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English supplement Mensile dedicato alla cultura, storia, all’ambiente, al territorio e alle sue risorse - n° 29 giugno-luglio 2016 € 2,00

Medio Novarese, tra Agogna e Colline Nord Orientali Cusio e Lago d’Orta - Colli Novaresi - Novara Laboratorio artistico e di pittura

coloriamo in amicizia Presso il salone al primo piano del circolo ACLI di Momo è attivo dal mese di maggio 2016 un laboratorio artistico aperto a tutti.

Nel laboratorio si tengono incontri per l’uso dei diversi mezzi pittorici tutti i martedì sera dalle 21:30 alle 23:30 e potrà essere utilizzato anche in altro orario (da concordare) per creare e sperimentare in campo artistico e pittorico.

Per informazioni e prenotazioni tel. 348-9185513 ommario n° giugno-luglio 201629 In copertina: Porta smedievale a Sul prossimo numero: Microturismo a “Stresa” pag. 8 Microturismo notizie in breve Dove il tempo si è fermato di Loredana Lionetti pag. 4-7 Storia luoghi di culto La Pace di Ghemme pag. 14 Santuario della Bocciola pag. 20 di redazione di Luisella Mazzetti Chiese e oratori Sant’Apollinare Carpignano S. pag. 21 di redazione Antiche parrocchiali San Martino di Momo Attorno ai borghi pag. di redazione 22 pag. I Gerbidi 18 di redazione Percorsi Dal lago d’Orta alla Valsesia pag. 23 di Fabio Valeggia

Navigare l’ambiente Sacro Monte Orta. Cappella XV pag. di Lorena Baron 28 accendiamolaMEMORIA pag. Giocattoli Cardini ...e di altre meraviglie 26 di Fabio Valeggia Mario pag. 30 di Domenico Brioschi

le ricette del Caccetta Mirtilli, gelato allo yogurt pag. 32 e cacao

www.lasestacorda.it www.unpaeseaseicorde.it il Portale: ricchezze di un territorio tra passato, presente e futuro pubblicazione mensile delle: Terre di Mezzo del Medio Novarese, Colli Novaresi, Cusio e lago d’Orta, Novara. ditoriale di Loredana Lionetti Editore: n° Associazione “aquario 2012” aps giugno-luglio Direttore responsabile: E201629 Maurizio Ferlaino

Direttore editoriale: Loredana Lionetti Finalmente l’estate è scoppiata e a volte ci rinfresca con tem- porali che puliscono l’aria, aria che sa di montagna. Redazione di Novara: Francesca Grisoni Scende anche nelle aree collinari del medio novarese a togliere un po’ Redazione VCO: di arsura e arricchisce le serate attorno al lago d’Orta, dove ogni evento si am- Luisella Mazzetti manta di magia.

Hanno collaborato a questo numero: In questo numero de Il Portale troverete diversi spunti per visitare luo- Luisella Mazzetti, Lorena Baron, Fabio Baglioni, Domenico Brioschi, ghi e conoscere storie e personaggi. Fabio Valeggia, Fabio Soldano, Stefano Minoggio, Drive56 Uno degli articoli principali è dedicato ad un sito che è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: vi portiamo vicino al Ticino, ai Lagoni di Traduzioni: Mercurago di cui potrete scoprire la fantastica unicità. Loredana Lionetti

Fotografie: Faremo poi un tour sul lago: potremo iniziare un giro in mountainbike Drive56, redazione, Loredana Lionetti, che dal lago d’Orta ci porterà in Valsesia. L’itinerario ciclistico è tradotto anche Luisella Mazzetti, Fabio Valeggia, in inglese per gli stranieri. Archivio iconografico del lago d’Orta (www.accendiamolamemoria.it) Ci avventuriamo anche a Vacciago, graziosa frazione di Ameno, per Sede legale: visitare un bellissimo santuario, quello della Bocciola. “aquario 2012“ aps Via Madonna del Boggio 3/B - 28024 Gozzano (No) Parleremo inoltre delle nostre Terre di Mezzo del medio novarese, con diverse notizie brevi e anche più dettagliate sui vari comuni, per addentrarci Redazione: “aquario 2012” aps unità locale 1 multimedia infine, come di consueto, nei colli novaresi. via Vittorio Emanuele 27 - 28010 Barengo (No) Tel. 0322.060284 - Fax 0321.030718 Questo lavoro ci offre l’opportunità di entrare sempre più nel nostro territorio ed ogni volta che vediamo posti nuovi o anche già conosciuti, capiamo Grafica e impaginazione: quanto sia magnifico il nostro Paese, non di meno questo angolo di Piemonte “aquario 2012” aps unità locale 1 multimedia via Vittorio Emanuele 27 - 28010 Barengo (No) così schivo ma anche immerso in un ambiente naturale invidiabile, dove le per- [email protected] - 345.9641798 sone sanno lavorare sodo e con fantasia, dando spesso il massimo di sé.

E-mail: Storie di luoghi, persone e avvenimenti che compongono un meravi- associazione: [email protected] glioso puzzle, quello che cerchiamo di proporvi con la nostra rivista, invitandovi redazione: [email protected] direttore resp.: [email protected] a venire con noi per amare sempre più questi luoghi. www.ilportale-rivista.it - www.aquario2012.eu Vi auguro quindi buona lettura. Distribuzione: Abbonamento, associazioni culturali, scuole, comuni, “punti magazine” provincia di Novara

Ctp e stampa: Pressup - Roma Registro stampa periodica Tribunale di Novara n° 564 del 28 giugno 2013 3 il Portale flash

15 giugno 2016 inaugurazione “Giardino Dei Semplici” a

naugurato ufficialmente mercoledì sembrare anche un po’ folle ma che si I15 giugno a Miasino il “Giardino è rilevata estremamente importante. dei Semplici”, piccolo appezzamen- Ad oggi sono 40 le specie di piante to annesso all’oratorio e di proprietà officinali, alberi e arbusti presenti ma, comunale, che negli anni passati fu nella prossima primavera, si pensa di l’ “Orto della Bibbia”. In completo raddoppiare questo numero. Protago- decadimento dal 2013, l’amministra- nisti i ragazzi delle classi II che, sotto zione comunale guidata da Giorgio la guida di Fantini, hanno dapprima Cadei ha pensato di rivolgersi al pro- eliminato e spostato quanto era stato fessor Giancarlo Fantini, originario di piantato e negli anni era cresciuto a ne citato addirittura come “Farmacia Carcegna, e ai suoi studenti dell’Isti- dismisura compromettendo in alcuni del Signore”. Grazie alla disponibilità tuto Agrario di Crodo per dare nuova casi anche i muri, poi hanno preparato della guida naturalistica ambientale vita a quella che era diventata una il terreno e messo a dimora ruta, la- Albert Husband il sito sarà visitabile vera e propria incolta giungla verde. vanda, verbena, camomilla, assenzio, ogni sabato dalle 10.30 alle 13 o su Due anni di lavoro di riqualificazione rabarbaro e molto altro ancora per dar appuntamento per gruppi e scolare- del sito, un’idea che, all’inizio, poteva vita ad un luogo che su alcuni libri vie- sche contattando il 3482256578

Tutti a scuola nei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia

stato presentato mercoledì 1° la realizzazione di una guida turistica Ègiugno, presso la Sala Cristina mentre i più grandi si sono impegnati del Sacro Monte di , nel creare un prodotto multimediale il progetto “Tutti a scuola nei Sacri che verrà proposto nel prossimo mese Monti di Piemonte e Lombardia” ban- di settembre. Il Sacro Monte di Orta dito nel 2014 dall’Ente Sacri Monti è stato gemellato, per l’occasione, in collaborazione con l’Unesco per con quello di Belmonte in provincia dare un valore aggiunto ai 9 siti, set- di Torino ed esattamente con la scuo- te piemontesi e due lombardi. Sono la Primaria di Prascorsano. Un ruolo state coinvolte la scuola Primaria di molto importante in questo progetto Orta San Giulio con le classi IV e V l’ha avuto la guida turistica e accom- elementare e il Liceo Gobetti di Ome- pagnatore naturalistico Filippo Piraz- gna con le classi IV di Architettura. zi: “I bambini conoscevano poco il 4 Per i più piccoli l’attività prevedeva Sacro Monte, abbiamo quindi svolto ferta dai nonni agli ortesi in visita a Belmonte”. Dopo questo primo im- portante passaggio sono intervenu- te le insegnanti che hanno aiutato i bambini ad elaborare tutti i dati e le fotografie e sono stati preparati nume- rosi disegni. “Un lavoro impegnativo – affermano le maestre – ma gli alunni si sono dati veramente da fare anche nel creare giochi legati al nostro Sa- cro Monte”. Tutto il materiale è poi convogliato in un coloratissimo volu- metto, una guida scritta dai bambini per i loro coetanei ai 9 Sacri Monti, in distribuzione presso le rispettive sedi. Durante l’incontro del 1° giugno un’attività preparatoria sull’importan- erano presenti, oltre ai piccoli studenti za artistica, culturale, storica e turisti- ortesi con i loro genitori e insegnanti, ca del luogo che una volta era meta anche il referente del progetto, Stefa- di pellegrini mentre oggi i turisti lo no Aietti, e il sindaco di Orta, Giorgio vedono con occhi diversi. Sono state Angeleri che ha ringraziato per il la- approfondite le conoscenze su quat- voro svolto: “Questa volta siete stati tro cappelle, la prima, la terza, la tre- voi a raccontare a noi adulti la storia dicesima e la ventesima poi c’è stato del Sacro Monte. Dovete averne sem- lo scambio di visite tra i due paesi. I pre cura per primi, farlo conoscere a bambini di Prascorsano hanno fatto da tutti e preservarlo”. Oltre alla guida ciceroni a quelli di Orta e poi ci si è generale è stata realizzata anche una scambiati i ruoli. Due giornate molto scheda didattica dedicata solo al Sa- riuscite con il giro in motoscafo per cro Monte di Orta. i piccoli torinesi e la castagnata of-

La “CicloSportiva” di Briga Novarese

a 33° edizione del trofeo ciclisti- Lco “Sportivi di Briga” è pronta per partire.

Il sindaco di Briga Novarese Chiara Barbieri e il presidente dell’associa- zione sportiva Giuseppe Bellosta han- no presentato ufficialmente la mani- festazione che avrà luogo il prossimo giovedì 11 agosto, organizzata per le categorie Elite e Under 23. Colombano di Briga dove è previsto Briga, la Androni Giocattoli. La competizione prevede un per- l’arrivo. Anche questo tour ciclistico è un corso che si snoderà in 13 giri su un Circa una dozzina il gruppo dei ci- modo per percorrere il nostro terri- circuito che toccherà i paesi di Bri- clo amatori brighesi che quest’anno torio e valorizzarlo, un richiamo per ga Novarese, Invorio, Talonno e San sfoggiano una nuova divisa bianca e i diversi partecipanti e per il pubbli- Marco di Borgomanero, per con- rossa, grazie allo sponsor della com- co che potrà sostenerli lungo tutto il cludersi con la salita al colle di San petizione che ha sede nella stessa tragitto. 5 il Portale flash

Volley Group Suno ASD

iniziative sportive promosse dal Co- Volley che si è svolto dal 30 giugno mune di Suno. al 3 luglio ad Arma di Taggia, in Li- guria, provincia di Imperia, dove la Nella New Volley Group di Suno sono Under 12 di Barengo si è classificata molti anche i ragazzi di Barengo che al terzo posto. L’esperienza in Liguria praticano la pallavolo nelle diverse ca- è molto formativa a livello sportivo tegorie, a seconda dell’età. Gli iscritti ma non solo, si rinsaldano i rapporti ora sono saliti a circa una sessantina di amicizia in un clima di vacanza e e si dividono in fasce, il Mini Volley, condivisione delle esperienze. gli Under 12 e gli Under 16 e la pri- Le allenatrici sono ora tre e le squadre a New Volley Group Suno ASD ma divisione maschile. Anche que- potranno proseguire la loro crescita Lè una società sportiva giovanile st’anno La Società ha partecipato al nei campionati giovanili federali. nata il 29 settembre del 2014, per l’in- torneo estivo denominato Sole Mare segnamento della pallavolo a ragazze e ragazzi a partire dai sei anni in su. L’attuale presidente della società è Marco Brigatti, coadiuvato da un di- rettivo formato da persone di Baren- go e di Suno. Lo spirito del gruppo è quello di far praticare a tutti i giovani uno sport sano dove prevale il diverti- mento e il piacere di fare squadra. Inizialmente la nuova Società si affiliò alla Fipav per poi entrare nel Coni e raccogliere subito circa 20 atleti tesse- rati. Le attività vengono svolte princi- palmente nella bella palestra di Suno sotto l’attento occhio di una esperta allenatrice. Due anni fa la prima sta- gione agonistica con le sezioni fem- minili Under 14 e Under 15, mentre i più piccoli si impegnarono nei diversi tornei della Mini Volley Cup. Grazie all’impegno di dirigenti ed allenatrici è stato dato un notevole impulso alla promozione di questo sport, svolgen- do fra l’altro corsi di volley in alcune 6scuole primarie e partecipando alle Memorial Lino Fornara

ella mattinata di domenica 17 hanno poi proseguito in direzione di ta di sole, ha visto parecchi parteci- Nluglio si è tenuta una cicloturi- Cureggio, Fontaneto d’Agogna, Ba- panti con grande soddisfazione degli stica di medio fondo nel ricordo del rengo, Fara, Ghislarengo, Rovasen- organizzatori, in particolar modo di grande campione borgomanerese del da, Roasio, Doccio, Roccapietra, bi- Giorgio Medina, presidente della Ci- ciclismo degli anni 50, Lino Fornara vio per Civiasco, passo della Colma, cloamatori di Borgomanero-Palzola e (1925 - 1990) vincitore tra l’altro di , Alzo, San Maurizio d’Opa- Marco Vicario, infaticabile factotum. quattro Giri della Svizzera. La ma- glio, Gozzano e ritorno a Borgoma- Presente anche Luca Fornara, figlio di nifestazione sportiva ha preso il via nero per un totale di 103 chilometri. Lino, che ha premiato i vincitori con alle h. 8.30 in località San Bernar- Il primo atleta ha tagliato il traguardo l’assessore allo Sport del di do di Borgomanero, proprio ai piedi alle h. 12,30. Borgomanero Pierfranco Mirizio. del Colle del Colombaro dove Lino Fornara nacque nel 1925. I corridori La gara, favorita dalla bella giorna- Festival dell’Arte

el frattempo la città di Borgoma- pomeriggio e si articolerà attraver- Nnero si prepara ad accogliere la so una vasta esposizione dei pittori, terza edizione del Festival dell’Arte, con l’obiettivo di avvicinare l’arte al che avrà come palcoscenico proprio i grande pubblico e far conoscere gli quattro corsi del centro cittadino. La artisti locali. L’evento fa parte del giornata dedicata ai talenti del terri- Settembre Borgomanese, con le varie torio è prevista per il 24 settembre manifestazioni che seguono la Festa dalle 10 di mattina fino alle 18 del dell’Uva di Borgomanero.7 pubblicato in fermoimmagine - www.ilportaletv.it

Microturismo

dove iltempo fermatosi è 8 9 a sinistra: il laghetto delle ninfee, al centro un piccolo tuffetto sotto: il lagone

l Parco dei Lagoni di Mercurago, fascino a questo luogo incantevole. la torba era uno di questi. Così, nella sotto il comune di Arona, è una L’area protetta del Parco comprende seconda metà dell’Ottocento, si ebbe Idelle aree protette del Piemon- diversi ecosistemi: la torbiera, lo sta- qui un’attività intensiva dell’estrazio- te, nominata dall’Unesco Patrimo- gno, la palude, il bosco, la brughiera, ne di torba, finché, verso il 1860, ini- nio dell’Umanita per lo straordinario il pascolo per i cavalli e il coltivo. Un ziarono a riaffiorare resti importanti. contesto naturale e archeologico che territorio costituito da un terrazzo mo- La fortuna è stata di avere avuto per- comprende. renico affacciato sul Verbano, con due sone intelligenti e responsabili che se serie di dolcissime collinette chiamati ne sono occupate, come il rag. Barto- La zona che occupa si estende nell’en- motti. lomeo Gastaldi, insegnante di Torino, troterra tra i comuni di Arona. Oleggio che venne qui sul sito e ne riconobbe Castello, Comignago e Dormelletto. Ma andiamo a conoscere le ricchezze l’importanza, identificando questo Oggi i Lagoni sono gestiti, insie- di questo sito. specchio d’acqua come la prima sta- me alle Riserve di Fondotoce e zione palafitticola del Piemonte. dei canneti di Dormelletto, dal- Si tratta di una serie di laghetti in- l’Ente Parchi del Lago Maggiore. termorenici che hanno reso famosa Questo aprì la pista ad ulteriori studi la località giustificando nel 1980 la in tutta la Regione. Quello di cui il sito Per raggiungere il Parco dei Lagoni costituzione del Parco dei Lagoni di si può vantare e per il quale è famoso, si può partire da Mercurago, presso la Mercurago. Importante da un punto di non è tanto l’antichità dei ritrovamen- sede e centro visite, da Dormelletto, vista naturale ma anche archeologico, ti né la quantità, ma è il contesto raro, da Comignago o da Oleggio Castello. perché nello scorso secolo si sono rin- quello della torbiera, che permise e venuti diversi reperti che hanno get- permette la conservazione di reperti Presso il Centro Visite si trova l’area tato luce sulla storia antica non solo che altrimenti sarebbero stati distrut- pic-nic riparata da una tettoia, comple- locale ma internazionale: si va dalla ti quali legni, stoffe, resti di animali ta di servizi igienici. Si potrà accede- prima età del Bronzo fino alla tarda cacciati o allevati. I ritrovamenti più re al Parco dalla “Strà di Lagon” che romanizzazione (II secolo d.C.). importanti riguardano il legno: qui si inizia dalle tre caratteristiche casette Il Lagone è una torbiera, in pratica gli sono rinvenute quattro ruote di tipolo- in legno degli Alpini. Nel parcheggio alberi e la vegetazione che vediamo gia diversa, piroghe e palafitte relative antistante la sede si può lasciare la attorno nel tempo cadono nel lago ma proprio al primo insediamento che va macchina e rifornirsi di acqua potabi- non si decompongono grazie al feno- dal XVIII secolo al XV secolo a. C., le per l’escursione. meno che si chiama “intorbamento”. quindi un insediamento durato circa La scoperta del sito si rifà alla neces- 500 anni. Un villaggio palafitticolo, di E qui inizia l’avventura, che oggi vo- sità della nostra nazione, nel 1800, di cui prima non si sapeva nulla. gliamo presentarvi, oltre che come trovare materiale per produrre calore La presenza di oggetti in bronzo e ambiente naturale ricco di sentieri per ed energia. Al contrario di altre nazio- delle piroghe vicino al lago Maggiore visitarlo, anche come prezioso sito ni non avevamo carbone quindi ci sia- dimostra che c’era anche molta atti- archeologico, la cui magia aggiunge mo adattati agli elementi disponibili, vità commerciale. Di altri resti quali

8 9 riproduzione delle ruote ritrovate nella zona (opere di Ivan Romano)

abbeveratoi, utensili in legno di uso archeologici, terminata quella fase il fetti una necropoli golasecchiana, comune ci restano solo molti calchi lago fu lasciato a sé stesso e si riem- sono dieci sepolture orientate nella in quanto gli originali furono distrutti pì di nuovo naturalmente con l’acqua stessa direzione ad eccezione di una dopo l’estrazione. piovana. che rappresenta la tipica procedura se- I reperti delle ruote e delle piroghe, polcrale di questa cultura, che ha avu- cosi come i calchi sono a Torino al Ma il Parco dei Lagoni di Mercurago to l’epicentro soprattutto nella zona Museo dell’Antichità, mentre al mu- non contiene solo i preziosi reperti di meridionale del Lago Maggiore ma le seo di Arona possiamo vedere i calchi questo villaggio, bensì anche resti di cui propaggini arrivarono a zone della di alcune ruote. Le ruote sono il sim- altre epoche. Lombardia e del Piemonte. bolo della capacità tecnica umana di Quello che vediamo qui è il risultato questo insediamento. Possiamo trovare il Motto del Lagone di un lavoro di ricostruzione fatto nel I Lagoni di Mercurago sono stati no- che è una piccola altura dalla sommità 1992 dall’ente Parco che ha tra le sue minati dall’Unesco Patrimonio del- piatta: negli anni ‘70 venne ritrovata attività anche il recupero dell’ambien- l’Umanità proprio per l’unicità del su questo Motto una necropoli riferi- te naturale ed archeologico; è stata contesto archeologico ed ambientale bile all’età del Ferro della cultura di risistemata un’area scoperta nel 1971 che ancora oggi circonda quello che Golasecca, a poche centinaia di metri da appassionati locali, si è poi cerca- fu un antico villaggio palafitticolo. dal villaggio palafitticolo dell’età del to frettolosamente di mettere a riparo Bronzo, con un salto in avanti di circa quello che era possibile. Disponiamo Gli anni di estrazione della torba coin- 800 anni. di elementi che ci permettono una da- cisero con l’attività dei ritrovamenti Ciò che si può vedere è a tutti gli ef- tazione piuttosto sicura, tra la fine del

Delizioso e romantico è il Laghetto delle Ninfee che si trova poco distante dal Lagone: un delicato ecosistema ricco di vegetazione e fauna che vive attorno allo specchio d’acqua; vi troviamo ad esempio il “tuffetto”, piccolo uccello che si nutre tuffandosi e riemergendo in mezzo alle foglie di ninfea. 10 qui, è davvero un patrimonio. Per que- ste culture la certezza della sopravvi- venza in un’altra vita era qualcosa di estremamente profondo. Abbiamo mi- gliaia di tombe che testimoniano que- sta importanza mentre ben poco del loro insediamento urbano, perché la tomba era in pietra per essere eterna, mentre le abitazioni per la semplice e breve vita terrena erano costruite con materiale deteriorabile. Questo Motto o altura è un luogo magico, un posto forse per loro più vicino al cielo, bru- ciare il corpo liberava l’anima insie- me con il fumo e il raggruppamento di alcune tombe suggerisce l’insieme di una famiglia. D’altro canto la posizione di alcune fosse riflettono una serie di cono- scenze rituali magiche, che sfuggono un po’ alla nostra comprensione per- ché non hanno lasciato nulla di scrit- to. Si sono trovati reperti scritti di tipo commerciale ma non della sfera magica e rituale che era assolutamen- te separata dal resto e a pannaggio di pochissimi iniziati. Molte posizioni delle tombe si riferiscono alla sta- gione in cui la persona era mancata o alle posizioni stellari, ecco perché necropoli celtica di epoca golasecchiana non vi sono posizioni fisse delle tom- (Motto Lagone) be ma seguono piuttosto l’andamento VI e la prima metà del V secolo a. C. fatti la cremazione, troviamo di fatto dell’universo astrale. Questa necropoli è inoltre importante la sovrapposizione di due riti; proba- rispetto ad altre, perché vi ritroviamo bilmente la storia è molto più fluida di L’ultima scoperta archeologica nel due tipi di rituale: fosse più grandi e quello che pensiamo, tanto da coesi- Parco dei Lagoni di Mercurago è il sito lapidi per l’inumazione, mentre poco stere nelle tradizioni. che riguarda la presenza romana nel- più avanti possiamo notare fosse mol- A volte la gente vedendo pietre e bu- l’area. Da scavi effettuati poco dopo il to più piccole perché servivano per che rimane quasi delusa, ma per chi sa 2000 si è portato alla luce una serie di sotterrare la sola urna cineraria. Tipi- capire cosa sono e quello che hanno resti che erano prima ricoperti dal bo- ca della cultura di Golasecca era in- rappresentato per coloro che vissero sco. Gli scavi si sono poi limitati per necropoli celtica di epoca golasecchiana (Motto Lagone)

necropoli celtica di epoca golasecchiana (Motto Lagone) 11 resti di insediamento romano

non andare ad intaccare troppo la riserva boschiva. Nel 2003 una enorme tempesta distrusse la parte forestale e portò maggiormente alla luce il sito che oggi vediamo. Successive indagini hanno reso evidente quello che a tutti gli effetti si è rivelato un insediamento abitativo la cui tipologia possiamo identificare tra il II e il III secolo d.C., quindi in piena età imperiale romana, benchè al- cune tracce di reperti lascino ipotizzare anche un lungo periodo di utilizzo del sito fino al Medioevo. Si possono vedere una serie di muri a secco in sasso che determinano la grandezza e l’estensione di queste abitazioni, che probabilmente facevano parte di un più grande insediamento umano, una serie di strutture abi- tate crollate su sé stesse. Muri a secco con aperture per porte, scalinate e una serie di basamenti murari di cui non conosciamo il fine. Abbiamo una serie di pietre e un basamento che fu sottoposto ad altissime temperature, che crediamo si potesse trattare del luogo di forgiatura di un fabbro per la costruzione di utensili usati nella pia- na agricola sottostante. Possiamo quindi dire che ci troviamo di fronte ad una serie di abitazioni rurali per i contadini e lavoratori del luogo, che costituivano una piccola economia autosuffi- ciente, nella quale si tendeva ad ottenere da sé tutto ciò di cui si abbisognava. Interessante la scoperta di grosse olle che contenevano granaglie. Probabilmente la strut- tura crollò a causa di un incendio e vi sono indizi per cui tutta la costa potrebbe essere piena di resti insediativi 12che proseguono nel bosco. Ci troviamo su una cerchia morenica tra i comuni di Oleggio Ca- gradini che lasciano intuire un piano superiore della struttura stello e Comignago e quando piove molto vi è un continuo riaffiorare di parti in ceramica. Probabilmente que- sti abitanti seppellivano i loro defunti al Motto Caneva, che è un’altra necro- poli della stessa epoca. Il colpo d’occhio di questo insedia- mento nell’ambito del parco è di gran- de impatto, perché non è una condi- zione comune, spesso i resti romani si trovano in piena città, qua invece è un insediamento rurale funzionale a que- sto luogo che è rimasto tale nel tempo, sottolineandone il contesto romantico e sentimentale. Tale suggestione deve essere mantenuta da azioni di cura e conservazione.

Il Parco presenta in ogni stagione spettacoli interessanti: dal rigoglio vegetativo dell’estate, ai colori ed ai prodotti del sottobosco in autunno, al gelo invernale che, spesso, con- sente il pattinaggio sul Lagone. Le zone umide rivestono particolare im- portanza per la fauna e le rare spe- cie della flora acquatica e palustre. Sentieri tematici sono appositamente segnalati per consentire ai visitatori di apprezzare vari aspetti della natura: i boschi -percorso rosso, le zone umide -percorso azzurro,l’archeologia -per- corso viola, le attività produttive -per- corso arancione.

Per gruppi interessati e’ possibile prenotare visite guidate informando il personale preposto.

Per informazioni: Tel. 0322.240239 - 0322.237916 Email: [email protected]

Nel Parco sono presenti alcune importanti aziende agricole, tra le quali ricordiamo la Surga che si dedica all’allevamento dei cavalli da corsa e che era parte della Scuderia Tesio, nella quale venne allenato il famoso Ribot. Ancora oggi possiamo vedere nel verde del parco ampi spazi dove gli splendidi cavalli purosangue vivono liberi. 13 Luoghi di culto

il antuario S della occiola la Bocciola come appariva a chiesa della Madonna della nel 1840 da un disegno Bocciola, elevata a Santuario di Renzo Foglietta Bartista domese Lnel 1844 da papa Gregorio XVI, sorge su di uno splendido terraz- zo in località Vacciago o, più specifi- catamente Vacciaghetto, nel comune di Ameno, dal quale si domina tutta la penisola di Orta con l’isola di San Giulio che fa capolino dietro la colli- na del Sacro Monte, abbracciando in un solo sguardo uno dei più bei pae- saggi italiani. Un ambiente unico dove la natura e l’arte s’incontrano e trova- no la pace e la devozione di un antico miracolo, vedetta delle colline che circondano il Cusio. In principio fu una semplice cappelletta, di quelle che se ne incontrano tante lungo i sen- tieri di campagna. Dipinta sul muro una Madonna con il Bambino tra le braccia. Davanti alla sacra immagine 14sostava ogni giorno a pregare, fin dal- paesaggio dal terrazzo della Bocciola

la mattina presto, una giovinetta che di nome faceva Giulia Manfredi, detta Fiordispina, muta dalla nascita e proveniente da una famiglia povera ma onesta. Era il 28 marzo 1543 quando alla piccola apparve, su un pruno, la Madonna vestita d’azzurro con in braccio il Bambino Gesù. L’apparizione è una delle po- che nella zona ad essere stata ufficialmente riconosciuta dalla chiesa, lo si evince dalla frase riportata sulla lapide posta al- l’esterno del santuario: “La Taumaturga Madonna della Boccio- la fu incoronata Regina per decreto vaticano l’8 settembre 1859”. Nonostante si faccia risalire la sua nascita all’anno 1533 circa, non si hanno notizie certe sui natali di Giulia. La tradizio- ne vede collocate la sua casa e la sua stanzetta in località Vaccia- ghetto. Sull’edificio è stata apposta una lapide, ancora visibile, con la seguente scritta: “Qui ove tradizion di fede avita ripeton della Muta Veggente Vacciaghese la culla e l’altare del suo ver- ginal sospiro Giulia Manfredi ai concittadini addita vera virtù gloria al paese il risveglio di pietà a N. Patrona Regina della altare Bocciola nel LXXV anniversario della Vaticana incoronazione 1859 – 1934 - XII”. Uno degli aspetti popolari legati al Santua- rio è sempre stato quello di donare offerte alla Madonna Per Grazia Ricevuta molte delle quali sono ancora appese alle pare- ti. Cuore dell’edificio è la cappelletta laterale dove la tradizione vuole si trovi un pezzo dell’antico pruno dove apparve la Ma- donna. Il luogo sacro rappresenta un unicum di notevole impor- tanza artistica per la provincia di Novara, si tratta infatti di un edificio totalmente in stile Neoclassico. Sia l’architettura che l’altare che il ciclo pittorico così come li possiamo ammirare ancor oggi appartengono interamente a questa corrente artistica. Dalla primitiva cappelletta furono numerose le trasformazioni

la Madonna vestita d’azzurro che portarono alla realizzazione del santuario come lo possiamo ammirare oggi. Quello che però colpisce maggiormente è l’in- terno che si presenta a croce greca, a navata unica centrata su urna contenente il pezzetto di pruno una cupola che poggia su quattro pilastri che corrispondono ad altrettante nicchie su archi, quella d’ingresso, le due laterali e quella frontale che ospita il presbiterio e il coro. Tra di loro le nicchie sono collegate da un fregio, tridimensionale con fiori, frutti, serti di foglie, anfore principalmente in stucco e oro, men- tre è metallico nel presbiterio e nel coro, riproposti come allora era vista l’età classica. L’altare è in marmo di Carrara con intar- si finissimi, molto pregiato e in stile neoclassico nel quale è in- corniciato l’affresco antico rappresentante la Madonna in trono con Gesù Bambino che regge il globo, recentemente attribuito al pittore Giacomo da Cardone, pittore nativo di Montecrestese. Se in passato chi entrava nel santuario cercava con15 gli occhi questa parete destra centrale: Le donne ebree mentre festeggiano il passaggio del Mar Rosso

immagine del miracolo, oggi ciò che colpisce immediatamente il visitatore è il ciclo pittorico che ricopre intera- mente le superfici murarie. Un illustre pittore voluto e cercato a Milano, Agostino Comerio, undici mesi di la- voro, dal 27 settembre 1820 al 28 ago- sto 1821, trentasei affreschi di varia grandezza per un risultato che ancor oggi è sotto gli occhi di tutti, fedeli e cultori dell’arte. Ancora oggi colpi- scono i colori brillanti e a tal proposi- to una leggenda narra che Comerio avesse scoperto un particolare metodo per stendere e lavorare i colori affin- ché non si rovinassero nel tempo. Sul- la controfacciata si trova la grande scena de “Il generale Jefte incontra la particolare dei due piedi sinistri figlia”. L’affresco, con sullo sfondo la persona, ironia della sorte, fu proprio la “Il sogno di Giacobbe”. Sulla parte de- campagna di Masfa, è incentrato su sua unica e amata figlia. La disperazio- stra dell’atrio si può ammirare il “Ce- due gruppi di persone ben distinti, da ne del padre è tangibile e contrapposta spuglio che brucia e l’Angelo parla a una parte la figlia del generale la qua- alla felicità della giovane che non capi- Mosè” e su quella sinistra “Davide gio- le, accompagnata dalle ancelle, corre sce fino a che il genitore non spiega la vinetto mentre lotta con il leone che ha felice incontro al padre, dall’altra il situazione. Con grande forza d’animo assalito il suo gregge”, allegoria della padre, con i suoi soldati, che protende e rispetto per le leggi d’Israele la figlia vittoria del Bene sul Male. Da notare il braccio nella speranza di fermarla. accetterà il suo amaro destino chieden- l’espressione della belva che non ha Jefte infatti, durante la guerra contro do solo che le venissero concessi due nulla di feroce. Sulla parete destra cen- gli Ammoniti fece un voto a Dio: “Se mesi per poter piangere con le sue trale “Le donne ebree mentre festeg- vincerò ti sacrificherò il primo che mi compagne. Poi il padre la sacrificò. La giano il passaggio del Mar Rosso” e su 16verrà incontro tornato a casa”. E quella volta è invece interamente occupata da quella sinistra “Giuditta mostra al po- dipinto del miracolo

Pinxit”, forse apposta da uno dei suoi aiutanti, unica firma di tutto il ciclo. Sul fatto che si trovi proprio sul collare di un cane rabbioso qualcuno lo spiega con il presunto brutto carattere dell’ar- tista. In alto nella lunetta del coro ven- ne riprodotto il miracolo. Questo di- pinto ha delle stranezze delle quali forse non conosceremo mai la ragione. Anzitutto l’icona presso la quale Giulia pregava è completamente diversa, sia nella forma che nei colori dall’origina- le, forse all’epoca il dipinto era nasco- sto alla vista? Gesù Bambino risulta addirittura molto più grande di quello che dovrebbe essere. Analizzando poi lo sfondo anzitutto si nota l’isola di collare del cane con scritta Comerio San Giulio con un enorme castello me- polo la testa di Oloferne, generale degli con due piedi sinistri, forse semplice- dioevale, inoltre la chiesa del Sacro Assiri e simbolo di superbia punita”. mente per un errore. Nella volta centra- Monte è posizionata in un punto non Ancora una volta troviamo l’operato le della cupola è raffigurata la Gloria realistico. Oggi il santuario viene scel- eroico di una donna, Giuditta appunto, della Vergine tra gli angeli con l’arcan- to da molte coppie di sposi ma voglia- dal carattere forte, tenace e intrapren- gelo Michele. Sulla parete di destra del mo ricordare il matrimonio celebrato il dente. Lo stile neoclassico si riconosce presbiterio Comerio dipinse “Abigail 9 aprile del 1932 tra la contessa Caroli- dai colori e dalle pose rigide. L’atten- cerca di placare l’ira di David, secondo na Marenco di Morimondo con il mar- zione viene catturata dalla figura am- re di Israele, per essere stato maltratta- chese Carlo Thaon di Revel alla pre- mantata di arancione, inginocchiata e to dal marito di lei che si chiama Na- senza delle L.L. Altezze Reali il raffigurata in basso sulla destra, che ha bal”. La parete sinistra del presbiterio è principe Umberto di Savoia, il principe la particolarità di essere stata dipinta occupata da “Mosè fa scaturire l’acqua Ferdinando Duca di Genova e la prin- nel deserto per dissetare cipessa Maria Adelaide. Umberto di- il suo popolo”. Da notare venterà re Umberto II, l’ultimo re che, nonostante la scena d’Italia solo per il mese di maggio 1946 dovesse avere Mosè per questo motivo detto proprio “re di come protagonista, sono maggio”. Alle 11.30 vennero celebrate le donne ad essere in pri- le nozze in una splendida giornata che mo piano. Sulla sinistra rendeva sfavillante il Monte Rosa. Una si può osservare un cane lapide posta sul muro esterno del san- trattenuto a stento tanto è tuario ricorda l’evento. rabbioso, ma la partico- larità è che sul collare c’è la scritta “A. Comerio foto sposalizio con reali 9 aprile 1932 17 Storia e territorioAttorno ai borghi

oratorio Santi Gervaso e Protasio i erbidi diFontaneto d’Agogna Ga località Gerbidi si svilup- pa nella periferia del paese di LFontaneto d’Agogna, essendo una delle frazioni più prossime al cen- tro del comune medesimo.

Il nome della località deriva da “ger- bido”, termine che indica un tipo di terreno di difficile coltivazione: arido e battuto dal vento, con un substrato piuttosto ciottoloso ma povero di mi- nerali, su cui nascono gli arbusti tipici delle brughiere.

Eppure, anche questo suolo incolto viene spesso citato in carte medievali, a riprova del fatto che tali aree ave- vano comunque un posto importante nel ciclo agricolo; complementari al tessuto rurale, erano sfruttate per il re- perimento del legname e come riserve di caccia, mentre le brughiere erano ideali per la pastorizia e l’allevamen- to.

La pendice collinare argillosa dei 18Gerbidi, consolidata dalla presenza di fitti boschi di castagno, ospitò at- Il nucleo più antico dei Gerbidi si ada- rizi derivanti dalle importanti cave torno al 1200 persino una fortezza, gia invece nell’ansa inclusa tra i pie- di argilla una volta presenti a Boca ormai scomparsa, di cui si possono di della collina e il corso del torrente e Maggiora, intonacati con sabbie solo ritrovare pochi resti murari in Sizzone, lungo la via Alleva e la via di fiume che lasciano intravedere la ciottoli posti a spina di pesce, di stile del Forno, dove si trova l’oratorio dei tessitura muraria, tipiche dell’archi- basso medievale. Il castello denomi- Santi Gervasio e Protasio. L’edificio tettura rurale. nato “Castrum Tabarinum” era situato religioso è di particolare effetto per a circa 300 metri sopra i Gerbidi e fu il suo colore rosato, determinato dai Fino alla fine del XX secolo molti di edificato dai Brusati poco prima dei mattoni e ciottoli a vista e per la sua questi cascinali erano abbelliti da af- contrasti tra i guelfi e i ghibellini di struttura templare con finte colonne freschi votivi e stemmi gentilizi, oggi Novara, che ne determinarono la di- e frontone. quasi del tutto scomparsi. Ricordia- struzione nel 1311. mo che in via del Forno si potevano In quest’area si sviluppa anche il vedere una Crocifissione e l’affresco La località Gerbidi ha avuto, negli centro abitato con le case ravvicinate dell’Immacolata con S. Pietro e S. ultimi decenni, una notevole espan- in modo compatto, costituite per la Luigi, mentre in via Alleva erano di- sione urbanistica, determinando una maggior parte da lunghi cascinali con pinti una Pietà e lo stemma del casato continuazione edilizia che la lega ballatoio, affacciati su cortili comuni. Rovida-Visconti. direttamente al comune di Fontaneto Le costruzioni più antiche mostrano d’Agogna, risultandone quindi come nella muratura ancora molti aspetti Le frazioni sono luoghi che possono prima periferia. del passato: ciottoli e pietrame pro- riservare sorprese e che ci raccontano venienti dal torrente Sizzone e late- altre vite e altre storie.

19 Storia la ace diP Ghemme nno 1467, epoca di guerre tra accadeva, un matrimonio aiuterà alla i Ducati per il dominio sui risoluzione del conflitto; infatti nel- Aterritori. lo stesso documento viene sancito il matrimonio di Galeazzo con Bona di Nella Pianura Padana il Ducato di Savoia, sorella di Filippo e di Ame- Milano, guidato da Galeazzo Maria deo IX di Savoia. Il Trattato viene Sforza, vuole proteggere il suo do- sottoscritto proprio nel Castello Ri- minio già conquistato fino alla Sesia. cetto di Ghemme. Dall’altra parte il Ducato dei Savoia, L’accordo è così chiamato la “Pace capeggiato da Filippo Senza Terra, di Ghemme”, firmata tra l’ottobre e nome senz’altro pertinente, cerca il novembre del 1467 e ratificata dai di entrare in possesso del contado di principali Stati Regionali; proprio Novara per estendere il potere sabau- nel medesimo periodo la cittadina do fino al Ticino, sottomettendo il ospita il duca di Milano Galeazzo territorio a incursioni e saccheggi. Maria Sforza all’interno delle mura del Castello. Salgono le tensioni e Galeazzo Maria Il comune di Ghemme è spesso ricor- Sforza, dopo aver minacciato di di- dato per questo lontano avvenimento chiarare guerra al Ducato di Savoia, e da diversi anni ne celebra l’impor- decide di recarsi a Ghemme, in di- tanza con una ricostruzione storica fesa del suo confine, in gran parata in costume, animazioni e laboratori d’armi con il segretario ducale Cicco per grandi e piccini. Per un giorno le Simonetta. stradine, i vicoli e i cortili del Ricetto ritornano a vivere come alla fine del Dopo una dimostrazione della reci- Medioevo, con personaggi e attori del proca forza, le due parti non si scon- territorio, ripercorrendo le azioni e le trarono ma scelsero di concludere le scene che portarono alla firma della ostilità con un Trattato. Come spesso Pace di Ghemme.

20 21 Chiese e oratori

passato alquanto imponenti, di cui possiamo ritrovare pochi resti di mu- ratura nella boscaglia oltre la dismes- sa linea ferroviaria Biella-Novara che si trova a pochi metri dall’Oratorio di Sant’Apollinare.

Gli studiosi ricollegano la costruzione dell’oratorio al 1159, anno in cui ven- ne eletto Arcivescovo di , il cui patrono è appunto Sant’Apollina- re, Guido di Biandrate, famiglia che ha avuto senz’altro legami con questo Sant’ luogo e con la vicina località omonima.

pollinare Nella Visita Pastorale del vescovo Aa Bascapè nel 1597 si riferisce la noti- zia che i canonici di Sant’Apollinare si trasferirono a Biandrate, forse a Carpignano Sesia seguito della distruzione della co- munità da parte delle milizie sviz- ra i molti edifici religiosi pre- guerra, una vita fervida lo governò. zere del 1522, e che la Collegiata di senti nel comune di Carpigna- Un tempo vi furono ampi cenobi Biandrate aveva numerose proprietà Tno Sesia, dalla parrocchiale con chiostri decorati, lo dimostra- intorno all’area di Sant’Apollinare. alle diverse chiese ed oratori, ognuno no i segni, lo insegnano molti scritti. Dopo aver ammirato le iscrizioni sulla con la propria spiccata identità, ve ne Tu vieni di lontano a vedere il tempio facciata che ci hanno riportato indie- è uno che in particolare testimonia innalzato nel nome del Santo apolli- tro di diversi secoli, entriamo ora al- l’esistenza di un antico insediamento. neo vescovo di Ravenna. l’interno dell’oratorio per vederne le Si tratta dell’oratorio intitolato a San- Ma, se i membri della casa dei Malos- testimonianze artistiche. t’Apollinare, situato nella via omoni- so, concordi, non mi avessero soccor- Nella zona del catino absidale trovia- ma, l’antica strada che portava verso so con offerte, avrei avuto morte certa. mo diversi affreschi: sopra l’altare è Sillavengo, che si trova sulla sinistra Entra, e, supplice, le ginocchia piega- raffigurata la Madonna con il- Bam di Via G. Puccini uscendo dal paese in te secondo l’uso, o viandante, nuova- bino tra i Santi Apollinare e Giovan- direzione di Novara. mente venera un luogo così santo”. ni Battista, risalente al periodo della Via Sant’Apollinare è asfaltata ma ricostruzione avvenuta alla fine del dopo qualche centinaio di metri di- Da questa iscrizione si comprende che Cinquecento. Sempre nell’abside, venta sterrata e si snoda tra le piante. vicino alla chiesa di Sant’Apollinare sulla destra, vediamo un altro dipinto dovevano esserci dimore e costruzio- del Seicento raffigurante la Madonna Arriviamo così all’oratorio dedicato ni piuttosto fiorenti che ospitavano in Trono con il Bambino e San Rocco a questo Santo, sulla cui facciata vi una comunità religiosa di monaci o che distribuisce il pane ai poveri. Sul- è un’iscrizione importante scritta in di canonici regolari. Probabilmen- la sinistra invece vi sono due affreschi latino, suddivisa in coppie di versi a te un monastero che fu raso al suo- più antichi di inizio Cinquecento che cadenza mirata, chiamati distici ela- lo assieme all’oratorio durante una rappresentano la Madonna in piedi giaci; una forma poetica che però ini- guerra forse attorno al Cinquecento. con il Bambino, sotto un padiglione zialmente erano brevi testi con la fun- L’iscrizione inoltre testimonia che damascato, e una Santa con un drago zione di descrivere la vita quotidiana, l’oratorio fu ricostruito grazie alla ai piedi e una devota inginocchiata. come nel nostro caso, dove si racconta donazione della famiglia Malosso. Un altro affresco probabilmente della la storia dell’oratorio e di ciò che gli Ma il breve testo in latino parla anche costruzione originaria era una Annun- stava attorno: di “segni” e “scritti” che potrebbero ciazione di cui si ha notizia, situato documentare la vita del nucleo di- sulla parete di fondo, di lato all’abside “Prima che genti nemiche distrugges- strutto. I segni potrebbero consistere accompagnato da versi in latino, pur- 20 sero il tempio con mortali ferite di nelle rovine e negli antichi edifici in troppo ora non più21 visibile. Antiche parrocchiali San artino a Momo Ma chiesa di San Martino a Momo, situata nel centro abitato, risale al secolo XI, anche se la prima notizia Lscritta è del 1347, quando viene citata in un atto di vendita come chiesa insignita di titolo parrocchiale. Esisteva infatti la chiesa di Santa Maria in Castro, che era la chiesa del castello, l’attuale parrocchiale di Santa Maria, mentre quella di San Martino si trovava in “villa”, cioè in mezzo al nucleo abitato con funzioni anch’essa di parroc- chia per il popolo.

L’importanza nel medioevo della chiesa di San Martino è data dal fatto che vi affluivano tanti fedeli e davanti ad essa si riunivano i capifamiglia per discutere i problemi di tutti e prendere le decisioni per la comunità. Allora si trattava di un vasto complesso che comprendeva la chiesa a due navate e anche una torre di guardia quadrata poco discosta, il tutto circondato da una muraglia di protezione. La chiesa di San Martino era un bene clericale con jus pa- tronato della famiglia Cattaneo, ma all’inizio del 1500 il loro disinteresse portò ad utilizzare una sola navata per i riti e adibire l’altra a deposito di prodotti agricoli, canti- na e legnaia. Chi beneficiava di questi spazi aveva accanto un’abitazione con sei locali a pian terreno e solai; quella del massaro era fornita anche di stalle, fienile e colombaia. La navata ad uso rurale era visibile fino a qualche decennio fa, ora si possono vedere lungo il fianco sud le aperture di collegamento ormai tamponate.

La struttura della chiesa di San Martino era bassa, con fac- ciata a capanna sopra la quale si ergeva una torretta con campanella. All’interno era custodito un antico dipinto po- sto dietro all’altare, che raffigurava i Santi Martino, Pietro e Zeno. Numerose reliquie vennero trasportate nel 1625 nell’attuale parrocchia, mentre l’interno poco luminoso in- dusse il vescovo Odescalchi a ordinare nel 1661 di soprae- levare ed aprire due nuove finestre. La ristrutturazione di fine Seicento ne definì le forme attuali.

Le vicende storiche che seguirono portarono ad una chiu- sura forzata della chiesa per 50 anni, iniziata con la profa- nazione nel 1799 delle truppe di cosacchi che vi alloggia- rono e ne bruciarono le porte. La chiesa venne riaperta al culto, dopo restauro, nel 1850 grazie all’interessamento dell’arciprete Andrea Silva.

Attualmente la chiesa di San Martino a Momo ci mostra ancora alcune parti più antiche di stile romanico del secolo XI nella muratura laterale a sud, mentre sul lato nord ritro- viamo la base quadrata del campanile e traccia degli altri 22interventi strutturali intervenuti nei secoli. 23 a mountainbike offre, ad ap- passionati esploratori, la pos- Lsibilità di raggiungere luoghi Percorsi incantevoli dalla vista mozzafiato, an- dando su e giù per le colline e le mon- tagne attorno al mistico specchio del Lago d’Orta. Il percorso che qui vi presentiamo va- Mountain lica il confine tra il Cusio e la Valse- sia: 23 km raggiungendo un dislivello di 740 m in circa tre ore e mezza, ov- viamente senza calcolare le eventuali Bike tappe, che invece noi vi consigliamo. Un itinerario non esattamente sempli- ce, adatto ai pedalatori più esperti. Il punto di partenza è la chiesa parroc- chiale di San Clemente Papa di Cesa- ra, una vera meraviglia che si staglia sopra la strada, sulla sponda occi- dentale del lago. Entrati nel comune di non resta che raggiungere la chiesa che subito si presenta sullo sfondo, con il suo colonnato dal quale si ha una vista panoramica del borgo e le cappelle votive lungo il sentiero della Via Crucis. Al di sotto della chiesa si trova il comodo parcheggio dove potremo lasciare l’auto, prende- re la bicicletta e partire.

dal lago d’Orta alla Valsesia

22 Cesara 23 Pedaliamo sulla strada principale in lieve salita che porta alla piazza del Municipio di Cesara e svoltiamo a si- nistra in Via S. Isidoro, che prende il nome dall’oratorio accanto alla piaz- za. Percorriamo Via S. Isidoro e arri- viamo al ponte sul torrente Qualba, il corso d’acqua scorre frizzante sotto di noi e il suo tragitto lo porterà fino ad Oira dove si tufferà nel lago formando una bella cascata di circa 30 m. Noi attraversiamo il ponte e, proseguen- do sulla stessa via, arriviamo ad una cappelletta dove svoltiamo a destra, salendo lungo la strada prima in ce- mento, poi sterrata. Attraversiamo così il bosco e al primo bivio prendiamo a sinistra arrivando all’oratorio della Ciovanda. Proseguia- mo scendendo verso il bivio per Arola, su un tracciato piuttosto ripido che for-

Arola

se ci costringerà ad andare a piedi per ad essa. Immergendosi nei vicoli ben un tratto. Al bivio per Arola torniamo curati, gli antichi portali e i muri in sulla mountainbike perché la strada è pietra, i palazzi signorili decorati con asfaltata e ci dirigiamo verso la Colma affreschi ci raccontano una storia senza e Varallo Sesia; la strada inizia a salire tempo, ancora viva e affascinante. e ci porta a passare dall’abitato di Pia- Saliamo verso il cimitero di Arola e nezza e dal comune di Arola. oltrepassiamo l’oratorio dell’Annun- Qui vi consigliamo una breve tappa per ziata, dal quale si gode uno spettacolo visitare questo paese che è davvero pit- davvero unico del Lago d’Orta. toresco. La chiesa parrocchiale di San Sempre in salita arriviamo al km 5 del- torrente Qualba Bartolomeo spicca con il suo campani- la Strada Provinciale 88, stando attenti a Cesara le sulle case di Arola radunate attorno ai segnali gialli che accompagnano i

he mountain-bike offers to explorers the path of the Via Crucis. Beneath the church there Arola, on a rather steep track that perhaps will Tchance to reach beautiful places with is the parking where you can leave the car, take force you to walk for a while. At the junction for breathtaking views, going up and down mounts your bike and begin cycling. Arola you can cycle again as the road is paved, and hills around the mystical . Proceed slightly uphill on the main road leading heading towards Colma and Varallo Sesia; the The path that here we present crosses the border to the square of Cesara City Hall and turn left way begins to climb and leads you to the villages between Cusio and Valsesia: 23 km, reaching an in Via S. Isidoro, which takes its name from the of Pianezza and Arola. altitude of 740 m in about three hours and a half, oratory next to the square. We go along Via S. Isi- We recommend a short stop to visit Arola which obviously without considering any stop that in- doro and get to the bridge over the Qualba stream is very picturesque. The parish church of San stead we recommend. Not exactly an easy route, that flows sparkling below us; its run ends at Oira Bartolomeo stands out with its bell tower over more suitable for well experienced cyclists. with a nice waterfall of 30 m diving into the lake. the houses gathered around it. Amidst the neat The starting point is the parish church of San Cle- We can cross the bridge and, continuing on the streets, we find ancient portals and stone walls, mente Pope of Cesara, a true marvel that stands same road, we come to a small chapel where we nice palaces decorated with frescoes telling a still out above the road, on the western shore of the turn right, going up along the way that becomes alive and fascinating timeless history. lake. Entering the village of Cesara you see im- a dirt road. Then we can climb towards Arola cemetery and mediately the church in the background, with its Then you cross the wood and get to the first junc- pass the chapel of the Annunciation, from which colonnade from which one has a panoramic view tion where you turn left and reach the oratory you can enjoy a truly unique spectacle of Lake Orta. 24of the village and the votive chapels along the of Ciovanda. Go down towards the junction for Always uphill you arrive at the 5th km of the presso il rinomato agriturismo la cui vocazione si fonda su un allevamento di bovini di razza Bruna e sulla pro- duzione di latte della migliore qualità, panorama sul lago d’Orta dal quale l’azienda ricava una toma dall’oratorio dell’Annunziata di Arola molto pregiata. Diverse e accoglienti bivio successivo, incontrando la vista le camere per eventuali soggiorni, per dei primi abeti e gustandoci la natura chi ama passeggiare, prendere il sole che ci circonda. Al bivio seguente pro- o cercare funghi. Da questo alpeggio seguiamo dritti, senza deviare, conti- si può assaporare la vista del paesino nuando a salire. di , oltre che del lago. Questo è un tratto di strada davvero Dopo tanta salita, ora non resta che impegnativo e piuttosto sconnesso scendere. Stando di fronte alla baita ma a lasciarci senza fiato è piuttosto dell’Alpe Sacchi scendiamo a destra, il magnifico panorama sul lago. Pro- in diagonale sul prato, per raggiun- seguendo, il fondo stradale finalmen- gere una strada sterrata che scende a te migliora e poi scende per qualche sinistra, superando un canale. Proce- centinaio di metri, arrivando alla via dendo attraversiamo una faggeta dove asfaltata che da Civiasco ci condurrà un sentiero ci porterà vicino all’Alpe Arola all’Alpe Sacchi. Svoltiamo a destra e, Soliva, prestando attenzione al fondo numeri dei chilometri, a volte sbiaditi; sempre sulla strada asfaltata, raggiun- insidioso. Arriviamo così ad una larga svoltiamo subito a destra immettendo- giamo l’Alpe Previano, una posizione via gippabile, svoltiamo a sinistra in ci su una larga via gippabile dal fondo dalla quale si vede bene la parte della direzione di . Andiamo oltre e argilloso. Da qui si inizia a salire nei Riviera da Gozzano fino a Omegna. troviamo una deviazione a destra per boschi di faggi e castagne, con elevate Poi l’asfalto lascia il posto allo sterrato il “Fò d’Umbrela”, un faggio molto e strappi continui. che in breve ci porta appunto all’Alpe particolare la cui forma ricorda inci- Raggiungiamo così l’Alpe Trevigno, Sacchi, il punto più alto del nostro per- sioni ancestrali. Teniamo sempre la teniamo la destra a un piccolo incro- corso, a circa 1230 m. strada principale che scende rapida- cio e svoltiamo invece a sinistra al All’Alpe Sacchi possiamo ritemprarci mente, se avete dubbi seguite i segna- via bianco-rossi del sentiero. Superate le Alpi Pontetto e Tapuscera, si arriva finalmente ai laghetti di Nonio, altro luogo bellissimo dove poter sostare. Qui riprende la strada asfaltata che porta al cimitero di Nonio, dove im- bocchiamo una bella mulattiera che ci condurrà fino al parcheggio della chiesa parrocchiale di Cesara.

Sentiero verso la Valsesia

Provincial Road 88; pay attention to the yellow Previano, a position from where it is possible to dirt road that descends to the left, overpassing a signals of the numbers of kilometers that may be see the part of the Riviera going from Gozzano to canal. Proceed and cross a beech wood where a faded. Then turn immediately right onto the mo- Omegna. Then the asphalt gives way to a gravel path will take you close to Alpe Soliva, paying torway on a wide street made of clay soil. From road that soon leads you precisely to the Alpe attention to the insidious ground. You thus arrive here you start to climb into the woods of beech Sacchi, the highest point of our journey, at about at a broad road, turn left in the direction of Nonio. and chestnut, with high and steep rides. 1230 m. Let’s go further and find a deviation to the right So you reach the Alpe Trevigno, keep to the right Here you can restore yourself at the well knonw for “Fò d’Umbrela”, a very special beech whose at a small crossroads and instead turn left at the country house whose vocation is based on a herd shape resembles ancestral carvings. Always keep next junction, here you see the first fir trees and of cattle producing the highest quality milk, from the main road that goes down quickly, if you have enjoy the nature around. At the next junction go which the company derives the toma, a very val- doubts follow the white and red signs of the path. straight, without deviation, continuing to rise. uable typical cheese. Different and comfortable Overpassing Pontetto and Tapuscera Alps, you fi- This is a very challenging stretch of road, a rather rooms for any stays, walkers, sunbathe or look nally get to the lakes of Nonio, another beautiful bumpy one but the magnificent panorama of the for mushrooms. From this alpine pasture you can place to stop. Here you find again a paved road lake leaves you breathless. Continuing, the road appreciate the view of Quarna Sopra village, as that leads to the cemetery of Nonio, where you finally improves and then comes down to a few well as the lake panorama. take a beautiful trail that will lead to the parking hundred meters, reaching the paved road from After so much climbing, now you just have to under the parish church of Cesara. Civiasco that heads towards Alpe Sacchi. Turn go down. Facing the hut Alpe Sacchi slope down 24 right always on the paved road reaching the Alpe on the right, diagonally on the lawn, to reach a 25 accendiamolaMEMORIA

Giocattoli Cardini ra il 1921 e il 1930 si produsse- ro a Omegna una serie di ma- Tgnifici balocchi in latta litogra- fata. La ditta era la Giocattoli Cardini e il suo titolare fu Ettore Cardini.

La fabbrica, di 8000 metri quadrati, era all’avanguardia: vi erano gene- ratori autonomi di corrente e gli am- bienti erano disposti in modo raziona- le e moderno.

All’ultimo piano c’era una scuola di formazione professionale dove veni- ciale comprendeva 13 giocattoli: il giostra volante, la giostra dei dirigibi- vano progettati i giocattoli e veniva- camion 1 8BL, la torpedo 50 HP, la li, la giostra aereo, la motonave Satur- no realizzati i prototipi che dopo aver limousine 509, l’automobile da cor- nia, la corriera e la cucina a gas N.10. passato i test venivano avviati alla sa, la locomotiva gruppo 690, il tram I giocattoli si distinguevano per l’al- 26produzione in serie. Il catalogo uffi- elettrico N.12, la giostra dei cavalli, la to grado delle finiture e il loro movi- 27 torpedo 50 HP

mento era garantito da una molla in tava i propri giocattoli anche sui mer- un brevetto che tutelava la forma della acciaio, che caricata, permetteva al cati esteri, principalmente in Argenti- scatola da eventuali copie. giocattolo di muoversi per un tempo na, dove Ettore aveva dei parenti. sufficientemente lungo. La grande crisi del 1929 non risparmiò Una particolarità dei giocattoli Cardi- l’attività del Cardini, che si convertì Il giocattolo più bello e poetico di Car- ni era l’imballo, disegnato dal famoso alla produzione, per conto di Fiat, di dini rimane la giostra volante dal dia- illustratore Antonio Mussino, impor- fari, fanali e altri accessori. Nel cen- metro di 45 cm. La scatola era arric- tante collaboratore del Corriere dei simento del 1931 risultavano lavorare chita al vertice da una serie di figure Piccoli. L’imballo, oltre a contenere il alla Cardini solamente 25 operai. femminili splendidamente stampate giocattolo, si trasformava in uno sce- in litografia. Attorno, appese a delle nario per ambientare il gioco: ad esem- Finiva così un’epoca, con i suoi giocat- piccole altalene, ruotavano delle “co- pio il camion aveva il suo garage e la toli dal fascino straordinario. La morte cottine alate” che furono trasfigurate motonave un porto dove attraccare. di Ettore, avvenuta a seguito di un ba- dall’immaginazione popolare in “li- Ettore Cardini poneva molta attenzio- nale intervento chirurgico darà il colpo bellule”. Per questo la giostra veniva ne al proprio sistema scatola-giocatto- di grazia all’azienda: dopo un tentativo anche detta delle libellule. lo, tanto che l’8 dicembre 1924 aveva infruttuoso di trasferirla a Torino il fra- Negli anni ’20 del 1900, Cardini espor- provveduto a depositare in America tello Alfredo provvide a liquidarla.

26 27 Navigare l’ambiente Rubrica a cura degli studenti del Liceo Scientifico G.Galilei di Borgomanero

Scuole e territorio Viaggio al Sacro Monte di Orta San Giulio. Cappella XV

ella cappella XV viene pre- sentata l’episodio in cui san NFrancesco riceve le stigmate. Raccontano le fonti che Il santo si era ritirato nel 1224 sul monte della Verna per la Quaresima di san Michele e per pregare perchè colto da un momento di grande sconforto. In un momento di estasi mistica gli apparve il Croci- fisso, sotto forma di Serafino, con sei ali, che impresse su di lui, con cinque raggi infuocati, le stigmate che se- Roma. La scelta della pianta circolare to il busto di Padre Cleto da Ca- gnarono il corpo di Cristo crocifisso. è collegata al tema che viene raffigu- stelletto Ticino, uno dei princi- La cappella delle Stigmate fu rato all’interno, ovvero l’incontro di pali ideatori del Sacro Monte. una delle prime ad essere edifi- san Francesco con Dio tramite le Stig- L’autore delle sculture fu lo statua- cata, tra il 1591 e il 1594, a segui- mati: il cerchio è simbolo di quella rio Cristoforo Prestinari, che scolpì to del finanziamento dell’ortese perfezione che Francesco raggiunge per questa cappella un totale di otto Giulio Maffioli, residente a Roma. nel momento in cui la sua sequela di statue. Sei di queste rappresentano L’edificio è a pianta cilindrica con Cristo è tale da meritare le Stigmate. animali. Prestinari fece questa scel- un porticato a due ordini, posto su L’architettura è molto cura- ta per cercare di creare l’ambien- di un’altura, ed è stato accostato ad ta: infatti possiamo trovare un te naturale, quello del monte della illustri esempi bramanteschi, come colonnato con volte a botte. Verna. Le ultime due sono le più 28la chiesa di San Pietro in Montorio a Sopra all’ingresso fu scolpi- importanti. Una è la statua di fra- 29 te Leone, l’altra di san Francesco. ginale, che apparteneva ancora alla Sullo sfondo troviamo una comune San Francesco volge le spalle al fra- prima fase del Monte, quando era- schiera di angeli e un cielo aperto. te, ed è tutto rapito dall’estasi che, a no attivi i “Fiamminghini” e Gia- Nonostante la rappresentazione del- differenza di quella del tutto misti- como Filippo Monti, non resta più l’evento sia completamente affidata ca e sofferta della scultura barocca, alcuna traccia; infatti essa fu inte- alle statue, gli affreschi riescono, tra- è intessuta di umiltà e fede; il frate, ramente rifatta nel 1783 dal pittore mite le tonalità spente e la composi- invece, esprime il suo stupore in un Riccardo Donino. Possiamo trovare zione rarefatta, a creare un’atmosfe- leggero trasalimento del volto, nel- alcuni elementi naturalistici che ri- ra di sospensione che contribuisce a lo sguardo fisso e attento. Secondo producono i luoghi selvaggi e soli- sottolineare l’unicità e l’eccezionali- la critica queste due statue furono tari del monte della Verna, ispirati tà dell’episodio. tra le migliori opere del Prestinari. agli ambienti che compaiono nella 28 Della decorazione ad affresco ori- pittura della seconda metà del ‘700. 29 Questi racconti sono dedicati ad alcuni degli alimenti più tipici delle nostre terre: il gorgonzola, di Domenico Brioschi il riso e il vino. E agli uomini e alle donne che li hanno prodotti. Si possono leggere uno alla volta o legare tra loro, immaginare la parola “continua” o la parola “fine” al termine di ...e di altre meraviglie ognuno. Racconti per un anno de “il Portale”. Se qualcuno poi si domandasse se queste storie a 5 puntata sono vere, l’autore sarebbe molto felice, perché avrebbe raggiunto il suo scopo. Mario l Mario, il figlio maggiore del Luisin e della Teresa, è ancora un bocia che gioca per strada, ed è già il Icapo della milizia. Vale a dire che quello che gli esce dalla bocca è legge, e tutti i ragazzini della ban- da gli obbediscono come Carabinieri. E’ il più grande della truppa, il più agile, il più forte, il più furbo, e può chiedere di fare qualunque cosa. Onesta… o meno. Se c’è da organizzare il saccheggio di qualche noccioleto, il Mario non si sporca nemmeno le mani: manda gli al- tri, che tornano con nocciole dappertutto, nelle tasche, nelle camicie, nei fazzoletti, e devono consegnargli la parte più grossa della refurtiva. Guai lamentarsi! Il Ma- rio quando ha una pietra in mano ed è pronto a tirarla, fa paura anche ad un adulto. A scuola va, e neanche male. Il maestro dice che potrebbe riuscire bene, molto bene. Memoria d‘acciaio. Gli basta leggere una cosa una volta per ricordarsela fino al giorno del Giudizio. La guerra è finita da poco e Luisin, il padre, è appena tornato dal campo di concentramento. Mario è del ’34, ha dodici anni, e la sua testa ragiona secondo schemi particolari. Si capisce che è più intelligente dei suoi coetanei. Ma è anche più malizioso, perfido, violento. E rancoroso. Non passa giorno dal ritorno del padre che tra i due non ci sia baruffa. Mario provoca. E Luisin che è di poche parole e non ha mai studiato pedagogia, tenta di drizzarlo con la svargella, il ramo di salice che usato come frustino sulle gambe nude dei ragazzi è il metodo Montessori dei genitori contadini dell’epoca. Al Luisin non piace fare certe cose, ma quel maledet-

30 31 Luisin si picchia in testa per il dispia- scuro, con le mani nere e una cicatrice cere e la vergogna. Non sa cosa fargli, in fronte, che negli anni ’60 vedevo cosa dirgli a quel ladro, delinquente, uscire barcollante dal circolo operaio vigliacco che picchia un cane alla ca- fosse il figlio della Teresa. L’ho visto tena. Da chi avrà preso? Dove ce l’ha un paio di volte passare sputando a il cuore, quello lì, che sua madre ci terra con astio davanti a casa nostra. sta così male ogni volta? Lui, il figlio Perché? Non lo so. che la Teresa amava di più! Tanto che Dai racconti che udivo credevo fosse aveva fatto voto alla Madonna duran- una specie di Franti, quello del “Cuo- te il travaglio del parto, e glielo aveva re” di De Amicis, ma no, c’era di più. consacrato! Valentino mi spiegò che a militare era Quando Mario torna a casa trova sulla stato messo in carcere per aver feri- soglia il Luisin ancora con le lacrime to un commilitone. Disse anche che agli occhi e un bastone di nocciolo lavorava senza passione, ma che il in mano. Il bastone si alza e colpisce vero dramma era che se non veniva Mario lasciandogli un taglio sulla te- licenziato per aver litigato o addirit- sta. Mario non fa una piega, si pulisce tura fatto rissa con i compagni di la- con la mano il sangue che gli cola sul- voro, se ne andava lui, sbattendo la l’occhio sinistro e con una smorfia in porta, lamentandosi che la paga era faccia sputa e fa dietro-front per non bassa o per presunte ingiustizie patite. mettere mai più piede in quella casa. Mai sposato, mai avuti figli né -don Aveva compiuto da poco quattordici ne, almeno non in paese: viveva solo, to del Mario sembra tirargli fuori le anni il Mario, e se ne andò a stare da bestemmiando. Lo ricordo su una sberle dalle mani. Perché fa così? E un lontano parente del padre poco fuo- vecchia FIAT 1100 azzurro-sporco, poi, almeno corresse a rifugiarsi tra le ri il paese. Qualche settimana dopo il ne accendeva il motore con cattive- gonne della Teresa, macché! Resta lì Cadinin trovò le viti del suo poderetto ria mandandolo esageratamente su di senza nemmeno abbassare lo sguardo, tagliate. Nessuno potè accusare espli- giri, poi abbassava il finestrino, spu- con una faccia da impunito nella qua- citamente il Mario di quella vigliacca- tava fuori e si accendeva un’Esporta- le si legge chiaramente “Un giorno ta, ma ogni volta che se ne accennava zione senza filtro. Ingranava la marcia me la pagherai, per queste e per tutte in sua presenza, gli spuntava sul viso bestemmiando e partiva per chissà le altre!” E ne combina una per tipo, un ghigno cattivo. dove. C’era chi scambiava qualche fa danni in giro per tutto il paese, e Luisin e Teresa non vollero più par- parola con lui, che non aveva niente le sue non sono birichinate, robe da largli, ma continuarono a tenersi in da farsi uscire dai denti, nient’altro ragazzini, no. C’è una malizia che tra- contatto col parente che lo ospitava, se non maldicenze e insulti. Magari spare, un’astio nei confronti di tutto e chiedendo notizie del figlio, offrendo proprio per sentirgli dire maldicenze di tutti. un po’ di denaro per il suo manteni- e insulti. C’è a chi piace. Un giorno Un giorno il Cadinin non ne può più mento. alla fine degli anni ’80 semplicemente di vedersi svaligiato il noccioleto dal Il parente però ogni volta declinava sparì dalla circolazione. Letteralmen- Mario e dalla sua banda. Oramai tut- l’offerta, spiegando che il Mario pa- te. Nessuno lo vide più. Nessuno ne ti li chiamano “la Banda Giuliano”, gava l’ospitalità, che era andato prima seppe più niente. E d’altra parte, forse come quella del celebre bandito che a fare il manovale in un cantiere e poi nessuno lo cercò. Forse nessuno ne proprio in quei giorni metteva a ferro l’operaio in una piccola torneria. sentì la mancanza. e fuoco la Sicilia. Il Cadinin stavol- Io non sapevo che quell’uomo basso, ta è fuori di sé dalla rabbia. Il Mario l’ha fatta troppo grossa: non solo ha guidato personalmente la razzia delle nocciole, ma con una sassata ha cava- to un occhio al cane che montava la guardia, e non contento lo ha riempito di randellate lasciandolo mezzo mor- to. Il cane del Cadinin è un bel cane da caccia, amatissimo dal padrone. Il quale ora esige che a pagarne le cure, oltre ai danni al noccioleto, siano Te- resa e Luisin. La Teresa gli mette in mano tutto il denaro che ha per casa e gli promette 30 il saldo nel giro di un po’ di tempo. Il 31 le ricette del Caccetta

l caldo dell’estate ci ha fatto accettare di buon grado l’idea Idei nostri amici dell’Osteria del Caccetta di Briona. La presen- tazione di un dolce-gelato è ottima per potersi rinfrescare degustando una vera delizia: gelato allo yo- gurt con mirtilli e cacao, fatto con prodotti del nostro territorio: lo yogurt fornito dall’Azienda Agri- cola “La Maddalena” di Sillaven- go e i mirtilli dell’Azienda Fran- chini Ezio di Briona. E se per caso non aveste tempo o trovaste la preparazione troppo Mirtilli, gelato allo complessa, beh … vi suggeriamo senz’altro di andarla a degustare dai nostri amici a Briona yogurt e cacao

Per la crema Per il gelato morbido, aggiungere il cioccolato ai mirtilli: allo yougurt: fondente tritato e poi gli ingredienti secchi. 500 g mirtilli 300 g yogurt magro 100 g zucchero (50 g pectina) 150 g panna fresca Amalgamare bene il tutto e formare qualche goccia di limone 100 g zucchero dei salami, mettere in frigo per 250 g di mascarpone di qualità - Sciogliere lo zucchero con lo qualche ora. Tagliare dei dischetti 50 g zucchero yogurt ed aggiungere alla fine regolari ed infornarli a 165°C per la panna fredda. Dopo aver ben 20 minuti. - Preparare una marmellata con mescolato mettete il composto nella i mirtilli e lo zucchero. Deve yogurtiera per circa 30 minuti. Composizione del piatto: risultate molto densa, frullare e raffreddare. Per il biscotto al Formare una spirare sul fondo della fondina con la crema ai mirtilli, : Montare nella planetaria il cioccolato rompere i biscotti grossolanamente mascarpone ed aggiungere poco e disporli su di un lato del piatto, 58 g burro alla volta la marmellata di mirtilli. adagiare sopra al biscotto una 70 g zucchero canna Mettere in un sac-à-poche e riporre quenelle di gelato, infine decorare 58 g cioccolato fondente tritato in frigo per qualche ora con qualche mirtillo a piacere. 90 g farina 10 g cacao un pizzico di sale e di bicarbonato 32 - Lavorare lo zucchero con il burro

26 concerti 19 comuni - 2 province 70 artisti Scoprire la versatilità della chitarra, la sua meravigliosa capacità di dialogare con altri strumenti: 25 concerti +1 dove la chitarra si confronta in duo, trio, quartetto e quintetto.

70 artisti sui palchi con tanti interpreti italiani, per far conoscere la nuova scuola chitarristica nazionale.

Tanti giovani di talento che trovano spazio per esibirsi e sperimentarsi.

Senza dimenticare lo spazio dedicato alle chitarriste classiche con 2 star di livello mondiale.

In programma anche una full immersion nel piacere della musica: un’intera giornata di concerti, con artisti, liutai e produttori di chitarre, amplificatori e accessori in mostra.

il programma completo su www.unpaeseaseicorde.it