Storia. Piemonte Nicola Crepax

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Storia. Piemonte Nicola Crepax Storia. Piemonte Nicola Crepax Giugno 2005 Testo per Storiaindustria.it 1 Ad esclusivo uso didattico. Gli altri diritti riservati. Storia. Piemonte 1. Prima dell’industrializzazione La Fiat viene fondata nel 1899, la Olivetti nel 1908: durante la belle époque l’economia piemontese si trasforma con l’irrompere di un sistema di grandi imprese impegnate in produzioni di nuovo tipo, come la moderna industria meccanica e quella elettrica. Anche le industrie di prodotti tradizionali come le stoffe di cotone e di lana o quelle alimentari mutano il proprio assetto diventando più grandi e complesse. Le città, intanto, cambiano volto: fabbriche e uffici; case operaie e tramway; biciclette e illuminazione elettrica. Questo sviluppo, che nell’arco di pochi anni pone l’economia piemontese alla testa dell’industrializzazione del paese, è l’esito di due diversi stimoli: da un lato, la nascita delle nuove imprese rappresenta una positiva reazione all’evoluzione economica e sociale in atto, nello stesso periodo, oltre le Alpi; dall’altro, si presenta come il frutto di un lunghissimo, secolare processo di modernizzazione delle strutture produttive regionali. Questo processo di lungo periodo si articola in due sequenze principali: l’ampia fase, tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, in cui anche il Piemonte, pur non del tutto isolato, sconta il progressivo allontanamento della penisola dalle grandi correnti europee di sviluppo economico e sociale; una seconda fase ottocentesca, quando nel Regno di Sardegna, soprattutto durante il decennio cavouriano, e, in seguito, durante i primi anni dello stato unitario, iniziano a ripercuotersi le dinamiche innescate dalla rivoluzione industriale europea e si pongono le basi per l’industrializzazione dell’economia regionale; è l’avvio di un percorso accidentato e contraddittorio, che vede tra l’altro Torino perdere definitivamente il ruolo di capitale. Il progressivo superamento del sistema economico rinascimentale rappresenta per il Piemonte, rimasto ai margini del grande sviluppo manifatturiero avvenuto nel quadrilatero Milano-Venezia- Firenze-Genova, un fenomeno graduale durante il quale non si interrompono i rapporti internazionali a lungo coltivati dall’economia regionale e che anzi vede via via i diversi sistemi locali sviluppare capacità di adattamento nei confronti dello spostamento del centro dell’economia mondiale verso l’Europa nord-occidentale. Nella regione sub-alpina l’evoluzione dell’artigianato urbano porta a due fenomeni diversi, che definiscono gli assetti economici complementari delle aree urbane e di quelle rurali. Nelle città, e in particolare a Torino, i cui abitanti raddoppiano nel Seicento, superando la soglia di 40.000 a fine secolo e aumentano a ritmo ancora maggiore durante il settecento, crescono di numero le botteghe artigiane che rispondono alle necessità dei consumi urbani e il cui lavoro resta a lungo coordinato dalle potenti corporazioni cittadine: tessiture, sartorie, calzolerie, mulini, macelli, forni, falegnamerie, produttori di carrozze, lavoratori edili creano un tessuto di minuti e operosi opifici che animano l’economia urbana. In campagna si sviluppano invece le produzioni tessili, la voce più importante della produzione manifatturiera preindustriale: le tele di lino e canapa, gli ancora rari fustagni di cotone, le stoffe di lana sono destinati ai mercati locali e vanno sostituendo almeno in parte i manufatti importati. É però la produzione del preziosissimo filo di seta a caratterizzare l’espansione manifatturiera nelle campagne della regione fino ad improntarne l’intera economia perché fornisce un contributo assolutamente preponderante alle esportazioni del Regno. La straordinaria crescita della produzione del filo di seta si integra con il lavoro nei campi: ampie aree agricole, soprattutto nelle colline, trovano, in questa evoluzione, insperate occasioni di reddito aggiuntivo al lavoro agricolo, mentre l’aumento della domanda del semilavorato serico da parte delle tessiture europee (tra le quali emerge il polo lionese, collegato con le grandi corti europee e in particolare con Parigi) accompagna e sostiene la sempre più ampia diffusione dell’allevamento del baco; nel corso del Settecento quest’ultimo rappresenta, insieme alla coltivazione della vite, la differenziazione tipica per gli agricoltori piemontesi. Nelle colline una quota crescente degli abitanti delle campagne, senza abbandonare la comunità contadina di appartenenza, si trova impegnata periodicamente in opifici che, a intermittenza, come la luce delle lucciole, avviano il lavoro per alcuni mesi all’anno. Altri lavoratori agricoli, pur restando all’interno del proprio domicilio, entrano a far parte di organizzazioni complesse in cui la 2 Storia. Piemonte produzione manifatturiera viene frazionata in numerose lavorazioni specializzate. Le singole fasi sono coordinate da un mercante che si assume il rischio d’impresa e commissiona, dalla città, il lavoro in funzione degli andamenti del mercato. A partire dagli anni sessanta del Seicento vengono impiantati a Borgo Dora, a Porta Susa e poi a Racconigi e a Chieri, nel resto della provincia di Torino e nel Cuneese numerosi filatoi idraulici, per l’epoca enormi mulini integrati con il lavoro delle filande per la produzione di trame e organzini di seta. Nel Settecento sono 200.000 le famiglie di contadini che integrano il proprio reddito dedicandosi al faticoso allevamento dei bachi da seta, 60.000 bambine, ragazze e giovani donne lavorano per qualche mese all’anno nelle filande per trarre dai bozzoli il prezioso filo di seta, 25.000 donne e uomini lavorano tutto l’anno presso i filatoi idraulici per la produzione del filato ritorto, mentre 5.000 lavoratori sono impegnati, utilizzando quella piccola parte di filo che non viene esportato, in città: nelle tinture, nelle tessiture, nei laboratori per la produzione di calze e passamanerie. Nel corso del diciottesimo secolo il commercio di esportazione del filo di seta copre da solo i quattro quinti degli interi traffici in uscita dal Regno ed è controllato da grandi mercanti imprenditori: questi operano nel settore serico in sostanziale libertà dal sistema delle corporazioni. I mercanti imprenditori coniugano frequentemente il commercio, l’esercizio del credito e l’attività manifatturiera condotta secondo il sistema del putting out (delegando cioè singole fasi della produzione a lavoratori che operano presso il proprio domicilio rurale o riuniti in opifici). I patrimoni accumulati dai mercanti imprenditori del settore grandini questa fase sono tali da collocarli tra i cittadini più abbienti di Torino. Gli impieghi delle ricchezze derivate dal commercio della seta appaiono quelli tipici dell’aristocrazia finanziaria, costituiti per la gran parte da acquisti di tenute nelle aree più fertili della pianura e da investimenti immobiliari in città, che in questi anni, grazie anche alle fortune del commercio serico, si arricchisce di nuovi grandi palazzi. Dinamici operatori commerciali, i negozianti banchieri gestiscono in prima persona, fino a oltre la metà dell’Ottocento, le correnti di traffico con le principali piazze europee. L’attività dei grandi mercanti di seta costituisce allora un veicolo molto importante per il trasferimento delle conoscenze tecniche e delle informazioni commerciali dalle nazioni europee ad alto sviluppo all’Italia. Le imprese mercantili del settore rappresentano un fenomeno vasto e articolato che coinvolge rappresentanti, spedizionieri, commissionari e tutte quelle figure professionali indispensabili alla gestione delle grandi correnti commerciali a lunga distanza. 2. La transizione verso un mondo industriale Gli anni compresi tra la battaglia di Waterloo (1815) e la conclusione dei processi di unificazione nazionale in Italia e Germania (1871) rappresentano per l’Europa un’età percorsa da cambiamenti economici intensi e rapidi. In questo periodo l’industria diventa il principale fattore di sviluppo per le economie europee più dinamiche. A partire dalla rivoluzione industriale inglese, la diffusione del sistema di fabbrica segue però percorsi non uniformi, lasciando dietro di sé spazi vuoti, sperimentando arretramenti, crescite incomplete e viziate da limiti strutturali. Questi limiti evidenziano progressivamente le distanze tra i singoli stati e, al loro interno, tra le diverse regioni. Dalla fine del Settecento gli imprenditori inglesi avevano tracciato la via del nuovo sistema produttivo e organizzativo che, ponendo al centro la fabbrica dotata di forza motrice inanimata (ruote idrauliche e macchine a vapore), aveva sviluppato la meccanizzazione in alcune produzioni di base, in particolare stoffe e semilavorati di ferro come lamiere, lingotti e vergelle. Alla metà dell’Ottocento le principali tecnologie necessarie per avviare quei processi industriali e per la costruzione delle ferrovie sono, di fatto, a disposizione di tutti. Eppure pochi mostrano di possedere la capacità di seguire tempestivamente l’esempio inglese. Durante il periodo precedente l’unificazione, è rara in Piemonte la presenza di fabbriche costruite sul modello inglese: le poche iniziative avviate dagli imprenditori stranieri costituiscono momenti significativi nel lento processo di modernizzazione che attraversa l’economia locale. Nella prima 3 Storia. Piemonte metà dell’Ottocento detentori di abilità tecniche, giovani esponenti di famiglie industriali, commercianti, direttori di stabilimento si trasferiscono nella regione subalpina con spirito pionieristico, attratti da facilitazioni governative e dalla possibilità
Recommended publications
  • I MIEI 40 ANNI Di Progettazione Alla Fiat I Miei 40 Anni Di Progettazione Alla Fiat DANTE GIACOSA
    DANTE GIACOSA I MIEI 40 ANNI di progettazione alla Fiat I miei 40 anni di progettazione alla Fiat DANTE GIACOSA I MIEI 40 ANNI di progettazione alla Fiat Editing e apparati a cura di: Angelo Tito Anselmi Progettazione grafica e impaginazione: Fregi e Majuscole, Torino Due precedenti edizioni di questo volume, I miei 40 anni di progettazione alla Fiat e Progetti alla Fiat prima del computer, sono state pubblicate da Automobilia rispettivamente nel 1979 e nel 1988. Per volere della signora Mariella Zanon di Valgiurata, figlia di Dante Giacosa, questa pubblicazione ricalca fedelmente la prima edizione del 1979, anche per quanto riguarda le biografie dei protagonisti di questa storia (in cui l’unico aggiornamento è quello fornito tra parentesi quadre con la data della scomparsa laddove avve- nuta dopo il 1979). © Mariella Giacosa Zanon di Valgiurata, 1979 Ristampato nell’anno 2014 a cura di Fiat Group Marketing & Corporate Communication S.p.A. Logo di prima copertina: courtesy di Fiat Group Marketing & Corporate Communication S.p.A. … ”Noi siamo ciò di cui ci inebriamo” dice Jerry Rubin in Do it! “In ogni caso nulla ci fa più felici che parlare di noi stessi, in bene o in male. La nostra esperienza, la nostra memoria è divenuta fonte di estasi. Ed eccomi qua, io pure” Saul Bellow, Gerusalemme andata e ritorno Desidero esprimere la mia gratitudine alle persone che mi hanno incoraggiato a scrivere questo libro della mia vita di lavoro e a quelle che con il loro aiuto ne hanno reso possibile la pubblicazione. Per la sua previdente iniziativa di prender nota di incontri e fatti significativi e conservare documenti, Wanda Vigliano Mundula che mi fu vicina come segretaria dal 1946 al 1975.
    [Show full text]
  • RAPID Ceirano & C., Welleyes, F.Lli Ceirano
    RAPID Ceirano & C., Welleyes, F.lli Ceirano, STAR Rapid, Matteo C. & C., Itala, Ceirano-Ansaldo, SPA, Junior, SCAT, S.A.Giovanni Ceirano: sono undici aziende, accomunate da due denominatori, sono tutte nate a Torino e sono tutte sorte per iniziativa di uno o dell'altro dei fratelli Ceirano. Addentrarsi nelle vite e nelle frenetiche attività dei quattro fratelli, distinguendo l'apporto di ciascuno, non è facile. I Ceirano sono una famiglia piemontese, originaria di Cuneo, composta da padre, madre e quattro fratelli: Giovanni Battista, nato nel 1860, Giovanni, nato nel 1865, Matteo, il viveur della famiglia, di cinque anni più giovane, ed Ernesto, nato dopo altri cinque anni. A questi si aggiunge in un secondo tempo il figlio di Giovanni che, con una certa mancanza di fantasia, è battezzato Giovanni e chiamato Ernesto. Come si vede, ci sono già i presupposti per una bella confusione, anche a prescindere dai rispettivi caratteri, che sicuramente devono essere stati piuttosto determinati, per non dire litigiosi e testardi, anche perché uno dopo l'altro si consacrano al medesimo mestiere: fondare aziende automobilistiche. Fondare, per poi andarsene, o fonderle con altre, o scioglierle, o rilevarle, in un caleidoscopio di società che vivacizzarono ed arricchirono molto il panorama industriale torinese ed italiano. Il primo a muoversi è naturalmente Giovanni Battista, il più anziano. Fonda la Ceirano & C. nel 1898 e la Welleyes nel 1899; quindi nel 1901, insieme a Matteo, la F.lli Ceirano, in corso Vittorio Emanuele 9. Liquidata questa nel 1903, nel 1904 trasforma la Ceirano & C. in STAR, Società Torinese Automobili Rapid, oggetto di questa breve indagine.
    [Show full text]
  • Prospectus for the Listing of $1.5 Billion 4.500% Senior Notes
    Prospectus dated August 14, 2015 FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES N.V. (a public limited liability company incorporated under the laws of the Netherlands No. 60372958) $1,500,000,000 4.500% SENIOR NOTES DUE 2020 $1,500,000,000 5.250% SENIOR NOTES DUE 2023 _________________________________________________________________ On April 14, 2015, Fiat Chrysler Automobiles N.V. (the “Issuer”), a public limited liability company (naamloze vennootschap) incorporated and operating under the laws of the Netherlands, issued its $1,500,000,000 4.500% Senior Notes due 2020 (the “Initial 2020 Notes”) and its $1,500,000,000 5.250% Senior Notes due 2023 (the “Initial 2023 Notes” and collectively, the “Initial Notes”). The Initial Notes have not been registered under the U.S. Securities Act of 1933, as amended (the “Securities Act”), or any state securities laws. The Initial Notes may not be offered or sold to U.S. persons, except to persons reasonably believed to be qualified institutional buyers in reliance on the exemption from registration provided by Rule 144A under the Securities Act and to certain persons in offshore transactions in reliance on Regulation S under the Securities Act. You are hereby notified that sellers of the Notes may be relying on the exemption from the provisions of Section 5 of the Securities Act provided by Rule 144A. For a description of certain restrictions on transfers of the Notes see “Transfer Restrictions” in the Original Prospectus (as such term is defined below). On July 28, 2015 the Issuer issued $1,460,345,000 aggregate principal amount of its 4.500% Senior Notes due 2020 registered under the Securities Act (the “2020 Notes”) and $1,467,939,000 aggregate principal amount of its 5.250% Senior Notes due 2023 registered under the Securities Act (the “2023 Notes” and together with the 2020 Notes, the “New Notes”).
    [Show full text]
  • San Salvario Il Quartiere Della Nascita Dell'auto a Torino
    San Salvario Il quartiere della nascita dell'auto a Torino A cura di Enrico Miletto, Fondazione Vera Nocentini e Donatella Sasso, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini 1 Origini e topografia del quartiere Il quartiere deriva il proprio nome dalla chiesa di San Salvatore in Campagna (da qui la popolare denominazione di San Salvario), edificata da Amedeo di Castellamonte tra il 1646 e il 1653, per volontà della Madama Reale Cristina di Francia. Da un punto di vista topografico, l’area di San Salvario è delimitata dai corsi Massimo d’Azeglio, Vittorio Emanuele II, Bramante e dalla via Nizza. Il borgo vero e proprio inizia a prendere forma soltanto a partire dalla metà dell’Ottocento, quando sorgono i primi insediamenti urbani, attigui alla campagna circostante. Orti, giardini, campi e vivai definiscono la porzione di territorio che dalla strada reale di Nizza (l’attuale via Nizza) arriva fino al Valentino. 2 Porta Nuova e commercio 1848-1852 Viene inaugurato il primo tratto ferroviario che collega Torino a Moncalieri seguito, nel 1853, da quello con Genova. Lo sviluppo dello scalo ferroviario di Porta Nuova, la cui direttrice divide San Salvario dai vicini rioni della Crocetta e di San Secondo, favorisce la crescita nel quartiere di attività commerciali. Sorgono così botteghe e aziende artigianali che contribuiscono a disegnare un’immagine di un quartiere dai ritmi concitati, una piccola city, operosa e indaffarata, le cui strade, ricche di negozi e botteghe, sono percorse, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, da carri trainati da cavalli, tramways e carretti. San Salvario conta all’epoca 50 isolati, circa 200 abitazioni ed è sede di una delle 10 preture cittadine.
    [Show full text]
  • Combined VSCC Index - Car Marques - Revised Alphabetical Sequence
    Code: File 2 - Excel - Combined VSCC Index - Car Marques - Revised Alphabetical Sequence. - 28.5.20. Vintage Sports Car-Club Ltd. - Bulletin Index 1935 to 2009 Bulletin No.264 Combined Car Marques - plus Aeroplanes, Bicycles, Motorcycles, Odds and Ends. Go to the Miscellaneous Section after the Z entries Code Marque Details No.87-3-65-35 A. B. C. 1922 front & offside views JS 1478 Cameron's car No.176-4-87-69 ABC 1923 offside and front views KB 7084 Aston Clinton No.215-2-97-77 A B C offside and front view - Hakan Sandberg car No.220-3-98-77 ABC Rally 1928 leads cars through the chicane at Montlhery - Yves Millot No.71-2-61-35 A. C. Anzani two seater Peter Spreadbury No.71-2-61-38 A. C. Six front and side view Roger McDonald No.88-4-65-21 A. C. nearside view of Pollard's car at Silverstone No.116-4-72-64 AC offside view of broken con rod and crankcase No.119-3-73-16 AC front & nearside view at Shelsley Walsh, Willoughby & Mays up No.119-3-73-64 AC Nash BMX 72 and Delahaye behind, offside views No.123-3-74-26 AC front view of car with Jenks driving at Brooklands No.139-3-78-13 AC front and offside view pursues Mann's Monza Alfa No.141-1-79-13 A.C. front aerial view of BM 6678 with Hamish Moffat visible No.143-3-79-11 A.C Cognac front view out of Cascades No.154-2-82-10 AC front & offside view 373 PPG with Bowyer driving No.154-2-82-27 AC replica 200 Mile Race Car front & nearside views No.158-2-83-24 AC in the water Northern Rally 373 PPO No.169-1-86-25 AC 16/80 1935 front view with David Hescroff No.173-1-87-78 AC 16/80 DPD 40 David Hescroff rear offside view No.176-4-87-65 AC single seater, o.h.c.
    [Show full text]
  • I Camion Italiani Dalle Origini Agli Anni Ottanta
    I camion italiani dalle origini agli anni Ottanta AISA Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile MONOGRAFIA AISA 124 I I camion italiani dalle origini agli anni Ottanta AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile Brescia, Fondazione Negri, 19 ottobre 2019 3 Prefazione Lorenzo Boscarelli 4 I camion italiani Massimo Condolo 15 Nasce l’autocarro italiano Antonio Amadelli Didascalia MONOGRAFIA AISA 124 1 Prefazione Lorenzo Boscarelli l camion è nato pochi anni dopo l’automobile e se di rado frutto di progetti originali, ma fruitori in buo- Ine è ben presto differenziato, per soluzioni costrut- na parte di componenti – innanzitutto il motore – di tive, dimensioni e quant’altro. Potremmo chiederci origine camionistica. Un comparto particolare sono perché si ebbe quel sia pur breve “ritardo”; un motivo le macchine movimento terra, per l’iniziale sviluppo con ogni probabilità fu che per i pionieri dell’auto- dei quali tra i paesi europei un ruolo importante ha mobile era molto più attraente fornire un mezzo di avuto l’Italia. trasporto a persone, suscitando curiosità e di diverti- La varietà degli utilizzi dei camion, da veicolo com- mento, piuttosto che offrire uno strumento per il tra- patto per consegne cittadine o di prossimità a mezzo sporto di cose. Un secondo motivo fu senza dubbio la per trasporti di grande portata, da veicolo stradale a limitatissima potenza che avevano i primi motori per mezzo da cantiere, da antincendio a cisterna aeropor- automobili, a fine Ottocento, a stento in grado di por- tuale, e chi più ne ha più ne metta, ha prodotto una tare due o quattro passeggeri, di certo non un carico varietà di soluzioni tecniche e progettuali senza pari, significativo.
    [Show full text]
  • San Salvario. Gli Albori Dell'auto a Torino
    SAN SALVARIO. GLI ALBORI DELL’AUTO A TORINO 22 aprile 2017 Il testo e le immagini derivano dal progetto didattico “ Torino e le fabbriche ” che si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado torinesi ed è mirato alla lettura della storia industriale del territorio e a una riflessione sull’evoluzione industriale e sociale della città. Il progetto è realizzato dall’ISMEL (Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali). San Salvario: gli albori dell’auto a Torino. A cura di Enrico Miletto TORINO E L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA. DA FINE OTTOCENTO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE Le principali tappe dello sviluppo dell’industria automobilistica torinese e italiana, con un riferimento costante al contesto internazionale. Conferenze a cura di Aldo Enrietti, volontario del progetto Senior civico . SAN SALVARIO. GLI ALBORI DELL’AUTO A TORINO Sabato 22 aprile, ore 10.30 Una camminata nel quartiere avvia un percorso in più tappe sulla storia dell’industria automobilistica a Torino da fine Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale, in programma presso la Biblioteca centrale a partire dal 26 aprile. A cura di Enrico Miletto ( Fondazione Nocentini – Polo del ‘900) e Aldo Enrietti , volontario del progetto Senior civico. INCONTRI PRESSO LA BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE Mercoledì 26 aprile, ore 17.30 Dalla carrozza all’automobile Storia del progressivo passaggio da un mezzo di trasporto all’altro, con particolare attenzione all’industria automobilistica torinese dalla fine dell’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale. Mercoledì 10 maggio, ore 17.30 I protagonisti dell’automobile a Torino Le imprese storiche in città: i fratelli Ceirano, Giovanni Agnelli, Vincenzo Lancia.
    [Show full text]
  • A Work Project, Presented As Part of the Requirements for the Award of a Master's Degree in Finance from the Nova School of Bu
    A Work Project, presented as part of the requirements for the Award of a Master’s degree in Finance from the Nova School of Business and Economics. PSA-FCA Merger: Carlos Tavares’ road to glory? Ricardo Manuel Firmino Cristóvão Work project carried out under the supervision of: Professor Paulo Soares de Pinho 03-01-2021 PSA-FCA Merger: Carlos Tavares’ road to glory? Abstract The present case-study intends to analyse the merger of Groupe PSA (Peugeot Société Anonyme) and FCA Group (Fiat Chrysler Automobiles), announced on the 18th of December 2019. The case-study will explore the merger through a narrative and a teaching note. The narrative will explore the history of both groups and relevant events that influence their path to the present situation, while also providing the details of the merger. The teaching note will study the motivations of both groups to be part of the deal, analyse the expected synergies and possible gains or losses for shareholders. Key words: Merger; Fiat Chrysler Automobiles; Peugeot Société Anonyme; Automotive Industry This work used infrastructure and resources funded by Fundação para a Ciência e a Tecnologia (UID/ECO/00124/2013, UID/ECO/00124/2019 and Social Sciences DataLab, Project 22209), POR Lisboa (LISBOA-01-0145-FEDER-007722 and Social Sciences DataLab, Project 22209) and POR Norte (Social Sciences DataLab, Project 22209). 1 PSA-FCA Merger: Carlos Tavares’ road to glory? It was September 2019, and Carlos Tavares, Groupe PSA’s CEO, was sitting in his office after a board meeting. Tavares was thinking about the mandate he had attributed to his former colleague at Nissan Larry Dominique: getting Peugeot back into the U.S.
    [Show full text]
  • Alfa Occidentale #26 July 2019
    ALFA OCCIDENTALE Issue 26, July - August 2019 Alfa Romeo Disco Volante Superleggera, by Touring On show at the Geneva Motor Show in 2013 This is the 26th edition of ALFA OCCIDENTALE – the electronic newsletter of the Alfa Romeo Owners Club of Australia (WA Division). WA Alfa Club members are invited to provide contributions to future magazine editions, C/-: [email protected] In this edition of Alfa Occidentale, you will find outlined the latest details concerning the club’s upcoming schedule for 2019, including information you need regarding its competition, social & driving events. The club is particularly grateful to Glen Phillips who has provided Alfa Occidentale with a scanned copy of an old article, from an issue of “Thoroughbred and Classsic Cars”, dated November 1982, on the Alfa team manager and racing driver Collaudatore Guidotti. This article is reproduced later in this edition of the magazine. Also in this issue, you will find a detailed photographic record of the WA Alfa club’s recent annual Alfa Romeo birthday dinner held at the Acqua Viva restaurant on the Swan River in Nedlands on Saturday 29th June. Alfa Occidentale is the electronic magazine of the 1 Alfa Romeo Owners CluB of Australia (Western Australian Division) ALFA OCCIDENTALE Issue 26, July - August 2019 2019 AROCA WA COMMITTEE Andrew Murray President [email protected] Rod Quinn Vice-President [email protected] Ivan Olsen Past President [email protected] Stuart Bunt Treasurer [email protected] Greg Smith Secretary [email protected] Ian Glover Membership Secretary [email protected] Ivan Olsen Comp. Secretary/CAMS [email protected] Vacant Club Shop [email protected] Sam Calabro Social Secretary [email protected] David Hamlyn Gen.
    [Show full text]
  • EMILIO PUGNO” CGIL Regionale Del Piemonte Camera Del Lavoro Di Torino FIOM CGIL Del Piemonte
    1 ASSOCIAZIONE “EMILIO PUGNO” CGIL Regionale del Piemonte Camera del Lavoro di Torino FIOM CGIL del Piemonte Il racconto della memoria Storia della SCA a cura di Ruggero Pugno Dopo la fase decisiva di crescita degli anni ’60, il Sindacato si rinnova nei Consigli. Ma nei Consigli stessi, e, a maggior ragione, nelle strutture esterne ai luoghi di lavoro, la CGIL, e il Sindacato nella sua fase unitaria, rimane strutturalmente ambiguo. A Torino, un nucleo dirigente fondamentale attraversa queste contraddizioni mantenendo a lungo un equilibrio organizzativo e politico di forte carattere progressivo …… il cui fondamento è il potere contrattuale sui luoghi di lavoro ed una estensione dell’intervento del movimento sindacale sui temi delle riforme sociali e della programmazione economica…… su un indirizzo strategico nel quale lo sviluppo del potere contrattuale si associ, si integri con la politica delle riforme, il cui successo è legato precisamente a questa associazione e integrazione Sergio Garavini 2 Questo libro è dedicato: all’amico Michele Giannatempo, all’amico Valentino Formaggi, all’amico Franco Isnardi, ad Alessandro Tarzariol, al Signor Oddone e alla Signora Oddone Un ringraziamento a quelli che hanno contribuito e creduto alla sua realizzazione ed uno in particolare all’amico e storico Donato Antoniello 3 PREFAZIONE Il lavoro del disegnatore tecnico di carrozzeria è un’attività che nasce e si costruisce con una buona dose di perseveranza e di volontà. Deve piacere; poiché è molto selettivo ti può far stare al palo o diventare un progettista. Non esiste una laurea per il progettista di carrozzeria, esiste quella da ingegnere di meccanica, motorista, aeronautica, architettura, per cui, in carrozzeria, ti devi creare il mestiere e perfezionarlo sempre più da solo.
    [Show full text]
  • Copyrighted Material
    Part I THE POWER OF A FAMILY COPYRIGHTED MATERIAL cc01.indd01.indd 1111 005/11/115/11/11 22:01:01 PPMM cc01.indd01.indd 1122 005/11/115/11/11 22:01:01 PPMM Chapter 1 The Scattered Pieces short time before he died, Gianni Agnelli had asked his younger brother Umberto, who had come to visit him every A day at Gianni’s mansion on a hill overlooking Turin, to do something very diffi cult. Umberto said he needed to think about it. Now, at the end of January 2003, Umberto had come to give Gianni an answer. Gianni was confi ned to a wheelchair, spending his fi nal days at home. He had once found solace looking out of the window onto his wife Marella’s fl ower gardens below, especially his favorites, the yellow ones. But now it was winter. Gianni looked out at the city of Turin, which was visible across the river through the bare trees. Street after street stretched out toward the horizon in the crisp January air, lined up like an army of troops marching to meet the Alps beyond. It was a clear day, and he could see Fiat’s white Lingotto headquarters, as well as the vast bulk of Fiat’s Mirafi ori car factory on the far side of the city. The factories had been built by their grandfather, Giovanni Agnelli. 13 cc01.indd01.indd 1133 005/11/115/11/11 22:01:01 PPMM 14 the power of a family Gianni wouldn’t admit to his family that he was dying, but they all knew.
    [Show full text]
  • TECNICHE E TECNOLOGIE INNOVATIVE NELLE VETTURE ITALA Conferenza Di Carlo Otto Brambilla Milano, 8 Ottobre 1994 Museo Nazionale Della Scienza E Della Tecnologia
    TECNICHE E TECNOLOGIE INNOVATIVE NELLE VETTURE ITALA Conferenza di Carlo Otto Brambilla Milano, 8 ottobre 1994 Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ALESSANDRO COLOMBO Il nostro socio, Carlo Brambilla, che sta ultimando un libro sull’Itala, ha aderito alla mia richiesta su alcune anticipazioni su quello che sarà detto in questo libro, in particolare per quello che riguarda le soluzioni tecniche innovative che l’itala ha posto in alcune sue vetture, quindi questo è il tema della conferenza, diamo inizio senz’altro. Grazie a tutti. CARLO OTTO BRAMBILLA L’argomento è vastissimo perché l’Itala ha avuto una produzione estremamente diversificata di vetture e di motori, che variavano molto rapidamente. Premetterò quindi dei cenni generali sull’Itala, da un punto di vista tecnico e industriale, e poi cercherò di focalizzare l’attenzione su alcuni fatti particolarmente interessanti, ciò perché fare una trattazione con un minimo di approfondimento sui temi tecnici sviluppati dell’Itala, sostanzialmente 25 anni di produzione automobilistica, e anche di più se si considerano i derivati della ’61, sarebbe impossibile in così poco tempo, oppure sarebbe troppo superficiale e poco interessante. La prima cosa da dire è sicuramente che questa conferenza, e il libro che sto preparando ormai da molti anni, è possibile esclusivamente grazie al lavoro del Conte Carlo Biscaretti di Ruffia. Carlo Biscaretti di Ruffia, fu negli anni dal ’16 al ’30, il capo ufficio stampa dell’Itala, però la sua attività non fu solo quella di capo ufficio stampa, fu un’attività un po’ particolare, un’attività di consulente, sia dell’Itala sia di una serie di altre case automobilistiche, in qualità di libero professionista.
    [Show full text]