Il Lago Di Canterno
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Quadrimestrale dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Frosinone Reg. Tribunale di Viterbo n. 408 del 31/05/1994 maggio-agosto 2009 - anno XVI - n. 20 SOMMARIO EDITORIALE In copertina: Massimo Terzini, S. Maria Sàlome, Veroli (particolare) Centri storici e minaccia sismica Giovanni Fontana pag. 2 Direttore responsabile Giovanni Fontana Comitato Scientifico Redazionale TERREMOTI Daniele Baldassarre Luigi Bevacqua Francesco Maria De Angelis L’Aquila città d’Europa Alessandra Digoni Giovanni Fontana Intervista ad Antonio Gasbarrini Giovanni Fontana pag. 4 Wilma Laurella Stefano Manlio Mancini Giorgios Papaevangeliu Maurizio Pofi TESI DI LAUREA Alessandro M. Tarquini Responsabile Dipartimento La grande centralità delle città di fondazione Informazione e Comunicazione Francesco Maria De Angelis dell’Agro Pontino Laura Fabriani pag. 13 Segretaria di redazione Antonietta Droghei Impaginazione e grafica L’ARCHITETTURA E LA STORIA Giovanni D’Amico Stampa Tipografia Editrice Frusinate Sabaudia: una storia lunga 75 anni Luigi Bevacqua pag. 18 03100 Frosinone - via Tiburtina, 123 Coordinamento pubblicità D’Amico Graphic Studio 03100 Frosinone - via Marittima, 225 DETTAGLI tel. e fax 0775.202221 e-mail: [email protected] L’architettura della “differenza” Massimo Terzini pag. 25 ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA DI FROSINONE Presidente: Bruno Marzilli Le poetiche del ferro in architettura Gio Ferri pag. 29 Vice Presidente: Dario Giovini Vice Presidente: Alessandro Tarquini Segretario: Francesco Maria De Angelis Tesoriere: Gilberto Venditti IL TERRITORIO E LA STORIA Consiglieri: Lucilla Casinelli Stefano Celani Canterno, il lago che non c’era Gaetano De Persiis pag. 34 Maurizio Ciotoli Giulio Mastronardi Pio Porretta Le mura megalitiche del Lazio meridionale Consigliere Junior: Adamo Farletti Archeologia tra storia e mito al Complesso del Vittoriano Daniele Baldassarre pag. 42 Segreteria dell’Ordine 03100 Frosinone - piazzale De Matthaeis, 41 Grattacielo L’Edera 14o piano tel. 0775.270995 - 0775.873517 fax 0775.873517 sito Internet: www.fr.archiworld.it e-mail: [email protected] EDITORIALE ntonio Gasbarrini, critico e storico dell’arte evidenza lo strettissimo rapporto di causa ed A aquilano, ora “naufrago” sulla costa tera- effetto tra la distruzione parziale delle abitazio- mana, che ci ha rilasciato l’intervista che pubbli- ni nelle prime scosse e quella definitiva: “E a di chiamo in apertura, ci ha fornito preziose indica- 17 de Dicembre 1461, a ore 8 de nocte, reven- zioni bibliografiche sui terremoti che hanno scon- ne uno terramuto bono granne che tutcte le per- volto in passato la città dell’Aquila. sone, ch’erano rannate a casa retornarono a «La Cronica rimata [della città dell’Aquila, dalla fare le logie, come aviano facte da prima. E ca - sua fondazione del 1254 al 1362] fu scritta da scarono paricchie case da quelle ch’erano conta- Buccio di Ranallo, nato nella città federiciana sul minate dallu primu terramuto e lle persone tutte finire del Duecento da genitori provenienti da stanno con gran paura”. Poppetlum, l’attuale Coppito, proprio dove il Go - Il terremoto, iniziato il 27 novembre terminerà ai verno italiano ha organizzato il G8. primi di gennaio, dopo di che “tucti li omini sono Buccio fu testimone oculare del terremoto che nel retornati ad avetare [abitare] in le loro case”. 1349 distrusse la città e fece contare 800 morti: Mentre gli aquilani dei tempi di Buccio di Ranallo “Corria li annjs Dominj annj mille trecento / e e di Francesco d’Angeluccio di Bazzano, poterono più quaranta nove, credete ca no mento, / quan- rientrare in una città più bella e più ampia di no fo lu terramuto / e questo desertamento; / prima (città poi nuovamente distrutta nel terre- e quillj che moreroci, Dio li abia a salvamento”. moto del 1703, ma ostinatamente riedificata), La sua descrizione del “desertamento” della città buona parte degli attuali discendenti non conosco- evoca in modo impressionante tutto il pathos che no ancora il loro ingrato destino. sei secoli e mezzo dopo sarebbe scaturito dalla tra- La descrizione dell’altro terribile terremoto del gedia del 6 aprile: “Quanno le case cadero / fo 1703 (con migliaia di morti), da parte dello sto- tanta polverina, / no vidia l’uno l’altro quella mati- rico Antinori, ci aiuta a capire – in uno dei passi na; / multi ne abe a ucidere senza male de ruina: salienti – come fu impossibile, all’epoca, rico- / ben se llj de’ conuscere la potenzia divina”. struire fedelmente la città distrutta, riedificata pre- Castigo divino per antonomasia, il terremoto di valentemente con le macerie, e perciò meno bella Centri storici quel 1349 durò poco più di 9 settimane e fu e grande: “Dopo questo orrido disastro, la città affrontato con l’intelligenza dovuta: “No iaceva- nuovamente ricostruita non poté rappresentare mo in case ma le logie [baracche] facemmo, / più l’antica. La fisionomia dell’Aquila fu cambia- più de nove semmane pur da fore iacemmo; / ta, le sue alte torri o scomparse o ricostruite più più friddu assai che caldo / in quillo tempo avem- basse, i suoi grandi palazzi o scomparsi anch’es- e minaccia sismica mo / e de nostri peccatj pochi ne penetemmo”. si o riedificati più piccoli e con moderna architet- Un altro cronista aquilano, Francesco d’Ange luc - tura. Questa città bisogna immaginarsela rico- cio di Bazzano, nelle Cronache delle cose del - struendola con la fantasia coi pochi avanzi di l’Aquila descrive con vivido realismo le varie quella distrutta”. scosse dell’altro terremoto abbattutosi sulla città In effetti confrontando visivamente questa descri- di Giovanni Fontana poco più di un secolo dopo, mettendo però in zione della città ricostruita ex novo nei primi del 2 TERRITORI Settecento (vale a dire L’Aquila che avevamo più sensibili, hanno adottato particolari provvedi- conosciuta, ammirata ed amata fino al 5 aprile) menti di tutela, ma, purtroppo, nella generalità con la città analiticamente dipinta con tutte le sue dei casi mancano strumenti efficaci. In tema di chiese, piazze, fontane, palazzi, mura di cinta e terremoto, per esempio, con la direttiva P.C.M. porte da Paolo Cardone nel Gonfalone (1572) del 12 ottobre 2007 si pone attenzione alla fortunosamente e fortunatamente recuperato valutazione e riduzione del rischio sismico del dalle recenti macerie del Castello Cinquecentesco, patrimonio cultura- si può percepire abbastanza bene “la riduzione di le, con riferimento scala” urbana subita. Riduzione ora tristemente alle norme tecniche in atto, che svuoterà (chissà per quanti anni!) la per le costruzioni. Il città capoluogo di una buona parte dei suoi abi- documento fornisce tanti. A fronte di tale riduzione sarà incrementa- indicazioni per defi- ta giocoforza la dispersione fuori dalla cinta urba- nire l’azione sismi- na. E dire che gli statuti medioevali della città ca, in relazione alla vietavano la costruzione di case fuori le mura, pericolosità del si - come ricorda puntualmente l’architetto matema- to, alle caratteristi- tico Pi co-Fonticulano nella sua cinquecentina De - che della struttura e scittione di sette città illustri d’Italia: “Non ha alla destinazione palazzi attorno, perciò che per un statuto fatto a d’uso del singolo manufatto. Bene. Ma i centri Il terremoto che colpì tempo delle discordie e nemicitie civili, si vieta storici nella loro complessità (e fragilità) struttura- il Regno di Napoli il 30 le luglio 1627 in una agli aquilani il quivi habitar con le famiglie”. quando saranno presi in considerazione? stampa di Giovanni de Invece ora, per una perversa, vendicatrice Ne - Sembra impossibile, eppure negli ultimi anni per- Poardi (Roma, 1627). mesi, il nucleo più consistente delle casette anti- fino i temporali di portata appena fuori dell’ordi- sismiche costruite tutte extra moenia, sta spun- nario falciano le loro vittime.1 La Carta di Gubbio, tando proprio a Bazzano, la terra del nostro cro- nel 1960, stabiliva che i centri storici sono monu- nista Francesco D’Angeluccio». menti in sé, imprescindibili dal suo contesto socia- La cosa che più angoscia di fronte a questo terre- le. In realtà essi costituiscono la più grande ric- moto è sapere che per i centri storici, in Italia, si chezza della nazione. Ecco, allora, che le attività sta facendo poco e niente, mentre si continua con di salvaguardia e di recupero acquistano un valo- immutata “voracità” ad impegnare aree libere re fondamentale ed assoluto. In quest’ottica, l’ur- con nuovi interventi. In Italia in quindici anni è genza della rivitalizzazione del centro urbano stata cementificata una superficie pari a quella dell’Aquila, visto come complesso monumentale della regione Abruzzo e della regione Lazio mes - unitario, riveste valore fortemente e universal- se insieme; mentre devitalizzazione e spopola- mente emblematico. mento, incuria e degrado hanno continuato e con- 1. Mentre la rivista è in composizione registriamo la tra- tinuano a colpire la maggior parte dei centri, talo- gica notizia del nubifragio di Giampilieri e Scaletta ra irrimediabilmente. È vero che alcune comunità, Zanclea. TERRITORI 3 TERREMOTI Il valore delle architetture e la loro molteplicità, N riassunta nella figura di Giovanni Fontana el numero scorso abbiamo simbolica del pubblicato un’intervista ad An - tonio Gasbarrini, storico e critico d’arte aquilano, editore e galle- numero 99, rista, Art Director del “Cen tro Do cumentazione Artepoesia Con - qualificano il centro temporanea Angelus No vus”, fondato