la presenza di Giuseppe Curti, poligra­ La tradizione artistica, Bossoli, le «bellezze turistiche» dei nostri laghi fo autore di grammatiche che seguono Ciseri e Vela e dei nostri panorami montani. il «metodo naturale» nell'insegnamen­ Il gusto delle generazioni successive to della lingua materna e delle stranie­ si staccherà in modi e tempi diversi dal­ re; e che nel campo della letteratura Fra il 1850 ed il 1860 tre artisti, tici­ le loro opere. O il silenzio precoce, per popolare tiene un posto di rilievo non nesi di nascita, si stanno affermando Bossoli, che pur scompariva dopo una foss'altro per la volgarizzazione che fa sulla scena dell'arte italiana ed euro­ fama solidamente affermata anche degli esempi di «glorie nazionali sviz­ pea. Tre artisti diversi e per la loro atti­ fuori d'Italia, o la polemica e il disde­ zere» e ticinesi, tentando di ripetere vità e per i loro ideali ma che hanno in gno dei dotti, come per Cis eri, solo re­ narrativamente quello che l'Oldelli comune alcuni elementi attinti dalla lo­ centemente accantonati, o una mitizza­ aveva fatto senza la possibilità ro origine, dalla storia del loro paese. zione locale rinverdita di tempo in tem­ dell'udienza che avranno per decenni i La storia della loro vita illustra per po fra il disinteresse dilagante, come suoi «Racconti ticinesi» (1866) che mi­ qualche aspetto la vita della gente delle per Vela. rano a creare la conoscenza esaltativa nostre regioni, anzi ci permette di do­ Ma le «riscoperte» o le «rispolvera­ del nostro passato e a creare quei miti cumentare per analogia tante altre sto­ ture» fanno parte del procedere umano che intesi a fondare lo spirito e la storia rie meno note o addirittura ignote di delle storie del gusto. A noi interessa unitaria ticinese la percorrono per mol­ altre famiglie ticinesi. maggiormente ricordare questi uomini ti decenni, riprendendo per esempio Anche in questo periodo l'emigra­ e queste opere nel loro tempo, atte­ l'affermazione ormai entrata nella rei­ zione «artistica» (cioè di persone dedi­ stando anche il loro contributo ed il 10- terazione che leggiamo nel «Conto­ cantesi per tradizione ad attività arti­ ro affetto pel nostro paese. reso» citato del 1865 (e tanto più note­ gianali d'alto livello) ci offre qualche vole se quelle parole sono del Lavizza­ esempio di particolare successo e di ri): «Il buon gusto nelle arti belle di­ particolare merito, non indegno certo CARLO BOSSOLI (1815-1884) rebbesi da noi una facoltà ereditaria, di quelli attestati nei periodi passati, un qualche cosa cioè di tradizionale ed nei secoli passati. Pur in nuove condi­ La famiglia Bossoli, di Soragno, insieme di congenito». zioni, qualche figlio di emigrante tici­ s'era probabilmente trasferita a Luga­ Nel 1859 appariva a Lugano il primo nese, aiuto dei maestri d'arte, s'affer­ no alla fine del '700. Il padre dell'arti­ volumetto, della serie di cinque, che si ma. La loro formazione, anche per sta, Pietro Antonio, era nato a Lugano completerà nel '63, delle «Escursioni questi uomini che raggiungono la ma­ nel 1786 ed il nonno, Giovanni Maria nel Cantone » di Luigi Lavizza­ turità fra il 1850 e 1860, non avviene (nato a Soragno nel 1758) v'era morto ri, «dottore di scienze naturali». Dopo nelle scuole del Ticino: anzi le nostre la fransciniana «La Svizzera italiana» scuole hanno contato ben poco, data la e prima degli scritti filosofici e letterari situazione scolastica del Cantone fra il di Romeo Manzoni e degli studi filolo­ 1825 e il 1835. Solo dopo il 1870 le gici di Carlo Salvioni, sono la cosa più «scuole di disegno» locali daranno bella e'più utile uscita da penna ticine­ qualche frutto. se. Ad esse ponevano mano uno scien­ Malgrado le differenze, tutti e tre si ziato preparato nell'indagine della na­ formano nell'attività pratica, il Bossoli tura, ma anche un umanista che aveva lavorando presso un decoratore e sce­ occhio preciso per i fenomeni e i reper­ nografo, il Ciseri nell'azienda del non­ ti che descriveva, e aveva pure recepi­ no di imbianchini e decoratori, il Vela to, con i progressi della scienza inter­ nelle tradizionali cave di marmo di Ar­ nazionale, la lezione di stile dei grandi zo e di Saltrio ove si formavano «i scienziati e naturalisti-scrittori. Degno marmorini». con la sua modestia di stare accanto al Il Bossoli, d'un lustro più anziano, Franscini politico, studioso di statisti­ fin dal 1848, è riconosciuto come un ca, descrittore della realtà storico­ attento «reporter» dell'esotismo politica e sociale del nostro paese. Dal­ (orientale e europeo) e degli avveni­ le paginette delle «Escursioni» veniva menti italiani: fa presentire le trasfor­ una discreta e ferma luce che serviva a mazioni di gusto verso una nuova sen­ illuminare il troppo modesto momento sibilità tecnica e turistica. culturale che il Ticino attraversava. Il Ciseri ed il Vela, a partire dal 1855-60 sono fra gli interpreti primari di due opposte tendenze che sembrano vivaci e feconde nell'arte italiana (an­ che se la storia poi seguirà vie meno prevedibili): una specie di accademi­ smo post neo-classico e un post­ romanticismo accademizzante. Oppo­ Scrittori della Svizzera italiana, Bellinzona sti d'ispirazione politica, cattolico e 1935. d'ordine il primo, rivoluzionario e ra­ Guido Calgari, Le 4 letterature della Svizze­ dicale il secondo, si conoscono e si sti­ ra. Nuova edizione aggiornata, Firenze-Milano 1968. mano, sentono ambedue l'impegno di La società ticinese degli Amici dell'Educazio­ lavorare, anche modestamente, per il ne (1837-1888). Prospetto storico, Lugano 1889. loro villaggio d'origine e per il loro Emilio Motta, Il giornalismo del Cantone Ti­ cino dal 1746 al 1883. Estratto da «II Dovere» cantone, anche come membri di com­ 1883/84. Ristampa, Lugano 1976. missioni cantonali per le scuole. Louis De1cros, Piccolo viaggio attraverso la E se le vicissitudini della vita tengo­ stampa ticinese, Lugano 1958. no il Bossoli più lontano dal Ticino, A. Soldini-F. FoPtana, Giornalismo lettera­ rio e culturale nella Svizzera italiana nell'800 e anche se l'affetto per la madre ve lo ri­ nel 900 in «Il giornale letterario in Italia», Men­ porta di tempo in tempo, questi è certo drisio 1960. acuto precursore dell'illustrazione del- Carlo Bossoli, autoritratto. 69 nel 1814. Non sappiamo esattamente ove ha l'occasione di vedere, studiare e Q!ovince dell'Emilia, della Toscana e cosa facesse il padre, forse era uno copiare le stampe in vendita. del Napoletano, annotando con cura­ scalpellino. Luigi ToreHi, amico del Così il ragazzo impara da solo a di­ l'operazione regia dell'assedio di Gae- Bossoli, nel necrologio parla del padre segnare e quando nel 1828 giunge ad ta. \ «di professione meccanico» che «ven­ Odessa un decoratore italiano, certo Dopo il 1861 egli resta il pittore dei duta la casa in Lugano andò ad Odessa Nannini che dice di essere scenografo piemontesi in patria e vivendo a Tori­ in cerca .di migliore fortuna». ed allievo di Alessandro Sanquirico no ha spesso l'occasione di frequentare La famiglia attorno al 1820 emigra: (scenografo della Scala di Milano) egli il Ticino, non solo Lugano, lasciando il padre Pietro Antonio, la madre Ma­ ne frequenta lo studio sino al 1833. quadri e schizzi delle varie località. La ria, nata Bernasconi di Bissone, e i due Il giovane Bossoli inizia a vendere produzione diminuisce soprattutto do­ bambini nati a Lugano, Giovanna, na­ delle vedute di Odessa ed è apprezzato po il 1870 anche per la malattia, ma la ta nel 1813 e Pietro Carlo, ch'era nato dai nobili della regione. La principessa qualità migliora anche per la nuova li­ nel 1815. Vozoncov gli consiglia un viaggio di bertà di lavoro. Il Bossoli si reca con la famiglia a formazione in Italia. Questo viaggio Credo che bisogna sottolineare, Odessa, sul Mar Nero, il porto che era durerà dal 1839 al 1840 e gli assicura, nell'attività del Bossoli, tre aspetti stato fondato nel 1794 da Caterina II e al ritorno, un notevole successo molto nuovi. che-in quegli anni era un cantiere di nell'ambiente di Odessa. Dapprima la capacità di annotare la grande attività. Ma dopo la morte del padre, la ma­ realtà con una vivacità notevole . e di Odessa era una città nuova, sorta su dre desidera tornare a Lugano. Nel creare rapidamente, anche se un po' una fortezza turca conquistata dal ma­ 1843 la famiglia rientra. sommariamente, dei grandi quadri a resciallo Potiemkin, aperta a coloni Nel 1846 e 47 Bossoli è conosciuto a olio o a tempera che dessero l'impres­ russi e stranieri. Il suo primo governa­ Milano oves'è stabilito. E proprio del­ sione della «prise de vue». Un altro tore, l'ammiraglio Josè de Ribas era le cinque giornate egli sarà il diretto aspetto, che deriva da questo, è l'inte­ d'origine napoletana, poi ne agevola­ cronista trovando nuovi estimatori nel- resse per i «diorami», grandi vedute rono lo sviluppo due francesi esuli dal­ la nobiltà lombarda. . arcuate che dovevano rappresentare il la Rivoluzione al servizio dell'impera­ Fino al 1848 il Bossoli era un rapido paesaggio con un angolo maggiore del trice: Armando Emanuele du Plessy paesaggista che offriva alla curiosità normale, e «cosmorami», quadri che duca di Richelieu e Andreault Lange­ del pubblico vedute del Mar Nero, del visti con lenti davano un senso di rilie­ ron. Mediterraneo orientale e d'Italia, abile vo: produzioni tipiche del tempo. Ormai. i Ticinesi sapevano che in nella rappresentazione scenografica e Un terzo, molto importante, è l'inte­ Russia c'era lavoro e se qualche con­ nell'appunto efficace ed allusivo. resse per le vedute montane prese dalle terraneo poteva fornire indicazioni si Dopo il 1848 la sua attività è seguita vette. Cosi abbiamo una serie di schizzi poteva «andare a cercar fortuna» con con attenzione e viene inserita nella po­ a lapis delle montagne attorno al Lago minor incertezza. Dopo i lavori di Mo­ litica piemontese. Così nel 1853 gliNie­ di Lugano presi dalle alture o addirit­ sca era nata Pietroburgo, (e vi avevano ne commessa una illustrazione del tura da alte cime che sembrano prean­ lavorato i Malcanto'nesi) ora si parlava grande sforzo ferroviario che intra­ nunciare la «veduta turistica» o le gui­ di Odessa. prendeva il Piemonte: la realizzazione de per le «ascensioni alpine». Non sappiamo come Pietro Antonio della Torino-Genova sarà pubblicata Sono elementi anche questi che inse­ riuscisse a vivere quei pochi anni che in litografia a Londra. Nel 1855 la sua riscono bene il Bossoli nel suo tempo. gli rimasero. esperienza ad Odessa gli permette di il­ Marziano Bernardi, in un notevole Torelli dice" probabilmente sulla ba­ lustrare tempestivamente la guerra di studio premesso al monumentale cata­ se delle confidenze dell'amico, «che il Crimea (alla quale francesi e inglesi so­ logo curato da Ada Peyrot (Torino lavoro non gli·mancò». no particolarmente interessati) e di 1974) sottolinea la «(personalità insoli­ Egli morÌ nel 1836 ed il ragazzo che compiere viaggi in Francia, in Gran tamente divisa fra l'autentico creatore aveva poco più, di vent'anni si trovò a Bretagna e nell'Europa settentrionale, di immagine ... e il fertilissimo descrit­ capo della famiglia. nel 1859 pubblica addirittura la docu­ tore dei luoghL.» e certamente colpi­ La formazioné di Carlo Hossoli, in mentazione della guerra italiana che sce la felicità e la libertà del disegno e questi quindici anni, è presto riassun­ segue come pittore ufficiale, mentre del colore-negli appunti, di fronte alla ta: qualche studio presso i Cappuccini grandi quadri rielaborano gli schizzi cura per l'impaginazione per le grandi italiani che .eran.o al servizio della chie­ raccolti durante la campagna. Infine scene che spesso trascurano la ricchez­ sa cattolica della città, e verso i lO anni nel 1860-61 per incarico del Principe di za pittorica del .particolare: ma anche lavora COI~e commesso da un libraio Carignano illustra l'unificazione delle questo rientra della mentalità del tem­ po. Bossoli, pittore ticinese formatosi quasi da autodidatta in Russia, attivo in Italia e fedele a Torino, dimostra un'alta personalità ticinese del tutto particolare.

Dopo gli «Artisti ticinesi» di Ugo Donati (1942), l'articolo di M. Bernardi su Agorà (1947) i testi più completi che presentano l'artista sono i due volumi di Ugo Donati (Lugano 1959 e 1960) editi dal Banco di Roma per la Svizzera, il volu­ me ' di Piera Condulmer: Carlo Bossoli, Arte e Battaglie ed. Dionisi Alessandria 1973, e soprat­ tutto la grande pubblicazione-catalogo (con oltre 2000 riproduzioni) di Ada Peyrot, Carlo Bossoli (luoghi, personaggi, costumi, avvenimenti nell' Europa' dell'Ottocento visti dal pittore ticinese) Tip; Editrice Torinese 1974 (2 voI. pp. 862) (ma 70 La Battaglia di &Jlferino (tempera); stampato nel 1975). ANTONIO CISERI (1821-1891) gio a Firenze cominciano a interessarsi del giovane pittore. Ma anche nel Tici­ Le tappe della «fortuna» del pittore no si comincia ad interessarsi del pitto­ ticinese Antonio Cis eri possono essere re: oltre i ritratti dei famigliari, nel seguite, anche fuori Toscana, ove vive­ 1847 è_pronto un quadretto di S. Anna va, e fuori dèl Locarnese, ove viveva la per la chiesa della Rasa, e.nel 1851 la famiglia e soprattutto il fratello Vin­ Pìetà per la chiesa di Magadino, ordi­ cenzo, in alcuni avvenimenti artistici natagli dal sig .. Cesare Antognini. del tempo. Nel 1855 un suo quadro (un Ma ancora nel 1850-56 il Ciseri sem­ gruppo di famiglia del suocero Gaeta­ bra «decorare» una sala d'una villa a no Bianchini. mosaicista fiorentino) Volterra il çhe dimostrerebbe come la viene inviato alla esposizione universa­ tradizione dell'azienda paterna fosse le di Parigi, ottenendo molti consensi. mantenuta. Nel 1857 due suoi quadri (<~. non partecipò direttamente al risorgi­ ginali di otnato per le scuole di disegno È in questo ambiente che il ragazzo, mento. Uscito da una famiglia molto ctel Cantone ed attesterà in vari modi i nato a Ronco nel 1821 "viene a trovarsi rispettosa della corte granducale jlCcet­ suoi leganti col p.ae$e d'origine. In una arrivando a 'Firenze il 25 aprile 1833. Il tò le trasformazioni con cau.tela ma nota dell'8 htg'lio 1887 ricorderà di nomi'o Francesco Antonio ne annota senza opposizione ai piemontesi .che aver proposto al .di,rettore del diparti­ l'arrivo nel 'libro di cpnti della ditta, lo stimavano. Già nel 1861 è Visitato mento Giorgio Casella come membro che inizia nel 1784. dallo scultore Marocchetti e nel 61-62 della commissione; il prof. Vela. Ma i Ciseri sono attivi a Firenze da esegue parecchi ritratti del Conte di Mentre da anni lavòra alla sua gran­ oltre un secolo. . Cavour e, scrive nel diario il 24.L1862 de ultima opera, l'Ecce Homo (ora Documenti di famiglia attestano i «la commissione l'ebbi per mezzo del conservata a Palazzo Pitti) gli giungo­ pagamenti dell'affitto d'una bottega al Bossoli, pittore del principe di Cari­ no riconoscimenti e richieste da ogni ponte Vecchio dal 1719. Jacopo Cìseri gnano». parte del mondo. Nel 1890 l'architetto nato a Roncopel1647 muore a Firenze È di questi anni «l'Italia: risorta» a Luigi Fontana, da Pietroburgo, gli ha nel 1716, il figlio Pietro Ciseri nasce e cui sono contemporanei altti diSegni richiesto, un Redentore, per una chiesa muore a Ronco (1690-1774) ma nel analoghi, dedicati aU'Elvezia. . ' ~ssa ~ la sorveglianza per l'esecuzione 1739 compra a Firenze una bottega da Nell'ambiente fiorentirio Ciseri eta ' d'unii eQpia della Vergine del Murillo Carlo Domenico Fontana. molto amico di Duprè, ebb.e ottimi cons~rvata a Fitti, questo lavoro, in Dal 1774 è attivo il figlio di ~ietro, rapporti col Tonnnaseo; col Prati, con p.arte, sarà affidato al figlio Francesco, Gipvan-Franc~sco (1722-1797) padre Tullio Dandolo, col Guerrazzi. con uno dei.!moi allievi, cQme il fedele Gia­ del nonno del pittore, Francesco Anto­ Augusto Conti e Renato Fucini: como Martinetti (1842-1910) di Bironi­ nio (1758-1835), colui che ne annota Accettò ançhe a partire dal 18'80 del­ co'. l'arrivo a Firenze. le commissioni ufficiali dal Cantone. , Il padre, Francesco, e lo zio, Giusep­ Per un tiro a Locatno invia un dise­ Alla bibliografia contenuta nel catalogo luga­ nese «Mostra celebrativa per il 150° della nascita pe, continuavano la ditta ma dedican­ gno «rappresentante l'Elvezia che tiene di Antonio Ciseri» di cui le voci principali resta­ do cure al giovanetto facendolo studia­ in alto una corona di quercia con un no Giov. Rosadi: 'La vita e l'opera di Antonio re dIsegno. motto» (31.8.1880), ~segue \,10 ritratto Ciseri, Firenze Aliilari 1916, Casartelli-Monetti: Dal 1840 iniziano i prinu riconosci­ al cons. fed. Welti.(1881) ed accetta ~a. Monografia di Antonio Ciseri, Colombi Bellin­ zona 1906, si deve aggiungere ora almeno il po­ menti, dai premi all' Accademia nel carica di ispettore per le scuole canto- deroso studio di Ettore Spalletti «Per Antonio 1840 è nel 1843 . .' nali di disegno. ' Ciseri. Un regesto antologico di documenti Nel 1845 il quadro «Carlo Quinto Questa mansione viene svolta da lui dal\, Archivio dell'Artista» Annali della Scuola raccoglie il pennello a Tiziano» è anco­ innapzi . NOQIlale di PiSa s. fil voI. V, 2, Pisa 1975 , docu­ con grande impegno: d'ora mento importante del rinato interesse per la pit­ ra premiato e venduto ad una esposi­ tornerà nel Ticino ogni anno' à fine lu­ tura fiorentina dell'SOO auspicato e diretto dal zione ed anche i .«forestieri» di passag- glio e spesso in settembre o in maggio, prof. Carlo pel Bravo dell'Università di Firenze. 71 VINCENZO VELA (1820-1891) quentare Brera ove ancora imperava il duca Litta sarà acquistata da un neo-classicismo. musicista -barone russo -tedesco che Lo scultore Vincenzo Vela nacque a Aveva cominciato a nove anni a Be­ abiterà il castello di Trevano, di qui sa­ ultimo d'una famiglia di 6 sazio, a diciotto, nel 1838, superava rà esposta a San Pietroburgo e tornerà figli, e tre dei quattro maschi lavoraro­ l'insegnamento di Brera per affermarsi poi a Lugano. no la pietra. Il padre, Giuseppe, presto in un concorso a Venezia con un'opera L'amicizia coi fratelli Ciani è all'ori­ restato orfano si dedicò ai lavori di nettamente opposta alla tradizione. gine della «Desolazione», nel tempiet­ campagna e aprì un'osteria aiutato Dieci anni dopo Vela poteva ricor­ to nel parco luganese,mentre la sua co­ dalla moglie Teresa Casanova. Gli ulti­ dare altre esperienze positive a Milano, stante posizione antiaustriaca lo obbli­ mi tre figli maschi iniziarono la loro at­ un viaggio a Roma nel 1846-47, il ritor­ ga a lasciare Milano per Ligornetto. tività nelle vicine cave di Besazio ove il no precipitoso nel Ticino per parteci­ Vi eseguirà il Guglielmo Tell di Lu­ marmo locale era lavorato. pare, agli ordini di G. B. Pioda, alla gano (un tempo di fronte alla Chiesa Giovanni si stabilirà poi a Crema, campagna anti sonderbundista in Le­ degli Angioli), i ritratti del generale Lorenzo a Milano - dopo aver com­ ventina. Il patriottismo liberale di Vin­ Dufour (di cui un esemplare è davanti piuto la sua formazione a Viggiù - in­ cenzo Vela che antepone alla propria all'aula del Gran Consiglio a Bellinzo­ fine Vincenzo, a nove anni, inizierà la attività artistica la militanza concreta na) e si legherà intimamente a molti sua attività di aiuto a Besazio. nei momenti più acuti, sia nel Ticino esuli italiani. , Besazio, Saltrio, e Vig­ sia in Lombardia, si attesta nella cam­ Quando, nel 1853, Vela si trasferirà giù erano le zone ove si lavoravano i pagna di Leventina nel 1847, e nella a Torino vi troverà molti amici e lo marmi, erano le mete di tanti giovani campagna lombarda del 1848, delle scultore ticinese sarà l'autore -di molti del Mendrisiotto che iniziavano un du­ cinque giornate milanesi.nella presenza monumenti anche funebri nella capita­ ro tirocinio fissato da una tradizione alla colonna Arcioni e a Sommacam­ le piemontese. secolare che affidava al giovane precise pagna. È proprio dalla delusione della Spesso però le sue opere sono richie­ mansioni e curricoli. campagna lombarda del 1848 che Vela ste come un riconoscimento per la sua Ancor oggi nel Mendrisiotto . si tro­ trae la forza per vincere la realtà stori­ fedeltà alla causa italiana: così il mo­ vano vecchi che indicano nel mortaio a ca con un'altra realtà, quella artistica, numento milanese a Tommaso Grossi quattro angoli tondi il primo «esame» esprimendo nello «Spartaco», scolpito (auspici, fra altri, Manzoni, Carcano e del giovane apprendista. per il patriota duca Litta, il desiderio e il Rossari) eseguito nel 1857, mentre Vincenzo, di otto anni più giovane la certezza d'un riscatto futuro. era nominato professore di scultura del fratello Lorenzo, ne seguirà la via: La statua sarà esposta a Parigi nel all'accademia Albertina a Torino dopo Besazio, Viggiù, poi nei cantieri 1855, ottenendo un notevole successo (1856). Da quel momento Vela è rico­ centenari dell' opera del Duomo di Mi­ dalla critica (salvo quella francese), ed nosciuto a corte quale scultore della fa-' lano. Aiutando il fratello potrà fre- è riprodotta da riviste. Alla morte del miglia reale e svolge u~ attività didat­ tica notevole. I contemporanei 16 riconoscono sçùltore «naturalista» in polemica col passato neo-classicismo, vi vedono qualità «romantiche» che noi oggi di­ stinguiamo con qualche difficoltà. Probabilmente, col senno (o gli oc­ chi) di poi, noi crediamo a un romanti­ cismo . più esasperato di quello che i contemporanei concepivano, essi vede­ vano una rottura con la tradizione che consideravan,o(1ina novità essenziale. Fino al 1859, Vela è molto legato agli amici piemontesi fra i quali anno­ vera D'Azeglio, Lamarmora e anche Cavour. Sculture quali la tomba di Rosmini, quella di Donizetti, attestano l'altissi­ ma stima che i contemporanei hanno per la sua ope.ra. Secondo l'opportunità del momen­ to, tale fama avrebbe dovuto servire a cementare i legami fra la nuova Italia e Napoleone III. L'esposizione di Parigi del 1863 se­ gnerà l'apice di questa operazione. Il Conte Nigra favorirà l'affermazione di Vela alla Corte imperiale di cui la gran­ de attestazione sarà il «Napoleone mo­ rente» esposto a Parigi nel 1867. Da questo momento anche l'amici­ zia con lo scultore fiorentino Duprè di­ viene più solida: ma il trasferimento della capitale a Firenze isola Vela dal centro della politica italiana. Del resto stava mutando un'epoca. Morti D'Azeglio e Cavour altre perso­ nalità affrontavano la ribalta. Nel 72 Vincenzo Vela (inc. di A. M. Gilli). 1867 Vela lascia improvvisamente To- rino e l'insegnamento e si ritira a Li­ Radiografia di una società mare il deficit della produzione ali­ gornetto ove si era fatto costruire una mentare locale. villa dall'architetto Spinelli di Sagno. Il primo censimento del bestiame fu Ma questa villa, con un museo e un 1. Il Ticino nel 1850: una popolazione dispersa a montanara fatto eseguire da Luigi Lavizzari nel laboratorio, saranno il centro d'una 1859. Esso assegnava al cantone circa nuova attività. Non sempre essa fu Nel marzo del 1850 fu eseguito in 33.500 bovini, più di 46.000 capre, compresa e talvolta le sue opere resta­ Svizzera un censimento della popola­ quasi 17.000 pecore, 8000 maiali e un rono progetti, bozzetti e gessi. zione, il terzo in meno di trent'anni, migliaio di cavalli. Due terzi dei buoi Se ne arricchirà notevolmente la rac­ ma il primo del nuovo stato federale, e erano nel Mendrisiotto, le capre domi­ colta della villa di Ligornetto, lasciata il primo svolto ovunque secondo criteri navano negli impervi distretti di Locar­ dal figlio alla Confederazione, ma cer­ chiari e uniformi imposti dal potere no e Vallemaggia, ma Lodrino ne ave­ tamente ciò causò dolore allo scultore. centrale e da esso stesso poi sottoposto va 1500, Biasca 1800, Olivone 3158. A Una delle ultime grandi opere «Le a scrupolosa e severa verifica, e perciò Intragna si allevavano 500 vacche, a vittime del lavoro», fu assai lodata dei tre certamente il più attendibile e Quinto e Biasca 600, 875 a Olivone, all'esposizione svizzera di Zurigo del utile. Promotore e artefice ne era stato 1028 ad Airolo. Le particolareggiate 1883 ed a quella del 1884 a Torino. Ve­ il consigliere federale Stefano Fransci­ statistiche del Lavizzari dicevano pure la, stavolta, ha scelto liberamente il ni, il tenace assertore della nuova che il bestiame non era in genere di soggetto pensando che il marmo avreb­ scienza statistica. buona qualità e mettevano in evidenza be potuto essere posto all'uscita della Nel Ticino allora furono contati l'alta mortalità per morbi epidemici, Galleria del S. Gottardo. Ma non se ne 117.759 abitanti abbastanza uniforme­ caduta nei precipizi e incidenti vari. fece nulla. Solo nel cinquantenario una mente distribuiti sull'intero territorio. Ogni anno perivano in tal modo il 5 o 6 copia in bronzo fu posata alla stazione Il Sopraceneri prevaleva di 10.000 abi­ per cento delle vacche, dal lO al 13 per d'Airolo. tanti circa sul Sottoceneri. La popola­ cento delle capre, dal 13 al 16 per cento L'ultima grande opera, il monumen­ zione si addensava assai fortemente delle pecore, dal 14 al 17 per cento dei to a Garibaldi a Como, fu inaugurato nelle regioni montane, dove spesso la maiali. I veterinari erano troppo pochi nel 1889 e dimostrò come lo scultore dimensione media degli agglomerati e mal distribuiti, perché la Leventina e fosse stimato anche dal popolo mentre era di 400 o 500 abitanti e si trovavano Blenio, con tutto il loro bestiame, ne i riconoscimenti accademici si moltipli­ non di rado i comuni più popolosi nel­ erano completamente sprovviste, così cavano. la parte alta delle valli, sugli 800-1000 un ingente capitale andava regolar­ Il periodo di Ligornetto segna anche metri, e non alloro sbocco nella pianu­ mente perdut02• una breve presenza politica fra il 1877 ra. Così capitava in Verzasca, dove gli Sette anni dopo, il primo censimento e il 1881 del Vela in Gran Consiglio, insediamenti di valle prevalevano net­ federale del bestiame attribuiva al can­ mentre resterà membro della commis­ tamente su quelli del Piano di Magadi­ tone un patrimonio zoo tecnico assai sione scolastica cantonale. no (gli 870 abitanti di Brione con Gerra più consistente: 45.020 bovini, 63.461 Fedele agli ideali di gioventù, non e i 658 di Vogorno, contro i 290 di capre, 25 .828 pecore, 11.841 maiali. appena seppe della rivoluzione del Gordola o i 349 di Cugnasco), in Le­ I ticinesi erano in generale.dei piccoli 1890, 1'11 settembre stesso, con la ca­ ventina (i 1624 abitanti di Airolo, i allevatori: la metà dei proprietari di rabina delle campagne d'Italia, si af­ 1382 di Quinto, contro i 468 e 362 abi­ bestiame bovino non possedeva che fretta a Lugano per partecipare al mo­ tanti di Pollegio e Bodio), nel Malcan­ uno o due capi, la metà dei proprietari to popolare. tone, in Valle Morobbia, o con Isone e di capre ne possedeva da una a cinque, Gli ultimi anni sono segnati dal desi­ Medeglia (789 e 469 abitanti) che pre­ quattro quinti dei proprietari di pecore derio di creare una accademia di Belle sentavano il doppio di abitanti dei loro ne possedevano da una a cinque Arti nel Ticino, realizzata con l'aiuto tradizionali sbocchi sul piano (Camori­ solamente3• della Confederazione. Ma tanto il no: 321 abitanti, S. Antonino: 329). Al Consiglio federale quanto le società dei contrario le città erano di modestissi­ 3. L'emigrazione stagionale pittori e scultori svizzeri non accettaro­ me dimensioni e sopravanzavano di no la proposta e Vela ne sarà amareg­ poco i più popolosi borghi rurali, ad Come nelle altre regioni alpine dedi­ giato. La morte lo sorprenderà il 3 ot­ eccezione di Lugano che contava 5142 te alla pastorizia, l'emigrazione stagio­ tobre 1891: ancora nel mese di luglio, a abitanti. Ma Locarno ne aveva 2676, nale era una parte integrante del ciclo Zurigo, era stato ascoltato come testi­ Bellinzona 1926, mentre ne economico e anzi la valvola di sfogo mone nel processo per i fatti del 1890. possedeva 1972, Stabio 1780, Chiasso equilibratrice del rapporto sfavorevole Tanta gloria e tanto fervore, attorno 1265, Brissago 1266, Airolo 1624, se tra popolazione e risorse offerte dal al centro di Ligornetto, dovevano spe­ non si vogliono considerare in questo territorio. gnersi rapidamente. La moglie morirà confronto Quinto (1382 abitanti), Mal­ Attorno al 1850 venivano rilasciati nel 1892, il figlio Spartaco nel 1895 e il vaglia (1647 abitanti), Biasca (2035 ogni anno da 13.000 a 17.000 passa­ fratello Lorenzo nel 1897. abitanti con Pontirone), Intragna porti agli emigranti stagionali che si di­ Non finiva il secolo che la gran villa (1428 abitanti con Golino e Verdasio) sperdevano per tutta l'Europa, la metà era lasciata alla Confederazione per perché avevano un insediamento di­ prediligendo gli stati italiani e un quar­ crearne un museo, la cura o l'incuria sperso in molte frazioni. I to la Francia. Il totale effettivo delle che segnarono le varie tappe dell'istitu­ partenze era certamente superiore a zione sembrano riflettere l'alterna sti­ 2. La prevalenza della pastorizia queste cifre, poiché i figli minorenni ma per l'opera dello scultore. che accompagnavano i genitori veniva­ L'addensarsi della popolazione nelle no semplicemente registrati sul passa­ regioni montane era un chiaro indizio porto paterno. I distretti sottocenerini, che prevaleva ancora un'economia essendo i più densamente popolati, co­ agricola fondata sulla pastorizia e im­ noscevano le più massicce ondate di Vela fu molto amico di Romeo Manzoni e, plicava necessariamente molteplici for­ esodo stagionale. 111851 fu un anno di ancor oggi, la monografia in francese: Romeo me di emigrazione stagionale con flussi migrazione intensa e vennero distribui­ Manzoni, Vincenzo Vela: l'homme, le patriote, più o meno intensi secondo il mutevole ti in tutto 16.407 passaporti. Calcolan­ l'artiste, Hoepli, Milano 1906 (con illustrazioni di Pietro Chiesa) è da considerare lo studio più andamento delle congiunture locali, do le quote distrettuali risulta appros­ partecipato, anche se risente delle idee artistiche ma indispensabili per integrare un red­ simativamente che irI quell'anno lavo- e fIlosofiche del tempo. dito generalmente insufficiente e col- rò temporaneamente all'estero circa il 73