Vita Di Andrea Doria
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Francesco Domenico Guerrazzi Vita di Andrea Doria www.liberliber.it Questo e-book è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Vita di Andrea Doria AUTORE: Guerrazzi, Francesco Domenico TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: Il testo è presente in formato immagine sul sito The Internet Archive (http://www.archive.org/). Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.net/) tramite Distributed Proofreader (http://www.pgdp.net/). CODICE ISBN E-BOOK: non disponibile DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/ TRATTO DA: Vita di Andrea Doria / di F. D. Guerrazzi - Milano : Guigoni, 1864 - 2 v. ; 19 cm. – vol I 386 p. : 1 ritr. ; 19 cm. – Vol II 386 p. ; 19 cm. CODICE ISBN FONTE: non disponibile 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 22 luglio 2014 2 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima DIGITALIZZAZIONE: Distributed proofreaders, http://www.pgdp.net/ REVISIONE: Barbara Magni, [email protected] IMPAGINAZIONE: Claudio Paganelli, [email protected] PUBBLICAZIONE: Claudio Paganelli, [email protected] Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradimento, o se condividi le finalità del "progetto Manuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/online/aiuta/ 3 VITA DI ANDREA DORIA DI F. D. GUERRAZZI. VOLUME PRIMO. MILANO. CASA EDITRICE ITALIANA DI M. GUIGONI. 1864. 4 Dritti di traduzione e riproduzione riservati. NB. Tutte le copie non munite della firma dell'editore verranno considerate come contraffatte. M. Guigoni Tip. Guigoni. 5 AL POPOLO LIGURE, Questo libro della Vita di Andrea Doria, come pegno di fratellanza, testimonio di gratitudine per l'onesto ospizio, e augurio certo che i popoli, esperti nelle moltiplici arti delle varie tirannidi, s'incammineranno di ora in poi senza deviare nel sentiero della libertà, dedica F. D. GUERRAZZI. 6 ANDREA DORIA Ma il giudicio dei posteri severo Fruga chi oprò col senno e con la spada, E lo dimostra in suo sembiante intero. 7 CAPITOLO I. Da cui nascesse Andrea Doria, e quali i primordii della vita di lui. Francesco Guicciardino, uomo nella pratica delle faccende umane certamente a veruno secondo, lasciò scritto, essere, giusta l'opinione sua, i contemporanei spositori di storie eccellentissimi, massime se, oltre all'ingegno arguto, avvenisse loro di pigliarci parte o come magistrati o come guerrieri; ed in questa sentenza si trova condotto dal considerare che, le cause degli avvenimenti umani essendo moltiplici, taluna ci opera a modo di principale, mentre tal altra ci fa officio di accessoria: [2] questa comparisce meno, quella più; nè tutte spettano alla vita pubblica, anzi moltissime alla privata, e le seconde, per celarsi meglio, non esercitano minore virtù: donde accade che, chi viene dopo, ne ignori molte per necessità, avendole cancellate il tempo dalla mente degli uomini, ed egli, costretto a servirsi delle uniche che rimangono, le quali sono ordinariamente le più strepitose, il fatto gli si presenta spesso o non bene intero, o alterato, e quindi il giudizio o manco o fallace. Tali senza dubbio gli svantaggi, nè forse i soli, di quelli che imprendono tardi a scrivere storie, e nondimanco a cui ci mediti sopra si farà manifesto, come non rimangano senza un qualche compenso gli 8 scrittori che vengono dopo. Di fatti: per conoscere le cause segrete moventi la volontà dell'uomo non basta vivergli contemporaneo, bensì bisognerebbe vivere nella sua intrinsichezza; e poi non è mica sempre sicuro, che gli uomini illustri, lasciandosi talvolta pigliare il sopravvento in casa dalle passioni, non vogliano e non possano contenerle nelle faccende pubbliche: ma, quando anco non ci fosse altro vantaggio, per me giudicherei sufficiente questo uno: che, dopo molto secolo scrutando i fatti altrui, è agevole non [3] lasciarsi tirare dallo amore o dall'odio, mentre, per quanto tu sii di animo saldo, tu non potrai impedire, anco senza addartene, che, tenendo proposito dei viventi, le soverchie lodi, od i soverchi biasimi, co' quali li proseguono i volgari intelletti, non facciano forza alla tua mente. E vuolsi eziandio considerare quest'altra cosa, che i contemporanei assistono in certo modo alla sementa dei fatti; chi viene dopo assiste alla mietitura; i primi non possono argomentare i resultati se non per via di divinazione, mentre i secondi gli leggono espressi, e però a questi, meglio che agli altri, è dato conoscere se, come, e quanto il personaggio pubblico mescolasse affetti privati nei maneggi dello Stato, per quale modo l'offendesse, e, chiamatolo a sindacato, chiarire se bene o male della Patria meritasse, le opinioni favorevoli come le contrarie profferìte dal senso volgare, secondo giustizia, revocando o confermando. In questa medesima guisa, si ha dalla Storia, i Siciliani ai tempi di 9 Timoleone citarono le Statue dei tiranni a rendere ragione delle cose operate nella vita dal personaggio che rappresentavano, e, trovatolo reo, ne vendevano il simulacro nel mercato pubblico come si costumava con gli schiavi, e tutti li venderono, [4] tranne Gelone, come quello che, rompendo i Cartaginesi ad Imera, liberò la patria dagli stranieri; e meritamente, chè un tanto benefizio molte colpe lava. Incominciando pertanto, con lo aiuto di Dio, a mettere mano a questa opera d'insegnamento politico e di giustizia riparatrice, io piglio a discorrere della vita e dei gesti di Andrea Doria, di cui la Liguria si onora così, da riporlo tra i più incliti benefattori della umanità. Circa alla nascita di lui si vuole dire, che, pari alle eccelse, non fu seconda a quella di nessuno in patria nè fuori. Sembra alla più parte degli uomini, che, per nascere illustre, persona meriti lode, e veramente pel solo fatto del nascimento non ne merita alcuna; ma tu hai da considerare come riesca più agevole acquistarci qualche rinomanza uscendo da umile stato, che splendere di propria luce in mezzo ad antenati famosi, e Andrea, gli ebbe famosissimi. Che se al nato in umile condizione la necessità da una parte fa guerra, dall'altra questa stessa necessità gli è stimolo al fianco tanto, che essa fu detta madre d'industria; mentre, pei copiosi di beni, formano gagliardo eccitamento ad oziare le glorie avite, e la molta sostanza persuade il vivere molle e superbo, nemico ad ogni atto gentile. [5] Corre assai credibile una tradizione, ed anco 10 qualcheduno lo ha scritto, come la casa Doria esca da un Arduino conte di Narbona, il quale, venuto in pensiero di visitare il santo sepolcro, si riducesse in Genova, dove lo accolse ospite in casa sua certa vedova della Volta stata moglie ad un suo fidato compagno di arme: ora avvenne, che, infermandosi il conte mentre qui dimorava, una delle figliuole della matrona chiamata Oria, e per vezzo Orietta tanto amorevole sollecitudine si pigliasse di lui, che il conte prima ne sentì gratitudine, poi, con facile passo, amore; effetti soavissimi di cause soavi, quali appaiono essere la benevolenza, la gioventù e la bellezza. Per lo che il conte restituito in salute, e dopo avere debitamente sciolto il voto in Palestina, tornò a Genova dove si tolse a moglie la fanciulla di casa della Volta. E qui, o gli piacesse la stanza, o a casa sua gli toccasse a sostenere fastidii, o quale altra causa lo movesse, deliberò fermarsi ad abitare: pertanto, venduta ogni sua possessione altrove, nel luogo che oggi chiamano Portoria, comperò terre, e costruì case fino al numero di dugento, i conduttori delle quali durarono un pezzo a pagare il censo ai più remoti discendenti del Conte. La prosapia che ne venne fu chiamata dei D'Oria, piacendo [6] mantenere fuori e in casa presso i cittadini la memoria dell'ava benemerente: ora, non sapendo io se ricercando più oltre si potesse trovare della stirpe dei Doria origine più certa di questa, a questa mi attengo, perchè so che più gentile non verria fatto rinvenirla di certo. Io mi passerei volentieri del poco degno ufficio di 11 narrare quali fossero i maggiori di Andrea, dove mi fosse mestieri svolgere copia di pergamene, ma, poichè tu trovi scolpiti i gesti dei suoi padri sopra tutta la facciata marmorea della chiesa gentilizia di San Matteo di Genova, e meglio assai nelle pagine della Storia, non fie grave a me scrivere, nè ai miei lettori leggere di qualcheduno di loro. La Storia e i marmi pertanto ricordano un Ansaldo Doria consolo di Genova, che con 65 galere e 160 vascelli espugnò Almeria; e Nicolao, inclito nelle arti della pace quanto Ansaldo in quelle della guerra, imperciocchè, col suo ben fare, seppe rimettere in accordo i reali di Napoli co' Genovesi. Oltre all'Ansaldo acquistarono terre per la repubblica, o le recuperarono perdute, Obertino espugnatore della Canea, Lucchetto e Michele, i quali tornarono in devozione di San Giorgio quella parte di Corsica ribellata per virtù del Giudice della Cinarca; Corrado vincitore delle torri di porto Pisano e [7] di Ghio; Filippo conquistò Negroponte; Antonio, Carpena in Catalogna. La Meloria compartì infausta, e nondimanco perenne gloria a Uberto, che vi mise in fondo la fortuna di Pisa; e, dieci anni dopo, nelle acque sicule, egli sfidava a pari duello a morte i Veneziani, che non tennero la posta.