolastico distrettuale. Diverso era nei comuni in cui c'erano scolari non appartenenti alla religione cattolica: il Consiglio scolastico locale era tenuto ad eleggere ed invitare un consultore della rispettiva religione per trattare degli interessi religiosi. Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio scolastico distrettuale, dopo la consultazione dei comuni formanti la comunità scolastica. Il sorvegliante doveva abitare nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del Consiglio. Se il Consiglio scolastico sorvegliava più scuole, potevano essere eletti due sorveglianti. Inoltre se nelle scuole si avevano più lingue di insegnamento (italiano, tedesco e ladino) veniva nominato anche uno speciale sorvegliante per la rispettiva nazionalità. Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non poteva rappresentare due persone nel Consiglio quindi le cariche di presidente del Consiglio e di sorvegliante non potevano essere riunite in una sola persona. Il sorvegliante aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente della scuola e portare in Consiglio le osservazioni fatte. Tutti i membri del Consiglio scolastico locale potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio scolastico locale prendere disposizioni, all'interno della sfera di sua competenza. Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevano essere invitati ad ogni assemblea e, perché questa fosse valida, dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo. I membri del Consiglio scolastico locale non potevano essere presenti a discussioni e votazioni riguardanti i loro propri interessi personali; essi inoltre non avevano diritto a nessuna retribuzione per il disbrigo degli affari, ma la comunità scolastica li risarciva per eventuali spese sostenute.

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Nel periodo di transizione dall'Austria all'Italia, il Trentino conserva l'organizzazione scolastica austriaca, compresi gli organismi di sorveglianza. Nacque un acceso dibattito fra cattolici e laici per le questioni organizzative, fra le quali anche il Consiglio scolastico locale. Secondo la relazione del maestro Miorelli del 1919 "...la scuola appartiene giuridicamente al Comune, il quale nomina i propri maestri, quantunque i contributi comunali per il mantenimento della scuola siano minimi e gravino sul distretto e sulla provincia... Della propria scuola il Comune è sommamente geloso" (cfr. "Diritti e doveri...", 1919). Datato 15 dicembre 1920 è l'intervento sulla rivista "La scuola redenta" nella quale i maestri laici chiedevano una scuola laica e sollecitavano l'abolizione dei Consigli scolastici locali che rappresentavano un'ingerenza della gerarchia ecclesiastica nel governo della scuola. La "Riforma Gentile" sopprimeva infine ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale sostituendoli con i Consigli scolastici regionali e i Consigli di disciplina di nomina ministeriale. Con il R.D. n. 3113/1923 concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione scolastica per tutti i comuni, eccettuati i capoluoghi di provincia, era affidata al Regio Provveditorato (art.3). Secondo l'art. 5 del succitato R.D. i prefetti interessati per ragioni di territorio erano incaricati di provvedere, inteso il provveditore competente, alla nomina di commissari straordinari con l'incarico di liquidare e ripartire fra i comuni, che facevano parte della medesima circoscrizione scolastica amministrativa, il patrimonio mobiliare e immobiliare, e la quota dei crediti e dei debiti in dipendenza dei rapporti preesistenti, così di diritto pubblico come di diritto privato. A Commissari per la predetta liquidazione e ripartizione dovevano essere preferibilmente nominati i sottoprefetti nel cui territorio era compreso il maggior numero di comuni.

Contesto generale Il Consiglio scolastico locale aveva una fitta rete di rapporti esterni per la struttura organizzativa della scuola popolare austriaca. L'autorità immediatamente superiore al Consiglio scolastico locale era l'I. R. Consiglio scolastico distrettuale che incaricato della sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli istituti sottostanti al Consiglio locale. I distretti scolastici coincidevano con i distretti politici ed in Trentino erano 10: Borgo, Cavalese, Cles, Primiero, Riva, Rovereto città, Rovereto distretto, Tione, Trento città e Trento distretto. Le città con proprio statuto comunale infatti formavano un proprio distretto. Il Consiglio scolastico distrettuale, fra le sue numerose competenze (cfr. art. 27 della legge n.7/1892), doveva dettare disposizioni per la costituzione dei Consigli scolastici locali, nominava i sorveglianti locali e vigilava sull'attività degli stessi; disponeva ispezioni straordinarie nelle scuole e stabiliva, sentito il consiglio scolastico locale, l'epoca per le ferie legali presso le scuole popolari pubbliche, in considerazioni dei luoghi dove esse erano situate. In pratica il Consiglio scolastico distrettuale, con sede nel capoluogo del distretto, funzionava da tramite fra l'organo superiore con sede ad Innsbruck e la moltitudine di consigli scolatici locali dispersi sul territorio L' I.R. Consiglio scolastico provinciale era, nella provincia, la suprema autorità di sorveglianza sulle scuole e vi sottostavano tutti gli istituti di educazione ed insegnamento di ogni ordine e grado. Esso rifletteva per struttura interna la diversa composizione nazionale del Tirolo ed era il diretto interlocutore del Ministero di culto e istruzione Al vertice della struttura statale vi era il Ministero del culto e dell'istruzione dal quale dipendevano gerarchicamente le autorità sopracitate.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Bollettino delle leggi dell'Impero, 1869.

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Bollettino delle leggi provinciali, 1892. Bollettino delle leggi e delle ordinanze per la Contea principesca del Tirolo e per il Vorarlberg, 1904, 1910. Lex, 1923. Bibliografia ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento, 1998. DE FORT E., La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, 1996 GENTILE G., La riforma della scuola in Italia, Firenze, 1989 LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento, 1959. RASERA F., Dopoguerra e primo fascismo in Trentino nella storiografia locale, IN: Materiali di lavoro, n.3, Trento, 1978 SEMERARO A., Il sistema scolastico italiano. Profilo storico, Roma, 1996 SPADA A., Per la nostra sistemazione giuridica. L'amministrazione della scuola, IN: "Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Niccolò Tommaseo", Trento, 1921 ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Arcaini R.G., Trento, 2003

275 fondo Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, 1900 - 1922

Soggetti produttori Consiglio scolastico locale di Caldes e Samoclevo, 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1

276 serie 1 Protocolli degli esibiti, 1900 - 1914

364. reg.364-367 "Protocollo degli esibiti" del consiglio scolastico locale 1900 gennaio 2 - 1914 dicembre 22 Registro, legatura in cart., cc.42

277 serie 2 Carteggio ed atti, 1902 - 1914

365. fasc.364-367 Carteggio ed atti 1902-1914 (con lacuna dal 1903 al 1911 e nel 1913) Fascicolo

278 serie 3 Preventivi e conguagli, 1921 - 1922

366. fasc.364-367 "Conguaglio della comunità scolastica di Caldes-Samoclevo distretto scolastico di Cles per l'anno 1921" 1921 Fascicolo, cc.2

367. fasc.364-367 "Preventivo della comunità scolastica di Samoclevo distretto scolastico di Cles per l'anno 1923" [1922]

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Ente Comune di Bozzana con Bordiana 1818 gennaio 1-[1948 dicembre 19]

Luoghi Bozzana (Caldes)

Altre forme del nome Bozzana con Bordiana (Comune) Bozzana (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Bozzana con Bordiana, 01/01/1567 - 31/12/1928

Storia Il governo austriaco smantellò l'opera di concentramento attuata dal Regno d'Italia, portando il numero dei comuni da 121 a 384. Si trattò tuttavia di un processo lento e graduale che trovò la sua definitiva conclusione con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, che sancì la ricostituzione dei comuni sulla base dell'organizzazione del 1805. Per la precisione, l'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore fino al 31 dicembre 1817 nel Circolo di Trento (dal 1° gennaio 1818 fu quindi in vigore l'ordinamento austriaco, in applicazione della circolare del capitanato circolare di Trento n.11135 di data 4 novembre 1817); mentre nel circolo di Rovereto, le istituzioni comunali italiche cessarono il 31 dicembre 1820 e con il 1° gennaio 1821 entrò in vigore la nuova organizzazione comunale austriaca con l'applicazione del regolamento comunale per il Tirolo e Voralberg del 26 ottobre 1819, che disciplinava la materia stabilendo fra l'altro la ricostituzione dei comuni secondo la situazione esistente nel 1805. La legge del 17 marzo 1849, n. 170, prevedeva tra l'altro la possibilità che più comuni si aggregassero formandone uno solo, per ridurre le spese di gestione e razionalizzare l'amministrazione.

La prima attestazione conservata del periodo austriaco è un documento datato 10 febbraio 1819: si afferma il diritto dei proprietari dei masi di Rabbi di pascolare e "boscheggiare" su un monte di pertinenza del comune di Bozzana con Bordiana (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.378). L'ultima attestazione del comune di Bozzana con Bordiana è una lettera dell'I.R. Giudizio di Malè, datata 19 dicembre 1848, riguardante un pagamento per la costruzione della canonica parrocchiale di Livo (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.393). La circolare del Capitanato Circolare di Trento che impone le direttive sull'applicazione della legge n. 170/1849, che dovrebbe essere conservata presso l'Archivio di Stato di Trento, risulta irreperibile. L'applicazione della legge n. 170/1849 (per l'aggregazione di più comuni) è testimoniata dunque da un documento datato 3 giugno 1849 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.265): si riuniscono "volontariamente" i comuni di Caldes, Terzolas, Magras, Arnago, Samoclevo, Cavizzana, S. Giacomo con le frazioni di Cassana e Tozzaga, Bozzana e Bordiana; sede dell'amministrazione comunale è Caldes. Fino alla fine del periodo

280 austriaco i documenti attestano un'alternanza fra la denominazione del comune di Bozzana con Bordiana e di Bozzana soltanto (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", nn.392, 402, 404, 419, 425, 426). Nella descrizione preliminare dell'"Originale descrizione dei confini del comune di Bozzana", databile approssimativamente verso fine del XIX e l'inizio del XX secolo è specificato che si tratta di Bozzana con la frazione di Bordiana e si spiega: "Il comune di Bozzana confina a settentrione con Bresimo e Cis, a mattina con Cis e Cles distretto di Cles, a mezzodì con Cles e Cavizzana, e a sera con San Giacomo" (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n.428).

Condizione giuridica Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, i comuni del Trentino vennero divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le Città minori (Riva e Arco) e i Centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Per avere una regolamentazione accurata delle istituzioni e dei compiti amministrativi del comune bisognò attendere la legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849, n.170, emanata sulla spinta delle rivoluzioni borghesi del 1848. Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell' impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l' unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder.

Secondo i dettami del regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n.168, il comune di Bozzana con Bordiana passò dalla denominazione di "comune di terza classe" a quella di "comune di campagna", denominazione con cui erano qualificati i comuni con meno di 1.000 abitanti.

Funzioni, occupazioni e attività L'ambito di libertà goduto sotto la dominazione austriaca dai comuni, in particolare dopo la legge del 1849, non li rendeva enti autarchici, corpi di amministrazione indiretta dello Stato, ma enti autonomi, centri di amministrazione propria, forniti di competenze naturali. L'azione di controllo esercitata dagli organi politici sui comuni era assai contenuta: si parlava solo di vigilanza, non di tutela e quindi il controllo riguardava la legittimità, non tanto il merito delle delibere. Gli organi politico-amministrativi della Provincia (Dieta, Giunta provinciale, Luogotenenza) o l'autorità politica distrettuale vigilavano sui comuni, attraverso le diverse leggi comunali emanate nel corso dell''800. Con la circolare del 31 agosto 1817, n. 20394/1706 recante "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni e dei comuni", vennero ripristinate le norme relative alla contabilità comunale introdotte da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785, in cui si stabiliva fra l'altro che ogni comune fosse tenuto ad avere un cassiere incaricato della riscossione delle imposte erariali, delle tasse comunali e della registrazione di tutte le entrate e le uscite del bilancio comunale. All'art. 3 si citano le: "Spese pel sostentamento dei poveri, per le riparazioni delle strade, dei ponti ed argini, per gli utensili inservienti ad estinguere gli incendi, per i sussidi, per le mammane, ed altri simili, i quali tutti essendo di interesse comune, devono essere comunemente soddisfatti dalle comunità, componenti una Giurisdizione, col mezzo delle comuni loro entrate, o, in mancanza di queste, per via di concorrenza, che è a dire per via di proporzionate annue contribuzioni, ossia così dette collette giurisdizionali".

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La Patente imperiale del 17 marzo 1849 riguardante la provvisoria amministrazione dei comuni si caratterizzò per due innovazioni essenziali: l'attribuzione al comune di due ambiti d'azione ("Wirkungskreise") dei quali uno naturale, comprendente "tutto ciò che riguarda più da vicino gli interessi del comune e che deve essere attuato entro i suoi confini" e l'altro delegato, consistente nel disbrigo di determinati affari pubblici affidati dallo Stato; l'istituzione di due organi elettivi - la rappresentanza e la deputazione comunale - incaricati di amministrare il patrimonio del comune e di sovrintendere al mantenimento dell'ordine pubblico nel territorio di sua competenza. In seguito all'introduzione delle nuove leggi matrimoniali pubblicate nel Tirolo con Patente sovrana data a Vienna il 20 aprile 1815, il governo tirolese con ordinanza datata 30 giugno 1815, n. 3681 affidava nuovamente la tenuta delle matricole riguardanti le nascite, le morti e i matrimoni all'esclusiva competenza dei parroci, come era già stato prescritto dalla Patente sovrana emanata da Giuseppe II il 20 febbraio 1784. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale.

I protocolli delle sedute delle rappresentanze comunali conservate nell'Archivio comunale non permettono di tracciare un profilo omogeneo degli argomenti trattati nelle riunioni. Talvolta infatti si occupavano di conti consuntivi e preventivi, più spesso di problemi di amministrazione, quali la sistemazione di strade comunali e acque; i diritti sulla legna; la costruzione e gestione delle malghe. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di Protocollo degli esibiti, introdotto in periodo italico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale ma per Bozzana con Bordiana non ve n'è traccia.

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento n.11135 datata 4 novembre 1817 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio.

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Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Contesto generale

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L'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 prevedeva una Reggenza del paese a Trento e una Direzione di polizia con 5 Commissariati (a Riva, Rovereto, Cles, Bolzano e Trento). Con decreto 24 aprile 1815, n.28, venivano ripristinati, a partire dal 1° maggio 1815, i 2 Capitanati circolari di Trento e Rovereto, sottoposti al Governo di Innsbruck. Due anni dopo, con la sovrana patente del 14 marzo 1817, i Giudizi distrettuali sovrani e patrimoniali con competenze giuridico-amministrative, la cui funzione era quella di fungere da organi intermedi tra i Capitanati circolari e i comuni (cfr. il relativo elenco in Casetti, pp. 834-835). Nella prima metà del secolo XIX scomparvero i vari Giudizi patrimoniali, assorbiti dai Giudizi distrettuali che li delimitavano o trasformati in Giudizi sovrani (la trasformazione avvenne pochi anni dopo l'organizzazione giudiziaria del 1817 per molti Giudizi patrimoniali e nel 1842 per i pochi ultimi della Val Lagarina e di Arco). Il numero dei Giudizi distrettuali, come quello dei comuni, si mantenne pressoché invariato dai primi decenni del secolo XIX al 1918 (per le variazioni e l'elenco dei Capitanati e dei Giudizi, cfr. Casetti, pp. 836, 837, 838). Nella legge del 1849 furono dettagliatamente descritti gli organi di rappresentanza dei "comuni distrettuali" ossia dei Distretti, e dei "comuni circolari", paralleli agli organi dei comuni: rispettivamente Capitano distrettuale e Rappresentanza distrettuale, con la relativa Giunta, e Presidente di Circolo e Rappresentanza circolare. Per arrivare tuttavia a questa stabilità si ebbero molti passaggi: -con la notificazione del 21 dicembre 1849 venivano istituite nuove autorità politiche e a partire dal 1° maggio 1850 le attribuzioni politiche dei Giudizi passarono ai Capitanati distrettuali e furono aboliti il Governo di Innsbruck e i Capitanati circolari di Trento e Rovereto: sorse una Luogotenenza a Innsbruck da cui dipendevano 3 Reggenze, con sede a Trento, Bressanone e Innsbruck. -Con ordinanza 6 maggio 1854, n. 195, si preponeva come autorità politica provinciale la Luogotenenza di Innsbruck, da cui dipendeva il Circolo di Trento con 25 Uffici Distrettuali (Preture). Praticamente con il 1855, fino al 1868, le competenze politiche passate nel 1850 ai Capitanati tornarono alle Preture politiche, che sostitutirono i vecchi Giudizi. La guerra del 1866 comportò formalmente lo scioglimento del paese dalla Confederazione germanica. Col 25 novembre 1854 entravano in funzione le autorità giudiziarie: ad Innsbruck il Tribunale d'appello per tutta la Contea principesca del Tirolo; a Trento e a Rovereto due Tribunali circolari, oltre ai due Giudizi distrettuali delegati urbani e poi con competenza anche giudiziaria civile gli Uffici distrettuali, detti pertanto misti, mentre i due Tribunali circolari e gli Uffici distrettuali in materia penale per i distretti dei precedenti Capitanati. In un documento dell'Archivio comunale di Caldes, datato 1848 maggio 26 e riguardante l'elezione di un deputato alla Dieta dell'Impero, si dice che la prima Dieta dell'Impero si teneva a Vienna, la Dieta Provinciale a Innsbruck e la Dieta di tutta la Germania a Francoforte. Per la Dieta dell'Impero si doveva eleggere 1 deputato ogni 30.000 anime: a Cles, gli elettori dei distretti di Cles, Fondo e Malè sceglievano il deputato; gli elettori dovevano aver compiuto 24 anni, essere liberi abitanti da almeno 6 mesi nel paese, non dovevano essere "giornalieri" o servitori nè assistiti dal fondo dei poveri e potevano anche essere scelti come elettori. Coloro che avevano diritto al voto si dovevano recare a Caldes per scegliere 3 elettori. L'assemblea di coloro che avevano diritto al voto era presieduta da un impiegato del Giudizio, dai capicomune, dai deputati che componevano il riparto e da uno scrittore scelto dalla deputazione. Per l'elezione invece dei deputati da mandare al Parlamento della Germania, a Francoforte, si doveva eleggere un deputato per il distretto di Cles, Fondo e Malè. Ogni distretto era ripartito ed ogni parte eleggeva 1 elettore ogni 500 anime. Nel distretto di Malè, cui appartenevano i comuni di Bozzana, Samoclevo, Caldes, Cavizzana e San Giacomo, c'erano 32 elettori. Aveva diritto di voto ogni capofamiglia maggiorenne e indipendente. Era compito del capocomune avvertire di casa in casa i capifamiglia che dovevano, insieme a tutti i membri della rappresentanza "maggiore e minore", recarsi a Caldes per

284 nominare gli elettori, sotto la presidenza di un Commissario giudiziale (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 392). Risulta che Bozzana avesse una Curazia staccata da quella di Cis e che appartenesse alla Pieve di Livo dall'11 agosto 1747 (CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 96).

Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg. Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Convenzione 28 giugno 1814 "relativa alla cessione da parte del Tirolo e del Vorarlberg, che altre volte apparteneva alla Baviera, a sua maestà l'imperatore d'Austria". Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore" Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare" Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni" Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali" Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Legge 31 agosto 1817, n. 65, "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro" Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg" Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes

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Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

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Ente Comune di Bozzana con Bordiana 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Luoghi Bozzana (Caldes)

Altre forme del nome Bozzana con Bordiana (Comune) Bozzana (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Bozzana con Bordiana, 01/01/1567 - 31/12/1928

Storia Una seconda provvisoria e minore concentrazione di comuni fu operata verso la metà del secolo XIX, ma poi i comuni riuniti furono sciolti e vennero ricostituiti i singoli componenti (questa possibilità di separazione era sancita dalla legge del 5 marzo 1862, art. 7, e ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art.3). Con l' entrata in vigore del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9 (dal 13 gennaio), venivano estesi alle nuove Province le leggi e i regolamenti comunali e provinciali italiani.

Il documento datato 1° aprile 1861 riguardante l'uso di una malga, attesta che il comune è di nuovo denominato Bozzana con Bordiana, anche se ufficialmente i comuni riuniti sono sciolti in forza della legge del 5 marzo 1862, art. 7, ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art. 3 (Archivio del Comune di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 396). La prima attestazione del comune di Bozzana con Bordiana è un documento riguardante le condizioni d'asta per lavori alla copertura del tetto della chiesa di Bozzana, datato 23 maggio 1862 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.397). Le ultime attestazioni dell'amministrazione austriaca nel comune di Bozzana con Bordiana sono l'"Estratto dei Giurati del Comune", datato 11 ottobre 1922 e il "Conto consuntivo del Consorzio elettrico intercomunale", datato 31 dicembre 1922 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.338). Come evidenzia la legge del 28 gennaio 1850, la frazione di Cassana entrò a far parte del comune di Bozzana mentre Tozzaga rimase aggregata a S. Giacomo; una legge pubblicata nel 1907, riportando le statistiche aggiornate al 31 dicembre 1901, precisa che a quella data sia Cassana che Tozzaga facevano parte del comune di S. Giacomo; nel documento databile approssimativamente tra la fine del XIX secolo e l'inizio del successivo risulta che Cassana e Tozzaga sono entrambe frazioni del comune di Bozzana con Bordiana (Archivio comunale di Caldes, "Fogli di possesso fondiario del comune di S. Giacomo", n. 670). Nella descrizione preliminare dell'"Originale descrizione dei confini del comune di Bozzana", databile approssimativamente verso fine del XIX e l'inizio del XX secolo è specificato che si tratta di Bozzana con la frazione di Bordiana e si spiega: "Il comune di Bozzana confina a settentrione con Bresimo e Cis, a mattina con Cis e Cles distretto 287 di Cles, a mezzodì con Cles e Cavizzana, e a sera con San Giacomo" (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n.428).

Condizione giuridica Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell'impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l'unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder; ma nel giro di poco più di un decennio tale progetto centralistico naufragò e l'imperatore Francesco Giuseppe emanò la legge-quadro di data 5 marzo 1862, n.18 contenente "le disposizioni fondamentali per l' ordinamento degli affari comunali", in base alla quale le Diete dei singoli Länder avrebbero successivamente promulgato in forma specifica e dettagliata i relativi regolamenti comunali e provinciali. Il regolamento comunale per la contea principesca del Tirolo del 9 gennaio 1866, n.1., emanato dalla Dieta di Innsbruck, ricalcava sostanzialmente i contenuti della legge del 1849 tranne che in alcuni punti come, ad esempio, l'affidamento delle attribuzioni rientranti nell'ambito d'azione delegato non più ai capi-comune ma ai comuni stessi.

Funzioni, occupazioni e attività In particolare, la legge del 5 marzo 1862 indicava le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali appartenenti alla sfera d'azione indipendente del comune: la libera amministrazione della sua sostanza e degli affari relativi al "nesso" comunale; la cura per la sicurezza della persona e della proprietà; la cura per la conservazione delle strade comunali, dei sentieri, delle piazze e dei ponti, la sicurezza e la facilità di passaggio sopra strade e acque, la polizia campestre; la polizia delle vettovaglie e la sorveglianza dei mercati, dei pesi e delle misure; la polizia sanitaria; la polizia sulla gente di servizio e sui lavoranti e l'esercizio del regolamento sulla servitù; la polizia sulla moralità; gli affari dei poveri e la cura degli stabilimenti di beneficenza comunali; la polizia delle fabbriche e del fuoco, l'esercizio del regolamento e i permessi di polizia sulle fabbriche; l'influenza, regolamentata dalla legge, sulle scuole medie mantenute dal comune e sulle scuole popolari, la cura per l'erezione, il mantenimento e la dotazione di queste ultime con riguardo ai patronati scolastici ancora esistenti; il tentativo di accomodamento di parti litiganti a mezzo di uomini di fiducia eletti dal comune; l'effettuazione di aste volontarie di cose mobili. La sopracitata legge sanciva anche la possibilità per i comuni di unirsi per sbrigare determinati affari, sia delle funzioni delegate sia delle funzioni indipendenti. Il regolamento comunale del 9 gennaio 1866 per la Contea principesca del Tirolo, come si è detto, confermò sostanzialmente la legge del 1849. Le preoccupazioni per la gestione del patrimonio, soprattutto dei piccoli comuni, non mancarono in Trentino, ma nemmeno nella capitale tirolese dove si corse ai ripari con le leggi 18 gennaio 1882, n.2, e 8 giugno 1892, n.261, riguardanti l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale. Con le leggi generali dd. 25.7.1871, n. 95 e n. 96 e con la legge provinciale di data 17.3.1897, n.77, si iniziò l'impianto durato più o meno a lungo nei vari comuni del libro fondiario. In applicazione della legge del 29 marzo 1869, n.71, e in seguito al dispaccio del Ministro dell'Interno del 21 maggio 1869, dispone l'effettuazione dell'anagrafe ossia del censimento della popolazione dell'anno 1870.

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Con le leggi generali datate 25 luglio 1871, n. 95 e n. 96 e con la legge provinciale datata 17 marzo 1897, n. 77 si iniziava l'impianto del libro fondiario. A questo proposito si trova la "Proprietà fondiaria delle frazioni del comune amministrativo di Caldes" composto da Bozzana, Caldes, Cavizzana, Samoclevo e San Giacomo (Archivio comunale di Caldes "Carteggio e atti degli affari comunali", n.340). Nella serie "Registri dei confini, mappe, fogli di possesso, sistemi preliminari e sommari" (nn.428-432), si conservano, in forma non completa, gli strumenti che fornivano il quadro dei beni immobili siti nel territorio comunale e dei loro proprietari.

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento datata 4 novembre 1817, n.11135 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si

289 occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. La legge del 1866 specificava inoltre le funzioni del capocomune in merito ad amministrazione e sorveglianza dei beni e degli istituti comunali. Il capocomune aveva infine la responsabilità dell'esecuzione di tutte le entrate e le spese ordinarie, mentre per quanto riguardava le entrate e le spese straordinarie, esse dovevano essere di volta in volta approvate dal Capitanato, previo rapporto del Giudizio. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. Le modalità di elezione, contenute nel Regolamento elettorale per i comuni della Contea principesca del Tirolo, allegato alla legge del 1862 insieme al regolamento comunale, disponevano che la rappresentanza comunale fosse eletta dai cittadini del comune e da altri membri: curati, impiegati dello Stato, ufficiali, persone con grado accademico, maestri. Gli elettori si dividevano in base al loro censo annuo in tre corpi elettorali che si riunivano separatamente per scegliere i propri rappresentanti, il cui numero era proporzionale al numero degli stessi elettori. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La disposizione del 1866 inoltre prescriveva l'obbligo per la rappresentanza comunale di riunirsi almeno due volte all'anno per approvare il conto preventivo (da farsi nei mesi estivi per l'anno successivo) e consuntivo (da farsi nei mesi invernali per l'anno precedente) e attribuiva ad essa il compito di nominare i revisori dei conti e dei preventivi e i commissari per lo scontro di cassa. Il Regolamento comunale, emanato dalla Contea principesca del Tirolo con legge del 9 gennaio 1866, in ottemperanza alla legge del 5 marzo 1862 sull'ordinamento degli affari comunali, definiva la rappresentanza "organo deliberativo e sorvegliante" senza potere esecutivo (che rimaneva invece affidato alla deputazione), ma apportava poche variazioni al suo funzionamento. Aumentavano gli obblighi di riunione a scadenza trimestrale e ogni volta che se ne presentasse la necessità, oppure a richiesta di un terzo dei suoi membri o della Giunta distrettuale.

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La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Un protocollo della seduta della rappresentanza comunale datato 20 maggio 1860, tramanda i 18 capitoli dello statuto per l'uso della malga Polinar in Rabbi, proprietà del comune di Bozzana con Bordiana per l'anno 1860 e gli anni a seguire: coloro che mettono gli animali in malga secondo la proporzione di animali che farà il "capomonte" devono pagare l'affittto della malga nelle mani del ricevitore comunale; per gli attrezzi della malga appartengono al comune; i possessori di bestiame eleggono il capomonte, responsabile del "vaccaio", del "malgolino", del "vaccaiolo" e del "capraio"; ciascuno è pagato solo per il tipo di animali a cui bada. Inoltre il verbale della rappresentanza comunale datato 1° aprile 1861 aggiunge altri sei capitoli che stabiliscono che il capomonte ha l'autorità di provvedere agli animali dei forestieri se non ci fossero abbastanza capi degli abitanti di Bozzana con Bordiana; deve approntare, passando di casa in casa, un elenco di animali da mandare in malga ed infine può erigere nuovi sentieri e strade per condurre più facilmente il bestiame (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.396). In data 1° luglio 1866 l'I.R. Pretura di Malè ordinava che lungo tutta la linea telegrafica i comuni dovessero, nel tratto di loro competenza, scegliere uomini fidati per sorvegliarla e riferire alla Pretura ogni danneggiamento. Poichè Caldes, Samoclevo, San Giacomo e Bozzana avevano un tratto di strada contiguo l'uno all'altro potevano anche unirsi per nominare e fissare le stesse guardie telegrafiche. I turni di sorveglianza duravano dunque 24 ore per ogni coppia di guardie. Il pagamento mensile, stabilito in base alle giornate di lavoro, doveva essere fatto dai comuni in proporzione all'estensione della strada da sorvegliare (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.399). Le guardie o custodi forestali avevano il compito di sorvegliare i boschi: un documento datato 1891 gennaio 5 che tratta dell'affitto quinquennale per l'estrazione della trementina dai larici del monte Polinar di Rabbi di pertinenza di Bozzana con Bordiana tramanda che era compito delle guardie forestali contrassegnare con un'impronta di martelli sulla corteccia i larici dai quali si estraeva la trementina; quando si iniziava l'estrazione, il locatario doveva avvertire il comune perchè potesse ordinare la sorveglianza tramite il custode forestale; l'affitto veniva pagato al cassiere comunale di Bozzana entro ottobre (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.414). La Circolare della Lega dei Custodi Forestali della Venezia Tridentina, con sede presso l'Unione del lavoro del Trentino, datata 28 agosto 1920 parla delle funzioni del custode forestale: essa dice che oltre ai normali compiti di sorveglianza sui boschi, al custode forestale venivano assegnati incarichi quali la guardia comunale, il cursore, il "riscuotitore" di pubbliche imposte, organo di ordine pubblico (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.423). Alla rappresentanza di Bozzana con Bordiana, composta da 8 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. Ma secondo il verbale dell'elezione della deputazione comunale di Bozzana, datato 25 gennaio 1922, il nuovo consiglio comunale doveva nominare il sindaco e quattro assessori comunali (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 425). Nel documento datato 4 aprile 1871 si dice che "la lista elettorale del comune di Bozzana conta 94 elettori e sono divisi in due corpi elettorali. La Rappresentanza, in conformità ai §§14 e 15 della legge comunale, è composta di 8 rappresentanti e 4 sostituti e ciascun corpo elettorale deve eleggere 4 rappresentanti e 2 sostituti" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 403).

Contesto generale

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Con la legge datata 19 maggio 1868, n. 40 si separò definitivamente la competenza politico-ammistrativa da quella giudiziaria, essendo la prima attribuita ai Capitanati e la seconda ai Giudizi; la competenza politica amministrativa fu affidata alla Luogotenenza di Innsbruck, come supremo organo di tutta la Provincia del Tirolo, con una sezione di Luogotenenza a Trento, retta da un Consigliere (dal 1864 al 1896) dalla quale dipendevano i Distretti politici retti da Capitanati distrettuali in vigore con il 31 agosto 1868; ai Giudizi distrettuali rimase la competenza giudiziaria civile e penale (e la tenuta dei libri di archiviazione). La Dieta (organo legislativo) e la Giunta provinciale (organo esecutivo) rimasero a Innsbruck.

Da un documento datato 1° marzo 1872 si evince l'entrata in vigore dei Sergenti distrettuali dei Bersaglieri Provinciali con sede in Cles per i Distretti Giudiziari di Cles e Fondo e con sede a Malè per il Distretto di Malè (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 404). Risulta che Bozzana avesse una Curazia staccata da quella di Cis e che appartenesse alla Pieve di Livo dall'11 agosto 1747 (Casett A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 96).

Fonti normative Ordinanza imperiale 20 aprile 1854, n. 96, "wodurch eine Vorschrift für die Vollstreckung der Verfügungen und Erkenntnisse der landesfürstlichen politischen und polizeilichen Behörden erlassen wird". Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Legge 5 marzo 1862, n. 14, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse" Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni" Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari" Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio" Legge del 18 gennaio 1882, n. 2, "valevole per la contea principesca del Tirolo, concernente l'amministrazione del patrimonio e delle entrate comunali ed i provvedimenti di rispettiva vigilanza sui comuni" Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione" Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli" Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio

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Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

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Ente Comune di Bozzana con Bordiana 1923 gennaio 13-1928 novembre

Luoghi Bozzana (Caldes)

Altre forme del nome Bozzana (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Bozzana con Bordiana, 01/01/1567 - 31/12/1928

Storia In seguito alla sconfitta dell'Austria nel primo conflitto mondiale, il trattato di St. Germain datato 10 settembre 1919, approvato con R.D. datato 6 ottobre 1919, n. 1804 e convertito in legge il 26 settembre 1920, sancì l'annessione del Trentino all'Italia. L'ordinamento comunale austriaco tuttavia rimase in atto fino all'entrata in vigore del R.D. del 11 gennaio 1923, n. 9 che estese alle nuove Province l'ordinamento comunale italiano. Con l'avvento del Fascismo, la riforma della legge comunale e provinciale italiana, pubblicata nel R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, nella legge del 4 febbraio 1926, n. 237 (riguardante l'istituzione del Podestà e della Consulta municipale nominati dall'esecutivo nei comuni non eccedenti i 5000 abitanti) ed, infine, nel R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 (in base a cui fu esteso l'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno), operava la cancellazione completa del passato tessuto amministrativo nei comuni italiani. Subito dopo con interventi di autorità furono aggregati alcuni comuni (R.D. datato 29 novembre 1928, n. 2970), fino a giungere in Trentino al numero di 117 (la riforma fu particolarmente intensa negli anni 1928-29). Nel decreto vicereale del 24 luglio 1810 si trova la denominazione del comune "Bozzana con Bordiana". Nell'Archivio del comune di Bozzana con Bordiana i primi registri ufficiali dell'amministrazione italiana datano 1924: la prima attestazione infatti è l'"Estratto del Verbale di Deliberazione Consigliare" relativo alla sessione straordinaria del 30 aprile 1924 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali di deliberazione del consiglio e del podestà", n.433). Il comune di Bozzana con Bordiana fu aggregato, già con R.D. 15 novembre 1928, n. 2742 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.5), al comune di Caldes, con i comuni di Cavizzana, Samoclevo, San Giacomo insieme a Tozzaga e Cassana. L'ultima attestazione del comune di Bozzana con Bordiana è datata 1928 dicembre 13 e riguarda la fusione dei comuni sopracitati (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 437). Nel dicembre 1927 il numero della "popolazione legale" a Bozzana con Bordiana ammontava a 319 abitanti. Eccezionalmente in alcuni documenti si trova la denominazione "comune di Bozzana" anziché "comune di Bozzana con Bordiana", attestata nella carta intestata del comune stesso (Archivio comunale di Caldes, "Verbali di deliberazione del consiglio comunale e del Podestà", n. 433 e "Carteggio e atti degli affari comunali", nn. 434, 437).

Condizione giuridica 294

Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vengono estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. datato 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n.156, e 23 marzo 1919, n.504; i R.D. datati 18 settembre 1919, n.1825 e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti- legge datati 8 settembre 1922, n. 1285 e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. del 12 febbraio 1911, n.297, modificato con R.D. datati 18 aprile 1920, n. 585 e 7 aprile 1921, n.559. L'art. 25 del decreto datato 11 gennaio 1923, n. 9 stabilisce che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore dovranno aver luogo le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che hanno perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. datato 24 settembre 1923, n. 2013 sono estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, "Riforma della legge comunale e provinciale", introduce alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la legge del 4 febbraio 1926, n.237 ed, infine, con il R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno.

Funzioni, occupazioni e attività La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Le competenze del comune di Bozzana con Bordiana emergono dell'elenco delle serie, appartenenti all'archivio postunitario, classificate secondo il titolario stabilito dalla circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2 tuttora in vigore, di cui elenchiamo le 15 categorie:: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica. Ogni comune è obbligato a tenere un inventario dei beni mobili e immobili; può contrarre mutui, pur con una certa garanzia e, in conformità alle leggi, imporre dazi e alcuni tipi di tasse; è obbligato a fare spese per gli uffici e per l'archivio comunale; per gli stipendi, per il servizio di riscossione e pagamenti, per le imposte dovute al comune, per servizio sanitario (medici e levatrici), per la conservazione del patrimonio comunale, per il pagamento dei debiti esigibili, per la sistemazione e la manutenzione delle strade comunali, dei porti, degli edifici ed acquedotti e dei cimiteri

295 comunali, per l'istruzione elementare, per l'illuminazione, per i registri dello stato civile, per la festa nazionale, per le elezioni, per la polizia locale, per il carcere mandamentale ecc. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, come si evince dall'art. 5 della legge comunale e provinciale datata 4 febbraio 1926, n. 237.

Un documento datato 20 luglio 1924, indirizzato al sindaco di Bozzana con Bordiana e firmato dal presidente del Comitato dei comandanti dei corpi pompieri solandri, attesta che occorre che il comune si dichiari disposto a sostenere le spese dei corpi accorsi in caso di incendio; la dichiarazione affermativa è attestata con data 1924 luglio 27 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 434). In data 28 dicembre 1924 il consiglio comunale di Bozzana con Bordiana delibera di prolungare per un altro quinquennio il contratto d'affitto con la Società distrettuale dei cacciatori solandri, il cui scopo" è di salvaguardare innanzi tutto ai cacciatori della Valle il diritto di cacciare nei propri territori e di evitare quindi che ricchi forestieri creino delle bandite o delle riserve inaccessibili alle nostre modeste sostanze" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 434). Da un documento datato 14 agosto 1926 risulta che il podestà di Bozzana con Bordiana sia stato nominato con R.D. del 14 maggio 1926 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali di deliberazione del consiglio e del podestà", n.433). Infatti il Verbale datato 23 maggio 1926, redatto nella cancelleria del comune di Bozzana con Bordiana, attesta il passaggio delle consegne da parte dell'ex sindaco al nuovo podestà "dell'ufficio comunale di Bozzana con Bordiana e degli atti stessi di cui si fa una speciale menzione dei principali" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 436). Con il R.D. datato 15 novembre 1928, n. 2742 "i comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo, San Giacomo e Caldes sono riuniti in unico comune con denominazione e capoluogo Caldes". L'unico documento conservato nelle serie dell'Archivio comunale di Bozzana con Bordiana è datato 13 dicembre 1928 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 437): si domanda al podestà di Bozzana di proporre le modalità della fusione per l'unione dei comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo, San Giacomo e Caldes. Gli atti successivi al 1928 sono conservati nelle serie del comune di Caldes e fra questi si trova un documento datato 15 gennaio 1929 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.6), nel quale il Prefetto della Provincia di Trento decreta: 1°) "l'unione dei predetti comuni ha luogo senza costituzione di patrimoni separati, o di concessioni o privilegi particolari alle singole frazioni costituenti il nuovo Ente, a cui spettano tutte le attività patrimoniali e tutti i crediti dei cessati comuni ed a cui fanno carico tutte le passività dei medesimi regolarmente riconosciute. 2°) Il sistema tributario dovrà essere identico per tutti i comuni riuniti, con l'applicazione delle stesse tasse e imposte e con unificazione delle tariffe e delle aliquote di sovrimposta fondiaria, salvo che il nuovo comune possa far fronte ai bisogni e servizi con le sole rendite patrimoniali, senza imporre tributi. 3°) Il nuovo comune dovrà procedere subito alla compilazione di un bilancio unico; non è, quindi, consentito l'impianto o la conservazione di bilanci o contabilità separate per i cessati comuni o frazioni. 4°) Il Signor Podestà di Caldes è incaricato dell'esecuzione del presente decreto e di procedere tosto alla compilazione dell'inventario generale dei beni del nuovo Comune, e di adottare le misure necessarie a sistemare nel più breve tempo l'Ufficio comunale, salva e riservata ove del caso, l'approvazione tutoria alle singole due deliberazioni". Nel medesimo fascicolo si trova un decreto del Prefetto, datato 9 febbraio 1929, riguardante la formazione di "un nuovo Ente con personalità giuridica nuova e distinta da quella di tutti i Comuni preesistenti". Di conseguenza decadono i podestà dei precedenti comuni e "si rende necessario promuovere il Sovrano provvedimento per la nomina del podestà, trattandosi... di nuovo Ente".

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Struttura amministrativa In base al R.D. di data 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. di data 11 gennaio 1923, n. 9, ogni comune ha un consiglio, che elegge nel suo seno una giunta, che si rinnova ogni 4 anni e si compone di un numero pari (da 2 a 8) di assessori, e un sindaco, che è eletto a scrutinio segreto e dura in carica 4 anni, un segretario, nominato dal consiglio, e un ufficio comunale. Gli organi di consiglio e giunta sono istituiti nei comuni italiani in base alla Legge comunale e provinciale contenuta nella Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 20 marzo 1865, n.2248. Per quanto riguarda le competenze dei singoli incaricati, in base allo stesso R.D. il consiglio esamina il consuntivo dell'anno precedente e lo approva, delibera il bilancio del comune e delle istituzioni che gli appartengono, nomina i revisori dei conti e i commissari per la revisione delle liste elettorali, vigila sulle istituzioni comunali, elegge nel suo seno a maggioranza assoluta di voti gli assessori che compongono la giunta municipale. Il consiglio inoltre delibera su tutte le materie proprie dell'amministrazione comunale che non siano esplicitamente attribuite a giunta o sindaco e cioè: stipendi, personale, lasciti, acquisti - salva autorizzazione del prefetto -, alienazioni, cessioni, servitù, prestiti, affrancazione di censi, regolamenti relativi a beni comunali, regolamenti igienici e di polizia locale, cimiteri, destinazione di beni comunali, dazi e imposte comunali, fiere e mercati (cfr. art. 131). La giunta municipale delibera a maggioranza assoluta di voti. Le deliberazioni sono valide se è presente la metà dei componenti, minimo tre. Essa delibera sulle spese impreviste, sugli storni, sulla preparazione dei ruoli delle tasse, sulle proposte dei regolamenti al consiglio, sulla conclusione dei contratti deliberati dal consiglio e rende conto al consiglio della sua gestione (art. 139). Il sindaco, quale capo dell'amministrazione comunale (art. 151), convoca consiglio e giunta, esegue le deliberazioni di entrambi gli organi, stipula i contratti, rilascia certificati di notorietà pubblica, stati famiglia, certificati di povertà, rappresenta il comune, sovrintende a tutti gli uffici e istituti comunali; quale ufficiale di governo (art. 152) è incaricato della pubblicazione delle leggi, della tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, ha compiti in materia di ordine pubblico, sicurezza e igiene pubblica. Il segretario comunale deve essere dotato di apposita patente di abilitazione e di un titolo di studio superiore; può rogare i contratti. Sono previsti infine alcuni impiegati comunali le cui competenze sono stabilite da apposito regolamento. Il numero di membri del consiglio va da 15 a 80, a seconda della popolazione del comune. Esso si riunisce due volte all'anno, ordinariamente in primavera e in autunno e le deliberazioni possono essere prese se è presente la metà dei consiglieri. Un regolamento interno determina numero, stipendio e attribuzioni degli impiegati comunali (fra gli altri c'è l'esattore o il tesoriere comunale). Gode del diritto elettorale attivo qualsiasi cittadino maschio, iscritto nelle liste elettorali, che abbia compiuto il 21° anno che paghi annualmente al comune una certa contribuzione diretta erariale. Sono eleggibili a consiglieri comunali tutti gli elettori purché sappiano leggere e scrivere. Nel 1926, in seguito all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910) i consigli e le giunte sono sciolti. Subentra ad essi la figura del podestà. Egli è affiancato, nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti o nei comuni capoluoghi di Provincia, da una consulta municipale, composta di un numero di membri fissati dal Prefetto, con particolari requisiti (in particolare se donne, cfr. art. 68), che durano in carica 4 anni e sono riconfermabili. La scelta dei consultori viene fatta su terne designate dalle associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute. Le adunanze della consulta sono valide solo se è presente almeno la metà dei membri e i suoi pareri sono emessi a maggioranza assoluta di voti. L'ufficio di podestà o consultore municipale è generalmente

297 gratuito. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco.

In un documento datato 1923 febbraio 12 (Archivio comunale di Caldes, "Verbale di deliberazione consigliare", n. 433) è attestata l'adesione del comune di Bozzana con Bordiana al "Consorzio volontario per il servizio di segreteria" (previsto dall'art. 10 del R.D. datato 30 dicembre 1923, n. 2839) composto anche dai comuni di Caldes, Cavizzana e San Giacomo. Si specifica che "il servizio di segreteria è da un anno esercitato da un unico segretario" per i comuni sopracitati e ogni comune ha l'obbligo di avere un regolamento organico per gli impiegati e salariati comunali. Viene quindi proposta l'approvazione del "Regolamento organico per gli impiegati e salariati" conforme a quello approvato dalla Giunta Provinciale Amministrativa di Trento in seduta 1° dicembre 1923, osservando che nella pianta organica annessa allo stesso è contemplato unicamente il posto di segretario. Lo stipendio del segretario viene dunque ripartito fra i comuni di Caldes, Cavizzana, San Giacomo e Bozzana. Secondo il regolamento succitato, il segretario è il capo dell'ufficio municipale e del personale alle dipendenze del comune (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 436). In seguito alla riunione dei comuni, al podestà di Caldes "rimane affidata, nella qualità di Commissario Prefettizio, l'amministrazione del nuovo comune di Caldes, sino alla nomina definitiva del podestà". Inoltre nel documento datato 4 settembre 1929 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.6), si evidenzia la "necessità di evitare disparità di trattamento in confronto di cittadini che fanno ora parte di uno stesso organismo comunale"; a tal fine il podestà deve curare l'amministrazione "con criteri di rigorosa uniformità" verso i particolari interessi e bisogni "tanto del capoluogo che delle singole sue frazioni, affinché queste possano usufruire dei medesimi benefici di quello, specie per quanto attiene al godimento dei pubblici servizi".

Contesto generale Con Ordine di servizio datato 29 maggio 1915 del Comando supremo del regio esercito italiano viene costituito un Segretariato generale per gli affari civili come organo tecnico politico amministrativo per i territori occupati. A ciascun distretto politico è destinato un commissario civile. Finita la guerra, con ordinanza datata 19 novembre 1918 del Capo di Stato maggiore del Regio esercito, l'amministrazione della Venezia Tridentina viene affidata ad un governatore degli affari civili, il quale con R.D. datato 24 luglio 1919, n. 1251, viene sostituito da un Commissario generale civile, coadiuvato da vice Commissari. Gli organi amministrativi previsti dalla legislazione comunale austriaca continuano la loro attività anche negli anni immediatamente successivi alla conclusione del primo conflitto mondiale e all'annessione del Trentino al Regno d'Italia, sancita ufficialmente con la legge datata 26 settembre 1920 che converte in legge il R.D. 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del Trattato di St. Germain tra Italia ed Austria (ciò sulla base delle norme di diritto internazionale). Comunque, fin dal novembre del 1918 i capicomune mutano formalmente la loro denominazione in quella italiana di sindaci. In base al R.D. datato 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, il Regno si divide in Province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni Provincia vi sono un prefetto, con funzioni esecutive, un vice prefetto, un consiglio di Prefettura, con funzioni consultive e amministrative, e una giunta amministrativa, presieduta dallo stesso Prefetto, con funzioni anche giurisdizionali. In ogni Circondario vi è un sottoprefetto, che esegue gli ordini del prefetto.

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Le deliberazioni dei consigli e delle giunte comunali sono trasmesse ai Prefetti e rispettivamente ai sottoprefetti e diventano esecutive se rimandate con il visto del prefetto o del sottoprefetto o se il decreto di sospensione non è pronunziato entro il termine di 15 giorni (1 mese per bilanci e consuntivi). Il prefetto inoltre può ordinare, a spese del comune, le indagini che crede necessarie. Sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa invece, le deliberazioni che riguardano significative transazioni di carattere soprattutto immobiliare e i regolamenti. Questa organizzazione è praticamente confermata dal R.D. datato 3 marzo 1934, n.383. La giunta provinciale amministrativa e il Ministro dell'interno esaminano le regolarità dei singoli stanziamenti e, previa notificazione dei propri rilievi alle amministrazioni interessate, apportano ai bilanci eventuali modifiche. Gli organi che amministrano la Provincia sono il consiglio provinciale e la deputazione cui si aggiunge un presidente (con R.D. datato 30 dicembre 1923). Per i comuni c'è la possibilità di unirsi in consorzi fra loro o con la Provincia, per provvedere a particolari servizi ed opere di comune interesse. Con R.D. datato 21 gennaio 1923, n. 93, viene istituita la Provincia di Trento (comprendente anche Bolzano), con i Circondari, corrispondenti ai Distretti politici. Con l'avvento del Fascismo si ha una politica di accentramento delle cariche che vede l'istituzione di podestà di nomina regia nei comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n.1910) mentre il prefetto diventa "unico solo rappresentante autorità di Governo nella Provincia" (telegramma di Mussolini del 13 giugno 1923).

Le serie dell'Archivio comunale di Bozzana con Bordiana conservano l'adesione del comune al Consorzio Atesino in quanto è richiesta l'elezione dei delegati dei comuni del bacino fluviale (Bozzana è annoverata fra i comuni della sponda destra dell'Adige) e, per l'assistenza medico-chirurgica, l'adesione al Consorzio Sanitario di Malè insieme ad altri comuni quali: Malè, Arnago, Caldes, Cavizzana, , Magras, Samoclevo, San Giacomo e Terzolas (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 434). Nella sessione tenuta in data 1927 agosto 20 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio comunale e del podestà ", n.433), il comune di Bozzana aderisce alla Federazione Provinciale Enti Autarchici di Trento e alla Confederazione Nazionale degli Enti Autarchici. Il contributo per l'adesione era calcolato in base al numero della "popolazione legale" che a Bozzana, nel dicembre 1927, ammontava a 319 abitanti. Risulta che Bozzana avesse una Curazia staccata da quella di Cis e che appartenesse alla Pieve di Livo dall'11 agosto 1747 (Casetti A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 96).

Fonti normative Regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, "col quale è approvato il regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale annessa a quella del 20 marzo 1865, n. 2248". Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866 Regio decreto 14 dicembre 1865, n. 2641 'col quale è approvato il regolamento giudiziario per l'esecuzione del codice di procedura civile, di quello di procedura penale e della legge sull'ordinamento giudiziario'. Regio decreto del 9 gennaio 1887, n. 4311, "che approva un nuovo ordinamento del servizio statistico" Regio decreto 20 maggio 1897, n. 217, "che approva il testo unico delle leggi sulle tasse di registro". Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale". Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e

299 provinciale". Legge 7 aprile 1921, n. 457, "concernente il VI censimento generale della popolazione del regno" Regio decreto 23 ottobre 1921, n. 1530, "che estende ai territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778, la legge 7 aprile 1921, n. 457 sul censimento generale della popolazione nei comuni del Regno" Regio decreto 12 novembre 1921, n. 1594, "che detta norme per il censimento generale della popolazione nei territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778" Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale" Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, "che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani". Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 31 gennaio 1924, n. 151, "Norme per l'attuazione del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, riguardante la riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 23 maggio 1924, n. 824, "Regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello stato" Regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2113, "Istituzione del servizio ispettivo sui comuni e sulle provincie, e modificazioni alle disposizioni della legge comunale e provinciale" Legge 4 febbraio 1926, n. 237, "Istituzione del potestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti" Regio decreto 6 maggio 1926, n. 760, "Determinazione per alcune provincie del regno, della data della cessazione delle amministrazioni ordinarie e straordinarie e dell'inizio delle funzioni del podestà e delle consulte municipali nei comuni di cui all'art. 1 della legge 4 febbraio 1926, n. 237" Regio decreto legge 9 maggio 1926, n. 818, "Modificazioni alla legge 4 febbraio 1926, n. 237, sulla istituzione del podestà e della consulta municipale" Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, "Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno" Decreto legge 17 marzo 1927, n. 383, "Facoltà al governo del re di provvedere ad una revisione generale delle circoscrizioni comunali"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997 Bollettino delle leggi del regno d'Italia, Milano 1805? - 1814? Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Firenze 1861.

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Annuario Trentino 1999, Trento 1999. Bibliografia ANTONIELLA A., L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979 BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 FRANCHI L. (a cura di), Leggi usuali d'Italia, Milano 1932.

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Ente Comunità di Bozzana con Bordiana (Caldes) [1567 febbraio 26]- 1810 agosto 31

Luoghi Bozzana (Caldes)

Altre forme del nome Bozzana con Bordiana (Comunità) Bozzana e Bordiana (Comunità) Bozzana - Bordiana (Comunità) Il decreto vicereale datato 24 luglio 1810 denomina la comunità Bozzana con Bordiana. Nei documenti anteriori al 1810 le comunità sono designate anche con i termini "comune", "vicus", "villa", "universitas" e si trovano le varianti toponomastiche "Bozana", "Bodezana", "Botezana", "Bodetiana", "Bauzana" per Bozzana; "Bordellara" e "Burdellara" per Bordiana.

Archivi prodotti Fondo Comune di Bozzana con Bordiana, 01/01/1567 - 31/12/1928

Storia Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa. Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo dagli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano che aveva garantito anche nel territorio trentino un lungo periodo di prosperità e di sicurezza le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata, tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio anche nel territorio trentino non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica, il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali. Per quanto riguarda specificatamente l'amministrazione delle comunità locali, l'ordinanza del Governo di data 1 maggio 1787 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità: detta disposizione già in data 10 maggio 1787 veniva estesa dall'Imperial Regio Uffizio Capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia al territorio di sua competenza, mentre in data 5 gennaio 1805 venne fatta applicare dal Regio Cesareo Giudizio Provinciale e dal Capitanato Circolare ai Confini d'Italia a tutti i Comuni della Giurisdizione provinciale (cfr. Archivio comunale di Civezzano, archivio preunitario, Atti, negozi e lettere, b. 9, n. 358). 302

L'ordinanza del Governo del Tirolo del 5 gennaio 1805 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità, mentre la legge del 4 gennaio 1807 abolì la regolania maggiore e la regolania minore. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810, venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e "si propose" la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale emanato a Monza il 23 agosto 1810, furono estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi ed i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. L'applicazione della legislazione napoleonica sul territorio avvenne tuttavia a partire dal 1° settembre 1810, come dimostrano i riscontri sulla documentazione archivistica.

Le due ville di Bozzana e Bordiana formavano un'unica comunità: nella Carta di Regola esse sono sempre nominate come "Comunitas et Universitas Villarum Bozzana et Bordiana". L'attestazione più antica di Bordiana e di Bozzana è datata 1210 (Codex Wangianus, a cura di R. Kink, 173): il Vescovo di Trento Federico investe due uomini del "Vico Bordellana" della metà di tutte le terre site nelle pertinenze di "Bodezana" e dei vini prodotti. La prima attestazione della comunità di Bozzana con Bordiana si trova nella Carta di regola ed è datata 1567 febbraio 26, mentre l'ultima, che corrisponde anche all'ultima attestazione reperibile nell'Archivio del comune di Bozzana con Bordiana, relativa al periodo comunitario, data 1809 novembre 2 (Archivio del comune di Caldes, "Deliberazioni della regola", n.369). La comunità di Bozzana con Bordiana probabilmente confinava con Tozzaga, Cassana e San Giacomo (anticamente detto anche "Solasna") spesso citate insieme nei documenti antichi. Dalla Carta di Regola risulta che alcuni terreni della zona del "Mas del Faè" confinavano con il territorio di Cles. Il decreto vicereale del 24 luglio 1810 testimonia che la comunità di Bozzana con Bordiana aveva 234 abitanti.

Condizione giuridica Nel periodo comunitario, in territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le Carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La Carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo che regola la civile convivenza entro il territorio della comunità, stabilendo i diritti e i doveri dei vicini, le competenze e la durata dei vari uffici comunitari, i criteri per la più opportuna fruizione dei beni comuni e le pene cui vanno soggetti coloro che hanno violato le disposizioni contenute nella carta stessa. Essa viene redatta dagli ufficiali comunitari più importanti con l'assistenza di un notaio oppure da alcune persone appositamente delegate dalla regola maggiore e quindi è presentata al principe vescovo di Trento che, sentito anche il parere dell'Ufficio massariale, provvede alla sua approvazione dopo avervi apportato eventuali modificazioni tendenti ad una chiara affermazione della sua autorità sul territorio della comunità e degli obblighi di quest'ultima nei riguardi del principato. L'approvazione vescovile di una Carta di regola non ha però valore illimitato e deve essere rinnovata di volta in volta dal vescovo che siede sulla cattedra di S. Vigilio. Se se ne presenta la necessità, la Carta di regola può essere rinnovata integralmente per adeguarne i contenuti ai mutamenti del tempo oppure modificata mediante la semplice aggiunta di nuovi capitoli. Le norme delle Carte di regola non possono comunque essere in contrasto né con lo Statuto di Trento né con la Landesordnung tirolese.

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Una copia autentica della Carta di regola deve sempre essere trasmessa all'Ufficio massariale di Trento che la conserva nei suoi archivi per servirsene in caso di contenzioso giuridico tra il principato e la comunità o per reintegrare rapidamente l'originale in caso di smarrimento o dispersione.

L'inedita Carta di Regola della comunità di Bozzana con Bordiana è datata Tuenno, 1567 febbraio 26 (Archivio comunale di Caldes, fasc. n. 368). Nell'approvazione dell'Assessore delle Valli di Non e di Sole, Giorgio Malpaga, si afferma che il regolano della comunità e il notaio Pietro Lorenzi del fu Federico di Caldes hanno tentato di dire a voce i capitoli estratti dalle antiche Regole delle Ville di Bozzana con Bordiana affinché fossero messi per iscritto poiché essi, per quanto antichi e desueti, trovavano ancora utile applicazione. Nei capitoli della Carta di Regola vi sono numerosi riferimenti ad antiche consuetudini in vigore nella comunità. Le conferme vescovili, elencate nel primo foglio della Carta di Regola e scritte per esteso alla fine, sono le seguenti: del Principe Vescovo Ludovico Madruzzo ad Arco, in data 25 febbraio 1587; del Principe Vescovo Giovanni Michele Spaur a Trento, in data 23 novembre 1703; del Principe Vescovo Antonio Domenico Wolkenstein ad Arco, in data 19 settembre 1727; del Principe Vescovo Domenico Antonio Thunn a Trento, in data 27 aprile 1731; del Principe coadiutore Leopoldo Ernesto Firmian a Trento, in data 22 luglio 1749; del Principe Vescovo Francesco Felice Alberti d'Enno a Trento, in data 3 febbraio 1757; del Principe Vescovo Cristoforo Sizzo de Noris a Trento, in data 21 marzo 1764; ed infine del Principe Vescovo Pietro Vigilio Thunn, ultimo Principe sovrano, a Trento in data 19 gennaio 1777.

Funzioni, occupazioni e attività La gran parte di capitoli delle Carte di regola e degli Statuti comunali riguardavano la regolamentazione della produzione agricola, l'uso e la coltivazione dei campi, l'utilizzazione dei prati-pascoli e la tutela dei boschi. In sintesi, l'ordinamento aziendale agrario del Trentino, organizzato in piccoli possedimenti familiari di proprietà privata al piano e in estesi possedimenti di proprietà comune al monte, trova la sua espressione nelle comunità di villaggio, dove si evidenziano ampie forme di autogoverno e di responsabilità sia familiare che collettiva e dove le varie cariche pubbliche hanno quasi sempre un avvicendamento annuale che ostacola il consolidarsi di posizioni di potere. Si specifica che quasi tutte le Carte di regola riguardano l'aspetto civile, non tanto l'aspetto religioso; considerano le vicende umane, quotidiane e terrestri, non tanto le questioni celesti e trascendenti.

Costituendo Bozzana con Bordiana una comunità di montagna la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni collettivi silvo-pastorali con il conseguente allevamento del bestiame. La Carta di regola disciplinava in particolare l'organizzazione della vita comunitaria, il governo del bestiame, la manutenzione dei recinti delle proprietà private, le malghe, i gaggi e i boschi, il taglio degli alberi, la vendemmia, l'acqua e le fonti, le calcare e il fondaco del pane. Molti erano i capitoli che stabilivano delle pesanti pene e delle precise sanzioni per i vari reati: esse venivano pagate a seconda dei casi ai saltari o ai giurati ed erano destinate per due o tre quarti alle casse della comunità e un quarto al Regolano; talvolta un quarto spettava ai "saltari". La malga della comunità di Bozzana con Bordiana era un bene comune a tutti i "vicini"; essi erano tenuti a recarvisi per collaborare alla costruzione o alla ristrutturazione e a mandarvi tutti gli animali. Il bosco rappresentava uno dei capisaldi dell'economia rurale della comunità ed era possesso quasi esclusivo del comune. Minuziose norme, che prevedevano pesanti sanzioni, regolavano la tenuta del bosco e il taglio della legna.

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Mentre era sempre vietato "far fratta", ossia tagliare completamente un bosco, la Carta di regola stabiliva i confini, i luoghi e le regole dei "gaggi", particolari appezzamenti boschivi che toccavano in sorte a turno ai membri della comunità. Tutta la vicinia, di comune accordo, poteva decidere di "regolare, disregolare, ingaggiare o disgaggiare" un bosco. Dal verbale dadato 2 novembre 1803 (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola", n.369) risulta che alcuni "gaggi" fossero assegnati al maggior offerente, che doveva pagare subito e in contanti. Era possibile raccogliere erba e foglie solo nei campi non seminati, mentre era sempre vietato nelle possessioni e nei vitigni. Dal verbale del 22 ottobre 1803 (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola", n.369) risulta che l'assemblea avesse vietato di raccogliere foglie in tutti i "gaggi" della comunità senza il permesso del Regolano che doveva valutare l'assoluta necessità della raccolta. Dalla Carta di regola risulta che per la comunità di Bozzana con Bordiana fosse molto importante la produzione di uva; era compito del regolano e dei giurati stabilire la data dell'inizio della vendemmia, dopo aver compiuto un sopralluogo per controllare la maturazione dell'uva insieme ad un abitante di Bordiana ed uno di Bozzana. Dal verbale datato 18 ottobre 1793 (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola", n.369) risulta che tutti i "vicini" avessero deciso di eleggere durante l'anno quattro uomini, due di Bozzana e due di Bordiana, che potevano cambiare la data d'inizio della vendemmia. Nello stesso fascicolo, conn data 2 novembre 1809 (Archivio comunale di Caldes "Deliberazioni della Regola" n.369) si conserva l'incanto della "banca" o "fondaco" del pane e dalle deliberazioni delle assemblee comunitarie risulta che fosse ogni anno messo all'incanto del miglior offerente.

Struttura amministrativa In ogni comunità il supremo organo deliberativo era la regola generale, cioè l'assemblea plenaria a cui partecipavano i capi delle famiglie abitanti nel territorio della comunità fin da tempi immemorabili, vale a dire i "vicini". I titolari delle cariche più importanti nell'ambito della comunità formavano insieme un consesso, che poteva essere variamente denominato a seconda dei luoghi e che si riuniva più volte nel corso dell'anno. Al regolare svolgimento della convivenza all'interno del territorio della comunità e alla tutela dei beni comuni provvedevano gli uffici comunitari, eletti dalla regola maggiore. In ogni comunità la suprema responsabilità nella gestione della cosa pubblica era detenuta da uno o più amministratori la cui denominazione mutò secondo l'epoca e il luogo.

La comunità di Bozzana con Bordiana, formata dall'unione delle due ville, prevedeva che ogni incarico ed ogni regola statuita valesse per entrambe. La Regola, secondo lo statuto, si riuniva due volte nella villa dove risiedeva il regolano e la terza volta nell'altra. Dal documento datato 2 novembre 1803 (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola", n.369) risulta che la Regola a Bozzana, si riunisse presso la casa canonicale. La prima assemblea dei "vicini" era convocata solitamente il giorno di San Luca, il 18 ottobre, come si desume da citazioni nel frammento del registro delle "Deliberazioni della Regola" e in un capitolo della Carta di regola. Alla Regola dovevano intervenire il regolano e tutti i "vicini", uno per fuoco, disarmati. La Carta di regola prevedeva inoltre la possibilità di convocare l'assemblea quando occorresse. Le decisioni erano prese "col mezzo dello segreto scrutinio e ballottazione". Compito della Regola era radunare la vicinia per decidere i modi e i tempi per compiere lavori utili alla comunità. Nello statuto della comunità è specificato che ci doveva essere solo un "regolano semplice" e non un regolano maggiore con altri due o tre regolani poiché era competenza del Principe di Trento aumentare il numero dei regolani in una

305 comunità. Il regolano era scelto dai giurati e durava in carica due anni. Il suo primo dovere era giurare di governare bene la Regola eseguendo le disposizioni dello statuto. Il giuramento avveniva ogni anno di fronte ai giurati; in caso di malgoverno egli era giudicato dagli stessi giurati, i quali potevano decidere di assolverlo o condannarlo. Nel verbale della Regola datato 18 ottobre 1797 compare, fra le persone convenute alla Regola, un "vice regolano", fratello del regolano assente in quell'assemblea (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola", n.369). Durante la prima Regola si eleggevano i giurati, uno di Bozzana ed uno di Bordiana, i quali sceglievano il regolano e con lui governavano la comunità; erano i detentori della suprema responsabilità della cosa pubblica e i giudici in prima istanza nelle vertenze civili. Essi si occupavano di ogni questione comunitaria quale: recinti, strade, prati, date della vendemmia, pignoramenti, licenze per tagliare alberi. I "saltari", incaricati per rotazione e non per elezione, avevano molteplici funzioni: collaboravano con i giurati, convocavano i "vicini", controllavano i "gaggi", custodivano le vigne ed erano responsabili di far mettere l'anello al naso dei suini. I massari, detti anche "zuti malgae", uno di Bozzana e uno di Bordiana, erano eletti il 1° aprile; essi non potevano rifiutare l'incarico e percepivano un salario complessivo di quattro libbre di latte e due ricotte; collaboravano al governo della malga e alla produzione di latticini; dovevano pesare il latte dei "vicini" e dare il primo formaggio prodotto a chi avesse quote di latte prodotto in malga. I pastori, detti anche "frizarii", erano "lodati" -ossia approvati- presso la malga dopo la festa di San Giacomo, il 23 luglio o nei giorni successivi, ed erano responsabili degli animali. Essi, insieme al "casaro", dovevano controllare senza distrazioni gli animali e contarli ogni giorno. Nel regesto di una pergamena datata 15 giugno 1496 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.24) compare anche il "sindaco delle ville", che all'epoca probabilmente aveva la suprema responsabilità nella gestione della cosa pubblica.

Contesto generale Le Valli di Non e di Sole appartenevano al Principato Vescovile di Trento; dal secolo XII ebbero un loro proprio governatore o amministratore, detto prima vicedomino, poi capitano ed infine vicario, dal quale dipendevano cinque gastaldie con a capo i rispettivi gastaldi con funzioni politiche, amministrative e giudiziarie. Nel tempo i vicari nominarono, scegliendo fra i notai della valle, dei giurisperiti, chiamati assessori, con la funzione di assisterli e sostituirli in tribunale; in seguito essi vennero incaricati per nomina vescovile. Ogni comune si autogovernava e, a difesa dei diritti comuni, erano scelti a maggioranza i procuratori o sindaci generali delle Valli. Essi compilavano uno Statuto (emanato dal popolo) formato da cinque capitoli ai quali ne vennero aggiunti altri sei nel corso del XIV secolo per regolamentare i rapporti tra i comuni e le famiglie nobili che vi dimoravano. Nel XV secolo agli Statuti vennero aggiunti tredici capitoli detti Privilegi delle Valli di Non e di Sole e furono annualmente approvati dai Principi Vescovi fino all'estinzione del loro governo temporale. I Conti di Tirolo, procuratori del Principe Vescovo di Trento, esercitavano sul territorio poteri militari e fiscali: un documento datato 29 aprile 1407 (Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, "Sezione Latina", capsa 9, n. 32), riprende una coeva concessione contenuta nei Privilegi per cui Federico, conte di Tirolo, concedeva che i valligiani prestassero il servizio militare all'interno dei confini del Principato Vescovile; che i loro beni fossero esentati dal pagamento di alcune tasse; che ad essi venissero rinnovate tutte le antiche investiture feudali. Poiché però gli Statuti delle Valli avevano scarso spessore normativo, ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne specifiche, anche se simili le une alle altre, raccolte nelle Carte di regola.

306

Da un documento della curazia datato 24 aprile 1744, risulta che, avendo la comunità di Bozzana con Bordiana chiesto di avere un curato e di separarsi da Cis per evitare altri litigi, l'Arciprete di Livo avesse dato il suo assenso: la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bozzana con Bordiana si divideva da quella di San Giorgio di Cis (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.392). Risulta inoltre da altre fonti che Bozzana avesse una Curazia staccata da quella di Cis e che appartenesse alla Pieve di Livo dall'11 agosto 1747 (CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 96). Dal "Verbale della Regola" datato 25 febbraio 1795 si apprende che fu scelto dalla comunità un avvocato perché unisse Bozzana con Bordiana alla Pieve di Livo per trattare le spese relative ai ponti, alle strade, ai debiti e alle controversie delle Valli (Archivio comunale di Caldes, "Deliberazioni della Regola" n.369).

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Ordine del re di Baviera 4 gennaio 1807 che abolisce le regolanie minori e maggiori Editto organico del 30 dicembre 1807 relativo all'amministrazione generale della Facoltà delle Fondazioni e Comunale nel Regno di Baviera Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Documenti del periodo comunitario dell'Archivio comunale di Bozzana con Bordiana conservati nell'Archivio del comune di Caldes. Archivio di Castel Thun, Fondo Diplomatico. Archivio del Principato vescovile di Trento, Sezione latina. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T. , 1997.) Bibliografia BOGNETTI G.P.,Studi sulle origini del comune rurale; a cura di F. Sinatti d'Amico e C. Violante ; indici di Livia Fasola. Milano : Vita e pensiero, 1978. CAPUZZO E., Carte di regola e usi civici nel Trentino, IN: "Studi trentini di scienze storiche", LXIV (1985), 4 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 DEVIGILI S., DEVIGILI M. (a cura), Carta di regola di Mezzolombardo dell'anno 1584 con aggiunte e modificazioni successive fino al 1791; cenni introduttivi di Pietro Micheli, [Mezzolombardo (TN) : Comune di Mezzolombardo], 1979, [Firenze : Istituto geografico militare] (Calliano (TN) : Manfrini) FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici,

307

Trento, 1999 GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991 INAMA V., Antichi statuti e privilegi delle Valli di Non e di sole, "Atti Accademia degli Agiati", serie III, vol. V (1899), fasc. II. INAMA V., Storia delle valli di Non e di Sole nel Trentino. Dalle origini fino al sec. XVI, Mori (TN), 1984 (rist. anast.) INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", a. XIV, 1898, pp. 181-205 KINK R., Fontes rerum Austriacarum (Codex Wangianus), Wien, 1852 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 NEQUIRITO M., Le carte di regola delle comunità trentine, Mantova, 1988 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991

308 fondo Comune di Bozzana con Bordiana, 1567 - 1928

Soggetti produttori Comunità di Bozzana con Bordiana (Caldes), [1567 febbraio 26]- 1810 agosto 31 Comune di Bozzana con Bordiana, 1818 gennaio 1-[1948 dicembre 19] Comune di Bozzana con Bordiana, 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Comune di Bozzana con Bordiana, 1923 gennaio 13-1928 novembre

Contenuto Con R.D. 15.1.1928 n.2742 Bozzana venne aggregato al comune di Caldes. Gli atti dall'origine del comune a tale data si conservano in questo fondo.

309 subfondo 1 Comunità di Bozzana con Bordiana, 1567 - 1809

310 serie 1.1 Carta di regola, 1567 - 1777

368. b.368-377 Carta di regola di Bozzana e Bordiana 1567 febbraio 26 - 1777 gennaio 19 cc.1-16: copia semplice del secolo XVIII della carta di regola del 1567 approvata dall'assessore delle valli di Non e di Sole Giorgio Malpaga e degli annessi capitoli aggiuntivi approvati dal principe vescovo Lodovico Madruzzo del 1587. cc.16-25: approvazioni originali dei principi vescovi dal 1703 al 1777. Registro, legatura in pergamena, cc.39

311 serie 1.2 Deliberazioni della regola, 1793 - 1809

369. b.368-377 Deliberazioni della regola della comunità 1793 ottobre 18 - 1809 novembre 2 Le deliberazioni sono trascritte in modo disordinato, senza rispettare l'ordine cronologico e trattano vari argomenti in forma di appunto. Registro, frammento

312 serie 1.3 Atti degli affari della comunità, 1758 - 1788

370. b.368-377 Atti degli affari della comunità 1758 Fascicolo

371. b.368-377 Atti degli affari della comunità 1777 Fascicolo

372. b.368-377 Atti degli affari della comunità 1783 Fascicolo

373. b.368-377 Atti degli affari della comunità 1784 Fascicolo

374. b.368-377 Atti degli affari della comunità 1788 Fascicolo

375. b.368-377 Atti degli affari della comunità sec. XVIII

313 serie 1.4 Rese di conto dei regolani, 1780 - 1809

376. b.368-377 Rese di conto dei regolani 1780 ottobre 22 - 1784 ottobre 18 Fascicolo, frammento, cc.10

377. b.368-377 Rese di conto dei regolani 1805 - 1809 ottobre 18 Fascicolo, frammento, cc.15

314 subfondo 2 Comune di Bozzana con Bordiana (ordinamento austriaco), 1819 - 1923

315 serie 2.1 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1819 - 1923

378. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1819 Fascicolo

379. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1820 Fascicolo

380. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1822 Fascicolo

381. fasc.378-394 Piano d'ammortizzazione del debito comunale 1828-1840 Fascicolo

382. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1830 Fascicolo

383. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1831 Fascicolo

384. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1836 Contiene fra l'altro: atti e sentenze nella causa tra la mensa vescovile ed il comune di Bozzana per il pagamento dell'annuo livello di panìco per la località situata nel bosco "Faè", 1836-1839. Fascicolo

316

385. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1837 Fascicolo

386. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1839 Fascicolo

387. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1840 Fascicolo

388. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1843 Fascicolo

389. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1844 Fascicolo

390. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1846 Contiene fra l'altro: vertenza tra il comune di Bozzana e Domenico Dalpez e Giorgio Ruatti per il debito scaturito dall'acquisto di un terreno incolto in località "Acidule di Rabbi" sul monte Polinar, 1846-1854. Fascicolo

391. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1847 Fascicolo

392. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1848 Fascicolo

317

393. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1849 Fascicolo

394. fasc.378-394 Carteggio ed atti degli affari comunali 1850 Fascicolo

395. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1860 Fascicolo

396. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1861 Fascicolo

397. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1862 Fascicolo

398. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1863 Fascicolo

399. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1866 Fascicolo

400. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1868 Fascicolo

401. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 318

1869 Fascicolo

402. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1870 Fascicolo

403. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1871 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza. Fascicolo

404. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1872 Fascicolo

405. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1873 Fascicolo

406. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1874 Fascicolo

407. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1876 Fascicolo

408. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1883 Fascicolo

409. fasc.395-427 Affittanza annuale della malga "Polinar" e del diritto di tagliar erba concessa a Celeste Andreis di Bordiana 1884

319

Fascicolo

410. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1885 Fascicolo

411. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1887 Fascicolo

412. fasc.395-427 Certificati d'ispezione cadaverica 1889 Fascicolo

413. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1891 Fascicolo

414. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1896 Fascicolo

415. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1899 Fascicolo

416. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali sec. XIX Contiene fra l'altro: "Piano divisionale del bosco Tovi fra il comune di Cles e i comuni di Bozzana e Bordiana..." Fascicolo

417. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1905 Fascicolo

320

418. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1909 Fascicolo

419. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1910 Fascicolo

420. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1911 Fascicolo

421. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1912 Fascicolo

422. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1914 Fascicolo

423. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1920 Fascicolo

424. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1921 Fascicolo

425. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1922 Contiene fra l'altro: piano finanziario relativo all'introduzione dell'energia elettrica della centrale di Cavizzana ai comuni di Bozzana, Bordiana e Cis. Fascicolo

321

426. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali 1923 Contiene fra l'altro: progetto per la costruzione dell'acquedotto di Bozzana-Bordiana. Fascicolo

427. fasc.395-427 Carteggio ed atti degli affari comunali sec. XX Fascicolo

322 serie 2.2 Registri dei confini, sec.XIX ex. - sec.XX in.

428. fasc.428-432 "Originale descrizione dei confini del comune di Bozzana" sec. XIX ex.- sec.XX in. copia coeva Registro, legatura in cart., cc.12

323 serie 2.3 Mappa catastale, 1911 - 1911

429. b.428-432 Mappa catastale del comune di Bozzana 1911 Mappa, non completa, 2 fogli rettangolari

324 serie 2.4 Fogli di possesso fondiario, 1901 - 1922

430. b.428-432 Fogli di possesso fondiario del comune di Bozzana sec.XX-1922 Fascicolo

325 serie 2.5 Sistemi preliminari e sommari di tutta l'entrata ed uscita, 1830 - 1853

431. b.428-432 Sommario di tutta l'entrata ed uscita 1830-1831 Manca il quadro riassuntivo. Fascicolo

432. b.428-432 Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita 1852-1853 Manca il quadro riassuntivo. Fascicolo

326 subfondo 3 Comune di Bozzana con Bordiana (ordinamento italiano), 1924 - 1928

327 serie 3.1 Verbali di deliberazione del consiglio e del podestà (copie), 1924 - 1928

433. b.433 Verbali di deliberazione del consiglio e del podestà 1924-1928 (con lacuna per il 1925) Busta

328 serie 3.2 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1928

434. b.434 Carteggio ed atti, cat.II-XV 1924 Busta

435. b.435-437 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1925 Fascicolo

436. b.435-437 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1926 Fascicolo

437. b.435-437 Carteggio ed atti 1928 Fascicolo

329 serie 3.3 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1928 - 1928

438. reg.438 Conto consuntivo 1928 Registro

330 serie 3.4 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi dei conti, 1926 - 1928

439. b.439-441 Documenti giustificativi del conto: entrata, nn.2-19 uscita, nn.3-62 1926 Fascicolo

440. b.439-441 Documenti giustificativi del conto: entrata, art.1-15 bis uscita, art.2-58 1927 Fascicolo

441. b.439-441 Documenti giustificativi del conto: entrata, art.1-16 uscita, art.1-58 1928 Fascicolo

331 serie 3.5 Liste di leva e ruoli matricolari, [1921] - 1929

442. b.442-457 Lista di leva della classe 1901 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.3

443. b.442-457 Lista di leva della classe 1902 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.3

444. b.442-457 Lista di leva della classe 1903 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

445. b.442-457 Lista di leva della classe 1904 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.3

446. b.442-457 Lista di leva della classe 1905 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

447. b.442-457 Lista di leva della classe 1906 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

448. b.442-457 Lista di leva della classe 1907 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

449. b.442-457 Lista di leva della classe 1908

332

1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

450. b.442-457 Lista di leva della classe 1909 1928 dicembre 14 Fascicolo, cc.3

451. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1901 sec. XX Fascicolo, c.1

452. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1902 sec. XX Fascicolo, c.1

453. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1903 sec. XX Fascicolo, c.1

454. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1905 sec. XX Fascicolo, c.1

455. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1907 sec. XX Fascicolo, c.1

456. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1908 sec. XX Fascicolo, c.1

457. b.442-457 Ruolo matricolare comunale della classe 1909 sec. XX Fascicolo, cc.2

333 serie 3.6 Registri di stato civile

334 serie 3.7 Registri diversi, sec. XX

458. b.458-461 Protocollo delle particelle del comune di Bozzana sec. XX Registro, legatura in carta, cc. scritte 56

459. b.458-461 Elenco dei possessori dei fondi del comune di Bozzana sec. XX Registro, legatura in carta, cc. scritte 35.

335

Ente Consiglio scolastico locale di Bozzana 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1

Luoghi Caldes

Archivi prodotti Fondo Consiglio scolastico locale di Bozzana con Bordiana, 01/01/1906 - 31/12/1922

Storia Il Consiglio scolastico locale aveva funzioni di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili. Prima della legge n. 7/1892 era in vigore il "Regolamento politico per le scuole elementari" pubblicato l'11 agosto 1805: la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la sorveglianza scolastica, l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina degli assistenti e dei supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. In seguito, la legge del 25 maggio 1868, n. 48, recante le disposizioni di massima sui rapporti della scuola con la chiesa, demandava la suprema direzione e sorveglianza su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio scolastico locale (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., p.234). Con la legge del 30 aprile 1892, n. 7, entrata in vigore il 1° gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica. Negli anni del primo conflitto mondiale, tra il 1915 e il 1918, il Trentino era diviso in territori occupati dal Regio Esercito austriaco e territori non occupati. In questi ultimi giunse in data 20 maggio 1915 l'ordine telegrafico di chiudere immediatamente le scuole nelle città e nei paesi dichiarati zona di guerra e lo stesso giorno molti maestri irredentisti furono imprigionati dai gendarmi austriaci. Invece nel periodo di massima occupazione del Trentino da parte del Regio Esercito, alla fine dell'anno scolastico 1916, il Segretario Generale per gli affari civili aveva organizzato la scuola elementare in 72 località appartenenti al distretto di Borgo, Primiero, Rovereto e Tione (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., pp.41-2). I restanti distretti erano Cavalese, Cles, Trento città, Trento distretto e Riva (cfr. E. Leonardi, La scuola elementare trentina..., p.191). Con la riforma scolastica promossa tramite numerosi decreti da Giovanni Gentile nel corso del 1923 ed entrata in vigore il 1° ottobre 1924, si sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale e si riformava lo stato giuridico della scuola (cfr. Q. Antonelli, Per una scuola elementare trentina..., pp.217-8): l'organizzazione gestionale prevedeva dunque una struttura amministrativa verticalizzata in vista del rafforzamento del potere centrale (cfr. Q. Antonelli, Per una scuola elementare trentina..., pp.247-8).

L'unica attestazione del Consiglio scolastico locale di Bozzana, conservata nell'Archivio comunale , è datata 2 gennaio 1906 (Archivio comunale di Caldes, Consiglio scolastico locale di Bozzana, "Protocollo degli esibiti", n.460).

Condizione giuridica 336

Ente di diritto pubblico. In seguito alla riforma attuata da Maria Teresa d'Austria con l'emanazione dell'"Allgemeine Schulordnung" del 6 dicembre 1774 e da Francesco I con il "Regolamento politico per le scuole elementari" dell' 11 agosto 1805 (che riprendeva l'Ordinanza aulica del febbraio 1787), entrata in vigore nei circoli di Bolzano, Trento e Rovereto dopo la pace di Vienna del 1818, si delinea la legislazione scolastica trentina che restò in vigore fino al 1869. Soltanto con le due leggi del 1982 si attuava una riforma scolastica giunta fino agli anni Trenta del '900: la legge del 30 aprile 1892, n. 8 per la Contea principesca del Tirolo concernente le scuole popolari pubbliche e la legge del 30 aprile 1892, n.7, in vigore il 1° gennaio 1894 e concernente la sorveglianza sulla scuole, con la quale era istituito il Consiglio scolastico locale (artt. 1-20). La riforma Gentile del 1923, che comprendeva un vasto numero di decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni livello, entrata in vigore dal 1° luglio 1924, sopprimeva il Consiglio scolastico locale. In particolare la soppressione del Consiglio scolastico locale rientrava fra le norme dettate dal R.D. datato 20 dicembre 1923, n. 3113 (anch'esso in vigore dal 1° febbraio 1924) concernente le scuole popolari nei territori annessi al Regno italiano. Fra gli atti ufficiali degli anni 1923-1924 si trova una circolare del Regio Provveditorato che, in data 6 marzo 1924, dettava le norme per la liquidazione del Consiglio scolastico locale. In essa è detto che in seguito alla profonda riforma apportata alla legislazione scolastica preesistente con i regi decreti dal 1° ottobre 1923 in poi, quasi tutte le mansioni, affidate dalla legge del 30 aprile 1892, n. 7 ai Consigli scolastici locali, furono assegnate ad altri organi (patronati, sindaci, direttori didattici, ispettori).

Funzioni, occupazioni e attività Il Consiglio scolastico locale, nominato dal 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari pubbliche ed infine, sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico. Il Consiglio scolastico controllava l'ordinamento scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle disposizioni delle autorità superiori. In particolare controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con fondi locali, ai maestri; amministrava il fondo scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche (o ne sorvegliava l'amministrazione); vigilava sull'edificio, sui fondi e sulle suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario; custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto sull'andamento della scuola; decideva l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai sei anni; promuoveva la frequentazione della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la mancata frequenza; ripartiva sui singoli giorni della settimana le ore d'insegnamento stabilite dal piano d'istruzione e stabiliva in quali ore del giorno si dovesse impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito; vigilava sulla disciplina scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento di maestri; accordava ai maestri i permessi (fino a tre giorni) per personali incombenze; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri e comune o autorità; informava, dava pareri e faceva proposte alle rappresentanze comunali e alle varie autorità; determinava in base alla legge il numero di maestri necessario. Secondo il R.D. n. 3113/1923 (art. 4), fino al 30 giugno 1924 la gestione dei servizi scolastici doveva continuare a funzionare con il concorso finanziario degli enti scolastici locali, territoriali e istituzionali esistenti. Detti enti dovevano contribuire alle spese per le scuole pubbliche popolari nella misura risultante dai relativi bilanci dell'anno 1923. Invece, secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i Consigli scolastici locali, come dettato dal R.D. n. 3113/1923, dovevano funzionare dal 1° febbraio al 1° luglio 1924 quali "uffici di

337 stralcio", cioè l'opera dei suddetti Consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole economico-amministrativa. Dunque vi rientravano i Consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni quali speciali fondazioni scolastiche, stabili intavolati a nome del Consiglio scolastico locale, patrimoni speciali ecc. e i Consigli che si occupavano della gestione amministrativa dei fondi necessari al coprimento delle spese richieste dal regolare funzionamento di scuole il cui mantenimento spettava a più comuni insieme (riparto della spesa fra comuni, riscossione quote relative, provvista di mezzi didattici, di arredi scolastici, di materiale per il riscaldamento ecc.). La circolare aggiunge che i Consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano le incombenze sopra citate, dovevano già considerarsi sciolti, con l'incarico di passare, entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di gestione ordinaria al rispettivo comune.

Struttura amministrativa Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la comunità scolastica, dal sorvegliante della scuola locale ed infine, dal patrono della scuola, se c'era. Il patrono della scuola, membro del Consiglio scolastico, aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo sostituto. Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità ecclesiastica superiore un sacerdote. Se nella comunità scolastica vi erano diverse scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale. Il dirigente della scuola rappresentava la scuola nel Consiglio. Se al Consiglio scolastico sottostavano più scuole, entrava nel Consiglio il dirigente della scuola di categoria più alta; nel caso in cui ci fossero più scuole della stessa categoria, spettava al Consiglio scolastico distrettuale scegliere il dirigente; tuttavia i dirigenti esclusi avevano diritto di partecipare e votare alle riunioni in cui si fosse trattato del loro istituto. Inoltre se una scuola pubblica era condotta da docenti appartenenti ad un ordine di religiose, la dirigente poteva nominare un sostituto per partecipare alle riunioni del Consiglio; questi aveva soltanto diritto di voto consultivo. I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel caso in cui alla stessa comunità scolastica appartenessero diversi comuni, il rappresentante era eletto da tutte le rappresentanze comunali, con l'interessamento del preside del Consiglio scolastico distrettuale. Nel Consiglio entrava anche il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti. Tutti gli eleggibili nella rappresentanza comunale erano anche eleggibili nel Consiglio scolastico locale. Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di membri fra 2 e 5 e ripartito sui rispettivi comuni in base al censo e al numero della popolazione. Le elezioni erano fissate ogni sei anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio scolastico; tutti i membri erano rieleggibili. Nel caso di dimissioni di un membro, si effettuava un'elezione per sostituirlo fino alla scadenza del mandato dell'intero Consiglio. L'ingiustificato rifiuto ad entrare nel Consiglio o ad assumere la carica di presidente era punito dal Consiglio scolastico distrettuale con una multa in denaro e si dovevano indire nuove elezioni. Le multe inflitte erano versate nel fondo scolastico locale. I membri del Consiglio scolastico locale eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside) ed il suo sostituto. Il rappresentante della chiesa potava rifiutare l'elezione; i maestri delle scuole popolari non potevano ricoprire la carica di presidente o sostituto. Nel caso in cui il presidente e il sostituto fossero impediti ad assumere la direzione del Consiglio, la presidenza era assegnata al più anziano fra i membri del Consiglio. Il presidente

338 rappresentava il Consiglio scolastico locale all'esterno e doveva aver cura del corretto adempimento delle attribuzioni del Consiglio; distribuiva gli affari da trattare agli altri membri, metteva in esecuzione le deliberazioni e si occupava degli affari correnti; aveva il diritto di sospendere le esecuzioni delle deliberazioni in contrasto con la legge purché entro otto giorni rimettesse al Consiglio scolastico distrettuale l'oggetto sospeso. In caso di vertenze urgentissime di affari non correnti, il presidente poteva prendere da solo le disposizioni senza convocare il Consiglio in seduta straordinaria, ma era tenuto a farle approvare nella seduta di Consiglio successiva. Secondo le norme dettate dalla legge n. 7/1892 (artt. 1-20), la costituzione del Consigli scolastico locale doveva essere notificata alle rappresentanze comunali della comunità scolastica e al Consiglio scolastico distrettuale. Nelle scuole popolari con lingua d'insegnamento tedesca ed italiana o ladina, si dovevano scegliere i rappresentanti comunali appartenenti ad entrambe le nazionalità ed il loro numero era fissato dal Consiglio scolastico distrettuale. Diverso era nei comuni in cui c'erano scolari non appartenenti alla religione cattolica: il Consiglio scolastico locale era tenuto ad eleggere ed invitare un consultore della rispettiva religione per trattare degli interessi religiosi. Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio scolastico distrettuale, dopo la consultazione dei comuni formanti la comunità scolastica. Il sorvegliante doveva abitare nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del Consiglio. Se il Consiglio scolastico sorvegliava più scuole, potevano essere eletti due sorveglianti. Inoltre se nelle scuole si avevano più lingue di insegnamento (italiano, tedesco e ladino) veniva nominato anche uno speciale sorvegliante per la rispettiva nazionalità. Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non poteva rappresentare due persone nel Consiglio quindi le cariche di presidente del Consiglio e di sorvegliante non potevano essere riunite in una sola persona. Il sorvegliante aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente della scuola e portare in Consiglio le osservazioni fatte. Tutti i membri del Consiglio scolastico locale potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio scolastico locale prendere disposizioni, all'interno della sfera di sua competenza. Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevano essere invitati ad ogni assemblea e, perché questa fosse valida, dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo. I membri del Consiglio scolastico locale non potevano essere presenti a discussioni e votazioni riguardanti i loro propri interessi personali; essi inoltre non avevano diritto a nessuna retribuzione per il disbrigo degli affari, ma la comunità scolastica li risarciva per eventuali spese sostenute. Nel periodo di transizione dall'Austria all'Italia, il Trentino conserva l'organizzazione scolastica austriaca, compresi gli organismi di sorveglianza. Nacque un acceso dibattito fra cattolici e laici per le questioni organizzative, fra le quali anche il Consiglio scolastico locale. Secondo la relazione del maestro Miorelli del 1919 "...la scuola appartiene giuridicamente al Comune, il quale nomina i propri maestri, quantunque i contributi comunali per il mantenimento della scuola siano minimi e gravino sul distretto e sulla provincia... Della propria scuola il Comune è sommamente geloso" (cfr. "Diritti e doveri...", 1919). Datato 15 dicembre 1920 è l'intervento sulla rivista "La scuola redenta" nella quale i maestri laici chiedevano una scuola laica e sollecitavano l'abolizione dei Consigli scolastici locali che rappresentavano un'ingerenza della gerarchia ecclesiastica nel governo della scuola. La "Riforma Gentile" sopprimeva infine ogni

339 rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale sostituendoli con i Consigli scolastici regionali e i Consigli di disciplina di nomina ministeriale. Con il R.D. n. 3113/1923 concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione scolastica per tutti i comuni, eccettuati i capoluoghi di provincia, era affidata al Regio Provveditorato (art.3). Secondo l'art. 5 del succitato R.D. i prefetti interessati per ragioni di territorio erano incaricati di provvedere, inteso il provveditore competente, alla nomina di commissari straordinari con l'incarico di liquidare e ripartire fra i comuni, che facevano parte della medesima circoscrizione scolastica amministrativa, il patrimonio mobiliare e immobiliare, e la quota dei crediti e dei debiti in dipendenza dei rapporti preesistenti, così di diritto pubblico come di diritto privato. A Commissari per la predetta liquidazione e ripartizione dovevano essere preferibilmente nominati i sottoprefetti nel cui territorio era compreso il maggior numero di comuni.

Contesto generale Il Consiglio scolastico locale aveva una fitta rete di rapporti esterni per la struttura organizzativa della scuola popolare austriaca. L'autorità immediatamente superiore al Consiglio scolastico locale era l'I. R. Consiglio scolastico distrettuale che incaricato della sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli istituti sottostanti al Consiglio locale. I distretti scolastici coincidevano con i distretti politici ed in Trentino erano 10: Borgo, Cavalese, Cles, Primiero, Riva, Rovereto città, Rovereto distretto, Tione, Trento città e Trento distretto. Le città con proprio statuto comunale infatti formavano un proprio distretto. Il Consiglio scolastico distrettuale, fra le sue numerose competenze (cfr. art. 27 della legge n.7/1892), doveva dettare disposizioni per la costituzione dei Consigli scolastici locali, nominava i sorveglianti locali e vigilava sull'attività degli stessi; disponeva ispezioni straordinarie nelle scuole e stabiliva, sentito il consiglio scolastico locale, l'epoca per le ferie legali presso le scuole popolari pubbliche, in considerazioni dei luoghi dove esse erano situate. In pratica il Consiglio scolastico distrettuale, con sede nel capoluogo del distretto, funzionava da tramite fra l'organo superiore con sede ad Innsbruck e la moltitudine di consigli scolatici locali dispersi sul territorio L' I.R. Consiglio scolastico provinciale era, nella provincia, la suprema autorità di sorveglianza sulle scuole e vi sottostavano tutti gli istituti di educazione ed insegnamento di ogni ordine e grado. Esso rifletteva per struttura interna la diversa composizione nazionale del Tirolo ed era il diretto interlocutore del Ministero di culto e istruzione Al vertice della struttura statale vi era il Ministero del culto e dell'istruzione dal quale dipendevano gerarchicamente le autorità sopracitate.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Bollettino delle leggi dell'Impero, 1869. Bollettino delle leggi provinciali, 1892. Bollettino delle leggi e delle ordinanze per la Contea principesca del Tirolo e per il Vorarlberg, 1904, 1910. Lex, 1923. Bibliografia ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento, 1998. DE FORT E., La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, 1996 GENTILE G., La riforma della scuola in Italia, Firenze, 1989

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Le condizioni della scuola e dei maestri nelle terre redente. La relazione del maestro Miorelli al Congresso di Modena, IN: Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Nicolò Tommaseo, Trento, 1919 LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento, 1959. RASERA F., Dopoguerra e primo fascismo in Trentino nella storiografia locale, IN: Materiali di lavoro, n.3, Trento, 1978 SEMERARO A., Il sistema scolastico italiano. Profilo storico, Roma, 1996 SPADA A., Per la nostra sistemazione giuridica. L'amministrazione della scuola, IN: "Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Niccolò Tommaseo", Trento, 1921 ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Arcaini R.G., Trento, 2003

341 fondo Consiglio scolastico locale di Bozzana con Bordiana, 1906 - 1922

Soggetti produttori Consiglio scolastico locale di Bozzana, 1894 gennaio 1-1924 ottobre 1

342 serie 1 Protocolli degli esibiti, 1906 - 1922

460. b.458-461 Protocollo degli esibiti per il consiglio scolastico locale di Bozzana li 2 gennaio 1906" 1906 gennaio 2 - 1922 luglio 2 Registro, legatura in carta, cc. scritte 24

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Ente Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

Luoghi Bozzana (Caldes)

Archivi prodotti Fondo Congregazione di Carità di Bozzana con Bordiana, 01/01/1927 - 31/12/1927

Storia Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di Carità in base al in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In particolare, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più. La legislazione italiana che veniva estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n. 697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione - ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando: l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica amministrazione. I fondi di beneficenza, finora amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi). In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'Ente comunale di assistenza alla Congregazione di carità". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 specifica che a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di 344 competenze tra la Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria".

L'unica attestazione dell'esistenza della Congregazione di carità nel comune di Bozzana con Bordiana contenuta nell'archivio comunale risale al 10 settembre 1927: si tratta del bilancio di previsione per gli anni 1927-1929 (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Bozzana - Bordiana, "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-29", n. 461). La suddetta Congregazione venne soppressa in seguito all'annessione del comune di Bozzana - Bordiana al comune di Caldes, avvenuta in seguito al R.D. 15 novembre 1928, n. 2742.

Condizione giuridica In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. Bortoli- C. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore. Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 ). Nel 1891 era stato inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4 marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n. 847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza.

Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una

345 contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che dessero conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.

Struttura amministrativa Le Congregazioni di Carità erano enti governati da un gruppo di persone scelte tra le più distinte abitanti nel relativo comune. Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. La Congregazione era presieduta, a seconda della grandezza del comune, dal Prefetto, dal Viceprefetto, dal podestà o sindaco, o dal membro più anziano della Congregazione. Erano comunque membri di diritto il vescovo nel capoluogo di distretto, e un parroco del luogo. I membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno: una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), due consiglieri, un cassiere e vi doveva partecipare il capocomune e il curatore d'anime locale. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore. La legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza stabiliva che le Congregazioni di Carità fossero composte da un presidente e da 4 membri nei comuni minori e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e restava in carica per 4 anni, così come gli altri membri. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Successivamente, la gestione della Congregazione di Carità venne riformata: essa doveva essere amministrata da un presidente e da un comitato di "patroni" composto da 4, 6 o 8 membri a seconda della popolazione del comune. Il presidente e i "patroni" venivano nominati dal Prefetto e scelti tra gli abitanti del comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti; poteva esservi ammesso anche un benefattore o persona da esso designata o il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata dalla Congregazione di Carità. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti.

Dal bilancio di previsione per gli anni 1927-1929 (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-29", n. 461), approvato nel 10 settembre 1927, si desume che il consiglio di amministrazione della Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana era formato da: 1 presidente, 4 membri ed un segretario. Il bilancio che viene approvato è in pareggio ed ammonta a £. 300.

Contesto generale Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti, esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si

346 stabilisce che i comuni dovranno farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si tratta di un comune in cui non esiste alcuno dei suddetti enti, esso potrà comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13). Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.

Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n. 753, "Sull'amministrazione delle Opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, "Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni" Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle

347 province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio del Comune di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Archivio della Congregazione di Carità poi Ente Comunale Assistenza, in Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo (1815-1956), a cura di L. Bertagnolli su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Regolamento interno dell'ufficio amministrativo della Congregazione di Carità di Trento, Trento 1892. Regolamento organico per il personale amministrativo. Congregazione di Carità di Trento, Trento 1929. Disposizioni normative sulla Congregazione di carità a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T (1997). Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Raccolta delle Leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg. Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia. Archivio (L') vecchio della Congregazione di Carità di Trento, "Archivio Trentino", III (1884). Bibliografia BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 COPPOLA G., Note sull'assistenza in Trentino nell'Ottocento, in AA.VV., Stato e Chiesa di fronte al problema dell'assistenza, Roma 1982. PASTORI BASSETTO I., La Congregazione di Carità di Trento nella prima metà dell'Ottocento, IN: GRANDI C., LEONARDI A., PASTORI BASSETTO I., Popolazione, assistenza e struttura agraria nell'Ottocento trentino, Trento 1978 PISCEL A., Contributo al problema della beneficenza pubblica nel Trentino, "Tridentum", III (1900). TANI G. - PICCIOLI F., Legislazione italiana. Prontuario delle leggi e dei decreti pubblicati al 31 dicembre 1972, Firenze 1980.

348 fondo Congregazione di Carità di Bozzana con Bordiana, 1927

Soggetti produttori Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana, 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

349 serie 1 Bilanci di previsione, 1927 - 1927

461. b.458-461 "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-1929" 1927 Fascicolo, cc.2

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Ente Comunità di Samoclevo (Caldes) [1618 marzo 21]-1810 agosto 31

Luoghi Samoclevo (Caldes)

Altre forme del nome Samoclevo (Comunità) Summuclevum (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità è designata anche con i termini "comune", "vicus", "villa", "universitas", "curtis" e si trovano le varianti toponomastiche "Sumoclevum", "Summoclevum" e "Summumclivum".) Summumclivum (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità è designata anche con i termini "comune", "vicus", "villa", "universitas", "curtis" e si trovano le varianti toponomastiche "Sumoclevum", "Summoclevum" e "Summumclivum".) Sumoclevum (Nei documenti anteriori al 1810 la Comunità è designata anche con i termini "comune", "vicus", "villa", "universitas", "curtis" e si trovano le varianti toponomastiche "Sumoclevum", "Summoclevum" e "Summumclivum".)

Archivi prodotti Fondo Comune di Samoclevo, 01/01/1838 - 31/12/1929

Storia Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa. Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo dagli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano che aveva garantito anche nel territorio trentino un lungo periodo di prosperità e di sicurezza le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata, tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio anche nel territorio trentino non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica, il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali. Per quanto riguarda specificatamente l'amministrazione delle comunità locali, l'ordinanza del Governo di data 1 maggio 1787 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità: detta disposizione già in data 10 maggio 1787 veniva estesa dall'Imperial Regio Uffizio Capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia al territorio di sua competenza, mentre in data 5 gennaio 1805 venne fatta applicare dal Regio 351

Cesareo Giudizio Provinciale e dal Capitanato Circolare ai Confini d'Italia a tutti i Comuni della Giurisdizione provinciale (cfr. Archivio comunale di Civezzano, archivio preunitario, Atti, negozi e lettere, b. 9, n. 358). L'ordinanza del Governo del Tirolo del 5 gennaio 1805 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità, mentre la legge del 4 gennaio 1807 abolì la regolania maggiore e la regolania minore. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810, venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e "si propose" la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale emanato a Monza il 23 agosto 1810, furono estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi ed i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. L'applicazione della legislazione napoleonica sul territorio avvenne tuttavia a partire dal 1° settembre 1810, come dimostrano i riscontri sulla documentazione archivistica.

L'attestazione più antica del toponimo di Samoclevo è conservata nell'Archivio del Principato Vescovile, Sezione latina ed è datata 1215: "Zucolinus Acerbus Adelpretus Dalaidus Rubeus" e Giovanni di Samoclevo giurano fedeltà al Federico Vescovo di Trento. Poiché in archivio non è conservato alcun documento del periodo comunitario, l'ultima attestazione cui si può far riferimento è la sottoscrizione notarile datata 1741 febbraio 18: il notaio Antonio Giuseppe Giarolli copia testualmente la Carta di regola in presenza dei giurati e del regolano di Samoclevo. Dalle pergamene conservate nell'Archivio di Castel Thun, Fondo Diplomatico, risulta che alla fine del XV secolo Pretelio di Caldes, figlio di Finamonte e di Giovanna Thun avesse ceduto diversi beni ai fratelli Giacomo, Baldessare e Simone, figli di Sigismondo q. Simone Thun, e fra questi beni ci fosse anche la Rocca di Samoclevo. Diverse pergamene del XVI secolo attestano che intorno al 1550 la Rocca era effettivamente abitata dai discendenti di Giacomo Thun. Risulta dai documenti pergamenacei che la Comunità di Samoclevo probabilmente confinava con Terzolas.

Condizione giuridica Nel periodo comunitario, in territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le Carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La Carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo che regola la civile convivenza entro il territorio della comunità, stabilendo i diritti e i doveri dei vicini, le competenze e la durata dei vari uffici comunitari, i criteri per la più opportuna fruizione dei beni comuni e le pene cui vanno soggetti coloro che hanno violato le disposizioni contenute nella carta stessa. Essa viene redatta dagli ufficiali comunitari più importanti con l'assistenza di un notaio oppure da alcune persone appositamente delegate dalla regola maggiore e quindi è presentata al principe vescovo di Trento che, sentito anche il parere dell'Ufficio massariale, provvede alla sua approvazione dopo avervi apportato eventuali modificazioni tendenti ad una chiara affermazione della sua autorità sul territorio della comunità e degli obblighi di quest'ultima nei riguardi del principato. L'approvazione vescovile di una Carta di regola non ha però valore illimitato e deve essere rinnovata di volta in volta dal vescovo che siede sulla cattedra di S. Vigilio. Se se ne presenta la necessità, la Carta di regola può essere rinnovata integralmente per adeguarne i contenuti ai mutamenti del tempo oppure modificata mediante la semplice aggiunta di nuovi capitoli. Le norme delle Carte di regola non possono comunque essere in contrasto né con lo Statuto di Trento né con la Landesordnung tirolese.

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Una copia autentica della Carta di regola deve sempre essere trasmessa all'Ufficio massariale di Trento che la conserva nei suoi archivi per servirsene in caso di contenzioso giuridico tra il principato e la comunità o per reintegrare rapidamente l'originale in caso di smarrimento o dispersione.

La Carta di regola della Comunità di Samoclevo è datata 1618 marzo 21, (Ferdinandeum Museum di Innsbruck, "Fondo Dipauli", n. 1070-IV ; cfr. F. Giacomoni, Carte di regola..., vol. II, p. 543 e segg.); è composta di 123 capitoli e 5 capitoli addizionali, rogati a Samoclevo dal pubblico notaio Giovanni Odorico Bertoldo di Samoclevo. Le conferme vescovili presenti alla fine della Carta di regola sono le seguenti: del Principe Vescovo Carlo Madruzzo, in data Trento, 31 ottobre 1620; del Principe Vescovo Sigismondo Alfonso Thun, in data 15 luglio 1671; del Principe Vescovo Francesco Alberti Poia, in data 15 maggio 1680; del Principe Vescovo Giovanni Michele Spaur, in data 16 luglio 1700; del Principe Vescovo Antonio Domenico Wolkenstein, in data 30 maggio 1727; del Principe Vescovo Domenico Antonio Thun, in data 27 aprile 1731.

Funzioni, occupazioni e attività La gran parte di capitoli delle Carte di regola e degli Statuti comunali riguardavano la regolamentazione della produzione agricola, l'uso e la coltivazione dei campi, l'utilizzazione dei prati-pascoli e la tutela dei boschi. In sintesi, l'ordinamento aziendale agrario del Trentino, organizzato in piccoli possedimenti familiari di proprietà privata al piano e in estesi possedimenti di proprietà comune al monte, trova la sua espressione nelle comunità di villaggio, dove si evidenziano ampie forme di autogoverno e di responsabilità sia familiare che collettiva e dove le varie cariche pubbliche hanno quasi sempre un avvicendamento annuale che ostacola il consolidarsi di posizioni di potere. Si specifica che quasi tutte le Carte di regola riguardano l'aspetto civile, non tanto l'aspetto religioso; considerano le vicende umane, quotidiane e terrestri, non tanto le questioni celesti e trascendenti.

La Carta di regola di Samoclevo dettava regole sul governo del bestiame, sulla sistemazione dei recinti delle proprietà private, sulle malghe, sui gaggi, sul taglio degli alberi e sulla gestione dell'acqua. La vita rurale in montagna era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni collettivi silvo-pastorali con il conseguente allevamento del bestiame. Tramite la Carta di regola si disciplinava in modo molto specifico tutta la gestione delle risorse e delle cariche. Molti erano i capitoli che stabilivano pesanti pene e precise sanzioni per i vari reati: esse venivano pagate a seconda dei casi ai saltari o ai giurati ed erano destinate metà alle casse comuni e metà al fisco. La malga della Comunità di Samoclevo era un bene comune regolato da ben 27 capitoli della Carta di regola. La data dell'apertura della malga, presso la quale i vicini dovevano mandare tutti gli animali, era stabilita il 3 maggio, festa di Santa Croce, dai giurati e dal "zuto" che, con qualche membro della Comunità, si recavano a "Fernon", luogo delle "Tre Regole", dove si trovavano con i rappresentanti di Caldes e Terzolas. Il bosco rappresentava sicuramente uno dei capisaldi dell'economia rurale della Comunità ed era possesso quasi esclusivo del comune. Minuziose norme regolavano la tenuta del bosco, il taglio della legna e il reato di incendio boschivo. Non era mai lecito tagliare larici, faggi e querce appartenenti ai "gaggi" sopra la Comunità. Soltanto con il permesso dei vicini riuniti in piena regola si potevano tagliare i larici, vendere legname "da fuoco e bore" fuori della Comunità e affittare le montagne o altri beni comuni.. Diversi capitoli della Carta di regola riguardavano l'acqua: esistevano due acquedotti che portavano acqua ai prati ed era vietato romperli o far colare l'acqua sulla strada. Altrettanto per le due fontane della Comunità: si potevano dissotterrare

353 le tubature soltanto per la manutenzione. Inoltre era assolutamente illecito lavare la lana nelle fontane perché ciò poteva causare infezioni nel bestiame che avrebbe in seguito bevuto.

Struttura amministrativa In ogni comunità il supremo organo deliberativo era la regola generale, cioè l'assemblea plenaria a cui partecipavano i capi delle famiglie abitanti nel territorio della comunità fin da tempi immemorabili, vale a dire i "vicini". I titolari delle cariche più importanti nell'ambito della comunità formavano insieme un consesso, che poteva essere variamente denominato a seconda dei luoghi e che si riuniva più volte nel corso dell'anno. Al regolare svolgimento della convivenza all'interno del territorio della comunità e alla tutela dei beni comuni provvedevano gli uffici comunitari, eletti dalla regola maggiore. In ogni comunità la suprema responsabilità nella gestione della cosa pubblica era detenuta da uno o più amministratori la cui denominazione mutò secondo l'epoca e il luogo.

Anche a Samoclevo il supremo organo deliberativo era la regola, l'assemblea plenaria cui partecipavano i capi delle famiglie abitanti nel territorio della Comunità, vale a dire i "vicini". La "regola maggiore", secondo lo statuto, si riuniva quattro volte l'anno nella piazza di Samoclevo. Ad essa dovevano intervenire il regolano e tutti i "vicini", uno per fuoco, disarmati; i "saltari" avvertivano i vicini la sera prima della riunione e tornavano a chiamarli la mattina. Chi non partecipava all'assemblea della vicinia era considerato per quell'anno "forestiero" per l'uso del pascolo, del bosco e dell'acqua, era escluso dalle cariche, dagli onori e dagli utili comuni. Era proibito durante la regola offendere o usare parole ingiuriose. La regola maggiore era convocata generalmente nei giorni di San Gregorio (12 marzo), San Giorgio (23 aprile), Santa Croce (3 maggio) e San Michele (29 settembre), mentre per le altre Regole convocate durante l'anno dovevano essere eletti il 12 marzo sei uomini che, insieme ai giurati, formavano le cosiddette "regole ordinarie". Durante la regola di maggio si decidevano modi e tempi per aggiustare le strade pubbliche e le vie comuni di Samoclevo. Nello statuto è specificato che l'ufficio dell'anziano o regolano era eletto ogni anno nella regola del 12 marzo e non andava in ruota ai nobili rurali della Comunità. L'anziano o regolano doveva solo riscuotere le "collette" della Comunità da consegnare alla Camera Episcopale e denunciare i misfatti avvenuti. Lo stesso giorno si eleggevano due giurati che negli ultimi tre anni non avessero ricoperto la carica di "zuto"; essi dovevano prestare giuramento di "ben regere e governare le cose commune di detta università" e non potevano recusare l'incarico. I giurati, detentori della suprema responsabilità della cosa pubblica, erano gli aiutanti del regolano nell'amministrazione della Comunità e i giudici in prima istanza nelle vertenze civili. Non appena eletti dovevano, insieme ai vicini, ascoltare il rendiconto dell'amministrazione dei giurati uscenti riguardo ai beni ed alle entrate della Comunità. Inoltre dovevano riscuotere le tasse dei forestieri e dei vicini che avessero usato fontane, pascoli, boschi ed erba oltre la misura consentita e consegnavano al regolano l'importo delle condanne spettanti al fisco. Essi erano tenuti a difendere e perseguire sempre l'utile della Comunità; dovevano convocare i vicini alla regola ogni volta che fosse necessario e comparire per primi nel luogo ordinario, il "Piaz" per trattare degli affari, osservando i capitoli statutari e senza disparità: per questo tenevano presso di sé o in luogo sicuro la Carta di regola per valersene all'occorrenza, pagando di tasca loro la scrittura del documento in caso di smarrimento o danneggiamento; appianavano le discordie sui confini delle proprietà e delle case e ne stabilivano i termini, prendevano decisioni su piccole controversie "da vedere col ochio e che non sono...d'andar avanti al signor iudice ordinario"; dovevano gestire ordinatamente le regole per il bestiame; avevano l'autorità di farsi obbedire dai "saltari"; erano tenuti a stimare i danni delle campagne e farli pagare

354 entro quindici giorni e dovevano mantenere l'acqua nelle due fontane di Samoclevo durante tutto l'anno; erano tenuti anche a visitare le case ogni quindici giorni per controllare le cucine ed i forni (dei quali i vicini dovevano avere somma cura per non causare incendi); potevano, con il consenso dei vicini, diminuire la pena "secondo la qualità del delitto e del delinquente"; andavano infine a controllare che non fossero pascolati i terreni delle malghe comuni alle Comunità di Caldes, Terzolas e Samoclevo. Gli abitanti della Comunità, detti vicini, potevano rinunciare per loro scelta alla "vicinia" annunciandolo il giorno della prima regola maggiore, prima dell'elezione dei giurati. I tempi della rinuncia alla vicinia erano stabiliti dal vicino stesso ma non potevano mutare: intanto era considerato forestiero e, abitando in Samoclevo, doveva pagare le tasse dei forestieri per l'uso delle fontane, dei pascoli e della legna. Quando tornava a far parte della vicinia si presentava alla regola di San Gregorio ed era riaccettato dai vicini; tuttavia era tenuto per quell'anno a ricoprire la carica di "saltaro" per sei mesi indipendentemente dal turno della "saltaria", che manteneva il giro consueto. I "saltari" di campagna erano nominati ogni anno a turno in tutte le case; essendo due lavoravano alternativamente per una settimana. L'ufficio della "saltaria" toccava a tutti coloro che avessero composto o no un fuoco; per "regalia o mercede" ottenevano "una quarta di buon grano" e una "cove per campo" dai forestieri. Essi dovevano custodire le campagne durante il giorno perché non fossero danneggiate da uomini o animali; inoltre dovevano "chiamare a regola" quando i giurati lo decidevano; dovevano riscuotere le multe dei vicini, dei forestieri e dei delinquenti per i danni arrecati ed eseguire i pignoramenti; controllavano ogni giorno le greggi di capre, pecore e "casaline" (ovvero gli animali che restavano in villa durante il tempo della malga) e le consegnavano ai pastori; controllavano che i pastori fossero stati lodati ¿ ossia approvati- durante la regola poiché altrimenti diventavano responsabili del risarcimento di eventuali animali smarriti; infine ciascun "saltaro" nella sua settimana doveva rendere conto ai giurati dei danni alle campagne, dei pegni e dei gaggi appartenenti alla Comunità. Il giorno in cui si andava in malga il "zuto" e i "pesadori" dovevano scegliere un casaro, un "malgalino", due vaccari, un capraro e un pastore di pecore, detto "gregaro" o "grear". Giurati, "zuto" e "pesadori" dovevano avere un'età compresa fra i 25 e i 70 anni. I pastori erano aiutati da un "puto lodato" detto anche "fizale"; erano direttamente responsabili dei danni arrecati sia nei campi sia sui monti. Coloro ai quali toccava la regola del bestiame non potevano rifiutare o mandare altri. I pastori erano tenuti a cercare per tre giorni eventuali animali smarriti e riconsegnarli al padrone sul "Piaz" di Samoclevo. "Zuto" e "pesadori", dopo aver giurato di servire bene la malga e consegnato il bestiame grosso e minuto numerato ai pastori, avevano il compito di far portare dai vicini alla malga il "paio", le "conche", le "brente" e gli altri strumenti per il latte; far portare il pane in malga; comperare, al prezzo migliore e preferibilmente dai vicini e non dai forestieri, il sale necessario per il formaggio e la ricotta. Era invece compito specifico del solo "zuto" spartire il salario dei pastori, del casaro e del "malgalino" in base al latte prodotto; controllare che i tetti della malga fossero ben coperti, l'abbeveratoio lavato sovente e il recinto delle vacche ben chiuso; provvedere a ogni eventuale necessità della malga, appianare le controversie e garantire a tutti giustizia; contare infine, insieme ai pastori, il bestiame una volta al giorno. Come ricompensa il "zuto" otteneva quattro lire di latte oltre al suo e otto carantani di denari, mentre i "pesadori" ricevevano una ricotta e otto grossi per ciascuno. Il "malgalino", oltre a essere al servizio del casaro, doveva raccogliere la legna necessaria alla malga. Nella Carta di regola era nominato il "sindico della chiesa", curatore laico delle necessità materiali degli edifici destinati al culto, che poteva ricoprire tutte le cariche (giurato, "saltaro", etc.) secondo l'ordine della ruota.

Contesto generale

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Le Valli di Non e di Sole appartenevano al Principato Vescovile di Trento; dal secolo XII ebbero un loro proprio governatore o amministratore, detto prima vicedomino, poi capitano ed infine vicario, dal quale dipendevano cinque gastaldie con a capo i rispettivi gastaldi con funzioni politiche, amministrative e giudiziarie. Nel tempo i vicari nominarono, scegliendo fra i notai della valle, dei giurisperiti, chiamati assessori, con la funzione di assisterli e sostituirli in tribunale; in seguito essi vennero incaricati per nomina vescovile. Da un capitolo della Carta di regola di Samoclevo risulta che i vicini potessero appellarsi direttamente all'assessore dopo una sentenza della Regola. Ogni comune si autogovernava e, a difesa dei diritti comuni, erano scelti a maggioranza i procuratori o sindaci generali delle Valli. Essi compilavano uno Statuto (emanato dal popolo) formato da cinque capitoli ai quali ne vennero aggiunti altri sei nel corso del XIV secolo per regolamentare i rapporti tra i comuni e le famiglie nobili che vi dimoravano. Nel XV secolo agli Statuti vennero aggiunti tredici capitoli detti Privilegi delle Valli di Non e di Sole e furono annualmente approvati dai Principi Vescovi fino all'estinzione del loro governo temporale. I conti di Tirolo, avvocati del Principe Vescovo di Trento, vi esercitavano poteri militari e fiscali: un documento appartenente al fondo del Principato Vescovile datato 1407 aprile 29 riprende una coeva concessione contenuta nei Privilegi per cui Federico, conte di Tirolo, concedeva che i valligiani prestassero il servizio militare all'interno dei confini del Principato Vescovile; che i loro beni fossero esentati dal pagamento di alcune tasse; che ad essi venissero rinnovate tutte le antiche investiture feudali. Poiché però gli Statuti delle Valli avevano scarso spessore normativo, ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne specifiche, anche se simili le une alle altre, raccolte in "Carte di regola". Un regesto del Libro delle collette, affitti, proventi e decime del Vescovo Alberto di Ortemburg, tratto dal Codex Wangianus, datato 1° maggio 1387, attesta che il notaio Marco del fu Odorico di Trento del fu Giacomo de Sporo era il "massaro maggiore" del Vescovo di Trento e raccoglieva dalle Valli di Non e di Sole le collette; fra gli altri, gli abitanti di Samoclevo versavano "gaforium magnum starium culmum et gaforium minutum starium rasum". Samoclevo fu eretta a Curazia il 12 gennaio 1732; apparteneva alla Pieve di Malè (cfr. Casetti, p. 674).

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Ordine sovrano del re di Baviera 30 dicembre 1807, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio di Castel Thun, Fondo Diplomatico. Archivio del Principato vescovile di Trento, Sezione latina. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T. , 1997.

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Inventario della sezione separata dell'archivio comunale di Caldes 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Bibliografia BOGNETTI G.P.,Studi sulle origini del comune rurale; a cura di F. Sinatti d'Amico e C. Violante ; indici di Livia Fasola. Milano : Vita e pensiero, 1978. CAPUZZO E., Carte di regola e usi civici nel Trentino, IN: "Studi trentini di scienze storiche", LXIV (1985), 4 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 DEVIGILI S., DEVIGILI M. (a cura), Carta di regola di Mezzolombardo dell'anno 1584 con aggiunte e modificazioni successive fino al 1791; cenni introduttivi di Pietro Micheli, [Mezzolombardo (TN) : Comune di Mezzolombardo], 1979, [Firenze : Istituto geografico militare] (Calliano (TN) : Manfrini) FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991 INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", a. XIV, 1898, pp. 181-205 INAMA V., Storia delle valli di Non e di Sole nel Trentino. Dalle origini fino al sec. XVI, Mori (TN), 1984 (rist. anast.) INAMA V., Antichi statuti e privilegi delle Valli di Non e di sole, "Atti Accademia degli Agiati", serie III, vol. V (1899), fasc. II. KINK R., Fontes rerum Austriacarum (Codex Wangianus), Wien, 1852 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 NEQUIRITO M. (a cura di), A norma di regola: le comunità di villaggio trentine dal medioevo alla fine del '700, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari ed archivistici, Trento, 2002 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991

357 fondo Comune di Samoclevo, 1838 - 1929

Soggetti produttori Comunità di Samoclevo (Caldes), [1618 marzo 21]-1810 agosto 31 Comune di Samoclevo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Comune di Samoclevo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Comune di Samoclevo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

Contenuto Con R.D. 15.1.1928 n.2742 Samoclevo venne aggregato al comune di Caldes. Gli atti dall'origine del comune a tale data si conservano in questo fondo. Sono stati ritrovati gli elenchi di documenti riportanti l'oggetto delle carte, senza ordine cronologico, con una numerazione progressiva realizzato molto probabilmente dopo il 1926. Questi elenchi si conservano al n.542 del presente inventario.

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Ente Comune di Samoclevo (Caldes) 1818 gennaio 1-1849 marzo 17

Luoghi Samoclevo (Caldes)

Altre forme del nome Samoclevo (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Samoclevo, 01/01/1838 - 31/12/1929 Subfondo Comune di Samoclevo (ordinamento austriaco), 01/01/1838 - 31/12/1923

Storia Il governo austriaco smantellò l'opera di concentramento attuata dal Regno d'Italia, portando il numero dei comuni da 121 a 384. Si trattò tuttavia di un processo lento e graduale che trovò la sua definitiva conclusione con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, che sancì la ricostituzione dei comuni sulla base dell'organizzazione del 1805. Per la precisione, l'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore fino al 31 dicembre 1817 nel Circolo di Trento (dal 1° gennaio 1818 fu quindi in vigore l'ordinamento austriaco, in applicazione della circolare del capitanato circolare di Trento n.11135 di data 4 novembre 1817); mentre nel circolo di Rovereto, le istituzioni comunali italiche cessarono il 31 dicembre 1820 e con il 1° gennaio 1821 entrò in vigore la nuova organizzazione comunale austriaca con l'applicazione del regolamento comunale per il Tirolo e Voralberg del 26 ottobre 1819, che disciplinava la materia stabilendo fra l'altro la ricostituzione dei comuni secondo la situazione esistente nel 1805. La legge del 17 marzo 1849, n. 170, prevedeva tra l'altro la possibilità che più comuni si aggregassero formandone uno solo, per ridurre le spese di gestione e razionalizzare l'amministrazione.

L'applicazione della legge n. 170/1849 (aggregazione di più comuni) è testimoniata da un documento datato 3 giugno 1849 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 265): si riuniscono "volontariamente" i comuni di Caldes, Terzolas, Magras, Arnago, Samoclevo, Cavizzana, San Giacomo con le frazioni di Cassana e Tozzaga, Bozzana e Bordiana; sede dell'amministrazione comunale è Caldes.

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, i comuni del Trentino vennero divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le Città minori (Riva e Arco) e i Centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Per avere una regolamentazione accurata delle istituzioni e dei compiti amministrativi del comune bisognò attendere la legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849, n.170, emanata sulla spinta delle rivoluzioni borghesi del 1848. Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata 359 materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell' impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l' unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder.

Secondo i dettami del regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n.168, il comune di Samoclevo passò dalla denominazione di "comune di terza classe" a quella di "comune di campagna", denominazione con cui erano qualificati i comuni con meno di 1.000 abitanti.

Funzioni, occupazioni e attività L'ambito di libertà goduto sotto la dominazione austriaca dai comuni, in particolare dopo la legge del 1849, non li rendeva enti autarchici, corpi di amministrazione indiretta dello Stato, ma enti autonomi, centri di amministrazione propria, forniti di competenze naturali. L'azione di controllo esercitata dagli organi politici sui comuni era assai contenuta: si parlava solo di vigilanza, non di tutela e quindi il controllo riguardava la legittimità, non tanto il merito delle delibere. Gli organi politico-amministrativi della Provincia (Dieta, Giunta provinciale, Luogotenenza) o l'autorità politica distrettuale vigilavano sui comuni, attraverso le diverse leggi comunali emanate nel corso dell''800. Con la circolare del 31 agosto 1817, n. 20394/1706 recante "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni e dei comuni", vennero ripristinate le norme relative alla contabilità comunale introdotte da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785, in cui si stabiliva fra l'altro che ogni comune fosse tenuto ad avere un cassiere incaricato della riscossione delle imposte erariali, delle tasse comunali e della registrazione di tutte le entrate e le uscite del bilancio comunale. All'art. 3 si citano le: "Spese pel sostentamento dei poveri, per le riparazioni delle strade, dei ponti ed argini, per gli utensili inservienti ad estinguere gli incendi, per i sussidi, per le mammane, ed altri simili, i quali tutti essendo di interesse comune, devono essere comunemente soddisfatti dalle comunità, componenti una Giurisdizione, col mezzo delle comuni loro entrate, o, in mancanza di queste, per via di concorrenza, che è a dire per via di proporzionate annue contribuzioni, ossia così dette collette giurisdizionali". La Patente imperiale del 17 marzo 1849 riguardante la provvisoria amministrazione dei comuni si caratterizzò per due innovazioni essenziali: l'attribuzione al comune di due ambiti d'azione ("Wirkungskreise") dei quali uno naturale, comprendente "tutto ciò che riguarda più da vicino gli interessi del comune e che deve essere attuato entro i suoi confini" e l'altro delegato, consistente nel disbrigo di determinati affari pubblici affidati dallo Stato; l'istituzione di due organi elettivi - la rappresentanza e la deputazione comunale - incaricati di amministrare il patrimonio del comune e di sovrintendere al mantenimento dell'ordine pubblico nel territorio di sua competenza. In seguito all'introduzione delle nuove leggi matrimoniali pubblicate nel Tirolo con Patente sovrana data a Vienna il 20 aprile 1815, il governo tirolese con ordinanza datata 30 giugno 1815, n. 3681 affidava nuovamente la tenuta delle matricole riguardanti le nascite, le morti e i matrimoni all'esclusiva competenza dei parroci, come era già stato prescritto dalla Patente sovrana emanata da Giuseppe II il 20 febbraio 1784. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale.

L'Archivio comunale non conserva una serie contenente i protocolli delle sedute delle rappresentanze comunali: essi si trovano infatti mescolati ad altri documenti (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 620-666). Nelle riunioni si occupavano talvolta di conti consuntivi e preventivi, più spesso di problemi di

360 amministrazione quali: la sistemazione di strade comunali e acque; la gestione del bestiame e delle malghe; la protezione dagli incendi; il taglio degli alberi; la gestione della scuola; l'assunzione di un ostetrica e di un medico operanti nel comune; l'istituzione di un telegrafo di monte.

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento n.11135 datata 4 novembre 1817 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia.

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Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Contesto generale L'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 prevedeva una Reggenza del paese a Trento e una Direzione di polizia con 5 Commissariati (a Riva, Rovereto, Cles, Bolzano e Trento). Con decreto 24 aprile 1815, n.28, venivano ripristinati, a partire dal 1° maggio 1815, i 2 Capitanati circolari di Trento e Rovereto, sottoposti al Governo di Innsbruck. Due anni dopo, con la sovrana patente del 14 marzo 1817, i Giudizi distrettuali sovrani e patrimoniali con competenze giuridico-amministrative, la cui funzione era quella di fungere da organi intermedi tra i Capitanati circolari e i comuni (cfr. il relativo elenco in Casetti, pp. 834-835). Nella prima metà del secolo XIX scomparvero i vari Giudizi patrimoniali, assorbiti dai Giudizi distrettuali che li delimitavano o trasformati in Giudizi sovrani (la trasformazione avvenne pochi anni dopo l'organizzazione giudiziaria del 1817 per molti Giudizi patrimoniali e nel 1842 per i pochi ultimi della Val Lagarina e di Arco). Il numero dei Giudizi distrettuali, come quello dei comuni, si mantenne pressoché invariato dai primi decenni del secolo XIX al 1918 (per le variazioni e l'elenco dei Capitanati e dei Giudizi, cfr. Casetti, pp. 836, 837, 838). Nella legge del 1849 furono dettagliatamente descritti gli organi di rappresentanza dei "comuni distrettuali" ossia dei Distretti, e dei "comuni circolari", paralleli agli organi dei comuni: rispettivamente Capitano distrettuale e Rappresentanza distrettuale, con la relativa Giunta, e Presidente di Circolo e Rappresentanza circolare. Per arrivare tuttavia a questa stabilità si ebbero molti passaggi:

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-con la notificazione del 21 dicembre 1849 venivano istituite nuove autorità politiche e a partire dal 1° maggio 1850 le attribuzioni politiche dei Giudizi passarono ai Capitanati distrettuali e furono aboliti il Governo di Innsbruck e i Capitanati circolari di Trento e Rovereto: sorse una Luogotenenza a Innsbruck da cui dipendevano 3 Reggenze, con sede a Trento, Bressanone e Innsbruck. -Con ordinanza 6 maggio 1854, n. 195, si preponeva come autorità politica provinciale la Luogotenenza di Innsbruck, da cui dipendeva il Circolo di Trento con 25 Uffici Distrettuali (Preture). Praticamente con il 1855, fino al 1868, le competenze politiche passate nel 1850 ai Capitanati tornarono alle Preture politiche, che sostitutirono i vecchi Giudizi. La guerra del 1866 comportò formalmente lo scioglimento del paese dalla Confederazione germanica. Col 25 novembre 1854 entravano in funzione le autorità giudiziarie: ad Innsbruck il Tribunale d'appello per tutta la Contea principesca del Tirolo; a Trento e a Rovereto due Tribunali circolari, oltre ai due Giudizi distrettuali delegati urbani e poi con competenza anche giudiziaria civile gli Uffici distrettuali, detti pertanto misti, mentre i due Tribunali circolari e gli Uffici distrettuali in materia penale per i distretti dei precedenti Capitanati.

Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg. Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Convenzione 28 giugno 1814 "relativa alla cessione da parte del Tirolo e del Vorarlberg, che altre volte apparteneva alla Baviera, a sua maestà l'imperatore d'Austria". Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore" Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare" Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni" Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali" Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Legge 31 agosto 1817, n. 65, "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro" Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg"

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Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Fonti dell'Archivio Comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

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Ente Comune di Samoclevo (Caldes) 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Luoghi Samoclevo(Caldes)

Altre forme del nome Samoclevo (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Samoclevo, 01/01/1838 - 31/12/1929 Subfondo Comune di Samoclevo (ordinamento austriaco), 01/01/1838 - 31/12/1923

Storia Una seconda provvisoria e minore concentrazione di comuni fu operata verso la metà del secolo XIX, ma poi i comuni riuniti furono sciolti e vennero ricostituiti i singoli componenti (questa possibilità di separazione era sancita dalla legge del 5 marzo 1862, art. 7, e ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art.3). Con l' entrata in vigore del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9 (dal 13 gennaio), venivano estesi alle nuove Province le leggi e i regolamenti comunali e provinciali italiani.

La prima attestazione del comune di Samoclevo ricostituito singolarmente nel 1862 non è presente nei fascicoli conservati nell'Archivio comunale: il primo documento conservato è datato 30 aprile 1866 e riguarda la lista elettorale del comune (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 471). L'ultima attestazione dell'amministrazione austriaca nel comune di Samoclevo è datata 23 dicembre 1922 e concerne la vendita del vecchio fabbricato della scuola di Samoclevo al comune di Caldes (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 512). Da un elenco di strade comunali, datato 26 ottobre 1923, risulta che dal paese partivano due strade: una portava al confine del comune di Terzolas, l'altra al confine del comune di San Giacomo (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 514). Inoltre, per quanto riguarda i confini del territorio comunale, una "Copia dell'originale descrizione dei confini del comune di Caldes" databile approssimativamente verso fine del XIX e l'inizio del XX secolo (indicato sul bollo l'anno 1923) spiega: "Il comune di Caldes confina a settentrione con Samoclevo..." (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n.344).

Condizione giuridica Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell'impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l'unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder; ma nel giro di poco più di un decennio tale progetto centralistico naufragò e l'imperatore 365

Francesco Giuseppe emanò la legge-quadro di data 5 marzo 1862, n.18 contenente "le disposizioni fondamentali per l' ordinamento degli affari comunali", in base alla quale le Diete dei singoli Länder avrebbero successivamente promulgato in forma specifica e dettagliata i relativi regolamenti comunali e provinciali. Il regolamento comunale per la contea principesca del Tirolo del 9 gennaio 1866, n.1., emanato dalla Dieta di Innsbruck, ricalcava sostanzialmente i contenuti della legge del 1849 tranne che in alcuni punti come, ad esempio, l'affidamento delle attribuzioni rientranti nell'ambito d'azione delegato non più ai capi-comune ma ai comuni stessi.

Funzioni, occupazioni e attività In particolare, la legge del 5 marzo 1862 indicava le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali appartenenti alla sfera d'azione indipendente del comune: la libera amministrazione della sua sostanza e degli affari relativi al "nesso" comunale; la cura per la sicurezza della persona e della proprietà; la cura per la conservazione delle strade comunali, dei sentieri, delle piazze e dei ponti, la sicurezza e la facilità di passaggio sopra strade e acque, la polizia campestre; la polizia delle vettovaglie e la sorveglianza dei mercati, dei pesi e delle misure; la polizia sanitaria; la polizia sulla gente di servizio e sui lavoranti e l'esercizio del regolamento sulla servitù; la polizia sulla moralità; gli affari dei poveri e la cura degli stabilimenti di beneficenza comunali; la polizia delle fabbriche e del fuoco, l'esercizio del regolamento e i permessi di polizia sulle fabbriche; l'influenza, regolamentata dalla legge, sulle scuole medie mantenute dal comune e sulle scuole popolari, la cura per l'erezione, il mantenimento e la dotazione di queste ultime con riguardo ai patronati scolastici ancora esistenti; il tentativo di accomodamento di parti litiganti a mezzo di uomini di fiducia eletti dal comune; l'effettuazione di aste volontarie di cose mobili. La sopracitata legge sanciva anche la possibilità per i comuni di unirsi per sbrigare determinati affari, sia delle funzioni delegate sia delle funzioni indipendenti. Il regolamento comunale del 9 gennaio 1866 per la Contea principesca del Tirolo, come si è detto, confermò sostanzialmente la legge del 1849. Le preoccupazioni per la gestione del patrimonio, soprattutto dei piccoli comuni, non mancarono in Trentino, ma nemmeno nella capitale tirolese dove si corse ai ripari con le leggi 18 gennaio 1882, n.2, e 8 giugno 1892, n.261, riguardanti l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale. Con le leggi generali dd. 25.7.1871, n. 95 e n. 96 e con la legge provinciale di data 17.3.1897, n.77, si iniziò l'impianto durato più o meno a lungo nei vari comuni del libro fondiario. In applicazione della legge del 29 marzo 1869, n.71, e in seguito al dispaccio del Ministro dell'Interno del 21 maggio 1869, dispone l'effettuazione dell'anagrafe ossia del censimento della popolazione dell'anno 1870.

I protocolli delle sedute delle rappresentanze comunali conservati nell'Archivio comunale permettono di tracciare un profilo degli argomenti trattati nelle riunioni. Oltre ai consueti conti consuntivi e preventivi, più spesso si trovano verbali di amministrazione per la sistemazione di strade comunali e acque; per i diritti sulla legna; per la gestione delle malghe; per le nomine di periti catastali, custodi forestali, consiglieri scolastici e sorveglianti; per le aste per l'estrazione della trementina, per la vendita del pane nel comune, per la vendita di edifici o infine per il taglio di piante del bosco comunale. I Protocolli degli esibiti sono conservati dal 14 marzo 1922 al gennaio 1926 (Archivio comunale di Caldes, "Protocollo degli esibiti", n. 464); essi travalicano la cesura istituzionale del passaggio dal periodo austriaco a quello italiano.

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Nell'Archivio comunale di Samoclevo si trova quasi ogni anno il protocollo della seduta della rappresentanza comunale che stabiliva le date e le regole della malgagione (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli delle sessioni della rappresentanza ", nn. 462-463). Per quanto concerne l'impianto del libro fondiario si trova la "Proprietà fondiaria delle frazioni del comune amministrativo di Caldes" composto da Bozzana con Bordiana, Caldes, Cavizzana, Samoclevo e San Giacomo (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.340). Nella serie "Registri dei confini, mappe, fogli di possesso, sistemi preliminari e sommari" (nn.428-432), si conservano, in forma non completa, gli strumenti che fornivano il quadro dei beni immobili siti nel territorio comunale e dei loro proprietari. In numerosi fascicoli dell'Archivio comunale si trovano atti relativi all'appalto pane: nel "Capitolato d'asta per la fornitura del pane di ogni sorta cioè pane di lusso, ordinario, gramolato e sigala o mosti" datato 31 dicembre 1904 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 495) si legge che "la privativa fabbricazione e vendita del pane di ogni sorta" a Samoclevo durava tre anni ed era aggiudicata al miglior offerente, in base a un prezzo annuo di prima grida fissato dal comune; la rappresentanza comunale aveva il diritto di scegliere l'offerente prescindendo dall'importo offerto; il canone annuo doveva essere versato al ricevitore comunale in rate trimestrali anticipate; secondo contratto, il pane doveva essere confezionato "con farina bella e di buona qualità, ben cotto e del peso portato dal calmiere mensile emanato dall'I.R. Capitanato distrettuale di Cles; il pane doveva essere fornito con impresse le iniziali dell'appaltatore designato e consegnato giornalmente alle sei di mattina nella quantità necessaria al comune; prima della vendita si doveva "farne denunzia ai revisori del pane nominati dall'autorità comunale". Nello stesso fascicolo si trovano anche le "Condizioni di appalto caccia": l'atto, datato 6 agosto 1905 e firmato dal capocomune, indiceva una pubblica asta del diritto di caccia nel comune di Samoclevo e sui monti Cespedè in Rabbi. Il diritto di caccia durava cinque anni dal giorno dell'approvazione capitanale (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 495). A Samoclevo il passaggio dall'amministrazione austriaca a quella italiana è documenta nelle diverse fasi: in data 10 dicembre 1918 arrivava al comune di Samoclevo la circolare notificante che dal 5 dicembre, avendo assunto i poteri l'ufficio di Commissario civile per il distretto politico di Cles dal Comando Supremo, veniva disposto che "tutti i consigli comunali in carica alla data 12 c.m. sono ufficialmente riconosciuti e confermati"; erano approvati i provvedimenti di conferma o sostituzione parziale o totale attuati dai comandi militari di presidio; il sindaco era tenuto a convocare il consiglio comunale in seduta straordinaria "che sarà aperta in nome di S.M. il Re d'Italia e dovrà assumere un carattere di manifestazione altamente patriottica"; venivano riconosciuti nel loro ufficio tutti gli impiegati pubblici comunali; era confermata al sindaco la responsabilità dell'ordine pubblico nell'ambito del comune; il comune doveva nominare provvisoriamente insegnanti "di provata italianità" e acquistare libri di testo "inviando in Italia apposito incaricato" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 508). Nello stesso fascicolo è infatti conservato il verbale del consiglio comunale di Samoclevo riunitosi in data 15 dicembre 1918, nel quale venivano rinominate le strade principali del paese: Piazza Vittorio Emanuele III, Piazza Dante, Via Cesare Battisti, Via Roma, Via 3 Novembre.

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento datata 4 novembre 1817, n.11135 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un

367 inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. La legge del 1866 specificava inoltre le funzioni del capocomune in merito ad amministrazione e sorveglianza dei beni e degli istituti comunali. Il capocomune aveva infine la responsabilità dell'esecuzione di tutte le entrate e le spese ordinarie, mentre per quanto riguardava le entrate e le spese straordinarie, esse dovevano essere di volta in volta approvate dal Capitanato, previo rapporto del Giudizio. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza.

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Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. Le modalità di elezione, contenute nel Regolamento elettorale per i comuni della Contea principesca del Tirolo, allegato alla legge del 1862 insieme al regolamento comunale, disponevano che la rappresentanza comunale fosse eletta dai cittadini del comune e da altri membri: curati, impiegati dello Stato, ufficiali, persone con grado accademico, maestri. Gli elettori si dividevano in base al loro censo annuo in tre corpi elettorali che si riunivano separatamente per scegliere i propri rappresentanti, il cui numero era proporzionale al numero degli stessi elettori. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La disposizione del 1866 inoltre prescriveva l'obbligo per la rappresentanza comunale di riunirsi almeno due volte all'anno per approvare il conto preventivo (da farsi nei mesi estivi per l'anno successivo) e consuntivo (da farsi nei mesi invernali per l'anno precedente) e attribuiva ad essa il compito di nominare i revisori dei conti e dei preventivi e i commissari per lo scontro di cassa. Il Regolamento comunale, emanato dalla Contea principesca del Tirolo con legge del 9 gennaio 1866, in ottemperanza alla legge del 5 marzo 1862 sull'ordinamento degli affari comunali, definiva la rappresentanza "organo deliberativo e sorvegliante" senza potere esecutivo (che rimaneva invece affidato alla deputazione), ma apportava poche variazioni al suo funzionamento. Aumentavano gli obblighi di riunione a scadenza trimestrale e ogni volta che se ne presentasse la necessità, oppure a richiesta di un terzo dei suoi membri o della Giunta distrettuale. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Il capocomune era chiamato anche "preposto" comunale (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 505) e sindaco - dopo il 1918. Nel documento datato 16 febbraio 1909 si legge che, in seguito all'elezione della rappresentanza avvenuta in data 28 dicembre 1908 il membro più anziano, secondo la consuetudine, aveva convocato la rappresentanza per nominare il capocomune e i due consiglieri (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 499). Le guardie o custodi forestali avevano il compito di sorvegliare i boschi: in un documento datato 29 maggio 1917 si legge l'elenco dei pignoramenti di bestiame e delle multe riscosse dal custode forestale per pascoli abusivi di privati (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 507). In un documento datato 15 settembre 1919 si apprende che il custode forestale prestava la sua opera ai comuni di Samoclevo, San Giacomo, Terzolas e

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Bozzana con Bordiana e il suo salario annuo era ripartito proporzionalmente fra detti comuni (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 509). Del 27 aprile 1920 è la circolare del Commissario civile di Cles che avverte il sindaco che, in base alle nuove disposizioni, le contravvenzioni forestali devono essere presentate dai custodi forestali direttamente all'autorità politica e non devono essere più pertrattate dal comune, come avveniva durante la guerra (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 510). Infine, un documento datato 12 dicembre 1907 che tratta dell'affitto di sei anni per l'estrazione della trementina dai larici nei boschi di pertinenza di Samoclevo, tramanda che era compito delle guardie forestali contrassegnare con un'impronta di martelli sulla corteccia i larici dai quali si estraeva la trementina; quando si iniziava l'estrazione, il locatario doveva avvertire il comune perché potesse ordinarne la sorveglianza; l'affitto veniva pagato al cassiere comunale di Samoclevo in due rate (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.497). Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. In diversi fascicoli si trovano le "Condizioni d'asta pel cassiere comunale": era obbligato a stare nella cancelleria comunale nei giorni indicati per la riscossione delle quattro rate di steura e doveva pagarle al censo di Malè secondo le scadenze prestabilite; compilva il quinternetto comunale e dell'assicurazione incendi; pagava i mandati distaccati dal capocomune, gli interessi dei capitali passivi, le scadenze al medico condotto e il salario del maestro; riscuoteva gli interessi del 5% ai censiti in ritardo con i pagamenti. Il capocomune poteva controllare i libri ogni due mesi e conteggiare gli interessi al cassiere stesso in caso di inadempienza. Il contratto del cassiere durava tre anni e poteva essere interrotto senza indennizzo in caso di inossequienza (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli delle sessioni della rappresentanza comunale", n. 463; "Carteggio e atti degli affari comunali", nn. 500, 503, 509). Nel documento datato 16 febbraio 1909 si legge che, in seguito all'elezione della rappresentanza avvenuta in data 28 dicembre 1908 il membro più anziano, secondo la consuetudine, aveva convocato la rappresentanza per nominare il capocomune e i due consiglieri (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 499). In data 20 febbraio 1919 il sindaco richiedeva al Commissario civile di Cles la possibilità di indire le elezioni comunali per rinnovare sindaco e rappresentanza il cui triennio era scaduto già nel 1914; la stessa richiesta "fu domandata alla cessata Autorità, nel tempo di guerra...ma nulla giovava" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 509). In data 21 febbraio 1919 il Commissario civile rispondeva che "le elezioni comunali per ora sono vietate. Fra tre-quattro mesi verranno probabilmente fatte le elezioni generali". Ed in data 4 marzo 1919 arriva al comune una circolare del Commissario civile che comunica che "da parecchi comuni mi vengono domande per la rinnovazione della Rappresentanza Comunale e per l'elezione di un nuovo Sindaco. Avverto che non si possono fare elezioni di sorta fin dopo la firma del trattato di pace. A suo tempo saranno emanate disposizioni." Nell'Archivio del comune non sono conservati verbali di elezione fino al 1922: infatti l'adunanza dei nuovi eletti nella rappresentanza comunale tenuta in data 23 gennaio 1922 stabiliva che l'elezione del sindaco fosse fissata per il 4 febbraio seguente. La circolare del Commissariato civile di Cles datata 20 febbraio 1922 notificava che con il R.D. del 29 gennaio 1922, n.26 erano estese alle nuove province le norme relative al distintivo dei sindaci, consistente "in una fascia tricolore di seta, fregiata dallo Stemma dello Stato, da portarsi cinta intorno ai fianchi" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 512). Secondo il documento datato 1° luglio 1866 l'I.R. Pretura di Malè ordinava che lungo tutta la linea telegrafica i comuni dovessero, nel tratto di loro competenza, scegliere uomini fidati per sorvegliarla e riferire alla Pretura ogni danneggiamento. Poiché Caldes, Samoclevo, San Giacomo e Bozzana con Bordiana avevano un tratto di strada contiguo l'uno all'altro potevano anche unirsi per nominare e fissare le stesse guardie telegrafiche (Archivio comunale di

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Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.399). Nel protocollo datato 13 dicembre 1921 la rappresentanza di Samoclevo deliberava anche una guardia notturna, pagata ad ore e organizzata in due turni (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli delle sessioni della rappresentanza", n.463). La guardia notturna era infatti prevista dalla circolare datata 28 luglio 1920, spedita dall'Amministrazione Provinciale del Trentino ed Alto Adige a tutti i comuni: essa trattava del ripristino dell'applicazione e della rigorosa osservanza del regolamento di polizia sugli incendi e dei pompieri (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.510). Ne era responsabile personalmente il sindaco che doveva controllare: la regolare "visita del fuoco" con l'intervento di una apposita commissione; la presenza uno spazzacamino autorizzato dal comune e con un regolare contratto di servizio; la periodica pulitura dei camini; l'esercizio di una guardia notturna nelle località previste dalla legge; l'esistenza di un corpo organizzato di pompieri e una sufficiente quantità di attrezzi di spegnimento ed equipaggiamento; la necessaria quantità d'acqua nell'abitato per spegnere gli incendi. L'I.R. Capitano distrettuale di Cles, in data 1915 luglio 5 ordinava di istituire nel comune una commissione sanitaria composta dal capocomune o un suo sostituto e un medico o un membro della deputazione comunale quando non fosse disponibile il medico. Scopo della commissione era denunciare all'autorità malattie infettive ed epidemie animali, controllare la purezza dell'acqua potabile nelle fontane e badare che fonti, vie e piazze fossero sempre in buono stato ed infine che rifiuti organici, spazzatura, cenere, concime e stallatico fossero depositati negli luoghi prestabiliti (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 505). Nei protocolli della rappresentanza comunale si trova sempre nominato il "direttore" della malga che doveva tenere una precisa nota del suo lavoro da consegnare alla rappresentanza; era nominato dai privati e riceveva un salario per controllare tutto il bestiame il giorno prima di andare in malga insieme allo "speziante"; teneva i conti della malga; organizzava i quattro o cinque uomini che vi lavoravano e, infine doveva controllare l'erba (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli delle sessioni della rappresentanza ", nn. 462-463).

Contesto generale Con la legge datata 19 maggio 1868, n. 40 si separò definitivamente la competenza politico-ammistrativa da quella giudiziaria, essendo la prima attribuita ai Capitanati e la seconda ai Giudizi; la competenza politica amministrativa fu affidata alla Luogotenenza di Innsbruck, come supremo organo di tutta la Provincia del Tirolo, con una sezione di Luogotenenza a Trento, retta da un Consigliere (dal 1864 al 1896) dalla quale dipendevano i Distretti politici retti da Capitanati distrettuali in vigore con il 31 agosto 1868; ai Giudizi distrettuali rimase la competenza giudiziaria civile e penale (e la tenuta dei libri di archiviazione). La Dieta (organo legislativo) e la Giunta provinciale (organo esecutivo) rimasero a Innsbruck.

Da un documento datato 1872 marzo 1° si evince l'entrata in vigore dei Sergenti distrettuali dei Bersaglieri Provinciali con sede in Cles per i Distretti Giudiziari di Cles e Fondo e con sede a Malè per il Distretto di Malè (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 404). Interessante per il passaggio dal governo austriaco a quello italiano è il documento datato 1919 gennaio 7 spedito al comune: si informava che Samoclevo, con i comuni di Terzolas, Caldes e Arnago apparteneva al Presidio Militare di Terzolas (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 509). In data 1919 marzo 3 la circolare del Comando Settore Val di Sole notificava che "stando la nuova dislocazione del Settore e l'abolizione che sarà fatta di molti Presidi, si dispone che i Comuni per tutti gli affari civili corrispondano direttamente col Commissario Civile di Cles".

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Infine, nello stesso fascicolo dell'Archivio comunale è conservato lo "Statuto del Consorzio della Provincia e dei Comuni trentini" del 1919: il Consorzio si era costituito a tempo indeterminato per "promuovere una sollecita ed organica ricostituzione delle aziende danneggiate dalla guerra...". Samoclevo fu eretta a Curazia il 12 gennaio 1732; apparteneva alla Pieve di Malè (cfr. Casetti, p. 674).

Fonti normative Ordinanza imperiale 20 aprile 1854, n. 96, "wodurch eine Vorschrift für die Vollstreckung der Verfügungen und Erkenntnisse der landesfürstlichen politischen und polizeilichen Behörden erlassen wird". Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Legge 5 marzo 1862, n. 14, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse" Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni" Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari" Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio" Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione" Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli" Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999

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GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

373 subfondo 1 Comune di Samoclevo (ordinamento austriaco), 1838 - 1923

Soggetti produttori Comune di Samoclevo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Comune di Samoclevo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17

374 serie 1.1 Protocollo delle sessioni della rappresentanza, del consiglio e della giunta, 1900 - 1925

462. b.462-489 Protocollo delle sessioni della rappresentanza comunale, del consiglio e della giunta 1922 febbraio 4 - 1925 giugno 29 Si tratta dei protocolli delle sessioni della rappresentanza comunale dal 4 febbraio 1922 al 13 dicembre 1923, del consiglio dal 26 gennaio 1924 al 20 giugno 1924, dei verbali delle deliberazioni della giunta dal 30 gennaio 1924 al 3 dicembre 1924 e dei verbali delle deliberazioni del consiglio dal 16 maggio 1925 al 29 giugno 1925. Registro, legatura in carta, cc. scritte 43

463. b.462-489 Protocolli delle sessioni della rappresentanza comunale 1900-1922 Fascicolo

375 serie 1.2 Protocolli degli esibiti, 1922 - 1926

464. b.462-489 Protocollo degli esibiti 1922 marzo 14 - 1926 gennaio Registro, legatura in cart.

376 serie 1.3 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1838 - 1923

465. b.462-489 Atti relativi alla costruzione del campanile 1838 Fascicolo

466. b.462-489 Carteggio ed atti 1845 Fascicolo

467. b.462-489 Carteggio ed atti 1846 Fascicolo

468. b.462-489 Debito di fiorini 2000 contratto con il comune di per la costruzione dell'acquedotto 1847 Fascicolo

469. b.462-489 Quietanze relative all'acquedotto 1847 Fascicolo

470. b.462-489 Carteggio ed atti 1860 Fascicolo

471. b.462-489 "Lista del I corpo elettorale del comune di Samoclevo" 1866 Fascicolo

472. b.462-489 Appalto della trementina

377

1878 Fascicolo

473. b.462-489 Carteggio ed atti 1880 Fascicolo

474. b.462-489 Carteggio ed atti 1882 Fascicolo

475. b.462-489 Carteggio ed atti 1883 Fascicolo

476. b.462-489 Carteggio ed atti 1885 Fascicolo

477. b.462-489 Carteggio ed atti 1887 Fascicolo

478. b.462-489 Carteggio ed atti 1888 Fascicolo

479. b.462-489 Carteggio ed atti 1890 Fascicolo

480. b.462-489 Carteggio ed atti 1891 Fascicolo

378

481. b.462-489 Carteggio ed atti 1892 Fascicolo

482. b.462-489 Carteggio ed atti 1893 Fascicolo

483. b.462-489 Carteggio ed atti 1894 Fascicolo

484. b.462-489 Carteggio ed atti 1895 Fascicolo

485. b.462-489 Carteggio ed atti 1896 Fascicolo

486. b.462-489 Carteggio ed atti 1897 Fascicolo

487. b.462-489 Carteggio ed atti 1898 Fascicolo

488. b.462-489 Carteggio ed atti 1899 Fascicolo

489. b.462-489 379

Carteggio ed atti sec. XIX Fascicolo

490. b.490-498 Carteggio ed atti 1900 Fascicolo

491. b.490-498 Carteggio ed atti 1901 Fascicolo

492. b.490-498 Carteggio ed atti 1902 Fascicolo

493. b.490-498 Carteggio ed atti 1903 Fascicolo

494. b.490-498 Carteggio ed atti 1904 Fascicolo

495. b.490-498 Carteggio ed atti 1905 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza; atti relativi all'appalto caccia; atti relativi all'appalto pane. Fascicolo

496. b.490-498 Carteggio ed atti 1906 Fascicolo

497. b.490-498 Carteggio ed atti

380

1907 Fascicolo

498. b.490-498 Carteggio ed atti 1908 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza. Fascicolo

499. b.499 Carteggio ed atti 1909 Contiene fra l'altro: elezioni della rappresentanza; contratto per la tenuta dei tori per il periodo di monta 1909-1910 dei due comuni di Samoclevo e Cavizzana; bollettini delle leggi e delle ordinanze, 1909-1911; atti relativi alla costruzione dell'acquedotto dal 1909 al 1914 e "Protocollo delle carte e decreti relativi alla nuova costruzione di acqua potabile nel comune di Samoclevo", 1875 aprile 17; 1909 luglio 3 - 1911 ottobre 20. Busta

500. b.500-508 Carteggio ed atti 1910 Contiene fra l'altro: nomina triennale del cassiere comunale; espropriazioni per il progetto dell'armatura elettrotecnica della ferrovia Trento-Malè; vendita triennale del pane concessa a un privato; notifiche e circolari riguardanti passaporti bestiami e nomina periti; spazzacamino; appalto caccia deliberato a un privato, 1910-1911. Fascicolo

501. b.500-508 Carteggio ed atti 1911 Contiene fra l'altro: regolazione dei diritti d'amministrazione e di godimento della malga Cespedè e pascoli relativi, situata nel comune catastale di Rabbi; vendita di n.87 piante di larice in loc. "Mason" a un privato; elezioni del consiglio dell'impero; prospetto di ripartizione delle capre. Fascicolo

502. b.500-508 Carteggio ed atti 1912 Contiene fra l'altro: elezioni della deputazione comunale. Fascicolo

503. b.500-508 Carteggio ed atti 1913 381

Contiene fra l'altro: nomina del cassiere comunale; ufficio provinciale per la commisurazione dell'aumento di valore; pompieri; vendita triennale del pane concessa a un privato, 1913-1914. Fascicolo

504. b.500-508 Carteggio ed atti 1914 Contiene fra l'altro: nomina a detentore tori da monta. Fascicolo

505. b.500-508 Carteggio ed atti 1915 Contiene fra l'altro: nomina lavoratori per servizio al governo; istituzione commissioni sanitarie locali. Fascicolo

506. b.500-508 Carteggio ed atti 1916 Contiene fra l'altro: "Istruzioni popolari per la difesa contro la dissenteria"; compera del comune di Samoclevo di un terreno in loc. "Pradalin"; sottoscrizione da parte del comune di Samoclevo del IV prestito di guerra; commissione di classificazione leva sui cavalli; atti relativi al diritto di incolato; fornitura fieno e paglia al magazzino militare di Malè da parte dei privati del comune di Samoclevo, 1916-1917. Fascicolo

507. b.500-508 Carteggio ed atti 1917 Fascicolo

508. b.500-508 Carteggio ed atti 1918 Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica; contratto triennale per l'estrazione della trementina con un privato di Castelfondo; sussidi ai profughi; fornitura latte per approvvigionamento; requisizioni animali da macello per approvvigionamento. Fascicolo

509. b.509 Carteggio ed atti 1919 Contiene fra l'altro: elenco dei profughi per pagamento sussidi; vendita legname in località "Costa Mason"; certificati d'ispezione cadaverica; "Passaporto per l'interno"; incolato. Busta

382

510. b.510 Carteggio ed atti 1920 Contiene fra l'altro: impianto libro fondiario per il comune di Samoclevo; richieste statistiche bozzoli; sussidi alle famiglie dei richiamati nell'esercito austro-ungarico; costituzione di società con i comuni di Caldes, Cavizzana e S.Giacomo per costruzione impianto elettrico; contratto quinquennale per il diritto di caccia sul territorio comunale concesso alla società cacciatori trentini; vendita di n.639 piante di abete e larice delle località "Ansede e Lavini" alla ditta Bonvecchio e Sontacchi; vendita di piante di abete, larice e faggio danneggiate alla ditta F. Ferrari di Mezzolombardo. Busta

511. b.511 Carteggio ed atti 1921 Contiene fra l'altro: specifiche mensili dei contributi versati dal comune all'Istituto pensioni per impiegati; elezioni amministrative: circolari; richiesta di adesione alla condotta veterinaria della bassa val di sole (istituita con verbale del 10 agosto 1921) al comune di Samoclevo; circolare riguardante la riscossione delle tasse provinciali sulla birra e sui liquidi alcoolici; elezioni politiche: circolari; revisione delle liste elettorali politiche; sussidi alle famiglie dei richiamati nell'esercito austro-ungarico; "Prospetto dei quadrupedi e veicoli esistenti nel comune di Samoclevo alla fine dell'anno 1921"; scioglimento della comunità scolastica di Samoclevo e Caldes e riconoscimento di due comunità separate e costituzione delle nuove aule per la scuola di Samoclevo; elenco dei richiedenti seme bachi da seta; VI censimento generale della popolazione: circolari. Busta

512. b.512 Carteggio ed atti 1922 Contiene fra l'altro: elezione del sindaco; fassione per la commisurazione dell'equivalente d'imposta sul valore del possesso fondiario assieme alle pertinenze per il periodo dal 1 gennaio 1922 fino a tutto dicembre 1930; atti relativi all'acquisto di mezzi didattici; tassa vino; tassa per la macellazione bovini, 1922-1923; impiego del ricavato dalla vendita del vecchio edificio scolastico, 1922-1923; ampliamento dell'edificio scolastico, 1922-1923. Busta

513. b.513-514 Carteggio ed atti 1923 Contiene fra l'altro: consorzio provinciale per la vigilanza igienica; "Regolamento tipo della provincia di Trento per l'applicazione della tassa bestiame"; sussidio alle famiglie dei richiamati nell'esercito austro-ungarico e italiano; elenco strade comunali, 1923-1924. Fascicolo

514. b.513-514 Carteggio ed atti sec.XX Fascicolo

383 serie 1.4 Registri anagrafici, 1922

515. b.515-519 "Lista di quelle persone che ai sensi del trattato di S.Germano hanno acquisito la cittadinanza italiana di pieno diritto" 1922 Fascicolo, 2 esemplari, cc.18

384 serie 1.5 Fogli di possesso fondiario, 1894 - 1910

516. b.515-519 Fogli di possesso fondiario del comune di Samoclevo 1894-1910 (con lacuna dal 1895 al 1909) Fascicolo

385 serie 1.6 Inventari del patrimonio comunale, 1896 - 1918

517. b.515-519 "Prospetto sopra i cambiamenti risultanti dopo i 3 anni dall'ultima compilazione dell'inventario... alla fine dell'anno 1896" 1896 Fascicolo, cc.2

518. b.515-519 "Inventario sul patrimonio complessivo del comune di Samoclevo del distretto politico di Cles alla fine dell'anno 1918" 1918 Fascicolo, 2 esemplari, cc.5

386 serie 1.7 Quinternetti delle rendite, imposte e tasse comunali, 1923 - 1923

519. b.515-519 "Quinternetto 1923" (bestiame, legname, spine morte, tassa scolastica, giornate turnali) 1923 Fascicolo

387 serie 1.8 Conti consuntivi e documenti giustificativi, 1896 - 1922

520. b.520-524 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1896 Fascicolo

521. b.520-524 Conto consuntivo 1900 Fascicolo

522. b.520-524 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1909 Fascicolo

523. b.520-524 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1910 Fascicolo

524. b.520-524 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1911 Fascicolo

525. b.525-528 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1912 Fascicolo

526. b.525-528 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1913 Fascicolo

527. b.525-528 Conto consuntivo e documenti giustificativi

388

1914 Fascicolo

528. b.525-528 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1915 Fascicolo

529. b.529-535 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1916 Fascicolo

530. b.529-535 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1917 Fascicolo

531. b.529-535 Documenti giustificativi del conto 1918 Fascicolo

532. b.529-535 Conto consuntivo e documenti giustificativi 1919 Fascicolo

533. b.529-535 Preventivo 1920 Fascicolo

534. b.529-535 Documenti giustificativi del conto 1920 Fascicolo

535. b.529-535 Preventivo ed allegati 1922 Fascicolo

389

Ente Comune di Samoclevo (Caldes) 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

Luoghi Samoclevo (Caldes)

Altre forme del nome Samoclevo (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di Samoclevo, 01/01/1838 - 31/12/1929 Subfondo Comune di Samoclevo (ordinamento italiano), 01/01/1923 - 31/12/1928

Storia In seguito alla sconfitta dell'Austria nel primo conflitto mondiale, il trattato di St. Germain datato 10 settembre 1919, approvato con R.D. datato 6 ottobre 1919, n. 1804 e convertito in legge il 26 settembre 1920, sancì l'annessione del Trentino all'Italia. L'ordinamento comunale austriaco tuttavia rimase in atto fino all'entrata in vigore del R.D. del 11 gennaio 1923, n. 9 che estese alle nuove Province l'ordinamento comunale italiano. Con l'avvento del Fascismo, la riforma della legge comunale e provinciale italiana, pubblicata nel R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, nella legge del 4 febbraio 1926, n. 237 (riguardante l'istituzione del Podestà e della Consulta municipale nominati dall'esecutivo nei comuni non eccedenti i 5000 abitanti) ed, infine, nel R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 (in base a cui fu esteso l'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno), operava la cancellazione completa del passato tessuto amministrativo nei comuni italiani. Subito dopo con interventi di autorità furono aggregati alcuni comuni (R.D. datato 29 novembre 1928, n. 2970), fino a giungere in Trentino al numero di 117 (la riforma fu particolarmente intensa negli anni 1928-29).

Il primo registro ufficiale dell'amministrazione italiana del Comune di Samoclevo data 1923 ottobre 31 (Archivio Comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n. 536). Il Comune di Samoclevo fu aggregato al Comune di Caldes con R.D. 15 novembre 1928, n. 274: l'ultima attestazione dell'amministrazione comunale risale tuttavia al 1929 gennaio 18 (Archivio Comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 546) e si tratta di un documento contenente il nucleo familiare di due coniugi abitanti a Samoclevo. La "popolazione legale" a Samoclevo, secondo il censimento del 1921, ammontava a 398 unità (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n. 536).

Condizione giuridica Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vengono estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. datato 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n.156, e 23 marzo 1919, n.504; i R.D. datati 18 settembre 1919, n.1825 e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti- legge datati 8 settembre 1922, n. 1285 e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge 390 comunale e provinciale, approvato con R.D. del 12 febbraio 1911, n.297, modificato con R.D. datati 18 aprile 1920, n. 585 e 7 aprile 1921, n.559. L'art. 25 del decreto datato 11 gennaio 1923, n. 9 stabilisce che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore dovranno aver luogo le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che hanno perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. datato 24 settembre 1923, n. 2013 sono estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, "Riforma della legge comunale e provinciale", introduce alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la legge del 4 febbraio 1926, n.237 ed, infine, con il R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno.

Funzioni, occupazioni e attività La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Le competenze del comune di Bozzana con Bordiana emergono dell'elenco delle serie, appartenenti all'archivio postunitario, classificate secondo il titolario stabilito dalla circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2 tuttora in vigore, di cui elenchiamo le 15 categorie:: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica. Ogni comune è obbligato a tenere un inventario dei beni mobili e immobili; può contrarre mutui, pur con una certa garanzia e, in conformità alle leggi, imporre dazi e alcuni tipi di tasse; è obbligato a fare spese per gli uffici e per l'archivio comunale; per gli stipendi, per il servizio di riscossione e pagamenti, per le imposte dovute al comune, per servizio sanitario (medici e levatrici), per la conservazione del patrimonio comunale, per il pagamento dei debiti esigibili, per la sistemazione e la manutenzione delle strade comunali, dei porti, degli edifici ed acquedotti e dei cimiteri comunali, per l'istruzione elementare, per l'illuminazione, per i registri dello stato civile, per la festa nazionale, per le elezioni, per la polizia locale, per il carcere mandamentale ecc. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, come si evince dall'art. 5 della legge comunale e provinciale datata 4 febbraio 1926, n. 237.

391

Per Samoclevo i documenti conservati attestano di volta in volta diversi oggetti di trattazione: manutenzione delle strade, orari di apertura e chiusura degli esercizi pubblici, cura del patrimonio silvo-pastorale, revisione dei camini e delle stufe, vigilanza sugli incendi, la polizia delle acque pubbliche, lavori di ristrutturazione del cimitero, appalto dei diritti di caccia alla Società Cacciatori Trentini di Malé, (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n.537 e "Carteggio e atti degli affari comunali", nn. 540-546). Data la rilevanza del patrimonio silvo-pastorale sono significativi i regolamenti conservati quali: il "Regolamento per il legname, strame ed erba ad uso di censiti comunali" del 1926; i Regolamenti d'uso per le malghe, diversi a seconda se esse sono tenute nelle forme della "conduzione mediante affittanza" o della "conduzione in economia"; il "Regolamento per il godimento ed uso del pascolo comunale" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 542).

Struttura amministrativa In base al R.D. di data 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. di data 11 gennaio 1923, n. 9, ogni comune ha un consiglio, che elegge nel suo seno una giunta, che si rinnova ogni 4 anni e si compone di un numero pari (da 2 a 8) di assessori, e un sindaco, che è eletto a scrutinio segreto e dura in carica 4 anni, un segretario, nominato dal consiglio, e un ufficio comunale. Gli organi di consiglio e giunta sono istituiti nei comuni italiani in base alla Legge comunale e provinciale contenuta nella Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 20 marzo 1865, n.2248. Per quanto riguarda le competenze dei singoli incaricati, in base allo stesso R.D. il consiglio esamina il consuntivo dell'anno precedente e lo approva, delibera il bilancio del comune e delle istituzioni che gli appartengono, nomina i revisori dei conti e i commissari per la revisione delle liste elettorali, vigila sulle istituzioni comunali, elegge nel suo seno a maggioranza assoluta di voti gli assessori che compongono la giunta municipale. Il consiglio inoltre delibera su tutte le materie proprie dell'amministrazione comunale che non siano esplicitamente attribuite a giunta o sindaco e cioè: stipendi, personale, lasciti, acquisti - salva autorizzazione del prefetto -, alienazioni, cessioni, servitù, prestiti, affrancazione di censi, regolamenti relativi a beni comunali, regolamenti igienici e di polizia locale, cimiteri, destinazione di beni comunali, dazi e imposte comunali, fiere e mercati (cfr. art. 131). La giunta municipale delibera a maggioranza assoluta di voti. Le deliberazioni sono valide se è presente la metà dei componenti, minimo tre. Essa delibera sulle spese impreviste, sugli storni, sulla preparazione dei ruoli delle tasse, sulle proposte dei regolamenti al consiglio, sulla conclusione dei contratti deliberati dal consiglio e rende conto al consiglio della sua gestione (art. 139). Il sindaco, quale capo dell'amministrazione comunale (art. 151), convoca consiglio e giunta, esegue le deliberazioni di entrambi gli organi, stipula i contratti, rilascia certificati di notorietà pubblica, stati famiglia, certificati di povertà, rappresenta il comune, sovrintende a tutti gli uffici e istituti comunali; quale ufficiale di governo (art. 152) è incaricato della pubblicazione delle leggi, della tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, ha compiti in materia di ordine pubblico, sicurezza e igiene pubblica. Il segretario comunale deve essere dotato di apposita patente di abilitazione e di un titolo di studio superiore; può rogare i contratti. Sono previsti infine alcuni impiegati comunali le cui competenze sono stabilite da apposito regolamento. Il numero di membri del consiglio va da 15 a 80, a seconda della popolazione del comune. Esso si riunisce due volte all'anno, ordinariamente in primavera e in autunno e le deliberazioni possono essere prese se è presente la metà dei consiglieri. Un regolamento interno determina numero, stipendio e attribuzioni degli impiegati comunali (fra gli altri c'è l'esattore o il tesoriere comunale).

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Gode del diritto elettorale attivo qualsiasi cittadino maschio, iscritto nelle liste elettorali, che abbia compiuto il 21° anno che paghi annualmente al comune una certa contribuzione diretta erariale. Sono eleggibili a consiglieri comunali tutti gli elettori purché sappiano leggere e scrivere. Nel 1926, in seguito all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910) i consigli e le giunte sono sciolti. Subentra ad essi la figura del podestà. Egli è affiancato, nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti o nei comuni capoluoghi di Provincia, da una consulta municipale, composta di un numero di membri fissati dal Prefetto, con particolari requisiti (in particolare se donne, cfr. art. 68), che durano in carica 4 anni e sono riconfermabili. La scelta dei consultori viene fatta su terne designate dalle associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute. Le adunanze della consulta sono valide solo se è presente almeno la metà dei membri e i suoi pareri sono emessi a maggioranza assoluta di voti. L'ufficio di podestà o consultore municipale è generalmente gratuito. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco.

Il Consiglio comunale di Samoclevo era composto da un numero di membri variabile da 8 a 15 come si evidenzia nei registri conservati (Archivio comunale di Caldes, "Protocollo delle sessioni della rappresentanza comunale, del consiglio e della giunta", n. 462 e "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n. 536). Per quanto concerne gli impiegati comunali è interessante rilevare un documento datato 8 agosto 1924 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 540) in cui si fa riferimento al cambiamento di denominazione di alcuni salariati comunali da "servo d'ufficio" a "usciere", senza però specificare nulla circa le loro competenze e la loro elezione. In materia di sanità il comune di Samoclevo nominava un ufficiale sanitario comunale (sessione del 20 dicembre 1923) ed era rappresentato da tre membri in seno al Consorzio Sanitario di Malé, come si evince dai documenti datati 6 gennaio 1924 e 22 gennaio 1924 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 540) e da due nel Consorzio Provinciale antitubercolare (2 maggio 1926). Ancora dalla stessa serie si desumono inoltre altre competenze comunali: la nomina da parte del podestà di due membri rappresentanti il comune nel Consorzio elettrico "Rio Caldo" (7 agosto 1926 ). Da alcuni documenti del 1926 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 542), risultano le competenze del podestà: poiché la legge n. 2839/1923 prevedeva la possibilità che "due o più comuni riunitisi ... possono essere affidati all'amministrazione di un solo Podestà"..."Ogni singolo comune continua nella sua vita autonoma, e le funzioni debbono dal Podestà essere esercitate separatamente per comune nella sede rispettiva", il podestà dovrà recarsi periodicamente in tutti i comuni a lui affidati.

Contesto generale Con Ordine di servizio datato 29 maggio 1915 del Comando supremo del regio esercito italiano viene costituito un Segretariato generale per gli affari civili come organo tecnico politico amministrativo per i territori occupati. A ciascun distretto politico è destinato un commissario civile. Finita la guerra, con ordinanza datata 19 novembre 1918 del Capo di Stato maggiore del Regio esercito, l'amministrazione della Venezia Tridentina viene affidata ad un governatore degli affari civili, il quale con R.D. datato 24 luglio 1919, n. 1251, viene sostituito da un Commissario generale civile, coadiuvato da vice Commissari. Gli organi amministrativi previsti dalla legislazione comunale austriaca continuano la loro attività anche negli anni immediatamente successivi alla conclusione del primo conflitto mondiale e all'annessione del Trentino al Regno d'Italia,

393 sancita ufficialmente con la legge datata 26 settembre 1920 che converte in legge il R.D. 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del Trattato di St. Germain tra Italia ed Austria (ciò sulla base delle norme di diritto internazionale). Comunque, fin dal novembre del 1918 i capicomune mutano formalmente la loro denominazione in quella italiana di sindaci. In base al R.D. datato 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, il Regno si divide in Province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni Provincia vi sono un prefetto, con funzioni esecutive, un vice prefetto, un consiglio di Prefettura, con funzioni consultive e amministrative, e una giunta amministrativa, presieduta dallo stesso Prefetto, con funzioni anche giurisdizionali. In ogni Circondario vi è un sottoprefetto, che esegue gli ordini del prefetto. Le deliberazioni dei consigli e delle giunte comunali sono trasmesse ai Prefetti e rispettivamente ai sottoprefetti e diventano esecutive se rimandate con il visto del prefetto o del sottoprefetto o se il decreto di sospensione non è pronunziato entro il termine di 15 giorni (1 mese per bilanci e consuntivi). Il prefetto inoltre può ordinare, a spese del comune, le indagini che crede necessarie. Sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa invece, le deliberazioni che riguardano significative transazioni di carattere soprattutto immobiliare e i regolamenti. Questa organizzazione è praticamente confermata dal R.D. datato 3 marzo 1934, n.383. La giunta provinciale amministrativa e il Ministro dell'interno esaminano le regolarità dei singoli stanziamenti e, previa notificazione dei propri rilievi alle amministrazioni interessate, apportano ai bilanci eventuali modifiche. Gli organi che amministrano la Provincia sono il consiglio provinciale e la deputazione cui si aggiunge un presidente (con R.D. datato 30 dicembre 1923) Per i comuni c'è la possibilità di unirsi in consorzi fra loro o con la Provincia, per provvedere a particolari servizi ed opere di comune interesse. Con R.D. datato 21 gennaio 1923, n. 93, viene istituita la Provincia di Trento (comprendente anche Bolzano), con i Circondari, corrispondenti ai Distretti politici. Con l'avvento del Fascismo si ha una politica di accentramento delle cariche che vede l'istituzione di podestà di nomina regia nei comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n.1910) mentre il prefetto diventa "unico solo rappresentante autorità di Governo nella Provincia" (telegramma di Mussolini del 13 giugno 1923).

Da una serie di documenti conservati nell'Archivio comunale si evince che Samoclevo apparteneva ad alcuni Consorzi intercomunali. In un atto datato 18 maggio 1923 l'Intendente di Finanza di Trento decreta che, "per la corresponsione delle imposte dirette durante il novennio 1924-1932 sia costituito un consorzio, per affidare il servizio ad un solo esattore fra i seguenti Comuni" e segue l'elenco di 35 comuni tra i quali Samoclevo. manca citazione della serie. In base ad un documento datato 24 novembre 1924 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 540) si evince che Samoclevo faceva parte del Consorzio Sanitario di Malè che comprendeva, oltre a Samoclevo, i Comuni di Malé, Arnago, Bozzana, Caldes, Cavizzana, Croviana, Magras, S. Giacomo e Terzolas. Dal verbale della sessione del 7 agosto 1926 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n. 536) risulta che appartiene al Consorzio elettrico "Rio Caldo" insieme ai Comuni di Caldes, Cavizzana e S. Giacomo.

394

Un documento datato 9 luglio 1925 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 541) decreta l'approvazione da parte della Regia Prefettura della Venezia Tridentina della costituzione del Consorzio "per avvalersi dell'opera d'un solo segretario" tra i Comuni di Terzolas, Arnago, Magras e Samoclevo. Infine nella sessione tenutasi in data 19 giugno 1926 Samoclevo aderisce alla Federazione Provinciale Enti Autarchici di Trento e nel corso di quella tenuta in data 16 aprile 1927 aderisce anche alla Confederazione Nazionale degli Enti Autarchici (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà", n. 536).

Fonti normative Regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, "col quale è approvato il regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale annessa a quella del 20 marzo 1865, n. 2248". Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866 Regio decreto 14 dicembre 1865, n. 2641 'col quale è approvato il regolamento giudiziario per l'esecuzione del codice di procedura civile, di quello di procedura penale e della legge sull'ordinamento giudiziario'. Regio decreto del 9 gennaio 1887, n. 4311, "che approva un nuovo ordinamento del servizio statistico" Regio decreto 20 maggio 1897, n. 217, "che approva il testo unico delle leggi sulle tasse di registro". Regio decreto 21 settembre 1901, n. 445, "che approva il regolamento per la formazione e la tenuta del registro di popolazione in ciascun comune del regno". Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale". Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale". Legge 7 aprile 1921, n. 457, "concernente il VI censimento generale della popolazione del regno" Regio decreto 23 ottobre 1921, n. 1530, "che estende ai territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778, la legge 7 aprile 1921, n. 457 sul censimento generale della popolazione nei comuni del Regno" Regio decreto 12 novembre 1921, n. 1594, "che detta norme per il censimento generale della popolazione nei territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778" Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale" Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, "che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani". Regio decreto 31 gennaio 1924, n. 151, "Norme per l'attuazione del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, riguardante la riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 23 maggio 1924, n. 824, "Regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello stato" Regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2113, "Istituzione del servizio ispettivo sui comuni e sulle provincie, e modificazioni alle disposizioni della legge comunale e provinciale"

395

Legge 4 febbraio 1926, n. 237, "Istituzione del potestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti" Regio decreto 6 maggio 1926, n. 760, "Determinazione per alcune provincie del regno, della data della cessazione delle amministrazioni ordinarie e straordinarie e dell'inizio delle funzioni del podestà e delle consulte municipali nei comuni di cui all'art. 1 della legge 4 febbraio 1926, n. 237" Regio decreto legge 9 maggio 1926, n. 818, "Modificazioni alla legge 4 febbraio 1926, n. 237, sulla istituzione del podestà e della consulta municipale" Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, "Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno" Decreto legge 17 marzo 1927, n. 383, "Facoltà al governo del re di provvedere ad una revisione generale delle circoscrizioni comunali"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Fonti Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997 Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Bollettino delle leggi del regno d'Italia, Milano 1805 - 1814 Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Firenze 1861. Annuario Trentino 1999, Trento 1999. Bibliografia ANTONIELLA A., L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979 BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 FRANCHI L. (a cura di), Leggi usuali d'Italia, Milano 1932. MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986

396 subfondo 2 Comune di Samoclevo (ordinamento italiano), 1923 - 1928

Soggetti produttori Comune di Samoclevo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

397 serie 2.1 Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà, 1924 - 1928

536. reg.536 "Registro delle deliberazioni consigliari del comune di Samoclevo soggette ad approvazione" 1924 giugno 20 - 1928 novembre 17 Si tratta delle deliberazioni del consiglio comunale dal 20 giugno 1924 al 2 maggio 1926 e del podestà dal 4 giugno 1926 al 17 novembre 1928. Registro, legatura in cart., cc.18

398 serie 2.2 Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà - copie, 1923 - 1928

537. b.537 Verbali delle deliberazioni del consiglio e del podestà - copie 1923-1928 Busta

399 serie 2.3 Protocolli degli esibiti, 1926 - 1929

538. reg.538 Protocollo degli esibiti 1926 gennaio 2 - 1926 maggio 17 Registro, recente, cc.23

539. reg.539 Protocollo degli esibiti 1927 aprile 16 - 1929 gennaio 16 Registro, legatura in cart., cc.86

400 serie 2.4 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1929

540. b.540 Carteggio ed atti 1924 Busta

541. b.541 Carteggio ed atti 1925 Busta

542. b.542 Carteggio ed atti 1926 Contiene fra l'altro: elenchi di "descrizione delle carte". Busta

543. b.543 Carteggio ed atti, cat.I-V 1927 Busta

544. b.544 Carteggio ed atti, cat.VI-XV 1927 Busta

545. b.545-546 Carteggio ed atti, cat.I-XV 1928 Busta

546. b.545-546 Carteggio ed atti 1929 Busta

401 serie 2.5 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1924 - 1929

547. reg.547-559 Bilanci di previsione 1924 Registro

548. reg.547-559 Conto consuntivo 1924 Registro

549. reg.547-559 Bilancio di previsione 1925 Registro

550. reg.547-559 Conto consuntivo 1925 Registro

551. reg.547-559 Bilancio di previsione 1926 Registro

552. reg.547-559 Bilancio di previsione 1927 Registro

553. reg.547-559 Conto consuntivo 1927 Registro

554. reg.547-559 Bilancio di previsione

402

1928 Registro

555. reg.547-559 Conto consuntivo 1928 Registro

556. reg.547-559 Bilancio di previsione 1929 Registro

403 serie 2.6 Giornali e mastri della contabilità, 1926 - 1928

557. reg.547-559 "Libro mastro delle entrate e delle spese per l'anno finanziario 1926" 1926 Registro

558. reg.547-559 "Libro mastro delle entrate e delle spese per l'anno finanziario 1927" 1927 Registro

559. reg.547-559 "Libro mastro delle entrate e delle spese comunali. Anno 1928" 1928 Registro

404 serie 2.7 Documenti giustificativi dei conti, 1925 - 1928

560. b.560-562 Documenti giustificativi del conto 1925 Fascicolo

561. b.560-562 Documenti giustificativi del conto 1927 Fascicolo

562. b.560-562 Documenti giustificativi del conto 1928 Fascicolo

405 serie 2.8 Liste di leva, 1922 - 1927

563. b.563-584 Allegati alla lista di leva della classe 1899 1922 Fascicolo

564. b.563-584 Allegati alla lista di leva della classe 1900 1922 Fascicolo

565. b.563-584 Lista di leva della classe 1901 ed allegati 1922 Fascicolo

566. b.563-584 Lista di leva della classe 1902 ed allegati 1922 Fascicolo

567. b.563-584 Lista di leva della classe 1903 1922 Fascicolo, cc.4

568. b.563-584 Lista di leva della classe 1904 ed allegati 1922 Fascicolo

569. b.563-584 Lista dei renitenti della classe 1904 1925 Fascicolo, cc.2

570. b.563-584 Lista di leva della classe 1905

406

1923 Fascicolo, cc.3

571. b.563-584 Lista dei renitenti della classe 1905 1925 Fascicolo, cc.2

572. b.563-584 Lista di leva della classe 1906 ed allegati 1924 Fascicolo

573. b.563-584 Lista dei renitenti della classe 1906 ed allegati 1926 Fascicolo

574. b.563-584 Lista di leva della classe 1907 ed allegati 1925 Fascicolo

575. b.563-584 Lista di leva della classe 1908 ed allegati 1926 Fascicolo

576. b.563-584 Lista di leva della classe 1909 1927 Fascicolo, cc.3

407 serie 2.9 Ruoli matricolari, sec.XX

577. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1901 sec. XX Fascicolo, 2 esemplari, cc.2

578. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1902 sec. XX Fascicolo, c.1

579. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1902-1903 sec. XX Fascicolo, c.1

580. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1903 sec. XX Fascicolo, c.1

581. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1905 sec. XX Fascicolo, c.1

582. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1906 sec. XX Fascicolo, c.1

583. b.563-584 Ruolo matricolare classe 1909 sec. XX Fascicolo, c.1

584. b.563-584 "Ruolo provvisorio dei militari in congedo provenienti dall'ex-esercito austro-ungarico dal 1896 fino al 1885 in

408 maggio 1925" [1925] Fascicolo, cc.2

409 serie 2.10 Registri di stato civile

410 serie 2.11 Registri diversi, 1924 - 1928

585. reg.585 "Elenco dei nati in questo comune nel I e II semestre solare dell'anno 1924 per la loro iscrizione nel registro delle vaccinazioni" 1924-1926 Registro, legatura in cart., cc.3

586. reg.586 "Registro delle vaccinazioni e rivaccinazioni" 1924-1928 Registro, legatura in cart., cc.6 (1c. bianca)

587. reg.587 Elenco dei possessori dei fondi sec. XX Registro, legatura in cart., cc.31

588. reg.588 Protocollo delle particelle dei terreni sec. XX Registro, legatura in cart., cc.55

411

Ente Congregazione di carità di Samoclevo 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

Luoghi Samoclevo(Caldes)

Altre forme del nome Fondo poveri di Samoclevo

Archivi prodotti Fondo Documentazione della Congregazione di carità di Samoclevo, 01/01/1849 - 31/12/1914 Fondo Fondo Poveri e della Congregazione di Carità di Samoclevo, 01/01/1920 - 31/12/1926

Storia Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di Carità in base al Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49. All'art. 2 si stabiliva che: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza ... avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in fatto di assistenza e beneficenza pubblica, anche se l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In base all'art. 118 del suddetto editto si stabiliva che "La Reggenza riconosce i segnalati servizi, che nel corso dei tre ultimi anni hanno essi (si tratta degli "Istituti di beneficenza esistenti sotto il nome di Congregazioni di carità") prestato a favore dell'umanità languente, e pel sostegno, e promozione delle rispettive fondazioni, e si ripromette dai medesimi eguale zelo, ed impegno disinteressato per l'avvenire, ed in questa fiducia Essa non tarda a provvisoriamente confermarli ne' luoghi, ove esistono, e di invitarli ad esporle tutte quelle circostanze, che riguardano il compimento del numero dei Membri, che vi appartengono, l'amministrazione della sostanza, ed il miglioramento di tali istituti." In aggiunta, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più: alla politica centralistica del Regno d'Italia, che vedeva nelle Congregazioni di carità un valido strumento per controllare meglio il sistema assistenziale pubblico, si opponeva ora una evidente spinta al decentramento amministrativo messa in atto dall'Impero, che intendeva attribuire maggiore facoltà di autodeterminazione alle singole istituzioni piuttosto che all'ente che le amministrava. E ciò pur mantenendo sempre separate l'amministrazione e le competenze della Congregazione - o delle istituzioni che le facevano capo - da quelle dei comuni relativi. La legislazione italiana che veniva estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore 412 col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n. 697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione - ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando: l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica amministrazione. I fondi di beneficenza, attualmente amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi). In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'Ente comunale di assistenza alla Congregazione di carità". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 specifica che a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di competenze tra la Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria".

L'esistenza di un Fondo poveri di Samoclevo è attestata per la prima volta nel 31 dicembre 1920 (Archivio Comunale di Caldes, Fondo poveri di Samoclevo, "Rese di conto", n. 589), mentre la sua ultima attestazione risale al 26 gennaio 1925 (Archivio Comunale di Caldes, Fondo poveri di Samoclevo, "Rese di conto", n. 593). Dal 14 novembre 1926 è invece attestata la Congregazione di carità di Samoclevo (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Samoclevo, "Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità", n. 594). Benché la documentazione d'archivio taccia relativamente al passaggio dall'una all'altra istituzione, è assai probabile che si sia trattato dello stesso ente denominato in due diversi modi. L'ultima attestazione della Congregazione di carità di Samoclevo risale al 18 aprile 1926 (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Samoclevo, "Bilanci di previsione", n. 595).

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. Bortoli- C. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e

413 del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore. Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 ). Nel 1891 era stato inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4 marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n. 847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza.

Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che dessero conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.

Il Fondo poveri di Samoclevo aveva le stesse competenze della Congregazione di carità, dato che si occupava dei "poveri che siano vechi, o poveri, o ammalati" (Archivio Comunale di Caldes, Fondo poveri di Samoclevo, "Rese di conto", n. 589).

Struttura amministrativa Le Congregazioni di Carità erano enti governati da un gruppo di persone scelte tra le più distinte abitanti nel relativo comune. Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. La Congregazione era presieduta, a seconda della grandezza del comune, dal Prefetto, dal Viceprefetto, dal podestà o sindaco, o dal membro più anziano della Congregazione. Erano comunque membri di diritto il vescovo nel capoluogo di distretto, e un parroco del luogo. I membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno: una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), due consiglieri, un cassiere e vi doveva partecipare il capocomune e il curatore d'anime locale. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore.

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La legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza stabiliva che le Congregazioni di Carità fossero composte da un presidente e da 4 membri nei comuni minori e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e restava in carica per 4 anni, così come gli altri membri. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Successivamente, la gestione della Congregazione di Carità venne riformata: essa doveva essere amministrata da un presidente e da un comitato di "patroni" composto da 4, 6 o 8 membri a seconda della popolazione del comune. Il presidente e i "patroni" venivano nominati dal Prefetto e scelti tra gli abitanti del comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti; poteva esservi ammesso anche un benefattore o persona da esso designata o il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata dalla Congregazione di Carità. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti.

I bilanci del Fondo poveri di Samoclevo contenuti nell'archivio (Archivio Comunale di Caldes, Fondo poveri di Samoclevo, "Rese di conto", n. 589-593) vengono firmati da un numero di persone variabile da 1 (il sindaco locale che è sempre presente) a 3 (tra gli altri membri sono menzionati, ma in un solo caso ciascuno, un cassiere e un amministratore). Il consiglio d'amministrazione della locale Congregazione di carità era composto da: un presidente ed altri 4 membri (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Samoclevo, "Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità", n. 594).

Contesto generale Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti, esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si stabilisce che i comuni dovranno farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si tratta di un comune in cui non esiste alcuno dei suddetti enti, esso potrà comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13).

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Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.

Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n. 753, "Sull'amministrazione delle Opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, "Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2841, "Riforma della legge 17 luglio 1890, n. 6972, sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio del Comune di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Archivio della Congregazione di Carità poi Ente Comunale Assistenza, in Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo (1815-1956), a cura di L. Bertagnolli su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Disposizioni normative sulla Congregazione di carità a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T (1997). Bollettino delle leggi del Regno d'Italia.

416

Raccolta delle Leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg. Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia. Archivio (L') vecchio della Congregazione di Carità di Trento, "Archivio Trentino", III (1884). Regolamento interno dell'ufficio amministrativo della Congregazione di Carità di Trento, Trento 1892. Regolamento organico per il personale amministrativo. Congregazione di Carità di Trento, Trento 1929. Bibliografia BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 COPPOLA G., Note sull'assistenza in Trentino nell'Ottocento, in AA.VV., Stato e Chiesa di fronte al problema dell'assistenza, Roma 1982. PASTORI BASSETTO I., La Congregazione di Carità di Trento nella prima metà dell'Ottocento, IN: GRANDI C., LEONARDI A., PASTORI BASSETTO I., Popolazione, assistenza e struttura agraria nell'Ottocento trentino, Trento 1978 PISCEL A., Contributo al problema della beneficenza pubblica nel Trentino, "Tridentum", III (1900). TANI G. - PICCIOLI F., Legislazione italiana. Prontuario delle leggi e dei decreti pubblicati al 31 dicembre 1972, Firenze 1980.

Note Altre informazioni significative: L'Archivio della Congregazione di carità di Samoclevo è attualmente aggregato all'Archivio del Comune di Caldes. Esso si trova presso il Comune di Caldes. L'ultimo intervento di ordinamento ed inventariazione è stato realizzato nel 1996 e ha prodotto "L'inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes 1384-1955" a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996; l'inventario è disponibile presso il Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia Autonoma di Trento e in vari archivi e biblioteche (cfr. Catalogo Bibliografico Trentino).

417 fondo Fondo Poveri e della Congregazione di Carità di Samoclevo, 1920 - 1926

Soggetti produttori Congregazione di carità di Samoclevo, 1818 gennaio 1-1928 novembre 15

418 subfondo 1 Fondo poveri (ordinamento preunitario), 1920 - 1926

419 serie 1.1 Rese di conto, 1920 - 1926

589. b.589-595 "Resa di conto del fondo poveri pro 1920 fatto in Samoclevo li 31 dicembre 1920" 1920 Fascicolo, c.1

590. b.589-595 "Resa di conto del fondo poveri pro 1921 fatto in Samoclevo li 16 gennaio 1922" 1922 Fascicolo, cc.2

591. b.589-595 "Resa del conto fondo poveri 1922 fatto in Samoclevo li 27 genaio 1923" 1923 Fascicolo, c.1

592. b.589-595 "Resa di conto fondo poveri (vecchi e ammalati) di Samoclevo pro anno 1923" 1923 Fascicolo, c.1

593. b.589-595 Rese di conto del fondo poveri per gli anni 1924 e 1925 1925-1926 Fascicolo, c.1

420 subfondo 2 Congregazione di carità di Samoclevo (ordinamento postunitario), 1926 - 1926

421 serie 2.1 Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità - copie, 1926 - 1926

594. b.589-595 Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità 1926 Fascicolo

422 serie 2.2 Bilanci di previsione, 1926 - 1926

595. b.589-595 "Bilancio di previsione opera Pia denominata Congregazione di carità anno 1926-1927-1928" 1926 Fascicolo

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Ente Comunità di San Giacomo [1399 marzo 2] - 1810 agosto 31

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Altre forme del nome Comunità di San Giacomo con Cassana e Tozzaga San Giacomo (Comunità) San Giacomo con Cassana e Tozzaga (Comunità) Santo Giacomo delle cappelle Solasna, Cassana e Tozzaga (Dal registro datato 17 marzo 1788 e intitolato "Libro della Magnifica Comunità di Santo Giacomo delle Cappelle Solasina, Cassanna, e Tozagha ...", si evince che la comunità di San Giacomo prende il nome dalle tre "Cappelle" o - nei documenti più antichi - "ville" che la componevano: "Solasna" - antica denominazione affiancata, a partire dal XVII secolo, da quella di San Giacomo che poi finì per divenire predominante col secolo successivo -, Cassana e Tozzaga.)

Archivi prodotti Fondo Comune di San Giacomo, 01/01/1384 - 31/12/1929 Fondo Documentazione della Comunità di San Giacomo, Tozzaga e Cassana, 01/01/1667 - 31/12/1763

Storia Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa. Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo dagli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano che aveva garantito anche nel territorio trentino un lungo periodo di prosperità e di sicurezza le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata, tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio anche nel territorio trentino non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica, il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali. Per quanto riguarda specificatamente l'amministrazione delle comunità locali, l'ordinanza del Governo di data 1 maggio 1787 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità: detta disposizione già in data 10 maggio 1787 veniva estesa dall'Imperial Regio Uffizio Capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia al territorio di sua competenza, mentre in data 5 gennaio 1805 venne fatta applicare dal Regio 424

Cesareo Giudizio Provinciale e dal Capitanato Circolare ai Confini d'Italia a tutti i Comuni della Giurisdizione provinciale (cfr. Archivio comunale di Civezzano, archivio preunitario, Atti, negozi e lettere, b. 9, n. 358). L'ordinanza del Governo del Tirolo del 5 gennaio 1805 proibì la convocazione delle regole generali senza la preventiva autorizzazione dell'autorità, mentre la legge del 4 gennaio 1807 abolì la regolania maggiore e la regolania minore. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810, venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e "si propose" la loro suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale emanato a Monza il 23 agosto 1810, furono estesi al Dipartimento dell'Alto Adige le leggi ed i decreti riguardanti l'amministrazione dei comuni del Regno. L'applicazione della legislazione napoleonica sul territorio avvenne tuttavia a partire dal 1° settembre 1810, come dimostrano i riscontri sulla documentazione archivistica.

L'attestazione più antica del toponimo "Solasna" è datata 27 febbraio 1200: si tratta della citazione di un abitante "de Solasna" (Codex Wangianus, a cura di R. Kink, 243). Ancora nello stesso documento si trovano le prime due attestazioni di Tozzaga, nella variante toponomastica "Tolzaga": nel primo caso si parla di un' "urna vicinalis Tolzage", mentre nel secondo si tratta dell'ubicazione geografica di alcune viti "in Tolzaga et eius pertinenciis et cultura Tolzage". Cassana è invece attestata per la prima volta in un documento datato 20 e 21 aprile 1384 (Archivio comunale di Caldes, "Atti degli affari della comunità", n. 596). In questo documento si trova anche la prima attestazione dell'esistenza di una "communitas et universitas", detta anche al plurale "comunitates et universitates" comprendente però le sole "ville" di Cassana e Tozzaga. Per la prima attestazione dell'esistenza di comunità nelle tre "ville" si deve far riferimento ad alcuni regesti in forma di transunto delle 25 pergamene datate dal XIV (1399) al XVII secolo, un tempo presenti nell'Archivio comunale di Caldes e attualmente perdute, che Giovanni Ciccolini eseguì nel 1936 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed Atti degli affari comunali", n. 27). Nel documento più antico, datato 2 marzo 1399, si trova infatti la prima attestazione dell'esistenza delle "comunitates de Casana, Tauzaga et Solasna", mentre nel regesto del documento datato 8 giugno 1399 si cita la sola "comunitas de Solasna". Dalla documentazione disponibile non è del tutto chiaro se le "ville" di Solasna - poi San Giacomo -, Cassana e Tozzaga costituissero effettivamente un'unica comunità, anche se ciò appare probabile. Nel regesto dell'atto datato 12 luglio 1412 si trova, tra l'altro, la prima attestazione della convocazione della regola della comunità di San Giacomo tenutasi sulla piazza di Cassana il 12 febbraio 1412, e l'attestazione che a quella regola parteciparono tutti i vicini, fatta eccezione per alcuni uomini di Solasna, Cassana e Tozzaga: il fatto che questi vicini provengano dalle tre "ville" farebbe pensare che si trattasse di un'unica assemblea per le tre "ville". Invece un regesto del documento datato 20 febbraio 1477 attesta la presenza di un sindaco della comunità delle "ville" di Solasna, Cassana e Tozzaga: non si può dunque escludere che, anteriormente al 1412, le tre "ville" potessero costituire tre comunità distinte (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti... p. 61 e ss.). L'ultima attestazione del periodo comunitario è datata 28 gennaio 1811: si tratta dell'ultimo resoconto economico fornito da un regolano alla comunità (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Dai documenti più antichi appartenenti all'Archivio comunale e all'Archivio parrocchiale, regestati dal Ciccolini, si evince che la comunità di San Giacomo confinava con le seguenti comunità: Caldes, Bozzana con Bordiana, Samoclevo, Bolentina, Malé e Magràs.

Condizione giuridica

425

Nel periodo comunitario, in territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le Carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La Carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo che regola la civile convivenza entro il territorio della comunità, stabilendo i diritti e i doveri dei vicini, le competenze e la durata dei vari uffici comunitari, i criteri per la più opportuna fruizione dei beni comuni e le pene cui vanno soggetti coloro che hanno violato le disposizioni contenute nella carta stessa. Essa viene redatta dagli ufficiali comunitari più importanti con l'assistenza di un notaio oppure da alcune persone appositamente delegate dalla regola maggiore e quindi è presentata al principe vescovo di Trento che, sentito anche il parere dell'Ufficio massariale, provvede alla sua approvazione dopo avervi apportato eventuali modificazioni tendenti ad una chiara affermazione della sua autorità sul territorio della comunità e degli obblighi di quest'ultima nei riguardi del principato. L'approvazione vescovile di una Carta di regola non ha però valore illimitato e deve essere rinnovata di volta in volta dal vescovo che siede sulla cattedra di S. Vigilio. Se se ne presenta la necessità, la Carta di regola può essere rinnovata integralmente per adeguarne i contenuti ai mutamenti del tempo oppure modificata mediante la semplice aggiunta di nuovi capitoli. Le norme delle Carte di regola non possono comunque essere in contrasto né con lo Statuto di Trento né con la Landesordnung tirolese. Una copia autentica della Carta di regola deve sempre essere trasmessa all'Ufficio massariale di Trento che la conserva nei suoi archivi per servirsene in caso di contenzioso giuridico tra il principato e la comunità o per reintegrare rapidamente l'originale in caso di smarrimento o dispersione.

Non è stato possibile reperire alcun esemplare di Carte di regola né della comunità di San Giacomo né delle singole "ville" di San Giacomo - o Solasna -, Cassana e Tozzaga: tuttavia il regesto del documento datato 25 febbraio 1517, attesta, tra le diverse colpe additate ad un abitante di Cassana, alcune trasgressioni alla Carta di regola, probabilmente quella della comunità costituita dalle tre "ville" (Ciccolini, Inventari e regesti..., p.75).

Funzioni, occupazioni e attività La gran parte di capitoli delle Carte di regola e degli Statuti comunali riguardavano la regolamentazione della produzione agricola, l'uso e la coltivazione dei campi, l'utilizzazione dei prati-pascoli e la tutela dei boschi. In sintesi, l'ordinamento aziendale agrario del Trentino, organizzato in piccoli possedimenti familiari di proprietà privata al piano e in estesi possedimenti di proprietà comune al monte, trova la sua espressione nelle comunità di villaggio, dove si evidenziano ampie forme di autogoverno e di responsabilità sia familiare che collettiva e dove le varie cariche pubbliche hanno quasi sempre un avvicendamento annuale che ostacola il consolidarsi di posizioni di potere. Si specifica che quasi tutte le Carte di regola riguardano l'aspetto civile, non tanto l'aspetto religioso; considerano le vicende umane, quotidiane e terrestri, non tanto le questioni celesti e trascendenti.

Non potendo disporre di una Carta di regola della comunità di San Giacomo, alcune informazioni sull'amministrazione comunitaria sono fornite da un registro intitolato "Libro della Magnifica comunità di Santo Giacomo delle Cappelle Solasina, Cassanna, e Tozagha concernente l'entrata e l'uscita d'anno in anno della medesima comunità", datato 17 marzo 1788 (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Esso, oltre ai

426 resoconti delle entrate e delle uscite annuali della comunità fornite dal regolano ai vicini convenuti "in pubblica regola", contiene altre regolamentazioni prodotte dal regolano alla presenza di tutti i vicini riguardanti il governo del bestiame, la gestione delle malghe, il taglio degli alberi, la manutenzione delle strade consortali, i forestieri, la vendemmia, la raccolta di fogliame nei boschi. Le delibere della regola che possediamo - vale a dire quelle che datano dal 1788 al 1808 - trattano ripetutamente temi quali la fienagione, l'uso dei pascoli, le strade e la regolamentazione delle campagne in genere. Viene spesso nominato anche il fondaco (o "fontiche") del pane (detto "venale") che di anno in anno viene "incantato" ossia ceduto in affitto tramite asta pubblica a un membro della comunità.

Struttura amministrativa In ogni comunità il supremo organo deliberativo era la regola generale, cioè l'assemblea plenaria a cui partecipavano i capi delle famiglie abitanti nel territorio della comunità fin da tempi immemorabili, vale a dire i "vicini". I titolari delle cariche più importanti nell'ambito della comunità formavano insieme un consesso, che poteva essere variamente denominato a seconda dei luoghi e che si riuniva più volte nel corso dell'anno. Al regolare svolgimento della convivenza all'interno del territorio della comunità e alla tutela dei beni comuni provvedevano gli uffici comunitari, eletti dalla regola maggiore. In ogni comunità la suprema responsabilità nella gestione della cosa pubblica era detenuta da uno o più amministratori la cui denominazione mutò secondo l'epoca e il luogo.

Anche la comunità di San Giacomo aveva come supremo organo deliberativo la cosiddetta regola. Dalla documentazione disponibile non è possibile stabilire se la regola si riunisse in una certa data prefissata: tuttavia in molti casi essa era convocata in diversi giorni dei mesi primaverili. Possediamo qualche informazione in più sul luogo della riunione: si tratta della piazza di Cassana o "nella Pontara da la Tor" - luogo probabilmente sito nelle vicinanze di Cassana - in base a due attestazioni contenute nei regesti dei documenti datati 21 luglio 1412 e 23 febbraio 1538 (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti..., pp.68 e sgg.); dai verbali delle sessioni della regola della fine del XVIII secolo e dei primi del successivo si deduce che la regola era invece tenuta sempre a San Giacomo. Ogni singola "villa" era rappresentata sia in seno alla regola - mediante la partecipazione dei propri vicini - sia nel contesto delle cariche comunitarie: capita così di trovare alcuni regesti del Ciccolini, in cui si accenna alla presenza di giurati, saltari, sindaci e, perfino regolani, provenienti da Solasna, Cassana e Tozzaga. Dal verbale della regola tenuta in data 16 marzo 1799 sappiamo che il numero dei vicini partecipanti ammontava a 27 e che, nelle decisioni amministrative della comunità, le deliberazioni venivano prese con la maggioranza dei due terzi dei votanti (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). L'assemblea era presieduta dal regolano o dai regolani: in alcuni documenti della fine del XIV secolo e dei primi del successivo essi erano probabilmente uno per "villa". Nel regesto del documento datato 10 luglio 1735, si accenna alla presenza di un regolano, di un "anziano" e di un "congiunto": di quest'ultimo si dice che veniva eletto dalla regola (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti...., p.105). Nel regesto di un altro documento datato approssimativamente 1517, è citata la presenza dei regolani della comunità - erano dunque più d'uno, forse uno per "villa"; mentre nel regesto del documento datato 13 maggio 1522 si cita la presenza contemporanea di due regolani, uno della "villa" di Cassana e uno della "villa" di Tozzaga. La presenza di un solo regolano per le tre "ville" è attestata in due regesti datati 23 febbraio 1538 e 4 ottobre 1523 (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti...., p.78 ).

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Nella sessione della regola del 16 maggio 1793 si davano pieni poteri al regolano dal momento che egli poteva convocare regole a sua discrezione e senza intromissioni da parte dei vicini (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). I giurati erano "di ruotolo", ossia eletti per sorteggio e variavano di numero: nei regesti di tre documenti datati 24 settembre 1514, 23 febbraio 1538 e 25 febbraio 1517, essi sono rispettivamente due, tre e cinque (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti..., pp. 74 e sgg.). Sono cinque anche nel regesto di un documento datato 4 ottobre 1523: si precisa che due di essi erano provenienti da Solasna, uno da Cassana e due da Tozzaga (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Nel regesto di un documento datato 23 agosto 1477 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed Atti degli affari comunali", n. 27) ed in altri dell'Archivio parrocchiale (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti..., p.72) è attestato il sindaco della comunità: non sono tuttavia note le modalità della sua elezione. I "saltari" erano due, uno addetto alla sorveglianza delle zone boschive e montane e l'altro alla tutela dei terreni agricoli siti più a valle; la fascia di territorio assegnata al controllo di ciascun saltaro si chiamava "saltaria" ed egli non se ne poteva allontanare per nessun motivo, a meno che non gli fosse accordato dalle autorità comunitarie superiori un apposito permesso. I "saltari" della comunità di San Giacomo duravano in carica 5 anni come si legge nel regesto di un documento datato 25 febbraio 1517 in cui un "saltaro" viene condannato perché pretende di conservare l'ufficio della "saltaria" per 3 anni anziché per 5. Durante il periodo del suo mandato il saltaro era tenuto a non svolgere alcun lavoro e a dedicare tutto il suo tempo all'adempimento delle mansioni proprie del suo ufficio; percepiva un salario stabilito annualmente dalla regola che però veniva trattenuto dagli ufficiali comunitari di grado superiore a titolo di garanzia per il risarcimento di danni eventualmente provocati dalla negligenza del saltaro stesso (cfr. Ciccolini, Inventari e regesti..., p.74). I "saltari" erano "di ruotolo", ossia eletti per sorteggio (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Due figure che ricorrono nelle sessioni della regola sono il massaro della malga, detto anche "giuto" o "giutto" e il "vaccaro" ma sono sconosciute le modalità di elezione (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Il massaro della malga, nell'adempimento delle sue mansioni, era coadiuvato da alcuni sottoposti denominati "pesadori" (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). Nella verbale della regola tenuta il 16 maggio 1793 si trova l'attestazione del "casaro" o "cassaro" (Archivio comunale di Caldes, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602). I sindaci della chiesa, attestati in diversi regesti, erano uno per ogni chiesa della comunità. Un altro incarico era quello dei 4 "sacramentari" ("sarementari"), attestati nel verbale della regola del 13 marzo 1797: si dice che era loro compito recarsi nelle campagne per tagliare ("distrupare") un prato conteso e attribuire il possesso della legna dei masi e della "caprara": dunque si trattava probabilmente di assistenti dei "saltari" (Archivio Comunale, "Registri d'amministrazione della comunità", n. 602).

Contesto generale Le Valli di Non e di Sole appartenevano al Principato Vescovile di Trento; dal secolo XII ebbero un loro proprio governatore o amministratore, detto prima vicedomino, poi capitano ed infine vicario, dal quale dipendevano cinque gastaldie con a capo i rispettivi gastaldi con funzioni politiche, amministrative e giudiziarie. Nel tempo i vicari nominarono, scegliendo fra i notai della valle, dei giurisperiti, chiamati assessori, con la funzione di assisterli e

428 sostituirli in tribunale; in seguito essi vennero incaricati per nomina vescovile. Ogni comune si autogovernava e, a difesa dei diritti comuni, erano scelti a maggioranza i procuratori o sindaci generali delle Valli. Essi compilavano uno Statuto (emanato dal popolo) formato da cinque capitoli ai quali ne vennero aggiunti altri sei nel corso del XIV secolo per regolamentare i rapporti tra i comuni e le famiglie nobili che vi dimoravano. Nel XV secolo agli Statuti vennero aggiunti tredici capitoli detti Privilegi delle Valli di Non e di Sole e furono annualmente approvati dai Principi Vescovi fino all'estinzione del loro governo temporale. I conti di Tirolo, procuratori del Principe Vescovo di Trento, vi esercitavano poteri militari e fiscali: un documento datato 1407 aprile 29, Trento, conservato nell'Archivio del Principato Vescovile di Trento, ("Sezione Latina", capsa 9, n. 32), riprende una coeva concessione contenuta nei Privilegi per cui Federico, conte di Tirolo, concedeva che i valligiani prestassero il servizio militare all'interno dei confini del Principato Vescovile; che i loro beni fossero esentati dal pagamento di alcune tasse; che ad essi venissero rinnovate tutte le antiche investiture feudali. Poiché però gli Statuti delle Valli avevano scarso spessore normativo, ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne specifiche, anche se simili le une alle altre, raccolte nelle Carte di regola. La comunità di San Giacomo apparteneva alla gastaldia di Malè. La curazia, eretta nel 1620, apparteneva alla Pieve di Livo (cfr. CASETTI A., Guida storico-archivistica..., p. 677).

Fonti normative Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Ordine sovrano del re di Baviera 30 dicembre 1807, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5 Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Documenti del periodo comunitario dell'Archivio del Comune di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Archivio del Principato vescovile di Trento, ("Sezione latina"). Archivio Thun di Castel Thun, ("Fondo diplomatico"). Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T (1997) Bibliografia BOGNETTI G.P.,Studi sulle origini del comune rurale; a cura di F. Sinatti d'Amico e C. Violante ; indici di Livia Fasola. Milano : Vita e pensiero, 1978. CAPUZZO E., Carte di regola e usi civici nel Trentino, IN: "Studi trentini di scienze storiche", LXIV (1985), 4

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CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CICCOLINI G., Inventari e regesti degli archivi parrocchiali della Val di Sole, Trento 1939 DEVIGILI S., DEVIGILI M. (a cura), Carta di regola di Mezzolombardo dell'anno 1584 con aggiunte e modificazioni successive fino al 1791; cenni introduttivi di Pietro Micheli, [Mezzolombardo (TN) : Comune di Mezzolombardo], 1979, [Firenze : Istituto geografico militare] (Calliano (TN) : Manfrini) FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991 INAMA V., Antichi statuti e privilegi delle Valli di Non e di sole, "Atti Accademia degli Agiati", serie III, vol. V (1899), fasc. II. INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", a. XIV, 1898, pp. 181-205 INAMA V., Storia delle valli di Non e di Sole nel Trentino. Dalle origini fino al sec. XVI, Mori (TN), 1984 (rist. anast.) INAMA V., La nobile famiglia dei Caldes nella Val di Sole, "Archivio Trentino", a. XVIII (1903). KINK R., Fontes rerum Austriacarum (Codex Wangianus), Wien, 1852 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 NEQUIRITO M., Le carte di regola delle comunità trentine, Mantova, 1988 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991

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Ente Comune di San Giacomo (Caldes) 1818 gennaio 1-1849 marzo 17

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Altre forme del nome Comune di San Giacomo con Cassana e Tozzaga (Il Comune di San Giacomo, già denominato "Comune di San Giacomo con Cassana e Tozzaga" nel testo del Decreto Vicereale del 24 luglio 1810 e del successivo decreto del 14 marzo 1817, assume tale denominazione a partire dalla legge del 28 gennaio 1850. Va rilevato che in un documento (Archivo comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 643) si fa riferimento alla Deputazione comunale di San Giacomo in "Solasina": è dunque ancora in vigore l'antico toponimo.) San Giacomo (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di San Giacomo, 01/01/1384 - 31/12/1929

Storia Il governo austriaco smantellò l'opera di concentramento attuata dal Regno d'Italia, portando il numero dei comuni da 121 a 384. Si trattò tuttavia di un processo lento e graduale che trovò la sua definitiva conclusione con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, che sancì la ricostituzione dei comuni sulla base dell'organizzazione del 1805. Per la precisione, l'ordinamento comunale napoleonico rimase in vigore fino al 31 dicembre 1817 nel Circolo di Trento (dal 1° gennaio 1818 fu quindi in vigore l'ordinamento austriaco, in applicazione della circolare del capitanato circolare di Trento n.11135 di data 4 novembre 1817); mentre nel circolo di Rovereto, le istituzioni comunali italiche cessarono il 31 dicembre 1820 e con il 1° gennaio 1821 entrò in vigore la nuova organizzazione comunale austriaca con l'applicazione del regolamento comunale per il Tirolo e Voralberg del 26 ottobre 1819, che disciplinava la materia stabilendo fra l'altro la ricostituzione dei comuni secondo la situazione esistente nel 1805. La legge del 17 marzo 1849, n. 170, prevedeva tra l'altro la possibilità che più comuni si aggregassero formandone uno solo, per ridurre le spese di gestione e razionalizzare l'amministrazione.

Con il regolamento comunale n. 168/1819 venne ricostituito il comune di San Giacomo, mentre Cassana e Tozzaga vennero ridotte a frazione. La prima attestazione dell'amministrazione austriaca del comune di San Giacomo è un documento datato 23 agosto 1824 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 620): si tratta di una Circolare emessa dall'I. R. Governo del Tirolo e Vorarlberg ove sono specificati i nuovi dazi d'entrata di merci quali i grani e i legumi, di alcune specie di bestiame e dei prodotti ad esso accessori e di altri prodotti rurali. L'applicazione della legge n. 170/1849 (aggregazione di più comuni) è testimoniata da un documento datato 3 giugno 1849 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 265): si riuniscono "volontariamente" i

431 comuni di Caldes, Terzolas, Magras, Arnago, Samoclevo, Cavizzana, San Giacomo con le frazioni di Cassana e Tozzaga, Bozzana e Bordiana; sede dell'amministrazione comunale è Caldes. L'"Originale descrizione dei confini del comune di S.Giacomo" databile approssimativamente tra la fine del XIX secolo e l'inizio del successivo precisa che "Il Comune di San Giacomo confina a settentrione con Bresimo distretto di Cles, a mattina con Bozzana, a sera con Samoclevo" (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n. 669).

Condizione giuridica Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, i comuni del Trentino vennero divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le Città minori (Riva e Arco) e i Centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Per avere una regolamentazione accurata delle istituzioni e dei compiti amministrativi del comune bisognò attendere la legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849, n.170, emanata sulla spinta delle rivoluzioni borghesi del 1848. Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell' impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l' unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder.

Secondo i dettami del regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n.168, il comune di Bozzana con Bordiana passò dalla denominazione di "comune di terza classe" a quella di "comune di campagna", denominazione con cui erano qualificati i comuni con meno di 1.000 abitanti.

Funzioni, occupazioni e attività L'ambito di libertà goduto sotto la dominazione austriaca dai comuni, in particolare dopo la legge del 1849, non li rendeva enti autarchici, corpi di amministrazione indiretta dello Stato, ma enti autonomi, centri di amministrazione propria, forniti di competenze naturali. L'azione di controllo esercitata dagli organi politici sui comuni era assai contenuta: si parlava solo di vigilanza, non di tutela e quindi il controllo riguardava la legittimità, non tanto il merito delle delibere. Gli organi politico-amministrativi della Provincia (Dieta, Giunta provinciale, Luogotenenza) o l'autorità politica distrettuale vigilavano sui comuni, attraverso le diverse leggi comunali emanate nel corso dell''800. Con la circolare del 31 agosto 1817, n. 20394/1706 recante "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni e dei comuni", vennero ripristinate le norme relative alla contabilità comunale introdotte da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785, in cui si stabiliva fra l'altro che ogni comune fosse tenuto ad avere un cassiere incaricato della riscossione delle imposte erariali, delle tasse comunali e della registrazione di tutte le entrate e le uscite del bilancio comunale. All'art. 3 si citano le: "Spese pel sostentamento dei poveri, per le riparazioni delle strade, dei ponti ed argini, per gli utensili inservienti ad estinguere gli incendi, per i sussidi, per le mammane, ed altri simili, i quali tutti essendo di interesse comune, devono essere comunemente soddisfatti dalle comunità, componenti una Giurisdizione, col mezzo delle comuni loro entrate, o, in mancanza di queste, per via di concorrenza, che è a dire per via di proporzionate annue contribuzioni, ossia così dette collette giurisdizionali". La Patente imperiale del 17 marzo 1849 riguardante la provvisoria amministrazione dei comuni si caratterizzò per due innovazioni essenziali: l'attribuzione al comune di due ambiti d'azione ("Wirkungskreise") dei quali uno naturale, comprendente "tutto ciò che riguarda più da vicino gli interessi del comune e che deve essere attuato entro i suoi

432 confini" e l'altro delegato, consistente nel disbrigo di determinati affari pubblici affidati dallo Stato; l'istituzione di due organi elettivi - la rappresentanza e la deputazione comunale - incaricati di amministrare il patrimonio del comune e di sovrintendere al mantenimento dell'ordine pubblico nel territorio di sua competenza. In seguito all'introduzione delle nuove leggi matrimoniali pubblicate nel Tirolo con Patente sovrana data a Vienna il 20 aprile 1815, il governo tirolese con ordinanza datata 30 giugno 1815, n. 3681 affidava nuovamente la tenuta delle matricole riguardanti le nascite, le morti e i matrimoni all'esclusiva competenza dei parroci, come era già stato prescritto dalla Patente sovrana emanata da Giuseppe II il 20 febbraio 1784. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale.

L'Archivio comunale non conserva una serie contenente i protocolli delle sedute delle rappresentanze comunali: essi si trovano infatti mescolati ad altri documenti (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 620-666). Nelle riunioni si occupavano talvolta di conti consuntivi e preventivi, più spesso di problemi di amministrazione quali: la sistemazione di strade comunali e acque; la gestione del bestiame e delle malghe; la protezione dagli incendi; il taglio degli alberi; la gestione della scuola; l'assunzione di un ostetrica e di un medico operanti nel comune; l'istituzione di un telegrafo di monte.

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento n.11135 datata 4 novembre 1817 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali.

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Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare. Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Contesto generale L'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 prevedeva una Reggenza del paese a Trento e una Direzione di polizia con 5 Commissariati (a Riva, Rovereto, Cles, Bolzano e Trento).

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Con decreto 24 aprile 1815, n.28, venivano ripristinati, a partire dal 1° maggio 1815, i 2 Capitanati circolari di Trento e Rovereto, sottoposti al Governo di Innsbruck. Due anni dopo, con la sovrana patente del 14 marzo 1817, i Giudizi distrettuali sovrani e patrimoniali con competenze giuridico-amministrative, la cui funzione era quella di fungere da organi intermedi tra i Capitanati circolari e i comuni (cfr. il relativo elenco in Casetti, pp. 834-835). Nella prima metà del secolo XIX scomparvero i vari Giudizi patrimoniali, assorbiti dai Giudizi distrettuali che li delimitavano o trasformati in Giudizi sovrani (la trasformazione avvenne pochi anni dopo l'organizzazione giudiziaria del 1817 per molti Giudizi patrimoniali e nel 1842 per i pochi ultimi della Val Lagarina e di Arco). Il numero dei Giudizi distrettuali, come quello dei comuni, si mantenne pressoché invariato dai primi decenni del secolo XIX al 1918 (per le variazioni e l'elenco dei Capitanati e dei Giudizi, cfr. Casetti, pp. 836, 837, 838). Nella legge del 1849 furono dettagliatamente descritti gli organi di rappresentanza dei "comuni distrettuali" ossia dei Distretti, e dei "comuni circolari", paralleli agli organi dei comuni: rispettivamente Capitano distrettuale e Rappresentanza distrettuale, con la relativa Giunta, e Presidente di Circolo e Rappresentanza circolare. Per arrivare tuttavia a questa stabilità si ebbero molti passaggi: -con la notificazione del 21 dicembre 1849 venivano istituite nuove autorità politiche e a partire dal 1° maggio 1850 le attribuzioni politiche dei Giudizi passarono ai Capitanati distrettuali e furono aboliti il Governo di Innsbruck e i Capitanati circolari di Trento e Rovereto: sorse una Luogotenenza a Innsbruck da cui dipendevano 3 Reggenze, con sede a Trento, Bressanone e Innsbruck. -Con ordinanza 6 maggio 1854, n. 195, si preponeva come autorità politica provinciale la Luogotenenza di Innsbruck, da cui dipendeva il Circolo di Trento con 25 Uffici Distrettuali (Preture). Praticamente con il 1855, fino al 1868, le competenze politiche passate nel 1850 ai Capitanati tornarono alle Preture politiche, che sostitutirono i vecchi Giudizi. La guerra del 1866 comportò formalmente lo scioglimento del paese dalla Confederazione germanica. Col 25 novembre 1854 entravano in funzione le autorità giudiziarie: ad Innsbruck il Tribunale d'appello per tutta la Contea principesca del Tirolo; a Trento e a Rovereto due Tribunali circolari, oltre ai due Giudizi distrettuali delegati urbani e poi con competenza anche giudiziaria civile gli Uffici distrettuali, detti pertanto misti, mentre i due Tribunali circolari e gli Uffici distrettuali in materia penale per i distretti dei precedenti Capitanati.

Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg. Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg" Convenzione 28 giugno 1814 "relativa alla cessione da parte del Tirolo e del Vorarlberg, che altre volte apparteneva alla Baviera, a sua maestà l'imperatore d'Austria". Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore" Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare" Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni"

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Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali" Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali". Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale" Legge 31 agosto 1817, n. 65, "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento" Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro" Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg" Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio Comunale di Caldes. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

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Ente Comune di San Giacomo (Caldes) 1862 marzo 5-1923 gennaio 12

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Altre forme del nome Comune di San Giacomo con Cassana e Tozzaga (Il Comune di San Giacomo, già denominato "Comune di San Giacomo con Cassana e Tozzaga" nel testo del Decreto Vicereale del 24 luglio 1810 e del successivo decreto del 14 marzo 1817, assume tale denominazione a partire dalla legge del 28 gennaio 1850. Va rilevato che in un documento (Archivo comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 643) si fa riferimento alla Deputazione comunale di San Giacomo in "Solasina": è dunque ancora in vigore l'antico toponimo.) San Giacomo (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di San Giacomo, 01/01/1384 - 31/12/1929

Storia Una seconda provvisoria e minore concentrazione di comuni fu operata verso la metà del secolo XIX, ma poi i comuni riuniti furono sciolti e vennero ricostituiti i singoli componenti (questa possibilità di separazione era sancita dalla legge del 5 marzo 1862, art. 7, e ribadita dalla legge del 9 gennaio 1866, art.3). Con l' entrata in vigore del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9 (dal 13 gennaio), venivano estesi alle nuove Province le leggi e i regolamenti comunali e provinciali italiani.

Come evidenzia la legge del 28 gennaio 1850, Cassana entrò a far parte del comune di Bozzana mentre Tozzaga rimase aggregata a San Giacomo; una legge pubblicata nel 1907, riportando le statistiche aggiornate al 31 dicembre 1901, precisa che a quella data sia Cassana che Tozzaga facevano parte del comune di San Giacomo; nel documento databile approssimativamente tra la fine del XIX secolo e l'inizio del successivo risulta che Cassana e Tozzaga sono entrambe frazioni del comune di Bozzana con Bordiana (Archivio comunale di Caldes, "Fogli di possesso fondiario del comune di San Giacomo", n. 670). Il documento datato 1860 dicembre 16 con l'ultima attestazione del comune riunito di Caldes (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 276), mentre non è stato possibile rintracciare alcuna testimonianza del momento in cui San Giacomo ritorna ad essere comune indipendente da Caldes. L'ultima attestazione dell'amministrazione austriaca del comune di San Giacomo tratta di un appalto per la caccia ed è datato 23 novembre 1920 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 664). Si trova peraltro anche un Protocollo degli esibiti che si chiude alla data 27 agosto 1925 e che dunque travalica la cesura istituzionale (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli degli esibiti", n. 619) e un documento emesso dalla Cancelleria del Re d'Italia Vittorio Emanuele III datato 30 luglio 1922 che tratta di una vertenza tra la pieve di Livo e un privato che si prolungava fin dal 1919 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio ed atti degli affari comunali", n. 665). 437

L'"Originale descrizione dei confini del comune di S.Giacomo" databile approssimativamente tra la fine del XIX secolo e l'inizio del successivo precisa che "Il Comune di San Giacomo confina a settentrione con Bresimo distretto di Cles, a mattina con Bozzana, a sera con Samoclevo" (Archivio comunale di Caldes, "Registri dei confini", n. 669).

Condizione giuridica Con la legge comunale del 1849 le autorità centrali di Vienna avevano cercato di regolamentare su propria iniziativa la delicata materia riguardante l' attività politico - amministrativa di tutti i comuni dell'impero nell'intento, soprattutto, di rafforzare l'unità politica della compagine statale asburgica e di porre un deciso freno alle spinte autonomistiche e centrifughe dei vari Länder; ma nel giro di poco più di un decennio tale progetto centralistico naufragò e l'imperatore Francesco Giuseppe emanò la legge-quadro di data 5 marzo 1862, n.18 contenente "le disposizioni fondamentali per l' ordinamento degli affari comunali", in base alla quale le Diete dei singoli Länder avrebbero successivamente promulgato in forma specifica e dettagliata i relativi regolamenti comunali e provinciali. Il regolamento comunale per la contea principesca del Tirolo del 9 gennaio 1866, n.1., emanato dalla Dieta di Innsbruck, ricalcava sostanzialmente i contenuti della legge del 1849 tranne che in alcuni punti come, ad esempio, l'affidamento delle attribuzioni rientranti nell'ambito d'azione delegato non più ai capi-comune ma ai comuni stessi.

Funzioni, occupazioni e attività In particolare, la legge del 5 marzo 1862 indicava le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali appartenenti alla sfera d'azione indipendente del comune: la libera amministrazione della sua sostanza e degli affari relativi al "nesso" comunale; la cura per la sicurezza della persona e della proprietà; la cura per la conservazione delle strade comunali, dei sentieri, delle piazze e dei ponti, la sicurezza e la facilità di passaggio sopra strade e acque, la polizia campestre; la polizia delle vettovaglie e la sorveglianza dei mercati, dei pesi e delle misure; la polizia sanitaria; la polizia sulla gente di servizio e sui lavoranti e l'esercizio del regolamento sulla servitù; la polizia sulla moralità; gli affari dei poveri e la cura degli stabilimenti di beneficenza comunali; la polizia delle fabbriche e del fuoco, l'esercizio del regolamento e i permessi di polizia sulle fabbriche; l'influenza, regolamentata dalla legge, sulle scuole medie mantenute dal comune e sulle scuole popolari, la cura per l'erezione, il mantenimento e la dotazione di queste ultime con riguardo ai patronati scolastici ancora esistenti; il tentativo di accomodamento di parti litiganti a mezzo di uomini di fiducia eletti dal comune; l'effettuazione di aste volontarie di cose mobili. La sopracitata legge sanciva anche la possibilità per i comuni di unirsi per sbrigare determinati affari, sia delle funzioni delegate sia delle funzioni indipendenti. Il regolamento comunale del 9 gennaio 1866 per la Contea principesca del Tirolo, come si è detto, confermò sostanzialmente la legge del 1849. Le preoccupazioni per la gestione del patrimonio, soprattutto dei piccoli comuni, non mancarono in Trentino, ma nemmeno nella capitale tirolese dove si corse ai ripari con le leggi 18 gennaio 1882, n.2, e 8 giugno 1892, n.261, riguardanti l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali. Durante il periodo austriaco restò in vigore la tenuta del registro di protocollo degli esibiti, introdotto in periodo napoleonico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale. Con le leggi generali dd. 25.7.1871, n. 95 e n. 96 e con la legge provinciale di data 17.3.1897, n.77, si iniziò l'impianto durato più o meno a lungo nei vari comuni del libro fondiario. In applicazione della legge del 29 marzo 1869, n.71, e in seguito al dispaccio del Ministro dell'Interno del 21 maggio 1869, dispone l'effettuazione dell'anagrafe ossia del censimento della popolazione dell'anno 1870.

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Per Protocollo degli esibiti, introdotto in periodo italico, necessario per la sempre maggior mole di corrispondenza comunale; la serie dei registri corrispondenti al periodo austriaco parte dal 30 gennaio 1881 e termina con il 27 agosto 1925 (Archivio comunale di Caldes, "Protocolli degli esibiti", nn. 603-619). Dell'impianto del libro fondiario si trova traccia nell'"Inventario delle frazioni Cassana Tozaga alla fine dell'anno 1911", che conserva un quadro completo e preciso dei beni immobili siti nelle due frazioni del comune di San Giacomo e dei loro proprietari (Archivio comunale di Caldes, "Inventari del patrimonio comunale", n. 668). Sono inoltre conservati i "Fogli di possesso fondiario. Beneficio curaziale" e i "Fogli di possesso fondiario. San Giacomo. Comune" databili tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX: i primi probabilmente documentano i fondi che il Comune di San Giacomo ha rilevato dalla parrochia, mentre i secondi indicano i fondi di antica proprietà comunale (Archivio comunale di Caldes, "Fogli di possesso fondiario", n. 670).

Struttura amministrativa Con la circolare del Capitanato circolare di Trento datata 4 novembre 1817, n.11135 venivano soppressi i comuni napoleonici e i relativi Consigli, sostituiti da rappresentanze comunali, nominate per la prima volta dalla rispettiva autorità politica locale, composte dalle persone "più probe e assennate" del paese, all'interno delle quali veniva eletto un capocomune. La stessa circolare stabilì come primo compito delle nuove rappresentanze comunali, l'estensione di un inventario dei beni comunali e di un elenco delle rendite e delle spese (parte attiva e parte passiva, secondo il modello della circolare del 3 aprile 1816, n. 3). Nella circolare del 4 novembre 1817 si stabiliva inoltre la possibilità per il comune di avere "uno o più assistenti stabili ed un attuario". Ogni comune aveva inoltre un cassiere. Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168 i comuni del Trentino venivano divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori (Riva e Arco) e i centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Il regolamento comunale del 1819 rimase in vigore per quasi trent'anni; si trattava comunque di uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale perché non prevedeva l'esistenza di organi amministrativo- collegiali ben determinati, né specificava in modo preciso le competenze di tutti i suoi organi (per esempio della rappresentanza comunale). Ogni comune di campagna doveva eleggere tra i suoi membri un capocomune, due deputati comunali, un cassiere comunale ed un esattore steurale; la nomina di questi rappresentanti doveva essere successivamente confermata dal Giudizio distrettuale competente. Ogni membro comunale che risultasse idoneo era obbligato ad assumere l'incarico cui era stato designato per la durata di almeno un anno, ma poteva anche ricoprirlo per più anni, previo voto favorevole del comune e approvazione del Giudizio. Secondo il Regolamento del '19, nei comuni fino a mille abitanti gli amministratori comunali erano nominati da 12 elettori scelti a loro volta dall'insieme dei vecchi membri comunali. A tutte le operazioni di voto sovrintendeva il Giudizio distrettuale al quale successivamente spettava la conferma dell'elezione dei consiglieri comunali. Per quanto concerneva specificamente i compiti dei vari incaricati, in base all'art. 7 della circolare del 4 novembre 1817 si ordinava ai Giudizi Distrettuali di invitare i nuovi capicomune a recuperare tutti gli atti relativi all'amministrazione comunale presso gli archivi delle municipalità di istituzione napoleonica, allo scopo soprattutto di disporre degli strumenti necessari alla compilazione dei bilanci consuntivi per gli anni dal 1810 al 1817, come previsto dall'art. 10 della medesima circolare.

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Il capocomune, in particolare, manteneva l'ordine e la polizia (nettezza, sanità, poveri, strade, fuoco, buoncostume, mercati), controllava l'operato del cassiere e dell'esattore comunale, comandava le guardie campestri, eseguiva gli ordini impartiti dal Giudizio Distrettuale di Cles. Al capocomune erano sottoposti tutti i dipendenti comunali. Si occupava inoltre della sorveglianza dei confini e curava la sicurezza delle persone e delle proprietà, esercitando funzioni di ufficiale di pubblica sicurezza. Egli faceva pubblicare le leggi, aveva compiti in materia di leva e provvedeva agli alloggi e ai trasporti militari, sorvegliava i forestieri, rilasciava carte di permanenza e certificati di buona condotta, si occupava infine della sorveglianza in materia di pesi e misure. La legge del 1866 specificava inoltre le funzioni del capocomune in merito ad amministrazione e sorveglianza dei beni e degli istituti comunali. Il capocomune aveva infine la responsabilità dell'esecuzione di tutte le entrate e le spese ordinarie, mentre per quanto riguardava le entrate e le spese straordinarie, esse dovevano essere di volta in volta approvate dal Capitanato, previo rapporto del Giudizio. I due deputati comunali erano tenuti a coadiuvare il capocomune nelle sue funzioni amministrative e di controllo e a sostituirlo in caso di assenza o malattia. Alle dirette dipendenze del capocomune stava un certo numero di guardie campestri che venivano mantenute mediante contribuzioni in denaro o in prodotto naturale oppure con assegnazioni di fondi comunali od altri emolumenti. Le mansioni delle guardie campestri erano in parte simili a quelle degli antichi saltari: dovevano infatti sorvegliare gli orti, le campagne, i prati e i vigneti, rintracciare e arrestare malviventi o persone sospette e provvedere in genere al mantenimento della pubblica sicurezza. Il cassiere comunale aveva l'incarico di provvedere all'amministrazione dei beni del comune ed era subordinato al controllo del capocomune e dei deputati. L'esattore comunale, soggetto al medesimo controllo, aveva l'incarico di riscuotere le steore, vale a dire le tasse e le imposte cui doveva essere riservata una contabilità ben distinta da quella relativa alle finanze comunali. Nei comuni di campagna le funzioni di segretario venivano assunte di volta in volta, a seconda della disponibilità personale, dal capocomune o da uno dei due deputati. La legge del 17 marzo 1849 istituì due organi elettivi con compiti specifici: la rappresentanza e la deputazione comunale. Alla rappresentanza, che nei comuni fino a mille abitanti era composta da 8-9 membri, spettava la nomina della deputazione comunale, composta dal capocomune e da due consiglieri comunali; i due organismi eletti duravano in carica tre anni. Le modalità di elezione, contenute nel Regolamento elettorale per i comuni della Contea principesca del Tirolo, allegato alla legge del 1862 insieme al regolamento comunale, disponevano che la rappresentanza comunale fosse eletta dai cittadini del comune e da altri membri: curati, impiegati dello Stato, ufficiali, persone con grado accademico, maestri. Gli elettori si dividevano in base al loro censo annuo in tre corpi elettorali che si riunivano separatamente per scegliere i propri rappresentanti, il cui numero era proporzionale al numero degli stessi elettori. La rappresentanza comunale svolgeva mansioni deliberative (approvate a maggioranza assoluta, con la presenza di 2/3 dei membri); teneva l'inventario; curava l'amministrazione del patrimonio; imponeva eventuali sovraimposte, qualora le entrate non fossero risultate sufficienti a coprire le spese; disponeva l'accensione di eventuali mutui; fissava gli stipendi dei dipendenti comunali; nominava il cassiere e si occupava di pubblica sicurezza. La disposizione del 1866 inoltre prescriveva l'obbligo per la rappresentanza comunale di riunirsi almeno due volte all'anno per approvare il conto preventivo (da farsi nei mesi estivi per l'anno successivo) e consuntivo (da farsi nei mesi invernali per l'anno precedente) e attribuiva ad essa il compito di nominare i revisori dei conti e dei preventivi e i commissari per lo scontro di cassa. Il Regolamento comunale, emanato dalla Contea principesca del Tirolo con legge

440 del 9 gennaio 1866, in ottemperanza alla legge del 5 marzo 1862 sull'ordinamento degli affari comunali, definiva la rappresentanza "organo deliberativo e sorvegliante" senza potere esecutivo (che rimaneva invece affidato alla deputazione), ma apportava poche variazioni al suo funzionamento. Aumentavano gli obblighi di riunione a scadenza trimestrale e ogni volta che se ne presentasse la necessità, oppure a richiesta di un terzo dei suoi membri o della Giunta distrettuale. La deputazione comunale rendeva conto annualmente della sua gestione alla rappresentanza, anche se quest'ultima svolgeva nel corso dell'anno funzioni di sorveglianza tramite commissari appositi.

Contesto generale Con la legge datata 19 maggio 1868, n. 40 si separò definitivamente la competenza politico-ammistrativa da quella giudiziaria, essendo la prima attribuita ai Capitanati e la seconda ai Giudizi; la competenza politica amministrativa fu affidata alla Luogotenenza di Innsbruck, come supremo organo di tutta la Provincia del Tirolo, con una sezione di Luogotenenza a Trento, retta da un Consigliere (dal 1864 al 1896) dalla quale dipendevano i Distretti politici retti da Capitanati distrettuali in vigore con il 31 agosto 1868; ai Giudizi distrettuali rimase la competenza giudiziaria civile e penale (e la tenuta dei libri di archiviazione). La Dieta (organo legislativo) e la Giunta provinciale (organo esecutivo) rimasero a Innsbruck.

All'inizio del XX secolo il progetto della costruzione della ferrovia elettrica Trento-Malè favorì l'apertura ai contatti di Caldes e delle Valli di Non e di Sole verso l'esterno (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 644). Nell'Archivio comunale di Caldes è conservato anche un progetto per la costruzione dell'impianto idroelettrico del "Consorzio comunale Caldes, Cavizzana e San Giacomo" del 1920 (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.336).

Fonti normative Ordinanza imperiale 20 aprile 1854, n. 96, "wodurch eine Vorschrift für die Vollstreckung der Verfügungen und Erkenntnisse der landesfürstlichen politischen und polizeilichen Behörden erlassen wird". Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird" Decreto del Ministero degli interni e della giustizia 30 gennaio 1860, n. 28 "betreffend die Bestellung eines beeideten Felschutzpersonales und das Verfahren über Feldfrevel" Legge 5 marzo 1862, n. 14, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse" Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni" Legge 25 luglio 1871, n. 95, "sull'introduzione di una legge generale sui libri fondiari" Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio" Legge del 18 gennaio 1882, n. 2, "valevole per la contea principesca del Tirolo, concernente l'amministrazione del patrimonio e delle entrate comunali ed i provvedimenti di rispettiva vigilanza sui comuni" Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di

441 godimento e di amministrazione" Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio Comunale di Caldes Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. "Almanacco trentino", Trento 1878 e sgg. Diritto degli enti locali, Napoli 1988. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CORSINI U., Il Trentino nel secolo XIX, Rovereto, 1963 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Strutture amministrative comunali nella provincia del Tirolo durante il secolo XIX, IN: La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo, a cura di P. Schiera, Bologna, 1981 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 KLABOUCH J., Die Gemeindeselbstverwaltung in Österreich, 1848-1918, Vienna 1968 MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986 WALLER G., Manuale delle leggi e regolamenti comunali, distrettuali e provinciali, nonché delle altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti valevoli per la Contea principesca del Tirolo, Innsbruck, 1886

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Ente Comune di San Giacomo (Caldes) 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Altre forme del nome Comune di San Giacomo con Cassana e Tozzaga San Giacomo (Comune) San Giacomo con Cassana e Tozzaga (Comune)

Archivi prodotti Fondo Comune di San Giacomo, 01/01/1384 - 31/12/1929

Storia In seguito alla sconfitta dell'Austria nel primo conflitto mondiale, il trattato di St. Germain datato 10 settembre 1919, approvato con R.D. datato 6 ottobre 1919, n. 1804 e convertito in legge il 26 settembre 1920, sancì l'annessione del Trentino all'Italia. L'ordinamento comunale austriaco tuttavia rimase in atto fino all'entrata in vigore del R.D. del 11 gennaio 1923, n. 9 che estese alle nuove Province l'ordinamento comunale italiano. Con l'avvento del Fascismo, la riforma della legge comunale e provinciale italiana, pubblicata nel R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, nella legge del 4 febbraio 1926, n. 237 (riguardante l'istituzione del Podestà e della Consulta municipale nominati dall'esecutivo nei comuni non eccedenti i 5000 abitanti) ed, infine, nel R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 (in base a cui fu esteso l'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno), operava la cancellazione completa del passato tessuto amministrativo nei comuni italiani. Subito dopo con interventi di autorità furono aggregati alcuni comuni (R.D. datato 29 novembre 1928, n. 2970), fino a giungere in Trentino al numero di 117 (la riforma fu particolarmente intensa negli anni 1928-29).

La prima attestazione dell'amministrazione italiana del Comune di S. Giacomo risale al 24 agosto 1924: si tratta di una Circolare rivolta a tutti i sindaci del Mandamento di Malé concernente la verifica dei registri di stato civile (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 678). Il Comune di S. Giacomo fu aggregato al Comune di Caldes già con R.D. datato 15 novembre 1928, n. 2742, benché l'ultima attestazione dell'amministrazione comunale risalga al 31 dicembre 1928 e tratti di una verifica della cassa comunale (Archivio comunale di Caldes, "Documenti giustificativi dei conti", n. 682). La "popolazione legale" a San Giacomo, dal censimento del 1921, ammontava a 406 unità.

Condizione giuridica Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vengono estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. datato 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n.156, e 23 marzo 1919, n.504; i R.D. datati 18 settembre 1919, n.1825 e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti- 443 legge datati 8 settembre 1922, n. 1285 e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. del 12 febbraio 1911, n.297, modificato con R.D. datati 18 aprile 1920, n. 585 e 7 aprile 1921, n.559. L'art. 25 del decreto datato 11 gennaio 1923, n. 9 stabilisce che entro tre mesi dalla sua entrata in vigore dovranno aver luogo le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che hanno perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. datato 24 settembre 1923, n. 2013 sono estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 1923, "Riforma della legge comunale e provinciale", introduce alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la legge del 4 febbraio 1926, n.237 ed, infine, con il R.D. del 3 settembre 1926, n. 1910 fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno.

Funzioni, occupazioni e attività La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Le competenze del comune di Bozzana con Bordiana emergono dell'elenco delle serie, appartenenti all'archivio postunitario, classificate secondo il titolario stabilito dalla circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2 tuttora in vigore, di cui elenchiamo le 15 categorie:: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica. Ogni comune è obbligato a tenere un inventario dei beni mobili e immobili; può contrarre mutui, pur con una certa garanzia e, in conformità alle leggi, imporre dazi e alcuni tipi di tasse; è obbligato a fare spese per gli uffici e per l'archivio comunale; per gli stipendi, per il servizio di riscossione e pagamenti, per le imposte dovute al comune, per servizio sanitario (medici e levatrici), per la conservazione del patrimonio comunale, per il pagamento dei debiti esigibili, per la sistemazione e la manutenzione delle strade comunali, dei porti, degli edifici ed acquedotti e dei cimiteri comunali, per l'istruzione elementare, per l'illuminazione, per i registri dello stato civile, per la festa nazionale, per le elezioni, per la polizia locale, per il carcere mandamentale ecc.

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Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, come si evince dall'art. 5 della legge comunale e provinciale datata 4 febbraio 1926, n. 237.

La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Per le competenze del Comune di S. Giacomo è possibile fare riferimento all'elenco delle categorie della serie "Carteggio e Atti" appartenenti all'archivio postunitario, classificate secondo il titolario stabilito dalla circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2, anche se l'archivio postunitario conserva soltanto la numerazione sui fascicoli delle 15 categorie e non i relativi titoli. Un documento dell'archivio stesso fornisce inoltre una lista degli atti amministrativi prodotti dagli uffici comunali perché attesta che i rappresentanti del Comune di S. Giacomo si radunarono nel 22 maggio 1926 nella cancelleria comunale per passare alla consegna dell'ufficio comunale di S. Giacomo e degli atti stessi di cui si fa primieramente menzione come segue: 1) Timbri d'ufficio; 2) Distintivo del sindaco; 3) Verbale di consegna della tassa all'esattore; 4) Il completto registro di stato civile per gli anni 1924-25 e 1926 con il registro della popolazione; 5) Registro delle deliberazioni consigliari e repertorio degli atti ricevuti; 6) Lista cittadinanza italiana; 7) Liste leva militare; 8) Registro vaccinazioni; 9) Registro pesi e misure; 10) Registro bardatture, cavalli e veicoli; 11) Statistica popolazione; 12) Protocollo esibiti; 13) Liste elettorali; 14) Materiale elettorale; 15) Regolamenti interni per tasse comunali; 16) Bilanci preventivi fino al 1926 e conti consuntivi fino al 1926 compilati sul vecchio formato; 17) Polizza assicurazione incendi dei fabbicati comunali; 18) Viene altresì presa in consegna una cassa di legno contenente diversi documenti riflettenti al comune; 19) Altri atti di poca importanza e diversi stampati vengono dati e rispettivamente presi in consegna in blocco senza tener conto della specie" (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 680).

Struttura amministrativa In base al R.D. di data 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. di data 11 gennaio 1923, n. 9, ogni comune ha un consiglio, che elegge nel suo seno una giunta, che si rinnova ogni 4 anni e si compone di un numero pari (da 2 a 8) di assessori, e un sindaco, che è eletto a scrutinio segreto e dura in carica 4 anni, un segretario, nominato dal consiglio, e un ufficio comunale. Gli organi di consiglio e giunta sono istituiti nei comuni italiani in base alla Legge comunale e provinciale contenuta nella Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 20 marzo 1865, n.2248. Per quanto riguarda le competenze dei singoli incaricati, in base allo stesso R.D. il consiglio esamina il consuntivo dell'anno precedente e lo approva, delibera il bilancio del comune e delle istituzioni che gli appartengono, nomina i revisori dei conti e i commissari per la revisione delle liste elettorali, vigila sulle istituzioni comunali, elegge nel suo seno a maggioranza assoluta di voti gli assessori che compongono la giunta municipale. Il consiglio inoltre delibera su tutte le materie proprie dell'amministrazione comunale che non siano esplicitamente attribuite a giunta o sindaco e cioè: stipendi, personale, lasciti, acquisti - salva autorizzazione del prefetto -, alienazioni, cessioni, servitù, prestiti, affrancazione di censi, regolamenti relativi a beni comunali, regolamenti igienici e di polizia locale, cimiteri, destinazione di beni comunali, dazi e imposte comunali, fiere e mercati (cfr. art. 131). La giunta municipale delibera a maggioranza assoluta di voti. Le deliberazioni sono valide se è presente la metà dei componenti, minimo tre. Essa delibera sulle spese impreviste, sugli storni, sulla preparazione dei ruoli delle tasse, sulle proposte dei regolamenti al consiglio, sulla conclusione dei contratti deliberati dal consiglio e rende conto al consiglio della sua

445 gestione (art. 139). Il sindaco, quale capo dell'amministrazione comunale (art. 151), convoca consiglio e giunta, esegue le deliberazioni di entrambi gli organi, stipula i contratti, rilascia certificati di notorietà pubblica, stati famiglia, certificati di povertà, rappresenta il comune, sovrintende a tutti gli uffici e istituti comunali; quale ufficiale di governo (art. 152) è incaricato della pubblicazione delle leggi, della tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, ha compiti in materia di ordine pubblico, sicurezza e igiene pubblica. Il segretario comunale deve essere dotato di apposita patente di abilitazione e di un titolo di studio superiore; può rogare i contratti. Sono previsti infine alcuni impiegati comunali le cui competenze sono stabilite da apposito regolamento. Il numero di membri del consiglio va da 15 a 80, a seconda della popolazione del comune. Esso si riunisce due volte all'anno, ordinariamente in primavera e in autunno e le deliberazioni possono essere prese se è presente la metà dei consiglieri. Un regolamento interno determina numero, stipendio e attribuzioni degli impiegati comunali (fra gli altri c'è l'esattore o il tesoriere comunale). Gode del diritto elettorale attivo qualsiasi cittadino maschio, iscritto nelle liste elettorali, che abbia compiuto il 21° anno che paghi annualmente al comune una certa contribuzione diretta erariale. Sono eleggibili a consiglieri comunali tutti gli elettori purché sappiano leggere e scrivere. Nel 1926, in seguito all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910) i consigli e le giunte sono sciolti. Subentra ad essi la figura del podestà. Egli è affiancato, nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti o nei comuni capoluoghi di Provincia, da una consulta municipale, composta di un numero di membri fissati dal Prefetto, con particolari requisiti (in particolare se donne, cfr. art. 68), che durano in carica 4 anni e sono riconfermabili. La scelta dei consultori viene fatta su terne designate dalle associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute. Le adunanze della consulta sono valide solo se è presente almeno la metà dei membri e i suoi pareri sono emessi a maggioranza assoluta di voti. L'ufficio di podestà o consultore municipale è generalmente gratuito. Con l'avvento del Fascismo, il podestà, di nomina regia, svolge le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco.

Da alcuni documenti del 1926 dell'Archivio Comunale ("Carteggio e atti degli affari comunali", n. 680), risultano le competenze del podestà: poiché l'art. 10 della legge sopra citata prevede la possibilità che "due o più comuni riunitisi, che complessivamente non superino i 5000 abitanti, possono, con Decreto Reale, essere affidati all'amministrazione di un solo Podestà"..."Ogni singolo comune continua nella sua vita autonoma, e le funzioni debbono dal Podestà essere esercitate separatamente per comune nella sede rispettiva", il podestà dovrà recarsi periodicamente in tutti i comuni a lui affidati. dal 2.1.6 In seguito al R.D.L. n. 1910/1926, i Consigli e le Giunte furono sciolti e subentrava ad essi la figura del podestà che per San Giacomo appare già in carica il 22 maggio 1926: si riuniscono nella cancelleria comunale il podestà, l'ex sindaco e il segretario e nel corso della riunione viene stilato un verbale contenente la lista delle categorie degli atti amministrativi prodotti dagli uffici comunali (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n. 680). Nella sessione della giunta tenuta in data 30 luglio 1926 si delibera la costituzione del consorzio segretarile fra i Comuni di Caldes, Cavizzana, S. Giacomo, Bozzana e Cis "per avvalersene dell'opera di un solo segretario con applicato". In questo documento si attesta, tra l'altro, che i sopracitati comuni sono già riuniti in un unico consorzio anche per le funzioni di podestà (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà", n. 677). Successivamente, nella sessione datata 1927 aprile 30 ("Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà", n. 677) viene richiamato il Decreto Prefettizio n° 10867/II.a del 15 marzo 1927 con cui si approva la costituzione del

446 consorzio per il servizio del segretario fra i Comuni di Caldes, Cavizzana, S. Giacomo, Bozzana e Cis. Di conseguenza si ritiene necessaria la formazione e l'approvazione del relativo Regolamento Organico deliberato dal Podestà: si prende senza alcuna modifica il "Regolamento Organico dei Dipendenti Comunali" compilato dalla Federazione degli Enti Autarchici che viene adottato per i dipendenti del consorzio segretarile composto dai suddetti comuni.

Contesto generale Con Ordine di servizio datato 29 maggio 1915 del Comando supremo del regio esercito italiano viene costituito un Segretariato generale per gli affari civili come organo tecnico politico amministrativo per i territori occupati. A ciascun distretto politico è destinato un commissario civile. Finita la guerra, con ordinanza datata 19 novembre 1918 del Capo di Stato maggiore del Regio esercito, l'amministrazione della Venezia Tridentina viene affidata ad un governatore degli affari civili, il quale con R.D. datato 24 luglio 1919, n. 1251, viene sostituito da un Commissario generale civile, coadiuvato da vice Commissari. Gli organi amministrativi previsti dalla legislazione comunale austriaca continuano la loro attività anche negli anni immediatamente successivi alla conclusione del primo conflitto mondiale e all'annessione del Trentino al Regno d'Italia, sancita ufficialmente con la legge datata 26 settembre 1920 che converte in legge il R.D. 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del Trattato di St. Germain tra Italia ed Austria (ciò sulla base delle norme di diritto internazionale). Comunque, fin dal novembre del 1918 i capicomune mutano formalmente la loro denominazione in quella italiana di sindaci. In base al R.D. datato 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito del R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, il Regno si divide in Province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni Provincia vi sono un prefetto, con funzioni esecutive, un vice prefetto, un consiglio di Prefettura, con funzioni consultive e amministrative, e una giunta amministrativa, presieduta dallo stesso Prefetto, con funzioni anche giurisdizionali. In ogni Circondario vi è un sottoprefetto, che esegue gli ordini del prefetto. Le deliberazioni dei consigli e delle giunte comunali sono trasmesse ai Prefetti e rispettivamente ai sottoprefetti e diventano esecutive se rimandate con il visto del prefetto o del sottoprefetto o se il decreto di sospensione non è pronunziato entro il termine di 15 giorni (1 mese per bilanci e consuntivi). Il prefetto inoltre può ordinare, a spese del comune, le indagini che crede necessarie. Sono sottoposte all'approvazione della giunta provinciale amministrativa invece, le deliberazioni che riguardano significative transazioni di carattere soprattutto immobiliare e i regolamenti. Questa organizzazione è praticamente confermata dal R.D. datato 3 marzo 1934, n.383. La giunta provinciale amministrativa e il Ministro dell'interno esaminano le regolarità dei singoli stanziamenti e, previa notificazione dei propri rilievi alle amministrazioni interessate, apportano ai bilanci eventuali modifiche. Gli organi che amministrano la Provincia sono il consiglio provinciale e la deputazione cui si aggiunge un presidente (con R.D. datato 30 dicembre 1923) Per i comuni c'è la possibilità di unirsi in consorzi fra loro o con la Provincia, per provvedere a particolari servizi ed opere di comune interesse. Con R.D. datato 21 gennaio 1923, n. 93, viene istituita la Provincia di Trento (comprendente anche Bolzano), con i Circondari, corrispondenti ai Distretti politici. Con l'avvento del Fascismo si ha una politica di accentramento delle cariche che vede l'istituzione di podestà di nomina regia nei comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926, n.1910) mentre il prefetto diventa "unico solo rappresentante autorità di Governo nella Provincia" (telegramma di Mussolini del 13 giugno 1923).

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Nel corso della sessione del 30 agosto 1927 il comune di San Giacomo aderisce alla Confederazione Nazionale degli Enti Autarchici (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà", n. 677). Il Comune di S. Giacomo apparteneva inoltre al Consorzio elettrico "Rio caldo" insieme ai Comuni di Caldes, Cavizzana e Samoclevo: in particolare nella Rappresentanza Consorziale il Comune di S. Giacomo era rappresentato da due membri, come attestato nella sessione del 7 agosto 1926 (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà", n. 677). Nella sessione del 14 agosto 1926 si attesta inoltre che il Comune faceva parte della Commissione Sanitaria per il Consorzio di Malé presso cui era rappresentato da tre membri (Archivio comunale di Caldes, "Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà", n. 677).

Fonti normative Regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, "col quale è approvato il regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale annessa a quella del 20 marzo 1865, n. 2248". Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866 Regio decreto 14 dicembre 1865, n. 2641 'col quale è approvato il regolamento giudiziario per l'esecuzione del codice di procedura civile, di quello di procedura penale e della legge sull'ordinamento giudiziario'. Regio decreto del 9 gennaio 1887, n. 4311, "che approva un nuovo ordinamento del servizio statistico" Regio decreto 20 maggio 1897, n. 217, "che approva il testo unico delle leggi sulle tasse di registro". Regio decreto 21 settembre 1901, n. 445, "che approva il regolamento per la formazione e la tenuta del registro di popolazione in ciascun comune del regno". Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale". Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale". Legge 7 aprile 1921, n. 457, "concernente il VI censimento generale della popolazione del regno" Regio decreto 23 ottobre 1921, n. 1530, "che estende ai territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778, la legge 7 aprile 1921, n. 457 sul censimento generale della popolazione nei comuni del Regno" Regio decreto 12 novembre 1921, n. 1594, "che detta norme per il censimento generale della popolazione nei territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778" Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9 "con cui si estendono alle nuove provincie la legge ed il regolamento comunale e provinciale" Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, "che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani". Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 31 gennaio 1924, n. 151, "Norme per l'attuazione del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, riguardante la riforma della legge comunale e provinciale" Regio decreto 23 maggio 1924, n. 824, "Regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione del

448 patrimonio e sulla contabilità generale dello stato" Regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2113, "Istituzione del servizio ispettivo sui comuni e sulle provincie, e modificazioni alle disposizioni della legge comunale e provinciale" Legge 4 febbraio 1926, n. 237, "Istituzione del potestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti" Regio decreto 6 maggio 1926, n. 760, "Determinazione per alcune provincie del regno, della data della cessazione delle amministrazioni ordinarie e straordinarie e dell'inizio delle funzioni del podestà e delle consulte municipali nei comuni di cui all'art. 1 della legge 4 febbraio 1926, n. 237" Regio decreto legge 9 maggio 1926, n. 818, "Modificazioni alla legge 4 febbraio 1926, n. 237, sulla istituzione del podestà e della consulta municipale" Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, "Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno" Decreto legge 17 marzo 1927, n. 383, "Facoltà al governo del re di provvedere ad una revisione generale delle circoscrizioni comunali"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997 Bollettino delle leggi del regno d'Italia, Milano 1805 - 1814 Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Firenze 1861. Annuario Trentino 1999, Trento 1999. Bibliografia ANTONIELLA A., L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979 BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 CAPUZZO E., Dal nesso asburgico alla sovranità italiana. Legislazione e amministrazione a Trento e a Trieste (1918-1928), Milano, 1992 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 GARBARI M., Le strutture amministrative del Trentino sotto la sovranità asburgica e la sovranità italiana, IN: Storia del Trentino, a cura di Lia De Finis, Trento, 1996 FRANCHI L. (a cura di), Leggi usuali d'Italia, Milano 1932. MASTELLOTTO E., L'archivio comunale trentino, Trento, 1986

449 fondo Comune di San Giacomo, 1384 - 1929

Soggetti produttori Comunità di San Giacomo, [1399 marzo 2] - 1810 agosto 31 Comune di San Giacomo (Caldes), 1818 gennaio 1-1849 marzo 17 Comune di San Giacomo (Caldes), 1862 marzo 5-1923 gennaio 12 Comune di San Giacomo (Caldes), 1923 gennaio 13-1928 novembre 15

Contenuto Con R.D. 15.1.1928 n.2742 S. Giacomo venne aggregato al comune di Caldes. Gli atti dall'origine del comune a tale data si conservano in questo fondo.

450 subfondo 1 Comunità di San Giacomo, 1384 - 1835

451 serie 1.1 Atti degli affari della comunità, 1384 - 1802

596. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1384 Fascicolo

597. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1779 Fascicolo

598. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1788 Fascicolo

599. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1800 Fascicolo

600. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1801 Fascicolo

601. b.596-602 Atti degli affari della comunità 1802 Fascicolo

452 serie 1.2 Registri d'amministrazione della comunità, 1788 - 1835

602. b.596-602 "...li 17 marzo l'anno 1788. Libro della magnifica comunità di Santo Giacomo delle cappelle Solasina, Cassanna e Tozagha concernente l'entrata ed uscita d'anno in anno della medema comunità..." 1788-1835 (con lacuna tra il 1812 e il 1834) Si tratta del registro che riporta i rendiconti dei regolani della comunità dal 1787 al 1811. Contiene inoltre deliberazioni della regola ed annotazioni di diversa natura fino al 1835. Registro, legatura in pelle, cc.114 (num. par.; cc.52 bianche; cc.13 tagliate)

453 subfondo 2 Comune di San Giacomo (ordinamento austriaco), 1824 - 1925

454 serie 2.1 Protocollo degli esibiti, 1881 - 1925

603. reg.603 Protocollo degli esibiti 1881 gennaio 30 -1881 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.12

604. reg.604 "Prottocollo delli esibiti dell'anno 1886" 1886 gennaio 5 -1886 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.6

605. reg.605 Protocollo degli esibiti 1888 gennaio 4 - 1888 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.6

606. reg.606 Protocollo degli esibiti 1889 gennaio 3 - 1890 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.20

607. reg.607 Protocollo degli esibiti 1891 gennaio 3 - 1891 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.12

608. reg.608 Protocollo degli esibiti 1894 gennaio 7 -1894 dicembre 29 Registro, legatura in cart., cc.20, (2 bianche)

609. reg.609 "Protocollo del 1895" 1895 gennaio 2 -1895 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.24, (2 bianche)

610. reg.610 "Protocollo 1896 degli esibiti"

455

1896 gennaio - 1896 dicembre Registro, legatura in cart., cc.18

611. reg.611 "Protocollo 1898" 1898 gennaio - 1898 dicembre Registro, legatura in cart., cc.26, (3 bianche)

612. reg.612 Protocollo degli esibiti 1912 gennaio 2 - 1912 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.43

613. reg.613 Protocollo degli esibiti 1903 gennaio 1 -1903 dicembre 31 Registro, senza coperta, cc.35

614. reg.614 Protocollo degli esibiti 1914 gennaio 2 - 1915 gennaio 29 Registro, legatura in cart., cc.40

615. reg.615 Protocollo degli esibiti 1915 gennaio 7 - 1915 dicembre 31 Registro, legatura in cart., cc.43

616. reg.616 Protocollo degli esibiti 1916 gennaio 3 - 1917 aprile 27 Registro, legatura in cart., cc.50

617. reg.617 Protocollo degli esibiti 1917 aprile 27 - 1920 luglio 28 Registro, legatura in cart., cc.100

618. reg.618 Protocollo degli esibiti 1921 febbraio 2 - 1923 marzo 31 Registro, legatura in cart., cc.102

456

619. reg.619 Protocollo degli esibiti 1923 giugno 1 - 1925 agosto 27 Registro, legatura in cart., cc.96

457 serie 2.2 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1824 - 1922

620. b.620-646 Carteggio ed atti 1824 Fascicolo

621. b.620-646 Carteggio ed atti 1849 Fascicolo

622. b.620-646 Carteggio ed atti 1862 Fascicolo

623. b.620-646 Carteggio ed atti 1865 Contiene fra l'altro: carteggio ed atti relativi alla reluizione e regolamento degli oneri fondiari sui boschi"Crozzi da Sess e Crozza Lunga"", 1865-1866; 1868. Fascicolo

624. b.620-646 Carteggio ed atti 1868 Fascicolo

625. b.620-646 Carteggio ed atti 1869 Contiene fra l'altro: atti relativi all'istanza di Antonio Betta e consorti della frazione di Tozzaga per ottenere il permesso di costruire uno scarico per le acque piovane; ripartizione del denaro concesso ai danneggiati dal nubifragio del 30 luglio 1869 dala giunta provinciale, 1869-1870. Fascicolo

626. b.620-646 Carteggio ed atti 1870 458

Fascicolo

627. b.620-646 Carteggio ed atti 1873 Fascicolo

628. b.620-646 Carteggio ed atti 1875 Fascicolo

629. b.620-646 Carteggio ed atti 1876 Fascicolo

630. b.620-646 Carteggio ed atti 1877 Fascicolo

631. b.620-646 Carteggio ed atti 1878 Fascicolo

632. b.620-646 Carteggio ed atti 1879 Fascicolo

633. b.620-646 Carteggio ed atti 1884 Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica. Fascicolo

634. b.620-646 Carteggio ed atti 1885

459

Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica; vendita di piante nelle località "Piole, Paludei e Stabletti" a Mochen Alberto e Angeli Stefano, 1885; 1887-1888. Fascicolo

635. b.620-646 Carteggio ed atti 1886 Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica. Fascicolo

636. b.620-646 Carteggio ed atti 1887 Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica. Fascicolo

637. b.620-646 Carteggio ed atti 1888 Contiene fra l'altro: certificati d'ispezione cadaverica. Fascicolo

638. b.620-646 Carteggio ed atti 1889 Fascicolo

639. b.620-646 Carteggio ed atti 1890 Fascicolo

640. b.620-646 Carteggio ed atti 1891 Fascicolo

641. b.620-646 Carteggio ed atti 1892 Fascicolo

460

642. b.620-646 Carteggio ed atti 1893 Fascicolo

643. b.620-646 Carteggio ed atti 1894 Fascicolo

644. b.620-646 Carteggio ed atti 1895 Fascicolo

645. b.620-646 Carteggio ed atti 1896 Fascicolo

646. b.620-646 Carteggio ed atti 1897 Fascicolo

647. b.647-666 Carteggio ed atti 1898 Fascicolo

648. b.647-666 Carteggio ed atti 1899 Fascicolo

649. b.647-666 Carteggio ed atti 1900 Fascicolo

650. b.647-666 Carteggio ed atti 461

1901 Fascicolo

651. b.647-666 Carteggio ed atti 1902 Fascicolo

652. b.647-666 Carteggio ed atti 1903 Fascicolo

653. b.647-666 Carteggio ed atti 1904 Contiene fra l'altro: appalto triennale per la vendita del pane, 1904-1905. Fascicolo

654. b.647-666 Carteggio ed atti 1905 Fascicolo

655. b.647-666 Carteggio ed atti 1906 Fascicolo

656. b.647-666 Carteggio ed atti 1909 Fascicolo

657. b.647-666 Carteggio ed atti 1911 Fascicolo

658. b.647-666 Carteggio ed atti 1912

462

Fascicolo

659. b.647-666 Carteggio ed atti 1913 Fascicolo

660. b.647-666 Carteggio ed atti 1914 Fascicolo

661. b.647-666 Carteggio ed atti 1915 Fascicolo

662. b.647-666 Carteggio ed atti 1916 Fascicolo

663. b.647-666 Carteggio ed atti 1917 Fascicolo

664. b.647-666 Carteggio ed atti 1920 Fascicolo

665. b.647-666 Carteggio ed atti 1922 Fascicolo

666. b.647-666 Carteggio ed atti sec. XX Fascicolo

463 serie 2.3 Leva militare, 1897 - 1897

667. b.667-670 "... Elenco degli individui obbligati alla tassa militare per l'anno 1897" 1897 Registro, legatura in cart., cc.6

464 serie 2.4 Inventari del patrimonio comunale, 1911 - 1911

668. b.667-670 "Inventario delle frazioni Cassana Tozaga alla fine dell'anno 1911" 1911 Fascicolo, cc.2

465 serie 2.5 Registri dei confini, 1886 - 1915

669. b.667-670 "Originale descrizione dei confini del comune di S.Giacomo" sec. XIX fine- sec. XX inizio copia coeva Registro, legatura in cart., cc.12

466 serie 2.6 Fogli di possesso fondiario, 1886 - 1915

670. b.667-670 Fogli di possesso fondiario del comune di S.Giacomo sec. XIX fine - sec. XX inizio Fascicolo

467 serie 2.7 Sistemi preliminari, preventivi ed allegati - sommari e documenti giustificativi, 1835 - 1899

671. b.671-676 "Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita..." 1835-1836 Manca l'allegato alla parte attiva. Fascicolo

672. b.671-676 "Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita..." 1837 Fascicolo

673. b.671-676 Sommario di tutta l'entrata ed uscita [1838 - 1839] Fascicolo

674. b.671-676 "Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita..." 1839 Mancano gli allegati alle parti attiva e passiva. Fascicolo

675. b.671-676 Documenti giustificativi del conto 1897 Fascicolo

676. b.671-676 "Preventivo" ed allegati 1899 Fascicolo

468 subfondo 3 Comune di San Giacomo (ordinamento italiano), 1924 - 1929

469 serie 3.1 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà - copie

470 serie 3.2 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà, 1925 - 1928

677. b.677 Verbali delle deliberazioni della giunta e del podestà 1925-1928 Busta

471 serie 3.3 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1924 - 1926

678. b.678-680 Carteggio ed atti 1924 Fascicolo

679. b.678-680 Carteggio ed atti 1925 Fascicolo

680. b.678-680 Carteggio ed atti, cat. I-XV 1926 Fascicolo

472 serie 3.4 Documenti giustificativi dei conti, 1927 - 1928

681. b.681-682 Documenti giustificativi del conto: entrata, art.1-17 bis uscita, art. 1-56 1927 Fascicolo

682. b.681-682 Documenti giustificativi del conto: entrata, art.1-20 uscita, art. 1-66 1928 Fascicolo

473 serie 3.5 Liste di leva, 1928 - 1929

683. b.683-703 Lista di leva della classe 1901 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.4

684. b.683-703 Lista di leva della classe 1902 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.2

685. b.683-703 Lista di leva della classe 1903 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.3

686. b.683-703 Lista di leva della classe 1904 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.4

687. b.683-703 Lista di leva della classe 1905 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.4

688. b.683-703 Lista di leva della classe 1906 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.4

689. b.683-703 Lista di leva della classe 1907 1929 luglio 25 Fascicolo, cc.4

690. b.683-703 Lista di leva della classe 1908

474

1929 luglio 25 Fascicolo, cc.3

691. b.683-703 Lista di leva della classe 1909 ed allegati 1928 dicembre 14 Fascicolo

475 serie 3.6 Ruoli matricolari, sec.XX

692. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1901 sec.XX Fascicolo, cc.2

693. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1902 sec.XX Fascicolo, cc.2

694. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1903 sec.XX Fascicolo, c.1

695. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1904 sec.XX Fascicolo, c.1

696. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1905 sec.XX Fascicolo, c.1

697. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1906 sec.XX Fascicolo, c.1

698. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1907 sec.XX Fascicolo, c.1

699. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1908

476 sec.XX Fascicolo, c.1

700. b.683-703 Ruolo matricolare della classe 1909 sec.XX Fascicolo, c.1

477 serie 3.7 Registri di stato civile

478 serie 3.8 Registri diversi, sec.XX

701. b.683-703 Elenco dei possessori di fondi del comune di S.Giacomo sec.XX Registro, legatura in cart., cc.40

479

Ente Scuola popolare di San Giacomo (Caldes) [1922 - 1922]

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Archivi prodotti Fondo Scuola di San Giacomo, 01/01/1902 - 31/12/1922

Storia Negli anni precedenti la legge fondamentale (Reichsvolksschulgesetz o legge imperiale sulla scuola elementare del 14 maggio 1869) riguardante i principi generali della pubblica istruzione relativamente alle scuole popolari, le norme autoritarie e confessionali che l'avevano caratterizzata dalla Restaurazione in poi cambiano radicalmente. Già la legge sulla vigilanza scolastica (Schulaufsichtsgesetz) n.48 del 25 maggio 1868 stabiliva una frattura con il passato enunciando nel primo articolo che "la suprema direzione e sorveglianza di tutto ciò che si attiene all'istruzione e all'educazione spetta allo Stato" e nel secondo che "l'istruzione [...] in queste scuole è indipendente dall'influenza di qualsiasi chiesa o comunione religiosa". "Diretta conseguenza" della suddetta legge del 1868 "è l'ordinanza del 10 febbraio dell'anno successivo con la quale si tolgono alle Autorità ecclesiastiche i poteri di sorveglianza sulla scuola. Il primo paragrafo prescrive infatti che le attuali attribuzioni delle Autorità ecclesiastiche superiori e degli Ispettori in capo delle scuole in affari riguardanti le scuole popolari e gli istituti privati attinenti alle medesime, passeranno alle Autorità politiche provinciali [...], e le attuali attribuzioni degli Ispettori ecclesiastici distrettuali delle scuole passeranno colla stessa limitazione alle Autorità politiche distrettuali. [...] I distretti politici venivano a formare i distretti scolastici, mentre le città, provviste di statuto comunale, costituivano da sole un proprio distretto. Il Ministro competente nominava gli Ispettori distrettuali che affiancavano le Autorità politiche distrettuali per gli affari didattico-pedagogici." (1) L'Ordinariato di Trento tuttavia reagì inviando una lettera-circolare datata 26 febbraio 1869 nella quale "ordinava ai decani ispettori di non consegnare gli atti scolastici ai capitani distrettuali che ne avessero fatta richiesta e, al clero di tutta la diocesi di non prendere in nessun modo parte alle visite nelle scuole e agli esami." (2) Il 30 aprile 1892 venne emanata la legge concernente la sorveglianza delle scuole,per la quale: "Le competenze in materia di vigilanza scolastica finora affidate alle autorità diocesane (ai concistori) passavano immediatamente alle amministrazioni provinciali, all'erigendo Landesschulrat (Consiglio scolastico provinciale), presieduto dal luogotenente o da un suo incaricato e composto da impiegati amministrativi, professori, ispettori scolastici e da un rappresentante ecclesiastico. Le competenze dei decani passavano agli ispettori scolastici distrettuali ed al Bezirksschulrat (Consiglio scolastico distrettuale), presieduto dal capitano distrettuale (organo istituito nel 1867) e composto da insegnanti, ispettori e da un rappresentante ecclesiastico. A livello locale le competenze rispettive affidate in passato al parroco diventavano ora compito dell'Ortsschulrat (Consiglio scolastico locale), presieduto dal capocomune o sindaco e composto da rappresentanti comunali, maestri e dal parroco stesso." (3) Esaminando ora più a fondo la legge fondamentale del 14 maggio 1869 (Reichsvolksschulgesetz o legge imperiale sulla scuola elementare) essa stabiliva che lo scopo della scuola popolare era quello di "educare i fanciulli moralmente e religiosamente, di sviluppare la loro attività intellettuale, di fornirli delle cognizioni ed abilità occorrenti per coltivarsi 480 ulteriormente per la vita e di creare la base per l'allevamento di valenti uomini e cittadini" (art.1) e affermava che "ogni scuola popolare, alla cui fondazione o al mantenimento lo stato, la provincia o il comune contribuiscono tutte o parte delle spese, è un istituto pubblico e come tale accessibile alla gioventù senza distinzione della confessione religiosa. Le scuole popolari fondate e mantenute in altro modo sono istituti privati" (art.2) Importanti furono i cambiamenti che la legge fondamentale del 1869 stabiliva; vi erano nuove norme per la frequenza scolastica, per la formazione e lo status giuridico del corpo insegnante e per il finanziamento delle scuole. L'obbligo scolastico incominciava al compimento dei sei anni e durava fino ai 14 anni per un numero complessivo di 8 anni consecutivi di frequenza scolastica. Gli alunni però non potevano lasciare la scuola se non erano in possesso delle cognizioni prescritte per la scuola popolare, vale a dire: religione, leggere, scrivere e far di conto (art.21). Lo stesso articolo accordava ai fanciulli delle zone rurali e delle classi povere della città che avevano frequentato la scuola per sei anni delle agevolazioni nella frequenza degli ultimi due anni d'obbligo per aiutare le famiglie in caso di bisogno per i lavori stagionali nei campi o altro, su istanza dei genitori. Grande importanza veniva data alla formazione del corpo insegnante con l'introduzione degli istituti magistrali di quattro anni, separati secondo il sesso degli allievi in maschili (a Rovereto) e femminili (a Trento), e con annesse scuole popolari, cioè scuole di pratica per il perfezionamento pratico degli allievi e per gli istituti magistrali femminili anche un giardino d'infanzia. L'ammissione agli istituti era ben delineata dalla legge: "si richiede di regola oltre a una forte costituzione fisica, all'integrità morale ed una corrispondente istruzione preparatoria, l'età di 15 anni compiti." (art.32) oltre al superamento di un esame d'ammissione (art.27). Le materie insegnate negli istituti magistrali maschili e femminili comprendevano: religione, pedagogia con esercizi pratici, lingua d'insegnamento, geografia, storia (e per le classi maschili dottrina della costituzione patria), matematica e disegno geometrico per il corso maschile e aritmetica e dottrina delle forme geometriche per quello femminile, storia naturale, fisica, economia rurale con speciale riguardo alla condizione del suolo nel paese per il solo corso maschile, calligrafia, disegno a mano libera, musica (con particolare riguardo alla musica sacra per il corso maschile), ginnastica, lavori femminili e, come materia non obbligatoria previo permesso accordato dal Ministero del culto e dell'istruzione, l'insegnamento di lingue straniere. Inoltre, laddove si offrisse l'occasione, solo per il corso maschile l'istruzione di metodi d'insegnamento per sordo-muti e ciechi; mentre per il solo corso femminile istruzioni relative all'ordinamento dei giardini d'infanzia (artt.29-30). Il corpo insegnante degli istituti magistrali comprendeva un direttore che dirigeva "contemporaneamente la scuola di pratica, di due fino a quattro capi-maestri, dei maestri di religione e degli occorrenti maestri ausiliari", nominato dal ministro del culto e dell'istruzione sentita l'autorità scolastica provinciale (art.35). "Ultimato completamente il corso d'istruzione, gli allievi-maestri" venivano "assoggettati ad un rigoroso esame, da tenersi sotto la presidenza di un delegato dell'autorità scolastica provinciale, in tutte le materie insegnate nell'istituto magistrale" e ricevevano, se corrispondevano alle esigenze prescritte, un certificato di maturità (art.34). L'articolo 38 dà un'idea della durata e della fatica nel raggiungere una certa stabilità economica per chi desiderava intraprendere la professione di insegnante, infatti prescriveva: "Il certificato di maturità [...] abilita all'inpiego provvisorio di sotto- maestro o maestro. Pell'impiego definitivo quale sotto-maestro o maestro presso le scuole popolari generali occorre il certificato di abilitazione all'insegnamento per le scuole popolari generali, che si ottiene dopo un'applicazione almeno biennale soddisfacente nel servizio pratico scolastico presso una scuola popolare pubblica o anche privata [...] mediante l'esame di abilitazione all'insegnamento. Pell'impiego stabile di sotto-maestro o maestro presso le scuole civiche occorre il certificato di abilitazione all'insegnamento per le scuole civiche, che si ottiene dopo un'applicazione almeno triennale pienamente soddisfacente presso scuole popolari o preso istituti d'istruzione, mediante un esame speciale. [...]". Anche l'aggiornamento era contemplato all'art.43 della legge e prevedeva: "Il perfezionamento pedagogico e scientifico dei

481 maestri è da promuoversi a mezzo di periodici per le scuole, di biblioteche per maestri, di conferenze periodiche e di corsi di perfezionamento." "Per ciò che riguarda gli stipendi degli insegnanti l'art.55 prescriveva: "[...] I maestri ricevono i loro emolumenti di servizio direttamente dall'autorità scolastica [...] Le autorità scolastiche invigilano e decidono sul pagamento puntuale e soddisfacente degli emolumenti dei maestri." Per quanto riguarda invece la pensione l'art.56 prescrive: "Tutti i maestri, e tutti i sotto-maestri in possesso del certificato di abilitazione all'insegnamento, che sono nominati in via definitiva, come pure le vedove e gli orfani degli stessi, hanno diritto a pensione e sono da trattarsi in proposito in massima giusta le norme in vigore per gli impiegati dello stato, venendo però computato anche quel periodo di tempo, durante il quale taluno, dopo subito l'esame di abilitazione all'insegnamento, prestò servizio presso una pubblica scuola in via provvisoria." Infine, per quanto attiene al finanziamento delle scuole l'art.62 prevedeva che fosse il comune locale a provvedere alle scuole popolari, mentre la legislazione provinciale stabiliva il concorso alle spese dei distretti.

Condizione giuridica L'organizzazione della scuola, nel periodo austriaco e ancor prima nel periodo comunitario è stata regolamentata da normative e leggi, delle quali vengono qui riportate le più significative: - Regolamento politico per le scuole elementari di Francesco I dell'11 agosto 1805, che nei Circoli di Bolzano, Trento e Rovereto entrerà in vigore solamente dopo la pace di Vienna, nel 1818, dopo il passaggio del Tirolo al Regno d'Italia. Esso consiste in una raccolta sistematica di istruzioni capaci di regolamentare l'organizzazione scolastica elementare, e viene dato particolare rilievo alla religione nella formazione degli alunni, e alla Chiesa, nei compiti di sorveglianza e di direzione. tratti fondamentali del Regolamento sono: organizzazione della scuola da parte della Chiesa e da parte dell'amministrazione dello Stato; suddivisione delle scuole in minori (ordinarie o triviali) e maggiori (prinicipali); curriculum necessario del maestro, figura dell'assistente nella scuola; obbligo scolastico da 6 ai 12 anni, diminuito a 9 per chi lavora in fabbrica; norme per l'inizio dell'anno scolastico, i giorni e le ore di lezione, le vacanze, gli esami semestrali, attestati scolastici; ; insegnamenti differenziati per le scuole minori di campagna e per le scuole maggiori; figura del maestro sia nella scuola che nella società. - Decreto governativo 11 settembre 1848, n. 19521, Miglioramenti nelle scuole popolari rispetto all'istruzione ed alla lingua, volto, fra l'altro alla lingua di insegnamento, che con l'anno scolastico 1848/1849 deve identificarsi con la lingua materna degli studenti; - Concordato del 1855 fra Austria e Santa Sede; - legge del 25 maggio 1868, n. 48: Introduzione del controllo statale della scuola, cioè la direzione e la sorveglianza di tutto quello che riguarda l'istruzione e l'educazione non spetta più alla chiesa ma allo stato; - Ordinanza del i.r. Consiglio scolastico provinciale per il Tirolo del 25 settembre 1895, n. 1128; - Ordinanza del 10 febbraio 1869, con la quale si tolgono i poteri di sorveglianza sulla scuola alle autorità ecclesistiche, e si demandano alle singole Diete provinciali; - Legge, fondamentale, 14 maggio 1869: ogni fanciullo può frequentare la scuola popolare in quanto istituto pubblico, indipendentemente alla sua religione; le scuole vengono divise in scuole popolari generali e scuole civiche, e viene aggiunto l'insegnamento della geografia e della storia, del canto e della ginnastica; la frequanza scolastica è obbligatoria fino ai 14 anni; l'insegnante deve frequentare l'istituto magistrale di quattro anni; diventa obbligatoria l'istituzione della biblioteca scolastica, la convocazione delle conferenze periodice e la frequenza a corsi di miglioramento;

482

- Ordinanza del Ministero del culto e della istruzione del 20 agosto 1870, n. 7648 relativa al Regolamento scolastico e didattico definitivo per le scuole popolari generali; - Legge 2 maggio 1883: i maestri dirigenti devono avere l'abilitazione all'istruzione religiosa e gli insegnanti devono sorvegliare le classi anche durante l'insegnamento degli esercizi religiosi; - Ordinanza del Ministero del culto e dell'istruzione 12 febbraio 1884, n. 23122; - Legge provinciale del 1892, che integra quella del 1869 in riferimento al tipo di scuole sistematiche o supplettorie alla frequenza scolastica; alla copertura dei posti di insegnanti, diritto alla pensione; - Legge 1 maggio 1904: vengono abolite le classi di salario per luoghi (classificazione reintrodotta con la Legge scolastica 7 giugno 1910), facendo ora riferimento al servizio, e viene aumentata la pensione, calcolando in modo differente gli anni di servizio; - Ordinanza ministeriale del 29 settembre 1905, Regolamento scolastico e didattico definitivo per le scuole popolari generali e per le scuole civiche: arricchisce l'ordinanza del 1869 riguardo alle "Scritture d'ufficio" che devono essere conservate (viene introdotto il registro di protocollo), e questi due regolamenti diventano importanti nella descrizione degli strumenti dell'organizzazione didattica e dell'amministrazione scolastica; - Norme per la tenuta del protocollo, 3 dicembre 1906, n. 6482;

Funzioni, occupazioni e attività Funzione della scuola civico-popolare era quella di preparare i futuri cittadini non soltanto a leggere, far di conto e conoscere la dottrina cristiana, ma, come si legge nella relazione sull'andamento generale della scuola nell'anno 1878/1879: "Sia pure la scuola civica scuola di cultura generale, ma di cultura che faccia germogliare a tempo nelle giovani menti le pratiche applicazioni della scienza e dell'arte di lavoro. I rudimenti delle matematiche preparino i giovani alla destrezza dei calcoli occorrenti alle imprese e a ricevere in seguito i principi della meccanica: la fisica non trascuri le sue molteplici applicazioni all'industria: la chimica faccia presentire di essere la principale ancella delle arti: la mineralogia e la geologia richiami a tempo l'attenzione dei giovani sulle ricchezze naturali del paese: la storia non trascuri di rammentare gli splendori del commercio e dell'industria, e gli eroi del lavoro: la geografia spazi nei due mondi e metta in luce i tesori commerciali." (4) La legge fondamentale del 14 maggio 1869 riporta diversi articoli riferibili alla dirigenza delle scuole popolari e civiche; l'art.12 indica che "Dirigente della scuola popolare è il maestro, ed essendovene più di uno, il maestro superiore a ciò destinato", mentre recita l'art.14: "[...] Se in una scuola femminile sono impiegate più insegnanti, la maestra dirigente porta il titolo di maestra superiore." e infine il comma 4 dell'art.19 relativo alla scuola civica afferma che: "Il dirigente responsabile della scuola ha il titolo di Direttore." Ai sensi dell'art.18 :"[...] Resta libero a chi mantiene la scuola di unire la scuola civica con una scuola popolare generale sotto un dirigente comune. In tal caso essa avrà la denominazione Scuola popolare generale e civica." La nomina definitiva dei direttori era subordinata all'autorità scolastica provinciale di concerto con coloro che mantenevano la scuola (art.50). Il dirigente era responsabile della conservazione dei libri e degli atti d'ufficio ordinati per annata nonchè della raccolta delle leggi e ordinanze scolastiche; distribuiva gli alunni nelle classi, sorvegliandone la frequenza; procurava per ciascun corso gli insegnanti, le aule, il materiale didattico (testi scolastici, carte geografiche e anatomiche un mappamondo, modelli per il disegno, etc.), una biblioteca scolastica; compilava il progetto dell'orario, provvedeva alla continuità didattica in caso di impedimento degli insegnanti e concedeva permessi ai maestri fino a tre giorni. Aveva il compito di sorvegliare sia l'edificio scolastico sia le attrezzature al suo interno e di applicare il regolamento interno. Compilava e aggiornava il registro di protocollo con la registrazione di tutta la corrispondenza in entrata ed uscita (che era tenuto a consegnare al suo successore), l'indice

483 delle circolari normative, l'inventario della scuola, i cataloghi della biblioteca, l'elenco dei libri per i poveri e la cronaca scolastica. Alla fine di ogni anno scolastico redigeva un elenco dei mezzi didattici nuovi acquisiti nel corso dell'anno scolastico e del fabbisogno per l'anno successivo, presentandoli all'autorità scolastica locale. L'applicazione della legge del 1869 avvenne con l'ordinanza del Ministero del culto e dell'istruzione del 20 agosto 1870, n.7648 colla quale venne emanato un Regolamento scolastico e didattico per le scuole popolari generali. Successive norme e ordinanze integrarono e modificarono la legge del 1869 come per esempio: le "Direttive sulle scuole di ripetizione valevoli per l'anno scolastico 1872/1873 in poi fino ad ulteriore disposizione" datata 11 ottobre 1872 n.16825 dell' I. R. Autorità scolastica provinciale pel Tirolo di Innsbruck (5); l'ordinanza del Consiglio scolastico provinciale del 21 novembre 1874 n.16921 concernente i formulari per gli atti ufficiosi delle scuole popolari; la legge del 2 maggio 1883 che riconosce esplicitamente il ruolo della religione nella scuola, tema molto dibattuto negli anni tra conservatori e liberali, sottolineando per esempio che "i maestri dirigenti debbono avere anche l'abilitazione all'istruzione religiosa e gli insegnanti tutti sono tenuti alla sorveglianza della scolaresca durante gli esercizi religiosi." (6); l'art.21 della legge del 2 maggio 1883 porta qualche ritocco a quella precedente del 1869 rispetto all'introduzione di qualche facilitazione alla frequenza degli alunni negli ultimi due anni scolastici obbligatori. La legge 30 aprile 1892, n.7 riguardante la sorveglianza sulle scuole con la creazione di "organi consiliari, solo in parte elettivi e che ai vari livelli (locale, distrettuale e provinciale)" comprendeva rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, delle comunità locali e dello stato. Per le città si introdusse un consiglio scolastico civico, che sostituiva quello locale e distrettuale. Questa legge ribadiva il carattere pubblico e statale della scuola dell'obbligo, mentre dava alla maggioranza conservatrice e al clero ampie concessioni. "Per effetto anche del progressivo costituirsi delle varie associazioni locali che raccolgono sindacalmente i gruppi di insegnanti si arriva, il 3 aprile 1892, al varo di una legge provinciale che finalmente determina in modo certo i salari degli insegnanti; in tal modo si pone fine alla contrattazione privata dello stipendio (che aveva opposto tante volte i comuni agli insegnanti), si rivaluta la funzione docente anche col riconoscimento di un giusto compenso economico." Inoltre viene stabilito definitivamente il diritto alla pensione.(7) Rimase, tuttavia, invariata la discriminazione tra maestri e maestre; queste ultime penalizzate sia dal punto di vista professionale e retributivo (percepivano infatti il 20-25% in meno dei loro colleghi maschi) che dal punto di vista personale essendo costrette a un nubilato coattivo, pena il licenziamento in caso di matrimonio (definito "volontaria rinuncia al servizio"). Seguì la "legge scolastica provinciale del 1 maggio 1904, n.40 concernente le scuole popolari pubbliche" che cercò di ritoccare gli stipendi degli insegnanti abolendo, al contempo, le classi di salario per luogo legandole al servizio prestato e stabilendo un diverso computo degli anni aumentando le pensioni. L'ultima legge scolastica provinciale datata 7 giugno 1910, n.52 "...valevole per la contea principesca del Tirolo, sui rapporti di diritto dei maestri presso le scuole popolari pubbliche generali e presso le scuole civiche pubbliche", approvata prima dello scoppio della guerra, reintrodusse l'odiosa divisione economica per classi territoriali. "Nella fase transitoria del dopoguerra, il Trentino conserva in gran parte l'organizzazione scolastica precedente compresi i suoi organismi di sorveglianza. La scuola popolare mantiene l'orario, il calendario ed anche i programmi della scuola austriaca con l'avvertenza di adeguare l'insegnamento della storia e della geografia alla nuova realtà nazionale. Rimane l'obbligo di frequenza fino a 14 anni. E in quanto alle maestre viene a cadere finalmente il cosidetto nubilato obbligatorio. [...] Con il complesso delle riforme promosse da Gentile la struttura e l'organizzazione della scuola elementare si adegua sostanzialmente a quella nazionale." (13)

484

Contesto generale La scuola popolare di San Giacomo manteneva rapporti con il comune omonimo, con il Consiglio scolastico locale di Caldes, con il Consiglio scolastico distrettuale di Malé.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento, 1998. ARCAINI R.G. (a cura di), Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, Trento, 2003 BERTASSI C., Storie di ordinaria povertà. Scuole e maestri nel Trentino austriaco, IN: Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, a cura di ANTONELLI Q., Trento, 1998

Note 1. Cfr. ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Arcaini R.G., Trento, 2003, pp.XL- XLI; 2. Ibidem, p.XLI; 3. Cfr. von HARTUNGEN Christoph H., Il Kulturkampf in Tirolo (1867 - 1892) venticinque anni di lotta per una scuola moderna e statale IN "Archivio trentino" : rivista di studi sull'età moderna e contemporanea, Trento, 2001, n.2 , p.50; 4. Cfr. ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Arcaini R.G., Trento, 2003, p.XLII; 5. Archivio Scuole Francesco Crispi., 1. Direzione delle scuole civico popolari di Trento, serie 4 " Inventari scolastici", n.1 "Ordinanze scolastiche", 1872- 1914, ordinanza n.3; 6. Cfr. ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Arcaini R.G., Trento, 2003, p.XLIV; 7. Cfr. BERTASSI C., Storie di ordinaria povertà. Scuole e maestri nel Trentino austriaco, IN: Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, a cura di Quinto Antonelli, Trento, 1998, p.206

485 fondo Scuola di San Giacomo, 1902 - 1922

Soggetti produttori Scuola popolare di San Giacomo (Caldes), [1922 - 1922]

486 serie 1 Matricole scolastiche, 1902 - 1922

702. b.683-703 "Matricola scolastica della scuola in S.Giacomo..." 1902-1922 Registro, legatura in cart., cc.19

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Ente Congregazione di carità di San Giacomo 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità di S. Giacomo, 01/01/1927 - 31/12/1927 Fondo Documentazione della Congregazione di carità di San Giacomo, 01/01/1820 - 31/12/1938

Storia Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di Carità in base al in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In particolare, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più. La legislazione italiana che veniva estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n. 697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione - ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando: l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica amministrazione. I fondi di beneficenza, finora amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi). In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'Ente comunale di assistenza alla Congregazione di carità". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 specifica che a 488 partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di competenze tra la Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria".

L'unica attestazione dell'esistenza della Congregazione di carità di S. Giacomo contenuta nell'archivio comunale risale al 10 settembre 1927 e si tratta del bilancio di previsione per gli anni 1927-1929 (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di Bozzana - Bordiana, "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-29", n. 461). Documentazione più antica è tuttavia presente presso l'archivio parrocchiale (3 fascicoli aventi estremi cronologici 1820-1938). La suddetta Congregazione venne comunque soppressa con l'annessione del comune di S. Giacomo al comune di Caldes, avvenuta in seguito al R.D. 15 novembre 1928, n. 2742.

Condizione giuridica In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. Bortoli- C. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore. Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 ). Nel 1891 era stato inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4 marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n. 847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza.

Funzioni, occupazioni e attività Le Congregazioni di Carità erano enti governati da un gruppo di persone scelte tra le più distinte abitanti nel relativo comune. Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. La Congregazione era presieduta, a seconda della grandezza del comune, dal Prefetto, dal Viceprefetto, dal podestà o sindaco, o dal membro più anziano della Congregazione. Erano comunque membri di diritto il vescovo nel capoluogo di

489 distretto, e un parroco del luogo. I membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno: una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), due consiglieri, un cassiere e vi doveva partecipare il capocomune e il curatore d'anime locale. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore. La legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza stabiliva che le Congregazioni di Carità fossero composte da un presidente e da 4 membri nei comuni minori e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e restava in carica per 4 anni, così come gli altri membri. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Successivamente, la gestione della Congregazione di Carità venne riformata: essa doveva essere amministrata da un presidente e da un comitato di "patroni" composto da 4, 6 o 8 membri a seconda della popolazione del comune. Il presidente e i "patroni" venivano nominati dal Prefetto e scelti tra gli abitanti del comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti; poteva esservi ammesso anche un benefattore o persona da esso designata o il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata dalla Congregazione di Carità. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti.

Dal bilancio di previsione per gli anni 1927-1929 (Archivio Comunale di Caldes, Congregazione di carità di S. Giacomo, "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-29", n. 729), approvato nel 10 settembre 1927, si desume che il consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità di Bozzana con Bordiana era formato da: 1 presidente, 4 membri ed un segretario. Il bilancio che viene approvato è in pareggio ed ammonta a £. 500.

Struttura amministrativa Nel corso della sua storia la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che dessero conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.

Contesto generale Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti,

490 esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si stabilisce che i comuni dovranno farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si tratta di un comune in cui non esiste alcuno dei suddetti enti, esso potrà comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13). Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.

Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n. 753, "Sull'amministrazione delle Opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, "Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni" Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2120, "Estensione ai territori annessi degli articoli 2 e 3 della legge 29 dicembre 1901, n. 538, e del regolamento approvato con R. decreto 5 ottobre 1902, n. 457, concernenti rispettivamente la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza ed il regolamento per gli

491 uffici di ragioneria delle prefetture" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2841, "Riforma della legge 17 luglio 1890, n. 6972, sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio del Comune di Caldes. Archivio della Congregazione di Carità poi Ente Comunale Assistenza, in Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo (1815-1956), a cura di L. Bertagnolli su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Raccolta delle Leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg. Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia. Regolamento interno dell'ufficio amministrativo della Congregazione di Carità di Trento, Trento 1892. Regolamento organico per il personale amministrativo. Congregazione di Carità di Trento, Trento 1929. Disposizioni normative sulla Congregazione di carità a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T (1997). Archivio (L') vecchio della Congregazione di Carità di Trento, "Archivio Trentino", III (1884). Bibliografia BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 COPPOLA G., Note sull'assistenza in Trentino nell'Ottocento, in AA.VV., Stato e Chiesa di fronte al problema dell'assistenza, Roma 1982. PASTORI BASSETTO I., La Congregazione di Carità di Trento nella prima metà dell'Ottocento, IN: GRANDI C., LEONARDI A., PASTORI BASSETTO I., Popolazione, assistenza e struttura agraria nell'Ottocento trentino, Trento 1978 PISCEL A., Contributo al problema della beneficenza pubblica nel Trentino, "Tridentum", III (1900). TANI G. - PICCIOLI F., Legislazione italiana. Prontuario delle leggi e dei decreti pubblicati al 31 dicembre 1972, Firenze 1980.

492 fondo Congregazione di carità di S. Giacomo, 1927

Soggetti produttori Congregazione di carità di San Giacomo, 1818 gennaio 1 - 1928 novembre 15

493 serie 1 Bilanci di previsione, 1927

703. b.683-703 "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927 - 1929" 1927 Fascicolo, cc.2

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Ente Congregazione di carità di Caldes 1811 febbraio 15-1937 giugno 30

Luoghi Caldes

Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes, 01/01/1811 - 31/12/1978

Storia Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di Carità in base al in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In particolare, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più. La legislazione italiana che veniva estesa al Trentino in seguito al nuovo ordinamento non apportava significativi cambiamenti né alla struttura né agli scopi dell'istituzione. Essa prevedeva comunque un riordino amministrativo delle Congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza ed il ritorno ad un loro maggior controllo da parte dello Stato, in base a diversi provvedimenti di carattere generale (legge del 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore col 1° gennaio 1863; relativo Regolamento di esecuzione del 27 novembre 1862, n. 1007; legge del 17 luglio 1890, n. 697, modificata con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 entrata in vigore col 19 maggio 1928; regolamento di attuazione - ossia R.D. - del 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 entrato in vigore col 16 maggio 1923 estendeva al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, precisando: l'obbligo di provvedere entro sei mesi alla nomina dei componenti delle Congregazioni di carità e alla compilazione curata dai Prefetti di "elenchi, inventari e stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594; l'affidamento entro un anno di tutti gli istituti attualmente amministrati dai comuni, provincie e da da altri enti pubblici a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale se ve ne fosse stata necessità), quando non ricorressero gli estremi della legge del 17 luglio 1890, n. 6972 per il concentramento nella Congregazione di carità o sotto un'unica amministrazione. I fondi di beneficenza, finora amministrati dai comuni e dagli altri enti pubblici, venivano dunque concentrati nella Congregazione di carità. Inoltre nella Circolare della Regia Prefettura della Venezia Tridentina datata 27 giugno 1923 si ricordava l'obbligo di istituire la Congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi). In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'Ente comunale di assistenza che avrebbe assunto tutte le competenze assegnate alla Congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'Ente comunale di assistenza alla Congregazione di carità". Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una Circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento nel 28 giugno 1937 specifica che a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della suddetta legge del 3 giugno 1937 e dunque del passaggio di 495 competenze tra la Congregazione di carità e l'Ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segreteria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria".

La più antica attestazione della Congregazione di Carità di Caldes risale al 20 agosto 1811 e si tratta dello "Stato de' beni di pubblica beneficenza amministrati dalla Congregazione di Carità del Comune di Caldes" (Archivio Comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE. 1). Per quanto riguarda l'ultima attestazione, una nota di pagamento per somministrazione di generi di prima necessità ad abitanti di Caldes - inviata dalla Famiglia Cooperativa di Caldes alla locale Congregazione - reca la data 25 novembre 1937, ma non si esclude che si possa trattare di un malinteso nella denominazione per E.C.A. L' attestazione precedente a questa risale al 12 agosto 1937 ed è contenuta nei registri di Protocollo degli esibiti della Congregazione (Archivio Comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/IV, "Protocolli degli esibiti", 1).

Condizione giuridica In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. Bortoli- C. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore. Per quanto concerne la legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza, il R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, regolamentava l'amministrazione delle Congregazioni e degli enti che vi facevano capo, mentre il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982, determinava l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge del 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie e la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972 (modificata in seguito con il D.L. n. 2841 del 30 dicembre 1923 che cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza" e poi con la legge del 4 marzo 1928, n. 413 ). Nel 1891 era stato inoltre emanato il regolamento di attuazione (R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99) che precisava ulteriori norme per l'amministrazione delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 4 marzo 1928 riformava per l'ultima volta le Congregazioni, finché, in base all'art. 5 della legge del 3 giugno 1937, n. 847, esse vennero dichiarate soppresse e sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza.

Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima

496 necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.

Per quanto riguarda specificatamente la Congregazione del comune di Caldes va sottolineato come nei documenti d'archivio non vi sia una chiara distinzione di competenze fra la stessa ed il relativo comune in fatto di assistenza ai poveri: sono stati reperiti infatti molti documenti - molto spesso note di pagamento - in cui l'erogazione di generi di prima necessità a poveri o inabili spettava alla congregazione ed altri, simili, al comune (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/V, "Carteggio e Atti", 1-8). L'ordine del giorno delle sedute del consiglio d'amministrazione riguardava: domande di nuovi sussidi; conferme o diverse quantificazioni di sussidi già esistenti e rivolti a poveri; revisione generale dei sussidi accordati; domande di ricovero per malati; istituzione del servizio di Tesoreria; approvazione del conto consuntivo per l'esercizio annuale (Archivio Comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/I, "Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità e dell'E.C.A.", n. 1 e CE/V, "Carteggio e Atti", n. 8). Dagli inventari del patrimonio (Archivio Comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/VII, "Inventari del patrimonio", n. 1) si desume inoltre che in periodo postunitario la suddetta Congregazione non aveva più alcun bene da amministrare.

Struttura amministrativa Le Congregazioni di Carità erano enti gestiti da un gruppo di persone scelte tra le più distinte abitanti nel relativo comune. Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. La Congregazione era presieduta, a seconda della grandezza del comune, dal Prefetto, dal Viceprefetto, dal podestà o sindaco, o dal membro più anziano della Congregazione. Erano comunque membri di diritto il vescovo nel capoluogo di distretto, e un parroco del luogo. I membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno: una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), due consiglieri, un cassiere e vi doveva partecipare il capocomune e il curatore d'anime locale. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore. La legislazione italiana in materia di pubblica assistenza e beneficenza stabiliva che le Congregazioni di carità fossero composte da un presidente e da 4 membri nei comuni minori, e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e restava in carica per 4 anni, così come gli altri membri. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Successivamente, la gestione della Congregazione di carità venne riformata: essa doveva essere amministrata da un presidente e da un comitato di "patroni" composto da 4, 6 o 8 membri a seconda della popolazione del comune. Il presidente e i "patroni" venivano nominati dal Prefetto e scelti tra gli abitanti del comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica 4 anni e potevano essere sempre rieletti; poteva esservi ammesso anche un benefattore o persona da esso designata o il fondatore o il rappresentante di un'opera pia

497 amministrata dalla Congregazione di carità. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti.

Lo "Stato de' beni di pubblica beneficenza amministrati dalla Congregazione di Carità del Comune di Caldes", datato 20 agosto 1811 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE. 1), riporta la sottoscrizione di cinque membri: il presidente, il parroco ed altre tre persone. Da questo documento si desume che in età napoleonica la locale Congregrazione amministrava diversi beni fondiari, situati a Caldes e nella frazione di Bozzana e Bordiana - questi ultimi qualificati come legato - che la Congregazione concedeva in affitto a tre abitanti. In seguito la documentazione conservata nell'Archivio comunale di Caldes tace fino al 1925 quando la Congregazione di carità di Caldes era composta da un presidente, un segretario e da un comitato di 4 "patroni" (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/I "Verbali delle deliberazioni del consiglio d'amministrazione della Congregazione di carità e dell'E.C.A.", n.1).

Contesto generale Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti, esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si stabilisce che i comuni dovranno farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si tratta di un comune in cui non esiste alcuno dei suddetti enti, esso potrà comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13). Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.

Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n. 753, "Sull'amministrazione delle Opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, "Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza"

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Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni" Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità" Regio decreto e relazione 18 giugno 1931, n.773, art.154, "Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza" Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio del Comune di Caldes. Regolamento interno dell'ufficio amministrativo della Congregazione di Carità di Trento, Trento 1892. Regolamento organico per il personale amministrativo. Congregazione di Carità di Trento, Trento 1929. Inventario della sezione separata dell'Archivio Comunale 1384-1955 a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996. Disposizioni normative sulla Congregazione di carità a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T (1997).

Fonti edite: Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Raccolta delle Leggi provinciali pel Tirolo e Vorarlberg. Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia. Archivio della Congregazione di Carità poi Ente Comunale Assistenza, in Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo (1815-1956), a cura di L. Bertagnolli su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici.

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Archivio (L') vecchio della Congregazione di Carità di Trento, "Archivio Trentino", III (1884). Bibliografia BORTOLI B., GRANDI C. (a cura di), Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814-1918), Trento, 1983 COPPOLA G., Note sull'assistenza in Trentino nell'Ottocento, in AA.VV., Stato e Chiesa di fronte al problema dell'assistenza, Roma 1982. PASTORI BASSETTO I., La Congregazione di Carità di Trento nella prima metà dell'Ottocento, IN: GRANDI C., LEONARDI A., PASTORI BASSETTO I., Popolazione, assistenza e struttura agraria nell'Ottocento trentino, Trento 1978

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Ente Ente comunale di assistenza di Caldes 1937 luglio1-1993 luglio1

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Altre forme del nome ECA di Caldes

Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes, 01/01/1811 - 31/12/1978

Storia L'Ente comunale di assistenza (E.C.A.) di Caldes è istituito con la legge datata 3 giugno 1937, n. 847 ed entrata in vigore dal 1° luglio 1937, in ogni comune del regno in sostituzione delle precedenti Congregazioni di Carità che contestualmente erano soppresse. La Legge Regionale del 25 febbraio 1982 dettava le norme per lo scioglimento dell'E.C.A., con effetto dal 2 marzo 1983. Spettava dunque alle province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi degli articoli 8 e 18 dello statuto speciale di autonomia ( D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670), disciplinare con proprie leggi l'assunzione delle funzioni degli E.C.A. da parte dei comuni, singoli o associati. Ciononostante i Comitati E.C.A. del Trentino-Alto Adige hanno continuato ad operare in qualità di commissari strordinari; l'effettivo passaggio di competenze ai comuni (Trento e Rovereto) o ai Comprensori è avvenuto a partire dal 1° luglio 1993.

La prima attestazione dell'E.C.A. di Caldes è datata 1° luglio 1937 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.8) e riguarda la comunicazione dei nominativi di due membri della Commissione amministrativa straordinaria del nuovo ente. L'ultima attestazione dell'E.C.A. di Caldes è datata 7 dicembre 1955 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.27) e riguarda un rimborso spesa per l'assistenza ai poveri nel periodo luglio-settembre 1955.

Condizione giuridica Ente morale, istituzionale ed autarchico. La legge datata 3 giugno 1937, n. 847 ed entrata in vigore dal 1° luglio 1937, sopprimeva la Congregazione di Carità e istituiva in ogni comune del regno l'Ente comunale di assistenza, demandandogli tutte le attribuzioni già assegnate dalle leggi allora vigenti alla Congregazione di Carità. Ciononostante, restava in vigore la legge 17 luglio 1890, n. 6972 ("legge Crispi") con le modificazioni precedenti (legge speciale 20 novembre 1859, legge organica 3 agosto 1862, n.753) e quelle successive (R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841; legge 17 giugno 1926, n.1187. Con il D.P.R. datato 19 agosto 1954, n. 968, riguardante il decentramento dei servizi del Ministero dell'Interno, è sostituito l'art.3 del R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841 (art. 11): l'E.C.A. di Caldes appartiene alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di seconda classe poiché ha un patrimonio inferiore ai 30 milioni di lire. 501

Con la legge regionale datata 25 febbraio 1982, n. 2 sono dettate infine le norme sullo scioglimento degli enti comunali di assistenza.

Funzioni, occupazioni e attività La legge del 3 giugno 1937, n. 847, disponeva l'istituzione in ogni comune dell'Ente comunale di assistenza, ne regolava la costituzione e il funzionamento, ne adeguava la denominazione alla coeva funzione di soccorso agli indigenti e imprimeva una forma di attività assistenziale unitaria e organica seppur "generica", la quale si concretizzava in soccorsi o prestazioni immediate e temporanee (ad esempio piccoli sussidi, razioni di vitto, vestiario, ricovero notturno, etc.). Per quanto concerneva gli scopi assistenziali, l'E.C.A. aveva il compito di intervenire nei casi di bisogni urgenti, dipendenti da circostanze transitorie, nelle quali era necessaria la pronta somministrazione di soccorsi in denaro o in natura o prestazioni personali o altre immediate e improrogabili forme assistenziali, in attesa che gli enti e gli altri organi competenti intervenissero con le più appropriate forme di assistenza sociale; l'E.C.A. era tenuta a porre termine allo stato di disagio che aveva determinato il ricorso all'assistenza. L'E.C.A. non faceva beneficenza, ma attività di assistenza sociale, intesa a sottrarre da momentanee difficoltà gli individui, che per ragioni di età o di salute, erano inabili al lavoro, o non lo trovavano e non potevano usufruire dell'assistenza sindacale, né delle assicurazioni sociali. Il patrimonio di ogni E.C.A. era formato (L. 3 giugno 1937, n. 847, art.4) dalle rendite del suo patrimonio e di quelle delle istituzioni amministrate (non destinate a particolari scopi istituzionali); dalle elargizioni delle province, dei comuni e di altri enti pubblici e privati.

Il programma di attività dell'ente comunale di assistenza di Caldes, da svolgersi dal 1° luglio 1937 al 30 giugno 1938, datato 27 luglio 1937 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.9) prevedeva continuità con i programmi precedenti svolti dalla Congregazione di Carità e veniva attuato in forme diverse a seconda delle diverse epoche dell'anno, differenziando le persone assistite. Principalmente gli aiuti erano distribuiti con merci in natura di prima necessità (alimenti e vestiti) e assai raramente con contribuzioni di denaro. L'assistenza era calcolata in base alle particolari condizioni di indigenza e tenendo conto del carico di famiglia e dell'età. Nel documento datato 12 giugno 1939 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.11), riguardante il programma assistenziale 1939-1940 e in tutti i successivi spediti dalla Prefettura di Trento, si sottolineava che l'assistenza doveva effettuarsi "mediante consegna di buoni per il prelevamento di generi alimentari, vestiari ecc., e soltanto in via eccezionale con sussidi in denaro". Il documento del 25 ottobre 1939 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.11) programmava l'assistenza invernale per l'anno 1939-1940, rivolta ai bisognosi che per età o malattia erano inabili al lavoro: erano previste l'istituzione "di cucine economiche e ranci del popolo"; la distribuzione diretta in natura dei generi alimentari, del vestiario e della legna da ardere; la consegna di buoni di prelevamento di detti generi e oggetti presso determinati negozi; il pagamento degli affitti degli alloggi e la distribuzione di pacchi natalizi. Dal documento datato 28 maggio 1941 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.13), riguardante il programma assistenziale 1941-1942, risulta l'inizio della politica di riduzione del periodo assistenziale: si dice infatti che "l'assistenza, da iniziarsi il prossimo 15 settembre, deve aver luogo gradualmente secondo un piano prestabilito in relazione alle necessità dei bisognosi e ai vari periodi stagionali, e deve gradatamente cessare nella primavera". In seguito all'aggravarsi delle condizioni economiche alla fine del secondo conflitto mondiale, la Prefettura di Trento, con una circolare datata 10 ottobre 1946 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.18)

502 comunicava che l'esercizio dell'attività dell'E.C.A. andava dal 1° novembre 1946 al 31 marzo 1947. Veniva anche escluso dall'attività assistenziale il contributo alla refezione scolastica introdotto qualche anno prima. La circolare del Commissariato del Governo per la Regione del Trentino Alto Adige, datata 24 maggio 1950 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.22), ripristinava l'attività annuale dell'E.C.A., dal 1° luglio 1950 al 30 giugno 1951. Nel programma assistenziale dell'esercizio 1943-44, datato 8 giugno 1943 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.15), si dice che avevano beneficiato dell'assistenza nell'esercizio 1942-43 complessivamente e costantemente 45 persone e saltuariamente 15 nuclei familiari. Inoltre veniva aggiunta al preventivo dell'anno successivo la spesa per la refezione scolastica. Dal programma dell'anno successivo, datato 20 giugno 1944 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.16), si nota che le persone assistite costantemente erano aumentate a 142, mentre i nuclei familiari saltuariamente aiutati erano scesi al numero di 8. Infine, in data 19 novembre 1951 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.15), il sindaco di Caldes elencava nominalmente i poveri assistiti dall'E.C.A., il cui numero ammontava a 30 persone complessive. Nello Statuto Organico del 1942, approvato con delibera datata 21 giugno 1942, n.4, e nella "Relazione sulla situazione economica-finanziaria", datata 4 dicembre 1942 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.14), è scritto che l'E.C.A. di Caldes "non amministra nessuna istituzione" e dunque traeva tutte le risorse economiche dal comune, dalla provincia e dallo Stato.

Struttura amministrativa L'art. 2 della legge 3 giugno 1937, n. 847 prevedeva che l'E.C.A. fosse amministrato da un Comitato presieduto dal podestà e cui facevano parte un rappresentante del fascio di combattimento, designato dal segretario del fascio; la segretaria del fascio femminile; rappresentanti delle associazioni sindacali, in numero di quattro nei comuni con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti. Essi erano nominati dal prefetto, su terne proposte dalle associazioni sindacali legalmente riconosciute, nella cui giurisdizione era compreso il comune per il quale la proposta veniva fatta; dovevano appartenere, per esercizio di attività produttiva, al comune stesso; duravano in carica quattro anni e potevano sempre essere confermati. Il R.D.L. datato 14 aprile 1944, n.125, entrato in vigore nella Provincia di Trento il 7 giugno 1944, modificava la legge del 1937 in seguito anche al R.D.L. 2 agosto 1943, n. 704 che sanciva la soppressione del partito nazionale fascista: l'E.C.A. aveva un Comitato per l'Amministrazione composto di cinque membri nei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti. I membri del Comitato erano nominati a votazione segreta con deliberazione della Giunta municipale approvata dal Prefetto, duravano in carica quattro anni e avevano mansioni gratuite. Il Comitato nominava il presidente tra i suoi membri nella prima riunione. Il Comitato esercitava tutte le attribuzioni relative alla gestione dell'ente, dall'approvazione dei bilanci alle diverse deliberazioni per l'attività di beneficenza. Il Presidente del Comitato amministrativo rappresentava l'ente, predisponeva la preparazione e l'emanazione degli atti deliberativi e ne curava l'esecuzione; organizzava, in collaborazione col Comitato amministrativo, l'attività assistenziale dell'ente, indirizzandola alle sue finalità istituzionali e statutarie; presiedeva e dirigeva le adunanze; curava la regolare tenuta degli inventari e l'esatta tenuta dei registri, ecc.

La Circolare della R. Prefettura della Provincia di Trento, datata 28 giugno 1937 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.9), informava il Podestà della legge istitutiva dell'E.C.A. e provvedeva a istituire un'amministrazione straordinaria che gestisse il nuovo ente in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria.

503

Del 24 settembre 1937 è infatti il decreto del prefetto della Provincia di Trento che nomina il Comitato amministratore dell'E.C.A per il quadriennio 1° ottobre 1937- 30 settembre 1941 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.9). Come risulta dal documento datato 19 agosto 1937 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.9), il Comitato si riuniva nella Casa comunale di Caldes ed era convocato dal podestà- Presidente. Dal documento datato 4 dicembre 1937 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.9), risulta che dall'ex Congregazione di Carità di Caldes non dipendesse nessuna istituzione e dunque non sarebbe conseguito nessun decentramento di competenze in ambito assistenziale. Nello Statuto Organico del 1942, approvato con delibera datata 21 giugno 1942, n.4 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.14) è detto che il Comitato amministrativo, composto dal podestà che lo presiede, da un rappresentante del Fascio di Combattimento, dalla segretaria del Fascio, da 4 rappresentanti delle Associazioni sindacali e dal fiduciario del Nucleo Comunale dell'Unione Fascista, approvava le deliberazioni a maggioranza assoluta di voti; le votazioni avvenivano per appello nominale o a voti segreti se riguardanti persone. Al Comitato spettava deliberare il bilancio preventivo; proporre gli statuti e formulare i regolamenti di amministrazione e servizio interno; nominare, sospendere e licenziare gli impiegati e i salariati; promuovere, in relazione alle esigenze locali, iniziative per il coordinamento dell'azione propria dell'ente con quella perseguita. Le adunanze del Comitato erano ordinarie (in maggio e in settembre) e straordinarie, ogniqualvolta fossero convocate per invito del Presidente o dell'autorità governativa. Le adunanze erano valide se intervenivano la metà più uno dei componenti e le deliberazioni erano adottate con maggioranza assoluta di voti. Le votazioni avvenivano per appello nominale o a voti segreti (per questioni concernenti persone). Dal Verbale di deliberazione dell'E.C.A. di Caldes, datato 8 giugno 1943 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.15), recante l'elenco dei componenti del Comitato di amministrazione, si nota che il Comitato era, a quella data, presieduto dal Commissario Prefettizio e vi partecipavano altre sei persone. Manca tuttavia la circolare o il verbale delle elezioni del nuovo Comitato secondo le nuove direttive. Soltanto con data 12 luglio 1945 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.17) arriva dalla Prefettura di Trento la circolare che avvisa della modifica all'art. 2 della legge dl 3 giugno 1937, n. 847: dal 7 giugno 1944 era entrata in vigore la legge del 14 aprile 1944, n. 125 che istituiva il Comitato amministrativo dell'E.C.A., in carica per 4 anni e composto di 5 membri nominati con deliberazione della Giunta municipale, approvata dal Prefetto. L'effettiva elezione per l'E.C.A. di Caldes è datata 25 luglio 1945 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ V, n.17): erano stati nominati per il Comitato amministrativo 5 membri dei quali uno era di Bozzana, uno di Caldes, uno di Cavizzana, uno di Samoclevo ed uno di San Giacomo; infatti già con R.D. 15 novembre 1928, n. 2742 al comune di Caldes erano stati aggregati i comuni di Bozzana, Cavizzana, Samoclevo, S. Giacomo (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti degli affari comunali", n.5). Infine in data 9 settembre 1945 (Archivio comunale di Caldes, Archivi aggregati attivi, Serie CE/ II, n.1) è redatto il verbale della nomina del presidente dell'E.C.A., avvenuta per votazione segreta fra gli stessi membri del Comitato di amministrazione.

Contesto generale L'E.C.A., a norma dell'art. 9 della legge istitutiva del 3 giugno 1937, n. 847, era sottoposto ad uno speciale controllo, che abbracciava tutta l'attività tecnica dell'ente, e che si esercitava mediante l'approvazione del prefetto di una particolareggiata relazione sull'opera assistenziale svolta durante l'anno, sulle erogazioni disposte e sul programma dell'attività da svolgere nell'anno successivo. Il prefetto dunque, tramite l'esercizio di un potere di direzione e di

504 coordinamento dell'indirizzo, formale e sostanziale, dell'attività assistenziale, interveniva per regolare, disciplinare e attuare il finanziamento dei programmi dei singoli enti comunali. Già la legge del 1890 prevedeva l'azione popolare a tutela dell'integrità del patrimonio degli indigenti, ed affidava al Ministro dell'interno un potere di alta vigilanza sulla pubblica beneficenza. In seguito, con la riforma effettuata con R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, veniva riconosciuto allo stesso Ministro il diritto di intervenire in tutti i giudizi della pubblica beneficenza. Questo diritto fu poi attribuito al prefetto, ai sensi del D.P.R. 19 agosto 1954, n. 968 (art.14), come conseguenza del decentramento dei servizi del Ministero dell'Interno. L'E.C.A. doveva far approvare le deliberazioni dell'elezione dei membri del suo comitato dal prefetto fino al 1944, come risulta dal sistema di controllo vigente fino a quella data (il prefetto cioè esercitava sulle deliberazioni comunali un controllo pieno, di merito e di approvazione); in seguito alla L. 9 giugno 1947, n. 530, art.3, il prefetto esercitava solo un controllo di legittimità sulla deliberazione consiliare. Per quanto concerneva la gestione del patrimonio proprio e di quello delle istituzioni amministrate, l'E.C.A. era soggetto alle norme che regolavano la vigilanza e la tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, erano cioè sottoposte alla vigilanza dell'autorità provinciale. Con D.D.L. datato 22 marzo 1945, n. 173 erano istituiti i Comitati provinciali di assistenza e beneficenza pubblici: oltre ad altri compiti specifici, essi "vigilano la gestione degli Enti comunali di assistenza e delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza poste sotto la disciplina della legge 17 luglio 1890, n. 6972" (art.3); inoltre "per l'esplicazione dell'attività di sua competenza, il Comitato provinciale si vale della collaborazione dell'Ente comunale di assistenza. Spetta a questo di promuovere l'intervento del Comitato provinciale, quando lo ritenga necessario e, nei casi di assoluta urgenza, di adottare i provvedimenti necessari e indilazionabili nell'interesse dei bisognosi, con l'obbligo di riferirne subito al Comitato stesso" (art.14).

Fonti normative Legge 3 giugno 1937, n. 847, "Istituzione in ogni comune del regno dell'Ente comunale di assistenza" Circolare 28 giugno 1937, n. 23420 II - B, della r. Prefettura della Provincia di Trento, "Ente comunale di assistenza" Regio decreto 19 dicembre 1940, n. 2023, "Aggiunte all'art. 56 del regolamento di contabilità per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, approvato con R.D. 5 febbraio 1891, n. 99". Regio decreto legge 2 agosto 1943, n. 704, Soppressione del Partito nazionale fascista Regio decreto legge 14 aprile 1944, n. 125, "Modifica dell'art. 2 della legge 3 giugno 1937, n. 847, sull'istituzione degli Enti comunali di assistenza" Decreto legislativo luogotenenziale 18 gennaio 1945, n. 48, "Nuove norme per la modificazione delle piante organiche del personale degli Enti locali" Decreto legislativo luogotenenziale 22 marzo 1945, n. 173, "Istituzione di Comitati provinciali di assistenza e beneficenza pubblica" Decreto legge 21 aprile 1948, n. 1372, "Provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali" Legge 24 novembre 1948, n. 1437, "Proroga al 30 giugno 1949 del decreto legislativo 26 gennaio 1948, n. 90, concernente modalità di pagamento delle integrazioni dei bilanci degli Enti Comunali di Assistenza, delle indennità di caropane e delle spese per il servizio razionamento consumi"

505

Legge 3 agosto 1949, n. 589, "Provvedimenti per agevolare l'esecuzione di opere pubbliche di interesse degli Enti locali" Legge 30 luglio 1951, n. 961, "Ratifica, con modificazioni, del D.L. 21 aprile 1948, n. 1372, concernente provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali" Legge 7 aprile 1954, n. 142, "Provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali" Decreto del Presidente della Repubblica 19 agosto 1954, n. 968, "Decentramento dei servizi del Ministero dell'interno" Legge 11 marzo 1958, n. 209, "Conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali" Legge 13 marzo 1958, n. 296, "Costituzione del Ministero della sanità" Decreto del Presidente della Repubblica 26 gennaio 1959, n. 97, Norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino Alto Adige in materia di istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza Legge 30 gennaio 1963, n. 70, "Norme sulle anticipazioni da parte dello Stato delle rette di spedalità dovute dai Comuni agli ospedali e cliniche universitarie" Decreto del Presidente della Repubblica 1 febbraio 1973, n. 49, "Norme di attuazione dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali" Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 469, "Norme di attuazione dello Statuto per la Regione Trentino-Alto Adige in materia di assistenza e beneficenza pubblica" Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 469, "Norme di attuazione dello Statuto per la Regione Trentino-Alto Adige in materia di assistenza e beneficenza pubblica" Legge provinciale 1 settembre 1980, n. 30, "Norme concernenti l'esercizio di funzioni già svolte da enti pubblici a carattere nazionale operanti in materia assistenziale" Decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 1981, n. 215, "Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti modifiche al D.P.R. 28 marzo 1975, n. 469: assistenza e beneficenza pubblica". Legge regionale 25 febbraio 1982, n. 2, "Norme sullo scioglimento degli enti comunali di assistenza" Legge regionale 11 giugno 1987, n. 6, "Norme per il rinnovo dei comitati amministrativi degli enti comunali di assistenza" Legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14, "Ordinamento dei servizi socio-assistenziali in provincia di Trento"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio La presente scheda è stata compilata sulla base delle seguenti fonti: L. BERTAGNOLLI (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo, Trento 1997. Indagine conoscitiva sugli archivi delle I.P.A.B. della Provincia Autonoma di Trento, 1996-7.

506

Fonti edite: Lex, 1923-1983 Bibliografia CALDONAZZI G., Legislazione sanitaria e assistenziale nella Provincia autonoma di Trento, Trento, 1975 CARUSO A., Gli archivi degli Enti comunali di assistenza, IN: Notizie degli Archivi di Stato, 1954 NASALLI ROCCA E., Per la tutela degli archivi minori, IN: Notizie degli Archivi di Stato, 1951 Novissimo Digesto Italiano

507 fondo Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes, 1811 - 1978

Soggetti produttori Congregazione di carità di Caldes, 1811 febbraio 15-1937 giugno 30 Ente comunale di assistenza di Caldes, 1937 luglio1-1993 luglio1

508 subfondo 1 Congregazione di carità di Caldes (ordinamento preunitario)

509 serie 1.1 Carteggio ed atti, 1811

CE. 1 "Stato de' beni di pubblica beneficenza amministrati dalla congregazione di carità del comune di Caldes" 1811 agosto 20 Fascicolo, cc.2

510 subfondo 2 Congregazione di carità poi E.C.A. di Caldes (ordinamento postunitario), 1927 - 1978

511 serie 2.1 Verbali di deliberazione del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A. - originali, 1933 - 1956

1. reg.1 "Registro dei verbali di deliberazione dai 1 gennaio 1933 ai ..." 1933 aprile 27-1942 marzo 4 Si tratta dei verbali delle deliberazioni del comitato dei patroni della Congregazione di carità dal 27 aprile 1933 al 16 giugno 1937 e dei verbali delle deliberazioni del comitato d'amministrazione o comitato dei patroni dell'E.C.A. dal 1 dicembre 1937 al 4 marzo 1942. Registro

2. reg.2 "Deliberazioni E.C.A. dal 20.5.1942 al 31.12.1956" del comitato d'amministrazione dell'E.C.A. 1942 maggio 20-1956 dicembre 31 Registro

512 serie 2.2 Verbali di deliberazione del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A. - copie vistate, 1940 - 1955

1. fasc. 1 Verbali delle deliberazioni del comitato d'amministrazione dell'E.C.A 1940-1955 Fascicolo

513 serie 2.3 Indici delle deliberazioni del comitato d'amministrazione della Congregazione di Carità poi dell'E.C.A.

514 serie 2.4 Protocolli degli esibiti, 1932 - 1937

1. reg. 1 Protocollo degli esibiti della Congregazione di carità 1932 aprile 18 - 1937 agosto 12 Registro

Le unità dal n.CE/I al n.CE/IV sono conservate in una busta.

515 serie 2.5 Carteggio e atti della Congregazione di carità e dell'E.C.A., 1930 - 1955

1. b.1-8 Carteggio ed atti 1930 Fascicolo

2. b.1-8 Carteggio ed atti 1931 Fascicolo

3. b.1-8 Carteggio ed atti 1932 Fascicolo

4. b.1-8 Carteggio ed atti 1933 Fascicolo

5. b.1-8 Carteggio ed atti 1934 Fascicolo

6. b.1-8 Carteggio ed atti 1935 Fascicolo

7. b.1-8 Carteggio ed atti 1936 Fascicolo

8. b.1-8 Carteggio ed atti

516

1937 Fascicolo

9. b.9-27 Carteggio ed atti 1937 Fascicolo

10. b.9-27 Carteggio ed atti 1938 Fascicolo

11. b.9-27 Carteggio ed atti 1939 Fascicolo

12. b.9-27 Carteggio ed atti 1940 Fascicolo

13. b.9-27 Carteggio ed atti 1941 Fascicolo

14. b.9-27 Carteggio ed atti 1942 Fascicolo

15. b.9-27 Carteggio ed atti 1943 Fascicolo

16. b.9-27 Carteggio ed atti 1944 Fascicolo

517

17. b.9-27 Carteggio ed atti 1945 Fascicolo

18. b.9-27 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

19. b.9-27 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

20. b.9-27 Carteggio ed atti 1948 Fascicolo

21. b.9-27 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

22. b.9-27 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

23. b.9-27 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

24. b.9-27 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

25. b.9-27 518

Carteggio ed atti 1953 Fascicolo

26. b.9-27 Carteggio ed atti 1954 Fascicolo

27. b.9-27 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

519 serie 2.6 Contratti, 1929 - 1978

1. reg.1 "Repertorio degli atti ricevuti dalla Congregazione di carità" 1929 luglio 11 - 1978 gennaio 8 Registro

520 serie 2.7 Inventari del patrimonio, 1934 - 1934

1. reg.1 Inventario del patrimonio della Congregazione di carità 1934 Registro

Le unità dal n.CE/VI al n.CE/VII sono conservate in una busta.

521 serie 2.8 Ruoli delle rendite patrimoniali

522 serie 2.9 Bilanci di previsione - Conti consuntivi, 1927 - 1955

1. b.1-42 "Bilancio di previsione per gli esercizi 1927-1929" 1927 Registro

2. b.1-42 "Conto finanziario ed economico dell'esercizio 1929 della istituzione di beneficenza denominata Congregazione di carità" 1929 Registro

3. b.1-42 "Conto finanziario ed economico dell'esercizio 1930 della istituzione di beneficenza denominata Congregazione di carità" 1930 Registro

4. b.1-42 Conto consuntivo 1932 Registro

5. b.1-42 Bilancio di previsione 1933-1935 Registro

6. b.1-42 Conto consuntivo 1935 Registro

7. b.1-42 Bilancio di previsione 1936-1938 Registro

523

8. b.1-42 Conto consuntivo 1936 Registro

9. b.1-42 Conto consuntivo 1937 Registro

10. b.1-42 Conto consuntivo 1938 Registro

11. b.1-42 Bilancio di previsione 1939-1941 Registro

12. b.1-42 Conto consuntivo 1939 Registro

13. b.1-42 Bilancio di previsione 1940 Registro

14. b.1-42 Conto consuntivo 1940 Registro

15. b.1-42 Bilancio di previsione 1941 Registro

16. b.1-42 Conto consuntivo 524

1941 Registro

17. b.1-42 Bilancio di previsione 1942 Registro

18. b.1-42 Bilancio di previsione 1943 Registro

19. b.1-42 Conto consuntivo 1943 Registro

20. b.1-42 Bilancio di previsione 1944 Registro

21. b.1-42 Conto consuntivo 1944 Registro

22. b.1-42 Bilancio di previsione 1945 Registro

23. b.1-42 Conto consuntivo 1945 Registro

24. b.1-42 Conto consuntivo 1946 Registro

525

25. b.1-42 Bilancio di previsione 1947 Registro

26. b.1-42 Conto consuntivo 1947 Registro

27. b.1-42 Bilancio di previsione 1948 Registro

28. b.1-42 Conto consuntivo 1948 Registro

29. b.1-42 Bilancio di previsione 1949 Registro

30. b.1-42 Conto consuntivo 1949 Registro

31. b.1-42 Bilancio di previsione 1950 Registro

32. b.1-42 Conto consuntivo 1950 Registro

33. b.1-42 526

Bilancio di previsione 1951 Registro

34. b.1-42 Conto consuntivo 1951 Registro

35. b.1-42 Bilancio di previsione 1952 Registro

36. b.1-42 Conto consuntivo 1952 Registro

37. b.1-42 Bilancio di previsione 1953 Registro

38. b.1-42 Conto consuntivo 1953 Registro

39. b.1-42 Bilancio di previsione 1954 Registro

40. b.1-42 Conto consuntivo 1954 Registro

41. b.1-42 Bilancio di previsione 1955 527

Registro

42. b.1-42 Conto consuntivo 1955 Registro

528 serie 2.10 Giornali di cassa e libri mastri, 1935 - 1955

1. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1935 Registro

2. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1936 Registro

3. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1937 Registro

4. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1939-1943 Registro

5. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1948-1949 Registro

6. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1950 Registro

7. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1951-1952 Registro

8. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità

529

1953-1954 Registro

9. b.1-9 Giornale e mastro della contabilità 1955 Registro

530 serie 2.11 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi dei conti consuntivi, 1929 - 1956

1. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1929 Fascicolo

2. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1930 Fascicolo

3. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1932 Fascicolo

4. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1933 Fascicolo

5. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1935 Fascicolo

6. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1936 Fascicolo

7. b.1-7 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1937 Fascicolo

8. b.8-13

531

Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1937 Fascicolo

9. b.8-13 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1938 Fascicolo

10. b.8-13 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1939 Fascicolo

11. b.8-13 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1940 Fascicolo

12. b.8-13 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1941 Fascicolo

13. b.8-13 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1942 Fascicolo

14. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1943 Fascicolo

15. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1944 Fascicolo

16. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1945 532

Fascicolo

17. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1946 Fascicolo

18. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1947 Fascicolo

19. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1948 Fascicolo

20. b.14-20 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1949 Fascicolo

21. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1950 Fascicolo

22. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1951 Fascicolo

23. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1952 Fascicolo

24. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1953 Fascicolo

533

25. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1954 Fascicolo

26. b.21-26 Allegati al bilancio di previsione e documenti giustificativi del conto 1955 Fascicolo

2. reg.2 "Deliberazioni E.C.A. dal 20.5.1942 al 31.12.1956" del comitato d'amministrazione dell'E.C.A. 1942 maggio 20-1956 dicembre 31 Registro

2. reg.2 "Deliberazioni E.C.A. dal 20.5.1942 al 31.12.1956" del comitato d'amministrazione dell'E.C.A. 1942 maggio 20-1956 dicembre 31 Registro

534 serie 2.12 Registri diversi

535

Ente Ufficio del Giudice conciliatore di Caldes 1929 luglio 1-1995 maggio1

Luoghi Caldes

Altre forme del nome Giudice conciliatore; Conciliatore

Archivi prodotti Fondo Ufficio del Giudice Conciliatore di Caldes, 01/01/1929 - 31/12/1955

Storia Con il R.D. del 4 novembre 1928, n. 2325, in vigore dal 1° luglio 1929 venne estesa anche al Trentino la normativa riguardante l'ordinamento giudiziario, già operante nel resto d'Italia, che seguiva i dettami del R.D. datato 6 dicembre 1865, n. 2626 sull'ordinamento giudiziario. La legge datata 21 novembre 1991, n. 347, in vigore dal 1° maggio 1995, sopprimeva l'istituto del giudice conciliatore, istituendo il giudice di pace.

La prima attestazione dell'Ufficio del giudice conciliatore di Caldes è datata 8 novembre 1929 e riguarda la convocazione per il pagamento di un credito per generi alimentari somministrati. (Archivio comunale di Caldes, Registri degli avvisi per le conciliazioni, UC/II, n.1)

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. Con la legge sull'Ordinamento giudiziario del 6 dicembre 1865, n. 2626, si scelse di istituire in tutto il territorio nazionale la figura del conciliatore, sulla cui esistenza si armonizzò poi il codice di procedura civile. Dopo la legge del 26 giugno 1868 relativa alle sentenze dei conciliatori, fu operata una prima riforma con la legge del 23 dicembre 1875, n. 2839, la quale, tra l'altro, istituì i vice conciliatori. Successivamente alla sua estensione in tutto il territorio nazionale, l'istituto conciliativo fu oggetto di proposte di riforma al fine di renderlo sempre più agile ed efficente. Con la legge del 16 giugno 1892, n. 261, veniva regolato il funzionamento di un vero e proprio ufficio di conciliazione e furono aumentati i requisiti necessari per la nomina a giudice conciliatore. Il R.D. 26 dicembre 1892, n. 728 era il regolamento di applicazione alla legge sopracitata. Alla legge 261/1892 fece seguito, ultima nel riordino sostanziale dell'istituto, la legge del 28 luglio 1895, n. 455, la quale dettava norme semplificate di procedura innanzi ai conciliatori. Con il R.D. del 4 novembre 1928, n. 2325 "Disposizioni per l'unificazione legislativa nei territori annessi al Regno", venne estesa anche al Trentino la normativa riguardante l'ordinamento giudiziario, già operante nel resto d'Italia. La legge datata 18 dicembre 1941, n. 1368 organizzava nuovamente gli uffici di conciliazione. 536

Il D.L.L.T. del 1° febbraio 1946, n. 122 dettava norme sugli uscieri di conciliazione. Le attribuzioni degli ufficiali giudiziari e dei loro aiutanti erano regolate dalla legge del 18 ottobre 1951, n. 1128. Per gli uscieri, chiamati "messi" di conciliazione in seguito alla legge del 3 febbraio 1957 (art.1), rimasero invece in vigore le norme anteriori ( R.D. 26 dicembre 1892, n. 728; L. 24 marzo 1921, n. 298; T.U. 28 dicembre 1924, n. 2271; L. 22 dicembre 1931, n. 1677; R.D. 8 giugno 1933, n. 61; D.L.L. 1° febbraio 1946, n.122). Le leggi del 18 luglio 1956, n. 761 e del 25 luglio 1966, n. 571 stabilivano l'ammontare del limite di valore nella competenza dei conciliatori e del pretore e sul limite di inappellabilità delle sentenze del conciliatore. La legge del 3 febbraio 1957, n. 16 dettava norme sul servizio e la denominazione degli uscieri di conciliazione.

Funzioni, occupazioni e attività Inseriti in ogni comune, i conciliatori e i vice conciliatori sono giudici singoli, non appartenenti alla magistratura professionale, sono cioè cittadini incaricati, temporaneamente e a titolo gratuito, dell'esercizio di funzioni giudiziarie. Essi amministrano la giustizia nell'ambito del territorio di competenza che coincide col territorio del comune cui sono addetti. Con la legge del 18 dicembre 1941, n. 1368 venivano riorganizzati gli uffici di conciliazione: l'art. 28 prevedeva che presso l'ufficio fossero tenuti: 1) il "ruolo generale" degli affari civili, nel quale erano segnati in ordine cronologico tutti gli affari dell'ufficio di conciliazione; 2) una "rubrica alfabetica" generale degli affari civili; 3) il "ruolo di udienza", nel quale erano segnate le cause portate alla discussione davanti al conciliatore e riportate le dichiarazioni delle parti e i provvedimenti relativi all'udienza; 4) il "registro cronologico" dei provvedimenti e degli altri atti originali compilati dal cancelliere; 5) il "registro di repertorio" degli atti soggetti a registrazione; 6) il "registro delle spese di giustizia" anticipate dall'erario in materia civile; 7) il "registro delle spese" inerenti alle cause riflettenti persone o enti ammessi alle prenotazioni a debito; 8) il "registro di carico dei depositi " per spese di cancelleria, contenente per ogni affare la riproduzione del foglio apposito incluso nel fascicolo di ufficio; 9) il "registro di scarico dei depositi" per spese di cancelleria. Tutti i registri, prima dell'uso, dovevano essere numerati e vidimati dal pretore, ed in qualunque momento egli poteva farseli presentare per controllarne la tenuta. Oltre ai registri predetti, il cancelliere del conciliatore, doveva tenere i seguenti registri, numerati e vidimati dal conciliatore: 1) registro dei depositi giudiziari; 2) registro dei mandati su depositi giudiziari; 3) registro di scarico dei depositi di carta bollata; 4) registro dei proventi di cancelleria; 5) Registro delle udienze; 6) registro degli avvisi per le conciliazioni; 7) registro dei procedimenti per ingiunzione; 8) protocollo degli esibiti;9) carteggio e atti del giudice conciliatore; 10) registro degli atti di citazione per biglietto (da tenersi dall'inserviente comunale quale Usciere Conciliatore), 11) registro cronologico degli atti originali, 12) repertorio degli atti soggetti alla tassa di registro (da tenersi dal cancelliere del conciliatore), 13) registro delle convocazioni e deliberazioni dei consigli di famiglia e di tutela delegati dal Pretore, 14) registro di discarico dei depositi di carta bollata, 15) registro a matrice dei depositi in carta bollata,16) registro delle tasse di bollo inscritte a debito nelle cause trattate col beneficio del gratuito patrocinio e delle spese anticipate dall'Erario nelle cause stesse (2 registri),17) registro dei proventi di cancelleria e spedizione delle copie.

Struttura amministrativa Il R.D. datato 6 dicembre 1865, n. 2626 sull'ordinamento giudiziario del Regno prevedeva l'istituzione presso ogni comune di un conciliatore di nomina regia che, assistito dal segretario comunale in veste di cancelliere, avrebbe dovuto comporre, su richiesta delle parti, le controversie minori ed eventualmente giudicare delle medesime.

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Con disposizioni successive alla legge del 16 giugno 1892, n. 261, veniva regolato il funzionamento di un vero e proprio ufficio di conciliazione, retto da un giudice elettivo competente in materia di "azioni personali, civili e commerciali" fino a 100 lire di valore, di "danni dati" fino alla stessa somma e di locazioni di immobili. Con il R.D. 26 dicembre 1892, n. 728 si stabiliva che il giudice veniva scelto sulla base di apposite "liste degli eleggibili" compilate dalle giunte comunali, e nominato dal presidente del Tribunale su proposta del Procuratore regio. I conciliatori e i vice conciliatori erano magistrati onorari che ricoprivano un ufficio gratuito per la durata di tre anni (ma potevano essere riconfermati), a seguito di nomina deliberata dal Consiglio Superiore della Magistratura ed adottata - secondo la regola prevista per le deliberazioni del Consiglio Superiore - con decreto del Presidente della Repubblica. Era anche previsto che il Consiglio Superiore, sempre con decreto presidenziale, delegasse la nomina dei conciliatori ai presidenti delle corti di appello. I requisiti per la nomina a giudice conciliatore erano i seguenti: cittadinanza italiana, residenza nel comune, età non inferiore ai 25 anni. Le cause di incompatibilità con le funzioni di conciliatore erano soltanto di due qualità. La prima: di magistrato professionista e, in genere, di funzionario in attività di servizio appartenente o addetto all'ordine giudiziario; la seconda: di funzionario o di agente di pubblica sicurezza in attività di servizio. Dopo la nomina, il conciliatore ed il vice conciliatore ricevevano dal pretore il relativo decreto e prima di assumere le loro funzioni dovevano prestare giuramento secondo la formula di cui alla legge del 23 dicembre 1946, n. 473, davanti al pretore. Il giuramento non si ripeteva nel caso di riconferma della carica. Il controllo sul conciliatore era risolto sostanzialmente sul piano disciplinare. La sorveglinza era infatti esercitata dal presidente della corte d'appello, dal presidente del tribunale e dal pretore con riguardo agli uffici di conciliazione esistenti, rispettivamente, nel distretto, nel circondario e nel mandamento. Erano anche previste ipotesi di decadenza, revoca e dispensa dall'ufficio. Tra il conciliatore ed il vice conciliatore non vi era alcun rapporto di subordinazione stante il dettato costituzionale per cui il giudice è soggetto "solo alla legge". Pertanto il giudice conciliatore per così dire "titolare" aveva, rispetto al vice conciliatore, esclusivamente il compito di coordinare l'attività dell'ufficio distribuendo tra i vari giudici le cause che sopravvenivano. Le funzioni di cancelliere di conciliazione erano esercitate dal segretario comunale o da altro impiegato della segreteria, da altre persone residenti nel comune, che presentassero le necessarie garanzie di idoneità. In caso di mancanza o impedimento temporaneo del cancelliere spettava al sindaco provvedere a delegare un altro impiegato del comune. Il cancelliere, anche se assunto in via provvisoria, doveva prestare giuramento davanti al conciliatore. Nell'esercizio delle sue funzioni, il cancelliere diventava funzionario dell'ordine giudiziario ed era soggetto alla vigilanza del Procuratore della Repubblica. Compito del cancelliere era documentare le attività del conciliatore, quelle proprie e quelle delle parti in causa; assisteva il giudice in tutti gli atti dei quali doveva essere formato processo verbale (che doveva contenere l'indicazione delle persone intervenute e delle circostanze di luogo e di tempo nelle quali gli atti erano compiuti e la descrizione dell'attività svolta e delle rilevazioni fatte nonchè le dichiarazioni ricevute). Il cancelliere inoltre redigeva il processo verbale di udienza sotto la direzione del conciliatore. I cancellieri avevano l'obbligo di tener separati i registri per l'annotazione degli "avvisi alle parti", delle "tasse di bollo iscritte a debito nelle cause di gratuito patrocinio", e delle "convocazioni e deliberazioni dei Consigli di famiglia e di tutela" delegati dal pretore. Dovevano anche conservare "in distinti volumi di inserzione", separatamente per le cause fino e oltre le 50 lire, le serie cronologiche dei "processi verbali di conciliazione", dei "processi verbali vari", "ordinanze e altri atti in cause" e degli "originali delle sentenze".

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Raccolte distinte dovevano inoltre essere costituite per le "dichiarazioni di ricorso in appello al pretore" e per gli "atti di notorietà" delegati dal pretore stesso. Le funzioni di ufficiale giudiziario detto anche messo o usciere, ausiliario dell'ordine giudiziario, presso ogni ufficio di conciliazione erano esercitate dall'inserviente comunale o da altre persone residenti nel comune, con le necessarie garanzie di idoneità, previa autorizzazione concessa con decreto del presidente del tribunale. Prima dell'esercizio delle sue funzioni l'ufficiale giudiziario doveva prestare giuramento con la stessa formula del cancelliere. La denominazione "usciere", usata da tutte le leggi che hanno preceduto l'ordinamento giudiziario del 1941, venne da questo abbandonata, ma riapparve nel D.L.L. del 1° febbraio 1946, n. 122 che ne modificò la competenza e migliorò il trattamento economico. Gli ufficiali giudiziari notificavano in forma esecutiva le sentenze dei conciliatori e i provvedimenti da loro emanati, secondo le norme dettate dal D.L.L. del 1° febbraio 1946, n. 122 che innovava il sistema anteriore per il quale la notifica delle sentenze spettava agli ufficiali giudiziari delle preture; essi dovevano anche notificare le ingiunzioni ed eseguire i pignoramenti riguardanti la procedura coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali dello stato e dei comuni e per il recupero delle spese di spedalità (legge del 14 aprile 1930, n. 639). Alle parti era consentito di stare in giudizio personalmente, senza ministero di difensore. Inoltre davanti ai conciliatori che si trovavano in comuni diversi dalle sedi di preture, le parti potevano farsi rappresentare da persona che, pur priva della qualità di difensore professionale, fosse munita di mandato scritto.

Per quanto concerne la nomina del conciliatore e del vice conciliatore, in archivio sono conservate soltanto due attestazioni: una datata 9 luglio 1936 e l'altra 7 ottobre 1939 nelle quali il Presidente della Corte d'Appello di Venezia decreta la nomina sia del conciliatore che del vice conciliatore (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti", UC/VI, nn. 6, 9).

Contesto generale Il controllo sugli uffici di conciliazione e la nomina dei conciliatori spettava alla Giunta provinciale che aveva solo l'obbligo di comunicare i nomi dei prescelti alle Corti d'Appello ed al Ministero di Grazia e Giustizia. La verifica sulla tenuta dei registri dell'ufficio del giudice conciliatore di Caldes era tenuta dalla Pretura di Malè, come risulta dai verbali di verificazione del 25 gennaio 1940 e 2 luglio 1945, firmati dal pretore e dal cancelliere del conciliatore (Archivio comunale di Caldes, "Carteggio e atti", UC/VI, nn.10, 14).

Fonti normative Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866 Legge 16 giugno 1892, n. 261, "sulla competenza dei conciliatori" Regio decreto 26 dicembre 1892, n. 728, "Approvazione regolamento per l'esecuzione della legge 16 giugno 1892, n. 261, sulla competenza dei conciliatori" Regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, "che approva il testo unico delle leggi relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello stato" Regio decreto 28 dicembre 1924, n. 2271, "Testo organico dell'ordinamento del personale degli ufficiali giudiziari, del personale degli uscieri giudiziari, e del personale addetto agli uffici di conciliazione" Regio decreto 4 novembre 1928, n. 2325, Disposizioni per l'unificazione legislativa nei territori annessi al regno

539

Legge 25 giugno 1940, n. 763, "Ordinamento degli uffici di conciliazione" Regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, Ordinamento giudiziario Regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, "Disposizioni per l'attuazione del Codice di procedura civile e disposizioni transitorie" Decreto del Presidente della Repubblica 1 febbraio 1973, n. 49, "Norme di attuazione dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali" Legge 30 luglio 1984, n. 399, "Aumento dei limiti di competenza del conciliatore e del pretore" Decreto del Presidente della Giunta regionale 29 gennaio 1987, n. 2/L, "Approvazione del testo unico delle leggi regionali per l'elezione del Consiglio regionale" Legge 21 novembre 1991, n. 374, "Istituzione del giudice di pace"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Fonti dell'Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici G. CRISTOFORETTI, A. SERRA (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Imer, 1474 - 1956, Trento 1997. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Lex, 1923-1997 Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia Bibliografia ANTONIELLA A., L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979 CARCERERI DE PRATI C., La giustizia minore a Colognola ai Colli: dal Vicario al giudice Conciliatore, Verona, 1992 DI NANNI L., FUSCO G., VACCA G., Giudizio civile innanzi al conciliatore e competenza del pretore nella legge 339/1984, Napoli, 1985 AZARA ANTONIO, EULA ERNESTO (diretto da ), Novissimo digesto italiano, Torino, 1957-1975, sub voce giudice conciliatore PALLADINO A., GALLI G., Il procedimento civile avanti al giudice conciliatore, Piacenza, 1962 PASCASIO M., Formulario del conciliatore, Milano, 1985

540 fondo Ufficio del Giudice Conciliatore di Caldes, 1929 - 1955

Soggetti produttori Ufficio del Giudice conciliatore di Caldes, 1929 luglio 1-1995 maggio1

541 serie 1 Registri delle udienze, 1929 - 1937

1. reg.1 "Registro delle udienze" 1929 novembre 15 - 1937 agosto 9 Registro

542 serie 2 Registri degli avvisi per le conciliazioni, 1929 - 1942

1. reg.1 "Registro degli avvisi per le conciliazioni" 1929 novembre 8 - 1942 luglio 18 Registro

543 serie 3 Ruoli generali degli affari civili

544 serie 4 Registri dei procedimenti per ingiunzione, 1932 - 1942

1. reg.1 "Registro dei procedimenti per ingiunzione" 1932 - 1942 Registro

545 serie 5 Protocolli degli esibiti, 1929 - 1943

1. reg.1 "Protocollo degli esibiti" 1929 agosto 7 - 1943 giugno 11 Registro

546 serie 6 Carteggio ed atti, 1929 - 1955

1. fasc.1 Carteggio ed atti 1929 Fascicolo

2. fasc.2 Carteggio ed atti 1930 Fascicolo

3. fasc.3 Carteggio ed atti 1933 Fascicolo

4. fasc.4 Carteggio ed atti 1934 Fascicolo

5. fasc.5 Carteggio ed atti 1935 Fascicolo

6. fasc.6 Carteggio ed atti 1936 Fascicolo

7. fasc.7 Carteggio ed atti 1937 Fascicolo

8. fasc.8 Carteggio ed atti

547

1938 Fascicolo

9. fasc.9 Carteggio ed atti 1939 Fascicolo

10. fasc.10 Carteggio ed atti 1940 Fascicolo

11. fasc.11 Carteggio ed atti 1941 Fascicolo

12. fasc.12 Carteggio ed atti 1942 Fascicolo

13. fasc.13 Carteggio ed atti 1943 Fascicolo

14. fasc.14 Carteggio ed atti 1945 Fascicolo

15. fasc.15 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

16. fasc.16 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

548

17. fasc.17 Carteggio ed atti 1948 Fascicolo

18. fasc.18 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

19. fasc.19 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

20. fasc.20 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

21. fasc.21 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

22. fasc.22 Carteggio ed atti 1953 Fascicolo

23. fasc.23 Carteggio ed atti 1954 Fascicolo

24. fasc.24 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

Le unità dal n.UC/I al n.UC/VI sono conservate in una busta

549 serie 7 Registri dei repertori e degli atti eseguiti dall'usciere

550 serie 8 Registri degli atti di citazione per biglietto da tenersi dall'usciere di conciliazione, 1930 - 1942

1. reg.1 "Registro degli atti di citazione per biglietto da tenersi dall'inserviente comunale quale usciere conciliatore" 1930-1942 Registro

551 serie 9 Registri cronologici degli atti originali, 1929 - 1942

1. reg.1 "Registro cronologico degli atti originali" 1929 novembre 15 - 1942 luglio 18 Registro

552 serie 10 Repertori degli atti soggetti a tassa di registro, 1933 - 1942

1. reg.1 "Repertorio degli atti soggetti alla tassa di registro da tenersi dal cancelliere del conciliatore" 1933 marzo 24 - 1942 luglio 18 Registro

553 serie 11 Registri delle convocazioni e deliberazioni dei consigli di famiglia e di tutela delegati dal pretore, 1931 - 1940

1. reg.1 "Registro delle convocazioni e deliberazioni dei consigli di famiglia e di tutela delegati dal pretore" 1931 dicembre 15 - 1940 giugno 16 Registro

554 serie 12 Registri delle somme riscosse dal cancelliere

555 serie 13 Registri carico e scarico depositi per spese di cancelleria, 1929 - 1929

1. reg.1 "Registro di discarico dei depositi di carta bollata" 1929 luglio 1 Registro

2. reg.2 "Registro a matrice dei depositi in carta bollata" 1929 novembre 15 Registro

556 serie 14 Registri delle somme che vengono date in deposito al cancelliere per diritti d'ufficio, bolli, ecc. inerenti alle cause da trattarsi dal conciliatore

557 serie 15 Registri delle tasse di bollo iscritte a debito nelle cause trattate col beneficio del gratuito patrocinio e delle spese anticipate dall'erario nelle cause stesse, 1930 - 1942

1. reg.1 "Registro delle tasse di bollo inscritte a debito nelle cause trattate col beneficio del gratuito patrocinio e delle spese anticipate dall'erario nelle cause stesse" 1930 gennaio 15 - 1942 luglio 18 Registro

2. reg.2 "Registro delle tasse di bollo inscritte a debito nelle cause trattate col beneficio del gratuito patrocinio e delle spese anticipate dall'erario nelle cause stesse" 1939 gennaio 1 - 1942 luglio 18 Registro

558 serie 16 Registri delle spese di giustizia anticipate dall'erario

559 serie 17 Registri delle spese prenotate a debito

560 serie 18 Registri carico e scarico dei depositi giudiziari in materia civile e penale

561 serie 19 Rubrica alfabetica generale degli affari contenziosi civili

562 serie 20 Registri dei proventi di cancelleria, 1930 - 1942

1. reg.1 "Registro dei proventi di cancelleria e spedizione delle copie" 1930 novembre 7 - 1942 luglio 18 Registro

563 serie 21 Registri diversi

564

Ente Amministrazione separata usi civici di Cavizzana 1938 marzo 26 - 1957 aprile 30

Luoghi Cavizzana (Tn)

Altre forme del nome ASUC di Cavizzana

Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Cavizzana, 01/01/1938 - 31/12/1957 Fondo Amministrazione separata usi civici di Cavizzana, 01/01/1938 - 31/12/1956

Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e sgg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardante i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n.1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata 565 frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n.332/1928, art. 64, co. 3).

La prima attestazione dell'amministrazione separata della frazione di Cavizzana riguarda la deliberazione datata 26 marzo 1938 (1) del commissario prefettizio della frazione di Cavizzana di Caldes relativa alla separazione patrimoniale della frazione di Cavizzana dal patrimonio comunale di Caldes. L'ultima data si riferisce ad un verbale di deliberazione del Consiglio comunale di Cavizzana datato 19 settembre 1957, n. 22 (2) nel quale è stabilita la chiusura della gestione dell'ASUC di Cavizzana passata al comune ricostituito di Cavizzana.

Condizione giuridica La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno" e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, era diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni. La legge provinciale del 16 settembre 1952, n.1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n.20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.

Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n. 1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (proprietà e diritti collettivi), in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). L'art. 11 della legge n. 1766/1927 comprende sia i beni collettivi originari, intendendo per tali sia i beni delle comunità di abitanti organizzate stabilmente in un territorio e le terre acquisite attraverso ogni forma di possesso collettivo, sia i beni assegnati ai comuni, frazioni o associazioni agrarie per effetto delle operazioni di sistemazione delle terre e di liquidazione dei diritti di cui all'art. 1 della stessa legge e normative anteriori. Per risolvere una questione sorta negli ultimi decenni del XIX secolo, circa la natura dei beni della collettività intestati al comune e destinati all'esercizio degli usi, il legislatore del 1927 ha sottoposto allo stesso regime tutti i beni posseduti dai comuni (e frazioni) su cui si esercitavano gli usi, comprendendo così tra le terre collettive anche quelle gravate da usi che fossero comunque nel possesso del comune. Vi erano anche beni non di origine civica ma assimilati ad essi con leggi speciali (p.e. la legge del 1° dicembre 1971, n. 1102 "legge-montagna") oltre alle terre acquistate ai sensi dell'art. 22 della legge n. 1766/1927 per aumentare la massa delle terre da quotizzare (agevolazione per l'acquisto di nuove terre disposte dal D.L.L. del 14 luglio 1918, n. 1142).

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Le terre collettive, prima del 1927, erano indicate con termini diversi nelle varie località e regioni: "demani universali" nel sud, "proprietà o domini collettivi" negli ex-Stati pontifici, "terre comuni, comunanze, comunaglie, regole, vicinie" in altre zone d'Italia e nell'arco alpino. Questi beni furono in passato utilizzati dagli utenti per fini esistenziali e a scopo di commercio. L'associazione degli utenti di norma costituì il nucleo su cui si sono formati i comuni moderni, quali enti rappresentativi della comunità e dei suoi diritti. In base a ciò, in giurisprudenza è stato sempre tenuto presente il rapporto "universitas civium" - intesa come comunità di abitanti organizzata in un territorio - ed "ente-comune", quale successore della prima; anche quando la gestione dei beni pubblici è passata al comune, si è mantenuta distinta la gestione degli usi civici. Il R.D. n. 332/1928 affermava che, dopo l'approvazione del piano di massima per la destinazione delle terre di uso civico, il commissario regionale doveva emanare un decreto nel quale erano indicati gli usi civici accertati sulle terre assegnate alla categoria A; il decreto veniva comunicato al comune o all'associazione agraria a cui appartenevano le terre. I comuni e le associazioni agrarie erano tenuti quindi a provvedere alla compilazione dei regolamenti di uso civico (in armonia con i piani economici dei boschi) e dei regolamenti per il godimento dei pascoli montani previsti dalla legge forestale del 30 dicembre 1923, n. 3267 e dal relativo Regolamento (R.D. n. 1126/1926); i regolamenti venivano poi sottoposti all'approvazione dei consigli provinciali dell'economia. Ancora secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n. 332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenzario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale.

L'amministrazione dell'A.S.U.C. di Cavizzana si occupava della gestione delle risorse patrimoniali della frazione raccogliendo entrate dall'affittanza del caseificio, dell'estrazione della trementina e dei prati della malga Cortinga; dalla vendita di legname da opera o da ardere, da indennizzi forestali e dai proventi dell'acquedotto; dalle ritenute di ricchezza mobile degli stipendi dei dipendenti dai rimborsi per i salari dello spazzacamino e del sacrestano. Con tali introiti venivano così coperte le spese ordinarie e straordinarie della frazione che comprendevano: imposte e sovraimposte, pagamenti di assicurazioni contro gli incendi, spese di manutenzione dei boschi, stipendio del custode forestale, stipendi del segretario della frazione e della bidella, contributi per le assicurazioni sociali all'I.N.P.S. e all'I.N.A.I.L. e INA case del custode forestale, spese postali e di cancelleria, manutenzione edifici (scuola elementare, fontane, malga), spedalità dei censiti di Cavizzana, contributo alle spese generali del comune di Caldes, spese per

567 l'illuminazione pubblica, le strade frazionali e l'acquedotto potabile, lo sgombero della neve; spese per la redazione di progetti per lavori pubblici (malga Cortinga, ponte sul torrente Noce a Cavizzana, tronco di strada per il collegamento della frazione di Cavizzana alla strada statale 42, strada Cavizzana - "Mas del Gat"), spese scolastiche e di culto (contributi per il restauro della chiesa e salario del sacrestano). Oltre alle competenze sopra esposte l'ASUC di Cavizzana si occupò in particolar modo di opere di pubblica utilità per la frazione, come la ricerca di sorgenti d'acqua potabile e la progettazione di una nuova rete idrica con contributi regionali e statali.

Struttura amministrativa Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. In seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale del 1989 la nomina dei commissari viene rimessa al Consiglio Superiore della Magistratura. Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario. I Commissari, sempre assistiti da un segretario con funzioni di cancelliere, procedevano, su istanza degli interessati oppure d'ufficio, all'accertamento, alla valutazione ed alla liquidazione dei diritti degli usi civici, allo scioglimento delle promiscuità ed alla rivendicazione e ripartizione delle terre. Si formavano così dei piani di massima per la destinazione dei fondi pervenuti al comune o all'associazione agraria e di quelli già in precedenza da loro posseduti. Seguiva dunque una ripartizione in quote: un delegato tecnico o un perito nominato dal commissario doveva formulare un piano di ripartizione in unità fondiarie delle terre destinate alla coltura agraria, che conteneva anche l'indicazione delle migliorie che i concessionari erano tenuti ad eseguire e dei canoni da pagare. In seguito il commissario formulava un bando col quale tutti i capi di famiglia (che avevano diritto a concorrere) erano invitati a fare domanda per l'assegnazione delle quote. Le domande erano esaminate da una commissione presieduta dal podestà del comune o della frazione interessata e composta da sei membri scelti fra i cittadini del comune o della frazione e dal pretore del mandamento. Se il numero degli ammessi al bando superava la quota delle terre disponibili, la commissione sceglieva un numero di concorrenti pari a quello delle quote, preferendo i meno abbienti. I concorrenti che si ritenevano lesi dalle deliberazioni della commissione potevano fare ricorso al commissario regionale. I Commissari decidevano tutte le controversie circa l'esistenza, la natura e l'estensione dei diritti sopra citati; curavano la completa esecuzione delle proprie decisioni e di quelle anteriori non ancora eseguite. In Trentino i Commissari assumevano le funzioni delle commissioni e dei commissari già istituiti nelle nuove province per effetto della legge

568 dell'ex impero austro-ungarico del 7 giugno 1883, n. 94, e delle leggi ed ordinanze provinciali per le operazioni agrarie sulla divisione, sul regolamento e sull'affrancazione dei relativi diritti di godimento. Le decisioni dei commissari erano impugnabili solo con reclamo presso la Corte d'Appello avente giurisdizione nei territori dove erano situati i terreni della controversia.

Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n. 1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede direttamente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art. 43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art. 1). I beni di uso civico di originaria appartenenza alle frazioni e quelli che vi passano dopo le affrancazioni, sono amministrati separatamente, a profitto dei frazionisti, per mezzo di un comitato di tre membri, per le frazioni con popolazione fino a 200.000 abitanti, e di cinque per quelle con popolazione superiore. Il comitato dura in carica per un quadriennio ed è riconfermabile. A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n. 1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione.

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Secondo l'art. 31 del D.P.G.P. n. 4/1952, nei comuni in cui non esistono frazioni, ed in quelli che, nelle stesse condizioni, verranno ricostituiti in avvenire, cessa l'amministrazione separata dei beni di uso civico con l'insediamento del consiglio comunale. Quindi, entro un mese dalle elezioni amministrative, il comitato di amministrazione procede alla chiusura della contabilità. Il presidente consegna quindi al sindaco gli elenchi ed i registri dell'amministrazione separata, nonché tutti gli atti, i contratti ed il carteggio della frazione, ed ordina al tesoriere di versare alla cassa del comune il fondo eventualmente esistente a favore della frazione. Al sindaco verranno consegnati gli elenchi dei residui attivi e passivi esistenti alla data di cessazione del comitato, affinché l'ufficio comunale ne curi la riscossione o il pagamento.

L'Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana ricalca nella sua struttura organizzativa gli elementi sopradescritti. Con la separazione patrimoniale della frazione di Cavizzana di Caldes dal comune di Caldes venne nominato un commissario prefettizio della frazione con R. D. del 3 febbraio 1938, n. 3738 III/b nella figura di Ermenegildo Rizzi. Seguirono Domenico Scaramella nominato con R. D. 22 febbraio 1941, n.6532/3/b, Remo Rizzi nominato con decreto prefettizio 23 novembre 1943, n. 45638 III/b che rimase in carica fino al 21 aprile 1948, allorquando il 28 aprile 1948 appare il comitato per l'amministrazione degli usi civici (3) composto da un presidente nella persona di Remo Rizzi, quattro membri e il segretario comunale di Caldes fino al 28 marzo 1953 (4). Il 18 aprile 1953 cambia il presidente nella persona di Mario Paternoster in carica fino al 15 settembre 1956 al quale segue il 15 ottobre dello stesso anno (5) Fedele Rizzi fino allo scioglimento dell'ente. Le riunioni del comitato si tenevano nella sede municipale di Caldes.

Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari delle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, avente giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La L. del 10 luglio 1930, n.1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte d'appello di Roma (art.3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause d'appello, è istituita temporaneamente presso la corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap.III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art.24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi, estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di

570 tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n.5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati; nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato; sostituire i membri del comitato in caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.

L'Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana mantenne rapporti con le autorità politico amministrative provinciali e statali superiori sopracitate; circa le varie autorità locali, risultano rapporti diretti con il comune di Caldes, con i comuni limitrofi, con le altre amministrazioni separate della valle e i censiti di Cavizzana e con gli istituti di credito e gli istituti di assicurazione. Altre relazioni significative sono quelle con l'Ufficio del registro di Trento, l'esattoria delle imposte dirette di Malè, l'Ufficio provinciale forestale di Trento, l'ufficio forestale di Cles, l'Assessorato ai lavori pubblici di Trento, l'Istituto nazionale della previdenza sociale e l'Istituto nazionale infortuni sul lavoro di Trento, il Provveditorato agli studi di Trento e infine con vari fornitori.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. ACCavi., A. "Amministrazione separata usi civici di Cavizzana" Bibliografia A.R.COOP. s.c., Inventario dell'archivio storico comunale (1384-1955) e degli archivi aggregati di Caldes A.S.U.C. NOTIZIE, Sopramonte-Trento, numero unico, Gennaio 1951. MASOTTO L., Gli "usi civici" nei progetti di riforma, Padova 1998. AZARA ANTONIO, EULA ERNESTO (diretto da ), Novissimo digesto italiano, Torino, 1957-1975 PACE S., Usi civici nella legislazione provinciale di Trento, Trento, 1953 PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PALERMO A., Enfiteusi, Superficie, Oneri reali, Usi civici, Torino 1965.

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ZACCAGNINI M., PALATIELLO A., Gli usi civici, Napoli 1984.

Note 1. ACCavi., A6 "Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana", 1. "Deliberazioni del comitato d'amministrazione - originali", n. 1: 1938, n. 1; 2. ACCavi., A6 "Comune di Cavizzana (ordinamento italiano), 1956 - 1972, 2. "Deliberazioni del Consiglio comunale - copie", n.1: 1957, n. 22; 3. ACCavi., A6 "Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana", 1. "Deliberazioni del comitato d'amministrazione - originali", n. 1: 1948, n. 6; 4. ACCavi., A6 "Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana", 1. "Deliberazioni del comitato d'amministrazione - originali", n. 2: 1953, n. 6; 5. ACCavi., A6 "Amministrazione separata degli usi civici di Cavizzana", 1. "Deliberazioni del comitato d'amministrazione - originali", n. 3: 1956, n. 9

572 fondo Amministrazione separata usi civici di Cavizzana, 1938 - 1956

Soggetti produttori Amministrazione separata usi civici di Cavizzana, 1938 marzo 26 - 1957 aprile 30

Vedi anche: Fondo Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Cavizzana. Archivio comunale di Caldes

573 serie 1 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali

574 serie 2 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1938 - 1948

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione 1938-1948 Busta

575 serie 3 Protocolli degli esibiti, 1940 - 1946

1. reg.1 Protocollo degli esibiti 1940 febbraio 20 - 1946 aprile 3 Registro

576 serie 4 Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1941 - 1955

1. b.1-14 Carteggio ed atti 1941 Fascicolo

2. b.1-14 Carteggio ed atti 1942 Fascicolo

3. b.1-14 Carteggio ed atti 1943 Fascicolo

4. b.1-14 Carteggio ed atti 1944 Fascicolo

5. b.1-14 Carteggio ed atti 1945 Fascicolo

6. b.1-14 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

7. b.1-14 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

8. b.1-14 Carteggio ed atti

577

1948 Fascicolo

9. b.1-14 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

10. b.1-14 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

11. b.1-14 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

12. b.1-14 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

13. b.1-14 Carteggio ed atti 1953 Fascicolo

14. b.1-14 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

578 serie 5 Contratti, 1939 - 1956

1. b.1 Contratti, nn. di rep.1-26 1939-1949 Busta

2. b.2 Contratti, nn. di rep. 27-46 1950-1956 Busta

579 serie 6 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955

Contenuto Le entrate patrimoniali della frazione si riferiscono alle seguenti voci: affitti reali di fondi rustici, concessione legname uso interno, concessione legname da ardere, raccolta strame, pascolo, acquedotto potabile, spazzacamino, spine morte, affitti di terreni, fabbisogni, sacrestano, I.G.E.

1. reg.1 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 Registro

2. reg.2 Ruolo delle entrate patrimoniali 1949 Registro

3. reg.3 Ruolo delle entrate patrimoniali 1951 Registro

4. reg.4 Ruolo delle entrate patrimoniali 1952 Registro

5. reg.5 Ruolo delle entrate patrimoniali 1955 Registro

580 serie 7 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1939 - 1947

1. reg.1 Conto consuntivo 1939 Registro

2. reg.2 Bilancio di previsione 1940 Registro

3. reg.3 Conto consuntivo 1940 Registro

4. reg.4 Bilancio di previsione 1941 Registro

5. reg.5 Conto consuntivo 1941 Registro

6. reg.6 Bilancio di previsione 1942 Registro

7. reg.7 Bilancio di previsione 1943 Registro

8. reg.8 Bilancio di previsione

581

1944 Registro

9. reg.9 Bilancio di previsione 1947 Registro

582 serie 8 Giornali e mastri della contabilità

583 serie 9 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1939 - 1954

1. b.1-5 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-7 1939 Fascicolo

2. b.1-5 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.2; 8 1940 Fascicolo

3. b.1-5 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-4 Uscita : art.1-18 1941 Fascicolo

4. b.1-5 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-19 1942 Fascicolo

5. b.1-5 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-20 1943 Fascicolo

6. b.6-8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-66 Uscita : art.1-20 1944 584

Fascicolo

7. b.6-8 Documenti giustificativi del conto 1945 Fascicolo

8. b.6-8 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-29bis 1946 Fascicolo

9. b.9-10 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-16 Uscita : art.1-38 1947 Fascicolo

10. b.9-10 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-34 1948 Fascicolo

11. b.11-14 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-17 Uscita : art.1-35 1949 Fascicolo

12. b.11-14 Documenti giustificativi del conto 1951 Fascicolo

13. b.11-14 Documenti giustificativi del conto 1952 585

Fascicolo

14. b.11-14 Documenti giustificativi del conto 1954 Fascicolo

586 serie 10 Lavori pubblici

587 serie 11 Registri diversi

588

Ente Amministrazione separata usi civici di San Giacomo (Caldes) 1941 gennaio 3 -

Luoghi San Giacomo (Caldes)

Altre forme del nome ASUC di San Giacomo L'Amministrazione separata usi civici è spesso identificata con la sigla A.S.U.C.

Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata usi civici di San Giacomo, 01/01/1941 - 31/12/1970

Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e sgg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardante i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n.1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata 589 frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n.332/1928, art. 64, co. 3).

L'Amministrazione separata della frazione di San Giacomo è stata istituita con Decreto Prefettizio del 28 maggio 1940, n. 19987/IIIb come risulta da un un verbale di deliberazione datato 30 agosto 1941 (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). La prima attestazione dell'amministrazione separata della frazione di San Giacomo è datata 3 gennaio 1941 e tratta dell'approvazione del bilancio per l'anno 1941 (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1).

Condizione giuridica Ente di diritto pubblico. La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno" e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, era diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni. La legge provinciale del 16 settembre 1952, n.1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n.20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.

Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n.1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (Proprietà e diritti collettivi), identificati in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). Secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n.4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un

590 bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n.332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenziario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale. Le serie conservate nell'archivio delle amministrazioni separate sono le seguenti: Serie I - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali. Serie II - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie Serie III - Protocolli degli esibiti Serie IV - Carteggio ed atti degli affari comunali Serie V - Contratti Serie VI - Ruoli delle entrate patrimoniali Serie VII - Bilanci di previsione e conti consuntivi Serie VIII - Giornali e mastri della contabilità Serie IX - Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto Serie X - Lavori pubblici Serie XI - Registri diversi

Dai verbali delle delibere del commissario della frazione separata di San Giacomo e del comitato di amministrazione risulta che la frazione possedesse soltanto beni di categoria A (patrimoni silvo-pastorali), non terre di categoria B, destinate a coltura. In base alla gestione e alle entrate provenienti dal ricco patrimonio boschivo risulta che le spese dell'amministrazione fossero: manutenzione dell'acquedotto potabile e delle strade della frazione, fornitura legna alla scuola e al parroco, estinzione incendi, acquisto e impianto degli idranti antincendio, acquisto delle azioni della ferrovia Trento-Malè, costruzione della strada di allacciamento della frazione con la Statale e di un secondo tronco di essa, indennità del carovita al curato, progettazione per la ristrutturazione dell'edificio scolastico, contributo per il completamento dell'impianto idrico di San Giacomo, costruzione cabina elettrica in Cassana e acquisto del trasformatore per la distribuzione dell'energia, concorso nella spesa per la costruzione della casa forestale a Malè, costruzione di una strada di montagna, concorso nella spesa per gli insegnanti nelle scuole della frazione e contributo per l'assistenza agli agricoltori (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nella serie archivistica "Carteggio e atti degli affari comunali" si trovano per ciascun anno il "Prospetto dei prodotti forestali - taglio ordinario per uso commercio" e il "Prospetto delle capre e delle pecore ammesse al pascolo boschivo": San Giacomo continuava a costituire un comune di montagna e la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni silvo-pastorali e sul conseguente allevamento del bestiame (Archivio comunale di Caldes, A.S.G. "Carteggio e atti degli affari comunali" , IV, nn. 1-14). Da un verbale datato 9 febbraio 1952 risulta che le entrate dell'Amministrazione frazionale derivassero dagli affitti di fabbricati, dal taglio ordinario dei boschi, dall'incanto di legna morta e dall'estrazione della trementina (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

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Struttura amministrativa Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario.

Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n.1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede direttamente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art.43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art.1). A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n.1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o

592 cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione.

Da un documento datato 30 agosto 1941 risulta che l'Amministrazione separata di San Giacomo avesse affidato al segretario comunale (di Caldes) il servizio di segreteria con un compenso annuo (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nel verbale datato 10 gennaio 1953 risulta che il Comitato di Amministrazione avesse deliberato di dare un compenso annuo per detto servizio, risultante assai gravoso, al segretario comunale, all'applicato comunale e alla scrivana comunale. Da un altro verbale, datato 5 ottobre 1942, risulta che il servizio di tesoreria fosse stato affidato per il decennio 1943- 1952 all'esattore comunale - Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Da un verbale del Comitato di amministrazione datato 18 ottobre 1952 risulta la nomina dei revisori dei conti per l'esercizio finanziario dal 1941 al 1945 dell'Amministrazione separata di San Giacomo (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nel verbale datato 3 gennaio 1941 il Commissario prefettizio che delibera per San Giacomo risulta essere quello della frazione di Cavizzana (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Soltanto nel verbale della seduta del 10 gennaio 1942 compare il Commissario della frazione separata di San Giacomo, nominato con Decreto prefettizio del 30 agosto 1941. Il primo verbale in cui compare il Consiglio di Amministrazione della frazione separata di San Giacomo è datato 21 dicembre 1947 e risulta composto da un Presidente e quattro membri (Archivio comunale di Caldes, A.S.G., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1).

Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari delle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, avente giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La L. del 10 luglio 1930, n.1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte d'appello di Roma (art.3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause

593 d'appello, è istituita temporaneamente presso la corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap.III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art.24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi, estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n.5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati; nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato; sostituire i membri del comitato in caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici L. BERTAGNOLLI (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo, Trento 1997. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Lex, 1923-1997 Bibliografia A.S.U.C. NOTIZIE, Sopramonte-Trento, numero unico, Gennaio 1951. FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 MASOTTO L., Gli "usi civici" nei progetti di riforma, Padova 1998.

594

AZARA ANTONIO, EULA ERNESTO (diretto da ), Novissimo digesto italiano, Torino, 1957-1975, subvoce: giudice conciliatore PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PACE S., Usi civici nella legislazione provinciale di Trento, Trento, 1953 PALERMO A., Enfiteusi, Superficie, Oneri reali, Usi civici, Torino 1965. ZACCAGNINI M., PALATIELLO A., Gli usi civici, Napoli 1984.

595 fondo Amministrazione separata usi civici di San Giacomo, 1941 - 1970

Soggetti produttori Amministrazione separata usi civici di San Giacomo (Caldes), 1941 gennaio 3 -

596 serie 1 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1941 - 1953

1. reg.1 "Deliberazioni" 1941 gennaio 3 - 1948 luglio 16 Si tratta dei verbali delle deliberazioni del commissario frazionale dal 3 gennaio 1941 al 2 marzo 1948 e del comitato d'amministrazione dal 9 marzo 1948 al 16 luglio 1948. Registro

2. reg.2 "Registro delle deliberazioni anno 1948 e successivi" del comitato d'amministrazione 1948 agosto 4 - 1953 dicembre 26 Registro

597 serie 2 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1942 - 1953

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione 1942-1953 Busta

598 serie 3 Protocolli degli esibiti, 1941 - 1946

1. reg.1 Protocollo degli esibiti 1941 aprile 23 - 1946 agosto 6 Registro

599 serie 4 Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1941 - 1955

1. b.1-14 Carteggio ed atti 1941 Fascicolo

2. b.1-14 Carteggio ed atti 1942 Fascicolo

3. b.1-14 Carteggio ed atti 1943 Registro

4. b.1-14 Carteggio ed atti 1944 Fascicolo

5. b.1-14 Carteggio ed atti 1945 Fascicolo

6. b.1-14 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

7. b.1-14 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

8. b.1-14 Carteggio ed atti

600

1948 Fascicolo

9. b.1-14 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

10. b.1-14 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

11. b.1-14 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

12. b.1-14 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

13. b.1-14 Carteggio ed atti 1953 Fascicolo

14. b.1-14 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

601 serie 5 Contratti, 1941 - 1970

1. reg.1 "Repertorio degli atti ricevuti" 1941 marzo 26 - 1970 luglio 10 Registro

2. b.2 Contratti, nn. di rep.1-17 1941-1950 Busta

3. b.3 Contratti,nn. di rep.18-33 1951-1955 Busta

602 serie 6 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955

Contenuto Le entrate patrimoniali della frazione si riferiscono alle seguenti voci: affitti reali di fondi rustici, concessione legname uso interno, concessione legname da ardere, raccolta strame, pascolo, diritti patrimoniali di acqua, spazzacamino, spine morte, affitti di terreni, fabbisogni, sacrestano, I.G.E.

1. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 Registro

2. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1948 Registro

3. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1949 Registro

4. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1950 Registro

5. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1951 Registro

6. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1952 Registro

7. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali

603

1953 Registro

8. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1954 Registro

9. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1955 Registro

604 serie 7 Bilanci di previsione e conti consuntivi

605 serie 8 Giornali e mastri della contabilità, 1941 - 1955

1. reg.1 Giornale e mastro della contabilità 1941 Registro

2. reg.2 Giornale e mastro della contabilità 1943 Registro

3. reg.3 Giornale e mastro della contabilità 1944 Registro

4. reg.4 Giornale e mastro della contabilità 1945 Registro

5. reg.5 Giornale e mastro della contabilità 1946 Registro, frammento

6. reg.6 Giornale e mastro della contabilità 1949 Registro, frammento

7. reg.7 Giornale e mastro della contabilità 1950 Registro

8. reg.8 Giornale e mastro della contabilità

606

1951 Registro

9. reg.9 Giornale e mastro della contabilità 1952 Registro

10. reg.10 Giornale e mastro della contabilità 1953 Registro

11. reg.11 Giornale e mastro della contabilità 1954 Registro

12. reg.12 Giornale e mastro della contabilità 1955 Registro

607 serie 9 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1941 - 1955

1. b.1-4 Documenti giustificativi del conto Uscita : art.1-19 1941 Fascicolo

2. b.1-4 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-5 Uscita : art.1-21 1942 Fascicolo

3. b.1-4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-4 Uscita : art.1-21 1943 Fascicolo

4. b.1-4 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-5 Uscita : art.1-21 1944 Fascicolo

5. b.5-7 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-8 Uscita : art.1-20 1945 Fascicolo

6. b.5-7 608

Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-9 Uscita : art.1-24 1946 Fascicolo

7. b.5-7 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-14 Uscita : art.1-33 1947 Fascicolo

8. b.8-11 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-13 Uscita : art.1-31 1948 Fascicolo

9. b.8-11 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-15 Uscita : art.1-31 1949 Fascicolo

10. b.8-11 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-16 Uscita : art.1-32 1950 Fascicolo

11. b.8-11 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-17 Uscita : art.1-34 1951 Fascicolo 609

12. b.12-13 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-17 Uscita : art.1-36 1952 Fascicolo

13. b.12-13 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-17 Uscita : art.1-40 1953 Fascicolo

14. b.14-15 Documenti giustificativi del conto 1954 Fascicolo

15. b.14-15 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-11 Uscita : art.2-32 1955 Fascicolo

610 serie 10 Lavori pubblici

611 sottoserie 10.1 Acquedotto, 1944 - 1955

1. fasc.1 Progetto dell'acquedotto di Tozzaga 1944 Fascicolo

2. fasc.2 Costruzione dell'impianto idranti-antincendio e sistemazione acquedotto 1948-1955 Fascicolo

612 sottoserie 10.2 Strade, 1950 - 1953

1. fasc.1 Costruzione della strada di allacciamento della frazione di S.Giacomo alla statale n.42 (I tronco di strada) 1950-1952 Con il progetto del 15 febbraio 1950. Fascicolo

2. fasc.2 Costruzione della strada di allacciamento della frazione di S.Giacomo alla statale n.42 (II tronco di strada) 1951-1953 Con il progetto dell'1 luglio 1951. Fascicolo

613 sottoserie 10.3 Edifici

614 serie 10.4 Registri diversi

615

Ente Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana 1946 aprile 5 -

Luoghi Bozzana (Caldes)

Altre forme del nome ASUC di Bozzana con Bordiana (L'Amministrazione separata usi civici è spesso identificata con la sigla A.S.U.C.)

Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana, 01/01/1944 - 31/12/1976

Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e sgg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardante i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n.1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata

616 frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n.332/1928, art. 64, co. 3).

L'Amministrazione separata della frazione di Bozzana è stata istituita con Decreto Prefettizio del 15 marzo 1946, n. 8720/IIIb come risulta da un un verbale di deliberazione datato 8 agosto 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario e del comitato d'amministrazione", II, n.1). La prima attestazione dell'amministrazione separata della frazione di Bozzana è datata 5 aprile 1946 e tratta della vendita di piante uso commercio per l'anno 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1). Da un verbale datato 2 febbraio 1952 risulta che Bozzana e Bordiana costituissero un'unica Amministrazione separata frazionale (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Condizione giuridica La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno" e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, era diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni. La legge provinciale del 16 settembre 1952, n.1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n.20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.

Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n.1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (Proprietà e diritti collettivi), identificati in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). Secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n.4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla

617 compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n.332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenziario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale. Le serie conservate nell'archivio delle amministrazioni separate sono le seguenti: Serie I - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali. Serie II - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie Serie III - Protocolli degli esibiti Serie IV - Carteggio ed atti degli affari comunali Serie V - Contratti Serie VI - Ruoli delle entrate patrimoniali Serie VII - Bilanci di previsione e conti consuntivi Serie VIII - Giornali e mastri della contabilità Serie IX - Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto Serie X - Lavori pubblici Serie XI - Registri diversi

Dai verbali delle delibere del commissario della frazione separata di Bozzana e del comitato di amministrazione risulta che la frazione possedesse soltanto beni di categoria A (patrimoni silvo-pastorali), non terre di categoria B, destinate a coltura. In base alla gestione e alle entrate provenienti dal ricco patrimonio boschivo risulta che le spese dell'amministrazione fossero: manutenzione dell'acquedotto potabile e delle strade della frazione, lavori di illuminazione pubblica, forniture alle scuole, rette per i ricoverati, indennità del carovita al curato, contributo per il caseificio del paese, contributo del 50% per la costruzione dell'edificio scolastico, acquisto delle azioni della ferrovia Trento-Malè, arredamento scuole, costruzione di un locale per la motopompa antincendio, contributo per l'allacciamento telefonico con Caldes (nel 1951), contributo al comune per la costruzione di un canale di scarico delle acque piovane e della fontana pubblica, concorso nella spesa per la costruzione della casa forestale a Malè, medicinali ai poveri, sistemazione linea elettrica, costruzione nuovo cimitero (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nella serie archivistica "Carteggio e atti degli affari comunali" si trovano per ciascun anno il "Prospetto dei prodotti forestali - taglio ordinario per uso commercio" e il "Prospetto delle capre e delle pecore ammesse al pascolo boschivo": Bozzana continuava a costituire un comune di montagna e la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni silvo-pastorali e sul conseguente allevamento del bestiame (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ. "Carteggio e atti degli affari comunali" , IV, nn. 1-9). Da un verbale datato 24 dicembre 1955 risulta che le entrate dell'Amministrazione frazionale derivassero dagli affitti di fabbricati, dal taglio ordinario dei boschi, dall'incanto di legna morta e dall'estrazione della trementina (Archivio

618 comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Struttura amministrativa Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario. Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n.1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede direttamente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art.43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art.1). A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n.1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che

619 provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione.

Da un verbale, datato 5 ottobre 1942, risulta che il servizio di tesoreria fosse stato affidato per il decennio 1943-1952 all'esattore comunale - Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Il primo verbale in cui compare il Comitato di Amministrazione della frazione separata di Bozzana è datato 7 marzo 1948 e risulta composto da un Presidente e quattro membri (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1). Nel verbale datato 10 gennaio 1953 risulta che il Comitato di Amministrazione avesse deliberato di dare un compenso annuo per il servizio di segreteria, risultante assai gravoso, al segretario comunale, all'applicato comunale e alla scrivana comunale (Archivio comunale di Caldes, A.BOZ, "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari delle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, avente giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La L. del 10 luglio 1930, n.1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte d'appello di Roma (art.3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause d'appello, è istituita temporaneamente presso la corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap.III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art.24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi,

620 estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n.5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati; nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato; sostituire i membri del comitato in caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. L. BERTAGNOLLI (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo, Trento 1997. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Lex, 1923-1997 Bibliografia A.S.U.C. NOTIZIE, Sopramonte-Trento, numero unico, Gennaio 1951. FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 MASOTTO L., Gli "usi civici" nei progetti di riforma, Padova 1998. AZARA ANTONIO, EULA ERNESTO (diretto da ), Novissimo digesto italiano, Torino, 1957-1975 PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PALERMO A., Enfiteusi, Superficie, Oneri reali, Usi civici, Torino 1965. ZACCAGNINI M., PALATIELLO A., Gli usi civici, Napoli 1984.

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622 fondo Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana, 1944 - 1976

Soggetti produttori Amministrazione separata usi civici di Bozzana con Bordiana, 1946 aprile 5 -

623 serie 1 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1953

1. reg.1 "Frazione separata di Bozzana. Registro dei verbali di deliberazione dal 1 gennaio 1946 al 28 febbraio 1953" 1946 aprile 5 - 1953 febbraio 28 Si tratta dei verbali delle deliberazioni del commissario frazionale dal 5 aprile 1946 al 3 gennaio 1948 e del comitato d'amministrazione dal 7 marzo 1948 al 28 fabbraio 1953. Registro

2. reg.2 "Registro dei verbali di deliberazione dal 2.5. 1953 al..." del comitato d'amministrazione 1953 maggio 2 - 1953 dicembre 24 Registro

624 serie 2 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione 1946-1955 Busta

625 serie 3 Protocolli degli esibiti

626 serie 4 Carteggio ed atti degli affari dell'A.S.U.C., 1946 - 1955

1. b.1-9 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

2. b.1-9 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

3. b.1-9 Carteggio ed atti 1948 Fascicolo

4. b.1-9 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

5. b.1-9 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

6. b.1-9 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

7. b.1-9 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

8. b.1-9 Carteggio ed atti

627

1954 Fascicolo

9. b.1-9 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

628 serie 5 Contratti, 1946 - 1976

1. reg.1 "Repertorio degli atti soggetti a tassa di registro riflettenti l'amministrazione separata di Bozzana" 1946 luglio 12 - 1976 novembre 15 Registro

629 serie 6 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955

Contenuto Le entrate patrimoniali della frazione si riferiscono alle seguenti voci: concessione legname uso interno, concessione legname da ardere, raccolta strame, pascolo, indennizzi forestali o rimborso, giornate lavorate, diritti patrimoniali di acqua, spazzacamino, spine morte, affitti di terreni, fabbisogni, sacrestano, I.G.E.

1. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 Registro

2. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1948 Registro

3. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1949 Registro

4. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1950 Registro

5. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1951 Registro

6. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1952 Registro

7. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali

630

1953 Registro

8. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1954 Registro

9. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1955 Registro

631 serie 7 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955

1. reg.1 Bilancio di previsione 1946 Registro

2. reg.2 Conto consuntivo 1946 Registro

3. reg.3 Bilancio di previsione 1947 Registro

4. reg.4 Conto consuntivo 1947 Registro

5. reg.5 Bilancio di previsione 1948 Registro

6. reg.6 Conto consuntivo 1948 Registro

7. reg.7 Bilancio di previsione 1949 Registro

8. reg.8 Conto consuntivo

632

1949 Registro

9. reg.9 Bilancio di previsione 1950 Registro

10. reg.10 Conto consuntivo 1950 Registro

11. reg.11 Bilancio di previsione 1951 Registro

12. reg.12 Conto consuntivo 1951 Registro

13. reg.13 Bilancio di previsione 1952 Registro

14. reg.14 Conto consuntivo 1952 Registro

15. reg.15 Bilancio di previsione 1953 Registro

16. reg.16 Conto consuntivo 1953 Registro

633

17. reg.17 Bilancio di previsione 1954 Registro

18. reg.18 Conto consuntivo 1954 Registro

19. reg.19 Bilancio di previsione 1955 Registro

20. reg.20 Conto consuntivo 1955 Registro

634 serie 8 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955

1. reg.1 Giornale e mastro della contabilità 1946 Registro

2. reg.2 Giornale e mastro della contabilità 1947 Registro

3. reg.3 Giornale e mastro della contabilità 1948 Registro

4. reg.4 Giornale e mastro della contabilità 1949 Registro

5. reg.5 Giornale e mastro della contabilità 1950 Registro

6. reg.6 Giornale e mastro della contabilità 1951 Registro

7. reg.7 Giornale e mastro della contabilità 1953 Registro

8. reg.8 Giornale e mastro della contabilità

635

1954 Registro

9. reg.9 Giornale e mastro della contabilità 1955 Registro

636 serie 9 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955

1. b.1-2 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-12 Uscita : art.1-26 1946 Fascicolo

2. b.1-2 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-16 Uscita : art.1-47 1947 Fascicolo

3. b.3-6 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-12 Uscita : art.1-36 1948 Fascicolo

4. b.3-6 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-16 Uscita : art.1-35 1949 Fascicolo

5. b.3-6 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-17 Uscita : art.2-34 1950 Fascicolo 637

6. b.3-6 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-16 Uscita : art.1-35 1951 Fascicolo

7. b.7-8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-17b Uscita : art.1-40 1952 Fascicolo

8. b.7-8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-15 bis Uscita : art.1-39 1953 Fascicolo

9. b.9-10 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-8 Uscita : art.2-38 1954 Fascicolo

10. b.9-10 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-12 Uscita : art.2-32 bis 1955 Fascicolo

638 serie 10 Lavori pubblici, 1944 - 1956

639 sottoserie 10.1 acquedotto, 1944 - 1956

1. fasc.1 Costruzione dell'acquedotto potabile di Bozzana-Bordiana. 1944-1950 Contiene il progetto del 1923 aggiornato nel 1949. Fascicolo

2. fasc.2 Progetto per la costruzione di un locale per la pompa antincendio 1950 dicembre 7 Fascicolo

3. fasc.3 Lavori di costruzione dell'acquedotto potabile ed impianto antincendio 1952-1954 Fascicolo

4. fasc.4 Costruzione di un canale di scarico delle acque piovane e di quelle di una fontana 1952-1956 Fascicolo

Le unità dal n.A.BOZ/Xa-1 al n.A.BOZ./Xa-4 sono conservate in una busta.

640 serie 11 Registri diversi

641

Ente Amministrazione separata usi civici di Caldes 1946 aprile 1-

Luoghi Caldes

Altre forme del nome ASUC di Caldes

Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata usi civici di Caldes, 01/01/1946 - 31/12/1969

Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e sgg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardante i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n.1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata

642 frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n.332/1928, art. 64, co. 3).

L'Amministrazione separata della frazione di Caldes è stata istituita con Decreto Prefettizio del 15 marzo 1946, n. 8720/IIIb come risulta da un un verbale di deliberazione datato 8 agosto 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.CAL., "Verbali delle deliberazione del commissario e del comitato d'amministrazione", II, n.1). La prima attestazione dell'amministrazione separata della frazione di Caldes è datata 1° aprile 1946 e tratta della vendita di piante uso commercio per l'anno 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.CAL., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1).

Condizione giuridica La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno" e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, era diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni. La legge provinciale del 16 settembre 1952, n.1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n.20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.

Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n.1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (Proprietà e diritti collettivi), identificati in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). Secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n.4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione

643 separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n.332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenziario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale. Le serie conservate nell'archivio delle amministrazioni separate sono le seguenti: Serie I - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali. Serie II - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie Serie III - Protocolli degli esibiti Serie IV - Carteggio ed atti degli affari comunali Serie V - Contratti Serie VI - Ruoli delle entrate patrimoniali Serie VII - Bilanci di previsione e conti consuntivi Serie VIII - Giornali e mastri della contabilità Serie IX - Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto Serie X - Lavori pubblici Serie XI - Registri diversi

Dai verbali delle delibere del commissario della frazione separata di Caldes e del comitato di amministrazione risulta che la frazione possedesse soltanto beni di categoria A (patrimoni silvo-pastorali), non terre di categoria B, destinate a coltura. In base alla gestione e alle entrate provenienti dal ricco patrimonio boschivo risulta che le spese dell'amministrazione fossero: manutenzione opere idrauliche e strade della frazione, lavori di illuminazione pubblica, riscaldamento scuole, rette per i ricoverati, contributo legna al parroco, gestione pascoli e boschi, acquisto delle azioni della ferrovia Trento-Malè, arredamento scuole, costruzione di un locale per la motopompa antincendio, contributo al comune per la costruzione di un canale di scarico delle acque piovane e della fontana pubblica, concorso nella spesa per la costruzione della casa forestale a Malè, medicinali ai poveri, sistemazione linea elettrica, costruzione di un nuovo caseificio comunale, sorveglianza antincendi, manutenzione linea elettrica, costruzione acquedotto per l'acqua potabile e costruzione fognatura (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nella serie archivistica "Carteggio e atti degli affari comunali" si trovano per ciascun anno il "Prospetto dei prodotti forestali - taglio ordinario per uso commercio" e il "Prospetto delle capre e delle pecore ammesse al pascolo boschivo": Caldes continuava a costituire un comune di montagna e la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni silvo-pastorali e sul conseguente allevamento del bestiame (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Carteggio e atti degli affari comunali" , IV, nn. 1-10). Da un verbale datato 24 dicembre 1955 risulta che le entrate dell'Amministrazione frazionale derivassero dagli affitti di fabbricati, dal taglio ordinario dei boschi, dall'incanto di legna morta e dall'estrazione della trementina (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Struttura amministrativa

644

Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario. I Commissari, sempre assistiti da un segretario con funzioni di cancelliere, procedevano, su istanza degli interessati oppure d'ufficio, all'accertamento, alla valutazione ed alla liquidazione dei diritti degli usi civici, allo scioglimento delle promiscuità ed alla rivendicazione e ripartizione delle terre. Si formavano così dei piani di massima per la destinazione dei fondi pervenuti al comune o all'associazione agraria e di quelli già in precedenza da loro posseduti. Seguiva dunque una ripartizione in quote: un delegato tecnico o un perito nominato dal commissario doveva formulare un piano di ripartizione in unità fondiarie delle terre destinate alla coltura agraria, che conteneva anche l'indicazione delle migliorie che i concessionari erano tenuti ad eseguire e dei canoni da pagare. In seguito il commissario formulava un bando col quale tutti i capi di famiglia (che avevano diritto a concorrere) erano invitati a fare domanda per l'assegnazione delle quote. Le domande erano esaminate da una commissione presieduta dal podestà del comune o della frazione interessata e composta da sei membri scelti fra i cittadini del comune o della frazione e dal pretore del mandamento. Se il numero degli ammessi al bando superava la quota delle terre disponibili, la commissione sceglieva un numero di concorrenti pari a quello delle quote, preferendo i meno abbienti. I concorrenti che si ritenevano lesi dalle deliberazioni della commissione potevano fare ricorso al commissario regionale. Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n.1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede direttamente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art.43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art.1). A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono

645 pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n.1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione.

Il primo verbale in cui compare il Consiglio di Amministrazione della frazione separata di Caldes è datato 6 marzo 1948 e risulta composto da un Presidente e quattro membri (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1). Dal verbale datato 15 febbraio 1947 risulta che il Commissario della sezione separata di Caldes abbia deliberato l'affidamento del servizio di esattoria e tesoreria all'Esattore consorziale di Cles, Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; è inoltre stabilito che l'esatore- tesoriere doveva versare una cauzione pari ad un sesto delle entrate effettive dell'amministrazione per l'anno 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1). Nel verbale datato 10 gennaio 1953 risulta che il Comitato di Amministrazione avesse deliberato di dare un compenso annuo per detto servizio, risultante assai gravoso, al segretario comunale, all'applicato comunale e allo scrivano comunale (Archivio comunale di Caldes, A.CAL. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari delle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, avente giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La L. del 10 luglio 1930, n.1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte

646 d'appello di Roma (art.3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause d'appello, è istituita temporaneamente presso la corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap.III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art.24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi, estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n.5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati; nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato; sostituire i membri del comitato in caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio L. BERTAGNOLLI (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo, Trento 1997. Lex, 1923-1997 Bibliografia A.S.U.C. NOTIZIE, Sopramonte-Trento, numero unico, Gennaio 1951. MASOTTO L., Gli "usi civici" nei progetti di riforma, Padova 1998. PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PACE S., Usi civici nella legislazione provinciale di Trento, Trento, 1953

647

PALERMO A., Enfiteusi, Superficie, Oneri reali, Usi civici, Torino 1965. ZACCAGNINI M., PALATIELLO A., Gli usi civici, Napoli 1984.

648 fondo Amministrazione separata usi civici di Caldes, 1946 - 1969

Soggetti produttori Amministrazione separata usi civici di Caldes, 1946 aprile 1-

649 serie 1 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1963

1. reg.1 "Frazione separata di Caldes. Registro dei verbali di deliberazione dal 1 gennaio 1946 al 3 novembre 1951" 1946 aprile 6 - 1951 novembre 3 Si tratta dei verbali delle deliberazioni del commissario frazionale dal 6 aprile 1946 al 4 febbraio 1948 e del comitato d'amministrazione dal 6 marzo 1948 al 3 novembre 1951. Registro

2. reg.2 "Registro deliberazioni" del comitato d'amministrazione 1951 dicembre 1 - 1953 dicembre 26 Registro

3. reg.3 "Verbali di deliberazione del consiglio frazionale di Caldes" 1946 agosto 31 - 1949 ottobre 18 Si tratta dei verbali delle deliberazioni dal 31 agosto 1946 al 12 maggio 1947, del consiglio frazionale e dei verbali delle deliberazioni del comitato d'amministrazione dal 21 gennaio 1948 al 18 ottobre 1949. Registro

4. reg.4 Verbali delle deliberazioni del consiglio frazionale di Caldes 1950 settembre 7 - 1963 gennaio 3 Registro

650 serie 2 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione 1946-1955 Busta

651 serie 3 Protocolli degli esibiti

652 serie 4 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1946 - 1955

1. b.1-10 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

2. b.1-10 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

3. b.1-10 Carteggio ed atti 1948 Fascicolo

4. b.1-10 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

5. b.1-10 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

6. b.1-10 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

7. b.1-10 Carteggio ed atti 1952 Fascicolo

8. b.1-10 Carteggio ed atti

653

1953 Fascicolo

9. b.1-10 Carteggio ed atti 1954 Fascicolo

10. b.1-10 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

654 serie 5 Contratti, 1946 - 1969

1. reg.1 "Repertorio degli atti soggetti a tassa di registro riflettenti l'amministrazione separata di Caldes" 1946 maggio 15 - 1969 agosto 6 Registro

2. fasc.2 Contratti, nn. di rep.1-15 1946-1950 Le unità dal n.A.CAL./V-1 AL n.A.CAL./V-2 sono conservate in una busta. Fascicolo

3. b.3 Contratti, nn. di rep.16-36 1951-1956 Busta

655 serie 6 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955

Contenuto Le entrate patrimoniali della frazione si riferiscono alle seguenti voci: concessione legname uso interno, concessione legname da ardere, raccolta strame, pascolo, indennizzi forestali o rimborso, affitti reali di fondi rustici, diritti patrimoniali di acqua, spazzacamino, spine morte, affitti di terreni, fabbisogni, sacrestano, I.G.E.

1. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 Registro

2. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 (taglio straordinario in località "Paludè" per costruzione malga) Registro

3. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1948 Registro

4. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1948 (taglio straordinario in località "Paludè" per costruzione malga, residui 1947) Registro

5. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1949 (taglio straordinario in località "Paludè" per costruzione malga, residui 1947) Registro

6. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1950 (taglio straordinario in località "Paludè" per costruzione malga, residui 1947) Registro 656

7. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1951 Registro

8. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1952 Registro

9. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1953 Registro

10. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1954 Registro

11. b.1-11 Ruolo delle entrate patrimoniali 1955 Registro

657 serie 7 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955

1. reg.1 Bilancio di previsione 1946 Registro

2. reg.2 Conto consuntivo 1946 Registro

3. reg.3 Bilancio di previsione 1947 Registro

4. reg.4 Conto consuntivo 1947 Registro

5. reg.5 Bilancio di previsione 1948 Registro

6. reg.6 Conto consuntivo 1948 Registro

7. reg.7 Bilancio di previsione 1949 Registro

8. reg.8 Conto consuntivo

658

1949 Registro

9. reg.9 Bilancio di previsione 1950 Registro

10. reg.10 Conto consuntivo 1950 Registro

11. reg.11 Bilancio di previsione 1951 Registro

12. reg.12 Conto consuntivo 1951 Registro

13. reg.13 Bilancio di previsione 1952 Registro

14. reg.14 Conto consuntivo 1952 Registro

15. reg.15 Bilancio di previsione 1953 Registro

16. reg.16 Conto consuntivo 1953 Registro

659

17. reg.17 Bilancio di previsione 1954 Registro

18. reg.18 Conto consuntivo 1954 Registro

19. reg.19 Bilancio di previsione 1955 Registro

20. reg.20 Conto consuntivo 1955 Registro

660 serie 8 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955

1. reg.1 Giornale e mastro della contabilità 1946 Registro

2. reg.2 Giornale e mastro della contabilità 1947 Registro

3. reg.3 Giornale e mastro della contabilità 1948 Registro

4. reg.4 Giornale e mastro della contabilità 1951 Registro

5. reg.5 Giornale e mastro della contabilità 1952 Registro

6. reg.6 Giornale e mastro della contabilità 1953 Registro

7. reg.7 Giornale e mastro della contabilità 1954 Registro

8. reg.8 Giornale e mastro della contabilità

661

1955 Registro

662 serie 9 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955

1. b.1 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-11 Uscita : art.1-29 bis 1946 Busta

2. b.2 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-15 Uscita : art.1-40 1947 Busta

3. b.3 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-14 bis Uscita : art.1-42 1948 Busta

4. b.4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-16 Uscita : art.1-41 1949 Busta

5. b.5 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-19

663

Uscita : art.1-38 1950 Busta

6. b.6 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-18 Uscita : art.1-37 1951 Busta

7. b.7 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-17 Uscita : art.1-40 1952 Busta

8. b.8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-16 Uscita : art.1-45 1953 Registro

9. b.9 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-13 Uscita : art.1-42 1954 Busta

10. b.10 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.3-20 Uscita : art.2-40 1955 Busta

664 serie 10 Lavori pubblici, 1952 - 1958

665 sottoserie 10.1 acquedotto, 1952 - 1952

1. fasc. 1 Lavori di completamento dell'impianto degli idranti e costruzione di un canale per le acque nere e piovane dell'abitato di Caldes 1952 Fascicolo

1. fasc.1 Lavori di completamento dell'impianto degli idranti e costruzione di un canale per le acque nere e piovane dell'abitato di Caldes 1952 Fascicolo

666 sottoserie 10.2 edifici, 1953 - 1958

1. fasc.1 Progetto di miglioramento della malga "Grumo" della frazione di Caldes 1953 marzo 1 Fascicolo

2. fasc.2 Lavori di restauro al tetto della chiesa e del campanile di S.Rocco 1954-1958 Contiene fra l'altro: il progetto del 15 marzo 1954. Le unità dal n.A.CAL/Xa al n.A.CAL./Xb sono conservate in una busta. Fascicolo

667 serie 11 Registri diversi

668

Ente Amministrazione separata usi civici di Samoclevo 1945 dicembre 4 -

Luoghi Caldes

Altre forme del nome ASUC di Samoclevo (L'Amministrazione separata usi civici è spesso identificata con la sigla A.S.U.C.)

Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata usi civici di Samoclevo, 01/01/1945 - 31/12/1977

Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e sgg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardante i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n.1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata

669 frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n.332/1928, art. 64, co. 3).

L'Amministrazione separata della frazione di Samoclevo è stata istituita con Decreto Prefettizio del 15 marzo 1946, n. 8720/IIIb come risulta da un un verbale di deliberazione datato 8 agosto 1946 (Archivio comunale di Caldes, A.SAM., "Verbali delle deliberazione del commissario e del comitato d'amministrazione", II, n.1). La prima attestazione dell'amministrazione separata della frazione di Samoclevo è datata 4 dicembre 1945: il sindaco di Caldes invita tutti i capifamiglia ad una riunione per nominare il Commissario della frazione per l'amministrazione separata della frazione dei beni demaniali soggetti ad uso civico (Archivio comunale di Caldes, A.SAM., "Carteggio e atti degli affari comunali", IV, n.1). Da un verbale datato 18 maggio 1949 risulta che Samoclevo, posta sulla sponda sinistra del Noce a circa 800m. dalla strada nazionale n. 42, comunica con questa mediante un sentiero ripidissimo per i pedoni ed una mulattiera per la quale passano a stento carri locali. La mancanza di una via di collegamento che allacci il centro abitato con la strada nazionale e con la tramvia preclude ogni possibilità di sviluppo alla vita artigiana, agricola e frutticola... La viabilità a Samoclevo è a tal punto disastrosa da essere pericolosa (Archivio comunale di Caldes, A.SAM., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1).

Condizione giuridica La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno" e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, era diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni. La legge provinciale del 16 settembre 1952, n.1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n.20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.

Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n.1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (Proprietà e diritti collettivi), identificati in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). Secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto

670 dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n.4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n.332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenziario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale. Le serie conservate nell'archivio delle amministrazioni separate sono le seguenti: Serie I - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali. Serie II - Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie Serie III - Protocolli degli esibiti Serie IV - Carteggio ed atti degli affari comunali Serie V - Contratti Serie VI - Ruoli delle entrate patrimoniali Serie VII - Bilanci di previsione e conti consuntivi Serie VIII - Giornali e mastri della contabilità Serie IX - Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto Serie X - Lavori pubblici Serie XI - Registri diversi

Dai verbali delle delibere del commissario della frazione separata di Samoclevo e del comitato di amministrazione risulta che la frazione possedesse soltanto beni di categoria A (patrimoni silvo-pastorali), non terre di categoria B, destinate a coltura. In base alla gestione e alle entrate provenienti dal ricco patrimonio boschivo risulta che le spese dell'amministrazione fossero: manutenzione dell'acquedotto potabile e delle strade della frazione, lavori di illuminazione pubblica, rette per i ricoverati e medicinali ai poveri, lavatoi comunali, riscaldamento e manutenzione delle scuole, acquisto delle azioni della ferrovia Trento-Malè, tenuta orologi pubblici, sgombero neve, contributo per il restauro esterno della chiesa curaziale, concorso nella spesa per la costruzione della casa forestale a Malè, rimboschimento, rete elettrica frazionale, costruzione fognatura, salario alla bidella della scuola, collegamento telefonico frazionale (nel 1955) (Archivio comunale di Caldes, A.SAM., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", II, n.1). Nella serie archivistica "Carteggio e atti degli affari comunali" si trovano per ciascun anno il "Prospetto dei prodotti forestali - taglio ordinario per uso commercio" e il "Prospetto delle capre e delle pecore ammesse al pascolo boschivo": Samoclevo continuava a costituire un comune di montagna e la sua economia era basata fondamentalmente sullo sfruttamento dei beni silvo-pastorali e sul conseguente allevamento del bestiame (Archivio comunale di Caldes, A. SAM., "Carteggio e atti degli affari comunali" , IV, nn. 1-9).

671

Struttura amministrativa Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario. Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n.1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede diretta Organizzazione amministrativa mente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art.43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art.1). A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n.1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o

672 cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione.

Nel verbale datato 10 gennaio 1953 risulta che il Comitato di Amministrazione avesse deliberato di dare un compenso annuo per il servizio di segreteria , risultante assai gravoso, al segretario comunale, all'applicato comunale e alla scrivana comunale (Archivio comunale di Caldes, A.SAM. "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1). Nel verbale datato 3 marzo 1948 il Commissario di Samoclevo risulta deliberare dopo aver sentito il parere del consiglio di amministrazione. Nel successivo verbale, datato 17 marzo 1948, compaiono, nominati per la prima volta, il Presidente e i quattro membri che componevano il comitato di amministrazione (Archivio comunale di Caldes, A.SAM., "Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione", I, n.1).

Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari delle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, avente giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La L. del 10 luglio 1930, n.1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte d'appello di Roma (art.3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause d'appello, è istituita temporaneamente presso la corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap.III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art.24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi, estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del

673 consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n.5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati; nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato; sostituire i membri del comitato in caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio comunale di Caldes. Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes (1384-1955) a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici. L. BERTAGNOLLI (a cura di), Inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Romallo, Trento 1997. Disposizioni normative sui comuni a cura del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T., 1997. Lex, 1923-1997 Bibliografia A.S.U.C. NOTIZIE, Sopramonte-Trento, numero unico, Gennaio 1951. FAES M., (a cura di), Cesure (le) istituzionali nella storia dei comuni trentini. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 MASOTTO L., Gli "usi civici" nei progetti di riforma, Padova 1998. PACE S., Usi civici, associazioni agrarie e comunioni familiari nella Regione Trentino-Alto Adige, Trento, 1976 PACE S., Usi civici nella legislazione provinciale di Trento, Trento, 1953 PALERMO A., Enfiteusi, Superficie, Oneri reali, Usi civici, Torino 1965. ZACCAGNINI M., PALATIELLO A., Gli usi civici, Napoli 1984.

Note Altre informazioni significative: L'archivio dell'Amministrazione separata degli usi civici di Samoclevo è attualmente aggregato dell'Archivio del comune di Caldes e si trova presso il Comune di Caldes.

674

L'ultimo intervento di ordinamento ed inventariazione è stato realizzato nel 1996 e ha prodotto "L'inventario della sezione separata dell'Archivio comunale di Caldes 1384-1955" a cura della A.R.Coop. su incarico della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Beni Librari e Archivistici, 1996; l'inventario è disponibile presso il Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia Autonoma di Trento e in vari archivi e biblioteche (cfr. Catalogo Bibliografico Trentino).

675 fondo Amministrazione separata usi civici di Samoclevo, 1945 - 1977

Soggetti produttori Amministrazione separata usi civici di Samoclevo, 1945 dicembre 4 -

676 serie 1 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - originali, 1946 - 1953

1. reg.1 "Registro dei verbali di deliberazione dal 1 gennaio 1946..." 1946 giugno 8 - 1953 dicembre 26 Si tratta dei verbali delle deliberazioni del commissario frazionale dall'8 giugno 1946 al 3 marzo 1948 e del comitato d'amministrazione dal 17 marzo 1948 al 26 dicembre 1953. Registro

677 serie 2 Verbali delle deliberazione del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione - copie, 1946 - 1955

1. b.1 Verbali delle deliberazioni del commissario frazionale e del comitato d'amministrazione 1946-1955 Busta

678 serie 3 Protocolli degli esibiti

679 serie 4 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1945 - 1955

1. b.1-9 Carteggio ed atti 1945 Fascicolo

2. b.1-9 Carteggio ed atti 1946 Fascicolo

3. b.1-9 Carteggio ed atti 1947 Fascicolo

4. b.1-9 Carteggio ed atti 1948 Fascicolo

5. b.1-9 Carteggio ed atti 1949 Fascicolo

6. b.1-9 Carteggio ed atti 1950 Fascicolo

7. b.1-9 Carteggio ed atti 1951 Fascicolo

8. b.1-9 Carteggio ed atti

680

1952 Fascicolo

9. b.1-9 Carteggio ed atti 1955 Fascicolo

681 serie 5 Contratti, 1946 - 1977

1. reg.1 "Repertorio degli atti soggetti a tassa di registro riflettenti l'amministrazione separata di Samoclevo" 1946 ottobre 8 - 1977 luglio 18 Registro

2. reg.2 Contratti, nn. di rep.1-19 1946-1955 Registro Le unità dal n.A.SAM./V-1 AL n.A.SAM./V-2 sono conservate in una busta.

682 serie 6 Ruoli delle entrate patrimoniali, 1947 - 1955

Contenuto Le entrate patrimoniali della frazione si riferiscono alle seguenti voci: concessione legname uso interno, concessione legname da ardere, raccolta strame, pascolo, indennizzi forestali o rimborso, affitti reali di fondi rustici, diritti patrimoniali di acqua, spazzacamino, spine morte, affitti di terreni, fabbisogni, sacrestano, I.G.E.

1. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1947 Registro

2. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1948 Registro

3. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1949 Registro

4. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1950 Registro

5. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1951 Registro

6. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1952 Registro

7. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali

683

1953 Registro

8. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1954 Registro

9. b.1-9 Ruolo delle entrate patrimoniali 1955 Registro

684 serie 7 Bilanci di previsione e conti consuntivi, 1946 - 1955

1. reg.1 Bilancio di previsione 1946 Registro

2. reg.2 Conto consuntivo 1946 Registro

3. reg.3 Bilancio di previsione 1947 Registro

4. reg.4 Conto consuntivo 1947 Registro

5. reg.5 Bilancio di previsione 1948 Registro

6. reg.6 Conto consuntivo 1948 Registro

7. reg.7 Bilancio di previsione 1949 Registro

8. reg.8 Conto consuntivo

685

1949 Registro

9. reg.9 Bilancio di previsione 1950 Registro

10. reg.10 Conto consuntivo 1950 Registro

11. reg.11 Bilancio di previsione 1951 Registro

12. reg.12 Conto consuntivo 1951 Registro

13. reg.13 Bilancio di previsione 1952 Registro

14. reg.14 Conto consuntivo 1952 Registro

15. reg.15 Bilancio di previsione 1953 Registro

16. reg.16 Conto consuntivo 1953 Registro

686

17. reg.17 Bilancio di previsione 1954 Registro

18. reg.18 Conto consuntivo 1954 Registro

19. reg.19 Bilancio di previsione 1955 Registro

20. reg.20 Conto consuntivo 1955 Registro

687 serie 8 Giornali e mastri della contabilità, 1946 - 1955

1. reg.1 Giornale e mastro della contabilità 1946 Registro

2. reg.2 Giornale e mastro della contabilità 1947 Registro

3. reg.3 Giornale e mastro della contabilità 1948 Registro

4. reg.4 Giornale e mastro della contabilità 1949 Registro

5. reg.5 Giornale e mastro della contabilità 1950 Registro

6. reg.6 Giornale e mastro della contabilità 1951 Registro

7. reg.7 Giornale e mastro della contabilità 1952 Registro

8. reg.8 Giornale e mastro della contabilità

688

1953 Registro

9. reg.9 Giornale e mastro della contabilità 1954 Registro

10. reg.10 Giornale e mastro della contabilità 1955 Registro

689 serie 9 Allegati ai bilanci di previsione e documenti giustificativi del conto, 1946 - 1955

1. b.1-4 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-12 Uscita : art.1-22 1946 Fascicolo

2. b.1-4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-15 Uscita : art.1-29 1947 Fascicolo

3. b.1-4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-13 Uscita : art.1-35 1948 Fascicolo

4. b.1-4 Allegati al bilancio Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-18 Uscita : art.1-27 1949 Fascicolo

5. b.5-6 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-17 Uscita : art.1-31 1950 690

Fascicolo

6. b.5-6 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-16 Uscita : art.1-31 1951 Fascicolo

7. b.7-8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.1-16 Uscita : art.1-33 1952 Fascicolo

8. b.7-8 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-15 Uscita : art.1-35 1953 Fascicolo

9. b.9-10 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.2-12b Uscita : art.1-33 1954 Fascicolo

10. b.9-10 Documenti giustificativi del conto Entrata: art.3-12 Uscita : art.1-28 1955 Fascicolo

691 serie 10 Lavori pubblici, 1947 - 1955

692 sottoserie 10.1 Strade, 1947 - 1952

1. fasc.1 Costruzione della strada di allacciamento della frazione di Samoclevo alla strada nazionale n.42 1947-1952 Contiene il progetto del I tronco di strada del 30 gennaio 1947 e del II tronco di strada del 20 aprile 1950. Fascicolo

2. fasc.2 Sistemazione della strada Samoclevo-Terzolas 1948-1949 Fascicolo

693 sottoserie 10.2 Fognature, 1954 - 1954

1. fasc.1 Costruzione della fognatura nella frazione 1954 Fascicolo

694 sottoserie 10.3 Edifici, 1951 - 1955

1. fasc.1 Sistemazione dell'edificio scolastico 1951-1953 Fascicolo

2. fasc.2 Lavori di sistemazione di un vecchio edificio per uso sociale 1955 Fascicolo Le unità dal n.A.S.G./X-a al n.A.S.G./X-c sono conservate in una busta.

1. fasc.1 Costruzione della nuova malga in località Cespedè 1955 Contiene il progetto per la fornitura acqua potabile alla nuova malga del 9 luglio 1955 e costruzione della nuova malga del 26 luglio 1955. Fascicolo Le unità dal n.A.SAM/Xa al n.A.SAM./Xc sono conservate in una busta.

695 serie 11 Registri diversi

696 fondo Pergamene, 1399 giugno 8 - 1610 novembre 18

pergamene 19

Storia archivistica Nel corso del progetto "Pergamene on line" (schedatura nel programma "Mouseia" e digitalizzazione sistematica del patrimonio pergamenaceo conservato presso gli archivi trentini) è stata accertata l'esistenza di 19 pergamene provenienti dall'archivio comunale di Caldes. Le suddette pergamene, scomparse tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, sono state ritrovate nel 2000 e ricondotte all'archivio d'origine; sono dunque conservate presso il Municipio del Comune Caldes. La schedatura è stata curata da Claudio Andreolli e Cristian Datres negli anni 2004-2005. Le pergamene n. 1, 2, 3, 15 e 18 sono state regestate dallo storico Giovanni Ciccolini. La pergamena n. 18 presenta anche una trascrizione parziale. Tali regesti dattiloscritti sono stati scansionati assieme alle relative pergamene.

1 Dichiarazione 1399 giugno 8 , Caldes Notaio: Cristoforo di Benvenuto da Cles (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 1 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

2 Lodo arbitrale 1447 agosto 23 (1) , Scanna (Livo) Notaio: Federico di Simone Ballestreri da Tres (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 2 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line") Note (1) Indicazione del giorno errata (domenica in luogo di mercoledì)

3 Procura 14[7]7 febbraio 22 (1) , [...] Notaio: Giacomo di Saporito di Benvenuto da Preghena (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 3 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

697

Note (1) Data cronica desunta dai dati disponibili (indizione, mese e giorno della settimana)

4 Lodo arbitrale 1496 settembre 19 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, 3 pezzi uniti, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 4 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

5 Lodo arbitrale 1496 settembre 19 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, 4 pezzi uniti, sono presenti attergati Segnature precedenti: sono presenti segnature precedenti; Caldes, AC, 5 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

6 Compromesso - Lodo arbitrale - Transazione 1501 giugno 2; 1503 ottobre 29 Documento singolo; pergamena, 7 pezzi uniti, sono presenti attergati

6.1 Compromesso 1501 giugno 2 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 6.1 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

6.2 Lodo arbitrale 1503 luglio 12 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 6.2 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

6.3 Transazione 1503 ottobre 29 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino

698

Segnature precedenti: Caldes, AC, 6.3 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

7 Compromesso - Lodo arbitrale - Transazione 1501 giugno 2; 1503 ottobre 29 Documento singolo; pergamena, 6 pezzi uniti, sono presenti attergati Segnature precedenti: sono presenti segnature precedenti

7.1 Compromesso 1501 giugno 2 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 7.1 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

7.2 Lodo arbitrale 1503 luglio 12 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 7.2 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

7.3 Transazione 1503 ottobre 29 , Castel Coredo Notaio: Alessandro di Francesco Compagnazzi da Tuenno (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 7.3 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

8 Lodo arbitrale 1502 giugno 9 , Caldes Notaio: Antonio da Magras Originale [A] da imbreviatura, redatto da Simone di Giovanni Volpi da (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, 2 pezzi uniti, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 8 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

9 Terminazione 1507 giugno 6 , Malé Notaio: Sigismondo Visintainer da Terzolas Originale [A] da imbreviatura, redatto dal figlio Leonardo (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati

699

Segnature precedenti: Caldes, AC, 9 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

10 Locazione 1507 dicembre [.]7 , Caldes Notaio: Sigismondo Visintainer da Terzolas Originale [A] da imbreviatura, redatto dal figlio Leonardo (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 10 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

11 Lodo arbitrale 1512 maggio 15 , Caldes Notaio: Leonardo di Sigismondo Visintainer da Terzolas (SN) Originale [A] da imbreviatura del padre Sigismondo, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 11 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

12 Lodo arbitrale 1522 maggio 13 , Caldes Notaio: Cristoforo di Giacomo Busetti da Rallo (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: sono presenti segnature precedenti; Caldes, AC, 12 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

13 Locazione 1523 ottobre 4 , territorio di Malé Notaio: Viviano di Ossana Originale [A] da imbreviatura, redatto dal figlio Michele di Viviano di Giovannino da Ossana (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 13 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

14 Compromesso - Lodo arbitrale 15[32 luglio] 14; 1532 agosto 1 Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati

14.1 Compromesso 15[32 luglio] 14 , Preghena Notaio: Giovanni di Giovanni Battista Busetti da Rallo (SN)

700

Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 14.1 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line") Note Cfr. Caldes, AC, 14.2

14.2 Lodo arbitrale 1532 agosto 1 , Cis Notaio: Giovanni di Giovanni Battista Busetti da Rallo (SN) Originale [A], atto notarile, latino Segnature precedenti: Caldes, AC, 14.2 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

15 Transazione 1533 giugno 26 (1) , val di Rabbi Notaio: Leonardo di Sigismondo Visintainer da Terzolas Originale [A] da imbreviatura, redatto dal fratello Baldassare (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 15 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line") Note (1) Indicazione del giorno errata (sabato in luogo di giovedì)

16 Lodo arbitrale 1539 ottobre 25 , Bozzana Notaio: Lorenzo da Cis Originale [A] da imbreviatura, redatto da Bartolomeo di Pietro di Marino Pancheri da Samoclevo (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: sono presenti segnature precedenti; Caldes, AC, 16 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

17 Compravendita 1561 settembre 19 , Bordiana Notaio: Pietro di Federico Lorengo da Caldes (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 17 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

18 Accordo - Divisione di spese 1565 luglio 20; 1569 novembre 5 Documento singolo; pergamena, 2 pezzi uniti, sono presenti attergati

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18.1 Accordo 1565 luglio 20 , Castel Caldes Notaio: Michele di Bartolomeo Pezzen da Croviana (SN) Originale [A], atto notarile, latino, volgare Note Contiene un inserto

18.2 Divisione di spese 1569 novembre 5 , s.l. Notaio: Michele di Bartolomeo Pezzen da Croviana Tradizione non definibile, latino, volgare

19 Divisione di terreni 1610 novembre 18 , Bozzana Notaio: Francesco di Alberto Giordani da Nanno (SN) Originale [A], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, sono presenti attergati Segnature precedenti: Caldes, AC, 19 (Intestazione nel progetto "Pergamene on-line")

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