Guida della provincia di Itinerari di vallata

a cura di Michelangelo Stanzani

I Il paesaggio racconta la storia di un territorio e di un popolo. Un mosaico vivente raffigura i diversi paesaggi del Bolognese. Le trasformazioni generate dall’uomo per rendere la terra più fertile e produttiva, i segni delle epoche che si sono succedute, i capolavori dell’arte e della religiosità popolare, le tracce dell’originale ambiente naturale.

Il territorio bolognese può essere considerato uno scrigno d’arte, natura e cultura: monumenti straordinari, emergenze artistiche di singolare bellezza, importanti testimonianze storiche e culturali incastonate tra montagne, colline, paesaggi di pianura, fiumi e laghi in una continuità armonica e suggestiva. sopra La vera ricchezza del nostro territorio è l’alternanza di paesaggi Beatrice Draghetti differenti, ma ugualmente spettacolari, in un contesto culturale, sotto ambientale e turistico davvero completo. Marco Strada

Gli “Itinerari di Vallata” esaltano le nostre eccellenze: piccole città d’arte, vestigia di antiche civiltà, chiese e dimore storiche diffuse nelle campagne.

Il fascino del territorio bolognese si concretizza nei lunghi tramonti estivi, nella luce solare autunnale che sfuma i contorni, nell’intatto candore invernale e ancora nelle fresche sfumature primaverili. Per addentrarsi nelle nostre tranquille valli, Vi suggeriamo di lasciare, ove possibile, l’auto e proseguire a piedi o in bicicletta per sentieri fra pascoli e boschi, con gli sci in inverno per scoprire panorami infiniti. Le valli costituiscono grandi aree verdi di assoluto interesse paesaggistico e ambientale che oggi possono essere vissute in modo più diretto e coinvolgente grazie anche ad attrezzature e servizi adeguati. Il territorio è in grado di soddisfare le esigenze del turista, del visitatore come dello sportivo più esigente. Esiste una natura dolce, cha da lontano incanta lo sguardo e da vicino si lascia toccare gradevolmente, privilegiando emozioni armoniose.

Il viaggiatore che ama la montagna, la neve e gli sport all’aria aperta certamente può sentirsi attratto dalle nostre valli dove può trasformare un semplice weekend sportivo in un’occasione di conoscenza e cultura. Ci rivolgiamo ad un turista attento e sensibile: nelle nostre valli, attraverso le piccole città d’arte, e nelle aree collinari regna un’atmosfera affascinante e ci si muove secondo antichi ritmi ereditati dalla natura che ci circonda. Promuovere un turismo responsabile in questa ottica significa proprio investire in un turismo “dolce”, che evita il “mordi e fuggi” che è capace di procedere lentamente, di non limitarsi a vedere ma anche di guardare e scoprire l’ambiente, i costumi, la cultura dei nostri luoghi.

Beatrice Draghetti Marco Strada Presidente Provincia di Bologna Assessore Turismo Provincia di Bologna 4 Guida alla lettura

La provincia di Bologna, incastonata tra la Toscana e le vicine città di Modena, Ferrara e Ravenna, comprende l’ultimo lembo dell’Emilia e sette comuni il cui territorio fa già parte della regione storica della Romagna. È un paesaggio che dalle terre basse della pianura padana sale fino a sfiorare i 2000 m del Corno alle Scale, che chiude il versante appenninico con il suo inconfondibile profilo e il grande comprensorio sciistico. Fulcro dell’offerta culturale è il sistema museale, costituito da una rete di 100 e più musei, tra città e provincia. Importanti collezioni artistiche si affiancano così a esposizioni che mettono in mostra le eccellenze di questa terra, di cui i motori rappresentano forse il tratto più significativo. A disposizione di tutti è anche un patrimonio naturalistico davvero unico, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per le innumerevoli opportunità che offre agli amanti dello sport e più in generale delle attività all’aria aperta. E poi l’enogastronomia: Bologna è la prima provincia italiana per numero di prodotti identificati da marchi comunitari DOP e IGP e, a livello regionale, quella con la maggior superficie dedicata al biologico. Il territorio bolognese è anche ricco di fonti termali: a ogni tipo d'acqua, sulfurea, salina, ferruginosa o bituminosa, corrisponde una specifica azione che oggi, grazie alle nuove tecniche e alle conoscenze scientifiche acquisite, si fa sempre più mirata e soddisfacente. Infine gli eventi: considerate queste pagine alla stregua di una utile “locandina teatrale” da consultare con attenzione per cogliere al meglio quanto di interessante va in scena in quel grande teatro naturale che è il territorio bolognese. Un teatro, se vogliamo, atipico nel quale il turista non è solo spettatore ma attore protagonista di rappresentazioni diverse che si snodano dalla montagna alla pianura, nei comuni come nei piccoli borghi, nei parchi e nelle oasi, in una miscellanea nella quale la natura e il paesaggio sono meravigliosi scenari.

Per destreggiarsi in questa straordinaria varietà storica, culturale e naturale e conoscere le infinite possibilità di scoperta di questi luoghi nasce questa guida.

Quattro sono le proposte di visita, denominate “Scopri il territorio” e articolate lungo le principali vallate della provincia, ciascuna dalla forte personalità e identità. Si passa così dalla Valle del Samoggia, antica terra di confine tra “Longobardìa” e “Romània”, alla Valle del Reno, fiume dal nome che viene da lontano e che più di ogni altro ha segnato nei secoli il territorio bolognese, alle Valli bolognesi comprese tra Idice, Savena e Setta, da sempre terra di viaggiatori e pellegrini diretti a Roma e in Toscana, per finire nelle Valli imolesi, ormai in territorio romagnolo. Tutto questo sempre proseguendo nella pianura i percorsi iniziati in Appennino, per non perdere la possibilità di scoprire l’altra metà di atmosfere e suggestioni che si è appena imparato a conoscere ed apprezzare. Il territorio provinciale si estende infatti per circa la metà in pianura e per l’altra in collina e in montagna. Asse di separazione tra le due parti è la via Emilia, su cui si sono sviluppati i maggiori centri abitati. Orientarsi è facilissimo, basta ricordarsi che le montagne sono a sud! Ogni vallata è introdotta dalle parole di testimoni del tutto originali provenienti dal mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, che regalano al lettore un loro ricordo o una loro sensazione legata alla terra in cui sono nati o in cui hanno vissuto. Ciascuna sezione si articola poi in due parti, l’appennino e la pianura, presentate nei loro aspetti storico-ambientali, enogastronomici e logistici, nonché corredate da una mappa dettagliata del territorio e da box dedicati agli uffici di informazione turistica e a eventi o iniziative di vario carattere trasversali ai comuni che compongono la vallata.

Sei sono le proposte tematiche “Vivi il territorio” intercalate all’interno della presentazione del territorio provinciale. Box dai diversi colori offrono informazioni pratiche e curiosità che accompagneranno il viaggiatore lungo l’itinerario che avrà scelto, magari costruendolo da sé ispirato dai temi proposti: Natura, Sport e Vacanza attiva , Cultura (Musei, Personaggi, Teatri storici, Scienza e Tecnica, Storia e Cultura), Enogastronomia, Terme & Benessere, Eventi.

A Bologna, città unica e irripetibile, il presente progetto editoriale riserva una pubblicazione dedicata. 5 Indice scopri il territorio

La Valle del Samoggia La Valle del Reno pag. 14 Mappa della vallata 52 Mappa della vallata 15 La vallata nelle parole 53 La vallata nelle parole di Vito e Tita Ruggeri di Alessandro Fullin e Stefano Tassinari 15 Il Fiume 53 Il Fiume

16 La Valle del Samoggia: l’appennino 54 La Valle del Reno: l’appennino 16 Mappa 54 Mappa 16 L’itinerario di visita 54 L’itinerario di visita 16 Da non perdere 54 Da non perdere 16 Informazioni Turistiche 55 La storia e l’ambiente 17 La storia e l’ambiente 55 A tavola 17 A tavola 55 Come arrivare 17 Come arrivare 55 Informazioni Turistiche

18 - Zola Predosa 56 La Porrettana: una strada lunga 21 - Crespellano oltre 2000 anni 23 - Bazzano 25 - Monteveglio 57 - Casalecchio di Reno 28 - Castello di Serravalle 59 - Sasso Marconi 31 - Savigno 62 - Marzabotto 33 - Monte San Pietro 65 - Vergato

36 La Valle del Samoggia: la pianura Dalle colline morandiane 36 Mappa al Parco dei Laghi 36 L’itinerario di visita 68 - Grizzana Morandi 36 Da non perdere 71 - Camugnano 37 La storia e l’ambiente 74 - Castel di Casio 37 A tavola 37 Come arrivare Verso i più alti crinali 37 Informazioni Turistiche 77 - Castel d’Aiano 79 - Gaggio Montano Terre d’acqua 80 - Lizzano in Belvedere 38 - Anzola dell'Emilia 87 - Porretta Terme 39 - Calderara di Reno 91 - Granaglione 40 - Sala Bolognese 42 - San Giovanni in Persiceto 94 La Valle del Reno: la pianura 47 - Sant’Agata Bolognese 94 Mappa 49 - Crevalcore 94 L’itinerario di visita 94 Da non perdere 95 La storia e l’ambiente 95 A tavola 95 Come arrivare 96 Informazioni Turistiche

Tra Reno e Navile: nelle terre del Ducato di Galliera 97 - Castel Maggiore 99 - Bentivoglio 102 - San Giorgio di Piano 103 - San Pietro in Casale 105 - Galliera 108 - Pieve di Cento 112 - Castello d'Argile 113 - Argelato

6 Indice scopri il territorio

Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta Le Valli Imolesi: il circondario imolese 114 Mappa delle vallate 158 Mappa delle vallate 115 Le vallate nelle parole 159 Le vallate nelle parole di Antonietta Laterza e Demetrio Casile di Davide Dalfiume e Claudio Caprara 115 I Fiumi 159 I Fiumi

116 Le Valli Bolognesi tra Idice, 162 Le Valli Imolesi: l’appennino Savena e Setta: l’appennino 162 Mappa 116 Mappa 162 L’itinerario di visita 116 L’itinerario di visita 162 Da non perdere 116 Da non perdere 163 La storia e l’ambiente 117 La storia e l’ambiente 163 A tavola 117 A tavola 163 Come arrivare 117 Come arrivare 163 Informazioni Turistiche 117 Informazioni Turistiche La Valle del Santerno 118 Antiche vie dell’Appennino, 164 - Casalfiumanese tra storia e mito 166 - Borgo Tossignano 169 - Fontanelice Dalla SS 65 della Futa alla Valle dell’Idice 170 - 119 - Pianoro 121 - Loiano 174 Le Valli Imolesi: 123 - Monghidoro la collina e la pianura 125 - Monterenzio 174 Mappa 174 L’itinerario di visita Le Valli tra Savena e Setta 174 Da non perdere 128 - Monzuno 175 La storia e l’ambiente 130 - San Benedetto Val di Sambro 175 A tavola 132 - Castiglione dei Pepoli 175 Come arrivare 175 Informazioni Turistiche 134 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta: la collina e la pianura 176 - Imola 134 Mappa 185 - Mordano 134 L’itinerario di visita 186 - Castel Guelfo 134 Da non perdere 188 - Medicina 135 La storia e l’ambiente 192 - Castel San Pietro Terme 135 A tavola 195 - Dozza 135 Come arrivare 136 Informazioni Turistiche

Terra Idex 137 - San Lazzaro di Savena 140 - Ozzano dell’Emilia 143 - Castenaso

Terre di pianura 144 - Budrio 148 - Molinella 151 - Malalbergo 153 - Baricella 155 - Minerbio 157 - Granarolo dell’Emilia

7 Indice vivi il territorio

Cultura pag. Musei 142 Museo di anatomia degli animali domestici 20 Ca’ La Ghironda - Zola Predosa - Ozzano dell’Emilia 23 Museo Civico Arsenio Crespellani - Bazzano 142 Raccolta di antichi strumenti chirurgici 29 Ecomuseo della Collina e del Vino - Ozzano dell’Emilia - Castello di Serravalle 142 Museo Ercolani di anatomia patologica 35 Collezione Nigelli Moto Storiche e teratologia veterinaria - Monte S. Pietro - Ozzano dell’Emilia 41 Ecomuseo dell’acqua - Sala Bolognese 145 Pinacoteca Civica Domenico Inzaghi - Budrio 44 Museo d’arte sacra 145 Museo Civico Archeologico - San Giovanni in Persiceto e Paleoambientale - Budrio 45 Museo del Cielo e della Terra 145 Museo della Valle dell’Idice - Budrio - San Giovanni in Persiceto 146 Museo dell’ocarina e degli strumenti 45 Museo Archeologico Ambientale musicali in terracotta - Budrio - San Giovanni in Persiceto 146 Museo dei burattini - Budrio 47 Museo Lamborghini - Sant’Agata Bolognese 166 Centro Visite “I Gessi e il Fiume” 50 Museo dei burattini Leo Preti - Crevalcore - Borgo Tossignano 51 Museo della Pace Guido Mattioli 166 Museo della Cultura materiale - Crevalcore - Borgo Tossignano 59 Museo Marconi - Sasso Marconi 169 Archivio Museo Mengoni - Fontanelice 62 Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria 170 Museo della Guerra - Castel del Rio - Marzabotto 170 Museo del Castagno - Castel del Rio 68 Centro di documentazione Giorgio Morandi 176 Collezione Battilani Moto Storiche - Imola e Casa Museo Morandi - Grizzana Morandi 178 Museo e Pinacoteca diocesani - Imola 86 Museo etnografico Giovanni Carpani 179 Museo di San Domenico - Imola - Lizzano in Belvedere 179 Museo della Cooperativa ceramica - Imola 89 Museo LabOrantes - Porretta Terme 181 Rocca Sforzesca - Imola 89 Museo delle Moto e dei Ciclomotori Demm 182 Palazzo Tozzoni - Imola - Porretta Terme 182 Museo Mostra della Resistenza 100 Istituzione Villa Smeraldi, e del Novecento C.I.D.R.A. - Imola Museo della Civiltà contadina - Bentivoglio 189 Museo Civico - Medicina 101 Museo della Civiltà contadina e della 195 Rocca Malvezzi Campeggi - Dozza canapa Giuseppe Romagnoli - Bentivoglio 197 Museo parrocchiale - Dozza 103 Casa Frabboni - San Pietro in Casale 110 Museo Civico - Pieve di Cento Personaggi e Cultura 110 Magi ‘900, Museo delle generazioni 25 Giuseppe Dossetti italiane del ‘900 Giulio Bargellini 26 Matilde di Canossa - Pieve di Cento 43 Giulio Cesare Croce 110 Pinacoteca Civica - Pieve di Cento 49 Marcello Malpighi 119 Museo “Winter Line” - Pianoro 59 Guglielmo Marconi 120 Museo Civiltà dei mestieri - Pianoro 68 Giorgio Morandi 123 Museo della Civiltà contadina 68 Alvar Aalto dell’Appennino - Monghidoro 69 Conte Cesare Mattei 123 Museo parrocchiale - Monghidoro 74 Girolamo da Casio 125 Museo Archeologico Luigi Fantini 75 Pupi Avati - Monterenzio 102 Giulietta Masina 139 Museo della preistoria Luigi Donini 108 Il Guercino - San Lazzaro di Savena 109 Alice Zeppilli 140 Claterna, la città scomparsa 123 Il Ramazzotto - Ozzano dell’Emilia 132 Leo Nucci 142 Museo dell’Istituto Nazionale 143 Francesco Molinari Pradelli di fauna selvatica - Ozzano dell’Emilia 145 Quirico Filopanti

8 Indice vivi il territorio

149 Giuseppe Massarenti Storia e Cultura 155 Amico Aspertini 28 La battaglia di Zappolino 164 Luca Ghini e la Secchia rapita 176 Andrea Costa 38 Re Enzo e la torre di Anzola 179 Innocenzo da Imola 38 Anzola prima dell’Emilia: le terramare 180 Ebe Stignani 40 Piccola guida alla visita della Pieve 180 Leonardo da Vinci Romanica di Sala Bolognese 181 Caterina Sforza 44 Piazzetta Betlemme di 186 Il Passatore San Giovanni in Persiceto 196 Lorenzo Campeggi 48 L’Abbazia di Nonantola 57 La Chiusa e il Canale di Reno Teatri storici 61 L’acquedotto romano 42 Teatro Comunale Politeama 63 I Conti di Panico - San Giovanni in Persiceto 70 Montovolo, i Crociati e la Via Francigena 48 Teatro Ferdinando Bibiena 71 I Maestri comacini - Sant’Agata Bolognese 78 Castel d’Aiano, terra di presepi 50 Teatro Comunale - Crevalcore 81 Il Santuario di Madonna dell’Acero 109 Teatro Comunale Alice Zeppilli 87 Le Terme di Porretta - Pieve di Cento 91 Il Santuario di Calvigi 112 Teatro Comunale - Castello d’Argile 97 Il Canale Navile 144 Teatro Consorziale - Budrio 99 L’Æmilia Ars 180 Teatro Comunale Ebe Stignani - Imola 101 I maceri e la canapa 185 Teatro Comunale - Mordano 104 La centuriazione 104 Il Casone del Partigiano Scienza e Tecnica 105 Napoleone e il Ducato di Galliera 41 Ecomuseo dell’acqua: lo stabilimento 110 Scuola di liuteria centopievese idrovoro di Bagnetto 117 L’arte campanaria bolognese 59 Fondazione “Guglielmo Marconi” 118 La Futa e il Gran Tour 74 L’energia dell’acqua: il complesso 120 Il Monte delle Formiche Suviana-Brasimone 125 I Celti 106 Canale Emiliano Romagnolo 127 La Via dei Mulini 130 Parco eolico di Monte Galletto 128 La Contea del Bentivoglio 183 Zoo acquario di Imola 130 La Direttissima e la “Grande Galleria 190 Radiotelescopio di Medicina dell’Appennino” “Croce del Nord” 133 Il Santuario della Madonna di Bocca di Rio 141 La leggenda dell’amore tra Rolando Osservatori astronomici: cavaliere e l’Abbadessa Lucia 34 Monte San Pietro 149 Le mondine 45 San Giovanni in Persiceto 150 La Piantata padana 121 Loiano 160 La Linea Gotica 183 Imola 177 La Madonna del Piratello 178 La Farmacia dell’Ospedale di Imola Terra di motori: 190 La Partecipanza 35 Collezione Nigelli Moto Storiche 47 Museo Lamborghini 89 Museo delle Moto e dei Ciclomotori Demm 176 Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” 176 Collezione Battilani Moto Storiche

9 Indice vivi il territorio

Natura pag. Parchi Regionali 72 La Valle del Limentra 27 Parco dell’Abbazia di Monteveglio 77 La Grotta di Labante 64 Parco Storico di Monte Sole 80 Il Corno alle Scale 73 Parco dei Laghi 92 Itinerario turistico-didattico del Castagno 85 Parco del Corno alle Scale 100 Area di riequielibrio ecologico Ex Risaia 137 Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi di Bentivoglio - Oasi “La Rizza” dell’Abbadessa 104 Area di riequielibrio ecologico: 168 Parco della Vena del Gesso Romagnola il Casone del Partigiano 107 Bosco Panfilia - Area di riequilibrio Parchi Provinciali ecologico “La Bisana” 69 Parco di Montovolo 119 Il Paleotto 124 Parco La Martina 120 Il Centro Anfibi di Pian di Macina 120 La Val di Zena Oasi, riserve, luoghi e itinerari 122 Giardini del Casoncello 28 L’Hortus conclusus di Castello di Serravalle 124 L’Alpe di Monghidoro 29 L’Acqua salata e il Rio Marzatore 133 Il lago di Santa Maria 31 Il Percorso delle Sette Chiese 150 La Vallazza e la Valle di Marmorta 34 I calanchi 152 Oasi La e La Valle 39 Area di riequilibrio ecologico 154 Area di riequielibrio ecologico “Golena di San Vitale” Oasi di Baricella 41 Ecomuseo dell’acqua: 183 Riserva Naturale Orientata del Bosco cassa di espansione del Dosolo della Frattona 45 Oasi della cassa di espansione 191 Oasi del Quadrone e Valle della Fracassata del Canale San Giovanni a Manzolino 191 Percorso agrituristico nelle zone umide 45 Area di riequielibrio ecologico “La Bora” di Medicina 51 Area di riequilibrio ecologico 199 La Valle del Sillaro delle “Vasche Ex Zuccherificio” 199 La Val Sellustra 58 Il Parco Talon (Parco della Chiusa) 60 Oasi naturale S.A.P.A.B.A. di San Gherardo 60 Riserva del Contrafforte pliocenico Terme & Benessere 60 Giardino botanico Nova Arbora 88 Porretta Terme 61 Centro tutela e ricerca fauna esotica 126 Monterenzio e selvatica 192 Castel San Pietro Terme

Indice alfabetico pag. Comuni 186 Castel Guelfo 38 Anzola dell’Emilia 97 Castel Maggiore 113 Argelato 192 Castel San Pietro Terme 153 Baricella 112 Castello d’Argile 23 Bazzano 28 Castello di Serravalle 99 Bentivoglio 143 Castenaso 166 Borgo Tossignano 132 Castiglione dei Pepoli 144 Budrio 21 Crespellano 39 Calderara di Reno 49 Crevalcore 71 Camugnano 195 Dozza 57 Casalecchio di Reno 169 Fontanelice 164 Casalfiumanese 79 Gaggio Montano 77 Castel d’Aiano 105 Galliera 170 Castel del Rio 91 Granaglione 74 Castel di Casio 157 Granarolo dell’Emilia

10 Indice vivi il territorio

Enogastronomia Sport e Vacanza attiva 17 Mercato delle cose buone 58 Canoa 18 Strada dei vini e dei sapori 61 Free climbing “Città Castelli Ciliegi” 72 Vela, Canoa e Rafting 19 Mortadella di Bologna IGP 82 Neve 24 Anelloni di Bazzano 85 Pedalare al Corno alle Scale 29 Gnocco fritto (o crescentina) 100 La Ciclovia del Navile 31 Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi 111 In Bici nella Terra del Guercino e 34 Vini Doc “Colli Bolognesi” in Mountain Bike e a cavallo lungo il Reno 35 Sabadoni e Mostarda bolognese 124 Tarzaning - Parco Avventura 46 Africanetti e Savoiardi di Persiceto 126 La Traversata delle Cinque Valli Bolognesi 46 Cocomero e Melone di San Matteo 128 Trekking Bologna-Firenze della Decima 131 La Via degli Dei 63 Tigella 133 La Via dei Santuari 66 Patata di Tolè 138 Le Ciclovie sui Gessi 70 Zuccherini montanari di San Lazzaro di Savena 73 Funghi e Tartufi dell’Appennino 168 Escursioni sulla Vena del Gesso Romagnola 78 Borlengo e Zampanella 79 Parmigiano-Reggiano DOP Golf Club 84 Sapori del Corno alle Scale 27 Campanino Golf Club - Monteveglio 92 Birra di castagne di Granaglione 35 Golf Club Bologna - Monte San Pietro 101 Tagliatelle 74 Scuola di Golf “La Prossima” 112 Sughi d’uva - Castel di Casio 113 Vini Doc “Reno” 129 Golf Club Molino del Pero - Monzuno 129 Montagnamica e la Via del Pane 143 Golf Club Casalunga - Castenaso 135 Mercato Fuori Porta 192 Golf Club Le Fonti 151 Aspargo Verde di Altedo IGP - Castel San Pietro Terme 151 Tortellino di Bologna 161 Strada dei vini e sapori “Colli d’Imola” Eventi e Vini Doc “Colli d’Imola” 165 Ficattola e Piè fritta Schede arancio in ogni Vallata 172 Marrone di Castel del Rio IGP e in ogni Comune 188 Cipolla di Medicina IGP 196 Enoteca regionale dell'Emilia Romagna

68 Grizzana Morandi 140 Ozzano dell’Emilia 176 Imola 119 Pianoro 80 Lizzano in Belvedere 108 Pieve di Cento 121 Loiano 87 Porretta Terme 151 Malalbergo 40 Sala Bolognese 62 Marzabotto 130 San Benedetto Val di Sambro 188 Medicina 102 San Giorgio di Piano 155 Minerbio 42 San Giovanni in Persiceto 148 Molinella 137 San Lazzaro di Savena 123 Monghidoro 103 San Pietro in Casale 33 Monte San Pietro 47 Sant’Agata Bolognese 125 Monterenzio 59 Sasso Marconi 25 Monteveglio 31 Savigno 128 Monzuno 65 Vergato 185 Mordano 18 Zola Predosa

11 Provincia di Bologna

Milano 210 km

Modena 40 km A1

1

Parchi Regionali 1 Parco dell’Abbazia di Monteveglio

2 Parco del Corno alle Scale

3 Parco dei Laghi

4 Parco Storico di Monte Sole

5 Parco dei Gessi Bolognesi 4 e Calanchi dell’Abbadessa

6 Parco della Vena del Gesso Romagnola

A1 2

3

12 Padova 120 km

Ferrara 50 km A13

BOLOGNA

5

A14

Rimini 110 km

Ancona 220 km

6

Firenze 110 km

Roma 390 km

13 La Valle del Samoggia

14 UMORI DELLE NEBBIE ZAPPOLINO, TRA GRANDI SCONTRI “Sarà che sono nato in provincia, che ne E ANTICHE BATTAGLIE ho respirato gli umori ma credo di dovere Ho scelto questa valle per affezione: sì, ci moltissimo al territorio per i risultati del sono affezionata, in particolare a Zappolino, mio lavoro. dove ho trascorso alcune belle estati. I miei personaggi sono sanguigni e carne- È un luogo dove, grazie ad alcuni amici, valeschi come molti dei miei concittadini spesso torno e sempre molto volentieri. di San Giovanni in Persiceto. La nebbia che Poi ad un certo punto ho scoperto che pro- avvolge tutto come un limbo li porta nella prio Zappolino fu teatro di grandi scontri e loro dimensione lunare la stessa che ha antiche battaglie. Pensate, così violente da descritto Giulio Cesare Croce, cittadino far cambiare colore al fiume, al Samoggia d’onore; la saggezza della sua maschera intendo: si racconta che il fiume diventò Bertoldo fa parte del mio dna. rosso… tutto questo e molto altro fu poi La stessa narrata da Fellini nei suoi film. magistralmente raccontato in forma eroico- Poi il cibo; i miei sono cuochi e la mia pas- mica da Alessandro Tassoni che, stravolgen- sione per il cibo è nata proprio lì: quelle do il tragico evento e il genere epico, diede domeniche di piatta, dove il sole è alto e i vita alla Secchia Rapita. colori caldi e la nonna col crocchio che Grazie, Tassoni, per il tuo poema! Sarà per il alza la sfoglia trasparente e dà vita al tor- genere eroi/comico, sarà per la rapita, sarà tellino, una delle molteplici ricette del re per lo stravolgimento dei clichè, ma ora a della pasta, qui tra i campi e il Samoggia”. Zappolino mi sento proprio a casa.

Stefano Bicocchi Tita Ruggeri in arte Vito, attore comico attrice, nata a Bologna, lavora in teatro, cinema e televisione

Il Fiume Samoggia Il Samoggia, con i suoi 44 km, è il maggiore af- fluente di sinistra del Reno. Le sue acque sgor- gano nei pressi di Zocca (MO), ma entrano quasi subito in territorio bolognese, dove si sviluppa il restante corso del fiume. Nella fascia collinare, le valli del Samoggia e dei suoi due affluenti, Lavino e Ghiaia di Ser- ravalle, presentano rilevanti aspetti paesaggi- stici, segnati dalle frastagliate geometrie dei calanchi. La zona produce anche l’ormai cele- bre vino DOC Pignoletto dei Colli Bolognesi, bianco frizzante dal particolare gusto assai ricercato. Vigneti della Val Samoggia Bagnati i comuni di Savigno, Monteveglio e Baz- archivio Comunità Montana Valle del Samoggia zano, nel territorio di Crespellano il Samoggia Riccardo Solmi entra in pianura incassato fra possenti arginatu- re. In questo tratto, il fiume incrocia le due prin- Da sempre il bacino del Samoggia rappresen- cipali arterie di questa parte del territorio: la ta l’area di transizione fra il bolognese e il Via Emilia e la Via Persicetana, per poi confluire modenese, area ricca di storia da oltre un nel Reno, poco oltre San Matteo della Decima. millennio. A testimonianza della storia della vallata, sor- ge la celebre Abbazia di Monteveglio, il cui castello fu, con quello di Serravalle, possedi- mento di Matilde di Canossa. Nel 1325 a Zap- polino, sul torrente Ghiaia di Serravalle, si combattè la famosa battaglia fra bolognesi e modenesi a cui è legato l’episodio della sec- chia rapita, entrato nella mitologia della riva- lità tra le due città.

Fiume Samoggia archivio Comunità Montana Valle del Samoggia Riccardo Solmi 15 La Valle del Samoggia l’appennino

Crespellano

Bazzano

Zola Predosa

Monteveglio

Castello Monte di Serravalle San Pietro

Savigno

Informazioni Turistiche Villa Garagnani - Via Masini, 11 40069 - Zola Predosa (BO) Tel. 051.752472 - [email protected] - www.iatzola.it Orari d’apertura: lunedì e martedì 9.00-15.00 mercoledì e giovedì 9.00-12.00/15.00-18.00 venerdì 12.00-18.00 sabato 8.00-14.00 L’itinerario di visita L’itinerario lungo la fascia collinare parte dall’antica via Claudia, oggi SS 569 Bazza- Da non perdere: nese, che collega Bologna a Maranello, per Le Ville senatorie tra Zola e Crespellano poi seguire le due strade di fondovalle del Il polo museale di Ca’ La Ghironda Samoggia e del Lavino. La Rocca di Bazzano L’Abbazia di Monteveglio e il suo Parco Regionale - Zola Predosa Il borgo medievale di Castello di Serravalle - Crespellano L’Osservatorio astronomico e la collezione - Bazzano motoristica Nigelli a Monte San Pietro - Monteveglio I Golf Club a Monte San Pietro e Monteveglio - Castello di Serravalle I vini Doc dei Colli Bolognesi - Savigno Il Tartufo bianco di Savigno - Monte San Pietro La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”

16 La storia e l’ambiente Fitto è anche il calendario degli eventi che La parte appenninica della Valle del Samoggia animano il territorio in tutte le stagioni e of- si snoda tra le dolci colline che segnano, a frono spesso un’occasione da non perdere per ovest di Bologna, il confine con il Modenese. accedere a strutture non sempre aperte al Dall’alta pianura del territorio di Crespellano, pubblico. la vallata sale fino agli 817 m. slm. di Savigno, attraversata dai corsi d’acqua del Samoggia e A tavola del Lavino, suo maggiore affluente. La vallata La straordinaria ricchezza di prelibatezze regala emozioni a ogni tipo di turista e non enogastronomiche tipiche rappresenta senza lascia deluso il viaggiatore curioso di scoprire dubbio il migliore biglietto da visita della Val itinerari storico artistici inediti e, forse per Samoggia. Si tratta di un paniere composito e questo, ancora più interessanti. Antica terra di appetitoso, fatto di cibi e di vini di alta qua- confine tra Impero e Papato, ancora oggi con- lità, che si fonda sulle antiche tradizioni agro- serva traccia dei castelli e delle fortificazioni alimentari di questa terra: Mortadella IGP di che sorsero ai tempi della Contessa Matilde di Bologna, Parmigiano-Reggiano DOP, Pigno- Canossa, il cui dominio segnò nel Medioevo la letto DOC Colli Bolognesi, Aceto Balsamico, storia del territorio. Cuore della vallata è il Par- Castagne e Tartufo non ne costituiscono che co Regionale dell’Abbazia di Monteveglio, la punta di diamante. Prodotti rimasti nel un’area storico ambientale protetta volta alla tempo fedeli ai gesti di una volta, con quel- fruibilità didattica e turistica del territorio. Al l’attenzione alle esigenze di qualità e genuini- centro del Parco sono i resti di un castello di tà oggi sempre più apprezzate. Biologico, matildica memoria e l’antichissima Abbazia di tracciabilità e stagionalità sono da queste Santa Maria, con tutto il fascino della loro sto- parti qualcosa di più di semplici parole: sono ria. Poi c’è Castello di Serravalle, intatto nel valori, gli stessi che si ritrovano nel “Mercato suo mistero di borgo medievale con immanca- delle Cose Buone”. Nata per valorizzare que- bile fantasma, e Bazzano, piccola città d’arte, sto straordinario patrimonio, la Strada dei dominata dalla Rocca dei Bentivoglio. Tra Zola Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” ac- Predosa e Crespellano si possono poi scoprire compagna il turista del gusto tra i segreti alcune tra le più belle residenze di campagna enogastronomici della vallata in un itinerario della nobiltà senatoria bolognese: gioielli di che rimane impresso nelle papille gustative. arte e di architettura che impreziosiscono dal Davvero imperdibile in primavera è la fioritu- Seicento la campagna tra la Via Emilia e la stra- ra dei ciliegi. da Bazzanese. Per gli amanti della natura, non va dimenticato che le colline della Valsamog- Come arrivare gia rappresentano un vero e proprio manuale - Autostrada A1 Milano-Roma: di geologia a cielo aperto, segnato dalla spet- da Firenze uscita Casalecchio di Reno, poi tacolare morfologia dei calanchi. Molteplici proseguire in direzione Vignola-Maranello; sono le possibilità di visita: tra queste “Itine- da Modena uscita Modena Sud, poi seguire rando”, che ogni anno propone un ricco pro- per Vignola e Bazzano. gramma di escursioni e trekking che attraver- - Strade: da Bologna seguire la SS 569 Bazza- sano la vallata alla scoperta dei suoi tesori, nese in direzione Maranello, da Modena la sempre con l’accompagnamento di esperte SS 623 del Passo Brasa. guide ambientali. Percorrendo questi sentieri, - Linea ferroviaria Bologna-Vignola: stazioni si ricalcano in parte i tracciati dell’antica via di a Zola Predosa, Ponte Ronca, Crespellano e pellegrinaggio “Cassìola”, che, lungo il crinale Bazzano. Treno suburbano con partenze tra Samoggia e Panaro, permetteva ai viandan- ogni ora dalla stazione di Bologna Centrale. ti di raggiungere i più alti valichi appenninici - Linee ATC www.atc.bo.it. per Pistoia, e da lì Lucca e il Tirreno. Eventi Enogastronomia Corti, Chiese e Cortili Il Mercato delle cose buone è un mercato Corti, Chiese e Cortili è una rassegna musi- come una volta, dove acquistare diretta- cale che da maggio ad agosto presenta un mente dai produttori. Gli espositori sono i ricco cartellone di concerti che da anni va- produttori della Valle del Samoggia. Prota- lorizza i luoghi di maggiore interesse storico gonisti sono i prodotti alimentari locali e e architettonico del territorio. Decine sono biologici, ma non mancano l’artigianato a- gli appuntamenti nelle corti, nei cortili delle gricolo e i prodotti equo-solidali. Ogni tap- ville e nelle chiese della vallata, con musica pa è accompagnata da spettacoli e colta, sacra e della tradizione popolare. animazioni nelle piazze. Info: Tel. 051.836445, [email protected] www.artedeisuoni.org

17 Zola Predosa

Il territorio di Zola Predosa, appena 12 km dal Oggetto di recente restauro, Villa Edwige centro di Bologna, è adagiato fra l’alta pianura Garagnani ospita l’ufficio di Informazioni Tu- e le morbide colline dove domina la coltiva- ristiche competente per tutta la Valle del Sa- zione della vite. Terra di produzione di un vi- moggia. Costruita nella seconda metà del no di pregio fin dal Medioevo (è del 1033 una ‘700, la villa è un bell’esempio di dimora bor- pergamena custodita nell’Abbazia di Nonan- ghese per la villeggiatura. Da notare gli affre- tola che lo menziona), è proprio per il tra- schi alla boschereccia, attribuiti al Basoli. sporto del vino che nel 1250 fu costruita una strada attraverso le sue colline, oggi tratto Ma è lungo il torrente Lavino, affluente del zolese della Strada dei Vini e dei Sapori “Città Samoggia, che in appena 4 km si concentrano Castelli Ciliegi”. Zola aderisce all’Associazione alcune tra le più belle residenze storiche del Nazionale “Città del Vino”. bolognese, molte delle quali offrono oggi sug- gestive ambientazioni per ogni tipo di eventi, Palazzo Stella è l’antica sede del Municipio di da meeting aziendali a raffinati corsi di cucina Zola. All’esterno, una lapide ricorda l’origine tradizionale. locale del pittore Francesco Raibolini detto il Francia (1450-1517), protagonista del Rinasci- Palazzo Albergati è un’elegante villa del ‘600, mento bolognese. voluta da Girolamo Albergati, ambasciatore di Bologna a Roma e decano del Senato bolo- Enogastronomia gnese. La semplicità e la compattezza del La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Ca- fronte nascondono e aggiungono meraviglia stelli Ciliegi”, dispiegata lungo le colline tra al fasto degli interni, che fanno del palazzo Bologna e Modena, guida il viaggiatore attra- uno dei massimi esempi di architettura baroc- verso “una delle zone più succulente d’Italia”. ca in Italia. L’architetto Gian Giacomo Monti, Soggiornare in questi luoghi significa immer- già attivo alle corti di Modena e Mantova, è lo gersi nell’Emilia più autentica, dove a farla da stesso dell’arco di inizio del portico di San padrona è ancora la natura, ma soprattutto Luca a Bologna. Bellissimo, in particolare, il significa vivere l’esperienza unica di assaggia- salone centrale, alto oltre 30 metri. La galleria re e scoprire i segreti di una delle cucine più del salone venne utilizzata nel ‘700 da Fran- note e apprezzate al mondo. Il paniere dei cesco Albergati come teatro per la rappresen- prodotti tipici della strada che si possono tazione di opere proprie, oltre che di Voltaire gustare direttamente sul territorio è costi- e Goldoni. Visitata da moltissimi personaggi tuito da ciliegie, susine, patate, funghi, tartu- della politica e della cultura europea, tra gli fi, castagne, marroni e miele, oltre alle eccel- ospiti della villa si ricordano Federico IV di lenze indiscusse della gastronomia regionale Danimarca, Giacomo III d’Inghilterra, la regina come i tortellini (rigorosamente in brodo!), il di Polonia, Giacomo Casanova, oltre allo stes- Parmigiano Reggiano, la Mortadella di Bolo- so Goldoni e all’Alfieri. Una curiosità: le scale gna e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Mo- del palazzo sono note per la loro bizzarria, ce dena, accompagnate dai Vini DOC dei Colli ne sono di elicoidali, a doppia spirale, a chioc- Bolognesi e dai lambruschi modenesi. I terri- ciola, a gradini asimmetrici. Il giardino-campa- tori bolognesi aderenti alla strada sono gna che circonda la villa si inserisce nella geo- quelli dei Comuni di Zola Predosa, Crespel- metria dei fossi e delle cavedagne della pianu- lano, Bazzano, Monteveglio, Monte San Pie- ra circostante e racconta della doppia funzio- tro, Savigno, Castello di Serravalle, oltre a Ca- ne del palazzo, a un tempo luogo di villeggia- salecchio di Reno, Sasso Marconi e Vergato. tura e di amministrazione della proprietà ter- Strada dei Vini e dei Sapori riera. Giunto fino a noi nell’integri- “Città Castelli Ciliegi” tà dell’assetto originale, il palazzo è Via N. Tavoni 20/c - 41058 Vignola (MO) oggi utilizzato come sede di conve- Tel. 059.776711 - Fax 059.7702930 gni, mostre, eventi musicali e tea- [email protected] trali. Visitabile solo su appunta- www.cittacastelliciliegi.it mento.

18 Da vedere è anche Palazzo Pepoli, costruito cuni resti, erano alimentate dalle acque del nel Cinquecento su committenza di Alessan- torrente Lavino. Dal Lavino dipendeva anche dro Bentivoglio, figlio del Signore di Bologna il laghetto del parco della vicina Villa Ma- Giovanni II. Dopo la caduta dei Bentivoglio, gnani, progettato dal famoso paesaggista pie- l’edificio passò ai Marescotti e poi ai Pepoli, montese Ernesto di Sambuy, lo stesso dei Giar- a cui si deve nel XVIII secolo la ristruttura- dini Margherita di Bologna e del parco di zione in stile neoclassico, su progetto di Villa Donini a Calderara di Reno. Angelo Venturoli. All’interno si conserva un Villa Zanchini Garagnani, edificata a partire ricchissimo campionario di soffitti lignei di- dal 1679, si distingue per il suo originalissimo pinti. Annessa alla dimora signorile è la gran- portico, percorribile anche in carrozza, che de stalla a due piani (scuderia e fienile), oggi conduce, attraverso uno scenografico effetto spazio polivalente. Le fontane e le peschiere di moltiplicazione degli spazi, all’elegante log- del giardino, di cui si possono apprezzare al- gia d’ingresso a doppia serliana.

Palazzo Albergati archivio Regione Emilia-Romagna

Enogastronomia no ed equilibrato, grazie proprio ai lardelli La Mortadella di Bologna è un salume a che ne addolciscono il sapore. Indicazione Geografica Protetta (IGP). Amato La Mortadella di Bologna viene prodotta in tutto il mondo, citato dal cinema alla let- utilizzando tecniche uniche al mondo. Base teratura e in tantissimi scritti di tutte le epo- di partenza sono carni suine attentamente che, la mortadella è il prodotto gastronomi- selezionate in base al disciplinare IGP. Le co bolognese più rappresentativo, tanto che carni vengono triturate attraverso tre diver- in alcune parti d’Italia mortadella e bologna si passaggi in apposite macchine tritacarne, sono diventati sinonimi. Le sue origini sono l’ultima delle quali ha un nome che è tutto antichissime: due lapidi di età romana, custo- un programma: “sterminio”! Aggiunti i lar- dite nel Museo Archeologico di Bologna, ci delli, l’impasto ottenuto viene insaccato mostrano una la pratica dell’allevamento dei nella misura voluta (si va dai 500 g ai 100 kg). maiali - introdotta nel bolognese dai Celti - La cottura è la fase successiva e anche la più e l’altra un antico norcino intento al mortaio delicata, in cui la mortadella assume il suo (da cui il nome dell’insaccato), con cui si caratteristico aroma. Il procedimento pre- pestavano insieme le carni e le spezie usate vede l’utilizzo di stufe ad aria secca, con nella preparazione del salume. I primi docu- tempi di cottura che vanno da poche ore menti a parlarci della mortadella risalgono al fino ad un’intera giornata a seconda delle Medioevo e ne attribuiscono la paternità a dimensioni. Migliore è la qualità delle carni dei monaci bolognesi. Tipica è la sua forma (e in particolare del grasso), maggiori sono cilindrica, così come l’aspetto e il colore le temperature che la mortadella può sop- della fetta: rosa uniforme costellato di portare a vantaggio di una sua più alta dige- cubetti bianchi, i cosiddetti lardelli, ricavati ribilità. La zona di produzione della morta- principalmente dal grasso di gola, il più pre- della di Bologna, nel tempo, si è estesa fino giato tra i grassi. Il profumo è inconfondibile, alla Lombardia, ma gustare la mortadella là leggermente speziato, mentre il gusto è pie- dove è nata ha tutto un altro sapore.

19 L’arte contemporanea trova invece casa a Ca’ immersa nel verde delle colline alle spalle La Ghironda, area museale ed espositiva della frazione di Ponte Ronca.

Musei di, Yasuda, Mastroianni, Benetton, Monari, Il Museo di Ca’ La Ghironda è immerso in Stahler). dieci ettari di parco dalla grandissima varie- Lo spazio atelier è invece riservato ad attivi- tà di piante. Il Centro, recentemente amplia- tà didattiche e mostre di opere di giovani to, ospita opere d’arte contemporanea e si artisti. Possibilità di pernottamento. adagia, senza alterarne l’aspetto, sull’edificio CA’ LA GHIRONDA preesistente che contiene oltre cento opere Via Leonardo da Vinci, 19 di artisti come Capogrossi, De Chirico, Fon- 40069 Zola Predosa - Ponte Ronca (BO) tana, Depero, Morandi, Picasso, Chagall e Tel. 051.757419 - Fax 051.6160119 altri. È anche luogo ideale per conferenze, [email protected] - www.ghironda.it convegni e concerti. Ambiente e opere d’ar- Apertura sabato e domenica: te si fondono poi nel parco circostante la orario invernale 10.00-12.00 e 15.00-18.00; villa, dove trovano originale collocazione orario estivo 10.00-12.00 e 16.00-19.00; più di 200 sculture di artisti italiani e stranie- altri giorni su appuntamento ri (Manzù, Cascella, Mastronunzio, Gherman- Biglietto: intero euro 5, ridotto euro 3

Oltre ai vini e ai classici tortellini, tra le spe- cialità del territorio si segnalano i sughi d’uva, la saba (tradizionale mosto cotto), la torta zolese, le raviole di San Nicolò, la torta di riso, i salumi e in particolare la mortadella. A Zola hanno sede le principali aziende pro- duttrici del più celebre degli insaccati emiliani: la mortadella. Le aziende sono disponibili per visite guidate.

Eventi Fira ‘d Zola: luglio. Festa dello Sport: 2° week end di settembre.

Madonna dei Prati Fiera di Maggio: 1a domenica di maggio.

Ponte Ronca Festa della Ronca: 2a domenica di giugno e sabato precedente.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Ca’ La Ghironda, opere del “Parco delle Sculture” archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni 20 Crespellano

Veduta delle colline - archivio Comune di Crespellano

Crespellano, in antico Fundus Crispinianum, culturale. Inoltrandosi nel cuore delle centu- sorge sulle terre che un generale romano, riazioni romane si incontrano i bei complessi chiamato appunto Crispino, ricevette come di Villa Stella (notevole il giardino) e di Villa premio al termine della sua carriera militare. Aldrovandi, appartenuta alla famiglia del Sempre ai Romani si devono le due principali celebre botanico. vie di comunicazione che ne delimitano il ter- ritorio: le vie consolari Emilia e Claudia (l’at- In frazione Calcara, lungo via G. Garibaldi, in tuale Bazzanese). direzione di Bazzano, sorge Villa Bianconi, detta anche “Casino dell’olmo”, dal vicino ora- Il Medioevo vede Crespellano passare dalla torio della Madonna dell’Olmo. Costruita a sfera di influenza dell’Abbazia di Nonantola a partire dal 1780, Villa Bianconi è un interessan- quella di Matilde di Canossa, per poi essere tissimo edificio neocinquecentesco: ispirato coinvolto a più riprese nelle guerre fra Bolo- alla Rotonda del Palladio, costituisce uno dei gna e Modena. Ma è in età moderna che, sta- più significativi esempi di palladianesimo in bilita la pace, il territorio si arricchisce di au- Italia. L’architettura si deve a Carlo Bianconi, tentici gioielli dell’architettura e del paesaggio. fratello del proprietario, artista poliedrico, membro dell’Accademia Clementina di Bolo- Dal Seicento iniziano a sorgere le residenze di gna e Segretario Perpetuo presso l’Accademia campagna delle principali famiglie senatorie, milanese di Brera. Lo spazio sotto alla scala, che costituivano il patriziato bolognese. che conduce all’ampio pronao, un tempo era Ancora oggi le Ville punteggiano e ordinano destinato alla rimessa per le carrozze. la campagna intorno al paese, offrendo la possibilità di riprendere, magari in bicicletta, Sempre a Calcara, Villa Turrini Rossi è un ele- l’itinerario tra le nobili dimore iniziato a Zola gante edificio del XVII secolo, introdotto da Predosa. un lungo viale di pioppi cipressini e circonda- to da un grande parco. Al suo interno è custo- Il “Percorso delle 10 Ville” attraversa tutto lo dita una copia del ritratto che Annibale straordinario campionario di architetture - Carracci fece al primo proprietario, un ricco per lo più visitabili solo esternamente - che banchiere di Bologna, il cui originale è al vanno dal XVI al XIX secolo. Un’occasione da British Museum di Londra. La villa è famosa non perdere per scoprirne tutto il fascino anche per aver ospitato nell’aprile del 1799 il sono gli eventi di “Corti, Chiese e Cortili”, poeta Ugo Foscolo in fuga dalle truppe spesso ospitati nelle Ville. austriache. Oggi è nota come villa Nicolaj e ospita eventi. Palazzo Grassi, ora Garagnani, è un edificio cinquecentesco dalla bellezza austera, culmi- Ancora a Calcara è Villa Meriggiani, costruita nante con la Torre che domina il paese: nel a partire dal 1780 su progetto dell’architetto famoso disegno di “Crespolano” del 1569, Angelo Venturoli. Di stile neoclassico, all’in- conservato nei Musei Vaticani, troneggia pro- terno presenta una grande loggia decorata e prio di fronte alla chiesa Parrocchiale, la cui un magnifico scalone con grandi statue. pala d’altare è opera del Guardassoni. Oggi il Scenografiche tempere del Basoli si conserva- palazzo è sede della Biblioteca e del centro no nel salotto prospiciente il giardino. 21 Sulla Via Provinciale si trova Villa Banzi, poi Nella frazione di Sant’Almaso si può scoprire Beccatelli Grimaldi, del XVI secolo. L’edificio, un gioiello del contado bolognese: il Confor- inserito in un bel parco, si segnala per la sor- tino con la sua torre colombaia. Il Confortino prendente scala che porta alla loggia del è un antico luogo di riposo dei monaci risa- piano superiore, realizzata intorno alla metà lente alla fine del 1200, la colombaia si pre- del Settecento forse da un membro della senta come una torre con due ordini di logge grande famiglia dei Bibiena. Pur nello spazio esterne, costruita per allevare i colombi e rac- limitato del vano, l’architetto è riuscito a coglierne il guano. È forse la più bella in tutta creare un effetto scenografico di straordinaria la provincia e testimonia della grande impor- monumentalità, che sembra confermare l’at- tanza della coltivazione della canapa, per la tribuzione. Oggi ospita eventi. quale veniva impiegato il concime. Dell’antica coltura ci parlano anche i sei bel- lissimi maceri, che scandiscono la strada (Via dei maceri) che porta al Castellaccio, piccolo borgo sorto attorno a un caratteristico oratorio. Di qui si può proseguire fino alle grandi scuderie degli Orsi Mangelli, in località Madon- na dei Prati.

Le specialità enogastronomiche di Crespellano spaziano dai vini DOC dei Colli bolognesi, ai tor- Villa Stagni tellini e le lasagne, fino ai sughi archivio Comune di Crespellano d’uva (a cui è dedicata una sagra) e alla torta di riso. Celebre anche la lavorazione del maia- Lungo la strada che dalla Bazzanese sale ad le, i cui prodotti sono spesso abbinati alle Oliveto si raggiunge Villa Puglie, ottocente- classiche crescentine fritte e alle tigelle. sca villa padronale caratterizzata dalle lunghe mura di recinzione, sede di ricevimenti e mee- ting. Più avanti, sul crinale, si staglia l’incon- fondibile profilo di Villa Stagni, posta in cima a un colle in una splendida posizione panora- mica che rivela le originarie funzioni difensive dell’edificio, costruito nel 1474 da Eliseo Cat- tanei. La villa-fortezza è una delle più antiche dimore di Crespellano e ancora oggi, benché rimaneggiata, rimane uno dei luoghi più sug- gestivi del territorio.

A 1 km circa dal paese, si trovano l’oratorio e il convento di San Francesco del 1232. La Chie- sa, già ricordata in uno scritto conservato in San Francesco a Bologna, è considerata una delle più antiche dedicate al Santo di Assisi, che si ritiene abbia predicato anche in questa zona. Il 2 Agosto di ogni anno si celebra il “Perdono di Assisi”, in occasione del quale è possibile visitare l’oratorio. Colombaia del Confortino La semplice e austera chiesetta di San Savino archivio Comune di Crespellano è invece la prima sede parrocchiale di Cre- spellano, secondo alcuni risalente addirittura Eventi al X sec. Lo spazio antistante la chiesa si carat- Mercato delle cose buone: terizza per un esemplare di olivo di 300 anni in occasione della Festa dei Sughi. e monumentali cipressi. L’interno si può visi- Fiera di Crespellano: fine settembre. tare in estate, quando il giovedì e la domeni- ca della terza settimana di luglio si svolgono, GIORNO DI MERCATO: mercoledì fin dal 1636, le tradizionali processioni in nel capoluogo e giovedì a Calcara occasione della festa del patrono. 22 Bazzano

Riconosciuta “Città d’arte”, Bazzano sorge lun- In primavera il paesaggio tutt’intorno a go il Samoggia ai piedi delle colline tra Mode- Bazzano è una spettacolare fioritura di ciliegi na e Bologna. Cuore della cittadina è l’otto- e merita senz’altro qualche digressione. Dalla centesca Piazza Garibaldi, su cui si affaccia passerella sul Samoggia, ad esempio, si può l’oratorio di Santa Maria del Suffragio, costrui- partire per un giro a piedi o in bicicletta per la to dall’omonima confraternita nel 1673, che campagna, con splendida vista, in particolare presenta in facciata una meridiana e nell’in- notturna, sulla collina della Rocca terno ad unica navata due dipinti del Gandolfi. Da notare sono anche il palazzo A breve distanza è la Ca’ del Vento, già di pro- detto “La Repubblica”, decorato con curiose prietà della famiglia Casini: tra i suoi membri il teste di cavallo, e il Palazzo Comunale, che celebre dantista, storico e uomo politico ospita le collezioni comunali. Chiude la piaz- Tommaso e l’ex presidente della Camera Pier- za “La Giuditta”, bella fontana con statua di ferdinando. Più oltre, girando a sinistra in bagnante, ispiratrice di una specialità dolciaria prossimità del pilastrino, si giunge alla seicen- che porta il suo nome. tesca Villa Tanari, ristrutturata a fine Sette- cento dal Venturoli: notevoli il salone e l’Ora- La Rocca domina il paese dall’alto di una col- torio di Santa Giustina con una tela del linetta adiacente al centro storico. Di origini Gandolfi raffigurante la Natività di Maria. medievali, fu costruita per volere di Matilde di Canossa, mentre la sua forma attuale risale Tra le altre ville del territorio, di grande inte- al 1473, quando l’edificio divenne “delizia” resse sono la Villa del Gandolfo del XVII sec. della famiglia Bentivoglio, allora signori di con l’oratorio della Madonna della Neve del Bologna. In queste stanze nel 1799 venne XIX sec., Villa Pedrini degli inizi tenuto prigioniero il poeta Ugo Foscolo, che del XIX sec., addossata alle abbiamo già incontrato, fuggitivo, a Villa mura della Rocca, Villa Gessa Nicolaj di Crespellano. Oggi nella Rocca per anni luogo di villeggiatu- hanno sede il museo archeologico “A. Cre- ra del grande commedio- spellani”, un punto informativo della Strada grafo bolognese Alfredo Te- dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” e il stoni e Villa Giulia, che pare Centro Musica dell’Unione dei Comuni della abbia ospitato nel 1637 Guido Valle del Samoggia, che anima un laboratorio Reni e l’allievo Simone per lo studio della musica barocca frequenta- Cantarini. to da musicisti provenienti da tutta Europa. Accanto alla Rocca è la chiesa di San Giuditta Francesco, restaurata nel XVIII secolo. archivio Comune di Bazzano

Musei convegni, corsi, attività e laboratori didattici Museo archeologico “Arsenio Crespellani” per le scuole, sala conferenze, biblioteca, Ospitato nell’antica Rocca, il Museo nacque bookshop, postazione multimediale. alla fine del XIX secolo grazie all’impegno e alla passione dell’archeologo Arsenio Cre- MUSEO CIVICO ARSENIO CRESPELLANI spellani, autore di campagne di scavo nel Rocca Bentivoglio territorio di Bazzano e nelle colline intorno. Via Contessa Matilde, 10 - 40053 Bazzano (BO) Comprende una sezione con materiali del- Tel. 051.836442 - Fax 051.836440 l’età del bronzo e del ferro delle necropoli [email protected] bazzanesi, una sezione romana e altomedie- Apertura: vale con due grandi raccolte di ceramiche e giovedì e sabato ore 15.30-18.30; una sezione contemporanea con armi e divi- domenica ore 15.00-18.30. se risorgimentali. Visite guidate, conferenze, Biglietto: euro 1.50

23 Enogastronomia Gli Anelloni di Bazzano sono una varietà di ciliegia diffusa nella fascia pedecollinare della Valle del Samoggia. Qui il ciliegio assunse grande importanza dalla fine dell’Ottocento, sostituendo gradualmente il gelso come tutore della vite e diventan- do poi una coltura specializzata. Dopo una pausa dovuta alla guerra, la produzione di ciliegie riprese a crescere costantemente fino a diventare l’elemento caratterizzante dell’economia del territorio. Gli anelloni di Bazzano si possono trovare nei territori dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monte San Pietro, Monteve- glio, Savigno, Zola Predosa

Specialità gastronomiche del territorio bazza- nese sono i classici tortellini, la zuppa di cardo e la già ricordata “Torta della Giuditta”. Discorso a parte meritano le “Tagliatelle della Duchessa”, pappardelle ai fegatini di pollo ispirate a Maria Luigia, duchessa di Parma. In visita in questi luoghi, la Duchessa si fermò in una locanda dove provò l’appetitoso piatto, che le piacque al punto da volergli dedicare il Torre dell’orologio proprio nome. archivio Comune di Bazzano Di Bazzano era il costruttore di auto da com- Sulla strada per Castelfranco si può visitare il petizione e pilota Amedeo Gordini, entrato Santuario della Sabbionara, dedicato alla B. nel mito e rimasto nella memoria soprattutto V. delle Grazie. Costruito dei Francesi con il soprannome di nel 1630 in ringraziamento le sorcier, il mago dei motori. Fu per lo scampato pericolo amico personale e rivale in pista della peste, all’interno con- di Enzo Ferrari, che lo ricordò serva pregevoli affreschi come protagonista di un impor- illusionistici. Proseguendo, tante “brano di storia dell’auto- la strada corre rettilinea mobile francese esaltato dalle lungo il percorso della doti di uno dei tanti italiani che in Muzza, piccolo corso d’ac- Francia hanno lavorato”. Nel 1999 qua di grande importanza la Provincia di Bologna e il Co- storica. mune di Bazzano hanno promos- L’argine su cui corre la stra- so un’emissione filatelica gemel- da è infatti quanto resta lata Italia - Francia per celebrarne del vallo della Muzza, il centesimo anniversario della opera difensiva costruita Rocca - archivio Comune di Bazzano na-scita. Il mercato settimanale di nel XIV secolo a difesa del Bazzano è uno dei maggiori della confine tra il territorio di Bologna e quello di provincia e affonda le sue radici nel 1576. Modena. Oggi l’area conserva una singolare Dal 2007 Bazzano aderisce al circuito delle integrità am-bientale, che merita una visita a Città Slow. piedi o in bicicletta utilizzando la carrareccia che sale adiacente al corso. Eventi Fiera della Salute: giugno. Lungo la via per Montebudello merita un cen- Fiera dell’Autunno bazzanese: no il Cimitero, col corpo centrale d’impianto metà settembre. neoclassico, con le eleganti tombe delle più Mercato delle cose buone: importanti famiglie di Bazzano. Di qui si può in occasione dell’Autunno Bazzanese. proseguire per uno stupendo percorso colli- nare, con panorama d’incanto sulla Rocca e GIORNO DI MERCATO: sabato sull’Abbazia di Monteveglio. 24 Monteveglio

Veduta del Borgo di Monteveglio archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi

L’incantevole borgo fortificato di Monteve- Una lapide seicentesca, murata nella parete glio, un tempo la più importante e inespugna- posta a sinistra dell’altare, ci parla di una sto- bile roccaforte matildea della zona, sorge ria miracolosa: la notte tra il 24 e 25 marzo del insieme all’antichissima Abbazia di Santa Ma- 1527, ricorrenza dell’annunciazione di Maria, ria Assunta sul cucuzzolo di un colle che Monteveglio era stretta d’assedio dai Lanzi- domina la vallata. chenecchi e a salvarla fu una provvidenziale tempesta di neve che disperse i feroci asse- Le origini del Castello risalgono all’anno Mille: dianti. dell’originaria fortificazione restano la porta ad arco da cui ancora oggi si accede al borgo Personaggi e Cultura (si notino le asole di sollevamento del ponte Qui aveva sede la comunità religiosa fonda- levatoio) e una massiccia torre castellana, ta da don Giuseppe Dossetti, “figura reli- entrambe sormontate da merlature a coda di giosa e politica di grande rilievo e intensità”. rondine, attraverso cui si gode di una splendi- Nel 1956 Dossetti ingaggiò uno storico da vista sulle colline circostanti. La Torre del confronto con il comunista Giuseppe Doz- Castello è aperta tutti i giorni festivi, da apri- za per la poltrona di Sindaco di Bologna. le a ottobre, dalle 15.00 alle 19.00. Tra gli animatori del Concilio Vaticano II, muore nel 1996 ed è oggi sepolto nel pic- Procedendo sull’acciottolato tra le antiche colo cimitero di Casaglia all’interno del Par- case in pietra, si arriva all’Abbazia. Edificata co Storico Regionale di Monte Sole, dove nel 1092 in forme romaniche, presenta un la comunità si è trasferita. campanile del XV secolo. Al suo interno si se- gnalano l’abside e la cripta del X secolo. An- nessi alla chiesa sono due chiostri: uno quat- Il territorio rappresenta anche una zona natu- trocentesco a doppio loggiato, l’altro più anti- ralistica e ambientale di pregio: per tutelarla e co, di cui resta solo un braccio, si affaccia in valorizzarla è stato istituito il Parco Regionale posizione panoramica sulla pianura. dell’Abbazia di Monteveglio. 25 Personaggi e Cultura Nel 1081 Enrico proclama Matilde rea di lesa Matilde di Canossa, a soli nove anni, è erede maestà. Matilde si arrocca a Canossa, intan- di un grande feudo imperiale che si estende to Enrico IV si appropria di buona parte delle dalla Toscana fino a Mantova, con al centro, sue terre. Le rimangono fedeli solo quattro nei colli emiliani, una rete di castelli e di for- castelli, tra cui Monteveglio. È proprio Mon- tificazioni. Il Bolognese, e in particolare la teveglio a mandare in fumo i piani dell’impe- Valle del Samoggia, segna il confine tra le ratore: per quattro mesi resiste vittoriosa- terre imperiali e quelle del Papato e la trama mente all’assedio delle armate imperiali, delle fortificazioni si fa particolarmente calate per lavare l’umiliazione del 1077. fitta. Siamo nell’XI secolo, nel momento in Enrico IV è costretto a ordinare la ritirata. cui esplode la lotta per le investiture tra Salvatasi dalla minaccia, Matilde si dedica a Chiesa e Impero. Protagonisti dello scontro rafforzare e allargare il suo feudo. Sostiene sono Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico l’edificazione di chiese e cattedrali, fa sorge- IV, cugino di Matilde. Il Papa è deposto dal- re ospizi per poveri e partecipa in modo l’imperatore e l’imperatore scomunicato dal determinante alla nascita dell’Università di Papa: c’è aria di guerra. Gregorio VII è in viag- Bologna. Nel 1111 il nuovo imperatore, Enrico gio per la Germania per un chiarimento defi- V, figlio del suo grande nemico, la nomina nitivo, ma la discesa in Italia di Enrico IV lo vice regina d’Italia. Donna colta (sa scrivere e induce a rifugiarsi nel castello di Canossa conosce tre lingue), personalità forte e figu- sotto la protezione di Matilde, sua alleata. ra politica di primo piano nelle vicende Dopo un lungo negoziato, il 26 gennaio 1077, internazionali del suo tempo, Matilde muo- Enrico, vestiti gli abiti del pellegrino, ottiene re il 24 luglio 1115 e dal 1632 riposa a Roma in il perdono del Papa. San Pietro, nel monumentale sepolcro opera Ma a breve la lotta per il potere riprende. del Bernini.

Abbazia di Monteveglio archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi

Natura, ma anche piccoli borghi sospesi nel sabetta Sirani, e la Bronzina, edificio tardo me- tempo. E tra questi Oliveto, che sorge su una dievale, che fu albergo dei Grandi di Spagna collina alla destra del Samoggia, anticamente nel ‘500, successivamente lazzaretto e poi fon- coperta di ulivi. Donato nel 776 dai duchi deria di bronzo. Da Oliveto pare abbia origine Longobardi di Persiceta all’Abbazia di Nonan- anche la famiglia di industriali Olivetti. tola, Oliveto divenne libero comune e soprav- visse come tale per circa un secolo, per poi Bei panorami dalle ampie vedute sulla pianura passare liberamente sotto l’egida del Comune padana e sulla cerchia appenninica tosco-emi- di Bologna. Tra i monumenti degni di nota liana si godono da Montebudello, su una col- sono da segnalare la Casa Grande dell’Ebreo lina ad appena 2,5 km dal capoluogo. L’abitato del 1410, sede della locale comunità ebraica e si suddivide in due borghi a quasi 1 km e mezzo della prima banca di tutta la zona, il campani- l’uno dall’altro: il primo si sviluppa attorno alla le-torre della chiesa di S. Paolo, nella quale è chiesa di Sant’Andrea in Corneliano, nome che custodita una pala seicentesca attribuita a Eli- ricorda l’antica colonizzazione romana. 26 Natura Il Parco Regionale dell’Abbazia di Monte- veglio tutela una significativa porzione di territorio collinare che si estende a ridosso dell’abitato di Monteveglio. Nell’area pro- tetta, delimitata a est e a ovest dal torren- te Ghiaia di Serravalle e dal rio Marzatore, si alternano paesaggi agricoli che conserva- no gli assetti tradizionali della collina bolo- gnese, ampie aree calanchive di notevole interesse geologico e ripidi versanti bosca- ti che racchiudono piccole valli riparate di discreto valore naturalistico. La storica Ab- bazia occupa il punto più elevato del bel borgo medievale che si erge su uno dei Chiostro dell’Abbazia di Monteveglio rilievi principali del Parco, inserendosi nella archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi trama di antichi nuclei fortificati e centri religiosi che caratterizza la Valle del Sa- Tra le specialità dell’enogastronomia vanno moggia e quella vicina del Panaro. Il Parco è ricordati i vini Pignoletto e Chasselais, i duroni facilmente raggiungibile sia da Bologna che della varietà Anellone, il Parmigiano Reggiano da Modena percorrendo la statale 569 e i formaggi freschi prodotti dai caseifici loca- “Bazzanese” fino alla località Muffa e da li, molti con vendita diretta, oltre alle imman- qui deviando a sud per Monteveglio. cabili crescentine. Info: Tel. 051.6701044 tutte le mattine dalle 09.00 alle 12.00 - Fax 051.6702301 Monteveglio aderisce all’Associazione Nazio- [email protected] nale “Città del Vino”. www.parchinaturali.bologna.it www.regione.emilia-romagna.it/par- Eventi chi/abbazia Abbazia in festa, rievocazione storico cul- turale del periodo medievale; viene ricrea- Centro Parco San Teodoro to all’interno del borgo dell’Abbazia il pe- Via Abbazia 28 - Monteveglio (BO) riodo matildico con allestimento di locan- Sede degli uffici del Parco e del laborato- de, costumi, musiche e spettacoli di intrat- rio didattico, aperto al pubblico il martedì, tenimento, mentre nella piazza del capo- giovedì e venerdì ore 09.00-12.00 luogo si svolge il mercato dei prodotti loca- li: 2° week end di Giugno. Centro visite del Castello, torre di ingres- Festa d’Autunno, le tradizionali caldarroste so al borgo di Monteveglio alto. e il buon vino dei colli bolognesi caratteriz- Aperto tutte le domeniche e festivi zano questo appuntamento. La musica po- da aprile a novembre ore 15.00-19.00. polare fa da cornice e scandisce i tempi de- gli antichi mestieri della civiltà contadina della vallata che vengono riproposti: 2° week Il secondo gruppo di abitazioni è conosciuto end di ottobre. come Castellazzo: dell’antico castello riman- Festa della Saracca, festa popolare dove gono le fondamenta (conglobate in una villa gli Olivetani girano di casa in casa con una privata), la torre e il trecentesco oratorio di S. sardina appesa a un ramo, ballano, cantano, Ubaldo con finestre ogivali. La chiesa parroc- bevono e alla fine seppelliscono la sardina ai chiale di Sant’Andrea è d’aspetto seicentesco, piedi di una croce di legno che si trova su ma già esistente nell’XI secolo. una collina. Deriva dalla festa della “sardana” ereditata dagli Spagnoli al tempo del loro Sport e Vacanza attiva passaggio nel 1527: 2a domenica di marzo. Campanino Golf Club Consegna del Cero Votivo, si celebra pres- Campo pratica dotato di 18 postazioni di tiro, so la Chiesa dell’Abbazia di Monteveglio l’of- ideale per l’allenamento e il perfezionamento. ferta del cero votivo alla Madonna conse- Dati Tecnici: 4 buche, 3 par 3, 1 par 4, gnato dal sindaco nelle mani dell’Abate: 130 m.s.l.m. marzo. Info: via Barlete, 52 - 40050 Monteveglio (BO) Mercato delle cose buone: in occasione Tel. 051.6705387 - Fax 051.6710969 della Festa d’Autunno. [email protected] www.campaninogolfclub.it GIORNO DI MERCATO: giovedì

27 Castello di Serravalle

Il borgo fortificato di Castello di Serravalle ha origini antiche e ancora oggi mantiene intatto tutto il suo fascino medievale. Formatosi a difesa dell’esarcato di Ravenna Casa del Capitano contro le invasioni barbariche e raso al suolo archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni dai Longobardi nell’VIII sec. per la sua posi- zione strategico-militare, il borgo fu rico- Dell’antica fortificazione che dà il nome al struito nel Medioevo sulle fondamenta ro- paese si possono ancora ammirare l’ingresso mane. Nell’800 diede asilo a Carlo Magno, medievale e la torre del 1523, mentre il palazzo diretto a Roma. Fino al 1109 feudo di Matilde signorile, interamente costruito in cotto a ri- di Canossa, fu poi aspramente conteso tra la dosso della torre, è di forme settecentesche. Il ghibellina Modena e la guelfa Bologna. castello, adattato a dimora gentilizia intorno al La disputa culminò nella battaglia di Zappo- ‘500, fu di proprietà della nobile famiglia dei lino, che vide i Bolognesi sconfitti con oltre Boccadiferro fino alla fine dell’800. Nel sugge- tremila morti e altrettanti prigionieri. stivo salone d’ingresso, un bassorilievo in arena- ria raffigura il cavaliere Iacopino da San Lorenzo Storia e Cultura in Collina, famoso Capitano della Montagna. La Battaglia di Zappolino e la secchia rapita. Natura La battaglia si combatté il 15 novembre 1325, L’Hortus conclusus di Serravalle è un pic- in un luogo oggi ricordato da una lapide in colo orto-giardino come si faceva nel Me- frazione Bersagliera. Fu per Bologna una dioevo: seguendo il breve percorso didatti- sconfitta epocale. I Bolognesi erano supe- co si possono osservare le aiuole fiorite riori numericamente, ma non in quanto a (Giardino delle delizie), le piante aromati- cavalleria, che si rivelò decisiva. A fianco di che (Orto dei semplici) e le verdure (Ver- Modena si schierarono anche i Conti di Pa- ziere), che si coltivavano nel 1300, quando il nico (pag. 63) e i Da Cuzzano. Le truppe di borgo e tutto il territorio circostante erano Bologna, formate in gran parte da contadi- governati dal Capitano della Montagna. Le ni, furono presto travolte e se ci furono dei tecniche di coltivazione sono quelle me- superstiti fu solo per il calare delle tenebre. dievali (irrigazione pluviale, concimi organi- Il 16 i Modenesi presero Crespellano e il 17 ci e insetticidi naturali come il piretro e l’or- erano alle porte di Bologna, ma non ebbe- tica), come tradizionali sono gli attrezzi di ro l’ardire di assediarla. L’anno successivo i lavoro e i sistemi di realizzazione delle aiuo- Bolognesi attraverso vie diplomatiche riu- le e delle impalcature per le rose antiche: scirono a riprendere possesso dei loro ca- pali di legno di castagno e legature con rami stelli e a riscattare tutti i prigionieri. A nar- di salice. L’orto medievale è visitabile nei rare di questa battaglia è La Secchia rapita, giorni di apertura dell’Ecomuseo della ottocentesco poema eroicomico del mo- Collina e del Vino e su prenotazione per denese Alessandro Tassoni, che deve il suo gruppi di almeno sei persone. Nei fine set- titolo a un episodio entrato nella mitologia timana e per le scuole si organizzano labo- della rivalità tra le due città. ratori didattici sulle piante aromatiche, sim- I Modenesi, giunti sotto le mura di Bologna, boliche, magiche, dimenticate, sulle tecni- nei pressi di Porta San Felice, rubarono per che di coltivazione naturale e sulla costru- beffa un secchio da un pozzo sulla Via zione di aiuole rialzate. La visita all’Orto Emilia, e lo portarono a Modena a mo’ di Medievale dura 45 min. e può essere abbi- trofeo. Dopo settecento anni “la secchia” è nata alla visita dell’Ecomuseo. ancora a Modena, custodita nell’alto della Info e prenotazioni: Tel. 333.4124915 Ghirlandina, e a Bologna ancora oggi il suo [email protected] rapimento non è argomento di conversa- Biblioteca Comunale Tel. 051.6710728 zione tra i preferiti… www.ortomedievale.it

28 Al castello non manca poi un tocco di miste- Nei dintorni, a soli 2 Km dal castello, vale una ro. Nella rocca vagano ancora le anime delle sosta la chiesa di Sant’Apollinare, con affre- mogli del crudele Boccadiferro: nelle notti di schi del Guardassoni e del Samoggia, che sor- maggio i loro spettri escono a cercare vendet- ge al centro di un’incantevole piana circonda- ta, spargendo nel borgo un misterioso profu- ta dai vigneti, da sempre elemento caratteriz- mo, mentre nella torre del castello echeggia- zante il territorio della vallata. Non è infatti un no ancora i lamenti di Boccadiferro, a sua volta caso che anche il Comune di Castello di Ser- ucciso dalla tredicesima e più furba moglie. ravalle aderisca all’Associazione Nazionale “Città del Vino”. Nel cuore del borgo, il duecentesco palazzo comunale fu sede della magistratura del Meta di escursioni a piedi o in mountain bike Capitano della Montagna occidentale. Oggi si sono i calanchi nell’area compresa tra Castel- compone di una torre campanaria cinquecen- letto, Bersagliera, Maiola e Tiola. tesca e di una bella loggia da cui si accede all’Ecomuseo della Collina e del Vino. Natura L’Acqua salata e il Rio Marzatore. Lungo Musei la strada che costeggia il Rio Marzatore c’è All’interno del borgo medievale, la Casa del una sorgente davvero speciale: l’acqua che Capitano della Montagna ospita l’Ecomu- vi sgorga è infatti salata. Si tratta di acqua seo della Collina e del Vino, un’occasione di mare fossile, rimasta imprigionata tra le imperdibile per la conoscenza diretta del argille plioceniche, quando il mare si ritirò territorio e delle attività svolte dai suoi abi- e si formò la pianura padana. La sorgente è tanti nel passato e nel presente. famosa fin dall’antichità per le sue proprie- L’esposizione si articola attorno a nove temi. tà medicamentose e all’inizio del XX seco- Ogni ambito si collega a un percorso dislo- lo divenne una meta del turismo termale in cato sul territorio, che rappresenta la vera e provincia. Oggi una visita alla fonte può propria sede dell’ecomuseo. Il percorso di- essere l’occasione per scoprire la natura dattico all’interno della struttura centrale si della stretta Valle del Rio Marzatore, il cui conclude con l’angolo degustazione, in cui maggiore pregio naturalistico è rappresen- sono disponibili per assaggi i vini del territo- tato dalla presenza di fiori protetti come la rio. Per le scuole è prevista l’apertura su pre- Scilla e il Dente di cane. notazione per piccoli laboratori didattici. La visita al castello è invece possibile per grup- pi organizzati, previo accordo con il Comu- Da non perdere l’itinerario delle case-torri, ne o durante le feste nel borgo. nuclei rurali in sasso caratterizzati dall’elemen- ECOMUSEO DELLA COLLINA E DEL VINO to architettonico della torre, il cui ruolo si è Casa del Capitano Via della Rocca nel tempo convertito da funzioni difensive a 40050 Castello di Serravalle (BO) produttive (colombaia). Tel. 051.6710708 (Ufficio Cultura) [email protected] Enogastronomia Apertura: giorni festivi ore 15.00-18.00, in Il gnocco fritto (e non “lo gnocco” come altri orari su prenotazione. Biglietto gratuito. vorrebbe la lingua italiana) è un prodotto alimentare tipicamente emiliano, che trova nella Valle del Samoggia una delle zone a La bella imponenza e i segreti del castello di più alta densità di ristoranti specializzati. Serravalle ispirarono nel 1920 il compositore Nel resto della provincia di Bologna viene lucchese Gaetano Luporini (1865-1948), che chiamato crescentina (nome che, tanto per musicò l’opera intitolata Amore e morte am- complicare le cose, nella montagna mode- bientata proprio nel castello, su libretto di nese indica la tigella). Farina di frumento, Giuseppe Lipparini. sale, strutto e lievito sono gli ingredienti: il gnocco che si ottiene impastandoli viene fritto, secondo la tradizione, in abbondan- te strutto bollente. In un attimo si gonfia ed è subito pronto per essere gustato con i celebri, ma mai sufficientemente celebra- ti, salumi bolognesi. La Sagra del gnocco fritto è diventata in pochi anni un appunta- mento di grande attrazione. È nel Guiness dei primati per il gnocco fritto più grande Veduta di Castello di Serravalle tra le nuvole mai preparato. archivio Promappennino - Riccardo Solmi 29 Torre del castello archivio Provincia di Bologna L’antico castello fu distrutto da un incendio nel 1365 ad eccezione della torre che è quanto Si segnalano per la loro storia e bellezza le oggi rimane della struttura più antica. Case Rosse (XV e XVI sec.) e le Case Bertù (XVI La ricostruzione del palazzo avvenne nel sec. sec.) a Zappolino, Casa Moretti (XVI sec.) a XVI e assunse l’aspetto di residenza nobiliare di Ponzano e i borghi di Gavazzano, Tintoria e campagna. Cuzzano, lungo la Via Valle del Samoggia. Eventi Il Palazzo di Cuzzano si trova dove un tempo Falò di Sant’Antonio: 16 gennaio sorgeva il castello della potente famiglia dei Fiera del Maggiociondolo, passeggiate, Da Cuzzano, che meritò fama per le molte im- feste, gare sportive, tradizione, spettacoli: prese sanguinarie. Banditi da Bologna, i Da tutto il mese di maggio. Cuzzano si rifugiarono nel loro castello oppri- Mercato delle cose buone: mendo le popolazioni di questo territorio. in occasione di Maggiociondolo. Muzzarello da Cuzzano, ribelle al governo cit- Calici di stelle, serata di musica tadino, raggiunse un potere tale da essere e degustazioni: 10 agosto. nominato Signore di Monteveglio e di Sas- Sagra del gnocco fritto: suolo, ottenendo in moglie una delle figlie di 1a e 2a domenica di ottobre. Taddeo Pepoli, Signore di Bologna. GIORNO DI MERCATO: lunedì

30 Savigno

Adagiato sulle rive del Samoggia, Savigno rap- presenta una tappa obbligata per gli appas- sionati della buona cucina.

Savigno è sinonimo di tartufo e più in genera- le di gastronomia d’eccellenza basata sulla qualità dei prodotti locali. “Città del Tartu- fo”, Savigno è considerata “Capitale regionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolo- gnesi”. Basti pensare che su 2.500 abitanti ben 130 sono tartufai tesserati! Savigno aderisce anche all’associazione nazionale “Città dei Sapori”, emanazione del Ministero dei Beni Culturali, che lega il prodotto tipico alla sto- ria e alla cultura del territorio.

I tartufai della zona, accompagnati dai fedeli cani, passano intere giornate a cavare il pre- Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi zioso prodotto che arriva a imbandire le tavo- archivio privato le delle trattorie e i negozi di gastronomia. Numerosi sono i ristoranti che propongono il Non mancano altri motivi di interesse, a co- prodotto nelle sue infinite versioni culinarie minciare dal centro del paese. basate su antiche ricette gelosamente custo- dite. Sulla storica piazza, in occasione della All’interno della piazza si trova la piccola ma Tartufesta, si possono trovare numerosi stand particolare chiesa di San Matteo, sorta nel dove è possibile degustare e acquistare il pre- luogo dove fin dal ‘700 sorgeva l’oratorio di S. zioso tubero. Matteo di Mercato di Savigno, così chiamato dall’antico nome del paese. Di fronte alla Enogastronomia chiesa un obelisco di arenaria ricorda i moti Il Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolo- del 15 agosto 1843, quando centinaia di patrio- gnesi è una vera e propria produzione di ti mazziniani insorsero per la libertà dell’Italia eccellenza della gastronomia dell’Appenni- dal dominio papale, sotto la guida dei fratelli no. I territori delle nostre montagne più vo- Muratori. cati per la crescita del prezioso tubero so- no quello di Savigno in Valsamoggia e quel- Natura li compresi tra Grizzana Morandi, Camugna- Da segnalare il Percorso Sette Chiese, della no, Castel di Casio, Gaggio Montano, Verga- lunghezza complessiva di 20 Km, con par- to e Porretta nella Valle del Reno. Savigno, tenza dalla piazza centrale. Attraverso bo- Camugnano e Castel di Casio aderiscono schi, campi, frutteti di ciliegio, il percorso all’Associazione Nazionale “Città del Tartu- conduce alla scoperta di un territorio ricco fo”. Praticamente in tutto l’Appennino è in- di paesaggi suggestivi per poi chiudersi ad vece diffusa la più comune varietà estiva di anello dove è partito. Particolarmente adat- Tartufo Nero o Scorzone. to alle escursioni in mountain bike, si può percorrere anche a piedi o a cavallo. Info: Comune di Savigno Tel. 051.6708004 - Fax 051.6708662 [email protected]

31 Mulino del Dottore archivio privato Non bisogna infine dimenticare che tutta la zona era un tempo ricca di fortificazioni: Il territorio di Savigno regala al viaggiatore merita una visita il piccolo nucleo di Vénola, un armonioso panorama collinare, ricco di dalle singolari case-torri edificate tra il XVI e sentieri adatti non solo al trekking e al ciclo- il XVII secolo. turismo, ma anche alle escursioni culturali. Il territorio di questa valle è infatti una con- Eventi tinua sorpresa con le sue pievi, gli oratori e Palio del Maggio, in quei giorni il paese si gli antichi mulini ad acqua, tra questi ancora divide in 3 contrade e 9 frazioni, le strade e le perfettamente funzionante, in località Ro- case si adornano con bandiere e drappi dei diano, è il seicentesco Mulino del Dottore, relativi colori. La domenica tutti i contradaio- aperto al pubblico la domenica pomeriggio. li si esibiscono a gara e, nominato il vincitore, si festeggia fino a tarda notte: maggio. Mercato delle cose buone: ogni 2a domeni- ca del mese da maggio a novembre. Mostra mercato del vecchio e dell’antico: ogni 2a domenica del mese da marzo a di- cembre. Fiera mercato di San Matteo: settembre. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi: prime tre domeniche di novembre.

GIORNO DI MERCATO: martedì

Palio del Maggio archivio Comune di Savigno

32 Monte San Pietro

Attribuito a un membro della famiglia Cipri (sec. XVI-XVII), l’organo, tuttora funzionante e collocato in cantoria sopra la porta di ingres- so, nel corso dei secoli fu più volte ampliato e restaurato.

Toccata la località Oca, si lascia la via Lavino per raggiungere S. Chierlo. Qui lungo il fianco del Monte Bonsara (o Bonzara), si adagia la massiccia mole di Villa Lambertini, piccola fortezza dotata di imponenti bastioni murari, coronata da una torretta del XVI secolo. Vigneti DOC “Colli Bolognesi” - archivio privato Giunti al bivio per Mongiorgio, davvero inte- Comune dal vasto territorio che si sviluppa ressante è l’ex complesso monastico della attorno al medio-alto bacino del torrente La- Badia, che sorge nell’omonima località. vino, Monte San Pietro si caratterizza per gli Nell’alto medioevo punto di pernottamento antichi borghi, fino ai primi anni del secolo per i pellegrini diretti a Roma lungo la via No- scorso comuni autonomi e oggi frazioni, che nantolana, la Badia costituisce una tappa ob- gravitano attorno a Calderino, attuale capo- bligata in un percorso sulle abbazie benedetti- luogo. I tesori dell’arte e della storia di questi ne del Bolognese. Di origine romanica (XII-XIII luoghi sono quindi da ricercare in giro per secolo), ma rifatta nel Quattrocento, la chiesa tutto il territorio, seguendo sinuose strade co- presenta tre navate a cripta e un suggestivo steggiate dai filari delle viti e dei ciliegi. chiostro. Da notare il reimpiego, tipicamente medievale, di materiali ornamentali di epoca Scavalcato il Lavino a Ponte Rivabella, si può tardoantica. All’interno si segnalano i resti di iniziare con l’imboccare la strada per Amola, un affresco cinquecentesco nell’abside e la dove si trovano due preziosi esempi dell’arte Madonna tra Santi dipinta nella lunetta sopra bolognese: la Via Crucis di Mauro Gandolfi del la porta principale e databile al XVI secolo. Il 1793 e un organo di Pietro Agati del 1757, en- complesso, oggi di proprietà del Comune, è trambi custoditi nella settecentesca chiesa destinato ad ospitare la sede del Museo del parrocchiale di Santa Maria Assunta. Al suo Vino e della Castagna. interno si conservano anche tre tele di Guar- dassoni, fra cui una Madonna Assunta in fiorie- Dalla Badia si sale a Mongiorgio, piccola fra- ra benedetta da Papa Pio IX. zione che conserva le ultime tracce di un ca- stello medievale e la seicentesca chiesa dei SS. Sempre da Ponte Rivabella si consiglia una Sigismondo e Pietro. deviazione a San Lorenzo in Collina, nel cui oratorio si può ammirare, una volta all’anno Tutto il territorio di Monte San Pietro vanta nel mese di settembre, la Madonna del Ca- una lunga tradizione vitivinicola e queste col- stello di Capramozza, splendida scultura li- line sono le zone dove si ha la maggiore pro- gnea forse duecentesca. Non lontano, nella duzione di vini DOC dei Colli Bolognesi. Già chiesa di Montemaggiore è conservata una Ottone I, nel 776, osannava questi colli come tempera del santo patrono del 1395 attribuita produttori di “…buon vino da sorbire solo in a Cristoforo da Bologna. gloriose giornate…”. Dai trattati dell’abate Calindri (XVIII secolo) risulta che fosse proprio Risalendo la fondovalle del Lavino, a 5 km da Monte San Pietro a determinare il prezzo del- Calderino, si raggiunge Monte San Giovanni. l’uva al mercato della città di Bologna. Oggi il La chiesa custodisce uno dei più antichi e Comune aderisce all’Associazione Nazionale importanti organi del patrimonio bolognese. “Città del Vino”.

33 Enogastronomia un vino dal profumo delicato, fruttato, in- DOC Colli Bolognesi tenso dei fiori di biancospino, dal sapore Il territorio collinare compreso tra il Reno e secco e asciutto, che ben si accompagna il Samoggia accoglie i vini della più articola- con i tradizionali tortellini in brodo e con la ta Denominazione di Origine Controllata mortadella. Tra gli altri vini, raggiungono (D.O.C.) d’Italia, tanto che il disciplinare pre- livelli di eccellenza il Pinot Bianco e il Sauvi- vede l’indicazione delle diverse sottozone: gnon tra le varietà a bacca bianca, il Barbera Colli Bolognesi, Monte San Pietro, Castelli e il Cabernet Sauvignon tra le varietà a bacca Medioevali. I vini prodotti sono Barbera, Ca- rossa. bernet sauvignon, Merlot, Pinot bianco, CONSORZIO VINI COLLI BOLOGNESI Riesling italico e Sauvignon. Ma la varietà più Via Abbazia 30/c - 40050 Monteveglio (BO) celebre e rinomata è senza dubbio il Pigno- Tel. 051.670.7752 - [email protected] letto, un vitigno autoctono da cui si ottiene www.collibolognesi.it

Eventi Scienza e Tecnica: Il cielo per tutti A Monte San Pietro, dal 1968 il vino si L’Osservatorio Astronomico “Felsina” sor- festeggia all’inizio di settembre con la stori- ge in località Ca’ Antinori, in una posizio- ca Sagra del Vino dei Colli Bolognesi, che ne davvero strategica, da cui si domina si svolge in Piazza della Pace a Calderino. tutto il medio Appennino bolognese: Durante la festa i produttori locali offrono ai verso est si può scorgere la cupola dell’Os- visitatori la possibilità di degustare i propri servatorio Astronomico di Loiano, mentre vini e sono anche presenti stand che offro- a sud sono visibili le grandi eliche del Parco no le altre specialità gastronomiche della eolico di Monte Galletto e la visuale spa- zona: miele, formaggi, verdure sott’olio, salu- zia fino alle cime del Corno alle Scale. mi. La seconda settimana di settembre, sem- L’Osservatorio è gestito dall’Associazione pre su queste colline in località S. Martino in Atrofili Bolognesi ed è aperto al pubblico Casola, si svolge una mostra assaggio dei vini due volte al mese da aprile a ottobre, dei Colli Bolognesi: varie serate con una secondo un calendario annuale. parata di oltre centro etichette a disposizio- Info: Biblioteca di Monte San Pietro (BO) ne di esperti e appassionati. Tel. 051.6764437 [email protected] www.associazioneastrofilibolognesi.it Grande importanza riveste anche la castani- coltura, diffusa nelle aree più elevate del ter- ritorio, come gli estesi castagneti di Monte Nelle località Venezia a Monte San Giovanni e Pastore, antico possedimento matildico (da Pradalbino, ai confini con il comune di Cres- notare la chiesa e la torre medievale). pellano, un elemento di particolare suggestio- Rinomati per la loro eccellente qualità sono i ne del paesaggio è costituito dai calanchi. tipici marroni della zona, che si producono in grande quantità grazie agli ottimi risultati col- Natura turali raggiunti. Il Comune fa parte dell’Asso- I calanchi sono una particolare morfologia ciazione Nazionale “Città del castagno”. delle argille, molto diffusa nell’Appennino emiliano-romagnolo, tanto che la lingua Le specialità dell’enogastronomia, oltre ai vini italiana ha mutuato il termine “calanco” e alle castagne, comprendono anche ciliegie, proprio dal bolognese. I calanchi sono il susine, miele, funghi, salumi, crescentine. prodotto dei processi di erosione di rilievi argillosi, determinati dall’azione di pioggia e vento e favoriti dall’alternanza fra periodi piovosi e periodi siccitosi. I calanchi dise- gnano un ambiente estremo, dove archi e creste variamente conformati si alternano a fessure anche profonde; la vegetazione pre- valente è costituita da specie erbacee, a fioritura primaverile o autunnale. Le aree di calanco, aperte e ricche di correnti ascen- sionali sono un luogo ottimale per il volo e la perlustrazione di caccia di numerosi rapa- ci, come la poiana, facile da osservare in Calanchi volo nelle ore più calde, o l’albanella. archivio Comune di Monte San Pietro 34 Non mancano infine occasioni per calarsi nella realtà sportiva della zona: da spettatori attraverso una visita alla preziosa collezione motoristica Nigelli, o in prima persona presso il prestigioso Golf Club. Sport e Vacanza attiva Golf Club Bologna Uno dei percorsi storici italiani, costruito nel 1959 e disegnato da Cotton & Harris, sorge a 12 km da Bologna su un terreno col- linare di grande suggestione con bellissimi scorci panoramici che spaziano sulla colli- na circostante e sulla pianura. Il tracciato, Moto MM costantemente aggiornato, ha ospitato più archivio Collezione Nigelli volte negli ultimi anni i Campionati Italiani Dilettanti, oltre che numerose gare per Enogastronomia professionisti. La Club House, sobria ed Sabadoni elegante, costituisce il luogo ideale per L’impasto dei sabadoni è costituto da fari- gustare le proposte del Ristorante del na, uova, zucchero, brandy, lievito (una Circolo, più volte inserito fra i 10 migliori volta si usava il bicarbonato), scorza grattu- Ristoranti di Club italiani. La bella piscina giata di un limone, un pizzico di sale e un all’aperto e un attrezzato kinder corner goccio d’olio. Si tira in sfoglia e si ricavano completano l’offerta del Club. Nel 2000 dei rettangoli. Per il ripieno si fanno bollire sono state apportate alcune modifiche al delle castagne secche e si passano al setac- percorso da parte di Peter Alliss. cio, poi si mescola la purea con mostarda Dati Tecnici: 18 buche, par 72, metri 5.949, bolognese. Se ne mette un cucchiaio al 116 m s.l.m. centro dei rettangoli di pasta e si chiude Info: via Sabattini, 69 sovrapponendo un altro rettangolo. Dopo 40050 Monte San Pietro (BO) aver fatto aderire i bordi, i sabadoni si frig- Tel. 051.969100 - Fax 051.6720017 gono nello strutto. Fatto assorbire il grasso [email protected] con carta da cucina, si lasciano intiepidire, www.golfclub.bologna.it poi si spennellano con la saba, il mosto cotto d’uva, diluita con un po’ di brodo di cottura delle castagne secche usate per il Musei - Scienza e Tecnica ripieno. Terra di motori - Collezione Nigelli La Mostarda bolognese è una deliziosa Dalla passione per la meccanica di Bruno confettura di frutta mista, di solito fatta Nigelli, nasce una collezione privata di con ciliegie e prugne, usata, oltre che nei grande valore che comprende pezzi d’e- sabadoni, per la farcitura della Pinza (dolce poca, in alcuni casi unici. Oltre 300 moto tipico di Natale dell’Appennino e della raccontano la storia della Bologna moto- campagna bolognese) e delle Raviole (dolci ciclistica, che con i suoi 85 costruttori ha tradizionali di San Giuseppe). rappresentato una realtà senza pari al mondo. La genialità motoristica bologne- se ha avuto anche un grande impatto sul Eventi tessuto economico, facendo nascere Convegno delle Erbe: 1a domenica di giugno. molte aziende specializzate nella compo- Il mercatino delle erbe e dell’artigianato: nentistica meccanica di precisione, tra cui tutti i giovedi di luglio e agosto. la NIFO, nei cui stabilimenti è ospitata la Fiera di Calderino - Festa di San Cristo- collezione. Visite su appuntamento: foro - Festa del tartufo nero d’estate: COLLEZIONE NIGELLI l’ultima domenica di luglio. NIFO S.r.l Via Giuseppe Venturi, 3 Calici di Stelle: la notte di San Lorenzo. San Martino in Casola, 40050 Sagra del vino, concorso di pittura estem- Monte San Pietro (BO) - Tel. 051.6766792 poranea: la 1a domenica di settembre e il [email protected] - www.nifo.it sabato precedente. Sagra della caldarrosta: la 3a domenica di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

35 La Valle del Samoggia la pianura

Crevalcore

Sant’Agata Bolognese

San Giovanni in Persiceto

L’itinerario di visita Sala Bolognese L’itinerario alla scoperta delle Terre d’acqua della pianura del Samoggia ruota intorno alla strada Persicetana, che collega Bologna alla statale per Verona.

Calderara di Reno Terre d’acqua - Anzola dell’Emilia - Calderara di Reno - Sala Bolognese - San Giovanni in Persiceto Anzola - Sant’Agata Bolognese dell’Emilia - Crevalcore

Da non perdere: La Lamborghini a Sant’Agata Bolognese La Pieve romanica di Sala Bolognese I centri storici di San Giovanni in Persiceto e Crevalcore I “castelli” di Crevalcore Il museo dei burattini più piccolo del mondo a Crevalcore La cassa del Dosolo e lo stabilimento idrovoro di Bagnetto Villa Caprara e i luoghi di Santa Clelia Barbieri alle Budrie Gli itinerari in bicicletta tra San Giovanni e Crevalcore Il cippo del Secondo Triumvirato e la Rotonda a Sacerno Il Carnevale persicetano Il Cocomero e il Melone tradizionali di San Matteo della Decima

36 La storia e l’ambiente - Linea ferroviaria Bologna-Verona-Brennero: La seconda parte dell’itinerario lungo la Valle stazioni a Osteria Nuova, San Giovanni del Samoggia conduce alla scoperta di una in Persiceto, Crevalcore. ricca pianura, già detta “opulentissima” in - Linea ferroviaria Bologna-Milano: epoca romana. Sono le “Terre d’acqua” della stazioni a Lavino, Anzola dell’Emilia, Samoggia provincia di Bologna, un territorio attraversa- - Linee ATC www.atc.bo.it to dal Samoggia e compreso tra due impor- tanti fiumi, il Reno e il Panaro. L’ampia porta- Informazioni Turistiche ta complessiva di questi corsi d’acqua ha da Anzola dell’Emilia - URP sempre rappresentato la più grande ricchezza Via Grimandi, 1 - 40011 Anzola dell’Emila (BO) e al tempo stesso la più temibile minaccia per Tel. 051.6502111 - [email protected] queste terre. Le oasi naturali e le zone umide Orari d’apertura: del Dosolo e della Bora, insieme ai maestosi lunedì, martedì, mercoledì, impianti idrovori di Bagnetto, raccontano di venerdì e sabato 8.00-12.30 questa difficile convivenza tra terra e acqua e giovedì 8.00-18.30 costituiscono uno straordinario museo a cielo aperto dove è possibile scoprire la flora e la Calderara di Reno - URP fauna, che oggi vi trovano un habitat protetto. P.zza G. Marconi, 7- 40012 Calderara di Reno (BO) Storicamente contesa tra Modena e Bologna, Tel. 051.6461274 soggetta alla potente Abbazia di Nonantola e [email protected] antica terra di Partecipanza agraria, la pianura Orari d’apertura: occidentale del Bolognese si distingue da lunedì, martedì, mercoledì, altre zone della Val padana intensivamente venerdì e sabato 8.00-13.00 coltivate, poiché si presenta ancora punteg- giovedì 8.00-19.00 giata da antiche case coloniche, chiese e ora- tori. Altra nota distintiva sono i “castelli” di Sala Bolognese - URP Crevalcore e San Giovanni in Persiceto, che ci P.zza G. Marconi, 1 - 40010 Sala Bolognese (BO) riportano ai tempi d’oro del patriziato bolo- Tel. 051.6822511 gnese. Terra di cantastorie e burattinai, qui [email protected] rivive ogni anno la migliore tradizione del Orari d’apertura: Carnevale che trova i suoi protagonisti nei da lunedì a venerdì 8.30-13.00 personaggi di Bertoldo e Bertoldino. Persino giovedì 15.00-18.00 tra i segni della più recente industrializzazione non manca l’occasione di interessanti scoper- San Giovanni in Persiceto - URP te. A Sant’Agata Bolognese ha la sua sede la Corso Italia, 78 Lamborghini, mitica casa automobilistica, il 40017 San Giovanni in Persiceto (BO) cui Museo rappresenta una tappa obbligata in Tel. 800.069678 - [email protected] un ideale itinerario nella terra dei motori. Orari d’apertura: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-13.30 A tavola martedì e giovedì 8.30-18.30 La cucina del territorio regala tutte le specia- lità della migliore tradizione bolognese e in Sant’Agata Bolognese - Ufficio Cultura più risente delle influenze della contigua pro- Via 2 Agosto 1980, 118 vincia di Modena. Prova ne sono, accanto ai 40019 Sant’Agata Bolognese (BO) vini della Doc del Reno, la diffusione del Lam- Tel. 051.6818942 - [email protected] brusco e specialità come lo Zampone e il Orari d’apertura: Cotechino. Tra i dolci, da provare sono gli “Afri- dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 canetti” e i “Savoiardi di Persiceto” tradizionali biscotti all’uovo di San Giovanni in Persiceto. Crevalcore - URP Da segnalare sono anche due produzioni d’ec- Via Matteotti, 213 - 40014 Crevalcore cellenza della terra: il Cocomero e il Melone Tel. 051.988443 - [email protected] Tradizionali di San Matteo della Decima, prota- Orari d’apertura: gonisti di una sagra nel mese di luglio. lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.00 martedì 7.30-13.00 / 17.00-19.00 Come arrivare giovedì 8.30-13.00 / 17.00-19.00 - Autostrada A14: uscita Borgo Panigale sabato 9.00-12.00 - Strade: SS 568 in direzione Verona SS 9 Via Emilia in direzione di Modena

37 Anzola dell’Emilia

La prima tappa nella pianura del Samoggia è Storia e Cultura Anzola, dove svetta la torre di Re Enzo, unica Anzola prima dell’Emilia: le Terramare testimonianza dell’antico castello dei Signori Le Terramare sono antichi villaggi su pala- di queste terre. fitte dell’età del bronzo (XVI - XIII secolo a.C.), tipici dell’Emilia centro-occidentale. Storia e Cultura Si tratta di villaggi costruiti secondo uno Re Enzo e la Torre di Anzola schema ben definito: di forma quadrango- “Ad Anzola la torre di re Enzo del XIII seco- lare, si trovavano sì sulla terraferma, ma lo rievoca i tempi della guerra fra i Comuni sempre in vicinanza di un corso d’acqua, e l’imperatore Federico II. Con la vittoria di che serviva a conferire all’insediamento Fossalta (1249), i Bolognesi riportarono una carattere di fortificazione. La Terramare di sonora vittoria sugli imperiali, tanto da por- Anzola sorgeva lungo il confine orientale tare con sé in ostaggio il figlio dell’Impera- della loro area di diffusione: dagli scavi, tore, Enzo, affidato alla custodia del Signore ancora in corso, Anzola si delinea infatti locale, il Conte Michele degli Orsi. La torre, come sito di frontiera. A conferma di ciò uno dei pochi resti dell’antico castello, sono i resti della cultura materiale rinvenu- deve così il suo nome al fatto di essere stata ti, che ci parlano degli intensi rapporti con il luogo di prigionia dell’erede imperiale, le zone geografiche a sud-est di Anzola, proprio come avvenne per il bel palazzo nello stesso periodo caratterizzate da tipo- situato nel centro di Bologna, dove succes- logie insediative italiche. sivamente Enzo venne trasferito. Non si dovette trattare comunque di una deten- zione dura, dal momento che proprio il signore di Anzola, divenuto grande amico del giovane monarca, pare tentasse di farlo fuggire nascosto in una cesta.” Renzo Renzi

Nel comune di Anzola incontriamo poi alcu- ne delle pievi più antiche della provincia. Con i suoi oltre mille anni di storia, merita senz’al- tro una visita la badia di Santa Maria in Stra- da, mentre nel capoluogo si segnala la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la cui origine medie- vale è testimoniata dal duecentesco fonte battesimale; più volte rimaneggiata a partire dal Seicento, custodisce opere di Spisanelli e Guardassoni. Torre di Re Enzo Ma la storia di questo territorio è ben più an- archivio Provincia di Bologna tica delle guerre e delle pievi medievali. An- zola prima dell’Emilia ci riserva una sorpresa: Eventi un villaggio terramaricolo di frontiera. Festa di primavera, cavalli a confronto, ra- duno d’auto e moto d’epoca: maggio. Anzola in fiera: giugno. Festa di Santa Maria in Strada: settembre. Festa di Anzola, nell’ambito della festa, “War Game storico - Giocare con la storia”: 1a domenica di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

38 Calderara di Reno

Calderara si adagia lungo la riva sinistra del Natura Reno, al centro di un territorio centuriato dai Nella “Golena di San Vitale”, presso il gua- Romani già in età repubblicana. Oggetti ar- do del Reno, si può visitare una boscosa cheologici di epoca romana, provenienti da area di riequilibrio ecologico, gestita dal scavi di antiche case coloniche e pozzi della locale gruppo del WWF. zona, sono oggi raccolti nella Biblioteca co- Info: Tel. 051.521114 dalle 8.30 alle 11.30. munale. Dal lunedì al venerdì.

Nel 43 a.C. è la grande storia a passare di qui. La località di Sacerno è indicata come il luogo dove, alla morte di Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido si spartirono il mondo romano col Secondo Triumvirato. Il sito è oggi segnalato da una stele di età barocca, posta lungo gli argini del torrente Lavino. La centralità di Sacerno ha tuttavia origini ben più antiche. In passato conosciuta anche come Mezzo- mondo, fino al XVI secolo la località era chia- mata San Chierno, toponimo che deriverebbe dal celtico Kernunnos, dio cornuto associato al corso dei fiumi e al centro del mondo. In età cristiana, nell’VIII secolo, la vicina Rotonda proto romanica di Sant’Elena sorse a consacra- re un luogo allora già sacro ad altri culti. I resti dell’antica chiesa costituiscono oggi l’origina- lissimo campanile della successiva pieve di fondazione benedettina.

Tra le belle ville padronali e gli edifici rurali del territorio, si segnalano Villa Tanara (XVII secolo) e Villa Donini, con il parco progetta- to alla fine dell’800 dal Conte di Sambuy, che abbiamo già visto all’opera a Villa Magnani di Zola Predosa. Da ricordare è anche il com- plesso della chiesa di San Vitale a Longara, già residenza estiva del Cardinale Lambertini poi Papa Benedetto XIV. Cippo del Triumvirato, Sacerno A Tavernelle Emilia è impossibile non notare archivio Provincia di Bologna l’ormai precaria mole di Villa Paleotti Spal- letti, il cui retro si affaccia sulla via Persiceta- Eventi na. Edificata nel XVII secolo dai Paleotti, passò Settimana calderarese: tra maggio e giugno. nel 1682 ai commercianti Zagnoni, che otten- Cena del 14 agosto. nero il permesso di organizzare nel anti- Lippo in festa: settembre. stante la villa un’importante fiera settembrina. Sagra degli antichi sapori: ottobre.

Calderara di Reno aderisce all’Associazione Na- GIORNO DI MERCATO: lunedì zionale “Città del Vino”.

39 Sala Bolognese

La Pieve romanica di Santa Maria Annunziata Palazzo Zambeccari (Il Conte) è un bell’edifi- e San Biagio vale da sola una visita a Sala cio del XVI secolo, dalle caratteristiche quattro Bolognese. La basilica risale al 1096 ed è stata torri angolari. Una scala a doppia rampa condu- riportata alle forme originarie dai restauri del ce nell’interno dove sono tuttora visibili tracce 1920. Lo stile architettonico romanico-lom- di decorazioni a fresco. A Villa Minelli di note- bardo della pieve ne fa un esempio più unico vole interesse sono la torre, il cortile e la pic- che raro al di qua del fiume Panaro, confine cola cappella settecentesca. naturale che per secoli separò la parte orien- tale della regione da quella occidentale di influenza lombarda.

Con la bicicletta è possibile visitare le nume- rose frazioni, le chiese e le ville disperse nella campagna, o accedere alle sponde dei fiumi Reno e Samoggia. Tra maceri circondati da olmi e salici bianchi, chi passeggia con occhio attento, magari munito di un buon binocolo e un paio di manuali per il riconoscimento di piante e animali, può fare incontri interessanti.

Nella frazione di Bagno di Piano sono molte le opportunità di visita. La cinquecentesca chiesa di San Michele Arcangelo custodisce due importanti dipinti attribuiti al Crespi e al Francia, intorno ai quali sono disposti i miste- ri del rosario di scuola carraccesca.

Palazzo Zambeccari (Il Conte) archivio Comune di Sala Bolognese

Storia e Cultura una cappella dedicata ai caduti della I e II guer- Piccola guida alla visita della ra mondiale. L’interno della chiesa è a pianta Pieve romanica di Sala bolognese basilicale, con tre navate divise da colonne dai La pieve presenta una bella facciata a capanna, severi capitelli di selenite. Da un’ampia scala caratterizzata da una bifora con capitello cubi- centrale si accede al presbiterio, dove si trova co, impreziosito da intagli di derivazione bizan- l’altare maggiore. Sulla mensa dell’altare è scol- tina. Ai lati della porta si trovano due lapidi: la pita la testa di una divinità pagana con corna di più antica ricorda la costruzione ariete, forse raffigurazione del dio della chiesa avvenuta nel 1096 sui celtico Kernunnos. Questa ara paga- resti di un tempio paleocristiano, na, diventata altare cristiano con l’e- e l’altra, moderna, ricorda il suo sorcismo della croce scalpellata sulla restauro realizzato nel 1920. Sul pietra, documenta la fine del perio- retro, l’abside maggiore è la me- do pagano e il passaggio al cristiane- glio conservata delle tre ed è ar- simo dell’antica popolazione salese. ricchita in alto da una galleria cieca del XII Da notare nel parapetto dell’ambone il sigillo secolo, che rappresenta l’elemento di maggio- con l’aquila dell’impero degli Svevi. La cripta re interesse architettonico dell’intero edificio. sottostante al presbiterio, in gran parte ripristi- Si tratta infatti dell’unico esempio di galleria nata, è certamente la parte più suggestiva della cieca presente in un edificio romanico nella basilica. In prossimità della porta d’ingresso, si provincia di Bologna. Sul lato destro della pie- conserva un’antica vasca battesimale per ve si trova la torre campanaria del 1926, con immersione di marmo rosso di Verona.

40 Natura Lo stabilimento idrovoro di Bagnetto Scienza e Tecnica - Musei In prossimità della confluenza del Samoggia La Cassa di espansione del Dosolo nel Reno, è situato lo stabilimento idrovoro Costruita nel 1931 per accogliere le acque di di Bagnetto. La bella costruzione racchiude piena del canale Dosolo, fino a non molto gli strumenti di governo e presidio di gran tempo fa i terreni interni alla cassa erano parte delle acque superficiali del territorio, coltivati, seppure con le limitazioni imposte consentendo l’immissione in Reno del cana- dalla frequenza degli allagamenti. A partire le Collettore delle Acque Basse. L’impianto dal 1991 l’area è stata destinata ad usi di mag- idrovoro fu costruito nel 1925, con una archi- giore significato ambientale. Diversi inter- tettura simile ad una massiccia fortezza venti hanno contribuito a creare una grande medievale, e potenziato negli anni Ottanta. varietà di ambienti naturali, in cui si alterna- ECOMUSEO DELL’ACQUA no boschi, prati e aree umide, che permetto- Per visite e Info: no lo sviluppo della flora e della fauna tipi- Consorzio di Bonifica Reno-Palata, ca delle paludi. La zona umida della cassa di via Amendola 12, Bologna 5,5 ettari è area di riequilibrio ecologico. Tel. 051.4209111 - Fax 051.4209160 www.consorziorenopalata.it

Idrovora di Bagnetto Da non mancare è anche una visita allo stabi- archivio Consorzio Bonifica Reno-Palata limento idrovoro di Bagnetto (Castello d’Argi- le), che con la vicina area di riequilibrio ecolo- A Osteria Nuova troviamo Villa Terracini gico della Cassa di espansione del Dosolo, co- (XVIII secolo), tipica casa padronale della pia- stituisce una delle principali opere di bonifica nura: nel suo grande parco si trova un bel- e sistemazione idraulica che hanno reso pos- l’esempio di “conserva”, sorta di dispensa-frigo sibile la coltivazione e gli insediamenti in que- naturale usata fino al secolo passato. ste zone, un tempo paludose. Eventi Carnevale dei bambini: tra gennaio e feb- braio. Fiera di Sala: giugno. Teatrini tra parchi e giardini: rassegna di burattini, luglio e agosto. Carnevale notturno: luglio. Verso Ovest: rassegna musicale, luglio. Serate medievali: fine agosto e settembre. Estate di San Martino: eventi legati alla cultura rurale, novembre.

GIORNO DI MERCATO: venerdì a Padulle, In visita alla cassa d’espansione del Dosolo lunedì a Osteria Nuova archivio Consorzio Bonifica Reno-Palata 41 San Giovanni in Persiceto

Teatro Comunale Politeama Il teatro fu costruito nel 1786 su progetto dell’architetto Giuseppe Tubertini. L’attuale atrio, decorato con due statue di gesso raffiguranti l’Alfieri e il Goldoni, risale La città di San Giovanni in Persiceto, patria del al 1850. Pochi anni dopo fu dipinta la volta carnevale e della maschera di Bertoldo, si della platea con motivi a chiaroscuro, opera segnala per il suo grande centro storico me- del celebre ornatista Andrea Pesci (autore a dievale dall’originale impianto concentrico. Bologna delle decorazioni dei Palazzi Mal- vasia, Malvezzi, Paleotti e Simonetti) e del La caratteristica forma del vecchio nucleo del- suo giovane allievo Gaetano Lodi. Nel 1860 la città, detto Borgo Rotondo, risale forse il rinnovato teatro fu inaugurato con la rap- all’epoca longobarda. L’Abbazia di Nonantola presentazione del Rigoletto di Giuseppe esercitò la propria supremazia sul territorio Verdi. L’interno mantiene ancora intatta la persicetano, che tuttavia già nel IX secolo struttura settecentesca: un forte slancio è passò in parte al Contado bolognese. dato dal bellissimo boccascena formato da Risalgono a quell’epoca le prime concessioni due alte colonne corinzie dorate sormonta- ai persicetani da parte degli abati di Nonan- te da un’elegante trabeazione. Utilizzato co- tola e dei vescovi bolognesi di vaste estensio- me magazzino di cereali durante la prima ni di terreni incolti e paludosi da bonificare. guerra mondiale, trasformato in cinema e Questi terreni costituiranno i beni della futura danneggiato dall’ultima guerra, oggi è final- Partecipanza agraria (pag. 190). Oltre che nel mente tornato nel pieno del suo antico capoluogo, il Consorzio dei Partecipanti di San splendore. Oggi ospita spettacoli teatrali, Giovanni in Persiceto ha una sede nella frazione concerti, convegni e conferenze. di San Matteo della Decima: la Ca’ Granda, edi- ficio disponibile per manifestazioni culturali. Accanto sorge il Teatro Comunale, inaugurato Nella centralissima piazza del Popolo si trova nel 1790. la Collegiata di San Giovanni Battista, costruita a partire dal 1671 su progetto di Paolo Emilio Canali, con facciata ottocente- sca. Nell’interno barocco, tra ricchi stucchi settecenteschi recentemente riportati agli antichi splendori, sono conservati dipinti dei principali esponenti della pittura bolognese fra il ‘500 e l’800: Guercino, Albani, Gandolfi e Guardassoni.

Di fronte alla Collegiata ha sede il Palazzo Comunale di origine quattrocentesca, carat- terizzato all’interno dal suggestivo scalone settecentesco dell’architetto Giuseppe Tu- bertini. La costruzione del vasto palazzo, verso la fine del XV secolo, si deve al dominio dei Bentivoglio. Più volte modificato, è anco- Teatro Comunale ra oggi adibito a residenza municipale. archivio Comune di San Giovanni in Persiceto 42 Piazza del Popolo Eventi archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto - Fabio Fantuzzi Carnevale storico Il carnevale si svolge nelle ultime due dome- Personaggi e Cultura niche antecedenti la Quaresima e la sua Giulio Cesare Croce maschera tipica è Bertoldo. Oltre a vantare Giulio Cesare Croce è il padre letterario di una tradizione ultracentenaria, questo car- Bertoldo, il rozzo ma arguto contadino pro- nevale, come anche quello di Decima, ha tagonista dell’opera Le sottilissime astuzie una propria unicità: lo Spillo, in dialetto di Bertoldo, che racconta le avventure del bolognese spél, che significa “trasformazio- villano che con il suo ingegno riesce ad ap- ne”. Durante la prima domenica dei corsi prodare alla corte di Re Alboino, dove muo- mascherati, i carri allegorici sfilano per il re per non aver potuto mangiare “fagioli con centro e una volta giunti nella piazza centra- la cipolla dentro e delle rape cotte sotto la le eseguono lo spillo: le coloratissime strut- cenere”. Cantastorie, autore di celebri versi ture architettoniche si trasformano in modo popolari in lingua e in dialetto bolognese, spettacolare, rivelando il vero significato alla sua morte vantava una produzione di allegorico della costruzione. I carri sono ben 478 titoli, di cui circa 300 sono arriva- interamente realizzati dalle società carneva- ti sino a noi. Autore di componimenti bur- lesche locali, che nei mesi precedenti il leschi, tragedie, poemetti, operette, com- Carnevale lavorano con instancabile assidui- medie e farse, molte delle quali si richia- tà nei rispettivi cantieri, mantenendo il più mano alla commedia dell’arte e all’atmo- stretto riserbo sul tema e le fattezze delle sfera del carnevale. realizzazioni. Durante la seconda domenica i carri vengono premiati da una giuria con un drappo in cui sono raffigurati Bertoldo e Bertoldino con il somaro.

43 Storia e Cultura dove collaborò a film di grande successo Piazzetta Betlemme come 2001 Odissea nello spazio, West side Da non perdere è story, Indovina chi la fantastica piaz- viene a cena, Gli am- zetta Betlemme, ri- mutinati del Boun- battezzata “La piaz- ty, Pellegrini, in que- zetta degli inganni” sta piazzetta im- per via dei colora- maginò un omag- tissimi dipinti trom- gio al cinema di- pe l’oeil, opera del pingendo nel corso noto scenografo Gi- degli anni diverse no Pellegrini. scenografie sospe- Appena rimpatria- se tra il reale e l’im- to da Hollywood, maginario.

In piazza Garibaldi si trova la chiesa della Ma- In piazza Carducci si trova poi il medioevale donna della Cintura (1574-1603) progettata da Complesso Conventuale di San Francesco, Alfonso Lombardi, con annesso oratorio del che ospita un suggestivo chiostro e una sala 1712. Magnifica è la corale in legno di noce. con un interessante affresco raffigurante un’Ultima cena (visita su appuntamento). A fianco della chiesa, il Palazzo SS. Salvatore, eretto nel ‘700 da Giuseppe Civoli, fino al Nei pressi di San Matteo della Decima, a un secolo scorso fu la sede dell’Ospedale. Ora passo da Cento, da visitare è la Villa Giovan- ospita l’archivio storico comunale e la Biblio- nina, costruita nel 1504 su progetto di Seba- teca comunale “G. C. Croce”, che possiede tra stiano Serlio per Giovanni II Bentivoglio. Le l’altro gli importanti fondi costituiti dai lasciti sue torri merlate ne fanno un interessante dei concittadini Alberto Bergamini, fondatore esempio del passaggio dal castello medievale del “Giornale d’Italia”, e del grande storico alla residenza signorile. Il terreno su cui sorge delle religioni Raffaele Pettazzoni. la villa-castello fu donato ai Bentivoglio dai persicetani come ringraziamento per l’escava- Ma l’edificio più antico di San Giovanni è il zione del “Cavamento”, un collettore delle Palazzaccio o Casa dell’Abate (Via Gramsci), acque che rese coltivabili e abitabili vaste assai caratteristico per l’alto portico con co- zone del territorio persicetano verso Creval- lonne di quercia. Il palazzo risale ai secc. XIII- core. All’interno della villa si conservano XIV e veniva utilizzato come magazzino per la affreschi attribuiti al Guercino, eseguiti tra il riscossione delle decime all’Abbazia di No- 1617 e il 1632. Per questo castello il Guercino nantola. dipinse anche il celebre Cane degli Aldrova- ndi, commissionatogli dall’amico Filippo Al- Musei drovandi e oggi esposto in un museo di Pa- La seicentesca sacrestia della Collegiata sadena, California. ospita oltre 40 dipinti di area bolognese dei secoli XVI-XIX (il “San Giovanni Battista” del Nella frazione Le Budrie visse e morì la santa Francia, opere di Tiarini, Randa, A. L. Crespi, bolognese Clelia Barbieri, fondatrice delle dei fratelli Gandolfi, Creti e Passerotti) e una Suore minime dell’Addolorata, canonizzata il raccolta di oggetti liturgici: argenterie dal 9 aprile 1989 da Giovanni Paolo II. XVI al XIX secolo, corali del XIV secolo con Nell’oratorio di San Giuseppe sono conserva- splendide miniature di Nicolò Di Giacomo e te le reliquie della santa. Alle Budrie da non paramenti sacri. mancare è anche una visita all’imponente mo- MUSEO D’ARTE SACRA le di Villa Caprara, costruita nei pressi dell’ar- Piazza del Popolo, 22 gine del Samoggia. Grandiosa residenza di cam- 40017 San Giovanni in Persiceto (BO) pagna della potente famiglia senatoria, oggi la Tel. 051.821254/051.6812962 Archivio Storico villa ospita le scuderie degli Orsi Mangelli. Fax 051.824151/051.827017 Archivio Storico Apertura: domenica 9.00-12.00; Presso gli Urp dei Comuni dell’associazione sabato su richiesta 9.00-12.00. intercomunale Terre d’acqua è disponibile una Biglietto: intero euro 2.50, ridotto euro 1.50 cartina dal titolo “Il territorio e i suoi pro- per ragazzi fino ai 18 anni, ultrasessantenni, dotti - Oltre i luoghi comuni”, con proposte scolaresche e gruppi organizzati. di itinerari cicloturistici e guida all’acquisto di prodotti agricoli presso le aziende.

44 Musei - Scienza e Tecnica MUSEO DEL CIELO E DELLA TERRA Natura Sezione Astronomica e Sezione di Storia Na- Museo del Cielo e della Terra turale, V.lo Baciadonne, 1; Sezione Natura- Il Museo si articola in cinque sezioni: listica e Sezione Entomologica, Via Marzoc- - la sezione astronomica comprende il terzo chi, 16; Sezione Fisica , Piazza Carducci, 9 Planetario italiano per grandezza, l’Osser- 40017 San Giovanni in Persiceto (BO) vatorio astronomico, la stazione meteoro- Tel. 051.827067 - Fax 051.981908 logica e un museo con un importante col- [email protected] lezione di meteoriti; Apertura: - la sezione di storia naturale è costituita Planetario: domenica 15.30 - 17.30 (settembre- dall’Orto Botanico, con circa 300 specie maggio), venerdì 21.00 - 23.00 e su appunta- della flora spontanea arborea ed arbustiva mento. della regione. Osservatorio Astronomico: martedì e vener- - la sezione naturalistica comprende l’Area di dì 21.00 - 23.00 e su appuntamento. riequilibrio ecologico “La Bora”, 22 ettari, Orto Botanico: accesso libero tutti i giorni destinati a garantire sopravvivenza, tutela e durante le ore diurne. studio delle specie floro-faunistiche au- La Bora: fino a cinque persone accesso libero toctone. Tra le specie svernanti negli ultimi tutti i giorni durante le ore diurne; per grup- anni ha fatto la sua comparsa anche il cor- pi più numerosi è obbligatorio l’accompagna- morano. Tra i Rapaci figurano la poiana, il mento a pagamento. falco di palude, lo sparviere e il gufo. L’area Tecnoscienza e Laboratorio dell’Insetto: è stata attrezzata con un percorso di visita apertura su appuntamento. provvisto di punti schermati per l’osserva- Ogni sabato e domenica, a turno, le 5 sezio- zione e di un capanno. ni offrono attività didattiche per famiglie - la sezione fisica consiste nel laboratorio di e bambini a pagamento. Tecnoscienza che propone, accanto all’es- posizione di strumenti scientifici, mostre Biglietto: temporanee, convegni e attività didattiche. Osservatorio, Orto Botanico, La Bora ingres- - la sezione entomologica è la più recente e so gratuito. ospita il Laboratorio dell’Insetto, un vero Planetario e Laboratorio dell’Insetto euro 3,50 museo vivente dedicato all’osservazione intero, euro 3 ridotto (comitive di minimo 25 diretta della vita degli insetti. persone), 2 euro (fino a 14 anni e studenti).

Lungo l’itinerario si toccano luoghi di grande Natura interesse naturalistico, come l’oasi di Manzo- Oasi della cassa di espansione lino, il Museo del Cielo e della Terra e il Mu- del Canale San Giovanni a Manzolino seo Archeologico-Ambientale. L’Oasi faunistica della cassa di espansione del Canale di San Giovanni a Manzolino è Musei una delle zone umide più importanti dell’E- Il museo illustra storia e sviluppo del terri- milia centrale. Il mulino abbandonato di For- torio persicetano tra epoca romana e XVI magliaro con il suo lungo portico fa da rife- secolo attraverso numerosi reperti romani, rimento. Nei tre bacini della cassa è presen- frutto di recenti campagne archeologiche te una ricca vegetazione palustre con can- di superficie, frammenti di ceramica graffita neti che forniscono un sicuro luogo di rifu- da mensa e da cucina della seconda metà gio e nidificazione per molte specie anima- del ‘500, e il materiale proveniente dal sito li. La fauna dell’oasi è costituita da anfibi, archeologico di un intero villaggio fortifica- rettili (testuggine palustre, natrice tassella- to dei secoli centrali del medioevo. ta), mammiferi (volpe e nutria) e soprattutto MUSEO ARCHEOLOGICO AMBIENTALE uccelli palustri come gli aironi, il falco di Porta Garibaldi, Circonvallazione Dante palude, gli svassi, le folaghe e i cormorani. A 40017 San Giovanni in Persiceto (BO) fianco dell’area sono presenti due punti di Tel. 051.6871757, Fax 051-823305 osservazione a ingresso libero: il piazzale pa- [email protected] noramico, accessibile a tutti, situato sul lato Apertura: sabato 17.00-19.00, domenica ovest, e la torretta, posta sul lato est. 10.00-12.00 e 17.00-19.00. Chiuso Agosto. Info: Consorzio di Bonifica Reno-Palata Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1 (dai via Amendola 12, Bologna 7 ai 17 anni e oltre i 60; insegnanti e stu- Tel. 051.254510, Fax 051.254172 denti), gratuito (fino ai 6 anni). www.consorziorenopalata.it

45 Enogastronomia La visita al territorio non può dirsi conclusa senza un tour tra i sapori della pianura. In vari locali si possono gustare i vini e i piatti tipici della cucina bolognese, come tortelli- ni, lasagne, bollito e salumi, oltre ad alcune specialità tipiche del persicetano come gli “africanetti” (nell’Ottocento molto richie- sti in Africa Orientale, da cui il nome) e i “savoiardi di Persiceto”, deliziosi biscotti a base di uovo e zucchero, entrambi inseriti fra i prodotti agroalimentari “Tradizionali” della Regione Emilia-Romagna. Artisti di strada archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto - Fabio Fantuzzi

Eventi Carnevale storico persicetano: ultime due domeniche antecedenti la Quaresima. Arte&Città, grande contenitore di eventi culturali. Durante il week end conclusivo della manifestazione centinaia di artisti di strada provenienti da tutto il mondo anima- no il centro storico con i loro spettacoli: dalla fine di giugno alla fine di settembre. Fira di ai (Fiera degli agli): 2a metà di giugno. Africanetti Fiera d’autunno: 2a metà di settembre. archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila San Matteo della Decima Vècia (vecchia), nella campagna vengono Enogastronomia costruiti grandi fantocci di 8-10 metri di Cocomero e Melone Tradizionali altezza, raffiguranti “La Befana”, che al calar di San Matteo della Decima della sera vengono bruciati alla presenza di Nella fertile pianura del Samoggia si produ- un nutrito pubblico che grida “A brusa la cono il Cocomero e il Melone Tradizionali di Vècia”. Intanto i “Fcén” (vecchini), gruppi di San Matteo della Decima. Qui cocomeri e giovani e meno giovani, travestiti da vecchi meloni hanno un gusto speciale, allo stesso e da vecchie, vanno di casa in casa ad offri- tempo più saporito e più dolce, in virtù del re doni e a recitare “zirudelle” (filastrocche maggior potassio contenuto nel terreno. Già in dialetto); in cambio ricevono una picco- nel 1303 Pier De’ Crescenzi, fondatore del- la mancia, o da bere e da mangiare: vigilia l’agronomia bolognese e non solo, ne parla dell’Epifania. nel suo trattato Ruralium Commodorum Carnevale storico, la maschera tipica è “Re Libri XII, in cui non fornisce solo norme di Fagiolo di Castella”: ultime due domeniche coltura, ma suggerisce anche modi di degu- antecedenti la Quaresima stazione. Varie documentazioni risalenti fino La cucombra - Sagra del Cocomero ai primi del 1900 si trovano all’interno del- e del Melone: inizio luglio. l’archivio storico del Consorzio dei Parteci- Un paese all’opera, spettacolo di opera li- panti di San Giovanni in Persiceto. Il territo- rica all’aperto: vigilia di Ferragosto. rio di produzione tipica si estende su una Festone (Festa del ringraziamento): superficie di circa 5.000 ha in comune di San 2° week end di ottobre. Giovanni in Persiceto. Le Budrie Festa delle Spighe: inizio di giugno. Festa in onore di Santa Clelia Barbieri: 13 luglio.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì, venerdì a San Matteo della Decima

Cocomeri e Meloni di San Matteo della Decima archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto 46 Sant’Agata Bolognese

Sant’Agata Bolognese è un bel paese di pianu- Nel centro storico non si può mancare la visi- ra, a 6 km da San Giovanni in Persiceto, noto ta ad alcuni dei monumenti più significativi nel mondo per la fabbrica di automobili Lam- del bolognese. borghini. La chiesa parrocchiale, oltre a una Sant’Agata Musei - Scienza e Tecnica attribuita a Guido Reni, custodisce gli affreschi Terra di Motori - Museo Lamborghini staccati dell’Oratorio dello Spirito Santo, ca- Il Museo, posto all’interno degli stabili- polavoro dell’arte del Cinquecento. menti Lamborghini, espone a rotazione le Realizzati intorno al 1520 da artisti di raffinato automobili che testimoniano le diverse gusto raffaellesco (si sono fatti anche i nomi di stagioni che l’azienda ha vissuto dagli anni Nicolò dell’Abate e del Bagnacavallo), gli affre- Sessanta ad oggi: dalla serie 350 GT del schi consistono in figure a grandezza naturale 1963, alla Diablo, alla Miura del 1966, alla rappresentanti il Redentore e gli Apostoli. Countach del 1973 alle vetture per la For- Unito alla Porta Otesia, l’Oratorio dello Spiri- mula Uno e tante altre. La storia dell’a- to Santo fu fatto costruire nel 1473 dall’omo- zienda è illustrata anche grazie a numero- nima Arciconfraternita. L’oratorio consta di se fotografie, pannelli e modellini prove- due locali: il primo è una specie di vestibolo nienti da tutto il mondo. Visite guidate. in cui sono presenti due altari dedicati alla B.V. MUSEO LAMBORGHINI del Carmine e a S. Antonio da Padova, le cui Via Modena, 12 statue sono opere dello scultore bolognese 40019 Sant’Agata Bolognese (BO) Filippo Scandellari. Il secondo vano è l’orato- Tel. 051.6817654 - Fax 051.6817737 rio vero e proprio, in cui si trovano un prege- [email protected] vole Coro Ligneo e una pala raffigurante la www.lamborghini.com discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo. Apertura: da lunedì a venerdì Nel 1905 l’oratorio è stato dichiarato monu- ore 9.00-12.30 e 14.30-17.00. mento nazionale, al pari della torre del paese. L’oratorio è visitabile su prenotazione.

Museo Lamborghini archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni 47 Teatro Bibiena - archivio Comune di Sant’Agata Bolognese

Di grande interesse è anche il Teatro Bibiena, A pochi chilometri da Sant’Agata sono anche piccolo gioiello della pianura. Nonantola e la sua abbazia, per visitare le quali si consiglia un altro sconfinamento in Teatro Ferdinando Bibiena territorio modenese. L’origine del teatro, che ha sede nella resi- denza comunale, risale alla fine del secolo Storia e Cultura XVIII, benché non abbia nulla a che fare con “L’Abbazia di Nonantola fu un grande cen- il teatro di Sant’Agata progettato da Ferdi- tro della civiltà europea fin dall’alto Medio- nando Galli Bibiena nel 1718. evo, quando i monaci benedettini raccolse- L’inaugurazione del teatro nelle forme in ro e copiarono nel suo “scriptorium” quan- cui oggi lo conosciamo avviene il 27 otto- to era stato prodotto dalla cultura dei bre 1888, con la rappresentazione del secoli precedenti, sottraendolo agli incendi Pipelet. e alle devastazioni di quegli anni. L’archivio Il teatro è intitolato ai Bibiena, che tradizio- dell’abbazia è una fonte inesauribile di ne vuole avessero una residenza a Sant’Aga- sapere, oltre che di opere miniate di rara ta di fronte all’Oratorio dello Spirito Santo. bellezza, ma anche la cittadina offre buone Principale peculiarità di questa sala è di es- occasioni di visita.” sere piccola e raccolta (cento in tutto i po- Renzo Renzi sti a disposizione nell’elegantissima platea), caratteristica che ne ha indirizzato l’attività in un ambito decisamente colto. Eventi Festa di Sant’Agata: febbraio. Fiera di maggio: ultima domenica di maggio. Da qui a Modena il passo è breve e vale sicu- Sonica Bassa Music Fest: 3° week end ramente la pena proseguire l’itinerario nella di giugno. Terra dei Motori con almeno una tappa alla Galleria Ferrari di Maranello e alla Maserati, il GIORNO DI MERCATO: giovedì e do- cui marchio con il tridente del Nettuno ricor- menica di ogni mese da le origini bolognesi dell’azienda.

48 Crevalcore

Piazza Malpighi archivio Provincia di Bologna

Il centro storico di Crevalcore ha mantenuto Personaggi e Cultura pressoché intatto l’assetto conferitogli tra Marcello Malpighi Sette e Ottocento, in particolare negli edifici Nato a Crevalcore, Malpighi studia medicina che si affacciano nel corso principale. a Bologna, dove nel 1655 insegna logica. L’effetto scenografico è di indiscutibile fasci- Chiamato a Pisa da Ferdinando II a occupare no, tanto che strappò anche l’entusiasmo del la cattedra di medicina teorica, si avvicina al grande storico dell’arte Francesco Arcangeli. pensiero galileiano. Richiamato a Bologna nel 1659 come lettore di teorica della medi- Nella piazza centrale una scultura in bronzo cina straordinaria, passa nel 1660 alla medi- del 1897 celebra il figlio più illustre di Creval- cina ordinaria. Nominato archiatra pontifi- core, lo scienziato Marcello Malpighi. cio da Innocenzo XII, nel 1691 si trasferisce a Roma, dove muore tre anni dopo. La sua Nel Palazzo Comunale restano alcune tracce attività scientifica, indirizzata in particolare dell’opera del celebre ornatista Gaetano Lodi. all’anatomia microscopica, lo porta a inda- Qui è anche collocato l’archivio storico, im- gare in modo scientifico il corpo umano. Per portante per la presenza dei Cabrei, mappe la sua fama nel 1669 la Royal Society di Lon- storiche della famiglia Pepoli. dra lo nomina membro onorario. Nel 1686- 1687 esce a Londra la sua Opera omnia in 2 volumi con 122 tavole incise in rame.

49 Come a San Giovanni e a Sant’Agata Bologne- Teatro Comunale se, si consiglia una visita allo storico Teatro La storia dell’antico teatro di Crevalcore, Comunale, inaugurato nel 1881. progettato da Giacomo Monari allievo di Ferdinando Galli Bibiena, è legata all’attività dell’Accademia degli Indifferenti Risoluti (1648). Decaduto il vecchio teatro, nel 1874 ne fu realizzato uno nuovo. La decorazione fu affidata al crevalcorese Gaetano Lodi, abile ornatista di corte dei Savoia, che aveva raggiunto fama internazionale con le deco- razioni del foyer dell’Opera a Parigi e nel palazzo del kedivé al Cairo. Per la decorazio- ne interna, tuttora esistente, il Lodi concepì una rutilante com-posizione floreale in stile orientaleggiante che av-volge l’intero teatro Teatro Comunale e raggiunge il massimo risultato nel plafond archivio Provincia di Bologna della sala. Il sipario, con-cepito come un anti- co arazzo, rappresenta Marcello Mal-pighi Legati alle tradizioni di questa terra e alla alla corte del Granduca Ferdinando II di commedia dell’arte sono i burattini, a cui Cre- Toscana. Il teatro fu inaugurato il 3 settem- valcore ha dedicato un museo. bre 1881 con Il Trovatore di Verdi. Dal 1906, con l’avvento dei socialisti alla guida del Musei paese, il teatro accolse manifestazioni a MUSEO DEI BURATTINI LEO PRETI sfondo politico e sociale, che provocarono Via della Rocca, 2 - 40014 Crevalcore (BO) le invettive dei proprietari dei palchi. Tel. 051.6800834 - Fax 051.6803580 Durante la seconda guerra mondiale, i Te- [email protected] deschi lo trasformarono in ospedale da Il “museo dei burattini più piccolo del mon- campo. Oggi ospita una ricca stagione tea- do” comprende un centinaio di maschere, trale ed è disponibile per eventi. diavoli, animali, maghi, streghe, fate e gentil- donne, prodotti dal burattinaio crevalcorese Leo Preti e una ricca collezione di fondali. Aperture periodiche e su prenotazione. Biglietto gratuito e visite guidate. Museo dei burattini archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

50 Non meno interessante del centro storico di Natura Crevalcore è il suo vasto territorio, punteg- Partendo dal centro di Crevalcore, in sella giato dalle straordinarie ville di campagna, ad una bicicletta o a piedi per i buoni cam- qui chiameta “castelli”, di Palata Pepoli, Ga- minatori, i visitatori possono toccare i siti leazza Pepoli, Bevilacqua e Ronchi. più rilevanti sul piano storico territoriale e paesaggistico-ambientale, guidati da una Il Castello di Palata Pepoli fu costruito per segnaletica precisa e dettagliata. Lungo il volere del Conte Filippo Pepoli intorno al percorso si incontreranno così targhe di 1540. Notevole è il cortile porticato. La co- descrizione delle realtà storiche (chiese, struzione presenta ritmi di severa eleganza castelli, edifici storici), bacheche che de- che l’apparentano ai contemporanei palazzi scrivono le emergenze naturalistiche (Aree di città bolognesi e ferraresi. Tutte le pro- di riequilibrio ecologico, maceri, vasche, prietà dei Pepoli, compreso il Castello, ven- siepi ecc.), nonché cartelli di informazione nero cedute ai principi Torlonia alla metà del sulle aziende del territorio (aziende agrico- XX secolo. Dell’arredo originale restano solo le aperte alla vendita diretta dei loro pro- le bellissime porte in legno dolce, laccate dotti biologici e di qualità). Il percorso è con motivi rococò. attrezzato anche di una area di sosta pres- so l’interessante Area di riequilibrio ecolo- La Chiesa Parrocchiale di Palata Pepoli gico delle “Vasche Ex Zuccherificio”, do- custodisce un insieme di dipinti rappresen- tata di panche e tavoli in legno. Il progetto tativo della scuola pittorica bolognese dal è stato finanziato dalla Provincia di Bo- XVI al XVIII secolo, con opere di Francesco logna e dai Comuni aderenti alla Associa- Gessi, Alessandro Tiarini, Giovan Battista Ra- zione Terre d’Acqua. menghi, Ercole Graziani, Bartolomeo Passe- rotti. Il Palazzo Bevilacqua Ariosti è una tipica Il Castello di Galeazza Pepoli trae origine dimora senatoria bolognese. Possente costru- da una poderosa torre del XVI secolo fatta zione con due avancorpi agli angoli a forma di costruire da Galeazzo Pepoli. Attorno alla torre, fu costruito dal Conte Onofrio Bevilac- torre sorse nel Cinquecento una villa che qua nella seconda metà del Cinquecento. verso il 1870 fu rimaneggiata in stile neome- La chiesa di Bolognina si segnala per i dipinti dievale. di Simone Cantarini e di Elisabetta Sirani. Nella chiesa di Galeazza riposa il Beato Don Ferdinando Maria Baccilieri, fondatore del- Il complesso di Villa Ronchi, situato nel- l’attiguo convento che dal 1862 ospita la l’omonima località, è composto dal palazzo Congregazione delle Serve di Maria. Nel con- padronale del XVI secolo e da un’elegante vento è anche un interessante museo dedi- chiesa settecentesca a pianta ellittica. Il cato alla figura del fondatore. restauro degli affreschi del palazzo padronale ha confermato la presenza della mano del Musei diciottenne Agostino Carracci. Oggi la villa è MUSEO DELLA PACE GUIDO MATTIOLI un centro espositivo e culturale di proprietà Via XXV Aprile, 85 - 40014 Crevalcore (BO) comunale. A pochi chilometri sorge l’oratorio Tel. 051.6800834 - Fax 051.6803580 detto La Rotonda, voluto da Maria Vittoria [email protected] Caprara come ex voto e costruito tra il 1765 e Il museo ospita una raccolta di reperti della il 1768 dall’architetto Fancelli, allievo del Dotti. prima guerra mondiale, donata al Comune dal collezionista Guido Mattioli, che li rac- Eventi colse nella zona del Carso con grande pas- Festa dei Fiori: fine marzo. sione. Fiera del Carmine, fiera dell’agricoltura, Aperture periodiche e su prenotazione. dell’industria e del commercio: luglio. Biglietto gratuito e visite guidate. Tavolata, lungo il corso principale della cit- tà: settembre. Fiera a Villa Ronchi, in baracca al castel: estate. Festa dei Sapori: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: martedì

51 La Valle del Reno

52 PENSIERI: IL RENO, A CASALECCHIO PORRETTA E LA DIMENSIONE DEL TEMPO “Che bella idea che ha avuto il fiume Reno Il primo ricordo che ho di Porretta è il ponte di toccare con le sue fresche e dolci acque sul Reno da cui mi affacciavo per guardare le oltre a città meravigliose come Basilea, trote. Non so se si vedano ancora - temo di Mannheim, Coblenza, Bonn, Düsseldorf no - ma quando io avevo otto anni, nell’or- anche la non meno splendida Casalecchio. mai lontano 1963, quel gesto di osservare i Certo, al vecchio fiume non possiamo che pesci dall’alto mi garantiva un po’ di sollievo rimproverare la sua pigrizia che se vinta gli dopo le ore trascorse alle terme, tra orrendi avrebbe consentito di toccare pure Utrecht aerosol e soggiorni in acque non proprio e, per fare felice anche Erasmo, Rotterdam. profumate. Sul ponte mi ci portava mio Gli abitanti di Casalecchio, nei tempi remo- padre, e anche questo è un bel ricordo, visto ti e medievali, vollero invece averlo tutto che assieme a lui non ci potrei tornare più. per sé e costruirono una chiusa che permise Oggi, trote a parte, non mi sembra che loro di poter guardare dall’alto in basso gli Porretta sia molto cambiata, anche se io la abitanti di altri borghi meno fortunati, ba- frequento solo di sera, per militanza lettera- gnati dal piatto Po, dal poco blu Danubio, ria, e di giorno non so…. Di sicuro, non ha dalle acque un po’ stagnanti della Mosella. perso il fascino dei luoghi europei, da primi Casalecchio allora fu subito superba e amò del Novecento, con i suoi alberghi un po’ quel fiume in modo quasi insensato, gettan- demodé e i suoi caffè accoglienti, compre- dosi quasi scosciata sulle sue rive rumorose, so quello in cui sorseggiai per la prima volta ispiratrici non del melenso walzer ma della un goccio di birra. Per arrivarci, poi, ci si im- ben più energica filuzzi” piega ancora una vita, mentre tutt’intorno il mondo vola, ed è anche per questo suo ap- Alessandro Fullin partenere alla dimensione del tempo lento attore e autore di testi comici e commedie, artista di Zelig e sospeso che continua a piacermi, più di ogni altro posto della nostra provincia.

Il Fiume Reno Stefano Tassinari, scrittore, Il Reno, in celtico “acqua che scorre”, nasce in vicepresidente Associazione Scrittori Bologna Toscana sul Monte delle Piastre e dopo un bre- ve e impetuoso tratto fa il suo ingresso in Emilia. Siamo a Ponte della Venturina, nel territorio del Una storia millenaria scorre insieme a tutto il Comune di Granaglione: di qui il corso del fiu- corso del Reno, straordinario museo all’aperto me disegna una verde vallata, che in 75 km scen- capace di raccontarci la sua storia geologica e de sinuosa fino a Casalecchio di Reno. quella dell’uso delle sue acque, che hanno in- fluenzato profondamente l’economia di que- Da Casalecchio, il fiume inizia il suo corso nel- ste terre, facendo di Bologna la prima città in- la pianura bolognese che attraversa fin quasi a dustriale d’Europa. Ferrara. I suoi argini, fra i più alti e imponenti della Val Padana, sono visibili da chilometri di Il Reno è anche una preziosa arteria ambienta- distanza e accompagnano il fiume fino a lam- le che offre scorci di straordinaria bellezza, che bire le Valli di Comacchio e a giungere final- una volta scoperti è impossibile non amare. mente alla foce nel mare Adriatico. Nel suo ultimo tratto, il Reno occupa l’antico letto del Po di Primaro, al tempo dei Romani ramo prin- Il fiume Reno in pianura cipale del Grande Fiume. archivio Comune di Baricella

53 La Valle del Reno l’appennino

L’itinerario di visita Da non perdere: L’itinerario ruota intorno alla SS Il Corno alle Scale e il suo comprensorio sciistico 64 Porrettana. All’altezza di Ver- Il Museo Marconi a Pontecchio (Sasso Marconi) gato si divide in due percorsi L’area archeologica e il Museo Nazionale Etrusco paralleli: il primo guida il viag- di Marzabotto giatore dalle colline morandia- La Pieve di Roffeno ne al Parco dedicato ai due La Pieve di Panico e gli altri capolavori dei Maestri comacini grandi laghi di Suviana e del La Chiesa di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto a Riola Brasimone, mentre il secondo Grizzana Morandi e le colline morandiane sale fino in cima alla più alta La Rocchetta Mattei vetta del bolognese, il Corno Il borgo medievale di La Scola alle Scale, per arrivare a Por- Palazzo Comelli a Bargi retta Terme, capitale del benes- I borghi di Baigno, Stagno e Chiapporato sere termale e chiudersi a Gra- I Parchi Regionali e le riserve naturali naglione a ridosso del crinale Le Terme di Porretta tosco-emiliano. Il Porretta Soul Festival Gli zuccherini montanari - Casalecchio di Reno I funghi, i tartufi e le castagne della Valle del Reno - Sasso Marconi La birra di castagne di Granaglione - Marzabotto - Vergato

Dalle colline morandiane al Parco dei Laghi Casalecchio - Grizzana Morandi di Reno - Camugnano - Castel di Casio

Verso i più alti crinali - Castel d’Aiano Sasso Marconi - Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere - Porretta Terme - Granaglione Marzabotto

Castel d’Aiano Vergato

Grizzana Morandi

Gaggio Montano

Lizzano Camugnano Castel di Casio in Belvedere Porretta Terme

Granaglione

54 La storia e l’ambiente Tra queste si segnalano il miele di crinale e la La storia della Valle del Reno affonda le sue castagna di Granaglione, ultimo Comune pri- radici nella civiltà degli Etruschi, che qui ma della Toscana, che riserva una sorpresa: la hanno lasciato importanti tracce della loro birra di castagne Beltaine, ispirata alla pre- presenza: nella zona di Marzabotto affiorano senza dei Celti nella vallata. Originali sono le vestigia di una grande città del VI secolo anche i ciacci di castagne, la crescenta del- a.C., presso cui si trova il Museo Nazionale l’uva di Vergato e i borlenghi. Da provare gli Etrusco “Pompeo Aria”. Successivamente con- zuccherini montanari, protagonisti della quistata prima dai Celti e poi dai Romani, la Sagra di Riola. vallata, divisa tra possedimenti Bizantini e Longobardi, fu attraversata per secoli da con- Come arrivare flitti per il comando sui diversi borghi e - Autostrada A1 Bologna-Firenze: uscite a castelli. In questo contesto si giocò la vicen- Sasso Marconi, Rioveggio e Pian del Voglio. da dei Conti di Panico, fieri avversari del Co- - Strade: SS 64 Porrettana (Pistoia - Bologna) mune di Bologna, dopo aspre lotte ridotti - Linea ferroviaria Bologna-Pistoia: stazioni a all’obbedienza anche grazie all’istituzione dei Casalecchio di Reno, Borgonuovo, Sasso Capitani della Montagna, di cui resta memo- Marconi, Lama di Reno, Marzabotto, Pian ria nello splendido palazzo di Vergato. Al di Venola, Pioppe di Salvaro, Vergato, Riola, medioevo risalgono anche le meravigliose Silla, Porretta Terme, Ponte della Venturina, opere dei Maestri comacini e le tante case- Molino del Pallone, Biagioni. torri che ancora oggi costellano la vallata. - Linee ATC www.atc.bo.it. Erede della grande tradizione costruttiva comacina è Palazzo Comelli di Bargi (Camu- Informazioni Turistiche gnano). Ma non mancano testimonianze della Sasso Marconi storia più recente: dalla casa museo Gugliel- Via Porrettana, 312 - 40037 Sasso Marconi (BO) mo Marconi, ai luoghi del pittore Giorgio Tel. 051.6758409 - [email protected] Morandi, passando per la fiabesca Rocchetta Orari d’apertura: Mattei, fino alle atmosfere liberty delle Terme lunedì 15.00-20.00 Alte di Porretta. Capolavoro dell’architettura martedì-venerdì 9.30-14.00 / 15.00-20.00 contemporanea è la chiesa di Riola, unica sabato e domenica 10.00-12.30 / 15.30-20.00 opera in Italia del grande maestro finlandese Alvar Aalto. Porretta Terme L’ambiente, di rara bellezza, varia molto a se- P.zza della Libertà, 11 - 40046 Porretta Terme (BO conda dell’altitudine, che sale fino a sfiorare i Tel. 0534.22021 - [email protected] 2000 m del Corno alle Scale. Quasi intera- Orari d’apertura: mente ricoperto da boschi di castagno e di da lunedì a sabato (invernale) 8.30-14.30 faggio, il paesaggio è oggi tutelato da ben tre da lunedì a sabato (estivo) 9.00-12.00/16.00-19.00 Parchi regionali: il Parco del Corno alle Scale, domenica (estivo) 10.00-13.00 il Parco dei Laghi e il Parco Storico di Monte Sole, oltre che dal Parco Provinciale di Mon- Lizzano in Belvedere tovolo e dalla riserva del Contrafforte plioce- P.zza G. Marconi, 6 - 40042 Lizzano in Belvedere (BO) nico. Tel. 0534.51052 - [email protected] Orari d’apertura: A tavola tutti i giorni (estivo e Natale) 9.30-12.30/15.30-18.30 La cucina del territorio, così come il dialetto, martedì, giovedì e venerdì (invernale) 9.30-12.30 è caratterizzata dalla collocazione geografica sabato e domenica (invernale) 9.30-12.30/15.00-18.00 di confine tra l’Emilia e la Toscana. I piatti risentono delle blasonate tradizioni gastro- Vidiciatico (Lizzano in Belvedere) nomiche delle due regioni, fondendosi in P.zza XXVII Settembre, 8 - 40042 Vidiciatico (BO) gustose contaminazioni. Accanto alle tipiche Tel. 0534.53159 - [email protected] minestre emiliane (così nel Bolognese si chia- Orari d’apertura: mano tutti i primi piatti, non solo quelli in tutti i giorni (estivo e Natale) 9.30-12.30/15.30-18.30 brodo) troviamo le zuppe di cereali, le succu- lunedì, mercoledì e venerdì (invernale) 9.30-12.30 lente bistecche alla fiorentina, la cacciagione, sabato e domenica (invernale) 9.30-12.30/15.00-18.00 i piatti a base di tartufo, funghi e castagne, senza dimenticare le infinite altre delizie che Molino del Pallone (Granaglione) regalano il sottobosco e le alte brughiere, Via Roma, 56/1 - 40030 Molino del Pallone (BO) confezionate secondo antiche ricette. Tel. 0534.62468 - [email protected] Nuova apertura 2007

55 La Porrettana: una strada lunga oltre 2000 anni

Il Balzo dei Rossi a Sasso Marconi- archivio Ecosistema - Andrea Serra

Abitata da sempre, la Valle del Reno ricopre, “Porrettana”, costruita contemporaneamente fin dai tempi degli Etruschi, un ruolo decisivo al suo prolungamento sul versante toscano, la come via privilegiata delle comunicazioni tra Via Leopolda, così chiamata in onore del Gran- Emilia e Toscana. duca di Toscana Leopoldo II.

Nel Medioevo, la strada veniva chiamata Via Ancora oggi la Porrettana unisce città e pae- Francesca della Sambuca e rappresentava saggi estremamente diversi ma tutti altrettan- un’importante variante della Via Francigena, to affascinanti, in un percorso attraverso loca- usata dai pellegrini nei loro viaggi verso Roma. lità incastonate tra nevi e nebbie, boschi e Questi antichi percorsi oggi sono stati risco- grandi spazi, montagne e pianure che non la- perti e sono percorribili in parte a piedi, in sciano indifferente il viaggiatore. parte con mezzi pubblici o in automobile, ac- compagnati dalla pubblicazione, Sulle tracce Il 3 novembre 1864 partì il treno a vapore che dei pellegrini, curata da Renzo Renzi per la inaugurò la ferrovia parallela alla Porrettana, Provincia di Bologna. che collega Bologna a Pistoia, prima strada fer- rata transappenninica all’epoca considerata Pur se semplice mulattiera, la fondovalle del una delle più ardite d’Europa. Il viaggio per Reno fino al Settecento continuò ad essere percorrere l’intero cammino era di sei ore e una delle vie transappenniniche maggiormen- mezzo. Oggi questa bella tratta è riservata a te frequentate. Con l’industrializzazione le esi- una linea regionale che permette di risalire, in genze infrastrutturali cambiarono e si impose- circa un’ora e mezza, la Valle del Reno e di rag- ro nuovi interventi: nel 1847 sotto il Governo giungere, respirando un’atmosfera d’altri tem- Pontificio di Papa Gregorio XVI venne termina- pi, molte delle località toccate dal nostro iti- ta nel versante bolognese la Strada Statale 64 nerario.

Eventi Suoni dell’Appennino è una rassegna musi- Crinali, festival di teatro canzone della Valle cale estiva che permette di scoprire antichi del Reno offre al pubblico la possibilità di borghi, santuari, pievi medievali e bellezze assistere a pièce teatrali mix tra musica e naturali dell’Appennino, attraverso concerti di poesia, con spaccati di storia del territorio e musica di ogni genere. Il festival valorizza le di altre culture in luoghi d’incontro come promesse musicali del territorio e si avvale sono appunto i crinali di montagna. della presenza di artisti di fama internaziona- www.comune.porrettaterme.bo.it le. Nato nella Valle del Reno, l’evento coinvol- ge oggi anche le altre vallate dell’Appennino. www.associazionemusicae.com

56 Casalecchio di Reno

Iniziamo il nostro viaggio a Casalecchio di Re- verso il sentiero dei Brégoli, un’antica mulat- no appena 5 km da Bologna, lungo la Porret- tiera che, immersa nei boschi, conduce escur- tana SS 64. sionisti e pellegrini dalla chiesa di San Mar- tino fino ai piedi della venerata icona bizanti- Già meta di villeggiatura dell’aristocrazia bo- na della Madonna di San Luca. lognese, nel 1883 Casalecchio venne collegata Di fronte al Colle della Guardia, al di là del a Bologna con una tramvia a vapore e alcuni fiume, sorge l’Eremo di Tizzano (4 km dal cen- suoi locali, come il Caffè Pedretti, divennero tro di Casalecchio, in direzione Zola Predosa). luoghi di ritrovo dell’élite culturale raccolta Già eremo dei Camaldolesi, la grande chiesa intorno a Giosuè Carducci. barocca è composta da sei cappelle collegate Contemporaneamente Casalecchio ricevette tra loro. Al suo interno, si segnalano il coro un forte impulso industriale e le sue frequen- ligneo e le tele di Gandolfi e del Guercino. Sul tazioni si arricchirono di importanti presenze retro sono visibili due delle diciassette celle straniere come i tedeschi dell’Argenteria e del- dove vivevano i monaci. Notevole il panorama la birreria Ronzani (oggi centro commerciale), su Bologna e la pianura. e gli inglesi della filanda della Canonica. Oggi è un vivace centro culturale e commerciale, Allo scopo di deviare verso la città parte delle immerso nel verde alle porte di Bologna. acque del Reno, furono costruiti nel XII secolo una prima Chiusa e il Canale di Reno. A dominare il paese è il Colle della Guardia, La Chiusa è oggi ancora in funzione e lungo il sormontato dalla mole del celebre tempio Canale corre una bella pista ciclabile che con- mariano di San Luca, unito a Bologna dal por- sente un tranquillo collegamento nel verde tico più lungo del mondo. Anche Casalecchio fino a Bologna. è direttamente collegata al Santuario attra-

Storia e Cultura Vignola (Jacopo Barozzi), che ancora oggi re- La Chiusa e il Canale di Reno sta una meravigliosa testimonianza dell’inge- L’obiettivo era quello di fornire forza motrice gneria idraulica dell’epoca. ai mulini e agli opifici della città medievale in Procedendo verso Bologna lungo il canale, si piena espansione, oltre che di alimentare vie incontra un altro manufatto che testimonia navigabili che aprissero ai prodotti bolognesi della storia produttiva bolognese legata alle canali commerciali internazionali. Fu così che acque del Canale di Reno: la Filanda, storico a Casalecchio nel 1208 venne costruita, a spe- opificio per la lavorazione della canapa, se del Comune di Bologna, una prima chiusa danneggiato dalla seconda guerra mondiale stabile in legno. e oggi recuperato nella sua parte che affac- Risistemato il Canale di Reno che collega la cia sul canale e adibito a sede della “Casa Chiusa alla città, Bologna riuscì ad alimentare per la Pace”. un fitto reticolo di canali, chiaviche e chiavi- Da non perdere: Il 29 Agosto di ogni anno i cotti, che ne fece una città d’acque, nonché Consorzi dei Canali di Reno e Savena aprono un grande centro europeo di produzione del gli impianti e organizzano visite alle struttu- velo di seta. Ricostruita più volte, la Chiusa re approfondendo la loro storia, le caratteri- non riusciva tuttavia a reggere le piene. Nel stiche e le funzioni operative di un tempo e 1567 papa Pio V ne ordinò pertanto la rico- di oggi. struzione e ne impose la manutenzione a co- Info: Consorzio della Chiusa di Casalecchio e loro che dall’acqua traevano utili. Sorse così del Canale di Reno - Tel. 051.6493527 la grande chiusa costruita su disegno del www.consorzireno-savena.it

57 Sulla riva destra del Reno, adagiato sulle colli- Sport e Vacanza attiva ne che si arrampicano fino al santuario di San Canoa Luca, il Parco Talon è uno dei polmoni verdi Il Reno, in prossimità della Chiusa, scorre che cingono scenograficamente Bologna. tranquillo e consente a tutti, adulti e ragaz- zi, di praticare il canottaggio in sicurezza, di Natura allenarsi e anche di divertirsi in una vera e Il Parco della Chiusa, noto come Parco propria palestra fluviale, dotata anche di un Talon, è costituito dagli ex possedimenti campo permanente di canoa slalom. dei marchesi Sampieri Talon, che dal ‘600 Questo tratto di fiume viene utilizzato qui costruirono diverse ville. Il parco ha tutto l’anno per gli allenamenti della squa- conosciuto momenti di grande splendore dra agonistica di canoa fluviale (Info: A.S.D. mondano, in particolare nel ‘700. Canoa Club Bologna Tel. 051.575354; Nell’Ottocento Stendhal, assiduo frequen- [email protected]). tatore di questi luoghi, lo paragonò al “Bois A Casalecchio notissimo è anche il Pala- de Boulogne”. Ancora oggi è possibile sport, tempio del basket tricolore e sede dei immaginarne gli antichi fasti nobiliari pas- più importanti concerti pop della regione. seggiando lungo i viali alberati, sostando nei grandi prati all’inglese e attraversando bo- schetti pensati apposta per perdervisi den- Da segnalare sono anche il polo culturale tro. Qua e là si riconoscono i ruderi delle della “Casa della Conoscenza” e il Teatro artificiose invenzioni architettoniche, per le “Alfredo Testoni”. Il teatro, che si trova in Piazza quali gli studiosi fanno anche il nome del del Popolo, venne costruito nel 1928, quale famoso architetto e scenografo Ferdinan- sede della locale Casa del Fascio. La costruzio- do Galli Bibiena. In primavera e in estate il ne è ingentilita da una loggia, all’epoca desti- parco diventa la suggestiva cornice di mani- nata alle esercitazioni di scherma. festazioni e rassegne culturali. Eventi Festa degli Aquiloni, Parco Talon: 1° maggio. Di fronte al Parco Talon, il Lido di Casalec- Reno Folk Festival, suoni e sapori della chio è raggiungibile dal centro della cittadina tradizione: musica folk, danza, stage e con una bella passeggiata ciclabile che offre spettacoli, stand gastronomici: giugno. uno splendido panorama sulla Chiusa e sul Trimi’s Festival, rassegna musicale inter- fiume. Qui in estate è possibile prendere il nazionale - www.trimisfestival.it: giugno. sole e rilassarsi sulle rive del Reno in una Festa di San Martino: 11 novembre. spiaggia attrezzata come un vero e proprio stabilimento balneare. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

La chiusa archivio Comune di Casalecchio di Reno 58 Sasso Marconi

Risalendo la Porrettana, si entra nel territorio Proseguendo verso Sasso, si incontra il borgo di Sasso Marconi, che deve il suo nome alla di Colle Ameno, interessante episodio archi- Rupe, nota nel Medioevo come Sasso di tettonico a fini abitativi e produttivi di conce- Glòsina, scenografico avamposto del Contraf- zione tipicamente settecentesca. forte pliocenico, e a Guglielmo Marconi, lo Costituito attorno alla villa della nobile fami- scienziato inventore del telegrafo senza fili. glia Ghisilieri, il borgo si presentava come un vero e proprio villaggio preindustriale con Prima di giungere a Sasso, provenendo da Ca- abitazioni e botteghe artigiane, un ospedale salecchio, si incontra la frazione di Pontecchio. per i poveri, una tipografia e una celebre fab- Ben visibile dalla SS 64 Porrettana, si staglia Villa brica di ceramiche. Durante la seconda guerra Griffone, costruita alla fine del Seicento e mo- mondiale divenne un centro nazista di prigio- dificata nel Settecento. Nel 1895 l’edificio passò nia e smistamento. Oggi della villa non resta- alla famiglia Marconi e proprio qui il giovane no che suggestive rovine, mentre il borgo e il Guglielmo compì il suo esperimento di trasmis- parco, aperti al pubblico, sono stati oggetto sione. Scavato nel colle su cui sorge la villa, il di recente recupero. Annesso al complesso è Mausoleo dello scienziato è opera del celebre l’oratorio di S. Antonio da Padova, vero gioiel- architetto del fascismo Marcello Piacentini, che lo di arte barocca per la cui visita bisogna per il progetto si è ispirato alle tombe etrusche. rivolgersi alla Fondazione Guglielmo Marconi. Musei - Personaggi e Cultura L’era del wireless, della comunicazione sen- za fili, nasce qui, nella seicentesca Villa Grif- fone di Pontecchio, residenza di famiglia e luogo dei primi esperimenti di telegrafia di Guglielmo Marconi (Bologna 1874 - Roma 1937). Oggi la villa è sede della Fondazione e del Museo dedicati al grande inventore. Emozionante è la visita alla celebre “stanza dei bachi”, primo laboratorio del giovane scienziato, destinato appena trentacin- quenne al Nobel per la Fisica. Nel parco è custodito il relitto del panfilo “Elettra”, laboratorio galleggiante di Marconi dal 1919. Le visite al Museo - particolarmente stimo- lante la sua offerta didattica - si effettuano Villa Griffone - Museo Marconi su prenotazione e con visita guidata. Sulle archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni tracce di Marconi, a Granaglione è possibile visitare l’antica casa (XV sec.) della famiglia Tra le numerose ville della zona, merita sicu- d’origine dello scienziato, mentre nella ramente una visita il Castello de’ Rossi, dal- piazza di Porretta è il bel palazzo apparte- l’elegante profilo merlato che si allunga sulle nuto al padre (nato alle vicine Croci di Ca- rive del Reno, raggiungibile con una devia- pugnano), dove Guglielmo trascorse le zione di 1,4 km dalla Porrettana. estati della sua infanzia. Costruito alla fine del Quattrocento dal ban- chiere Bartolomeo Rossi, ospitò i papi Giulio MUSEO MARCONI - Villa Griffone II, Paolo III, Leone X, il poeta Torquato Tasso Via Celestini, 1 - Pontecchio Marconi e Giovanni II Bentivoglio. 40044 Sasso Marconi (BO) Separata dal castello da un canale, la corte, Tel. 051.846121 - Fax 051.846951 animata da locande e negozi, è chiusa a set- [email protected] - www.fgm.it tentrione da una bella torre colombaia a due Apertura: su prenotazione e con visita gui- ordini di logge. In questo scenario si svolge data. Biglietto gratuito. da oltre trecento anni la “Fira di sdaz”, tradi- zionale fiera settembrina.

59 L’Oasi naturale di San Gherardo archivio S.A.P.A.B.A. Natura Il Contrafforte pliocenico Proseguendo lungo la strada che ci ha con- La catena di rocce arenacee del Contraf- dotto al castello, l’elegante architettura in forte, risalente al periodo geologico del legno e metallo del Ponte di Vizzano ci per- Pliocene (tra i 5 i 2 milioni di anni fa), si sta- mette di passare alla scoperta del territorio glia imponente fra le valli del Reno e dell'I- di Sasso sulla destra del fiume Reno. dice. Le sue spettacolari pareti rocciose Costeggiato il grande parco dei Prati di Mu- sono il risultato della sedimentazione di gnano (oltre 110 ettari di verde), si imbocca sabbie e ghiaie trasportate dai fiumi Setta, la strada panoramica delle Ganzole fino al Reno, Savena e Idice, che sfociavano nella bivio che a sinistra porta a Pieve del Pino, pianura padana allora ricoperta dalle acque dove la vista si apre di fronte a uno splendi- del mare. Le successive fasi di sollevamento do anfiteatro naturale di calanchi dominati della catena appenninica hanno innalzato dallo sperone di arenaria del “dente”. Poco queste rocce fino ad oltre 600 m di quota. oltre, deviando a destra dopo 6 km si rag- Le erosioni eoliche hanno poi conferito alle giungono Bàdolo e Monte Adone, cuore del- pareti un aspetto quasi dolomitico: esempio l’area del Contrafforte pliocenico. fra i più belli è quello delle Torri di Monte Adone, nelle vicinanze dell’omonima cima. Natura Tutte queste rocce sono ricche di fossili L’Oasi naturale SAPABA di San Gherar- marini: il reperto più straordinario di questo do si estende tra il fiume Reno e la parete mare perduto è senz’altro la Balenottera rocciosa del “Balzo dei Rossi” e compren- pliocenica di Gorgognano, i cui resti sono de due zone umide create a seguito del ora presso il Museo di Geologia e Paleon- recupero di ex cave di sabbia e ghiaia. tologia dell’Università di Bologna. L’area è dotata di percorsi, cartelli e punti Di grande interesse non è solo l’aspetto di osservazione attrezzati per la fruizione geologico, ma anche quello faunistico- pubblica e didattica (si segnala l’innovati- ambientale con una serie di habitat molto vo capanno anfibio per l’osservazione diversi tra loro. Nell’area non mancano ori- acquatica), agevolata anche dall’ubicazio- ginali testimonianze storiche, come il “co- ne dell’oasi lungo il fiume Reno a metà lombario”, forse un antico sepolcro scavato strada tra il Parco della Chiusa di Casalec- in profondità nella nuda parete. chio di Reno e i Prati di Mugnano di Sasso Marconi. Gli elementi naturalistici salienti Nell’area del Contrafforte, a 10 km circa da dell’oasi sono il falco pellegrino che nidi- Sasso, il Giardino botanico Nova Arbora, fica nella vicina parete di arenaria e gli nato nel cortile di una vecchia casa coloni- uccelli acquatici che frequentano le due ca, ricrea ambienti naturali (stagno, rocce, zone umide. L’area è accessibile ai disabili torbiera) divenuti l’habitat naturale per di- ed è visitabile solo su prenotazione. versi tipi di piante e animali. Si organizzano Tel. 051.6758409. visite guidate e percorsi didattici alla sco- perta di mille specie diverse di piante tra cui alcune a rischio di estinzione in Italia. Info: www.novarbora.com

60 Alla confluenza del Setta nel Reno da segna- Il territorio di Sasso Marconi ha da sempre lare è l’acquedotto romano, straordinaria o- una spiccata vocazione agricola e in partico- pera di ingegneria idraulica che porta l’acqua lare è famoso per la produzione dei vini DOC potabile a Bologna attraverso un percorso nel Colli Bolognesi, microzona Colline Marconia- sottosuolo lungo 18 km. Progettato e realizza- ne. Dal 1999 il Comune aderisce all’Associa- to dai Romani negli ultimi anni del I sec. d.C., zione Nazionale “Città del Vino” e dal 2006 l’acquedotto è tuttora in piena efficienza. ospita l’Info point della Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”. Storia e Cultura L’acquedotto romano Natura Giudicate troppo limacciose le acque Leoni, tigri, scimmie e coccodrilli in Appen- dell’Aposa (l’unico corso d’acqua naturale nino insieme a caprioli e rapaci? Sì, sono gli che attraversa il centro di Bologna) e trop- animali che, sequestrati a chi li ha sottratti po calcaree quelle del Reno, gli ingegneri illegalmente al loro habitat naturale, a Mon- idraulici romani individuarono nel Setta il te Adone trovano il loro rifugio. Il centro fiume da cui trarre nel I sec d.C. l’acqua per non è quindi un parco faunistico, né tanto il fabbisogno idrico della colonia di Bono- meno uno zoo, ma un luogo in cui è possi- nia. Da allora, l’acquedotto rimase in fun- bile conoscere e avvicinare animali esotici e zione fino alla caduta dell’Impero, quando selvatici in maniera intelligente e consape- iniziò il suo lento declino, che lo portò ad vole. Per informazioni e visite guidate essere quasi completamente dimenticato. (anche per scuole): Tel. 051.847600 La sua riscoperta nel Settecento si deve CENTRO TUTELA E RICERCA all’abate Calindri, grande studioso della FAUNA ESOTICA E SELVATICA montagna bolognese. Per la sua completa Sede nazionale: Via Brento, 9 riattivazione, ad opera del Comune di Bo- 40037 Sasso Marconi (BO) logna, bisogna attendere il 1883, ma la cosa [email protected] forse più straordinaria è che oggi, dopo www.centrotutelafauna.org oltre 2.000 anni, l’acquedotto serve anco- ra perfettamente le case dei bolognesi. Numerose sono le possibilità di escursioni a piedi per le colline intorno al capoluogo, Sport e Vacanza attiva lungo sentieri che toccano luoghi densi di Free climbing storia e di suggestioni, come il borgo di Jano L’area del Contrafforte pliocenico è il con la sua torre medievale. La Guida turistica regno dell’arrampicata sportiva: dal “me- di Sasso Marconi, realizzata dal Comune, pro- raviglioso castello di sabbia” di Badolo, pone 41 percorsi escursionistici, referenziati in alla falesia di Fosso Raibano. Lunga è la una pratica cartina allegata al volume. storia sportiva di queste rocce e mille i segreti di ognuna delle sue vie. La parte Eventi arrampicabile della Rocca di Badolo è alta Giornata di Guglielmo Marconi: 25 aprile. circa 120 metri e si divide in quattro gran- Camminata “Sopra e sotto i ponti”: di settori: Badolo Basso, Medio, Alto e giugno. New. Nella parte alta ci sono moltissime Tartufesta: tra ottobre e novembre. vie di elevata difficoltà e di stile atletico. Fiera del tartufo e altri prodotti A Fosso Raibano lo stile di arrampicata si del bosco e del sottobosco: novembre. fa elegante e prevalentemente verticale. La bellezza del luogo e la cura particolare Pontecchio impiegata nell’attrezzatura delle vie ne Fira di sdaz (dei setacci), da oltre 300 anni, fanno forse la falesia più bella della pro- la Fiera dei setacci di Pontecchio mette in vincia. Nei giorni in cui il ven- mostra suoni e sapori della to di scirocco soffia forte sul- cultura contadina dell’Appen- l’alta parete della Rocca di nino nella scenografia intatta Bàdolo, qui si può arrampica- della corte di Palazzo de’ Rossi: re al sole e senza vento, anche settembre. Info: 051.843511 d’inverno. La parete è in una proprietà privata: i proprietari Mongardino declinano ogni responsabilità Sagra delle castagne: ottobre. su eventuali danni alla propria persona o a terzi. GIORNO DI MERCATO: Info: www.federclimb.bo.it martedì

61 Marzabotto

Eccoci dunque a Marzabotto, cuore dell’Ap- pennino etrusco.

A partire dal 1831 sono stati rinvenuti a monte dell’abitato i resti di un’importante città etru- sca, che arrivò a contare oltre 4000 abitanti. La visita agli scavi si articola in un emozionan- te percorso che attraverso i resti degli isolati della città sale all’acropoli e si chiude nel sug- gestivo sepolcreto orientale. All’interno del- l’area archeologica, la nuova sede del Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” custodisce i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni sopra Testa di Kouros, sotto Museo Nazionale Estrusco, di tetti delle case, le statuette votive in bron- nella pagina seguente Area archeologica zo e la celebre testa di Kouros. archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Musei sca sotto la spinta delle invasioni celtiche del Area archeologica e Museo Nazionale Etrusco IV secolo a.C. fu inesorabile: quando i Romani La città etrusca di Marzabotto, nota anche ne presero possesso, della città non restava- come Misa dal nome del pianoro di Misano no che labili tracce su cui decisero di edifica- su cui sorge, tra il VI e il V secolo a.C. era una re nulla più di una grande villa rustica. Della florida città carovaniera, posta al centro del villa sono visibili le fondamenta, il pozzo e i sistema commerciale che collegava il porto resti di una fornace per laterizi. di Spina, la capitale dell’Etruria padana Per informazioni su visite guidate e pacchetti (Felsina, oggi Bologna) e l’Etruria tirrenica. La didattici, anche integrati con il sito etrusco- pianta della città, costruita secondo la rigo- celtico di Monte Bibele e il Museo archeolo- rosa geometria ippodamea, testimonia i fre- gico di Monterenzio, Tel: 051.2097708/00 quenti scambi tra Etruschi e mondo greco. Il www3.unibo.it/archeologia/marzabot- reticolo delle strade (le principali larghe ben to/home.htm 15 m) disegna un impianto ancora oggi ben MUSEO NAZIONALE ETRUSCO leggibile, che costituisce un caso unico in POMPEO ARIA Italia di pianificazione urbana di età prero- Via Porrettana Sud, 13 mana. Ancora visibili sono i resti di una gran- 40043 Marzabotto (BO) de fonderia per la fusione del bronzo e di Tel. 051.932353 - Fax 051.932353 officine per la lavorazione della ceramica, [email protected] oltre a quelli di numerose abitazioni con cor- Apertura area archeologica: 8.00-19.00, tile interno e pozzo, spesso corredate di una museo: martedì. mercoledì e giovedì 9.00- bottega artigiana che si affacciava sulla stra- 13.00, venerdì, sabato e domenica 9.00-13.00 da. A est e a nord dell’abitato sono le due e 15.00-18.30. necropoli con tombe in travertino, mentre Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1, gratui- sulla piccola altura oltre la Porrettana si trova to ingresso all’area archeologica l’acropoli. Il declino dell’antica colonia etru-

62 Il borgo di Malfolle, a 6 km da Marzabotto Storia e Cultura dopo Pian di Vénola, conserva edifici medie- I Conti di Panico vali di pregio, come la Torre delle Lame del XV La famiglia feudale dei Conti di Panico secolo e l’oratorio di San Niccolò di Bezzano. viene fatta discendere dai Conti di Bologna, Oggi vi trova sede un centro culturale poliva- le cui radici affondano nel IX secolo e si lente. Di qui si può godere il più bel panorama riconducono ai Carolingi. Il primo docu- di questo versante della vallata, proprio di mento a parlarci di loro è del 1068 e per fronte al Parco Storico di Monte Sole. La zona oltre tre secoli i Panico furono i più potenti è un ottimo punto di partenza per escursioni feudatari dell’Appennino bolognese e nello a piedi e in mountain bike. Nei dintorni hanno stesso tempo i più fieri nemici di Bologna. resistito ai secoli diversi altri borghi, come la Nel Duecento la potenza della famiglia è cinquecentesca Ca’ Zanetti di Luminasio. tale che l’imperatore Federico II le ricono- sce il possesso di un vastissimo territorio L’arte romanica trova il suo migliore esempio che si estendeva dall’odierna Sasso Marconi della vallata a Panico (2 Km a nord del capo- fino al confine con la Toscana. Le ostilità luogo, dopo avere scavalcato il Reno sul pon- con Bologna si fecero cruente quando il te di Paganino). Si tratta della pieve di San libero Comune, cacciati i conti che reggeva- Lorenzo, fondata nel 1145 e realizzata in conci no la città, iniziò ad espandere il suo domi- di arenaria ad opera di maestranze comacine nio sulla montagna. Fu una conquista lenta provenienti dalla Toscana. Notevoli i capitelli che si concluse solo verso la fine del ‘300, zoomorfi e l’abside affrescata, nelle cui deco- quando già da tempo nel resto dell’Italia razioni esterne si riconosce l’emblema della settentrionale il sistema feudale era stato rosa, testimonianza del leggendario dominio superato. Per ridurre all’ordine i feudatari dei Conti di Panico. Il castello di Panico sorge- più riottosi, oltre che per difendere i confi- va in posizione strategica sulla collina di fron- ni con la Toscana, Bologna istituì la Magi- te alla pieve e fu definitivamente distrutto dai stratura del Capitano della Montagna, con bolognesi nel 1306. sede dapprima a Scaricalasino (l’odierna Monghidoro) poi nel castello di Casio e Enogastronomia infine a Vergato, affidandola ai signori di La tigella, tipica dell’Appennino tra Bolo- volta in volta suoi alleati. Nel 1306, la lotta gna e Modena, è - in realtà - non la focac- sfociò in uno scontro sanguinoso fra Guelfi cia, ma la pietra refrattaria su cui viene ada- e Ghibellini. I Conti di Panico, a capo dei giato l’impasto. Col Ghibellini, ebbero la tempo il nome dello peggio: il loro castello strumento ha sosti- venne distrutto, il Conte tuito quello del pro- Maghinardo preso e suo dotto vero e proprio. figlio, il Conte Mostarda, Da notare è la tipica decapitato. Ma il colpo decorazione floreale decisivo i Panico lo rice- al centro di ogni ti- vettero alla fine del gella che richiama lo ‘300, in concomitanza stemma dei Conti di con i tentativi di conso- Panico. Interessante lidamento di un domi- è anche l’uso, an- nio signorile su Bologna. dato perduto, di por- Reo di avere fatto parte re delle foglie di ca- della congiura ordita da stagno tra l’impasto Gian Galeazzo Visconti e la pietra rovente, Tigella per impadronirsi della città, Ugolino da allo scopo di mante- archivio privato Panico fu decapitato in Piazza Maggiore a nere l’umidità. Bologna il 31 dicembre 1389.

63 Marzabotto è nota anche per l’eccidio di 955 Il Comune è stato decorato con la Medaglia civili consumato dai militari tedeschi tra il 29 d’Oro al Valor Militare. Questa la motivazione: settembre e il 5 ottobre 1944. Qui si fermava la Linea Gotica (pag. 160), che “... Incassata fra le scoscesi rupi e le verdi tra il 1944 e il 1945 divideva l’Italia dall’Adriatico boscaglie della antica terra etrusca, Marza- al Tirreno. Incalzati dall’avanzata delle truppe botto preferì ferro, fuoco e distruzioni piutto- alleate, i Tedeschi furono costretti ad arretrare sto che cedere all’oppressore. Per 14 mesi sop- la prima linea fino alle porte di Marzabotto. Fu portò la dura prepotenza delle orde teutoni- durante la ritirata che avvenne il feroce massa- che che non riuscirono a debellare la fierezza cro della popolazione civile, accusata di dei suoi figli arroccati sulle aspre vette di appoggiare la brigata partigiana Stella Rossa. Il Monte Venere e di Monte Sole sorretti dal- 29 settembre 1944 le truppe tedesche iniziaro- l’amore e dall’incitamento dei vecchi, delle no la salita verso la vetta di Monte Sole. Sei donne e dei fanciulli. Gli spietati massacri giorni dopo, dei borghi in cui si consumò la degli inermi giovanetti, delle fiorenti spose e strage non rimanevano che poche rovine. dei genitori cadenti non la domarono ed i suoi 1830 morti riposano sui monti e nelle valli a Natura perenne monito alle future generazioni di Parco Storico Regionale di Monte Sole quanto possa l’amore per la Patria ...” Nella media montagna, tra le valli del Reno (8 settembre 1943 - 1 novembre 1944) e del Setta, il Parco Storico - esempio unico in Italia - sorge sui luoghi della strage nazi- Nella chiesa di Marzabotto è visitabile, tutti i fascista di Marzabotto dell’autunno del 1944. giorni tranne il lunedì, la cripta-ossario costrui- Oggi vi trovano sede la Fondazione Scuola ta in memoria dei martiri. La memoria della di Pace di Monte Sole e la comunità di reli- Seconda Guerra Mondiale e della Strage di giosi fondata da don Giuseppe Dossetti Marzabotto è custodita nel Parco Storico Re- (pag. 25), che qui riposa. La piccola dorsale gionale di Monte Sole, immerso nella natura e dei monti Pezza, Sàlvaro, Termine e Sole, si oggi sede della Scuola di Pace. dispiega lungo uno spartiacque dove si attestò durante la seconda guerra mondia- le la linea del fronte. Le presenze naturali più significative sono i pini silvestri del monte Termine, qui al loro limite meridio- nale europeo, testimonianza di passati climi più freddi. Da segnalare la presenza del cervo e del lupo che, assieme ad alcune specie di uccelli rapaci che frequentano l’area, rappresentano la possibilità di un in- contro emozionante durante le escursioni all'interno del Parco: dalla visita al Cervi “Memoriale”, lungo i luoghi toccati dagli archivio Provincia di Bologna eccidi, agli itinerari “Montovolo”, “Etrusco” e “Naturalistico”, fino a quello “Moran- Eventi diano”, dedicato ai luoghi che ispirarono I sapori di Marzabotto, mercatino di pro- il pittore Giorgio Morandi. dotti agroalimentari della montagna: da maggio a dicembre. Sede del Parco Via Porrettana Nord, 4/d e f Pian di Vénola 40043 Marzabotto (BO) Antica fiera: maggio. Tel. 051.932525 - Fax 051.6780056 [email protected] Parco Regionale di Monte Sole [email protected] Notti di Luce a Monte Sole, rassegna www.regione.emilia-romagna.it/parchi/ di musica, teatro, poesia e cinema: estate. montesole GIORNO DI MERCATO: giovedì Centro Accoglienza Il Poggiolo Via San Martino 40043 Marzabotto (BO) Tel. 051.6787100

64 Vergato

Lasciata Marzabotto, proseguendo lungo la SS Situata lungo la Linea Gotica (pag. 160), duran- 64, a Pioppe di Salvaro si entra nel territorio di te la seconda guerra mondiale Vergato subì Vergato. Dopo pochi chilometri si incontra ripetute incursioni aeree e venne praticamen- Calvenzano, antico possesso di Matilde di Ca- te rasa al suolo. Il Comune è stato insignito nossa. La chiesa di Sant’Apollinare, documen- della Medaglia d’Oro al Valore Civile. tata dal XII secolo e ricostruita in forme sette- centesche, conserva al suo interno vestigia ro- Nelle vicinanze del capoluogo si trova Liser- maniche. na, luogo da cui è nata Vergato e alle cui spal- le svettano i monti Aldara e Pero, sui quali si Superata Calvenzano la statale 64 passa tra il era attestata la Linea Gotica. Ora queste mon- Reno e i balzi di Calvenzano, contrafforte di tagne sono meta di belle passeggiate, soprat- rocce arenacee nei cui anfratti nidifica il falco tutto a primavera per vedere e fotografare pellegrino. Nel punto più stretto tra il monte splendide fioriture, come quella delle “peo- e il fiume, sulla destra, sorge il Santuario della nie”, fiore protetto di queste località. Un sen- Madonna del Bosco, che sembra vigilare sul tiero panoramico segnalato raggiunge la vetta piccolo ponte che scavalca il fiume Reno. di Monte Pero, incrociando manufatti bellici Giunti in località Tabina, si può fare una devia- difensivi, quali trincee, rifugi e camminamenti. zione sulla destra e addentrarsi in una valle stretta e boscosa che raggiunge l’abitato di Sulla strada che da Vergato sale a Zocca, supe- Prunarolo, dove è possibile ammirare antiche rata Susano, si incontra Cereglio, col suo anti- case in arenaria. co borgo di Suzzano dalle case in pietra are- naria tipiche dell’Appennino. Non lontano, fra Ritornati nel fondovalle, si raggiunge Vergato, boschi di castagni sgorga la sorgente Cerelia, posta al centro di una conca alluvionale alla le cui acque sulfuree erano già note agli anti- confluenza del torrente Vergatello nel Reno. La chi Romani per le loro proprietà salutifere. sua posizione strategica la rese luogo d’incontro e di scambio fra le popolazioni circostanti, de- Lasciata Cereglio, nell’alta Valle del fiume Ver- terminando una fioritura di attività economiche gatello sull’antica via Nonantolana, non si può e commerciali. Per trecento anni sede dei Ca- tralasciare una visita alla Pieve di Roffeno. La pitani della Montagna, ospita ora la Comunità pieve, dedicata a San Pietro, conserva l’impian- Montana dell’Alta e Media Valle del Reno. to di architettura romanica rurale del XII seco- Sulla piazza principale il Palazzo dei Capitani lo. In epoca barocca ha subito vari rifacimenti della Montagna presenta una bella facciata che ne hanno modificato in parte la struttura, decorata con gli stemmi dei Capitani, grazie ai ma dell’antica chiesa rimangono la splendida quali il Comune di Bologna si assicurò il do- abside decorata, pregevoli capitelli e una torre minio dei contesi territori appenninici. Il pa- di difesa trecentesca. All’interno si conservano lazzo, edificato attorno al ‘400, è stato accura- un importante fonte battesimale e affreschi tamente restaurato e recentemente arricchito seicenteschi. La pieve è visitabile su prenota- da quattro vetrate, opera dell’artista vergatese zione. Info: Tel. 051.915164. Luigi Ontani. Palazzo dei Capitani, vetrate di Luigi Ontani archivio Comune di Vergato

65 Pieve di Roffeno Ritornati a Cereglio, si raggiunge in pochi chi- archivio Comune di Vergato lometri Tolè, tranquilla meta turistica estiva. Siamo sullo spartiacque tra la Valle del Reno Salendo per la strada che porta a Monteca- e la Valle del Samoggia. La zona è rinomata valloro, si incontrano le case-torri di Monzo- per la produzione di una tipica patata di mon- ne e Costonzo, costruite in posizione domi- tagna, alla base di molte ricette della tradizio- nante sulla vallata. Proprio a Costonzo nacque ne, e per la bontà delle acque che sgorgano e si sviluppò nella seconda metà del XIV seco- da tre sorgenti e alimentano dodici fontane. lo l’unica scuola medica dell’appennino bolo- Per valorizzare le fontane e l’antico impianto gnese. Il grandioso complesso della casa- urbano, Tolè si è dotato di un museo all’aper- torre di Costonzo è composto da vari edifici to con varie opere di pittura e scultura, che il sviluppatisi attorno ad una possente torre. visitatore può scoprire passeggiando per le Monumento nazionale della provincia di Bo- vie del paese. Di grande impatto visivo è la logna, è visitabile previo accordo. Torre di Tolè, affascinante borgo da decenni in gran parte abbandonato. Notevoli, la base Per chiudere, una prelibatezza: la famosa cre- della torre e alcune finestre e portali; merita scenta dell’uva, prodotta dai forni locali so- una visita anche il secolare castagneto che prattutto nel periodo delle festività natalizie. incornicia il complesso del caseggiato.

Rientrati a Vergato, percorrendo per 12 km la Porrettana, si giunge a Riola, frazione il cui ter- Eventi ritorio è diviso fra il comune di Vergato e Fiera della Domenica in Albis: 1a domenica quello di Grizzana Morandi. dopo Pasqua. Fiera della Valle del Reno: giugno. Enogastronomia Tartufesta: tra ottobre e novembre. La patata di Tolè deve la sua ottima quali- tà e le sue caratteristiche alla natura sab- Tolè biosa del terreno e al particolare clima Sagra del cinghiale: fine luglio. della media montagna bolognese. Festa della patata: fra settembre e ottobre. Gnocchi, tortelloni e budino di patate so- no alcune delle specialità che si possono Cereglio gustare nei ristoranti del territorio e in oc- Fiera del Borgo: agosto. casione della Sagra della patata, che si svolge in settembre da quaranta anni. GIORNO DI MERCATO: lunedì

66 Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno si divide ora in due percorsi paralleli, con partenza entrambi da Vergato: il primo sale dalle colline di Giorgio Morandi fino al Parco Regionale dei Laghi, mentre il secondo punta dritto al Corno alle Scale per arrivare a Porretta Terme, capitale del benessere della vallata e chiudersi a Granaglione.

1. Dalle colline morandiane al Parco dei Laghi - Grizzana Morandi - Camugnano - Castel di Casio

2. Verso i più alti crinali - Castel d’Aiano - Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere - Porretta Terme - Granaglione

La Valle del Reno in autunno archivio Comune di Vergato 67 Grizzana Morandi

Sul crinale tra le valli del Reno e del Setta, Nella frazione di Riola, sulla SS 64 Porrettana, Grizzana con i suoi paesaggi e le sue case è da non perdere è un gioiello di architettura entrata nella storia dell’arte del Novecento contemporanea: la chiesa di Santa Maria grazie a Giorgio Morandi, che qui conobbe Assunta, opera dell’architetto finlandese Alvar una stagione particolarmente creativa della Aalto. sua vicenda artistica. Ispirato dai panorami della torre San Michele di Poggio Mezzano o Personaggi e Cultura dai fienili del Campiaro, qui il grande pittore Il nome di Alvar Aalto, grande architetto bolognese ha dipinto alcune delle opere più designer e urbanista, è legato all’Appennino significative della pittura moderna. Ai luoghi bolognese grazie alla chiesa di S. Maria As- morandiani è dedicato un itinerario del Parco sunta di Riola, da lui progettata nel 1966 e Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). destinata a rimanere l’unica sua opera in Italia. Nelle sue visite a Riola, il Maestro fin- Musei - Personaggi e Cultura landese colse il profilo delle montagne che Giorgio Morandi, uno dei maggiori pittori circondano il luogo e volle riproporlo nella italiani del Novecento, si reca per la prima facciata dell’edificio, che fece realizzare in volta a Grizzana nel 1913, per farne da allora pietra di Montòvolo. Lo stretto rapporto il suo luogo di villeggiatura abituale. Nella con il paesaggio della Valle del Reno si villetta, che ospitò Morandi nei suoi ultimi ripropone anche all’interno della chiesa, a soggiorni a Grizzana, si conservano ancora forma di scafo rovesciato, dove è il fiume gli arredi originali e lo studio con gli stru- stesso che attraverso la vetrata a fianco del menti di lavoro del pittore. A 1 km dal cen- fonte battesimale si fa apparato iconografi- tro del paese, si trova il Centro di documen- co naturale. Altre opere d’architettura con- tazione “Giorgio Morandi”, allestito all’in- temporanea da non perdere nel territorio terno del complesso dei Fienili del Cam- sono la palazzina Ésprit Nouveau di Le piaro, soggetto caro al pittore, immerso in Corbousier e il Fiera district del suo disce- un’area rimasta inalterata dai tempi della polo Kenzo Tange, entrambi a Bologna. presenza dell’artista. Giorgio Morandi e il paesaggio di Grizzana, come Corot e la campagna romana o Van Gogh e Arles, si fondono così in un continuo rimando tra arte e natura. Ma non fu solo Grizzana, altro luogo morandiano dell’Appennino è Rocca di Roffeno (Castel d’Aiano), sull’opposto versante della Valle del Reno: nell’antico maniero del Monzone (XIV sec.) l’artista tra- scorse le estati tra il 1933 e il 1938 e vi dipin- se una serie di paesaggi.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE GIORGIO MORANDI E CASA MUSEO MORANDI Località Campiaro, 112 a-b Chiesa di S. Maria Assunta di Alvar Aalto 40030 Grizzana Morandi (BO) archivio Provincia di Bologna Tel. 051.6730017 [email protected] Non lontano dalla chiesa di Aalto si trova Apertura: lunedì, giovedì, venerdì dalle ore invece l’edificio più singolare dell’intero 14.00 alle ore 18.00; martedì, mercoledì e Appennino: la Rocchetta Mattei, un vero e sabato: dalle ore 9.00 alle ore 16.00 proprio castello delle favole, che con il suo Aperto tutto l'anno. Biglietto gratuito. stile arabo-moresco non può non colpire la fantasia di chi attraversa la valle.

68 Personaggi e Cultura Natura Il Conte Cesare Mattei da studioso autodi- Parco Provinciale di Montovolo datta arrivò a metà Ottocento a definire Natura, arte e religiosità si incontrano lungo una “scienza nuova” che lo rese celebre in i sentieri del parco. Sulla cima di quella che tutta Europa: l’elettromeopatia. fin dai tempi degli Etruschi è chiamata Contemporaneamente ai suoi studi, il Con- “Montagna Sacra”, sorge il più antico san- te Mattei si dedicò con altrettanta passione tuario del bolognese, con annesso oratorio all’edificazione della sua residenza da favo- costruito per volere dei crociati. Tra la fau- la, la Rocchetta Mattei. L’eclettico edificio, na che vive nel Parco di particolare interes- realizzato tra il 1850 e il 1871, si staglia con le se sono gli uccelli: il sito ospita un elevato sue torrette sul colle dove sorgeva il castel- numero di specie molto rare: sono segnala- lo matildeo di Savignano. I pazienti che te almeno 7 specie nidificanti di interesse giungevano da mezzo mondo per accedere comunitario (Falco pecchiaiolo, Falco pelle- alle cure del Conte venivano in un primo grino, Lanario, Aquila reale, Succiacapre, tempo ospitati nella Rocchetta, ma ben Tottavilla, Averla piccola), mentre tra le spe- presto si rese necessaria la costruzione di cie rare e minacciate figurano l’Upupa, il una serie di villini climatici nel vicino borgo Torcicollo e il Gheppio. Per chi volesse al- dell’Archetta, che si trova sulla strada per La loggiare o semplicemente ristorarsi nel Par- Scola. co, accanto alla chiesa un edificio in pietra opera delle locali maestranze scalpelline ospita la Foresteria, che accoglie fino a 30 Tra i borghi che costellano il territorio di Griz- persone. Info: Comune di Grizzana Morandi zana, merita una visita Scola di Vimignano, Tel. 051.6730311 uno dei meglio conservati dell’Appennino. Facilmente raggiungibile in automobile da Rio- la seguendo le indicazioni per Campolo e Montòvolo, ci si può arrivare anche a piedi in un’ora di cammino attraverso i sentieri che tagliano per i boschi circostanti. Di origine mili- tare bizantina (VI sec.), il borgo assunse succes- sivamente l’aspetto che ancora oggi conoscia- mo. Da notare sono le caratteristiche case-torri costruite in funzione difensiva e le formelle d’arenaria incise con gli arcaici simboli dei Mae- stri comacini (pag. 71). Nella parte bassa del borgo sopravvive un bellissimo esemplare di cipresso considerato monumento arboreo, che insieme al vicino oratorio è un po’ il simbolo di La Scola. Durante l’estate il borgo accoglie div- erse iniziative culturali tra cui anche alcune importanti rassegne di musica antica e barocca, che trovano in questo abitato sospeso nel tem- po il loro luogo di rappresentazione per così dire naturale. Testimonianze delle architetture comacine si ritrovano anche a Tudiano, dove si segnala l’oratorio romanico (1100), che conserva Scola di Vimignano un affresco del XIV secolo. archivio Comune di Grizzana Morandi

Rocchetta Mattei archivio Provincia di Bologna

69 Per gli amanti della natura si consiglia un’e- Enogastronomia scursione al Monte Vigese (1126 m), facilmen- Gli zuccherini montanari sono fragranti te riconoscibile per le sue tre cime. Sulla cima biscotti, aromatizzati con semi di anice e di Montovolo (962 m), al centro dell’omoni- ricoperti da una glassa di zucchero e liquore mo Parco, si trova l’antichissimo santuario all’anice stellato. Da sempre preparati per i della Madonna della Consolazione, sorto pro- matrimoni e per le cresime, l’usanza preve- babilmente su un preesistente tempio paga- deva che venissero portati dai fidanzati nelle no. La chiesa attuale è opera dei Maestri co- case di amici e parenti per annunciare le macini e al suo interno custodisce una statua nozze, mentre in occasione della cresima della Madonna col Bambino e un crocifisso era compito della sántola (madrina) prepara- bizantino. La parte più antica della chiesa risa- re collane di zuccherini da mettere al collo le all’VIII secolo e si presenta molto simile a dei bambini. Riconosciuto come “Tradizio- una cripta. Nelle vicinanze sorge il duecente- nale” dal Ministero dell’Agricoltura, lo zuc- sco oratorio di Santa Caterina con affreschi cherino trova la sua area di produzione nei del XV secolo, in prossimità del quale si apre Comuni di Sasso Marconi, Marzabotto, uno splendido panorama. Vergato, Grizzana Morandi, Castel di Casio, Camugnano, Castel d’Aiano, Gaggio Monta- Storia e Cultura no, Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Montovolo, i Crociati e la Via Francigena Granaglione, Pianoro, Monterenzio, Loiano, L’oratorio di S. Caterina d’Alessandria, vero Monzuno, Monghidoro, San Benedetto Val gioiello di romanico montano affonda le di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Monte- sue origini all’epoca dei crociati. Molti veglio, Monte San Pietro, Savigno, Casalfiu- furono gli uomini dell’Appennino che par- manese, Borgo Tossignano, Fontanelice, Ca- teciparono alle crociate, e in particolare a stel del Rio. Immancabile in occasione delle quella del 1217 alla conquista di Damietta, feste di paese, a Grizzana dal 1951 a Ferra- nei pressi del monte Sinai. Il Sinai ha due gosto è al centro della Sagra dello Zucche- cime, quella di Mosé e quella, appunto, di rino e Palio dei Somari. S. Caterina d’Alessandria. Una volta tornati in patria, ai crociati bolognesi non sfuggì la somiglianza del Monte Vigese col Monte di Mosé e di Montovolo con la cima di S. Caterina. Di qui la decisione di costruire a Montovolo una chiesa che ricordasse la conquista del Sinai. L’opera è dovuta all’ar- te dei Maestri comacini. La loro presenza nei nostri monti nel Duecento è fatto ancora piuttosto raro, mentre già dal seco- lo precedente essi operavano a Pisa e in altre città toscane ed è probabile che i crociati bolognesi abbiano visto lì le loro opere. Ipotesi assai plausibile, se si pensa che proprio a Pisa era il porto d’imbarco Zuccherini montanari per la Palestina. Il percorso per raggiunger- archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani lo attraversava la Via Francigena della Sambuca (di cui l’attuale Porrettana è l’ere- Eventi de) fino a Pistoia. E a Pistoia nel 1145 fu tra- Riola slata una reliquia di San Giacomo, lì noto Sagra della Sfrappola, sfilata in costumi come San Jacopo, facendo della città una medievali dalla Rocchetta Mattei: 1° maggio. delle tappe italiane più importanti del Sagra dello zuccherino e Palio dei Somari, Cammino per Santiago di Compostela. stand gastronomici, elezione di Re Zucche- Attraverso la Via Francigena sambucana rino: ferragosto. possiamo quindi immaginare i crociati e i pellegrini padani passare per Montovolo, Pian di Setta immagine della Terra Santa, e per Pistoia, Fiera della cipolla: maggio. immagine di Santiago. Il percorso della Via Francigena (o Francesca) della Sambuca era Campolo così una sorta di mini pellegrinaggio verso Tartufesta: tra ottobre e novembre. una vicina Santiago e una sorta di Terra Santa locale. GIORNO DI MERCATO: domenica

70 Camugnano

Camugnano sorge nel verde di una bella zona Curiosa sorte è quella toccata al bel ponte ai di montagna. Oltre al capoluogo, sono tutte le Cinghi di Bargi e Suviana: realizzato nel 1776 su frazioni a restituirci con i loro poderi e piccoli disegno dell’architetto Gian Giacomo Dotti, borghi, o anche solo con la toponomastica, la oggi si trova esattamente sotto la grande diga millenaria storia del territorio, che rimanda a di Suviana. stirpi, culture e religioni diverse: dagli Etruschi ai Celti, dai Romani ai Longobardi. Immerso negli antichi castagneti sulle pendici del Monte Calvi, al confine con la Toscana, Il territorio di Camugnano è incastonato tra i sorge il pittoresco borgo di Chiapporato. tre bacini artificiali di Suviana, del Brasimone e Intatto nel suo isolamento dal XVII secolo, è di Santa Maria, nati a inizio Novecento per oggi abitato da una sola famiglia. Da visitare è ricavarne energia idroelettrica e oggi splendidi l’oratorio di S. Maria della Neve con il suo pic- laghi, cuore di un’area protetta. All’interno del colo cimitero. Parco Regionale dei Laghi si possono visitare le località di Bargi, Chiapporato, Stagno e Storia e Cultura Baigno. I Maestri comacini La denominazione “Maestri Comacini”, già A 12 Km da Camugnano incontriamo Bargi, citata nell’editto di Rotari (643 d.C.) e in famosa per la lavorazione del ferro e la tradi- quello di Liutprando (713 d.C.), si riferisce zione di fabbricare armi. Di Bargi erano gli alle maestranze organizzate nelle corpora- Acquafresca, tra il Sei e il Settecento famosi zioni dei muratori, lapicidi e capomastri. Il costruttori di archibugi e pistole, i cui capola- termine “comacino” deriverebbe da Como, vori sono oggi esposti nei musei di Torino e di loro probabile zona di origine. In un’età in Birmingham. cui prevalevano le costruzioni in legno, i In località Ca’ Melati merita assolutamente Maestri comacini si fecero preziosi custodi una visita Palazzo Comelli, casa-castello forti- dei segreti dell’arte muraria. Il loro stile de- ficata rimasta intatta dalla metà del XVII seco- corativo evoca simboli arcaici, spesso tra- lo. Si tratta dell’edificio più importante della mandati dalle culture classiche e ispirati alle zona, nonché di uno degli episodi più signifi- grandi forze del mondo contadino: così la cativi della cultura architettonica della monta- semisferica “mamma”, che porta prosperità, gna bolognese. Nei suoi pressi un’area di sosta o i “faccioni”, che sostituiscono simbolica- attrezzata è punto di partenza di tre incante- mente l’antica usanza di seppellire i corpi di voli passeggiate, segnalate con cartelli dai di- vittime sacrificali sotto le fondamenta della versi colori. Tra queste si consiglia l’escursione casa. In questo modo le abitazioni si trasfor- alle cascatelle di Rio Malsacco, nate negli anni mano in “case-amuleto”, capaci di propizia- Cinquanta dallo sbarramento realizzato a sec- re la natura e allontanarne i pericoli. La tra- co in pietra locale dalla Forestale. dizione comacina si diffuse a partire dal Trecento in gran parte dell’Appennino to- sco-emiliano. Splendidi esempi ne sono la chiesa di Panico, forse il loro capolavoro nella montagna bolognese, e il borgo di La Scola. Nel camugnanese si stabilì la famiglia Elmi, che ha lasciato molte testimonianze dell’arte comacina ancora oggi visibili, come Casa Elmi a Carpineta o la Torre di Berto Elmi a Roda. Agli Elmi sono legati anche il santuario di Montovolo e le costruzioni del borgo di Affrico (Gaggio Montano).

Palazzo Comelli archivio Comune di Camugnano - Flavio Gardini

71 Stagno sorge in splendida posizione panora- Il borgo di Vigo si impone all’attenzione per la mica sul lago di Suviana e sulla vallata del particolare formazione geologica, detta Sasso Limentra. Già piccola capitale del feudo della di Vigo, alle cui pendici sorge la chiesa di S. casata longobarda degli Stagnesi, il borgo Stefano. A Predolo di Vigo spiccano le due passò a Matilde di Canossa e fu poi al centro case-torri del XV secolo, una delle quali fu di scontri dovuti alla sua importanza strategi- trasformata in convento alla metà del XVII ca. Per un periodo fu anche sotto il dominio secolo. Da notare alcuni particolari architet- dei Conti di Panico (pag. 63). tonici, come il portale e una finestra trecente- schi, unici per la loro fattura nella montagna A Baigno da visitare è la chiesa di S. Stefano, bolognese. Nel borgo, in una splendida corni- con opere di scuola reniana e guercinesca. Nel ce naturale all’aperto, è possibile visitare il borgo di Baigno Grosso si segnala la caratteri- museo che raccoglie le opere dello scultore stica Fontana del Doccione, vero fulcro della Luigi Faccioli, realizzate in pietra locale. vita economica e sociale d’un tempo. La Valle del Limentra è oggi una delle mete Meritano una segnalazione anche le frazioni più ambite del turismo sportivo dell’intero di Guzzano e di Vigo. Appennino, grazie all’acqua rilasciata dagli im- pianti di Suviana, che consente di praticare Guzzano, l’antico Fundus Acutinianus, è oggi canoa, rafting e hydrospeed. un piccolo borgo della valle del Limentra. La Pieve di San Pietro ha origini che affondano Sport e Vacanza attiva nel X secolo e forme attuali che risalgono alla Vela, Canoa e Rafting metà dell’Ottocento. A Guzzano sono anche Per gli amanti della canoa e del kayak sono alcuni murales a carattere politico, che ne molte le possibilità di cimentarsi in discese fanno una minuscola Orgosolo bolognese. impegnative e percorsi più tranquilli, a co- minciare dal lago di Suviana, dove da segna- Natura lare è il “Centro Velico Querceti”, grazie al La Valle del Limentra quale la pratica della vela è stata resa acces- Il Limentra di Treppio, nervoso affluente sibile a tutti. dell’Alto Reno, nasce nell’Appennino pisto- Info: Comune di Camugnano. iese e in località Suviana (Castel di Casio) Re della canoa in Appennino è il Limentra alimenta il bacino di Suviana, insieme alle che riserva acque impetuose dove potersi acque derivate dal Limentra della Sambuca divertire mettendo alla prova la propria e dal fiume Reno. Dopo lo sbarramento tecnica. Qui si svolge il raduno della Fede- della diga di Suviana, il Limentra percorre razione nazionale Canoa e Kayak, occasione una stretta valle incassata, la Gola di Ca- in cui i passaggi più insidiosi sono presidiati strola, che si allarga man mano che si avvici- da operatori per una discesa da brividi nella na alla confluenza col Reno. La Valle del massima sicurezza. Limentra è uno di quei luoghi dove è anco- Info: www.riverland.it ra possibile trovare una natura selvaggia e www.canoaclubbologna.it solitaria, accessibile solo a chi avrà la pa- zienza di indugiare in deviazioni, magari con l'aiuto di una guida. Compiuti i 31 Km del suo corso, il Limentra sfocia nel Reno di fronte a Riola, dopo avere lambito la fiabesca Rocchetta Mattei e ricevuto altri numerosi torrenti e ruscelli specialmente dal massic- cio del Monte Vigese. Il più bel panorama sulla sua valle si gode dalla Serra dello Zanchetto, da cui si possono raggiungere i resti del Castello di Mogone, ultima resi- denza dei Conti Alberti, già Signori di Prato, attorno al quale aleggia la leggenda di un vitello d’oro, che giacerebbe nascosto tra le macerie con un diavolo per custode.

Vela sul Lago di Suviana archivio Comune di Camugnano

72 Natura Nei boschi sulle pendici più dolci si aprono Esteso lungo il crinale tra i torrenti Limentra e vaste radure un tempo lasciate al pascolo. Brasimone, il Parco Regionale dei Laghi è Folti castagneti si incontrano intorno a Mo- caratterizzato dai due grandi bacini di Suvia- gne e a Poranceto, dove il parco ha allestito il na e del Brasimone. I laghi, con le numerose Museo del bosco. Di grande interesse è il aree di sosta attrezzate lungo le sponde e la complesso sistema tecnologico che regola gli possibilità di fare canoa e windsurf, oltre impianti idroelettrici di Suviana, dove si trova all’estesa rete di sentieri, fanno del Parco una il Laboratorio delle acque, e del Brasimone, piacevole meta turistica estiva. Simbolo del che ospita una struttura informativa dell’Enea. Parco è il cervo, nobile frequentatore del- l’area: intorno a settembre, durante il periodo Centro Parco degli amori, serate dedicate e escursioni gui- P.zza Kennedy - 40032 Camugnano (BO) date permettono di assistere agli emozionan- Tel. 0534.46712 - Fax 0534.46504 ti duelli vocali tra maschi. Di particolare sug- [email protected] gestione è il borgo di Chiapporato, mentre a www.regione.emilia-romagna.it/parchi/ Bargi, Baigno, Badi e Stagno sono conservate suviana testimonianze medievali. Dal crinale la dorsa- le formata dal monte Calvi (1.283 m) e dal Museo del Bosco monte di Stagno si prolunga separando le località Poranceto, frazione Barceda. valli dei torrenti Brasimone e Limentra di Tel. 0534.46712 Apertura: aprile-maggio-set- Treppio, principali immissari dei due laghi. tembre-ottobre: domenica 14.00-18.30; giu- Boschi di querce, faggi e conifere rivestono gno-luglio: sabato 9.00-13.00 domenica 14.00- quasi per intero i versanti e le arenarie dei 18.30; agosto: tutti i giorni tranne il lunedì principali rilievi nella parete 9.30-13.00/14.00-18.30 occidentale della dorsale e a Valle del bacino del Bra- Centro Ricerche Brasimone simone, formando lo spet- Apertura: giorni feriali 9.00-17.00 Per prenota- tacolare fronte dei Cinghi re una visita guidata (gruppi e scuole di ogni delle Mogne. ordine e grado) Tel: 0534.801390/801252 [email protected] www.brasimone.enea.it

Enogastronomia Eventi Mentre vi addentrate alla scoperta del ter- Fieragricola, esposizione merci e attrezzi a- ritorio di Camugnano, lungo le belle strade gricoli; mercatino artigianato e dimostrazio- panoramiche tra Grizzana Morandi e Castel ne di antichi mestieri; mercatino di prodot- di Casio, ricordatevi che state attraversan- ti locali: settembre. do uno dei territori più ricchi di funghi Sagra di San Martino, si festeggia con pro- porcini e di tartufi dell’Appennino. Il Tar- dotti tipici e artigianato locale: novembre. tufo Bianco Pregiato di Camugnano in par- ticolare è un prodotto di assoluta eccel- Baigno e Burzanella lenza e straordinaria qualità e si trova in Sagra della castagna: ottobre. abbondanza in tutto il territorio comunale. Si può gustare tutto l’anno nelle trattorie Fiume Limentra specializzate della zona, o in autunno in Wild Water Women’s Day, raduno turistico occasione della Tartufesta. nazionale di canoa: maggio.

Lago di Suviana Camugnano aderisce all’Associazione Nazio- Triathlon Olimpico “Parco dei Laghi”: giugno nale “Città del Tartufo”. Motoraduno: luglio.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

73 Castel di Casio

Da Camugnano raggiungiamo Castel di Casio, Di origine cinquecentesca, La Gaggiola è uno piccolo centro di origine medievale caratteriz- dei più bei complessi architettonici della zona. zato dall’antica torre spezzata a metà in verti- Notevoli sono la torre, il loggiato e il rosone in cale. Costruita in arenaria intorno al 1220 da mattoni, tipico delle torri più tarde della me- Gislimerio da Casio, signore di queste terre, dia montagna bolognese. Attualmente è una faceva parte delle mura di un castello fortifi- residenza privata, visitabile solo dall’esterno e cato. Sede della Podesteria e poi del Capita- nel periodo estivo in occasione di manifesta- nato della Montagna, Casio era un importante zioni culturali. Annesso al complesso è l’orato- centro di scambio in cui si negoziavano le rio della Madonna del Carmine. esportazioni della montagna, consistenti in Nella frazione di Casola merita una visita la frumento e castagne, contro le importazioni di chiesa di Santa Maria, anch’essa del XV secolo, vino, olio, droghe, spezie, cuoio introdotte da dove è conservato un quadro attribuito alla Pistoia. scuola di Guido Reni. Personaggi e Cultura Sport e Vacanza attiva A Castel di Casio nacque nel Rinascimento Golf - Scuola di Golf “La Prossima” il poeta Girolamo Pandolfi, noto come Trascorrere una settimana tra i boschi Girolamo da Casio, autore tra l’altro del- dell’Appennino Tosco-Emiliano, può diven- l’epitaffio del Bramante. Il suo amico Gio- tare l’occasione ideale per apprendere i primi vanni Antonio Boltraffio, allievo di Leonar- rudimenti del golf e del pitch&putt, grazie do, gli fece un’interessante serie di ritratti ai campi scuola in località La Prossima. idealizzati, in cui Girolamo assume tratti Dati tecnici: 6 buche P&P, par 18, 400 metri, femminili proprio come il Giovanni dell’Ul- 600 m s.l.m. tima Cena di Leonardo. Definito un “dandy Via Prostima, 2 - 40030 Castel di Casio (BO) rinascimentale”, la sua fama è da collegare ai Tel. 0534.42572 - Fax 0534.772014 quadri del Boltraffio, di cui fu commitente www.scuoladigolflaprossima.it e soggetto: la Pala Casio (oggi al Louvre) e i ritratti della Pinacoteca di Brera e della Galleria degli Uffizi. A Pian di Casale trovia- La frazione di Suviana introduce all’area pro- mo l’interessante Casa dei Nanni di origine tetta del Parco Regionale dei Laghi (pag. 73) e medievale, appartenuta al poeta. al complesso sistema idroelettrico di Suviana- Brasimone.

Scienza e Tecnica: l’energia dell’acqua da cui si ricollegano nuovamente al torrente Il comprensorio Suviana-Brasimone costitui- Brasimone. sce nel suo insieme la principale centrale idroelettrica dell’Appennino settentrionale e Il lago di Suviana è un bacino artificiale, rea- la seconda di tutto l’Appennino, collocandosi lizzato nel 1932, immerso in un ambiente ricco a livelli di potenza e produzione comparabili di boschi e sorgenti e alimentato dalle acque con le grandi centrali idroelettriche alpine. dei due Limentra (di Treppio e della Sambuca) e del Reno. Al bacino sono collegate due cen- Il lago del Brasimone è il più antico e nasce trali idroelettriche, quella di Suviana, posta nel 1911 con la costruzione della diga in pietra sotto la diga, e quella di Bargi, realizzata lungo arenaria alta 32 metri, che sbarra il corso del le rive del lago. La centrale di Bargi presiede al torrente Brasimone in località Scalere. Il baci- ciclo giornaliero di generazione-pompaggio no non ha una centrale direttamente connes- tra il bacino di Suviana e quello del Brasimo- sa, ma dalla diga parte una condotta idraulica ne, attraverso due imponenti gallerie in pres- sospesa, che deriva le acque fino alla centra- sione: di giorno le condotte scaricano le ac- le di Santa Maria. Il lago di Santa Maria sorge que a Suviana producendo energia (fase di a valle dell’omonima centrale, attivata nel 1911. generazione), di notte risollevano l’acqua fino Le acque che riceve dal bacino del Brasimone al Brasimone (fase di pompaggio), per averla vengono rilasciate nella centrale di Le Piane, l’indomani disponibile per la ricaduta.

74 Affacciato sul lago di Suviana, il borgo di Badi Personaggi e Cultura è un tipico paese di montagna formato da Il regista Pupi Avati nel film Una gita scola- diverse borgate sparse. La chiesa di San Pro- stica (1983) racconta una storia, avvolta dal spero custodisce il quadro della Madonna sogno, in cui una donna ormai ottantenne della Misericordia, detta dei Maremmani, la rievoca una gita scolastica vissuta con i cui festa viene celebrata la seconda domenica compagni del liceo nella primavera del 1914. di luglio con processione solenne per le vie Meta della gita è Firenze, da raggiungere a del paese. Molto importante per Badi è la piedi attraverso l’Appennino bolognese. fonte del Perio, già citata fin dal 1200 come L’itinerario prende le mosse dal centro di febbrifuga. Meritano senz’altro una visita an- Bologna per spostarsi lungo la Valle del che il castagno monumentale e l’oratorio di Reno, toccando Vergato, Riola e Porretta Sant’Ilario a Monte di Badi. Il castagno ha una Terme. Da Porretta, le vicende del film pro- circonferenza alla base di ben 11 metri e forse seguono tra escursioni nei boschi di casta- 1000 anni d’età, ma cosa ancora più sorpren- gni fino a raggiungere i ruderi del castello di dente una porta intagliata che si apre nel pos- Casio. Altri film di Avati ambientati in sente tronco. La piccola chiesa di Sant’Ilario, Appennino sono Noi tre (1984) e Il testimo- già possedimento di Matilde di Canossa, pre- ne dello sposo (1998). Nelle atmosfere sfu- senta una sola navata e abside romanica semi- mate della pianura e in particolare a Miner- circolare, unica parte originaria dell’edificio bio si svolgono invece parte de La casa rimasta intatta. All’interno si trovano tracce di dalle finestre che ridono (1976) e Le strelle affreschi forse cinquecenteschi. nel fosso (1978).

Castagno a Monte di Badi archivio Comune di Camugnano - Alfredo Verardi Castel di Casio aderisce all’Associazione Na- zionale “Città del Tartufo”.

Eventi stronomici dove poter gustare i piatti tipi- Festa medievale, nelle strade del borgo si ci dell’Appennino: 1° week end dopo ferra- svolge la grande rievocazione storica che gosto. ricorda i fasti di un antico passato legato al dominio dei Signori di Stagno. I personaggi Tartufesta: tra ottobre e novembre. in costume medievale passeggiano per le vie di sasso del paese e assistono alla rievo- Badi cazione degli antichi mestieri. Sempre nelle Festa dell’ospitalità: agosto vie del paese sono allestiti banchetti ga- www.prolocobadi.it

75 Sullo sfondo il Corno alle Scale archivio Rugletto Belvederiani

Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno riprende ora da dove l’avevamo lasciato. Ripartiamo dunque da Vergato per spingerci in sinistra Reno fino ai più alti crinali appenninici, guidati dall’elegante profilo del Corno alle Scale.

Verso fino ai più alti crinali - Castel d’Aiano - Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere - Porretta Terme - Granaglione

76 Castel d’Aiano

A Castel d’Aiano a imporsi è un paesaggio Natura ormai montano. Posto a un’altitudine di 805 La Grotta di Labante, classificata come SIC metri s.l.m., Castel d’Aiano è il capoluogo più (sito di importanza comunitaria), è dal pun- alto della provincia bolognese e si estende to di vista geologico una formazione prima- sullo spartiacque dei fiumi Reno e Panaro. ria di travertini, particolare fenomeno carsi- co di cui rappresenta uno dei più grandi L’insediamento fortificato di Aiano sorse tra il VII esempi d’Europa. Formazioni di questo tipo, e l’VIII secolo in posizione dominante sul territo- infatti, raggiungono di norma lunghezze rio. Situato su una terra di confine, fu a lungo non superiori ai 4-5 metri, mentre a Labante conteso tra Modena e Bologna, sino al passaggio questa misura viene abbondantemente definitivo sotto il controllo bolognese. superata. Ma è tutto il territorio della me- dia Valle del Reno ad essere caratterizzato A 1 km dal centro del paese, merita una vista il da morfologie riconducibili a fenomeni car- Santuario di Brasa, costruito interamente con sici e non è raro trovare cavità, pozzi o doli- il tufo ricavato dalle Grotte di Labante. ne, come la grotta delle Spugne a Cereglio e le grotte di Soprasasso a Riola. Nella frazione Rocca di Roffeno, la chiesa di San Martino custodisce una Deposizione at- tribuita al Calvaert, mentre l’abside romanica alla base del campanile testimonia l’origine trecentesca dell’edificio. Non lontano, la chie- sa e il Monastero di Santa Lucia (Info: Tel. 051.912742), nel Medioevo erano il centro ordinatore di tutto il territorio. Costruiti come una rocca difensiva, il loro aspetto attuale si deve a un rifacimento del XV secolo. Sempre a Rocca di Roffeno, si segnala l’antico maniero del Monzone, dove negli anni ‘30 il pittore Giorgio Morandi (pag. 68), conobbe una felice stagione creativa.

Cascatella e Grotta di Labante archivio Comune di Castel d’Aiano

Marzabotto. L’interesse paesaggistico e natu- ralistico del luogo non sfuggì ai viaggiatori dei secoli passati, tanto che le grotte di Labante sono le prime cavità naturali del bolognese di cui si conservi memoria scritta. Le grotte (sem- pre aperte) sono inserite in un bel parco, Monastero di Santa Lucia punto di partenza per escursioni a piedi e in archivio Provincia di Bologna mountain bike.

A Labante, nella vallata del torrente Aneva, in Nella zona si consiglia una visita al Mulino del località San Cristoforo si trovano le famose Povolo, con le sue antiche macine ancora fun- Grotte di Labante. Facilmente visibili dalla zionanti. strada, le grotte sono segnalate dalla suggesti- va cascata che le sovrasta. Sono state proprio La frazione di Villa d’Aiano è ricca di corsi le acque della sorgente che alimenta la casca- d’acqua costeggiati da suggestivi percorsi tella a costituire l’incantevole deposizione di nella natura come “Il Sentiero degli Ontani” roccia calcarea, chiamata “sponga” (spugna), e “L’Orrido di Gea”. già impiegata dagli Etruschi per la necropoli di 77 Mentre andiamo alla scoperta del territorio, Storia e Cultura non dobbiamo dimenticare che questi monti Castel d’Aiano, terra di presepi dal ‘44 al ‘45 furono attraversati dalla Linea Nel paese esiste una radicata tradizione: le Gotica (pag. 160): per chi ama la storia, di gran- natività sono realizzate ogni anno in modo de interesse è il Plastico multimediale della nuovo, nel capoluogo come nelle sue frazio- Linea Gotica ospitato nella sala polivalente ni. A Castel D’Aiano il presepe si caratterizza del comune, che permette di ricostruire i mo- per la sua fedeltà nel ricostruire il paesaggio menti salienti dell’ultimo grande fronte della della Palestina, mentre a Villa d’Aiano preva- Seconda Guerra Mondiale. le l’aspetto della meccanizzazione. Ma il più Info: Tel. 051.6735718 suggestivo è probabilmente il presepe viven- te organizzato presso le Grotte di Labante. Oltre al Plastico sono visitabili anche trincee Nel periodo natalizio è possibile anche e luoghi teatro dei combattimenti, a comin- ammirare una raccolta di presepi nella vicina ciare dal complesso di Torre Jussi. chiesa parrocchiale di Santa Maria di Labante. Info: Tel. 051.6735718 I grandi castagneti che dominano il paesag- gio regalano al sottobosco ottimi funghi in quantità. La gastronomia del territorio, oltre Eventi alle eccellenze tipiche di tutta la vallata, ri- Sagra del fungo, da più di vent’anni con ric- serva una gustosa sorpresa nell’antica ricetta ca mostra micologica e stand gastronomici: dei borlenghi. luglio. Ferragosto casteldaianese, serata di musica Enogastronomia e spettacolo con fuochi pirotecnici. Il borlengo è una sottile sfoglia croccante Motofest, motoraduno per tutti i tipi di mo- molto grande preparata a partire da un to: 3° week end di agosto. impasto liquido estremamente semplice, a base di acqua, farina, uova e sale, che viene Rocca di Roffeno cotto nella rola o sole. Viene condito con Grande Spettacolo di Fuochi Artificiali a la cunza - un battuto di pancetta, lardo, tempo di musica: 2° o 3° sabato di luglio. aglio e rosmarino - e cosparso di parmigia- Festa del Borlengo: 1a domenica di giugno. no reggiano. Ripiegato in quattro parti viene servito molto caldo. Si può mangiare Villa D’Aiano solo in una fascia ristrettissima di Appen- Festa della Madonna delle Grazie, mostra nino, che comprende i Comuni a cavallo mercato, spettacoli e fantastico spettacolo tra la provincia di Bologna (Castello di pirotecnico: 3a domenica di agosto. Serravalle, Savigno e Castel d’Aiano) e quel- la di Modena. Per alcuni il borlengo sareb- Santa Maria di Labante be il frutto di una “burla” ai danni di una Festa delle grotte: luglio. massaia che, con acqua e farina, stava pre- Festa della Trebbiatura - Come una volta … parando il tradizionale impasto per le tigel- con trebbiatura nell’aia nel rispetto delle le. La donna, trovandosi l’impasto eccessi- tradizioni di un tempo: ultima domenica di vamente allungato da qualche burlone, luglio. non si perse d’animo e provò con successo a ricavarne ugualmente qualcosa da man- GIORNO DI MERCATO: domenica giare. Altri pensano che fosse tipico di car- nevale: di qui il nome borlengo, “cibo per burla”. Tutt’altro che facile da preparare, per gustare questa specialità bisogna recar- si nei ristoranti specializzati della zona o alla sagra che ogni anno gli viene dedicata a Castel d’Aiano. Variante del borlengo è la Zampanella, diffusa nei Comuni di Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere e Porretta Terme, che si distingue per la maggiore densità dell’impasto.

Zampanelle archivio Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

78 Gaggio Montano

Gaggio Montano è una tranquilla località in bella posizione strategica sulle più alte cime dell’Appennino. Verso Lizzano svetta Monte Belvedere, caposaldo della Linea Gotica te- desca (pag. 160).

Di origine longobarda, il suo antico nome è “Gaium Reginae” in onore di Geltrude moglie di re Astolfo. Nel Medioevo Gaggio era al cen- tro di un’importante via di comunicazione, la Via Cassìola: nota anche come piccola Cassia, la strada collegava l’Abbazia di Nonantola con la Toscana, passando per la Valle del Samoggia e arrivando a varcare il crinale nei pressi di Capugnano (Porretta Terme). Ca’ del Ponte e Arco Tanari Il paese è dominato dal Sasso di Rocca, su cui archivio Comune di Gaggio Montano sorgeva uno dei due castelli di Gaggio. Oggi, in cima al Sasso svetta il Faro della Vittoria co- Affrico (17 km da Gaggio) è forse la più bella struito nel 1952 a ricordo dei Caduti della mon- di tutte le frazioni. La sua Pieve è documen- tagna: il suo belvedere offre uno dei migliori pun- tata già nel 969 d.C., mentre la chiesa di San ti panoramici della zona. Degne di nota sono an- Giovanni Battista conserva sull’altare mag- che la chiesa dei Santi Michele e Nazario, del XIX giore un Battesimo di Cristo attribuito al bo- secolo con opere dal ‘500 al ‘700, e i palazzi rina- lognese Francesco Albani. Notevole è an- scimentali del centro, a partire da quello dei che il Palazzo d’Affrico, opera dei Maestri Tanari, signori di queste terre. Notevole è la tra- comacini (pag. 71), costituito da diverse case- dizione gastronomica, legata in particolare all’at- torri di età medievale. Sempre nella valle del tività di celebri caseifici di Parmigiano Reggiano. Marano, si segnala il Castellaccio, edificio fortificato del XV sec. Enogastronomia Il Parmigiano - Reggiano DOP è uno dei A Rocca Pitigliana colpisce la chiesa di San prodotti dell’artigianato gastronomico Michele Arcangelo col suo campanile, sceno- italiano più conosciuti e imitati nel mon- graficamente addossati a uno sperone roccio- do. La zona di produzione comprende il so. Sul lato destro del complesso si apre nella territorio delle province di Parma, Reggio- roccia un suggestivo passaggio che dà accesso Emilia, Modena, Bologna (sinistra Reno) e alla chiesa. Mantova (destra Po). Il Parmigiano Reg- giano, nel bolognese chiamato semplice- A Silla è ancora funzionante un mulino ad mente “forma”, si produce con il latte pro- acqua per la macina di cereali e castagne. veniente solo dagli allevamenti della zo- na. Il Parmigiano ha origini antichissime, Eventi che risalgono all’età romana, ma la testi- Gaggio in fiore: giugno. monianza più nota è quella di Boccaccio, Raduno dei Cavalieri di Ronchidoso: giugno. che nel suo Decamerone ne descrive l’im- Gaggio è un miraggio - Festa del gallo - Festa piego ancora oggi più classico: grattugiato del cacciatore - Festa dell’Agricoltura: luglio. sulla pasta. I caseifici bolognesi, alcuni con Gran Galà d’estate: agosto. vendita diretta, si trovano nelle Valli del Festa di Santa Lucia: 13 dicembre. Reno e del Samoggia. Info e visite guidate ai caseifici: Pietracolora Consorzio Parmigiano Reggiano Presepe vivente: la vigilia di Natale. Tel. 059.315915 [email protected] GIORNO DI MERCATO: domenica

79 Lizzano in Belvedere

Lizzano in Belvedere è una delle principali de parco naturale, nonché a un comprensorio mete turistiche dell’Appennino tosco-emilia- sciistico di altissimo livello, dove è cresciuto no, incastonata tra le più alte vette del Bo- il talento del grande campione di sci alpino lognese. Su tutte domina il Corno alle Scale Alberto Tomba. che sfiora i 2000 metri e dà il nome a un gran- Vetta del Corno alle Scale archivio Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi

Natura na altra montagna appenninica, tranne forse Il Corno alle Scale (1945 m s.l.m.) è la più alta in Abruzzo. Sulla cima, nelle vicinanze del montagna della provincia di Bologna, facil- burrone che precipita verso i Balzi dell’Ora, mente raggiungibile anche dal versante svetta una grande croce metallica visibile da modenese e da quello pistoiese. La strada decine di chilometri di distanza. Il panorama d’accesso principale sale da Vidiciatico lungo che si gode è uno dei più vasti d'Italia: in gior- la Valle del Torrente Dardagna e termina nate particolarmente limpide, oltre ai mari poco oltre il Rifugio del Lago del Cavone a Adriatico e Tirreno e a quasi tutta la cerchia circa 1500 m s.l.m. Dal punto di vista orogra- delle Alpi, si possono scorgere addirittura il fico, la montagna si presenta nettamente dif- Monte Cinto, in Corsica, e la sommità del ferenziata nei suoi versanti: mentre il versan- Terminillo, nel Lazio. In una conca poco sotto te meridionale e quello nord-occidentale so- la cima, a 1775 m s.l.m., si apre il caratteristico no ricoperti da praterie, il versante nord-est Lago Scaffaiolo, uno dei più elevati laghi si presenta assai impervio e caratterizzato da appenninici di crinale, dove si incrociano una spettacolare parete a balze rocciose molti sentieri. Presso le sue rive sorge il Ri- pressoché verticale: sono i Balzi dell'Ora, fugio del CAI di Bologna “Duca degli Abruzzi”, circa 1000 metri a picco sul fondovalle del il primo costruito nell’Appennino Settentrio- Silla, parete che non trova riscontro in nessu- nale.

80 Santuario di Madonna dell’Acero archivio Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi Ma nel territorio di Lizzano non è solo la na- tura a regalare episodi di grande suggestione. Storia e Cultura Per rendersene conto basta visitare l’antico Il Santuario di Madonna dell’Acero fu co- edificio proto-romanico del Delubro bizanti- struito nel 1500 sul luogo dov’era l’acero no (detta anche “Rotonda”) e, soprattutto, il presso cui la Madonna apparve a due pasto- santuario di Madonna dell’Acero, nei pressi relli salvandoli da una bufera di neve. A di Vidiciatico. un’immagine posta sull’acero fu subito dedi- cato un culto, continuato fino a oggi nel santuario. All’interno della chiesa, restaura- ta nel Novecento, tra i tantissimi ex-voto si segnalano “I Brunori”, gruppo ligneo scolpi- to per la scampata morte di un membro della famiglia Brunori nella battaglia di Gavinana del 1530 contro le truppe di Carlo V. Il luogo, immerso nel verde, è un buon punto di partenza per escursioni alle Ca- scate del Dardagna, al Corno alle Scale e al Lago Scaffaiolo.

Pastore dell’Appennino - archivio Rugletto Belvederiani 81 Sport e Vacanza attiva di raggiungere una preparazione ottimale per la Neve conquista degli ori mondiali. In quota è diffusa A metà strada fra Bologna e Firenze, la stazio- la pratica dello snowboard e non manca la ne sciistica del Corno alle Scale offre un com- possibilità di divertirsi con emozionanti fuori- prensorio di alto livello per gli standard appen- pista, come di immergersi nel cuore del Parco ninici. Dislocato tra i 1358 e i 1945 m, con 36 km lungo gli anelli di fondo. Un servizio di navetta di piste (tra cui la più lunga dell’Appennino) qui collega le piste con la stazione ferroviaria di è possibile sciare 150 giorni l’anno. Le caratteri- Porretta Terme e con i paesi del comprensorio. stiche delle piste hanno consentito al com- Grazie a recenti interventi di abbattimento prensorio di ospitare manifestazioni agonisti- delle barriere architettoniche, le piste sono che a livello internazionale e ad Alberto Tomba state rese accessibili a tutti.

82 Skirama archivio Corno alle Scale Iniziative Turistiche

Skirama Posta tra i torrenti Silla e Dardagna ai piedi del archivio Corno alle Scale Iniziative Turistiche Monte Grande, immersa in meravigliosi bo- schi di castagni, pini, abeti e faggi, Vidicia- toni ribassati, zampilla una piccola fontana tico è una località ricca di risorse turistiche, con alle spalle un’edicola votiva del XIX sec. con Lizzano punto di partenza ideale per le Tra le numerose sorgenti d’acqua e gli antichi piste da sci e per escursioni verso l’Alto Ap- mulini del lizzanese, nei pressi di Poggiolfora- pennino. Del sistema difensivo che nel Me- to (pag. 86) si segnala per la suggestione delle dioevo presidiava questi crinali, nella frazione sue forme il Mulino del Capo, dal tetto in resta una torre, diventata in seguito la base di lastre di arenaria e gli originali comignoli ton- un campanile. Nella suggestiva piazzetta del di sormontati da ancestrali figure scolpite, Borgo Antico, a cui si accede da quattro vol- chiamate “mummie”.

83 Sulla statale 324 del Passo delle Radici, lungo la Valle del Dardagna, troviamo Rocca Corne- ta. Già possesso del monastero di S. Pietro di Modena, benché i suoi abitanti nel 1197 giura- rono fedeltà al Comune di Bologna, nel 1226 Federico II restituì temporaneamente il paese a Modena. Su un aguzzo colle di arenaria, svetta l’antica torre (XIV sec.) della rocca, che ai primi del ‘300 risultò inespugnabile persino ai Conti di Panico. Poco distante, la chiesa di San Martino accoglie un’antica immagine in Rocca Corneta carta pesta della Madonna con Bambino, che archivio Provincia di Bologna - Manuela Malaguti richiama un gran numero di pellegrini.

Enogastronomia rende questi frutti ideali per la preparazione di I sapori del Corno alle Scale marmellate, confetture, frutta sottospirito, di- Il gruppo del Corno alle Scale segna il limite stillati, liquori, grappe e altri prodotti tipici ge- meridionale di varie specie vegetali tipiche nuini derivati da antiche ricette tradizionali. Le delle praterie alpine: qui il pascolo può avva- pendici erbose del Corno sono ricche anche lersi di essenze che non esistono nell’Appen- di piante terapeutiche utilizzate per la prepa- nino centro-meridionale e che si riflettono nei razione di infusi e medicamenti, ma anche di prodotti di questi monti. Il formaggio di pe- saporiti condimenti e profumi naturali. cora, ad esempio, presenta particolarità del tutto originali, esaltate anche dall’uso tuttora Le Castagne del Corno alle Scale abituale del latte crudo. In tema di formaggi Fin dall’antichità i castagni sono stati fonte di non bisogna dimenticare che Lizzano si trova sostentamento per le popolazioni del territo- nell’estremo lembo sud-orientale della zona rio, sia come legna da ardere, sia soprattutto, di produzione del Parmigiano Reggiano: le come fonte alimentare. La castagna del Corno tecniche di allevamento e la composizione alle Scale è conosciuta per le sue innumerevo- dei pascoli danno al latte profumi e sapori li varietà: dalla castagna selvatica detta Sal- particolari, rintracciabili anche nel più celebre vano alla Mascarino, alla Lòiola (utilizzata per formaggio italiano. E poi c’è il pesce: la qualità le caldarroste), alla Pastanesa (caratterizzata da delle carni del Salmerino di torrente, alleva- una leggera peluria e usata per la preparazione to nello Stabilimento ittiogenico della Provin- della farina), fino alla Sborgà. Tanti sono i modi cia (presidio Slow Food), ne fa uno dei pesci per gustare le castagne: bollite (ballotti), arro- d’acqua dolce più apprezzati a tavola. E anco- stite sul fuoco (frugiate), oppure essiccate per ra i frutti di bosco: nel territorio del Parco cre- ottenere la farina con cui cucinare polenta, scono spontaneamente fragoline, mirtilli, mo- frittelle, torte, ciacci e patolle (impasti di ac- re, ribes, ginepro, lamponi e sambuco. La loro qua e farina cotti in stampi di terracotta o bontà associata alla purezza dell’ambiente, ferro).

Cascate del Dardagna archivio Parco del Corno alle Scale - Enrico Pasini 84 Natura Parco Regionale del Corno alle Scale Un Parco di crinale dagli spettacolari tratti alpini cinge il massiccio del Corno alle Scale. Coperto per gran parte da boschi, il Parco ospita numerose specie botaniche protette, come l’astro alpino e la primula orecchia d’orso. Numerosi e facilmente av- vistabili sono anche gli animali, dai mufloni e le marmotte fino all’aquila reale. Nel Par- co è anche possibile partecipare al moni- toraggio della presenza del lupo tramite la tecnica del wolf howling. Numerosi sono Veduta dalla cima del Corno alle Scale poi gli sport che si possono praticare in archivio Comune Lizzano in Belvedere - Ares Cremonini tutte le stagioni, dai più classici fino ai più insoliti come il parapendio o il tiro con l’ar- Sport e Vacanza attiva co di campagna. Tutta l’area è dotata di una Pedalare al Corno alle Scale rete di sentieri segnalati, rifugi e bivacchi: Chi ama la montagna ed é alla ricerca di da non perdere l’escursione alle Cascate ambienti incontaminati dove potere tra- del Dardagna. Affascinanti per la loro col- scorrere serenamente il proprio tempo locazione nel Parco e per la loro storia libero dedicandosi alla mountain bike non sono i Santuari di Madonna dell’Acero e di può che scegliere il Corno alle Scale. Peda- Madonna del Faggio, mentre esempi di lare nel comprensorio del Corno alle Scale architettura della montagna che meritano significa percorrere numerosi itinerari, di certamente una visita sono i borghi di Pia- tutte le difficoltà, che si snodano all’interno naccio (paese natale di Enzo Biagi), Pog- di boschi, lungo gli alti crinali tosco-emilia- giolforato e Monteacuto delle Alpi, dalle ni o fra antichi borghi, addentrandosi nella cui mura si gode una splendida vista sul parte più bella e meno battuta del Parco Corno. Regionale. Gli itinerari sono tutti segnalati Consorzio gestione del Parco con cartelli di differenti colori e indicati in Via Roma, 1 - Pianaccio di Lizzano in B. (BO) una cartina dettagliata disponibile gratuita- Tel. 0534.51761 - Fax 0534.51763 mente presso gli Uffici di informazioni turi- [email protected] stiche di Lizzano e di Vidiciatico. [email protected] www.parcocornoallescale.it www.parks.it/parco.corno.scale In Mountain Bike nel Parco del Corno alle Scale archivio Corno alle Scale Bike

85 Tra il XIII e il XIV secolo, il Senato bolognese pietra con tetti in lastre di arenaria e curiosi progettò e fece scavare un canale per convo- comignoli tondi caratteristici della Valle del gliare le acque del Dardagna nel Silla, allo Dardagna. Qui ha sede il Museo etnografico scopo di facilitare il trasporto del legname “G. Carpani”, dove spicca la ricostruzione di diretto a Bologna. Da quest’opera, di cui resta- una tipica cucina della montagna, con il co- no solo vaghe tracce, ha preso il nome il paese siddetto “re dei camini”, uno dei più grandi di Poggiolforato, un bel borgo dalle case in dell’Appennino emiliano.

Musei MUSEO ETNOGRAFICO Nato dalla raccolta di testimonianze della GIOVANNI CARPANI cultura montanara avviata nel 1965 dal mae- Località Poggiolforato stro Giovanni Carpani, il Museo G. Carpani 40042 Lizzano in Belvedere (BO) è uno dei centri visita del Parco Regionale Tel. 0534.54366 - Fax 0534.51763 del Corno alle Scale. Il percorso illustra le [email protected] diverse attività produttive della zona (il Apertura: orario estivo (15/6-15/9): tutti i castagno, la pastorizia, la tessitura, l’artigia- giorni 10.30-13.00 e 14.30-18.00, escluso il nato), le tradizioni religiose e i riti legati ad mercoledì; orario invernale (15/9-15/6): sa- antiche credenze. In un edificio adiacente bato e domenica 10.00-16.00, periodo natali- sono ricostruiti gli ambienti di una casa tra- zio tutti i giorni escluso Natale; altri periodi dizionale. su richiesta. Biglietto gratuito.

Museo G. Carpani archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni Eventi Tartufesta: tra ottobre e novembre. Nella Valle del Silla, davvero notevole è il bor- go di Monteacuto delle Alpi, arroccato su un Vidiciatico minuscolo cucuzzolo di fronte al massiccio Giughence la campana: 14 agosto. del Corno alle Scale. Stupendamente conser- vato, nel Medioevo godette di un’importanza Madonna dell’Acero strategica tale che, al momento della stipula Sagra della Madonna dell’Acero: 5 agosto. di una pace tra Bologna e Pistoia, si pretese in calce anche la firma di un suo rappresentante. Querciola Fiera di Querciola: 1a domenica di settembre.

GIORNI DI MERCATO: giovedì nel capoluo- go, venerdì a Vidiciatico

86 Porretta Terme

Lasciata Lizzano in Belvedere, ritorniamo sulla Storia e Cultura Porrettana e facciamo il nostro ingresso nel Le Terme di Porretta, già frequentate da paese che dà il nome alla strada e al passo Etruschi e Romani, hanno sulle spalle duemi- che valica il crinale tosco-emiliano: Porretta la anni densi di storia e di leggende. Come Terme. Circondata da boschi secolari, Porretta quella che narra di un bue ammalato, torna- deve la sua fama alle straordinarie proprietà to rinvigorito dal suo padrone dopo essersi delle sue acque termali che ancora oggi ne abbeverato alla fonte della Puzzola, scopren- fanno un’importante capitale del benessere e done così le proprietà curative e diventan- della salute. done il simbolo. Altro emblema delle terme è quello del leone, dal mascherone del II sec. Gli stabilimenti sorgono ciascuno sulla rispet- d.C. qui ritrovato e conservato attualmente tiva sorgente, da cui traggono nomi suggesti- presso il B.A.M. A conferma dell’antica fre- vi. Ecco quindi le storiche Terme Alte, sceno- quentazione del sito a scopi di benessere, grafico complesso di edifici sette-ottocente- nello stabilimento Leone è stata ritrovata schi incastonati nella stretta Valle del Rio Mag- una scala in pietra serena delle terme roma- giore a ridosso del centro del paese, con le ne. E ancora nel Rinascimento a Porretta sog- fonti salsobromoiodiche Bovi, Leone, Marte e giorna Machiavelli ai tempi della Mandragola Donzelle. Sulla sinistra del Reno sgorgano inve- e nel 1475 Giovanni Sabadino degli Arienti vi ce le Acque Basse, sulfuree e a debole minera- ambienta le sue storie Porrettane, in cui im- lizzazione, delle sorgenti Porretta Vecchia, magina gentiluomini e gentildonne, raccolti Porretta Nuova, Galleria della Madonna e Puz- per le Terme, raccontarsi a turno 62 novelle, zola, i cui stabilimenti sono del 1948-49. sul modello del Decamerone di Boccaccio. Le novelle sono dedicate a Ginevra Sforza, sposa di Giovanni II Bentivoglio, Signore di Bologna, che qui è solito villeggiare con la sua corte. Ricordate anche da Rabelais nel Gargantua et Pantagruel, le terme nei secoli sono frequentate da personaggi come Lo- renzo il Magnifico, il Cardinale Francesco Gonzaga con al seguito il pittore Andrea Mantegna, Giovanni Sforza Visconti, la Gran- duchessa di Toscana Bianca Cappello e il fra- tello di Napoleone, Luigi Bonaparte. Qui, per arrivare alle soglie dei nostri giorni, si davano sopra: Maschera romana appuntamento nobili e intellettuali prove- sotto: Terme Alte nienti da tutta l’Italia della Belle Époque. archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani

87 Oggi centro della vita termale sono gli stabi- Al suo interno opere di scuola bolognese; la limenti della Puzzola-Castanea, il cui parco pala d’altare è attribuita al Calvaert. A fianco durante il periodo estivo è sede di manifesta- della chiesa è il settecentesco oratorio di zioni culturali e di caffè concerto. Poco oltre San Rocco, opera di Giovan Paolo Dotti, fi- gli stabilimenti termali, si trova la chiesa della glio dell’architetto progettista della basilica Madonna del Ponte, dalla pianta ottagona in di San Luca a Bologna. blocchi di arenaria scalpellata. La Madonna del Ponte è stata eletta protettrice dei cesti- Terme & Benessere sti italiani, a legare idealmente l’Appennino a Tra i più avanzati d’Italia, gli stabilimenti ter- Bologna, basket city italiana. mali sono specializzati nella cura di malattie dell’apparato digerente, del fegato, re-spira- Oltre agli stabilimenti delle Terme, eleganti e torie, genito-urinarie e della pelle. Le struttu- attrezzate strutture ricettive contraddistin- re del “Centro Termale di Prevenzione, Cura e guono la loro offerta con centri benessere do- Riabilitazione” sono composte da 6 stabili- tati di hamman, piscine con idromassaggi e menti e 8 centri di cura. Attivi tutto l’anno, i percorsi benessere personalizzati. centri specializzati delle Terme offrono cure termali fatte di bagni, fanghi, rieducazione Il paese vanta una lunga tradizione di ospita- neuromotoria, cura della pelle, pressotera- lità: oltre al termalismo, molte sono le ragio- pia, trattamenti ginecologici, oltre a servizi di ni di una visita, monumenti e musei, sport, dietologia e a un Centro Benessere con trat- eventi prestigiosi, ottima cucina e bellissimi tamenti mirati per il viso e il corpo. Da pro- dintorni. vare è la linea di prodotti di bellezza prepa- rati con i fanghi e le acque termali. Da segnalare è la suggestiva chiesa di Santa Le Terme e i Centri benessere di Porretta Maria Maddalena, costruita in sassi di fiume tra Terme di Porretta S.p.a. Via Roma, 5 il 1690 e il 1696. Il sagrato in bella posizione pa- 40046 Porretta Terme (BO) - Tel. 800514626 noramica servì per secoli da cimitero, come te- www.termediporretta.it stimonia qualche cornice di lapide superstite.

Parco Termale - archivio Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

Spa center - archivio privato 88 A Porretta Terme ha sede il Sistema Museale dell’Alto Reno che comprende: - il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto Reno - il Museo delle moto e dei ciclomotori DEMM - il Museo etnografico LabOrantes di Castelluccio - la Biblioteca - La Ferriera Calvi Musei - Scienza e tecnica Il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto Reno Via Borgolungo, 10 - 40046 Porretta Terme (BO) Tel. 0534.24084 [email protected]

Il B.A.M. rappresenta il punto di raccordo del Castello Manservisi Sistema Museale dell’Alto Reno. All’interno archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni delle sale del B.A.M., ricavate dall’antico palazzo delle Carceri Mandamentali, possono Musei essere consultati gli importanti volumi della MUSEO LABORANTES biblioteca di storia locale dell’Associazione Un’ala del Castello Manservisi di Castelluc- Nuèter - Gruppi Studi Alta Valle del Reno cio raccoglie le testimonianze della religio- (www.nueter.com), così come è possibile sità popolare locale (provenienti dai san- visitare la ricca emeroteca, che permette di tuari della Madonna del Faggio e della Ma- approfondire le conoscenze legate alla storia donna del Ponte), accanto ad oggetti legati locale, all’ambiente, agli usi e costumi della alla vita e al lavoro in Appennino. montagna bolognese e pistoiese. Il B.A.M., Via Manservisi, 5 - Località Castelluccio grazie alla collaborazione con la Fondazione 40033 Porretta Terme (BO) Veronica Martini, mette a disposizione an- Tel. 0534.29351/29450 che testi, riviste e video dedicati al cinema, Apertura: luglio e agosto ore 9.00-12.00/ al Porretta Cinema Film Festival e alla storia 16.00-19.00, su prenotazione il resto dell’anno. della Mostra del Cinema Libero e Ritrovato. I percorsi documentari continuano con la possibilità di visionare il materiale dell’Archi- Nei dintorni meritano una visita gli antichi vio Storico delle Terme di Porretta e una sala borghi di Castelluccio e di Capugnano. è interamente dedicata al Porretta Soul Festival. Il B.A.M. è anche la sede dell’Archi- A Castelluccio merita una visita il Castello vio Storico, degli archivi della Pretura e Manservisi, che ospita il Museo LabOrantes. dell’A.S.L. Infine due sale espositive ospitano Immerso tra i boschi a 6 km da Castelluccio, il per tutto l’anno mostre di arti visive. santuario della Madonna del Faggio uno dei luoghi più suggestivi dell’Appennino, è visita- Terra di motori: Mudeo Demm bile la domenica d’estate. Di recente apertura, MUSEO DELLE MOTO il rifugio escursionistico “Le Casette del Doc- E DEI CICLOMOTORI DEMM cione - ex Vivaio Monti”, gestito dal Comune, Il Museo espone più di 100 modelli e proto- rappresenta un punto di eccellenza per l’ac- tipi di moto e ciclomotori prodotti dalla coglienza, l’organizzazione, la rimessa attrezzi, DEMM fra il 1952 e il 1982. Su tutte spicca il il riposo (con 10 posti letto) e il ristoro per gli così detto “Siluro”, che negli anni cinquanta amanti delle escursioni, della mountain bike e realizzò ben 24 record mondiali di velocità. dell’orienteering (dalla primavera all’autunno) Il museo è dotato di un ricco archivio foto- e delle ciaspole e dello sci di fondo (durante grafico con immagini delle moto e delle l’inverno). Il rifugio è aperto tutti i giorni da campagne pubblicitarie realizzate in passa- giugno a settembre e tutti i venerdì, sabato e to dallo stabilimento porrettano. domenica da ottobre a maggio. Chiuso in apri- Via Mazzini, 230/a le. Possibilità di noleggio di mountain bike, 40046 Porretta Terme (BO) ciaspole e sci da fondo. In presenza di neve, Tel. 0534.24084/0534.22012 Fax 0534.24072 viene garantita la costante battitura lungo un Apertura: sabato 10.00-12.00/16.00-19.00, do- anello da fondo di circa 10 Km. Gli amanti del- menica 16.00-19.00 e feriali su prenotazione. l’orienteering possono usufruire gratuitamen- te di una cartina di 2 Km di bosco mappato. 89 Rufus Thomas - Porretta Soul Festival archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani Eventi Porretta Soul Festival, storico appuntamen- Il rifugio escursionistico è inoltre un ideale to a carattere internazionale che riunisce a punto di partenza per attività didattiche le- Porretta i migliori interpreti di musica Soul e gate alla flora ed alla fauna dell’Appennino. Rhythm & Blues: luglio. Per tutte le attività sono disponibili guide www.porrettasoul.com specializzate per accompagnare gruppi. Nei Da Bach a Bartok, rassegna internazionale di periodi di alta stagione è consigliabile la pre- musica classica: luglio e agosto. notazione. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Crinali, stagione teatrale dedicata al teatro Le Casette del Doccione canzone: da ottobre a marzo. via Monte Cavallo, 100 - località Castelluccio Porretta Cinema, rassegna internazionale 40046 Porretta Terme (BO) del cinema d’autore realizzata in collabora- Tel. 0534.29198 - [email protected] zione con la Cineteca di Bologna: dicembre. www.porrettacinema.com Capugnano è un antichissimo centro, fino al ‘500 più importante della stessa Porretta. Nel Castelluccio borgo merita una visita la chiesa di San Mi- Castelluccio in fiore: 14 e 15 agosto. chele, nota fin dal Duecento e rimaneggiata fino alla fine del Seicento. La pala dell’altare Capugnano maggiore è stata ricondotta alla scuola di Gui- Festa della Beata Vergine della neve: i primi do Reni. Alle Croci di Capugnano si segnala la di agosto. casa del padre di Guglielmo Marconi (pag. 59). A spasso per i MERCATI: Da provare è poi la cucina del territorio. - tutti i sabati dell’anno (da oltre tre secoli) Funghi, tartufi, frutti del sottobosco, cre- dalle ore 7 alle 13 il mercato tradizionale; scentine fritte, crescentine nei testi (tigelle), - Fiera paesana, primo mercoledì di ogni polenta di castagne, castagnacci, ciacci, mese (esclusi luglio, agosto e settembre); patolle, minestra di “stianconi” e il celebre - Mercatini d’estate: le domeniche “Tortino di Porretta” (una ciambellina al gu- dal 15 giugno al 15 settembre; sto di limone), costituiscono il ricco paniere - Fiera di Ferragosto: primo mercoledì di specialità della zona. dopo il 15/8 per tutto il giorno.

90 Granaglione

Eccoci alla conclusione del nostro itinerario. Dalla seconda metà del XIV secolo e soprat- Siamo nella parte più meridionale della pro- tutto tra il XV e il XVII secolo passarono nella vincia di Bologna, al confine con la Toscana. Valle del Randaragna i Maestri comacini Qui si estende il territorio di Granaglione, ag- (pag. 71), costruendo molte case a Le Noci, grappato per la sua gran parte alle scoscese Casa Boni, Casa Nasci. A Lùstrola, degna di pendici delle montagne che coronano verso nota è l’antica chiesa di San Lorenzo. occidente la Valle del Reno. A dominare il paesaggio sono i boschi di castagni, faggi e Scorci di particolari suggestione si possono conifere, con un’estensione fra le più ampie cogliere nei numerosi borghi dell’alta Valle della provincia. del Randaragna, a Case Boni, Case Calistri, al Poggio dei Boschi, oltre che nei diversi quar- A Granaglione merita una visita la chiesa di tieri in cui si articola l’abitato di Granaglione. San Niccolò, le prime notizie della quale risal- gono al 1220, e l’antica casa dei Marconi, Da ricordare sono anche gli antichi oratori famiglia d’origine del celebre inventore (pag. 59). dislocati nelle varie frazioni: a Casa Boni l’ora- torio della SS. Annunziata (1703), a Poggio dei L’origine longobarda del nome Granaglione, Boschi l’oratorio di San Michele (1702), a Casa che significa “luogo ben difeso e luogo di os- Nasci l’oratorio Sant’Antonio (1703), a Olivacci servazione”, ben si adatta alla collocazione l’oratorio di San Matteo (1754), a Madognana geografica del paese, che dall’alto dei suoi l’oratorio dedicata alla B.V. della Vita, infine 800 metri domina una vasta parte della Valle l’oratorio di San Michele in località Vizzero. del Reno. Questi insediamenti di confine fino al 1219 dipesero civilmente da Pistoia, forte Da non mancare è una visita al santuario della centro longobardo, e religiosamente dal Ve- Madonna di Calvigi, in magnifica posizione scovo di Bologna, che aveva nella Pieve di sulla valle sottostante, a 2 km da Granaglione. Sùccida (oggi Capanne) il suo riferimento più importante del territorio. Sùccida e Grana- Storia e Cultura glione furono poi fusi dai Bolognesi in un uni- Poco lontano dal paese di Granaglione, sor- co comune, al quale si aggiunsero le “ville” di ge il piccolo Santuario di Calvigi, dedicato Boschi e Lùstrola, il cui Governo era concen- al culto della Madonna. L’origine di tale trato nelle mani di poche famiglie, i cosiddet- devozione è legata alla fede popolare nelle ti “antichi originari”. La chiesa di Borgo Ca- capacità miracolose di un dipinto su pietra panne dedicata a San Giovanni Battista pre- raffigurante la Vergine - risalente nella pri- senta alcuni resti dell’abside romanica che, ma metà del ‘500 - fatto eseguire dal parro- con il ritrovamento di numerose monete co di San Niccolò di Granaglione. Un seco- imperiali romane e bizantine, fanno risalire lo più tardi (attorno al 1634), quale ringrazia- almeno al 1000 la costruzione dell’edificio mento per essere scampata dal pericolo sacro e a un periodo ancora precedente la della peste, la comunità fece voto solenne frequentazione del luogo. di erigere un santuario. La chiesa, ampliata nel 1635, secondo un’iscrizione presente sulla facciata, fu dotata di campanile nel 1833. All’Ottocento risale anche una tradi- zione che dura ancora oggi: ogni 5 anni nei giorni precedenti Ferragosto l’immagine viene trasportata in processione alla chiesa di San Niccolò di Granaglione, per poi tor- nare al santuario il giorno dell’Assunta. L’immagine originaria dipinta sulla roccia, ormai compromessa, fu riportata su tela nel XIX secolo, mentre nel 1954, deterioratasi anche la tela, al suo posto venne realizzata Mulino Randaragna una bella ceramica faentina policroma. archivio Provincia di Bologna 91 La coltivazione del castagno e la trasforma- de bellezza e particolare pregio ambientale. zione del suo prodotto hanno costituito per Gli escursionisti possono trovare riparo e secoli l’attività agricola principale della zona e ristoro nel rifugio di Monte Cavallo. di ciò resta vasta traccia nella cultura popola- re. Il Consorzio di castanicoltori, in collabora- Natura zione con la Pro Loco, la Provincia e il Comu- Itinerario turistico-didattico del Castagno ne, ha negli ultimi anni portato anche a nuovi metodi di utilizzo della castagna. 1. Parco Sperimentale Didattico del Castagno Enogastronomia Nel Parco è possibile visitare le diverse aree Birra di castagne di Granaglione di carattere dimostrativo sulle forme di Dalle “Castagne di Granaglione”, derivate recupero del castagno e percorrere il sen- da produzione biologica, nasce la birra arti- tiero didattico sulla storia della castanicol- gianale alle castagne Beltaine. Il nome deri- tura negli ultimi 100 anni. va da quello della grande Festa di Prima- 2. Microbirrificio Beltaine vera dei Celti: Granaglione era infatti terra All’interno è possibile prendere visione del di confine degli insediamenti celtici dell’Ap- processo produttivo della Birra di castagne pennino bolognese. Bevanda tipica dei Beltaine Celti era la birra, in gaelico Cervogia. Il 3. Xiloteca Nodo dell’Amante, riportato sull’etichetta, Si tratta di una raccolta di 30 campioni di rappresenta il simbolo della rinascita della differenti specie di legno: ogni campione è natura. Tre sono le tipologie di birra Bel- costituito da una sezione del fusto accom- taine: Birra Speciale alle Castagne, Birra pagnato da un testo descrittivo (anche in doppio Malto alle Castagne affumicate e Braille) sulle caratteristiche dell’essenza Ginepro, Birra Bianca alle Castagne e Fru- esposta e sul significato che ricopriva nel- mento. Caratterizzate da una schiuma l’antichità. abbondante e strutturata, le diverse tipo- 4. Caniccio logie di birra presentano un sapore che Qui è possibile visionare il processo di spazia dallo speziato, al fruttato, al citrico. essiccazione delle castagne che avviene I lieviti, visibili in sospensione, testimonia- ancora con il metodo tradizionale “a fuoco”. no la rifermentazione naturale 5. Molino Randaragna della birra in bottiglia e le Nel mulino è possibile osservare il processo conferiscono una nota di lavorazione attraverso cui le castagne di genuinità. “secche” vengono ridotte in farina. 6. Rifugio Monte Cavallo Presso il rifugio, accessibile a tutti, si posso- Numerose sono le possibilità d’escursione. no trascorrere momenti di relax immersi Da Granaglione, Case Forlai e Poggio dei Bo- nella natura. Il rifugio rappresenta il punto schi diverse piste forestali conducono al pas- di partenza di itinerari all’interno di casta- so Tre Croci, al crinale fra le valli di Reno, Ran- gneti matildici e di secolari foreste di faggi e daragna e Rio Maggiore, o fin sul Monte di di conifere. Granaglione e a Monte Cavallo (m. 1280). I percorsi attraversano castagneti, pascoli, fag- Info: Tel. 333.3157666 - [email protected] gete e boschi di conifere alcune delle quali di dimensioni monumentali, che conferiscono a Nella frazione Capanne nacque il commedio- questa zona, popolata da daini e caprioli, gran- grafo Gherardo Ghepardi (1891-1949).

Eventi Biagioni Sagra del rivoltone: Sagra del tortellone: 1° week end di agosto. ultimo week end di luglio. Casabuoni Sagra della castagna: Sagra del cinghiale: 1a domenica di agosto. ultimo week end di ottobre. Casa Calistri Feste di paese: Sagra della polenta: 2° week end di agosto. Lustrola, Festa di San Lorenzo: 10 agosto Ponte della Venturina Molino del Pallone: 13 agosto Festa della birra: 1a settimana di luglio. Borgo Capanne: 14 e 15 agosto Boschi, Festa di Sant’Agostino: 28 agosto Vizzero Festa delle tre farine: aprile.

92 Castagneto archivio Parco del Corno alle Scale - Tiziana Bertuzzi

Siamo ormai in Toscana, o meglio in un territorio di crinale da un’identità, anche linguistica, tutta sua, da sempre terra di sintesi e contaminazione di tradizioni diverse, in primis gastrono- miche. Le terre del crinale tosco-emiliano sono anche i luoghi dell’infanzia del cantautore Francesco Guccini, che a queste montagne deve la poetica che ritroviamo in molti suoi testi. Per questo motivo il Comune di Porretta Terme, “capitale” di questa terra di confine, gli ha con- ferito la cittadinanza onoraria.

93 La Valle del Reno la pianura

Galliera

Pieve di Cento San Pietro in Casale

Castello d’Argile

San Giorgio di Piano Argelato

Bentivoglio

Castel Maggiore

L’itinerario di visita La seconda parte dell’itinerario nella Valle del Reno si snoda al- la scoperta dei tesori della pia- nura. Lasciata Bologna alle pro- prie spalle, l’itinerario riper- corre idealmente le antiche vie d’acqua che per secoli hanno rappresentato una straordinaria modalità di collegamento della città con Venezia e l’Europa. Da non perdere: Tra Reno e Navile: nelle terre Villa Smeraldi e il Museo della Civiltà contadina del Ducato di Galliera Le Cicogne bianche dell’Oasi La Rizza - Castel Maggiore La Ciclovia del Navile - Bentivoglio Il Navile a Bentivoglio - San Giorgio di Piano I Vini DOC del Reno - San Pietro in Casale Il centro storico di Pieve di Cento - Galliera La Bisana e il Bosco della Panfilia - Pieve di Cento Gli argini del fiume Reno - Castello d'Argile Il Casone del Partigiano a San Pietro in Casale - Argelato Cento e il Guercino

94 La storia e l’ambiente A tavola Il territorio della Bassa renana si presenta al Gli aspetti più caratteristici della cucina di pia- visitatore scandito dalla geometria di strade, nura sono quelli della tipica tradizione emilia- campi e canali, in cui ancora oggi si riconosco- na, pasta all’uovo in testa. E dalla sfoglia, grazie no i segni della centuriazione romana, primo a mani sapienti, nascono i grandi primi prota- episodio della millenaria lotta tra l’uomo e le gonisti della gastronomia bolognese: lasagne disordinate acque della pianura. Il risultato è verdi al forno, tortelloni di ricotta e spinaci, una campagna ricca e ordinata, altra faccia tortellini in brodo. Senza dimenticare le taglia- della florida economia urbana bolognese. La telle, che una leggenda fa nascere proprio in migliore testimonianza dello stretto rapporto queste terre, e i gustosi tortelli di zucca, segno tra la città e questa terra è senz'altro il Canale dell’influenza della vicina Ferrara. Tra i primi Navile. Antica via di comunicazione tra piatti, che non vi dovrete stupire se li sentire- Bologna e Venezia, il Navile è oggi meta di te chiamare “minestre” anche se asciutti, da passeggiate in bicicletta lungo la Via della provare sono i “maccheroni alla bolognese”, Seta. Questi sono anche i luoghi d’origine dei conditi secondo tradizione con carne di Bentivoglio, Signori rinascimentali di Bologna, manzo, pancetta di maiale, fegatini di pollo, che qui avevano terre e palazzi. Personaggi burro. come Lucrezia Borgia e Napoleone, che elesse Onnipresente è anche il suino, la cui macella- questo territorio a Ducato, hanno lasciato la zione è qui elevata ad arte. Ma anche i più loro impronta nel corso dei secoli. Da visitare semplici prodotti della campagna diventano sono i centri storici porticati di San Giorgio di gustosi elementi che aggiungono a condimen- Piano, San Pietro in Casale e Pieve di Cento, ti e pietanze sapore e vivacità. Formaggi e frut- dove sopravvive una secolare tradizione liuta- ta tipica concludono il pasto nelle trattorie e ria. Non mancano poi aspetti ambientali di nei ristoranti della zona, sempre accompagna- grande interesse, laddove il rigido ordine pro- ti dai vini della Doc del Reno e dei vicini Colli duttivo della pianura lascia spazio a verdi oasi, bolognesi. rifugio per la fauna selvatica e la flora sponta- nea. L’osservatore attento che attraversa a Come arrivare piedi o in bicicletta la pianura del Reno potrà - Autostrada A13: cogliere vari aspetti di interesse naturalistico e uscite Bologna-Interporto e Altedo. incrociare diverse presenze significative, tal- - Strade: SS 64 “Porrettana” (direzione Ferrara), volta del tutto inaspettate, come quella della SP 4 “Galliera” e SP 5 “San Donato”. cicogna bianca. Salici e olmi ombreggiano gli - Linea ferroviaria Bologna-Ferrara-Venezia: antichi maceri per la lavorazione della canapa, stazioni a Castel Maggiore, Funo Center- macchie di pioppi si stagliano verticali sugli gross, San Giorgio di Piano, San Pietro in sconfinati orizzonti della bassa, mentre grandi Casale, Galliera. esemplari di farnie, le querce simbolo della - Linee ATC www.atc.bo.it. pianura, resistono isolati vicino alle case colo- niche o in filare lungo antiche strade. Sul Reno tra Galliera e il ferrarese da non mancare è una visita alla riserva della Bisana - Bosco della Pan- filia, straordinario esempio di bosco di pianura.

Eventi Tracce di teatro d’autore propone un per- Borghi e frazioni in musica è una rassegna corso unico nell’universo del teatro contem- musicale che ogni estate (giugno e luglio) poraneo d’autore, che attraversa sale, cinema, coniuga la buona musica con la scoperta di teatri e piazze dei Comuni della pianura del angoli inediti della campagna bolognese. Le Reno. La stagione di Tracce rappresenta una frazioni e i borghi della Bassa si trasformano straordinaria opportunità di incontro e di per una serata in suggestivi palcoscenici: il confronto con le tendenze e gli aspetti più pubblico è condotto in un girovagare curio- originali della scena nazionale e allo stesso so da una villa nobiliare a una casa colonica, tempo permette agli spettatori di essere per assistere a un concerto, provare gustosi coinvolti in un progetto che da oltre dieci assaggi gastronomici, ma anche per scoprire anni dialoga con le migliori realtà culturali e un giardino o un edificio che si aprono per sociali del territorio. l’occasione. www.traccediteatrodautore.it www.san_pietro_in_casale.comune.it

95 Oasi La Rizza al tramonto archivio Comune di Bentivoglio - Stefano Gottardi

Informazioni Turistiche Argelato - URP mercoledì 8.30-13.45 Via Argelati, 4 - 40050 Argelato (BO) giovedì 12.00-18.45 Tel. 051.6634611 - [email protected] sabato 8.30-12.45 Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 8.30-13.00 Galliera giovedì 8.30-18.30 P.zza Eroi della Libertà, 1 - 40015 Galliera (BO) sabato 8.30-12.00 Tel 051.6672911 [email protected] Bentivoglio - URP P.zza della Pace, 1 - 40010 Bentivoglio (BO) Pieve di Cento (BO) - URP Tel. 051.6643502/051.6643537 P.zza Andrea Costa, 17 - 40066 Pieve di Cento (BO) [email protected] Tel. 051.6862611 - [email protected] Orari d’apertura: Orari d’apertura: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato 8.30-12.30 lunedì, martedì, mercoledì, giovedì martedì 8.30-12.30 / 14.45-18.00 e venerdì 8.00-18.30 giovedì 14.45-18.00 sabato 8.00-13.00

Castello d’Argile San Giorgio di Piano - URP Piazza Gadani, 2 - 40050 Castello d’Argile (BO) Via della Libertà, 35 - 40016 San Giorgio di Piano (BO) Tel. 051.977012 Tel. 051.6638507 [email protected] [email protected] Orari d’apertura: Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì lunedì, mercoledì, venerdì 8.30-13.00 e sabato 8.30-12.30 martedì 7.30-18.00 giovedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30 giovedì 8.30-19.00 sabato 8.30-12.30 Castel Maggiore - URP Via Matteotti, 10 - 40013 Castel Maggiore (BO) San Pietro in Casale - URP Tel. 051/6386781 Via G. Matteotti, 154 - 40018 S. Pietro in Casale (BO) [email protected] Tel 051.6669511 Orari d’apertura: [email protected] lunedì, martedì, giovedì, venerdì 8.30-18.45 Orari d’apertura: mercoledì 8.30-13.45 lunedì, martedì, mercoledì, sabato 8.30-12.45 venerdì e sabato 8.30-12.30 Orario estivo (luglio e agosto): giovedì 8.30-18.00 lunedì, martedì, venerdì 8.30-14.15 Orario estivo (luglio e agosto) 8.30-12.30

96 Castel Maggiore

Castel Maggiore, prima tappa del nostro itine- Storia e Cultura rario, anticamente era detta Castagnolo, no- Il Canale Navile me che deriverebbe dal tronco di un castagno Il Canale Navile ha rappresentato dalla fine trasportato in pianura dal Canale Navile. Al del XII secolo fino all'inizio del Novecento la Navile, ai mulini e agli opifici che sorsero lun- principale via d’acqua del Bolognese. go il suo corso, si devono anche le origini dello Alimentato dalle acque dei Canali di Reno e sviluppo industriale del territorio. di Sàvena e da quelle del Torrente Áposa, il Navile con i suoi 40 km di lunghezza connet- Il Navile passa per Castel Maggiore in località teva Bologna alla “grande autostrada” delle Castello, dove si possono ammirare i resti del- valli del Po (oggi in gran parte bonificate), l’antico Sostegno di Castagnolo Maggiore, attraverso cui era possibile raggiungere il costruito da Ercole Bentivoglio nel 1497 e a mare e Venezia. Lungo tutto il tracciato il partire dall’800 centro di attività manifatturie- canale fungeva da straordinaria via di comu- re sviluppatesi grazie all’iniziativa della famiglia nicazione, che veniva utilizzata in modo par- Pizzardi. ticolare per il trasporto delle merci, prima fra tutte la seta. Oggi come allora il Navile Il territorio di Castel Maggiore si allarga in una esce dalla città nei pressi dell’antico porto fertile campagna, che offre al visitatore la pos- (oggi Manifattura delle Arti) e termina il suo sibilità di dimenticare la realtà urbana di Bo- corso nel Reno a Passo Segni, presso Malal- logna, pure così vicina. Passeggiando per il ter- bergo. Qui aveva fine la “navigazione supe- ritorio (l’ideale sarebbe in bicicletta), sono da riore” e il viaggio poteva proseguire per valle vedere alcune ville storiche, antichi luoghi di solo una volta cambiato tipo di imbarcazio- villeggiatura della nobiltà, noché centri dire- ne. Il canale è largo una decina metri e ai zionali dell'economia rurale. La più nota è suoi lati corrono le “restare”, sentieri che ser- forse Villa Zarri, dall’elegante stile settecente- vivano a buoi e cavalli per il traino delle bar- sco, oggi sede di eventi e congressi. che. Ai numerosi “sostegni” (chiuse) che nel primo tratto del canale permettevano di Villa Salina risale invece al XVI secolo: appar- superare il dislivello tra l’alta e la bassa pia- tenuta allo scienziato Marcello Malpighi, nel nura, si aggiunse nel 1775 quello di Malal- giardino sul retro ospita una monumentale bergo grazie a cui si poté evitare il cambio di farnia il cui tronco supera i 5 metri di circonfe- imbarcazione. All’inizio del Novecento, tra- renza. La villa è oggi di proprietà della Regione montata la sua funzione economica, il Na- Emilia Romagna. vile divenne meta di gite in barca organizza- te dal neonato Touring Club. Ripercorrere Anche Villa Stagni e gli edifici colonici annes- oggi il suo corso significa attraversare nella si si presentano circondati da un ampio parco, natura otto secoli di storia e di grandi tra- all’interno del quale l’edificio ristrutturato del sformazioni. mulino Borgognino testimonia di uno storico manufatto per la regolazione delle acque sul Cartina storica del canale Navile canale Ghisiliera che qui confluisce nel Reno. archivio Provincia di Bologna

97 Degni di nota sono anche alcuni edifici religiosi. cato originario fu spazzato via da un’alluvione. La struttura attuale è frutto dei numerosi rifa- L’ottocentesca chiesa di Sant’Andrea è situata cimenti che si sono susseguiti dal ‘500. Nel dove, nel X secolo, era sorto il primitivo nu- 1887 fu traslato di ben quattro metri il campa- cleo di Castagnolo Maggiore. Da sempre prin- nile poiché risultava fortemente inclinato e cipale centro religioso della zona, conserva pericolante. La pala d’altare, di ottima fattura, all’interno un bel crocifisso del XVII secolo. è opera di Francesco Gessi, della scuola di Guido Reni. La chiesa di San Biagio di Saliceto costituisce il più antico edificio del territorio comunale: Sempre al Trebbo, di grande interesse sono di forme romaniche, appartenne ai monaci anche le aree golenali del fiume Reno: qui si benedettini pomposiani fin dal 1154. La porta trovano le vestigia dell’antica attività di estra- originaria sul retro conserva ancora l’architrave zione della ghiaia e il primo tratto realizzato e la soglia in selenite. È affiancata da un orato- del parco fluviale (accesso da Via Byron). rio e da un massiccio campanile pendente. Seguendo la strada Lungo Reno (Via Lame) si possono trovare altri accessi alle aree di gole- Vita tormentata ha avuto la chiesa di San Gio- na, mete ideali per passeggiate a piedi o a ca- vanni Battista di Trebbo di Reno, il cui fabbri- vallo.

Villa Zarri archivio Comune di Castel Maggiore

Eventi Festa di Sant’Andrea: 30 novembre. Antica quercia di San Pierino, festa tradi- zionale con maccheronata in piazza: ultimo Trebbo di Reno sabato di maggio. Festa della Raviola: 3a domenica di marzo. Giugno sotto le stelle: giugno. Fiera di Luglio: 1° week end di luglio. GIORNO DI MERCATO: giovedì

98 Bentivoglio

Cavalieri d’Italia all’Oasi La Rizza Bentivoglio è una bella località che riserva più archivio Ecosistema - Roberto Tinarelli di una ragione per una visita. Nel Medioevo era Ponte Poledrano, luogo di passaggio di Storia e Cultura puledri sul ponte del Canale Navile, che attra- L’Æmilia Ars, “società protettrice di arti e versa scenograficamente il centro del paese. industrie decorative nella regione emiliana”, Al suo corso sono strettamente legate la sto- venne fondata nel 1898 a Bologna da un ria e l’evoluzione del territorio: ancora nel 1930 gruppo di nobili e artisti raccolti intorno il riso delle risaie di Bentivoglio arrivava a all’architetto-restauratore Alfonso Rubbiani Bologna sui barconi che percorrevano il cana- e al Conte Francesco Cavazza. Attiva fino al le. 1903, il suo sforzo fu quello di riqualificare e promuovere le arti applicate e la produzio- Bentivoglio è il nome della nobile famiglia ne e commercializzazione degli oggetti di bolognese che qui fece costruire il suo Ca- uso quotidiano. stello, una “Domus Jocunditatis” destinata a Versione italiana dell’Arts&Crafts inglese, luogo di divertimento e di caccia con i cani e costituì un originale apporto nell'ambito i falconi. Le mura del castello custodiscono delle discussioni estetiche nate intorno al ancora oggi un’autentica perla dell’arte del movimento Liberty. Quattrocento. Sono le “Storie del pane”, stra- ordinario ciclo di dieci affreschi di scuola fer- rarese che ripercorre le diverse fasi della pani- ficazione, dalla semina al banchetto cortese. Ospiti di Giovanni II Bentivoglio e della mo- glie Ginevra Sforza furono Ercole I d’Este, Lu- crezia Borgia, Alfonso I d’Este e altri Signori ri- nascimentali, che spesso giungevano al ca- stello in barca.

Proteso sul Canale Navile è il Palazzo Rosso oggi sede della Biblioteca. Fatto edificare da Carlo Alberto Pizzardi nel 1897, l’edificio pre- senta splendide decorazioni di Achille Casa- nova raffiguranti ambientazioni tipiche della locale zona palustre; capolavoro di decora- zione, la Sala dello Zodiaco risulta una delle Sala dello Zodiaco - Palazzo Rosso migliori espressioni dell’Ars Æmilia. archivio Comune di Bentivoglio - Gianni Gosdan

99 Nella vicina località di San Marino di Ben- Sport e Vacanza attiva tivoglio è da visitare il Museo della civiltà La Ciclovia del Navile è un percorso cicla- contadina, davvero unico nel suo genere. Qui bile a tappe che si dispiega lungo l’antica sono ricostruite le vicende della pianura bo- via d’acqua dal Porto di Bologna a Malal- lognese raccontate attraverso le sue colture, bergo e al Passo Segni. Le vestigia degli dal mais alla canapa, dal grano al riso. imponenti manufatti idraulici che si incon- Ospitato nell’affascinate cornice di Villa Sme- trano lungo l’itinerario restituiscono il raldi, il museo è circondato da un ampio par- fascino di una Bologna città d’acque, capi- co dalla spiccata valenza ambientale e ricrea- tale europea della seta e crocevia di com- tiva. merci internazionali, per lo più nascosta dalle trasformazioni degli ultimi due seco- li. La Ciclovia del Navile si appresta a dive- nire un classico del cicloturismo e costitui- sce la parte centrale del lungo itinerario in bicicletta della “Via della Seta”, che unisce Lucca a Venezia, passando per Bologna e la pianura del Reno. www.montesolebikegroup.it

Per gli amanti della natura da non perdere è l'Oasi La Rizza, con le sue cicogne bianche. Natura L’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “La Rizza” Parco di Villa Smeraldi - Museo della civiltà contadina A nord del capoluogo si estende l’ex risaia archivio Provincia di Bologna di Bentivoglio e San Pietro in Casale, un’area che nel corso dei secoli ha subito Musei radicali trasformazioni: dalle paludi, alle L’ottocentesca Villa Smeraldi ospita un risaie e da queste ultime alle coltivazioni museo etnografico di importanza nazionale, intensive fino al progressivo ritorno dell’ac- con una ricca collezione di macchine agri- qua, a partire dagli anni Novanta. cole, strumenti e oggetti legati alla vita ed Oggi l’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “La al lavoro contadino nel Bolognese. Alcune Rizza” ospita una ricca e diversificata fauna, sezioni presentano i diversi cicli produttivi in particolare uccelli, e permette di cono- (la canapa, il frumento, il latte) o ricostruzio- scere e cogliere il fascino di paesaggi un ni di ambienti della casa rurale. Un fitto tempo caratteristici di gran parte della pia- calendario di esposizioni temporanee con- nura bolognese. Nell’Oasi è tornata, dopo sente di approfondire le diverse tematiche secoli, a nidificare la Cicogna bianca. Per legate all’archeologia contadina e alle tradi- una visita, parte dell’area è attrezzata con zioni locali. percorsi pedonali e ciclabili e osservatori ISTITUZIONE VILLA SMERALDI che fanno capo al Centro multifunzionale MUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINA La Rizza. - Info: Comune di Bentivoglio Villa Smeraldi - Via Sammarina, 35 Tel. 0516643540 località San Marino 40010 Bentivoglio (BO) www.orizzontidipianura.it Tel. 051.891050 - Fax 051.898377 [email protected] Apertura: martedì, giovedì e sabato 9.30- 12.30 e 14.30-18.00; mercoledì e venerdì 9.30- 12.30; domenica e giorni festivi 14.30-18.00 (da ottobre ad aprile) o 18.00-20.00 (da mag- gio a settembre); a gennaio aperto solo il mattino dei giorni feriali. Biglietto: intero euro 3; ridotto euro 1.50 per i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni e gli ultrasessan- tenni; gratuito per i ragazzi sotto i 14 anni; visite guidate, euro 1.50 a visitatore.

Cicogne bianche archivio Provincia di Bologna

100 Storia e Cultura Musei I maceri e la canapa MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA L’economia agraria della pianura del Reno è E DELLA CANAPA G. ROMAGNOLI prosperata per secoli grazie alla canapa, Vicolo Santa Lucia, 2 località Castagnolino pianta industriale apprezzata principalmen- 40010 Bentivoglio (BO) - Tel. 051.862426 te per le sue applicazioni in campo navale, Nato negli anni ’50 dalla passione del colle- poiché forniva ottimo cordame e un forte zionista Giuseppe Romagnoli, è tra i più tessuto per le vele. L’introduzione delle navi antichi musei etnografici dell’Emilia-Roma- a vapore e la diffusione del cotone segnaro- gna ed espone gli strumenti per la produ- no tra Otto e Nove- zione e la lavorazione della canapa. cento l’inarrestabile declino della canapi- coltura. ca per Cinquanta. Sulle sue sponde si posso- Tuttavia, la campagne no ancora vedere i sassi di fiume che serviva- bolognesi conservano no per affondare i postoni, zattere formate da ancora memoria di più mannelli di canapa legati insieme. questa antica coltura nei maceri disseminati nella media pianura. Nella storia della gastronomia del territorio il I maceri sono piccoli bacini artificiali simili nome di Bentivoglio rimanda a una leggenda, a vasche rettangolari, dalla profondità di anzi a due leggende, nate intorno all'invenzio- circa 2 metri. L’ampiezza dipendeva dalla ne delle tagliatelle, che altro non sarebbero quantità di canapa da macerare, che in al- che i biondi capelli di Lucrezia Borgia. cuni casi era quella prodotta da un solo podere, mentre più spesso era quella pro- dotta da più mezzadri di una tenuta. La Enogastronomia macerazione serviva a neutralizzare l’azione Tagliatelle delle sostanze collanti che impedivano alla Tradizione vuole che le tagliatelle siano fibra tessile di staccarsi dallo stelo legnoso. nate dall’estro di Mastro Zafirano, cuoco Fasci di canapa raccolti insieme formavano personale di Giovanni II Bentivoglio, in oc- delle zattere (postoni), che venivano affon- casione delle nozze tra Annibale Bentivo- date nel macero caricandole di pietre e glio e Lucrezia d’Este, che nel 1487 si con- dopo circa otto giorni i fasci venivano sca- giunsero a Ponte Poledrano, provenienti, ricati e lavati. Alla metà del secolo scorso entrambi in barca sul Navile, l’uno da Bo- oltre i due terzi del prodotto di canapa ve- logna l’altra da Ferrara. Un’altra leggenda nivano esportati in Italia e all’estero, men- vuole invece che a ispirare Mastro Zafirano tre il resto era oggetto, a Bologna o nei siano state le bionde chiome di Lucrezia centri minori del contado, delle successive Borgia, che nel 1502 passò da Bentivoglio fasi di lavorazione, alimentando in questo diretta Ferrara per andare in sposa ad modo il lavoro di migliaia tra artigiani, lavo- Alfonso d’Este. In dote il padre di Lucrezia, ratori a domicilio, operai di manifatture. Papa Alessandro VI, aveva promesso al Duca Recentemente la canapa tessile è stata og- di Ferrara i territori di Cento e di Pieve di getto di un rinnovato interesse e si sta assi- Cento. Oggi come allora, il segreto delle stendo a una sua, seppur limitata, reintro- buone tagliatelle sta tutto nella sfoglia, che duzione. deve essere tirata al matterello perché mantenga la giusta ruvidezza per sposarsi al meglio col ragù, tipico condimento di carne Testimonianza dell’antica coltivazione della bolognese famoso nel mondo, la cui ricetta canapa, molti maceri restano ancora sul terri- originale è stata depositata presso la Ca- torio, il più interessante dei quali si trova in mera di Commercio il 17 ottobre 1982. via Santa Maria in Duno, dopo la strada bian-

Eventi Festival Internazionale di Musica Festa dei sapori: fine maggio. da Camera: settembre. Castello in festa, presso il castello dei Ben- Festa del volontariato: ottobre. tivoglio: inizio giugno. Museo della Civiltà Contadina: Festa della mietitura e della trebbiatura, pres- visite guidate tematiche domenicali. so il Museo della Civiltà Contadina: fine giugno. Evocamondi, festival di narrazione orale, GIORNO DI MERCATO: venerdì parco di Villa Smeraldi: luglio.

101 San Giorgio di Piano

San Giorgio di Piano è un tipico paese del contado bolognese. Il suo centro storico, assai ben con- servato, si caratterizza per un torre- sotto del 1321, oggi sede della Biblioteca. Da vedere sono il Pa- lazzo Comunale, edificato alla fine del Settecento, e l’ottocentesca chiesa di San Giorgio, di origine ro- manica.

Dell’antico castello costruito nel 1403 rimane solo Porta Ferrara, dalle caratteristiche feritoie per il ponte levatoio. Nei pressi della demolita Porta Bologna, l’oratorio di San Giuseppe e della Natività della Madonna (XVIII secolo) custo- disce una Sacra Famiglia della scuola del Guercino.

Meta di pellegrinaggio per cinefili è la casa natale di Giulietta Masi- na, compagna d’arte e di vita di Fe- derico Fellini.

Personaggi e Cultura Giulietta Masina: un paese e la sua stella Fisico minuto, “palpebre di nebbia” e “pelle archivio Comune di San Giorgio di Piano di anima”, Giulietta Masina ha impersona- to magistralmente un archetipo di femmi- Il territorio tra San Giorgio di Piano e San nilità malinconica e remissiva, attraverso Pietro in Casale fu teatro di una storica batta- una serie di interpretazioni che hanno fatto glia: in località Gherghenzano, Annibale I la storia del cinema del Novecento. Nata a Bentivoglio sconfisse l’esercito visconteo nel San Giorgio di Piano nel 1921 da un violini- 1433. Qui, testimone dei secoli passati, rimane sta e una maestra, Giulietta si trasferisce un platano monumentale, alto ben 33 metri. presto a Roma e nel 1942 partecipa a una trasmissione radiofonica in cui conosce Eventi Federico Fellini. L’anno dopo è sua moglie. Corso dei Fiori, sfilata notturna di carri alle- Presente come attrice fin dai primi film del gorici: inizio giugno. marito, nel 1954 è Gelsomina ne La strada, Not(t)e in piazza: fine giugno, inizio luglio. ruolo che la consacra a livello internazio- Sagra di San Luigi Gonzaga: 4a settimana di nale. Seguono altri grandi ruoli felliniani (Le settembre (dal venerdì alla domenica). notti di Cabiria, Giulietta degli spiriti, Gin- Presepe vivente: Avvento. ger e Fred) e non (Europa ’51 di Rossellini, Fortunella di Eduardo De Filippo con GIORNO DI MERCATO: lunedì Alberto Sordi, Nella città d'inferno di Ca- stellani con Anna Magnani). Vincitrice di numerosi premi, Giulietta si spegne a Roma il 23 Marzo del 1994, a pochi mesi dalla morte del suo Federico.

102 San Pietro in Casale

Chiesa SS. Pietro e Paolo archivio Provincia di Bologna Quattro percorsi ciclabili con partenza dal capoluogo conducono tra strade asfaltate e Ciò che subito colpisce entrando a San Pietro sterrate alla scoperta di un mondo ricco di in Casale è il bell’impianto urbanistico del suggestioni riservate a un viaggiatore atten- centro storico, con i suoi portici alla bologne- to. se e gli eleganti edifici storici. Quando si pensa alla pianura si immagina un Da segnalare è l’ottocentesca parrocchiale paesaggio monotono e sempre uguale a se dei SS. Pietro e Paolo, fiancheggiata da un stesso. In realtà non è così. Solo nel territo- campanile romanico che ricorda le origini rio di San Pietro in Casale, spostandosi in di- medievali dell’edificio. Al suo interno si tro- rezioni opposte, si possono notare non po- vano interessanti dipinti di scuola ferrarese che differenze. Il territorio a est del capo- della prima metà del Cinquecento. Poco di- luogo si caratterizza per la sua origine valli- stante si apre il Parco comunale, annesso va, che oggi si riconosce dagli immensi spazi alla seicentesca Villa Padoa, dal 1896 sede dei campi coltivati e dalle oasi recuperate del Municipio. alle acque. La campagna verso ovest, invece, è punteggiata da case padronali e antichi Musei edifici rurali inseriti in poderi dalle dimen- La casa dell’artista Guido Frabboni (1926- sioni più modeste. Qui è possibile scorgere 1994) è parte di un’ex barchessa, in cui ha qualche ultimo tratto del più caratteristico abitato e lavorato per lungo tempo il pitto- dei sistemi di coltivazione della pianura co- re, che ha donato al Comune la sua dimo- nosciuto come “piantata padana” (pag. 150). ra, le sue opere, circa duecento, le sue col- Le frazioni sampierine sono spesso segnala- lezioni di maioliche ed icone. Oggi è uno te a chilometri di distanza dai loro campani- spazio espositivo aperto in occasione di li svettanti sulla pianura. Tra queste vale la mostre. Le sale destinate alle esposizioni pena visitarne almeno alcune. temporanee si trovano al piano terra e al primo piano dell’edificio, mentre il secon- A Tombe si segnala il grande palazzo costrui- do piano ospita le collezioni delle opere di to nel 1490 da Giovanni II Bentivoglio sui Frabboni e del pittore e scultore casalese resti di un edificio degli imperatori Antonini, Raimondo Rimondi. al margine di una estesa palude vicina al CASA FRABBONI confine con lo Stato estense. Sorto come Via Matteotti, 137 dimora per battute di caccia in valle, anche 40018 San Pietro in Casale (BO) se in parte demolito il palazzo conserva an- Tel 051.6669511 Fax 051.817984 cora all'esterno le sue caratteristiche origi- www.comune.san-pietro-in-casale.bo.it narie fondamentali, mentre all’interno so- Apertura: martedì 10.00-13.00; sabato pravvivono tracce di decorazioni pittoriche. 10.00-13.00 e 15.00-18.00; domenica 10.00- Ben visibile lo stemma dei Bentivoglio - 13.00. Biglietto gratuito. Sforza. Il palazzo fece poi parte del Ducato di Galliera (pag. 105).

103 La strada comunale Setti tra Maccaretolo e Tombe è forse il più chiaro esempio di centu- riazione romana tra quelli risparmiati dalle rovinose piene del Reno. Storia e Cultura La centuriazione I Romani, conquistata Bologna ai Galli Boi, si impegnarono in imponenti opere di bonifi- ca per mettere a coltura ampi settori delle paludi tipiche del primitivo paesaggio pada- no. La pianura fu così suddivisa secondo una rigida geometria costituita da un reticolo di La piazza del paese strade e canali, che gli agrimensori romani archivio Provincia di Bologna realizzarono in pochi anni. Grandi quadrati di 710 m di lato (circa 50 ettari), a loro volta gio rurale. Seminascosta dalla vegetazione è la frazionati in 100 appezzamenti uguali, cinquecentesca Ca’ Gioiosa, edificio per il per- segnavano, e in parte segnano ancora, la sonale addetto alla rete idrografica che nel campagna. Ogni centuria era fiancheggiata ‘700 ospitava un mulino. da strade (limites), che si incrociavano orto- gonalmente. Agli incroci erano posti cippi Dal punto di vista ambientale, si segnalano le con immagini pagane, proprio dove oggi in Aree di riequilibrio ecologico istituite nei pres- molti casi si trovano edicole votive cristia- si del Casone Partigiano e le Aree rifugio realiz- ne. La centuriazione aveva molteplici fun- zate nelle zone prossime a Poggetto e Massu- zioni, dal governo delle acque a scopi irrigui matico. alla divisione dei campi in poderi. Da allora l’appoderamento è rimasto una caratteristi- Natura ca tipica della campagna bolognese e in età Storia e Cultura moderna ha trovato nella conduzione a Il Casone del Partigiano è un edificio rive- mezzadria il modo di produzione ad esso stito di canne che ricorda l’antico casone del più congeniale, nonché assolutamente pre- guardiano della valle, crollato in seguito ai dominante. cedimenti dovuti alle bonifiche. Costruito nel ‘700 nel mezzo di una vasta palude, a margine delle risaie, e raggiungibile solo in A Rubizzano da vedere è la chiesa dei SS. Si- barca, il casone servì nell’ultima guerra come mone e Giuda che contiene quadri del Guar- base della 2a Brigata Partigiana “Paolo”, che dassoni e del Trebbi. Qui si ritirò a 70 anni Pier organizzò l’insurrezione del 22 Aprile 1945. de’ Crescenzi, nel secolo XIII fondatore del- Oggi è circondato da un fossato (scavalcato l’agronomia. Da segnalare inoltre Palazzo Bo- da una passerella), che ricorda l’antico am- nora, tipica casa della bassa pianura. biente vallivo, qui rimasto inalterato fino al 1948. Al suo interno conserva cimeli del pe- L’antica località di Poggio Massumatico è riodo bellico e lapidi alla memoria dei Mar- detta Poggetto per distinguerla dal vicino tiri per la Liberazione. Al centro di un recen- Poggio Lambertini (oggi Poggio Renatico), te intervento di rinaturalizzazione, le aree paese natale del Cardinale Prospero Lamber- adiacenti ospitano una grande zona umida tini, asceso al soglio pontificio col nome di circondata da pioppi e salici. Benedetto XIV. Sotto il suo regno fu scavato il Cavo benedettino, primo passo verso la siste- mazione definitiva del tormentato corso del In età napoleonica, una nuova campagna di boni- Reno. Per secoli infatti la zona fu soggetta alle fiche avviò la definitiva trasformazione di queste gravi rotte del fiume. A Poggetto da vedere è la terre. A quell’epoca risale l’introduzione della chiesa di San Giacomo Maggiore, la cui pala coltura del riso, destinata a caratterizzare tutta la d’altare è opera della scuola di Guido Reni, bassa bolognese orientata verso il Delta del Po. mentre l’abside è di probabile origine romanica. Eventi Nel tratto di Canale Navile (pag. 97) che attra- Carnevale di San Pietro in Casale: marzo. versa il territorio di San Pietro in Casale, la Emiliana: giugno. sponda destra è fiancheggiata da un argine che conserva le “restare” (alzaie) ancora percorribili. GIORNO DI MERCATO: martedì Di qui si gode un ampio panorama sul paesag-

104 Galliera

Galliera, nodo d’acque tra il fiume Reno, il A San Venanzio, di fronte alla chiesa, sorge Canale Emiliano Romagnolo e il Cavo Napo- Palazzo Bonora. I telamoni che sorreggono il leonico, è immersa in un dolce paesaggio di balcone (nella foto) ricalcano modelli urbani campagna chiuso dalle linee sinuose degli e in particolare il portone di Palazzo Davia argini. Nel suo nome sono tutta la storia e la Bargellini a Bologna. bellezza di questa terra: Gal in celtico signifi- ca confine e Lyr acqua. Oggi sede del municipio, l’edificio in origine Il suo territorio è costituito da tre paesi che era residenza dei Bonora, imprenditori agrari insieme formano un unico comune: Galliera che per decenni gestirono con successo il Vecchia, San Venanzio e San Vincenzo. patrimonio terriero del “Ducato di Galliera”.

Storia e Cultura Per l’erede, Napoleone aveva già comprato Napoleone e il Ducato di Galliera a Bologna la grandiosa residenza della fa- La calata delle truppe napoleoniche nel miglia senatoria dei Caprara, oggi sede 1796 aprì per la pianura del Reno una nuova della Prefettura. Palazzo Caprara fu annesso fase, segnata dalle vicende di uno sviluppo al patrimonio del Ducato di Galliera, diven- agricolo di tipo capitalistico. Principale tandone la sede di governo. Nel 1823, fautore del processo di modernizzazione Giuseppina Eugenia, col titolo di principes- dell’economia agraria bolognese fu Anto- sa di Bologna e duchessa di Galliera, sposa nio Aldini. Rampollo di una famiglia dell'al- il principe Oscar di Svezia. I reali di Svezia ta borghesia, nipote dello scienziato Luigi non dimostrarono nessuna inclinazione per Galvani e lui stesso docente di diritto, fu l'amministrazione delle terre e si preoccu- ministro di Napoleone e tra i fondatori parono solo di trasferire in Svezia il patri- della Repubblica Cisalpina. Tra Galliera e monio artistico del ducato: ancora oggi la San Pietro in Casale l’Aldini riuscì ad acqui- “collezione Galliera” costituisce un'impor- stare negli anni a cavallo tra tante sezione della quadreria di Sette e Ottocento ben 52 corte di Stoccolma. Caduto Na- fondi di terra, che accorpò se- poleone, nel 1837 sia Palazzo Ca- condo i criteri di una gestione prara sia la tenuta di Galliera produttiva unitaria. Venne così furono vendute al marchese De a formarsi un’azienda di note- Ferrari di Genova, che ottenne da voli dimensioni, comprenden- Papa Gregorio XVI il ristabilimen- te novanta edifici rurali, vie di to del Ducato di Galliera col rela- comunicazione interne e un tivo titolo, diventandone il legit- moderno sistema irriguo che timo portatore. Nella metà dell’Ot- permetteva la coltivazione del tocento lo sviluppo tecnico-pro- riso su vasta scala. Il riso veniva duttivo dell’azienda toccò l’api- condotto tramite il Canale Riolo al porto ce, ma il nome di Galliera ebbe risonanza a di Malalbergo e di lì inviato a Bologna sul livello internazionale soprattutto grazie al- Navile. Le risaie erano condotte “in econo- la filantropia della moglie del De Ferrari, mia” (cioè attraverso lavoro salariato), ultima discendente dei Brignole Sale. segnando le premesse del definitivo supe- Maria, Duchessa di Galliera, morì a Parigi ramento della mezzadria nelle campagne nel 1888, dove lasciò a perpetuare Oltralpe bolognesi e la trasformazione delle fami- il nome di Galliera un elegante edificio del glie contadine nel nuovo proletariato rura- XIX secolo, Palazzo Galliera appunto, oggi le. Nel 1812 la tenuta venne acquistata da sede del Museo della Moda. All’inizio del Napoleone che l’anno dopo la investì del Novecento il Ducato venne frazionato e titolo di “Ducato di Galliera”, solida dote messo in vendita dai suoi ultimi proprieta- patrimoniale per la nipote Giuseppina ri, Eulalia di Borbone e Antonio d’Orléans, Eugenia Beauharnais, figlia del Viceré Infante di Spagna, ultimo figlio di Luigi d’Italia. Filippo Re dei Francesi.

105 Verso nord, la torre medievale di Galliera rap- mune di Bologna alla fine del XII secolo co- presenta, con le vicine torri di Cocenno e struì in quello che era il punto più avanzato dell’Uccellino, quanto ancora oggi si può am- dei suoi confini verso il territorio estense. mirare del sistema di fortificazioni che il Co- Torre di Galliera - archivio Comune di Galliera

Scienza e Tecnica per motivi politici. L’idea comincia a concre- Il Canale Emiliano - Romagnolo tizzarsi solo molto tempo più tardi, anche Il Canale Emiliano Romagnolo (CER), realiz- grazie all’impegno dell’ing. Mario Giandotti, zato nella seconda metà del Novecento, è commissario del Consorzio di bonifica per il l’ultima grande opera idraulica nella millena- canale, istituito nel 1939. Lo scoppio della ria storia del governo delle acque della pia- seconda guerra mondiale blocca di nuovo il nura. Il canale serve a condurre a scopo irri- progetto, che nel 1947 trova la sua veste guo le acque del Po fino alla Romagna e si definitiva coniugando le esigenze della dife- riconosce subito dagli altri canali sia per il sa dalle piene del Reno a quelle dell’irriga- verso contrario della corrente delle sue zione della pianura bolognese e romagnola, acque, sia per gli argini cementati. La prima e spostando definitivamente il punto di intuizione dell’opera risale al 1620, quando derivazione dal Po a Bondeno, sul confine l’abate Tirelli da Reggio Emilia propone al fra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. duca Cesare d’Este un “progetto d’estrarre L’avvio effettivo dei lavori scatta nel 1955. acqua dal Po sopra Piacenza per irrigarne la Oggi il CER è un sistema idrico complesso, provincia e quelle di Parma, Reggio, Modena che, mantenendo l’irrigazione come missio- e Bologna”. Si deve all’ingegnere bolognese ne primaria, serve anche a usi civili, ambien- Annibale Certani il primo progetto organico, tali e turistici. presentato nel 1863 e presto accantonato

106 Natura Il Bosco Panfilia - Area di riequilibrio eco- logico “La Bisana” è il più significativo e- sempio di foresta planiziale della regione. Mappa del bosco golenale Gli uccelli rappresentano la fauna principa- archivio Comune di Sant’Agostino (FE) le del bosco sia per le specie presenti tutto l’anno, sia per quelle di passaggio. Tra i mammiferi più importanti ricordiamo il ric- Tra Galliera, Pieve di Cento e S. Agostino (FE) cio, il ghiro, la talpa, la volpe e, nei canali si estende un grande monumento naturalisti- adiacenti, numerosi esemplari di nutrie. Il co, di estremo interesse ambientale: il bosco Bosco Panfilia è visitabile in ogni stagione golenale della Bisana e della Panfilia, esem- dell’anno, preferibilmente nei mesi prima- pio di foresta umido-ripariale di pianura, un verili ed autunnali. All’ingresso principale (in tempo diffusa in tutta la bassa padana. via del Cavo, Comune di S. Agostino) esiste un piazzale per il parcheggio e una fontana con acqua potabile. È possibile parcheggia- re anche in vicinanza di una seconda entra- Eventi ta, in fondo a via del Bosco. È bene munirsi A San Venanzio di equipaggiamento adeguato, oltre che di Fiera d’agosto: inizio agosto. un buon binocolo. All’interno sono attrez- zati sentieri percorribili a piedi e in biciclet- GIORNO DI MERCATO: mercoledì a San ta. Info: WWF sezione Alto Ferrarese Venanzio e giovedì pomeriggio a San Tel. 0532.846470 Vincenzo

107 Pieve di Cento

Pieve di Cento, conosciuta come “piccola Oltre che dal Reno, le due città sono unite Bologna” per i suoi lunghi portici, ha mantenu- dall’arte nel nome di Guercino. to ben leggibile l’impianto urbanistico del “castrum” romano, con l’aggiunta della pieve Personaggi e Cultura del IX sec., poi della città medievale e quindi Il Guercino rinascimentale e barocca. La sua posizione Nato a Cento nel 1591, Giovanni Francesco strategica ne ha fatto fin dalle origini un punto Barbieri, detto il Guercino a causa di un di riferimento avanzato del Vescovado e del occhio guercio, è uno dei massimi esponen- Comune di Bologna, che non mancò di entra- ti della grande stagione del Seicento emilia- re nelle mire degli Estensi di Ferrara. Di qui la no. Fondamentale per la sua formazione costruzione di edifici difensivi come la Rocca artistica è l’incontro con Ludovico Carracci, del 1387 progettata da Antonio di Vincenzo, che lo inserisce nell’ambiente culturale bo- l’architetto di San Petronio a Bologna, e le lognese. Guercino sviluppa poi uno stile quattro porte di accesso al paese, nel Tre- personale, coerente coi dettami dell’esteti- cento ricostruite in muratura. ca barocca senza mai rinunciare a quelle istanze di verità proprie della lezione carrac- La storia di Pieve è indissolubilmente legata a cesca. La sua arte richiama presto le atten- quella della gemella città di Cento, appena un zioni delle più importanti committenze: nel salto oltre il Reno. 1621 è a Roma, dove per il Cardinal Ludovisi, asceso al soglio pontificio col nome di È il 1185 quando il Vescovo di Bologna allarga Gregorio XV, realizza gli affreschi del Casino la sua giurisdizione su queste terre, ancora Ludovisi. Nel 1642, morto Guido Reni, dominate dalle acque. Sono gli anni delle pri- Guercino trova posto in patria, dove eredita me bonifiche e dell’introduzione dell’enfiteusi, il ruolo di caposcuola. Muore nel 1666 a istituto che prevedeva l’assegnazione di terre Bologna, dove viene seppellito nella chiesa in cambio della loro colonizzazione. Si arriva del SS. Salvatore. I suoi dipinti sono oggi così nel 1253 alla nascita delle Partecipanze custoditi nei maggiori musei del mondo, ma agrarie, ancora oggi esistenti e attive (pag. è nella sua terra natale che si trova la mag- 190). Col venir meno dell'autorità vescovile le gior concentrazione delle sue opere. terre sono passate ai Centopievesi, uniti in un’unica comunità, che aveva il compito di ridistribuirle tra le famiglie partecipanti, con rotazioni ventennali. Del 1460 è la ristruttura- zione della Partecipanza di Pieve, così come funziona tuttora.

A suggellare materialmente la separazione tra le due cittadine fu la disastrosa rotta del Reno del 1459, che modificò il corso del fiume spo- standolo da ovest a est di Cento. Nel 1502, intanto, il centopievese entrò nell'orbita ferra- rese, portato in dote da Lucrezia Borgia al Duca d’Este. Il territorio, tuttavia, ha continua- to a mantenere una sua identità autonoma, storicamente legata a Bologna. A questo si deve la decisione di Pieve di tornare nel 1929 sotto Bologna.

La Rocca di Antonio di Vincenzo archivio Comune di Pieve di Cento

108 Il Palazzo Comunale (secc. XVI-XVII) ospita Personaggi e Cultura l’antico Archivio Notarile e il Teatro Zeppilli, Alice Zeppilli modificato nel 1856 e oggetto di recente Amata e osannata dal pubblico americano restauro. L’ultimo intervento ha restituito alla degli anni Dieci del Novecento, Alice Zep- loro funzione originale la platea e il foyer. pilli fu un soprano dal grande fascino che si Anche gli arredi originali sono stati restaurati, esibì nei maggiori Teatri degli Stati Uniti al così come le parti dipinte e gli stucchi. Il tea- fianco di giganti del melodramma come En- tro, omologato per 149 posti, accoglie attività rico Caruso e Titta Ruffo. Donna dalla bel- teatrali e musicali, convegni, conferenze e lezza non comune e artista dalle qualità spettacoli. I ridotti ospitano un piccolo sceniche universalmente apprezzate, pare Museo della Musica, con testimonianze della che avesse anche buona tecnica vocale e vita di Alice Zeppilli, nonché documenti e buon gusto nell’interpretazione, doti non strumenti musicali provenienti dal laboratorio scontate per l’epoca. La sua voce sempre di Liuteria. Informazioni e biglietteria presso fresca e la sua generosità sul palcoscenico la l’Urp. portarono il 13 dicembre del 1913 a esibirsi nel pomeriggio come Gilda del Rigoletto e Teatro Comunale Alice Zeppilli alla sera come Margherita del Faust, in quel- L’uso della Sala del Palazzo Pubblico per lo che dalla stampa di Chicago fu ribattez- rappresentazioni teatrali e musicali inizia nel zato il “Zeppilli Day”. La figura e l’arte della 1785. Da allora, anche se come sede provvi- Zeppilli non affascinarono solo i melomani soria, il teatro viene utilizzato in modo dell’epoca, ma colpirono anche il poeta regolare fino al 1852, quando vi si rappresen- Gabriele D’Annunzio, che nelle sue molte ta l’Ernani di Giuseppe Verdi. Nel frattempo lettere la definiva “il mio Cherubino”. Pie- la Comunità vese era il marito, Giuseppe Alberghini, pri- di Pieve con- mo violoncello al Metropolitan di New sidera l’idea di York e a Chicago: nella bella villa di Pieve edificare un Alice passò numerose estati durante la sua nuovo teatro, carriera, nonché gli ultimi anni della sua vita. inteso come edificio auto- nomo. Gli e- levati costi del progetto fanno optare per una risistemazio- ne dell’esistente, affidata all’ingegnere cen- tese Antonio Giordani, che successivamen- te progetterà anche i teatri di Cento e di Crevalcore, oltre a quello di Maracaibo in Venezuela. Giordani adotta per questo tea- tro la consolidata tipologia del “teatro all'italiana”. La decorazione è semplice ma elegante. Il sipario, che si conserva ancora, raffigura Esopo che parla ai pastori. Il teatro è inaugurato nell'agosto del 1856 con Il Tro- vatore e Il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Chiuso nel 1929 e rimasto pressoché inuti- lizzato per molti anni, il teatro, completa- mente recuperato, è stato nuovamente ina- ugurato il 6 dicembre 2003 con un concer- to. Le sale del Teatro, che raccolgono una documentata collezione di strumenti di liu- teria, custodiscono anche testimonianze fotografiche ed oggetti personali apparte- nuti al soprano Alice Zeppilli.

Palazzo Comunale - Teatro Alice Zeppilli archivio Comune di Pieve di Cento

109 Tre sono i Musei pievesi, che offrono la possibi- lità di compiere un viaggio nell’arte e nella sto- ria del territorio e non solo, dal Medioevo alle ultime generazioni dell’arte contemporanea. Musei La trecentesca Rocca ospita documenti e testimonianze sulla storia e i personaggi che hanno onorato Pieve e il ricco archivio foto- grafico di Melloni e Monti. Si segnalano la raccolta di antiche mappe, le memorie della presenza dei Padri Scolopi e di una comuni- tà ebraica. MUSEO CIVICO Via della Rocca, 1 - 40066 Pieve di Cento (BO) Tel. 051.6861488 [email protected] Apertura sabato 15.30-18.30; domenica 9.00- 12.00 e 15.30-18.30. Biglietto gratuito Museo Civico archivio Provincia di Bologna Musei Nato dalla passione del collezionista Giulio Musei Bargellini, il Museo d'Arte delle Genera- Il settecentesco palazzo del vecchio ospe- zioni Italiane del ‘900 “Giulio Bargellini” dale ospita una sezione d’arte antica con è ospitato in un vecchio silos ristrutturato opere di scuola bolognese e ferrarese (XVI- su progetto dell’architetto Davanzo. Espone XVIII secolo) e una ricca collezione di tele una raccolta di arte italiana del Novecento, settecentesche. Capolavoro del Museo è con sale dedicate ai “maestri storici” una Madonna lignea policroma del XIV (Modigliani, de Chirico, Depero) e alle suc- secolo. Importante la raccolta di tele e scul- cessive generazioni dei protagonisti dell’ul- ture dal ‘500 al ‘700 di ambito bolognese e timo secolo, dal primo decennio agli anni ferrarese. Una sezione di arte del Nove- Trenta. Il museo è circondato dal Giardino cento, con la Collezione Mascellani, ospita della Scultura con opere plastiche di grandi opere di Martini, donazioni di Cuniberti, Se- dimensioni e diversi materiali e linguaggi. po, Ponti e le numerose opere donate da Oltre alla collezione permanente, il museo Tavoni. realizza importanti mostre temporanee. PINACOTECA CIVICA M.A.G.I. ’900 P.zza Andrea Costa, 17 Via Rusticana, 1/a - 40066 Pieve di Cento 40066 Pieve di Cento (BO) (BO) Tel. 051.6861545 - Fax 051.6860364 Tel. 051.6861488 - Fax 051.974308 [email protected] [email protected] Apertura: martedì-domenica 10.00-18.00. Apertura: sabato 15.30-18.30; domenica 9.00- Biglietto: intero euro 5, ridotto euro 4. 12.00 e 15.30-18.30. Biglietto gratuito

Storia e Cultura Scuola di liuteria Presso la trecentesca Porta Ferrara, di cui sono stati messi recentemente in luce i merli bentivoglieschi, e nei locali del conti- guo ex-macello trova oggi sede la Scuola di Liuteria del Centopievese, frequentata da studenti italiani e stranieri. La Scuola, assie- me al Museo della Musica, testimonia la radicata tradizione musicale e artigiana di Pieve di Cento, dove botteghe di liutai sono documentate fin dal ‘700. Scuola di liuteria archivio Comune di Pieve di Cento 110 Prima di proseguire l’itinerario inoltrandoci cifisso ligneo del XIV secolo venerato come nella verde campagna circostante, meritano miracoloso. Il campanile è stato riedificato in una visita almeno due delle chiese del centro forme tardo romaniche nel 1487. storico di Pieve. La Chiesa e Oratorio della SS. Trinità (secc. La Collegiata di Santa Maria Maggiore, edi- XVI-XVII) è considerato uno dei capolavori ficata tra il 1702 e il 1710, contiene dipinti del d’arte della provincia bolognese. Contiene gotha della pittura bolognese dalla celebra- una pala d’altare di Lucio Massari e uno stra- tissima Pala dell’Assunta di Guido Reni a ordinario ciclo di affreschi di Lionello Spada e un’Annunciazione del Guercino, oltre a tele Francesco Brizio, dipinti tra il 1612 e il 1615. Di dello Scarsellino, di Passerotti e di Lavinia grande pregio anche il coro ligneo intarsiato Fontana. Da segnalare è anche il notevole cro- ed intagliato, sempre seicentesco. Sport e Vacanza attiva Il pianeggiante territorio emiliano si presta per natura a rilassanti escursioni in bicicletta. La bici qui è ancora il mezzo più utilizzato per i piccoli spostamenti quotidiani e per chi visi- ta questa terra è bello confondersi tra i Centopievesi e partire per la visita delle bellezze sto- rico-artistiche e naturalistiche del luogo. Ecco alcuni itinerari consigliati:

1. In Bici nella Terra del Guercino Info: Ufficio Informaturismo Via Guercino, 41 - 44042 Cento (FE) Percorso alla scoperta dei tanti capolavori Tel. 051.6743334 del Guercino disseminati per il territorio. [email protected]

Pieve: Collegiata di Santa Maria Maggiore, 2. In Mountain Bike e a cavallo lungo Pinacoteca Civica il Reno Cento: Porta Pieve, Piazza Guercino, Pinacoteca Per gli amanti della natura, il Parco del Reno Civica, Basilica di San Biagio, Chiesa dei con gli alti argini del fiume ben si presta a Servi, Chiesa del Rosario belle passeggiate a piedi, in bici o a cavallo. Corporeno: Risalendo il Ponte Vecchio e costeggiando Chiesa di San Giorgio gli argini verso nord, si arriva dopo 15 km Renazzo: circa all’Area di riequilibrio ecologico della Chiesa di San Sebastiano Bisana e al Bosco della Panfilia, ampia area golenale rifugio per molte specie di uccelli, Tot. 14 km nonché prezioso giacimento di funghi e tar- Timing 1h 45’ + visite interni tufi.

Nota bene Info: “Associazione Reno Fiume Ambiente” L’apertura delle chiese dei Servi e del c/o Museo Bargellini (Pieve di Cento) Rosario di Cento avviene solo su richiesta.

Eventi Carnevel a La Piv: tra febbraio e marzo. Maratonina delle Quattro Porte: marzo Venerdì di Marzo SS. Crocifisso: tutti i ve- nerdì di marzo. Mercatino di Primavera: fine aprile, inizio maggio. Sagra dei Maccheroni al Pettine: 1° week end di luglio. Festa dei Giovani: 1° week end di settembre. Staffetta Settembrina: settembre

GIORNO DI MERCATO: venerdì

I portici della “Piccola Bologna” archivio Comune di Pieve di Cento

111 Castello d’Argile

Castello d’Argile è una località nata e vissuta Passeggiando, magari in bicicletta, tra i campi in simbiosi con il fiume Reno, tanto che dai coltivati della pianura circostante, non si può suoi argini, o forse dalle argille di cui rendeva fare a meno di notare la maestosa, e per certi ricco il terreno, ha tratto anche il nome. versi sorprendente, mole neogotica della chiesa di Santa Maria di Venazzano. Sulla piazza del paese si affaccia la chiesa di Non lontano, in località Ronchi, la Torre San Pietro di Argile, al cui interno si conserva- Marsigli rappresenta un bell’esempio di torre no frammenti di un pregevole e raro affresco colombaia, dalle probabili origini difensive. attribuito a Simone dei Crocifissi. Dietro l’al- Sempre a Ronchi si trova l’Osteria della Stella, tare maggiore trova posto l’antico organo, già nel Seicento luogo di accoglienza per opera di Giuseppe Guermandi, oggetto di viandanti e pellegrini. recente restauro. Teatro Comunale L’edificio, in cui ha sede la sala teatrale, nasce nel 1907 come Casa del Popolo per volontà di una delle prime organizzazioni cooperati- ve di ispirazione socialista. Il teatro risulta costituito da una sala a pianta rettangolare con una balconata dalle sottili colonne in legno, che corre lungo i tre lati. L’inaugura- zione avviene il 22 settembre 1907 alla pre- senza dei deputati socialisti Ferri e Bentini. Sia negli anni che precedono il primo conflitto mondiale che successivamente ospita spet- tacoli, riunioni politiche e sindacali. Con l’av- vento del fascismo diventa Casa del Fascio e nel dopoguerra torna ad essere sede della locale Casa del Popolo. Nel 1981 il Comune, proprietario del teatro, lo ristruttura e in quell’occasione viene posta all’ingresso della sala una lapide che ricorda il tenore Fran- cesco Grassilli, padre dell'attore Raoul, nativo di Castello d’Argile. Reinaugurato il 25 aprile 2004 il teatro può essere utilizzato anche come sede espositiva. Chiesa Santa Maria in Venazzano archivio Provincia di Bologna Enogastronomia Sughi d’uva Tra le specialità che si possono gustare nel ter- L’autunno, tempo di vendemmia, è il mo- ritorio ricordiamo i tradizionali sughi d’uva, pro- mento ideale per preparare i Sughi d’uva, tagonisti di una sagra nel mese di settembre. piccolo dessert che si ricava dal mosto cot- to. Tradizionalmente questa sorta di budino Eventi d'uva si prepara con il mosto dell’uva nera, Festa dei Santi Pietro e Paolo: giugno. ma si può anche trovare di uva bianca. Oltre Fiera: luglio. al mosto, gli altri semplici ingredienti di que- Festa della Beata Vergine del Rosario: ottobre. sta antica ricetta sono zucchero e farina. I sughi si possono gustare da soli o in abbina- Mascarino mento ai formaggi più ricercati. Festa dei Sughi: settembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

112 Argelato

Immerso nella tranquillità e nei vasti orizzon- Agli amanti del vino si segnala la Cantina di ti della pianura, il territorio di Argelato è im- Argelato, forziere dei vini Doc del Reno. preziosito da una collana di residenze stori- che che si inanellano nel raggio di pochi chi- Enogastronomia lometri: Villa Beatrice nel capoluogo, Villa VINI DOC RENO Zambonelli e Palazzo Orsi (dall’imponente La zona di produzione dei vini a denomina- facciata porticata del ‘500) a Funo, Palazzo zione di origine controllata “Reno” com- della Morte sulla strada per la frazione di Ca- prende in provincia di Bologna il territorio sadio, Palazzo Sampieri a Volta Reno. dei comuni di: Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme, Castelguelfo, Medicina, Oz- Dell’anno Mille è la chiesa di San Michele Ar- zano dell’Emilia, Castenaso, Budrio, Grana- cangelo, poi appartenuta alla Contessa Ma- rolo dell’Emilia, Bologna, San Lazzaro di tilde di Canossa. Savena, Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Pieve di Cento, Castel In alternativa alle strade provinciali - preferite Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Casa- dagli amanti delle moto - il territorio offre un lecchio di Reno, Calderara di Reno, Sala fitto reticolo di strade di campagna, ideali per Bolognese, Zola Predosa, Crespellano, An- lunghe passeggiate in bicicletta, tra antichi zola dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto, maceri per la lavorazione della canapa, pila- Sant’Agata Bolognese, Crevalcore e Bazza- strini devozionali e filari di pioppi. no. Il più tipico tra i suoi prodotti è il Mon- tuni, il vino di colore giallo paglierino, dal- l’aroma delicato, gradevole e persistente. Il sapore è fresco, asciutto, piacevolmente amarognolo.

Da oltre 30 anni la Cantina di Argelato è sinonimo di valorizzazione della cultura e- nologica emiliana e punto di riferimento per tutti coloro che amano i vini e i sapori della tradizione contadina della pianura bo- Pilastrino lognese. Nata nel 1972 con l’obiettivo di sal- archivio Circolo fotografico Funo - Ivano Bergami vaguardare la sapienza delle antiche prati- che enologiche locali, la Cantina di Argelato In giro per le frazioni incontriamo Malacappa, ha voluto recuperare e saputo valorizzare i minuscola località stretta in maniera davvero vini Doc del Reno come il Montuni, il Pi- suggestiva tra il Reno e il suo alto argine. A Funo gnoletto, il Rosso dei Bentivoglio (vino dal trovano sede importanti infrastrutture come sapore deciso che prende il nome dalla terra l’Interporto e il CentergGross, una delle più di origine degli antichi Signori della Bologna grandi cittadelle di vendita all’ingrosso d’Europa. rinascimentale), l’immancabile frizzante Lambrusco. Vini piacevoli in sintonia con il Eventi carattere di chi li produce e li beve, a cui si Fiera di San Michele: a fine settembre. aggiunge anche l’ottimo spumante Argelato Brut, di un delicato perlage e dal gusto ar- Funo monico e vellutato. Funo in Festa, festa di paese con stand di La Cantina di Argelato antiquariato: a ottobre. Via Centese, 17 - 40050 Argelato (BO) Tel. 051.897466 GIORNO DI MERCATO: mercoledì nel [email protected] capoluogo e sabato a Funo www.cantinabentivoglio.it

113 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta

114 CREATIVITÀ E NOTE ATTRAVERSANDO LA VALLE IN UN PAESAGGIO LUNARE “La mia fanciullezza in Calabria scorreva tra L’osservazione, il viaggio, l’immaginazione che terre arse dal sole e colline mal coltivate… un paesaggio visto e vissuto ha stimolato nel- ed i miei allenamenti di Ragazzo di Calabria l’espressione della mia creatività. avevano come cornice distese di alberi di Partivo dalla via Emilia. Prendevo lezioni di mandorlo assetati, di ulivi secolari e di fichi canto a San Lazzaro e nella zona dell’Idice. d’india dalle forme stravaganti. Arrivato al Percorrendo la strada nei lunghi pomeriggi in- centro sportivo dei carabinieri di Bologna, vernali, nebbiosi, percepivo in queste esten- durante gli allenamenti che dal Mulino Pa- sioni una luce irreale. Avevo la sensazione che risio, attraversando San Lazzaro, si allungava- questa campagna piatta e infinita, fosse come no oltre il lago dei castori fino a sfiorare la un paesaggio lunare. Al ritorno dai miei voca- Toscana, il mio sguardo era giornalmente lizzi era buio e faceva freddo… eppure in quel- attratto e ammaliato da quelle colline così la campagna sembrava che l’orizzonte si fosse ben coltivate, da quelle distese di grano e di spostato, come un’estensione della mia men- girasoli che coloravano anche l’aria e da quei te, dalla mia vita, come la mia voce in note simpatici e chiacchieroni contadini che, abi- nuove. tuati alla quotidiana presenza di un gruppet- to di atleti olimpionici, ci salutavano con Antonietta Laterza ammirazione. Ad attraversare questa valle an- cantautrice bolognese, collabora con cinema e televisione cora oggi provo un grande senso di appaga- mento interiore, di emozione intesa, perché la sento cosi ben rispettata dalla natura e I Fiumi dagli uomini stessi”. Le vallate degli affluenti di destra del Reno scan- discono la fascia centrale dell’Appennino e della Demetrio Casile pianura bolognesi in una varietà di colori e pae- pittore, regista e sceneggiatore saggi davvero sorprendente. Sono i fiumi Idice, Savena e Setta, di cui oggi solo l’Idice continua il suo corso in pianura fino a lambire il Parco del Dal torrente Brasimone, suo affluente, si forma Delta del Po. nel territorio di Castiglione dei Pepoli il Lago di Santa Maria, che costituisce con i bacini di Suvia- L’Idice na e del Brasimone il Parco Regionale dei Laghi. Dal Monte Oggioli, presso il Passo della Rati- Dal Setta i Romani derivarono l’acquedotto sot- cosa, nasce l’Idice, il maggiore dei fiumi di queste terraneo (ben 18 km di cunicoli, in parte visitabi- valli. Interessante dal punto di vista geologico e li) che ancora oggi porta l’acqua a Bologna. Poco naturalistico, la sua vallata offre molteplici ragio- oltre, a una cinquantina di chilometri dalla fonte, ni per una visita. Di particolare bellezza è il trat- il fiume termina la sua corsa gettandosi nelle to di fiume alla confluenza con la Valle dello acque del Reno. Zena: in questa zona si stacca il Canale dei Mu- lini, che lo affianca nel percorso fino al suo in- Il Savena gresso in pianura, nel territorio di San Lazzaro di Per prima cosa la pronuncia: si dice Sávena e Savena. Attraversate le Valli di Campotto, l’Idice non Savéna, come verrebbe spontaneo se- termina il suo corso nel Reno. Qui un interessan- guendo la fonetica italiana. Termine etrusco te sistema di conche vinciane impedisce all’ac- che significa “vena d’acqua”, il Savena delimi- qua del Reno di risalire nel letto dell’Idice nei ta col Reno il territorio della città di Bologna: periodi di secca. già Dante Alighieri nella Divina Commedia in- dividua i Bolognesi come coloro che vivono Il Setta “tra Savena e Reno” (Inferno, Canto XVIII). Il Il viaggio del Setta comincia in Toscana, in pro- corso del fiume é costeggiato dalla SS 65 del- vincia di Firenze, ma già a pochi chilometri dalla la Futa e dalla Fondovalle Savena, che condu- sorgente fa il suo ingresso nel Bolognese. Tipico ce fino al Lago di Castel dell'Alpi, passando fiume appenninico dal carattere torrentizio, il per le maestose Gole di Scascoli. Setta disegna una vallata da sempre crocevia di Numerosi e in parte visitabili sono ancora i uomini e merci da e per la Toscana. Oggi questa tanti mulini nati nel corso dei secoli lungo il terra di viaggiatori offre al turista innumerevoli suo corso. Prima di sfociare in pianura, il Sa- possibilità di essere scoperta attraverso antichi vena attraversa il Parco Regionale dei Gessi percorsi, da affrontare a piedi, a cavallo e in Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, solcato mountain bike. anche dalle acque del fiume Idice.

115 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta l’appennino

L’itinerario di visita Da non perdere: L’itinerario comincia in Appen- La Via del Pane e gli antichi mulini dell’Idice e del Savena nino: l’asse portante é rappre- La Via degli Dei e il Trekking Bologna - Firenze sentato dalla storica strada del- I Parchi naturali la Futa, sul crinale tra Savena e I Giardini del Casoncello Idice, da cui sono possibili infi- Il villaggio termale di Monterenzio nite deviazioni in libertà alla Il Golf Club di Monzuno scoperta dei tesori delle diver- La Futa e il Passo della Raticosa se vallate. Il villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele e il Museo archeologico di Monterenzio Dalla SS 65 della Futa alla Il Santuario di Boccadirio Valle dell’Idice Le castagne, i funghi, i tartufi e le loro feste - Pianoro Il parco acrobatico di Monghidoro - Loiano L’Osservatorio astronomico di Loiano - Monghidoro La Val di Zena - Monterenzio

Le Valli tra Savena e Setta - Monzuno - San Benedetto Val di Sambro - Castiglione dei Pepoli

Pianoro

Monterenzio

Monzuno Loiano

Monghidoro San Benedetto Val di Sambro

Castiglione dei Pepoli

116 La storia e l’ambiente A tavola Terra di viaggiatori attraversata dall’antica via L’Appennino Bolognese in queste valli è rima- di pellegrinaggio di Toscana, il territorio delle sto fedele alla semplicità e ai sapori della cu- Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta è da cina delle trattorie: una cucina montanara sempre passaggio obbligato per i transiti com- che alle specialità emiliane unisce quelle di merciali e culturali tra il Nord e l’Italia penin- Toscana. Da provare sono i tortelli di patate e sulare. La presenza dell’uomo in queste valli è le bistecche alla fiorentina, insieme a parti- documentata fin dal Paleolitico e a Monte colarità come l’agliata. Ogni anno tra la fine Bibele, tra Monterenzio e Loiano, Etruschi e di ottobre e i primi giorni di novembre si Celti hanno lasciato importanti tracce della svolgono manifestazioni e feste che hanno loro civiltà. Nato dai numerosi reperti venuti come protagonisti le castagne, i funghi e i alla luce nella zona, il Museo archeologico tartufi, ottime occasioni per assaggi e degu- “Luigi Fantini” di Monterenzio è oggi sede di stazioni dei più classici prodotti dell’Appen- una delle più importanti collezioni celtiche nino. Dall’antica presenza nella zona dei muli- d’Italia. Secondo notizie leggendarie, in que- ni ad acqua deriva poi la tradizione dei pro- ste terre visse il re etrusco Ocno, ricordato dotti da forno di queste vallate, valorizzati anche da Virgilio, mitico fondatore di Felsina dalla “Via del Pane dell’Appennino bolognese”. (l’odierna Bologna), oltre che di Parma e di Mantova. Segni del successivo passaggio dei Come arrivare Romani si riconoscono nella via Flaminia Mi- - Autostrada A1: uscite Sasso Marconi, Rioveg- nor, strada consolare utilizzata dalle legioni gio, Pian del Voglio, Roncobilaccio romane dirette alla conquista della Gallia. I - Strade: castelli e le torri di queste vallate ci riportano SS 65 Futa (Pianoro, Loiano, Monghidoro, invece alle tormentate vicende medievali in Toscana) dell’Appennino. Signore di gran parte del ter- SS 325 Val di Setta - Val Bisenzio (Sasso Mar- ritorio fu nell’XI secolo il marchese Bonifacio coni, Vado, Rioveggio, Pian di Setta, Castiglio- di Toscana, padre di Matilde di Canossa, il ne dei Pepoli, Montepiano in Toscana) quale elesse a sua residenza il castello di Pia- SP 65 Fondovalle Savena. noro, poi distrutto dai Bolognesi nel 1377. La - Linea ferroviaria “Direttissima” Bologna- natura di queste valli si è preservata in molti Firenze, con trasporto biciclette: stazioni a punti selvaggia e incontaminata. Il paesaggio Rastignano, Pianoro, Monzuno, Vado, San è quello tipico della media montagna appen- Benedetto Sambro-Castiglione P. ninica, dove le quote più elevate non supera- - Linee ATC www.atc.bo.it. no mai i 1200 m. Ideali per farsi scoprire attra- verso percorsi lenti a piedi, in bicicletta o a Informazioni Turistiche cavallo, queste valli offrono la possibilità di Ufficio Turistico Tutto Servizi vivere l’emozione di calcare gli stessi selciati Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) battuti per secoli da eserciti, pellegrini e scrit- Tel. 051.6555132 - [email protected] tori. www.tuttoservizispa.it Orari d’apertura: Eventi da lunedì a sabato 9.00-12.30/16.00-19.00 Favolando per le Valli domenica (da giugno a settembre) 9.00-12.30 Festival internazionale dedicato al teatro su misura per bambini e ragazzi ospitato dai comuni delle Valli Bolognesi tra Idice, Save- na e Setta. www.vallibolognesi.it

Il Sistema Turistico Valli Bolognesi, creato Storia e Cultura dalla “Comunità Montana Cinque Valli Bo- L’arte campanaria bolognese lognesi” insieme al “Consorzio Turistico Idi- Tra Monzuno e Monghidoro sopravvive ce Savena Setta”, offre proposte turistiche un’antica tradizione musicale legata al suo- uniche che permettono al viaggiatore di vi- no delle campane. Le radici dell’arte campa- vere una vera e propria full immersion in un naria bolognese risalgono alla metà del paesaggio incontaminato e dalla storia ric- Cinquecento: si tratta di una particolare chissima. tecnica “atletico-musicale” che coinvolge di Viale Risorgimento, 1 - 40065 Pianoro (BO) media quattro o cinque campanari (uno per Tel. 051.6527743 - Fax 051.774690 ogni campana), tramandata di generazione [email protected] in generazione fino ai giorni nostri. www.vallibolognesi.it

117 Antiche vie dell’Appennino tra storia e mito

La Flaminia Minore e la Via degli Dei Con il rinnovamento della strada del ‘700, ven- Dal Passo della Futa alla Via Emilia si snoda il nero ristrutturati anche i fabbricati delle doga- tratto terminale dell’antica via militare e di ne di La Ca’, ora demolita, e di Filigare che, pellegrinaggio conosciuta come “Flaminia voluta dal Granduca Leopoldo II, sorprende Minore”, che univa Bologna ad Arezzo. Costrui- ancora per la sua magnificenza. Le dogane ta dal Console Flaminio nel 187 a.C., la strada sopravvissero fino al 1859, quando, a Villa Loup serviva a collegare più velocemente Roma alle nei pressi di Loiano, si decise di abolire ogni nuove colonie che stavano sorgendo lungo la barriera in vista dell’ormai prossima Unità contemporanea Via Emilia. Il suo percorso di d’Italia (1861). crinale tra l’Idice e il Quaderna e poi l’alto Sillaro, oltre al particolare pregio di splendide Storia e Cultura vedute su zone incontaminate, tocca alcuni La Futa e il Gran Tour luoghi di grande importanza militare, storica e Come i pellegrinaggi che si svolsero nei culturale. La strada assunse nuova importanza vari Giubilei segnarono la storia della Via nel Medioevo: a partire dal 1200 il tracciato di Toscana nel Medioevo, così il passaggio più antico della Via Francigena, quello della dell’Appennino caratterizzò un momento Cisa, cadde in secondo piano e i pellegrini che fondamentale del Grand Tour, che vide dal Nord Europa si recavano a Roma preferiva- spostarsi legioni di giovani aristocratici. no proseguire lungo la Via Emilia fino a Bolo- Cultura, avventura e maestosi paesaggi gna e qui immettersi sulle vie nate proprio sul erano le attrattive che portavano i viag- tracciato della Flaminia Minore. La più celebre giatori ad affrontare le insidie del traccia- è la Via dello Stale o Via degli Dei, percorso to Bologna-Firenze, che, ritornati in patria che ancora oggi collega Bologna a Firenze in diventavano oggetto di memorie e diari di più tappe di cammino. viaggio. Montaigne (1580), Goethe (1786), Casano- La Futa va (1761), il marchese de Sade (1776), Sthen- La strada della Futa SS 65, nota ai Bolognesi dal (1811 e 1817) Walter Scott e l’imperato- come Via Toscana e ai toscani come Via Bo- re Federico di Russia non sono che alcuni lognese, risale la Valle del Savena per poi cor- degli illustri viaggiatori che riportarono rere sul crinale tra Savena e Idice fino al Passo nei loro diari le impressioni del passaggio della Raticosa. Di qui raggiunge il Passo della della Futa. Questi scritti sono una ricca te- Futa e quindi Firenze. Già nel XIII secolo, un stimonianza di episodi che sottolineano tracciato abbastanza simile all’odierno venne le caratteristiche dei diversi personaggi. scelto dal Comune di Bologna come via uffi- Così pure nel 1811 Stendhal visita Pianoro, ciale per la Toscana. Il successo della strada Loiano e Monghidoro e scrive: “Due fran- venne confermato in occasione del Giubileo cesi che viaggiano in una buona vettura del 1300 quando la Via di Toscana venne rac- con un domestico intelligente possono comandata ai pellegrini in viaggio verso Ro- trasportare i godimenti di un salotto nel ma, poiché ritenuta più sicura di altre e so- mezzo dell’Appennino, ma non gustano prattutto dotata di alloggi, ospitali, pievi e l’Appennino come me, che viaggio solo in monasteri, fondamentali per i viaggiatori. Nel una carrozza tutta aperta”. 1759 il Granduca di Toscana Francesco di Montaigne e Goethe passarono per Loia- Lorena ottenne di potenziare l’antico percor- no e Monghidoro, a distanza di quasi due so attraverso la costruzione di una più effica- secoli, durante i loro Viaggi in Italia (1580 il ce via di comunicazione tra Firenze e Bologna. primo e 1786 il secondo). Molti altri viag- Il progetto del Granduca dovette tuttavia vin- giatori più o meno noti li seguirono. Poi il cere l’opposizione del Papato, che preferiva progresso e le invenzioni dei motori a va- che il principale collegamento tra Roma e i pore, elettrico e a scoppio cambiarono il suoi possedimenti padani non uscisse dai ter- mondo, il modo di viaggiare e le strade ritori pontifici, passando dalle Marche. importanti furono altre.

118 Pianoro

Pianoro è il primo Comune che si incontra Eventi risalendo la Futa. Il centro fu duramente col- La Cronoscalata Bologna - Raticosa pito dagli eventi bellici, tanto che Pietro Per tutti gli appassionati di motori da non Nenni lo indicò come il “maggiore e più dolo- mancare è l’appuntamento con la storica roso esempio della barbarie nazi-fascista”. A cronoscalata “Bologna-Raticosa”, 603 tor- seguito di queste devastazioni e del grande nanti contro il tempo in una gara di veloci- lavoro di ricostruzione del Dopoguerra esi- tà per auto d’epoca. Nata nel 1950 è stata stono ora i due distinti borghi di Pianoro per anni una delle cronoscalate più impe- Nuovo e di Pianoro Vecchio. Tuttavia il terri- gnative d’Italia, seconda per lunghezza torio comunale conserva ancora numerose solo alla Parma - Berceto. Svoltasi con irre- testimonianze della millenaria storia di questi golarità fino al 1969, la Bologna - Raticosa luoghi e in particolare dell’età medievale. è rinata nel 2001 sul tratto di strada tra Pianoro Vecchio e Livergnano. Da allora la A Pianoro Vecchio, si consiglia una visita alla cronoscalata si svolge ogni anno. chiesa di San Giacomo Maggiore, ristruttura- Info: www.velocitaraticosa.it ta nel Settecento e unita a un “ospitale” per i pellegrini di cui si ha notizia fin dal XII secolo. Al suo interno si segnala la pala d’altare di Natura scuola del Francia. Il Paleotto Il parco del Paleotto si allarga lungo le Un chilometro prima di Pianoro Vecchio, si sponde del Savena in lievi pendici collinari trova la medievale Torre Lùpari, pregevole compresi nei territori di Rastignano esempio dell’arte dei Maestri comacini (pag. (Pianoro), Sasso Marconi, San Lazzaro di 71), poi inglobata in un edificio quattrocente- Savena e Bologna. Il suo nome è quello di sco a doppio loggiato. una nobile famiglia senatoria bolognese e la sua storia si intreccia fin dal Medioevo con Proseguendo lungo la Futa, il borgo di Liver- quella di un antico mulino esistito nelle gnano ha la particolarità di possedere una vicinanze, di cui resta memoria nel nome serie di case incastonate profondamente della località di Molino del Paleotto. Qui un nella roccia, da cui sporgono unicamente le notevole antico ponte in pietra comunica facciate. Crocevia fondamentale nel passag- ancora con la vecchia strada per Sant’An- gio fra basso e medio Appennino, fu teatro di drea di Sesto. violenti scontri durante la seconda guerra mondiale: di qui passava una delle linee prin- cipali della Linea Gotica (pag. 160). Musei MUSEO “WINTER LINE” Calanchi via della Chiesa, 4 - Località Livergnano archivio Provincia di Bologna 40066 Pianoro (BO) - Tel. 380.5074820 Scavato alla base della parete del Contraf- forte Pliocenico che sovrasta Livergnano, il museo è stato ricavato in una grotta usata come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccoglie og- getti dei soldati della 65° Divisione Tedesca e di quelli della 91° Divisione del 361° Fanteria Usa, ritrovati lungo le trincee e i rifugi che ancora oggi è possibile vedere nelle campagne intorno Pianoro, dove nel- l’inverno tra il ‘44 e il ‘45 rimasero bloccati i due eserciti contrapposti.

119 Lungo la Val di Zena , all’interno del Parco dei Natura Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Il Centro Anfibi di Pian di Macina nasce da (pag. 137), a una quindicina di chilometri da un progetto europeo di tutela a favore di Pianoro, svetta il Monte delle Formiche con il specie di anfibi rare o a rischio di estinzio- suo particolare santuario. ne, promosso e finanziato dalla Provincia di Bologna e dal Comune di Pianoro. Nelle Storia e Cultura vasche e nelle zone umide del centro si Il Monte delle Formiche è uno sperone roc- possono scoprire curiosi animali come la cioso, che domina le valli dell’Idice e di Zena. Salamandrina dagli occhiali, il Tritone alpe- Dalla sua cima si gode un panorama incredibi- stre e l’Ululone appenninico dal ventre gial- le che, in mattine particolarmente terse, spa- lo, che prende il nome dal caratteristico vo- zia dal litorale Adriatico fino alle Prealpi vero- calizzo simile a un ululato con cui i maschi nesi. Il nome del monte deriva da un fenome- segnalano la loro presenza durante il perio- no naturale molto particolare: ogni anno, nei do riproduttivo. Si organizzano laboratori e primi giorni di settembre, sciami di formiche aule didattiche. alate raggiungono questa vetta per compiere Info: Anfibi, Rettili e Territorio Onlus il loro volo nuziale e andare poi a morire nella Tel. 051.774253 www.centroanfibi.it zona del santuario di Santa Maria di Zena. Il santuario è noto fin dal 1400 con il nome di “Santa Maria Formicarum”, a testimonianza del Natura fatto che già allora si verificava il fenomeno La Val di Zena delle formiche volanti. Ancora oggi, in occa- Lo Zena è un torrente che nasce nel territo- sione della festa della Madonna, le formiche rio di Loiano e termina il suo corso assai tor- vengono raccolte, benedette e distribuite ai tuoso nell’Idice, a San Lazzaro di Savena. fedeli: secondo la credenza popolare hanno Ancora nei pressi di Loiano, a Quinzano, infatti capacità terapeutiche. forma una bella cascata alta 30 m, che pre- cipita in una gola boscosa. La Val di Zena è attraversata da una strada di fondovalle In direzione Monte delle Formiche s’incontra composta per i primi chilometri dalla S.P. 16 il Castello di Zena, appartenuto alla Contessa Val di Zena e poi da strade comunali di di Canossa. Di origini medievali, la sua archi- Pianoro e Monterenzio. La valle, col suo as- tettura presenta oggi elementi compositi del petto bucolico, alterna dolci colline a prati XIV e XVII secolo. Fa parte del castello la vici- e boschi e qualche calanco, in una natura na Torre dell’Erede (XIV sec.), che posta più in pressoché incontaminata di grande interes- alto fungeva da vedetta. se naturalistico e storico. Oltre ai ritrova- menti etrusco-celtici di Monte Bibele, in Verso ovest, l’aspra e imponente vetta di Monte prossimità delle sponde del torrente sorge Adone, dominante il crinale che fa da spartiac- il Castello di Zena. Costeggiata dal Contraf- que fra Savena, Setta e Reno, costituisce il più alto forte pliocenico, la vallata ospita il Parco dei rilievo del Contrafforte pliocenico (pag. 60). Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. Consigliata è una tappa al lago del castori, In frazione Pian di Macina si trova il Centro meta ideale per gli appassionati di pesca. Anfibi, dove sono possibili insoliti incontri Circa 2 Km a monte della confluenza nell’I- con rare specie dell’Appennino. dice, poco dopo l’ingresso nel territorio di San Lazzaro di Savena, presso la sponda sini- Musei stra dello Zena è situata la celeberrima MUSEO “CIVILTÀ DEI MESTIERI” Grotta del Farneto, nella quale sono state Via del Gualando, 2 - 40066 Pianoro (BO) rinvenute importanti testimonianze della Comune di Pianoro - Tel. 051.6529105 presenza umana risalenti al neolitico. Tuttoservizi s.p.a. - Tel. 051.6555132 Pensato come vero e proprio laboratorio didattico, presenta diverse sezioni temati- Pianoro aderisce all’Associazione Nazionale che: casa rurale, cantina, stalla, lavori agri- “Città del Vino”. coli, artigianato, pesi e misure.

Eventi C’era una volta: ottobre. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Fiera di Santa Maria Assunta: 15 agosto. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

120 Loiano

Osservatorio astronomico archivio Provincia di Bologna Loiano sorge sul contrafforte che separa le Valli dell’Idice e del Savena e, oltre all’Osser- A giustificare una visita a Loiano basterebbe vatorio, non mancano certo mete di interesse l’Osservatorio Astronomico dell’Università di storico-artistico. La prima è la chiesa di San Bologna, che si trova lungo la Futa, 2 km oltre Giacomo e Santa Margherita, eretta dagli il paese in direzione di Monghidoro. Agostiniani nel XIV secolo. Al suo interno conserva un dipinto del Calvaert e la Madon- Scienza e Tecnica: il Parco delle Stelle na del Carmine di Angelo Piò. Nel centro del Sul Monte Orzale ha sede la Stazione di paese rimangono anche tracce dei portici Loiano dell’Osservatorio Astronomico di quattrocenteschi che lo caratterizzavano ori- Bologna, situata all’interno di una struttura ginariamente. appartenente all’Istituto Nazionale di As- trofisica. Inaugurato il 15 novembre 1936, il Celebre è la locanda Corona, dove nel Cin- suo telescopio più grande è intitolato all’a- quecento si trattò l’annessione di Cento a Fer- stronomo Giovanni Domenico Cassini, pro- rara e in cui il 21 ottobre del 1786, pernottò gettista della grande meridiana di San Goethe diretto a Firenze. Petronio a Bologna. L’Osservatorio di Loia- no è il secondo d’Italia per dimensione del Tra gli insediamenti più significativi del territo- telescopio (152 cm di diametro). Grazie a rio si segnala la frazione dell’Anconella, antico una collaborazione con il Comune di Loiano borgo cinquecentesco. Il borgo si sviluppa e la Provincia di Bologna, l’Osservatorio è attorno a una caratteristica costruzione porti- aperto al pubblico per visite serali da aprile cata, esempio raro in Appennino, un tempo a settembre. ospitale di sosta per i pellegrini. Al suo interno Info: Biblioteca di Loiano: martedì e giovedì è possibile ammirare un camino con lo stem- ore 10.00-12.00. Tel. 051.6543617 ma della nobile famiglia dei Bentivoglio. Nella [email protected] zona sono ancora visibili le cosiddette “buse nelle lastre”, grotte scavate nell’arenaria un tempo usate come abitazioni e magazzini e nel periodo bellico anche come rifugi.

Lungo la strada provinciale che da Loiano conduce a Quinzano sorge su un altopiano la chiesa di Scanello dedicata a San Giovanni Battista, che custodisce una tela attribuita al Passerotti e due dipinti di scuola dei Carracci. Dalla vicina località di Cà di Priami si possono passare in rassegna le principali montagne della valle dell’Idice e di quelle del Savena, fino all’alto Appennino, da un lato, e alle col- line che fanno da cornice a Bologna, dall’altro. Le colline intorno a Loiano - archivio Provincia di Bologna 121 Nei pressi di Scanello sorge Villa Loup, che Natura deve il suo nome al gentiluomo svizzero che, Giardini del Casoncello sposando una Ghisilieri, ebbe in dote la resi- Via Scascoli, 75 - Loiano (BO) denza. A villa Loup sostò nel 1805 papa Pio VII Tel. 051.928100/928281 dopo aver incontrato Napoleone a Parigi, ma Nati dal recupero di un antico podere agri- il luogo è diventato celebre nelle vicende colo e aperti al pubblico dal 1996, i Giardini risorgimentali per il “Convegno di Scanello”. del Casoncello sono oggi considerati un Qui il 28 settembre 1859 i rappresentanti di ottimo esempio di “giardino naturale” dove Toscana, Romagna, Modena e Parma trattaro- l’impronta della natura e l’impronta umana no l’abolizione delle dogane tra i loro Stati e convivono in armonia e dove viene rispet- l’adozione di una moneta unica, in vista tata e favorita la molteplicità della vita ani- dell’Unità d’Italia. male e vegetale. Si presentano come un luogo dall’aspetto inconsueto ricco di pian- Dal centro di Quinzano parte una strada che, te ornamentali e di flora spontanea: nello incuneandosi nella suggestiva Val di Zena, rag- spazio di un solo ettaro convivono più di giunge l’area archeologica di Monte Bibele mille specie che, liberamente associate in (pag. 125). un “armonioso disordine”, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva. Le visite gui- Il borgo di Scascoli si presenta come uno dei date portano a scoprire questo grande “li- più suggestivi per la sua posizione. La chiesa bro verde” attraverso diverse “situazioni dei SS. Stefano e Martino è stata ricostruita vegetali”: prato misto, orto-giardino, giardi- dopo la Seconda Guerra: per la facciata ven- no roccioso, zona d’acqua, bosco-giardino, nero utilizzate le pietre di arenaria della giardino delle erbe, bordure di cespugli da distrutta chiesa di S. Ansano di Brento, men- fiore, bordure di erbacee perenni, frutteto- tre l’altare maggiore fu realizzato tramite la giardino, siepi miste, con un approccio non fusione di bossoli d’ottone delle artigliere soltanto visivo, ma che investe anche tutti americane. Nei pressi di Scascoli troviamo gli altri sensi. Una particolarità della visita è l’interessante edificio rurale de La Torre, tipi- infatti il percorso olfattivo con cui diversi e co esempio di costruzione quattrocentesca insoliti sentori sono offerti da fiori, foglie, dei Maestri comacini (pag. 71). Proseguendo cortecce e anche radici. I giardini sono visita- per la strada che scende verso il Savena, si bili solo su prenotazione con visite guidate. raggiungono le maestose Gole di Scascoli, che sovrastano il corso del fiume.

Eventi Festa della Batdura, manifestazione agri- cola, esposizione di macchine e utensili per la battitura del grano: luglio. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Mercatino di Santa Lucia: dicembre.

Scascoli Sagra dei Marroni: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: domenica I Giardini del Casoncello - archivio privato 122 Monghidoro

Antica stazione della dogana pontificia al con- Musei fine con la Toscana, Monghidoro era cono- MUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINA sciuta col nome di Scaricalasino, appunto per- DELL’APPENNINO ché qui bisognava far controllare il carico degli Via Provinciale, 13 località Piamaggio 40063 animali, sfiancati dopo la salita che da Ronca- Monghidoro (BO) - Tel. 051.6555132 - Fax staldo conduceva al paese. 051-6552268 - [email protected] Il museo ricostruisce la vita rurale dell’Ap- Nel centro del paese, il chiostro de La Cister- pennino di un tempo nei suoi aspetti lavo- na rappresenta quello che resta dell’antico rativi e quotidiani. Agli spazi dedicati agli monastero di San Michele ad Alpes, nato nel antichi mestieri (la falegnameria, la lavora- 1528 dalla conversione del palazzo di Arma- zione della lana e della paglia, la produzio- ciotto dei Ramazzotti e donato agli Olivetani, ne del vino) si alternano alcuni ambienti che lo gestirono fino al 1797. Oggi il chiostro è domestici: la cucina, la camera da letto, la splendida cornice di molte manifestazioni un’aula scolastica, la stalla, ed infine un che animano le sere d’estate. angolo aristocratico. Unica la ricostruzione in scala 1:3 di un mulino ad acqua perfetta- Personaggi e Cultura mente funzionante. Il Ramazzotto Apertura: orario invernale, domenica ore Armaciotto dei Ramazzotti, detto il Ramaz- 15.00-18.00; orario estivo, sabato ore 16.00- zotto, è una tipica figura del Rinascimento 19.00, domenica ore 10.00-12.00 e 16.00- italiano. Nato a Scaricalasino nel 1444, il 19.00. Biglietto: offerta libera Ramazzotto abbracciò il mestiere delle armi e costruì il suo destino battaglia dopo bat- MUSEO PARROCCHIALE DI MONGHIDORO taglia. Divenuto capitano, servì dapprima Chiesa di Santa Maria Assunta Cesare Borgia, poi diversi papi, tra cui Via Garibaldi, 37 40063 Monghidoro (BO) Clemente VII dei Medici, suo grande protet- Tel. 051.6555539 tore. Ottenuti per ricompensa in feudo un Il complesso ottocentesco della Parroc- territorio sempre più vasto di Appennino e chiale ospita una piccola raccolta d’arte il titolo di Conte, Ramazzotto divenne si- sacra: oggetti d’arte devozionale, paramen- gnore di un suo stato personale, che com- ti e oggetti liturgici. Di particolare rilievo il prendeva l’inespugnabile Rocca di Tossigna- quadro realizzato dal Burrini nel 1685, raffi- no, nella Valle del Santerno. Il riordino delle gurante i Santi Petronio e Dionigi. terre di Romagna da parte di Paolo III Far- Apertura: giorni festivi, giorni feriali solo a nese mise in crisi la sopravvivenza del suo richiesta. Biglietto gratuito. feudo, che dopo alterne vicende finì per capitolare nel 1537. Morto in esilio in Tosca- na, nella chiesa di San Michele in Bosco a Bologna si custodisce la splendida arca mar- morea da lui stesso commissionata allo scultore Alfonso Lombardi (1531-1533).

Il Sentiero dei Pilastrini è un percorso che parte dal capoluogo e tocca alcuni borghi caratteristici, seguendo dieci pilastrini in pie- tra, taluni ricostruiti, testimonianza diretta del senso sacro che ha pervaso la civiltà contadi- na montanara fino all’Ottocento.

La Cisterna archivio Comune di Monghidoro

123 Tutta la zona è poi naturalisticamente di gran- l’obbligai a disfarne quattro”, forse a causa dei de pregio: si segnalano in particolare il Parco maccheroni al ragù conditi con troppo vino, il “La Martina” e l’Alpe di Monghidoro. grande seduttore racconta di avere lasciato in bianco la giovane Corticelli che l’accompa- Natura gnava. Parco Provinciale La Martina Esteso nell’alta Valle dell’Idice, il Parco offre Molto legato alle sue origini monghidoresi è il l’ambiente ideale per passeggiate nei boschi cantante Gianni Morandi. e soste all’aria aperta. Realizzato dalla Provincia di Bologna nel 1972, interessa una Proseguendo lungo la SS 65 si ragguinge il Ci- superficie di circa 155 ettari di proprietà del mitero Tedesco della Futa, già in territorio Comune di Monghidoro. Un tempo l’area toscano, progettato dall’architetto Oesterlen era caratterizzata da prati e seminativi e da e dai paesaggisti Rossow e Bournot. Realizzato boschi radi di querce; poi a partire dagli anni in pietra serena, accoglie più di 30.000 sepol- ‘20 venne rimboschita con conifere quali il ture di militari caduti durante il secondo con- pino nero, il pino silvestre, l’abete bianco e flitto mondiale lungo la Linea Gotica (pag. il cipresso di Lawson. Un percorso didattico 160). In estate, in uno scenario di grande sugge- permette di approfondire la conoscenza stione, ospita la messa in scena dei classici degli aspetti naturalistici dell’Appennino. Il della tragedia greca. collegamento con un’ampia rete di sentieri rende il Parco una comoda base per l’escur- sionismo appenninico di più ampio respiro: da segnalare il collegamento, dal Passo della Futa, con la Grande Escursione Ap- penninica (G.E.A.). All’interno del parco è possibile fruire di un campeggio attrezzato, di un punto di ristoro e di un’aula didattica.

L’Alpe di Monghidoro è un’area di grande interesse naturalistico che si estende a monte della SS 65 della Futa, non appena Triton’s Park superata la frazione di Ca’ del Costa, a circa archivio Comune di Monghidoro 2 km dal capoluogo. Strade sterrate e sen- tieri segnalati rendono l’Alpe facilmente Sport e Vacanza attiva accessibile. La zona si trova ad un’altitudine Tarzaning - Parco Avventura compresa tra gli 800 e i 1200 m ed è rico- Nel cuore dell’Appennino bolognese, Mon- perta da boschi di querce e castagneti nella ghidoro si candida ad ospitare gli emuli di fascia inferiore e da faggete in quella supe- Tarzan grazie al Triton’s Park, il parco acro- riore, ricca di sorgenti. Ghiandaie, poiane, batico immerso nel verde del Monte Og- picchi e civette sono facilmente avvistabili, gioli. Situato a circa 1.000 metri di quota, il così come scoiattoli, ghiri e lepri. Più diffici- parco è dotato di diverse strutture quali le, ma non impossibile specie alle prime ore funi, trapezi, tunnel di rete, passerelle fisse e del giorno e all’imbrunire, l’incontro con mobili. I percorsi praticabili sono diversi, tra cervi, cinghiali, volpi e caprioli. Dalla cima cui tre per adulti e due per bambini, con dell’Alpe, sul Monte Oggioli (1290 m), nelle diversi gradi di difficoltà e un’altezza massi- giornate limpide si può ammirare un pano- ma dal suolo di 7 metri. Il Triton’s Park offre rama che spazia dalle Prealpi venete anche un’area pic-nic attrezzata con barbe- all’Adriatico. cue e uno spettacolare laghetto che ospita diverse varietà di pesci e alcuni esemplari di Info: Tuttoservizi s.p.a. - Tel 051.6555132 tritoni, a cui si deve il nome. [email protected] Info: Tuttoservizi s.p.a. - Tel 051.6555132 [email protected]

Anche Monghidoro è ricordata nei diari di viaggio dei personaggi più o meno illustri che Eventi hanno attraversato questi luoghi. Curioso è il Fiera dei Ss. Pietro e Paolo: giugno. racconto di Giacomo Casanova, che, partito Fiera di San Michele: settembre. alle otto da Firenze, arrivò in piena notte a Tartufesta: tra ottobre e novembre. Scaricalasino e, benché si fosse fatto prepara- re “un letto che stupì l’oste, perché per farlo GIORNO DI MERCATO: giovedì

124 Monterenzio

Il territorio di Monterenzio si estende fra le verdi vallate dell’Idice e del Sillaro, in una zona abitata fin dai tempi più remoti: sul massiccio montuoso di Monte Bibele (verso Loiano) so- no stati scoperti i resti di un villaggio etrusco- celtico, costruito nel IV secolo a.C. La copio- sissima documentazione rinvenuta testimonia la presenza contemporanea delle due popola- zioni ed è oggi visibile nel Museo “Luigi Fantini”. Musei Intitolato al pioniere delle ricerche sulla preistoria bolognese, il museo è nato dalla scoperta nel 1978 dell’insediamento etrusco- celtico di Monte Bibele. Offre al visitatore una chiara visione dell’antico abitato e del connesso sepolcreto, attraverso numerosi reperti, integrati da pannelli illustrativi, foto- grafie, piante, ricostruzioni dell’aspetto origi- nario e delle modalità d’uso di alcuni stru- menti: il telaio verticale, le zappe e i falcetti. MUSEO ARCHEOLOGICO LUIGI FANTINI Via del Museo, 2 - 40050 Monterenzio (BO) tel. 051.929766 - Fax 051.929766 Ricostruzione di una capanna celtica con oggetti originali [email protected] archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza Apertura: orario estivo (aprile-settembre) martedì-venerdì ore 9.00-13.00, sabato e fe- Storia e Cultura stivi ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00; orario in- I Celti vernale (ottobre-marzo) sabato e festivi ore Migrati dal nord, i Celti si stanziarono nel IV 9.00-13.00 e 15.00-18.00, giorni feriali su pre- secolo a.C. nella Gallia Cisalpina, regione notazione. Biglietto: intero, euro 3.00, ridot- compresa tra le Alpi e gli Appennini. Tra le to euro 2.00, gratuito ogni prima domenica numerose tribù che scesero in Italia, nel del mese. Bolognese si insediarono i Boi, da cui pare derivi il nome della città di Bologna. A di- stanza di oltre 2000 anni si possono ancora trovare tracce della loro presenza non solo nei musei e nei siti archeologici, ma anche in molti aspetti della cultura locale, a partire dalla lingua. Ancora oggi il dialetto bolo- gnese, per quanto derivato dal latino, con- serva un consistente substrato celtico, così come dai Celti derivano pratiche come l’al- levamento e la lavorazione delle carni del maiale, che tanta parte ha nella cucina del territorio. La convivenza pacifica e la me- scolanza etnica e culturale tra Etruschi e Celti, confermata dai rinvenimenti del vil- laggio di Monte Bibele, ha dato vita nella zona a una nuova civiltà, definita “etrusco- celtica”.

Specchio di bronzo archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 125 Poi fu il turno dei Romani, che diedero inizio Lungo la Valle del Sillaro, ma ancora nel terri- allo sfruttamento delle miniere di rame di torio di Monterenzio, sorge un importante Bisano, proseguito fino all’età moderna. centro termale immerso nella natura. Bisano è oggi un caratteristico borgo di origi- ne medievale, nei pressi del quale si trova la Terme & benessere Casa Cella, edificio signorile appartenuto nel Terme e Acquapark della Salute Quattrocento al nobile Giacomo di Gotti- Immerso nella quiete di un esteso anfitea- fredo e che conserva le caratteristiche archi- tro naturale, il “Villaggio della Salute Più” tettoniche originarie. rappresenta un’oasi di relax, sport, cultura e benessere. Al suo interno ospita uno stabi- L’importanza strategica di questo territorio, a limento termale e numerosi servizi per cure cavallo fra le due vallate, ne fece nel Medio- e terapie fisiche: il centro, denominato Ter- evo la sede di un castello gravitante nell’orbi- me dell’Agriturismo, è aperto tutto l’anno e ta di Matilde di Canossa, poi devastato dalle si affaccia sulla vallata con la sua piscina truppe del Barbarossa. Ancora oggi restano termale coperta e scoperta. L’adiacente molte testimonianze di quell’epoca. La più complesso estivo dell’Acquapark della salu- nota si trova nel borgo di Scaruglio, fra Mon- te comprende ben 14 piscine, ognuna con terenzio vecchia e Monterenzio nuova. Si trat- una diversa proprietà di salute e benessere. ta di un’imponente costruzione del XIII seco- Arricchiscono l’offerta Bimbolandia, il lo denominata “la Torre”: da notare le apertu- primo parco termale nato apposta per i re originarie, con una facciata a tre portali bambini, e l’Oasi di Zello, dove gli amanti sfalsati, feritoia e finestrella. del naturismo possono trovare una zona Scendendo verso l’Idice, si incontra il borgo di ideale per l’elioterapia integrale. Villa di Cassano, di cui si segnalano le due Villaggio della Salute Più case-torri collegate tra loro con architravi e Via Sillaro, 6 - 40050 Monterenzio (BO) - Tel. portali decorati con una stella a otto punte. 051.929791 www.villaggiodellasalutepiu.it Sport e Vacanza attiva La Traversata delle Cinque Valli Bolognesi si snoda lungo il Contrafforte Pliocenico (pag. 60) toccando le località più interes- santi del medio Appennino bolognese, dal- la Rocca di Badolo con la sua parete per l’ar- rampicata sportiva, a Monte Adone dalle spettacolari torri di arenaria, fino a Liver- gnano, col suo museo della guerra, e a Mon- te delle Formiche (pag. 120). La traversata si chiude a Monterenzio, terra di Celti ed Etru- schi. Il trekking si può realizzare a piedi o in bicicletta tranquillamente in due giorni. Info: Sistema Turistico Valli Bolognesi www.vallibolognesi.it

Traversata delle Cinque Valli Bolognesi - Monte Adone L’Acquapark del Villaggio della Salute Più archivio Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi archivio privato

126 Il Villaggio della Salute Più - archivio privato

Storia e Cultura Interessante è anche il Mulino della Valle, La Via dei Mulini dove Melchiade Benni alternava al lavoro di Nelle Valli del Savena e dell’Idice i mulini ad mugnaio l’arte di violinista. A Monghidoro acqua sono stati per secoli il punto di riferi- perfettamente funzionanti e visitabili sono il mento dell’econo- Mulino Mazzone del mia rurale. Alcuni 1785, dall’ampio por- mulini sono ancora ticato, e su richiesta il funzionanti, altri so- Mulino di Ca’ di Gu- no stati recuperati e glielmo del 1776. Nel trasformati in abita- territorio di San Be- zioni private, mentre nedetto Val di Sam- di altri ancora è ri- bro si trovano il Mo- masta traccia solo lino di Federico, an- nei toponimi. cora funzionante e vi- L’acqua dei torrenti sitabile, e due bei mu- azionava le pesanti lini nei pressi del La- macine in pietra, che consentivano di polve- go di Castel dell’Alpi. Questi non sono che rizzare il grano, le castagne e anche le noci, alcuni esempi: molti altri mulini costellano i da cui si traeva un olio utilizzato per scopi corsi d’acqua che attraversano queste valli. alimentari e per l’illuminazione. Attorno ad essi sono nate varie iniziative, Tra Monzuno e Monghidoro, sul fondovalle anche di tipo enogastronomico, che condu- del Savena, una spettacolare passerella con- cono alla loro riscoperta. duce al Mulino dell’Allocco, forse il più noto Info: Tuttoservizi s.p.a. e rappresentativo di tutta la zona, costruito Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) nel XIX secolo su una preesistente struttura Tel. 051.6555132 - Fax 051.6552268 del Cinquecento. [email protected]

Eventi Bisano Festa dei Fiori, mercato di vario genere e ven- Fiera di Bisano, mercato di vario genere stand dite di piante e fiori: aprile. gastronomici spettacoli musicali: fine luglio. Festa Celtica, festa a tema sulla cultura e sulle usanze celtiche con danze e gastrono- GIORNO DI MERCATO: domenica mia: settembre. Fiera dei Marroni, vendita di castagne e po- lenta: ottobre.

127 Monzuno

Monzuno è un piccolo centro dell’Appennino, ciato, poco distante da Monzuno si erge il cui nome rimanda a Giunone (Mons Junonis) Monte Venere, una cima di 996 metri ammor- e alla sacralità riconosciuta a questi luoghi fin bidita da boschi e pascoli, sulla quale pare sor- dall’antichità. Alla fine del Quattrocento il ter- gesse un tempio dedicato alla dea dell’amore. ritorio di Monzuno diventò possesso di Gio- L’Ospitale è invece un edificio sorto intorno vanni II Bentivoglio, Signore di Bologna. L’abi- all’anno Mille a circa 1 km dal capoluogo per tato attuale è moderno, ma la chiesa di San dare ospitalità ai pellegrini in viaggio verso Giovanni Evangelista, rifatta nel 1891, conser- Roma. Qui negli anni a cavallo della seconda va un sorprendente interno barocco. guerra mondiale alloggiò Nino Bertocchi, importante pittore e critico d’arte bolognese. Il pregio maggiore di Monzuno è quello di Da allora Monzuno è diventata meta di nume- affacciarsi su una bellissima valle, ricca di mete rosi altri artisti, come Giacomelli e Manzù. naturalistiche e storiche, valorizzate dal Trek- king Bologna - Firenze e dalla riscoperta della Sport e Vacanza attiva Via degli Dei (pag. 131), la medievale strada di pellegrinaggio della “via dello Stale” che con- giungeva Bologna a Firenze. Lungo questo trac- Storia e Cultura La Contea del Bentivoglio “Cento corbe di frumento, 10 paia di capponi, 10 di capretti e 10 pollastri, una buona dose di Trekking Bologna - Firenze formaggi: è quanto valeva l’affitto annuo dei Nel tempo, varie vie hanno attraversato la territori di Monzuno nel 1471. All’epoca, con dorsale appenninica bolognese: la Flaminia Scascoli e Ripoli, Monzuno donò tutti i propri Minore, la Via Cassìola, la Via Francesca del- beni e terreni al Signore di Bologna, Giovanni II la Sambuca, la Via dello Stale o Via degli Bentivoglio, ottenendone l’uso perpetuo in Dei, la Via Montanara. Al centro del sistema cambio di un certo ammontare di regalie. degli itinerari vi erano le due grandi città di Grazie a questa convenzione, nel territorio dei Bologna e Firenze, fin dal Medioevo famo- comuni associati era vietato l’accesso agli esat- se nel mondo. Passando dalle antiche vie ai tori della Camera di Bologna e la giustizia era nuovi tracciati escursionistici fra le due esercitata da un emissario del Bentivoglio.” città poste nei due versanti dell’Appennino, Renzo Renzi si segnala il trekking da Bologna a Firenze, lungo un percorso attrezzato e segnalato, suddiviso in 7 tappe che si possono percor- rere a piedi, in bici o a cavallo. Si tratta di una nuova proposta per un turismo rispet- toso dell’ambiente, che consente un auten- tico contatto con la natura e la conoscenza degli aspetti culturali e gastronomici di Emilia-Romagna e Toscana. Il percorso “Bologna-Firenze” è illustrato dalla guida Viaggio in Italia - Trekking sulle orme di De Montaigne e Goethe attraverso Alpi (via Spluga) ed Appennino (Bologna-Firenze) ed è corredato da pacchetti turistici. Info e prenotazioni: Tuttoservizi s.p.a. Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) Tel. 051.6555132 - Fax 051.6552268 [email protected] www.vallibolognesi.it Giovanni II Bentivoglio Ufficio Turistico Monghidoro archivio Provincia di Bologna 128 Nei dintorni, il sito di maggiore interesse è La grotta delle Fate di Brento deve il suo no- senz’altro Montorio, sede di un antico e va- me a leggende che favoleggiano di tesori e di sto distretto ecclesiastico. La Pieve di Mon- misteriose apparizioni di eteree figure femmi- torio, dedicata a San Pietro e ricca di prege- nili sospinte nel vuoto dal fondovalle Savena voli arredi sacri, contava ben 42 parrocchie alla cima del monte. La spiegazione del miste- ed era seconda solo a quella di Monteveglio. ro sta forse nella forte corrente d’aria presen- A poca distanza dall’abitato sorge l’imponen- te all’interno della grotta, che in certe condi- te Torre di Montorio, che domina le valli del zioni atmosferiche dà luogo, all’uscita, a nu- Setta e del Sambro dall’alto di uno sperone vole di vapore. roccioso. L’edificio originario, più volte rima- neggiato, risale al XII secolo ed è affiancato Sport e Vacanza attiva da un secondo corpo cinquecentesco. La Molino del Pero Golf Club Torre presenta tracce dell’originaria merlatu- Via Molino del Pero, 323 ra guelfa con le aggiunte dei merli ghibellini 40036 Monzuno (BO) dell’800. Nella torre abitò anche, nei primi Tel. 051.6770506 - [email protected] del ‘300, il Conte Mostarda da Panico (pag. www.golfmolinodelpero.it 63). Sempre nelle vicinanze di Montorio si Nato nel 1991, presenta un percorso molto ergono il Castello d’Elle, che affonda le sue tecnico, estremamente divertente anche origini nel XIV secolo, e il settecentesco ora- per i più esperti. La salita alle prime bu- torio di San Mamolo. che, che parte ripida dalla Valle del Save- na, è stata spesso citata sulle riviste inter- nazionali come “The stairway to heaven”, la scalata verso il paradiso. Dati tecnici: 18 buche, par 70, 5.450 m uomini e 4.970 m donne, 300 m s.l.m.

Enogastronomia Montagnamica e la Via del Pane Via Casaglia, 4 - 40036 Monzuno (BO) Tel. 051.6773328 - Fax 051.6770144 [email protected] www.montagnamica.it [email protected] Nell’Appennino bolognese sono già pre- senti i prodotti del “paniere MontagnAmi- ca”: carni, salumi, formaggi, frutti del bo- sco, miele, vini e prodotti da forno. Fra- Pane montanaro - archivio Diateca Agricoltura grante di forno e profumato di legna di della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila bosco, il gustoso pane montanaro locale, per la sua alta qualità e il valore tradizio- Degno di nota è anche borgo Polverara, che nale e culturale, è diventato il prodotto presenta due edifici fortificati del XVI secolo. simbolico che rappresenta i sapori tipici di Parte del territorio monzunese rientra nel Parco queste terre di montagna. Questo pane si Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). fa protagonista di un itinerario turistico- culturale-gastronomico, la Via del Pane del- Eventi la Montagna Bolognese, che percorre il Festa del Borgo: aprile. territorio delle Valli Bolognesi tra Idice, MontagnaAperta, festa folk che ha per Savena e Setta. protagonista il pane e prodotti tipici dell’Ap- Alla base c’è l’idea di recuperare e valoriz- pennino bolognese: giugno. zare la coltivazione biologica dei cereali Festa di San Luigi: agosto. diffusa nell’area appenninica bolognese, Festa di Monte Venere: agosto. attraverso la qualificazione dell’intera fi- Sagra dei Marroni: ottobre. liera, dal campo alla tavola. Tartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì a Vado

129 San Benedetto Val di Sambro

Con il ricordo di un’antica abbazia benedettina A Ripoli è da vistare il Santuario della Beata nel toponimo, il Comune di San Benedetto Val Vergine di Serra (1616), che sorge in posizione di Sambro nasce dalla fusione di due impor- panoramica alla confluenza delle Valli del tanti comunità rette dalle nobili famiglie dei Brasimone e del Setta. de’ Bianchi, Conti di Piano, e dei Rossi di San Secondo, feudatari di Poggio. Non lontano è lo scalo ferroviario di San Benedetto Val di Sambro, il cui nome è La natura è la principale attrattiva del luogo, impresso nella memoria degli Italiani per i due dai boschi di Val Serena e Pian di Balestra fino gravissimi attentati terroristici di cui fu teatro, al noto Lago di Castel dell’Alpi, a 7 km dal al treno Italicus nel 1974 e dieci anni dopo al capoluogo. Il lago è meta ideale per una gita: Rapido 904: complessivamente 27 morti e originato nel 1951 da una frana che ha ostruito circa 150 feriti. Il monumento all’Italicus, opera il corso del Savena, oggi sulle sue rive è possi- dello scultore Walter Veronesi, e una targa bile pescare, prendere il sole e fare pic nic. Da commemorativa trovano collocazione nella visitare sono anche due antichi mulini, ognuno stazione a ricordo delle vittime. dotato di macina e “botte”, invaso nel quale veniva raccolta l’acqua del torrente che scen- Storia e Cultura de dal Monte Oggioli. La Direttissima e la “Grande Galleria dell’Appennino” Scienza e Tecnica La Direttissima si può definire il primo col- Parco eolico di Monte Galletto legamento ferroviario ad “alta velocità” tra Nel 1998 è entrato in funzione nel territo- Bologna e Firenze. Progettata all’inizio del rio di San Benedetto Val di Sambro il primo Novecento, l’opera era per l’epoca all’avan- parco eolico del Nord Italia. Il Parco eoli- guardia. La realizzazione della nuova linea co di Monte Galletto con le sue turbine prevedeva infatti lo scavo della più lunga produce energia pulita e contribuisce in galleria d’Italia, la “Grande Galleria dell’Ap- maniera significativa al fabbisogno energe- pennino”: 18,5 km, tutti in rettilineo. I lavori tico regionale. Per scoprire i segreti di que- per la galleria cominciarono nel 1920 e il 22 sto nuovo sistema di produzione di energia Aprile 1934 i primi treni iniziarono a percor- pulita e visite guidate al Parco, rivolgersi rere la tratta. Bologna e Firenze non erano all’Ufficio Turistico di Monghidoro. mai state così vicine. Il tributo di vite umane per la costruzione della “Direttissima” fu pesante: 97 operai, di cui 65 solo per la rea- Ma la storia del territorio ha lasciato anche lizzazione della Grande Galleria. emergenze artistiche di grande valore.

Si può cominciare dal centro di Pian del Vo- glio, con il bel borgo antico e il Palazzo Comi- tale con torre del XV secolo, appartenuto ai Conti de’ Bianchi, dove sono ancora conserva- ti bei soffitti a cassettoni e un camino tardo cinquecentesco. Nella cappella annessa alla torre da notare è la lastra tombale dei de’ Bianchi datata 1526. Il palazzo ospitò i Medici durante l’esilio da Firenze e fu residenza del Cardinale Lambertini, poi divenuto papa Bene- detto XIV. Lo stemma dei Conti de’ Bianchi si ritrova anche a Monteacuto Vallese sull’archi- trave di Palazzo di Poggio Suvizzano, maestosa Parco eolico di Monte Galletto costruzione del XVI secolo. archivio Comune di San Benedetto Val di Sambro

130 A mezza costa sul versante sinistro della Valle Sport e Vacanza attiva del Sambro, la frazione di S. Andrea sorge pro- La Via degli Dei, sentiero che da Bàdolo e prio di fronte a San Benedetto, che si può rag- Bologna porta a Fiesole e Firenze in quattro giungere anche a piedi attraverso un ripido tappe, attraversa le valli centrali dell’Appen- viottolo. Nella chiesa si segnala una Visita- nino bolognese fino al Passo della Futa. Il zione, attribuita tra gli altri anche al Reni. cammino passa per Monte Adone, Monzu- Si consiglia la salita alla cima del Monte Ar- no, Monte Venere e Madonna dei Fornelli mato, da dove si può godere un amplissimo (San Benedetto Val di Sambro). Dai toponi- panorama sulle valli circostanti. mi di questi monti appare chiara l’origine del nome della strada, che evoca luoghi Crocevia per mete naturalistiche e tappa del- sacri fin dai tempi più remoti. A testimo- la traversata transappenninica della Via degli nianza di ciò è un coccio ritrovato nella Dei, la località di Madonna dei Fornelli deve Valle del Setta dove è riportata un’iscrizio- il suo nome ai “fornelli” dei carbonai e al san- ne dedicata a “Iuppiter Appenninus”, il Gio- tuario dedicato alla Madonna della Neve. ve Appennino dei Celtoliguri. Il percorso Eretto nel 1638 quale ex voto per la fine della della Via degli Dei ricalca in parte anche peste descritta anche da Alessandro Manzoni l’antica strada dello Stale, utilizzata fin dal nei Promessi sposi, l’abside e la facciata del Medioevo, il cui nome deriva da una tra- santuario sono state oggetto di rifacimenti tra sformazione linguistica dell’Ospedale be- Otto e Novecento. Al suo interno si custodi- nedettino di San Salvatore che sorgeva in sce una pregevole raffigurazione della Ma- zona per offrire rifugio ai viaggiatori. donna dipinta a olio su rame. Ogni anno l’ico- Lungo il percorso è anche possibile calcare na viene portata in processione a Castel gli antichi reperti viari della Flaminia milita- dell’Alpi, dove resta per otto giorni, per poi re, costruita dai Romani nel II sec. a.C.: i tornare al santuario il giorno dell’Ascensione. meglio conservati si trovano nei pressi della cima di Monte Bastione (1190 m), attigui alla Da Madonna dei Fornelli si raggiunge il cin- cava da cui fu estratta la pietra per questo quecentesco borgo di Qualto, nei pressi del impervio tratto della via, per il resto già in quale, lungo la via tra Bologna e Fiesole, sono antico in gran parte non pavimentata. Il stati portati alla luce gli antichi reperti viari di trekking è contraddistinto dal segnavia VD e Monte Bastione costituiti da lastre di arenaria dalle ormai mitiche “dau bal zali” (due palle locale. gialle), che sono state la prima segnaletica di questa emozionante traversata tra Emilia e Toscana.

Notevole anche il borgo denominato Cà Mu- solesi, dove si segnalano elementi architetto- nici quattro-cinquecenteschi e una costruzio- ne chiaramente in antico casa torre. Eventi Tartufesta: tra ottobre e novembre. Fiera di San Benedetto Val di Sambro: fine agosto.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Qualto archivio Comune di San Benedetto Val di Sambro

131 Castiglione dei Pepoli

Siamo ora nel territorio di Castiglione dei Personaggi e Cultura Pepoli, ricco di boschi di castagni e d’abeti. Leo Nucci L’area, posta alle propaggini del Parco Baritono di fama mondiale, Leo Nucci nasce Regionale dei Laghi, è di una bellezza tipica- a Castiglione dei Pepoli nel 1942 in una clas- mente montana, compresa tra diversi rilievi, sica famiglia emiliana dell’epoca, in cui can- tutti di poco oltre i 1000 m. tavano un po’ tutti. In particolare, il padre cantava in un coro e suonava nella banda Con l’antico nome di Castiglione dei Gatti, dal del paese, di cui anche Leo a nove anni longobardo “gaita” che significa monte, il pae- entra a fare parte. Altrettanto tipicamente se rientrava nei vasti possessi di Matilde di emiliana è la tecnica con cui scherzosamen- Canossa. Fu dominio dei Conti Alberti e suc- te dice di avere costruito e mantenuto il suo cessivamente feudo della famiglia Pepoli, che straordinario fiato: la passione per la bici- lo tenne per oltre quattro secoli. Nel Sette- cletta! Nel ‘77 debutta alla Scala di Milano cento ebbe persino il diritto di battere mo- come Figaro nel Barbiere di Siviglia, che con neta. Rigoletto, ruolo interpretato circa 400 volte, diventerà il suo cavallo di battaglia. Di grande fascino, e per certi versi unico in Da allora canta regolarmente nei principali Appennino, è il complesso architettonico teatri del mondo e ha inciso oltre trenta della piazza principale, chiusa dalla mole del opere complete con direttori quali Herbert Palazzo Comunale del XV secolo. Disegnato von Karajan, Riccardo Muti e Claudio dall’architetto Marchesino di Cento, ospite nel Abbado. Ha partecipato anche a due film 1473 della famiglia Pepoli, il palazzo fu sede del d’opera, tra cui un Macbeth presentato al governo e comprendeva il carcere, l’abitazione festival di Cannes nel 1987. Nominato del commissario e i locali riservati alla famiglia “Goodwill Ambassador” dell’UNICEF Italia Pepoli. Ampliato nel XVII secolo con la costru- nel luglio 2000 e star del canto lirico inter- zione della cosiddetta “Palazzina”, presenta nazionale, Leo Nucci ha mantenuto con il ancora oggi gli affreschi che nel corso dei suo paese natale un forte legame, che lo secoli ne hanno impreziosito gli interni. porta talvolta a esibirsi nell’ambito delle rassegne che animano la vita della località Per chi ama l’arte, si segnalano anche la seicen- turistica. tesca chiesa della Madonna della Consola- zione, con importanti opere di scuola bolo- gnese, e la chiesa di San Lorenzo, sorta nel 1576 Nei pressi del capoluogo meritano una visita circa come oratorio della Compagnia della Mi- gli antichi oratori di Canova (secolo XVII), dedi- sericordia. cato a San Giusto, Linari, costruito nel 1641, e Rasora, di origine settecentesca e ampliato nell’800 con la costruzione del campanile e di una piccola sagrestia.

Da Monte Baducco, piccola borgata sulla cima del monte che sovrasta il capoluogo, si posso- no godere splendide vedute sulle valli sotto- stanti.

A pochi chilometri dalla frazione di Baragazza, sorge uno dei luoghi di culto più belli dell’Ap- pennino bolognese: il Santuario di Boccadi- rio, meta di incessanti pellegrinaggi da ogni parte d’Italia. L’edificio del XVI secolo gode di una posizione incantevole nel mezzo di verdi foreste, alla confluenza di due rii ai piedi del Castagneto Monte Tavianella. archivio Comune di Castiglione dei Pepoli 132 Storia e Cultura Natura Santuario della Madonna di Boccadirio Il lago di Santa Maria Il santuario della Madonna di Boccadirio Dal centro di Castiglione, deviando verso il sorge sul luogo in cui il 16 luglio 1480 la Ma- cimitero (si consiglia una sosta alla Chiesa donna apparve a due pastorelli di Baragazza. Vecchia), si scende verso il fondovalle e si All’originario tempietto, ampliato alla fine del raggiunge la centrale elettrica di Santa Maria. XVI secolo, si sostituì nel Settecento l’attuale Realizzata nel 1911 e distrutta nel secondo edificio, opera del celebre architetto bolo- conflitto mondiale, la centrale venne rico- gnese Angelo Venturoli. Il santuario manca di struita in pietra locale, fatto che le conferisce campanile e tradizione vuole che non sia sta- un certo valore ambientale. Di grande inte- to possibile realizzare le campane perché, resse è il vicino lago di Santa Maria, formato ogni volta che venivano fuse, sparivano im- a seguito dell’edificazione della diga nel 1917. mediatamente. Leggende a parte, la facciata è Il bacino alimenta la centrale di Le Piane, che del Puccetti, mentre il portico sul sagrato è sorge nei pressi della frazione Lagora e pren- attribuito al Dotti, autore a Bologna del por- de il nome dall’antichissima chiesa di Santa tico di San Luca. L’interno, a tre navate con tre Maria di Spinalacqua, oggi non più esistente. altari sul fondo, ospita quadri e bassorilievi. Oggetto di particolare venerazione è la Ma- donna delle Grazie in fine terracotta smalta- ta, opera di Andrea Della Robbia.

Castiglione è anche terra di acque: i fiumi Setta, Brasimone e Gabellato ne solcano il territorio, mentre il Lago di Santa Maria, com- preso nel Parco Regionale dei Laghi (pag. 73), vale senz’altro un’escursione.

Lago di Santa Maria archivio Comune di Castiglione dei Pepoli

A poche centinaia di metri dal paese, il Ci- mitero Sudafricano di Castiglione dei Pe- poli contiene 502 sepolture di militari del Commonwealth, in prevalenza sudafricani: la 6a Divisione Corazzata Sudafricana entrò a Castiglione alla fine di settembre del 1944 e Chiesa Vecchia rimase nelle vicinanze fino all’aprile successi- archivio Comune di Castiglione dei Pepoli vo e al definitivo sfondamento della Linea Gotica (pag. 160). Il cimitero è sempre aperto. Sport e Vacanza attiva L’accesso per persone disabili è possibile da La Via dei Santuari è un itinerario escursioni- un ingresso laterale. stico che conduce da Bologna a Prato in 4/7 tappe, attraverso i boschi dell’Appennino to- Eventi sco-emiliano. Il suo nome deriva dai quattro Mercatino della Portaccia: luglio. santuari che si incontrano lungo il cammino: Montagna in Fiera: agosto. dal santuario della Madonna di San Luca, sul Fiera di Baragazza: vigilia di Ferragosto. colle della Guardia a Bologna, fino alla badia Tartufesta: tra ottobre e novembre. di Montepiano in territorio toscano, passan- do per il santuario di Montòvolo, all'interno Creda dell’omonimo Parco Provinciale (pag. 69), e Fiera dell’agricoltura: maggio. quello di Boccadirio. Il trekking completo ri- Fiera di S. Giacomo: luglio. calca circa 150 km di sentieri CAI ed è con- traddistinto dal segnavia VS. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

133 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta la collina e la pianura

Malalbergo

Baricella

Minerbio Molinella

Granarolo dell’Emilia Budrio

Castenaso

San Lazzaro di Savena

Ozzano dell’Emilia

L’itinerario di visita L’itinerario prosegue nella pia- nura dell’Idice, in un percorso ideale che dalle ultime propag- gini collinari a monte della Via Emilia si spinge fino alle porte del Parco Regionale del Delta del Po. Da non perdere: Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Terra Idex Il Museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena - San Lazzaro di Savena L’ocarina di Budrio - Ozzano dell’Emilia I Musei e il centro storico di Budrio - Castenaso Bagnarola: la Versailles bolognese Il borgo antico di Minerbio e il complesso della Rocca Isolani Terre di pianura La Ciclovia sui Gessi di San Lazzaro di Savena - Budrio Il percorso ciclabile lungo il Navile a Malalbergo - Molinella Il Golf Club di Castenaso - Malalbergo Le valli e le oasi di Baricella, Malalbergo e Molinella - Baricella L’Asparago Verde di Altedo IGP - Minerbio Il Mercato Fuori Porta - Granarolo dell’Emilia

134 La storia e l’ambiente Come arrivare L’itinerario alla scoperta della pianura dell'Idi- - Autostrada A14: uscita San Lazzaro di Savena. ce attraversa un paesaggio molto vario: si Autostrada A13: uscite Bologna-Interporto parte dalle colline a sud della Via Emilia, domi- e Altedo. nate dai calanchi e protette dal Parco Regio- - Strade: nale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abba- SS 9 “Via Emilia” in direzione Imola, dessa, per poi spingersi fino alle valli della SS 253 “San Vitale” in direzione Ravenna, bassa pianura. Nella pianura padana con il ter- SP 6 “Zenzalino”, SP 5 “San Donato”. mine “valle” si indica ciò che resta delle ampie - Linea ferroviaria Rimini-Ancona-Bologna- paludi boscate che occupavano anche gran Portomaggiore: stazioni a Ozzano dell’Emilia, parte del settore orientale della pianura bolo- Castenaso, Budrio, Mezzolara, Guarda, Molinella. gnese. Oggi le valli sono oasi di grande valore - Linee ATC www.atc.bo.it. ambientale: le più importanti sono la “Val- lazza” a Molinella, “La Comune” a Malalbergo Eventi e la “Cassa del Quadrone” a Buda di Medicina, Organi antichi rappresenta un’occasione da già in territorio imolese. Le acque, che abbia- non perdere per ascoltare un patrimonio mo seguito fin dalle loro sorgenti nel verde unico al mondo, costituito dai 330 organi degli Appennini, qui nelle valli sembrano di- antichi conservati nelle chiese di tutta la sperdersi e diluirsi, nonostante i tentativi del- provincia di Bologna. Tra questi sono 110 gli l’uomo di addomesticarle e di irreggimentarle. strumenti originali custoditi nel territorio Il fascino di questi luoghi risiede proprio nelle della pianura. Grandi interpreti del panora- sue atmosfere sfumate, che spesso avvolgono ma internazionale hanno “toccato” i preziosi veri e propri gioielli dell’arte, come il centro strumenti, ponendo la rassegna fra i più storico di Budrio. Ma è tutto il territorio a apprezzati eventi concertistici italiani. riservare sorprese grazie alla sua antichissima www.organiantichi.org storia: basti pensare che proprio da una delle sue località deriva il nome di una delle prime civiltà della penisola, quella dei Villanoviani. In Orizzonti di Pianura età moderna questa pianura conosce una stra- Orizzonti di Pianura nasce nel 2006 dalla ordinaria diffusione delle residenze di campa- volontà della Provincia di Bologna di pro- gna della nobiltà senatoria bolognese, di cui muovere turisticamente il territorio della resta superba testimonianza a Minerbio e nel pianura bolognese. Così i comuni di Bari- complesso di Bagnarola di Budrio, nota come cella, Budrio, Bentivoglio, Minerbio, Malal- la “Versailles bolognese”. Infine il Novecento, bergo, San Giorgio di Piano, San Pietro in secolo delle grandi battaglie per i diritti dei Casale, Molinella hanno dato vita a un pro- lavoratori, che qui hanno trovato corpo e voce getto di valorizzazione della pianura nei nelle mondine di Molinella. suoi aspetti artistici, storici, naturalistici che ha portato alla realizzazione di itinerari frui- A tavola bili sia in maniera individuale sia tramite La cucina della zona è quella classica bologne- visite guidate. se, che qui si avvale di alcuni prodotti di eccel- www.orizzontidipianura.it. lenza. Primo fra tutti l’Asparago Verde di Altedo IGP, protagonista di una sagra in cui costante è la ricerca di nuovi piatti tra innovazione e tradizione. E poi la Patata DOP di Bologna, che trova nelle terre di bonifica della Enogastronomia pianura dell’Idice i terreni migliori per Mercato Fuori Porta la sua coltivazione. Budrio ne è la capitale e già L’esperienza del Mercato Fuori Porta nasce nel Settecento un trattato di gastronomia illu- per valorizzare le realtà agro-alimentari del strava gli insoliti impieghi della patata nella territorio delle “Terre di Pianura”: è stato cucina bolognese del tempo: dal pane, alle frit- creato un percorso che, unendo i Comuni telle, fino ai bignè e alle tagliatelle. Tipici del dell’Associazione, porta alla scoperta delle territorio sono anche il riso di Molinella e, co- aziende agricole e dei loro prodotti offerti mune a tutta la bassa padana, la passione per tramite la vendita diretta, degli agriturismi e le rane, fritte o in umido, e la preparazione di delle fattorie didattiche, nonché degli ele- pesci di valle come luccio, tinca e storione. menti di interesse storico-culturale e natu- Frutto della fioritura delle campagne della zo- ralistico del territorio. Il riconoscimento del na è il Miele di erba medica, che conserva i circuito è reso agevole dal logo “Arcobale- profumi tipici delle erbe aromatiche. no”. Info presso gli URP dei Comuni.

135 Informazioni Turistiche Baricella - URP venerdì e sabato 8.30-12.30 Via Roma, 76 - 40052 Baricella (BO) giovedì 8.30-17.45 Tel. 051.6622423/4 - [email protected] Orari d’apertura: Minerbio - URP lunedì, mercoledì e venerdì 8.00-13.00 Via Garibaldi, 44 - 40061 Minerbio (BO) martedì e giovedì 8.00-13.00/15.00-18.00 Tel. 051.6611780 - [email protected] sabato 8.00-12.30 Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì Budrio - URP e venerdì 8.30-13.00 P.zza Filopanti, 11 - 40054 Budrio (BO) giovedì 8.00-13.00 / 14.00-18.00 Tel. 051.6928210 - [email protected] sabato 8.30-12.00 Orari d’apertura: lunedì e mercoledì 8.00-18.30 Molinella - URP martedì, giovedì e venerdì 8.00-13.00 P.zza A. Martoni, 1 - 40062 Molinella (BO) sabato 8.00-12.00 Tel. 051.69068333/8002157 [email protected] Castenaso - URP Orari d’apertura: P.zza Bassi, 1 - 40055 Castenaso (BO) lunedì e giovedì 8.00-13.00 / 15.00-18.00 Tel. 051.6059239 - [email protected] martedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.00-13.00 Orari d’apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 8.00-13.00 Ozzano dell’Emilia - URP martedì e giovedì 8.00-13.00/14.00-18.00 Via della Repubblica, 10 sabato 8.00-12.00 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.791376/051.791377 Granarolo dell’Emilia - URP [email protected] Via San Donato, 199 Orari d’apertura: 40057 Granarolo dell’Emilia (BO) lunedì (orario invernale) 8.00-18.30 Tel. 051.6004200/6004111 martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 8.00-13.00 [email protected] sabato 8.00-12.00 Orari d’apertura: lunedì (orario estivo e Natale) 8.00-13.00 lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 8.00-13.30 giovedì 8.00-13.00/15.00-18.00 San Lazzaro di Savena - URP sabato 8.30-12.00 P.zza Bracci, 1 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) Tel. 051.6228174 - [email protected] Malalbergo - URP Orari d’apertura: P.zza dell’Unità d’Italia, 2 - 40051 Malalbergo (BO) lunedì, martedì, mercoledì, Tel. 051.6620210 - [email protected] venerdì e sabato 8.00-13.00 Orari d’apertura: giovedì 8.00-18.00 lunedì, martedì, mercoledì,

Museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena: tomba villanoviana - archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 136 San Lazzaro di Savena

San Lazzaro di Savena si è sviluppata tra il XII Natura e il XIII secolo attorno a un lazzaretto fonda- Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e to dall’ordine dei cavalieri di San Lazzaro, Calanchi dell’Abbadessa è uno spettacola- lungo la Via Emilia a oriente di Bologna. Si re complesso carsico: visitarlo sarà come pensava infatti che il vento, spirando in quel- camminare sulla Luna. Ancora oggi, infatti, i la direzione, avrebbe soffiato via anche le Gessi offrono un paesaggio unico, fatto di malattie. doline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni a candela. Un vero labirinto se si pensa che in Sulle colline a sud del capoluogo merita una quest’area collinare si nascondono gli in- visita l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara. gressi di oltre cento grotte, tra cui quelle Di origine medievale, le sue forme attuali famosissime del Farneto e della Spipola. Un risalgono al XIX secolo, mentre il chiostro af- ambiente che sa d’avventura e di mistero, frescato ha mantenuto intatta la struttura cin- dove anche la fauna si è evoluta e specializ- quecentesca. Di grande interesse sono anche zata alla vita nelle tenebre. Persino i torren- i dipinti conservati al suo interno, in partico- ti hanno imparato a convivere con i Gessi, lare la bella pala con Gesù Bambino attribuita scavando nella roccia complessi sistemi di ad Annibale Carracci. acque sotterranee. L’esempio più significati- vo si trova presso la Croara: il rio dell’Acqua- In questi luoghi, nell’estate del 1915, soggiornò fredda si inabissa per tornare alla luce dopo il diciannovenne Filippo De Pisis, destinato a quasi tre chilometri, in una sorta di seconda diventare uno dei maggiori pittori del sorgente lungo il Savena. Ma questo è Novecento europeo, nonché poeta e scritto- anche il Parco dei contrasti. Dolci pendici re. Durante quel breve soggiorno, De Pisis coltivate fanno da cornice a luoghi aspri, scrisse la maggior parte dei poemi in prosa dove si è conservata una natura selvaggia. È poi pubblicati col titolo di Canti de la Croara. il caso degli affioramenti gessosi tra Zena e Idice, con le grandi doline dell’Inferno e Le colline tra San Lazzaro, Ozzano e Pianoro della Goibola, e la Valle cieca di Ronzano sono di formazione carsica e rappresentano chiusa da falesie selenitiche. Il Parco tutela un eccezionale patrimonio ambientale, tanto anche una zona di spettacolari e selvaggi che oggi è costituito nel cuore di esse il Parco ambienti desertici conosciuta con il nome Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi di Calanchi dell’Abbadessa, formata da dell’Abbadessa. Il Parco è ricco di grotte, di argille scagliose, le rocce più antiche cui le più famose sono quelle del Farneto e dell’Appennino bolognese. In questo setto- della Spipola. La Grotta della Spipola, scoper- re si trovano notevoli testimonianze stori- ta dal grande speleologo bolognese Luigi Fan- che, legate in particolare al periodo medie- tini, è la maggiore cavità europea scavata nei vale e ai secoli XVI e XVII. gessi, mentre la Grotta del Farneto è celebre per i ritrovamenti di reperti risalenti a seimila Sede del Parco, Via Jussi n. 171 anni fa, oggi conservati nel Museo archeologi- 40068 S. Lazzaro di Savena (BO) co di San Lazzaro e in quelli di Bologna e di Tel. 051.6254811 Budrio. Per informazioni sulla possibilità di visita delle grotte, contattare il Parco. Centro Visita Villa Torre Via Tolara di Sopra, 99 - Settefonti Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.6254821 [email protected] www.parcogessibolognesi.it

137 Nel territorio sanlazzarese si incontrano alcu- ne belle ville patrizie d’età rinascimentale, tra cui spicca, sulla Via Emilia, Villa Cicogna. Progettata dal Vignola e costruita nella se- conda metà del Cinquecento dalla famiglia Boncompagni, è oggi attrezzata per ospitare meeting ed eventi culturali. Cinquecentesca è anche Villa Bellaria, situata nell’omonima via, di proprietà della società Furla.

Su di uno sperone gessoso, sulla destra del fiume Idice, sorge invece il nucleo antico di Villa Cicogna Castel de’ Britti: del castello appartenuto a archivio Bologna Turismo Matilde di Canossa rimane solo l’arco d’entra- ta posto sul piazzale antistante la chiesa, Sport e Vacanza attiva mentre a poca distanza è impossibile non no- Le Ciclovie sui Gessi tare la neomedievale mole di Villa Malvezzi. di San Lazzaro di Savena Sempre in questa frazione, in via Idice 30, Villa I percorsi studiati consentono ai cicloturisti L’Abbadia - già Abbazia di S. Michele - è una di scoprire il cuore della straordinaria “green costruzione millenaria che fu dei monaci way” che dalle sorgenti dell’Idice scende fi- camaldolesi fino al 1090 e poi dei frati gau- no al Delta del Po. Sono tracciati sinuosi che denti di dantesca memoria dal 1262 al 1586. si snodano nelle zone fluviali e sulle colline Oggi residenza privata. penetrando in un territorio variegato che più si conosce, più si desidera scoprirne la storia e la natura e assaporarne la gastrono- mia. La guida della ciclovia è in vendita presso gli Urp e gli Uffici Turistici del terri- torio, dove ci si può informare anche sulla possibilità di noleggio bici. www.montesolebikegroup.it

Parco dei Gessi e Calanchi dell’Abbadessa archivio Comune di Ozzano

138 Museo della Preistoria sopra, scena di caccia e a fianco, ominide archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Musei Attraverso innovativi criteri espositivi il Museo della Preistoria illustra la storia più antica del territorio bolognese orientale. Le ricostruzioni dell’uomo Erectus nella sala degli Antenati e delle grandi faune dell’ulti- mo periodo glaciale (il Bisonte delle steppe, il Megacero e la Iena delle caverne) offrono uno straordinario spaccato della vita e degli ambienti succedutisi nella preistoria. Completano l’originale viaggio nel passato i corredi dell’Età del Ferro, memoria di Gio- vanni Gozzadini e della scoperta della cul- tura villanoviana. MUSEO DELLA PREISTORIA LUIGI DONINI Via Fratelli Canova, 49 40068 San Lazzaro di Savena (BO) tel. 051.465132 - Fax 051.465132 [email protected] Apertura: orario invernale (dall’1/10 al 31/5) lunedì, martedì, venerdì ore 9.00-13.00; mer- coledì-giovedì ore 9.00-17.00; sabato e gior- ni festivi ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00; orario Eventi estivo (dal 1/6 al 30/9) martedì-venerdì ore Verde San Lazzaro, natura e agricoltura 17.00-19.00; sabato e giorni festivi ore 9.00- biologica: 1a domenica di aprile. 13.00. Biglietto: intero euro 4, ridotto euro 2, Fiera di San Lazzaro: agosto. gratuito per i ragazzi fino a 14 anni. Festa della Madonna della Cintura, presso la parrocchia del Farneto: inizio settembre. Sapori dell’Appennino: 1a domenica di no- Nel capoluogo all’inizio di agosto si svolge la vembre. famosa Fiera di San Lazzaro, cantata da una tradizionale canzone bolognese resa celebre GIORNO DI MERCATO: sabato dall’interpretazione di Francesco Guccini.

139 Ozzano dell’Emilia

Lungo la Via Emilia incontriamo Ozzano: in Sulle prime colline a monte della frazione di età antica in questo territorio sorgeva l’abita- Maggio, nel borgo di San Pietro, si segnala la to romano di Claterna, di cui il vicino torren- bella Torre che faceva parte delle mura del te Quaderna conserva il toponimo. castello eretto in epoca medievale a difesa della Via Emilia. A 200 metri dalla vicina chie- Musei sa di San Pietro, da notare sono le due fonta- Claterna, la città scomparsa ne del XV secolo, dette “Delle Armi” dal no- Il territorio di Ozzano nasconde una delle me della famiglia bolognese che qui aveva un più interessanti realtà archeologiche della palazzo. regione. A cavallo della Via Emilia, a metà strada tra i due grandi centri di Bononia e Nella frazione di San Cristoforo sorge Palazzo Forum Cornelii (Imola), fiorì tra l’età repub- Galvani, nel XVIII secolo sede di molti esperi- blicana e quella imperiale la città romana di menti elettrici dello scienziato bolognese Claterna. Siamo nell’area compresa tra Luigi Galvani, condotti sulle rane che qui alle- l’odierno abitato di Maggio e il Torrente vava. Quaderna. Dell’insediamento non emerge alcuna traccia in superficie, ma molti sono i Di grande interesse è la piccola chiesa della reperti di notevole interesse qui rinvenuti, località di Sant’Andrea, che custodisce le spo- come i bei pavimenti a mosaico. Il Museo glie della Beata Lucia da Settefonti. Con que- della città romana di Claterna è visitabile, su sto nome è conosciuto il personaggio storico richiesta, in coincidenza con gli orari di della Badessa Lucia, venerata dai Camaldolesi apertura della biblioteca. come fondatrice del ramo femminile dell’or- L’ingresso è gratuito. Tel: 051.790130 dine e ricordata anche nel nome del Parco dei [email protected] Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (pag. 137). Fontana di San Pietro archivio Comune di Ozzano dell’Emilia

140 Storia e Cultura Rolando partì crociato per la Terrasanta, La leggenda dell’amore tra Rolando cava- mentre Lucia, ormai molto malata, morì. In liere e l’Abbadessa Lucia Palestina il cavaliere fu fatto prigioniero. Attorno al 1100, nella Bologna infiammata Rinchiuso in una cella, una notte gli appar- dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini, la fama ve in sogno Lucia ad annunciargli la propria della bellezza di Lucia, badessa del monaste- morte. Al risveglio Rolando si trovò d’incan- ro camaldolese di Stifonti (Settefonti), rag- to libero presso la tomba dell’amata e per giunse presto le guarnigioni che presidiavano effetto del suo pianto ripresero a zampilla- il territorio. In particolare un soldato di ven- re le sette fonti, che si erano seccate alla tura, il Conte bolognese Diatagora Fava, detto morte di Lucia. Lucia fu subito venerata Rolando, si fece trasferire a San Pietro di come santa, ma la Chiesa riconobbe uffi- Ozzano solo per saperla vicina. Secondo la cialmente il miracolo solo nel 1508. Dopo la leggenda, Rolando ogni mattina percorreva a morte di Lucia il convento fu trasferito cavallo il sentiero sui calanchi che conduceva prima a Sant’Andrea di Ozzano, poi, a metà al convento dell’amata. La chiesa sorgeva del Duecento, in Santa Cristina della Fon- lungo il crinale non lontano dalla Pieve di dazza a Bologna. Oggi le fonti si sono pro- Pastino (costruita intorno al 1000 sulle rovine sciugate e a indicare il sito dove sorgeva il di un tempio dedicato al dio Pan). Lucia si monastero di Stifonti è stato posto un pila- trovò subito a combattere con il turbamento strino. Il corpo di Lucia riposa dal 1573 nella che quelle visite le provocavano. Preghiere, chiesa di Sant’Andrea, dove sono conservati veglie e penitenze valsero solo a minare la sua anche i ceppi della prigionia di Rolando. Da salute. Quanto finalmente Lucia si decise a quel lontano Medioevo, lo stretto calanco, incontrare Rolando, i due si confessarono il che il giovane cavaliere percorreva ogni loro amore, ma lei non volle tradire i suoi voti giorno per vedere la sua amata, prende il e lo pregò di non tornare mai più. nome di Passo della Badessa.

A Ciagnano da non perdere è la vista, davvero notevole, sui calanchi del Passo della Badessa.

Lungo gli “Stradelli Guelfi”, tranquillo percor- so parallelo alla Via Emilia che collega Bolo- gna alla Romagna, sorge la neoclassica Villa Angelica, oggi sede dell’omonimo Istituto Er- boristico.

Poco distante si trova la pista aerea della società Aerdelta, la cui presenza giustifica il leggero volteggiare sulla pianura dei tanti alianti e di piccoli aerei a motore. In zona si trova anche l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica.

Merita una segnalazione anche la chiesa di Torre di San Pietro Santa Maria della Quaderna, di forme cin- archivio Comune di Ozzano dell’Emilia quecentesche, con una pregevole Natività del Sant’Andrea Somacchini. archivio Provincia di Bologna

141 A Ozzano ha sede la Facoltà di Medicina Ve- terinaria dell’Università degli Studi di Bologna. Musei Istituto Nazionale di Fauna Selvatica L’Istituto custodisce una collezione di circa Facoltà Medicina Veterinaria 10.000 campioni di uccelli e mammiferi: si Presenta strumenti chirurgici veterinari ante- segnalano le serie dei rapaci, degli uccelli cedenti al XIX secolo, di grande interesse sto- acquatici e del lupo appenninico, reperti di rico, che affascinano soprattutto per la cura uccelli estinti sul territorio italiano e di spe- e la precisione con cui sono stati realizzati. A cie particolarmente rare. Una sezione didat- questi si affianca una notevole collezione di tica in allestimento ricostruisce alcuni habi- ferri da cavallo, che testimonia la destrezza tat naturali della pianura padana. dei maniscalchi locali nella ferratura. MUSEO DELL'ISTITUTO NAZIONALE RACCOLTA DI ANTICHI STRUMENTI DI FAUNA SELVATICA CHIRURGICI Via Ca’ Fornacetta, 9 Via Tolara di sopra, 50 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.6512219 - Fax 051.796628 Tel. 051.2097988 - Fax 051.796892 [email protected] [email protected] Apertura: su appuntamento dal lunedì al ve- Apertura: su appuntamento. Biglietto gratuito. nerdì. Biglietto gratuito. Facoltà Medicina Veterinaria Facoltà Medicina Veterinaria Il Museo Ercolani espone più di 3000 prepa- Istituita nel 1882, un’importante raccolta di rati di patologia animale. Fu fondato da Giovan preparati anatomici conta oltre 2.000 esem- Battista Ercolani nel 1863 con i preparati di plari delle specie domestiche, conservati pertinenza veterinaria del Gabinetto di secondo il metodo “a secco”. Di notevole Anatomia Comparata. Vere opere d'arte sono interesse gli scheletri di cavallo atteggiati le plastiche in cera, creta e gesso che ripro- nelle diverse andature, i preparati miologici e ducono in grandezza naturale visceri di ani- vascolari, le numerose preparazioni del siste- mali domestici con lesioni anatomo - patolo- ma nervoso, accanto a modelli anatomici in giche e mostruosità animali. gesso e in cartapesta. MUSEO ERCOLANI DI ANATOMIA PATO- MUSEO DI ANATOMIA LOGICA E TERATOLOGIA VETERINARIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI Via Tolara di sopra, 50 Via Tolara di Sopra, 50 40067 Ozzano dell’Emilia (BO) 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.2097000-2097966 - Fax 051.2097967 Tel. 051.2097996 - Fax 051.792956 [email protected] [email protected] Apertura: visite guidate su richiesta previo Apertura: su appuntamento. Biglietto gratuito. appuntamento telefonico. Biglietto gratuito.

Eventi parmigiano reggiano: luglio. Sagra della Badessa, mercatini per le vie del Sagra del Tortellone: luglio. paese con musiche e spettacoli vari: maggio. Festa del Patrono: 25 luglio. Agriozzano, eventi itineranti: tutti i venerdì di giugno. Mercatale Fiera della Centonara, antica fiera con spet- Sagra degli Schioppi: settembre. tacoli serali con un grande mercato di hob- bistica e dimostrazione di come si faceva il GIORNO DI MERCATO: martedì

142 Castenaso

Chiesa del Pilar archivio Comune di Castenaso

Importante centro della pianura bolognese, Tra le ville del territorio merita una segnala- Castenaso sorge sulle rive dell’Idice, lungo zione Villa Marana che fu di proprietà del l’antica Via Salaria (oggi San Vitale), che colle- Maestro Francesco Molinari-Pradelli. La villa gava Bologna alle saline di Cervia. presenta una facciata seicentesca e ospita la preziosa collezione d’arte privata Molinari- Proprio qui, nel II secolo a.C., l’Idice divideva Pradelli. gli accampamenti degli eserciti contrapposti di Galli e Romani. Al comando di questi ulti- Personaggi e Cultura mi era il console Publio Scipione detto Francesco Molinari-Pradelli Nasica, da cui il paese deriva il proprio nome: Nato a Bologna nel 1911, dopo aver studiato originariamente Castrum Nasicae, ossia ac- pianoforte e composizione nella sua città, campamento di Nasica, divenne poi Castel- Molinari-Pradelli si diploma nel 1938 in dire- naso e infine Castenaso. zione d’orchestra a Roma. L’anno seguente debutta a Bologna con L’Elisir d’amore, ri- Ancora più remote sono le origini della frazio- scuotendo un grande successo e iniziando ne di Villanova, celebre per la sua necropoli una carriera internazionale che lo porta a dell’Età del Ferro, primo ritrovamento della collaborare con tutti i più importanti teatri civiltà che fu detta appunto villanoviana. del mondo e a registrare diverse opere, sem- Promotore delle prime campagne archeologi- pre con cast d’eccezione, principalmente del che fu il Conte Giovanni Gozzadini, a cui si repertorio verdiano e pucciniano. Accademi- deve il rinvenimento di ben 179 tombe, ricche co di Santa Cecilia, il Maestro era conosciuto di reperti ora conservati nei musei archeologi- anche come grande collezionista d’arte. ci del territorio. Centro degli scavi fu Villa Muore a Bologna nel 1996. Gozzadini, risalente al XVI secolo. Villanova è oggi un importante polo commerciale, in cui trova sede legale anche la Coop Adriatica. Nei pressi del paese sorge la chiesa della Madonna del Pilar, costruita su terreni del A Marano di Castenaso sorge la Pieve di San Collegio di Spagna. Nel magnifico interno Giminiano, di impianto risalente al XII secolo. barocco del santuario, si conserva l’immagine Completamente distrutta nel XVI secolo dalle miracolosa della Vergine di G. B. Bolognini truppe di Cesare Borgia, detto il Valentino, (1699). In questa chiesa Gioacchino Rossini venne ricostruita in forme neoromaniche so- nel 1822 sposò in seconde nozze il soprano lamente nel 1929, conservando il campanile Isabella Colbran. I coniugi Rossini vissero per cinquecentesco. una decina d’anni in una villa adiacente alla Chiesa, dove il Maestro compose opere come Sport e Vacanza attiva Semiramide e Guglielmo Tell. Di Villa Rossini Golf Club Casalunga resta oggi solo un caratteristico pozzetto. Le Via Cà Belfiore, 8 - 40055 Castenaso (BO) spoglie della Colbran riposano nel cimitero Tel. 051.6050164 - Fax 051.6052186 monumentale della Certosa di Bologna, assie- [email protected] me ad altri grandi della musica, da Farinelli a Il Golf Club Casalunga presenta un traccia- Ottorino Respighi. to di pianura di 9 buche, semplice, inserito in un pregevole contesto naturale: il percor- Eventi so si snoda intorno a un lago, paradiso per Festa dell’uva, mercatino dell’antiquariato numerose specie di uccelli migratori. e vendita di prodotti viticoli: settembre. Inaugurato nel 1993, tecnicamente richiede Maranofest, festa della birra: settembre. un gioco preciso e prudente. Dati tecnici: 9 buche, 3010 m, par 36 + 3 bu- GIORNO DI MERCATO: mercoledì che executive, par 3, 30 m s.l.m.

143 Budrio

Il nostro itinerario prosegue nelle “Terre di Teatro Consorziale pianura” e fa il suo ingresso a Budrio, patria Di proprietà dal 1802 del Consorzio dei dell’ocarina e città ricca di monumenti che ne Partecipanti di Budrio - da cui trae il nome testimoniano gli antichi fasti. attuale -, il “Consorziale” nacque nel XVII secolo come teatro privato di un’abitazione Sopra i segni dell’originale pianta romana e borghese, Casa Sgargi. Per tutto l’Ottocento medievale, il centro storico presenta un bel- ospitò in modo più o meno regolare spetta- l’aspetto sei-settecentesco, caratterizzato dal coli che si concentravano in occasione del tradizionale elemento del portico. Fu infatti carnevale e della fiera di S. Lorenzo. Durante negli anni tra Rinascimento e Illuminismo che la prima guerra mondiale il teatro divenne Budrio conobbe il suo massimo splendore alloggio per i militari e fu usato come depo- economico, dovuto a una tecnica avanzata di sito per i fiori di tiglio. Dal 1920 fu adibito lavorazione della canapa (pag. 101), di cui di- anche a sala cinematografica e ospitò comi- venne l’esportatore esclusivo in molti paesi zi e adunanze: qui parlarono più volte Qui- d’Europa. rico Filopanti, Andrea Costa e Aurelio Saffi. La nuova sala, realizzata tra il 1924 e il 1928, In quegli anni di prosperità, sorsero molti presenta pianta a campana, due ordini di degli insigni edifici della città, a cominciare da gallerie rette da sottili pilastrini in ghisa e Palazzo Boriani Dalla Noce, ora sede della una terza gradinata centrale. Le sobrie deco- Biblioteca comunale, che, con il Teatro, il razioni, policrome e dorate, di ispirazione Museo archeologico e la Pinacoteca “D. Inza- neoclassica sono opera del pittore Armando ghi”, costituisce un unico polo culturale. Aldrovandi. L’inaugurazione avvenne il 6 ottobre 1928 con La Gioconda di Ponchielli. Sciolta la Partecipanza, nel 1932, il teatro passò al Comune. Tuttora attivo con un ric- co cartellone di prosa, balletto, lirica e con- certi; nel 2005 ha ospitato l’esibizione dell’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado.

Teatro Consorziale archivio Provincia di Bologna

Cancello e viale di una villa padronale archivio Provincia di Bologna 144 Musei Tante altre sono le tappe obbligate, a comin- Palazzo della Partecipanza ciare dalla chiesa di San Lorenzo, restaurata Via Mentana, 32 40054 Budrio (BO) nel XVIII secolo, che conserva al suo interno Tel. 051.801220 (Biblioteca) 051.6928263 un affresco del Quattrocento e pale d’altare (Ufficio Cultura) - Fax 051.6928289 di epoca cinque-seicentesca. Davanti alla [email protected] chiesa sorge la quattrocentesca Torre dell’O- rologio. PINACOTECA CIVICA DOMENICO INZAGHI La Pinacoteca conserva opere pittoriche di Preziose tele seicentesche si conservano an- prevalente produzione emiliana dal 1300 al che nella chiesa di San Domenico, fondata 1700 (Vitale da Bologna, Dossi, Lavinia Fon- nel 1605 dalla Confraternita del SS. Rosario. tana, Passerotti, Calvaert e altri), un cospi- cuo fondo di stampe (incisioni di Dürer e dei La statua che troneggia in mezzo alla piazza Carracci) e di disegni di importanti autori del paese raffigura il figlio più illustre di Bu- (Guercino, Bigari e Creti). drio, Quirico Filopanti: patriota, politico, do- cente universitario, inventore e astronomo. MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E PALEOAMBIENTALE Personaggi e Cultura Il Museo espone i reperti archeologici Quirico Filopanti emersi all’interno delle maglie della centu- Giuseppe Barilli nacque a Budrio nel 1812. riazione romana, risalenti al Paleolitico (da Per amore dell’antichità classica nel 1837 tre villaggi ad economia prevalentemente cambiò il nome in Quirico Filopanti. agricolo-pastorale del XIII secolo a.C.), Personalità poliedrica e a tratti geniale, Filo- all’età del Ferro (dalla necropoli e dall’inse- panti è noto per l’invenzione dei fusi orari, diamento villanoviano di Castenaso), ed in- da lui chiamati “giorni longitudinali”, che fine al periodo romano: frammenti di cera- illustrò per la prima volta nel 1858 a Londra, mica da mensa e da cucina e di grandi con- dove era esule a causa della sua adesione tenitori per cereali, olio, vino. alla Repubblica romana del 1849. Docente di Meccanica Applicata all’Università di Bo- Apertura: domenica ore 15.30-18.30 e su logna, non ottenne mai una cattedra a cau- appuntamento; la prima domenica del mese sa del suo rifiuto di giurare fedeltà alla co- ore 10.00-12.30. rona. Deputato al Parlamento per il Partito Biglietto: intero euro 3, cumulativo per il Repubblicano fino al 1892, Filopanti è ricor- Museo Archeologico e Paleoambientale e la dato anche per il suo genio estroso e visio- Pinacoteca Inzaghi, ridotto euro 1.50 dai 14 ai nario, che lo portò a progettare strumenti 18 anni e per gli studenti universitari con tes- che avrebbero dovuto mitigare la fatica dei serino, gratuito fino ai 14 anni e per gli ultra- lavoratori (un sistema di aratura a vapore, sessantenni, cumulativo per i Musei di Bu- acquedotti per la bonifica della pianura, drio euro 5,50. ecc.), nessuno dei quali tuttavia fu mai rea- lizzato. Morì povero a Bologna nel 1894. Musei MUSEO DELLA VALLE DELL’IDICE Tel. 051.692 8306/8322 - fax 051.6928289 [email protected] Collocato in un ex edificio scolastico realiz- zato in stile neorinascimentale nel 1922, il museo concentra la sua attenzione sui luo- ghi e sui protagonisti (singoli e collettivi) delle trasformazioni epocali che hanno interessato il territorio della Valle dell’Idice. Le iniziative del Museo riguardano mostre temporanee, di volta in volta dedicate alle principali innovazioni del Novecento e alle dinamiche sociali ed economiche che nel territorio le hanno accompagnate: dai mezzi di comunicazione di massa, in particolare la radio, a quelli di trasporto, dal motorino- bicicletta fino allo scooter. Ingresso della Pinacoteca archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 145 Una visita a Budrio non sarebbe completa sen- za aver comprato un esemplare dello strumen- to musicale inventato proprio qui: l’ocarina. Musei L’ocarina è uno strumento musicale popo- lare a fiato di terracotta, prodotto in diver- se dimensioni, in grado di comporre un con- Ocarina certo di diverse tonalità. Questo strumento archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza fu inventato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853 e per tutto il XIX secolo conobbe Musei un grande successo, anche internazionale, Le collezioni Zanella-Pasqualini, Liliana tanto che cominciò ad essere fabbricato Perani e Cervellati-Menarini riuniscono persino a Parigi e a Londra. Concerti del ben 1.200 oggetti raccolti in oltre venti anni primo gruppo ocarinistico budriese si ten- di appassionata ricerca sul teatro di anima- nero al cospetto degli Zar e al Moulin Rou- zione italiano ed asiatico: testimonianze ge. Oggi l’ocarina è protagonista di un festi- dell’importante tradizione regionale, una val biennale, che raduna artisti e appassio- ricca raccolta di marionette, alcune delle nati da tutto il mondo. quali hanno dignità d’opera d’arte, pupi sici- Il museo dell’ocarina, davvero unico al liani del primo Novecento e un antico e mondo, illustra l’evoluzione di questo parti- rarissimo pupo napoletano. colare strumento musicale, le sue tecniche MUSEO DEI BURATTINI di costruzione, i repertori musicali tradizio- Via Garibaldi, 29 - 40054 Budrio (BO) nali, attraverso gli esemplari presenti e un tel. 051.8028263 (Biblioteca) 051.6928263 ricco apparato documentario, bibliografico (Ufficio Cultura) - Fax 051-6928289 e sonoro. [email protected] MUSEO DELL’OCARINA E DEGLI Apertura: domenica 15.30-18.30; la prima STRUMENTI MUSICALI IN TERRACOTTA domenica del mese anche 10.00-12.30. Via Garibaldi, 35 - 40054 Budrio (BO) Da ottobre a giugno sono possibili ulteriori Tel. 051.801220 (Biblioteca) 051.6928263 aperture su appuntamento. (Ufficio Cultura) - Fax 051.6928289 Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1.50 dai [email protected] 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari Apertura: domenica 15.30-18.30; la prima con tesserino, gratuito fino ai 14 anni e gli domenica del mese 10.00-12.30. ultrasessantenni, cumulativo per i Musei di Biglietto: intero euro 3, ridotto euro 1.50 dai Budrio euro 5.50. 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari con tesserino, gratuito per i ragazzi fino ai 14 anni e gli ultrasessantenni, cumulativo per i Musei di Budrio euro 5,50.

Museo dei burattini archivio Provincia di Bologna Vanes Cavazza

146 Girovagando nei dintorni, a 1 km dal centro, si coli XVI e XVIII le loro superbe residenze di incontra la chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, campagna. “Vera sintesi di tutta la civiltà delle una delle pievi più antiche del Bolognese. ville del Bolognese”, Bagnarola trova il suo ele- L’attuale forma architettonica dell’esterno è mento più sensazionale nel complesso dei frutto del bel rifacimento settecentesco, Malvezzi-Campeggi, definito la “Versailles mentre a testimonianza della sua origine alto- bolognese”. Costituito dalle ville dell’Aurelio e medievale rimangono alcune epigrafi romane del Floriano, presenta una pianta a ferro di e longobarde (secoli V-VIII) e soprattutto la cavallo con ampio e lungo porticato in cui si “chiesa sommersa”, oggi accessibile solo nella svolgeva una grande fiera. Accanto si trova parte absidale. Da notare anche la croce caro- Palazzo Odorici, chiamato palazzo di Sopra, a lingia e il fonte battesimale ricavato da un cui corrisponde, a nord, il palazzo di Sotto, capitello di epoca tardo-romana, oltre a opere cinquecentesca villa che il Conte Ferdinando del Gandolfi e di scuola reniana. Nella chiesa Ranuzzi-Cospi trasformò nel XVIII secolo, dan- di Vedrana, 5 km a nord-est del capoluogo, si dole l’aspetto attuale con lo splendido loggia- segnalano invece gli affreschi del Guardassoni. to a tre archi. Ai lati, sulla stessa linea, sorgono due edifici rustici porticati. Due eleganti e Nella frazione di Mezzolara, si segnala la set- identici prospetti di chiese chiudono la sceno- tecentesca Villa Rusconi, che sorge in posi- grafia: la prima è una vera cappella dedicata zione appartata in mezzo a un antico e rigo- all’Assunta, mentre la seconda nasconde una glioso parco ricco di rare specie botaniche. grande “neviera” utilizzata come dispensa sot- Interessante dal punto di vista naturalistico è terranea. Villa Ranuzzi-Cospi è oggi sede della anche la Valle Benni, un tempo bacino di ri- rinata Accademia letteraria dei Notturni. Le serva dell’acqua per le risaie e oggi oasi di ville di Bagnarola sono visitabili solo esterna- protezione della flora e di ripopolamento e mente o in occasione di eventi. sosta per le specie migranti.

Infine una gemma che da sola vale una visita. Eventi “Luogo ameno che supera in vaghezza ogni Carnevale, a Budrio, Vedrana e Mezzolara altro”, la piccola frazione di Bagnarola fu scel- Primaveranda, mostre, spettacoli, mercati e ta da alcune delle più prestigiose famiglie del- manifestazioni sportive: tra aprile e maggio. l’aristocrazia bolognese per innalzare tra i se- AGRIBU, manifestazione agricola e alimen- tare con mercatini della salute che espon- gono prodotti naturali e biologici: tra set- tembre e ottobre. Festa dello Sport: ottobre Festival internazionale dell’ocarina: evento biennale (primavera anni dispari)

Mezzolara Fiera della cipolla: fine settembre.

GIORNO DI MERCATO: martedì Ville di Bagnarola - archivio Regione Emilia-Romagna

147 Molinella

Torre di Santo Stefano Molinella è un paese da sempre conteso tra archivio Provincia di Bologna terra e acque. L’acqua qui non ha condiziona- to solo la geografia del territorio, ma anche l’economia e la cultura. Il nome stesso del paese deriva dai molti mulini che sorgevano lungo l’antico corso dell’Idice, che sembra potessero macinare sia quando l’acqua scen- deva verso il Po di Primaro, sia quando risaliva a causa delle sue piene.

Anche l’agricoltura di queste terre ha come protagonista un cereale legato all’acqua: il riso. Considerato un alimento eccitante e portatore di malaria, il riso fu per secoli ban- Cartografia della Bonifica Renana dito dallo Stato della Chiesa e lo si iniziò a archivio Provincia di Bologna coltivare intensivamente solo dopo le siste- mazioni idrauliche sette-ottocentesche. Dal punto di vista storico Molinella reca inte- ressanti tracce del passato guerriero della pia- Queste trasformazioni si intrecciarono a Mo- nura. Situata nel centro del paese, la bella linella con la storia del movimento braccian- Torre di S. Stefano è quanto resta dell’antico tile e socialista. Qui nacque Giuseppe Massa- castello costruito dai Bolognesi per difendere renti, l’uomo che dalle lotte sindacali passò i confini verso Ferrara. Il suo aspetto attuale si alla creazione delle prime cooperative di pro- deve a una ricostruzione del 1404, dopo che duzione e lavoro e di consumo della regione. Alberto V d’Este, alleato di Gian Galeazzo Vi-

148 Personaggi e Cultura l’impegno locale a favore dei braccianti e Giuseppe Massarenti delle mondine molinellesi. Nel 1896 creò la Indirizzato dallo zio farmacista agli studi uni- cooperativa di consumo di Molinella, una versitari, a Bologna Giuseppe Massarenti delle prime in Emilia Romagna, che negli anni entrò in contatto con alcuni successivi funzionò come degli esponenti del movi- fondamentale supporto eco- mento radicale e socialista nomico dei lavoratori agricoli emiliano - romagnolo, An- scesi in sciopero. Costretto drea Costa in testa. La difesa all’esilio in Svizzera e a San dei diritti dei ceti rurali più Marino, destituito da sindaco, deboli colpiti dalla crisi agra- Massarenti non cessò mai il ria e dalla trasformazione in suo impegno per i lavoratori, senso capitalista dei rappor- per cui si guadagnò la fama di ti sociali nelle campagne, lo “apostolo della cooperazio- spinse a fondare nel 1892 la ne”. Nel dopoguerra, eletto sezione molinellese dell’ap- nuovamente sindaco di Moli- pena nato Partito dei lavora- nella, fu fatto oggetto di at- tori italiani. Nello stesso an- tacchi da parte dei fascisti, no fondò la Lega di resisten- tanto che fu costretto a la- za, organismo di lotta dei sciare nuovamente il suo pae- braccianti della Bassa. Eletto nel consiglio se per raggiungere Roma. Nella capitale, comunale nel 1895 e più tardi deputato pro- Massarenti venne arrestato nel 1926 e inviato vinciale e sindaco di Molinella, contribuì al confino per oltre sette anni. Nel 1937 all’elezione in Parlamento di Bissolati, Podrec- venne nuovamente arrestato e rinchiuso in ca e Modigliani, tutti presentatisi nel collegio un ospedale psichiatrico romano. Al termine elettorale di Budrio-Molinella. All'attività della guerra poté finalmente far ritorno a politica nazionale, Massarenti preferì sempre Molinella, dove morì nel maggio del 1950.

Storia e Cultura sconti, l’aveva distrutta insieme al castello nel Le mondine 1390. Trasformata in campanile a metà del XVI La parola “mondina” risveglia nell’immagina- secolo, presenta oggi al posto dei merli un biz- rio collettivo un mondo fatto di lavoro, pas- zarro coronamento sormontato da un torrino sioni e canzoni, reso immortale dalla pellico- con quattro archi che fungeva da cella campa- la di Giuseppe De Santis Riso Amaro, con naria. Da ricordare è anche la Battaglia della Silvana Mangano e Vittorio Gassman. I cele- Riccardina del 25 luglio 1467, primo caso nella bri cori delle mondine, detti “cantoni”, non storia di uso massiccio delle armi da fuoco. erano solo canti di allegria, ma anche il modo per levare voci di protesta. A Molinella nel Lasciato il capoluogo, meritano una visita 1883 si organizzò il primo sciopero d’Italia alcune frazioni. Una sosta è d’obbligo a Selva delle risaiole. Da allora questi luoghi furono Malvezzi, vero e proprio complesso feudale l’epicentro di grandi e ripetute agitazioni, che quattrocentesco dell’omonima potente fami- arrivarono a coinvolgere anche mille mondi- glia nobiliare. Rimaneggiato nel XVII secolo, ne. Questi prolungati e durissimi scontri per l’insieme del borgo ha comunque conservato la riduzione dell’orario di lavoro si concluse- l’aspetto originario. Notevoli il seicentesco pa- ro nel 1912 con la conquista della giornata lazzo padronale, con lo scalone a doppia ram- lavorativa di otto ore. Altro momento signifi- pa che consentiva l’accesso diversificato a per- cativo di lotta avvenne durante il Fascismo: sone e animali, e il palazzo del Governatore fra il 12 e il 20 giugno 1944 le mondine di con la splendida facciata arricchita dall’orolo- Molinella, Medicina, Galliera, Bentivoglio, S. gio e dalla campana. Pietro in Casale, Malabergo, Baricella, Minerbio e San Giovanni in Persiceto aderiro- San Martino in Argine, già documentata no allo sciopero indetto dalle organizzazioni prima del Mille in relazione ai traffici fluviali, sindacali clandestine. A sessant’anni dal fu saccheggiata nel 1390 dalle truppe di Gian primo sciopero, oggetto della rivendicazione Galeazzo Visconti. Notevole è Villa Ghisleri, erano ancora un chilo di riso, una minestra del XV secolo, ristrutturata nell’attuale aspet- calda a mezzogiorno e un copertone nuovo to da Giuseppe Grabinski, ufficiale di Napo- per bicicletta. leone.

149 A San Pietro Capofiume è presente uno dei Per chiudere, alcune curiosità gastronomiche. più importanti Centri di Studi Metereologici Qui nacque nel XVIII secolo la deliziosa torta del Nord Italia. Qui venne rilevata la tempera- di tagliatelle, mentre dal riso si ricava il più tura record del 1985, la più bassa mai registra- classico dei dolci bolognesi: la torta di riso. ta nella pianura padana: -29°c. Non lontano, in Tipico della zona è anche il condimento località Alberino, nel 1865 nacque Severino Balsamico bianco, che si ottiene dalla combi- Ferrari, raffinato poeta e studioso di letteratu- nazione di aceto di vino e mosto di uve bian- ra, amico fraterno del Pascoli e allievo predi- che di Trebbiano, variante del più noto Aceto letto del Carducci, che lo ricorda anche nei Balsamico modenese. suoi versi. Eventi Le zone umide, che ancora oggi sopravvivono Carnevale dei bambini: tra febbraio e marzo. a testimonianza della grande Padusa, offrono Fiera di Molinella: tra giugno e luglio. agli appassionati di osservazioni naturalistiche Colli e Valli, cicloraduno a cura del e birdwatching un vero e proprio paradiso Mountain Bike Club Molinella: ottobre. popolato di migliaia di esemplari di uccelli acquatici. San Pietro Capodifiume Sagra di San Pietro: giugno. Natura La Vallazza è un’area di 85 ettari di proprie- San Martino in Argine tà della Cooperativa “G. Massarenti”, situata Festa di San Luigi: luglio. sulla strada che da Molinella conduce a Selva Malvezzi. Entro un perimetro delimi- Marmorta tato dai pioppi, un fitto intrico di canne Sagra di San Vittore: inizio agosto. palustri cinge un vasto specchio d’acqua, su cui galleggiano numerose varietà di ninfee. È GIORNO DI MERCATO: giovedì l’habitat ideale per rane e tartarughe, bisce e altri rettili acquatici. Qui nidificano abi- tualmente folaghe, svassi e diverse specie di Storia e Cultura anatre e non è raro imbattersi in qualche La Piantata padana maestoso esemplare di airone cinerino. Ancora ben visibile nelle fotografie aeree Anche i vecchi “maceri” per la canapa costi- della Royal Air Force del 1944, la piantata tuiscono un sistema biologico di insospet- padana per secoli ha segnato il volto delle tabile ricchezza, contraddistinto dalla pre- campagne bolognesi. Si tratta di un tipo di senza di querce, salici, canneti e di fiori cam- coltivazione promiscua in cui campi lunghi e pestri. stretti di seminativi si alternano a filari di vite sorretti da alberi (tutori). I tutori nell’an- La Valle di Marmorta ci conduce invece tichità erano di arbustum gallicum, diffuso all’interno del Parco Regionale del Delta del in pianura dai Romani, che a loro volta Po. Seguendo le indicazioni per Argenta, si appresero dai Galli la pratica della piantata, giunge all’Oasi delle valli di Argenta, ormai peraltro già nota agli Etruschi. In età moder- in territorio ferrarese. Queste zone umide si na la piantata fu particolarmente congenia- estendono per 1600 ettari e sono costituite le alle esigenze dell’agricoltura mezzadrile, dalle casse di espansione di Bassarone, che, oltre alle colture industriali in cui era Campotto e Valle Santa. Sono quanto resta specializzata (canapa e seta), doveva fornire delle grandi aree vallive che sorgevano qui a ciascun podere i prodotti per la sussisten- ad accogliere le piene di Idice, Quaderna, za della grande famiglia contadina. I tutori Sillaro e Reno. allora erano l’olmo e l’acero campestre, oltre a salici e gelsi: gli alberi tipici della pianura.

Per chi ama andare a spasso nel cielo, a Moli- nella si segnala il più grande centro di paracadu- tismo d’Italia, presso cui sono anche attivi corsi e servizi di noleggio di ultraleggeri e alianti.

Raro esempio di “vite maritata” archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato 150 Malalbergo

Antico porto fluviale sul Canale Navile, Ma- Se l’Asparago Verde di Altedo è tutelato da un lalbergo non conserva molto degli antichi marchio europeo, il tortellino è il signore rive- edifici, per lo più distrutti nel corso dell’ulti- rito della cucina bolognese e Malalbergo se ma guerra mondiale. Eccezione fanno palazzo ne fa ambasciatore in occasione della Sagra Marescalchi, sede della Biblioteca, e il Caser- del Tortellino nel mese di giugno. mone, un tempo sede del dazio e poi della Gendarmeria, fortemente rimaneggiato. Enogastronomia Il tortellino Una pista ciclabile di 14 km collega Malal- Il più classico e imitato tra i primi piatti della bergo ad Altedo, capitale mondiale dell’aspa- tradizione gastronomica bolognese è senza rago verde. Nel mese di maggio la frazione dubbio il tortellino. Inventato dal cuoco diventa ricettacolo di artisti dei fornelli e dell’antipapa Alessandro V, l’ombelico di laboratorio di ingegneri del gusto, protagoni- Venere è fatto di una sfoglia sottilissima di sti della sagra dedicata all’asparago. pasta all’uovo tirata a mano, che racchiude un ripieno a base di lombo di maiale, pro- Enogastronomia sciutto, vera mortadella di Bologna, uova e L’Asparago Verde di Altedo ha una lontana noce moscata, secondo quanto impone la e consolidata tradizione che risale agli anni ricetta depositata in Camera di Commercio Venti del Novecento. Dopo la seconda il 7 dicembre 1974 dalla delegazione bolo- guerra mondiale l’asparagocoltura ha ripre- gnese dell’Accademia italiana della cucina so a diffondersi e la nascita sul territorio di insieme con la Dotta Confraternita del importanti realtà cooperative ha saputo Tortellino. Perché da queste parti mangiare infondere un maggior slancio alla produzio- è una cosa seria. Tradizione poi vuole che i ne e alla commercializzazione di questo tortellini vengano rigorosamente cotti e ser- prodotto, contribuendo all’ottenimento nel viti in brodo di carne. Se proprio si sente 2003 del marchio I.G.P. L’Asparago Verde di l’esigenza di trasgredire al brodo, che ciò Altedo è coltivato nei comuni di Anzola almeno non avvenga per la cottura. Ma di dell’Emilia, Argelato, Bologna, Budrio, Bari- questi rischi nelle trattorie della provincia cella, Bentivoglio, Calderara di Reno, Creval- non se ne corrono ancora. core, Castello d’Argile, Castenaso, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Castel Guelfo, Dozza, Galliera, Granarolo dell’Emilia, Imola, Malalbergo, Medicina, Minerbio, Molinella, Mordano, Ozzano, Pieve di Cento, Sala Bo- lognese, San Giovanni in Persiceto, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Sant’Agata Bolognese, San Lazzaro di Savena e in parte della provincia di Ferrara.

Tortellini di Bologna archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila

Asparagi Verdi IGP di Altedo archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - Luigi Riccioni 151 Canale Riolo archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci Natura Oasi La Comune e La Valle Per gli amanti della natura si segnalano le zone Il paesaggio che incontriamo nelle valli è umide delle tenute La Comune e La Valle, molto simile a quello dei boschi planiziari dove nidificano diverse specie di uccelli ac- dell’antica pianura padana. Piccole paludi, quatici, come aironi, cavalieri d’Italia e cicogne più o meno profonde, occupate da canneti nere. In questi ambienti, ricchi di boschi idrofi- si alternano a strisce di terreno asciutto li, si possono ammirare di nuovo piante e ani- dove crescono pioppi, salici, olmi e farnie. mali, la cui scomparsa aveva coinciso con Inoltre, nella vasca retrostante la casa del quella delle vecchie valli, a cui era legata la guardiano presso la Valle La Comune, cre- coltivazione del riso e quella di un’erba palu- scono i fior di loto, assai rari nel territorio stre chiamata localmente “erba sala”, da cui si bolognese. Fra le canne e gli alberi di que- otteneva un materiale molto usato nell'artigia- sta valle nidificano gli aironi cinerini. Gli nato locale, adatto per impagliare le sedie o “abitanti” delle valli sono numerosissimi: avvolgere fiaschi. ricordiamo, tra le tantissime specie di uccelli, il germano reale, la marzaiola, il martin pescatore, l’airone bianco, il cavalie- re d’Italia, la cicogna, il gufo, la civetta, il falco di palude. Da pochi anni c’è stato un gradito ritorno: le “spatole”, uccelli simili alle cicogne, con un caratteristico becco a forma di spatola (da cui prendono il nome), che mancavano da ben trecento anni. La Valle La Comune ospita per alcuni giorni all’anno una cicogna nera che viene qui a riposarsi e a rifocillarsi durante il suo perio- do di migrazione. Il Comune di Malalbergo organizza una Via Tombe serie di visite guidate che consentono, a archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci chiunque lo voglia, di osservare, conoscere e apprezzare queste zone umide.

Eventi Sagra del Tortellino: primi due week end di giugno. Birra sotto le stelle: fine giugno, inizio luglio. Serate sul Navile: primi due week end di settembre.

Altedo Sagra dell’Asparago Verde di Altedo: maggio (3a e 4a settimana). La Valle archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci GIORNO DI MERCATO: sabato nel capo- luogo e ad Altedo

152 Baricella

Chiusa di Gandazzolo I primi documenti che attestano l’esistenza di archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni Baricella risalgono alla prima metà del XV secolo. Il suo nome deriva dai “bargelli”, uffi- Nella frazione di Boschi si trova S. Maria Lau- ciali incaricati dei servizi di polizia e di control- rentana, con all’interno una bellissima Madonna lo fiscale presso l’antico corso del fiume Sa- lignea vestita di abiti in tessuto risalente all’epo- vena, un tempo crocevia dei traffici con il con- ca della prima costruzione seicentesca, sostitui- finante territorio ferrarese. ta nel XIX secolo dall’attuale edificio.

Da vedere è la settecentesca S. Maria di Bari- Nei pressi della località di San Gabriele, merita cella, che affonda le sue origini nel XVI seco- una segnalazione la chiesa di S. Maria del Cor- lo. All’interno si segnala un pregevole crocifis- niolo consacrata nel 1530, come ricorda la lapi- so ligneo del primo Seicento, che, ritenuto mi- de custodita nell’abside. La pala d’altare raffigu- racoloso dai fedeli, in caso di calamità veniva rante l’Assunta, più volte rimaneggiata, risale ai esposto o portato in processione. primi anni del ‘500. Delle decorazioni cinque- centesche sopravvivono i due affreschi della All’estremità orientale del paese, l’oratorio di controfacciata, oltre a un interessantissimo San Marco è una bella costruzione in mattoni frammento con motivi floreali e antropomorfi, con decorazioni neomedievali in cotto e l’in- per il quale si ipotizza un intervento diretto di terno interamente decorato da affreschi che Amico Aspertini (pag. 155) che negli stessi anni celebrano la figura del Cav. Zucchini (le cui operava alla decorazione della Rocca Isolani di ceneri qui riposano dal 1905), protagonista Minerbio. della modernizzazione dell’agricoltura di que- ste terre.

153 Merita una visita anche l’Oasi di riequilibrio Natura ecologico di Baricella, realizzata dal Comune Oasi di Baricella su terreni del Reale Collegio di Spagna, dove si Passeggiando per le campagne di Baricella, organizzano attività di educazione ambientale. in via Bocche si può notare un repentino Oltre a numerose specie di uccelli, nell’area è cambio di paesaggio che rompe la piatta possibile osservare anche la rara testuggine pa- monotonia della pianura. Si tratta dell’Area lustre. di riequilibrio ecologico di Baricella: ampi prati inframmezzati da macchie alberate, giovani filari e siepi. Nel pannello posto all’entrata si possono trovare alcune indica- zioni sulla nascita dell’area e informazioni utili per visitarla. All’interno, seguendo il percorso di visita segnalato, il visitatore viene accompagnato ad osservare le due raccolte d'acqua, zone umide costituite da un prato allagato e da un bacino con acque più profonde. Sostando all’interno delle due torrette di avvistamento si può restare in attesa dell’avvicinarsi di uccelli acquatici, ma anche seguire il volo acrobatico delle libellule o assistere al corteggiamento dei rospi smeraldini. Periodicamente si organiz- zano visite guidate. Info e prenotazioni: Comune di Baricella.

Oasi di Baricella archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Oratorio San Marco archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Eventi GIORNO DI MERCATO: venerdì nel capo- Fire di Sdazz: 3a domenica e lunedì luogo e lunedì a San Gabriele di ottobre.

154 Minerbio

Ricordato negli antichi documenti come Sel- conquista di Bologna, decisero di costruire va Minervese, si ipotizza che il nome di Mi- una dimora che rispondesse a esigenze nerbio risalga al periodo romano e in partico- essenzialmente difensive. Distrutta nel 1527 lare al culto religioso dedicato alla dea Mi- in seguito al passaggio dei Lanzichenecchi nerva. La presenza romana in queste zone è che marciavano su Roma, la Rocca fu rico- del resto confermata dalle numerose tracce struita a metà del ‘500 come dimora signori- della centuriazione (pag. 104) ancora oggi ben le, abbandonando tutti i caratteri militari leggibili. Per la fondazione ufficiale bisogna che caratterizzavano la prima costruzione. attendere il 1231, quando il Podestà di Bologna Testimonianza della più grande arte decora- dona Minerbio a centocinquanta famiglie tiva del XVI secolo, la Rocca vanta al suo mantovane con l’obbligo di risiedervi e di bo- interno uno straordinario ciclo di affreschi, nificare il territorio dalle abbondanti paludi. opera del più originale pittore del suo tem- po: Amico Aspertini. Ancora oggi il paese si snoda attorno al vec- chio borgo medievale e al complesso della Personaggi e Cultura Rocca Isolani, capolavoro dell’architettura Amico Aspertini nasce a Bologna tra il 1474 bolognese del XVI secolo, visitabile solo in e il 1475. Pittore originale e coltissimo, in occasione di eventi. anni per Bologna di appiattimento estetico su canoni perugino-raffaelleschi, l’Aspertini mantenne una personalità artistica autono- ma e “alla maniera di nissuno mai volle sog- gettarsi”. Dopo avere lavorato a Roma per papa Alessandro VI, nel 1506 realizza con il Francia e il Costa gli affreschi di Santa Ce- cilia a Bologna, e successivamente quelli di San Frediano a Lucca. Capolavoro degli anni della maturità sono le decorazioni di tre sale della Rocca Isolani di Minerbio. I carto- ni preparatori dell’opera sono oggi conser- vati al British Museum di Londra. Gli affre- schi della Sala dell’Astronomia, in particola- re, rappresentano con le loro aperture illu- sionistiche la premessa più significativa e organica di quel gusto per le architetture dipinte, che tanta fortuna avrà a Bologna a partire dalla seconda metà del Cinque- Portici del centro storico cento. Importanti opere di Amico Aspertini archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato si conservano anche nella Pinacoteca Na- zionale di Bologna e nelle chiese di San L’edificazione della Rocca risale al 1403 quan- Petronio e di San Martino, dove il pittore do gli Isolani, investiti del feudo di Minerbio venne sepolto il 19 novembre 1552. da parte dei Visconti per l’aiuto fornito nella

155 La pianta rettangolare, lo spazioso cortile in- terno, le torri difensive ai quattro angoli del- l’edificio e il fossato che lo circonda sottoli- neano comunque i caratteri al tempo stesso di difesa e di dimora che il castello, ora di proprietà privata, doveva possedere. Il lungo portico che introduce al parco del castello fu costruito nel 1684 per ospitare un’impor- tante fiera annuale, che ancora oggi conti- nua ad attirare visitatori nel primo fine setti- mana di ottobre. Palazzo Nuovo archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato

Accanto alla Rocca sorge il cosiddetto “Pa- lazzo Nuovo”, opera della metà del Cinque- cento dell’architetto Bartolomeo Triachini, che in facciata presenta il motivo della loggia, che diventerà ricorrente nelle ville bolognesi dell’epoca. L’ampio cortile che fa da cornice al complesso ospita l’elegantissima mole della torre Colombaia, attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola. Risalente al 1536, la sua strut- tura a pianta ottagona internamente presenta una scala lignea elicoidale e un complicato sistema di cellette studiato per accogliere ol- tre 3.000 nidi.

Da vedere è anche la chiesa di San Giovanni Battista, sulla via principale del paese. Tra le più belle del contado, la chiesa fu costruita nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Carlo Francesco Dotti. Al suo interno sono conservate alcune importanti opere tra cui un’Addolorata di scuola reniana, oggetto di particolare devozione popolare, che tradizio- ne vuole abbia in più occasioni girato gli occhi verso i fedeli. Degno di nota è il gruppo scul- toreo della Gloria di Giuseppe Mazza, carat- Castello e portico di San Martino in Soverzano teristico esempio dello stile del pieno baroc- archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato co bolognese. Eventi Sulla strada verso Budrio, di particolare inte- Carnevale notturno: 3° sabato di giugno. resse è la Pieve di San Giovanni in Triario, La dolce fiera: 3a domenica di giugno. probabilmente risalente all’ XI secolo, che an- Sagra della tagliatella e festival bandisti- cora conserva l’antichissima vasca battesima- co: 1° week end di luglio. le, oltre a tele attribuite a Daniele da Volterra. Sagra Settembrina: 3° week end di settem- La chiesa ospita il Museo della Religiosità bre. Popolare. La Pieve fa anche da sfondo al ro- Festa del ringraziamento: 2a domenica di manzo della giallista bolognese Danila Coma- novembre. stri Montanari dal titolo La campana dell’arci- prete, saga contadina con delitto ambientata San Giovanni in Triario nel 1824 ai tempi della Restaurazione pontifi- Festa campestre: lunedì di Pasqua. cia dopo la sconfitta del sogno napoleonico. A San Martino in Soverzano sorge il Castel- San Martino in Soverzano lo, costruito nel 1411 dal cavaliere bolognese Fiera di San Martino: 1° week end di ottobre. Bartolomeo Manzoli. L’antica costruzione, risalente al XIV secolo, è stata fortemente GIORNO DI MERCATO: mercoledì rimaneggiata nell’Ottocento.

156 Granarolo dell’Emilia

Granarolo dell’Emilia nasce come borgo agri- Anche nei dintorni sono fiorite nel corso del colo alle porte di Bologna e per secoli è stato XVIII secolo numerose ville di notevole inte- vero e proprio granaio della città. Le perdu- resse architettonico, tra cui si segnalano Villa ranti tracce della centuriazione romana (pag. Amelia, in località Fibbia, con sale decorate 104) sono ancora oggi la testimonianza più da tempere del XVII secolo e nota per la “con- evidente della vocazione agricola del territo- serva”, e Villa Mareschi, in località Lovoleto, rio, frequentato fin dall’antichità in virtù della caratterizzata dal doppio filare di querce sua collocazione sulla via di transito per il secolari, lungo circa 1 Km, che orna il principa- Ferrarese e il porto di Spina. le viale d’accesso alla villa.

Tradizione vuole che qui abbia avuto origine Gli attuali edifici delle cinque chiese parroc- la stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bologna chiali, una per ogni frazione del Comune, risal- tra il ‘400 e il ‘500. Si narra che il capostipite gono ai secoli XVIII-XIX. Forse la più notevole della nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4 per stile e affreschi è la chiesa di San Maman- maggio del 1252, dall’unione di una bella con- te a Lovoleto. Oltre alle chiese, il territorio è tadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigio- caratterizzato dai tipici oratori di campagna. I niero dei Bolognesi. più importanti sono nel capoluogo, a Lovole- to e a Cadriano. A Granarolo è da vedere la chiesa di San Vitale, ricostruita nel 1682, che conserva un San Girolamo attribuito al Guercino. Vicino alla chiesa si trova la residenza di campagna (recentemente ricostruita) dell’esploratore ra- vennate Pellegrino Matteucci, il primo ad attraversare il continente africano dal Mar Rosso al Golfo di Guinea. Sempre nel capo- luogo, Villa Bassi, detta del Marchesino, at- tualmente ospita eventi.

Oratorio Santa Croce archivio Comune di Granarolo dell’Emilia

Eventi Verdevolo, mercati con prodotti biologici e stand agricoli: fine maggio. Quarto di Luna, sfilata di carri allegorici e fiera: 1° week end di giugno. Granarolo in Festa: 2a domenica di ottobre.

Viadagola Tramonto sulla campagna di Granarolo Sagra di Viadagola: 2a settimana di giugno. archivio Comune di Granarolo dell’Emilia Lovoleto Sagra di Lovoleto: tra agosto e settembre.

Cadriano Sagra di Cadriano: 3a domenica di settembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

157 Le Valli Imolesi il circondario imolese

158 UNO SGUARDO SURREALE, COME IN UN FILM MA NON TROPPO “Esterno-Notte: Il campanile di Santa Maria “Abito in Valsellustra, dove c’ho passato an- in Regola illuminato di giallo caldo, da sot- che l'infanzia, che è quella che fa cari i luoghi to, entrando dal “passaggio segreto” di via oltre che gli accadimenti. Siamo in territorio Emilia. Come quando i ladri nascondono i di Romagna, ma il confine con l’Emilia è a diamanti nel posto più ovvio, sotto gli occhi pochi passi e su in alto c’è la Toscana con il di tutti. Soggettiva, con la camera a spalla. suo Appennino. Questo mi ha subito allonta- Panoramica a destra “amava Imola”. Piano nato da eccessivi campanilismi. sequenza lento: osteria dei tre scalini. L’agglomerato di case in cui abito è talmente Ancora: Piazza Codronchi (dove il PCI chiu- piccolo che quando ci passo davanti in mac- deva le campagne elettorali negli anni ses- china con gli amici e dico: “Abito qui”, tutti santa). Avanti: via Babinotto, dove c’erano i rispondono: “Dove?” Io devo aggiungere: “Eh, bordelli fino al ‘57, il regno della Ferrarese, se non guardi subito finisce”. La Valsellustra è che era l'attrazione della nuova quindicina. vera campagna in campagna, con i rumori No, non fermarti, continua: l’osteria del naturali che risvegliano l’anima, in città invece Vicolo Nuovo. Qui. Fermo immagine... No, i rumori parlano direttamente al nostro siste- troppo cittadino, in fondo qui una volta era ma nervoso. È una tranquilla vallata che non tutta campagna... Ok, camera car: via Mon- necessita di semafori, né di stop, rotonde e tanara. Il rosa delle colline con un liscio di forse nemmeno vigili. Anche quando non so- Castellina-Pasi... No. Banale, ma io questo no a casa, e succede spesso, sapere che esiste pezzo lo devo piazzare... Vabbè. un posto così, mi fa stare bene. Guardo gli Esterno giorno: il Ponte degli Alidosi, una animali e li frequento nel loro habitat natura- foglia cade nell’acqua, la camera scende il le, sono più autonomi di quelli che vivono in Santerno. Passa le cascatelle di Brega, scen- spazi angusti e cerco di imparare da loro”. de sempre più veloce e arriva all’autodromo in un giorno di vittoria della Ferrari... No. Poi Davide Dalfiume, c’è polemica perché non c’è più il Gran attore comico, ha debuttato allo Zelig di Milano Premio... Ecco. Ci sono: immagine da un pal- lone, ci si alza piano: la Rocca. L’ospedale Vecchio, su ancora. La Piazza senza monu- mento e da cento metri di altezza la città appare come nella Mappa di Leonardo. Musica di pianoforte di Bartok. Sì. Ci sono! Voce fuori campo: Imola era la sua città, e lo sarebbe sempre stata”.

Claudio Caprara, giornalista e scrittore, direttore responsabile di Nessuno TV Fiume Santerno - archivio Comune di Borgo Tossignano

Il nostro itinerario fa il suo ingresso in Roma- raduccio. Nei pressi di Borgo Tossignano si gna, dove si apre un universo di sapori, accen- incontra il tratto forse più spettacolare del- ti e calore umano, che fa di questa terra una l’intera vallata, qui attraversata dalla più gran- delle più ospitali d’Italia. de Vena del Gesso d’Europa, oggi protetta da un Parco Regionale. Oltre la Vena, le aree col- I Fiumi tivate a frutteto e vigneto si alternano alle Conosciuto presso i Romani col nome di aspre geometrie dei calanchi. Giunto a Imola, “Piccolo Reno”, il Santerno nasce sul versan- il Santerno fa il suo ingresso in pianura, dove te nord del crinale appenninico tosco-roma- il suo corso ha subito nel tempo numerose gnolo, nei pressi del Passo della Futa. Pochi modifiche legate a quelle che hanno interes- chilometri a valle di Firenzuola, il Santerno si sato il tratto terminale del Po fin dal XII secolo. incunea in un percorso di grande effetto pro- Ormai entrato in territorio ravennate, il San- fondamente incassato tra alte bancate di terno termina i suoi 103 km di corso e sfocia marna e arenaria. Nel fondovalle è diffusa la nell’antico letto del Po di Primaro, oggi fiume lavorazione della “Pietra Serena”, materia Reno. prima del Rinascimento toscano e di tanti palazzi della vallata. L’Alta Valle del Santerno Sillaro e Sellustra sono i due principali af- offre molte attrattive, prima di tutte quella fluenti del Santerno: alle loro belle vallate del fiume, ricco di suggestive anse e spiagget- sono dedicati due piacevoli itinerari nella na- te. Poco prima di Castel del Rio, si gettano tura (pag. 199), che trovano in Castel San Pie- nel Santerno le scenografiche cascate di Mo- tro Terme e Dozza i loro punti di partenza. 159 Storia e Cultura Valle del Reno La Linea Gotica - Parco Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). Tra il 1944 e il 1945 la montagna bolognese Luogo simbolo della Resistenza sorto sui mon- si trovò al centro dell’ultimo fronte di guer- ti teatro dell’eccidio nazi-fascista di Marza- ra in Italia, lungo una linea che dal Mar botto; Ligure all’Adriatico sfruttava le difese natu- - Plastico Multimediale della Linea Gotica rali dell’Appennino. È la Linea Gotica, cono- (pag. 78). Innovativo strumento didattico- sciuta anche come Linea Verde. Attaccata museale di Castel d’Aiano; dagli Alleati già dal settembre del 1944, la - Monte Pero (pag. 65) e Monte Belvedere linea Gotica resistette allo sfondamento di (pag. 79). A Monte Belvedere (1140 m), nei alcuni suoi punti fino alla primavera del pressi dei ruderi di un castello medievale, un 1945, costringendo la popolazione civile a monumento ricorda l’impresa del febbraio un durissimo inverno di bombardamenti al- 1945 della 10a Mountain Division, che, affian- leati e di rappresaglie tedesche. cata dai partigiani, espugnò la roccaforte te- È stato calcolato desca. che la Germania per- Valli bolognesi tra Idice, Savena e Setta se sulla Linea Goti- - Museo “Winter Line” di Livergnano (pag. 119). ca circa 75.000 uo- - South African Military Cemetery di Casti- mini, mentre gli Al- glione dei Pepoli (pag. 133). leati circa 65.000. - Passo della Futa: Cimitero Militare Tede- Di questo sbarra- sco (pag. 124). mento resta oggi Valli imolesi memoria in molti - Rocca di Tossignano (pag. 166). luoghi dell’Appen- - Museo della Guerra di Castel del Rio (pag. 170). nino bolognese, tra cui: - Monte Battaglia (nella foto).

Uve della DOC “Colli d’Imola” archivio S.T.A.I. - Paolo Benini 160 Per gustare, conoscere, vi- vere e scoprire l’incrocio di “sapori turistici” che s’in- trecciano nell’accogliente territorio imolese opera dal 1996 la STAI, società con- sortile alla quale aderiscono circa 100 soci pubblici e privati. S.T.A.I. Società Turismo Area Imolese Via Boccaccio, 27 40026 Imola (BO) Tel. 0542.25413 - Fax 0542.613252 [email protected] - www.stai.it

Enogastronomia nino Centrale, e “Tradizionali” quali l’albi- La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” cocca della Val Santerno, il Pecorino del attraversa luoghi unici e incantevoli, in cui pastore e la celeberrima piadina romagno- si fondono storia e bellezze naturali. Ma è la, solo per citare i più rinomati. L’itinerario soprattutto la ricchezza delle tradizioni e si snoda tra le valli dei fiumi Santerno, della cultura enogastronomica a conqui- Sillaro e Sellustra e coinvolge i territori stare il viaggiatore, accompagnato in un comunali di Borgo Tossignano, Casalfiuma- percorso alla scoperta della buona tavola. nese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel Il paniere dei prodotti della Strada com- San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imo- prende vini di qualità, dai DOC Colli d’Imo- la, Medicina, Ozzano dell’Emilia. la, Sangiovese in testa, all’Albana DOCG di Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” Romagna, che si accompagnano a prodotti Via Boccaccio, 27 - 40026 Imola (BO) IGP come la nettarina e la pesca di Roma- Tel. 0542.25413 - Fax 0542.613252 gna, i marroni di Castel del Rio, lo scalogno [email protected] di Romagna, il Vitellone Bianco dell’Appen- www.stradaviniesapori.it

Paniere dei prodotti tipici archivio S.T.A.I. - Guerrino Bertuzzi 161 Le Valli Imolesi l’appennino

Casalfiumanese

Borgo Tossignano

Fontanelice

Castel del Rio

L’itinerario di visita La prima parte dell’itinerario porta alla scoperta della Valle del Santerno. Asse dell’itinera- rio è la SS 610 “Montanara”, che ricalca l’antica strada dei pelle- grini per Firenze e Roma e risa- Da non perdere: le tutta la vallata fino al passo Il ponte e il castello degli Alidosi a Castel del Rio della Futa. Le selve castanili e il marrone IGP di Castel del Rio Il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola La Valle del Santerno Le cascate di Moraduccio - Casalfiumanese La ficattola e la piè fritta - Borgo Tossignano Il sentiero Luca Ghini - Fontanelice Il Museo Archivio Mengoni di Fontanelice - Castel del Rio La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola”

162 La storia e l’ambiente I prodotti del bosco trionfano a Castel del Il territorio della Valle del Santerno è stato Rio nelle Sagre del Porcino e del Marrone popolato fin dai tempi più remoti. In età I.G.P., mentre alla frutta, e in particolare all’al- romana le colline hanno visto sorgere diversi bicocca, è dedicata una sagra a Casalfiu- insediamenti, mentre il periodo medievale è manese. E poi le carni: dal Castrato, carne stato caratterizzato dalla presenza di Bizantini ovina tenera e succulenta, alla Bovina Roma- e Longobardi: dei numerosi castelli dell’epoca gnola, che ha ottenuto il marchio di indica- alcuni sono scomparsi o trasformati in chiese zione geografica protetta (I.G.P.). Il tutto e case private, mentre altri rimangono ancora innaffiato dai vini di Romagna e dei Colli a dominare la vallata con le loro suggestive d’Imola, celebrati a Fontanelice la notte di vestigia. Nelle epoche successive, il territorio San Lorenzo. della vallata appartenne a diverse famiglie signorili che dominarono vaste zone del Bolo- Come arrivare gnese e della Romagna come i Borgia, i Benti- - Autostrada A14, uscite di Castel San Pietro voglio, i Visconti o gli Alidosi. Dal punto di Terme e Imola. vista ambientale, il paesaggio della vallata va- - SS 610 “Montanara”, che collega Imola e la ria man mano che ci si allontana dalla via Emi- via Emilia con la Toscana. lia: le prime colline di Imola sono dominate - Linea ferroviaria Rimini-Ancona: stazioni a da vasti vigneti e frutteti, ma ad appena una Varignana, Castel San Pietro Terme e Imola. decina di chilometri dalla città lo scenario - Linee ATC www.atc.bo.it. cambia nettamente e si entra nell’ambiente dei calanchi. Qui si staglia la singolare morfo- Eventi logia della “Vena del Gesso Romagnola”, risul- Acqua di Terra - Terra di Luna tato delle erosioni provocate dalle acque pio- Il festival teatrale Acqua di Terra - Terra di vane su una grossa stratificazione di argille gri- Luna offre un articolato percorso tra i sug- gio-azzurre. L’area è oggi protetta da un Parco gestivi scenari della Valle del Santerno: regionale, che si estende anche nelle vicine dagli scorci e le piazze dei centri storici ai colline faentine. A sud della Vena del Gesso, luoghi più inconsueti dal grande fascino le colline si trasformano in montagne e l’Ap- naturale della vallata quali una spiaggia pennino assume il suo aspetto più caratteri- del fiume, una parete rocciosa o gli alberi stico, dominato da boschi di roverella - una di un bosco. L’iniziativa deve il suo succes- quercia adatta ai climi caldi e asciutti - frassi- so al valore culturale degli eventi organiz- no, rovere, carpino nero e dalle faggete delle zati, all’interazione tra i soggetti promoto- parti più alte del territorio. Ma la presenza più ri (i Comuni della Valle del Santerno e il notevole è quella delle selve di castagno, Comune di Imola), alla direzione artistica interessanti anche sotto l’aspetto produttivo: e alla grande partecipazione del pubblico. in questi boschi cresce il marrone di Castel www.acquaditerraterradiluna.com del Rio IGP, un marrone dolcissimo e di pez- zatura grossa, unico a queste latitudini. Informazioni Turistiche A tavola Imola Se per tutto l’Appennino bolognese abbiamo Galleria del Centro Cittadino spesso parlato di influenze toscane nella cu- Via Emilia, 135 - 40026 Imola (BO) cina, qui l’incrocio di tradizioni gastronomi- Tel. 0542.602207 - [email protected] che si complica, riassumendo in sé il meglio Orari d’apertura: delle specialità emiliane, toscane e romagno- da lunedì a venerdì 8.30-13.00 le. Un modo piacevole per scoprire la ric- martedì 15.00-18.00 chezza della cucina di questa terra può esse- sabato 8.30-12.30 re quello di seguire il gustoso calendario di sagre che il territorio dedica ai suoi tesori enogastronomici. Cominciamo dalla Sagra della Polenta, che fin dal 1622 ogni martedì grasso viene preparata nei grandi paioli di rame nella piazza di Tossignano, mentre nello stesso giorno giù a Borgo protagonisti della festa sono i Maccheroni. Continuiamo con i primi piatti con la Sagra del Garganello a Co- drignano. E ancora: la sagra della Gnoccata (gnocco fritto) a Castel del Rio, in occasione delle Feste Rinascimentali, e la Sagra della Piè fritta a Fontanelice. 163 Casalfiumanese

Casalfiumanese è il primo paese che si incon- Personaggi e Cultura tra risalendo la Valle del Santerno. Il centro Luca Ghini sorge in posizione dominante sulla media val- Figura di insigne botanico, diede un contri- lata, difeso naturalmente da una profonda buto fondamentale all’analisi scientifica del balza sul Rio Casale. L’accesso alla zona storica mondo vegetale in un’epoca in cui l’utilizzo del paese passa attraverso un arco fiancheg- delle piante mediche ancora oscillava tra giato dalla Torre Civica, entrambi ricostruiti rituali magici e attribuzioni di proprietà cu- dopo i gravi danni subiti nel corso dell’ultima rative non sempre certe. Nel 1539 ottenne la guerra. cattedra dei Semplici all’Università di Bolo- gna dove fu maestro di Aldrovandi. Invitato Nei pressi del centro storico si segnalano le da Cosimo I de’ Medici a trasferirsi presso lo ottocentesche Villa Masolini e Villa Manu- Studio Pisano, impiantò per primo in Europa sardi, il cui parco di grande valore ambientale un orto botanico universitario. Grazie agli e scenografico ospita oggi molte manifesta- studi condotti a Pisa, redasse il primo Index zioni. Seminum della storia della scienza botanica. Oggi i luoghi d’origine di Luca Ghini conti- Il Sentiero Luca Ghini, così chiamato in ricor- nuano a trasmettere a chi li frequenta la do del fondatore della botanica moderna nato stessa passione per la natura che seppero in questi luoghi nel 1490, conduce gli amanti infondere nell’illustre abitante di Casalfiu- della natura alla scoperta dei severi calanchi di manese. Croara.

164 Cicloturismo nella Valle del Santerno archivio S.T.A.I. - Monica Monducci Verso la Val Sellustra, si segnalano la casa- torre “Pedriaghe”, eretta dagli Alidosi all’inizio Risalendo la Via Montanara in direzione di del 1500, la Pieve Sant’Andrea con la chiesa Borgo Tossignano, merita una visita la Chiesa del XV secolo e un bastione dell’antico Ca- Romanica di Riviera, detta “della Visitazione”, stello Sforzesco, fino a raggiungere i ruderi del risalente al XV secolo, all’interno della quale Castello di Fiagnano, nei pressi del quale nac- fu rinvenuta una tavola raffigurante una Ma- que Papa Onorio II, da cui si possono ammira- donna del pittore veneziano Jacopo Bellini, re i bellissimi calanchi del Pliocene. oggi a Brera. Meravigliosi affreschi ne adorna- no ancora gli interni. Visitabile in occasione Nella parte più alta dell’articolato territorio della Messa. comunale di Casalfiumanese, la zona attorno alla frazione di Sassoleone, posta al confine Enogastronomia con la Toscana, rappresenta una meta ideale La ficattola e la piè fritta per escursioni in mountain bike e passeggiate Rivale della piadina, la ficattola è il risulta- a piedi o a cavallo nei boschi e nei prati. to di una gustosa contaminazione con la cucina toscana. La specialità è tipica della Eventi Valle del Santerno e altro non è che pane Sagra del raviolo: marzo. fritto e imbottito con i salumi del luogo. La I zug d’na volta: maggio ficattola si festeggia ogni anno nella splen- Parco in Festa - Sagra della Ficattola: dida cornice del parco della Villa Manu- giugno (Parco Manusardi) sardi a Casalfiumanese e non va confusa Sagra del tortello: giugno. con la piè fritta, variante romagnola del Sagra dell’albicocca: luglio. gnocco fritto (o crescentina) emiliano, pro- Raduno auto e Moto d'epoca: luglio. tagonista da oltre mezzo secolo della Sagra di Pasquetta a Fontanelice . Sassoleone Sagra della cuccagna: aprile. Festa del Ritorno: agosto.

San Martino in Pedriolo nella pagina precedente Chiesa romanica di Riviera Carnevale di San Martino: aprile. archivio Comune di Borgo Tossignano 165 Borgo Tossignano

L’attuale abitato di Borgo Tossignano si divide Nella chiesa di San Michele è custodita la Ma- tra la parte nuova detta Borgo, lambita da una donna di Tossignano, nota anche col nome di doppia ansa del Santerno, e il nucleo origina- Madonna della Spiga, festeggiata il giorno rio di Tossignano in posizione soprelevata. della SS. Trinità. Si tratta di una tavola di scuo- la toscana del XV secolo, probabilmente Tossignano è un piccolo paese fondato nel parte di un’opera più grande. La devozione 1198 in cima a un costone roccioso di gesso, alla Madonna della Spiga è antica quanto il già abitato in età romana. Dal Trecento e per dipinto e ancora oggi è molto sentita tra gli tutto il Rinascimento, Tossignano giocò un abitanti della Valle del Santerno. importante ruolo in virtù della sua posizione strategica sulla vallata, passando per secoli da Dalla chiesa di S. Michele si imbocca un sen- un signore all’altro e poi da un dominio all’al- tiero che conduce ai ruderi della Rocca di tro: dai Visconti ai Manfredi, dai francesi di Tossignano. Dall’alto delle vestigia della Roc- Napoleone ai papalini e così via. ca , in posizione panoramica davvero incante- vole sui maestosi speroni della Vena del Da vedere è il Palazzo Baronale del XVII se- Gesso, la visuale spazia su tutta vallata. colo, all’interno del quale trovano sede il cen- Roccaforte dei Ramazzotti (pag. 123), poi se- tro visite “I Gessi e il Fiume” e il Museo della midistrutta dagli Imolesi nel 1538, la Rocca Cultura Materiale. conserva, oltre il fossato e il plinto del ponte levatoio, i suoi spessi basamenti, che intatti Musei ne restituiscono ancora la sapiente geometria Palazzo Baronale militare. Durante la seconda guerra mondiale, Piazza Andrea Costa i Tedeschi ne fecero un punto privilegiato di 40021 Borgo Tossignano (BO) osservazione sulla valle, dal ‘44 attraversata Tel. e Fax 0542.628143 dalla Linea Gotica (pag. 160). Emozionante è la [email protected] discesa nelle garitte, scavate nella selenite.

CENTRO VISITE “I GESSI E IL FIUME” Nell’inverno del 1622, in un clima di guerra e Dedicato alle peculiarità geologiche, bota- carestia, a tale Mastr’Antonio da Farneto vie- niche e faunistiche della Valle del Santerno, ne l’idea di organizzare una grande polentata il centro propone una esposizione perma- di carnevale per risollevare il morale dei valli- nente, un laboratorio e una ricca offerta di giani. Tossignano all’epoca era capitale di un attività didattiche per scuole e gruppi. Un piccolo feudo del Duca d’Altemps, governato giardino e un percorso pedonale si congiun- da Scincia da Sermoneta. Da allora la Sagra gono ai sentieri che attraversano la Vena del della polenta non ha mai conosciuto interru- Gesso. zioni e si celebra ogni anno il giorno di marte- dì grasso. Ai partecipanti viene offerta polen- MUSEO DELLA CULTURA MATERIALE ta cucinata nei grandi paioli di rame, rimesta- Il museo presenta gli oggetti legati alla ta per un’ora con forconi di legno di castagno memoria della cultura materiale della Valle e infine condita con ragù di puro suino. Dal del Santerno: attrezzi per l’agricoltura, la 1928 la Cooperativa Ceramica di Imola realiz- filatura, la tessitura e l’artigianato, utensili za piatti commemorativi di ciascuna edizione. domestici e strumenti per la raccolta della ghiaia del fiume e l’estrazione del gesso, tra le principali attività economiche della zona.

Apertura: domenica ore 14.30 - 18.30; su pre- notazione per gruppi. Biglietto gratuito.

Sagra della Polenta archivio S.T.A.I. 166 L’ecc.mo Messere LEONARDO SCINCIA DA SERMONETA dell’una e dell’altra lege doctore governatore de TOSSIGNANO, FONTANA etc. in nomine del rev.mo ed eccl.mo messere IL DUCA D’ALTEMPS avendo odito messere Mastr’Antonio de Farneto postulante in nomine della populatione del loco et considerato come per li malani de la contrada quali carestia de grano che mena a dejuni continovi atque per li malani de li Stati majori fonestati da guere et pistolentie terribili licito sia per uno die desiderare solatio de balo de sono de canto unde sublevare el spirito publico altramenti malinconioso adepta dicta petitione ordina et commanda Che lo giorno ultimo de carnevale se faze et se dextribovisca ne la publica piaza polenta et vino in abundantia et che lo populo bali soni et canti ma cum decoro et moderatione sino a lo momento de intrare ne la quaresima per lo quale tempo se eshorta tuti de fare penitentia et dejuno ad reparatione de li pecata comesse. Die I februarii 1622 - locu-sigilli

Non è dunque per caso che nel 1998 a Borgo La frazione di Codrignano sorge su un’altura Tossignano sia nata l’“Associazione dei Polen- sulla destra del Santerno, incastonata nella tari d’Italia”, organizzatrice del biennale Ra- suggestiva cornice dei calanchi. Al suo fianco duno Nazionale delle Polente d’Italia. si trova un’antica e importante diga da cui si stacca il Canale dei Molini, che attraversa il Ogni anno, in concomitanza e in giocosa con- territorio imolese fino a Mordano. A Codri- trapposizione con la blasonata Sagra della Po- gnano ogni anno si festeggia il garganello, ro- lenta di Tossignano, si svolge la Sagra dei magnolissima pasta all'uovo simile ai macche- maccheroni di Borgo. La Sagra pare sia nata a roni al pettine. seguito di un pestotto, incidente di ballo tra un borghigiano e una tossignanese. La festa vede il suo momento culminante nella prepa- razione e nella degustazione dei maccheroni Sagra dei Maccheroni al ragù, tra fuochi e sfilate di carri allegorici. archivio Comune di Borgo Tossignano

167 Borgo Tossignano aderisce all’Associazione Sport e Vacanza attiva Nazionale “Città del Castagno”, in quanto sul Il Parco del lungofiume del Santerno territorio si produce il Marrone IGP di Castel costituisce un bel percorso pedonale e del Rio. Il castagneto di Campiuno, che si tro- ciclabile, che si allunga sotto le pareti di va all’interno del Parco Regionale della Vena gesso a strapiombo sul fiume. Dotato di del Gesso Romagnola, è uno dei castagneti aree attrezzate per la sosta, di un punto più bassi della Romagna e con i suoi alberi ristoro e di aree verdi, il parco si estende secolari costituisce un importante testimo- fino ai bacini di Rineggio, in località nianza storica di questa coltura. Campola, dove è stata realizzata un’oasi naturale. Lungo il percorso sono collocati Natura cartelli didattici e illustrativi dell’ambiente Parco Regionale della Vena naturale circostante. del Gesso Romagnola Tra le province di Bologna e Ravenna, le col- L’Itinerario sulla Vena del Gesso conduce line romagnole sono solcate da una spetta- dalla Rocca di Tossignano al crinale della colare dorsale grigio argentea che conferi- Vena fino a Monte del Casino. Da qui parte sce un aspetto unico al paesaggio. Si tratta anche la prima tappa del Grande Circuito dell’affioramento gessoso più grande della Romagna (G.C.R.), che attraversa l’Ap- d’Europa (25 km), una ricchezza naturale e pennino fino a San Leo nel Montefeltro. storica che sorprende e affascina il visitato- re. La Vena del Gesso prende il nome dalla L’anello del Rio Mescola è la più spetta- pietra di gesso, detta anche selenite per la colare escursione tra i calanchi della Ro- sua caratteristica di riflettere la luce, com- magna. Dal ponte sulla strada Montanara si presa quella della luna (Selene). I suoi rifles- risale una pista a sinistra del Rio Mescola si cangianti dipendono dalle scaglie di sale fino a raggiungere la cresta della Vena del incastonate tra la roccia, memoria dell’anti- Gesso e Monte Penzola (412 m), segnalato co mare pliocenico che lambiva queste da una croce, da cui si gode un bel panora- terre. ma. Proseguendo fino al Monte dell’Acqua L’escursione più emozionante è quella Salata, si arriva alla Carrè, classica abitazio- lungo il crinale della Vena: da un lato il pro- ne della zona in posizione panoramica sulla filo dell’Appennino, dall’altro la pianura Val Sellustra. Di qui ci si collega al sentiero bordata dalla linea del mare. L’area presenta “Luca Ghini”, che ai Ponti di Croara presen- anche peculiari morfologie carsiche, che ta un emozionante percorso di crinale sui comprendono doline, valli cieche e nume- calanchi. rosissime grotte, tra cui spiccano gli “abissi”, cavità verticali che qui raggiungono profon- dità record. Nella zona tra Tossignano e Eventi Casola Valsenio (RA), si possono apprezzare Carnevale dei bambini: ultima domenica gli aspetti didattico-scientifici di maggiore di carnevale. impatto paesaggistico della Vena, resi anco- Sagra della polenta e Sagra dei macche- ra più suggestivi dalla lenta riconquista del- roni: martedì grasso. la natura tra i cinque gradoni di lavorazione Lom a merz: tra febbraio a marzo. dell’ex cava di estrazione. Il gesso, infatti, Festa del Villeggiante: 1-15 agosto. veniva impiegato in edilizia fin dall'antichità: Sagra di San Bartolomeo: 24 agosto. basta osservare le basi delle torri medievali Sagra del Garganello: 1° week end di Bologna per rendersene conto. La gine- di settembre. stra e il biancospino sono la flora dominan- Festa della Madonna del Buon Consiglio: te la Vena, mentre tra i vari uccelli che si 3a domenica di ottobre. possono osservare nell’area, spicca il raro e Festa di San Martino: 11 novembre. imponente gufo reale. Falò di San Nicolò: dicembre. Info: “I Gessi e il Fiume” - Tel. 0542.628143 [email protected] GIORNO DI MERCATO: sabato

168 Fontanelice

Eccoci quindi a Fontanelice, paese natale del- La Chiesa di SS. Pietro e Paolo conserva un l’architetto Mengoni, progettista della galleria interessante dipinto di scuola carraccesca e Vittorio Emanuele di Milano e del Palazzo nell’abside un’icona bizantina del XIV secolo, della Cassa di Risparmio di Bologna. detta Madonna della Consolazione, che in L’Archivio Museo Mengoni trova sede nella occasione dell’Anno Santo viene portata in piazza del paese all’interno di un bel palazzo processione per il paese accompagnata da porticato con in facciata una statua dell’Im- una straordinaria coreografia. macolata, già residenza comunale. Fontanelice aderisce all’Associazione Nazio- Musei nale “Città del Vino” e la notte di San Loren- Il Museo Mengoni raccoglie ed espone zo le strade del suo centro storico ospitano documenti e progetti di Giuseppe Men- una grande degustazione di vini del territorio. goni, donati al Comune dagli eredi dell’in- gegnere-architetto fontanese, personalità La panoramica “Strada della Lavanda” condu- di spicco dell’architettura italiana del XIX ce da Fontanelice a Monte Battaglia (715 m), secolo. luogo simbolo della guerra di liberazione. Sin ARCHIVIO MUSEO MENGONI dall’epoca longobarda Monte Battaglia fu luo- Ex Palazzo Comunale P.zza Roma, 22 go di importanza strategica per il controllo e la 40025 Fontanelice (BO) difesa delle Valli del Senio e del Santerno e già Tel. 0542.92824 - Fax 0542.93528 nel 1154 è attestata la presenza di un castello. [email protected] Mentre nel 1494 fu Caterina Sforza a fare erige- cia.bologna.it re una rocca. Delle antiche costruzioni si può Apertura su appuntamento. Biglietto gratuito ancora ammirare l’imponente mastio a pianta quadrangolare alto 14 m. Durante la seconda guerra mondiale, Monte Battaglia si trovò sulla Al centro storico si accede dalla porta di Fon- Linea Gotica (pag. 160) e fu teatro di cruentissi- tana Elice, costruita nel 1842 in terracotta ver- mi scontri, di cui resta memoria nell’opera dello niciata in sostituzione dell’antica porta del scultore Aldo Rontini. Punto di partenza per castello, é caratterizzata da un “mascherone” numerose escursioni, dalla sua cima si gode di posto sulla facciata esterna. un panorama che in giorni particolarmente lim- pidi arriva fino ai monti della Croazia. Archivio Museo Mengoni archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Eventi Festa dell’Immacolata o Beata Vergine Sagra della piè fritta e Palio dei Somari: delle Grazie: 8 dicembre. lunedì dell’Angelo. Fiume DiVino: giugno. GIORNO DI MERCATO: venerdì Calici di stelle: 10 agosto.

169 Castel del Rio

Antico possedimento di Matilde di Canossa, caratterizza per i due grandi bastioni della fac- Castel del Rio passò nel 1200 alla famiglia ciata. Le sue imponenti forme rappresentano Alidosi, che resse le sorti della media e alta metà dello sviluppo planimetrico del proget- Valle del Santerno fino a circa la metà del ‘600, to originale e riassumono la doppia funzione arricchendo il territorio di insigni costruzioni. residenziale e difensiva del complesso. All’interno, merita una visita il “Cortile delle Straordinario esempio di architettura militare Fontane”, vero gioiello dell’arte rinascimentale, del Rinascimento, Palazzo Alidosi si affaccia che prende il nome dalle fontane in arenaria a sulla Via Montanara all’ingresso del paese. forma di conchiglia che lo adornano. Il Palazzo Edificato tra il 1542 e il 1545, probabilmente su è oggi residenza municipale, nonché sede dei disegno di Francesco da Sangallo, il castello si Musei della Guerra e del Castagno.

Musei MUSEO DEL CASTAGNO Palazzo Alidosi Tel. 0542.95906 - Fax 0542.95313 Via Montanara, 1 - 40022 Castel del Rio (BO) [email protected] Si tratta di un’esposizione didattica dedicata MUSEO DELLA GUERRA al castagno: dalle caratteristiche ambientali Tel. 0542.95554 - Fax 0542.95554 del territorio alla storia e agli strumenti di [email protected] una produzione che ha rappresentato nei Un’abbondante raccolta di materiale bellico secoli una risorsa fondamentale per la vita si affianca ad oggetti di uso quotidiano e a contadina dell’alta vallata del Santerno. testimonianze fotografiche, cinematografi- che e documentarie relative al passaggio Apertura: pomeriggi festivi 14.00-18.00; in della Linea Gotica e alla Resistenza nella altri giorni e orari su prenotazione. Valle del Santerno. Sono inoltre esposti Biglietto: intero euro 2.50, gratuito per i ra- oggetti, cimeli e armi della Grande Guerra e gazzi fino ai 10 anni, sconto del 50% per le del Risorgimento. comitive.

Aereo da guerra americano Texan T6 archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

170 Palazzo Alidosi archivio S.T.A.I.

Di fronte al castello, scende verso il fiume la strada che porta al Ponte Alidosi, simbolo di Castel del Rio. Costruito a partire dal 1499 ad opera di Mastro Andrea Guerrieri da Imola per volere di Obizzo Alidosi, il ponte costitui- va la struttura di accesso e di controllo del paese. Il suo inconfondibile profilo a schiena d’asino è costituito da un’unica arcata alta 18,5 m e lunga 42 m, davvero emozionante da per- correre. All’interno della sua massiccia strut- tura, in particolari occasioni, si possono visita- re le stanze che fungevano da locali di servi- zio per il personale di guardia. Vero capolavo- ro di ingegneria civile del XV secolo, il ponte Ponte Alidosi è monumento nazionale dal 1817. archivio S.T.A.I. 171 Dal ponte si imbocca la strada panoramica Zona di confine tra il Granducato di Toscana per Valsalva, lungo la quale si incontra il Ca- e lo Stato pontificio, Moraduccio è un luogo stellaccio di Cantagallo. La fortezza affonda di grande interessante naturalistico, in parti- le sue radici nel XII secolo e dai suoi ruderi si colare per la cascata del Fosso Canaglia, che domina tutta l’alta Valle del Santerno. nel nome ricorda l’antica frequentazione del- l’area da parte di briganti e contrabbandieri. In Immerso nelle secolari selve castanili sopra il questo tratto, le rive del fiume Santerno in paese, si trova il complesso turistico “Le Sel- estate sono molto frequentate dai bagnanti, ve” (aperto solo su prenotazione e offerto in mentre in primavera le sue acque sono meta autogestione a gruppi organizzati o famiglie), ideale per gli appassionati di canoa. Prose- composto da antiche case in sasso e da un’a- guendo oltre il ponte sul Santerno, in breve si rea attrezzata in grado di accogliere tende e raggiunge il suggestivo borgo disabitato di piccoli caravan. A pochi metri dalle strutture Castiglioncello, ormai in territorio toscano. ricettive inizia il Sentiero del Castagno, area didattica con giochi e pannelli illustrativi che introduce gli ospiti alla scoperta dei casta- gneti, delle loro ricchezze naturali e delle tra- dizioni legate alla coltura della castagna. Nell’area è possibile dietro pagamento, racco- gliere i marroni di Castel del Rio. Info: Tel. 0542.30558 - [email protected] Enogastronomia Marrone di Castel del Rio IGP La Valle del Santerno racchiude nelle sue antiche selve di grandi castagni un prezioso tesoro: il marrone IGP di Castel del Rio. In queste terre le origini della castanicoltura risalgono al Medioevo, quando Matilde di Canossa introdusse la coltivazione del casta- gno su larga scala, come sostegno alla pove- ra economia montana. Il marrone si distingue dalle comuni castagne per il gusto più dolce e per la pezzatura maggiore, tanto è vero che un riccio racchiude al massimo 2 o 3 frutti. La squisitezza e la naturalità dei marroni ne fanno l’ingrediente principe di molte ricette che in autunno trionfano sulle tavole delle trattorie della vallata. Nel mese di ottobre i marroni si possono gustare e acquistare in occasione della sagra che si svolge a Castel del Rio. La zona di produzione comprende i territori di Castel del Rio, Fontanelice, Casal- fiumanese e Borgo Tossignano.

Cascata di Moraduccio Sagra dei Marroni archivio S.T.A.I. archivio S.T.A.I.

172 Ponte Alidosi archivio S.T.A.I. - Elisa Cerè

Più a valle, la chiesa di Valmaggiore si leva in Tutta l’Alta Valle del Santerno è meta ideale posizione dominante tra Santerno e Senio. per escursioni a piedi, in mountain bike e a ca- Eretta forse attorno al Mille, la chiesa è stata vallo. Tra gli itinerari a piedi si segnalano il oggetto di un recente restauro a cui si deve l’at- percorso del Rio Zafferino (sentiero CAI tuale copertura in vetro. Aperta nella terza 723), che permette di raggiungere la bella domenica di luglio, quando vi costruzione del Mulino della si celebra la Messa. A pochi Madonna, e l’anello della Val- metri dalla chiesa sorgono i le del Magnola e Monte La Fi- ruderi di un castello di proba- ne (sentiero CAI 727), dalla bile origine longobarda. A que- vetta del quale un ampio pa- sto luogo è legata anche la vi- norama consente di abbrac- cenda della Strega di Valmag- ciare il Sasso di San Zenobi, il giore, “medicona” condannata Sasso della Mantesca e la cro- al rogo dal Tribunale dell’Inqui- ce del Tre Poggioli. In moun- sizione di Imola nel 1559. tain bike e a cavallo numerose sono le possibilità di percorsi sullo spartiacque Sillaro San- Chiesa di Valmaggiore terno e verso i Passi appenni- archivio S.T.A.I. nici del Giogo e della Futa.

Eventi Sagra del marrone di Castel del Rio: Festa dei fiori: aprile. domeniche di ottobre Feste rinascimentali: primi due week end di luglio. Mercato dei marroni: ottobre e novembre. Sagra del porcino: ultimi due week end di agosto. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

173 Le Valli Imolesi tra Sillaro e Santerno la collina e la pianura

Medicina

Castel Guelfo

Mordano Castel San Pietro Terme

Dozza

Imola

Da non perdere: L’itinerario di visita Imola e il suo centro storico La seconda parte dell’itinerario L’Autodromo Dino e Enzo Ferrari e la collezione è dedicata a Imola e alla pianu- motoristica Battilani ra e alle colline intorno al capo- L’outlet di Castel Guelfo luogo del Circondario imolese. Il radiotelescopio “Croce del Nord” di Medicina Le Terme e il Golf Club di Castel San Pietro Terme - Imola Dozza, il borgo dipinto e la sua Rocca - Mordano L’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna - Castel Guelfo La Piadina e il Sangiovese - Medicina I Vini DOC Colli d’Imola - Castel San Pietro Terme La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” - Dozza Le Valli del Sillaro e del Sellustra

174 La storia e l’ambiente Come arrivare Quello tra l’Emilia e la Romagna è un confine - Autostrada A14, uscite Castel San Pietro che nessuna carta geografica riporta, ma che Terme e Imola. segna in maniera inconfondibile il territorio - Strade: imolese e si fa evidente nel cambio di dialet- SS 9 Via Emilia in direzione Rimini. ti, tradizioni e caratteri. La Romagna è una SS 253 “San Vitale” in direzione Ravenna. terra dall’identità culturale, antropologica e, SP 48 “Castelli Guelfi” (Stradelli Guelfi) non da ultimo, enogastronomica molto spic- in direzione Castel Guelfo, Mordano. cata. Porta della Romagna è Imola, città d’ar- - Linea ferroviaria Bologna-Rimini-Ancona te, natura e motori, centro propulsore della stazioni a Varignana, Castel San Pietro Terme, vita economica e culturale del circondario di Imola. dieci Comuni di cui è il capoluogo. - Linee ATC www.atc.bo.it. Verso la Bassa, verso il mare e la grande ferti- le pianura che si estende a est di Imola, si Informazioni Turistiche incontrano tre località, Medicina, Mordano e Imola Castel Guelfo, che permettono di scoprire la Galleria del Centro Cittadino storia e la natura di quest’ultimo lembo di Via Emilia, 135 - 40026 Imola (BO) provincia di Bologna. Il territorio di Medicina, Tel. 0542.602207 - [email protected] a cui il Barbarossa ha lasciato in eredità il Orari d’apertura: nome, offre grandi motivi di interesse sia da lunedì a venerdì 8.30-13.00 naturalistico, con l’Oasi del Quadrone, sia martedì 15.00-18.00 scientifico, con il grande Radiotelescopio sabato 8.30-12.30 della “Croce del Nord”. Il piccolo centro di Mordano sorge nei pressi degli alti argini del Castel S.Pietro Terme Santerno nel mezzo di una campagna scandi- Piazza XX Settembre, 14 ta dalle tracce della centuriazione romana. A 40024 Castel San Pietro Terme (BO) Castel Guelfo la storia ha lasciato interessan- Tel. 051.6942090 - [email protected] ti segni nella pianta urbana del paese, che Orari d’apertura: coniuga al centro storico medievale un origi- da lunedì a sabato 8.30-13.00 nale ampliamento settecentesco. Signori del- mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-18.30 la zona erano i conti Malvezzi-Campeggi: alla domeniche di maggio, giugno, nobile famiglia bolognese è anche legata la luglio, settembre storia del borgo dipinto di Dozza, dominato e dicembre 9.00-12.00/5.00-18.00 dalla Rocca fondata da Caterina Sforza, che sorge sulle prime colline a monte della Via Castel Guelfo Emilia. Sull’antica strada consolare si trova Ca- Via del Commercio, 20/d stel San Pietro Terme, sorto nel 1199 per difen- 40023 Castel Guelfo (BO) dere Bologna in seguito alla battaglia di Le- Tel. 0542.670762 - [email protected] gnano. Orari d’apertura: lunedì 14.00-19.30 A tavola da martedì a venerdì 10.00-19.30 All’incrocio tra Emilia e Romagna, i piaceri sabato e domenica 10.00-20.30 della tavola riservano sensazioni davvero uni- che. Qui è possibile trovare il meglio di una cucina ricca di primi piatti importanti, dalle lasagne al forno della tradizione bolognese ai cappelletti, garganelli e strozzapreti della tra- dizione romagnola. E poi i secondi alla brace, il castrato, gli affettati da gustare con la “pia- da” romagnola, il rinomato pane semplice e gustoso, che si faceva già al tempo dei Ro- mani, simbolo della convivialità e della sola- rità di questa terra. Per accompagnare il tutto ci sono i vini della zona: Albana e Sangiovese in testa. Tempio dei vini di tutta la regione è l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, che trova la sua sede nelle sontuose cantine della Rocca di Dozza. La Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” unisce queste terre ai Comuni dell’Appennino in un itinerario del gusto tut- In bicicletta nella pianura imolese to da provare. archivio S.T.A.I. 175 Imola

Imola è un’elegante città, dinamica e piacevo- le da vivere, anche solo per un week end. Famosa nel mondo per il suo autodromo, Imola riserva al visitatore molte sorprese. Scienza e Tecnica - Musei Terra di motori AUTODROMO INTERNAZIONALE ENZO E DINO FERRARI via Fratelli Rosselli, 1 - Imola (BO) Tel. 0542.634511 [email protected] COLLEZIONE BATTILANI www.autodromoimola.com La Collezione di moto storiche Benito e La velocità fa parte del patrimonio genetico Renzo Battilani comprende numerose moto della gente di Imola. La pista attuale fu inau- d'epoca prodotte da case italiane e straniere gurata nel 1950 e nel 1970 le sorti dell’auto- fra gli inizi del Novecento e il 1945. Tra le dromo furono affidate all’immagine e al cari- marche più rappresentate troviamo l’Harley sma di Enzo Ferrari. Nel 1980 approdò la Davidson e la Frera. Non mancano pezzi più Formula 1 e dall’anno successivo il circuito ha recenti, come la Mancini che è stata la prima ospitato il Gran Premio di San Marino. moto di Loris Capirossi. All’ingresso principale dell'Autodromo si se- Info: Via Poiano, 1/b - Imola (BO) gnala l’opera dello scultore francese Arman, una struttura in bronzo alta 5 metri compo- MOTOR SITE sta da un insieme di modelli della famosa Dalla passione tutta emiliano-romagnola per Ferrari F40. Oltre alle gare automobilistiche e i motori è nata “MotorSite - La Terra dei motociclistiche, il circuito ospita anche radu- Motori”, l’opportunità che permette di visita- ni e grandi eventi musicali. Visitabile su pre- re in modo organizzato i luoghi simbolo della notazione. tradizione motoristica italiana: dalla Galleria Info Point Terra di motori Ferrari, alla Ducati, fino all’autodromo di Piazza Leonardo da Vinci - 40026 Imola (BO) Imola e alle tante collezioni private. Tel. 0542.010483 - [email protected] Info: MotorSite via Scudari, 10 - Modena Apertura: durante lo svolgimento delle prin- Tel. 059.218264 - Fax 059.206688 cipali manifestazioni in calendario. [email protected] - www.motorsite.it

Entrata stabilmente nell’orbita bolognese Qui covò a lungo la rivolta contro il potere solo con l’Unità d’Italia, Imola ha attraversato temporale della Chiesa, che sfociò nella gran- tutta l’età moderna nella Legazione di Ro- de stagione risorgimentale, dal cui ceppo magna, che con Bologna e Ferrara costituiva il nacque il primo socialismo italiano. versante padano degli estesi domini pontifici.

Personaggi e Cultura riformista del socialismo. Nel 1892 è il primo L’imolese Andrea Costa, padre del sociali- socialista ad essere eletto al Parlamento, smo italiano, appena ventenne fu protagoni- mentre nel 1889 Imola è il primo Comune ita- sta dei primi moti insurrezionali di stampo liano con un sindaco socialista, eletto grazie anarchico della regione, che pagò con l’esilio all'alleanza con repubblicani e radicali. e la prigione. Anche grazie a queste esperien- Sindaco lui stesso nel 1895, Andrea Costa ze, Andrea Costa giunse a elaborare la svolta mantenne sempre con la sua città un rappor- politica che sintetizzò nella celebre Lettera to strettissimo. Morto a Imola nel 1910, le sue agli amici di Romagna del 1879, con cui esor- ceneri riposano nel cimitero del Piratello; tava all’abbandono della lotta sovversiva e l’epigrafe è di Giovanni Pascoli, suo compa- anticipava una concezione democratica e gno di studi alla Facoltà di Lettere di Bologna.

176 Oggi Imola conserva orgogliosa tutti i tratti Storia e Cultura della sua storia e della sua “alterità” rispetto “A 4 km da Imola si incontra sulla destra il al contesto amministrativo in cui è inserita, santuario della Madonna del Piratello da per quanto funzionalmente, culturalmente ed secoli caro al cuore degli Imolesi e non economicamente ormai legata a Bologna. solo. Piratello viene dal dialettale “piradel”, ovverosia “piccolo pero”, perché tale era la L’impianto urbano dell’attuale città di Imola pianta a fianco della quale nel Quattro- ricalca in gran parte quello della colonia cento si ergeva un pilastrino su cui era di- romana di Forum Cornelii, fondata nel II seco- pinta un’immagine della Madonna. Qui si lo a.C. sulla Via Emilia in onore di Lucio Cor- fermò per riposarsi un certo Stefano Man- nelio Silla. Le strade della città romana erano gelli da Cremona, diretto in pellegrinaggio pavimentate con grandi lastre di roccia di ori- al santuario di Loreto. gine vulcanica, che arrivavano a Imola dai Miracolosamente vide accendersi una can- Colli Euganei per via d’acqua fino a Conselice dela posta davanti all’immagine, mentre e poi su carri lungo la via Selice, così chiama- una voce lo invitava ad avvertire gli Imolesi ta per essere lastricata di “selci” di pietra lavi- affinché in quel luogo venisse eretto un ca. Molti di questi tratti di strade sono visibili santuario. In breve tempo se ne iniziò la nel giardino della S. Annunziata. costruzione, che fu completata grazie alla volontà di Caterina Sforza, sopravvissuta Passeggiare per il centro storico è il modo con i figli all’assedio della rocca di Imola. ideale per scoprire Imola. Cesare Borgia, alcuni anni dopo, fece voto che, se avesse conquistato Imola senza Partiamo dalla bella “piazzetta dell’orologio” spargimento di sangue, avrebbe fatto edifi- (piazza dei Caduti per la libertà) è un po’ il sa- care una cappella in onore della Vergine. lotto della città, impreziosito da Casa Vacchi Ottenuta la grazia, mantenne la parola chia- Suzzi, la più antica casa di Imola. mando, sembra, Leonardo ad abbellirla con un dipinto, andato perduto. Restano Pochi passi e si apre la grande piazza della cit- comunque affreschi del Guardassoni a rie- tà, piazza Matteotti, sulla quale si affacciano vocare il miracolo ai numerosi visitatori.” palazzo Sersanti e sul lato opposto il palazzo Renzo Renzi Comunale.

Palazzo Riario, poi Sersanti, è un esempio pregevole di architettura rinascimentale dalla facciata in cotto a vista movimentata da 14 archi con colonne di arenaria. Girolamo Riario, Signore di Imola e marito di Caterina Sforza, fece edificare il palazzo da Giorgio Fiorentino nel 1480 con l’intento di stabilirvi la propria residenza signorile. Un cavalcavia doveva collegarlo a un giardino la cui entrata è rintracciabile nella laterale via Aldrovandi al n. 29, ancora marcata da un elegante arco in cotto. Dopo la fine della Signoria, gli ambien- ti del piano terreno furono per lungo tempo occupati dalle botteghe dei “garzolari” che vi conservavano i bachi da seta. Oggi il palazzo, di proprietà privata, ospita al suo interno la Raccolta d’Arte Margotti e le sale di rappre- sentanza al primo piano possono essere visi- tate previo appuntamento.

Il Palazzo Comunale, di origine medievale, presenta oggi un elegante aspetto settecen- tesco, frutto degli interventi di Alfonso Tor- reggiani e Cosimo Morelli. Il piano nobile è caratterizzato dall’Appartamento del Magis- trato: tre sale affrescate dal forlivese Giaco- mo Zampa e dall’imolese Alessandro Della Portici del centro storico Nave. Le sale sono arredate con bel mobilio archivio S.T.A.I. sette-ottocentesco. Visita su appuntamento. 177 La chiesa forse più antica di Imola è quella di Al civico 95, si trova la Farmacia dell’Ospedale Santa Maria in Regola, sorta nel VII secolo su dai sorprendenti interni del XVIII secolo. un preesistente edificio sacro. Ricordata pri- ma del Mille come monastero benedettino, Storia e Cultura fu poi rimaneggiata nel corso dei secoli. Tra gli La FARMACIA dell’Ospedale elementi più antichi si segnalano l’altare L’edificio, inaugurato nel 1794, è rimasto in bizantino, il sarcofago di San Sigismondo (1372) gran parte intatto nelle suppellettili e nelle e la torre campanaria romanica del XII secolo, decorazioni, restituendo al visitatore l’imma- visibile dall’adiacente vicolo Laderchi. La fac- gine affascinante di una farmacia settecen- ciata e l'interno sono frutto del rifacimento tesca. Notevolissimi i 457 vasi d’epoca in settecentesco, opera dell’architetto Cosimo maiolica, di fabbrica imolese, recanti nel car- Morelli. Attiguo alla chiesa è il monumentale tiglio il nome del medicamento, disposti in chiostro dell’ex Convento degli Olivetani. mobili di legno intagliato. La volta decorata è opera dei pittori Angelo Gottarelli e Ales- In Piazza Duomo si trova la cattedrale di San sandro Della Nave, che nella seconda metà Cassiano, primo martire cristiano della città. del ‘700 tanta parte ebbero nella decorazio- La cattedrale, originaria del XII secolo, fu ne dei più bei palazzi cittadini. Gli affreschi completamente rinnovata tra Sette e Ot- celebrano le virtù della Medicina e la forza tocento su disegno di Cosimo Morelli. Note- rigenerante della Natura. Le pareti di fondo vole è il campanile del XV secolo. All’interno sono ornate in alto da sei statue in terracot- si segnala il Crocifisso ligneo del 1400. Ancora ta dipinte a tempera, di fattura faentina. La visibile è la lapide funeraria di Girolamo Ria- farmacia è tutt’ora operante e visitabile negli rio, che la vedova Caterina Sforza volle fosse orari di apertura. sepolto nella Cattedrale. Nell’adiacente Pa- lazzo Vescovile, trova sede il Museo diocesa- no, che raccoglie dipinti e suppellettili sacre. Musei Il Palazzo Vescovile ospita una quadreria di opere realizzate tra il XIV e il XIX seco- lo (tra cui spiccano quelle di Innocenzo da Imola, Bartolomeo Vivarini e del Venezia- no, e altre di produzione locale e fiam- minga), accanto ad importanti codici mi- niati bolognesi e ferraresi del ‘200 e ‘300, sculture, arredi sacri, medaglie. MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI Palazzo Vescovile P.zza Duomo, 1 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542.24156 - Fax 0542.34672 [email protected] Apertura: martedì e giovedì 9.30-12.00, 14.30-17.00; gli altri giorni per appunta- mento. Biglietto gratuito.

Palazzo Sassatelli, a pochi passi dal Duomo in Via Emilia 69, fu residenza degli Alidosi, già signori dell’antica Rocca di Imola e del castello che ancora oggi si può visitare a Castel del Rio. Farmacia dell’Ospedale - archivio S.T.A.I.

178 I complessi degli ex conventi degli ordini mo- Personaggi e Cultura nastici domenicani e francescani rappresentano Innocenzo da Imola oggi due grandi contenitori d’arte e di cultura. Rigoroso interprete della migliore maniera raffaellesca, Innocenzo da Imola meritò La chiesa e il convento di San Domenico ri- l’appellativo di “Raffaello della Romagna”. salgono al XIII secolo. All’interno della chiesa Figlio di un orefice, fu grazie a un sussidio da segnalare è il Martirio di Sant’Orsola di Lu- della città di Imola che andò apprendista dovico Carracci, mentre l’ex convento è sede presso Francesco Francia, massimo espo- di un polo museale. nente del Rinascimento bolognese. Al 1515 risale il dipinto conservato nella Pinacoteca Musei comunale di Imola, che si dice realizzato dal La Pinacoteca Civica e Museo Archeolo- pittore come segno di gratitudine per il sus- gico “G. Scarabelli” costituiscono insieme sidio elargitogli: il quadro raffigura infatti i il Museo di San Domenico. La pinacoteca santi protettori di Imola, con San Cassiano raccoglie opere principalmente di ambito che regge fra le mani la città (nella foto). bolognese, realizzate tra il XV e il XX secolo. Nel 1517 lo ritroviamo a Bologna, dove di- A Innocenzo da Imola, Lavinia Fontana, Cesi, venne il pittore dei maggiori ordini religiosi Sammachini, Ubaldo Gandolfi, Viani si af- e delle più importanti famiglie. Suo allievo fiancano i contemporanei come Morandi, fu Prospero Fontana, interprete del tardo De Pisis, Casorati, Guttuso. La sezione ar- manierismo bolognese, la cui figlia Lavinia, cheologica mette in mostra i reperti rinve- imolese di adozione, fu autrice di importan- nuti nel territorio dall’illustre scienziato ti opere nella città romagnola. Fra queste si imolese Giuseppe Scarabelli. Si organizzano segnala la grande pala per la cappella del laboratori didattici e di restauro. Palazzo Comunale raffigurante i Santi pro- tettori di Imola nell’atto di venerare la MUSEO DI SAN DOMENICO Madonna, ora parte della collezione della Ex Convento di San Domenico Pinacoteca Civica. Via Sacchi, 4 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542.602609 - Fax 0542.602608 [email protected] Apertura: sabato e domenica ore 16.00- 19.00. Turisti, scolaresche e gruppi possono accedervi anche dal lunedì al venerdì ore 9.00-12.00, previa prenotazione telefonica. Biglietto: intero euro 3, ridotto euro 2, gra- tuito per le scolaresche. Biglietto cumulati- vo: euro 4 per la Rocca Sforzesca e Palazzo Tozzoni, euro 5 per la Rocca Sforzesca, Pa- lazzo Tozzoni e Museo di San Domenico.

Musei MUSEO DELLA COOPERATIVA CERAMICA DI IMOLA Via Vittorio Veneto, 13 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542.601601 - Fax 0542.601534 www.imolaceramica.it La memoria storica della Cooperativa Cera- mica di Imola, attiva dal 1874, è illustrata in tre sezioni, dedicate all’evoluzione delle de- corazioni prodotte dalla Sezione Artistica dell’azienda, ai ceramisti che hanno influito sulle tipologie della produzione artistica ed industriale, ed infine alle opere qui realizza- Innocenzo da Imola, te da artisti contemporanei come Pomo- Madonna in trono tra San Cassiano e San Pier Crisologo doro, Hsiao Chin, Baj, Del Pezzo, Pericoli, archivio Provincia di Bologna Tilson. Apertura: lunedì 15.00-19.00; da martedì a venerdì 8.30-19.00; sabato 8.30-12.30. Biglietto gratuito.

179 L’ex convento di San Francesco ospita un’an- Teatro Comunale Ebe Stignani tica biblioteca che custodisce, insieme ai Nel 1810 un gruppo di facoltosi imolesi manoscritti e agli incunaboli su cui si fondò, acquistò la soppressa chiesa di S. Francesco una bibbia ebraica e un salterio latino con per farne il nuovo teatro della città, inaugu- miniature in oro, entrambi duecenteschi. rato nell’agosto del 1812, in occasione della All’interno del complesso francescano è an- fiera. Tre anni dopo, papa Pio VII ne ordinò che l’ottocentesco Teatro Comunale. la chiusura per incompatibilità tra l’attività teatrale e la precedente destinazione al culto dell’edificio. Solo nel 1831 Gregorio XVI ne concesse la riapertura, a patto che fosse cancellato dalla facciata ogni richia- mo alla preesistente chiesa. L’aspetto attua- le si deve ai restauri di metà Ottocento: oltre alla facciata, si segnalano le decorazio- ni del soffitto con le Muse affrescate dal pittore figurista Paolo Sarti, mentre sulle fiancate e sul lato posteriore dello stabile si riconoscono ancora elementi architettonici dell’originario edificio religioso. Nuovamen- te inaugurato nel 1855 con la rappresenta- zione del Macbeth di Verdi, da allora il tea- tro riprese un’attività regolare e sulle sue scene si alternarono compagnie liriche e di prosa: negli anni a cavallo del Novecento vi recitò a più riprese Ermete Zacconi e in seguito la compagnia di Ermete Novelli. Chiuso durante il fascismo, il teatro ha ria- Teatro Stignani perto i battenti nel 1974 con uno spettacolo archivio S.T.A.I. della compagnia di ballo di Antonio Gadès.

Personaggi e Cultura memorabile del teatro d’opera, cantò al fian- Ebe Stignani co dei più grandi del suo tempo, da Mario Del “Ultimo grande mezzosoprano italiano nel Monaco a Maria Callas. Dotata di un’estensio- senso più classico del termine”, Ebe Stignani è ne vocale di oltre due ottave, intonatissima e stata nella prima metà del Novecento forse la smagliante negli acuti, la Stignani si distaccò più grande nel registro mezzosopranile. Nata subito dai facili effetti di canto veristi, forte a Napoli da famiglia romagnola e diplomata della sua tecnica inossidabile e del suo stile di in pianoforte e canto al conservatorio di San impostazione classica. Trasferitasi a Imola, nel Pietro a Majella, debuttò al San Carlo nel 1925. 1957, all’età di cinquant’anni, si ritirò dalle Messasi subito in luce per la sua splendida scene. Come omaggio all’illustre concittadi- voce, raccolse trionfi e onori nei teatri di na, il 20 dicembre 1977 Imola le ha intitolato il tutto il mondo. Protagonista di una stagione Teatro Comunale.

Carta di Leonardo da Vinci Personaggi e Cultura archivio Provincia di Bologna Leonardo da Vinci e Imola Leonardo da Vinci, genio del Rinascimento, fu anche un grande architetto militare. Fu in questa veste che nel 1502 giunse a Imola su invito di Cesare Borgia, Signore di Romagna dal 1499 al 1503. Come testimoniano gli “schizzi” conservati nella Royal Library di Windsor, Leonardo studiò a fondo la Rocca di Imola, al fine di potenziarne le strutture difensive, interventi che però non furono mai realizzati. A questo periodo risale anche la sua celebre mappa di Imola, parte della collezio- ne dei reali di Windsor, prima pianta zenitale e più antico esempio di mappa di città.

180 Splendido esempio di architettura fortificata, Personaggi e Cultura la Rocca Sforzesca di Imola fu fondata nel Caterina Sforza, XIII secolo come baluardo difensivo. Modi- la grande Signora della Romagna ficata alla fine del ‘400 secondo i progetti Signora di Imola e di Forlì, Caterina Sforza dell’ingegnere sforzesco Danesio Manieri, la fu uno dei personaggi più rappresentativi rocca mantenne inalterata la sua funzione del Rinascimento italiano. Appartenente militare. Sempre presidiata da una guarnigio- alla stirpe dei Duchi di Milano, Caterina ne di soldati agli ordini di un capitano, la for- riportò il nome degli Sforza in Romagna, tezza faceva parte del complesso sistema di da dove la dinastia ebbe origine con il difesa del territorio sorto nel contesto stori- capitano di ventura Muzio Attendolo di co delle lotte per il potere tra guelfi e ghibel- Cotignola, detto “Sforza”. Nel corso di una lini che interessò l’intera area romagnola a sommossa popolare, in cui fu ucciso il partire dal XIII secolo. Da visitare per le sue marito Girolamo Riario, Caterina, incinta collezioni d’armi e di ceramiche, o anche solo al settimo mese, puntò i cannoni sui rivol- per la vista della città che si gode dal ma- tosi, domando la ribellione e assumendo schio, nei mesi estivi ospita nel suo cortile la reggenza della Signoria. Dopo un se- interno manifestazioni e spettacoli. Nel Rina- condo matrimonio segreto, si sposò in scimento le vicende della rocca si intrecciano terze nozze con Giovanni de’ Medici, da a quelle di tre grandi personaggi: Caterina cui ebbe un figlio: Giovanni dalle Bande Sforza, Cesare Borgia e Leonardo da Vinci. Nere, mitica figura di cavaliere di ventura che ha ispirato il regista Ermanno Olmi Musei per il film Il mestiere delle armi, vincitore La rocca espone una ricca collezione di armi di 9 David di Donatello nel 2001. bianche, difensive e da fuoco dal XII al XX La Signoria di Caterina finì nel 1499, quan- secolo e una notevole raccolta di maioliche do Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio arcaiche e rinascimentali ritrovate durante di Papa Alessandro VI e fratello di Lucrezia gli interventi di recupero della struttura. Borgia, assediò Imola nel tentativo di co- Visite guidate, attività e laboratori didattici struire un proprio ducato in Romagna. per le scuole, laboratorio di restauro. Caterina, invece di fuggire, oppose una ROCCA SFORZESCA dura resistenza guidando personalmente i P.zza Giovanni dalle Bande Nere difensori. Fatta prigioniera da Cesare Bor- 40026 Imola (BO) - Tel. 0542.23472 gia e liberata nel 1501, visse gli ultimi anni [email protected] a Firenze con il figlio Giovanni, senza mai Apertura: orario invernale (16/9-30/4), sa- smettere di tentare di riconquistare la Si- bato ore 9.00-12.00 e 14.30-18.30, domenica gnoria. Morì il 28 maggio 1509. Caterina ore 14.30-18.30; orario estivo (1/5-15/9): Sforza fu una figura di grande rilievo nella sabato ore 9.00-12.00 e 15.00-19.00, dome- società del suo tempo, ritratto di donna nica ore 15.00-19.00. Turisti, scolaresche e rinascimentale volitiva e indipendente gruppi possono accedervi anche dal lunedì dalla personalità eclettica: era esperta an- al venerdì ore 9.00-12.00, previa prenotazio- che di alchimie erboristiche, a cui dedicò ne telefonica allo 0542.602609. un trattato. Biglietto: intero euro 3, ridotto euro 2, gra- tuito per le scolaresche. Biglietto cumulati- vo: euro 4 per la Rocca Sforzesca e Palazzo Tozzoni, euro 5 per la Rocca Sforzesca, Pa- lazzo Tozzoni e Museo di San Domenico. Rocca Sforzesca archivio Comune di Imola

181 Palazzo Tozzoni archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza Prima di lasciare il centro storico di Imola, si consiglia una visita al complesso dell’Osser- Non lontano dalla Rocca, Palazzo Tozzoni vanza, che comprende la Chiesa di S. Miche- varrebbe da solo la visita della città. Si tratta di le, il santuario della Beata Vergine delle Grazie uno straordinario edificio settecentesco, caso e il Convento dell’Osservanza. La chiesa di S. piuttosto raro di residenza nobiliare ottima- Michele, di fondazione quattrocentesca, fu in mente conservata fin negli arredi e nelle sup- seguito impreziosita da due bei chiostri. pellettili. All’esterno, sotto il portico cinquecentesco, è ancora conservato il monumento funerario Musei dedicato a Bianca Landriani, sorella di Cate- Lascito dell’ultima erede Tozzoni al Comu- rina Sforza. Una piccola cappella del giardinet- ne, il Palazzo offre una preziosa e integra to attiguo custodisce uno splendido compian- testimonianza della vita di una famiglia ari- to in terracotta della fine del ‘400. Il gruppo stocratica: un’importante quadreria (XVI-XIX conosciuto come “I Piagnoni” si compone di secolo), oggetti d’arte applicata, arredi e ri- sette statue a grandezza naturale. Nell’area cordi di famiglia, una ricca biblioteca, gli am- verde tutt’intorno sorgeva la sede di uno dei bienti di servizio con utensili e suppellettili, manicomi più importanti d’Italia, in cui fu le cantine con attrezzi e strumenti per la pro- internato anche il poeta maledetto Dino duzione del vino e la lavorazione della terra. Campana, studente all’Università di Bologna. PALAZZO TOZZONI Oggi l’intero complesso è oggetto di un gran- Via Garibaldi, 18 - 40026 Imola (BO) de intervento di riqualificazione urbana. Tel. 0542-35856 - [email protected] Apertura: orario invernale (16/9-30/4): Musei sabato ore 9.00-12.00 e 14.30-18.30, domeni- Ospitato nella quattrocentesca Casa Gan- ca ore 14.30-18.30; orario estivo (1/5-15/9): dolfi, il museo documenta attraverso mani- sabato ore 9.00-12.00 e 15.15-19.15, domenica festi, volantini, plastici, cimeli, medaglie e ore 15.15-19.15. Turisti, scolaresche e gruppi ordigni bellici le vicende del territorio imo- possono accedervi anche dal lunedì al lese nel periodo compreso tra l’affermazio- venerdì ore 9.00-12.00, previa prenotazione ne del fascismo e la redazione della Costi- telefonica allo 0542.602609. tuzione repubblicana, con una particolare Biglietto: intero euro 3, ridotto euro 2, gra- attenzione agli avvenimenti della Resistenza tuito per le scolaresche. Biglietto cumulati- locale. vo: euro 4 per la Rocca Sforzesca e Palazzo MUSEO MOSTRA DELLA RESISTENZA Tozzoni, euro 5 per la Rocca Sforzesca, Pa- E DEL NOVECENTO - C.I.D.R.A. lazzo Tozzoni e Museo di San Domenico. Via dei Mille, 26 - 40026 Imola (BO) Tel. e Fax 0542.24422 www.cidra.it - [email protected] Apertura: martedì, giovedì e sabato 9.30- 12.00 e 15.00-17.30. Biglietto gratuito.

182 Cuore verde di Imola è il Parco delle acque Scienza e Tecnica minerali, che prende il nome da una sorgen- Zoo Acquario te di acque minerali sulfuree. Sulle prime col- via Aspromonte 19 - 40026 Imola (BO) line intorno alla città sorgono poi il Parco Tel. e Fax 0542.24180 - www.zooacquario.it Tozzoni e il Bosco della Frattona, autentico Lo Zoo Acquario permette di compiere un santuario della natura. viaggio affascinante fra invertebrati, pesci rari, piante marine e rettili presentati nei Natura loro ambienti naturali riprodotti scientifica- Riserva Naturale Orientata del Bosco mente e con tecniche di effetto. Il centro della Frattona promuove anche un intenso programma La prima fascia di colline, divulgativo, comprendente lezioni temati- oggi ordinata in geome- che a scopo didattico, conferenze con stu- trici campi di cereali e diosi del settore e corsi di acquariofilia. foraggio che si alternano Apertura: orario invernale (1/10-31/05) dal a frutteti, era un tempo martedì al sabato 9.00-12.00 e 15.30-19.00 occupata da estesi boschi. domenica 9.30-12.00 e 15.30-19.00, orario Splendida testimonianza di quei tempi è il estivo (1/06-30/09) dal martedì al sabato Bosco della Frattona, sulle pendici collina- 9.00-12.00 e 15.30-19.00 domenica 9.30- ri tra Imola e Dozza, lungo il corso del tor- 12.00 e 16.00-19.00 rente Correcchio. Il bosco copre quasi per Chiuso il lunedì, le domeniche di luglio e tre intero la superficie della riserva e si presen- settimane in agosto. ta come un grande mosaico. A seconda Biglietto: intero euro 6,00, ridotto euro 4,70 dell’esposizione al sole, delle caratteristi- che del terreno e dell’umidità si sviluppa una vegetazione dai mille volti. La fascia Scienza e Tecnica meridionale si estende su un pianoro lumi- Osservatorio Astronomico noso, che in autunno sfoggia i suoi colori via Comezzano 21 - 40026 Imola (BO) migliori. Scendendo lungo il pendio che Tel. 0542.684335 - www.astrofiliimolesi.it degrada verso il torrente, il bosco si fa più [email protected] ombroso e fresco, tappezzato da dense L’Osservatorio si trova a circa 4 km da Imola macchie verde scuro di pungitopo. A domi- ad un’altezza di 250 m, ed è gestito dall’As- nare sono le querce, ma è il sottobosco a sociazione Astrofili Imolesi, che ne ha cura- riservare le maggiori sorprese: già a fine to nel tempo anche l’allestimento. gennaio fa capolino il bucaneve, quindi via All’interno della cupola di vetroresina, del via la primula, il dente di cane, l’anemone diametro di 4.5 m, troneggia un telescopio dei boschi, la viola. Le fioriture si susseguo- Newton-Cassegrain con specchio primario no a ritmo serrato e per alcune settimane il da 410 mm corredato da rifrattore da 150 sottobosco diventa un tappeto dalle infini- mm. Il telescopio e tutta la restante stru- te sfumature. Il bosco è la casa ideale di mentazione tecnica del centro consentono molte specie animali: il più diffuso e facile l’organizzazione di vari appuntamenti pub- da avvistare è senza dubbio lo scoiattolo. blici durante l’anno, dedicati all'osservazio- Nel parco si trovano anche le cosiddette ne di luna, pianeti e altri corpi celesti. “sabbie di Imola”, relitti delle spiagge di Apertura: serale, in occasione di eventi quel mare che più di un milione di anni fa organizzati dall’Associazione Astrofili Imo- occupava l’intera pianura padana e lambiva lesi. Biglietto gratuito. Prenotazione obbli- i contrafforti dell’Appennino. gatoria.

CEA Centro Visita e documentazione ambientale “Città del Vino” e capitale dell’enogastrono- Complesso Sante Zennaro mia romagnola, Imola dedica al cibo eventi Via Pirandello, 12 - 40026 Imola (BO) davvero unici: primo fra tutti il Baccanale, in Tel. e Fax 0542.628795 occasione del quale la città si trasforma in un [email protected] grande palcoscenico su cui si avvicendano sto- www.comune.imola.bo.it/boscofrattona rici, chef, gastronomi, artisti e produttori.

183 Festival Internazionale del Folklore archivio S.T.A.I.

Eventi Fantaveicoli, sfilata-concorso di stravaganti mezzi ecologici di locomozione: domenica di Carnevale. Sagra dei maccheroni di Ponticelli: 1a domenica di Quaresima. Lom a merz: 2° o 3° sabato di marzo. Imola in Musica, festival musicale nelle strade, piazze e palazzi del centro storico: inizio giugno. Imola di Mercoledì, mercati a tema e apertura serale dei negozi nel centro storico: quattro mercoledì sera da fine giugno a metà luglio. Crossover Jazz Festival, Rocca Sforzesca: inizio luglio. Emilia Romagna Festival, musica classica: da luglio a settembre. Festival Internazionale da Bach a Bartòk: agosto e settembre. Festival Internazionale del Folklore: ultimo sabato di luglio. Festa del Contadino e Palio dei Pigiatori di Sasso Morelli: primo week end di settembre. La Città dell’Artigianato e Sfujareia, mostre, mercati, animazioni per le vie del centro sto- rico e tradizionale festa dello “sfogliare” le pannocchie di granturco: 2° sabato di settembre. Mostra-scambio di auto e moto d’epoca CRAME, Autodromo Enzo e Dino Ferrari: 3° week end di settembre. Festa della Tagliatella di Ponticelli: 2° e 3° week end di settembre. SuperBike, gara motociclistica internazionale, Autodromo Enzo e Dino Ferrari: settembre. Sagre di Zello - del cocomero: penultimo week end di luglio; - dell’uva: 3° week end di settembre; - della polenta e della castagna: 2° week end di ottobre. Tre Monti, gara podistica internazionale, Autodromo Enzo e Dino Ferrari: 3a domenica di ottobre. Baccanale, festival culturale a tema enogastronomico in vari luoghi del centro storico. Mostre, degustazioni, eventi: tre week end di novembre. Corto Imola Festival, festival internazionale di cortometraggio: fine novembre inizio dicembre.

184 Mordano

Inoltrandoci nella bassa pianura imolese incon- Iniziata con la centuriazione romana (pag. triamo Mordano, antica Moretano. 104), di cui resta chiara traccia nella struttu- ra ortogonale del reticolo viario, la grande L’ingresso al centro storico è sottolineato da opera di sistemazione idraulica della Bassa due belle torri merlate e gli fa da sfondo la fac- romagnola si è identificata nel secolo scorso ciata della chiesa di S. Eustachio. con le epiche figure degli “scariolanti”.

Da segnalare il Teatro Comunale. A metà strada tra Mordano e la Provinciale Selice sorge la frazione di Bubano, dove nel Teatro Comunale XIII secolo i monaci benedettini eressero un Il Teatro Comunale di Mordano è un picco- castrum allo scopo di proteggere le proprie- lo teatro di fine Ottocento, posto al primo tà della chiesa di Santa Maria in Regola. piano di un vecchio edificio adiacente all’ex Dell’antica fortificazione, poi trasformata in residenza municipale. Da un documento rocca e passata di signore in signore, non dell’ottobre 1893 risulta che a Mordano esi- rimane oggi più traccia. Nella frazione è da steva una compagnia di filodrammatici lo- segnalare il Canale dei Molini, il più antico cali, i quali probabilmente avevano in esclu- manufatto della zona ancora in funzione, ri- siva l’uso del teatro. La sala mantiene anco- salente forse all’VIII secolo. Il canale preleva ra sostanzialmente l’aspetto originale, carat- l’acqua dalla diga di Codrignano per poi ri- terizzato dalla balconata in legno con la rin- congiungersi al Santerno poco oltre Bubano. ghiera in ferro battuto. La nuova inaugura- L’opera, persa la sua funzione originaria di for- zione è avvenuta il 16 marzo 1985 e da allo- nire energia per i mulini, costituisce uno scol- ra vi si svolge una regolare attività di spetta- matore delle acque del Santerno e alimenta coli di prosa. Il teatro viene anche affittato importanti impianti di potabilizzazione. per serate danzanti. Il più antico luogo di culto del territorio è la Cappellania di San Francesco. Già esistente con altro nome prima dell’anno Mille, nel gennaio del 1177 ospitò per alcuni giorni Federico Barbarossa. Caduta in disuso forse a causa di un’alluvione, fu ricostruita a partire dal 1478 ad opera dei frati francescani. Pregevole dal punto di vista architettonico è il loggiato che si affaccia verso est.

A Mordano vive lo scrittore Carlo Lucarelli, dalla cui penna è noto il personaggio del Commissario De Luca, protagonista della se- Palio del Torrione rie TV girata nelle campagne della bassa bo- archivio Comune di Mordano lognese.

Tra filari di vite e alberi di pesco, in una campa- Eventi gna florida e curata come un giardino, si sco- Il Carnevale: marzo. prono numerosi edifici di pregio tipici dell’ar- Sagra Agricoltura-Industria-Artigianato: chitettura rurale romagnola: più piccoli di quel- fine maggio inizio giugno. li emiliani, sono costituiti per lo più da un unico Palio del Torrione: giugno. corpo in cui si fondono la casa contadina, la Festa di Sant’Antonio Abate: 1a domenica stalla e il fienile. di agosto. Rock a tutta birra: settembre. Accanto al paese, gli argini del Santerno si ergono imponenti a ricordare il duro lavoro di GIORNO DI MERCATO: lunedì bonifica che ha interessato queste terre.

185 Castel Guelfo

Castel Guelfo è un caratteristico borgo forti- Il sistema difensivo del castello prevedeva ficato di pianura, che ha mantenuto intatta la un’organizzazione architettonica dove ciascun struttura acquisita in epoca tardo medievale, elemento aveva una sua funzione specifica: arricchita da un originale ampliamento sette- ogni torrione comandava le mura sottostanti, centesco. ovvero oltre a difenderle poteva colpirle nel momento in cui venivano prese dal nemico. Donato alla Chiesa dai Canossa, il castello Con la stessa logica, il Cassero comandava i passò poi ai Malvezzi, che nel Quattrocento torrioni. Trasformato in porta cittadina tra ne fecero una piccola città-stato a controllo Sette e Ottocento, il Cassero è oggi destina- dei confini dei territori bolognesi lungo il tor- to a torre dell’orologio, nota come “campa- rente Sillaro. nazzo”.

Le mura, i quattro torrioni angolari e il casse- La fortificazione riuscì per secoli a proteggere ro incorniciano strade, chiese e palazzi del- la popolazione e ancora alla fine del Sette- l’elegante centro storico. Da vedere sono cento le sue porte venivano chiuse ogni sera. Palazzo Malvezzi-Hercolani, oggi sede muni- Precauzione che sarebbe stata utile mantene- cipale, con un grazioso cortile a due ordini di re anche a metà dell’Ottocento, quando Ca- portici, Palazzo del Podestà, in cui convivono stel Guelfo fu oggetto di una scorreria da par- stilemi medievali e rinascimentali, e la chiesa te del celebre brigante Stefano Pelloni, detto del Sacro Cuore, progettata tra il 1799 e il 1802 il “Passatore”. da Angelo Venturoli. Personaggi e Cultura Il Passatore Stefano Pelloni, detto il Passatore, fu un bri- gante attivo nella Romagna di metà Ot- tocento. Il soprannome gli venne dal me- stiere di traghettatore sul fiume Lamone, lavoro che lo mise in contatto con nume- rosi contrabbandieri, ladri e briganti che in quel periodo attraversavano queste terre e che lo avviarono alla “professione” per la quale passò alla storia. Organizzata una banda, operò per qualche anno tra Ravenna, Bologna e Ferrara, senza disdegnare qualche incursione oltre Appennino. Tratto caratte- ristico della sua banda era l’occupazione di interi paesi, attuata per saccheggiare le abi- tazioni dei cittadini più ricchi. Nel 1851, appena ventisettenne, tradito da uno dei suoi uomini, fu ucciso dalla gendarmeria pontificia nei pressi di Russi (RA). Le sue imprese ispirarono da subito la fantasia po- polare, che lo elevò a Robin Hood di Ro- magna. Nemmeno Giovanni Pascoli restò indifferente al mito, tanto che nella poesia Romagna evocò la sua figura definendolo “il Passator Cortese”. Una curiosità: secondo alcune fonti, il Passatore sarebbe un antena- to di Raffaella Carrà, il cui vero cognome in Scorcio del Campanazzo effetti è Pelloni... archivio Comune di Castel Guelfo

186 Di fronte al castello si apre il Borgo, quartiere All’ingresso del Borgo sorge il Santuario della settecentesco di particolare effetto scenico. Beata Vergine della Pioppa, eretto tra il 1490 Fatto costruire fuori dalle antiche mura dalla e il 1500. L’edificio presentava originariamente Signoria Malvezzi su progetto dell’architetto una pianta a croce greca, oggi priva del brac- bolognese Luigi Casoli, il Borgo presenta l’as- cio sul lato di ingresso. Quest’anomalia com- petto di una piazza triangolare, con la base positiva è il frutto di un intervento apportato rivolta verso il castello e i lati ricamati da lun- nel 1763 a seguito della realizzazione del Bor- ghi portici. go, quando si decise di arretrare la facciata della chiesa affinché non alterasse la prospet- tiva della piazza.

Castel Guelgo al tempo dei Malvezzi archivio Comune di Castel Guelfo

Castel Guelfo Outlet City - archivio privato

In località Poggio Piccolo sorge “Castel Guel- Eventi fo Outlet City”, una vera e propria città dello Fiera di Sant’Agnese: gennaio. shopping con una galleria di negozi, piazzette, Sagra del vino e della ciambella: ristoranti, caffè e uno spazio per i bambini. fine giugno. All’interno dell’outlet si trova un punto infor- mativo per i turisti. GIORNO DI MERCATO: venerdì Info: Tel. 0542.670762 [email protected] www.outletcastelguelfo.it

187 Medicina

Medicina sorge nel cuore della pianura tra Enogastronomia Imola e Bologna sull’antica Via Salaria, oggi San Cipolla di Medicina IGP Vitale. Qui nacque Pier da Medicina, che Dan- Risale al 1618 il bando che a Bologna fissa i te mise all’Inferno tra i seminatori di discordia prezzi per le diverse pezzature della cipolla (canto XXVIII), come recitano i suoi versi scol- di Medicina, varietà dorata diffusa fin dal piti in una lapide della cinquecentesca Torre Medioevo. Dalla cipolla di Medicina si dell’Orologio. ottiene il celebre friggione bolognese, suc- culento intingolo di cipolla e pomodoro, e O tu cui colpa non condanna la rinomata marmellata di cipolle rosse di e cu’ io vidi in su terra latina [l’Italia], Medicina. La zona di produzione è compre- se troppa simiglianza non m’inganna, sa nei territori comunali di Medicina, Castel rimembriti di Pier da Medicina, Guelfo, Castel San Pietro Terme, Ozzano se mai torni a veder lo dolce piano dell’Emilia, Dozza, Imola. [la pianura padana] che da Vercelli a Marcabò dichina. L’architettura di Medicina si sviluppa soprat- tutto dal secolo XVII su un nucleo urbano a Il curioso nome del Comune è legato alla leg- forma di quadrilatero, che fino al 1789 fu cinto genda secondo cui Federico Barbarossa, che da mura. Nel centro storico, sono d’obbligo rifondò la città nel 1155, fu qui guarito dai suoi una visita all’imponente chiesa di San Maman- malanni grazie alle qualità medicamentose di te, settecentesca, con un bel campanile del una biscia che gli venne servita cotta nel bro- Dotti, e alla chiesa dell’Assunta, opera del do. In realtà il nome risale all’epoca tardo-anti- Torreggiani (1753). ca e significa “luogo in cui si praticano cure”. Il cinquecentesco Palazzo della Comunità è Eventi oggi sede della Biblioteca e dell’interessante BARBAROSSA, Museo Civico, ricco di testimonianze della una grande festa tra storia, mito e poesia storia e della cultura del territorio. Il ricordo del sovrano rifondatore di Medi- cina nel tempo è stato tramutato fantasti- camente in bella leggenda: l’affascinante storia della sua guarigione miracolosa si è così rivestita dei versi poetici scolpiti nel marmo sotto l’austero volto del Barbarossa nella facciata del Palazzo della Comunità: Mira tu viator istoria bella; Qui per un serpe ebbe pietosa aita, Federico Barbarossa ond’ebbe vita per cui qui Medicina ognun l’appella. Storia, leggenda e fantasia sono sempre più le componenti della straordinaria creatività collettiva che ogni settembre dà vita alla grande Festa dedicata al Barbarossa.

Festa del Barbarossa archivio S.T.A.I. - Sfefano Calamelli 188 Musei di liuteria e di un’antica farmacia, accanto Il Museo Civico documenta la storia del ter- all’antico meccanismo dell’orologio della ritorio e della comunità locale. La sezione Torre Civica e alle opere del maestro Aldo archeologica comprende reperti delle età Borgonzoni, autore anche del fregio pittorico del ferro, del bronzo, romana e alto-medioe- della sala superiore della Camera del lavoro. vale. Due sezioni di arte e architettura espon- gono opere d’arte devozionale e testimo- MUSEO CIVICO nianze dell’intenso sviluppo architettonico e Palazzo della Comunità Via Pillio, 1 artistico della città nei secoli XVII e XVIII, 40059 Medicina (BO) documentato attraverso la storia delle chie- tel. 051.6970356 - Fax 051.6979222 se e dei palazzi, opera dei principali architet- [email protected] ti bolognesi del periodo: Giuseppe Antonio Apertura: primi sabato e domenica del mese Torri, Alfonso Torreggiani, Giuseppe Antonio (esclusi i mesi di luglio e agosto) ore 15.00- Ambrosi, Ferdinando Bibiena, Carlo France- 18.00; aperture straordinarie per feste e sagre sco Dotti. Sono inoltre esposti disegni e pro- paesane. Biglietto: intero euro 2.60, ridotto getti dei due maggiori architetti medicinesi, euro 1.60 per studenti e over 65enni, gratuito Angelo Venturoli e Francesco Saverio Fabri. sotto i 14 anni. Interessanti le ricostruzioni di un laboratorio

Museo Civico, laboratorio di liuteria archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Qualificano il tessuto urbano storico anche l’ex chiesa del Suffragio, sulla piazza principale, e il complesso monumentale del Carmine, capo- lavoro dell’architettura barocca bolognese, che si erge sulla via centrale con l’alta cupola ottagonale. Allineata lungo il portico di Via Cavallotti, si inserisce la piccola chiesa di San- ta Maria della Salute, realizzata su disegno di Ferdinando Bibiena.

Lungo via Saffi si segnala il “Porticone” del Venturoli e, sullo sfondo, la chiesa dell’Osser- vanza.

Scorcio del centro storico archivio Comune di Medicina 189 Nel film Deserto rosso di Michelangelo Anto- Scienza e Tecnica nioni, Monica Vitti, nei panni di un’astronoma, La Croce del Nord: la voce delle stelle parla di “un’antenna per sentire il rumore del- Via della Fiorentina, 3560 - Medicina (BO) le stelle”. La scena si svolge presso il Radio- Tel. 051.6399405 - 333.1999845 telescopio di Medicina “Croce del Nord”, il Fax. 051.6399431 più potente complesso radioastronomico ita- www.centrovisite.ira.inaf.it liano situato nella frazione di Fiorentina. Visi- La Croce del Nord é il più grande “strumen- te guidate permettono davvero di ascoltare la to di transito” esistente, concepito per voce delle stelle e di scoprire i segreti del ra- l’esplorazione sistematica del cielo alla ri- diotelescopio. cerca delle radiosorgenti. Operante dal 1964, è formato da due bracci disposti a T, Avere sul proprio territorio il Radiotelescopio orientabili in direzione nord-sud, per cui le Croce del Nord, ospitare i locali di ricerca del sorgenti sono osservate quando transitano Cnr, aver dato i natali a Giuseppe Biagi (il mar- sul meridiano, per effetto della rotazione conista della spedizione Nobile al Polo Nord), terrestre. La grande superficie dello spec- avere tra i suoi cittadini Loris Prantoni (per chio di raccolta della radiazione e la bassa due volte al Polo Sud nella stazione di ricerca frequenza di osservazione rendono la Croce a Terranova, dove campeggia lo stemma di del Nord uno strumento molto interessan- Medicina), avere come cittadina onoraria il te per lo studio delle stelle pulsar e in par- premio Nobel Rita Levi Montalcini, hanno ticolare delle pulsar superveloci. Accanto valso a Medicina il titolo di “Città di scienza”. alla Croce del Nord si trova l’antenna para- bolica VLBI, inaugurata nel 1983: completa- mente orientabile, può puntare e inseguire qualsiasi oggetto della volta celeste. Apertura: visite guidate solo su prenotazio- ne, per le scuole mercoledì e venerdì, per gruppi di almeno 15 persone sabato pome- riggio, per tutti domenica pomeriggio. Durata della visita: 2 ore. Visite particolari si effettuano in occasione di “Col favore del buio”, iniziativa promossa dalla Provincia di Bologna. Biglietto: 2 euro Croce del Nord - archivio S.T.A.I.

Storia e Cultura È tradizione ricondurre a Matilde di Canossa La Partecipanza l’introduzione nella zona della Partecipanza, La Partecipanza consiste nella concessione ovvero la suddivisione delle terre tra le fami- imperiale o ecclesiastica di terre a una glie del paese e il diritto di trasmetterne la comunità in cambio del loro miglioramento proprietà ai soli discendenti maschi. fondiario. La sua origine deriva dall’istituto Nella frazione di Villa Fontana, il Palazzo del- medievale dell’enfiteusi e fu introdotta a la Partecipanza (secc. XVIII-XIX) è una costru- causa dell’esigenza di affrontare problemi zione ornata da una doppia scala esterna che idraulici che travalicavano le possibilità dei dà accesso al primo piano. All’interno oltre al singoli. Si tratta forse del primo esempio di prezioso archivio della Partecipanza e della azione collettiva in una terra che, secoli Comunità di Villa Fontana, nella sala del dopo, farà della cooperazione uno dei suoi Consiglio si trova una tela tardo-cinquecente- punti di forza. Oggi sopravvive a Nonantola sca che rappresenta Santa Lucia, patrona del- (MO), Sant’Agata Bolognese, San Giovanni in le due istituzioni (Info: Tel. 051.853807). Persiceto, Pieve di Cento, Cento (FE), Villa Fontana di Medicina, e tuttora funge anche da presidio territoriale e ambientale. La più antica è quella di Nonantola, mentre la più prospera è quella persicetana, grazie ai ric- chi terreni orticoli di Decima dove si produ- cono il Melone e l’Anguria IGP: 2400 ettari assegnati a rotazione ai partecipanti in base a un sorteggio.

Partecipanza di Villa Fontana archivio Provincia di Bologna 190 Natura Percorsi, ciclabili e pedonali, permettono il Oasi del Quadrone collegamento tra il centro storico e l’area flu- Via Portonovo, 890 - Buda - Medicina (BO). viale del Canale di Medicina. L’oasi di protezione faunistica “Cassa del Quadrone” è una piccola zona umida situa- Natura ta a nord-est di Medicina, in vicinanza della Il percorso agrituristico nelle zone umide frazione Buda. Al suo interno si trovano un di Medicina è un itinerario unico nel suo centro visite, strutture di osservazione e un genere e permette di visitare luoghi rag- itinerario attrezzato. L’estensione del nu- giungibili sia a piedi sia in mountain bike cleo vallivo é di circa 40 ettari e compren- (alcuni anche con mezzi motorizzati), tutti de una cintura di coltivi che racchiude vari interessantissimi per aspetti diversi: specchi d’acqua e un bosco igrofilo. La sua importanza é dovuta alla notevole diversità - naturalistico, con l’Oasi del Quadrone e biologica che la distingue e alla caratteristi- la zona rinaturalizzata della “Vallona”, ric- ca di essere luogo di sosta e di nidificazione chissime di piante, uccelli e altri animali di una ricca avifauna. Si organizzano iniziati- che vivono in un ambiente incontaminato; ve, feste e laboratori per adulti e bambini. Info: La.C.Me - Tel. 051.851155 - storico culturale, con l’antica chiesa di Fax 051.6982396 - www.lacme.it. Buda e, più a nord, gli oratori di Santa Lucia e della B.V. di San Luca; Valle della Fracassata Si tratta di un’antica cassa di espansione per - scientifico culturale, con il Radiotele- l’alimentazione delle risaie attiva fino alla scopio Croce del Nord e il suo Centro metà del XX secolo e attualmente trasfor- Visite presso l’Azienda “Aia Cavicchio”; mata in zona di ripopolamento avifaunisti- co. Comprende un’azienda avifaunistica e - gastronomico, presso le aziende “Aia una di produzione ittica, con la presenza di Cavicchio” e “Oasi del Quadrone” della una zona di laghi per la pesca sportiva e un Cooperativa La.C.Me, e l’Agriturismo “Il ristorante. Le acque della valle della Fracas- Murello”. sata derivano dal vicino Canale di Medicina, antico canale dei mulini e immissario dei Per l’itinerario completo: fossati un tempo esistenti attorno alle mura www.comune.medicina.bo.it, del castello. link: ambiente.

Eventi - Rievocazione storica del Barbarossa Carnevale di Medicina: febbraio. (www.ilbarbarossa.net), Festa di Primavera, sfilata allegorica: corteo lungo le contrade del castello: la 1a domenica successiva al 21 marzo. sabato e domenica del 3° week end Cantamaggio: fine aprile, inizio maggio. di settembre. Magazzino Verde, parco delle Mondine, evento teatrale: maggio. Festa d’autunno “Venite a quel paese”: Antica fiera di Medicina “Medicipolla”: ottobre luglio. Festa del gemellaggio: Portonovo - Caursa dal Dòg e Trî Lòmm a Mèrz, lume a marzo: febbraio (corsa delle dodici e tre quarti), disfida fra i 5 castelli di Medicina, Villa Fontana Castel San Pietro Terme, Dozza, Festa del Partecipante c/o tenuta Vallona: Castel Guelfo e Mordano per la conquista luglio. del Palio: la notte tra venerdì e il sabato del 3° week end di settembre. GIORNO DI MERCATO: giovedì

191 Castel San Pietro Terme

Castel San Pietro Terme sorge da oltre otto Sport e Vacanza attiva secoli sulla via Emilia, lungo il torrente Sillaro, Golf Club Le Fonti confine naturale tra l’Emilia e la Romagna. Viale Terme, 1800 - 40024 Luogo in equilibrio tra passato e futuro, sorto Castel San Pietro Terme (BO) come castello fortificato per difendere Bo- Tel. 051.6951958 - Fax 051.6949014 logna in seguito alla battaglia di Legnano, oggi [email protected] l’accogliente centro storico fa di Castel San www.golfclublefonti.it Pietro Terme una realtà turistica polivalente. Il percorso è inserito nella suggestiva Val- Molte sono le ragioni di una visita, riassunte le del Sillaro a 200 mt dalle Terme. L’im- nel connubio tra sport e benessere offerto pianto dispone di un’ampia gamma di ser- dalle Terme e dal Golf Club “Le Fonti”. vizi, di un’accogliente club house, piscina, negozio di golf, bar, ristorante. Il percorso, La zona termale, a cui si arriva dal centro sto- particolarmente lungo per i professionisti, rico con una panoramica passeggiata nel risulta estremamente divertente per i di- parco Lungo Sillaro, è ricca di fonti, tra le quali lettanti. Sede di un centro tecnico federa- la “Fonte Fegatella”, già famosa nel 1337 per le le femminile, il Golf Club ospita dal 2006 qualità curative delle sue acque. il L.E.T. (Ladies European Tour). Chiuso il martedì. Terme & Benessere Dati tecnici: 18 buche, par 72, 6480 m, Le Terme di Castel San Pietro 75 m s.l.m. Terme di Castel San Pietro S.p.a. Viale Terme, 1113 Castel San Pietro Terme (BO) Tel. 800213540 www.termedicastelsanpietro.it Castel San Pietro gode della ricchezza geo- logica di questa zona. Le acque termali che sgor- gano qui appar- tengono al gran- de bacino geolo- gico che si estende per tutto l’Appennino settentrionale: infatti, oltre a un gruppo di sorgenti salsobromoiodiche, esistono sor- genti sulfuree e ferruginose e formazioni pseudo-vulcaniche, le “Salse del Dragone”, da cui si ricavano i fanghi. Centro termale di antica fama, le sorgenti curative erano già conosciute nel XIV secolo per le loro virtù terapeutiche. Gli attuali stabilimenti si avvalgono di una struttura sanitaria scientifi- camente all’avanguardia, collegata all’Univer- Ladies European Tour sità di Bologna, e di piscine con le più mo- archivio Golf Club Le Fonti derne tecniche legate al benessere fisico.

192 La storia di Castel San Pietro è legata a quella Sulla piazza principale (XX Settembre), a fian- di Bologna, di cui seguì le sorti fin dal Me- co del Municipio, si affaccia il Santuario del dioevo, approfittando dei suoi momenti di SS. Crocifisso, con un campanile dotato di difficoltà per affermare un proprio ruolo. Fu ben 55 campane collocate ai vari livelli della così che Castel San Pietro divenne per due struttura e realizzate su originale invenzione volte divenne sede dell’Università di Bologna di Giulio Gollini nel 1930. Queste caratteristi- fra il 1306 e il 1338, quando la città felsinea fu che fanno del campanile del Crocifisso una interdetta dalla scomunica papale. Qui nel struttura unica in Italia e seconda per numero 1410 si rifugiò l’antipapa Giovanni XXIII per di campane in Europa. Da qualche decina sfuggire alla peste che infieriva su Bologna. d’anni, il carillon viene periodicamente utiliz- zato per diffondere nella città le sue note. In La bellezza del centro storico, intatto nella occasione del Settembre Castellano e della sua forma urbana, restituisce al visitatore Festa del Crocifisso, il Corpo Bandistico di tutto il fascino di secoli di storia e di vita cul- Castel San Pietro Terme organizza suggestivi turale e artistica della città. concerti per banda e carillon.

Il Cassero è il monumento che segna ufficial- Nei dintorni, a circa 10 km dalla città in dire- mente la nascita di Castel San Pietro nel 1199. zione di Bologna, si trova Varignana, delizio- Costruzione massiccia, ornata da merli ghibel- sa frazione posta su di un colle che sovrasta la lini, è sormontata dalla svettante torre trecen- via Emilia. Dalle origini storiche forse prece- tesca con l’orologio del 1784, ben visibile a denti allo stesso capoluogo, il borgo di Vari- distanza. Il Cassero attualmente ospita un tea- gnana era munito di un articolato sistema di- tro polivalente, aperto per rappresentazioni fensivo, di cui oggi resta testimonianza nella teatrali e musicali, oltre che per conferenze e rocca. Al centro della frazione si trova la bella mostre d’arte. Poco lontano, sorge un torrione torre di Varignana, visitabile solo dall’esterno. delle vecchie mura, di cui oggi resta un tratto Nel borgo si segnala anche la chiesa di San lungo via Castelfidardo e lungo il Sillaro. Lorenzo, con una suggestiva cripta romanica, visitabile a richiesta, risalente al IX-X secolo.

Santuario del SS. Crocifisso archivio Provincia di Bologna 193 Castel San Pietro Terme è “Città Slow”: aderi- Ricca è poi l’offerta enogastronomica: Castel sce infatti alla rete internazionale delle città San Pietro Terme si fregia anche dei titoli di del buon vivere, i cui Comuni si distinguono “Città del Vino” e di “Citta del Miele”: pro- per l’impegno a favore di uno sviluppo eco- prio qui hanno sede l’Osservatorio Nazionale nomico e sociale rispettoso dell’ambiente, per la Produzione e il Mercato del Miele e, la delle tradizioni e delle identità locali. terza domenica di settembre, si tengono la Fiera e la Borsa del miele di qualità. Castel San Pietro Terme, città del miele archivio S.T.A.I. - Paolo Benini

Eventi Eventi Tra i tanti eventi che animano il territorio, Carnevale Slow: febbraio. la Carrera autopodistica è senz’altro il più Festa Primavera Città Slow: 18 marzo. famoso. Si tratta di un’originalissima gara a Cassero Jazz: marzo. staffetta di macchine spinte a mano, che Festa del SS. Crocifisso: 15 gg. prima di Pasqua. ha una tradizione lunga cinquant’anni e Festival “In Blues”: fine maggio. vede per protagonisti gli uomini di spinta Carrera dei piccoli: maggio. (in gergo “spingitori”) e i piloti alla guida Naturalmiele e Teatro che cammina: degli speciali veicoli a quattro ruote. La 4 sabati di giugno competizione si svolge nell’ambito del Notte bianca: 4° sabato di giugno Settembre Castellano, grande kermesse di Settembre Castellano: avvenimenti culturali, turistici, sportivi e di - La Carrera (1a e 2a domenica di settembre) promozione dei prodotti tipici che dura - Sagra della braciola (2a domenica tutto il mese di settembre. di settembre) - Fiera e borsa nazionale del miele (3a domenica di settembre) CastelaNadel, mostre, presepi e fiera dei regali: tra dicembre e gennaio. Mercato straordinario: 21 ottobre e 8 dicenbre

GIORNO DI MERCATO: lunedì

La Carrera archivio S.T.A.I. 194 Dozza

Borgo dipinto - archivio S.T.A.I.

Adagiata sul crinale di una collina che domina Musei la Valle del Sellustra, tra Imola e Castel San La Rocca di Dozza, di origine duecentesca, Pietro Terme, Dozza è un borgo d’origine fu trasformata in fortezza sul finire del ‘400 medievale che ha mantenuto inalterato nei dall’architetto fiorentino Giorgio Marchesi secoli il suo impianto urbano dalla caratteri- che, secondo il volere di Caterina Sforza, stica forma a fuso. Dominata dalla possente Signora di Imola e di Dozza, fece alzare le rocca sforzesca, impreziosita dai suoi muri spesse mura di cinta e il torrione maggiore. dipinti e nota per l’Enoteca regionale, Dozza Nel corso del Cinquecento la Rocca acqui- aderisce all’Associazione Nazionale “I Borghi sì, per opera della famiglia Campeggi, l’a- più Belli d’Italia”. spetto del Palazzo signorile che tuttora mantiene. La visita della Rocca si snoda tra i Il nome di Dozza deriva da un vocabolo d’ori- dipinti e gli arredi originali delle camere e gine altomedievale, ducia, che significa doc- del salone, il pozzo a rasoio, la cappella pri- cia e che testimonia la presenza di invasi e vata al piano nobile, le prigioni, la cucina, il canali per la raccolta dell’acqua derivati già in cortile a doppio loggiato, le torri. età antica. Al secondo piano sono la Pinacoteca del Muro dipinto e le Sale Espositive che ospi- Fondato in epoca romana, nel corso del Me- tano un programma annuale di mostre orga- dioevo i Bolognesi munirono il borgo di mura, nizzate dalla Fondazione Dozza Città d’Arte. torri e di una rocca, poi fortificata e nel XV secolo potenziata da Caterina Sforza (pag. ROCCA MALVEZZI CAMPEGGI 181). Il feudo fu concesso in seguito dallo Sta- P.zza della Rocca, 6/a - 40050 Dozza (BO) to della Chiesa alle famiglie Malvezzi e Cam- Tel. 0542.678240 - Fax 0542.678270 peggi, i cui eredi lo governarono fino al XVIII [email protected] secolo col titolo di Marchesi Malvezzi-Cam- www.comune.dozza.bo.it peggi. L’accesso al borgo passa per il Rivellino, Apertura: orario estivo: 10.00-12.30 e 15.00- quattrocentesco torrione seminterrato, e la 18.30, domenica e festivi 10.00-13.00 e 15.00- grande torre quadrata della Rocchetta del 19.30; orario invernale: 10.00-12.30 e 14.30- 1250. Di qui due strade parallele, “contragran- 17.00, domenica e festivi 10.00-13.00 e 14.30- de” e “contracina”, attraversano Dozza fin sulla 18.00. Chiuso i lunedì feriali, Natale e Capo- piazza della rocca, da cui si apre un belvedere danno. sulla vallata sottostante. Biglietto: intero euro 4, ridotto euro 2, dai 10 ai 14 anni, gruppi di oltre 20 persone euro 3, scolaresche e residenti euro 1. Visite guidate su prenotazione.

195 Dozza aderisce all’Associazione Nazionale Personaggi e Cultura “Città del Vino” e le superbe cantine della Il personaggio storico vero protagonista rocca ospitano degnamente la spettacolare della storia della Rocca fu il Cardinale Enoteca regionale dell’Emilia Romagna. Lorenzo Campeggi, che nel 1531 prese pos- sesso del castello e del feudo di Dozza, Enogastronomia come ricompensa dei viaggi all’estero com- Enoteca regionale dell’Emilia Romagna piuti per conto del Papato. Già inviato in Tel. 0542.678089 - Fax 0542.678073 Francia presso la corte di Luigi XII da Papa [email protected] Giulio II, divenne arcivescovo di Salisbury www.enotecaemiliaromagna.it grazie alla sua amicizia con Enrico VIII di L’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna Inghilterra. Nominato vescovo di Bologna, occupa una superficie di mille metri quadra- fu nuovamente inviato presso la corte di ti dove espone (e vende a prezzi convenien- Enrico VIII a scongiurare lo scisma della ti) oltre 800 etichette, selezionate da una chiesa anglicana, missione che fallì. Morto apposita commissione di esperti: vini bian- a Roma nel 1539, la sua salma ebbe un curio- chi, rossi, spumanti e passiti, oltre ad aceto so trattamento: fu bollita, ridotta in ossa, balsamico e distillati, tutti rigorosamente imballata e spedita a Dozza. I suo resti mor- prodotti in Emilia-Romagna. Il percorso lun- tali trovarono sepoltura in una torre del go gli scaffali è organizzato secondo il crite- Castello e ora riposano nella cripta della rio degli abbinamenti con i cibi, per meglio chiesa prepositurale di Dozza. orientare anche il visitatore meno esperto. L’Enoteca Regionale Emilia Romagna si pone tra i tanti obiettivi anche quello di fare edu- Nel cuore del borgo, di fronte al Palazzo Co- cazione al consumo e per questo motivo è munale, sorge la chiesa prepositurale di San- stata attrezzata una sala di degustazione per ta Maria Assunta in Piscina, edificata sui resti svolgere attività di wine bar, aperto al pubbli- di una primitiva chiesa, di cui rimangono una co la domenica pomeriggio in autunno e lunetta in arenaria e un capitello romanico. inverno. Per gruppi sono possibili aperture Nel 1350 fu affidata a un certo Antonio, “prae- feriali. L’Enoteca è un luogo ideale per aperi- positus” dell’Ordine degli Umiliati. tivi, corsi di degustazione, corsi di abbina- Il fonte battesimale risale alla fine del Cinque- mento cibo - vino, wine tasting, banchi d’as- cento ed è costituito da un catino ottagona- saggio, degustazioni guidate, serate dedicate le in arenaria con i lati scolpiti a bassorilievo. ai prodotti tipici regionali. Degna di nota è la tela posta nella parete di sinistra della chiesa dipinta nel 1492 da Marco Palmezzano da Forlì, raffigurante una Madon- Enoteca regionale dell’Emilia Romagna na con Bambino tra San Giovanni Battista e archivio S.T.A.I. - Arianna Biavati Santa Margherita.

196 Musei Il piccolo museo annesso alla Chiesa par- rocchiale dell’Assunta espone arredi sacri (vasi, crocefissi, reliquiari, ostensori, para- menti, un breviario del ‘600 e 90 targhe devozionali), dipinti su tela e tavola, disegni ed incisioni, stampe antiche, insieme a para- menti sacri e argenterie liturgiche prove- nienti da luoghi di culto della campagna cir- costante. MUSEO PARROCCHIALE Chiesa di Santa Maria Assunta Via XX Settembre, 54 - 40050 Dozza (BO) Biennale del muro dipinto tel. 0542.678111 archivio S.T.A.I. Apertura su richiesta. Biglietto gratuito. Su un vicino colle a monte del borgo, sorge l’ex complesso conventuale di Monte del Re. La croce di legno, che tuttora si alza nei pres- Eventi si della chiesa, secondo la tradizione fu pian- Biennale del Muro Dipinto tata dallo stesso San Francesco nel 1223. Originale manifestazione artistica dozzese, Convento francescano fino alla soppressione la Biennale del Muro Dipinto anima le vie degli ordini voluta da Napoleone, il comples- del borgo ogni mese di settembre degli anni so fu quindi acquistato dal Conte Sassatelli, dispari, quando artisti di tutto il mondo che ne fece il suo casino di villeggiatura. Oggi dipingono “dal vivo” i muri delle case sotto l’edificio ospita una struttura ricettiva. gli occhi dei visitatori. Le pitture murali sono l’asse portante della manifestazione Nei dintorni, merita una visita anche il seicen- cui, negli ultimi anni, si sono aggiunte mo- tesco Santuario del Calanco, sito sulla omo- stre e performance che hanno coinvolto nima via e oggi di proprietà privata. Al suo tutti gli spazi di Dozza: il Borgo antico, il interno conserva una Madonna in scagliola Rivellino e la Rocca Sforzesca. La prima edi- del XV secolo, portata ogni anno in proces- zione del Muro Dipinto fu organizzata nel sione a Dozza nel giorno di Pentecoste. 1960 e da allora la manifestazione si è sem- pre più qualificata diventando vera e pro- pria biennale d’arte moderna, nobilitata dalla partecipazione di importanti maestri della pittura, fra i quali Brindisi, Frasnedi, Licata, Matta, Purificato, Saetti, Sassu, Schweizer, Sughi, Zancanaro. Oggi sono ol- tre un centinaio i dipinti che si susseguono sulle pareti del borgo e passeggiando per le strade si ha l’impressione di percorrere i corridoi di una grande galleria d’arte a cielo aperto. I bozzetti e gli studi preparatori delle opere sono conservati nel Centro Studi e Documentazione della Biennale del Muro Dipinto, inaugurato nel 2006 e allesti- to all’interno della Rocca in prossimità della Pinacoteca, dove sono esposti alcuni degli affreschi “strappati” dai muri, per preservar- li dai danni del tempo. Il Centro Documen- tazione è visitabile nei pomeriggi delle do- meniche e dei giorni festivi e su prenotazio- ne telefonando allo 0542.678240.

Dozza e la Val Sellustra archivio Comune di Dozza

197 Muro dipinto - archivio S.T.A.I.

Eventi Festa delle Arzdore, i piatti della tradizione I Re Magi a Dozza, corteo storico nel gior- dozzese: 1° fine settimana di settembre. no dell’Epifania: 6 gennaio. Biennale del Muro Dipinto, performance Festa del vino: domenica di inizio maggio degli artisti: a settembre negli anni dispari. Feste di Pentecoste in onore della Ma- Falò di San Silvestro: 31 dicembre. donna del Calanco: tra maggio e giugno. DozzaEventi, eventi teatrali, d’arte, musicali GIORNO DI MERCATO: mercoledì enogastronomici: tra maggio e ottobre.

198 Natura Natura La Valle del Sillaro La Val Sellustra Il Torrente Sillaro nasce a circa 1000 m di La Valle del torrente Sellustra è una piccola altitudine dalla cima Tre Poggioli e raggiun- valle incastonata tra la Valle del Santerno e ge la pianura a Castel San Pietro Terme, da quella del Sillaro. Si risale da Toscanella, se- dove prosegue il suo corso, parzialmente guendo dalla Via Emilia le indicazioni per incanalato, fino al Reno. Il Sillaro riveste in Dozza, superata la quale si prosegue sulla SP regione un forte valore simbolico: è lungo il 34 “del Gesso”, che percorre il fondovalle suo corso, infatti, che convenzionalmente si del torrente. Alla frazione Valsellustra, una individua il confine tra l’Emilia e la Roma- deviazione sulla destra conduce in alcuni gna. La vallata si risale partendo da Castel chilometri di strada tortuosa ma asfaltata San Pietro Terme, seguendo le indicazioni sul crinale di una valletta interna, dove sor- per Valle del Sillaro e Sassoleone. gono i resti dell’antico castello di Fiagnano: Costeggiata l’area del Golf Club “Le Fonti”, di notevole interesse sono i calanchi del diversi specchi d’acqua si susseguono nel Pliocene su cui poggia la costruzione. fondovalle, creando zone umide di un certo Tornati sui propri passi, si supera il bivio per interesse. Poco oltre, in territorio di Mon- Casalfiumanese e ci si immette nell’ultimo terenzio, si raggiunge la stazione termale tratto della strada di fondovalle che si del Villaggio della Salute Più. In questo trat- addentra in uno dei paesaggi più selvaggi to, la Valle del Sillaro presenta tutto il suo della zona. Sulla sinistra si stagliano i Monti fascino lunare, accresciuto da una vegeta- dell’Acqua Salata, da cui ha origine la Vena zione costituita per lo più da bassi cespugli del Gesso Romagnola, oggi tutelata da un e quasi totalmente priva di alberi ad alto Parco Regionale. Raggiunto il bivio per fusto. Giunta ai piedi di Sassoleone, la stra- Fontanelice termina di fatto la Val Sel- da lascia il fondovalle e si fa più ripida. lustra: poco distante sorgono i resti a cielo Prima di raggiungere il paese, si supera un aperto del Santuario della Madonna del bivio per la Valle del Sellustra. Rio, dai quali è ancora possibile riconoscere Proseguendo, si giunge a Sassoleone, che l’elegante impianto di una chiesa barocca. conserva una bella torre castellana oggi uti- Proseguendo sulla strada del Gesso, si arri- lizzata come campanile della Pieve. Più a va in breve a Sassoleone, da dove si domina monte, al bivio per Castel del Rio e la Valle la Valle del Sillaro. del Santerno, si può ammirare un ampio panorama. Poco prima di entrare alla suc- cessiva frazione di Belvedere (dove si segna- la l’interessante Parrocchiale), una stele ricorda il sacrificio di 55 partigiani compiu- to nel settembre del 1944. La strada prose- gue tortuosa e in 3 Km conduce a Giugnola, frazione montana che si attraversa passan- do fra antichi edifici che si stringono quasi a segnare il passaggio dalla Romagna alla Toscana. Altri 3 km ed ecco Piancaldoli, paese natale di Evangelista Torricelli, inven- tore del barometro. Le caratteristiche co- struzioni in stile chiaramente fiorentino ci ricordano che siamo ormai in territorio to- scano, non lontano dal Sasso di San Zenobi e dal Passo della Raticosa.

199 Crediti

pubblicazione della Provincia di Bologna - Servizio Turismo

con il contributo di G.A.L. Appennino Bolognese Camera di Commercio di Bologna A.P.T. Servizi

a cura di Michelangelo Stanzani

con la collaborazione tecnica di Marina Falcioni

immagini Gli autori e i titolari dei diritti delle immagini pubblicate sono stati citati nelle didascalie. Si ringraziano gli Enti e gli operatori che hanno gentilmente concesso le loro immagini. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare.

progetto grafico e impaginazione Abc&Z - Bologna

cartografia base cartografica: Carta topografica 1:250.000 Regione Emilia Romagna - Servizio cartografico e geologico

stampa Casma Tipolito - Bologna

Si ringraziano quanti con la loro disponibilità e il materiale fornito hanno reso possibile la realizzazione della presente pubblicazione, in particolare: Comuni, Comunità Montane, Nuovo Circondario Imolese, Parchi, IAT, Pro Loco, Unione Appennino e Verde - Società Comunica, Strade dei vini e dei sapori “Città Castelli Ciliegi” e “Colli d’Imola”, S.T.A.I. (Società Turismo Area Imolese), Promappennino, Sistema Turistico Valli Bolognesi, C.A.I. Imola, Monte Sole Bike Group.

fonti box Renzo Renzi e Musei: Renzo Renzi, Carlo Marulli, Bologna. Città e Provincia, Pendagron Bologna 2003. Gilberta Franzoni, Francesca Baldi, Bologna. Una Provincia, Cento Musei, Pendragon Bologna 2005.

Tutte le informazioni relative a recapiti, prezzi e orari di apertura sono aggiornate a ottobre 2007.

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2a edizione riveduta e corretta. Finito di stampare a dicembre 2007

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