La Nascita Dell'industria Automobilistica Italiana

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

La Nascita Dell'industria Automobilistica Italiana LA NASCITA DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA ITALIANA “L’automobile ha fornito all’uomo uno strumento che, accelerando il ritmo della produzione ed evitando disperdimenti di tempo causati dalla lentezza dei trasporti, ha creato impensate possibilità di ricchezza e di benessere”, così scriveva Carlo Biscaretti di Ruffia, fondatore del Museo Nazionale dell’Automobile in Italia e tra i massimi storici dell’automobilismo. L’automobile balza improvvisamente alla luce della ribalta il giorno in cui il veicolo semovente dell’ingegnere lorenese J.Nicolas Cugnot fa la sua prima apparizione a Parigi nel 1769. Beau de Rochas, Otto, Daimler, Benz porranno poi le basi del veicolo moderno e prodigioso che oggi ha raggiunto il suo pieno sviluppo. Sopraggiunta infatti la rivoluzione industriale del diciottesimo secolo, che metteva a disposizione dei popoli una massa sempre crescente di beni, era assolutamente indispensabile la creazione di un sistema di locomozione sicuro e veloce, che permettesse alle industrie di diffondere per il mondo questa enorme quantità di prodotti, destinati a trasformare di sana pianta il nostro modo di vivere. Ogni paese mobilita i suoi tecnici, i suoi inventori, i suoi studiosi per continuare e perfezionare gli esperimenti già compiuti sulle proprietà del vapore acqueo e sulla sua utilizzazione per la trazione. Nasce così sul finire del 1800 il motore a vapore leggero, economico, poco ingombrante, destinato a dar vita al nuovo veicolo rendendolo capace di eccezionali prestazioni. Ma la vera rivoluzione ha inizio con l’avvento del motore a scoppio, che assume rapidamente il primato detronizzando in pieno le applicazioni del motore a vapore. All’Italia non mancano uomini di genio, inventori di avanguardia, come vedremo; ma le occorreranno molti anni per costruirsi una struttura economica e industriale di pari livello del resto d’Europa. Pesa infatti, nel suo lentissimo sviluppo, una struttura essenzialmente agricola, la povertà di materie prime e la penuria di quei capitali indispensabili per l’impianto di stabilimenti destinati alla lavorazione del ferro e alla produzione dell’acciaio. Nonostante questo, può vantare grandi precursori, come Luigi Pagani, di Bologna, che riuscì a costruire nel 1830 una “Locomotiva a vapore applicabile a diversi usi”, come ci dimostra una stampa dell’epoca. Sei anni dopo iniziano a Torino gli esperimenti del Capitano del Genio Virginio Bordino che dopo una lunga permanenza in Inghilterra per studiare ingegneria meccanica, rientrato in Patria progetta cinque veicoli ad uso militare mossi dalla forza del vapore. Uno di questi é conservato ancora oggi da noi. Va annoverato anche Enrico Pecori che, nel 1891, costruisce un triciclo a vapore (anch’esso conservato nella nostra collezione). Ma, oltre al motore a vapore, l’Italia é grande anche nello sviluppo del motore a scoppio. Il 4 febbraio 1879 Giuseppe Murnigotti da Martinengo consegue un brevetto per l’applicazione di un motore a gas su un veicolo a tre o quattro ruote. E’ un’anticipazione assoluta, precedente a molte altre, sia francesi sia tedesche, che giungono a ben altra rinomanza. Ma si ignora se al progetto abbia fatto seguito la realizzazione. Di anche maggiore rilevanza sono gli studi di due nostri grandissimi inventori, Padre Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, su cui avete già sentito parlare in una delle scorse conferenze. Nel periodo che corre dal 1851 al 1858 essi costruiscono un motore atmosferico perfettamente funzionante ed illustrato in ogni particolare in una memoria segreta depositata presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze nel 1853 e dissuggellata dieci anni dopo. In essa si stabiliscono alcuni principi basilari del motore a scoppio e cioè: “Impiegare come forza motrice la combinazione detonante del gas e trasformare il moto istantaneo prodotto dalla detonazione in moto regolare successivo, uniforme, ed infine di ottenere il miscuglio detonante al miglior prezzo possibile”. I due scienziati italiani conseguono regolare brevetto il 28 aprile 1854, stabilendo una data importante per il motore a scoppio. Disgraziatamente, però, la morte prematura del Barsanti segna la fine di ogni esperienza. La loro opera é continuata e ripresa in ogni paese da altri uomini quali l’italiano De Cristoforis, il francese Lenoir, il tedesco Otto, il francese Beau de Rochas, le cui teorie sul ciclo a quattro tempi aprono la strada al motore moderno. Ma soprattutto sono le scoperte di Karl Benz e di Gottlieb Daimler che danno l’avvio all’utilizzazione pratica e su vasta scala del nuovo mezzo di locomozione. In Italia sono numerosi i brevetti e le priorità acquisite, ma spesso tali eccellenze non trovano pieno riconoscimento. Abbiamo già visto Barsanti e Matteucci; un altro che merita una menzione speciale é il professore veronese Enrico Bernardi. I suoi studi e i suoi meriti sono assai poco conosciuti in Italia e assolutamente ignorati all’estero, nonostante i suoi prototipi possedessero innovazioni e ritrovati tecnici di rilevante portata. Studioso in molti campi, il suo contributo alla creazione del veicolo moderno rimane fondamentale. Già fin dal 1894, infatti, egli progetta la sua piccola vettura, ricchissima di anticipazioni e concepita secondo un progetto assolutamente originale. Il Professore tenne per lunghi anni la cattedra di macchine all’Università di Padova e continuò a conseguire brevetti nei campi più svariati, per esempio quello della fotografia, confermando così il suo genio di anticipatore. Ma come spesso succede ai geni, il suo valore è raramente ricordato. “L’avvenire non è della bicicletta, bensì dell’automobile, quantunque non ci sia dato ancora di precisare, neppur vagamente, il tipo di macchina che trionferà sulle altre”. Così scrive, il 5 ottobre 1895, sulla Gazzetta di Venezia, Mario Morasso, il futuro direttore di “Motori Aero Cicli & Sports”. Dunque gli italiani sono consapevoli del grande avvenire che ha questo curioso ritrovato; ma faticano a darne seguito. Fuori, a Parigi come a Londra, si moltiplicavano gli studi e i tentativi, nascevano le prime riviste (la parigina “Vie Automobile” è del 1894), si discuteva, si costruiva, venivano organizzate persino le prime esposizioni. Il 1895, d’altronde, fu un anno cruciale, denso di avvenimenti che avrebbero avuto grandi conseguenze. E’ l’anno della scoperta dei raggi X da parte del professor Wilhelm Konrad Rontgen; dei primi esperimenti, riusciti, di radiotelegrafia del giovane Guglielmo Marconi; della prima esposizione inglese di autoveicoli, a Turnbridge Wells (in tutto furono presentati quattro veicoli, fra cui un trattore); è l’anno in cui compare, per la prima volta, nella corsa Parigi-Bordeaux e ritorno, il “pneumatico smontabile per automobili Michelin”, adottato dalla Peugeot che si classifica nona, dopo 22 scoppi di camere d’aria; è l’anno, infine, in cui si svolge, sul tragitto Torino-Asti-Torino, la prima corsa internazionale italiana per automobili, con cinque concorrenti in tutto. A parte i geni, i precursori, i pionieri che in infelice solitudine macinano le loro priorità, l’Italia da questo punto di vista stava partendo davvero male. Mentre la Francia si arrogava il merito della prima vettura a vapore, quella di Cugnot, già nel 1769; mentre la Germania costruiva la prima automobile a benzina, nel 1886, e con Berta Benz due anni dopo rivendicava il primo viaggio automobilistico con auto a benzina; mentre la Francia rispondeva con il primo “Salon de l’Auto”, reparto di quello del ciclo, e vantava nel 1899 ben 300 fiacres automobiles (ossia vetture pubbliche), mentre succedeva tutto questo…in Italia era ancora in vigore una legge sarda del 1855, poi resa operante anche nella successiva legislazione italiana (1865), che proibiva la costruzione di una strada importante tra due località già unite da una linea ferroviaria. Alla strada veniva lasciato il solo compito di sobbarcarsi il traffico locale; a tutto il resto doveva pensare la ferrovia. Nella seconda metà dell’Ottocento infatti, in Italia si comincia a pensare allo sviluppo dei trasporti, sì, ma dal punto di vista ferroviario. Vi sarà un vero e proprio boom. La rete passa in pochi anni da 2.000 km a 4.000 sono gli anni in cui vengono realizzati i primi trafori: per esempio quello del Fréjus (1871) che si aggiungono alle due gallerie dei Giovi realizzate fra il 1846 e il 1855; nel 1867 viene aperto il Brennero; nel 1879 la Pontebbana. E poi la Galleria del Gottardo (1882) e nel nuovo secolo quella più lunga di tutte, la Galleria del Sempione (1906). Vengono costruiti 6500 km di nuove strade ferrate in soli quindici anni, e di altri 2500 begli anni tra il 1896 e il 1913. infine, nel 1905, le ferrovie vengono nazionalizzate, favorendo la riorganizzazione della rete e il suo ammodernamento attraverso la progressiva elettrificazione delle linee. Data questa grande attenzione alla ferrovia, ne consegue che altrettanta attenzione non è posta allo sviluppo delle strade. E’ vero che si studia un progetto che prevede la costruzione di 250.000 km di strade, ma non verrà mai realizzato. Ben diversa la situazione negli altri Paesi europei, sempre in quegli anni (i ’70 dell’Ottocento): i nostri 102.000 km di strade mal si confrontano con i 220.000 della Gran Bretagna e i 556.000 della Francia. D’altra parte la geografia non ci aiutava (né allora né oggi): un paese montagnoso e collinoso come il nostro è ben più difficile da collegare rispetto alla douce France, prevalentemente pianeggiante. Arriviamo ad una legge a favore della mobilità su strada soltanto a partire dal 1904: è un provvedimento che stanzia fondi per l’istituzione di servizi automobilistici nei luoghi che non è possibile raggiungere con la ferrovia (va da sé che dove ci sono le ferrovie i fondi non vengono stanziati perciò le strade non si sviluppano). Le autolinee cominciano a svilupparsi davvero soltanto a partire dal 1908 (con un ulteriore provvedimento): in sette anni arrivano a 160, lungo una rete di quasi 14.000 km e 630 autobus in servizio (quasi tutti Fiat). E’ un circolo vizioso: le strade sono poche, e la mobilità su strada poco incoraggiata, perché le automobili sono poche.
Recommended publications
  • RAPID Ceirano & C., Welleyes, F.Lli Ceirano
    RAPID Ceirano & C., Welleyes, F.lli Ceirano, STAR Rapid, Matteo C. & C., Itala, Ceirano-Ansaldo, SPA, Junior, SCAT, S.A.Giovanni Ceirano: sono undici aziende, accomunate da due denominatori, sono tutte nate a Torino e sono tutte sorte per iniziativa di uno o dell'altro dei fratelli Ceirano. Addentrarsi nelle vite e nelle frenetiche attività dei quattro fratelli, distinguendo l'apporto di ciascuno, non è facile. I Ceirano sono una famiglia piemontese, originaria di Cuneo, composta da padre, madre e quattro fratelli: Giovanni Battista, nato nel 1860, Giovanni, nato nel 1865, Matteo, il viveur della famiglia, di cinque anni più giovane, ed Ernesto, nato dopo altri cinque anni. A questi si aggiunge in un secondo tempo il figlio di Giovanni che, con una certa mancanza di fantasia, è battezzato Giovanni e chiamato Ernesto. Come si vede, ci sono già i presupposti per una bella confusione, anche a prescindere dai rispettivi caratteri, che sicuramente devono essere stati piuttosto determinati, per non dire litigiosi e testardi, anche perché uno dopo l'altro si consacrano al medesimo mestiere: fondare aziende automobilistiche. Fondare, per poi andarsene, o fonderle con altre, o scioglierle, o rilevarle, in un caleidoscopio di società che vivacizzarono ed arricchirono molto il panorama industriale torinese ed italiano. Il primo a muoversi è naturalmente Giovanni Battista, il più anziano. Fonda la Ceirano & C. nel 1898 e la Welleyes nel 1899; quindi nel 1901, insieme a Matteo, la F.lli Ceirano, in corso Vittorio Emanuele 9. Liquidata questa nel 1903, nel 1904 trasforma la Ceirano & C. in STAR, Società Torinese Automobili Rapid, oggetto di questa breve indagine.
    [Show full text]
  • San Salvario Il Quartiere Della Nascita Dell'auto a Torino
    San Salvario Il quartiere della nascita dell'auto a Torino A cura di Enrico Miletto, Fondazione Vera Nocentini e Donatella Sasso, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini 1 Origini e topografia del quartiere Il quartiere deriva il proprio nome dalla chiesa di San Salvatore in Campagna (da qui la popolare denominazione di San Salvario), edificata da Amedeo di Castellamonte tra il 1646 e il 1653, per volontà della Madama Reale Cristina di Francia. Da un punto di vista topografico, l’area di San Salvario è delimitata dai corsi Massimo d’Azeglio, Vittorio Emanuele II, Bramante e dalla via Nizza. Il borgo vero e proprio inizia a prendere forma soltanto a partire dalla metà dell’Ottocento, quando sorgono i primi insediamenti urbani, attigui alla campagna circostante. Orti, giardini, campi e vivai definiscono la porzione di territorio che dalla strada reale di Nizza (l’attuale via Nizza) arriva fino al Valentino. 2 Porta Nuova e commercio 1848-1852 Viene inaugurato il primo tratto ferroviario che collega Torino a Moncalieri seguito, nel 1853, da quello con Genova. Lo sviluppo dello scalo ferroviario di Porta Nuova, la cui direttrice divide San Salvario dai vicini rioni della Crocetta e di San Secondo, favorisce la crescita nel quartiere di attività commerciali. Sorgono così botteghe e aziende artigianali che contribuiscono a disegnare un’immagine di un quartiere dai ritmi concitati, una piccola city, operosa e indaffarata, le cui strade, ricche di negozi e botteghe, sono percorse, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, da carri trainati da cavalli, tramways e carretti. San Salvario conta all’epoca 50 isolati, circa 200 abitazioni ed è sede di una delle 10 preture cittadine.
    [Show full text]
  • I Camion Italiani Dalle Origini Agli Anni Ottanta
    I camion italiani dalle origini agli anni Ottanta AISA Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile MONOGRAFIA AISA 124 I I camion italiani dalle origini agli anni Ottanta AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile Brescia, Fondazione Negri, 19 ottobre 2019 3 Prefazione Lorenzo Boscarelli 4 I camion italiani Massimo Condolo 15 Nasce l’autocarro italiano Antonio Amadelli Didascalia MONOGRAFIA AISA 124 1 Prefazione Lorenzo Boscarelli l camion è nato pochi anni dopo l’automobile e se di rado frutto di progetti originali, ma fruitori in buo- Ine è ben presto differenziato, per soluzioni costrut- na parte di componenti – innanzitutto il motore – di tive, dimensioni e quant’altro. Potremmo chiederci origine camionistica. Un comparto particolare sono perché si ebbe quel sia pur breve “ritardo”; un motivo le macchine movimento terra, per l’iniziale sviluppo con ogni probabilità fu che per i pionieri dell’auto- dei quali tra i paesi europei un ruolo importante ha mobile era molto più attraente fornire un mezzo di avuto l’Italia. trasporto a persone, suscitando curiosità e di diverti- La varietà degli utilizzi dei camion, da veicolo com- mento, piuttosto che offrire uno strumento per il tra- patto per consegne cittadine o di prossimità a mezzo sporto di cose. Un secondo motivo fu senza dubbio la per trasporti di grande portata, da veicolo stradale a limitatissima potenza che avevano i primi motori per mezzo da cantiere, da antincendio a cisterna aeropor- automobili, a fine Ottocento, a stento in grado di por- tuale, e chi più ne ha più ne metta, ha prodotto una tare due o quattro passeggeri, di certo non un carico varietà di soluzioni tecniche e progettuali senza pari, significativo.
    [Show full text]
  • San Salvario. Gli Albori Dell'auto a Torino
    SAN SALVARIO. GLI ALBORI DELL’AUTO A TORINO 22 aprile 2017 Il testo e le immagini derivano dal progetto didattico “ Torino e le fabbriche ” che si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado torinesi ed è mirato alla lettura della storia industriale del territorio e a una riflessione sull’evoluzione industriale e sociale della città. Il progetto è realizzato dall’ISMEL (Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali). San Salvario: gli albori dell’auto a Torino. A cura di Enrico Miletto TORINO E L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA. DA FINE OTTOCENTO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE Le principali tappe dello sviluppo dell’industria automobilistica torinese e italiana, con un riferimento costante al contesto internazionale. Conferenze a cura di Aldo Enrietti, volontario del progetto Senior civico . SAN SALVARIO. GLI ALBORI DELL’AUTO A TORINO Sabato 22 aprile, ore 10.30 Una camminata nel quartiere avvia un percorso in più tappe sulla storia dell’industria automobilistica a Torino da fine Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale, in programma presso la Biblioteca centrale a partire dal 26 aprile. A cura di Enrico Miletto ( Fondazione Nocentini – Polo del ‘900) e Aldo Enrietti , volontario del progetto Senior civico. INCONTRI PRESSO LA BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE Mercoledì 26 aprile, ore 17.30 Dalla carrozza all’automobile Storia del progressivo passaggio da un mezzo di trasporto all’altro, con particolare attenzione all’industria automobilistica torinese dalla fine dell’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale. Mercoledì 10 maggio, ore 17.30 I protagonisti dell’automobile a Torino Le imprese storiche in città: i fratelli Ceirano, Giovanni Agnelli, Vincenzo Lancia.
    [Show full text]
  • Lxxiii-2 Settembre 2 019 Nuova Serie
    Anno 152 LXXIII-2 SETTEMBRE 2 019 NUOVA SERIE ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO RIVISTA FONDATA A TORINO NEL 1867 NUOVA SERIE - ANNO LXXIII - Numero 2 - SETTEMBRE 2019 Direttore Andrea Longhi Caporedattore Davide Rolfo Comitato scientifico Luca Caneparo, Pietro Cazzato, Fulvio Corno, Alessandro De Magistris, Guglielmo Demichelis, Davide Ferrero, Francesca B. Filippi, Marco Filippi, Roberto Fraternali, Stéphane Garnero, Claudio Germak, Diego Giachello, Andrea Longhi, Alessandro Martini, Edoardo Montenegro, Frida Occelli, Paolo Picco, Andrea Rolando, Davide Rolfo, Valerio Rosa, Cristiana Rossignolo, Giovanna Segre, Paolo Mauro Sudano, Mauro Volpiano Segreteria del Comitato Scientifico Elena Greco Impaginazione e grafica Luisa Montobbio Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino corso Massimo d’Azeglio 42, 10123 Torino - 011 6508511 - siat.torino.it «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino» è riconosciuta come Rivista scientifica dall’ANVUR - Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca per l’Area 08 - Ingegneria Civile e Architettura (aggiornamento 12 marzo 2019). «A&RT» è online all’indirizzo: art.siat.torino.it. Le annate di «A&RT» dal 1868 al 1969 sono consultabili al seguente link: digit.biblio.polito.it/atti.html. Gli articoli della Rivista dal 1947 sono indicizzati su www.cnba.it/spogli. Digitalizzazione curata dal Sistema Bibliotecario del Politecnico di Torino. ISSN 0004-7287 Distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale Licensed under a Creative Commons Attribution - NonCommercial - ShareAlike 4.0 International License ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ANNO 152 - LXXIII - N.
    [Show full text]
  • LANCIA Storie Di Innovazione Tecnologica Nelle Automobili Storie Di Innovazione Tecnologica Nelle Automobili
    LORENZO MORELLO LANCIA Storie di innovazione tecnologica nelle automobili Storie di innovazione tecnologica nelle automobili LORENZO Morello LANCIA Storie di innovazione tecnologica nelle automobili Editing, progettazione grafica e impaginazione: Fregi e Majuscole, Torino © 2014 Lorenzo Morello Stampato nell’anno 2014 a cura di Fiat Group Marketing & Corporate Communication S.p.A. Logo di prima copertina: courtesy di Fiat Group Marketing & Corporate Communication S.p.A. PRESENTAZIONE volontari del progetto STAF (Storia della Tecnologia delle Automobili FIAT), istituito nel 2009 al fine di selezionare i disegni tecnici più rilevanti per documentare l’e- I voluzione tecnica delle automobili FIAT, sono venuti a contatto anche con i disegni Lancia, contenuti in una sezione dedicata dell’Archivio Storico FIAT: il materiale vi era stato trasferito quando, nel 1984, la Direzione tecnica di FIAT Auto, il settore aziendale incaricato di progettare le automobili dei marchi FIAT, Lancia e Autobianchi, era stata riunita in un unico fabbricato, all’interno del comprensorio di Mirafiori. Fu nell’oc- casione del ritrovamento di questo nucleo di disegni che i partecipanti al progetto si proposero di applicare il metodo impiegato nel predisporre il materiale raccolto nel libro FIAT, storie di innovazione tecnologica nelle automobili, anche per preparare un libro analogo dedicato alle automobili Lancia. Questo secondo libro, attraverso l’esame dei disegni tecnici, del materiale d’archivio e delle fotografie di automobili sopravvissute, illustra l’evoluzione delle vetture Lancia e i loro contenuti innovativi, spesso caratterizzati da elementi di assoluta originalità. Il reperimento del materiale si è mostrato, tuttavia, più arduo rispetto al lavoro sulle vetture FIAT, almeno per le automobili più anziane, poiché l’archivio dei disegni Lancia era organizzato senza impiegare una struttura logica di supporto, per distinguere agevolmente i diversi gruppi funzionali dai particolari di puro dettaglio.
    [Show full text]
  • TECNICHE E TECNOLOGIE INNOVATIVE NELLE VETTURE ITALA Conferenza Di Carlo Otto Brambilla Milano, 8 Ottobre 1994 Museo Nazionale Della Scienza E Della Tecnologia
    TECNICHE E TECNOLOGIE INNOVATIVE NELLE VETTURE ITALA Conferenza di Carlo Otto Brambilla Milano, 8 ottobre 1994 Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ALESSANDRO COLOMBO Il nostro socio, Carlo Brambilla, che sta ultimando un libro sull’Itala, ha aderito alla mia richiesta su alcune anticipazioni su quello che sarà detto in questo libro, in particolare per quello che riguarda le soluzioni tecniche innovative che l’itala ha posto in alcune sue vetture, quindi questo è il tema della conferenza, diamo inizio senz’altro. Grazie a tutti. CARLO OTTO BRAMBILLA L’argomento è vastissimo perché l’Itala ha avuto una produzione estremamente diversificata di vetture e di motori, che variavano molto rapidamente. Premetterò quindi dei cenni generali sull’Itala, da un punto di vista tecnico e industriale, e poi cercherò di focalizzare l’attenzione su alcuni fatti particolarmente interessanti, ciò perché fare una trattazione con un minimo di approfondimento sui temi tecnici sviluppati dell’Itala, sostanzialmente 25 anni di produzione automobilistica, e anche di più se si considerano i derivati della ’61, sarebbe impossibile in così poco tempo, oppure sarebbe troppo superficiale e poco interessante. La prima cosa da dire è sicuramente che questa conferenza, e il libro che sto preparando ormai da molti anni, è possibile esclusivamente grazie al lavoro del Conte Carlo Biscaretti di Ruffia. Carlo Biscaretti di Ruffia, fu negli anni dal ’16 al ’30, il capo ufficio stampa dell’Itala, però la sua attività non fu solo quella di capo ufficio stampa, fu un’attività un po’ particolare, un’attività di consulente, sia dell’Itala sia di una serie di altre case automobilistiche, in qualità di libero professionista.
    [Show full text]
  • P Programme and the FIA’S Portfolio Strategy Aimed at Modernising the FIA Championships
    04 05 P MaaS: Connecting P The material the new network concerns aecting of urban travel alternative energy / Mobility as a Service is / AUTO looks at how new COVER set to change the way CHARGING forms of mobility are STORY we move by making THE EARTH putting strain on supplies journeys seamless of rare earth minerals 05 06 P Germany’s racing P ‘I’m not slowing giants charge into down now – I’m just Formula E going to go for it ’ / After dominating in F1 and / How F1 legend Mika ssue CLASH OF the WEC, Mercedes and MAXIMUM Häkkinen came back from #28 THE TITANS Porsche are ready to make ATTACK a life-threatening crash to sparks fly in electric racing take two world titles INTERNATIONAL JOURNAL OF THE FIA Editorial Board: Jean Todt, Gerard Saillant, THE FIA THE FIA FOUNDATION Saul Billingsley, Olivier Fisch Editor-In-Chief: Luca Colajanni Executive Editor: Justin Hynes The Fédération Internationale de The FIA Foundation is an Contributing Editor: Marc Cutler l’Automobile is the governing body independent UK-registered charity Dear reader, Chief Sub-Editor: Gillian Rodgers Art Director: Cara Furman of world motor sport and the that supports an international The third issue of Auto 2019 is packed with interesting and Contributors: Ben Barry, François Fillon, Edoardo Nastri, federation of the world’s leading programme of activities promoting Anthony Peacock, Gaia Pelliccioli, Luke Smith, motoring organisations. Founded road safety, the environment and thought-provoking in-depth articles on many topics. Tony Thomas, Kate Turner, Matt Youson Repro Manager: Adam Carbajal in , it brings together sustainable mobility.
    [Show full text]
  • Storia. Piemonte Nicola Crepax
    Storia. Piemonte Nicola Crepax Giugno 2005 Testo per Storiaindustria.it 1 Ad esclusivo uso didattico. Gli altri diritti riservati. Storia. Piemonte 1. Prima dell’industrializzazione La Fiat viene fondata nel 1899, la Olivetti nel 1908: durante la belle époque l’economia piemontese si trasforma con l’irrompere di un sistema di grandi imprese impegnate in produzioni di nuovo tipo, come la moderna industria meccanica e quella elettrica. Anche le industrie di prodotti tradizionali come le stoffe di cotone e di lana o quelle alimentari mutano il proprio assetto diventando più grandi e complesse. Le città, intanto, cambiano volto: fabbriche e uffici; case operaie e tramway; biciclette e illuminazione elettrica. Questo sviluppo, che nell’arco di pochi anni pone l’economia piemontese alla testa dell’industrializzazione del paese, è l’esito di due diversi stimoli: da un lato, la nascita delle nuove imprese rappresenta una positiva reazione all’evoluzione economica e sociale in atto, nello stesso periodo, oltre le Alpi; dall’altro, si presenta come il frutto di un lunghissimo, secolare processo di modernizzazione delle strutture produttive regionali. Questo processo di lungo periodo si articola in due sequenze principali: l’ampia fase, tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, in cui anche il Piemonte, pur non del tutto isolato, sconta il progressivo allontanamento della penisola dalle grandi correnti europee di sviluppo economico e sociale; una seconda fase ottocentesca, quando nel Regno di Sardegna, soprattutto durante il decennio cavouriano, e, in seguito, durante i primi anni dello stato unitario, iniziano a ripercuotersi le dinamiche innescate dalla rivoluzione industriale europea e si pongono le basi per l’industrializzazione dell’economia regionale; è l’avvio di un percorso accidentato e contraddittorio, che vede tra l’altro Torino perdere definitivamente il ruolo di capitale.
    [Show full text]
  • I Primi Veicoli in Italia
    I PRIMI VEICOLI IN ITALIA 1882-1899 DAL VENETO I PRIMI MOTORI A COMBUSTIONE INTERNA E LE PRIME VETTURE AISA·Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile in collaborazione con HCS·Historic Club Schio Vicenza ·Aula Magna dell’Università 29 marzo 2008 II I PRIMI VEICOLI IN ITALIA 1882-1899 DAL VENETO I PRIMI MOTORI A COMBUSTIONE INTERNA E LE PRIME VETTURE AISA·Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile in collaborazione con HCS·Historic Club Schio Vicenza ·Aula Magna dell’Università 29 marzo 2008 3 Presentazione Lorenzo Boscarelli 4 Michele Lanza, la Fiat, l’anno 1898 Antonio Carella 0 La nascita dei veicoli a motore - Il ruolo dei precursori italiani Stefano Milani 0 La vettura a tre ruote del professor Enrico Zeno Bernardi Guido Ardizzon 0 La vetturetta di Carlo Menon Zeno Graziani 0 La prima autovettura circolante in Italia Fabrizio Taiana 0 Precursori veneti dell’automobile Nino Balestra MONOGRAFIA AISA 81 Un ignoto corridore motociclista posa accanto alla Menon 200 cc. da corsa. La foto li ritrae di fronte alle Officine Menon e risale alla metà degli anni Venti. La motocicletta montava un motore Alba, di fabbricazione tedesca, a quattro tempi e valvole laterali, il cambio era a due velocità, prodotto dalla Ideal. 2 PRESENTAZIONE Lorenzo Boscarelli ggi parleremo di uomini e di macchine dei pri- mobili nell’ultimo ventennio dell’Ottocento e nei Omordi della storia dell’automobile, la cui notorie- primi anni del Novecento non solo dovette cimentarsi tà non è sempre correlata all’importanza che hanno con un meccanismo molto complesso, ma dovette effettivamente avuto nell’evoluzione della tecnica, ma anche dare prova di grande fantasia, creando dal nulla ad eventi anche casuali, come la sopravvivenza del vei- soluzioni nuove.
    [Show full text]
  • Mustang Classic & Modern the Icon Keeps Galloping
    PORSCHE 928 LANCIA LAMBDA BMW E28 M5 R47.00 incl VAT December 2016 MUSTANG CLASSIC & MODERN THE ICON KEEPS GALLOPING LONE RANGER FORGET PARYS SA’S OWN GM RANGER HAILWOOD’S ILL-FATED ISO GRIFO FORD SOYA BEAN CAR | BMW 333I & M1 | DATSUN 510 SSS COUPÉ Porsche Classic_210x276.qxp_Porsche 210x275 2016/11/11 11:24 AM Page 1 www.porschecapetown.com Our goal: As good as new. Porsche Centre Cape Town. As a Porsche Classic Partner, our goal is the maintenance and care of historic Porsche vehicles. With expertise on site, Porsche Centre Cape Town is dedicated to ensuring your vehicle continues to be what it has always been: 100% Porsche. Our services include: • Classic Sales • Classic Body Repair • Genuine Classic Parts • Classic Service at special rates Porsche Centre Cape Town Corner Century Avenue and Summer Greens Drive, Century City Tel: 021 555 6800 CONTENTS — CARS BIKES PEOPLE AFRICA — DECEMBER 2016 THAT’S A WRAP KILLARNEY SPORTS CAPE’S FINEST 03 Editor’s point of View 70 Killarney Motor Show DRIVE-IN DELIGHT A MANUFACTURER GETS REAL 04 Franschhoek Motor Museum News 72 ABOUT HERITAGE Ford Heritage Day NEWS & EVENTS 12 The latest from the classic scene STUTTGART STARS IN THE CAPE 76 Mercedes-Benz Pagoda Run LETTERS 20 Have your say CRADLING HERITAGE 80 BMW SA 333i & M1 restored FULL FRONTAL ASSAULT 24 Porsche 928 THE HEALTHY OPTION 84 Henry Ford’s soya bean CARBS & COFFEE 30 German Steel Toyz OLD TIMERS BRING JOY 88 TO YOUNGSTERS HORSES FOR ALL COURSES Century Classic Car Run 32 Ford Mustang READER’S RIDE VINTAGE SPEARHEAD 90 A rare Singer rebuild 38 Lancia Lambda Tourer GEARBOX BLITZ BOKKE 94 Classified adverts 44 General Motors Ranger BACKSEAT DRIVER – FORGET PARYS 96 A FEMALE PERSPECTIVE 50 Mike Hailwood and Iso Grifo Classically trained DOUBLE O HEAVEN 56 Cars from James Bond BAHN STORMER 60 BMW E28 M5 TRANS-FORMING THE BRAND 64 Datsun 510 SSS CLOSE BUT NO CIGAR 68 WMD Mystery Car 44 www.classiccarafrica.com | December 2016 | 1 FOR BOOKINGS 0861 11 9000 proteahotels.com IF PETROL RUNS IN YOUR VEINS, THIS IS A SIREN CALL TO THE OPEN ROAD..
    [Show full text]
  • Cartina 12 Layout 1
    CCCM70%YYCMY B M M CY MY CMY CMY B CMY 70%CMY B C M Y SLURCMY B C M YCMY 2B4 2C4 2M4 2Y470% 70%CMY B C M Y 70%CMY B C M Y SLUR CMY SLURCMY BC70%CMM YCMY B Y SLURCMY B C M Y CMY 1B41C41M41Y4 70% 70%CMY B C M Y 70% CMY B CM Y CM CY MY CMY CMY BBCM70%YYCMY C M SLUR 12 COMPONENTI PER IMPIANTI DI TERMOVENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO Via Mondovì, 63 - 12040 MOROZZO (CN) Tel. 0171 772044 - Fax Ufficio Tecnico 0171 772468 Fax Ufficio Amministrativo 0171 771240 [email protected] - www.rossoofficine.it Scuderia Veltro: la storia dal 1997 L’idea di far rivivere una scuderia che negli anni ’70 era il punto di riferimento per i rallisti cuneesi è venuta ad un gruppo di appassionati che dismessi i panni di rallisti si cimentavano in gare di regolarità con auto storiche alcune delle quali avevano preso parte alle competizioni rallistiche del passato. Il momento era STORE DI BORGO SAN DALMAZZO - Via Cuneo 90 - Tel. 0171.902304 STORE DI CUNEO - Piazza Galimberti 10 - Tel.0171.66933 propizio anche per il rinascere di gare di regolarità Aperto tutti i giorni dalle 6.00 alle 19.30… che rievocavano rally del passato come appunto la anche vendita on line: www.storeorsobianco.com Ruota d’Oro che nel 1995 veniva proposta la prima edizione revival. Lo spirito aggregativo l’amicizia la condivisione della passione per i motori sono stati i catalizzatori di questo sodalizio che ha avuto una pro- gressione continua sino ad oggi con l’affiliazione al- l’ASI (Automotoclub Storico Italiano) ottenuta nel 2006 che ha portato oltre alla possibilità di iscrivere e certificare i veicoli storici ad ottenere la partecipa- La Scuderia Veltro presenta zione della Ruota d’Oro storica al Super Trofeo ASI la XVI Ruota d’Oro Storica 2011 Gino Munaron, prestigioso circuito di gare di regolarità a livello nazionale.
    [Show full text]