“Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante” Wislawa Szymborska il

Trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia z z anno III z z numero 10 z z 10 euro

Treviso La città che amava una bambola di LELLO VOCE Equitalia Il Moloch del nuovo millennio di MARIA TIZIANA LEMME No Tav “Di qui il treno non passerà” di ORSOLA CASAGRANDE Il personaggio Intervista a Franco Cordelli di GILDA POLICASTRO Sardegna In cerca di Sergio Atzeni di FRANCESCO FORLANI Atene La Grecia ancora in ostaggio di MATTEO TACCONI Los Angeles Nel Laurel il racconto Canyon con Jimi, Joni & Frank di CARLO GRANDE Fotoreportage “Finis Austriae” Borneo di Patrick Russo Periferia romana di STEFANO SNAIDERO DI MARCO DRAGO “Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante” Wislawa Szymborska Sommario i l

Trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia z z anno III z z numero 10 z z 10 euro

Treviso La città che amava una bambola di LELLO VOCE Equitalia Il Moloch del nuovo millennio di MARiA TiZiANA LEMME No Tav “Di qui il treno non passerà” di ORSOLA CASAGRANdE Il personaggio Intervista a Franco Cordelli di GiLdA P O L iCASTRO Sardegna In cerca di Sergio Atzeni di FRANCESCO FORLANi Atene La Grecia ancora in ostaggio di MATTEO TACCONi Los Angeles Nel Laurel IL rAccoNTo Canyon con Jimi, Joni & Frank di CARLO GRANdE Fotoreportage “Finis Austriae” Borneo di PATR iCk RuSSO Periferia romana di STEFANO SNAidERO di MARCO dRAGO e d i t o r i a l e n Dove c’è un muro c’è un nemico 4 di Riccardo De Gennaro «il Reportage» rivista trimestrale n o t i z i e d e l t r i m e s t r e di scrittura, giornalismo 6 a cura di Valeria Gentile e fotografia Treviso, la città di destra che amava una bambola An n o III, n u m e r o 10 8 di Lello Voce n foto di Enrico Colussi Ap r i l e - Gi u g n o 2012 Viaggio dentro Equitalia, Moloch del nuovo millennio Prezzo di copertina euro 10 di Maria Tiziana Lemme Abbonamento annuale euro 32, 16 da versare sul conto corrente bancario intestato a “Noi siamo ottimisti, la Tav qui non si farà” Edizioni Centouno srl 24 di Orsola Casagrande n foto di Aldo Giovannitti Iban IT12G0306901036100000004294 Nella Sardegna magica in cerca di Sergio Atzeni [email protected] 32 di Francesco Forlani n foto di Cuboimages d i r e t t o r e “Oggi è quasi impossibile dire cos’è un buon libro” Riccardo De Gennaro di Gilda Policastro [email protected] 40 p h o t o e d i t o r Tra gli indigeni del Borneo vittime delle multinazionali Mauro Guglielminotti foto di Patrick Russo [email protected] 42 caporedattore Grecia in ostaggio anche dopo i sacrifici Valeria Gentile di Matteo Tacconi n foto di George Georgiou [email protected] 50 Berlino, la destra neonazista ha un’immagine femminile p r o g e t t o g r a f i c o 58 di Alessandro Alviani n foto di Sean Gallup e impaginazione André Brique Questa è la storia di Ryan, figlio del terremoto di Haiti e d i t o r e testo e foto di Giordano Cossu Edizioni Centouno srl 66 via Po 50 Torino Ai confini di Los Angeles con Jimi, Joni & Frank s t a m p a di Carlo Grande n foto di Mauro Guglielminotti Iger, Srl 74 viale C. T. Odescalchi 67 Roma Roma, adesso le borgate hanno il centro commerciale distribuzione foto di Stefano Snaidero Joo distribuzione 80 via Argelati 35 Milano Le crisi della Somalia tra pirateria e carestie Medialibri distribuzione di Nicola Bottiglieri n foto di Stanislav Krupar via Baldo degli Ubaldi 144 86 Roma r e c e n s i o n i s i t o i n t e r n e t a cura di Maria Borio, Corrado Abbate, www.ilreportage.com 92 Maria Camilla Brunetti registrazione l e t t e r a a p e r t a n O scrivi o muori, te lo dice il pc Tribunale di Torino n. 61 del 3 novembre 2009 93 di Valerio Magrelli i l r a c c o n t o n Finis Austriae In c o p e r t i n a : Un ragazzo con il cartello “affamato” 94 di Marco Drago in una via di Atene. l a f o t o v i n t a g e Foto di George Georgiou 98 1968. Per ricordare Gabriella Mercadini

numero 10 3 Editoriale Editoriale

muro in Cisgiordania, il confine tra Stati Uniti e Messico. Il dato più sorprendente Dove c’è un muro è che i Muri definitivamente smantellati (sempre tra mille difficoltà e con inevitabili strascichi nelle comunità coinvolte, che per lungo tempo continuano a vivere divise da muri “invisibili”) sono meno numerosi dei nuovi. Alcuni di essi non sono lontani da noi e nascono nella progredito, democratico e libero Vecchio Continente. “Mentre il tratta- c’è un nemico to di Schengen ha abbattuto formalmente le frontiere tra i Paesi aderenti all’Unione – scrive De Nicolò – un forte passo indietro è stato impresso dalla volontà del governo danese di creare una frontiera al confine con la Germania per evitare una “invasione” n di riccardo de gennaro n islamica. Nello stesso tempo, un dibattito piuttosto bizzarro, considerando la condi- zione economica in cui si trova il Paese, è stato avviato dal gennaio 2011 in Grecia per porre rimedio ai duecento turchi che quotidianamente, secondo le fonti del governo greco, attraversano il confine dalla Turchia per recarsi poi in altri Paesi europei”. Anche qui, al confine tra Grecia e Turchia, qualcuno – i greci – insiste perla h e s i a s t a t o c o s t r u i t o p e r p r o t e g g e r e o p e r d i v i d e r e , che sorga all’inter- costruzione di un grande muro che tenga lontani i turchi. Il problema è che un muro no di una città o al confine tra due Paesi, se c’è un muro c’è un nemico. costa e le risorse dello Stato greco, come sappiamo, sono assai scarse. Che cosa è suc- Nel 1989, quando fu abbattuto il Muro di Berlino, i popoli di tutto il cesso? Che, per ragioni economiche, il progetto di un muro “tradizionale” è stato re- Cmondo salutarono con straordinario entusiasmo l’avvenimento, un entusiasmo che centemente sostituito con quello per la realizzazione di un fossato di antica memoria: derivava – per buona parte di loro – dalla concreta possibilità che nel breve sarebbe come nei castelli medioevali, dove peraltro spesso si veniva “murati” vivi. Ci si chiede crollato anche l’impero sovietico, ma più in generale dalla speranza che muri non se se nel fossato scorrerà dell’acqua e saranno ospitati dei coccodrilli. ne sarebbero costruiti più e che quelli rimasti avrebbero seguito presto le sorti della Un altro muro, più “insospettabile” del precedente, lo sta progettando, come ri- barriera berlinese. Nel frattempo, l’economia cominciava a diventare “globalizzata” corda De Nicolò, addirittura la Danimarca. Dovrebbe essere costruito lungo il confine e la stessa Unione europea, grazie agli accordi di Schengen, stava per spazzare for- con la Germania per impedire l’accesso agli islamici. La proposta è del partito danese malmente via le frontiere tra gli Stati membri, aprendo alla libera circolazione dei di estrema destra, ma è stata fatta sua dall’intero governo di centrodestra, che ha lavoratori, come era stato per i capitali. bisogno dei voti degli estremisti per continuare a reggere. Per capire di chi si sta Le cose non sono andate così. La paura continua a far nascere muri, barriere, parlando basti pensare che il leader dell’ultradestra danese, una donna, si è distinta steccati, che nella maggior parte dei casi sono assolutamente inutili e proteggono i ultimamente per questa sua dichiarazione: “Quando incontro un extracomunitario “costruttori” tanto quanto la costosissima linea Maginot riuscì con la Francia a fronte per strada io cambio marciapiede”. dell’esercito tedesco nella Seconda guerra mondiale (alla Germania di Hitler fu suffi- Queste parole non suonano nuove all’orecchio di noi italiani, abituati alle “esterna- ciente aggirare le fortificazioni e passare attraverso le Ardenne). Le grandi muraglie, zioni” dei vari capi e sottocapi della Lega Nord, sempre pronti a parlare di pallottole, come quella cinese, sembrarono a quel punto cose dell’antichità, ma evidentemente fucili, secessioni e a usare un linguaggio di inusitata violenza contro gli immigrati (fi- anche nel Terzo millennio ci sono “orde mongoliche” da cui difendersi. Oggi si chia- no a proporre scuole separate per i bambini o di “prendere le impronte” ai piedi degli mano “clandestini”, un nome che i razzisti utilizzano in un’accezione assolutista, cioè islamici). Se i leghisti avessero completamente mano libera, le città si riempirebbero di clandestini non all’Occidente, ma al mondo intero: i clandestini dovrebbero essere muri e recinzioni. Il problema è che purtroppo qualche volta non sono soli, come quando cancellati dalla faccia della Terra, non sono mai una risorsa, ma un problema da risol- a Padova venne costruito un vero e proprio muro anti-immigrati in città, lungo 84 metri vere, nel modo più netto e deciso. e alto tre (uno dei “muri” di cui si occupò in un numero monografico anche la rivista Il Muro più imponente, negli ultimi vent’anni, è stato costruito proprio da coloro bimestrale “il Grandevetro”, diretta negli anni da Luciano e Ivan della Mea). che lavorarono attivamente alla caduta del Muro di Berlino. È quello, voluto dal pre- Che i “muri” affascinino anche il centrosinistra, lo dimostra l’idea recentissima di sidente Usa, George W. Bush, che divide Stati Uniti e Messico e del quale il Reportage una barriera a difesa degli italiani dagli extracomunitari di un amministratore comu- si è occupato nel numero 4 (ottobre-dicembre 2010). Dal ’94 a oggi, prima, durante e nale del Pd. Il suo nome, riportano le cronache, è Andrea Serfogli, assessore ai Lavori dopo la sua costruzione, intorno a quel confine ci sono stati seimila morti. Il Muro del pubblici del comune di Pisa. La proposta di Serfogli, d’intesa con il comandante dei deserto è ancora in fase di completamento (probabilmente si vuole arrivare al Pacifi- vigili urbani Bortoluzzi, sarebbe quella di innalzare una rete che separi la pineta di co) e anche le tratte già esistenti vengono continuamente rafforzate. Lo stesso avviene Tirrenia dai marciapiedi della passeggiata di piazza Belvedere. “Arrivano da Livorno nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla in Marocco, dove le nuove fortificazioni sono con i pullman, soprattutto il sabato e la domenica – ha sottolineato Bortoluzzi – e sono state finanziate direttamente dalla Comunità europea. tanti, vendono merce contraffatta. Quando arriviamo noi scappano in pineta e lì ci “Memoria e Ricerca”, una rivista quadrimestrale di storia contemporanea pubbli- fanno di tutto”. La funzione della rete non sarebbe, dunque, di mantenere i venditori cata da Franco Angeli, dedica il suo ultimo numero proprio ai Muri, a dimostrazione abusivi lontani dalle famiglie borghesi, ma di catturare coloro che tentano di sfuggire dell’attualità del problema. Dopo l’introduzione generale di Marco De Nicolò, sette alla polizia, impedendo loro di rifugiarsi nella pineta. Quello che conta non è la rete, collaboratori della rivista prendono in esame altrettanti casi: la linea Maginot, la di- ma la retata. Perché c’è una scala a scendere della paura: fanno paura i terroristi di Al visione tra Gorizia e Nova Gorica, il Muro di Berlino, la Green Line di Nicosia, che Qaeda, poi i messicani, i turchi, i maghrebini, i rom, fino ai venditori abusivi di false separa greci da turchi, i quali abitano rispettivamente nella parte sud e nella parte Vuitton e occhiali da sole. Tutto fa paura. Se è l’amore che “move il sole e l’altre stelle”, nord dell’isola di Cipro, le Peacelines di Belfast, ma anche a Derry e Portadown, il la paura muove il pianeta.

4 numero 10 numero 10 5 Notizie del trimestre Notizie del trimestre

DICEMBRE 2011 del ministero. L’accusa n La Corte d’Appello deporre il dittatore sono state costrette a Francesco Schettino. militare afgano nella riferimento al Trattato precedente (-7,1 per morti e oltre seicento 1 dicembre, Teheran, è che Lupi abbia di Temuco, città del Saddam Hussein, poi lasciare le proprie case Salpata dal porto di provincia di Kapisa, di Lisbona. La pena cento). Il numero di feriti. È il terzo più Zanantv.org ricevuto uno stipendio Cile meridionale nel giustiziato a Baghdad e a cercare rifugio in Civitavecchia con a nel nordest del è un’ammenda di giovani disoccupati grave incidente n Presentata a New come un impiegato cuore della comunità il 30 dicembre centri di evacuazione, bordo 4.229 persone Paese. Dopo l’invio 45mila euro e un anno (tra i 15 e i 24 anni) ferroviario della stria York “Zanan Tv”, una federale del Congresso indigena dei Mapuche, 2006. Si chiude così talmente affollati (3.216 passeggeri del ministro della di reclusione. è diminuito dell’1,7 argentina. Nel 1970, nuova web tv iraniana per sei anni, mentre ha emesso una definitivamente da rendere alto il e 1.013 membri Difesa e del capo per cento (-10,3 per duecento persone che si propone di allo stesso tempo sentenza secondo la l’operazione detta rischio di diffusione di dell’equipaggio) la di stato maggiore 26 gennaio, Dakar, cento rispetto allo morirono in un essere la voce su percepiva uno quale la polizia locale “Iraqi Freedom”, malattie. nave avrebbe dovuto dell’esercito, Sarkozy SudOnline.sn stesso mese dell’anno incidente a Tigre; nel Internet di chi cerca stipendio come non potrà utilizzare libertà per l’Iraq: toccare numerosi scali ha annunciato che n Dopo che il Consiglio precedente). 1978, un treno investì pari diritti per uomini rappresentante nel i lacrimogeni per nove anni fa l’allora GENNAIO 2012 del Mediterraneo. tutte le operazioni costituzionale un camion a Santa Fe, e donne in Iran, parlamento dello stato disperdere le proteste. presidente George W. 5 gennaio, Amsterdam, Si tratta della nave militari rimarranno ha convalidato 14 febbraio, Roma, facendo 55 morti e 56 dove la repressione di Rio de Janeiro: Il verdetto è arrivato Bush l’aveva lanciata Telegraaf passeggeri di più sospese. la rielezione di Ansa feriti. culturale è all’ordine percepire due stipendi in risposta a una affermando che gli n L’Olanda chiude grosso tonnellaggio Abdoulaye Wade, n Il presidente del del giorno. La in Brasile è illegale. petizione sostenuta Usa non avrebbero otto penitenziari. che abbia mai fatto 21 gennaio, Sofia, al potere da oltre consiglio Mario Monti 27 febbraio, Seychelles, direttrice Mahboubeh da quattro donne accettato altro che La legalizzazione di naufragio. Bulgarian News dodici anni, il popolo ha annunciato che il Le Nouvel Abbasgholizadeh, che 10 dicembre, Mosca, mapuche, che erano la vittoria. L’ultimo alcune droghe nei Agency senegalese si è governo non sosterrà Observateur ha scelto la Grande East Journal rimaste bloccate in convoglio composto Paesi Bassi, insieme 16 gennaio, Mosca, n Un gruppo di sollevato in protesta. Il la candidatura della n Il terzo incidente per Mela per sottolineare n In Russia si è una strada durante da 110 auto, con a a programmi di Roscosmos femministe tra i 21 vecchio presidente, che capitale per i Giochi la Costa Crociere, dopo come la loro battaglia votato per rinnovare uno scontro finito bordo 500 militari educazione rispetto ai n L’Agenzia spaziale e i 24 anni hanno ha quasi novant’anni, Olimpici del 2020. La la Costa Concordia, è sia la stessa dei la Camera Bassa del con la polizia che della Terza brigata loro effetti, ha infatti russa ha annunciato manifestato di è al terzo mandato lettera di garanzia avvenuto a bordo della tanti cittadini del Parlamento ma si lanciava proiettili di della prima divisione ridotto drasticamente la caduta della sonda fronte al Parlamento nonostante avesse richiesta al governo nave Costa Allegra, movimento di “Occupy la criminalità nel spaziale Phobos- bulgaro contro la in navigazione Wall Street”, ha 8 gennaio, Tokyo - The Japan Times Paese. Il sistema Grunt. L’impatto, violenza sulle donne 25 febbraio, Roma, Ansa nell’oceano definito “Zanan Tv” Il governo giapponese ha annunciato che nel marzo 2013 instal- carcerario prevede che era previsto e la prostituzione. Silvio Berlusconi è stato prosciolto dal reato Indiano, partita dal una televisione sul lerà un rilevatore di tsunami. Secondo quanto ha dichiarato il 14mila detenuti, ma sull’Oceano Atlantico, Nonostante di corruzione in atti giudiziari per intervenuta Madagascar e diretta web per parlare del ministero dell’Educazione e della Scienza, il sistema per monito- ad oggi su 16 milioni è avvenuto invece le bassissime prescrizione. Nel 2009 l’avvocato inglese Mills a Mahè nelle isole popolo iraniano e rare i fondali sarà costituito da sismografi installati nella costa di di abitanti sono nell’Oceano Pacifico, temperature di era stato condannato a 4 anni e 6 mesi per aver Seychelles. Sulla nave per dare spazio e Sanriku. Centocinquanta localizzazioni saranno diffuse in tutta dodicimila le persone per l’esattezza al largo questo periodo si sono ricevuto 600mila dollari dallo stesso Berlusconi (636 passeggeri e 413 voce alle vittime la costa entro il 2015. arrestate. Il ministro delle coste cilene. presentate a seno affinché testimoniasse il falso in due processi. persone di equipaggio) principali del regime della Giustizia ha Partita nel novembre nudo al grido di “in è scoppiato un di Ahmadinejad: le dunque preso in scorso, la sonda carcere i violenti”. incendio a circa donne. parla di possibili brogli gomma sui protestanti di cavalleria, ha considerazione l’idea spaziale Phobos- Secondo alcune promesso di ritirarsi per la candidatura di 200 miglia dalle e violazioni: molte le e rilasciando attraversato la di ospitare i detenuti Grunt era il punto Ong, una bulgara su dalla vita politica. Le Roma alle Olimpiadi Seychelles. 5 dicembre, Brasilia manifestazioni non lacrimogeni nei cortili frontiera con il che arrivano dal di forza nel nuovo quattro è stata vittima manifestazioni e le non è stata dunque La Folha de S. Paulo autorizzate, scatenate delle case circostanti. Kuwait. Belgio. programma spaziale di violenza domestica. proteste nelle strade di firmata, poiché “in 29 febbraio, Bologna, n Dopo le accuse di da episodi controversi: Due donne e un russo: progettata per Dakar si intensificano. questa fase di rigore, Montagna news corruzione a seguito urne già sigillate con uomo erano rimasti 20 dicembre, Filippine, 13 gennaio, raggiungere Phobos, 25 gennaio, Parigi nelle attuali condizioni n Il mese di febbraio di un’inchiesta schede all’interno, feriti gravemente e i The Jackarta Globe Isola del Giglio, Ansa il satellite che orbita Le Monde FEBBRAIO economiche, non 2012 è stato il mese giornalistica, il famigliari che entrano lacrimogeni avevano n Le inondazioni n La nave da crociera intorno a Marte, ha n La legge francese 1 febbraio, Berna, sarebbe responsabile più freddo degli ultimi ministro del lavoro insieme in cabina, asfissiato i bambini causate dal tifone Costa Concordia urta riportato però un ha introdotto il reato Confederazione assumere tale cinquant’anni in Italia. brasiliano Carlos Lupi militarizzazione del del quartiere, molti Washi hanno contro uno sperone risultato disastroso. di negazione del Svizzera News impegno”. Lo dimostra la Banca si è dimesso. Ultimo centro di Mosca, molti dei quali ricoverati in gravemente colpito di roccia nei pressi genocidio armeno. n Secondo un dati dell’Istituto di protagonista di una siti internet oscurati. ospedale. l’isola meridionale dell’isola del Giglio e 20 gennaio, Parigi La “trasposizione del sondaggio della 22 febbraio, scienze dell’atmosfera serie di scandali Putin ha ottenuto di Mindanao nelle fa naufragio. L’impatto Le Figaro diritto comunitario Segreteria di Stato Argentina, Clarín e del clima del Cnr che ha portato alle la maggioranza alla 18 dicembre, Baghdad, Filippine, dove più di causa l’apertura di n Il premier francese sulla lotta al razzismo dell’economia, n Gravissimo di Bologna. Se invece dimissioni di sei dei 32 Duma, con 238 seggi The New York Times mille persone hanno un’enorme falla sul Nicolas Sarkozy e per la repressione Seco, il tasso di incidente ferroviario si va indietro a inizio ministri del presidente su 450, ma si tratta di n Gli ultimi soldati perso la vita. Le città lato sinistro dello ha sospeso la della contestazione disoccupazione è a Buenos Aires nella Ottocento febbraio Dilma Rousseff, Lupi un risultato inferiore americani hanno di Cagayan de Oro e scafo. Muoiono 25 missione militare in dell’esistenza del rimasto invariato stazione di Once. 2012 risulta il 33esimo è stato sostituito alle aspettative. lasciato l’Iraq. Iligan sono state le più persone, sette i Afghanistan dopo genocidio armeno” è al 3,4 per cento, Il mancato arresto più freddo. da Paulo Roberto Nel 2003 le forze colpite dalla tempesta dispersi. Da subito la morte di quattro la diretta applicazione addirittura in calo di un treno, giunto Pinto dos Santos, 18 dicembre, Cile, americane erano arrivata da Sendong. si parla di un errore soldati francesi, di una direttiva rispetto allo stesso al capolinea, ha (a cura di Valeria segretario esecutivo Santiago Times entrate in Iraq per Circa 26mila famiglie del comandante assassinati da un europea che fa mese dell’anno provocato cinquanta Gentile)

6 numero 10 numero 10 7 Lello Voce Foto di Enrico Colussi Treviso, la città di destra Quando gli abitanti di sesso maschile si sedevano a parlare con un manichino sistemato a un tavolo del Bar della Stazionetta. Oggi il capoluogo veneto dove visse Comisso è che amava una bambola scomparso, trasformato in “Legaville”. Gli unici clandestini tollerati sono le prostitute

La bambola Al vecchio Bar della Stazionetta, v o l t e l e c i t t à s p a r i s c o n o . Per un manichino un’eruzione, un maremoto, o più abbandonato, lentamente, avvelenate da un vi- simbolo triste rusA osceno che le trasforma in qualcosa che non di una città sono mai state e che mai potranno essere. A volte le città muoiono. Io sono arrivato a Treviso ormai decenni fa. Con la testa piena di aspettative, o se si prefe- risce, di luoghi comuni. «Treviso che di chiare fontane tutta ride, / e del piacer d’amor che qui- vi è fino» diceva Dante… Arrivavo tra le mura incantate della Marca Gioiosa, quella che ave- va accolto l’Alighieri, per stupirlo con il ricordo della bellezza, tanto amorale da diventar santa, dell’ineffabile e seducentissima Cunizza da Ro- mano, peccatrice non pentita e pur accolta in Pa- radiso (Cunizza fui chiamata, e qui rifulgo/ per- ché mi vinse il lume d’esta stella;/ ma lietamente a me medesma indulgo /la cagion di mia sorte, e non mi noia,/ che parrìa forse forte al vostro vulgo). Treviso era dunque per me la capitale della Marca Gioiosa, tollerante, ironica, intelligentis- sima, indulgente come Cunizza, ma come Cuniz- za capace di trasformare la sua ricerca di piacere in amore per il prossimo, tolleranza, generosità per i più deboli. Era la terra di Martini e dei suoi Adamo ed Eva terragni, pietra viva che respira, segno di un legame saldo con ciò che c’è prima che l’uomo lo trasformi, come le poesie di Zanzot- to e Calzavara, era la patria di Comisso e della sua languida, dolce capacità di cogliere il legame sottile tra piacere e dolore, come, ad esempio, nel- la sua visita alle stanze vuote dell’ultimo casino trevigiano, quella casa Dozzo che stava proprio vicino a Via Roggia, a due passi dal primo mode- sto albergo che mi aveva accolto in quel nevoso novembre di decenni fa… Ero a Treviso, l’intrigante palcoscenico di Signore e Signori di Pietro Germi, la capitale dell’erotismo provinciale dello Stivale tutto, sì,

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ma anche la città di Carlo Scarpa. Ero arrivato a Gli stranieri Era tutto lì, dove avrebbe dovuto essere. Ep- vina, tutta, tranne il muro di cinta, quello è stato I giovani mattino per il lavoro, perseguitati a sera, ad- Treviso e ho iniziato subito a cercarla… I dati della pure era come se non ci fosse più. rialzato, restaurato, rinforzato. Aveva ragione Sulla base dirittura aggrediti, donne e bambini compresi, Ho vagato per giorni, nel tempo libero dal Caritas Treviso Cercavo Treviso. Ne trovavo frammenti qua lui. Mi no vao combater… dei dati quando si erano accampati per protesta sul sa- lavoro, per strade e portici, scavalcando i ponti dicono e là, soprattutto nelle parole e nei racconti di An- Intanto io, ostinato, cercavo Treviso e al suo anagrafici grato del Duomo. Gli immigrati che nemmeno da e i ponticelli che uniscono le rive di questa città che i cittadini drea Zanzotto ed Ernesto Calzavara, che ogni posto trovavo banche, fabbriche e fabbrichette, comunali 2010 morti possono entrare nei cimiteri “padani”, che d’acque, percorsa da tre fiumi, cercando le tracce stranieri tanto avevano la pazienza di accogliere presso di capannoni, belle macchine, un lusso ostentato in provincia non hanno diritto a una moschea e pregano per di tutto quanto avevo immaginato, e trovandone residenti loro un poeta più giovane e napoletano con tanta sino alla volgarità, indifferenza per la cultura e di Treviso strada. Che hanno colpa di essere poveri, miseri, alcune qua e là, coperte da uno sfarfallio di luce e in provincia voglia di scoprire dov’era finito lui e soprattutto per l’arte, quasi fosse un segno di sanità mentale si contano sudati, affamati, troppo grassi o troppo magri, denaro, già messe in ombra da quello che allora di Treviso dove fosse andata a finire quella Treviso che lui e di virilità, e poi soldi, tanti soldi, troppi soldi, 159.336 minori, malvestiti, che stanno male, che sono infelici. Che si chiamava il miracolo del Nord Est. a fine 2010 s’era aspettato di trovare e che ahimè, non c’era massa schej, almeno fin quando il miracolo del di cui 28.860 sono neri, o gialli, o grigi. Che sono ladri, stupra- erano 231.956 più, o comunque c’era sempre meno. Nord Est è durato. Cercavo Treviso e mi rendevo stranieri. tori, assassini, truffatori, fannulloni. Tutti. “Mi no vao combater” a fronte di quasi Calzavara, una delle ultime volte che lo in- conto di vivere, invece, a Legaville, capitale nor- L’incidenza E i poveri, scandalosi, con quel loro rimestar Via delle Belle Gambe, via del Castello due milioni contrai, battendomi la mano sulla spalla, con un destina del leghismo. dei neonati tra le immondizie, o in fila ad aspettare la carità d’Amore, la chiesa di San Francesco, con le tom- di abitanti sorriso amaro, sul vialetto d’ingresso della sua Le guardie padane che passeggiavano per stranieri di un pranzo alla finestrina del convento di San be di Pietro di Dante e Francesca Petrarca, Tizia- bella villa di San Pelajo, con il giardino popola- la città, inquietanti, gli immigrati trattati da sul totale Francesco, i mendicanti che lo sfarfallio accecan- no nel Duomo, Calmaggiore, Piazza dei Signori, to dalle sue splendide ‘piere’, come chiamava lui schiavi, ridotti a dormire nei vecchi forni di un dei neonati te delle luci nascondeva agli occhi meno attenti, l’Osteria Alla Colonna, dove Comisso incontrava alcuni massi enormi, fatti portare fin lì da chis- mattonificio, o addirittura in tenda, nei giardi- è del 23,7 ma che erano lì, mescolati agli zingari, gli zinga- Montale, le strade e i portici percorsi da Messer sà dove, mi sussurrò: «Bada che sullo stemma netti lungo le mura di Fra Giocondo, costruite per cento ni, guardati con sospetto se solo si azzardavano a Uc de Saint Cirq, autore della maggior parte di questa città c’è scritto ‘Mi no vao combater’». ai tempi della Lega di Cambrai, per proteggere metter piede in centro. delle Vidas dei trovatori provenzali, composte Che, più o meno, significa: non mi interessa; un dall’Europa Cattolicissima più o meno al comple- Com’era possibile che nella città di Comisso probabilmente proprio qua, mentre il povero oc- ‘me ne frego!’ sussurrato con più grazia, ma non to quest’avamposto della Serenissima e dei suoi “governasse” un Tizio chiamato il Scerifo, che citano attendeva che un certa nobile e bellissima minore decisione. commerci con l’Infedele, e ora avamposto di una insultava gli omosessuali, dandogli del frocio, in- dama trevigiana gli concedesse quell’udienza che Mi no vao combater… Come se il fatto di gi- supposta Razza Piave, più pura, più onesta, più sieme alpino e leghista, simpatizzante di Forza mai gli concesse, tra Ca’ dei Carraresi, il Palazzo rare lo sguardo dall’altra parte mutasse la real- bella, più virile, più tutto. Nuova, ma pronto a mettersi sull’attenti, se quel dei Trecento e la Loggia dei Cavalieri. tà… Ora Calzavara è morto, la sua villa è in ro- Gli immigrati sempre scacciati, cercati al giorno gli garbava, davanti alle targhe comme-

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morative dei partigiani, interprete emerito del La paura del Leone di San Marco, in nome del Savoia? E per aiutare psicologicamente i clienti delle pro- tamente padani. È rimasta solo Legaville. celodurismo spesso declinato in chiave razziale, Una città dunque, come facevano oggi a esserne alleati? stitute a superare il senso di colpa e la vergogna. Ora so dove vivo. Ora lo so. prepotente, roboante, presuntuoso sino al ridico- che sembra aver Che c’entrava Goldoni con Bossi, Casanova con Le prostitute, intanto, continuavano a fare le lo? paura di tutto Stiffoni, Baffo con Gobbo, Sarpi con Zaia? schiave, sfruttate da magnaccia senza scrupoli La miseria fa paura e che rischia Non capivo: ma Treviso già non c’era più, si tra strade e piazze della periferia cittadina. Mi E qui a Legaville, ora che c’è crisi, la miseria Da Cunizza al “Scerifo” di implodere stava trasformando in Legaville, la capitale del no vao combater… fa ancora più paura, sembra che possa ricordare Come era accaduto che nella città di Cuniz- e simbolicamente razzismo leghista, giorno dopo giorno. E più la Intanto i suoi giovani si stordivano di alcol, ciò che si era un tempo, al tempo della pellagra, za a farla da padrone fosse un individuo che con svuotarsi crisi mordeva, più Legaville si mangiava Trevi- di più, sempre di più, addirittura era il Comu- della miseria, dell’emigrazione in Brasile, in Uru- malcelato razzismo proponeva di accogliere solo so, la divorava a morsi, se ne impossessava, la ne stesso a tirar su per tutti un’indegna sbornia guay, in Canada, in Germania, in tutto il mondo. extracomunitarie giovani, belle e abbastanza po- trasformava. All’indulgenza di Cunizza suben- collettiva, l’Ombralonga, con un seguito triste di O ciò che si può ridiventare, già domani. vere da essere disponibili, per far da ‘nave scuola’ trava il moralismo più bigotto, l’odio del diverso, coma alcolici, vomiti, gente che cadeva nei canali, A Legaville ognuno è padrone a casa sua, i ai giovani virgulti trevigiani? Era mai possibile il puritanesimo perverso del ‘tutto di nascosto e berci, urla, rutti. Intanto i suoi giovani, spesso neri stanno al loro posto, nessuno calpesta le ai- che nella città di Calzavara, che tutte le lingue niente in piazza’, petrarchesco in pubblico e boc- sbronzi, o impasticcati, sfrecciavano su strade uole, gli unici clandestini tollerati, come preconiz- mescolò al suo dialetto bellissimo, a comandare caccesco in privato, che vezzeggiava l’alcolismo, da carriaggi con auto potenti, veloci, sempre più zava il Scerifo, sono le centinaia di prostitute che fosse il medesimo Tizio, roboante e volgare, che ma inorridiva per una canna, una società tanto veloci. E morivano: sempre di più, sempre più ve- popolano le strade che escono dal centro, verso dava del ‘sudicio sudista’ al povero poeta emigra- aperta e tollerante che un suo figliolo sorpreso loci, sempre più soli. Venezia, o Conegliano, ma nonostante questo, to che ero io e solo perché m’ero inalberato contro a fare con una prostituta quello che il Scerifo si Poi un brutto giorno, non ricordo esattamen- nonostante l’ordine, la sicurezza, la pulizia, nono- i suoi programmi di apartheid Razza Piave? augurava facesse, per la vergogna, s’impiccò con te quando, Treviso è sparita del tutto. Nella neb- stante le prostitute, le ‘visitatrici’, come le avreb- E soprattutto che c’entrava Treviso, il Veneto la cinta dei pantaloni all’albero di fronte casa. bia, tra un coro celtico e un altro. O nel nulla, be chiamate il Mario Vargas Llosa del Pantaléon, tutto, con i Lumbàrd? Con i Piemôntès? Non era- La risposta dei politici trevigiani era stata come quando, a volte, la vedo deserta, completa- nonostante si sia padroni a casa propria, qua a no stati loro a privare dell’indipendenza le terre immediata, in verità: si istituì un numero verde mente deserta, nei pomeriggi estivi, afosi, schiet- Legaville poi la solitudine si taglia a fette, come

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la nebbia. E quando si è soli ci si arrangia come si può. Come con la bambola della Stazionetta… Fin quando è stato aperto, il Bar della Stazio- netta, lungo i binari della ferrovia, appena fuori Porta Santi Quaranta e il quartiere di Città Giar- dino, dove un ricco industriale indigeno ha fatto ricoprire un marciapiedi con pezzi di costosissimo cotto veneto con sopra incisi i versi di poeti famosi (che buon gusto, vero?), fin quando è stato aperto, dicevo, quel bar è stato meta di un pellegrinaggio assolutamente unico. A qualcuno, un qualche giorno, deve essere venuta in mente un’idea bislacca: mettere sedu- to su una sdraio un manichino dismesso, trovato chissà dove, che riproduceva le fattezze di un’affa- scinante bionda. L’ha rivestito alla bell’e meglio e l’ha lasciato lì, sulla sdraio, come fosse una cliente qualsiasi. Sembrava una goliardata come un’altra e in- vece è successo l’inimmaginabile. In tanti, maschi per la quasi totalità, giovani soprattutto, arrivavano lì, più o meno brilli, con in mano un regalino per la ‘Bambola’, si sedevano al suo fianco e iniziavano a parlarle. Di più, sem- pre di più… È diventata amica di mezza città, quella bambola, l’amica di tutti, in una città in cui quasi nessuno riusciva più a essere amico con qualcun altro. Fiori, vestiti, ‘ombre’ di bianco, cappelli. Tutti alla Stazionetta, a vedere come che a va coa bam- bola! A portarle un regalino, a scambiare quattro chiacchiere con qualcuno che sappia ascoltarti. Poi hanno chiuso il bar e la Bambola l’hanno buttata in qualche discarica, insieme ai dolori e alle malinconie di tanti. In raccolta differenziata, naturalmente. A Legaville si ricicla molto, con di- sciplina, a volte si riciclano persino i sentimenti. Di Treviso, qui a Legaville, è rimasta or- mai solo la parte Nera, quella degli ordinovisti, Lo sguardo La città Nera ostenta la sua presenza, è evidente Insomma la piazza è di Forza Nuova e lì ci no me intrighe… È quest’impasto, oggi, Treviso, di Ventura, di Freda, delle bombe sui treni e a L’unico sguardo a ogni angolo, tanto evidente da incontrare ban- manifestano solo loro, che peraltro lo fanno spes- un impasto che si indurisce ogni giorno di più, Piazza Fontana. Quella c’è sempre stata e ancora è quello chetti dei neonazisti anche in centro, un giorno sì so, impadronendosi parassitariamente del cippo sfigurando la storia di una città nobile che un c’è. Passata indenne anche attraverso la grande della bambola. e l’altro pure. dedicato ai Caduti delle Foibe e facendo le loro brutto giorno di decenni fa si è trasformata in metamorfosi, anzi ancor più amata a Legaville di Nelle altre I Neri qua sono tranquillamente accettati dal- marcette e i loro caroselli a braccio levato, bene- Legaville e che oggi, quando forse la truffa leghi- quanto già non lo fosse ai piani alti di Treviso. immagini, la società civile, al punto che quando, alcuni mesi detti dai Verdi e da una certa assessora regionale sta si fa evidente ai più, ancora fatica a riscopri- La Treviso Nera fascista in parte s’è riscoper- la città vive fa, in occasione delle manifestazioni di “Occupy che se ne va tranquillamente in giro con una cel- re una sua nuova identità. Una città da rifare, ta Verde leghista, senza imbarazzo, con assoluta la crisi Wall Street”, alcune associazioni di base hanno tica di brillanti al collo e che non teme di farsi fo- dalle fondamenta, che ha bisogno assoluto di naturalezza. E si è seduta alla destra dei Siori e della politica, richiesto di poter manifestare davanti alla Ban- tografare con i nostalgici della Repubblica di Salò, sfuggire a questo presente, di essere capace di delle Siore. la povertà ca d’Italia, in Piazza Pola, dalla questura hanno visto che, a parer suo, non è scritto da nessuna ricordare ciò che è stata e di cominciare di nuovo Chi non l’ha fatto, e si ostina ancora a vestir e l’immigrazione risposto: no! Quella, ha fatto sapere il questore, è parte che l’Italia sia una Repubblica antifascista. a sognare. di nero, ha comunque qualche privilegio, se non storicamente una piazza di destra, una provoca- Legaville vede, ascolta e fa finta di non vede- Fino ad allora non credete a chi vi propone di altro quello del lacchè in casa del suo padrone. zione del genere non poteva essere permessa. re e di non sentire… Mi no vao a combater… Mi andare a Treviso: Treviso non esiste più.

14 numero 10 numero 10 15 Maria Tiziana Lemme foto di Nome Cognome* Viaggio dentro Equitalia Moloch del nuovo millennio

Tremonti ha conferito all’agenzia poteri che non possiede neanche la magistratura. Il misterioso passaggio di consegne da Riscossione spa. Storie che fanno parlare di usura, violazione privacy, sopruso. Il 70 per cento delle pratiche riguarda debiti sotto 250 euro

Riscossione del 1875. L’Italia era fatta da quattordici anni delle e il generale si trovava a Caprera. Aveva ap- imposte pena rinunciato, per orgoglio, a centomila lire i e r l u i g i V., 60 a n n i , contribuen- “Gli esattori”. l’anno che lo stato unitario gli aveva assegnato te modello, produceva stampi per Dipinto di come rendita e non se la passava bene. Non gomma; si ammala improvvisa- Marinus sappiamo come il “sig. esattore” si regolò nei menteP di atassia spinocerebellare, alcuni clien- Claeszoon van suoi confronti, ma sono certe due cose: quelle ti non lo pagano, accumula un debito di 40mila Reymerswaele poche parole ricalcano la situazione attuale di euro che arriva a 130mila. Oggi ha un’ipoteca (1493-1567) 18 milioni di italiani; la seconda, che la richie- sul capannone, fermo amministrativo sull’auto al Museo sta di pagamento non gli arrivò con una cartel- e il rischio della messa all’asta dell’azienda. dell’Ermitage di la di Equitalia. Annalisa C., 35 anni, è traduttrice al Tribuna- San Pietroburgo le di Milano. Ogni mese emette parcella, sulla ©FineArtImages/ Inps ed Entrate quale paga Iva e tasse, lei viene pagata dallo Leemage. Nella Che cos’è veramente quest’agenzia di ri- Stato dopo tre anni. Dopo un po’ va in difficoltà. pagina seguente, scossione diventata il principale incubo dei Se il suo debito con Equitalia supererà i 10mila “Il principe contribuenti? Ripercorrerne la storia ed esami- euro, lo Stato le bloccherà il credito che le spet- riscuote le narne il presente significa trovarsi di fronte a ta. Nicolò Italo Gueli, medico, ricorre al giudice imposte dai un Moloch la cui anima è elettricità e banche, di pace nel 2008 per un divieto di sosta (156 suoi sottoposti”, come quello descritto da Allen Ginsberg nel suo euro). Un giorno vorrebbe vendere il suo box dal “Livre des poema l’Urlo. Non c’è bisogno di scovare retro- auto, ma scopre che è ipotecato. Mentre il giu- bonnes moeurs” scena, tutto è maledettamente palese, danna- dice di pace decideva, i 156 euro sono arrivati a di Jacques le tamente contorto: a norma di legge. Equitalia 2.000, Equitalia gli ha ipotecato il box (valore Grand, 1464. è il Mr. Jeckill del dottor Hyde, dati ufficiali, 80mila euro) e lui è risultato anche cattivo pa- Museo Conde, precisi, ma impossibili da ottenere, numeri e gatore alla Centrale Rischi. Francesco B., 46 Chantilly. ©Aisa/ percentuali variabili come il tempo nel mese di anni, licenziato, una figlia a carico. Gli hanno Leemage marzo, notizie discordanti. Perfino conoscere ipotecato l’appartamento per non aver pagato il numero esatto del personale impiegato è un il canone Rai. Michele Ainis, costituzionalista, problema. “I poteri speciali conferiti a Equita- riceve una telefonata dalla banca: “Professore, lia dall’ex ministro Giulio Tremonti non li han- il fido non si può fare, lei ha un’ipoteca sulla no neanche i magistrati – dice Elio Lannutti, casa”. Otto multe mai ricevute o contestate e presidente dell’Adusbef, l’associazione difesa una tassa di rifiuti non pagata: per un debito utenti servizi bancari e finanziari – al punto di 6mila euro si stavano prendendo l’apparta- che agisce normalmente abusando del diritto, mento. aiutata dalla normativa fiscale”. Equitalia è “Sig. Esattore, mi trovo nell’impossibilità di composta per il 51 per cento dall’Agenzia delle pagare le imposte”. Chi scrive non è un qualun- Entrate e per il 49 per cento dall’Inps. Riscuote que cittadino dello stato italiano. È Giuseppe per conto dello Stato tributi Inps, Irpef, Inail, Garibaldi. Che si rivolge all’esattore di Roma Iva, Canone Rai e per gli enti pubblici l’Ici, la del Monte dei Paschi di Siena il 26 novembre tassa sui rifiuti, il bollo auto, le multe. Suo pre-

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sidente è dall’1 ottobre 2008 Attilio Befera, che ti? Si cominciò a formare l’idea che l’intera ma- è anche direttore generale dell’Agenzia delle teria dovesse tornare in mano pubblica. Entrate (dal 24 giugno 2008). Vicepresidente Con il terzo governo Berlusconi (Tremonti è Antonio Mastrapasqua, a sua volta presiden- ministro delle Finanze) si approda al già citato te dell’Inps. Secondo il dire ufficiale, Equitalia decreto legge 30 settembre 2005 n. 320; l’ar- sarebbe lo strumento per la lotta all’evasione ticolo 3 attribuisce all’Agenzia delle Entrate fiscale. Ma non è esattamente così. Equitalia fa il servizio di riscossione nazionale dei tributi, esclusivamente cassa. Proprio Befera ha detto da esercitare mediante la società Riscossione che è soltanto l’ultimo anello della filiera: quel- spa. Agenzia delle entrate e Inps devono costi- lo però che strozza. Fino a settembre 2011 era tuirla entro trenta giorni dall’entrata in vigore presente sul territorio nazionale, Sicilia esclu- del decreto, che sarà convertito nella legge 2 sa, con 18 società partecipate. Oggi sono tre: dicembre 2005 n. 248. Riscossione spa assimilò Equitalia Nord, Centro e Sud più le quattro e acquisì 39 società degli istituti bancari fino a minori Equitalia Marche, Pragma, Sardegna e allora operanti, assunse i dipendenti delle ban- Trentino Alto Adige. Ci sono poi Equitalia Ser- che con contratti d’oro, di fatto liberandole dal vizi (che fornisce soluzioni tecnologiche e fa da personale in esubero e pagandolo molto, molto interfaccia con gli enti) e Equitalia Giustizia bene. Il 24 febbraio 2006 si riunisce il primo (che si occupa della riscossione delle spese rife- consiglio di amministrazione di Riscossione, ribili al settore giudiziario). presieduto da Raffaele Ferrara, ex ufficiale È importante chiarire che Equitalia non si della Guardia di Finanza, anche direttore ge- trova nelle leggi dello Stato, mai. Non c’è de- nerale dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono già creto, comma, articolo, legge, deroga alla legge, Antonio Mastrapasqua, vicepresidente, e At- concessione o incarico che sia stato ratificato tilio Befera, amministratore delegato, che poi dal Parlamento o pubblicato sulle Gazzette Uf- assumerà, come Ferrara, il doppio incarico. Da ficiali, nel quale la si nomini. È una società per questo momento in poi, le date sull’esistenza azioni il cui statuto è stato certificato a Roma il delle società Riscossione e Equitalia, sono un 4 luglio 2008 presso lo studio notarile di Paolo ping pong, un tip tap, un qui pro quo, numeri Castellini e sottoscritto da Antonio Mastrapa- che vorticano come un giro rumba, si intreccia- squa. Si costituisce con capitale sociale di 150 no come in un cotillon, buoni nemmeno per gio- milioni di euro (ma il codice civile non prevede, carli al Lotto. Un segno dell’approssimazione, per le spa, un capitale non inferiore ai due- del carrozzone a venire, un misto mare-monti cento milioni?). Come sede sociale si indica un alla faccia della trasparenza, della chiarezza. generico “Roma”. Al punto 1.3 dello statuto si legge, di passaggio: “L’originaria denominazio- “Non ne sapevo nulla” ne della Società era Riscossione spa”. Punto. Mentre la legge costituiva la società pub- Che cos’è Riscossione spa? È la società per blica Riscossione spa, già si costituiva presso l’esazione dei tributi che il Parlamento ha pre- uno studio notarile la spa Equitalia. Perché visto e riconosciuto con il decreto legge 230 del cambiare nome? “Quando Tremonti presentò 2005, a seguito della soppressione del sistema l’operazione io feci opposizione non nel merito, di affidamento “in concessione” che sarebbe ma per il modo in cui si stava conducendo in avvenuta entro il primo ottobre dell’anno suc- porto la cosa – dice a Reportage Vincenzo Visco cessivo. Prima di quella data l’incasso dei tri- – si erano presi tutto a prezzi di affezione. Già buti era affidato in prevalenza alle banche, o a prima che arrivasse il governo Prodi si rivolse- società private che operavano con concessioni ro a dei consulenti d’immagine per trovare un prima decennali poi annuali, a seguito del- nome più gradevole, per dissimularne la fun- la legge Visentini che nelle intenzioni voleva zione”. Insomma, con Berlusconi al governo Ri- mettere fine alle esattorie private e agli aggi, scossione si è spalmata una crema di bellezza i guadagni sulle riscossioni, sostituendoli con sul viso. “È una cosa che le società possono fare commissioni. In seguito si ravvisò nelle banche quando gli pare. Tant’è che io, come ministro, un conflitto di interessi: come potevano, in caso non ne sapevo nulla – precisa Visco – e non di mancato recupero dei tributi, eventualmen- c’era bisogno di comunicarmelo. Si sapeva che te espropriare i conti correnti dei propri clien- stavano riorganizzando tutta la baracca. Era il

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proseguimento di un iter cominciato prima”. Commercio, senza una specifica norma che la nonché assumere, sempre in via strumentale Erari di scheletri, capitali ciechi, “ormai è Sarà, ma fa tremare i polsi sapere che una riguardi. Anche perché, nel già detto statuto di e non a scopo di collocamento, partecipazioni diventata una finanziaria, ci sono poteri molto società ‘pubblica’ che riguarda la materia tri- Equitalia spa del 4 luglio 2008, tra gli ogget- e interessenze in altre società, imprese e enti forti intorno a Equitalia, guai a chi tocca l’ar- butaria, con poteri in grado di iscrivere, senza ti sociali è elencata una finalità che la legge costituiti o da costituire. La Società può altresì gomento”. Alberto Goffi, consigliere regionale notificarle, ipoteche su debiti di poche centina- non prevede. È il punto 4.2: “La Società può curare il coordinamento tecnico, gestionale e della Regione Piemonte ha messo in piedi nel ia di euro possa agire nel nome di una legge inoltre compiere, purché in via strumentale al finanziario delle società, delle imprese e enti 2008 il servizio Sos Equitalia e va in giro con che non la contempla. Che una nuova, potente raggiungimento dell’oggetto sociale, tutte le ai quali partecipa, provvedendo anche all’assi- una jeep con sopra stampato il numero di te- società coercitiva possa agire, per legge, con operazioni mobiliari, immobiliari, commercia- stenza finanziaria degli stessi e prestando fi- lefono. Solo nelle prime due settimane dalla una semplice comunicazione alla Camera di li, industriali e finanziarie, utili e/o opportune, dejussioni e ogni altra forma di garanzia”. nascita dell’Sos lo chiamarono 4mila persone.

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Normalmente, chi ha problemi con Equitalia Contribuenti (a tutt’oggi se ne contano un milione 700mila), è conosciuto, dal Fisco: gente che ha presen- in fila aste immobiliari, pignoramenti sui conti cor- tato le dichiarazioni dei redditi, dell’Irpef, che A sinistra, la renti, o presso terzi (più che raddoppiati nel fa la sua dichiarazione da bravo cittadino ma popolazione in 2011), fermi amministrativi, “Se vuoi pagare, che al momento di versare ha delle difficoltà. coda per pagare dai quasi fastidio se usi i contanti – dice ancora Goffi dice per tre motivi principali. Perché le imposte; Goffi – spesso ti dicono che non possono conta- sono fornitori di servizi all’amministrazione gli impiegati bilizzarlo… e ti propongono la rateizzazione”. pubblica, che paga in ritardo (i suoi debiti non aggiornano i Alla quale si applicano gli interessi di rata, sono soggetti a interessi), ma loro devono ver- registri in un pari a circa il 5 per cento l’anno. sare, in anticipo, l’Iva (l’attesa arriva anche a disegno di Con questo sistema, il profitto dello Stato duemila giorni in alcuni centri del Sud). Per scuola francese è, ad esempio, in Lombardia di 200 milioni di motivi di salute: ad esempio, per 30 anni sei del XVI secolo. euro l’anno, in Veneto di 120 milioni, in Pie- un ottimo contribuente, poi sopravviene una Parigi, museo monte di 100 milioni. In sostanza, degli undici malattia invalidante che compromette la capa- del Louvre miliardi di euro che Befera dice di aver recu- cità lavorativa e di gestione della azienda. Per ©Leemage. perato nel 2011, sette sono guadagno di Stato. la crisi economica: il piccolo imprenditore che Nella doppia Soldi che vengono sparpagliati nei rivoli del non incamera più come una volta e a fine mese pagina ministero delle Finanze, o servono per pagare preferisce pagare lo stipendio ai dipendenti precedente: i 7.972.531 di euro l’anno per l’utilizzo della e non i contributi allo Stato. Gli evasori veri, Il pagamento del flotta di rappresentanza e delle auto di Equi- seri, quelli da 120 miliardi di euro l’anno, o uti- tributo talia (dati Formez 2011) o i 600mila euro dello lizzano lo scudo di Tremonti, pagando soltanto Gesù e gli stipendio annuo di Befera. Che con il doppio il 5 per cento del dovuto, oppure utilizzano il apostoli pagano incarico ha concentrato un potere enorme, in cosìddetto “saldo a stralcio”: si accordano con una tassa grado di dettare legge a chi fa le leggi. E così, l’Agenzia delle Entrate per chiudere il ricor- d’ingresso mentre ad esempio il Tribunale di Milano è so al 50 per cento prima che la cartella arrivi a Cafarnao. sotto organico di 500 persone, il 31 gennaio ai moltiplicatori di Equitalia. I migliori non si Affresco di scorso, alla commissione Finanze della Ca- fanno prendere. Masaccio,1425, mera il direttore dell’Agenzia delle Entrate in Santa Maria ha chiesto come indispensabile un intervento I dati di Befera del Carmine normativo per l’avvio di concorsi per dirigenti Il 70 per cento dei crediti che Equitalia in- a Firenze. professionali e manageriali e per la deroga al camera riguardano debiti inferiori ai 250 euro. ©FineArtImages/ blocco delle assunzioni: “Non voglio l’aumento Il 25 per cento fino a 1.000 euro. Il 5 per cento Leemage dell’organico (8.300 persone, di cui 100 diri- fino a 10mila. Le partite superiori a 500mila genti, ndr.), ma è necessario rimpiazzare chi euro sono meno di cinquemila. Questi i dati che esce”. Befera ha sollecitato anche il manteni- Befera ha fornito il 25 luglio 2011 alla Com- mento dello stipendio di livello superiore per i missione parlamentare dell’Anagrafe tributa- dirigenti eventualmente “declassati” per mo- ria. Insomma, ci si rifà sulle piccole somme, tivi di flessibilità. “Contiamo sull’autonomia bruscolini che però, con il sistema della molti- gestionale e organizzativa. Ma deve essere plicazione del dovuto, lievitano in somme esor- ancora più rafforzata con ulteriori strumenti bitanti. Funziona così: sessanta giorni dopo legislativi”. l’accertamento, il debito subisce una sanzione La sede di Equitalia Centro, a Roma, si del 100 per cento. Nei successivi trenta gior- trova sul lato meno battuto della Cristoforo ni, se non si fa ricorso, passa a Equitalia, che Colombo, una strada a otto corsie, dove le au- applica l’aggio, ossia il proprio guadagno, del tomobili viaggiano a velocità sostenuta. Devi 9,5 per cento sulla cifra originaria (prima del attraversarla in tutta la sua larghezza, una recente emendamento di Mario Monti questo cinquantina di metri e, se sei a piedi, devi ap- 9,5 per cento si calcolava sulla cifra compren- profittare del semaforo verde non appena scat- dente la sanzione), al quale si devono aggiun- ta, altrimenti non ce la fai a passare. Si sono gere gli interessi di mora (il 4 per cento se il rotti la schiena, a innalzare Moloch al cielo e debito riguarda l’Agenzia delle Entrate, il 7 devi avere passo spedito, fare in fretta. Alle ore per cento se riguarda l’Inps). Al novantunesi- 10 i biglietti per essere ricevuti agli sportelli mo giorno scattano automaticamente ipoteche sono già esauriti.

22 numero 10 numero 10 23 Orsola Casagrande foto di Aldo Giovannitti “Noi siamo ottimisti, Il movimento valsusino che si batte contro la Torino-Lione assicura che resisterà a oltran- za: “Difenderemo i nostri territori a tutti i costi”. Dopo l’episodio del traliccio lo scontro la Tav qui non si farà” ha assunto una dimensione nazionale: “A questo punto è in ballo la democrazia”

Titolino da fare Prova di r a e s e m p r e n o Ta v ”. Era didascalia il dicembre di due anni per la rivista fa e due raperos cubani, Reportage Carlitos“O e Temba dei “Cuentas Claras”, ripete- Prova di vano questo slogan al Cotonificio di Chianocco – didascalia un pub della Val di Susa – tra un pezzo e l’altro. per la rivista Una volta a la Habana, i Cuentas Claras hanno Reportage inciso un pezzo, che è appena uscito. Si chiama Prova di “Revuelta” e racconta anche della resistenza didascalia valsusina. Che la lotta dei No Tav sia qualco- per la rivista sa di contagioso è evidente. Due anni dopo quel Reportage concerto, il movimento contro la Torino-Lyon è ancora lì, più agguerrito che mai. Gode, anzi, di più popolarità e consensi che mai. E non v’è dubbio che la lotta contro il treno ad alta veloci- tà in questa Italia grigia, resa ancora più grigia dall’austerità imposta dal governo tecnico di Mario Monti, è stato come un lumicino per tan- ti. La lotta dei No Tav è stata assunta da tanti uomini e donne in giro per l’Italia che ne hanno capito la vera natura, oltreché le motivazioni. Lo storico Marco Revelli sottolinea che “è difficile non cogliere l’evidenza empirica della forbice sempre più larga – un abisso – che si va creando tra le pratiche autoreferenziali e buro- craticamente formali delle istituzioni nazionali e continentali (di quella che con drammatica ironia si chiama politica) e le domande sempre più esasperate di partecipazione (o anche solo di ascolto) che salgono dai territori. Tra la de- mocrazia dell’indifferenza che domina in alto e la democrazia della partecipazione che abita in basso”. Non si tratta solo, insiste Revelli, “della pressione repressiva, che d’altra parte in Val di Susa si è fatta soffocante, ai limiti della tollera- bilità costituzionale e anche oltre. Si tratta di una cosa più complessa che riguarda il delicato rapporto tra rappresentanti e rappresentati, giunto davvero – per lo meno sul piano nazio- nale – al punto di rottura, forse irreversibile. Si tratta di quell’organo essenziale in ogni de-

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mocrazia (e che manca in ogni dittatura) che Il cantiere e resse comune che sta alla base della durata del movimento valsusino: “Il movimento No Tav Il popolo sull’ambiente, ma ha contestato punto per pun- è l’udito: la capacità di ascoltare le voci della la gente progetto di resistenza, un’apertura mai negata può vincere”, scrive. E precisa: “Non dico che No-Tav to i documenti sui presunti vantaggi economici società, dei suoi diversi pezzi, e di dar loro il Nella pagina al confronto ed alla discussione – bene, questi vincerà: dico che può vincere, perché sento il Docenti e sulla reale necessità di una nuova linea ad giusto peso, come condizione per mantenere co- di apertura, comportamenti costituiscono una formidabile rumore delle crepe che pian piano si allargano. universitari, alta velocità. eso un Paese ed evitare l’esodo delle sue parti il cantiere di forza del movimento”. Dico che può vincere, perché riconosco il panico musicisti, al bar, Quanto accaduto a febbraio, con la caduta dal vitali”. Chiomonte. nei ghigni serrati dei potenti, nelle loro espres- in viaggio… traliccio di Luca Abbà (giovane agricoltore val- Ecco, quello che la lotta del popolo No Tav Qui, in alto Toni Negri e i Wu Ming sioni da morenti di tetano: ‘Ma com’è possibile? susino che ha rischiato la vita con la sua prote- ha riportato al centro di un dibattito altrimenti Roberto, La seconda caratteristica sta nel rifiuto della Quelli continuano a manifestare, a esporre ar- sta), ha sicuramente modificato la lotta No Tav. stantio è proprio questo: il rapporto tra rappre- attore, e nella rappresentanza politica. “Questo rifiuto discen- gomenti, a fare blocchi… e per giunta in tut- Nel senso che è avvenuto quel salto per il quale sentanti e rappresentati. Non è un caso che il foto a fianco de – sostiene Negri – direttamente da quanto ta Italia? Gli abbiamo scaricato addosso tutto certamente i valsusini lavoravano da mesi, se dibattito a livello intellettuale stia attraendo un giovane detto qui sopra, meglio, dall’intensità e dalla l’arsenale poliziesco e mediatico! Ogni giorno li non da anni (ultima iniziativa il No Tav Tour molte personalità diverse, per storia, vissuto coltivatore di qualità dei processi di partecipazione democra- copriamo di merda! (…) Eppure sono ancora lì! in giro per molte città italiane), ma che non si e per generazione. Toni Negri ha scritto che il Venaus; in basso, tica. Vi sono rappresentanti eletti nella vallata E ci si mettono gli artisti, i cantanti… Perché era mai pienamente compiuto: la lotta contro il movimento No Tav (lui lo definisce “la nostra il sindaco di che hanno riguadagnato legittimità attraverso non funziona niente?’. Dico che il movimento Tav è diventata lotta nazionale, perché in ballo Occupy”) ha due caratteristiche principali: “La Avigliana, Carla la partecipazione. È la partecipazione al movi- No Tav può vincere, perché il suo è un gioco di non c’è “solo” l’interesse di un territorio. Niente prima è il radicamento democratico dell’inizia- Mattioli, e una mento il fondamento di legittimità di ogni isti- verità più forte, più potente, più efficace”. Nimby (Not in my back yard, “non nel mio cor- tiva politica. Questo radicamento maggiorita- famiglia della tuzione del comune. Anche questo fa parte di Il movimento No Tav ha saputo in questi tile”), in ballo c’è la democrazia. rio nel territorio, l’orizzontalità e il pluralismo stessa città quegli aspetti universali che Occupy propone». anni costruire non solo una consapevolezza e Dipinti come i “nuovi terroristi”, denigrati, delle forze singolari che confluiscono nel movi- Wu Ming 1 (collettivo di scrittori Wu Ming) una conoscenza profonda della valle e dei de- insultati, picchiati, arrestati, criminalizzati mento, la definizione consensuale di un inte- mette in rilievo un altro importante aspetto del vastanti effetti che la Torino-Lyon avrebbe dallo stato, i valsusini (e per estensione chi si

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è unito alla lotta No Tav) sono gente preoccu- La valle pata sì per il proprio territorio, ma soprattutto Momenti di vita consapevole che questo modello di sviluppo pro- in baita pugnato dalla lobby delle grandi opere non por- terà nulla alle persone. Porterà soldi a pochi, alle élite dei costruttori e dei politici, questo è certo. Ma a danno di territori, salute, democra- zia appunto.

Quale sviluppo “Opporsi alla Torino-Lyon vuol dire riap- propriarsi dei propri territori e soprattutto del diritto a decidere che tipo di sviluppo e futuro si vuole per quei territori”, dice Francesco, un giovane del movimento. La lotta della Val Susa è una lotta di cuore, di passione, ma anche di idee chiare e di una preparazione che ha reso i valligiani più esperti degli esperti quando si tratta di affrontare il discorso delle conseguen- ze devastanti che la Torino-Lyon avrebbe sulla valle (conoscono bene la loro valle e si sono mes- si a studiare carte e tracciati, hanno interpella- to economisti e scienziati per arrivare a questa conclusione: l’alta velocità non serve e non si fa- rà). “Non ci sono mediazioni possibili – dice an- cora Francesco – rispetto a un progetto che ha come unico scopo quello di far arricchire qual- cuno”. Su questo il popolo no Tav è chiaro. Lo è dai poliziotti e dal questore si sono avvicinati al devamo un tavolo istituzionale che ci è sempre Il bosco potente, distrutta dentro. La gente chiede che stato fin dall’inizio di questa lotta. Una parte presidio di Susa, qualche mese fa, c’era anche stato negato. Il nostro interlocutore è il gover- Ritrovamenti noi, le istituzioni, facciamo qualcosa. Ci viene di questo cammino il popolo No Tav lo ha fatto lei a spiegare che “no, i sondaggi lì non si sareb- no, ma abbiamo visto le risposte”. Ricorda le di lacrimogeni ventilato il commissariamento ogni volta che con gli amministratori locali. Lungo il percorso bero fatti. Perché la gente non li vuole”. Bellone tante, troppe volte in cui “la violenza è stata nel bosco di apriamo bocca, ci hanno vietato di andare alle difficile di resistenza qualcuno ha abbandonato sottolinea che la strategia del governo (con la l’unica risposta di questo governo, delle forze Chiomonte manifestazioni, con la nostra gente, quella che la lotta. Ma sono in tanti i sindaci e i consiglieri provincia di Torino e la Regione Piemonte) “è dell’ordine. Arrivano di notte – dice – pestano ci ha eletto, con la fascia tricolore. Agitano lo che continuano a essere al fianco dei cittadini. sempre stata quella di provare a dividerci. Ma oggi come pestavano nel 2005. Non è cambiato spettro del commissariamento. Non nascondo C’è, ad esempio, Loredana Bellone, sindaco noi – insiste – non ci lasciamo intimidire. La nulla”. Amareggiata, triste, arrabbiata. “Im- che a volte ci sentiamo increduli, incerti. Ma se di San Didero. Quando i tecnici accompagnati nostra posizione è sempre stata chiara: chie- potente – dice – sì, a volte mi sono sentita im- credono che la gente di questa valle si farà met-

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tere i piedi in testa si sbagliano». In val Susa, Il campeggio la polizia. Una delle donne più conosciute dei da: un cd e una storia che ha preso forma pro- Giorni mi, con la polizia, con l’esercito. E noi saremo ribadisce Loredana Bellone, “il morale è alto, Provviste e No Tav è certamente Nicoletta Dosio. Durante prio nella notte di Venaus. Era l’8 dicembre del tranquilli qui ad aspettarli. Come i nostri nonni partigia- siamo ottimisti, la Tav non si farà”. utensili da la manifestazione convocata subito dopo la ca- 2005. Una grande manifestazione sotto la neve, Scene di vita ni. Noi non abbiamo paura della loro violenza”. La mancanza di ascolto, l’arroganza, quei cucina al campo duta di Luca Abbà dal traliccio è stata sbattuta dopo il blitz poliziesco di tre giorni prima. La quotidiana nel Lo stesso dice Ermelinda: “Le donne sono quel- “perché sì e basta” da parte di chi dovrebbe in di Chiomonte a terra e fermata dai poliziotti. “Mi hanno gri- Val Susa reagì con determinazione. “Dall’alba campeggio le che forse più di tutte sentono il legame con primo luogo rappresentare i cittadini non va dato ‘brutta ubriacona che fai le trasmissioni a dello sgombero forzato di Venaus per ben due nei pressi del la terra. Forse perché facciamo figli e quindi giù ai “montanari dalla testa dura”. Prosegue Radio Black Out’ – dice Dosio – ma mi hanno giorni l’intero traffico autostradale e ferroviario cantiere sentiamo ancora più impellente la necessità di Bellone: “Mario Virano, il presidente dell’osser- fatto pena, non sanno davvero che pesci piglia- che attraversa la Valle è stato paralizzato dalla lasciare ai nostri figli una terra pulita. Non ci vatorio, aveva promesso trasparenza, informa- re». mobilitazione popolare», racconta Ermelinda fermeremo”. zione. Ma dove sono? Arrivano di notte, come i del comitato popolare di lotta di Bussoleno. Per dirla ancora con Toni Negri, “qualsiasi ladri, tentando d’ingannare la gente. Ma come Figli di partigiani “Grida è l’urlo dei ribelli – dice Mario – l’urlo persona calma e tranquilla che non viva nel si permettono? Noi non siamo bestie. Stiamo di- Bussoleno è una roccaforte storica, borgo di coloro che hanno deciso di lottare per la loro ricordo ossessivo degli anni ’70 come certi no- fendendo i nostri diritti. Non pretendiamo nien- ribelle da sempre. Perché qui la storia, la me- terra e per un nuovo modo di intendere il pro- stri dirigenti sembrano vivere, sa che trattare è te: solo di essere ascoltati e rispettati”. Eppure moria sono il presente. E il futuro. “Mio padre gresso”. Liberare Venaus era l’obiettivo finale. possibile ed evitare radicalizzazioni inopportu- perfino il presidente della Repubblica ha detto era partigiano”, oppure “mio nonno ha fatto la Così venne indetta la manifestazione che non ne e pericolose è utile. Ma per farlo bisogna che che non avrebbe incontrato i sindaci No Tav: Resistenza in questa valle” sono gli incipit di solo libererà i terreni di Venaus ma darà inizio la politica in Italia rinasca e non può rinascere “Non è mia competenza”, ha detto. Non che i molte conversazioni in val Susa. Una memoria a un nuovo capitolo nella storia del movimen- che dalla presa di parola di coloro che, resisten- valsusini si aspettassero qualcosa, ma certo, che è viva e che lega uomini, donne, giovani a to. do, aprono a tutti la speranza di una nuova quella distanza tra rappresentati e rappresen- questa terra in una maniera ancora più passio- Da allora sono passati sette anni e i No Tav partecipazione democratica. Riunificare tutte tanti di cui parla Revelli, è ormai siderale. nale e forte. Una memoria che vive nel presente sono ancora lì. Difficile dire se prevarrà la for- le resistenze, portare la Valle in Italia dopo che In questi giorni di marzo, poi, le donne del e che è proiettata nel futuro. Come nel progetto za o se invece alla fine vincerà il dialogo, come governi corrotti e governi tecnici hanno voluto movimento sono particolarmente arrabbiate. musicale di Mario Solara, scrittore e bassista chiedono i valsusini. Massimo non ha dubbi: invadere la Valle, è ora essenziale. Discutiamo, Ce l’hanno con i giornali e le tivù, oltreché con dei “La Cura giusta”. Il lavoro si chiama Gri- “Noi con ci fermeremo. Loro verranno con le ar- discutiamo, discutiamo”.

30 numero 10 numero 10 31 Francesco Forlani foto Cuboimages Nella Sardegna magica Lo scrittore, nato sessant’anni fa, annegò il 6 settembre 1995 nel mare di Carloforte. Come lo ricordano gli amici, la moglie, l’ultima compagna... La testimonianza del “colle- in cerca di Sergio Atzeni ga” , che dice di lavorare da vent’anni a “un’opera monumentale”

L’addio La Conca, i v o g l i o n o d i e c i o r e di traversata il tratto in mare. Genova-Porto Torres. di mare È il 25 dicembre, Natale. Per far nei pressi Cpassare il tempo mi sono portato una copia del di Carloforte “Viaggio al termine della notte”. Con Ernesto dove Atzeni Ferrero, che l’aveva tradotto, abbiamo tenuto annegò (foto una conferenza alla Biblioteca civica di Torino. Dario Mainetti/ Lui su Céline, io su Cendrars. Ernesto Ferrero Cuboimages) era molto amico di Sergio Atzeni. Quando gli chiedo di mandarmi un suo articolo del 25 aprile 1996, intitolato “Gli sciamani di Sardegna”, insi- ste su un particolare: “Sai, siamo stati suoi ospiti a Carloforte e ancora non ci sembra vero, a me e mia moglie, ancora oggi a tanti anni di distanza, che sia morto annegato. Aveva un fisico da nuo- tatore, insomma spalle larghe”. Il 6 settembre del 1995 Atzeni aveva trovato la morte nel mare dell’isola di San Pietro. Carloforte. Tra gli scogli della Conca. Ma l’aveva cercata?

Le porte dell’Isola Ci sono delle città che per storia vanno conquistate scegliendo con attenzione da quale porta entrare. A Parigi bisogna arrivare dalla Porte d’Italie, a Venezia da Jesolo. In Sardegna è sicuramente Porto Torres, l’immagine sfocata della terra all’orizzonte che la fa apparire come una costa atlantica, il luogo di destinazione mi- gliore. Ad attendermi c’è Giovanni Cossu con cui prenderò un caffè insieme agli altri naviganti e che poi mi accompagna alla stazione con un solo binario e un nuovo treno, che il capostazione non riuscirà a far partire subito. Giovanni è il primo scrittore sardo che incontro. Proprio su Porto Torres ha scritto il suo più bel libro, Turritani. Di Atzeni mi dice che il suo capolavoro è Bellas Mariposas. Si narra la storia di due ragazzine che sembrano uscite da un episodio di Ranxerox, la splendida bande dessinée di Stefano Tambu- rini e Tanino Liberatore. Le lingue che il rac- conto mette in campo sono il fulgido esempio di

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una letteratura che fa a meno della lingua do- tore. Il camino è acceso. Così come la sera pri- minante, l’italiano, la “creolizza”, la contamina ma dai suoceri, che si sgranava il mirto davanti il ricordo di un amico sardo con il sardo campidanese, a sua volta declinato alle fiamme e si rideva del cabaret appena visto nello slang delle periferie urbane. Al momento alla televisione. Credo che si capisca una terra “Quell’ultima sera che lo incontrai in piazzetta...” di lasciarci, Giovanni mi consegna alcuni fogli. da come si ride, ho pensato. Infatti le persone Sono le lettere di Gadda da Portovesme. Di fron- incontrate a Nuoro per lavoro mi confermano la n di Giuseppe Boy te all’isola di Carloforte. Dove terminerà il mio cosa. A non si ride delle stesse cose di Lo avevo visto la sera prima. Dopo cena. Lo avevo riconosciuto sul molo davanti alla piazza deserta, ho visto un capannello di viaggio. Parlano delle due centrali elettriche. Nuoro. L’umorismo nuorese è più rabelaisiano, subito, anche se eravamo lontani. Io camminavo insieme a Valenti- persone attorno a un’ambulanza ferma, a mezzo metro dal mare. Atzeni lavorava all’Enel prima di abbandonare gaudente, carnevalesco, hot. na, lungo il molo. Lui, dall’altra parte della strada, sul marciapiede La motovedetta della Capitaneria si era appena staccata dal molo l’isola. La mamma di Pino Monni si chiama Maria che porta alla Piazza. Era con una donna. Sembravano in silenzio. e navigava verso la costa della Sardegna, sballottata dalle onde. Quando arrivo a Sassari, ad accogliermi alla Antonia Farina ma la chiamano con il diminuti- Andavamo verso due direzioni opposte, noi verso sud, loro verso Mi sono avvicinato al gruppo di persone. Erano tutti carlofortini stazione è Lalla Careddu. Non ci siamo mai in- vo di Mimia. Il piatto che mangiamo si chiama nord. Lo scirocco stava cominciando a increspare nervosamente e parlavano tra loro. Quello se l’è cercata, diceva uno, buttarsi in contrati di persona prima d’ora, ma so che casa ma’arrone lados, ma’arrone sta per maccaroni, il mare. L’aria era carica di umidità. Lui camminava con il suo passo mare, alla Conca, con questo libeccio! E nessuno che ha pensato di sua è un libro, dove vengono spesso ad abitare lados sta per piano, largo (il piatto piano si dice strascicato, la testa incassata fra le spalle, la schiena leggermen- tirargli una cima, diceva un altro. E un altro ancora, ma quale cima? gli scrittori ospiti del piccolo festival Cabudanne lados), e talvolta lados si dice di persona gras- te curva, le mani in tasca, serenamente sovrappensiero. Aveva lo E chi è che poteva farlo? Ma chi è che va alla Conca con questo de sos poetas. Mi dice che Sassari è un gomitolo sa. Si lascia la notte sul tavolo perché le anime stesso passo di quella volta che lo avevo visto a Cagliari, lungo la libeccio? Milanesi, tedeschi, gente che non sa nemmeno che cos’è di sarcasmo ironia e disincanto: “Molti si sono di coloro che se ne sono andati possano nutrirsi. spiaggia del Poetto, una decina di anni prima. Quella volta cammi- il mare, figurarsi tirare una cima! Ho guardato verso il mare, verso appiccicati ad Atzeni per farsi promotori di una Quello che resta viene dato ai poveri. L’impres- nava come camminano gli uomini soli, quando non trovano più la motovedetta che si allontanava dal molo, sballottata dalle onde. sardità pretestuosa e finta. Atzeni diceva di sé sione è di vivere un’esperienza ancestrale, un una via d’uscita. Quella sera, invece, sembrava semplicemente un E sono andato a fare un giro in piazza, a passare l’ora. sono sardo ed europeo. Alla Soriga o Abate, tan- rito antico, una voce che parla e dice comunità. turista di fine estate. Annoiato, lento. Probabilmente, se avessi at- Poi sono tornato a casa. Valentina mi ha accolto con occhi pron- to per fare due esempi”. Dal vicolo Luzzati alla Nei prossimi giorni incontrerò le persone traversato la strada, se gli fossi andato incontro avrei interrotto i ti a esplodere in pianto. Ha chiamato tua madre, mi ha detto. È Piazza Italia dove mi verrà a prendere il mio che hanno contato nella vita dello scrittore. So suoi pensieri. Magari era ancora incazzato con me per un vecchio morto Sergio Atzeni. Qui, a Carloforte. È annegato. Ho sentito le amico e mentore Marco Murgia è tutta una sali- che dovrò farmi da parte e non prendere dalla sgarbo che gli avevo fatto, cinque anni prima. Una storia banale, mie gambe piegarsi. Quegli uomini in paese parlavano di lui. Era ta, Sassari è una città in salita. Scoprirò poi che tavola quello che appartiene alle anime di chi per una donna contesa. Non sarebbe stato il caso di tirarla fuori lui il turista che aveva sfidato il mare di libeccio alla Conca. Era lui Nuoro è una città in discesa. Lalla conosce tutti non c’è più. Davanti al fuoco, ancora un cami- così, in un incontro casuale, dopo tanto tempo. O forse neanche quello che la motovedetta stava portando via. In quel momento a Sassari e tutti la salutano per quella piazza no su cui bruciano le carni, si parla di Gavino se la ricordava, quella storia. Poi, lui e la donna si erano fermati ho rivisto il suo sorriso quando, molti anni prima, il giorno del così centrale e luminosa, assolata a dicembre. Ledda. Pino ci racconta di come quel libro fos- davanti alla vetrina del negozio di coralli e io non avevo attraver- mio undicesimo compleanno, mi regalava un 45 giri: Foxy Lady Quando Marco arriva facciamo festa. Eravamo se stato necessario. Sua madre invece fa segno sato la strada. Pazienza, ho pensato, tanto siamo qui tutti e due. A di Jimi Hendrix. Fammi sapere se ti piace, mi aveva detto, come compagni di collegio e si sa che quando si è amici di no, quella storia l’ha rifiutata. Ha quasi ot- Carloforte non c’è scampo, prima o poi ci si incrocia. Sicuramente se volesse mettermi alla prova. Se avessi attraversato la strada, nelle camerate si è amici per tutta la vita. Fare- tant’anni, ma sembra una bambina. Ha modi lo avrei incontrato il giorno dopo. la sera prima, la sera del mio trentaseiesimo compleanno, glie- mo prima tappa dai suoi suoceri a Sorradile di degni, austera e insieme benevolente, severa e L’indomani lo scirocco si era trasformato in un potente libeccio. lo avrei detto che mi era piaciuto. Anzi, che quel disco mi aveva fronte al lago Omodeo, che sembra la Svizzera. dolce come una maestra. Così me la immagino E il libeccio, si sa, porta acqua. Era una giornata da passare in lasciato un segno profondo. Ma non ho attraversato la strada la Poi andremo a Nuoro e finalmente a Orgosolo. Gigina, la nonna di Atzeni. Di Gavino Ledda, casa, quella, ad aspettare la prima pioggia di settembre, invece di sera prima. E non l’ho neppure incontrato l’indomani. La motove- Atzeni scrisse: “Un lettore d’oggi può trovare in andare al mare. Una giornata umida e ventosa. Nel pomeriggio, detta era già partita. “Banditi a Orgosolo” Padre padrone di Gavino Ledda (romanzo rea- A Orgosolo non ero mai stato. Eppure i suoi lista se mai ve ne fu uno degno di tal nome) la murales mi sono familiari quanto lo struggente metafora dell’impossibile compito che attende Nuoro, a cura di Giancarlo Porcu, uno dei mi- Padri padri manifesto del film di De Seta, quanto gli affre- l’uomo di quest’epoca: farsi da bestia giudice gliori editor dell’isola. Però prendo anche al- Ci sono dei paesaggi che ti colpiscono per schi di Pompei. Un museo en plein air di tutte di sé, del senso delle proprie parole, del mondo tro. Michela Murgia, , Francesco la loro immutevolezza. Nulla sembra cambiare, le rivoluzioni. Ma senza la pesantezza statica circostante?”. Abate, una copia di “Padre padrone”, insieme nemmeno chi li abita ed è per questo, forse, che delle collezioni che si incrociano tra le sale del A Cala Gonone, dove dormiamo dopo la a un libro intervista a Gavino Ledda. Scriveva si tracciano segmenti di tempo molto lunghi, tra Louvre o del Reina Sofia. Qui i ritratti di operai tappa a Orgosolo, c’è una libreria con un intero Atzeni nell’autunno dell’81: “Ogni libraio sardo una generazione e l’altra, perché ci si accorga del e pastori in rivolta sono inchiodati ai muri e in- comparto dedicato alla letteratura sarda. I libri ha -perenne o stagionale- una vetrina riserva- cambiamento. Qualcuno è morto, il ristorante in fatti sanguinano. A Orgosolo Atzeni ha trascorso di Atzeni, con l’unica eccezione di quelli pub- ta alle novità isolane. Una decina di anni fa si paese ha cambiato proprietà, però le case si tra- parte della sua adolescenza, dalle scuole medie blicati da Sellerio, e nemmeno tutti, non si tro- producevano meno libri sardi (…). Oggi le cose mandano insieme ai posti sulle panchine ficcate al liceo, con una presenza che non l’abbandone- vano in continente. Così faccio man bassa dei sono cambiate. Perché? La risposta, con sfuma- sulle pareti di roccia davanti alle strane monta- rà mai per tutta la vita: “Quando ero piccolino titoli che leggerò strada facendo. Il quinto passo ture diverse, esprime un concetto su cui i nostri gne che fanno da corona al paese. Ci guardano – scrisse – mia nonna mi leggeva i racconti di è l’addio, Passavamo sulla terra leggeri, Bellas interlocutori sono praticamente tutti d’accordo. come si osserva uno straniero, con un misto di e quanto quei racconti mi abbia- Mariposas, Si...Otto (libello sul ‘68 cagliaritano C’è un tentativo faticoso di riappropriazione curiosità e sospetto, una diffidenza che quasi ti no influenzato, non lo so”. scoppiato negli anni 80), Racconti con colon- della cultura originaria da parte dei sardi. Un aggredisce se una volta incrociato lo sguardo ci Con Marco andiamo a pranzo da un suo na sonora e altri in giallo, I sogni della città momento necessario nella ricerca di un’autono- lasci gli occhi per un po’. Entriamo nell’unico bar amico, Pino Monni, che di mestiere fa l’alleva- bianca, quasi tutti pubblicati dal Maestrale di ma identità individuale e collettiva”. aperto sulla stradina in salita di Siligo e, dopo

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aver ordinato un caffè, chiedo alla proprietaria Carloforte se per caso il maestro Ledda è in città. Mi dice La cittadina di sì, che siamo fortunati perché è stato appena di Carloforte dimesso dall’ospedale. è il solo Ci andiamo in macchina e, non appena ve- comune diamo la porta, accostiamo. Gavino Ledda sta dell’isola di San uscendo. Con piglio deciso lo avvicino con in Pietro (foto mano la copia del suo romanzo. Gli dico che sono Luca Picciau/ venuto da lontano per farmelo dedicare. Mi ac- CuboImages) coglie con gentilezza e mi invita a sedermi sulla panchina che è poco oltre. Dopo che mi ha fir- mato il libro gli chiedo se ha conosciuto Sergio Atzeni. “No, non ci siamo mai incrociati perso- nalmente. Conosco il suo lavoro”. Poi aggiunge: “Da vent’anni sono su un’opera monumentale, vedrai, se ne accorgeranno. Un’opera che rac- conterà l’origine della mia terra, la lingua sarà quella dell’origine”. Mi ricorda, fisicamente, Pier Paolo Pasolini, ma anche Céline. Del primo ha gli zigomi alti, l’intensità dello sguardo. Del se- condo il modo di camminare, che è quasi una danza. “Di Pasolini forse il fascino, la potenza dello sguardo, la sensualità”, mi risponde quan- do glielo dico. Gli chiedo se a distanza di anni quel padre c’è ancora. “Il padre del mio romanzo era il Padre assoluto, non quello che mi appar- teneva, insomma il mio padre soltanto. Vedrai però, l’opera a cui sto lavorando rivoluzionerà tutto”. Davanti a noi abbiamo una lunga strada da fare. A Siliqua ci aspettano Antonio Calledda, padre di Michela, Marinella sua madre e il cane Bardamu, come l’antieroe del Viaggio céliniano. no le carte in tavola. Bisognava dividersi quei ti vedi davanti uno scoglio che è “quello” scoglio, un servizio su di lui per riscattare la propria Antonio era molto amico di Licio Atzeni, padre posti tra i partiti. Sergio, gli era stato promesso, quando apprendi che Atzeni era rimasto ag- storia. Sergio lo andò a trovare in carcere ma, di Sergio e segretario del Pci del Sulcis. Aveva sarebbe comunque entrato, dopo un anno, ma grappato allo scoglio per quasi un’ora, mentre le quando dopo pochi giorni seppe della sua fuga, conosciuto Sergio Atzeni ai tempi della Fgci: “Ri- poi non fu così”. motovedette dei carabinieri cercavano invano di del ritorno alla latitanza, ne fu scosso, turbato, cordo di averlo incrociato alla Bolognina quando salvarlo. Un’ora sotto gli occhi di tutti. Torniamo anche se non sorpreso”. Occhetto annunciava la fine del Pci. Mi chiese L’approdo a Carloforte in città che è sera, buia. Le chiedo poi della “conversione”, come mi di suo padre e io, come al solito, lo informai di A Carloforte ci arriviamo con un traghetto All’Hotel Mediterraneo di Cagliari, l’indo- aveva suggerito Michela Murgia al telefono. come stessero andando le cose. Per anni ho fatto da Portovesme. Ce ne sono due che collegano mani, mi aspetta Rossana Copez, la femmi- “Non fu una vera conversione la sua ­– rispon- da Hermes tra i due, l’uno mi chiedeva dell’al- l’isola all’Isola: Vesta e Sibilla. Il vento soffia a na sposa, da cui Sergio Atzeni ebbe una figlia, de Rossana – diciamo piuttosto un momento di tro e viceversa, ogni volta. Mi ricordo come fosse 80 chilometri all’ora. Quando arriviamo capisco Jenny. Quando comincia a parlare davanti a un raccolta, il bisogno di andare più a fondo in se ieri la prima del film di Gianfranco Cabiddu, Il quello che mi ha detto Marco durante la tra- aperitivo glielo leggi negli occhi che compagni di stesso, arginare il dolore che le recenti sconfit- figlio di Bakunin. Gli occhi di Licio erano lucidi, versata. Che i carlofortini parlano una lingua vita significa prima di tutto la vita. Le chiedo se te, soprattutto sul versante del lavoro, che per alla fine della proiezione”. Racconta: “La storia a parte, sono genovesi, non sardi. E, infatti, la amasse la musica. “Credo che il suo sogno fosse Sergio significava scrivere, per lui scrivere era politica di Sergio era molto importante, lo era focaccia ti dice Liguria dal primo morso. Il vento proprio quello di scrivere canzoni – dice – suona- tutto, gli avevano procurato. Il tradimento dei per tutti noi. Un ragazzo pieno di vita, che la- quasi ci trattiene nella salita a piedi che faccia- va la chitarra, mi cantava sempre My lady d’Ar- compagni, del partito, la storia del suo concorso scia l’isola dopo il fallimento del concorso in Rai. mo fino alla Conca. È incredibile (e spettacolare) banville di Cat Stevens. Era molto legato a sua in Rai, nel modo in cui avvenne, sperimentare Fu una prima morte quella, per lui. Era riuscito come gli elementi si uniscano e pare che il mare nonna e in qualche modo il legame alla Barbagia sulla propria pelle lo scacco dell’idea di merito, grazie alle sue sole forze a vincere il concorso, vomiti neve. Fiocchi purissimi di sale che l’im- è sempre stato presente”. Ricorda che “un cele- lo aveva spinto a cercare un aiuto di tipo spiri- sarebbe entrato in Rai e avrebbe coronato il suo patto con l’aria e la pietra condensa. Sembrano bre bandito di quelle parti, coinvolto in un rapi- tuale. Lo aveva trovato in una comunità che lo sogno di giornalismo. Invece a Roma cambiaro- angeli. Uno poi rimane di sasso davvero quando mento importante, gli aveva chiesto di scrivere accolse dopo le sue dimissioni dall’Enel e prima

36 numero 10 numero 10 37 Pub Leggendaria 2012.1:Leggendaria 03/2012 A4 col 09/03/12 08.22 Pagina 1

Francesco Forlani Dai primi di aprile sarà in libreria il n.92, "Le autorevoli", che mette a

MARZO 2012 tema chi sono le donne che ENDARIA 2 GG 9 LE davvero contano in Italia e di partire per il continente. Quanto alla sua idea ultima compagna, ma anche come curatrice di in Europa. Capita che ci radicale di scrittura ti racconto un aneddoto. Un gran parte della sua produzione letteraria. Mi siano due tris di dame che giorno mi dice che ha scritto un intero romanzo e interesserebbe parlare con lei dell’attività di At- possono decidere molta parte come capitava ogni volta mi chiese di dirgli cosa zeni come traduttore: l’incontro della sua poeti- del nostro futuro: Elsa ne pensassi. Il testo, però, non mi convinse total- ca, da principio polifonica, sardo, italiano, slang Fornero, Emma Marcegaglia e mente ed ebbi la malaugurata idea di confidargli cagliaritano, invenzione linguistica, si rinnova Susanna Camusso si stanno le mie impressioni. Quando qualche tempo dopo attraverso la lingua francese, che peraltro gli giocando la partita decisiva gli chiesi a che punto stesse col manoscritto mi darà da vivere a Torino, dove si trasferisce dopo rispose tutto placido che l’aveva gettato, distrut- una breve parentesi nel parmense. sul mercato del lavoro. to. È una cosa che non mi sono mai perdonata”. Accade che il giorno stesso del mio rientro Angela Merkel, Christine Le domando come sono andate poi le cose tra loro passo alla libreria Torre di Abele per scambiare Lagarde e Helle Thorning- dopo la separazione. “Tutte le volte che tornava due parole con Rocco Pinto. Mentre discutiamo Schmidt saranno decisive per in Sardegna – risponde – rimaneva a casa mia, di Atzeni entra un signore elegante e a quel pun- i nuovi accordi dell'Unione così poteva stare con sua figlia, condividevamo to Rocco esclama ad alta voce: “Stavamo proprio Europea. ancora molto. Non potrò mai dimenticare il gior- parlando di Paola. Francesco, ti presento suo E poi a maggio si vota, le no della sua morte. Aveva chiesto a nostra figlia marito”. Un paio di giorni dopo sono a casa loro. donne, a sinistra, non di accompagnarlo a Carloforte e lei non aveva Paola è una donna solida, femminile, quasi an- vincono nelle primarie: voluto. Sono quelle cose che ti rimangono dentro glosassone. Di grande cultura. Le racconto del perché? Questione di tutta la vita, domande del tipo: se avesse detto di viaggio in Sardegna, di Carloforte, dei miei in- autorevolezza, oppure il sì le cose sarebbero andate diversamente?”. contri. E le chiedo di parlarmi del rapporto di Il giorno prima di rientrare a Torino, con Sergio Atzeni con Torino. meccanismo della Marco, passiamo alla Repubblica dei Libri, una “Questa città rappresentò per Sergio – ri- rappresentanza non ce la fa libreria indipendente che raccoglie i migliori ti- sponde – una duplice possibilità. Da una parte a prevedere una reale toli e le case editrici della Sardegna. Prendo un quella di sperimentare la giusta distanza con i "democrazia paritaria"? caffè con i librai e al bar incontro, per caso, un luoghi d’origine, ai quali l’opera non poteva ri- altro eccellente scrittore sardo, Francesco Abate. nunciare, infatti tutta l’opera di Sergio è ambien- In Primopiano facciamo, tra Di Atzeni mi dice soltanto: “Il punto più alto”. tata in Sardegna, che si tratti di poesie, racconti, l'altro, un bilancio delle E fa il segno con la mano. Nel pomeriggio vado romanzi, articoli. Dico la giusta distanza perché iniziative sulle donne nel a trovare Giorgio Todde. Con me Michela Cal- quando viveva a Cagliari era come soffocato, pri- oli Risorgimento, recensiamo il ledda. Lo incontriamo in ospedale, lui è oculista gioniero di un incantesimo, e per quanto doloro- utorev Le a libro di Elif Shafak, la più e, a parere di molti, incontrati in questi giorni, so fosse il distacco, cronaca al minuto nel Quinto nota scrittrice turca,la vita una delle migliori penne dell’isola. “Sergio At- passo, quel dolore aveva reso possibile l’accesso zeni – racconta – era nella mia sezione al liceo, alla propria più autentica poetica. La seconda di Else Schrobsdorff ma di un anno più piccolo di me. Non l’ho mai possibilità è stata quella di poter frequentare, raccontata dalla figlia conosciuto e al contrario del 90 per cento dei ca- grazie alle persone che ha incontrato, la comu- Leggendaria parla di Libri Angelika, l'ultima uscita di gliaritani che dopo la morte hanno dichiarato di nità letteraria, di raggiungere cioè una dimen- Roberto Calasso, lo conoscerlo benissimo io non riesco a ricordare di sione non solo direi nazionale rispetto a quella (tutti quelli che ci piacciono) straordinario dialogo tra averci parlato neppure all’ora di ricreazione. Per regionale, ma addirittura trans-nazionale, gra- Leggendaria parla di Letture Julia Kristeva e Jean Vanier non dire di quelli che si sono impadroniti delle zie proprio al suo lavoro di traduttore”. Allora le e molto altro. Le nostre spoglie letterarie. Grazie a loro Atzeni è morto chiedo se, a questo proposito, ci sono degli epi- (di noi e del mondo) Letture, gli Ultimi Arrivi, la molto più di una volta. C’è chi si è costruito una sodi che le piacerebbe raccontare. “Sicuramente Leggendaria parla di Linguaggi TopFive, gli Under15 sono carriera universitaria sulla sua morte”. quella volta che incontrò l’ex regina. Aveva lavo- una miniera di proposte. Le rato alla traduzione delle memorie di Maria José (quelli che ci aiutano a capire News e le altre rubriche Torino, come Ritorno di Savoia, intitolate “Giovinezza di una regina” Ero partito da Torino con le prime parole e, dunque, doveva incontrarla per controllare in- e comunicare) completano il menù. scambiate con Paolo Barsi, titolare della libre- sieme la traduzione. Ma il protocollo richiedeva ria Comunardi. Si conoscevano bene: “Atzeni e una particola attenzione alla mise. Fu così che Paola, la sua ultima compagna, venivano spes- passammo la giornata a provare l’abito con la so in libreria. Era una bella persona”, mi aveva cravatta, con grande ilarità di tutti”. Sono mol- detto. Nella sola biografia dedicata ad Atzeni te le cose che ci diciamo. Al momento di andare (l’autore è Giuseppe Marci) non si fa menzione le chiedo dove vivessero quando erano insieme. di Paola Mazzarelli. E non dico solo come sua “Proprio qui”, risponde.

38 numero 10 LEGGENDARIA n.92 - 68 pagine, 8 euro • in libreria e per abbonamenti • acquisti diretti dal sito: www.leggendaria.it Info: [email protected] Gilda Policastro

Quando hai cominciato a scrivere di libri nomica importante. Allora quella che tu chiami oltre che a scrivere libri? Cioè come sei “cattiveria”, ma che io direi piuttosto severità diventato critico letterario? (maggiore, per il teatro, di quella che ho in lette- “Oggi è quasi impossibile È molto semplice: non faccio altro da quando ratura, dove posso scegliermi gli oggetti, mentre ero studente universitario, ma come se fosse con- rispetto al teatro sono un cronista), è un atto di trovoglia o contro natura. Ho cominciato a farlo giustizia nei confronti dei bravi, e dunque non per ira, rispondendo polemicamente a persone che un atto di cattiveria, ma di bontà. dire cos’è un buon libro” mi irritavano. Poi è diventato un mestiere: si dice che l’uso sviluppi l’organo, ma nel mio caso quale Che cosa ti piace e che cosa ti dispiace organo si è sviluppato? All’inizio ero molto influen- della letteratura contemporanea? Parla Franco Cordelli, oltre che scrittore, uno dei più importanti critici letterari e teatrali zato dalla critica del tempo, negli anni Sessanta e La risposta a questa domanda rischia a ogni italiani: “La democrazia estetica di massa è da una parte legittima, dall’altra un contro- nei primi anni Settanta, intendo. Se rileggo oggi passo l’ingiustizia o l’imprecisione o la reaziona- uno dei miei saggi su Henry James mi fa orrore: rietà. La questione è che rispetto al mondo in senso”. Il racconto della sua formazione con i grandi autori degli anni Sessanta uso un linguaggio che trovo non solo datato, ma cui sono nato e mi sono formato (Cordelli è nato troppo astratto e direzionale, nel ‘43, ndr.) il cambiamento nel senso che porta a un certo è così vistoso che chi non ha quasi volessi obbligare il lettore a stare en- tipo di conclusioni. Tra l’altro vissuto la propria giovinezza tro un tuo percorso prestabilito. È così? non è che James sia un mio faro: negli anni Sessanta non lo ca- Sono consapevole di usare delle date. Que- è un grande scrittore tra tanti pisce, o con grande sforzo. È o r d e l l i , i l t u o u l t i m o l i b r o , L’om- sto accade essenzialmente ne La marea uma- altri, ma in quel momento era come quando nei primi anni bra di Piovene, si confronta col na, che è l’unico libro in cui io parlo non del mio importante parlarne. Nel 1974, dell’Ottocento apparvero i Ro- fantasma di uno scrittore se passato, ma di un passato (era stata quasi una quando tradussi Principessa mantici tedeschi, in reazione Cnon dimenticato, ben poco presente nel con- mia religione, fino ad allora, parlare al presen- Casamassima, di James non si violentissima all’Illuminismo testo contemporaneo. Perché? te del presente). Ho usato delle date per quale trovava nulla in libreria. Così (reazione, s’intende, al modo Non posso che rispondere in un modo sempli- ragione? Questa domanda mi fa riflettere, e la come di Virginia Woolf, quando di sentire, non solo alla lingua ce, elementare e quindi incongruo, perché suppon- tua risposta credo abbia una sua plausibilità; la ne tradussi Tra un atto e l’altro, e alla cultura). Io credo che si go che tutto venga da un qualche inconscio. Il moti- data ha per me però soprattutto il valore di pre- nel 1976. Nel tempo, sono anda- tratti di una vera rivoluzione vo aneddotico e diretto è che a un certo punto della sentificazione del passato. Ci sono degli elementi to liberandomi da certe scorie culturale, che il salto tra il mio mia vita ho incontrato un compagno di scuola, di di cui sono più consapevole: quelli progettuali, linguistiche e concettuali. Oggi ieri e l’oggi sia enorme. Qual è cognome Colorni. All’epoca in cui eravamo compa- ossia numerici e simmetrici. Quand’ero ragaz- per me scrivere una critica, una il succo di questa differenza? gni di scuola, ignoravo chi fosse Eugenio Colorni, zo, ad esempio, feci leggere dei miei scritti a Elio recensione ha senso intanto nel La produzione di oggetti este- ma quando ho rincontrato il mio amico evidente- Pagliarani, che era piuttosto aspro nei giudizi, modo in cui si lega a una pul- tici era infinitamente inferiore mente no. Rivedendolo, dopo una serie di domande mi sferzava, direi, come si fa coi cavalli. A un sione esistenziale. Non ho pro- e localizzata. Questa localizza- sulle sue scelte di vita e sul suo illustre, ammirato certo punto mi disse che non si poteva usare il getto, non ho ideologia, e il mio zione tendeva all’universale. e ammirevole parente, è scattato questo processo numero otto, perché “porta sfortuna”. Io da quel unico interesse è cercare di sentire con l’orecchio Oggi la produzione è sconfinata, illimitata, e di pseudoidentificazione, strumentale e fittizia con momento pensai di usare sempre il numero 8, e se il libro o lo spettacolo ha una sua plausibilità, dall’universale va verso il locale. Siamo a Roma Piovene, dal momento che Piovene ebbe con Eu- nel 90 per cento dei casi i miei libri si basano su un valore, una lucentezza estetica. a Milano e ci arriva addosso una quantità in- genio Colorni dei rapporti molto intensi e molto multipli di 8: ne Il pubblico della poesia, che è il controllabile di oggetti estetici. Finché sono particolari, importanti e soprattutto significativi mio libro meno personale, sono 64 i poeti men- Nella critica teatrale, a differenza di quan- controllabili, un giudizio di valore è ancora pos- per comprendere alcune cose dell’Italia fascista, zionati; ne La marea umana ci sono 16 capitoli to accade coi libri, si può diventare ef- sibile, ma oggi si fa veramente difficile, sia che come attesta il bellissimo libro di Sandro Gerbi, (ne Il Duca di Mantova no, dunque non è una fettivamente artefici del destino di uno uno abbia qualche categoria di giudizio, sia che Tempi di malafede. Piovene, com’è noto, scrisse un regola fissa). Si tratta di una pseudonumerolo- spettacolo. La leggenda legata alla tua non l’abbia, come me, che mi servo di categorie articolo antisemita, che Colorni considerò un tra- gia, anche in questo caso, che però diventa una “cattiveria” vuole che certi attori dopo le empiriche. È obiettivamente sconcertante, e ca- dimento. Ma quando quest’ultimo tornò a Roma, sorta di controsuperstizione. C’è un mio racconto tue recensioni piangano… pire cos’è un buon libro, un buon quadro, una fu nascosto e protetto da Piovene nella sua casa di de I puri spiriti, che si chiama La superstizione, Della critica letteraria non saprei, ma sulla buona opera d’arte, un buono spettacolo, come viale Liegi, e dunque quella rottura drammatica in cui cito Wittgenstein: “La mente che pensa è critica teatrale posso esprimermi con certezza: si fa? Cito, sperando di non tradire il suo pen- che si era prodotta quattro o cinque anni prima, si mera superstizione”. Lo cito ironicamente, e in essa è molto legata (fin troppo) all’oggetto e ten- siero, il mio coetaneo Berardinelli, che ha una era ricucita. Non è che io avessi avuto una rottura modo ironico e paradossale ho continuato a usa- de non per sua natura, ma per sua necessità sto- reazione di insofferenza. Io, essendo curioso, col Colorni mio coetaneo, ma le nostre vite si erano re, di fatto, una rete numerica e simmetrica. Le rica, alla mediazione. Ancorché legittima e forse non sono insofferente, ma mi rendo conto delle così tanto separate, che in qualche modo ci stava- forze in campo è tutto costruito su un elemento auspicabile, entro certo limiti, la mediazione nel mie difficoltà, misurandole su quelle degli altri, mo ritrovando. Questo, forse, fu il sentimento da numerico: i giorni di diario sono 32, e c’è anche caso del teatro non fa bene, specie quando equi- e viceversa. Ci si potrebbe lamentare, ma la de- cui è scaturita La marea umana. una simmetria nei rapporti tra i personaggi. La vale a dire “nì”, come si fa di solito, al 90 per mocrazia estetica di massa è da una parte le- numerologia e la superstizione hanno funzionato cento degli spettacoli, e “sì” al 10 per cento. Il gittima, dall’altra un controsenso, dal momento Nei tuoi libri sembrano avere grande im- da rete protettiva, per tenere concentrata entro teatro è un’arte che vive in un regime di grande che stiamo parlando di arte, ovvero di un luogo portanza le date, gli schemi e le strutture: certo limiti l’immaginazione. difficoltà, perché ha una privazione di base eco- in cui la democrazia o è magica o non è.

40 numero 10 numero 10 41 Foto di Patrick Russo Il fotoreportage Tra gli indigeni del Borneo La più antica foresta pluviale minacciata dall’industria del legname: l’ecosistema è ormai compromesso, scompaiono piante e animali. Le popolazioni nomadi, come quella dei vittime delle multinazionali Penan, lottano quotidanamente per adattarsi alle nuove condizioni di vita

Sotto la Malesia Una terra povera di risorse e alimenti

Secoli prima che i confini di Malesia, Indonesia e Sultanato del Brunei venissero incisi nella ter- ra, l’Isola del Borneo, la più antica tra le foreste pluviali, era una fortezza di ombre e foglie di cui i popoli tribali erano gli unici signori. L’avan- zamento inarrestabile dell’Occidente e la con- seguente corsa alla ricchezza, hanno portato su questi popoli un invasore ancora sconosciuto, la deforestazione, realizzata come una missio- ne, dalle più grandi multinazionali di legname. Le quali trovano l’avallo di governi sempre pronti ad incrementare le loro ricchezze, negoziando anche l’esistenza dei propri popoli. Il numero delle grandi famiglie nomadi che ancora popo- lano la maestosa foresta si limita alle dita di una mano: i Penan sono tra queste e come tutti i popoli nel mondo, abitano la loro terra e non intendono lasciarla. La foresta sta scomparen- do e con essa scompaiono animali e piante che una volta costituivano la base di questo ecosi- stema che è in vita da troppi secoli, troppi per essere contati anch’essi sulle dita di una mano. I Penan lottano quotidianamente per adattarsi a questa nuova terra, che è povera di risorse e di alimenti necessari alla più primitiva delle sopravvivenze. Sono sempre più esposti al con- tagio di malattie e virus che si rivelano spesso letali ma che, per chi sa cosa sia un antibiotico invece, fanno a malapena aggrottare la fronte. Il governo malese non provvede al sostenta- mento di quelli che vengono burocraticamente definiti come “cacciatori nomadi” e sono po- che le associazioni umanitarie a disporre del suo aiuto in circostanze a volte estreme e, altre volte, pericolose. Alessandra Castellani

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Cacciatori ora stanziali, dall’ambiente e raccoglitori continuano senza praticare I Penan, circa a trarre alcuna forma 10-12mila, le risorse di allevamento un tempo per il loro o agricoltura nomadi e per la sostentamento maggior parte direttamente

Sarawak I Penan vivono nella foresta tropicale del Sarawak, nella parte malesiana del Borneo

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L’indipendenza Il Sarawak divenne colonia inglese nel 1948. Ottenne l’indipendenza nel 1963 entrando nella federazione malese

48 numero 10 numero 10 49 Matteo Tacconi foto di George Georgiou/Invision Grecia tenuta in ostaggio La “troika” economica mondiale (Fmi, Bce e commissione Ue) ha sempre in mano le re- dini del destino della popolazione ellenica. Ad Atene la vita quotidiana registra un con- anche dopo i sacrifici tinuo degrado. Dopo la rivolta di piazza Syntagma, il rischio di una guerra tra poveri

La Grecia non è in vendita! r e s c o n o l a disoccupazione , le Oltre 10mila tasse, le bancarotte, i suicidi, persone i prezzi dei generi alimentari e manifestarono deiC carburanti; peggiora la salute, si restrin- il 25 maggio ge l’accesso alla sanità, si tagliano i salari e le 2011a Atene in pensioni. Ci vorranno anni, prima che si possa piazza Syntagma tornare a una situazione “normale”. Qualcuno contro le dice almeno dieci. Il doppio, ipotizzano altri. misure di Non è soltanto un problema economico. La austerità Grecia di oggi è sfilacciata e triste, frustrata e angosciata e Atene, cinque milioni di abitanti a fronte degli undici complessivi a livello nazio- nale, è il grande frullato di questi sentimenti. Il paradosso è che, nella capitale, la crisi non si fa inquadrare facilmente. Perlomeno nel centro città. L’impressione iniziale disattende lo scenario di una città inginocchiata che ci si aspetterebbe di vedere. Specie se si capita da queste parti in quei rari giorni in cui non ci sono scioperi o proteste. I turisti salgono come sempre all’Acropoli e da qui ridiscendono. I ri- storanti di Plaka e Monastiraki sono pieni di avventori, forestieri e autoctoni, che ordinano souvlaki e moussaka. Il cambio della guardia, che ogni ora va puntualmente in scena davanti alla fiaccola del milite ignoto, dov’è il Parla- mento, calamita l’attenzione.

La cartina tornasole Lì accanto c’è piazza Syntagma, la cartina di tornasole della rabbia popolare. Gli “indi- gnati” ellenici vi si sono accampati a lungo, tra maggio e giugno dell’anno scorso. Poi, una vol- ta smontata la tendopoli, è diventata il centro delle proteste, ogni volta che si annunciavano nuovi sacrifici imposti dalla troika economica (commissione Ue, Bce , Fmi), fino alla “batta- glia” del 12 febbraio, in occasione del voto del parlamento sui nuovi tagli alla spesa pubblica, ai salari, alle pensioni, ai posti di lavoro. Ma negli altri giorni piazza Syntagma è una spia-

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nata tranquilla. Polizia, fumogeni, manganel- Homeless dove la merce è a portata di tutte le tasche, non Prendiamo il turismo. C’è il Partenone, c’è Crisi La concorrenza era tanta. Adesso ci sono altre li, bandiere anarchiche e del partito comunista Gruppi di c’è nessuno. Ed è un sabato pomeriggio. la storia, ci sono i miti della civiltà ellenica. Sui gradini della diecimila vetture in strada e non si guadagna greco (Kke) restano confinate sul piccolo scher- volontari Questo è l’elemento più visibile della crisi Americani, inglesi, tedeschi e scandinavi, soli- stazione della più. Io pago 35 euro al giorno, tra benzina e mo, nelle immagini di repertorio. dell’associazione in centro città. La verità è che bisogna liberarsi tari o in comitiva, sguardo incollato alla guida metropolitana assicurazione. C’è anche l’affitto della licenza. Intorno a questi luoghi, nei vicoli e nelle “amici degli dalle suggestioni di un colpo d’occhio superfi- e reflex in spalla, sono una presenza costante in piazza Se va bene vado in pari. Ti sembra giusto che strade secondarie, la capitale si fa disordina- homeless” ciale. Nei ristoranti – ad esempio – i clienti non e chiassosa. Ma a guardare bene sono molto Syntagma, a fine chi ha pagato una licenza 200mila euro, ma- ta, frenetica, casuale, maleodorante. Forse è distribuiscono mancano, “ma questo solo perché abbiamo ab- meno numerosi degli anni passati. Il motivo ottobre 2011 gari vendendo la casa o indebitandosi, debba questa faccia di Atene, così diversa dal rigore cibo ai poveri, bassato i prezzi, altrimenti i tavoli sarebbero principale della contrazione degli afflussi sta vedersi soffiare il lavoro da uno dei nuovi, che luterano delle città della Germania, che porta nel marzo 2011 sempre stati vuoti, visto che gli stipendi sono nelle periodiche agitazioni dei dipendenti dei facendo una semplice domanda acquista il di- i giornalisti tedeschi a dipingere il quadro più a Atene alla scesi e l’Iva, al contrario, è aumentata al 23 per trasporti pubblici, di quelli dell’aeroporto e dei ritto a svolgere la professione? Ma non lo vedi pietoso, tra quelli che appaiono sulla stampa stazione Pedio cento», dice Giorgios, cameriere a Monastiraki. marittimi, giù al Pireo, che hanno sconsigliato che casino che è diventato qui?”. Ed indica una internazionale. Ma la metropoli greca è levan- Areos Senza dimenticare che il viavai nelle osterie la trasferta a chi ci aveva pensato o indotto a lunga fila di macchine gialle che sostano da- tina dentro, non da ieri. Non è qui che sta la ha una motivazione di natura sociale, spiega cancellare la prenotazione all’ultimo istante. vanti a Monastiraki, aspettando che qualcuno crisi. Pavlos Nerantzis, giornalista tv: “Il fatto è che Del resto non è comodo muoversi in una cit- salti a bordo. «Ci sono troppi tassisti e troppo Dov’è, quindi? L’indizio più chiaro, in cen- i greci possono sacrificare tutto, ma non la ta- tà paralizzata, dove anche i tassisti incrociano pochi clienti», conclude. tro, lo si può trovare nei negozi di abbigliamen- verna. Per noi mangiare è comunicazione, più spesso le braccia. La molla della loro ribellione to, scarpe, occhiali e tutti gli altri oggetti della che piacere. Si va a cena fuori, ma non per- è stata la liberalizzazione delle licenze, bestia Oltre il circuito turistico moda, che si srotolano lungo Via Ermou. A dif- ché si vuole riempire lo stomaco. Il cibo è uno nera, a ogni latitudine, della categoria. Robert, Cinquecento metri più avanti via Athinas ferenza di quelli Salonicco, che in buona parte, strumento che serve il dialogo, la discussione. un “autista” albanese – l’autista affitta la licen- sfocia in piazza Omonia, cuore dell’omonimo al posto delle merci, recano in vetrina la scritta Coloro che ancora possono permetterselo, fin- za, il tassista ne ha una sua – riassume la si- distretto e limes dell’area turistica. enoikiazetai (affittasi), non hanno ancora chiu- ché potranno permetterselo, non rinunceranno tuazione: “Atene, prima della liberalizzazione, Oltrepassata questa linea immaginaria lo so. Ma sono vuoti. Persino nello store di Zara, alla taverna”. aveva 14mila taxi e già non era facile lavorare. scenario cambia completamente e la crisi co-

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mincia a essere visibile. I periptera, le tradizio- Cibo sono arrivati a mercanteggiare sigarette sfu- giuntura turistica negativa, dalle nuove tasse Volontariato mercio ateniese, è un quartiere off limits, colo- nali edicole, elemento tipico del paesaggio ur- per i poveri se, si va raccontando. La spazzatura inonda le e soprattutto da una piaga che s’è gonfiata al Oltre 20mila nizzato da brutti ceffi, criminali d’ogni ordine, bano della Grecia, hanno le saracinesche giù. I Molte associazioni strade e nessuno la raccoglie. Nel giro di pochi gonfiarsi della crisi: la criminalità, l’insicurez- persone ricevono puttanieri, trafficanti di armi. Sono greci, bul- macellai, al mercato generale, svendono le loro offrono cibo mesi hanno chiuso i battenti una ventina di za. pasti dai centri gari, ex jugoslavi, cinesi. Le migliaia di migran- carni, che altrimenti marcirebbero. I tabaccai per i più poveri alberghi economici, messi al tappeto dalla con- Omonia, una volta cuore pulsante del com- di volontari ti, senza permesso di soggiorno, provenienti

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dal Medio Oriente, in particolare dall’Afghani- Sciopero e orologi può servire a fare momentaneamen- I commercianti, quelli che ancora tirano Contrasti Allora Omonia era tranquilla, ordinata, pulita. stan, vengono facilmente arruolati dalle gang generale te cassa», spiega Irene, che gestisce una ban- avanti, sono esausti e stanno cercando di sol- Un uomo L’hanno lasciata andare”. e, al tempo stesso, costituiscono, con la loro di- Manifestante si carella di oggetti d’antan, tra i quali spiccano levare la questione. Dimitris Nikolakopoulos, seduto davanti Otto anni fa la Grecia era considerata il sperazione, il bacino d’utenza dei trafficanti di riposa durante monete e banconote del vecchio conio. A questo operatore turistico, è il coordinatore di una ne- a un edificio Paese-rivelazione dell’Unione europea, cresce- droga. Anche in pieno giorno, sotto la luce del un imponente proposito, qualcuno vorrebbe vedere la dracma onata associazione, il Movimento dei cittadini governativo, va economicamente, non mostrava sintomi di sole, c’è chi si buca lungo la strada, lasciando sciopero contro nuovamente in circolazione. “Dopo l’entrata in di Atene, che conta – tra esercenti e residenti sotto lo crisi, la gente viveva alla grande e i Giochi fu- sui marciapiede siringhe e fazzoletti sporchi di le misure di vigore dell’euro – precisa Irene – i prezzi sono – settemila membri e chiede alle istituzioni un sguardo di un rono una portentosa vetrina. Poi le cose hanno sangue. I dati sul consumo di brown sugar e austerità, il 20 raddoppiati, ora è arrivata la crisi. E così c’è giro di vite sul fronte della criminalità: “Vo- addetto alla iniziato a peggiorare. Dapprima lentamente, sull’Aids sono in costante aumento. Come la ottobre 2011 chi vorrebbe tornare indietro. Ma si tratta di gliamo più lampioni, incentivi a chi vuole apri- sicurezza in seguito con maggiore rapidità, senza che si xenofobia. La crisi ha reso gli ateniesi meno nel centro di una minoranza. Chi si mette a osservare le re nuove attività commerciali e più pattuglie di riuscisse a individuarne la causa. Il complesso tolleranti e gli immigrati sono divenuti facili Atene dracme della mia bancarella, per esempio, non polizia”, dice Nikolakopoulos. olimpico, fiore all’occhiello della ristrutturazio- capri espiatori. È colpa loro se manca lavoro, è rimpiange i vecchi tempi, ma s’interessa piut- Non sarà facile. Le casse del Comune e ne urbanistica in vista dei Giochi e progettato colpa loro se gira moltissima droga, è colpa loro tosto all’anno di emissione, associandolo con dello Stato recitano profondo rosso. Pavlos, dall’architetto Calatrava, restituisce a modo se il crimine alza il tiro. Già sentito. una certa nostalgia a certe fasi della propria poliziotto in servizio a Omonia, conferma: “Le suo l’immagine dello sconforto che avvolge Ate- In aumento, clamorosamente in aumento, vita”. autorità non hanno soldi da investire nella si- ne e la Grecia. Intorno allo stadio e a queste è anche il numero dei banchi dei pegni, il 90 curezza e si preferisce impiegare la polizia in ambiziose strutture ci sono soltanto cartacce, per cento dei quali è stato aperto nell’ultimo Criminalità in aumento zone sensibili, come piazza Syntagma o i luo- bottiglie di birra vuote, lattine, pezzi di plasti- anno. Il che fa riflettere. Omonia è il posto A Omonia e dintorni, furti e rapine a mano ghi di richiamo turistico. Noi proviamo a fare ca, mozziconi di sigaretta. Nello spiazzo di ce- dove hanno attecchito di più. Se ne contano armata ad opera non solo di immigrati, ma an- del nostro meglio, ma la situazione di Omonia mento accanto a questa piccola discarica, dove a decine. “Se non ci sono più soldi, se le tas- che da cittadini greci, sono ormai fatti quoti- è quella che è. Controllare il quartiere è diffici- s’aggirano innumerevoli cani randagi, alcuni se aumentano, se non si sa più come pagare il diani o quasi. Anche questo è sintomatico: non le. Devo dire, tuttavia, che il degrado è inizia- immigrati improvvisano una partita di calcio. mutuo della casa, vendere oro, argento, gioielli ci sono soldi, dunque si ruba. to prima, al termine delle Olimpiadi del 2004. Non uno spettatore.

56 numero 10 numero 10 57 Alessandro Alviani foto di Sean Gallup/Getty Images Berlino, la destra neonazista ha un’immagine femminile

Cresce il numero delle donne nei gruppi che si richiamano alla svastica. Oggi sono il 20 per cento, non più “oggetti sessuali” per i camerati, ma soggetti protagonisti che nascon- dono la loro ideologia razzista e omofoba dietro comportamenti affabili e rassicuranti

Nazialarm fisico atletico, la fanno sembrare molto più gio- Durante una vane dei suoi 43 anni. Le sue frasi, invece, sono manifestazione le stesse di quelle dei camerati maschi: Frau Ko- n a l i n c e ? Pr o p r i o c o s ì , assicu- del Primo kott si rifiuta di parlare dell’Olocausto (“su que- ra sorridendo Manuela Kokott, maggio un sto non dico nulla”), non riconosce il confine tra mentre rigira tra le mani una manifestante Germania e Polonia che corre non lontano da qui Utazza di caffè in un bar oblungo e disadorno neonazista (non usa mai la parola “Germania”, bensì “Brd”, che si affaccia sulla stazione di Fürstenwalde, indossa una cioè Repubblica federale tedesca, visto che per a quaranta minuti di treno da Berlino. L’unico maglietta lei “la Germania è molto più grande della Brd”) tatuaggio che si è fatta imprimere sul corpo non con la scritta e ripete slogan contro gli immigrati che rubano raffigura né una svastica, né un messaggio in co- “nazialarm” il lavoro ai tedeschi e contro l’aumento di una dice come “88” (“Heil Hitler”), né uno slogan po- disoccupazione che qui, dati alla mano, è invece litico strillato nei caratteri della Fraktur, bensì in costante calo. una semplice lince. «Amo i gatti, ne ho quattro, e credo che la lince sia il più bel felino che ci sia», Il ruolo della Kokott racconta Frau Kokott, che milita da otto anni “Il centro città di Fürstenwalde è pieno di nella Npd, la principale formazione neonazista turchi, ho l’impressione che stiano diventando tedesca (letteralmente: Partito nazionaldemo- sempre di più”, nota, mentre dall’impianto ste- cratico della Germania), e oggi è segretaria pro- reo del bar risuonano le note di “If I had a ham- vinciale a Fürstenwalde e tesoriere del partito in mer”. E poi non è possibile che “qui la gente sia Brandeburgo. A chi potrà mai far del male una povera nonostante abbia un lavoro”. In Germa- donna che sceglie di farsi tatuare un’innocua lin- nia “Arm trotz Arbeit”, “povero nonostante un ce per amore degli animali e si atteggia a “Mut- lavoro” è un cavallo di battaglia di sindacalisti ti” - vezzeggiativo per “mamma” - preoccupata e politici di sinistra. Sono sconfinamenti verba- per il futuro dei più giovani? L’apparenza ingan- li come questo a rendere tanto più insidiosa la na. Volutamente: donne come Manuela Kokott strategia dell’estrema destra: a compierli sono rappresentano un tassello di una strategia che donne che fanno di tutto per presentarsi come punta a normalizzare l’estrema destra tedesca, una ragazza della porta accanto. Donne come dandole un’immagine meno aggressiva e più af- Manuela Kokott, o come Ricarda Riefling, mo- fabile, più rassicurante. In una parola: più pre- glie di un noto neonazista e madre di quattro sentabile. E per questo più pericolosa. bambini, che compra solo frutta e verdura di Le stesse persone che non scambierebbero stagione - proprio come molte mamme che vo- mai una parola con un camerata con la testa ra- tano per i Verdi - e ammira Ulrike Meinhof, la sata, il bomber e gli anfibi – uno stile che, tra co-fondatrice del gruppo terroristico di estrema l’altro, si incontra sempre più raramente tra gli sinistra della Raf. uomini dell’estrema destra in Germania – proba- La militanza femminile negli ambienti ne- bilmente si fermerebbero a parlare ore con una onazisti non è un fenomeno nuovo: dopo la fine donna come Manuela Kokott: modi decisi ma della Seconda guerra mondiale molte donne gentili, capelli biondi cortissimi che, uniti al suo offrirono rifugio e sostegno ai gerarchi delle Ss

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in fuga. Negli ultimi due decenni, però, si è ve- rificata una crescita quantitativa e qualitativa. Quantitativa, perché le donne costituiscono oggi il 20 per cento dei militanti di estrema destra in Germania (nel rapporto 2011 dei servizi segre- ti il numero complessivo degli estremisti di de- stra – organizzati in gruppi e non – è stimato in 25mila persone). E qualitativa, perché, sia che si iscrivano alla Npd, sia che si impegnino in grup- pi neonazisti più violenti come le “Freie kame- radschaften”, le donne non vogliono più essere né delle semplici “Mitläuferin”, ragazze entrate cioè senza convinzione nell’estrema destra solo per seguire i fidanzati, né tanto meno un “ogget- to sessuale” da scambiarsi tra camerati, bensì vogliono agire in prima persona. Hanno le loro strutture, a partire dal “Ring nationaler frauen”, fondato nel 2006 come organizzazione femmini- le della Npd, scendono in strada per chiedere la pena di morte contro i pedofili, aprono conti in banca, affittano sale per dibattiti e congressi, si candidano alle elezioni, raggiungendo di fre- quente risultati migliori degli uomini, contribu- Dresda iscono come possono – partorendo cioè molti più Il 13 febbraio figli della media tedesca, cui danno poi antichi 2012 neonazisti nomi germanici – a quello che definiscono “l’ob- ricordano con bligo di non lasciar estinguere il nostro popolo”. una fiaccolata il E si ritagliano spazi sempre maggiori nel par- bombardamento tito: nel nuovo ufficio di presidenza del partito, di Dresda del eletto a novembre, siedono ben tre donne. febbraio 1945

Una nuova strategia Il loro campo d’azione, in realtà, è più ampio. “Da alcuni anni gli ambienti di estrema destra perseguono l’obiettivo di infiltrarsi in tutte le or- ganizzazioni e gli strati sociali, per diffondervi le loro idee. Le donne sono congeniali a questo scopo, perché nessuno le ritiene capaci di appog- giare attivamente un orientamento politico tanto distruttivo”, afferma Manuela Köttig, una profes- soressa dell’università di Francoforte sul Meno che si occupa del fenomeno dall’inizio degli anni Novanta. Ecco perché le donne si mobilitano in prima persona come rappresentanti dei genitori nelle scuole e negli asili, organizzano feste per bambini, si impegnano nelle associazioni sporti- ve giovanili, oppure scelgono la carriera di assi- stente sociale, tanto nei Länder orientali, quanto in quelli occidentali. “Simili attività danno molto meno nell’occhio: le ragazze non mostrano la loro tessera della Npd e possono nascondere il loro razzismo; solo in un secondo momento, quando si

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Nazis Raus Contromanifestazione di migliaia di cittadini sono ormai guadagnate fiducia e vengono accet- tedeschi a Dresda tate dagli altri, svelano la loro radicalità politica”, il 13 febbraio 2012 chiarisce Andrea Röpke, esperta di estremismo di (foto Robert Michael/ destra e autrice di un recentissimo studio sulle Getty Images) donne negli ambienti neonazisti. Una radicalità ben mascherata: le donne spesso “sono più raz- ziste e fanatiche degli uomini”, si dice convinta la Röpke. “Gli ambienti di estrema destra – con- tinua – restano un bastione maschile, per cui, per molti uomini, l’impegno politico delle donne rappresenta ancora un problema. Tuttavia ormai si sono resi conto che le ragazze hanno un’impor- tanza strategica e possono radicarsi sul territorio in modo molto meno vistoso”.

La cellula di Zwickau In fondo “l’opinione pubblica ha una vaga percezione del problema e preferisce rimuover- lo”, aggiunge la professoressa Köttig: i modelli sociali che abbiamo interiorizzato ci spingono a vedere le donne solo come esseri positivi e apo- litici. Una sottovalutazione che accomuna i ser- vizi segreti, che spesso liquidano le donne come neonazisti di secondo rango, i tribunali, che le trattano in modo più riguardoso dei camerati maschi, e la società civile, che ignora che tra il 5 e il 10 per cento delle violenze di estrema destra portano la mano di una donna. Film come “Die Kriegerin” (“La guerriera”), che racconta la storia di una picchiatrice neonazista in crisi d’identità ed è arrivato nelle sale tedesche a inizio 2012, accendono solo per un momento i riflettori su un fenomeno che per i più resta oscuro. Si spiega così, ad esempio, lo choc con cui la Germania ha reagito alla rivelazione che, fra i tre componenti della “Cellula di Zwickau”, il gruppo neonazista scoperto a novembre del 2011 e accusato di aver ammazzato, tra 2000 e 2007, otto turchi, un greco e una poliziotta e di aver compiuto diversi attentati dinamitardi, ci sia anche una donna. Di più: Beate Zschäpe, 37 anni, gli ultimi 14 dei quali vissuti in clandestinità, è l’unica del grup- po ancora in vita. Gli altri due, Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt, si sono uccisi in un camper pur di non consegnarsi alla polizia. Una presun- ta terrorista nera? Difficile da accettare. E così all’inizio la stampa tedesca ha preferito chieder- si se la Zschäpe andasse a letto con uno solo dei due camerati o con entrambi e ha dimenticato che, una volta scoperta la cellula, è stata lei a dar fuoco alla casa di Zwickau (in Sassonia) in cui i tre vivevano, per cancellare ogni prova.

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Con la Zschäpe le neonaziste più radicali Il passato hanno adesso un modello da emulare, argomenta imperiale la professoressa Köttig. Un modello? No, Beate Manifestazione Zschäpe non è una “donna nazionale”, perché, neonazista scegliendo la clandestinità, si è isolata e ha volta- a Berlino in to le spalle alla “Volksgemeinschaft”, la comunità occasione del di popolo idealizzata dai neonazisti, ribatte Ma- Primo Maggio nuela Kokott. La sua argomentazione suonerà 2010, un anche bizzarra, ma è funzionale all’obiettivo della manifestante Npd di prendere le distanze in ogni modo dai ter- con bandiera roristi neri di Zwickau, per impedire che lo Stato imperiale tenti nuovamente di mettere al bando il partito (il tedesca e croce primo procedimento era fallito nel 2003). di ferro “Io, quando ho saputo della Cellula di Zwickau, non sono rimasta scioccata: sapevo che una cosa del genere sarebbe stata possibile”, rac- conta Tanja Privenau. Anche lei, negli anni No- vanta, si è trovata di fronte alla scelta se entrare in clandestinità oppure no. Negli ambienti in cui si muoveva le armi e gli esplosivi non manca- vano. E lei aveva imparato a maneggiare tanto le une, quanto gli altri. In campi clandestini in Germania, beninteso. Alla fine ha optato contro la clandestinità. Oggi siede in un ristorante in stile americano a Berlino e contiene a stento la rabbia per l’inettitudine dei servizi segreti e per l’incapacità delle autorità di sicurezza tedesche di proteggerla. Tanja Privenau è una donna in fuga dal 2005, l’anno in cui ha voltato le spalle all’estrema destra dopo vent’anni di militanza. Oggi non si chiama più così. E rimpiange la de- cisione presa sette anni fa: «Se potessi tornare indietro non uscirei dagli ambienti di estrema destra. Mi toglierei la vita». Frau Privenau, una donna decisa, il volto paffuto e i piccoli occhi vi- spi, lo dice senza alcun pathos, come se stesse raccontando un destino a lei estraneo. Il suo ex gli ambienti neonazisti: la mancata elaborazione ver e Brema, ha partecipato a scontri di piazza. e che all’inizio si era persino rifiutato di aiutarla, marito ha pronunciato contro di lei una condan- del passato nazista all’interno della propria fa- E ha trascinato nell’estrema destra persino sua è tutt’altro che unico, constata. «Alle ragazze che na a morte su internet e teoricamente qualsiasi miglia; una situazione familiare o esperienze madre. Finché non ha deciso di uscire, per rifar- prendono contatto con me dico chiaramente sin estremista di destra, riconoscendola, potrebbe traumatiche tali che le ragazze non riconoscano si una vita insieme ai figli. “Il problema di fondo dall’inizio: puoi uscire da questi ambienti, ma freddarla. Un anno e mezzo fa sua figlia, una i propri genitori come figure di riferimento; un è che qui l’estremismo di destra è politicamente potresti morire, ti potrebbero togliere i bambini ragazza di vent’anni, si è tolta la vita, lasciando- ambiente sociale – dalla scuola agli amici – che indesiderato: non esiste, perché rovina la repu- e consegnarli agli estremisti di destra, che li cre- si morire di fame. Non ce la faceva più a vivere favorisca l’ingresso nei circoli neonazisti. Più tazione della Germania”, attacca. Accanto a lei sceranno come dei neonazisti». Ciò significa che nella paura, a dover scappare con la madre e i che coi genitori, spesso fuori per lavoro, Tanja Bernd Wagner fa un cenno di approvazione. Ex sconsiglierebbe alle militanti di uscire dall’estre- quattro fratelli da un Land all’altro, a vedere Privenau ha passato l’infanzia col nonno, un ex ufficiale della polizia anti-crimine, Wagner è il ma destra? Bernd Wagner sospira. Io non consi- come i neonazisti riuscissero puntualmente a soldato della Wehrmacht rimasto nelle sue con- fondatore di Exit Deutschland, la più nota or- glierei a nessuna di farlo, risponde per lui Tanja rintracciarli, rendendo vana ogni fuga. vinzioni un nazista fino alla fine dei suoi giorni. ganizzazione che aiuta gli estremisti di destra Privenau. A 13 anni ha conosciuto il suo primo ragazzo, a voltare pagina. Finora si è occupato di 23-24 Per il futuro Wagner è pessimista. «Già oggi Exit Deutschland un militante dell’organizzazione giovanile della ragazze che volevano rompere i ponti col neona- le ragazze dispongono di molte più competenze Nella biografia di Tanja Privenau si ritrova- Npd. In seguito ha militato nella Fap, un’orga- zismo. Il caso della Privenau, la sua fuga, il suo sociali dei camerati maschi. È possibile che, un no i tre criteri che, secondo la professoressa Köt- nizzazione neonazista messa al bando nel 1995, doversi scontrare con un apparato pubblico di si- giorno, gli uomini si vedranno scalzati e superati tig, sono necessari affinché una donna finisca ne- ha guidato diverse Kameradschaften ad Hanno- curezza che non è in grado di offrirle protezione dalle donne».

64 numero 10 numero 10 65 Testo e foto di Giordano Cossu Questa è la storia di Ryan La mamma, Ylane, racconta i momenti del parto, che avvenne al centro di un campo sportivo poche ore dopo la scossa: “Forse da grande farà il calciatore”. Era il 12 gennaio figlio del terremoto di Haiti 2010, ma il suo compleanno lo si festeggia il 13. I gravi problemi della ricostruzione

e s i a m o q u i o g g i , io e lui, dob- biamo ringraziare Dio che ci ha fatto la grazia”. La voce “Sdi Ylane spezza il silenzio nella semplice casa di due stanze a Fort National, un quartiere di Port-au-Prince, non lontano dal centro città della capitale haitiana. Una tinozza è davanti a lei, al centro della stanza. Dentro c’è “lui”, Ryan, che si dimena per evitare l’acqua, il sapone e le mani di Ylane che lo sfregano vigorosamente. Il suo sguardo si posa, curioso, su tutti gli oggetti. “È mio figlio, ma è anche figlio del terremoto”, dice la mamma. È il 12 gennaio 2012, secondo anniversario della catastrofe che, in pochi se- condi, ha spazzato via le esistenze di 230mila uomini, donne e bambini ad Haiti. Ryan com- pie due anni. È nato poche ore dopo la prima drammatica scossa di 35 secondi, che mise un popolo in ginocchio. Le prime immagini che i suoi occhi hanno registrato furono quelle del- la polvere, delle macerie, delle case crollate, di gente terrorizzata che pregava e che si riversa- va nelle strade. “È per questo che il compleanno lo festeggeremo domani. Il 12, non si può fare una festa. Troppa tristezza, troppi brutti ricor- di. È il giorno del dolore”. Da questa collinetta a un quarto d’ora a pie- di dal centro della città, tra il fogliame di alcuni alberi che cercano spazio tra polvere, mattoni e cemento, i simboli della Haiti ferita dal terre- moto sono tuttora visibili: il Palazzo Nazionale, ancora collassato su se stesso; i muri esterni della cattedrale rimasta a cielo aperto; il gran- de spazio pubblico di Champs de Mars, proprio davanti al Palazzo Nazionale, occupato da quel Ryan giorno da teloni e tende, unico riparo per decine Nato il giorno di migliaia di sfollati senzatetto. Ed ora sono del terremoto, tutti laggiù, a ricordare che quel giorno non è poche ore dopo stato un incubo, ma la realtà. la prima scossa Una volta vestito, Ryan si mette a giocare fuori dalla porta, negli spazi ristretti tra le case.

66 numero 10 numero 10 67 Testo e foto di Giordano Cossu

Corre dappertutto, non sta mai fermo, Ylane lo I preparativi te una mano sull’altra, alternandole. “Il mio va. La gente era talmente traumatizzata che Due anni minciava a uscire. I dolori erano lancinanti, ma insegue per evitare che cada giù nella scarpata. La mamma primo pensiero fu che le ragazze, le studentes- nessuno parlava. Ritrovai mio cugino, che mi e un giorno quell’uomo mi diceva di spingere, di spingere Una volta affidato al suo papà, Gérald, Ylane prepara Ryan se, erano tutte morte”, aggiunge. aveva cercato all’ospedale. A Champ de Mars Il giorno ancora. Fu così che Ryan nacque, poco dopo le può rilassarsi. Le sue parole e i suoi occhi, len- per festeggiare “In strada era l’apocalisse. La gente agi- c’era troppa gente, allora trovammo riparo in esatto è una undici di sera”. Nel buio, Ylane tenne il bambi- tamente, la riportano al giorno del terremoto. degnamente tava le mani al cielo, c’erano feriti, cadaveri un campetto di calcio del quartiere. Qualcuno ricorrenza no con sé, tutta la notte, senza poter dormire, Si rivede all’ospedale generale, a pochi passi il secondo in strada, il Palazzo Nazionale piegato su un aveva un telo su cui sdraiarsi, la maggior parte troppo triste finché il sole non tornò a dare luce e l’entità del dal Palazzo Nazionale, nella sezione maternità. compleanno lato”. Le parole e le mani non bastano, Ylane non aveva con sé altro che emozioni. Ed è in per un giorno disastro, progressivamente, si rendeva visibile “Avevo i dolori, aspettavo con ansia la nascita mima quello che “vede” con tutto il corpo. I suoi quel momento che sono ricominciate le doglie”. di festa, quindi ad Haiti e al mondo intero. di Ryan. Un giorno un dottore mi disse che non occhi guardano da una parte all’altra: non sta Il dolore aumentava in continuazione, allo- il secondo Ryan era nato al centro di un campo di potevo avere figli, ma adesso Ryan era lì che solo raccontando, sta ritornando a quel giorno, ra si decise a chiedere aiuto, se qualcuno poteva compleanno di calcio, il giorno che ha cambiato Haiti. “Forse aspettava di uscire, un regalo divino. Ero al set- rivive la paura di perdere il bambino. In que- assisterla nel far nascere Ryan. Coloro che fer- Ryan si festeggia avrà il destino di un grande calciatore, chissà”, timo cielo”. gli istanti, due anni prima, nella strada Ylane mava non avevano niente per il parto, neanche il giorno dopo scherza la mamma. Ad Haiti, c’è un “prima” “Nel momento del terremoto una parte pregava Dio che le desse ancora un giorno per un po’ d’alcool. Finché qualcuno disse di cercare e un “dopo” il goudou goudou, il terremoto. dell’ospedale crollò. Nessuno capiva cosa suc- far nascere Ryan. “Ma no, il buon Dio fa i suoi un certo Loulou, un homme sage, un brav’uomo Pensando al futuro e non più al passato, Yla- cedeva, tutti scapparono, medici compresi e, piani da solo. Volle farmi il suo miglior regalo che sapeva far nascere i bambini. “Non sape- ne finalmente sorride. “Non lo rividi più, quel nonostante le doglie, anch’io corsi fuori. L’edifi- quella stessa notte”. vamo dove fosse, era tutto buio, non c’era elet- brav’uomo che mi aiutò a partorire, senza di lui cio tremava”. Ylane si mette le mani sulla testa Racconta: “Non potevo far nulla, decisi di tricità, ma qualcuno ci disse di andare sotto un non avrei saputo cosa fare. Non ci chiese nulla ricordando quel momento: “Fuori nel cortile, la rientrare verso casa. Ma quando arrivai alla certo albero, più in là, e di chiamarlo da lì. Così per l’aiuto. Immediatamente dopo il terremoto, catastrofe. Davanti all’edificio maternità c’era via che portava verso il mio quartiere, una fiu- facemmo, l’uomo rispose, e arrivò. Chiese solo era così, la gente si sentiva più altruista, tutti la scuola infermiere, avevo visto le studentesse mana di gente scendeva verso il Champs de dei guanti, e mentre le scosse continuavano pensavano alla fine del mondo, che avrebbero che rientravano qualche minuto prima. L’edi- Mars. Guardai in alto, e vidi che del mio quar- nell’oscurità, e la gente urlava e pregava pen- reso conto a Dio delle loro azioni. Ma dopo soli ficio era così, appiattito, un piano collassato tiere non restava quasi più nulla. Chiedevo sando che fosse la fine del mondo e che nessuno tre mesi, la gente è tornata come prima”. sull’altro” e a questo punto, per spiegarsi, met- cosa stava succedendo, ma nessuno risponde- avrebbe rivisto la luce del sole, il bambino co- Il punto in cui è nato Ryan è oggi coperto

68 numero 10 numero 10 69 Testo e foto di Giordano Cossu

dalle tende delle migliaia di persone che ancora Il denaro viene versato direttamente al pro- Dopo non avranno ancora i soldi per rinnovarlo, cosa “abitano” qui. Madre e figlio l’indomani hanno prietario della casa affittata, che viene anche l’apocalisse succederà? La gente tornerà nei campi? “Per trovato ricovero presso la famiglia del padre del ispezionata per verificarne la solidità. Ora la vita ora preoccupiamoci di chi sta ancora nei campi, bambino. Sono potuti rientrare nella loro casa riprende, piuttosto che di ciò che succederà tra 8-9 mesi”, a Fort National, poco danneggiata, dopo un Mancano le case con difficoltà ribatte con convinzione Emmett Fitzgerald, co- paio di mesi. Ma ad Haiti, in particolare nella Se nei piani questo programma doveva ac- ma finalmente ordinatore del programma dell’Oim. capitale, ci sono ancora oltre mezzo milione di compagnarsi a una riabilitazione dei quartieri si deve provare E allora nasce spontanea una domanda: la sfollati, per i quali, da quel giorno, la vita è an- danneggiati, per permettere alla gente di rien- anche ricostruzione che fine ha fatto? Troppi problemi data peggiorando. Mancanza di alloggio, disoc- trare nei propri quartieri di provenienza, in re- a sorridere la rallentano o addirittura impediscono: fondi cupazione, nessun accesso ai servizi, promesse altà la fase di ricostruzione dell’infrastruttura internazionali mai effettivamente arrivati ad mai mantenute dal mondo e dai governanti di pubblica e privata dei quartieri attende ancora Haiti, blocchi tra istituzioni (un esempio: per il Haiti: l’esistenza di Ryan è diventata una sorta un vero inizio. Per cui chi accede a questo pro- sindaco di Port-au-Prince, il piano di ricostru- di clessidra della (non) ricostruzione del Paese, Festeggiamenti mesi, alcuni campi di sfollati ritenuti prioritari gramma (fin qui, solo il 10 per cento degli sfol- zione da applicare è quello elaborato dal suo una misura inesorabile del tempo che passa. Un paio dal governo sono stati oggetto di trasferimenti lati rimasti) va a vivere in case che erano in ge- municipio e non quello del governo, ma i fondi I senzatetto attendono ancora oggi una di lacci rosa organizzati, nell’ambito di un programma che nere già disponibili dopo il terremoto e che solo per attuarlo certo non arriveranno facilmente), soluzione permanente al problema di alloggio. sono importanti pur essendo via via diventato lo schema classi- la mancanza di risorse rendeva inaccessibile. un vuoto cronico di potere politico (la Cirh, la Intere famiglie sono costrette a vivere sotto un per provare co con cui “risolvere” il problema dei campi, ri- Il problema è che non ci sono abbastanza case Commissione ad interim per la ricostruzione di telone di plastica o un altro rifugio di fortuna, a sentirsi ceve anche molte critiche. Vi partecipano anche per tutti, per cui senza la “vera” ricostruzione Haiti, si è sciolta ad ottobre al termine del suo senza i mezzi e la possibilità di trovare un’altra adolescenti organizzazioni internazionali come l’Oim (l’Or- diventa ogni giorno più difficile trovare altre mandato di 18 mesi dopo aver concluso pochis- soluzione. Per non parlare della pressione e, normali in un ganizzazione internazionale per la Migrazione) case, anche qualora altri enti e organizzazioni simo; il primo ministro haitiano, faticosamente talvolta, delle minacce, che subiscono per an- paese che cerca e la Croce Rossa: le famiglie dei campi selezio- umanitarie mettesse a disposizione altre risorse nominato a settembre scorso dopo un braccio di darsene, sia dai proprietari dei terreni privati, disperatamente nati ricevono una somma (circa 500 dollari) che per incentivare il trasferimento dei senzatetto. ferro tra il nuovo presidente Martelly e il par- sia dalle istituzioni pubbliche. Negli ultimi sei la normalità permette loro di affittare una casa per un anno. Ma tra un anno, quando l’affitto scadrà e molti lamento, si è nuovamente dimesso a febbraio),

70 numero 10 numero 10 71 Testo e foto di Giordano Cossu

una situazione socio-economica instabile, dove Champagne lità di Stato e quelle religiose. Cosicché il centro contempla da lontano il centro città dal quale la maggior parte dell’occupazione consiste nella L’orgoglio città e i suoi simboli sono lasciati ai cittadini e proviene quel suono cupo. “È il coprifuoco, tutti piccola rivendita di generi alimentari ai bordi di una bella alle loro manifestazioni spontanee, dove si me- devono rientrare a casa”, esclama, ma in realtà delle strade. festa, per Ryan scola la tristezza dei ricordi con la volontà di la sirena è solo commemorativa: segnala e ri- Per molti haitiani l’impiego dei sogni sareb- e per il paese guardare avanti con ottimismo e allegria. corda quei lunghissimi 35 secondi della terribi- be lavorare per una delle migliaia di Ong pre- le scossa. In un Paese in cui per anni, tra ditta- senti nel Paese, le quali se da un lato attivano Gli studenti in piazza tura e post-dittatura, colpi di Stato e presenza alcune iniziative, a volte efficaci e a volte no, “Mai più”, urlano gli studenti d’arte di Port- armata internazionale è spesso stato “normale” dall’altro hanno comunque l’effetto di causa- au-Prince. Davanti al Palazzo Nazionale va in avere il coprifuoco, è persino difficile pensare re una dipendenza ancor maggiore dagli aiuti scena per strada una pantomima di protesta so- che questa volta sia “solo” per commemorare le umanitari: quando via via i fondi terminano e ciale, dove i vari personaggi mimano e urlano i vittime del terremoto. le Ong reindirizzano i loro interventi, molti pro- problemi di tutti e chiedono “scuola, acqua, casa, Quando la sirena si ferma, la vita simbo- getti non hanno più seguito, non essendo stato lavoro”. Sono questi i bisogni della popolazione. licamente ricomincia, tutti pensano al proprio garantito un passaggio del testimone a istitu- Soprattutto chiedono allo Stato “un progetto di davanti ai monumenti simbolo della capitale. Colera futuro. Per Ylane, il giorno dopo sarà di festa zioni e organizzazioni locali. società”, come spiega Harry Jean, coordinatore Laddove le voci dei cittadini sono inascoltate e Un’epidemia perché potrà festeggiare il compleanno di Ryan. Ogni sopravvissuto al terremoto ha una sua di progetti culturali ad Haiti. Sono gli studenti i politici, haitiani e internazionali, continuano di colera alla Con una torta, una bottiglia magari, parenti e storia da raccontare, ma una speranza sempre dell’Enarts, la Scuola nazionale delle Arti che il loro gioco di responsabilità, l’arte permette di fine del 2011 vicini riuniti nella piccola casa. “Spero che sarà più flebile di un futuro migliore. Nel giorno del si trova proprio a pochi passi dall’ospedale dove urlare più forte e arrivare simbolicamente più ha fatto ad un uomo di talento, un grande uomo che farà secondo anniversario del sisma, le cerimonie Ryan doveva venire alla luce, ad avere orga- lontano, di mobilitare gli animi. Haiti oltre qualcosa per Haiti. Andrà a scuola, ci deve an- ufficiali di commemorazione sono fuori città, nizzato lo spettacolo. Bienvenue à la boucherie Alle 16 e 53, l’ora del terremoto, la sirena 6.500 morti e dare per avere un futuro. Anche se sarò senza alla grande fossa comune dove furono portate mondiale, benvenuti alla macelleria mondiale, delle emergenze nazionali comincia a risuona- la ricostruzione soldi, farò di tutto perché vada a scuola”, dice la gran parte delle oltre 230mila vittime. Lì si declamano gli attori. Sono artisti plastici, com- re su tutta la capitale. Ylane è fuori dalla sua prosegue tra Ylane. Ryan dorme, la vita continua ad Haiti. fanno discorsi lenti e solenni, ci sono le persona- medianti, poeti, danzatori, che attirano la folla casa assieme a Ryan. È appoggiata al muro e mille difficoltà Lui è il simbolo della rinascita.

72 numero 10 numero 10 73 Carlo Grande foto di Mauro Guglielminotti/Buenavista Ai confini di Los Angeles con Jimi, Joni & Frank

Nel Laurel Canyon, vicino al deserto, vissero le più importanti rock star della West Co- ast, da Hendrix alla Mitchell, da Zappa a Crosby, Still e Nash. Oggi vi si può incontrare Gigi Meroni, nipote del mitico calciatore granata e vincitore di un Emmy Award

Non solo hippye Le foto di questo servizio u m a n e i d i n t o r n i , falchi sospesi come sono state Spiriti Santi sulle ville degli artisti, scattate presso coyotes che si aggirano nei parcheg- Radio Centro giP e musica nell’aria, della migliore qualità: 95 di Torino, quella di Jim Morrison e Janis Joplin, di Alice una delle radio Cooper, dei Byrds, di Crosby, Stills & Nash, dei storiche della Mamas & Papas, di Jackson Browne, di Neil città e che Young e ovviamente, primo fra tutti, di Frank possiede una Zappa, che scoprì il canyon più famoso di Los ricchissima Angeles nel 1966 e ci andò ad abitare con mo- collezione di glie, figli e amanti, in una specie di casa-comu- vinili d’epoca ne un tempo appartenuta all’eroe del cinema muto Tom Mix. Ecco Laurel Canyon, il regno dei musicisti e cantanti inventori della cultura hippie, dei figli dei fiori che composero la colon- na sonora degli anni Sessanta, giunti in questa piccola valle boscosa sulle colline che separano la megalopoli dalla San Fernando Valley, at- tratti da un invisibile e magico richiamo. Molti erano figli di militari, stando a un’in- quietante ricerca che cita il padre del “Re lucer- tola”, l’ammiraglio George Stephen Morrison e la moglie di Frank Zappa Gail, Stephen Stills e Jackson Browne, tutti figli di militari di car- riera. Come John Phillips, fondatore e leader dei Mamas & Papas, ideatore del Pop Festival di Monterrey e autore delle celeberrime San Francisco (Be Sure to Wear Flowers in Your Hair) e California Dreamin. Se Beverly Hills e Hollywood rappresentano il cinema, Laurel Canyon è la leggenda della musica; musica un po’ country, naturalmente, ma anche rock, den- sa e autentica come la wilderness tanto cara agli americani, senza emozioni facili. Vivevano in capanne di legno, in case-stu- dio su più livelli rimesse a nuovo e immerse

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nel verde, comunità geograficamente e social- Chi ci ha ci prendere il volo con loro. La nutrita fauna il luna park e gira la giostra usata nel film “La È giusto che il pellegrinaggio nel cuore del mente distinta dal resto della città; anche se abitato urbana, inglobata nel territorio municipale e stangata” – e prosegue lungo Ocean Drive fino Canyon, dalle parti di Lookout Mountain ave- Los Angeles è di per sé già divisa in decine di Alice Cooper giunta dalle colline che attraversano la città, a Malibu, Ventura e Santa Barbara. nue e Laurel Canyon boulevard, inizi con Sergio municipalità distinte: Santa Monica, Beverly abitò a Laurel comprende decine di specie selvatiche: cervi Ai confini del deserto, Los Angeles trasu- Bruno, amico e protagonista negli Anni Settanta Hills, West Hollywood e così via. Uno sprawl Canyon dal e serpenti, scoiattoli e raccoon (orsi lavatori), da selvatichezza e stupisce, aldilà dei luoghi delle grandi battaglie civili del Partito Radicale impressionante di cento chilometri per cento 1971 al 1976, puzzole e opossum che la sera razzolano nei bi- comuni (quasi tutti veri) e dell’inarrestabile ed in Italia, poi artefice, da assessore, della splen- di lato, che attraversato in aereo richiederebbe David Crosby doni, sgusciano dietro l’angolo e attraversano la evidente metastasi di cemento. La colonia detta dida funicolare di Mondovì, altro gesto d’amore una ventina di minuti. Dall’alto il colpo d’occhio negli anni ’60, strada. I coyotes sono in aumento non solo nelle “El Pueblo de la Iglesia de Nuestra Señora la per la bellezza e per i centri storici, per la cul- è sbalorditivo, una spalmata uniforme di case John Mayall dal periferie di Denver, di Albuquerque e delle cit- Reina de Los Angeles de Porciúncola”, sorta su tura. Da quindici anni è volato oltreoceano con e villette di pochi piani (e la fungaia di Down- 1969 al 1979, tà californiane (750 mila circa) ma anche nei una vergine pianura e su colline che sarebbero l’amico pittore Adriano Sevega, si è messo a di- town nel mezzo), solcata a perdita d’occhio da Frank Zappa dal sobborghi del New Jersey e di Chicago, ormai molto piaciute a Thoreau e a John Muir, padri pingere quadri e a restaurare mobili come quelli highways e autostrade urbane. Una fabbrica 1968 al 1993, integrati nel ciclo ecologico. della cultura non solo ambientalista america- della fantasmagorica casa di Rupert Murdoch. immensa di sogni e desideri anch’essi sconfi- Jim Morrison na, offre retroscena verdissimi. Sergio ci porta a zonzo e sparge i suoi pro- nati, una giostra di angeli e diavoli in eterna alla fine degli I primi furono i Byrds Ma pochi sono paragonabili al Canyon vocatori “Ssso cute!! Ssso polàit!!” (“So cute and lotta. anni ’60 e cosi Nei giardini di Santa Monica tra i filari dell’Alloro, culla di una quantità sbalorditiva polite”, “così carino, così educato”) che sono una Qui è tutto apparenza o è realtà? Ci si molti altri di palme fioriscono impetuose specie tropicali, di superstar della musica rock anni Sessanta: costante qui, ma anche sostanza, perché la su- deve credere o diffidare, come sulla Prospetti- musicisti. alberi e fiori di mille tipi, compresi l’avocado e i Byrds, dicono le cronache, primi ad apparire perficie delle relazioni è governata da sorpren- va Nevskij di Gogol? Laurel Canyon è l’enclave ficus benjamini grandi come alberi. Potenza del con un album (“Mr. Tambourine man”), proprio denti pacatezza e fair play. Los Angeles è fatta boschereccia di una città che sa essere molto sole californiano, dell’eterna mitissima prima- nel solstizio d’estate del 1965. Poi i Mamas & di persone che vanno a mille all’ora, di scono- selvatica perché la natura la penetra prepoten- vera ai bordi dell’Oceano (cosa c’è di più selvati- Papas, Frank Zappa, i Buffalo Springfield con sciuti e sconosciute che ti salutano la mattina e temente, a dispetto dei cliché: si possono vedere co del Pacifico?), davanti al quale corrono cicli- Stephen Stills e Neil Young, i Doors e tutti gli ti chiedono come stai anche se non è detto che coyote che razzolano nei parcheggi o tra le ville sti, pattinatori, joggers e skaters, nell’immensa altri. Joni Mitchell, appena arrivata dal Cana- gli interessi veramente, lo fanno per educazione dei quartieri-bene, rapaci scendere in picchia- spiaggia che da Venice raggiunge il “Pier” di da, si definì in una canzone “Lady Of The Can- ed è come agli incroci, si rallenta tutti e si lascia ta nei giardini e poveri gatti e conigli domesti- Santa Monica – il molo dove la sera scintilla yon”. passare chi è arrivato per primo; quando c’è il

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semaforo si “lascia pulito” (“keep clear”) perché Dalla storia mentare sogni, ad attirare umanità, incredibil- “Mission impossibile” di Brian De Palma e Tom Ladies of the valle alpina. se svoltando viene il rosso e resti in mezzo all’in- del rock alla mente. Ed esiste anche chi ce l’ha fatta: come Cruise, fino al prossimo film di Ang Lee, il re- Canyons Ma Hollywood non significa “bosco di agri- crocio c’è la multa. Via, circolare. Tutti carini, vita di oggi Gigi Meroni, giovane compositore che ci accoglie gista premio Oscar per “I segreti di Brokeback Joni Mitchell fogli?”. Ed è questo un bosco urbano o una “cute”, educati, veloci, concreti e sognatori. Oggi gli abitanti mentre Sergio continua a diffondere “Love, pea- Mountain”, che a fine anno sarà sugli schermi. viveva in giungla d’asfalto? La natura preme, come il Da non credere. Rodeo Drive, Santa Moni- si sono associati ce, tacos and Topangas”, scherzando sul nome di Laurel Canyon Sudamerica e i messicani a Downtown e mi- ca Boulevard, gli Studios… E quando i sogni per garantire un altro canyon e di un’altra spiaggia famosa nei Il venditore di giostre quando scrisse gliaia di homeless. Premono i selvatici vaganti, diventano sostanza, dollari, arte? Los Angeles la qualità della pressi di Malibu. Gigi ha poco più di quarant’an- Così è Los Angeles, è di chi se la prende, di “Ladies Of The i coyotes, “fantasmi di città”. Non vince il più è stata raccontata da tanti, da Chandler, John vita nel loro ni ed è nipote del mitico Gigi Meroni, calciato- chi ha fortuna ed energia e sa declinarla a colo- Canyons” e forte, vince chi si adatta meglio. E la National Fante, dal cinema (da “Chinatown” a “Crash”), quartiere e re-simbolo non solo per i cuori granata. È figlio ri (gialli, rossi, neri, bianchi), di chi trova il suo “Clouds” Wildlife Federation invita ad allestire un giar- ognuno può costruire la sua, ha i suoi bravi hanno creato la del fratello Celestino, a vent’anni è arrivato da spazio visto che c’è spazio per tutti e per tutto. dino “wilderness friendly” per gli animali che motivi per andarci, perché insegue il sogno del Laurel Canyon Como, si è diplomato al Conservatorio di Boston, È, ad esempio, di Nick Metropolis, greco trova- arrivano dai canyon. cinema, ha una storia da scrivere o da raccon- Association abita a Laurel Canyon con Simona e i due bam- robe che vende giostre e dinosauri sulla Brea, Così, come in un grande sogno, su colline e tare, vuole continuare a sognare ad occhi aperti bini (Greta e Tommaso), dal ‘97 ha cominciato di Mahor Cohen, ventenne israeliano partito da pianura volteggiano dollari e rapaci, incombono (bene aperti). un lavoro che l’ha portato a vincere un Emmy un villaggio di pescatori che adesso vende brac- puma, coyote e donne coguaro in Rodeo Drive. Parli con i camerieri di un bar e ti dicono Award, il Grammy della tivù, a creare colonne cialetti e collane ai Vip, perché fra i suoi clienti Strani avvenimenti – proprio da film – dove for- “Sono qui perché voglio fare l’attore: non trovi sonore per gli studios e la televisione. È sua la c’è anche Johnny Depp. Di “Julian Vintage” e se (ma Gogol è stato a Hollywood?) “tutto è in- che assomiglio a Tom Cruise?”. Vedi belle ragaz- sigla della serie “Scooby Doo”. i suoi strepitosi vestiti di inizio Novecento, in- ganno, nulla è ciò che sembra”. I megaschermi, ze e bei ragazzi che forse sbiadiranno come i fiori Devi crederci, nei sogni, per avere una pic- dossati nel film “Titanic”, di Joan’s on Third, i bar, i grandi cartelloni e l’incessante viavai di sul muro del famoso “Country Store” di Laurel cola possibilità di realizzarli. Come Giacomo regina di un bar-ristorante frequentato dalla Sunset Plaza, sono alla lunga solo immagini co- Canyon, amabili resti di una lontana Summer Ghiazza, disegnatore di storyboard che da Asti jet-set, da Meryl Streep e Sharon Stone, dove lorate? Sono un’illusione fatale, “so cute & po- of Love, quando la musica dei Sixtie’s parlava è arrivato a Hollywood per lavorare con i re- si mangia benissimo senza spendere, ma nella làit”, creata per dimenticare la mediocrità della di energia e gentilezza, di candore e di un altro gisti e gli attori più famosi: da “Total Recall” sua cucina-melange italiana e francese c’è an- condizione umana da un “demone in persona, mondo possibile che non s’è avverato. Ma tutto con Schwarzenegger ai “Pirati dei Caraibi” con che una scelta prodigiosa di formaggi, compre- che accende le lampade per mostrare ogni cosa questo avvenire non avvenuto continua ad ali- Johnny Depp, da Robocop con Verhoeven a so il roccolo, che si trova solo qui e in qualche sotto un aspetto che non è il suo”?

78 numero 10 numero 10 79 Foto di Stefano Snaidero Il fotoreportage Roma, adesso le borgate hanno il centro commerciale

La strategia di crescita urbanistica della Capitale prevede la costruzione di grossi com- plessi immobiliari e, accanto, di supermercati. È una logica che risponde alle necessità del consumatore, ma soddisfa anche gli interessi della grande distribuzione

Come fulcro i centri Nell’immagine della Central da Vinci nei circostante il centro commerciali pagina precedente pressi dell’aereoporto commerciale Porta di i negozi del Market di Fiumicino e l’area Roma in zona Bufalotta

80 numero 10 numero 10 81 Foto di Stefano Snaidero

I colori della a Ponte di Nona, grande periferia Est della distribuzione città. Nella pagina In questa pagina il precedente, in alto Centro commerciale l’area circostante il Euroma 2 in zona Eur centro commerciale Castellaccio, negozi Porta di Roma in del Market Central zona Bufalotta e il da Vinci a Fiumicino parcheggio intorno e, nella foto grande, alla Nuova Fiera. intorno al centro Nella foto grande commerciale Porta nuovi edifici realizzati di Roma

82 numero 10 numero 10 83 Foto di Stefano Snaidero

Sempre in costruzione Ponte di Nona, Vitinia, Bufalotta, Castellaccio, periferie commerciali in pernne crescita

84 numero 10 numero 10 85 Nicola Bottiglieri foto di Stanislav Krupar/Luz photo Le crisi della Somalia tra pirateria e carestie

Ricordi e riflessioni sul paese africano più disastrato di un docente che insegnò italiano all’Università nazionale somala negli anni Ottanta. Il lento processo di avvicinamento tra professori e alunni, tra due culture, tra i significati diversi dello stesso vocabolo

Frontiere vicende di quel paese negli ultimi due decenni. interne La guerra, iniziata nel ’90, non è mai termi- Nelle immagini nata: quando fu cacciato il dittatore Siad Barre si g n i v o l t a c h e v e d o in televisione di questo aprì lo scontro fra gli integralisti islamici di Aidid o leggo sui giornali un servizio servizio e i filo-occidentali di Ali Madi. Lo scontro ebbe ca- sui pirati somali, ho un tuffo al del 2011 soldati ratteri religiosi e tribali e procurò una dramma- Ocuore. Presto attenzione anche alle notizie che al confine tica carestia. A ristabilire la normalità fu avviata riguardano gli sbarchi degli africani nell’isola di tra gli Stati la missione Restore Hope, che durò dal dicembre Lampedusa con eguale trepidazione. E mi chie- somali ‘92 al maggio ‘93 e di cui faceva parte anche un do: ci sarà tra di loro una mia ex alunna, quelle di Gulmudug contingente italiano. La missione non pacificò belle ragazze alte, vestite di veli e profumi, con e Hiiman Hebb il Paese, anzi dimostrò quanto l’Occidente fosse le mani tatuate e grossi orecchini d’oro, come nella Somalia incapace di capire quello che stava succedendo segno di distinzione, che camminavano come re- centrale nel mondo mussulmano. A questo periodo risale gine? Saranno divenuti pirata Bashir, Ahmed, l’episodio raccontato nel film Black Hawk Down Yussuf o Mohamed, ragazzi con occhi timidi e di Ridley Scott, dove morirono 19 soldati ameri- denti bianchissimi ai quali ho insegnato italiano cani e più di mille somali. Mentre il 3 luglio ‘93 ci per sei mesi? Sono stato alla Jaamacadda Um- fu la “battaglia del pastificio”, dove rimasero uc- madda Soomaaliyeed (Università Nazionale So- cisi tre soldati italiani morti (Gianfranco Paglia mala) di Mogadiscio per due volte, l’ultima nel ebbe una medaglia d’oro al valor militare, ma da secondo semestre del 1989, l’anno prima della allora vive su una sedia a rotelle). guerra contro il dittatore Siad Barre. Calcolan- do che sono passati poco più di venti anni, i miei La presenza di Al Qaeda studenti possono ancora essere riconosciuti nel Con la ritirata degli occidentali, compresi volto, del resto gli africani non invecchiano come gli italiani, Al Qaeda dilagò dappertutto. Furo- noi, conservano i tratti giovanili per molto tem- no inviati allora gli etiopi cristiani ad occupare il po, i capelli durano a lungo, diventano bianchi in paese, ma furono sconfitti dalle corti islamiche e, tarda età e la dentatura è perfetta quando noi già a loro volta, queste persero terreno a favore de- portiamo la dentiera. gli estremisti di Al Shabaab. Oggi la Somalia è Mi capita anche per strada, vicino la stazio- divisa in tre parti, l’unità politica è un ricordo, ne, di guardare con intensità un giovane o una l’università in macerie, la cattedrale cattolica giovane che ricordi il modo di vestire o di cam- bombardata, il cimitero italiano saccheggiato, la minare di un somalo. Quando lo individuo cerco nostra presenza ridotta a solo quattro connazio- di sfiorarlo, dicendo: se tu fossi un mio studente, nali. Uno di questi è il piantatore Bruno Parodi, che ricordo hai di quel periodo, quando mi chia- che ha un suo esercito personale ed è rispettato mavate con affetto Guled (maestro) e dicevate da tutti. La carestia imperversa di nuovo. Peggio con un proverbio: chi insegna una cosa a un al- di prima. tro, lo rende schiavo per tutta la vita. Vi è servito Durante la mia ultima permanenza, appun- quel mio insegnamento dopo venti anni di trage- to nel 1989, l’aria era piena di veleno contro tutti die? Perchè tragedie vere e proprie sono state le gli italiani i quali avevano favorito in modo lecito

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ed illecito la politica di Siad Barre. Per un’inge- Non solo musulmani, eravamo sulla barricata della catte- nuità si rischiava la vita. Ricordo che una volta guerre dra a sparare ad alzo zero proiettili di inchiostro che misi la bandiera della Somalia, un drappo tribali sui poveri somali inchiodati sulle sedie di ferro, azzurro con una stella bianca nel mezzo, sull’an- Ragioni i tavolini di fòrmica, nelle aule piastrellate con tenna della mia macchina: accadde che al sema- economiche mattonelle scadenti, facendo sforzi disperati per foro mi ritrovai circondato da una folla aizzata di spartizione capire il significato delle parole che il gaal (il da quattro energumeni che, se non fossero inter- degli aiuti si bianco infedele) aveva portato da lontano. E ci venuti i vigili a salvarmi, mi avrebbero linciato. sovrappongono chiedevamo spesso: ma quale mondo c’è dentro Secondo loro, con le mie mani di bianco infedele alle motivazioni le parole? avevo sporcato la bandiera nazionale. I vigili mi religiose portarono via dalla folla, ma quando fummo soli e ai conflitti Vergognarsi delle parole pretesero un robusto compenso per l’azione. di origine Cosa significava, infatti, la parola telegra- Se lo scontro in mezzo la strada era fra i cor- tribale fo, quando in città solo in alcuni quartieri vi era pi (quello di colore bianco veniva visto come il appena la luce, tutti cucinavano con i carboni, le deposito di cose preziose, quali monete, vestiti, capanne avevano per terra la sabbia? E la paro- occhiali, scarpe, tabacco, medicine ed altri gene- la giornale? Televisione? Il significato di “sbarco ri di lusso che si potevano rubare e rivendere), sulla luna”? Microbo? Il problema non era solo a scuola, in classe, lo scontro era sulle parole. E far capire i termini della tecnologia, ma anche – come ogni vero scontro, era avvolto nel silenzio cosa perfino più difficile – quelli della modernità. e nasceva da ragioni misteriose o addirittura in- Inquinamento, per loro, che cosa significava? Ri- comprensibili. fiuti nucleari? Discarica abusiva? L’università nazionale, fondata nel 1969 gra- Ho passato notti intere a vergognarmi delle zie ai programmi di cooperazione del ministero parole che insegnavo. Alcune di esse mi fanno degli Esteri con soldi italiani, docenti italiani, male ancora. Inquinamento, appunto. Non tan- personale amministrativo somalo, ai quali si to perchè nei Paesi poveri l’inquinamento è visto sommavano, ogni anno di più, professori somali come una ricchezza, soprattutto quello provocato quasi tutti formati in Italia, era un’oasi nel de- dal tubo di scappamento delle macchine, ma per- serto, non solo in senso metaforico, ma nel signi- chè già da allora sapevamo che, mentre noi inse- ficato letterale del termine. Dalle finestre si vede- gnavamo che in Italia la lotta all’inquinamento vano le strade sabbiose, i cammelli che alzavano era costante, la Somalia era diventata la disca- il collo per brucare le foglie dell’acacia spinosa, le rica dei rifiuti industriali italiani. I quali rifiuti capanne ricoperte di teli di plastica azzurra, le venivano sepolti nella boscaglia o abbandonati capre che masticavano un’erba legnosa, i pastori in grossi bidoni al largo delle coste, che il mare intenti a pulirsi i denti durante il giorno con un riportava a terra. Ricordo che un giorno, per via rametto. I corsi erano tenuti in italiano perciò delle onde, una nave italiana non riuscì a entrare tutti gli studenti, a qualsiasi facoltà decidessero nel porto e si spezzò sugli scogli. Noi cooperanti di iscriversi, dovevano studiare per un semestre sapemmo che portava uranio e moltissimi fug- la nostra lingua. girono nel deserto, per timore delle radiazioni. Tutto ci divideva. Noi eravamo bianchi e loro Perfino l’unico giornale italo-somalo Octoobaar, neri, noi ricchi e loro poveri, noi cristiani loro mu- che tirava pochissime copie, denunciò l’accadu- sulmani, noi cittadini loro nomadi.... Nei primi to. Il porto fu isolato, vennero in fretta dall’Italia giorni di scuola fra cattedra e banchi vi era di degli specialisti e il rischio che i container avve- mezzo non solo il deserto, l’oceano, i cammelli, ma lenati si spezzassero fu scongiurato. Dove siano anche un secolo di storia comune ingarbugliata e finiti, poi, nessuno lo sa: riusciamo con questo a irrisolta. Da luoghi così distanti, noi professori e inquadrare meglio il misterioso omicidio di Ilaria loro alunni, iniziavamo un lento processo d’avvi- Alpi e Miran Rovatin avvenuta a Mogadiscio il cinamento, ripetendo frasi, vedendo filmati, fa- 20 marzo 1994? cendo disegni alla lavagna, improvvisando gesti Spiegare la parola fratello mi diede molto teatrali ma soprattutto ripetendo continuamente lavoro. Tutti dicevano “italiani-somali fratelli” le lezioni che il manuale proponeva. Tutti i gior- e difatti io spesso passeggiavo mano nella mano ni, per cinque ore al giorno, per tutti e sei i mesi con i colleghi somali per le vie della città (in del corso, eccetto il venerdì, giorno sacro nei paesi seguito uno di loro, di nome Iisse, divenne mi-

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nistro degli Esteri di Aidid, quello che sconfisse uno andava a nord, facendo la rotta Mogadiscio- gli americani). Ma nel passato non ci eravamo Roma-Francoforte, il secondo andava a sud, fino affatto comportati da fratelli, come testimonia- in Sud Africa) sparsero su tutto il territorio na- vano il campo di concentramento di Danane o zionale dei volantini sui quali vi erano i nuovi il fatto che, per irrigare i campi vicino al fiume caratteri. I vecchi del villaggio che conoscevano Uebi Shebeli, a volte i corpi degli uomini veni- l’italiano traducevano ai giovani il contenuto di vano utilizzati come dighe umane, o altri episodi quei fogli colorati che cadevano dal cielo, i quali tipici del colonialismo che predicava la “natura- portavano le nuove parole, quelle che li avrebbe- le superiorità” degli uomini bianchi sui neri. A ro presto legati al resto del mondo. complicare il significato della parola vi era il fatto che un somalo poteva avere quattro mogli, perciò Che cos’è “cammello” uno poteva avere molti fratelli da parte di padre. Ho conservato una copia del primo diziona- Dove, invece, la parola fratello non possedeva rio, che mostra i segni del tempo, perchè mi ha alcun significato era in episodi come questo: un accompagnato in tutti i miei traslochi. Come tut- mio alunno, Bashir, aveva un fratello detenuto a ti i dizionari è grosso, pesante, copertina rigida, Rebibbia, il quale con i soldi che guadagnava in silenzioso, ma basta aprirlo e la vita esce fuori carcere manteneva la famiglia a Mogadiscio. Per tenace, caotica e infallibile. Cerco una parola Bashir, o per suo padre, l’espressione italiani- somala che ricordo: Geel, significa cammello. Il somali fratelli cosa voleva dire? dizionario subito mi ricorda che geelal significa Insomma, insegnare italiano significava en- più mandrie appartenenti a diverse persone. La trare in una realtà di frontiera, dove tu eri re- parola successiva è geelcaacis che significa sco- sponsabile non solo per quello che facevi, ma per lopendra, più sotto geeldhugeeye significa cama- tutto quello che nel passato i tuoi connazionali leonte, alla quale segue geeldooye che significa avevano fatto. Nel bene e nel male. Dopo quel- nube carica di piogge ma anche pioggia violenta la esperienza ho capito che ognuno di noi deve che provoca subito allagamenti. Mi fermo spa- guadagnarsi il significato delle parole che usa, ventato, perchè mi chiedo come mai la radice geel perchè il più delle volte esse vengono usate senza sia presente in animali e cose così diverse. Cos’ha saggezza né pudore. E che il loro significato non in comune la gobba del cammello somalo con il dipende solo da te, ma anche da come l’hanno camaleonte, la scolopendra? Forse perchè hanno usata gli altri, prima e dopo di te. E poi da come una sola gobba? O bevono poco tutti e tre? E la le proteggi, con le tue azioni. pioggia, allora? Il latte del cammello è copioso Per smaltire quell’esperienza, la più impor- come la pioggia? Il latte di cammello mi fa venire tante della mia carriera di professore, ho scritto in mente la parola burro bocor, la cui definizione due racconti che sono stati pubblicati in un vo- è: burro estratto per sbattitura dal latte di cam- lume di reportage narrativi, Tristissimi tropici e mello, ma anche il pomo d’Adamo. Ma bocor è an- un romanzo intitolato Afrore. Quest’ultima paro- che la zucca e inoltre indica pure una florida, for- la non indica solo l’odore della frutta fermentata, mosa ragazza. Cos’hanno in comune tutte queste ma è la contrazione di Africa+amore. Ma soprat- parole con il latte di cammello? Forse la zucca è tutto fu la parola che scrissero le pulci sul mio anche il recipiente in cui si raccoglie il latte, ma corpo. Quando le pulci entravano sotto la pelle, la florida ragazza? Il biancore delle carni, la mor- infatti, scavavano dei lunghi cunicoli. Bisognava bidezza o la ricchezza silente del latte? mettervi del ghiaccio, ma quelle, prima di mo- Carestia che atterrava senza radar alle prime luci dell’al- segni. Si poteva scegliere tra quelli dell’arabo e Mogadiscio Leggere un vocabolario significa entrare nel rire, deviavano il loro percorso e ricamavano la Nell’estate ba. Mentre ricordo con grande rispetto due pro- quelli romano-occidentali: prevalse questa se- La Turkish caotico ordine delle classificazioni, nel fuoco na- pelle tanto che si potevano leggere delle lettere. del 2011 una getti finanziati dalla Cooperazione italiana allo conda opzione, la stessa scelta dai cinesi, quando Airlines farà due scosto sotto la cenere dei significati delle parole, Sulla mia riconobbi la parola “afrore” e da allora terribile carestia sviluppo. La prima si riferisce alla trascrizione in decisero di usare i caratteri romani per trascri- voli settimanali nel laboratorio della fantasia. Allo stesso tempo, cominciai a dire che la Somalia mi era entrata si è abbattuta caratteri romani dell’alfabeto somalo, la seconda vere il dialetto di Pechino. Fu per motivi pratici, tra Mogadiscio ricordare la Somalia significa anche capire il nel sangue. sulla Somalia al dizionario somalo-italiano. Ambedue i progetti legati all’uso delle macchine da scrivere di allora, e Istanbul, ruolo che l’Italia può giocare nel mondo e spesso Altre cose che ricordo con piacere sono il de- inasprendo furono portati avanti da docenti delle Università ma soprattutto alla possibilità di essere diffusa garantendo così non riesce a farlo. La Terra dei profumi o terra serto che sconfina nel mare, le passeggiate in bi- il caos e le lotte italiane e della Jaamacadda Ummadda Sooma- più facilmente nel mondo. Quando, nel ’72, fu co- dopo vent’anni dei Punt, come viene indicata nella Bibbia dal re cicletta che facevo fino ad Afgoye, la barriera co- di potere aliyeed. La lingua somala non possedeva una dificato l’alfabeto, gli aerei dell’aviazione militare un primo Salomone, sprigiona odori misteriosi, che portati rallina, le aragoste che giravano per casa prima letteratura scritta: nel momento in cui si decise (doveva essere per forza quella militare perchè collegamento dalle barche dei migranti continuano ad arrivare di essere messe in pentola o l’aereo dell’Alitalia di renderla tale si dovevano tradurre i suoni in l’aviazione civile era composta da due soli aerei, aereo esterno fino a noi.

90 numero 10 numero 10 91 Recensioni

< il libro < < il disco < < il film < Quando l’autore Un Jazz Accident Con sette opere si fa fantasma tutto italiano di misericordia

Lo stile è piano e discorsivo e, a volte, si Jazz Accident è un formidabile Dar da mangiare agli affamati, dare spinge verso ironiche mimesi linguistiche, quartetto di giovani e talentuosi da bere agli assetati, vestire gli ignudi, storie il cui piano referenziale è musicisti torinesi: Gianni Denitto (sax alloggiare i pellegrini, visitare gli distorto rispetto all’impressione contralto), Fabio Giachino (pianoforte), infermi, visitare i carcerati, seppellire i suggerita dalla forma. La narrazione Marco Piccirillo (contrabbasso) e Paolo morti. Le sette opere di misericordia lineare, infatti, vela con un’illusione di Musarò (batteria). “Play Mobil” è il loro corporali. È il linguaggio corporeo normalità i veri protagonisti di questi secondo lavoro discografico, registrato al centro della bellissima opera racconti: mostri, spiriti, possessioni nel 2011 per la prestigiosa etichetta prima di Gianluca e Massimiliano De demoniache che abitano la quotidianità. Abeat Records, con la partecipazione Serio, un corpo scarnificato, sofferto, In “Fantasmagonia” di Michele Mari ci del celebre trombettista Fabrizio Bosso. rabbioso, umiliato. Un corpo dalla sono le storie di Corradino, vittima La musica dei Jazz cura del quale rinasce una possibilità di incubi procurati dai suoi studi, le Accident è una sorta di espiazione. Il film è per la quasi evocazioni dei fantasmi segreti di uomini di “contemporary totalità senza dialoghi. La storia è del passato come Piero di Cosimo e mainstream” di alta quella di una giovane immigrata Machiavelli, l’ecolalia della principessa classe, ben radicata clandestina. Luminita (Olimpia Melania, il tutto racchiuso in una nella tradizione ma, Melinte) è il suo nome. Vive di piccoli cornice che va da un dialogo faustiano nello stesso tempo, furti e ruberie, torna ogni notte in di segno inverso tra l’autore ragazzino Ja z z Ac c i d e n t estremamente una baraccopoli abusiva della periferia Play Mobil attuale. Un connubio e il Mostro che domina il suo inconscio Abeat records di Torino. Dorme a un prospetto scientificamente riuscito di tradizione sul metallo nudo paragrafato per “candidati fantasmi”. e di modernità. Tutti i membri del del bagagliaio di un Ciò che Mari vuole dirci è che la gruppo contribuiscono al progetto furgone bianco. Poi letteratura è “l’unica scienza esatta” per con composizioni proprie, felicemente la sua vita incontra “convertire l’annullamento del mondo ispirate (mi limito a segnalare “Power quella di Antonio in annullamento del of Zhar”, un brano di rara intensità (Roberto Herlitzka). sé”. Al lettore sono con uno sfolgorante assolo di Fabio Il corpo di Antonio è richieste due anime: Giachino). Gli interventi di Fabrizio anziano, malato, duro, una ingenua, l’altra Bosso sono impeccabili e appropriati Gi a n l u c a e emaciato. Scavato in come sempre, ma il gruppo va già Ma s s i m i l i a n o De Se r i o sentimentale. Ha Sette opere una materia indurita bisogno di credere e forte per conto suo. È il “progetto” in di misericordia e compromessa. La ricredersi sempre, per sé che funziona. Non c’è nessuno che La Sarraz picture ragazza girovaga tra le addentrarsi in queste prevarichi o primeggi e il quartetto si stanze dell’ospedale “psiconarrazioni” e per esprime con sorprendente maturità in cerca di qualcosa, si accorge di lui. Mi c h e l e Ma r i riemergerne. Questa ed equilibrio. Liberi dall’ossessione È solo. Mai una visita. Nessuno lo Fantasmagonia Einaudi doppia, inscindibile, dell’innovazione formale “ad ogni accompagna quando lo dimettono. qualità prospettica costo”, i Jazz Accident utilizzano con Allora decide di seguirlo, lo pedina è forse il punto più originale del libro, efficacia l’ormai ricchissimo linguaggio fino al palazzo misero nel quale vive. che fa perdonare anche la disparità del jazz contemporaneo, che hanno Irrompe nella sua casa. L’incontro qualitativa di alcuni racconti rispetto ad saputo assimilare negli anni della loro sarà duro. Ma in questa crudeltà, nel altri e che ci consegna un suggestivo formazione artistica e professionale. registro stilistico del dramma, inteso ritratto fantasmatico dell’artista. Corrado Abbate come drammaturgia appunto, passano Maria Borio tutte le sfumature della possibilità di tornare ad essere esseri umani. Maria Camilla Brunetti

92 numero 10 Lettera aperta

O scrivi o muori, te lo dice il pc

s c i t a a g e n n a i o in un articolo tradotto da Garzanti con il titolo La scoperta di Michela Marzano su “Re- della lentezza. Come ha osservato Paola Poli- pubblica”, la notizia è passata to, si tratta di una “meditazione sulla diversità, Uquasi inosservata, ma non ha mancato di la- sull’importanza dei fenomeni cognitivi per il sciare sbigottiti i diretti interessati. Si tratta del comportamento umano, sui condizionamenti lancio di un nuovo programma per Pc o iPad, storici e ideologici che tendono a omologare chiamato “Write or Die” (cioè “scrivi o muo- gli individui imponendo standard sempre più ri”) e ideato per punire chi non scrive abba- veloci e affrettati, sull’ostinata e ottimistica stanza in fretta. Il funzionamento è elementare. lotta di un disadattato per trovare il proprio Fissato il numero di parole che si intendono posto nel mondo attraverso l’educazione di sé comporre (secondo il criterio inglese, al quale n di valerio magrelli n e degli altri all’intesa e alla convivenza”. Se non in Italia si preferisce il numero di battute), indi- ce n’è bisogno, perché correre? cato il lasso di tempo a disposizione, prescelto Ma tutto questo mi ha anche ricordato il tipo di punizione in cui incorrere se non si L’assurdità una piccola storia personale. Nel 1975, fre- rispettano le regole, il gioco è fatto. Obiettivo di un programma sco di maturità, decisi di partecipare con un del progetto: scrivere senza fermarsi mai. amico a un concorso per una borsa di studio Ma soffermiamoci sulle sanzioni previste nato per punire in un’università Usa. Bisognava superare un dall’applicazione. In mancanza (almeno per ora) chi è lento temibile esame di matematica, ma con nostra di ritorsioni fisiche, il primo grado di rimprove- enorme sorpresa ci accorgemmo che, nei test ro prevede la comparsa sullo schermo di una di allenamento, risultavamo i migliori in assolu- ingiunzione perentoria: “Hai smesso di scrive- to. Tutto andò bene fino alla sera precedente re. Ricomincia!” Optando invece per la modalità media, dopo un la prova, quando il mio amico scoprì che, per ogni domanda, si certo tempo trascorso senza toccare la tastiera, il computer co- avevano a disposizione solo trenta secondi. Chi mai se lo sarebbe mincia a emettere suoni assordanti, che possono essere bloccati immaginato? Stiamo parlando di quasi quarant’anni fa, e nessuno soltanto riprendendo la composizione. Arriviamo così alla pena- (salvo forse in un circo) avrebbe pensato di stabilire un qualsiasi lizzazione estrema, adatta giusto ai casi disperati. Per sconfiggere nesso tra la soluzione di un problema algebrico e la sua velocità la pigrizia, il programma prevede che, trascorsi quindici secondi di di esecuzione. Che fretta poteva esserci nell’individuare il volume pausa, inizino a scomparire intere frasi del testo. Chi non va avanti, di una botte? Perché mai due minuti “erano troppi”? Morale della insomma, viene ricacciato indietro, così che l’utente ozioso rischi favola: ci rimettemmo all’opera e, con orrore, scoprimmo d’esse- di perdere tutto quanto redatto fino allora! re gli ultimi degli ultimi… A eccessi di questo genere, ormai, siamo abituati. È il caso del Non feci mai quell’esame, e restai in Europa. Devo dire, però, mondo accademico, dove, dopo quello aziendale, si va imponendo che ho sviluppato da allora un disprezzo assoluto per verifiche l’idea della performance e della valutazione quantitativa. Alcuni, tanto infantili e meccaniche. Non riesco a trovare nessuna rap- infatti, credono che il valore di uno studioso si possa misurare dal porto fra il mondo della cultura e i criteri del “multiple choice” numero di volte in cui i suoi lavori sono stati citati (il cosiddetto (“test a scelta multipla”). Sono tutt’al più passatempi degni della “fattore h”). Da qui la nascita di un complesso sistema per calco- “Settimana enigmistica”. Quanto al “Write or Die”, mi viene in lare tali frequenze, ribattezzato “Publish or Perish” (“pubblica o mente uno scambio di battute fra André Gide e Paul Valéry. Al muori”). primo, che affermava enfatico: “Se mi vietassero di scrivere, mi La prima cosa che mi è venuta in mente al riguardo è sta- ucciderei”, l’altro, più secco e sobrio, ribatteva: “Io invece mi ucci- to un romanzo di Sten Nadolny, uscito in Germania nel 1983 e derei se mi obbligassero a scrivere”.

numero 10 91 Marco Drago Il racconto

da farmi capire che proprio non gli interessa. Ci sono tanti motivi che mi tengono qui a fianco di Valter che guida concentrato e non cambia mai la stazione radio anche se c’è la pubblicità. Un motivo è che lo cono- Finis sco bene, forse troppo bene. Un altro motivo è che la sua resistenza non è molta. La gamba lo frega ancora e gli fa male per via dell’operazione al tendine. Nel caso di un viaggio lungo deve avere qualcuno che gli possa dare il cambio alla guida quando la gamba comincia a far male. E poi c’è la faccenda personale, che è personale sua, non Austriæ mia, ma se te lo chiedono, a volte, tocca pure fare cose come queste. L’ossessione della donna giovane divora Valter e lascia in pace me ma non per questo non capisco chi ne è vittima. È un percorso che tocca a tutti prima o poi e la- sciare che tutto bruci e si esaurisca è l’unica soluzione. Qualche mese fa, forse un anno, Valter ha lasciato la donna per cui aveva lasciato la moglie un anno prima. Due anni fa Valter stava con sua moglie. Adesso è alla terza donna e anche con questa sembra finita. E cosa fa, Valter? Si mette a fare lo stalker. o e Va l t e r c i c o n o s c i a m o b e n e , forse troppo bene. Certe puttanate si fan- Quindi a questo ultimo incontro mi ha chiesto di accompagnarlo. Per evitare di stroz- no soltanto per amici come Valter. Lui sta guidando, io gli sono seduto a zarla e di doversi liberare da solo del cadavere. fianco. Uno di quei pomeriggi invernali giallo pallido, autostrada alle tre, “Almeno tu mi aiuti a metterla in un sacco e a buttarla in qualche discarica”. capannoni allineati uno all’altro che si avvicinano e si allontanano in una “Ah beh, ne sono molto onorato”. sequenza monotona. Ci conosciamo così bene che non c’è bisogno di parla- Fare lo stalker è una specie di lavoro a tempo pieno e chi lo esercita lo vive logo- re: bastano i gesti, i sospiri, le posture. Oggi Valter ha la testa da un’altra randosi quanto e forse più dell’oggetto delle sue molestie. Valter saranno tre settima- parte: torcicollo; ma dimentica anche di continuo la quarta, va su di giri e ne che rischia di venire denunciato, ma lei è all’estero e finora tutto è sembrato così nemmeno se ne accorge, continua a far finta di ascoltare la radio. virtuale da non far scattare alcun tipo di allarme in quella sua testa innamorata. ILa strada da fare è tanta, tutta verso est e il sole sta tramontando alle nostre “Ho speso 1.300 euro di telefonino”. spalle, la luce da diretta televisiva anni Ottanta trapassa indolore verso un bianco e “Non puoi insultarla via Skype?”. nero e poi nero infine, tutto in pochi attimi. “Mette giù”. Conto il tempo con le sigarette, al primo accenno di mal di testa son passate tre “Invece al telefono sta a sentire te che urli?”. ore esatte. “Risponde solo al fisso e sta a sentire me che le chiedo spiegazioni, non me che L’autogrill mi conforta, amo l’autogrill, ho avuto un lungo periodo di dipendenza urlo...”. da autogrill, quando viaggiavo quasi tutti i giorni per andare a lavorare e facevo tipo Non glielo dico che su Skype mette giù perché è gratis e che invece al telefono lo 150 chilometri per andare e altri 150 per tornare. In quei momenti l’autogrill, come asseconda perché così lui poi sgancia 1.300 euro. tutta l’autostrada, assumeva significati che andavano al di là di quelli normalmente “E te le dà, le spiegazioni?”. assegnati loro. Ogni cartello dell’autostrada, ogni curva, ogni fabbrica con le sue inse- “Sì, ma non mi soddisfano”. gne, componevano un paesaggio mentale semi-onirico che il viaggiatore frequente ben “Nel senso che non dice quello che vorresti sentirti dire...” conosce e che coesiste al paesaggio naturale reale che comprende lui seduto immobile “Anche. Ma non solo.” che guida dentro l’abitacolo surriscaldato di una macchina. E l’autogrill, in questa “Dice balle?”. specie di video-game in cui è immerso il viaggiatore frequente, rappresenta davvero “Sì”. un qualcosa di notevole. Nella mia esperienza di viaggiatore frequente incontravo “Ha un altro?”. due autogrill, il primo era un Pavesi di quelli che passano sopra l’autostrada e potevi “Certo che ha un altro!”. mangiare al self-service e intanto guardare i bolidi lanciati, quelli che non si fermava- Già tanto che lo accetti senza compiere atti autolesionistici. Una volta Valter si no alle lusinghe della comodità. Il secondo era più dimesso, un normale autogrill con i è fatto riempire di botte dal padre buttafuori di una ragazzina di Trecate perché lei bagni fuori e le cassette musicali sbiadite ancora in esposizione che non le compra più aveva deciso di mollarlo per un altro vecchio come lui. nessuno da dieci anni. Io mi fermavo più volentieri a quest’ultimo: non c’erano scale “Ha un altro per forza!”. da fare. E nemmeno ascensori con la puzza di piscio. Arrivavo, parcheggiavo il più vi- “E tu cosa vuoi fare?”. cino possibile all’ingresso e in due passi ero dentro. Mi fermavo quasi sempre. Andavo “Non lo so”. in bagno, guardavo per qualche secondo le cassette, ordinavo un caffè, un’acqua, un “Stiamo andando in Austria, Valter. Non è un viaggetto che possiamo pernetterci pacchetto di caramelle ed ero felice. di fare a vuoto”. Valter, sugli autogrill, ha una teoria sbagliata, ma è la sua, che se la tenga, mi La strada è sempre diritta. Il buio è assoluto. Non arriviamo più. fa piacere che ci sia gente che pensa in modo speculativo agli autogrill. Valter appar- Dopo la frontiera c’è ancora da fare un sacco di strada. Si passa da Salisburgo e tiene a quel tipo d’uomo che usa senza soffrire. Non so se mi spiego. Lui usa le cose e poi si prosegue verso nord, Linz e poi ancora un po’ a est. Fare lo stalking a questa non è che pensa Oh dio, sto usando questa cosa. No. Lui la usa e basta, ecco, io non ci ragazza austriaca ha impegnato Valter in operazioni costose come affittare un in- riesco proprio. vestigatore o seguire i suoi movimenti su un auto a noleggio con autista cingalese; Per Valter l’autogrill non ha un vero e proprio aspetto e neppure un’anima, una operazioni vergognose come farsi vedere nei locali rovinandole la serata solo con la qualsiasi. Per lui, la sosta in autogrill non ha un significato che vada al di là di quello sua presenza da lontano; operazioni demoralizzanti come piangere nella cornetta ore dell’andare a pisciare e bere un espresso e guai a dirgli, anche solo ad accennargli, alla e ore. Poi lei ha lasciato l’Italia, Valter e il lavoro senza dir niente a nessuno. Ha orga- bellezza indubbia e confortante di questi luoghi perché cambierebbe discorso in modo nizzato tutto in fretta ed è sparita in modo chirurgicamente perfetto. È tornata a casa

94 numero 10 numero 10 95 Marco Drago

dai suoi in un paese austriaco al confine con la Repubblica Ceca e Valter l’ha saputo non so come e da allora la chiama di continuo. Lui usa queste donne così come usa l’autogrill e quando le donne si stufano di questa loro invisibilità e se ne vanno, lui avverte l’assenza di quel corpo e forse, mi viene il dubbio, perfino di quell’anima. La cosa lo fa impazzire. E quando un uomo molto ricco e viziato impazzisce, bisogna che ci sia uno povero e abituato al peggio che gli stia vicino. Il mese scorso Valter è stato operato per una lesione al tendine d’Achille e la convalescenza è coincisa con l’esplosione della sua rabbia verso la ragazza austriaca. Non essendo esattamente la prima volta che una storia di sesso e amore di Valter finiva più o meno in quel modo, nessuno ci ha fatto caso più di tanto. Le stampelle e la lucina intermittente della pazzia hanno funestato in simultanea quest’ultimo pe- riodo della vita di Valter. Una lucina che sfrigola nei suoi occhi e inonda il cervello di inchiostro nero nero nero. Quanto mi fa pena. Amici così sono una croce. Quelli che ti fanno preoccupare. Quegli amici che, prima di dormire e ripensi ai tuoi cari e li trovi tutti più o meno in salute e al sicuro, ti fanno sentire il calcio al cuore dell’ansia e ti rapiscono al sonno e ti restituiscono solo dopo attimi di fastidio e sudori freddi e sensi di colpa per non fare abbastanza e sensi di colpa per essere troppo egoista eccetera. “Sì”. Un tendine lungo quindici centimetri non ha nulla a che fare con il cervello, almeno “Ci arrestano?”. su questo posso dire di non aver mai letto niente in rete. Sono pochi gli argomenti dei “E certo!”. quali posso dire di non aver mai letto niente in rete, ormai. E i legami tra un inter- “Ma tu sei un visionario! Quando mai hanno arrestato uno per aver preso a calci vento chirurgico di ricostruzione del tendine d’Achille e crisi di gelosia patologica non una porta?”. sono mai stati presi in considerazione. “Secondo me, se vai in un paesino austriaco di notte e prendi a calci la porta di un Il gas soporifero a rilascio lento del motore che gira pigramente a centotrenta abitante del paesino, qualche altro abitante del paesino chiama la polizia. Non credo all’ora comincia a fare effetto e mi addormento cinque o sei volte nel giro di un minuto, di essere poi così visionario”. cinque o sei volte mi risveglio e mi riaddormento, fino a che cedo e lascio perdere tutto: “Mah...” e si rimette giù. A dormire. A pensare. Chissà. al volante c’è Valter. Posso stare tranquillo. Mica tanto. Non mi ha ancora chiesto il La fregola per la ragazza austriaca, a ben vedere, è un oggetto sbiadito ormai: la cambio, la gamba non gli fa male? Vedremo, vedremo... dormo. rabbia risplende ben più potente del ricordo dell’amore che c’è stato, se c’è stato, non Quando Valter finalmente mi chiede di guidare, mancano solo un centinaio di sarei disposto a giurarlo. Ho provato a suggerirlo a Valter anche prima di partire. chilometri al villaggio della ragazza austriaca. Valter è stravolto dalla stanchezza e Lui mi ha dato ragione. Non gli costa niente darmi ragione e poi decidere di testa sua dal male. Inghiotte due antidolorifici e cerca di dormire col sedile giù. È quasi notte, tutto il contrario di quello che gli consiglio io. Mi ha dato ragione: “È vero che ormai quando arriveremo non sarà l’ora giusta per andare a bussare. lei non mi interessa più. Ma è una questione di principio”. Una questione di principio? “Perché non ci fermiamo qua vicino a dormire?”, chiedo. Applicare la famigerata “questione di principio” ai rapporti con un altro essere umano “Negativo”. non è molto semplice. Il più delle volte si assiste a un elementare (ma devastante) “Siamo stanchi. Soprattutto tu. Guardati!”. scontro di volontà. Qualche volta si assiste alla sopraffazione e alla violenza. Tra un “Negativo”. uomo e una donna questo meccanismo è abbastanza consolidato con la donna nella “Okay, io guido, ma sono le undici e mezza, ora che arriviamo sarà anche l’una... parte della vittima e l’uomo nella parte del carnefice. che cosa intendi fare all’una di notte? Vuoi andare a suonare il campanello e dire “Ci fermiamo a dormire da qualche parte, ci dormiamo sopra, e domani mattina, Cucù, eccomi qua?”. dopo colazione e dopo averci ancora pensato bene, vediamo cosa fare”. “Non lo so”. “Negativo”. “Non lo sai... non sai mai niente. Cosa vuoi fare? Affidarti all’estro del momen- “Allora mi devi dire cosa vuoi fare. Io sono venuto con te. Hai una responsabilità to?”. nei miei confronti. Se non mi dici esattamente che cosa mi devo aspettare dal tuo “Come sempre”. incontro con la ragazza, io mi fermo al primo motel e non mi muovo nemmeno se mi “Appunto, come sempre, e come sempre con risultati disastrosi!”. preghi in ginocchio”. Non è difficile dare torto a Valter perché lui, fondamentalmente, ha sempre torto, Valter non risponde. Guarda fuori dalla sua parte. Non c’è niente da vedere: i solo che non gliene frega niente di avere ragione o torto, a Valter. boschi sono tutti neri ed è come se non ci fossero. La strada è a doppio senso e non è “Non so cosa fare. Non ho ancora deciso, manca ancora qualche chilometro, giu- larga, i cartelli sono rari. Quando vedo la scritta “Haugschlag” davanti a me mi rendo sto?, e quindi userò questo tempo per pensarci. L’importante, adesso, è arrivare lì”. conto che siamo arrivati. Valter dorme. La Pension è davanti a noi, un alberghetto da “No. Non mi freghi”. due soldi in un villaggio che sembra minuscolo. Siamo nel paese più a nord dell’Au- “Ma chi? Chi ti frega?”. stria. In cinque minuti si arriva alla Repubblica Ceca. Cosa ci faccio qui non lo so. Val- “Lo so già che poi, una volta che siamo lì, tu prendi a calci la porta e ci arresta- ter dorme ed è quasi l’una, anch’io voglio dormire. Ma non oso svegliarlo. Se lo sveglio no”. prende a calci la porta della ragazza e ci arrestano. Spengo il motore. Non si sveglia. “Solo perché prendo a calci la porta?”. Mi metto col sedile giù anche io e dormo. Domani poi ci penseremo.

96 numero 10 numero 10 97 La foto Vintage

Per ricordare Gabriella Mercadini Ciao Ha lavorato per tantissime testate, quasi tutte di sinistra e ha esplorato molti campi Gabriella Mercadini, morta lo scorso febbraio. Veneziana d’origine, romana d’adozione ma più di tutto cittadina del mondo la 1972 ricordiamo con una sua foto e una sua frase: «Ancora oggi sono convinta che l’uso “sociale” della macchina Gabriella fotografica sia nato assieme alla mia presa di coscienza politica. O potrebbe essere il contrario...».

98 numero 10 ilil hanno collaborato ((h a n n o collaborato ) Orsola Casagrande nella letteratura italiana sulle principali riviste anche al Festival “Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge Maria Camilla Francesco Forlani Manifesto e La lettura, e il British journal of a ogni istante” Wislawa Szymborska giornalista e attivista (“L’Italia letteraria”, il italiane. Ha fatto parte internazionale della Brunetti scrittore, poeta e supplemento cultura photography project i l del Manifesto. È Mulino), oltre a vari studi del collettivo Kairos Fotografia di Roma 2007 Trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia z z anno III z z numero 10 z z 10 euro lavora da anni in performer. È redattore del Corriere della nel 2010 specializzata in sul Rinascimento Factory e nel 2011 ha editoria (prima a del sito internet Sera. Ha pubblicato il reportage internazionali. fondato il progetto Dead Pietro Masturzo Iperborea, ora alla “Nazione Indiana”. Ha romanzo “Il farmaco” Aldo Giovannitti Attualmente è Valerio Magrelli Porcupine fotogiornalista, si occupa Giulio Perrone pubblicato il romanzo (Fandango libri) e la ha da qualche corrispondente da è uno dei più importanti prevalentemente di editore) come “Autoreverse” plaquette “Antiprodigi tempo iniziato a Barcellona poeti italiani. Insegna Francesco Claudio fotografia politica e responsabile (L’àncora del e passi falsi” occuparsi di fotografia letteratura francese Cipolletta sociale. Ha pubblicato su comunicazione Mediterraneo). (Transeuropa), oltre prevalentemente a Ugo Cornia all’Università di Cassino. fotografo napoletano, ha importanti quotidiani e Treviso La città che amava una bambola di LELLO VOCE Equitalia Il Moloch del a saggi su Leopardi e indirizzo sociale nuovo millennio di MARiA TiZiANA LEMME No Tav “Di qui il treno non passerà” di ORSOLA e traduttrice dal Pioniere del self- CASAGRANdE Il personaggio Intervista a Franco Cordelli di GiLdA P O L iCASTRO scrittore, ha pubblicato Ha diretto la collana di collaborato con diverse riviste, ha fatto parte del Sardegna In cerca di Sergio Atzeni di FRANCESCO FORLANi Atene La Grecia ancora in ostaggio di MATTEO TACCONi Los Angeles Nel Laurel IL francese. Vive a Roma publishing in Italia Sanguineti rAccoNTo Canyon con Jimi, Joni & Frank di CARLO GRANdE Fotoreportage “Finis Austriae” Borneo di PATR iCk RuSSO Periferia romana di STEFANO SNAidERO di MARCO dRAGO con Sellerio, Feltrinelli, conpoesia “Chiunque di Guanda cerca e la agenzie fotogiornalistiche Maurocollettivo Kairos Factory OrsolaEdt, Quodlibet. Suoi chiunque”.collana “Scrittori Dirige tradotti la Matteopubblicando Tacconi su quotidiani Guglielminottie ora collabora con gli gliautori autori Casagranderacconti sono apparsi rivistada scrittori” letteraria di Einaudi. Sud seguee magazine i Balcani, italiani. Si fotogiornalista,l’Agenzia OnOffPicture. vive giornalistasulle riviste e attivistaIl Semplice, Tra i suoi libri più recenti l’Europaoccupa principalmente centro- aNel Parigi 2010 e hacollabora vinto il Corrado Abbate delL’accalappiacani, Manifesto. Diario. Valeria“La vicevita. Gentile Treni e viaggi orientaledi fotografia e la sociale Russia ed conWorld Leemage Press Photo, e Corrado Abbate Insegna filosofia a in treno” (Laterza). ambientale. Ha fatto Picture of the Year pianistapianista torinese, torinese, suona È specializzata giornalista freelance, come giornalista News-Pictures. Fa Modena Collabora a Repubblica parte del collettivo suonanel nelJazz JazzMultiverse in reportage cura il sito “Altri freelance. Collabora parte del gruppo Kairos Factory e nel Ugo Panella MultiverseQuartet. Quartet.L’ultimo suo cd internazionali. occhi”, dedicato con diverse testate di fotogiornalisti Riccardo Davide L. Malesi 2011 ha fondato il fotogiornalista, ha L’ultimoha per suo titolo cd “Dummy ha per Attualmente è al reportage. Ha italiane, tra cui italiani Buenavista, De Gennaro giornalista, ha scritto il progetto Dead Porcupine iniziato a lavorare negli titoloand “Dummy human”, ospiteand Flavio corrispondente da collaborato, tra le altre Europa, Limes, East ha pubblicato su ha lavorato al Sole-24 romanzo “Veramente anni Settanta coprendo human”,Boltro ospite Flavio Barcellona. testate, a Il Mucchio e Narcomafie. Ha importanti riviste e Ore e a Repubblica. Suoi difficile ripetere il Mario Dondero i conflitti nel Centro Boltro Selvaggio, Narcomafie, all’attivo due libri, quotidiani Franco Arminio Giordanoi romanzi “I Cossugiorni della Internazionalemedesimo stratagemma” e “Kosovo”importante e e“C’era noto America. Poi, dedicandosi lumaca” (Casagrande) (Rgb Media) e il libro fotogiornalista italiano, dai principalmente al Alessandroscrittore, poeta, giornalista e AltraEconomia una volta il Muro”, Stanislav Krupar e “La Comune 1871” di viaggio “101 itinerari primi anni Cinquanta a reportage sociale in Alvianidocumentarista. Ha documentarista entrambi Castelvecchi fotografo (Transeuropa”), oltre da fare in motocicletta oggi ha collaborato con i vari paesi del mondo, è unpubblicato giornalista con molti indipendente. Si Carlo Grande cecoslovacco, al libro-reportage almeno una volta nella più importanti quotidiani ha collaborato con frelance.editori. Lavora Suo ultimo a libro occupa di temi di giornalista, scrittore Lello Voce ha pubblicato su “Mujeres” per vita” (Newton Compton) e riviste, principalmente importanti giornali, Berlino“Oratorio dal 2006, bizantino” sviluppo nel Sud del e sceneggiatore, poeta, scrittore, importanti riviste riviste e organizzazioni occupandosi(Ediesse). In in uscita un mondoManifestolibri. e situazioni Collabora collabora alle pagine performer.italiani e francesi È tra i ceche e internazionali, particolarevolume di di “reportage politica, di crisia l’Unità umanitarie. culturaliRiccardo della Palmieri Stampa. fondatori del Gruppo qualiinternazionali Geo, Stern, economiapaesologici” e cultura con È co-autore di un Hagiornalista, pubblicato è stato 93.Gabriele Ultimo suo Ferluga lavoro: National Geographic tedesca.Mondadori Collabora alla documentarioValeria Gentile sul numerosiresponsabile romanzi cinema e “Piccolaè principalmente cucina autore eSimone ha vinto Perolari numerosi Stampa post-terremotogiornalista freelance, raccontidel Radiocorriere con l’editore Tv cannibale”,di saggi e documentari progetto premifotogiornalista, ha Samuel Beckett di Haiticura il (“Goudou sito “Altri occhi”, Pontee caporedattore alle Grazie di collettivonel campo di della poeti, storia pubblicato su importanti Mariascrittore Borio e drammaturgo goudou,dedicato le vocial reportage. Set. Ha pubblicato una musicisticontemporanea. e disegnatori Patrickriviste italiane Russo e poetessa,irlandese dottoranda del Novecento ignorateHa collaborato, della tra le Mariamonografia Tiziana su Audrey diAttualmente fumetti per vive Squilibri e lavora fotogiornalistainternazionali, vive in italianistica, ricostruzione”)altre testate, a Il Mucchio LemmeHepburn, pubblicata da editorea Madrid italodanese,e lavora a Parigi. laureato Ha collaboraIsabella alle Borghese premiatoSelvaggio, al Narcomafie,Festival di giornalistaCurcio editore del Mattino allacollaborato Danish aSchool lungo of rivistegiornalista, Atelier, collabora a giornalismoInternazionale di Perugia e e del Messaggero. I YuriFOTOGRA KozirevFI Mediacon Grazia and NeriJournalism, e ora AllegoriaLiberazione. e Studi Ha scritto AltraEconomia CollaboraAlessandro anche a fotogiornalista russo, nelcollabora 2010 conha fattol’agenzia parte Novecenteschi.“Sovvertire il diluvio”,Sue Riccardo De RaiNews24.Raveggi Ha scritto Enricoda più di vent’anniColussi degliLuzPhoto. “Emerging Da qualche Talents poesiededicato sono alla apparse lotta dei GennaroGraziano Graziani perpoeta, Derive/Approdi, drammaturgo, fotoreportercopre i più importanti ofanno Reportage” lavora su un di su L’Almanaccoprecari Ispra. In dello uscita ha scrittore,lavorato criticoal Sole-24 teatrale Cuen,narratore, Astorina, ha vissuto professionistaconflitti mondiali, di dalla Gettyprogetto Images. sulle porte Pubblica Specchioa novembre e sulla per rivista Zona Oree giornalistae a Repubblica. free-lance. Vibrisselibri,due anni a Città Website Treviso,prima guerra si occupa in Cecenia sud’accesso importanti all’Europa giornali dal “Poesia”editrice il suo “Senza SuoiÈ statoi romanzi redattore “I del Horrordel Messico come prevalentementeall’Afghanistan. Dal di2003 etitolo riviste WELCOME internazionali casa”. giornisettimanale della lumaca” Carta. ricercatore universitario. reportageal 2009 ha sociale,vissuto in Nicola (Casagrande)Collabora a Paesee Sera, ValerioHa pubblicato Magrelli la pièce lavoraIraq lavorando per la Tribuna per Time, di StefanoAlessandro Snaidero Sala BottiglieriMaria Borio “LaLo Comune Straniero, 1871” Frigidaire ed è uno“A party, dei piùa song for Leo” Trevisodall’inizio del 2011 è fotogiornalista,fotografo milanese dopo insegnapoetessa, Letteratura collabora alle (Transeuropa),è corrispondente oltre della importanti(Titivillus), poetidue raccolte di presente in NordAfrica a averavora conseguito presso lo studio ispanoamericanariviste Allegoria, Atelier al libro-reportagetestata brasiliana Opera italiani.poesia Insegna per Zona editrice Seanseguire Gallup la rivoluzione e la unfotografico master inControluce all’Universitàe Studi Novecenteschi. di “Mujeres”Mundi. I suoiper scritti sono Letteraturae “La trasfigurazione francese fotogiornalistaguerra in Libia. Ha vinto fotogiornalismodi Milano. Nel 2006 ha Cassino.Sue poesie Fra le sono sue apparse Manifestolibri.raccolti nel blog “Stati all’Universitàdegli animali indi bestie” professionista,numerosi e prestigiosi da collaboratoinizia a collaborare con varie con operesull’Almanacco di narrativa: dello Collaborad’eccezione” a l’Unità Cassino.(Transeuropa). Tra i suoi È tra oltrepremi. dieci Collabora anni staff con agenzieil fotogiornalista e importanti Alex “Le Specchiocase di Neruda”e sulla rivista ultimii primi libri firmatari “La vicevita. di photographerl’agenzia Noor a Getty rivisteMajoli cone quotidiani cui realizzerà e “Afrore”Poesia. (entrambi MarcoStefano Drago Jossa TreniGenerazione e viaggi TQin Images A Berlino qualiimportanti Repubblica, progetti Mursia), “Tristissimi scrittore,insegna conduttoreletteratura treno” (Laterza) e “Il Cristina Martone Corriereespositivi edella porrà Sera, le Tropici”Maria (Ilisso). Camilla Il e autoreitaliana radiofonico.all’Università di Sessantottoi FotograFi realizzato Georgeè fotografa Georgiou di reportage l’Espresso,basi alla creazione ilVenerdi, del suo Brunettiultimo libro è FondatoreLondra, Royal della Holloway rivista da Mediaset” haper fotografato Officine Fotografiche. negli Internazionalecollettivo Cesuralab un e-booklavora da su anni Capo in editoria “MalteseCollege. narrazioni”. È saggista (Einaudi).Raffaele Collabora Capasso a ultimiCon dueanni progetti, nei Balcani, Horn:come “A responsabilesud del sud, Ha epubblicato critico letterario. romanzi Repubblicafotografo napoletano, si inOstiense25 Turchia e ein (im) Grecia, Collabora alle pagine di occupa principalmente vivendopossibile, in ha Serbia, esposto a in quasicomunicazione fuori della carta e e racconti con 2037-3791 geografica”traduttrice dal francese. FeltrinelliAlias e del e MinimumManifesto. Gildadi fotografia Policastro sociale ed Atenecollettiva e Istanbul, a Fotoleggendo tra gli Vive e lavora a Roma faxHa pubblicato un libro italianista,ambientale poetessa, in Italia e altri2006 premi e 2008. citiamo Il primo il sull’identità nazionale scrittrice.all’estero. ScriveHa pubblicato su il Wppprogetto nel 2003ha partecipato e 2005 9 772037 379008