Primo Levi Cosí Fu Auschwitz Testimonianze 1945-1986 Con Leonardo De Benedetti

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Primo Levi Cosí Fu Auschwitz Testimonianze 1945-1986 Con Leonardo De Benedetti SUPER Di PRIMO LEVI (Torino 1919-1987) Einaudi ha Le verità piú precise – e inesorabili perché preci- «Attraverso i documenti fotografici e le pubblicato tutte le opere. Negli Einaudi Tasca- oramai numerose relazioni fornite da bili sono disponibili: Se questo è un uomo, La se – sulla macchina dello sterminio. Quarant’an- tregua, Il sistema periodico, La chiave a stella, ni di testimonianze, in gran parte inedite, di es- ex-internati nei diversi Campi di con- La ricerca delle radici. Antologia personale, Se senziale importanza storica. LEVI centramento creati dai tedeschi per l’an- non ora, quando?, L’altrui mestiere, I sommersi nientamento degli Ebrei d’Europa, forse e i salvati, Dialogo (con Tullio Regge), L’ultimo non v’è piú alcuno che ignori ancora che Natale di guerra e Tutti i racconti. Nel 1945, all’indomani della liberazione, i militari sovietici che COS cosa siano stati quei luoghi di sterminio controllavano il campo per ex prigionieri di Katowice, in Polo- e quali nefandezze vi siano state com- nia, chiesero a Primo Levi e a Leonardo De Benedetti, suo com- Í FU AUSCHWITZ piute. Tuttavia, allo scopo di far meglio pagno di prigionia, di redigere una relazione dettagliata sulle conoscere gli orrori, di cui anche noi sia- condizioni sanitarie del Lager. Il risultato fu il Rapporto su Au- mo stati testimoni e spesse volte vittime schwitz: una testimonianza straordinaria, uno dei primi reso- PRIMO LEVI durante il periodo di un anno, crediamo conti sui campi di sterminio mai elaborati. La relazione, pub- utile rendere pubblica in Italia una rela- blicata nel 1946 sulla rivista scientifica «Minerva Medica», zione, che abbiamo presentata al Gover- inaugura la successiva opera di Primo Levi testimone, analista COSÍ FU AUSCHWITZ no dell’U.R.S.S., su richiesta del Comando e scrittore. Nei quattro decenni seguenti, Levi non smetterà mai TESTIMONIANZE 1945-1986 Russo del Campo di concentramento di di raccontare l’esperienza del Lager in testi di varia natura, per Kattowitz per Italiani ex-prigionieri. In la maggior parte mai raccolti in volume. Dalle precoci ricerche Con Leonardo De Benedetti questo Campo fummo ospitati anche noi, sul destino dei propri compagni alla deposizione per il processo dopo la nostra liberazione, avvenuta da Eichmann, dalla «lettera alla figlia di un fascista che chiede la parte dell’Armata Rossa verso la fine del verità» agli articoli apparsi su quotidiani e riviste specializzate, gennaio 1945». Cosí fu Auschwitz è un mosaico di memorie e di riflessioni cri- tiche dall’inestimabile valore storico e umano. Una raccolta di testimonianze, indagini e approfondimenti che, grazie alla coe- renza, alla chiarezza dello stile, al rigore del metodo, ci restitui- scono il Primo Levi che abbiamo imparato a riconoscere come un classico delle nostre lettere. A cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa. Di PRIMO LEVI (Torino 1919-1987) Einaudi ha pubblicato tutte le opere. In copertina: illustrazione di Nicola Magrin, 2014. Progetto grafico: 46xy. ISBN 978-88-06-22497-4 € 13,00 9788806 224974 COP_Levi_Cosi.indd 1 25/11/14 15.33 Super ET 00_PP_LEVI_Così fu Auschwitz.indd 1 28/11/14 12.07 Dello stesso autore nel catalogo Einaudi Se questo è un uomo La tregua Storie naturali Vizio di forma Il sistema periodico La chiave a stella La ricerca delle radici Lilít e altri racconti Se non ora, quando? L’altrui mestiere I sommersi e i salvati Dialogo (con T. Regge) Opere I racconti Conversazioni e interviste (1963-1987) L’ultimo Natale di guerra L’asimmetria e la vita Tutti i racconti Ranocchi sulla luna 00_PP_LEVI_Così fu Auschwitz.indd 2 28/11/14 12.07 Primo Levi Cosí fu Auschwitz Testimonianze 1945-1986 Con Leonardo De Benedetti A cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa Einaudi 00_PP_LEVI_Così fu Auschwitz.indd 3 28/11/14 12.07 © 2015 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino www.einaudi.it isbn xxx-xx-xx-xxxxx-x 00_PP_LEVI_Così fu Auschwitz.indd 4 28/11/14 12.07 Nota dei curatori I lettori di Levi sanno che il primo capitolo dei Sommersi e i salvati comincia con la frase «La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace». È naturale che la loro attenzione si concentri sull’aggettivo «fallace», dove si compendiano l’acume e l’onestà di uno scrittore che denunzia fin dal prin- cipio i limiti di ogni testimonianza, a cominciare dalla propria. Nel mettere in pagina i documenti raccolti in questo libro abbiamo invece voluto dare ai due aggettivi «meraviglioso» e «fallace» un peso diverso dal solito; sarà op- portuno dire in che modo. Cosí fu Auschwitz si apre con il testo del Rapporto sulla organizzazione igie- nico-sanitaria del Lager di Monowitz (Auschwitz III), che il medico-chirurgo Leonardo De Benedetti e il dottore in chimica Primo Levi stesero a Katowice nella primavera 1945, su richiesta del Comando russo di quel campo per ex prigionieri; l’anno successivo il testo fu pubblicato, in lingua italiana e in una versione piú lunga, sulla rivista torinese «Minerva Medica». A quella preco- ce testimonianza abbiamo fatto seguire, in ordine cronologico, un gruppo di testi di generi e provenienze diverse che coprono l’arco di quarantun anni, dal 1945 al 1986: articoli apparsi in giornali e riviste, interventi pronunciati in pubblico, deposizioni rese in vista di processi contro criminali nazisti (qui la voce di Leonardo torna ad affiancarsi a quella del suo amico), testi ufficiali commissionati a Levi quale figura autorevole fra i reduci dei Lager. La mag- gior parte dei testi fu redatta personalmente da Primo Levi, che poté anche seguirne la pubblicazione. Viceversa, delle sue testimonianze processuali pos- sediamo in parecchi casi una trascrizione eseguita da altri e non sottoposta al suo controllo. Infine, alcuni scritti (lo si vedrà dalle Notizie sui testi) ebbero un cammino tortuoso. Una situazione cosí differenziata ha prodotto due conseguenze: 1) risulta sempre riconoscibile, lungo il corso degli anni, la voce di Levi, e allo stesso modo prende forma nel tempo e si consolida con coerenza, con angoli visuali sempre nuovi, il quadro del suo racconto; 2) una serie di minime difformità – oscillazioni ortografiche, errori materiali, sviste di memoria che possono toccare nomi, cifre, date, toponimi – si trova disseminata in alcuni di questi scritti, piú spesso naturalmente in quelli di origine orale o passati per le mani 01_V-VI_NOTA CURATORI.indd 5 25/11/14 11.28 vi nota dei curatori di intermediari, malgrado lo scrupolo di questi ultimi. Nel presente volume, salvo rettificare i lapsus calami piú banali e i refusi evidenti, abbiamo scelto di riprodurre i testi cosí com’erano, segnalandone le eventuali incongruenze nelle Notizie, che ricostruiscono le vicende di ogni testo e ne sciolgono alcu- ne allusioni; il discorso vale anche, ovviamente, per i testi di Leonardo De Benedetti che abbiamo creduto necessario includere. Questa fedeltà ai do- cumenti ci è parsa un modo per mettere a disposizione dei lettori, almeno in parte, la loro grana materiale e l’impronta dell’epoca da cui vengono a noi. Ma questa scelta è dettata anche da un altro criterio, solidale con le preoc- cupazioni manifestate da Levi negli ultimi anni di vita di fronte ai possibili usi strumentali di minimi inciampi o lacune presenti nelle testimonianze dei sopravvissuti: questo criterio è il rispetto della verità. Esso ci ha imposto di osservare la massima fedeltà filologica nell’edizione dei testi e una completa trasparenza storiografica nel ricostruirne la genesi. Il medesimo principio ci ha suggerito d’altra parte di dedicare non minore attenzione allo sforzo pro- fuso da Levi per restituire, anche a distanza di anni, una realtà comunque dif- ficilissima da descrivere; è stato uno sforzo grazie al quale la scoperta stessa di quelle sviste – teniamo a sottolinearlo – finisce per dare un rilievo ancora maggiore alla coerenza e alla solidità del quadro che in oltre quarant’anni di lavoro ci è stato offerto. L’impegno costante a correggere anche i propri eventuali errori, indos- sando sovente l’abito del ricercatore piú che del semplice testimone – come nella straordinaria Relazione del 1945, dedicata ai compagni partiti con la le- tale marcia di evacuazione da Auschwitz –, ha consentito dunque a Primo Levi di conquistare verità sempre piú nitide. Ma non è tutto; questo libro in particolare, per il taglio dei testi che lo compongono, offre ai suoi lettori un’altra importante opportunità: darà loro indicazioni per stabilire il peso ri- spettivo che, nel parlare della memoria, si può attribuire ad aggettivi all’ap- parenza cosí inconciliabili quali quelli proposti nei Sommersi e i salvati, «me- ravigliosa» e «fallace». f. l. - d. s. 01_V-VI_NOTA CURATORI.indd 6 25/11/14 11.28 Cosí fu Auschwitz 02_debenedetti-levi_Rapporto xxxx.indd 1 25/11/14 11.16 02_debenedetti-levi_Rapporto xxxx.indd 2 25/11/14 11.16 Rapporto sulla organizzazione igienico-sanitaria del Campo di concentramento per Ebrei di Monowitz (Auschwitz - Alta Slesia) Attraverso i documenti fotografici e le oramai numerose relazioni fornite da ex-internati nei diversi Campi di concen- tramento creati dai tedeschi per l’annientamento degli Ebrei d’Europa, forse non v’è piú alcuno che ignori ancora che cosa siano stati quei luoghi di sterminio e quali nefandezze vi sia- no state compiute. Tuttavia, allo scopo di far meglio conoscere gli orrori, di cui anche noi siamo stati testimoni e spesse volte vittime durante il periodo di un anno, crediamo utile rendere pubblica in Italia una relazione, che abbiamo presentata al Go- verno dell’U.R.S.S., su richiesta del Comando Russo del Cam- po di concentramento di Kattowitz per Italiani ex-prigionieri. In questo Campo fummo ospitati anche noi, dopo la nostra li- berazione, avvenuta da parte dell’Armata Rossa verso la fine del gennaio 1945.
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    Notes Introduction 1 . Primo Levi, Se questo è un uomo (Torino: F. de Silva, 1947) and Survival in Auschwitz: The Nazi Assault on Humanity (New York: Simon and Schuster, 1996). 2 . Robert S. Gordon, “Which Holocaust? Primo Levi and the Field of Holocaust Memory in Post-War Italy,” Italian Studies , Vol. 61 (Spring 2006), pp. 85–113. 3 . L e v i , Survival in Auschwitz , p. 87. 4 . I b i d . 5 . Ibid., 92. 6 . Primo Levi, The Drowned and the Saved (New York: Summit Books, 1988), p. 37. 7 . Ibid., p. 39. 8 . Ibid., p. 42. 9 . Ibid., p. 53. 10 . Historian Robert Gordon argues that “Holocaust” is a problematic term in Italy because it includes victims groups beyond those targeted for geno- cide, such as civilians killed during the German occupation of Italy and Italian resistors. Thus, I chose to use “Judeocide” here to speak specifically to Jewish victims. Gordon, “Which Holocaust,” p. 92. 11 . Unless otherwise noted, I will refer to the camp built in Fossoli, a township of Carpi, by the town name. 1 2 . R a u l H i l b e r g , Perpetrator Victims Bystanders: The Jewish Catastrophe, 1933–1945 (New York: Aaron Asher Brooks, 1992), pp. 212–216. 13 . Robert Ehrenreich and Tim Cole, “The Perpetrator-Bystander-Victim Constellation; Rethinking Genocidal Relationships,” Human Organization , Vol. 64, No. 3 (2005), p. 218. 14 . Arne Johan Vetlesen, “Genocide: A Case for the Responsibility of the Bystander,” Journal of Peace Research , Vol. 37, No. 4, Special Issue on Ethics of War and Peace (July 2000), p.
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