Disegnare E Governare Il Territorio L'uso Delle Carte Nella Sicilia D'età Moderna

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Disegnare E Governare Il Territorio L'uso Delle Carte Nella Sicilia D'età Moderna FONDO SOCIALE EUROPEO MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, Università degli Studi DELL’UNIVERSITÀ’ di E DELLA RICERCA Catania UNIVERSITÀ DI CATANIA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA CULTURA, DELL’UOMO E DEL TERRITORIO DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA (STORIA DELLA CULTURA, DELLA SOCIETÀ E DEL TERRITORIO IN ETÀ MODERNA) XXIII CICLO ___________________________________________________________________________ Lavinia Gazzè Disegnare e governare il territorio L’uso delle carte nella Sicilia d'età moderna TESI DI DOTTORATO DI RICERCA Coordinatore e tutor: Chiar.mo Prof. Enrico Iachello TRIENNIO ACCADEMICO 2007/2008-2009/2010 Introduzione p.4 Cap. 1 Cartografia e ricerca storica 1.1. Gli indirizzi di ricerca dallʹinizio del ʹ900 ad oggi p.12. 1.2. Il caso siciliano p.24 Cap. 2 Gli autori e i materiali 2.1 Tra misura e «retratto» p.42 2.2 Tele, «modello de relievo», carte «inquaternate» p.59 Cap. 3 Descrivere e governare il territorio nel Cinquecento 3.1. Il governo del territorio e l’uso delle carte p.73 3.2. La Deputazione del Regno e le ‘ricognizioni‘ . p.99 Cap. 4 Carte per dividere, amministrare, giudicare 4.1. La divisione e vendita dei casali di Catania e di Aci (1640‐41) p.147 4.2 Governare a distanza: i Priorati e il sistema delle visite (1658) p.170 4.3 L’acqua contesa. Le carte della Regia Gran Corte p .186 (XVII‐XVIII secc.) Conclusioni p.205 Fonti e Bibliografia p.224 Appendice documentaria p,234 2 ABREVIAZIONI AGS Archivio General Simancas ASC Archivio di Stato di Catania ASF Archivio di Stato di Firenze ASN Archivio di Stato di Napoli ASM Archivio di Stato di Messina, ASP Archivio di Stato di Palermo ASS Archivio di Stato di Siracusa AHM Archivio Historico de Madrid ASCA Archivio Storico Comunale Acireale AOSMFF Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore Firenze BAM Biblioteca Ambrosiana, Milano BAV Biblioteca Apostolica Vaticana BAR Biblioteca Angelica Roma BCURC Biblioteca Civica Ursino Recupero Catania BNM Biblioteca National, Madrid BNUT Biblioteca Reale di Torino BCP Biblioteca Comunale di Palermo 3 Introduzione Il presente lavoro intende ricostruire e analizzare il processo di realizzazione e il concreto uso delle immagini di città e territori nella Sicilia della prima età moderna, con particolare attenzione al rapporto tra rappresentazioni e pratiche dello spazio urbano e territoriale. L’indagine sulla Sicilia mantiene spazi di ricerca con implicazioni interessanti, in particolare quando si pensi all’Isola come parte di una vasta compagine di governo, rinunciando ad applicare la condizione di marginalità periferica come necessaria. Sotto quest’aspetto pratiche di governo, tecniche, competenze che si esprimevano in talune regioni ‐ e che avevano dimostrato la loro efficacia ‐ potevano essere applicate in altri contesti, articolando i ‘segmenti’ di un vasto sistema orientato, nel corso del XVI secolo, alla creazione di meccanismi di controllo e di governo che, per citare Braudel1, combatteva contro un nemico formidabile, lo spazio. Partendo da queste premesse, le pagine che seguono intendono proporre un percorso che muovendo dagli interventi che hanno definito il valore dello 1F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, vol. II, Torino 1986, pp.378‐421. 4 spazio come un autonomo problema storiografico, indaghi la funzione delle rappresentazioni di città e del territorio quali «risorse concretamente adoperate […] e attualizzate man mano che vengono praticate dagli attori sociali»2. Su questo campo d’indagine si pone lo studio specifico sull’uso delle immagini del territorio, riletto come ulteriore analisi del rapporto tra rappresentazioni e percezione dello spazio in età moderna. Una lettura che secondo i recenti indirizzi metodologici, volti alle analisi e ricostruzioni spaziali, ha manifestato crescente attenzione per la cartografia storica, considerata non più con un atteggiamento quasi contemplativo, volto ad una descrizione/classificazione degli elementi e delle caratteristiche delle carte o, al più, ad uno studio sull’evoluzione delle conoscenze e delle tecniche, bensì analizzata con l’intento di indagare il motivo esterno che la produce e la giustifica. Antiche vedute di città, mappe del territorio, carte geografiche così come opere di geografia storica, racconti di viaggio, descrizioni di intellettuali e funzionari locali, sono considerate ormai come fonti utili alla ricostruzione dell’identità storica di un paese o di una regione: ancor più se si considera il paesaggio e il territorio come un dato storico, come tempo sedimentato (per usare una metafora braudeliana), e 2 B.Lepetit‐B.Salvemini, Percezioni dello spazio. Premessa, «Quaderni Storici», n.90,fasc.3, 1995, p.596 . 5 non come un dato meramente naturale. Ma se – come notava recentemente Enrico Iachello – le immagini fanno parte del materiale tradizionale dello storico della città, il loro utilizzo è stato (e a volte ancora è) discutibile e controverso: lo storico sembra stentare, nell’assumere come fonti oggetti più consueti a studiosi di altre discipline (storici dell’arte, urbanisti, geografi, letterati), si attarda a definire un proprio approccio3. E tuttavia, le linee guida erano state già indicate da Bernard Lepetit, quando avvertiva che un lavoro di cartografia del passato non sfugge a nessuno degli interrogativi che appartengono al sapere dello storico, indicazioni, riprese da Maurice Aymard che ha ben mostrato quale efficacia possa avere la fonte cartografica nella ricostruzione della complessa stratificazione dello spazio siciliano del XVI secolo, attraverso l’analisi dei disegni di Tiburzio Spannocchi e Camillo Camilliani4. Lo spazio storico, dunque, ricorda Giuseppe Giarrizzo, grazie alla complessità delle rappresentazioni iconografiche può essere letto con una nuova profondità. Se prima era interpretato come «un mero contenitore ininfluente» o comunque un dato neutro, adesso ‘spazio’ «è soprattutto 3 E. Iachello, La città del principe e del vulcano. Rappresentazioni e identità urbane di Catania (XVI‐XIX secolo), Catania, 2004, p. 7. 4 M. Aymard, Uno sguardo sulla Sicilia: le coste e i territori in M. Sgarlata ,a cura, L’opera di C. Camilliani, Roma 1993, pp. 99‐ 117. 6 identità e idea nel modo in cui la vita storica delle società insediate lo assume a modello, ed insieme a contenitore significante di vicende, di esperienze, di progetti» 5. Muovendo da tali premesse metodologiche lo studio si è articolato in due fasi di ricerca. La prima, è stata dedicata all’approfondimento metodologico svolto attraverso indagini bibliografiche, presso biblioteche italiane ed estere, associate alla frequenza di seminari e convegni6. A questo momento preliminare, ha fatto seguito la catalogazione delle rappresentazioni cartografiche della Sicilia e delle principali città siciliane, soffermandosi sulle carte e i relativi documenti allegati 7 censiti sia negli 5 G.Giarrizzo, Dopo il tempo lo spazio, Prefazione, in E. Iachello, Immagini della città. Idee della città. Città nella Sicilia (XVIII‐XIX secolo), Catania 2000,p.10. 6 Si ricorda la partecipazione, come relatore, al convegno internazionale in Descriptio Urbis, Measuring and representing the modern and contemporary city, CROMA, Auditorium Ara Pacis, 27‐28 marzo 2008; La città nel Settecento. Saperi e forme di rappresentazione, Società italiana di Studi sul Secolo XVIII, Reggia di Venaria, 27 ‐ 29 maggio 2010. 7 Questo aspetto, è particolarmente doloroso ai fini della ricerca. Infatti, è emerso come rispetto alla mole di documenti grafici richiamata e citata, ne sia stata conservata solo un’esigua parte (dove l’aspetto estetico o il valore dell’autore, hanno giocato un ruolo non secondario). Inoltre è avvenuto che la carta sia stata conservata, ma sia stato rotto il cosiddetto «vincolo archivistico», vale adire quel vincolo intimo ed essenziale che consente di collegare il documento all’allegato 7 archivi pubblici e privati siciliani, sia negli archivi di Napoli, di Torino, di Simancas e di Malta. La seconda fase, ha riguardato l’analisi degli aspetti più ‘tecnici’ afferenti alla documentazione cartografica, tuttavia essenziali, come lo studio delle diverse tecniche grafiche, della loro evoluzione, dei criteri di rappresentazione adottati, nonché delle fattispecie giuridiche e tipologie documentali che richiedevano o menzionavano la presenza di allegati cartografici. Tuttavia, prese le ‘misure’ da una disciplina affascinante, l’obbiettivo non era formulare valutazioni tecniche o estetiche pertinenti ad altri campi di studio, bensì la ricostruzione dei meccanismi attraverso i quali queste carte, ricomposte all’interno della documentazione archivistica pertinente, consentivano di ricostruire la percezione dello spazio urbano e del territorio in età moderna, ricordando l’ammonimento di Bernard Lepetit che nessuna società utilizza rappresentazioni di se stessa inadeguate. Seguendo questo filo d’indagine è stato possibile evidenziare una progressiva acquisizione della consapevolezza di questo spazio che, da forma indistinta, motivo di ritardi e difficoltà, comincia progressivamente ad grafico. Così esistono numerosi fondi realizzati solo da carte, mappe, disegni, tuttavia scissi dalla documentazione e, soprattutto dalla motivazione che ne avevano richieste la realizzazione. 8 essere messo a fuoco. Le fasi di questa conquista sono diverse e in rapida progressione: passano dalla definizione della rete di distanze tra le città , effettuata nel 1569, all’uso sempre più consapevole delle molteplici applicazioni di elaborati grafici, come piante di singole costruzioni,
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