Ecovillaggi: Esperienze Comunitarie Tra Utopia E Realtà
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View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Electronic Thesis and Dissertation Archive - Università di Pisa UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA E SOCIOLOGIA DELLA MODERNITÀ Ecovillaggi: esperienze comunitarie tra utopia e realtà CANDIDATA Rossana Guidi TUTOR Prof. Mario Aldo Toscano Ciclo 2007-2009 1 L’utopia del futuro costruisce il presente. (Prigogine) 2 Indice: Introduzione…………………………………………………… p. 5. Parte I: Industrializzazione, capitalismo, modernità………...p. 12. 1.1 Nascita della società capitalistica moderna………………...p. 13. Parte II: Le avventure intellettuali e pratiche della comunità. ……………………………………………………………………p. 26. 2.2.1 Dissoluzione e resistenze della comunità………………... p. 26. 2.2.2 Tracce di comunità……………………………………..... p. 36. 2.2.3 Dalla comunità alla società: il pensiero degli autori classici della sociologia…………………………………..p. 41. Parte III: Il pensiero utopico e le sue realizzazioni……………p. 57 3.1 Socialisti utopisti……………………………………………..p. 57. 3.2 Comunitarismo americano…………………………………...p. 69. 3.3 Movimento Hippy……………………………………………p. 82. 3.4 Sviluppo sostenibile e nascita degli ecovillaggi…………….p. 86. Parte IV: Fenomenologia e geopolitica dell’ecovillaggio……p. 100. 4.1 Definizione di ecovillaggio…………………………… p. 100. 4.2 Ecovillaggi a confronto………………………………... p. 110. 4.2.1 Il metodo decisionale…………………………………...p. 113. 4.3.2 Organizzazione economica……………………………..p. 124. 4.3.3 Accorgimenti ecologici………………………………..p. 130. 3 4.3.4 Orientamento religioso………………………………...p. 138. 4.4 Ecovillaggi: tra utopia e realtà………………………....p. 140. 4.5 Contenuto razionalistico degli ecovillaggi…………….p. 151. 4.6 Breve quadro concettuale sulla disuguaglianza sociale..p. 168. Parte V: Punto applicativo e descrizione di un caso specifico: la comune di Bagnaia……………………………………….……p. 172. 5.1 Storia della comune………………………………………..p. 172. 5.2 Principi ispiratori…………………………………………..p. 174. 5.3 Struttura economica………………………………………..p. 175. 5.4 Proprietà collettiva…………………………………………p. 178. 5.5 Accorgimenti ecologici…………………………………….p. 182. 5.6 Metodo decisionale………………………………………...p. 184. 5.7 Organizzazione interna…………………………………….p. 186. 5.8 Rapporto della comune con l’esterno……………………...p. 187. Parte VI: Conclusioni…………………....................................p. 191. 6.1.Conclusioni…………………………………………………p. 191. Bibliografia.................................................................................p. 199. 4 Introduzione. Il lavoro analizza il movimento degli ecovillaggi presenti sul territorio italiano, particolari forme di comunità intenzionali che prestano una specifica attenzione ai temi ambientali e agiscono da connettori dei legami sociali, indeboliti e frammentati dal processo di individualizzazione avviato con la modernità. La prima parte del nostro studio metterà in luce le trasformazioni culturali, politiche e religiose che segnano il progressivo passaggio dall’ordinamento sociale comunitario, basato su un tipo di economia di sussistenza e di autoconsumo, alla società capitalistica moderna, contraddistinta dall’emergere dell’individualismo e dei rapporti contrattuali, dall’affermarsi dell’industria, delle nuove tecnologie e dell’economia di mercato autoregolata. La società moderna trasforma inoltre le principali strutture economiche, politiche, amministrative, religiose, familiari dell’antico sistema sociale comunitario, inserendo la massa della popolazione nel sistema economico e politico nazionale (grazie all’affermarsi delle istituzioni democratiche) e proponendo la diffusione del principio di razionalità in tutti gli ambiti della vita sociale. In questo passaggio dalla comunità alla società i forti legami sociali1 che vincolavano gli individui ai sistemi socialmente chiusi dei villaggi tradizionali si allentano progressivamente, innescando un processo di individualizzazione2 che trova la sua massima espressione nella società a capitalismo avanzato. La trasformazione del lavoro è uno degli elementi che innescano tale cambiamento. Con la nascita del capitalismo stesso ha infatti inizio il lento, ma progressivo processo di distruzione/smantellamento della comunità3. In vivo contrasto con le grandi idee della filosofia illuministica «per cui il lavoro è il mezzo per perfezionare la propria individualità e 1 «Il termine legame sociale designa l’insieme degli elementi/fattori che uniscono tra loro gli individui. Essi possono riguardare delle relazioni concrete (tra i membri di una stessa famiglia, tra amici, tra vicini, tra colleghi, etc.), dei meccanismi di solidarietà, di identità collettiva, delle norme e dei valori comuni». Voce Lien social in glossaire, Cusset P. Y., Individualisme et lien social, in Problèmes politiques et sociaux, Paris, n. 911, avril 2005. 2 Processo storico di progressiva emancipazione degli individui dalle relazioni di appartenenza/ dipendenza dalla famiglia, dal clan e dalla comunità di villaggio. (Elias N., La société des individus, Paris, Pocket, coll. Agora, 1997, primier éd. Française, 1991, pp. 168- 169). Una tale definizione non implica che in una società individualista tutte le dimensioni collettive tendano a scomparire; essa suggerisce piuttosto che la conservazione delle libertà individuali sono considerate gli elementi essenziali alla conservazione dell’ordine sociale. (Cusset P. Y., op. cit., pp. 4-5). Questa emancipazione è resa possibile da un’insieme di fattori strutturali, quali la monetarizzazione degli scambi che ha aperto un nuovo spazio di libertà per gli individui (Simmel G., Philosophie de l’argent, Paris, PUF, 1987, pp. 361-366, 369 e 373), l’estensione della protezione sociale, la maggiore mobilità geografica, la scolarizzazione e l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Questa emancipazione non deve essere concepita come un’indipendenza assoluta dell’individuo dalla società, ma come una trasformazione radicale di tale dipendenza, che diviene più lontana, spersonalizzata e meno inclusiva. (Cusset P. Y., cit., pp. 4-5). 3 Bauman Z., Voglia di comunità, Laterza, Bari, 2005, p. 28. 5 nel contempo per esplicare la propria socialità»4, per cui «l’uomo razionale ha il diritto di inseguire il proprio desiderio naturale di felicità e nello stesso tempo cerca di accordare tale desiderio di felicità con quello di tutti gli altri»5 e per cui la Rivoluzione tecnica promette una «moltiplicazione fino ad allora sconosciuta dei beni»6, apparivano invece le pessime condizioni di esistenza della classe lavoratrice, soggetta a una nuova povertà creata dai centri industriali in progressiva espansione. I pesanti orari di lavoro e il contenimento dei salari non erano però il comprensibile risultato «della miseria prodotta dall’economia improduttiva tradizionale, bensì quella incomprensibile di un’economia che disponeva di una crescente forza produttiva»7. Con la trasformazione del lavoro concreto in lavoro astratto delle società industriali (senza più un diretto controllo sul prodotto e riferito ad attività salariate), gli stretti legami sociali che vincolavano l’individuo alla comunità di appartenenza tendono ad indebolirsi, seppur continuando a sussistere nelle associazioni moderne ed in particolar luogo nei partiti di massa e nei sindacati, con lo scopo di rappresentare la classe dei lavoratori per la rivendicazione di migliori condizioni di esistenza. Oggi, la crisi dell’ideologia di sinistra, la globalizzazione dei mercati, la destrutturazione del mercato del lavoro con l’introduzione dei contratti atipici ad essa relativi, hanno portato il processo di individualizzazione avviato con la modernità a livelli esponenziali, contribuendo a far perdere potere di rappresentanza ai sindacati, distruggendo i legami solidaristici della classe sociale ed isolando il singolo nella lotta per l’affermazione dei propri diritti. In una società completamente mutata rispetto alla società precapitalistica tradizionale e in cui il processo di individualizzazione è portato alle sue massime conseguenze, sono state analizzate, nella seconda parte del nostro studio, quelle che Bagnasco definisce le tracce (tracks) di relazioni sociali comunitarie sopravvissute nella società, identificate come il modo in cui i concetti di identità, reciprocità, fiducia, economia informale, etc., tipici dell’organizzazione sociale pre-capitalista, seppur dispersi, hanno continuano a persistere nella società in distinte fasi della sua evoluzione (da quella iniziale a quella avanzata). Nella seconda parte del nostro lavoro sono state inoltre trattate le teorizzazioni di alcuni degli autori classici della sociologia riguardanti il passaggio dall’antico modello di relazioni sociali, la comunità, e il nuovo modello di relazione sociale, la società. La tesi prosegue analizzando la storia di piccole comunità disperse nella società, in particolar luogo le comunità dei socialisti utopisti 4 Hofmann W., Da Babeuf a Marcuse. Storia delle ide e dei moviment sociali nei secoli XIX e XX, titolo originale dell’opera Ideengeschichte der sozialen beweging des 19. und 20. jahrhunderts, Mondadori, Berlino, 1971, p. 1. 5 «Nello spirito ad esempio dell’esortazione di Bentham J. (1748-1832), secondo il quale bisognava realizzare la massima felicità del maggior numero possibile di individui». Ibidem. 6 Ivi, p. 2. 7 Ibidem. 6 dell’Ottocento, il movimento comunitario statunitense dell’Ottocento e del Novecento, le comuni anni degli anni ‘60 e ‘70 del Novecento e i contemporanei ecovillaggi nati a partire dagli anni ‘80 che, raccogliendo in sé i concetti di identità, solidarietà,