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l'Alpe di C 12) Monte la Fine
Percorso: Giugnola - Monte la Fine. In gran parte su sentiero, percorribile a piedi.
Itinerario: si parte dalla chiesa di Giugnola. Il sentiero inizia lungo il fianco sinistro della chiesa poi sale lungo “le Lastre” raggiungendo presto la “panoramica”, strada ghiaiata che corre a mezza costa sotto Monte la Fine tra Piancaldoli e Giugnola. Si procede seguendo questa strada in leggera salita fino al secondo tornante, poco distante da Cà di Tonno. Procedere per qualche centinaio di metri e imboccare a sinistra la via sterrata che sale a monte, fino a raggiungere la cresta del crinale in prossimità delle Costole di Pendola. Si percorre la via sterrata di crinale, in un bel panorama sulla valle del Sillaro, a destra, e sui castagneti di Montefune, a sinistra. Superato il Poggio di Monte la Fine, lungo il crinale, si prosegue, sempre sul crinale, fino a raggiungere il punto dominante, detto Il Sasso. Da qui proseguire lungo il sentiero ombreggiato da una folta vege- tazione fino a raggiungere la vetta, segnalata da un pilastro sormontato da una croce. Per il ritorno si può agevolmente scendere lungo il versante rivolto a nord, percorrendo le vie sterrate che conducono alla strada Panoramica, e scendere a Giugnola o a Piancaldoli.
Da vedere Monte la Fine*: la vetta si trova a 993 metri Slm; da lassù si gode di una visione mozzafiato su gran parte dell’Appennino tosco-romagnolo e sulla montagna Bolognese, fino ai Colli Eu- ganei e ai Lidi Ravennati. Nel 1900 fu costruito dai Piancaldolesi un pilastro in arenaria, alto dieci metri e sormontato da una croce in ferro, per ricordare l’inizio del nuovo secolo e l’Anno Santo. È stato per circa un secolo luogo di una bella festa, molto partecipata, che si svolgeva la domenica successiva al Ferragosto. Si ballava, accompagnati da un’or- chestra, sulla spianata di fianco alla croce. Sulla sommità, nel luo- go della “spianata” vi era un castello, forse di non notevoli dimensioni, da sempre denomina- to dalla popolazione del luogo “e Castlózz”, quindi Castelluccio. In origine apparteneva agli Ubaldini, fino al 1349, quando i Fiorentini lo occuparono. Quando i Visconti di Milano ten- tarono di impadronirsi di Firenze, i Fiorentini consegnarono il castel- Il Poggio di Monte la Fine. Si notano in primo piano i fori per “e perglêr”, la lo agli Alidosi di Castel struttura composta di pertiche di castagno del Rio. I Milanesi si per essiccare le pannocchie di granturco impadronirono di Monte la Fine e di Visignano. Dopo alterne vicende, nel 1352, con la pace fra Milanesi e Fiorentini, il castello rimase in possesso dei Fiorentini, che si trovarono a essere padroni delle migliori posizioni sull’Appen- nino tosco-romagnolo. Giugnola*: le informazioni necessarie per visitare questo luogo si possono leggere su “Alle radici del Sillaro”. Antico borgo, ben conservato, già sede di una “gran- cia” dipendente dai Domenicani di Imola, che vi nominavano un rettore dell’oratorio dedicato a San Dionigi l’Areopagita. La costruzione, ancora quasi integra, risale al XVI secolo. Nel 1952 fu elevata a parrocchia, poi reinglobata nella Prepositura di Piancaldoli nel 1984. È il paese nativo del grande latinista Cardinale Antonio Bacci (Giugnola di Castel del Rio, 1885 - Roma, Vaticano, 1971). Il paese è diviso dalla linea di confine lungo la strada Provinciale fra il comune di Firenzuola, a valle, e il comune di Castel del Rio, a monte, quindi fra la Provincia di Firenze e quella di Bologna, quindi fra la regione Toscana e La “Croce” alla sommità di Monte la Fine
La festa per l’inaugurazione del pilastro che si tenne nel 1900
l’Emilia Romagna. Interessante il pozzo-cisterna a forma tron- co-piramidale costruito molto probabilmente dai Domenicani, che lo restaurarono nel 1643, di cui rimane documentazione.