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1182, Torre

Patto giurato

I vallerani di Blenio e di Leventina giurano di assediare fino all'espugnazione il castello costruito a Curtero, salvo ordine contrario dell'arciprete O(berto) e di impedire di costruire un castello nelle Valli Blenio e Leventina senza il loro consenso. Se tuttavia venisse edificato un castello nelle dette valli e la maggioranza dei vallerani di Blenio richiedesse ai leventinesi, o viceversa, un aiuto per la distruzione del castello, le due valli si soccerreranno reciprocamente. Inoltre i vallerani di Blenio giurano che se Artusio da Torre non dovesse consegnare il castello nelle mani dell'arciprete e dei vallerani entro la domenica successiva, né lui, né suo figlio, né i loro discendenti otterranno l'ufficio di avogadro, giudice o notaio nella corte di Sala. Infine i vallerani di Blenio giurano che i «placita» che si celebrano a Sala ogni anno a novembre non saranno più tenuti sotto qualsiasi «potestas» abitante nelle valli di Blenio e Leventina o nel territorio che si estende dal Monte Ceneri e 'Sass da Pin' (Gambarogno) fino al Lucomagno e al culmine della Greina.

Notaio scrivente: Iohannes n. Notaio autenticante: Philippus de Leventina n.

Copia autentica (1230 ca.); lat. ASTi, Pergamene, Blenio 1 150 x 250 mm, righe 20. Cinque fori lungo le piegature. Edizione: Biscaro, Origini, p. 67; Meyer, Blenio e Leventina, pp. 259-260; BSSI II (1927), p. 49; Besta, Giuramento di Torre, p. 122; Clemente, Castelli, BSSI (1974), p. 178; Aureglia, Serment de Torre, pp. 19-21; MDT Bl., pp. 14-17, nr. 1; Cavanna, Vismara, Il Patto di Torre, p. 15; Il Medioevo nelle carte, pp. 44-48. Regesto: Dalberti, Cartolaro, p. 178; Martinola, Il «Cartolaro» di Blenio, BSSI LXXXVII (1975), p. 190-191; Bertoni, Cenni storici, p. 10; Toschini, Valle di Blenio, p. 45.

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29 maggio 1195, Piacenza

Privilegio imperiale / Privilegium

L'imperatore Enrico VI, in considerazione della fedeltà e dei servizi resi da Veneroso, figlio di Brandalisio «comitis palatini de Venerosis de Ripa Insule Suçarie et Bardine et quarte partis totius civitatis Verone», conferma al detto Veneroso il diritto di legittimare figli illegittimi, creare notai e giudici e concedere la grazia a due banditi o prigionieri in ogni città. Il detto Veneroso giura fedeltà all'imperatore contro qualsiasi persona, ad eccezione del papa e della Chiesa romana.

Notaio autenticante (della copia da originale): Gerardus filius olim domini Iuncte de Sancto Miniate i.a.n. Notaio autenticante (della copia da originale): Iohannes Curadus de Sancto Laurentio n. Cumanus f.c. Bola<...> de Sancto Laurentio de Cumis. www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio autenticante (della copia da originale): Petracinus Brocus n. Cumanus et scriba palacii Cumani f.q. domini Anrici Broci iurisperiti Cumani. Notaio autenticante (della copia da originale): Egidius de Rubeis de Cassio Parmensis n. et iudex ordinarius domini comitis Bartholotti [de Venerosis] a.i.

Copia autentica (di originale) (1298 gennaio 28, Como); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 1 610 x 605 mm, righe 60. Sulla stessa membrana figurano le copie del privilegio imperiale del 29 maggio 1195 e del consilium del 27 giugno 1286, entrambe autenticate e pubblicate il 28 gennaio 1298, nel contesto della legittimazione di Benedusio del fu Nicola «de Castello» compiuta da Bartolotto, nipote di Veneroso «de Venerosis». Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe, un piccolo strappo cucito durante il restauro e due grossi fori, dei quali uno risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore sinistro. Regesto: Regesta Imperii IV/3, pp. 182-183, nr. 447 (da altri esemplari, con indicazioni delle edizioni precedenti).

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Sec. xii (?)

- / -

Due frammenti di codice ecclesiastico.

Copia; lat. ASTi, Torriani 1 (= cart. 88, nr. 2+3) 375 x 280 mm, righe 60. Il primo frammento (Torriani 2) è costituito da un unico foglio scritto nel recto e nel verso, il secondo (Torriani 3), che è stato tagliato lungo i margini, è invece costituito da due fogli scritti nel recto e nel verso. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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26 novembre 1214,

Vendita / Carta

Ottobono del fu Martino Fioroni di Arosio, agente anche a nome del nipote Guglielmetto figlio di suo fratello il fu Zanato, vende alla chiesa di S. Maria e S. Agata di Mugena, rappresentata da Martino Ferrari e da Uberto di Martino «de Guida», consoli di Mugena, nove appezzamenti situati «in fondo» e nel territorio di Arosio, che i detti venditori avevano acquistato da Guidotto di San Michele e dai canonici della chiesa di S. Maria di Como. Il prezzo della vendita è di 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ospinus qui dicor de Trevano iudex.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 2 280 x 495 mm, righe 23. Gravi lacune dovute a lacerazioni di medie e grosse dimensioni, in particolare nelle pieghe. L'inchiostro della pergamena risulta sbiadito. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 117.

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26 novembre 1214, Lugano

Locazione / Carta

Martino «de Ferrariis» e Uberto di Martino detto «de Guida», consoli di Mugena, e il vicino Anselmo Rosso, rappresentanti di Mugena e della chiesa di S. Maria e S. Agata di Mugena, investono a titolo di eredità ed enfiteusi Ottobono del fu Martino Fioroni di Arosio, agente anche a nome di suo nipote Guglielmetto, di nove appezzamenti situati «in fondo» e nel territorio di Arosio, venduti il giorno stesso alla detta chiesa dal medesimo Ottobono, al canone annuo di un sestario di olio d'oliva.

Notaio rogatario: Ospinus qui dicor de Trevano iudex.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 1 230 x 355 mm, righe 21. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, e qualche macchia. Edizione: CDT, vol. iii, pp. 20-22, nr. cxciii. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 117.

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15 (?) novembre 1225, Giornico

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 1.

Notaio rogatario: Vallentius n. de Leventina. Notaio autenticante (della copia da originale): Abrazabenus de Ture n. de Somargua f. c. ser Guilielmi n. de Ture. Notaio autenticante (della copia di altra copia): Antoniollus n., f. ser Iohanoli iudicis de Malvallia.

Copia autentica di altra copia (prima metà del xv sec.); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 2 460 x 290 mm, righe 51. Cinque piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione riportati dal notaio non concordano tra loro: il 10 novembre 1225 cadeva di lunedì e non di sabato, inoltre correva l'indizione quattordicesima e non la quindicesima; per la data proposta v. MDT Bl., nr. 56.1. Edizione: MDT Bl., pp. 207-210, nr. 56.1. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 1

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15 (?) novembre 1225, Giornico

Vendita / Carta venditionis, dati et cessionis

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Enrico del fu «Iamantea», agente anche a nome del fratello minorenne Enrico «Pillionus» del fu Gualterio di Giornico, e Altriana di Giornico, vendono ai vicini di Leontica e Comprovasco, rappresentati da Guglielmo giudice di Leontica, da Pietrobono di Comprovasco, da Martino «Battesachi» e da Ugone Bazzini di Leontica, l'alpe Croce situato sul Lucomagno, con stalle, due cascine, pascoli e boschi, al prezzo di 300 lire di denari nuovi terzoli. Il tutore si impegna a far confermare la vendita dal suo pupillo non appena questi avrà raggiunto la maggiore età, entro un mese dal momento in cui i compratori ne facessero richiesta.

Notaio rogatario: Vallentius n. de Leventina. Notaio autenticante: Abraciabenus de Turre n. de Sumargua f. olim ser Guilielmi n. de Ture.

Copia autentica (1314-1325 circa); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 1 385 x 285 mm, righe 45. Dieci fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché strappi e lacerazioni, in particolare lungo le pieghe. L'inchiostro è sbiadito. Gli elementi della datazione riportati dal notaio non concordano tra loro: il 10 novembre 1225 cadeva di lunedì e non di sabato, inoltre correva l'indizione quattordicesima e non la quindicesima; per la data proposta v. MDT Bl., nr. 56 nota 1. Edizione: MDT Bl., pp. 202-207, nr. 56. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 2

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3-12 giugno 1228, Lugano

Arbitrato e conferma di arbitrato / Carta

Nella lite tra il capitolo di S. Lorenzo di Lugano, da una parte, e l'ospedale di S. Maria e Margherita di Lugano, rappresentato dal suo ministro Giovanni del fu Fedele Brocchi, dall'altra, relativa alla decima delle terre del Vedeggio, donata nel 1222 dai credenzieri del comune di Lugano al detto ospedale con l'autorizzazione di Giacomo Angelleschi, giudice e assessore del podestà di Como, Ugo del fu Sozone Giustino di Lugano, arciprete di S. Lorenzo, negando al detto ospedale il diritto di vantare pretese e al podestà di confermare tale donazione, ha interpellato il papa che ha designato come arbitro Giuscardo da Besozzo preposito di Cuvio. Ora, il 3 giugno 1228, le parti si accordano e il detto arbitro ordina all'arciprete di rinunciare ad ogni pretesa sulla decima in favore dell'ospedale, il quale a sua volta si impegna a consegnare annualmente alla chiesa di S. Lorenzo per il Sabato Santo 14 libbre di cera e due libbre di incenso. Il 12 giugno Petraccio del fu Finiberto di Mendrisio, chierico di S. Lorenzo di Lugano, conferma la detta convenzione e si impegna a rispettarla.

Notaio rogatario: Iohannes ser Petri prestinarii de Lugano. Notaio estraente: Petrus n. de Lugano f.c. Iohannis ser Petri prestinarii de Lugano.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Polar 1 575 x 520 mm, righe 41. Macchie diffuse e fori di piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, p. 392, nr. 20 (edizione parziale da un altro esemplare). Regesto: Moretti, SS. Maria e Margherita, pp. 126-127.

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(prima del 1230)

Convenzione / Concordia

I vicini di Olivone, da una parte, e quelli di Largario, dall'altra, si accordano in merito ai rispettivi obblighi per i lavori di ricostruzione e per il mantenimento del ponte di Aquila. (Frammento)

Notaio rogatario: Petrus n. de [Olivono]. Notaio autenticante: Dominicus n. de Sollario.

Copia autentica (1300 ca.); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 1 480 x 210 mm, righe 57. Il documento, privo della parte iniziale, presenta gravissime lacune a causa dell'indebolimento del supporto scrittorio, di numerosi fori, lacerazioni e abrasioni dell'inchiostro. Il termine ante quem è ricostruito sulla base degli anni di attività del notaio rogatario. Edizione: MDT Bl., pp. 229-233, nr. 69.

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<19> <1230 o 1241> (?),

Deposizioni giurate / <...>

Deposizioni giurate rese da Alberto «de Malesipana», Lugano, Alberto sarto e «Mi<..>rus» Castoria, tutti di Lugano, ai quali è stato chiesto di dichiarare ciò che essi sanno sulla decima riscossa dall'ospedale nelle terre «de Vedegio». Ai detti uomini viene inoltre chiesto se la decima di Lugano sia per un terzo della famiglia Albricci, di Marchesotto «Ferlenda», dei fratelli Giovanni e Aimerico Giudici, nonché dei fratelli Giacomo e Rolando. Tutti gli interrogati dichiarano che da almeno sette anni il detto ospedale riscuote la decima «de Vedegio», mentre le risposte sulla decima di Lugano sono discordanti. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Polar 2 620 x 150 mm, righe 88. La pergamena faceva probabilmente parte di un rotolo di più membrane cucite insieme, come risulta da una serie di piccoli fori di cucitura lungo il margine superiore, a uno dei quali è attaccato un sottile frammento di filo di ferro. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 maggio 1232, Bodio

Conferma / Carta

Enrico «Pellionus» del fu Gualterio di Giornico, avendo raggiunto la maggiore età, conferma la vendita dell'alpe Croce

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 5 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fatta dal suo tutore Enrico di Oltriana di Giornico del fu «Iamantea» ai vicini di Leontica e Comprovasco, rappresentati dai consoli Alberto del fu Alberto «Batisachi» di Leontica e Guglielmo del fu Pietrobono di Comprovasco, e riceve 25 lire di denari nuovi quale prezzo per la detta conferma.

Notaio rogatario: Valentius n. de Leventina.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 3 330 x 290 mm, righe 32. Piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 260-262, nr. 85.

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15 dicembre 1244,

Vendita / Carta vendicionis

Marchese del fu Bono di abitante ad , vende a Giacomo del fu Alberto «de Bozio» di sette terreni situati nel territorio di Astano «in Crespore», «ad Morinallum», «in Aguaina», «ad Brelium», «ad Vezanum» e «ad Doselum», impegnandosi a far confermare la detta vendita da Contessa, sua moglie. Il prezzo della vendita è di 11 lire e mezza di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ardricus iudex de Maliaxio. Notaio scrivente: <...> de Maliaxio f. Ardrici iudicis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 1 240 x 360 mm, righe 21. Grosse lacerazioni provocate da macchie d'umidità nella parte finale e fori di medie dimensioni lungo le pieghe.

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26 novembre 1257, Vairano

Investitura a titolo di dote / -

Anrico del fu Guglielmo «Quagyade de Lo<...>» di Vallemaggia investe sua moglie Giacoma del fu Martino «Tavernoraschi» di Vairano di Gambarogno di 16 lire, 10 soldi e 8 denari di denari nuovi a titolo di dote e «falderphium».

Notaio rogatario: Bonfantus n. de Scona f.c. ser Marchexii Zanelli de Scona.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 18 (= 3/5) 175 x 300 mm, righe 20. Due strappi riparati con nastro adesivo lungo il bordo superiore, rosicature lungo il bordo sinistro.

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4 maggio 1259, 'Crabuníc'' (Ponto Valentino)

Permuta / Carta cambii

Guglielmo del fu Giovanni giudice di Ponto Valentino cede a titolo di permuta a Guido figlio di «Paruçia» di Caminada un terreno con vigna, con una pianta di nespolo e una di gelso a 'Crabuníc'', e riceve in cambio un terreno con una vigna e una pianta di nespolo, nello stesso luogo. Il detto Guido dichiara inoltre di avere ricevuto da Guglielmo ventun soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Largario.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 2 145 x 195 mm, righe 26. Fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 579-580, nr. RA I.

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17 marzo 1260 (?), Lodano

Locazione / -

Manfredo del fu Guglielmo «Manfredi» di Lodano, che dichiara di vivere secondo la legge longobarda e di avere più di venticinque anni, investe a titolo di eredità perpetua Lafranco del fu ser Guglielmo di Lodano, canevario della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, di un campo situato nella campagna di Lodano «ad Solanum», al canone annuo di un denaro nuovo da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Guilielmus n., f.c. domini presbiteri Guilielmi de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 19 (= 12/1) 395 x 275 mm, righe 37. Alcuni fori di piccole dimensioni nella parte centrale e lungo le pieghe. Gli elementi della datazione («Anno dominice incarnationis milleximo ducenteximo saxageximo, die dominico quintodecimo exeunte marcio, indictione tercia») non corrispondono tra loro: il 17 marzo 1260 (secondo lo stile pisano) cadeva di mercoledì anziché di domenica.

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13 settembre 1261, Agno

Vendita / Carta

Petraccio del fu Guidone di Gualdo di Riva S. Vitale vende al prete Pietro, preposito di S. Maria di Torello e agente a nome della chiesa e del suo capitolo, tre terreni situati nel territorio di «in Bona», «in Limide», «ad Crucem», e uno nel territorio di Agno «in Agogio», acquisiti dagli eredi di Uberto «de Saloca» e da sua nuora «Volentera». Il prezzo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 7 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete della vendita è di sei lire di denari nuovi, ricavati da una vendita di terreni e beni immobili «in loco et terratorio de Caneçio» fatta dai canonici a Rainoldo Rambertengo di Vico.

Notaio rogatario: Ugo n. de Agnio f. c. ser Iohannis Iudicis de Rondello de Agnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 1 360 x 305 mm, righe 26. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 13 settembre cadeva infatti di martedì, anziché di mercoledì, come indicato dal notaio. Edizione: CDT, vol. I, pp. 71-73, nr. XXXI. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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25 maggio 1262,

Notifica e citazione / <...>

Giacomo di San Michele, agente anche a nome dei figli Alberto e Paolo, si presenta davanti ad Accorsio Cotica, giudice e vicario del podestà di Como Martino della Torre, e notifica per iscritto l'elenco di terre, case, sedimi e decime, situati a «Vira» e «Sancto Mauritio», che egli intende vendere all'ospedale e convento di S. Maria di Lugano, rappresentato dal frate Marchisio, al prezzo di 45 lire di denari nuovi, per saldare un debito di 40 lire di denari nuovi contratto con Guidrado del fu Amizone Muto della Cima. Il giudice ordina al servitore del comune di Como di citare il detto creditore e di notificare pubblicamente l'intenzione di Giacomo di vendere tali beni. Il detto servitore informa delle avvenute citazioni.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Polar 3 700 x 525 mm, righe 52. Sulla pergamena figurano la notifica e citazione del 25 maggio 1262 e le deposizioni del 22 giugno 1262; il documento era composto in origine da almeno altre due membrane, come attestano i fori delle cuciture lungo i bordi inferiore e superiore, dove rimangono due sottili frammento di fili di ferro. Una grossa macchia nell'angolo superiore sinistro, alcune lacerazioni lungo i margini, e qualche foro, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto.

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22 giugno 1262

Deposizioni / <...>

Su richiesta di Giacomo di San Michele, Gregorio del fu Enrico di San Michele, suo nipote, Giovanni «de Sumlugano» di Lugano di Como, Marchisio «de Sumlugano» di Lugano e Pietro di San Michele abitante a Senago confermano che i beni di «Vira» e «Sancto Mauritio», destinati ad essere venduti all'ospedale e convento di S. Maria di Lugano, sono di sua proprietà. (Frammento).

Originale (?); lat.

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ASTi, Pergamene, Polar 3 700 x 525 mm, righe 52. Sulla pergamena figurano la notifica e citazione del 25 maggio 1262 e le deposizioni del 22 giugno 1262; il documento era composto in origine da almeno altre due membrane, come attestano i fori delle cuciture lungo i bordi inferiore e superiore, dove rimangono due sottili frammento di fili di ferro. Una grossa macchia nell'angolo superiore sinistro, alcune lacerazioni lungo i margini, e qualche foro, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto.

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8 maggio 1276, Moghegno

Vendita e locazione / Venditio et datum et cessio nomine hereditatis, investitio

Guglielmo «de Flore» di Moghegno del fu Angelino di Peccia vende e investe a titolo di eredità Guglielmo «Bellonis» di Aurigeno, agente a nome della chiesa di S. Bartolomeo di Aurigeno, di una «flumella» di un campo situato nella campagna di Moghegno «inter Canevallos», al canone annuo di un denaro di denari nuovi, da versare per s. Martino. Il venditore dichiara di aver ricevuto quale prezzo tre lire di denari nuovi. La transazione avviene col consenso di Otta del fu Guglielmo «de la Fontana» di Brontallo, moglie del venditore.

Notaio rogatario: Vidolus n. de Madia fil. Guillielmi Pernigari de la Vigana de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 54 190 x 510 mm, righe 21. Stropicciature e macchie, soprattutto nell'angolo inferiore destro.

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11 luglio 1277, Camignolo

Vendita / Carta

Pagano del fu Ottobono «de Pagano» di Camignolo e la moglie Benvenuta vendono a Guglielmo del fu Belardo Rastelli di Medeglia due terreni con alberi di castagno situati nel territorio di Camignolo «ad Ossorigum», al prezzo di 30 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bertramus n. de Bironico.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 1 215 x 440 mm, righe 17. Il documento è molto annerito sia nel verso che lungo i bordi, e presenta cinque fori risalenti alla lavorazione della pelle e alcuni fori nonché lacerazioni in particolare nelle pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: l'11 luglio 1277 cadeva infatti di domenica e non di venerdì, come riportato dal notaio.

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16 dicembre 1281, Como

Costituzione di tutore / Carta cure

Maffeo Avvocato, console di giustizia «ad leonem» di Como, nomina Lafranco «Quagiata» del fu Guglielmo «Quagiate» di Coglio in veste di tutore di suo nipote Lafranchino del fu Anrico «Quagiate» di Coglio, maggiore di quattordici e minore di venticinque anni. Il detto Lafranco giura di esercitare tale compito in buona fede e Simone de Orello di Locarno del fu Guido si costituisce suo fideiussore.

Notaio rogatario: Bonomolus n. Cumanus, f. Rugerii de Faxana de Plaza, scriba consulum Cumanorum de iusticia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 20 (= 3/6) 530 x 190 mm, righe 51. Diversi piccoli fori (di cucitura?) nel margine superiore, due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte centrale. La pergamena era probabilmente cucita insieme con la seconda costituzione di tutore risalente al medesimo giorno (conservata insieme a questa, sotto la medesima segnatura).

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16 dicembre 1281, Como

Costituzione di tutore / Carta tutele

Maffeo Avvocato, console di giustizia «ad leonem» di Como, nomina Lafranco «Quagiata» del fu Guglielmo «Quagiate» di Coglio in veste di tutore di sua nipote Bertina del fu Anrico «Quagiate» di Coglio, «impuberis». Il detto Lafranco giura di esercitare tale compito in buona fede e Simone de Orello di Locarno del fu Guido si costituisce suo fideiussore.

Notaio rogatario: Bonomolus de Faxana de Plaza n. Cumanus, f. Rugerii de Faxana, scriba consulum Cumanorum iusticie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 21 (= 3/6) 420 x 130 mm, righe 43. Resti di filo e quattro fori di cucitura nel margine superiore; un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore. La pergamena era probabilmente cucita insieme con la seconda costituzione di tutore risalente al medesimo giorno (conservata insieme a questa, sotto la medesima segnatura).

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16 gennaio 1282, Ascona

Vendita / -

Lafranco del fu Guglielmo «Quaghiate» di Coglio, tutore di sua nipote Berta del fu Anrico «Quaghiate» di Coglio, e Lafranchino del fu Anrico «Quaghiate», fratello della detta Berta e agente con il consenso dello stesso Lafranco, suo tutore, vendono a Bartolomeo Grasso di Lodano, agente a nome della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un campo con una pianta nella campagna di Coglio «ad Predam» e un prato con un edificio sul monte di Setmeo di Coglio, che il detto Guglielmo «Quaghiata» aveva acquistato il 15 marzo 1237 da Guglielmo del fu Tazio Magoria di Locarno. La vendita è

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 10 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete stipulata in pagamento di nove lire di denari, concessi a titolo di dote il 26 novembre 1257 da Anrico «Quaghiata» alla moglie Giacoma del fu Martino «Tavernolaschi» di Vairano di Gambarogno, alla quale viene ora consegnata tale somma.

Notaio rogatario: Vidolus n. de Madia, f.c. ser Guilielmi Pernigarii de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 22 (= 7) 400 x 570 mm, righe 33. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore sinistra; una lacerazione lungo il bordo destro. Nel margine superiore fori di cucitura.

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16 gennaio 1282, Ascona

Vendita / -

Giacoma del fu Martino «Tavernolaschus» di Vairano vende a Bartolomeo del fu ser Guglielmo Grasso di Lodano, agente a nome della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, i suoi diritti sulla somma di nove lire di denari, della quale era stata investita a titolo di dote e antefatto il 26 novembre 1257 da Anrico del fu Guglielmo «Quaghiate» di Coglio, ora defunto. L'atto è stipulato a garanzia della vendita di certi beni immobili, fatta il giorno stesso da Berta e Lafranchino, figli della stessa Giacoma e del fu Anrico «Quaghiata», al detto Bartolomeo, agente in nome della chiesa di Lodano. La venditrice dichiara di avere ricevuto quale prezzo nove lire di denari nuovi, che corrispondono al prezzo della vendita fatta dai figli.

Notaio rogatario: Vidulus n. de Madia, f.c. Guilielmi Pernigarii de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 23 (= 8) 740 x 550 mm, righe 39. Sullo stesso foglio figurano la vendita del 16 gennaio 1282 (righe 1-19) e la permuta del 22 gennaio 1282 (righe 20-39). Uno strappo con perdita di testo lungo il bordo sinistro (righe 27-33), altre lacerazioni e strappi lungo i bordi.

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22 gennaio 1282, Maggia

Permuta / -

Bartolomeo del fu ser Guglielmo Grasso di Lodano, da una parte, e Martino del fu Guglielmo «Maynfredi» di Lodano, console del comune di Lodano, e Minotto del fu Lafranco «Mercadantus», Martino del fu Ardrico Grasso e Giovanni del fu Mainfredo «Carlevari», tutti agenti a nome della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. Il detto Bartolomeo cede ai rappresentanti della chiesa di Lodano la metà di un campo nella campagna di Coglio, da lui appena acquistata da Lafranco del fu Guglielmo «Quaghiate» di Coglio unitamente all'altra metà dello stesso campo, comperata a nome della chiesa, e ne riceve in cambio tre prati con un gerbido sul monte di Mugnèe di Sotto a Lodano.

Notaio rogatario: Vidolus n. de Madia, f.c. Guilielmi Pernigarii de Madia. Notaio sottoscrittore: Guilielmus n. de Lodino [f.c. Lafranci de ser Lafranco de Lodino].

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Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 23 (= 8) 740 x 550 mm, righe 39. Sullo stesso foglio figurano la vendita del 16 gennaio 1282 (righe 1-19) e la permuta del 22 gennaio 1282 (righe 20-39). Uno strappo con perdita di testo lungo il bordo sinistro (righe 27-33), altre lacerazioni e strappi lungo i bordi.

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22 gennaio 1282, Maggia

Vendita / -

Lafranco del fu Guglielmo «Quaghiate» di Coglio vende a Bartolomeo del fu Guglielmo Grasso di Lodano, agente per metà a nome proprio e per l'altra metà a nome della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un campo e prato con un albero nella campagna di Coglio «ad Predam». Il detto Lafranco dichiara di avere ricevuto quale prezzo sei lire di denari nuovi, pagati dal detto Bartolomeo per metà con denari propri e per l'altra metà con denari della detta chiesa.

Notaio rogatario: Vidolus n. de Madia, f.c. Guilielmi Pernigarii de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 24 (= 9) 310 x 555 mm, righe 22. Diverse lacerazioni e fori lungo i bordi sinistro e destro.

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19 marzo 1284, Solduno

Vendita / Carta vendicionis

Lanfranco «de Trabucho» del fu Lanfranco di Solduno e Locarno suo figlio vendono alla chiesa di S. Giorgio di Locarno, rappresentata dall'esattore dei fitti Bernardo Barberio del fu Bernardo «Barune» di Locarno, un terreno situato nel territorio di Locarno, «in Nayro», al prezzo di cinque lire di denari nuovi. La vendita è stipulata davanti a Gerarda, moglie di detto Lanfranco, cui il terreno spettava come parte della sua dote.

Notaio rogatario: Vicentius n. de Locarno, f. ser Barogii n. de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 1 290 x 530 mm, righe 25. Piccoli fori lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro per l'anno 1285, riportato dal notaio, nel quale né il giorno né l'indizione corrispondono; pertanto si ritiene che l'anno corretto sia il 1284, per il quale la corrispondenza è perfetta.

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27 giugno 1286, Bologna

Consilium / Consilium

Su richiesta presentata da Rolandino Passeggeri il 13 giugno 1286, nella quale egli chiede se un'eventuale legittimazione di sua figlia Bartolomea ad opera di Bartolotto «de Venerosis», conte palatino in Lombardia e «comes Insule Suçarie et Bardine necnon quarte partis totius civitatis Verone dominus», possa essere valida «pleno iure», il collegio degli avvocati e dei giudici della città di Bologna dichiara che la detta legittimazione e gli atti ad essa connessi sono da considerare pienamente validi.

Notaio sottoscrittore dell'originale: Egidius Bartholomei Gilii de Argellatis i.a.n. et nunc n. ... societatis dominorum doctorum advocatorum et iudicum civitatis Bononie. Notaio autenticante (della copia da originale): Gerardus filius olim domini Iuncte de Sancto Miniate i.a.n. Notaio autenticante (della copia da originale): Iohannes Curadus de Sancto Laurentio n. Cumanus f.c. Bola<...> de Sancto Laurentio de Cumis. Notaio autenticante (della copia da originale): Petracinus Brocus n. Cumanus et scriba palacii Cumani f.q. domini Anrici Broci iurisperiti Cumani. Notaio autenticante (della copia da originale): Egidius de Rubeis de Cassio Parmensis n. et iudex ordinarius domini comitis Bartholotti [de Venerosis] a.i.

Copia autentica (di originale) (1298 gennaio 21, Como); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 1 610 x 605 mm, righe 60. Sulla stessa membrana figurano le copie del privilegio imperiale del 29 maggio 1195 e del consilium del 27 giugno 1286, entrambe autenticate e pubblicate il 28 gennaio 1298, nel contesto della legittimazione di Benedusio del fu Nicola «de Castello» compiuta da Bartolotto, nipote di Veneroso «de Venerosis». Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe, un piccolo strappo cucito durante il restauro e due grossi fori, dei quali uno risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore sinistro.

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7 novembre 1286, Cannobio

Ricevuta / Carta

Il notaio Martino «de Copiago», caneparo del comune di Cannobio, con il consenso del notaio Ada «de Copiago», procuratore e anziano di detto comune, dichiara di avere ricevuto da Giacomo Balia del fu Ottone di Fusio, agente a nome del suo comune, 12 denari di terzoli a pagamento del fitto degli alpi del comune di Cannobio «de valle Solsari» per l'anno in corso.

Notaio rogatario: Martinus notarius de Copiago canevarius et scriba comunis burgi de Canobio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 1 90 x 185 mm, righe 13. Alcuni fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali, collocati agli angoli, sono stati probabilmente fatti per fissare la pergamena sullo scrittoio. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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8 gennaio 1288, Milano

Ricevuta / Confesio

Alla presenza del prete Ambrogio, beneficiato della chiesa di S. Maria Secreta di Milano, di Giacomino di Ambrogio di Brebbia e di Guglielmo di Giovanni di Polmengo, Tommaso Landriani, canonico della chiesa di S. Pietro di Biasca, dichiara di avere ricevuto da frate Michele, ministro dell'ospedale di Iragna, sette lire di terzoli a pagamento del canone della prebenda di cui il detto Tommaso è investito dalla chiesa di Biasca, e che viene amministrata da frate Michele a nome del detto ospedale.

Notaio rogatario: Beltramus f.q. Iohanis de Solario n. civitatis Mediolani.

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 1 (= cart. 18, nr. 13) 265 x 115 mm, righe 24. Alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Gualzata, Le pergamene del seminario di Pollegio, pp. 135-136; Mdt Lev., pp. 91-92, nr. 59.

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14 marzo 1288, Lodano

Vendita / -

Lafranco detto «Piacharus» di Lodano del fu Alberto «Poçaniçi» di Lodano vende a Minotto di Lodano del fu ser Lafranco «Marchadanti» di Lodano, agente a nome della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un campo nella campagna di Lodano «in Arçeneto» e un corte con edificio, prato e bosco a Torn, volendo ottenere la remissione dei peccati suoi e dei suoi parenti. Il detto Minotto promette allo stesso Lafranco di consegnare a lui e ai suoi eredi, in cambio dei beni ceduti, un fitto annuo perpetuo di un denaro nuovo per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Gullielmus n. de Madia f.c. Ardiçoni n. de Madia. Notaio sottoscrittore: Vidolus n. de Madia [f.c. Gullielmi Pernigari de Madia]. Notaio sottoscrittore: Gullielmus n. de Lodino [f.c. Lafranci de ser Lafranco de Lodino].

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 25 (= 2/6) 440 x 370/460 mm, righe 38.

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12 novembre 1289, Losone

Ricevuta / Carta confessionis

I «credenziales» del comune di Losone, convocati sulla piazza di San Lorenzo dal console Martino «de Spigallia» di Losone, assieme a detto console e a Locarno del fu Martino «de Guifredoto», già caneparo del comune, dichiarano a

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 14 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nome di tutto il comune di Losone di aver ricevuto da Giovanni di Bosco del fu Anrico «de Busco de Quarino», console del comune di Bosco in Vallemaggia, trentasei lire di denari nuovi in pagamento del canone d'affitto di terre e alpi situati in territorio di Bosco per l'anno in corso, in ossequio a un atto di investitura a suo tempo stipulato fra i due comuni.

Notaio rogatario: Anselmolus de Pincto n. de Lossono f. ser Martini de Pincto de Lossono Notaio sottoscrittore: Jacobus de Pontirolo n. Notaio sottoscrittore: Guillielmus n. f. Iacobi Maçe de Centumvallibus

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 1 290 x 410 mm, righe 35. Alcuni forellini dovuti alla lavorazione della pelle, un taglio risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, ricucito con filo di canapa; numerose rosicature ai margini e lungo le vecchie piegature, numerose lacune.

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9 maggio 1294, Lodano

Permuta / -

Guglielmo notaio di Lodano del fu Lafranco «de ser Lafranco» di Lodano, da una parte, e Minotto di Lodano del fu Lafranco «Marchadanti», canevario della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, e altri dodici vicini di Lodano agenti in nome della detta chiesa, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. Il primo cede ai secondi un campo nella campagna di Lodano 'al C'amp Grand', con l'aggiunta di dieci soldi di denari nuovi, e ne riceve in cambio un altro campo nella medesima campagna «ad Cessam».

Notaio rogatario: Gulielmus n. de Madia, f.c. Ardiçoni notari de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 26 (= 12/2) 280 x 515 mm, righe 26. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali ricuciti prima della stesura del testo, due lacerazioni ricucite nella parte inferiore.

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27 giugno 1294, Como

Retrovendita / Carta retrodati

Zanolo del fu Martino «de Castello» di Morbio Inferiore rivende a Settembre del fu Domenico «de Fontanixio» di Morbio Superiore due case con corte situate a Morbio Superiore in «Grexario», che il detto Zanolo aveva acquistato nel 1283 con patto di ricupera dall'attuale compratore, affittandole poi allo stesso per un censo annuo di quattro quartari di frumento. Il prezzo della retrovendita è di nove lire di denari nuovi oltre al pagamento integrale dei fitti trascorsi.

Notaio rogatario: Bonolus de Aroxio n. Cumanus f.q. Beleboni de Aroxio de Cumis. Notaio scrivente: Iohannes de Plaza n. Cumanus.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 1 320 x 520 mm, righe 25. Fori di medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. L'inchiostro è sbiadito nella parte iniziale del documento, probabilmente a causa di sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Edizione: CDT, vol. I, pp. 134-135, nr. XLV. Regesto: Lattes, Notizie, p. 97, nr. I.

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3 marzo 1295, Lugano

Vendita / Carta venditionis et dati

I fratelli Giovanni e Gonselmo di Lugano del fu Lanfranco detto Prodomo di vendono a frate Antonio del fu Pietrino Malaspina di Lugano, prete del convento degli umiliati e delle umiliate di Verla di sopra di Lugano, agente a nome del detto convento, un terreno coltivato e vignato con brughe situato nel territorio di Lugano «in Trebiedo», al prezzo di 66 lire di denari nuovi. La vendita avviene alla presenza e col consenso di Benvenuta del fu Pietro Panella di Como, moglie del detto Giovanni, e di Caracossa, figlia naturale del notaio Giovanni «de Corte» di Lugano e moglie di Gonselmo, che rinunciano ad ogni loro diritto a titolo di dote sul detto terreno.

Notaio rogatario: Egydiolus n. f. ser Iohannis Amedei n. de burgo de Lugano. Notaio sottoscrittore: Anricus Ferrarius n., f.c. ser Girardi Ferrarii. Notaio sottoscrittore: Iohannes Amedeey n. f.q. ser Ade Ferrarii. Notaio sottoscrittore: Iohannes de Corte n., f.q. ser Rollandi de Corte de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 2 670 x 470 mm, righe 69. Un grosso foro in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro e altri piccoli fori. Edizione: cdt, vol. I, pp. 135-138, nr. XLVI.

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17 agosto 1299, -

Testimonianze / Testificatum

Testimonianze rese davanti ad Egidiolo «de Medeo» di Lugano, vicario di Guido Orelli, avogadro e rettore della comunità di Val Blenio, in una lite tra alcuni vicini di Leontica e Comprovasco per i confini tra terreni privati e pascoli comuni.

Notaio rogatario: Matheus n. de Cumprovasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 4 505 x 210 mm, righe 52. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 17 agosto 1299 cadeva infatti di lunedì e non di domenica, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. 570-572, nr. 250.

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20 ottobre 1299, Comprovasco (Leontica)

Ricevuta / Carta confessionis

Oliva del fu Alberto «de Egeno» di Altaniga, vedova di Zane «Prodini» di Prugiasco e i fratelli Guglielmo, Giovanni e Domenico, figli del detto Zane, dichiarano di avere ricevuto da Martino del fu Alberto «Albi de Egeno» di Altaniga 25 lire di denari nuovi di terzoli a pagamento della dote e del «maridotium» di detta Oliva.

Notaio rogatario: Mafiolus n. de Turre qui sto Comprovasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 1 450 x 205 mm, righe 57. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Lungo la parte alta del margine destro serie di piccoli fori in cui passava un filo. Edizione: Mdt Bl., pp. 573, nr. 251.

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10 ottobre 1299, Aquila

Permuta / Carta cambii

Martino del fu Alberto «Albi de Egeno» di Altaniga cede a titolo di permuta a Martino figlio emancipato di Giovanni di Toschino di Leontica otto terreni e una «quadra ticti» situati nel territorio di Leontica «in loco de Salvigano», «Valare de Salvigano», «in Plancha», «in Mogario», «ad Comam» e «in Ternello», e riceve in cambio quattro terreni situati «in Valle de Castello», «Muradero» e «in Paulis de Levontega», nonché tre lire di denari di terzoli nuovi.

Notaio rogatario: Mafiolus n. de Turre qui sto Comprovasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 1 450 x 205 mm, righe 57. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Lungo la parte alta del margine destro serie di piccoli fori in cui passava un filo. Edizione: Mdt Bl., pp. 574-576, nr. 252.

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Sec. xiii (?)

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Frammento di codice liturgico sul martirio di S. Lorenzo con notazione musicale.

Copia; lat. ASTi, Torriani 2 (= cart. 88, nr. 1) 330 x 435 mm, righe 24. Due fogli incollati su cartone come copertina di un altro codice. L'inchiostro è parzialmente sbiadito.

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Secc. xiii-xiv (?)

Trattato di botanica

Foglio di codice di un trattato di botanica. (Frammento).

Copia; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 35 285 x 185 mm, righe 45. Iniziali miniate. Numerosi fori e macchie, nonché alcune aggiunte seriori, fra le quali: «Ioannis Oldelli a 30 giugno 1691».

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5 maggio 1300, Monticello (Lumino)

Vendita / Carta venditionis

Alberto del fu Locarno «de Ablatico» di Bellinzona e sua moglie Filippa del fu Guglielmo detto Grillio «de Grillionibus» di Ascona vendono al nobile Martino «Anrici» di Sacco del fu Anrico di Sacco di Mesolcina, che agisce anche a nome dei suoi fratelli Onrico e Inverardo, la quota loro spettante dell'alpe di Giumello in Val Morobbia («videlicet de mannis octo et duodecima parte alterius manssi dicte alpis»), al prezzo di 150 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Benedictus Pillizarius n. Cumanus f.c. ser Lombardi Pillizarii de Cumis. Notaio estraente: Miranus de Canova n. f.c. ser Sallamonis de Canova de Gbadona, constitutus per generalle consilium comunis Cumarum ad explendum et conficiendum omnes cartas traditas et imbreviatas per condam Benedictum Pillizarium n. Cumanum.

Originale estratto da imbreviature (1314 maggio); lat. ASTi, Pergamene, Mesolcina 1 570 x 385 mm, righe 56. Diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali (nella parte superiore destra) ricucito. Altri fori dovuti a consunzione e guasti, in particolare lungo le piegature. Edizione: Bub, vol. III (neu), nr. 1686, p. 411-415; Cdt, vol. II, nr. CXXXV, p. 128-129 (parziale).

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5 settembre 1300, Mosogno

Vendita / Carta venditionis

I fratelli Domenico e Martino del fu Artusio Giavaldi di Onsernone vendono al comune di Onsernone, rappresentato dal console Giovanni «de Crabiollo» di Crana, la ventesima parte di un quarto dell'alpe «de Lavarina de curte Sallaris» nonché la tredicesima parte di un quarto dell'alpe «de Monte Fragio», entrambi situati in valle Onsernone, al prezzo di cinque lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guilielmus n. de Centumvalibus f.c. Iacobi Maçe.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 1 410 x 470 mm, righe 50. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali dovuti alla lavorazione della pelle. A tratti l'inchiostro risulta sbiadito. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, pp. 37-38.

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29 dicembre 1300, Lugano

Locazione / Carta

Frate Bartolomeo, preposito della casa di Torello e agente a suo nome, investe a titolo di locazione Guglielmo detto «Fusale» di Viganello, residente nel mulino «de la Ripa» di Cassarate e suo figlio Guglielmo, non emancipato, di un mulino con due ruote e una «pesta» (gualchiera?) situato nel territorio di Bioggio, fino al successivo 1° di maggio e in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di tre some di mistura suddivise in 12 quartari di segale e altrettanti di miglio, con la garanzia di Stefano detto Breganio.

Notaio rogatario: Mafeus n., f.c. Guillielmi Barozii de Lugano. Notaio scrivente: Petrolus de Amedeo n. de Lugano f.c. ser Iohannis de Amedeo n. de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 2 275 x 290 mm, righe 30. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Edizione: CDT, vol. I, pp. 162-163, nr. LI. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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18 novembre 1301, «Varzino»

Vendita / Carta vendicionis

Alberto del fu Giacomo «Riste de Varcino (?)» di Valmaggia vende a Maffeo del fu Alcherio, agente a nome della chiesa «Beati Bertramei» di Aurigeno, diversi appezzamenti situati in territorio «de Varzino» dove si dice «inter Longos», «ad Pradellum» e «ad Bollam», al prezzo di 26 lire di denari nuovi. Il contratto è stipulato in presenza di Berta, figlia di

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Gennaio «de Ruolo (?)» di Cevio, moglie del venditore, che accorda il suo consenso.

Notaio sottoscrittore: Gullilelmus n. de Madia f.q. ser Alkerii de Lodino. Notaio rogatario: Martinus de Pengio n. de Mogeno f. ser Giroldi de Losono qui nunc habitat in loco de Mogeno. Notaio scrivente: Bertrameus n. de Gudio f. ser Gualberti de Gudio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 55 670 x 550 mm, righe 42. Numerosi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle (uno riparato con cucitura) o dovuti a guasti; lacerazioni soprattutto sul bordo destro e estese macchie nel recto e nel verso. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro.

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17 febbraio 1304, Roma

Concessione di privilegio

Papa Benedetto XI concede alcuni privilegi ai frati predicatori e minori in merito alla confessione e alla predicazione nelle chiese parrocchiali nonché ai funerali e alle sepolture (bolla «Inter cunctas sollicitudines»).

Notaio scrivente: Iohanolus de Vedano civis Mediolanensis p.i.a.n., porte Orientalis filius condam domini Gulielmi de Vedano civis Mediolanensis

Copia semplice di copia autentica (XV sec.); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 3 420 x 340 mm, righe 69. Edizione: Eubel, Bullarium franciscanum, V, p. 11b, nr. 20; Grandjean, Les registres de Benoît XI, 1905, p. 718, nr. 1170; Extravagantes communes, I. V, tit.7, c.1 (Friedberg 2, 1298 s.).

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29 luglio 1309,

Locazione / Carta investiture

Frate Bartolomeo di Torno, preposito della chiesa e canonica regolare di S. Maria di Torello, prete Alberto detto Cerrino, prete Giacomo della Torre di Mendrisio e Giacomo «Piper», confratelli della casa di Torello e agenti a suo nome, investono a titolo di locazione e massarizio per cinque anni Enrico del fu Boccaccio Cane del castello di Doneda, di tutti i terreni, beni immobili e diritti che la casa di Torello possiede nel territorio di Bioggio, Agno e Serocca, in precedenza locati a quelli di , al canone annuo di 50 lire di denari nuovi, tre carri di vino della vigna di Castello o di qualità equivalente, due paia di capponi; le parti convengono inoltre altri patti relativi alla vendemmia. La locazione è stipulata con la garanzia di Michele del fu Anselmo Brocchi di Como di Montagnola e di Zanino del fu Giovanni «de Bonadugo» di Lugano.

Notaio rogatario: Egydius Amedei n., f. olim ser Iohannis Amedei n. burgi de Lugano. Notaio sottoscrittore: Anricus Ferrarius n., f.c. ser Girardi Ferrarii de Lugano.

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Notaio sottoscrittore: Petrinus n., f. Girardi Ferrarii de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 3 420 x 610 mm, righe 47. Dieci fori risalenti alla lavorazione della pelle, quattro dei quali cuciti con filo, e altri fori lungo le pieghe. Edizione: CDT, vol. I, pp. 167-170, nr. LIV. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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26 settembre 1311, Corzoneso

Testamento / Carta iudicati

Giovanni «de Somavilla» di Corzoneso detta il proprio testamento, e lascia per la luminaria della chiesa di S. Nazario di Corzoneso due soldi di terzoli annui gravanti sopra un casale locato agli eredi del fu Giovanni Porcoli di Cumiasca, sei denari di terzoli gravanti sul Campo del Mulino e altri quattro denari di terzoli garantiti da terreno situato «ad Ayram <...>mesam ad Fontanas de Gardosa», non registrati «in martirologio» della detta chiesa.

Notaio rogatario: Mafeus de Turre n. de Comprovascho. Notaio scrivente: Adam Amedei n., f. ser Egydii Amedei n. de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 5 155 x 135 mm, righe 20. Fori, lacerazioni e strappi di piccole e medie dimensioni. L'inchiostro è sbiadito. Edizione: Mdt Bl., pp. 629-631, nr. 274.

......

<...> <...> 1311, <...>

(?) / <...>

Frammento di almeno due atti notarili di cui si rilevano, rispettivamente, il nome di un teste, di un secondo notaio e la sottoscrizione notarile nonché l'anno e il nome dei fratelli Guglielmolo, Albertolo, Romeriolo e «Irinole».

Notaio rogatario: Fillipolus de Barazago de Vico de Cumis n. Cumanus f.c. <...>.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Valangin 2 170 x 220 mm, righe 11. Il documento è stato utilizzato quale rinforzo di una copertina di fascicolo o di libro, come risulta dalla presenza di piccoli fori di cucitura lungo i bordi. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 38.

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<...> <...> 13<12> (?), Locarno

Vendita / <...>

Giovanni detto Mozo di Brione Verzasca e Giacomo <...> vendono a Vidullo figlio di Martino «de Rebizo» di Brione Verzasca, agente anche a nome dei suoi fratelli Pietro e Goffredo, un terreno situato nel territorio di Frasco «in prato de Mo<...>», al prezzo di sei lire e mezza <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Iacobus de Badugio de Locarno n., f.c. ser Alberti de Badugio. Notaio scrivente: Zohanolus de Lomacio n. Cumanus f.c. ser Stephanini de Lomacio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 2 405 x 255 mm, righe 30. La pergamena è stata utilizzata come copertina di volume: tutta la parte destra è stata ritagliata, come pure una zona del margine sinistro. Nel verso, in corrispondenza della parte occupata dal dorso del volume: «Panegirici Quadri». Quattro piccoli fori dovuti a guasti. Edizione: Da -Bernasconi, Le pergamene, pp. 98-99, nr. 49.

......

27 febbraio 1313, Minusio

Statuti

I comuni di Minusio e Brione di Minusio, stabiliscono gli statuti e gli ordini relativi ai due comuni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio Statuti 270 x 195 mm, righe 67 ff.. La parte principale e l'indice portano i titoli e le numerazioni rubricate in rosso. Alcuni fogli presentano lacune, lacerazioni, rosicature, esposizione a fonti di calore, macchie di umidità e danni causati da microrganismi. Edizione: D. Silvestrini, Statuti di Minusio, RST n. 27-30 (1942); G. Mondada, Minusio. Note storiche, 1944, pp. 81-110; G. Mondada, Minusio. Raccolte di Memorie, 1991, pp. 50-89 (traduzione in italiano).

......

3 giugno 1313, Locarno

Locazione / Carta lochationis

Giacomino del fu Simone di Rastello Orelli di Locarno, agente anche a nome dei suoi fratelli, investe a titolo di locazione Delama Rista del fu Martino e Guglielmo del fu Guglielmo Rista, entrambi di Barione di valle Onsernone, dell'ottava parte dell'alpe di Corte Maggiore, situato in valle Onsernone, fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di quattro libbre di formaggio dell'alpe.

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Notaio rogatario: Anselmus de Pengio n. de Loxono f.c. ser Martini de Pengio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 3 360 x 325 mm, righe 37. Lacerazioni lungo i bordi, fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Un foro presenta residui di filo. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 38.

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17 gennaio 1314, Locarno

Ricevuta / Carta

Giacomino del fu Simone di Rastello Orelli di Locarno, agente anche a nome dei suoi fratelli, dichiara di avere ricevuto da Delama del fu Martino Rista di Barione di Onsernone due libbre di formaggio a pagamento della metà del canone dovuto per l'affitto di una quota dell'alpe di Corte Maggiore, situato in valle Onsernone, di cui egli è stato investito il 3 giugno 1313 insieme a Guglielmo del fu Guglielmo Rista (cfr. ASTi, Pergamene, Valangin 3).

Notaio rogatario: Anselmus de Pengio n. de Loxono f.c. ser Martini de Pengio. Notaio scrivente: Francinus n., f. Anselmi de Pengio n. de Losono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 1 bis 255 x 175 mm, righe 35. Sei piccoli fori, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: CDT, vol. IV, pp. 31-32, nr. CCXXXIX.

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10 giugno 1314, Fiorenzana (Grono)

Vendita / Carta cessionis et dati

I fratelli Martino e Enrico di Sacco del fu Anrico di Sacco di Mesolcina, agenti anche a nome dell'altro fratello Averardo, membro dell'ordine dei cavalieri di S. Giovanni «de Templo de Ultramare», vendono al notaio rogatario, agente a nome di Marchesio del fu Pietro «de Cusonibus» e Fomasino del fu Giacomo «de Cusonibus», entrambi di Bellinzona, la quota loro spettante dell'alpe di Giumello in Val Morobbia («videlicet de mansis octo et duodecima parte unius alterius mansi dicte alpis»), che era stata venduta loro il 3 maggio 1300 dai fratelli Alberto e Fomasino del fu Locarno «de Ablatico» di Bellinzona e da Filippa, moglie del detto Alberto e figlia di Guglielmo detto Grillio «de Grilionibus» di Ascona (v. Mesolcina 1). I venditori dichiarano di avere ricevuto 25 lire di denari nuovi, a saldo delle 150 lire di denari nuovi pagate quale prezzo della vendita stipulata il 3 maggio 1300.

Notaio rogatario: Castellolus de Barazola n. Cumanus f.c. Mensii de Barazola de Cumis

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mesolcina 2 450 x 310 mm, righe 56. Un foro di grandi dimensioni al centro, dovuto a rosicatura; altre rosicature e lacune lungo le pieghe.

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Edizione: Bub, vol. IV, nr. 2042, p. 208-211.

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1 dicembre 1315, Torello

Vendita / Carta vendicionis

Egidio «de Casulis» del fu Guidotto de Besozzo detto «de Casulis», abitante a , vende al monastero di S. Maria di Torello, rappresentato dal preposito prete Alberto «Guische» di , e dai frati Giacomo «Piper» di Vico di Como, Giacomo della Torre di Mendrisio, Nicola «de Mazio» di Como e Dominolo «de Spezanavibus» di Como, la metà di tutta la decima di Carabbia, ad eccezione della decima sulle castagne, al prezzo di 550 lire di denari nuovi. Le parti si impegnano a non cedere i diritti della chiesa episcopale di Como.

Notaio rogatario: Iacomolus de Fontana n., f.q. domini Fontanisii de Fontana de Mendrisio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 4 790 x 590 mm, righe 55. Venti fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti, in particolare lungo le pieghe. Edizione: CDT, vol. I, pp. 170-172, nr. LV (ed. parziale). Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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6 dicembre 1315, Como

Autorizzazione / Carta consensus

Il vescovo di Como Leone [Lambertenghi] approva la vendita fatta il 1. dicembre 1315 da Egidio «de Casulis» del fu Guidotto de Besozzo detto «de Casulis», abitante a Brusino Arsizio, a favore della chiesa di S. Maria di Torello rappresentata dal prete Alberto «Guische» e da alcuni frati, della metà di tutta la decima di Carabbia, feudo della chiesa episcopale di Como.

Notaio rogatario: Andreas de Turlino n. Cumanus et scriba dicti domini episcopi, f.q. ser Tadei de Turlino de Cumis. Notaio scrivente: Albertinus de Turlino n. Cumanus, f. ser Andree de Turlino de Cumis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 4 bis 280 x 260 mm, righe 22. Cucitura in corrispondenza dell'angolo inferiore destro, due fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri due lungo la piega verticale centrale. Il documento è cucito alla pergamena Monastero di Torello 4 (1315.xii.01). Edizione: CDT, vol. I, pp. 172-173, nr. LV b. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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8 dicembre 1317, <...>

Locazione / <...>

Masino del fu Giacomo Cusa di Bellinzona investe a titolo di locazione quinquennale rinnovabile a volontà delle parti Zanolo del fu Locarno detto «Cadareta» di Bellinzona di una casa con vigna situata nel territorio di Bellinzona «in Montebello», al canone annuo di tre lire e dieci soldi nuovi e due capponi. (Frammento).

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 1 (v.n. A. I/13) 160 x 340 mm, righe 17. Il documento è privo della parte finale, asportata mediante taglio. Regesto: Motta, Pergamene varie, pp. 53-54.

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20 maggio 1318, «Pontemorenco» (Iragna)

Deposizione giurata / Demonstramentum et disignamentum suprascriptarum terrarum

Pietro del fu Michele, Gualtierino del fu Matteo, Giorgio del fu Anrico e Giacomo del fu Guglielmo, tutti «de Gitis», alla presenza dei testimoni e del notaio rogatario, su richiesta dell'ospedale di Pollegio, confermano, giurando sui Vangeli, al prete Michele, ministro dell'ospedale della chiesa di S. Maria di «Campo Canino» di Pollegio, che i beni elencati, situati nel territorio «de Gitis», appartengono al detto ospedale. Guglielmo del fu Leventino «de Pontemorenco», Domenico del fu Domenico «de Ponte» e Giacomo del fu Alberto «de Pontemorenco» giurano sui Vangeli e confermano che gli altri beni elencati appartengono al detto monastero di Pollegio.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Zornico [f.q. ser Albertonis de Blanco].

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 2 (= cart. 18, nr. 17) 260 x 280 mm, righe 49. Alcune macchie e piccoli fori, nonché un frammento di filo di canapa nel margine superiore. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 20 maggio 1318 cadeva infatti di sabato e non di domenica, come riportato dal notaio. Regesto: Gualzata, Le pergamene del seminario di Pollegio, p. 136; Mdt Lev., pp. 136-138, nr. 106.

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22 luglio 1320, Semione

Interposizione di appello / Carta apellationis

Nella lite tra la vicinanza di Comprovasco e Leontica, da una parte, e quella di Corzoneso, dall'altra, per il pascolo che si estende dai beni propri di Leontica in su fino al culmine della montagna, il console di Comprovasco e Leontica Albrigo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 25 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete chiede a Gruone Orelli, rettore della comunità di Val Blenio, di non accettare i testimoni prodotti nella causa dal console di Corzoneso Carlo Bastardo, figlio naturale del fu Guido Orelli già avogadro e rettore di Blenio. Albrigo vuole provare che i testimoni hanno intenzione di prestare un giuramento falso. Egli dichiara di avere presentato a quelli di Corzoneso, a prova delle sue pretese, una sentenza riguardante il detto pascolo pronunciata dalla corte di Sala, ma essi hanno rifiutato di prendere visione del documento. Ora Albrigo ricorre in appello alla corte di Sala chiedendo che questa sentenza venga confermata. Gruone accetta il ricorso e nomina quali giudici Cortesio «de Carbonigo» e Guglielmo di Torre.

Notaio rogatario: Abrazabenus n. de Sumargua.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 6 425 x 250 mm, righe 53. Fori di piccole e medie dimensioni e lacerazioni lungo il margine destro. Edizione: Mdt Bl., pp. 685-688, nr. 301.

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6 settembre 1321, Leontica

Promessa / Carta obligationis et promissionis et securitatis

Sei vicini di Comprovasco e Leontica (Albrigo del fu Simone di Torre di Comprovasco, Comprovasco del fu Martino «de Bozoro» di Alteniga, Martino «de Biancho» di Alteniga, Breno del fu Giovanni «de Gixlacia», Guglielmo «de Gixllora de Zornencho», Minetto «de Batisacho de Zornencho»), agenti a nome della vicinanza, si impegnano ad osservare i precetti e le sentenze che l'avogadro e rettore della comunità di Val Blenio Gruone Orelli, con il consiglio dei sapienti e dei giurisperiti, emetterà in una procedura conforme al diritto entro il prossimo primo di gennaio, nella causa in corso contro la vicinanza di Corzoneso per i pascoli situati «super Riacium» fino al culmine della montagna. Essi promettono, in caso di inosservanza, di pagare la pena di 200 lire di denari di terzoli nuovi. A garanzia dell'impegno assunto i sei vicini nominano fideiussore Marco del fu Giovanni di Marco di Leontica.

Notaio rogatario: Mafeus de Turre n. de Cumprovascho. Notaio scrivente: Egydius Amedei n., f. olim ser Iohannis Amedei de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 7 520 x 255 mm, righe 66. Dieci piccoli fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 692-695, nr. 305.

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6 settembre 1321, Leontica

Promessa / Carta promissionis et obligationis et securitatis

L'assemblea dei vicini di Leontica e Comprovasco si impegna a risarcire i vicini Albrigo del fu Simone di Comprovasco, Comprovasco «de Bozoro» di Alteniga, Martino «de Blancho» di Alteniga, Breno di Giovanni «de Gixlacia», Minetto «de Batisacho», Guglielmo «de Gixlora de Zornencho» e Marco di Giovanni di Marco di Leontica, del danno che potrebbe

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 26 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete loro derivare dalla promessa fatta da questi ultimi a nome della vicinanza lo stesso giorno all'avogadro e rettore della comunità di Val Blenio Gruone Orelli nella causa contro Corzoneso per i pascoli «de Riacio». Guglielmino detto Minetto di Elena di Leontica si costituisce fideiussore a garanzia dell'impegno assunto.

Notaio rogatario: Mafeus de Turre n. de Cumprovascho. Notaio scrivente: Egydius Amedei n., f. ser Iohannis Amedei de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 8 410 x 260 mm, righe 52. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 695-698, nr. 306.

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<22> <1321>, Losone

Locazione

[La vicinanza di Losone e Arcegno, convocata su istanza di Pietro Comasino, console di detta vicinanza, investe per 29 anni rinnovabili i consoli della vicinanza di Ascona, Castelletto e Ronco del diritto di estrarre l'acqua dal fiume Maggia, sotto la campagna di Losone «in Viganalle» e sotto la «Ripa Mota de Viganalle» per immetterla in un canale largo di 6 braccia (di panni) e concede a quelli di Ascona, Ronco e Castelletto di poter piantare salici, ontani e «olniellas» per la larghezza di un braccio dal muro della roggia, mentre i vicini di Losone e Arcegno non possono tagliare la legna, pena la multa di 5 soldi.] Inoltre quelli di Ascona devono costruire un ponte sulla roggia «per medium bocham strate Viganalle que est in fundo campagne de Losono», il quale se distrutto dovrà essere ricostruito da quelli di Ascona entro 4 giorni. Il canone convenuto è di 12 lire di denari nuovi da consegnare per la festa di s. Martino, e Losone non può togliere e levare acqua sotto pena di 500 lire di denari nuovi. Pietro Comasino dichiara di aver ricevuto per l'investitura dai consoli e dai procuratori di Ascona, Ronco e Castelletto 4 congi di vino, alla misura del comune di Ascona. (frammento)

Notaio rogatario: Anselmus de Pengio n. de Loxono f.c. ser Martini de Pengio. Notaio scrivente: Bertrameus de Gudio n. f. c. ser domini Gualberti de Gudio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 15 1900 x 450 mm, righe 135. Documento composto di tre fogli membranacei cuciti insieme e privo del foglio iniziale («quatuor pergamenis similiter sutis bistorti»). La prima membrana presenta un foro di grandi dimensioni nel margine superiore, una lacerazione nella parte destra e il margine destro è stato danneggiato e mancano le ultime parole di ogni riga. La seconda membrana è anch'essa priva di parte del margine destro e presenta estese rosicature nel margine sinistro. La terza membrana presenta anche estese rosicature nel margine sinistro, 4 fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché gore di umidità nell'angolo inferiore destro. La data è ricostruita sulla base dell'edizione di un altro testimone conservato in Archivio Patriziale Losone, 2 (1321.11.22). Regesto: Broggini, Losone, Losone 2003, pp. 92-93 (regesto da altro testimone in Archivio Patriziale Losone). Altri esemplari:

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22 dicembre 1321, Semione

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Arbitrato / Carta sententie

Gruone Orelli, avogadro e rettore del comune di Val Blenio, pronuncia la propria sentenza arbitrale su mandato del giudice Galeazzo «de Pero» di Como confermato dal Consiglio dei credenziali, procuratori e «sapientes» del comune di Blenio, nella lite fra la vicinanza di Corzoneso, da una parte, e la vicinanza di Leontica e Comprovasco, dall'altra, per il pascolo dell'alpe «de Tarcho». Egli ordina alle due vicinanze di dividere fra loro il detto pascolo dalla «Rozia de Vedero» fino «ad Valegiam de Bregnio» e dalla proprietà privata in su fino alle cime della montagna: sulla rispettiva parte ogni vicinanza potrà esercitare il diritto di pascolo e la giurisdizione nei mesi di luglio e agosto, mentre durante il resto dell'anno la zona contestata rimarrà pascolo comune secondo l'antica consuetudine. Se le parti non si accorderanno sulla suddivisione, l'arbitro potrà fissare definitivamente i confini in questione. Le vicinanze dovranno attenersi all'arbitrato sotto pena di 200 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Abrazabenus de Ture n. de Sumargua. Notaio scrivente: Adam Amedei n., f. ser Egidii Amedei de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 9 285 x 275 mm, righe 45. Sette piccoli fori lungo le pieghe orizzontali e un taglio di circa due centimetri in basso a destra. Edizione: Mdt Bl., pp. 699-703, nr. 308.

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<30> 1322, Locarno

Vendita / Venditionis instrumentum

Giacomo Gibello del fu Raimondo Orelli di Locarno vende a Zanino del fu Guglielmo «de Vidolo Brucardo» di Maggia la sua quota di pascolo sull'alpe Soveneda, situato in valle «de Agro» nel territorio di Vallemaggia, al prezzo di 250 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes de Puteo n. de Locarno f.c. Marchixii de Puteo de Locarno. Notaio scrivente: Guillielmus n., f.c. Parrelle Viole de burgo Canobio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 1 700 x 420 mm, righe 55. Fori e strappi di piccole e medie dimensioni, cinque dei quali cuciti (due ricuciti nel restauro). Regesto: Meyer, Die Capitanei, pp. 361-362.

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10 novembre 1323, Mendrisio

Vendita / Carta vendicionis

Venturino detto Masseto del fu Maffialo detto Massallo «de Ayroldo de Giessio» di Comano, abitante a Mendrisio, vende a Giacomo del fu Giovanni notaio di Campione un complesso di sedimi, case, edifici e terreni situati nel territorio di Comano e nel piano di Agno «in territorio de Veza», al prezzo di 202 lire di denari nuovi. La vendita avviene alla

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 28 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete presenza e con il consenso di Margherita del fu Giovanni di Viggiù, moglie di Venturino.

Notaio rogatario: Zamboninus n., f.c. magistri Ade de Portellia de Arog qui modo sto Campillioni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 4 805 x 475 mm, righe 78. Il documento è costituito da due membrane originariamente cucite insieme. Della cucitura rimangono i forellini e due sottili frammenti di filo di ferro. Macchie, sbiaditure e fori, in particolare nel primo foglio.

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5 marzo 1324, Loco

Vendita / Carta venditionis

Laffranco del fu Guglielmo «de Ymelda» di Russo di Onsernone vende al comune di Onsernone, rappresentato dal console Giovanni «de çubiallo» di Crana, la quindicesima parte di un quarto dell'alpe «de Montefragio» situato nella valle Onsernone, al prezzo di 40 lire di soldi nuovi.

Notaio rogatario: Guilielmus n. de Centumvalibus f.c. Iacobi Maçe.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 4 410 x 440 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: CDT, vol. II, pp. 133-134, nr. CXXVII. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 38.

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1324, Locarno

Vendita / Carta vendicionis

Giacomino del fu Rainerio Magoria di Locarno vende al comune di Vico di Locarno e alla chiesa di S. Giorgio di Locarno, rappresentati dai consoli Panacio del fu Corradino Muralto di Locarno e Mono del fu Simone «de Bricio» di Locarno, un campo situato nella campagna di Solduno «ad Solarium», al prezzo di 30 lire di denari nuovi, somma che i detti consoli hanno ricevuto da Filippa di Morgagno «Ruzoli» a titolo di elemosina.

Notaio rogatario: Anricus n. de Locarno f.c. Guidoni Ruzoli de Locarno.

; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 3 430 x 360 mm, righe 45. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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<...> <...> 13<...>, Maggia

Locazione / Hereditatis instrumentum

Per porre fine alla lite tra gli uomini del comune di Maggia, da una parte, e gli uomini del comune di Moghegno, dall'altra, relativa ad un pascolo («predalias seu sabionos»), l'assemblea dei vicini di Maggia investe a titolo di eredità ed enfiteusi perpetua quelli di Moghegno del detto pascolo.

Notaio rogatario: Albertolus de Medasco n. Cumanus f. c. ser Fomasii de Medasco de Cumis. Notaio scrivente: Guillielmus n., f.c. Parrelle Viole de Canobio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 10 1390 x 490 mm, righe 105. Due fogli pergamenacei cuciti insieme e cinque fori cuciti (quattro dei quali dal restauratore). La pergamena è molto danneggiata e risulta parzialmente illeggibile a causa dei danni arrecati da microorganismi e da lacerazioni.

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6 dicembre 1327, Pedemonte (Verscio)

Procura alle cause / Sindicatum

L'assemblea dei vicini di Pedemonte, riunita presso la chiesa di S. Fedele per ordine del console Alcherio «de Sargno» (?), nomina suoi procuratori il notaio di Como Bertramo «de Medasco», Pagano detto «Panacium» di Muralto, Guglielmo Avondi di Locarno, il detto console, Martino «de Gniocho de Cegnia», i fratelli Polino e Giacomino «de Sizanego de Cegnia», incaricandoli di rappresentare il comune di fronte a qualsiasi istanza e nel merito di qualsiasi vertenza in cui esso sia coinvolto.

Notaio rogatario: Francinus de Pengio n. de Losono, fil. ser Anselmi de Pengio notarii de Losono.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 1 370 x 345 mm, righe 40. Lungo strappo ricucito nell'angolo inferiore destro.

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29 maggio 1328, Aurigeno

Locazione / Carta locationis

Martino Testa del fu Giacomo Testa di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di locazione e massarizio Andrea del fu «Madi de Bolancia (?)» di Pedemonte del pascolo «de Croacedo de Laregio et de Manzascha», al canone di dieci soldi di denari nuovi, da versare entro il primo gennaio successivo.

Notaio rogatario: Bartolameus n. f. ser Guillielmi notarii de Lodino.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 21 245 x 280 mm, righe 26.

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29 maggio 1328, Aurigeno

Locazione / Carta locationis

Martino Testa del fu Giacomo Testa di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di locazione e massarizio Giovanni del fu Martino «Menuza» di Cavigliano di Pedemonte del pascolo «de Croacedo de Laregio et de Manzascha», al canone di dieci soldi di denari nuovi, da versare entro il primo gennaio successivo.

Notaio rogatario: Bartolameus n. f. ser Guillielmi notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 22 300 x 285 mm, righe 35. Un taglio ricucito al centro del foglio.

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29 maggio 1328, Aurigeno

Locazione / Carta locationis

Martino Testa del fu Giacomo Testa di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di locazione e massarizio Martino del fu Alberto «de la Pecia» di Pedemonte del pascolo «de Croacedo de Laregio et de Manzascha», al canone di dieci soldi di denari nuovi, da versare entro il primo gennaio successivo.

Notaio rogatario: Bartolameus n. f. ser Guillielmi notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 23 250 x 310 mm, righe 26. Una lacerazione nella parte destra.

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29 maggio 1328, Aurigeno

Locazione / Carta locationis

Martino Testa del fu Giacomo Testa di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di locazione e massarizio Uberto del fu Pietro di Cavigliano di Pedemonte del pascolo «de Croacedo de Laregio et de

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Manzascha», al canone di dieci soldi di denari nuovi, da versare entro il primo gennaio successivo.

Notaio rogatario: Bartolameus n. f. ser Guillielmi notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 24 245 x 270 mm, righe 29. Una piccola lacerazione nell'angolo superiore destro e due fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 agosto 1328, Bironico

Vendita / Instrumentum

Bennolo del fu Rusca di Como abitante nel castello di Bironico vende ai vicini di Medeglia e di Drossa un complesso di beni situati nel territorio di Medeglia e la relativa decima, beni che Giovanni, nonno di Bennolo, aveva acquistato dal monastero di S. Carpoforo di Como. Il prezzo della vendita è di 72 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Petrolus de Bironico n.p., f.c. ser Bertrami de Bironico n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 2 455 x 680 mm, righe 39. Il documento è molto annerito sia nel verso che lungo i bordi, e presenta fori e lacerazioni di medie e grosse dimensioni in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 45.

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7 aprile 1329, Locarno

Ricevuta / Instrumentum

Alla presenza del notaio e di diversi testimoni, Giacomino «Mafei» di Aurigeno, camparo di quel comune per l'anno in corso, dichiara di aver ricevuto da Zanino di Marchesio «de Puteo» di Locarno, caneparo della comunità di Locarno e Ascona, 17 soldi e 4 denari di denari nuovi, quale pagamento per otto condanne inflitte dal podestà ad altrettante persone della pieve che hanno commesso infrazioni sul territorio di Aurigeno. Le condanne sono state registrate «in libro condempnationum» sotto la data del 10 giugno 1328.

Notaio rogatario: Obizo de Panceriis n. et scriba suprascripte comunitatis [plebis Locarni et Scone], f.c. Filipi de Panceriis de burgo Varisio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 25 325 x 315 mm, righe 30. Una lacerazione di grandi dimensioni dal bordo inferiore e altre minori cucite con filo di canapa; diffusi guasti meccanici.

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25 agosto 1329, Locarno

Arbitrato / Carta arbitramentorum

Guido Orelli, arbitro designato dalle parti in causa per risolvere la lite tra il comune di Brissago, da una parte, e il comune di Centovalli, dall'altra, relativa alle terre e al bosco «de Termino et de Uriono usque ad valem de Usina» e all'alpe «de Perronascha et territorii de valle», stabilisce le modalità di sfruttamento delle terre in questione. Lo stesso arbitro aggiunge poi altre specificazioni sul diritto di pascolo riconosciuto al comune di Centovalli, apportando un'aggiunta in data 25 aprile 1330.

Notaio rogatario: Obizo de Panceriis n. morans Locarni, f.c. ser Filipi de Panceriis de burgo Varisio. Notaio scrivente: Antonius p.i.a.n., f. Petri dicti Zarete Margini de Brisago.

Copia autentica (dopo il 1329); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 4 700 x 510 mm, righe 84. Fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e tre piccole cuciture. Regesto: G. Chiesi, Le pergamene dell'Archivio comunale di Palagnedra, «Verbanus» 14 (1993), p. 35 (da altro esemplare).

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23 marzo 1330

Domanda giudiziale / Petitio

Guglielmo Avondi di Locarno, procuratore degli uomini di Pedemonte, chiede a Romerio Lavizzari, podestà della pieve di Locarno e Ascona, di revocare certe condanne iscritte nei registri della pieve nel 1328, in quanto quelli di Pedemonte sono stati accusati ingiustamente, essendo in possesso dei diritti di pascolo e di raccolta dello strame contestati loro dagli uomini di Aurigeno.

Archivio Patriziale Aurigeno 26 (inserto)

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23 marzo 1330, Locarno

Sentenza / Sententia

Romerio Lavizzari, podestà della pieve di Locarno e Ascona, respinge una richiesta presentatagli dal procuratore degli uomini di Pedemonte e dichiara che le condanne pronunciate nel 1328 riguardo alla violazione di certi diritti di pascolo e di raccolta dello strame sono valide. Il podestà condanna inoltre quelli di Pedemonte a rifondere agli uomini di Aurigeno 9 lire di denari nuovi, corrispondenti al compenso del loro procuratore Gibello Orelli di Locarno.

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Notaio rogatario: Obizo de Panceriis n. et canzellarius predicte comunitatis [plebis Locarni et Scone], f.c. ser Filipi de Panceriis de burgo Varisio. Notaio scrivente: Anriginus de Panceriis n. moram trahens Locarni, f.c. ser Filipi de Panceriis de burgo Varisio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 26 335 x 505 mm, righe 31. Piccole rosicature lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 23 marzo 1330 cadeva di venerdì e non di sabato, come indicato nel documento. Inserti: 23 marzo 1330

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10 novembre 1330, Crescino (Camignolo)

Vendita e locazione / Carta aquisti; carta investitionis

Martino del fu Rolando di Crescino e i suoi figli Crescino, Martino e Talia vendono a Bennolo del fu Gabardo Rusca di Como alcuni terreni situati nel territorio di Camignolo, «ad Olno», «in Brugalla», <...>, «in Tavernea» e «ad Ragalla», al prezzo di 159 lire di denari nuovi. I venditori vengono poi investiti dei beni appena venduti situati «ab Obio», «in Bragalle», «in Burgerya seu in Salegio», «in Tavernea» e «ad Ragalla» a titolo di massarizio e locazione per otto anni rinnovabile a volontà delle parti, per un canone annuo di 15 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Petrolus de Bironico n., f.c. ser Bertrami de Bironico n. Notaio sottoscrittore: Bertramus n. [f. Petroli de Bironico n.].

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 3 460 x 330 mm, righe 64. Il documento è stato tagliato lungo i bordi e adattato a copertina di un libro.

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12 febbraio 1331, Mugena

Vendita e locazione / Instrumentum vendicionis; carta investiture

Giacomino del fu Albertuccio «de Ansermalo» di Mugena vende alla chiesa di S. Agata di Mugena, rappresentata dai suoi canepari Guglielmolo del fu Mirano «de Rio» (e anche «de Orrio») e Alberto del fu Pastore, entrambi di Mugena, un terreno a prato e campo situato nel territorio di Mugena «ad Casinam», al prezzo di 28 lire di denari nuovi. Il detto Giacomino viene poi investito dello stesso terreno a titolo di eredità e livello, al canone annuo di 14 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ugetus de Breno n. Notaio estraente: Domenginus de Sancto Fidele n., f.c. ser Laurentii Morandi de Sancto Fidele vallis Intellavi qui habito in loco Bedani.

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Originale estratto da imbreviature (1332 luglio 14); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 3 420 x 250 mm, righe 57. Lacerazioni e fori di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: CDT, vol. IIII, pp. 64-66, nr. CCV. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, pp. 117-118.

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29 maggio 1331, Locarno

Sentenza e giuramento / Sententia et sacramentum

Nella controversia tra gli uomini di Pedemonte, da una parte, e quelli di Aurigeno, dall'altra, in merito a certe condanne inflitte ai primi per la violazione di diritti appartenenti ai secondi, Lafranco «Zechardus», podestà della pieve di Locarno e Ascona, basandosi su un consilium del giurisperito Martino Carpani del 25 ottobre 1330 dichiara che le dette condanne dovranno essere revocate se entro dieci giorni i rappresentanti di Aurigeno non giureranno di possedere legittimamente i diritti contesi. A tale atto fa seguito il giuramento prestato il primo giugno successivo davanti al podestà da Lafranchino camparo di Aurigeno, il quale dichiara che Aurigeno è il solo possessore.

Notaio rogatario: Iacomomolus (!) de Fino n. Cumanus et scriba dicte comunitatis [plebis Locarni et Scone], f.q. ser Guifredi de Fino de Cumis.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 27 450 x 280 mm, righe 51. Un taglio ricucito con filo di canapa, alcune piccole rosicature.

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<...> <...> 1331, Bignasco

Testamento / <...>

Pietro del fu Pietro «de Tecto» di Bignasco detta il suo testamento, e istituisce tre annuali per l'anima sua, della madre e del padre, garantendoli su un terreno situato nel territorio di Bignasco; lascia inoltre tre sestari di mistura panificata da distribuire ai vicini poveri di Bignasco, garantendoli su altri due terreni, lavorati da sua madre e dalle sue sorelle. Il detto Pietro lascia poi una quantità di formaggio ai vicini di Bignasco e 40 soldi di denari nuovi al prete Anselmo, beneficiato della chiesa di San Giovanni di Cevio, nonché quattro lire di denari nuovi ad un altro beneficiario. Infine designa eredi universali la madre Marca, vedova di Pietro e figlia del defunto G<...> «de Ticto», e le sorelle Berta e Benvenuta. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 1 400 x 300 mm, righe 35. Documento accartocciato e sporco, con frammenti di filo. Guasti e lacerazioni, specie sui bordi, rendono lacunoso il testo.

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19 luglio 1332, Bignasco

Locazione / Hereditas

L'assemblea dei vicini di Bignasco, convocata per ordine del console Martino del fu Alberto «Inguille», investe a titolo di eredità perpetua i fratelli Martino, Giacomo e Delaido di Guglielmo di Bignasco di un terreno situato a Bignasco, al canone annuo di sei imperiali.

Notaio rogatario: Maffeus de Bellonis n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia. Notaio scrivente: Iacobinus de Bechariis n. de Scona filius suprascripti Martini de Giroldino becharii de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 2 680 x 390 mm, righe 54. Documento molto lacero e guasto, in particolare lungo i margini laterali. Tre fori cuciti prima della stesura dell''atto.

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23 novembre 1332, Serravalle (Semione)

Sentenza

Martino «de Carchano» e Guido Visconti, canonici ordinari della chiesa di Milano nonché signori e conti di Blenio e Leventina, agenti anche a nome dell'altro ordinario conte Francesco «Boldizonus», dichiarano che il prete Michele, ministro e anteposito dell'ospedale e monastero della chiesa di S. Maria di Pollegio, deve essere riconosciuto come vallerano di Leventina e vicino, a tutti gli effetti, della terra di Iragna.

ASTi, Seminario di Pollegio 3 (= cart. 18, nr. 18) (inserto)

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13 (?) dicembre 1332, Iragna

Notificazione / Carta denuntiationis

Il prete Michele, ministro e anteposito dell'ospedale e monastero della chiesa di S. Maria di Pollegio notifica pubblicamente a Luterino giudice di Iragna, ad Ambrogio «de Albaxia de Puteo», a Giovanni «de Antonio» di Iragna, a Guglielmo «de Gualterio de Gitis», ad Anselmotto «de Puteo» e a Giovanni del fu Giacomo «de Albaxia de Gitis», la sentenza pronunciata il 23 novembre 1332 dagli ordinari della chiesa di Milano e conti di Blenio e Leventina in merito al diritto di vicinato a lui spettante a Iragna.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Zornico [f.q. ser Albertonis de Blanco].

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Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 3 (= cart. 18, nr. 18) 270 x 185 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 13 novembre 1332 cadeva di venerdì e non di domenica, come riportato dal notaio, mentre il 13 dicembre cadeva di domenica. Regesto: Gualzata, Le pergamene del seminario di Pollegio, p. 136; Mdt Lev., p. 172, nr. 142. Inserti: 23 novembre 1332 (Serravalle (Semione))

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19 febbraio 1333, Sponzano (Castellanza)

Vendita

Ugolo della Torre del fu Giorgio, abitante a Milano, vende a Rizardo Crivelli del fu Venzio, abitante a Sponzano, agente per metà a proprio nome, e per l'altra metà a nome di Rizardollo del fu Negro Crivelli di Sponzano, un terreno a bosco situato nel territorio di Cogorezio, al prezzo di due lire di terzoli in moneta di Milano.

Notaio rogatario: Petrus n., f. domini Iacobi qui dicitur Bossius de Bossiis de loco Cogorezio.

Originale; lat. ASTi, Torriani 3 (= cart. 88, nr. 4) 330 x 445 mm, righe 33. Fori di piccole e medie dimensioni, due dei quali cuciti con filo di canapa prima della stesura dell'atto (di essi rimane una sola cucitura).

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24 novembre 1335, <...>

Vendita / Vendicionem et datum

Domenico vende a Giovanni detto «Brochi» del fu <...> «Brochi» di Losone un appezzamento a campo situato nella campagna di Losone, in luogo detto <...>, appezzamento gravato da un fitto annuo di tre soldi di denari nuovi da versare al prete di Losone per la celebrazione di due annuali. Il prezzo della vendita, la data topica, testimoni e notaio sono perduti.

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 4 170 x 360 mm, righe 17. Frammento con importanti perdita di materia su tutti i lati salvo quello superiore; pergamena lacera, testo molto lacunoso. L'indizione (quarta), contrariamente a quanto osservato da P. Rocco da Bedano, è corretta.

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10 febbraio 1336, Iragna

Locazione / Carta investitionis masaratii

Giovanni chierico e ministro dell'ospedale di S. Maria di Pollegio, agente a nome del detto ospedale, investe a titolo di locazione e massarizio Giovanni del fu Giacomo «de Albaxia» di Iragna di una vigna con casa, orto e cortile e di un prato situati nel territorio di Iragna «subtus ecclesiam Sancti Euxebii de Ignania» e «ad Reschanas subtus tectum iudicis de Ignania». Il locatario si impegna a migliorare il fondo e a versare un canone annuo di dieci congi di mosto.

Notaio rogatario: Iohannes de Poldemencho n. Vallis Leventine.

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 4 (= cart. 18, nr. 14) 285 x 150 mm, righe 18. Alcuni piccoli fori. Regesto: Gualzata, Le pergamene del seminario di Pollegio, p. 136; Mdt Lev., p. 176, nr. 146.

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13 maggio 1336, Bignasco

Testamento / Carta testamenti

Anselmo del fu Giovanni «Gixlle de Gulziono» di Bignasco detta il suo testamento e lascia ai vicini di Bignasco due staia di mistura panificata e due libbre di formaggio da distribuire in elemosina «pro focho ostarie ordinate» per san Martino; il lascito è garantito su un campo situato nella campagna di Bignasco «in Terzellionis», che deve essere lavorato da sua figlia Benvenuta. Qualora quest'ultima non consegnasse la detta elemosina, il campo sarà acquisito dal comune. Il testatario lascia inoltre a tutti i vicini di Bignasco una «septima» di due imperiali di pane di frumento e un imperiale di formaggio.

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 3 420 x 370 mm, righe 29. Alcuni fori di piccole dimensioni.

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27 maggio 1337, Losone

Locazione / Instrumentum investiture

Adamo «de Spigalis», console e sindico del comune di Losone, investe a titolo di locazione per cinque anni e in seguito secondo la volontà delle parti Adamino del fu Pietro «Giulie» di Losone di un appezzamento chiamato «Staligium», situato in territorio di Losone presso il fiume Melezza, e di un appezzamento a gerbido situato nella campagna di Losone «in Viganale», al canone annuo di 3 lire e 4 soldi di terzoli da versare per San Martino. La locazione è stipulata con la garanzia di Adamo «Zanoli de Bossis», Enrico detto «Cirexia» e Balduino «Lobardi» (?).

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Notaio estraente: Petrus de Duno p.i.a.n. f.q. domini Thadey habitator Locarni laudatus, constitutus et deputatum ad explendum, complendum [et pu]blicam et autenticam formam redigendum instrumenta rogata per nunc quondam Francinum de Pengio de Loxono olim publicum notarium Notaio rogatario: Francinus de Pengio de Loxono [olim] p.n.

Originale estratto da imbreviature (1491.10.01); lat. Archivio Patriziale Losone 5 300 x 220 mm, righe 56. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, macchioline puntiformi nella parte inferiore.

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10 agosto 1337, Locarno

Vendita / Carta venditionis

Guglielmo detto Ravello del fu *** Magoria di Locarno vende alla chiesa di S. Giorgio, rappresentata da Maifredo del fu Marchetto del Pozzo di Locarno un terreno recintato con sei alberi vicini nonché un altro terreno, situati nel territorio di Locarno «in Sassilva» (?) di Locarno, al prezzo di 50 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Mayfredus de Puteo de Locarno n., f.q. Marchi de Puteo de Locarno. Notaio scrivente: Minolus de Locarno n., f. Alcheri Marchacii de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 5 490 x 340 mm, righe 49. Macchie, sbiaditure, due grossi fori e altri di piccole dimensioni dovuti a guasti. Piccola cucitura sopra il margine inferiore precedente la stesura dell'atto.

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21 aprile 1338

Remissione di causa / Comissio

Guglielmo «de Pelavicinis», podestà e capitano di Como, affida ad Anselmo Pigozzi, Martino Rambertenghi e Egidiolo «de Puteo» in veste di «bonos, legales et discretos viros» la risoluzione della causa tra il comune di Arosio, da una parte, e il comune di Mugena, dall'altra, in merito ai confini tra i rispettivi pascoli.

Cancellieri: Spagniolus Misente (de), Como (cancelliere del comune)

ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 4 (inserto)

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4 maggio 1338, Como

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Sentenza / Instrumentum

Nella lite tra il comune e gli uomini di Arosio, da una parte, e il comune e gli uomini di Mugena, dall'altra, per i confini territoriali e per lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli, il podestà e capitano di Como, Guglielmo «de Pelavicinis» ha affidato la soluzione della causa a tre arbitri, Anselmo Pigozzi, Martino Rambertenghi ed Egidiolo «de Puteo», che ora pronunciano la loro sentenza.

Notaio rogatario: Nichollaus de la Meride, f. ser Mathey de la Meride de Parma i.a.n. scriba domini potestatis et capitani. Notaio scrivente: Gaudenzolus de Porta p.n. Cumanus, f. ser Paxii de Porta de Cernobio de Cumis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 4 520 x 390 mm, righe 46. Scrittura sbiadita soprattutto nella parte iniziale, fori e lacerazioni in particolare nelle pieghe. La pergamena è stata rinforzata nel verso in età moderna mediante incollatura di tre fogli di carta, uno dei quali manoscritto e un altro stampato, miniato a stampa e colorato. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 118. Inserti: 21 aprile 1338

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29 maggio 1339, Semione

Remissione di causa / Carta commissionis

Davanti all'avogadro e rettore del comune di Val Blenio Matteo Orelli e al Consiglio generale dei credenziali, si presentano il console di Corzoneso Socino «de Cavalchedo» e altri sei vicini, da una parte, e il console di Leontica e Comprovasco Albrigo e Giacomino del fu Guglielmo di Elena, dall'altra. Il console e i vicini di Corzoneso chiedono alle autorità presenti di vietare ai vicini di Leontica e Comprovasco di condurre bestiame malato sul territorio comune di Corzoneso e Leontica. Il console di Leontica e Comprovasco afferma che il detto territorio comune si estende «de rio de Loreta usque ad rium de Comprovascho» e dal fiume Brenno in su fino alla cima della montagna. Le parti si erano infatti accordate in precedenza per confinare il bestiame ammalato, basandosi anche su uno scritto dei vicini di Leontica redatto al tempo di Gruone [Orelli], avogadro e rettore della Valle, e dei credenziali di Olivone, di Aquila e di Malvaglia.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Sumargua.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 10 140 x 375 mm, righe 19. Piccoli fori nelle pieghe. Regesto: Mdt Bl., pp. 747-749, nr. 327.

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27-28 luglio 1340, Locarno

Elezione di arbitro e dichiarazione / Carta compromissi e carta compromissi

Il consiglio o credenza del comune di Brontallo e di Menzonio, riunito dal console del comune, nomina quale arbitro

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Simone «de Cavalatiis», podestà della comunità della pieve di Locarno e Ascona, incaricandolo di risolvere la lite tra gli uomini di Brontallo e Menzonio, da una parte, e quelli di Cavergno, dall'altra, per il territorio «de Rovoriis et de Paravolla» situato tra la località di Cavergno e quelle di Brontallo e Menzonio. Guido di Goffredo Orelli e Gibello di Raimondo Orelli, entrambi di Locarno, procuratori del comune di Cavergno, incaricati di sottoscrivere il compromesso con gli uomini di Brontallo e Menzonio per la detta lite, dichiarano di sottostare al lodo arbitrale di Simone Musso «de Cavalatiis».

Notaio rogatario: Iohanolus de Avondo n., f. Gulielmi de Avondo de Locarno. Notaio scrivente: Saviolus de Bricio n., f.c. ser Antonii de Bricio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 1 860 x 505 mm, righe 79. Documento molto corroso sui bordi, in particolare su quello sinistro, dove la scrittura risulta sbiadita e il supporto indebolito; alcune macchie e fori.

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24 dicembre 1340, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra il comune di Cavergno, da una parte, e il comune di Brontallo e Menzonio, dall'altra, in merito al territorio e al pascolo di Ravör e Paràula, situati tra Cavergno e Brontallo, il giurisperito Simone Musso, podestà della plebe di Locarno e Ascona, eletto dalle parti quale arbitro, conferma i confini del pascolo posti lungo la sponda destra della Val Sorda, stabilisce le regole per il pascolo e la raccolta di strame e fieno e assegna a Cavergno l'Alpe Paràula; egli decide infine che i vicini di Brontallo e Menzonio versino a quelli di Cavergno, entro il prossimo primo di agosto, 25 lire di denari nuovi per riparare due case situate in Paràula, oppure che ne eseguano le riparazioni a proprie spese.

Notaio rogatario: Ariginus de Panceriis f.c. ser Filipi de Panceriis de burgo Varisio, olim n. stans Locarni. Notaio estraente: Steffanus n. f.c. Moneti de Britio de Locarno, laudatus, constitutus et copnfirmatus per dominum vicarium et per consillium generalle comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum et in publicam formam redigendum et redigi fatiendum omnes contractus et omnia instrumenta traditos et tradita, imbreviatos et imbreviata per c. Ariginum de Panceriis f.c. ser Filipi de Panceriis de burgo Varisio olim n. stantem Locarni.

Originale estratto da imbreviature (1417 luglio 23); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 1,1 370 x 370 mm, righe 50. Una piccola lacerazione all'angolo superiore sinistro, alcuni forellini lungo il lato sinistro e lungo la piegatura verticale centrale, dovuti a rosicatura. Edizione: F. ZAPPA, Commune et homines de Lavizaria. Edizione critica di tutti i documenti della Lavizzara anteriori al 1430, Maggia 2011 (dattiloscritto [in ASTi]) Regesto: F. ZAPPA, Commune et homines de Lavizaria. Edizione critica di tutti i documenti della Lavizzara anteriori al 1430, Maggia 2011 (dattiloscritto [in ASTi])

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18 novembre 1341, Medeglia

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Vendite / Carta

Medeglia detto «Patrochus» del fu Bertramo «de Belardo» di Medeglia, agente anche a nome dei fratelli Nicolino e Zanino e della sorella Ottabella, vende a Fiamberto del fu Giacomo «de Maza» di Isone, agente anche a nome dei suoi fratelli, la decima che grava su alcune piante di castagne situate [nel territorio di Isone?] «ad Roegium» e «ad Scaladrum», al prezzo di 25 soldi nuovi (1341.xi.18). I fratelli Giacomino, Arnaldo e Domenico del fu Marchesio detto «Zochus» e Giovanni del fu Lanfranco tessitore di Isone, agente anche a nome del fratello Sassino, vendono al medesimo Fiamberto, agente anche a nome dei suoi fratelli, un campo situato nel territorio di Isone «subtus ecclesiam Sancti Laurentii in Araturis», al prezzo di otto lire di denari nuovi (1341.xi.18). I fratelli Giovanni e Domenico del fu Ugaccio Bagutti di Isone vendono al medesimo Fiamberto, agente anche a nome dei suoi fratelli, sette terreni e la quarta parte di una cascina situati nel territorio di Isone, al prezzo di 22 lire di denari nuovi (1341.xi.18).

Notaio rogatario: Petrolus de Bironico n.p., f.c. ser Bertrami de Bironico n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 1 670 x 380 mm, righe 78. Macchie e rosicature lungo i bordi, in particolare quello sinistro.

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18 novembre 1341, Medeglia

Vendite / Carta

Medeglia detto «Patrochus» del fu Bertramo «de Belardo» di Medeglia, agente anche a nome dei fratelli Nicolino e Zanino e della sorella Ottabella, vende a Fiamberto del fu Giacomo «de Maza» di Isone, agente anche a nome dei suoi fratelli, la decima che grava su alcune piante di castagne situate [nel territorio di Isone?] «ad Roegium» e «ad Scaladrum», al prezzo di 25 soldi nuovi (1341.xi.18). I fratelli Giacomino, Arnaldo e Domenico del fu Marchesio detto «Zochus» e Giovanni del fu Lanfranco tessitore di Isone, agente anche a nome del fratello Sassino, vendono al medesimo Fiamberto, agente anche a nome dei suoi fratelli, un campo situato nel territorio di Isone «subtus ecclesiam Sancti Laurentii in Araturis», al prezzo di otto lire di denari nuovi (1341.xi.18). I fratelli Giovanni e Domenico del fu Ugaccio Bagutti di Isone vendono al medesimo Fiamberto, agente anche a nome dei suoi fratelli, sette terreni e la quarta parte di una cascina situati nel territorio di Isone, al prezzo di 22 lire di denari nuovi (1341.xi.18).

Notaio rogatario: Petrolus de Bironico n.p., f.c. ser Bertrami de Bironico n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 1 670 x 380 mm, righe 78. Macchie e rosicature lungo i bordi, in particolare quello sinistro.

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31 dicembre 1341, Semione

Deposizioni giurate / Carta tesstium

Davanti all'avogadro e rettore del comune di Val Blenio Matteo del fu Alberto Orelli, diciassette testimoni depongono nella lite tra Antonia, vedova di Vivenzio Rossi di Caslascio, e la vicinanza di Leontica e Comprovasco, rappresentata dal console Guglielmo detto Zufino, da una parte, e la vicinanza di Corzoneso, rappresentata dal console Guglielmo di Martino di Guglielmolo di Cumiasca, dall'altra. Il console di Leontica e Comprovasco aveva fatto pignorare dal saltaro e da altre persone della vicinanza di Corzoneso due capre appartenenti alla detta Antonia, con l'accusa di pascolo abusivo nel territorio «de Lescha et de Vedellio». Tutti i testimoni dichiarano sotto giuramento che la proprietà e il pascolo del territorio in questione appartengono a Leontica.

Notaio rogatario: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni n. de Turre qui stat Sumargue.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 11 670 x 235 mm, righe 83. Piccoli fori nelle pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 765-768, nr. 334.

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2 giugno 1342, Roveredo

Vendita / Carta vendicionis

Anrigazio e Zanino, figli del fu Giacomo Testorelli di Roveredo, e il loro nipote Zanino del fu Alberto Testorelli di Roveredo, quest'ultimo agente con il consenso del suo «advocatus» Parino «de Borzia», vendono ai fratelli Guarisco e Martinolo «de Pelera de la Porta» di Gravedona un terreno con selva situato nel territorio di Lumino «ad Puteos», al prezzo di 10 lire e 4 soldi di denari nuovi. L'atto è stipulato alla presenza di Galeotto de Sacco, signore dei detti venditori, che dà il suo consenso.

Notaio rogatario: Antoniolus de Mollo n.p., f. ser Alberti de Mollo de Menasio.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 1 380 x 260 mm, righe 47. Uno strappo ricucito con filo di canapa nell'angolo inferiore destro, alcuni fori di piccole e medie dimensioni lungo le piegature e gore di umidità lungo i bordi superiore e inferiore nonché lungo la piegatura verticale al centro; piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 1. Edizione: BUB V, pp. 287-290, n. 2719.

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13 ottobre 1342, Locarno

Locazione / Carta locationis

Giacomo detto Brentana del fu Simone «de Bricio» e Luganollo del fu Giacomo «Mullete», consoli del comune del borgo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 43 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di Vico di Locarno e agenti a nome della chiesa di S. Giorgio di Locarno, investono a titolo di locazione e massarizio per sei anni rinnovabili Bertramo «de Fossato» del fu Guglielmo di Martino «de Fossato» Pozzi di Locarno, di un terreno recintato con alberi situato nel territorio di Locarno, presso la folla del comune di Locarno, al canone annuo di quattro lire e 15 soldi nuovi.

Notaio rogatario: Mayfredus de Puteo de Locarno n., f.q. Marchi de Puteo de Locarno.

; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 6 300 x 300 mm, righe 38. Un foro di piccole dimensioni dovuto a guasto.

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8 settembre 1343, Dangio

Permuta

Giacomo «Muçanus» del fu Guglielmetto «de Ymavilla» di Dangio cede a Giacomo «de Maria» di Dangio la metà di un'abitazione situata a Dangio e ne riceve in cambio l'altra metà.

Notaio rogatario: Guillielmus n. de Gruxa de Olivono.

Originale; lat. ASTi, Cima 1 160 x 175 mm, righe 25. Edizione: MDT Bl., pp. 1539-1540, regesto aggiunto XVI.

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9 gennaio 1344, Locarno

Vendita / Carta vendicionis

Giovanni del fu Origalo de Muralto di Locarno vende a Lotto del fu Corrado Rastelli la metà di un giuncheto («terre lischedi») situato nel territorio di Gordola «in Caregnio», al prezzo di 20 lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Saviolus de Britio n., f.c. ser Antonii de Britio de Locarno. Notaio scrivente: Guillelmolus de Pengio n., f. Iacobi dicti Mut de Pengio de Loxono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 2 575 x 310 mm, righe 56. Tre cuciture precedenti la stesura dell'atto e fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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10 marzo 1344, Giubiasco

Vendita / Carta vendicionis

Luterio del fu Giacomo «Catanii» di Gnosca, abitante a Bellinzona, vende a Gregorio del fu Pietro Rusca di Como, abitante a Como, un prato situato nel territorio di Giubiasco «in Pratis de Bechariis», al prezzo di 142 lire di denari nuovi, impiegati per sanare un debito contratto dal detto Luterio con Bertoldo «Casterignola» (?) di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes Seschalchus n. Cumanus f.c. domini Andree Seschalchi. Notaio scrivente: Petrolus de Scona n. Cumanus f.c. domini magistri Iohannis de Scona olim fixicii de Berinzona

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 2 (v.n. A. I/15) 370 x 605 mm, righe 27. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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21 novembre 1344, Bignasco

Vendita / Carta venditionis

Alberto del fu Zane Galli di Riveo di Someo vende a Martino di Ablatico di Bignasco la quinta parte di un terreno situato nel territorio di Riveo «ad Curtem de Verteme», al prezzo di 40 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 4 290 x 380 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori nelle pieghe. Nel verso lo schizzo coevo di una croce patente.

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10 aprile 1345, Locarno

Locazione / Instrumentum sindicati e carta hereditatis

Il borgo di Vico di Locarno, rappresentato dai procuratori Guglielmo del fu Giacomo Avondi, Anrigino del fu Guglielmo detto «Spelorzii», Francino del fu Gaffino «de Mulletis» e da Giacomino del fu Guidotto Avondi, tutti di Locarno, investe a titolo di eredità perpetua Pietro del fu Fantaccino Albo di Locarno di due terreni e di alcuni alberi situati «in monte de Locarno in Nario», nei luoghi detti «ad Volltam de Gallo», «in Silva de Locarno apud campaneam», «in Subsilva ubi dicitur ad Puteos» e «ad Portam campagne de Locarno», al canone annuo di due staia di castagne secche e altrettante di mistura di segale e miglio. I detti beni erano stati venduti al comune dal locatario il 2 agosto 1344.

Notaio rogatario: Saviolus de Bricio n., f.c. Antonii dicti Viole de Bricio de Locarno. Notaio scrivente: Anrigolus dictus Zimba n., f. Iohannis ser Amadoli Merzatiçii de Locarno.

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Notaio estraente: Monetus de Bricio n., f.c. Brecii dicti Gazini de Bricio de Locarno constitutus per ... conscilium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum ... cartas ... traditas ... per condam Savioli de Bricio n., f. c. Antonii dicti Viole de Bricio de Locarno.

Originale estratto da imbreviature (1354 marzo 28); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 7 680 x 475 mm, righe 70. Fori di piccole e medie dimensioni e quattro cuciture precedenti la stesura dell'atto il cui filo è parzialmente caduto.

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14 maggio 1346, Bignasco

Locazione / Carta

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Cristofeno del fu Giacomo «de Via», investe a titolo di massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Pietro del fu Gregorio di Bignasco di un appezzamento con una stalla e un terreno situato «in Gramoxierio», al canone annuo di 35 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Minolus n., f.c. ser Guillielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 5 320 x 300 mm, righe 32. Tre grosse cuciture precedenti la stesura del documento.

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14 maggio 1346, Bignasco

Locazione / Carta investiture

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Cristofeno del fu Giacomo «de Via», investe a titolo di massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Guglielmo del fu Ottobre di Bignasco dell'alpe di Calnègia, situato in val Bavona, al canone annuo di 12 lire e 15 soldi di denari nuovi, per la corresponsione del quale si costituisce fideiussore Delleido del fu Lormano di Bignasco.

Notaio rogatario: Minollus n., f.c. ser Guillielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 6 395 x 275 mm, righe 40. Il documento presenta due cuciture (una grande e una minuscola) precedenti la sua stesura. Fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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14 maggio 1346, Bignasco

Locazione / Carta

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Cristofeno del fu Giacomo «de Via», investe a titolo di massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Martino del fu Lanfranco di Piazza di Bignasco di un terreno incolto situato «in Corona Longa et Sertas», al canone annuo di 16 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Minollus n., f.c. ser Guillielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 7 375 x 205 mm, righe 41. Due cuciture precedenti la stesura del documento, di cui una di dimensioni considerevoli.

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11 maggio 1347,

Inventario / Memoria fictorum

Elenco delle terre appartenenti alla chiesa di S. Agata di Mugena e situate nel territorio di Mugena, sopra le quali grava un fitto annuo di 23 quartine di olio d'oliva.

Notaio rogatario: Petrinus n. de Vezio f.c. Marchi de Vecio. Notaio estraente: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale estratto da imbreviature (1380); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 5 530 x 220 mm, righe 58. Il documento è gravemente danneggiato lungo i margini laterali e presenta altri fori e lacerazioni di medie e grosse dimensioni. Edizione: CDT, vol. IIII, pp. 67-69, nr. CCVI. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 118.

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11 febbraio 1348, Locarno

Vendita / Carta venditionis

Albertolo «Pere» del fu Pietro «de Vico» di Locarno vende a mastro Pagano figlio di Borgino di Aquino («de Coyno») di Verzasca, abitante a Locarno, un appezzamento di terreno vignato e a gerbido sul monte di Locarno a Rogorogno. Il prezzo di vendita è di 10 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillelmolus de Pengio n., f. Iacobi dicti Muti de Pengio de Loxono, morans Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 1

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700 x 470 mm, righe 63. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-30) e la locazione (righe 31-63), entrambe stipulate il medesimo giorno. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle (di cui tre cuciti con filo di canapa), rosicature lungo le piegature e nei margini sinistro e destro e diverse macchie.

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11 febbraio 1348, Locarno

Locazione / Carta hereditatis

Pagano figlio di Borgino di Aquino («de Coyno») di Verzasca, abitante a Locarno, investe Albertolo «Pere» del fu Pietro «de Vico» di Locarno di un appezzamento di terreno vignato e a gerbido sul monte di Locarno a Rogorogno, al canone annuo di un congio di mosto bianco da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Guillelmolus de Pengio n., f. Iacobi dicti Muti de Pengio de Loxono, morans Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 1 700 x 470 mm, righe 63. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-30) e la locazione (righe 31-63), entrambe stipulate il medesimo giorno. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle (di cui tre cuciti con filo di canapa), rosicature lungo le piegature e nei margini sinistro e destro e diverse macchie.

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16 maggio 1348

Consilium / Conscilium

Su richiesta di Cittadino Cittadini, vicario «in temporalibus» dell'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, il frate Guglielmo, preposito della casa umiliata di Viboldone, e Arasino Liprando, entrambi dottori in legge, formulano il proprio parere giuridico nella causa tra il detto arcivescovo, da una parte, e Bennolo Rusca, Romerio e nipoti «de Trivano», Pietro e Giovanni fratelli «de Penzia» e Pietro «de Roy», dall'altra, in merito alle decime delle vicinanze di Sigirino, Mezzovico, Isone, Camignolo, Bironico, Rivera e Medeglia per gli anni 1346 e 1347.

Notaio sottoscrittore: Iohanolus f. domini Alberti de Guastallanis, civitatis Mediolani n. et scriba in hac parte predictorum dominorum consciliariorum et asumptorum.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 2 (inserto)

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[16] [maggio] [1348], Milano

Sentenza

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Lanfranchino di Bobbio, vicario generale «in temporalibus» dell'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il detto arcivescovo, da una parte, e Bennolo Rusca, Romerio e nipoti «de Trivano», Pietro e Giovanni fratelli «de Penzia» e Pietro «de Roy», dall'altra, in merito alle decime delle vicinanze di Sigirino, Mezzovico, Isone, Camignolo, Bironico, Rivera e Medeglia per gli anni 1346 e 1347, in base ad un consilium del frate Guglielmo, preposito della casa umiliata di Viboldone, e di Arasino Liprando.

Notaio rogatario: Lanzarotus f.c. domini Medii Negroni, civitatis Mediolani porte Ticinensis, comorans in curia prefati domini archiepiscopi et cetera, p.i.a.n.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 2 (inserto)

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7 agosto 1348, Lugano

Ordine / Preceptum

Giacomazzo Ferrari di Vigevano, vicario di Lugano e Valle, in ossequio a un ordine dell'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti e a una sentenza del suo vicario generale Lanfranchino di Bobbio, ordina alle vicinanze di Sigirino, Mezzovico, Isone, Camignolo, Bironico, Rivera e Medeglia di versare a Bennolo Rusca di Como le decime degli anni 1346 e 1347, poste sotto sequestro per ordine dei vicari di Lugano.

Notaio autenticante: Antoniolus de Cuxa p.i.a.n., f.c. ser Paganoli de Cuxa de Birinzona.

Copia autentica (prima metà del sec. xv); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 2 600 x 340 mm, righe 66. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle e una diffusa sbiaditura della scrittura, ottenuta per erosione del supporto. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 7 agosto 1348 cadeva infatti di giovedì e non di lunedì, come riportato dal notaio. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, pp. 402-403 nr. 35 (parziale); CDT, vol. v, pp. 20-26, nr. cccxi (sotto la data 4 agosto 1348). Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 65. Inserti: [16] [maggio] [1348] (Milano), 16 maggio 1348

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7 settembre 1348, Maggia

Testamento / Carta testamenti

Minetto di Maggia, con il consenso del padre Giovanni Brucardo, detta il proprio testamento, lasciando al comune di Maggia tre lire di denari nuovi da distribuire ogni anno in pane di frumento la vigilia di Natale. La somma è garantita dal fitto di una quota dell'alpe Soveneda, situato in valle «de Agero», lasciata dal testatore ai suoi fratelli.

Notaio rogatario: Maffeus notarius de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

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Notaio scrivente: Iacobinus de Pengio n. habitans Locarni f. ser Martini dicti Pezie de Canobio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 2 330 x 440 mm, righe 30. Fori di piccole e medie dimensioni, undici dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una cucitura di restauro nel margine inferiore. La pergamena reca impresse a rovescio parti di un altro documento.

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11 gennaio 1349, Leontica

Elezione di procuratori alle liti / Carta procurationis et sindicatus

L'assemblea dei vicini di Leontica e Comprovasco, covocata dai saltari per ordine dei rispettivi consoli Taddeo del fu Giroldo e Albrigo del fu Simone, nomina il prete Giovanni «de Battisacho», canonico della chiesa di S. Giorgio «in Palatio», Giacomino «Usbergerium», Antonolo «Guerstablava», Martino del fu Martino di Como e il console di Leontica Taddeo, quali procuratori alle liti, in particolare nella causa d'appello tra la detta vicinanza e il comune di Corzoneso in corso davanti ai canonici ordinari della Chiesa di Milano.

Notaio rogatario: Iohanolus n., f.q. ser Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 12 495 x 420 mm, righe 42. Piccoli fori e lacerazioni di medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Mdt Bl., pp. 808-809, nr. 354.

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27 gennaio 1349, Corzoneso

Elezioni di procuratore alle liti / Carta

L'assemblea dei vicini di Corzoneso e di Scaradra, convocata dai saltari su istanza del console Ughetto del fu Zanaccio Zamboni di Corzoneso, nomina il detto console procuratore alle liti affinché elegga in qualità di arbitri il prete Giovanni «de Batisacho», canonico della chiesa di S. Giorgio «in Palatio» di Milano, e Guglielmuzzo del fu Martino di Guglielmolo di Cumiasca, per la definizione della lite tra la stessa vicinanza e quella di Leontica e di Comprovasco. L'assemblea dei vicini di Leontica e di Comprovasco, convocata dai saltari per ordine dei consoli Taddeo del fu Giroldo di Leontica e Albrigo del fu Simone di Comprovasco, nomina il console Taddeo procuratore alle liti affinché elegga i già detti arbitri per la definizione della lite tra la stessa vicinanza e quella di Corzoneso e di Scaradra.

Notaio rogatario: Iohanolus n., f. q. ser Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n., habitans in loco de Cumiascha. Notaio scrivente: Iacomolus Tessera n., f. Carloli, civitatis Mediolani Porte Ticinensis foris parrochie Sancti Laurentii Mayoris.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 13 890 x 475 mm, righe 55. Un grosso strappo cucito in alto a destra, un altro strappo e consunzioni lungo il margine destro e un foro di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 50 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete medie dimensioni nel margine sinistro. Regesto: Mdt Bl., pp. 810-815, nr. 355 e 356.

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27 gennaio 1349, Corzoneso

Elezioni di procuratore alle liti / Carta

L'assemblea dei vicini di Corzoneso e di Scaradra, convocata dai saltari su istanza del console Ughetto del fu Zanaccio Zamboni di Corzoneso, nomina il detto console procuratore alle liti affinché elegga in qualità di arbitri il prete Giovanni «de Batisacho», canonico della chiesa di S. Giorgio «in Palatio» di Milano, e Guglielmuzzo del fu Martino di Guglielmolo di Cumiasca, per la definizione della lite tra la stessa vicinanza e quella di Leontica e di Comprovasco. L'assemblea dei vicini di Leontica e di Comprovasco, convocata dai saltari per ordine dei consoli Taddeo del fu Giroldo di Leontica e Albrigo del fu Simone di Comprovasco, nomina il console Taddeo procuratore alle liti affinché elegga i già detti arbitri per la definizione della lite tra la stessa vicinanza e quella di Corzoneso e di Scaradra.

Notaio rogatario: Iohanolus n., f. q. ser Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n., habitans in loco de Cumiascha. Notaio scrivente: Iacomolus Tessera n., f. Carloli, civitatis Mediolani Porte Ticinensis foris parrochie Sancti Laurentii Mayoris.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 13 890 x 475 mm, righe 55. Un grosso strappo cucito in alto a destra, un altro strappo e consunzioni lungo il margine destro e un foro di medie dimensioni nel margine sinistro. Regesto: Mdt Bl., pp. 810-815, nr. 355 e 356.

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10 febbraio 1349, Maggia

Testamento / Instrumentum testamenti

Giovanni Brucardo del fu Guglielmo Brucardi di Maggia e suo figlio Minetto dettano il loro testamento, lasciando al comune di Maggia da distribuire in elemosine. La somma è garantita da certi beni situati sull'alpe Soveneda, in valle «de Agero», in Lavizzara e nel territorio di Maggia, «ad Marenam». I testatori lasciano inoltre alla chiesa di S. Maurizio di Maggia un lascito di 15 lire di denari nuovi gravante su una quota dell'alpe di Rodi, in val Lavizzara, per celebrare cinque annuali, e nominano infine loro eredi universali Martino e Filippo, figli del detto Giovanni.

(Cfr. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 2).

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 3 430 x 620 mm, righe 37. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle e uno cucito.

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30 agosto 1349, Lodano

Testamento / Carta testamenti

Beltramo del fu Guglielmetto di Lodano detta il suo testamento. Egli ordina che dopo la sua morte, per la festa di s. Stefano dopo il Natale (29 dicembre) di ogni anno, sia distribuito fra tutti i fuochi di Lodano uno staio di sale alla misura di Locarno, e che i beneficiati della chiesa di S. Lorenzo di Lodano celebrino in perpetuo un annovale in sua memoria, ricevendo ogni volta tre soldi nuovi. A garanzia di tali disposizioni il testatore designa un sedime con casa, corte e vigna a Lodano e altri terreni con edifici e alberi nel territorio di quel comune «in Vallegis», «ad Predellum», «ad Sassellum de la Lancha», «in Oro Piateo» e «in Plano de Fassino», che dovranno essere tenuti dai suoi parenti più vicini oppure, se costoro non daranno la detta quantità di sale e non faranno celebrare l'annovale, dovranno essere dati in affitto dal comune di Lodano a tale scopo.

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia, f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 27 (= 10) 430 x 495 mm, righe 41. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, di cui uno ricucito; altri fori, sbiaditure dell'inchiostro.

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6 ottobre 1349, Locarno

Testamento / Testamentum

Francesco del fu Guglielmetto Marcacci di Locarno detta il suo testamento e istituisce un legato annuo di due sestari di mistura di segale e miglio alla chiesa di S. Giorgio di Locarno in suffragio della sua anima e nomina suo erede universale il figlio Antoniolo, al quale attribuisce come tutori Stefano del fu Guidone Orelli di Locarno, Pietro del fu Malverno (?) e Guglielmino del fu Caddo, tutti di Locarno.

Notaio rogatario: Iacobus n., f.q. ser Petri Croli de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 8 335 x 230 mm, righe 32. Otto fori di piccole dimensioni dovuti a guasti e una cucitura. Nel margine destro la riparazione di una lacerazione si sta staccando. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nell'ottobre 1349 correva infatti l'indizione terza e non la seconda, come riportato dal notaio. Regesto: BSSI 1908, p. 64.

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1 novembre 1349, Bollate

Arbitrato / -

Nella lite tra il priore, i frati e il convento di Santa Maria «de Predelascha sive de Buscho», situato vicino al villaggio di Baranzate, e Tommasolo «de Gariboldis», frate e professo nel detto convento, da una parte, e Martina moglie di Pietro Brugnoli e figlia del fu Pasino «Gariboldi», abitante a Bollate, dall'altra, gli arbitri designati dalle parti Branca e Giorgio detti «de Grassio» di Bollate stabiliscono che i beni e i debiti lasciati dal fu Bertramolo «Gariboldo», fratello dei detti Martina e Tommasolo, spettino per un terzo a Martina, per un terzo al detto convento e al detto Tommasolo, e per un terzo ad un'altra sorella abitante a «Raude». L'atto è rogato alla presenza di Maffiolo del fu Maffeo Lattuada e di Quirigolo del fu Guglielmo Canziani, notai di Milano.

Notaio rogatario: Ambrosolus f. domini Mayfredi de Latuada n. civitatis Mediolani Porte Vercelline parrochie Sancti Martini ad Corpus. Notaio scrivente: Mafiolus f.c. Mafei de Latuada n. civitatis Mediolani Porte Vercelline parochie Sancti Nicolay.

Originale; lat. ASTi, Torriani 4 (= cart. 88, nr. 5) 480 x 415 mm, righe 36. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo il margine superiore, dove probabilmente vi era un altro documento cucito a questo.

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30 gennaio 1350, Losone

Vendita e locazione / Carta vendicionis et dati; carta locationis

Zanino del fu Martino «Boze» di Crana vende alla chiesa di S. Remigio di Russo, rappresentata dal caneparo e ministro Martino detto Brocco del fu Morisio Brocchi, un corte con prato, campi, tre case, muro e cancello situati nel territorio di Onsernone in monte, «ad Planum», al prezzo di 80 lire di denari nuovi. Il detto Zanino viene poi investito dei beni appena venduti a titolo di locazione fino alla festa di s. Martino ed in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di quattro lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Francinus de Pengio n. de Loxono f.c. ser Anselmi de Pengio n. de Loxono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 9 970 x 560 mm, righe 63. Alcuni fori di medie dimensioni e una grossa macchia nella parte superiore.

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24 febbraio 1350, Locarno

Testamento / Testamentum

Guglielmo del fu Locarno detto «Malapezia» della Rocca di Locarno detta il suo testamento e ordina al suo erede di consegnare ogni anno dopo la sua morte una mina di sale al comune di Locarno, da distribuire ai poveri del borgo in

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 53 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete suffragio della sua anima e di quella di sua moglie Bignola; il lascito è garantito sopra un campo situato nella campagna di Locarno «ad Brezium». Egli istituisce infine un lascito a sua figlia Agnesola e nomina erede universale il figlio Iorio.

Notaio rogatario: Antoniolus de Muralto n., f.c. ser Pagani dicti Panacii de Muralto de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 10 275 x 330 mm, righe 24. Fori e lacreazioni di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: BSSI 1908, p. 65.

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8 luglio 1350, son

Locazione

Martino «Ottonis» del fu Guglielmo Valli di Losone, sindico del comune e dei poveri di Losone, investe a titolo di locazione fino alla prossima festa di s. Martino e in seguito secondo la volontà delle parti, Francino del fu Giacomo «Demoldei» di Losone di un appezzamento con alberi [di castagno] situato in territorio di Losone «ad Mergozium», al canone annuo di una mina e mezza di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino al comune e alle elemosine dei poveri di Losone; il conduttore farà inoltre celebrare due annuali per i quali saranno corrisposti dieci imperiali al prete e quattro denari al monaco.

Notaio sottoscrittore: Ant[onie]tus de Armagnis de Laude n. f. domini Alberti de Armag[ni]s d[e Laude]

Originale estratto da imbreviature (19.06.1361); lat. Archivio Patriziale Losone 6 400 x 200 mm, righe 45 (?). Numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, abrasioni e consunzioni dovute a microorganismi soprattutto nella parte inferiore, con perdita di materia e di testo in corrispondenza della prima sottoscrizione e lungo il bordo destro. Gli elementi della datazione non collimano tra loro: nel 1350 correva l'indizione terza e non la seconda come indicato dal notaio, mentre l'8 luglio cadeva di giovedì (anziché di martedì o mercoledì come figura nel testo).

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22 dicembre 1350, Bignasco

Testamento / Testamenti instrumenttum (sic)

Fioro di Buniono «de Pressia» di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco tre staia di mistura panificata e dieci libbre di formaggio «alpis Valmazini» come elemosina da ripartire ogni anno, impegnando a tale scopo tutti i suoi beni. Il testatore designa infine suo erede universale il fratello Anrico.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Gullielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 8 495 x 330 mm, righe 44. Tre rosicature di grosse dimensioni lungo le pieghe verticali e alcunii piccoli fori.

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(dopo il 1350), <...>

Inventario / <...>

Elenco dei massari e dei canoni spettanti al comune di Bignasco. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 43 260 x 305 mm, righe 6 ff.. Lacerazioni e danni, in particolare lungo i bordi, nonché diversi fori e corrosioni. Quadernetto pergamenaceo di tre fogli piegati in due, in modo da formare sei fogli. Le registrazioni coprono le prime sei pagine, mentre le altre sei sono rimaste vuote.

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6 gennaio 1351, Cevio

Testamento / Instrumentum testamenti

Altro esemplare del testamento di Martino di Abbiatico di Bignasco. La descrizione degli immobili designati per garantire il lascito contiene alcune varianti nelle coerenze.

Notaio rogatario: Minollus n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino. Notaio estraente: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino, constitutus per dominum vicarium et per consillium generalle comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum ... omnes cartas traditas ... per c. Minollum n. olim f.c. ser Guilielmi n. de Lodino.

Originale estratto da imbreviature (1401 febbraio 01); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 9 415 x 330 mm, righe 38. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 10

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6 gennaio 1351, [Cevio]

Testamento / Carta testamenti

Martino del fu Abbiatico di Bignasco detta il suo testamento. Egli istituisce un lascito annuo perpetuo in favore del comune di Bignasco, a suffragio delle anime del padre Abbiatico, della madre Giacomina e sua, di 3 staia segale e miglio e di 6 libbre di formaggio estivo d'alpe da distribuire come le altre elemosine del comune, garantendolo su alcuni beni immobili situati a Bignasco «in Menaduris» e «ad Piodam Fosscham», e nomina eredi universali i figli Giacomino e

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Guglielmo.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino. Notaio scrivente: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 10 215 x 500 mm, righe 18. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle. La pergamena presenta annerimenti dovuti a tracce di sporco. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 9

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<...> gennaio <1351>, Cevio

Testamento e conferma / Carta testamenti e car

Giacomo del fu Pietro «de Nuce» di Bignasco detta il suo testamento e istituisce un lascito annuo in favore dei vicini di Bignasco di due staia di segale e di miglio da distribuire per la festa di s. Martino, garantendolo su due campi situati nella campagna di Bignasco «in Settis» e «in Meneduris». Nel caso in cui né lui né suo fratello Zanino volessero piú lavorare queste terre versando il canone previsto al comune, il console potrà concedere in locazione i terreni al miglior offerente. Il detto testatore nomina quindi suo erede universale il fratello Zanino. Zanino del fu Pietro «de Nuce» conferma le disposizioni testamentarie del fratello Giacomo.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Gulielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 11 360 x 315 mm, righe 41. Il documento presenta grosse lacune dovute a rosicature soprattutto nella parte iniziale e in quella finale.

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<...> gennaio <1351>, Cevio

Testamento e conferma / Carta testamenti e car

Giacomo del fu Pietro «de Nuce» di Bignasco detta il suo testamento e istituisce un lascito annuo in favore dei vicini di Bignasco di due staia di segale e di miglio da distribuire per la festa di s. Martino, garantendolo su due campi situati nella campagna di Bignasco «in Settis» e «in Meneduris». Nel caso in cui né lui né suo fratello Zanino volessero piú lavorare queste terre versando il canone previsto al comune, il console potrà concedere in locazione i terreni al miglior offerente. Il detto testatore nomina quindi suo erede universale il fratello Zanino. Zanino del fu Pietro «de Nuce» conferma le disposizioni testamentarie del fratello Giacomo.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Gulielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 11

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360 x 315 mm, righe 41. Il documento presenta grosse lacune dovute a rosicature soprattutto nella parte iniziale e in quella finale.

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8 febbraio 1351, Ponto Valentino

Testamento / Carta guarentamenti

Il prete Giovanni «de Piro» di Torre, beneficiato della chiesa di S. Martino di Ponto Valentino, dichiara davanti al notaio e ai testimoni che il defunto Giovanni del fu Albertino «de Zanneto» di Alteniga di Leontica, dopo essersi confessato in punto di morte, aveva espresso le sue ultime volontà. Egli aveva lasciato ai vicini di Leontica uno staio di biada panificata, garantito dai suoi beni situati nel piano di S. Remigio, al sacerdote che celebra la messa e l'anniversario in sua memoria nonché ai poveri; il detto Giovanni aveva lasciato inoltre tutti i beni situati nel territorio di Pozzo a sua madre Guglielma, nonché un canone annuo di quattro staia di biada panificata ai vicini da distribuire presso la chiesa di S. Giovanni di Leontica al sacerdote che celebra la messa e l'anniversario dei suoi genitori e dei suoi parenti, garantito dai beni situati nel territorio di Comprovasco assegnati alla detta Guglielma. Infine egli aveva assegnato un pasto al prete, al chierico e al sacrestano che parteciperanno alla celebrazione di tre annovali ogni anno nella chiesa di S. Giovanni di Leontica garantiti sul campo «de Sanbugo» situato nella campagna di Leontica, una «septimam» ai vicini di Leontica e un «diem» in suffragio della propria anima in occasione della sua sepoltura, e tutti i suoi beni situati nel territorio di Marolta alla madre e alla zia paterna Giovanna.

Notaio rogatario: Anricus n., f.c. Iacobini de Mutto de Lavorcino. Notaio estraente: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni n. de Turre qui sto Sumargue.

Copia autentica; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 2 475 x 150 mm, righe 56. Fori di piccole dimensioni e una grossa lacerazione nella parte inferiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 845-847, nr. 365.

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11 febbraio 1351, Bignasco

Testamento / Instrumentum testamenti

Guglielmo detto Bianco del fu Bugnono «de la Pressa» di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco un'elemosina annua di due staia di mistura e dieci libbre di formaggio estivo da distribuire ai poveri per la festa di s. Martino. Il lascito è garantito su tutte le sue proprietà. Il detto testatore nomina infine suo erede universale Andreolo di Guidone Orelli di Locarno, incaricandolo di distribuire tutti i suoi beni dopo il suo decesso.

Notaio rogatario: Francischus n., f.c. Iohannis Franzini Guidoti de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 12 255 x 235 mm, righe 27. Un foro di piccolissime dimensioni lungo la piega orizzontale superiore.

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6 marzo 1351, Losone

Locazione / Carta locationis

Martino «Ottonis» del fu Guglielmo Valli di Losone, sindico del comune e dei poveri di Losone, investe a titolo di locazione fino alla prossima festa di s. Martino e in seguito secondo la volontà delle parti, Francino del fu Giacomo «Di» di Losone di un campo situato nella campagna di Losone «in Papognio», al canone annuo di cinque mine di mistura di segale e miglio e quattro soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino al comune e alla elemosina dei poveri di Losone.

Notaio sottoscrittore: Antonietus de Armagnis de Laude n. f. domini Alberti de Armagnis de Laude.

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 7 400 x 245 mm, righe 39. Pergamena sottile e trasparente, numerosi fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura, alcune macchie.

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6 aprile 1351, Bignasco

Testamento / Carta testamenti

Giacomina di Zanino Ablatico di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco un'elemosina di due staia di mistura e tre libbre di formaggio dell'alpe da distribuire ogni anno secondo le modalità consuete per le altre elemosine. Il lascito è garantito su alcuni beni situati nella campagna di Bignasco «ad Ripondam» e nel territorio di Bignasco «in Cantono» e «ad Piodam Fosscham». La detta testatrice nomina infine suo erede universale designato Giacomino di Guglielmo Spagnolo di Bignasco, che è tenuto a versare al comune la detta elemosina. In caso contrario i terreni passeranno in proprietà ai vicini di Bignasco, che potranno concederli in locazione al miglior offerente.

Notaio rogatario: Minolus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino. Notaio scrivente: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 13 365 x 345 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori nelle pieghe e macchie di sporco.

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24 aprile 1351, Bignasco

Testamento / Carta testamenti

Giacomino del fu Guglielmo Spagnolo di Bignasco detta il suo testamento e istituisce un lascito annuo di due staia di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 58 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete mistura e tre libbre di formaggio dell'alpe ai vicini di Bignasco, garantendolo su alcuni beni situati nella campagna «de Cavergina ad Rinisschallem» e «in loco de Bugiassco ad Ortum». Qualora gli eredi non volessero versare il canone, il comune potrà concedere in locazione i terreni al miglior offerente. Il detto testatore nomina infine suoi eredi universali il fratello Delaido di Guglielmo Spagnolo e il nipote Guglielmo figlio del defunto Martino, suo fratello.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino. Notaio scrivente: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 14 495 x 250 mm, righe 49. Quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie di sporco.

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2 maggio 1351, Faido

Sentenza d'appello / Appellatio

Guido Visconti, ordinario della Chiesa milanese e conte di Blenio e Leventina, agente anche a nome degli altri conti ordinari, annulla la sentenza pronunciata dal vicario di Blenio Riccardino di Arona nella causa tra il comune di Olivone, da una parte, e il comune di Leontica, dall'altra, che vietava a quelli di Leontica di usare più di una caldaia per la fabbricazione del formaggio sull'alpe Croce, di proprietà della vicinanza di Leontica e di Comprovasco, e concede ai vicini di quest'ultima di tenervi due caldaie con gli utensili necessari alla caseificazione, ordinando ai vicini di Olivone di non molestarli sugli alpeggi in questione, sotto pena della scomunica.

Notaio rogatario: Protasius de Coldirariis clericus Mediolanensis p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 14 210 x 210 mm, righe 31. Fori lungo le pieghe, due dei quali di medie dimensioni. Edizione: Mdt Bl., pp. 847-849, nr. 366.

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29 giugno 1351, Maggia

Testamento / Carta testamenti

Zanino del fu Martino di Giumaglio detta il proprio testamento, e istituisce erede di tutti i suoi beni il comune di Maggia, che sarà tenuto a venderli per comperare della farina per il pane da distribuire alle famiglie del detto comune la vigilia di Pasqua, sotto la vigilanza di Maffeo del fu Giacomo «de Flora» e Anselmo del fu Giovanni Brucardi, entrambi di Maggia. Zanino lascia infine al detto Maffeo alcuni terreni situati «ad Vigiariorum» e alla sorella Benvenuta gli utensili e i mobili della sua casa di Giumaglio.

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.q. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Vallemaggia 4 355 x 430 mm, righe 32. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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10 luglio 1351, Bignasco

Locazione / Carta investicionis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Gardiolo del fu Giacomo Manzoli di Cavergno, investe a titolo di massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti, Aulena vedova di Martino Margarite di Bignasco e figlia del fu Zanino di Riveo di Someo, di alcuni terreni situati a Bignasco «in Tevollis», «in Coetta», «in campania de Caurnina», e di una quota d'alpeggio del valore di 12 soldi e otto denari gravante sugli alpi «de Formacollo de subtus et de supra », in val Bavona. Il canone annuo convenuto è di due staia di mistura e sei libbre di formaggio degli alpi di Vallemaggia.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 15 310 x 390 mm, righe 35. Sei piccolissimi fori lungo le pieghe, una rosicatura lungo la parte inferiore del margine destro e alcune macchie.

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24 luglio 1351, Serravalle (Semione)

Relazione di notifica di ordine / Carta guarentationis

Giovanni detto Porcellino, figlio di Martino Porcelli di Semione, «servitor» del comune di Val Blenio, si presenta davanti a Riccardino di Arona, vicario dell'avogadro e rettore Giovanni Visconti di Oleggio, e riferisce di avere notificato al console di Olivone Alberto del fu «Azerbi» di Sallo, agente anche a nome degli altri due consoli, l'ordine di presentarsi in giudizio in data odierna a causa della lite in merito all'alpe Croce, sotto pena di 25 lire di denari terzoli che ciascun console dovrà corrispondere in caso di mancata comparizione.

Notaio rogatario: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim n. de Turre, morans Sumargue.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 15 420 x 225 mm, righe 36. Alcuni fori di piccole dimensioni. Edizione: Mdt Bl., pp. 856-857, nr. 370.

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24 luglio 1351, Serravalle (Semione)

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Precetto / Carta precepti

Riccardino di Arona, vicario dell'avogadro e rettore di Val Blenio Giovanni Visconti di Oleggio, ordina ai consoli di Olivone di restituire entro sei giorni al console Lanfranco «de Thoschino» e ai vicini di Leontica la caldaia e gli utensili sequestrati nelle cascine dell'alpe Croce, sotto pena di 25 lire di denari terzoli che ciascun console di Olivone dovrà corrispondere in caso di mancata esecuzione. Il precetto segue l'ordine di non danneggiare i vicini di Leontica, impartito per lettera da Guido Visconti, ordinario della chiesa maggiore di Milano, signore e conte delle Valli di Blenio e Leventina, agente anche a nome degli altri conti ordinari.

Notaio rogatario: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim notarii de Turre.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 15 420 x 225 mm, righe 36. Alcuni fori di piccole dimensioni. Edizione: Mdt Bl., pp. 857-859, nr. 371.

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1 agosto 1351, Faido

Monitorio / Litterre

Guido Visconti, canonico ordinario della chiesa maggiore di Milano e conte di Blenio e Leventina, agente anche a nome degli altri ordinari conti, ordina a tutti i sacerdoti della Valle di Blenio di annunciare pubblicamente in occasione delle messe domenicali e festive che gli olivonesi vanno considerati scomunicati, non avendo obbedito all'ammonimento di restituire, entro un termine ormai scaduto, gli oggetti sottratti con la forza ai vicini di Leontica.

Notaio sottoscrittore: Protaxius de Coldiraris n. et scriba suprascripti domini et comitis.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 16 (inserto)

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8-10 agosto 1351

Presentazioni di lettera monitoria / -

In presenza del notaio rogatario Giovannolo del fu Lanfranco «de Rubeo» di Cumiasca e di alcuni testimoni, Alberto del fu Albrico di Comprovasco, Alberto di Guglielmo «de Bocero» di Cumiasca e Giacomino del fu Guglielmo di Elena di Leontica presentano ai sacerdoti della Val Blenio la lettera con cui Guido Visconti, canonico ordinario del capitolo maggiore di Milano nonché signore e conte di Blenio e Leventina, ordina loro di annunciare pubblicamente la scomunica dei vicini di Olivone, che non hanno obbedito all'ammonimento di restituire, entro un termine ormai scaduto, gli oggetti sottratti con la forza ai vicini di Leontica.

Notaio rogatario: Iohanolus f.q. Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 16 525 x 290 mm, righe 54. Dieci piccoli fori lungo tutto il margine superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 862-870, nr. 374. Inserti: 1 agosto 1351 (Faido)

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25 febbraio 1352, Serravalle (Semione)

Denunzia / Accusa

Davanti a Riccardino di Arona, vicario dell'avogadro e rettore di Val Blenio Giovanni Visconti di Oleggio, Alberto del fu Martino Bianchi di Lottigna, «consul gualdi» per i vicini di Lottigna, Grumo, Torre e «Titigino», accusa i fratelli Giacomo e Matteo del fu Guglielmo di Elena di Leontica, abitanti a Comprovasco, di avere tagliat più alberi di quanto consentitoo nel bosco di Pianezza sul territorio di Lottigna.

Notaio autenticante: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim notarii de Turre qui sto Sumargue.

Copia autentica; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 49 540 x 510 mm, righe 79. La membrana è parzialmente coperta da macchie di umidità e presenta lacuni fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 883-884, nr. 378 (punto 1).

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15 aprile 1352, Bignasco

Vendita / Carta cessionis

Martino del fu Pietro «de Rixu» di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal notaio rogatario, un terreno situato nella campagna di Bignasco «ad Croddam», al prezzo 13 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 16 330 x 310 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori, in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Nella parte finale del documento l'inchiostro è parzialmente sbiadito.

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15 aprile 1352, Bignasco

Locazione / Carta hereditatis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Gardiolo di Giacomo Manzoli di Cavergno, investe a titolo di eredità perpetua Martino di Pietro «de Rixu» di Bignasco di un terreno situato nella campagna di Bignasco «ad Croddam», al canone annuo di uno staio di mistura.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 17 315 x 410 mm, righe 31. Qualche piccolo foro nelle pieghe. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 18

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15 aprile 1352, Bignasco

Locazione / Carta hereditatis

Altro originale del documento Patriziato di Bignasco 17.

Notaio rogatario: Minollus de Lodino n., f.c. ser Guilielmi n. de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 18 420 x 250 mm, righe 46. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e macchie di sporco. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 17

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28 aprile 1352

Atti processuali / -

Atto del processo celebrato davanti a Riccardino di Arona, vicario dell'avogadro e rettore di Val Blenio Giovanni Visconti di Oleggio, nella lite tra i vicini di Lottigna e due vicini di Leontica in merito al taglio abusivo di legname nel bosco di Pianezza sul territorio di Lottigna.

Notaio sottoscrittore: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim notarii de Turre qui sto Sumargue.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 49

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540 x 510 mm, righe 79. La membrana è parzialmente coperta da macchie di umidità e presenta lacuni fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 884, nr. 378 (punto 2).

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1352

Deposizioni giurate / Testes

Ventidue testimoni, prodotti da Alberto Bianchi console di Lottigna, depongono sotto giuramento nella lite tra i vicini di Lottigna, da una parte, e due vicini di Leontica, dall'altra, in merito al taglio abusivo di legna nel bosco di Pianezza, sul territorio di Lottigna.

Notaio sottoscrittore: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim notarii de Turre qui sto Sumargue.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 49 540 x 510 mm, righe 79. La membrana è parzialmente coperta da macchie di umidità e presenta lacuni fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 884-887, nr. 378 (punto 3).

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25 maggio 1352, Serravalle (Semione)

Atti processuali / Terminus probandi

Atti del processo celebrato davanti al consiglio di Credenza di Val Blenio tra i vicini di Lottigna, da una parte, e due vicini di Leontica, dall'altra, in merito al taglio abusivo di legname nel bosco di Pianezza sul territorio di Lottigna.

Notaio rogatario: Iohannes n., f.c. ser Abracebeni olim notarii de Turre qui sto Sumargue.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 49 540 x 510 mm, righe 79. La membrana è parzialmente coperta da macchie di umidità e presenta lacuni fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 887-889, nr. 378 (punto 4).

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9 giugno 1352, Taverna (Ponto Valentino)

Compromesso

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Nella lite tra la vicinanza di Leontica, da una parte, e la vicinanza di Olivone, dall'altra, in merito all'alpe Croce situato sul Lucomagno, le parti designano come arbitri il prete Antonio, beneficiato della chiesa di Largario, il prete Giacomo, beneficiato della chiesa di Castro, il console di Olivone Simone «de Solario» e Lanfranco «de Toschino» di Leontica.

Notaio rogatario: Iohanolus f.q. Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n. Notaio scrivente: Petrolus natus Iohanoli n. de Rubeo de Cumiascha p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 17 1000 x 395 mm, righe 106. Il documento, che reca tre atti (il compromesso e l'arbitrato del 9 giugno 1352, la conferma del 17 giugno 1352), è costituito da due membrane cucite insieme. L'angolo superiore sinistro è stato strappato ed in seguito ricucito. Alcuni piccolissimi fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 889-893, nr. 379.

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9 giugno 1352, Taverna (Ponto Valentino)

Arbitrato / Precepta et arbitramenta

Gli arbitri eletti per risolvere la lite tra la vicinanza di Leontica, da una parte, e quella di Olivone, dall'altra, in merito all'Alpe Croce sul Lucomagno, definiscono il diritto di sfruttamento dell'alpe da parte dei vicini di Leontica e concedono al loro consoledi scegliere tra due modalità. L'arbitrato è pronunciato alla presenza di Riccardino di Arona, vicario di Giovanni Visconti di Oleggio, avogadro e rettore del comune di Val Blenio, del consiglio dei sapienti del parlamento di Blenio e dei rappresentanti delle parti in causa, che dichiarano di accettarlo.

Notaio rogatario: Iohanolus f.q. Lafranchi de Rubeo de Cumiascha Vallis Berregni i.a.p.n. Notaio scrivente: Petrolus natus suprascripti Iohanoli notari de Rubeo de Cumiascha p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 17 1000 x 395 mm, righe 106. Il documento, che reca tre atti (il compromesso e l'arbitrato del 9 giugno 1352, la conferma del 17 giugno 1352), è costituito da due membrane cucite insieme. L'angolo superiore sinistro è stato strappato ed in seguito ricucito. Alcuni piccolissimi fori. L'estensore ha riportato erroneamente il mese di luglio anziché quello di giugno. Edizione: Mdt Bl., pp. 894-898, nr. 380.

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17 giugno 1352, Taverna (Ponto Valentino)

Notificazione / -

Davanti a Riccardino di Arona, vicario di Giovanni Visconti di Oleggio, avogadro e rettore di Blenio, e al consiglio dei sapienti della valle, Giacomino «de Ellena», console di Leontica, comunica ai consoli di Olivone di avere scelto tra le possibilità di sfruttamento dell'Alpe Croce, previste dall'arbitrato del 9 giugno 1352, la seguente: i vicini di Leontica conducono all'alpe durante i mesi di luglio e agosto 125 mucche da latte, più altro bestiame, e portano con loro un

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 65 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete numero illimitato di caldaie e recipienti necessari alla fabbricazione del formaggio.

Notaio rogatario: Iohanolus f.q. Lafranchi de Cumiascha Vallis Berregii i.a.p.n. Notaio scrivente: Petrolus natus Iohanoli notarii suprascripti de Rubeo de Cumiasca p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 17 1000 x 395 mm, righe 106. Il documento, che reca tre atti (il compromesso e l'arbitrato del 9 giugno 1352, la conferma del 17 giugno 1352) è costituito da due membrane cucite insieme. L'angolo superiore sinistro è stato strappato ed in seguito ricucito. Alcuni piccolissimi fori. Gli elementi della datazione non concordano tra loro, poiché il 17 giugno 1352 cadeva di domenica e non di sabato, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. 901-904, nr. 381.

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23 giugno 1352, Leontica

Conferma di istrumenti / Carta confirmationis

L'assemblea dei vicini di Leontica, convocata dai saltari per ordine del console Giacomino di Elena, conferma il compromesso e l'arbitrato stipulati entrambi il 9 giugno 1352 dal prete Antonio, beneficiato della chiesa di S. Pietro di Largario, dal prete Giacomo, beneficiato della chiesa di S. Giorgio di Castro, da Lanfranco «de Toschino» di Leontica e da Simone del fu Guglielmotto «de Solario» di Olivone, e concernenti la lite tra la loro vicinanza e la vicinanza di Olivone, avente per oggetto i diritti di alpeggio sull'alpe Croce, situato sul Lucomagno.

Notaio rogatario: Iohanolus f.q. Lafranchi de Rubeo de Cumiascha i.a.p.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 18 240 x 265 mm, righe 32. Cinque piccoli fori nelle pieghe e altri due risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 23 giugno 1352 cadeva infatti di sabato e non di domenica, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. 904-906, nr. 382.

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2 settembre 1352, Mosogno

Vendita / Carta venditionis

Guglielmolo del fu Barione di Barione di Onsernone vende a Isorno del fu Guglielmo «Melieti» di Russo, a Massio del fu Piasino di Crana e a Martino Bianchi del fu Riccardo «Gratii» di Barione, tutti di Onsernone e agenti a nome del detto comune, il canone annuo di 12 denari imperiali che grava sull'alpe «de Monte Fragio ad Curtem de subtus», locato per un affitto annuo di tre lire di denari nuovi «ad rationem ficti veteris». Il prezzo della vendita è di otto lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.q. ser Paxini de Monaco de Cumis qui stat Scone.

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Notaio scrivente: Anrigolus n. de Scona f. Mineti olim de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 5 340 x 460 mm, righe 32. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 38.

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2 settembre 1352, Mosogno

Vendita / Carta venditionis

Massio del fu Piasino di Crana di Onsernone vende a Issorno del fu Guglielmo «Mellieti» di Russo e a Martino Bianchi del fu Riccardo «Gratii» di Barione, tutti di Onsernone e agenti a nome del detto comune, il canone annuo di 32 denari imperiali che grava sull'alpe «de Monte Fragio», locato per un affitto annuo di tre lire di denari nuovi «ad rationem ficti veteris». Il prezzo della vendita è di 21 lire di denari nuovi e 40 denari imperiali.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.q. ser Paxini de Monaco de Cumis qui stat Scone. Notaio scrivente: Anrigolus n. de Scona f. Mineti olim de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 6 320 x 480 mm, righe 32 . Fori di piccole dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 38.

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2 settembre 1352, Mosogno

Vendita / Venditio

Barione del fu Giacomo «Gratii» di Barione di Onsernone vende a Issorno del fu Guglielmo detto «Melieti» di Russo, a Martino Bianchi del fu Riccardo «Gratii» di Barione e a Massio del fu Piasino di Crana, tutti di Onsernone e agenti a nome del detto comune, il canone annuo di 20 denari imperiali che grava sull'alpe «de Monte Fragio», locato per un affitto annuo di cinque lire e otto soldi di denari nuovi «alpiarii veteris». Il prezzo della vendita è di otto lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.q. ser Paxini de Monacho de Cumis qui stat Scone. Notaio scrivente: Anrigolus n. de Scona f. Mineti olim de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 7 340 x 480 mm, righe 31. Fori di piccole dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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2 settembre 1352, Mosogno

Vendita / Venditio

Giacomo del fu Guglielmaccio «Scharidi» di Mosogno di Onsernone vende a Martino Bianchi del fu Riccardo «Gratii» di Barione, a Martino «Gratii» del fu Giacomo di Loco, entrambi di Onsernone e agenti a nome del detto comune, il canone annuo di cinque denari nuovi che grava sull'alpe «de Monte Fragio de subtus», quello di 12 denari imperiali gravante sull'alpe «de Lavadina ad Curtem de supra» e quello di quattro denari imperiali sull'alpe «de Salariis», locati per un affitto annuo rispettivamente di lire tre, cinque e mezzo e sei e mezzo di denari nuovi «alpiarii veteris». Il prezzo della vendita è di 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.q. ser Paxini de Monaco de Cumis qui stat Scone. Notaio scrivente: Anrigolus n. de Scona f. Mineti olim de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 8 355 x 465 mm, righe 37. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle, tre dei quali cuciti. Edizione: CDT, vol. II, pp. 145-146, nr. CXLIII. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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12 febbraio 1353, Loco

Vendita / Carta venditionis

I fratelli Guglielmo e Giacomino del fu Morisio Brocchi di Russo di Onsernone vendono a Issorno del fu Guglielmo «Melieti» di Russo, a Martino «Gratii» di Loco e a Masio del fu Piasino di Crana, tutti di Onsernone e agenti a nome del detto comune, un sedicesimo dell'alpe «de Monte Fragio de supra», situato in valle Onsernone, al prezzo di 16 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.q. ser Paxini de Monaco de Cumis qui stat Scone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 9 430 x 505 mm, righe 29. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 12 febbraio 1353 cadeva infatti di martedì e non di lunedì, come riportato dal notaio. Edizione: CDT, vol. II, pp. 147-148, nr. CXLIV. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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12 febbraio 1353, Loco

Vendita / Carta venditionis

Alberto del fu Guglielmo «Mauri» di Russo di Onsernone vende a Masio del fu Piasino di Crana, a Issorno del fu Guglielmo «Melieti» di Russo e a Martino «Gratii» di Loco, tutti di Onsernone e agenti a nome del detto comune, il canone annuo di 15 denari che grava sull'alpe «de Monte Fragio de subtus», locato per un affitto annuo di tre lire di terzoli «ad rationem ficti veteris», quello di 7 imperiali gravante sull'alpe «de Lavadina», locato per un affitto annuo di 4 lire e 4 soldi di denari nuovi «ad rationem ficti veteris» e quello di 7 imperiali sull'alpe «de Sallariis», locato per un affitto annuo di 4 lire e 4 soldi di denari nuovi «ad rationem ficti veteris». Il prezzo della vendita è di 14 lire e 6 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gotardus n. de Scona f.c. ser Paxini de Monaco de Cumis qui stat Scone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 9 .1 300 x 510 mm, righe 30. Foro risalente alla lavorazione della pelle, macchie di umidità nel margine destro, nonché una piccola lacerazione in centro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 12 febbraio 1353 cadeva infatti di martedì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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24 febbraio 1353, Someo

Vendita / Carta venditionis

Somadino Cartino del fu «Vidulli Carte» di Someo, per due terzi, e Giacomino figlio di Zanno «Conasschi» di Someo, per un terzo, vendono a Guglielmo del fu Ottobre «Serenay» di Someo la novantaseiesima parte dell'Alpe Alzasca. Il prezzo della vendita è di undici lire e mezzo di denari nuovi.

Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.c. Martini Belloni de Madia.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 1 220 x 460 mm, righe 24. Diverse rosicature lungo le pieghe. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 62.

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14 aprile 1353, Bignasco

Locazione / Carta locacionis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino del fu Martino Stocco, investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomino di Guglielmo di Giacomo «de Gulziono» di Bignasco, di un terreno situato in val Bavona «ad Frodam de Calenegia», al canone annuo di 12 soldi di denari nuovi.

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Notaio rogatario: Maffeus n. de Madia f.c. Martini lloni de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 19 140 x 560 mm, righe 13. Qualche lacerazione, macchie di sporco e alcuni piccoli fori, in particolare nella parte inferiore del documento. Due piccole rosicature lungo il margine superiore.

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4 novembre 1353, Locarno

Consacrazione di chiesa, altari e cimitero e concessione di indulgenza

Frate Agostino, vescovo «Pellenensis», consacra la chiesa, gli altari e il cimitero di S. Giorgio di Locarno e concede un'indulgenza ai presenti e a coloro che in futuro visiteranno la chiesa nell'anniversario della detta consacrazione.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di frate Agostino, vescovo «Pellenensis»; rimangono soltanto le due incisioni praticate al centro della plica per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 11 290 x 235 mm, righe 26. Deformazioni in corrispondenza delle pieghe. Edizione: Bssi ii (1880), pp. 214-215. Regesto: Gilardoni, Codice ballariniano, p. 35 (da altro esemplare?).

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<...> giugno 135<4>, Tesserete

Divisione di decima / Carta divix[io]nis et separationis

Giovanni Quadri del fu «Sinneii de Quadrio de Cumis» abitante a Tesserete, A, eredi del fu Stefanino suo fratello, Abbondiolo del fu Guglielmo «Jochi» Quadri, i fratelli «Alictus» e Gabriele del fu Adamolo Quadri, Frunzolo del fu Allamano «de Canonicha» di Tesserete, «Aygaggia e Airoldino figlio emancipato di Alberto di Campestro, da una parte, e i preti Beltramo Quadri, Airoldo «de Canonicha», Albertolo del fu Beltramo Quadri, Ardizolo di Franzolo Quadri di Tesserete, tutti canonici prebendati della chiesa di S. Stefano di Tesserete, dall'altra, tutti comproprietari in misure e proporzioni diverse di diritti di decima su alcuni territori della pieve di , cioè a Ponte, Carnago, , Sala, Vaglio, , Tesserete e «in Valle de Canalli», , Cagiallo, Sarone, Lopagno, Somazzo, Bidogno, Carusio, , Lugaggia e Sureggio, su frumento, segale, orzo, miglio, panico, legumi, lino e canapa, nonché vino, castagne, noci e animali, riunitisi nella chiesa di S. Stefano stabiliscono di comune accordo che la decima detta «tercia» sia applicata sui territori di Ponte, Carnago e Origlio, rispettivamente quella detta «decena» su tutti gli altri territori, rispettando le suddivisioni e gli usi fin qui praticati.

Notaio sottoscrittore: Guillielmus n. Notaio rogatario: Albertus de Quadrio p.i.a.n. f.c. Honrici de Quadrio de Lugazia

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 1 340 x 600 mm, righe 38. Pergamena molto rigida, numerosi fori di piccole e uno di medie dimensioni, dovuti a rosicatura; estese abrasioni dell'inchiostro soprattutto nella parte centrale e nell'angolo superiore destro rendono lacunoso il testo. Il giorno è perduto; l'anno è completato sulla base dell'indizione.

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24 gennaio 1355, Leontica

Locazione / -

L'assemblea dei vicini di Leontica, convocata dai saltari per ordine del console Lanfranco «de Toscino», investe a titolo di massarizio ed eredità perpetua Albriguccio, agente anche a nome dei suoi fratelli Morando e «Axerbus» del fu Matteo notaio di Comprovasco, di cinque terreni situati nel territorio di Comprovasco «in Prato de Tofo» e «ad Lapidem Planum», al canone annuo di sette staia di vino.

Notaio rogatario: Petrolus natus Iohanoli n. de Rubeo de Cumiascha p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 19 410 x 200 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni provocati da insetti. Edizione: Mdt Bl., pp. 910-912, nr. 385.

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17 luglio 1355, Lodano

Testamento / Carta testamenti

Lafrancolo del fu Zanino «Minotti» di Lodano detta il suo testamento. Egli dispone che dopo la sua morte siano dati ogni anno per il giorno di s. Martino 20 soldi di denari nuovi al comune di Lodano, il quale dovrà acquistarvi pane di frumento da distribuire agli abitanti (pro oribus ipsius comunis) nel giorno di s. Giovanni Battista (27 dicembre). Ordina inoltre che in quello stesso giorno sia celebrato nella chiesa di s. Lorenzo di Lodano un annovale in sua memoria, per il quale il sacerdote celebrante dovrà ricevere ogni volta quattro soldi nuovi e il sagrestano sei imperiali nuovi. Nomina infine eredi universali il fratello Minotto, per metà, e Zanino e Pasquino, figli dell'altro fratello Guglielmo, ora defunto, per l'altra metà, oppure l'eventuale suo figlio o figlia postumo o postuma, che fosse dato o data alla luce da sua moglie «Piaxia».

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. ... Zanoli de Lodino [filii condam ser Guilielimi notarii de Lodino].

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 28 (= 12/3) 445 x 340 mm, righe 39. 12 fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 dicembre 1355, Cavergno

Rinuncia / Carta finis

Lanfranco del fu Deleido «Fortis» di Cavergno e sua moglie Marca del fu Antonio «de Nuce» di Bignasco rinunciano nelle mani del console Zanino del fu Martino detto Stocco di Bignasco, agente a nome del detto comune, ad ogni pretesa riguardo ai lasciti fatti ai vicini di Bignasco per testamento o in altro modo da Giacomino, fratello di Marca, come pure alle spese processuali della causa pendente tra le parti. I detti Lanfranco e Marca dichiarano di aver ricevuto per questo cinque staia di cereali.

Notaio rogatario: Stefanus n. de Lodino f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 20 360 x 200 mm, righe 42. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe verticali e due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 aprile 1356, Bignasco

Locazione / Carta locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Pietro del fu Gregorio, investe a titolo di locazione fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Gardiollo del fu Giacomo Manzoli di Cavergno, abitante a Bignasco, dell'alpe di Calnègia in val Bavona, al canone annuo di 11 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 21 300 x 260 mm, righe 35. Alcuni piccolissimi fori nelle pieghe e alcune macchie. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1356 il 27 aprile cadeva infatti di mercoledí e non di martedì, come indicato dal notaio.

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22 ottobre 1356, Bignasco

Locazione / Carta locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dai credenziari Pietro del fu Gregorio, console del comune, Zanino del fu Martino detto Stocco, Giacomino del fu Pietro «de Gulziono» ed Enrico del fu Bugnono «de la Pressia», investe a titolo di locazione per un anno, rinnovabile a volontà delle parti, Giacomino di Guglielmone «Masici» di Cavergno di un terreno incolto e boschivo situato nel territorio di Bignasco «in Sechedo et in Ysola», al canone annuo di nove imperiali di denari

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Notaio rogatario: Stephanus de Lodino n., f. ser Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 22 250 x 320 mm, righe 32. Il documento è lacunoso a causa di rosicature, in particolare lungo i bordi verticali e nelle pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 22 ottobre del 1356 cadeva di sabato e non di domenica, come indicato dal notaio.

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9 ottobre 1357, Locarno

Testamento / Carta testamenti

Allegranza, vedova di Mino Riccardaccio «Bastege» di Locarno e figlia del fu Bonfante di Ascona, detta il suo testamento e lascia a Cristoffeno del fu Giroldo detto Gotta di Ascona cinque brente di mosto ricavate dal fitto annuo dovutole da Minossio del fu Michele e da Giacomo detto Brozio del fu Martino «Petogie», entrambi di Ronco, nonché un campo e una «seta» situati nella campagna di Ascona «in Brugario de Sancto Marito» e «in Vallare de Fenario». Il detto Cristoffeno dovrà dare ogni anno una brenta di mosto e due staia di mistura di miglio e segale in suffragio dell'anima della testataria e dei suoi defunti al comune di Ascona, che le distribuirà ai poveri. La detta Allegranza nomina infine suo erede universale Locarnino detto Composta del fu Riccardaccio «Bastege».

Notaio rogatario: Iacobinus dictus Bellossius n., f.c. Guidoti Mareti de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 12 380 x 350 mm, righe 32. Fori di piccole dimensioni dovuti a guasti e una grossa macchia giallastra. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nell'ottobre 1357 cadeva infatti l'indizione undicesima e non la decima, come riportato dal notaio; inoltre il 9 ottobre cadeva di lunedì e non di domenica. Regesto: BSSI 1908, pp. 65-66.

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14 novembre 1358, Locarno

Compromesso / Instrumentum compromissi

Guglielmo detto Rosso di Lodano del fu Barto di Lodano e Giovanni abitante a Lodano del fu prete Gufredo di Cittiglio nel contado di Milano, procuratori del comune di Lodano, da una parte, e Minetto «de Carlevariis» di Moghegno del fu *** «de Carlevariis» di Moghegno e Moresio del fu Anrico «Giroldii de Pengio» di Moghegno, procuratori del comune di Moghegno, dall'altra, nominano arbitri il nobile Stefano del fu Guidone de Orello di Locarno e Leonardo «de Selatis de Regio» abitante [a Locarno] del fu Guglielmo «de Selatis de Regio», con l'incarico di risolvere entro il primo gennaio successivo le controversie tra le parti in merito a certe condanne inflitte dai campari di Lodano a Pongino di Moghegno e ad altre persone di quel luogo nonché ai pascoli e al territorio al confine tra i due comuni.

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Notaio rogatario: Francischus n., f.c. Iohannis Franzini Guidoti de Locarno. Notaio scrivente: Guifredinus f.c. Aycardini de domino Tholomeo de Cruxinallo habitans Locarni n.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 1 (= 1/1) 830 x 385 mm, righe 84. Sulla stessa pergamena figurano il compromesso del 14 novembre 1358 (righe 1-63) e la proroga di compromesso del 28 dicembre 1358 (righe 64-84). Un foro di medie dimensioni dovuto a guasti meccanici nella parte superiore, diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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28 dicembre 1358, Locarno

Proroga di compromesso / Instrumentum compromissi

Stefano de Orello di Locarno e Leonardo «de Selatis» abitante a Locarno, arbitri nominati il 14 novembre 1358 dal comune di Lodano, da una parte, e dal comune di Moghegno, dall'altra, nella controversia in merito a certe condanne inflitte a persone di Moghegno nonché ai pascoli e ai territori di confine, prolungano la durata del compromesso fino al primo giugno successivo.

Notaio rogatario: Francischus n., f.c. Iohannis Franzini Guidoti de Locarno. Notaio scrivente: Guifredinus f.c. Aycardini de domino Tholomeo de Cruxinallo habitans Locarni n.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 1 (= 1/1) 830 x 385 mm, righe 84. Sulla stessa pergamena figurano il compromesso del 14 novembre 1358 (righe 1-63) e la proroga di compromesso del 28 dicembre 1358 (righe 64-84). Un foro di medie dimensioni dovuto a guasti meccanici nella parte superiore, diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione corrispondono tra loro per lo stile della Circoncisione, benché il documento sia datato secondo lo stile della Natività (per il quale correva l'anno 1359).

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3 febbraio 1360, Ascona

Vendita / Carta venditionis

Stefano del fu Andreolo «de Andrioto» di Ascona vende a Pietro «de Tavolato» del fu Alcherio «de Tavolato» di Ascona una terzirola di terra arativa e campiva, situata in territorio di Ascona «in Barazia». Il prezzo della vendita è di 25 lire di denari nuovi che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iacobinus de Becariis de Scona notarius f.q. ser Martini Giroldini Becarii de Scona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 30 (v.n. AST 2) 460 x 370 mm, righe 47. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-28) e la locazione del 1360 febbraio 3 (righe 29-47).

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Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 49-52, nr. 2.

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3 febbraio 1360, Ascona

Locazione / Carta locationis

Pietro del fu Alcherio «de Tavolato» di Ascona investe a titolo di locazione e massarizio fino alla prossima festa di s. Martino e poi a volontà delle parti Stefano del fu Andreolo «de Andrioto» di Ascona di un terreno arativo chiamato «terciarola», appena acquistato, situato in territorio di Ascona «in Barazia», al canone annuo di tre mine di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iacobinus de Becariis de Scona notarius f.q. ser Martini Giroldini Becarii de Scona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 30 (v.n. AST 2) 460 x 370 mm, righe 47. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente locazione (righe 29-47) e la vendita del 1360 febbraio 3 (righe 1-28). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 52, nr. 2.

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22 settembre 1360, Como

Riconoscimento di debito / Carta obligationis

Il comune di Camignolo, rappresentato da Albertino «Sassello» del fu Martino Sassello di Bellio, promette di restituire entro otto giorni a Ugolino Lambertenghi di Vico di Como del fu Anrico 268 lire e 16 soldi di denari nuovi avuti in prestito.

Pietro «de Cerri», giudice e console di giustizia di Como, ordina al detto Albertino la restituzione del denaro.

Notaio rogatario: Marcholus Rambertengus n. Cumanus f. ser Frederici Rambertengi de Vico de Cumis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 1 325 x 335 mm, righe 49. Tre tagli d'annullamento, macchie, fori e strappi di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 97 n. 216.

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4 febbraio 1361, Maggia

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Riconoscimento di debito

Zanino del fu Lafranchino «Zangali» di Riveo di Someo promette di consegnare entro la prossima festa di s. Martino o entro il prossimo anno al notaio Guglielmo di Maggia del fu prete Galeazzo di Maggia la somma di 11 lire e mezza di denari nuovi per la biada vendutagli.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f. q. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 2 480 x 145 mm, righe 69. Sulla stessa pergamena figurano il riconoscimento di debito (righe 1-44) e la condanna (righe 45-69), entrambi stipulati il medesimo giorno. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, nonché gore di umidità.

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4 febbraio 1361, Maggia

Condanna / Carta condempnationis

Martino «de Magaceliis» di Monza, vicario della comunità della pieve di Locarno e Ascona, condanna Zanino del fu Lafranchino «Zangali» di Riveo di Someo a versare a Guglielmo di Maggia del fu prete Galeazzo di Maggia 11 lire e mezza di denari nuovi, per la biada vendutagli, entro s. Martino o entro un anno.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f. q. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 2 480 x 145 mm, righe 69. Sulla stessa pergamena figurano il riconoscimento di debito (righe 1-44) e la condanna (righe 45-69), entrambi stipulati il medesimo giorno. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, nonché gore di umidità.

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14 marzo 1361, Bignasco

Locazione / Locatio

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino detto Stocchetto del fu Martino detto Stocco di Bignasco, investe a titolo di locazione fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Zanino detto «Sbiliono» del fu Pietro di Giacomo «de Via» di Bignasco di un corte con alcuni edifici situato nel territorio di Bignasco «in valle Seredonelli ubi dicitur in Costa», al canone annuo di cinque soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 23 560 x 165 mm, righe 61. Alcune piccole rosicature, soprattutto nella parte inferiore, un foro risalente alla lavorazione della pelle e una lacerazione sul bordo destro nella parte inferiore.

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14 marzo 1361, Bignasco

Locazione / Carta locationis ll comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino detto Stocco del fu Martino detto Stocco di Bignasco, investe a titolo di locazione e massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Galizia del fu Giacomo «Inguille» di Bignasco di un complesso di beni situati nella campagna, nel territorio e «in monte» di Bignasco, al canone annuo di 38 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 24 580 x 330 mm, righe 47. Diversi fori di varie dimensioni, risalenti in gran parte alla lavorazione della pelle, rosicature e alcune macchie, in particolare lungo tutto il bordo sinistro.

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14 marzo 1361, Bignasco

Locazione / Locatio ll comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino detto Stocchetto del fu Martino detto Stocco di Bignasco, investe a titolo di locazione e massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti, Giacometto del fu Guglielmo di Giacomo di Bignasco di alcuni beni immobili situati nel territorio di Bignasco «ad Piodatum» e «in monte de Segio», al canone annuo di quattro soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 25 420 x 180 mm, righe 52. Il documento è lacero sul bordo destro e presenta due grossi fori risalenti alla lavorazione della pelle ricuciti in parte.

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7 giugno 1361, Locarno

Testamento / Testamentum

Guglielmo del fu Locarnino «de Maynitis» di Locarno detta il suo testamento e istituisce un legato di uno staio di sale che sua moglie Ita dovrà distribuire ai poveri di Locarno per due anni, un legato perpetuo di una brenta di vino garantito

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 77 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete su un terreno situato «in Silva de Locarno» e un altro legato di uno staio di castagne secche per otto anni. Egli dichiara inoltre di essere creditore nei confronti di Castellano di Mergoscia, di Lanfranco suo figlio, di Guglielmo e Giacomo del fu Pietro «de Maynitis» di Locarno, di Guglielmo del fu Giacomo «de Maynitis» di Locarno, e di essere debitore verso Caterina vedova di Rodolfo Orelli, Giulio Orelli e gli altri eredi del detto Rodolfo, nonché Guglielmo Pietro di Giacomo Orelli, Pietro Muralto e Locarnollo Tertegozini.

Notaio rogatario: Belloxius n., f.q. Guidoti Mareti de Locarno. Notaio estraente: Franzolus de Muralto n.p., f.q. Pagani dicti Panacii de Muralto de Locarno constitutus per consillium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per condam Belloxium n., f.q. Guidoti Mareti de Locarno.

Originale estratto da imbreviature (1361 novembre 05); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 13 455 x 360 mm, righe 36. Fori di piccole e medie dimensioni e macchie lungo le pieghe. Regesto: BSSI 1908, p. 66.

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14 ottobre 1361, Milano

Investitura di giudice

Essendo vacante in Leventina l'ufficio giudiziale nella terra di Giornico in seguito alla morte di Romerio, giudice di Giornico, Guido Visconti, Martino di Sesto, Ambrogio «de Medicis» e Enrico «de Cuticis», ordinari conti della chiesa di Milano e delle valli Blenio e Leventina, ai quali spetta di diritto l'elezione dei giudici nelle valli loro soggette, conferiscono la carica a Maffiolo di Giornico del fu Romerio, già giudice di Giornico. Davanti ai detti ordinari, si presenta Ubertolo del fu Maffino, già giudice di Giornico, agente a nome di Maffiolo, per ricevere l'investitura dell'ufficio giudiziale sopracitato, su incarico del nuovo eletto, come dimostra il mandato di procura che tiene in mano.

Notaio rogatario: Antoniolus natus dom. Bulgari de Sexto, p.i.a.n. Mediollanensis

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 1 270 x 250 mm, righe 29. Rosicature lungo i bordi e le piegature, nonché piccole macchie. Regesto: MDT Lev., pp. 344-345, nr. 273.

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17 ottobre 1361, Riveo

Locazione / Hereditas

Maffeo di Somadino «Albertoni Galli» di Someo, console di Someo e di Riveo, al nome del comune investe a titolo di eredità perpetua Berta del fu Ingelfredo «Pisani» di Someo, vedova di Cristoforo «de Petro» di Riveo, di cinque sedimi con edifici e sei appezzamenti di terreno situati nella campagna e sui monti di Someo e tenuti in precedenza da Zanota «Guilielmazinii» di Someo, ora defunto. Il canone annuo convenuto è di quattro staia di mistura di segale e miglio nonché venti libbre di formaggio estivo dell'alpe, da consegnare per s. Martino. La detta Berta si impegna a risiedere in

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 78 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete uno degli edifici locati e a mantenere «fogum et larem, limosinam et omnia»; per garantire il rispetto di tutti gli obblighi si costituisce infine fideiussore Albertino del fu Somadino «de Petro» di Riveo.

Notaio rogatario: Romerius n., f.q. Perini Christofani de Someo.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 2 635 x 370 mm, righe 66. Abrasioni e consunzioni diffuse.

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2 novembre 1361, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Arrighino del fu Guglielmo detto Spocio di Locarno detta il suo testamento e istituisce tre legati in suffragio della sua anima e di quella del padre, assegnando otto staia di biada panificata da distribuire ai poveri di Locarno, garantite su un «tresentalle» situato nella campagna di Locarno «ad Portam campanee in Subsilva» ivi comprese le due staia già attribuite da suo padre, altre sei staia di biada da distribuire ogni anno ai poveri del borgo, garantite su un campo situato nel medesimo luogo, nonché una brenta di vino alla chiesa di S. Maria «seu hospitalis» di S. Antonio di Locarno, garantita su una vigna situata nel territorio di Locarno «in Nayro». Egli nomina infine suoi eredi universali Comina figlia di Pietro Ceroli di Locarno sua abiatica, Franzolo di Giacomo Baldezoli, i fratelli Antoniolo e Tommasolo della fu Rizola, sua figlia, e del fu Bertramo Pongia di Ascona, e i fratelli Arrigolo e Iorio del fu Luganolo Maleta di Locarno, suoi nipoti, imponendo a questi ultimi l'obbligo di non alienare la loro quota e di rimanere a Locarno.

Notaio rogatario: Monetus de Brizio de Locarno n.p. Notaio estraente: Petrus de Duno p.i.a.n., f.q. domini Thadey habitator Locarni laudatus et constitutus .... per consillium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ... ad explendum ... instrumenta ... rogata ... per nunc condam Monetum de Brizio de Locarno n.p.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 14 395 x 215 mm, righe 55. Regesto: BSSI 1908, pp. 66-67.

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7 dicembre 1361, <...>

Locazione / <...>

Leonardo «de Solatis de Regio», procuratore di <...> Orelli di Locarno, padre e amministratore dei fratelli Goffredino detto Negro, Francesca e Giovannina, <...> eredi del fu Tolomino Orelli, figlio ed erede del fu Giacomo Orelli e della defunta moglie del detto Andreolo, investe a titolo di locazione e massaricio <...> rinnovabile a volontà delle parti Giacomolo del fu <...... >, al canone annuo di quattro lire di denari nuovi e due pernici. (Frammento).

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 15 200 x 290 mm, righe 20. La pergamena è stata utilizzata come copertina ed è stata ritagliata nel margine sinistro e in quello inferiore. Fori di piccole dimensioni, uno dei quali conserva un residuo di filo.

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5 febbraio 1362, Losone

Testamento / Testamentum

Margherita del fu Domenico «Lafranchi Spigallie» di Losone, detta il suo testamento. Essa lascia alla chiesa di S. Lorenzo di Losone un prato situato in territorio di Magadino «in Archarencho», che andrà messo all'incanto per destinarne il ricavato all'acquisto di olio per l'illuminazione dell'altare; dispone che Martino di Adamo Spigaglia e Baldosio Spigaglia provvedano una soma di sale per i poveri di Losone «pro anima sua»; lascia a Spigalia del fu Adamo Spigaglia di Losone la sua parte di [viti] novelle situate in territorio di Losone «in Segnocho», affinché faccia celebrare un annuale per il quale saranno corrisposti dieci imperiali al prete e due al monaco; a Giroldo «Gullielmi (?) de Massnarie» in Vallemaggia e alcuni appezzamenti e alberi di castagno in territorio di Arcegno, affinché faccia celebrare un annuale per sé e i suoi defunti per il quale saranno corrisposti dieci imperiali al prete e due al monaco. Istituisce infine suoi eredi universali Baldosio di Martino, Spigalia, Michele, Martinolo, G di Martino «Guilliellmi Locarni Spigallie», tutti «de Spigaliis» di Losone.

Notaio rogatario: Fra[nce]schinus de Monte n. f.q. domini Labadini habitans Loxoni

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 8 405 x 365 mm, righe 37. Un breve taglio al margine superiore, risalente alla lavorazione della pelle, cucito con filo di canapa; numerosi fori di medie e grandi dimensioni dovuti a rosicatura, macchie.

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29 marzo 1362, Losone

Locazione / locationis ad hereditatem

Losio del fu Alberto «de Loxio» di Losone, console del comune di Losone, e Giacomin «de Vallo» di Losone, sindici e procuratori del comune di Losone, investono a titolo di eredità perpetua Martino del fu Locarnini «Roche» di Losone, di un appezzamento a vigna situato in territorio di Losone «in Brimo», al canone annuo di nove imperiali da versare per San Martino. Per questa investitura essi dichiarano di aver ricevuto dal suddetto Martino ventitré soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Franceschinus de Monte de Laude f.q. domini Labadini p.i.a.[n. ...]

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 9 385 x 350 mm, righe 46. Numerose rosicature di medie e grandi dimensioni.

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2 aprile 1362, Arosio

Vendita / Carta vendicionis et dati

Arosino del fu Petrolo «de Barcha» di Arosio vende al notaio Zanolo «Ponzillia», agente a nome della chiesa di S. Agata di Mugena, un terreno situato nel territorio di Mugena «in Ladaziono». Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo da Bigniora, monaca nella detta chiesa e agente a suo nome, sette lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Petrinus n. de Vezio f.c. Marchi de Vecio. Notaio estraente: Zanolus Ponzillia n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 6 410 x 270 mm, righe 45. La pergamena è gravemente danneggiata da lacerazioni, strappi, fori e rosicature di medie e grosse dimensioni; l'inchiostro è in parte o completamente sbiadito, soprattutto in corrispondenza della sottoscrizione notarile. Edizione: CDT, vol. IV, pp. 162-163, nr. CCLXXXIV.

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29 maggio 1362, Claro

Vendita / Instrumentum vendicionis

Bertramo di Ditto, figlio emancipato di Martino detto Bario, Otto «de Balio» del fu Martino e Ambrogio del fu Giacomo detto «Mutala», tutti di Claro, vendono a Ubertino Chierico del fu Lanfranco di Gnosca, abitante a Claro, due campi situati nel territorio di Claro «ad Ascaziam», al prezzo di 26 lire di denari nuovi. La vendita avviene a saldo di un debito contratto dal fu Giovanni «de Marchixio» di Claro con il detto Ubertino per una consegna di sale, per del vino e per un mutuo.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.q. ser Iohannis Seschalchi. Notaio scrivente: Symon n., f.c. Martinoli de Novalio de Ugiebio de Valentrascha.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 3 415 x 310 mm, righe 55. Rosicature di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: MDT Riv., pp. 679-680, nr. xvi.

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14 gennaio 1363, Gordevio

Vendita / Carta venditionis

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Albertolo, figlio del prete Zanolo di Gordevio, vende a Mazone del fu Giacomo detto Mettino di Maggia una quota di pascolo sull'alpe «de Nemio», situato nel territorio di Gordevio, al prezzo di 39 lire di denari nuovi, che il detto Mazone versa a Allegro (?) di Pietro «Crolli» di Locarno a saldo di un debito contratto dai detti Albertolo e prete Zanolo nei confronti del fu Anrigino «Spelorzii» di Locarno.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f.c. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 5 530 x 465 mm, righe 41. Otto piccoli fori lungo le pieghe.

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1 maggio 1363, Cavergno

Locazione / Carta locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino del fu Martino detto Stocco, investe a titolo di locazione e massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti, Giacomino di Guglielmetto «de la Fontana» di Cavergno, che stipula con l'autorizzazione del padre, di un terreno cintato situato nel territorio di Cavergno «in Silva super locum de Cavergio», al canone annuo di quattro soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 26 360 x 170 mm, righe 48. Due piccolissimi fori e alcune macchie lungo le pieghe.

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20 maggio 1363, Claro

Vendita / Carta vendicionis

Martino del fu Martino «de Masso» di Claro vende a Ubertino detto Chierico del fu Lanfranco di Gnosca, abitante a Claro, un campo ed un terreno arativo e a gerbido situati nel territorio di Claro «ad Nucem Brenum» e «ad Duranum», al prezzo di 26 lire e dieci soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus f. ser Lafranchini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 4 350 x 290 mm, righe 52. Diverse macchie e lacerazioni. Edizione: MDT Riv., pp. 819-822, regesto aggiunto XXI.

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31 marzo 1364, Maggia

Testamento / Instrumentum testamenti

Minetto del fu Lorenzo Alberti di Maggia detta il suo testamento, istituendo un lascito al comune di Maggia da distribuire in suffragio dei suoi genitori. La somma è garantita dal fitto di una quota e della caldaia dell'alpe «de Fiorasscha», situato nel territorio di Cavergno, e sul fitto di una quota dell'alpe di «Brunassio». Il testatore lascia inoltre alla chiesa di S. Maurizio di Maggia un campo e nomina suoi eredi universali Masina e Gallizia, sue sorelle.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f.c. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 6 560 x 415 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni. L'inchiostro è assai sbiadito a causa di macchie provocate dall'umidità.

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1 settembre 1364, Bellinzona

Elezione di stimatori / Provixio comunis

Nicolino «de Gentilibus» di Tortona, podestà di Bellinzona, e il consiglio del comune eleggono stimatori per i quattro mesi successivi i consiglieri Albertino Mandelli e Giovanni detto Negro Molo.

Notaio rogatario: Albertolus de Ferariis n. comunis Birinzone.

ASTi, Pergamene, Pometta 6 (inserto)

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20 ottobre 1364, Losone

Locazione / Contractus hereditatis / Investitura nomine hereditatis

Baldosio Spigaglia del fu pigaglia e Giacomino del fu Guglielmo «Otti de Vallo», sindici e procuratori del comune di Losone, investono a titolo di eredità perpetua Anrigolo del fu Anselmino «Stelle» di Losone di un appezzamento arativo (?) situato in territorio di Losone «in Brimo» al canone annuo di tre staia di mosto o vino da consegnare per S. Martino. Se in futuro Anrigolo vorrà alienare il terreno, dovrà informarne il comune che avrà tempo due mesi per compensargli le migliorie apportate e ritirare l'appezzamento; trascorso detto termine Anrigolo potrà cedere i suoi diritti a chiunque, purché garantisca di onorare gli obblighi verso il comune. Per questa investitura i procuratori di Losone dichiarano di aver ricevuto dal suddetto Anrigolo otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: n.p., f.q. domini Labadini habitans Loxoni.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 10 530 x 415 mm, righe 49. Estese rosicature ai margini superiore e inferiore, un foro di medie dimensioni al centro e numerosi forellini lungo le èiegature, dovuti a rosicatura; alcune macchie. P. Rocco da Bedano suppone il termine «septimo» nella lacuna che segue «vigessimo», ma questa è troppo breve: il termine perduto aveva un'uscita in ?s (s) e non c'è spazio per altre parole, per questo il giorno è stato corretto da 27 a 20.

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22 ottobre 1364, Bellinzona

Elezione di stimatori / Provixio

Giovanni «de Baldenchis» di Parma, podestà di Bellinzona, e i consiglieri del comune eleggono stimatore per i due giorni successivi Antoniolo del fu Ottobello beccaio di Nocca.

Notaio rogatario: Albertolus de Ferariis n. comunis Birinzone.

ASTi, Pergamene, Pometta 6 (inserto)

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22 ottobre 1364, Bellinzona

Stima e dazione in pagamento / Carta estimacionis et insolutum dacionis

Albertino del fu Petraccino «de Ronzio» di Mandello e Giovanni detto Negro del fu Alberto Molo di Menaggio, entrambi abitanti a Bellinzona, e Antoniolo del fu Ottobello beccaio di Nocca di Bellinzona, stimatori eletti dal consiglio del comune di Bellinzona, procedono alla stima di un sedime con casa situato a Bellinzona «ad Rippam», per un valore complessivo di 250 lire di denari nuovi, e lo vendono, a nome del comune, a Martino del fu Guglielmo «de Rugura» di Bellinzona, a saldo di due debiti contratti da uomini di Locarno, Ascona e Bellinzona nei confronti del detto Martino, nonché delle spese giudiziarie e del salario degli stimatori da costui sostenuti.

Notaio rogatario: Albertolus de Ferariis n. Cumarum, f.c. ser Stephanali de Ferariis de Dongo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 6 790 x 405 mm, righe 78. Alcune macchie, corrosioni e fori in particolare lungo le pieghe. Edizione: Bsb II (1933), pp. 61-64. Inserti: 1 settembre 1364 (Bellinzona), 22 ottobre 1364 (Bellinzona)

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15 dicembre 1364, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Minolo del fu Pietro Orelli di Locarno vende a Ubertino Chierico di Gnosca del fu Lanfranco, abitante a Claro, la sua quota di decima nei territori di Claro, Moleno, Preonzo e Prosito, già appartenuta al fu Bonifacio Orelli di Locarno abitante a Claro, quota equivalente alla sesta parte delle decime degli Orelli di Locarno. Il prezzo della vendita è di 45 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.q. ser Iohannis Seschalchi. Notaio scrivente: Symon n., f.c. Martinoli de Novalio de Ugiebio de Valentrascha.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 5 295 x 370 mm, righe 39. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. Edizione: MDT Riv., pp. 822-825, nr. xxii. Regesto: BSB VI (1944), p. 118.

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3 agosto 1365, Someo

Conferma di lasciti / Confirmatio

Zano, Lafranco e Somadino, figli ed eredi del defunto Somadinotto del fu Zanetto «Zengalli» di Riveo di Someo, confermano il lascito di tre elemosine disposto in favore del comune e degli uomini di Someo e di Riveo dal detto Somadinotto sul letto di morte, senza che egli potesse dettare un testamento a causa dell'assenza del notaio. In particolare egli aveva ordinato, per la salvezza della sua anima e dei suoi antenati, che i suoi eredi diano ogni anno per s. Martino uno staio di mistura di segale e miglio, un altro staio di mistura di segale e miglio e quattro libbre di formaggio estivo, garantendoli su tre corti situati a Someo «ad Ribellum», «ad Curtem Grandum» e sul monte di «Parongio».

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 3 420 x 300 mm, righe 47. Diverse lacerazioni e rosicature lungo le pieghe.

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11 gennaio 1366, Cavergno

Locazione / Carta locationis

Il comune di Cavergno, rappresentato dal console Guglielmo del fu Guglielmazio di Cavergno, investe a titolo di massarizio per dieci anni rinnovabili a volontà delle parti, Anselmo di Giacomo Ansermi di Cavergno di un corte con una stalla, abitazione e prato, situato in valle Bavona «ad Regoxedum», al canone annuo di cinque lire e 15 soldi di denari nuovi.

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Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f.c. Maffey n. de Madia

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 2 435 x 260 mm, righe 22. Diversi piccoli fori lungo le pieghe verticali.

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7 aprile 1366, Bignasco

Testamento / Carta testamenti

Giacomino del fu Pietro di Giacomo «de la Via» di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco un'elemosina di uno staio di segale e miglio e di quattro libbre di formaggio estivo di Vallemaggia da distribuire ogni anno per s. Martino. Il lascito è garantito su un terreno situato nella campagna di Bignasco «ad Ripondam». Qualora i suoi eredi non versassero il relativo fitto, il comune potrà concedere in locazione il terreno al miglior offerente. Il detto testatore nomina infine quali eredi universali Martino, Antonio e Giacomo, suoi abbiatici e figli della defunta Galizia, sua figlia, già moglie di Zanino di Gregorio di Bignasco.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 27 320 x 315 mm, righe 31. Alcuni fori, di cui quattro risalenti alla lavorazione della pelle, e una lacerazione lungo la piega verticale sinistra. Le ultime righe del testo e la sottoscrizione notarile sono in parte illeggibili, perché l'inchiostro è quasi scomparso.

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8 maggio 1366, «Gipoldo» (Cresciano)

Compromesso / Carta compromissi

I consoli e i vicini del monte e del piano di Lodrino e di «Monte Parlo», da una parte, e i consoli e i vicini di Cresciano, dall'altra, nominano arbitri Giovanni del fu Guglielmo «de Sacho de Monte Parlo», Ardizzone del fu Guglielmotto di Lodrino, Domenichino di Prosito del fu Leventino e Zanino del fu Alberto «de Moroxuencho» di Prosito, con l'incarico di risolvere la controversia relativa al bosco e al pascolo «communantie et vicinoris de Gipoldo». Le parti precisano che un arbitrato in merito era già stato pronunciato dal fu Masso e da Pietro «de Carnevario», entrambi di Lodrino. Il compromesso in questione è valido per tutta la giornata in corso e riguarda solo la detta vertenza.

Notaio rogatario: Antonius n. f. Bertrami dicti Baldelli de Zornico Notaio scrivente: Albertolus de Ferrar[iis] n. Cumanus f.c. ser Stephanali de Ferrar[iis] de Dongo

Originale; lat. ASTi, Sacchi 1 (= cart. 1c, nr. 1) 605 x 185 mm, righe 73. Regesto: MDT Riv., pp. 207-208, nr. 118

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8 maggio 1366, «Gipoldo» (Cresciano)

Arbitrato / Carta arbitramenti

Giovanni del fu Guglielmo di Sacco «de Monte Parlo», Ardizzone del fu Guglielmotto di Lodrino, Domenichino di Prosito del fu Leventino e Zanino del fu Alberto «de Moroxuencho» di Prosito, arbitri eletti nella controversia tra i consoli e i vicini del monte e del piano di Lodrino e di «Monte Parlo», da una parte, e i consoli ed i vicini di Cresciano, dall'altra, in merito al bosco e al pascolo «communantie et vicinoris de Gipoldo», confermano il precedente arbitrato del fu Masso e di Pietro «de Carnevario» di Lodrino, definiscono i confini del terreno chiamato «Gipoldo» e le modalità di pascolo su di esso.

Notaio rogatario: Antonius n. f. Bertrami dicti Baldelli de Zornico Notaio scrivente: Albertolus de Ferrar[iis] n. Cumanus f.c. ser Stephanali de Ferrar[iis] de Dongo

Originale; lat. ASTi, Sacchi 2 (= cart. 1c, nr. 2) 580 x 370 mm, righe 73. Il documento presenta importanti lacerazioni lungo le linee di piegatura. Regesto: MDT Riv., pp. 287-209, nr. 119

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<...> novembre 136<6>, Lugano

Ricevuta /

Betolo della Torre di Mendrisio del fu Pietro, agente anche a nome dei suoi fratelli Giacomolo e Petrolo e del nipote Donadolo, dichiara di avere ricevuto dal comune di Isone, rappresentato da Giovanni del fu Morello «de Sassonibus» di Isone, <1>6 (?) lire di terzoli e cinque libbre di formaggio quale canone di locazione per l'anno in corso di alcuni alpi situati nel territorio del detto comune.

Notaio rogatario: Guidotus Carlus n. de Lugano f.c. ser Bertrami Carli de Lugano. Notaio scrivente: Zanolus de Rippa n., f. Guilielmi de Rippa Sancti Vitalis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 3 210 x 160 mm, righe 30. Il documento è stato strappato lungo tutto il margine destro e presenta fori di piccole dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 72 n. 146.

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25 aprile 1367, Bignasco

Locazione / Carta locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console <...> detto Via del fu Martino «de la Via», investe a titolo di locazione e massarizio fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Zanino detto Stocchino di Bignasco dell'alpe di Calnègia in val Bavona, al canone annuo di sette lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f.c. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 28 320 x 280 mm, righe 28. Gravi lacune causate dalla rosicatura di tutto il bordo sinistro, nonché diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 novembre 1367, Como

Dotazione di chiesa, promessa / -; carta conservationis

I fratelli Turcolo e Antoniolo, figli di Giorgio de Fontanella da Como, che hanno fatto costruire a Bedano «ad Pratum de Luero» una chiesa «seu cappellam» intitolata alla Beata Vergine Maria, con il consenso del padre, provvedono alla sua dotazione, assegnandole la rendita di alcune loro proprietà a Cureggia e sei congi di vino ottenuti da una masseria a Bedano. La dotazione avviene con il consenso di Enrico de Oldradi dell'ordine dei celestini, vicario generale del vescovo di Como. Immediatamente di seguito i fratelli Petrolo e Goffredo, figli del fu ser Giovanni del fu Filippone Rusca di Como, promettono ai detti fratelli de Fontanella di mantenerli liberi da qualsiasi pretesa riguardo alla chiesa di S. Maria di Bedano e al sacerdote officiante in essa, menzionati nel testamento del defunto Antonio Rusca di Bedano. Tale promessa è fatta perché i fratelli de Fontanella intendono fare donazione della chiesa e dei loro diritti ai detti Petrolo e Goffredo.

Notaio rogatario: Georgiolus de Somazo n.p. Cumanus, f.c. ser Petri de Somazo de Cumis Notaio scrivente: Romeriollus de Baragazo, n. Cumanus, f.c. ser Franzolli de Baragazo

Originale; lat. ASTi, Trefogli 8,1 (scatola 15) 470 x 500 mm, righe 41. Edizione: CDT, vol. I, docc. LXXI a, LXXI b

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9 novembre 1367, [Monte Ceneri]

Designazione di rappresentanti / -

Il 7 settembre 1367 Pinotto «de Pinotis», vicario generale del signore di Milano Galeazzo Visconti, nella lite tra il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 88 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete comune e il contado di Bellinzona, da una parte, il comune e la pieve di Locarno, da un'altra, e il comune e la valle di Lugano, da una terza parte, relativa ad un omicidio e ad una rapina compiuti sul Monte Ceneri, aveva ingiunto alle parti di designare quattro uomini ciascuno per piantare dei termini di confine. Il consiglio di Bellinzona ha incaricato Fomasolo Cusa del fu Giovanni, procuratore, Abbondiolo Motta del fu Mallo, Giovannolo Motta del fu Ottobello, Minolo del fu Albertuccio «de Pedragnia» e il notaio Biagino Somazzi, che si recano sul Monte Ceneri per piantare, alla presenza dei rappresentanti dei comuni di Lugano e Locarno, cinque termini ai confini del territorio di Bellinzona «ad Vallegium de Canegio Cerbino subtus stratam francischam», «ad Sanctum Leonardum iuxta ecclesiam Sancti Leonardi ultra rialem» e «in Fondo Montiscineri».

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus, f. ser Lafranchini de Somazo.

Copia semplice (Sec. xvi); lat. Archivio Comunale Bellinzona 3 (v.n. A. II/7) 680 x 380 mm, righe 42. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Motta, Pergamene varie, pp. 52-53.

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21 maggio 1368, Bellinzona

Vendita / Instrumentum vendicionis

Roffino del fu Guido di Roffino Orelli di Locarno, abitante a Sementina, vende a Ottino del fu Alberto Molo di Bellinzona quattro terreni con alcuni edifici situati nel territorio di Moia «in Piantato seu in Pianto» e «in Campagniora», nel territorio di Sementina «ad la Brugeram» e in quello di Progero «ad Sambugum», al prezzo di 124 lire di denari nuovi. La vendita avviene a saldo di alcuni debiti contratti dal detto Roffino per dei mutui e per la soccida di una cavalla.

Notaio rogatario: Petrolus Stupa n. Cumarum f.c. domini Otti Stupe de Nobiallo. Notaio scrivente: Franceschinus de Monte n., f.c. domini Labadini de Monte habitans Loxoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 7 415 x 395 mm, righe 60. Alcune macchie e piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Bsb ii (1929), pp. 2-4.

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25 marzo 1369, Bignasco

Locazione / Carta hereditatis in perpetuum

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Zanino Calgario del fu Iorino, investe a titolo di eredità perpetua Martino del fu Pietro di Giacomo «de la Via» di Bignasco di un terreno situato nel territorio del comune «in Serenello ubi dicitur ad Duxetum», al canone annuo di otto soldi di denari nuovi. I detti vicini dichiarano inoltre di aver ricevuto dal locatario tre lire e quattro soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f.c. Zanoli de Lodino.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 89 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 29 465 x 455 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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10 dicembre 1370, Biasca

Vendita / Carta venditionis et dati

Giacomo Orelli del fu Simone Orelli di Biasca vende a Cortesio «Varentii» di 'Crabuníc'' e a Giacomolo del fu Giovannino notaio di Ponto Valentino, agenti a nome loro e della rodaria del concilio di Val Blenio, un fitto di 20 agnelli da consegnare ogni anno al padre del venditore presso la chiesa di S. Pietro di Biasca. Il prezzo di vendita è di 500 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Guidatius n. f.c. ser Alberti de Arona, qui sto in loco de Simiono

Originale; lat. ASTi, Cima 2 460 x 265 mm, righe 22. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pella e rosicature lungo in margine inferiore e le piegature. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: nel dicembre 1370 correva infatti l'indizione nona anziché l'ottava, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. di prossima pubblicazione, nr. regesto aggiunto XXII.

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8 novembre 1371, Como

Vendita / instrumentum venditionis

I fratelli Turcolo e Antoniolo del fu Giorgio «de Fontanella» di Como, eredi del fu Michele Rusca di Como loro nonno materno, vendono a Petrolo del fu Filippone Rusca di Como, abitante a Bedano, un complesso di terreni, case ed altri beni immobili situati nel territorio di Bedano, , Torricella e , al prezzo di 703 lire e quattro soldi di terzoli, impiegati per estinguere i debiti contratti insieme al fratello Ignazio e al loro padre. Sui detti beni grava un onere annuo di sei congi di vino in favore del prete beneficiato della chiesa di S. Maria di Bedano. La vendita viene stipulata alle presenza e con il consenso di Cesco del fu Maffeo «de Fontanella» di Como, parente e curatore dei detti Turcolo e Antoniolo.

Notaio rogatario: Georgius de Somazo n.p. Cumarum et scriba consulis Cumarum iustitie, f.c. ser Petri de Somazo de Cumis. Notaio scrivente: Paganus de Tatis n. Cumanus, f.c. ser Andrioli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 1 2170 x 430 mm, righe 266. Macchie, strappi e lacerazioni di piccole e medie dimensioni nel margine superiore, e alcuni piccoli fori. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Una lacerazione nell'angolo superiore destro è stata riparata con l'incollatura

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 90 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di un brano di pergamena la cui scrittura data probabilmente al secolo xiv.

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6 giugno 1372, Claro

Vendita / Vendicionis et dati instrumentum

Minetto del fu Martino «de Albrico» di Cassero di Claro, abitante a Cassero, vende a Uberto detto Chierico del fu Lanfranco Orelli Magoria, residente a Claro, due prati situati nel territorio di Claro «in Brusata de Cassero» e «in Saregio», al prezzo di otto lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ardizollus de Giochario dictus de Pocobellis p. de Lugano n., f.c. domini Hospinolli. Notaio scrivente: Aluysius Tinctor n. de Lugano f.c. ser Mineti Tinctoris de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 8 430 x 310 mm, righe 47. Alcuni piccoli fori e macchie lungo i bordi. Edizione: Bsb vi (1944), pp. 91-92; MDT Riv., pp. 826-829, nr. xxiii.

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9 ottobre 1372, Dongio

Elezione di procuratore / Carta procurationis et sindicatus

L'assemblea dei vicini di Dongio e di 'Intragágn' elegge Guglielmino del fu Bertramo di Crespogno in veste di procuratore, con l'incarico di stipulare un compromesso nella lite con i vicini di Corzoneso, Leontica e Comprovasco circa i pascoli e i boschi comuni, situati tra Corzoneso e Dongio.

Notaio rogatario: Iacobinus n., f.c. Viventi de Castelatio Vallis Bellegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 4 340 x 290 mm, righe 39. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le piegature. Edizione: MDT Bl., pp. 945-947, nr. 398.

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18 ottobre 1372, Monastero (Corzoneso)

Arbitrato

Nella lite tra i vicini di Corzoneso e Scaradra, Leontica e Comprovasco, da una parte, e quelli di Dongio e 'Intragágn', dall'altra, circa i diritti sui pascoli e boschi comuni situati sulla sponda destra del fiume Brenno, tra Leontica e Ludiano, e

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 91 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete su quella sinistra nel territorio di Dongio, Petruccio de Canonici di Bologna, vicario di Val Blenio, Mino giudice di Torre, Simone giudice di Olivone, Giroldo giudice di Leontica, Cortesio giudice di 'Crabuníc'', frate Taddeo di Camperio, Uberto «de Demoldeo» di Torre, Giacomo «de Buxio» di Grumarone e Giacomuccio di Goffredo di Pianezza, arbitri eletti, definiscono i confini e le modalità di sfruttamento dei predetti pascoli e boschi.

Copia autentica (metà del XVI secolo); lat. ASTi, Pergamene, Blenio 3 385 x 245 mm, righe 36. Documento mutilo della parte sinistra, asportata mediante taglio per tutta la lunghezza. Edizione: MDT Bl., pp. 949-954, nr. 400 (testimone B''). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 5

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18 ottobre 1372, Monastero (Corzoneso)

Arbitrato / Carta arbitramenti

Nella lite tra i vicini di Corzoneso e Scaradra, Leontica e Comprovasco, da una parte, e quelli di Dongio e 'Intragágn', dall'altra, circa i diritti sui pascoli e boschi comuni situati sulla sponda destra del fiume Brenno, tra Leontica e Ludiano, e su quella sinistra nel territorio di Dongio, Petruccio de Canonici di Bologna, vicario di Val Blenio, Mino giudice di Torre, Simone giudice di Olivone, Giroldo giudice di Leontica, Cortesio giudice di 'Crabuníc'', frate Taddeo di Camperio, Uberto «de Demoldeo» di Torre, Giacomo «de Buxio» di Grumarone e Giacomuccio di Goffredo di Pianezza, arbitri eletti, definiscono i confini e le modalità di sfruttamento dei predetti pascoli e boschi.

Notaio rogatario: Iacobinus n., f.c. Viventi de Castelatio Vallis Bellegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 5 545 x 275 mm, righe 77. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le piegature, dove la membrana è molto consunta. Edizione: MDT Bl., pp. 949-954, nr. 400 (testimone A). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 3

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1 (?) maggio 1373, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Guglielmino del fu Martino «Gixlle», investe a titolo di locazione fino a s. Martino e in seguito a volontà delle parti Martino detto Carestro del fu Antonio «de la Via» di Bignasco di un terreno situato in val Bavona «ad Frodam Calnegie», al canone annuo di due soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 30 260 x 295 mm, righe 29. Alcuni picoli fori, macchie e una lacerazione lungo una piega verticale.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 92 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il primo maggio del 1373 cadeva infatti di domenica e non di martedí, come indicato dal notaio.

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1 novembre 1373, Bellinzona

Vendita / Carta venditionis

I fratelli Paganolo, Biagiolo e Leonardo Cusa del fu Zanino, abitanti a Bellinzona, agenti anche a nome dell'altro fratello Zanollo, vendono a Minotto del fu Marco di Carasso, abitante a Carasso, due campi situati nel territorio di Carasso «in Brunerio», un orto con un edificio «ad Mediam Villam» e la sesta parte della peschiera «de Desenduta, videlicet a Sasso Agudo usque ad bocham aque de la Moexia» sul fiume Ticino, al prezzo di 56 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus, f. ser Lafranchini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 1 640 x 330 mm, righe 69. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 114, nr. 1; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 687, nr. I.

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(dopo il 10 gennaio 1374)

Vendita (?)

Frammento di un atto notarile, probabilmente una vendita di diversi appezzamenti di terreni silvati, prativi e arativi nei territori di Gudo, Sementina e Camorino, di cui una parte erano stati venduti il 10 aprile 1372 da Aliolo e Antoniolo «de Rugura», figli del fu Bartolomeo, agenti anche a nome dei fratelli Maifredolo e Giovanni Martino, a Pietro Todeschi del fu Giovanni «de Valexio», abitante a Bellinzona, al prezzo di 685 lire . La vendita era stata confermata da Maifredolo il 10 gennaio 1374.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 1 450 x 325 mm, righe 45. La pergamena è stata utilizzata come copertina di volume: tutta la parte destra e inferiore è stata ritagliata. Il documento in origine doveva essere composto da almeno due membrane; rimane una membrana della parte centrale. Il documento presenta fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. La datazione è stata ricostruita sulla base degli elementi contenuti nel testo.

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22 gennaio 1374, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 93 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Il console Albertino di Albertino di Medeglia e i vicini di Giubiasco e Valle Morobbia investono a titolo di livello per otto anni, rinnovabili a volontà delle parti, Bonolo del fu Lorenzo del Monte di Gravedona, abitante a Giubiasco, di alcuni beni immobili situati a Giubiasco e nel suo territorio «in contrata ubi dicitur ad Staniga», «ad Bollam», «ad Duas Vias», «in Marzano» e «in Campagnia de foris», al canone annuo di sette staia di mistura di segale e miglio e tre denari nuovi.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.c. ser Iohannis Seschalchi. Notaio scrivente: Michael dictus Magister n., f.c. Iacobini n. de Intro.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 1 440 x 315 mm, righe 52. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché consunzioni e altri fori lungo le pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 34-35.

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18 giugno 1374, Sornico

Elezione di rappresentanti e ordini / Instrumentum ellectionis et ordinamentorum; instrumentum terminationis

Il 18 giugno 1374 l'assemblea dei vicini del comune di Lavizzara, convocata per ordine del console Guglielmolo del fu Lanfranco «Boya» di Fusio, definisce le norme che regolano il pascolo nel territorio della comunità, e nomina nove vicini incaricandoli di fissare i confini del territorio di Fusio, Peccia, Veglia, Sornico, Prato e Broglio. Il 10 settembre successivo le nove persone designate stabiliscono entro quali confini possano pascolare i vicini di ciascun comune e istituiscono altre limitazioni relative al pascolo e al taglio della legna.

Notaio rogatario: Steffanus de Lodeno n., f.q. Zanoli de Lodeno. Notaio autenticante: Cristoforus n. p.i.a., f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco hoc instrumentum ... a quodam copia autentichata per Zanem Bonentius f.q. magistri Gullielmi Barberii de Onsernono extraxi. Notaio autenticante: Zanes Bonentius f.q. magistri Gullielmi Barberii de Onsernono.

Copia autentica di altra copia (Sec. XVI); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 2 650 x 420 mm, righe 70. Due piccoli fori e alcuni strappi di piccole e medie dimensioni, uno dei quali sommariamente cucito. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 374-378. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 30.

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18 giugno 1374, Sornico

Elezione di rappresentanti e ordini / Instrumentum ellectionis et ordinamentorum; instrumentum terminationis

Il 18 giugno 1374 l'assemblea dei vicini del comune di Lavizzara, convocata per ordine del console Guglielmolo del fu Lanfranco «Boya» di Fusio, definisce le norme che regolano il pascolo nel territorio della comunità, e nomina nove vicini incaricandoli di fissare i confini del territorio di Fusio, Peccia, Veglia, Sornico, Prato e Broglio. Il 10 settembre successivo le nove persone designate stabiliscono entro quali confini possano pascolare i vicini di

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Notaio rogatario: Steffanus de Lodeno n., f.q. Zanoli de Lodeno. Notaio autenticante: Cristoforus n. p.i.a., f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco hoc instrumentum ... a quodam copia autentichata per Zanem Bonentius f.q. magistri Gullielmi Barberii de Onsernono extraxi. Notaio autenticante: Zanes Bonentius f.q. magistri Gullielmi Barberii de Onsernono.

Copia autentica di altra copia (Sec. XVI); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 2 650 x 420 mm, righe 70. Due piccoli fori e alcuni strappi di piccole e medie dimensioni, uno dei quali sommariamente cucito. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 374-378. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 30.

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17 settembre 1374, Losone

Testamento / Testamentum

Anselmolo del fu Anrico «Stelle» di Losone detta il suo testamento. Egli assegna ai poveri di Losone due sestari di mistura di segale e miglio in parti uguali, garantendoli «super setem unam» situata nella campagna di Losone «in Portam» per un numero [perduto] di anni; stabilisce un certo numero [perduto] di annovali da celebrare in perpetuo per la redenzione della sua anima, per i quali predispone un compenso di nove imperiali per il celebrante e due per monaco che suonerà le campane, garantendolo su un campo situato nella campagna di Losone «ad Fossatum»; lascia alla chiesa di S. Antonio di Arcegno due fiorini d'oro del valore di tre lire e quattro soldi ciascuno. Assegna infine la gestione dei suoi beni mobili e immobili a sua moglie e nomina suo erede universale suo figlio Antonio; se costui morisse gli subentrerà Giacomino, fratello del testatore, che provvederà a Stella e Bionda, figlie del testatore, al momento in cui giungeranno al matrimonio.

Notaio rogatario: Francinolus de Monte n. f. Franceschini de Monte n. habitans Loxoni

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 11 350 x 300 mm, righe 35. Alcuni fori di medie e numerosi fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, pergamena macchiata soprattutto nelle parti superiori e inferiori.

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31 ottobre 1374, Someo

Locazione / Instrumentum hereditatis

Somadino del fu Somadinetto di Riveo, canevario della chiesa di S. Placido di Someo e agente a nome della stessa, investe a titolo di eredità perpetua Pietro del fu Zanetto «de Petro» di Riveo di un appezzamento a prato, a campo e a vigna situato nella campagna di Someo «in Camplao», al fitto annuo di 40 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino. Il detto Somadino dichiara di aver ricevuto dal detto Pietro 50 libbre di formaggio estivo per l'investitura.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 95 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio rogatario: Romerius n., f.q. Perini Christoffani de Someo. Notaio scrivente: Iohanes n. de Someo f. Romerii notarii de Someo.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 4 530 x 270 mm, righe 70. La membrana presenta estese contrazioni; alcune piccole rosicature nella parte centrale e abrasioni del supporto. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 31 ottobre 1374 cadeva di martedì anziché di mercoledì, come indicato dal notaio.

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23 novembre 1374, Bellinzona

Locazione con convenzioni / Carta investiture

Il prete Lorenzo «de Capitaneis» di Bellinzona, cappellano della cappella delle SS. Maria Maddalena e Caterina situata nella chiesa di S. Biagio a Bellinzona e fondata dal fu Giovanni Gambacorta di Bellinzona, investe a titolo di massarizio e di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti «Andrieta» di Prada di Arbedo del fu Gasparino di «Berzo», nella pieve di Chiavenna, del mulino detto «de Era» con casa, edificio diroccato, terreno a vigna e prato, rongia e alberi di castagno, nonché di un terreno arativo, situati nel territorio di Arbedo «ad Pedem Montis» e «in campagna de Arbedo ad Campos de la Volta». Il canone annuo convenuto è, per i primi tre anni, di dieci sestari e una mina di segale, altrettanti di miglio, due sestari di frumento e due carri di legname, ai quali in seguito si aggiungeranno seii congi di vino nel 1378 e cinque congi di vino negli anni successivi. Il locatore si impegna e rimborsare al detto «Andrieta» eventuali migliorie da questi apportate al fondo locato; qualora il prete Lorenzo facesse fare a proprie spese una «pilla» sul terreno locato, il detto «Andrieta» dovrà pagare un canone supplementare.

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus f. ser Lafranchini de Somazo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 4 (v.n. A. III/9) 430 x 230 mm, righe 59. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, una grossa macchia nella parte centrale e due cuciture precedenti la stesura dell'atto.

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18 gennaio 1376, Losone

Testamento / Punctum testamenti

Domenico «Gionzius» del fu Giacomo «Gionzii» di Losone detta il suo testamento. Egli stabilisce sei annovali da celebrare in perpetuo per la redenzione della sua anima, per ciascuno dei quali predispone un compenso di nove imperiali per il celebrante e due per il monaco che suonerà le campane, garantendo questa somma su un campo situato in territorio di Losone «in Brimo» e su una casa, una stalla e una vigna situate nel borgo di Losone «ad Ravacium». Egli nomina infine suo erede universale Martino del fu Zanni «Galitie» (?) di Brissago, abitante a Losone, purché costui continui ad abitare nella casa del testatore e vi mantenga il fuoco.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 96 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio rogatario: Francinolus de Monte n. f. Franceschini de Monte n. habitans Loxoni

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 12 460 x 340 mm, righe 36. Due fori di grandi dimensioni e numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; macchie, soprattutto ai margini, dovuti a infiltrazioni di acqua, inchiostro a tratti sfumato.

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5 febbraio 1376, Losone

Testamento / Punctum testamenti

Guglielmolo «de Corbellis» di Losone del fu Augusto «de Corbellis» detta il suo testamento. Egli assegna ai poveri di Losone quattro sestari di mistura di segale e miglio in parti uguali da distribuire annualmente per i prossimi diciotto anni, garantendoli su alcuni appezzamenti situati nella campagna di Losone «in Silva Plana», «in Porta» e «in Trissuera»; ai poveri di Losone assegna ancora un'ogena di sale per fuoco, mezza ogena ai forestieri abitanti a Losone, nonché quattro brente di vino da consegnare alla prima ricorrenza di S. Martino dopo la sua morte; stabilisce inoltre tre annovali da celebrare in perpetuo per la redenzione della sua anima e di quelle dei suoi defunti, per ciascuno dei quali predispone un compenso di nove imperiali per il celebrante e due per il monaco che suonerà le campane, garantendo questa somma su un prato con un castagno situato nella campagna di Losone «in Ballare». Il detto testatore nomina infine suo erede universale Antonio di S.

Notaio rogatario: Francinolus de Monte n. f. Franceschini de Monte n. habitans Loxoni

Originale; lat. Archivio Patriziale Losone 13 570 x 360 mm, righe 47. Un foro di grandi dimensioni e tre (o quattro)fori di piccoli dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, numerosi fori di grandi e medie dimensioni dovuti a rosicatura, alcune macchie.

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25 giugno 1377, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Simonolo Rusca di Bironico del fu Bennolo Rusconi di Como, abitante a Bironico, vende a Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis» di Isone una porzione della decima di Isone venduta al detto Simonolo dai fratelli Betolo, Giacomolo e Petrolo del fu Pietro Zerbo Della Torre, da Donato del fu Nicololo della Torre loro nipote, e da Francesco del fu Zanino della Torre, tutti di Mendrisio, nonché una porzione del canone annuo di segale e panico dovuto dagli uomini di Isone per la detta decima. Il prezzo della vendita è di 160 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho p.i.a.n., f.q. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4 440 x 480 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori nelle pieghe, macchie scure nella parte finale dell'atto e rosicature lungo il margine

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 97 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete inferiore. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, p. 406 , nr. 38a (parziale).

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<25> giugno 1377, Bironico

Permuta / Cara cambii et comutacionis

Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis» di Isone cede a titolo di permuta all'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Mino del fu Lanfranco Rossi e Mino detto «Buzellinus» del fu Guidone «Zerbi», la quota della decima di Isone e le due some di panico che il comune di Isone deve versare annualmente a titolo di decima, appena acquistate da Simonolo Rusca di Bironico al prezzo di 160 lire, già spettanti ai fratelli Bettolo, Giacomolo e Petrolo del fu Domenico «Zerbi» della Torre, a Donato della Torre, loro nipote, e a Francesco del fu Zanino della Torre, tutti di Mendrisio. Il detto Mino «de Carnevariis» riceve in cambio un prato con castagni, noci e un edificio, nonché un altro prato con la quarta parte di un edificio, situati nel territorio di Isone rispettivamente «in Tombis» e «in Cuxalle». (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4bis).

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 1 335 x 550 mm, righe 47. Macchie e fori di medie e grosse dimensioni provocati da rosicature, in particolare nella parte superiore e lungo i bordi.

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25 giugno 1377, Bironico

Permuta e vendita / Instrumentum cambii et comutationis; carta venditionis et dati

Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis» di Isone, da una parte, e ii vicini di Isone, riuniti in assemblea per ordine dei consoli Mino Rossi del fu Lanfranco e Mino detto «Bucellinus» del fu Guidone «Zerbi», procedono a una permuta di beni. Il detto Mino cede ai vicini la porzione della decima e il canone di segale e panico acquistati il giorno stesso da Simonolo del fu Bennolo Rusca di Bironico (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4), e riceve in cambio due terreni con altri beni immobili situati nel territorio di Isone «in Tombis» e «in Cuxalle». Lucolo Rusca del fu Bennolo Rusconi di Como, abitante a Camignolo, vende a Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis», agente anche a nome dei suoi fratelli Zanino, Fiamberto e Domenico, tutti di Isone, un terreno situato ad Isone «ad Scanavellios» in precedenza incolto e con un «canigium», sopra il quale i detti fratelli «de Carnevariis» hanno costruito una casa solariata con portico. Il prezzo della vendita è di 22 lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanollus Ponzillia de Bironicho p.i.a.n., f.q. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4 bis 1000 x 510 mm, righe 101. Strappi, rosicature e macchie lungo i margini laterali e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte finale.

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Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, p. 406, nr. 38b (parziale).

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25 giugno 1377, Bironico

Permuta e vendita / Instrumentum cambii et comutationis; carta venditionis et dati

Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis» di Isone, da una parte, e ii vicini di Isone, riuniti in assemblea per ordine dei consoli Mino Rossi del fu Lanfranco e Mino detto «Bucellinus» del fu Guidone «Zerbi», procedono a una permuta di beni. Il detto Mino cede ai vicini la porzione della decima e il canone di segale e panico acquistati il giorno stesso da Simonolo del fu Bennolo Rusca di Bironico (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4), e riceve in cambio due terreni con altri beni immobili situati nel territorio di Isone «in Tombis» e «in Cuxalle». Lucolo Rusca del fu Bennolo Rusconi di Como, abitante a Camignolo, vende a Mino del fu Fiamberto «de Carnevariis», agente anche a nome dei suoi fratelli Zanino, Fiamberto e Domenico, tutti di Isone, un terreno situato ad Isone «ad Scanavellios» in precedenza incolto e con un «canigium», sopra il quale i detti fratelli «de Carnevariis» hanno costruito una casa solariata con portico. Il prezzo della vendita è di 22 lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanollus Ponzillia de Bironicho p.i.a.n., f.q. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4 bis 1000 x 510 mm, righe 101. Strappi, rosicature e macchie lungo i margini laterali e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte finale. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, p. 406, nr. 38b (parziale).

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15 marzo 1378, Serravalle (Semione)

Donazione / Carta donationis et concessionis

Davanti a Palmirolo «de Barbarussis» di Bologna, vicario di Val Blenio per i fratelli Andrea e Taddeo Pepoli, signori della detta Valle, Guglielmuccio del fu Giacomino «Nerbone» di Combreschì di Leontica dona la metà di tutti i suoi beni immobili situati nel territorio di Leontica e in Val Blenio «a Lezunam usque ad Predam Porchariam et ab uno culmine usque ad alliud et in toto orbe terrarum» a Taddeo del fu Guglielmo di Ugo di Leontica e ad Antonio del fu Zane detto «Pianeda» di Ludiano, fratelli per parte di madre, e l'altra metà ai fratelli Guglielmo e Zane del fu Firiano di Combreschì, ad eccezione di 50 lire di terzoli che i donatari dovranno versare a Orina figlia naturale della fu Umanuccia, già moglie di Zanne «de Yxabella» di Leontica e di dieci lire di terzoli assegnate a Benvenuta sorella del detto Taddeo. Guglielmuccio istituisce inoltre alcuni lasciti e legati per la propria anima e per quella dei suoi famigliari, che i donatari si impegnano a soddisfare insieme con la corresponsione di alimenti e vestiti al detto Guglielmuccio e alla moglie Agnese finché vivranno. A garanzia dell'impegno assunto Taddeo e Antonio pongono come fideiussore Francino «de Martio» di Leontica.

Notaio rogatario: Iacobinus n., f.c. Viventi de Castelatio Vallis Bellegnii.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 3 715 x 295 mm, righe 103. Macchie nella parte superiore e e sbiaditure nella parte inferiore, nonché alcuni fori e lacerazioni. Edizione: Mdt Bl., pp. 972-977, nr. 407.

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2 novembre 1378, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Zanne di Giovanni di Cavergno vende ad Alberto di Martino Adami di Cavergno un terreno situato nella campagna di Cavergno «ad Linalle» al prezzo di 38 lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filippini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 3 580 x 360 mm, righe 46. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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21 dicembre 1378, Bironico

Vendita / Venditionis et dati instrumentum

Gabardo «de Curte» di Sigirino, figlio emancipato di Bertrametto vende a Simonolo Rusca di Bironico del fu Bennolo Rusconi di Como, abitante a Bironico, alcuni beni immobili al prezzo di 160 lire di terzoli. Il medesimo giorno, lo stesso Gabardo «de Curte» vende al detto Simonolo due terreni situati nel territorio di Sigirino «ad Abiotum» e «ad Vixogios», al prezzo di 25 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho p.i.a.n., f.q. Marchessii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 2 440 x 530 mm, righe 46. Il documento è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio. Fori, strappi, macchie di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo i margini; due cuciture precedenti la stesura del testo. Alcuni fori, situati nella parte centrale dell'atto, attestano che la pergamena è stata riutilizzata come copertina. Sulla membrana figurano due vendite stipulate nel medesimo giorno.

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<21> <1378>, Bironico

Vendita / Carta vendicionis et dati

Gabardo «de Curte» di Sigirino, figlio emancipato di , vende a Simonolo Rusca di Bironico del fu Bennolo

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Rusconi di Como, abitante a Bironico, due terreni situati nel territorio di Sigirino «ad Abiotum» e «ad Vixogios», al prezzo di 25 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 2 440 x 530 mm, righe 46. La pergamena è priva della parte iniziale, asportata mediante taglio. Fori, strappi, macchie di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo i margini; due cuciture precedenti la stesura del testo. Alcuni fori, situati nella parte centrale dell'atto, attestano che la pergamena è stata riutilizzata come copertina. Sulla membrana figurano due vendite stipulate nel medesimo giorno.

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26 settembre 1379, Lumino

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis

I fratelli Paolo e Cristoforo Molo, figli del fu Maffiolo Molo di Menaggio, abitanti a Bellinzona, rinunciano nelle mani del notaio Lazzarolo Sescalchi, agente a nome dei fratelli Alberto, Pizino, Gaspare e Simone, figli ed eredi di Marchione di Sacco della valle Mesolcina, e dei vicini di Roveredo, ad ogni pretesa e confessano di aver ricevuto 1200 denari nuovi per un riconoscimento di debito del 5 dicembre 1369, 70 denari nuovi per un mutuo e 500 denari nuovi per un arbitrato del 13 marzo 1378.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.c. ser Iohannis Seschalchi. Notaio scrivente: Simon de Blancho n. Cumarum f. q. ser Antonii de Blancho de Canzelino plebis Porlezie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 2 430 x 535 mm, righe 45. Guasti lungo le piegature, lacerazioni lungo i margini e macchie di umidità.

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19 ottobre 1379, Serravalle (Semione)

Attestazione / Instrumentum consignamenti et recognicionis

I consigli di credenza di Blenio e Biasca confermano che i territori della Val Blenio e di Biasca appartengono a Taddeo Pepoli di Bologna del fu Giovanni.

Notaio rogatario: Antonius de Clavazia n.p. Vercellensis. Notaio estraente: Petrus de Lerea, p.i.a.n. Vercellensis.

Originale estratto da imbreviature (1431 aprile 9); lat. ASTi, Pergamene, Blenio 6 490 x 370 mm, righe 60. Lacerazioni e fori dovuti a consunzione, in particolare lungo i bordi, fori di sutura lungo il bordo superiore e inferiore. Edizione: MDT Bl., pp. 994-998, nr. 419.

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Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 5.

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20 (o 27) novembre 1379, Bignasco

Locazione / Instrumentum loca

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Guglielmo detto Cantino del fu Zane Cantino, investe a titolo di locazione Baldassarre del fu Guglielmo Gardiolli di un complesso di terreni e di beni immobili situati a Bignasco, che facevano parte del massarizio del defunto Antoniolo di Bignasco. Il canone annuo convenuto è di 34 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filippini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 31 630 x 280 mm, righe 54. Il documento è mutilo di una striscia di diversi cm lungo tutto il bordo destro, asportata mediante taglio; presenta inoltre diversi fori e macchie. La data è frammentaria: «millessimo trecentessimo septuagessimo nono, die dominico vigess<...> novembris, indictione tertia»: nel 1379 poteva trattarsi di domenica 20 oppure di domenica 27 novembre.

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6 maggio 1380, Cavergno

Vendita / Carta venditionis

Minetto «de Orto» del fu Zane «de Nuce» di Bignasco vende ad Alberto di Adamo di Foroglio un terreno situato nella campagna di Cavergno «aput Montem», al prezzo di 47 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Stefanus de Lodino n., f.c. Zanoli de Lodino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 4 385 x 350 mm, righe 32. Nel margine destro superiore del testo alcune parole sono state cancellate da un intervento abrasivo; alcuni piccoli fori nelle pieghe e due minuscole cuciture in basso precedenti la stesura del documento.

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1 settembre 1380, Lugano

Rinuncia / Carta finis

Guidino della Torre di Mendrisio, agente a nome del padre Giorgio, dichiara di avere ricevuto dal notaio rogatario

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Ardizzolo Pocobelli di Lugano, agente a nome di alcuni uomini di Isone, 60 lire di denari nuovi a saldo del debito contratto il 26 aprile 1379 per gli 80 sestari di sale prelevati alla gabella comasca appaltata ad Andreolo Agatapani di Como.

Notaio rogatario: Ardizollus de Pocobellis de Lugano n., f.c. domini Hospinolli. Notaio scrivente: Iohannolus de Poencho de Bre de Lugano f. Lafrancholi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 5 330 x 240 mm, righe 42. Lacerazioni, macchie, sbiaditure della scrittura, fori e tre cuciture precedenti la stesura dell'atto. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p.98 n. 220; Lepori, Isone, pp. 112-113.

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28 settembre 1380, Bironico

Procura / Carta sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita per ordine del console Giovanni «de Parono» di Petrallo «de Rugeriis» di Crescino, nomina suoi procuratori il detto console, Zano «de Vegio» del fu Giacomino «de Mazola de Vegio», Pietro «de Antonio» del fu Camignolo «de Belleto» e Bertramo «de Bono de Salveto», con l'incarico di prendere in prestito entro un mese fino a 150 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 240 x 330 mm, righe 40. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la settima posizione.

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3 ottobre 1380, Bironico

Riconoscimento di debito e condanna / Carte brevis et condemnationis

Zano «de Parono» del fu Petrallo «de Rugeriis» di Crescino, abitante a Crescino, procuratore del comune di Camignolo, Crescino e Bellio, promette ad Antoniolo del fu Simonolo Rusca di Bironico, abitante a Bironico, di consegnargli entro tre giorni la somma di 150 lire di denari nuovi, ricevuta in prestito dallo stesso Antoniolo. Immediatamente di seguito Carlolo Vassalli, vicario di Lugano e Valle, condanna il detto procuratore e i vicini di Camignolo, Crescino e Bellio a consegnare la somma al creditore entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 410 x 330 mm, righe 59. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la sesta

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 103 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete posizione.

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19 gennaio 1381, Bironico

Riconoscimento di debito e condanna / Carta brevis et condemnationis

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita per ordine del console Beltramo del fu Bono «de Salveto» di Camignolo, promette ad Antoniolo del fu Simonolo Rusca di Bironico di restituirgli entro la prossima festa di s. Giovanni Battista (24 giugno) la somma di 32 lire di denari nuovi, per un debito contratto a suo tempo con il detto Simonolo Rusca e registrato «in quaterno dicti condam domini Simonoli». Immediatamente di seguito Ambrogio Mantegazzi, vicario di Lugano e Valle, condanna i debitori a versare quanto dovuto entro il detto termine.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 260 x 370 mm, righe 36. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la quarta posizione.

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2 febbraio 1381, Ascona

Testamento / Instrumentum testamenti

Agnesola, vedova di Giacomo detto «Marende» di Ascona e figlia del fu Guglielmolo «Gybuyni» di Ascona, detta il suo testamento e lascia ai poveri di Ascona uno staio di biada (segale e miglio in parti uguali), garantendolo su un sedime nel borgo di Ascona «in carali de Puteo», in suffragio della sua anima. La testatrice nomina erede universale Antonia, figlia sua e del detto Giacomo, nel caso contragga matrimonio, ma nel caso detta Antonia decedesse senza aver contratto matrimonio, istituisce eredi Zanino del fu Pietro detto «Gibuyni» di Ascona e Petruccio del fu Alchiruccio de «Gibuyni» di Ascona in parti uguali, i quali sono tenuti a far celebrare un annovale e le messe secondo la consuetudine del borgo di Ascona in suffragio dell'anima di detta Agnesola.

Notaio rogatario: Antoniolus Pongie de Scona. Notaio estraente: Iohannolus Pongie n. f.c. Antonioli Pongie de Scona, laudatus, constitutus et confirmatus per dominum vicarium et per conscilium generale comunitatis et plebis Locarni et Scone ad explendum et expleri faciendum et in publicam formam redigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et rogatas et tradita et rogata per suprascriptum condam Antoniolum Pongie olim n. de Scona.

Originale estratto da imbreviature (1415 aprile 4); lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 1 260 x 370 mm, righe 32. Diversi fori, dovuti a rosicatura, e piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi.

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<15> 1381, Biasca

Locazione / <...>

Il console del comune di Biasca del fu Zifredo, agente a nome del detto comune, investe Giovanni [f. expuriatum Bevenuti de Arona habitatorem de Malvalia] e Antonio «monachum» di Malvaglia del diritto di pascolo per 12 mucche «a Lezeduna in foris usque ad fragias ta<... buscho e Sambugeda>» del comune di Biasca, al canone annuo di tre lire e 12 soldi di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Zaninus n. de Ayrollo habitator Zornici f. Ruberti d.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 1 140 x 155 mm, righe 16. La pergamena è stata tagliata lungo il margine destro. Le lacune sono state colmate sulla base del lodo arbitrale del 1424.IX.29-.X.25, conservato nell'ACom di Biasca, in cui il documento è inserito; il nome del notaio compare invece per esteso in MDT Lev., p. 167, nr. 135. Regesto: MDT Riv., p. 235, nr. 140.

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13 giugno 1381, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture

Corradolo Rastelli del fu Raimondo detto Rameso Rastelli di Locarno investe a titolo di locazione e massarizio per due anni, rinnovabili a volontà delle parti, Giacomino del fu Riccardino di Dissimo in valle Vigezzo dell'ottava parte dell'alpe e corte situato in valle Onsernone «ad Curtem mayorem». Il canone annuo è di 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antoniollus de Orello de Locarno n., f.c. domini Roffinolli de Orello de Locarno dicti de Moyro.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 10 370 x 340 mm, righe 43. Fori di piccole dimensioni, in particolare nelle pieghe. Edizione: CDT, vol. II, pp. 173-174, nr. CLVII. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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20 giugno 1381, Cannobio

Testamento / Instrumentum testamenti

Beltramino del fu Giacomo detto «Suzii de Moreto de Mantellis» di Cannobio detta il suo testamento. Egli istituisce un

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 105 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete legato annuo di 40 soldi di terzoli ai frati e al convento di S. Francesco di Locarno per l'anima del «quondam domini magistri Iohanis de Marta» di Varese, un tempo abitante e Cannobio e sepolto nel cimitero della chiesa di S. Francesco, garantendolo su un fitto. Infine nomina eredi universali i figli Petrolino, Giacomino, Giovannino e Francescolo.

Notaio rogatario: Symonolus n. de Fontana de burgo Canobio. Notaio estraente: Donatus n., f. c. PoroIi de Baddis de burgo Canobio.

Originale estratto da imbreviature (1400 agosto 29); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 3 510 x 370 mm, righe 56. Foro risalente alla lavorazione della pelle ricuciti con filo di canapa e altri piccoli fori, dovuti a rosicatura.

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7 luglio 1381, Moghegno

Testamento / Instrumentum <...>

Berta di Giumaglio, moglie di Giovanni del fu Giacomo G di Moghegno, detta il suo testamento. Ordina che sia celebrato un annuale perpetuo nella chiesa di S. Maurizio di , nella vigilia della festa del santo omonimo, per il quale il prete celebrante dovrà ricevere 2 soldi e il custode 6 imperiali, e istituisce un'elemosina annuale per il comune di Moghegno di 30 soldi di denari nuovi, da distribuire . A garanzia di tali disposizioni designa due terreni nella campagna di Moghegno «inter Sort» e «itiis», assegnandoli al marito Giovanni, . Nomina infine erede universale il detto Giovanni.

Notaio rogatario: f. Martini n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 7 530 x 395 mm, righe 41. La pergamena è gravemente danneggiata e lacunosa, e presenta numerosi fori e lacerazioni in corrispondenza di gore di umidità. Gli elementi della datazione indicati dal notaio (« eximo trecenteximo octuag, die dominico septimo mensis iulii, indictione quarta») non corrispondono tra loro, poiché nell'anno 1380 il 7 luglio cadeva di sabato e correva l'indizione terza; tutti gli elementi corrispondono invece per il 7 luglio 1381. Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 1

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7 luglio 1381, Moghegno

Testamento / Instrumentum testamenti

Berta del fu Lafranco di Pozzo di Giumaglio, moglie di Giovanni del fu Giacomo «Giroldi» di Moghegno, detta il suo testamento. Ordina che sia celebrato un annuale perpetuo nella chiesa di S. Maurizio di Maggia, nella vigilia della festa del santo omonimo, per il quale il prete celebrante dovrà ricevere 2 soldi e il custode 6 imperiali, e istituisce un'elemosina annuale per il comune di Moghegno di 30 soldi di denari nuovi, da distribuire sotto forma di pane di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 106 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete frumento. A garanzia di tali disposizioni designa due terreni nella campagna di Moghegno «inter Sortes» e «in Gieriziis», assegnandoli al marito Giovanni, a condizione che devolva l'eventuale ricavato supplementare in suffragio della sua anima; se quest'ultimo risultasse negligente, tali terreni dovranno pervenire al comune di Moghegno. Nomina infine erede universale il detto Giovanni.

Notaio rogatario: Maffeus [n. f. Martini n. de Madia] Notaio autenticante: Antonius n.p., f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie

Copia autentica (ultimi decenni del XV secolo); lat. Archivio Comunale Moghegno 1 630 x 250 mm, righe 59. Una piccola rosicatura lungo il bordo sinistro; sbiaditure diffuse dell'inchiostro. Gli elementi della datazione indicati dal notaio («millessimo trecenteximo octuagessimo, die dominicho septimo mensis iulii, indictione quarta») non corrispondono tra loro, poiché nell'anno 1380 il 7 luglio cadeva di sabato e correva l'indizione terza; tutti gli elementi corrispondono invece per il 7 luglio 1381. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 7

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14 marzo <1>382, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Fioriana figlia del fu Giacomino «de la Pioda» di Pedemonte e vedova di Franchino «Covete» di stelrotto di Locarno detta il suo testamento. Ella istituisce un legato annuo di 10 soldi di denari nuovi alla chiesa di S. Francesco di Locarno per la sua anima, garantendoli su una casa con tetto di piode situata a Locarno nella contrada di Castelrotto. Lascia a Pierino «Chovete» di Locarno del fu Locarnino «Covete» la detta casa, con la condizione di versare regolarmente i 10 soldi di denari nuovi alla detta chiesa, e infine lascia tutti i suoi beni ai fratelli Andriollo e Marcossio, figli del fu Marcossio «Barazie» di Locarno.

Notaio rogatario: Albertinus n., f. domini magistri Primi Giringelli de Mediolano habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 4 235 x 235 mm, righe 32. Lacuna nel margine superiore, fori dovuti a rosicature, nonché alcune macchie.

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1 (?) agosto 1382, Maggia

Locazione / Carta locationis

Guglielmino detto «Sabadinus» del fu Pietro «Grassii» di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di locazione e masserizio per dieci anni Anrico del fu Moresio «Aricii» di Moghegno di un ottavo e mezzo dell'alpe di Tramone e Confeda nel territorio di Lodano, al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 29 (= 3/7) 365 x 330 mm, righe 38. Due macchie di muffa all'incrocio delle piegature nella parte centrale; due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle lungo il bordo destro. Gli elementi della datazione («Anno nativitatis eiusdem millessimo trecentessimo octuagessimo secundo, die dominicho p mensis augusti, indictione quinta») non corrispondono tra loro: il primo agosto 1382 cadeva infatti di venerdì, anziché di domenica.

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11 settembre 1382, Locarno

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis

Il capitolo delle Umiliate della chiesa di S. Caterina di Ripamogna di Locarno, costituito dalle suore Biondola de Muralto, Masina Rastelli e dalla conversa Antonia di Losone, convocato per ordine della ministra suor Masina de Muralto, e agente anche a nome di suor Caterina «Petricroli» di Muralto e di Guglielmo di Traffiume, converso della detta chiesa, rinuncia nelle mani del notaio Andreolo de Muralto, che riceve a nome del comune di Fusio e dei fratelli Zano e Fusasco figli ed eredi del fu Giacomo «Bignoti» di Fusio, ad ogni pretesa sopra il calice e la patena menzionati nel libello prodotto in una causa contro il fu Giacomo «Bignoti» e contro Fusio. Le monache dichiarano di avere ricevuto dai detti fratelli sette fiorini d'oro.

Notaio rogatario: Andriolus de Muralto n., f. domini Iohanoli domini Mini de Muralto de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 3 240 x 310 mm, righe 30. Tre fori di piccole dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 30-31.

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12 novembre 1382, Bignasco

Rinuncia / Instrumentum finis

Antonio detto Magistraccio del fu Magno di Bignasco rinuncia nelle mani di Zanino detto Stocco di Martino Stocco, che agisce a nome dei vicini di Bignasco, ad ogni pretesa concernente un fitto lasciato per testamento al comune dallo stesso Antonio e garantito su alcune sue proprietà situate nel territorio di Bignasco. Egli dichiara di avere ricevuto per questo dal comune di Bignasco dieci lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 32 340 x 230 mm, righe 40. Tre strappi ricuciti precedentemente alla stesura del documento e un piccolo foro lungo la piega verticale centrale.

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12 novembre 1382, Bignasco

Rinuncia / Instrumentum finis

Zano Ferrario del fu Anrico Ferrario di Bignasco rinuncia nelle mani del console Zanino detto Stocco, agente a nome del comune di Bignasco, ad ogni pretesa concernente un fitto di cereali e di formaggio lasciato per testamento al comune da Antonio detto Magistraccio del fu Magno di Bignasco e garantito su alcune sue proprietà situate nel territorio di Bignasco. Egli dichiara di aver ricevuto per questo cinque lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 33 300 x 175 mm, righe 43. Un piccolo strappo cucito precedentemente alla stesura del documento nel bordo sinistro e una serie di piccoli fori con un frammento di filo in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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24 novembre 1382, Cevio

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Cavergno, rappresentato dal procuratore Pietro detto Perallo figlio di Nicola di Cavergno, investe a titolo di eredità perpetua Giacomino di Giacomo Manzolli di Cavergno di un terreno prativo con stalla e casa di abitazione in valle Bavona «ad Reoxedum», al canone annuo di cinque lire di denari nuovi. Il detto procuratore dichiara di aver ricevuto da Giacomino 40 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 5 820 x 690 mm, righe 45. Una cucitura obliqua sul bordo inferiore della pergamena precedente la stesura del documento.

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15 dicembre 1382, Pavia

Convenzione / Carta

Cristoforo Molo di Bellinzona, procuratore del comune di Bellinzona, da una parte, e Antonio di Castione, procuratore dei comuni del contado di Bellinzona, dall'altra, con il consiglio dei dottori in legge Rizardo Villani, Amizino «de Verozulis» e Pietro «de Curte» nonché di Antoniolo Aresi, concordano che i comuni del contado si assumeranno la quota di un quinto degli oneri straordinari, che si manterrà la situazione attuale per quanto concerne l'onere del sale,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 109 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete della manutenzione di strade e ponti e della procedura in caso di maleficio, e infine che rimarrà inalterata la ripartizione tradizionale dei proventi delle condanne.

Notaio rogatario: Dionixius de Clericis de Lomatio f. domini Alberti p.i.a.n. ac n. prefati domini Ricardi. Notaio autenticante: Biaxinus de Somazo n. Cumanus ac domini potestatis et comunis Birinzone f.q. domini Lafranchi. Notaio scrivente: Aliolus de Vezio n. Cumanus f.q. Petrini. Notaio autenticante: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone.

ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 (inserto)

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18 dicembre 1382, Pavia

Mandato / Littere

Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, ordina al podestà di Bellinzona di indurre il comune di Bellinzona e quelli del contado a ratificare l'accordo raggiunto tra i loro rappresentanti il 15 dicembre 1382 in merito alla ripartizione degli oneri.

Notaio autenticante: Biaxinus de Somazo n. Cumanus ac domini potestatis et comunis Birinzone f.q. domini Lafranchi. Notaio scrivente: Aliolus de Vezio n. Cumanus f.q. Petrini. Notaio autenticante: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone. Cancellieri: Antoniolus , Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Visconti)

ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 (inserto)

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28 dicembre 1382, Bellinzona

Conferma di convenzione / Carta ratificationis, confirmationis et amolegationis

I consoli e i vicini dei comuni di Sementina, Gudo, Progero e Gnosca, appartenenti al contado di Bellinzona, confermano la convenzione del 15 dicembre 1382 tra i rappresentanti del borgo di Bellinzona e quelli del contado in merito alla ripartizione degli oneri e il relativo ordine del signore di Milano del 18 dicembre 1382.

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus ac domini potestatis et comunis Birinzone f.q. domini Lafranchi. Notaio scrivente: Aliolus de Vezio n. Cumanus f.q. Petrini. Notaio autenticante: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Copia autentica (1478 febbraio 10); lat.

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ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 2550 x 315 mm, righe 228. Rotolo costituito da cinque membrane cucite insieme. Strappi, fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale. Inserti: 15 dicembre 1382 (Pavia), 18 dicembre 1382 (Pavia)

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8 gennaio 1383, Como

Sentenza / Carta sententie

Bartolomeo Scudari di Vercelli, giudice dei dazi ed esattore del comune di Como, riprendendo la perizia giuridica di Passamontino «de Crepa», licenziato «in utroque iure», pronuncia la propria sentenza nella causa tra Petrazzolo Rusca del fu Michelolo, da una parte, e il comune di Camignolo, rappresentato da Nicolino Somazzi, dall'altra, con la quale condanna il comune di Camignolo a versare entro un mese al detto Petrazzolo 44 lire e 16 soldi di terzoli e a pagare le spese processuali.

Notaio rogatario: Tadiolus Furiga n. caneve comunis Cumarum f. ser Abondii Furige de Cumis. Notaio scrivente: Iacobus Tomaxus de Subripa n. Cumanus f.c. domini Finibertolli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 2 290 x 235 mm, righe 38. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 98.

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12 febbraio 1383, Bellinzona

Vendita / Instrumentum vendicionis

I fratelli Albertolo detto Rosso e Petrolo del fu Maffiolo «de Billixoto», abitanti a Bellinzona, vendono a Petrolo di Ascona del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, due edifici col tetto di paglia e una casa con il tetto di piode e con corte, cortile, pozzo e pergolato a vite, situati a Bellinzona nella contrada di Montebello, nonché un appezzamento a selva e prato situato nel territorio di Bellinzona «in Pradella», al prezzo di 157 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.c. ser Iohannis Seschalchi. Notaio scrivente: Iohannolus de Mantellis de Bedelliora n. Cumarum f. ser Ayroldi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 9 390 x 315 mm, righe 50. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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26 febbraio 1383, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Zano del fu Martino Brucardi di Maggia investe a titolo di massaricio e di locazione decennale, rinnovabile per altri dieci anni, Guglielmetto del fu Giacomino Crostini di Maggia della metà dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Lavizzara in valle di Peccia, al canone annuo di 16 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus n., f.q. Zanini Filipini Cadassie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 8 440 x 200 mm, righe 57. Fori di piccole dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. L'inchiostro è diffusamente sbiadito nella parte sinistra.

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26 agosto 1383, Camignolo

Procura / Carta sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita «ad sonum tabule» per ordine del console Zanolo del fu Bono «de Salveto» di Camignolo, nomina suoi procuratori il detto console, Pietro «de Antonia» del fu Camignolo «de Belleto», Giovanni «de Gualterio» del fu Lafranco «de Bozio», Zano «de Parono» del fu Petrallo «de Rugerio» e Bertramo «de Bono de Salveto», con l'incarico di prendere in prestito entro un mese fino a 500 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 390 x 280 mm, righe 59. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la seconda posizione.

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26 agosto 1383, Camignolo

Riconoscimento di debito e condanna / Carta brevis et condemnationis

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita per ordine del console Zanolo del fu Bono «de Salveto» di Camignolo, promette al notaio rogatario, che stipula a nome di Antoniolo Rusca del fu Simonolo Rusca di Bironico, abitante a Bironico, di consegnare a quest'ultimo entro tre giorni la somma di 70 lire di denari nuovi, ricevuta in prestito dallo stesso Antoniolo. Immediatamente di seguito Marchesio «de Liazaris» di Bologna, vicario di Lugano e Valle, condanna i vicini di Camignolo, Crescino e Bellio a consegnare la somma al creditore entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 385 x 290 mm, righe 55. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la terza posizione

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26 agosto 1383, Camignolo

Riconoscimento di debito e condanna / Carta brevis et condemnationis

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita «ad sonum malli» per ordine del console Zanolo del fu Bono «de Salveto», promette ad Antoniolo Rusca del fu Simonolo di Bironico, abitante a Bironico, di restituirgli entro tre giorni la somma di 150 lire di denari nuovi, ricevuta in prestito dallo stesso Antoniolo. Immediatamente di seguito Marchesio «de Liazaris» di Bologna, vicario di Lugano e Valle, condanna i vicini di Camignolo, Crescino e Bellio a consegnare la detta somma al creditore entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 350 x 335 mm, righe 50. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la quinta posizione.

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<1> 1383, Como, «in burgo Vici»

Riconoscimento di debito e condanna / Carte obligationis et condemnationis

del fu Bono «de Salveto» di Camignolo, console e procuratore del comune di Camignolo, Crescino e Bellio, promette ad Antoniolo del fu Simonolo del fu Bennolo Rusca di Bironico di restituirgli entro dieci giorni la somma di lire 380 di denari nuovi, ricevuta in prestito dallo stesso Antoniolo allo scopo di estinguere un debito contratto dal comune con gli eredi del defunto Ugolino Lambertenghi di Como e con altre persone. Immediatamente di seguito Stefano de Fero di Parma, «iudex causarum pallacii» del comune di Como, condanna i vicini di Camignolo, Crescino e Bellio a consegnare la detta somma al creditore entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Abondiollus de Interlignis n. Cumarum, f.c. domini Guilielmi de Interlignis de Vico de Cumis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 410 x 400 mm, righe 66. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa la prima posizione. Diverse lacerazioni nella parte superiore. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 97 nota 217.

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12 settembre 1383, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra Aliolo «de Rugura» del fu Bartolomeo, da una parte, e Petrolo di Ascona del fu Giovanni, dall'altra, entrambi di Bellinzona, Guidolo «de Rozolo» di Locarno e Antoniolo Sescalchi di Bellinzona, arbitri designati dalle parti, decidono che il detto Aliolo debba vendere a Petrolo una casa situata a Bellinzona «in contrata de la Rippa sive de supra Portam» nonché una vigna e due campi situati nel territorio di Bellinzona «in Maladarata» e «in Semeda de medio», al prezzo di 406 lire di denari nuovi. Il detto Aliolo potrà riacquistare o riscattare questi beni sborsando la medesima somma. La cessione avviene a saldo di un debito di 400 lire di denari nuovi contratto il 18 gennaio 1380 da Aliolo, Petrolo del fu Guglielmuccio «de Rugura», Leone «de Spezanave» e Gerardo «de Perego» del fu Bellotto, tutti di Bellinzona, nei confronti del detto Petrolo di Ascona per la vendita di nove carri di vino. Gli arbitri decidono che ogni reddito sui detti beni spetti al creditore e che il debitore paghi spese e interessi; infine essi stabiliscono che il creditore debba versare al debitore 16 lire e 16 soldi di denari nuovi entro 15 giorni e che debba investire il debitore dei detti beni ad un canone annuo di 30 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Birizone f.c. ser Iohannis Seschalchi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 10 485 x 320 mm, righe 61. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe. Regesto: Bsb i (1929), pp. 332-333.

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22 settembre 1383, Bironico

Riconoscimento di debito e condanna / Carta obligationis et condemnationis

Pietro «de Antonia» del fu Camignolo «de Belleto» e Zanolo del fu Bono «de Salveto» di Camignolo, abitanti a Camignolo, e Giovanni del fu Lafranco «de Bocio» di Crescino abitante a Crescino, procuratori del comune di Camignolo, Crescino e Bellio, promettono ad Antoniolo del fu Simonolo Rusca di Bironico, abitante a Bironico, di restituirgli entro tre giorni la somma di 120 lire di denari nuovi, ricevuta in prestito dallo stesso Antoniolo. Immediatamente di seguito Marchesio «de Liazaris» di Bologna, vicario di Lugano e Valle, condanna i vicini di Camignolo, Crescino e Bellio a consegnare la detta somma al creditore entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzillia de Bironicho n.p., f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino vallis Carvyne.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 1 355 x 300 mm, righe 50. Il documento fa parte di un rotolo costituito da otto pergamene cucite insieme, nel quale occupa l'ottava posizione.

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22 settembre 1383, Maggia

Testamento / Instrumentum testamenti

Elena del fu Mazino detto Mazzalini di Maggia detta il suo testamento, istituendo un lascito perpetuo di quattro lire annue di denari nuovi al comune di Maggia da distribuire in pane e formaggio in suffragio della sua anima e di quella dei suoi defunti, somma gravante su numerosi beni immobili e terreni situati nel territorio e nella campagna di Maggia. La detta Elena nomina infine eredi universali Galizia del fu Lorenzo Albertini di Maggia e i fratelli Lorenzo, Domenico e <...> del fu Giacomo di Verzasca di Maggia.

Notaio rogatario: Martinus n. avus Martini Iohannis Martini Maffey de Madia. Notaio estraente: Martinus n., f.q. Iohannis Martini Maffey de Madia constitutus per consilium generale comunitatis Valismadie et confirmatus per .... dominum Silvestrum de Bononia [vicarium?] ... Iohannis patris sui potestatis Valismadie, Verzasche et pertinentiarum ... ad extraendum ... et in publicam formam redigendum omnes cartas ... traditas per condam Martinum n. olim avum meum.

Originale estratto da imbreviature (1468 maggio 05); lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 9 365 x 550 mm, righe 44. Acuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe; l'inchiostro è diffusamente sbiadito in tutto il documento, probabilmente da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel settembre 1383 correva infatti l'indizione settima anziché la sesta, come indicato dal notaio.

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6 agosto 1384, Someo

Testamento / Testamentum

Giacomino «Zorzii» del fu Conaschetto di Coglio, abitante a Someo, detta il suo testamento. Dopo aver annullato gli eventuali testamenti precedenti, conferma il lascito di tre staia di mistura di segale e miglio da distribuire al comune e ai poveri di Someo e di Riveo, disposto a suo tempo da Somadino detto Cartino del fu «Vidulii Carte» di Someo e garantito su un appezzamento a campo e prato situato nella campagna di Someo «ad Campillias de medium» nonché su un terreno a prato con una stalla e una casa coperta di piode sul monte Somadino «in Cortono». Ordina inoltre che i suoi eredi distribuiscano quattro libbre di formaggio estivo al comune e ai poveri presso la chiesa di S. Placido di Someo, e che diano ogni anno due soldi al sacerdote che celebrerà il suo anniversario, e garantisce tali lasciti sui detti beni. Istituisce infine eredi universali Giorgio, Giovanni e Zano, suoi figli.

Notaio rogatario: Romerius n., f.q. Perini Christofani de Someo.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 5 470 x 250 mm, righe 46. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 60.

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7 dicembre 1384, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Guglielmino del fu Martino «Gixlle», investe a titolo di locazione per due anni non rinnovabile Rosso Bergamasco del fu Giacomo «de Taegio» di Valsassina, nel contado di Milano, di un bosco situato nel territorio di Bignasco «in Laregio de Cocho». La concessione riguarda esclusivamente il taglio di legname nel detto bosco e la facoltà di trasportarlo altrove. Il canone di locazione concordato, che deve essere corrisposto entro l'inizio di febbraio, è di 28 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guilielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavargno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 34 360 x 295 mm, righe 39. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore destra e altri piccoli fori lungo le pieghe.

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24 aprile 1385, Lodano

Locazione / Carta hereditatis

L'assemblea dei vicini di Lodano, convocata «sono tabule» sulla piazza del comune per ordine del console Guglielmo del fu Zanino «Martiane» di Lodano, investe a titolo di eredità perpetua Guglielmo del fu Minotto di Lodano di un terreno a prato, campo e vigna con due alberi situato nella campagna di Lodano «in Gexura», al canone annuo di tre lire di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 2 (= 4) 500 x 530 mm, righe 40. Un piccolo foro ricucito nel margine inferiore.

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27 novembre 1385, Cavergno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zanino detto Stocco del fu Martino Stocco, investe a titolo di locazione e massarizio per 29 anni rinnovabili a volontà delle parti Guglielmo del fu Delaido di Lormano di Bignasco di alcuni terreni con una stalla e una casa, situati in val Bavona «ad Dragonum», al canone annuo di due lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavargno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 35 540 x 325 mm, righe 44. Tre grosse lacune dovute a rosicature nella parte inferiore, altre piccole rosicature e cinque fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 dicembre 1385,

Ordini / Pacta et ordinamenta seu concordie

I rappresentanti di ciascuna terra (o degagna) della comunità di Cavergno, Bignasco e Menzonio con Brontallo, assieme a Perallo del fu Nicola di Cavergno, console della vicinia dei luoghi predetti, a nome e per ordine di tutti i vicini, stabiliscono i seguenti ordini. L'estimo della sostanza di ciascuna terra ammonta a 15 lire e 6 soldi di terzoli per Bignasco, 14 lire per Cavergno, e 7 lire e 14 soldi per Menzonio e Brontallo; esso rimane invariato anche in caso di diminuzione o aumento dei fuochi e funge da chiave di riparto per le spese comuni; ciascuna terra è tenuta ad assumersi le spese e le condanne che derivassero alla vicinia per risse, furti o omicidi commessi sul proprio territorio qualora non fosse possibile porle a carico dei colpevoli; ogni degagna deve inoltre segnare e mantenere i confini del proprio territorio; chi fosse sanzionato con pignoramento è tenuto a sollevare la comunità da ogni danno, multa e spesa; nessun privato può accettare il deposito di pegni o refurtiva se non da parte del servitore comunale e in ogni caso li dovrà consegnare al console di turno entro il giorno seguente; infine le faule di ciascuna degagna devono essere rispettate anche dagli abitanti delle altre terre.

Notaio scrivente: [Gullielmus n. f.q. Iacobini Martini Sybone de Cavergniio]

Copia semplice (?) (probabilmente dopo il 2 marzo 1393); lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 1 (= vecchio I/01) 1450 x 155 mm, righe 210. Rotolo composto di due fogli membranacei cuciti assieme con filo di canapa; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle all'inizio del secondo foglio, alcuni fori e lacerazioni dovuti a rosicatura. Nello stesso rotolo figurano i presenti patti e ordini (righe 1-75), i patti del 17 gennaio 1390 (righe 76-152) e i patti del 2 marzo 1393 (righe 153-210). Il documento è datato secondo lo stile della Natività; la data topica non è espressa: il luogo di redazione si ricava dal testo (righe 70-72). Edizione: F. ZAPPA, Commune et homines de Lavizaria. Edizione critica di tutti i documenti della Lavizzara anteriori al 1430, Maggia 2011 (dattiloscritto [in ASTi])

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(dopo il 6 settembre 1386),

Elenco e assegnazione di beni / Carte (sic) afirmacionis, insolutum dacionis et distrib

«Suxenus» e Martinolo, esecutori testamentari designati da Antoniolo del fu Simonino Rusca nel suo testamento rogato il 6 settembre 1386, allestiscono l'elenco dei beni spettanti ad Antonio detto Belino, figlio ed erede del detto Antoniolo e situati nel territorio di Novazzano, Castel S. Pietro, Coldrerio, Villa e Mendrisio. L'assegnazione avviene con il consenso di Abbondiolo «de Interlignis», console comasco di giustizia «ad leonem».

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Notaio rogatario: lus de Mantellis de liora n. Cumarum f. ser Ayroldi de Mantellis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 5 510 x 380 mm, righe 56. Il documento è stato adattato a copertina di libro, e risulta pertanto acefalo e molto danneggiato lungo i bordi e nella parte centrale. Fori, lacerazioni e macchie lungo le pieghe, frammenti di carta incollati su entrambi i lati della pergamena.

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28 aprile 1387, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Minetto del fu Zanino «de l'Orto», investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti Baldassarre del fu Gardiolo di Bignasco, di un terreno con stalla e selva situato nel territorio di Bignasco «in monte de Segio», al canone annuo di 32 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini Cadassie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 36 380 x 350 mm, righe 43. Due grosse lacune nella parte centrale dovute a rosicature.

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29 aprile 1387, Tesserete

Riconoscimento di debito e condanna / Carta brevis et condemnationis

Giovannolo del fu Albertolo del fu Airoldo de Quadrio di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Giovannolo del fu Bassanolo de Quadrio di Como, agente anche a nome del fratello Marchino, e promette di restituire entro tre giorni 100 lire di denari nuovi avuti a titolo di deposito. Il vicario di Lugano e Valle Antonio «de Pischariis» condanna il detto debitore a restituire entro tre giorni la somma avuta.

Notaio rogatario: Acursolus de Quadrio n. Cumanus, f.c. ser Franzoli de Quadrio de Tesserario.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 1 300 x 205 mm, righe 40. Alcune macchie, fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Cinque tagli di annullamento.

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16 settembre 1387, Tesserete

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Rinuncia e ricevuta / Carta finis

Giovannolo de Quadrio del fu Bassanolo di Como, agente anche a nome del fratello Marchino, rinuncia a far valere ogni pretesa sua e del fratello nei riguardi di Giovannolo del fu Albertolo del fu Airoldo de Quadrio di Lugaggia per un credito di 60 lire di denari nuovi date al detto Giovannolo debitore a titolo di deposito, e dichiara di ricevere da quest'ultimo 25 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Acursolus de Quadrio n. Cumanus, f.c. ser Franzoli de Quadrio de Tesserario.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 2 155 x 240 mm, righe 22. Alcuni piccolissimi fori.

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24 (?) settembre (?) 1387, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

I capitani di Locarno, rappresentati dai podestà per l'anno in corso Filippo del fu Rodolfino Orelli, Francesco del fu Maifredo Magoria e Andreolo del fu Giovannolo di Mino Muralto di Locarno, dichiarano di avere ricevuto da Giovanni del fu Pietro Muralto di Locarno, agente anche a nome dei suoi fratelli Bartolomeo e Francesco nonché di Donato del fu Anrigaccio Magoria di Locarno, 50 fiorini d'oro a pagamento della loro quota d'appalto per l'anno in corso del dazio imposto dal consiglio generale della comunità della pieve di Locarno e Ascona.

Notaio rogatario: Steffanus n., f.c. Moneti de Brizio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 16 215 x 185 mm, righe 27. Cinque piccoli fori, quattro dei quali lungo le pieghe.

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17 novembre 1387, Mugena

Locazione / Carta investiture

Angerolo del fu Martino «de Pastore» e Ottone del fu Minoli, entrambi di Mugena e canepari della chiesa di S. Agata e agenti a suo nome, investono a titolo di massarizio e locazione triennale rinnovabile a volontà delle parti Domenico figlio emancipato di Martino di Cureglia, abitante a Mugena, di due campi situati nel territorio di Mugena «ad Pirum» e «in Zima Arule», al canone annuo di tre quartine e una quadrella di olio.

Notaio rogatario: Aliolus de Vezio n. Cumanus, f.c. Petrini notarii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 7 240 x 325 mm, righe 33. Fori, lacerazioni e strappi di medie e grosse dimensioni, in particolare nelle pieghe.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 119 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Edizione: CDT, vol. IIII, pp. 162-163, nr. CCXVI. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 118.

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17 gennaio 1388, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Perallo del fu Nicola di Cavergno vende ad Alberto di Martino Adami di Cavergno un campo situato nella campagna di sotto di Cavergno «in Ligniollo», al prezzo di 37 lire e quattro soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavargno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 6 570 x 300 mm, righe 59. Due piccoli fori in alto e quattro risalenti alla lavorazione della pelle nella parte caudata della membrana, in basso.

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26 marzo 1388, Lugano

Vendita / Carta venditionis et renunciationis

Gabardo fu Digneto di Sigirino, abitante a Sigirino, vende a Antoniolo del fu Simone Rusconi di Como, abitante a Bironico, due appezzamenti a prato situati nel territorio di Sigirino «in Synevo» e «ad Visogium», al prezzo di 60 lire di denari nuovi. La vendita è compiuta in presenza e con il consenso di Poma, moglie del detto Gabardo e figlia del defunto Pietro «Pinzia» di Mezzovico, la quale conferma anche le vendite fatte in precedenza dal marito al detto Simone Rusconi e ai suoi figli.

Notaio rogatario: Ardizollus de Pocobellis de Lugano n., f.c. domini Hospinolli. Notaio scrivente: Francischollus de Masso de Lugano n., f.c. ser Francischi.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 2 335 x 420 mm, righe 42. Alcuni fori di piccole dimensioni e macchie, in particolare lungo le pieghe.

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1 gennaio 1389, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Pietro di Ascona del fu Giovanni «phixicus» di Ascona, abitante a Bellinzona, investe a titolo di massarizio e locazione

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 120 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete per otto anni rinnovabili a volontà delle parti Zanino «Beriolum» di Daro del fu Minetto «Montis Dongi», abitante a Daro, di un prato situato nel territorio di Camorino «in Monda de Grassis» e di un prato con castagni situato nel territorio di Bellinzona «ad Pedemontis», al canone annuo di nove lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Biaxinus de Somazo n. Cumanus, f.c. domini Lafranchi. Notaio scrivente: Iohanolus de Somazo n. Cumanus f. ser Petrini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 11 235 x 290 mm, righe 31. Una cucitura di medie dimensioni precedente la stesura del testo e alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: BSB IV (1941), pp. 79-80.

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18 aprile 1389, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Il comune di Bellinzona, rappresentato dal procuratore Albertolo «de Galdino» del fu Simone, investe a titolo di locazione perpetua il comune di Isone, rappresentato dal console Pietro detto Petrucciolo del fu Fermo Bianconi e da altri uomini, del pascolo e del diritto di pascolo spettante al comune di Bellinzona «in monte et super montem» di S. Antonino e di Camorino, al canone annuo di sei fiorini.

Notaio rogatario: Ser Antonius de la Turre de Mendrixio n. Berinzone et f.c. domini Iacobi. Notaio estraente: Ambrosius de Marliano n. Berinzone f.c. domini magistri Petri de Marliano laudatus ... per conscillium generalle comunis Berinzone ad explendum ... instrumenta ... rogata per condam ser Antonium de la Turre de Mendrixio olim n. Berinzone et olim f.c. domini Iacobi.

Originale estratto da imbreviature (1409 aprile 01); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 2 335 x 360 mm, righe 56. Fori, lacerazioni e rosicature in particolare lungo le pieghe e nei margini. Edizione: Bsb V (1943), pp. 261-263. Regesto: Lepori, Isone, p. 110.

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17 gennaio 1390,

Ordini / Pacta et ordinamenta

I rappresentanti di ciascuna terra (o degagna) della comunità di Cavergno, Bignasco e Menzonio con Brontallo, assieme a Guglielmino del fu Martino «Gixle» di Bignasco, console della vicinia dei luoghi predetti, ratificano gli ordini precedenti e stabiliscono le seguenti aggiunte. Chiunque, su richiesta del console, è tenuto a prestargli collaborazione per il disbrigo degli affari della vicinia, chi si rifiutasse dovrà rispondere delle spese e dei danni che derivassero alla stessa; finché durerà l'unione delle tre degagne il console sarà scelto per quattro anni tra i vicini di Bignasco e di Cavergno e il quinto tra quelli di Menzonio e Brontallo; lo scioglimento dell'unione è possibile solo se almeno due delle tre terre vi acconsentiranno; chi possiede terreni sul territorio di una degagna diversa da quella in cui abita vi può condurre solo il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 121 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete proprio bestiame; per cause inferiori al valore di 40 soldi nessuno può appellarsi al capitaneo, al vicario o ad altri giudici all'infuori del console, il quale è tenuto a render giustizia a chiunque fino al valore prestabilito.

Notaio scrivente: [Gullielmus n. f.q. Iacobini Martini Sybone de Cavergniio]

Copia semplice (?) (probabilmente dopo il 2 marzo 1393); lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 1 (= vecchio I/01) 1450 x 155 mm, righe 210. Rotolo composto di due fogli membranacei cuciti assieme con filo di canapa; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle all'inizio del secondo foglio, alcuni fori e lacerazioni dovuti a rosicatura. Nello stesso rotolo figurano i presenti patti e ordini (righe 76-152), i patti del 27 dicembre 1385 (righe 1-75) e i patti del 2 marzo 1393 (righe 153-210). La data topica non è espressa: il luogo di redazione si ricava dal testo (righe 75-77). Edizione: F. ZAPPA, Commune et homines de Lavizaria. Edizione critica di tutti i documenti della Lavizzara anteriori al 1430, Maggia 2011 (dattiloscritto [in ASTi])

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31 ottobre 1390, Bellinzona

Assegnazione di curatore / Carta

Il podestà di Bellinzona Antonio «de Guasconibus» di Pavia, dottore in legge, assegna a Giovannolo del fu Ottino Molo di Bellinzona, minorenne, un curatore nella persona di Albertolo Molo del fu Antonio di Bellinzona, suo parente, con l'incarico di stipulare un compromesso nella causa tra il detto Giovannolo e suo fratello Bertramolo, da una parte, e Ottinallo Molo del fu Giusto detto «Busna», dall'altra, [in merito alla gestione del patrimonio dei due fratelli].

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii n. et habitator Berinzone p.i.a.n. Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia f. Ambroxii habitator Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 350 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende la presente assegnazione di curatore (righe 1-37), il compromesso del 31 ottobre 1390 (righe 38-95), l'arbitrato del 29 novembre 1390 (righe 96-343), l'assegnazione di curatore del 29 novembre 1390 (righe 344-370), la conferma di arbitrato e rinunzia del 29 novembre 1390 (righe 371-429) e infine la cessione di diritti del 29 novembre 1390 (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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31 ottobre 1390, Bellinzona

Compromesso / Carta compromixi

Ottinallo Molo del fu Giusto detto «Busna» di Bellinzona, da una parte, e Bertramolo Molo del fu Ottino e Albertolo Molo del fu Antonio, curatore di Giovannolo fratello di Bertramolo, dall'altra, nominano arbitri Paolo Molo del fu Maffiolo, Morando Molo del fu Antonio, parenti delle parti, e Antonio della Torre di Mendrisio, con l'incarico di risolvere la lite

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 122 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete relativa all'amministrazione del patrimonio dei detti fratelli.

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii habitator Berinzone p.i.a.n. Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia f. Ambroxii habitator Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 350 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende l'assegnazione di curatore del 31 ottobre 1390 (righe 1-37), il presente compromesso (righe 38-95), l'arbitrato del 29 novembre 1390 (righe 96-343), l'assegnazione di curatore del 29 novembre 1390 (righe 344-370), la conferma di arbitrato e rinunzia del 29 novembre 1390 (righe 371-429) e infine la cessione di diritti del 29 novembre 1390 (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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28 novembre 1390, Claro

Locazione / Instrumentum locationis

Uberto detto Chierico del fu Lanfranco di Claro investe a titolo di locazione triennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Mino Vivenzi di Blenio, abitante a Claro, di due campi situati nel territorio di Claro «in Campo Torto» e «ad Ramellum», al canone annuo di quattro staia di mistura.

Notaio rogatario: Albertinus n., f.c. domini magistri Primi Giringelli de Mediolano. Notaio scrivente: Francischollus n., f . suprascripti Albertini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 13 380 x 195 mm, righe 41. Alcuni piccolissimi fori lungo le pieghe. Edizione: BSB IV (1941), pp. 80-81 e VI (1944), pp. 92-93; MDT Riv., pp. 829-831, nr. XXIV.

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29 novembre 1390, Bellinzona

Arbitrato / Arbitramenta

Paolo Molo del fu Maffiolo, Morando Molo del fu Antonio e Antonio della Torre di Mendrisio, arbitri eletti nella lite tra Ottinallo Molo del fu Giusto detto «Busna» di Bellinzona, già tutore dei fratelli Bertramolo e Giovannolo Molo del fu Ottino, da una parte, e i detti fratelli, dall'altra, in merito all'amministrazione del patimonio di questi ultimi, pronunciano il loro arbitrato. Essi ordinano all'ex-tutore di consegnare ai due fratelli i titoli di credito e i documenti loro spettanti che egli tiene presso di sé, ammontanti a 26'690 lire e 19 soldi di terzoli, e di rendere ragione di eventuali pagamenti di crediti superiori alla somma di 100 fiorini d'oro.

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii habitator Berinzone p.i.a.n.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 123 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia n. f. Ambroxii habitator Birizone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 305 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende l'assegnazione di curatore del 31 ottobre 1390 (righe 1-37), il compromesso del 31 ottobre 1390 (righe 38-95), il presente arbitrato (righe 96-343), l'assegnazione di curatore del 29 novembre 1390 (righe 344-370), la conferma di arbitrato e rinunzia del 29 novembre 1390 (righe 371-429) e infine la cessione di diritti del 29 novembre 1390 (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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29 novembre 1390, Bellinzona

Assegnazione di curatore / Instrumentum cure

Antonio «de Guasconibus» di Pavia, podestà di Bellinzona, assegna a Giovannolo Molo del fu Ottino un curatore nella persona di Albertolo Molo del fu Antonio di Bellinzona, suo parente, con l'incarico di ratificare l'arbitrato pronunciato il medesimo giorno nella lite per l'amministrazione del patrimonio di Giovannolo e del fratello Bertramolo.

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii habitator Berinzone p.i.a.n. Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia f. Ambroxii habitator Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 350 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende l'assegnazione di curatore del 31 ottobre 1390 (righe 1-37), il compromesso del 31 ottobre 1390 (righe 38-95), l'arbitrato del 29 novembre 1390 (righe 96-343), la presente assegnazione di curatore (righe 344-370), la conferma di arbitrato e rinunzia del 29 novembre 1390 (righe 371-429) e infine la cessione di diritti del 29 novembre 1390 (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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29 novembre 1390, Bellinzona

Conferma di arbitrato e rinunzia / Carta

Bertramolo Molo del fu Ottino, suo fratello Giovannolo e il curatore di quest'ultimo, Albertolo Molo del fu Antonio di Bellinzona, confermano l'arbitrato pronunciato il medesimo giorno nella lite per l'amministrazione del loro patrimonio. Essi rinunciano inoltre a ogni pretesa nei confronti di Ottinallo Molo del fu Giusto detto «Busna», già tutore loro e della sorella Biondina, in merito all'amministrazione passata.

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii habitator Berinzone p.i.a.n.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 124 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia f. Ambroxii de Fantolo habitator Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 350 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende l'assegnazione di curatore del 31 ottobre 1390 (righe 1-37), il compromesso del 31 ottobre 1390 (righe 38-95), l'arbitrato del 29 novembre 1390 (righe 96-343), l'assegnazione di curatore del 29 novembre 1390 (righe 344-370), la presente conferma di arbitrato e rinunzia (righe 371-429) e infine la cessione di diritti del 29 novembre 1390 (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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29 novembre 1390, Bellinzona

Cessione di diritti / Carta

Bertramolo Molo del fu Ottino, suo fratello Giovannolo e il curatore di quest'ultimo, Albertolo Molo del fu Antonio di Bellinzona, cedono a Ottinallo Molo del fu Giusto detto «Busna», già tutore di Bertramolo e Giovannolo, alcuni titoli di credito ammontanti a 1540 lire, due soldi e quattro denari di terzoli.

Notaio rogatario: Doninus de Cornanzano de Parma f.c. domini Antonii habitator Berinzone p.i.a.n. Notaio scrivente: Fantolus de Vemenia f. Ambroxii de Fantolo habitator Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 12 4700 x 350 mm, righe 507. Il documento fa parte di un rotolo di dieci membrane cucite insieme, che comprende l'assegnazione di curatore del 31 ottobre 1390 (righe 1-37), il compromesso del 31 ottobre 1390 (righe 38-95), l'arbitrato del 29 novembre 1390 (righe 96-343), l'assegnazione di curatore del 29 novembre 1390 (righe 344-370), la conferma di arbitrato e rinunzia del 29 novembre 1390 (righe 371-429) e infine la presente cessione di diritti (righe 430-507). Le membrane presentano alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 126-129 (parziale). Regesto: BSB I (1927), pp. 154-155, BSB V (1942), pp. 23-24; Chiesi, Bellinzona ducale, p. 10.

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22 aprile 1391, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis et livelli

Lancillotto Molo, figlio ed erede per metà del fu Giovanni detto Negro Molo di Bellinzona, investe a titolo di enfiteusi e locazione perpetua Menego «de Volta» del fu Guarisco «Marzii» di Valle Morobbia, abitante a Giubiasco, di un edificio coperto di paglia con vigna «a topia», di una vigna e di un campo situati nel territorio di *** «ad Cantonum» e «ad Meregam», al canone annuo di 22 soldi di denari nuovi, tre staia di mistura di segale e miglio e un congio di mosto o di vino. I beni locati erano pervenuti al detto Lancillotto in seguito alla divisione dei beni paterni con il fratello Giovannolo, figlio ed erede per l'altra metà del detto fu Giovanni, rappresentato dal tutore Paolo Molo del fu Maffiolo, in un atto

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 125 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete rogato il 14 aprile 1391 dal notaio Donnino del fu Antonio «de Cornazano».

Notaio rogatario: Lazarolus Seschalchus n. Bellinzone f.c. ser Iohannis Seschalchi. Notaio estraente: Hieronimus f. domini Iacobi Philippi Cuse p.i.a.n. et habitator Bellinzonae.

Originale estratto da imbreviature (fine sec. xvi - inizio xvii); lat. Archivio Comunale Bellinzona 5 (v.n. A. III/10) 545 x 405 mm, righe 57. Alcune macchie nella parte iniziale. Regesto: Motta, Pergamene varie, p. 54.

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31 agosto 1391, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmina del fu Pagano Fomasini di Vogorno vende a Zano di Domenico Lorenzi di Vogorno alcuni terreni, case ed altri edifici situati nel luogo, nel territorio e nella campagna di Vogorno, al prezzo di 151 lire e mezza di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus n. de Madia f.c. Maffey n. de Bellonis de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 17 810 x 585 mm, righe 61. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe verticali. Edizione: Da Bedano-Bernasconi, Le pergamene, pp. 136-139, nr. 74.

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10 settembre 1391, Lodano

Testamento / Carta testamentii

Benvenuta del fu Pietro «Bengnioli» di «Varzino», vedova di Bertramolo «Rossini» di Lodano, detta il suo testamento. Ella dispone che dopo la sua morte siano dati ogni anno per la vigilia di Natale 20 soldi di denari nuovi al comune di Lodano, il quale dovrà acquistarvi pane di frumento da distribuire ai vicini («pro quolibet hore parvo et magno dicti comunis et hominum de Lodino»). Ordina inoltre che sia celebrato in perpetuo un anniversario per la salvezza della sua anima nella chiesa di S. Lorenzo di Lodano, e che ogni volta il sacerdote celebrante riceva per questo 12 imperiali e il sagrestano 3 imperiali. A garanzia di tali disposizioni la testatrice designa un campo con «limido» e vigna nella campagna di Lodano «ad Maronum», che dovrà essere tenuto dai suoi eredi oppure, se costoro non corrisponderanno le dette somme di denaro, dovranno essere dati in affitto dal comune di Lodano al migliore offerente. Nomina infine erede universale il figlio Pietro.

Notaio rogatario: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 30 (= 2/7) 380 x 380 mm, righe 35. Piccole rosicature lungo i bordi e le pieghe.

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2<2> 1392, Bironico

Arbitrato / Instrumentum pronuntiationis et arbitramentorum

Nella lite tra i fratelli Antoniolo, Giorgio, , Lucolo e del fu Simonolo Rusca di Bironico, da una parte, e il comune di Camignolo, Crescino e Bellio, dall'altra, per il mancato pagamento dei debiti accumulati dal comune nei confronti dei detti fratelli, l'arbitro designato dalle parti Maffiolo Rusconi del fu , abitante nel castello di Bironico, stabilisce che ai detti fratelli vada in pegno la quota spettante al detto comune sugli alpi di Caneggio e di Cheno, caricati con Bironico, Medeglia e Isone, sull'alpe «de Planziis», goduto in comune con Bironico e Medeglia, e sull'alpe di Grumo, sfruttato con Bironico, Medeglia e Rivera. Il comune debitore dovrà inoltre versare ogni anno ai Rusconi due some e mezzo di segale, due some e mezzo di miglio, due some e due quartari di panico, due quartari di frumento, 20 staia di castagne pestate, e ciò a pagamento di 1036 lire e sette soldi di terzoli avuti in prestito in varie occasioni dai Rusconi. L'arbitro concede poi al comune la facoltà di riscattare gli alpi «de Planziis» e di Grumo al prezzo di 400 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzellia de Bironicho n.p. Cumarum f.c. Marchexii Ponzellie. Notaio estraente: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Fomasii laudatus ... per per consilium generale comunitatis Lugani et Vallis ac Ripperie et pertinentiarum ad explendum ... cartas ... traditas ... per n.c. Zanolum Ponzelliam de Bironicho .. olim n.p. Cumarum et olim f.c. Marchexii Ponzellie.

Originale estratto da imbreviature (1438 dicembre 16); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 5 1410 x 395 mm, righe 170. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Diversi fori, due dei quali cuciti prima della stesura del testo, e alcune rosicature e lacerazioni in particolare lungo il margine destro. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, p. 407, nr. 40 (edizione parziale, forse da altro esemplare). Regesto: Bssi 2 (1942), pp. 78-79; Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 100. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 18

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22 gennaio 1392, Bironico

Elezione di arbitro / <...>

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, convocata per ordine del console Mino detto «Beracha» di Bellio del fu Marchese detto Bosco, da una parte, e i fratelli Antoniolo, Giorgio, Lucolo, Guidino e Zanolo del fu Simonolo Rusca di Bironico, dall'altra, designano quale arbitro Maffiolo Rusconi di Bironico del fu Bennolo abitante nel castello di Bironico per risolvere la lite relativa agli obblighi contratti da Camignolo nei confronti dei detti Rusconi e per diritti di pascolo, ammontanti a 1058 lire e sette soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzellia .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 3

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755 x 440 mm, righe 102. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle, sbiaditure dell'inchiostro e una lacuna di medie dimensioni. La parte finale con la sottoscrizione del notaio è stata asportata mediante taglio. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 100.

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22 gennaio 1392, Bironico

Arbitrato / Instrumentum pronuntiamentorum et arbitramentorum

Nella lite tra i fratelli Antoniolo, Giorgio, Guidino, Lucolo e Zanolo del fu Simonolo Rusca di Bironico, da una parte, e il comune di Camignolo, Crescino e Bellio, dall'altra, per il mancato pagamento dei debiti accumulati dal comune nei confronti dei detti fratelli, l'arbitro designato dalle parti Maffiolo Rusconi del fu Bennolo, abitante nel castello di Bironico, stabilisce che ai detti fratelli vada in pegno la quota spettante al detto comune sugli alpi di Caneggio e di Cheno, caricati con Bironico, Medeglia e Isone, sull'alpe «de Planziis», goduto in comune con Bironico e Medeglia, e sull'alpe di Grumo, sfruttato con Bironico, Medeglia e Rivera. Il comune debitore dovrà inoltre versare ogni anno ai Rusconi due some e mezzo di segale, due some e mezzo di miglio, due some e due quartari di panico, due quartari di frumento, 20 staia di castagne pestate, e ciò a pagamento di 1036 lire e sette soldi di terzoli avuti in prestito in varie occasioni dai Rusconi. L'arbitro concede poi al comune la facoltà di riscattare gli alpi «de Planziis» e di Grumo al prezzo di 400 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzellia de Bironico plebis Agnii ... n.p. Cumarum f.c. Marchexii Ponzellie. Notaio autenticante: Iacomolus de Pochobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii ac consul ad hec ellectus, constitutus et deputatus per conscilium generale totius comunitatis Lugani et Vallis ac ripperie et pertinentiarum. Notaio estraente: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Fomasii laudatus ... per consilium generale comunitatis Lugani et Vallis ac Ripperie et pertinentiarum ad explendum ... cartas ... traditas ... per nunc condam Zanolum Ponzelliam de Bironicho .. olim n.p. Cumarum et olim f.c. Marchexii Ponzellie.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 18 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 5

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24 gennaio 1392, Lodano

Locazione / Carta bone et recte et firme hereditatis in perpetuum

L'assemblea dei vicini di Lodano, riunita «sono tabule» sulla piazza del comune «ad Balchonum» per ordine del console Guglielmo detto Sabadino del fu Pietro «Grassii» di Lodano, investe a titolo di eredità perpetua Giacomo del fu Zano della Porta di Moghegno e Zano del fu Lafranco di Moghegno, suo nipote, di un corte a prato con due edifici coperti di piode e «domo una de focho» sul monte di Cortone «ad Forchollam», nel territorio di Moghegno, e di un edificio con corte, vigna e prato a Moghegno «ad Furnum». Il canone annuo convenuto è di sei lire di denari nuovi e una libbra di pesce seccato («libram unam pissis sive truytallarum sicharum et salzatarum ad iustam staderam de Locarno»), da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 3 (= 1/2) 690 x 440 mm, righe 61. Piccole rosicature lungo i bordi.

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24 gennaio 1392, Lodano

Vendita / Carta venditionis

Giacomo del fu Zano della Porta di Moghegno e Zano del fu Lafranco della Porta di Moghegno, suo nipote, vendono a Guglielmo Sabadino del fu Pietro «Grassii» di Lodano, console e agente a nome del comune di Lodano, un corte a prato con due edifici coperti di piode e «domo una de focho» sul monte di Cortone «ad Forcholam», nel territorio di Moghegno, e di un edificio con corte, vigna e prato a Moghegno «ad Furnum», al prezzo di 100 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guilielmolus de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 4 (= 1/3) 640 x 400 mm, righe 48. Tre fori ricuciti risalenti alla lavorazione della pelle, alcune piccole rosicature lungo i bordi.

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29 gennaio/ agosto 1392, Bironico

Vendita / Exemplum

*** di Simonolo Rusca di Bironico, agente anche a nome dei suoi fratelli Guidino e Zanolo, e Antoniolo, Giorgio e Lucolo Rusconi vendono al comune di Isone, rappresentato da Martino Rossi del fu Lanfranco, da Mino «del Biancho» del fu Martino detto Bianco «de Gallianis» e da Domenico del fu *** di Isone, la metà dei loro diritti di alpeggio sui pascoli situati nel territorio di Bironico, Medeglia e Isone «in Possadura et a Lagoncio de Doneo intus», assegnati ai detti Rusconi mediante l'arbitrato, pronunciato il 22 gennaio 1392, che li aveva sottratti al comune di Camignolo, al prezzo di 152 lire e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Zanolus Ponzellia de Bironico n.p. Cumarum, f.c. Marchixii Ponzillie de Sorenzino qui habito Bironico. Notaio scrivente: Marchexius Ponzellia de Bironico n. Cumarum f. ser Zanoli Ponzellie n. de Bironico. Notaio estraente: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadei.

Copia autentica (Sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 3 520 x 300 mm, righe 93. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte finale del documento. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 101.

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17 febbraio 1392, Lodano

Locazione / Carta bone et recte et firme hereditatis in perpetuum

L'assemblea dei vicini di Lodano, convocata «sono tabule» sulla piazza del comune per ordine del console Guglielmo detto Sabadino de fu Pietro «Grassii» di Lodano, investe a titolo di eredità perpetua Zanotto del fu Giovanni di Lodano di un terreno a prato, campo e vigna nella campagna di Lodano «in Crecuo» (?) e di un corte a prato e selva con un edificio a Lodano «aput Horum». Il canone annuo convenuto è di cinque lire di denari nuovi da consegnare per s. Martino, che il comune dovrà distribuire sotto forma di pane di frumento «pro quolibet hore parvo et magno dicti comunis et hominum de Lodino» alla vigilia di Natale in suffragio dell'anima del defunto Giovanni di Lodano «olim fili condam domini presbiteri de Lodino». I vicini di Lodano dichiarano infine di avere ricevuto quale prezzo per l'investitura 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guilielmolus n. f.c. Stefani notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 5 (= 5) 750 x 470 mm, righe 49. Una lacerazione e altri guasti meccanici lungo il lato destro, nella parte superiore.

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2 maggio 1392, Tesserete

Vendita / Instrumentum vendictionis et dati

Salino del fu Zano fu «Tomaxolo Pozo» di Sala vende a Maifredolo del fu Stefano Quadri di Tesserete una frazione del diritto di decima per due anni consecutivi su quattro anni, che gli spetta su tutti i cereali, i legumi, le castagne, gli animali, le rape, il vino, la canapa, il lino e tutte le altre derrate prodotte nei territori di Sala, Vaglio, Bigorio, Tesserete, «Canalle», Cagiallo, Lugaggia, «Salono» (Sarone) e Lopagno, e poi un'altra frazione sugli stessi prodotti, spettantegli negli altri due anni consecutivi. Egli aveva acquistato queste frazioni da Gabriele del fu Adamo Quadri di Tesserete. Il prezzo della vendita è di centodieci lire di denari nuovi che il suddetto Salino dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Acursolus n. Cumanus, f.q. ser Franzoli de Quadrio de suprascripto loco de Tesserario.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 2 570 x 390 mm, righe 61. Due fori di medie e alcuni fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura; numerose macchie dovute a microorganismi, soprattutto sul verso.

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16 agosto 1392, Biasca

Permuta / Instrumentum cambi

Il prete Antonio, «minister et prior» della chiesa di S. Maria di Pollegio e agente a nome della stessa, cede a titolo di permuta ad Antonio del fu Martino Airoldi di Malvaglia tre terreni situati nel territorio di Malvaglia «in Brugario» e «in

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Brugera», per ricevere due terreni situati nel territorio di Biasca «in Codego» e «in Roncho». Il detto Antonio Airoldi dichiara inoltre di avere ricevuto dal prete Antonio dieci lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Albertinus Giringelus n., f.q. domini magistri Primi Giringelli de Mediolano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 14 340 x 340 mm, righe 42. Alcuni piccole rosicature, in particolare lungo il margine sinistro. Regesto: MDT Riv., pp. 263-265, nr. 160.

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2 marzo 1393,

Ordini / Pacta et concordie

I vicini delle terre (o degagne) di Bignasco, Cavergno e Menzonio con Brontallo, convocati a Cavergno da Orsaldo del fu Martino «Ardricii» di Cavergno, console della vicinia dei luoghi predetti, ratificano gli ordini precedenti e stabiliscono la seguente aggiunta. Se venissero requisiti e trattenuti a Locarno o altrove cavalli o altri beni di una o più persone della vicinia, gli interessati, accompagnati da un rappresentante della vicinia, avranno libera facoltà di riprendersi gli animali e i beni pignorati, anche con la forza e senza il benestare del vicario, entro tre giorni dal loro sequestro.

Notaio scrivente: [Gullielmus n. f.q. Iacobini Martini Sybone de Cavergniio]

Copia semplice (?) (probabilmente dopo il 2 marzo 1393); lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 1 (= vecchio I/01) 1450 x 155 mm, righe 210. Rotolo composto di due fogli membranacei cuciti assieme con filo di canapa; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle all'inizio del secondo foglio, alcuni fori e lacerazioni dovuti a rosicatura. Nello stesso rotolo figurano i presenti patti e ordini (righe 153-210), i patti del 27 dicembre 1385 (righe 1-75) e i patti del 17 gennaio 1390 (righe 76-152). La data topica non è espressa: il luogo di redazione si ricava dal testo (righe 153-156). Edizione: F. ZAPPA, Commune et homines de Lavizaria. Edizione critica di tutti i documenti della Lavizzara anteriori al 1430, Maggia 2011 (dattiloscritto [in ASTi])

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24 maggio 1393, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo, figlio emancipato di Barogio di Sornico di Lavizzara, vende a Donato del fu Anrigaccio Magoria di Locarno un corte con terreno a prato e campo, con una casa e un edificio, situato nel territorio di Peccia e Lavizzara «in Alnedis de Rovego», al prezzo di 36 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ser Stefanus ser Moneti de Bricio de Locarno n.p. Locarni. Notaio estraente: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 15 490 x 365 mm, righe 49. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 23 maggio 1393 cadeva di venerdì e non di sabato, come riportato dall'estensore. Edizione: Bsb v (1943), pp. 263-265.

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2 giugno 1393, Lugano

Vendita / -

Antoniolo del fu Simone Rusconi di Bironico, agente anche a nome dei fratelli Giorgio detto Borella, Guidino, Lucolo e Zanolo, vende al comune di Medeglia, rappresentato dai consoli Zanino «de Portegalle» del fu Domenico, Lanfranco del fu Guglielmo di Drossa e Melide di Medeglia del fu Taddeo, i diritti di usufrutto sugli alpi di Caneggio, «de Cheno» e di Corgella, situati nel territorio di Medeglia e di Isone, al prezzo di 152 lire e dieci soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Laurentius de Seregnio de Lugano f.c. ser Iohannis.

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 4 480 x 390 mm, righe 58. Tre cuciture precedenti la stesura dell'atto e numerose lacerazioni nonché fori, in particolare nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71.

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2 giugno 1393, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 4.

Notaio rogatario: Dominus Laurentius de Seregnio de Lugano f.c. domini Iohannis n.p. et habitator Lugani. Notaio scrivente: Domenicus de Canevale n.p. et scriba totius comunitatis Lugani et Vallis et cetera. Notaio estraente: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani et Valis et cetera, f.c. ser Laurentii olim f.c. domini Oltitii Rusche ac abbas venerabilis collegii notariorum comunitatis Vallis Lugani ... ellectus ... per consillium generale comunitatis Lugani et Valis ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc condam dominum Laurentium de Seregnio de Lugano f.c. domini Iohannis olim n.p. et habitatorem Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1519 aprile 09); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 19 590 x 390 mm, righe 78. Due strappi nella parte iniziale e alcuni piccoli fori. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71.

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18 novembre 1393, Cavergno

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

I vicini dei comuni di Bignasco e di Cavergno, riuniti per ordine del vicario di Locarno e Ascona e su citazione del console del comune di Cavergno e Bignasco Orsaldo del fu Martino «de Ardrico» di Cavergno, nominano quali procuratori Goffredino di Andreolo Orelli, Simonolo di Franzolo Orelli, Antoniolo detto Barba di Gibello Orelli, tutti di Locarno, e Balzaro Porro di Milano, abitante a Locarno, nonché il notaio Guglielmo del fu Giacomino Martini di Cavergno e Guglielmino del fu Martino «Gixle» di Bignasco, affinché richiedano al signore di Milano Galeazzo Visconti l'autorizzazione a stipulare un compromesso e a eleggere quali arbitri Cristoforo Bandelli «de Castronovo», vicario della comunità della pieve di Locarno, e Gregorio «de Stefanis» di Cremona, podestà e vicario della comunità di Ossola.

Notaio rogatario: Filipus f.c. Zanini Filippini de Cadassia de Cevio, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 37 585 x 340 mm, righe 53. Diversi fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 382-384.

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3 gennaio 1395, Lodano

Locazione / Carta locationis

Lorenzo del fu Bertramo di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di locazione e masserizio per <...> anni e oltre, a volontà delle parti, Zano del fu Martino «de Sezanicho» di Aurigeno di una parte dell'alpe di Tramone e di Confeda («de medietate unius quarterii totius alpis de Tremono vel Confede in valle de Lodino»), al canone annuo di 28 soldi di denari da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: de Lodino n., f.c. Stefani notarii de Lodino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 31 (= 12/4) 300 x 285 mm, righe 34. Diverse macchie, abrasioni e sbiaditure diffuse dell'inchiostro; un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nel margine superiore, alcune rosicature lungo i bordi e le pieghe.

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20 febbraio 1395, Como

Locazione e rinuncia / Instrumentum investiture livelli et renuntiationis

Albrico detto Pigiolo del fu Alberto Rusca di Como investe a titolo di enfiteusi e locazione perpetua Ansermolo Avanzini di Curio del fu Martino di un terreno a campo, vigna, prato, selva e bosco, con alberi da frutta, case e mulini, che in altri

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 133 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete tempi era un terreno incolto, situato nel territorio di Banco e di Astano «in monte Benascho et in Lugardo», al canone annuo di cinque lire di denari nuovi e due capretti. Il contratto è fatto alla presenza di Simonolo del fu Pagano «de Valente» di Astano, il cui padre era stato investito degli stessi beni dal padre di Albrico Rusca il 22 aprile 1347, e ora Simonolo e Albrico rinunciano a tale investitura.

Notaio rogatario: Guasparolus de la Porta p.i.a.n. Cumarum, f.c. domini Iohanis de la Porta de Mendrixio. Notaio scrivente: Bertramolus de Hera n. Cumanus, f.q. ser Florii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 3 480 x 330 mm, righe 49. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Una macchia in corrispondenza del margine verticale sinistro.

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4 marzo 1395, Vogorno

Vendita / Carta venditionis

Zane di Domenico Lorenzi di Vogorno, col consenso del padre, vende al comune di Valle Verzasca, rappresentato dal console di Vogorno Guillizio di Guglielmo Guillizi di Cavergno, abitante a Berzona, dal console del comune "di mezzo" Giacomo del fu Domenico di Aquino, dal console del comune "di dentro" Domenico del fu Nicola di Frasco e dal caneparo della chiesa di S. Bartolomeo di Verzasca Martinolo del fu Pietro della Costa, alcuni terreni, case ed altri edifici situati nel luogo, nel territorio e nella campagna di Vogorno, al prezzo di 80 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Maffeus n., f. Martini n. de Belonis de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 18 515 x 665 mm, righe 42. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe; due grosse lacune causate da insetti nella parte inferiore del testo. Edizione: Da Bedano-Bernasconi, Le pergamene, pp. 141-144, nr. 76.

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17 giugno 1395, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Bertramina, vedova di Antonio Magoria di Locarno e figlia del fu Giovanni di Guidone di Sessa, investe a titolo di locazione e massarizio Domenica, vedova di Anrigolo di Giovanni «Adreyte» di Contone e figlia del fu Giovanni «de Piazio», di un complesso di terreni e altri beni immobili situati a Contone e nel suo territorio, al canone annuo di nove lire di denari nuovi e di una gallina.

Notaio rogatario: Martinus n., f.c. Maffey n. de Bellonis de Madia.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 16 660 x 530 mm, righe 48. Rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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21 novembre 1395, Bignasco

Riconoscimento di debito / Instrumentum promissionis et satisdationis

Giovanni, figlio naturale di Balzaro Gardiolli di Bignasco, con l'autorizzazione del padre, promette al padre stesso, console e agente a nome del comune, di consegnare cinque staia di mistura e sei libbre di formaggio d'alpe quale canone annuo dei beni situati nella campagna di Bignasco «ad Hortum», «ad Boneras», «in Croddis» e «in Ripondis», appartenenti al comune e già tenuti in locazione dal defunto Martino detto Bertono di Pietro «Rixe» di Bignasco. Inoltre il detto Giovanni pone come fideiussore Bertramo del fu Zanino Calgari di Bignasco.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 38 410 x 335 mm, righe 46. Quattro fori nella parte inferiore risalenti alla lavorazione della pelle e altri di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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28 agosto 1396, Locarno

Locazione / Carta locationis

Donato del fu Anrigaccio Magoria di Locarno investe a titolo di locazione e massaricio per sei anni rinnovabili a volontà delle parti Balzaro Porro del fu Lucolo «de Porris» di MIlano, abitante a Locarno, di un sedime con vari edifici, orto e pozzo situato a Locarno «ad Magoriam», al canone annuo di 36 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Nicolla n., f.q. Moneti de Britio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 19 205 x 285 mm, righe 27. Piccoli fori lungo la piega verticale centrale e alcune macchie.

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16 marzo 1397, Mendrisio

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum brevis et condempnationis

Pasio Bosia del fu Airoldo Bosia di Mendrisio dichiara di essere debitore nei confronti di Nicololo Bosia del fu Leone

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Bosia di Mendrisio, e promette di versare entro un mese al notaio Corrado «de Viglute», agente a nome del detto Nicololo, 26 fiorini d'oro ricevuti in deposito. Il console della giustizia di Como «ad signum leonis» Nicolao «de Herba» condanna il detto debitore a restituire quanto dovuto entro un mese.

Notaio rogatario: Conradus f.c. ser Alioli de Viglute habitans in dicto burgo de Mendrisio p. Cumanus n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 2 270 x 210 mm, righe 46. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Edizione: CDT, vol. II, pp. 174-175, nr. CLVIII. Regesto: Lattes, Notizie, p. 97, nr. II.

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25 marzo 1397, Faido

Rinuncia e ricevuta / Carta finis

Minetto detto Cattaneo di Faido del fu Zane «Iacomelli» di Catto di Faido rinuncia nelle mani di Marco di Faido del fu Nicorollo di Munster di Faido ad ogni pretesa su 27 fiorini d'oro richiesti per la vendita di un cavallo. Il detto Minetto Cattaneo dichiara di aver ricevuto 32 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacomollus n, Vallis Leventine f. ser Francischi iudicis de Gazonia. Notaio scrivente: Christoforus n. f.q. Petri dicti Magistri de Binde Vallis Averarie

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 2 280 x 230 mm, righe 31. Regesto: MDT Lev., pp. 613-614, nr. 421.

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16 ottobre 1397, Mugena

Vendita / Carta aquisti

Martino «de Rubeo» di Mugena vende al caneparo della chiesa di S. Agata di Mugena un campo situato nel territorio di Mugena «in Salvaticha».

Notaio rogatario: Aliolus de Vezio n. Cumanus, f.c. Petrini notarii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 8 255 x 300 mm, righe 42. La pergamena è costituita da due frammenti laceri e guasti. Una grossa lacuna in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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8 dicembre 1397, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Gerardo del fu Zanone Cressini «de Cixana» (Cresana?) di Gambarogno, agente anche a nome di suo fratello Cressino, vende a Donato del fu Anrigaccio Magoria di Locarno un prato situato nel territorio «de Biegnio, prope Bollam de Biegnio», in parte nel territorio della pieve di Locarno e in parte nel territorio del contado di Bellinzona, al prezzo di 24 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Thomas n., f.c. Antoniolli Petrolli Tinctoris de Locarno. Notaio scrivente: Iacobus n., f.c. Iacobini de Avondo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 20 330 x 415 mm, righe 38. Due piccole rosicature lungo il margine destro, alcuni fori di piccole dimensioni e uno strappo (o taglio) in corrispondenza dell'angolo inferiore sinistro.

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13 febbraio 1398, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Pololo, Giacomo e Andriolo del fu Zirietto «de Pedrallis» di Brunate, agenti anche a nome del fratello Giovannino, vendono a Simonolo Ferrari «de Dugno» del fu Maffeo tre terreni a campo, prato e selva situati nel territorio di Brunate in «<...>no», in «Laderata de Ydrino» e «super Blavascho», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filipolus de Sclavo de Selorino p.i.a.n. Cumarum f. ser Pauli de Sclavo dicti de Paulo n. Cumanus.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 3 580 x 415 mm, righe 72. Strappi, fori e macchie di varie dimensioni, in particolare lungo tutto il margine sinistro. Un foro cucito con filo di canapa e altri due con filo di cuoio; due frammenti di carta incollati alla pergamena nel verso. Il documento è stato utilizzato come copertina di fascicolo delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride dell'anno 1486, 1487, 1489, 1490.

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25 giugno 1398, Cevio

Vendita / Instrumentum venditionis

Berta del fu Martino Spagnoli di Bignasco, moglie di Zane Ferrari di Cevio, con l'autorizzazione del marito, vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomino del fu Martino «de la Via», un terreno situato nel territorio di

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Bignasco «in Crodis». La vendita è stipulata a pagamento completo di un canone annuo di due staia di grano, che era stato lasciato al comune dai predecessori della detta Berta e che in passato era corrisposto dal defunto Giacomino detto Spagnolo e dalla stessa Berta.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini de Cadassia de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 39 565 x 310 mm, righe 53. Alcune macchie e piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, in particolare lungo le pieghe.

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28 ottobre 1398, Mendrisio

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

L'assemblea dei vicini di Rancate, convocata per ordine dei consoli Antoniolo del fu Fredolo «de Martelo» e Giovannino del fu Comolo di Cagno, dichiara di essere debitrice nei confronti di Stefano Bosia abitante a Mendrisio del fu Onrico Bosia di Mendrisio e promette di versare entro due mesi 23 fiorini d'oro ricevuti in deposito. Il console della giustizia di Como «ad signum bovis» Nicolao «de Herba» condanna i detti vicini a restituire quanto dovuto entro due mesi.

Notaio rogatario: Henrichus de Ronago p.i.a.n. Cumanus f.c. ser Zanoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 4 415 x 180 mm, righe 79. Fori di piccole e medie dimensioni nelle pieghe. Edizione: CDT, vol. ii, pp. 206-208, nr. clxii. Regesto: Lattes, Notizie, p. 97, nr. iii ; Schaefer, Il Sottoceneri, p. 409, nr. 43.

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19 gennaio 1399, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Bertramo del fu Zanino Callegari, investe a titolo di locazione Pietro di Zanono Grossi di Bignasco di un terreno situato nella campagna di Bignasco «in Hordinibus», al canone annuo di due staia di mistura.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 40 350 x 260 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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19 gennaio 1399, Bignasco

Rinuncia / Instrumentum finis

Guglielmo del fu Delaido Lormani di Bignasco, agente anche a nome del figlio Antonio, rinuncia nelle mani di Bertramo del fu Zanino Callegari di Bignasco, console e agente a nome del comune, ad ogni pretesa relativa alle spese di incarcerazione sopportate nel castello inferiore di Locarno. Sono esclusi dal contratto i diritti spettanti agli stessi Guglielmo e Antonio in base ad un compromesso tra loro e il detto comune, stipulato il giorno stesso. Guglielmo dichiara infine di aver ricevuto dal comune un terreno del valore di 100 lire di denari nuovi situato nel territorio di Bignasco «ad Rovedanam».

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 41 335 x 260 mm, righe 42. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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26 gennaio 1399, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Berta del fu Giacomino Vallecio di Cavergno, vedova di Giovanni Piazani di Bignasco, abitante a Bignasco, vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Bertramo del fu Zanino Callegari, un campo situato nella campagna «de Coxolascho» di Bignasco «ad Portam Campagne», al prezzo di otto lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmus n., f.c. Iacobini Martini Sybone de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 42 515 x 295 mm, righe 49. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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21 febbraio 1399, Arosio

Riconoscimento di debito / Carta obligationis

I fratelli Antonio e Martinolo del fu Martino detto Canale del fu Martino detto Cerudo di Pedevilla di Arosio dichiarano di essere debitori nei confronti della chiesa di S. Agata di Mugena e promettono di versare ogni anno al caneparo Albertolo del fu Alberto «de Agazo» di Mugena e al notaio Aliolo di Vezio, agenti a nome della detta chiesa due quartine di olio d'oliva, in ossequio alla promessa fatta dal loro defunto padre.

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Notaio rogatario: Aliolus de Vezio n. Cumanus, f.c. Petrini notarii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 9 265 x 305 mm, righe 42. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto. Edizione: CDT, vol. IIII, pp. 96-99, nr. CCXIX. Regesto: Monitore Ecclesiastico, 1923, p. 119.

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1 giugno 1399, Fusio

Locazione e ricevuta / Instrumentum ereditatis

Fusasco del fu Giacomo «Bignoti» di Fusio, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Maria Vergine di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di eredità ed enfiteusi perpetua Guglielmo del fu Martino Caresana di Fusio di un terreno situato nella campagna di Fusio «ad Canzelos», al canone annuo di sei soldi di denari nuovi. Il detto Fusasco dichiara di avere ricevuto dal locatario 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f. c. Zanini Filipini de Cadassia de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 4 710 x 350 mm, righe 70. Un grosso foro e altri di medie e piccole dimensioni, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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21 novembre 1399, Ascona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo del fu «<...>zii Gibyni (?)» di Ascona vende a Gabriele «de Varenzia» e a Pietro del fu Martinolo detto «Guaneto», entrambi di Ascona, consoli e stipulanti a nome del comune di Ascona, un appezzamento arativo e a prato situato nella campagna di Ascona «in Voramo». Il prezzo della vendita è di 14 lire e 8 soldi di denari nuovi; questa somma corrisponde al prezzo di 18 staia di biada (al computo di 16 soldi per staio), che Antonio Pancaldi, già console, aveva ceduto al suddetto Bertramo a saldo di un debito verso di lui per le mancate entrate dei mulini di Novareza («Novarezie») e che va detratta allo stesso Antonio per il suo debito alle entrate della roggia di Ascona per l'anno 1398.

Notaio rogatario: Romerius Gibete olim n. de Scona Notaio estraente: Iohannolus Pongie n. f.q. Antonioli Pongie de Scona, laudatus, constitutus, aprobatus et confirmatus per dominum vicarium et consilium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum et explerii fatiendum et in publicam formam redigendum et redigi fatiendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et rogatas et tradita et rogata per q. Romerium Gibete olim n. de Scona.

Originale estratto da imbreviature (1433 dicembre 24); lat.

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Archivio Patriziale Ascona 8 (v.n. AST 3) 580 x 390 mm, righe 60. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; altri di medie dimensioni dovuti a rosicatura e ampie rosicature ai margini; una lacerazione al margine superiore cucita con filo di canapa; pergamena restaurata Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 52, nr. 3.

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Sec. xiv, Maggia

Ricevuta / <...>

Bernardo del fu Pietro Feloli di Dissimo, abitante a Maggia, dichiara di avere ricevuto dal caneparo Giovanni del fu Giacomo Ceri di Giumaglio la somma di <...> per la vendita di un terreno con metà di un edificio e una selva. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 79 125 x 120 mm, righe 12. Fori di piccole dimensioni lungo la piega verticale centrale. Il frammento è stato tagliato lungo i bordi superiore, inferiore e sinistro.

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Sec. xiv (?), <...>

<...> / <...>

Frammento, probabilmente di atto notarile, da cui non si evince alcun dato di contenuto.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 297 30 x 90 mm, righe 4. Fori, macchie e tracce di carta incollata alla pergamena nel recto e nel verso. L'atto è stato riutilizzato come rinforzo per la copertina di un volumetto o di un fascicolo.

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Sec. xiv-xv

- / -

Frammento di codice glossato con un brano del testo del Canto di Abac (salmo 3) e del Deuteronomio (cap. 32).

Copia; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 305 240 x 160 mm, righe 19. Foglio piegato in due e scritto su tre lati. La scrittura è fortemente sbiadita e la pergamena presenta diversi

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Sec. xiv (fine) - xv (inizio), Piancalardo (Sementina)

Vendita / Venditio

Antonietto <...> vende a Adamino Testore <...>, abitante a Piancalardo (?), la settima parte [dell'alpe di Orino in territorio di Gudo]. (Frammento)

Notaio rogatario: Antoniollus de Orello n., f.c. domini Roffinolli de Orello de Locarno dicti de <...>.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 3 (= cart. 4c, nr. 29) 365 x 175 mm, righe 45. Buona parte del testo sui lati superiore, sinistro e destro è stata asportata mediante taglio o strappo, così come una striscia nella parte superiore centrale della membrana sopravvissuta.

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18 gennaio 1400, Faido

Locazione / Carta investiture

Pietro di Giovannino Ferrari di Chinchengo e Zane Gisla di Roré del fu Giacomino, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, investono per nove anni Nicorollo detto «Niocham» di Faido del fu Beltramo, abitante a Faido, di un campo situato a Faido «in Campagnia», al fitto annuo di otto staia di segale, da consegnare alla «calonica pauperum» della detta chiesa.

Notaio rogatario: Iacomollus de Gazonia n. Vallis Leventine, fil. ser Francischi iudicis de Gazonia Notaio scrivente: Guffredus fil. Guillielmi de Planetia Vallis Bellegnii, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 1 360 x 150 mm, righe 47. Il documento presenta otto tagli di annullamento, diversi fori di piccole dimensioni lungo le pieghe e una rosicatura lungo il bordo superiore. Edizione: Mdt Lev., pp. 2317-2318, regesto aggiunto XVIII

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9 febbraio 1400, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

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Caterina di Giorgio della Torre di Mendrisio, vedova di Marcolo Rusca di Magliaso, abitante a Bellinzona, curatrice degli eredi del detto suo marito, dichiara di avere ricevuto da Giovanni del fu Lanfranchetto di Vellano, agente anche a nome del fratello Domenico, sei lire e 15 soldi di terzoli, quattro congi di vino, quattro staia di castagne pestate, una mina di di segale e due capponi a pagamento di un canone di locazione dell'anno precedente scaduto il giorno di s. Martino.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa n. Birinzone f.c. ser Paganoli de Cuxa de Birinzona.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 6 (v.n. A. III/16) 175 x 155 mm, righe 27. Una macchia e alcuni piccoli fori.

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3 novembre 1400, Bellinzona

Nomina di curatore / Instrumentum cure

Davanti a Fomasio del fu Paolo Molo di Bellinzona, luogotenente del podestà del borgo di Bellinzona e contado Giovanni «de Clantiano», i fratelli Giovannolo e Leonardo del fu Antoniolo detto «de Ottobello» del fu beccaio Ottobello di Bellinzona, di età compresa tra i 14 e i 25 anni, dichiarano che il loro padre aveva contratto un debito con sua moglie, Donina del fu Giovannolo della Motta di Bellinzona, per la somma di 100 fiorini d'oro, per un contratto di dote rogato il 3 gennaio 1399. Su richiesta dei due fratelli il luogotenente assegna loro quale curatore Cristoforo del fu Antonio Castignola di Bellinzona allo scopo di vendere un canone livellare di 28 lire di terzoli dovuto da Pietro «de Libra» di Ascona del fu fisico Giovanni, abitante a Bellinzona, a Martino «de Rugura» di Bellinzona e in seguito al detto Antoniolo, per la metà di un sedime situato a Bellinzona nella contrada «de Noxeto», dove il detto Pietro abita. Il canone era stato venduto al detto Antoniolo da Aliolo, Manfredolo e Zane Martino, eredi del detto Martino, il 14 febbraio 1376.

Notaio rogatario: Tadiolus n., f.c. ser Iacobini de Avondo de Locarno habitans Birinzone. Notaio scrivente: Nicholinus de la Ture n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 17 610 x 345 mm, righe 59. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Bsb i (1929), pp. 329-332.

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4 novembre 1400, Serravalle (Semione)

Testamento / Testamentum

Taddeo Pepoli del fu Giovanni Pepoli, di Bologna, detta il proprio testamento. Egli designa come luogo di sepoltura la chiesa «Sancti Iohannis Novarie Vinearum» e istituisce erede universale Giovanni Taddeo Pepoli figlio di Oliverio Pepoli di Bologna.

Notaio rogatario: Antonius de Bociis n. p. Vercellensis. Notaio estraente: Iacobus de Maliono, i.a.n.p. Vercellensis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 7 410 x 320 mm, righe 27. Fori di sutura nei bordi superiore, sinistro e destro, nonché diverse macchie e un foro di piccolissime dimensioni nella parte centrale dovuto a usura. La pergamena è cucita insieme con l'attestazione del 20 gennaio 1432 e l'attestazione del 28 gennaio 1432. Edizione: MDT Bl., pp. 1080-1082, nr. 458. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 7; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 5.

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14 novembre 1400, Meride

Soccida / Instrumentum socy

Zanollo detto Oldello del fu Lorenzo detto «Zon» di Genestrerio abitante a Meride dichiara di ricevere da Croto del fu Maffeo due buoi, una mucca e due vitelle, del valore di 73 lire di terzoli, che il detto Zanollo promette di allevare e custodire a titolo di soccida, pagando al detto Croto la detta somma con i primi guadagni che se ne otterranno.

Notaio estraente: Iacomollus de Fossato n. Cumanus, Lugani ac comunitatis f.c. ser Iohanolli de Fossato de Merede ... laudatus et aprobatus per consularios comunitatis Lugani, constitutus ... per consilium generalle predicte comunitatis per cartam ... traditam ... per Georgium Castoryam n. ad banchum Lugani coram domino Bizo de Crivellis capitaneo ... anno ... .mccccxxiiiio. die lune .viiio. mensis ianuarii ... ad complendum ... omnes cartas ... traditas ... per condam ser Iohanollum n. Cumanum. Notaio autenticante: Georgius Castoyra n. Lugani f.c. ser Anrigini. Notaio autenticante: Iohanolus de Somazo p.i.a.n. Cumi ac Lugani f.c. ser Petrini. Notaio rogatario: Iohanollus [de Fossato de Merede] n. Cumanus.

Originale estratto da imbreviature (1425 gennaio 23); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 1 325 x 265 mm, righe 34. L'atto reca 12 tagli di annullamento, una lacerazione nella parte superiore e alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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15 novembre 1400, Pianezza (Malvaglia)

Rinunzia / Instrumentum finis

Guglielmo del fu Alberto «Viventie de Agayrono», agente a nome proprio e del fratello Giovanni, da una parte, e Martino del fu Giacomo «de Cepossa» di Cozzera, dall'altra, rinunciano alle rispettive pretese riguardo all'eredità della fu Benvenuta, nonna di Guglielmo e Giovanni nonché moglie del padre di Martino, e si impegnano a rispettare i termini della divisione da loro stipulata in precedenza.

Notaio rogatario: Gufredus f. Guillielmi de Planetia de Malvalia, Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Blenio 7 .1 380 x 130 mm, righe 55. Rosicature di piccolissime dimensioni, nonché macchie di umidità. Edizione: MDT Bl., pp. 1779-1780, regesto aggiunto XVIII.

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1 dicembre 1400, Faido

Vendita a titolo di pegno / Carta pignoris

Pietro del fu Filippo «Bordonii» di Ossasco vende a titolo di pegno a Giovanni «de la Gexia» del fu Martino «Iohannis» «de la Gex[i]a» di Bedretto, console della vicinanza di Bedretto, e ad Antonio «de Arena» del fu Martino Giraldi «de la Gexia», anziano della chiesa S. Eusebio di Bedretto, un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Ossasco «ad Cuxatiam». Il prezzo della vendita è di 22 lire e 8 soldi di terzoli. Qualora il venditore o i suoi eredi volessero riscattare il pegno il giorno di s. Martino o durante il mese di novembre, il console e gli anziani della detta vicinanza sono tenuti a consegnare il presente strumento, a stipulare uno strumento di rinuncia e a restituire l'appezzamento.

Notaio rogatario: Iacomollus de Gazonia p.i.a.n. Vallis Leventine, f. ser Francischi iudicis de Gazonia. Notaio scrivente: Guiffredus f. Guillielmi de Planetia de Malvalia, Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 3 460 x 260 mm, righe 62. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita a titolo di pegno (righe 1-29) e la locazione del 1400 dicembre 1 (righe 30-62). Regesto: MDT Lev., pp. 695-696, nr. 441.

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1 dicembre 1400, Faido

Locazione / Carta investiture

Giovanni «de la Gexia» del fu Martino «Iohannis» «de la Gexia» di Bedretto, console della vicinanza di Bedretto, e Antonio «de Arena» del fu Martino Giraldi «de la Gexia», anziano della chiesa S. Eusebio di Bedretto, investono a titolo di locazione Pietro del fu Filippo «Bordonii» di Ossasco di appezzamento di terreno a prato nel territorio di Ossasco «ad Cuxatiam», che egli ha loro venduto lo stesso giorno, al canone annuo di 22 soldi di terzoli, da consegnare in occasione delle litanie di maggio. Il contratto scadrà al momento del riscatto del pegno da parte del locatore.

Notaio rogatario: Iacomollus de Gazonia p.i.a.n. Vallis Leventine, f. ser Francischi iudicis de Gazonia. Notaio scrivente: Guiffredus f. Guillielmi de Planetia de Malvalia, Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 3 460 x 260 mm, righe 62. Sulla stessa pergamena figurano la vendita a titolo di pegno del 1400 dicembre 1 (righe 1-29) e la presente locazione (righe 30-62). Regesto: MDT Lev., p. 696, nr. 442.

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28 gennaio 1401, Tremona

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Tremona, convocata per ordine dei consoli Maffeo «de Maciis» del fu Guarnerio e Zane detto Bianco del fu Aliolo «de Furno», nomina suoi procuratori i detti consoli, Maffeo del fu Marchesino «de Agudo», Zane del fu Giorgio «de Sacho», Andreolo del fu Giacomo di Vico, Andreolo del fu Giorgio «de Aldonis» detto «de Parono» e Comolo detto Parlato del fu Spinello «de Oliveriis» incaricandoli di contrarre un debito non superiore a 300 lire di denari nuovi per pagare i debiti comunali per i fodri e le taglie imposti dal comune di Como.

Notaio rogatario: Honrigolus de Ronago n. Cumarum f.c. ser Zanoli. Notaio estraente: Nicorolus de la Porta de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum, f.c. ser Betoli, laudatus et aprobatus per consules maiores Cumarum iustitie (...) ad explendum (...) instrumenta (...) tradita et imbreviata (...) per condam Honrigolum et Andriolum fratres de Ronago olim n. Cumarum et olim f.c. ser Zanoli.

Originale estratto da imbreviature (1423 maggio 15); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 1 385 x 420 mm, righe 49. Alcuni piccolissimi fori in particolare nelle pieghe.

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26 maggio 1401, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato dal console Giovanni del fu Giacomino «Giossine» (?), dall'amministratore delle elemosine e dei legati del comune Bernardo del fu Giovanni Conaschi di Coglio, abitante a Maggia, nonché da alcuni vicini, investe a titolo di locazione e di massaricio per <...> anni Guglielmo del fu Anselmino Sibone di Peccia della metà dell'alpe Soveneda, situato in valle «de Agero» in Lavizzara, al canone annuo di 13 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus de Madia n., f.c. Maffey n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 11 530 x 330 mm, righe 54. Lacerazioni lungo le pieghe hanno reso il testo lacunoso in particolare lungo quella orizzontale centrale. Fori di piccole dimensioni, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 novembre 1401, Aurigeno

Vendita / Instrumentum venditionis

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Elena del fu Zane di Giovanni «Guilizini» abitante ad Aurigeno, col consenso del marito Martino (?) del fu Lanfranco di Onsernone, vende al notaio rogatario, agente a nome di Giovanna, sorella della detta Elena, due terreni situati nella campagna di Moghegno al prezzo di 60 lire di denari nuovi, in pagamento delle 80 lire di dote assegnate alla detta Giovanna da Domenico del fu Zano Carlevaro di Moghegno.

Notaio rogatario: Guillielmolus de Lodino n., f.c. ser Stefani notarii de Lodino. Notaio scrivente: Presbiter Mafeus n., f. Martini n. de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 12 590 x 345 mm, righe 52. Pergamena molto danneggiata e in gran parte illeggibile: l 'inchiostro è diffusamente sbiadito in tutto il documento da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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25 febbraio 1402, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Barnaba del fu Rodolfo Orelli di Locarno investe a titolo di locazione e massarizio per 16 anni rinnovabili a volontà delle parti i fratelli Sallio, Lanfranco e Andreolo del fu Tommaso «del Gazio» di Monte Carasso, per due terzi, e Zano di Iorio del fu Andreolo «de Pozarancha» di Monte Carasso, procuratore del padre e agente anche a nome dei suoi fratelli Andreolo, Martino e Giacomo, di due terzi di un terreno a vigna, campo, prato, selva e bosco, compresi alcuni edifici e un torchio, nonché di un ronco con vigna, situati nel territorio di Bellinzona «in Horeno», al canone annuo di 31 brente e due staia di mosto, due paia di capponi e due galline.

Notaio rogatario: Antoniollus de Orello n., f.c. domini Roffinolli de Orello de Locarni dicti de Moyro.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 18 485 x 380 mm, righe 56. Fori di medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 agosto 1402, Roma

Consacrazione di vescovo

Clemente, vescovo di Telese, su commissione di papa Bonifacio IX conferisce l'ordinazione episcopale al frate domenicano Giovanni «Lixens» di Bruges, promosso vescovo di Naxivan («ad ecclesiam Nacuanensem»).

Notaio rogatario: <...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 1 358 x 305 mm, righe 32. Grosse lacune nella seconda metà del documento

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13 febbraio 1403, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Tadiolo del fu Giovanni di Tadiolo Orelli e Zanino Rastelli del fu Giovanni di Franzio Rastelli, entrambi di Locarno, appaltatori del pedaggio dei Capitanei di Locarno per l'anno trascorso, dichiarano di avere ricevuto da Francesco detto «Flacha» di Milano del fu Balzarino «de Dotis» di Senago di Porta Cumana, nella parrocchia di S. Nazzaro «ad Predam Sanctam», 28 fiorini d'oro a pagamento di quanto dovuto a titolo di pedaggio. Il detto Francesco promette inoltre di versare alla camera ducale, a nome della comunità di Locarno, 22 fiorini d'oro a nome di Zanino Rastelli, come promesso nelle mani di Mercuccio di Vimercate.

Notaio rogatario: Iorius n., f.c. Zanini Sartoris de Menuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 19 175 x 225 mm, righe 26. Alcuni piccoli fori e macchie diffuse lungo i margini. Lungo il margine inferiore tracce di una cucitura eseguita prima della stesura del testo.

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1 marzo 1403, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Carta brevis et condemnationis

Giovannolo del fu Albertolo del fu Airoldo de Quadrio di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Antonio del fu Zane «de Rezia de la Gima», agente anche a nome del fratello Guglielmo, e promette di versare 38 lire di denari nuovi per una quantità di biada acquistata. Il vicario di Lugano e Valle Ubertino «de Bonipertis» condanna il detto debitore a restituire quanto dovuto entro tre giorni.

Notaio rogatario: Girardolus Carolus de Lugano n. Cumanus, f.c. ser Martini Caroli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 3 240 x 230 mm, righe 33. Il supporto è molto danneggiato, in particolare lungo la piega orizzontale centrale e nel bordo inferiore. Macchie, fori, quattro tagli d'annullamento e una cucitura precedente la stesura dell'atto.

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31 marzo 1403, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

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Pietro di Ascona del fu fisico Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello e locazione perpetua Andreolo «de Benemado» di Giubiasco del fu Benemado di quattro terreni situati nel territorio di Giubiasco «ad Stratam Vegiam», «in Marzora», «ad Senterium seu in Campo Canino» e «ad Castaneam», al canone annuo di otto staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iacobus de Michotis de Ogiabio habitator et n. Berinzone f.c. Antonii de Michotis de Ogiabio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 20 370 x 385 mm, righe 51. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe. Regesto: Bsb i (1927), p. 170.

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21 giugno 1403, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Pietro di Camedo, abitante a Losone, erede del fu Ambrogio «Bozii» di Losone, vende a Pietro di Domenico di Frasco, agente anche a nome dei suoi fratelli Zane e Giovanni, un prato situato nel Piano di Magadino «in Caregio». La vendita avviene alla presenza di Lanfranco del fu Zanolo «Baffe» di Minusio, agente anche a nome del fratello Zano, al prezzo di 22 lire di denari nuovi pagate al detto detto Giacomo venditore e 11 versate al detto Lanfranco.

Notaio rogatario: Thomaxius Thentoris c. Antoniolli Thentoris de Locarno. Notaio estraente: Petrus n., f.c. Iohanoli Pizia olim n. de Loxono laudatus ... per dominum vicarium et per consilium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum ... omnia instrumenta ...rogata per c. Thomaxium Thentoris olim c. Antoniolli Thentoris de Locarno. Notaio scrivente: Henrichus n., f.c. Iohanis Henricii Penguizii de Pengio de Loxono.

Originale estratto da imbreviature (1421 ottobre 03); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 21 430 x 330 mm, righe 54. Macchie diffuse e piccoli fori lungo le pieghe.

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8 settembre 1403, Chiggiogna

Arbitrato / Carta arbitramentorum

Nella lite tra Zanetto «de Manzono» della Vallemaggia, abitante a Chiggiogna, del fu Guglielmo, da una parte, e Moresio del fu Minolo «de Morexio» di Faido, abitante a Chiggiogna, dall'altra, in merito ai terreni, case, stalle, torbe, vigna e alberi di castagne locati dai signori ordinari della chiesa maggiore di Milano a detto Moresio, Giovanni Cattaneo di Rossura e Minetto detto «Bugnaschini» di Chiggiogna, arbitri eletti, pronunciano il loro arbitrato. Essi stabiliscono che Zanetto deve cedere a Moresio, entro la prossima festa di s. Martino, tutti i beni immobili di cui quest'ultimo è stato investito ed è tenuto a pagare a Moresio o ai signori ordinari di Milano a nome di Moresio 30 soldi di terzoli per i beni lavorati, che tutto il godimento che Moresio ha ricavato gli spettano di diritto e infine che Moresio è tenuto a versare a

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Zanetto 33 lire di terzoli, di cui 22 lire e 8 soldi terzoli in contanti o in natura entro 15 giorni, e l0 lire e 12 soldi di terzoli in contanti, entro la prossima festa di Pasqua.

Notaio rogatario: Iacomollus de Gazonia n. Vallis Leventine, f. ser Francischi iudicis de Gazonia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 4 420 x 130 mm, righe 60. Guasti meccanici lungo le piegature, nonché alcune macchie. Regesto: MDT Lev., pp. 708-709, nr. 455.

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10 febbraio 1404, Minusio

Convenzione / Instrumentum pactorum et conventionum

I vicini di Minusio, da una parte, e i vicini di Mergoscia, dall'altra, convocati in assemblea da Antonio «del Orto» di Minusio, console del comune di Minusio e Mergoscia, al suono delle campane, stabiliscono che quelli Mergoscia, che abitano in detto luogo, sono liberi dall'ufficio del consolato e della «caneparia» del comune di Minusio, inoltre concordano che il console di detto comune, che è tenuto all'ufficio del consolato, deve esigere il fodro, il sale e ogni altra «debentia» fino a 25 fiorini d'oro.

Notaio rogatario: Iohannollus n., f. c. Guidoti Salie de Locarno. Notaio scrivente: Iohanollus n., f. c. Nicholle Moneti de Britio de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 1 430 x 280 mm, righe 48. Due fori, risalenti alla lavorazione della pelle, e piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 467; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 487.

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25 febbraio 1404, Milano

Testamento / -

Guidolo «de Riziollo» del fu Zanino, abitante a Locarno e attualmente a Milano in Porta Cumana nella parrocchia di S. Nazzaro «ad Petram Sanctam», istituisce un annuale di 4 lire di terzoli alla chiesa di S. Francesco di Locarno per i suoi defunti e nomina eredi universali i figli Giovannolo, Antonio e Pietro, raccomandati a Giovanni «de Muralto», Giovannolo di Como e Petrolo della Scala.

Notaio rogatario: lohannolus de Pessina f. c. domini Georgii civitatis Milano porte Cumane, parochie Sancti Thome in Cruce Sichariorum n. Notaio scrivente: Christoforus de Pessima n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 5

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320 x 270 mm, righe 44. Piccoli fori, dovuti a rosicatura, e alcune macchie..

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13 aprile 1404, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Cavergno, rappresentato dal console Giacomo figlio di Ogioro «de la Fontana», investe a titolo di eredità perpetua Zanno del fu Guglielmo detto Roso Ferrari di Cavergno di due terreni situati nella campagna di Cavergno «ad Teliolam» e «ad Cotum», al canone annuo di cinque soldi di denari nuovi. Il detto console dichiara di avere ricevuto dal conduttore 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Fus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini Cadassie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 7 585 x 400 mm, righe 54. Diversi fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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1 agosto 1404, Fontana (Airolo)

Vendita / Carta venditionis

Giovannolo di Sobrio, abitante a Nostengo in Val Bedretto, vende a Giacomo detto «Gambuxii» di Ronco, anziano e agente a nome dei ceri della chiesa di S. Eusebio di Bedretto, un appezzamento di terreno a prato e campo nel territorio di Nostengo «in Scugiora». Il prezzo della vendita è di 20 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antonius n. f. ser Iohannoli de Ombrio suptus. Notaio scrivente: Christoforus p.i.a.n., f. c. Petroli Petri Croli de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 5 270 x 260 mm, righe 44. Guasti lungo le piegature e piccole lacerazioni lungo i margini. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-22) e la locazione del 1404 agosto 1 (righe 23-44). Regesto: MDT Lev., pp. 721-722, nr. 463.

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1 agosto 1404, Fontana (Airolo)

Locazione / Carta locationis

Giacomo detto «Gambuxius» de Roncho, anziano dei ceri della chiesa di S. Eusebio di Bedretto, investe a titolo di

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Notaio rogatario: Antonius n. f. ser Iohannoli de Ombrio suptus. Notaio scrivente: Christoforus p.i.a.n., f. c. Petroli Petri Croli de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 5 270 x 260 mm, righe 44. Guasti lungo le piegature e piccole lacerazioni lungo i margini. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 1404 agosto 1 (righe 1-22) e la presente locazione (righe 23-44). Regesto: MDT Lev., p. 722, nr. 464.

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22 gennaio 1405, Bellinzona

Legato / Instrumentum iudicati (?)

Minolo del fu Minolo Poma di S. Antonino lascia in legato perpetuo alla chiesa di S. Maria di Giubiasco un campo situato nel territorio di S. Antonino «ad Pontem de la Curta» affinché il prete beneficiato della chiesa celebri due messe annue in memoria della sua anima e di quella dei suoi parenti.

Notaio rogatario: Iohanolus de Somazo n. Cumarum necnon Birizone f.c. domini Biaxini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 22 250 x 215 mm, righe 36. La pergamena è molto sbiadita e presenta numerosi piccoli fori nelle pieghe. Regesto: Bsb II (1933), p. 79.

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<...> maggio 1405, <...>

Riconoscimento di debito / <...>

Gidollo del fu <...> di Mendrisio dichiara di essere debitore nei confronti di Antonio del fu Burella della Torre di Mendrisio e promette di versargli entro il primo di agosto <20> quartari di frumento dovuti per un prestito. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 1 245 x 170 mm, righe 48. La pergamena presenta diverse lacerazioni e fori ed è priva della parte inferiore, in cui figuravano parte del formulario, l'Actum e la sottoscrizione notarile.

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28 ottobre 1405, Milano

Concessione d'indulgenza e ratifica

Pietro Filargo, cardinale del titolo dei SS. Apostoli e legato apostolico nelle province di Aquileia, Grado, Milano e Genova, concede un'indulgenza di 100 giorni a tutti coloro che parteciperanno ai lavori d'edificazione dell'ospizio di Valdolgia, dedicato ai beati Nicolao e Caterina. La costruzione era stata iniziata per opera di Pietro «de Zalino» e Pietro «de Albertis», «domicelli» della diocesi di Milano, con le elemosine da loro raccolte. Il 12 gennaio 1407, il podestà della curia Materella di Domodossola, il nobile signore «Meglorino de Mediabarbis» di Pavia, in presenza dei cinque notai, ratifica la copia.

Notaio autenticante: Stef imperiali auctoritate notarius f. Antonii de <... encia>, habitator burgi Domi Ossole Notaio autenticante: Iacobus fq Nicholini de Gazoto de Domo p.i.a.n. Notaio autenticante: Antoniolus f.q. Iohanni Armete de Domo p.i.a.n. Notaio autenticante: Antoniolus fq Iohannis Burgognoni de Domo p.i.a.n. Notaio autenticante: Iohaninus n.p.i.a. f.q. domomini Guilielmi Nichole de Domo. Notaio scrivente: Guidotus p.i.a.n. fq domini Petri de Panevinis de Vemenia, habitator burgi Domiossole.

Copia autentica (1407 gennaio 12); lat. ASTi, Pergamene, Leventina 6 510 x 230 mm, righe 63. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a consunzione. Regesto: MDT Lev., pp. 738-739, nr. 476.

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(dopo il 2 novembre 1405), Giornico

Elezione di giudice

Essendo vacante l'«offitium iuditiarie», in seguito alla morte di Francesco giudice di Chiggiogna, prete Giovanni di Velate e Giovanni «de Martigionibus», procuratori e luogotenenti dell'arciprete Giovanni Visconti, Matteo di Carcano e Dionisio di Brivio, ordinari della chiesa di Milano e conti di Leventina e Blenio, eleggono Giacomo di Chiggiogna del fu Francesco giudice, quale nuovo giudice. Segue la formula del giuramento che il neo eletto pronuncia verbalmente.

Notaio rogatario: Bertolinus de la Fereria n. p. natus Alberti et n. ac scriba prefatorum dominorum ordinariorum Medionalni ac dominorum et comitum vallium predictarum. Notaio scrivente: Ambrosius de Claro f. c. Ayroldini de Claro p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 64 250 x 340 mm, righe 32. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: MDT Lev., pp. 113-134, nr. 103 e pp. 439-740, nr. 477 (che sostituisce il nr. 103).

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23 febbraio 1406, Pollegio

Vendita / Carta venditionis

Giovanolo del fu Guidazzo di Arona di Claro, erede universale dei coniugi Albertolo del fu Simone di Arona, abitante a Rongie di Malvaglia, e di Giovannina, figlia ed erede universale di Guarisco del fu Nicorallo di Biasca, vende al prete Antonio del fu Ambrogio di Sobrio alcuni terreni e beni immobili situati nel territorio di Biasca «in Gerra», «ad Ortos» e «ad Frodam seu ad Frodaziam», al prezzo di 610 lire di terzoli di denari nuovi. Qualora i beni venduti fossero rivendicati da qualcuno, il venditore si impegna a restituire al detto Antonio il prezzo pagato.

Notaio rogatario: Iohannollus n.i.a.p. vicinus et habitator terre Habiasche f. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 2 385 x 350 mm, righe 53. Regesto: MDT Riv., pp. 345-346, nr. 205.

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23 maggio 1406, Airolo

Vendita / venditionis

Pietro del fu «Frilipallie» di Ossasco vende a Giacomo detto «Gambuxii» di Ronco in Val Bedretto, anziano della chiesa di S. Eusebio di Bedretto, due appezzamenti di terreno a prato, nel territorio di Volpengo a «Averpono» e «in Prato Rii». Il prezzo della vendita è di 13 lire di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Petrollus n. f.q. domini Antonii n. de Ombrio superiorii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 7 360 x 270 mm, righe 56. Fori, dovuti a rosicatura, ed estesa lacuna lungo le piegature centrali, dovuta a consunzione e rosicature. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-26) e la locazione del 23 gennaio 1407 (righe 27-56). Regesto: MDT Lev., p. 752, nr. 487.

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5 giugno 1406, Bellinzona

Vendita / Carta venditionis et dati

Petrolo del fu Valeriolo Rusca, agente anche a nome dei suoi fratelli Cristoforo e Vincenzo, tutti abitanti a Giubiasco, vende a Zanino Calanconi del fu Giovanni Rossi «de Cralo» (?) di Calanca e a Zane del fu Marco «de Octino» di Calanca, rappresentanti della chiesa di S. Maria di Giubiasco, una vigna con edificio annesso situata nel territorio di

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Giubiasco «ad Stanigam» locata dai detti fratelli a Donato del fu Bonolo «de Staniga» al canone annuo di due lire di denari nuovi e un cappone. Il prezzo delle vendita è di 28 lire e 16 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Somazo n. Cumarum et Birizone f.q. domini Biaxini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 2 345 x 330 mm, righe 59. Lacerazioni e fori lungo la piega verticale centrale e nei margini. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 35.

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30 agosto 1406, Locarno

Nomina di curatore / Instrumentum cure

Michele Trivulzio, giurisperito e vicario della comunità della pieve di Locarno e Ascona, nomina Riccardolo di Petrolo «Valenti» di Vira Gambarogno, curatore di Adamino del fu Brezino «Bogii» di Minusio, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, affinché detto Adamino possa essere investito a titolo di eredità perpetua da Loterio «de Muralto» del fu Zanolo «condam domini Gaffi de Muralto» di Locarno di un canone annuo di 5 lire di denari nuovi e da Antonio Tortelle e Antonio «del Orto», entrambi di Minusio, procuratori di detto comune, di un canone annuo di 2 brente di vino o mosto bianco, nonché di 9 soldi e mezzo di denari nuovi, 4 quartine di vino o mosto dette «quinte» e 2 once di biada di mistura (segale e miglio per metà), gravanti su due appezzamenti di terreno vignato «in Brugarolo», due sedimi con case, stalle e corte «ad Muzenchum», un appezzamento di terreno vignato e arativo «in Fontili» e un appezzamento di terreno a prato, arativo e silvato «ad Motam de Naveg[n]ia». I detti beni in precedenza erano tenuti da Adamino detto «Bogerinus olim filii quondam suprascripti condam Iohannis Bogii» di Minusio, avo di detto Adamino del fu Brezino.

Notaio rogatario: Iorius de Menuxio n. Notaio estraente: Iohannolus Pongie n., f.q. Antonioli Pongie de Scona, laudatus constitutus et confirmatus per dominum vicarium et consilium generalem comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum et expleri faciendum et in publicam formam redigendum et redigi faciendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas, rogatas et imbreviatas, et tradita, rogata et imbreviata per quondam Iorium de Menuxio n.

Originale estratto da imbreviature (1429 settembre 15); lat. Archivio Patriziale Minusio 2 690 x 545 mm, righe 93. Sulla stessa pergamena figurano la presente nomina di curatore (righe 1-37) e la locazione del 30 agosto1406 (righe 38-93). Lacerazioni e grossi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura e a una possibile esposizione ad una fonte di calore, nonché gore di umidità. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 467; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, pp. 487-488.

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3<0> agosto 1406, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Loterio «de Muralto» del fu Zanolo «condam domini Gaffi de Muralto» di Locarno, Antonio Tortelle e Antonio «del Orto»,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 155 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete entrambi di Minusio, procuratori di detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Adamino del fu Brezino «Bogii» di Minusio, con il consenso del suo curatore Riccardolo di Vira Gambarogno, di due appezzamenti di terreno vignato a Brighirolo, due sedimi con case, stalle e corte «ad Muzenchum», un appezzamento di terreno vignato e arativo «in Fontili», un appezzamento terreno a prato arativo e prato prativo e silvato «ad Motam de Navegnia», tutti nel territorio di Minusio. Il canone annuo convenuto è di 5 lire di denari nuovi da consegnare per s. Martino a Loterio, e 9 soldi e mezzo di denari nuovi, 4 quartine di vino o mosto dette «quinte» e 2 once di mistura (segale e miglio per metà), alla mistura di Locarno, da consegnare per s. Martino e 2 brente di vino o mosto, prodotto nei detti terreni di Brighirolo, da consegnare per la vendemmia al comune di Minusio. I beni in questione in precedenza erano tenuti da Adamino detto «Bogerinus olim filii quondam suprascripti condam Iohannis Bogii» di Minusio, avo di detto Adamino del fu Brezino, come contenuto in due documenti del 25 aprile 1401 e del 23 aprile 1403.

Notaio rogatario: Iorius de Menuxio n. Notaio estraente: Iohannolus Pongie n., f.q. Antonioli Pongie de Scona, laudatus, constitutus et confirmatus per dominum vicarium et consilium generalem comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum et expleri faciendum et in publicam formam redigendum et redigi faciendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas, rogatas et imbreviatas, et tradita, rogata et imbreviata per quondam Iorium de Menuxio n.

Originale estratto da imbreviature (1429 settembre 27); lat. Archivio Patriziale Minusio 2 690 x 545 mm, righe 93. Sulla stessa pergamena figurano la nomina di curatore del 30 agosto1406 (righe 1-37) e la presente locazione (righe 38-93). Lacerazioni e grossi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura e a una possibile esposizione ad una fonte di calore, nonché gore di umidità. Nel margine sinistro numerazione romana I-VI in corrispondenza dell'elenco dei terreni locati. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 467; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, pp. 487-488. F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 21 (1941), pp. 463-476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, pp. 487-488.

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1 ottobre 1406, Locarno

Nomina di curatore e vendita / Instrumentum cure; instrumentum venditionis

Michele Trivulzio, giurisperito e vicario della comunità della pieve di Locarno e Ascona, nomina Zanino del fu Anrigotto «de Rigoto» di Torbiano, abitante a Locarno, curatore di Agnesola del fu Francesco di Maifredo Magoria di Locarno, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, allo scopo di vendere, insieme a sua sorella Simona, l'alpe «de Cadanzuno» in val Bavona, al prezzo di 200 lire di denari nuovi. Il giorno stesso le sorelle Alliola e Agnesola, con l'autorizzazione del loro curatore, anche a nome della sorella Simona, vendono al comune di Bignasco l'alpe di cui sopra, al prezzo di 200 lire di denari nuovi; tale somma viene immediatamente impiegata per le necessità pratiche (alimenti e vestiti) delle sorelle.

Notaio rogatario: Iorius n., f.c. Zanini Sartoris de Menuxio. Notaio estraente: Albertolus n., f. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 44 730 x 410 mm, righe 101. Una cucitura nella parte inferiore destra, precedente la stesura del documento, macchie e alcuni piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 45

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1 ottobre 1406,

Nomina di curatore e vendita / Instrumentum cure; instrumentum venditionis

Altro originale dei due atti contenuti in Patriziato di Bignasco 44. (Frammento).

Notaio rogatario: Iorius n., f.c. Zanini Sartoris de Menuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 45 255 e 250 x 280 e 335 mm, righe 28 e 36. Il documento, composto di due frammenti, è privo della parte conclusiva. Il primo frammento contiene la nomina del curatore e la parte iniziale della vendita, il secondo frammento la parte centrale della vendita. I due frammenti sono stati probabilmente utilizzati come copertina di fascicoli cartacei: essi presentano infatti numerosi piccoli fori di cucitura lungo i bordi e nella parte centrale; il primo frammento conserva tracce di filo. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 44

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<4> <1406>, Bignasco

Locazione e locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Franzino del fu Franzino «de lo Brorio» di Cevio, investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti un tale Viviano di un corte, al canone annuo di 35 soldi di denari nuovi. (Frammento)

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini de Cadassia de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 46 515 x 295 mm, righe 80. La pergamena contiene due atti stipulati il medesimo giorno. I contraenti e l'oggetto del primo dei due negozi giuridici non sono identificabili per intero, perché il foglio è privo della parte iniziale, asportata mediante un taglio orizzontale. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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4 novembre 1406, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Franzino del fu Franzino «de lo Brorio» di Cevio, investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Zanono Grossi di Bignasco, del diritto di pascolo sull'alpe di Sologna in val Bavona, al canone annuo di 12 soldi di denari nuovi.

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Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini de Cadassia de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 46 515 x 295 mm, righe 80. La pergamena contiene due atti stipulati il medesimo giorno. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 novembre 1406, Pollegio

Vendita / Carta venditionis et dati

Cristoforo «Castignolla» del fu Antonio «de Castignollis» di Bellinzona, erede universale dei defunti fratelli Monino e Galvagno «de Castignollis» di Bellinzona, vende a prete Antonio del fu Ambrogio di Sobrio della vicinanza di Giornico, tutti i diritti di decima nel territorio di Biasca, appartenuti al defunto Giacomo Orelli del fu Simone Orelli di Biasca. Tali diritti erano passati nelle sue mani per via ereditaria a causa di un debito contratto dal detto Giacomo Orelli con la famiglia «de Castignollis». Il prezzo di vendita è di 50 lire di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannolus n.i.a.p. vicinus et habitator terre Habiasche pertinenziarum Vallis Leventine, f. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 8 345 x 440 mm, righe 38. Guasti lungo le piegature. Edizione: MDT Lev., pp. 755-758, nr. 490.

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27 dicembre 1406, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Minazio «de Buscho» di Lumino e sua moglie Agnesola del fu Andreolo di Cauco di Mesolcina vendono ai fratelli Cristoforo e Giacomo del fu Uberto detto Chierico di Claro, agenti anche a nome del fratello Giovannolo, tre campi situati nel territorio di Claro «ad Ramelum seu ad Crucem», al prezzo di 18 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Francischollus Giringellus p.i.a.n., f. ser Albertini Giringelli de Mediolano habitans Abiasche. Notaio scrivente: Albertinus p.i.a.n., f.c. domini magistri Primi Giringelli de Mediolano habitator Abiasche.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 7 (v.n. A. IV/10) 320 x 280 mm, righe 42. Alcune macchie e tre piccoli fori.

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1 gennaio 1407, Aurigeno

Locazione / Instrumentum hereditatis

L'assemblea dei vicini di Aurigeno e «Varcino», riunita sul sagrato della chiesa di S. Bartolomeo per ordine del console Giovanni del fu Giovanni «de Brugnolibus», investe a titolo di enfiteusi perpetua Stefano del fu Martino «de Sezanicho» di Aurigeno di un appezzamento a prato e campo con una selva, situato nel territorio di Aurigeno «in Bola de Varcino», al canone annuo di 16 soldi di denari nuovi da versare per s. Martino.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n. f.q. Zanini Filipini Cadassie de Cevio. Notaio scrivente: Iohannes de Cevio n., f. suprascripti Filipi n. de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 28 615 x 425 mm, righe 68. Il supporto è abraso in più punti, con perdita di testo.

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23 gennaio 1407, Airolo

Locazione / Instrumentum investiture

Giacomo detto «Gambuxii» di Ronco nziano della chiesa di S. Eusebio di Bedretto, investe a titolo di eredità Pietro del fu «Frippalliam» di Ossasco di due appezzamenti di terreno a prato, nel territorio di Volpengo a «Averpono» e «in Prato Rii», vendutigli il 23 maggio 1406. Il canone annuo convenuto è di 13 soldi di denari terzoli, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Petrollus n. f.q. domini Antonii n. de Ombrio superiorii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 7 360 x 270 mm, righe 56. Fori, dovuti a rosicatura, ed estesa lacuna lungo le piegature centrali, dovuta a consunzione e rosicature. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 23 maggio 1406 (righe 1-26) e la presente locazione (righe 27-56). Gli elementi della datazione ( dominicho vigeximo tertio menssis ianuarii) sono stati ricostruiti in base a giorno e mese e alla vendita del 23 maggio 1407. Regesto: MDT Lev., p. 761, nr. 492.

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15 maggio 1407, Castione

Dichiarazione / Instrumentum protestationis

I fratelli Martino e Alberto del fu Antonio «de Zanono» di Castione espongono davanti al notaio e ai testimoni i lasciti fatti oralmente dal loro padre prima della morte, sopraggiunta il 14 maggio precedente. Egli ha disposto che ogni anno,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 159 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nell'anniversario della sua morte, sia distribuita ai poveri un'elemosina di 3 staia di mistura (segale e miglio in parti eguali) sotto forma di pane presso la chiesa di S. Mamete di Lumino, garantendola su tre campi situati nel territorio di Castione «in Corroggiam»; inoltre ha lasciato un prato nello stesso comune «ad Sareziam», affinché sia assicurata l'illuminazione della chiesa dei SS. Gottardo e Nicolao di Castione. Infine ha voluto che i detti terreni siano tenuti dagli stessii Martino e Alberto nonché da Giacomo, anch'eglio suo figlio, a condizione che rispettino tali obblighi. La dichiarazione è resa in presenza di Giovanni «de Roncho» del fu Giovanni di Lumino, console, e di 10 vicini del comune di Castione e Lumino, che dichiarano di accettare quanto disposto dal detto Antonio.

Notaio rogatario: Romerius f.c. Iohanis Gibete de Scona p.i.a.n. habitans Birizone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 2 310 x 230 mm, righe 55. Due fori dovuti a guasti lungo le pieghe verticali e una rosicatura lungo il bordo destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 2.

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4-6 giugno 1407, Airolo/Faido

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra il comune di Bedretto, da una parte, e il comune di Faido, dall'altra, in merito agli alpi Vinei, Prato, 'Mazzéira', Cassina Baggio, Cruina e Paltano in Valle Bedretto, gli arbitri eletti, Iorio Zobel del fu Bertoldo di Unterwalden, Antonio notaio di Deggio, abitante ad Ambrì del fu Giacomolo, Pasino del fu Giovanni detto «Pagioni» di Civate, abitante ad Airolo, Giovanni del fu Guglielmo di 'Carè' di Rossura e Zane del fu Zane Zanoni di Madrano, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano nulli i precedenti compromessi e arbitrati e stabiliscono che i vicini di Faido non possono caricare i detti alpi fino al giorno seguente la festa di S. Barnaba (11 giugno), sotto pena di 10 fiorini d'oro, i vicini di Bedretto non possono molestarli durante il periodo d'alpeggio, sotto pena di 100 lire di denari nuovi. Quelli di Bedretto possono costruire un numero illimitato di casine «super vicinorem» di Bedretto dalle calende di maggio al giorno seguente S. Barnaba e 6 cascine per gli altri alpi per il relativo numero di vicini con bestiame. Inoltre stabiliscono che se i bedrettesi, andando e tornando dai loro alpi, dovessero usufruire degli edifici alpestri dei vicini di Faido, questi devono ospitarli. Essi vietano l'accesso di forestieri con il bestiame, sotto pena di 10 fiorini d'oro. Stabiliscono che i vicini di Faido devono scaricare gli alpi entro e non oltre la festa di S. Bartolomeo (24 agosto), e infine i vicini di Bedretto possono togliere il letame ogni otto giorni e trasportarlo a valle, oltre questo termine questo diritto spetta ai vicini di Faido. Entrambe le parti sono tenute al rispetto dei precedenti capitoli, sotto pena di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius n. f.q. Iacomoli de Degio, habitator Ombrii Vallis Leventine. Notaio scrivente: Christoforus p.i.a.n., f. q. Petroli Petri Croli de Locarno, habitator Faydi. Notaio autenticante: Petrus f.q. domini presbiteri Laurentii de Seraziis de Molare habitator Faydi, p. ex sacra i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Copia autentica (Prima metà xvi sec.); lat. ASTi, Pergamene, Leventina 9 740 x 420 mm, righe 79. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme e presenta guasti lungo le piegature, alcune macchie e sbiaditure d'inchiostro. Edizione: MDT Lev., pp. 768-776, nr. 496 (di altro testimone originale). Regesto: MDT Lev., pp. 769-797, nr. 496.4.

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18 ottobre 1407, Giumaglio

Vendita / Carta venditionis

Goffredino del fu Giovannolo «domini Pessali de Orello» di Locarno vende a Guglielmo detto Bianchino del fu Zano «Byanchini» di Giumaglio un fitto di 30 soldi di denari nuovi, 3 libbre di formaggio e mezzo capretto, che lo stesso acquirente era tenuto a versare ogni anno per s. Martino al venditore «nomine hereditatis usque imperpetuum» su un complesso di 28 beni immobili situati nel territorio di Giumaglio e di Someo. Il detto Goffredino dichiara di avere ricevuto dall'acquirente 26 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Romerius n., f.q. Perini Christofani de Someo.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giumaglio 1 790 x 350 mm, righe 80. Numerosi piccoli fori dovuti a rosicatura. Gli elementi della datazione («ano a nativitate ... millessimo quadragintessimo septimo, die merchurii decimo octavo mensis octubris, indictione prima») non corrispondono tra loro; il 18 ottobre 1407 cadeva infatti di martedì anziché di mercoledì, come indicato dal notaio.

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19 novembre 1407, Claro

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et retrodati

Giovanni «de Pedesasso» del fu Martino Cistella di Preonzo, abitante a Claro, rivende ai fratelli Giovannolo, Cristoforo e Giacomino del fu Uberto detto Chierico di Claro tre terreni situati nel territorio di Claro «ad Siaziam», «ad Cirexiam» e «ad Nucem Brenum seu ad Fontanam», che egli aveva acquistato dai detti fratelli il 10 marzo 1406 al prezzo di 26 fiorini d'oro con garanzia di riscatto. Il prezzo della retrovendita è di 26 fiorini d'oro.

Notaio rogatario: Ambrosius de Castanedo f.c. ser Ayroldini de Castanedo de Claro p.i.a.n. Notaio scrivente: Antoniolus Arientus p.i.a.n., f.c. ser Francischoli Arienti de Mediollano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 23 390 x 230 mm, righe 75. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: MDT Riv., pp. 867-871, nr. xxv.

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15 dicembre 1407, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

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Aliolla del fu Francesco Magoria di Locarno, abitante a Locarno, con il consenso di suo marito Zanino del fu Rigotto «de Trubiano», vende a Giacomo del fu Guglielmo di Fusio, agente a nome del detto comune, la sua quota d'alpeggio sull'alpe «de la Cirexa et de Massarego» nel territorio di Lavizzara, al prezzo di 11 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannolus Pongie n., f.q. Antonioli Pongie de Scona habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 5 225 x 450 mm, righe 27. Piccolo strappo lungo la piega orizzontale superiore. Regesto: Meyer, Die Capitanei, p. 458 n. 1; Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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7 aprile 1408, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Giovannina del fu Paganolo «de Castigniola», vedova di Pietro di Ascona, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Togno di Gorduno del fu Zanino «de Alberto» e Michele «de Fontanacio» di Gorduno del fu Antonio, di un terreno a prato e bosco situato nel territorio di Carasso «ad Mortum», al canone annuo di due lire di denari terzoli e una gallina.

Notaio rogatario: Romerius Gibeta de Schona n. Berinzone f.c. Iohanis Gibete. Notaio estraente: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii laudatus ... per conscillium generalle comunis Berinzone ad explendum ... cartas ... traditas ... per condam Romerium Gibetam de Schona olim n. Berinzone olim f.c. Iohanis Gibete. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambarognio habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xv); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 24 480 x 390 mm, righe 56. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni.

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9 maggio 1408, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Dellama del fu Martinolo «Dellame» di Mergoscia di Minusio detta il suo testamento. Egli lascia ai poveri di Minusio in suffragio della sua anima e dei suoi predecessori uno staio di mistura di biada in pane e due brente di vino da consegnare «in prato Lozana», gravanti su un appezzamento di terreno vignato nel territorio di Minusio «ad Ripam». Stabilisce che la moglie Galizia sia «domina mayor» e usufruttuaria su tutti i beni e non possa essere allontanata da casa, a condizione che resti «in habitu viduali et prospitiente honorem ipsius testatoris». Infine istituisce erede universale il figlio Bertramo.

Notaio rogatario: Iorius de Menuxio n. Notaio estraente: Iohannolus Pongie n. f.q. Antonioli Pongie de Scona, laudatus, constitutus et confirmatus per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 162 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete dominum vicarium et consilium generale comunitatis, plebis Locarni et Scone ad explendum et expleri faciendum et in publicam formam redigendum et redigi faciendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas, rogatas et imbreviatas et tradita, rogata et imbreviata per condam Iorium de Menuxio n.

Originale estratto da imbreviature (1435 marzo 12); lat. Archivio Patriziale Minusio 10 395 x 310 mm, righe 40. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, e macchie di umidità. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 489-490.

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3 ottobre 1408, Milano

Ricevuta / -

Donato «de Castiago» del fu Giovanni di Porta Romana, nella parrocchia di S. Giovanni «ad Fontes» [di Milano], dichiara di avere ricevuto da Antonio Pasquale del fu Vincenzo di Porta Romana 23 fiorini di moneta di Milano a pagamento dei canoni livellari di alcuni beni immobili situati a Porta Romana, scaduti nel giorno di s. Michele, di cui il detto Antonio Pasquale è stato investito a titolo di livello perpetuo.

Notaio rogatario: Honriginus de Sartirana f.q. domini Albertoli civitatis Mediolani Porte Cumane parochie Sancti Protasii ad Monachos p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 2 a 265 x 195 mm, righe 23. L'atto è scritto su una pergamena contenente altre due ricevute fatte da Antonio Pasquale a Donato «de Castiago», di cui una frammentaria (cfr. Convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio 2b e 2c); come si può dedurre da alcuni piccoli forilungo il margine superiore, esso era probabilmente preceduto da atti riguardanti le medesime persone. L'inchiostro è sbiadito in ogni parte dell'atto.

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3 dicembre 1408, Cevio

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Franzio del fu Franzio «de lo Brorio» di Cevio, abitante a Bignasco, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo del fu Giacominetto «de la Via» di Bignasco di un terreno situato nel territorio del comune «in Monte de Segio», al canone annuo di 39 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes de Cevio n., f. Filipi n. de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 47 385 x 290 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe verticali e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle

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3 dicembre 1408, Cevio

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Franzio del fu Franzio «de lo Brorio» di Cevio, abitante a Bignasco, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo di Zano Canti di Bignasco di due terreni situati nella campagna di Bignasco «ad Ortum» e «in Repundis», al canone annuo di cinque mine di mistura di segale e miglio e tre libbre di formaggio estivo.

Notaio rogatario: Iohannes de Cevio n., f. Filipi n. de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 48 340 x 295 mm, righe 42. Due piccoli fori all'incrocio delle pieghe centrali e un altro foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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9 dicembre 1408, Cevio

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Franzio del fu Franzio «de lo Brorio» di Cevio, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Balzaro Gardioli di Bignasco di due terreni situati nella campagna di quel comune «in Luveras» e «in Crodas», al canone annuo di cinque mine di mistura di segale e miglio e tre libbre di formaggio estivo.

Notaio rogatario: Iohannes de Cevio n., f. Filipi n. de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 49 395 x 280 mm, righe 50. Fori di piccole e medie dimensioni, sette dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, una rosicatura lungo la piega verticale centrale e macchie diffuse nella parte inferiore.

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17 dicembre 1408, Torre

Attestazione / Instrumentum protestationis

Nella lite tra la vicinanza di Leontica, rappresentata dai consoli e procuratori Albrigolo di Comprovasco e Martino

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Lafranchi di Leontica, da una parte, e la vicinanza di Corzoneso, rappresentata dai consoli e procuratori Guglielmo di Giacomo Giovannini e Guglielmo «de Bellasera», dall'altra, riguardo ad una cascina costruita da quelli di Corzoneso sugli alpi di Tarch e di Garina, Giovannolo giudice di Malvaglia, vicario di Val Blenio e Antoniolo giudice «de Sylvaplana», dichiarano che la detta cascina debba rimanere al suo posto e che nessuna delle due parti potrà in futuro costruirne un'altra sopra il pascolo comune senza il consenso reciproco.

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f. ser Antonioli iudicis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 20 280 x 235 mm, righe 24. Edizione: MDT Bl., pp. 1495-1496, regesto aggiunto XIV.

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<...> <...> <14>08, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Betolo, Giovanni, Caterina e Ursina di Mendrisio del fu Finiberto della Porta vendono ad Antonio del fu Pellolo detto «Magistratius» (?) Fossati di Meride, agente anche a nome dei suoi fratelli Petrolo, Cristoforo e <...>, un terreno situato nel territorio di Meride «in Maro<...>», al prezzo di 57 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Guillelmolus Buozius p.i.a.n. Cumanus f.c. ser Alberti Buozii. Notaio scrivente: Filipolus de Selorino n.p. Cumanus f. domini Pauli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 47 570 x 340 mm, righe 55. Il documento è lacunoso e lacero, presenta numerosi fori e strappi lungo il margine sinistro ed è stato riutilizzato come copertina di fascicolo.

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27 aprile 1409, Milano

Ricevuta / -

Donato «de Castiago» del fu Giovanni di Porta Romana, nella parrocchia di S. Giovanni «ad Fontes» [di Milano], dichiara di avere ricevuto da Antonio Pasquale del fu Vincenzo di Porta Romana 18 lire e otto soldi imperiali a pagamento di un canone livellare di una «stationa» e di altri beni immobili situati su un sedime a Porta Romana, scaduto il giorno di Pasqua; il detto Antonio Pasquale è stato investito di tali beni a titolo di livello perpetuo per un canone annuo di 36 lire e 16 soldi imperiali.

Notaio rogatario: Iohannes de Cermenate f.q. domini Donisii (sic) n.p. Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Marie ad Portam. Notaio scrivente: Bartolomeus de Dugniano n. [f.c. domini Ambrosii porte Verceline parrochie Sancto Victoris ad

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Theatrum]

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 2 b 265 x 195 mm, righe 24. L'atto è scritto su una pergamena contenente altre due ricevute fatte da Antonio Pasquale a Donato «de Castiago», di cui una frammentaria (cfr. Convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio 2a e 2c); come si può dedurre da alcuni piccoli fori lungo il margine superiore, il foglio pergamenaceo era probabilmente preceduto da atti riguardanti le medesime persone.

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26 agosto 1409, Bellinzona

Vendita / Carta venditionis

Maffiolo Calancone del fu Zanino Calancone di Giubiasco vende a Giovanni del fu Andrea «de Benemado» di Giubiasco e a Zane del fu Martino Ottini di Pianezzo, procuratori della chiesa di S. Maria di Giubiasco e agenti a suo nome, due terreni situati nel territorio di S. Antonino e di Giubiasco, «subtus Viganam ubi dicitur in Concelina» e «subtus vineas de Zubiascho», al prezzo di 47 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Somazo n. Cumarum et Birizone f.q. domini Biaxini de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 3 375 x 400 mm, righe 53. Corrosioni lungo i margini e piccoli fori. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 35.

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28 settembre 1409, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli et hereditatis

Giovannolo Ferrario di Codeborgo del fu Antoniolo, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Zanino di Prada del fu Petrino e il figlio Petrolo, abitanti a Daro, di due terreni a vigna «et rompate» situati nel territorio di Bellinzona «in Gexio de subtus» e «ad Croxetam», al canone annuo di 12 congi di mosto o vino prodotto nelle terre livellate.

Notaio rogatario: Romerius f.c. Iohanis Gibete de [sic, si intenda Schona] p.i.a.n. habitans Birizone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 25 390 x 390 mm, righe 62. Due macchie e alcuni piccoli fori. Edizione: Bsb vi (1945), pp. 82-83.

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10 ottobre 1409, Ponto Valentino

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Martino del fu Guglielmo «Zanenche» di Leontica, abitante a Ponto Valentino, agente a nome proprio e del fratello Zane, investe a titolo di livello ereditario Enrico del fu Giacomo Giovanni di Dangio, agente a nome proprio e dei nipoti Giacomo e Zane figli del defunto Giovanni fratello di Enrico, di tre appezzamenti di terreno, due sul monte Toma e uno nel territorio di Largario, al fitto annuo di 9 staia di segale e orzo in parti uguali, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohanolus de Angio f. domini Martini valis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 3 580 x 210 mm, righe 86. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura, e estese rosicature nel margine sinistro. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: l'8 ottobre 1409 cadeva infatti di martedì e non di lunedì, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. iin pubblicazione, nr. regesto aggiunto XXVI.

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19 ottobre 1409, <...>

Ricevuta / -

Donato «de Castiago» del fu Giovanni di Porta Romana, nella parrocchia di S. Giovanni «ad Fontes» [di Milano], dichiara di avere ricevuto da Antonio Pasquale del fu Vincenzo di Porta Romana 18 lire e otto soldi a pagamento di un canone livellare scaduto nel giorno di s. Michele <...>. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 2 c 265 x 195 mm, righe 5. L'atto è scritto su una pergamena contenente altre due ricevute fatte da Antonio Pasquale a Donato «de Castiago» (cfr. Convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio 2a e 2b); come si può dedurre da alcuni piccoli fori lungo il margine superiore, il foglio pergamenaceo era probabilmente preceduto da atti riguardanti le medesime persone.

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4 novembre 1409, Bellinzona

Precetto / Preceptum

Giovannolo Salvagni, podestà di Bellinzona, su richiesta di Petrolo del fu Minolo del fu Albertino Cusa di Bellinzona ordina a Bertramo «de Zezio» e Giovanni del fu Lanfranco «del Bonalia» di Ravecchia, stimatori del comune di Bellinzona, di procedere alla stima di certi beni per estinguere un debito di dieci congi di vino bianco, 38 lire e otto soldi

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Notaio sottoscrittore: Baldessar de Porris n. causarum et comunis Birinzone.

ASTi, Pergamene, Pometta 26 (inserto)

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19 novembre 1409, Bellinzona

Stima e dazione in pagamento

Bertramo «de Zezio» del fu Simonolo, abitante a Bellinzona, e Giovanni del fu Lanfranco «del Bonalia», abitante a Ravecchia, stimatori eletti dal consiglio del comune di Bellinzona nel luglio dell'anno in corso, si presentano davanti a Giovannolo «de Salvagno» di Roveredo, podestà del borgo e del contado di Bellinzona, a seguito di una richiesta di Petrolo Cusa, figlio ed erede di Minolo del fu Albertino Cusa, abitante a Bellinzona, e procedono alla stima di alcuni beni per estinguere un debito di dieci congi di vino bianco delle vigne un tempo lavorate da Pietro del fu Guilizone Cusa di Bellinzona, contratto dal detto Pietro nei confronti di Minolo Cusa, padre del detto Petrolo, per un prestito di 12 lire di terzoli, nonché di 38 lire e otto soldi di terzoli, cinque staia e una mina di frumento, e assegnano tali beni al detto creditore.

Notaio rogatario: Baldessar de Porris f.c. domini Lucholi p.i.a.n. civitatis Mediolani nunc habitans in burgo Birinzone ac n. laudatus per conscilium comunis Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 26 510 x 390 mm, righe 80. L'atto è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo di rogiti del 1650 di Andrea Cusa. Macchie, erosioni e fori di piccole e medie dimensioni. Edizione: Bsb ii (1929), pp. 5-9. Inserti: 4 novembre 1409 (Bellinzona)

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30 novembre 1409, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, convocata per ordine del console Zane di Minetto «del Orto», vende al comune di Cavergno l'alpe di Magnasca situato in val Bavona, nel territorio di Cavergno, al prezzo di 150 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini Cadassie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 8 730 x 480 mm, righe 56. Danni al supporto soprattutto sul margine destro superiore, dove il documento è assai corroso e la scrittura particolarmente sbiadita in corrispondenza di gore di umidità.

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9 marzo 1410, Bignasco

Testamento / Instrumentum testamentorum

Minetto del fu Zanino «del Orto» di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco 24 soldi di denari nuovi da distribuire sotto forma di pane di frumento e quattro libbre di formaggio estivo, garantendoli su un terreno situato nella campagna di Cavergno «in Cavargina, in Mota Cavargine et in Pratis». Egli lascia inoltre alla chiesa di S. Michele di Bignasco tre lire di denari nuovi, e dispone che al figlio Bernardo spettino, al momento della divisione dei beni con l'altro figlio Zano, 40 lire di denari nuovi in cambio della dote data dallo stesso Minetto a Mattea, figlia di Zano e moglie di Guglielmo di Alessio di Guglielmo Ghisla di Bignasco. Nomina infine eredi universali i figli Zano e Bernardo.

Notaio rogatario: Filipus de Cevio n., f.c. Zanini Filipini Cadasie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 50 590 x 345 mm, righe 46. Una lacerazione verticale centrale ricucita precedentemente la stesura del documento e alcuni fori di piccole dimensioni, uno dei quali, situato lungo il bordo inferiore, presenta un piccolo filo di cuoio annodato.

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21 giugno 1410, Bellinzona

Vendita e vendita / Instrumentum venditionis; instrumentum venditionis

Il comune di Gudo, rappresentato dal console Giovannolo del fu Giovannolo «de Albertollo» di Cortenuova di Piancalardo, da suo figlio Giacomo, e dai fratelli Cristoforo, Stefano e Guglielmolo del fu Beto di Giovannolo «de Albertollo» di Cortenuova di Piancalardo, vende a Viviano del detto fu Giovannolo «de Albertollo» di Cortenuova di Piancalardo una quota di sette soldi e mezzo di terzoli del canone livellare locato al detto Viviano e gravante su un terreno con edifici situato nel territorio di Gudo «ad Planum de Subtus». Il prezzo della vendita è di cinque lire di denari nuovi. Il medesimo giorno il comune di Gudo, rappresentato dalle medesime persone, vende al detto Viviano, agente anche a nome della nipote Margherita del fu Antonio, una quota di tre lire e due soldi di terzoli del canone livellare di 12 lire e 12 soldi di terzoli locato ai detti Viviano e Margherita e gravante su un terreno con edifici situato nel territorio di Gudo «in Plano Gassonio» (?) e sull'alpe «de Mugniono». Il prezzo della vendita è di 17 lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Ambrosius de Marliano n. Birinzone f.c. domini magistri Petri de Marliano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 27 450 x 450 mm, righe 70. Numerosi fori, macchie e lacerazioni di medie e grosse dimensioni, in particolare in corrispondenza delle pieghe e lungo i margini.

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28 dicembre 1410, Someo

Testamento / Testamentum

«Adelaxia» del fu Guglielmo «de Maurela» di Cevio, vedova di Martino «Rolandi» di Someo, detta il proprio testamento. Dopo aver annullato eventuali testamenti precedenti, ordina che i suoi eredi diano ogni anno tre mine di miglio e segale al comune e ai poveri di Someo e di Riveo, garantite su due terreni a campo e prato situati nella campagna di Someo «ad pedes Carallem de Silva buta (?)» e «in Sortes de bona», da distribuirsi sotto forma di pane il giorno di Natale come le altre elemosine. Istituisce infine eredi universali il comune e i poveri di Someo.

Notaio rogatario: Romerius n., f.q. Perini Christofani de Someo.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 6 335 x 360 mm, righe 29. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle, piccoli fori dovuti all'usura lungo le pieghe. Il documento è datato secondo lo stile della Natività. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: nel dicembre 1410 correva l'indizione quarta secondo l'uso locale, anziché la terza come indicato dal notaio.

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28 ottobre 1411, Aurigeno

Locazione / Hereditas

Martino del fu Guglielmetto «Belloni», Zanno del fu Guglielmetto «de Brugnolis», Antonio del fu Lafranco «Brugnoli», Zanno del fu Martino «de Sizanicho», Domenico di Giacomino «de la Gana» e Nicolao del fu Giovanni «de Oro» di Golino abitante ad Aurigeno, tutti agenti a nome dei vicini di Aurigeno e «Verzino», investono a titolo di enfiteusi Martino del fu «Zanarii Grossii» di Cevio, abitante ad Aurigeno, e Giovanni del fu Minetto «Canove» di Aurigeno di un appezzamento a prato, selva e vigna situato nel territorio di Aurigeno «ad Vineam de la Piaza», al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi da versare per s. Martino.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.q. Petri Feloli de Dissimo habitator Madie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 29 220 x 350 mm, righe 24. Numerosi piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le pieghe. Secondo la consuetudine greca in uso nella regione il 28 ottobre 1411 correva l'indizione quinta, anziché la quarta come indicato nel documento.

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28 novembre 1412, Claro

Ricevuta / Instrumentum confessionis

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Giacomino del fu Uberto detto Chierico di Claro, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovannolo e Cristoforo, dichiara di avere ricevuto da Guglielmolo «de Zigniardo» del fu Albertello di Claro, abitante a Cassero, dieci soldi di terzoli a pagamento dei canoni d'affitto arretrati «totius illius vasellatichi et feudatici» dovuti dal detto Guglielmolo al detto Uberto, ora defunto, e ai suoi eredi.

Notaio rogatario: Andriolus p.i.a.n., f.c. ser Guidazii de Arona habitator Clari. Notaio scrivente: Iohanolus de Falchis p.i.a.n., f.c. domini Antonioli de Falchis.

; ASTi, Pergamene, Pometta 28 265 x 180 mm, righe 31. Edizione: MDT Riv., pp. 871-872, nr. XXVI.

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27 gennaio 1413, Bellinzona

Vendita e donazione / Instrumentum venditionis et donationis

Barnaba Orelli di Locarno del fu Rodolfo, abitante a Bellinzona, vende al notaio rogatario Romerio «Gibeta», agente a nome della chiesa e della canepa di S. Quirico di Daro, i due terzi di un complesso di sette terreni situato nel territorio di S. Antonino la cui terza parte appartiene agli eredi del fu Donato Magoria di Locarno, locato dai detti Barnaba e Donato a Filippo del fu Antonio di Albertuccio «de Pedragnia» di S. Antonino. Il prezzo della vendita è di 20 lire di terzoli, versate a nome della detta chiesa da Giacomo del fu Zanino «Redi» di Daro quale valore residuo dei beni in questione che vengono ceduti a titolo di donazione dal detto Barnaba affinché la detta chiesa faccia celebrare ogni anno dopo la sua morte una messa a suffragio dell'anima di Barnaba e dei suoi predecessori.

Notaio rogatario: Romerius f.c. Iohanis Gibete de Scona p.i.a.n. habitans Birizone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 8 (v.n. A. IV/11) 400 x 425 mm, righe 61. Diverse macchie e fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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20 giugno 1413, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

I fratelli Pietro, Cristoforo e Vincenzo del fu Vallariolo Rusca di Como, abitanti a Giubiasco, investono a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Zane, Primo e Domenico del fu Giulio «de Resserio» di Roveredo, abitanti ad Arbedo, di un complesso di terreni e altri beni immobili situati nel territorio di Arbedo, al canone annuo di due some di biada di frumento, segale, miglio e panico, una soma di castagne peste, tre capponi, otto lire di denari nuovi e della metà del vino prodotto nelle vigne locate.

Notaio rogatario: Ser Ambroxius de Marliano f.c. domini magistri Petri de Marliano. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone ac notarius laudatus ...

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 171 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete per conscilium comunis Berinzone ad explendum ... instrumenta ... tradita ... per nunc c. ser Ambroxium de Marliano f.c. domini magistri Petri de Marliano.

Originale estratto da imbreviature (1494 maggio 13); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 29 600 x 345 mm, righe 79. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle, e un foglietto di carta cucito al bordo superiore con notizia relativa al contenuto (sec. xvii). Edizione: Bsb vii (1947), pp. 292-294.

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16 settembre 1413, Cevio

Determinazione di confini / Instrumentum protestationis

Davanti a Lamberto detto «Vescontus» del fu Filippo di Franzino Cadassia di Cevio, luogotenente di Antoniolo di Marco «de Rido» di Val d'Ossola, vicario della comunità di Vallemaggia, Verzasca e Mergoscia, si presentano Franzono del fu Lamberto Cadassia di Cevio e Franzio detto Franzeta del fu Franzino «de lo Broyro» di Cevio, abitante a Bignasco, eletti dal detto vicario e dai comuni di Bignasco, Someo e Riveo per stabilire, insieme a Dionisio del fu Laffranco Somadinoti di Riveo, i confini dell'alpe di Agarone e del territorio di Bignasco, di Someo e di Riveo. Essi riferiscono di aver proceduto alla fissazione dei termini il martedí precedente e ne elencano i luoghi e le modalità.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadassis de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 51 680 x 440 mm, righe 45. Il documento è danneggiato da macchie lungo tutto il bordo sinistro, e presenta alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali, situato nella parte inferiore, di medie dimensioni. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 52

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16 settembre 1413, Cevio

Determinazione di confini / Instrumentum protestationis et compartitionis terminatorum

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 51.

Notaio rogatario: Filipus n. [f.c. Zanini Filipini de Cadassis de Cevio]. Notaio scrivente: Antonius f.c. Andrioli olim Filipi n. de Cadassiis de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 52 540 x 285 mm, righe 39. Uno strappo in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 51

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27 ottobre 1413, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Maffiolo di Porolo de Muralto di Locarno investe a titolo di eredità perpetua il comune di Cavergno dell'alpe «Legalpis», situato in valle Bavona, al canone annuo di 24 libbre di formaggio dell'alpe pesato alla stadera di Locarno. Il proprietario dichiara inoltre di ricevere dai detti rappresentanti 320 lire di denari nuovi a pagamento dell'investitura.

Notaio rogatario: Georgius de Baddis f.c. domini Petri de Baddis de burgo Canobio n. habitator Locarni. Notaio scrivente: Antoniolus Arientus p.i.a.n., f. c. ser Francischoli Arienti de Mediollano habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 9 730 x 540 mm, righe 70. Il documento è danneggiato soprattutto sui bordi, dove la scrittura appare particolarmente sbiadita. Quattro cuciture di medie dimensioni precedenti la stesura del documento.

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13 gennaio 141<4>, Milano

Concessione di stemma comunale

In risposta ad una supplica del comune di Sonvico, il duca di Milano Filippo Maria Visconti concede ad esso di poter far uso di un proprio stemma, costituito da un monte bianco ombreggiato affiancato da due torri con alcuni edifici in primo piano, su campo azzurro.

Cancellieri: Iohannes , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Filippo Maria Visconti, duca di Milano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 6 350 x 460 mm, righe 13. Pergamena miniata. Alcuni piccoli fori negli angoli e lungo le pieghe. Edizione: Kohler-Meneghelli, Gli stemmi, 1912, pp. 107-108 e tavola IX (sotto la data 13 gennaio 1415); CDT, vol. ii, pp. 211-213, nr. clxvi.

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16 ottobre 1414, Lugano

Riconoscimento di debito / Carta confessionis

Il capitano di Lugano e Valle Tonolo «de Ochis», agente a nome del duca di Milano, dichiara di avere ricevuto da Zannollo del fu Lanfranco «de Parono» di Camignolo, agente anche a nome degli eredi dei fu Antonio, Pietro e Zane

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«de Parono» di Camignolo, 20 lire di denari nuovi a pagamento dei canoni d'affitto arretrati di beni immobili che costituiscono un feudo «conditionallis» della chiesa vescovile di Como.

Notaio rogatario: Girardolus Carulus n. Lugani f.c. ser Martini. Notaio scrivente: Antoniolus de Seregnio de Lugano n. Cumanus f.c. ser magistri Blaxini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 4 240 x 230 mm, righe 32. Alcune lacune causate da erosioni del supporto e da sbiaditure della scrittura.

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29 gennaio 1415, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture et dationis ad hereditatem

Giacomo del fu Corrado Rastelli di Locarno investe a titolo di eredità perpetua Adamino del fu Brazino «de Bogio» di Minusio di un terreno arativo e vignato nel territorio di Minusio «in Buschaliolo», al canone annuo di 2 brente di mosto, prodotto nel detto terreno, per 3 anni e 3 brente di mosto a partire dal terzo anno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Georgius de Baddis de Canobio f. c. domini Petri n., habitator Locarni. Notaio scrivente: Petrolus n., f. q. Guaschony de Guaschonis de Locarno, habitator Schone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 7 520 x 430 mm, righe 64. Piccole rosicature lungo i margini sinistro e superiore.

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30 marzo 1415, Costanza

Lettera di confessione

Giordano Orsini, cardinale vescovo di Albano e penitenziere maggiore apostolico, concede a Orsina «de Misinti» della diocesi di Milano di poter scegliere liberamente un confessore nel corso dei prossimi cinque anni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 6 165 x 185 mm, righe 12. Lacerazione lungo la piega verticale sinistra, alcuni piccoli fori, prove di scrittura nel recto e nel verso. Note di cancelleria (in parte coperte dalle numerose prove di scrittura apposte sulla pergamena): 1. nel recto, in calce al testo con allineamento a sinistra: H. de Fontibus; 2. sull'esterno della plica, nella posizione dedicata allo scrittore: Io. de Miscetis (?).

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23 settembre 1415, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Andrea «de Benemalo» di Giubiasco vende a Giovanni di Carmena del fu Guglielmo Giramo di Carmena un terreno arativo situato nel territorio di Giubiasco «in Girazio», al prezzo di 19 fiorini.

Notaio rogatario: Georgius Castoyra de Lugano p.i.a.n., f.c. ser Anrigini.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 9 (v.n. A. IV/12) 350 x 345 mm, righe 45. Piccoli fori lungo le pieghe.

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13 febbraio 1416, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Albertolo del fu Alcherio Prevosti di Avegno vende a Giovannino del fu Zanolo «de Morte» (?) di Avegno, caneparo della chiesa di S. Abbondio di Avegno e agente a nome della stessa, un terreno con alberi di noce e due cascine situato nel territorio di Avegno «de suptu», dove si dice «ad Silvam», al prezzo di 16 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohaninus n. patruus Filipi f. Andrioli Filipy n. de Cevio. Notaio estraente: Fili[p]us n., f. Andrioli Filipy notarii de Cevio constitutus per consilium generale comunitatis Vallismadie, Lavizarie, Verzasche et pertinentiarum ad explendum ... omnia instrumenta ... tradita ... per condam Iohaninum n. patruum meum.

Originale estratto da imbreviature (1438 luglio 28); lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 13 565 x 410 mm, righe 66. Dieci fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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12 aprile 1416, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Zanetto di Quinto, abitante sul Monte Piottino in valle Leventina, del fu Albertino «de Bernardo» di Quinto promette di restituire ai frati Antonio di Gallarate, guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, Bertramolo di Locarno e Ambrogio di Milano, tutti abitanti in detto convento e agenti a nome dello stesso, 12 fiorini d'oro, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino, da versare per metà entro Natale e per l'altra metà entro Pasqua dell'anno successivo, per il vitto fornito dai frati a lui e al figlio Giacomo negli anni 1415 e 1416.

Notaio rogatario: Iohannollus Salie n. f. q. Guidoti Salie de Locarno.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 8 320 x 250 mm, righe 33. 5 fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori, dovuti a rosicatura.

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13 luglio 1416, Rongie (Malvaglia)

Commissione / Instrumentum comissionis

Antoniolo giudice «de Sylvaplana», Giovannolo giudice di Malvaglia, Paganino di Torre e Varenzo «de Carbonicho», incaricati dal conte Giovanni di Sacco di risolvere la lite tra la vicinanza di Leontica e Comprovasco, rappresentata dal console Martino Lafranchi e dai vicini Giovannino giudice di Leontica e Albrigolo di Comprovasco, da una parte, e Pietro del fu Martino del Breno della fu Beltrama del fu Guglielmo «de Albricho» di Comprovasco, dall'altra, circa l'obbligo di quest'ultimo di corrispondere annualmente, in occasione delle litanie di maggio o giugno, quattro staia di biada panificata, destinate dal fu Guglielmo «de Albricho» nella misura di uno staio al prebendato delle chiese di S. Giovanni a Leontica e di S. Bartolomeo a Comprovasco e di tre staia alla vicinanza di Leontica e Comprovasco, incaricano il console e i vicini di Leontica e Comprovasco di risolvere la detta questione entro gli otto giorno seguenti.

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f. ser Antonioli iudicis et notarii, Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 4 305 x 290 mm, righe 35. Alcuni piccoli fori e lacerazioni nonché un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1416 il 13 luglio cadeva di lunedì e non di giovedì, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. 1169-1171, nr. 494.

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28 giugno 1417, Castione

Compromesso / Instrumentum compromissi

Sette vicini di Claro, agenti a nome di tutti i vicini di quel comune, da una parte, e otto vicini di Castione e 11 vicini di Lumino, agenti a nome di tutti i vicini di Castione e Lumino, dall'altra, nominano arbitri Martino «de Roncho» di Lumino del fu Mono, Giovanni del fu Zane «de Roncho» di Lumino, Martino del fu «Bachagii» di Castione, Martino del fu Antonio «Zanoni» di Castione, Bartolomeo giudice del fu Airoldino di Claro, Mino «Bruni» di Claro, Andreolo del fu Guidazio di Claro e Martino del fu Minetto di Matro di Claro, con l'incarico di risolvere la lite in merito ai territori contesi e ai confini comuni. Nel caso in cui gli arbitri non si accordassero, le parti nominano quali mediatori Albertolo Rusca di Bellinzona del fu Ravazino Rusca e Francescolo Ghiringhelli di Albertino Ghiringhelli di Milano, abitante a Biasca. La durata del compromesso è di 15 giorni.

Notaio rogatario: Iohannolus n.i.a.p. habitans Abiasche pertinenziarum Vallis Leventine, f.q. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha. Notaio rogatario: Antons de Cuxa de Bir[i]nzona p.i.a.n. Birinzone, f.c. ser Paganolli.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 3

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495 x 495 mm, righe 72. Alcune rosicature lungo la piega verticale sinistra. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 9. Regesto: Mdt Riv., pp. 474-476, nr. 294 (da esemplare conservato in Archivio Comunale Claro, perg. 2).

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28 giugno 1417, Claro

Conferma di compromesso / Carta ratifficationis

I vicini di Claro non intervenuti alla stipulazione del compromesso, concluso il giorno stesso dai vicini di Claro, da una parte, e da quelli di Castione e Lumino, dall'altra, nella lite in merito ai territori contesi e ai confini comuni, confermano tale atto. La conferma avviene in presenza di Arnold von Silenen e Heinrich Leuch di Unterwalden, vicario di Leventina «et pertinenziarum», entrambi ambasciatori della lega di Uri e Unterwalden, i quali concedono il loro assenso agli atti stipulati per risolvere la lite.

Notaio rogatario: Iohannolus i.a.n.p. habitans Abiasche, f.c. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 4 500 x 480 mm, righe 61. Diverse rosicature, soprattutto lungo la piega verticale sinistra; numerose macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 7. Sulla stessa pergamena figurano la presente conferma di compromesso (righe 1-29), la conferma di compromesso del 29 giugno 1417 (righe 30-39) e la rinunzia e delega del 9 luglio 1417 (righe 40-61). Regesto: Mdt Riv., pp. 476-478, nr. 295 (da esemplare conservato in Archivio Comunale Claro, perg. 3).

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29 giugno 1417, Biasca

Conferma di compromesso / Instrumentum ratifficationis et confirmationis

Sette vicini di Claro confermano il compromesso stipulato il giorno precedente dai rappresentanti di Claro, da una parte, e da quelli di Castione e Lumino, dall'altra, nella lite in merito ai territori contesi e ai confini comuni.

Notaio rogatario: Iohannolus n.i.a.p., f.c. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha, habitans Abiasche.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 4 500 x 480 mm, righe 61. Diverse rosicature, soprattutto lungo la piega verticale sinistra; numerose macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 7. Sulla stessa pergamena figurano la conferma di compromesso del 28 giugno 1417 (righe 1-29), la presente conferma di compromesso (righe 30-39) e la rinunzia e delega del 9 luglio 1417 (righe 40-61). Regesto: Mdt Riv., pp. 476-478, nr. 296 (da esemplare conservato in Archivio Comunale Claro, perg. 3).

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9 luglio 1417, Castione

Rinunzia e delega / Carta renuntiationis

Gli arbitri nominati il 28 giugno 1417 dai vicini di Claro, da una parte, e da quelli di Castione e Lumino, dall'altra, nella lite in merito ai territori contesi e ai confini comuni, rinunciano all'incarico conferito loro e affidano la risoluzione ai mediatori Albertolo Rusca di Bellinzona del fu Ravazino e Francescolo Ghiringhelli notaio di Albertino Ghiringhelli di Milano, abitante a Biasca.

Notaio rogatario: Iohannolus i.a.n.p. habitans Abiasche pertinenziarum Vallis Leventine, f.c. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 4 500 x 480 mm, righe 61. Diverse rosicature, soprattutto lungo la piega verticale sinistra; numerose macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 7. Sulla stessa pergamena figurano la conferma di compromesso del 28 giugno 1417 (righe 1-29), la conferma di compromesso del 29 giugno 1417 (righe 30-39) e la presente rinunzia e delega (righe 40-61). Regesto: Mdt Riv., pp. 478-479, nr. 297 (da esemplare conservato in Archivio Comunale Claro, perg. 3).

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10 luglio 1417, Bellinzona

Petizione / Petitio

Davanti a Albertolo Rusca di Bellinzona e a Francescolo Ghiringhelli di Biasca, arbitri e mediatori eletti nella lite tra i vicini di Claro, da una parte, e quelli di Castione e Lumino, dall'altra, in merito ai territori contesi e ai confini comuni, si presentano Giacomo «Pedreti» di Claro e Martino «Mineti» di Claro, procuratori di quel comune, ed espongono le loro richieste. Essi chiedono che la parte avversa sia esclusa dal godimento di pascoli e boschi entro un confine da loro indicato, e che sia condannata a versare loro 100 fiorini d'oro in risarcimento delle spese sostenute.

Archivio Comunale Lumino 5 (inserto)

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10 luglio 1417, Bellinzona

Petizione / Petitio

Davanti a Albertolo Rusca abitante a Bellinzona Biasca, arbitri e mediatori eletti nella lite tra i vicini di Claro, da una parte, e quelli di Castione e Lumino, dall'altra, in merito ai territori contesi e ai confini comuni, si presentano Giacomo «Pizenus», console, e altri rappresentanti di Castione e Lumino, ed espongono le loro richieste. Essi chiedono che siano posti termini di confine in certe località da loro indicate, e che la parte avversa

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Archivio Comunale Lumino 5 (inserto)

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11 luglio 1417, Bellinzona

Mandato / Littere

Il prete Pietro «de Subinago», canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, ordina a Giovannolo di Cabbiolo, Pagano Ghiringhelli e Gaspare <«de Sacho»>, di presentarsi il giorno seguente nella chiesa di S. Stefano di Bellinzona per procedere l'elezione dell'arciprete, vacante per la morte di Bertramo Martignoni.

Notaio sottoscrittore: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone ac in hac parte scriba prefati domini Petri canonici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 3 580 x 310 mm, righe 86. Sulla stessa pergamena figurano il presente mandato (righe 1-11), la relazione di notificazione dell'11 luglio 1417 (righe 12-23), l'elezione di arciprete del 2 luglio 1417 (righe 24-71) e la relazione di notificazione del 15 luglio 1417 (righe 72-86). Lacerazioni, guasti e rosicature nella metà superiore.

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11 luglio 1417

Relazione di notificazione / Relatio

Gaspare «de Carreto» di Cannobio, abitante a Bellinzona, dichiara al notaio rogatario di aver personalmente fatto notifica ai preti Giovannolo di Cabbiolo, Pagano Ghiringhelli e Gaspare «de Sacho».

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 3 580 x 310 mm, righe 86. Sulla stessa pergamena figurano il mandato dell'11 luglio 1417 (righe 1-11), la presente relazione di notificazione (righe 12-23), l'elezione di arciprete del 2 luglio 1417 (righe 24-71) e la relazione di notificazione del 15 luglio 1417 (righe 72-86). Lacerazioni, guasti e rosicature nella metà superiore.

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12 luglio 1417, Castione

Arbitrato / Instrumentum sententie et arbitramentorum

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Albertolo Rusca di Bellinzona del fu Ravazino, arbitro e mediatore eletto insieme a Francescolo Ghiringhelli di Biasca nella lite tra i vicini di Castione e Lumino, da una parte, e quelli di Claro, dall'altra, in merito ai territori contesi e ai confini comuni, non avendo raggiunto un accordo con il detto Francescolo e non volendo lasciar trascorrere il termine stabilito per la decisione, pronuncia il proprio arbitrato in presenza di Giovannolo Salvagni di Roveredo, podestà di Bellinzona, di Bartolomeo giudice di Claro, procuratore del comune di Claro, e dello stesso Francescolo. Egli dichiara che entrambe le parti dovranno continuare a sfruttare il territorio conteso così come avevano fatto fino alla conquista di Bellinzona da parte di Alberto di Sacco.

Notaio rogatario: Iohannolus i.a.n.p., f.q. Guarischi de Folzeriis de Mugiascha, vicinus et habitator Abiasche pertinenziarum Vallis Leventine. Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birizona p.i.a.n., f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 5 690 x 575 mm, righe 96. Gravi lacune a causa di rosicature, in particolare all'incrocio delle pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 8. Inserti: 10 luglio 1417 (Bellinzona), 10 luglio 1417 (Bellinzona)

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12 luglio 1417, Bellinzona

Elezione di arciprete

I preti Pietro «de Subinago» e Giovannolo di Cabbiono, a nome dei canonici della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, eleggono Pagano Ghiringhelli arciprete della detta chiesa.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona f.c. ser Paganoli p.i.a.n. Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 3 580 x 310 mm, righe 86. Sulla stessa pergamena figurano il mandato dell'11 luglio 1417 (righe 1-11), la relazione di notificazione dell'11 luglio 1417 (righe 12-23), la presente elezione di arciprete (righe 24-71) e la relazione di notificazione del 15 luglio 1417 (righe 72-86). Lacerazioni, guasti e rosicature nella metà superiore.

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15 luglio 1417

Relazione di notificazione / Relatio

Lorenzolo «de Gatonibus» di Gallarate del fu Antonio, su richiesta del prete Pietro «de Subinago», canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, dichiara al notaio rogatario di aver notificato al prete Giovannolo di Cabbiolo di presentarsi nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona per eleggere un procuratore da presentare a Pagano Ghiringhelli.

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Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli de Cuxa de Birinzona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 3 580 x 310 mm, righe 86. Sulla stessa pergamena figurano il mandato dell'11 luglio 1417 (righe 1-11), la relazione di notificazione dell'11 luglio 1417 (righe 12-23), l'elezione di arciprete del 2 luglio 1417 (righe 24-71) e la presente relazione di notificazione (righe 72-86). Lacerazioni, guasti e rosicature nella metà superiore.

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28 agosto 1417, Isone

Compromesso / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Isone designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Medeglia in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6 710 x 450 mm, righe 90. Sulla medesima pergamena figurano il presente compromesso, il compromesso del comune di Medeglia del medesimo giorno e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Due lacerazioni di medie e grosse dimensioni, la prima nella parte superiore centrale, la seconda discendente in diagonale dall'angolo superiore destro a quello inferiore sinistro. Entrambe sono state cucite in modo grossolano in tempi successivi alla stesura dell'atto. Altri piccoli e medi fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7

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28 agosto 1417, Isone

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et compromissi

L'assemblea dei vicini di Isone designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Medeglia in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 700 x 450 mm, righe 92. Sulla medesima pergamena figurano il presente compromesso, il compromesso del comune di Medeglia del medesimo giorno e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Il supporto presenta annerimenti, lacerazioni e strappi che compromettono la lettura del documento. Tre cuciture precedenti la stesura dell'atto, altre due posteriori e 9 pezzi di carta gommata incollati nel verso. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145.

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Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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28 agosto 1417, Isone

Compromesso / Instrumentum compromissi

L'assemblea dei vicini di Isone designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Medeglia in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: [Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia]. Notaio estraente: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (Prima metà sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 1100 x 360 mm, righe 130. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Sul medesimo supporto figurano il presente compromesso, il compromesso del comune di Medeglia del medesimo giorno e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Lacuna di medie dimensioni dovuta a rosicature nell'angolo superiore destro e alcuni piccolissimi fori. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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28 agosto 1417, Isone

Compromesso / Instrumentum compromissi

L'assemblea dei vicini di Medeglia designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Isone in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6 710 x 450 mm, righe 90. Sulla medesima pergamena figurano il compromesso del comune di Isone del medesimo giorno, il presente compromesso e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Due lacerazioni di medie e grosse dimensioni, la prima nella parte superiore centrale, la seconda discendente in diagonale dall'angolo superiore destro a quello inferiore sinistro. Entrambe sono state cucite in modo grossolano in tempi successivi alla stesura dell'atto. Altri piccoli e medi fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7

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28 agosto 1417, Isone

Compromesso / Instrumentum sindicatus et compromissi

L'assemblea dei vicini di Medeglia designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Isone in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 700 x 450 mm, righe 92. Sulla medesima pergamena figurano il compromesso del comune di Isone della medesima data, il presente compromesso e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Il supporto presenta annerimenti, lacerazioni e strappi che compromettono la lettura del documento. Tre cuciture precedenti la stesura dell'atto, altre due posteriori e 9 pezzi di carta gommata incollati nel verso. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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28 agosto 1417, Isone

Compromesso / Instrumentum compromissi

L'assemblea dei vicini di Medeglia designa quali arbitri Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, con l'incarico di risolvere entro il prossimo 15 settembre la lite con il comune di Isone in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis».

Notaio rogatario: [Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia]. Notaio estraente: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (Prima metà sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 1100 x 360 mm, righe 130. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Sul medesimo supporto figurano il compromesso del comune di Isone del medesimo giorno, il presente compromesso e l'arbitrato del 15 settembre 1417. Lacuna di medie dimensioni dovuta a rosicature nell'angolo superiore destro e alcuni piccolissimi fori. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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15 settembre 1417, Lugaggia

Arbitrato / Instrumentum sindicatus et compromissi

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Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, arbitri eletti nella lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Medeglia, dall'altra, in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis», pronunciano il loro arbitrato. Essi assegnano a Isone il diritto di sfruttare gli alpi «de Pecedalo et Cugnoli Tentivi», e stabiliscono che le terre comuni «in Pianchis» siano sfruttate da entrambe le parti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6 710 x 450 mm, righe 90. Sulla medesima pergamena figurano il compromesso del comune di Isone e il compromesso del comune di Medeglia, entrambi del 28 agosto 1417, e infine il presente arbitrato. Due lacerazioni di medie e grosse dimensioni, la prima nella parte superiore centrale, la seconda discendente in diagonale dall'angolo superiore destro a quello inferiore sinistro. Entrambe sono state cucite in modo grossolano in tempi successivi alla stesura dell'atto. Altri piccoli e medi fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7

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15 settembre 1417, Lugaggia

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, arbitri eletti nella lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Medeglia, dall'altra, in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis», pronunciano il loro arbitrato. Essi assegnano a Isone il diritto di sfruttare gli alpi «de Pecedalo et Cugnoli Tentivi», e stabiliscono che le terre comuni «in Pianchis» siano sfruttate da entrambe le parti.

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 700 x 450 mm, righe 92. Sulla medesima pergamena figurano il compromesso del comune di Isone e il compromesso del comune di Medeglia, entrambi del 28 agosto 1417, e infine l'arbitrato del 15 settembre 1417. Il supporto presenta annerimenti, lacerazioni e strappi che compromettono la lettura del documento. Tre cuciture precedenti la stesura dell'atto, altre due posteriori e 9 pezzi di carta gommata incollati nel verso. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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15 settembre 1417, Lugaggia

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Domenico detto Corbella del fu Giacomo Bruno e Lanfranco del fu Martino Rossi di Isone, arbitri eletti nella lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Medeglia, dall'altra, in merito allo sfruttamento degli alpi «de Pecedalo et

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Cugnioli Tentivi» e dei terreni comuni «in Pianchis», pronunciano il loro arbitrato. Essi assegnano a Isone il diritto di sfruttare gli alpi «de Pecedalo et Cugnoli Tentivi», e stabiliscono che le terre comuni «in Pianchis» siano sfruttate da entrambe le parti.

Notaio rogatario: [Albertolus de Quadrio n. Cumarum f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia]. Notaio estraente: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (Prima metà sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 7 1100 x 360 mm, righe 130. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Sul medesimo supporto figurano il compromesso del comune di Isone e il compromesso del comune di Medeglia, entrambi del 28 agosto 1417, e infine il presente arbitrato. Lacuna di medie dimensioni dovuta a rosicature nell'angolo superiore destro e alcuni piccolissimi fori. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 71 n. 145; Lepori, Isone, p. 106 n. 6. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 5 , ASTi, Pergamene, Comune di Isone 6

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6 novembre 1417, Torre

Sentenza / -

Nella controversia tra Antonio «de Riveria», console della vicinanza di Largario e agente in nome della stessa, da una parte, e Clemente di Dangio del fu Zillio, dall'altra, circa la consegna da parte di quest'ultimo di una certa quantità di pane e di formaggio, Giovannolo giudice di Malvaglia, vicario di Val Blenio, che siede in tribunale, dichiara che Clemente di Dangio, che può godere del diritto di vicinato nella vicinanza di Largario, è tenuto a consegnare ogni anno un pane nel giorno di s. Giacomo (29 dicembre) ed uno nel giorno dei ss. Giacomo e Cristoforo (25 luglio), nonché un formaggio l'antivigilia di s. Giovanni (24 giugno), come gli altri vicini fanno secondo un antico voto.

Notaio rogatario: Antoniolus iudes de Sylvaplana f.c. Iohannis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 3 225 x 145 mm, righe 31. Lievi sbiaditure dell'inchiostro nella parte superiore. Edizione: MDT Bl., pp. 1174-1175, nr. 496.

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2 gennaio 1418, Gordevio

Locazione / Instrumentum

Il comune di Avegno, rappresentato dal console Iorio del fu Zanetto di Cevio abitante ad Avegno e da alcuni vicini del comune, investe a titolo di eredità perpetua Giacomo del fu Otto detto «Grata» di Gordevio di un terreno situato nel territorio di Avegno «in Torbegium», al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.q. Petri Feloli de Disimo habitator Solduni.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 14 295 x 340 mm, righe 43. Fori e lacune di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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17 aprile 1418, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Zano di Simone Rame di Cavergno, con l'autorizzazione del padre, vende a Sabata di Franzio detto Franzeta di Bignasco due terreni situati nella campagna di Bignasco «ad Campum del Orto» e «ad Campum de Solario». La vendita è stipulata in pagamento della dote della donna.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadassis de Cevio. Notaio scrivente: Bernardus n., f.c. Gulielmi n. de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 53 490 x 445 mm, righe 52. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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22 agosto 1418, Bellinzona

Vendita, dazione in pagamento e locazione / Instrumentum venditionis et insolutum dationis, instrumentum locationis

Petrolo Mandelli del fu Albertino, abitante a Bellinzona, vende a Bellolo della Motta del fu Giovannolo, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio e nella campagna di Bellinzona «in Semeda de supra», sul quale non grava alcuna decima, al prezzo di 33 lire e quattro soldi di terzoli. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dal venditore, consistenti in 14 lire di terzoli per un drappo vendutogli dal fu Mainolo (?) «de Cazano» del fu Giovanni detto Negro e dal detto Bellolo il 12 giugno 1404 e in 19 lire e quattro soldi di terzoli per 12 staia di formentata di frumento e segale dovute dal detto venditore per arretrati gravanti su due terreni situati nel territorio di Bellinzona locatigli il 25 maggio 1416 e il 1. luglio 1412. In seguito a tale transazione, il notaio rogatario incide e aggiunge la propria sottoscrizione al riconoscimento di debito. Lo stesso giorno, il detto Bellolo investe a titolo di locazione e «colonario nomine» per 25 anni rinnovabili a volontà delle parti Petrolo venditore del medesimo terreno, al canone annuo di tre staia di frumento.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 1 500 x 465 mm, righe 61. Il documento presenta diffuse macchie e sbiaditure nonché strappi e fori di piccole e medie dimensioni.

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29 settembre 1418, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Baldassarre Gardioli, investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti, Zano, figlio emancipato di Guglielmo di Zanono Antonielli di Bignasco di tre terreni situati a Cavergno e Bignasco «ad Ordinem», «ad Portam Campagne» e «in Longiis», al canone annuo di tre lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadasis de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 54 475 x 300 mm, righe 52. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e uno strappo lungo la piega verticale destra.

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14 gennaio 1419, Giubiasco

Elezione; presentazione e immissione in possesso di beneficio ecclesiastico / <...>; instrumentum presentationis

L'assemblea dei vicini di Giubiasco e Valle Morobbia elegge il prete Giacomo del fu Guglielmo di Giumaglio quale «monachus» e custode della chiesa di S. Maria di Giubiasco. Immediatamente dopo alcuni rappresentanti dello stesso comune presentano l'eletto al prete Pagano Ghiringhelli, arciprete di S. Pietro di Bellinzona, il quale procede alla sua immissione nel possesso della «monacharia».

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angeli dicti Nigri de Beffano Vallis Misolzine.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 49 500 x 380 mm, righe 76. Gravi danni e lacune in particolare nella parte superiore, che contiene l'atto di elezione. Lungo il margine inferiore fori di cucitura indicano che la pergamena era originariamente unita ad un altro documento. Regesto: Bsb IV (1941), p. 55, Gualzata, Ancora le pergamene, p. 54.

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13 marzo 1419, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli et perpetue hereditatis

Il comune di Bellinzona, rappresentato dai procuratori Antonio «de Galiano» del fu Tommaso, Antonio Molo di Bellinzona del fu Paolo e Protasio di Pietro di Carate abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Zanolo di Prada del fu Alberto, per un quarto, i fratelli Bonaglia, Zanolo e Giacomo del fu Giovanni di Prada, il nipote

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Martino del fu Antonio, loro fratello, e i fratelli Bernardino, Giorgio, Pietro e Antonio del fu Maffeo di Prada, per un altro quarto, nonché i fratelli Antonio e Ambrogio del fu Lanfranco di Prada, per un altro quarto, e i fratelli Giacomo e Pietro del fu Zanino «Redi» di Daro, per il restante quarto, dell'alpe di Arbino di mezzo e di sotto, al canone annuo di 15 lire e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Marcolus Todeschus f.c. Iohanoli de Berinzona p.i.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 10 (v.n. A. IV/18) 420 x 405 mm, righe 51. Il supporto è ingiallito nella parte iniziale e finale. Un piccolo foro. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 11 (v.n. A. IV/19)

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13 marzo 1419, Bellinzona

Rinunzia / Instrumentum renuntiationis

Il comune di Bellinzona, rappresentato dai procuratori Antonio Molo di Bellinzona del fu Paolo e Protasio di Pietro di Carate abitante a Bellinzona, da una parte, e i massari dell'alpe di Arbino di mezzo e di sotto, situato nel territorio di Bellinzona, ossia i fratelli Giacomo e Pietro del fu Zanino «Redi» del fu Giacomolo Bregnoni di Daro, per un quarto, Zanolo di Prada del fu Alberto, per un altro quarto, i fratelli Antonio e Ambrogio del fu Lanfranco di Prada del fu Albertino, per un altro quarto, e i fratelli Bernardo, Giorgio, Pietro e Antonio del fu Maffeo di Prada, i loro nipoti Leone e Stefano del fu Domenico e Guglielmo detto «Lia» di Prada del fu Zanino del fu Petrino, per il restante quarto, dall'altra parte, rinunciano vicendevolmente all'investitura del detto alpe.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Iohanes de Capiteburgi p.i.a.n., f.c. Iacobi Fererii de Capiteburgi de Birinzona.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 11 (v.n. A. IV/19) 1770 x 335 mm, righe 222. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme, che riportano tre atti del medesimo giorno relativi all'alpe di Arbino: una rinuncia, una locazione e una vendita. Strappo ricucito di circa 25 mm nel bordo superiore della prima membrana, alcuni piccoli fori e tracce di filo di canapa nel bordo inferiore della terza membrana.

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13 marzo 1419, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I rappresentanti del comune di Bellinzona vendono l'alpe di Arbino ai massari che l'hanno tenuta fino al momento attuale, al prezzo di 152 lire di terzoli. Tale somma viene investita nelle spese di riparazione della casa comunale, delle porte e delle fortezze del comune.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

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Notaio scrivente: Iohanes de Capiteburgi p.i.a.n., f.c. Iacobi Fererii de Capiteburgi de Birinzona.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 11 (v.n. A. IV/19) 1770 x 335 mm, righe 222. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme, che riportano tre atti del medesimo giorno relativi all'alpe di Arbino: una rinuncia, una locazione e una vendita. Strappo ricucito di circa 25 mm nel bordo superiore della prima membrana, alcuni piccoli fori e tracce di filo di canapa nel bordo inferiore della terza membrana.

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13 marzo 1419, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli et perpetue hereditatis

Antonio «de Galiano» del fu Tommaso, Antonio Molo di Bellinzona del fu Paolo e Protasio di Pietro di Carate abitante a Bellinzona, tutti agenti a nome del comune di Bellinzona, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Zanolo di Prada del fu Alberto, per un quarto, i fratelli Bonaglia, Zanolo e Giacomo del fu Giovanni di Prada, il nipote Martino del fu Antonio loro fratello, e i fratelli Bernardino, Giorgio, Pietro e Antonio del fu Maffeo di Prada, per un altro quarto, nonché i fratelli Antonio e Ambrogio del fu Lanfranco di Prada, per un altro quarto, e i fratelli Giacomo e Pietro del fu Zanino «Redi» di Daro, per il restante quarto, dell'alpe di Arbino di mezzo e di sotto, al canone annuo di 15 lire e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Iohanes de Capiteburgi p.i.a.n., f.c. Iacobi Fererii de Capiteburgi de Birinzona.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 11 (v.n. A. IV/19) 1770 x 335 mm, righe 222. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme, che riportano tre atti del medesimo giorno relativi all'alpe di Arbino: una rinuncia, una locazione e una vendita. Strappo ricucito di circa 25 mm nel bordo superiore della prima membrana, alcuni piccoli fori e tracce di filo di canapa nel bordo inferiore della terza membrana. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 10 (v.n. A. IV/18)

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<...> marzo 1419, <...>

Vendita / Instrumentum venditionis

Agnesola del fu Giovannolo del fu Pietro Neuroni di Riva S. Vitale, moglie di Mainolo Neuroni (?) di Lugano di Antonio e <...> Neuroni di Riva S. Vitale del fu Giovanni, zio della detta Agnesola, vendono ad Antoniolo di Novazzano, rappresentato da <...>, un campo situato nel territorio di Binago «ad Pobiam», al prezzo di 5<..> lire di Milano.

Notaio rogatario: Georgius de Fossato de Merede p.i.a.n. Cumarum <...>.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 5 530 x 300 mm, righe 57. Il documento è gravemente danneggiato da rosicature e sbiaditure provocate da umidità, in particolare lungo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 189 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete tutto il margine laterale sinistro e nella parte finale. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo di imbreviature del notaio Giorgio Fossati di Meride degli anni 1422 e 1423.

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12 agosto 1419, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie

Arnold von Silenen, podestà del borgo e del contado di Bellinzona per i signori della lega di Uri e Obwalden, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i fratelli Giovannolo, Cristoforo e Giacomino del fu Uberto detto Chierico «de Cataniis» di Gnosca, abitanti a Claro, da una parte, e i fratelli Zane «Pizinus» e Giacomo del fu Petrolo di Verzasca, abitanti a Castione, dall'altra. Il giudice esamina la vendita del 15 dicembre 1364 fatta da Minolo del fu Pietro Orelli di Locarno al detto Ubertino del fu Lanfranco della decima di Claro, Moleno, Prosito e Preonzo, già appartenuta a Bonifacio Orelli abitante a Claro (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 5), la vendita del 16 gennaio 1364 fatta da Anselmo del fu Giacomo «de Mernasco» di Como abitante a Bellinzona al detto Uberto della decima che si riscuoteva a Claro, Castione, Gnosca, Preonzo, Moleno e Prosito, nonché la vendita del 15 dicembre 1364 fatta da Andreolo del fu Albertello «de Bonfantis» di Moleno, abitante a Claro, erede di Giacomuccio del fu Luca «de Olzate» di Claro al medesimo Ubertino della decima di Claro, Castione, Lumino, Gnosca, Preonzo, Moleno e Prosito, già appartenuta ad Ardizzone Orelli di Locarno abitante a Gudo. Egli ordina ai due fratelli di Castione di riconoscere ai tre fratelli di Claro la terza parte della decima di Castione e di versare loro tutti i relativi redditi.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. causarum Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 30 530 x 275 mm, righe 60. Alcune macchie e piccoli fori. Edizione: Bsb I (1927), pp. 178-180; note Bsb I (1929), pp. 307-309. Regesto: Bsb VI (1944), p. 118.

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2 settembre 1419, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Francescolo del fu Petrolo detto Parolo Rusca di Como detto di Magliaso, abitante a Bellinzona, vende a Bellolo della Motta del fu Giovannolo della Motta, abitante a Bellinzona, uno «stallum» con case, corte e topie nel territorio di Bellinzona «ad Roveziam» e altri terreni a Bellinzona, Giubiasco, S. Antonino e Carasso o Gorduno. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo la somma di 900 lire di denari nuovi, che comprende le 559 lire di terzoli già pagate per la vendita degli stessi beni stipulata il 20 dicembre 1415.

Notaio rogatario: Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Marliano.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 4 (= cart. 2c, nr. 3)

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 190 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

2360 x 380 mm, righe 336. Rotolo comprendente cinque documenti della stessa data (compromesso, arbitrato, rinuncia, vendita, locazione). Composto di sei pergamene cucite insieme, presenta gravi lacune dovute a rosicature e altri guasti. In particolare, la prima, la seconda e la terza pergamena sono prive di buona parte del testo, mentre della sesta rimane solo un lembo della parte superiore destra.

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2 1419, Bellinzona

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis et rellassationis

In ossequio ad un arbitrato pronunciato lo stesso giorno da Giorgio Rusca del fu Marcolo Rusca abitante a Bellinzona, e su richiesta di Bellolo della Motta del fu Giovannolo della Motta abitante a Bellinzona, Francescolo del fu Petrolo detto Parolo Rusca di Magliaso abitante a Bellinzona, a nome dei suoi figli ed eredi, rinuncia alle sue pretese verso lo stesso Bellolo in merito ad uno strumento di rinuncia del 20 dicembre 1415, nel quale quest'ultimo si era impegnato a rivendere a Francescolo e ai suoi figli uno «stalum» con case, corte e topie nel territorio di Bellinzona «ad Roveziam» e altri terreni a Bellinzona, Giubiasco, S. Antonino e Carasso o Gorduno, allora appena vendutigli, al prezzo di 559 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Ambrosius de Marliano n. Berinzone f.c. domini magistri Petri de Marliano.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 4 (= cart. 2c, nr. 3) 2360 x 380 mm, righe 336. Rotolo comprendente cinque documenti della stessa data (compromesso, arbitrato, rinuncia, vendita, locazione). Composto di sei pergamene cucite insieme, presenta gravi lacune dovute a rosicature e altri guasti. In particolare, la prima, la seconda e la terza pergamena sono prive di buona parte del testo, mentre della sesta rimane solo un lembo della parte superiore destra.

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2 settembre 1419, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Marcolo Rusca di Como abitante a , arbitro eletto nella lite tra Francescolo del fu Petrolo detto Parolo Rusca di Magliaso abitante a Bellinzona, da una parte, e Bellolo della Motta del fu Giovannolo della Motta di Bellinzona, dall'altra, in merito alla vendita di certe case e terreni situati a Bellinzona, Giubiasco, S. Antonino e Carasso o Gorduno, fatta dal detto Francescolo e dai suoi figli Petrolo e Giorgio al detto Bellolo il 20 dicembre 1415 al prezzo di 559 lire di terzoli, pronuncia il proprio arbitrato. (Frammento)

Notaio rogatario: p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Mayneriis de Mediolano f.c.domini Steffani i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 4 (= cart. 2c, nr. 3) 2360 x 380 mm, righe 336. Rotolo comprendente cinque documenti della stessa data (compromesso, arbitrato, rinuncia, vendita,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 191 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete locazione). Composto di sei pergamene cucite insieme, presenta gravi lacune dovute a rosicature e altri guasti. In particolare, la prima, la seconda e la terza pergamena sono prive di buona parte del testo, mentre della sesta rimane solo un lembo della parte superiore destra.

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2 settembre <1419>, Bellinzona

Compromesso / Instrumentum compromissi

Francescolo del fu Rusca di Magliaso abitante a Bellinzona, da una parte, e Bellolo della Motta del fu Giovannolo della Motta di Bellinzona, dall'altra, nominano arbitro Giorgio Rusca del fu Marcolo Rusca abitante a Bellinzona, con l'incarico di risolvere la lite in merito alla vendita di certe case e terreni situati a Bellinzona, Giubiasco, S. Antonino e Carasso o Gorduno, fatta dal detto Francescolo e dai suoi figli Petrolo e Giorgio al detto Bellolo il 20 dicembre 1415.

Notaio rogatario: de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: neriis de Mediolano f.c.domini Steffani i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 4 (= cart. 2c, nr. 3) 2360 x 380 mm, righe 336. Rotolo comprendente cinque documenti della stessa data (compromesso, arbitrato, rinuncia, vendita, locazione). Composto di sei pergamene cucite insieme, presenta gravi lacune dovute a rosicature e altri guasti. In particolare, la prima, la seconda e la terza pergamena sono prive di buona parte del testo, mentre della sesta rimane solo un lembo della parte superiore destra.

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2 settembre <1419>

Locazione / Investitura

, investe detto Parolo Rusca di Como detto di Magliaso, . (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Sacchi 4 (= cart. 2c, nr. 3) 2360 x 380 mm, righe 336. Rotolo comprendente cinque documenti della stessa data (compromesso, arbitrato, rinuncia, vendita, locazione). Composto di sei pergamene cucite insieme, presenta gravi lacune dovute a rosicature e altri guasti. In particolare, la prima, la seconda e la terza pergamena sono prive di buona parte del testo, mentre della sesta rimane solo un lembo della parte superiore destra.

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5 novembre 1419 (?), Firenze

Concessione di indulgenze

Papa Martino V concede indulgenze ai disciplinati, a coloro che li sostengono con elemosine e a coloro che partecipano alle loro pratiche.

Sigillo: deperdito. Il sigillo appeso al documento è perduto; rimangono due cordicelle (di canapa grezza e colorata) con le quali era fissato alla pergamena.

Copia autentica (?); lat. Archivio Comunale Bellinzona 12 (v.n. A. IV/16) 330 x 270 mm, righe 18. Numerose rosicature; abrasioni e macchie estese, che compromettono in buona parte la lettura. Non ci sono tracce di note di cancelleria. Piccoli fori nei margini, probabilmente a testimonianza che il doc. era destinato all'appensione in pubblico.

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10 dicembre 1419, Lodrino

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Petrolo del fu Antoniolo Orelli e Petrolo del fu Alberto, entrambi di Cresciano, ricevono, a nome loro e di tutta la comunità di Cresciano, da Tommaso di Albertolo de Quadrio e Guglielmo del fu Martinello «de Capiteloco», entrambi di Lodrino, che agiscono a nome loro e di altri abitanti di Lodrino possessori di beni nel territorio appartenuto un tempo a Cresciano «citra Ticinum», 18 lire di denari nuovi come pagamento delle taglie imposte nel Comune della Val Leventina dall'inizio del dominio della Lega di Uri e Unterwalden fino al presente.

Notaio rogatario: Francischollus Giringelus p.i.a.n., f.c. Albertini Giringeli de Mediolano habitans Abiasche

Originale; lat. ASTi, Sacchi 5 (= cart. 2c, nr. 4) 120 x 300 mm, righe 17. Edizione: MDT Riv., pp. 633-634, nr. XII; Bsb i (1927), p. 151

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8 gennaio 1420, Lodano

Locazione / Instrumentum locationis

Iorio del fu Lorenzo di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di masserizio per nove anni e oltre, a volontà delle parti, Giovanni del fu Giacomo «Minoti» di Lodano di un corte a prato con un edificio e la metà di una casa nel territorio di Lodeno «in Mognierio de suptu ad curtem de

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 193 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete supra», al canone annuo di 18 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes de Cevio n., f. Filipi notarii de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 32 (= 3/3) 330 x 250 mm, righe 46. Tre fori dovuti a rosicatura; piccole rosicature e lacerazioni lungo i bordi.

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15 gennaio 1420, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

I fratelli Antonio e Mainolo del fu Paolo Molo di Bellinzona, abitanti a Bellinzona, investono a titolo di enfiteusi, livello ed eredità perpetua Giovanni del fu Antonio «de Maxoto» di Arbedo, abitante ad Arbedo, di una vigna con mulino, mortaio, mole, «redinis, feramentis et aliis necessariis pro dictis molandino et pira ac rogia et aquaductibus», di una casa solariata, di una casa «a focho» e di un edificio situati nel territorio di Arbedo «in Compraello», al canone annuo di otto staia di segale e otto di miglio, tre lire e quattro soldi di terzoli e tre capponi.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Petrus f. ser Georgii Todeschi de Birinzona p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 2 580 x 285 mm, righe 68.

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25 marzo 1420, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

L'assemblea dei vicini di Cavergno, convocata per ordine del console Bertramo del fu Giacomo «de la Fontana», investe a titolo di eredità perpetua Zanetto di Giacomino di Foroglio di Cavergno di un edificio per la follatura e di un mulino situati a Cavergno «ad Spelugum Grosum versus valem Baoni», al canone annuo di sette lire di denari nuovi. Il locatario si impegna inoltre a follare i panni dei vicini di Cavergno alla tariffa di un denaro imperiale per ogni braccio. L'atto è stipulato alla presenza di Heinrich «Leuchi» di Unterwalden, vicario di Vallemaggia e pertinenze.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadassis de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 10 640 x 400 mm, righe 67. Diversi fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe verticali e una macchia nella parte inferiore.

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25 marzo 1420, -

Locazione / <...>

Giovanni e Andreolo di Goffredino Orelli di Locarno investono a titolo di eredità perpetua un certo Giovanni figlio di Lanfranco di tutte le proprietà che Goffredino Orelli aveva dato in locazione al detto Lanfranco e situate nel territorio di Bignasco e di Cavergno. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 12 280 x 375 mm, righe 28. Fori di piccole dimensioni. Frammento di una pergamena di dimensioni originarie ignote; rimane la parte iniziale con una descrizione parziale delle proprietà cedute. Probabilmente il frammento è stato utilizzato come copertina di un fascicolo o di un libro.

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1 aprile 1420, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Minolo del fu Zanino detto Gregorio di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Guglielmo Ghisla, tre selve situate nel territorio di Bignasco «in Faedo Plano in Barogiencha», «in Faedo Plano» e «in Ganis de Bessio ad Materum», al prezzo di 32 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadasis de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 55 540 x 345 mm, righe 58. Alcune macchie, due fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori lungo le pieghe.

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1 aprile 1420, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Guglielmo Ghisla, investe a titolo di eredità perpetua Minolo del fu Zanino detto Gregorio di Bignasco di tre selve vendute dal detto Minolo al comune il giorno stesso, al canone annuo di uno staio di castagne secche alla misura valmaggese. (Cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 55).

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadasis de Cevio.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 56 550 x 355 mm, righe 61. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle, altri piccolissimi fori dovuti a usura e corrosione lungo le pieghe, e del filo cucito ad un foro lungo il bordo inferiore.

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13 aprile 1420, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Il console Antonio del fu Pietro «del Guillielmo» e i vicini del comune di Carasso investono a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Giacomo detto Picino di Verzasca del fu Pietro di un gerbido con bosco e selva situato nel territorio di Carasso «ad Pianazias de la Concha», al canone annuo di dieci soldi di terzoli.

Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone ac n. laudatus, constitutus et approbatus per consilium Berinzone ad explendum et in publicam formam redigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita, imbreviatas et imbreviata ... per nunc condam dominum Iohanolum de Falchis. Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis <...> f.c. (?) domini Antonii de Falchis.

Originale estratto da imbreviature (1468 ottobre 20); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 1 630 x 290 mm, righe 94. Alcuni piccoli fori nelle pieghe un foro naturale di medie dimensioni, macchie color marrone scuro nella parte iniziale e finale del documento nonché due minuscoli tagli d'annullamento.

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6 maggio 1420, Mendrisio

Missiva / Littere

Maffiolo del Nato, vicario della pieve di Balerna, chiede a Giovanni «de Baliachis» console di giustizia di Como, a Giovanni «de Piro» e a Filosofo Sala, stimatori del comune di Como, di emanare una citazione a tutti coloro che intendono opporsi alla stima dei beni situati nella detta pieve, di cui Angelina Lambertenghi, creditrice degli eredi di Bertramo «de Manticis», ha preso possesso.

ASTi, Pergamene, Poggi 4 (inserto)

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10 maggio 1420, (Como)

Ordine di comparizione / Denuntiamentum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 196 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni «Baliacha», console di giustizia di Como, Giovanni «de Piro» e Filosofo Sala, stimatori del comune di Como, ordinano a qualsiasi servitore cittadino di citare i figli ed eredi di Bertramo del fu Guglielmolo «de Manticis» di Como affinché si presentino davanti a Maffiolo del Nato, vicario di Mendrisio e della pieve di Balerna, e ad Antonio di Morbio superiore e Donato della Torre di Mendrisio, stimatori, per esporre le eventuali ragioni contrarie alla stima di due terreni situati nel territorio di Vigino, nella castellanza di Castel S. Pietro, «ad Pratum de Vigino» e «ad Gorlam», e alla loro consegna ad Angelina del fu Martino Lambertenghi, vedova del detto Bertramo, in pagamento della somma di 960 lire di denari nuovi, assegnatele a suo tempo a titolo di dote.

Cancellieri: Guglielmolo Brozius, notaio, Como

ASTi, Pergamene, Poggi 4 (inserto)

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17 maggio 1420

Ordine di comparizione / Denuntiamentum

Maffiolo del Nato, vicario di Mendrisio e della pieve di Balerna, Antonio di Morbio superiore e Donato della Torre di Mendrisio, stimatori, ordinano a qualsiasi servitore di citare i figli ed eredi di Bertramo del fu Guglielmolo «de Manticis» di Como affinché si presentino davanti a loro per esporre le eventuali ragioni contrarie alla stima di due terreni situati nel territorio di Vigino, nella castellanza di Castel S. Pietro, «ad Pratum de Vigino» e «ad Gorlam», e alla loro consegna ad Angelina del fu Martino Lambertenghi, vedova del detto Bertramo, in pagamento della somma di 960 lire di denari nuovi, assegnatele a suo tempo a titolo di dote.

Cancellieri: Giorgio Fossati, notaio alle cause, Mendrisio

ASTi, Pergamene, Poggi 4 (inserto)

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12 agosto <1420>,

Investitura a titolo di feudo (?)

Frammento dell'atto d'investitura feudale, compiuta probabilmente dagli amministratori della mensa vescovile di Como, di un terreno situato a Lugano «in Nava». I beneficiari dell'investitura non sono noti, ma dalla premessa del contratto (che riferisce di investiture e rinunce fatte nel corso del secolo xiv) si potrebbe arguire trattarsi della famiglia «de Giochario» o di quella «de Terile», entrambe di Lugano.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 6 320 x 335 mm, righe 51. Il documento è molto lacunoso a causa di tagli nella parte superiore, inferiore e nei lati, fatti per adattare la pergamena a copertina di fascicolo di imbreviature del notaio Stefanino di Val Lugano negli anni 1520 e 1521. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni.

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30 novembre 1420, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et liberationis

Zanolo del fu Simone Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei figli ed eredi del fu Giorgio Rusca detto Borella, suo fratello, rinuncia nelle mani del notaio Romerio «de Baragazo» di Bellinzona, agente a nome dei comuni e degli uomini di Camignolo, Crescino e Bellio, ad ogni pretesa sulla somma di 200 lire di terzoli che i detti comuni erano stati condannati a pagare il 31 gennaio 1397, e dichiara di avere ricevuto da Zanollo del fu Martino «del Bono» di Camignolo, agente a nome dei detti comuni, 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Romerium de Baragazo n. et habitator Birinzone f.c. ser Franzoli. Notaio scrivente: Iohanes Martinus de Nuyronibus de Lugano p.i.a.n., f.q. ser Rugerii. Notaio estraente: Iohanolus de Falchis de Birinzona p.a.n. Birinzone f.c. domini Antonioli de Falchis, laudatus ... per conscillium generalle comunis Birinzone ad explendum ... cartas ... traditas ... per condam Romerium de Baragazo olim n. et habitatorem Birinzone olim f.c. ser Franzoli.

Originale estratto da imbreviature (1436 novembre 5); lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 5 310 x 310 mm, righe 42. Fori e macchie di medie e piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe, e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 100, n. 234.

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2 maggio 1421, Giubiasco

Elenco di beni / Instrumentum consignationis

I rappresentanti nominati il giorno stesso dall'assemblea dei vicini di Giubiasco designano i beni eppartenenti alla chiesa di S. Maria di Giubiasco e li consegnano al prete Giacomo del fu Guglielmo di Giumaglio, beneficiato della detta chiesa.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angelis dicti Nigri de Beffano de Falchis Vallis Misolzine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 2 920 x 360 mm, righe 146. Alcuni fori e una rosicatura nella parte finale. Rotolo composto di tre membrane. Lungo il margine superiore della prima membrana fori di cucitura e resti di filo indicano che il documento era originariamente unito ad un altro (forse 1419 gennaio 14, Giubiasco, Comune di Giubiasco 5).

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2 maggio 1421, Giubiasco

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Elenco di beni / instrumentum inventarii seu repertorii

Il prete Giacomo del fu Guglielmo di Giumaglio, custode eletto della chiesa di S. Maria di Giubiasco dai vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia il 14 gennaio 1419, e i rappresentanti degli stessi vicini, nominati il giorno stesso a tale scopo, allestiscono l'inventario dei beni mobili e immobili spettanti alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angelis dicti Nigri de Beffano de Falchis Vallis Misolzine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 2 920 x 360 mm, righe 146. Alcuni fori e una rosicatura nella parte finale. Rotolo composto di tre membrane. Lungo il margine superiore della prima membrana fori di cucitura e resti di filo indicano che il documento era originariamente unito ad un altro (forse 1419 gennaio 14, Giubiasco: v. Comune di Giubiasco 5). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 3

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2 maggio 1421, Giubiasco

Procura / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Giubiasco, riunita per ordine del console Antonio detto Pongino del fu Nicola di Contone, nomina suoi rappresentanti il detto Antonio console, Giovanni Andrea «de Beneamato», Guglielmino «Marginono» del fu Antonio del Monte di Gravedona, Alberto «de la Fragia» del fu Martino Mutali di Calanca e Domenico del fu Anrigolo Molinari, incaricandoli di redigere un inventario dei beni appartenenti alla chiesa di S. Maria di Giubiasco, che saranno consegnati al prete Giacomo del fu Guglielmo di Giumaglio, beneficiato della detta chiesa.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angelis dicti Nigri de Beffano de Falchis Vallis Misolzine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 2 920 x 360 mm, righe 146. Alcuni fori e una rosicatura nella parte finale. Rotolo composto di tre membrane. Lungo il margine superiore della prima membrana fori di cucitura e resti di filo indicano che il documento era originariamente unito ad un altro (forse 1419 gennaio 14, Giubiasco, Comune di Giubiasco 5). Gli elementi della datazione non concordano tra loro: l'estensore indica infatti l'anno 1419, ma i dati cronologici collimano perfettamente con l'anno 1421.

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2 maggio 1421, Giubiasco

Elenco di beni / Instrumentum consignationis

Il prete Giacomo di Vallemaggia, beneficiato e custode della chiesa di S. Maria di Giubiasco eletto dai vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia il 14 gennaio 1419, e i rappresentanti del comune Antonio detto Pongino del fu Nicola di Contone,

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Giovanni Andrea «de Beneamato», Guglielmino «Marginono» del fu Antonio «Montis Grabadone», Alberto «de la Fragia» del fu Martino Mutali di Calanca e Domenico del fu Anrigolo Molinari, allestiscono l'inventario dei beni mobili e immobili appartenenti alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Albertus p.i.a.n., f. Gaspari del Nigro de Mixocho Vallis Mixolzine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 3 465 x 280 mm, righe 72. Numerosi fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Bsb iv (1941), pp. 52-54. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 2

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29 settembre 1421, Tegna («in contrata de Botogio»)

Locazione / instrumentum locationis

Marzio del fu Antonio Zibetti e Giovannetto «de Festis», entrambi di Tegna e procuratori di quel comune, investono a titolo di locazione Antonio del fu Lafranco «de Brugioliis» di Aurigeno del pascolo del comune di Tegna situato nel territorio di Tegna «in Capulo in Duzio», fino all'inizio del prossimo gennaio e successivamente per la durata di un anno, rinnovabile a volontà delle parti. Il canone annuo convenuto è di quattro lire di denari nuovi; il canduttore si impegna a far pascolare le sue bestie secondo le consuetudini che reggono il pascolo suddetto, astenendosi dal tagliare betulle, dall'accendere fuochi e dal provocare altri danni.

Notaio rogatario: Iohannolus n. filius quondam Francholi de Castrorupto de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 2 340 x 360 mm, righe 37. Pergamena rifilata ai quattro lati, un tempo piegata, ora arrotolata, con importanti lacerazioni e buchi dovuti a rosicatura, soprattutto lungo la piegatura vericale sinistra, tre fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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3 gennaio 1422, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Fusio, rappresentato dal console Zano del fu Guglielmo Bonacci e da altri uomini del detto comune, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo Caligario del fu Adamo di Fusio di due terreni situati nel territorio di Fusio «in Bartineria» e «in Fiumelis», al canone annuo di due sestari e mezza mina di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.q. Gulielmi notarii de Cavergnio.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 6 480 x 275 mm, righe 58. Uno strappo nel margine superiore e alcuni piccolissimi fori lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 31.

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22 febbraio 1422, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Petrolo del fu Franzio di Lodano vende ad Antonio del fu Guglielmo detto «Boci» di Coglio abitante a Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un terreno recintato ad arativo e vigna nel luogo di Lodano «in Clauxo de Grassiis», al prezzo di 11 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii notarii de Someo.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 33 (= 2/8) 380 x 350 mm, righe 39. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-22) e la locazione (righe 23-39), entrambe stipulate il medesimo giorno. Alcune sbiaditure e abrasioni.

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22 febbraio 1422, Lodano

Locazione / Instrumentum locationis

Antonio del fu Guglielmo detto «Boci» di Coglio abitante a Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe [a titolo di locazione] per tanto tempo, quanto le parti saranno concordi, Petrolo del fu Franzio di Lodano di un terreno recintato ad arativo e vigna nel luogo di Lodano «in Clauxo de Grassiis», vendutogli il giorno stesso, al canone annuo di 11 soldi di denari nuovi da versare per s. Martino.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii notarii de Someo.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 33 (= 2/8) 380 x 350 mm, righe 39. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-22) e la locazione (righe 23-39), entrambe stipulate il medesimo giorno. Alcune sbiaditure e abrasioni.

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16 aprile 1422, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii seu commutationis

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I frati Antonio di Gallarate figlio di Guglielmo, guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, Abramo «de Taberius» di Milano del fu Rossino, lettore di detto convento, Stefano «de Turbanus» di Locarno del fu Antonio, Bertramolo del fu Giovannolo «de ***» di Locarno e Giacomino del fu Stefano Guasconi di Locarno, tutti abitanti in detto convento e agenti a nome dello stesso, da una parte, e i fratelli Ambrogino, Francescolo, Simonino, quest'ultimo agente anche a nome del fratello Petrolo, figli del fu Guglielmo «Luati» di Cannobio, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. I primi cedono ai secondi un fitto di 3 lire di denari nuovi, gravante su un sedime nel borgo di Cannobio «supra Motam de Ripa», e ricevono in cambio un fitto di 3 brente di mosto, alla misura della comunità della pieve di Locarno e Ascona, gravante su un terreno arativo e vignato nel territorio di Minusio «in Buschaliolo» e prodotto nel terreno, locato a Adamo del fu Brazino «de Bogio» di Minusio da Giacomo figlio del fu Corrado Rastelli di Locarno, il 29 gennaio 1415 (v. Convento di S. Francesco 7) e venduto da detto Giacomo Rastelli ai fratelli «Luati» il 6 ottobre 1421.

Notaio rogatario: Georgius de Baddis de Canobio f. c. domini Petri n., habitator Locarni. Notaio scrivente: Thadeus n. f. Paulini Peroli de Canobio, habitator Scone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 9 770 x 540 mm, righe 90. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Nella prima membrana foro risalente alla lavorazione della pelle cucito con filo di canapa, alcuni piccoli fori, dovuti a rosicatura, nonché alcune macchie.

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9 maggio 1422, Milano

Concessione di privilegio

Il duca di Milano Filippo Maria Visconti accoglie parzialmente le richieste del comune di Bellinzona e concede l'esenzione da ogni imposizione straordinaria per dieci anni e dal pagamento dei dazi sull'imbottatura del vino, sul vino al minuto e sulla macinatura del frumento nonché dal pagamento del salario dovuto alla camera ducale fino al 1. di gennaio. Egli concede inoltre la facoltà di comperare, barattandolo con del vino, il sale tedesco fino al 1. di gennaio, e conferma, come già sotto Gian Galeazzo Visconti, la liberazione dagli oneri relativi al mantenimento dei castelli, l'esenzione dalle spese per i salari dei soldati inviati nel borgo, la facoltà di prelevare dazi quali il forletto, la stadera ed altre entrate per la manutenzione di strade e ponti, gli statuti e le provvisioni e gli ordini della comunità, la facoltà di importare biada per il fabbisogno locale fino a cento some mensili e al dazio già stabilito da Gian Galeazzo Visconti, l'amnistia per i processi in corso e per i debiti aperti e la riannessione di Moleno, sottratto da quelli della Lega, al contado di Bellinzona.

Cancellieri: Conradinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: esistente. Sigillo di Filippo Maria Visconti, duca di Milano; l'impronta è gravemente danneggiata, si riconoscono soltanto i contorni dell'arma viscontea nel campo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 13 (v.n. A. V/3) 365 x 490 mm, righe 43. Diversi piccoli fori e lacerazioni lungo le pieghe. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 82-86 (estratto); Bsb I (1928), pp. 235-237.

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23 maggio 1422, Milano

Concessione di privilegi

In risposta ad una supplica delle comunità di Vallemaggia e Verzasca e della terra di Mergoscia, il duca di Milano Filippo Maria Visconti libera i detti luoghi dalle spese fatte in passato dalla comunità di Locarno, dalle taglie imposte dalla camera ducale e dai canoni non pagati dal tempo della guerra passata fino alla liberazione della terra di Locarno (condonati anche a quelli di Locarno) e riconosce l'autenticità di tutti gli atti rogati dal 1414 e prodotti in giudizio dai detti luoghi, nonostante siano privi delle indicazioni dei «secundi notarii».

Cancellieri: Conradinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 15 330 x 400 mm, righe 26. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, p. 71.

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13 settembre 1422, Mergoscia

Costituzione di dote / instrumentum dotis

Zanolo figlio di «Piazii» di Mergoscia, col consenso del padre, investe a titolo di dote e antefatto la moglie Benvenuta di Giacomo «Martinelli» di Frasco, di tutti i suoi diritti e i suoi beni mobili ed immobili per un valore di quarantotto lire di denari nuovi. Egli dichiara di aver ricevuto dal padre della sposa trentadue lire di denari nuovi e di donare alla stessa altre sedici lire, cioè un terzo della dote, «secundum uxum et consuetudinem comunitatis plebis Locarni». Immediatamente di seguito Benvenuta figlia di Martinello di Frasco di Verzasca e moglie di Zanolo figlio di «Piazii» di Mergoscia rinuncia nelle mani di suo padre ad ogni pretesa ereditaria sui beni paterni e materni, e dichiara di riaver ricevuto in cambio da suo padre trentadue lire di denari nuovi da portare in dote per le sue nozze.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n.p. filius Martinoli Anrigoli Pizie de Locarno.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 1 (= 10.2/1) 400 x 310 mm, righe 71. Pergamena scura, rifilata sul lato destro e piegata in modo da servire da copertina (resti di fili di cucitura); lacerazioni ai bordi, alcuni fori dovuti a rosicatura e macchie.

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13 settembre 1422, Mergoscia

Rinuncia all'eredità / Instrumentum finis, remissionis ac venditionis et dati

Benvenuta figlia di Martinello di Frasco di Verzasca e moglie di Zanolo figlio di «Piazii» di Mergoscia rinuncia nelle mani

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 203 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di suo padre ad ogni pretesa ereditaria sui beni paterni e materni, e dichiara di aver ricevuto per questo dal padre trentadue lire di denari nuovi a titolo di dote.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n.p. filius Martinoli Anrigoli Pizie de Locarno.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 1 (= 10.2/1) 400 x 310 mm, righe 71. Pergamena scura, rifilata sul lato destro e piegata in modo da servire da copertina (resti di fili di cucitura); lacerazioni ai bordi, alcuni fori dovuti a rosicatura e macchie.

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14 settembre 14<22>, <...>

Vendita / <...>

Fomasio di Gabriele di S. Pietro di Stabio vende a Giovanni di Scaria d'Intelvi del fu Domenico, agente anche a nome del fratello Giacomo, entrambi abitanti a Tremona, alcuni terreni situati nel territorio di Tremona che aveva acquistato, come parente di <...>na del fu Antonino detto Palfregino di S. Pietro di Stabio, figlia ed erede del fu P<...> di S. Pietro, da Giovannina del fu Pa<...> di Tremona ed ivi residente vende i detti beni al prezzo di <...> 45 di denari. (Tre frammenti).

Notaio rogatario: .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 1 bis 220 x 390 mm, righe (?). Il documento è costituito da tre frammenti con numerosi fori, strappi e macchie di umidità che ne hanno sbiadito la scrittura rendendo assai lacunoso il testo. L'atto è stato riutilizzato come copertina del formulario di Andrea di Gabriele Fossati di Meride, scritto probabilmente tra il 1558 e il 1559.

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18 settembre 1422, Chiuro

Locazione / Publicum instrumentum investiture

Il prete Alberto Marchesi di Lugano, rettore della chiesa di S. Giacomo di Como e cappellano della cappella di S. Andrea situata nella chiesa di S. Maria Maggiore di Como, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Augusto del fu Ambrogio di Ronco di Roncaglia Inferiore nel comune di Chiuro, in pieve di Ardenno, di tre terreni situati nel detto territorio «ad Margustum», «ad Valetum» e «in Rivera de Cadelpigo», nonché di tutti i fondi appartenenti al massarizio che il detto prete aveva locato al fu Alberto «de Lera». Il canone annuo convenuto è di un quartario di frumento, uno di segale, uno di miglio, uno di panico, quattro libbre di formaggio salato e una gallina.

Notaio rogatario: Petrollus de Cazepane p.i.a.n. Cumanus, f. ser Donati. Notaio scrivente: Togninus de Cazepane p.i.a.n., f. ser Bertramolli.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Poggi 2 400 x 280 mm, righe 47. Alcuni piccoli fori nelle pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 17 settembre 1422 cadeva infatti di giovedì e non di venerdì, come riportato dall'estensore.

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6 novembre 1422, Bellinzona

Vendita / Instrumentum investiture livelli

Petrolo del fu Valeriolo Rusconi di Giubiasco investe a titolo di enfiteusi e locazione perpetua il prete Giacomo di Vallemaggia, beneficiato e rettore della chiesa di S. Maria di Giubiasco, agente anche a nome del fratello Minetto figlio emancipato di Guglielmo Marchesi di Giumaglio, abitante a Giubiasco, di un terreno situato nel territorio di Giubiasco «in Guastis». Il canone annuo convenuto consiste nella metà del vino prodotto sul detto terreno.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Ambrosius de Mugiascha habitator Berinzone f.q. Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 4 375 x 380 mm, righe 47. Alcuni fori nelle pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 35-36.

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15 dicembre 1422, Como

Mandato

Francino Bossi, arciprete della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Francesco Bossi, su richiesta dell'arciprete e dei canonici della chiesa di S. Vitale di Riva ordina ai vicini di Arzo di eleggere entro un mese almeno tre persone, incaricandole di allestire per iscritto l'elenco dei beni immobili e delle decime situate nel territorio di quel comune e spettanti al capitolo di S. Vitale.

Notaio sottoscrittore: Franciscus de Rippa n. ac scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 7 (inserto)

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2 gennaio 1423, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

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Ottone del fu Guglielmo Caresana di Fusio vende a Michele del fu Giacomo Guglielmoni, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, un campo situato nella campagna di Fusio «in Canale», al prezzo di dieci lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 10 415 x 295 mm, righe 71. Piccolissimi fori lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 31.

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2 gennaio 1423, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo «Caliarius» del fu Adamo di Fusio vende a Michele del fu Giacomo Guglielmoni, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, un terreno situato in campagna di Fusio «ad Ariaxias», al prezzo di 16 lire e 11 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 8 390 x 295 mm, righe 68. Tre fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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2 gennaio 1423, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Adamo del fu Guglielmo di Fusio vende a Michele del fu Giacomo Guglielmoni, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, un terreno situato nella campagna di Fusio «sub Curtis», al prezzo di otto lire e tre soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 9 465 x 305 mm, righe 67. Un grosso foro risalente alla lavorazione della pelle e altri di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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2 gennaio 1423, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Zano del fu Martinello di Fusio vende a Michele del fu Giacomo Guglielmoni di Fusio, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, due terreni situati nel territorio del detto comune «in Flumelis» e «ad Berteneriam», al prezzo di 15 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 7 475 x 280 mm, righe 77. Piccolissimi fori lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, pp. 318-319.

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1 maggio 1423, Como

Locazione / Publicum investiture instrumentum

Angelina Rambertenghi del fu Martino, vedova di Bertramo «de Manticis», abitante a Como, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti i fratelli Gerardo e Paolo del fu Pagano di Gorla di un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Gorla «ad Ronchetum», al canone annuo di sei lire di terzoli e un paio di capponi.

Notaio rogatario: Michael de la Ture de Rezonico p.i.a.n. Cumanus, f.c. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 3 190 x 405 mm, righe 28. Serie continua di piccoli fori approntati per la cucitura lungo tutto il bordo superiore.

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21 maggio 1423, Bellinzona

Domande giudiziali / Petitiones

Martino Cistella di Preonzo, Giovanni di Ronco, Giovanni di Carmena e Pietro «de Stabielo» di Camorino, agenti in nome degli uomini del contado di Bellinzona, da una parte, e Giovanni Rusconi del fu Marcolo, agente in nome della vicinanza di Bellinzona, dall'altra, presentano le proprie richieste a Giovannino Tatti, vicario di Bellinzona, nella causa relativa alle accuse fatte dai campari di Bellinzona a Giacomino «de Curtenova» e a Menico e Rico di Carasso, che avrebbero arrecato danni alle selve di Moiro e di Carasso transitandovi con il loro bestiame e portando con sé attrezzi da taglio. I rappresentanti del contado chiedono che tali accuse siano dichiarate non valide, mentre Giovanni Rusconi chiede che siano confermate.

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Archivio Comunale Bellinzona 14 (v.n. A. V/4) (inserto)

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16 giugno 1423, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie deffinitive

Il vicario di Bellinzona Giovannino Tatti pronuncia la propria sentenza nella causa tra il contado di Bellinzona, rappresentato dai procuratori Martino Cistella di Preonzo, Giovanni di Ronco, Giovanni di Carmena e Pietro «de Stabiello» di Camorino, da una parte, e la vicinanza di Bellinzona, rappresentata dal suo procuratore Giovanni Rusconi del fu Marcolo, abitante a Bellinzona, dall'altra, in merito alle accuse fatte dai campari di Bellinzona ad alcune persone del contado, che avrebbero arrecato danni a certi terreni passando con il loro bestiame e portando con sé attrezzi da taglio. In base agli statuti di Bellinzona, il detto vicario dichiara non valide le dette accuse.

Notaio rogatario: Vicentius f. ser Christofori de Caldironibus de Canero habitans Berinzone n.p. Notaio scrivente: Georgius f. ser Symonoli del Mollo i.a.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 14 (v.n. A. V/4) 630 x 305 mm, righe 91. Alcune macchie lungo le pieghe e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Inserti: 21 maggio 1423 (Bellinzona)

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18 luglio 1423, Bellinzona

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, convocata per ordine del console Giovanni «de Roncho», nomina suoi procuratori alle cause Giacomo Avondi, Cristoforo del fu Antoniolo «Castegnole» abitante a Bellinzona, <...> «de Capo» del fu Zano e Giacomo «Pizinum» del fu Petrolo, entrambi di Castione, nonché il detto console, Alberto del fu Antonio «Zanoni» e Giovanni e Martino «de Buscho» [di Lumino].

Notaio rogatario: Vicentius f. ser Christofori de Caldironibus de Canero habitans Birizone p.i.a.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 6 485 x 395 mm, righe 44. Lacune nell'angolo superiore sinistro e lungo il bordo destro, a causa di consunzioni, rosicature e macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi; un foro di medie dimensioni risalente al momento della lavorazione della pelle nella parte inferiore e altri piccoli fori lungo le piegature. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 10.

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18 luglio <142>3, Mendrisio

Elezione di stimatori

Il consiglio della comunità di Mendrisio e pieve di Balerna elegge Giovannolo della Torre di Mendrisio del fu Betolo e Giovannino detto Triacca in veste di pubblici stimatori. (Frammento)

Notaio rogatario: Aliolus de Buziis de Viglue p.n. Cumarum, f. ser magistri Conradi.

ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 9 (inserto)

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3<0> 1423,

Vendita / <...>

dolo macellaio di Mendrisio del fu Pezzolo Rossi, residente a Mendrisio, a titolo di erede della madre, la fu Allegranzola del fu Petrolo detto Basso Vassalli di Riva S. Vitale, cede ad Antonio della Torre di Mendrisio del fu Eusebio 306 lire di denari nuovi che suo padre Maifredolo aveva assegnato in dote alla moglie Allegranzola il 3 gennaio 1363 ricevendo dalla donna 204 lire di denari nuovi, 106 dei quali ricavati dalla vendita, fatta nella medesima data, di un terreno situato nel territorio di Riva S. Vitale «ad Zicium». (Frammento).

Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 8 145 x 305 mm, righe 18. Il documento è stato tagliato nei margini laterali e in quello inferiore e presenta numerosi piccoli fori, praticati per riutilizzare la pergamena come rinforzo alla rilegatura di qualche libro o fascicolo. In alcuni fori si sono conservate tracce di filo.

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2 settembre 1423, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum et transactionum

I rappresentanti del comune di Bellinzona e quelli del contado concordano che, per la durata di un anno, il contado sosterrà i due quinti degli oneri straordinari e degli oneri per la guardia («custodia»), e garantirà 7 turni di guardia.

Notaio rogatario: Vicentius n.p. f. ser Christofori de Caldironibus de Canero habitator Birinzone. Notaio autenticante: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Copia autentica (1478 febbraio 10); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 2550 x 315 mm, righe 228.

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21 settembre 1423, Mendrisio

Procura / Instrumentum sindicatus

In obbedienza ad un mandato di Francino Bossi, arciprete della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Francesco Bossi, l'assemblea dei vicini di Arzo nomina suoi procuratori il console Maffiolo Rossi del fu Comolo e Giacomolo detto Cometo del fu Comolo, con l'incarico di allestire l'elenco dei beni immobili e dei diritti della chiesa di S. Vitale di Riva nel territorio del comune di Arzo.

Notaio rogatario: Georgius de Fossato de Merede n.p. Lugani.

ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 7 (inserto) Inserti: 15 dicembre 1422 (Como)

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14 novembre 1423, Mendrisio

Inventario / Instrumentum inventarii

Maffiolo Rossi del fu Comolo, console di Arzo, e Giacomolo detto Cometo del fu Comolo, procuratori eletti dall'assemblea dei vicini di Arzo, allestiscono l'elenco dei beni immobili appartenenti al capitolo di S. Vitale di Riva situati nel territorio di Arzo e dei censi dovuti dagli uomini di Arzo alla stessa chiesa, come ordinato dal vicario generale del vescovo di Como, e lo consegnano nelle mani di Ambrogio Clerici, arciprete di S. Vitale.

Notaio rogatario: Ser Georgius de Fossato de Merede n.p. Lugani. Notaio scrivente: Domenicus de Canavale p.i.a.n. Lugani ac f.c. magistri Ambrosii ac abbas venerabilis collegii notariorum comunis Valis Lugani. Notaio estraente: Christoforus de Solario de Bissono f. q. ser Martini p.i.a.n. Lugani et cetera nec non laudatus et confirmatus per conscilium generale ipsius comunitatis ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc quondam ser Georgii de Fossato de Merede olim n. p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (13 ottobre 1523); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 7 1130 x 370 mm, righe 130. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Fori e macchie di varie dimensioni, in particolare lungo il margine sinistro. Alcuni fori risalgono alla lavorazione della pelle. Inserti: 21 settembre 1423 (Mendrisio)

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19 novembre 1423, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Raffaele Molo del fu Bertramolo Molo, abitante a Bellinzona, con il consenso del suo curatore Giovanni Galeazzo Molo del fu Lancillotto, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello perpetuo ser Pietro di Carate del fu Alberto, abitante a Bellinzona, di due appezzamenti di terreno situati nel territorio di Bellinzona« in Vasallis» e «in Malladarata» al canone annuo di sei lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angeli dicti Nigri de Beffano Vallis Misolzine

Originale; lat. ASTi, Sacchi 6 (= cart. 2c, nr. 5) 530 x 350 mm, righe 64. Alcuni piccoli e medi fori lungo le piegature. Rosicature sui lati, particolarmente danneggiato l'angolo in alto a destra. Forse utilizzata come copertina.

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(dopo il 24 novembre 1423), <...>

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum exstimationis, venditionis et in solutum dationis

Frammento di un atto di stima e dazione in pagamento compiuta da Giovannolo della Torre di Mendrisio del fu Betolo e Giovannino detto Triacca , stimatori del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna.

Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 9 235 x 200 mm, righe 32. Il documento è stato tagliato nei margini destro e inferiore e presenta numerosi piccoli fori (alcuni dei quali conservano tracce di filo), praticati per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Giorgio di Albertino Fossati di Meride dell'anno 1424. Il termine post quem è dato dalla menzione (o inserto) di un documento del 24 novembre 1423, la cui fattispecie non è peraltro intelligibile. Inserti: 18 luglio <142>3 (Mendrisio)

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2 gennaio 1424, Fusio

Locazione / Carta locationis

Il console del comune di Fusio Giovanni del fu Zane Adami, agente a nome della chiesa di S. Maria di Fusio, investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabile a volontà delle parti Giovanni del fu Guglielmo «Beriazio» (?) di Fusio di un

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Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio habitator in loco de Sornicho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 12 285 x 295 mm, righe 45. Un piccolissimo foro. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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2 gennaio 1424, Fusio

Locazione / Carta locationis

Il console del comune di Fusio Giovanni del fu Zane Adami, agente a nome della chiesa di S. Maria di Fusio, investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo del fu [Adamo] di Fusio di un terreno situato nella campagna di Fusio «ad Ariaxias», al canone annuo di 16 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio habitator in loco de Sornicho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 11 425 x 270 mm, righe 55. Quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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21 gennaio 1424, Mendrisio

Elezione di stimatori / Instrumentum provisionis

Il consiglio generale del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna, convocato in presenza del vicario Gaspare della Torre, designa Giovannolo della Torre del fu Betolo e Giovannino detto Triacca del fu Giovanni Bosia di Mendrisio quali stimatori.

Notaio rogatario: Aliolus Buzius f. magistri Conradi p.i.a.n. Cumanus.

ASTi, Pergamene, Poggi 4 (inserto)

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25 gennaio 1424, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

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I fratelli Medeglia e Zanono del fu Domenico di Loro di Medeglia vendono a Zanolo Rusca di Bironico del fu Simone, abitante a Bellinzona, una quota della decima delle castagne nel territorio di Medeglia, «a mota de Corziana supra versus Drosiam usque ad Frontes et a flumine de Zarello supra», già di proprietà del defunto Lucolo Rusca di Camignolo. Il prezzo della vendita è di 60 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Lugani et pertinenziarum f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 6 405 x 410 mm, righe 57. Alcuni fori nelle pieghe e tre fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 febbraio 1424, Taverna (Ponto Valentino)

Compromesso

L'assemblea della comunità di Val Blenio, esclusa la vicinanza di Malvaglia, da una parte, e la vicinanza di Malvaglia, dall'altra, nominano arbitri Giovannolo giudice di Malvaglia, Guidino giudice di Olivone, Bernardo giudice di Olivone, Goffredo notaio di Pianezza, Martino di 'Rurét', Antonio fabbro di Ludiano, Cristoforo «Marie» di Dangio, Albrigolo di Comprovasco, Beltramo Boni di Dangio, Zane «Garnari» di Campo Blenio e Antoniolo «de Rivera» di Largario con l'incarico di risolvere la controversia concernente il riattamento del ponte di Orino, situato in territorio di Malvaglia.

Notaio rogatario: Viventius de Schezia f. domini Zanis Valis Belegnii p.n.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 8 245 x 200 mm, righe 34. Foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore centrale e alcuni fori di piccolissime dimensioni dovuti a usura lungo le piegature. Edizione: MDT Bl., pp. 1198-1200, nr. 507.

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15 febbraio 1424, Rongie (Malvaglia)

Arbitrato

Nella controversia tra la comunità di Val Blenio, eccetto la vicinanza di Malvaglia, da una parte, e la detta vicinanza, dall'altra, relativa al riattamento e alla manutenzione del ponte di Orino situato nel territorio di Malvaglia, gli undici arbitri eletti, che siedono in tribunale, constatata la necessità di regolare anche le controversie concernenti altri ponti e strade della valle, stabiliscono che la comunità di Val Blenio insieme alla vicinanza di Malvaglia versi venticinque fiorini d'oro a Guidino giudice di Solario, il quale si impegna al riattamento e alla manutenzione del ponte di Orino per tre anni, e che trascorso questo termine la manutenzione spetti agli uomini della «fagia de subtus» della Val Blenio. Stabiliscono inoltre che questi ultimi debbano riattare il ponte della 'Campágna d'San Pédra' situato tra Motto e Ludiano, che gli uomini della «fagia de medio» e della «fagia de supra» debbano riattare e mantenere il ponte di 'Brèscia' situato nel territorio di Olivone e la strada detta «Schara de Lera» situata nella zona del Sosto, ricevendo per questo dieci fiorini d'oro dalla

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Notaio rogatario: Viventius de Schezia f. domini presbiteri Zanis Valis Belegnii p.n.a.i. Notaio autenticante: Iohannes Antonius de Iudicibus f.q. domini Petri de Sollario vallis Blegnii p.i.a.n.

Copia autentica (seconda metà del XV secolo); lat. ASTi, Pergamene, Blenio 9 440 x 280 mm, righe 64. Tre fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nei margini destro e sinistro, diversi strappi lungo i bordi e fori dovuti a consunzione lungo le piegature. Edizione: Meyer, Blenio e Leventina, p. 52 nota 158; MDT Bl., pp. 1200-1206, nr. 508.

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23 febbraio 1424, Mendrisio

Stima di beni e dazione in pagamento / Instrumentum publicum exstimationis et in solutum dationis

Giovannolo della Torre del fu Betolo e Giovannino detto Triacca del fu Giovanni Bosia di Mendrisio, stimatori del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna, su richiesta di Angelina del fu Martino Lambertenghi, vedova del mercante Bertramo del fu Guglielmolo «de Manticis» di Como, procedono alla stima di due terreni situati nel territorio di Vigino, nella castellanza di Castel S. Pietro, «ad Pratum de Vigino» e «ad Gorlam», e li assegnano alla detta vedova a titolo di liquidazione parziale (?) della somma di 960 lire di denari nuovi, assegnatele a suo tempo a titolo di dote.

Notaio rogatario: Aliolus f. magistri Conradi de Buziis habitans in burgo Mendrixii p.i.a.n. Cumanus. Notaio scrivente: Michael de la Ture de Rezonico p.i.a.n. Cumanus, f.c. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 4 825 x 580 mm, righe 120. Numerosi fori di varie dimensioni dovuti a rosicatura e un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore sinistra. Regesto: Schaefer, Il Sottoceneri, pp. 414-15 n. 50. Inserti: 6 maggio 1420 (Mendrisio), 10 maggio 1420 ((Como)), 17 maggio 1420, 21 gennaio 1424 (Mendrisio)

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27 febbraio 1424, Cavergno

Permuta / Instrumentum cambii

L'assemblea dei vicini di Cavergno, convocata per ordine del console Bertramo del fu Giacomino di Guglielmetto «de la Fontana», procede a uno scambio di beni con Giacomo figlio di Orsaldo di Cavergno. Il comune cede a Giacomo due terreni isituati in valle Bavona «ad Fontanam Ladam» e «ad Curtem Caldiroli». In cambio Giacomo Orsaldi cede al comune i suoi diritti su una strada comunale costruita su un terreno in valle Bavona nella medesima località, riservandosi il diritto di transito.

Notaio rogatario: Filipus n., f.c. Zanini Filipini de Cadassis de Cevio.

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Notaio scrivente: Albertolus n., f. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 11 630 x 430 mm, righe 58. Alcuni piccoli fori.

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7 marzo 1424, Mairengo

Vendita / Instrumentum venditionis

Alberto del fu Minetto di Mairengo, agente a nome proprio e dei suo eredi, vende nelle mani di Zane del fu Albertino di 'Lorè', diversi appezzamenti a campo e a prato e un'aia con mezza rascana nonché un fondo con pozzo per la macerazione del lino nel monte 'Pinezz', territorio della vicinanza di Faido. Il prezzo della vendita è di 90 lire di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antoniolus p.i.a.n., f.q. Zanis Ambroxii de Subrio habitans Abiasche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 10 305 x 285 mm, righe 44. Grosso foro, risalente alla lavorazione della pelle, nonché lacerazioni lungo i margini. Regesto: MDT Lev., pp. 1028-1029, nr. 606.

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27 marzo 1424, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Martino e Antonio del fu Maffeo di Loro, agenti anche a nome del nipote Maffeo del fu Giovannino, vendono a Minetto di Guglielmo Marchesi di Vallemaggia, abitante a Giubiasco, le migliorie che essi hanno apportato ad un terreno situato nel territorio di Giubiasco «in Guastis», di proprietà di Ramengo del fu Antonio Rusca abitante a Giubiasco, che i detti venditori detengono a titolo di livello per un canone annuo di due congi, quattro staia di vino e un capretto. Il prezzo delle vendita è di 23 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Henrichus de Rovoledo p.i.a.n., f. Angeli dicti Nigri de Beffano Vallis Misolzine.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 5 460 x 440 mm, righe 53. Alcuni piccoli fori nelle pieghe e una grossa macchia nella parte superiore. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 36.

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11 maggio 1424, Biasca

Procura / Instrumentum syndicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Biasca, convocata per ordine del console Giovanni Muggiasca e riunita su citazione del servitore della vicinanza Enrico di Monte, nomina suoi procuratori il console Giovanni Muggiasca, Giovanni del fu «tii» [de Aurera], Taddeo di Ascona, Francescolo Ghiringhelli, Guidotto di Antonio «Crolle» e Giovannino di abitante a Biasca, incaricandoli di rappresentare gli interessi dei vicini di Biasca nella lite pendente con gli uomini della vicinanza di Malvaglia relativa ai pascoli e ai boschi situati al confine con Malvaglia «ad Bollam et in Sambugheda».

Notaio rogatario: Antoniollus n. de Faydo f.q. is Ambrosii de Subrio. Notaio estraente: Protasius n. Comunis Leventine a.i., f.c. Antonii Calegarii Faydo ellectus et deputatus per comunitatem Vallis Leventine ad extrahendum ... instrumenta tradita ... per nunc condam Antoniollum.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 3 560 x 260 mm, righe 74. Lacune dovute a rosicature lungo il lato sinistro e vari fori di piccole e medie dimensioni. Regesto: MDT Riv., pp. 545-547, nr. 345.1.

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12 giugno 1424, Milano

Ricevuta / -

Frate Buzio di Lucino, priore e procuratore dell'ospedale di S. Maria detto di S. Croce dell'ordine dei Crociferi di Milano, dichiara di avere ricevuto 96 lire imperiali da Alchilolo Stampa, figlio ed erede del fu Giovannolo di Alchilolo di Milano, a saldo del fitto annuo di alcuni beni situati a Milano, fuori porta Ticinese, nella parrocchia di S. Lorenzo Maggiore.

Notaio rogatario: Bartholomeus de Quarisinis f.q. domini Iacobini civitatis Mediolani porte Cumane parochie Sancti Protaxii ad Monachos n. Notaio scrivente: Rafael de Broziis f.c. domini Iohanis n. civitatis Mediolani porte Nove parochie Sancti Euxebii.

Originale; lat. ASTi, Torriani 5 (= cart. 66, nr. 1) 190 x 295 mm, righe 35. La pergamena presenta alcuni fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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17 ottobre 1424, Lugano

Procura e elenco di beni / Instrumentum sindicatus, ellectionis et descriptionis

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L'assemblea dei vicini di Camignolo e Crescino, riunita per ordine dei consoli Zanolo del fu Lafranco «de Parono» di Camignolo e Giovanni detto Bustecco «de Bono» del fu Martino, incarica i detti consoli, Giovannolo del fu Gualterio di Crescino e Zanolo del fu Zane «Margni» di Camignolo di descrivere tutti i beni immobili situati nel territorio comunale e appartenenti alla chiesa vescovile di Como, e inoltre nomina suoi procuratori gli stessi quattro uomini, con il compito di consegnare il relativo elenco a Francino Bossi, vicario generale del vescovo Francesco Bossi. Il medesimo giorno i quattro incaricati procedono davanti al notaio rogatario all'elencazione dei beni immobili situati a Camignolo e tenuti dai seguenti massari della mensa vescovile: Giovannolo «Olzelonus», Beltrama del fu Pololo di Camignolo, Domenico «Brugnolus», Giovannolo del fu Gualterio, Zanolo «de Parono», Domenico Bera del fu Zane «de Perono», Pietro «de Antonia».

Notaio rogatario: Girardolus Carulus p.i.a.n. Lugani f.c. ser Martini. Notaio scrivente: Antonius de la Piaza de Salla n. Lugani fil. Martini.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 3 1460 x 560 mm, righe 186. Il documento è costituito da tre fogli membranacei cuciti insieme. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle, rosicature, gore di umidità nella parte superiore. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 62 nota 128.

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3 gennaio 1425, Giubiasco

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Ramengo Rusca del fu Antonio di Giubiasco dichiara di aver ricevuto da Minetto di Guglielmo Marchesi di Giumaglio, abitante a Giubiasco, 16 staia di vino e un capretto a pagamento del canone d'affitto dell'anno trascorso gravante su una vigna situata nel territorio di Giubiasco «in Guastis», locata ai fratelli Martino e Antonio del fu Maffeo di Loro di Pianezzo, il cui diritto di sfruttamento è stato acquistato dal detto Minetto.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Ambrosius de Casnedo de Claro f.c. ser Ayroldini p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 6 315 x 290 mm, righe 41. Un foro risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 36-37.

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27 gennaio 1425, Giubiasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Menico di Vellano del fu Lanfranchetto, Giovannolo del fu Petrolo, abitante sul monte «de Olgeno», Giovanni del fu Andrea «de Benemato» di Giubiasco e Guglielmo del fu Antonio «de Liro» del Monte di Gravedona, abitante a Giubiasco, rappresentanti del comune di Giubiasco e Valle Morobbia, vendono al prete Giacomo del fu Guglielmo

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Marchesi di Giumaglio, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, un terreno situato nel territorio di Giubiasco e Valle Morobbia «ad Boceretum pasquarii de Zubiascho», vicino al cortile delle case della chiesa di S. Maria, al prezzo di 55 lire di terzoli, versati all'arciprete Pagano Ghiringhelli a pagamento di un calice assegnato alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Berinzona p.i.a.n., f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 7 355 x 340 mm, righe 39. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, altri piccoli fori, macchie, rosicature e una lacerazione nei bordi. L'inchiostro risulta in parte sbiadito. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 113; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 37.

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27 gennaio 1425, Solduno

Locazione / Instrumentum investiture et dationis ad hereditatem

Nove vicini di Tegna, riuniti in assemblea per ordine del console Francesco del fu Pietro «Lafrancii de Civio (?)», il quale funge anche da procuratore di quel comune insieme a Martinolo del fu Augusto «Vesparii», investono a titolo di locazione perpetua Antonio del fu Lafranco «de Brugnolis», Antonio di Martinolo «Belloni», Giovanni del fu Giacomino «de Canova», tutti di Aurigeno, e Antonio del fu Somadino di Riveo di Someo, tutti abitanti ad Aurigeno e agenti a nome dei vicini di Aurigeno, del diritto di sfruttare, unitamente a quelli di Tegna, tutti i terreni a gerbido, bosco e pascolo situati sui monti di Dunzio e Capoli. Il canone annuo convenuto è di 20 soldi di denari nuovi, da versare per la festa di s. Martino. Le parti si accordano inoltre sulle modalità di sfruttamento dei terreni in questione e infine gli uomini di Tegna, su richiesta di quelli di Aurigeno, dichiarano di aver ricevuto 96 lire di denari nuovi in pagamento di tutti i diritti concessi.

Notaio rogatario: Georgius de Baddis de Canobio f.q. domini Petri, n. habitator Locarni. Notaio scrivente: Petrus f.q. Gullielmini de Baddis de Canobio n. habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 3 1400 x 510 mm, righe 161. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. Una grande lacerazione ricucita nell'angolo inferiore sinistro, diffuse abrasioni e rosicature di piccole dimensioni.

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27 gennaio 1425, Solduno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Antonio del fu Lafranco «de Brugnolis», Antonio di Martinolo «Belloni» e Giovanni del fu Giacomino «de Canova», tutti di Aurigeno, e Antonio del fu Somadino di Riveo di Someo, tutti abitanti ad Aurigeno e agenti in nome dei vicini di Aurigeno e «Verzino», promettono a Francesco del fu Pietro «Lafrancii», console di Tegna, e ad altri nove rappresentanti dei vicini di Tegna, di consegnare loro entro la prossima festa di s. Martino 96 lire di denari nuovi, corrispondenti al prezzo di una cessione a titolo di locazione stipulata lo stesso giorno, e questo nonostante gli stessi vicini di Tegna abbiano già rilasciato ricevuta per le dette 96 lire nel relativo strumento.

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Notaio rogatario: Georgius de Baddis de Canobio f.q. domini Petri, n. habitator Locarni. Notaio scrivente: Petrus f.q. Gullielmini de Baddis de Canobio n. habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 4 510 x 210 mm, righe 84. Cinque incisioni di annullamento; macchie nella parte inferiore.

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(prima del 29 ottobre 1425)

Supplica

Gli uomini della comunità di Blenio supplicano il duca di Milano affinché conceda loro l'esenzione dal pagamento del tributo annuo di trecento lire di imperiali alla camera ducale.

ASTi, Pergamene, Blenio 10 (inserto)

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29 ottobre 1425, Milano

Concessione di esentione / Exemptionis littere

Il duca di Milano, in risposta ad una supplica degli uomini della comunità di Blenio, concede loro per un periodo di cinque anni l'esenzione dal pagamento del tributo annuo di trecento lire imperiali alla camera ducale. Durante questo periodo la comunità di Blenio dovrà però pagare agli ordinari conti della chiesa maggiore di Milano quanto il duca abitualmente versa loro per la detta comunità.

Cancellieri: Conradinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: deperdito. Nel margine inferiore, tracce del sigillo ducale impresso sotto il quale si trova la firma «Zaninus».

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 10 240 x 310 mm, righe 27. Fori di piccole dimensioni dovuti a rosicature, in particolare lungo le piegature. La concessione ducale (r 1-2, 14-24) contiene l'inserto di una supplica della comunità di Blenio (r 2-14), non datata. Edizione: BSB I (1928), pp. 240-242; MDT Bl., pp. 1214-1216, nr. 514. Inserti: (prima del 29 ottobre 1425)

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13 gennaio 1426, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Giacomo del fu Zane Balia, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabile a volontà delle parti Martino del fu Guglielmo Caresana di Fusio di due terreni situati nel territorio di Fusio, «in Flumelis» e «in Berteneria», al canone annuo di due staia e tre «ugenas» (?) di mistura.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.c. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 13 315 x 290 mm, righe 51. Dodici fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 32.

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2 marzo 1426, Como

Nomina di curatore / Instrumentum cure

Gregorio «de Rumo», console comasco di giustizia «ad signum ursi», su richiesta di Gasparino Albrizzi, figlio ed erede del fu Pietro e pure erede dei fratelli Cesco e Giovannolo del fu Pietro Albrizzi, maggiore di 20 anni e minore di 25, nomina quale suo curatore il fratello Zanino Albrizzi per procedere alla permuta di beni fra i fratelli Gasparino, Zanino e Pietro, da una parte, e Antonino della Porta figlio ed erede del fu Pietro del fu Maffiolo, dall'altra. I fratelli Albrizzi intendono infatti cedere tutti i loro beni immobili situati nei territori di Carnasino, Chiasso, Boffalora, al mulino del Bosco di Pontegana e su tutto il Monte Olimpino nonché nel territorio di Pedrinate «secundum quod taleat strata mastra per quam itur in Classio et in Brezia et ad lachum Montis Lompini», ad eccezione del massarizio «de Paluda» acquistato dai detti fratelli a Merlo «de Qualiolo» di Stabio, per ricevere in cambio un complesso di altri beni immobili situati nei territori di Castel S. Pietro, Vigino, Corteglia, Vacallo, Villa, Coldrerio, Salorino, Mendrisio e Balerna.

Notaio rogatario: Ser Petrus de Rochis n.p. Cumarum et f.c. ser Iohannis. Notaio estraente: Antonius de Rochis p.i.a.n. Cumarum, f.c. ser Petri laudatus et aprobatus per dominos consules Cumarum iusticie (...) ad explendum (...) instrumenta (...) tradita (...) per condam ser Petrum de Rochis olim n.p. Cumarum et olim f.c. ser Iohannis.

Originale estratto da imbreviature (1442 agosto 23); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 5 5360 x 400 mm, righe 713. Il documento, costituito da dieci membrane cucite insieme, presenta macchie e fori.

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30 maggio 1426, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Delaido detto Mazorio, investe a titolo di locazione

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 220 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete decennale rinnovabile a volontà delle parti Simone del fu Guglielmo detto Rama di Cavergno dell'alpe di Ruscadella, al canone annuo di cinque lire di denari nuovi e «formagium unum bonum unius mosse». Rimane esclusa dalla detta locazione la «pezia que est super dictam alpem», che i vicini di Bignasco riservano a sé.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. c. Gulielmi notarii de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 57 165 x 510 mm, righe 22. Diversi fori di piccole dimensioni.

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25 maggio 1427, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio e Giovannolo del fu Albertollo «de Carnevario» del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, procuratori del comune di Minusio, investono a titolo di enfiteusi perpetua Martino detto «Perdomum» del fu Guglielmolo «del Iacobo» di Mergoscia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno vignato e arativo nel territorio di Minusio in Brighirolo, al canone annuo di una brenta di vino o musto bianco prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Antoniolus Arientus p.i.a.n. c. domini Francischoli Arienti de Mediolano, habitator in loco de Conscillio Mezano Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 3 770 x 370 mm, righe 116. Foro risalente alla lavorazione della pelle, di cui uno ricucito con filo di canapa, lacerazioni e rosicature nel margine destro e inferiore e diffusi annerimenti, in particolare nei bordi. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 467-468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 488.

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7 febbraio 1428, Bellinzona

Locazione con convenzione / Instrumentum locationis

Alcuni vicini di di S. Antonino, agenti a nome degli altri vicini del comune e della chiesa di S. Antonino, investono a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Lorenzo del fu Zanino Pozzi di Isone, abitante a S. Antonino, di un sedime con vari edifici e di tutti gli altri beni immobili situati a S. Antonino «ad Domos de la Eccllesia» e nel suo territorio e appartenenti alla detta chiesa, ad eccezione di un campo situato nel medesimo territorio «ad Carallem del Paltano». Quale canone annuo di locazione il locatario provvederà ad illuminare la detta chiesa di notte fornendo un «cexantino» di olio o di burro, suonerà la campana nelle ore debite, per la messa e «per malas auras et tempora», e farà celebrare 12 messe all'anno a proprie spese. Il detto Lorenzo si impegna inoltre a riattare «hostia eccllesie» e le case della detta chiesa.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

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Notaio scrivente: Francischus f. Iohanoli de Menicatis de Lugano p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 1 380 x 280 mm, righe 55. Fori di varie dimensioni in particolare lungo le pieghe, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Ostinelli, Il governo, p. 102.

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9 febbraio 1428, Mendrisio

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et liberationis

Gerolamo Artaria del fu Giovannolo di Vico di Como, cittadino di Como, rivende a Bartolomeo Bosia di Mendrisio del fu Nicololo la metà della decima riscossa nel territorio di Stabio «in Strata et subtus Brugam de Scharima» che il detto Gerolamo aveva acquistato dal detto Bartolomeo al prezzo di 140 lire di terzoli il 2 settembre 1422 investendolo poi ad un canone annuo di 16 staia di frumento e dieci di segale. Il prezzo della retrovendita è di 140 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Andriolus de Busionibus p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Franzii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 2 460 x 270 mm, righe 63. Alcuni piccoli fori nelle piegature, una cucitura coeva e alcune macchie, in particolare nella parte iniziale. Regesto: cdt, vol. ii, pp. 309-310, nr. 21.

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25 febbraio 1426, Minusio

Locazione / Instrumentum hereditatis

Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio, Guglielmocetto del fu Martinolo «de Lame» di Mergoscia e Giovannolo del fu Albertollo «Carnevarii» del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, procuratori del comune e degli uomini di Minusio e Mergoscia, investono a titolo di enfiteusi perpetua Petrolo del fu Giovannolo «Badugio» di Minusio, agente anche a nome dei fratelli Giovannino e Giacomo, di un campo arativo nella campagna di Minusio «in Tractu de Mezano», al canone annuo di 9 soldi di denari nuovi, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus, constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigentum et redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos rogata et rogatos per nunc quondam Gulielmolum del Orto filium quondam Antonieti de Menuxio.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 4 777 x 355 mm, righe 125. Alcune macchie. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 488.

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(prima del 22 aprile 1428)

Supplica

Il comune e gli uomini di Ascona supplicano il duca di Milano affinché conceda loro il ripristino del mercato delle bestie e delle mercanzie ad Ascona, sospeso per la guerra, che si teneva il venerdì successivo al mercato quindicinale di Cannobio del giovedì.

ASTi, Pergamene, Pancaldi 2 (inserto)

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22 aprile 1428, Milano

Concessione di mercato

In risposta ad una supplica del comune e degli uomini di Ascona, il duca di Milano Filippo Maria Visconti concede loro di ristabilire il mercato di bestie, mercanzie e altro, sospeso per la guerra, il venerdì successivo a quello quindicinale di Cannobio del giovedì. Il duca mantiene i diritti di dazio e pedaggio e ordina al podestà di Bellinzona, al vicario di Locarno e agli officiali di emanare le gride.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono minime tracce di cera e le incisioni praticate per fissarlo al documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 2 305 x 365 mm, righe 25. Pergamena miniata. Perdite di pigmento e doratura nelle decorazioni che incorniciano il testo. Diversi fori di piccole e medie dimensioni lungo la piegatura orizzontale, dovuti a rosicatura. Il margine inferiore è logoro e presenta lacerazioni e piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. La concessione ducale (r 1-2, 15-25) contiene l'inserto di una supplica del comune e degli uomini di Ascona (r 2-15), non datata. Edizione: A. Poncini, Trascrizione della pergamena di F.M. Visconti (1428) che concede il mercato quindicinale ad Ascona, Bollettino della Società Storica Locarnese, n. 9 (2016), pp. 159-161. Inserti: (prima del 22 aprile 1428)

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13 maggio 1428, Villa (Bedretto)

Promessa / Carta obligationis

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Filippo del fu Nostengo di Nostengo in Valle Bedretto di Leventina promette a Ossasco del fu Zane «Calze» di Ossasco e Tommaso del fu Martino «ab Ecclesia» di Villa, anziani della chiesa S. Eusebio di Villa in Valle Bedretto, di consegnare ogni anno in perpetuo, per s. Martino o nel mese di novembre, mezza libbra di cera. Il canone era stato istituito dal padre Nostengo sui suoi beni in suffragio della propria anima. Ora Filippo pone detto canone su un appezzamento di terreno a campo e prato nel territorio di Nostengo «ad Rium de foris campi de Piao». La mezza libbra di cera dovrà essere consegnata in uno cilostro alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Dyonixius iudex et n. f.q. ser Andrioli de Nygro de Faydo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 11 265 x 220 mm, righe 41. Lacerazione nel margine superiore. Regesto: MDT Lev., p. 1057, nr. 620.

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5 giugno 1428, Bignasco

Convenzione / Instrumentum pactorum

Giacomo del fu Ogiono «de la Fontana» di Cavergno, console, e Giacomo del fu Orsaldo di Cavergno, rappresentanti del comune di Cavergno, da una parte, e Zano del fu Minetto «de l'Orto» di Bignasco, console, e Giacomo del fu Baldassarre «Gardioli» di Bignasco, rappresentanti del comune di Bignasco, dall'altra, stabiliscono la ripartizione della Val Bavona assegnandone a Bignasco il versante destro fino al riale della Calneggia, e a Cavergno gli altri territori fino «ad Mottam Regalliatam» e al «Rios de Bianchis» et si accordano sul godimento dei pascoli della Val Calnegia.

Notaio rogatario: Zanus n., f. Iohanini Martini Mazini de Cevio.

Copia autentica (1453 (?)); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 58 480 x 340 mm, righe 68. La pergamena presenta una contrazione nella parte superiore, causata dall'acqua, alcuni piccoli fori e una lacerazione verticale lungo il bordo superiore. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 386-388 (trascrizione di una copia del 1619). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 12,1

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5 giugno 1428, Bignasco

Convenzione / Instrumentum pactorum

Giacomo del fu «Ogiorini de la Fontana» di Cavergno, console, e Giacomo del fu Orsaldo di Cavergno, rappresentanti del comune di Cavergno, da una parte, e Zano del fu Minetto «de l'Orto» di Bignasco, console, e Giacomo del fu Baldassarre «Gardioli» di Bignasco, rappresentanti del comune di Bignasco, dall'altra, stabiliscono la ripartizione della Val Bavona assegnandone a Bignasco il versante destro fino al riale della Calneggia, e a Cavergno gli altri territori fino

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«ad Mottam Regalliatam» e al «Rios de Bianchis» et si accordano sul godimento dei pascoli della Val Calnegia.

Notaio rogatario: Zanes n. f. Ioanini Martini Macini de Cevio Notaio autenticante (della copia di altra copia): Joannes Jacobus Puteus f.c. ser Guillielmi de Cevio p.i.a.n. dicte vallis

Copia autentica di altra copia (1598 febbraio 20 ); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 12,1 515 x 400 mm, righe 74. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa; sul documento figurano la presente convenzione (1-37) e la conferma di convenzione del 28 aprile 1453 (righe 38-74). La prima membrana presenta numerose lacerazioni lungo il margine superiore, in particolare nell'angolo sinistro e alcuni piccoli dovuti a rosicatura. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 386-388 (trascrizione di una copia del 1619). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 58

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22 luglio 1428, Lodrino

Procura / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Lodrino, riunita dai consoli Tommaso de Quadrio e Antonio del fu Giovanni «olim Zanis Bevenute» presso le rascane «de Brugario», nomina procuratori i detti consoli, Pietro del fu Giacomo detto Orso e il notaio Giacomo Avondi di Bellinzona, con l'incarico di stipulare un compromesso con i vicini di Moleno nella lite in merito al territorio situato tra il Riale di Lodrino e il Riale di Moleno.

Notaio rogatario: Francischolus Giringelus p.i.a.n., f.c. domini Albertini Giringeli de Mediolano, habitans Abiasche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Lodrino 1 570 x 420 mm, righe 73. Due fori nella parte sinistra risalenti alla lavorazione della pelle, una cucitura nella parte superiore destra precedente alla stesura dell'atto e alcuni piccoli fori lungo le pieghe dovuti a usura. Edizione: MDT Riv., pp. 635-639, regesto aggiunto XIII.

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2 novembre 1428 (?), Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il console e i vicini di Cavergno, agenti a nome del comune, investono a titolo di eredità perpetua Guglielmo di Perallo Nicola di Cavergno di un terreno situato a Cavergno «ad Lapidem Piatam», al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.c. Gulielmi n.de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 13 680 x 380 mm, righe 73. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Gli elementi della datazione riportati dal notaio (anno 1426, indizione settima, martedì 2 novembre) non concordano tra loro: la

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 225 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete coincidenza è invece perfetta per il 1428.

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6 dicembre 1428, Minusio

Locazione / Instrumentum hereditatis

Antonio Spadini del fu Guglielmolo Spadini di Rivapiana di Minusio, console di Minusio e Mergoscia, e Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio, Giovannolo «Carnevarii» del fu Albertollo «Carnevarii» del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, agenti a nome del comune di Minusio e Mergoscia, investono a titolo di eredità perpetua Giovannolo del fu Minolo di Orselina del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo, vignato e prativo con tre piante di castagne nella campagna di Minusio «ad Matieruchum» e della terza parte «pro indivixo» di un appezzamento di terreno prativo e boschivo sul Piano di Magadino in territorio di Locarno «in Vianono», al canone annuo di 15 soldi imperiali, 4 denari e mezzo e 2 once e tre parti di un'altra oncia di biada (segale e miglio per metà), all'oncia di Locarno, da consegnate per s. Martino.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus, constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum et redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos rogata et rogatos per nunc quondam Gulielmolum del Orto filium quondam Antonieti de Menuxio.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 5 860 x 255 mm, righe 146. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. 4 fori risalenti alla lavorazione della pelle, di cui uno parzialmente cucito con filo di canapa, una lacerazione cucita con filo di canapa, nonché piccoli fori dovuti a rosicatura nella parte finale nel margine destro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 488.

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17 dicembre 1428, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Perallo di Nicola di Cavergno era stato investito a titolo di eredità perpetua di alcuni terreni e beni immobili situati «ad Reghoxedum», in valle Bavona, da Guglielmo di Franzinetto Orsaldi di Cavergno, console ovvero decano e procuratore del comune, dietro versamento di un canone di cinque lire di denari nuovi al comune di Cavergno, in base a un atto rogato il 2 gennaio 1392. Ora Guglielmo detto Rozio figlio del fu Perallo di Nicola vende a Giacomo figlio del fu Ottobre di Cavergno tutte le migliorie apportate ai detti beni, ad eccezione del canone livellare di cinque lire di denari nuovi che il detto Guglielmo promette di versare al comune di Cavergno. Guglielmo dichiara di aver ricevuto 51 lire di terzoli quale prezzo della vendita.

Notaio rogatario: Iohanolus n., f.c. Francholi de Castrorupto de Locarno. Notaio scrivente: Albertolus n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 14 650 x 465 mm, righe 53. Alcuni fori, macchie e lacerazioni sui bordi; la scrittura è sbiadita soprattutto sul margine destro. Una grande cucitura obliqua in basso a destra e una piccola in alto precedenti la stesura dell'atto.

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24 gennaio 1429, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Il prete Antonio Rusca di Magliaso, cappellano della cappella della S. Trini situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giovannolo Molo del fu Ottinallo, abitante a Bellinzona, di un terreno situato nel territorio di Bellinzona «ad Algarengum», al canone annuo di una lira di terzoli.

Notaio rogatario: niolus de Cuxa de Birinzona p.i.a.n., f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Christoforus n., f. Bartolini Varroni de Palanzia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 31 275 x 240 mm, righe 47. Numerosi fori di medie e piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 83-84.

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25 gennaio 1429, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Andrea del fu Gabriele Rusca di Magliaso, abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Francesco e Giovanni, investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Bernardo di Carasso del fu Guido, abitante a Carasso, di un edificio con tetto in paglia, vigna recintata e cortile e altri 14 terreni situati nel territorio di Carasso, al canone annuo di quattro congi di vino o mosto «cixolus», cinque staia e mezzo di miglio, due e mezzo di segale, due di frumento, sei di castagne pestate, cinque lire e dieci soldi di denari nuovi e due capponi.

Notaio rogatario: Petrus f. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Georgius f. ser Symonoli del Mollo p.i.a.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 15 (v.n. A. V/6) 600 x 390 mm, righe 78. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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28 142<9>, Riva S. Vitale

Procura / Instrumentum <...>

L'assemblea dei vicini di Riva S. Vitale, convocata per ordine del console Felanda Neuroni, elegge Giorgio Ferrari, Martino detto Belagnino «de Belagnis» di Riva e Giorgio detto «Carnem Salatam», tutti di Riva, con l'incarico di procedere all'inventario dei beni spettanti a Giovanni «Cereti» di e alla moglie di Giovanni di Sessa del fu Mainolo del fu Mainfredolo del fu Franzio di Sessa, figlia ed erede di Maffiolo del fu Nicola Neuroni, beni appartenenti all'eredità dei fu Maffiolo e della fu Bonaverina detta Margarina del fu Pietruzzo.

Notaio rogatario: Georgius de Fossato de Merede p.i.a.n. Cumarum f.c. ser Albertini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 6 350 x 270 mm, righe 43. Il documento è gravemente danneggiato da rosicature e sbiaditure provocate da umidità, in particolare lungo tutto il margine laterale sinistro e nella parte finale. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo di imbreviature del notaio Giorgio Fossati di Meride degli anni 1422 e 1423.

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<2> <1429>, Lugano

Locazione / Instrumentum investiture

Galeazzo Clerici , procuratore «de Gambalyotis» preposito e agente a suo nome, investe a titolo di Giacomo detto Buscanto Arogno, ad un canone annuo di 12 lire di denari nuovi. (Frammento). (Cfr. ASTi, Pergamene, Brentani Pieve di 1).

Notaio rogatario: Girardolus Carolus p.i.a.n. Lugani f.c. ser Martini. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohanoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 37 700 x 450 mm, righe 91. Numerose macchie, fori e lacerazioni, una delle quali cucita prima della stesura del testo, nonché residui di filo di canapa e di pergamena. Il documento è stato riutilizzato come copertina di un libro di imbreviature del notaio Antonio Fossati di Meride per gli anni 1476-1479. L'atto, originariamente costituito da tre membrane, è privo delle prime due.

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2 novembre 1429,

Locazione /

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Galeazzo Clerici di Lomazzo del fu Giordano detto Clerico, procuratore di Galeazzo «de Gambalyotis» preposito di Mortara e agente a suo nome, investe a titolo di locazione Giacomo detto Buscanto Castelli di del fu Antonio di tutti i terreni e i beni immobili appartenenti al detto preposito situati nel territorio di Arogno, . (Frammento). (Cfr. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 37).

Notaio rogatario: . Notaio scrivente: .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 1 640 x 530 mm, righe 91. Il documento è privo della parte finale, asportata mediante taglio. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di fascicolo delle imbreviature del notaio Antonio Fossati di Meride degli anni 1475-1480. Fori e rosicature di varie dimensioni, e tre cuciture precedenti la stesura dell'atto. Nel verso annotazioni relative al notaio Fossati, tra cui «Liber imbreviaturarum secondum formam Mediolani et Cumarum. 1475, 1476, 1478, 1479, 1480, 1482». È possibile che questo frammento costituisca la parte iniziale della locazione di cui si conserva la terza e ultima membrana in Distretto di Lugano 37: infatti le parti contraenti, i luoghi, la scrittura, il tipo e lo spessore della corda usata per ricucire i fori e l'inchiostro sono i medesimi. Inoltre anche il frammento Distretto di Lugano 37 è stato riutilizzato come copertina di fascicolo delle imbreviature del notaio Antonio Fossati.

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4 aprile 1430, Meride

Vendita / Instrumentum vendicionis

Nicolao del fu Giovannolo Rusca di Como abitante a Como nella parrocchia di San Nazzaro vende a Zannolo del fu Lorenzo detto «Zoni» abitante a Meride un terreno a prato e bosco situato nel territorio di Tremona «in Vico sive in Toneloni», al prezzo di sei lire di terzoli.

Notaio rogatario: Georgius de Fossato de Merede p.i.a.n. Cumarum f.c. ser Albertini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 10 340 x 345 mm, righe 48. Fori e macchie, in particolare nelle pieghe e due fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: cdt, vol. ii, pp. 310-311, nr. 22.

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18 aprile 1430,

Vendita / <...>

Libra di Vico di Tremona del fu Martino, vedova di Andreolo «de Armariis» di Tremona, vende ad Andreolo di Zannolo detto Oldelli di Meride un terreno a prato e sassoso situato nel territorio di Tremona «ad Onazium sive in Clausium de

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Vico», . (Frammento).

Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 3 180 x 280 mm, righe 35. Il documento è privo della parte finale; alcuni piccoli fori. L'atto è probabilmente stato utilizzato come copertina di fascicolo.

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8 maggio 1430, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Guglielmocetto del fu Martinolo «de Lame» di Mergoscia, Giovannolo del fu Albertollo «de Carnevario» del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, e Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio, procuratori del comune di Minusio e Mergoscia, investono a titolo di eredità perpetua Antonio «de Castencho» del fu Giovanni «de Castencho» di un appezzamento di terreno prativo e silvato nel territorio di Minusio a Cadogno «seu ad Mondam Dominici Albertoli», al canone annuo di una brenta di vino o mosto vermiglio, alla misura di Locarno, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio scrivente: Antonius n. f. Bertolini n. de Tazis de Cravezia, Vallis Viglecii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 6 715 x 480 mm, righe 91. Diversi fori e lacerazioni di medie e piccole dimensioni lungo le piegature, nonché diffuse gore di umidità. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 488-489.

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12 maggio 1430, Milano

Decreti

Il duca di Milano Filippo Maria Visconti promulga alcuni decreti per porre fine alle controversie esposte davanti al consiglio ducale dopo la designazione di Stefano Maineri in veste di commissario della Vallemaggia, della Verzasca e della Lavizzara. Egli ordina che il commissario eserciti la giurisdizione nelle dette tre valli, delegando la risoluzione delle cause civili in Lavizzara a Fusasco di Fusio e recandosi di persona almeno due volte al mese nella stessa valle per giudicare le cause criminali, e che i lavizzaresi debbano contribuire al suo salario. Inoltre stabilisce che le spese ordinarie siano ripartite come d'uso finora tra le comunità di Locarno, Vallemaggia e Verzasca, e che il vicario di Locarno debba affidare al detto commissario le misure esecutive contro gli uomini della sua giurisdizione per quanto concerne i debiti nei confronti dei locarnesi. Infine dispone che le comunità di Vallemaggia, Verzasca e Lavizzara non siano tenute a contribuire al salario del vicario di Locarno.

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Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes Francischus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19

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12 maggio 1430, Milano

Decreti

Copia dei decreti del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca, Locarno e Lavizzara.

Cancellieri: Iohannes Francischus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2) (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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12 maggio 1430, Milano

Decreti

Copia dei decreti del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca, Locarno e Lavizzara.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes Francischus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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2 giugno 1430, Abbiategrasso

Decreto

In risposta ad una supplica delle comunità di Vallemaggia e Verzasca, il duca di Milano dichiara che la ripartizione delle spese tra le comunità di Locarno, Vallemaggia e Verzasca decretata il 12 maggio 1430 concerne gli esborsi per la conservazione dello stato e non quelli per gli affari delle singole comunità, e che perciò gli uomini di Vallemaggia e

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Verzasca non devono contribuire alle spese dei locarnesi.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19

......

2 giugno 1430, Abbiategrasso

Decreto

Copia del decreto del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca e Locarno.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2) (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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2 giugno 1430, Abbiategrasso

Decreto

Copia del decreto del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca e Locarno.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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31 agosto 1430, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Antonio «de Gentillibus» di Tortona, arbitro designato dalle parti in causa, è chiamato a risolvere la lite tra la comunità di

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Locarno e Ascona, da una parte, e la comunità di Vallemaggia e Verzasca, dall'altra, relativa alle spese sostenute l'anno precedente e da sostenersi per contribuire alla difesa dello Stato [di Milano] contro ribelli e nemici. L'arbitro condanna la comunità di Vallemaggia e Verzasca a versare a Locarno la quota dovuta, compresi gli arretrati dell'anno precedente, ed esenta la detta comunità dalle spese che il comune di Locarno fa a titolo individuale.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Christoforus Varronus p.i.a.n., f.c. Bartolini Varroni de Palanzia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 16 530 x 530 mm, righe 65. Alcuni piccolissimi fori lungo le pieghe. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 389-390.

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18 settembre 1430, Lugano

Precetto / Citatio et preceptum

Alberto Rusca, capitano di Lugano, e il suo vicario Giovanni Tatti, su richiesta dei comuni della Capriasca ordinano a qualsiasi «servitor» di citare Martino detto «Margieche», Bertramello «de Robino», Gacomo Bassi e Marino, tutti di Isone e arbitri eletti da quel comune nella lite in merito ai confini e alle terre comuni, affinché procedano con gli arbitri nominati dalla controparte nella risoluzione della controversia.

Notaio sottoscrittore: Iohannes de Barbarinis n. causarum Lugani.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 8 (inserto)

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20 settembre 1430, Lugano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra i comuni della pieve della Capriasca, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, gli arbitri eletti dai comuni componenti la pieve della Capriasca, in assenza di quelli nominati dal comune di Isone, benché convocati il giorno 18 settembre dello stesso anno, stabiliscono i termini di confine tra la loro pieve e il territorio di Isone e determinano le rispettive terre comuni. L'arbitrato è pronunciato alla presenza di Alberto Rusconi, capitano di Lugano e Valle, e di Urbano Pocobelli, luogotenente e vice reggente di Aloisio «de Caynis» vice capitano di Lugano e Valle.

Notaio rogatario: Antonius f. Martini de la Piaza de Salla n.p. Lugani et Vallis. Notaio estraente: Iohanes Martinus Martella de la Piaza de Salla p.i.a.n. Lugani et vallis et cetera f.c. domini Antonii Martelle electus .... per consciliarios et conscilium generale tottius comunittatis Lugani .... ad explendum ... instrumenta ... rogata ... per nunc c. dominum Antonium olim f. Martini de la Piaza de Salla ... olim proavum meum.

Originale estratto da imbreviature (19 giugno 1527); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 8

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1900 x 325 mm, righe 180. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Lacerazioni lungo il margine superiore e fori diffusi, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Schaefer, Il Sottoceneri, pp. 416-417, nr. 53 (parziale); CDT, vol. iv, pp. 189-203, nr. ccxciii (edizione da altro testimone in Archivio comunale Tesserete). Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 23; Lepori, Isone, p. 109. Inserti: 18 settembre 1430 (Lugano)

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20 ottobre 1430

Locazione

Giovanni del fu Goffredino «olim domini Andriolli <...> de Orello», in seguito alla divisione fatta tra detto Giovanni, da una parte, e <...> «suprascripti condam domini Guifredini de Orello», investe Petrolo del fu Antonio «olim Petrazii condam Zanis Marzanoli de Valsaxina», abitante a Locarno, di una casa «a focho» con tetto in paglia «cum casso uno discoperto que solebat esse stazona» e di un «canegio» diroccato con cortile e «stazona» con tetto in assi, nel borgo di Locarno «in contrata de Vicho», al canone annuo di 3 di denari terzoli da consegnare per la festa di s. Martino. Giovanni Orelli dichiara che aveva ricevuto per l'investitura del 23 febbraio <139>1 da Petrolo «seu condam Petrazio ipsius Petroli» 55 lire . (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 10 390 x 360 mm, righe 57. Il documento è privo lato sinistro e la parte finale, asportati mediante taglio.

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16 novembre 1430, Lugano

Commissione

Il vescovo di Como Francesco [Bossi] incarica Marchetto Rusconi di Arosio e Alberto «de Agazo» di Mugena di risolvere la lite tra frate Alberto, ministro dell'ospedale di S. Maria di Lugano, da una parte, e Gasparolo di Vernate detto di Cimo, dall'altra, in merito a certi beni situati nel territorio di Cimo.

ASTi, Pergamene, Polar 6 (inserto)

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2 dicembre 1430, Vigevano

Ordine

Il duca di Milano ordina al commissario di Vallemaggia e Verzasca di procedere per via sommaria nelle cause mosse da

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 234 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete persone sottoposte alla giurisdizione del vicario di Locarno contro qualunque persona delle dette valli.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Mafeus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19

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2 dicembre 1430, Vigevano

Ordine

Copia dell'ordine del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito alla procedura di esecuzione per i debiti contratti dagli uomini di Vallemaggia e Verzasca con i locarnesi.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Mafeus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2) (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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2 dicembre 1430, Vigevano

Ordine

Copia dell'ordine del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito alla procedura di esecuzione per i debiti contratti dagli uomini di Vallemaggia e Verzasca con i locarnesi.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Mafeus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 (inserto) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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<14> <1430> (?), Lugano

Arbitrato / <...>

Marchetto Rusconi di Arosio e Alberto «de Agazo» di Mugena, arbitri designati dal vescovo di Como Francesco il 16

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 235 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete novembre 1430 a risolvere la lite tra frate Alberto, ministro dell'ospedale di S. Maria di Lugano, da una parte, e Gasparolo di Vernate detto di Cimo, dall'altra, relativa a certi beni situati nel territorio di Cimo, lavorati dal fu Botonzello e ora spettanti al figlio Giovannino, «pauper et demens» e ad un'altra figlia, ricoverati nel detto ospedale. Marchetto ordina al detto Gasparolo di assegnarne una parte all'ospedale e di versare al medesimo due congi di vino e quattro staia di castagne pestate, corrispondenti al canone riscosso sui detti beni l'anno precedente, e di pagare al vescovo di Como due terzi del canone. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Polar 6 440 x 500 mm, righe 53. La parte finale del documento è stata asportata mediante taglio. Macchie, fori e rosicature, in particolare lungo i margini laterali. Inserti: 16 novembre 1430 (Lugano)

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22 gennaio 1431, Morcote

Locazione e ricevuta / Instrumentum investiture

Baldo Crivelli di Milano, procuratore di Tommaso Crivelli, preposito del monastero e della chiesa di S. Maria di Torello, investe a titolo di locazione Antonio Manzoni «de Brumano» del fu Giovanni, castellano del castello di Morcote, di un sedime con case ed altri edifici situato nel territorio di Bioggio «ad Barcham», per nove anni ed in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di 95 lire di terzoli e 4 capretti. Il procuratore dichiara inoltre di avere ricevuto 95 lire di terzoli a pagamento del fitto dell'anno precedente.

Notaio rogatario: Ser Iacobus de Bossis n. Lugani. Notaio estraente: Iacobus de Salvis de Melide habitator Murchote p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Gabriellis.

Originale estratto da imbreviature (1513 settembre ); lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 5 585 x 195 mm, righe 65. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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20 febbraio 1431, Sala [Capriasca]

Testamento / Instrumentum testamenti

Zanino detto «Buyrinus» del fu Barolo «de Avostalo» di Sala detta il suo testamento. Egli conferma il lascito annuale di una somma di mistura di segale e miglio in pane cotto istituito da Giovannino, suo nonno, e di un cero di due libbre a favore della chiesa di S. Stefano e istituisce un lascito di quattro staia di mistura di segale e miglio in pane cotto da distribuire ai poveri della pieve per cinquant'anni dopo la sua morte, garantendo dette elemosine su tutti i sui beni situati in territorio di Redde («de Rede»). Istituisce sua moglie Comina amministratrice dei suoi beni e le assegna una somma di cinquanta lire di terzoli oltre alla sua dote; a sua figlia Petrina per il suo matrimonio assegna cinquanta lire di terzoli e altri doni parafernalia, prima del matrimonio i suoi eredi avranno l'obbligo di provvedere al suo vitto e vestimento; lascia

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 236 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete ad Agnesola e Leona, sue abbiatiche, un asciugamano ciascuna per il loro matrimonio. Nomina infine suoi eredi universali nella misura di metà ciascuno Sarolo e Giovannolo, suoi figli legittimi.

Notaio rogatario: Antonius de la Piaza de Salla n. Lugani f. Martini.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 3 390 x 430 mm, righe 49. Numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura soprattutto lungo le piegature; l'angolo inferiore destro è stato asportato mediante taglio.

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3 aprile 1431, Minusio

Locazione / Instrumentum hereditatis

Giovannolo «Carnevarii» Albertollo «Carnevarii» del Consiglio Mezzano, abitante a Minusio, e Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio, procuratori del comune Minusio e Mergoscia, investono a titolo di eredità perpetua Guglielmo detto «Bizenum» del fu Zanolo detto «Bizeti» di Mergoscia di un appezzamento di terreno arativo «cum firagnolis duobus vinee et rompatarum» nella campagna di Minusio «in Tractu de la Valegia» e di un appezzamento di terreno arativo detto «media terzirola» nella campagna di Minusio «in Tractu de Mezano», al canone annuo di una brenta e mezza di mosto bianco prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e uno staio e 2 once di biada di segale e miglio in parti uguali, alla misura di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum sive redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos rogata et rogatos per nunc quondam Guglielmum del Orto fq Antonieti de Menuxio et que per eum expleri non potuit.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 7 660 x 360 mm, righe 122. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazioni nel margine superiore e estere macchie di umidità nella parte superiore. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 489.

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22 maggio 1431, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Zanolo Rusca del fu Simone, Ambrogino sarto del fu Giovanni di Marliano e Marcolo Todesco del fu Giovannolo del fu Pietro Todesco, tutti abitanti a Bellinzona, quali amministratori e procuratori dell'ospedale di San Giovanni Battista di Bellinzona, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Minolo del fu Giovanni Minotti di Carasso, abitante a Carasso, di un terreno a vigna, prato e bosco situato nel territorio di Carasso «ad Domum Antonii del Monacho», ad un canone di nove staia di vino o di mosto per il primo anno di locazione, e in seguito di due congi di vino o di mosto.

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Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Zanetus de Ayra de Cama p.i.a.n., f. ser Zanis de Ayra.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 16 (v.n. A. V/8) 380 x 400 mm, righe 56. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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16 giugno 1431, Bellinzona

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum finis

Antonio Cusa del fu Paganolo di Bellinzona, agente a nome di ser Simone della Torre di Mendrisio del fu Giorgio, fratello ed erede del fu Borellino della Torre, rinuncia nelle mani del notaio rogatario, agente a nome del console Stefano del Monaco del fu Minetto e del comune di Lumino e Castione, ad ogni pretesa in merito a un debito di 8 fiorini, contratto il 6 luglio 1401 dal comune nei confronti del detto Borellino, tranne che per quanto concerne l'indennizzo di alcune spese giudiziarie, riconosciuto per mezzo di due sentenze. Lo stesso Antoniolo, a nome di Simone della Torre, dichiara di avere ricevuto a saldo del debito da Giovannolo Falchi di Bellinzona del fu Antonio la somma di 26 lire di terzoli, che era stata depositata presso quest'ultimo dal detto console.

Notaio rogatario: Petrus f. ser Georgii Todeschi de Berinzona, p.i.a.n. Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 7 330 x 285 mm, righe 48. Diverse rosicature di piccole dimensioni, in particolare lungo le piegature, e alcune piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi; estese sbiaditure dell'inchiostro. Numerazione a matita rossa nel verso: 11.

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<...> <...> 14<3>1 (?), Bellinzona

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis

Domenico detto «Matana» del fu Antonio detto Bastardo di Medeglia conferma la vendita fatta da suo padre al fu Zanolo Rusca abitante a Bellinzona, zio del fu Andreolo Rusca, della decima di Bironico, Camignolo, <...>, Capidogno, Soresina e Rivera, spettante al detto Domenico in virtù di un arbitrato di Tomaino Trovamalla, di Donato <...> e di Andrea Somazzi. Il detto Domenico dichiara di avere ricevuto per questo da Battista del fu Andreolo Rusca di Bironico, agente anche a nome dei suoi fratelli <...> e Simone, 300 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis n. Birinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de comunis Birinzone ad explendum ... Iohanoli de Falchis n. Birinzone ... qui perventus est .

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Originale estratto da imbreviature (14<...>); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 37 460 x 350 mm, righe 62. La pergamena è stata tagliata lungo il margine superiore e inferiore e riutilizzata come copertina di un «Liber legatorum et status animarum» non meglio precisato. Alcuni fori e rosicature.

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8 gennaio 1432, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Giovannino del fu Ottino di Carmena, abitante a Carmena, vende a Morazio Ghiringhelli del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, quattro terreni situati nel territorio di di Valle Morobbia «ad Bazium», «ad Zuchum seu ad Schaladrelam», «ad Axinellam» e «ad Boschatium», al prezzo di 55 lire di denari nuovi. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di tre staia di castagne pestate e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohanoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 1 660 x 370 mm, righe 96. Fori di piccole e medie dimensioni e una cucitura precedente la stesura dell'atto. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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20 gennaio 1432, Vercelli

Attestazione

Aimonetto «de Brozio», conte di Castellamonte e podestà di Vercelli, attesta che il fu Antonio «de Bociis» di Chiavazza, rogatario del testamento di Taddeo Pepoli del fu Giovanni Pepoli di Bologna del 1400 novembre 4, era pubblico notaio di Vercelli ed iscritto nella matricola dei notai di quella città, e che parimenti Giacomo «de Maliono», designato a estrarre in pubblica forma gli atti imbreviati dal detto Antonio, Cristoforo «de Salamonibus» rogatario dell'istrumento di autorizzazione e Pietro «de Leria» sono pubblici notai di Vercelli ed iscritti in quella matricola. Aimonetto «de Brozio» dichiara che agli istrumenti ed agli atti redatti dai predetti notai è da attribuire piena fede sia in sede giudiziale che extragiudiziale.

Notaio scrivente: Iohannes de Castromonte et n. Vercellensis.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo impresso di Aimonetto «de Brozio», conte di Castellamonte e podestà di Vercelli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 7 215 x 295 mm, righe 19. La pergamena è cucita insieme con il testamento del 4 novembre 1400 e l'attestazione del 28 gennaio 1432. Edizione: MDT Bl., pp. 1257-1258, nr. 527.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 239 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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21 gennaio 14<32> (?), Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Guido del fu Bernardo di Carasso, vende a Togno del fu Martino Minotti di Carasso un terreno a gerbido, sassi e bosco situato nel territorio di Carasso «in la Costa ad Planum de la Larice supra Pozolum», al prezzo di 14 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Petrus Todeschus n. Birinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.q. domini Petri de Birinzona p.i.a.n. Birinzone ac notarius laudatus ... per conscilium generale comunis Birinzone ad explendum ... cartas imbreviatas ...ser Petri Todeschi. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1460 settembre 21); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 290 320 x 450 mm, righe 40. Due grosse rosicature e altri fori di piccole dimensioni. Regesto: Bsb VII (1946), pp. 71-72.

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28 gennaio 1432, Vercelli

Autorizzazione

Il collegio dei notai di Vercelli, presente Enrico «de Momo» vicario di Aimonetto «de Brozio» podestà di Vercelli, su richiesta di Giacomina moglie del defunto Antonio «de Bociis» di Chiavazza pubblico notaio della detta città, consegna a Giacomo «de Maliono» notaio di Vercelli i protocolli del notaio Antonio e lo autorizza ad estrarne gli atti in pubblica forma.

Notaio rogatario: Christoforus de Salamonibus p.i.a.n. Vercellensis.

Copia; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 7 170 x 190 mm, righe 30. La pergamena è cucita insieme con il testamento del 4 novembre 1400 e l'attestazione del 20 gennaio 1432 . Edizione: MDT Bl., pp. 1258-1260, nr. 528.

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20 febbraio 1432, Faido

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditioni et insolutum dationis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 240 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Zanolo del fu Giovanni fabbro di Chinchengo, beneficiale della chiesa di S. Siro di Mairengo, e i fratelli Giovannolo e Antonio, figli di detto Zanolo, abitanti a Faido, vendono a Bernardo del fu Biasinolo Mantelli di Cannobio del Lago Maggiore, abitante ad Altdorf, un'osteria («canepa una lapidibus astrighata») a Faido, situata sotto la casa del governo del Comune di Leventina, e un appezzamento a orto a Faido «subtus dictam hostariam». La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dai venditori, consistenti in 111 lire di terzoli di denari nuovi per l'acquisto di falci, secondo un riconoscimento di debito del 26 maggio 1419, e 16 ducati d'oro per l'acquisto di un cavallo, secondo un riconoscimento di debito del 24 ottobre 1430.

Notaio rogatario: Antoniolus p.n. comunis Valis Leventine f.q. Zanis Ambroxii de Subrio, habitator Faydy dicte valis Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n. f.q. Petroli Boneti de Piazognia de Gambarognio plebis Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 12 700 x 340 mm, righe 91. Piccole rosicature, lacerazione nel margine superiore e tagli di annullamento. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita e dazione in pagamento (righe 1-55) e la locazione del 20 febbraio 1432 (righe 56-91). Regesto: MDT Lev., pp. 1123-1124, nr. 650.

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20 febbraio 1432, Faido

Locazione / Instrumentum livelli

Bernardo del fu Biasinolo Mantelli di Cannobio del Lago Maggiore, abitante ad Altdorf, investe a titolo di eredità il prete Zanolo del fu Giovanni fabbro di Chinchengo, beneficiale della chiesa di S. Siro di Mairengo, e i fratelli Giovannolo e Antonio, figli di detto Zanolo, abitanti a Faido, di un'osteria («canepa una lapidibus astrighata») a Faido, situata sotto la casa del governo del Comune di Leventina, e un appezzamento a orto a Faido «subtus dictam hostariam», vendutigli lo stesso giorno a saldo dei debiti contratti. Il canone annuo stabilito è di 100 libbre di formaggio degli alpi di Leventina, da consegnare per s. Martino o nel mese di novembre.

Notaio rogatario: Antoniolus p.n. comunis Valis Leventine f.q. Zanis Ambroxii de Subrio, habitator Faydy dicte valis Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n. f.q. Petroli Boneti de Piazognia de Gambarognio plebis Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 12 700 x 340 mm, righe 91. Piccole rosicature, lacerazione nel margine superiore e tagli di annullamento. Sulla stessa pergamena figurano la vendita e dazione in pagamento del 20 febbraio 1432 (righe 1-55) e la presente locazione (righe 56-91). Regesto: MDT Lev., pp. 1124-1125, nr. 651.

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29 novembre 1432, Lugano

Compromesso / Instrumentum compromissi

Pietro di Crabunic di Blenio del fu Antonio detto Balduino, da una parte, e Martino di Largario del fu Antonio, dall'altra,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 241 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nominano arbitro Giovanni Tatti, vicario del capitano di Val Lugano Giacomo Rusca, con l'incarico di risolvere la controversia concernente una sentenza pronunciata tra le parti il 17 marzo 1432 dal notaio Goffredo di Pianezza, procuratore del vicario di Val Blenio.

Notaio rogatario: Iacomolus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 4 285 x 355 mm, righe 36. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore destro, uno strappo di circa 20 mm ricucito con filo di canapa nella parte centrale destra, diversi fori di piccole e medie dimensioni al centro, di cui due in corrispondenza delle piegature. Il documento era scritto sullo stesso foglio pergamenaceo dell'arbitrato pronunciato lo stesso giorno (cfr. Parrocchia di Largario 5), dal quale è stato separato mediante strappo. Edizione: MDT Bl., pp. 1262-1264, nr. 530.

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<29> novembre 1432, Lugano

Arbitrato / Instrumentum pronuntiamentorum et arbitramentorum

Nella controversia tra Pietro di Crabunic del fu Antonio detto Balduino, da una parte, e Martino di Largario del fu Antonio, dall'altra, circa una precedente sentenza, Giovanni Tatti, vicario del capitano di Val Lugano Giacomo Rusca, arbitro eletto dalle parti, annulla la detta sentenza e libera Martino dal pagamento delle spese processuali e della somma di quattro fiorini richiesta da Pietro per danni arrecati ad un certo appezzamento di terreno a prato situato «in Massanzanigo». Stabilisce inoltre che il detto appezzamento di terreno spetta di diritto a Pietro e che Martino non ha diritto di pascolo su quel terreno dalla festa di s. Giovanni (24 giugno) all'inizio di settembre.

Notaio rogatario: p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 5 275 x 400 mm, righe 32. La pergamena è priva di parte delle righe 1-12 e presenta due strappi di notevoli dimensioni lungo il bordo sinistro, che compromettono in parte la lettura. Nel margine inferiore si trovano un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e uno strappo ricucito con filo di canapa. Il documento figurava originariamente sul medesimo foglio del compromesso stipulato il medesimo giorno (cfr. Parrocchia di Largario 4). Edizione: MDT Bl., pp. 1264-1266, nr. 531.

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15 dicembre 1432, Locarno

Sentenza / Instrumentum arbitramentorum

Giacomo «de Ferrariis» di Parma, vicario della Comunità di pieve di Locarno e Ascona, e Stefano «de Mayneriis», commissario di Vallemaggia e Verzasca, delegati del duca di Milano, pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Locarno e Ascona, da una parte, e la comunità di Vallemaggia e Verzasca, dall'altra, relativa alle spese sostenute da Locarno e Ascona anche a nome delle dette Valli, in particolare per i danni subiti dalla rocca di Locarno.

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Dopo avere esaminato i documenti prodotti dalla parti, tra cui un «quaternetum» con annotate le spese che Locarno e Ascona vogliono suddividere con Vallemaggia e Verzasca, i delegati ordinano ai rappresentanti della comunità di Vallemaggia e Verzasca di pagare la loro quota di spesa.

Notaio rogatario: Petrus de la Gesia canzelarius comunitatis Locarni. Notaio estraente: Cristoforus p.i.a.n., f.c. Fidelis de Roncho habitator Locarni et n. ellectus et constitutus per consilium generale comunitatis Locarni ad explendum .... instrumenta rogata ... per nunc condam Petrum de la Gesia olim canzelarium comunitatis predicte

Originale estratto da imbreviature (1509 gennaio 23); lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 17 4630 x 430 mm, righe 531. Il rotolo è costituito da otto membrane cucite insieme. Alcune piccole lacerazioni nei margini e piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Pometta, Come il Ticino, II, pp. 223-235. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, p. 390.

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4 marzo 1433, Sementina

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Margherita del fu Briccardo «de Adamino», vedova di Cristoforo del fu Guarino Orelli di Moia nel contado di Bellinzona, curatrice e amministratrice dei suoi figli Donato e Antonio del detto fu Cristoforo, agente anche a nome del nipote Giovannetto del fu Antonio Orelli, fratello di Cristoforo, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Darama del fu Domenico detto Fantino di Verzasca, abitante a Sementina, di un complesso di terreni e altri beni immobili situato nel territorio di Sementina «ad Malcantonum» e «ad Malcantonum ad Clausum Magnum», al canone annuo di otto lire e otto soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohanoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 32 550 x 340 mm, righe 73. Alcune macchie nella parte finale e fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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22 aprile 1433, Osogna

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Martino detto Barba di Grono, figlio del nobile Albertone Sacco, e Guglielmolo del fu Giovanolo «de Ronchatio» di Osogna, arbitri designati dalle parti in causa, pronunciano la loro sentenza nella lite tra il comune di Osogna, da una parte, e Gabriele del fu Francesco Sacco di Grono, dall'altra, relativa ad alcuni diritti sulla decima di Osogna rivendicati dal detto Gabriele e alle taglie a lui richieste per i beni che egli possiede in tale comune.

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Notaio rogatario: Francischollus Giringelus p.i.a.n., f.c. domini Albertini Giringeli de Mediolano habitans Abiasche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 4 325 x 390 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni in corrispondenza delle pieghe. Il documento è stato utilizzato come copertina di un fascicolo. Edizione: MDT Riv., pp. 691-695, nr. 411.

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26 maggio 1433, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Luchino del fu Simone Rusca di Como, agente anche a nome del fratello Otto, vende ad Andrea del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli, un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Campagnia de Gazolis», al prezzo di 70 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohannoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 9 550 x 370 mm, righe 72. Alcuni fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle e rosicature lungo la parte superiore del margine sinistro. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 37-38.

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12 giugno 1433, Faido

Stima e liquidazione di debito / Instrumentum protestationis et exstimationis

Giovanni del fu Martino «Azii» di Osco, abitante a Polmengo, e Antonio del fu prete Zanolo di Faido, pubblici stimatori della vicinanza di Faido, ordinano al notaio Antoniolo del fu Zane Ambrosi di Sobrio di redigere la stima da essi compiuta il giorno medesimo, su richiesta dei beneficiali della chiesa di S. Siro di Mairengo e sulla base della designazione fatta dai vicini di Faido, in ossequio all'autorizzazione e al precetto concessi dal podestà di Leventina Giovanni Migliazzi di Milano ai detti beneficiali. Essi dichiarano di avere stimato la metà di un orto situato nel territorio di Faido sotto la casa di Dionisio giudice e notaio di Faido. L'orto in questione fa parte dei beni lasciati dal detto fu Dionisio, debitore nei confronti della chiesa per la somma di sei lire di terzoli di denari nuovi per il mancato versamento del canone di locazione degli ultimi sei anni dei beni sui quali erano garantiti gli annovali celebrati dai beneficiali, in ragione di 20 soldi soldi di terzoli di denari nuovi annui, come risulta dall'annotazione fatta di proprio pugno nel martirologio dal debitore stesso, che vanta inoltre un debito di uno staio di grano per la decima degli ultimi quattro anni. L'orto stimato viene assegnato ai sacerdoti prebendati della detta chiesa perché ne dispongano liberamente.

Notaio rogatario: Antoniolus p.n. habitans in terra Faydy f.q. Zanis Ambroxii de Subrio. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.q. Petroli Boneti de Piazognia de Gambarognio plebis Locarni.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 1 260 x 355 mm, righe 28. La pergamena presenta alcune sbiaditure d'inchiostro, una lacerazione e quattro tagli d'annullamento. Edizione: Mdt Lev., pp. 1404-1406, regesto aggiunto IX.

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19 giugno 1433, Largario

Vendita / Carta venditionis et daty

I fratelli Enrico e Goffredo del fu Pagano di Pianezza vendono a Pietro Poma del fu Giacomo Poma e a Leventino del fu Giacomo detto Chierico, entrambi di Largario, agenti in nome proprio e del console e dei vicini di Largario, tre appezzamenti di terreno, a campo, prato e vigna, situati nel territorio di Pianezza, al prezzo di 28 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Angio f.c. domini presbiteri Martini, Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 6 310 x 235 mm, righe 52. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore destro, macchie diffuse. Edizione: MDT Bl., pp. 1281-1284, nr. 538.

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25 settembre 1433, Ascona

Testamento / Instrumentum testamenti

Pietro del fu Antonio fu Pietro «Iordani» di Ascona detta il suo testamento; egli lascia ai beneficiati e alla chiesa di S. Pietro di Ascona un appezzamento di terra arativa situato in territorio di Ascona «in Segnia», assegna al prete Franzino di Orta, beneficiato di detta chiesa, 2 fiorini del valore di 3 lire e 4 soldi di denari nuovi per la celebrazione di messe e uffici in suffragio della sua anima e agli altri preti beneficiati 2 lire e 8 soldi di denari nuovi per la celebrazione di uffici e messe d'anniversario; lascia infine 3 lire a ciascuna delle figlie Giovannina e Bertrama e nomina erede universale suo figlio Antonio.

Notaio rogatario: Iohannollus Pongie n. f.q. Antonioli Pongie de Scona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 24 (v.n. AST 4) 580 x 255 mm, righe 71. Numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, lacerazioni estese lungo le piegature, dovute a usura e ampie superfici con abrasioni; pergamena restaurata. Pur essendo fortemente abrasi, gli elementi della datazione si leggono con sicurezza. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 52, nr. 4.

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15 novembre 1433, Milano

Elezione di procuratori / -

Antonio «de Oldoynis» di Cremona, vicario del duca di Milano e vicario dell'ufficio di Provvisione del comune di Milano, Pietro «de Castiliono», arciprete del duomo di S. Maria Maggiore di Milano e vicario generale del capitolo del duomo, Minolo Bossi, Bernardo «de Cardano» e Ambrogio Bossi, ordinari del duomo, il giurista Antonio «de Tagliabobus» e i magistrati Bernardo «de Monte», Antonio Mantegazzi, Giovanni «de Recalcadis» e Agostino «de Scanziis», tutti facenti parte dei xii di Provvisione, nonché i nobili Annibale «de Birago» e Bartolomeo «de Moronis» del collegio dei giurisperiti di Milano, e Erasmino «de Sirigonibus», Aloisio «de Coyris», Cristoforo Bossi, Ambrogio «de Vitudono», Giovanni Bonini e Donato «de Munti», cittadini di Milano deputati alla cura e all'amministrazione della fabbrica del duomo, eleggono in qualità di procuratori 55 persone: due giurisperiti, 18 cittadini di Porta Orientale, dieci di Porta Romana, sei di Porta Ticinese, quattro di Porta Vercellina, sette di Porta Comacina (di cui tre giurisperiti) e otto di Porta Nuova (di cui due giurisperiti).

Notaio rogatario: Donatus de Vincemalis f.c. domini Tadey civitatis Mediolani Porte Ticinensis parochie Sancti Iohannis ad Concham p.i.a.n. Notaio scrivente: Antonius de Munti f. domini Donati civitatis Mediolani Porte Nove parochie Sancti Protassi ad Monachos n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Biasca 1 1410 x 365 mm, righe 205. Il documento è costituito da tre pergamene cucite insieme. Cinque piccoli fori, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, nonché una rosicatura nell'angolo superiore destro. Edizione: Mdt Riv., pp. 695-705, nr. 412.

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25 1433, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Guglielmocetto del fu Martinolo «de Lame» di Mergoscia e Stefano del fu Antonio Tortelle di Minusio, procuratori del comune Minusio e Mergoscia, investono a titolo di eredità perpetua il fabbro Martino del fu Beltrametto di Minusio di un sedime con una cantina e un solaio, coperti di piode, con una casa «a focho» diroccata «cum curia» e pergolato nel territorio di Minusio a Borenco, e un sedime arativo e vignato con una pianta di mele, nello stesso luogo, al canone annuo di una brenta di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, prodotta nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia e di 40 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum seu redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos rogata et rogatos per nunc quondam Gulielmolmum del Orto fq Antonieti de Menuxio et que per eum expleri non potuit.

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Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 8 625 x 360 mm, righe 111. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Estese rosicature nel margine destro, nonché macchie di umidità nella parte superiore. Gli elementi della datazione sono stati ricostruiti in base a giorno, indizione e anno. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 489.

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30 marzo 1434, Sornico

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Adamo di Giacomo Ferrari di Broglio dichiara di essere debitore nei confronti di Adamo di Fusio e promette di pagare entro la festa di s. Martino 21 lire di denari nuovi e altrettante di formaggio.

Notaio rogatario: Guillielmus n., f.q. Zanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 17 bis 325 x 160 mm, righe 57. Tre tagli di annullamento e undici piccoli fori, di cui sette risalenti alla lavorazione della pelle.

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1 maggio 1434, Giubiasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenica del fu Zanino Calancone e il marito Giovannino detto Genovese del fu Giacomino Ottini di Carmena, abitanti nel territorio di Giubiasco «ad Almaterum», vendono alla chiesa di S. Maria di Giubiasco, rappresentata dal prete beneficiato Giacomo di Vallemaggia e dai procuratori Menegio del fu Lanfranco di Vellano e Antonio detto Pongino del fu Nicola «de Robatino» di Contone abitante a Giubiasco, un campo situato nel territorio di Giubiasco «in Campo Canino», al prezzo di 40 lire di denari nuovi, pagati dal detto prete con il ricavato della vendita di due buoi e con un credito della chiesa.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Zanetus de Ayra de Cama p.i.a.n., f. ser Zanis de Ayra.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 4 485 x 305 mm, righe 64. Fori di piccole dimensioni in particolare nelle pieghe e lacerazioni nei margini.

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6 maggio 1434, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture ad hereditatem

Giorgio del fu Pietro «de Baddis» di Cannobio, abitante a Locarno, agente a nome suo e a nome di Saviolo e Cristoforo, figli suoi e della defunta moglie Ursina «olim filia et heres Savioli de Brenta de Locarno», investe Salio del fu Dominico «Aracii» di Ditto di un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Ditto «in Campanea supra locum», di un appezzamento di terreno a prato con mezza casa con tetto in piode in detto territorio e di un appezzamento di terreno silvato nel territorio di Ditto «in Pianella de Casinatio», al canone di 3 mine di castagne secche, allo staio di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino. Giorgio dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Salio 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n.p. f. c. ser Martinoli c. ser Henrigoli Pezie de Locarno dicti de Alzate.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 11 585 x 380 mm, righe 83. Piccole rosicature lungo i bordi.

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5 giugno 1434, Bironico

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus ad causas

L'assemblea dei vicini di Camignolo, riunita per ordine del console Zanolo del fu Lafranco «de Parono», nomina suoi procuratori alle cause Andrea Cocquio, Filippo di Salorino e Giovanni Baliaca, tutti e tre notai e procuratori di Como, nonché Giacomo del fu Petrosolo Rusca di Como, Zanolo del fu Martino «de Bono» vicino di Camignolo e Antonio detto Bastardo di Medeglia, con l'incarico di rappresentare il comune in particolare nella causa in corso contro il prete Donato Molo.

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum et comunitatis Lugani et Vallis f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 4 395 x 220 mm, righe 63. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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26 luglio 1434, Milano

Mandato

In risposta ad una supplica del comune di Bellinzona, il duca di Milano Filippo Maria Visconti ordina al capitano di Bellinzona di indurre i comuni del contado a contribuire per la quota di un quinto agli oneri ordinari e straordinari, e di attenersi al tenore di una sua precedente lettera del 17 gennaio 1428 riguardo alle spese per la guardia.

Notaio autenticante: Tolomeus de Casteleto canzellarius domini capitanei Birinzone.

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Notaio autenticante: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio autenticante: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone. Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Mafeus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Copia autentica (1478 febbraio 10); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 2550 x 315 mm, righe 228.

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16 ottobre 1434, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Martino del fu Alberto «de Frachignionibus de Zezima», abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno un appezzamento di terreno arativo chiamato «Terzirolla» nella campagna di Locarno «in Tractu de Sancto Georgio», e stabilisce che i frati di detto convento siano tenuti a celebrare ogni anno un annuale e lascino lavorare detto terreno al suo erede finché lo voglia tenere, dando al convento ogni anno 3 mine di mistura (segale e miglio in parti uguali), alla misura di Locarno. Infine nomina suo erede il figlio Bernardo.

Notaio rogatario: Maffiolus n. de Locarno f. c. Minossii de Brenta de Locarno. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambarognio plebis Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 12 265 x 355 mm, righe 30. Lacerazione nel margine superiore in corrispondenza di una macchia. L'atto doveva essere cucito ad un altro documento, come risulta da un minuscolo frammento di filo blu infilato in alcuni fori praticati nel margine inferiore.

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22 ottobre 1434, [Bellinzona?]

Arbitrato / Instruemntum arbitramentorum

Nella lite tra Giorgio Rusca del fu Marcolo abitante a Bellinzona, da una parte, Marcaccio del fu Zanolo Marcacci di Locarno, abitante a Locarno, da un'altra parte, e Filippo beccaio del fu Biagiolo della Porta, abitante a Locarno, da una terza parte, per un affare riguardante l'acquisto di animali castrati e di lana, Protasio di Carate, Marcolo <...> e Andreolo <...>, arbitri designati dalle parti, stabiliscono che i detti Marcaccio e Filippo debbano pagare al detto Giorgio rispettivamente 19 e 9 e mezzo ducati d'oro, e che Filippo versi inoltre un ducato d'oro al detto Marcaccio.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini de Palanzia p.i.a.n. habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 2 575 x 285 mm, righe 74. Lacerazioni lungo bordi verticali e numerose macchie e fori di piccole e medie dimensioni.

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7 novembre 1434, Como

Locazione / Instrumentum

Frate Bertramo «de Montono», abate di S. Abbondio di Como e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per nove anni e non oltre il nobile di Tesserete Stefano di Bidogno del fu Comino «de Cataniis» di Bidogno, del «massaritium de Orino» e di altri beni immobili e terreni situati nel territorio del concilio di S. Abbondio e ad Agno, «ad Orinum» e «ad Mondam de Orino», riservandosi il diritto di riscuotere la decima. Il canone annuo è di 12 lire di terzoli e due paia di capponi.

Notaio rogatario: Ser Petrus de Rochis n.p. Cumarum f.c. ser Iohannis. Notaio estraente: Antonius de Rochis p.i.a.n. Cumarum f.q. ser Petri.

Originale estratto da imbreviature (1439 settembre 17); lat. ASTi, Comune di Arogno 1 445 x 330 mm, righe 61. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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23 febbraio 1435, Mendrisio

Nomina di curatore / Instrumentum cure e instrumentum investiture

Giacomo Antonio di Sulmona, vicario e commissario di Mendrisio e pertinenze, nomina Guidino della Porta di Mendrisio del fu Petrossio curatore dei suoi fratelli Giovanni detto Vanossio e Cristoforo di Mendrisio, abitanti a Mendrisio, di età compresa fra i 18 e i 25 anni, allo scopo di ricevere un'investitura da Gaspare del fu Francesco della Torre di Mendrisio dell'ottava parte del diritto di decima di Meride spettante ai detti fratelli e da costoro venduta il giorno stesso al detto Gaspare.

Notaio rogatario: Tadeus de Busionibus n.p.i.a. Cumanus f. domini Andree. Notaio scrivente: Bertramus de Hera n. Cumanus f.q. ser Florii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 4 370 x 340 mm, righe 62. Sulla stessa pergamena figurano una nomina di curatore e una locazione, entrambe rogate nello stesso giorno. La membrana reca numerose lacerazioni e diffuse sbiaditure lungo tutti i bordi, nonché diversi piccoli fori.

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23 febbraio 1435, Mendrisio

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Locazione / Instrumentum investiture

Gaspare della Torre di Mendrisio investe a titolo di locazione novennale, rinnovabile a volontà delle parti, i fratelli Guidino, Giovanni detto Vanossio e Cristoforo della Porta, della quarta parte del diritto di decima di Meride, equivalente all'ottava parte della decima di Meride e pertinenze, vendutagli il giorno stesso dai detti locatari. Il canone annuo convenuto è di nove lire di terzoli.

Notaio rogatario: Tadeus de Busionibus n.p.i.a. Cumanus f. domini Andree. Notaio scrivente: Bertramus de Hera n. Cumanus f.q. ser Florii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 4 370 x 340 mm, righe 62. Sulla stessa pergamena figurano una nomina di curatore e una locazione, entrambe rogate nello stesso giorno. La membrana reca numerose lacerazioni e diffuse sbiaditure lungo tutti i bordi, nonché diversi piccoli fori.

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6 marzo 1435, Minusio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovannolo «Pizinus» del fu Antonio «Madioni» di Brione di Minusio, abitante a Minusio, vende a Stefano del fu Martino Tortelle di Minusio, caneparo della chiesa di S. Quirico a Minusio, agente a nome della stessa, un terreno recintato, vignato e arativo con «canegio» e un pergolato sopra la strada e due piante di noci nel territorio di Minusio «in contrata de Bretugo». Il prezzo di vendita è di 20 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus, constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum seu redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos rogata et rogatos per nunc quondam Gulielmolmum del Orto fq Antonieti de Menuxio et que per eum expleri non potuit.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 9 355 x 355 mm, righe 59. Piccolissimi fori lungo i margini sinistro e destro, dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 489.

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3 giugno 1435, Disentis

Locazione / Instrumentum investiture nomine pignoris

Per porre fine alle liti tra il monastero di Disentis, rappresentato dall'abate Peter von Pontaningen e dal priore Zane, da una parte, e la vicinanza di Olivone, rappresentata dal console Guglielmo «de Arnardono» di Sommascona, da Giovanni del fu Taddeo «Spayze» di Scona e dal procuratore e ministro dell'ospizio di Camperio Giovanni del fu Giovannolo detto Bogino, nonché il concilio di Ponto Valentino, Marolta, Castro, e la vicinanza di Leontica, rappresentati da Varenzo del

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 251 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fu Cortesio «de Carbonicho», da Domenico del fu Taddeo di Villa e da Guglielmino del fu Giroldo giudice di Leontica, dall'altra, relative agli alpi di Prosecco, Froda, «Aravascho» e Sassedo situati sul Lucomagno nel territorio «de Lacadeo» di Churwalchen, appartenenti al monastero e da questo date in pegno alle dette vicinanze, le parti rinunciano agli accordi precedentemente stipulati, i detti abate e priore rimangono in possesso delle 500 lire di denari terzoli a suo tempo versate dalle vicinanze, e infine il detto abate e il detto priore investono a titolo di pegno le dette vicinanze dei detti alpi, al canone annuo di 20 fiorini da consegnarsi in occasione della fiera di Sala.

Notaio rogatario: Viventius de Schezia f. domini presbiteri Zanis Valis Belegnii p.n.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 21 890 x 350 mm, righe 109. Due piccoli fori. Edizione: Deplazes, Alpen, Grenzen, Pässe, pp. 153-161 e Mdt Bl., pp. 1313-1319, nr. 550.

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6 giugno 1435, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis

Petrolo del fu Alberto «de Fontana», abitante a Cresciano, rinuncia a far valere ogni pretesa sua e dei suoi figli nei riguardi di Giovanni del fu Guglielmo detto Giramo di Carmena, e dichiara di ricevere da quest'ultimo 14 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Iacobus f. domini Pauli de Canossa de Regio i.a.[n.].

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 5 145 x 165 mm, righe 15. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe.

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(prima del 20 luglio 1435)

Supplica

Gli uomini di Vallemaggia e della Verzasca supplicano il duca di Milano affinché acconsenta alle loro richieste in merito alla ripartizione delle spese con le comunità di Locarno e Lavizzara e all'amministrazione della giustizia. Richiamando i decreti e gli ordini ducali del 12 maggio, del 2 giugno e del 12 dicembre 1430, essi chiedono che le loro comunità siano esentate dal partecipare alle spese sostenute dai locarnesi per una causa concernente i dazi, per la costruzione della residenza del commissario Bianchino Visconti e per altri motivi; inoltre che le cause fra i locarnesi e gli uomini delle due valli siano giudicate dal podestà di Vallemaggia e Verzasca; e infine che gli uomini della valle Lavizzara siano tenuti a contribuire al mantenimento del podestà di Vallemaggia e Verzasca nonché al salario del notaio e del «servitor» della comunità.

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 (inserto)

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Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2)

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(prima del 20 luglio 1435)

Supplica

Copia della supplica delle comunità di Vallemaggia e Verzasca al duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese con le comunità di Locarno e Lavizzara.

Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2) (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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(prima del 20 luglio 1435)

Supplica

Copia della supplica delle comunità di Vallemaggia e Verzasca al duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese con le comunità di Locarno e Lavizzara.

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 , Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2)

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20 luglio 1435, Milano

Decreti

In risposta ad una supplica delle comunità di Vallemaggia e Verzasca in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese con le comunità di Locarno e Lavizzara, il duca di Milano Filippo Maria Visconti dispone che le due valli non siano tenute a contribuire alle spese sostenute dai locarnesi riguardo agli esploratori segreti e ad altri oneri straordinari, che le cause fra i locarnesi e gli abitanti delle due valli siano decise con procedura sommaria dal podestà di Vallemaggia e Verzasca, che i valmaggesi e i verzaschesi non possano essere incarcerati a Locarno per debiti contratti verso i locarnesi, e che gli uomini della valle Lavizzara debbano contribuire sulla base del loro estimo al mantenimento del podestà di Vallemaggia e Verzasca nonché al salario del notaio.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: deperdito. Il sigillo del duca di Milano Filippo Maria Visconti è perduto, rimane la cordicella con la quale era

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 253 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fissato al documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18 545 x 660 mm, righe 67. Venti tagli di annullamento e cinque cuciture, una delle quali reca in parte ancora il filo originale. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Lungo il margine sinistro del documento annotazioni risalenti al XV secolo. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 390-395. Inserti: 12 maggio 1430 (Milano), 2 giugno 1430 (Abbiategrasso), 2 dicembre 1430 (Vigevano), (prima del 20 luglio 1435) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19

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20 luglio 1435, Milano

Decreti

Copia dei decreti del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca, Locarno e Lavizzara.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Copia semplice; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2) 800 x 590 mm, righe 78. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle Inserti: 12 maggio 1430 (Milano), 2 giugno 1430 (Abbiategrasso), 2 dicembre 1430 (Vigevano), (prima del 20 luglio 1435) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 , ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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20 luglio 1435, Milano

Decreti

Copia dei decreti del duca di Milano Filippo Maria Visconti in merito all'amministrazione della giustizia e alla ripartizione delle spese tra le comunità di Vallemaggia, Verzasca, Locarno e Lavizzara.

Copia semplice (traduzione dal latino) (Sec. xvi (?)); ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 19 960 x 510 mm, righe 115. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Tre fori di piccole dimensioni. Inserti: 12 maggio 1430 (Milano), 2 giugno 1430 (Abbiategrasso), 2 dicembre 1430 (Vigevano), (prima del 20 luglio 1435) Altri esemplari: Archivio della Comunità di Verzasca 2 (= 2.1/2), ASTi, Pergamene, Vallemaggia 18

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31 agosto 1435

Ordine di pagamento / Preceptum

Giovanni da Bologna, vicario di Balerna, ordina a Petrolo Maggi di Cabbio del fu Domenico, a Francesco di Muggio, a Giacomo Bossi e fratelli di Bruzella e a Giorgio di Cabbio, affittuari di Tommaso Crivelli, preposito della chiesa di Torello, di versare entro il sabato successivo a Clemente Orchi e Cristoforo detto Antina «de Ziliascha», esattori del sussidio imposto al clero di Como per il salario degli inviati al Concilio di Basilea e della semidecima imposta ai chierici comensi dallo stesso concilio, oppure al prete Ambrogio Massoni, la somma di 39 lire e sei soldi di terzoli, corrispondente a quanto dovuto dal detto Tommaso Crivelli per il sussidio e la semidecima.

ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 6 (inserto)

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10 settembre 1435, Como

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Petrolo Maggi di Cabbio del fu Domenico, Francesco Spinedi di Muggio del fu Domenico, Giacomo Bossi e fratelli di Bruzella del fu Paolo, Grigo di Muggio, Giorgio di Cabbio del fu Antonio detto Prevedi, Giacomino del fu Giacomo Spinedi di Muggio, Lanfranco di Monte del fu Minolo e Paolo di Monte del fu Petrucciolo, agenti a nome dei comuni di Monte e Bruzella, affittuari del preposito della chiesa di Torello Tommaso Crivelli, corrispondono al prete Ambrogio Massoni 39 lire e sei soldi di terzoli, a pagamento del sussidio per il salario degli inviati al Concilio di Basilea e della semidecima dovute dal preposito Crivelli in quanto chierico della diocesi di Como. Il versamento equivale al canone d'affitto dell'anno in corso dei beni da loro condotti.

Notaio rogatario: Franciscus de Piro de Cumis n.p. Cumanus f. ser Iohanini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 6 380 x 210 mm, righe 70. Rosicature lungo tutto il margine verticale sinistro e fori di piccole dimensioni, cinque dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58. Inserti: 31 agosto 1435

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17 marzo 1436, Cevio

Elezione di campari e elenco di denunce

Davanti a Pietro «de Mantellis» di Cannobio, podestà delle Valli Maggia, Verzasca e Lavizzara, si presenta Cristofano del fu Guglielmo Ghislini, console di Bignasco, che denuncia le usurpazioni dei forestieri nell'uso del territorio comunale, e chiede pertanto di designare alcuni campari. Il podestà accetta la richiesta e designa sette persone, che prestano giuramento. Segue un elenco di denunce sporte dai campari di Bignasco.

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Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 59 840 x 120 mm, righe 93. Tre membrane cucite insieme, nella seconda delle quali vi sono diversi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali parzialmente ricucito, nonché un'altra ricucitura lungo il bordo sinistro. Diverse macchie sulla parte destra.

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<30> 1436, Bellinzona

Locazione / -

Andrea del fu Ambrogio Muggiasca, agente anche a nome dei suoi fratelli Taddeo, Antonio, Giovanni e Bartolomeo, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovannolo del fu Giacomo «de Adamazio» di Piancalardo e Pietro del fu Giacomo «Michaelis» di Carena di un terreno con beni immobili situato nel territorio di <...>, al canone annuo di <...> di vino, di sei staia di castagne pestate e <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. B. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus de Lugano p.i..

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 30 330 x 285 mm, righe 43. La pergamena è mutila della parte destra e dell'angolo inferiore destro, asportati mediante taglio. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni nelle pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, pp. 116-117; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 46-47.

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4 giugno 1436, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra Pietro del fu Zanino «Reddi», i fratelli Zanino, Bernardo, Vincenzo e Lorenzo del fu Giacomo del detto fu Zanino «Reddi», e i fratelli Leone e Stefano del fu Domenico di Prada, tutti abitanti a Daro, da una parte, e Ambrogio del fu Lanfranco, i fratelli Lanfranco e Giacomo del fu Antonio del detto fu Lanfranco, Tognetto del fu Pello, i fratelli Giovanni, Lanfranco, Biagino, Albertino e Pietro del fu Zanolo, tutti di Prada, da un'altra parte, e i fratelli Bonaglia, Zanolo e Petrolo del fu Giovanni di Prada, Martino del fu Antonio del detto fu Giovanni, i fratelli Domenico e Giovanni del fu Giacomo del detto fu Giovanni e i fratelli Bernardo, Giorgio e Antonio detto Tognosolo del fu Maffeo di Prada, da un'altra parte, i detti Pietro «Reddi» e Lanfranco del fu Zanolo di Prata nonché Giacomo del fu Giovanni detto «Taschini» di Tremezzo, arbitri designati dalle parti, stabiliscono le modalità di pascolo e di alpeggio sull'alpe di Arbino di mezzo e di sotto. Le parti dichiarano di accettare l'arbitrato.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus de Lugano p.i.a.n., f.c. ser Rugierii.

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 17 (v.n. A. V/9) 1110 x 290 mm, righe 132. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Diverse macchie e alcuni piccoli fori.

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8 agosto 1436, Bellinzona

Elezione di procuratori alle cause / Instrumentum procure

Caterina, figlia ed erede del fu Pietro di Ascona e moglie di Giovannolo Magoria del fu Donato, abitante a Bellinzona, con il consenso del marito costituisce suoi procuratori «ad causas» il detto suo marito nonché Alliolo Buzzi, Giacomo Avondi, Vincenzo di Cannero e il figlio Pietro Magoria.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Donatus de Somazo p.i.a.n., f.c. domini Iohannoli de Somazo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 33 440 x 130 mm, righe 73. Piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, nonché macchie e sbiaditure di medie dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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<9> <1436>, Mendrisio

Nomina di curatore / Instrumentum cure ad vendendum

Agostino «de Pichis» di Besazio del fu Giovanni viene nominato curatore di Giovannina, moglie di Petrolo «de Cataneis» di , di Caterina, moglie di Simone di Monte, e di Margherita, moglie non ancora sposata di Aresmino Clerici di Lomazzo, figlie ed eredi del fu Andrea «de Pichis», allo scopo di procedere alla vendita di alcuni beni a Simone Bossi di Monte figlio di Antoniolo, abitante a Mendrisio, marito della detta Caterina. (Frammento).

Notaio rogatario: Donatus de Somazo de Cumis n.p. Cumarum, f.c. domini Nicholini. Notaio scrivente: Iohannes Andreas de Somazo de Cumis n. Cumarum, f. ser Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 6 580 x 400 mm, righe 96. Sul medesimo supporto figurano la presente nomina di curatore e una vendita, rogate nel medesimo giorno. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme, è privo della parte iniziale ed è lacunoso lungo i margini. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni.

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9 agosto 1436, Mendrisio

Vendita / Venditio

Giovannina, moglie di Petrolo «de Cataneis» di Melano, Caterina, moglie di Simone Bossi di Monte del fu Antoniolo, e Margherita, moglie non ancora sposata di Aresmino Clerici di Lomazzo, figlie ed eredi del fu Andrea «de Pichis», vendono al detto Simone due terreni situati nel territorio di Besazio «in Canevaliis» e «in Piedosa», a pagamento delle 200 lire di terzoli promesse a suo tempo dal detto Andrea «de Pichis» quale dote per detta Caterina. La vendita avviene con il consenso di Agostino «de Pichis», curatore delle venditrici, e alla presenza di Giacomo di Sulmona, vicario e commissario di Mendrisio, pertinenze e territori annessi, rappresentante di Aloisio di Sanseverino.

Notaio rogatario: Donatus de Somazo de Cumis n.p. Cumarum, f.c. domini Nicholini. Notaio scrivente: Iohannes Andreas de Somazo de Cumis n. Cumarum, f. ser Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 6 580 x 400 mm, righe 96. Sul medesimo supporto figurano la presente vendita e una nomina di curatore, rogate nel medesimo giorno. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme, è privo della parte iniziale ed è lacunoso lungo i margini. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni.

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8 settembre 1436, Aurigeno

Ordine / Instrumentum pactorum

L'assemblea dei vicini di Aurigeno, riunita dal console Bertramo del fu Giacomo «Bartolamei», stabilisce che in futuro i canepari della chiesa di S. Bartolomeo di Aurigeno sono tenuti a retrovendere e restituire i beni immobili che avranno comprato o preso in locazione dai vicini di Aurigeno per lo stesso compenso che sarà stato pagato per la vendita o la locazione.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii n. de Someo.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 56 360 x 310 mm, righe 35. Alcune rosicature di piccole dimensioni.

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7 gennaio 1437, Taverne

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Domenico del fu Giovanni e Zane detto «Paliarda» del fu altro Zane, entrambi «de Rubeis» di Isone, dichiarano di essere debitori nei confronti di Zanosso del fu Antoniolo Rusconi di Bedano, abitante a Taverne, e promettono di pagare entro dieci giorni 70 lire di denari nuovi ricevuti in deposito. Il capitano di Lugano e Valle Giorgio «de Campariis de Mutina» condanna i detti debitori a versare quanto dovuto entro il termine stabilito.

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Notaio rogatario: Bernardus de Somazo n. Cumanus, f.c. ser Franzoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 4 205 x 200 mm, righe 41. La pergamena è piuttosto danneggiata da fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe e lungo i bordi, e presenta quattro tagli di annullamento. Regesto: cdt, vol. i, pp. 292-293, nr. 7.

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20 marzo 1437, Bignasco

Elezione di procuratori alle cause / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Guglielmo di Alessio, designa quali procuratori alle cause il notaio Perino del fu Romerio di Someo, Andreolo del fu Filippo di Cevio, Filippo del fu Filippo detto Maccagnino di Cevio, nonché Guglielmo di Alessio Guglielmi, Giacomo del fu Balzaro, Giacomo del fu Delaido detto Mazoro e Bignasco di Guglielmo detto Mozio, tutti di Bignasco.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.c. Petri Feloli de Dissimo habitator loci de Gordevo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 60 355 x 280 mm, righe 53. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1437 il 20 marzo cadeva infatti di mercoledí e non di domenica, come riportato dal notaio.

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15 aprile 1437, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Andrea del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Antonio, Giovanni e Bartolomeo, investe a titolo di livello perpetuo Domenica del fu Vitale «de Vitalle» di Monte Carasso, vedova di Iorio del fu Aliolo «de Alegro» abitante a Giubiasco, agente anche a nome dei figli Domenico, Giovanni, Aliolo, Bartolomeo, Antonio e Giacomo, di un terreno situato nel territorio di Giubiasco «ad Algironum iuxta Campum de la Bucella», al canone annuo di tre congi di vino.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n., f.q. ser Rugerii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 10 415 x 255 mm, righe 57. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle e una cucitura nella parte inferiore precedente la stesura dell'atto.

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Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 38.

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3 maggio 1437, Lumino

Elezione di procuratori / Sindicatus

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, convocata per ordine del console Zane del fu Martino «de Roncho» di Lumino, designa suoi procuratori Zanne «Pizinum», Alberto «de la Frixa», Antonio «de Cappo», Martino del fu Antonio del Monaco, Giovanni del fu Guglielmo «de Buscho», Giovanni del fu Zane «de Roncho», Zano del fu Simone Calegari e Martino del fu Giovanni «de Buscho», tutti vicini di quel comune, con il compito di definire i confini fra il «territorium comune et vicinoris et comunanziarum», i beni privati e i beni della chiesa di S. Mamete di Lumino, e di piantare i relativi termini in tutto il territorio comunale, affinché chi occupa terre comuni possa venir costretto a liberarle; ai procuratori è inoltre concessa la facoltà di concedere in locazione o in livello perpetuo i terreni di proprietà comunale. Il mandato è valido cento anni, e i detti procuratori si impegnano per mezzo di un giuramento nelle mani del notaio ad assolvere l'incarico in modo imparziale. Infine le stesse otto persone già designate, insieme a Antonio Cusa, Giacomo Avondi, Vincenzo di Cannero, Giovannolo Falchi e Pietro Todeschi, tutti di Bellinzona, vengono nominate procuratori alle cause.

Notaio rogatario: Varus f.q. Bertolini Varroni de Palantia, p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 8 1115 x 225 mm, righe 184. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Due fori ricuciti con filo di canapa nella seconda membrana, piccole lacune e lacerazioni lungo il bordo destro, abrasione dell'inchiostro in corrispondenza della parte conclusiva dell'atto e della sottoscrizione notarile. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 31.

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(14 maggio 1437)

Supplica / Supplicatio

Zanolo Rusca di Bellinzona, abitante a Bellinzona, supplica il duca di Milano affinché gli conceda di poter disporre nel suo testamento circa la dotazione della chiesa di S. Giovanni Battista al Dragonato, presso l'ospedale di S. Giovanni Battista, presso la quale sono celebrate due messe ogni settimana, e della cappella dei SS. Apollonia e Feriolo nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, nella quale si celebra una messa settimanale, entrambe da lui stesso fondate, nonché della cappella di S. Simone apostolo nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, fondata da Guidino Rusca, defunto fratello di Zanolo. Egli intende in particolare garantire una rendita annua di 80 lire di terzoli alla chiesa di S. Giovanni Battista, di 12 lire di terzoli alla cappella dei SS. Apollonia e Feriolo e di 50 lire di terzoli alla cappella di S. Simone apostolo, come ordinato nel testamento del detto Guidino.

ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7 (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Bironico 5

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(14 maggio 1437)

Supplica / Supplicatio

Zanolo Rusca di Bellinzona, abitante a Bellinzona, supplica il duca di Milano affinché gli conceda di poter disporre nel suo testamento circa la dotazione della chiesa di S. Giovanni Battista al Dragonato, presso l'ospedale di S. Giovanni Battista, presso la quale sono celebrate due messe ogni settimana, e della cappella dei SS. Apollonia e Feriolo nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, nella quale si celebra una messa settimanale, entrambe da lui stesso fondate, nonché della cappella di S. Simone apostolo nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, fondata da Guidino Rusca, defunto fratello di Zanolo. Egli intende in particolare garantire una rendita annua di 80 lire di terzoli alla chiesa di S. Giovanni Battista, di 12 lire di terzoli alla cappella dei SS. Apollonia e Feriolo e di 50 lire di terzoli alla cappella di S. Simone apostolo, come ordinato nel testamento del detto Guidino.

Archivio Parrocchiale Bironico 5 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7

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14 maggio 1437, Milano

Licenza

In risposta ad una supplica di Zanolo Rusca di Bellinzona, il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli concede di poter disporre per testamento circa la dotazione della chiesa di S. Giovanni Battista al Dragonato e delle cappelle dei SS. Apollonia e Feriolo nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano e di S. Simone apostolo nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, e ordina al capitano ducale di Bellinzona di far trascrivere la presente licenza nel libro dei decreti, degli ordini e degli statuti ducali di Bellinzona.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes Francischus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7 (inserto) Inserti: (14 maggio 1437) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Bironico 5

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14 maggio 1437, Milano

Licenza

In risposta ad una supplica di Zanolo Rusca di Bellinzona, il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli concede di poter disporre per testamento circa la dotazione della chiesa di S. Giovanni Battista al Dragonato e delle cappelle dei SS.

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Apollonia e Feriolo nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano e di S. Simone apostolo nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, e ordina al capitano ducale di Bellinzona di far trascrivere la presente licenza nel libro dei decreti, degli ordini e degli statuti ducali di Bellinzona.

Cancellieri: Franchinus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Iohannes Francischus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Archivio Parrocchiale Bironico 5 (inserto) Inserti: (14 maggio 1437) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7

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2 dicembre 1437, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Gabriele del fu Zanino di Gerenzano, abitante a Bellinzona, cappellano della cappella delle SS. Maria Maddalena e Caterina situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, investe a titolo di locazione e massarizio fino a s. Martino ed in seguito a volontà delle parti Domenico «de la Borga» di Arbedo del fu Giulio «de Rasserio» di Arbedo di un «cortafitio» con mulino, macina, due edifici, corso d'acqua per azionare mulino e macina, una pianta e un terreno a prato e vigna situato nel territorio di Arbedo «ad Massaritium Sancte Caterine», un terreno a prato e arativo con quattro piante di castagno situato lì vicino e due piccoli campi situati nel detto territorio «ad Voltam», al canone annuo di nove congi di vino o di mosto bianco e 18 staia di mistura di segale e miglio, uno staio di frumento e una gallina.

Notaio rogatario: Iacobus n., f.c. Iacobini de Avondo habitator Birinzone. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus de Lugano p.i.a.n., f.c. ser Rugerii.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 18 (v.n. A. V/12) 400 x 190 mm, righe 61. Alcuni piccoli fori.

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9 (?) dicembre 1437

Locazione / Instrumentum hereditatis

Cristoforo del fu Guglielmo «Gixlini» di Bignasco investe a titolo di eredità perpetua Guglielmo del fu Simone Rama di Cavergno di due campi situati nel territorio di Bignasco «ad Campum del Orto» e «ad Campum de Solario», al canone annuo di 28 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus n., f.q. Petri Feloli de Disimo habitator loci de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 20 245 x 295 mm, righe 37. La pergamena è stata tagliata lungo i margini superiore e destro, e il testo è pertanto lacunoso. Alcuni fori di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 262 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete piccole dimensioni e qualche macchia.

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10 dicembre 1437, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Benvenuta del fu Minetto «del Presbitero» di Scubiago, vedova di Giovanni di Pontirone, un tempo «monacus» e custode della chiesa di S. Nazario di Claro, e i suoi figli Zane, Giacomo, Ambrogio, Antonio e Guglielmo, il 22 febbraio 1420 sono stati investiti a titolo di livello ed eredità perpetua di un terreno a vigna e bruga situato a Scubiago, nel territorio di Claro, «ad Fornetum», dai fratelli Antonino e Giovannolo del fu «Mono» di Claro, al canone annuo di due congi di vino. In seguito Giovannolo del fu «Mono», che dopo una divisione di beni è divenuto proprietario unico del fondo in questione, lo ha venduto ai fratelli Ambrogino e Antonio del fu Gaspare «Muzalini» di Claro il 28 novembre 1432. Ora i due «Muzalini» vendono il detto terreno e il fitto ai fratelli Giacomino e Cristoforo del fu Uberto detto Chierico, abitanti a Claro, al prezzo di 100 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ambrosius de Casnedo de Claro f.c. ser Ayroldini p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 34 605 x 350 mm, righe 82. Una macchia nella parte superiore e fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: MDT Riv., pp. 781-786, nr. 442.

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10 dicembre 1437, Bellinzona

Elezione di cappellano / Instrumentum ellectionis, promissionis et colationis

Zanino del fu Michele di Gerenzano abitante a Bellinzona, figlio ed erede della fu Maffiola del fu Giorgio fratello di Giovanni «de Gambacurtis» di Bellinzona, patrono dell'altare e cappella delle SS. Maria Maddalena e Caterina situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, eretta e dotata dal detto Giorgio e vacante per la morte del prete Bertramo «de Onrigonibus», nomina suo figlio Gabriele, chierico e accolito, rettore e cappellano della detta cappella.

Notaio rogatario: Vicentius f.c. domini Christofori de Caldironibus de Canero habitans Berinzone n.p.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 19 (v.n. A. V/11) 300 x 200 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori.

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15 gennaio 1438 , Scaradra (Corzoneso)

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Giovannolo Somazzi vicario di Val Blenio, Guglielmo «Nexie» di Cumiasca console di Corzoneso, Guglielmo «de Rivera» e Zane Biucchi di Castro abitante nel villaggio di Pozzo, arbitri designati dalle parti per risolvere la lite tra Martino del fu Franzino Marzi di Leontica, da una parte, Guglielmo del fu Pietro Fantuzzi di Scaradra, da un'altra, Maffeo del fu Antoniolo Zanoli di Scaradra, da un'altra, e i fratelli Pietro e Antonietto del fu Guglielmo Salvia di Dongio, da un'altra ancora, circa la costruzione e la manutenzione di un cancello situato nella campagna di Scaradra e Pozzo sopra una proprietà del detto Martino, su una strada che conduce ai terreni e alle abitazioni dei detti Guglielmo, Maffeo, Pietro e Antonietto, condannano Guglielmo alla manutenzione pereptua del cancello, Martino alla concessione del diritto di passo a Guglielmo, i fratelli Pietro e Antonietto al pagamento di una lira di terzoli ciascuno a Guglielmo, e Maffeo al pagamento di dieci soldi di terzoli a Martino per la concessione del diritto di passo allo stesso Guglielmo.

Notaio rogatario: Viventius de Schezia f.c. domini presbiteri Zanis Valis Belegnii p.n.a.i. Notaio scrivente: Petrus de Somazo n., f. ser Abondii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 22 480 x 310 mm, righe 68. Due piccolissimi fori. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 15 gennaio 1438 cadeva infatti di martedì e non di mercoledì, come riportato dall'estensore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1334-1337, nr. 556.

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18 gennaio 1438, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Porrino e Giovanni di Viganello del fu Bertramo detto Rosso, abitanti a Viganello, agenti anche a nome degli altri fratelli Bertramo e Giovannina, vendono a Pietro detto Vicentino di Vicenza del fu Girardo, abitante a Viganello, un prato con una pianta di noci e una di castagne situato nel territorio di Viganello «in Sgraxura», al prezzo di 15 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius Castoyra de Lugano p.n., f.c. ser Georgii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 7 555 x 360 mm, righe 69. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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28 gennaio 1438, Dongio

Vendita / Instrumentum venditionis

Il notaio Pietro del fu Antoniolo di Dongio vende al prete Enrico di Dangio, agente a nome di Guido del fu Martino

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«Zanini» Bruni di Dangio, un congio di mosto gravante su due appezzamenti di terreno a prato nel territorio di Corzoneso. Il prezzo di vendita è di 48 lire di denari terzoli.

Originale; lat. ASTi, Cima 4 195 x 300 mm, righe 28. Un foro di medie dimensioni nella metà superiore, dovuto a rosicatura, e nel verso resti di carta incollata. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 28 gennaio 1438 cadeva di martedì e non di venerdì, come riportato dal notaio. Edizione: Mdt Bl., pp. di prossima pubblicazione, nr. regesto aggiunto XXIX.

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4 giugno 1438, Bellinzona

Commissione / Instrumentum comissionis et declarationis

Bacilerio Tebaldi, capitano di Bellinzona, Locarno, Valle Leventina e Blenio, incarica Martino Calanchetto, Bertramo del fu Antonio della Cassina, Lanfranco del fu Lanfranco detto Guerra e Zanono del fu Domenico, tutti vicini di S. Antonino, di procedere entro il 18 giugno alla determinazione dei confini di due boschi situati nel territorio di S. Antonino «ad Domum Maffey» e «in Cugnoratio», contesi tra Bertramo del fu Zane di Isone abitante a S. Antonino, da una parte, e il comune di S. Antonino, dall'altra.

Notaio rogatario: Vicentius f.c. domini Christofori de Caldironibus de Canero habitans Berinzone n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 2 415 x 390 mm, righe 55. Piccoli fori in corrispondenza delle pieghe. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 55.

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18 giugno 1438, Bellinzona

Determinazione di confini / Instrumentum declarationis ac protestationis

Martino Calanchetto, Bertramo del fu Antonio della Cassina, Lanfranco del fu Lanfranco detto Guerra e Zanono del fu Domenico, tutti vicini di S. Antonino, riferiscono a Bacilerio Tebaldi, capitano di Bellinzona, Locarno, Valle Leventina e Blenio, di avere posto i termini di confine di due boschi situati nel territorio di S. Antonino «ad Domum Maffey», contesi tra Bertramo del fu Zane di Isone abitante a S. Antonino, da una parte, e il comune di S. Antonino, dall'altra, e affermano che il secondo bosco appartiene alla chiesa di S. Antonino. Il detto capitano conferma la fissazione dei confini e ne decreta la validità.

Notaio rogatario: Vicentius f.c. domini Christofori de Caldironibus de Canero habitans Berinzone n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 2 415 x 390 mm, righe 55. Piccoli fori in corrispondenza delle pieghe.

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Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 55.

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6 luglio 1438, Aurigeno

Locazione / Instrumentum hereditatis

L'assemblea dei vicini di Aurigeno e «Verzino», riunita per ordine del console Bertramo del fu Giacomo «Bartolamey» di Aurigeno, investe a titolo di locazione perpetua Lafranco del fu «Martingni» di Aurigeno di un appezzamento a gerbido nel territorio di Aurigeno «in Ergeno», al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi da consegnare per la festa di s. Martino. I detti vicini dichiarano di avere ricevuto per l'investitura da Lafranco la somma di 25 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus n., f.c. Iohannis Martini Maffey de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 30 455 x 690 mm, righe 42. Rosicature lungo i bordi superiore e inferiore.

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28 luglio 1438, Bellinzona

Testamento / <...>

Zanolo Rusca del fu Simone di Bironico, abitante a Bellinzona, detta il suo testamento. Egli stabilisce che ogni anno dopo la sua morte il suo erede distribuisca ad ogni fuoco di Isone, Medeglia e Drossa un'elemosina di otto soldi di terzoli «pro qualibet macinata», e cioè quattro soldi di terzoli per la festa dei morti e altrettanti per la festa della s. Croce che cade il 3 marzo. Tale elemosina è garantita su metà della decima di Isone; qualora il suo erede non distribuisse l'elemosina per due anni, la decima verrà assegnata ai comuni di Isone, Medeglia e Drossa, che l'affitteranno per adempiere al legato stabilito dal testatore. Infine il detto Zanolo nomina suo erede universale il nipote Andreolo Rusca del fu Lucolo, suo fratello, o Battista, Pietro e Luchino, figli del detto Andreolo, qualora egli morisse prima di lui. Il testamento è dettato con autorizzazione ducale, concessa il 14 maggio 1437.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Var.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7 510 x 540 mm, righe 73. Numerosi fori e macchie, in particolare nelle pieghe; la pergamena è priva di un lembo lungo i tre quarti del margine inferiore, comprendente parte della sottoscrizione notarile, asportato mediante taglio. La stesura del testamento è completa soltanto in riferimento all'annullamento dei precedenti testamenti, all'elemosina per Isone, Medeglia e Drossa e all'istituzione dell'erede, mentre le altre disposizioni sono ricordate in forma ceterata. Inserti: 14 maggio 1437 (Milano) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Bironico 5

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28 luglio 1438, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti et legati

Zanolo Rusca del fu Simone di Bironico, abitante a Bellinzona, detta il suo testamento. Egli stabilisce che ogni anno dopo la sua morte il suo erede distribuisca a ogni fuoco di Bironico, Camignolo, Crescino e Bellio un'elemosina di otto soldi di terzoli «pro qualibet macinata», e cioè quattro soldi di terzoli per la festa dei morti e altrettanti per la festa della s. Croce che cade il 3 marzo. Tale elemosina è garantita sulla decima delle dette località spettante al testatore; qualora il suo erede non distribuisse l'elemosina per due anni, la decima verrà assegnata ai vicini di quei luoghi, che l'affitteranno per adempiere al legato stabilito dal testatore. Infine il detto Zanolo nomina suo erede universale il nipote Andreolo Rusca del fu Lucolo, suo fratello, o Battista, Pietro e Luchino, figli del detto Andreolo, qualora egli morisse prima di lui. Il testamento è dettato con autorizzazione ducale, concessa il 14 maggio 1437.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.c. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 5 720 x 450 mm, righe 88. Ampie rosicature lungo il lato sinistro, lacerazioni sul lato superiore e diffuse sbiaditure dell'inchiostro. La stesura del testamento è completa soltanto in riferimento all'annullamento dei precedenti testamenti, all'elemosina per Bironico, Camignolo, Crescino e Bellio e all'istituzione dell'erede, mentre le altre disposizioni sono ricordate in forma ceterata. Inserti: 14 maggio 1437 (Milano) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7

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25 1438, <...>

Retrovendita

<...> Rossini (?) di Bellano rivende al notaio rogatario, agente a nome di Antonio «de Domenigonibus» del fu Giovanni, un appezzamento a selva situato nel territorio di Gittana «in la Siva». (Frammento)

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Bironico 6 215 x 170 mm, righe 34. La pergamena è stata reimpiegata come copertina di un libretto, dopo essere stata ridimensionata: rimane la parte centrale delle prime 34 righe. Strappi e lacerazioni lungo i bordi, alcuni piccoli fori.

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11 novembre 1438, Moghegno

Locazione / Instrumentum locationis

Lafranco del fu Giovanni di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di locazione e masserizio per nove anni e oltre, a volontà delle parti, Zano del fu Rico Nobili di Moghegno della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 267 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete metà di un quarto dell'alpe di Tramone e Confeda («de medietate unius quartarii totius alpis Tramoni et Confede») nel territorio di Lodano, al canone annuo di 2 lire e 12 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f. Antonii dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 34 (= 3/1) 330 x 285 mm, righe 57. Alcune rosicature lungo le pieghe e i bordi.

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16 marzo 1439, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, convocata per ordine del console Martino del fu Domenico «de Patrocho» di Camignolo, dichiara di essere debitrice nei confronti di Domenico del fu Bertramo «de la Canepa» di Mezzovico e promette di restituirgli entro un mese 125 lire di denari nuovi avuti in prestito per sostenere le spese di una lite contro Stefanino Rusconi di Bironico e le sue sorelle. Il vicario di Lugano e Valle Giovanni Enrico Maggi condanna i detti debitori a versare tale somma entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iacomolus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 6 650 x 270 mm, righe 85. Una piccola lacerazione, integrata dal restauro, lungo il bordo superiore. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 102 n. 241.

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16 marzo 1439, Lugano

Convenzione / Instrumentum pactorum

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, riunita per ordine del console Martino del fu Domenico «de Patrocho» di Camignolo, ha venduto il giorno stesso a Domenico «de la Canepa» di Mezzovico un appezzamento boschivo situato nel territorio di Camignolo «in Rovoredo vegio et in Valegio», a pagamento di un prestito di 125 lire di denari nuovi, contratto con lo stesso Domenico allo scopo di pagare le spese processuali sostenute dal comune nella causa con Stefanino Rusconi di Bironico e con le sue sorelle. Ora Domenico, su richiesta dei vicini, promette di rivendere loro l'appezzamento in questione, qualora essi gli verseranno la somma di 125 lire di denari nuovi. Le parti convengono che Domenico potrà tenere per sé i proventi ottenuti dal bosco fino al momento della retrocessione.

Notaio rogatario: Iacomolus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 7

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520 x 395 mm, righe 65. Tre fori di grandi dimensioni nella parte destra, dovuti a rosicatura.

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16 maggio 1439, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Donato del fu Gianni «de Ytaliaxiis» di Tremezzo, console del comune di Giubiasco, e Giovanni «de Comina» del fu Zane, entrambi abitanti a Giubiasco, procuratori del detto comune e agenti a suo nome, investono a titolo di locazione e massarizio per 25 anni rinnovabile a volontà delle parti Domenico detto Penatino del fu Gianni Mossi di Carena e Petrolo del fu Anrigolo mugnaio, entrambi abitanti a Giubiasco, di un terreno a bruga, sassi e bosco situato nel territorio di Giubiasco «in Rovedario Marche», al canone annuo di quattro lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Todeschus f.q. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.[n.] Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 20 (v.n. A. VI/5) 310 x 345 mm, righe 43. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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11 giugno 1439, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Alberto del fu Zanone, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per un anno rinnovabile a volontà delle parti Zane del fu Giacomo Balia di Fusio di due quote di pascolo dell'alpe di Scheggia, al canone annuo di sette lire e sei soldi di denari nuovi.

Notaio scrivente: Iacobus notarius f. Iohannis Zanis Adami de Fuxio. Notaio rogatario: Gullielmus n. [f.q. Zanis Adami de Fuxio?].

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 19 440 x 255 mm, righe 47. Uno strappo nel bordo superiore e alcuni fori di piccole e medie dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 32.

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11 giugno 1439, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Alberto del fu Zanone, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 269 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete un anno rinnovabile a volontà delle parti Giovanni ielmo «Bonacii» di Fusio di un canone annuo di dieci lire di denari nuovi ricavato sull'alpe Massaro, situato nel territorio di Fusio. Il canone annuo è di sei lire di denari nuovi.

Notaio scrivente: Iacobus notarius f. Iohannis Zanis Adami de Fuxio. Notaio rogatario: Gullielmus n. [f.q. Zanis Adami de Fuxio?].

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 14 360 x 295 mm, righe 46. Alcuni fori di piccole dimensioni e uno strappo in alto a sinistra. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 32.

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25 giugno 1439, Basilea

Scomunica e deposizione / -

Il concilio di Basilea scomunica e depone papa Eugenio IV. «Prospexit dominus de excelso sancto suo ...».

Cancellieri: B. Vrigdach, (cancelleria del concilio di Basilea)

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico del concilio di Basilea. Nel recto è rappresentato il concilio riunito. Legenda: Nel verso: + / SACRO:/S(AN)C(T)A : GENE/RALIS : SINO/DVS : BASI:/LIENSIS / +.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 21 (v.n. A. VI/4) 480 x 640 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: Cfr. Mansi, Collectio, XXIX, col. 179-181.

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23 luglio 1439, Ponte [Capriasca]

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra i preti Alberto Quadri del fu Bertramo, Martino del fu Albertino e «Digolus» Quadri di Albertolo, tutti canonici della chiesa di S. Stefano di Capriasca, e Marco del fu Bassanolo Quadri e i fratelli Aloisio, Andrea e Abbondio del fu Giovannolo Quadri «de Cumis», da una parte, e Lafranco detto Buffone del fu Girardino «de Aziis» di Ponte, dall'altra, in merito alla ripartizione del diritto di decima, gli arbitri Mariano «de Canonica» di Origlio, Francolo «de Rama» di Ponte e Giovannolo «de Ruschis», pure di Ponte, dichiarano che dall'anno corrente in avanti il diritto di decima su tutti i prodotti di un appezzamento a campo, prato e vigna situato in territorio di Origlio «ad Rovaginam» spetti al suddetto Lafranco detto Buffone, e che tutti gli altri diritti di decima in territorio di Origlio spettino ai suddetti canonici e ai suddetti Quadri come da antico uso.

Notaio sottoscrittore: Franciscus Carulus p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera, abbas colegii notariorum totius comunitatis Lugani et Vallis Notaio sottoscrittore: Petrus Bartolus de Turbino de Lugano f.c. domini Castellani p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 270 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete laudatus, constitutus, deputatus et confirmatus per consillierios et consilium generale totius comunitatis Vallugani ad explendum, complendum et in publicam formam reddigendum et expleri, compleri et in publicam formam reddigi facendum [...] omnia et singulla instrumenta, processus et scripturas traditas et imbreviatas et tradita et imbreviata per nunc c. dominum Iohannem Antonium Martellam olim f.c. domini Iohannis Martini dela Piaza de Salla olim n.p. Lugani et Vallis et cetera Notaio estraente: Gulilelmus de Galletis p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. magistri Domenici ac etiam ellectus, constitutus et deputatus [...] per conscilliarios et conscillium generale totius comunitatis Vallugani ad explendum, complendum et in publicam formam reddigendum et reddigi faciendum quecumque instrumenta quovismodo tradata et rogata per suprascriptum nunc condam dominum Antonium Martellam dela Piaza de Salla olim n.p. Lugani et cetera et olim f.c. domini Iohannis Martini. Notaio rogatario: [Iohannes] Antonius Martella dela Piaza de Salla, olim n.p. Lugani et cetera et olim f.c. domini Iohannis Martini

Originale estratto da imbreviature (1530 ottobre 29); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 4 500 x 385 mm, righe 51. Una breve lacerazione nel margine superiore; numerosi fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura e a microorganismi, soprattutto nella parte inferiore.

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1 agosto 1439, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Gabriele del fu Zanino di Gerenzano abitante a Bellinzona, chierico, accolito, suddiacono e cappellano della cappella di S. Caterina situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, fatta costruire dai «de Gambacurtis» di Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Domenico «de la Borga» del fu Giulio, abitante ad Arbedo, otto brente di mosto bianco, 18 staia di mistura di segale e miglio, uno staio di frumento e una gallina a pagamento del canone di locazione dell'anno precedente scaduto il giorno di s. Martino.

Notaio rogatario: Vicentius de Caldironibus f.c. ser Christofori de Caldironibus de Canero habitator Berinzone n.p.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 23 (v.n. A. VI/3 bis) 155 x 330 mm, righe 19. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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1 agosto 1439, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Gabriele di Zanino di Gerenzano, abitante a Bellinzona, chierico, accolito, suddiacono e cappellano della cappella di S. Caterina situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, fatta costruire dai «de Gambacurtis» di Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Tognino del fu G<...> «Maxoti» sei staia di mistura di segale e miglio, sei da Giovanni «de Mallo», rappresentato dal figlio Togno, sei da Pietro del fu Togno «de Mallo», tre da Zano «de Mallo» e uno staio di segale da Giacomo del fu Tamo «de Mallo», tutti di Arbedo, a pagamento del canone di locazione dell'anno precedente scaduto il

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Notaio rogatario: Vicentius de Caldironibus f.c. ser Christofori de Caldironibus de Canero habitans Berinzone n.p.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 22 (v.n. A. VI/3) 175 x 340 mm, righe 23. Piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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7 ottobre 1439, Cusago

Concessione di privilegio

Il duca di Milano Filippo Maria Visconti concede privilegi al comune di Bellinzona, accogliendone parzialmente le richieste. Egli s'impegna a inviare cento balestrieri per la difesa della città, accolla agli uomini di Bellinzona i lavori di fortificazione delle mura, ordina che alle spese per i lavori ai castelli contribuiscano anche gli uomini del contado e concede ai bellinzonesi di importare una quantità fissa di grano pagando i dazi ordinari e non le gabelle nuove. In caso di pericolo il duca concede l'aiuto di uomini di Locarno, Lugano e Cannobio ma rifiuta di contribuire all'indennità per il loro sostentamento. Egli promette che con l'arrivo del commissario le spese per i soldati ducali cesseranno e si impegna a chiedere un risarcimento ai confederati, conferma per cinque anni le immunità e le esenzioni accordate ai bellinzonesi, concede che gli ufficiali ducali, in carica per un anno, siano affiancati da un vicario giurisperito, che le somme da pagare per l'imprigionamento rispettino gli statuti di Bellinzona, che egli conferma, assicura che Perrino da Campofregoso verrà ritirato dalla città, e concede ai bellinzonesi la facoltà di vendere vino ai confederati. Infine promette che durante le trattative di pace egli cercherà di far pagare il forletto anche ai confederati.

Cancellieri: Lanzalotus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Sigillo: frammento. Frammento del sigillo pendente di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, appeso con corda di seta gialla e rossa; l'impronta è gravemente danneggiata.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 24 (senza collocazione precedente) 370 x 515 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 86-90 (estratto); Bsb I (1929), pp. 242-244.

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17 ottobre 1439, Taverna (Ponto Valentino)

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis perpetue

Giacomolo del fu prete Martino di Dangio e Martino Clerici del fu Antonio «de Iohane Iacobo», entrambi abitanti a Largario, agenti in nome proprio e dei «vicini interiores» di Largario, investono a titolo di livello Giovannolo detto Zulierio del fu Giovanni «Zaffony», abitante a Tegnona, di due appezzamenti di terreno a vigna situati nel territorio di Malvaglia, al fitto annuo di tre staia di mosto da corrispondere nel periodo della vendemmia.

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Notaio rogatario: Iohanolus de Angio habitator locy de Largario ... vallis Blegnii, f.c. domini presbiteri Martini, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 7 285 x 290 mm, righe 60. Lievi sbiaditure dell'inchiostro nella parte superiore. Edizione: MDT Bl., pp. 1355-1358, nr. 563.

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16 novembre 1439, Carasso

Locazione / Instrumentum investiture livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Bernardo «del Guido» del fu Guido, investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Maffeo di Galbisio del fu Pietro ***, abitante a Carasso, di un appezzamento a bosco, gerbido e sassi con alcune piante di castagno situato nel territorio di Carasso «in Galbixio ad Fontanellas», al canone annuo di 16 soldi di denari nuovi. Detto Maffeo si impegna a costruire una strada su tale appezzamento.

Notaio rogatario: Petrus f.c. domini Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Alesius f. ser Marcholi Todeschi de Berinzona p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 2 450 x 340 mm, righe 71. Piccoli guasti e lacune. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, pp. 114-115, nr. 2; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 687, nr. II.

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18 novembre 1439, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Zanino di Gerenzano del fu Michele, abitante a Bellinzona e procuratore di quel comune, investe e titolo di livello ed eredità perpetua Locarnolo del fu Zane «de Monteliono» di Monte Carasso, agente anche a nome del fratello Giovanni, di due pertiche di gerbido e bosco situate nel territorio di Bellinzona a Monte Carasso «ad Piracham», al canone annuo di cinque soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 36 270 x 360 mm, righe 37. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe.

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25 novembre 1439, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Zano del fu Giovannino «de Russiis» di Lodano vende a Iorio del fu Lorenzo di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un campo «cum limido a capitibus» nella campagna di Lodano «in Campo rotondo», al prezzo di 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanes n., f. Zani Bernardi de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 35 (= 3/2) 605 x 410 mm, righe 83. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-42) e la locazione (righe 43-83), entrambe stipulate il medesimo giorno. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle, alcune rosicature, una piccola lacerazione lungo il lato destro. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 25 novembre 1439 cadeva infatti di mercoledì, anziché di domenica come indicato dal notaio.

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25 novembre 1439, Lodano

Locazione / Instrumentum locationis

Iorio del fu Lorenzo di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di locazione e masserizio per 25 anni e oltre, a volontà delle parti, Zano del fu Giovannino «de Russiis» di Lodano di un campo «cum limido a capitibus» nella campagna di Lodano «in Campo rotondo», vendutogli il giorno stesso, al canone annuo di 12 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohanes n., f. Zani Bernardi de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 35 (= 3/2) 605 x 410 mm, righe 83. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-42) e la locazione (righe 43-83), entrambe stipulate il medesimo giorno. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle, alcune rosicature, una piccola lacerazione lungo il lato destro. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 25 novembre 1439 cadeva infatti di mercoledì, anziché di domenica come indicato dal notaio.

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2 gennaio 1440, Bellinzona

Autorizzazione

Il capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, costituito dai preti Antonio Rusca, Silvestro e Giovanni Mandelli, convocato per ordine dell'arciprete Pagano Ghiringhelli e alla presenta di Alberto di Sala, patrono della cappella di S.

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Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio, in seguito alla richiesta del prete Giacomo «de Marchixi», cappellano della detta cappella, di procedere alla permuta di un appezzamento di terreno prativo, a gerbido e incolto nel territorio di Giubiasco «ad Valem», che frutta un canone annuo di 8 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), in cambio di quattro appezzamenti di terreni arativi nello stesso territorio, offerti da Giovanni detto Vanetto di Codeborgo, figlio di Giacomo Ferrari, che fruttano 12 staia di mistura, autorizza la permuta.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Petrus f.c. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 4 470 x 385 mm, righe 64. Sulla stessa pergamena figurano la presente autorizzazione (righe 1-33) e l'elezione di procuratore del 4 gennaio 1440 (righe 34-64). Piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori lungo le piegature e i bordi superiore e inferiore, dovuti a rosicatura.

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4 gennaio 1440, Bellinzona

Elezione di procuratore / Instrumentum expositionis et sindicatus ac procure

Il capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, convocato per ordine dell'arciprete Pagano Ghiringhelli e alla presenta di Alberto di Sala, patrono della cappella di S. Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio, Giacomo «de Machixi», cappellano della detta cappella, nomina suoi procuratori Giovanni Mandelli, Giacomo Cusa, Andrea Muggiasca, Giovanni di Casate, abitante a Bellinzona, i fratelli Filosofo e Michele di Sala, abitanti a Como, e Aliolo di Bellinzona, abitante a Locarno, affinché chiedano al vescovo di Como di acconsentire alla permuta.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Petrus f.c. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 4 470 x 385 mm, righe 64. Sulla stessa pergamena figurano l'autorizzazione del 2 gennaio 1440 (righe 1-33) e la presente elezione di procuratore (righe 34-64). Piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori lungo le piegature e i bordi superiore e inferiore, dovuti a rosicatura.

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8 gennaio 1440, Camignolo

Compromesso / Instrumentum compromissi

L'assemblea dei vicini di Camignolo, Crescino e Bellio, convocata per ordine del console Zanolo detto «Bustechus» di Camignolo del fu Martino «de Bono», da una parte, e Stefanino Rusconi di Bironico del fu Giorgio, abitante a Bironico e agente anche a nome delle sue sorelle Mainetta e Ursina, dall'altra, designano quali arbitri Bertramolo detto «Bestollus» di Mezzovico del fu Franzolo e Domenico «de la Canipa» del fu Bertramo di Mezzovico, incaricandoli di risolvere le liti che oppongono le parti entro la metà del mese di marzo successivo.

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Notaio rogatario: Iacomolus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohannoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 37 1520 x 470 mm, righe 209. Il documento, costituito da tre membrane cucite insieme, comprende il compromesso dell'8 gennaio e l'arbitrato del 15 marzo 1440. Fori, lacerazioni e strappi, in particolare nella parte iniziale. Regesto: BSB VI (1945), pp. 129-130.

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11 gennaio 1440, Bellinzona

Autorizzazione e ordine / <...>

Ambrogio «de Abonis» di Lodi, vicario del capitano ducale di Bellinzona Stefanone di Vimercate, su richiesta dei fratelli Simone, Pietro e Antonio del fu Guglielmino del fu Zane detto Braga di Bironico, abitanti a Cadenazzo, concede loro licenza di prendere possesso dei beni locati loro dal comune di Bellinzona il 22 dicembre 1438 e attualmente tenuti in modo illecito da Anrigalo del fu Zane detto Braga di Bironico abitante a Cadenazzo. Egli ordina inoltre ai procuratori del comune di Bellinzona di procedere, per mezzo di un «servitor» e della «familia» del capitano, all'immissione dei detti fratelli nel possesso di tali beni, e agli uomini di S. Antonino di prestare loro il necessario aiuto.

Notaio sottoscrittore: Antoniolus de Cuxa n. causarum Birinzone.

Archivio Comunale Bellinzona 25 (v.n. A. VI/9) (inserto)

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12 gennaio 1440, Cadenazzo

Immissione in possesso / Instrumentum introytus et inductionis posessionis

Alla presenza del notaio Antoniolo Cusa e dei testimoni, il «servitor» del comune di Bellinzona Giacomo detto Zuffa di Blenio del fu Zane immette i fratelli Simone, Pietro e Antonio del fu Guglielmino del fu Zane detto Braga di Bironico, abitanti a Cadenazzo, nel territorio di S. Antonino, nel possesso dei beni locati loro dal comune di Bellinzona il 22 dicembre 1438, consistenti in diversi edifici, un mulino e vari terreni situati nel territorio di S. Antonino «ad Cadenazium», «subtus Domos de Cadenazio», «ad Mondam de Cadenazio», «in Abiegio sive prope Domum dominarum humiliatarum de Locarno» e «ad Robasachum sive ad Galengum». I beni in questione erano tenuti da Anrigalo del fu Zane detto Braga di Bironico abitante a Cadenazzo, il quale rifiutava di cederne il possesso ai detti fratelli, sostenendo di esserne stato investito dai rappresentanti del comune di Bellinzona, agenti anche a nome della chiesa di S. Pietro Martire di Cadenazzo.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 25 (v.n. A. VI/9)

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795 x 390 mm, righe 73. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme e presenta fori di piccole e medie dimensioni nonché rosicature lungo i margini verticali. Inserti: 11 gennaio 1440 (Bellinzona)

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15 marzo 1440, Lugano

Arbitrato / Instrumentum pronuntiamentorum et arbitramentorum

Bertramolo detto «Bestollus» di Mezzovico del fu Franzolo e Domenico «de la Canipa» di Mezzovico del fu Bertramo, arbitri eletti nella lite tra i fratelli Stefanino, Mainetta e Ursina del fu Giorgio Rusconi di Bironico, da una parte, e gli uomini di Camignolo, Crescino, e Bellio, dall'altra, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano nullo l'arbitrato pronunciato il 22 gennaio 1392 da Maffiolo di Bennolo Rusconi, nella lite allora in corso tra Antonio, Giorgio e Lucolo di Simonolo Rusca di Bironico insieme ad altri membri del casato Rusconi, da una parte, e il detto comune, dall'altra, e liberano quest'ultimo dall'obbligo di versare le somme di denaro e le quantità di cereali e castagne disposte in tale occasione. Ingiungono inoltre ai Rusconi di restituire alla controparte gli alpi «de Planziis et de Agruno» e i documenti relativi alla lite, e impongono infine agli uomini di Camignolo, Crescino e Bellio di versare 320 lire di denari nuovi ai Rusconi.

Notaio rogatario: Iacomolus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohannoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 37 1520 x 470 mm, righe 209. Il documento, costituito da tre membrane cucite insieme, comprende il compromesso dell'8 gennaio e l'arbitrato del 15 marzo 1440. Fori, lacerazioni e strappi, in particolare nella parte iniziale.

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20 maggio 1440, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Maffiolo del fu Minossio «de Brenta», abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno un legato di 2 brente di vino o mosto da consegnare ogni anno, garantendoli su un appezzamento di terreno vignato e arativo «ad rompatus et clause» nel territorio del Consiglio Mezzano di Locarno «subtus et prope longetum mey notarii infrascripti», locato al calzolaio Locarnino del fu Madio di Maggia, abitante a Locarno. Egli stabilisce che i frati del convento di S. Francesco siano tenuti a celebrare ogni anno un annuale per la sua anima e se i frati dovessero cessare di celebrare l'annuale non dovranno ottenere le due brente di vino. Infine nomina suo erede Vincenzo, figlio suo e della moglie «Ixabete», se il figlio dovesse morire senza figli, nomina eredi universali i fratelli Saviolo e Cristoforo, figli di Giorgio «de Baddis» di Cannobio, abitanti a Locarno, suoi nipoti.

Notaio rogatario: Antoniolus Arientus p.i.a.n. f. c. ser Francischoli Arienti de Mediolano, habitator in loco de Conscillio Mezano Locarni.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 13 620 x 320 mm, righe 83. Foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore.

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31 maggio 1440, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

I vicini di Carasso, rappresentati dal console Galvagino del fu Guido di Carasso, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Antonino «de Minoto» del fu Martino di un terreno a bosco e gerbido situato nel territorio di Carasso «ad Planum de Larice», al canone annuo di dodici soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 38 365 x 370 mm, righe 45. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe. Regesto: Bsb vii (1946), p. 71.

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31 maggio 1440, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Il console Galvagino del fu Guido di Carasso e i vicini di Carasso investono a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Giorgetto del fu Guido di Carasso di un appezzamento a gerbido e bosco con un «muritio» e una fontana, situato nel territorio di Carasso «ad Planum del Baltego», al canone annuo di 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Antonius Ruscha f.c. domini Iohannis Rusche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 3 530 x 250 mm, righe 69. Un taglio e otto fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 115, nr. 3; Bsb vii (1946), p. 71; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 687, nr. III.

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20 giugno 1440, Bellinzona

Vendita e rinuncia / Instrumentum venditionis ac finis

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Domenica del fu Vitale «de Vitale» di Monte Carasso, vedova di Iorio di Aliolo «de Alegro» abitante a Giubiasco, insieme ai figli Domenico, Giovanni, Aliolo, Bartolomeo, Antonio, Giacomo, Margherita, Caterina e Maddalena, dei quali è curatrice, vende ad Andrea Muggiasca del fu Ambrogio abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Antonio, Giovanni e Bartolomeo, un terreno situato nel territorio di Giubiasco «ad Algironum iusta Campaneam de la Bucela», già venduto dalla stessa Domenica ai medesimi acquirenti al prezzo di 69 lire e sei soldi di denari nuovi il 15 aprile 1437. Il prezzo della vendita è di 108 lire di denari nuovi, che comprende anche l'ammontare della prima vendita. La vendita è stipulata alla presenza di Ambrogio «de Abonis de Laude» vicario del capitano di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 11 535 x 310 mm, righe 77. Alcuni piccoli fori e leggere corrosioni lungo il margine destro nella parte superiore. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 38.

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4 ottobre 1440, Bellinzona

Permuta / Instrumentum cambii et comutationis

Davanti a Baldassare «de Fino», vicario generale e luogotenente del cardinale presbitero di S. Maria in Trastevere e vescovo di Como, il prete Giovanni Mandelli del fu Giovannino, cappellano della chiesa dei SS. Carpoforo e Maurizio di Gorduno, da una parte, e Enrico «de Franzio» di Gorduno del fu Togno, agente a nome proprio e del fratello Giorgio e dei fratelli Giacomo e Bartolomeo suoi consanguinei e figli del fu Franzio «de Franzio» di Gorduno, procedono alla permuta di beni immobili. Detto prete Giovanni, a nome della detta chiesa, cede ad Enrico un appezzamento di terreno a gerbido con una cascina con tetto in paglia nel territorio di Gorduno «ad Crucem» e in cambio riceve un appezzamento di terreno campivo e arativo e un appezzamento di terreno prativo nel detto territorio «in Campagnia de Gorduno». Detto Enrico promette inoltre di versare ogni anno un canone annuo di 4 staia di vino o mosto e 8 soldi di terzoli, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iacobus n., f.c. Iacobini de Avondo habitator Birinzone. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Rugierii.

Originale; it. e lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 5 555 x 380 mm, righe 76. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazioni lungo i margini e manca l'angolo superiore sinistro.

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22 novembre 1440, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum confessionis

Stefanino del fu Giorgio Rusconi di Bironico, agente anche a nome delle sue sorelle Mainetta e Ursina, dichiara di avere

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 279 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete ricevuto dagli uomini del comune di Camignolo, Crescino e Bellio, rappresentati da Zanolo detto «Bustechus» di Camignolo del fu Martino «de Bono» e da Giovanni di Zane detto «Canono de Margnis» di Medeglia, abitante a Camignolo, 100 lire di denari nuovi a parziale pagamento della somma di 320 lire di denari di cui il detto comune è debitore nei confronti dei detti creditori sulla base di un arbitrato pronunciato il 15 marzo dell'anno in corso.

Notaio rogatario: Iacomollus de Pocobellis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 8 355 x 350 mm, righe 41. L'angolo inferiore sinistro è stato asportato mediante taglio. Alcuni piccoli fori nelle pieghe. Edizione: Bsb vi (1945), pp. 129-131. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 102 n. 242.

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16 dicembre 1440, Locarno

Vendita / Instrumentum venditioni et dati

Alberto del fu Zano di Berzona d'Onsernone (della pieve di Locarno), abitante a Solduno, e Mineta sua moglie, figlia ed erede del fu Antonio Guglielmolo «Boti» di Solduno, vendono al frate Giovanni di Lodi, guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, agente a nome della chiesa di S. Francesco, ogni miglioria su un appezzamento di terreno vignato «a palis et a rompis» nel territorio di Solduno «ad Fontanam marziam» e un appezzamento di terreno campivo e arativo «in caurga seu ad caurgam ***(?)», gravati da un canone di brente 8 di vino o mosto bianco, alla misura della comunità di Locarno e prodotto nel terreno alla Fontana Marcia, in esecuzione del testamento del prete Guidolo del fu Antonio «Penori de ***» della Val Vigezzo. Il prezzo della vendita è di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. q domini Guidoti de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 14 510 x 365 mm, righe 89. Alcune macchie.

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4 marzo 1441, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Petrolo del fu Martino «del Iorio», agente anche a nome dei suoi fratelli Iorio, Giacomino e Bricardo, tutti abitanti a Monte Carasso, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovannolo di Guglielmo del fu Giacomo «de Monteliono», abitante a Monte Carasso, di un terreno a selva situato nel territorio di Monte Carasso «ad Belfortum», vendutogli il giorno stesso dal detto Giovannolo locatario al prezzo di 17 lire di terzoli. Il canone annuo convenuto è di uno staio di castagne peste.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. Lugani et Berinzone, f.c. ser Rugerii.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 39 310 x 430 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori e due macchie sul bordo destro.

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3 aprile 1441, Locarno

Proroga di termine / Instrumentum prorogationis

Bernardo Quadrio del fu Fedelolo Quadrio di Como, abitante a Locarno, proroga di due anni il termine della promessa da lui fatta ai fratelli Giovannolo e Battista del fu Donato del fu Arriguzio Magoria di Locarno in seguito alla vendita del diritto di riscuotere alcuni canoni annui gravanti su beni immobili situati a Locarno, Minusio, Magadino, Orgnana, Colognola nel Gambarogno e sul piano di Magadino, stipulata il 21 aprile 1431. Con tale promessa Bernardo si era impegnato a rivendere ai detti fratelli il diritto di riscuotere i detti fitti, qualora essi gli avrebbero versato la somma di 400 lire di denari nuovi, corrispondenti al prezzo di vendita, entro dieci anni.

Notaio rogatario: Georgius olim domini Petri de Baddis de Canobio habitator Locarni. Notaio estraente: Saviolus f.c. domini Georgii olim domini Petri de Baddis de Canobio habitatoris Locarni, n. constitutus per conscillium generale comunitatis plebis Locarni et Scone ad explendum ... instrumenta rogata, tradita et imbreviata per suprascriptum nunc condam dominum Georgium n. olim patrem meum. Notaio scrivente: Petrolus n., f.c. Guaschoni de Guaschonis de Locarno, habitator Schone.

Originale estratto da imbreviature (1444 marzo 7); lat. Archivio Comunale Bellinzona 26 (v.n. A. VI/11) 1040 x 390 mm, righe 122. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme e presenta numerosi piccoli fori e sbiaditure d'inchiostro diffuse.

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8 aprile 1441, Locarno

Concessione

In risposta a una supplica della comunità di Val Verzasca, Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore di Locarno e della pieve di Travaglia, concede che il podestà Giovanni da Bologna eserciti sulla detta valle la medesima giurisdizione che esercita attualmente sulla Valle Lavizzara.

Cancellieri: Iohannes , Locarno (cancelliere di Franchino Rusca)

Sigillo: esistente. L'impronta del sigillo di Franchino Rusca, signore di Locarno e Valtravaglia, è parzialmente danneggiata. Lo scudo nel campo, affiancato dalle lettere F e R, reca l'arma ruscona: il primo campo porta il leone passante, il secondo campo è bandato di otto pezzi e nel capo è rappresentata l'aquila (coronata?). La legenda è riconoscibile in minima parte. Legenda: COSV<...... >.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 1 330 x 450 mm, righe 26. Pergamena restaurata; diverse lacune dovute a rosicatura lungo le pieghe, sottolineature seriori nel testo e manicula di segnalazione nel margine sinistro della riga 12. Inserti: 8 aprile 1441

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8 aprile 1441

Supplica / Supplicatio

La comunità della Valle Verzasca espone a Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore di Locarno e della pieve di Travaglia, che l'obbligo di recarsi presso il podestà di Vallemaggia per le cause giudiziarie risulta alquanto gravoso e che gli uomini di Vallemaggia intendono imporre loro certi gravami oltre l'estimo risalente alla separazione dalla comunità di Locarno. Richiamando che la valle Lavizzara risulta a sua volta separata dal duca di Milano dalla Vallemaggia e dalla Verzasca per quanto concerne il pagamento delle spese, i verzaschesi supplicano affinché sia concesso loro di eleggere un giudice con facoltà di risolvere le cause civili nella valle stessa e di non essere tenuti a contribuire alle spese con la Vallemaggia oltre il detto estimo.

ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 1 (inserto)

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3 maggio 1441, Someo

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Guglielmetto Nicola di Someo vende a Bernardo di Antonio Franzini di Someo il diritto di alpeggio per 35 bestie minute sull'Alpe Alzasca, situato nel territorio di Someo «in Alzascha» e sul quale si caricano complessivamente 1500 bestie minute. Il prezzo della vendita è di <.>36 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii n. de Someo. Notaio scrivente: Romerius n., f. Parrini n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 1 325 x 345 mm, righe 47. Numerosi fori di medie e grosse dimensioni provocati da rosicature di insetti.

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30 giugno 1441, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

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Giacomo del fu Bellolo «de la Mota», abitante a Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Martino di Gabardo di Isone, abitante a Camorino, [agente a nome del comune di Isone], sei fiorini a pagamento dei canoni annui arretrati di locazione del diritto di pascolo «in moto et super motum et paschullum» di S. Antonino e Camorino, locato al comune di Isone il 18 aprile 1389 (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 2) e ai detti Giacomo e Bellolo dal comune di Bellinzona.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 4 390 x 155 mm, righe 62. Alcuni piccoli fori in particolare lungo le pieghe.

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19 agosto 1441, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di S. Nazzaro nella pieve di Porlezza, rappresentato da Giovanni Rosso del fu Rosso «de Rugino» abitante a Carderio nel comune di S. Nazzaro, da Pietro Rosso del fu Ambrogio «de Rugino» e da Domenico detto Baralla Falco del fu Lanfranco «de Rugino», entrambi abitanti a «Rugino», investe a titolo di locazione ventennale rinnovabile a volontà delle parti il comune di Medeglia, rappresentato da Bertramo detto Passarino del fu Domenico «de la Giexia» e Medeglia del fu Domenico di Loro, entrambi di Medeglia, dell'alpe del Camoghé («de alpe de Sasso Camogarii»), al canone annuo di tre lire e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antoniolus de Cuxa de Birinzona p.n. Birinzone f.c. ser Paganoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 8 380 x 290 mm, righe 54. Una grossa rosicatura nella parte centrale, altre due lungo i margini laterali e fori di piccole dimensioni nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 67.

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30 novembre 1441, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Zanotto del fu Galeazzo di Lodano vende a Rebuffo del fu Cristoforo «de Rebuffis» di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, un campo con «limido» e vigna nella campagna di Lodano «in Campo Grando», al prezzo di 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes n., f. Zani Bernardi de Madia.

Originale; lat.

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Archivio Patriziale Lodano 36 (= 3/10) 490 x 555 mm, righe 60. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-34) e la locazione (righe 35-60), entrambe stipulate il medesimo giorno.Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale, alcune rosicature lungo le pieghe e i bordi, diverse piccole macchie.

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30 novembre 1441, Lodano

Locazione / Instrumentum locationis

Rebuffo del fu Cristoforo «de Rebuffis» di Lodano, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, investe a titolo di locazione e masserizio per nove anni e oltre, a volontà delle parti, Zanotto del fu Galeazzo di Lodano di un campo con «limido» e vigna nella campagna di Lodano «in Campo Magno», appena vendutogli, al canone annuo di 12 soldi di denari nuovi da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes n., f. Zani Bernardi de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 36 (= 3/10) 490 x 555 mm, righe 60. Sullo stesso foglio figurano la vendita (righe 1-34) e la locazione (righe 35-60), entrambe stipulate il medesimo giorno.Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale, alcune rosicature lungo le pieghe e i bordi, diverse piccole macchie.

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13 dicembre 1441, Bironico

Ratifica di arbitrato / Instrumentum amolegationis, consensus et ratificationis

Le sorelle Magnetta e Ursina, figlie ed eredi del fu Giorgio detto Borella Rusconi di Bironico, ratificano un arbitrato stipulato tra Stefano, loro fratello, agente anche a loro nome, da una parte, e il comune di Camignolo, Crescino e Bellio, dall'altra, pronunciato il 15 marzo 1440 dagli arbitri Domenico «de la Canipa» e Bertramolo detto «Bestolo», entrambi di Mezzovico, i quali avevano condannato il comune al pagamento di una certa somma di denaro e i Rusconi a lasciare liberi alcuni alpi.

Notaio rogatario: Iohannes Carulus p.i.a.n. Lugani, f. ser Girardi Caruli de Lugano. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f. Iohanoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 9 700 x 290 mm, righe 60. Piccolissimi fori.

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24 gennaio 1442, <...>

Vendita / <...>

Angerino «de Meregariis» del fu Francesco (?) vende a <...> alcuni beni immobili situati a Como (?). (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 302 270 x 370 mm, righe 48. L'atto, tagliato lungo i margini inferiore e sinistro, è stato riutilizzato come copertina di un volume o di un fascicolo. Numerose lacune dovute anche a rosicature, fori e macchie, un residuo di filo di canapa e tracce di carta incollata alla pergamena.

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5 febbraio 1442, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Antonio «de Cixana» di Gambarogno e sua madre Antonia del fu Vitale «de Zanello» di Tremezzo, vedova del detto Antonio, abitanti a Camorino, vendono ad Andrea Muggiasca del fu Ambrogio, che agisce anche a nome dei fratelli Antonio, Taddeo, Giovanni e Bartolomeo, due terreni situati nel territorio di S. Antonino «ad la Curtam», al prezzo di 66 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Comune di Giubiasco 13).

Notaio rogatario: Petrus f.q. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 12 380 x 330 mm, righe 63. Un grosso foro risalente alla lavorazione della pelle e corrosioni lungo i bordi, in particolare nella parte superiore sinistra. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114 (data errata); Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 38-39.

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5 febbraio 1442, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Andrea Muggiasca del fu Ambrogio abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Antonio, Taddeo, Giovanni e Bartolomeo, investe a titolo di locazione e massarizio per tre anni, rinnovabili a volontà delle parti, Bartolomeo del fu Antonio «de Cixana» di Gambarogno abitante a Camorino e sua madre Antonia del fu Vitale «de Zanello» di Tremezzo, vedova del detto fu Antonio, di due terreni situati nel territorio di S. Antonino «ad la Curtam», al canone annuo di cinque staia di mistura di segale e miglio. (Cfr. ASTi, Comune di Giubiasco 12).

Notaio rogatario: Petrus f.q. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 13 320 x 250 mm, righe 53. Piccolissimi fori lungo le piegature. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 39.

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2 marzo 1442, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Lancillotto e Antonio del fu Giovanni Rusconi di Bironico, abitanti a Lugano, vendono a Zanne detto Monegino «de Pironibus» di Medeglia del fu Tamo un complesso di terreni ed edifici situati nel territorio di Medeglia, al prezzo di 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius Castoyra de Lugano p.n., f.c. ser Georgii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 9 680 x 430 mm, righe 75. Alcuni fori e lacerazioni di piccole dimensioni, in particolare nella parte superiore. Tra le coerenze: ecclesie Sancti Bartolomei de Medelia.

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17 marzo 1442, Bellinzona

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis et reffutationis

Il 18 maggio 1437 Antonio del fu Paolo Molo e Giovannolo «de Falchis» del fu Antonio, abitanti a Bellinzona, procuratori del detto comune e agenti a suo nome, avevano locato a titolo di livello ed eredità perpetua ad Anrigalo del fu Gianni detto Braga di Cadenazzo, nel territorio di S. Antonino, un terreno a bosco e gerbido situato nel territorio di Bellinzona «in Buschis de la Bolla de Abiegio suptus Cadenazium», al canone annuo di due staia di castagne pestate. Ora Morazio Ghiringhelli del fu Giovanni e Paganino «de Cazanore» del fu Bertramolo, abitanti a Bellinzona, procuratori del detto comune e agenti a suo nome, da una parte, e il detto Anrigalo, dall'altra, rinunciano a tale locazione.

Notaio rogatario: Petrus f.c. domini Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; it. Archivio Comunale Bellinzona 27 (v.n. A. VII/1) 450 x 330 mm, righe 61. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme e presenta alcuni piccoli fori.

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15 giugno 1442, Brissago

Donazione / Carta donationis

Davanti a Ambrosino «Pigoze», Martinollo «Guardeti» e Giacomo Ambrosoni, consoli del comune di Brissago, Franceschina Crivelli di Milano, vedova di Guidotto Orelli di Locarno e figlia del fu Bernardo, abitante a Brissago, dona alla chiesa di S. Francesco di Locarno un appezzamento di terreno campivo, arativo e vignato «cum limidis» e piante di salici nel territorio di Brissago «ad Pratum», un appezzamento di terreno campivo, arativo e vignato «cum limidis» «ad Rossorinum» con il diritto di tenere un pergolato su una stalla confinante e un appezzamento di terreno arativo e vignato «cum limidis» «ad Rossorinum seu subtus Burredum», gravati da un canone di 5 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e di 5 brente di vino o mosto bianco alla misura della comunità di Locarno, da consegnare ogni anno. I suoi eredi e il figlio Bernardo possono riscattare la donazione per 200 lire di terzoli e i frati sono tenuti a celebrare un annuale e le messe per l'anima della donatrice.

Notaio rogatario: Bernardus n. f. q. suprascripti Guidoti olim mariti suprascripte domine Francischine donatricis et nec non filius dicte Francischine donatricis, habitans in dicto loco Brissago.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 15 395 x 375 mm, righe 67. Lacerazione lungo la piegatura verticale destra restaurata e macchie nel margine superiore.

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8 luglio 1442, Cavergno

Testamento / Instrumentum testamenti

Giacomo del fu Orsaldo di Cavergno detta il suo testamento. Egli lascia agli uomini di Cavergno 20 soldi di denari nuovi da distribuire in elemosine per la festa di Natale, e quattro soldi di denari nuovi garantiti su un terreno cintato con prato e campo, con selva e torba situato in valle Bavona «ad Fodegatum», da distribuire per san Martino da parte degli eredi dopo il decesso della moglie Poma, figlia di Cristoforino «de la Fontana» di Cavergno. Infine designa suoi eredi universali i figli legittimi Pietro, Zano, Giovanni, Martino e Cristoforo.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii de Someo. Notaio scrivente: Romerius n., f. Parrini n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 15 525 x 400 mm, righe 47. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe verticali.

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27 agosto 1442, <...>

Locazione / <...>

Francesco del fu Filippo di Sessa investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Bertramo del fu

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Baldicio di Biogno, agente anche a nome del fratello Domenico, di un terreno situato nel territorio di Croglio «ad Ixoram», al canone annuo di otto lire di terzoli e un capretto. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 10 390 x 190 mm, righe 51. Il documento è privo della parte finale: mancano l'actum, i nomi dei testimoni e la sottoscrizione del notaio. Fori, strappi e rosicature di piccole e medie dimensioni. Lungo tutto il margine verticale sinistro e nell'angolo superiore destro una serie continua di fori fatti con un punteruolo suggerisce l'ipotesi che la pergamena sia stata utilizzata come copertina di un fascicolo, rafforzata dalla presenza di alcune scritte seriori nel verso. Regesto: CDT, vol. V, pp. 128-129, nr. 116.

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15 novembre 1442, Milano

Ordine

Il duca di Milano ordina a Stefanone di Vimercate, commissario di Bellinzona, di dar seguito a qualsiasi lettera che Masino Tebaldi, vicario di provvisione di Milano e fratello del segretario ducale Tommaso da Bologna, scriverà riguardo a benefici ecclesiastici di Bellinzona.

Archivio Comunale Bellinzona 28 (v.n. A. VI/14) (inserto)

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21 novembre 1442, Bedretto

Vendita / Instrumentum venditionis

Petrolo del fu Bernardo di Ronco in Valle Bedretto, abitante a Bedretto, vende a Giacomo «Franzine» di Villa del fu Giovannolo sarto di Villa, anziano della chiesa di S. Eusebio di Villa in Val Bedretto, agente a nome della luminaria della detta chiesa, un appezzamento di terreno prativo nel territorio di Bedretto «in Segnia». Il prezzo di vendita è di 38 lire e 8 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Protasius f. ser Antonii Calegarii de Faydo, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 13 500 x 270 mm, righe 60. Due fori, risalenti alla lavorazione della pelle, guasti lungo la piegatura centrale orizzontale, dovuta a consunzione. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-27) e la locazione del 21 novembre 1442 (righe 28-60). Regesto: MDT Lev., p. 1408, regesto aggiunto XI.

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21 novembre 1442, Bedretto

Locazione / Instrumentum hereditatis

Giacomo «Franzine» di Villa del fu Giovannolo sarto di Villa, anziano della chiesa di S. Eusebio di Villa in Val Bedretto, agente a nome della luminaria della detta chiesa, investe a titolo di eredità Petrolo del fu Bernardo «de Furno» di Ronco, abitante a Bedretto, di un appezzamento di terreno prativo nel territorio di Bedretto «in Segnia», al canone annuo di staia 12 di biada (segale e orzo in parti uguali) allo staio della Val Bedretto, da consegnare per la festa di s. Martino o nel mese di novembre.

Notaio rogatario: Protasius f. ser Antonii Calegarii de Faydo, p.i.a.n. vallis Leventine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 13 500 x 270 mm, righe 60. Due fori, risalenti alla lavorazione della pelle, guasti lungo la piegatura centrale orizzontale, dovuta a consunzione. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 21 novembre 1442 (righe 1-27) e la presente locazione (righe 28-60). Regesto: MDT Lev., p. 1409, regesto aggiunto XII.

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22 novembre 1442, Milano

Missiva

Masino Tebaldi, vicario di provvisione di Milano e fratello del segretario ducale Tommaso da Bologna, invita la comunità di Bellinzona a eleggere e immettere il prete Gabriele di Zanino di Gerenzano nel possesso della «monacharia» o cappella di S. Maria fuori mura di Bellinzona, vacante per la morte del prete Silvestro di Barlassina e conferita al prete Gabriele dal duca.

Cancellieri: Iacobus Senensis (?), Milano (cancelleria ducale?)

Archivio Comunale Bellinzona 28 (v.n. A. VI/14) (inserto)

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24 novembre 1442, Bellinzona

Elezione di cappellano / Instrumentum electionis et nominationis

Il consiglio di Bellinzona, in esecuzione del testamento del fu Giacomo detto Cattaneo, figlio naturale del fu Loterio, capitano del castello di Gnosca abitante a Bellinzona, e di una lettera ducale inviata al commissario ducale di Bellinzona Stefanone di Vimercate su richiesta di Masino Tebaldi, vicario di provvisione di Milano e fratello del segretario ducale Tommaso da Bologna, elegge il prete Gabriele di Zanino di Gerenzano, abitante a Bellinzona, cappellano e beneficiato della cappella di S. Maria fuori mura, vacante per la morte del prete Silvestro di Barlassina, avvenuta il 3 novembre precedente.

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Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bartolini Varroni de Palanzia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 28 (v.n. A. VI/14) 1330 x 270 mm, righe 172. Il documento, su cui figurano l'elezione e la procura del 24 novembre 1442 nonché la conferma del 25 novembre 1442, è costituito da tre membrane cucite insieme e presenta alcuni fori e una lacuna nella parte iniziale. Edizione: Bsb ii (1929), pp. 12 e 14 (edizione parziale da altro esemplare). Inserti: 15 novembre 1442 (Milano), 22 novembre 1442 (Milano)

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24 novembre 1442, Bellinzona

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

Il consiglio di Bellinzona nomina suoi procuratori Giovannolo Magoria e Giovanni detto Vanetto di Codeborgo, con l'incarico di presentare a Pagano Ghiringhelli, arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, l'elezione del prete Gabriele di Gerenzano quale cappellano di S. Maria fuori le mura.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bartolini Varroni de Palanzia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 28 (v.n. A. VI/14) 1330 x 270 mm, righe 172. Il documento, su cui figurano l'elezione e la procura del 24 novembre 1442 nonché la conferma del 25 novembre 1442, è costituito da tre membrane cucite insieme e presenta alcuni fori e una lacuna nella parte iniziale. Edizione: BSB II (1929), pp. 12 e 14 (edizione parziale da altro esemplare).

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25 novembre 1442, Bellinzona

Conferma di elezione / Instrumentum presentationis, confirmationis et institutionis ac inductionis in possessionem

Pagano Ghiringhelli, arciprete di S. Pietro di Bellinzona, conferma l'elezione del prete Gabriele di Gerenzano quale cappellano di S. Maria fuori le mura di Bellinzona e procede alla sua immissione nel possesso del beneficio.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bartolini Varroni de Palanzia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 28 (v.n. A. VI/14) 1330 x 270 mm, righe 172. Il documento, su cui figurano l'elezione e la procura del 24 novembre 1442 nonché la conferma del 25 novembre 1442, è costituito da tre membrane cucite insieme e presenta alcuni fori e una lacuna nella parte iniziale. Edizione: BSB II (1929), pp. 12 e 14 (edizione parziale da altro esemplare).

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31 dicembre 1442, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Cavergno, rappresentato dal console e da alcuni vicini, investe a titolo di eredità perpetua i fratelli Ottobre e Filippo del fu Giacomo Ottobri di Cavergno di un complesso di beni situati nel territorio di Cavergno in valle Bavona «ad Roxedum», al canone annuo di cinque lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii de Someo. Notaio scrivente: Romerius n., f. Parrini n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 16 660 x 500 mm, righe 56. Alcuni fori di varie dimensioni in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 gennaio 1443, Cavergno

Convenzione / Instrumentum pactorum, promixionum et conventionum

I tre rappresentanti del comune di Bignasco, designati mediante la procura del 20 marzo 1437 (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 60), da una parte, e il procuratore del comune di Menzonio e Brontallo, dall'altra, stipulano una convenzione per il pascolo e per l'uso del territorio.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii n. de Someo. Notaio scrivente: Romerius n., f. suprascripti Parrini n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 61 305 x 370 mm, righe 38. Diverse piccole lacune causate da fori e da macchie, in particolare lungo le pieghe. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 2 (= vecchio I/02)

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20 gennaio 1443,

Convenzione / Pacta, conventiones, provixiones et ordinamenta

Giacomo del fu Baldassarre «Gardioli», Giacomo del fu «Dalaidi dicti Mazori» e Bignasco di Guglielmo detto «Mozii», tutti di Bignasco, sindaci e procuratori di Bignasco, da una parte, e Giovannino del fu «Comiti» di Menzonio, sindaco e procuratore di Menzonio e Brontallo, dall'altra, stipulano una convenzione per il pascolo e lo sfruttamento del territorio sul versante sinistro della Lavizzara.

Notaio rogatario: Parrinus n. f.q. Romerii notarii notarii de Someo

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Notaio scrivente: Romerius n., f. suprascripti Parrini notarii

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 2 (= vecchio I/02) 300 x 355 mm, righe 43. Numerosi fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in corrispondenza delle piegature, dovuti a rosicatura; abrasioni e inchiostro ia tratti sbiadito. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 61

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18 febbraio 1443, Malvaglia

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture hereditatis

Domenico del fu Giovannotto «de Arigino» di Pontei di Malvaglia vende a Zane del fu Giovanni notaio «de Somargua» e a suo nipote Beltramo del fu Antonio, che agiscono anche a nome di Giovannina e Angelina, nipoti del detto Beltramo e figlie del fu Giovanni suo fratello, un appezzamento di terreno campivo a Pontei «ad Scheziam» al prezzo di 43 lire di terzoli. Immediatamente di seguito i detti Zane e Beltramo, entrambi di Malvaglia, a nome anche di Giovannina e Angelina, investono il detto Domenico a titolo di eredità perpetua dell'appezzamento appena venduto al canone annuo di un congio di mosto «plani Somargue».

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f.c. ser Antonioli iudicis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 7 (cart. 2c, nr. 6) 360 x 270 mm, righe 58. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un atto cartaceo del 1543 (ora in ASTi, Sacchi, cart. 3c, nr. 17), e porta annotazioni varie del XVI sec. e successivi. Edizione: MDT Bl., pp. 1875-1878, regesti aggiunti XIX e XX.

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21 febbraio 1443, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et legati

Antonio del fu Gasparoli «olim domini Borri de Orello» di Locarno detta il suo testamento e lascia alla chiesa di S. Francesco di Locarno 45 lire di denari nuovi, che il testatore aveva indebitamente sottratto a certe persone vendendo la biada, per acquistare un «iochale» da tenere in chiesa, dove porre le insegne del testatore. Gli eredi sono tenuti a versare ogni anno in vino, denaro o altre cose, per l'anima del testatore e dei danneggiati, inoltre lascia 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 12 lire di terzoli legate da Elena, madre del testatore il 23 maggio 1433, alla detta chiesa. Stabilisce che gli eredi universali diano ogni anno alla chiesa e al convento di S. Francesco 2 di brente vino o mosto, prodotto nel ronco del testatore, alla misura delle brente di Locarno, «pro mercede anime» del testatore e dei suoi defunti. oltre una creata già assegnata da pagare secondo la volontà e la possibilità degli eredi. Infine nomina eredi universali i figli Stefano e Giovanni Pietro.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n.p. f. c. ser Martinoli c. ser Henrigoli Pezie de Locarno dicti de Alzate.

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Notaio scrivente: Bernardus n., f. c. domini Guidoti de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 16 275 x 395 mm, righe 39. Lacerazione nel margine sinistro ricucito con filo bianco di seta e alcune macchie.

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25 marzo 1443, Semione

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis

Zane del fu Giovanni Franzini «de Marzeto» di Semione vende a Giovanni, figlio emancipato di Guglielmetto di Combreschì di Leontica, due terreni situati nel territorio di Semione «in Mastharino subtus Gazium» e «in monte de Fontana Curta», al prezzo di 90 lire di terzoli. Il detto Zane viene poi investito degli stessi terreni a titolo di livello ed eredità perpetua, al canone annuo di due congi di mosto.

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f.c. ser Antonioli iudicis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 23 560 x 210 mm, righe 86. La lettura della prima parte della pergamena è parzialmente compromessa da una grossa macchia di umidità e da una rosicatura di grosse dimensioni. Due piccoli fori e rosicatura lungo il margine sinistro, poco sotto l'angolo superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1370-1371, nr. 569.

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30 marzo 1443, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Antoniolo del fu Vitale «de Antoniolo de Vitale», abitante a Monte Carasso, vende al prete Giacomo di Vallemaggia beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco un terreno situato nel territorio di Monte Carasso «suptus Gazetum», al prezzo di 38 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello perpetuo del terreno appena venduto ad un canone annuo di due staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 14 630 x 320 mm, righe 78. Sei fori risalenti alla lavorazione della pelle e una lacerazione nella parte superiore. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 39.

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25 maggio 1443, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giacomo del fu Bellolo «de la Mota» di Bellinzona, abitante a Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Giacomo del fu Arnaldo di Isone, agente a nome del comune di Isone, sei fiorini a pagamento dei canoni annui arretrati di locazione del diritto di pascolo «in monte et super montem et paschulum» di Camorino e di S. Antonino, locato al comune di Isone il 18 [aprile] 1389 (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 2) e venduto ai detti Giacomo e Bellolo dal comune di Bellinzona.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 5 285 x 215 mm, righe 44. Una rosicatura di medie dimensioni nella parte centrale del documento e alcuni piccoli fori nelle pieghe.

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1 giugno 1443, Milano

Concessione

Su richiesta dei comuni del contado di Bellinzona, il duca di Milano Filippo Maria Visconti modera lo statuto di Bellinzona che vieta a chi si reca ai pascoli in piano o in monte di portare con sé attrezzi per il taglio di legna; egli dispone che la pena per i contravventori sia ridotta da 100 a 40 soldi di terzoli e che i detti comuni possano designare uno o due uomini con l'incarico di formulare le accuse e infliggere le pene.

Cancellieri: La. Tharunda, Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

Archivio Comunale Bellinzona 42 (v.n. A. VIII/13) (inserto) Inserti: maggio/giugno 1443

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1443

Supplica

I comuni del contado di Bellinzona supplicano il duca di Milano Filippo Maria Visconti, affinché moderi lo statuto di Bellinzona che vieta a chi si reca ai pascoli in piano o in monte di portare con sé attrezzi per il taglio di legna.

Archivio Comunale Bellinzona 42 (v.n. A. VIII/13) (inserto)

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 294 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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(prima del 16 ottobre 1443)

Consilium / Consilium

Parere giuridico Antonio da Carcano, licenziato in diritto civile e membro del collegio degli avvocati della città di Como, nella causa tra i fratelli Stefanino, Maineta e Ursina del fu Giorgio Rusconi di Bironico, da una parte, e il comune di Camignolo, dall'altra, [in merito al mancato versamento completo di quanto assegnato ai fratelli Rusconi in un arbitrato del 15 marzo 1440]. Egli dichiara che il comune di Camignolo non debba versare ai Rusconi le 125 lire di terzole richieste, qualora la controparte non abbia adempiuto gli obblighi stabiliti nel detto arbitrato.

Archivio Parrocchiale Bironico 8 (inserto)

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16 ottobre 1443

Citazione in giudizio / Preceptum

Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, su richiesta del comune di Camignolo, Crescino e Bellio ordina a qualsiasi «servitor» pubblico di citare i fratelli Stefanino, Maineta e Ursina Rusconi di Bironico affinché compaiano davanti a lui il sabato successivo (19 ottobre) per udire la sentenza [nella causa in merito al mancato versamento di quanto richiesto dai detti fratelli].

Notaio sottoscrittore: Iohannes Martinus de Somazo n. causarum Lugani et Valis.

Archivio Parrocchiale Bironico 8 (inserto)

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19 ottobre 1443, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i fratelli Stefanino, Maineta e Ursina del fu Giorgio Rusconi di Bironico, da una parte, e il comune di Camignolo, dall'altra, [in merito al mancato versamento completo di quanto assegnato ai fratelli Rusconi in un arbitrato del 15 marzo 1440]. Il vicario, sulla base di un consilium del giurista Antonio da Carcano, dichiara che il comune di Camignolo non è tenuto a versare ai Rusconi le 125 lire di terzole richieste, qualora la controparte non abbia adempiuto gli obblighi stabiliti nel detto arbitrato.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus de Somazo p.i.a.n. ac n. causarum Lugani, f.c. ser Iohannis. Notaio scrivente: Christoforus de Bruzo i.a.n., filius ser Primi.

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 8 495 x 330 mm, righe 61. Alcuni fori dovuti a guasti. Inserti: (prima del 16 ottobre 1443), 16 ottobre 1443

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29 ottobre 1443, Como

Conferma di elezione e conferimento di beneficio ecclesiastico / Confirmatio

Stefano «de Aplano», cantore della chiesa maggiore di Como e luogotenente del vicario generale del vescovo di Como Gerardo Landriani, conferma l'elezione del prete Stefano della Santa di Verzasca quale beneficiato e rettore della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, avvenuta ad opera dagli uomini del detto comune il 20 giugno 1441, e gli conferisce il beneficio.

Notaio rogatario: Adulbertus de Frumento f.c. sapientis viri domini magistri Andree olim artium et medecine doctoris, p.i.a.n. ac scriba curie episcopalis Cumane.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 3 430 x 335 mm, righe 60. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte superiore e inferiore. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 55; Ostinelli, Il governo, pp. 102-103.

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23 novembre 1443, Bellinzona

Rinuncia

I fratelli Domenico e Petrolo del fu Minolo del fu <...>, abitanti a Moia, rinunciano a ogni diritto su un terreno situato nel territorio di Gudo «ad Cepum» che Minolo aveva venduto il 4 novembre 1430 a Paganino del fu Bertramo «de Quino» di Verzasca, abitante a Piancalardo, nel territorio di Gudo, al prezzo di 40 lire di terzoli con garanzia di retrovendita. I detti fratelli dichiarano di ricevere dal detto Paganino 92 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 40 460 x 380 mm, righe 61. Il documento presenta lacerazioni e lacune nella parte superiore dei margini verticali.

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17 dicembre 1443, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Pietro e Antonio del fu Francesco Ghiringhelli, abitanti a Bellinzona, vendono al prete Giacomo del fu Guglielmo Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, un campo situato nel territorio di Giubiasco «in Geraziis», che i venditori avevano acquistato l'8 maggio 1443 da Minetto, fratello del detto prete Giacomo, al prezzo di 18 lire e 12 soldi di terzoli. Il prezzo della vendita è di 19 lire e 16 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Francischus i.a.n., f.q. Iohannoli Menicati de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 15 420 x 380 mm, righe 58. Due grossi fori nella parte centrale e lacerazioni lungo le pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 39-40.

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28 gennaio 1444, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Martino del fu Giovanni Gasparini di Moleno vende a Zane del fu Simone Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona, la metà di una vigna con tre piante di castagno situata nel territorio di Moleno «ad Clauxuram», al prezzo di 12 lire di denari nuovi. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua della vigna appena venduta ad un canone annuo di uno staio di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus de Nuyronibus de Lugano p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 41 650 x 320 mm, righe 81. Un piccolo foro.

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15 marzo 1444, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Zano Canti, investe a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo di Zano «Testoris» Zanoni di Bignasco di due terreni con edifici situati nel territorio di Bignasco «in Coxolascho», al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Parrinus n., f.c. Romerii n. de Someo. Notaio scrivente: Romerius n., f. suprascripti Perrini n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 62 400 x 245 mm, righe 53. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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14 maggio 1444, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Martino detto «Socha» del fu Bertramello di Minusio era stato investito a titolo di eredità perpetua da Guglielmocetto del fu Martinolo «de Lame» di Mergoscia e Stefano del fu Martino Tortelle di Minusio, procuratori del comune di Minusio e di Mergoscia, di un sedime con una cantina e un solaio, con una casa «a focho» con tetto in piode, «cum curia» e pergolato a vigna nel territorio di Minusio a Borenco, e di un terreno cintato arativo, ortivo e vignato, nello stesso luogo, al canone annuo di 40 soldi di denari nuovi, da consegnare per s. Martino, e una brenta di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia, come contenuto in uno strumento del 25 novembre 1433 (v. Minusio 8). Ora il detto Martino vende a detto Stefano, procuratore di Minusio e Mergoscia, tutte le migliorie. Il prezzo di vendita è di 12 lire e 16 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gulielmolus del Orto f. q. Antonieti de Menuxio. Notaio estraente: Iohannes Thomas p.i.a.n. f. q. ser Zanoli olim domini Blasii Felloli de Solduno et n. ellectus, costitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum seu redigi faciendum omnia et singula instrumenta et actus publicos, rogata et rogatos per nunc quondam Gullielmolum del Orto f. q. Antonieto de Menuxio et que per eum expleri non potuit.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 11 620 x 240 mm, righe 115. Diverse macchie, piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, e un foro risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 468; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 490.

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25 luglio 1444, Leontica

Testamento / Instrumentum testamenti

Guglielmo del fu Zane «Vellii» di Combreschì di Leontica detta il suo testamento e lascia alla vicinanza di Leontica un fitto perpetuo di due congi annui di vino gravante su certi suoi beni situati a Marogno, riservato il diritto dei suoi eredi di sostituire tale fitto con una «septimam», ossia con un pasto sufficiente in suffragio della sua anima, e al prete, al chierico e al «monacho» della chiesa di S. Giovanni di Leontica che celebreranno il suo annovale, un pasto garantito da un campo situato nel territorio di Cumiasca «ad Rivum de Fontana subtus Nucem de Fontana». Infine nomina eredi universali i figli Zane e Giovanni.

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f.c. ser Antonioli iudicis, Vallis Bellegnii p.i.a.n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 5 410 x 255 mm, righe 50. Numerosi fori di piccole dimensioni risalenti in parte alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 1372-1373, nr. 570.

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2 agosto 1444, Cevio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Maffeo del fu Porollo de Muralto, abitante a Locarno, vende a Giacomo del fu Delaido detto Mazori di Bignasco e a Ottobre del fu Giacomo Ottobre di Cavergno, consoli e agenti a nome dei rispettivi comuni, tutte le sue proprietà situate nel territorio dei due comuni nonché tutte le porzioni di decima che gli spettano nei detti territori, al prezzo di 64 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Parrinus de Someo f.q. Romerii n. de Someo n. Notaio scrivente: Romerius n., f. suprascripti Parrini n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 63 760 x 560 mm, righe 76. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 2 agosto 1444 cadeva infatti di domenica anziché di lunedì, come riportato dal notaio.

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7 novembre 1444, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Andrea Muggiasca del fu Ambrogio, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Antonio, Giovanni e Bartolomeo, vende al prete Giacomo del fu Guglielmino Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, un terreno situato nel territorio di S. Antonino «in Campagnia de Gazolis», al prezzo di 70 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.q. domini Antonioli de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 16 310 x 270 mm, righe 40. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri fori nelle pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 40.

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2 gennaio 1445, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Carasso detto Negro del fu Bertramo «de la Fraxa», e il prete Stefano di Verzasca, «monachus» e beneficiato della chiesa di S. Andrea di Carasso, investono a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Zanone del fu Giovanni «Grandi» di Carasso di un appezzamento a gerbido, selva e bosco situato nel territorio di Carasso «ad Maronum», al canone annuo di 8 soldi di denari nuovi, da consegnare al rettore della chiesa di S. Andrea.

Notaio rogatario: Petrus Todeschi n. Berinzone et f.c. domini Georgii. Notaio estraente: Antonius f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone ac n. laudatus ... per consilium comunis Berinzone ad explendum ... cartas ... traditas ...per nunc c. ... dominum Petrum Todeschi olim patrem meum et olim n. Berinzone et olim f.c. domini Georgii.

Originale estratto da imbreviature (1460); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 5 1330 x 200 mm, righe 176. Il documento è composto da tre membrane cucite insieme; rosicature e lacerazioni lungo il bordo destro. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 116, nr. 5.

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2 gennaio 1445, Bellinzona

Locazione / Livellum

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Carasso detto Negro del fu Bertramo «de la Fuxa», e il prete Stefano di Verzasca, «monachus» e beneficiato della chiesa di S. Andrea di Carasso, investono a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Tognolo del fu Minolo di Carasso di un prato situato nel territorio di Carasso «ad Mediam Villam», al canone annuo di 3 staia di vino o mosto, da consegnare alla detta chiesa di S. Andrea.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 6 1050 x 270 mm, righe 127. Il documento è composto da due membrane cucite insieme; tre fori risalenti alla lavorazione della pelle e uno strappo in corrispondenza della cucitura nella seconda membrana. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 116, nr. 6.

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2 gennaio 1445, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Carasso detto Negro del fu Bertramo «de la Fuxa», e il prete Stefano di Verzasca «monachus», custode, rettore e beneficiato della chiesa di S. Andrea di Carasso, investono a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Antonio, figlio emancipato di Zano «de Calcino» di Calanca, abitante a Carasso, di un mulino situato nel territorio di Carasso «apud Riale de Luxanicho» e di un orto situato nello

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 300 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete stesso comune «ad Valegiam», al canone annuo di due staia di biada di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Petrus Todeschi n. Berinzone. Notaio estraente: Antonius f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone ac n. laudatus ... per consilium comunis Berinzone ad explendum ... cartas ... traditas ...per nunc c. ... Petrum Todeschi olim patrem meum et olim n. Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1460); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 4 1150 x 210 mm, righe 167. Il documento è composto da tre membrane cucite insieme. Piccole lacune dovute a lacerazioni e corrosioni. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 115, nr. 4; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 687, nr. IV.

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19 gennaio 1445, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Antonio detto «Antoniatius» del fu Maffioli «de Celina», abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno una brenta di vino o mosto per la quale i frati sono tenuti a celebrare un annuale. Egli designa come luogo di sepoltura il cimitero della detta chiesa. Infine nomina erede universale la figlia Margherita.

Notaio rogatario: Saviolus f. c. domini Georgii de Baddis de Canobio n., habitator Locarni. Notaio scrivente: Petrolus n. f. c. Guaschoni de schonis de Locarno, habitator Schone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 17 300 x 260 mm, righe 44. Lacerazione e macchie nel margine inferiore, nonché fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura.

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17 febbraio 1445, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia

Eugenio IV incarica l'abate di S. Simpliciano fuori le mura di Milano di risolvere la controversia tra il prete Giovanni Bruni, rettore di S. Vittore di Moleno, e i comuni di Moleno e Preonzo, da una parte, e Pagano Ghiringhelli, canonico di S. Pietro in Biasca, dall'altra, circa il diritto di riscuotere un quarto della decima di quei territori. Il sacerdote e i due comuni hanno interposto appello contro una sentenza pronunciata in favore di Pagano Ghiringhelli dal canonico di Milano Moro Prealoni, su incarico del legato apostolico Gerardo Landriani.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla plumbea di papa Eugenio IV; rimangono visibili i fori praticati nella pergamena per inserirvi il filo.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Bellinzonese 6 315 x 470 (plica inclusa) mm, righe 18. Piccoli fori lungo le piegature e macchie dovute all'umidità; l'inchiostro è in gran parte scolorito. Edizione: MDT Riv., pp. 948-949, nr. 497.

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16 agosto 1445, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Carasso detto Negro del fu Bertramo, investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Melchione del fu Giacomallo «del Iorio», abitante a Monte Carasso, che agisce anche a nome di Gaspare, Giovannolo, Zane, Giorgio e Antonio, suoi fratelli, di un terreno a bosco e sassi con alberi di castagno situato nel territorio di Carasso «ad Pratum de intus», al canone annuo di 16 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 7 790 x 255 mm, righe 90. Uno strappo e alcuni fori di piccolissime dimensioni. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 116-117, nr. 7; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. V.

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1 settembre 1445

Precetto / Preceptum

Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, su richiesta di Antonio detto Bastardo di Medeglia, abitante a Drossa, ordina al comune di Isone di eleggere alcuni rappresentanti con l'incarico di elencare i beni immobili nel territorio di Isone già appartenuti a Giovanni de Muralto di Locarno.

ASTi, Pergamene, Pometta 42 (inserto)

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10 settembre 1445, Isone

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine del console Giacomo del fu Martino detto «Margia» Rossi, designa

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 302 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete quali procuratori Giacomo del fu Zanino Pozzi, Bertramello del fu Zane «de Robino», Lanfranco detto «Guera» e Antonio del fu Domenico detto «Menono», incaricandoli di redigere l'elenco di tutte i beni immobili del defunto Giovanni de Muralto di Locarno situati nel territorio di Isone, e ciò in ossequio ad un precetto emanato il 1. settembre 1445 dal vicario di Lugano e Valle Tomaino Trovamalla su richiesta di Antonio detto Bastardo di Medeglia, abitante a Drossa.

Notaio rogatario: Albertolus de Quadrio n. Cumarum et comunitatis Lugani et Vallis f.c. ser magistri Honrigoli de Quadrio de Lugazia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 42 195 x 340 mm, righe 36. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Bsb VI (1944), pp. 32-35. Inserti: 1 settembre 1445

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18 settembre 1445, <...>

Permuta

Zanetto del fu Iacomalo di Mergoscia, abitante a Minusio, cede a Petrolo del fu Martinolo di Mergoscia un complesso di beni immobili situati nel territorio di Mergoscia e ne riceve in cambio altri beni immobili situati nel territorio di Minusio. (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Rima 1 (= 52/001) 500 x 400 mm, righe 79. Documento frammentario, costituito in origine da più fogli pergamenacei; rimane soltanto il primo, che presenta fori di cucitura lungo il margine inferiore. La membrana era stata utilizzata come copertina di un codice: gravi danni dovuti a tagli e lacerazioni lungo i bordi, diffuse sbiaditure, incrostazioni, macchie e fori. L'atto è privo della parte conclusiva, dell'Actum, dell'elenco dei testimoni e della sottoscrizione notarile.

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28 ottobre 1445, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato da Giacomo Petroia, da Giacomolo <...> e dal console Giovanni «Valegioli» del fu Guglielmo di Coglio, investe a titolo di locazione e di massaricio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giacometto del fu Guglielmo di Anselmo di Peccia della metà dell'alpe Soveneda, situato in valle di Peccia, al canone annuo di 18 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanollus p.n., f.c. Nicholle de Brizio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 21 220 x 565 mm, righe 36. Lacerazione nella parte sinistra e un foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine superiore.

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Gli elementi della datazione indicati dal notaio non concordano tra loro: nell'ottobre 1446 correva infatti l'indizione decima anziché la nona, e il giorno 28 cadeva di venerdì e non di giovedì. Si presume pertanto che l'anno in cui il documento venne rogato fosse il 1445, in cui il 28 ottobre era appunto di giovedì.

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5 gennaio 1446, Lumino

Promessa / Instrumentum prossionis et regressi

Giacomo del fu Alberto «de Roncho» di Lumino, agente anche a nome dei fratelli Zane, Pietro e Martino, promette al console Giacomo del fu Simone «de Roncho» e ai vicini di Castione e Lumino, riuniti in assemblea, di retrovendere un appezzamento a gerbido situato nel territorio di Lumino e Castione «ad Sassellum», che i detti vicini gli hanno venduto il giorno stesso, nel momento in cui, trascorsi almeno 12 anni dalla stipulazione del presente contratto, i vicini riverseranno durante il mese di novembre la somma di 100 lire di terzoli, corrispondente al prezzo della vendita.

Notaio rogatario: Petrus f.c. domini Georgii Todeschi de Berinzona, p.i.a.n. Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 9 360 x 335 mm, righe 58. Rosicature lungo il bordo superiore e quello inferiore; piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 12.

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17 febbraio 1446, Milano

Atti processuali / -

Davanti a Giacomo Trivulzio, dottore in legge del collegio dei giudici di Milano e delegato dal duca di Milano a risolvere la lite tra i comuni di Claro, da una parte, e il comune dii Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, Lorenzo Martignoni, procuratore di Claro, produce in giudizio alcuni atti in favore della parte che rappresenta.

Notaio sottoscrittore: Melchion de Gradi n.p. civitatis Mediolani ac in hac parte notarius prefati domini camissarii et arbitri.

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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22 febbraio 144<6>, Bellinzona

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

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I fratelli Domenico e Giovanni, figli del fu Guglielmo «del Volta» di Giubiasco, vendono a Giovanni figlio di Pietro «olim filli condam domini Minoli de Cuxa» di Bellinzona, agente a nome del patre, una pertica di terreno arativo nel territorio di Giubiasca «ad Rugiam». Dal prezzo della vendita, stabilito in 42 lire di terzoli, i venditori ricevono 11 lire e 16 soldi di terzoli da detto Giovanni Cusa e vengono dedotti 30 lire e 4 soldi di terzoli dovuti a Pietro Cusa a soluzione di un riconoscimento di debito per i canoni livellari scaduti, del 1 giugno 1445. ind 8 martedì.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.c. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 7 380 x 385 mm, righe 54. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché lacerazioni e rosicature nel margine superiore.

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23 febbraio 1446, Milano

Proroga di termine / Litteras ducalles

[Filippo Maria Visconti] duca di Milano concede a Giacomo Trivulzio, delegato nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, una proroga fino al 15 marzo successivo per pronunciare la propria sentenza.

Cancellieri: Aluisius , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Raffael , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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23 febbraio 1446, Milano

Commissione / Littere ducales

[Filippo Maria Visconti] duca di Milano ordina che Giacomo Trivulzio, delegato nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, pronunci la propria sentenza entro il prossimo 15 marzo.

Cancellieri: Lanzarotus , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: La. Tharunda, Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 305 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

12 marzo 1446, Milano

Relazione di notifica / Rellatio citationis perhemptorie

Giovannolo detto Sozino, pubblico servitore di Bellinzona, riferisce a Giacomo Trivulzio, delegato ducale nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei rispettivi pascoli, di aver presentato ai rappresentanti dei vicini di Lumino e Castione la citazione affinché comparissero in giudizio per udire la sentenza.

Notaio sottoscrittore: Melchion de Gradi n.p. civitatis Mediolani ac in hac parte notarius prefati domini commissarii et delegati.

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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15 marzo 1446, Milano

Proroga di termine / -

[Filippo Maria Visconti] duca di Milano concede a Giacomo Trivulzio, delegato nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, una proroga fino al 21 marzo successivo per pronunciare la propria sentenza.

Cancellieri: Aluisius , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Raffael , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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21 marzo 1446, Milano

Proroga di termine

[Filippo Maria Visconti] duca di Milano concede a Giacomo Trivulzio, delegato nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, proroga per la durata di quattordici giorni il termine per pronunciare la propria sentenza.

Cancellieri: Aluisius , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Raffael , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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4 aprile 1446, Milano

Proroga di termine / -

[Filippo Maria Visconti] duca di Milano concede a Giacomo Trivulzio, delegato nella lite tra i comuni di Claro, da una parte, e di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai confini territoriali dei loro pascoli, una proroga fino all'8 aprile successivo per pronunciare la propria sentenza.

Cancellieri: Aluisius , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti) Cancellieri: Raffael , Milano (cancelleria di Filippo Maria Visconti)

ASTi, Pergamene, Pometta 280 (inserto)

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8 aprile 1446, Milano

Sentenza

Giacomo Trivulzio, commissario e delegato del duca di Milano, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Claro, da una parte, e il comune di Lumino e di Castione, dall'altra, relativa ai confini territoriali dei loro pascoli. Egli conferma due sentenze pronunciate dal vicario di Leventina Hans Spilmatter del 3 settembre 1416 e dal capitano di Bellinzona Stefanone da Vimercate del 12 novembre 1444, entrambe favorevoli al comune di Claro, e annulla altre due sentenze pronunciate dallo stesso Stefanone il 6 luglio 1444 e il 15 luglio 1445. I comuni di Lumino e Castione vengono infine condannati a pagare le spese sostenute dagli uomini di Claro. (Frammento).

Notaio rogatario: Melchion de Gradi f.c. domini Antonii p.i.a.n. ac in hac parte n. domini comissarii [Iacobi de Triultio] et delegati Porte Horientalis parochie Sancti Pauli in Compedo. Notaio scrivente: Ambrosius de Gradi f.c. domini Antonii civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Pauli in Compedo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 280 880 x 400 mm, righe 143. Il documento, originariamente costituito da sei fogli membranacei cuciti insieme, è privo dei primi quattro. In calce al testo è apposta la sottoscrizione autografa di Giacomo Trivulzio. Edizione: MDT Riv., pp. 1813-1821, regesto aggiunto XXX (e MDT Riv., pp. 959-969, nr. 501da altro esemplare frammentario in Archivio comunale Claro, erroneamente pubblicato sotto la data 13-25 dicembre 1445). Inserti: 17 febbraio 1446 (Milano), 23 febbraio 1446 (Milano), 23 febbraio 1446 (Milano), 12 marzo 1446 (Milano), 15 marzo 1446 (Milano), 21 marzo 1446 (Milano), 4 aprile 1446 (Milano)

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11 aprile 1446, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 307 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Alessio del fu Guglielmo di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Zano del fu Giacomo Balzari, la sua quota d'alpeggio sull'alpe Formazzolo situato in val Bavona «in Calnegia» e un terreno nella campagna di Bignasco «ad Ussolum», al prezzo di 50 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antonius f.c. Andrioli olim Filipi n. de Cadassiis de Cevio Vallis Madie, n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 64 560 x 310 mm, righe 63. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Il supporto membranaceo è accartocciato, forse a seguito di una sua esposizione a una forte fonte di calore.

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24 maggio 1446, Lumino

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Brunetto di Antonio «de Cappo» di Castione, abitante a Castione, con il consenso del padre si impegna a portare entro la metà del successivo mese di giugno ai vicini di Lumino e Castione un rescritto ducale in risposta ad una supplica concernente una certa concessione, oppure a consegnare loro la somma di 80 fiorini, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino, che essi gli avevano consegnato allo scopo di ottenere il detto rescritto.

Notaio rogatario: Petrus Todeschus n. Birinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone ac n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone ad explendum ... cartas et omnia instrumenta traditas et tradita, imbreviatas et imbreviata ... per nunc c. ... Petrum Todeschum olim patrem meum et olim n. Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1465.XI.15); lat. Archivio Comunale Lumino 10 435 x 315 mm, righe 46. Due tagli di annullamento lungo la piega verticale centrale. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 13.

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31 maggio 1446, Milano

Concessione di esenzione / Litteras liberacionisque et absolucionis

Il duca di Milano Filippo Maria Visconti esenta la comunità e gli uomini di Brissago dal pagamento delle tasse di imbottatura e da eventuali altre spese ad esse inerenti come ricompensa del consueto esborso di 48 lire imperiali donate dalla comunità al duca.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 21 265 x 375 mm, righe 19. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 308 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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30 dicembre 1446, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiturre (sic)

Antoniolo del fu Vitale «de Vitale» abitante a Monte Carasso vende al prete Giacomo di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, un prato con edifici situato nel territorio di Sementina «ad Pratum del Mollino», al prezzo di 160 lire di denari nuovi. Il venditore viene poi investito a titolo di livello perpetuo dei beni appena venduti ad un canone annuo di sei lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.q. domini Antonii de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis i.a.n., f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 17 620 x 380 mm, righe 75. Alcune macchie nella parte finale. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 40.

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9 gennaio 1447, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Ser Giovanni detto Vanetto del fu Giacomo fabbro di Codeborgo, abitante a Bellinzona, vende al prete Giacomo di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, un terreno situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Silvam de Schaladra» locato a titolo di livello il 26 maggio 1432 dal detto Giacomo fabbro del fu Antoniolo a Giovannino «de Pau» per un canone annuo di tre lire e 12 soldi di terzoli. Il prezzo della vendita è di 90 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.q. domini Antonii de Falchis. Notaio scrivente: Urbanus Maygnolus de Falchis, f. ser Iohanoli de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 18 360 x 340 mm, righe 45. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 40-41.

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23 gennaio 1447, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

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Antonio del fu Menego «de la Pedra de la Caxella» di Gorduno, agente anche a nome del fratello Giovanni, vende a Zanolo Rusca del fu Simone di Bellinzona un terreno a prato, selva e bosco con otto piante di castagno situato sui monti di Gorduno «ad Fontanazium», al prezzo di 26 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due staia di castagne pestate e una gallina.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 43 570 x 310 mm, righe 83.

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4 febbraio 1447,

Locazione / <...>

Il prete Gabriele di Gerenzano, beneficiato e rettore della cappella e altare di S. Caterina situato nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Primo del fu Domenico «de Rasserio», abitante ad Arbedo, agente anche a nome dei suoi fratelli Antonio e Bertramo, di un terreno a vigna e prato con casa un tempo adibita a mulino, macina, due mole, corso d'acqua per azionare mulino, macina ed altri beni immobili situati ad Arbedo «ad Pedemontem», e di due campi situati nella campagna di Arbedo «ad la Voltam». I beni in questione erano già stati locati a Domenico, padre dei detti Primo, Antonio e Bertramo. Il canone annuo da corrispondere è di dieci congi di vino o di mosto bianco, 17 staia di mistura di segale e miglio, uno staio di frumento e un paio di galline.

Notaio rogatario: . Notaio scrivente: .

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 29 (v.n. A. VII/9) 560 x 170 mm, righe 83. Il documento è privo della parte finale, tagliata a coda di rondine in corrispondenza dell'actum, dei testimoni e delle sottoscrizioni notarili, e presenta alcuni piccoli fori.

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14 febbraio 1447, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Martino «Bertossia» del fu Antonio «de Putheo» abitante a Moleno vende a Zanolo Rusca del fu Simone di Bironico, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Preonzo e di Gnosca, rispettivamente «in Plano superiori» e «in Ponte de Nioscha», al prezzo di 30 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di tre staia di castagne pestate e una gallina.

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Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 44 560 x 350 mm, righe 84. Alcuni piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 febbraio 1447, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Mainolo del fu Antoniolo «del Nado» di Lugano, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Filippo e Antonio del fu Bernardo «de Speluga» e Andriolo del fu Giovanni «de Speluga», fratello del fu Bernardo, che abitano «ad la Taliadam» a Monte Carasso, agenti anche a nome di Bartolomeo e Giacomo, fratelli dei detti Filippo e Antonio, di due terreni con edifici situati nel territorio di Monte Carasso «ad la Taliadam», al canone annuo di quattro staia di castagne o altrettante di frumento, quattro di mistura di biada, due polli o tre soldi di denari nuovi per pollo, un cestino di fichi e uno di ciliegie.

Notaio rogatario: Petrus Todeschus n. Birinzone. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.q. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.q. domini Petri Todeschi de Birinzona p.i.a.n. Birinzone ac notarius laudatus ... per conscilium generale comunis Birinzone ad explendum ... [ex imbreviaturis quondam Petri Todeschi].

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 3 585 x 415 mm, righe 59.

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18 marzo 1447, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Domenico del fu Antonio del fu Guglielmo «de Giramo» di Carmena investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giramo del fu Giovanni di Carmena del fu Guglielmo «de Giramo» di un «solario» con cortile e stalla situato a Carmena, al canone annuo di quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanolum de Falchis n. Berinzone f.c. domini Antonii de Falchis de Mediolano. Notaio estraente: Antonius f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 6 505 x 260 mm, righe 57. Numerosi fori, lacerazioni e rosicature di piccole e medie dimensioni.

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29 aprile (1447)

Vendita

Margarita, figlia del fu Giorgio <... e moglie di Lorenzo del fu> mastro Maffiolo «de Zezio», abitante a Locarno, e tutrice testamentaria delle figlie minorenni <...>, vende a del fu Filippo detto «Ponzoni de Intro», abitante a Locarno, un canone di una o più brente di , alla brenta di Locarno, gravante su nel territorio di Minusio a Brighirolo («in Brugarolo»), locato a del fu Archerio Marcacci di Locarno, che era stato affittato dal defunto Maffiolo. (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 18 210 x 280 mm, righe 31. La pergamena è stata probabilmente utilizzata come copertina di volume: Sono state asportate la parte sinistra e quella inferiore. Nel verso: «Libreto della confraternita della conceptione in Sancto Francesco di Locarno». Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. La data è ricostruita in base agli elementi della datazione («agesimo s, indictione decima die sabati vigesimo nono mensis aprilis») e la menzione di un atto rogato nel 1445.

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2 novembre 1447, Faido

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Il prete Zanolo di Chinchengo e i suoi figli Giovannolo e Antonio, avevano venduto a Bernardo «de Mantellis», che abitava ad Altdorf, una canepa «lapidibus astrighata», situata sotto la casa del governo del Comune di Leventina a Faido, e un appezzamento di terreno ortivo a Faido, al prezzo di 111 lire di terzoli di denari nuovi, come contenuto nella vendita del 20 febbraio 1432, e locata lo stesso giorno da Bernardo ai detti Zanolo e figli, al canone di 100 libbre di formaggio (v. Leventina 12). Ora Klaus von Beroldingen di Altdorf, curatore e amministratore degli eredi di Bernardo «de Mantellis» di Cannobio, con il consenso di prete Giovannino di Faido del fu Antonio «presbiteri Zanolli» e del fabbro Giovannolo, zio paterno di Antonio, entrambi agenti anche a nome degli eredi di Antonio e di Giovanna, madre e tutrice di questi ultimi, vendono a Hans Kempf, vicario di Leventina, e ai consiglieri di Leventina, i detti beni. Il prezzo della vendita è di 180 lire di terzoli di denari nuovi assegnate a detto Klaus a completa soluzione della vendita, e di 20 lire di terzoli di denari nuovi assegnate al prete Giovannino e al fabbro Giovannolo a completa soluzione delle migliorie effettuate sui beni locati e per i fitti arretrati. Inoltre il curatore Beroldingen procede alla vendita, con il consenso del prete Giovannino e del fabbro Giovannolo, che rinunciano a un diritto sui detti beni e al diritto di riscatto degli stessi, come contenuto in una concessione di riscatto del 21 marzo 1443. Infine gli strumenti di vendita e di locazione rimangono al Comune di Leventina, ambedue annullati mediante incisione e viene annullata la concessione di riscatto.

Notaio rogatario: Antoniolus p.n. f. q. ser Zanis Ambroxii de Subrio, habitator Faydy Vallis Leventine. Notaio scrivente: Zanes p.i.a. Vallis Leventine habitator Faydi f. suprascripti ser Antonii n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 14 610 x 400 mm, righe 72. Piccolissimi fori lungo le piegature. Edizione: MDT Lev., p. 1516-1520, nr. 791.

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16 novembre 1447, Cregua (Malvaglia)

Locazione / Instrumentum liveli

Giovanni del fu Ambrogio «de Riveria», console della vicinanza di Largario, e Martino del fu Antonio del fu Giovanni «Iacobi» di Largario, agenti in nome proprio e dei vicini, investono a titolo di livello perpetuo Giovannolo del fu Martino del fu Filippo «de Rancherio» della vicinanza di Malvaglia di quattro appezzamenti di terreno, due a vigna, uno a prato e uno a campo, situati nel territorio «de Rancherio» e di Scatedo, al fitto annuo di un congio di mosto da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iacobus de Angio f.c. ser Iohanoli iudicis et notarii, vallis Belegnii i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 8 410 x 275 mm, righe 53. Uno strappo di 50 mm sul margine superiore, altri piccoli strappi lungo i bordi nonché due fori di piccole dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle, lungo i margini destro e sinistro. Edizione: MDT Bl., pp. 1414-1417, nr. 582.

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16 novembre 1447, Rongie (Malvaglia)

Ricevuta / Solutio et confessio

Dionisio Brivio e Moro Prealoni, ordinari conti della chiesa maggiore di Milano, e il prete Martino Marliani, beneficiato della chiesa di S. Giovanni «dela Vetera» di Milano, quale procuratore dell'ordinario conte Branda Castiglioni, dichiarano di avere ricevuto da Giovanni «Berthe» di Crespogno della «fagia de subtus», da Giovanni Marioni della «fagia de medio» e da Giovanni Granario della «fagia de supra», procuratori della comunità di Val Blenio, settantacinque lire di terzoli ciascuno, tributo annuo dovuto loro per l'esercizio della giurisdizione spirituale sulla valle. La stessa cifra spetta anche al quarto ordinario conte Antonio Pusterla. La comunità di valle è tenuta inoltre a corrispondere agli ordinari conti un tributo annuo di duecento lire di terzoli per l'esercizio della giurisdizione «in temporalibus».

Notaio rogatario: Mafiolus de Giochis f.q. domini Iacobi, p.i.a.n. Mediolani, Porte Nove parochie Sancti Vicotis et XLta Martirum.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 11 220 x 320 mm, righe 33. Fori, lacerazioni e macchie nella parte sinistra. Edizione: MDT Bl., pp. 1417-1419, nr. 583. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 9; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 6.

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29 novembre 1447, Milano

Concessione di privilegi / -

I capitani della Repubblica Ambrosiana accolgono i 12 capitoli sottoposti dal comune di Bellinzona in merito alla conferma dei privilegi goduti in precedenza. Essi concedono la nomina di un podestà che risieda a Bellinzona, rimanga in carica per un anno e giudichi secondo gli statuti del comune, i quali vengono confermati con alcune limitazioni. Rimandano la decisione circa la richiesta di attribuire nuovamente ai bellinzonesi la facoltà di prelevare agli Svizzeri il forletto, confermano le esenzioni di cui essa godeva sotto il duca Filippo Maria Visconti e concedono loro la facoltà di comperare il sale tedesco per il fabbisogno locale. Concedono che tutti i residenti a Bellinzona e nel contado siano sottoposti agli oneri «pro stipendiariis» prelevati in quella terra e siano tenuti a prestare la guardia diurna e notturna. Rimandano la decisione riguardo alla richiesta che siano ristabiliti i confini territoriali vigenti al tempo dei duchi Gian Galeazzo e Filippo Maria Visconti. Cancellano gli eventuali debiti dei bellinzonesi verso la Camera ducale e condonano una multa inflitta a suo tempo al caneparo Pietro Magoria a causa del mancato versamento a Como dei proventi della posta del dazio e del vino forestiero. Consentono l'utilizzo dei proventi del dazio sulle merci e sul legname («datium seu vectigal poste Berinzone ac lignaminis») per rinforzare le mura e rimandano la decisione riguardo alla richiesta di esenzione da ogni altro contributo a tale scopo. In merito alla richiesta che gli obblighi dei bellinzonesi e degli abitanti del contado siano limitati a fornire agli stipendiati un alloggio, dispongono che ci si attenga a una decisione ducale del 15 giugno 1434, mentre per quanto concerne gli obblighi degli stessi stipendiati rimandano la decisione. Concedono che i bellinzonesi possano «tensare» i propri beni posseduti nel contado. Infine i detti capitani rimandano la decisione di imporre o meno un unico estimo per il borgo e i comuni del contado.

Cancellieri: Raphael , Milano (cancelleria della Repubblica Ambrosiana)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo dei capitani della Repubblica Ambrosiana, asportato mediante taglio della cordicella di seta rossa e gialla utilizzata per fissarlo alla pergamena (conservata in parte).

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 30 (v.n. A. VII/8) 445 (plica esclusa) x 655 mm, righe 48. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Giubiasco 1

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29 novembre 1447, Milano

Concessione di privilegi / -

I capitani della Repubblica Ambrosiana accolgono i 12 capitoli sottoposti dal comune di Bellinzona in merito alla conferma dei privilegi goduti in precedenza. Essi concedono la nomina di un podestà che risieda a Bellinzona, rimanga in carica per un anno e giudichi secondo gli statuti del comune, i quali vengono confermati con alcune limitazioni. Rimandano la decisione circa la richiesta di attribuire nuovamente ai bellinzonesi la facoltà di prelevare agli Svizzeri il forletto, confermano le esenzioni di cui essa godeva sotto il duca Filippo Maria Visconti e concedono loro la facoltà di comperare il sale tedesco per il fabbisogno locale. Concedono che tutti i residenti a Bellinzona e nel contado siano sottoposti agli oneri «pro stipendiariis» prelevati in quella terra e siano tenuti a prestare la guardia diurna e notturna. Rimandano la decisione riguardo alla richiesta che siano ristabiliti i confini territoriali vigenti al tempo dei duchi Gian Galeazzo e Filippo Maria Visconti. Cancellano gli eventuali debiti dei bellinzonesi verso la Camera ducale e condonano una multa inflitta a suo tempo al caneparo Pietro Magoria a causa del mancato versamento a Como dei proventi della posta del dazio e del vino forestiero. Consentono l'utilizzo dei proventi del dazio sulle merci e sul legname («datium seu

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 314 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete vectigal poste Berinzone ac lignaminis») per rinforzare le mura e rimandano la decisione riguardo alla richiesta di esenzione da ogni altro contributo a tale scopo. In merito alla richiesta che gli obblighi dei bellinzonesi e degli abitanti del contado siano limitati a fornire agli stipendiati un alloggio, dispongono che ci si attenga a una decisione ducale del 15 giugno 1434, mentre per quanto concerne gli obblighi degli stessi stipendiati rimandano la decisione. Concedono che i bellinzonesi possano «tensare» i propri beni posseduti nel contado. Infine i detti capitani rimandano la decisione di imporre o meno un unico estimo per il borgo e i comuni del contado.

Cancellieri: Raphael , Milano (cancelleria della Repubblica Ambrosiana)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo dei capitani della Repubblica Ambrosiana, asportato mediante taglio della cordicella di seta rossa e gialla utilizzata per fissarlo alla pergamena (conservata in parte).

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giubiasco 1 390 (plica esclusa) x 640 mm, righe 47. Piccole lacerazioni e fori dovuti a consunzione lungo le pieghe e i bordi. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 30 (v.n. A. VII/8)

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29 novembre 1447, Milano

Ratifica di accordo / -

I capitani della Repubblica Ambrosiana ratificano l'accordo intervenuto tra il borgo e contado di Bellinzona il 28 dicembre 1382 e il contenuto di una lettera ducale del 16 settembre 1434.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 7 285 x 340 mm, righe 16. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo una piega verticale. Edizione: Bsb i (1927), pp. 180-182 e Bsb i (1929), pp. 310-313.

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8 dicembre 1447, Como

Permuta / Publicum instrumentum permutationis ac cambii

Alla presenza di Tommaso Crivelli, preposito della chiesa di Torello, e di Bernardo, vicario generale del vescovo di Como, il prete Donato Molo di Bellinzona, cappellano e beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, agente a nome della detta chiesa, cede a titolo di permuta a Lanfranco del fu Giacomo «de Bassolis» di Isone, agente anche a nome di Zanne del fu Lanfranco «de Bassolis» di Isone, dall'altra, un terreno a bosco, gerbido e selva situato nel territorio di S. Antonino «in Schalziera», da cui si ricava un canone annuo di due lire di terzoli, per ricevere in cambio un terreno a campo e prato situato nello stesso territorio «ad Campos Longos», che rende sei lire di terzoli all'anno.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa f.q. domini Baldessaris p.i.a.n. Cumarum scribaque curie episcopalis Cumane.

Originale; lat.

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ASTi, Tomaso Pagnamenta 1 (= cart. 45, c. 3.2.1) 455 x 390 mm, righe 62. Il documento è annerito lungo i margini e nel verso. A tratti l'inchiostro è sbiadito. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e numerosi piccoli fori dovuti a guasti.

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<...> <...> 1447, <...>

Costituzione di dote

Zanetto <...>, curatore di Allegranza <...>, sposata «annulo argenteo» il giorno stesso da Pietro di Antonio «de Riguzio» di Giubiasco, conferisce a titolo di dote inestimata a quest'ultimo alcuni beni immobili e diritti, e in seguito lo sposo investe la moglie a titolo di dote e di donazione «propter nuptias» di 52 lire e 10 soldi di terzoli. Pietro, che agisce con il consenso del padre, dichiara di avere ricevuto dal detto Zanetto 35 lire di terzoli e fa donazione nuziale delle rimanenti 17 lire e 10 soldi alla moglie, secondo la consuetudine locale. (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Sacchi 8 (= cart. 2ca, nr. 7) 820 x 310 mm, righe 110. Documento formato da due fogli di pergamena cuciti insieme con del filo. Il testo continuava su almeno una terza pergamena deperdita. Ampie lacune dovute a lacerazioni e macchie di umidità.

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1 luglio 1448, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Andrea Muggiasca del fu Ambrogio, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Giovanni e Bartolomeo, tutti abitanti a Bellinzona, vende al prete Giacomo del fu Guglielmo Marchesi di Giumaglio beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, alcuni terreni e beni immobili situati a Giubiasco e nel suo territorio, nel territorio di S. Antonino e di Camorino. Il prezzo della vendita è di 700 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.q. domini Antonii de Falchis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 19 845 x 380 mm, righe 96. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 41.

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5 luglio 1448, Avegno

Locazione / Instrumentum hereditatis

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I vicini e il console del comune di Avegno Tommaso di Antonio Todeschi investono a titolo di eredità perpetua il preposito Antonio del fu Giovanni Mazzini di Cevio, abitante a Maggia, del diritto di sfruttare una quota d'acqua condotta dalla roggia vecchia del riale Vignasca alla «curtem de Campairono», nel territorio di Avegno, al canone annuo di 20 soldi di denari nuovi. I vicini e il console dichiarano di avere ricevuto dal locatario due lire di denari nuovi per l'investitura.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f. Antonii dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 22 585 x 400 mm, righe 85. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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3 agosto 1448, Osogna

Locazione / Instrumentum locationis

L'assemblea dei vicini di Osogna investe a titolo di locazione per 29 anni rinnovabile a volontà delle parti Tognino «de Furno» della vicinanza di «Montisperli», in Leventina, di un edificio da adibirsi a segheria situato ad Osogna «supra vallem Legere», che il detto Tognino dovrà costruire entro il mese di maggio; i vicini si impegnano a fornire al locatario vario materiale da costruzione e a prestare la propria opera nell'edificazione, nonché a versargli 60 lire di terzoli. Quale canone annuo Tognino promette di pagare due soldi di terzoli e di segare ogni anno la legna di ogni vicino alla tariffa di un soldo per braccio.

Notaio rogatario: Iohanes de Ponte f. Dominici de Ponte de Iragnia. Notaio estraente: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii notarii, p.i.a.n. et n. laudatus ... in, pro et super imbriviaturas relictas per n.q. Iohanem de Ponte ...

Originale estratto da imbreviature (1458 maggio 26); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 5 530 x 265 mm, righe 64. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni in corrispondenza delle pieghe. Edizione: MDT Riv., pp. 1022-1025, nr. 521.

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15 agosto 1448, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Antonio detto Todesco del fu Tommaso del Bosco, console di Avegno e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per sei anni rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Guglielmo detto Galgano di Cavigliano di Pedemonte di un «medario» situato nel territorio di Avegno «in Onegeta de Venio» (?), al canone annuo di 13 denari nuovi.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f. Antoni dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno.

Originale; lat.

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ASTi, Comune di Avegno 1 274 x 288 mm, righe 40. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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16 settembre 1448, Bellinzona

Procura / Instrumentum sindicatus et substitutionis

Leonardo del fu Zane di Vigana abitante a Vigana nel territorio di S. Antonino, Lanfranco del fu Giovanni Rossi di Isone abitante a Vigana e Martino detto Calanchetto del fu Giovanni Magretti di Calanca abitante a S. Antonino, procuratori del comune di S. Antonino, designano quali procuratori in loro vece Giacomo Cusa del fu Antonio e Giacomo Avo, entrambi di Bellinzona, nonché Luchino della Po di Stefano Sala, Filippolo di Salorino, Cristoforo «de Salicibus» e Giovanni Rusca, tutti di Como.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.c. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 4 350 x 285 mm, righe 37. Quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e gravi lacune per danni meccanici lungo le pieghe. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 55-56.

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(dopo il 1448), Como

Testamento / Instrumentum testamenti et ultime voluntatis

Frammento di testamento.

Notaio rogatario: Georgius de Blavaschis dictus de Retegnio n. Notaio scrivente: Abondius de Blavaschis dictus de Retegnio n. Cumanus f. domini Georgii.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 299 260 x 200 mm, righe 24. Dell''atto rimane solo la parte finale, con l''actum, i testimoni e la sottoscrizione del notaio scrittore. Alcuni fori, macchie e un taglio perpendicolare al margine superiore. Il termine post quem per la datazione dell'atto risulta dall'immatricolazione del notaio scrivente (Mangini, Il notariato, p. 191, nr. I,492).

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5 gennaio 1449, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

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L'assemblea dei borghesi di Locarno, convocata per ordine del console Giacomino del fu Giovannolo «de Britio», investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giovanni Martinolo, «monachum» delle chiese di S. Maria e di S. Antonio di Locarno, abitante a Locarno, di un terreno recintato con vigna e campo, situato «in Silva» dove si dice «ad Sanctam Mariam», confinante con una proprietà del conte Franchino Rusca confiscata a Tommaso Muralto. Il canone annuo convenuto è di tre brente di vino.

Notaio rogatario: Christofforus p.i.a.n., f. ser Iohannoli Alierni de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 22 290 x 340 mm, righe 52. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri più piccoli dovuti a guasti lungo le pieghe. Regesto: Meyer, Die Capitanei, p. 260 n. 2.

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1 aprile 1449, Bellinzona

Vendita, rinuncia e ricevuta / Instrumentum venditionum, datorum et cessionum ac finis et renuntiationis

Andrea del fu Ambrogio del fu Lorenzo Muggiasca, agente anche a nome dei fratelli Antonio, Taddeo, Giovanni e Bartolomeo, abitanti a Bellinzona, vende al prete Giacomo, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco del fu Guglielmino Marchesi di Giumaglio, tre campi situati nel territorio di Sementina «in Campagnia de Predazio», al prezzo di 190 lire e un soldo di terzoli. Il detto Andrea aveva acquistato al medesimo prezzo i detti tre campi da Domenico del fu Albertello «de Aymo» di Preonzo e da sua moglie Caterina del fu Giovannolo «de Montiliono» di Monte Carasso, abitanti a Sementina, il 6 luglio 1439, e il medesimo giorno li aveva locati ai detti coniugi per un canone annuo di 12 staia di biada di mistura di segale e miglio, con la promessa di retrovenderli entro 16 anni. La vendita avviene alla presenza di Antonio del fu Albertello «de Aymo» di Preonzo, abitante a Sementina, tutore dei nipoti Giovannolo e Bertrameo del fu Domenico del fu Albertello «de Aymo», suo fratello, che rinuncia alla locazione e ad ogni altra pretesa sopra i detti campi nelle mani del detto prete Giacomo, per ricevere in cambio 54 lire di denari nuovi, subito versati al detto Andrea Muggiasca per canoni di affitto arretrati di cui erano debitori Domenico e Caterina. L'atto è stipulato alla presenza di Antonio Besana podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 20 a 920 x 580 mm, righe 105. Alcune consunzioni lungo le pieghe e qualche piccolo foro. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 41-42.

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1 aprile 1449, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

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Il prete Giacomo, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco del fu Guglielmino Marchesi di Giumaglio, investe a titolo di locazione ed eredità perpetua Antonio del fu Albertello «de Aymo» di Preonzo, abitante a Sementina, tutore dei minorenni Giovannolo e Bertrameo del fu Domenico, fratello del detto Antonio, di tre terreni a campo e prato e di una pertica di campo situati nel territorio di Sementina «in Campagnia de Predazio» e «in Predazio», al canone annuo di 12 staia di mistura di segale e miglio. L'atto è stipulato alla presenza di Antonio Besana podestà di Bellinzona.-

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 20 b 560 x 290 mm, righe 69. Macchie e incrostazioni, in particolare lungo i bordi e nella parte finale. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 42.

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8 novembre 1449, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

I fratelli Pietro e Antonio del fu Francesco Ghiringhelli, abitanti a Bellinzona, dichiarano di avere ricevuto da Antonio del fu Alberto «de Rebozii», console di Isone e agente a nome del detto comune, 19 lire e quattro soldi di terzoli a pagamento di tre canoni annui arretrati di locazione del diritto di pascolo «in monte et super montem et paschulum» di Camorino e di S. Antonino, diritto venduto ai detti fratelli da Giacomo del fu Bellolo «de la Mota» di Bellinzona e a questi dal comune di Bellinzona.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palanzia p.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 6 230 x 210 mm, righe 43. Due piccolissimi fori lungo le pieghe.

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Sec. xv (prima metà), Lugano

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Mainolo del fu Giovanni «de Fontana» investe a titolo di locazione ed eredità perpetua Luchino del fu Bertramo «de Aziate», abitante a Lugano, di un edificio diroccato situato a Lugano, «in contrata de Carona», vicino alla piazza del comune e alla riva del lago, al canone annuo di nove lire di denari nuovi. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannolus de Somazo p.i.a.n. Cumanus ac Lugani f.c. ser Petrini. Notaio scrivente: Christoforus de Triselis i.a.n., f. ser Petri.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 5 470 x 410 mm, righe 54. Il documento è stato ritagliato nei bordi e adattato a copertina di fascicolo (forse di imbreviature del 1569). Strappi, fori e macchie di varie dimensioni, in particolare nel margine sinistro. Nel centro due strisce di pergamena annodate passanti per un'asola praticata nel testo, con lo scopo di fungere da chiusura; nel margine destro altro frammento di pergamena cucito recante tracce di scrittura e la data 1569.

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<...> dicembre 1449, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di e Lumino, convocata per ordine del console <...> detto Togno «de Roncho» del fu Simone di Lumino, vende ai fratelli Togno e Giacomo del fu Guglielmino «de Buscho» di Lumino e al loro nipote Antonio, figlio del defunto loro fratello Giovanni, un terreno situato a Lumino «in Prato Paganino seu in Rampigeta», al prezzo di 19 lire e 4 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.q. domini Ru. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 11 440 x 280 mm, righe 58. Gravi danni ad opera di microrganismi lungo tutta la parte destra, con importanti perdite del supporto scrittorio; estese macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi, sette fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore destra e alcune rosicature, soprattutto lungo le pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 14.

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<...> dicembre 14<..>, <...>

Vendita / <...>

Giovanni della Torre di Mendrisio del fu Vittore, abitante a Mendrisio, vende a Giacomolo e ai suoi figli Giusto, Domenico, Andreolo, abitanti a Mendrisio, e Zanino, abitante a <...>, un terreno con dei castagni situato nel territorio di Salorino <...>, al prezzo di 58 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Donatus de Somazo de Cumis n.p. Cumarum f.c. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 17 430 x 200 mm, righe 60. Il documento è stato tagliato lungo tutto il margine destro e presenta numerose lacerazioni di grosse dimensioni, fori e macchie. Il documento è databile alla prima metà del xv secolo in base alle notizie sull'attività del notaio rogatario.

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13 <...> 144<.>, Camignolo

Locazione / Instrumentum investiture

<...> detto «Brugniolus» del fu Bertramo «de Hero<...>» e <...> del fu Giovannolo «de Patrocho», entrambi di Camignolo, agenti a nome delle chiese di S. Pietro di Crescino e di S. Ambrogio di Camignolo, investono a titolo di locazione biennale rinnovabile a volontà delle parti Zanollo del fu Lanfranco «de Parono» di Crescino di due terreni situati nel territorio di Bironico «in Martorino» e «in Arbostellis» e di altri due terreni situati nel territorio di Camignolo «in Bexeya» e «in Gereta subtus Domos Molandinorum», al canone annuo di tre staia di mistura di segale e miglio e 15 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus de Somazo n. Cumis ac Lugani f.c. ser Franzoli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 7 260 x 225 mm, righe 44. Due grosse rosicature e macchie lungo il bordo superiore e alcuni piccoli fori nelle pieghe.

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Sec. xv (prima metà), Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Marcolo Fossati di Meride vende alcuni beni situati nel luogo detto «Sassera» a Zanolo detto Oldello di Meride, al prezzo di nove lire di denari nuovi. (Frammento).

Notaio rogatario: Iacomolus de Fossato n. Cumanus, Lugani ac comunitatis f.c. ser Iohanolli de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 40 205 x 330 mm, righe 39. Il documento è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio. Anche il margine inferiore è stato tagliato. Alcuni piccoli fori fanno supporre il riutilizzo della pergamena come copertina o come rinforzo di copertina.

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<...> dicembre 1449, <...>

Vendita / <...>

Filippo «de Girardonibus» di Tremezzo del fu Filippo, abitante a «Rovoro» (?) nella pieve di Lenno, vende ad Aloisio «de Casanova» di Como del fu Aloisio, abitante a Torno, un edificio diroccato con cortile e una pianta di fichi situati a «<...>dognio», nella vicinanza di Tremezzo. (Frammento).

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Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 1 160 x 210 mm, righe 25. Alcuni piccoli fori e macchie rosate di piccole e medie dimensioni. Il documento è stato tagliato lungo i margini e adattato a copertina di libretto: nel verso si legge «Luigi Buzzi di Borsa».

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Sec. xv (prima metà)

Vendita / Venditio

Paolo del fu Antonio, Tonolo detto Patina e i fratelli Pasino, Filippo e Gaspare del fu Petrezollo «olim Pasini», tutti del casato «de Capitaneis» e abitanti a Monte Marenzo, vendono ad Antonio detto Bergino del fu Petrino «Moltoni de Capitaniis», abitante nel luogo «de Laguardia» di Marenzo, un appezzamento a prato situato nel territorio di Brivio di qua «ad Castegiollam seu ad Pratum planum». (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 2 360 x 180 mm, righe 60. Documento frammentario, privo delle righe iniziali (con la data) e della parte conclusiva, asportati mediante taglio. Lungo i bordi destro e sinistro due serie di forellini testimoniano del suo riuso, forse come copertina. La datazione è ipotizzata sulla base della grafia.

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Sec. xv (prima metà), Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Aliolo «de Salatio» vende a Martino «de Supra» di Meride alcuni beni al prezzo di 24 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Iacomolus de Fossato p.i.a.n. Cumanus, Lugani ac comunitatis f. ser Iohanoli de Fossato de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 31 300 x 185 mm, righe 51. L'atto è privo della parte iniziale ed è stato tagliato lungo i margini laterali per essere riutilizzato come copertina di un fascicolo. Diversi fori e lacerazioni lungo le pieghe.

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(prima metà XV sec.), Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

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Ramengo Rusca investe a titolo di livello per tre anni Pietro «de Penatino» e Giacomo e Domenico, figli del fu Pietro «Cavige» di Carena, agenti a nome dei fratelli Zane ed Enrico, di uno o più beni («dicta bona»), al fitto di 10 lire di terzoli di denari nuovi, un cappone, uno staio di marroni e 4 libbre di formaggio, allo staio del comune di Bellinzona, da consegnare per la festa di s. Martino presso la casa di Ramengo Rusca a Giubiasco. Le parti concordano che Ramengo rinunci a una pianta di noci, che è sulla strada «prope Basitium», e a una pianta di castagne nell'appezzamento di terreno silvato, poiché i locatori vogliono edificare nel luogo del noce e del castagno, e il locatario è tenuto a far tagliare e portare via le due piante. Inoltre le parti stabiliscono che possono far fare pietre e piode su questi beni e che nessun'altra persona possa farlo. (Frammento)

Notaio rogatario: d. Petrus Todeschus olim n. Berizone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolai habitator Berinzone n. laudatus, constitutus et aprobatus per consilium generale comunis Berinzone ad explendum et in publicam formam reddigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita et imbreviatas et imbreviata tam in cedulis, listis et protacholis et quaternis et tam destinatis quam indestinatis per nunc quondam dominum Petrum Todeschum olim notarium Berizone.

Originale estratto da imbreviature (1535 luglio 12); lat. Archivio Comunale Bellinzona 31 (v.n. A. XV/3) 1265 x 225 mm, righe 140. Il documento in origine era composto da quattro membrane («in istis quattris cartis seu membranis») cucite assieme con filo di canapa. La prima membrana è andata perduta, mentre la seconda presenta rosicature nel margine sinistro e la seconda e la terza fori risalenti alla lavorazione della pelle. In corrispondenza della riga 62 è tracciato il disegno di una mano con l'indice teso. Il documento è databile alla prima metà del xv secolo in base alle notizie sull'attività del notaio rogatario.

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Sec. xv (metà), Locarno

Testamento / Instrumnetum testamenti, ordinamenti et institutionis

Frammento di un testamento di un certo Giovannolo che lascia *** alla figlia Bertina, alla nipote Giacomina, figlia del fu Filippo «olim» figlio del testatore, nel caso contragga matrimonio col consenso degli zii e dei parenti, 50 lire di terzoli, un paio di lenzuola, una tovaglia, un paio di mantelli e «onetas» e altre piccole cose per la sposa, oltre al denaro lasciatole dal padre Filippo e custodito da Caterina, moglie del testatore. Infine nomina eredi universali i fratelli Guglielmino detto «Magro», Bernardo e Fanchino, figli del testatore.

Notaio rogatario: Bernardus n.p., f. c. domini Guidoti de Orello de Locarno. Notaio scrivente: Baptista f. q. domini magistri Ambrosii de Magrionibus de Varixio p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 137 410 x 385 mm, righe 49. Il documento, privo della prima membrana («duabus cartis seu pergameniis simul sutis cum bistorto albo»), presenta un foro, risalente ala lavorazione della pelle, e alcune macchie. Nel margine superiore serie di fori di cucitura. Il documento può essere datato approssimativamente alla metà del XVI secolo in base alle attestazioni circa l'attività del notaio rogatario.

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Sec. xv (metà),

Nomina di curatore / Instrumentum cure

Zanes di Bigorio («de Albigorio») del fu Martinolo viene nominato curatore dei fratelli <...> de Fontana, minorenni, per procedere alla vendita di alcuni beni situati nel Mendrisiotto ai fratelli Pietro e Giovannolo <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: n.p. Cumis f. ser Andree. Notaio scrivente: rdus de Albricis n. Cumanus f. ser Ayroldi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 42 595 x 325 mm, righe 93. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme con le estremità invertite. I margini laterali sono stati tagliati per adattare la pergamena a copertina di fascicolo delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1513-1516. Rosicature, macchie e fori, alcuni dei quali praticati per far passare le cuciture di filo di canapa e di pergamena.

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Sec. xv (metà), Bellinzona

Arbitrato

Divisione dei beni dei fratelli Pietro e Tognino <...>, compiuta da arbitri designati dalle parti. I beni in questione sono situati a Bellinzona. (Frammento)

Notaio estraente: Petrus Varronus f. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone Notaio rogatario: Christoforus Varronus

Originale estratto da imbreviature (1488 agosto <...>); lat. ASTi, Sacchi 9 (= cart. 2ca, nr. 11) 1330 x 220 mm, righe 222. Manca la parte iniziale. Ampie rosicature sul lato destro.

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Sec. xv (metà), Lugano

Vendita / -

Gaspare Della Torre vende a Gasparino Fossati di Meride, agente anche a nome del fratello Andreolo, due terreni situati nel territorio di «in Prato Lunario» e <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani .

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Notaio scrivente: Iohannes de Salla de Vico de Cumis i.a.n., f. ser A<...>.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 6 bis 490 x 200 mm, righe 59. La pergamena è molto lacera in seguito a macchie di umidità, in particolare lungo tutto il margine destro. Un grosso foro e altri strappi nei margini. L'atto è probabilmente stato riutilizzato come copertina di fascicolo.

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Sec. xv (metà), Meride

Permuta / <...>

Frammento di una permuta tra il comune di Tremona, rappresentato da Giovanni «de Supra», e Giovanni e Zane <...>. Il rappresentante del comune dà ai detti Giovanni e Zane otto lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Valis f. ser Gasparini de Fossato de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 61 350 x 330 mm, righe 47. Il documento è stato riutilizzato come copertina delle imbreviature del notaio Gabriele Fossati dell'anno 1527. La pergamena è priva della parte iniziale, asportata mediante taglio, e risulta lacunosa anche lungo il margine destro. Numerosi fori di varie dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle (quello situato nel margine inferiore cucito).

......

Sec. xv (metà), <...>

Vendita / Instrumentum venditionis

Il comune di Tremona vende a Grigollo certi beni immobili, al prezzo di dieci lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: lus de Fossato p.i.a.n. Cumanus, Lugani ac comunitatis f. <... Iohano>li de Fossato de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 39 350 x 300 mm, righe 51. Strappi e tagli di grosse dimensioni rendono il testo molto lacunoso. Il documento può essere stato riutilizzato come rinforzo di copertina: esso presenta infatti piccoli fori che potrebbero essere stati praticati per passarvi del filo.

......

Sec. xv (metà), Meride (?)

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Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni <...> vende a <...> un terreno, al prezzo di <...> e otto soldi di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: a.n. Cumanus, ac comunitatis f.c. ser Iohanoli de Fossato de Merede. Notaio scrivente: de Fossato de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 41 300 x 195 mm, righe 46. La pergamena è stata tagliata lungo tutti i margini per essere adattata a copertina di un libro di crediti del 1628.

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Sec. xv (metà), (?)

Vendita / <...>

Nicolao della Torre del fu Antonio vende ad Antonio «de Lecino» (?) un sedime situato a <...>, al prezzo di <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Tadeus de Busionibus p.n. Cumanus f.c. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 48 170 x 290 mm, righe 24. Il documento è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio, e presenta due grosse lacune dovute a rosicature.

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<3> 1450, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti

Il prete Giacomo del fu Guglielmo Marchesi di Giumaglio, beneficiato e rettore della chiesa di S. Maria di Giubiasco, detta il suo testamento: egli lascia alla chiesa di Giubiasco l'altare dedicato ai ss. Andrea e Albino da lui fatto edificare nella detta chiesa e nomina suo nipote, il diacono Albino di Minetto, cappellano e officiale del detto altare, purché questi diventi sacerdote e vi celebri tre messe settimanali perpetue. Ordina poi al suo erede di distribuire ai poveri nel giorno del suo anniversario un'elemosina perpetua di due staia di pane e due di vino nella chiesa di S. Maria, dove il testatore verrà sepolto; il detto erede dovrà acquistare per l'altare i paramenti necessari per celebrare la messa, una «mayestatem» del valore di 80 lire di terzoli, un breviario del valore di 32 lire di terzoli e un messale del valore di 28 ducati d'oro. Lascia inoltre alla chiesa la metà del vasellame e delle case, e l'altra metà all'altare dei SS. Andrea e Albino, insieme alla cucina solariata situata «in curtifficio». Al fratello Minetto condona tutti i debiti e lascia la metà dei beni ereditati dal padre situati in Vallemaggia; l'altra metà andrà all'altro fratello Antonio. Infine nomina il nipote Albino suo erede universale.

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Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 9 1020 x 350 mm, righe 128. Lacerazioni nella parte iniziale del documento e lungo parte del margine verticale destro. Alcuni piccoli fori. Rotolo composto da due membrane cucite insieme. Altri esemplari: ASTi, Comune di Giubiasco 21

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3 gennaio 1450, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti

Il prete Giacomo del fu Guglielmo Marchesi di Giumaglio, beneficiato e rettore della chiesa di S. Maria di Giubiasco, detta il suo testamento: egli condona tutti i debiti al fratello Minetto a cui lascia la metà dei beni ereditati dal padre situati in Vallemaggia; l'altra metà andrà all'altro fratello Antonio. Infine nomina suo erede universale il nipote Albino, figlio di Minetto.

Notaio rogatario: Iohannes de Falchis n.p. Birinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus n. Birinzone f.c. domini Petri Todeschi de Birinzona p.i.a.n. Biranzone ac notarius laudatus, constitutus et approbatus per consilium generale comunis Birinzone ad explendum ...instrumenta ... tradita ... per ser Iohanem de Falchis n.p. Birinzone ... perventus ad infirmitatem et decrepitatem suam ... amplius nequit sua instrumenta subscribere.

Originale estratto da imbreviature (1464 ottobre 13); lat. ASTi, Comune di Giubiasco 21 500 x 350 mm, righe 21. Rosicature lungo i bordi, fori di medie e grosse dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, macchie e sbiaditure dell'inchiostro. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 115; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 42-43. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 9

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7 gennaio 1450, Leontica

Rinuncia / Instrumentum renuntiatyonis

L'assemblea dei vicini di Leontica, riunita per ordine del console Giovanni di Guglielmetto «de Comprovascheryo» su richiesta dei saltari, revoca il mandato di procuratori della vicinanza a Zanino «Guillielmutii» e a *** del fu Giovannolo «de Horigino» a causa della perdita di alcuni documenti.

Notaio rogatario: Antoniollus n., f.c. ser Iohanolly iudicis de Malvallia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 24

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255 x 215 mm, righe 36. Cinque piccoli fori e tre rosicature sui bordi nella parte inferiore sinistra. Edizione: Mdt Bl., pp. 1446-1448, nr. 593.

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17 gennaio 1450, «Vercino»

Soccida / Instrumentum socidi

«Madius» del fu Antonio detto «Galoni» dichiara di aver ricevuto a soccida da «Madio» del fu Martinolo «Beloni» di Aurigeno, caneparo della chiesa di S. Bartolomeo di Aurigeno, cinque capre del valore complessivo di 7 lire di denari nuovi. Il soccidario s'impegna a governarle con cura mentre i due contraenti divideranno a metà i guadagni, come pure risponderanno per metà ciascuno di eventuali danni provocati dalle capre, salvo se questi fossero imputabili a malgoverno o a dolo.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f. Antoni dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 57 300 x 255 mm, righe 50. Numerosi piccoli fori dovuti a rosicatura.

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20 <...> 1450, Giubiasco

Conferma di elezione / Instrumentum retifficationis et corroborationis

Il diacono Albino di Minetto del fu Guglielmo di Giumaglio, abitante a Giubiasco, cappellano, rettore, «monachus» e custode della chiesa di S. Maria di Giubiasco e cappellano e rettore dell'altare dedicato ai SS. Andrea e Albino, eletto il giorno stesso alla custodia della detta chiesa dai vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia, conferma la propria elezione e le disposizioni testamentarie di suo zio prete Giacomo, già beneficiato della stessa chiesa, relative all'altare dei SS. Andrea e Albino.

Notaio rogatario: Iohanolum de Falchis n.p. Berinzone et olim f.c. domini Antonii de Falchis de Mediolano. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1475); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 8 310 x 255 mm, righe 36. Fori e rosicature di piccole dimensioni. Il termine post quem per la datazione del documento è dato dall'atto del 3 gennaio 1450 in ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 9.

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2 marzo 1450, Bignasco

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Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zano del fu Guglielmo Zanoni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Anrico di Balzaro di Bignasco e suo fratello Giovanni di due terreni situati nel territorio di Bignasco «in Basso ad Curtem comunis de Bugnasco» e «ad Pressam», al canone annuo di tre mine di castagne peste alla misura locale.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 65 180 x 325 mm, righe 28. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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6 marzo 1450, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Guglielmo «Zanoni» di Bignasco, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile una volta e poi secondo la volontà delle parti, Balzaro del fu Giacomo «Balsari» di Bignasco di un campo arativo situato nella campagna di Bignasco «in Grodis», al canone annuo di uno staio e mezzo di mistura di segale e miglio da consegnare per San Martino.

Notaio rogatario: Adam n.p. f.q. Iacobi olim notarii de Cavergnio

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 65,1 300 x 255 mm, righe 42. Una piccola lacerazione al bordo superiore. Gli elementi della datazione («anno a nativitate eiusdem millesimo quadrigintesimo quinquegesimo, die lune sesto mensis marzii, indictione tredecima») non corrispondono tra loro: il 6 marzo 1450 cadeva di venerdì.

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22 marzo 1450, Monza

Conferma di statuti e privilegi

Francesco Sforza duca di Milano conferma i privilegi, i vecchi statuti e alcuni nuovi capitoli della comunità di Val Blenio, risponde a richieste della detta comunità e ordina che le risposte vengano osservate.

Cancellieri: Giovanni De Amelia, Milano (uditore ducale e membro del consiglio ducale di giustizia)

Sigillo: esistente. Il sigillo aderente di cera sotto carta di Francesco Sforza, duca di Milano, è cucito alla pergamena con filo di canapa bianco. Il sigillo è gravemente danneggiato, risulta leggibile l'arma sforzesca nel campo e la leggenda racchiusa in una doppia cornice risulta pressoché inintelligibile.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 12 470 x 280 mm, righe 48. Fori di piccole dimensioni e segni di consunzione lungo le piegature, che compromettono in parte la lettura. Edizione: Heusler, Rechtsquellen des Kantons Tessin, I, pp. 111-115 (estratto); TD I/I, nr. 5, pp. 10-13 (ed. della minuta del 17 marzo 1450); MDT Bl., pp. 1448-1451, nr. 594. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), pp. 10-12; Bolla, La Scuola XXV (1929) p. 6.

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11 aprile 1450, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Antonio «de Capo» del fu Zane, abitante a Castione, vende a Simone detto Mozo del fu Zane detto «Fadighe» di Soazza, abitante a Soazza, un appezzamento di terreno campivo e arativo situato nel territorio di Castione «in Corognia longa» al prezzo di 40 lire di denari nuovi. Immediatamente di seguito, il detto Simone investe a titolo di locazione e massarizio il detto Antonio dell'appezzamento appena venduto, al canone annuo di 4 staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.q. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 10 (= cart. 2ca, nr. 8) 540 x 290 mm, righe 73. Strappo nell'angolo in alto a destra. Ampia lacuna dovuta a rosicatura verso la metà del lato destro.

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23 maggio 1450, Lodi

Decreto

Nella lite tra il comune di Bellinzona, da una parte, e il suo contado, dall'altra, il duca di Milano Francesco Sforza accoglie la supplica degli uomini del contado ed estende il loro diritto di pascolo nei prati circostanti Bellinzona fino al 20 aprile, esonerandoli inoltre dall'onere delle sei guardie notturne e diurne cui dovevano provvedere fino ad ora, fatta eccezione per il tempo di guerra. In compenso i detti uomini non godranno dei benefici derivanti dalle condanne inflitte sul territorio sorvegliato, che spetteranno agli uomini del borgo.

Cancellieri: Raphael , Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

Sigillo: esistente. Sigillo di Francesco Sforza, duca di Milano, la cui impronta è gravemente danneggiata: si riconoscono soltanto i contorni dell'arma sforzesca nel campo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 32 (v.n. A. VII/16) 290 x 500 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe, e tre piccole macchie. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 90-93 (estratto); BSB II (1928), pp. 85-87.

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Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 33 (v.n. A. VII/17)

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23 maggio 1450, Lodi

Decreto

Altro originale del decreto di Francesco Maria Sforza in merito alla ripartizione degli oneri tra il comune di Bellinzona e il suo contado.

Cancellieri: Raphael , Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Francesco Sforza, duca di Milano, è deperdito; rimangono le incisioni praticate nella pergamena per fissarlo, al centro delle quali è vergato il nome «Lanzalotus».

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 33 (v.n. A. VII/17) 295 x 460 mm, righe 29. Tre lacune nelle pieghe e diversi altri piccoli fori. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 90-93 (estratto); Bsb II (1928), pp. 85-87. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 32 (v.n. A. VII/16)

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8 giugno <145>0, <...>

Elezione di procuratori / <...>

Nella causa tra Andrea del fu Alberto del fu Giovannolo «de Salvagnio», agente anche a nome di suo fratello e di sua sorella, tutti abitanti a Bellinzona, e <...> detto Protasio, loro zio, da una parte, e Maffiolo Molo del fu Cristoforo, curatore dei detti fratelli, dall'altra, in merito alla vendita di una casa situata in piazza Nosetto, il podestà di Bellinzona <...> designa procuratori dei detti fratelli Antonio Cusa, Giovanni Cusa, Antonio <...> e Martino suo figlio, tutti abitanti a Bellinzona, nonché Donato «del <...>», Filosofo Sala, Filippolo di Salorino e Cristoforo <...>, tutti abitanti a Como, e i fratelli Marcaccio e Tognino <...>. (Frammento).

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Comunale Bellinzona 34 (senza collocazione precedente) 220 x 170 mm, righe 31. Il documento è stato tagliato lungo il margine sinistro e inferiore per essere adattato a copertina di libro (provvisioni del consiglio di Bellinzona, 1453-1460). Nell'angolo superiore sinistro vi è il resto di un filo di canapa.

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23 settembre 1450, <...>

Donazione

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Domenico detto «Mennus» del fu Stefano «de Mussio» abitante a Bellinzona dona al fratello Giacomo del fu Stefano «de Mussio» tutti i suoi beni ricevuti in eredità dal padre e situati a «Pingirolo», nel territorio di Bellinzona. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 22 350 x 250 mm, righe 41. Documento mutilo della parte finale e dell'angolo superiore destro, asportati mediante taglio. Alcuni piccoli fori. Regesto: Bassetti, Elenco, pp. 115-116; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 43.

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1450

Supplica / Supplicatio

Supplica dei vicini di Leontica al duca di Milano nella lite con i vicini di Olivone in merito ai diritti di pascolo sull'alpe di Stabbio Nuovo.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 ,

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31 ottobre 1450, Milano

Commissione e supplica / Littere ducalles cum supplicatione

In risposta ad una supplica dei vicini di Leontica, il duca di Milano [Francesco Sforza] incarica il vicario di Val Blenio di risolvere, in ossequio alle antiche consuetudini, la lite tra i vicini di Leontica, da una parte, e quelli di Olivone, dall'altra, relativa al diritto di pascolo nei mesi di luglio e agosto sull'alpe di Stabbio Nuovo, disponendo che i vicini di Leontica mantengano sul detto territorio il diritto di pascolo come in passato.

Notaio autenticante: Iohannes de Schezia f. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i. Cancellieri: Angelo Cappellari da Rieti, Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

Copia autentica; it. e lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 340 x 250 mm, righe 33. Alcuni piccoli fori e una lacerazione nel margine superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1454-1455, nr. 597. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 , ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26

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31 ottobre 1450, Milano

Commissione e supplica / Littere ducalles cum supplicatione

In risposta ad una supplica dei vicini di Leontica, il duca di Milano [Francesco Sforza] incarica il vicario di Val Blenio di risolvere, in ossequio alle antiche consuetudini, la lite tra i vicini di Leontica, da una parte, e quelli di Olivone, dall'altra, relativa al diritto di pascolo nei mesi di luglio e agosto sull'alpe di Stabbio Nuovo, disponendo che i vicini di Leontica mantengano sul detto territorio il diritto di pascolo come in passato.

Notaio autenticante: Iohannes de Schezia f. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i. Cancellieri: Angelo Cappellari da Rieti, Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

Copia autentica; it. e lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 340 x 250 mm, righe 33. Alcuni piccoli fori e una lacerazione nel margine superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1454-1455, nr. 597. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 , ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26

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31 ottobre 1450, Milano

Commissione / Littere ducalles

In risposta ad una supplica dei vicini di Leontica, il duca di Milano Francesco Sforza incarica il vicario di Blenio di risolvere la lite tra i vicini di Leontica e Olivone circa il diritto di pascolo sull'alpe di Stabbio Nuovo, disponendo che quelli di Leontica mantengano tale diritto come in passato.

Cancellieri: Angelo Cappellari da Rieti, Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 25 ,

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31 ottobre 1450, S. Bartolomeo (Vogorno)

Procura / Instrumentum procure et sindicatus

Il consiglio della comunità della Valle Verzasca nomina suoi procuratori Andreolo del fu Guglielmino «Velluzii» di Berzona, Antonio del fu Zanetto «Rosse de Sambugario», Giovanni del fu Antonio «Guidoroti» di Brione e Martino del fu «Gufrini» di Sonogno, con l'incarico di presentarsi davanti al commissario di Bellinzona Bernabò da Carcano e stipulare gli atti necessari al fine di ottenere dal duca di Milano la facoltà di far uso di sale tedesco per le proprie necessità.

Notaio rogatario: Mafeus de Bossiis n.p., f.c. domini presbiteri Antonii de Bossiis de Vegorno Vallis predicte Verzasche.

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Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 3 (= 1.2/1) 680 x 445 mm, righe 85. Quattro fori di piccole dimensioni.

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21 novembre 1450, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture ad hereditatem

Gionsermo del fu Loterio Muralto di Locarno, agente anche in veste di procuratore di Maffiolo del fu Porolo Muralto di Locarno e Zanolo del fu Giacomo Muralto abitante ad Ascona, avogadri della cappella di S. Antonio di Vienne nella chiesa di S. Vittore di Locarno, nonché agente a nome dei suoi fratelli Battista, Michele e Castellino, investe a titolo di eredità perpetua Giacomo del fu Giacomo di Frasco, abitante a Brione Verzasca, della metà di un terreno a selva, gerbido e bosco nel territorio di Gordola «in Rebecha subtus» al di sopra della strada di Ditto e di un terreno a gerbido, selva e bosco anch'esso a Gordola «in cimitate Vallegie», al fitto annuo di quattro «octenas» di castagne secche e pestate, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n.p., f.c. ser Martinoli condam ser Honrigoli Pezie de Locarno dicti de Alzate Notaio scrivente: Iohannes n. f.c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 2 500 x 425 mm, righe 58. Piccole rosicature lungo le pieghe e i bordi.

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19 dicembre 1450, Camignolo

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Domenico detto Amorosio del fu Giovannolo «de Petrocho» di Camignolo promette di versare entro un anno i canoni di locazione arretrati dovuti alla chiesa di S. Pietro di Camignolo, rappresentata dal notaio Andrea «de Curte» di Sigirino, ammontanti a dieci lire di terzoli e nove staia di olio di noci. Il vicario di Lugano e Valle Pietro «de Fiandronibus» condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Vallis f. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 10 200 x 165 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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(dopo il 1450), Torricella

Locazione / Instrumentum investiture et locationis

Giovanni Pietro del fu Iorio Trefogli di Como, abitante a Torricella, investe a titolo di locazione per sei anni rinnovabile a volontà delle parti Pietro di Giovannolo detto «Bexio de Pistocho» e Alberto di Simone «de Margniis» di Torricella di una quota della decima «de menuto» che si percepisce nel territorio di Torricella, al canone annuo di sette moggia di miglio, uno staio di castagne secche e peste, 12 staia di rape e quattro polli per ciascuno dei beneficiari della locazione. (Frammento).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani, f.c. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 9 325 x 155 mm, righe 56. Il documento è stato tagliato lungo i bordi e nella parte alta della piega verticale centrale e presenta numerosi forellini che attestano il suo reimpiego come rinforzo per la rilegatura di qualche libro: alcuni conservano tracce di filo di canapa e di pergamena. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe. Il termine post quem per la datazione dell'atto risulta dalla prima menzione del notaio in veste di rogatario.

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(dopo il 1450), Cavergno

<...> / Instrumentum <...>

Frammento di atto notarile.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. q. Iacobi olim Guillielmi n.de Cavargno.

Originale estratto da imbreviature (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 62 180 x 240 mm, righe 32. Il testo è leggibile in parte con raggi ultravioletti. Il documento è servito da copertina per un libro, e su tre lati si notano ancora i forellini di cucitura. Le dimensioni originarie non sono facilmente ricostruibili; nella parte mediana il dorso del libretto ha danneggiato la scrittura, e in altri punti si vedono lacerazioni e piccoli fori nelle pieghe. Le notizie seriori sul dorso non dovrebbero riguardare il contenuto del documento. Il termine post quem per la datazione dell'atto è costituito dalla prima menzione del notaio in veste di rogatario.

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6 gennaio 1451, Locarno

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Locarno, convocata «subtus heram magnam conventus eclexie Sancti Francischi» di Locarno per ordine del console Cristoforo «de Baddis», costituisce procuratori Antonio detto Franciosio, Antonio Marcacci,

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Locarnino Composta, Franceschino «Iullii», Giovanni «de Ruzolo» e Cristoforo «Gidoli», per accettare frate Pietro come cappellano officiante e custode delle chiese di S. Maria della Selva, S. Giorgio e S. Antonio di Locarno.

Notaio rogatario: Iacobinus de Britio de Locarno f.q. ser Iohanoli de Britio de Locarno. Notaio scrivente: Iohannes n.p., f.c. Romerii Zani Romerii de Cravetia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 23 465 x 390 mm, righe 51. Cinque fori di piccole dimensioni.

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31 gennaio 1451, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il capitolo dei frati del convento di S. Francesco, convocato al suono della campanella dal guardiano del capitolo, frate Beltramo «de Mulletis» di Locarno con frate Giovanni di Locarno, frate Giacomino «de Guasconis» di Locarno, vicario del convento, i frati Pietro e Antonio di Lugano, agenti a nome del convento, e Giacomo del fu Antonio detto «Barnabe de Orello» di Locarno, procuratore ed economo del convento, investono a titolo di locazione e massaricio per 8 anni rinnovabili a volontà, ad Antonio detto «Mazagus» di Locarno del fu Coronino di Val Lugano, «olim habitatoris Locarni», di un appezzamento a bosco con 21 castagni grandi e antichi e piantati di nuovo nel territorio di Locarno sul monte Rogorogno, al canone di 1 staio di castagne, allo staio di Como della comunità di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Bernardus n.p., f. q domini Guidoti de Orello de Locarno. Notaio scrivente: Iacobus p.i.a.n. f. Iohannis de Manfredis de Cravezia de Viglecio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 19 500 x 335 mm, righe 64. Tre fori, risalenti alla lavorazione della pelle, e alcune macchie. Gli elementi della datazione («Anno nativitas eiusdem millesimo quadringentessimo quinquagessimo primo, indictione quarta decima, die lune ultimo mensis ianuarii.) non corrispondono tra loro: il 31 gennaio 1451 cadeva di domenica anziché di lunedì.

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2 febbraio 1451, Camignolo

Elezione di campari / Instrumentum sindicati electionis camparie

L'assemblea dei vicini di Camignolo, convocata per ordine del console Antonio detto Rebozzo tessitore del fu Domenico «de Parucis», designa due campari per la durata di un anno nella persona di Lanfranco sarto del fu Zanolo «de Parono» e di Zanolo del fu Giovannolo «de Patrocho», incaricandoli di denunciare al capitano di Lugano e Valle Aloisio Belloni i danni compiuti da persone e dal bestiame alle proprietà situate nel territorio comunale.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n. Lugani et Vallis f. Franzini.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 11 275 x 200 mm, righe 45. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 89 n. 196.

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9 febbaio 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Franciscolo del fu Giovanni «de Muralto», erede «in solidum» del fu Passaguado «Carli olim habitatoris Locarno» e di Caterina moglie «olim ipius Pasaguadi» e «olim filie condam Gulielmoli Regozii» di Locarno, detta il suo testamento e lascia alla chiesa di S. Francesco di Locarno un canone di 4 brente di vino o mosto bianco, per le quali i frati sono tenuti a celebrare 4 annuali per l'anima del testatore, del suocero Passaguado, della defunta Domenica, prima moglie del testatore e figlia «condam Passaguadi», e di Caterina, attuale moglie del testatore. Stabilisce di restituire a Guglielmolo «de Taliis» di Solduno, Andreino Giugni e Franzono Cometi di Cevio i rispettivi riconoscimenti di debito. Nomina la moglie Caterina usufruttuaria di tutti i suoi beni, a condizione che essa non venda più di 2 lire di terzoli senza il permesso di Ionsermo «de Muralto», di Stefano «de Monte», di Cometo Magoni, di «Zugnius Zanelle», di «Frantisus» di mastro Antonio «de Muralto» e del notaio sottoscritto Cristoforo, tutti di Locarno. Dichiara di aver ricevuto da mastro Antonio «olim eius socero» a soluzione della dote della moglie Caterina 47 lire di terzoli da Antonio Cavallini. A rimedio della sua anima e una volta tanto, lascia alla chiesa di S. Antonio di Locarno 6 lire di terzoli e alla fabbrica della chiesa di S. Maria Maggiore di Milano 6 lire di terzoli. Lascia inoltre 100 lire di terzoli di dote alla figlia Domenica, quando si sposerà. Nomina infine eredi universali in parti uguali Bartolomeo, figlio suo e di Caterina, e Semprebella, figlia sua e della defunta Domenica, stabilendo che gli eredi vengano pagati da Cometto «Chedine (?)» del fu Lorenzo Magoni di Locarno, suo genero, il quale è debitore di 30 lire di terzoli, e che gli eredi consegnino a Cometo la stessa somma, inoltre Cometo è tenuto a retrovendere agli eredi una stalla con tetto in paglia, da lui edificata, che aveva venduto a Francesco e in seguito retrovenduta a Cometo, affinché paghi a Gottardo del fu Antonio Magoni di Locarno 40 lire di terzoli. Infine Fracesco ricorda che deve avere da «Tholomio» detto «Lambrigheto» del fu Andreolo detto «Lambrico» di Brissago, abitante a Locarno, 26 fiorini, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino, e 56 lire per mutuo prestato «gratia et amore», che detto Cometto ha in soccida da Francescolo 5 vacche per 40 lire di terzoli da esigere col guadagno.

Notaio rogatario: Christoforus fq Iohannoli Gidoli de Muletis n. de Locarno. Notaio scrivente: Andreas p.i.a.n. f. q. Iohanoli Mini de Muralto.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 20 620 x 395 mm, righe 61. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazioni e rosicature nel margine destro, nonché macchie.

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26 febbraio 1451

Consilium / Conscilium

Parere giuridico di Antonio Besana, dottore in legge e podestà di Bellinzona, circa la lite tra i vicini di Leontica e quelli di

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Olivone in merito ai diritti di pascolo sull'alpe di Stabbio Nuovo.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 (inserto)

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1 marzo 1451, Lottigna

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella causa tra la vicinanza di Leontica, da una parte, e quella di Olivone, dall'altra, relativa al diritto di pascolo e di sfruttamento dell'alpe di Stabbio Nuovo, Luchino Mandelli, commissario del duca di Milano e vicario di Blenio, dopo avere esaminato i documenti prodotti dalle parti, su consiglio del podestà di Bellinzona Antonio Besana, dichiara che i vicini di Leontica possono far pascolare sul detto alpe nei mesi di luglio e agosto un numero di vacche il cui latte può essere lavorato in una sola caldaia e che i vicini di Olivone devono permettere il detto pascolo. Egli condanna inoltre i vicini di Olivone al pagamento delle spese sostenute dai vicini di Leontica nella detta causa.

Notaio rogatario: Iohannes de Schezia de Symiono f. ser Viventii iudicis et notari Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 26 640 x 560 mm, righe 59. Piccoli fori e lacerazioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1458-1462, nr. 600. Inserti: 31 ottobre 1450 (Milano), ottobre 1450, 26 febbraio 1451

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26 marzo 1451, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Bonolo «del Festa» de Castello di Bissone vende a Medeglia del fu Bertramo Bagutti di Medeglia, abitante ad Arogno, la quarta parte della decima di Arogno e tre terreni con cascine situati ad Arogno «ad Domos Fratrum» (?), «super Sallam» e «in Sovessa» (?), al prezzo di 155 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Fomasii. Notaio scrivente: Iohanes Antonius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. suprascripti ser Oltitii de Ruschonibus.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 2 450 x 410 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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29 marzo 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Antonia figlia ed erede del fu Zani Martini Banchi, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento e ai frati di S. Francesco un appezzamento di terreno a campo arativo nella campagna di Locarno «in Buginaro (?)». Nomina suo erede universale Leonardo, suo nipote e figlio della defunta Maddalena, sua sorella e figlia del fu Zane. Se Leonardo dovesse morire prematuramente, nomina eredi universali le sue sorelle, figlie del fu Zane.

Notaio rogatario: Bernardus n.p. f. q. domini Guidoti de Orello de Locarno. Notaio scrivente: Iohannes n.p. et f. c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 21 310 x 250 mm, righe 40.

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13 aprile 1451, Minusio

Locazione / Instrumentum hereditatis et investiture

Giulio del fu Petrolo «de Rozollo» di Locarno investe a titolo di eredità perpetua Petrolo del fu Giovannolo «de Badugio» Minusio e Cristoforo del fu Zanolo Zanoni di Mergoscia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato nel territorio di Minusio «in Clauso de Lavelo (?)», al canone annuo di 2 brente di vino o mosto, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Christoforus f. q. JohannoIi Gidoli de Muletis n. de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 22 460 x 435 mm, righe 71. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, fori di piccole e medie dimensioni lungo la piegatura centrale e nel margine inferiore, dovuti a rosicatura.

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20 aprile 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti legati donationis ut supra et ultime voluntatis ac institutio (?) institutionis

Zanino «de Sinistris» di Locarno del fu Guglielmetto detta il suo testamento e lascia alla chiesa e al convento di S. Francesco di Locarno un canone annuo di 2 brente di vino o mosto, alla brenta della comunità di Locarno, garantendolo su un appezzamento di terreno campivo, arativo e vignato «cum rompis vineatis» nel territorio di Locarno «ad Gieram seu in capite silve Marchati Locarno versus Soldunum», e i frati del convento sono tenuti a celebrare annualmente un annuale a rimedio della sua anima e del padre «cum luminariis». Nomina erede universale Zanolo di Locarno del fu

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Martino Todeschi, abitante a Locarno, a condizione che versi il canone di vino alla chiesa e al convento e abiti nella casa di detto Zanino, mantenga l'ospizio dell'elemosina e la carità gli oneri e le taglie della comunità di Locarno e Pietrina, figlia di Zanino, ammalata di mente. Se Zanolo desidera può far abitare nella casa un suo figlio. Infine dichiara che nessun erede o successore possa vendere i suoi beni.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. c. domini Guidoti de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 23 440 x 285 mm, righe 71. Diverse macchie.

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21 aprile 1451, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis, dati et investiture

Stefano del fu Martino Tortelle di Minusio, Leone figlio di Giovannolo detto «Cotti de Maretis» di Locarno, abitante a Rivapiana a Minusio, procuratori del comune di Minusio e di Mergoscia, e agenti a nome di detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Stefano del fu Alcherio Marcacci di Locarno, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo, vignato e a gerbido con piante di castagne nel territorio di Minusio «in Caronexio in Tractu de Rompo» e un appezzamento di terreno arativo, vignato e a gerbido al Fontile, al canone annuo di una brenta di mosto o vino bianco, alla brenta di Minusio, da consegnare al tempo della vendemmia, e una mina di mistura (segale e miglio in parti uguali), alla mina della pieve di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 12 665 x 530 mm, righe 90. Il documento è gravemente danneggiato nella parte inferiore e presenta grossi fori e lacune lungo le piegature, dovuti a rosicatura e a una possibile esposizione ad una fonte di calore. Manca buona parte della sottoscrizione notarile. Gli elementi della datazione «a nativitate millesimo quadringentesimo quinquagesimo primo, die sabati vigesimo primo mensis aprilis, indictione prima» non collimano tra loro. Gli elementi collimano invece per il 1453 aprile 21. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 468-469; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 490.

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24 aprile 1451, Castro

Rinuncia, ricevuta e vendita / Instrumentum finis et remissionis e instrumentum venditionis

Giovanni, figlio emancipato di Cristoforo Beltrami di Ludiano rinuncia a favore dei fratelli Guglielmo e Bono del fu Zane «Fynriani» di Combreschì di Leontica, agenti anche a nome del fratello Giovanni, ad ogni pretesa gravante su un canone perpetuo di un congio di mosto dovuto al detto Giovanni da Bono del fu Antoniolo di Dongio, garantito su certi beni situati nel monte «de Gieta». Giovanni dichiara di aver ricevuto per questo dai detti fratelli 40 lire di terzoli. Taddeo del fu Zane «Tadioli» di Combreschì di Leontica vende ai detti fratelli due terreni situati nel territorio di Leontica, «in loco de Salvigniano» e nel monte «de Riazio», al prezzo di 12 lire di terzoli, già pagati al defunto padre del detto venditore.

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Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f.c. ser Antonioli iudicis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 27 530 x 210 mm, righe 76. Quattro piccoli fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 1464-1467, nr. 602-603.

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24 aprile 1451, Castro

Rinuncia, ricevuta e vendita / Instrumentum finis et remissionis e instrumentum venditionis

Giovanni, figlio emancipato di Cristoforo Beltrami di Ludiano rinuncia a favore dei fratelli Guglielmo e Bono del fu Zane «Fynriani» di Combreschì di Leontica, agenti anche a nome del fratello Giovanni, ad ogni pretesa gravante su un canone perpetuo di un congio di mosto dovuto al detto Giovanni da Bono del fu Antoniolo di Dongio, garantito su certi beni situati nel monte «de Gieta». Giovanni dichiara di aver ricevuto per questo dai detti fratelli 40 lire di terzoli. Taddeo del fu Zane «Tadioli» di Combreschì di Leontica vende ai detti fratelli due terreni situati nel territorio di Leontica, «in loco de Salvigniano» e nel monte «de Riazio», al prezzo di 12 lire di terzoli, già pagati al defunto padre del detto venditore.

Notaio rogatario: Iohanes de Sylvaplana f.c. ser Antonioli iudicis Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 27 530 x 210 mm, righe 76. Quattro piccoli fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 1464-1467, nr. 602-603.

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2 maggio 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et institutionis

Giovanni del fu mastro Martinoli Mazaghi di Locarno detta il suo testamento e lascia alla chiesa e al convento di S. Francesco di Locarno un canone di 1 brenta di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, garantendolo su una vigna nel territorio e «costera» di Locarno a Rogorogno e locata agli eredi della defunta Pomina (?) «olim uxor quondam Antonii Meschini (o Meschini) de Locarno» e figlia di *** di Locarno a 2 brente di vino, e un altro fitto di 1 brenta di vino rosso, gravante su una vigna «ad Voltum del Gallo», per le quali i frati del convento sono tenuti a celebrare annualmente un annuale a rimedio della sua anima e del padre. Stabilisce che venga distribuita alla porta della sua abitazione un'altra 1 brenta di vino rosso proveniente dallo stesso vigneto «de la Volta del Gallo» agli uomini di Locarno il giorno di s. Stefano alla mattina presto o dopo la messa celebrata in S. Francesco in memoria della sua anima. Stabilisce di lasciare 20 soldi di denari nuovi a ogni parente e affine dal lato paterno. Nomina erede universale alla matrigna e suocera Ursina, vedova «olim Martinoli olim patris sui» oppure chiunque decida detta Ursina, a condizione di abitare nelle case del testatore. Infine lascia 1 brenta di vino bianco, gravante sul terreno a Rogorogno alla chiesa di S. Maria in Selva, da distribuire il giorno Pasqua.

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Notaio rogatario: Bernardus n., f. q. domini Guidoti de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 24 360 x 420 mm, righe 56. Macchie nel margine superiore.

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4 maggio 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et ordinamenti ac institutionis

Giacomina vedova di Bartolomeo detto «Lambrigeti» di Brissago, abitante a Locarno, e figlia di Lorenzo Lorenzo «Bertholloti» di Intra, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia (dai suoi beni e dote di 100 lire) un canone di 6 lire e 8 soldi di terzoli alla chiesa di S. Francesco di Locarno 6 lire di terzoli alla chiesa di S. Antonio di Locarno, a memoria della sua anima, ai poveri di Locarno 6 lire e 8 soldi di terzoli. Nomina erede universale Andreolo, figlio del defunto Bartolomeo e suo, e lascia 18 lire, e in caso di morte di quest'ultimo, nomina erede il padre Lorenzo o ai suoi eredi.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. q. domini Guidoti de Orello de Locarno. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli Mini de Muralto de Locarno n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 25 450 x 380 mm, righe 45. Foro risalente alla lavorazione della pelle, ricucito con filo di canapa, e altri due fori nel margine inferiore destro.

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8 maggio 1451, Milano

Licenza

Il duca di Milano Francesco Sforza concede licenza ad Antonio di Bisuschio, abitante nella pieve di Arcisate, di acquistare beni immobili nella Val Lugano dai suoi debitori, fino ad un valore di 1000 fiorini.

Cancellieri: Rafael , Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 9 (inserto)

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12 maggio 1451, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et ordinamenti ac dominationis cum mortis et ultime voluntatis

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Giovannina figlia del fu Albertino Guidinoi «de Ruzollo»di Locarno detta il suo testamento e lascia a Domenica, sua nipote e figlia del fu Pietro «olim Antonii Petrazii de Valzasiana», abitante a Locarno, e di Taddeina sua sorella un appezzamento di campo arativo nel territorio di Locarno «in Behora» e in caso di morte prematura, ad Antonio a Cristoforo e a Vittore fratelli di Domenica e digli di detta Taddeina e Pietro. Nomina eredi universali Cristoforo, suo fratello e figlio del fu Albertino, e Albertino, suo nipote e figlio del fu Gaspare, altro suo fratello e fratello di detto Albertino Giudino. Infine istituisce un legato di mezza brenta di vino rosso dal «Roncho de la Fragia» e 1 staio di mistura dal campo «de Sancto Iorio» per celebrare due annuali ogni anno a memoria della sua anima e dei suoi defunti dai frati di S. Francesco.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. q. domini Guidoti de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 26 285 x 270 mm, righe 44. Due piccolissimi fori, dovuti a rosicatura.

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20 maggio 1451, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Tommasino Rusca del fu Maffiolo del fu Gabardo Rusconi di Bironico, abitante a Bellinzona, vende a Zanetto del fu Martino Rosso «de Divineriis» di Isone, l'ottava parte di tutta la decima di Isone, al prezzo di 362 lire e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 7 550 x 430 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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5 giugno 1451, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Andrea Rusca del fu Gabriele del fu Francesco Rusca di Como, abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni prete e Francesco, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bernardo del fu Guido «del Monacho», abitante a Carasso, della metà di una casa con cortile ed edificio diroccato e sette terreni situati nel luogo e nel territorio di Carasso, al canone annuo di 37 soldi di denari nuovi, tre staia di segale, due di miglio, due di castagne secche pestate e un cappone.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 35 (v.n. B. II/5) 678 x 265 mm, righe 87. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole dimensioni, in particolare nella parte iniziale.

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2 luglio 1451, Crescino (Camignolo)

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Domenico detto Amorosio del fu Giovannolo «de Petrocho» di Camignolo promette di restituire entro Natale 12 lire di terzoli avuti in deposito dalla chiesa di S. Pietro di Camignolo, rappresentata dal notaio Andrea «de Curte» di Sigirino. Il vicario di Lugano e Valle Pietro «de Fiandronibus» condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n. Lugani et Vallis f. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 12 200 x 155 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori.

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6 agosto 1451, Bellinzona

Proroga di termine giudiziale / Instrumentum prorogationis

Antonio Muggiasca, dottore in entrambi i diritti, giurisperito del collegio degli avvocati di Como, arbitro eletto dai rappresentanti dei vicini di Leontica e Olivone con l'incarico di risolvere la lite relativa ai rispettivi diritti sull'alpe di Stabbio Nuovo conclusa con il compromesso del 25 giugno 1451 che le parti avevano promesso di osservare sotto pena di 200 ducati d'oro, proroga il termine stabilito per l'applicazione del detto compromesso fino al Natale seguente, riservandosi la facoltà di concedere una proroga ulteriore. Lo stesso arbitro concede un'ulteriore proroga fino all'inizio del mese di marzo seguente.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Donatus f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator loci de Daro territorii Berinzone i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 28 650 x 295 mm, righe 93. Quattro piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, alcune macchie di umidità (una delle quali, nella parte superiore, compromette la lettura del testo) e una lacerazione nel margine superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1475-1477 e 1480-1482, nr. 608 e 610.

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17 agosto 1451, Lugano

Licenza / Licentie et concessionis littere

Francesco, Americo e Bernabò Sanseverino, [signori] di Val Lugano, concedono licenza ad Antonio di Bisuschio, abitante nella pieve di Arcisate, di acquistare beni immobili nella Val Lugano dai suoi debitori, fino ad un valore di 1000 fiorini.

Cancellieri: Laurentius , Lugano (cancelliere dei conti Sanseverino)

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 9 (inserto)

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5 settembre 1451, -

Promessa (?) / Instrumentum protestationis una cum a (sic) promissionis

In esecuzione di un ordine di Franchino Rusca, conte di Val Lugano [e signore] della pieve di Locarno e territori annessi, e di Giovanni di Bologna, podestà di Vallemaggia, Verzasca, Lavizzara e territori annessi, Zano del fu Petrino di Bosco, abitante a Cerentino, agente a nome degli uomini di Bosco, promette nelle mani del notaio Marco del fu Zane Ansermi di Cavergno, agente a nome dei fratelli Martino, Zano e Giacomo di Guglielmo di Simone Rama di Cavergno nonché dei fratelli Guglielmo, Simone e Antonio di Zane del fu Simone Rama di Cavergno, di cedere a Giacomo «Mazonus» il credito di 40 lire di terzoli di denari nuovi che i fratelli Simone e Zano del fu Simone Rama dovevano a Petrino, padre del detto Zano, affinché sia pagata una parte delle taglie e del fodro dovuti dai detti uomini di Bosco, e promette di liberare i detti fratelli da tale debito.

Notaio rogatario: Marchus p.n., f.c. Zanis Iacobi Ansermi Marchi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 2 350 x 230 mm, righe 35. L'atto è stato riutilizzato come copertina di un volume del comune di Cavergno. La pergamena presenta diversi piccoli fori, alcuni strappi ed è stata tagliata lungo tutto il margine destro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 5 settembre 1451 cadeva infatti di domenica e non di sabato, come riportato dal notaio.

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30 settembre 1451, Solduno

Locazione / Instrumentum locationis et investiture

I frati Cristoforous «de Montenate», guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, frate Giacomo del fu Stefano Guasconi di Locarno, frate Antonio del fu *** di Lugano e frate Giovanni «Catellanus» investono a titolo di locazione e massaricio per 9 anni rinnovabili Alberto del fu Zano d'Onsernone, abitante a Locarno, di un campo arativo nella

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 346 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete campagna di Solduno «in Bugnano» al un canone di 2 staia e una mina di mistura (segale e miglio in parti uguali), alla misura di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Bernardus n., f. q. domini Guidoti de Orello de Locarno. Notaio scrivente: Iacobus n., f. Iohannis de Manfredis de Cravezia de Viglecio habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 27 485 x 310 mm, righe 59. Piccolissimo foro, dovuto a rosicatura.

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23 ottobre 1451, Isone

Elezione di arbitri e arbitrato / Instrumentum compromissi e instrumentum arbitramentorum

I rappresentanti del comune di Isone, da una parte, e Zanetto del fu Martino detto Rosso «de Vineis» di Isone, dall'altra, designano quali arbitri Antonio del fu Giovanni «de Fraschis» e Giacomo del fu Zane detto «Paliarda», entrambi di Isone, per risolvere la lite relativa alla quarta parte della decima di Isone. Gli arbitri eletti condannano il comune di Isone a dare a Zanetto, a pagamento della detta decima, 472 lire di denari nuovi e 253 lire di denari nuovi di cui Zanetto era debitore nei confronti di Tommasino del fu Maffiolo Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona, ordinano alle parti di recuperare la relativa dichiarazione di debito, e condannano il comune di Isone a versare a Zanetto due some di panico. Da parte sua, il detto Zanetto dovrà vendere a Isone la quota della decima in questione vendutagli da Tommasino Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona.

Notaio rogatario: Luganus de Bontis de Ponte p.i.a.n. Lugani f.c. Zanoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 8 700 x 430 mm, righe 80. Una grossa porzione del documento, corrispondente all'angolo superiore sinistro, è stata asportata mediante taglio e strappo. Fori, macchie, sbiaditure e strappi lungo i bordi.

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23 ottobre 1451, Isone

Elezione di arbitri e arbitrato / Instrumentum compromissi e instrumentum arbitramentorum

I rappresentanti del comune di Isone, da una parte, e Zanetto del fu Martino detto Rosso «de Vineis» di Isone, dall'altra, designano quali arbitri Antonio del fu Giovanni «de Fraschis» e Giacomo del fu Zane detto «Paliarda», entrambi di Isone, per risolvere la lite relativa alla quarta parte della decima di Isone. Gli arbitri eletti condannano il comune di Isone a dare a Zanetto, a pagamento della detta decima, 472 lire di denari nuovi e 253 lire di denari nuovi di cui Zanetto era debitore nei confronti di Tommasino del fu Maffiolo Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona, ordinano alle parti di recuperare la relativa dichiarazione di debito, e condannano il comune di Isone a versare a Zanetto due some di panico. Da parte sua, il detto Zanetto dovrà vendere a Isone la quota della decima in questione vendutagli da Tommasino Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona.

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Notaio rogatario: Luganus de Bontis de Ponte p.i.a.n. Lugani f.c. Zanoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 8 700 x 430 mm, righe 80. Una grossa porzione del documento, corrispondente all'angolo superiore sinistro, è stata asportata mediante taglio e strappo. Fori, macchie, sbiaditure e strappi lungo i bordi.

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12 novembre 1451, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico del fu Togno di Carmena , abitante a Pianezzo, vende a di Domenico «de Penato», abitante a Melirolo, il diritto di sfruttamento di un sedicesimo dell'alpe «de Vangarolo» situato in Valle Morobbia («cui toti alpi hoeret a mane heredum condam ser Ambroxii de Mugiascha, videlicet alpis de Orno que tenet Zanem Otti Tamagnii de Melera, a meridie comunanzia valis Morobie, a sero vallis de Prata et a nulla ora alpis de Arbino»), al prezzo di 10 lire di terzoli. La detta quota era stata a suo tempo venduta ai precedessori del venditore da Giovanni di Giovanni «de Maffeo» di Vellano, il quale era stato precedentemente investito a titolo di livello dell'alpe dal comune di Bellinzona al fitto annuo di 4 fiorini del valore di 3 lire e 4 soldi terzoli per ognuno, prima che esso fosse venduto dal comune a Ambrogio Muggiasca.

Notaio rogatario: Iohannes fillius domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giubiasco 2 370 x 400 mm, righe 51. Una lacerazione di grandi dimensioni al centro del lato superiore, numerose altre lacerazioni lungo i bordi (con perdita di parte del supporto scrittorio nell'angolo superiore destro), una rosicatura nella parte superiore.

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20 novembre 1451, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Morazio Ghiringhelli del fu Giovanni abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Domenico del fu Giacomo sarto «de Cerzano», abitante a Pianezzo, di un complesso di terreni ed edifici situati nel territorio di Pianezzo «ad Carralem Bellam», «in Spondatia» e «in Gandiglonum superius», e nel territorio di Camorino «in Monda de Camorino», al canone annuo di quattro staia di mistura di segale e miglio, quattro staia di castagne pestate e uno staio di marroni freschi nonché quattro lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Petrus f.c. domini Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Donatus f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator loci de Daro territorii Berinzone i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 45 370 x 335 mm, righe 55. Alcuni piccoli fori. Lungo il bordo superiore della pergamena è cucito su supporto cartaceo un regesto

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 348 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete dell'atto.

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6 agosto 1451, Bellinzona

Proroga di termine giudiziale / Instrumentum prorogationis

Antonio Muggiasca, dottore in entrambi i diritti, giurisperito del collegio degli avvocati di Como, arbitro eletto dai rappresentanti dei vicini di Leontica e Olivone con l'incarico di risolvere la lite relativa ai rispettivi diritti sull'alpe di Stabbio Nuovo conclusa con il compromesso del 25 giugno 1451 che le parti avevano promesso di osservare sotto pena di 200 ducati d'oro, proroga il termine stabilito per l'applicazione del detto compromesso fino al Natale seguente, riservandosi la facoltà di concedere una proroga ulteriore. Lo stesso arbitro concede un'ulteriore proroga fino all'inizio del mese di marzo seguente.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Donatus f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator loci de Daro territorii Berinzone i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 28 650 x 295 mm, righe 93. Quattro piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, alcune macchie di umidità (una delle quali, nella parte superiore, compromette la lettura del testo) e una lacerazione nel margine superiore. Edizione: Mdt Bl., pp. 1475-1477 e 1480-1482, nr. 608 e 610.

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(dopo il 1451), <...>

Procura / <...>

Frammento di atto di procura in relazione all'intenzione dei fratelli Bartolomeo, Francesco e Donato «de Pongonibus» e del loro fratello e curatore Pietro di procedere alla vendita di alcuni beni a favore di Gaspare della Torre, al prezzo di 590 fiorini d'oro; tale somma dovrà essere utilizzata per estinguere i debiti contratti dal defunto Alberto detto Bertosio «de Pongonibus», padre dei detti fratelli, nei confronti di Nicolao del fu Giovanni Muggiasca e Giovanni del fu Antonio del fu Busta Lavizzari, di Giovanni «de Suave» del fu Gasparolo, di Raffaele Rusconi e di altri creditori.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Balerna e Mendrisio 1 490 x 340 mm, righe 52. Il frammento era parte di un documento costituito da almeno altre tre membrane. Mancano la parte iniziale e quella finale. Alcuni fori e macchie di piccole dimensioni.

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20 gennaio 1452, Bellinzona

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Sentenza / Instrumentum preceptorum, sententie et arbitramentorum

Nella causa tra la vicinanza di Leontica, rappresentata in giudizio da Giovanni del fu Guglielmetto «de Vellio» abitante a Leontica, da una parte, e quella di Olivone, rappresentata in giudizio da Zane «de Baboro» di Marzano del fu Guido, dall'altra, relativa ai rispettivi diritti sull'alpe di Stabbio Nuovo, Antonio Muggiasca, giurisperito del collegio degli avvocati di Como, arbitro eletto dalle parti, dopo avere esaminato i documenti prodotti dalle parti, dichiara che i vicini di Leontica possono caricare il detto alpe nei mesi di luglio e agosto fino a 102 vacche da latte e senza limite alcuno per il bestiame minuto, che possono riparare il loro bestiame sotto il portico della chiesa di S. Agata di Campo [Blenio] per tre giorni, lasciando alla detta chiesa il burro prodotto in quell'occasione, e che possono servirsi del legname del bosco per la loro necessità nel tempo in cui scaricheranno l'alpe. Egli libera infine entrambe le parti dal pagamento delle spese processuali, esclusa la somma di quattro ducati d'oro pagati al detto arbitro, che i vicini di Olivone devono rimborsare a quelli di Leontica. I vicini di Olivone, che non accettano la sentenza, interpongono appello al duca di Milano.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Georgii Todeschi de Berinzona p.i.a.n. Berinzone. Notaio scrivente: Georgius i.a.n., f. ser Andree Rusche de Cumis ac habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 29 750 x 350 mm, righe 109. Edizione: Mdt Bl., pp. 1482-1488, nr. 611.

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24 gennaio 1452, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Marcolo Todesco del fu Giovannolo e Antonio del fu Francesco Ghiringhelli, abitanti a Bellinzona, quali amministratori e procuratori dell'ospedale di San Giovanni [Battista] di Bellinzona, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Cristoforo del fu Beto di Piemoretti, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni ed Agostino, nonché Michele del fu Giacomo ed Antonio del fu Pietro di Piemoretti, tutti abitanti a Monte Carasso, e Giacomina di Lanfranco di Artore, vedova di Guglielmo del fu Giacomo di Piemoretti, madre e tutrice di Bernarda, Domenica, Ursina e Simona, di un terreno a vigna, campo, prato, bosco e sassi situato nel territorio di Sementina «in Rompedis subter locum de Somentina», ad un canone annuo di quattro congi di vino o di mosto bianco, otto staia di biada di mistura di segale e miglio e due staia di panico.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 36 (v.n. A. VII/18) 360 x 415 mm, righe 43. Alcuni piccoli fori e macchie.

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15 febbraio 1452, Lugano

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Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Martino del fu Domenico «de Patrocho» di Camignolo promette di versare entro Natale alla chiesa di S. Pietro di Camignolo i canoni di locazione arretrati ammontanti a 56 lire di terzoli di denari nuovi. Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito. Il 16 giugno 1488 il debitore cede alla detta chiesa due terreni, e in seguito a tale vendita il notaio Andrea «de Curte» annulla il detto riconoscimento di debito.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 13 280 x 200 mm, righe 58. Il documento, che presenta un taglio d'annullamento, è cucito alla pergamena Prada 19. Alcuni piccolissimi fori.

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15 febbraio 1452, Someo

Assegnazione di canone / Instrumentum asignationis

Zano del fu Comino «Ansermini» di Camanoglio nella vicinanza di Cevio, abitante a Giumaglio, aveva concesso ad Antonio del fu Anselmino «Agnexie (?)» di [Bosco] Gurin, nella detta vicinanza di Cevio, un campo arativo «cum limedo» situato nel territorio di Camanoglio «post Torbam illorum Luneti», con il patto che il detto Antonio versasse annualmente dopo la sua morte al comune e agli uomini di Camanoglio e di [Bosco] Gurin, per san Martino o per Natale, uno staio di segale e due libbre di formaggio in suffragio delle anime dei suoi familiari. Ora Zano, avuta notizia che si intende costruire una chiesa dedicata a S. Maria nella vicinanza di Cevio, assegna a quest'ultima il detto canone annuale, qualora essa venisse edificata.

Notaio rogatario: Romerius n., f.c. Parrini n. de Someo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 3 220 x 300 mm, righe 31. Numerosi piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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6 marzo 1452, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Zano Parvi di Menzonio vende ad Enrico di Baldessarino Bugnoni di Bignasco un prato con edificio situato nel territorio di Bignasco «ad Curtem Mognicola», al prezzo di 12 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Marchus p.n., f.c. Zani Ansermi Marchi de Cavergno.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 66 405 x 240 mm, righe 46. Alcuni fori di piccole dimensioni e una rosicatura lungo la parte superiore del margine verticale destro.

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25 aprile 1452, Ponte Bovasche (Cavergno)

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo Mazori, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Giacomo Balzari e Viviano del fu Guglielmo Viviani di Bignasco di un corte prativo con una selva e una stalla situato nel territorio di Bignasco «ad Gramossedum», limitando il relativo usufrutto del territorio. Il canone annuo stabilito è di sei lire di denari nuovi di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 67 370 x 290 mm, righe 43. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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7 maggio 1452, Bologna

Procura

Sante Bentivoglio di Bologna, che ha ricevuto lo stesso giorno in donazione la Val Blenio da Giovanni Taddeo Pepoli, nomina Giovanni del fu Andrea Papazzoni, cittadino e notaio di Bologna, suo procuratore nella causa contro gli uomini di Blenio, concernente il pagamento dei tributi degli anni passati, in ragione di mille fiorini d'oro per anno.

Notaio rogatario: Frigirinus f.c. ser Comacii de Sancto Venancio, civis Bononiensis, p.i. et comunis Bononiensis a.n. Notaio scrivente: Michael f. ser Frigirini de Sancto Venantio n., civis Bononie, p.i. et comunis Bononiensis a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 13 500 x 345 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 345 x 250 mm. Sulla stessa pergamena figurano la presente procura (f. 1r.-2r.) e l'attestazione del 10 maggio 1452 (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1502-1506, nr. 613. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 10.

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10 maggio 1452, Bologna

Attestazione

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Mario Donati di Firenze, podestà di Bologna, dichiara che Frigirino del fu Comazio Sanvenanzi, Michele e Valerio del detto Frigirino e Pietro del fu Antonio «de Scapis» sono pubblici notai, iscritti nella matricola della società dei notai di Bologna.

Notaio scrivente: Ambrosius de Mulletis n. et nunc n. d. potestatis et disco et offitio leonis deputatus.

Sigillo: deperdito. Minime tracce del sigillo impresso di cera rossa sotto carta del podestà di Bologna Mario Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 13 500 x 345 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 345 x 250 mm. Sulla stessa pergamena figurano la procura del 7 maggio 1452 (f. 1r.-2r.) e la presente attestazione (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1506-1507, nr. 614. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 10.

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12 maggio 1452, Como

Separazione ed erezione di parrocchia / Instrumentum errectionis, separationis, ordinationis

Antonio Pusterla, vescovo di Como, separa la chiesa di S. Andrea di Carasso dalla matrice di S. Pietro di Bellinzona e la erige in parrocchiale.

Notaio rogatario: Franciscus de Rippa f.q. domini Baldesarris, p.i.a.n. Cumanus scribaque domini episcopi et eius curie

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 8 (inserto)

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18 maggio 1452, Isone

Transazione con convenzione / Instrumentum transactionis et pactorum

Zanollo del fu Simone Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona, aveva assegnato nel suo testamento (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 7) un'elemosina perpetua di otto soldi di terzoli a ciascun fuoco di Isone, Medeglia e Drossa, garantendola su metà della decima di Isone, stabilendo che qualora il suo erede non avesse distribuito l'elemosina per due anni, la decima sarebbe stata assegnata ai comuni di Isone, Medeglia e Drossa. Dopo la morte del detto Zanollo, il suo erede universale Andrea Rusca di Bironico del fu Lucolo, nipote del testatore, ottemperò a tale volontà ma poi lasciò la metà della detta decima al comune di Isone col patto che venissero celebrate per Zanollo due messe all'anno nella chiesa di S. Lorenzo di Isone. Ora l'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Antonio «de Menono» del fu Domenico e Lorenzo del fu Zane Rossi, accetta la detta transazione.

Notaio rogatario: Andreas de Somazo n.p. Lugani et Vallis f. ser Bernardi.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 9 1040 x 410 mm, righe 110. Il documento, che presenta numerose lacerazioni, fori, sbiaditure e macchie, è costituito da due membrane parzialmente cucite insieme con fili di diverso tipo, uno dei quali di colore celeste.

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20 maggio 1452, Lumino

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata per ordine del console Gottardo del fu Pizino «de Cappo» di Castione, nomina procuratori per la durata di un anno Giovanni detto Vanetto di Codeborgo e Taddeo Muggiasca, abitanti a Bellinzona, Zane «de Stabielo» del fu Pietro, abitante a Camorino, e Giacomo [detto Polo] del fu prete Bertramo «de Horigonibus», abitante a Gorduno, con l'incarico di contrarre un prestito fino alla somma di 100 ducati d'oro da impiegare nella lite in corso contro il comune di Claro in merito ai confini tra i rispettivi territori e di stipulare un compromesso con lo stesso comune di Claro. I detti vicini nominano inoltre procuratori alle cause gli stessi quattro procuratori, e con loro Pietro Todeschi, Giovanni Martino Neuroni e il notaio rogatario, tutti abitanti a Bellinzona, Brunetto «de Cappo», Adamino di Castione, Giacomo «Zanis Zanoti» di Lumino e Martino del Monaco di Lumino, tutti convicini, nonché Cristoforo Bossi e Antonio Sormani, abitanti a Milano, e i causidici di Como Filosofo Sala, Cristoforo «de Salicibus», Giovanni «Baiacham» e Antonino della Porta.

Notaio rogatario: Iohannes fil. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 12 610 x 375 mm, righe 106. Due fori di grandi dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore; alcune rosicature, in particolare lungo i bordi e le pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 15.

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21 maggio 1452, Carasso

Ratifica di separazione parrocchiale / Instrumentum consensus et assensus

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Bernardo Guidi, e l'arciprete di Bellinzona Pagano Ghiringhelli danno il loro consenso alla separazione della chiesa di S. Andrea di Carasso dalla matrice di S. Pietro di Bellinzona e alla sua erezione in parrocchia, disposte dal vescovo di Como il 12 maggio 1452. I vicini di Carasso si impegnano inoltre a fornire un reddito sufficiente ad un sacerdote curato residente presso la chiesa di quel villaggio.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Var de Palantia p. et i.a.n. habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 8 575 x 230 mm, righe 96. Corrosioni e fori lungo i lati e le pieghe. Edizione: BSSI XXIX (1907), pp. 110-112. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 117, nr. 8. Inserti: 12 maggio 1452 (Como)

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26 giugno 1452, Lottigna

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella controversia tra Martino del fu Antonio «Iohanis Iacobi» di Largario, console di Largario, da una parte, e Giovanni del fu Taddeo «Spayze» di Scona, dall'altra, relativa all'ufficio di console della degagna di Scona per l'anno in corso, Luchino Mandelli, vicario di Val Blenio sedente in tribunale, dichiara che il detto ufficio spetta ai vicini di Largario nell'anno corrente e, in futuro, ogni quattro anni. Per questo motivo condanna Giovanni «Spayze» alla restituzione della carica e al pagamento delle spese processuali.

Notaio rogatario: Iohanes de Schezia n.p.a.i., filius ser Viventii iudicis et notarii Vallis Belegni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 9 390 x 275 mm, righe 41. Piccoli strappi e lacerazioni lungo le pieghe. Edizione: MDT Bl., pp. 1522-1524, nr. 623.

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8 agosto 1452, Bellinzona

Compromesso / Instrumentum compromissi

Cristoforo del fu Simone di Scubiago, Giovannolo del fu Mono di Duno, Giovanni del fu Muzano di Brogo e Antonio del fu Comino di Cassero, procuratori del comune di Claro, da una parte, e Giovanni detto Vanetto del fu Giacomo fabbro di Codeborgo, Taddeo del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona, Giacomo detto Polo del fu prete Beltramo «de Honrigonibus» abitante a Gorduno, procuratori della vicinanza di Castione e Lumino, e i vicini Brunetto «de Cappo» del fu Antonio di Castione, Adamino del fu Giacomo «Pizeni», entrambi abitanti a Castione, Martino del fu Antonio del Monaco di Lumino, Angerino del fu Giovannaccio «de Buscho» di Lumino, agenti in nome del comune di Castione e Lumino, dall'altra, nominano arbitri Martino del fu Antonio del Monaco di Lumino, Giacomo detto Soldato di Lumino del fu Simone di Ronco abitante a Castione, Mono del fu Antoniolo «Moni» di Claro e Antoniolo della Ganna del fu Martinolo abitante a Claro, con l'incarico di risolvere entro la prossima festa di s. Bartolomeo (24 agosto) la controversia tra le parti [in merito ai diritti di pascolo e ai confini nella zona di confine tra i due comuni]. Nel caso che essi non si accordino entro tale data, le parti nominano arbitro Cristiano [«de Columpnis» di Cannobio].

Notaio rogatario: Petrus Todeschus n. Birinzone. Notaio estraente: Antonius Todeschus f.c. domini Petri Todeschi de Birinzona p.i.a.n. Birinzone ac n. laudatus ... per consilium generale comunis Birinzone ad explendum ... omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita, imbreviatas et imbreviata ... per nunc c. dominum Petrum olim patrem meum et olim n. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (1461); lat. Archivio Comunale Lumino 13 630 x 430 mm, righe 75. Due rosicature di grandi e medie dimensioni nella parte centrale; alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, piccole rosicature lungo le pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 16.

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Il documento è una stesura parziale del compromesso, nella quale mancano, fra l'altro, l'indicazione dell'oggetto del contendere e la designazione di Cristiano «de Columpnis» di Cannobio. Tali elementi sono desunti dall'originale del documento destinato al comune di Claro, conservato nell'Archivio comunale di Claro, perg. 10 (edito in MDT Riviera, fasc. 23, nr. 535).

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20 dicembre 1452, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Poma del fu Lafranco detto «Inverno» di Menzonio, con licenza del marito Giacomo di Andreolo «[?]rii» di Broglio, e lo stesso Giacomo, con licenza del padre Andreolo, vendono a Martino del fu Zane «Dati» di Menzonio, un appezzamento prativo e arativo con la metà di una stalla coperta in piode, una casa da fuoco pure coperta in piode e una cantina situata sotto una torba, tre appezzamenti a prato e uno a prato, gerbido e bosco, tutti situati in territorio di Menzonio e Brontallo «in Curte dehentro de Monte de Cropie». Il prezzo della vendita è di 104 lire di denari nuovi che i venditori dichiarano di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.q. Iacobi olim Guillielmii notari de Caverg[n]io

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 3 (= vecchio I/03) 625 x 485 mm, righe 53. Pergamena arrotolata; due forellini risalenti alla lavorazione della pelle e alcuni forellini dovuti a rosicatura lungo le piegature. Gli elementi della datazione riportati dal notaio ( «anno a nativitate eiusdem millesimo quadrigintesimo quinquagesimo secundo, indictione quarta decima, die sabatii vigesimo mensis decembaris») non corrispondono tra loro, in quanto il 20 dicembre 1452 cadeva di mercoledì anziché di sabato.

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11 gennaio 1453, Lugano

Concessione / Licentie littere

Bernabò e Ugo Sanseverino, [signori] di Val Lugano, concedono licenza ad Antonio «de Mozonibus» di Bisuschio, della pieve di Arcisate, di acquistare beni immobili nella Val Lugano dai suoi debitori, fino ad un valore di 700 fiorini d'oro.

Cancellieri: Christoforus , Lugano (cancelliere dei conti Sanseverino)

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 9 (inserto)

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28 aprile 1453, Cevio

Conferma di convenzione / Instrumentum confirmationis pactorum

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Il console Giacomo del fu Zane «Curti» e tre procuratori del comune di Bignasco, da una parte, e il console Bernardo «Lormani» e quattro procuratori del comune di Cavergno, dall'altra, confermano gli accordi sulla ripartizione della Val Bavona e sul godimento dei pascoli della Val Calneggia del 5 giugno 1428.

Notaio rogatario: Antonius f.c. Andrioli olim Filipi n. de Cadassiis de Cevio

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 58 480 x 340 mm, righe 68. (v. atto del 1428 giugno 5) Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 386-388 (trascrizione di una copia del 1619). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 12,1

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28 aprile 1453, Cevio

Conferma di convenzione / Instrumentum confirmationis

Il console Giacomo del fu Zane «Canti» di Bignasco e tre procuratori del comune di Bignasco, da una parte, e il console Bernardo «Lormani» e quattro procuratori del comune di Cavergno, dall'altra, confermano gli accordi sulla ripartizione della Val Bavona e sul godimento dei pascoli della Val Calneggia del 5 giugno 1428.

Notaio rogatario: Antonius f.c. Philippi Andrioli n.de Cadassiis de Cevio Vallis Madie n.p. Notaio autenticante (della copia da originale): Joannes Jacobus Puteus f.c. ser Guillielmi de Cevio p.i.a.n. dicte vallis

Copia autentica (1598 febbraio 20); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 12,1 515 x 400 mm, righe 74. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa; sul documento figurano la convenzione del 5 giugno 1428 (1-37) e la presente conferma di convenzione del (righe 38-74). La prima membrana presenta numerose lacerazioni lungo il margine superiore, in particolare nell'angolo sinistro e alcuni piccoli dovuti a rosicatura. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 386-388 (trascrizione di una copia del 1619). Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 58

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13 ottobre 1453, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio del fu Antoniolo detto Gardelino Guarneri di Meride vende ad Andrea del fu Zanolo detto Oldello «de Supra» di Meride un terreno con un noce situato nel territorio di Meride «in Planerio de Supra», al prezzo di otto ducati d'oro.

Notaio rogatario: Iohannes de Fossato p.i.a.n. Lugani et Valis f. Gasparini de Fossato de Merede.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 2

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370 x 230 mm, righe 61. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, nonché alcune macchie. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 13 ottobre del 1453 cadeva infatti di sabato e non di venerdì, come riportato dal notaio.

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22 ottobre 1453, Locarno

Conferma di separazione

In risposta ad una supplica inoltrata dagli uomini delle valli Maggia, Lavizzara e Verzasca, Franchino Rusca, conte di Lugano e signore di Locarno e della pieve di Travaglia, conferma la separazione delle dette valli da Locarno, decretata dal duca di Milano Filippo Maria Visconti nel 1430.

Cancellieri: Iohannes , Locarno (cancelleria di Franchino Rusca)

Sigillo: frammento. Tracce molto ridotte del sigillo di cera rossa sotto carta di Franchino Rusca.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 4 (= 1.2/2) 340 x 465 mm, righe 25. Consunzioni e sbiaditure dell'inchiostro, in particolare lungo le pieghe.

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8 dicembre 1453, Someo

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Giacomo del fu Guglielmetto «Muzii» di Someo, arbitro eletto nella lite tra Giovanni del fu Somadino «Muzii» di Someo, da una parte, e Giovanni del fu Bernardo «Muzii» di Someo, dall'altra, entrambi suoi nipoti, in merito alla divisione dei rispettivi beni, pronuncia il proprio arbitrato. Egli dichiara che Giovanni del fu Somadino deve cedere alla controparte un appezzamento di bosco a Someo «in Gana Bona», la metà di un campo nella campagna di Someo «in Lanchis», un «duronum» di un solaio «a trabibus in sorssum» posto sopra la canepa del notaio rogatario «ad Solarium de Martianis», il diritto d'erba per 30 bestie minute sull'Alpe Alzasca, che ne conta complessivamente 1500, nonché un corte prativo e boscato con una stalla e una casa «facta de ligniis copertis a plodibus» a Someo «ad Legodum». Inoltre lo stesso Giovanni del fu Somadino dovrà macinare e pestare per conto di Giovanni del fu Bernardo per un giorno ogni settimana nel mulino situato a Someo «ad Molandinum de Zorziis», e consegnargli un istrumento di soccido stipulato con un certo Giacomo. Il detto arbitro stabilisce poi che Giovanni del fu Bernardo deve cedere alla controparte un appezzamento a prato con una casa «a focho» e una stalla sul monte «Parongii (...) ad Curtem de Supra», una canepa «a primis trabibus infra» a Someo «ad domum illorum Muzii» e un appezzamento a campo nella campagna di Someo «ad Borcherium». Infine ordina che le parti rinuncino vicendevolmente ad ogni pretesa ereditaria.

Notaio rogatario: Romerius n., f.c. Parrini notarii de Someo. Notaio scrivente: Filipus n., f. Martini Iohanini Mazini de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 7

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380 x 310 mm, righe 58. Diverse piccole lacune per corrosione e danni meccanici nella parte superiore e lungo i bordi; una macchia di grandi dimensioni nella parte superiore con perdita di parte di testo. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 64-65.

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16 febbraio 1454, Lottigna

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Il giudice e notaio Vivenzio Scheggia di Semione, del fu prete Zane, rinuncia nelle mani di Giovanni di Zane di Franzino «de Martiis», console della vicinanza di Leontica e agente a nome dei vicini, ad ogni pretesa nei confronti della detta vicinanza, in particolare riguardo ad una procura concessagli per la questione dell'alpe di Stabbio Nuovo. Vivenzio dichiara di avere ricevuto per questo dal detto console due lire di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes de Martiis f. domini presbiteri Horici de Levonticha habitator Symioni p.a.i.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 30 260 x 170 mm, righe 36. Quattro piccoli fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 1557-1558, nr. 643.

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16 marzo 1454, Faido

Stima di beni / Instrumentum exstimationis

Giovanni Lombardi di Faido e Zane di Giovannolo «de Albertono» di Osco, stimatori della vicinanza di Faido, ordinano al notaio Antonio «de Carlonibus» di Prato di redigere un istrumento di stima di certi terreni, eseguita su richiesta di Giovannolo Cattaneo di Faido, Zane «Beliem» e Zane del maestro Giovanni del Medico di Osco, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo e riguardante i beni degli eredi del fu prete Giovannolo di Chinchengo. Tale stima deve stabilire i beni sufficienti a garantire il rimborso di 16 staia di biada per fitti scaduti degli ultimi tre anni nonché a garantire per il futuro un fitto annuo di sei staia di biada. Queste ultime dovranno essere utilizzate per preparare del pane che verrà distribuito alla porta della chiesa di S. Siro in suffragio dell'anima del defunto prete Giovannolo, come stabilito nel suo testamento. In base alla stima effettuata il tribunale di Faido ha designato un terreno a campo situato nel territorio di Faido «in Mondis de suptus».

Notaio rogatario: Antonius de Carlonibus de Prato Valis Leventine p.i.a.n., f. domini presbiteri Iohannis de Prato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 2 238 x 280 mm, righe 33. La pergamena presenta diverse macchie, alcuni piccoli fori e quattro tagli d'annullamento. Edizione: Mdt Lev., pp. 1739-1742, nr. 885.

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5 aprile 1454, Milano

Licenza / Dispensationis et concessionis littere

Francesco, Americo e Bernabò Sanseverino [feudatari di Lugano e Valle, di Mendrisio e della pieve di Balerna], su richiesta della comunità di Mendrisio e della pieve di Balerna, in deroga agli statuti e ai decreti vigenti concedono al convento di S. Maria di Mendrisio di acquisire beni immobili nel corso dei prossimi 10 anni, per un valore non superiore a 80 lire imperiali ogni anno, allo scopo di procedere alle necessarie riparazioni ed edificazioni.

Cancellieri: Collela , Milano (cancelliere di Francesco, Amerigo e Bernabò Sanseverino)

ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 5 (inserto)

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16 maggio 1454, Rongie (Malvaglia)

Locazione / Instrumentum liveli

Il console Martino del fu Giacomolo «de Pre Martino» di Largario e Martino del fu Antonio del fu Giovanni «Iacobi» di Largario, agenti a nome dei vicini di Largario, investono a titolo di eredità perpetua Giovannolo del fu Vivenzio Filippi «de Rencherio», della vicinanza di Malvaglia, di un appezzamento di terreno a prato e vigna situato nel territorio di Malvaglia, nel luogo di Scatedo «ad Canalle», al fitto annuo di due staia di mosto.

Notaio rogatario: Iacobus de Angio f.c. ser Iohanoli iudicis et notarii, vallis Belegnii i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 10 310 x 330 mm, righe 46. Una rosicatura di grosse dimensioni nella parte destra, una lacerazione lungo il margine destro, che ha comportato la perdita delle parole terminali delle righe 14-26, nonché diverse piccole macchie e incrostazioni. Edizione: MDT Bl., pp. 1599-1561, nr. 645.

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21 giugno 1454, Bellinzona

Sostituzione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procuratorum substitutionis

Leonardo del fu Zane di Vigana e Lanfranco del fu Giovanni Rossi di Isone, entrambi abitanti a Vigana nel territorio di S. Antonino, procuratori del comune e degli uomini di S. Antonino, designano quali procuratori in loro vece Giovannolo Falchi, Giovanni Cusa, Giovanni Martino Neuroni, Pietro Todeschi e Giovanni detto Vanetto di Codeborgo, tutti di Bellinzona, Martino «Tamelli», Enrico «de Carassore» e Lanfranco Bassi, tutti di S. Antonino, nonché i fratelli Filosofo e Michele Sala, Filippolo di Salorino, Giovanni «Baliacha», Cristoforo «de Salicibus» e Antonio della Porta, tutti di Como, e infine Cristoforo Bossi, Cristoforo Bolla, Agostino Terzaghi e Baldassarre «de Capris», tutti di Milano.

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Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.c. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 6 290 x 240 mm, righe 40. Alcuni fori nelle pieghe, una lacerazione lungo il margine destro, ampie consunzioni e diffuse sbiaditure, soprattutto nelle parti laterali. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 56.

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4 dicembre 1454, Semione

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Il notaio Giovanni, figlio del giudice e notaio Vivenzio Scheggia di Semione, rinuncia nelle mani di Giovanni di Zane di Franzino «de Martiis» di Leontica, agente a nome della vicinanza di Leontica, ad ogni sua pretesa nei confronti della detta vicinanza, e dichiara di avere ricevuto come corrispettivo 40 lire di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes de Martiis f. domini presbiteri Horici de Levonticha habitator Symioni p.a.i.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 31 260 x 135 mm, righe 41. Fori, lacerazioni e rosicature di piccole e medie dimensioni, nonché alcune macchie di umidità in particolare lungo la piega orizzontale centrale. Edizione: Mdt Bl., pp. 1576-1577, nr. 651.

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18 gennaio 1455, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Cristoforo del fu Albertino «Alessii» di Ascona, abitante a Locarno, agente a nome suo e del nipote Albertino del fu Gaspare fratello di Cristoforo, vende a «Tadiine», sorella di Cristoforo, figlia del fu Albertino «Alessii» di Ascona e vedova di Petrolo del fu Antonio Marzauri di Valsassina, abitante a Locarno, agente anche a nome del figlio Antonio, un appezzamento di terreno campivo e arativo nella campagna di Locarno «in Dora». Il prezzo di vendita è di 28 lire 16 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Baptista habitator Locarni f. c. domini magistri Ambrosii de Magrionibus de Varixio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 28 515 x 345 mm, righe 89.

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12 febbraio 1455, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture ad hereditatem

Antonello del fu Giovanni «condam spectabilis dominis Guifredini de Orello» di Locarno, investe a titolo di eredità «in emphiteosim» perpetua al nobile Antonio del fu Bertramo di Lecco, abitante a Osteno, di un appezzamento recintato, vignato, arativo, e «rompivo», con piante di olive e fruttifere, con 2 sedimi coperti di pietre, con cantina, solaio, «astregis et curia» e altri edifici o caneggi nel territorio di Locarno in Ripamognia, al canone di 7 lire denari nuovi, da consegnare ogni anno per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n. p., f. q. ser Martinoli q. ser Henrigoli Pezie de Locarno dicti de Alzate.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 29 250 x 570 mm, righe 35. Fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 febbraio 1455,

Elezione di procuratori

Giovannina «de Valesina» di Vico, figlia di Guglielmo, vedova di Pietro «del Penzio» detto «de Cernezio», madre e tutrice di Giovanni Andrea e Agostino, eredi testamentari del detto Pietro, a ciò deputata dal defunto marito e confermata dal console di giustizia «ad signum leonis» Filosofo Sala, nomina procuratori in sua vece per quattro anni Gasparino di Pietro della Porta, Battista di Andreolo Rusconi e Francesco del fu Airoldo «de Lucino». (Frammento)

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 37 (senza collocazione precedente) 590 x 220 mm, righe 78. La pergamena, tagliata e strappata lungo i margini destro, sinistro e inferiore, è stata riutilizzata come copertina di fascicolo. Altre lacune dovute a fori e a lacerazioni.

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29 aprile 1455, Faido

Sentenza / Instrumentum sententie ac liberationis et orchuiti

Nella lite tra Giovannolo «de Rigeto» di Tortengo, anziano della chiesa di S. Siro di Mairengo costituito dagli uomini della degagna di Tarnolgio, da una parte, e Petrolo «de Sasso» di Freggio, parimenti anziano della detta chiesa costituito dagli uomini della degagna di Osco, dall'altra, circa il pignoramento di una caldaia di Petrolo «de Sasso», su richiesta di Giovannolo de Rigeto, a garanzia del pagamento delle spese di rinnovo di una campana della chiesa di S. Siro, Heini Gander, vicario di Leventina, e gli uomini del consiglio di valle, sedenti in tribunale, dichiarano che le spese della nuova campana devono essere ripartite «pro vicino» tra i parrocchiani della detta chiesa e non tra le tre degagne

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 362 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete della vicinanza, e che il pegno preso a Petrolo sia assegnato a Giovannolo «de Rigeto» per il resto delle spese a carico dei vicini della degagna di Osco.

Notaio rogatario: Antonius de Carlonibus de Prato, Valis Leventine p.i.a.n. scribaque prefatoruum officialium, fil. venerabilis viri domini presbiteri Iohannis de Prato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 2 335 x 470 mm, righe 47. Piccolissimi fori lungo le pieghe. Edizione: Mdt Lev., pp. 2318-2322, regesto aggiunto XIX

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11 luglio 1455, Mendrisio

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Lorenzo di Concorezzo, vicario di Mendrisio e della pieve di Balerna, arbitro designato a risolvere la lite tra il comune di Rancate, da una parte, e il comune di Tremona, dall'altra, definisce i confini comuni nella zona e riconosce ai suoi vicini maggiori diritti su alcuni terreni comuni sfruttati con i vicini di Tremona.

Notaio rogatario: Tadeus n.p. Notaio estraente: Benedictus Busia n.p. Comi, f.c. domini Tadei n. laudatus per dominos abates colegii notariorum ... ad explendum ... instrumenta olim rogata per condam dominum Tadeum. Notaio autenticante: Iohannes Petrus de Busionibus abas deputatus per Consilium generale Mendrixii et pertinentiarum. Notaio autenticante: Aluisius de la Turre Mendrisii abbas deputatus per Consilium generale comunitatis burgi Mendrisii.

Originale estratto da imbreviature (1515 giugno 25); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 7 740 x 330 mm, righe 75. Il documento, costituito da due membrane cucite insieme, presenta fori di piccole dimensioni e rosicature nei margini verticali.

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19 luglio 1455, Cevio (?)

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Bugnasco di Minetto «del Orto» e da Giacomo Mazori, investe a titolo di locazione per un anno (?) rinnovabile a volontà delle parti il notaio Adamo del fu Giacomo di Guglielmo di Cavergno dell'alpe di Ruscadella, al canone annuo di dieci lire di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi notarii de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 68 300 x 150 mm, righe 60. Il supporto membranaceo presenta gravi contrazioni nella parte superiore, probabilmente a seguito

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 363 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete dell'esposizione a una forte fonte di calore.

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1 settembre 1455, Como

Commissione

Antonio Pusterla, vescovo di Como, incarica il prete Gabriele da Gerenzano, beneficiato della chiesa di S. Maria [dei Cattanei] di Bellinzona, di accertare se la locazione che il beneficiato della chiesa di S. Andrea di Carasso intende stipulare sia di vantaggio per la chiesa stessa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 9 (inserto)

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13 settembre 1455, Biasca

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Biasca, riunita su citazione del servitore della vicinanza Petrolo detto Pongino per ordine del podestà e rettore del comune Giovanni Muggiasca il Giovane, costituisce procuratori alle liti i cittadini di Milano Lorenzo Martignoni e Cristoforo Bossi, il detto Giovanni il Giovane, Giovanni detto Careto di Biasca e suo figlio Angelino.

Notaio rogatario: Iohannolus i.a.n.p., f.c. ser Guarischi de Mugiascha habitator Abiasche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 6 385 x 260 mm, righe 62. Diverse lacune del testo dovute a fori di rosicatura o consunzione della pergamena. Edizione: BSB V (1943), pp. 284-285; MDT Riv., pp. 1122-1125, nr. 548

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3 gennaio 1456, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Cristoforo «de Bimio», podestà di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i borghesi del comune di Locarno, agenti anche a nome delle chiese di S. Maria e di S. Antonio di Locarno, da una parte, e Bliolbrizio Rusca del fu conte Loterio Rusca, investito dal conte Franchino Rusca dei beni appartenuti al fu Tommasino Muralto e venduti a costui da Giovannolo del fu Gidolo Monagini di Locarno il 10 gennaio 1428, che li aveva ricevuti nel 1416 a titolo di locazione dai borghesi di Locarno, agenti a nome delle dette chiese, dall'altra. Egli sentenzia che gli eredi del fu Giovannolo sono debitori di due lire e 16 soldi di terzoli da pagare ogni anno al comune di Locarno, rappresentante delle dette chiese, a cui i detti eredi devono inoltre versare quattro grossi d'argento corrispondenti alle spese giudiziarie.

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Notaio rogatario: Iacobus n.p.i.a., f. ser Iohannis de Manfredis de Cravezia habitator Locarni. Notaio scrivente: Guido n., f.q. Iacobini Bianchoni de Olzia habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 24 375 x 290 mm, righe 46. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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7 gennaio 1456, Medeglia

Elezione di canepari / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Medeglia, convocata per ordine del console Zane sarto del fu Martino «de Margniis» di Drossa, designa Zane del fu Antonio « Meglotis», Martino detto Martella di Drossa, Antonio del fu Giovanni «de Paserinis» e Zane detto Giodo del fu Domenico «de Gordis» quali canepari della chiesa di S. Bartolomeo per i prossimi due anni.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n. Lugani f. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 10 480 x 305 mm, righe 76. Macchie, fori e lacerazioni, in particolare nella parte iniziale.

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24 gennaio 1456, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture cum retentione mellioramentorum

Il prete Francesco Avondi, beneficiato della chiesa di S. Andrea di Carasso, investe a titolo di locazione e massarizio, per nove anni rinnovabili a volontà delle parti, Martino del fu Menego di Gnosca, abitante a Carasso, di due terreni situati nel territorio di Carasso «in Campanea Carassii in Saregio» e «ad Guadum», al canone annuo di otto staia di mistura di segale e miglio. Il conduttore potrà apportarvi migliorie fino al valore di 200 lire di terzoli e non potrà venir privato dei terreni prima che gli siano state rifuse le spese sostenute; infine il canone sarà diminuito proporzionalmente alle perdite se i terreni dovessero essere rovinati dalle acque. La locazione è stipulata con il consenso del prete Gabriele da Gerenzano, beneficiato della chiesa dei SS. Carpoforo e Maurizio di Gnosca e Gorduno e delegato del vescovo di Como, e di Andrea del fu Togno «del Guillo» di Carasso, procuratore del comune di Carasso.

Notaio rogatario: Iohanes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. habitator Berinzone f.q. domini Rugerii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 9 1500 x 250 mm, righe 187. Il documento è composto da tre membrane cucite insieme. Rosicature lungo i bordi. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 117-118, nr. 9; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. VI. Inserti: 1 settembre 1455 (Como)

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6 febbraio 1456, Milano

Precetto

Il duca Francesco Sforza di Milano ordina alla comunità di Val Blenio di inviare a Milano entro dodici giorni due procuratori con l'incarico di risolvere la questione relativa ai tributi da corrispondere all'autorità ducale.

ASTi, Pergamene, Blenio 14 (inserto)

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10 febbraio 1456, Lottigna

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

Il parlamento di Val Blenio, convocato a Lottigna dal vicario Cristoforo Tatti, nomina procuratori Pietro giudice e notaio di Guidino di Rongie e Giovannolo del fu Orico «Zanis Horigatii» di Aquila, con l'incarico di rappresentare la comunità nella questione relativa ai tributi da corrispondere al duca Francesco Sforza.

Notaio rogatario: Iohannes de Schezia f. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 14 385 x 320 mm, righe 60. Due fori di piccole dimensioni lungo le piegature. La presente elezione di procuratori (r 1-6, 12-60) contiene l'inserto (r 6-12) del precetto del 1456 febbraio 6. Edizione: MDT Bl., pp. 1625-1629, nr. 677. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 9; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11. Inserti: 6 febbraio 1456 (Milano)

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19 febbraio 1456, Stabio

Vendita

Damiano, figlio ed erede per metà di Gasparino Galimberti di Bergamo abitante a Mendrisio, vende a Giovanni del fu Ambrogio «de Morixolo» abitante a Stabio la sua quota di un sedime con edifici e di alcuni terreni situati nel territorio di Stabio e di Ligornetto, al prezzo di 160 fiorini.

Notaio rogatario: [Giovanni di Gaspare Fossati di Meride].

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Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 11 535 x 320 mm, righe 81. Strappi, fori e lacerazioni di medie e grosse dimensioni, in particolare nei margini. Il documento è stato utilizzato come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride del 1498.

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25 febbraio 1456, Medeglia

Inventario / Instrumentum consignationis

Alcuni vicini di Medeglia, eletti dal comune e dagli uomini di Medeglia e Drossa, compilano l'elenco dei debitori della chiesa di S. Bartolomeo di Medeglia.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 11 890 x 340 mm, righe 104. Macchie, in particolare nella parte iniziale e finale, e alcuni piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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14 aprile 1456, Milano

Elezione di procuratori

Antoniolo «Varenzini» di Semione del fu Martino, Stefano di Pozzo del fu Guglielmo, Martino Bianchi di Lottigna del fu Berto, Cristoforo «del Grando» di Dangio del fu Giacomo «Marie», Simone «Zanallis» di Marolta del fu Giovanni, Giovannetto Franzini di Leontica di Giovanni Franzini, Simone «de Argiono» di Solario di Giovannolo, Zanne «Baburi» di Marzano del fu Guido e Giovanni «Spayze» di Scona del fu Taddeo, agenti in nome della comunità di Val Blenio, nominano procuratori Giovannolo «Arrigazii» del fu Zane «Arrigazii» di Aquila, Giovanni «Spayze» di Scona e Simone «de Argiono» di Solario, con l'incarico di rappresentare la comunità nella questione relativa ai tributi da corrispondere al duca.

Notaio rogatario: Iohannes de Micheriis f.c. domini Iacobini Porte Verceline parrochie Monasterii Novi, civitatis Mediolani n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 15 350 x 280 mm, righe 51. Fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, lungo le piegature. Edizione: MDT Bl., pp. 1629-1632, nr. 678. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 10; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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1 giugno 1456, Giornico

Locazione / instrumentum livelli et hereditatis

Il prete Andriolo di Giornico, beneficiato e rettore della chiesa di S. Michele di Giornico nonché titolare della prebenda di Anzonico, e Martino «Iohannali» di Cavagnago, entrambi anziani della detta chiesa, investono a titolo di eredità Giacomo del fu Giovannolo «olim Antonii Mini» di Sobrio di 14 appezzamenti di terreno nel territorio di Sobrio, al canone annuo di 10 grossi di terzoli e di un capretto, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. comunis Leventine, habitans Faydi, f. domini presbiteri Iohannis de Prato. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 15 320 x 310 mm, righe 56. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, lacuna nel margine superiore. Edizione: MDT Lev., pp. 1769-1773, nr. 895.

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13 giugno 1456, Lottigna

Elezione di procuratori / Instrumentum sindichatus

L'assemblea della comunità di Val Blenio, convocata a Lottigna dal vicario Cristoforo Tatti, nomina ventisette procuratori per rappresentare i bleniesi di fronte al duca Francesco Sforza o ai suoi delegati nella causa relativa ai tributi da corrispondere all'autorità ducale e alle pretese di Sante Bentivoglio.

Notaio rogatario: Petrus f. ser Guidini iudicis de Solario Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 16 530 x 320 mm, righe 86. Rosicature di piccole dimensioni lungo le piegature verticali. Edizione: MDT Bl., pp. 1632-1640, nr. 679. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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19 agosto 1456, Duno (Claro)

Testamento / Instrumentum testamenti

Giacomo del fu Uberto detto Chierico di Claro detta il suo testamento e lascia alla fabbrica della chiesa di S. Maria Maggiore di Milano dieci lire di terzoli e alla chiesa dei SS. Nazaro e Celso di Claro 300 lire di terzoli che dovranno essere utilizzati qualora si decidesse di ampliare l'edificio. Egli dispone inoltre delle sue esequie e delle celebrazioni da effettuarsi nella detta chiesa di Claro, nel cui cimitero vuole essere sepolto, in occasione delle ricorrenze legate alla sua

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 368 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete morte. Il testatore assegna 50 lire di terzoli ciascuna a Poma di Pietro del fu Giovanni di Blenio di Claro e a Margherita del fu Martino di Caterina «de Mono» per la loro dote, a Lanfrancolo del fu Giacomo detto «Scacabussius» Magoria di Locarno, suo parente, 100 lire di terzoli, a Filippina moglie di Giovanni del fu Barnaba Orelli di Locarno, sua parente, cinque lire di terzoli, e nomina infine erede universale Pietro di Giovanni Magoria di Bellinzona. Il testamento è rogato alla presenza di Donato Casnedo, notaio e giudice di Claro eletto il giorno precedente dall'assemblea dei vicini di Claro, del prete Pietro «de Vicretis», beneficiato delle chiese di Claro, del console del comune e dei tre castaldi della terra di Claro e della chiesa di S. Maria Maggiore di Milano.

Notaio rogatario: Donatus iudex f.c. ser Ambrosii n. de Casnedo de Claro p.i.a.n. ac iudex; Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 46 620 x 520 mm, righe 78. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Bsb vi (1944), pp. 111-116; MDT Riv., pp. 1127-1131, nr. 550.

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6 settembre 1456, Arzo

Elezione di arbitri / Instrumentum compromisi

Le assemblee dei vicini di Tremona, Besazio e Meride, convocate sulla piazza di Arzo vicino alla chiesa di S. Nazzaro per ordine dei rispettivi consoli Gabriele di Antonio «de Agudo», Giovanni del fu Francesco e Giorgio del fu Antoniolo detto Canetto Fossati, eleggono quali arbitri Giovanni Filippo «de Prestino» di Varese, capitano di Lugano e Valle, e Lorenzo di Concorezzo, vicario del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna, affidando loro la soluzione della lite fra le tre comunità per i rispettivi diritti su due appezzamenti di bosco e pascolo situati nel territorio di Meride «ad Buschum seu ad Fontem de Sgaroziis» e «subtus Pratum Campeum et subtus Fontes de Veceno et in Silva de Gerio». Tale incarico sarà valido fino al 20 settembre, e i detti arbitri avranno la facoltà di prorogarlo ulteriormente.

Notaio rogatario: Tadeus n.p. Notaio estraente: Benedictus Busia de Mendrisio f.c. domini Tadei n. laudatus ad explendum (...) instrumenta olim rogata per dominum Tadeum olim n.p. Notaio autenticante: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio abas deputatus per Consilium generale Mendrixii et pertinentiarum. Notaio autenticante: Aluisius de la Turre Mendrisii abbas deputatus per Consilium generale comunitatis burgi Mendrisii.

Originale estratto da imbreviature (1517 settembre 21); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 8 610 x 350 mm, righe 75. Alcuni fori di piccole dimensioni, in particolare nella parte iniziale.

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20 settembre 1456, Meride

Proroga di termine / Instrumentum prorogationis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 369 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni Filippo di Varese e Lorenzo di Concorezzo, arbitri eletti dalle vicinanze di Meride, Tremona e Besazio per risolvere la lite fra le tre comunità, prorogano di un mese il termine stabilito per pronunciare la loro sentenza, riservandosi la facoltà di concedersi ulteriori proroghe.

Notaio rogatario: Tadeus [de Busionibus] n.p. Notaio estraente: Benedictus de Busionibus n.p. Comi, f.c. domini Tadei n. laudatus et confirmatus per dominos abates colegii notariorum Mendrisii et Comi ad explendum (...) instrumenta olim rogata per condam dominum Tadeum olim n.p.

Originale estratto da imbreviature (1517 settembre 21); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 9 340 x 310 mm, righe 25. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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2 ottobre 1456, Bologna

Conferma di donazione

Nella controversia tra gli uomini di Val Blenio, da una parte, e Sante Bentivoglio di Bologna, rappresentato in giudizio a Milano da Giovanni Papazzoni, dall'altra, Giovanni Taddeo Pepoli del fu Oliverio conferma la donazione della valle e di tutti i diritti su di essa al Bentivoglio.

Notaio rogatario: Frigirinus f.c. ser Comacii de Sancto Venantio, civis Bononiensis, p.i. et comunis Bononiensis a.n. Notaio scrivente: Michael f. ser Frigirini de Sancto Venantio n., civis Bononiensis, p.i. et comunis Bononie a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 17 310 x 215 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 155 x 215 mm. Sulla stessa pergamena figurano la presente conferma (f. 1r.-2r.) e l'attestazione del 9 aprile 1457 (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1640-1642, nr. 681. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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16 ottobre 1456, Lugano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Giovanni Filippo di Varese, capitano di Lugano e Valle, e Lorenzo di Concorezzo, vicario del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna, arbitri designati dalle vicinanze di Meride, Tremona e Besazio per risolvere la lite fra le tre comunità relativa allo sfruttamento di due terreni a bosco e pascolo situati nel territorio di Meride «in Ducella seu ad Salvadegum seu de subtus Pratum Campeum seu subtus Fontem de Auccerio» e «ad Fontum de Sgaroziis», regolano i diritti di uso del bosco e del pascolo nonché l'asportazione di strame e di legname. Essi attribuiscono maggiori diritti sul primo terreno ai vicini di Tremona e assegnano il secondo ai vicini di Besazio.

Notaio rogatario: Tadeus [de Busionibus] n.p. Notaio estraente: Benedictus Busia p.i.a.n. Comi, f.c. domini Tadei n. laudatus, aprobatus et confirmatus per dominos

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 370 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete abates colegii notariorum civitatis Comi (...) ad explendum (...) instrumenta (...) olim tradata (...) per condam dominum Tadeum.

Originale estratto da imbreviature (1510 giugno 27); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 10 1400 x 340 mm, righe 134. Il documento, costituito da tre membrane cucite insieme, presenta fori di piccole e medie dimensioni.

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22 novembre 1456, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giramo del fu Giovanni di Carmena investe a titolo di enfiteusi e livello per ventinove anni Andrea del fu Zanino detto Arigonzello, abitante a Pianezzo, della sesta parte di un torchio «de arbore» con i suoi edifici situato a Pianezzo «in Cantono de supra de Planetio», al canone annuo di quattro staia e mezzo di vino.

Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 10 540 x 185 mm, righe 81. Alcuni piccoli fori.

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1 gennaio 1457, Locarno

Concessione

In risposta a una supplica della comunità della Valle Verzasca, Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore della pieve di Locarno e della pieve di Travaglia, concede alla stessa comunità il dazio del vino al minuto.

Sigillo: esistente. Sigillo aderente di cera sotto carta di Franchino Rusca, ricucito alla pergamena con filo blu. L'impronta è gravemente danneggiata. Lo scudo nel campo, affiancato dalle lettere e R, reca l'arma ruscona: si intuiscono il leone passante nel primo campo e il secondo campo bandato di otto pezzi; l'aquila (?) nel capo risulta irriconoscibile. La legenda circolare su cartiglio è riconoscibile in piccola parte. Legenda: S . FRAN

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 3 155 (plica inclusa) x 280 mm, righe 11.

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13 gennaio 1457, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Donato del fu Cristoforo Orelli di Moia, agente anche a nome dei nipoti Cristoforo e Guarino del fu Togno, suo fratello, vende a Pietro di Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, un terreno a ronco, vigna e campo «cum limido» situato nel territorio di Moia «ad Ronchum in Vinea Plana», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di tre congi di vino.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 47 510 x 400 mm, righe 68. Alcune macchie e piccoli fori nella parte superiore.

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21 gennaio 1457, Locarno

Ricevuta e rinuncia / Instrumentum confessionis, finis, remissionis, librationis et pacti

Antonello del fu Giovanni «condam spectabilis dominis Guifredini de Orello» di Locarno dichiara di ricevere dal nobile Antonio del fu Bertramo di Lecco, abitante a Osteno, 14 lire di denari nuovi per il canone di 2 anni, gravante su beni nel territorio di Locarno in Ripamognia, come contenuto nella locazione del 12 febbraio 1455 (v. Convento di S. Francesco 29). Antonello rinuncia a ogni pretesa nei confronti di Antonio.

Notaio rogatario: Iohannes de Pengio n. p., f. q. ser Martinoli c. ser Henrigoli Pezie de Locarno dicti de Alzate.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 31 200 x 400 mm, righe 29. Lacerazione restaurata lungo la piegatura e gore di umidità.

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24 gennaio 1457, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lanfranco del fu Domenico di Contone vende a Pietro di Giovanni Magoria di Bellinzona un campo situato nel territorio di Contone «ad Rovedum», al prezzo di 23 lire e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 372 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 48 365 x 305 mm, righe 47. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni.

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8 febbraio 1457, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Balzarino del fu <...> di Cureglia vende al notaio Oltizio del fu Fomasio Rusconi, abitante a Lugano, un complesso di beni immobili situati nel territorio di Pazzalino, al prezzo di nove lire e 12 soldi di terzoli, somma di cui il venditore era debitore nei confronti del detto Oltizio.

Notaio rogatario: Franciscus f.c. Iohanoli Menicati de Lugano n.p. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 7 470 x 290 mm, righe 64. Fori di piccole e medie dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una diffusa sbiaditura dell'inchiostro.

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14 febbraio 1457, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Togno del fu Giovannetto del fu Cristoforo Orelli di Moia, agente anche a nome del fratello Martino, abitante a Moia, vende a Pietro di Giovanni Magoria di Bellinzona la metà di un massarizio con prato, vigna, orto ed alcuni edifici nonché un terreno con una pianta di fichi e una di noci, situati nel territorio di Sementina «ad Malcantonum» e «ad Malcantonum ad Clausum Magnum». Tali beni erano stati locati il 4 marzo 1433 (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 32) a Darama del fu Domenico detto Fantino di Verzasca, abitante a Sementina, da Margherita del fu Bricardo «de Adamino», vedova di Cristoforo Orelli, designata il 1. agosto 1431 quale curatrice testamentaria dei beni di Donato e del fu Antonio, zii di Cristoforo e Guarrino, figli della detta Margherita e del fu Cristoforo, e agente anche a nome del nipote Giovannetto del fu Antonio, ad un canone annuo di otto lire e otto soldi di terzoli. Il prezzo della vendita è di 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 49 560 x 210 mm, righe 89. Tre piccoli fori.

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15 febbraio 1457, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio del fu Giacomallo «del Iorio» di Monte Carasso vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona una vigna «ad palos et topias et lizarios» situata nel territorio di Bellinzona a Monte Carasso «ad Gazium seu ad Taliadam», al prezzo di 55 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palanzia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 50 215 x 425 mm, righe 27. Alcune macchie.

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15 febbraio 1457, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Pietro di Giovanni Magoria abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Giorgio e Giovannolo del fu Giacomallo «del Iorio», abitanti a Monte Carasso, della vigna «ad pallos et topias et lizarios» situata nel territorio di Bellinzona a Monte Carasso «ad Gazium seu ad Taliadam», vendutagli il giorno stesso dal detto Giorgio (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 50). Il canone annuo convenuto è di un congio e mezzo di vino bianco.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 51 250 x 410 mm, righe 29. Tre piccoli fori.

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10 marzo 1457

Precetto / Preceptum

Giovanni Antonio Gandino, podestà della pieve di Locarno e Ascona, per evitare ulteriori discordie tra il frate Pietro, cappellano della chiesa di S. Antonio di Locarno, da una parte, e i coniugi Martino del fu Romerio «de Gratiis» di Onsernone e Comina del fu Guglielmo «de Maynetiis» di Locarno, dall'altra, in merito alla proprietà di un orto situato nel borgo di Locarno nella contrada di S. Antonio, proibisce alle parti di accedervi senza il suo consenso fintanto che la causa non sarà risolta e ingiunge loro di presentare i rispettivi diritti entro dieci giorni.

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Notaio sottoscrittore: Paxinus de Monacho de Schona n. dicte comunitatis [plebis Locarni et Schone].

ASTi, Pergamene, Locarnese 25 (inserto)

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12 marzo 1457, Milano

Transazione / Instrumentum transactionis, pactorum et conventionum

Sante Bentivoglio di Bologna, rappresentato da Giovanni Papazzoni di Bologna, da una parte, la fabbrica del Duomo di Milano, rappresentata da Stefano Bossi, Lorenzo Martignoni, Giovanni Dugnani e Antonio Confalonieri, tutti di Milano, da un'altra, e la comunità di Val Blenio, rappresentata da Guido del fu Pietro di Olivone abitante a Malvaglia, Simone di Giovannolo de Arzono abitante a Solario e Guidino di Aquila del fu Giacomo Buzzi, da un'altra ancora, annullano una transazione in merito ai diritti di proprietà sulla detta valle, stipulata il 6 luglio 1456 tra il Bentivoglio e i bleniesi, e concludono un nuovo accordo. Per la rinuncia della fabbrica del Duomo e del Bentivoglio a qualsiasi diritto trasmesso loro a suo tempo da Giovanni Taddeo Pepoli detto Contino, la comunità di Val Blenio si impegna a corrispondere entro nove anni la somma di novemila fiorini, di cui duemila a favore della prima e i rimanenti settemila a favore del secondo. L'atto è stipulato in presenza del duca di Milano Francesco Sforza, che concede il suo assenso.

Notaio rogatario: Christoforus de Cambiago f. domini Iacobi civis Mediolanensis Porte Ticinensis parochie Sancti Georgii in Palatio, ducalis cancellarius p.i. ac ducali a.n. Notaio sottoscrittore: Donatus de Vincemalis f.c. domini Tadey civitatis Mediolani Porte Ticinensis parochie Sancti Iohannis ad Concham p.i.a.n. Notaio scrivente: Iohannes Andreas de Landriano omnibus sic actis pro notario

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 18 900 x 380 mm, righe 128. Un foro di piccole dimensioni nella parte superiore sinistra, dovuto a rosicatura, quattro fori di piccolissime dimensioni nella parte inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle, alcune macchie, in particolare nella parte destra, e una lacerazione nel margine sinistro. Edizione: MDT Bl., pp. 1645-1653, nr. 684. Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 80-81; Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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15 (?) marzo 1457, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Giovanni Antonio Gandino, podestà di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la chiesa di S. Antonio di Locarno, il cappellano frate Pietro, Giovanni «de Rozolo» e Locarnino Composta, canepari della detta chiesa, da una parte, e i coniugi Martino del fu Romerio «de Gratiis» di Onsernone e Comina «de Maynetiis», dall'altra, in merito alla proprietà di un orto situato nel borgo di Locarno nella contrada di S. Antonio, vicino alla detta chiesa. Il podestà sentenzia che l'orto in questione appartiene alla chiesa di S. Antonio.

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Notaio rogatario: Iacobus n.p., f. Iohannis de Manfredis de Cravezia habitator Locarni. Notaio scrivente: Guido n.p., f.c. Iacobini Bianchoni de Olzia habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 25 515 x 390 mm, righe 65. Un piccolo foro al centro della pergamena. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 5 marzo 1457, riportato dal notaio, cadeva infatti di sabato e non di martedì; poiché la sentenza deve essere posteriore al precetto inserito (del 10 marzo), il giorno in cui venne rogato il documento era probabilmente il 15 marzo. Inserti: 10 marzo 1457

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23 marzo 1457, Bologna

Conferma di transazione

Sante Bentivoglio di Bologna conferma la transazione stipulata il 12 marzo 1457 dal suo procuratore Giovanni del fu Andrea Papazzoni, da una parte, dai rappresentanti della comunità di Val Blenio, da un'altra, e dai procuratori della fabbrica del duomo di Milano, da un'altra ancora, in merito ai diritti sulla Val Blenio.

Notaio rogatario: Frigirinus c. ser Comatii de Sancto Venantio, civis Bononiensis, p.i. et comunis Bononiensis a.n.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo della società dei notai di Bologna.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 19 445 x 320 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 220 x 320 mm. Sulla stessa pergamena figurano la presente conferma (f. 1r.-2r.) e l'attestazione del 9 aprile 1457 (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1653-1657, nr. 685. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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9 aprile 1457, Bologna

Attestazione

Il correttore e i consoli della società dei notai di Bologna dichiarano che Frigerino Sanvenanzi e suo figlio Michele sono pubblici notai, iscritti nella matricola della società dei notai di Bologna.

Notaio scrivente: Benedictus de Paliottis n. Bononiensis.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo della società dei notai di Bologna.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 17

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310 x 215 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 155 x 215 mm. Sulla stessa pergamena figurano la conferma di donazione del 2 ottobre 1456 (f. 1r.-2r.) e la presente attestazione (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1657-1658, nr. 686. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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9 aprile 1457, Bologna

Attestazione

Il correttore e i consoli della società dei notai di Bologna dichiarano che Frigerino Sanvenanzi è pubblico notaio, iscritto nella matricola della società dei notai di Bologna.

Notaio scrivente: Benedictus de Paliottis n. Bononiensis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 19 445 x 320 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Documento vergato su un foglio di pergamena piegato in due, in modo da ricavare 4 pagine di 220 x 320 mm. Sulla stessa pergamena figurano la conferma di transazione del 23 marzo 1457 (f. 1r.-2r.) e la presente attestazione (f. 2v.). Edizione: MDT Bl., pp. 1658-1659, nr. 687. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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12 aprile 1457, Milano

Conferma / Instrumentum presentationis et emologationis

Davanti a Sceva da Corte, del consiglio segreto ducale, e a Lorenzo de Busti, del collegio dei giurisperiti di Milano, il notaio Pietro di Solario figlio di Guidino giudice di Rongie, agente a nome della comunità di Val Blenio, conferma la transazione stipulata il 12 marzo 1457 dai rappresentanti della comunità, da una parte, da Giovanni Papazzoni, procuratore di Sante Bentivoglio, da un'altra, e dai rappresentanti della fabbrica del duomo di Milano, da un'altra ancora, nella controversia in merito ai diritti sulla valle.

Notaio rogatario: Christoforus de Cambiago f. domini Iacobi civis Mediolanensis Porte Ticinensis parochie Sancti Georgii in Palatio, ducalis cancellarius p.i. ac ducali a.n. Notaio scrivente: Iohannes Antonius de Busti f.c. domini Antonioli, civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Andree ad Pusterlam novam, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 20 560 x 310 mm, righe 67. Fori di piccole e piccolissime dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura e usura, nonché cinque fori di piccole dimensioni nella parte inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. 1659-1662, nr. 688. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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26 aprile 1457, Milano

Conferma / Instrumentum presentationis et emologationis

Davanti a Sceva da Corte, del consiglio segreto ducale, e a Lorenzo de Busti, del collegio dei giurisperiti di Milano, Guidino del fu Giacomo Buzzi di Aquila, agente a nome della comunità di Val Blenio, conferma la transazione stipulata il 12 marzo 1457 dai rappresentanti della comunità, da una parte, da Giovanni Papazzoni, procuratore di Sante Bentivoglio, da un'altra, e dai rappresentanti della fabbrica del duomo di Milano, da un'altra ancora, nella controversia in merito ai diritti sulla valle.

Notaio rogatario: Christoforus de Cambiago f. domini Iacobi civis Mediolanensis Porte Ticinensis parochie Sancti Georgii in Palatio, ducalis cancellarius p.i. ac ducali a.n. Notaio scrivente: Iohannes Antonius de Busti f.c. domini Antonioli, civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Andree ad Pusterlam novam, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 21 560 x 300 mm, righe 69. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine sinistro, diversi fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura lungo le piegature, nonché due macchie nella parte superiore destra. Edizione: MDT Bl., pp. 1663-1666, nr. 690. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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7 maggio 1457, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Togno del fu Roffinolo detto Sanio di Moia vende a Pietro di Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, una vigna «ad pallos» situata nel territorio di Moia «ad Ronchos», al prezzo di 32 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua della vigna appena venduta ad un canone annuo di due staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 52 440 x 400 mm, righe 58. Alcune macchie e fori di piccole e medie dimensioni e una lacerazione sotto l'angolo superiore destro.

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24 maggio 1457, Milano

Sentenza / Sententia

Sceva da Corte del consiglio segreto ducale e Lorenzo de Busti del collegio dei giurisperiti di Milano, commissari delegati dal duca Francesco Sforza di Milano, che siedono in tribunale, dichiarano che la conferma da parte di Sante Bentivoglio della transazione del 12 marzo 1457 circa i diritti sulla Val Blenio, l'elezione di Pietro di Solario in veste di procuratore degli uomini di Blenio e la conferma della detta transazione fatta dallo stesso Pietro, nonché la conferma fatta da Giovanni Taddeo Pepoli, detto il Contino, della donazione al Bentivoglio di tutta la Val Blenio e di tutti i diritti su di essa sono valide e sono state presentate loro come stabilito. Dispongono inoltre che le conferme del Bentivoglio e del Pepoli siano consegnate agli uomini di Val Blenio e che le procure e conferme di quest'ultimi siano date al Bentivoglio.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Busti f.c. domini Antonioli, civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Andree ad Pusterlam novam, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 22 620 x 340 mm, righe 87. Tre fori di piccole dimensioni nella parte centrale e nel margine inferiore, dovuti a rosicatura, nonché alcuni fori di piccole e medie dimensioni nei margini, risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: MDT Bl., pp. 1668-1672, nr. 692. Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, p. 80; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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21 settembre 1457, Faido

Sentenza / Instrumentum sententie

Martino da Ponte di Giornico del fu Pietro «Berte» di Anzonico, esaminato da Jakob Kaes di Uri, vicario di Leventina, dai consiglieri di Leventina e da altre persone e accusato di stregoneria da quattro persone, già processate e condannate al rogo per eresia e stregoneria, che affermavano di averlo visto alle loro riunioni e a capo della congrega, compare ora davanti a Heinrich Gerber, Heinrich Dietlin e Rudolf Jütz, ambasciatori di Uri, al detto vicario, al suo luogotenente, ai consiglieri di Leventina e ad altre nove persone, che siedono in tribunale a Faido. Essi dichiarano che Martino venga rilasciato, dando 400 ducati d'oro a garanzia, che se Martino dovesse essere ancora accusato di eresia sarà immediatamente condannato al rogo e che Martino deve giurare di non vendicarsi contro nessuna persona. Infine Martino chiede che alla sentenza venga apposto il sigillo.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. comunis Leventine, habitans Faydi, f. venerabilis viri domini presbiteri Iohannis de Prato.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Kaes di Uri, vicario di Leventina, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 16 410 x 300 mm, righe 50. Piccoli fori lungo le piegature. Edizione: MDT Lev., pp. 1885-1891, nr. 922.

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22 novembre 1457, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Zano del fu Giovannolo del fu Giovanni di Carmena, abitante a Pianezzo, vende a Pietro di Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, un ronco con vigna «ad lizarios» situato nel territorio di Pianezzo «in Ronchis de foris subtus stratam», al prezzo di 70 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 53 365 x 440 mm, righe 50. Alcuni piccoli fori e macchie.

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10 dicembre 1457, Lottigna

Attestazione / Instrumentum protestationis

Davanti a Stefano Castagna di Lugano, vicario di Val Blenio, il prete Enrico di Dangio, beneficiato della chiesa di S. Vittore di Aquila, Martino del fu Giovanni «del Nigro» e Zane del fu Giovanni «olim Martini de Fraschonibus», tutti di Dangio, su richiesta di Giovannolo, figlio del fu Martino del fu Cristoforo «de Pre Martino» di Dangio e della fu Bontà figlia del detto prete Enrico, dichiarano sotto giuramento di avere assistito molti anni prima al matrimonio dei genitori del detto Giovannolo a Dangio e di aver visto come alla detta Bontà furono assegnati a titolo di dote un edificio con tetto in piode comprendente una «domo a focho», due camere («solariis», due cantine con tre fosse per la conservazione degli alimenti («canepis duabus cum tongis tribus»), un locale riscaldato («stupa»), un forno e un cortile, nonché un appezzamento di terreno a vigna, tutti appartenenti allo stesso prete Enrico.

Notaio rogatario: Petrus f. ser Guidini iudicis de Solario Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 11 480 x 150 mm, righe 56. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni dovuti a usura, un foro di piccole dimensioni nel margine inferiore, risalente alla lavorazione della pelle, nonché abrasioni dell'inchiostro in più punti. Edizione: MDT Bl., pp. 1677-1678, nr. 696.

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4 gennaio 1458, Milano

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Ricevuta / Confessio

Pigello Portinari, procuratore di Sante Bentivoglio di Bologna, dichiara di avere ricevuto da Vivenzio Scheggia del fu Zane, abitante a Semione, da Giovanni «Spazia» del fu Taddeo, abitante a Olivone, e da Giacomino di Caslascio del fu Giovanni, abitante a Caslascio, agenti a nome della comunità di Val Blenio, quattrocento fiorini a titolo di pagamento parziale della somma di novemila fiorini prevista dalla transazione stipulata il 12 marzo 1457 dai procuratori del detto Bentivoglio, da una parte, della fabbrica del Duomo di Milano, da un'altra, e dei bleniesi, da un'altra ancora.

Notaio rogatario: Iohannes Andreas de Dugnano f.q. domini Petri civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancti Ambrosii in Solayrollo, p. Mediolanensis i.a. ac curi archiepiscopalis Mediolani n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 23 210 x 260 mm, righe 35. Fori di varie dimensioni dovuti a rosicatura, soprattutto nella metà superiore, che compromettono in parte la lettura. Edizione: MDT Bl., pp. 1679-1680, nr. 697. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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7 gennaio 1458, Milano

Ricevuta / Confessio

Donato «de Sarturi», Ambrogio da Bellusco e Gottardo da Carate, cittadini milanesi, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e incaricati da Antonio Confalonieri, «magister» e «negotiorum gestor» della detta fabbrica, dichiarano di avere ricevuto da Giacomo di Caslascio del fu Giovanni, Giovanni «Spaytia» del fu Taddeo e Vivenzio Scheggia del fu Zane, agenti a nome della comunità di Val Blenio, centocinque lire e dodici soldi imperiali di Milano a titolo di pagamento parziale della quota di cento fiorini d'oro prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Donatus de Vincemalis f.c. domini Tadey civitatis Mediolani Porte Ticinensis parochie Sancti Iohannis ad Concham p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 24 155 x 250 mm, righe 32. Foro di piccolissime dimensioni risalente alla lavorazione e piccolo foro dovuto a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1684-1685, nr. 698. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11 (erroneamente datato all'8 gennaio 1458).

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12 gennaio 1458, Lugano

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Andrea del fu Zanolo detto Oldello «de Supra» di Meride e suo figlio Antonio, minorenne, entrambi abitanti a Meride, costituiscono ipoteca su tutti i loro beni per la somma di 300 lire di terzoli a favore di Filippa del fu Zanolo «de Onago»,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 381 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete che il detto Antonio ha sposato «anullo aureo», a garanzia della dote. Andrea e Antonio dichiarano di avere ricevuto dal padre della detta Filippa 200 lire di terzoli e le fanno donazione nuziale delle rimanenti 100, secondo la consuetudine della comunità di Lugano e Valle. L'atto è rogato davanti a Tomaino Trovamalla, vicario del capitano di Lugano e Valle Lorenzo da Concorezzo.

Notaio rogatario: Iohanes de Fossato de Merede p.i.n. Cumarum et Lugani et cetera f. ser Gasparini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 12 405 x 320 mm, righe 48. Fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle e in parte dovute a rosicature di microorganismi, un grosso strappo in corrispondenza della piega orizzontale centrale e tracce di filo. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di fascicolo di Giovanni Oldelli negli anni 1708-09 e oltre

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13 gennaio 1458, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

I fratelli Donato e Martino del fu Guglielmo «de Stabiello», abitanti a Camorino, rispettivamente di 25 e 22 anni, agenti anche a nome del fratello Nicola, vendono a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomolo, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Camorino «in la Monda de Camorino», al prezzo di 100 lire di denari nuovi. I venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac habitator Birinzone. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 2 740 x 520 mm, righe 82. Alcune macchie e piccoli fori. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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2 marzo 1458, Grüssa (Malvaglia)

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Giovannolo del fu Vivenzio Filippi «de Rancherio» di Malvaglia vende a Giacomo giudice del fu Giovannolo giudice di Dangio, console, Martino del fu Giovanni «Antonii Iacobi» e Giacomo del fu Francesco, tutti di Largario e agenti a nome della detta vicinanza, un appezzamento di terreno a vigna situato nel territorio di Malvaglia a Scatedo, al prezzo di 17 lire di terzoli. Lo stesso giorno i medesimi rappresentanti della vicinanza di Largario investono a titolo di eredità perpetua il detto Giovannolo, agente a nome proprio e del fratello, dell'appezzamento appena venduto, al fitto annuo di due staia di mosto da consegnare al tempo della vendemmia.

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Notaio rogatario: Antoniolus de Sylvaplana f.c. ser Iohanis notarii Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 12 515 x 200 mm, righe 64. Quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore. Edizione: MDT Bl., pp. 1686-1689, nr. 699-700.

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6 marzo 1458, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Zanoni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Martino di Bignasco Mozi di Bignasco di un terreno situato nella campagna di Bignasco «in Crodis», al canone annuo di uno staio di mistura di miglio e segale alla misura locale e una libbra di formaggio.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 69 350 x 235 mm, righe 47. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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6 marzo 1458, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Zanoni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Zano di Guglielmo Giacomoni di Bignasco di un terreno situato nella campagna di Bignasco «in Tabullis», al canone annuo di 16 soldi di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 70 330 x 245 mm, righe 52. Quattro fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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6 marzo 1458, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

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Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Zanoni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Giacomo Balzari di Bignasco di tre terreni situati nel territorio di Bignasco «in Orduis», «in Campania de Schosollasso» e «in Longis», al canone annuo di due lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 71 360 x 220 mm, righe 54. Alcuni piccolissimi fori lungo le pieghe.

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6 marzo 1458, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Zanoni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Antonio del fu Zane Canti di Bignasco di un terreno con edificio situato «in Segiis», al canone annuo di due lire di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 72 255 x 295 mm, righe 36. Il documento è molto danneggiato: una grossa lacerazione sul bordo destro rende parzialmente lacunoso il testo. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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9 marzo 1458, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Tognino del fu Marco Fontana di Daro, abitante a Daro, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni del fu Zanolo «de Adamino» di Piancalardo, abitante a Piancalardo, nel territorio di Sementina, di un campo di due pertiche situato in territorio di Gudo «ad Riazolum», al canone annuo di tre staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni olim f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Birinzone ad explendum ... cartas ...imbreviatas per dictum c. dominum Christoforum.

Originale estratto da imbreviature (1526 gennaio 30); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 4 500 x 205 mm, righe 62. Otto fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 maggio 1458, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio detto Calanchetto del fu Giovanni di Calanca, genero di Martignacca di Medeglia, abitante a Medeglia, vende a Zanetto del fu Medeglia «de Meglotis» di Medeglia, agente anche a nome del fratello Bertramo, un appezzamento di selva con tra piante di castagno situato nel territorio di Medeglia «ad Gyericham», al prezzo di cinque lire di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 12 305 x 290 mm, righe 51. Macchie e alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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9 giugno 1458, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Jakob Kaes di Altdorf, già vicario di Leventina e figlio di Jost Kaes di Altdorf, per mezzo del suo interprete Leonardo di Berna, abitante a Lugano, e figlio di Giovanni Falconi, promette di restituire al notaio Giovanni Martino Neuroni, agente a nome di Antonio «de Orcho», cittadino e mercante nonché abitante a Como, figlio di Clemente, entro la festa di s. Michele la somma di 409 lire e 7 soldi di denari nuovi, dovuta al mercante per tre pezze e due terzi di pezza di drappo alto di diversi colori (camelino, rosso, verde, morello e bianco) vendutegli a credito a Bellinzona da Giorgio Giudici del fu Gabriele, abitante a Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohanes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.q. domini Rugerii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 8 400 x 165 mm, righe 58. Piccola rosicatura nel margine superiore. Il documento presenta tagli di annullamento.

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12 giugno 1458, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Pietro detto Pedrotta del fu Andreolo «de Montiliono», abitante a Monte Carasso, vende a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo, abitante a Bellinzona, la metà di un campo situato nel territorio di Sementina «in Predazio», al prezzo di 32 lire di denari nuovi. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di tre staia di formentata di segale e frumento e un capretto.

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Notaio rogatario: Francischus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi de la Mota habitator Birinzone. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 3 610 x 355 mm, righe 80. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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14 luglio 1458, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Pietro Magoria di Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Guglielmo detto Guilleto «de Redderezio» del fu Cristoforo, abitante a Gorduno, del terreno a selva e prato con edifici situato nel territorio di Gorduno «in Campiratio», vendutogli il giorno stesso dal medesimo Guglielmo. Il canone annuo è di quattro congi di vino bianco, tre staia di formentata di frumento e segale e tre staia di castagne peste. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 54).

Notaio rogatario: Iohannes Martinus de Nuyronibus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Rugerii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 55 530 x 235 mm, righe 63. Alcuni piccoli fori e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro.

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14 luglio 1458, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo detto Guilleto del fu Cristoforo «de Redderezio», abitante a Gorduno, vende a Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, figlio di Giovanni, un terreno a selva e prato con edifici situato nel territorio di Gorduno «in Campiratio», tenuto a titolo di livello da Pietro, fratello del detto venditore, al canone annuo di tre staia di castagne pestate e uno staio di mistura di segale e miglio, nonché un terreno a vigna e ronco con un ciliegio e dei salici situato nel territorio di Carasso «ad la Navem, ad Mottam de la Nave». Il prezzo della vendita è di 280 lire di denari nuovi. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 55).

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Rugerii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 54 460 x 385 mm, righe 53. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle in corrispondenza dell'angolo superiore destro. Regesto: Bsb iv (1941), p. 85 (vago).

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9 ottobre 1458, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Medeglia del fu Bertramo Bagutti di Medeglia, detto di Arogno ed ivi residente, vende a Filippo del fu Aliolo «Porada» di Bissone, che riceve anche a nome del fratello Gabriele, la quarta parte della decima di Arogno, al prezzo di 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus Menicatus f.c. Iohanoli Menicati de Lugano, p.n. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 3 840 x 400 mm, righe 75. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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6 novembre 1458, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giovanni «de Larate» di Brogo, abitante a Claro, vende a Giovanni Pietro del fu Gabriele Giudici di Bellinzona, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Giorgio, una vigna situata nel territorio di Claro nella contrada di Brogo «ad Torchularem», al prezzo di 42 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 56 440 x 225 mm, righe 56. Numerosi fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe, e alcune macchie. L'anno riportato dal notaio (1408) è frutto di un errore; esso è stato corretto in 1458 considerando che la coincidenza di tutti gli elementi della datazione si verifica solo in tale caso nel periodo in cui il notaio è attestato in veste di rogatario. Edizione: MDT Riv., pp. 1133-1136, nr. 552.

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4 dicembre 1458, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Martinolo detto «Matana» del fu Giovanni «de la Bruxala» e Martinolo detto Grammatico figlio di Giacomo Zanoni detto «Ranze» di Mergoscia, abitante a Minusio, procuratori del comune di Minusio, investono a titolo di enfituesi perpetua

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Cristoforo del fu Zanolo «Martinoli Zanoni» di Mergoscia di un appezzamento di terreno prativo e giunchivo («lischive») situato nel Piano di Magadino «in fondo sortium longiarum», al canone annuo di 8 soldi di denari nuovi da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Petrus de Duno p.i.a.n. f. c. domini Thadey, habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 13 475 x 430 mm, righe 65. Due piccoli fori lungo la piegatura orizzontale, un grosso foro, risalente alla lavorazione della pelle, nel margine inferiore. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 469; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 490.

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20 gennaio 1459, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis et liberationis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Sante Bentivoglio di Bologna, dichiara di avere ricevuto da Simone «de Arzono» di Giovanni, da Giovanni «de Stefaninis» del fu Antoniolo e da Giovannolo «de Honrigaziis» del fu Enrico, agenti a nome della comunità di Val Blenio, milleduecento fiorini a titolo di pagamento parziale della somma prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Stephanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Antonius de Sartirana f.q. domini Albertini n. civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancte Eufomie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 25 230 x 295 mm, righe 36. Tre fori di piccolissime dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1710-1712, nr. 708. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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20 gennaio 1459, Milano

Deposito di documenti / Instrumentum depositionis instrumentorum

Su richiesta di Simone «de Arzono» del fu Giovanni, di Giovanni «de Stefaninis» del fu Antoniolo e di Giovannolo «de Honrigaziis» del fu Enrico, agenti a nome della comunità di Val Blenio, Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Sante Bentivoglio di Bologna, consegna in deposito al nobile milanese Giovanni Melzi del fu Ruggero i documenti relativi agli obblighi dei bleniesi nei confronti del detto Bentivoglio, con l'incarico di custodirli fino all'estinzione del debito fissato nella transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti

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Stephanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Antonius de Sartirana f.q. domini Albertini, n. civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancte Eufomie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 26 600 x 425 mm, righe 82. Fori di piccolissime dimensioni lungo la piegatura verticale centrale, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1712-1718, nr. 709 Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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23 gennaio 1459, Milano

Ricevuta / Confessio

Giovanni da Bissone, Gottardo da Carate e Ambrogio da Bellusco, cittadini milanesi, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e agenti con il consenso di Matrognano Corio di Milano, «magister» e «negociorum gestor» della detta fabbrica, dichiarano su richiesta di Guido di Solario del fu Pietro, agente a nome della comunità di Val Blenio, di avere ricevuto quattrocentotrentadue lire e undici soldi di imperiali, a titolo di pagamento parziale della somma di quattrocentottanta lire imperiali che i bleniesi erano tenuti a consegnare entro il primo gennaio secondo i termini della transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti. La somma versata è corrisposta da Simone di Solario in ragione di sessantaquattro lire e undici soldi, per la «fagia de sopra», da Giovannolo di Origazio in ragione di duecentotredici lire, per la «fagia de medio», e da Giovanni Stefano di 'Crombói' in ragione di centocinquantacinque lire, per la «fagia de subtus» della Val Blenio.

Notaio rogatario: Petrus de Homate f.c. domini Luchini, n.p. civitatis Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Marie Pedonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 27 285 x 230 mm, righe 41. Edizione: MDT Bl., pp. 1718-1720, nr. 710. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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26 gennaio 1459, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Bonolo del fu Lanfranco «del Bonalia» di Ravecchia, abitante a Ravecchia, vende ai fratelli Giovanni e Biagio del fu Pietro Cusa, abitanti a Bellinzona, una vigna a filari di quattro pertiche situata nel territorio di Bellinzona «in Vineis de la Rompeda ad Revegiam de Subtus», al prezzo di 128 lire e due soldi di denari nuovi. Il venditore viene poi investito a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi della vigna appena venduta per un canone annuo di quattro congi di vino o di mosto bianco.

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Notaio rogatario: Iohanolus de Falchis p.i.a.n. Berinzone, f.c. domini Antonii. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 5 685 x 475 mm, righe 66. Una decina di fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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31 marzo 1459, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Martino del fu Pagano «de Quino» di Verzasca, agente anche a nome del fratello Giovanni, per due terzi, e Domenico del fu <...>, per un terzo, entrambi abitanti a Piancalardo, nel territorio di Sementina, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Carasso «in Podano seu in Piodario» e «in Cogio», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto Pietro Magoria investe a titolo di livello ed eredità perpetua Zano del fu Enrico detto Rosso di Galbisio, abitante a Galbisio, nel territorio di Carasso, agente anche a nome dei suoi fratelli Domenico, Giovanni, Pietro e Ambrogio, dei terreni appena acquistati, ad un canone annuo di cinque staia di castagne peste.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 57 560 x 380 mm, righe 71. Una rosicatura di medie dimensioni in corrispondenza dell'angolo superiore destro e due piccolissimi fori.

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2 aprile 1459, Bellinzona

Concessione di riscatto / Instrumentum promissionis et regressus

Giovanni del fu Pietro Cusa di Bellinzona concede ad Antonello del fu Giovanni del fu Goffredo Orelli di Locarno la facoltà di riscattare i beni vendutigli dal detto Antonello e situati nel contado di Bellinzona e della pieve di Locarno «in Monda in fondo buschi de Grissio seu ad Motam Rapparum» nonché nel territorio di Carasso «in Brunerio», «ad Pratum de Plodis seu ad Ripam», «in Vineis» e «in Cogio». I detti beni erano stati locati a Martino del fu Zane «de Calcino» di Calanca, abitante a Carasso, per un canone annuo di quattro lire di terzoli e due galline da versare al detto Antonello, e per la vendita era stato convenuto un prezzo di 500 lire di terzoli, provenienti in parte dalla dote di Elisabetta, figlia di Giovanni di Bologna, abitante a Locarno, promessa sposa del detto Giovanni Cusa. La concessione avviene sulla base dello statuto «de venditionibus factis sub pacto luendi», capitolo 84.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale estratto da imbreviature; it. ASTi, Pergamene, Pometta 58

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460 x 330 mm, righe 71. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni.

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10 maggio 1459, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Il defunto Giacomo «Bazurrus» del fu Simone Orelli detto Rastelli di Locarno, aveva stabilito che Giacomo del fu Rameso Rastelli di Locarno, suo erede, doveva consegnare ogni anno ai frati del convento di S. Francesco di Locarno 1 congio di mosto sui 3 pagati dal defunto Pazono «de Muralto» di Locarno, gravante su un appezzamento di terreno vignato nel territorio del Consiglio Mezzano «ad Torrexellam», sulla base del testamento del 13 aprile 1347. Ora Gaspare del fu Giacomo Rastelli di Locarno vende a Francesco del fu Taddeolo Orelli di Locarno e a mastro Antonio, del fu Giovanni di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno e procuratore dei detti frati, detto appezzamento di terreno vignato. Il prezzo di vendita è di 40 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n. f. c. domini Maffioli de Duno de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 32 415 x 405 mm, righe 59. Corrosione nel margine superiore e inferiore e macchie.

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1 ottobre 14<5>9, Someo

Testamento / Instrumentum testamenti

Antonia « <...> Pinessii (?)» di Someo detta il suo testamento. Dopo aver annullato eventuali testamenti precedenti e aver disposto la restituzione di ogni maltolto, ordina che i suoi eredi diano una certa elemosina alle persone abitanti a Someo e Riveo, che facciano cucire un vestito utilizzando otto braccia di drappo nero e che consegnino ogni anno per la festa di Natale al comune di Someo e Riveo una mina di mistura cotta in pane e due libbre di formaggio estivo dell'alpe. Inoltre dispone che il sacerdote beneficiato della chiesa di Someo celebri ogni anno due anniversari in suffragio della sua anima e dei suoi defunti «in die sancti Placidi et Silimberti de mense octubris», che egli riceva nove imperiali per ognuna di queste celebrazioni e che in tali occasioni i suoi eredi distribuiscano ai presenti l'equivalente di un imperiale sotto forma di pane di frumento. Per assicurare i lasciti la testatrice designa alcuni terreni nel territorio di Someo «in cimitate Ranchi», «in Sortibus de Milliazolliis» e «in Saverto». Lascia poi alla figlia Rama 100 lire di denari nuovi e ordina che ella possa usufruire di due campi a Someo «in Sortibus novis» e «ad Milliazollos» nonché di un edificio con tetto in piode «in cimitate Ranchi» finché non le sarà corrisposta l'intera somma. Infine istituisce eredi universali i fratelli Antonio, Pietro, Somadino e Giacomo, suoi figli legittimi.

Notaio rogatario: Parinus Crisstoforus n., f. Romerii notarii [f.c. Parini notarii de Someo].

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 8 530 x 390 mm, righe 71. La pergamena presenta estese abrasioni, numerosi fori, piccole lacerazioni e contratture, in particolare nella parte superiore e in quella destra. Il testo risulta di conseguenza frammentario in molte sue parti.

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27 novembre 1459, Claro

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Ambrogino «Salle» del fu Gaspare «Muzalini de Rovedana», abitante a Claro, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, abitante a Claro, un terreno a vigna «cum carelle una atopiata prope et circha» situato nel territorio di Claro, nella contrada «ad Marronum», al prezzo di 74 lire e dieci soldi di denari nuovi. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di tre staia di biada di segale e miglio e una mina di frumento.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 59 630 x 290 mm, righe 85. Tre piccolissimi fori lungo le pieghe. Edizione: MDT Riv., pp. 1156-1160, nr. 562 e 563.

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11 gennaio 1460, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giovanni da Bissone, Gottardo da Carate e Giovanni della Chiesa, cittadini milanesi, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e incaricati da Matrognano Corio e Ardizio Crivelli, «magistri» e «negociorum gestores» della detta fabbrica, dichiarano di avere ricevuto duecentoventidue (o duecentotrentadue) lire e undici soldi di imperiali da Giovanni Stefano di Semione, rappresentato da Pietro di Solario, da Giovannolo di Origazio, da Simone di Marolta, da Antonio di Chiesa di Olivone e dal detto Pietro di Solario, agenti in nome della comunità di Val Blenio e delle sue tre «fagie», a titolo di pagamento parziale della somma convenuta per gli anni 1458 e 1459 nella transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Petrus de Homate f.c. domini Luchini, n.p. civitatis Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Marie Pedonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 28 260 x 195 mm, righe 42. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le piegature verticali, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1742-1744, nr. 718. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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22 gennaio 1460, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovannolo del fu Alberto «de la Fragia» di Giubiasco, abitante «ad Vgiam», vende a Giovanni del fu Giacomolo Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, un appezzamento di terreno prativo e vignato «ad topias pro meliori parte» nel territorio di Giubiasco «ad Fragiam». Il prezzo di vendita è di 101 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 9 265 x 400 mm, righe 36. Lacerazioni, guasti e rosicature nella metà superiore.

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2 febbraio 1460, Villa (Luganese)

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo detto Bellano di Maffiallo di Bellano di Villa, abitante a Villa di Val Lugano, vende, riservato il diritto dell'abate di S. Carpoforo di Como, ai fratelli Maffeo e Antonio, figli di Pietro Bellano di Villa, un appezzamento di terreno campivo nel territorio di Villa «in Fano» e un appezzamento di terreno a bruga nello stesso luogo. Il prezzo della vendita è di 14 ducati larghi d'oro, al valore di 8 lire e 2 soldi di terzoli per ducato.

Notaio rogatario: Gulierminus de Mazis de Sonvicho n.p. Lugani f. magistri Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 1 370 x 315 mm, righe 52. Lacune nell'angolo inferiore sinistro, dovuto a rosicature, nonché piccolissimi fori lungo le piegature.

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4 febbraio 1460, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Martino del fu Zanolo «de Adamino» di Piancalardo, abitante a Piancalardo, nel territorio di Sementina, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, una vigna a pergolato e un campo situati nel territorio di Gudo «in Clauso de la Rocha» e «in Quadrello», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi dei beni appena venduti per un canone annuo di due congi di mosto o di vino bianco, due staia di di formentata di frumento e segale e due polli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini de Palanzia p.i.a.n. habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. habitator Birinzone.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 6 550 x 390 mm, righe 65. Undici fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e due rosicature lungo il margine verticale destro.

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18 febbraio 1460, Giumaglio

Vendita / Instrumentum venditionis

Zano del fu Eusebio «de Massirolliis» di Giumaglio vende a Zane del fu «Madi de Bellonibus» di Aurigeno, agente anche a nome dei fratelli Martinolo e Giovanni, la quarta parte di un corte prativo e silvato con la metà di una stalla e di una casa «de focho» coperte in piode, situati in territorio di Aurigeno «ad Gullam». Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 138 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Romerius n., f.c. Parrini n. de Someo.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 59 340 x 455 mm, righe 41. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle; diverse piccole rosicature.

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20 febbraio 1460, Tesserete

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo de Quadrio di Lugaggia, con il consenso di suo padre Albertolo, e Matteo del fu Martino «de Merlis» di Sala, abitante a Lugaggia, vendono a Giovanni detto Rosso del fu Giovanni detto Guindeno de Quadrio di Lugaggia un campo situato nel territorio di Lugaggia «ad Cerrum», al prezzo di 162 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Ardizolus de Quadrio de Tesserario n. Lugani et Vallis, f.c. ser Franzolini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 4 325 x 200 mm, righe 58. Il supporto è molto danneggiato e presenta grosse rosicature e lacerazioni lungo le pieghe. Alcune macchie e una lunga cucitura verticale anteriore alla stesura dell'atto. Tra le coerenze: ecclesie Sancti Clementis de Redde.

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3 marzo 1460, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Zanino del fu Togno di Bartolomeo «de Pozarancha» di Monte Carasso, abitante alla Dobbia di Orenno nel territorio di

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Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Bartolomeo e Bernardo, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona un terreno con edifici e piante di castagno situato nel territorio di Monte Carasso «ad Silvetam», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di tre congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 60 430 x 400 mm, righe 62. Tre fori di medie dimensioni nella parte superiore e altri piccoli fori.

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5 marzo 1460, Locarno

Vendita / Instrumentum vendicionis

Nicolao del fu Cristoforo «condam domini Georgii de Baddis de Canobio», abitante a Locarno, erede testamentario per metà del defunto Maffiolo Minossio «de Brenta» di Locarno (v. Convento di S. Francesco 13), vende ai frati Giorgio del fu Gerolamo «de Paschualibus» di Milano, abitante a Locarno e vicario della chiesa e del convento di S. Francesco di Locarno, a Giacomino «de Moschonis» di Locarno del fu Antonio, Antonio del fu Giovanni di Lugano detto «Scharamuzini», abitante a Locarno, Giovanni «Capellani» del fu ***, Francesco del fu Taddeolo Orelli di Locarno e mastro Antonio del fu *** di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno e procuratore del detto convento e delle detta chiesa, metà «pro indiviso» di un fitto di 4 brente di vino o mosto bianco, locati ai defunti Giovannolo e Guidolo, fratelli e figli del fu Martino Martello di Lavertezzo della Valle Verzasca, un tempo abitanti a Minusio, e gravanti su due appezzamenti di terreno arativo e vignato nel territorio di Minusio a Brighirolo («in Brugarolo»), come contenuto nella locazione del 12 dicembre 1431, e metà «pro indiviso» di un fitto di 2 brente di vino, alla brenta di Locarno, e di 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno, locati al detto Guidolo e gravanti su 8 terreni nel territorio e nella campagnia di Minusio «ad Mederam», «in cimitate tractu de Cirasolis», «in tractu de Borencho», «in fondo tractu de Ciraxolis», «in tractu de Predario», «in tractu de Rompo», «in riali Fontilli», «in tractu de la Vallegia», come contenuto nella locazione del 18 gennaio 1431. Il prezzo è di 112 lire di terzoli, pagate in oro, per recuperare un appezzamento di terreno vigniato «a lizariis et a rompibus cum vitibus supra cum ticto uno coperto a paleis» nel territorio del ConsigIio Mezzano «ad Fabricam» e venduta da detto Cristoforo de Baddis a Guglielmolo del fu Giacomolo di Mergoscia, abitante a Minusio, al prezzo di 80 lire di terzoli nella l'8 gennaio 1459.

Notaio rogatario: Iacobus n. p., f. Iohannis de Manfredis de Cravezia Vallis Viglecii, habitatorLocarni. Notaio scrivente: Georgius n., f. Bernardi Boni Bernardi de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 33 720 x 540 mm, righe 79. Rosicature restaurate nel margine sinistro e macchie nel lato destro.

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6 marzo 1460, Meride

Permuta / Instrumentum cambii

Rinaldo di Tremona del fu Antoniolo detto Rinaldino cede a titolo di permuta a Guidolo «de Supra» del fu Zane e a Giovanni «de Supra» del fu <...>, entrambi di di Meride, tre terreni a campo e vigna con varie piante situati nel territorio di de «ad Minam», «ad Nigr<..>» e «in Pienedo», sui quali grava un legato perpetuo annuo di uno staio di frumento panificato da consegnare al comune di Meride per volontà del defunto Balsarolo di Meride, nonché un prato situato nel medesimo territorio «in Canallo». In cambio i detti Guidolo e Giovanni cedono al detto Rinaldo un terreno con piante di noci situato nel territorio di Tremona «ad Albodiam», su cui grava un legato perpetuo annuo di uno staio di frumento da consegnare al comune di Meride, nonché altri due terreni situati nel medesimo territorio «in Caravello» e «in Vignola».

Notaio rogatario: Antonius de Fossato de Merede f. magistri Melchionis de Sancto Euxobio p.i.a.n. Cumarum et comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 11 370 x 390 mm, righe 48. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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10 marzo 1460, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Andrea Rusca del fu Gabriele del fu Francesco Rusconi di Como, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giorgio del fu Guido «de la Moyra» di Carasso, agente anche a nome di Enrico, Giacomo e Pietro, suoi figli naturali, di un terreno a gerbido sul quale vi erano un mulino e una pila azionati ad acqua, situato nel territorio di Carasso «ad la Piram», al canone annuo di una brenta di vino o di mosto bianco.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palanzia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 38 (v.n. A.VIII/5) 340 x 405 mm, righe 43. Alcuni piccoli fori.

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10 aprile 1460, <...>

Vendita / <...>

Bertramino del fu Giovanni detto Cerruti di Torno di Sessa, abitante a Sessa, vende a Tommaso Crivelli, preposito della chiesa di S. Maria di Torello ed ivi residente, a nome della quale egli agisce, due prati con alberi di castagno situati nel territorio di «Castellano» (?) «in Cantono de Crana de Supra». (Frammento).

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Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 7 370 x 355 mm, righe 30. Il documento è privo della parte finale, probabilmente asportata mediante taglio, e presenta alcuni piccoli fori e macchie diffuse. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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14 aprile 1460, Cevio

Elezione di arbitri / Instrumentum compromissi

Il comune di Bignasco, rappresentato dal procuratore Pietro del fu Giacomo Baldessari, dal console Zano del fu Giacomo detto Mazori, e dal delegato Martino del fu Bugnasco Mozi, da una parte, e Zanano di Giacomo Zanani Canti di Bignasco, rappresentante del padre, dall'altra, designano quali arbitri Bugnasco Mozi, Bugnasco Mineti, Antonio Ferrario, Antonio di Zano Canti, Enrico Baldessarini e il detto Giacomo Zanani Canti, incaricandoli di risolvere la lite relativa ad un lascito testamentario di tre staia di mistura fatto al comune dal defunto Dalaido Abiatici di Bignasco.

Notaio rogatario: Andriolus f.c. Filipi Andrioli de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 73 410 x 260 mm, righe 56. Un foro di grosse dimensioni dovuto a rosicature in corrispondenza della piega centrale e altre lacerazioni lungo i margini verticali e lungo le pieghe.

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21 aprile 1460, Mendrisio

Vendita / Instrumentum vendicionis

Pietro Bosia di Mendrisio del fu Gabriele e Marco Antonio della Torre di Mendrisio del fu Gaspare, abitanti a Mendrisio, e Antonio del fu Giovanni «de Garavo» di Bissone, abitante a Bissone, in virtù di un'autorizzazione di Francesco, Amerigo e Bernabò Sanseverino vendono al notaio rogatario Taddeo Bosia, agente a nome del convento di S. Maria di Mendrisio, un sedime con case, solaio, corte, prato, con un noce e un castagno situato nel territorio di Mendrisio «ad la Turim», al prezzo di 600 lire di terzoli, pagate dal priore Gerolamo di Bissone a nome del detto convento.

Notaio rogatario: Tadeus de Busionibus p.i.a.n. Cumanus f.c. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 5 390 x 355 mm, righe 75. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Inserti: 5 aprile 1454 (Milano)

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3 maggio 1460, Faido

Stima / Instrumentum exstimationis

Zane di Giovannolo Medici di Osco e Antonio di Giacomo Lombardi di Faido, pubblici stimatori di Faido, chiedono al notaio di redigere un pubblico istrumento della stima da essi eseguita nel mese di aprile su richiesta di Giacomo del fu Pietro «Iacobine» di Fontané, Giacomo del fu Giovannolo «Garizie» di Mairengo e Giacomo di Giovannolo Medici di Osco, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, facendo seguito ad un precetto trasmesso loro oralmente da Giovanni Pasquini servitore di Faido. La stima richiesta si basava su una sentenza emessa il 25 aprile 1460 dal vicario e dal Consiglio di Leventina, in base a cui i detti anziani potevano far stimare una quantità di beni del defunto prete Zanollo di Faido sufficiente a garantire la corresponsione in perpetuo di alcuni fitti dovuti alla chiesa di Mairengo. Gli stimatori dichiarano di aver designato a ciò tre terreni situati nel territorio di Faido «in Clauso supra lochum de Faydo» e «in Mondis de subtus».

Notaio rogatario: Protasius n. Comunis Leventine a.i. et f.c. magistri Antonii Calegarii de Faydo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 3 480 x 430 mm, righe 56. Alcuni piccoli fori e quattro tagli d'annullamento. Edizione: Mdt Lev., pp. 2144-2148, nr. 987.

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3 maggio 1460, Faido

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Zulino del fu Giovannolo di Mortara di Faido, abitante a Mairengo, prebendato della chiesa di S. Siro di Mairengo, agente anche a nome del prete Ambrogio di Chironico, prebendato della stessa chiesa, sulla base di uno strumento di stima rogato il medesimo giorno dal notaio Protasio del fu Antonio «Calegarii» di Faido, investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni Giovannolo «Ferarium» di Faido del fu prete Zanolo di Faido ossia di Chinchengo, di un campo situato nel territorio di Faido «in Mondis de subtus», al canone annuo di sei staia di biada ossia di segale.

Notaio rogatario: Protasius n. Comunis Leventine i. et f.c. magistri Antonii Calegarii de Faydo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 4 330 x 380 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori nelle pieghe, inchiostro sbiadito lungo tutta la parte centrale e due tagli d'annullamento. Regesto: Mdt Lev., pp. 2148-2150, nr. 988.

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15 maggio 1460, Bignasco

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

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Gli arbitri eletti nella vertenza tra il comune di Bignasco, da una parte, e Zanano di Giacomo Zanani di Bignasco, dall'altra (v. Bignasco 73), pronunciano la propria sentenza con la quale condannano il detto Zanano a consegnare annualmente al comune, per le festività natalizie, cinque mine di mistura di segale e miglio gravanti su due fondi situati nel territorio di Bignasco «in Cavergnina» e «ad Teraninam de Coxolascho». Qualora Zanano volesse pagare personalmente il fitto, dovrà farsi investire dei due terreni a titolo di eredità perpetua dal comune, in caso contrario dovrà cederli al comune.

Notaio rogatario: Andriolus n.p., f.q. Filipi Andrioli de Cadassiis de Cevio Vallis Madie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 74 310 x 330 mm, righe 41. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe orizzontali e una corrosione nella parte centrale del margine destro.

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16 maggio 1460, Milano

Attestazione

Giovanni Visconti, tesoriere della fabbrica del Duomo di Milano, attesta che Giovanni di Origazio a nome di Simone di Marolta, Goffredo di Malvaglia e Giovannolo di Origazio, agenti a nome delle tre «fagie» di Val Blenio, hanno versato cinquanta lire di imperiali alla detta fabbrica.

Cancellieri: Stefano Carcano, Milano (fabbrica del Duomo)

Sigillo: esistente. Sigillo minore della fabbrica del Duomo di Milano: nel campo centrale, privo di leggenda, si possono riconoscere i tratti indistinti di una Madonna che sorregge il Bambino con il braccio destro, posta fra le lettere M e A.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 29 180 x 130 mm, righe 17. Fori di piccolissime dimensioni lungo la piegatura verticale sinistra, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., p. 1750, nr. 720.

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4 agosto 1460, Lumino/Castione

Locazione / Instrumentum investiture livelli

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata per ordine del console «de Buscho» di Lumino, investe a titolo di livello perpetuo Bartolomeo Ambrogio Muggiasca, abitante a Bellinzona, di un appezzamento di terreno a gerbido e gerra situato nel territorio di Lumino e Castione nei pressi della Moesa «ad Pontem Arzium», presso il quale si trova un edificio con segheria e mulino, , venduto allo stesso Bartolomeo il 3 aprile 1460 dalla famiglia «de Cappo» di Castione, che a sua volta l'aveva comprato dal comune di Lumino e Castione il 12 maggio 1458. Il canone annuo convenuto è di due lire di terzoli, da consegnare per s. Martino. Il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 399 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete conduttore si impegna a costruire e mantenere a sue spese, a favore dei vicini, due ponti sopra la roggia che conduce al detto opificio, due incastri per l'utilizzo dell'acqua della roggia allo scopo di irrigare i prati dei vicini («prata de Castiliono») nei giorni di festa e di inattività dei suoi mulini e segherie, nonché due strade lungo i confini del terreno dato in locazione (di cui una della larghezza di 10 braccia «ad brachium lignaminis») per il passaggio di persone, carri e animali. Lo stesso Bartolomeo dovrà inoltre tagliare la legna per i vicini al prezzo di 6 imperiali «pro quolibet brachio assidum», potendo richiedere loro di giurare che la richiesta sia per uso privato e non «pro mercanzia assidum fienda». Egli potrà dal canto suo piantare salici lungo la detta roggia e far transitare le borre e la legna da tagliare nei prati e pascoli del comune.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 14 800 x 390 mm, righe 101. Gravi danni ad opera di microrganismi lungo tutta la parte destra, con importanti perdite del supporto scrittorio e dell'inchiostro; piccole lacerazioni lungo i bordi, ricomposte in sede di restauro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 18. Altri esemplari: Archivio Comunale Lumino 15

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4 agosto 1460, Lumino/Castione

Locazione / Instrumentum investiture livelli

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata per ordine del console Guglielmo [del fu] Togno «de Buscho» di Lumino, investe a titolo di livello perpetuo Bartolomeo del fu Ambrogio , di un appezzamento di terreno a gerbido e gerra situato nel territorio di Lumino e Castione nei pressi della Moesa «ad Pontem Arzium», presso il quale si trova una segheria, dalla famiglia «de Cappo» di Castione. Il canone annuo convenuto è di due lire di terzoli, da consegnare per s. Martino. Il conduttore si impegna a costruire e mantenere a sue spese, a favore dei vicini, due ponti sopra la roggia che conduce al detto opificio, due incastri per l'utilizzo dell'acqua della roggia allo scopo di irrigare i prati dei vicini («prata de Castiliono») nei giorni di festa e di inattività dei suoi mulini e delle segherie, nonché due strade lungo i confini del terreno dato in locazione (di cui una della larghezza di 10 braccia «ad brachium muris») per il passaggio di persone, carri e animali. Lo stesso Bartolomeo dovrà inoltre tagliare la legna per i vicini al prezzo di 6 imperiali «pro quolibet brachio assidum». Egli potrà dal canto suo piantare salici lungo la detta roggia e far transitare le borre e la legna da tagliare nei prati e pascoli del comune.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus n.p. Birinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone notariusque laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc quondam domini Christofori Varroni olim n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (22 ottobre 15<62>); lat. Archivio Comunale Lumino 15 585 x 345 mm, righe 63. Gravi lacune a causa di cinque ampie rosicature lungo il bordo destro, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 17. Altri esemplari: Archivio Comunale Lumino 14

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4 agosto 1460, Lumino/Castione

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, riunita per ordine del console Guglielmo del fu Togno «de Buscho», vende a Bartolomeo del fu Ambrogio Muggiasca, abitante a Bellinzona, il dominio diretto («de dirrecto dominio et civilli possessione») di un appezzamento di terreno a gerbido e gerra situato nel territorio di Lumino e Castione nei pressi della Moesa «ad Pontem Arzium», presso il quale si trova un «hedifitio resege, pire, piste et molandini» venduto allo stesso Bartolomeo il 3 aprile 1460 dalla famiglia «de Cappo» di Castione, che a sua volta l'aveva comprato dal comune di Lumino e Castione il 12 maggio 1458; lo stesso appezzamento è stato poco prima concesso in locazione dai vicini al medesimo Bartolomeo Muggiasca. I venditori dichiarano di aver ricevuto quale prezzo 13 ducati d'oro di Venezia e 12 grossi di Milano, corrispondenti al valore di 100 lire di terzoli, che affermano di voler utilizzare per far dipingere la chiesa di S. Mamete di Lumino, da poco ampliata in lunghezza e in larghezza.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bartolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 39 (senza collocazione precedente) 420 x 450 mm, righe 67. Rosicature estese lungo il bordo superiore e lungo una piegatura, con perdita di testo. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di uno dei libri delle provvisioni del comune di Bellinzona (anni 1461-1465).

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5 agosto 1460, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Cristoforo del fu Giacomo Pedretti «de Sassello» di Claro vende a Pietro Magoria del fu Giovanni di Bellinzona un prato situato nel territorio di Claro «in Bruxada», al prezzo di 47 lire e quattro soldi di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del prato appena venduto ad un canone annuo di tre staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 61 600 x 380 mm, righe 70. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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16 agosto 1460, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

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I fratelli Antonio e Francesco del fu Giovannolo «de Cortivo» di Carabbia, residenti rispettivamente a Ciona e a Carabbia, vendono al notaio Francesco Menicato, agente a nome di Tommaso Crivelli, preposito di S. Maria di Torello, alcuni terreni situati nel territorio di Carabbia «ad Labellum», «in Slvatia», «ad Bexas», «ad Magnanam», «in Cortivo», «in Valzella» e «in Bragatio», al prezzo di 48 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus Menicatus f.c. Iohanoli Menicati de Lugano n.p. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 8 850 x 390 mm, righe 75. Alcuni fori e tre piccole cuciture precedenti la stesura dell'atto. Regesto: CDT, vol. I, pp. 293-295, nr. 9; Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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28 gennaio 1461, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Sante Bentivoglio di Bologna, dichiara di avere ricevuto da Pietro «de Castano» detto Giudice del fu Giovannino, da Antonio «de Ecclesia» del fu Giacomo e da Guglielmo di Dongio del fu Antonio, agenti a nome della comunità di Val Blenio, ottocento fiorini a titolo di pagamento parziale della somma di settemiladuecento fiorini prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Stephanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Antonius de Sartirana f.q. domini Albertini n. civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancte Eufomie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 30 160 x 270 mm, righe 29. Numerosi fori di piccole dimensioni lungo le piegature e i bordi, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1754-1756, nr. 723. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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31 1461, Como

Vendita / <...>

Giovannolo del fu Aliolo, abitante a Palanzo nella pieve di Nesso, vende a Francino di Michele Perlasca, cittadino di Como abitante nella parrocchia di S. Giacomo, un campo situato a Palanzo «in Grienzerium». (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 3 220 x 325 mm, righe 48. La pergamena è stata ritagliata negli angoli per essere riutilizzata come copertina di libro, e presenta diverse

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 402 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete macchie e fori nelle pieghe. La perdita del supporto non permette di conoscere parte della descrizione dell'oggetto venduto e la sottoscrizione notarile.

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16 febbraio 1461, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Giorgio Canonica di Dassone del fu Giovanni «olim domini Bertrami», abitante a Lugano, agente a nome proprio e dei fratelli Stefano e Boniforto, vende a Maffeo del fu Pietro di Bellano di Villa, agente anche a nome del fratello Antonio, abitanti a Villa di Val Lugano, un appezzamento di terreno a gerbido nel territorio di Villa «in Parlo». Il prezzo della vendita è di 7 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Fomasii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 2 395 x 345 mm, righe 62. Lacune nella parte inferiore lungo la piegatura centrale, nonché piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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28 febbraio 1461, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Marco del fu Giovanni di Vallemaggia abitante a Gudo vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli di Bellinzona un campo situato nel territorio di Gudo «inter Duas Campagnias», al prezzo di 100 lire di denari nuovi. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di quattro staia di segale e due di frumento.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Berinzone f. ser Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 4 680 x 345 mm, righe 89. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e alcune macchie. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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13 marzo 1461, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

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Giovanni del fu Antonio «olim domini Filipi de Orello» di Locarno, Guglielmolo del fu Giovanni detto Rana di Quino di Verzasca, Cristoforo del fu Zanolo Zanoni di Mergoscia, abitante a Minusio, e Guglielmolo detto «Ruschonus» del fu Petrolo «de la Bruxata» di Mergoscia, procuratori di diverse persone della valle Verzasca, vendono a mastro Antonio del fu Giovanni di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno, procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompos cum vitibus» nel territorio di Minusio «in Tractu de Fontilli», un appezamento di terreno arativo chiamato «tertirolla» «in Tractu de ***». Il prezzo della vendita è di 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni. Notaio scrivente: Georgius n. f. Bernardi Boni Bernardi de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 34 525 x 275 mm, righe 83. Piccolo foro lungo la piegatura verticale, dovuto a rosicatura.

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21 marzo 1461, Duno (Claro)

Locazione / Instrumentum livelli

Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Cristoforo del fu Giacomo Pedretti «de Sassello» di Claro di un terreno a prato e campo situato nel territorio di Claro «in Bebo», già venduto a Pietro Magoria dal detto locatario, al canone annuo di tre staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii olim n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 62 320 x 280 mm, righe 42. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe e altri risalenti alla lavorazione della pelle in corrispondenza dell'angolo inferiore destro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1461 correva infatti l'indizione nona e non la decima, e il 21 marzo cadeva di sabato anziché di lunedì, come riportato dal notaio. Edizione: MDT Riv., pp. 1168-1170, nr. 567.

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5 maggio 1461, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Pietro del fu Martino «Catline» di Claro vende a Giovanni Pietro Giudici del fu Gabriele, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Giorgio, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Claro «ad Vineaziam», al prezzo di 142 lire di denari nuovi. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di otto lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone, f.q. domini Rugerii.

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Notaio scrivente: Gabriel Nuyronus i.a.n. et habitator Birinzone f. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 63 605 x 330 mm, righe 70. Alcune macchie e piccoli fori. Edizione: MDT Riv., pp. 1178-1182, nr. 569 e 570.

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22 luglio 1461, Bellinzona

Supplica

Bartolomeo Muggiasca chiede al duca di Milano l'autorizzazione a impiantare una peschiera sul fiume Moesa.

Archivio Comunale Bellinzona 40 (v.n. A. VIII/8) (inserto)

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30 luglio 1461, Milano

Concessione

In risposta ad una supplica di Bartolomeo Muggiasca, il duca di Milano Francesco Sforza incarica il commissario ducale di Bellinzona Giacomo «de Pechiis» di concedergli la facoltà di impiantare una peschiera sul fiume Moesa.

Cancellieri: Angelo Cappellari da Rieti, Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Francesco Sforza, duca di Milano, è deperdito; rimangono le incisioni praticate nella pergamena per fissarlo.

Originale; lat. e it. Archivio Comunale Bellinzona 40 (v.n. A. VIII/8) 340 (plica inclusa) x 440 mm, righe 19. La pergamena è miniata e presenta diversi piccoli fori. Edizione: BSSI VII (1885), pp. 182-183 (parziale); TD I/ II, nr. 1255, pp. 423-424 (ed. da copia registrata). Inserti: 22 luglio 1461 (Bellinzona)

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19 agosto 1461, Sala [Capriasca]

Vendita / Instrumentum venditionis

Lanzaroto del fu Antonio «de Ruschonibus» di Bedano, agente a nome suo e di suo fratello Pietro, vende a Bertola del

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 405 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fu Aloisio Quadri «de Cumis», abitante a Tesserete, agente a nome suo e dei suoi fratelli, prete Giovanni e Gabriele, una frazione del diritto di decima su tutti i cereali, i legumi, la canapa, il lino, le rape, il vino, le castagne, gli animali e tutti gli altri prodotti sui territori di Sala, Vaglio, Bigorio, Lugaggia, Tesserete, Sureggio, Cagiallo, Campestro, «Canalle», Lopagno, Roveredo e Bidogno «tam in monte quam in plano» secondo l'uso consueto. Il prezzo della vendita è di quarantacinque lire di terzoli che il suddetto Lanzaroto dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani f.q. Zanis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 5 595 x 425 mm, righe 74. Alcune macchie e abrasioni di piccola entità. Regesto: CDT V, nr. 126.

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26 novembre 1461, Bellinzona

Locazione con convenzioni / Publicum instrumentum investiture pactorumque

Alla presenza di Bartolomeo Parravicini, dottore in diritto canonico, canonico della chiesa di Como e vicario generale del vescovo di Como Lazzaro [Scarampi], il prete Simone di Cama, beneficiato e cappellano della cappella della S.ma Trinità, situata nella chiesa di S. Biagio «extra muros Belinzone», agente a nome della detta cappella, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Cristoforo del fu Martino della Rusca, abitante a Bellinzona, «confectorem coriorum», di un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Bellinzona «Sot Cha», che al momento della locazione è dotato di poche viti «quia tempore guerrarum que fremuerunt in partibus Belinzone vites pro maiori parte incise sunt». Il canone annuo convenuto è di cinque congi di vino bianco prodotto dalla vigna e due polli. Il locatore potrà piantare altre viti e costruire un muro verso sud con patto di ritenzione delle migliorie.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa f.q. domini Baldessaris p.i.a.n. Cumanus scribaque curie episcopalis Cumane.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 64 460 x 385 mm, righe 58. Alcune macchie e piccoli fori nelle pieghe. Regesto: BSB IV (1941), p. 84.

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19 dicembre 1461, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Biagio del fu Pietro Cusa, abitante a Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Giacomo detto Paiardino di Isone del fu Zane detto Paiardino, abitante a S. Antonino, agente anche a nome dei suoi fratelli Antonio, Zane, Martino, Bertramo e Lorenzo, dello zio Lorenzo, fratello del detto Zane Paiardino, e dei fratelli Lanfranco, Domenico e Angelo del fu Giovanni «de Rubeis» di Isone, parenti del detto Giacomo, tutti abitanti a S. Antonino, otto staia di castagne pestate e quattro di segale a pagamento del canone di locazione arretrato gravante su due terreni a selva situati nel territorio di S. Antonino «in Vigana» e «in Marzora», locati loro il 14 luglio 1431.

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Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari territorii Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 41 (v.n. A. VIII/6) 300 x 235 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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25 gennaio 1462, -

Relazione di notificazione / Relatio

Domenico «Gixle» di Giacomo «Gixle» di Roveredo, servitore del comune di Faido, dichiara di avere notificato, su richiesta di Guglielmo di Giovannolo «Catanii» di Faido, anziano della chiesa di S. Siro di Mairengo, agente anche a nome dei parrocchiani delle degagne di Tarnolgio e di Fichengo, ai preti Zulino e Ambrogio di Chironico, prebendati e beneficiati della detta chiesa, l'obbligo di residenza continua presso quella chiesa, pena la perdita della decima per ogni giorno in cui si recheranno ad officiare nella chiesa di S. Maurizio di Osco. Non rientrano in questo caso i giorni in cui i sacerdoti sono tenuti a recarsi alla chiesa di Osco per le confessioni, per la somministrazione dell'olio santo, per i funerali e per la benedizione delle puerpere.

Notaio rogatario: Protasius n. Comunis Leventine a.i. et f.c. magistri Antonii Calegarii de Faydo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 5 440 x 145 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe. Edizione: Mdt Lev., pp. 2193-2194, nr. 1003. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Mairengo 6

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25 gennaio 1462, -

Relazione di notificazione / Instrumentum protestationis denuntiamenti

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Mairengo 5.

Notaio rogatario: Protasius n. Comunis Leventine a.i. et f.c. magistri Antonii Calegarii de Faydo. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 6 335 x 150 mm, righe 36. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe, nonché tre piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Mdt Lev., p. 2195, nr. 1003.1 Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Mairengo 5

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4 marzo 1462, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Sante Bentivoglio di Bologna, dichiara di avere ricevuto da Pietro di Solario, da Antonio «de Camotino», da Giacomo di Caslascio e da Giovanni «Baburii», agenti a nome della comunità di Val Blenio, ottocento fiorini, a titolo di pagamento parziale della somma di settemiladuecento fiorini prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Steffanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Antonius de Sartirana f.q. domini Albertini, n. civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancte Eufomie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 31 325 x 180 mm, righe 50. Edizione: MDT Bl., pp. 1756-1757, nr. 724.

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6 marzo 1462, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Domenico del fu Pagano «de Plano Pertigarezio» di Piancalardo, per un terzo, e i fratelli Martino e Giovanni figli di detto Pagano di Piancalardo, per due terzi, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria abitante a Bellinzona un campo situato nel territorio di Carasso «subtus Motam in Galbixio», al prezzo di 75 lire di terzoli proporzionalmente ripartite tra i venditori. Il detto Pietro Magoria investe a titolo di livello ed eredità perpetua Francesco del fu Pietro «de Rigeto» abitante a Galbisio, nel territorio di Carasso, del campo appena acquistato, ad un canone annuo di quattro lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Petrus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 65 510 x 390 mm, righe 64. Cinque piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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4 giugno 1462, Faido

Arbitrato / Sententia

Johannes Püntener, landamano di Uri, Hans Fries landscriba di Uri, Nikolaus von Beroldingen di Altdorf, Jakob Kaes di Altdorf, già vicario di Leventina, e Heini Imhof di Uri, su richiesta del Tribunale dei quindici, nella lite tra la comunità di Val Bedretto e la degagna di Tarnolgio della vicinanza di Faido, in merito alla costruzione di cascine e stalle sul territorio degli alpi 'Mazzéira' e Formazzora, regolata in un arbitrato del 4 giugno 1407 (v. Leventina 9), pronunciano la loro sentenza. Essi confermano l'arbitrato del 1407 e stabiliscono che quelli di Tarnolgio, «boggesi» degli alpi 'Mazzéira' e Formazzora, e gli uomini della Valle Bedretto possono soggiornare con animali grossi e minuti nelle rispettive e consuete stalle e cascine dalla festa di s. Barnaba (11 giugno) alla festa di s. Bartolomeo (24 agosto), e infine che i vicini di Bedretto non possono usare fra l'11 giugno ed il 24 agosto né la cascina appena costruita, né quelle appartenenti ai degagnesi di Tarnolgio, a meno che non siano in «boggia» con questi ultimi. Dopo il 24 agosto e fino all'11 giugno i vicini di Bedretto possono far costruire ovunque sull'alpe Formazzora cascine e stalle, soggiornandovi e facendovi «boggia».

Sigillo: esistente. Il sigillo in cera verde di Johannes Püntener, landamano di Uri, è appeso con una coda di pergamena. Rimangono i resti del sacchetto in canapa nel quale era avvolto. L'impronta è gravemente danneggiata.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 17 400 (plica compresa) x 265 mm, righe 54. Guasti lungo le piegature, estese sbiaditure nella parte superiore, nonché macchie. Gli elementi della datazione (milesimo quadricentesimo LXII, indictione X, die veneris quinto mensis iunii) non corrispondono tra loro: nel 1462 il 5 giugno cadeva di sabato anziché di venerdì. In base a un altro testimone datato 4 giugno, si è preferito considerare corretto il giorno della settimana, quindi il venerdì risulta essere il 4 giugno. Edizione: MDT Lev., pp. 2199-2203, nr. 1006.

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13 agosto 1462, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Francesco «Iacometi» calzolaio di Locarno vende a Francesco del fu Taddeolo Orelli di Locarno e a mastro Antonio del fu Giovanni di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno, entrambi procuratori del convento di S. Francesco di Locarno, un fitto perpetuo di 5 brente di vino o mosto e di 5 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), locato al fu Martino «filii quondam Lafranchi de Lafranchitis» di Frasco e attualmente dai suoi eredi, gravante su un sedime con 2 case con tetto in paglia, con stalla e balcone «seu ayrali», «cum curia» e vigna nel territorio di Minusio «in contrata de Badugio». Il prezzo di vendita è di 260 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iacobinus p.n., f.q. ser Iohanoli de Britio n. de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 35 575 x 260 mm, righe 117. Diffuse macchie.

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13 agosto 1462, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Francesco del fu Taddeolo Orelli di Locarno e mastro Antonio del fu Giovanni di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno e abitante a Locarno, entrambi procuratori del convento di S. Francesco di Locarno, investono a titolo di eredità (emphiteosim) perpetua Tomasino del fu *** «de Lafranchitis» di Frasco, abitante a Minusio, agente a nome suo e in veste di tutore dei fratelli Matteo e Martino, figli del fu *** «de Lafranchitis» e del consanguineo Martino del fu Lafranco «de Lafranchitis» di Frasco, abitante a Minusio, di sedime con 2 case con tetto in paglia, con stalla e balcone «seu ayrali» e «cum curia» e vigna nel territorio di Minusio «in contrata de Badugio», al canone annuo di 5 brente di vino o mosto, alla brenta di Locarno, e di 5 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali).

Notaio rogatario: Iacobinus p.n., f. c. ser Iohanoli de Britio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 36 530 x 350 mm, righe 107. Foro risalente alla lavorazione della pelle, rosicature nel margine sinistro.

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20 settembre 1462, Semione

Autorizzazione / -

Il prete Enrico «de Marziis» di Leontica, beneficiato della chiesa di S. Maria di Semione e vicario generale «in spiritualibus» di Val Blenio, su richiesta del notaio Giacomo di Largario, «luminator» della chiesa di S. Pietro di Largario e agente a nome della stessa, autorizza Giovannino di Grumo, «servitor» di Val Blenio, ad immettere lo stesso Giacomo nel possesso di un appezzamento di terreno a prato con una rascana situato nel territorio di Campo Blenio sul monte di Orsàira.

Notaio sottoscrittore: Iohanes de Marziis n.p. Bellegnii.

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 13 (inserto)

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22 settembre 1462, Orsàira (Campo Blenio)

Immissione in possesso / -

Giovannino del fu Guglielmo detto Rosso di Grumo, «servitor» di Val Blenio, facendo seguito all'autorizzazione concessa dal prete Enrico «de Marziis» di Leontica, beneficiato della chiesa di S. Maria di Semione e vicario generale «in spiritualibus» di Val Blenio, immette il notaio Giacomo di Largario, «luminator» della chiesa di S. Pietro di Largario e agente a nome della stessa, nel possesso di un appezzamento di terreno a prato con una rascana situato nel territorio di Campo Blenio «ad Petiam Luminarie ecclesie de Largario» (sul monte di Orsàira), di cui in passato erano stati

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 410 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete investiti a titolo di locazione alcuni membri delle famiglie «Gernario», «Broze» e «Mozii» di Campo Blenio, i quali successivamente lo avevano illecitamente venduto.

Notaio rogatario: Zanes de Scona f. Iohannis Minoye de Ollivono Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 13 485 x 300 mm, righe 53. Due lacerazioni lungo la piega verticale centrale, alcuni piccoli fori lungo le pieghe e i margini nonché un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle in calce alla sottoscrizione notarile. Edizione: MDT Bl., pp. 1763-1766, nr. 726. Inserti: 20 settembre 1462 (Semione)

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22 ottobre 1462, Altdorf

Convenzione / Conventa ac capitula

Antonio Besana, ambasciatore del duca di Milano, e i rappresentanti di Uri, in merito ad una vertenza tra i canonici ordinari della chiesa maggiore di Milano, da una parte, e la Comunità di Leventina, dall'altra, concordano che il duca di Milano e i signori di Uri invieranno un delegato a Bellinzona, entro le prossime festività di Natale, con l'incarico di risolvere la vertenza, e la Leventina e i canonici ordinari invieranno i loro rappresentanti per esporre le proprie pretese e i propri diritti. Infine i delegati del duca e di Uri, in qualità di commissari e arbitri, dovranno impegnarsi, mediante giuramento da prestare alle parti, a risolvere la causa entro otto giorni; nel caso che non ci fosse accordo tra essi, dovrà essere designato un terzo arbitro, che insieme ai precedenti componga amichevolmente la vertenza o proceda secondo il diritto, definendo la causa entro quindici giorni.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta di Antonio Besana, legato ducale, è cucito con filo di canapa. Nel campo quadrilobo con lo scudo recante l'immagine di una casa.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 18 475 x 375 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori lungo la piegatura orizzontale inferiore. Sulla stessa pergamena figurano la presente convenzione (righe 1-39) e la ratifica del 6 novembre 1462 (righe 40-57). Edizione: MDT Lev., pp. 2210-2213, nr. 1008.

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6 novembre 1462, Milano

Ratifica / Ratifficatio

Il consiglio segreto del duca di Milano ratifica la convenzione conclusa da Antonio Besana, ambasciatore ducale, e dai delegati urani del 22 ottobre 1462.

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Notaio rogatario: Iacobus de Perego f. c. domini Vanini, civitatis Mediolani, porte Nove parochie Sancti Steffani ad Nuxigiam, n.p. ac etiam n. et scriba prelibati illustrissimi domini domini ducis Mediolani.

Sigillo: esistente. Il sigillo aderente di cera sotto carta di Francesco Sforza, duca di Milano, è cucito alla pergamena con filo di canapa bianco. L'impronta è parzialmente leggibile, risulta leggibile l'arma sforzesca nel campo e la leggenda racchiusa in una doppia cornice risulta pressoché inintelligibile.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 18 475 x 375 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori lungo la piegatura orizzontale inferiore. Sulla stessa pergamena figurano la convenzione del 22 ottobre 1462 (righe 1-39) e la presente ratifica (righe 40-57). Edizione: MDT Lev., pp. 2214-2215, nr. 1009.

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29 dicembre 1462, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bertramo di Piancalardo del fu nolo (?) «de Adamino» di tre terreni situati nel territorio di Gudo «ad Cortazium», «in Cugniolo» e «<...> Sassum Clericum», al canone annuo di sei staia di castagne secche e pestate.

Notaio rogatario: Baptista de Ruschonibus f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 5 230 x 370 mm, righe 29. Il documento è sbiadito nella parte iniziale e presenta numerosi fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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19 gennaio 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli di Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Zane e Donato del fu Giovannolo «Margossie de Plano Rogiarum» di Monte Carasso di un campo con un filare e mezzo di vite situato nel territorio di Sementina «in Predazio» e di un terreno a selva, sassi e bosco situato nel territorio «del Gazio» di Monte Carasso «subtus Motum del Gazio», al canone annuo due congi di vino bianco o mosto, tre staia di formentata di segale e frumento per il detto Zane, due staia di castagne secche pestate per il detto Donato e una gallina.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi habitator Birinzone. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 6 550 x 210 mm, righe 79. Fori di medie dimensioni provocati da rosicature di insetti lungo una piegatura orizzontale. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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20 gennaio 1463, Bellinzona

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis

Giacomo del fu Guglielmo del fu Giacomello di Lumino, abitante a Lumino, con l'autorizzazione del suo curatore Pellegrino detto Grillo di Progero del fu Giovanni di Cabbiolo abitante a Progero, fratello del detto fu Guglielmo, cede a titolo di vendita a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, il capitale di 87 lire di denari nuovi dovute da Giacomo del fu Pietro detto Pedrato e da sua madre Maria del fu Lumino, sua curatrice, entrambi di Lumino, per una vendita e una rinuncia fatta dallo stesso Giacomo con il consenso dell'allora suo curatore Giovanni del fu Alberto detto Rana di Mesocco per la legittimazione del detto Giacomo il 18 aprile 1461. Il prezzo convenuto per la cessione è di 87 lire di terzoli ovvero di denari nuovi. L'atto avviene alla presenza e con il consenso di Bartolomeo Caimi, commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarnensis n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 68 620 x 285 mm, righe 72. Una lunga cucitura obliqua sopra l'angolo inferiore sinistro coeva alla stesura del testo, un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri fori dovuti a rosicature, in particolare lungo le pieghe.

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20 gennaio 1463, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Giacomo del fu Tognolo «de Adamino», abitante a Piancalardo, vende a Pietro del fu Giovannolo Magoria, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Gudo «in Campagnia de Razolo», al prezzo di 80 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 67 560 x 430 mm, righe 61. Un piccolo foro e alcune macchie.

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24 gennaio 1463, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Imino del fu Cristoforo «de Pyamoritis» abitante a Monte Carasso, erede testamentario del fu Domenico de fu Imino «de Pozarancha» di Monte Carasso, con il consenso del padre Cristoforo «de Anselmo», vende a Pietro Magoria del del fu Giovannolo, abitante a Bellinzona, terreno a vigna e prato con piante di castagno situato nel territorio di Monte Carasso «ad Gazium», al prezzo di 70 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 69 280 x 360 mm, righe 38. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe.

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31 gennaio 1463, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Pietro e Antonio del fu Antonio Giovanni Antonioli di Moleno vendono a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona un terreno arativo situato nel territorio di Moleno «in Magoto», al prezzo di 60 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi habitator Birinzone. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 7 570 x 205 mm, righe 79. Un foro nella parte superiore e alcune macchie. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 102.

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17 febbraio 1463, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giovanni da Cannobio, Giacomo da Missaglia e Gottardo da Carate, nobili milanesi, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e agenti con il consenso di Antonio «de Oldanis» di Milano, «magister» e «negotiorum gestor» della detta fabbrica, dichiarano di avere ricevuto da Giovannolo «Rigatii», abitante a Aquila, da Laffranco di Cumiasca del fu Giovanni «Laffrancheti», abitante a Cumiasca, e da Ariguzio del fu Giovanni «de Anganexia» di Lavorceno, agenti a nome delle tre fagie della comunità di Val Blenio, la somma di duecento fiorini, a saldo di quanto gli uomini della valle

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 414 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete erano tenuti a consegnare entro le calende di gennaio secondo i termini della convenzione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Berthola de Pegiis f.q. domini Petri, n.p. civitatis Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Vallerie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 32 230 x 180 mm, righe 47. Edizione: MDT Bl., pp. 1770-1772, nr. 728. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p.11.

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19 febbraio 1463, <...>

Locazione

Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo di Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovannolo detto «Tasera» e i fratelli Martino e Giorgio del fu Guglielmo «de Monteiono» di Monte Carasso, entrambi curatori e tutori dei fratelli minorenni Giovanni, Antonio, Guglielmo, Simone e Giacomo del fu Bertramo detto Curto del detto fu Guidino, del possesso di due terreni situati nel territorio di Sementina, il primo «in Saregio de Somentina», locato nel 1415 dal comune di Sementina a Guglielmo del fu Giacomo Locarnini «de Monteiono», padre del detto Bertramo Curto, ed ai suoi fratelli Zanno, Betto e Bernardo e venduto il 15 gennaio 1463 a Giovanni Ghiringhelli dai vicini di Sementina e Piancalardo, il secondo «ad Sertam de Horo Pizarono», locato nel 1428 al detto Guglielmo dal comune di Sementina e Piancalardo e poi venduto a Pedretto, Cristoforo e Giovannolo del fu Giacomino «de Adamino» di Piancalardo e da costoro a Giovanni Ghiringhelli. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 8 370 x 380 mm, righe 59. Il documento, che presenta alcune macchie, è privo della parte finale, asportata mediante taglio.

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9 marzo 1463, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Tognino del fu Cristoforo «Cistella» di Preonzo, abitante a Preonzo, vende a Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona del fu Giacomo un prato situato nel territorio di Preonzo «in la Monda», al prezzo di 100 lire di denari nuovi. La vendita avviene a saldo del debito contratto dal venditore con Nicolao del fu Martino «de Stabielo» per la dote di Caterina, moglie del detto Nicolao e figlia del detto Tognino. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del prato appena venduto ad un canone annuo di sei lire di denari nuovi e un paio di polli.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Rugerii. Notaio scrivente: Gabriel Nuyronus i.a.n. et habitator Berinzone f. domini Iohannis Martini.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 9 505 x 320 mm, righe 76. Una grossa macchia in corrispondenza dell'angolo superiore destro, alcuni fori di piccole e medie dimensioni e uno strappo nel margine destro. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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11 marzo 1463, Faido

Vendita / Instrumentum veditionis

Il prete Antonio di Quinto, abitante ad Airolo, del fu Petrolo «presbiteri Antonii» di Quinto, agente a nome proprio e del fratello Giovanni, vende nelle mani di Giovannolo del fu Pedruzzi di Quinto due appezzamenti di terreno a prato, la sua parte di una stalla nonché la quarta parte di un'altra stalla, situati nel territorio di Quinto «in Clauso de Bolla». Il prezzo della vendita è di 130 lire di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Protasius n. comunis Leventine a.i. et f.c. magistri Antonii Calegarii de Faydo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 19 550 x 210 mm, righe 78. Regesto: MDT Lev., pp. 2234-2235, nr. 1016.

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21 marzo 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovannetto del fu Tognino «de Plano Rogiarum» di Monte Carasso, agente anche a nome di suo fratello Bernardo e di suo nipote Antonio del fu Giacomo, di una vigna «ad topias» situata a Monte Carasso «ad Gazetum», al canone annuo di tre staia di vino bianco o mosto e un pollo.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. ser Iacobi habitator Birinzone. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 10 695 x 230 mm, righe 80. Un piccolo strappo e diverse rosicature lungo il margine destro. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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22 marzo 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Biagio Cusa del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Albertino e Pietro del fu Zanolo di Prada, abitanti a Prada nel territorio di Bellinzona, di un prato situato nel territorio di Camorino «in la Monda de Camorino» e di un altro prato situato nel territorio di Giubiasco «in Mondatiis», al canone annuo di 16 lire di denari nuovi e con l'impegno di potare ogni anno nel mese di marzo la vigna del detto Biagio situata nel territorio di Bellinzona «in Vineis sub Domos dicti ser Blasii».

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus de Lugano p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Ruglerii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 23 510 x 210 mm, righe 60. Alcuni piccoli fori e corrosioni, in particolare nella parte iniziale e finale. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 43.

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22 giugno 1463, Largario

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Martino del fu Antonio «olim Iohannis Iacobi» e Giacomo del fu Francesco di Largario, «illuminatores» della chiesa di S. Pietro di Largario e agenti a nome della stessa, investono a titolo di livello perpetuo Martino del fu Giovanni «Garnarii» di Campo Blenio, agente anche a nome dei fratelli Zane, Giacomo e Pietro, di un appezzamento di terreno a prato con una stalla situato nel territorio di Campo Blenio «ad Tictos de Orsaira», al fitto annuo di otto soldi di denari terzoli da consegnare alla «luminaria» della detta chiesa per s. Martino.

Notaio rogatario: Zanes f.c. ser Iohannis Bruneti Minoye de Scona Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 14 395 x 250 mm, righe 56. Una lacerazione di piccole dimensioni nell'angolo superiore sinistro nonché alcune piccole rosicature lungo il margine superiore. Edizione: MDT Bl., pp. 1772-1774, nr. 729.

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4 luglio 1463, Como

Ordine / Littere

Bartolomeo Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, su richiesta del capitolo di S. Pietro di Bellinzona ordina al comune di Lumino e Castione di permettere ad Alessio Todeschi e ad Antonio Magoria di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 417 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete raccogliere la decima «bladi grossi et minutuli, vini, castanearum, leguminum, raparum, bestiolorum et aliorum fructuum nascentium» in quei luoghi, di cui sono stati investiti dal detto capitolo, oppure di esporre le proprie ragioni entro otto giorni dalla presentazione dell'ordine.

Notaio sottoscrittore: Iohanes Aluysius de Ripa n. et scriba curie episcopalis Cumane

Archivio Comunale Lumino 16 (inserto)

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8 luglio 1463

Relazione di notificazione di ordine / Rellatio

Micheletto di Lecco, «publicus servitor» del comune di Bellinzona, riferisce al notario rogatario di aver presentato il giorno stesso a Pietro «de la Frixa» di Castione, console del comune di Lumino e Castione, e ad altri vicini di quel comune presenti presso la sua abitazione, l'ordine emanato il 4 luglio precedente da Bartolomeo Paravicini, vicario generale del vescovo di Como, nella causa tra il detto comune, da una parte, e il capitolo di S. Pietro di Bellinzona, dall'altra, in merito alla decima di quei luoghi.

Notaio sottoscrittore: Christoforus Varonus f.q. ser Bertholini Varoni de Palanzia, p.i.a.n. ac n. causarum et comunis Berinzone

Archivio Comunale Lumino 16 (inserto)

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13 agosto 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum firme hereditatis et investiture firme

Donato di Tognio «Bogia» del fu Giovanni di Lostallo, console di Giubiasco, Maffeo del fu Giovanni di Loro, console di Valle Morobbia, i procuratori e i vicini dei comuni di Giubiasco e di Valle Morobbia, riuniti a Bellinzona per l'anniversario del duca di Milano Filippo Maria Visconti, investono a titolo di livello perpetuo Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio, abitante a Bellinzona, del bosco situato nel territorio di Valle Morobbia oltre Carena con il diritto di pascolare, di tagliare legname e di trasportarlo al di fuori di esso, e gli concedono facoltà di costruire qualsiasi edificio, riservandosi il diritto di far legna per uso proprio. Il fitto annuo convenuto è di due lire terzole di denari nuovi, da versare per s. Martino. Le parti convengono inoltre che il detto Bartolomeo potrà deviare l'acqua del fiume Morobbia e dei riali e costruire canali.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Ruglerii.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 11 2900 x 200 mm, righe 305. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale. Rotolo costituito da sei membrane cucite insieme. Altri esemplari: ASTi, Comune di Giubiasco 24

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13 agosto 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli et firme hereditatis

Donato di Tognio «Bogia» del fu Giovanni di Lostallo, console di Giubiasco, Maffeo del fu Giovanni di Loro, console di Valle Morobbia, i procuratori e i vicini dei comuni di Giubiasco e di Valle Morobbia, riuniti a Bellinzona per l'anniversario del duca di Milano Filippo Maria Visconti, investono a titolo di livello perpetuo Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio, abitante a Bellinzona, del bosco situato nel territorio di Valle Morobbia oltre Carena con il diritto di pascolare, di tagliare legname e di trasportarlo al di fuori di esso, e gli concedono facoltà di costruire qualsiasi edificio, riservandosi il diritto di far legna per uso proprio. Il fitto annuo convenuto è di due lire terzole di denari nuovi, da versare per s. Martino. Le parti convengono inoltre che il detto Bartolomeo potrà deviare l'acqua del fiume Morobbia e dei riali e costruire canali.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone, f.q. domini Rugerii.

ASTi, Comune di Giubiasco 24 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 11

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15 ottobre 1463, Solduno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Donato Magoria del fu Giovannolo di Locarno e Iorio del fu Zane «Iori» di Avegno, arbitri eletti nella controversia tra il comune di Aurigeno, da una parte, e il comune di Moghegno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti nella zona di confine, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano che agli uomini di Moghegno spetta l'area a gerbido e brughiera nella campagna verso Aurigeno, da loro stessi chiusa con muri, purché rinuncino ad estendere tali recinzioni, che quelli di Aurigeno possono pascolare fin contro il muro e che entrambe le parti possono captare acqua dalle ronge per uso proprio. Regolano poi diversi aspetti del pascolo dal piano fino alla zona dell'alpe di «Tremono», dell'area sottoposta a «faura» e dell'affitto della «Menzascham suam» da parte di quelli di Aurigeno. Stabiliscono inoltre che il comune di Moghegno deve versare al comune di Aurigeno 170 lire di denari nuovi, e infine fissano l'ammontare della loro mercede in due ducati d'oro ciascuno nonché tre, rispettivamente due travi di larice.

Notaio rogatario: Blasius p.i.a.n. Felloli de Solduno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 12 525 x 415 mm, righe 67. Numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura o a consunzione. Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 2

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15 ottobre 1463, <...>

Arbitrato / <...>

Donato Magoria del fu Giovannolo di Locarno e Iorio del fu Zane «Iori» di Avegno, arbitri eletti nella controversia tra il comune di Aurigeno, da una parte, e il comune di Moghegno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti nella zona di confine, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano che agli uomini di Moghegno spetta l'area a gerbido e brughiera nella campagna verso Aurigeno, da loro stessi chiusa con muri, purché rinuncino ad estendere tali recinzioni, che quelli di Aurigeno possono far pascolare le loro bestie fin contro il muro e che entrambe le parti possono captare acqua dalle ronge per uso proprio. Regolano poi diversi aspetti del pascolo dal piano fino alla zona dell'alpe di «Tremono», dell'area sottoposta a «faura» e dell'affitto della «Menzascham suam» da parte di quelli di Aurigeno. Stabiliscono inoltre che il comune di Moghegno deve versare al comune di Aurigeno 170 lire di denari nuovi, e infine fissano l'ammontare della loro mercede in due ducati d'oro ciascuno nonché .

Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. Archivio Comunale Moghegno 2 370 x 345 mm, righe 56. La pergamena è gravemente danneggiata a causa di rosicature, strappi, macchie e abrasioni, ed è priva della parte inferiore, su cui figuravano la conlusione dell'arbitrato, l'actum, l'elenco dei testimoni e la sottoscrizione notarile. Frammenti di fogli cartacei incollatisi alla membrana in seguito all'esposizione prolungata all'umidità. Altri esemplari: Archivio Patriziale Aurigeno 12

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17 ottobre 1463, Bologna

Costituzione di tutela

Davanti a Manfredo Maldenti, vicario del pretore di Bologna Antonio de Micheli di Siena, si presenta Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio di Bologna, chiedendo che le venga concessa la tutela dei figli Ercole e Costanza. Il vicario del pretore acconsente alla richiesta, e Ginevra Sforza giura di bene amministrare il patrimonio dei pupilli, di redigere un inventario dei loro beni e di rendere conto del suo operato alla scadenza della tutela. Quale fideiussore si costituisce Gerardo di Cristin Francesco Bevilacqua, cittadino bolognese.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 33 265 x 185 mm, righe - (f. 1r.-4v.). Il documento è formato da due fogli di pergamena piegati e cuciti tra loro con filo di canapa, in modo da ricavare otto pagine di 265 x 185 mm. Il f. 1, che fungeva da copertina, è stato asportato mediante taglio. Sulla stessa pergamena figurano la presente costituzione di tutela (f. 2r.-3r.), l'adizione di eredità e l'inventario di eredità di Sante Bentivoglio del 17 ottobre 1463 (f. 3r.-3v.) e l'attestazione dell'11 febbraio 1464 (f. 4r.). Edizione: MDT Bl., pp. 1774-1776, nr. 730 (testimone A). Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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17 ottobre 1463, Bologna

Adizione di eredità e inventario di eredità / aditio hereditatis, inventarium

Davanti a Manfredo Maldenti di Forlì, vicario del pretore e capitano di Bologna Antonio de Micheli di Siena, Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio e tutrice del figlio Ercole, accetta l'eredità del defunto marito e procede all'inventario dei beni ereditari.

Notaio scrivente: Robertus f. Gasparis de Lombardis Bononiensis civis, p.i. et comunis Bononie a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 33 265 x 185 mm, righe - (f. 1r.-4v.). Il documento è formato da due fogli di pergamena piegati e cuciti tra loro con filo di canapa, in modo da ricavare otto pagine di 265 x 185 mm. Il f. 1, che fungeva da copertina, è stato asportato mediante taglio. Sulla stessa pergamena figurano la costituzione di tutela del 17 ottobre 1463 (f. 2r.-3r.), la presente adizione di eredità e inventario di eredità (f. 3r.-3v.) e l'attestazione dell'11 febbraio 1464 (f. 4r.). Edizione: MDT Bl., pp. 1781-1783, nr. 731 (testimone A). Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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26 ottobre 1463, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Togno del fu Giovannetto Orelli di Moia, abitante a Moia, di un prato situato nel detto territorio «in Pratis del Pasquirolo», al canone annuo di uno staio di frumento e tre di segale.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 70 265 x 420 mm, righe 33. Due piccole rosicature nelle pieghe.

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26 ottobre 1463, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Togno del fu Giovannetto Orelli di Moia, abitante a Moia, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, la quarta parte di un canone livellare di otto staia di castagne pestate e 12 libbre di formaggio versato a suo tempo dal fu Adamino del fu Bricardo di Mergoscia di Verzasca, abitante a Cortenuova, nel territorio di Sementina, ai defunti fratelli Roffino e Guarino Orelli del fu Maffeo del fu Roffino Orelli di Locarno, abitanti a Moia, per un complesso di beni situato nel territorio di Sementina «ad Curtem Novam» locato il 23 ottobre 1356. Il detto Togno vende inoltre la metà di canone

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 421 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete livellare di tre lire e 12 soldi di terzoli dovuto dal fu Giovanni di Verdabbio, abitante a Sementina, a lui e a Donato del fu Togno Orelli di Moia, suo cugino, per l'affitto di altri beni situati a Sementina *** e «subtus Rogiam Mollandinorum», locati il 4 aprile 1439. Infine egli vende un prato situato nel territorio di Moia «in Pratis del Pasquirolo». Il prezzo della vendita è di 147 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 71 720 x 410 mm, righe 82. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e un piccolo foro.

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16 novembre 1463, (Malvaglia)

Vendita / Instrumentum

Prete Enrico del fu Martino di Franzino «de Martiis» di Leontica, abitante a Semione, e suo figlio Giovanni vendono al prete Lazzaro del fu Antoniaccio «de Martiis», beneficiato della chiesa di S. Giovanni di Leontica, tre terreni situati nel territorio di Comprovasco «in Vinea de Martiis», al prezzo di 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus de Angio f.c. ser Iohan iudicis et n. Vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 6 425 x 260 mm, righe 54. Macchie, fori e strappi di varie dimensioni. La pergamena è lacunosa in corrispondenza dell'angolo inferiore sinistro, strappato, di cui rimane un frammento. Edizione: Mdt Bl., pp. 1783-1786, nr. 732.

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18 novembre 1463, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et insolutum dationis; instrumentum investiture livelli

Giovanni detto Longo del fu Zane «de Montiliono» di Monte Carasso, procuratore di Donato del fu Cristoforo Orelli di Moia e curatore dei fratelli Cristoforo e Guarino del fu Tognino, fratello del detto Donato, a tale carica confermato dal commissario ducale e podestà di Bellinzona Bartolomeo Caimi, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Moia «in Ronchis», al prezzo di 147 lire e otto soldi di terzoli. La vendita avviene a pagamento di una retrovendita fatta il 29 maggio 1462 da Pietro Magoria allo stesso Giovanni detto Longo, agente a nome dei detti Donato, Cristoforo e Guarino, di alcuni beni locati ai medesimi ad un canone annuo di tre congi di vino bianco e due pollastri. La vendita avviene con il consenso di Giovanni Cusa, luogotenente del commissario ducale e podestà di Bellinzona. Pietro Magoria investe a titolo di livello ed eredità perpetua il detto Giovanni, agente come sopra, del detto terreno, ad un canone annuo di tre congi di vino bianco e due polli.

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Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 72 1160 x 210 mm, righe 143. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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6 dicembre 1463, Bologna

Procura / Instrumentum procurationis

Davanti a Giochino Pelicii del Monferrato, vicario del pretore di Bologna Antonio de Micheli di Siena, Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio di Bologna e tutrice del figlio Ercole Bentivoglio, nomina suo procuratore Pigello Portinari, direttore del banco dei Medici a Milano, con l'incarico di percepire la somma dovuta dai bleniesi secondo la transazione stipulata il 12 marzo 1457 tra Giovanni Papazzoni, procuratore dello stesso Sante, da una parte, i rappresentanti di Blenio, da un'altra, e la fabbrica del duomo di Milano, da un'altra ancora.

Notaio scrivente: Robertus f. Gasparis olim alterius Roberti de Lombardis Bononiensis civis, p.i. et comunis Bononie a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 34 215 x 160 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Il documento è vergato su un foglio di pergamena piegato, in modo da ricavare quattro pagine di 215 x 160 mm. Sullo stesso documento figurano la presente procura (f. 1r.-2r.) e l'attestazione dell'8 dicembre 1463 (f. 2v.). Il documento presenta un foro di piccole dimensioni nel f. 1, dovuto a rosicatura. Edizione: MDT Bl. pp. 1786-1789, nr. 733. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), pp. 11-12.

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8 febbraio 1463, Bologna

Attestazione

Il correttore e i consoli della società dei notai di Bologna dichiarano che Roberto Lombardi di Bologna è pubblico notaio, iscritto nella matricola della società dei notai di Bologna.

Notaio scrivente: Albertus de Argellata

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera rossa sotto carta del collegio dei notai di Bologna, mutilo di tre quarti dell'impronta e gravemente danneggiato. Legenda: <...> CIVITAT.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 34 215 x 160 mm, righe - (f. 1r.-2v.). Il documento è vergato su un foglio di pergamena piegato, in modo da ricavare quattro pagine di

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215 x 160 mm. Sullo stesso documento figurano la procura del 6 dicembre 1463 (f. 1r.-2r.) e la presente attestazione (f. 2v.). Il documento presenta un foro di piccole dimensioni nel f. 1, dovuto a rosicatura. Edizione: MDT Bl., p. 1789, nr. 734.

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7 febbraio 1464, Bellinzona

Locazione con convenzione / Instrumentum livelli

Giovanni Ghiringhelli abitante a Bellinzona del fu Giacomo investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bartolomeo del fu Zanolo detto Zucalino, Domenico del fu Bernardo «de Monteliono», Giovanni del fu Togno detto Turco e Guglielmo del fu Antonio detto Stupa, tutti di Monte Carasso e stipulanti ciascuno per un quarto, di un terreno situato nel territorio di Moia «in Ixolis», al canone annuo di dieci congi di vino o mosto e due capretti. I locatari potranno acquistare il detto terreno al prezzo di 474 lire di terzoli o la loro quota al prezzo di 118 lire e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Ruschonibus f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 11 410 x 310 mm, righe 53. Un grosso strappo nel margine sinistro e macchie, fori e lacerazioni in particolare nella parte iniziale e nei margini. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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11 febbraio 1464, Bologna

Attestazione

Il correttore e i consoli della società dei notai di Bologna dichiarano che Battista «de Garzaria» e Roberto di Gaspare Lombardi sono pubblici notai.

Notaio scrivente: Bonutius Gomberutus n.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo della società dei notai di Bologna.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 33 265 x 185 mm, righe - (f. 1r.-4v.). Il documento è formato da due fogli di pergamena piegati e cuciti tra loro con filo di canapa, in modo da ricavare otto pagine di 265 x 185 mm. Il f. 1, che fungeva da copertina, è stato asportato mediante taglio. Sulla stessa pergamena figurano la costituzione di tutela del 17 ottobre 1463 (f. 2r.-3r.), l'adizione di eredità e l'inventario di eredità di Sante Bentivoglio del 17 ottobre 1463 (f. 3r.-3v.) e la presente attestazione (f. 4r.). Edizione: MDT Bl., p. 1795, nr. 737.

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23 febbraio 1464, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio di Bologna e tutrice di Ercole Bentivoglio, figlio ed erede del detto Sante, dichiara di avere ricevuto da Domenico di 'Riál', agente a nome della comunità di Val Blenio, ottocento fiorini, a titolo di pagamento parziale della somma di settemiladuecento fiorini prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dallo stesso Sante Bentivoglio, da una parte, e dai bleniesi, dall'altra.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Steffanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Antonius de Sartirana f.q. domini Albertini, n. civitatis Mediolani Porte Ticinensis parrochie Sancte Eufomie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 35 215 x 255 mm, righe 37. Foro di piccole dimensioni nella parte centrale, risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: MDT Bl., pp. 1795-1798, nr, 738. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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3 marzo 1464, Bellinzona

Conferma di istrumento / Instrumentum ratificationis

I vicini di Giubiasco e Valle Morobbia, convocati da Taddeo «del Volta» del fu Guglielmo console di Giubiasco e da Bono di Carena console di Valle Morobbia, confermano lo strumento rogato il 13 agosto 1463, con il quale Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio è stato investito a titolo di livello perpetuo del bosco nel territorio di Valle Morobbia oltre Carena.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Rugerii.

ASTi, Comune di Giubiasco 24 (inserto)

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8 marzo 1464, Milano

Conferma e concessione / Littere

In risposta a una supplica di Bartolomeo Muggiasca di Bellinzona, il duca di Milano Francesco Sforza conferma l'investitura del bosco oltre Carena, fatta [il 13 agosto 1463] dai comuni di Giubiasco e Valle Morobbia in favore dello stesso Bartolomeo, e lo autorizza a estrarre, lavorare e vendere il ferro che vi si trova.

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Cancellieri: Angelo Cappellari da Rieti, Milano (cancelleria di Francesco Sforza)

ASTi, Comune di Giubiasco 24 (inserto)

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17 marzo 1464, Como

Compromesso / instrumentum compromissi

Guglielmo «Pelocha» del fu Pietro «de Verzolo», procuratore dei vicini di Vogorno, Fontobia, Berzona, Corippo, «Roncono», «Verzolo», Lavertezzo, Sambugaro e Aquino, da una parte, e Guglielmo detto Soldato del fu Giovanni di Fromighera di Brione, procuratore dei vicini di Brione, Frasco, Sonogno, La Motta e «Ligera», dall'altra, eleggono Bartolomeo Parravicini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, quale arbitro nella lite in merito al salario del prete officiante della chiesa di S. Bartolomeo di Vogorno e ad altre spese concernenti la stessa chiesa.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa f.q. domini Baldessaris p.i.a.n. Cumarum scribaque curie episcopalis Cumane

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 5 (= 9.4/1) 445 x 310 mm, righe 66. Pergamena rifilata ai quattro lati, con forti piegature orizzontali e verticali e numerosi fori dovuti a rosicatura soprattutto lungo le piegature; due tagli dovuti alla lavorazione della pelle cuciti con filo di canapa.

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20 marzo 1464, Como

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Bartolomeo Parravicini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Lazzaro Scarampi, arbitro eletto nella lite tra i vicini di Vogorno, Fontobia, Berzona, Corippo, «Roncono», «Verzolo», Lavertezzo, Sambugaro e Aquino, rappresentati da Guglielmolo «Pelocha» del fu Pietro «Peloche de Verzolo», da una parte, e i vicini di Brione, Frasco, Sonogno, La Motta e Gerra, rappresentati da Guglielmo detto Soldato di Fromighera del fu Giovanni abitante a Brione, dall'altra, in merito alla retribuzione del sacerdote officiante nella chiesa di S. Bartolomeo di Vogorno, stabilisce che i vicini della Verzasca superiore devono pagare entro il prossimo Natale a quelli della Verzasca inferiore 150 lire terzole, e che tale somma dovrà essere investita nell'acquisto di beni per la chiesa di S. Bartolomeo da assegnare al prete officiante. Tale contributo sarà versato una tantum, dopo di che i vicini della Verzasca superiore saranno esentati dal contribuire al salario del prete officiante in S. Bartolomeo. Questi non è tenuto a celebrare, né ad occuparsi della cura delle anime, né ad amministrare i sacramenti ai fedeli delle vicinanze della Verzasca superiore, ma solo a quelli della Verzasca inferiore.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa p.i.a.n. Cumanus scribaque curie episcopalis Cumane.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 6 (= 9.4/2)

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410 x 300 mm, righe 60.

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27 aprile 1464, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Ambrogio Mantegazzi, Pietro di Osnago e Giovanni di Cannobio, tutti di Milano, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e agenti con il consenso di Matrognano Corio, «magister» e «negotiorum gestor» della detta fabbrica, dichiarano di aver ricevuto da Domenico di 'Riál', agente a nome degli uomini di Val Blenio, la somma di duecentonovantasei lire di imperiali, a titolo di pagamento parziale di quanto i bleniesi sono tenuti a consegnare secondo i termini della transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Berthola de Pegiis f.q. domini Petri, n.p. civitatis Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Vallerie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 36 285 x 145 mm, righe 53. Fori di piccole dimensioni in corrispondenza delle piegature, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1798-1800, nr. 739. Regesto: Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 11.

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16 maggio 1464, Bedretto

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Antonio del fu Lamberto di Bissoggio in Val d'Ossola, abitante a Bedretto, promette di consegnare agli anziani della chiesa di S. Eusebio di Bedretto, Giovannolo di altro Giovannolo «Spitii» di Bedretto e Eusebio «Aselmi» di Nostengo, ogni anno per s. Martino o nel mese di novembre due libbre di cera. A garanzia del debito Antonio Lamberti designa un prato situato a Bedretto a 'Valè'. Il detto debito risale ad un lascito di due libbre di cera fatto da Bionda vedova di Albertolo di Bedretto alla detta chiesa, che la detta Bionda aveva garantito con tutti i suoi beni mobili ed immobili, acquistati in seguito da Antonio.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n. comunis Leventine, f.c. Ugini de Cruce de Varentio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 20 300 x 260 mm, righe 41. Lacerazione cucita con filo di canapa nella parte inferiore e due grossi fori, dovuti a rosicatura. Regesto: MDT Lev., pp. 2258-2259, nr. 1025.

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2 giugno 1464, Como

Commissione

Bartolomeo Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Lazzari Scarampi, incarica il prete Gabriele di Gerenzano, rettore della chiesa di Gorduno, di accertare se l'investitura di un terreno con edifici che il prete Giacomo «de Moltono», beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, intende stipulare con i fratelli Bregadino e Menghino <...> di S. Antonino, sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 7 (inserto)

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14 giugno 1464, Locarno

Commissione / Littere comitales

In risposta a una supplica del comune di Moghegno, Franchino Rusca, conte di Val Lugano [e signore di Locarno e Ascona, della pieve di Travaglia, di Osteno, Cima e della Val d'Intelvi], incarica Giovanni da Bologna, podestà della Vallemaggia, di assumere le necessarie informazioni circa il mancato rispetto da parte del comune di Aurigeno dell'arbitrato [del 15 ottobre 1463] e dei successivi ordini in merito alla zona di confine tra i due comuni, e di procedere di conseguenza.

Archivio Comunale Moghegno 3 (inserto)

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[14 giugno 1464]

Supplica / Supplicatio

Il comune di Moghegno supplica il conte Franchino Rusca, affinché incarichi il podestà di Vallemaggia di applicare le pene previste contro il comune di Aurigeno, che non ha rispettato l'arbitrato [del 15 ottobre 1463] in merito ai rispettivi diritti sulla zona di confine né i successivi ordini dello stesso podestà, di far riparare i danni e di far ripristinare la situazione stabilita nel detto arbitrato.

Archivio Comunale Moghegno 3 (inserto)

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14 giugno 1464, <...>

Vendita / <...>

Le sorelle Pietrina, moglie di Giacomo «de Ponte» e Luigina, moglie di Giovanni «de Ponte», figlie di Giovanni Lepori di Sala detto Borrella di Porta Romana, nella parrocchia di S. Michele sotto Casa a Milano, vendono al notaio rogatario, che riceve a nome di Guglielmo Lepori di Sala del fu Enrico abitante a Sala, un sedime dirupato con cortile situato a Sala, al prezzo di 164 lire imperiali. (Frammento).

Notaio rogatario: (?).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 8 280 x 280 mm, righe 50. L'atto, riutilizzato come copertina di fascicolo, presenta lacerazioni, fori e tracce di cucitura, ed è privo della parte finale.

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27 giugno 1464, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Il prete Gabriele di Gerenzano, beneficiato e rettore della chiesa di S. Maria a Bellinzona, con il consenso del consiglio di Bellinzona, a seguito di un testamento fatto da Giacomo de Cathaneis olim fillii condam domini Lutherii de Capitaneis de castro Niosche», abitante a Bellinzona, del 11 settembre 1330, nel quale era stabilito che nessun erede possa vendere il bene senza l'autorizzazione del consiglio di Bellinzona, investe a titolo di locazione perpetua Antonio del fu Giovanni Margoria di un appezzamento di terreno vignato e malandato nel territorio di Bellinzona «in Vineis del Noseto», al canone annuo di 4 lire di terzoli da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus olim n.p. Berinzone. Notaio estraente: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus, constitutus et aprobatus per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis n.c. domini Christofori Varroni olim patris mey et olim n.p. Berinzone, ad explendum et in publicam formam reddigendum omnes cartas et omnia instrumenta ? per condam domini Christofori Varroni oli patrum meum et olim n.

Originale estratto da imbreviature (1505 novembre 13); lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 10 845 x 195 mm, righe 107. Il documento è composto da due membrane cucite insieme. Rosicature e guasti lungo il bordo superiore e sinistro, nonché un foro nel margine superiore, dovuto a rosicatura.

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30 giugno 1464, Como

Sentenza / Instrumentum sententie appellationisque ac admissionis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 429 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Nella causa tra l'arciprete e il capitolo di S. Pietro di Bellinzona, da una parte, e il comune di Lumino e Castione, dall'altra, in merito alla decima riscossa nei territori di Lumino e Castione, Bartolomeo Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, sentenzia che la comunità di Lumino e Castione debba versare ad Alessio Todeschi e Antonio Magoria, investiti dal capitolo del diritto contestato, le decime dell'anno precedente, di quello presente e di quelli futuri entro il termine dell'investitura concessa dal capitolo. Giorgio «de Retegno», causidico di Como e procuratore di Lumino e Castione, chiede quindi di poter interporre appello alla curia romana contro la sentenza, e Bartolomeo Paravicini accoglie la richiesta, concedendogli un termine di due mesi per presentare un rescritto pontificio sulla questione.

Notaio rogatario: Iohannes Aluysius de Rippa f. domini Francisci, p.i.an. scribaque curie episcopalis Cumarum

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 16 530 x 415 mm, righe 79. Numerose rosicature lungo le pieghe, di cui una nella parte inferiore ricucita in sede di restauro; piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nella parte sinistra. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 20. Altre stesure dell'atto si trovano in Archivio Capitolare di Bellinzona, pergamene, e in Archivio Storico della Diocesi di Como, Bonorum Ecclesiasticorum, vol. I, nr. 67. Inserti: 4 luglio 1463 (Como), 8 luglio 1463

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<...> (?) <146>4, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture retentionis melioramentorum

Il prete Giacomo «de Moltono», beneficiato della chiesa di e agente a nome della medesima, alla presenza e con il consenso del prete Gabriele da Gerenzano rettore della chiesa di Gorduno, delegato di Bartolomeo Parravicini, vicario generale del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, e dei rappresentanti del comune di S. Antonino, investe a titolo di locazione Martino detto «Bregadinum» di <...>, agente anche a nome del fratello Menghino, di un terreno chiamato «Clausum» situato nel territorio di S. Antonino, al canone annuo di 32 soldi di terzoli. I detti fratelli potranno apportare migliorie sopra i beni locati, costruendo edifici, un muro, e piantando viti e altri alberi da frutto con patto di ritenzione delle migliorie.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 7 1100 x 210 mm, righe 127. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Rosicature di grosse dimensioni, in particolare nella parte iniziale, due grossi fori risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie di umidità che hanno provocato la caduta dell'inchiostro. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 56. Inserti: 2 giugno 1464 (Como)

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26 luglio 1464, Locarno

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Autorizzazione / Littere comitales

In risposta a una supplica del comune di Moghegno, Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore di Locarno e Ascona, della pieve di Travaglia, di Osteno, Cima e della Val d'Intelvi, autorizza Giovanni da Bologna, podestà di Vallemaggia, a pronunciare a Locarno, anziché in Vallemaggia, la propria sentenza nella causa tra il detto comune, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito all'esecuzione dell'arbitrato [del 15 ottobre 1463] circa i rispettivi diritti nella zona di confine. Giovanni da Bologna è trattenuto a Locarno a causa della morte del figlio, della malattia della moglie e di certe occupazioni al servizio del Rusca.

Cancellieri: Iohannes Bozolus, Locarno (cancelliere di Franchino Rusca)

Archivio Comunale Moghegno 3 (inserto)

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28 luglio 1464, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Giovanni da Bologna, podestà delle valli Maggia, Lavizzara e Verzasca, delegato dal conte Franchino Rusca nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito all'esecuzione di un arbitrato del 15 ottobre 1463 circa i rispettivi diritti nella zona di confine, pronuncia la propria sentenza a Locarno («super quoddam mureto sito et constructo extra portam de medio castri Locarni») anziché in Vallemaggia, in virtù dell'autorizzazione ricevuta dallo stesso conte. Egli dichiara che gli uomini di Aurigeno hanno contravvenuto al detto arbitrato e hanno disobbedito alla conferma, fatta dallo stesso podestà il 13 aprile 1464, nonché agli altri suoi ordini a tale proposito; impone poi loro di ripristinare i muri distrutti, di abbattere quelli costruiti e di permettere agli uomini di Moghegno l'uso della parte di brughiera e delle ronge, annullando le modifiche introdotte dopo l'arbitrato. Condanna infine Aurigeno al pagamento delle spese giudiziarie. La sentenza è pronunciata in presenza di Giacomo Ramelli e di Zano «de Campiliis», delegati di Moghegno, che accettano, e in assenza di Martinolo di Giacomo «de Bellonibus», console, e di Francesco Orelli e Pietro Duni, delegati di Aurigeno, citati a comparire.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. Romerii Zani Romerii de Cravezia vallis Vigletii, habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 3 800 x 143 mm, righe 143. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. Diverse rosicature, fori e macchie, soprattutto nella parte superiore della prima membrana. Inserti: 14 giugno 1464 (Locarno), [14 giugno 1464], 26 luglio 1464 (Locarno)

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10 agosto 1464, Varese

Vendita / Venditio

Bartolomeo di Sessa di Baldassarre, abitante a Sessa, vende ad Antonio «de Mozonibus» del fu Giovanni di Bisuschio un terreno a vigna, campo, prato, bosco e bruga situato nel territorio di Sessa «ad Torturam», al prezzo di 160 fiorini.

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Notaio rogatario: Gabriel de Bossiis n.p. Mediolanensis. Notaio estraente: Antonius de Bossys f.q. domini Gabrielis habitans in burgo Varisii n. ... ab eius imbreviaturis ... expleri feci et in hanc publicam formam redigi autoritate concessa per dominum Michaelem de Littis consulem iustitie Mediolani cum deliberatione dominorum Benedicti de Lombardis et Antonii de Sachis abbatum collegii notariorum Mediolani.

Originale estratto da imbreviature (dopo il 7 marzo 1485); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 9 580 x 375 mm, righe 90. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni. Inserti: 8 maggio 1451 (Milano), 17 agosto 1451 (Lugano), 11 gennaio 1453 (Lugano)

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11 agosto 1464, Comprovasco (Leontica)

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Guglielmo detto Pongino di Dongio del fu Antonietto «Saline», arbitro designato dalle parti per risolvere la lite tra la vicinanza di Lottigna, da una parte, e le vicinanze di Corzoneso e di Leontica, dall'altra, circa i rispettivi diritti rivendicati sopra il territorio di «Cerrina», stabilisce che il detto territorio, da lui coerenziato, deve essere sfruttato in comune tra le due parti durante tutto l'anno. Il console e i vicini di Lottigna avranno il diritto di «tensandi, dominiandi et pignorandi» tutti i forestieri che saranno sorpresi lì sopra, mentre i vicini di Corzoneso e di Leontica potranno prendere e trasportare legna di ogni genere. Egli vieta alle parti di alienare il territorio coerenziato e infine ordina loro di consegnarli quale salario e compenso per l'arbitrato un pascolo comune situato sotto la strada francesca.

Notaio rogatario: Iohanes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 32 450 x 320 mm, righe 57. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Una macchia nella parte inferiore sinistra. Edizione: Mdt Bl., pp. 1807-1811, nr. 742. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 33

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11 agosto 1464, Comprovasco (Leontica)

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 32.

Notaio rogatario: Iohannes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i. Notaio estraente: Iohannes Marius f. c. domini Iacobi Zarne de Comprovascho n. Vallis Blegnii ... instrumentum ab ... autentico instrumento tradito ... per ... quondam Iohannem Scheziam n. iussu ... Volricht Fuonuri de Undervaldo honorando pretore ... Vallis Blegnii.

Copia autentica (1570-1571); lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 432 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 33 380 x 405 mm, righe 64. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1807-1811, nr. 742. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 32

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11 agosto 1464, Comprovasco (Leontica)

Elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Nella lite tra i vicini di Lottigna, da una parte, e quelli di Corzoneso e Leontica, dall'altra, circa i rispettivi diritti rivendicati sopra il territorio di «Cerrina», i rappresentanti delle parti eleggono quale arbitro Guglielmo del fu Antonietto «Saline» di Dongio.

Notaio rogatario: Iohannes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 34 310 x 365 mm, righe 38. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1804-1807, nr. 741.

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24 agosto 1464, Comprovasco (Leontica)

Conferma / Instrumentum confirmationis

L'assemblea dei vicini di Lottigna, convocata dal console Guglielmo «de Zovanancho» su richiesta dei saltari Franzino di Zanino Pellegri e Giovannetto «del Pongia», conferma il compromesso per l'elezione di Guglielmo detto Pongino di Dongio quale arbitro nella lite tra Leontica e Corzoneso, da una parte, e Lottigna, dall'altra, relativa ai diritti rivendicati nel territorio di «Cerrina», nonché l'arbitrato stipulato l'11 agosto 1464 dal detto arbitro.

Notaio rogatario: Iohannes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 36 310 x 275 mm, righe 40. Sei piccolissimi fori. Edizione: Mdt Bl., pp. 1811-1813, nr. 743.

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24 agosto 1464, Comprovasco (Leontica)

Conferma / Instrumentum confirmationis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 433 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

L'assemblea dei vicini di Leontica e Corzoneso, convocata per ordine dei rispettivi consoli Zane Martinoli e Giovanni Nessi su richiesta dei saltari Franzino «de Martiis» di Leontica e Maffeo Zanoli e Zane della Piotta di Corzoneso, conferma il compromesso per l'elezione di Guglielmo detto Pongino di Dongio quale arbitro nella lite tra Leontica e Corzoneso, da una parte, e Lottigna, dall'altra, relativa ai diritti rivendicati nel territorio di «Cerina», nonché l'arbitrato pronunciato l'11 agosto 1464 dal detto arbitro.

Notaio rogatario: Iohanes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 35 315 x 350 mm, righe 36. Due piccolissimi fori nelle pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1813-1815, nr. 744.

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25 settembre 1464, Locarno

Richiesta di consilium / -

Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore di Locarno, richiede a Fabiano Cocorella, dottore «in utroque iure» presente a Locarno «per sindicatore», una perizia giuridica nella causa tra il comune di Aurigeno, da una parte, e il comune di Moghegno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sulla zona di confine.

Archivio Comunale Moghegno 4 (inserto)

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23 ottobre 1464, Lugano

Commissione / Comissio

Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, che siede in tribunale, incarica Aliolo Brocchi di Lugano, Bono «de Patrocho» di Camignolo e Stefano Martella «de la Piaza» di Sala di risolvere in veste di commissari e «comunes amici» la lite tra il comune di Camignolo, da una parte, e i comuni della pieve di Capriasca, dall'altra, in merito ai termini di confine da porre nei territori detti «in Mondellis et Rodelliis et ad Sacxum Cervarium» e in altre località.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius f. ser Oltitii Rusche, n.p. et causarum Lugani et Vallis.

ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 14 (inserto)

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 434 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

1464

Consilium / Consilium

Perizia giuridica di Fabiano Cocorella, dottore «in utroque iure», cittadino e membro del consiglio dei giudici di Vercelli, elaborata su richiesta del conte Franchino Rusca circa la causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sulla zona di confine. Consiglia di procedere all'esame del libello di richiesta della «restitutio in integrum», prodotto da Aurigeno il 3 luglio precedente, senza considerare la questione circa la validità delle richieste della parte avversa di dare esecuzione all'arbitrato del 15 ottobre 1463, e di procedere con la tassazione delle spese, sospendendo l'esecuzione del detto arbitrato fino alla decisione finale riguardo al detto libello.

Archivio Comunale Moghegno 4 (inserto) Inserti: 25 settembre 1464 (Locarno)

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[1]6 novembre 1464, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Giovanni da Bologna, podestà delle valli Maggia, Lavizzara e Verzasca, pronuncia la sua sentenza nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti nella zona di confine. Egli si pronuncia riprendendo i termini e le conclusioni espressi in un consilium, che è stato elaborato dal dottore «in utroque iure» Fabiano Cocorella su richiesta del conte Franchino Rusca (al quale le parti si erano affidate affinché scegliesse un perito a cui rimettere il giudizio), e che è stato presentato al podestà da Pietro Rusca, figlio e luogotenente del conte. La sentenza è pronunciata in presenza di Francesco Orelli e Zano «Madii» di Aurigeno, procuratori di Aurigeno, che accettano, e di Giacomo Ramelli e Zano «de Campilliis», procuratori di Moghegno, su istanza dei quali il podestà fissa un termine per la tassazione delle spese da pagarsi dalla parte avversa.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

; Archivio Comunale Moghegno 4 595 x 450 mm, righe 115. Alcuni fori lungo le pieghe. Gli elementi della datazione riportata nel documento («anno Domini currente millesimo quadrigentesimo sexageximo quarto, indictione tercia decima, die veneris sexto mensis novembris») non corrispondono tra loro, poiché il 6 novembre 1464 cadeva di martedì. Dato che essi collimano per il 16 novembre di quell'anno, è ipotizzabile che il notaio abbia tralasciato una parola: «decimo sexto mensis novembris». Inserti: [settembre-novembre] 1464

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22 novembre 1464, Sala Capriasca

Arbitrato / Instrumentum pronuntiamentorum et arbitramentorum

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Aliolo del fu Stefano Brocchi di Lugano, Stefano del fu Antonio Martella «de la Piaza» di Sala e Bono del fu Zanolo detto «Bustechus» di Camignolo, arbitri incaricati dal vicario di Lugano e Valle Tomaino Trovamalla, fissano i termini di confine tra i comuni della pieve della Capriasca e il comune di Camignolo, Bellio e Crescino.

Notaio rogatario: Franciscus Menicatus f.c. Iohanoli Menicati de Lugano n.p. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 14 900 x 780 mm, righe 97. Piccoli fori e macchie nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, pp. 23 e 25. Inserti: 23 ottobre 1464 (Lugano)

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14 dicembre <1>464, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis perpetue

La vicinanza di Minusio, Rivapiana e Mergoscia investe a titolo di eredità perpetua Francesco del fu Franchino «Baffe» di M di un appezzamento di terreno campivo e arativo con un filare «rompate vigneate» con un orto, nel territorio di Minusio «in Contrata illorum Baffe», al canone annuo di una brenta di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Saviolus f. c. domini Georgii de Baddis de Canobio n., habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 14 670 x 400 mm, righe 105. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Diversi fori, rosicature e lacerazioni nella prima membrana, in particolare lungo i bordi, e possibile esposizione ad una fonte di calore. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 469; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 490-491.

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17 dicembre 1464, Lumino

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata nel luogo detto «ad Stallum vicinantie» al suono delle campane per ordine del console Giovannolo «de Roncho seu de Buscho», nomina procuratori Giacomo del fu Zane «Iohanoti de Roncho» di Lumino, Guglielmo di Togno «de Buscho» di Lumino, Antonio del fu Albertello «de Percazio» di Castione e Pietro del fu Brunetto «de Cappo» di Castione, con l'incarico di rinunciare all'appello interposto a suo tempo dal loro procuratore Giorgio «de Retegnio» contro una sentenza pronunciata [il 30 giugno 1464] da Bartolomeo Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, nella causa con il capitolo di S. Pietro di Bellinzona in merito al pagamento della decima di quei luoghi, e per stipulare un compromesso ed eleggere quale arbitro Giovanni Cusa del fu Pietro, abitante a Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus de Lugano p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Rugerii.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 436 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 17 1195 x 340 mm, righe 143. Il documento è composto di tre fogli pergamenacei cuciti insieme. Rosicature lungo i bordi, alcune macchie nella parte superiore della prima membrana. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo) e in matita rossa: 21. Un'altra stesura dell'atto è conservata in Archivio Capitolare di Bellinzona, pergamene.

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<17> 1464, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata nel luogo detto «ad Stallum vicinantie» per ordine del console Giovannolo «de Roncho seu de », vende al notaio rogatario, agente a nome di Togno «de Buscho» del fu <...>, vicino del detto comune, e a Guglielmo figlio dello stesso Togno, per metà, nonché a Tamo figlio di Gianotto «de Mallo» di Arbedo abitante a <...>, per l'altra metà, un terreno sassivo («de loco territorii et fondo uniius petie terre sassive et g cum tota aqua et aqueductu <...>») nel territorio di Lumino, al prezzo di dieci lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus ... n.p. Birinzone. Notaio estraente: Augustinus Ruscha f. domini Bernardini p.i.a.n. et habitator Birinzone notariusque constitutus per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc condam domini Iohannis Martini Nuyroni olim similiter n.p. Birinzone

Originale estratto da imbreviature (1560 maggio 5); lat. Archivio Comunale Lumino 18 805 x 200 mm, righe 115. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme. Numerazione a matita rossa nel verso (XX secolo): 66. Gravi perdite di testo soprattutto nella prima membrana, a causa di diffuse macchie violacee dovute alla presenza di microrganismi, che hanno comportato cadute di inchiostro, indebolimenti e lacune nel supporto scrittorio. La datazione è leggibile solo in parte e con qualche incertezza: « <... millessimo qua>dringentessimo sexagessimo quarto, tia ima, lune dptimo mensis decemb ». I diversi elementi corrispondono per il 17 dicembre 1464; si noti che per quel medesimo giorno è testimoniata una riunione dell'assemblea dei vicini di Lumino e Castione tenutasi nel medesimo luogo, nella quale sono presenti i medesimi vicini e i medesimi testimoni; il relativo istrumento è inoltre rogato dallo stesso notaio (v. Archivio Comunale Lumino, perg. 17).

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20 dicembre 1464, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomolo, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Matteo del fu Giacomo «de Adamino», abitante a Piancalardo e agente anche a nome del fratello Filippo, di un terreno a selva e sassi situato nel territorio di Gudo «<...> Mondato» e di un prato situato nel territorio di Locarno «in Cugniascho», al canone annuo di quattro lire di terzoli, uno staio di castagne pestate e uno di noci.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 437 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 12 440 x 310 mm, righe 54. Due piccole lacerazioni nei margini sinistro e destro, alcuni piccoli fori e rosicature di medie dimensioni. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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<...> 1464, Lumino

Elezione di procuratori alle cause / Instrumentum missi et procure

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata per ordine di Giovannolo «de Roncho seu de Buscho», nomina procuratori alle cause Giacomo «Iohannoti de R «Tognii de Buscho», Pietro «Bruneti de Cappo», Gottardo «de Cappo» e Antonio «Albertelli de Precazio», tutti vicini di quel comune, nonché <...> causidico di Bellinzona e Giorgio «de Retegnio» causidico di Como.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone, f.q. domini Rugerii.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 19 580 x 350 mm, righe 51. La pergamena è priva della parte destra a causa dell'azione di microrganismi. Una lacuna da taglio nell'angolo superiore destro. Ampie macchie violacee per la presenza di microrganismi lungo l'intero lato destro, altre macchie e rosicature lungo il lato sinistro. Numerazione a matita rossa nel verso (XX secolo): 68. La datazione è frammentaria: «Anno nativitatis ... millesimo quadringentesimo sexagesimo quarto, indictione tertia dec ». Secondo l'uso locale, la tredicesima indizione iniziava il primo settembre 1464. Non si esclude che l'atto sia stato stipulato il 17 dicembre 1464 (v. Archivio Comunale Lumino, perg. 17 e 18).

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22 gennaio 1465, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et insolutum dationis e instrumentum investiture liveli

Giacomino di Cristoforo di Piemoretti, abitante a Monte Carasso, con il consenso del detto suo padre, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, una vigna «ad topias et lizarios» situata nel territorio di Bellinzona «ad Ronchetum del Gazio», al prezzo di 46 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua della vigna appena venduta ad un canone annuo di un congio di vino bianco e due polli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 73 555 x 440 mm, righe 67. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali di grosse dimensioni.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 438 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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11 febbraio 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Martino del fu Guglielmo «de Stabiello» di Camorino, agente anche a nome dei suoi fratelli Donato e Nicola, della metà di un prato con alberi situato nel territorio di Camorino «ad Conlinam», al canone annuo di tre carri di fieno «mayoris» e un paio di polli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Berinzone f. ser Iacobi habitator Berinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 14 420 x 390 mm, righe 47. Uno strappo nella parte superiore e diversi fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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11 febbraio 1465, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Guglielmo «de Stabiello» di Camorino, agente anche a nome dei suoi fratelli Donato e Nicola, vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona la metà di un prato con alberi situato nel territorio di Camorino «ad Conlynam», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Berinzone f. ser Iacobi habitator Berinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 13 540 x 280 mm, righe 79. Alcuni piccoli fori e due macchie con residui di sostanza scura nella parte iniziale, una delle quali di grosse dimensioni. Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 103.

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14 febbraio 1465, Rongie (Malvaglia)

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 439 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Antoniolo notaio del fu Giovannolo giudice di Rongie di Malvaglia vende a Giacomo giudice e notaio del fu Giovannolo «de Presbitero Martino» di Largario, agente a nome dei vicini di Largario, un appezzamento di terreno a prato e campo situato sui Monti Lesgiüna «ad Campum de Raschana» (monte di Piena), al prezzo 25 lire di denari terzoli. Lo stesso giorno il compratore investe a titolo di locazione perpetua il detto Antoniolo notaio dell'appezzamento appena venduto, al canone annuo di tre staia di mosto da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Viventius f.c. Martini de Rovoredo vicinantie de Malvalia et Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 15 425 x 240 mm, righe 63. Estesa lacuna lungo il margine sinistro, dovuta a rosicatura, che compromette in parte la lettura, nonché due fori di piccole dimensioni nella parte superiore, pure dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1834-1837, nr. 751-752.

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15 febbraio 1465, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio, detto Zanone Rusca, figlio emancipato di Giorgio Rusca di Bellinzona, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, una casa, ossia un sedime «cum caminata una in terra» e una camera contigua con portico, pozzo, cantina, corte, pollaio, cantinotto («turbeta»), parecchie camere, loggia in solaio e il tetto in piode, nel territorio di Bellinzona «in contrata de Ruguronibus». Il prezzo di vendita è di 1216 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari territorii Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 11 415 x 404 mm, righe 54. Lacune e guasti lungo i bordi, piccoli fori nel margine superiore e lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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18 febbraio 1465, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Pietro del fu Guglielmo Pedretti «de Sassello» di Claro, abitante a Claro nella contrada Sassello, agente anche a nome dei fratelli Antonio e Giacomo del fu Giovanni, nipote e figlio adottivo di Guglielmo Pedretti, con il consenso dei curatori Ambrogio del fu Giovanni Guidotti e Ottino e Giovanni fratelli, figli del fu Giacomo «de Pedessasso», e insieme con Giacomo Bregnoni loro zio, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona una vigna situata nel territorio di Claro nella contrada di Duno «ad Viniam Ferrarii», al prezzo di 70 lire di denari nuovi. La vendita avviene a saldo di un debito contratto da Antonio, Pietro e Giacomo venditori con il detto Pietro Magoria per l'acquisto di sale, drappi e altre cose.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 440 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 74 540 x 250 mm, righe 70. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 febbraio 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Martino del fu Zannolo «de Adamino» di Piancalardo, abitante a Piancalardo, investe a titolo di livello ed eredità perpetua il prete Stefano del fu Petrolo «della Silvera» di Verzasca e Stefano di Giovanni di Verzasca, entrambi abitanti a Sementina, di un terreno a sassi, bosco e gerbido situato nel territorio di Sementina «ad Senterium Morticie», al canone annuo di due lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 75 610 x 280 mm, righe 63. Alcuni fori di piccole dimensioni.

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26 febbraio 1465, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Michele del fu Giacomo di Piemoretti di Monte Carasso, abitante a Monte Carasso, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Sementina «ad Petiam de la Fontana», al prezzo di 69 lire di denari nuovi. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 78).

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 77 590 x 200 mm, righe 78. Alcuni piccoli fori nella parte finale.

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26 febbraio 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 441 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Michele del fu Giacomo di Piemoretti, abitante a Monte Carasso, di un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Sementina «ad Petiam de la Fontana», al canone annuo di un congio di vino bianco e uno staio e mezzo di formentata di frumento e segale. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 77).

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 78 580 x 215 mm, righe 76.

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26 febbraio 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Togno del fu Pietro di Piemoretti di Monte Carasso di un terreno situato <...>, al canone annuo di un congio di vino bianco.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 76 580 x 215 mm, righe 75. Il documento presenta una grave lacuna nella parte iniziale.

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26 marzo 1465, Lugano

Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

Davanti ad Andrea «de <...>raris», vicario di Lugano e Valle e «Ripperie», i fratelli Andreola del fu Protasio detto Bariffo Mantegazzi di Lugano, vedova di Antonio del fu Pietro Camuzzi di Colla, e Bertramino, abitante a , curatori generali dei minorenni Michele, Pietro, Donato e Bernardino, figli di detta Andriola ed eredi del padre Antonio nonché di Giovanni Camuzzi, fratello di detto Antonio, costituiscono procuratori dei detti fratelli minorenni per sei anni Tommasino del fu Giorgio «de Ronchale» di Meride che «in partibus remotis» è chiamato mastro Tommaso di Como, e Gasparino del fu Giorgio «de Supra» di Meride, che «in partibus remotis» è chiamato mastro Gasparino di Como, incaricandoli di recuperare i beni appartenenti ad Antonio e Giovanni Camuzzi «in terra seu castro de Frili (?)» nel comitato e distretto di Foligno, e nella città di Foligno, località nelle quali i due sono rispettivamente morti, in particolare la somma di 18 ducati d'oro depositata in un banco di detta città.

Notaio rogatario: Oltitius de Ruschonibus de Cumis p.i.a.n. Lugani f.c. ser Fomasii.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 13 530 x 420 mm, righe 95. Fori, strappi, macchie e sbiaditure di varie dimensioni, in particolare nelle pieghe operate per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Antonio Fossati di Meride.

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11 aprile 1465, Locarno

Testamento / Testamentum

Battista del fu Donato Magoria di Locarno detta il suo testamento. Egli dispone diversi lasciti a favore di donne e uomini di Locarno, Brione e Ascona nonché della chiesa di S. Maria in Selva di Locarno, del convento di S. Francesco di Locarno e dei poveri di Locarno; lascia la moglie Caterina di Antonio Mantelli usufruttuaria di tutti i suoi beni e nomina eredi universali i nipoti Pietro, Donato, Antonio e Stefano, figli di Giovannolo Magoria suo fratello.

Notaio rogatario: [Iacobinus de Britio]

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 79 2120 x 225 mm, righe 251. Il documento è composto di quattro membrane cucite insieme; alcune macchie nella parte iniziale. L'atto è privo della sottoscrizione notarile.

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11 aprile 1465, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Battista del fu Donato Magoria di Locarno detta il suo testamento e stabilisce che venga eseguito il testamento di Carolola, sua zia e figlia del fu Comino di Caravate, depositato presso i frati del convento di S. Francesco di Locarno. Ordina che dopo la sua morte e quella di Caterina sua moglie siano dati ogni anno in perpetuo al detto convento 8 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) in memoria della sua anima e che i detti frati siano tenuti a celebrare ogni anno l'anniversario per lui e i suoi defunti. Infine nomina eredi universali i fratelli Pietro, Donato, Antonio e Stefano, suoi nipoti e figli del fu Giovannolo Magoria, suo fratello.

Notaio rogatario: Iacobinus p.n. f. c. ser Iohanolli de Britio de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 37 450 x 260 mm, righe 80. Foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine destro, fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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23 aprile 1465, Bissone

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Locazione / Instrumentum investiture livelli

Gabriele del fu Aliolo «Porada» di Bissone, agente anche a nome della nipote Filippina del fu Filippo suo fratello, investe a titolo di livello, enfiteusi ed eredità perpetua Medeglia del fu Bertramo Bagutti di Medeglia e i suoi figli Martino e Giovanni, agenti anche a nome di Domenico e Giovanni Antonio del fu Bertramo, figlio di detto Medeglia, tutti di Arogno, della quarta parte della decima di Arogno, per nove anni rinnovabili per altri 29 anni a volontà delle parti, al canone annuo 28 lire di terzoli e un capretto.

Notaio rogatario: Castelanus de Turbino p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ayroldi.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 4 640 x 410 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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(prima del 24 aprile 1465), Lumino

Elezione di beneficiato e procura / Instrumentum ellectionis, nominationis et deputationis ac sindicatus et procure

elegge il prete Bertramino di Avondo Avondi di Bellinzona quale beneficiato della chiesa di S. Mamete in Lumino, prebenda resasi vacante in seguito alla rinuncia del prete Simone da Cama. Il sacerdote designato accetta l'elezione, e l'assemblea nomina procuratori Gottardo del fu «Pizeni de Cappo» e Guglielmo di Togno «de Buscho», con l'incarico di presentare l'eletto all'arciprete e al capitolo di S. Pietro in Bellinzona e riceverne la conferma canonica.

Notaio rogatario: Iohannes de Cuxa n.p. et habitator Birinzone. Notaio estraente: Fillippus de Cuxa p.i.a.n. et habitator Birinzone, f. domini Iohannis de Cuxa similliter n.p. et habitatoris Birinzone nec non n. laudatus ... per consiliarios comunis Birinzone ad expellendum et in publicam formam redigendum omnes cartas et omnia instrumenta per eum traditas et imbreviatas et tradita et imbreviata ..., qui propter eius infirmitatem gutte seu debilitatem nervorum quam patitur ad manus et ad pedes dicta instrumenta expellere et subscribere non potuit nec potest.

Originale estratto da imbreviature (1478 marzo 28); lat. Archivio Comunale Lumino 20 750 x 180 mm, righe 126. Il documento era composto in origine di tre fogli pergamenacei cuciti insieme, come dichiarato nella sottoscrizione notarile; rimangono la parte conclusiva del secondo (priva dell'inizio a causa di rosicature) e il terzo foglio. Piccoli fori dovuti a guasti, una piccola lacerazione nella parte superiore, sbiaditure dell'inchiostro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 5. Il termine ante quem per la datazione è la prima menzione del prete Beltramo (al. Beltramino) Avondi in veste di beneficiato della chiesa di Lumino (Archivio Comunale Lumino, perg. 21).

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24 aprile 1465, Lumino

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Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

I vicini di Lumino e Castione, convocati in assemblea «ad sonum maioli» nel luogo detto «in Vicinantia» per ordine del console Antonio del fu Alberto «de la Frixa» di Castione, promettono al notaio rogatario, agente a nome di Giovanni Avondi abitante a Bellinzona, di consegnare a quest'ultimo entro la prossima festa di s. Gallo (16 ottobre) la somma di 58 lire e 2 soldi di terzoli, ricevuta in prestito «gratis et amore» dallo stesso Giovanni per il tramite del prete Beltramo Avondi, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 21 460 x 210 mm, righe 55. Diverse rosicature lungo le pieghe e i margini; macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi e estese sbiaditure dell'inchiostro. Numerazione a matita rossa nel verso (XX secolo): 65.

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26 giugno 1465, Como

Locazione con patto di ritenzione / Instrumentum investiture pactorumque

Davanti al canonico della chiesa Maggiore di Como Bartolomeo Parravicini, vicario del vescovo di Como Lazzaro Scarampi, Tommaso Crivelli, preposito della chiesa e casa di S. Maria di Torello e agente a suo nome, investe a titolo di locazione novennale Lanfrancolo «de Botis» di Breno del fu Giacomolo e suo figlio Lorenzo, agenti anche a nome degli altri due figli di Lanfrancolo, Giovanni e Domenico, già locatari degli stessi beni, di un mulino ed altri edifici e di due terreni situati nel territorio di Magliaso, «ad Molendinum ecclexie de Torelo», al canone annuo di 32 fiorini, due staia di formentata e un paio di capponi, con patto di ritenzione delle migliorie per i locatari fino al valore di 100 fiorini e con la licenza di piantare delle viti a spese della chiesa per risarcire le spese di miglioria sostenute durante la precedente locazione.

Notaio rogatario: Franciscus de Ripa f.c. domini Baldessaris p.i.a.n. Cumanus scribaque curie episcopalis Cumane.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 9 590 x 445 mm, righe 76. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe. Regesto: CDT, vol. I, pp. 298-301, nr. 12; Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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3 luglio 1465, Locarno

Concessione di privilegio / Concessionis et gratie littere

In risposta a una supplica degli uomini di Vallemaggia, Franchino Rusca, conte di Val Lugano e signore delle pievi di Locarno e Travaglia, concede ai consoli dei comuni di quella valle la facoltà di giudicare le cause civili fino a un valore di 10 lire di terzoli, senza che i luogotenenti del podestà di Vallemaggia si intromettano.

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Cancellieri: Laurentius G., Locarno (cancelliere di Franchino Rusca)

Originale; lat. e it. Archivio Comunale Moghegno 5 205 x 300 mm, righe 26. Numerose rosicature lungo i bordi e le pieghe, con piccole perdite di testo. Inserti: [3] [luglio] 1465

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[3] [luglio] 1465

Supplica / Supplicatio

Gli uomini di Vallemaggia supplicano il conte Franchino Rusca, affinché conceda facoltà ai consoli dei loro comuni di decidere le cause civili fino a un valore di 10 lire di terzoli, revocando l'autorità dei luogotenenti del podestà, e stabilisca che le cause superiori a tale valore siano giudicate dal podestà stesso.

Archivio Comunale Moghegno 5 (inserto)

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20 luglio 1465, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Domenichino, Donato e Zanne del fu Giovannolo di Mergoscia e il nipote Bernardo, figlio ed erede del fu Antoniolo, loro fratello, tutti abitanti a Monte Carasso, vendono a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, una pertica di vigna e campo situata nel territorio di Sementina «in Predazio», a saldo di un debito di 56 lire e otto soldi di denari nuovi contratto dai detti venditori per l'acquisto di sale e fieno. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 81).

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 82 625 x 235 mm, righe 82. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicature.

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20 luglio 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Domenichino,

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Donato e Zanne del fu Giovannolo di Mergoscia e il nipote Bernardo, figlio ed erede del fu Antoniolo, loro fratello, tutti abitanti a Monte Carasso, di una pertica di vigna e campo situata nel territorio di Sementina «in Predazio», al canone annuo di due staia e mezza di formentata di frumento e segale. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 82).

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 81 615 x 220 mm, righe 74. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicature.

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6 agosto 1465, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et insolutum dationis; instrumentum investiture liveli

Giovanni del fu Zanino «de la Cha» di Daro, abitante a Daro, agente anche a nome del fratello Donato, vende a Pietro del fu Giovanni di Codeborgo di Bellinzona, agente anche a nome del fratello Antonio, un terreno a vigna e arativo situato nel territorio di Bellinzona «in Clausis seu Giossis de Daro», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore, agente anche a nome del fratello, viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di vino bianco prodotto dalla vigna.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.[n.] Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 83 1000 x 270 mm, righe 125. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Nella parte iniziale alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 6 agosto 1465 cadeva infatti di martedì e non di venerdì, come riportato dall'estensore.

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12 dicembre 1465, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giovanni Simone del fu Ambrogio «de Blanchis» di Velate dichiara di aver ricevuto dal notaio, agente a nome di Antonio del fu Petrolo «olim Petrazii Mercenarii» di Locarno, 6 fiorini, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino, e 3 paia di capponi per i canoni scaduti il giorno di s. Martino, quale canone livellario di una casa con tetto in paglia e con corte e orto nel borgo di Locarno «in contrata de Panelis». Questi beni sono tenuti dal detto Antonio al fitto di 6 lire e 8 soldi di terzoli e un paio di capponi.

Notaio rogatario: Petrus p.n., f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 38 420 x 145 mm, righe 65. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle e cucitura nel margine inferiore.

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18 dicembre 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bono del fu Guglielmo «Mazii» di Carena, abitante a Carena, di una selva situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Volperam» e di una casa con cortile e vigna «ad topias» situata nel territorio di Pianezzo «ad Cantonum de Supra», al canone annuo di 20 libbre di formaggio salato e 20 libbrette di burro dell'alpe.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 84 570 x 250 mm, righe 71. Un piccolo foro.

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18 dicembre 1465, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Filippo del fu Guglielmo «Mazii» di Carena, abitante a Carena, di una selva situata nel territorio di Pianezzo «ad Volperam» e di un prato situato nel territorio di Carena «in Traversa», al canone annuo di 20 libbre di formaggio salato e 20 libbrette di burro dell'alpe.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 80 625 x 235 mm, righe 73. Alcune macchie nella parte iniziale del documento.

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24 dicembre 1465, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio di Bologna e tutrice di Ercole e

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Costanza Bentivoglio, figli ed eredi di detto Sante, dichiara di avere ricevuto dal notaio Giovanni Scheggia del fu Vivenzio, da Pietro Giudici e da Martino «del Nigro», agenti a nome della comunità di Val Blenio, settecento fiorini, a titolo di pagamento parziale della somma prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Steffanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Iohanes Antonius de Casteliono f. domini Alesandri civitatis Mediolani Porte Nove parochie Sancti Petri ad Cornaredum, n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 37 600 x 220 mm, righe 89. Sulla stessa pergamena figurano la presente ricevuta (r 1-33) e la ricevuta del 24 dicembre 1465 (r 34-89). La pergamena presenta numerosi fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, in particolare lungo le piegature verticali. Edizione: MDT Bl., pp. 1846-1848, nr. 756. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 12.

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24 dicembre 1465, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pigello Portinari di Firenze, procuratore di Ginevra Sforza, vedova di Sante Bentivoglio di Bologna e tutrice di Ercole e Costanza Bentivoglio, figli ed eredi del detto Sante, dichiara di avere ricevuto dal notaio Giovanni Scheggia del fu Vivenzio, da Madio «del Monacho», da Giacomino di Caslascio, da Bartolomeo Uberti di Torre, da Simone «de Ergiono» e da Martino «del Nigro», agenti a nome della comunità di Val Blenio, settecento fiorini, a titolo di pagamento parziale della somma prevista dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti. Il detto Pigello promette inoltre di far confermare da Ginevra Sforza le ricevute dei tre versamenti, per un totale di duemiladuecento fiorini, già effettuati dagli uomini di Blenio in seguito alla morte di Sante Bentivoglio.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Steffanini ad Nuxigiam, n.p. Notaio scrivente: Iohanes Antonius de Casteliono f. domini Alesandri civitatis Mediolani Porte Nove parochie Sancti Petri ad Cornaredum, n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 37 600 x 220 mm, righe 89. Sulla stessa pergamena figurano la ricevuta del 24 dicembre 1465 (r 1-33) e la presente ricevuta (r 34-89). La pergamena presenta numerosi fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, in particolare lungo le piegature verticali. Edizione: MDT Bl., pp. 1848-1851, nr.757. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 8; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 12.

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30 dicembre 1465, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 449 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni «dela Ecclesia», Giacomo da Missaglia e Giovanni da Cannobio, procuratori della fabbrica del Duomo di Milano e incaricati da Francesco Landriani, «magister» e «negotiorum gestor» della detta fabbrica, dichiarano di avere ricevuto da Giovanni Scheggia del fu Vivenzio, abitante a Semione, da Madio «Monaci» di Malvaglia del fu Giovanni, abitante a Malvaglia, da Giacomino di Caslascio del fu Giovanni, abitante a Leontica, da Bartolomeo «Uberti» di Torre del fu Giacomo giudice, abitante a Torre, da Simone «Arzoni» di Solario del fu Giovannolo, abitante a Solario, e da Martino «Nigri» di Campo Blenio del fu Zane, abitante a Campo Blenio, agenti a nome della comunità di Val Blenio, la somma di quattrocentonovantaquattro lire imperiali, a saldo del debito di duemila fiorini previsto dalla transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Berthola de Pegiis f.q. domini Petri, n.p. civitatis Mediolani Porte Verceline parochie Sancte Marie ad Portam.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 40 400 x 210 mm, righe 58. Lacerazione di 15 mm nel margine sinistro, in corrispondenza di una piegatura orizzontale. Edizione: MDT Bl., pp. 1581-1853, nr. 758.

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(dopo il 1465), <...>

<...> / <...>

Frammento di atto che menziona la locazione o la vendita di certi beni, alcuni dei quali situati nel territorio di S. Antonino «ad Domum de Dominabus», «subtus Saxum», «in Volpate», «ad Pontem de la Curta», «in Barazia», «supra Caralem», «ad Sanctum Antorinum», «ad Curzolum», «ad Canzellum», nel territorio di Gudo e nel territorio di <...> «in Campiziis», beni locati da membri della famiglia Molo rispettivamente ai coniugi Magnoto e Giacomina «de Duno» il 6 novembre 1432, a Zanne del fu Righetto di Sassa, abitante a Galbisio, nel territorio di Carasso, e ad Antonio «de Franzio» del fu Martino, abitante a Gorduno il 7 aprile 1427, e infine a Tognino del fu Giovannetto Orelli e a Cristoforo del fu Tognino di Moia il 9 dicembre 1465.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 294,1 305 x 410 mm, righe 37. L'atto è stato tagliato lungo i margini superiore, inferiore e destro per essere riutilizzato come copertina di un documento cartaceo di quattro fogli, su cui è vergata copia dell'atto di fondazione della confraternita del Santissimo Rosario nella chiesa dei SS. Giacomo e Filippo di Pianezzo, del 1. maggio 1666.

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8 gennaio 1466, Milano

Ricevuta / Confessio

Giovanni Scheggia notaio del fu Vivenzio, agente a nome della comunità di Val Blenio, dichiara di avere ricevuto da Bartolomeo, figlio di Giovanni Melzi, i quindici documenti comprovanti gli obblighi dei bleniesi nei confronti del fu Sante Bentivoglio di Bologna e dei suoi eredi, a suo tempo depositati da Pigello Portinari di Firenze presso il detto Giovanni

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Melzi, con l'incarico di custodirli fino all'estinzione del debito fissato nella transazione stipulata (il 12 marzo 1457) dalle parti.

Notaio rogatario: Lancialotus de Sudatis f.q. domini Iohannis civitatis Mediolani Porte Horientalis parochie Sancti Steffanini ad Nuxigiam, n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 38 160 x 210 mm, righe 32. Fori di piccole dimensioni lungo le piegature e il margine inferiore, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Bl., pp. 1856-1858, nr. 760. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), p. 9; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 9.

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14 gennaio 1466, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Zane Bianchi de Onsernone investe a titolo di locazione e msssaricio per 9 anni, Alberto del fu Romerio Bonaldini di Berzona di Onsernone di un appezzamento di terreno prativo con metà casa con tetto in piode nel territorio di Onsernono «super monte de Crestuno» «ad Mollinum», al canone di 2 carri di fieno, al carro di Locarno.

Notaio rogatario: Iacobus n.p. f. Zolli de Mollatiis de Crevezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 39 195 x 330 mm, righe 34. Tre piccoli fori risaqlente alla lavorazione della pelle, nonché due rosicature nel margine superiore e inferiore.

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20 gennaio 1466, Lottigna

Elezione di procuratori alle liti / Instrumentum procure

Brunetto di Martino «Camotini» di Dangio, curatore di Martino del fu Michele di Dangio, come contenuto in uno strumento di procura del 29 aprile 1461, nomina procuratori Domenico di 'Riál', Giovanni «de Arena», Martino di Olivone e Enrichetto del fu Bartolomeo di Dangio con l'incarico di rappresentarlo in qualsiasi controversia.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius f.c. ser Petri i. et n. de Sollario valis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 5 300 x 355 mm, righe 45. Diversi fori di piccole, medie e grandi dimensioni lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura, e un foro di piccole dimensioni nel lato sinistro superiore risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: Mdt Bl., pp. di prossima pubblicazione, nr. regesto aggiunto XXXV.

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31 gennaio 1466, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Giovanni Lorenzo Gandino del fu Giacomo «de Rezedo», abitante a ***, investe a titolo di eredità e enfiteusi Guglielmo del fu Giovanni «Ferarii» di Vairano, abitante a Locarno, di un appezzamento di terreno vignato e arativo con 2 filari di viti, nel territorio di Rivapiana a Minusio «ad Vignietam» e di un appezzamento di terreno arativo e vignato con 2 filari di vigna «in Vinenza», al canone annuo di 2 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, da consegnare per al tempo della vendemmia. Il locatario dichiara di aver ricevuto dal detto Guglielmo 8 lire e 6 soldi di denari nuovi.

Notaio estraente: Petrus p.i.a.n., f. c. Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 40 530 x 410 mm, righe 69. Lacerazioni restaurate nel margine sinistro, nonché diverse macchie.

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25 febbraio 1466, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Zanolo «de Adamino» di Piancalardo, abitante a Piancalardo, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, un mulino situato nel territorio di Sementina «in Sumitate Brughere Somentine», locato agli eredi dei fu fratelli Bernardo e Guglielmo «de Montilliono» di Monte Carasso, ad un canone annuo di 12 soldi di terzoli, e tre terreni situati nel detto territorio «ad Buyram», «ad Senterium Mortice» e «in Frigieris» (?), locati rispettivamente a Domenico del fu Togno «de Laffrancho» di Piancalardo, al prete Stefano e a Stefano del sarto Giovanni, entrambi di Verzasca e abitanti a Sementina, nonché a Guidotto e ai nipoti ed eredi del fu Turco di Monte Carasso. Il prezzo della vendita è di 114 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas de Muralto Locarni f.c. Iohannoli n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 85 540 x 370 mm, righe 61. Tre piccoli fori nella parte superiore.

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10 marzo 1466, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

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I comuni di Bignasco e di Cavergno, rappresentati dal console di Bignasco Antonio di Zane di Guglielmo Zanoni, investono a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Bernardo di Zane di Guglielmo Zanoni di Bignasco e suo fratello Guglielmo, di tre terreni situati nella campagna di «Consolascho», di Cavergno e Bignasco nei luoghi detti «in Ordinibus» e «in Longiis», al canone annuo di due lire e nove soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Marchus f.c. Zanis olim Iacobi Ansermi olim Marchi n.p. de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 75 275 x 280 mm, righe 33. Una macchia di medie dimensioni e alcuni piccolissimi fori lungo le pieghe.

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13 marzo 1466, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Giovannetto del fu Togno Vitale «de Plano Rongiarum» di Monte Carasso vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Sementina «in Pradatio», al prezzo di 112 lire e 13 soldi di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino bianco e tre staia di formentata di segale e miglio.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus Varisiensis f. domini Christofori Tatti p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 86 540 x 410 mm, righe 66. Alcune macchie e un piccolo foro nella parte superiore.

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20 marzo 1466, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Domenico del fu Giovanni detto Bullano di Carena, abitante a Carena, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, un campo appena piantato a filari di vigna situato nel territorio di Pianezzo «in Carrale Pulcra», al prezzo di 64 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di tre staia di segale e miglio.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f. ser Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 87 405 x 380 mm, righe 61. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore e diverse sbiaditure. Sul bordo superiore era cucito un foglietto cartaceo seicentesco con indicazioni relative al contenuto.

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<...> marzo 1466, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Nicolino detto «Squella» Fossati di Meride vende a Baldassarre di Ambrogio «de Braschis» di Saronno, abitante nel borgo di Saronno, un campo con vigna situato nel territorio di Meride «in Bochis» e un campo situato nel territorio di Tremona «in Carpento», al prezzo di 120 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Castelanus de Turbino p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ayroldi de Turbino.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 14 570 x 370 mm, righe 56. La pergamena è stata reimpiegata come copertina di un libro di imbreviature del notaio Antonio Fossati di Meride (anni 1472-1475). Fori, strappi, macchie e sbiaditure di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo il margine sinistro e lungo la piega orizzontale praticata per l'adattamento a copertina, comportano la perdita di parte del testo.

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9 aprile 1466, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona vende a Giacomo del fu Giovannino detto «Zanoexius» di Carmena del fu Giacomino Ottini che abitava a Giubiasco la metà del possesso di un monte a vigna, campo, prato, selva, bosco e sassi, con case e una sorgente, situato nel territorio di Giubiasco «ad Almaterum», che l'8 gennaio 1446 i fratelli Andrea, Taddeo, Giovanni e Bartolomeo del fu Ambrogio Muggiasca avevano locato a titolo di livello ed eredità perpetua al detto Giovannino «Zanoexius» e a sua moglie Domenica del fu Zanino «Caranchoni», ad un canone annuo di otto congi e mezzo di vino o mosto bianco. Il prezzo della vendita è di 680 lire di terzoli, computati in tale somma i 21 ducati d'oro veneti ed i 23 ducati larghi già pagati dal detto Giacomo.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f.q. ser Bertolini de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 3 610 x 395 mm, righe 79. Alcuni piccoli fori e diverse macchie di medie e grosse dimensioni.

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2 maggio 1466, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

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Zane del fu Pizino «de Cappo» di Castione vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, tre terreni situati nel territorio di Castione «ad Vineam de Domo», «in Corognia», «ad Prata de Rozolis», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 88 420 x 365 mm, righe 53. Alcuni piccoli fori e due macchie di medie dimensioni nella parte inferiore del documento.

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6 maggio 1466, Milano

Conferma di privilegi

Su richiesta di Giacomo di Largario, giudice e notaio, di Giacomino di Caslascio e di Guglielmo detto Pongino di Dongio, procuratori della comunità di Val Blenio, Bianca Maria Visconti e Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano, confermano i privilegi e gli statuti della detta comunità e ne accolgono nuovo richieste.

Cancellieri: Giovanni Visconti, Milano (segretario ducale)

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera sotto carta dei duchi Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza di Milano, parzialmente danneggiato e fissato con filo di canapa in calce al testo. Rimane ben riconoscibile lo stemma sforzesco nel campo, mentre la legenda circolare risulta in parte indecifrabile.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 39 280 x 360 mm, righe 35. Fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura e alcune gore di umidità, lungo le piegature. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 291-294 (estratto: pp. 115-118); MDT Bl., pp. 1858-1860, nr. 761. Regesto: Bertoni, BSSI XIV (1892), pp. 12-13; Bolla, La Scuola XXV (1929), p. 12.

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1466, Bellinzona

Supplica

I comuni del contado di Bellinzona supplicano i duchi di Milano Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza, affinché conferminola concessione di Filippo Maria Visconti del 1. giugno 1443 con la quale viene moderato lo statuto di Bellinzona riguardo al divieto di portare con sé attrezzi per il taglio di legna conducendo bestiame al pascolo nel territorio di Bellinzona.

Archivio Comunale Bellinzona 42 (v.n. A. VIII/13) (inserto) Inserti: 1 giugno 1443 (Milano)

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16 maggio 1466, Milano

Conferma di concessione

In risposta ad una supplica dei comuni del contado di Bellinzona, Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano, confermano la concessione di Filippo Maria Visconti del 1. giugno 1443 con la quale viene moderato lo statuto di Bellinzona riguardo al divieto di portare con sé attrezzi per il taglio di legna conducendo bestiame al pascolo nel territorio di Bellinzona.

Cancellieri: Franciscus , Milano (cancelleria di Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza)

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 42 (v.n. A. VIII/13) 295 x 445 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori. Inserti: maggio 1466 (Bellinzona)

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19 maggio 1466, Milano

Concessione

Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano, accolgono parzialmente le 26 richieste del comune di Bellinzona riguardanti in particolare i titoli richiesti al podestà, la riscossione del forletto, le esenzioni dai dazi, l'acquisto di sale tedesco, gli oneri dovuti al borgo, i confini del territorio di Bellinzona, i soldati stipendiati posti a difesa del borgo, la garanzia delle entrate e dei privilegi di Bellinzona, l'obbligo per gli abitanti del contado di prestare la guardia, l'autonomia di Bellinzona, il rifornimento di munizioni e la manutenzione dei castelli, il versamento dei contributi alla città da parte dei comuni della Riviera, la conferma dei decreti ducali in materia di diritto civile, il sequestro dei beni dei debitori, sia indigeni che stranieri, l'uso degli introiti derivanti dal dazio sul legname per la fortificazione delle mura, l'assegnazione al podestà delle cause per il contrabbando di sale e di quelle criminali che coinvolgono stipendiati ducali, connestabili e castellani e la libertà di importare liberamente grano e verdure, pagando però i dazi e i pedaggi consueti.

Cancellieri: Iohannes Vicecomes, Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Sforza)

Sigillo: esistente. Sigillo di Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano, lacunoso e gravemente danneggiato nell'impronta; risulta leggibile la parte superiore dell'arma sforzesca nel campo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 43 (v.n. A. VIII/11) 430 x 540 mm, righe 61. Fori e lacune di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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3 luglio 1466, Como

Commissione / Littere

Giovanni Capretti, arcidiacono di Como e vicario generale del vescovo Lazzaro Scarampi, incarica gli ecclesiastici della diocesi di annunciare pubblicamente durante la messa domenicale l'interdetto pronunciato contro i fedeli di Lumino e Castione per la mancata osservanza di un monitorio emanato dallo stesso vicario il 28 giugno 1466 nella causa tra il comune di Lumino e Castione, da una parte, e Alessio Todeschi e Antonio Magoria, dall'altra, in merito alla riscossione della decima di quei luoghi.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Aluisius de Rippa, n. et scriba curie episcopallis Cumarum.

Archivio Comunale Lumino 22 (inserto)

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(prima del 10 luglio 1466)

Supplica / Supplicatio

I vicini di Isone supplicano il vescovo di Como [Lazzaro Scarampi] di concedere la separazione della chiesa di S. Lorenzo di Isone da S. Martino di Bironico e di erigerla al rango di parrocchiale.

Archivio Parrocchiale Isone 1 (inserto)

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10 luglio 1466, Como

Separazione e erezione di parrocchia / Instrumentum separationis et errectionis

Giovanni Capretti, arcidiacono di Como e vicario generale del vescovo Lazzaro Scarampi, su richiesta del comune di Isone separa la chiesa di S. Lorenzo di Isone da S. Martino di Bironico, la erige al rango di parrocchiale e concede ai vicini di Isone il diritto di nominare il curato. In segno di soggezione all'antica parrocchiale i vicini di Isone dovranno dare alla chiesa di Bironico due candele di 12 once di cera ogni anno per la festa di san Martino, il sacerdote rettore di Isone dovrà recarsi alla chiesa di Bironico per le Palme, per il Venerdì e il Sabato Santo e per la festa di san Martino, mentre il rettore di Bironico dovrà andare a concelebrare per la festa di san Lorenzo ad Isone, ricevendo per questo un pasto appropriato. L'atto è compiuto in presenza e con il consenso di Paiardino Rossi, vicino e procuratore del comune di Isone, nonché di sei canonici del capitolo maggiore di Como.

Notaio estraente: Petrus de Muralto p.i.a.n. ac curie episcopalis Cumane n. et scriba, f.c. domini Pauli, habensque commissionem a ... Branda de Castiliono Dei gratia episcopo Cumano et comitte reddigendi in publicam et autenticam formam instrumenta et scripturas tradita et scriptas per nunc condam dominum Franciscum de Rippa olim n. et scribam episcopalis pallatii Cumarum. Notaio rogatario: Franciscus de Rippa ... notarius et scriba episcopalis pallatii Cumarum.

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Originale estratto da imbreviature (dopo il 1477); lat. Archivio Parrocchiale Isone 1 520 x 390 mm, righe 78. Diversi fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Inserti: (prima del 10 luglio 1466)

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21-28 luglio 1466, Como

Interposizioni d'appello e risposta / Instrumentum nullitatis et appellationis ac responsionis

Il 21 luglio 1466 Giorgio «de Retegnio», procuratore del comune di Lumino e Castione, si presenta davanti a Giovanni Capretti, vicario del capitolo maggiore di Como «sede episcopale vacante», e chiede di poter interporre appello alla sede pontificia contro gli ordini emanati e l'interdetto pronunciato dallo stesso vicario nei confronti della comunità di Lumino e Castione per la mancata osservanza di un monitorio emanato nella causa fra il detto comune, da una parte, e Alessio Todeschi e Antonio Magoria, investiti dal capitolo di S. Pietro di Bellinzona, dall'altra, in merito alla riscossione della decima di quei luoghi. Il detto vicario generale afferma di . Il 28 luglio 1466 lo stesso Giorgio «de Retegnio» ripete la richiesta a Paolo Cocquio, canonico di Como e vicario generale della chiesa di Como in luogo di Giovanni Capretti, assente dalla diocesi, il quale respinge l'interposizione d'appello in quanto essa è stata presentata dopo la scadenza del termine utile.

Notaio rogatario: Abondius de Blavaschis dictus de Retegnio, p.i.a.n. Cumanus f. domini Georgii. Notaio scrivente: Antonius de Ruschonibus n. Cumarum, f.q. domini Iohannis.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 22 550 x 320 mm, righe 87. La pergamena è priva di buona parte del lato destro a causa dell'azione di microrganismi. Ampie macchie violacee per la presenza di microrganismi nella parte destra; un foro risalente alla lavorazione della pelle al centro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 25. Inserti: 3 luglio 1466 (Como)

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3 settembre 14<6>6, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Guido del fu <...> di Bellinzona, col consenso di Giovanni del fu Ambrogio Muggiasca di Bellinzona, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Antonio del fu Zane «de Calcino» abitante a Carasso, di un terreno a campo e prato situato nel territorio di Carasso «in Campagniora», al canone annuo di tre staia di segale.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 287 480 x 190 mm, righe 61. Uno strappo lungo l'angolo superiore sinistro, alcune macchie e diversi fori di piccole e medie dimensioni.

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11 settembre 1466, Bellinzona

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Antonio del fu Pietro Todeschi del fu Giorgio, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, vende al fratello Giorgio, abitante a Bellinzona, la metà della proprietà di terreni e altri beni immobili situati nel territorio e nel contado di Bellinzona, nonché il diritto di riscuotere i fitti gravanti sui beni venduti. La vendita avviene a saldo della quota, gravante sui venditori, della dote della loro defunta madre Balzarina «de Falchis», prima moglie di Pietro Todeschi, e degli alimenti dovuti a Ceschina del fu Ramengo Rusca, seconda moglie del detto Pietro, tutrice di Giorgio Todeschi e delle sue sorelle, ed è stipulata alla presenza di Bartolomeo Caimi, commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus de Palantia p.n. Berinzone. Notaio estraente: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1487 marzo 23); lat. ASTi, Comune di Giubiasco 8 1870 x 220 mm, righe 332. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Fori, rosicature e macchie, in particolare lungo il bordo superiore della prima membrana e inferiore della seconda. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 114; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 37.

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12 settembre 1466, Lumino

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata «sono maioli» nel luogo detto «in Vicinantia prope Giossum de Iullio» per ordine del console Zane detto Taruffo del fu Martino «del Monacho» di Lumino, nomina procuratori Antonio «de Albertello», Pietro del fu Brunetto «de Cappo» e Guglielmo del fu Togno «de Buscho», tutti vicini dello stesso comune, con l'incarico di stipulare una transazione con il capitolo di S. Pietro di Bellinzona nella causa in merito alla decima di quei luoghi e di inviare insieme alla controparte una supplica al papa, affinché approvi l'accordo che sarà raggiunto.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac notarius et habitator Birinzone. Notaio scrivente: Donatus p.i.a.n. Birinzone f.c. Iohannoli Martini Pedruzii habitator Dari teritorii Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 23 630 x 430 mm, righe 87. Piccole rosicature lungo le pieghe e i bordi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 27. Un altro esemplare dell'atto è conservato in Archivio Capitolare Bellinzona, pergamene.

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18 settembre 1466, Ascona

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Paolo del fu Romanolo Poroli di Ascona, beneficiato e rettore della chiesa di S. Pietro di Ascona, investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Simone del fu Giovannolo «Guffredi Olive», pure di Ascona, di un appezzamento di terra arativa e campiva situato nella campagna di Ascona «in Camesserium» [oppure «Camessarium»], al canone annuo di uno staio e una mina di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. f.q. domini Iohanoli de Grilionibus de Schona Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 25 (v.n. AST 6) 385 x 315 mm, righe 47. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle e numerosi forellini e lacerazioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 53, nr. 6.

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26 settembre 1466, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Zanne detto Taruffo del fu Martino «del Monacho» di Lumino, console del comune di Lumino e Castione, e Antonio «de la Campania» del fu Albertello «de Percazio», Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Guglielmo di Togno «de Buscho» e Giacomo del fu Zane «Zanoti de Roncho» di Lumino, tutti procuratori del comune, nonché 13 altri vicini agenti a nome dello stesso, promettono ad Alessio Todeschi del fu Marcolo Todeschi di Bellinzona, agente anche a nome di Antonio Magoria del fu Giovanni e di Bartolomeo del fu Ambrogio, tutti abitanti a Bellinzona e «decimatores» investiti dal capitolo di S. Pietro di Bellinzona della decima di Lumino e Castione, di consegnare 629 lire di terzoli, 40 staia di frumento, <.>60 staia di segale, miglio e panico miscelati, 18 congi di vino bianco e rosso suddivisi in parti eguali e 12 staia di castagne pestate, da versare per metà entro la festa di s. Martino dell'anno in corso e per l'altra metà entro la festa di s. Martino dell'anno 1467. I rappresentanti di Lumino e Castione dichiarano di essere debitori di tali somme nei confronti della controparte per le spese sostenute da quest'ultima nella causa in merito alla decima di quei luoghi e per il canone arretrato degli anni 1463 e 1464, durante i quali gli stessi vicini erano stati investiti della decima dai detti «decimatores».

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 24 520 x 320 mm, righe 71. Pergamena gravemente danneggiata dall'azione di microrganismi nella parte centrale, che presenta estese macchie violacee. Sei piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, piccole rosicature lungo le pieghe. Tre tagli di annullamento. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 26.

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29 settembre 1466, Camignolo

Locazioni / Instrumentum investiture locationis

Guglielmolo del fu Zanolo «de Parono», di Crescino, caneparo delle chiese di S. Pietro e S. Ambrogio di Camignolo e agente a nome delle medesime, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Zane del fu Zanolo «de Parono» di Crescino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Bexera», al canone annuo di uno staio e mezzo di mistura di segale e miglio (1466.ix.29). Il detto caneparo investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Angelino del fu Giovannolo detto Todesco di Crescino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Rechanio» (?), al canone annuo di uno staio e quattro quartine di mistura di segale e miglio (1466.ix.29). Il detto caneparo investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti il detto Angelino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Virgin» (?), al canone annuo di due staia e due quartine di mistura di segale e miglio (1466.ix.29).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 15 560 x 205 mm, righe 103. Alcune macchie.

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29 settembre 1466, Camignolo

Locazioni / Instrumentum investiture locationis

Guglielmolo del fu Zanolo «de Parono», di Crescino, caneparo delle chiese di S. Pietro e S. Ambrogio di Camignolo e agente a nome delle medesime, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Zane del fu Zanolo «de Parono» di Crescino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Bexera», al canone annuo di uno staio e mezzo di mistura di segale e miglio (1466.ix.29). Il detto caneparo investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Angelino del fu Giovannolo detto Todesco di Crescino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Rechanio» (?), al canone annuo di uno staio e quattro quartine di mistura di segale e miglio (1466.ix.29). Il detto caneparo investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti il detto Angelino di un campo situato nel territorio di Camignolo «in Virgin» (?), al canone annuo di due staia e due quartine di mistura di segale e miglio (1466.ix.29).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 15 560 x 205 mm, righe 103. Alcune macchie.

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10 novembre 146<6>, Bellinzona

Deposito di canoni / Instrumentum depositi

Giovanni Rusconi del fu Marcolo Rusca, agente a nome suo e dei suoi fratelli Giorgio e Antonio, aveva investito a titolo di eredità perpetua Zane del fu Giovannotto «de Roncho» di Lumino, ora defunto, di alcuni beni, al canone annuo di un congio di vino da consegnare al tempo della vendemmia e 10 lire di terzoli, 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 4 pollastri da consegnare per s. Martino, il 25 agosto 1416. Inoltre i detti fratelli Giorgio e Antonio avevano investito a titolo di eredità perpetua Gianazio figlio di Giovannotto «de Roncho» di Lumino, ora defunto, di alcuni beni, al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 5 lire di terzoli da consegnare per s. Martino e un congio di vino o mosto da consegnare al tempo della vendemmia, il 16 maggio 1420 (?). In seguito detto Giorgio, ora defunto, aveva venduto i canoni delle due locazioni a Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio, il 17 febbraio 146[1]. Ora i fratelli Giacomo, Tognino e Giovanni detto Motta, figli di Zane di Giovannotto «de Roncho», debitori nei confronti di detto Bartolomeo per il canone di 2 anni (1465 e 146<6>), non avendo trovato i fitti nella casa di Bartolomeo, dopo aver interrogato anche alcuni vicini, davanti a Simone del fu Giacomo «Blegnioni» detto «Bachare» di Lumino, abitante a Bellinzona, consegnano su un carro 4 congi di vino, 8 staia di mistura, 30 lire di terzoli e 8 pollastri.

Notaio rogatario: Petrus Varronus filius ser Christophori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 12 445 x 340 mm, righe 77. Lacune, lacerazioni e fori, lungo i margini e le piegature, dovuti a consunzione e rosicatura.

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26 novembre 1466, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Giulio del fu Petrolo «de Rozollo» di Locarno investe a titolo di eredità e enfiteusi i fratelli Guglielmolo, Giacomo e Giovanni, figli del fu Zanetto «Iacomali» di Minusio, agenti anche a nome del fratello Pietro, di un appezzamento di terreno vignato con piante di castagne, chiamato «Ronco», nel territorio di Minusio «in Campeliis», al canone annuo di 4 brente di vino o mosto rosso, alla brenta di Locarno, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Petrus de Rozollo de Locarno olim n.p. Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n., f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno et n. electus, laudatus, constitutus et confirmatus per consilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publica forma redigendum ac expleri compleri et redigi fatiendum omnes et singulas cartas et instrumenta processus, foleos et protecholos rogatus, traditus et imbreviatus ac rogata, tradita et imbreviata per nunc quondam sser Petrum de Rozollo de Locarno olim notarium publicum Notaio scrivente: Iosep n.p. f. Ambroxij Persici de Vallessina, habitator Locarni.

Originale estratto da imbreviature (1480 febbraio 23); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 41 550 x 215 mm, righe 108. Lacerazione nel margine destro.

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3 gennaio 1467, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Martinetto Caresana di Fusio, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per sei anni rinnovabile a volontà delle parti Adamo Poma di Fusio di due campi situati nel territorio di Fusio, «sub Riveram» (?) e «in Moto Aschaduli», al canone annuo di 12 soldi e due agnelli.

Notaio rogatario: Zanes n.p., f.c. Gullielmi notarii de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 16 385 x 265 mm, righe 48. Due fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri lungo le pieghe. La data indicata dal notaio riporta il mese di febbraio, mentre tutti gli elementi concordano tra loro per il mese di gennaio. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 32.

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3 gennaio 1467, Fusio

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Martinetto Caresana di Fusio, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per sei anni rinnovabili a volontà delle parti Ambrogio del fu Giacomo Ambrosini di Fusio di un terreno situato nella campagna di Fusio «in Canalle», al canone annuo di sei soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes n.p., f.c. Gullielmi notarii de Fuxio Valis Lavizarie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 15 360 x 275 mm, righe 46. Piccoli fori e una lacerazione di medie dimensioni lungo la piega orizzontale. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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12 gennaio 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Tommaso del fu Martino della Casella di Gorduno, abitante a Gorduno, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, due terreni arativi, a vigna e prato situati nel territorio di Carasso «in Garbixio in Cimitate Mote de la Nave de Gorduno», al prezzo di 200 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo

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Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 90 600 x 445 mm, righe 69. Alcuni piccoli fori e macchie di medie dimensioni nella parte superiore del documento.

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12 gennaio 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Donato del fu Tognolo della Casella di Gorduno, abitante a Gorduno, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, un terreno arativo con due filari di vite e una pianta situato nel territorio di Carasso «in Garbixio ad Tictum seu ad Terram Croxam», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 89 590 x 420 mm, righe 73. Alcune macchie e piccoli fori. Regesto: BSB IV (1941), p. 85.

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20 gennaio 1467, Daro (Bellinzona)

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Tognino del fu Marco Fontana, abitante a Daro, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bartolomeo del fu Zanino di Cima di Piancalardo di quattro terreni con edifici situati nel territorio di Gudo «ad Mallum Cantonum», sul monte di Piancalardo nel territorio di Sementina «ad la Maram» e nel territorio di Sementina e di Piancalardo «ad Ronchetum», al canone annuo di 22 lire di denari nuovi e un capretto.

Notaio rogatario: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii habitator Dari.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 1 585 x 205 mm, righe 88. Due piccoli fori nella parte iniziale.

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26 gennaio 1467, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Zanolo «de Adamyno» di Piancalardo vende a del fu Domenico «de Fochis», abitante a Bellinzona, agente a nome proprio e dei fratelli Martino e Nicolao, un di terreno vignato «ad topias» e prativo con una stalla con tetto in piode, aia coperta di paglia e una «casella» con tetto in piode nel territorio di Gudo «ad Clausum de la Rocha». Il prezzo della vendita è di 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Berinzone f. domini Iacobi habitator Berinzone. Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i. moram trahens Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 13 635 x 415 mm, righe 81. Sulla stessa pergamena la presente vendita (righe 1-34) e la locazione dello stesso giorno (righe 35-82). Piccoli fori nel margine inferiore risalenti alla lavorazione della pelle, nonché lacune, lacerazioni e fori, lungo i margini e le piegature, dovuti a consunzione e rosicatura.

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26 gennaio 1467, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo del fu Domenico «de Fochis», abitante a Bellinzona e agente a nome proprio e dei fratelli Martino e Nicolao, investe a titolo di eredità perpetua Martino del fu Zanolo «de Adamyno» di Piancalardo di un appezzamento di terreno vignato «ad topias» e prativo con una stalla con tetto in piode, aia e una «casella» con tetto in piode nel territorio di Gudo «ad Clausum de la Rocha», al canone annuo di 2 congi di mosto bianco, al congio di Bellinzona, da consegnare al tempo della vendemmia e 3 staia di «frumentata» (frumento e segale per metà) da consegnare per la festa di s. Martino, allo staio di Bellinzona.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Berinzone f. domini Iacobi habitator Berinzone. Notaio scrivente: Andreas f.c. Iohannoli de Muralto Locarni moram trahens Berinzone n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 13 635 x 415 mm, righe 82. Sulla stessa pergamena la vendita del 26 gennaio 1467 (righe 1-34) e la presente locazione (righe 35-82). Piccoli fori nel margine inferiore risalenti alla lavorazione della pelle, nonché lacune, lacerazioni e fori, lungo i margini e le piegature, dovuti a consunzione e rosicatura.

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30 gennaio 1467, Claro

Locazione / Instrumentum livelli

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Pietro Magoria di Bellinzona, abitante a Claro, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro del fu Giovannolo di Valle Morobbia, abitante a Claro nella contrada di Brogo nella casa degli Antonietti, di un campo a terra e prato situato nel territorio di Claro «in Saregio», al canone annuo di un congio di vino e uno staio e mezzo di segale e miglio.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 91 490 x 230 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 30 gennaio 1467 cadeva infatti di venerdì e non di sabato, come riportato dal notaio.

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19 febbraio 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum venditionis (sic)

Domenico del fu Giovanni di Carmena, abitante a Carmena, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni la metà di un prato situato nel territorio di Camorino «in la Monda de Camorino», locata a quelli «de Mozino» di Pianezzo, nonché una vigna «ad topias» situata a Pianezzo «ad Cantonum de Supra» dopo la casa del detto Domenico venditore, al prezzo di 125 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di un congio di vino bianco e tre lire di terzoli.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 92 580 x 460 mm, righe 74. Alcune macchie e fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali di grosse dimensioni.

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23 febbraio 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli investiture

Togno del fu Giovannetto Orelli di Moia, abitante a Moia, vende a Giacomino Magoria e a suo padre Pietro, abitanti a Bellinzona, un terreno a selva, bosco e sassi e un terreno arativo situati nel territorio di Moia «ad la Cerinam» e «ad la Mondam de Moyro in Capite Prati de Mazago», al prezzo di 75 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di un congio e mezzo di vino bianco.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 93 560 x 400 mm, righe 82. Macchie e fori di piccole dimensioni.

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18 marzo 1467, Roma (S. Marco)

Commissione / -

Filippo Calandrini, cardinale presbitero del titolo di S. Lorenzo in Lucina e penitenziere maggiore apostolico, incarica il vescovo di Como o il suo vicario «in spiritualibus» di accertare le circostanze esposte dal prete Beltramino Avondi, che ha celebrato gli offici divini in una chiesa sottoposta a interdetto, e se del caso di concedergli l'assoluzione dalla scomunica e la dispensa dall'irregolarità in cui è incorso.

Cancellieri: Ia. Scapputiis (de), Roma (scrittore della penitenzieria apostolica)

Archivio Comunale Lumino 25 (inserto)

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12 giugno 1467, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Anselmo del fu Adamo detto Palla di Bignasco vende a Giulio del fu Petrolo «de Rozollo» di Locarno due terreni e altri beni immobili situati nel territorio di Cevio «ad Clauonum illorum <...>» e «ad Linazium de foris», al prezzo di 111 lire e mezza di denari nuovi.

Notaio rogatario: Philipus n.p., f. Martiny Mazini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 23 290 x 500 mm, righe 45. La pergamena è stata riutilizzata come copertina, presenta due tagli lungo il margine destro, fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, tre dei quali ricuciti nel restauro lungo il margine superiore. Nel recto alcune annotazioni (croce, alcuni disegni, la sigla INRI) e una macchia di medie dimensioni.

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2 luglio 1467, Comprovasco (Leontica)

Locazione / Instrumentum livelli et investiture

L'assemblea dei vicini di Leontica, convocata per ordine del console Giacomo del fu Guglielmo Zanetti di Leontica e dei saltari Domenico del fu Giacomo «de Albertuco» di Leontica e <...>nio del fu Antonio «Humana» di Comprovasco, investe a titolo di fitto perpetuo e livello alcuni suoi membri di alcuni fondi a pascolo situati nel territorio di Leontica e di

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Comprovasco. Il canone consiste nel pagamento della luminaria della chiesa di S. Giovanni di Leontica consistente in totale in due moggi e quattro boccali di olio nonché in quattro libbre di burro annui.

Notaio rogatario: Antonialus de Ambroseto de Aquillo Vallis Blegnii f. ser Iohannis predicte llis p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 7 295 x 415 mm, righe 45. Piccoli fori e due grosse rosicature lungo la piega verticale centrale. Edizione: Mdt Bl., pp. 1869-1872, nr. 764

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30 luglio 1467, Como

Assoluzione e dispensa / Instrumentum absolutionis et dispensationis

Guglielmo Mangiarini, arciprete di S. Lorenzo di Voghera e vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, in esecuzione di una commissione di Filippo Calandrini, cardinale presbitero del titolo di S. Lorenzo in Lucina e penitenziere maggiore apostolico, assolve il prete Beltramino Avondi di Bellinzona dalla scomunica e dall'irregolarità nelle quali era incorso per aver celebrato gli offici divini in una chiesa sottoposta ad interdetto.

Notaio rogatario: Iohannes Aluysius de Rippa f. domini Francisci, p.i.a.n. scribaque curie episcopalis Cumarum.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 25 405 x 275 mm, righe 36. Piccole rosicature e macchie lungo le pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 29. Inserti: 18 marzo 1467 (Roma (S. Marco))

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10 agosto 1467, Camignolo

Locazione / Instrumentum investiture locationis

Guglielmolo del fu Zanolo «de Parono» di Crescino, curatore e amministratore dei beni delle chiese di S. Pietro e di S. Ambrogio di Camignolo, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giovanni di Bellio del fu Zane «de Margniis», abitante a Bellio, e Bertramo di Giovannolo detto Brugnolo di Crescino, di sei appezzamenti di terreno situati nel territorio di Rivera e sul , al canone annuo di due lire e un soldo di terzoli per ognuno dei conduttori.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f.c. ser Franzini.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 9 520 x 210 mm, righe 74. Uno strappo risalente alla lavorazione della pelle ricucito con filo di canapa nella parte superiore; diffuse sbiaditure dell'inchiostro.

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14 agosto 1467

Ordine / Preceptum

Bartolomeo Caimi, commissario ducale e podestà di Bellinzona, su richiesta di Domenico del fu Gabardella di Isone abitante a S. Antonino e di Andrea «de Agrono» abitante a Cadenazzo, che espongono come nello scorso mese di luglio alcune persone hanno illecitamente strappato una siepe e utilizzato come pascolo un terreno situato nel territorio di S. Antonino «in Mondatiis subtus Cadenazium», loro concesso in locazione dal comune di S. Antonino, ordina ai vicini di S. Antonino di recarsi il lunedì successivo sul detto terreno per assistere alla stima dei danni ad opera di stimatori del comune di Bellinzona, e in seguito di presentarsi davanti allo stesso commissario e podestà, il mercoledì seguente, per udire la sua sentenza.

Notaio rogatario: Francischus de la Mota n. causarum Birinzone.

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 8 (inserto)

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2 settembre 1467, Bellinzona

Stima / Instrumentum extimationis

Giacomo del fu Bellolo «de la Mota» e Lorenzo del fu Antonio «del Furno» di Tremezzo, entrambi di Bellinzona, stimatori del comune di Bellinzona, si presentano davanti a Bartolomeo Caimi, commissario ducale e podestà di Bellinzona, e gli riferiscono del danno arrecato da alcuni uomini di S. Antonino il 28 luglio 1467 alla siepe di un terreno situato nel territorio di S. Antonino «in Mondatis subtus Cadenazium», e locato dal comune di S. Antonino a Domenico del fu Gabardella di Isone, abitante a S. Antonino, e ad Andrea «de Agrono» abitante a Cadenazzo, valutando tale danno a 13 carri di fieno.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 8 630 x 230 mm, righe 81. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: secondo l'uso locale il 2 settembre 1467 correva la prima indizione, anziché la quindicesima come indicato nel testo. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84. Inserti: 14 agosto 1467

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29 ottobre 1467, S. Antonino

Locazione con convenzione / Instrumentum hereditatis

La vicinanza di S. Antonino, riunita in assemblea per ordine del console Martino detto Gallo Rossi, investe a titolo di eredità perpetua Bartolomeo Muggiasca del fu Antonio e Alessio Todesco del fu Marco, entrambi abitanti a Bellinzona, di un terreno a bosco e gerbido situato nel territorio di S. Antonino «ad Boschetum», al canone annuo di 16 lire di denari. Le parti stipulano inoltre alcuni patti circa lo sfruttamento del terreno locato.

Notaio rogatario: Ioannes Martinus Nuyronus n. Birinzone p. Notaio estraente: Augustinus Ruscha f.c. domini Bernardini p.i.a.n. et habitator Birinzone notariusque constitutus per conscilium generale comunis Berinzone ad explendum ... cartas ... traditas ... per nunc condam dominum Ioannem Martinum Nuyronum olim ... n. Birinzone p.

Originale estratto da imbreviature ((xvi sec.)); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 9 2400 x 210 mm, righe 286. L'atto è costituito da cinque membrane cucite insieme. La pergamena è gravemente danneggiata da lacerazioni, macchie d'umidità e fori che ne compromettono la lettura, in particolare nella parte iniziale e finale. Alcuni piccoli fori risalgono alla lavorazione della pelle. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 56-57.

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4 novembre 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Pometta 94.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 95 695 x 455 mm, righe 78. Alcune macchie nei bordi e piccoli fori. In allegato vi era un foglietto di carta con annotazione del secolo XVII, ora conservata assieme alla pergamena. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 94

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4 novembre 1467, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Bernino «de Foghis» abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi i fratelli Iemino e Bertramo del fu Giovanni «Saryne» di «Montilliono» di Monte Carasso, di una selva e due appezzamenti di vigna situati nel territorio di Monte Carasso «ad Lorium», al canone annuo di quattro congi di vino o di mosto bianco, quattro staia di formentata di frumento e segale e un carro di legna da ardere.

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Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 7 610 x 275 mm, righe 70. Alcuni fori di piccolissime dimensioni. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 4 novembre 1467 cadeva infatti di mercoledì e non di giovedì, come riportato dal notaio.

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4 novembre 1467, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Zane «del Iorio», abitante a Monte Carasso, agente anche a nome dei suoi fratelli Bertramo, Domenico e Zane, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni un terreno a vigna, prato e gerbido situato nel territorio di Monte Carasso «ad Gazium». La vendita avviene a pagamento di un debito di 128 lire di terzoli prestate ai detti fratelli da Pietro Magoria per riacquistare alcuni beni da Martino di Zane fabbro di Calanca, per pagare la dote di una loro cugina e altri debiti da essi contratti nei confronti del detto Petro, come confermato dallo stesso venditore, da Giovannina del fu Pietro detto Canigia, vedova e seconda moglie di Zane «del Iorio», madre e tutrice dei detti Domenico e Zane, nonché da Zane del fu Giacomalo «del Iorio», zio del detto venditore. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di vino bianco e di uno staio e mezzo di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 94 680 x 410 mm, righe 86. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e piccoli fori. Il primo atto è privo della sottoscrizione notarile. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 95

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26 novembre 1467, Claro

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli et hereditatis

Maffeo del fu Giovanni «de Larate» di Brogo di Claro e il figlio Bartolomeo, abitanti a Claro, vendono a Giovanni del fu Guglielmo Casnedo di Claro, agente anche a nome del nipote Antoniolo, un campo situato nel territorio di Claro, nella campagna di Brogo «ad Ceresiam», al prezzo di 50 lire di denari nuovi. I detti venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 104).

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.q. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 96 510 x 430 mm, righe 59. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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1 dicembre 1467, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata nel luogo detto «ad Stalum dela vicinantia» per ordine del console Antonio del fu Alberto «dela Frixa» di Castione, vende a Tamo del fu Zanolo «de Malo» di Arbedo, abitante nel comune di Lumino e Castione, un appezzamento a selva, bosco e sassi nel territorio di quel comune «in Bassa ad Vidabiale de Bassa», al prezzo di 7 lire e 4 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 26 415 x 255 mm, righe 54. Un foro di piccole dimensioni dovuto a rosicatura nella parte superiore, piccoli strappi lungo i bordi, alcune macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 28.

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19 dicembre 1467, <...>

Arbitrato / <...>

Nella lite tra Battista Rusca del fu Andrea del fu Lucolo Rusca di Bironico, abitante a Bellinzona e agente anche a nome del fratello Pietro, da una parte, e Luca, loro fratello, abitante a Bellinzona, da un'altra parte, e Pietro (?), loro fratello, abitante a Bironico, agente anche a nome del fratello Simone, da una terza parte, relativa alla divisione ereditaria dei beni appartenuti al defunto padre, Cristoforo del fu Magno Molo, Simone «Zachonus» di Pavia del fu Giovanni e Giovanni Antonio di Andrea Rusca di Magliaso, abitante a Bellinzona, arbitri eletti dalle parti, pronunciano il loro arbitrato. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 4 450 x 210 mm, righe 70. Il documento, che presenta alcune lacerazioni e fori, uno dei quali cucito dopo la stesura dell'atto, è privo della parte finale, asportata mediante strappo.

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(dopo il 1467), Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis perpetue

Giovanni Magoria investe a titolo di eredità perpetua Giovanni Pietro Bravi di un terreno con castagni e noci situato nel territorio di Locarno «ad Cazium», al canone annuo di otto brente di vino o mosto, con il patto di poter tagliare gli alberi situati «versus rippam Moneam» per piantare una vigna e seminare.

Notaio rogatario: Nicholaus de Anono n.p.i.a. constitutus f.c. domini Antonii habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 29 690 x 270 mm, righe 101. Il documento è privo della parte iniziale. Una grossa macchia nella parte superiore, fori di piccole e medie dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Il termine post quem per la datazione dell'atto è dato dalla prima menzione del notaio in veste di rogatario (Da Bedano, Il Corpus pergamenaceo, p. 51, nr. 149); egli risulta attivo in tale funzione almeno fino al 1495 (ibid., p. 64, nr. 215).

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13 gennaio 1468, Cevio

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

Le assemblee dei vicini di Bignasco, Brontallo e Menzonio designano i nobili Francesco Orelli di Locarno, Giovanni Lorenzo Gandino, abitante a Locarno, Pietro «de Duno» di Ascona, abitante a Locarno, e Pietro del fu Antonio «de Rozollo» di Locarno, nonché il console di Bignasco Antonio Ferrario e il console di Brontallo Beltramo Conte, incaricandoli di difendere i loro interessi nelle future cause giudiziarie che si celebrassero davanti a Giovanni di Bologna, podestà della comunità di Vallemaggia, Lavizzara, Verzasca e territori annessi, per il tributo di un grosso per ciascun fuoco richiesto da frate Michele, già beneficiato della chiesa di S. Giovanni Battista di Cevio.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.q. Iacobi n. de Cavergnio. Notaio scrivente: Antonius f.c. Andrioli Filipi de Cadassiis de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 76 520 x 365 mm, righe 76. Una grossa lacerazione in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro, nonché fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 gennaio 1468, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Domenico e Martino del fu Pagano «de Plano Pertegaretio» di Piancalardo vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona un terreno a gerbido e campo situato nel territorio di Sementina «in Capellariis», locato a titolo di eredità perpetua agli eredi del fu Zanne di Andreolo «del Iorio» di Monte Carasso ad un canone annuo di 32 soldi di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 473 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete terzoli, la metà di un alpe situato nel detto territorio «in Fugite<...>», locato a titolo di eredità perpetua a Guidotto e ai suoi nipoti di Monte Carasso, eredi del fu Turco, ad un canone annuo di cinque lire e quattro soldi di terzoli, nonché il diritto di riscuotere i detti canoni. Il prezzo della vendita è di 84 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pag.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 97 470 x 190 mm, righe 71. Il documento è lacunoso lungo il margine sinistro e presenta fori di piccole e medie dimensioni.

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27 gennaio 1468, <...>

Vendita / <...>

Agostino «de Pichis» di Besazio del fu Giovanni abitante a Besazio vende a Francesco di Rancate di Meride del fu Giovannolo di Meride tre terreni con alberi situati nel territorio di Besazio «ad Valem de Robinia» e «ad Ronchetum», al prezzo di <...>.

Notaio rogatario: Antonius n. <...>.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 62 435 x 165 mm, righe 80. Alcuni piccolissimi fori e una rosicatura di medie dimensioni lungo le pieghe. Il documento è stato tagliato in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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6 febbraio 1468, Faido

Locazione / Instrumentum livelli et perpetue hereditatis

Guglielmo Pedretti di Fontané, Giovannino «de Solario» di Vigera e Leventino del fu Giacomo «Leventini» di Mairengo, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, investono a titolo di livello perpetuo Giovannino del fu Pietro Ferrari di Chinchengo di un campo situato nel territorio di Chinchengo «in Mondis de suptus», del quale i suoi avi erano già stati investiti a titolo di livello, al canone annuo di sei staia di segale.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n. comunis Leventine, f.c. Ugini de Cruce de Varentio

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 4 220 x 380 mm, righe 35. Nove fori di piccole e piccolissime dimensioni dovuti a rosicatura o consunzione, alcune rosicature lungo i bordi. Edizione: Mdt Lev., pp. 2346-2348, nr. 1051

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13 febbraio 1468, Bellinzona

Conferma di locazione / Instrumentum ratifficationis

I consoli del comune di S. Antonino investono a titolo di eredità Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio e Alessio Todesco del fu Marco, entrambi abitanti a Bellinzona, di un terreno a bosco e gerbido situato nel territorio di S. Antonino «ad Boschetum», al canone annuo di 16 lire di denari. Le parti stipulano inoltre alcuni patti circa lo sfruttamento del terreno locato.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus de Nuyronibus n. Birinzone p. Notaio estraente: Augustinus Ruscha f. domini Bernardini p.i.a.n. et habitator Birinzone notariusque laudatus per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc condam domini Iohannis Martini de Nuyronibus olim ... n. Birinzone p.

Originale estratto da imbreviature (1560 maggio 31); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 10 480 x 310 mm, righe 48. Il testo è in gran parte illeggibile a causa di abrasioni e macchie di umidità che hanno separato l'inchiostro dal supporto. Diversi piccoli fori, uno strappo nel bordo destro e annerimenti lungo quello sinistro. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84.

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22 aprile 1468, Como

Commissione / Littere

Guglielmo Mangiarini, arciprete di Voghera e vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, incarica il prete Gabriele da Gerenzano, beneficiato della chiesa dei SS. Carpoforo e Maurizio di Gorduno, di accertare se l'investitura di due appezzamenti di terreno, che il prete Beltramino Avondi, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, intende stipulare con Gaspare del fu Pietro «del Pellera» e con Tamo figlio separato ed emancipato di Zanolo di Arbedo, abitante a Lumino, sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Adulbertus de Frumento n. et curie episcopalis Cumane.

Archivio Comunale Lumino 27 (inserto)

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28 aprile 1468, Lumino

Locazione / Instrumentum investiture et pactorum

Il prete Beltramino [Avondi], beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, investe a titolo di locazione Gaspare del fu Pietro «del Pellera» e Tamo figlio separato ed emancipato di Zanolo di Arbedo, abitante a Lumino, di un terreno a

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 475 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete gerbido, sassi e bosco con castagni nel territorio di Lumino «in Silvis Sancti Mametis», in ragione di metà per ognuno, nonché il detto Gaspare di un terreno a vigna con 250 viti e con tre edifici diroccati nel territorio dello stesso comune « <...> ». Il canone annuo convenuto è di due congi di vino o mosto, da consegnare al tempo della vendemmia, di due staia di mistura (segale e miglio in parti eguali) e di due capponi, da consegnare per s. Martino. I detti locatori potranno apportare migliorie sopra i beni concessi fino a un valore di <...>, con patto di ritenzione. La locazione è stipulata con il consenso del prete Gabriele da Gerenzano, beneficiato della chiesa dei SS. Carpoforo e Maurizio di Gorduno, delegato di Guglielmo Mangiarini, arciprete di Voghera e vicario generale del vescovo di Como.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.c ser. Iohannoli de Muralto de Locarno n.p.a.i.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 27 1380 x 300 mm, righe 130. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme. Gravi danni lungo tutto il lato destro, che presenta lacune, macchie di umidità e diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Piccole rosicature lungo il bordo sinistro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 30. Inserti: 22 aprile 1468 (Como)

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22 settembre 1468, Comprovasco (Leontica)

Conferma di vendita / Instrumentum conservationis

Prete Lazzaro del fu Antoniaccio di Franzino «de Martiis» di Leontica aveva venduto il canone annuo di un congio di mosto (sei staia) al prezzo di 50 lire per metà agli eredi del fu Giovanni di Elena e per l'altra metà agli eredi del fu Zanino del Nigro di Dongio nelle mani di Guglielmo di Antoniaccio Salvia, agente a nome di Antonio del fu Bartolomeo di Pietrobuono Salvia di Dongio. Ora il detto prete conferma tale vendita nelle mani del detto Antonio Salvia.

Notaio rogatario: Iohanes de Schezia f.q. ser Viventii iudicis et n. de Symiono Vallis Bellegnii n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 8 275 x 280 mm, righe 34. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1888-1890, nr. 768

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24 ottobre 1468, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovannolo detto Tessera del fu Guglielmo «de Montiliono» di Monte Carasso di un campo con viti situato nel territorio di Sementina «in Monda», al canone annuo di due congi di vino bianco o mosto e tre staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani.

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Notaio scrivente: Andreas f.q. Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 15 490 x 285 mm, righe 54. Il documento presenta annerimenti e sbiaditure in particolare nella parte iniziale, e diversi fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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21 novembre 1468, Maggia

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato dal console Giacomo del fu Petroia «de la Glaxina» investe a titolo di locazione per sei anni rinnovabili a volontà delle parti, Michele del fu Antonio Todeschi «de Campallio» di Maggia, Zano del fu Rigolo di Maggia e Pietro, figlio del detto console, della metà dell'alpe Soveneda, in valle di Peccia, al canone annuo di 25 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Martinus n., f.c. Iohannis Martini Maffey de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 24 385 x 230 mm, righe 68. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. L'inchiostro presenta diffuse sbiaditure.

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2 dicembre 1468, Milano

Conferma di privilegio

Il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza conferma alle comunità di Vallemaggia e Verzasca il privilegio di acquistare il sale necessario «in partibus Alamanie», già concesso a suo tempo da Filippo Maria Visconti e poi rinnovato da Francesco Sforza, padre dello stesso Galeazzo Maria.

Cancellieri: Iohannes Vicecomes, Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Sforza)

Sigillo: esistente. Sigillo di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, di cera bianca sotto carta cucito alla pergamena con filo nero. L'impronta è gravemente danneggiata, nel campo si riconosce la metà inferiore dell'arma sforzesca. La legenda risulta illeggibile.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 24 bis (già in Pergamene varie, sc. 107, nr. 25) 260 x 320 mm, righe 16. Fori di piccole dimensioni dovuti a guasti, in particolare lungo le pieghe. Nel margine sinistro macchie violastre probabilmente lasciate da microorganismi. Altri esemplari: Archivio Patriziale Aurigeno 53

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2 dicembre 1468, Milano

Conferma di privilegio

Il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza conferma alle comunità di Vallemaggia e Verzasca il privilegio di acquistare il sale necessario «in partibus Alamanie», già concesso da Filippo Maria Visconti e rinnovato da Francesco Sforza, padre dello stesso Galeazzo Maria.

Cancellieri: Iohannes Vicecomes, Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Sforza)

Archivio Patriziale Aurigeno 53 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 24 bis (già in Pergamene varie, sc. 107, nr. 25)

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15 dicembre 1468, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Guglielmo Pedretti e Antonio del fu Giovanni, nipote e figlio adottivo del fu Guglielmo Pedretti «de Sassello» di Claro, agente anche a nome del fratello Giacomo, con il consenso dei loro tutori Ambrogio del fu Giovanni Guidotti, Giovanni del fu Giacomo «de Pedesasso» di Claro e Giacomo del fu Zane Brunetti di Dagro, abitante a Preonzo, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, abitante a Claro, una vigna situata nel territorio di Claro nella contrada di Duno «ad Viniam de Pallis», a saldo di un debito di 160 lire di denari nuovi contratto dai venditori con il detto Pietro Magoria per l'acquisto di vestiti, calzature e alimenti.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.q. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 98 415 x 350 mm, righe 45. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori nelle pieghe.

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15 febbraio 1469, Como

Commissione

Guglielmo Mangiarini, arciprete di Voghera e vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, incarica il prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se l'intenzione del prete Giacomo «de Moltono», beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, di investire Stefano «de Losernono» di un appezzamento a bosco, guasto e sassi situato nel territorio di S. Antonino «in Laschelgera», sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione a stipulare il contratto.

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Notaio sottoscrittore: Adrumento n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 13 (inserto)

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17 marzo 1469, Avegno

Ricevuta / instrumentum confessionis

Francesco del fu Giovannino «Mazini» di Tegna, console del comune di Tegna, dichiara di aver ricevuto da Martinolo del fu Antonio «Belloni» di Aurigeno, agente a nome del comune di Aurigeno, una lira di denari nuovi per il fitto degli ultimi due anni di tutti i boschi, gerbidi, pascoli e diritti di pascolo «super montibus et stratonis Donzii et Capulli» [Dunzio e Capoli].

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. filius Iorii quondam Zanis Iorii de Vegnio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 5 330 x 300 mm, righe 52. Alcune abrasioni del supporto scrittorio.

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24 marzo 1469, Bignasco

Testamento / Testamentum, iudicamentum et ordinamentum

Simone del fu Giacomo detto Stocco di Bignasco, intenzionato a recarsi in «partibus Tussie» per lavorare «in magisterio», detta il suo testamento e dispone che il comune di Bignasco faccia celebrare dopo la sua morte «totum offitium corporis» nella chiesa di S. Michele di Bignasco e Cavergno e cinque anniversari per l'anima sua e dei suoi congiunti, e che provveda a distribuire cinque elemosine di pane di frumento e di companatico, garantendole su tutte le sue proprietà. Lascia inoltre a Galizia, moglie di Antonio Ferrari di Bignasco, dieci soldi, altrettanti a Simone di Giacomo Simonini di Bignasco e altri dieci soldi ciascuno ai fratelli Zano e Cristoforo di Giacomo Saline di Cavergno. Nomina infine erede universale il comune di Bignasco.

Notaio rogatario: Marchus f.c. Zanis Iacobi Ansermi Marchi n.p. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 77 670 x 280 mm, righe 79. Cinque fori di medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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28 aprile 1469, Locarno

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Testamento / Instrumentum testamenti

Elena figlia del fu *** «de Feruffinis» di Sezzadio, diocesi di Acqui [Terme], moglie di Giovanni Antonio Gandini, abitante a Locarno, detta il suo testamento e istituisce un legato di 20 fiorini, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino, alla chiesa di S. Francesco di Locarno e nomina suo erede universale il marito.

Notaio rogatario: Iacobinus n. [de Bricio de Locarno] Notaio estraente: Saviolus de Bricio de Locarno p.i.a.n., f. q. domini Iacobini n. et n. confirmatus et constitutus per dictum potestatem comunitatis Locarni et plebis et dicte comunitatis generale consilium ad explendum complendum et in publicam formam redigendi et expleri et in publicam formam redigi faciendum omnia et singula instrumenta, testamenta, codicillosque et ultimas voluntates tradita et imbreviata per suprascriptum condam Iacobinum patrem meum tam in protocollis , listis et filziis quam in quaternis et libris tamque distinctis quam indistinctis et qua propter interventum sibi mortis casum expleri, compleri et in publicam formam redigi per eum non potuerunt.

Originale estratto da imbreviature (1484 aprile 26); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 42 370 x 150 mm, righe 58. Lacerazione restaurata nel margine destro, rosicature nel margine sinistro e inchiostro sbiadito nella parte superiore. Il documento era attaccato a un'altra membrana, restano i fori di cucitura nel margine inferiore.

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2 giugno 1469, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Antonio del fu Giovanni del fu Pietro detto Mezzapaga di Bellinzona, marito di Caterina detta Catelosa del fu Pellegrino detto Grillio di San Nazzaro, nel territorio di Progero, e Minollo del fu Pellolo di Moia, marito di Agnese del detto Pellegrino, tutti abitanti a San Nazzaro, nel territorio di Progero ed eredi del detto Pellegrino, vendono a Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria di Locarno, abitante a Bellinzona, un terreno a selva, bosco e sassi situato nel territorio di Progero «ad Sanctam Mariam de Prozaro», al prezzo di 102 lire di terzoli. I detti venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 99 730 x 410 mm, righe 98. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e fori, uno dei quali, di grosse dimensioni, risalente alla lavorazione della pelle.

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30 settembre 1469, Como

Autorizzazione

Stefano Appiani, vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, incarica Giovanni Cusa, canonico della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 480 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete chiesa di Bellinzona, di accertare se l'investitura che intendono stipulare il prete Simone di Cama, cappellano della S. Trinità nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, e Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, sia di vantaggio per la cappella, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Aluysius de Rippa n. et scriba curie episcopalis Cumarum.

ASTi, Pergamene, Pometta 100 (inserto)

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<...> settembre 1469, Torricella

Locazione / Instrumentum investiture locationis

I fratelli Giovanni Pietro e Verardo del fu Iorio Trefogli di Torricella, agenti anche a nome del fratello Francesco, investono a titolo di locazione Maffiolo Trefogli di Torricella di un sedime con edifici situato nella città di Como «in contrata de Capelliis», al canone annuo di 21 fiorini d'oro. (Frammento).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani, f.c. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 5 200 x 195 mm, righe 44. Il documento è stato tagliato nei margini e forato in più parti, probabilmente per essere riutilizzato come rinforzo per la rilegatura di un fascicolo o volume. In due fori si sono conservate tracce del filo.

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4 novembre 1469, Bellinzona

Locazione con patto di miglioria / Instrumentum investiture et pactorum

Il prete Simone di Cama, cappellano della cappella della S. Trinità situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, agente a nome della detta cappella, alla presenza e con il consenso del prete Giovanni Cusa, canonico della chiesa di Bellinzona e delegato di Stefano Appiani, vicario generale del vescovo di Como, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona e patrono della detta cappella, di un orto situato nel borgo di Bellinzona «ad la Mottam», al canone annuo di tre lire di terzoli. Il detto locatario potrà apportare al terreno ogni sorta di migliorie, costruendo una stalla o un edificio, un muro di cinta e piantando viti.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.q. ser Iohannoli de Muralto Locarni n.p.i.a.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 100 555 x 485 mm, righe 59. Un piccolo foro e diverse macchie. Inserti: 30 settembre 1469 (Como)

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10 novembre 1469, Bellinzona

Stima / Instrumentum taxationis et extimationis

Giovanni del fu Aloisio «de Balbis», abitante a Bellinzona, e il notario rogatario Giovanni Antonio «de Cazanore», arbitri eletti il 30 settembre 1469 dal prete Simone di Cama, cappellano della cappella della Santa Trinità, situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, agente a nome della detta cappella, da una parte, e da Cristoforo del fu Martino della Rusca, abitante a Bellinzona, dall'altra, per stimare le migliorie apportate dal detto Cristoforo su un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Bellinzona «Sot Cha» locatogli dal prete Simone con patto di ritenzione delle migliorie il 26 novembre 1461 (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 64), riferiscono che in base alle informazioni assunte il detto locatario ha piantato 738 viti, 1000 pali di castagno e otto «rompis», e ha eretto un muro a sud della lunghezza di 110 braccia, e stimano che il valore di tali migliorie ammonti a 172 lire e otto soldi di terzoli. La stima, accettata dalle parti, è fatta alla presenza del prete Giovanni Cusa, canonico della chiesa di San Pietro di Bellinzona e delegato del vicario del vescovo di Como.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Pagani. Notaio scrivente: Andreas f.q. ser Iohannoli de Muralto Locarni n.p.i.a.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 101 680 x 295 mm, righe 80. Alcune macchie e diversi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: BSB IV (1941), pp. 84-85.

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13 novembre 1469, Rongie (Malvaglia)

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et retrodati

Giacomo del fu Zanino Guglielmuzzi di Leontica vende al prete Lazzaro del fu Antonio «de Martiis», beneficiato della chiesa dei SS. Giovanni e Bartolomeo e a Giacomo, entrambi di Leontica, un terreno e due edifici situati a Comprovasco, nel territorio di Leontica, che Giovanni del fu Antoniolo Stefanini di Semione, agente a nome del detto Giacomo Guglielmuzzi aveva da loro acquistato per 100 fiorini, affittandoli poi al detto prete per 29 anni al canone annuo di un congio di mosto. Il prezzo della vendita è di 100 fiorini.

Notaio rogatario: Guiglielmus Columbonum f. ser Iohannis Stephanini vicinantie de Symiono p.n.a.i.

Originale; ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 37 500 x 405 mm, righe 51. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Mdt Bl., pp. 1893-1896, nr. 770

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30 dicembre 1469, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Il 26 novembre 1467 Giovanni del fu Guglielmo Casnedo di Claro, agente anche a nome del nipote Antoniolo del fu Airoldino di Claro, fratello del detto Giovanni, aveva acquistato da Maffeo del fu Giovanni «de Larate» di Brogo di Claro un campo situato nel territorio di Claro, nella campagna di Brogo «ad Cerexiam», al prezzo di 50 lire di denari nuovi. Il giorno medesimo il detto Maffeo era stato investito del terreno venduto ad un canone annuo di un congio di vino. Ora il detto Giovanni, agente anche a nome del nipote, vende il detto canone livellare a Pietro Magoria del fu Giovanni, vicino e abitante di Claro e di Bellinzona, al prezzo di 50 lire di denari nuovi. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 96).

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.q. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 104 440 x 265 mm, righe 57. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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27 gennaio 1470, Bellinzona

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Domenico di Donato del fu Bernardo Zanini di Carmena, con il consenso di suo padre, conferisce in dote alla moglie Margherita del fu Giramo di Carmena sposata il 14 gennaio dello stesso anno «anulo argenteo», 75 lire di terzoli, e dichiara di ricevere da Antonio, fratello della donna, 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone, f. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 13 420 x 265 mm, righe 49. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 gennaio 1470, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et venditionis nomine dotis

Margherita del fu Giramo di Carmena, moglie di Domenico di Donato del fu Bernardo Zanini di Carmena, con il consenso del marito e del suocero, rinuncia ad ogni pretesa ereditaria nei confronti del fratello Antonio e dichiara di ricevere 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone, f. domini Iacobi.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 12 355 x 260 mm, righe 48. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, oltre a qualche macchia.

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10 febbraio 1470, Bironico

Elezione di arbitri, proroga di termine e arbitrato / Instrumentum compromissi, i. prorogationis, i. arbitramentorum et pronuntiamentorum

Il comune di Medeglia e Drossa, rappresentato dai procuratori Giacomo «Maziagi» del fu Bertramo «de Portegalle» e Giovanni detto Festa del fu Domenico Bagutti, da una parte, e il comune di Bironico, rappresentato dai procuratori Antonio detto Bellono di Martinolo Merloto «de Gordis», Andrea del fu Zanne detto Merloto e Leono del fu Giovannolo detto Cattaneo, dall'altra, designano quali arbitri Antonio del fu Maffiolo Rusca di Bironico e Giacomo del fu Zanino «de Lanfrancho» di Vira per risolvere la lite relativa ai diritti di pascolo entro la prossima metà di marzo (1470.ii.10). I detti arbitri prorogano la durata del compromesso fino al 1. di giugno del medesimo anno (1470.iii.10). Gli arbitri eletti risolvono con la loro sentenza la causa che oppone le dette parti per il pascolo nel territorio di Campelli, stabilendo i rispettivi diritti di sfruttamento (1470.vi.01).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 13 1230 x 375 mm, righe 162. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e lacerazioni e una cucitura precedente la stesura del documento.

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10 febbraio 1470, Bironico

Elezione di arbitri, proroga di termine e arbitrato / Instrumentum compromissi, i. prorogationis, i. pronuntiamentorum et arbitramentorum

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 13.

Notaio rogatario: Ser Andrea de Curte n. Notaio estraente: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Thadei.

Originale estratto da imbreviature (1547 agosto 05); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 14 1370 x 480 mm, righe 138. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme. Fori, macchie e lacerazioni in particolare nei margini.

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20 febbraio 1470, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Giovanni Avondi detto Bionda del fu Avondo, abitante a Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Antonio del fu Giorgio «del Richo» di Castione, console e agente a nome del comune di Castione e Lumino, 30 fiorini del valore di tre lire e quattro soldi ognuno, concessi in prestito allo stesso comune il 24 aprile 1460, e di rinunciare a ogni pretesa in merito a un altro credito di sette ducati d'oro, che i rappresentanti del comune hanno estinto consegnando la somma al prete Bertramino, suo fratello.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 28 335 x 200 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura lungo le pieghe, diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 32.

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27 febbraio 1470, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Iemo del fu Provonzio Rosselli di Preonzo e sua cognata Giovannina del fu Martigniache di Preonzo, vedova di Martino Rosselli, rispettivamente zio e madre e agenti in qualità di tutori di Provonzio, di età compresa tra i quattordici e i venticinque anni, e dei suoi fratelli Iemo e Zanne, di età inferiore ai dodici anni, tutti e tre figli del detto fu Martino del fu Provonzio Rosselli, vendono a Martino del fu Giovanni Cistella di Preonzo, agente a nome di Giacomo del fu Zanne del Prevedo di Chironico e dei suoi figli Giovanni e Zane, per due terzi, come pure di Giovanni, Ambrogio e Giacomello, nipoti dello stesso Giacomo e figli del fu Giacomo, per il terzo restante, otto appezzamenti di terreno, di cui sette a selva e uno a selva e prato, situati nel territorio di Preonzo. I venditori dichiarano di aver ricevuto quale prezzo la somma di duecentodieci lire di terzoli, impiegata per saldare un debito contratto dal detto Martino Rosselli e da altri uomini di Preonzo con Stefano Magoria, abitante a Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Cazanore olim f.q. ser Pagani. Notaio sottoscrittore: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone ac n. Lugani et Vallis f.q. ser Pagani, et n. laudatus, constitutus et approbatus per conscilium generale comunis Birinzone super imbreviaturis nunc q. Iohannis Antonii de Cazanore olim fratris mey et olim f.q. suprascripti ser Pagani, videlicet ad explendum et in publicam formam redigendum omnes cartas et omnia instrumenta... Notaio scrivente: Andreas f.c. ser Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 14 540 x 395 mm, righe 69. Piccoli fori, in particolare lungo le piegature verticali, dovuti a rosicatura, nonché estese scoloriture e abrasioni che compromettono in parte la lettura; il bordo destro della membrana è stato rifilato nella parte inferiore. Edizione: MDT Riv., pp.1419-1424, nr. 660.

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12 marzo 1470, Bignasco

Statuti / Instrumentum pacti

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Bugnasco del fu Giacomo di Bugnasco Mineti di Bignasco, stabilisce alcuni ordini relativi al taglio delle piante nel territorio comunale e alla vendita di beni situati fuori dal territorio di Bignasco e appartenenti a persone del detto comune.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.c. Iohanis Adami de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 78 395 x 350 mm, righe 68. Una lacerazione poco sotto l'angolo superiore sinistro. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 79

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12 marzo 1470, Bignasco

Statuti / Instrumentum pacti

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 78.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.c. Iohanis Adami de Fuxio Valis Lavizarie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 79 470 x 240 mm, righe 71. Una lacuna di grosse dimensioni nella parte superiore sinistra, alcuni piccoli fori e lacerazioni. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 78

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10 febbraio 1470, Bironico

Elezione di arbitri, proroga di termine e arbitrato / Instrumentum compromissi, i. prorogationis, i. arbitramentorum et pronuntiamentorum

Il comune di Medeglia e Drossa, rappresentato dai procuratori Giacomo «Maziagi» del fu Bertramo «de Portegalle» e Giovanni detto Festa del fu Domenico Bagutti, da una parte, e il comune di Bironico, rappresentato dai procuratori Antonio detto Bellono di Martinolo Merloto «de Gordis», Andrea del fu Zanne detto Merloto e Leono del fu Giovannolo detto Cattaneo, dall'altra, designano quali arbitri Antonio del fu Maffiolo Rusca di Bironico e Giacomo del fu Zanino «de Lanfrancho» di Vira per risolvere la lite relativa ai diritti di pascolo entro la prossima metà di marzo (1470.ii.10). I detti arbitri prorogano la durata del compromesso fino al 1. di giugno del medesimo anno (1470.iii.10). Gli arbitri eletti risolvono con la loro sentenza la causa che oppone le dette parti per il pascolo nel territorio di Campelli,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 486 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete stabilendo i rispettivi diritti di sfruttamento (1470.vi.01).

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 13 1230 x 375 mm, righe 162. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e lacerazioni e una cucitura precedente la stesura del documento.

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10 febbraio 1470, Bironico

Elezione di arbitri, proroga di termine e arbitrato / Instrumentum compromissi, i. prorogationis, i. pronuntiamentorum et arbitramentorum

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 13.

Notaio rogatario: Ser Andrea de Curte n. Notaio estraente: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Thadei.

Originale estratto da imbreviature (1547 agosto 05); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 14 1370 x 480 mm, righe 138. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme. Fori, macchie e lacerazioni in particolare nei margini.

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2 luglio 1470, Pontei (Malvaglia)

Locazione / Instrumentum livelli

Martino del fu Giacomolo di Largario, console della vicinanza di Largario, e Pietro del fu Martino «olim Iohanis Iacobi», Giacomo del fu Cortesio Poma e Domenico del fu Antonio «Frigerii», tutti di Largario e agenti a nome della vicinanza «de Largario interrioris», investono a titolo di livello perpetuo Martino del fu Guglielmo del Pizeno di Pontei di Malvaglia di quattro appezzamenti di terreno, di cui tre a vigna, situati nel territorio di Malvaglia, al fitto annuo di tre staia di mosto da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iacobus de Angio f.c. ser Iohanolli iudicis et notarii, vallis Bellegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 16 505 x 280 mm, righe 59. Ampia lacuna lungo il margine sinistro, dovuta a rosicatura e strappo, estese sbiaditure, in particolare nella parte sinistra, e lacerazioni lungo le piegature verticali, che compromettono in parte la lettura, nonché due piccoli strappi lungo il margine destro. Edizione: MDT Bl., pp. 1898-1900, nr. 772

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31 ottobre 1470, Bellinzona

Elezione di procuratore / Instrumentum procure

Poma del fu Giacomo «del Massario» di Claro, vedova di Bartolomeo di Giovanni del fu Guglielmolo «de la Gana» di Claro, e Guglielmo del fu Zanino «del Chino» di Gnosca, suo secondo marito, entrambi abitanti a Gnosca, costituiscono loro procuratore Pietro Magoria, abitante a Bellinzona e vicino di Claro, incaricandolo di riscuotere la dote assegnata a Poma dal suo defunto marito.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 102 325 x 370 mm, righe 41. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e fori di piccole e medie dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB VI (1945), pp. 77-78.

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5 novembre 1470, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli investiture

Pietro di Cristoforo Varroni di Pallanza, abitante a Bellinzona, e Giovanni «del Iorio» del fu Giacomino, abitante a Monte Carasso, procuratori di Giacomino di Cristoforo di Piemoretti, assente dal contado di Bellinzona «in partibus magisterii», erede testamentario del fu Domenico «de Pozarancha» del fu Imino, e agenti a suo nome, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona una vigna situata nel territorio di Monte Carasso «ad Algazium», al prezzo di 150 lire di terzoli. I detti procuratori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di vino bianco e tre staia di mistura.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 103 520 x 390 mm, righe 72. Macchie di medie dimensioni nella parte iniziale del documento e alcuni piccoli fori.

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6 1470, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture locationis

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Il capitolo dei frati del convento e chiesa di S. Francesco a Locarno, convocato al suono della campanella, su richiesta di Gabriele «de ***», guardiano di detto convento, e costituito da Zanetto di Locarno, bacceliere in teologia, Pietro di Lugano, Giacomino di Locarno, Bassiano di Lodi, lettore, Alessandro d'Ivrea, vicario del convento, Bartolomeo d'Ivrea, Gregorio di Pergamo e Pietro d'Ivrea investono a titolo di locazione e massaricio Maffiolo del fu Lorenzo «de Zezio», abitante a Locarno, di due appezzamenti di terreno nel territorio di Orselina «in Herta Zanarii», il primo a ronco vignato «a lizariis» e in parte a gerbido con una stalla scoperta e il secondo prativo cintato con un muro e all'interno con piante novelle, chiamato «Monda», al canone annuo di 4 brente di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e di un paio di polli, che devono essere mangiati da Maffiolo nel detto convento e da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Nicolaus de Anono n.p.i.a. constitutus f.c. domini Antonii habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 43 420 x 310 mm, righe 64. Lacune nell'angolo superiore sinistro, nonché un foro di medie dimensioni, dovuto a rosicatura. Il mese è stato ricostruito in base agli elementi della data (millesimo quadringentesimo septuagesimo, indictione quarta, die mercurii vigesimo sesto mensis <...>) e per il 1470, corrisponde ai mesi di settembre o dicembre.

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1470

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Regesto del sacerdote Edoardo Torriani, trascritto da F. Chazai: «Pergamena nella quale Giuliano de Pozzi compare come potestà di Mendrisio e della pieve di Balerna». (Pergamena deperdita).

Notaio rogatario: [Giovanni Pietro della Torre]

Originale; lat. ASTi, Torriani 6 (= cart. 117.2, nr. 5) - x - mm, righe -. Pergamena deperdita in seguito all'inondazione dei locali della Scuola di commercio di Bellinzona, dove l'archivio era depositato, nel 1934.

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[1471]

Consilium / Consilium

Consilium di Cristoforo Muralto, dottore in entambi i diritti, nella causa tra i fratelli Pietro, Antonio e Stefano figli di Giovannolo Magoria, da una parte, e Giovanni figlio di Donato Magoria e nipote dei detti fratelli, dall'altra, in merito alla ripartizione del patrimonio della famiglia Magoria di Locarno e Bellinzona.

ASTi, Pergamene, Pometta 66 (inserto)

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31 gennaio 1471, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Borrino Colli, commissario ducale e podestà di Bellinzona pronuncia la sua sentenza nella causa tra Antonino Neuroni detto della Porta abitante a Bellinzona, già appaltatore del pascolo e della custodia dei cavalli («cavalarie») del Saleggio nel comune di Bellinzona, e i custodi del detto pascolo, da una parte, e il comune di S. Antonino, rappresentato dal procuratore Leonardo di Vigana, dall'altra, in merito alla condanna di 15 lire di terzoli inflitta dal detto Antonio e dai custodi del pascolo a quelli di S. Antonino per avere fatto pascolare dei cavalli nel territorio di S. Antonino, recandovi danno. Il giudice libera gli uomini di S. Antonino da tale multa e stabilisce che il diritto di condannare chi arreca danno nel territorio di S. Antonino spetta al console, al comune e agli uomini di S. Antonino.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 11 400 x 285 mm, righe 38. Alcuni piccoli fori e un foro risalente alla lavorazione della pelle cucito anteriormente alla stesura dell'atto. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 31 gennaio 1471 cadeva infatti di giovedì e non di mercoledì, come riportato dal notaio. Regesto: Bassetti, Regesti, pp. 84-85; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 57.

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4 febbraio 1471, Bellinzona

Permuta / Instrumentum cambii et comutationis

Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, da una parte, e Andrea Todesco, del fu Pietro Todesco, abitante a Bellinzona, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. Andrea cede un appezzamento di terreno ortivo con piante da frutta nel borgo di Bellinzona in contrada «de Ruguronibus seu de la Mota» e riceve in cambio un appezzamento di terreno prativo, vignato e ortivo con una casa con tetto in piode e un'altra con tetto in paglia, con parecchi «baxitiis» nel territorio di Sementina «ad Malcantonum», un appezzamento di terreno prativo con un fico e un noce «ad Malcantonum lauxum Magnum», locato al defunto Darama «olim filii quondam Dominici dicti Fantini de Verzascha», abitante a Sementina, dalla defunta Margherita, figlia di Briccardo «de Adamino» e vedova di Cristoforo Orelli di Moia, al canone annuo di 8 lire e 8 soldi di terzoli da consegnare per s. Martino, come contenuto nella locazione del 4 marzo 1433 (v. ASTi, Pergamene Pometta 32) e un appezzamento di terreno prativo «ad Rogiam Molandinorum», locato dai cugini Donato e Tognino di Moia a Giovanni di Verdabbio, al canone annuo di 3 lire e 12 soldi di terzoli da consegnare per s. Martino, come contenuto nella locazione del 4 aprile 1439. Il detto Andrea dichiara inoltre di avere ricevuto da Pietro 41 lire e 10 sodi di terzoli, con il patto che detto Pietro ricompri tutti i beni da Andrea al prezzo di 300 lire di terzoli dopo due anni.

Notaio rogatario: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. Iohanoli Martini Pedruzii de Daro territorii Berinzone.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Bellinzonese 15 705 x 320 mm, righe 101. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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9 febbraio 1471, Osogna

Convenzione / Instrumentum pactorum

Il prete Angelino di Giovanni «Careti» di Biasca, preposito della chiesa di S. Pietro di Biasca e beneficiato della chiesa di S. Gratiniano di Osogna, da una parte, e Guglielmo di Roncasc di Osogna, console e rettore di Osogna, Baldassarre Gasparini di Osogna, Giovanni «monacus» del fu Ambrogio, Giovanni del fu Gasparino di Osogna e Giacomo del fu Ambrogio di Osogna, agenti a nome dei vicini di Osogna, dall'altra, si accordano in merito all'officiatura della chiesa di S. Gratiniano e all'amministrazione della cura d'anime a Osogna.

Notaio rogatario: Donatus de Duno p.i.a.n., f.q. domini Tadey de Duno de Schona, vicinus et habitator in terra de Abiascha.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 7 380 x 285 mm, righe 58. Fori, strappi e lacune di piccole e medie dimensioni; sbiaditure d'inchiostro dovute a microorganismi. Edizione: MDT Riv., pp. 1471-1474, nr. 680

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20 febbraio 1471, Lugano

Testamento / Instrumentum testamenti

Francino Rusconi di Magliaso del fu Giorgio detta il suo testamento. Egli lascia alla chiesa di S. Lorenzo di Lugano un fitto di 6 lire di terzoli riscosso su alcuni beni situati a Pura e locati a Martino del fu Arosinolo «de Buschitis» di Pura, perché i canonici di detta chiesa facciano celebrare in perpetuo un annuale di otto messe e avvisino i suoi eredi in tale occasione. Ordina inoltre ai suoi tre figli ed eredi di fare per nove anni dopo la sua morte un'elemosina annua di tre some di biada da distribuire ai poveri, di versare 50 lire di terzoli ai fratelli Antonio ed Elisabetta Rusconi del fu S di Magliaso e agli eredi del fu Nicola di Pura, e di far celebrare per nove anni dopo la sua morte un annuale nella chiesa di S. Francesco di Lugano. Lascia poi a Ettore, suo figlio maggiore, alcuni massarizi situati a Campora, <...>, Beride, Sessa, «Lixora» e «Bressio» in Valtravaglia e la quarta parte della decima di Sessa. All'altro figlio Giovanni lascia una casa con corti ed orto situata a Como a porta Torre e le sue proprietà situate a Casarego, con i quali dovrà intendere come saldata la dote della moglie Pellegrina. Al terzo figlio Gabriele, frate francescano, lascia 10 ducati d'oro; alla figlia Elisabetta una dote di 1000 fiorini (o di 400 fiorini se si monacherà), e alle altre due figlie Giovannina, moglie di Giovanni Donato Pocobelli di Lugano e Margheriita, moglie di Antonio di ser Oltizio Rusca di Lugano, 10 lire di terzoli per ognuna. Nomina infine eredi universali i figli Francesco, Giacomo e Pietro, ordinando loro di prendersi cura di Gabriele, figlio illegittimo del detto frate Gabriele, finché egli avrà raggiunto l'età di ventidue anni, e dispone che la moglie Franceschina Morigia sia «domina maio, massaria, usufructuaria et administratris» dei suoi beni.

Notaio rogatario: Iohannes Carulus n. Lugani. Notaio estraente: Antoniius Carulus p.i.a.n. Lugani f.c. domini Iohannis Caruli, laudatus, ellectus et confirmatus per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 491 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete consilliarios et consilium generale totius comunitatis Lugani et Vallis et Ripperie et pertinentiarum ad explendum, complendum et in publicam formam reddigendum et reddigi faciendum quascumque cartas et quecumque instrumenta ... tradatas et rogatas et tradata et rogata per ... condam dominum Iohannem Carulum patrem meum. Notaio autenticante: Francischus Salla n.p. Lugani f. Zanoni ac etiam abbas seu consul ad hoc ellectus et deputatus per consillium generalle totius comunitatis Vallis Lugani ac Riperie et pertinentiarum.

Originale estratto da imbreviature (1485 dicembre 24); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 12 620 x 470 mm, righe 94. Diversi fori e macchie nella parte superiore, corrosioni lungo i lati nella parte iniziale.

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5 marzo 1471, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro di Genestrerio del fu Nicorolo abitante a San Pietro vende a Melchione «de Barbarinis» del fu Giacomo un campo nel territorio di San Pietro, nel comune di Stabio, «in Archa», al prezzo di 40 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de la Ture Mendrixii p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 4 510 x 335 mm, righe 64. Alcune rosicature lungo il margine destro.

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19 aprile 1471, Vigevano

Concessione / Littere

In risposta a una supplica di Nicolao Muggiasca di Como e Bartolomeo Muggiasca di Bellinzona, il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza autorizza Teodoro Sala, notaio e procuratore di Como, a redigere istrumenti e atti a Bellinzona per i detti Muggiasca, come se fosse iscritto nella matricola notarile del borgo.

Cancellieri: Cicco Simonetta, Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Comune di Giubiasco 24 (inserto)

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25 maggio 1471, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

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Tamino del fu Domenico «de la Borga» e suo nipote Tognino del fu Primo, fratello del detto Tamino, entrambi abitanti ad Arbedo, vendono a Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona del fu Giacomo un campo situato nel territorio di Arbedo «in Retonda», al prezzo di 80 lire di terzoli. I venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del campo appena venduto ad un canone annuo di quattro staia di formentata di segale e frumento.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 16 460 x 320 mm, righe 64. Alcuni piccoli fori nella parte iniziale e lungo le pieghe.

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27 maggio 1471, Mairengo

Locazione / Instrumentum livelli

Domenico di Giacomo Mazzucchi di Vigera, Antonio del fu Zane «Mayzotti» di Tortengo e Guglielmo del fu Zane del fu Guglielmo di Zane «Bonitatis» di Chinchengo, anziani e antepositi della chiesa di S. Siro di Mairengo e della «callonica» dei poveri della chiesa, agenti per volontà dei parrocchiani e a nome della detta «callonica», investono a titolo di livello perpetuo Giovanni del fu Alberto «Mynnocho» di un terreno a prato con un edificio situato nel territorio di Mairengo «ad Viniaziam», al canone annuo di quattro staia di biada di segale da consegnare ai collettori della detta «callonica».

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. et scriba Comunis Leventine f.c. domini presbiteri Iohannis de Prato, habitans Faydi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 7 260 x 340 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori e quattro tagli di annullamento. Edizione: Mdt Lev., pp. 2385-2387, nr. 1064.

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29 maggio 1471, Bellinzona

Costituzione di dote e rinuncia / Instrumentum dotis; instrumentum finis

Togno del fu Pietro Antonioli di Moleno, conferisce in dote a sua moglie Giovannina figlia di Zane «de Ditto» di Moleno, sposata «anullo argenteo» il 12 maggio dello stesso anno, la somma di 75 lire di terzoli, e dichiara di ricevere da Zane, padre della donna, 50 lire di terzoli. Il medesimo giorno la detta Giovannina, con il consenso del marito, rinuncia a ogni pretesa ereditaria nei confronti del padre Zane, e dichiara di avere ricevuto da quest'ultimo 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Nuyronus n. Notaio estraente: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini ac n. per conscillium generale comunis Birinzone deputatus ad extrahendum .... instrumenta ... tradita ... per ... condam patreum meum.

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Originale estratto da imbreviature (1488 gennaio 06); lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 5 710 x 220 mm, righe 102. Alcuni piccoli fori, uno strappo nel margine superiore e diverse rosicature lungo quello destro.

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22 agosto 1471

Citazione / Preceptum

Antonello Orelli di Locarno, Antonio di Gavirate rettore delle scuole di Locarno e Giovanni Cusa di Bellinzona, arbitri eletti nella lite tra i fratelli Pietro, Antonio e Stefano figli di Giovannolo Magoria, da una parte, e Giovanni figlio di Donato Magoria e nipote dei detti fratelli, dall'altra, in merito alla ripartizione del patrimonio della famiglia Magoria di Locarno e Bellinzona, intimano alle parti di comparire davanti a loro.

ASTi, Pergamene, Pometta 66 (inserto)

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(dopo il 22 agosto 1471), Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Antonello Orelli di Locarno, Antonio di Gavirate rettore delle scuole di Locarno e Giovanni Cusa di Bellinzona, arbitri eletti nella lite tra i fratelli Pietro, Antonio e Stefano figli di Giovannolo Magoria, da una parte, e Giovanni figlio di Donato Magoria e nipote dei detti fratelli, dall'altra, in merito alla ripartizione del patrimonio della famiglia Magoria di Locarno e Bellinzona, procedono all'assegnazione dei rispettivi beni e diritti.

Notaio scrivente: Stephanus Ruscha i.a.n. et habitator Birinzone filius domini Baptiste. Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 66 3930 x 300 mm, righe 437. Rotolo composto in origine di 10 fogli pergamenacei cuciti insieme, privo del primo foglio. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: [1471], 22 agosto 1471

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24 agosto 1471, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Bono del fu Zanolo detto Bustecco, Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» e Guglielmolo del fu Zanolo «de

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Parono» promettono di consegnare entro il prossimo primo gennaio a Giovanni del fu Zane di Bellio la somma di otto ducati d'oro, che essi hanno ricevuto in prestito. Il capitano di Lugano e Valle Giovanni Battista Castiglioni condanna i detti debitori a versare il dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 16 205 x 190 mm, righe 43. Piccoli fori, alcune macchie e tre tagli d'annullamento.

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10 ottobre 1471, Bellinzona

Cessione e vendita / Instrumentum concessionis, venditionis et in solutum dationis

Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio, abitante a Bellinzona, che il 13 agosto 1463 è stato investito in locazione dai comuni di Giubiasco e Valle Morobbia di un bosco situato in Valle Morobbia, e che in seguito ha diviso a metà i suoi diritti su di esso con Nicolao Muggiasca del fu Giovanni, mercante di Como, cede ora allo stesso Nicolao la restante metà dei detti diritti e gli vende l'alpe di Pisciarotto, il possesso del monte di Moneta nonché il diritto di far legna nei territori di Poltrino, «Degnora», Valmaggia e Caneggio, al prezzo di 500 lire di terzoli. Tale somma costituisce una parte del debito, contratto a suo tempo da Bartolomeo nei confronti di Nicolao in relazione al finanziamento delle strutture costruite nel detto bosco per lo sfruttamento di una vena di ferro e ora condonato.

Notaio rogatario: Theodorus de Salla p.i.a.n. Cumanus, f.q. domini Filosophi. Notaio scrivente: Ieronimus de Rochis i.a.n. Cumarum, f.q. ser Petri.

ASTi, Comune di Giubiasco 24 (inserto) Inserti: 13 agosto 1463 (Bellinzona), 3 marzo 1464 (Bellinzona), 8 marzo 1464 (Milano), 19 aprile 1471 (Vigevano)

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10 ottobre 1471, Bironico

Permuta / Instrumentum cambii et comutationis

Domenico del fu Giovannolo «de Parnigono» di Bironico abitante a Bironico, da una parte, e Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» di Camignolo abitante a Camignolo, caneparo e agente a nome delle chiese di S. Pietro e di S. Ambrogio di Camignolo, dall'altra, procedono a una permuta di beni. Domenico cede alla controparte due appezzamenti a campo situati nel territorio di Camignolo «in Bregale» e «in Virgis», e riceve in cambio tre appezzamenti a campo e arativo situati nel territorio di Bironico «in Arbostelo», «in Marchorino» e «in Piaza».

Notaio rogatario: Iohaninus de Carexanis de Salla n. Lugani f.c. Stephanini.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 10

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360 x 390 mm, righe 51. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle ricuciti con filo di canapa; alcuni piccoli fori.

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29 ottobre 1471, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture ad hereditatem

I fratelli Giovanni Andrea e Antonio Guido, figli del fu Andriolo Orelli di Locarno agente a nome proprio e del fratello Matteo investono a titolo di eredità e enfiteusi perpetua a Blasio del fu Zanoli Felloli di Solduno, agente a nome proprio e del fratello Giacomo, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «ad rompos et lizarios» nel territorio di Solduno «ad Silvam seu suptus Busticios» e un appezzamento di terreno vignato «super strata v<...> ad Busticios», al canone annuo di 6 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno e 4 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iacobinus [de Bricio] n. Notaio estraente: Saviolus de Bricio de Locarno p.i.a.n. f.q. domini Iacobini n. et n. laudatus, approbatus et constitutus per dominum potestatem comunitatis Locarni et plebis et dicte comunitatis generale consilium ad explendum et in publicam formam redigendum omnia et singula instrumenta rogata, tradita et imbreviata per suprascriptum condam dominum Iacobinum ut publico constat instrumento constitutus rogato et pradito per Iohannem Tadeum de Duno p.n. Locarni et tunc dicte comunitatis canzelarium anno, indictione, die et mense in eo contentis.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 54 x mm, righe . Lacerazione nel margine superiore e sinistro. Gli elementi della datazione («millesimo quadrigentessimo septuagessimo nono indictione quinda die martis vigesimo nono mensis octubris») non corrispondono tra loro: l'estensore indica infatti l'anno 1479, ma i dati cronologici collimano perfettamente con l'anno 1471.

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9 novembre 1471, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture liveli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni detto Longo «de Monyono» del fu Zane, abitante a Progero, curatore dei fratelli Cristoforo e Guarino del fu Tognino Orelli di Moia, assenti dal contado di Bellinzona, nonché Bontà, madre e tutrice di Tognino, Bernardino e Zane, minorenni, figli del fu Cristoforo di Moia, di due terreni situati nel territorio di Moia «ad Ronchos de Moyro», al canone annuo di tre congi di vino bianco e due polli. La locazione è stipulata alla presenza di Borrino «de Collis», commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 105 720 x 270 mm, righe 74. Macchie di medie dimensioni nella parte iniziale e alcuni piccoli fori.

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9 novembre 1471, Bellinzona

Vendita / Instrumentum narrationis et venditionis

Giovanni detto Longo del fu Zane «de Montelyono» di Monte Carasso, procuratore designato da Donato del fu Cristoforo Orelli di Moia nonché curatore dei fratelli Cristoforo e Guarino del fu Tognino, fratello del detto Donato Orelli, il 29 novembre 1463 aveva venduto a Pietro Magoria del fu Giovanni di Locarno, abitante a Bellinzona, un terreno situato nel territorio di Moia «in Roncho de Moyro», al prezzo di 147 lire e otto soldi di terzoli ed era stato investito di tale terreno per un canone annuo di tre congi di vino bianco e due polli, ma la vendita non risultava legale, poiché il terreno era stato venduto il 13 gennaio 1457 da Donato Orelli, agente anche a nome dei nipoti Cristoforo e Guarino, al prezzo di 100 lire di terzoli. Ora Giovanni Longo e Bontà di Zane «de Curte Nova», vedova di Cristoforo del fu Tognino Orelli di Moia, madre e tutrice di Tognino, Bernardino e Zane, minorenni, volendo garantire l'acquirente sui beni di Guarino e Cristoforo, assenti da Bellinzona, per il prezzo di 147 lire e otto soldi di terzoli relativo alla seconda vendita, come pure per le 51 lire e 13 soldi di terzoli per l'acquisto di sale e di altre merci date al detto Cristoforo, vendono a Pietro Magoria due terreni situati nel territorio di Moia «ad Ronchos de Moiro», nonché il plusvalore sul primo terreno. Il prezzo della vendita è di 200 lire di terzoli. La vendita avviene con il consenso di Borrino Colli, commissario ducale e podestà di Bellinzona. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 47 e 72).

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 106 700 x 370 mm, righe 94. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e un piccolo foro nell'angolo superiore destro.

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2<7> novembre 1471, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovannolo del fu Tognino «de Adamazio de Plano Pertegarezio» di Piancalardo investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Martino del fu Zanolo di Piancalardo, di una casa con altri edifici e di un terreno situati a Piancalardo «ad Cortem illorum de Adamino» e «in la Gana subtus curtem illorum de Adamino», e di un prato situato nel territorio di Gudo «in Grosso de la Rocha de Gudio», acquistati il medesimo giorno dal detto Martino locatario al prezzo di 91 lire di terzoli. Il canone annuo convenuto è di due staia di castagne secche, due di segale, uno di miglio e una lira e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 8 320 x 315 mm, righe 43.

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29 novembre 1471, Faido

Sentenza / Instrumentum sententie

Martino Marzi di Fusnengo, luogotenente di Johann Zumbrunnen di Uri, vicario di Leventina, che siede in tribunale a Faido insieme ad altre persone «circumstantes», dichiara che Giacomo del fu Pietro Medici di Osco, Guglielmo Viviani di Fontané e Domenico «Gixlle» di Mairengo, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, agenti in nome proprio, della calonica e della luminaria della detta chiesa, possono disporre dei beni tra i migliori di Giovanni Pasquini di Osco, già abitante a Faido, per garantire i fitti in denaro, in frumento e burro, dovuti annualmente dal casato di quest'ultimo.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. et scriba comunis Leventine, habitans Faydi, f.c. domini presbiteri Iohannis de Prato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 8 235 x 310 mm, righe 29. Un foro di piccole dimensioni dovuto a rosicatura lungo la piegatura verticale destra. Edizione: Mdt Lev., pp. 2391-2393, nr. 1067.

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19 dicembre 1471, Milano

Permuta / Instrumentum transactionis, cambii et permutationis.

Il frate Silvestro di Balbiano, preposito del convento di S. Caterina di Locarno, da una parte, e Dionisio del fu Lafranco «Dionisii» abitante a Riveo, procuratore del comune di Someo, dall'altra, si accordano di fronte al frate Giacomo Landriani, preposito della casa di S. Pietro di Viboldone e maestro generale dell'ordine degli Umiliati, per risolvere la vertenza in merito alla metà dell'Alpe Alzasca, di cui il detto convento richiede la restituzione. Il frate Silvestro cede al comune di Someo la metà dell'alpe, sulla quale si riscuoteva un fitto annuo di 10 soldi (?) imperiali in moneta di Milano, e riceve in cambio un appezzamento arativo nella campagna di Someo «super Sortibus», dal quale si ricava un fitto annuo di 10 lire (?) imperiali in moneta di Milano.

Notaio rogatario: Iohannes de Gallarate f. domini Gabrielis porte Nove parrochie Sancti Euxebii Mediolani p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 9 630 x 380 mm, righe 77. Gravi lacune dovute a guasti nella parte superiore e lungo il margine destro. Diversi fori e gore di umidità. Regesto: Zappa, Alpigiani, pp. 69-70.

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7 gennaio 1472, Aquila

Sentenza / Sententia

Nella controversia tra la degagna di Largario, da una parte, e la degagna di Ponto Aquilesco e Pinadee, dall'altra, in merito alla nomina di un procuratore della valle e di un consigliere della «fagia de supra» nel consiglio di credenza in rappresentanza delle dette degagne, Domenico di Rial, vicario di Val Blenio, dichiara che il procuratore per l'anno in corso deve essere designato dai vicini di Ponto Aquilesco e Pinadee, che in futuro la nomina di tale ufficiale spetti alternativamente alle parti e che il consigliere di credenza debba essere nominato ad anni alterni da esse.

Notaio rogatario: Gullielmus Columbonum f. ser Iohannis Stephaninii vicinantie de Symiono Vallis Belegnii, p.n. comunis Vallis Belegnii et in hac parte notarius et canzelarius prefati domini vicarii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 17 240 x 375 mm, righe 30. Un foro di piccole dimensioni dovuto a usura lungo la piega orizzontale centrale, due fori di piccolissime dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore sinistro. Edizione: MDT Bl., pp. 1917-1919, nr. 778

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9 gennaio 1472, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Cristoforo del fu Giacomo Pedretti di Sasséll di Claro vende a Pietro Magoria del fu Giovanni di Bellinzona, abitante a Claro, una pertica di terreno arativo nel territorio di Claro, al prezzo di cinquanta lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 107 540 x 240 mm, righe 79. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-40) e la successiva locazione (righe 41-79). Edizione: MDT Riv., pp. 1506-1508, nr. 688.

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9 gennaio 1472, Claro

Locazione / Instrumentum livelli

Pietro Magoria del fu Giovanni di Bellinzona, abitante a Claro, investe a titolo di livello perpetuo Cristoforo del fu Giacomo Pedretti di Sasséll di Claro di una pertica di terreno arativo situata nel territorio di Claro, vendutagli il giorno stesso, al fitto annuo di due staia di frumento da consegnare per la festa di s. Martino (11 novembre) o nel mese di novembre.

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Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 107 540 x 240 mm, righe 79. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-40) e la successiva locazione (righe 41-79). Edizione: MDT Riv., pp. 1508-1510, nr. 689.

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18 gennaio 1472, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli investiture

Pietro del fu Maffeo di Prada, abitante a Prada, agente anche a nome del fratello Cristoforo, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni di Locarno, abitante a Bellinzona, un terreno con una stalla situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Fenidum», al prezzo di 280 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di dieci lire di terzoli e quattro staia di formentata.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 108 610 x 440 mm, righe 70. Alcune macchie nella parte superiore e un piccolo foro nella parte finale dell'atto.

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5 febbraio 1472, Lodano

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Zane «de Maurella» abitante a Lodano, console del comune di Lodano, investe a titolo di locazione per nove anni e oltre, a volontà delle parti, Giacomo del fu Bernardo «de Broyo» abitante a Lodano di un campo nella campagna di Lodano «in Stassio», al canone annuo di <...>.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f.q. Antoni dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno. Notaio scrivente: Iohannes de Nobilibus de Mogeno n. [f. Iacobi].

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 6 (= 1/4) 250 x 260 mm, righe 40. Al momento del riordino dell'archivio la pergamena era piegata e cucita per essere utilizzata come busta; numerosi fori, lacerazioni e abrasioni, con perdita di parte del testo, soprattutto nella parte superiore.

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11 aprile 1472, Modrengo (Osco)

Designazione e stima di beni / instrumentum desingnationis et estimationis

Leventino di Giacomo «Leventini» di Mairengo e Antonio del fu Giovannolo «Gixlle» di Roré, stimatori eletti della vicinanza di Faido, e Guglielmo di Giovannolo Cattaneo di Faido, «servitor» del comune di Leventina, dichiarano di aver stimato per i fitti scaduti dovuti alle chiese di S. Siro di Mairengo e di S. Maurizio di Osco un terzo di una casa, un terzo di altro edificio, una parte di orto con piante e una pianta di ciliegio, situati a Modrengo ed appartenenti al casato di Giovanni Pasquini di Osco, beni designati dai consoli e dai vicini di Osco, Modrengo e Vigera. Dichiarano inoltre di aver stimato al fine di garantire i fitti dovuti alle dette chiese otto appezzamenti di terreno, situati a Osco, Vigera e Modrengo.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. et scriba comunis Leventine, habitans Faydi, f.c. domini presbiteri Iohannis de Prato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 5 770 x 340 mm, righe 97. Diversi fori di piccolissime dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Mdt Lev., pp. 2408-2415, nr. 1074

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5 maggio 1472, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro Magoria, abitante a Bellinzona e figlio del fu Giovanni, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Anrigolo Molinari di Giubiasco, abitante a Giubiasco, di un terreno a prato e bosco situato nel territorio di Camorino «ad Mondam de Grasis», al canone annuo di otto lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 109 440 x 165 mm, righe 68. Un piccolo foro.

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9 maggio 1472, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Maffeo del fu Martino Battaglia di Gnosca, abitante a Gnosca, vende a Giacomino Magoria figlio di Pietro Magoria, a nome del quale egli agisce, due terreni situati nel territorio di Gnosca «ad Pedem de Roncho», al prezzo di 99 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di cinque lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 110 490 x 370 mm, righe 61. Tre piccoli fori.

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19 maggio 1472, Aurigeno

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Zano «Martingini», console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di locazione e massarizio Giacomo del fu Pietro «Ferarii» di Maggia di tutti i diritti di pascolo nella località detta «in Salegiis ad Buschum», in territorio di Aurigeno, per una durata di otto anni, e in seguito a seconda della volontà delle parti. Il canone annuo convenuto è di 18 soldi di terzoli, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iacobus p.n., f.q. Antoni dicti Rameli de Nobilibus de Mogeno. Notaio scrivente: Iohannes de Nobilibus de Mogeno n. [f. Iacobi].

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 31 380 x 240 mm, righe 65.

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15 giugno 1472, Bellinzona

Vendita; ratifica di vendita / Instrumentum venditionis e instrumentum ratificationis et confirmationis

Antonio del fu Francesco Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, erede del fu Morazio del fu Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona secondo il testamento rogato il 22 marzo 1459, unitamente a suo figlio Cristoforo, vendono a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, alcuni terreni e beni immobili situati nel territorio di Pianezzo «ad Caralem Bellam», «in Spondatia» e «in Gandilionum Superius», e nel territorio di Camorino «in Monda de Camorino». Tali beni erano stati locati a titolo di livello ed eredità perpetua il 20 novembre 1451 dal detto Morazio a Domenico del fu Giacomo sarto di Cresciano, abitante a Pianezzo, per un canone annuo di quattro staia di mistura di segale e miglio, quattro di castagne pestate, uno staio di marroni freschi e quattro lire di denari nuovi (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 45). Il prezzo della vendita è di 450 lire di terzoli. Il medesimo giorno Vincenzo del fu Giacomo Ghiringhelli, fratello del detto fu Giovanni, erede di Morazio, ratifica tale vendita.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 111 590 x 395 mm, righe 84. Alcune macchie e piccoli fori.

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Regesto: BSB VII (1947), pp. 294-295.

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7 luglio 1472, <...>

Rinuncia / <...>

Elisabetta di Salorino del fu Nicola «olim magistri a muro et a lignamine», vedova di Antonio «de Bizzozerio» detto «de Byumio» del fu Francio, abitante a Como, madre e tutrice di Francesco, Tommaso, <...> e Petrina, rinuncia nelle mani di Bertramo Fontana di Cabbio del fu Giovanni alla quarta parte dei beni situati nel territorio di Sagno già appartenuti al fu Michele «de Suave», la cui quarta parte appartiene ora ad Abbondio «de Suave» suo figlio. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 4 bis 190 x 350 mm, righe 29. Lacerazioni, macchie, diffuse sbiaditure dell'inchiostro. La pergamena è priva della parte finale, asportata mediante taglio, e presenta tre frammenti di carta (oltre a uno staccatosi) incollati nel verso come rudimentale restauro. L'atto è probabilmente stato riutilizzato come copertina di fascicolo.

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5 gennaio 1473, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Tognino del fu Marco Fontana e Giovanni di Bonolo del fu Bernardino Fontana, entrambi di Daro, vendono a Michele del fu Lorenzo «de la Cha» di Daro un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Bellinzona «in clausis illorum de la Cha et ad Vineolam». Il terreno in questione era stato venduto il 21 gennaio 1469 al prezzo di 70 fiorini dai detti Tognino e Giovanni a Bartolomeo del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona, che il 27 novembre 1469 lo aveva locato ai medesimi venditori ad un canone annuo di otto lire e mezza di terzoli con patto di riscatto per la medesima somma e relativi interessi. Il prezzo della vendita è di 70 fiorini più altre 86 lire per gli interessi.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n., f.q. domini Iacobi.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 44 (v.n. A. VIII/15) 570 x 430 mm, righe 82. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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2 marzo 1473, Milano

Costituzione di dote / Istrumentum dotis

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Antonietto «de Arcelis» del fu Giovanni «Dondatii», cameriere ducale abitante nel castello di Porta Giovia di Milano, marito di Elisabetta, dichiara di avere ricevuto da Carlo di Varese del fu Antonio, anch'egli cameriere ducale, abitante nel medesimo castello, e fratello della detta Elisabetta a nome della quale egli agisce, 1250 ducati a titolo di dote che Antonietto si impegna a convertire in una proprietà idonea per garantire la dote.

Notaio estraente: Iohannes Bernardus de Bienate f.q. domini Iohannis Porte Nove parochie Sancti Damiani in Carubio Mediolani n.p. Notaio rogatario: Ambrosius de Coliate n. et causidicus Mediolanensis.

Originale estratto da imbreviature (1505 giugno 02); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 1 365 x 250 mm, righe 57. Sei fori di piccole dimensioni.

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23 marzo 1473, Mendrisio

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum et emolegationis

Nella lite tra Pietro della Porta del fu Cristoforo, abitante a Mendrisio, da una parte, e Bernardino della Porta del fu Vanossio, abitante a Mendrisio, dall'altra, Taddeo Bosia e Giacomo di Bellagio, entrambi abitanti a Mendrisio, arbitri designati dalle parti il 16 marzo 1473, condannano Pietro della Porta, detto Pietrone, a cedere i diritti esigibili dagli eredi di Bassano della Torre su un terreno arativo e vignato di due pertiche situato nel territorio di Mendrisio «in Pabiario», a pagare al detto Bernardino 28 lire di terzoli entro il 1. di agosto e a lasciargli libera la metà di un orto situato nella detta località, garantendola contro le pretese della chiesa di S. Giovanni di Mendrisio. Essi ordinano che un cortile goduto in comune tra le due parti continui ad esserlo e condannano il detto Pietro a chiudere una delle due porte d'accesso al detto orto, lasciandogli diritto di passo per accedere al proprio granaio attraverso due scale.

Notaio rogatario: Benedictus de Busionibus p.i.a.n. Comi f.c. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 6 280 x 220 mm, righe 46. Una macchia nella parte superiore e alcuni piccoli fori.

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6 dicembre 1473, Broglio

Testamento / Instrumentum testamenti

Francesco figlio di Aloisetto Orelli di Locarno, erede testamentario di Zane del fu Otto Ceri di Broglio, detta il suo testamento. Egli istituisce un lascito di quattro lire imperiali da distribuire ogni anno in pane di frumento in ogni comune della valle Lavizzara in suffragio della sua anima e di quella della moglie Margherita, e ordina che insieme al detto pane si distribuiscano 100 lire di formaggio. Infine assegna alla figlia Elena una dote di 40 lire di denari nuovi e nomina suoi eredi universali i figli Zano, Giovanni e Giacomo.

Notaio rogatario: I f.c. Iohanis olim Z de Fuxio.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 25 370 x 300 mm, righe 59. Il documento presenta tre lacune di medie e grosse dimensioni provocate da rosicature, alcuni piccoli fori, due dei quali cuciti (quello nel margine superiore dal restauratore).

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8 dicembre 1473, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Ceschina del fu maestro Antonio Muralto di Locarno e vedova di Albertolo del fu Petrolo Boneti di Piazzogna nel Gambarogno, tutrice dei figli Antonio, Nicola, Margherita e Simona, e l'altro figlio Petrolo, entrambi agenti agenti anche a nome di Giovanni, figlio del detto Albertolo, tutti eredi di quest'ultimo, vendono a ser Francesco del fu Giacomo della Motta, abitante a Bellinzona, un appezzamento di terreno prativo e arativo con vigna nel territorio di Carasso a Galbisio «in Rotondo», locato a titolo di livello il 16 maggio 1457 dal detto fu Albertolo ad Albertolo del fu Tognolo della Casella di Gorduno ad un canone annuo di 5 staia formentata di frumento e segale. I venditori dichiarano di aver ricevuto 100 lire di terzoli quale prezzo.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone

Originale; lat. ASTi, Sacchi 11 (= cart. 2ca, nr. 10) 530 x 230 mm, righe 100.

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3 gennaio 1474, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Vanono del fu Agostino di Brusimpiano, fratello e procuratore di Nicolao, preposito della chiesa di S. Lorenzo Maggiore di Milano e commendatario della chiesa e del monastero di Torello, dichiara di avere ricevuto da Giorgio del fu Pietro «de Bocis» di Monte e da Lorenzo del fu Giorgio di Cabbio, agenti a nome dei comuni di Cabbio, Bruzella, Monte e Muggio, e a nome di Togno del fu Cesco di Muggio, 108 lire di denari nuovi a pagamento dei fitti passati della decima dei detti comuni e del canone di una casa situata a Muggio, locata al detto Togno Ceschi.

Notaio rogatario: Iohannes Carulus p.i.a.n. Lugani, f.q. ser Girardi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 10 225 x 220 mm, righe 36. Tre fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 58.

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11 gennaio 1474, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

Martino del fu Pagano di Verzasca, abitante a Piancalardo, vende a Giacomino di Pietro Magoria, abitante a Bellinzona e agente anche a nome del padre, un terreno situato nel territorio di Sementina e di Piancalardo «al Mondo», al prezzo di 115 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di sei staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iohanoli Martini Pedruzii de Daro.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 112 600 x 325 mm, righe 90. Una macchia di medie dimensioni nella parte iniziale del documento.

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22 gennaio 1474, Bellinzona

Elezione di procuratori e mandato / Instrumentum mandati

Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona nomina suoi procuratori per dieci anni i fratelli Bernardino e Giovanni Antonio Marcacci di Locarno, Aloisio Ghiringhelli abitante a Locarno, e Giovanni Antonio e Giacomino Duni padre e figlio, abitanti a Bellinzona, con l'incarico di riscuotere quanto gli spetta a Bellinzona e nel suo contado, a Locarno, in Mesolcina, in Leventina e in qualsiasi altro luogo. Lo stesso Giovanni nomina inoltre suoi procuratori alle cause i detti procuratori nonché Pietro Duni, Pietro Rusca, Francesco Orelli, Giovanni Antonio Gandino e Giacomo «Gioli», tutti abitanti a Locarno, Giovanni Cusa, Giovanni Antonio Rusca, Gabriele Neuroni, Zanone Rusca e Filippo Rusca, tutti abitanti a Bellinzona, Teodoro Sala, Aloisio «de Baliachis», Nicola «de Salicibus», Giorgio Retegni, Battista della Porta e Antonio Stoppa, tutti di Como, Giorgio Rusca, Agostino Terzaghi, Giuliano «de Balsamo», Ambrogio «de Quiate» e Damiano Bossi, tutti di Milano, Gaspare «del Toschano», Antonio «Marcha», Antonio detto Zambaino e Simone «de Darna», tutti di Mesocco, e Antonio Betola e Alberto «de Salvagnio», entrambi di Roveredo in Mesolcina.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 17 1280 x 190 mm, righe 184. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Fori, strappi, rosicature e macchie, in particolare lungo il margine destro e nella parte finale.

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24 gennaio 1474, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

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Biagio Cusa del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Simone del fu Zane Penatini di Giubiasco, abitante a Giubiasco, agente anche a nome dei suoi fratelli Antonio e Domenico, di un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Vulpate seu in Pradonico», al canone annuo di 16 lire di terzoli e due carri di legna secca da ardere.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 113 565 x 200 mm, righe 79. Alcune macchie, piccoli fori in particolare nelle pieghe, e altri due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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10 febbraio 1474, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giorgio del fu Saviolo «de Baddis» di Locarno dichiara di aver ricevuto da Filippo del fu Guglielmolo «olim quondam Salii» di Ditto, agente a nome proprio e dei fratelli Giovanni e Domenico, 3 mine di castagne per i fitti scaduti (per s. Martino), gravanti su un appezzamento di terreno a campo, nella campagna di Ditto «in Campanea», un appezzamento di terreno a prato con metà casa coperta in piode e un appezzamento di terreno a salva «in Pianella de Casinazio», che erano tenuti per 25 anni dai predecessori di Filippo.

Notaio rogatario: Antonius de Rozollo de Locarno, ac n. Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n., f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno et n. ellectus et constitutus ad explendum et in publicam formam redigendum omnes cartas et instrumenta rogata et imbreviata per nunc quondam ser Petrum de Rozollo de Locarno olim n. p.

Originale estratto da imbreviature (1508 giugno 16); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 44 360 x 200 mm, righe 64. Foro risalente alla lavorazione della pelle e due lacerazioni restaurate nel margine destro. La pergamena era probabilmente cucita insieme con la locazione risalente al medesimo giorno (v. Convento di S. Francesco 45), rimangono i fori di cuciture nel margine superiore.

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10 febbraio 1474, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Saviolo del fu Giorgio «de Baddis» di Locarno investe a titolo di eredità ed enfiteusi Filippo del fu Guglielmolo «olim quondam Salii» di Ditto, agente a nome proprio e dei fratelli Giovanni e Domenico, di un appezzamento di terreno a campo, nella campagna di Ditto «in Campanea super locum», un appezzamento di terreno a prato con metà casa coperta in piode e un appezzamento di terreno a salva «in Pianella de Casinazio», al canone annuo di 3 mine di castagne, da consegnare per s. Martino.

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Notaio rogatario: Antonius de Rozollo de Locarno, ac notarius Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n., f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno et n. electus et constitutus per consilium generale comunitatis Locarni ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulas cartas et instrumenta rogata et imbreviata per nunc quondam ser Petrum de Rozollo de Locarno olim n.p.

Originale estratto da imbreviature (1508 giugno 15); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 45 560 x 250 mm, righe 99. La pergamena era probabilmente cucita insieme con la ricevuta risalente al medesimo giorno (v. Convento di S. Francesco 44), rimangono i fori di cuciture nel margine inferiore.

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12 febbraio 1474, Soresina (Rivera)

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Antonio del fu Martino «de Mutto» di Capidogno di Rivera, abitante a Soresina di Rivera, sua moglie Mengina del fu Vitale di Soresina, col consenso del marito, e Muzia del detto fu Vitale, vendono a Giovanni del fu Giacomolo detto «Foldella» di Sorencino di Rivera, per metà, agente anche a nome dei suoi fratelli Domenico e Pietro, per l'altra metà, un terreno a guasto situato nel territorio di Rivera «in Zarigo», al prezzo di 36 lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohaninus de Carexanis de Salla n.p. Lugani f.c. Stephani. Notaio estraente: Nicollaus de la Piaza de Salla p.i.a.n. Lugani f. ser Steffani Martelle ellectus .... per conscillium generale totius comunitatis Lugani .... ad explendum ... instrumenta ... imbreviata ... per nunc c. ser Iohaninum de Carexanis de Salla olim n.p. Lugani olim f.c. Stephani.

Originale estratto da imbreviature (1490 agosto 05); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 114 615 x 350 mm, righe 77. Alcune macchie e piccoli fori lungo le pieghe.

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5 marzo 1474, Osogna

Locazione / Instrumentum livelli et perpetue hereditatis

L'assemblea dei vicini di Osogna investe a titolo di locazione perpetua il mugnaio Bernardo di Castione di una segheria situata nel territorio di Osogna, al fitto annuo di dieci lire di terzoli da consegnare entro la festa di s. Martino (11 novembre) o nel mese di novembre. Le parti concordano inoltre che il detto Bernardo potrà sfruttare l'acqua del torrente Boggera e costruire un mulino, una pesta e una folla, e stabiliscono alcune condizioni riguardanti il taglio del legname per conto dei vicini e l'uso dell'edificio. Infine Nicolao «scudelarius» di Martino, vicino di Osogna, si oppone alla locazione poiché ritiene che gli arrechi danno.

Notaio rogatario: Donatus de Duno p.i.a.n., f.q. domini Tadey de Duno de Schona, vicinus et habitator in terra de Abiascha.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 8 540 x 225 mm, righe 105. Fori di piccole dimensioni; diffuse sbiaditure d'inchiostro dovute a microorganismi. Edizione: MDT Riv., pp. 1528-1532, nr. 700.

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10 marzo 1474, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Guglielmo «de Stabiello» di Camorino vende a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona un prato situato nel territorio di Camorino «in Stricta», al prezzo di 103 lire di terzoli

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 18 440 x 310 mm, righe 61. Alcuni fori e due strappi, uno nell'angolo superiore sinistro e l'altro nell'angolo inferiore destro.

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16 marzo 1474 (?), Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Magnolo «del Nado» di Bellinzona vende a Giacomo del fu Pietro Magoria di Bellinzona un terreno a campo e vigna con un edificio dal tetto di paglia situato nel territorio di Bellinzona «in Vigneis de Saregio», al prezzo di 760 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 121 600 x 380 mm, righe 52. Macchie e sbiaditure lungo i bordi e alcuni piccolissimi fori. Tra le coerenze: terra hospitalis Sancti Iohannis de Berinzona. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1474 correva infatti l'indizione settima e non la seconda, come riportato dal notaio; inoltre il 16 marzo cadeva di mercoledì e non di martedì.

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5 aprile 1474, Giubiasco

Convenzione / Instrumentum renuntiationis litis ac pactorum, transactionum et conventionum

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Il 13 agosto 1463 i rappresentanti dei comuni di Giubiasco e Valle Morobbia avevano investito a titolo di livello perpetuo Bartolomeo del fu Ambrogio Muggiasca abitante a Bellinzona dei boschi situati in Valle Morobbia «intus Carenam», sui quali poi egli aveva fatto costruire un acquedotto, un forno, una fucina e altri edifici. Lo stesso Bartolomeo, ottenuta licenza da Francesco Sforza duca di Milano di sfruttare una vena di ferro situata in quei luoghi, aveva poi ceduto il 10 ottobre 1471 i propri diritti sui detti luoghi a Nicolao del fu Giovanni Muggiasca, cittadino e mercante di Como. In seguito era sorta una lite tra i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia e lo stesso Nicolao Muggiasca circa i rispettivi diritti, per dirimere la quale ora le parti stipulano un accordo circa la concessione dei detti boschi e il loro sfruttamento.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 24 8690 x 250 mm, righe 1217. L'atto è costituito da 16 membrane cucite insieme. Macchie, incrostazioni e lacerazioni, in particolare lungo il margine destro. Edizione: BSB II (1929), pp. 16-45 (edizione condotta su un altro originale). Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 43-44. Inserti: 10 ottobre 1471 (Bellinzona)

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18 aprile 147<4>, Giubiasco

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia, convocata al suono delle campane nei pressi della chiesa di S. Maria di Giubiasco per ordine di Giacomo del fu Pietro di Serta, console del comune di Valle Morobbia, e di Donato di Paolo «de Sorexio», console del comune di Giubiasco, nomina procuratori 12 vicini, con l'incarico di riscuotere i redditi e i crediti, concedere in locazione i beni dei detti comuni, concludere accordi e risolvere per via arbitrale gli eventuali conflitti in merito alla loro amministrazione. L'incarico ha una durata di 25 anni.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giubiasco 3 1900 x 255 mm, righe 246. Il documento è composto di 5 membrane cucite insieme. Rosicature lungo i bordi delle prime 4 membrane, con perdite sostanziali del supporto scrittorio in particolare nella quarta. 8 fori di varie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella quinta membrana.

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28 aprile 1474, Milano

Concessione ducale

, duca di Milano, trasferisce al cavaliere Antonietto «de Arcellis» della Rocca di Piacenza, cameriere ducale, il possesso «de la Monna» (Lamone) che egli intende impiegare per la dote di sua moglie Elisabetta di Varese.

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(Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 2 450 x 380 mm, righe 17. Il documento è privo di tutta la parte sinistra nonché di un settore in basso a destra (circa mm 190 x 190). Alcuni piccoli fori in corrispondenza delle pieghe.

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2 maggio 1474, Menzonio

Promessa / Instrumentum promissionis et obligationis

Giacomo del fu Guglielmo «Balie» detto «Zioti» di Menzonio, abiatico ed erede del defunto Lafranco «Invernetus», promette a Giacomo del fu Bernardino di Menzonio, console del comune di Menzonio e Brontallo, di consegnare annualmente al comune, il primo giorno di maggio, uno staio di segale cotto in pane da distribuire in elemosina, così come predisposto dal nonno, che aveva impegnato a tale scopo un appezzamento prativo e arativo situato nella campagna di Menzonio.

Notaio rogatario: Marchus f.q. Zanis Iacobi olim Ansermi Marchi, n.p. de Cavergnio Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 4 (= vecchio I/04) 340 x 305 mm, righe 31. Alcuni forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore, una rosicatura lungo una piegatura.

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7 maggio 1474, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovannetto del fu Pietretto di Piancalardo, abitante a Progero, agente anche a nome dei suoi fratelli Zane, Adamino e Bernardino e col consenso dei suoi curatori Giovannotto di Piancalardo del fu Tognino «de Adamazio» e Giacomina del fu Giovannolo del fu Lanfranco «del Gazio» di Monte Carasso, vedova del detto Pietretto e madre di Giovannetto, vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona un prato situato nel territorio di Progero «in la Serta de Prozoro», al prezzo di 90 lire di terzoli ossia di denari nuovi.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f.c domini Iacobi. Notaio scrivente: Andreas f.c. ser Iohannoli de Muralto Locarni n.p.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 19 600 x 380 mm, righe 66. Alcuni piccoli fori e macchie nella parte iniziale.

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21 maggio 1474, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli investiture

Giovannotto del fu Tognino «de Adamatio» abitante «in Plano Partegarezio», nel territorio di Sementina e di Piancalardo, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria di Locarno, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Moia e Gudo «ad Silvam del Mondato» e «in Brugura», al prezzo di 200 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di due congi di vino bianco e cinque staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 115 560 x 410 mm, righe 76. Alcuni piccoli fori, la maggior parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una rosicatura poco sotto l'angolo superiore sinistro.

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31 maggio 1474, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Antoniolo del fu Airoldino del fu Guglielmo di Casnedo abitante a Claro, che agisce con il consenso di Giacomo del fu Albertolo de Guidatiis di Claro, suo suocero e curatore, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, vicino e abitante di Claro, un appezzamento di terreno a prato situato nel territorio di Claro. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo cinquanta lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii n., p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 116 520 x 195 mm, righe 62. Piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: MDT Riv., pp. 1532-1533, nr. 701.

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11 giugno 1474, Caragna (Lugano)

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Cristoforo del fu Antonio di Seregno di Lugano, abitante a Lugano, vende a Martino del fu Lugano Lepori di Sala, abitante a Caragna, nel comune di Lugano, un terreno a selva con piante di castagno situato nel territorio di Caragna «in Selvis de Caragna sed Ronchum illorum de Ponte», al prezzo di 200 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Betolus de Quadrio de Tesserario n.p. Lugani et vallis f. Fomaxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 8 290 x 360 mm, righe 44. Due grosse macchie negli angoli superiori e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle.

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30 1474, Cozzera (Ghirone)

Testamento e rinunzia / Instrumentum testamenti et liberationis

Albertino «Lazari» del fu Guglielmo di Cozzera detta il suo testamento. Istituisce una «septima» in favore dei vicini di Cozzera, Baselga e Aquilesco, un «anualle comestibille» in favore del prete, del sagrestano e del chierico della chiesa di S. Martino di Baselga e un lascito annuo perpetuo di venti soldi di terzoli in favore del prete della stessa chiesa. Lascia inoltre dieci fiorini a sua sorella Giacoma Lazari, a condizione che gli eredi designati non tornino ad abitare in Val Blenio e vendano i beni da lui lasciati, cinque fiorini a sua moglie Sara e altri cinque fiorini ai vicini abitanti a Cozzera. Nomina eredi universali i suoi fratelli Lazzaro, abitante in Surselva, e Giacomo, abitante nella regione dell'Aquila, quest'ultimo però a condizione che lui stesso o i suoi eredi ritornino di persona in valle per abitarvi o per vendere la loro quota di eredità. Infine rinuncia nelle mani di Guido «Camosii» del fu Martino «Camosii» di Cozzera a ogni pretesa in merito alla tutela esercitata a suo tempo da quest'ultimo sullo stesso Albertino.

Notaio rogatario: Iohannes de Albertollis de Gaylono f. ser Iacobi vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 6 600 x 290 mm, righe 88. Il documento è composto di due pergamene cucite assieme con filo di canapa. La prima membrana è priva di un lembo nell'angolo superiore sinistro, asportato mediante taglio in corrispondenza delle r 1-26, e presenta uno strappo ricucito con filo di canapa nel bordo superiore; la seconda è priva a sua volta di un lembo nell'angolo inferiore destro, asportato mediante taglio, e presenta numerosi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. La datazione è incompleta a causa della lacuna del supporto scrittorio: gli elementi conservatisi corrispondono tra loro per il giorno 30 dei mesi di aprile e luglio dell'anno 1474. Edizione: Mdt Bl., pp. 1963-1967, nr. 792.

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14 ottobre 1474, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Giovanni del fu Giacomo «de Zanono» di Pianezzo, abitante a Pianezzo, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, rappresentato dal figlio Giacomino, un terreno situato nel territorio di Giubiasco «in Rovedario», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di sei lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 117 525 x 360 mm, righe 64. Alcuni piccolissimi fori. In allegato vi erano due foglietti di carta con annotazioni del secolo XVII, ora conservate assieme alla pergamena. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 14 ottobre 1474 cadeva di giovedì e non di mercoledì, come riportato dal notaio.

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22 ottobre 1474, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Domenico e Guglielmo del fu Antonio «de Stabiello» di Camorino, agenti anche a nome del fratello Zane, vendono a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona un campo situato nel territorio di Camorino «in Borzeno ad Campaneam de Roxetis», al prezzo di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 20 410 x 210 mm, righe 62. Alcune macchie e un foro di medie dimensioni nella parte iniziale.

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22 ottobre 1474, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Lancillotto Molo del fu Giovanni abitante a Bellinzona investe a titolo di locazione novennale, rinnovabile a volontà delle parti, Michele del fu Lorenzo «de la Cha» di Daro di un terreno a vigna con cinque filari da risistemare situato nel territorio di Bellinzona «in Vineis longhis de Capite burghi». Il canone annuo consiste nella metà del vino prodotto dalla detta vigna, in quattro staia di «formentata» e in un paio di polli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.c. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 45 (v.n. A. VIII/17) 415 x 260 mm, righe 46. Lacerazioni nella parte iniziale del documento e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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31 ottobre 1474, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il prete Albino Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della cappella dei SS. Andrea e Albino, fondata e dotata nella chiesa di S. Maria di Giubiasco dal defunto prete Giacomo Marchesi, suo zio, di cui egli è erede testamentario, dichiara di avere ricevuto da Giacomo del fu Giovannino «de Palude», abitante in Valle Morobbia, agente anche a nome dei nipoti Domenico e Pietro del fu Giacomo «de Penato», cognato di detto Giacomo, tre lire e 12 soldi di terzoli quale canone di locazione di una selva situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Silvam de la Scaladra». La selva in questione era stata concessa in locazione al defunto Giovannino «de Palude» dal fu Giovannolo del fu Antoniolo Ferrari di Codeborgo il 26 maggio 1432, e il canone d'affitto era stato venduto il 9 gennaio 1447 da Vanetto del fu Giacomo Ferrari di terzoli al prete Giacomo Marchesi al prezzo di 90 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 14 460 x 170 mm, righe 63. Una lacerazione nel margine destro e un taglio nell'angolo inferiore sinistro. Alcuni piccoli fori.

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10 dicembre 1474, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Ambrogio notaio di Casnedo, abitante a Claro, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, abitante a Claro e Bellinzona, un appezzamento a campo situato nel territorio di Claro, al prezzo di centocinquanta lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 118 670 x 290 mm, righe 95. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie nella parte iniziale, fori di piccole dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Sul medesimo supporto figurano la vendita (righe 1-49) e la successiva locazione (righe 50-95). Edizione: MDT Riv., pp. 1534-1535, nr. 702.

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10 dicembre 1474, Claro

Locazione / Instrumentum livelli

Pietro Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona e Claro, investe a titolo di livello perpetuo Giovanni del fu Ambrogio di Casnedo di Claro di un appezzamento a campo situato nel territorio di Claro, da lui venduto il giorno stesso, al fitto annuo di sei staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e tre mine di frumento da consegnare per la festa di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 515 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete s. Martino (11 novembre) o nel mese di novembre.

Notaio rogatario: Donatus iudex de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 118 670 x 290 mm, righe 95. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie nella parte iniziale, fori di piccole dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Sul medesimo supporto figurano la vendita (righe 1-49) e la successiva locazione (righe 50-95). Edizione: MDT Riv., pp. 1535-1536, nr. 703.

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31 dicembre 1474, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giovanni del Prete «de Larate», col consenso di Giorgio del fu Giacomo di Pellolo «de Sassello» di Claro e di Giovanni del fu Guglielmo Casnedo di Claro, tutori delle sorelle Margherita e Giacomina del fu Pietro detto Pietrone «de Larate» di Brogo di Claro, vende a Pietro Magoria del fu Giovanni, vicino e abitante di Claro e di Bellinzona, due terreni a prato situati nel territorio di Claro «in Campagiora» e nella campagna di Cassero «in Chotero», a pagamento della somma di 235 lire di denari nuovi dovute al detto Pietro Magoria quale prezzo di alcune proprietà rivendutegli il giorno stesso.

Notaio rogatario: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 119 580 x 330 mm, righe 75. Fori di medie e piccole dimensioni in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione corrispondono tra loro per l'anno 1474, benché il documento sia datato secondo lo stile della Natività.

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20 gennaio 1475, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Zane del fu Antonietto «de Pozarancha», abitante a Monte Carasso, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria di Bellinzona e agente a suo nome, un terreno situato nel territorio di Progero «in Cugnascho subtus Sertam de Prozaro», al prezzo di 76 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino bianco e due staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 120

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510 x 340 mm, righe 76. Una cucitura precedente la stesura del testo nella parte finale, in corrispondenza della sottoscrizione notarile, e alcuni piccolissimi fori.

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11 febbraio 1475, Gordevio

Vendita / Instrumentum venditionis

Petrina del fu (?) Antonio «Zanis Martingini» di Aurigeno, moglie di Zane del fu Giacomo «Grate» di Gordevio, col consenso del marito vende a Zane del fu Fanchino di Aurigeno un appezzamento di terreno a prato con alberi di castagno e rovere e la metà di una stalla coperta in piode, situati nel territorio di Aurigeno «in Plano August[i]». La venditrice dichiara di avere ricevuto quale prezzo 90 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. Iorii quondam Zanis Iorii de Vegnio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 60 405 x 375 mm, righe 57. Due grandi fori e una lacerazione risalenti alla lavorazione della pelle, ricuciti con filo di canapa.

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13 marzo 1475, Vigevano

Concessione

Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, concede a tutti gli uomini di Isone di far uso per le proprie necessità del sale importato a Bellinzona.

Cancellieri: Gabriel , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 9 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 14

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13 marzo 1475, Vigevano

Concessione

Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, concede a tutti gli uomini di Isone di far uso per le proprie necessità del sale importato a Bellinzona.

Cancellieri: Gabriel , Milano (cancelleria ducale)

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ASTi, Pergamene, Comune di Isone 14 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 9

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4 aprile 1475, Lumino

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, riunita per ordine del console Pietro del fu Togno «de la Frixa» di Castione, costituisce procuratori Giacomo detto Soldato del fu Simone, Pietro del fu Brunetto, Antonio del fu Alberto «de la Frixa», tutti di Castione, e Iemo «de Buscho» del fu Togno, Simone del fu Giacomo «Bregnoni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monicho», tutti di Lumino, con l'incarico di stipulare prestiti, vendere, concedere in locazione e dare in pegno beni del comune nonché di stipulare compromessi in qualsiasi causa, e in particolare nelle liti con i comuni di Roveredo e S. Vittore, per la durata di due anni. Inoltre costituisce procuratori alle cause le medesime sei persone del comune, insieme a Giovanni Cusa, Gabriele Neuroni, Zanono Rusca e Filippo Rusca, causidici di Bellinzona, a Giovanni Martino Somazzi, Andrea Somazzi, Giovanni Antonio «del Carnavario» e Castellano «de Turbino», causidici di Lugano, ad Aloisio «Baliacha», Giorgio «de Retegnio», Teodoro Sala, Antonio Stoppa e Battista della Porta, causidici di Como, e infine a Francesco Bolla, Candido Porro, Agostino Terzaghi, Ambrogio «de Colliate» e Giuliano «de Balsamo», causidici di Milano.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 29 2010 x 220 mm, righe 241. Documento composto di quattro fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Piccole rosicature nel primo foglio, in particolare lungo i bordi laterali. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 35.

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16 aprile 1475, Claro

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et dati; instrumentum livelli

Agostino del fu Antonio del fu Ambrogio Casnedo notaio di Claro, abitante a Claro, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, vicino e abitante di Claro, un prato situato nel territorio di Claro «in Prato del Ysolla ubi dicitur in Prato de Strata», al prezzo di 29 lire e sei soldi di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del prato appena venduto ad un canone annuo di uno staio di frumento.

Notaio rogatario: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 122 375 x 430 mm, righe 50. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. In allegato vi erano due foglietti di carta con annotazioni del secolo XVI e XVII, ora conservate assieme alla pergamena. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1475 correva infatti l'indizione ottava e non la nona, come riportato dal notaio, inoltre il 16 aprile cadeva di domenica e non di giovedì. Si noti che tutti gli elementi corrisponderebbero tra loro per il 16

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 518 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete novembre 1475.

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20 aprile 1475, Dongio

Elezione di procuratori alle liti / Instrumentum procure et mandati ac sindicatus

L'assemblea dei vicini di Dongio nomina procuratori Giovanni «Berte» di Crespogno del fu Zane, Bartolomeo del fu Giacomo giudice di Torre, Pietro del fu Antonio di Marogno, cuoco della duchessa di Milano, nonché Giovanni detto «Saxinum» del fu Alberto di Crespogno, con l'incarico di rappresentare la vicinanza nella controversia con il prete Giacomo di 'Rurét' del fu Giovanni di Malvaglia, beneficiato della chiesa di S. Fiorenzo di Dongio, ed ottenerne l'allontanamento.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Schezia f. ser Iohannis n. de Simiono, vallis Belegnii p.ia.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 41 440 x 320 mm, righe 62. Rosicature lungo le piegature verticali. Edizione: MDT Bl., pp. 1976-1978, nr. 795.

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22 aprile 1475, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, riunita «sono maioli» per ordine del console Pietro detto Pedrossio del fu Togno «de la Frixa» di Castione e del camparo Giacomo del fu Alberto «de Roncho» di Lumino, vende a Guglielmo del fu Togno «de Buscho» di Lumino, agente anche a nome dei suoi fratelli Domenico, Giovanni e Antonio, un appezzamento a gerbido, bosco e sassi nel territorio dello stesso comune «in Orbello», al prezzo di 81 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 30 1095 x 225 mm, righe 125. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi lungo il lato sinistro, sbiaditure dell'inchiostro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 33.

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2 maggio 1475, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Giovanni del fu Antonietto «de Vegetio», abitante a Mendrisio, vende a Nicolao della Torre del fu Antonio, abitante a Mendrisio, la terza parte di un sedime con cortile, portici, stalle, lobbie e cantina situato a Mendrisio nella contrada di *** «sive de Caslatio», dove il detto venditore abita, al prezzo di 100 lire di terzoli, di cui 40 lire e nove soldi dovuti dal venditore al detto Nicolao.

Notaio rogatario: Paxinus de Busionibus de Mendrixio n.p. Cumarum f.c. domini Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 7 535 x 305 mm, righe 83. Rosicature lungo il margine sinistro e due piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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2 giugno 1475, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti

Pietro Magoria del fu Giovanni Magoria di Locarno, abitante a Bellinzona, detta il suo testamento designando esecutori il frate Deodato «de Laude», priore del convento di S. Giovanni Battista del Dragonato e il prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona. Egli assegna a titolo di dote alla cappella di S. Agostino, situata nella detta chiesa di S. Giovanni Battista e da lui stesso fondata, alcune proprietà e sei congi di vino su tutti i suoi beni per la celebrazione di tre messe ogni settimana e due annuali di dodici messe ciascuno. Assegna alla fabbrica del convento 200 lire di terzoli e alla chiesa di S. Maria Maggiore di Milano un ducato d'oro. Nomina la moglie Giovannina del fu Pietro Cusa usufruttuaria di tutti i suoi beni, lascia alla figlia Margherita, moglie di Lancillotto Molo, 400 fiorini in contanti o in titoli di credito e agli eredi maschi di suo fratello Antonio Magoria, o in subordine ai discendenti maschi della linea più vicina tra i parenti del testatore, un sedime situato a Bellinzona, nella contrada di Nosetto. Egli condona al nipote Giovanni detto Fra, figlio di suo fratello Donato, un debito di 36 fiorini, assegna in dote alla nipote Margherita del fu Giovanni di Carate e della fu Maddalena Magoria, sua sorella, 200 lire di terzoli, e nomina suo erede universale il figlio Giacomino o la figlia Margherita, se Giacomino morisse senza figli. Il testatore ordina di essere seppellito nella chiesa di S. Giovanni Battista presso la cappella di S. Agostino.

Notaio rogatario: Iohannes de Cuxa n.p. Berinzone. Notaio estraente: Filippus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis c. domini Iohannis de Cuxa olim n.p. Berinzone ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1492 novembre 19); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 123 1700 x 210 mm, righe 245. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Edizione: BSB VI (1944), pp. 158-163. Regesto: BSB V (1942), p. 25.

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2 ottobre 1475, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et dati; instrumentum investiture liveli

Imino del fu Giovanni «Sarina de Monyono», abitante a Monte Carasso, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria, due terreni con edifici situati nel territorio di Sementina e di Monte Carasso «in Cortavero» e «in Monyono et ad la Zotam», al prezzo di 73 lire e tre soldi di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di quattro staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 124 500 x 400 mm, righe 73. Macchie di medie dimensioni nella parte iniziale e piccoli fori.

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4 novembre 1475, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giovanni detto Brugnolo di Camignolo, agente anche a nome del fratello Giovanni, vende a Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» e a Giovanni del fu Zanollo «de Canono de Bellia», entrambi di Camignolo, canepari delle chiese di S. Pietro e S. Ambrogio di Camignolo e agenti a nome delle medesime, un terreno con 12 piante di castagno situato nel territorio di Camignolo «in Piancha de Morecha», al prezzo di 52 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. Zanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 17 580 x 390 mm, righe 64. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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4 novembre 1475, Bironico

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» e Giovanni del fu Zanollo «de Canono de Bellia», entrambi di Camignolo, canepari delle chiese di S. Pietro e S. Ambrogio di Camignolo e agenti a nome delle medesime, investono a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Antonio del fu Giovanni detto Brugnollo di Camignolo, agente anche a nome del fratello Giovanni, di un terreno con 12 piante di castagno situato nel territorio di Camignolo «in Piancha de Morecia», al canone annuo di uno staio di segale. Le parti convengono che i detti fratelli potranno riscattare tale canone al prezzo di 52 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. Zanis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 18 525 x 320 mm, righe 70. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, nonché alcune macchie.

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[27] novembre 1475, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo detto Soldato del fu Simone «de Roncho», Iemo «de Buscho» del fu Togno, Antonio «de la Frixa» del fu Alberto «de la Frixa», Simone del fu Giacomo «Blegnoni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monicho», procuratori del comune di Castione e Lumino, vendono a Ilario «de Furmento», daziere di Bellinzona, figlio del fu Antonio «de Furmento» e cittadino di Como, un appezzamento di terreno a bosco e gerbido nel territorio del detto comune «in Bozorina», della misura di 50 pertiche, al prezzo di 800 lire di soldi terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha [f.q. domini Thomaxii] n.p. Birinzone. Notaio estraente: Mafiolus Ruscha p.i.a.n., f.c. domini Thomaxii, habitator Birinzone, laudatus et constitutus per conscilium comunis Birinzone ad explendum et in publicam formam reddigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita ... per nunc condam Iohannem Petrum Ruscham olim fratrem meum et olim n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (20 ottobre 1480); lat. Archivio Comunale Lumino 31 1100 x 245 mm, righe 129. Documento composto di due membrane cucite insieme con filo di canapa. Rosicature lungo il lato sinistro, con piccole perdite di testo. Il documento è a sua volta cucito insieme alla locazione e alla ricevuta, che seguono, stipulati nel medesimo giorno. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 34. Gli elementi della datazione riportati dal notaio («anno a nativitate ... millesimo quadrigentesimo septuagesimo quinto, indictione nona, die lune decimo septimo mensis novembris») non corrispondono tra loro, in quanto il 17 novembre 1427 cadeva di venerdì. La data è stata corretta in riferimento ai due atti cuciti insieme alla presente vendita.

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27 novembre 1475, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Ilario «de Furmento» del fu Antonio, cittadino di Como e abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello perpetuo Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo detto Soldato del fu Simone «de Roncho», Iemo «de Buscho» del fu Togno, Antonio «de la Frixa» del fu Alberto «de la Frixa», Simone del fu Giacomo «Blegnoni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monicho», procuratori del comune di Castione e Lumino, di un appezzamento di terreno a bosco e gerbido nel territorio del detto comune «in Bozorina», della misura di 50 pertiche, appena vendutogli, al canone annuo di 56 lire di terzoli da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha [f.q. domini Thomaxii] n.p. Birinzone. Notaio estraente: Mafiolus Ruscha p.i.a.n., f.c. domini Thomaxii, habitator Bellinzone, laudatus et constitutus per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 522 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete conscilium comunis Birinzone ad explendum et in publicam formam reddigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita ... per nunc condam Iohannem Petrum Ruscham olim fratrem meum et olim n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (23 ottobre 1480); lat. Archivio Comunale Lumino 31 1050 x 260 mm, righe 108. Documento composto di due membrane cucite insieme con filo di canapa. Piccole rosicature nella parte inferiore destra della seconda membrana. Il documento è a sua volta cucito insieme alla vendita, che precede, e alla ricevuta, che segue, entrambi stipulati il medesimo giorno.

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27 novembre 1475, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Ilario «de Furmento» daziere e abitante a Bellinzona, del fu Antonio, cittadino di Como, dichiara di avere ricevuto da Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo detto Soldato del fu Simone «de Roncho», Iemo «de Buscho» del fu Togno, Antonio «de la Frixa» del fu Alberto «de la Frixa», Simone del fu Giacomo «Blegnoni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monacho», procuratori del comune di Castione e Lumino, 56 lire di terzoli in pagamento del canone di affitto per l'anno in corso di un appezzamento di terreno a bosco e gerbido nel territorio del detto comune «in Bozorina», della misura di 50 pertiche.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha [f.q. domini Thomaxii] n.p. Birinzone. Notaio estraente: Mafiolus Ruscha p.i.a.n., f.c. domini Thomaxii, habitator Birinzone, laudatus et constitutus per conscilium comunis Birinzone ad explendum et in publicam formam reddigendum omnes cartas et omnia instrumenta traditas et tradita ... per nunc condam Iohannem Petrum Ruscham olim fratrem n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (25 ottobre 1480); lat. Archivio Comunale Lumino 31 575 x 170 mm, righe 59. Ampie rosicature nella parte sinistra, con perdita di testo. Il documento è cucito insieme alla vendita e alla locazione, che precedono, stipulati il medesimo giorno.

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<2> 1475, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

«del Monicho» di Lumino e altri procuratori del comune di Castione e Lumino vendono a Ghiringhelli un appezzamento di terreno nel territorio del detto comune «in Bozorina», al prezzo di 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 32 570 x 350 mm, righe 62. Sul documento figurano la vendita (righe 1-30) e la locazione (righe 31-62), entrambe stipulate lo stesso

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 523 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete giorno. Gravi perdite del supporto scrittorio nella parte superiore e lungo il lato destro, diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 36. La datazione, di cui rimangono leggibili l'indicazione dell'anno e dell'indizione nella locazione che segue sulla stessa pergamena, è ricostruita sulla base della menzione dell'atto in Archivio Comunale Lumino, perg. 42 (22 gennaio 1483).

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<2> 1475, Bellinzona

Locazione / Instumentum livelli

Antonio Ghiringhelli investe a titolo di livello perpetuo <... de> «Buscho» di Lumino, Giovanni del fu Bertramo «del Monacho» di Lumino, Simone del fu Giacomo detto Bacalario di Lumino, <...... >, Giacomo detto Soldato del fu Simone «de Roncho» e Antonio del fu Alberto «de la Frixa» di Castione, procuratori del comune di Castione e Lumino, di un appezzamento di terreno a bosco e gerbido della misura di otto pertiche, situato nel territorio del detto comune «in Bozorina», appena vendutogli, al canone annuo di <...> staia di «furmentata» (segale e frumento per metà) da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 32 570 x 350 mm, righe 62. Sul documento figurano la vendita (righe 1-30) e la locazione (righe 31-62), entrambe stipulate lo stesso giorno. Gravi perdite del supporto scrittorio nella parte superiore e lungo il lato destro, diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 36. La datazione, di cui rimangono leggibili l'indicazione dell'anno e dell'indizione, è ricostruita sulla base della menzione dell'atto in Archivio Comunale Lumino, perg. 42 (22 gennaio 1483).

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8 dicembre 1475, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Cavergno investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giovanni di Giacomo Guglielmi di Cavergno di un campo arativo situato a Cavergno presso il fiume, al canone di due lire e quattro soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. Iacobi olim f. Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 17 420 x 240 mm, righe 76. Sulla pergamena figurano due locazioni stipulate dal comune di Cavergno nel medesimo giorno. Diversi fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 524 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

8 dicembre 1475, Cavergno

Locazione / Instrumentum locationis ll comune di Cavergno investe a titolo di massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giovanni di Giacomo Bertrami di Cavergno di un terreno situato nella campagna di Cavergno «ad Sassalum» (?), al canone annuo di due lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. Iacobi olim f. Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 17 420 x 240 mm, righe 76. Sulla pergamena figurano due locazioni stipulate dal comune di Cavergno nel medesimo giorno. Diversi fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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8 dicembre 1475, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Cavergno investe a titolo di massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giovannolo di Giacomo Palanzoli di Cavergno di un fondo arativo situato a Cavergno «ad Clausam», al canone annuo di 26 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 18 465 x 300 mm, righe 72. Sulla pergamena figurano due locazioni stipulate dal comune di Cavergno nel medesimo giorno. Diversi piccoli fori lungo le pieghe verticali, supporto membranaceo fragile e trasparente, scrittura sbiadita in diversi punti.

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8 dicembre 1475, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Cavergno investe a titolo di massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giacomo di Zane (?) Orsaldi di Cavergno di un terreno situato nella campagna di Cavergno «ad Clausam illorum Insermy», al canone annuo di 32 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 525 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 18 465 x 300 mm, righe 72. Sulla pergamena figurano due locazioni stipulate dal comune di Cavergno nel medesimo giorno. Diversi piccoli fori lungo le pieghe verticali, supporto membranaceo fragile e trasparente, scrittura sbiadita in diversi punti.

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11 dicembre 1475, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie, declarazionis et condempnationis

Giovanni Orelli, luogotenente di Giacomo Crivelli, podestà di Locarno e di Ascona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Nicolao del fu Antonio «de Annono» di Como, abitante a Locarno, da una parte, e Antonio «Thadine» del fu Pietro di Valsassina, abitante a Locarno, dall'altra, e condanna detto Antonio al pagamento di 21 lire di terzoli, secondo la somma stabilita da Francesco del fu Taddeolo Orelli e da Giovanni Antonio suo figlio, più le spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Petrus de Duno p.i.a.n. f. c. domini Thadey, habitator Locarni. Notaio scrivente: Iohannes Petrus p.i.a.n. filius Zaneti Taxini, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 46 300 x 275 mm, righe 49. Due corrosioni nel margine destro e tagli di annullamento al centro.

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18 dicembre 1475 (?), Bignasco

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis e instrumentum hereditatis

Vivenzio di Giacomo del fu Bignasco Minetti «del Orto» di Bignasco, erede di Aragozio di Cavergno, vende al comune di Cavergno un terreno e alcuni edifici situati «in Somlerto in campania», al prezzo di 32 lire di terzoli. Il giorno stesso il console, a nome del comune, investe il venditore dei beni venduti a titolo di eredità perpetua, al canone annuo di 25 soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 19 810 x 255 mm, righe 147. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle in alto, una macchia in basso, scrittura parzialmente sbiadita. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1475 il 19 dicembre cadeva di martedí e non di lunedí, come riportato dal notaio, e neppure l'indizione collima; è ipotizzabile che si possa trattare dell'anno 1474, per il quale corrispondono sia l'indicazione del giorno sia quella dell'indizione.

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19 dicembre 1475, Claro

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et dati; instrumentum livelli

Giacomo del fu Ambrogio di Pedesasso di Claro, abitante a Claro, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona, vicino e abitante di Claro, un terreno a campo e prato situato nel territorio di Claro, nella campagna di Duno «in Bebo», al prezzo di 132 lire di denari nuovi. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di mistura di segale e miglio e uno staio di frumento.

Notaio rogatario: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 125 880 x 220 mm, righe 127. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme: sulla prima (righe 1-68) figura la vendita, sulla seconda la locazione (righe 69-127). Alcuni piccoli fori.

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3 gennaio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

I fratelli Giulio, Taddeo e Giovanni del fu Riguccio «de Comina» di Giubiasco vendono a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria di Bellinzona e agente a suo nome, un terreno a campo e prato situato nel territorio di S. Antonino «ad Noxetum», al prezzo di 133 lire e 15 soldi di terzoli. I detti venditori vengono investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di sei staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 126 480 x 360 mm, righe 73. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali provocati dal fuoco, una grossa lacuna, macchie e sbiaditure lungo il bordo sinistro.

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20 gennaio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Zane del fu Antonietto «de Pozarancha» abitante a Monte Carasso vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, due campi con filari di vite situati nel territorio di Sementina «ad Rialem de Somentina» e «in Predatio», al prezzo di 75 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino bianco e due staia di formentata di castagne secche.

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Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 129 540 x 385 mm, righe 77.

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22 gennaio 1476, Camignolo

Procura e ordini / Instrumentum sindichatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, riunita per ordine del console Antonio del fu Giacomo «de Bustecho», nomina suoi procuratori Giovanni del fu Zane «de Margnis» di Bellio, Pietro del fu Martino «de Patroco» e Bono del fu Giovannolo «de Bustecho», con l'incarico di assegnare entro un anno a ogni fuoco della vicinanza la propria quota dei beni comuni e di stabilire gli ordini comunali («ordinamentum pro toto comuni de Camigniolo»). Seguono i 30 capitoli degli ordini del comune fissati dai detti procuratori.

Notaio rogatario: Petrus Ruscha f.c. domini Andree de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Valis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 11 1140 x 220 mm, righe 174. Il documento è composto da due fogli pergamenacei cuciti insieme. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, pp. 73-74 note 150-156, p. 86 nota 192 (citazioni).

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22 gennaio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Guglielmolo del fu Giacomo «del Grosso» abitante a Gudo vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, un terreno a selva, sassi e bosco situato nel territorio di Gudo «ad Pedemontem», al prezzo di 76 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due staia di formentata di segale e frumento e due staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 127 470 x 390 mm, righe 69. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e alcune macchie nella parte finale del documento.

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25 gennaio 1476, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Francesco del fu Giovannino «Mazini» di Campo di Cevio abitante a Tegna, già console del comune di Tegna nell'anno 1475 e agente a nome dello stesso, dichiara di aver ricevuto da Simone del fu Zanono del fu Antonio «Martinghini di Aurigeno», console e agente a nome del comune di Aurigeno, una lira di denari nuovi a completa liquidazione del canone per l'anno 1475 dell'affitto dei pascoli in territorio di Tegna.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius de Baddis p.i.a.n., f. ser Savioli de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 6 335 x 220 mm, righe 49. Numerosi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, soprattutto nella parte inferiore; altri piccoli fori dovuti a usura lungo le pieghe.

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26 gennaio 1476, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni, figlio ed erede del fu Giacomo «del Bonalia» di Ravecchia, abitante a Ravecchia, e Maria del fu Bertramo di Ditto, vedova del detto Giacomo, amministratrice dei beni dei suoi figli Giovanni, Bertramo, Zane, Domenico e Bartolomeo del detto fu Giacomo, unitamente ad Antonio del fu Giorgio «del Bonalia» di Ravecchia, zio paterno dei detti fratelli, nonché Antonio del fu Domenico del fu Bertramo di Sureggio, abitante a Ravecchia, genero di Maria e cognato di Giovanni e dei suoi fratelli, vendono a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona un campo situato nella campagna di Bellinzona «in Semeda de medio et in Campis Longis», sotto le vigne della detta campagna, al prezzo di 100 lire di terzoli che vengono impiegate per saldare un debito di 80 lire di terzoli contratto dalla famiglia «del Bonalia» con il detto Pietro per acquisto di sale e altro, e per altri debiti.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 128 470 x 330 mm, righe 70. Alcune macchie nella parte iniziale del documento.

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1 febbraio 1476, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Giovanni Pietro del fu Antonio «de Buris de Orello» di Locarno, investe a titolo di eredità ed enfiteusi Giacomo del fu Violi di Campo di Cevio, abitante a Solduno, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompis cum firagnis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 529 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete duobus» nel territorio di Solduno «in Silvae de foris», al un canone di 1 staio di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno, e di 1 gallina grassa, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Petrus de Rozollo olim n.p. de Locarno. Notaio estraente: Iohannes de Rozollo de Locarno p.i.a.n. f. c. domini Antonii et n. ellectus et constitutus per consilium generale comunitatis Locarni ad expendum et in publicam formam redigendum omnes et singulas cartas et imbreviaturas rogatas et imbreviatas per nunc quondam ser Petrum de Rozollo olim n.p. de Locarno

Originale estratto da imbreviature (1509 aprile 4); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 47 510 x 220 mm, righe 84. Foro risalente alla lavorazione della pelle, piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le piegature e il margine sinistro.

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7 febbraio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Giovanni del fu Bernardo del Turco di Monte Carasso vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, un terreno con tre piante di castagno, due stalle e una corte situato nel territorio di Carasso «in Monte de Marno», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di sei lire di terzoli e una gallina.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 130 390 x 370 mm, righe 63. Alcuni fori, uno dei quali di grosse dimensioni, nonché macchie e sbiaditure d'inchiostro nella parte iniziale del documento.

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9 febbraio 1476, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Alberto del fu Pietro «Pizini» di Castione, curatore delle nipoti Donata e Vivaldina del fu Giovanni, suo fratello, vende al notaio rogatario, che stipula a nome di Pietro Magoria abitante a Bellinzona, tre parti di un campo situato nel territorio di Castione «in Corognia de supra», al prezzo di 70 lire di terzoli impiegate per saldare alcuni debiti contratti dalle dette sorelle e dal loro curatore. La vendita avviene alla presenza e con il consenso di Giorgio Giudici, luogotenente del commissario ducale e podestà di Bellinzona Bartolomeo Castiglioni.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 530 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Pometta 131 430 x 365 mm, righe 64. Alcuni piccoli fori.

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12 febbraio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Togno del fu Pietro di Piemoretti, abitante a Monte Carasso, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, un prato con stalla situato nel territorio di Monte Carasso «in Piamoritis», al prezzo di 60 lire e 11 soldi di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino bianco e 20 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 133 430 x 360 mm, righe 66. Alcuni piccoli fori.

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12 febbraio 1476, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis simplicis

Pietro del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione e massarizio Martino del fu Bernardo Martini di Giubiasco di un prato situato nel territorio di Camorino «ad Mondam de Grassis», al canone annuo di otto lire di terzoli e due «soldatarum» di uova fresche.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 134 400 x 240 mm, righe 48. Sei piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 febbraio 1476, Bellinzona

Rinuncia e riconoscimento di debito / Instrumentum renuntiationis et reffutationis

Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona aveva locato a Petrolo del fu Enricolo Molinari di Giubiasco un prato situato nel territorio di Camorino «in Monda de Grassis», al canone annuo di otto lire di terzoli e due polli. Ora Pietro Magoria,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 531 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete da una parte, e Petrolo Molinari, dall'altra, rinunciano a tale locazione, e il detto Petrolo dichiara di essere debitore nei confronti del detto Pietro di 17 lire e otto soldi di terzoli per canoni arretrati.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 132 420 x 185 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e alcune macchie.

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16 febbraio 1476, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Gabriele del fu Giovanni Martino Neuroni, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, abitante a Bellinzona, vende a Pietro del fu Giovanni Magoria di Bellinzona un terreno situato nella campagna di Bellinzona «in Semeda de Supra subtus la Nassam», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 135 540 x 180 mm, righe 92. Un piccolo foro e alcune macchie nella parte iniziale. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1476 il 16 febbraio cadeva di venerdì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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24 febbraio 1476, Locarno

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum exstimationis et dationis in solutum

Davanti a Giacomo Crivelli, dottore in entrambi i diritti, podestà della comunità e pieve di Locarno e di Ascona, e al luogotenente Giovanni Pietro Orelli, che siedono in tribunale, su richiesta di Nicolao del fu Antonio «de Anono» di Como, abitante a Locarno, si presentano «Zugnius» del fu Zanelle di Locarno, Stefano del fu Giacomo «Alegranzie» di Locarno e Giacomo Mazaghi del fu Allegranzia di Locarno, stimatori eletti dalla comunità e pieve di Locarno, e procedono alla stima di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompis» e un albero di castagne nel territorio di Minusio «ad Remolinum» per il valore complessivo di 34 lire di terzoli. A seguito alla sentenza del 11 dicembre 1475 (v. Convento di S. Francesco 46), il podestà assegna a detto Nicolao il terreno a completa soluzione del debito contratto da Antonio Tadyne di 21 lire di terzoli più le spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Iohannes Thadeus de Duno p.i.a.n., f. domini Petri de Duno, habitator Locarni et n. exstimatorum dicte comunitatis Locarni anni presentis. Notaio scrivente: Iohannes n. f. c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 532 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 48 470 x 355 mm, righe 86. Diverse macchie nella parte superiore.

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6 marzo 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Pietro del fu Pedrotto «de Montiono» di Monte Carasso, abitante a Sementina, vende a Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona del fu Giacomo un terreno a selva e gerbido situato nel territorio di Bellinzona «in Montecarassio ad Montionum et in sumitate Giodende de Montiono» e metà della casa con cortile che il detto venditore possiede col fratello Giovanni nel territorio di Monte Carasso «ad Montionum», al prezzo di 32 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di due staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.c. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 21 450 x 420 mm, righe 60. Piccolissimi fori e alcune lacerazioni lungo i bordi. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 6 marzo 1476 cadeva infatti di mercoledì e non di giovedì, come riportato dal notaio.

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7 marzo 1476, Bissone

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Giacomo e Guglielmino del fu Guglielmino detto «Valmaxonus», Stefano del fu Antonio e Bertramo del fu Domenico della Cassina, tutti abitanti in Cassina, nel territorio di Arogno, vendono a Gabriele «Porada» del fu Aliolo, abitante a Bissone, la dodicesima parte della decima di Arogno, al prezzo di 25 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f. magistri Martini p.i.a.n. Comunitatis et Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 5 400 x 385 mm, righe 49. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Una piccola cucitura. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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8 marzo 1476, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Bernardo del fu Giacomo «de Muziis» di Centovalli, abitante a Locarno, investe a titolo di eredità perpetua Antonio del fu Guglielmo «de la Berta de Servatiche» di Gordola di un appezzamento di terreno prativo, vignato e «rompive ad lizarios» con pergolato, metà «pro indiviso» di una stalla coperta di piode, un «camano» coperto di piode e metà «pro indiviso» di una stalla diroccata con corte nel territorio di Gordola «ad Vigniatiam», al canone annuo di 2 brente di vino rosso, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia, e un paio di polli grassi, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Petrus de Duno p.i.a.n. f. c. domini Thadei de Duno, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 49 410 x 340 mm, righe 64.

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11 marzo 1476, Bellinzona

Permuta / Instrumentum cambii et commutationis

Pietro Magoria del fu Giovanni di Bellinzona cede a titolo di permuta a Giovanni Magoria del fu Donato del detto fu Giovanni, abitante a Locarno, un orto con tre edifici diroccati situato a Locarno «prope Montem», un edificio con corte situato «in ripa Locarni prope Galinaziam», per ricevere due vigne situate nel territorio di Bellinzona «in Clauso de Ruguronibus» e «ad Nocham». Il detto Giovanni dichiara inoltre di avere ricevuto dallo zio Pietro Magoria 75 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 137 620 x 320 mm, righe 68. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavoraziopne della pelle. Edizione: BSB VI (1944), p. 164.

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11 marzo 1476, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Brunetto «de Cappo» di Castione, Antonio «de la Frixa» del fu Alberto di Castione, Iemo «de Buscho» del fu Togno, Giovanni del fu Bertramo e Simone «de Bachario» del fu Bertramo, procuratori del comune di Castione e Lumino, vendono a Bernardino «de Cazanore» del fu Paganino, agente anche a nome dei loro fratelli, abitanti a Bellinzona, un appezzamento di terreno a prato, gerbido e bosco nel territorio del detto comune «in Bozorina subtus pontem Moexie», della misura di otto pertiche, e un appezzamento a prato e pascolo «in Pasquario de la <...>», al

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Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 33 450 x 320 mm, righe 40. Gravi perdite del supporto scrittorio lungo il lato destro, diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi; un foro di grandi dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 22.

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5 aprile 1476, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Zane «Otti Tamagni» di M, abitante a Melera in Val Morobbia, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, agente a nome del padre, un appezzamento di terreno prativo e campivo nel territorio della Val Morobbia «ad Merelam et ad Cissolum ac ad Carralem». Il prezzo della vendita è di 55 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 16 450 x 310 mm, righe 71. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-41) e la locazione del 5 aprile 1476 (righe 42-72). Gore di umidità e grossi fori nella metà superiore, dovuti a consunzione e rosicatura, nonché una lacerazione nel margine superiore.

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5 aprile 1476, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, agente a nome del padre, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni del fu Zane «Otti Tamagni» di Melera, abitante a Melera in Val Morobbia, di un appezzamento di terreno prativo e campivo nel territorio della Val Morobbia «ad Merelam et ad Cissolum ac ad Carralem»., al canone annuo di 3 lire di terzoli da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 16 450 x 310 mm, righe 71. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 5 aprile 1476 (righe 1-41) e la presente locazione (righe 42-72). Gore di umidità e grossi fori nella metà superiore, dovuti a consunzione e rosicatura, nonché una lacerazione nel margine superiore.

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8 aprile 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Nicolao del fu Zane del Turco di Monte Carasso, agente anche a nome del fratello Domenico, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, due terreni situati nel territorio di Gudo «in Giosso» e «in Campis Longis», al prezzo di 70 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di un congio e mezzo di vino bianco.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 138 490 x 420 mm, righe 74. Alcuni piccoli fori.

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11 aprile 1476, Aquila

Attestazione / Instrumentum protestationis

Davanti a Guglielmo «Stephanini de Colombonibus» di Semione, luogotenente di Vittore di Rial, vicario di Val Blenio, Andrea del fu Bono Zanini di Villa di Olivone, Brunetto del fu Martino «Chamotini» di Dangio, Zane del fu Giovanni Arnardi di Aquila e Martino Salvie di Aquila, convocati su richiesta di Barnabino del fu Giovannolo giudice e notaio di Largario, già console di Largario, rendono la loro dichiarazione giurata in merito alla promessa, fatta dai vicini di Largario in seguito ad una sentenza del 7 marzo 1472, di assegnare al detto Barnabino la carica di procuratore della degagna di Largario, Ponto Aquilesco e Pinadee, una volta giunto il turno di un rappresentante di Largario.

Notaio rogatario: Guidus f. Henrici de Brunis de Angio Valis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 18 250 x 370 mm, righe 30. Un foro risalente alla lavorazione della pelle ricucito con filo di canapa in calce al testo, un foro di piccolissime dimensioni dovuto a rosicatura lungo una piega verticale e una macchia nella parte destra. Edizione: MDT Bl., pp. 1193-1995, nr. 808.

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9 maggio 1476, Ascona

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

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Antonio del fu Giovannolo «de Grilionibus» di Ascona investe a titolo di eredità perpetua Matteo del fu Giovannolo Mola di Ascona di un prato chiamato «Monda», situato nel Piano di Magadino «ad Verduram», al canone annuo di due lire di terzoli, col patto che dal canone convenuto venga detratto l'equivalente di un eventuale danno provocato da inondazioni del fiume Ticino. Il locatario dichiara infine di avere ricevuto dal detto Matteo otto lire di denari nuovi per l'investitura.

Notaio rogatario: Andreas p.i.a.n., f.q. Petri Betatini de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 26 440 x 325 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni su tutta la pergamena. Il documento è stato utilizzato come copertina: i bordi sono stati ripiegati ed è ancora conservata una delle striscioline di pergamena (cucita con del filo) che chiudevano la legatura.

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10 maggio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Domenico del fu Donino «del Cheno» abitante a Monte, nel territorio di Valle Morobbia, agente anche a nome del fratello Cheno, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, un campo situato nel territorio di Giubiasco «ad Fossatum de la Melega», al prezzo di 84 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di quattro staia di formentata di frumento e segale e una gallina.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 22 450 x 325 mm, righe 78. L'atto, che presenta diffuse macchie e lacune dovute a rosicature e a lacerazioni, in particolare lungo il bordo superiore e destro, è stato riutilizzato come copertina di fascicolo, forse di imbreviature.

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10 maggio 1476, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Giacomo del fu Giovannino di Paudo abitante a Paudo, nel territorio di Valle Morobbia, agente anche a nome dei nipoti Domenico e Pietro del fu Giacomo «de Penato», fratello («fratris afradelati») del detto Giacomo, vende a Giacomino, figlio e procuratore di Pietro Magoria e agente a suo nome, un terreno a vigna, prato e ronco situato nel territorio di Pianezzo «ad Rialem de Planezio et ad Castalazium», al prezzo di 200 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di quattro congi di vino bianco e due galline.

Notaio rogatario: Iohannes f.c. domini Petri de Cuxa de Birinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 139 460 x 360 mm, righe 77. Lacerazioni e alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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18 maggio 1476, Bellinzona

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antefacti

Silvestro di Bologna abitante a Locarno, figlio di Giovanni di Bologna, abitante a Locarno, con il consenso di Giovanni Cusa del fu Pietro di Bellinzona, genero e procuratore del detto Giovanni di Bologna, investe a titolo di pegno, dote e donazione «propter nuptias» Caterina, figlia di Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo di Caronno, nel vicariato di Varese, abitante a Bellinzona, che il detto Silvestro intende sposare «anulis aureis» la domenica seguente, di 1200 fiorini, 800 dei quali ricevuti a titolo di dote dal padre della detta Caterina e i rimanenti 400 sborsati dal detto Silvestro a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine del borgo e del contado di Bellinzona. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 24].

Notaio rogatario: Fillippus f. domini Iohannis de Cuxa de Berinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 23 555 x 190 mm, righe 88. Una rosicatura di medie dimensioni. Regesto: BSSI XXIX (1907), pp. 103-104.

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18 maggio 1476, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et venditionis

Caterina, figlia di Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo di Caronno, nel vicariato di Varese, abitante a Bellinzona, col consenso del marito Silvestro figlio di Giovanni di Bologna, abitante a Locarno, agente col consenso di Giovanni Cusa del fu Pietro di Bellinzona, genero e procuratore del detto Giovanni di Bologna, rinuncia ad ogni pretesa ereditaria nei confronti del padre e dichiara di ricevere 800 fiorini a titolo di dote. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 23].

Notaio rogatario: Fillippus f. domini Iohannis de Cuxa de Berinzona p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 24 510 x 185 mm, righe 88. Un piccolo foro e una piccola macchia provocata forse da una bruciatura. Regesto: BSSI XXIX (1907), pp. 103-104.

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3 agosto 1476, Lugano

Rinuncia / Instrumentum finis

Gaio Antonio Castoria di Lugano del fu Bartolomeo, da una parte, e Carnevario suo fratello, dall'altra, rinunciano vicendevolmente al debito di 213 lire, sei soldi e otto denari di terzoli contratto da Carnevario nei confronti di Gaio Antonio, il quale l'11 maggio 1476 aveva versato tale somma alla sorella Antonina e a Lancillotto Robbiani, suo marito, a pagamento della quota della dote spettante al detto Carnevario, il quale rinuncia ad ogni pretesa sui canoni d'affitto riscossi negli ultimi quattro anni dal detto Gaio Antonio a nome del fratello dai massari di Suvigliana e di Viganello.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus [Castoyra] n.p. Lugani f.c. ser Antonii. Notaio estraente: Iohannes Antonius Castoyra p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Iohannis Donati ac abbas seu consul collegii notariorum comunitatis Vallis Lugani ac n. electus ... per consillium generalle ... comunitatis ad explendum ... instrumenta ... tradita per n.c. Iohannis Donati olim et tunc n.p. Lugani ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1492 settembre 20); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 11 480 x 210 mm, righe 69. Alcuni fori lungo la prima piega orizzontale.

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17 agosto 1476, Como

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Stefano Fossati di Meride, abitante ad Arzo, vende ad Agostino Quadri detto di Fontana di Balerna del fu Vittore, agente anche a nome del fratello Giovanni, un terreno a campo e selva con sette castagni situato nel territorio di Besazio «ad Sanctum Antoninum», al prezzo di 50 lire di terzoli. Il detto Stefano, agente anche a nome del fratello, viene poi investito dello stesso terreno a titolo di locazione per quattro anni rinnovabili a volontà delle parti, al canone annuo di due staia e mezzo di frumento.

Notaio rogatario: Antonius de Vulpis p.i.a.n. Cumanus, f.c. domini Benedicti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 15 520 x 420 mm, righe 77. Numerosi strappi, rosicature e fori di medie e grosse dimensioni in parte dovuti al reimpiego della pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Stefano di Antonio Fossati degli anni 1497-1502.

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22 agosto 1476, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et concessinis

Zane del fu Tognio «olim Zanis de Pizzis» di Berzona di Onsernone vende a Pietro di Saviolo «de Baddis» di Locarno

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 539 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete un appezzamento di terreno prativo, arativo, vignato e a selva e 2 case coperte di piode e alberi da frutta nel territorio di Berzona di Onsernone «in Arizono». Il prezzo di vendita è di 70 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes f. Romerii de Russio p.i.a.n, et habitator Locarni. Notaio scrivente: Iohannes n., f. c. Romerii Zani Romerii de Cravezia Vallis Vigletii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 50 520 x 340 mm, righe 76. Due grandi fori, risalenti alla lavorazione della pelle.

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1476,

Retrocessione (?) / Regressus

Frammento di un atto di retrocessione (?) stipulato da Brunetto «de Cappo» di Castione, Giacomo detto Soldato, Simone del fu Giacomo «Bregnoni» detto «Buchare» di Lumino, Giovanni del fu Ber e altri due procuratori del comune di Castione e Lumino.

Notaio rogatario: Fran de la M Birinzone, f.c. domini Iacobi.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 34 480 x 300 mm, righe 56 circa. Il documento risulta in massima parte illeggibile a causa dei gravissimi danni: diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi, lacerazioni, strappi su tutto il foglio; rosicature lungo il lato destro. La fattispecie giuridica è desunta da un'annotazione coeva nel verso. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 4. Il pessimo stato di conservazione della pergamena consente di leggere soltanto l'indicazione dell'anno (1476) e dell'indizione (nona).

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2 settembre 1476, Lugano

Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

Giacomo del fu Stefano Bianchi di Viggiù, abitante a Viggiù, nomina suo procuratore per 25 anni il prete frate Stefano de Quadrio di Lugano, suo «frater afradelatus».

Notaio rogatario: Iohannes Carulus p.i.a.n. Lugani, f.q. ser Girardi. Notaio scrivente: Antonius Carulus p.i.a.n. Lugani, f. ser Iohannis Caruli n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 12 510 x 285 mm, righe 66. Un piccolo foro e uno strappo nella parte iniziale e tre fori cuciti prima della stesura del documento.

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3 settembre 1476, Mendrisio

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

I fratelli Antonio e Damiano di Bellagio del fu Giusto, abitanti a Mendrisio, dichiarano di essere debitori nei confronti di Cristoforo del fu Donato Somazzi, cittadino di Como e abitante a Montagna, nella pieve di Tresivio, e promettono di versargli entro un anno nove staia di frumento, nove di segale, due di orzo e due di fave, dovutegli per la locazione di alcuni beni situati a Mendrisio. Donato della Torre, podestà di Mendrisio e della pieve di Balerna, condanna i detti debitori a corrispondere quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Tadeus de Busionibus p.i.a.n. Cumanus f.c. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 8 230 x 300 mm, righe 37. Diffuse sbiaditure dell'inchiostro, macchie e fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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12 ottobre 1476, Bellinzona

Costituzione di dote, ricevuta e rinuncia / Instrumentum dotis et antifacti e instrumentum finis post dotem

Giacomo di Zanetto del fu Giacomo «Bonefemine» di Vellano, con il consenso di suo padre, conferisce in dote a sua moglie Bonafemmina del fu Giramo del fu Giovanni di Carmena, sposata il 6 ottobre dello stesso anno, 75 lire di terzoli, e dichiara di ricevere da Antonio, fratello della donna, 50 lire di terzoli. La detta Bonafemmina, con il consenso del marito e del suocero, rinuncia a ogni pretesa ereditaria nei confronti di suo fratello Antonio, e dichiara di ricevere 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 15 440 x 410 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali provocati da microorganismi. Il margine verticale destro presenta delle macchie.

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12 ottobre 1476, Bellinzona

Costituzione di dote, ricevuta e rinuncia / Instrumentum dotis et antifacti e instrumentum finis post dotem

Giacomo di Zanetto del fu Giacomo «Bonefemine» di Vellano, con il consenso di suo padre, conferisce in dote a sua moglie Bonafemmina del fu Giramo del fu Giovanni di Carmena, sposata il 6 ottobre dello stesso anno, 75 lire di terzoli, e dichiara di ricevere da Antonio, fratello della donna, 50 lire di terzoli.

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La detta Bonafemmina, con il consenso del marito e del suocero, rinuncia a ogni pretesa ereditaria nei confronti di suo fratello Antonio, e dichiara di ricevere 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 15 440 x 410 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali provocati da microorganismi. Il margine verticale destro presenta delle macchie.

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29 ottobre 1476, Como

Cessione / Instrumentum cessionis

Martino «de Bononis» del fu Nicola, abitante a Como, vende a Bartolomeo «de Grecis» del fu Maffiolo, cittadino e abitante di Como, il diritto di riscuotere la somma di 40 ducati d'oro, parte di un prestito di 90 ducati d'oro da lui concesso «gratis et amore» il giorno 8 novembre 1475 a Pietro del fu Brunetto, Giacomo detto Soldato del fu Simone «de Roncho», Antonio del fu Alberto «de la Frixa», Iemo «de Buscho» del fu Togno «de Buscho», Giovanni del fu Bertramo «del Monacho» e Simone del fu Giacomo «Bregnoni», procuratori del comune di Lumino e Castione. Il detto venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 40 ducati d'oro. Il 31 marzo 1477 il notaio Bernardino «de Cazanore» del fu Pagano annulla l'atto tramite depennazione del testo e apposizione della sottoscrizione tra le righe (con ST in margine).

Notaio rogatario: Baptista de la Porta p.i.a.n. Cumanus f.q. domini Antonii.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 35 360 x 305 mm, righe 53. Tre tagli di annullamento nella parte centrale; abrasioni e sbiaditure dell'inchiostro. Il documento è cucito insieme alla vendita del 31 marzo 1477, stipulata per estinguere il debito.

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13 dicembre 1476, Novara

Conferma di privilegi / -

Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, conferma i capitoli concessi alla comunità e al contado di Bellinzona da Filippo Maria Visconti, da Francesco Sforza e da Bianca Maria Sforza.

Cancellieri: Fabricius , Milano (cancelleria di Galeazzo Maria Sforza)

Sigillo: esistente. Sigillo di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. L'arma sforzesca nel campo è sormontata da una corona e affiancata dalle lettere G e M; l'impronta della legenda è parzialmente danneggiata. Legenda: + GALEAZ * MARIA * SFORTIA * VICE * DVX * M<...>

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 46 (senza collocazione precedente) 360 x 495 mm, righe 20. Pergamena miniata. Piccole perdite di pigmento e doratura nelle decorazioni che incorniciano il testo. Regesto: Il Rinascimento nelle terre ticinesi, pp. 76-77 (G. Chiesi), con riproduzione fotografica. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 54 (v.n. A. X/1)

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13 dicembre 1476, Novara

Conferma di privilegi / -

Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, conferma i capitoli concessi alla comunità e al contado di Bellinzona da Filippo Maria Visconti, da Francesco Sforza e da Bianca Maria Sforza.

Cancellieri: Fabricius , Milano (cancelleria di Galeazzo Maria Sforza)

Archivio Comunale Bellinzona 54 (v.n. A. X/1) (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 46 (senza collocazione precedente)

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17 gennaio 1477, Roma (S. Pietro)

Concessione / Bulla

Papa Sisto IV dà facoltà a Giovanni Antonio da Busseto, notaio e «familiaris» pontificio nonché commissario e collettore della camera apostolica, di concedere la medesima indulgenza plenaria dell'ultimo giubileo romano ai fedeli che visiteranno e lasceranno offerte alle chiese di sua scelta poste nei confini del territorio della sua missione, e inoltre di designare confessori adatti per udire le confessioni e dare la detta indulgenza. Le offerte raccolte in tale occasione dovranno essere destinate per un terzo alla fabbrica delle stesse chiese e per due terzi alla camera apostolica quale sussidio per la crociata contro i Turchi.

Cancellieri: Pe. Monte (de), (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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3 marzo 1477, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Paolo del fu Cristoforo Orelli di Locarno e le sue sorelle Caterina e Doneta vendono a Maddalena figlia di Saviolo «de Baddis» di Locarno, vedova di Pietro «olim filii condam ser Antonii de Rozolo de Locarno», madre e tutrice di Giovanni

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Antonio e di Guidino, agente a nome dei figli, un appezzamento di terreno arativo, chiamato «Campus», nella campagna di Locarno «ad Pobiam». Il prezzo di vendita è di 32 lire di denari nuovi. Maddalena assegna detto terreno alla chiesa e convento di S. Francesco di Locarno e a frate Aloisio di Lonate, guardiano e agente della chiesa e del capitolo di detto convento, in ossequio alle disposizioni del defunto marito Pietro a condizione che ogni anno venga celebrato un annuale per l'anima di Pietro.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius de Baddis p.i.a.n., f. ser Savioli de Baddis, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 51 460 x 360 mm, righe 93. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, e rosicature lungo i margini.

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5 marzo 1477, Roma (S. Pietro)

Proroga di termine / Breve

Papa Sisto IV proroga fino al 1. novembre 1477 il termine per la pubblicazione della bolla di indulgenze del giubileo datata al 17 gennaio precedente.

Cancellieri: L. Griffus, (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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10 marzo 1477, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Otto Marzio di Serta, abitante a Serta in Valle Morobbia, vende a Giacomino del fu Pietro Magoria di Bellinzona un terreno a selva, gerbido, sassi e «afodassate» per farne un vigneto, con piante di viti novelle, situato nel territorio di Bellinzona «ad Rovegiam de Superiori et ad Sgesuram», compreso un canone livellare di cinque lire di terzoli pagato annualmente da Giovanni detto Conto del fu Martino Maggetti di Calanca, abitante a Bellinzona, al prezzo di 80 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillippus f. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 136 470 x 275 mm, righe 72. Regesto: BSB VIII (1948), pp. 112-113.

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17 marzo 1477, Meride

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; <...>

Antonio «de Supra» di Meride detto Oldello del fu <...> vende a Gabriele Bosia di Mendrisio del fu Giacomo un campo a vigna e prato con piante di salice situato nel territorio di Meride «ad Muram», al prezzo di 48 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito del terreno appena venduto per nove anni rinnovabili a volontà delle parti. (Frammento).

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 37 420 x 355 mm, righe 60 circa. Fori e strappi di medie dimensioni. La pergamena è stata tagliata lungo il margine inferiore, dove è stato incollata una fascia di cartone cucita ad un altro frammento di pergamena recante un atto scritto da altra mano. Numerosi residui di filo. Dalle cuciture si è staccato un frammento di pergamena. Nel recto, incollato alla pergamena, vi è un frammento cartaceo recante del testo stampato su entrambi i lati: l'atto è stato infatti riutilizzato come copertina di grosso fascicolo o di libro.

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29 marzo 1477, Locarno

Vendita / Instrumentum vendictionis, dati et cessionis

Giacomo del fu Giovanni «Vegii» di Solduno vende allo speziale Damiano del fu Marco de Protiis di Novara, abitante a Locarno un appezzamento di terreno a ronco e vignato «a lizariis» e con un pergolato a vigna nel territorio di Solduno «ad Pillam». Il prezzo di vendita è di 18 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus de Anono n.p.i.a. constitutus f. c. domini Antonii, habitata Locarni. Notaio scrivente: Guidolus f. Iacobi Rubey de Vigletio, habitator Locarni, et n.p. Locarni et plebis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 53 265 x 370 mm, righe 45. Foro e due cuciture, risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 marzo 1477, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Lo speziale Damiano del fu Marco «de Protiis» di Novara, abitante a Locarno, investe a titolo di eredità e enfiteusi perpetua Giacomo del fu Giovanni «Vegii» di Solduno di un appezzamento di terreno a ronco e vignato «a lizariis» e con un pergolato a vigna nel territorio di Solduno «ad Pillam», al canone di 1 brenta di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia «de ugis vermegiis».

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Notaio rogatario: Nicolaus de Anono n.p.i.a. constitutus f. c. domini Antonii, habitator Locarni. Notaio scrivente: Guidolus f. Iacobi Rubey de Vigletio, habitator Locarni, et n.p. Locarni et plebis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 52 350 x 390 mm, righe 58.

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31 marzo 1477, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis et in solutum dationis

Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo del fu Simone «de Roncho», Guglielmo del fu Togno «de Buscho», Simone del fu Giacomo «Bregnioni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monaco», procuratori del comune di Castione e Lumino, vendono a Giovanni Alberto del fu Pietro «de Gazino» di Como, agente a nome di Bartolomeo «de Grecis» del fu Maffio, cittadino, mercante e abitante di Como, l'alpe «de Logha» situato nel territorio del detto comune. Il prezzo di 40 ducati d'oro è impiegato per estinguere il debito risultante da un prestito concesso a suo tempo al detto comune da Martino «de Bononis» del fu Nicola di Como, il cui diritto di riscossione è poi stato ceduto, il 29 ottobre 1476, dal detto Martino al detto Bartolomeo.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 35 1660 x 180 mm, righe 105. Documento composto di quattro fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Piccole lacerazioni lungo i bordi, in parte ricomposte in sede di restauro, piccole macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 40. Il documento è a sua volta cucito insieme alla vendita del 29 ottobre 1476.

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31 marzo 1477, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni Alberto del fu Pietro «de Gazino» abitante a Como, agente a nome di Bartolomeo «de Grecis» del fu Maffio, cittadino, mercante e abitante di Como, investe a titolo di locazione ed eredità perpetua Pietro del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo del fu Simone «de Roncho», Guglielmo del fu Togno «de Buscho», Simone del fu Giacomo «Bregnioni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monaco», procuratori del comune di Castione e Lumino, dell'alpe «de Logha» situato nel territorio del detto comune, appena vendutogli, al canone annuo di sei fiorini, del valore di tre lire e quattro soldi di terzoli ognuno, da consegnare a Bellinzona per s. Martino.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 36

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1220 x 190 mm, righe 146. Documento composto di tre fogli membranacei cuciti insieme. Alcune lacerazioni ricomposte in sede di restauro e un foro risalente alla lavorazione della pelle nella prima membrana. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 41.

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31 marzo 1477, Sigirino

Vendita / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» di Camignolo vende alla chiesa di S. Pietro di Camignolo, rappresentata dal notaio Andrea «de Curte» di Sigirino, alcuni terreni situati nel territorio di Camignolo «in Capite Rencini» (?), al prezzo di 100 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di due debiti contratti nei confronti della chiesa dal detto Pietro e dal fu Martino suo padre.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Valis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 19 500 x 380 mm, righe 81. Fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Il documento è cucito alla pergamena Prada 13.

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2 maggio 1477, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, riunita a Lumino «ad Plateam vicinantie» per ordine del console del fu Antonio «de Albertello» abitante a Castione, vende a Ghiringhelli del fu Giacomo, abitante a Bellinzona, due appezzamenti di terreno a gerbido, bosco e pascolo dell'estensione di otto, rispettivamente dodici pertiche, situati nel territorio del detto comune «in Carvegascho» e «in Bozorina in fondo Bolazie», al prezzo di 250 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 37 440 x 320 mm, righe 65. Gravi danni a causa dell'umidità lungo l'intero lato sinistro, con perdite del supporto scrittorio; estese macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 39.

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2 maggio 1477, Lumino

Locazione / Instrumentum liveli

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Bartolomeo Ghiringhelli del fu Giacomo, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Alberto «de Zanfono» del fu Antonio «de Albertallo» abitante a Castione, console del comune di Castione e Lumino, e a Pietro del fu «de Cappo» di Castione, Guglielmo del fu Togno «de Buscho» di Lumino, Simone del fu Giacomo detto Bregnono di Lumino e Antonio del fu Alberto «de la Frixa» di Castione, procuratori del comune, di due appezzamenti di terreno a gerbido, bosco e pascolo dell'estensione di otto, rispettivamente dodici pertiche, situati nel territorio del detto comune «in Carvegascho» e «in Bozorina in fondo Bolazie», al canone annuo di 15 staia di «frumentata» (segale e frumento per metà), da consegnare per s. Martino, e quattro paia di pollastri, da consegrare per s. Bartolomeo (24 agosto).

Notaio rogatario: Baptista Ruscha f.q. domini Andrioli p.i.a.n. ac n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 38 460 x 200 mm, righe 72. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi; alcune rosicature nella parte inferiore. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 11.

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3 maggio 1477, Bignasco

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zano di Pietro Balzari, investe a titolo di eredità perpetua Martino del fu Antonio Zolli di Bignasco di un prato situato nel territorio di Bignasco «in Corona super locum de Bugnascho», al canone annuo di quattro soldi di denari nuovi. Il detto console dichiara inoltre di avere ricevuto dal conduttore per tale investitura dieci lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 80 550 x 290 mm, righe 82. Alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti.

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3 maggio 1477,

Locazione / <...>

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane di Pietro «Bais» di Bignasco, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile una volta e poi seconda la volontà delle parti, Giacoma del fu Giacomo «Palanzoti», vedova del fu Giacomo «Viany» (?) di Bignasco, di alcune selve castanili situate in territorio di Bignasco «in Fahedo Plano in Barogienca» e «in Besso». Canone, data topica, testimoni e secondi notai sono perduti.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergno

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; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 80,1 215 x 235 mm, righe 34. Frammento molto rovinato con gravi perdite di materia nella parte inferiore: lacerazioni e rosicature, tre fori di medie dimensioni dovuti a rosicatura. Il luogo è ricostruito sulla base del confronto con ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 80, rogato lo stesso giorno.

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4 maggio 1477, Bignasco

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zano di Pietro Balzari, investe a titolo di eredità perpetua Martino del fu Antonio Zolli di Bignasco di un terreno situato nel territorio di Bignasco «in Cororam super locum de Bugnascho», al canone annuo di quattro soldi terzoli di denari nuovi. Il detto console dichiara inoltre di avere ricevuto dal conduttore per tale investitura dieci lire terzole di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 82 485 x 320 mm, righe 78. Una macchia e quattro rosicature di medie e grosse dimensioni nelle pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 4 maggio 1477 cadeva infatti di domenica e non di sabato, come riportato dal notaio.

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4 maggio 1477, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zano di Pietro Balzari, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo del fu Zano Mozi di Bignasco di due prati e di un edificio situati nel territorio di Bignasco «ad Tragonum», al canone annuo di due lire di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi n. de Cavergno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 81 360 x 250 mm, righe 56. Sette fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 4 maggio 1477 cadeva infatti di domenica e non di sabato, come riportato dal notaio.

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12 maggio 1477, Bironico

Determinazione di confini / Instrumentum terminationis

Gli arbitri eletti dai comuni di Rivera, Bironico, Camignolo e Medeglia determinano i confini sull'alpe di Grumo piantando i termini dei rispettivi confini.

Notaio rogatario: Ser Petrus Ruscha de Bironicho n.p. Lugani et Vallis. Notaio estraente: Iohannes Maria f.c. ser Petri de Rusconibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera, laudatus ... per consillium totius comunitatis Valis Lugani ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc condam ser Petrum Ruscham de Bironicho... .

Originale estratto da imbreviature (1559 (?) febbraio 14); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 29 560 x 280 mm, righe 69. L'inchiostro è sbiadito in tutto il documento a causa dell'impiego di sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali di medie dimensioni, e altri piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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16 maggio 1477, Milano

Conferma di statuto

In risposta ad una supplica del comune di Bellinzona, i duchi di Milano Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza confermano lo statuto che prevede l'arresto dei debitori stranieri, la confisca dei loro beni e il diritto di procedura sommaria nei loro confronti, e ordinano al comune di rendere nota la conferma del detto statuto facendone pubblica lettura per tre giorni di mercato, affiggendola nei luoghi solitamente deputati a tale scopo, soprattutto nelle valli di Leventina, Mesolcina e Lugano, e intimano al podestà di Bellinzona di comunicare tale conferma agli ufficiali delle dette valli.

Cancellieri: Christoforus , Milano (cancelleria di Bona e G. Galeazzo Maria Sforza)

Sigillo: esistente. Sigillo di Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano. L'arma sforzesca nel campo è parzialmente danneggiata. Legenda: + . BONA . ET . IO(HANNES) . GALEAZ . MARIA . SFORTIA . VICECOMITES . DVCES . MED<...>.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 47 (v.n. A. IX/2) 380 x 510 mm, righe 22. Alcuni piccoli fori nelle pieghe. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, I, pp. 102-103 (estratto).

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13 giugno 1477, Roma (S. Pietro)

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Concessione / Littere apostolice

Papa Sisto IV dà facoltà a Giovanni Antonio da Busseto, chierico della camera apostolica, notaio, commissario e nunzio pontificio, di concedere dispensa matrimoniale per casi di consanguineità o affinità di terzo e quarto grado nonché di parentela spirituale, di convertire voti di pellegrinaggio a Roma, Gerusalemme o Santiago di Compostella in altre opere pie e di impartire assoluzioni dal reato di usura, ricevendo le ammende imposte a nome della camera apostolica.

Cancellieri: L. Griffus, (cancelleria pontificia) Cancellieri: Pe. Monte (de), (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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<17> (?) (?) 1477, Roma (S. Pietro)

Autorizzazione / Breve

Papa Sisto IV Giovanni dà facoltà a Antonio da Busseto, chierico della camera apostolica e notaio pontificio, di obbligare qualsiasi chierico a pubblicare l'indulgenza giubilare concessa per i luoghi compresi nella sua collettoria.

Cancellieri: L. Griffus, (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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17 (?) giugno 1477, Roma (S. Pietro)

Dichiarazione / Breve

Papa Sisto IV conferma a Giovanni Antonio da Busseto, notaio, nunzio e collettore pontificio, che l'indulgenza giubilare concessa ai luoghi compresi nella collettoria del da Busseto è valida anche per chi è momentaneamente assente.

Cancellieri: L. Griffus, (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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17 giugno 1477, Roma (S. Pietro)

Autorizzazione / Breve

Papa Sisto IV autorizza Giovanni Antonio da Busseto, chierico , a recuperare i beni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 551 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete ecclesiastici indebitamente detenuti da chierici e laici.

Cancellieri: L. Griffus, (cancelleria pontificia)

ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) (inserto)

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2 agosto 1477, Bellinzona

Nomina di curatore / Instrumentum cure

In seguito ad un precetto emanato su istanza di Giacomo Magoria il 29 luglio 1477, Pietro, figlio ed erede del fu Marcolo «de la Zotta», si presenta davanti a Bartolomeo Castiglioni, commissario ducale e podestà di Bellinzona, e chiede che il commissario gli assegni quale curatore lo zio Antonio «de la Zotta» per vendere alcune sue proprietà fino alla somma di 134 lire di terzoli e saldare un debito contratto dal detto Marcolo. Giovanni del fu Giacomino di Monte Carasso è costituito fideiussore. Il commissario approva e designa il detto Antonio quale curatore del nipote Pietro.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 141 570 x 210 mm, righe 75. Alcuni piccoli fori. Regesto: BSB VIII (1948), p. 114 (regesto scorretto).

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2 agosto 1477, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro, figlio ed erede del fu Marcolo «de la Zotta», nel territorio di Bellinzona, di età compresa fra i 20 e i 25 anni, con il consenso dello zio Antonio «de la Zotta», suo curatore, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, un campo arativo e vignato, situato nella località «de la Zotta et ubi dicitur in la Zotta», sul quale il detto Antonio versa un canone annuo di tre congi di vino bianco e una gallina. Il prezzo della vendita è di 134 lire di terzoli. La vendita avviene a soluzione di un debito di 84 lire di terzoli che il detto Marcolo aveva contratto con Pietro Magoria, e di altri debiti contratti con altre persone e ammontanti a 50 lire di terzoli. La vendita avviene alla presenza e con il consenso di Bartolomeo Castiglioni, commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 140 1250 x 195 mm, righe 130. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Due piccoli fori. Prima del restauro, alla pergamena erano allegati due foglietti di carta con annotazioni del secolo XVII, ora conservati assieme alla pergamena.

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1 settembre 1477, Bellinzona

Elezione di stimatori / Instrumentum ellectionis et deputationis

Il 15 febbraio 1469, alla presenza del prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona e delegato del vicario generale del vescovo di Como, di Antonio del fu Giacomo del Monte di Cheno, console di Valle Morobbia, e di Bernardo del fu Martino Ferrini, console di Giubiasco, il prete Giovanni «del Sozino», beneficiato della chiesa di S. Bartolomeo «ultra Morobiam», aveva investito Alberto del fu Giovanni di Mesocco, abitante nella casa vicino alla detta chiesa, di un terreno situato nel territorio di Giubiasco ***, ad un canone annuo di sei lire di terzoli, con patto di riattare l'edificio situato sul detto terreno, di piantare delle viti, di tagliare i castagni nocivi alle viti, e di costruire una casa e un muro di recinzione. Ora il prete Giovanni «del Sozino», da una parte, e Antonio del fu Alberto massaro, dall'altra, designano rispettivamente il detto prete Giovanni Cusa e Giovanni «de la Fragia» di Giubiasco, incaricandoli di stimare le migliorie apportate sul terreno in questione.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 142 670 x 290 mm, righe 70. Lacerazioni lungo tutto il margine destro e alcuni piccoli fori.

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(dopo il 1 settembre 1477), <...>

Stima di migliorie

Atto relativo alla stima delle migliorie apportate ad un appezzamento di terreno appartenente alla chiesa di S. Bartolomeo «ultra Morobiam», del quale Alberto era stato investito il 6 maggio 1469, effettuata dal prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona, e da Giovanni del fu Martino «de la Fragia» di Giubiasco, stimatori eletti dal prete Giovanni «Sozini», beneficiato e custode della detta chiesa di S. Bartolomeo, e da Antonio, figlio del detto Alberto. (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Sacchi 13 (= cart. 2ca, nr. 9) 350 x 250 mm, righe 40. Documento riutilizzato come copertina e a questo scopo tagliato lungo i bordi e privo della parte iniziale e finale. Nella parte superiore, lacune dovute a rosicature.

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26 settembre 1477, Milano

Dichiarazione di maggiore età

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In risposta ad una supplica di Pietro del fu Marcolo «de la Zotta» di Bellinzona, i duchi di Milano Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza dichiarano che lo stesso Pietro, ventiquattrenne, può stipulare contratti e agire come se avesse compiuto venticinque anni.

Cancellieri: Io. Antonius , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Pometta 143 (inserto)

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5 ottobre 1477, Lodi

Concessione di indulgenze

Giovanni Antonio da Busseto, arciprete di S. Germano di Varzi, protonotaio apostolico, collettore e commissario della camera apostolica nella provincia di Milano e in Piemonte, concede ai fedeli che visiteranno le chiese dei SS. Pietro e Paolo e di S. Giovanni Battista di Bellinzona dal vespro della vigilia della festa di s. Luca (18 ottobre) fino all'ultimo giorno di ottobre, lasciando offerte per la fabbrica e per la crociata contro i Turchi, la medesima indulgenza plenaria data in occasione dell'ultimo giubileo delle chiese di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore di Roma, e comunica che i confessori deputati a tale scopo nelle dette chiese potranno assolvere chi si confesserà, anche in casi riservati al pontefice.

Notaio sottoscrittore: Paulus de Soncino p.a.a.n.

Sigillo: deperdito. Tracce infinitesimali di cera rossa del sigillo di Giovanni Antonio da Busseto, arciprete di S. Germano di Varzi, collettore e commissario della camera apostolica.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 12 (= cart. 3ca, nr. 23) 485 x 380 mm, righe 72. Due grosse lacune con perdita di testo lungo il lato destro a causa di rosicature e strappi; estese macchie, altre piccole rosicature e sbiaditure. Nel margine superiore e inferiore piccoli fori lasciati dai chiodi utilizzati per l'affissione in pubblico del documento. Inserti: 17 gennaio 1477 (Roma (S. Pietro)), 5 marzo 1477 (Roma (S. Pietro)), 13 giugno 1477 (Roma (S. Pietro)), 17 (?) giugno 1477 (Roma (S. Pietro)), <17> (?) (?) 1477 (Roma (S. Pietro)), 17 giugno 1477 (Roma (S. Pietro))

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9 ottobre 1477, Milano

Licenza / -

, su richiesta del frate Cristoforo <...> e del convento , concede a quest'ultimo di permutare certi beni immobili, fra cui una casa situata nel borgo di Mendrisio «in Horexino», appartenuta al frate Pietro della Torre. (Frammento)

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 44 (inserto)

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(dopo il 9 ottobre 1477), <...>

Permuta / <...>

Frammento di un atto, probabilmente relativo a una permuta di beni tra il priore e il capitolo del convento di S. Maria di Mendrisio, da una parte, e <...>, dall'altra. (Frammento)

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de la Turre Mendrisii p.i.a.n. Cumarum < f.c. domini Antonii>.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 44 100 x 205 mm, righe 15. Il documento è privo di gran parte della parte iniziale, asportata mediante taglio, e del margine destro, rosicato. Inserti: 9 ottobre 1477 (Milano)

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20 novembre 1477, Milano

Commissione e supplica

In risposta ad una supplica dei comuni di Meride, Tremona ed Arzo, i maestri delle entrate ducali incaricano il capitano di Val Lugano [Baldassarre dei Conti di Cemmo] di verificare che siano mantenute le consuetudini riguardo all'esportazione di cortecce («rusche da conficere li corami») e alla relativa esenzione dai dazi.

Cancellieri: Gabriel , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 3 (inserto)

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20 novembre 1477, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il ventiquattrenne Pietro del fu Marcolo «de la Zotta», abitante «ad la Zottam» nel territorio di Bellinzona, riconosciuto in età legittima per stipulare contratti dai duchi di Milano, vende al notaio rogatario, agente a nome di Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, la metà di un torchio con tetto di paglia situato nel territorio di Bellinzona «ad la Zottam», al prezzo di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Iohannis Martini.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 143 1140 x 230 mm, righe 125. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Un piccolo foro. Regesto: BSB VIII (1948), pp. 114-115. Inserti: 26 settembre 1477 (Milano)

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20 novembre 1477, Crimeo (Mesocco)

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Antonio del fu Alberto «Sexazii» di Anzone di Mesocco vende a Giacomino, figlio di Pietro Magoria e agente a suo nome, tutti i suoi beni situati nella contrada di «Campo Sordo», situata nel territorio di Mesocco, al prezzo di 150 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di 60 libbre di formaggio dell'alpe.

Notaio rogatario: Gaspar p.i.a.n. Vallis Misolzine f.c. ser Alberti n. de Misocho

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 25 260 x 285 mm, righe 43. Il documento presenta diverse lacune provocate da rosicature, in particolare una di grosse dimensioni lungo la piega verticale centrale.

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26 novembre 1477, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et retrodati

Andrea «de Zezio» del fu Donato abitante a Bellinzona vende a Michele del fu Lorenzo «de la Cha» di Daro tre pertiche di terreno arativo situate nel territorio di Carasso «ad Campos longos», che egli aveva acquistato dal detto Michele per 100 lire di terzoli il 22 novembre 1474. Il prezzo della retrovendita è di 100 lire di terzoli più due lire e otto soldi di terzoli per le spese degli atti di vendita e della successiva locazione.

Notaio rogatario: Donatus p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iohanoli Martini Pedruzii de Daro.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 48 (v.n. A. VIII/20) 480 x 160 mm, righe 86. Il documento presenta una cucitura di medie dimensioni precedente la stesura del testo, nonché diverse macchie e fori.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 556 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

5 dicembre 1477, Claro

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomino del fu Pietro Magoria di Bellinzona, vicino e abitante di Claro, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giacomo detto «Facella» del fu Borgnino di Mesocco, abitante a Claro, di un orto con vigna «ad topias» e muretto diroccato, situato nel territorio di Claro, nella contrada di Duno, tra i terreni recintati del detto locatore, al canone annuo di un congio di vino rosso.

Notaio rogatario: Donatus de Casnedo de Claro f.c. domini Ambrosii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 144 320 x 300 mm, righe 42. Piccoli fori in particolare nelle pieghe, e alcune macchie. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 5 dicembre 1477 cadeva infatti di venerdì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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9 dicembre 1477, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, convocata «sono maiole» per ordine del console Alberto «de Zanfono» di Castione, vende a Pietro di Codeborgo del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, un monte a bosco, sassi e prato con una cascina nel territorio del detto comune «ad Saurdum de medio» e un appezzamento di terreno a prato e pascolo «in Pasquario de supra molandinum Nicolai de Mugiascha», al prezzo di 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. ser Thomasini.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 39 1560 x 225 mm, righe 198. Documento composto di tre fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Alcune rosicature e piccole lacerazioni lungo il bordo destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 37.

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9 dicembre 1477, Lumino

Locazione / Instrumentum livelli

Pietro di Codeborgo del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Alberto «Zanfonum» del fu Antonio «Albertelli» di Castione, console del comune di Castione e Lumino, e i vicini di quel comune riuniti in assemblea, di un monte a bosco, sassi e prato con una cascina nel territorio di Castione e Lumino «ad urdum de medio» e di un appezzamento di terreno a prato e pascolo «in Pasquario de supra molandinum Nicolai

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 557 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete de Mugiascha», appena vendutigli, al canone annuo di 15 staia di «frumentata» (frumento e segale per metà) e tre carri di legna di rovere da ardere, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: et habitator sini.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 40 1600 x 230 mm, righe 182. Documento composto di tre fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Estese macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi e abrasioni su tutti i fogli, con notevoli perdite di testo. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 42.

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10 dicembre 1477, Milano

Commissione / Littere commissionis

Il conte Pietro Rusca incarica Cristoforo Colli, podestà di Locarno, di esaminare e decidere la lite tra gli uomini di Aurigeno e Tegna, da una parte, e quelli di Verscio, Cavigliano e Auressio, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo in Dunzio e Capoli.

Archivio Patriziale Aurigeno 7 (inserto)

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12 dicembre 1477, Lugano

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Su richiesta dei comuni di Meride, Tremona e Arzo, Baldassarre dei Conti di Cemmo, capitano di Lugano e Valle e delegato dai maestri delle entrate ducali, incarica qualsiasi «servitor» della sua giurisdizione di citare Stefano Castagna di Lugano e i suoi figli, dazieri del pedaggio maggiore di Lugano e Valle, a comprarire davanti a lui il venerdì successivo per udire la sentenza nella causa relativa all'esportazione di merci da parte dei primi.

Notaio sottoscrittore: Gayus Antonius Castoyra n. daziorum comunitatis Vallis Lugani.

ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 3 (inserto)

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13 dicembre 1477, Milano

Conferma di concessione / Confirmatio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 558 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

I duchi di Milano Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza confermano la concessione fatta dal duca Galeazzo Maria Sforza il 13 marzo 1475, con la quale egli autorizzava gli uomini di Isone a fare uso, per le proprie necessità, del sale importato a Bellinzona.

Notaio autenticante: Betolus de Quadrio de Tesserario n.p. Lugani et Valis f.c. magistri Fomaxii. Cancellieri: Bartolomeo Calco, Milano (cancelleria ducale)

Copia autentica (coeva?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 9 250 x 330 mm, righe 25. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 31 n. 77 e p. 79 n. 173; Lepori, Isone, p. 114 (foto) e 116. Inserti: 13 marzo 1475 (Vigevano)

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19 dicembre 1477, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Baldassarre dei Conti di Cemmo, capitano di Lugano e Valle, delegato dai maestri delle entrate ducali, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i comuni di Meride, Tremona ed Arzo, da una parte, e Stefano Castagna di Lugano e figli, dazieri del pedaggio maggiore di Lugano e Valle, dall'altra, per le pretese avanzate dai detti dazieri nei confronti dei comuni che esportano dai confini giurisdizionali della Valle, senza pagare alcun pedaggio, quantità di corteccia di quercia e rovere per la confezione di corami («pro confitiendo corio»). Il detto capitano, esaminati i documenti e le testimonianze prodotte dalle parti, dichiara che i dazieri non devono imporre alcun dazio ai detti comuni per l'esportazione di tali prodotti.

Notaio rogatario: Gayus Antonius Castoyra dictus de Carnevario de Lugano p.i.a.n. Lugani ac n. daziorum comunitatis Vallis Lugani, f.q. domini Bartholomei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 3 600 x 400 mm, righe 58. Strappi, fori e rosicature di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo le pieghe e nel margine superiore a destra. Alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 20 novembre 1477 (Milano), 12 dicembre 1477 (Lugano)

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<...> <...> 1477, Bellinzona

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum investiture livelli

Giovanni di Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Antonio del fu Menegino «Adami» di Giubiasco di un terreno a selva, bosco e sassi situato nel territorio di Camorino «in Comelina». Il detto Antonio potrà riscattare il terreno in questione se entro quattro anni verserà al detto Giovanni 134 lire e dieci soldi di terzoli.

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Notaio rogatario: Petrus Varronus f. ser Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 26 500 x 170 mm, righe 96. Diversi fori e macchie e una lacuna di medie dimensioni nella parte iniziale.

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10 febbraio 1478, Bellinzona

Conferma di atti / Confirmatio et corroboratio

Carlo da Cremona, commissario ducale e podestà di Bellinzona, su richiesta di Giovanni Vanetto di Codeborgo del fu Giacomo, caneparo del contado di Bellinzona, conferma i seguenti atti relativi alla ripartizione degli oneri tra il comune e il contado di Bellinzona: la ratifica di convenzione del 28 dicembre 1382, la convenzione del 2 settembre 1423 e il mandato del duca di Milano del 26 luglio 1434.

Notaio sottoscrittore: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio sottoscrittore: Iohannes Ruscha f.q. domini Georgii p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio sottoscrittore: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.q. ser Andree p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 1 2550 x 315 mm, righe 228. Rotolo costituito da cinque membrane cucite insieme. Strappi, fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale.

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<...> febbraio 1478, Meride

Locazione / Instrumentum inves liveli et pactorum

Giovanni della Torre di Mendrisio del fu Marco, agente anche a nome del fratello Guido Antonio, investe a titolo di livello e locazione perpetua Giovanni Fossati di Meride del fu Abbondiolo, abitante a Meride, di un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Meride «ad Vixirum», acquistato dal detto locatario il giorno medesimo. Il canone annuo stabilito è di cinque staia di frumento; le parti convengono inoltre che il detto Giovanni Fossati potrà tornare in possesso del detto terreno versandoi 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 16 480 x 300 mm, righe 58. Sulla stessa pergamena figurano la locazione del febbraio 1478 e la ricevuta del 30 aprile 1492; il primo documento è annullato mediante due righe incrociate, il secondo, vergato dal medesimo notaio, è incompleto. La membrana è stata riutilizzata come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati degli anni 1491-1494; presenta alcuni piccoli fori e lacerazioni lungo i bordi ed è stata rifilata lungo tutto il margine destro, con perdita della parte finale delle righe di testo.

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21 marzo 1478, Roma (S. Pietro)

Concessione di privilegi

Papa Sisto IV concede all'ospedale di S. Spirito in Sassia di costruire nuovi edifici e strutture moderne per il ricovere degli infermi e dei poveri. Conferma alla confraternita di S. Spirito i privilegi concessi dai suoi predecessori, stabilisce che i confratelli possano essere seppelliti anche in tempi di interdetto e che venga tenuto un libro nel quale segnare nome, cognome e la quantità di denaro elargito per coloro che non sono residenti, concede di eleggere un confessore, conferisce indulgenze plenarie o per cent'anni a coloro che donano un'elemosina all'ospedale di S. Spirito, stabilisce una processione nel giorno di Pentecoste dalla Basilica di S. Pietro alla chiesa dell'ospedale con messa solenne e infine definisce i paramenti dei funerali.

ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 139 (inserto)

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11 aprile 1478, Locarno

Sentenza / instrumentum sententie

Cristoforo Colli, podestà di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella lite tra gli uomini di Verscio, Cavigliano e Auressio, rappresentati in giudizio da Giovan Antonio Orelli e Domenico «Brontali», da una parte, e quelli di Aurigeno, rappresentati in giudizio da Giacomo «Zoli», dall'altra, in merito ai pascoli di Dunzio e Capoli. Egli dichiara che i diritti di pascolo spettano agli uomini di Aurigeno.

Notaio rogatario: Iohannes Thadeus de Duno p.i.a.n. ac canzellarius prefate comunitatis, filius domini Petri de Duno, habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 7 400 x 320 mm, righe 49. Pergamena abbastanza ben conservata, con alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura, soprattutto lungo un'antica piega orizzontale Inserti: 10 dicembre 1477 (Milano)

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16 aprile 1478, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Stefano del fu Lorenzo Poroli di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti del notaio Giovanni Donato Castoria di Lugano, agente a nome di Bernardino del fu Bartolomeo Castoria di Lugano, e promette di versare entro Natale 19

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 561 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete lire e quattro soldi di terzoli per una quantità di biada acquistata. Il vicario di Lugano e Valle Aloisio Origoni condanna il detto debitore a restituire quanto dovuto entro Natale.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 5 240 x 140 mm, righe 50. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, macchie e tre tagli d'annullamento.

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17 giugno 1478, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Franceschina Raimondi del fu Agostino del fu Maffiolo, vedova di Michele Cocquio, e suo figlio Giovanni Paolo, erede testamentario del detto Michele, abitanti a Como nella parrocchia di S. Eusebio, vendono a Maddalena «de Megiano» di Caneggio del fu Petrolo, rappresentata dal marito Andrea di Albino «de Interlegniis», abitante a Boffalora, e dal notaio Antonio Volpi, un campo situato nel territorio di Chiasso «ad Duodecim Perticas». La detta Franceschina e il marito avevano locato il fondo al fu Maffiolo «de Interlegniis» di Boffalora il 18 ottobre 1463 al canone annuo di 11 staia di formentata, con la possibilità per il locatario e per i suoi eredi di riscattare il terreno per la somma di 237 lire e tre soldi di terzoli. Ora Franceschina e Giovanni Paolo cedono il fitto livellario a Maddalena, che potrà farlo valere contro gli eredi del detto Maffiolo. Il prezzo della vendita è di 237 lire e tre soldi di terzoli, somma che Maddalena sborsa mediante il ricavato di una vendita di beni situati a Caneggio. La vendita è stipulata con il consenso di Marco Cocquio di Como del fu Nicolao, curatore di Giovanni Paolo, e di Grigo Fontana del fu Gerolamo di Como, parente di detta Franceschina.

Notaio rogatario: Antonius de Vulpis p.i.a.n. Cumanus, f.c. domini Benedicti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 13 800 x 360 mm, righe 115. Il documento, costituito da due membrane cucite insieme, presenta una serie continua di piccoli fori approntati per la cucitura lungo tutto il bordo superiore e una macchia in alto a sinistra.

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3 settembre 1478, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato dai canepari Lanfranco del fu Zane detto Zanella e Martino del fu Minetto Petrina, dal sostituto del console Vidolo del fu Pietro Ferrari e da alcuni uomini del comune, investe a titolo di locazione e massaricio per sette anni rinnovabili a volontà delle parti, Giacomo del fu Filippo Andrioli di Cevio, abitante a Maggia, della metà dell'alpe Soveneda, in valle di Peccia, al canone annuo di 30 lire e un soldo di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus p.i.a.n., f.q. Martini Mazini de Cevio.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Vallemaggia 26 240 x 250 mm, righe 45. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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21 settembre 1478, Riva S. Vitale

Testamento / Instrumentum <...>

Cristoforo «de Patis» del fu Giovanni abitante a Riva S. Vitale detta il suo testamento, e istituisce alcune elemosine al comune di Riva S. Vitale e a quelle persone che assisteranno alle litanie di S. Giorgio di Meride garantite su tutti i suoi beni; egli istituisce un annuale per la sua anima che dovrà essere celebrato da quattro preti nella chiesa di S. Vitale di Riva, i quali dovranno ricevere per questo il pranzo. Il detto Cristoforo lascia inoltre alla moglie Balsarina del fu Matteo detto «Mafialo» Tencalla di Bissone la sua dote e la nomina usufruttuaria di tutti i suoi beni, assegnandole inoltre una casa situata «apud portam dicti testatoris»; alla figlia Giovannina moglie di Pietro di Saronno del fu Ambrogio, abitante a Mendrisio, lascia 100 ducati d'oro a titolo di dote garantiti da beni situati nel territorio di Riva S. VItale, alla figlia Simona moglie di Giovanni del fu Lazzaro di Riva S. VItale 32 lire di terzoli oltre alla dote; infine egli nomina suo erede universale il genero Pietro.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani et pertinentiarum f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 47 415 x 290 mm, righe 69. La pergamena, sbiadita, lacera e assai guasta, è stata riutilizzata come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1495-1497.

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(prima del 1479?), Carabbia

Ricevuta / Instrumentum confessionis

I coniugi Giovanni Donato e Caterina di Campione dichiarano di avere ricevuto dai fratelli Fomasio, Petrolo, Masino e Francesco «de Cortivo» di Carabbia del fu Giovanni, da Petrino di Carabbia e da Balsarino di Ciona, agenti a nome proprio e di <...>, una somma di denaro a pagamento del canone di locazione di numerosi terreni situati nel territorio di Carabbia. (Frammento).

Notaio rogatario: Castelanus de Turbino de Lugano p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ayroldi. Notaio scrivente: Iohannes Martinus de Somazo p.i.a.n. Lugani f.c. domini Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 41 960 x 380 mm, righe 157. Il documento, costituito da due membrane cucite insieme, presenta due cuciture precedenti la stesura dell'atto, alcuni fori e lacerazioni, in particolare lungo i bordi laterali, ed è privo della parte iniziale, asportata mediante strappo. Il termine ante quem per la datazione dell'atto risulta dall'ultima menzione reperita del notaio Castellano de Turbino in veste di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 563 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete rogatario. Egli era stato ammesso all'esercizio della professione nel 1445 (FDS TI C 1, p. 433).

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22 gennaio 1479, Moghegno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Zano del fu Giovannetto della Porta di Moghegno promette a Antonio del fu Pingino di Moghegno, caneparo e amministratore dei beni della chiesa di S. Maria di Moghegno, di consegnargli entro la prossima festa di s. Martino la somma di 10 lire di denari nuovi, ricevuta in prestito («occaxione denariorum prestatorum gratia et amore»).

Notaio rogatario: Iohannes p.n., f.c. Iacobi Ramelli de Nobilibus de Mogeno.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Moghegno 1 195 x 130 mm, righe 42. Minuscole rosicature lungo la piega orizzontale centrale e i bordi.

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1479

Supplica

Il comune di Bellinzona supplica i duchi di Milano affinché concedano la sospensione di tutti i termini di pagamento con scadenza a partire dal primo ottobre 1478 a causa della minaccia di guerra che incombe sul territorio bellinzonese per opera degli Svizzeri.

Archivio Comunale Bellinzona 49 (v.n. A. VIII/18) (inserto)

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3 febbraio 1479, Milano

Concessione di privilegio / -

In risposta ad una supplica del comune di Bellinzona, i duchi di Milano Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza concedono la sospensione di tutti i termini di pagamento con scadenza a partire dal primo ottobre 1478 a causa della minaccia di guerra che incombe sul territorio bellinzonese per opera degli Svizzeri.

Cancellieri: Christoforus , Milano (cancelleria di Bona e G. Galeazzo Maria Sforza)

Sigillo: deperdito. Piccole tracce di cera gialla del sigillo di Bona e Gian Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano.

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 49 (v.n. A. VIII/18) 295 x 420 mm, righe 22. Alcuni fori nelle pieghe, una lacerazione integrata nel restauro lungo la piega orizzontale, dove il testo è di difficile lettura. Inserti: 1479

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15 marzo 1479, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Turchino de Quadrio di Como, residente a Locarno, agente anche a nome del prete Daniele, suo fratello, vende a Gabriele «Porada» del fu Aliolo di Bissone, ivi abitante, la dodicesima parte della decima di Arogno, al prezzo di 30 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Castelanus de Turbino p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ayroldi. Notaio scrivente: Bonifortus de Canonica p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 6 550 x 360 mm, righe 54. Tre piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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(prima del 5 aprile 1479)

Forma di giuramento / Forma sacramenti

Forma di giuramento prodotta davanti al notaio e giudice Giovanni Scheggia di Semione, vicario di Val Blenio, da Pietro della 'Turéta' di «Semargu»a del fu Giovanni di Malvaglia in merito al diritto di vicinato a Dongio.

ASTi, Pergamene, Blenio 42 (inserto)

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(prima del 5 aprile 1479)

Forma di giuramento / Forma sacramenti

Forma di giuramento prodotta davanti al notaio e giudice Giovanni Scheggia di Semione, vicario di Val Blenio, da Pietro della 'Turéta' di «Somargua» del fu Giovanni di Malvaglia in merito al diritto di vicinato a Dongio.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 565 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

; ASTi, Pergamene, Blenio 43 x mm, righe .

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5 aprile 1479, Dongio

Elezione di procuratore / Instrumentum sindicatus et procure

La vicinanza di Dongio nomina procuratore Pietro «de Olchielo» del fu Martino di 'Intragágn', con l'incarico di rappresentare il comune nella lite con Pietro della 'Turéta' di «Semargua» del fu Giovanni di Malvaglia in merito al diritto di vicinato a Dongio.

Notaio rogatario: Antonialus de Ambrosetis de Aquilo Vallis Blegnii, f.q. ser Iohannis, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 42 520 x 335 mm, righe 67. Numerosi fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, due lacerazioni lungo il margine sinistro, nonché un foro nella parte superiore risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: MDT Bl., pp. 2040-2042, nr. 828. Inserti: (prima del 5 aprile 1479)

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21 aprile 1479, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Antonio Magoria del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello, eredità perpetua e comune ed enfiteusi Zanetto detto Zocco del fu Giovanni detto «Tulle del Molino», abitante a Contone, di 22 terreni, case ed altri beni immobili situati nel territorio di Contone, al canone annuo di 33 lire di terzoli, quattro polli e due staia di rape.

Notaio rogatario: Baptista Rusca f.c. domini Andrioli n.p. Birinzone. Notaio estraente: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone ac n. laudatus ... per consilium comunis Berinzone ad explendum .... instrumenta ... tradita ... per n.q. Baptistam Ruscam f.c. domini Andrioli olim n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (1484 gennaio 30); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 27 1030 x 180 mm, righe 137. Rotolo costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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26 aprile 1479, Semione

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella controversia tra Pietro del fu Giovanni della 'Turéta' di «Somargua» di Malvaglia, da una parte, e i vicini di Dongio, dall'altra, in merito al diritto di vicinato e allo sfruttamento dell'alpe «de Sorcreguo», il giudice e notaio Giovanni Scheggia di Semione, vicario di Val Blenio per la lega dei Confederati, dichiara che il detto Pietro non possiede alcun diritto sugli alpi della vicinanza di Dongio e lo condanna a versare ai vicini una certa somma di denaro per il riscatto di un pegno preso a suo tempo sull'alpe «de Sorcreguo» dal saltario della vicinanza.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Schezia Vallis Bellegnii p.i.a.n., f. domini Iohannis n. de Simiono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 43 575 x 275 mm, righe 86. Estese rosicature lungo il margine sinistro, alcuni fori di piccole dimensioni, pure dovuti a rosicatura, nonché una piccola rosicatura lungo il margine destro. Edizione: MDT Bl., pp. 2045-2048, nr. 830. Inserti: (prima del 5 aprile 1479)

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13 settembre 1479, Bironico

Vendita / Instrumentum cessionis

Bertola Quadri di Tesserete del fu Aloisio, abitante a Tesserete, agente anche a nome del fratello Gabriele, cede a titolo di vendita a Giovanni del fu Zane di Bellio, Bono del fu Zanolo detto Bustocco, Antonio «de Bustocho» nipote del detto Bono e figlio del fu Giacomo e a Mariello del fu Guglielmolo «de Parono», tutti di Camignolo, un credito di 12 lire e otto soldi di terzoli, che Pietro detto Ferrino del fu Martino «de Patrocho» di Camignolo si era impegnato a consegnare ai detti fratelli, come risulta da uno strumento del 26 maggio 1476, nonché un altro credito di due lire e 11 soldi di terzoli dovuti dal detto Ferrino a causa di certe spezie e spese. Il prezzo della vendita è di 14 lire e 19 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino n.p. Lugani et Vallis f.c. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 20 380 x 185 mm, righe 73. Due grosse macchie nella parte inferiore e alcuni piccoli fori. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, pp. 29 n. 68 e p. 79.

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16 ottobre 1479, Largario

Elezione di procuratore / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Largario costituisce suo procuratore il console Giovannolo «de Nigris» del fu Martino «olim Iacomoli», con il compito di rappresentarla nella lite con il prete Giacomo «de Bonitate», rettore della chiesa dei SS.

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Pietro e Paolo di Largario.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Larg[ari]o Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 19 265 x 150 mm, righe 60. Edizione: MDT Bl., pp. 2052-2053, nr. 833.

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18 novembre 1479, Lugaggia

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Antonio del fu Giovanni del fu Anrigolo detto del Sasso de Quadrio di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni del fu Fomasio de Quadrio di Tesserete, abitante a Lugaggia, e promette di pagare entro Natale 33 lire e otto soldi di terzoli per la dote di Margherita, sorella di Antonio e moglie di Giovanni.

Notaio rogatario: Betolus de Quadrio de Tesserario n.p. Lugani et Vallis f.c. ser Fomaxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 6 240 x 145 mm, righe 34. Piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, alcune macchie e tre tagli d'annullamento.

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10 dicembre 1479, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Stefano detto «Schena de Montiono» di Monte Carasso vende a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona OTTO TERRENI E DUE CASE SITUATI NEL TERRITORIO DI Monte Carasso «ad Sprugam», «ad Ronchetum», «ad Valegium», «in Plano de Pricolis», «ad Pricolas» e «in Plano de Medio», al prezzo di 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista Ruscha n.p. Berinzone. Notaio estraente: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone ... laudatus .... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis n.c. ser Baptiste Rusche olim n.p. Berinzone ...

Originale estratto da imbreviature (1482 aprile 17); lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 27 795 x 215 mm, righe 109. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale.

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Sec. xv (prima del 1480 ?), (?)

Locazione / Instrumentum livelli

Frammento di atto di locazione.

Notaio rogatario: Ruschonibus f.c. domini Andrioli p.i.a.n. et habitator Berinzone. Notaio scrivente: Albertolus p.i.a.n., f.c. Petroli Boneti de Piazognia de Gambaronio habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 295 120 x 250 mm, righe 11. Dell'atto rimane solo la parte finale con l'actum, i testi e la sottoscrizione dei notai. Alcune macchie e piccoli fori. Il termine ante quem è dato dall'ultima attestazione del notaio Battista Rusca in veste di rogatario

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15 febbraio 1480, Locarno

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei borghesi di Locarno e degli «avogadri» delle chiese di S. Maria, S. Giorgio e S. Antonio nomina quali procuratori il «magister theologie» Sansone, generale dell'Ordine dei Frati Minori, «magister» Paolo di Como dell'Ordine dei Frati Minori della provincia di Milano, *** protettore e Giovanni «de Trinio» procuratore dell'Ordine dei Frati Minori, «magister» Taddeo e frate Paolo Baccalario, i nobili Giacomino «de Brizio», Giulio «de Rozollo» e Giovanni Antonio suo figlio, Giovanni di Petrolo «de Rozollo» e Simone suo figlio, Giovanni del fu Antonio «de Rozollo», Locarnino Composta e Giovanni Pietro suo figlio, Cristoforo Varenna, Pietro «de Baddis» fratello del notaio, Pietro Marcacci, Francesco Prevosti, il notaio Giovanni Giorgio «de Baddis» e Tommasino Gidoli, affinché si presentino davanti a papa Sisto per impedire che la chiesa di S. Maria della Misericordia e di S. Giorgio in Selva venga affidata ad alcun ecclesiastico o religioso per celebrarvi o per insediarvi un convento contro il volere dell'assemblea. Infine nomina procuratori alle cause i causidici di Locarno nobili Pietro «de Duno», Giovanni Antonio Orelli, Giovanni Lorenzo Gandino, Giacomo Zolli e Nicola «de Arnono».

Notaio rogatario: Iohannes Georgius de Baddis p.i.a.n. Locarni et plebis, f. ser Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 28 410 x 425 mm, righe 66. Fori di piccole dimensioni.

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18 febbraio 1480, Arzo

Vendita / Instrumentum venditionis

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Giorgio Fossati del fu Andreolo detto di Manfredino, abitante ad Arzo, agente anche a nome del fratello Gabriele e dei nipoti Andrea e Pietro Fossati del fu Manfredino, fratello del detto Giorgio, vende a Filippo Fossati di Meride del fu Giovannolo «Comata» un appezzamento di selva con sei alberi situato nel territorio di Arzo «ad Dossum», al prezzo di 35 lire e mezza di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius de Fossato de Merede f.c. domini Melchionis p.i.a.n. Cumarum et comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 4 415 x 300 mm, righe 65. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. In un foro tracce di filo.

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2<1> febbraio 1480, Carasso

Locazione / Instrumentum investiture livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Giacomo del fu Giovanni «de Ortigalia», investe a titolo di livello ed eredità perpetua Zanono del fu Togno di Carasso, di un campo situato nel territorio di Carasso «in Media Campanea», al canone annuo di 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 145 420 x 220 mm, righe 73. Il documento è privo dell'angolo superiore destro e presenta alcuni piccoli fori.

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4 maggio 1480, Como

Vendita, dazione in pagamento e locazione / Instrumentum venditionis et insolutum dationis; instrumentum livelli

Stefano «Caldumi de Bonelis» di Tremona del fu Zanolo detto «Caldumi» vende a Giorgio della Torre del fu Gaspare, cittadino di Como e ivi abitante, un terreno a campo e prato con piante situato nel territorio di Tremona «ad Pradelum», al prezzo di 40 lire e due soldi di terzoli. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dal venditore ammontanti a 34 lire e dieci soldi di terzoli. Il detto Giorgio investe poi il detto venditore dello stesso terreno a titolo di livello enfiteutico e locazione perpetua al canone annuo di due staia di frumento.

Notaio rogatario: Clemens de Cortexella p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 17 570 x 350 mm, righe 82. Un taglio lungo buona parte del margine destro, alcune rosicature e fori di piccole e medie dimensioni con residui di filo ricoperto di pergamena dovuti al reimpiego della pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Antonio

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Fossati degli anni 1490-1494.

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6 maggio 1480, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Mastro Tognino sarto del fu Maffiolo to «de <...>», a Minusio, e Giovanni procuratori del comune di Minusio e , investono a titolo di eredità perpetua i fratelli Antonio e Giovanni, figli del fu Andrea (?) Spaini di Rivapiana di Minusio, di un appezzamento di terreno prativo nel Piano di Magadino «in Vicinoribus», al canone annuo di un'oncia di mistura (segale e miglio in parti uguali), alla misura di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Domenichus de Casencho p.n., f.c. Iohannis de Casencho de Menuxio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 15 650 x 210 mm, righe 116. Grosso foro nella metà superiore ed estese lacune, dovute a rosicatura, lacerazioni e gore d'umidità. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, di cui uno ricucito con filo di canapa. Sottolineature in matita rossa. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 469; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 491.

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29 maggio 1480, Bellinzona

Conferma di elezione / Instrumentum consensus et acceptationis

Donato «de Carassore» del fu Enrico abitante a S. Antonino, procuratore del detto comune, notifica ai preti Loterio Rusca, Gabriele di Ascona, Damiano Ferrari, Nicolao di Marliano e Giovanni Cusa, canonici residenti della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, l'elezione del prete Pietro di Blenio del fu Vivenzio quale cappellano, «monacho», custode, beneficiato e rettore della chiesa di S. Antonino, ufficio vacante per la morte del prete Giacomo «de Moltono», e chiede loro di confermarla. I canonici accettano l'elezione e ordinano di affiggere alla porta della chiesa di S. Antonino un editto che conceda un termine di comparizione a chiunque si opponga alla nomina.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 12 470 x 230 mm, righe 49. Un foro risalente alla lavorazione della pelle, uno strappo nel margine destro e diffusi annerimenti del supporto. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85; Ostinelli, Il governo, p. 106.

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1480

Consilium / Consilium

Parere giuridico del giurisperito Martino dell'Olmo nella lite tra gli uomini di Tegna, Aurigeno e «Verzino», da una parte, e quelli di Verscio, Cavigliano e Auressio, dall'altra, in merito alle pretese di questi ultimi circa la ripartizione delle spese giudiziarie nella causa relativa ai pascoli di Dunzio e Capoli. Egli dichiara che Tegna e Aurigeno devono essere liberati dalle pretese della controparte e che a quest'ultima vadano addebitate tutte le spese giudiziarie se non accetterà la sentenza. Il «consilium» richiama un libello di Verscio, Cavigliano e Auressio, che a sua volta contiene una commissione scritta il 15 dicembre 1479 dal notaio Giovanni Taddeo «de Duno» e un altro atto dello stesso notaio del 10 giugno 1480.

Archivio Patriziale Aurigeno 8 (inserto)

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1 luglio 1480, Locarno («ad Galinaziam»)

Sentenza / instrumentum sententie

Minetto «de Bergiochis» di Novara, podestà di Locarno e Ascona, pronuncia la propria sentenza nella lite tra i comuni di Tegna, Aurigeno e «Verzino», da una parte, e quelli di Verscio, Cavigliano e Auressio, dall'altra, in merito ai diritti sui pascoli di Dunzio e Capoli. In base ad un «consilium» del giurisperito Martino dell'Olmo, egli libera Tegna e Aurigeno da ogni pretesa di Verscio, Cavigliano e Auressio e condanna questi ultimi alla rifusione delle spese giudiziarie, precisando che le stesse saranno loro condonate qualora accettino la sentenza.

Notaio rogatario: Iohannes Thadeus de Duno p.i.a.n. filius domini Petri de Duno, habitator Locarni. Notaio scrivente: Zanes Bonenzius p.i.a.n. filius Guielmi Barberii de Russio Vallis Onxernoni habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 8 785 x 240 mm, righe 116. Pergamena rotolata, abbastanza ben conservata, salvo una lacerazione nell'angolo superiore destro e alcune rosicature lungo i margini; un taglio risalente alla lavorazione della pelle cucito con filo di canapa Inserti: (prima del 1. luglio) 1480

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12 settembre 1480, <...>

Vendita / <...>

I fratelli Giacomo e Donato «de Caziis» del fu Giovanni del fu Martinello, abitanti a Clivio, vendono al notaio rogatario, agente a nome di Luchino del fu Bertola «de Contis» di «Castello Senio» abitante a Rovate, un complesso di terreni e beni immobili situati a Vacallo e nel suo territorio. (Frammento).

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Notaio rogatario:

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 18 425 x 270 mm, righe 73. Il documento è privo della parte finale, asportata mediante un taglio. Lungo tutto il margine sinistro grossa lacuna dovuta all'umidità che ha distrutto il supporto. Altri fori di medie e piccole dimensioni, uno dei quali dovuto al reimpiego della pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1477-1478.

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8 dicembre 1480, Bellinzona

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis seu reffutationis

Nicolao del fu Guglielmo «de Stabiello» di Camorino, tutore e curatore dei nipoti minorenni Giovanni e Guglielmo del fu Donato e Guglielmo del fu Martino, da una parte, e Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli, dall'altra, rinunciano vicendevolmente alle investiture fatte tra il 1465 e il 1476 dal detto Giovanni ai fratelli Donato, Martino, Nicolao e a Domenico. Sui beni in questione, situati nel territorio di Camorino «ad Ronchum seu ad Petiam de Busno», «ad Tegrazium», «ad Conelinam», «ad Ronchum Novum», «in la Monda de Camorino» e «in Vigana de Superiori», i detti minorenni, inabili al lavoro, non sono in grado di ricavare i canoni da versare al detto Giovanni. La rinuncia avviene alla presenza di Giovanni Francesco Visconti, commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 28 1310 x 200 mm, righe 150. Il documento, costituito da tre membrane cucite insieme, presenta alcuni piccoli fori.

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13 dicembre 1480, 'Nosét' (Bellinzona)

Riconoscimenti di debito / Instrumentum obligationis

Andrea del fu Giovanni «Ugheti» di Grumo promette a Nicolao Tatti di Cristoforo, abitante a Bellinzona, di restituirgli entro la prossima festa di s. Pietro (29 giugno) 42 lire di terzoli, di cui lo stesso Andrea è debitore a nome della comunità di Val Blenio.

Notaio rogatario: Filippus f. domini Iohannis de Cuxa de Birinzona, p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 44 265 x 115 mm, righe 54. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, diverse rosicature di piccole dimensioni, in particolare lungo le piegature, nonché tre tagli di annullamento. Edizione: MDT Bl., pp. 2093-2094, nr. 846.

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31 gennaio 1481, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Andriolo del fu Filippo Andrioli di Cevio, abitante a Locarno e agente anche a nome di Pietro Rusca, conte di Val Lugano e signore della Pieve di Locarno, vende a Perino Cristoforo del fu Romerio del fu Perino notaio di Someo, agente anche a nome del comune di Someo, il diritto di alpeggio per 278 bestie minute sull'Alpe Alzasca, che ne conta complessivamente 1500, tale diritto era stato venduto al detto Andriolo per una parte da Giacomo «Muzii» di Someo, per un'altra parte dallo stesso Giacomo «Muzii» in veste di tutore di Somadino del fu Giovanni «Muziii» e per una terza parte da Giovannetto di Bernardo «Muzii» e da Stefano figlio del detto Giacomo «Muzii», anch'essi tutori del medesimo Somadino. Il prezzo della vendita è di 278 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus p.i.a.n., f.q. Martini Mazini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 4 590 x 270 mm, righe 98. Una cucitura di medie dimensioni nella parte inferiore del margine sinistro, uno strappo nell'angolo inferiore destro, alcune sbiaditure e diversi fori di piccole dimensioni. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 65-66. Altri esemplari: Archivio Comunale Someo 10

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31 1481, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Andriolo del fu Filippo Andrioli di Cevio, abitante a Locarno e agente anche a nome di Pietro Rusca, conte di Val Lugano e signore della Pieve di Locarno, vende a Perino Cristoforo del fu Romerio del fu Perino notaio di Someo, agente anche a nome del comune di Someo, il diritto di alpeggio per 278 bestie minute sull'Alpe Alzasca, che ne conta complessivamente 1500; tale diritto era stato venduto al detto Andriolo per una parte da Giacomo «Muzii» di Someo, per un'altra parte dallo stesso Giacomo «Muzii» in veste di tutore di Somadino del fu Giovanni «Muziii» e per una terza parte da Giovannetto di Bernardo «Muzii» e da Stefano figlio del detto Giacomo «Muzii», anch'essi tutori del medesimo Somadino. Il prezzo della vendita è di 278 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus f.c. Martini Mazini de Cevio p.i.a.n. Notaio autenticante: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Copia autentica (fine XV-inizio XVI sec.); lat. Archivio Comunale Someo 10 510 x 235 mm, righe 89. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle, altri piccoli fori e lacerazioni lungo i bordi. La membrana è priva dell'angolo superiore sinistro, asportato mediante strappo. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Valle Rovana 4

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22 febbraio 1481, Como

Locazione con convenzione / Instrumentum investiture et pactorum

Matteo del fu Antonio della Porta di Como, abitante nella parrocchia di S. Fedele, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Andrea del fu Albino «de Interlegniis», abitante a Boffalora, agente anche a nome dei suoi fratelli Bernardo e Cristoforo, di un complesso di terreni ed edifici situati nel territorio di Chiasso «ad Campaneam Magnam seu ad Campos Magnos seu ad Vigniolam», «ad Sedecim Pertichas», «ad Brochum», «ad Clavem», «ad Cantonum post Boffaloram», «ad Pratum Lavizarium», «ad Pratum de la Fame», «ad Lischerium», «ad Penzium seu ad Vallem Moram» e «ad Columbarium». Il canone annuo stabilito consiste nella metà della biada grossa prodotta e di un terzo di quella minuta, nella metà del fieno ricavato dal Prato Lavizzario, in un carro di rape e uno di paglia, tre paia di capponi, quattro «soldatas» di uova, sei libbre di formaggio e sei libbre di burro. Il contratto prevede numerose clausole concernenti l'uso dei beni.

Notaio rogatario: Thomas de Pizinigho p.i.a.n. Cumarum f.c. ser Stephani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 14 1030 x 310 mm, righe 126. ll documento, costituito da due membrane cucite insieme, presenta alcune macchie e dei fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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30 marzo 1481, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Giovanni Pietro del fu Antonio «de Bitris de Orello» di Locarno detta il suo testamento. Lascia al convento della chiesa di S. Francesco di Locarno un appezzamento di terreno arativo, chiamato «Terzirola» e situato nella campagna di Locarno «in Tractu sub silva», locato a Giovanni «Mazoli» di Locarno il 26 settembre 1470, nonché un fitto di 3 brente di vino o mosto rosso, alla brenta di Locarno, gravante su un appezzamento di terreno vignato nel territorio del Consiglio Mezzano a Ripamogna che gli eredi sono tenuti a consegnare ogni anno al tempo della vendemmia; gli eredi designati potranno acquistare un altro appezzamento di terreno del valore di 200 lire e capace di rendere 3 brente di vino ogni anno, e cederlo al convento in cambio dell'appezzamento a Ripamogna. Il testatore lascia i detti beni al convento a condizione che i frati celebrino 2 annuali di 8 messe ciascuno. Egli assegna 3 ducati d'oro al convento da pagare entro 4 anni. Infine nomina erede universale il figlio Gabriele; nel caso che la moglie Andrusiana, figlia di Andrea «de Rigonibus» di Varese, gravida, partorisca un maschio, stabilisce che Gabriele e il secondo figlio siano eredi in parti uguali, mentre nel caso che nasca una figlia, le lascia 1200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 55 620 x 270 mm, righe 79. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine inferiore.

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3 aprile 1481, Lugano

Compromesso / Instrumentum compromissi

Giovanni, figlio separato di Biagio Giodari di Lugano, abitante a Lugano, da una parte, e Mariello del fu Guglielmo «del Sertore» e Tognino del fu Giacomo «de Bustecho» di Camignolo, abitanti a Camignolo e agenti a nome del comune di Camignolo e delle chiese di S. Pietro e di S. Ambrogio di Camignolo, dall'altra, nominano arbitro Antonio Rusca di Oltizio di Lugano, con l'incarico di risolvere entro un mese ogni controversia tra le parti in merito ai beni già appartenuti a Domenico detto Morosio di Camignolo, ora defunto.

Notaio rogatario: Michael de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani f.c. domini Iohannis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 12 530 x 330 mm, righe 53. Due fori di grandi dimensioni nella parte sinistra, lungo le piegature.

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19 aprile 1481, Lugano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Antonio Rusca del fu Oltizio di Lugano, arbitro designato dalle parti per risolvere la lite tra Giovanni figlio separato di Biagio Giodari di Lugano, da una parte, e Mariello del fu Guglielmo «del Sertore» e Togno del fu Giacomo «de Bustecho», entrambi di Camignolo e agenti in nome del comune e delle chiese di S. Ambrogio e S. Pietro di Camignolo, dall'altra, in merito a certi beni immobili, pronuncia la propria sentenza. L'arbitro decide che due appezzamenti situati nel territorio di Camignolo «in Piaganello» e «ad Meregeram», già di proprietà di Domenico detto Morosio di Camignolo del fu Giovannolo «de Patrocho», stimati il 18 dicembre 1479 su istanza del detto Giovanni e assegnati a quest'ultimo a pagamento di un debito di 32 lire di terzoli, debbano essere assegnati al comune di Camignolo in nome della chiesa di S. Pietro, in virtù di un riconoscimento di debito di dieci lire di terzoli e nove staia di olio di noci a favore della chiesa rogato il 18 dicembre 1450 (cfr. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 10). Annulla quindi la detta stima e la conseguente assegnazione di beni, e attribuisce infine al detto Giovanni una pianta di noce «inarboratam» situata nel territorio di Camignolo «ad Nucem de la Petia».

Notaio rogatario: Michael de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani f.c. domini Iohanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 21 530 x 450 mm, righe 62. Alcune macchie e piccolissimi fori, in particolare nelle pieghe.

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28 aprile 1481, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Bernardo del fu Zane «Zaniti» di Avegno, abitante ad Aurigeno, vende a Martinetto del fu Romerio di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Cota», al prezzo di 20 lire nuovi. Successivamente lo stesso Martinetto, agente a nome del comune, investe il medesimo Bernardo a titolo di locazione e massarizio per un periodo di nove anni, rinnovabile secondo la volontà delle parti, dell'appezzamento appena vendutogli, al canone annuo di una lira da consegnare entro Natale.

Notaio rogatario: Antonius n., f.q. Pingini de Mogheno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 32 540 x 290 mm, righe 98.

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2 giugno 1481, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Caterina del fu Donato Buzzi di Mendrisio, vedova di Giovanni di Balsarolo di Lecco, abitante a Bellinzona, con il consenso del figlio Nicolao, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni del fu Bernino «de Fochis» di Bellinzona, della quota di terreni assegnati dal defunto Giovanni a lei e ad Elisabetta Ghiringhelli, moglie di suo figlio Nicolao, corrispondenti alla somma di 465 lire di terzoli quale dote di Caterina e di 700 lire e dieci soldi di terzoli quale dote di Elisabetta, terreni situati nel territorio di Progero «ad Clausum», nel territorio di Moia «ad Campos Antoneli», «in la Cerina» e «in Mondis del Canevale». Il canone annuo è di 23 lire e cinque soldi di terzoli. Se il detto massaro sborserà a Caterina la somma della sua dote, essa gli venderà la sua porzione di beni, a condizione di ottenere, a proprie spese, l'autorizzazione ducale. La locazione è stipulata alla presenza di Giovanni Francesco Visconti, commissario ducale e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 146 685 x 235 mm, righe 98.

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17 luglio 1481, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Giovanni «de Carcano», guardiano del convento, e costituito dai frati Taddeo Orelli di Locarno maestro di teologia, Paolo di Locarno, bacceliere in teologia, Luca di Crema, lettore, Gabriele di Locarno

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 577 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Giovanni Battista «de Biumio superior», Giovanni Catalano, Giacomo di Blenio, Bonaventura di Como, Aloisio di Pedemonte, e Giovanni del fu Antonio de Rozollo e Francesco del fu Andriolo, detto «Prevosti de Meretis» di Locarno, procuratori del convento di S. Francesco di Locarno, investono a titolo di locazione e massaricio per tre anni rinnovabili Giacomo del fu Zane «de Meliacha» di Craveggia della valle Vigezzo, abitante a Solduno, metà «pro indiviso» di tre campi arativi nella campagna di Solduno «subtus Salle», «ad Chaurgam» e «ad Brenum», al canone di 7 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) allo staio di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.n. f. ser Savioli de Baddis de Locarno. Notaio scrivente: Ioseph p.i.a.n. f. magistri Ambroxii Persici de Valsaxina, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 56 340 x 425 mm, righe 47. Foro risalente alla lavorazione della pelle e lacune nei margini sinistro e destro.

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8 agosto 1481, Lugano

Locazione / Instrumentum investiture

Francesco di Cristoforo Pagnani, cittadino di Milano, investe a titolo di locazione annua, rinnovabile a volontà delle parti, Bertramo del fu Giovanni Bettosini di e suo nipote Giovanni del fu Zanino Bettosini, agenti anche a nome di Bertramo, fratello del detto Giovanni, di alcuni beni immobili situati nel territorio di «in Roncheto ad Veziam de Medio», «ad Sanctum Martinum», «in Campanea de subtus Domos de Vezia», «in Clauso», «in Lischetis», «in Prato Folyno» e «in Petia Campanee de Vezia», al canone annuo di tre moggi di frumento, quattro di segale, tre di miglio, uno di avena, 85 lire di terzoli, 12 congi di vino, 50 libbre di formaggio, tre paia di capponi e due staia di noci. La locazione cadrebbe qualora il locatore vendesse i detti beni.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 15 490 x 340 mm, righe 78. Alcuni piccoli fori.

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21 novembre 1481, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Giacomino Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Igmino del fu Cristoforo di Piemoretti, abitante a Monte Carasso, di quattro terreni situati nel territorio di Sementina «in Monda», al canone annuo di cinque congi e mezzo di vino bianco e due polli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 147 485 x 200 mm, righe 67.

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21 novembre 1481, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Igmino del fu Cristoforo di Piemoretti, abitante a Monte Carasso, vende a Giacomino Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, quattro terreni situati nel territorio di Sementina «in Monda», al prezzo di 264 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 148 645 x 195 mm, righe 76. Tre piccole macchie.

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2 gennaio 1482, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Giovanni «de Carcano», guardiano del convento, e costituito dai frati Gabriele di Locarno, vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Bonaventura di Como, Giovanni Maria di Como e Giovanni Catalano, e Giovanni del fu Antonio de Rozollo, procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, investono a titolo di locazione e massaricio per nove anni rinnovabili Antonio del fu Bernardo «de Zezima», abitante a Locarno, di un appezzamento di terreno arativo detta «terzirola» nella campagna di Locarno «in Tractu de Sancto Iorio», al canone annuo di mine 3 di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.n. f. ser Savioli de Baddis de Locarno. Notaio scrivente: Ioseph p.i.a.n. f. magistri Ambroxii Persici de Valsaxina, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 57 390 x 335 mm, righe 56. Fori di cucitura nel margine superiore.

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2 gennaio 1482, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

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Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Giovanni «de Carcano», guardiano del convento, e costituito dai frati Gabriele di Locarno, vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Bonaventura di Como, Giovanni Maria di Como e Giovanni Catalano, e Giovanni del fu Antonio de Rozollo, procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, dichiara di aver ricevuto da Antonio del fu Bernardo «de Zezima», abitante a Locarno, 3 mine di mistura a pagamento del canone dovuto per l'affitto dell'anno precedente di un appezzamento di terreno arativo detta «terzirola» nella campagna di Locarno «in Tractu de Sancto Iorio», quale pagamento del canone dell'anno precedente.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.n. f. ser Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 58 235 x 365 mm, righe 39. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, fori di cucitura lungo i margini superiore e inferiore, nonché due rosicature nella parte superiore.

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2 gennaio 1482, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Giovanni «de Carcano», guardiano del convento, e costituito dai frati Gabriele di Locarno, vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Bonaventura di Como, Giovanni Maria di Como e Giovanni Catalano, e Giovanni del fu Antonio de Rozollo, procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, investe a titolo di locazione e massaricio per tre anni rinnovabili Antonio del fu Petrolo Corini di Locarno di un campo arativo nella campagna di Locarno «in Tractu de Sancto Iorio», al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.n. f. ser Savioli de Baddis de Locarno. Notaio scrivente: Ioseph p.i.a.n. f. magistri Ambroxii Persici de Valsaxina, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 59 335 x 360 mm, righe 50. Foro di medie dimensioni dovuto a rosicatura, e rosicature lungo i margini.

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2 gennaio 1482, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Giovanni «de Carcano», guardiano del convento, e costituito dai frati Gabriele [di Locarno], vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Bonaventura di Como, Giovanni Maria di Como e Giovanni Catalano, e Giovanni del fu Antonio de Rozollo, procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, dichiara di aver ricevuto da

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Martino del fu Antonio Gamboni, abitante a Locarno, 6 brente di vino o mosto rosso e bianco, alla brenta di Locarno, a pagamento completo dei canoni passati su due appezzamenti di terreno vignato nel territorio di «Costera de Locarno» a Rororogno e «ad Voltam galli». Martino è tenuto a consegnare ogni anno 2 brente di vino rosso e bianco in esecuzione del legato istituito dai defunti Giovanni «filio quondam magistro Martinoli Mazaghi» di Locarno e Martinolo suo padre, nel testamento del 2 maggio 1451 (v. Convento di S. Francesco 24).

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.n. f. ser Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 60 310 x 380 mm, righe 49. Fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché un foro, dovuto a rosicatura. Rimangono i fori di cuciture nel margine superiore.

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8 gennaio 1482, <...>

Permuta / <...>

I coniugi Giovanni Leonardo di Codeborgo del fu Giovanni detto Vanetto di Codeborgo e Maddalena del fu Antonio di Sementina, con il consenso del marito, entrambi abitanti a Bellinzona, cedono a titolo di permuta al calzolaio Baldassarre «del Fello» del fu Bertramo di Lugano e a suo nipote Aloisio del fu Aloisio «de Amizio» di Lugano, entrambi abitanti a Bellinzona, un sedime con casa, bottega, portico, cantina ed altri edifici situato a nella contrada di Codeborgo, e ricevono alcuni terreni, edifici ed altri beni immobili situati a Daro, Bellinzona, Gorduno, Preonzo, Castione ed Arbedo nonché 1000 lire di terzoli impiegate per acquistare da Giovanni Giacomo e Giovanni Antonio, fratelli del detto Giovanni Leonardo, altri terreni, case e beni immobili situati a Giubiasco, Pedevilla e S. Antonino. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 6 3410 x 200 mm, righe 385. L'atto, costituito da nove membrane cucite insieme, è privo della parte finale in cui figuravano l'actum, i testimoni e la sottoscrizione notarile. Fori, rosicature e macchie di varie dimensioni.

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16 febbraio 1482, Bellinzona

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bartolomeo del fu Mino Antonioli di Moleno di tre terreni con due edifici situati nel territorio di Moleno monte «ad Elgazium», «in la Gana Rabiosa» e «in la Gera», al canone annuo di tre staia di castagne pestate. Il detto Bartolomeo potrà acquistare i terreni in questione se entro quattro anni verserà al detto Giovanni 63 lire e quattro soldi di terzoli. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 29].

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Iacobi.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 30 520 x 275 mm, righe 53. Uno strappo di circa 80 millimetri in corrispondenza del margine sinistro.

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16 febbraio 1482, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Mino Antonioli di Moleno e Iemo del fu Preonzino Rosselli di Preonzo, abitanti a Moleno, curatori generali dei fratelli Guidolo e Giovannina del fu Domenico Guidolli di Moleno e delle sorelle Maria e Catlina del fu Giovannetto Guidolli di Moleno nonché tutori generali dei fratelli Domenico e Bontà del detto Giovannetto Guidolli, vendono a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona tre terreni con due edifici situati nel territorio di Moleno monte «ad Algazium», «in la Gana Rabiosa» e «in la Gera», al prezzo di 63 lire e quattro soldi di terzoli, utilizzati per sanare alcuni debiti contratti dal detto Giovannetto nei confronti del detto Giovanni Ghiringhelli, per pagare Battista «de Bernadigio», luogotenente di Giovanni Francesco Visconti, commissario ducale e podestà di Bellinzona, e per coprire le spese sostenute dai detti curatori. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 30].

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n., f.c. domini Iacobi de la Mota habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 29 440 x 300 mm, righe 50. Alcuni piccoli fori, in particolare nella parte iniziale del testo, e una macchia giallastra di grosse dimensioni in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro.

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28 febbraio 1482, Meride

Divisione di beni / Instrumentum divixionis et partitionis

Silvestro del fu Porolo Guarneri di Meride, da una parte, suo fratello Giovanni, dall'altra, e Giorgio detto Porolino Guarneri di Meride del fu Antonio abitante a Tremona, agente anche a nome di Pietro, fratello dei detti Silvestro e Giovanni, da una terza parte, procedono a una divisione di beni mobili e immobili situati nel territorio di Besazio e di Meride.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 19 440 x 285 mm, righe 75. Foro di grosse dimensioni dovuto a rosicature nel margine sinistro, sbiaditure dell'inchiostro e altri fori, alcuni dei quali praticati per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1502-1505.

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4 marzo 1482, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Zane del fu Giovannolo di Carmena vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, un terreno a prato e selva situato nel territorio di Pianezzo «ad Platheas», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque lire di terzoli e due polli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 149 495 x 355 mm, righe 57. Un piccolo foro.

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14 marzo 1482, Locarno

Compromesso / Instrumentum issi

Zanino «Rigeti» di Moghegno, procuratore dei vicini di Moghegno, da una parte, e Bertramo figlio e procuratore di Giacomo «Rigatii» di Moghegno, dall'altra, nominano arbitri Andreolo del fu Antonio «Andrioli» di Cevio e Geraldo Cerutti di Milano, con l'incarico di risolvere entro la sera del giorno successivo la lite in merito a un terreno a prato e arativo con alberi di noce nella campagna di Moghegno «ad Clausuram intus». Nel caso in cui essi non siano concordi, viene inoltre nominato terzo arbitro Giovanni Nicolò Rusca, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Filipinus p.i.a.n., f.c. Antonii Andrioli de Cevio Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 6 595 x 405 mm, righe 76. Alcune rosicature, una delle quali di grandi dimensioni, con perdita di parte del testo nella parte conclusiva del documento; macchie, piccole lacerazioni lungo i bordi. Nella parte inferiore della membrana è cucito un frammento di filo di canapa.

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15 marzo 1482, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Geraldo Cerutti di Milano e Andreolo del fu Antonio «Andrioli» di Cevio, arbitri eletti nella lite tra Giacomo «Rigatii» di Moghegno, da una parte, e gli altri vicini di Moghegno, dall'altra, in merito a un terreno a prato e selva nel territorio di Moghegno «ad Clausuram», pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che il detto Giacomo, ovvero suo figlio

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Bertramo, presente in veste di procuratore, dovrà corrispondere 22 lire di terzoli in pagamento del terreno in questione a Zane «Righeti», procuratore dei vicini di Moghegno; questi ultimi dovranno a loro volta rinunciare a qualsiasi pretesa sul terreno. Gli arbitri ordinano inoltre che Zane «Righeti» consegni un paio di calzature («par unum caligarum») del valore di 4 lire di denari nuovi al detto Andreolo e Bertramo di Giacomo «Rigatii» un paio dello stesso valore al detto Geraldo, a titolo di ricompensa. Infine lo stesso Bertramo, a nome del padre, dichiara di accettare l'arbitrato.

Notaio rogatario: Filipinus p.i.a.n., f.c. Antonii Andrioli de Cevio Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 7 320 x 400 mm, righe 41. Piccoli fori per rosicatura e guasti lungo le pieghe.

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26 marzo 1482, Cavergno

Testamento / Instrumentum testamenti

Guglielmo di Zane Ghisli di Cavergno detta il suo testamento e lascia al comune di Cavergno un'elemosina di 20 soldi di terzoli da distribuire alla vigilia di Natale sotto forma di pane o di formaggio. Il legato viene garantito su un complesso di beni che il testatore possiede a Cavergno «in Silva de Cavargnio». Infine il detto Guglielmo nomina erede universale il figlio Giacomo.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 20 525 x 330 mm, righe 60. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe della parte inferiore.

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11 aprile 1482, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni, rinnovabili a volontà delle parti, Nicolao del fu Guglielmo «de Stabiello» di Camorino di due terreni con cascina situati nel territorio di Camorino «ad Buxenum» e «ad Tigrazium», al canone annuo di un congio e mezzo di mosto bianco e quattro staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Franciscus de la Mota p.i.a.n. Birinzone f.c. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 31 390 x 265 mm, righe 43. Alcuni piccoli fori e una cucitura di medie dimensioni nella parte finale del documento.

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22 aprile 1482, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio Fossati di Melchione, Antonio Fossati del fu Giovannino detto «Magino» e Giovanni «de Supra» del fu Pietro, tutti di Meride, procuratori del detto comune e agenti a suo nome, vendono a Giovanni di Rancate di Meride del fu Giorgio un campo con una pianta situato nel territorio di Meride «in Planerio de supra», al prezzo di 6<.?> ducati d'oro.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 5 370 x 265 mm, righe 70. Fori di medie e grosse dimensioni, in particolare nelle pieghe, e una cucitura coeva.

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24 aprile 1482, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Gabriele Neuroni del fu Giovanni Martino, abitante a Bellinzona, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Sementina «in Pratis de Gana» e «in Predatio», sui quali Martino «Mozus» del fu Guglielmone di Monte Carasso, abitante a Sementina, versava un canone annuo di 30 lire di terzoli e due capretti prima a Giovanni «de Fochis» di Bellinzona, ed in seguito a Nicolao del fu Giovanni di Balsarolo di Lecco e a sua moglie Elisabetta Ghiringhelli, e infine al detto venditore. Il prezzo della vendita e di 600 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore n.p. Berinzone f.c. domini Pagani. Notaio estraente: Baptista de Clericis f. Pauli p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis condam domini Bernardini de Cazanore.

Originale estratto da imbreviature (1547 agosto 18); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 150 570 x 310 mm, righe 72. Erosioni, fori e lacerazioni nella parte iniziale.

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30 aprile 1482, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Andrea Rusconi di Bironico vende a Medeglia del fu Zane «de la Ecclesia» detto del Negro Pironi di Medeglia, agente anche a nome del fratello Martino, la quarta parte di una casa situata a Medeglia, al prezzo di 17 lire e dieci soldi di terzoli.

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Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani f.c. Zanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 15 480 x 280 mm, righe 58. Fori e macchie, in particolare nelle pieghe.

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8 maggio 1482, Bellinzona

Elezione di stimatore / Instrumentum ellectionis

Il prete Albino, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, a nome della quale egli agisce, da una parte, e Donato del fu Togno «de Lire» di Giubiasco, agente anche a nome dei suoi «consortes» Bonolo del fu Donato «de Line», e i fratelli Antonio, Domenico, Melchione e Gaspare del fu Guglielmo Donati, dall'altra, con il consenso del prete Giovanni Cusa, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e delegato da Bartolomeo Parravicini, vicario generale del vescovo di Como, eleggono Zanetto «de Sassoplato» del fu Guarisco Mossi di Carena incaricandolo di stimare le migliorie e le spese fatte dal detto Donato e dai suoi «consortes» sopra cinque terreni situati nel territorio di Giubiasco «ad Stanigam», «subtus Vineas», «ad Pischeram» e «in Campanea de Foris» di cui erano stati investiti con patto di miglioria il 5 febbraio 1472 dal detto Albino con il consenso del prete Gabriele di Ascona, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, al canone annuo di 12 staia di mistura di segale e miglio, tre lire, otto soldi di terzoli e due polli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 25 500 x 320 mm, righe 45. Sette fori risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali di grosse dimensioni, altri fori, macchie e lacerazioni in particolare nella parte superiore. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 44.

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22 giugno 1482, Milano

Convenzioni / -

Giorgio «del Negro» del fu Andreolo abitante a Cadempino e Antonio «de Iohannota» del fu Giovannotto abitante a Lamone, procuratori di Lamone e Cadempino, con il consenso del cavaliere Antonio «de Arcelis» di Piacenza, signore di Lamone, si accordano con il comune di Isone, rappresentato da Martino detto «Bregardinus» del fu Giacomo e dal console Zane Ferrario del fu Martino, circa la quota degli alpi «de Taurino superiori et Taurino inferiori», nel territorio di Isone, assegnata a quelli di Lamone e Cadempino con un arbitrato di Pietro «de Vesprigio» e di Antonio Carnevali Castoria. Lamone e Cadempino dovranno vendere a quelli di Isone tale quota se il comune di Isone ne farà richiesta al prezzo di 700 lire imperiali di Milano, e saranno inoltre tenuti a presentare la concessione ducale di vendere i beni in questione. Isone dovrà versare la somma pattuita in due rate. Le parti stipulano infine alcune convenzioni che regolano il pagamento.

Notaio rogatario: Candidus de Porris f.c. domini Ellie civitatis Mediolani Porte Cumane parochie Sancti Thome in Cruce

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Sichariorum n.p. Notaio scrivente: Iohannes Antonius de Marronibus f.q. domini Ambrosii Porte Cumane parrochie Sancti Carpofori intus Mediolani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 10 635 x 425 mm, righe 66. Numerosi fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe e nella parte finale caudata del documento. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 22 giugno 1482 cadeva infatti di sabato e non di venerdì, come riportato dall'estensore.

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22 agosto 1482, Milano

Concessione di privilegi

Il duca di Milano [Gi]an Galeazzo Maria Sforza concede alla comunità di Bellinzona il dazio sul legname, già concesso dal suo predecessore, a condizione che venga usato per le riparazioni delle mura e per le quali la comunità non potrà chiedere ulteriori indennizzi, in cambio del dazio su forletto, stadera e sosta, concesso dal duca di Milano ai confederati.

Cancellieri: Filippus , Milano (cancelliere ducale)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni praticate per attaccarlo alla pergamena.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 17 335 x 475 mm, righe 15. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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13 novembre 1482, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Angelino, beneficiato, custode e «monachus» della chiesa di S. Quirico di Daro e agente a nome della stessa, investe a titolo di locazione e massarizio per cinque anni, rinnovabili a volontà delle parti, i fratelli Togno e Quirico del fu Donato di Zane Grandi abitanti a Daro, agenti anche a nome del fratello Pietro e di Catlina di Soazza, di due terreni situati nel territorio di Bellinzona «ad Ecclesiam Sancti Quirici de Daro et ad Aquam mortuam» e «ad Cassinam del Monaco», e di due terreni situati nel territorio di S. Antonino «in la Monda» e «ad Pontem de la Curta», al canone annuo di quattro lire di terzoli, otto staia di castagne pestate, uno di castagne fresche e un paio di polli. Le parti convengono che i detti fratelli non saranno tenuti a versare la quota di canone spettante alla detta Catlina nel caso in cui questa non la pagasse.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 50 (v.n. A. IX/7) 485 x 270 mm, righe 66. Alcune macchie e piccoli fori.

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22 novembre 1482, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Giovanni del fu Bruno di Claro vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Claro «in Valegia» e «in Scubiago», al prezzo di 250 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di 15 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillippus f. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 151 520 x 400 mm, righe 75. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle, in particolare nelle pieghe.

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1482, Milano

Ricevuta / Liberatio

Margherita del fu Giovannetto «Conradi» di 'Ingé', abitante a Dangio, agente col consenso del marito Giovannetto di Dangio, dichiara di avere ricevuto dal fratello Corrado una certa somma di denaro a saldo di ogni pretesa sull'eredità paterna e materna.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Boysio f. domini Gabrielis Porte Cumane parochie Sancti Simpliziani Mediolani n.p. civitatis Mediolani

Originale; lat. ASTi, Cima 7 270 x 170 mm, righe 53. Il documento è mutilo dell'angolo superiore sinistro, asportato mediante taglio, e presenta estese abrasioni nella parte superiore, che compromettono la lettura, nonché alcuni fori di piccole dimensioni. Edizione: Mdt Bl., di prossima pubblicazione

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13 dicembre <1482>,

Procura

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L'assemblea dei vicini di S. Antonino, convocata dal console Giovanni del fu Bertramo «Bertrameli», costituisce suoi procuratori Alberto del fu Leonardo di Vigana, Donato del fu Domenico <...>, <...> del fu Lafranco Bassi e Giacomo del fu Zane «Zanoni» di Loro, per la durata di venticinque anni, con l'incarico di riscuotere tutti i fitti e crediti del comune, di concedere in locazione i suoi beni, di stipulare compromessi a suo nome e di rappresentarlo in giudizio. (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 5 - x - mm, righe 555. Il documento, originariamente costituito da un numero imprecisato di fogli membranacei cuciti insieme, consta ora di 12 membrane scucite (contanti ognuna tre le 43 e le 50 righe) nonché di un frammento di dimensioni più ridotte (relativo al primo foglio), ed è privo di uno o più fogli nella parte conclusiva. Tutti i fogli sono lacerati su almeno due lati, sono notevolmente induriti e presentano diffusi annerimenti dovuti probabilmente ad una forte esposizione a una fonte di calore. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 84.

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<...> <...> 1482, <...>

Locazione

Il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, ratifica l'investitura di un terreno situato nel territorio di S. Antonino «in Laschelgera» che il suo predecessore, prete Giacomo «de Moltono», aveva locato il 22 aprile 1469 per nove anni rinnovabili a volontà delle parti a Stefano del fu Guglielmo «de Losernono», abitante a S. Antonino, con patto di ritenzione delle migliorie, nonché la stima delle migliorie apportate al detto terreno, per un valore di 288 lire di terzoli, compiuta dal prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona, e da Baldassarre del fu Zane di Vigana di S. Antonino il 24 luglio 1479. Egli investe infine i figli del detto Stefano del medesimo terreno e delle migliorie. (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 13 1090 x 290 mm, righe 133. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme, di cui la terza è priva della parte finale asportata mediante taglio. La pergamena è gravemente danneggiata da lacerazioni e da annerimenti, in particolare lungo i bordi. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85. Inserti: 15 febbraio 1469 (Como), <...> <...> <1482> ()

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<...> <...> <1482>,

Commissione

B[artolomeo] Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, incarica il prete Giovanni Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se l'investitura di un terreno che il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, intende stipulare con i fratelli Giovanni, Zanolo, Antonio, Andrea e Domenico del fu Stefano «de Losernono», sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere la necessaria

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ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 13 (inserto)

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18 gennaio 1483, Lodano

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Giovanni del fu Antonio «Iohannoli» di Lodano, caneparo, rettore e amministratore dei beni della chiesa di S. Lorenzo di Lodano, da una parte, e Bernardo del fu Lafranco «Martiane» di Lodano, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. Il detto caneparo cede al detto Bernardo la metà di un corte a prato con la metà di un edificio e di una «domus de foco» nel territorio di Lodano «in Mogerio» annullando l'obbligo da parte dello stesso Bernardo di consegnare ogni anno un canone di 9 soldi gravante sul corte, nonché 2 lire. In cambio riceve un campo arativo nella campagna di Lodano «in cimitate Monde» sul quale grava un fitto annuo perpetuo di 18 soldi, da consegnare da parte dello stesso Bernardo.

Notaio rogatario: Antonius n., f.q. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 37 (= 3/4) 520 x 240 mm, righe 83. Rosicature nell'angolo inferiore destro e lungo il bordo sinistro; l'inchiostro è sbiadito nella metà inferiore.

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21 gennaio 1483, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Antonio della Torre di Mendrisio del fu Simone, abitante a Mendrisio, e suo genero Maffiolo Rusca del fu Tommaso, abitante a Bellinzona «ad postam pedagii maioris», rivendono a Pietro del fu Brunetto «de Cappo» di Castione e Giovanni del fu Bertramo «del Monacho», procuratori del comune di Castione e Lumino, un alpe nel territorio di quel comune «in Bertoldano». L'alpe, venduto il 13 marzo 1476 al prezzo di 100 ducati d'oro «largorum», era stato concesso in locazione il medesimo giorno dagli stessi Antonio e Maffiolo al detto comune, al canone annuo di otto ducati d'oro «largos» e due paia di maiali. I retrovenditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 827 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Gabriel de Nuyronibus ... f.c. domini Iohannis Martini n.p. Berinzone. Notaio estraente: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone ac n. laudatus et constitutus super imbreviaturis nunc condam domini Gabrielis de Nuyronibus.

Originale estratto da imbreviature (26 settembre 1525); lat. Archivio Comunale Lumino 41 855 x 210 mm, righe 118. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme. Due fori ricuciti con filo di canapa prima della stesura del testo nella prima membrana, diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi lungo la parte sinistra dei due fogli. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 43.

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22 gennaio 1483, <...>

Rinuncia e convenzione / <...>

I rappresentanti del comune di Castione e Lumino hanno venduto a Bartolomeo Ghiringhelli del fu Antonio quattro terreni situati nel territorio dello stesso comune, vale a dire un terreno a bosco e gerbido della misura di otto pertiche «in Bozorina» (venduto il 2 dicembre 1475 al prezzo di 150 lire di terzoli), un terreno a gerbido e pascolo «ad Moesiam de supra» (venduto il 7 febbraio 1476 al prezzo di 400 lire di terzoli) nonché un terreno a gerbido e bosco della misura di 8 pertiche «in Carvegascho» e un terreno a gerbido, bosco e pascolo della misura di 12 (?) pertiche «in Bozorina in fondo Bolazie» (venduti il 2 maggio 1477 al prezzo di 250 lire di terzoli). Ora l'assemblea dei vicini di quel comune, riunita a Lumino «ad Stallum vicinantie» per ordine del console Gottardo del fu Zane «de la Campanea», su richiesta dello stesso Bartolomeo Ghiringhelli dichiara che i contratti di vendita non sono fittizi e riportano il giusto prezzo dei terreni al momento della stipulazione, e inoltre rinuncia in suo favore all'eventuale maggior valore che i terreni abbiano potuto avere in tale momento. Bartolomeo si impegna dal canto suo rivendere i terreni in questione al comune di Castione e Lumino e a liberarlo dall'obbligo di versare i fitti gravanti su di essi, qualora gli vengano versate 880 lire di terzoli.

Notaio rogatario: [Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone].

Originale (?); lat. Archivio Comunale Lumino 42 3330 (460+445+830+430+1165) x 235/250 mm, righe 341 (46+43+88+43+121). Documento mutilo della parte finale, composto di 5 frammenti ([1]-[5]) che comprendono complessivamente 8 fogli pergamenacei: il terzo e quarto foglio (frammento [3]) e il sesto, settimo e ottavo foglio (frammento [5]) sono cuciti insieme con filo di canapa. Mancano uno o più fogli conclusivi del rotolo originario, che contenevano le clausole finali dell'atto, l'Actum e la sottoscrizione notarile; il nome del notaio rogatario è ricostruito sulla base della menzione nella retrivendita del 4 dicembre 1483 (Archivio Comunale Lumino, perg. 44). Gravi lacune e perdite del supporto scrittorio a causa di strappi e lacerazioni, nonché diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi, su tutti i fogli. Numerazione a timbro su etichetta sul verso del frammento [1] (XX secolo): 45; numerazione a timbro su etichetta sul verso del frammento [2] (XX secolo): 3. Il frammento [1] è stato conservato separatamente dagli altri quattro almeno dai primi decenni del XX secolo fino al momento del restauro.

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25 gennaio 1483, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Donato del fu Giacomo «de Ferianis» di Cabbio detto di Morbio Inferiore, abitante a Morbio Inferiore, vende ai fratelli Pietro e Giacomo del fu Cristoforo «de Putheo» di Lezzeno, abitanti a Interlengo, nella parrocchia di S. Salvatore, un terreno situato nel territorio di Chiasso («in terratorio de Classio Tabernarum in Classio»), al prezzo di 66 fiorini. Qualora i detti fratelli decidessero di vendere il terreno in questione, dovranno prima offrirlo al detto Donato o ai suoi eredi al prezzo convenuto con gli altri aspiranti acquirenti.

Notaio rogatario: Antonius de Vulpis p.i.a.n. Cumanus, f.c. domini Benedicti.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 16 310 x 355 mm, righe 46. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Un taglio lungo quasi tutto il margine sinistro.

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4 febbraio 1483, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Martino del fu Lugano Lepori di Sala abitante a Caragna, nel comune di Lugano, dichiara di essere debitore nei confronti di Sangino del fu Giovannolo detto Scaramuccia di Lugano, e promette di restituire entro Natale otto ducati d'oro avuti in prestito. Il capitano di Lugano e Valle Giovanni Antonio Toscano condanna il detto debitore a restituire quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 9 235 x 155 mm, righe 46. Tre tagli d'annullamento e alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe. La scrittura è sbiadita e il supporto presenta una macchia.

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13 febbraio 1483, Mendrisio

Revoca di annullamento di assegnazione di dote / Instrumentum renuntiationis, remissionis sive repositionis, obligationis, contentationis

Il 22 maggio 1454 Margherita della Torre di Mendrisio del fu Guidino aveva assegnato al convento dei frati Serviti, allora residenti nella chiesa di S. Sisinio sopra Mendrisio, a titolo di dote dell'altare di S. Caterina, un terreno situato nel territorio di Dongo «ad Vineam del Ponte» del valore di 100 fiorini, ordinando di far celebrare in memoria della sua anima due messe mensili e concedendo ai suoi parenti la facoltà di riscattare il detto terreno per la stessa somma di denaro. In seguito, il 20 febbraio 1463, con il consenso di frate Cristoforo di Giustinopoli, professore in teologia e priore generale dell'ordine dei Serviti «citra montes», il detto convento, rappresentato dai frati Gerolamo di Bissone, priore, Melchione «de Premonte» di Como e Stefano «de Peliziariis» di Musso aveva accettato la richiesta di annullamento della detta assegnazione fatta da Giovanni della Torre del fu Marco, agente anche a nome dei suoi fratelli minorenni Guidino e Guido Antonio, nipoti ed eredi della detta Margherita, i quali avevano promesso di versare la detta somma entro un anno. Ora il capitolo del convento di S. Giovanni di Mendrisio, unito al convento di S. Sisinio da papa Sisto IV e rappresentato dal detto Melchione priore, dal professore di teologia Luca da Bissone e dal frate Andrea Bosia, revoca il detto annullamento.

Notaio rogatario: Thomas de Ruschonibus p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Michaelis habitans in Mendrisio.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 9 560 x 385 mm, righe 68. Corrosioni di medie e grosse dimensioni lungo le pieghe provocate da macchie di muffa. Regesto: Lattes, Notizie, pp. 97-98, nr. IV.

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14 aprile 1483, Lumino

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Lumino e Castione, convocata nel luogo detto «ad Horas» per ordine del console Gottardo del fu Zanetto «de la Campanea» di Castione, nomina procuratori alle cause Alberto del fu Antonio di Lostallo di Castione e Giovanni del fu Bertramo «del Monicho» di Lumino.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 43 370 x 295 mm, righe 63. Piccole rosicature lungo le pieghe. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 44.

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18 aprile 1483, Meride

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Meride, Tremona e Arzo, convocata per ordine di Antonio del fu Giovanni Fossati console di Meride, di Giovanni del fu Antonio di Gudo console di Tremona e di Giovanni del fu Albertino Fossati console di Arzo, designa quali procuratori Giovanni «de Solario», Giovanni Pietro «de Poris», Guido «Porus», Giuliano «de Balsariis», Antonio Fossati e Nicolao Fossati, incaricandoli di difendere gli interessi dei tre comuni davanti ad Ascanio Sforza Visconti, signore di Val Lugano o davanti al suo uditore Cristoforo «de Lituata», nella causa tra i detti comuni, da una parte, ed Antonio Rusca di Lugano e soci, dazieri di Val Lugano per l'anno in corso, dall'altra «ocaxione cuiusdam inventionis ser Rusche ronnorum (?) seu cerorum» fatta dai detti dazieri, come risulta dall'arbitrato di Enrico, vicario di Lugano.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani et pertinentiarum f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 152 325 x 355 mm, righe 51. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe.

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7 maggio 1483, Bellinzona

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Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Ambrogio e Togno del fu Michele di Pedemonte di tre terreni situati nel territorio di Bellinzona «ad Guastam de Pedemonte» e «in Ramono» e di un terreno con cascina situato nel territorio di Arbedo «in Prato Ruschono», al canone annuo di due congi di mosto o di vino bianco, due staia di mistura di segale e miglio e uno staio di castagne pestate. I detti fratelli potranno riscattare tale livello entro 17 anni versando al detto Giovanni 170 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 32 440 x 275 mm, righe 56. Il documento presenta diverse lacerazioni nella parte iniziale, alcuni piccoli fori e sbiaditure.

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21 maggio 1483, Lugano

Vendita / Carta venditionis

Tommaso Castagna Stefano, abitante a Lugano, vende a Pietro del fu Aliolo «de Notario de Martina» di Lamone, abitante a Lamone, agente anche a nome dei suoi fratelli Vanone e Tognino, sei appezzamenti di terreno arativo, boschivo e prativo nel territorio di Vezia «ad Gienum», «in Giosseto», «ad Silvam del Matero», «in Ferrariis» e «in Prato Foyno» nonché una casa di due piani chiamata «Domus Canepe» con il tetto a colombari, un casello, una stalla e una corte, al prezzo di 1377 lire di terzoli. Le parti convengono inoltre che i compratori possano ricostruire una «torbeta» nella parte posteriore della detta casa.

Notaio rogatario: Nicolaus de Somazo, n.p. Lugani et valis et cetera, filius condam Iohannis Antonii

Originale; lat. ASTi, Trefogli 8,2 (scatola 15) 570 x 460 mm, righe 58. Diverse macchie, probabilmente dovute alla conservazione in un luogo umido, e alcuni piccoli fori.

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4 giugno 1483, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Giovanni del fu Mono di Claro, nella degagna di Duno, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria due terreni situati nel territorio di Claro «ad Campagniam de Brogo ubi dicitur ad Rovoredum» e «in Duno», al prezzo di 275 lire e dieci soldi di denari nuovi. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di 14 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 153 580 x 400 mm, righe 64. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni.

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25 agosto 1483, Bellinzona

Attestazione e autorizzazione / Instrumentum protestationis et liberationis

Il prete Albino di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, su richiesta di Pietro del fu Maffeo di Loro, di Zane del fu Togno «Bogia», di Donato del fu Togno «de Donato», di Giovanni del fu Giacomo Zanoni e di Bertramo del fu Antonio «Schalvini» di Giubiasco, procuratori dei comuni e degli uomini di Giubiasco e di Valle Morobbia, dichiara che tutto il «pasquarium» con vigneto, alberi di castagno e noce situato a Giubiasco nei pressi della chiesa di S. Maria che egli conduce appartiene ai detti comuni e uomini. I detti procuratori dichiarano che il detto prete potrà continuare a condurre tali beni finché vivrà senza versare alcun canone.

Notaio rogatario: Petrus Varronus avus mei notarii et n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per c. dominum Petrum Varronum.

Originale estratto da imbreviature (1576 novembre 20); lat. ASTi, Comune di Giubiasco 26 575 x 350 mm, righe 62. Piccoli fori in particolare lungo le pieghe e alcune macchie. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 44.

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26 ottobre 1483, Dino

Testamento / Instrumentum testamenti

Domenico detto Rosso del fu Martino «de Sarin[a]» di Dino detta il suo testamento e stabilisce che gli eredi siano tenuti a consegnare alla chiesa di S. Nazzario di Dino 3 ducati d'oro, acquistare un cero del valore di 2 libbre alla chiesa di S. Giovanni Battista di Sonvico, e per la chiesa di S. Maria di Villa un cero del valore di 4 lire di terzoli e per la chiesa di S. Gottardo di Lugano un cero del valore di 2 lire di terzoli a rimedio della sua anima. Lascia alle figlie Caterina e Domenica 100 lire di terzoli «pro utraque eorum» per la loro dote e ogni dono matrimoniali, se le figlie non dovessero sposarsi, esse vivranno nella casa del testatore con i figli e gli eredi. Lascia all'abiatica Giovanna del fu Giovanni, figlio del testatore, 50 lire di terzoli per la dote e i doni matrimoniali. Infine nomina eredi universali il figlio Maffiolo e l'abiatico Antonio del fu Giovanni, figlio del testatore.

Notaio rogatario: Guliermus del Maza de Sonvicho n.p. Lugani et valis f.c. magistri Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 3 530 x 335 mm, righe 45. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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Gli elementi della datazione («milesimo qua[dri]ngentesimo octuagesimo tercio, inditione secunda, die martis vigesimo sexto mensis octubris») non corrispondo tra loro: il 26 ottobre 1483 cadeva di domenica anziché martedì come riportato dal notaio.

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9 febbraio 1484, Bellinzona

Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

Baldassarre Vigana del fu Zane e i fratelli Alberto, Togno e Martino di Vigana del fu Leonardo, tutti abitanti a Vigana «citra», costituiscono loro procuratori i causidici di Como Nicolao «de Salicibus», suo figlio Bernardo, Andrea della Porta, i fratelli Ambrogio e Paolo della Porta, Francesco Rusca e Bartolomeo «de Grepis», incaricandoli di comparire entro il termine stabilito davanti al prete Battista Violata, preposito della chiesa di S. Fedele di Como e giudice e delegato apostolico, per replicare alle «poxitiones» espresse dall'arciprete e dai canonici della chiesa di S. Pietro di Bellinzona contro i detti Vigana in merito alla lite sul pagamento della decima.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 14 1160 x 220 mm, righe 169. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Fori di piccole dimensioni, due dei quali, più grandi, risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 58 ; Ostinelli, Il governo, pp. 106-107.

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1 aprile 1484, Locarno

Assegnazione di beni / Instrumentum assignationis

Pietro figlio di Saviolo «de Baddis» di Locarno assegna a frate Stefano di Milano, guardiano del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, Giovanni del fu Barnaba Orelli di Locarno, mastro Bernardino del fu mastro Antonio di Gavirate, rettore delle scuole di Locarno, e Francesco del fu Andreolo detto Prevosto di Locarno, procuratore di detto convento, un appezzamento di terreno a selva sul monte di Locarno a Rogorogno. Pietro assegna detto appezzamento affinché i frati celebrino ogni anno un annuale nella chiesa di S. Francesco, nel mese di marzo, in suffragio dell'anima del defunto Francesco «olim filii condam Ambrosii Ponzele» di Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 61 380 x 405 mm, righe 58. Foro risalente alla lavorazione della pelle.

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1 giugno 1484, Osogna

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Donato «de Duno» del fu Taddeo di Ascona, vicino e abitante di Biasca, dichiara di avere ricevuto da Tognetto di Cornone, console di Osogna e agente a nome del comune, 11 lire di terzoli a pagamento degli atti scritti e delle trasferte fatte dal detto Donato notaio per il comune e per la chiesa di Osogna, di cui dieci lire vengono date ad Andrea Todeschi di Bellinzona e 20 soldi ad Antonio di Tremezzo, abitante ad Osogna.

Notaio rogatario: Donatus de Duno p.i.a.n., f.q. domini Tadey de Duno de Schona habitator Abiasche.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 9 325 x 145 mm, righe 61. Fori di piccole dimensioni; diffuse sbiaditure d'inchiostro dovute a microorganismi. Regesto: MDT Riv., pp. 1674-1675, nr. 774.

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28 giugno 1484, Milano

Vendita

Francesco del fu Cristoforo Pagnani di Porta Nuova di Milano vende a Giovanni del fu Franzio Rusconi, abitante a Como, i beni compresi nel massarizio di Vezia già locati a titolo di enfiteusi ad Antonio del fu Bertramo Brocchi il 24 luglio 1471 e lavorati dai Bettosini di Ponte [Capriasca], e poi locati ai Bettosini l'8 agosto 1481 (v. Poggi 15). Antonio Brocchi aveva venduto i detti beni a Pietro Pagnani, che li aveva poi ceduti al fratello Francesco a titolo di permuta il 28 aprile 1481. Il prezzo della vendita è di 3200 lire imperiali, pagate in drappi dall'acquirente a Manetto del fu Edoardo Portinari di Milano su richiesta del venditore.

Notaio rogatario: Georgius Ruscha f.q. domini Andree p.i.a.n. civitatis Mediolani Porte Nove parrochie Sancti Fidelis. Notaio scrivente: Bernardinus de Calvenzano f.q. domini Amineti Porte Nove Mediolani parochie Sancti Andree ad Pusterlam Novam n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 17 1260 x 350 mm, righe 194. La pergamena è costituita da tre membrane cucite insieme. Sei grossi fori di roditori e un foro risalente alla lavorazione della pelle.

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31 agosto 14[8]4, Como

Commissione

Bartolomeo Parravicini, vicario generale del vescovo di Como Branda Castiglioni, incarica il prete Giovanni Cusa, canonico di Bellinzona, di accertare se l'investitura di un terreno che il prete Albino di Giubiasco, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, intende stipulare con Bertramo «de Schalvino» di Val Morobbia, sia di vantaggio per la detta

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 597 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Abondius de Madiis n. scribaque curie episcopalis Cumane.

ASTi, Comune di Giubiasco 27 (inserto)

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7 settembre 1484, Bellinzona

Locazione con convenzione / Instrumentum locationis

Il prete Albino «de Mineto», beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco e agente a nome della detta chiesa, col consenso e alla presenza del prete Giovanni Cusa, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e delegato da Bartolomeo Parravicini, vicario generale del vescovo di Como, investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Bertramo del fu Antonio «Scalvini» di un terreno situato a Giubiasco nel luogo un tempo chiamato «ad Conagum» e ora «ad Giossetum», già locato con patto di miglioria dal detto prete Albino ad Antonio del fu Meneghino «de Adamo» abitante a Giubiasco per un canone annuo di due lire di terzoli il 9 febbraio 1460. Su tale terreno, come risulta dalla stima rogata il 20 agosto 1474, il detto Antonio aveva piantato 336 viti per un valore di 67 lire e quattro soldi di terzoli. Il canone di locazione è di cinque lire e quattro soldi di terzoli e di due polli. Il detto Bertramo dovrà versare al detto Antonio la somma di di 67 lire e quattro soldi di terzoli di cui il detto prete Albino gli è debitore per le migliorie apportate e potrà costruire con patto di ritenzione delle migliorie sul terreno locato una casa e altri edifici fino alla somma di 400 lire di terzoli. Il locatario non potrà venire privato del terreno e il canone di locazione non potrà essere aumentato prima che gli siano state rifuse le spese sostenute, il cui valore dovrà essere stimato da due persone scelte dalle due parti.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 27 1270 x 270 mm, righe 153. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Strappi, macchie e incrostazioni in particolare lungo i lati. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 44-45. Inserti: 31 agosto 14[8]4 (Como)

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5 novembre 1484, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione e massarizio per sette anni rinnovabili a volontà delle parti Martino «Mozus» del fu Guglielmone «de Monteliono» di Monte Carasso, abitante a Sementina, di una quota della decima di Sementina «a riale Somentine usque ad rialem Tortum», al canone annuo di quattro staia di segale, due di frumento, due di miglio e tre di panico.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 154 350 x 290 mm, righe 43. Alcune macchie nella parte iniziale e due piccoli fori.

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4 dicembre 1484, Bellinzona

Transazione con convenzione / Instrumentum transactionis et pactorum

Nicolao Tatti del fu Cristoforo, da una parte, e Giovanni Antonio «de Duno» del fu «Magnoti», dall'altra, abitanti a Bellinzona, si accordano in merito alla costruzione di un muro di divisione dei loro orti, situati a Bellinzona nella contrada di Porta Camminata presso il muro della fortezza, sull'altezza delle costruzioni che potranno essere innalzate, sulle finestre e sugli scoli per l'acqua. L'atto è stipulato con il consenso di Giovannina, vedova di Giovanni Antonio Molo e tutrice dei figli Giovanni Maria e Giovanni Fortunato, e di Giovanni Pietro Cusa del fu Biagio, proprietari del detto terreno tenuto in affitto da Giovanni Antonio «de Duno». Giovanni Francesco Visconti, aulico ducale e commissario e podestà di Bellinzona, concede il proprio assenso all'accordo.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 10 1130 x 245 mm, righe 161. Il documento è composto da due membrane cucite insieme; tre fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e piccole rosicature e lacerazioni. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 118, nr. 10; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. VII.

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7 gennaio 1485, Locarno

Assegnazione di canone / Instrumentum asignationis

Giovannina figlia del fu Andriolo detto «Rane» Magoria di Locarno, moglie di Giovanni Lorenzo Gandini del fu Giacomo «de Sezedo», abitante a Locarno, assegna ai frati Gabriele di Locarno, guardiano del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, Taddeo di Locarno, maestro di teologia, Francesco di Lodi, maestro di teologia, Paolo di Locarno, bacceliere in teologia, Francesco di Locarno, vicario, un canone di 2 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, locato il 31 gennaio 1466 (v. Confento di S. Francesco 40) al defunto Guglielmolo Giovanni Ferrari di Vairano «olim habitator Locarni» e ora pagato da Ursina figlia del detto Guglielmolo e gravante su due appezzamenti di terreno vignato e arativo nel territorio di Rivapiana di Minusio «ad Vignetam» e «in Vinenza». I coniugi assegnano detto canone affinché i frati celebrino ogni anno un annuale nel chiostro di S. Francesco davanti alla figura di S. Cristoforo fuori dalla cappella di S. Nicolao, per la festa di S. Maria Vergine in agosto (15 agosto), in suffragio delle loro anime e dei loro defunti.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. filius condam ser Antonii de Rozollo de Locarno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 62 680 x 300 mm, righe 101. Fori e due cuciture, risalenti alla lavorazione della pelle.

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21 gennaio 1485, Moghegno

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Lafranco del fu Antonio «Zanoli de la Porta» di Moghegno, caneparo, rettore e amministratore dei beni della chiesa di S. Maria di Moghegno, da una parte, e Giacomo del fu Zane «Zaneti» di Moghegno, dall'altra, procedono a una permuta di beni. Il detto Lafranco, a nome della chiesa, cede a Giacomo una costruzione diroccata («ticto uno derupato») situata a Moghegno «in Cortavero de Nobilibus» e riceve in cambio un terreno arativo con due alberi situato nella campagna di Moghegno «in Valegiis».

Notaio rogatario: Antonius n.p.i.a. et f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 8 530 x 185 mm, righe 88. Alcune rosicature lungo il bordo destro.

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22 gennaio 1485, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Apollonia del fu Vanossio della Porta di Mendrisio, seconda moglie di Giovanni Interlenghi, «magister a muro», abitante a Chiasso nella contrada di Boffalora, con il consenso del marito vende a suo fratello Bernardino della Porta, abitante a Mendrisio, una casa situata a Mendrisio nella contrada verso la chiesa di S. Giovanni «in Guarza Colia» (?) e due terreni parzialmente vignati situati nel territorio di Mendrisio «in Pabiario». I detti beni erano stati venduti, con patto di retrocessione, da Vanossio, padre della donna, a Maffiolo della Torre, primo marito di Apollonia, per la somma di 150 lire di terzoli, e la detta Apollonia li aveva in seguito acquistati per la stessa somma da Eusebio (?), fratello ed erede del detto Maffiolo. Il prezzo della vendita è di 150 lire di terzoli, che la donna versa al marito a titolo di dote.

Notaio rogatario: Christoforus de Somazo de Cumis n.p. Cumanus f.c. domini Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 10 450 x 290 mm, righe 66. Numerose macchie, lacerazioni, fori e sbiaditure.

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23 gennaio 1485, Medeglia

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Giacomo del fu Bertramo «de Magiacho» e suo figlio Bertramo, non ancora emancipato, entrambi di Medeglia, istituiscono una dote di 27 lire di terzoli per Giovanna del fu Giovanni detto Festa di Medeglia, vicino di Bellinzona, promessa sposa di Bertramo. Giacomo e Bertramo dichiarano di avere ricevuto 18 lire di terzoli da Bernardo, fratello della detta Giovanna e agente a suo nome, e fanno donazione nuziale delle rimanenti nove alla donna, secondo la consuetudine della comunità di Val Lugano.

Notaio rogatario: Ser Petrus Ruscha de Bironicho n.p. Lugani et Vallis. Notaio estraente: Iohannes Maria f.c. ser Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis, laudatus ... per consillium generale totius comunitatis Valis Lugani ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc condam ser Petrum Ruscham de Bironicho... .

Originale estratto da imbreviature (1524 agosto 12); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 16 480 x 190 mm, righe 67. Macchie e lacerazioni, in particolare nel margine destro, nonché quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 marzo 1485, S. Antonino

Immissione nel possesso di beneficio ecclesiastico / Instrumentum inductionis

Alla presenza del notaio Giovanni Bernardino Motta e dei procuratori dei vicini di S. Antonino, che concedono il loro assenso, il prete Giovanni della Corte «de Tasserio», beneficiato della chiesa di S. Lorenzo di Isone, in nome del vescovo di Como Branda [Castiglioni] procede all'immissione del prete Pietro di Blenio nel possesso del beneficio della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, eretta il giorno prima a parrocchiale e curata e separata dalla chiesa matrice di S. Pietro di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 15 330 x 235 mm, righe 29. Alcuni piccoli fori nelle pieghe e qualche macchia. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85 (data errata); Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 58-59; Ostinelli, Il governo, p. 111.

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5 maggio 1485, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Andrea Muggiasca di Bellinzona vende a Giacomo del fu Giovanni «Otti» Tamagni di Melera in Valle Morobbia, agente a suo nome per un terzo e per gli altri due terzi rispettivamente a nome dei fratelli Guglielmo e Pietro

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 601 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete del fu Domenico di Melera e di Zane del fu Maffeo del fu Zane «Otti» e di Bertramo del du Domenicolo del fu Zane «Otti», il possesso di tutto l'alpe d'Urno situato in Valle Morobbia che il comune di Bellinzona aveva locato al detto Otto Tamagno il 27 gennaio 1392 ad un canone annuo di dieci lire di terzoli. Il detto comune aveva venduto tale canone il 17 dicembre 1422 al fu Ambrogio del fu Lorenzo Muggiasca di Bellinzona, zio del detto Antonio venditore. Il prezzo della vendita è di 336 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus pater mey [notarii] et n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium comunis Berinzone super imbreviaturis nunc condam domini Petri Varroni olim patris mey et olim n.p. Berinzone ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per c. patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (1519 maggio 23); lat. ASTi, Comune di Giubiasco 28 1070 x 240 mm, righe 126. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Un piccolo foro nella parte superiore e macchie scure in particolare lungo i margini laterali e nella parte finale. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 45-46.

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12 ottobre 1485, S. Antonino

Elenco di beni e diritti / Instrumentum inventarii

In presenza del console Martino del fu Lafranco Bassi e dei vicini di S. Antonino, il prete Pietro di Blenio, beneficiato, rettore e curato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, elenca i beni pertinenti alla prebenda, comprendenti beni immobili situati nel territorio del detto comune e di Camorino e le primizie che fino all'anno precedente venivano corrisposte alla chiesa di S. Pietro di Bellinzona, nonché un «supplimentum dotis» consistente in 18 fiorini annui che i vicini si impegnano a versargli oltre alla dote della chiesa descritta in un istrumento rogato il giorno stesso.

Notaio rogatario: [Gabriel Nuyronus n.].

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 16 550 x 410 mm, righe 52. Piccoli fori e macchie. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 59 ; Ostinelli, Il governo, pp. 111-112.

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(dopo il 15 ottobre 1485), Como

Vendita / Instrumentum venditionis

<...> padre e figlio vendono a Giovanni <...> di Como un complessi di beni situati nel territorio di <...>, di Grandate e di Sagno, al prezzo di 400 ducati, di cui 36 versati in contanti, e i restanti 364 pagati in 14 drappi di lana bianca e fine. (Frammento).

Notaio rogatario: Clemens de Cortexella p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Iacobi.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 74 1200 x 360 mm, righe 102. Il documento, danneggiato nella parte iniziale da uno strappo e da un grosso foro dovuto a rosicature, è costituito da due membrane cucite. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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29 decembre 1485, Largario

Procura / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Largario, convocata dal console Giovanni Pietro «de Nigris», nomina suo procuratore Barnabino del fu Giovannolo giudice e notaio «de Nigris» con l'incarico di comparire davanti ai quattro canonici ordinari della chiesa maggiore di Milano, conti di Blenio e Leventina, oppure davanti al loro vicario, per costringere Guglielmo «Contessie» e altre persone a dichiarare quali siano gli annovali e i legati spettanti alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario e alla sua «luminaria».

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 20 215 x 265 mm, righe 44. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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3 gennaio 1486, Rongie (Malvaglia)

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis titulo venditionis

Giacomo del fu Giovanni di Elena del Pozzo di Leontica cede a titolo di vendita ai vicini di Leontica, rappresentati da Giacomino del fu Giovanni «de Castelatio», da Giacomo del fu Giovanni del Giudice, da Giovanni del fu Taddeo del Giudice e da Giacomo del fu Zanino Guglielmuzzi, un canone annuo di un congio di mosto venduto a Giovanni del fu Zane Lafranchi, padre del detto Giacomo, da Antonio del fu Martino del fu Giovannino «de supra ecclexiam de Simiono» il 3 maggio 1474, garantito da alcuni beni situati nella campagna di S. Pietro «ad Campum de la Preda», nel territorio di Ludiano. Il prezzo della vendita è di 50 lire di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus f. Christophori del Iudice de Petullo habitator Malvalie p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 38 510 x 310 mm, righe 59. In un foro situato nell'angolo inferiore destro è inserito del filo.

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13 gennaio 1486, Bellinzona

Proroga del termine di riscatto / Instrumentum prorogationis regressi

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, concede a Melchione detto Ministrale del fu Martino di Zane di Calanca una proroga di quattro anni del termine stabilito per riscattare il terreno cintato da un muro con edificio e cascina situato nel territorio di Grono «in Prato Maiori» vendutogli dal detto Melchione il 22 febbraio 1480 al prezzo di 600 lire di terzoli e locato a titolo di livello ed eredità perpetua al medesimo Melchione ad un canone annuo di 32 lire di terzoli con facoltà di riscatto, dietro restituzione di 600 lire di terzoli, entro otto anni dalla vendita. La proroga avviene dietro versamento di 100 lire di terzoli da detrarre dalle 600 lire dovute.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 33 290 x 210 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori, macchie e sbiaditure.

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4 febbraio 1486, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo del fu Giovanni «de la Canepa» di Mezzovico vende a Martino del fu Pietro «de Rafagnio» di Valle Morobbia un sesto dell'alpe d'Urno situato nel territorio di Valle Morobbia al prezzo di 60 lire di terzoli e con l'impegno da parte del detto Martino di pagare ogni anno a Giacomo del fu Zane «Otti» di Melera 12 soldi e mezzo di terzoli che il detto Bertramo doveva versare per la sua parte di eredità del fu Domenicolo di Zane «Otti» che quelli «de Otto» di Valle Morobbia pagavano a titolo di locazione ad alcune persone.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 29 750 x 200 mm, righe 93. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Tagli e lacerazioni lungo i margini laterali e diffusi annerimenti ai lati e nella parte finale. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 116; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 46.

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14 (?) marzo 1486, Moghegno

Ordine / Ordo

L'assemblea plenaria dei vicini di Moghegno («et non sunt alii vicini nixi suprascripti ut supra nominati»), riunita sulla piazza del comune «apud portam illorum Rigatii de Mogheno» al suono della tavola dal console Zane del fu Antonio di

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Domenico «de Carnevariis», divide un terreno a gerbido situato a Moghegno «in Grapis de Bagnaturo» in 30 parti, assegnandone una a ciascun vicino presente all'assemblea, e stabilisce che ognuno di essi paghi «pro foco» le spese per le liti, per il salario del console e per le altre uscite del comune. Nel caso in cui qualcuno si assentasse da Moghegno al momento in cui saranno effettuate tali spese, egli dovrà contribuirvi non appena sarà di ritorno.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n., f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 9 320 x 280 mm, righe 32. Piccole rosicature, soprattutto lungo i bordi, e macchie. Gli elementi della datazione («millesimo quadringentessimo octuagessimo sexto, indictione quarta, die dominico quarto decimo mensis martii») non corrispondono tra loro, poiché il 14 marzo 1486 cadeva di martedì.

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<21> <1486>,

Conferma di concessione di privilegi

Papa Innocenzo VIII conferma . (Frammento)

Copia; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 139 x mm, righe .

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30 aprile <1486>, <...>

Testamento / Instrumentum testamenti

<...> del fu Antonio di Lezzeno del fu Parino detta il suo testamento e dispone un lascito per Elisabetta <...>, un altro per delle messe in memoria della sua anima e nomina sua erede universale la figlia Bernardina. (Frammento).

Notaio rogatario: f.c. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 42 355 x 150 mm, righe 45. Il documento è privo di tutta la parte sinistra e presenta diverse macchie e un piccolo foro.

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30 maggio 1486, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Francina, figlia del fu Antonio «Franzoxii de Fantacino» di Locarno e moglie di Francesco di mastro Nicola Orelli di Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno un appezzamento di terreno arativo detto «Piatonus» nella campagna di Locarno «in cimitate silve de Locarno» e una brenta di vino o mosto, garantendola su un appezzamento di terreno vignato chiamato «ronchus» nel territorio di Locarno e Solduno «ad la geram seu ad Matharellum», a condizione che i frati siano tenuti a celebrare ogni anno 2 annuali in suffragio della sua anima. Nomina erede universale il marito.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. filius quondam ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 63 410 x 200 mm, righe 57. Foro risalente alla lavorazione della pelle e diverse macchie. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 64

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30 maggio 1486, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Francina, figlia del fu Antonio «Franzoxii de Fantacino» di Locarno e moglie di Francesco di mastro Nicola Orelli di Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno un appezzamento di terreno arativo detto «Piatonus» nella campagna di Locarno «in cimitate silve de Locarno» e una brenta di vino o mosto, garantendola su un appezzamento di terreno vignato chiamato «ronchus» nel territorio di Locarno e Solduno «ad la geram seu ad Matharellum», a condizione che i frati siano tenuti a celebrare ogni anno 2 annuali in suffragio della sua anima. Nomina erede universale il marito.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. filius quondam ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 64 475 x 310 mm, righe 55. Diverse rosicature lungo i margini. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 63

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2 giugno 1486, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lancillotto del fu Giovanni Galeazzo del fu Giovannolo detto Lancillotto Molo abitante a Bellinzona vende a Giacomino del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, il canone livellare di due lire e otto soldi di terzoli, tre staia di mistura di segale e miglio e due polli versato da Guglielmo del fu Saglio di Carasso, abitante a Preonzo, per l'affitto di una casa e

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 606 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete due terreni situati nel territorio di Preonzo «in Caralle», «ad Bociorellum» e «ad Melliarium», locati al detto Guglielmo dal fu Giovannolo Molo il 12 novembre 1395, nonché il canone livellare di otto lire di terzoli versato dal fu Gottardo del fu Guglielmo «Cistella» di Preonzo e da suo fratello Ottino per l'affitto di tre terreni situati nel territorio di Preonzo «in Pratis de la Gera», «in Campanea de Gera» e «in Vineis de Paleis», locati ai detti fratelli dal fu Giovanni Galeazzo Molo il 5 gennaio 1429. Il prezzo della vendità è di 250 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 155 690 x 340 mm, righe 79. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. Macchie e sbiaditure nella parte iniziale.

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2 giugno 1486, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lancillotto Molo del fu Giovanni Galeazzo, abitante a Bellinzona, vende a Giacomino del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, il canone livellare di dieci lire e due polli versato da Domenico detto Tamella del fu Bertramo «de Trussonibus» di Roveredo, abitante a S. Antonino, per l'affitto di un terreno prativo che un tempo era arativo situato nel territorio di S. Antonino «ad Pontem Novum», locatogli il 28 ottobre 1445. Il prezzo della vendità è di 250 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 215).

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ac n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ad explendum ... instrumenta per eum tradita.

Originale estratto da imbreviature (1507 giugno 14); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 156 610 x 220 mm, righe 70. Tre piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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3 giugno 1486, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Donato del fu Zane di Cortenuova, abitante «in monte Sancti Bartholomei», nel territorio di Camorino, agente anche a nome dei nipoti Giovanni, Pietro e Giacomo del fu Giorgio, suo fratello, vende a Bartolomeo detto Foino del fu Bernardo «de Monyono» di Monte Carasso, un prato situato nel territorio di Gudo «subtus Motam de la Bola», al prezzo di 129 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillipus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 157 500 x 320 mm, righe 63. Fori, macchie e lacerazioni di piccole e medie dimensioni. La pergamena fungeva da copertina del fascicolo contenente gli atti relativi ad una vertenza, come si evince dalle scritte nel verso

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26 giugno 1486

Locazione

Balsarro del fu Ambrogio «Balsarri» di Villa e Michele «Ianii» di Nostengo, entrambi vicini di Bedretto e anziani della chiesa di S. Eusebio di Villa, investono a titolo di livello Zane del fu Eusebio «Anselmi» di Nostengo di un appezzamento di terreno a prato, situato nel territorio di Villa, al fitto annuo di tre staia di biada e orzo in parti uguali da consegnare alla «calonica pauperum» per la festa di s. Martino (11 novembre) oppure durante il mese di novembre. A garanzia del fitto, Zane designa il prato in questione e un altro appezzamento situato nel territorio di Bedretto.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 21 175 x 190 mm, righe 27. La pergamena è mutila della parte terminale e presenta due grandi lacune nella parte centrale, a causa dell'azione di roditori. Mancano l'Actum e la sottoscrizione notarile. Edizione: MDT Lev., pp. 2663-2664, nr. 1185.

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15 luglio 1486, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Cristoforo del fu Zane Aldrici di Bignasco detta il suo testamento e ordina al suo erede di dare ogni anno una elemosina di una lira di denari nuovi per acquistare pane di frumento da distribuire ai poveri di Bignasco; il lascito è garantito su un appezzamento di terra situato nella campagna di Bignasco «in Ordine ecclesie». Egli designa infine erede universale Zane, suo figlio legittimo e naturale.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus p.i.a.n., f.q. ser Locarnini Composte de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 83 690 x 180 mm, righe 85. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme, presenta alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e a guasti, nonché due strappi in corrispondenza del margine superiore e di quello sinistro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel luglio 1486 cadeva infatti l'indizione quarta e non la quinta, come riportato dal notaio.

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9 settembre 1486, Largario

Attestazione / <...> testamenti ac protestationes

I vicini di Largario, convocati in assemblea da Giovannolo «de Nigris» del fu Martino del fu Giacomolo, luogotenente del console Pietro del fu Martino del fu Giovanni Giacomo, insieme al prete Giovanni Antonio «de Reschana» del fu Guglielmuzio, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, e al prete Domenico del fu prete Antonio Ferrari di Giornico, già cappellano del detto prete Giovanni Antonio, elencano i lasciti fatti da dodici persone di Largario, malate di peste a causa di un'epidemia diffusasi in quello stesso anno, in favore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, della cappella dei SS. Rocco e Sebastiano «ad Riazolum» e dei vicini di quel comune.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 21 460 x 195 mm, righe 95. Piccole lacerazioni lungo il bordo destro.

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9 settembre 1486, Largario

Attestazione / Instrumentum protestationis

I vicini di Largario, convocati in assemblea da Giovannolo «de Nigris» del fu Martino del fu Giacomolo, luogotenente del console Pietro del fu Martino del fu Giovanni Giacomo, insieme al prete Antonio del fu Guglielmino «de Reschana» di Castro, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, e al prete Domenico del fu prete Antonio Ferrari di Giornico, già sostituto del detto prete Giovanni Antonio, dichiarano che nell'anno in corso Taddeo del fu Cristoforo del fu prete Martino «de Nigris» di Largario, malato di peste, ha fatto testamento. Il testatore ha assegnato un terreno alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo, a condizione che il rettore celebri gli anniversari della sua morte, e ha ordinato che i suoi eredi offrano ogni anno in occasione del suo anniversario un «anualle comestibille» al prete, al chierico e al sagrestano della stessa chiesa, lasciando inoltre un fitto annuo di una libbretta di burro alla chiesa di S. Vittore di Aquila e disponendo che siano distribuite 18 staia di sale ai vicini di Largario.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 22 425 x 160 mm, righe 74. Un foro di piccole dimensioni nella parte superiore.

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9 settembre 1486, Largario

Attestazione / Instrumentum testamenti et protestationis.

I vicini di Largario, convocati in assemblea da Giovannolo «de Nigris» del fu Martino del fu Giacomolo, luogotenente del console Pietro del fu Martino del fu Giovanni Giacomo, insieme al prete Antonio «de Reschana» di Castro del fu

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Guglielmino, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, e al prete Domenico del fu prete Antonio Ferrari di Giornico, già sostituto del detto prete Giovanni Antonio, dichiarano che nell'anno in corso Cortesio del fu Giacomo «Pome» di Largario e sua moglie Margherita del fu Domenico «de Toschino» di Leontica, malati di peste, hanno fatto testamento. Essi elencano 9 lasciti disposti dai coniugi in favore delle chiese dei SS. Pietro e Paolo, di S. Rocco e di S. Maria di Loreto «de Firy» di Largario nonché dei vicini di quel comune.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco ... de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 23 515 x 150 mm, righe 90. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, una piccola rosicatura lungo il bordo sinistro.

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18 settembre 1486, Aquila

Attestazione / Istrumentum protestationis

Davanti al prete Zillio di Dangio, rettore della chiesa di S. Stefano di Torre, vicario generale «in spiritualibus» e luogotenente dei canonici ordinari del capitolo maggiore di Milano e conti di Blenio e Leventina, il prete Antonio del fu Guglielmino «de Reschana» di Castro, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, e altre quattro persone di Largario dichiarano che il 17 agosto 1486 Antonio del fu Beltramo del fu Giovanni di Giacomo di Largario, malato di peste, ha fatto testamento. Egli ha lasciato un terreno alla chiesa di Largario, ha disposto che vengano celebrati gli anniversari per sé e per i membri della sua famiglia, ha ordinato che i vicini di Largario ricevano un pasto («pastum sive septimam») e ha istituito erede universale Guidetta, sua figlia minorenne.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 24 540 x 275 mm, righe 87. Alcune sbiaditure dell'inchiostro, in particolare lungo i bordi.

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3 novembre 1486, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Antonio Tortelle e Antonio «del Orto», entrambi di Minusio, un tempo procuratori del comune di Minusio, avevano investito a titolo di eredità perpetua il defunto Guglielmolo Belloni del fu Belloni di Brione di Minusio di un appezzamento di terreno recintato, vignato, prativo, campivo, arativo e silvato con due case con tetto in piode a Brione di Minusio «ad Gazium», di un corte prativo con una casa con tetto in piode sul monte di Minusio «in Rexa» e di un appezzamento di terreno a prato nello stesso monte «in Prato Longo», al canone annuo di 8 brente di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia, e di 23 soldi di denari nuovi, da consegnare per s. Martino, secondo una locazione del 1 aprile 1407. In seguito Giacomo detto «Maxetus» del fu Madio aveva ereditato da detto Guglielmolo i beni, pagando detto canone e uno staio di castagne secche, non menzionato nella precedente locazione. Ora Giacomo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 610 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete detto «Barozino» del fu Pietro «de Violis de Campo» di Cevio, abitante a Minusio, Giovanni figlio emancipato di Leone Cotti «de Meretis», abitante a Minusio, e Giovannolo detto «Beschara» del fu Giacomino «Sibone» di Rivapiana di Minusio, procuratori del comune di Minusio, investono a titolo di eredità perpetua detto Giacomo detto «Maxetum» del fu Madio di Brione di Minusio dei detti beni, al canone annuo di 8 brente di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia, 23 soldi di denari nuovi e 1 staio di castagne secche, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. q. ser Antonii de Rozollo de Locarno. Notaio scrivente: Ioseph p.i.a.n. f. magistri Ambrosii Persici, habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 16 750 x 360 mm, righe 103. Fori risalenti alla lavorazione della pelle, di cui uno ricucito con filo di canapa, fori e lacune, dovuti a rosicature, lacerazioni nel margine destro, nonché macchie di umidità. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 469; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 491-492.

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16 dicembre 1486, Bellinzona

Locazione con convenzione / Instrumentum investiture

Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione quinquennale rinnovabile a volontà delle parti Antonio del fu Gottardo In der Au («de Inderoy») di Uri, abitante a Claro, di un sedime con casa situato nel territorio di Claro «ad Sostam sive ad Toratiam», ad esclusione del forno («pristinum principiatum»), di un locale per il vino e di un colombaio sopra il granaio, al canone annuo di 12 fiorini d'oro del Reno. Il detto Antonio si impegna ad acquistare da Giacomo Magoria 60 congi di vino e a pagarli in due rate semestrali, e a garanzia di tale impegno si costituisce fideiussore Johann Bürgler di Altdorf.

Notaio rogatario: Iohannes Lutherius de Molo p.i.a.n., f.c. domini Raphaelis habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 158 470 x 270 mm, righe 58. Due piccolissimi fori. Regesto: BSB IV (1941), p. 29.

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(dopo il 1486)

Retrovendita e vendita

Frammento di una retrovendita e vendita. I fratelli Giovanni e Giacomo, figli del fu Guglielmo di 'Roncásc' e abitanti a Osogna, agenti a nome proprio e degli altri loro fratelli Matteo e Guidotto, rivendono tutti i beni venduti a suo tempo al detto Guglielmo dai fratelli Gasparino e Martino, ad eccezione di quattro appezzamenti di terreno arativo, tre dei quali nel territorio di Osogna dove si dice in Mondis de intus, in Cognio e in Mondis de medio e uno a Rodaglio, nonché di tutti i beni tenuti da Giovanni Manete di 'Monestéi' di Iragna, il cui valore, corrispondente a 297 lire di terzoli, era stato sborsato dallo stesso Guglielmo a Vivenzio di 'Rurét' di Val Blenio, suocero e agente a nome di una tale Maria. In

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 611 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete seguito alla retrovendita il detto Gasparino, agente anche a nome del fratello Martino, vende i detti beni ai fratelli Giovanni, Giacomo, Matteo e Guidotto.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 9 .1 1490 x 205 mm, righe 163. Documento composto da quattro pergamene cucite assieme con filo di canapa, privo della parte superiore della prima pergamena, asportata mediante taglio, e di una o più pergamene nella parte inferiore; la seconda pergamena presenta quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Il testo è privo dell'invocazione, della data, di buona parte del contesto, dell'«actum», dell'elenco dei testimoni e della sottoscrizione notarile. Il termine «post quem» per la datazione è dato dalla menzione nel testo di una convenzione del 1486, rogata dal notaio Amadeo di Largario, in ossequio alla quale viene stipulato il presente contratto. Edizione: MDT Riv., pp. 1827-1828, regesto aggiunto XXXIII.

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8 gennaio 1487, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Pietro del fu Zane «Rubey» di Aurigeno vende a Martino del fu Bernardo «de la Gana», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Longeta», al prezzo di 25 lire nuovi. Successivamente lo stesso Martino, agente a nome del comune, investe il medesimo Pietro a titolo di locazione e massarizio per nove anni, rinnovabile secondo la volontà delle parti, dell'appezzamento appena vendutogli, al canone annuo di 25 soldi terzoli da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Antonius n., f.q. Pingini de Mogheno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 33 435 x 335 mm, righe 64. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla preparazione della pelle, soprattutto nella parte sinistra.

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22 marzo 1487, S. Antonino

Convenzione / Instrumentum conventionum

Antonio del fu Cicco «de Ga<...>onis» di Viterbo, residente a Bissone, fonditore di campane, da una parte, e il comune di S. Antonino, rappresentato dal console Alberto del fu Leonardo di Vigana e dai suoi procuratori, dall'altra, stipulano un accordo in merito alla fusione di una campana per il campanile della chiesa di S. Antonino a S. Antonino. Il detto Antonio si impegna a fondere una campana entro il giorno di Pasqua (15 aprile) e ad apporre su di essa la data di fabbricazione e alcune figure e immagini. Il prezzo convenuto è di 32 lire di terzoli. Il prete Pietro di Blenio, beneficiato e rettore della detta chiesa, si costituisce fideiussore a garanzia dell'impegno assunto dal detto Antonio.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 17 535 x 170 mm, righe 72. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale e lungo il margine destro. Edizione: Pometta, Pergamene di S. Antonino, pp. 47-48. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 85; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 59.

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11 giugno 1487

Determinazione di confini

Adamo «Iohanolle», Giovanni del fu Guglielmo notaio, Albertolo Adamazzi, Giovanni del fu Giacomo «Carere», Giacomo «Sabate», Zane del fu Fusasco Gobbi e Adamo Poma, tutti di Fusio, incaricati dell'assemblea dei vicini, determinano i confini dei terreni comuni nel territorio comunale e ne regolano lo sfruttamento.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 17 445 x 320 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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15 giugno 1487, Locarno

Consacrazione di chiesa e altari, assegnazione

Rolando [dei Conti di Rovescala], vescovo di Antarado, suffraganeo e luogotenente del vescovo di Como Branda Castiglioni, consacra l'altare di S. Maria Avvocata, l'altare della Pietà e la vicina chiesetta fatta costruire da frate d'Ivrea, intitolata alla Vergine Avvocata, e affida la detta chiesa ai frati del convento di Locarno e all'ordine di San Francesco, stabilendo che venga governata da frate finché egli vivrà.

Notaio rogatario: Blaxius de Occimiano f. domini Girardi p.i.a.n.

Sigillo: esistente. L'impronta del sigillo episcopale di Rolando dei Conti di Rovescala, vescovo di Antarado, è danneggiata e parzialmente illeggibile, soprattutto nella legenda. Lo scudo nel campo (albero di rovere, forse con leone rampante come nell'arma di famiglia) è sormontato da una mitra, ai cui lati stanno in piedi due figure di santi; al di sopra di essi, al centro, si riconoscono i contorni di una Madonna in trono con il Bambino. Legenda: <...... >S<...... ANTA>RAD.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 1 250 x 350 mm, righe 17. Grave lacuna lungo tutto il margine verticale sinistro e piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: Messaggero serafico, nr. 10 (1925), pp. 227-229. Regesto: AST 51 (1972), p. 354.

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3 luglio 1487, Broglio

Consacrazione di chiesa e concessione di indulgenze

Rolando [dei conti di] Rovescala, vescovo di Antarado e suffraganeo del vescovo di Como Branda Castiglioni, consacra la chiesa di Santa Maria di Loreto di Broglio. Egli concede poi un'indulgenza di quaranta giorni ai fedeli che visiteranno la chiesa ogni anno nelle festività della Madonna, dei Santi Vittore e Cristoforo e nell'anniversario della consacrazione, che si celebra la seconda domenica di luglio. Nell'altare della chiesa sono deposte le reliquie di San Cristoforo e di altri martiri.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. f. Filippi Bernardi Franzoni de Cevio Vallismadie

Sigillo: deperdito. Minime tracce del sigillo impresso di Rolando dei conti di Rovescala, vescovo di Antarado

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 1 (= vecchio I/01) 235 x 330 mm, righe 15. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte destra, alcuni forellini dovuti a usura all'incrocio delle piegature e una lacerazione nella parte superiore.

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29 luglio 1487, Milano

Transazione

Beltramino Nova e Martino «de Cazago», canonici ordinari del duomo di Milano, in rappresentanza degli altri ordinari, da una parte, Andreas von Beroldingen, landamano, e Johann Bürgler, cancelliere, in rappresentanza della comunità di Uri, dall'altra, si accordano in merito alla procedura di conferimento dei benefici ecclesiastici della Val Leventina, alla nomina dei vicari in «spiritualibus» e alle modalità di offerta di un cero al capitolo milanese per la festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera sotto carta in forma di mandorla dei quattro ordinari conti di Blenio e Leventina è fissato con cordicella di canapa sul lato sinistro inferiore della pergamena. Nel campo centrale si riconoscono i tratti di una Madonna (probabilmente in trono) con il Bambino in grembo, circondata da una corona di luce. Legenda: GILUM QVOR ORDINARIORUM.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico circolare di cera sotto carta di Andreas von Beroldingen di Altdorf è parzialmente danneggiato ed è fissato con cordicella di canapa sul lato sinistro inferiore della pergamena. Lo scudo nel campo porta l'arma di famiglia (globo sormontato da una croce e carico di due stelle). Legenda: AN BEROLDINGER

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 21 bis 465 x 350 mm, righe 37. Rosicature di piccole dimensioni lungo le piegature. Edizione: MDT Lev., pp. 2669-2671, nr. 1189.

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3 settembre 1487, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et ultime voluntatis

Antonio del fu Pietro «de Formis» di Valsassina, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia alla «ecclexie domicilii civitatis Mediolani» 10 soldi una volta tanto in suffragio della sua anima, a Domenica sua sorella, 1 lira e 12 soldi di terzoli una volta tanto. Stabilisce che gli eredi facciano celebrare ogni annuo 4 annovali, 2 per la sua anima e 2 per i suoi defunti. Infine istituisce erede universale il convento e la chiesa di S. Francesco di Locarno.

Notaio rogatario: Antonius f. magistri Guillielmi Barberii de Onsernono n.p. et habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 65 460 x 205 mm, righe 69. Foro risalente alla lavorazione della pelle e altri fori, dovuti a rosicatura.

Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 67 , ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 66

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3 settembre 1487, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et ultime voluntatis

Antonio del fu Pietro «de Formis» di Valsassina, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia alla «ecclexie domicilii civitatis Mediolani» 10 soldi una volta tanto in suffragio della sua anima, a Domenica sua sorella, 1 lira e 12 soldi di terzoli una volta tanto. Stabilisce che gli eredi facciano celebrare ogni annuo 4 annovali, 2 per la sua anima e 2 per i suoi defunti. Infine istituisce erede universale il convento e la chiesa di S. Francesco di Locarno.

Copia semplice; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 66 380 x 270 mm, righe 48. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle e una lacerazione restaurata nel margine destro. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 65

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3 settembre 1487, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti et ultime voluntatis

Antonio del fu Pietro «de Formis» di Valsassina, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia alla «ecclexie domicilii civitatis Mediolani» 10 soldi una volta tanto in suffragio della sua anima, a Domenica sua sorella, 1 lira e 12 soldi di terzoli una volta tanto. Stabilisce che gli eredi facciano celebrare ogni annuo 4 annovali, 2 per la sua anima e 2

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 615 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete per i suoi defunti. Infine istituisce erede universale il convento e la chiesa di S. Francesco di Locarno.

Notaio rogatario: Antonius f. magistri Guillielmi Barberii de Onsernono n.p. et habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 67 315 x 290 mm, righe 45. Fori dovuti a rosicatura lungo le piegature. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 65

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30 settembre 1487, Aquila (?)

Proroga di compromesso / Instrumentum prorogationis

Giacomo giudice e notaio di Largario, Guido Bruni notaio di Dangio, Guglielmetto di Enrico «Zannis» di Grumarone e Pietro detto Pellono di Largario, arbitri eletti il 10 settembre 1487 dal comune di Aquila, da una parte, e da quello di Largario, dall'altra, prolungano al 10 ottobre successivo il termine per pronunciare il loro arbitrato.

Notaio rogatario: Iohannes de Albertolis de Gaylono n.p. dicte vallis [Blegni]. Notaio estraente: Iohannes Petrus de Nigris f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n. ... extraxi ab abravienturis dicti quondam Iohannis notarii ... per autoritatem michi concessam per magnificos dominos nostros de Altorffo ac per dominos de concillio dicte vallis.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 25 230 x 145 mm, righe 35. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 30 settembre 1487 cadeva di domenica, anziché di sabato come riportato nel testo.

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22 ottobre 1487, Bignasco

Legato / Instrumentum legati testamenti

Guglielmo della fu Berta Gronzi di Bignasco lascia al comune di Bignasco un fitto annuo di 40 soldi di terzoli, gravante su certi beni che egli stesso ha concesso a titolo di eredità perpetua a Giovanna, figlia di Martino «de la Calzia» di Bignasco. Tale rendita dovrà essere impiegata per la distribuzione annua di pane di frumento alle persone di Bignasco in suffragio della sua anima e di quella del padre e della madre, metà a partire dalla Natività dell'anno in corso, l'altra metà dopo la sua morte.

Notaio rogatario: Antonius Petri Balsaris de Bugnascho. Notaio estraente: Cristoforus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho p i.a.n. et n. constitutus ... ad extrahendum ... instrumenta rogata per q. Antonium Petri Balsaris de Bugnascho.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 84 160 x 290 mm, righe 20. Un foro risalente alla lavorazione della pelle e una cucitura in corrispondenza dell'angolo inferiore sinistro.

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4 dicembre 1487, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Bartolomeo del fu Antonio Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, rivende a Giovanni Pizino, console, e ad altri sette rappresentanti del comune di Castione e Lumino un terreno a bosco e gerbido della misura di otto pertiche «in Bozorina», vendutogli il 2 dicembre 1475 al prezzo di 150 lire di terzoli, un terreno a gerbido e pascolo «ad Movesiam de supra», vendutogli il 7 febbraio 1476 al prezzo di 400 lire di terzoli, nonché un terreno a gerbido e bosco della misura di otto pertiche «in Carvegascho» e un terreno a gerbido, bosco e pascolo della misura di 12 pertiche «in Bozorina in fondo Bolazie», vendutigli il 2 maggio 1477 al prezzo di 250 lire di terzoli, ai quali si aggiunge il maggior valore dei detti terreni, cedutogli dai vicini il 22 gennaio 1483. Il detto Bartolomeo dichiara di avere ricevuto quale prezzo 880 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 44 1910 x 230 mm, righe 225. Documento composto di 4 fogli membranacei cuciti insieme. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi in tutti i fogli; rosicature lungo il bordo sinistro del primo e dell'ultimo foglio. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 46.

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5 dicembre 1487, Sornico

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Guglielmo di Maffeo del fu Guglielmo notaio di Fusio, con il consenso di suo padre, costituisce ipoteca a favore della moglie Giacoma di Adamo del fu Adamo Poma di Fusio su tutti i suoi beni fino all'ammontare di 75 lire a garanzia della dote. Guglielmo dichiara di avere ricevuto da Giacoma 50 lire di terzoli e fa donazione nuziale delle rimanenti 25 alla moglie, secondo la consuetudine della comunità di Vallemaggia e Lavizzara. L'atto è rogato davanti ad Augusto de Quadrio, luogotenente del podestà di Vallemaggia e Lavizzara Giovanni Nicolao Rusca.

Notaio rogatario: Adam n.p.i.a. constitutus, f. Fuxaschi domini presbiteri Ade de Prato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 18 410 x 220 mm, righe 60. Una serie continua di piccoli fori lungo i bordi laterali, praticati per fissare la pergamena sullo scrittoio. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel dicembre 1487 correva l'indizione sesta e non la terza, come indicato dal notaio. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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10 dicembre 1487, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giacomo Baldessari e Alessio del fu Bignasco Mozi, entrambi di Bignasco, vendono al comune di Bignasco, rappresentato dal console Bignasco del fu Giacomo Mineti «del Orto», alcuni beni venduti loro da Simone del fu Giacomo detto Stocco di Bignasco situati a Bignasco «in Cortauro illorum Stochi», al prezzo di otto lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius n.p.i.a. constitutus f. Petri Baldesaris de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 85 490 x 285 mm, righe 67. Fori di piccole e medie dimensioni in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle, cinque dei quali cuciti prima della stesura dell'atto.

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20 dicembre 1487, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni del fu Franzio del fu Corradino Rusca di Giubiasco ha appena venduto a Giacomino del fu Pietro Magoria di Bellinzona cinque terreni situati nel territorio di Giubiasco «in Bissale», «in Stratam Vegiam seu ad Camanam» e «ad Rivaltum», che suo padre aveva locato a titolo di eredità perpetua il 21 novembre 1437 a Domenico detto Penatino del fu Zane Mossi di Valle Morobbia per un canone annuo di tre staia di frumento, dieci e mezzo di segale e altrettante di miglio. Il detto Giovanni ha inoltre venduto il canone livellare di uno staio di frumento versatogli da Medeglia del fu Domenico di Medeglia abitante a «Vinarolo», nel territorio di S. Antonino, nonché i beni su cui grava il detto canone. Ora Giacomino investe per otto anni Giovanni Rusca del diritto di riscuotere questi canoni secondo quanto potrà valere il grano, e Giovanni concede al detto Giacomino il canone versato dal calzolaio Vincenzo detto Bellino «de Tibaldis» quale affitto della casa situata a Bellinzona nella contrada «de Supra Portam», nonché un capitale di sei lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 160).

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 159 930 x 190 mm, righe 129. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Tre piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 dicembre 1487, Bellinzona

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Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Franzio del fu Corradino Rusca abitante a Giubiasco vende a Giacomino Magoria del fu Pietro abitante a Bellinzona cinque terreni situati nel territorio di Giubiasco «in Bissale», «in Stratam Vegiam seu ad Camanam» e «ad Rivaltum», che suo padre aveva locato a titolo di eredità perpetua il 21 novembre 1437 a Domenico detto Penatino del fu Zane Mossi di Valle Morobbia per un canone annuo di tre staia di frumento, dieci e mezzo di segale e altrettante di miglio, nonché il canone livellare di uno staio di frumento versatogli da Medeglia del fu Domenico di Medeglia abitante a «Vinarolo», nel territorio di S. Antonino, e i beni su cui grava il detto canone. Il prezzo della vendita è di 670 lire di terzoli, 620 delle quali sborsate in contanti e le restanti 50 impiegate a soluzione di un debito contratto dal detto Giovanni nei confronti di Giacomino Magoria. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 159).

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 160 1120 x 280 mm, righe 123. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Una piccola cuciture precedente la stesura del testo tra la seconda e la terza membrane, e numerosi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Sul bordo superiore era cucito un foglietto cartaceo seicentesco con indicazioni relative al contenuto, e in allegato vi era un atto notarile del 26 gennaio 1580, entrambi conservati col rapporto di restauro.

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31 dicembre 1487, Uri

Missiva

I signori di Uri informano gli ordinari della chiesa maggiore di Milano di aver nominato procuratore di Uri Heinrich Troger, vicario di Leventina, e che ogni anno il vicario o un suo rappresentante consegneranno il cero.

ASTi, Pergamene, Leventina 22 (inserto)

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18 gennaio 1488, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condenationis

Lorenzo del fu Aliossio di Moncucco di Lugano dichiara di essere debitore nei confronti di Guidino del fu Antonio Trefogli di Torricella e promette di pagare entro quattro anni 131 lire di terzoli a saldo di quanto dovuto per la dote di Caterina, moglie del detto Guidino. Il capitano di Lugano e Valle Giovanni Pietro Arigoni condanna il detto debitore a restituire quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus de Somazo n.p. Lugani et Vallis f.c. ser Iohannis Antonii.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 10 245 x 205 mm, righe 31. Tre tagli d'annullamento e alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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18 gennaio 1488, Lugano

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Giovanni Pietro Arigoni, luogotenente del capitano di Lugano e Valle Emilio Arigoni, su richiesta del comune di Camignolo ordina a qualsiasi «servitor» pubblico di citare gli uomini del comune di Mezzovico e Vira affinché compaiano davanti a lui il giovedì successivo per udire la sentenza nella causa in merito ai diritti di pascolo nel territorio di Camignolo.

Notaio sottoscrittore: Francischus de Salla n. causarum Lugani.

ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 22 (inserto)

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24 gennaio 1488, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Emilio Arigoni, capitano di Lugano e Valle, Giovanni Pietro Arigoni, luogotenente del detto capitano, e Giacomo Rusca, suo vicario, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Camignolo, rappresentato da Antonio Castoria, da una parte, e quello di Mezzovico e Vira, rappresentato da Giacomo Alberti di Vira, dall'altra, per diritti di pascolo nel territorio di Camignolo. I detti giudici vietano agli uomini di Mezzovico e Vira di far pascolare il loro bestiame sulle terre situate nel territorio di Camignolo nel periodo compreso tra il giorno di s. Maurizio [22 settembre] e il 1. di aprile senza licenza del detto comune, limitando l'esercizio del diritto di pascolo alle loro terre cintate situate nel piano di Camignolo.

Notaio rogatario: Franciscus de Salla de Lugano p.i.a.n. et causarum Lugani et Vallis, f.c. ser Zanoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 22 445 x 435 mm, righe 50. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Inserti: 18 gennaio 1488 (Lugano)

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12 febbraio 1488, Bellinzona

Concessione di riscatto / Instrumentum regressi

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Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, concede a Lancillotto Molo del fu Giovanni Galeazzo, abitante a Bellinzona, la facoltà di riscattare al medesimo prezzo i beni vendutigli il giorno stesso dal detto Lancillotto per la somma di 1400 lire di terzoli e situati nel territorio di S. Antonino «in Pedragnia» e «ad Curtem de Ri subtus Coperam subtus Viganam». Tali beni erano stati locati il 27 aprile 1437 a Zane del fu Fedele di Verdabbio, abitante a Vigana, da Fiorina del fu Biagio Somazzi, vedova di Lancillotto Molo e curatrice dei figli Giovanni e Giovannina del fu Giovanni Galeazzo di Lancillotto Molo, padre e zia del detto venditore, e da Caterina del fu Giovanni Galeazzo, dietro versamento di un canone annuo di 12 lire e tre some di mistura di segale e miglio, due some di castagne pestate e due capretti. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 164).

Notaio rogatario: [Iohanes] Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ac n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc ser [Iohannis] Bernardini de la Mota ad explendum ... instrumenta tradita ... per c. ser Bernardinum.

Originale estratto da imbreviature (1506 gennaio 02); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 161 660 x 290 mm, righe 76. Dodici tagli d'annullamento, alcune macchie e piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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<12> <1488>, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lancillotto vende a Giacomino , al prezzo di 1400 lire di terzoli. Tale somma viene impiegata per riacquistare i beni in questione da Giovanni Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, che ne era entrato in possesso «auctoritate iuditiali»; Giacomino Magoria aveva ricevuto il denaro dal detto Lancillotto a titolo di deposito e lo aveva consegnato a Giovanni per riacquistare i beni. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 164 520 x 290 mm, righe 51. Il documento, costituito da due membrane cucite insieme, è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio e strappo, e presenta alcuni piccoli fori.

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4 marzo 1488, Bissone

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Antonio e Sangino del fu Porino Galli di Rovio vendono a Giovanni del fu Franzino Rusconi di M, abitante a Como, un complesso di beni immobili situati a Rovio e nel suo territorio «in Soldino», «in la Perada», «in Holivetum», «in Menzone supra Domos», «in Valle Boascha» e «in Bogeto», al prezzo di 125 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f. ser Martini p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 18 480 x 300 mm, righe 73. Rosicature di varie dimensioni nonché quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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19 marzo 1488

Procura / Instrumentum procure

Heinrich Troger di Uri, vicario di Leventina e procuratore dei signori di Uri, nomina Giovanni del fu Giacomino «olim Antonii Mini» di Sobrio per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

Notaio rogatario: Petrus f. discreti Albertoli Pedrutii de Quinto habitator Faydi, p. sacra a.i.n. et scriba Leventine.

ASTi, Pergamene, Leventina 22 (inserto)

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24 marzo 1488, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Giovanni del fu Giacomino «olim Antonii Mini» di Sobrio, agente a nome di Heinrich Troger, vicario di Leventina e procuratore di Uri, il cero di tre libbre che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes de Gallarate f.q. domini Gabrielis Porte Nove parrochie Sancti Euxebii Mediolanensis, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 22 385 x 290 mm, righe 49. Alcuni fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, e alcune lacerazioni lungo le piegature. Edizione: MDT Lev., pp. 2702-2703, nr. 1207. Altri esemplari:

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17 aprile 1488, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

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Il comune di Maggia, rappresentato dai canepari Lanfranco del fu Giovanni Franchi e Giacomo del fu Maggetto di Maggia, investe a titolo di locazione e massaricio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti, Antonio di Giacomo Andrioli di Cevio, abitante a Maggia, di una quota del diritto di pascolo dell'alpe «Suenia» (Soveneda?), situato in valle Lavizzara «in Suenia», al canone annuo di 30 lire e un soldo di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 27 390 x 370 mm, righe 40. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e, nel margine inferiore, una cucitura precedente la stesura dell'atto.

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26 aprile 1488, <...>

Ricevuta / <...>

Giovanni del fu Gaspare della Torre abitante a Mendrisio dichiara di avere ricevuto da Domenico «del Squella» Fossati del fu Pietro del fu Nicorino, abitante a Meride, dieci staia di frumento a pagamento dei canoni d'affitto trascorsi di due terreni situati nel territorio di Meride e di Tremona, rispettivamente «ad Pratum» e «ad Pratum Fluminis seu del Flumine», che il detto Giovanni aveva locato al fu Pietro, padre di Domenico. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 6 120 x 170 mm, righe 28. Il documento, gravemente danneggiato da macchie, lacerazioni, fori e da un taglio che ha asportato la parte finale, è stato riutilizzato come copertina di un libretto di orazioni del secolo xvi, ancora rilegato e allegato.

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15 febbraio 1452, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Martino del fu Domenico «de Patrocho» di Camignolo promette di versare entro Natale alla chiesa di S. Pietro di Camignolo i canoni di locazione arretrati ammontanti a 56 lire di terzoli di denari nuovi. Tomaino Trovamalla, vicario di Lugano e Valle, condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito. Il 16 giugno 1488 il debitore cede alla detta chiesa due terreni, e in seguito a tale vendita il notaio Andrea «de Curte» annulla il detto riconoscimento di debito.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis f. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 13 280 x 200 mm, righe 58. Il documento, che presenta un taglio d'annullamento, è cucito alla pergamena Prada 19. Alcuni piccolissimi fori.

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31 gennaio 1489, Milano

Concessione di esenzione

In risposta ad una supplica dei comuni del contado di Bellinzona, il duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza ne esonera gli abitanti dall'onere di fornire al borgo di Bellinzona i graticci di vimini e i «beccadelli» di legno per i «corratori» sulle mura in occasione del loro rifacimento, essendosi costoro liberati da tale obbligo versando 700 lire imperiali.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 2 375 x 460 mm, righe 17.

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17 febbraio <1489>, Mendrisio

Vendita / Instrumentum <...>

Domenico e Giovanni del fu Tommaso padre e figlio «del Gamba» vendono a Nicolao della Torre del fu Antonio un edificio («caminata cum solario») situato a Mendrisio sopra il sedime d'abitazione dei detti venditori, al prezzo di 25 lire e mezza di terzoli. La vendita avviene in ossequio a un atto di condanna rogato nel 1482 per un debito dei detti venditori nei confronti del detto Nicolao ammontante a 25 lire e dieci soldi di terzoli per canoni arretrati d'affitto di un terreno.

Notaio rogatario: a.n. Comensis f.q. domini Michaelis habitans Mendrisii (?).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 20 410 x 280 mm, righe 56. Gli angoli sono stati tagliati per riutilizzare la pergamena come copertina di un piccolo libro. Numerosi fori di varie dimensioni provocati da rosicature di microorganismi.

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19 febbraio 1489, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Pietro e Alberto del fu Zane detto «Gibezii» di Cevio vendono a Pietro del fu Guglielmo «Buy» di Someo il diritto di pascolare 43 bestie sull'Alpe Alzasca, che ne conta complessivamente 1500, nonché due terzi di una «vachere» e di un «vellarii» situati sullo stesso alpe, al prezzo di 43 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus n.p., f.q. Martini Mazini de Cevio.

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Originale; lat. Archivio Comunale Someo 11 235 x 260 mm, righe 42. Tre fori e segni di consunzione lungo le pieghe, inchiostro in parte sbiadito. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 66.

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28 febbraio 1489

Procura

Heinrich Troger di Uri, vicario di Leventina e procuratore dei signori di Uri, nomina procuratore Giovanni Mini di Sobrio per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

Notaio rogatario: Petrus Petrucii de Quinto habitator / Faridi, p. sacra a.n.i., scriba et secretarius Leventine.

ASTi, Pergamene, Leventina 23 (inserto)

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1489 marzo 3, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il capitolo del convento della chiesa di S. Francesco di Locarno, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Gabriele di Locarno, guardiano del convento, e costituito dai frati Giovanni «Franzoxius», lettore, Basilio di Locarno, vicario, Giovanni Maria di Locarno, Giorgio «de Pasqualibus» e «Aliosio Brontalinus», e Giovanni del fu Antonio «de Rozollo», procuratore del convento di S. Francesco di Locarno, investono a titolo di locazione per tre anni rinnovabili Bertolina figlia di Giorgio di Vigezzo, vedova di Giovanni di Craveggia, abitante a Solduno, di due campi arativi e un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Solduno «Subtus pratum», «ad Chaurgam» e «in Brugario», al canone annuo di 8 staia di mistura (segnale e miglio in parti uguali), alla misura di Locarno, da consegnare per la festa di S. Martino, e a garanzia di tale impegno si costituisce fideiussore detto Giorgio di Vigezzo, padre di Bertolina.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.i.a.n. f.c. domini Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 68 450 x 395 mm, righe 64. Fori dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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7 marzo 1489, Tesserete

Vendita / Instrumentum venditionis

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Marco del fu Adamolo di Canobbio vende a Bertola del fu Aloisio Quadri «de Cumis», abitante a Tesserete, un appezzamento a selva, bosco e felci situato in territorio di Canobbio «in Silva Plana sceu in Gana», al prezzo di diciassette ducati d'oro, che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Bernardinus de Quadrio de Tesserario p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. ser Francisci de Quadrio.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 6 515 x 280 mm, righe 63. Pergamena molto rigida.

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9 marzo 1489, Bignasco

Testamento / Instrumentum testamenti

Guglielmo del fu Zane di Martino Via di Bignasco detta il suo testamento e ordina al suo erede di dare ogni anno in perpetuo al comune di Bignasco nella festa della Natività dieci soldi di terzoli per acquistare pane di frumento da distribuire come elemosina. Tale somma è garantita su di un campo situato nella campagna di Bignasco «in Taulis». Egli designa infine erede universale la figlia Giacoma.

Notaio rogatario: Antonius n.p.i.a. constitutus f. Petri Baldesaris de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 86 570 x 260 mm, righe 74. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e un altro piccolissimo foro dovuto a guasto.

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13 marzo 1489, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Giovanni del fu Giacomino «olim Antonii Mini» di Sobrio, agente a nome di Heinrich Troger, vicario di Leventina e procuratore di Uri, il cero di tre libbre che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes de Gallarate f.q. domini Gabrielis Porte Nove parrochie Sancti Euxebii Mediolani p.i.a.n. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 23 195 x 385 mm, righe 25. Edizione: MDT Lev., pp. 2717-2719, nr. 1215.

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8 aprile 1489, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum et conventionum

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona, da una parte, e Mariotto del fu Martino «Pazi de Monteliono» di Monte Carasso, dall'altra, si accordano sull'«hospitium» e casa con solaio, cantina, stalla e portico situato a Sementina «ad Hospitium domini Iohannis», che il detto Giovanni concede in affitto al detto Mariotto per nove anni. Il canone annuo convenuto è di 40 congi di mosto o vino bianco e 160 lire di terzoli. Il detto Mariotto si impegna inoltre a mantenere il tetto in piode in buono stato.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 34 335 x 195 mm, righe 52. Una macchia di grosse dimensioni nella parte iniziale rende difficoltosa la lettura del testo. Altre macchie e alcuni piccoli fori.

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2 maggio 1489, Como

Transazione e convenzione / Publicum instrumentum transactionis pactorumque

Il prete Francesco Avondi, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e agente a suo nome, da una parte, e il prete Pietro di Blenio e Martino Rossetti del fu Tognazzo, procuratore del comune di S. Antonino, dall'altra, si accordano in merito ai rapporti tra la chiesa di S. Pietro di Bellinzona e quella di S. Antonino a S. Antonino. Il capitolo accetta la separazione di S. Antonino e annulla una precedente sentenza del 18 agosto 1484, rinunciando a pretendere dal prete Pietro e dalla famiglia Vigana di S. Antonino il pagamento della decima. Il comune si impegna a rispettare le condizioni poste nell'atto di separazione della locale chiesa da quella di Bellinzona e a versare al capitolo la somma annua di cinque fiorini fino al momento in cui sarà in grado di consegnare una quantità di beni che assicuri una rendita pari a tale somma. Il detto comune accetta inoltre di versare al capitolo 20 ducati d'oro entro il successivo mese di ottobre. L'accordo è stipulato alla presenza e con l'approvazione del vescovo Antonio Trivulzio, che conferma il decreto di separazione emanato dal predecessore. Le parti si accordano infine per inoltrare una supplica al papa con la richiesta di approvare la presente convenzione, e il detto prete Francesco designa quattro procuratori a tale scopo.

Notaio rogatario: Paulus de Orcho p.i.a. ac curie episcopalis Cumane n., f.q. domini Gasparis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 18 525 x 450 mm, righe 66. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Bassetti, Regesti, pp. 85-86; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 59; Ostinelli, Il governo, pp. 117-118.

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12 maggio 1489, Milano

Testamento / Instrumentum testamenti et codicillorum ac bone et ultime voluntatis

Umana del fu Vivenzio «Vivenzeti» di Largario, moglie di Giovannetto del fu Giacomo «Lazari» di Sallo di Olivone, detta il suo testamento. Ella lascia in usufrutto vitalizio al marito la somma di 60 fiorini, di cui una parte corrispondente a 60 lire di denari terzoli dovrà essere impiegata, dopo la di lui morte, per distribuire ogni anno un congio di vino chiaro ai vicini di Largario. Nomina inoltre eredi universali il fratello Giovanni e i figli dell'altro fratello defunto, Francesco.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 26 435 x 215 mm, righe 77. Consunzioni, sbiaditure dell'inchiostro e piccoli fori dovuti a usura, in particolare nella parte superiore e in corrispondenza della sottoscrizione notarile.

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20 maggio 1489, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Cavergno, rappresentato dal console Zano di Giacomo Ansermi di Cavergno, investe a titolo eredità perpetua Zano di Lormano di Foroglio di Cavergno di un edificio per follare i panni e di un mulino situati nel territorio di Cavergno «ad Follam», al canone annuo di sette lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 21 360 x 285 mm, righe 56. Alcuni fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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21 luglio 1489, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Tamino del fu Domenico «de la Borga» di Arbedo promette di pagare entro la prossima Pasqua a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, la somma di 27 lire di terzoli avuta in prestito per acquisto di sale e di altre merci.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 162

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225 x 95 mm, righe 42. Due piccolissimi fori.

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7 settembre 1489, Campione

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Il prete Gasparino Visconti, arciprete della chiesa di Sorico e di Olonio e canonico della chiesa di S. Lorenzo di Lugano, e Celso di Laglio di Scaria, arbitri designati dalle parti nella lite tra Giacomo Buzzi, arciprete della chiesa di Riva S. Vitale, da una parte, e il comune di Arogno, rappresentato dai procuratori Giacomo Galli del fu Giovanni, Antonio Tamagnino Bagutti e Andrea di Valmaggia del fu Antonio, dall'altra, in merito alle spese fatte e da farsi per la chiesa plebana di Riva S. Vitale, pronunciano la loro sentenza. Essi condannano il comune di Arogno a versare 30 fiorini all'arciprete Buzzi entro la prossima festa di Natale, esentandolo però dalle spese che la chiesa plebana sosterrà in futuro, eccettuato un versamento annuo di vino per il valore di 21 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Ieronimus de la Porta p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 7 530 x 385 mm, righe 49. Fori e strappi lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 28.

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29 settembre 1489, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il comune di S. Antonino, rappresentato dal console Giovanni «de Rotis» del fu Togno «del Quatrino» di S. Vittore e da Martino del fu Lanfranco Bassi di Isone, abitanti a S. Antonino, versa al capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, rappresentato dai preti Loterio Rusca, Gabriele di Ascona, Damiano Ferrari e Francesco Avondi, tutti canonici, i 20 ducati d'oro pattuiti nella convenzione stipulata il 2 maggio 1489 per regolare i rapporti tra la detta chiesa e quella di S. Antonino. I canonici promettono di convertire la somma ricevuta in un fitto perpetuo che rimmarrà alla chiesa di S. Pietro, secondo quanto pattuito nella convenzione.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 19 590 x 260 mm, righe 68. Piccoli fori (alcuni delle quali provocati dall'umidità), lacerazioni lungo il margine destro e diffusi annerimenti, in particolare nei bordi. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 59; Ostinelli, Il governo, p. 118.

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18 novembre 1489, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Giovanni del fu Gottardo Guidotti di Monte Carasso vende a Giacomo del fu Pietro Magoria abitante a Bellinzona un campo con un filare di vite e una «canepa» situati nel territorio di Bellinzona «ad la Doliam de Monte Carassio ubi dicitur subtus Domos de la Dolia» e «in la Dolia», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di due congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 163 720 x 220 mm, righe 102. Due piccolissimi fori. In allegato vi era un atto notarile del 5 ottobre 1714, ora conservato assieme alla pergamena. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 18 novembre 1489 cadeva infatti di mercolerdì e non di martedì, come riportato dal notaio.

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27 novembre 1489, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

Il 9 dicembre 1477 Gabriele Neuroni del fu Giovanni Martino, abitante a Bellinzona, agente anche a nome di suo fratello Andrea, ha investito a titolo di eredità perpetua il console Alberto «de Zamphono» di Castione del fu Antonio «Albertelli» e altri 38 vicini agenti a nome del comune di Castione e Lumino, di un terreno a prato e pascolo nel territorio di quel comune «in Pasquariis de la Resega» e di un terreno a prato, gerbido, sassi e bosco «in Buscho de la Gana», vendutigli il giorno stesso, al canone annuo di 15 sestari di «frumentata», quattro carri di legna da ardere e quattro congi di vino o mosto rosso; in seguito, il 5 marzo 1488, i detti fratelli hanno ceduto il «directum dominium» di tali beni e il diritto di riscuotere il detto fitto a Leone «de Burris» del fu Enrico di Corbetta, abitante a Claro, al prezzo di 522 lire e 10 soldi di terzoli. Ora il detto Leone «de Burris» vende a Pietro detto Pedrossio del fu Togno «de la Frixa» di Castione, console e agente in nome dei vicini di Castione e Lumino, i detti terreni e il diritto di riscossione del detto fitto, al prezzo di 522 lire e 10 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 45 1730 x 200 mm, righe 208. Documento composto di quattro fogli membranacei cuciti insieme. Fori risalenti alla lavorazione della pelle nella prima, seconda e quarta membrana. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 47.

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4 dicembre 1489, Faido

Sentenza

Nella controversia tra Giovanni del fu Giacomo «Adraxie» di Calpiogna, curatore dei figli di Guglielmo sarto di Chinchengo e di Margherita del fu Giacomo «Navisele» di Faido, da una parte, e Giovanni «Altittzey Navisele» di Faido, dall'altra, in merito alla tutela di Giovannolo mentecatto, figlio del detto Giacomo «Navisele», e all'eredità dei beni della sua famiglia, Hans Imhof, già tesoriere di Uri, e Jakob Imoberdorf, entrambi ambasciatori di Uri, Heinrich Dempschi, vicario di Leventina, e i consiglieri di Leventina dichiarano che Giovannolo dovrà stare e abitare con il detto Guglielmo e che questi dovrà amministrare i suoi beni, provvedendo al suo sostentamento senza intaccarne la sostanza.

Sigillo: esistente. Il sigillo circolare di Heinrich Dempschi, vicario di Leventina, in cera verde, è appeso ad una coda di pergamena. Lo scudo nel campo porta l'arma di famiglia (forca con stella a sei punte nell'angolo inferiore destro). Legenda: HEINI * TEMS

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 24 170 x 350 mm, righe 19. Lacerazione di circa 50 mm nel lato destro (da r 5 a r 8), risalente alla lavorazione della pelle e ricucita con filo di canapa prima della stesura dell'atto, nonché alcuni fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovute a rosicatura. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: nel 1489 il 4 dicembre cadeva di venerdì. Si noti che essi collimerebbero per il giorno 24 dicembre 1489. Edizione: MDT Lev., pp. 2739-2740, nr. 1227.

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14 gennaio 1490, Milano

Ricevuta / -

Il cavaliere Antonietto «de Arcelis» di Piacenza del fu Giovanni «Dondatii» abitante a Milano alla Porta Ticinese, nella parrocchia di San Maurilio, agente anche a nome della moglie Elisabetta di Varese, dichiara di avere ricevuto da Pietro di Lamone del fu Antonio, rappresentante del comune di Lamone, 409 lire imperiali, a pagamento del canone annuo trascorso dei beni di Lamone locati al detto comune.

Notaio rogatario: Gabriel de Albricis f.q. domini Iohannis n. civitatis Mediolani Porte Cumane parochie Sancti Marcelini p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 3 250 x 195 mm, righe 41. Lacerazioni di medie dimensioni nella parte iniziale, finale e nelle pieghe, nonché due fori medi risalenti alla lavorazione della pelle.

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4 febbraio 1490, Locarno

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Vendita / Instrumentum venditionis

Lafranco del fu Pietro «Bariny» di Aurigeno vende a Pietro di Antonio «Brugnoli», console del comune di Aurigeno e agente in quanto persona privata, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «ad Campum Magnum». Il venditore dichiara di aver ricevuto quale prezzo 22 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius [de Balonibus de Gordevio]. Notaio estraente: Silvester p.i.a.n., f.q. Antonii de Balonibus de Gordevio.

Originale estratto da imbreviature (prima metà del xvi sec.); lat. Archivio Patriziale Aurigeno 61 245 x 315 mm, righe 33. Un grande foro al centro, risalente alla lavorazione della pelle.

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5 febbraio 1490, Locarno

Precetto / Instrumentum precepti

Silvestro di Bologna, podestà della comunità della pieve di Locarno e Ascona, ordina al prete Nicolao del fu Pietro di Lugano, abitante a Locarno, di pagare entro la festa di s. Martino a Filippo figlio del fu Bernardo Franzoni di Cevio di Vallemaggia 56 lire di denari nuovi di cui è debitore per Giovanni Filippo detto «Vercelono», abitante a Locarno, il quale era debitore di Filippo in merito a castagne e altro.

Notaio rogatario: Iohannes Maria de Duno p.i.a.n. f. domini Petri de Duno, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 69 210 x 170 mm, righe 25. Tagli di annullamento e grosso foro, dovuto a rosicatura nella metà inferiore.

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13 febbraio 1490, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Cristoforo del fu Antonio di Seregno, abitante a Lugano, vende a Cristoforo del fu Pietro «Foldani» di Lugano, ivi abitante, un terreno situato nel territorio di Lugano «in Caragnia», al prezzo di 30 ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus de Somazo n.p. Lugani et Vallis f.c. ser Iohannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 265 335 x 335 mm, righe 42. Un grosso strappo lungo l'ultima piega verticale destra, rosicature nella parte iniziale e alcuni piccoli fori. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, pp. 62-63.

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18 febbraio 1490, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Antonio del fu Biagio di Zono Cusa, sua moglie Giovannina del fu Pietro del fu Antonio Cusa, Sangino del detto Biagio, fratello di Antonio, e sua moglie Caterina, sorella della detta Giovannina, vendono al prestinaio Agostino del fu Giovanni «del Trono», abitante a Bellinzona, un terreno a vigna, prato ed orto situato nel territorio di Bellinzona «ad Nocham», al prezzo di 100 lire di terzoli. I detti venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Daniel de Rognionibus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c. ser Iacobini dicti Cadane.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 165 610 x 380 mm, righe 76. Alcune macchie e fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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23 febbraio 1490, Bellinzona

Donazione / Instrumentum donationis

Davanti a Giovanni Antonio Martignoni, dottore in entrambi i diritti, commissario ducale e podestà di Bellinzona, Caterina «del Ruffa» del fu Bertramo di Sureggio, vedova di Antonio «Ruffa» di Nocca, amministratrice dei beni e «direttrice dei poveri» dell'ospedale di S. Giovanni Battista fuori Bellinzona, revoca il testamento rogato dal notaio Pietro Varroni di Bellinzona e dona a Giovanni detto «Galus» del fu Ambrogio di Marliano, abitante a Bellinzona, ministro e rettore del detto ospedale e agente a suo nome, 106 lire di terzoli dovutele da Magnotto di Balsarino di Riva S. Vitale abitante a Bellinzona. La somma in questione dovrà essere utilizzata in favore dei poveri e dei pellegrini del detto ospedale.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Francisci.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 52 (v.n. C. IX/5) 680 x 310 mm, righe 86. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Tre macchie, alcune rosicature e lacerazioni di piccole e medie dimensioni.

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23 febbraio 1490, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

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Magnotto di Balzarino di Riva S. Vitale, abitante a Bellinzona, con il consenso del padre promette a Catlina del Ruffa figlia del fu Bertramo di Sureggio e vedova di Antonio Ruffa di Nocca, amministratrice «rerum et personarum pauperum» residente nell'ospedale di S. Giovanni Battista al di fuori del borgo di Bellinzona, di consegnarle entro il prossimo Natale 106 lire di terzoli, in ossequio ad una convenzione stipulata tra loro lo stesso giorno in merito alla dote della donna. In calce al testo figura l'attestazione del 24 luglio 1511 in merito alla riscossione del credito da parte degli amministratori dell'ospedale di S. Giovanni Battista.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 51 (v.n. A. IX/13) 275 x 235 mm, righe 32. Fori dovuti a consunzione lungo la piegatura orizzontale centrale.

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23 febbraio 1490, Bellinzona

Revoca di testamento e donazione / Instrumentum donationis pactorumque

Catlina del Ruffa figlia del fu Bertramo di Sureggio e vedova di Antonio Ruffa di Nocca, amministratrice «rerum et personarum pauperum» residente nell'ospedale di S. Giovanni Battista al di fuori del borgo di Bellinzona, revoca il proprio testamento e dona a Giovanni detto Gallo del fu Ambrogio Marliani abitante a Bellinzona, ministro e rettore nonché agente a nome dello stesso ospedale, il credito di 106 lire di terzoli contratto lo stesso giorno in suo favore da Balzarino di Riva S. Vitale, abitante a Bellinzona, a condizione di essere ospitata e nutrita come finora nell'ospedale. L'atto è stipulato in presenza di Giovanni Antonio Martignoni, commissario ducale e podestà di Bellinzona, che dà il suo consenso.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Francisci

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 52 (v.n. C. IX/5) 690 x 310 mm, righe 86. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Tre macchie e piccoli fori nella prima membrana.

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23 febbraio 1490, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Magnotto di Riva abitante a Bellinzona, col consenso del padre Balsarino di Riva S. Vitale, dichiara di essere debitore nei confronti di Caterina «del Ruffa» del fu Bertramo di Sureggio, vedova di Antonio «Ruffa» di Nocca, amministratrice dei beni e «direttrice dei poveri» dell'ospedale di S. Giovanni Battista di Bellinzona, e promette di versarle entro Natale 106 lire di terzoli a saldo di quanto dovuto per una convenzione e per la cessione della dote di detta Caterina.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat.

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Archivio Comunale Bellinzona 51 (v.n. A. IX/13) 275 x 235 mm, righe 38. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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27 marzo 1490, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Alberto del fu Tommaso «olim alterius Alberti Bonaldini» di Berzona di Onsernone vende a Bernardo del fu Romerio «Sacaramuzii» di Berzona di Onsernone un quarto «pro indiviso» di una casa con tetto in piode nel territorio di Onsernonene di Pedemonte «ad Masnarium». Il prezzo di vendita è di 2 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Iohannes Maria de Duno p.i.a.n. f. domini Petri de Duno, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 70 280 x 370 mm, righe 42. Lacuna nel margine sinistro, dovuta a rosicatura.

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8 aprile 1490, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Pietro del fu Bertramo del fu Pietro «del Festa de Pozarancha» di Monte Carasso vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, un terreno a prato, vigna e bosco con piante di castagno situato nel territorio di Bellinzona a Monte Carasso «ad Gazium ubi dicitur Campum de Foris», al prezzo di 60 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino o di mosto bianco.

Notaio rogatario: Daniel de Rognionibus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c. ser Iacobini dicti Cadane.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 35 650 x 345 mm, righe 66. Due lacerazioni verticali di grosse dimensioni nella parte superiore, due cuciture verticali di 30 e 120 mm posteriori alla stesura del testo, diversi fori di piccole e medie dimensioni la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle e una macchia orizzontale nella parte finale.

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23 aprile 1490, Bellinzona

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum insolutum dationis

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ovanni del fu Pietro «de Mozino», abitante a Pianezzo in Val Morobbia, vende a Giacomino del fu <...> Magoria, abitante a Bellinzona, per un valore di 82 lire di terzoli, secondo la stima di Pietro del fu Maffeo di Loro in Valle Morobbia, tre appezzamenti di terreno prativo in Val Morovvia «in Verona», di cui uno con un sesto di una stella coperta in piode. La vendita avviene a saldo di un riconoscimento di debito del 22 febbraio 1482, consistente in 54 lire di terzoli, 4 lire di terzoli per 6 capretti dovuti per i canoni scaduti e 24 lire di terzoli per le spese sostenute.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 18 640 x 315 mm, righe 81. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori dovuti a rosicatura.

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19 maggio 1490, <...>

Elezione di procuratore (?) / <...>

<...> eleggono <...> di Tamagino di Besazio del fu Gerolamo incaricandolo di investigare <...> su certi beni situati a Tremona e nel suo territorio venduti da <...> ad Alberto <...>. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 48 300 x 270 mm, righe 39. La pergamena è gravemente danneggiata da macchie, corrosioni e sbiaditure provocate dall'umidità, che ne compromettono la lettura.

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11 giugno 1490, Carasso

Elezione / Instrumentum electionis

Poiché una parte dei pascoli comuni situati nel territorio di Carasso è stata occupata da privati per uso proprio, l'assemblea dei vicini di quel comune, convocata per ordine del console Antonio del fu Francesco di Galbisio, designa i vicini Zane detto Zanatino del fu Enrico Rossi, Righetto del fu Giorgio «de la Mota» e Giovanni del fu Andrea, affinché assumano le necessarie informazioni e procedano sotto giuramento alla separazione dei terreni comuni da quelli privati, apponendo i termini che riterranno necessari.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 11 1550 x 180 mm, righe 176. Il documento è composto da quattro membrane cucite insieme; un foro risalente alla lavorazione della pelle, rosicature lungo i bordi laterali e alcune lacerazioni.

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Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 118-119, nr. 11; Bsb VII (1946), pp. 72-73.

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2 luglio 1490, Comprovasco (Leontica)

Conferma di testamento / Instrumentum ratifficationis testamenti

Davanti a Giacomino «de Castelatio», luogotenente del vicario di Val Blenio Giacomino «de Olegio», compaiono sei testi su richiesta di Giovannetto del fu Giacomo «Friani» di Leontica, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni e Antonio, eredi e nipoti del fu Guglielmo del fu Giovanni «Friani» di Leontica. I testi dichiarano che la morte del detto fu Guglielmo avvenne a «Salvagniano», nel territorio di Leontica, il 19 giugno 1490, in condizioni mentali buone e che prima della morte egli fece testamento, ordinando ai suoi eredi universali di far celebrare le messe di san Gregorio in memoria della sua anima, istituendo in casa sua «anualle unum comestibille» perpetuo o a termine, a discrezione dei suoi eredi, ordinando loro di restituire a Maddalena, serva del signor Sante «in hospitio suo de la Corona in contrata Sancti Raffey», un ducato d'oro e due grossoni da lei prestatigli. Infine i testi dichiarano che il detto Guglielmo nominò suoi eredi universali i detti fratelli purché essi abitino nella sua casa o in quelle della famiglia.

Notaio rogatario: Iohanes Antonius de Schezia f.c. ser Iohannis notarii de Simiono Vallis Blegnii p.n.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 9 530 x 160 mm, righe 85. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe.

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3 luglio 1490, Cevio

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Il comune di Cavergno, rappresentato dal procuratore Pietro detto Perallo di Nicola, aveva investito a titolo di eredità perpetua Giacomo Manzoli di Cavergno di un terreno e altri beni immobili situati in valle Bavona «ad Roxedum», sulla base di un atto del 1382 novembre 24. Ora il comune di Cavergno, rappresentato dal procuratore Zano di Giacomo Ansermi, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni di Anselmo del fu Giovanni di Zane del fu Giacomino Manzoli detto «de Gardiolis» di Cavergno, abitante a Locarno, dei beni sopra descritti, al canone annuo di 20 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Saviolus Bricius de Locarno. Notaio estraente: Baptista Bricius p.i.a.n., f.q. domini Savioli Bricii de Locarno ac n. constitutus ... per conscilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendum ... instrumenta ... rogata ... per suprascriptum quondam dominum patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 22 650 x 260 mm, righe 113.

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27 luglio 1490, Bellinzona

Vendita e ricevuta / Instrumentum venditionis et confessus

Caterina figlia di Donato «de Buziis» di Mendrisio e vedova di Giovanni Balsaroli di Lecco, abitante a Vira Gambarogno, vende a Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, 14 appezzamenti di terreno prativi, silvati, boschivi e a campo nei territori di Progero, Moia e Camorino, i quali sono tenuti in locazione da Giovanni «Bernini de Foghis», al canone annuo di 23 lire e 5 soldi di terzoli, come contenuto nella locazione del 2 febbraio 1481. Il prezzo della vendita è di 465 lire di terzoli. La vendita avviene per sostenere le spese di alimenti e vestiti di detta Caterina, sborsati dal figlio Nicolao per la somma di 155 lire di terzoli. Nicolao dichiara di aver ricevuto dalla madre l'intera somma di 155 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Gabriel Nuyronus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.q. domini Iohannis Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 19 145 x 230 mm, righe 174. Il documento è costituito da 3 membrane cucite insieme. Gore di umidità e piccoli fori, dovuti a rosicatura.

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28 agosto 1490, Como

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Cristoforo «de Interlegniis» del fu Albino, abitante a Boffalora, agente anche a nome dei nipoti Battista e Pietro del fu Andrea, dichiara di essere debitore nei confronti di Matteo della Porta di Como del fu Antonio, e promette di versare entro la prossima Pasqua 100 lire di terzoli dovute in parte per un prestito e in parte per canoni d'affitto arretrati, gravanti su beni immobili situati nel territorio di Chiasso e già tenuti insieme al defunto fratello Andrea. Il console di giustizia di Como Codeo di San Benedetto condanna i detti debitori a restituire quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Franciscus de Rusconibus p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Nicolay.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 19 560 x 345 mm, righe 58. Quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e una macchia di medie dimensioni.

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20 ottobre 1490, Bignasco

Testamento / Instrumentum testamenti

Alessio del fu Bignasco Mozi di Bignasco detta il suo testamento e lascia al comune di Bignasco un'elemosina annua perpetua di dieci soldi di terzoli per comprare del pane da distribuire a Natale, nonché altri dieci soldi di terzoli alla

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 638 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete chiesa di San Michele di Bignasco e Cavergno da dare ogni anno a s. Martino in perpetuo; il lascito è garantito su alcuni suoi diritti gravanti sull'alpe Orsalia, nel territorio di Bignasco. Qualora il suo erede non versasse tale somma, al comune e alla chiesa sarà lecito prendere possesso di detto alpe. Egli nomina infine erede universale il figlio Guglielmo.

Notaio rogatario: Antonius n.p.i.a. constitutus f. Petri Baldesaris de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 87 525 x 250 mm, righe 64. Un piccolissimo foro.

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19 novembre 1490, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Andreolo «de Adamino» abitante a Monte Carasso vende a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona una selva situata nel territorio di Bellinzona «in Monteliono», al prezzo di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 36 535 x 210 mm, righe 71. Sette fori di piccole dimensioni, sei dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 1490, <...>

Vendita / [Instrument]um venditionis; venditio

, console del comune di Ascona, Ronco «et de Casteleto», Gottardo del fu Paolino «Paroli», Pietro del fu Bernardo «Alber» e «Maygnolus» del fu Cristo Vacchini, tutti di Ascona, e Pietro del fu Simone «Franzoli» di Ronco di Ascona, sindici e procuratori di Ascona, Ronco e Castelletto, vendono a Giovanni del fu <«Martignoni»> un appezzamento con alcuni castagni e un appezzamento a prato chiamato «Quarterius longum», entrambi situati in territorio di Ascona «in la Segnia». Il prezzo della vendita è di 660 lire e 10 soldi di denari nuovi, che i venditori dichiarano di aver ricevuto.

Notaio rogatario: [Andreas p.i.a.n., f.q. Petri Betatini de Schona]

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 9 (v.n. AST 7) 430 x 305 mm, righe 58. Pergamena tagliata ai lati destro e inferiore per essere ridotta al formato di un antico registro dei morti, di cui fungeva da copertina; alcuni fori dovuti a rosicatura, fori della cucitura lungo la piegatura centrale, lacerazioni ai margini; pergamena restaurata. Nel 1490 correva l'indizione ottava e il 23 cadeva di martedì nei mesi di febbraio, marzo e novembre; siccome l'indizione indicata dal notaio è la nona, entra in considerazione solo il periodo che segue il 24 settembre, secondo le consuetudini locali.

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Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 53, nr. 7.

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23 dicembre 1490, Rivapiana (Minusio)

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il console e i vicini di Minusio e Rivapiana nonché i procuratori di Mergoscia, convocati nel cortile di un sedime presso la chiesa di S. Quirico a Minusio, su istanza di Pietro «Petenghe», console del comune e degli uomini di Minusio, Mergoscia e Rivapiana, investono Battista del fu «Ionselmi de Muralto» di Locarno per metà e i fratelli Nicolao e Antonio detti «Thome», figli del fu Giovanni fabbro di Biganzolo di Intra, entrambi abitanti nel borgo di Locarno, per l'altra metà, di un terreno prativo con segheria, mulino e il diritto di deviare l'acqua dalla Roggia del Navegna, al fitto annuo di 15 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 17 1285 x 440 mm, righe 187. Tre membrane cucite assieme, la seconda membrana presenta fori ricuciti con filo di canapa, risalenti alla lavorazione della pelle. Diversi fori e lacune dovuti a rosicature, nonché lacerazioni nei margini destro e sinistro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 469-470; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 492 (erroneamente pubblicate sotto la data 1491 dicembre 22); edizione parziale da altro esemplare in: MDT, Leventina, p. 2929, regesto aggiunto XXVIII.

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29 dicembre 1490, Bellinzona

Vendita con convenzione / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu ***, genero di Zanetto «del Stopa» di Gudo, agente anche a nome della moglie *** e di sua cognata Catlina, vende a Giovanni Ghiringhelli del fu Giacomo, abitante a Bellinzona, un terreno ghiaioso, boschivo e a gerbido situato nel territorio di Gudo «in Sgiasso», al prezzo di 98 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di un debito di 40 lire di terzoli contratto dal detto venditore con il detto Giovanni Ghiringhelli per canoni di affitto arretrati e «rerum stazione». Il detto venditore si impegna a disboscare il terreno venduto entro il primo maggio dell'anno seguente.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 39 460 x 230 mm, righe 68. Due piccoli fori e una macchia nella parte iniziale del documento, e uno strappo nel margine destro.

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3 febbraio 1491, Bissone

Locazione con convenzione / Instrumentum livelli et pactorum

Giovanni del fu Franzio Rusconi di Magliaso, abitante a Como, investe a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua i fratelli Giovanni e Martino del fu Antonio «de Garavo» di Bissone di due case situate a Bissone «ad Domum illorum del Garavo» e «in Castellum», al canone annuo di 12 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f. ser Martini p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 20 550 x 335 mm, righe 73. Alcuni fori di piccole dimensioni.

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5 marzo 1491, Cadro

Vendita / Instrumentum venditionis

Mastro Marco del fu Andreolo di Villa, nella castellanza di Sonvico, vende al notaio Domenighino «de Scampnalis», agente a nome alla fabbrica della chiesa di S. Maria di Villa, un appezzamento di terreno arativo con vigna nel territorio di Villa «in Pezera» in suffragio della sua anima e quella dei suoi predecessori.

Notaio rogatario: Domeniginus de Scampnalis de Sonhicho p.i.a.n. Lugani et valis f.c. ser Iohannis Antonii Scampnali.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 4 500 x 305 mm, righe 68. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle e un foro, gore d'umidità e alcune piccole lacerazioni nel lato destro. L'inchiostro è parzialmente sbiadito.

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1491 marzo 1491, Milano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Giovanni di Chiggiogna del fu prete Giovanni, agente a nome di Heinrich Dempschi, vicario di Leventina e procuratore di Uri, il cero di tre libbre che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Franciscus de Badagio f. domini Facii Porte Nove parochie Sancti Eusebii Mediolani, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 25 100 x 360 mm, righe 15. Due fori di piccole dimensioni lungo la piegatura verticale centrale, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Lev., pp. 2759-2761, nr. 1237.

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7 aprile 1491, Dino

Testamento / Instrumentum testamenti

Antonio del fu Giovanni Rossi di Dino, nella castellanza di Sonvico, detta il suo testamento e lascia un'elemosina di 4 staia di segale e miglio in parti uguali in pane cotto ai poveri della chiesa di S. Nazzario di Dino, per 10 anni dopo la morte del testatore, a Giovannina e Pedrina 100 lire di terzoli, ossia 50 lire a ciascuna?, nomina la moglie Caterina del fu Pietro «Bollete» di Certara usufruttuaria di tutti i beni e non può essere espulsa dalla casa, e se Caterina non volesse rimanere nella casa con gli eredi riceve 50 lire di terzoli. Inoltre se la moglie Caterina dovesse essere gravida di un figlio e una figlia dal legittimo matrimonio, gli eredi sono tenuti a consegnare 32 lire di terzoli per la dote, sia se pervenga al matrimonio sia temporale che spirituale. Lascia 20 soldi di terzoli al nipote (?) Maffiolo. Infine se la moglie non dovessere avere figli legittimi, nomina eredi i fratelli Monato, Filippo, Giovanni, Domenighino e Pietro, figli di Maffiolo Rossi di Dino.

Notaio rogatario: Gullielmus del Maza de Sonvicho olim n. Lugani Notaio estraente: Gaspar de Sollario de Sonvicho p.i.a.n. Lugani et cetera, f. ser Iohannis, ellectus et constitutus per consillium generale totius comunitatis ad explendum et reddegi fatiendum quascumque instrumenta tradita et rogata per nunc c. ser Gullielmum del Maza de Sonvicho olim n. Lugani et cetera ab eius imbreviaturis.

Originale estratto da imbreviature (1518 aprile 1); lat. ASTi, Pergamene, Prada 5 495 x 350 mm, righe 57. Foro risalente alla lavorazione della pelle, nonché estesa macchia. Gli elementi della datazione («millessimo quatrogentissimo nonagessimo primo, indictione nona, die merchuri septimo mensis aprillis») non corrispondono tra loro: il 7 aprile 1491 cadeva di giovedì anziché mercoledì come riportato dal notaio.

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11 aprile 1491, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lancillotto del fu Giovanni Galeazzo Molo, abitante a Bellinzona, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, il diritto di tenere un traghetto al porto del fiume Ticino, ai Saleggi, «a Murata usque ad confinia Locarni», locato a Lanfranco e soci «del Gazio» per un canone annuo di 54 lire di terzoli e due capretti. Il detto Giacomo potrà godere esclusivamente di tale somma. Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli, impiegate a soluzione di un debito contratto da Lancillotto con Gabriele Neuroni.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 166 585 x 300 mm, righe 70. Macchie diffuse lungo i bordi e una piccola cucitura precedente la stesura dell'atto. Edizione: BSB X (1977), pp. 236-237 (parziale). Regesto: BSB II (1933), p. 54.

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11 aprile 1491, Bellinzona

Retrovendita, rinuncia e ricevuta / Instrumentum retrovenditionis, finis et confessionis

Gabriele Neuroni del fu Giovanni Martino, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, rinuncia e rivende nelle mani di Lancillotto del fu Giovanni Galeazzo Molo, abitante a Bellinzona, i beni situati nel territorio di S. Antonino «in Pedragnia» con il canone livellare versato da Zane del fu Fedele di Verdabbio, abitante a Vigana, nel territorio di S. Antonino, beni dei quali lui e il fratello erano stati immessi in possesso fino alla somma di 1000 lire di terzoli. Il detto Gabriele dichiara di avere ricevuto da Giacomo del fu Pietro Magoria, agente a nome di Lancillotto, 1000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota n. Berinzone. Notaio estraente: Stefaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ac n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser [Iohanis] Bernardini de la Mota olim n. Berinzone ad explendum ... instrumenta tradita ... per condam ser Bernardinum.

Originale estratto da imbreviature (1504 febbraio 06); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 167 445 x 310 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori e macchie di medie dimensioni nella parte iniziale.

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4 maggio 1491, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Nicolao del fu Martino Rubro del Turco, abitante a Monte Carasso, del piano superiore («solario») di una casa con un edificio diroccato e una vigna «ad topiam», di una vigna, di una selva e di un fondo su cui era edificato un torchio situati nel territorio di Monte Carasso «ad Splugam» e «ad Campum», al canone annuo di due congi di mosto bianco e due lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 37 270 x 350 mm, righe 32. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni.

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19 maggio 1491, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Margherita, figlia ed erede di Tamo «de Lageto», col consenso del marito Giovannolo di Albertolo di Cortenuova, entrambi abitanti a Progero, vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona la metà di un terreno a selva, bosco e sassi situato nel territorio di Progero «ad Silvam de Plota Nigra», al prezzo di 100 lire di terzoli, in parte pagate «in rebus stazone» e in parte in contanti. La detta venditrice, col consenso del marito, viene investita a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 38 545 x 270 mm, righe 85. Diversi fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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26 maggio 1491, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Cavergno investe a titolo di locazione Romerio di Antonio Gasoti di Cheglio, in pieve di Cannobio, dell'alpe «Lialpis», situato nel terrritorio di Bignasco in valle Bavona, fino alla metà del mese di settembre, termine entro cui il beneficiario dovrà versare quale canone 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 23 420 x 375 mm, righe 56. Sulla pergamena figurano la locazione del 26 maggio 1491 (righe 1-30) e la ricevuta del 10 novembre 1491 (righe 31-56). Una piccola lacerazione sul bordo sinistro e una cucitura sul bordo inferiore.

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30 maggio 1491, Lugano

Vendita / Instrumentum cessionis

Giovanni Maria e Lancillotto del fu Antonio Robbiani di Lugano, agenti anche a nome del fratello Giorgio, vendono a Giovanni Antonio di Giovanni Donato Castoira di Lugano alcuni titoli di credito del valore di 18 ducati d'oro larghi di cui Cristoforo «de la Canepa» di Mezzovico, abitante a Torricella, era debitore nei confronti del defunto Antonio Robbiani. Il prezzo della vendita è di 18 ducati d'oro larghi.

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Notaio rogatario: Antonius de Castello Argegnii p.i.a.n. Cumarum, Mediolani et Lugani f. ser Thomaxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 4 485 x 310 mm, righe 65. Il documento ha subito diverse piegature, tagli e cuciture per essere adattato a copertina di fascicolo o di libro. Strappi, fori e macchie di varie dimensioni, in particolare lungo i margini verticali. Nella parte destra una cucitura e una strisciolina di pergamena con tracce di scrittura utilizzata come rinforzo alla copertina.

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19 agosto 1491, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Alberto del fu Antonio Albertali di Castione vende a Giacomino Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, una vigna situata nel territorio di Lumino «ad Curazium», locata a titolo di livello ed eredità perpetua l'8 agosto 1491 dal detto Alberto a Martino del fu Togno del Bosco per un canone annuo di 35 lire di terzoli. Il prezzo della vendita è di 700 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f. ser Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 168 500 x 400 mm, righe 52. Fori di piccole dimensioni risalenti in parte alla lavorazione della pelle, e alcune macchie e lacune nella parte iniziale,

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27 agosto 14<9>1, Losone

Elezione di procuratori alle liti / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Losone , convocata sulla piazza di Losone per ordine del console Giovanni del fu Bertramo «Guglielmuzii» di Losone, costituisce procuratori generali alle liti Giovanni Antonio «domini Francini de Orello», Pietro <...>, Giacomo «Zuli» abitante a Locarno, Giovanni «de Rozolo» del fu Antonio, Martino Gandino, Pietro «Bise (?) <...... > de Britio», Zane Bag Giorgio di Samolo «de Baddis», il console Giovanni del fu Bertramo «Guglielmuzii», Martinetto del fu Bertramo, Giovanni <..., ...> di [fu?] Martino «Gali» di Arcegno e il notaio Giovanni del fu Pietro «Aug(ust)i» di Losone.

Notaio rogatario: Andreas de Penghio de Losono plebis Locarni p.i.a.n. f.q. Henrici de Penghio de Losono olim n.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 29 (v.n. AST 8) 570 x 455 mm, righe 74. Ampie rosicature nella parte centrale e lungo il margine superiore e alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. Gli elementi della datazione sono incompleti: manca l'indizione e la decina è mutila della parte iniziale; nel Quattrocento il 27 agosto cadeva di sabato nel primo anno della prima e dell'ultima decina, cioè negli anni 1401 e 1491: ora, siccome della decina si legge

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<...>essimo, può trattarsi solo del 1491. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 53, nr. 8.

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11 ottobre 1491, Como

Commissione

, di accertare se la permuta che intende compiere il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino (riguardante un terreno nel territorio di quel comune «sub Rippas seu sub Rompedas») sia di vantaggio per la chiesa, e se del caso di autorizzare la stipulazione del contratto. (Frammento)

Notaio sottoscrittore: Paulus de Orcho n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20

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11 ottobre 1491, Como

Commissione

Andrea Greci, vicario generale del vescovo di Como Antonio Trivulzio, incarica il prete Albino di Vallemaggia, rettore della chiesa di Giubiasco, di accertare se la permuta di terreni che intendono realizzare il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, da una parte, e Giovanni del fu Antonio Molo di Bellinzona, dall'altra, sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere l'autorizzazione a stipulare il contratto.

Notaio sottoscrittore: Paulus de Orcho n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40

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13 ottobre 1491, Monza

Concessione

Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, in risposta ad una supplica presentata dal prete Pietro da Blenio, rettore della chiesa di S. Antonino, autorizza quest'ultimo a procedere alla permuta di un terreno situato nel territorio di S.

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Antonino «ad Pozonum» con un altro situato nel medesimo territorio «subtus Rippas seu sub Rompedas», appartenente a Antonio Molo di Bellinzona, marito di Margherita Origoni.

Cancellieri: Iohannes Andreas , Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Maria Sforza) Cancellieri: Iullius , Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Maria Sforza)

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40

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<13> 149<1>, Monza

Concessione

Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, in risposta ad una supplica presentata dal prete Pietro da Blenio, rettore della chiesa di S. Antonino, autorizza quest'ultimo a procedere alla permuta di un terreno situato nel territorio di S. Antonino «ad Pozonum» con un altro situato nel medesimo territorio «subtus Rippas seu sub Rompedas», appartenente a Giovanni del fu Antonio Molo di Bellinzona, marito di Margherita Origoni.

Cancellieri: Iohannes Andreas , Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Maria Sforza) Cancellieri: Iullius , Milano (cancelleria di Gian Galeazzo Maria Sforza)

ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20

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(dopo il 24 ottobre 1491, prima del 26 febbraio 1498), Lugano

Convenzione / Instrumentum pactorum

Nella lite tra i fratelli Gerolamo, da una parte, Giacomo, da un'altra, e Lucrezio del fu Matteo de Quadrio di Lugano, da un'altra, relativa alla metà di una casa con cantina, cortile, stalla, «torbino» e altri edifici situati a Lugano, nella contrada «de la Nassa, ad domum domini Mathey de Quadrio seu filiorum suorum», dove abitavano i detti Gerolamo e Lucrezio, ad altri due terreni, fra cui un frutteto, situati a Lugano «post suprascriptam domum que dicitur Ronchetum Veterum» e «ad Ronchum Magnum domini Mathey de Quadrio» di Lugano, nonché ad altri beni immobili situati nel territorio di Colla, Certara e della pieve di Capriasca, il detto Gerolamo, godendo di tali beni, doveva tenere con sé e mantenere per 18 anni il fratello Lucrezio, in base ad una convenzione stipulata l'8 aprile 1491. Il 24 ottobre 1491 il detto Lucrezio aveva venduto al fratello Giacomo la metà dei beni in questione al prezzo di 350 ducati d'oro. Ora le parti si accordano, annullano la convenzione dell'aprile 1491, e il detto Giacomo si impegna a mantenere il fratello Lucrezio per tutta la vita.

Notaio rogatario: Gayus Antonius Castoyra n.p. Lugani. Notaio estraente: Antonius de Castello Arzegnii p.i.a.n. Mediolani, Cumarum, Lugani et Vallis f.q. ser Thomaxii et abbas seu consul venerabilis collegii notariorum comunitatis Vallis Lugani nec non ellectus ... per consciliarios et conscilium generale ... comunitatis Vallis Lugani ad explendum ... instrumenta rogata per n.q. Gayum Antonium Castoyram olim n.p. Lugani.

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Notaio sottoscrittore: Ioannes Matheus de Somazo p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Franzoli abas et consul colegii notariorum comunitatis Vallis Lugani electus ... per consilium generalle ... comunitatis.

Originale estratto da imbreviature (1498 dicembre 24); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 18 430 x 420 mm, righe 55. L'atto è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio, e presenta diversi piccoli fori.

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8 novembre 1491, Bellinzona

Permuta / Instrumentum ambii

Davanti al prete Albino di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco e delegato da Andrea Greci, vicario generale del vescovo di Como Antonio Trivulzio, il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino e agente a nome di quest'ultima, cede a Giovanni del fu Antonio Molo di Bellinzona e ai suoi massari Pietro Calanchini, Tognolo di Zanolo «de Losornono» e Antonio del fu Giovanni «de Losornono», abitanti a S. Antonino, un terreno situato nel territorio di S. Antonino «ad Pozonum», ricevendone in cambio un terreno situato nel medesimo territorio «sub Rippas seu sub Rompedas».

Notaio rogatario: Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: us de Fontana p.i.a. f.c. ser Iacobi.

Originale estratto da imbreviature (1514 agosto 28); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20 1140 x 190 mm, righe 193. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme. Il supporto presenta numerose lacune dovute a rosicature lungo tutto il margine sinistro, macchie, tracce di umidità e alcuni fori, due dei quali (nella seconda e nella terza membrana) risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 59. Inserti: 11 ottobre 1491 (Como), 13 ottobre 1491 (Monza) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40

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<8> <1491>, Bellinzona

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

. (Frammento)

Notaio rogatario: [Iohannes Bernardinus de la Mota]

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ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40 (inserto) Inserti: 11 ottobre 1491 (Como), <13> 149<1> (Monza) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 20

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10 novembre 1491, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giacomo di Zane Giacometti Saldi di Cavergno, procuratore del comune, dichiara di ricevere da Romerio di Antonio Gasoti di Cheglio 60 lire di terzoli per la locazione dell'alpe «Lialpis».

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 23 420 x 375 mm, righe 56. Sulla pergamena figurano la locazione del 26 maggio 1491 (righe 1-30) e la ricevuta del 10 novembre 1491 (righe 31-56). Una piccola lacerazione sul bordo sinistro e una cucitura sul bordo inferiore.

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17 dicembre 1491, Vigevano

Licenza

Il duca di Milano concede licenza al frate Alberto «de Raxis», preposito del monastero umiliato di S. Caterina di Lugano e agente a nome dello stesso, da una parte, e a Giovanni Righetti, Martino «del Pianta», Filippo «Ganzia» e Giacomo «de Bernardis», tutti di Sonvico, dall'altra, di procedere a una permuta di beni immobili situati a Novazzano e Dassone.

Cancellieri: Io. Luchinus, Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 14 (inserto)

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20 dicembre 1491, Milano

Commissione

Gerolamo Landriani, preposito del monastero di S. Maria e di Ognissanti di Cremona e maestro generale dell'ordine degli Umiliati, incarica i prepositi dei monasteri di Rondineto e «de Zeno» di Como di accertare se la permuta di beni immobili che intende stipulare il frate Antonio «de Rasis», preposito della casa umiliata di S. Caterina di Lugano, sia di vantaggio per la casa stessa, e se del caso di concedere la necessaria licenza.

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Cancellieri: Io. Ro. Veranus, Milano (cancelliere di Gerolamo Landriani)

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 14 (inserto)

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7 febbraio 1492, Como

Permuta / Instrumentum cambii

Il capitolo del monastero umiliato di S. Caterina di Lugano, costituito dal frate Alberto «de Rasis», preposito, e dal frate professo Luigi «de Landonibus», cede a titolo di permuta a Giovanni Righetti del fu Domenico e Martino «del Pianta» del fu Giacomo di Sonvico, agenti anche a nome di Giacomo di Giovanni «de Barnaldis» di Villa di Sonvico, e a Domenico del fu Pietro «de Eusebiis de Camvico», agente a nome di Filippo «de Ganzina» del fu Giovanni di Villa, diversi terreni e beni immobili situati nel territorio di Dassone e e di Canobbio e locati in parte a Giovanni detto Barnaldo di Villa il 13 aprile 1482. In cambio i detti uomini cedono al monastero di S. Caterina altri terreni e beni immobili situati nel territorio di Novazzano, acquistati in parte da Guidino della Torre di Mendrisio del fu Marco, che il 20 aprile 1491 li aveva locati con patto di riscatto ai fratelli Maffiolo, Giovanni Antonio, Michele e Margherita del fu Nicolao «de Pateriis», cittadini di Como, e in parte da Luigi Muggiasca di Como. L'atto è stipulato con il consenso di frate Stefano «de Broziis», preposito del monastero umiliato di Rondineto, e di frate Giovanni Ferrari, preposito del monastero di S. Clemente «de Zeno» fuori le mura di Como, entrambi delegati del maestro generale degli umiliati Gerolamo Landriani, e con licenza del duca di Milano.

Notaio rogatario: Bartolomeus de Greppis p.i.a.n. Cumanus f.q. domini Maffioli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 14 2600 x 370 mm, righe 303. Cinque membrane cucite insieme, piccoli fori nella parte iniziale e una lacerazione. Inserti: 17 dicembre 1491 (Vigevano), 20 dicembre 1491 (Milano)

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27 marzo 1492

Autorizzazione / Comissio et licentia

Su richiesta di Giacomino «de Castelazio» del fu Giovanni di Comprovasco, console di Leontica, il vicario di Val Blenio Giovanni Antonio «del Pizo» di Cremona autorizza qualsiasi «servitor» della valle a immettere lo stesso Giacomino nel possesso dei beni appartenenti agli eredi del fu Giovanni del fu Martinolo «del Saxo» di Comprovasco, allo scopo di estinguere un debito a causa della luminaria.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Antonius de Schezia n. cauxarum Blegnii.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 40 (inserto)

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27 marzo 1492, Lottigna

Autorizzazione / Comissio et licentia

Su richiesta di Giacomino del fu Giovanni «de Castelazio», console di Leontica, il vicario di Val Blenio Giovanni Antonio «del Pizo» di Cremona autorizza qualsiasi «servitor» della valle a immettere lo stesso Giacomino nel possesso dei beni appartenenti agli eredi del fu Franzino «de Martiis» di Leontica, allo scopo di estinguere un debito per fitti arretrati.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Antonius de Schezia n. cauxarum Blegnii.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 39 (inserto)

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31 marzo 1492, Lottigna

Immissione in possesso / Instrumentum relationis introytus

Davanti al vicario ducale in Val Blenio Giovanni Antonio «del Pizo» di Cremona e al «notarius cauxarum» Giovanni Antonio Scheggia, Dimoldeo Uberti di Torre, «servitor» del comune di Val Blenio, immette i vicini di Leontica, rappresentati dal console Giacomino del fu Giovanni «de Castelazio», nel possesso della metà di una caneva appartenente agli eredi del fu Franzino «de Martiis» di Leontica, situata a Comprovasco «in Domo Zanis de Arena» e stimata 32 lire di terzoli, a pagamento di certi fitti scaduti consistenti in biada e cera da consegnare alla chiesa di S. Giovanni di Leontica.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Schezia f.c. ser Iohannis n. de Simiono p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 39 525 x 160 mm, righe 71. Inserti: 27 marzo 1492 (Lottigna)

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31 marzo 1492, Lottigna

Immissione in possesso / Instrumentum relationis introytus

Davanti al vicario ducale in Val Blenio Giovanni Antonio «del Pizo» di Cremona e al «notarius cauxarum» Giovanni Antonio Scheggia, Dimoldeo Uberti di Torre, «servitor» del comune di Val Blenio, immette i vicini di Leontica, rappresentati dal console Giacomino del fu Giovanni «de Castelazio», nel possesso di due appezzamenti di vigna situati a Comprovasco «ad Saxum in Cortivis», appartenenti agli eredi del fu Giovanni del fu Martinolo «del Saxo» di Comprovasco, a pagamento dei fitti scaduti per la luminaria dovuta annualmente alla chiesa di S. Giovanni di Leontica.

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Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Schezia n.p.i.a. Vallis Blegnii f.c. ser Iohannis n. de Simiono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 40 540 x 185 mm, righe 69. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori lungo le pieghe. Inserti: 27 marzo 1492

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10 aprile 1492, «Camparignia» (Corzoneso)

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Maffeo del fu Giovanni «de Riveria» di Corzoneso, agente anche a nome di suo fratello Giacomo, vende a Giovannino del fu Taddeo del Giudice e a Giacomo del fu Giovanni del Giudice, entrambi di Leontica e agenti anche a nome degli eredi di Giroldo del Giudice, un terreno a prato e campo con alberi situato nel territorio di Rivéira (Corzoneso) «in campanea ultra Riveriam», al prezzo di 40 lire di denari di terzoli. I detti venditori vengono poi investiti dello stesso terreno a titolo di livello, al canone annuo di cinque staia di biada di segale.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Schezia f.c. ser Iohannis n. de Simiono p.n.a.i.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 41 570 x 200 mm, righe 90.

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12 aprile 1492, Como

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Pietro detto Pietrone del fu Cristoforo del fu Petrossio della Porta di Mendrisio vende a Bernardino della Porta del fu Vanossio del detto fu Petrossio, abitante a Mendrisio, un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Mendrisio «in Pabiario», al prezzo di 76 fiorini. Il venditore viene poi investito a titolo di locazione fino alla festa di s. Martino e poi a volontà delle parti del terreno appena venduto ad un canone annuo di sette lire e otto soldi di terzoli durante il primo anno e in seguito di quattro fiorini.

Notaio rogatario: Christoforus de Somazo de Cumis n.p. Cumanus f.c. domini Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 11 480 x 330 mm, righe 81. Alcuni piccoli fori in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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16 aprile 1492, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, vende a Giorgio del fu Stefano Rusca apotecario, abitante a Bellinzona, un sedime coperto di piode chiamato «dispensa» situato a Bellinzona nella contrada di Nosetto al prezzo di 300 lire di terzoli, nonché altri terreni, case ed edifici situati nel territorio di Contone e locati il 16 marzo 1486 a Baldassarre del fu Stefano di Contone e a Giovanni detto Vanotto del fu Ambrogino «del Curonico» abitante a Rivera, al canone annuo di 36 lire di terzoli e un paio di capponi. Il prezzo della vendita è di 1000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis imperialique auctoritate n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 30 1340 x 330 mm, righe 137. Rotolo costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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30 aprile 1492

Ricevuta

Guido Antonio del fu Marco della Torre di Mendrisio dichiara di avere ricevuto da Bernardino del fu Lorenzo «de Porto», erede testamentario di Giovanni Fossati di Meride, sette staia di frumento a pagamento del canone di più anni gravante su un appezzamento di terreno situato a Meride «ad Vixirum», concesso in locazione al detto Giovanni nel febbraio 1478. (Atto incompleto)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 16 480 x 300 mm, righe 58. Sulla stessa pergamena figurano la locazione del febbraio 1478 e la ricevuta del 30 aprile 1492; il primo documento è annullato mediante due righe incrociate, il secondo, vergato dal medesimo notaio, è incompleto. La membrana è stata riutilizzata come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati degli anni 1491-1494; presenta alcuni piccoli fori e lacerazioni lungo i bordi ed è stata rifilata lungo tutto il margine destro, con perdita della parte finale delle righe di testo.

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7 maggio 1492, Isone

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Giacomo del fu Zane «de Schalinis» e Pietro di Bertramo detto «Mozus», costituisce suoi procuratori Antonio «de Carnepariis» e Andrea Somazzi, causidici di Lugano, e Armaldo del fu Giacomo «de Migiacha», Domenico del fu Pedrano, Giovanni del fu Alberto «de Schalinis» e Pietro

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 653 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete detto Marinello del fu Marinello, tutti abitanti a Isone, incaricandoli di difendere gli interessi della comunità nella causa con Lamone per diritti di pascolo.

Notaio rogatario: Petrus Ruscha f.c. domini Andree de Bironicho p.i.a.n. Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 10 550 x 315 mm, righe 62. Macchie e piccole lacerazioni, in particolare nella parte iniziale, e qualche foro risalente alla lavorazione della pelle.

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15 maggio 1492, Aquila

Permuta / Instrumentum cambii

Catelina del fu Domenico «del Nigro» di Dangio col consenso del marito Guglielmo di Ziane di 'Scalvéid', pure di Dangio, cede a Guido del fu Domenico Bruni di Dangio la sua quota parte su una decina di terreni (alcuni con stabili) situati in territorio di Aquila e Dangio, in cambio di una dozzina di terreni (alcuni con stabili) situati in territorio di Ghirone e gravati da un canone a favore della chiesa di S. Martino di Ghirone.

Notaio rogatario: Guidus f.q. Henrici de Brunis de Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 8 570 x 395 mm, righe 69. Tre forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, alcuni fori di medie e piccole dimensioni dovuti a rosicatura, lacerazioni e tagli ai margini e diverse gore di umidità. Edizione: Mdt Bl., di prossima pubblicazione

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11-30 maggio 1492, Locarno

Consilium / Relatio

Giacomo Rusca, podestà di Locarno e «legum doctor», incaricato dal conte Giovanni Rusca di redigere una perizia giuridica in merito alla vertenza tra Ascona e Peccia, dichiara che la richiesta di appello dei rappresentanti di Peccia è irricevibile perché tardiva.

Archivio Patriziale Ascona 14 (v.n. AST 9) (inserto)

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30 maggio 1492, Locarno

Missiva

Giovanni Rusca, conte di Val Lugano, invia a Giovanni Nicolò Rusca, podestà di Valmaggia e Lavizzara, la relazione ricevuta da Giacomo Rusca, podestà di Locarno e «legum doctor», al quale aveva chiesto una perizia in merito alla vertenza tra Ascona e Peccia, e gli chiede di risolvere la questione secondo il tenore della stessa.

Archivio Patriziale Ascona 14 (v.n. AST 9) (inserto)

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8 giugno 1492, Cevio

Sentenza d'appello / Instrumentum sententie

Nella lite tra i rappresentanti del comune di Ascona, Ronco «et Casteleto», da una parte, e Pietro di Giovannino «Pome», Antonio di Giacomo «Pasquini» e altri uomini di Peccia, agenti in nome del comune di Peccia, dall'altra, [in merito agli alpi Bolla, Sròdan e Sassello], Francesco «de la Ecclexia», luogotenente di Giovanni Nicolò Rusca, podestà di Valmaggia e Lavizzara, e delegato dal conte, dichiara inammissibile il ricorso interposto dai rappresentanti di Peccia contro una precedente sentenza favorevole ad Ascona, da lui stesso pronunciata, fondando il suo giudizio su una perizia giuridica commissionata dal conte Rusca a Giacomo Rusca, podestà di Locarno. Il giudice condanna inoltre gli uomini di Peccia che compaiono nominalmente nella causa come pure Bernardo di Filippo [Franzoni], loro procuratore, a rimborsare alla controparte 6 lire di terzoli che essa ha già versato per la presente sentenza. Giovannetto «de Rozollo», delegato di Ascona, accetta la sentenza, mentre il Franzoni la contesta; per non far torto a nessuno il «de la Ecclexia» convoca nuovamente le parti per il primo giorno giuridico successivo.

Notaio rogatario: Iohannes Maria de Duno p.i.a.n. f. domini Petri habitator Locarni

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 14 (v.n. AST 9) 445 x 360 mm, righe 55. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. La presente sentenza (righe 1-12, 27-55), contiene la missiva del conte Rusca del 1492 maggio 30 (righe 12-15) e la «relatio» (perizia giuridica) di Giacomo Rusca del 1492 maggio 11-30 (righe 15-27). Grande iniziale decorata in rosso e azzurro. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 53-54, nr.9. Inserti: 30 maggio 1492 (Locarno), 11-30 maggio 1492 (Locarno)

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9 giugno 1492, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

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Bernardino Guazio di Valenza, vicario generale del duca di Milano e commissario di Bellinzona e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Lamone e di Cadempino, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, relativa al possesso di certi alpi contesi dalle parti. Egli riconosce a Lamone e Cadempino il possesso dei pascoli alpestri assegnati dal Consiglio ducale il 22 agosto 1486, e ordina a Isone di cessare ogni molestia.

Notaio rogatario: Filipus de Moresinis p.i.a.n. et causarum Lugani et Valis f. domini Gasparis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 11 560 x 260 mm, righe 55. Piccoli fori lungo le pieghe e due fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali cucito prima della stesura dell'atto. Regesto: Lepori, Isone, p. 201.

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8 agosto 1492, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Angelino del fu Zanino «de Viviana» di Gorduno, agente anche a nome del fratello Giovanni e dei nipoti Zanino e Antonio del fu Martino, fratello dei detti Angelino e Giovanni, vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona tre quarti di un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Abiegio», al prezzo di 280 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di locazione e massaricio del terreno appena venduto per nove anni rinnovabili a volontà delle parti ad un canone annuo di 15 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 40 450 x 295 mm, righe 71. Il documento è lacero, rosicato e stracciato lungo tutto il margine destro e nella parte iniziale, e presenta diversi piccoli fori e uno strappo nel margine sinistro.

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30 agosto 1492, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra il comune di Arbedo, da una parte, e Giovanni del fu Donato Pedruzzi, Giovanni del fu Martino Pedruzzi, Bertramo del fu Pietro «Redi», Giacomo del fu Togno «Redi», Giacomo e fratelli del fu Zanone «Redi», tutti di Daro, Giovanni detto «Borrus» del fu Betino e Zane del fu Tamo, entrambi di Pedemonte, e Pietro e Giacomo «de Arbore», dall'altra, in merito allo sfruttamento degli alpi nella zona di Arbino di sopra, gli arbitri Pietro del fu Maffeo di Loro, abitante a Loro in Valle Morobbia, e Zane detto Zanaccio del fu Enrico «del Rubeo», abitante a Galbisio, procedono a piantare i termini di confine fra gli alpi di Arbino di sopra e «de Aqua bona» nel versante verso la valle e il luogo «de Tayo» nonché fra i beni spettanti alle due parti nell'adiacente luogo detto «ad Laghetum».

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis imperialique auctoritate n. ac n. et

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 53 (v.n. A. IX/16) 1330 x 290 mm, righe 137. Alcune lacune dovute a guasti, in particolare lungo i bordi.

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16 novembre 1492

Mandato di comparizione

Dietro richiesta del console, del comune e degli uomini di Brontallo e Menzonio e di Lafranco «Aritii», loro procuratore, Giovanni Nicolò Rusca, potestà e commissario di Valmaggia, Lavizzara e pertinenze, convoca il console di Cavergno e Giacomo del fu Zane «Iacometi Salti», procuratore di Cavergno, presso il tribunale di Sornico il lunedì 19 novembre, per prendere visione del «consilium» del giurisperito Bernardino Guazio.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Fuxio

Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05)

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16 novembre 1492

Mandato di comparizione

Dietro richiesta del console, del comune e degli uomini di Brontallo e Menzonio e di Lafranco «Aritii», loro procuratore, Giovanni Nicolò Rusca, potestà e commissario di Valmaggia, Lavizzara e pertinenze, convoca il console di Cavergno e Giacomo del fu Zane «Iacometi Salti», procuratore di Cavergno, presso il tribunale di Sornico il lunedì 19 novembre, per prendere visione del «consilium» del giurisperito Bernardino Guazio.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Fuxio

Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01)

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9 settembre - 16 novembre 1492

Consilium / Consilium

Parere giuridico di Bernardino Guazio di Valenza, dottore in legge, vicario generale del duca e commissario di

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Bellinzona, redatto su richiesta del conte Giovanni Rusca, nella lite tra il comune di Brontallo e Menzonio, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra, in merito ai loro confini. Il giudice dichiara che il territorio di Brontallo e Menzonio si estende fino alla riva della Val Sorda che si trova sul versante di Cavergno, che gli uomini di Brontallo e Menzonio hanno il pieno godimento di questo territorio come precisato in una sentenza arbitrale del 24 dicembre 1340: pertanto gli uomini di Cavergno sono tenuti a rispettare questo confine e non hanno facoltà di inviare campari né denunciare infrazioni dai termini di Val Sorda in dentro; egli ritiene infine che essi debbano farsi carico delle spese di giudizio.

Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05)

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9 settembre - 16 novembre 1492

Parere giuridico

Parere giuridico di Bernardino Guazio di Valenza, dottore in legge, vicario generale del duca e commissario di Bellinzona, redatto su richiesta del conte Giovanni Rusca, nella lite tra il comune di Brontallo e Menzonio, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra, in merito ai loro confini. Il giudice dichiara che il territorio di Brontallo e Menzonio si estende fino alla riva della Val Sorda che si trova sul versante di Cavergno, che gli uomini di Brontallo e Menzonio hanno il pieno godimento di questo territorio come precisato in una sentenza arbitrale del 24 dicembre 1340: pertanto gli uomini di Cavergno sono tenuti a rispettare questo confine e non hanno facoltà di inviare campari né denunciare infrazioni dai termini di Val Sorda in dentro; egli ritiene infine che essi debbano farsi carico delle spese di giudizio.

Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01)

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17 novembre <1492>

Relazione di notificazione

Guglielmo «Todeschi» di Cevio, «servitor» delle valli Maggia e Rovana, dichiara di aver recapitato copia scritta della convocazione di Giovanni Nicolò Rusca, potestà e commissario di Valmaggia, Lavizzara e pertinenze, portandola alla loro abitazione, a Giovanni «Insermeti» e a Giacomo del fu Zane «Iacobeti Salde», entrambi di Cavergno, console rispettivamente procuratore del loro comune.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Fuxio Vallis Lavizarie

Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05),

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17 novembre <1492>

Relazione di notificazione

Guglielmo «Todeschi» di Cevio, «servitor» delle valli Maggia e Rovana, dichiara di aver recapitato copia scritta della convocazione di Giovanni Nicolò Rusca, potestà e commissario di Valmaggia, Lavizzara e pertinenze, portandola alla loro abitazione, a Giovanni «Insermeti» e a Giacomo del fu Zane «Iacobeti Salde», entrambi di Cavergno, console rispettivamente procuratore del loro comune.

Notaio rogatario: Iohannes n. de Fuxio Vallis Lavizarie

Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01)

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19 novembre 1492, Sornico

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella lite tra il comune di Brontallo e Menzonio, rappresentato da Lafranco «Aritii» e Bernardo «Conte» di Brontallo e da Giacomo «Zolli», loro procuratore, da una parte, e il comune di Cavergno, rappresentato da Pietro «Balsaris» di Bignasco, dall'altra, in merito al tracciato dei loro confini, Francesco «de la Ecclexia», luogotenente di Giovanni Nicolò Rusca, commissario di Valmaggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza fondandola su un «consilium» del giurisperito Bernardino Guazio, vicario generale del duca e commissario di Bellinzona. Il giudice dichiara che il territorio di Brontallo e Menzonio si estende fino alla riva della Val Sorda che si trova sul versante di Cavergno, che gli uomini di Brontallo e Menzonio hanno il pieno godimento di questo territorio come precisato in una sentenza arbitrale del 24 dicembre 1340: pertanto gli uomini di Cavergno sono tenuti a rispettare questo confine e non hanno facoltà di inviare campari né denunciare infrazioni dai termini di Val Sorda in dentro; egli condanna infine Cavergno alle spese di giudizio.

Notaio rogatario: Iohanes f. q. Iacobi n. de Fuxio habitator Loxoni p.n.i.a. Notaio autenticante (della copia da originale): Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broyo

Copia autentica (1576-1600); lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01) 985 x 360 mm, righe 134. Rotolo composto da due fogli cuciti insieme con filo di canapa; due piccole lacerazioni lungo il bordo destro del foglio inferiore. La presente sentenza (righe 1-6, 38-51, 93-134) contiene i seguenti inserti: il Mandato di comparizione del 1492 novembre 16 (righe 6-24); la Relazione di notificazione del <1492> novembre 17 (righe 24-30); la Relazione di notificazione del <1492> novembre 19 (righe 30-38); la Perizia giuridica del 1492 settembre 9-novembre 16 (righe 51-93).

Inserti: 16 novembre 1492, 9 settembre - 16 novembre 1492, 17 novembre <1492>, 19 novembre <1492> Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05)

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19 novembre 1492, Sornico

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella lite tra il comune di Brontallo e Menzonio, rappresentato da Lafranco «Aritii» e Bernardo «Conte» di Brontallo e da Giacomo «Zolli», loro procuratore, da una parte, e il comune di Cavergno, rappresentato da Pietro «Balsaris» di Bignasco, dall'altra, in merito al tracciato dei loro confini, Francesco «de la Ecclexia», luogotenente di Giovanni Nicolò Rusca, commissario di Valmaggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza fondandola su un «consilium» del giurisperito Bernardino Guazio, vicario generale del duca e commissario di Bellinzona. Il giudice dichiara che il territorio di Brontallo e Menzonio si estende fino alla riva della Val Sorda che si trova sul versante di Cavergno, che gli uomini di Brontallo e Menzonio hanno il pieno godimento di questo territorio come precisato in una sentenza arbitrale del 24 dicembre 1340: pertanto gli uomini di Cavergno sono tenuti a rispettare questo confine e non hanno facoltà di inviare campari né denunciare infrazioni dai termini di Val Sorda in dentro; egli condanna infine Cavergno alle spese di giudizio.

Notaio rogatario: Iohanes f.q. Jacobi notariij de Fuxio, habitator Loxoni, p.n.i.a.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05) 1170 x 395 mm, righe 124. Rotolo composto da due fogli cuciti insieme con filo di canapa; il primo presenta un grande foro risalente alla preparazione della pelle, il secondo alcuni forellini, pure risalenti alla preparazione della pelle, nella parte inferiore. La presente sentenza (righe 1-11, 38-50, 88-124) contiene i seguenti inserti: il Mandato di comparizione del 1492 novembre 16 (righe 11-25); la Relazione di notificazione del <1492> novembre 17 (righe 26-31); la Relazione di notificazione del <1492> novembre 19 (righe 31-38); la Perizia giuridica del 1492 settembre 9-novembre 16 (righe 50-88). Inserti: 16 novembre 1492, 9 settembre - 16 novembre 1492, 17 novembre <1492>, 19 novembre <1492> Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01)

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19 novembre <1492>

Relazione di notificazione

Martino del fu Pietro «Biancheti» di Sornico, «servitor» della valle Lavizzara, dichiara di aver proclamato pubblicamente la convocazione del commissario il giorno precedente, cioè il 17 novembre, presso la casa della comunità a Sornico, alla presenza di molte persone, e di aver consegnato una copia scritta di detta convocazione.

Notaio rogatario: Iohannes Iohannole n. de Fuxio

Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05)

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19 novembre <1492>

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Relazione di notificazione

Martino del fu Pietro «Biancheti» di Sornico, «servitor» della valle Lavizzara, dichiara di aver proclamato pubblicamente la convocazione del commissario il giorno precedente, cioè il 17 novembre, presso la casa della comunità a Sornico, alla presenza di molte persone, e di aver consegnato una copia scritta di detta convocazione.

Notaio rogatario: Iohannes Iohannole n. de Fuxio

Archivio Parrocchiale Menzonio 5 (= vecchio I/05) (inserto) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 1 (= vecchio I/01)

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22 14<92>, Locarno

Vendita / Instrumentum vendictionis, dati et cessionis

Giovanni del fu Leone Cotti «de Maretis» di Locarno vende a del fu Antonio «de Rozollo» di Locarno un canone di <2 staia> di castagne, locato ai fratelli Tognio e Domenico figli del fu «Corripii» di Contra e a Martino loro nipote figlio del fu Bernardo «olim similiter filii condam Corripi», gravante su due appezzamenti di terreno a selva nel territorio di Contra «in Caureti ad Sprugherium» e «in Cauretia in cimitate Saxi» il 5 gennaio 1491. Il prezzo di vendita è di 48 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus de Anono n.p.i.a. f. c. domini Antonii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 71 720 x 230 mm, righe 96. Sbiaditura nella parte iniziale del documento, che ne compromette in parte la lettura, nonché diverse macchie. Il documento era attaccato a un'altra membrana, restano i fori di cucitura nel margine inferiore. Gli elementi della datazione «millessimo quadrigintessimo <...>do (?), indictione undecima, die iovis vigeximo secundo mensis <...>is (?)» sono stati ricostruiti in base a giorno e indizione e alla locazione del 5 gennaio 1491 menzionata nel documento.

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24 novembre 1492, Isone

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Antonio del fu Martino detto Bregada «de Galiano» e Giacomo detto Boiano del fu Giovanni «de Boyano», costituisce suoi procuratori per un anno Pietro detto Marinello del fu Zane «de Marinello», Martino Rossi del fu Antonio, il console Antonio «del Bregada», Zane «de Andriollo» e Arnaldo del fu Giacomo «de Arnaldo».

Notaio rogatario: Guido de Carexanis de Salla p.i.a.n. Lugani et Valis, f.c. magistri Fomaxii.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 661 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 11 440 x 380 mm, righe 51. Alcuni piccoli fori e due cuciture precedenti la stesura dell'atto.

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1 dicembre 1492, Lavertezzo

Procura / Instrumentum pro

Davanti a Guglielmolo Domenghini della Motta di Biegno di Verzasca, luogotenente del podestà della Valle Verzasca Antonello Orelli di Locarno, Giacomina, figlia ed erede di Guglielmino Ansermini «de la Fontobia» di Verzasca, moglie di Giovanni Antonio figlio di Togno del fu Domenichino di Berzona, col consenso del suocero e del marito, costituisce suoi procuratori alle cause i nobili Giovanni Antonio Orelli, Pietro «de Duno», Giacomo Zolli, Giovanni «de Rozollo», Bertramo Domenghini di Berzona, Giovanni Antonio di Giacomo Rossali di Contra, tutti di Locarno, nonché Bartolomeo Pedretti di Vogorno e suo figlio Giovanni Antonio, Guglielmolo del fu Bertramino di Lavertezzo e Togno monaco di S. Bartolomeo.

Notaio rogatario: <...> Petengini (?) p.i.a.n., f.c. Gullielmoli Petengie de Vogorno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 31 440 x 420 mm, righe 56. Fori e lacune di piccole, medie e grosse dimensioni, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Il documento è stato utilizzato come copertina e conserva sei frammenti di filo. Testo impallidito e di difficile lettura.

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19 dicembre 1492

Ordine / Ordinatio

Nella causa tra gli uomini di Isone, da una parte, e gli uomini di Lamone e di Cadempino, dall'altra, in merito al possesso di certi alpi, il senato segreto ducale ordina che in futuro le parti debbano far pascolare in comune le proprie bestie sui terreni contesi, e che quelli di Lamone e Cadempino siano risarciti per le eventuali cessioni fatte dalla parte avversa successivamente a un arbitrato del 1444.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13

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19 dicembre 1492

Ordine / Ordinatio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 662 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Nella causa tra gli uomini di Isone, da una parte, e gli uomini di Lamone e di Cadempino, dall'altra, in merito al possesso di certi alpi, il senato segreto ducale ordina che in futuro le parti debbano far pascolare in comune le proprie bestie sui terreni contesi, e che quelli di Lamone e Cadempino siano risarciti per le eventuali cessioni fatte dalla parte avversa successivamente a un arbitrato del 1444.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12

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20 dicembre 1492, Vigevano

Commissione

Il duca di Milano incarica il capitano di Lugano di dare esecuzione a quanto disposto il giorno precedente dal senato segreto ducale riguardo alla lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Lamone e Cadempino, dall'altra, in merito a certi alpi.

Cancellieri: Aloisio , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13

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20 dicembre 1492, Vigevano

Commissione

Il duca di Milano incarica il capitano di Lugano di dare esecuzione a quanto disposto il giorno precedente dal senato segreto ducale riguardo alla lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Lamone e Cadempino, dall'altra, in merito a certi alpi.

Cancellieri: Aloisio , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12

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14 gennaio 1493, Ascona

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 663 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giacomo Antonio del fu Matteo «Bote» di Ascona, console del comune e degli uomini di Ascona e Ronco, e Cristoforo del fu Gottardo «Nigroboni» di Ascona, entrambi procuratori e agenti a nome del comune di Ascona, vendono a Menabene del fu Giacomo «Ablatici» di Ascona tanto terreno del comune quanto gliene serve per installarvi una fornace, nella località detta «ad Lanchetam» presso i campi di Giacomo «Calioni» e «de Ablatico dela Segnia». Il prezzo della vendita è di 12 grossi di Milano che i procuratori di Ascona dichiarano di aver ricevuto. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti nella causa contro il comune di Peccia in Lavizzara in merito agli alpi Bolla, Froda e Sassello.

Notaio rogatario: Andreas p.i.a.n., f.q. Petri Betatini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 10 (v.n. AST 10) 360 x 275 mm, righe 76. Un forellino dovuto a rosicatura e importanti lacerazioni lungo le piegature, nonché estese colonie di microorganismi nel quarto inferiore destro; pergamena restaurata Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 54, nr.10.

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25 febbraio 1493, Bellinzona

Locazione / Instrumentum liveli

Margherita del fu Togno di Vellano investe a titolo di livello ed eredità perpetua Guglielmo del fu Pietro Rossi «de Penato» di Vellano, agente anche a nome dei suoi fratelli Ambrogio e Simone, di un terreno arativo situato nel territorio di Vellano «ad Fopam», al canone annuo di tre staia di segale e uno di frumento. Cfr. Pometta 169.

Notaio rogatario: Ser Georgius Todeschus f.c. domini Petri n.p. Belinzone. Notaio estraente: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone ac n. laudatus ... super imbreviaturis nunc c. ser Georgii Todeschi olim f.c. domini Petri n.p. Belinzone ob eius mortem ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1518 maggio 14); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 170 360 x 255 mm, righe 54. Cinque piccolissimi fori.

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25 febbraio 1493, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Pietro Rossi «de Penato», agente anche a nome dei suoi fratelli Ambrogio e Simone, vende a Margherita del fu Togno di Vellano un terreno arativo situato nel territorio di Vellano «ad Fopam», al prezzo di 80 lire di terzoli corrispondenti alla metà della somma che i detti fratelli sono stati condannati a pagare a Margherita sulla base dell'arbitrato pronunciato da Zanetto «de Saxoplato» e Duchino di Giubiasco, arbitri eletti dalle parti. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 170).

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 664 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio rogatario: Georgius Todeschus f.c. domini Petri n.p. Belinzone. Notaio estraente: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone ac n. laudatus ... super imbreviaturis nunc c. ser Georgii Todeschi olim f.c. domini Petri n.p. Belinzone ob eius mortem ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1518 maggio 14); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 169 525 x 210 mm, righe 81. Alcuni piccoli fori.

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27 febbraio 1493, Someo

Rinunzia e vendita / Instrumentum finis et venditionis

Le sorelle Simona e Giacomina del fu Domenico «olim Piezii de Passerdis» di Someo, che professano di vivere secondo la legge romana e che agiscono, per quanto concerne la prima, con il consenso del marito Giacomo figlio di Perino «Christofori» di Someo e del suocero, nonché lo stesso Perino, che agisce a nome proprio e degli altri eredi del detto Domenico «de Passerdis», vendono i rispettivi diritti di pascolo sull'alpe «de Spluga Somadina», situato nella Valle di Giumaglio in territorio di Someo, a Piezzo, agente a nome del padre Giovanni «Ceri» di Giumaglio (per il carico di 83 bestie minute); ai fratelli Pietro, Giacomo e Antonio del fu Guglielmetto <...>, agenti anche a nome dei loro fratelli (per 58 bestie), a Bernardo del fu Zane «Eusobii» (per 57 bestie), a Giacomo del fu Zane «Flore», agente anche a nome del fratello Giovannino e di Bernardo del fu Giovanni «Flore» (per 92 bestie) nonché al notaio rogatario Bernardo Franzoni, agente a nome di Pietro «Maffey» (per 16 bestie), di Zane del fu Pietro «Zaneti» (per 25 bestie), di Guglielmo del fu Giacomo «Gulielmoni testoris» e di Guglielmo «Iohannis testoris» (per 22 bestie). I venditori rinunciano a qualsiasi pretesa avanzata in merito nel corso di un processo celebrato in precedenza tra le parti, e si riservano il diritto di far pascolare 50 bestie minute sul detto alpe, che viene caricato «ad computum de pastoribus sex singulo anno et ad computum bestiarum centum minutarum pro singulo pastore», secondo il tenore di un arbitrato pronunciato tra le parti; rinunciano infine a qualsiasi pretesa nei confronti delle altre persone di Giumaglio menzionate nello stesso arbitrato. Gli stessi Perino «Christofori», Simona e Giacomina dichiarano di avere ricevuto per la rinuncia e per la vendita la somma complessiva di 180 lire, 16 soldi e 4 denari nuovi, versata dai singoli acquirenti secondo quote calcolate «ad rationem et computum librarum viginti octo et soldorum octo denariorum novorum pro singulo pastore alpis, seu ad computum denariorum triginta quatuor pro singula bestia minuta», e comprendente 9 lire di denari nuovi sborsati da Bernardo «Eusobii» e un ducato sborsato da Giacomo «de la Flora».

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giumaglio 2 470 x 580 mm, righe 56. Pergamena indurita e con estese anneriture, priva di un lembo nella parte inferiore a causa di uno strappo. Diverse rosicature, di cui una di grandi dimensioni al centro, e lacerazioni lungo i bordi.

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22 marzo 1493, Bellinzona

Elezione di procuratori e mandato / Instrumentum mandati

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 665 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona nomina suo procuratore per un anno il figlio Francesco incaricandolo in particolare di concludere delle convenzioni con il nipote Agostino figlio di Giacomo, suo figlio, abitante a Milano.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 41 500 x 290 mm, righe 40. Il documento è annerito e accartocciato lungo tutto il margine sinistro e presenta alcuni piccoli fori e macchie.

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29 marzo 1493, Locarno

Ordine / Ordinatio

Su richiesta del comune di Aurigeno, Giovanni Rusca, conte di Val Lugano e di Locarno, ordina agli esattori del sale rosso di Locarno di non impedire agli uomini di quel comune di approvvigionarsi di sale tedesco per uso proprio, così come riconosciuto dai privilegi concessi a suo tempo dai duchi di Milano Filippo Maria Visconti, Francesco e Galeazzo Maria Sforza alla comunità di Vallemaggia e Verzasca.

Notaio rogatario: Andriolus f. Filipi Andrioli de Cevio n.p.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 53 610 x 450 mm, righe 51. Gli elementi della datazione non coincidono tra loro: il 29 marzo 1493 cadeva di venerdì anziché di giovedì, come indicato nel documento. Inserti: 2 dicembre 1468 (Milano)

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30 aprile 1493, Milano

Locazione / Instrumentum

Francesco Parravicini, ordinario della chiesa di Milano e «monachus» della chiesa di S. Biagio di Bellinzona, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Simone Zacconi del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, di tutti i beni immobili e diritti spettanti al custode della detta chiesa nel territorio e nel contado di Bellinzona, al canone annuo di 64 lire imperiali. Il detto Simone potrà apportare ogni sorta di migliorie su un terreno a vigna e campo «cum limedis» e piante da frutto, situato a Ravecchia «ad Pirum», migliorie che verranno stimate al termine del contratto di locazione.

Notaio rogatario: Iohannes de Gallarate f.q. domini Gabrielis Porte Nove parrochie Sancti Euxebii Mediolani p.i.a.n. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 171 425 x 270 mm, righe 63. Alcune macchie e piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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7 maggio 1493, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro detto Rosso del fu Giacomo di Lottigna, abitante «in loco del Cracho» nel territorio di Bellinzona, di un terreno a vigna e campo con siepe situato nel territorio di Bellinzona «in Saregio», al canone annuo di 13 congi di vino bianco e due polli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 172 420 x 280 mm, righe 50. Due fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 7 maggio 1493 cadeva infatti di martedì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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11 maggio 1493, Bellinzona

Elezione di stimatori / Instrumentum electionis et deputationis ll 2 maggio 1488 il prete Giovanni «del Sozino», beneficiato, «monachus» e custode della chiesa di S. Bartolomeo «ultra Morobiam», aveva locato ad Antonio del fu Alberto della Valle Mesolcina, abitante a Giubiasco, un complesso di beni situati nel territorio di Camorino «ad Montem Sancti Bartholamey», ad un canone annuo di due congi di vino bianco, due staia di frumento, due di segale, due di miglio, sei polli e uno staio di marroni. Il contratto, approvato dalla curia vescovile di Como il 16 ottobre dello stesso anno, prevedeva la facoltà di apportare ai beni locati ogni genere di migliorie. Ora il prete Giovanni, da una parte, e il detto massaro, dall'altra, designano rispettivamente il prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino, e Zanetto «de Sasso Plato», incaricandoli di stimare le migliorie apportate sui beni in questione.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 173 760 x 270 mm, righe 79. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, in particolare nella parte finale.

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3 giugno 1493, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomino Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione ed eredità perpetua Caterina Cusa del fu Pietro, abitante fuori Porta Camminata a Bellinzona, della metà di un terreno a vigna, prato ed orto situato nel territorio di «ad Clausum post Sanctam Mariam», al canone annuo di quattro congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 174 420 x 270 mm, righe 49. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nella parte iniziale, e alcune macchie.

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25 giugno 1493

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Marco «Maniacha», capitano di Lugano e Valle e commissario ducale, su richiesta degli uomini di Lamone e Cadempino ordina agli uomini di Isone di comparire davanti a lui il giovedì successivo (27 giugno) per udire la sentenza nella causa relativa al possesso degli alpi.

Notaio sottoscrittore: Bernardinus de Trevano.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12 (inserto)

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28 giugno 1493, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Marco «Maniacha», capitano di Lugano e Valle e commissario ducale, pronuncia la propria sentenza nella causa tra gli uomini di Isone, da una parte, e quelli di Lamone e di Cadempino, dall'altra, in merito al possesso di certi alpi. Egli dichiara che le parti potranno far pascolare il proprio bestiame in comune sui terreni contesi e assegna a Lamone e Cadempino un appezzamento di 79 pertiche sull'alpe «Taurini maioris», condannando gli uomini di questi ultimi luoghi a versare a Isone cinque ducati d'oro per i salari pagati loro.

Notaio rogatario: Bernardinus de Trevano p.i.a.n. et causarum Lugani f.q. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 12 595 x 400 mm, righe 70. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e un taglio nel margine destro cucito prima della stesura del testo. Regesto: Lepori, Isone, p. 201.

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Inserti: 19 dicembre 1492, 20 dicembre 1492 (Vigevano), 25 giugno 1493

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6 novembre 1493, Como

Separazione ed erezione di parrocchia

Giovanni Andrea Muggiasca, vicario generale del vescovo di Como Antonio Trivulzio, accogliendo la richiesta di Antonio «de Gudo», Giovanni detto Barono «de Mazis» e Gregorio «de Mazi», rappresentanti del comune di Tremona, dispone la separazione della chiesa di S. Agata di Tremona dalla chiesa matrice e plebana di Riva S. Vitale, e la erige al rango di chiesa parrocchiale.

Notaio rogatario: Paulus de Orcho p.a. et i.a. curieque episcopalis Cumane n., f.q. domini Gasparis.

Originale; ASTi, Pergamene, Poggi 21 530 x 365 mm, righe 79. Alcuni piccolissimi fori.

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2 dicembre 1493, Perugia

Donazione / -

Il mastro fornaciaio Giovanni Anselmi di Cavergno, dimorante a Perugia, cede un campo situato a Cavergno «a Varciolo» a suo genero Giovanni di Pietro di Baldassarre di Bignasco, che in cambio promette di versare al comune di Cavergno due grossi di moneta locale quale elemosina a suffragio della sua anima e di quella dei suoi parenti.

Notaio rogatario: Marianus Petrutii de Perusio Porte Sancte Suxane p.i.a.n. et iudex ordinarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 24 580 x 190 mm, righe 70. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, p. 210 e riproduzione fotografica (tavola 51).

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1493 dicembre 6, Locarno

Locazione / Insturmentum locationis

Il capitolo dei frati del convento di S. Francesco, convocato nella cappella di S. Nicolao al suono della campanella su richiesta di frate Paolo di Locarno, guardiano del convento, e costituito dai frati Gabriele di Locarno, lettore, Giovanni <...> «de Franzia», Basilio «de Trevano» di Locarno, vicario, Giovanni Maria di Locarno, Ludovico «Brontali», Agostino

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«de Blanchitis» di Locarno, Serafino «de Corezio» e Bernardino «de Aplano» di Locarno, investono a titolo di locazione e massaricio per 3 anni rinnovabili Giacomo del fu Giovanni Manoli di Locarno, di un appezzamento di terreno arativo chiamato «terzirola» nella campagna di Locarno «in Silva», al canone annuo di 7 mine di mistura (segnale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno, da consegnare per la festa di S. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.i.a.n. Locarni et plebis f. c. domini Savioli de Baddis di Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 72 720 x 250 mm, righe 95. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 dicembre 1493, Lugano

Ordine e notifica di citazione / Denuntiamentum

Marco «Maniacha», capitano di Lugano e Valle, insieme a Nicola Somazzi e Sangino Scaramuzza, procuratori e stimatori della comunità, su richiesta di Antonia di Seregno, vedova di Antonio «del Cadnaga» di Lugano del fu Giovanni morto fuori dalla detta giurisdizione, incaricano qualsiasi pubblico «servitor» di citare pubblicamente Battista, figlio del detto del fu Antonio, e gli altri suoi parenti affinché si presentino entro otto giorni per esporre le loro eventuali ragioni contro la stima e l?assegnazione alla detta Antonia di una casa situata a Lugano nella contrada di Cioccaro, già appartenuta al defunto marito, in pagamento della somma di 300 lire di terzoli dovutele quale dote. Lo stesso giorno Giovanni Antonio detto Bressano de Quadrio, «servitor» di Lugano e Valle, riferisce di aver proceduto alla citazione.

Notaio rogatario: Franciscus de Salla n. comunitatis Lugani et cetera.

ASTi, Pergamene, Pometta 266 (inserto)

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31 dicembre 1493, Lugano

Stima, vendita e dazione in pagamento / Instrumentum extimationis, venditionis et insolutum dationis

Giovanni Battista Sala e Giovanni Maria Somazzi, entrambi di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano e Valle, su incarico di Marco «Maniacha», capitano di Lugano e Valle, procedono alla stima della metà di una casa situata a Lugano nella contrada di Cioccaro, già di proprietà del defunto Antonio «del Cadnaga» di Lugano, per un valore di 321 lire e 18 soldi di terzoli, e la assegnano ad Antonia di Seregno del fu Cristoforo pittore di Lugano, vedova del detto Antonio, in pagamento della sua dote.

Notaio rogatario: Bernardinus de Trevano p.i.a.n. et causarum Lugani f.q. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 266 560 x 380 mm, righe 90. Una lacerazione anteriore alla stesura del testo, e ricucita con filo di canapa, lungo il bordo sinistro, cinque

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 670 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, una rosicatura di grandi dimensioni all'incrocio delle pieghe centrali e altre piccole rosicature. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, I, p. 63. Inserti: 13 dicembre 1493 (Lugano)

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27 gennaio 1494, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Giovannolo «Stopa» di Cortenuova di Piancalardo vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona un prato situato nel territorio di Gudo «in Sgiasso», al prezzo di 110 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 42 480 x 165 mm, righe 65. Alcuni piccoli fori.

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7 febbraio 1494, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino, figlio e procuratore di Antonio del fu Giovanni Magoria, abitante a Bellinzona, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, un prato parzialmente recintato da un muro situato nel territorio di Bellinzona «in Isarella», e un prato situato nel territorio di Locarno «in Cugniascho ad Mondam Ramelli», locato agli eredi di Bartolomeo Gallizia e di Bartolomeo Guidotti di Monte Carasso ad un canone annuo di 25 lire di terzoli. Il prezzo della vendita è di 1050 lire di terzoli, così suddivise: 650 quale prezzo del primo terreno e 400 del secondo.

Notaio rogatario: Ser [Iohanes] Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ... laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Bernardini de la Mota olim n. Berinzone ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1507 dicembre 15); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 175 690 x 250 mm, righe 70. Alcuni piccoli fori.

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8 febbraio 1494, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 671 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Zane detto Zanaccio del fu Enrico Rossi, abitante a Galbisio, Bighetto (?) del fu Giorgio «de la Mota» e Giovanni del fu Andrea «del Guilo», abitante a Carasso, rappresentanti del comune di Carasso, investono a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Antonio e Domenico del fu Martino Delmenico di Carasso, di un terreno a selva, bosco, sassi e gerbido situato nel territorio di Carasso «inter Duas Valdescias», al canone annuo di 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 177 520 x 250 mm, righe 54. Alcuni piccoli fori e lacerazioni e una lunga lacerazione verticale nel bordo superiore, cucita prima della stesura dell'atto e ricucita durante il restauro.

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8 febbraio 1494, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Zane detto Zanaccio del fu Enrico Rossi, abitante a Galbisio, Bighetto (?) del fu Giorgio «de la Mota» e Giovanni del fu Andrea «del Guilo», abitante a Carasso, rappresentanti del comune di Carasso, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Bertramo del fu Michele «de la Frixa», abitante a Carasso, di un terreno a selva, bosco, sassi e gerbido situato nel territorio di Carasso «inter Duas schas», al canone annuo di 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 176 480 x 270 mm, righe 51. Diverse lacune nella parte iniziale e lungo i margini laterali, nonché alcuni piccoli fori.

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12 febbraio 1494, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni di Morcote del fu Matteo, abitante a Mendrisio, agente anche a nome del fratello Damiano, vende a Gaspare «de Barbarinis» abitante a Mendrisio, procuratore del padre Melchione «de Barbarinis», un appezzamento di due pertiche di terreno a campo e vigna con un noce situato nel territorio di Mendrisio «in Ordinata», al prezzo di 22 fiorini.

Notaio rogatario: Thomas de Ruschonibus p.i.a.n. Comensis seu Cumanus habitator Mendrisii f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 12 500 x 370 mm, righe 75. Sul medesimo foglio pergamenaceo figurano la vendita (righe 1-42) e la successiva locazione. L'inchiostro del primo atto è fortemente sbiadito, probabilmente a causa dell'applicazione di una sostanza per evidenziare il contrasto.

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12 febbraio 1494, Mendrisio

Locazione / Instrumentum locationis seu investiture

Gaspare «de Barbarinis» abitante a Mendrisio, procuratore del padre Melchione «de Barbarinis», investe a titolo di locazione fino alla festa di s. Martino, e poi a volontà delle parti, Giovanni di Morcote del fu Matteo abitante a Mendrisio, agente anche a nome del fratello Damiano, di un terreno a campo e vigna con un noce situato nel territorio di Mendrisio «in Ordinata», appena vendutogli, al canone annuo di sette lire e otto soldi di terzoli durante il primo anno e di quattro fiorini negli anni successivi.

Notaio rogatario: Thomas de Ruschonibus p.i.a.n. Comensis seu Cumanus habitator Mendrisii f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 12 500 x 370 mm, righe 75. Sul medesimo foglio pergamenaceo figurano la vendita (righe 1-42) e la successiva locazione. L'inchiostro del primo atto è fortemente sbiadito, probabilmente a causa dell'applicazione di una sostanza per evidenziare il contrasto.

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6 marzo 1494, Vigevano

Commissione

Il duca di Milano incarica il capitano di Lugano di dare esecuzione a un ordine del senato segreto ducale e di fare in modo che gli arbitri nominati nella lite tra il comune di Lamone e Cadempino, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, pervengano a un arbitrato.

Cancellieri: Aloisio , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto)

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6 marzo 1494

Ordine / Ordinatio

In risposta ad una supplica del comune di Lamone e Cadempino, il senato segreto ducale ordina che Togno Ghezzi di Sigirino e Domenico di Bellio di Camignolo, arbitri eletti nella lite tra il detto comune, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, in merito al possesso dei pascoli alpestri, verifichino l'assegnazione di certi pascoli a quelli di Lamone, fatta dal capitano di Lugano, e la facciano rispettare. Se i due arbitri non perverranno ad eseguire l'ordine, dovranno essere affiancati dall'arciprete di Lugano in veste di terzo arbitro.

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Cancellieri: Aloisio , Milano (cancelleria ducale)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto)

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7 marzo 1494, Giornico

Procura

Antonio del Ponte di Giornico, luogotenente del vicario di Leventina Jakob Zebnet di Altdorf, e i consiglieri di Leventina, nominano Giovanni Bagiochi di Rossura e da Ambrosetto «Ferreti» di Cavagnago per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

ASTi, Pergamene, Leventina 26 (inserto)

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12 marzo 1494, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Giovanni Bagiochi di Rossura e da Ambrosetto «Ferreti» di Cavagnago, agenti a nome di Antonio del Ponte di Giornico, luogotenente del vicario di Leventina Jakob Zebnet, e dei consiglieri di Leventina, due ceri del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes de Gallarate f.q. domini Gabrielis Porte Nove parrochie Sancti Euxebii Mediolani p.i.a.n. ac curie archiepiscopalis Mediolani n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 26 280 x 170 mm, righe 54. Edizione: MDT Lev., pp. 2805-2807, nr. 1262.

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15 marzo 1494, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Martino del fu Giacomo di Giovanni Maffei di Vellano, abitante a Giubiasco, agente anche a nome del fratello Pietro, vende al bottegaio Giorgio Rusca del fu Stefano, abitante a Bellinzona, un terreno arativo situato nel territorio di Camorino «ad la Mondam», al prezzo di 130 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di un debito di 80 lire di terzoli

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 674 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete contratto dai detti venditori con il detto Giorgio Rusca. I detti venditori vengono investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di sei lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 43 570 x 360 mm, righe 73. Una grossa cucitura precedente la stesura dell'atto sopra l'angolo inferiore destro, alcuni fori di piccole e medie dimensioni, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e strappi lungo il margine superiore.

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29 marzo 1494, Locarno

Riconoscimenti di debito / Instrumentum obligationis

I fratelli Bernardino e Giorgio figli di Romerio detto «Scaramuzie» «de Bonaldis» di Berzona di Onsernono promettono di restituire entro la festa di S. Martino ad Agostino del fu Martinolo Augusto di Tegna di Pedemente la somma di 7 lire di denari nuovi (cioè 3 lire e 10 soldi) avuti in prestito.

Notaio rogatario: Andreas de Penghio de Losono plebis Locarni p.i.a.n. f. q. Henrici de Losono olim n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 73 380 x 115 mm, righe 58. Lacerazioni nel margine destro lungo le piegature, rosicature lungo i bordi e tagli di annullamento.

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15 aprile 1494, <...>

Vendita / <...>

Francesco del fu Ambrogino «de Baziis» di Cademario e sua figlia Menica, moglie di Martino «de Bellorino» di Bedano, abitanti a Cademario, vendono a Donato del fu Pietro «de Rubeo» di Cademario alcuni terreni situati nel territorio di Cademario «in Monda», «ad Lissollum», «ad Rosseram», «in Bugno» e «ad Colegium». Le parti si impegnano a non cedere i diritti dell'abate. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 11 380 x 300 mm, righe 65. Il documento è privo della parte finale: mancano il prezzo della vendita, l'actum, i nomi dei testimoni e la sottoscrizione del notaio. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: CDT, vol. V, pp. 205-206, nr. 153.

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19 aprile 1494

Ordine / Preceptum

Marco «Maniacha», capitano di Lugano, su richiesta del comune di Lamone e Cadempino incarica qualsiasi «servitor» pubblico di intimare a Domenico di Bellio di Camignolo e Antonio Ghezzi di Sigirino, arbitri eletti nonché commissari ducali nella lite tra il detto comune, da una parte, e quello di Isone, dall'altra, per il possesso di certi pascoli alpestri, l'ordine di pronunciare il loro arbitrato entro otto giorni.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto)

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2 maggio 1494

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Marco «Maniacha», capitano di Lugano e commissario ducale, insieme al prete Antonio Sala di Lugano, arciprete della chiesa di S. Lorenzo di Lugano, e a Togno Ghezzi di Sigirino e Domenico di Bellio di Camignolo, tutti e tre arbitri eletti nonché commissari ducali nella lite tra il comune di Isone, da una parte, e quello di Lamone e Cadempino, dall'altra, in merito al possesso di certi pascoli alpestri, incaricano qualsiasi «servitor» pubblico di citare i rappresentanti delle parti affinché si presentino il martedì successivo (6 maggio) a Taverne di Torricella per udire il loro arbitrato.

Notaio sottoscrittore: Michael de Salla n.p. Lugani.

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 (inserto)

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12 maggio 1494, Taverne

Ratifica di arbitrato / Instrumentum amolegationis

Il comune di Isone, rappresentato dai procuratori Pietro detto Marinello del fu Zanne detto Marinello e Arnaldo del fu Giacomo «de Arnoldo», da una parte, e il comune di Lamone e Cadempino, rappresentato dai procuratori Giorgio «del Menegho» di Cadempino del fu Andreolo e Giovanni «del Ferro» del fu Baldassarre di Lamone, da altri otto vicini e dal notaio rogatario, dall'altra, ratificano un arbitrato fatto il giorno medesimo dagli arbitri designati prete Antonio Sala di Lugano, arciprete della chiesa di S. Lorenzo di Lugano, Antonio «del Ghezo» di Sigirino e Domenico «de Beyo» di Camignolo.

Notaio rogatario: Michael de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Iohanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 12

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530 x 380 mm, righe 75. Sei fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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<12, 19 o 26> maggio 1494, Taverne

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum et declarationis

Il prete Antonio Sala di Lugano del fu Giovanni, arciprete della chiesa di S. Lorenzo di Lugano, Togno Ghezzi di Sigirino del fu Giovanni e Domenico di Bellio di Camignolo del fu Giovanni «de Canono», arbitri incaricati di risolvere la lite tra gli uomini di Lamone e Cadempino, da una parte, e quelli di Isone, dall'altra, in merito al possesso di certi pascoli alpestri, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano che le parti devono far pascolare in comune le loro bestie sui territori contesi e decretano l'assegnazione a Lamone e Cadempino di una quota dell'alpe «de Tauri Mayori».

Notaio rogatario: Michael de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 13 1250 x 420 mm, righe 180. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme, presenta alcuni fori e numerosi strappi e tagli nella parte superiore nonché lungo i margini laterali, con perdita di parte del testo delle prime 20 righe. La data è priva del giorno del mese per perdita del supporto scrittorio. Nel maggio 1494 cadevano di lunedì, come indicato nel testo, i giorni 5, 12, 19 e 26; la prima di queste date sembra esclusa in base all'inserto del 2 maggio 1494. Regesto: Chiesi, Nella Carvina medioevale, p. 75 n. 159. Inserti: 19 dicembre 1492, 20 dicembre 1492 (Vigevano), 6 marzo 1494, 6 marzo 1494 (Vigevano), 19 aprile 1494, 2 maggio 1494

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14 maggio 1494, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confess[ioni]s et liberationis

Giovanni Maria di Pietro Duni di Ascona, abitante a Locarno, dichiara di aver ricevuto da Andrea del fu Pietro «Betani» di Ascona, agente a nome del comune di Ascona, 6 lire di terzoli, a saldo delle prestazioni e delle spese di trasferta inerenti la causa contro il comune di Peccia [in merito agli alpi Bolla, Froda e Sassello] e di tutte le altre scritture fatte per il comune di Ascona fino al giorno d'oggi.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Franzioxii p.i.a.n. f.q. Gulielmi Franzioxii de Fantacino de Locarno

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 15 (v.n. AST 11) 250 x 280 mm, righe 36. Due tagli risalenti alla preparazione della pelle cuciti con filo di canapa; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 54, nr.11.

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8 giugno 1494, Claro

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Martinolo «de Valegia» di Cassero di Claro vende a Giacomino del fu Pietro Magoria di Bellinzona, abitante a Bellinzona, un complesso di beni situati nel territorio di Claro «ad Valegiam» nella contrada di Cassero, e «ad Ramellum», al prezzo di 361 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus de Guidatiis de Arona f.q. domini Christofori Symonis p.i.a.n. et habitator Clari.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 178 295 x 350 mm, righe 47. La scrittura è sbiadita in tre punti. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: l'8 giugno 1494 cadeva infatti di domenica e non di sabato, come riportato dal notaio.

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14 giugno 1494, Lugaggia

Testamento / Instrumentum testamenti

Fomasino del fu Anselmino de Quadrio di Lugaggia detta il proprio testamento, e ordina alla sua erede di versare entro un anno dalla sua morte 20 soldi di terzoli ciascuno alla chiesa di S. Maria Maggiore di Milano, alla chiesa di S. Stefano di Capriasca e alla chiesa di S. Bartolomeo di Lugaggia, e di dare annualmente per dieci anni ai vicini di Lugaggia un'elemosina di due staia di mistura panificata e un congio di vino; egli lascia ai fratelli Anselmino, Giovanni, Fomasio, Magna, Maddalena ed Elisabetta figli di suo fratello Antonio cinque fiorini ciascuno, a suo fratello Vanono e ai nipoti Anselmino e Francesco e Antoniola, figli del detto Vanono, tre fiorini ciascuno, e alla nipote Ambrogina, figlia di sua sorella e di suo cognato Giovanni «de <.>mexano» di Lugaggia due fiorini. Infine egli nomina sua erede universale Giovannina del fu Bertramo «de Franzolino» de Quadrio di Tesserete, moglie di suo fratello Antonio.

Notaio rogatario: Guido de Carexanis de Salla p.i.a.n. Lugani, f.c. magistri Fomaxii. Notaio scrivente: Anrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c . Zanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 7 425 x 400 mm, righe 52. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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15 luglio 149<4>, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giacomo del fu

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Bonolo di Tognino Donati di Giubiasco di un prato situato nel territorio di Camorino «ad Mondam de Grassis», al canone annuo di 25 lire di terzoli e due polli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 179 610 x 205 mm, righe 68. Alcune macchie nella parte iniziale e un piccolissimo foro.

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7 ottobre 1494, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Damiano del fu Giovanni «de Fochis», abitante a Bellinzona, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, cinque terreni situati nel territorio di Rodaglio «ad Presuras», «ad la Sareziam», «ad la Campaneam de la Sarezia» e «ad la Mondam». Tali beni erano stati locati il 21 novembre 1486 a Igmino del fu Zane di Dundro, abitante a Dundro, da Giovanni del fu Bernino, ad un canone annuo di sei lire di terzoli e due polli. Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli, somma in cui sono comprese 48 lire di cui Damiano e suo fratello Battista sono debitori nei confronti del detto Giacomo per canoni di locazione arretrati.

Notaio rogatario: Ser [Iohannes] Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ac n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis c. ser [Iohannis] Bernardini de la Mota ad explendum ... instrumenta per eum tradita.

Originale estratto da imbreviature (1509 maggio 10); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 180 580 x 200 mm, righe 83. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 novembre 1494, Loco

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Giovannolo «Arizii» di Mosogno di Onsernone vende a Bernardo del fu Romerio «Scharamuzini» di Berzona di Onsernone un appezzamento di terreno prativo, silvato e a gerbido nel territorio di Berzona «ad Ronchum». Il prezzo di vendita è di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes f. q. Romerii de Russio de Onsernono p.i.a.n. et habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 74 470 x 255 mm, righe 88. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle e macchie.

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8 novembre 1494, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Antonio Ferrari, investe a titolo di massarizio novennale rinnovabile a volontà delle parti Guglielmo, figlio del notaio Adamo di Cavergno, abitante a Bignasco, di due campi situati nella campagna «de Cavergnina», «in Ordinis» e «ad Barcham», al canone annuo di cinque staia di mistura di segale e miglio e una libbra di formaggio estivo.

Notaio rogatario: Antonius Petri Balsaris de Bugnascho. Notaio estraente: Cristoforus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho p.i.a.n. et n. constitutus ... ad extrahendum ... instrumenta rogata per q. Antonium Petri Balsaris de Bugnascho.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 88 280 x 450 mm, righe 37. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle e lacerazioni, in particolare lungo il margine superiore.

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2 gennaio 1495, Locarno

Rinunzia / Instrumentum finis

Margherita del fu Giulio «de Rozollo» abitante a Locarno, vedova di Andriolo di Cevio, tutrice di Giovanni Antonio e Filippo e curatrice di Bernardino, figli suoi e del defunto marito, col consenso del fratello Francesco e di Filippino del fu Antonio «Andrioli» di Cevio rinuncia nelle mani di Lafranco «Zaneti», console e agente a nome del comune di Aurigeno, a qualsiasi pretesa in relazione ad una somma data a suo tempo in prestito al comune. Per questo la detta Margherita dichiara di avere ricevuto 32 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Bernardinus [n. de Verizino olim f.q. Panceri Bernardi Franzoni] Notaio estraente: Baptista p.i.a.n., f.q. Bernardini n. de Verizino olim fq. Panceri Bernardi Franzoni

Originale estratto da imbreviature (3 marzo 1511); lat. Archivio Patriziale Aurigeno 50 420 x 330 mm, righe 38. Macchie lungo il lato superiore.

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9 gennaio 1495, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovanni Antonio del fu Domenico «Brontali» di Cavigliano di Pedemonte vende ai frati Taddeo Orelli, maestro di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 680 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete teologia, Bernardino «de Lomano», guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, Giovanni «de Boscho», lettore, Gabriele, vicario, Giovanni Francisco di Locarno, Giovanni Maria di Locarno, Pietro di Onsernone e Costantino di Novara, nonché a Antonello del fu Giovanni «olim domini Gufredini de Orello», Pietro del fu Taddeo «de Duno», Giovanni Antonio del fu Francesco Orelli e Giovanni del fu Antonio ***, tutti di Locarno, procuratori del detto convento, un appezzamento di terreno prativo, arativo e vignato nel territorio di Cavigliano di Pedemonte «in Giosura», un campo arativo nella campagna di Cavigliano «ad Bozolinum», un appezzamento di terreno prativo e silvato con metà casa «pro indiviso» con tetto in piode «in Montegia». Il prezzo di vendita è 200 lire di denari nuovi, computati in 140 lire di terzoli, di cui Giovanni Antonio accettò a nome del convento di essere debitore verso Giovannina figlia del fu Francesco detto «Catanii de Orello» di Locarno, a seguito di una vendita fatta lo stesso giorno dai frate e procuratori a nome di Giovani Antonio di 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.i.a.n. Locarni f. c. domini Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 75 425 x 365 mm, righe 66. Lacerazioni restaurate nel margine destro.

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6 febbraio 1495, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Giacomino del fu Giacomo «de Viviana» di Gorduno vende a Giovanni del fu Giacomo Ghiringhelli abitante a Bellinzona un prato situato nel territorio di Castione «ad Paletam», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.q. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 44 600 x 270 mm, righe 79. Un piccolo strappo e una cucitura precedente la stesura dell'atto nella parte inferiore del margine sinistro e alcuni piccoli fori.

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18 febbraio 1495, Milano

Locazione / Investitura libellaria

Giovanni Ambrosio «de Corris» del fu Gioorta Vercellina, parrocchia di San Nicolao di Milano, investe a titolo di locazione e fitto livellario perpetuo Bartolomeo «de Biliis» del fu Gabri di Porta Nuova, parrocchia di San Donnino alla Mazza, di una pezza di terra di circa centoventisei pertiche tenuta a vigna situata in territorio di Turro («de Turi»), nella pieve di Bruzzano, ducato di Milano, in luogo detto «ad Vineam de Domo» nonché un appezzamento «zardini» di circa sedici pertiche contiguo al precedente, vendutigli lo stesso giorno. Il canone annuo convenuto è di cento lire imperiali in moneta corrente di Milano da consegnare il primo di febbraio a partire dal prossimo anno.

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Notaio rogatario: Filippus de Bononia f.q. domini Iacobi, n.p. civitatis Mediolani Porte Nove, parochie Sancti Fidelis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 7 410 x 300 mm, righe 58. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni dovuti all'azione di microorganismi e a rosicatura.

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20 febbraio 1495, Faido

Vendita / Venditio

Antonio del fu Cattaneo di Faido vende ad Antonio del fu Alberto del fu Zane «Alberti» di Osco, «servitor» e abitante di Faido, un orto situato a Faido «subtus domos comunis Leventine et Anthoni Petroli ferrary», sul quale grava un canone di cinque soldi di terzoli e di un quartirolo di grano da versare ogni anno ai rettori della chiesa di S. Siro di Mairengo, al prezzo di 18 fiorini del Reno del valore di 33 grossi di terzoli per fiorino.

Notaio rogatario: Petrus fil. ser Albertoli de Petrutys de Quinto, habitans Faydi, p.i.a.n., scriba causarum nec non Leventine secretarius iuratus.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 6 230 x 285 mm, righe 27. Piccoli fori lungo le pieghe. Edizione: Mdt Lev., pp. 2840-2841, nr. 1280.

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3 marzo 1495, Locarno

Assegnazione di canone / Instrumentum asignationis

Giovanni «Filipini» del fu Antonio Orelli di Locarno assegna al convento della chiesa di S. Francesco, un canone perpetuo di una brenta di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia, locato a Giovanni «Andriini» di Locarno, gravante su un appezzamento di terreno vignato e arativo sul monte di Locarno «***», a condizione che i frati di detto convento celebrino ogni anno nel mese di settembre l'anniversario a memoria della sua anima.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 30 580 x 220 mm, righe 108. Macchie soprattutto nella parte inferiore.

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16 marzo 1495, Campo d'Isola

Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

Nicolao «de Luponibus» di Spurano del fu Giacomo detto «Luatelus», abitante a Carate, nel comune di Ossuccio, nomina suoi procuratori Pietro de Muralto, Bertramo (?) Greppi, i fratelli Ambrogio e Paolo della Porta, Giovanni Antonio «de Baliachis», Bernardino «de Salicibus», i fratelli Arcangelo e Agostino Vaccani e Francesco Vaccani, tutti notai di Como, nonché il prete Francesco Riva del fu Baldassarre Vaccani, Tristando (?) di Arcegno, i fratelli Vincenzo e Pietro «de Auregio» e Antonio Vaccani.

Notaio rogatario: Christoforus de Vachanis de Leno p.i.a.n. Cumanus, f.q. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Torriani 7 (= cart. 88, nr. 9) 285 x 265 mm, righe 46. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle e tre provocati da piccole bruciature.

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24 marzo 1495, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pietro Lavizzari, commissario ducale e podestà di Bellinzona, dichiara di avere ricevuto da Giovanni Antonio di Giovanni Leonardo di Codeborgo, abitante a Bellinzona, agente a nome dei comuni di Iragna, Lodrino e Prosito, cinque ducati d'oro a titolo di pagamento della costruzione della strada «supra montem» oltre Cresciano, fatta dal maestro Giacomo detto Eremita di Osogna per ordine dello stesso commissario e podestà. Quest'ultimo promette che d'ora innanzi i detti comuni saranno liberati da qualsiasi onere relativo alla costruzione e alla manutenzione delle strade lungo il fiume Ticino nei territori di Claro, Cresciano, Osogna e Biasca.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Lodrino 2 530 x 180 mm, righe 52. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe, dovuti a rosicatura e usura. L'indizione indicata dal notaio non collima con l'anno 1495, nel quale correva la tredicesima anziché la quattordicesima indizione secondo l'uso locale. Edizione: Mdt Riv., pp. 1755-1757, nr. 820.

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9 maggio 1495, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

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Cristoforo «de Prestino» del fu Beltramo, abitante a Mendrisio, vende a Bernardino della Porta del fu Giovanni detto Vanossio, abitante a Mendrisio, un terreno a selva con tre alberi situato nel territorio di Somazzo «in plano Sancti Nicolai seu Campazii», al prezzo di 11 lire e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Benedictus de Busionibus de Mendrisio p.i.a.n. Comi f.c. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 13 490 x 310 mm, righe 52. Cinque piccoli fori, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 maggio 1495, (Lugano)

Citazione in giudizio / Denuntiamentum caducitatis liveli

Giovanni Pusterla, capitano di Lugano e Valle, su richiesta di Giovanni del fu Franzino Rusconi di Magliaso ordina ai fratelli Giovanni e Martino del fu Antonio «de Garavo» di Bissone, che per i tre ultimi anni trascorsi non hanno corrisposto il fitto di due case situate a Bissone «ad Domum illorum del Garavo» e «in Castellum», concesse loro in locazione dal detto Giovanni Rusconi, di comparire entro il sabato successivo per esporre le proprie ragioni contrarie alla reintegrazione di quest'ultimo nel possesso delle dette case.

Cancellieri: Aloisio Somazzi, notaio pubblico, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 22 (inserto)

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9 giugno 1495, (Altdorf)

Sentenza / Vrtteil

Nella controversia tra la comunità di Orsera, da una parte, e quella di Leventina, dall'altra, in merito al prelievo del forletto, il landamano e il consiglio di Uri dichiarano che entrambe le parti potranno riscuotere il forletto sulle merci forestiere, ma non su quelle prodotte in Uri, Orsera e Leventina, e neppure su quelle destinate ad uso proprio dei leventinesi e degli orserani.

Sigillo: esistente. Il sigillo circolare di cera verde in culla di cera bianca della comunità di Uri, parzialmente danneggiato, è appeso ad una coda di pergamena. Lo scudo nel campo porta lo stemma della comunità di Uri (testa di toro, della quale si riconosce solamente il corno sinistro). Legenda: ATIS VALLIS VRANYE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 27 370 x 490 mm, righe 37. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Lev., pp. 2847-2849, nr. 1282.

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14 agosto 1495, Lugano

Vendita, stima e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis, extimationis et insolutum dationis

I nobili Giovanni Battista Sala del fu Giovanni e Giovanni Maria Somazzi del fu Franzolo, entrambi abitanti a Mendrisio, procuratori e stimatori della comunità di Lugano, Valle e «Ripperie», a seguito dell'autorizzazione concessa dal capitano di Lugano e Valle Giovanni Pusterla a Giorgio «Ruzoli» di Campione e a suo figlio Antonio, affiché possano far stimare i beni di Bernardino del fu Giovanni «de Garavo» di Bissone per estinguere un debito contratto da quest'ultimo in relazione alla dote di Giovannina, moglie del detto Antonio, procedono alla stima di una casa situata a Bissone «in contrata de Borrino», del valore di 161 lire e otto (?) soldi di terzoli, e la assegnano ai detti creditori.

Notaio rogatario: Iohannes Castoyra dictus de Carnevario de Lugano p.i.a.n. Lugani ac caniparius Lugani et Vallis f.q. domini Bartholomei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 14 490 x 395 mm, righe 71. Un piccolo foro e diffuse sbiaditure in particolare nella parte iniziale.

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10 settembre 1495, (Lugano)

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Giovanni Pusterla, capitano di Lugano e Valle, su richiesta di Giovanni del fu Franzino Rusconi di Magliaso ordina ai fratelli Giovanni e Martino del fu Antonio «de Garavo» di Bissone di comparire il sabato successivo per udire la sentenza nella lite relativa al fitto non corrisposto per la locazione di due case a Bissone.

Cancellieri: Bernardino Trevano (di), notaio delle cause, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 22 (inserto)

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12 settembre 1495, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Manfredo «de Romagnexio», vicario del capitano di Lugano e Valle e «Ripperie» Giovanni Pusterla, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni del fu Franzino Rusconi di Magliaso, abitante a Como, da una parte, e i fratelli Giovanni e Martino del fu Antonio «de Garavo» di Bissone, residenti al di fuori della giurisdizione di Val Lugano, dall'altra, in merito al mancato pagamento del canone di due case a Bissone «ad Domum illorum del Garavo» e «in

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Castellum», concesse in locazione dal primo ai secondi. Il giudice condanna i detti fratelli al pagamento del canone per i tre anni trascorsi, corrispondente alla somma di 36 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Francischus de Salla de Lugano p.i.a.n. et causarum Lugani et Vallis, f.q. ser Zanoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 22 110 x 300 mm, righe 134. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 12 maggio 1495 ((Lugano)), 10 settembre 1495 ((Lugano))

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22 ottobre 1495

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giacomo detto Barozino del fu Pietro «de Violis de Campo» di Cevio, abitante a Minusio, investe a titolo di eredità perpetua Domenico del fu Zane «Zanoche» di Minusio e la moglie Richelda, figlia del fu Franzio «Richelde» di Brione di Minusio, di un appezzamento di terreno silvato nel territorio di Minusio in Albaredo, al canone annuo di due staia di castagne secche, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Nicholaus p.i.a.n. f. Iohannis Leonis Coti de Maretis de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 18 605 x 355 mm, righe 87. Alcuni fori di piccolissime dimensioni e piccole rosicature lungo i bordi. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 470; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 493.

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30 ottobre 1495, Ponto Valentino

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum cessionis

Guglielmo del fu Martino di Guido Elena «de Caminada» di Ponto Valentino, agente anche a nome di suo fratello Giovanni, cede a titolo di vendita a Domenico del fu Taddeo «Thadioli» di Ponto Valentino un canone annuo di un congio di mosto venduto al detto Giovanni da Antonio di Giacomino del fu prete Gianni di Semione per 50 lire di terzoli e garantito da due terreni a vigna situati nel territorio di Semione «subtus Castelum». Il prezzo della vendita è di 50 lire di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Guido f.q. Henrici de Brunis de Angio p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 42 430 x 265 mm, righe 60. Fori di piccole, medie e grosse dimensioni, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 30 ottobre 1495 infatti cadeva di venerdì e non di sabato, come riportato dal

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4 novembre 1495, Bellinzona

Riconoscimento di debito con convenzione / Instrumentum obligationis

Biagino Margaritone del fu Giovannolo di Prada, abitante a Molinazzo di Bellinzona, dichiara di essere debitore nei confronti di Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli, abitante a Bellinzona e agente anche a nome del fratello Andrea e dei nipoti Agostino e fratelli, figli del fratello Giacomo, e promette di restituire entro Natale 222 lire di terzoli a pagamento di alcuni prestiti e di certi beni «rerum stazone» vendutigli dai detti Ghiringhelli. Qualora la somma pattuita non fosse restituita entro il termine stabilito, il debitore si impegna a vendere ai detti creditori una quota dei suoi beni fino alla somma dovuta.

Notaio rogatario: Filippus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 47 bis 290 x 155 mm, righe 47. Un taglio di annullamento e alcuni piccoli fori.

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14 novembre 1495, Vigevano

Conferma di concessione / Confirmatio

Ludovico Maria Sforza, duca di Milano, conferma la concessione fatta dal duca Galeazzo Maria Sforza il 13 marzo 1475, con la quale egli autorizzava gli uomini di Isone a fare uso, per le proprie necessità, del sale importato a Bellinzona.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Ludovico Maria Sforza, duca di Milano. Rimangono quattro fori praticati nella plica per inserire il cordoncino che lo fissava al documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 14 360 x 530 mm, righe 19. La pergamena miniata è in buono stato di conservazione, nonostante sia stata piegata per la conservazione. Piccoli fori, abrasioni e consunzioni con distacco della doratura. Edizione: CDT, vol. v, pp. 53-55, nr. cccxvii. Regesto: Lepori, Isone, p. 116. Inserti: 13 marzo 1475 (Vigevano)

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9 dicembre 1495, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Tommaso di Bernardo del fu Giovanni «de la Pongieta» e Iemo del fu Pedrazzolo «de Monteliono», entrambi di Monte Carasso, di un mulino con due macine situato nel territorio di Sementina e Piancalardo «ad Bocham Vallis seu ad la Sertam», al canone annuo di sei staia di formentata di frumento e segale e due polli oppure otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 181 530 x 150 mm, righe 74. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 9 dicembre 1495 cadeva infatti di mercoledì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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15 dicembre 1495, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Pietro «de Rafagnio» di Valle Morobbia vende a Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, medico, e dei nipoti Agostino, [Giovanni Antonio, Bernardo, Ottaviano e Berto] del fu , [fratello di Franceschino e Andrea], un terreno a prato e vigna situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Mottas», al prezzo di 60 lire di terzoli. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 46].

Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 45 500 x 155 mm, righe 65. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e lacerazione nella parte iniziale.

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15 dicembre 1495, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, medico, e dei nipoti Agostino, Giovanni Antonio, Bernardo, Ottaviano e Berto del fu Giacomo, fratello di Franceschino e Andrea, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Martino del fu Pietro «de Rafagnio» di Valle Morobbia di un terreno a prato e vigna situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Mottas», al canone annuo di tre staia di segale. [Cfr. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 45].

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Notaio rogatario: Iohannes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 46 600 x 165 mm, righe 70. Un piccolo foro nella parte iniziale.

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7 gennaio 1496, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giacomo del fu Giovanni «de la Zoppa» di Giubiasco dichiara di essere debitore nei confronti di Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, e promette di consegnargli entro la metà di luglio 25000 quadrelli. Il detto Giacomo «de la Zoppa» dichiara di ricevere 220 lire di terzoli, 120 delle quali avute prima della stesura del contratto. Le parti stabiliscono che, qualora la fornace usata dal detto debitore non riesca a produrre la quantità pattuita in una sola «fornexata», egli dovrà ricorrere ad una seconda «fornexata» e non potrà cedere ad alcuno i quadrelli ricavati dalla prima senza il consenso del detto creditore, ad eccezione delle 200 quadrelle dovute a Giovanni Rusca quale fitto della fornace. Se il detto debitore non rispetterà i termini del contratto, sarà tenuto a versare al suo creditore 20 lire di terzoli per ogni migliaio di quadrelli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.c. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 183 435 x 210 mm, righe 51. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni nelle pieghe. Edizione: BSB II (1933), pp. 87-88.

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8 gennaio 1496, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il sarto Andrea Rusca del fu Luchino, abitante a Bellinzona, vende allo speziale Giorgio Rusca del fu Stefano, abitante a Bellinzona, un complesso di beni situati nel territorio di Monte Carasso «in Prato Fenino de Curte Inferiori». Questi beni erano stati locati a titolo di eredità perpetua il 20 giugno 1474 da Lancillotto del fu Giovanni Molo, abitante a Bellinzona, ad alcune persone di Monte Carasso e di Corte Sotto, dietro versamento di un canone annuo di 12 lire di terzoli, che il 16 dicembre 1490 Lancillotto aveva venduto al detto Andrea Rusca. Il prezzo della vendita è di 250 lire di terzoli, 100 delle quali sborsate a soluzione di un debito contratto da Lancillotto nei confronti di Giorgio Rusca per acquisto di merci.

Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f.q. domini Christofori Varisiensis p. Mediolanensis i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 182 1350 x 250 mm, righe 149. La pergamena è costituita da tre membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori. Prima del restauro al

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 689 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete documento era allegato un foglietto di carta del 1677, conservato assieme alla pergamena.

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22 gennaio 1496, Molinazzo (Bellinzona)

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Biagino Margaritone del fu Giovannolo «del Bonalia» di Prada, abitante a Molinazzo, nel territorio di Ravecchia, vende a Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli, abitante a Bellinzona e agente anche a nome del fratello Andrea e dei nipoti Agostino, Bernardino, Antonio, Ottaviano e Bartolomeo, figli del fratello Giacomino, due terzi di un terreno a ronco e vigna «ad lizarios» situati a Molinazzo «ad Ronchum Motarum de Crosetis» presso la casa del detto venditore. La vendita avviene a saldo di un debito di 222 lire di terzoli dovuti dal venditore per alcuni prestiti e per certi beni «rerum stazone» vendutigli dai detti Ghiringhelli e di otto soldi di terzoli per il pagamento del relativo riconoscimento di debito rogato il 4 novembre 1495.

Notaio rogatario: Fillipus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 47 595 x 235 mm, righe 91. Due piccoli fori.

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23 gennaio 1496, Brontallo

Patti e convenzioni / Instrumentum pactorum

Dieci uomini di Brontallo, tutti nominati, stabiliscono alcune regole per preservare la campagna di Brontallo dal pascolo incontrollato delle capre e di altri animali; le regole riguardano in particolare l'altezza e la manutenzione delle recinzioni, i cancelli e la sorveglianza degli animali. I contravventori sono sanzionati con multe in denaro, che saranno devolute alla chiesa di San Giorgio di Brontallo.

Notaio rogatario: Adam p.i.a.n. f. Fuxaschi de Prato Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 2 (= vecchio I/02) 380 x 250 mm, righe 57. Pergamena arrotolata; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle, alcuni forellini dovuti a rosicatura e alcune lacerazioni di piccola entità nel bordo inferiore.

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12 febbraio/agosto 1496, [Lugano]

Vendita / Instrumentum venditionis

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Giovanni <...> abitante [verosimilmente] a , agente anche a nome del fratello Alberto, vende ad Antonio del fu mastro <...>, pure «urchote», una casa «terranea <...> cum clauxo uno continguo», situata [a Vico Morcote?]. Il prezzo della vendita è di 130 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: [Castellanus ?] fq. domini A[y]r[ol]di de T[ur]bino de Lugano Notaio scrivente (?): <...> notarius Lugani et Vallis f. ser Theodori. Forse identificabile con «Iohannes Franciscus Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. domini Theodori».

; Archivio Patriziale Ascona 35 (v.n. AST 12) 435 x 320 mm, righe 52 (?). La pergamena, mutila di una striscia asportata mediante taglio dalla parte sinistra, è molto danneggiata e risulta parzialmente illeggibile a causa dei gravi danni subiti (rosicature, lacerazioni e abrasioni); pergamena restaurata. Nel 1496 il giorno 12 cadeva di venerdì nei giorni di febbraio e agosto. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 54, nr.12.

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24 febbraio 1496, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Pietro del fu Saviolo «de Badis» di Locarno cede a titolo di permuta ad Antonio del fu Giovanni Adamini «Bogii» di Minusio, console di Minusio e Rivapiana, Giacomo detto Barozino del fu Pietro «de Violis de Campo» di Cevio, abitante a Minusio, e Giovanni del fu Leone Cotti «de Maritis» di Locarno, abitante a Minusio, agenti a nome del comune di Minusio e Rivapiana, un canone di una brenta di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia e pagato da Stefano del fu Pietro «del Horto» di Minusio, gravante su un appezzamento di terreno ortivo nel territorio di Minusio «in Hortum illorum del Orto», un appezzamento di terreno arativo e vignato con una pianta di castagne e un altro appezzamento di terreno silvato, entrambi nella campagna di Minusio al Fontile. In cambio la vicinanza cede a detto Pietro un canone di una brenta di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia e pagato da Francesco del fu Franchino «Baffe» di Minusio, gravante su appezzamento di terreno campivo, arativo con un filare «rompate vignate» con una parte a orto nel territorio di Minusio «in Contrata illorum Baffe», che era stato affittato dal comune di Minusio e Rivapiana a detto Francesco, secondo la locazione del 14 dicembre 1464 (v. Minusio 14).

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n., f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et n. ellectus et designatus per magnificum dominium consilium comitatus Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnia et singula et tradita per suprascriptum nunc quondam dominum patrem meum olim n. Locarni et plebis.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 19 690 x 430 mm, righe 107. Piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, estese rosicature lungo il margine destro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 470; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 493.

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12 marzo 1496, Maggia

Sentenza / Instrumentum sententie

Francesco «de la Maxia», luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Giovanni Nicolao «Fuchi,» pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Maggia, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito ad una questione di confini. Egli sentenzia che i rispettivi territori non confinano tra loro e che pertanto è inutile piantare dei confini; concede infine a quelli di Aurigeno di mettere all'incanto i beni dati da Maggia per gli animali sul suo territorio.

Notaio rogatario: Filipus p.i.a.n., f.q. Martini dicti Mazini de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 28 535 x 365 mm, righe 68. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione indicati dal notaio (anno 1495, indizione quindicesima, sabato 12 marzo) non concordano tra loro per il 1495, mentre la coincidenza è perfetta per il 1496.

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20 marzo 1496

Procura

Oswald Gerung di Uri, vicario di Leventina, nomina Vivenzio «Cicire» di Fusnengo del fu Giovanni per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

Notaio rogatario: Petrus de Pedruciis de Quinto f. ser Albertoli, habitans Faydi, p. sacra a.i.n., scriba causarum nec non Leventine secretarius iuratus.

ASTi, Pergamene, Leventina 28 (inserto)

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26 aprile 1496, Milano

Ricevuta / Confessio

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio «Cicire» di Fusnengo del fu Giovanni, agente a nome di Oswald Gerung, vicario di Leventina, il cero del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 28 140 x 245 mm, righe 34.

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Edizione: MDT Lev., pp. 2858-2860, nr. 1290.

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21 maggio 1496, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico del fu Zane «Blegnono» già genero di Lanfranco Menico di Vellano, vende a Giovannolo di Giacomo Scalabrini di Vellano, agente anche a nome dei suoi fratelli Martino ed Enrico, un terreno con bosco e prato situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Materum del Axinella», al prezzo di 40 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1519 settembre 22); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 16 470 x 185 mm, righe 61. Fori di piccole e medie dimensioni provocati da microorganismi, in particolare nelle pieghe.

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25 maggio 1496, Sessa

Locazione con convenzione / Instrumentum livelli et pactorum

Giovanni Donato Robbiani di Lugano del fu Princivallo, abitante a Lugano, investe a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Bartolomeo di Sessa del fu Baldassarre e Giovanni suo figlio, abitanti a Sessa, di due terreni situati nel territorio di Sessa «in Tortura», al canone annuo di 32 fiorini e due lepri, col patto di poter acquistare i detti terreni al prezzo di 800 fiorini.

Notaio rogatario: Iohannes de Grosinis de Sessa n.p. Lugani. Notaio estraente: Antonius de Castello Arzegnii p.i.a.n. Mediolani, Cumarum, Lugani et Vallis f.q. ser Thomaxii et abbas seu consul collegii notariorum comunitatis Vallis Lugani nec non ellectus ... per conscilium generale ... comunitatis Vallis Lugani ad explendum ... instrumenta rogata per nunc condam Iohannem de Grosinis de Sessa n.p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1498 dicembre 22); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 15 460 x 390 mm, righe 64. Lacerazioni e macchie lungo il margine superiore, una cucitura precedente la stesura del testo e diversi fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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8 giugno 1496, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

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Leone Burro di Corbetta, residente a Bellinzona, rinuncia ad ogni pretesa nei confronti del comune di Lumino e Castione e dichiara di ricevere 27 lire di denari terzoli dai rappresentanti del detto comune.

Notaio rogatario: Daniel de Rognionibus p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c. ser Iacobini dicti Cadane.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 46 510 x 170 mm, righe 60. Gore di umidità, alcuni fori di piccole dimensioni e alcune corrosioni lungo i bordi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 6.

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15 giugno 1496, Sonvico

Convenzione / Instrumentum pactorum

L'assemblea dei vicini di Sonvico, Dino e Villa, riunita a Sonvico per ordine dei consoli di Sonvico, stabilisce che gli uomini di Villa non possono caricare gli alpi prima della festa di s. Giovanni Battista senza licenza di quelli di Sonvico. In caso contrario, gli alpi in questione toccheranno a Sonvico. Se quelli di Villa non vogliono stare con quelli di Sonvico, allora la comunanza di Dassone diventerà di Sonvico. Questi ultimi non possono impedire il passaggio sulla strada maestra per recarsi sugli alpi.

Notaio rogatario: Silvester del Sasso de Som[v]icho p.i.iutitate n. Lugani et valis f.c. domini Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 6 475 x 270 mm, righe 58. Lacerazioni nel margine superiore e piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Prada 7

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15 giugno 1496, Sonvico

Convenzione / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Sonvico, Dino e Villa, riunita a Sonvico per ordine dei consoli di Sonvico, stabilisce che gli uomini di Villa non possono caricare gli alpi prima della festa di s. Giovanni Battista senza licenza di quelli di Sonvico. In caso contrario, gli alpi in questione toccheranno a Sonvico. Se quelli di Villa non vogliono stare con quelli di Sonvico, allora la comunanza di Dassone diventerà di Sonvico. Questi ultimi non possono impedire il passaggio sulla strada maestra per recarsi sugli alpi.

Notaio rogatario: Silvester del Sasso de Sonv]cho p.i. hatoritate n. Lugani et vallis f.q. domini Martini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 7 425 x 335 mm, righe 48. Lacerazioni nel lato destro e alcuni fori dovuti a rosicatura.

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Gli elementi della datazione («millessimo quadringientessimo nonagiessimo sexto, inditione quartadecima, die merchuri quinto decimo iulii») non corrispondono tra loro, ma collimano per il 15 giugno 1496. Inserti: 15 giugno 1496 (Sonvico) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Prada 6

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1 agosto 1496, Villa (Bedretto)

Riconoscimento di debito / Instrumentum pignoris et obligationis

Guglielmo del fu Togno «Balsarri» di Villa Bedretto dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni «Michel» di Nostengo e Hans Balsarri di Villa, anziani e agenti a nome della chiesa di S. Eusebio di Villa, di un fitto di due staia di segale e orzo in parti uguali, da consegnare sotto forma di elemosina ogni anno al tempo delle litanie. Per garantire il versamento del fitto, che veniva precedentemente corrisposto dal defunto Martino «Claxi» di Ossasco, il detto Guglielmo designa un prato e un campo situati nel territorio di Ossasco.

Notaio rogatario: Petrus p.i.a.n. comunis Leventine f.c. Iacobi del Versasschino de Ayrolo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 29 195 x 230 mm, righe 24. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, due tagli di annullamento e due piccoli fori dovuti a rosicatura. Edizione: MDT Lev., pp. 2865-2866, nr. 1294.

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25 agosto 1496, Bironico

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, convocata per ordine del console Pietro del fu Giacomo «de Bustecho», costituisce suoi procuratori il detto console e Domenico del fu Giovanni «de Margnis» di Bellio, con l'incarico di portare a termine le cause in cui è coinvolto il detto comune.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. domini Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 23 415 x 230 mm, righe 63. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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5 settembre 1496, Como

Istituzione di beneficio ecclesiastico / Instrumentum

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Giovanni Andrea Muggiasca, vicario generale del vescovo di Como Antonio Trivulzio, accoglie la richiesta inoltrata da Paolo della Porta, procuratore del prete Albino Marchesi di Vallemaggia e di suo nipote Bernardino del fu Carlo, e istituisce un beneficio perpetuo presso l'altare dei SS. Andrea e Albino edificato nella chiesa di S. Maria di Giubiasco per volontà testamentaria del prete Giacomo Marchesi, con l'obbligo per il titolare di celebrarvi tre messe settimanali, e ne assegna il patronato alla stessa famiglia Marchesi, come aveva richiesto il fondatore nel proprio testamento del 3 gennaio 1450. Il detto vicario conferisce poi lo stesso beneficio cappellanico al prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino situata a S. Antonino, presentatogli dai patroni.

Notaio rogatario: Paulus de Orcho p.a. et i.a. curieque episcopalis Cumane n., f.q. domini Gasparis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 17 355 x 270 mm, righe 54. Numerosi fori di grandi e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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24 ottobre 1496, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Cristoforo del fu Albino «de Interlegniis», abitante a Boffalora, vende al mercante Francesco del fu Abbondio Maggi, abitante a Como, un terreno arativo situato nel territorio di Boffalora «ad Campum del Cantono», al prezzo di 150 lire di terzoli, pagati con due «mezetos» di drappi di lana, uno turchese e l'altro bruno, del medesimo valore.

Notaio rogatario: Benedictus de Vulpis p.i.a.n. Cumarum, f. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 23 600 x 350 mm, righe 68. Una piccola rosicatura lungo il margine sinistro.

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21 novembre 1496, Lugano

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Giovanni detto Tamagnino «de Mayrino» di Bré del fu Stefano, abitante a Bré, vende alla chiesa e al convento di S. Caterina di Lugano, rappresentato dal frate Alberto Raggi, preposito della detta chiesa, e dal frate professo Luigi [«de Landonibus»], il possesso di sei terreni con beni immobili situati nel territorio di «Cassarago» (Cassarate?) «ad Clauxum illorum de Mayrino», di Viganello «ad Ronchum Tamagnini in Aremigniano» e «in Gatis», e di Albonago «in Pergiago» (?). Tali beni erano stati locati il 12 febbraio 1484 al detto Tamagnino da alcuni uomini di Sonvico, Massagno, Canobbio e Tesserete ad un canone annuo di 21 fiorini d'oro, ed in seguito erano stati permutati dai detti uomini con i detti frati. Il prezzo della vendita è di 70 fiorini, di cui 60 ceduti al convento a pagamento dei canoni di locazione degli ultimi tre anni gravanti sui detti beni.

Notaio rogatario: Filipus de Moresinis de Lugano p.i.a.n. Lugani et Valis f. domini Gasparis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 16 900 x 330 mm, righe 118. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Sbiaditure d'inchiostro e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 novembre 1496, Lugano

Vendita / Instrumentum cessionis

Gerolamo del fu Fedele de Quadrio di Lugano vende a Giovanni Antonio detto Tognono Crivelli di Pura, del fu Cristoforo, un credito di 109 lire di terzoli e un altro di nove lire e 14 soldi di terzoli che rispettivamente Giovanni del fu <...> «Barassa» di Miglieglia e Lorenzo del fu Melchione «del Ciocho» si erano impegnati a consegnare al detto venditore a titolo di debito per canoni arretrati. Il prezzo della vendita è di 18 lire e 14 soldi di terzoli e di 16 soldi per la fattura dei due rispettivi riconoscimenti di debito.

Notaio rogatario: Antonius de Castello Argegnii p.i.a.n. Mediolani, Cumarum et Lugani f. ser Thomaxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 267 610 x 200 mm, righe 94. Alcune sbiaditure e diversi fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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10 gennaio 1497, <...>

Condanna / Instrumentum condempnationis

Davanti a Giovanni Maria Sardo, dottore in entrambi i diritti e potestà della comunità e pieve di Locarno e Ascona, compaiono mastro Antonio «de Tradate», abitante a Locarno, da una parte, e Polissena figlia del fu «Alioli de Buzii» e vedova di Pietro da Lugano e tutrice dei figli Nicolao, Bernardino e Giovanni Antonio, in merito al pagamento di 36 lire per i fitti arretrati degli anni 1495-1496, di 11 lire e 4 soldi per il grano dato nel 1490, e il denaro prestato «gratie et amore dei» a Nicolao, e per il quale Antonio si offre di essere compensato con 6 lire e 12 soldi. Il podestà condanna Polissena e i figli a pagare 44 lire e 8 soldi di terzoli a detto Antonio.

Notaio rogatario: Petrus de Duno p.i.a.n. f. c. domini Thadei habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 76 265 x 180 mm, righe 41.

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30 gennaio 1497, [Lugano]

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Il capitano di Lugano e Valle Giovanni Pusterla, su richiesta di Giovanni Donato Robbiani di Lugano ordina a qualsiasi «servitor» pubblico di citare il prete Giovanni Luca e i suoi fratelli Giacomo e Bartolomeo «de Mozonibus» di Bisuschio affinché si presentino il giorno successivo davanti a lui o al suo vicario per udire la sentenza nella causa in merito ai beni «de la Tortura» di Sessa.

Notaio sottoscrittore: Filipus Morexinus n. causarum Lugani.

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 17 (inserto)

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31 gennaio 1497, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Manfredo «de Romagnexio», vicario del capitano di Lugano e Valle Giovanni Pusterla, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i fratelli prete Giovanni Luca, Giacomo e Bartolomeo «de Mozonibus» di Bisuschio, da una parte, e Giovanni Donato Robbiani di Lugano, dall'altra, in merito a certi beni immobili detti «de la Tortura» [in territorio di Sessa]. Egli dichiara nulla un'immissione in possesso dei detti beni fatta il 16 dicembre 1496 su richiesta dei detti fratelli.

Notaio rogatario: Filipus de Moresinis p.i.a.n. et causarum Lugani et Valis f. domini Gasparis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 17 530 x 350 mm, righe 48. Diversi fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 30 gennaio 1497 ([Lugano])

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31 gennaio 1497

Procura / Instrumentum procure

Oswald Gerung, vicario di Leventina, nomina GVivenzio «Segarini» di Fusnengo per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

Notaio rogatario: Petrus f. ser Albertoli Petrutiis de Quinto, habitans Faydi, p. sacra a.i.n., scriba causarum et Leventine secretarius iuratus.

ASTi, Pergamene, Leventina 30 (inserto)

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7 febbraio 1497, Bissone

Convenzione

Domenico del fu Bertramo «del Medelia» e Stefano del fu Magnolo «del Carabio», entrambi di Arogno e procuratori del comune si accordano con Gabriele del fu Aliolo «Porada» di Bissone circa le due metà della decima di Arogno, una delle quali locatagli dal commendatario della chiesa di S. Antonio di Como: sui beni situati sopra (« monte») di San Michele, dalla val Mara verso Rovio, si deve pagare solo la decima delle castagne, e tutta la decima nel caso in cui i boschi ivi situati venissero tagliati per farne campi; sul terreno situato a Devoggio e su altri beni descritti l'obbligo di versare la decima è limitato alle castagne e al vino; quelli di Arogno devono pagare la decima dei capretti; il detto Gabriele potrà infine recarsi nelle canepe di quelli di Arogno a stimare il vino per farsi versare la decima.

Originale (?); lat. ASTi, Comune di Arogno 8 390 x 255 mm, righe 46. Un foro medio risalente alla lavorazione della pelle e altri di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Inchiostro a tratti sbiadito. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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11 febbraio 1497, Rivapiana (Minusio)

Locazione / Instrumentum investiture ad hereditatem

La vicinanza di Minusio, convocata nella corte della chiesa di S. Quirico al suono della campana, su richiesta di Martino del fu Martinolo Grammatico di Minusio, console di detto comune, investe a titolo di eredità perpetua Bernardino del fu Antonio «Berte de Campo» di Cevio della valle Maggia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato nella campagna di Minusio «in Tractu de Mezario», al canone annuo di 4 brente di vino e mosto bianco, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Domenichus p.i.a.n., f.c. Iohannis de Casencho de Menuxio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 20 760 x 260 mm, righe 137. Due piccoli fori dovuti a rosicatura, foro ricucito con filo di canapa e piccole lacerazioni lungo i margini. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 470; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 493-494 (erroneamente pubblicate sotto la data 1497 aprile?). Altri esemplari: Archivio Patriziale Minusio 21

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<11> <1497>, Rivapiana (Minusio)

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

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investe a titolo di eredità perpetua Bernardino del fu Antonio «Berte de Campo» di Cevio della valle Maggia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato nella campagna di Minusio «in Tractu de Mezario», al canone annuo di 4 brente di vino e mosto bianco, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Domenichus p.i.a.n., f.c. Iohannis de Casencho de Menuxio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 21 760 x 260 mm, righe 143. Il documento è privo della parte iniziale. Lacerazioni e lacune in particolare nel margine destro e possibile esposizione ad una fonte di calore. La datazione è ricostruita sulla base di un altro esemplare (v. Minusio 20). Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 470-471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 494. Altri esemplari: Archivio Patriziale Minusio 20

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25 febbraio 1497, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane del fu Antonio «Magistri» di Peccia vende ad Adamo del fu Albertolo «Adamatii» di Fusio un «solario» coperto in piode con un «canegio» vicino e un castagno nel territorio di Peccia «in Pianeto». Il prezzo della vendita è di 20 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i.a. constitutus f.c. Iacobi Rossali de Contra, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 28 bis 340 x 400 mm, righe 51. Quattro piccolissimi fori nel margine inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori nel margine destro superiore, dovuti a rosicatura.

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4 marzo 1497, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del fratello Andrea, medico, nonché di Agostino, Bernardino, Giovanni Antonio, Ottaviano e Bartolomeo, figli di Giacomino Ghiringhelli e nipoti di Franceschino e di Andrea, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni, figlio separato di Giacomo Scalabrini di Vellano, di una selva situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Matrium de la Ferela», che Franceschino ha acquistato il giorno stesso dal detto Giovanni al prezzo di 60 lire e 12 soldi di terzoli. Il canone annuo è di 16 libbre di formaggio.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 18 420 x 210 mm, righe 53. Fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, nonché alcune macchie.

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4 marzo 1497, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovannolo, figlio separato di Giacomo Scalabrini di Vellano, vende a Franceschino del fu Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona, agente anche a nome del fratello medico Andrea nonché dei nipoti Agostino, Giovanni Antonio, Bernardino, Ottaviano e Bartolomeo, figli del suo defunto figlio Giacomino, una selva situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Matrium de la Ferela», al prezzo di 60 lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes Bernardinus de la Mota de Berinzona p.i.a.n. Berinzone f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 3 500 x 190 mm, righe 67. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni; rosicature lungo il margine destro.

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16 marzo 1497, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro del fu Domenico del fu Togno di Loro, agente anche a nome del fratello Giovannino, di un campo situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Lorum», venduto a Giacomo dal detto Pietro il giorno stesso. Il canone annuo di locazione è di tre staia di formentata di frumento e segale e due polli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 185).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... ad explendum ... instrumenta ... tradita.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 10); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 184 340 x 350 mm, righe 44. Tre piccoli fori e alcune macchie.

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16 marzo 1497, Bellinzona

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Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Domenico del fu Togno di Loro, agente anche a nome del fratello Giovannino, vende a Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Lorum», al prezzo di 63 lire di terzoli, somma di cui i due venditori sono debitori per canoni di affitto arretrati. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 184).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... ad explendum ... instrumenta ... tradita.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 10); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 185 335 x 340 mm, righe 45. Una cucitura di medie dimensioni precedente la stesura dell'atto e piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 marzo 1497, Cavergno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Il comune di Cavergno investe a titolo di eredità perpetua Zano di Lormano del fu Zaneto di Foroglio di Cavergno di due mulini e e di un edificio per la follatura, con la relativa attrezzatura, situati nel territorio di Cavergno «ad (?) Sligum Grossum versus valem Bavoni», al canone annuo di sette lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Adam n.p., f.c. Iacobi olim Guillielmi n. de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 25 395 x 480 mm, righe 50. Il documento è forse stato ritagliato sul bordo destro e su quello inferiore e presenta qualche piccolo foro nelle pieghe.

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24 marzo 1497, Milano

Ricevuta / Confessio

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio «Segarini» di Fusnengo, agente a nome di Oswald Gerung, vicario di Leventina, il cero del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciocchis f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n. eiusdemque curie cancellarius.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 30 180 x 185 mm, righe 41. Due lacerazioni con rosicatura nella metà sinistra, lungo le piegature orizzontali. Edizione: MDT Lev., pp. 2868-2870, nr. 1296.

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3 aprile 1497, Mugena

Locazione / Instrumentum investiture

Tommaso del fu Domenico «de Tamo» di Mugena, canepario e rettore della chiesa di S. Agata di Mugena e agente a suo nome, investe a titolo di locazione quinquennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Martino Francesco «de Mocheto» di Mugena, di alcuni terreni situati nel territorio di Arosio «in Pyemis» e di Mugena «ad Navam», «in Arva», «ad Sachum», «in Lavinaciis de Suptus» e «in Caslazium», al canone annuo di tre lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 12 350 x 240 mm, righe 53. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, nonché alcuni piccoli fori naturali precedenti la stesura dell'atto. Regesto: CDT, vol. V, pp. 207-208, nr. 155.

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11 aprile 1497, Ascona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il prete Donato del fu Antonio Griglioni di Ascona, beneficiato e curato della chiesa di S. Pietro di Ascona e agente a nome della stessa, dichiara di avere ricevuto da Pietro del fu Giovanni di Zane Alberti di Ascona dieci soldi di denari nuovi a pagamento dei canoni d'affitto di un terreno con alcuni alberi situato nella campagna di Ascona «in la Novarezia de supra seu post Casteletum».

Notaio rogatario: Andreas p.i.a.n., f.q. Petri Betatini de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 32 240 x 280 mm, righe 37. Un foro di medie dimensioni lungo una piega verticale e alcune macchie nella parte superiore del documento.

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2 maggio 1497, <...>

Vendita

Antonio Landriano, tesoriere generale e del ducato «Acursii» di Porta Cumana, parrocchia di San Cipriano di Milano e Gualtiero «de Baxalicapetri», giudice del ducato, del fu <...> Battista di Porta Vercellina, parrocchia di San Giovanni Sopra Muro di Milano, entrambi procuratori di Ludovico Maria Sforza, duca di Milano, vendono a tale Martino di Como, rappresentato dal notaio rogatario, una frazione del dazio di macina della città di Como del valore di sei lire imperiali annuali, cioè la facoltà di macinare (o far macinare) frumento in una o più volte per una tariffa complessiva annua di sei lire imperiali. Il prezzo della vendita è di centoventi lire imperiali che i venditori dichiarano di aver ricevuto.

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 8 605 x 315 mm, righe 88. Quattro fori risalenti alla preparazione della pelle. Pergamena rifilata al lato inferiore, tagliata agli angoli e piegata per fungere da copertina di un registro della confraternita del Rosario; pergamena lacera, consunta e macchiata con resti di colla e riparazioni con moderno nastro adesivo trasparente.

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5 maggio 1497, Camignolo

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Antonio del fu Giacomo «de Bustecho» di Camignolo vende a Pietro del fu Giovanni detto «Todeschi» di Camignolo, agente a nome delle chiese di S. Pietro e di S. Ambrogio di Camignolo, due terreni situati nel territorio di Camignolo «in Saxuram» e «in Rigeo», al prezzo di 93 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Tadeus Ruscha de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. ser Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 24 520 x 300 mm, righe 66. Fori di piccole e medie dimensioni nelle pieghe.

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18 maggio 1497, Lugano

Locazione / Instrumentum investiture

Giovanni del fu Francino Rusca di Magliaso, abitante a Como, investe a titolo di locazione per sei anni, rinnovabili a volontà delle parti, Sangino del fu Porino di Rovio di alcuni terreni e beni immobili situati a Rovio e nel suo territorio «ad Zocham Corni», «ad Gradiziam», «ad Fontanam», «in Pelgora», «ad Fighetum», «in Soldino», «in la Perada», «in Ollivetum», «in Menzone supra Domos», «in Vale Boascha» e «in Bogieto», al canone annuo di dieci lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius Carulus p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Iohannis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 24 490 x 400 mm, righe 42. Alcune rosicature di medie e grosse dimensioni e una cucitura fatta durante il restauro della pergamena.

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18 maggio 1497, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato da Giacomo del fu Pedrone Franchi e da Tognino del fu Martino Verzasca, investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabili a volontà delle parti, Giovanni del fu Zane Pedretti di Peccia della metà dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Peccia e Lavizzara, al canone annuo di 49 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanetus n.p.i.a. constitutus f.q. Antonii de la Valegia habitator Madie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 29 345 x 330 mm, righe 70. L'inchiostro è diffusamente sbiadito in tutto il documento da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe, rendono il testo parzialmente lacunoso.

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20 maggio 1497, Locarno

Donazione / Instrumentum donationis

Antonio Guido del fu Andrea Orelli di Locarno dona a frate Bartolomeo d'Ivrea e al notaio Giovanni Giorgio «de Baddis», che ricevono a nome della cappella di Santa Maria Avvocata situata nel territorio del Consiglio Mezzano «ad Saxum de la Rocha», un terreno a gerbido con piante di noci, castagni e salici, situato nel detto territorio «ad Ripam Moneam».

Notaio rogatario: Dominus Iohannes Georgius de Baddis n.p. comunitatis Locarni. Notaio scrivente: Iohannes Aluisius f.q. Iohannis Petri Aluiseti de Orello del Locarno p. i.a.n. Notaio estraente: Iohannes Maria f.q. domini Petri olim domini Savioli de Baddis de Locarno p.i.a.n. et n. electus ... per conscilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendum ... cartas ... imbreviatas ... per n.q. dominum Iohannem Georgium de Baddis.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 2 650 x 450 mm, righe 53. Otto fori di piccole dimensioni, sette dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una grossa macchia, forse d'inchiostro, in corrispondenza dell'angolo inferiore destro. Edizione: Messaggero serafico, nr. 11 (1925), pp. 259-263. Regesto: AST 51 (1972), pp. 354-355.

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2 giugno 1497, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Bertramo Bregnoni di Ravecchia vende a Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, tre terreni situati nel territorio di Castione «ad Rouzollos» e «in Corognia de Supra». I detti terreni erano stati venduti per 200 lire di terzoli al detto Giacomo da Leone Burro di Corbetta, che il 14 ottobre 1495 li aveva acquistati da Pietro Brunetti «de Capo» di Castione per la somma di 400 lire di terzoli concedendoli al medesimo Pietro a titolo di livello dietro versamento di un canone annuo di 20 lire di terzoli con patto di riscatto. Il prezzo della vendita è di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 186 630 x 300 mm, righe 72. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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19 giugno 1497, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro Spinedi di Muggio del fu Giacomo, abitante a Penate, nel territorio di Rancate, aveva acquistato con diritto di retrocessione da Antonio del fu Agostino Spinedi di Muggio, abitante a Somazzo, nel comune di Salorino, una selva al prezzo di 38 lire e otto soldi di terzoli. Ora i detti Pietro e Antonio vendono a Bernardino della Porta del fu Vanossio, abitante a Mendrisio, la selva in questione, situata nel territorio di Somazzo ossia di Salorino «ad Peteragiam», al prezzo di 48 lire di terzoli, delle quali 38 lire e otto soldi di terzoli spettanti al detto Pietro, e nove lire e 12 soldi spettanti al detto Antonio e già sborsate dal detto Bernardino.

Notaio rogatario: Benedictus de Busionibus de Mendrisio p.i.a.n. Comi f.c. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 15 470 x 310 mm, righe 63. Cinque fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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5 agosto 1497, Bironico

Compromesso / Instrumentum sindicatus et compromissi

L'assemblea dei vicini di Camignolo, riunita per ordine del console Antonio «de Parono» del fu Guglielmo, da una parte, e Princivallino del fu Lancillotto Robbiani di Lugano, dall'altra, nominano arbitri il prete Antonio Rusca di Bedano, Pietro detto Pollatino di Monteceneri e Domenico «de Margnis» di Bellio, con l'incarico di risolvere la controversia in merito alla

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 706 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete tassa del sale dell'anno 1476, fornito al comune di Camignolo dal detto Lancillotto Robbiani, allora gabelliere del sale per tutta la comunità di Lugano.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Simonis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 13 510 x 190 mm, righe 72. Alcuni piccoli fori.

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30 agosto 1497, Milano

Conferma di privilegi / Capitula

Ludovico Maria Sforza, duca di Milano, accogliendo la richiesta del comune di Bellinzona, riconferma i capitoli già confermati il 13 dicembre 1476 alla comunità e al contado di Bellinzona dal duca Galeazzo Maria Sforza.

Cancellieri: Bartolomeo Calco, Milano (cancelleria ducale)

Sigillo: esistente. Il sigillo di Ludovico Maria Sforza, duca di Milano, è gravemente danneggiato. Si riconoscono nel campo i tratti dell'arma sforzesca. Legenda: DOVICVGLVS DVX M(EDIO)L(AN)I SEPTIMVS.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 54 (v.n. A. X/1) 400 x 550 mm, righe 27. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Inserti: 13 dicembre 1476 (Novara)

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14 settembre 1497, Bironico

Compromesso / Instrumentum compromissi

L'assemblea dei vicini di Camignolo, riunita per ordine del console Antonio del fu Guglielmo «de Parono», da una parte, e i fratelli Pietro e Antonio del fu Giacomo «de Bustecho» di Camignolo, insieme al loro nipote Giovanni del fu Domenico, dall'altra, nominano arbitri il prete Antonio Rusca di Bedano del fu Luchino, Pietro Pollatino di Monteceneri del fu Domenico e Domenico «de Margnis» di Bellio, con l'incarico di risolvere entro il primo ottobre seguente la controversia in merito al pagamento della somma di denaro che le parti potranno essere tenute a versare a Princivallino Robbiani di Lugano in base all'arbitrato che pronunceranno gli stessi prete Antonio, Pietro e Domenico in veste di arbitri eletti il 5 agosto 1497 (cfr. Archivio Parrocchiale Bironico 14). In particolare i vicini di Camignolo sostengono di non dover essere tenuti a versare alcunché, in quanto i detti fratelli Pietro, Antonio e Domenico «de Bustecho» rivestivano le cariche di consoli e canepari nell'anno a cui risalgono le pretese di Princivallino Robbiani e avrebbero riscosso la somma in questione.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho Lugani et Vallis Lugani f.q. domini Simonis.

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 14 500 x 225 mm, righe 76. Diverse rosicature lungo il lato sinistro.

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14 settembre 1497, Bironico

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Il prete Antonio del fu Luchino Rusca di Bedano, Pietro Polatino di Monteceneri e Domenico «de Margnis» di Bellio, arbitri eletti nella lite tra il comune di Camignolo, da una parte, e Princivallino Robbiani di Lugano del fu Lancillotto, dall'altra, in merito alla tassa del sale dell'anno 1476, condannano il detto comune a versare al detto Princivallino 35 lire di terzoli di denari nuovi.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. domini Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 25 440 x 230 mm, righe 58. Fori di piccole dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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29 settembre 1497, Bironico

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Il prete Antonio Rusca di Bedano, Pietro Pollatino di Monteceneri del fu Domenico e Domenico «de Margnis» di Bellio, arbitri eletti nella lite tra il comune di Camignolo, da una parte, e i fratelli Pietro e Antonio del fu Giacomo «de Bustecho» di Camignolo, insieme al loro nipote Giovanni del fu Domenico, dall'altra, [in merito al versamento di quanto dovuto a Princivallino Robbiani di Lugano per la tassa del sale dell'anno 1476], pronunciano il loro arbitrato. Essi condannano i detti «de Bustecho» a versare al comune di Camignolo entro il primo gennaio successivo 21 lire di denari terzoli e a pagare la fattura del compromesso e del presente arbitrato, e inoltre dichiarano che entrambe le parti dovranno consegnare 20 soldi di terzoli a ognuno degli arbitri quale mercede.

Notaio rogatario: Tadeus de Ru Lugani et Vallis et cetera f.q. .

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 15 395 x 225 mm, righe 48. Un foro di grandi dimensioni nella parte inferiore, dovuto a rosicatura; altri fori di minori dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 settembre 1497, Sala Capriasca

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Antonio del fu Anselmino de Quadrio di Lugaggia e sua moglie Giovannina del fu Bertramo «de Franzolino» de Quadrio di Tesserete, abitanti a Lugaggia, dichiarano di essere debitori nei confronti di Stefano del fu Giovannolo della Scala «de Galiano» di Sala, e promettono di pagare entro il mese di giugno a quattro ducati larghi d'oro per un cavallo acquistato. Il cavaliere Antonio Crivelli, podestà di Lugano e Valle, condanna i detti debitori a versare quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.n. Lugani et Valis f.c. ser Zanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 8 285 x 200 mm, righe 49. Fori di piccole e medie dimensioni, due strappi nei margini, macchie e tre tagli d'annullamento.

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27 ottobre 1497, Bironico

Elezione di procuratori / Instruemntum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, convocata per ordine del console Antonio del fu Guglielmo «de Parono», costituisce suoi procuratori Domenico «de Margnis» di Bellio e i fratelli Pietro e Antonio «del Bustecho», incaricandoli di contrarre un prestito e di rappresentare gli interessi del comune.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. domini Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 26 500 x 185 mm, righe 83. Un foro di piccole dimensioni.

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27 novembre 1497, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati in solutum

Balsarina, figlia e erede testamentaria del fu Martinoli Mazaghi di Locarno e vedova di Martino Gamboni di Locarno, e Giovanni suo figlio e di Martino, vendono a Giovanni del fu Giacomo «Rubey de Archardis» di Craveggia della Val Vigezzo, abitante a Locarno, un appezzamento di terreno un tempo vignato e ora arativo con una stalla con tetto in paglia e una selva di alberi di castagne sul monte di Locarno a Rogorogno, un appezzamento di terreno silvato e boschivo cintato con muro e 2 «caneggi» «in Butigano», al prezzo di di 110 lire di denari nuovi, al computo di 70 lire di terzoli, somma di cui Balsarina e Giovanni, madre e figlio, erano debitori nei confronti di detto Giovanni «Rubey» secondo il riconoscimento di debito dell'8 ottobre 1496, nonché Giovanni Gamboni era debitore di Giovanni «Rubey» per 25 lire secondo il precetto del 22 ottobre 1496 (cade di sabato anziché venerdì) e di altre 15 lire dovute da Balsarina e Giovanni. Giovanni Rosso quindi sana alcuni debiti che aveva in parte con Filippo Bernardi di Cevio e in parte con il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 709 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete defunto Giovanni Antonio detto Soldato «de Aplano» e altre persone.

Notaio rogatario: Saviolus de Bricio de Locarno p.i.a.n. f. q. domini Iacobini olim ser Iohannli quondam Nichole Moneti Bricii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 77 525 x 335 mm, righe 78. Fori risalenti alla lavorazione della pelle, due fori lungo la piegatura centrale, dovuto a rosicatura.

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27 novembre 1497, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni del fu Giacomo «Rubey de Archardis» di Craveggia della Val Vigezzo, abitante a Locarno, investe a titolo di locazione e massaricio per 9 anni rinnovabili Balsarina, figlia del fu Martinoli Mazaghi di Locarno e vedova di Martino Gamboni di Locarno, e Giovanni suo figlio e di Martino, di un appezzamento di terreno un tempo vignato e ora arativo con una stalla con tetto in paglia e una selva di 6 alberi di castagne sul monte di Locarno a Rogorogno, un appezzamento di terreno silvato e boschivo cintato con muro e 2 «caneggi» «in Butigano», al canone annuo di 4 brente di vino o mosto rosso, prodotte in un'altra vigna dei conduttori, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia e 1 mina di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Saviolus de Bricio de Locarno p.i.a.n. f. q. domini Iacobini olim ser Iohannoli quondam Nichole Moneti Bricii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 78 430 x 285 mm, righe 57. Foro risalente alla lavorazione della pelle e altri fori dovuti a rosicatura.

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Sec. xv (prima del 1498), <...>

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Frammento di un atto notarile, il cui contenuto risulta ininitelligibile.

Notaio rogatario: Antonius de Fossato de Merede f. ser Melchionis p.i.a.n. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 33 270 x 240 mm, righe 25. La pergamena, gravemente danneggiata e resa mutila da strappi, consunzioni, macchie di muffa e rosicature, è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo. Tracce di filo. Il termine ante quem per la datazione del documento è dato dall'ultimo atto rogato dal notaio Antonio Fossati, risalente al 4 dicembre 1497 (cfr. FDS TI C 3, p. 189).

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9 dicembre 1497, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Tognino del fu Cristoforo di Moia vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, due terreni situati nel territorio di Moia, ossia un terreno a vigna e campo «ad Ronchos de Moyro», che egli possiede in comune con il fratello Bernardino, e una vigna «ad lizarios» e prato situata «in del Clauso». Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli, in cui sono comprese 59 lire e dieci soldi di terzoli di cui il detto Tognino è debitore nei confronti dell'acquirente. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 187).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 10); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 190 360 x 295 mm, righe 47. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 dicembre 1497, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino del fu Cristoforo di Moia vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, tre terreni situati nel territorio di Moia, ossia un orto «ad Ortum post Torcular», un terreno a vigna e campo «ad Ronchos de Moyro», che egli possiede in comune con il fratello Tognino, e un terreno a campo, vigna e selva situato «in Vinea Plana». Il prezzo della vendita è di 80 lire di terzoli, 12 lire e dieci soldi delle quali pagate in contanti, 17 lire e dieci soldi bonificate a Nicolao di Guglielmo e il resto a soluzione di un debito contratto con l'acquirente. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 188).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 25); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 189 260 x 395 mm, righe 36. Alcune macchie.

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9 dicembre 1497, Bellinzona

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Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bernardino del fu Cristoforo di Moia di tre terreni situati nel territorio di Moia «ad Ortum post Torcular», «ad Ronchos de Moyro» e «in Vinea Plana», venduti a Giacomo dal detto Bernardino il giorno stesso. Il canone annuo di locazione è di un congio e mezzo di vino bianco e due polli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 189).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 25); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 188 300 x 395 mm, righe 38. Un piccolo foro.

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9 dicembre 1497, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Tognino del fu Cristoforo di Moia di due terreni situati nel territorio di Moia «ad Ronchos de Moyro» e «in del Clauso», venduti a Giacomo dal detto Tognino il giorno stesso. Il canone annuo di locazione è di due congi di vino bianco e due polli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 189).

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extrahi feci ... instrumenta ... tradita.

Originale estratto da imbreviature (1502 ottobre 10); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 187 385 x 340 mm, righe 48. Alcuni piccoli fori.

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22 dicembre 1497, Como

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et liberationis

Ilario «de Furmento» del fu Antonio, cittadino di Como abitante nella parrocchia di S. Giacomo, rivende a Antonio «de Iohane Parvo» del fu <...> di Castione, «de Bruneto» del fu Pietro di Castione, Zane di Lumino abitante a Lumino del fu Togno e al notaio rogatario, agenti a nome del comune di Castione e Lumino, un appezzamento di terreno a bosco e gerbido nel territorio del detto comune «in Bozorina», che il detto Ilario aveva acquistato dai procuratori del comune di Castione e Lumino al prezzo di 800 lire di terzoli il 17 (= 27, v. Archivio comunale Lumino 31) novembre 1475

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 712 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete investendoli poi al canone annuo di 56 lire di terzoli. Il prezzo della retrovendita è di 800 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ieronimus de Castello Arzegnii p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Georgii. Notaio scrivente: Raphael de Cumis n. Cumarum f.c. domini Francisci.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 47 635 x 385 mm, righe 65. Ampie rosicature lungo la piegatura centrale, parzialmente ricomposte in sede di restauro, piccole rosicature lungo i bordi sinistro e destro, cinque forellini nel margine inferiore risalenti alla lavorazione della pelle e macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nella parte centrale e lungo le piegature sinistra e destra. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 48.

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30 gennaio 1498, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino, figlio e procuratore di Antonio Magoria di Bellinzona e agente a suo nome, vende a Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, il plusvalore di un prato parzialmente recintato da un muro situato nel territorio di Bellinzona «in Isarella», al prezzo di 200 lire di terzoli in cui sono comprese 42 lire che il detto Antonio Magoria ha ricevuto dagli eredi del fu Antonio, «monacus» di S. Bernardo di Monte Carasso a nome di Giacomo Magoria.

Notaio rogatario: Ser Iohannes Bernardinus de la Mota p.n. Berinzone. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1515 novembre 15); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 191 510 x 210 mm, righe 70. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 febbraio 1498, Faido

Procura / Procura

Oswald Gerung, vicario di Leventina, nomina Vivenzio «Segarini» di Chiggiogna per consegnare agli ordinari della chiesa maggiore di Milano il cero di tre libbre.

Notaio rogatario: Petrus de Petrutiis de Quinto, habitans Faydi, Leventine vallis p.i.a.n., scriba causarum nec non secretarius iuratus.

ASTi, Pergamene, Leventina 31 (inserto)

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19 febbraio 1498, Locarno (ad Galinaziam)

Sentenza / Instrumentum sententie

Giovanni Maria Sardo, dottore in entrambi i diritti, podestà di Locarno e commissario del conte, in merito all'accusa di omicidio contro i fratelli Adamo, Guglielmo e Giacomo «Albertolazii» di Fusio, perpetrata da Giovanni del fu Giacomo «Iohanole dicti Vicarii» di Fusio, fratello di Adamo e Filippo, brutalmente uccisi dagli «Albertolazii» durante un'assemblea dei vicini di Fusio, dichiara che i tre fratelli «Albertolazii» sono assolti da ogni accusa in quanto le vittime erano state in precedenza bandite in seguito a una condanna che prevedeva tra l'altro che essi potessero venir impunemente feriti o uccisi.

Notaio rogatario: Iohannes Maria de Duno p.i.a.n. f. domini Petri de Duno habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 29 bis 310 x 375 mm, righe 39. Diverse lacerazioni e lacune, in particolare nella parte destra.

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6 marzo 1498, Semione

Rinuncia / Instrumentum interlassationis

Antonio, figlio ed erede del fu Guidotto del fu Giovanni Martinoli di Semione, rinuncia nelle mani di [...] a due terreni a vigna con castagno situati «ad Figetis sive ad Ronchum illorum [...]», di cui era stato investito il detto suo padre e su cui erano garantite nove staia dei due congi di mosto costituenti il canone annuo venduto il 28 marzo 1488 ai vicini di Leontica dal notaio Giovanni «de Martiis» di Leontica al prezzo di 100 lire di terzoli. Altre tre staia dei detti due congi erano garantiti su un terreno situato «in Scharpina». (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes de Martiis de Levontica habitator Simioni f.c. domini presbiteri Henrici p.a.i.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 43 310 x 200 mm, righe 50. Grossa lacuna provocata da rosicature.

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13 marzo 1498, Locarno

Promessa / Instrumentum promissionis et regressi

Giorgio del fu Romerio «Scharamutie» di Berzona di Onsernone promette al fratello Bernardo di retrovendere certi beni, che Bernardo ha venduto al fratello il giorno stesso, nel momento in cui Bernardo o i suoi eredi riverseranno per la festa di s. Martino la somma di 34 lire di terzoli, corrispondente al prezzo di vendita.

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Notaio rogatario: Antonius Nicholaus p.i.a.n. f. ser Iohannis de Rozolo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 79 325 x 215 mm, righe 39. Foro risalente alla lavorazione della pelle e rosicature nel margine inferiore.

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27 marzo 1498, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum

Stefano del fu Lorenzo «de Porolo» di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti del notaio rogatario, agente a nome di Giorgino del fu Giovannolo Scaramuccia di Lugano, e promette di pagare entro il mese di gennaio 72 lire di terzoli per l'acquisto di mercanzie.

Notaio rogatario: Franciscus de Somazo n. Lugani. Notaio estraente: Franciscus Carulus p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. domini Antonii ac abbas colegii notariorum totius comunitatis Lugani et Vallis.

Originale estratto da imbreviature (1531 marzo 24); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 9 405 x 210 mm, righe 33. Fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, uno strappo nel margine sinistro, alcune macchie e due tagli d'annullamento.

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2 aprile 1498, Busto Arsizio

Locazione / <...>

Giovanni Antonio «de Zeno» del fu Giorgio, abitante a Masnago, canonico prebendato della chiesa di S. Stefano di Olgiate Olona investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giovanni Bossi del fu Andrea, abitante a Solbiate Olona, della terza parte «pro indiviso» della decima di Olgiate Olona, Solbiate Olona, Solbiello e Fagnano, spettante al suo canonicato, al canone annuo di 32 lire imperiali e 12 libbre di lino.

Notaio rogatario: <...> de Rasinis f.q. domini Iohannis habitans in burgo Busti Arsizii .i.a. Mediolani n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 16 380 x 210 mm, righe 60. Una macchia di grosse dimensioni nella parte finale e piccoli fori nelle pieghe.

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9 aprile 1498, Milano

Ricevuta / Confessio

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio «Segarini» di Chiggiogna, agente a nome di Oswald Gerung, vicario di Leventina, il cero del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciocchis f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n. eiusdemque curie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 31 250 x 320 mm, righe 37. Edizione: MDT Lev., pp. 2880-2882, nr. 1303.

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14 aprile 1498, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino Magoria, figlio e procuratore di Antonio Magoria di Bellinzona e agente a suo nome, vende a Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, la nona parte del diritto di impiantare una peschiera sul fiume Ticino, a Bellinzona, che il detto suo padre possiede con gli eredi del fu Ramengo Rusca, con quelli del fu Franzio Rusca, abitanti a Giubiasco e con quelli del fu Cristoforo Rusca, abitanti a Bellinzona «incipiendo a Saxo Acuto quod est prope Muratam fortalizie Belinzone usque ad confinia Locarni», diritto che il giorno medesimo il detto Bernardino venditore, agente a nome del padre, ha locato a Giovanni Giulio del fu Antonio Rusca, dietro versamento di un canone annuo di tre fiorini. Il prezzo della vendita è di 194 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 193 500 x 230 mm, righe 68. Fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: BSB I (1929), pp. 322-323.

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21 aprile 1498, (?)

Locazione / <...>

Giovanni Pietro del fu Iorio Trefogli di Como, abitante a Torricella, investe a titolo di locazione quinquennale rinnovabile a volontà delle parti Giovanni del fu Tamino «de la Canepa» di Mezzovico, abitante a Torricella, di un campo con vigna situato situato nel territorio di Torricella «in Arva», al canone annuo di tre staia di vino, due di segale e uno di miglio. (Frammento).

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Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 6 150 x 185 mm, righe 29. Il documento è stato tagliato nella parte inferiore e forato in più parti per essere riutilizzato come rinforzo per la rilegatura di un volume; in due fori si sono conservate tracce del filo.

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21 aprile 1498, Torricella

Locazione / Instrumentum investiture

Giovanni Pietro del fu Iorio Trefogli di Como, abitante a Torricella, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giovanni detto Vanono di Antonio detto «del Medelia» di Torricella di due terreni con noci, castagni e altre piante situati nel territorio di Torricella «in Geris» e «in Saretio» (?), al canone annuo di cinque staia di segale, tre di frumento, quattro di miglio, due congi di vino, quattro lire di terzoli e due polli.

Notaio rogatario: Aluysius Ruscha de Bedano a.i.n.p. Lugani et Valis, f. domini Filiponi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 7 310 x 200 mm, righe 54. La pergamena è stata riutilizzata come rinforzo per la legatura di un libro o di un fascicolo; essa è priva di parte dei bordi e presenta numerosi fori di cucitura.

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7 giugno 1498, Como

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum liveli et pactorum

Francesco del fu Abbondio Maggi, cittadino e mercante di Como, investe a titolo di enfiteusi e livello perpetuo Cristoforo del fu Albino «de Interlegniis», abitante a Boffalora, della metà di una metà di un prato con molti pioppi e salici situato nel territorio di Boffalora «ad Pratum de Luzino», cedutogli dallo stesso Cristoforo il giorno medesimo. Il canone annuo d'affitto è di otto lire di terzoli. Il locatore sarà tenuto a retrovendere il prato al prezzo di 50 fiorini, equivalenti alla somma sborsata per il suo acquisto, qualora il detto Cristoforo o i suoi eredi volessero rientrarne in possesso.

Notaio rogatario: Benedictus de Vulpis p.i.a.n. Cumarum, f. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 25 990 x 340 mm, righe 108. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e rosicature di piccole dimensioni.

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26 giugno 1498, Giubiasco

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia, convocata per ordine di Giovanni del fu Vivenzio e di Donato del fu Guglielmo Mossi, rispettivamente consoli di Giubiasco e di Valle Morobbia, nomina suoi procuratori per tre anni i vicini Giacomo di Loro, Antorino del Monte, Martino «de la Frazia» e Guglielmo «Margnonus» nonché i nobili Giovanni Giulio Rusca e suo figlio Giovanni Alberto, abitanti a Bellinzona, incaricandoli di contrarre un prestito, e designa altri procuratori alle cause.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 192 1100 x 230 mm, righe 151. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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30 giugno 1498, Intra

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni figlio di Dominici Maffioli «Matane» di Sarigo Val Travaglia, procuratore del padre e agente a nome del fratello Simonino, vende a frate Giacomo, agente a nome della chiesa di S. Antonio di Val Travaglia, una casa con tetto in piode con un casale diroccato, con un modico di prato «usque ad predam grossam» nel territorio di «Linexio» «ad Linexium». Il prezzo di vendita è di 10 lire e 16 soldi di imperiali e 16 messe che detto frate Giacomo è tenuto a celebrare per l'anima del venditore.

Notaio rogatario: Iohannes f. q. magistri Gasparris de Trobasio n.p.

Originale; ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 80 550 x 160 mm, righe 72. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle e rosicature nel margine inferiore.

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27 luglio 1498, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Dopo la rinuncia, rogata il giorno medesimo, alla locazione fatta a titolo di eredità perpetua da Nicolao di Simone Zacconi, abitante a Bellinzona, nelle mani di Giovannino del fu Martino del fu Giovannino di Zane Ottini di Pianezzo, agente anche a nome dei suoi fratelli Zane e Pietro, ai fratelli Zanetto e Giacomo del fu Tognino del fu Giovannino di Zane Ottini, tutti di Pianezzo, agenti anche a nome del nipote Zane del fu Pietro, loro fratello, il detto Nicolao Zacconi

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 718 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete investe a titolo di livello ed eredità perpetua gli stessi locatari di un complesso di beni situati nel territorio di Pianezzo e di Giubiasco, al canone annuo di due congi di vino bianco, due di vino rosso, otto staia di castagne secche, cinque di mistura di segale e miglio, una lira di terzoli e due paia di capponi.

Notaio rogatario: Nicolaus de Tattis n.p. Bellinzone. Notaio estraente: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone n. laudatus ... per conscilium generalle comunis Bellinzone super imbreviaturis ... Nicolaii de Tattis ... ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1569 luglio 16); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 194 1120 x 310 mm, righe 113. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Una cucitura precedente la stesura del testo nella parte finale e alcuni piccoli fori. Lungo il bordo superiore era cucito un foglietto di carta con annotazione del secolo XVII, ora conservato assieme alla pergamena.

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29 agosto 1498, Bellinzona

Locazione / Instrumentum liveli

Nicolao Tatti del fu Cristoforo, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello perpetuo ed enfiteusi Quirico del fu Donato di Zane Grandi, abitante a Daro, di un appezzamento arativo situato nel territorio di Carasso, al canone annuo di due staia di formentata di frumento e segale e una gallina, oppure 8 soldi di terzoli in sostituzione di quest'ultima. Le parti convengono inoltre che qualora il detto Quirico verserà 50 lire di terzoli durante il mese di novembre di qualsiasi anno al detto Nicolao, questi sarà tenuto a rivendergli l'appezzamento affittato.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.q. domini Baptiste p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 12 570 x 180 mm, righe 73. Fori e lacune risalenti alla lavorazione della pelle e dovuti a guasti, piccole macchie diffuse e inchiostro in parte sbiadito. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 119, nr. 12; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. IX.

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2 settembre 1498, Osogna

Elezione di procuratori alle cause / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Osogna, convocata per ordine del console Togno detto Tognetto di Cornone del fu Giacomo Balduini di Ponto Valentino costituisce procuratori alle cause il detto console Togno, Prando del fu Giacomo, Togno «Tremozinus» del fu Maffiolo e Gasparino del fu Baldassarre, tutti di Osogna e consiglieri del comune, nonché Giacomo del fu Giovanni di Cornone e Giovannetto del fu Guglielmo di Roncasc.

Notaio rogatario: Antonius de Gripolis Aurera vicinus et habitator Abiasche p.i.a.n., f.c. Gratii.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 10 570 x 195 mm, righe 71. Fori di piccole dimensioni e sbiaditure d'inchiostro dovute a microorganismi.

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17 ottobre 1498, Pollegio

Riconciliazione di chiesa e concessione di indulgenze / Instrumentum reconsiliationis

Matteo [dell'Olmo], vescovo di Laodicea, suffraganeo e vicario dell'arcivescovo di Milano Ippolito I d'Este, su richiesta del prete Leonardo «Spaz», vicario del capitolo della valle Leventina e priore della chiesa di S. Maria di Pollegio, riconcilia la detta chiesa di S. Maria e concede un'indulgenza di 40 giorni a favore dei visitatori.

Notaio rogatario: Petrus p.i.a.n. comunis Leventine f.c. Iacobi del Versaschino de Ayrolo scriba preffati reverendi episcopi.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera verde del sigillo di Matteo dell'Olmo, vescovo di Laodicea, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 5 (= cart. 18, nr. 15) 150 x 180 mm, righe 19. Alcuni piccoli fori. Edizione: MDT Lev., p. 2903, nr. 1317. Regesto: Gualzata, Le pergamene del seminario di Pollegio, p. 137.

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29 ottobre 1498, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni figlio di Giacomo Rubey di Vigezzo, abitante a Locarno, e Vitani <...> investe a titolo di eredità perpetua i fratelli figli del fu Martino Gamboni di Locarno di un appezzamento di terreno a silva «murate archum circham» nel territorio di Locarno «in He» al canone annuo di 2 staia di segale, Locarno, e di 2 staia di castagne, allo staio di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: n.p.i.a. constitutus f. c. domini Antonii, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 81 x mm, righe 48. Grossa lacuna nel margine sinistro, che compromette in parte la lettura. Foro risalente alla lavorazione della pelle e rosicature nel margine destro.

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17 novembre 1498, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Elisabetta del fu Francesco «Brenta», moglie di Tommaso figlio del prete Francesco Avondi, canonico di Bellinzona, beneficiaria di una donazione fatta il 9 gennaio 1498 da Margherita detta «Franzosia» del fu Togno di Vellano, abitante a Bellinzona, col consenso del marito e del suocero vende a Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, un campo situato nel territorio di Vellano «ad Fopam», che il 25 febbraio 1493 era stato locato dalla detta Margherita a Guglielmo del fu Pietro Rossetti «de Penato», agente anche a nome dei suoi fratelli Ambrogio e Simone, al canone annuo di tre staia di segale e uno di frumento. Il prezzo della vendita è di 84 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 170).

Notaio rogatario: Iohannes Salvagnius de Salvagnio olim f.c. domini Andree olim n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis super imbreviaturis n.c. ser Iohannis Salvagnii de Salvagnio olim f.c. domini Andree olim n.p. Berinzone ad explendum ... cartas. Notaio scrivente: Stefaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi.

Originale estratto da imbreviature (1516 luglio 04); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 195 1150 x 280 mm, righe 143. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme.

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24 novembre 1498, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Giovanni Maria Sardo, podestà di Locarno e pertinenze e commissario nella causa tra i comuni di Someo, Coglio, Giumaglio, Maggia, Lodano, Aurigeno e Moghegno, da una parte, e i comuni di Avegno e Gordevio, dall'altra, relativa alla strada e al ponte «Piegii», conferma una precedente sentenza, liberando tuttavia le parti dall'obbligo di pagare le spese, ad eccezione del ducato d'oro versatogli da Giacomo «Zioli», procuratore di Someo e consorti, e rifiuta infine la richiesta d'appello fatta da Avegno e Gordevio.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius p.i.a.n. Locarni et plebis f.q. domini Savioli de Baddis de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 30 365 x 290 mm, righe 57. Nove fori di piccole e medie dimensioni, otto dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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28 novembre 1498, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

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Pietro del fu Alberto «de Malcarassio» abitante ad Orenno, nel territorio di Bellinzona, vende a Bernardino del fu Agostino di S. Agostino, abitante a Bellinzona, agente anche a nome di sua moglie Giovannina del fu Giovanni «del Pelera», un campo situato nel territorio di Sementina «in Mondaziis», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di quattro staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Ser Bernardinus de la Mota. Notaio estraente: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi ac n. laudatus ... per conscillium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc c. ser Iohannis Bernardini de la Mota ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1505 febbraio 12); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 196 540 x 280 mm, righe 80. Alcuni piccoli fori, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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5 febbraio 1499, Prato (Sornico)

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Adamo, Guglielmo, Giovanni e Giacomo del fu prete Adamo di Prato, insieme ai fratelli Adamo, Giovanni, Filippo, Andreolo e Fusasco del fu Fusasco, fratello del detto prete Adamo, vendono a Giovanni del fu Guglielmo notaio di Fusio, agente a nome della chiesa di S. Maria di Fusio, un «solarium» situato a Fusio sopra la casa di Giacomo Fusaschetto, al prezzo di 25 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.q. Zanis notarii de Fuxio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 20 550 x 215 mm, righe 63. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni nella parte superiore. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 33.

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12 febbraio 1499, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

I fratelli Giovannolo e Guidolo, figli del fu ***, abitanti a Minusio, erano stati investiti a titolo di eredità da Maffiolo del fu *** Minossio «de Brenta», abitante a Locarno, di una casa e tre terreni a Minusio al canone complessivo di 6 brente di vino o mosto bianco e 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali). Il detto Maffiolo aveva lasciato i suoi beni agli eredi universali Saviolo e Cristoforo, fratelli e figli del fu Gottardo «de Baddis» di Locarno (v. Convento di S. Francesco 13), e Cristoforo aveva venduto la metà del canone al convento di S. Francesco di Locarno. Deceduti i fratelli Giovannolo e Guidolo, i beni erano poi passati a Giacoma vedova di Gottardo «olim Romerii Gotardatii» di Minusio al canone di 2 brente di vino bianco e di 3 mine di mistura, e il figlio Romerio aveva lasciato i tre terreni, vendendo le migliorie al convento in cambio dei fitti e della casa. Ora il capitolo del convento e della chiesa di S. Francesco di

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Locarno, convocato nella sala magna al suono della campanella su richiesta di frate Pietro «de Colegno», bacceliere in teologia e guardiano del convento, e costituito dai frati Giovanni «de Franzia», lettore, Gabriele di Locarno, Giovanni Maria di Locarno, Agostino di Locarno, Luca di Modena, Pietro «Mazonus» e Ludovico di Varese, nonché Pietro del fu Taddeo Duni, Giovanni Antonio del fu Francesco Orelli, Giovanni del fu Antonio «de Rozollo» e Giacomo del fu «Zoli» di Vigezzo, procuratori del convento, investono a titolo di eredità Domenico figlio di Guglielmo «Iacomali» di Minusio, che conduce vita separata dal padre, di tre appezzamenti di terreno vignato a Minusio («in Brughirolo», «in Fontino» e «ad Valegiam» ) al canone di 3 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, e 2 staia di mistura, da consegnare per la festa di s. Martino e in seguito al tempo della vendemmia e per s. Martino.

Notaio estraente: Iohannes Antonius de Annono n.p.i.a. constitutus f. q domini Nicolay de Annono de Locarno et n. ellectus et deputatus per consilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendis et in publicam formam reddigendi omnes et singulas inbreviaturas et instrumenta rogata et imbreviata per nunc condam dominum Iohannen Georgium de Baddis de Locarno et n.p. Locarni et plebis et qui per eius mortem ipsum condam domino Iohanne Georgio n. ut supra superventam.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 82 530 x 470 mm, righe 83. Lacerazioni nei margini sinistro e destro e e cuciture con filo di canapa.

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26 marzo 1499, Torricella

Locazione / Instrumentum investiture et locationis

Giovanni Pietro del fu Iorio Trefogli di Como, abitante a Torricella, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Bernardino del fu Pietro «del Bexio» di Torricella, agente anche a nome del fratello Giovanni, di due terreni situati nel territorio di Torricella «in Gaglarina» e «ad Ronchazium», al canone annuo di cinque staia e mezzo di segale, quattro e mezzo di miglio, un congio e mezzo di mosto e tre lire di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Curte de Segerino p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. ser Franzini.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 8 315 x 195 mm, righe 55. Il documento è stato tagliato lungo i bordi, presenta alcuni tagli nella piega orizzontale e numerosi forellini, uno dei quali con un frammento di filo di pergamena, che attestano il suo reimpiego come rinforzo per la rilegatura di qualche libro. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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16 aprile 1499, Lugano

Locazione / Instrumentum investiture livellarie

Giovanni del fu Franzio Rusca di Magliaso, cittadino e mercante di Como ed ivi abitante, investe a titolo di enfiteusi e livello perpetuo Comanino del fu Antonio «del Novello» di Comano, agente anche a nome del fratello Pietro e dei nipoti Antonio e Giovanni del fu Domenico «del Novello», fratello dei detti Giovanni e Pietro, di due terreni situati nel territorio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 723 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di Comano «in Caario» e «in Surgente <...>», al canone annuo di cinque ducati d'oro larghi e un paio di capponi. I detti locatari potranno liberarsi da tale livello acquistando i beni al prezzo di 100 ducati d'oro pagabili in due rate. Le parti si impegnano a non cedere i diritti della chiesa di S. Maria Maggiore di Como.

Notaio rogatario: Nicolaus de Somazo n.p. Lugani et Valis, f.c. domini Iohannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 26 650 x 415 mm, righe 62. Rosicature di medie e grosse dimensioni e alcuni piccoli fori, in parte dovuti alla lavorazione della pelle.

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<..> aprile 14<.>1, Cuvio

Vendita / Instrumentum

Giovannina figlia del fu Leone di Cardana, vedova di Cassano dI Sarigo, e Zanolo figlio di detto Cassano, abitanti a Sarigo Val Travaglia, vendono a frate Giacomo «de Truxualo» del fu «Goy (?) Rossori», amministratore della chiesa di S. Antonio di Travaglia, un appezzamento di terreno a prato con tre alberi di noci nel territorio di Sarigo «in plano de Sarigo». IL prezzo di vendita è di 8 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes de La<...> f. c. domini Nicole, habitans in loco Cuvio capite plebis n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 83 530 x 470 mm, righe 83. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, lacune nel margine superiore, lacerazioni e rosicature lungo le piegature, che ne compromettono in parte la lettura.

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22 maggio 1499, Locarno

Donazione / Instrumentum donationis

Antonio Guido del fu Andreolo Orelli di Locarno dona a frate Bartolomeo d'Ivrea, che risiede nella cappella di Santa Maria Avvocata chiamata Santa Maria del Sasso, situata nel territorio del Consiglio Mezzano «ad Saxum de la Rocha», e che riceve a nome della detta cappella e anche a nome della cappella di Santa Maria Annunziata ancora in costruzione, un terreno a campo e a gerbido situato nel detto territorio «ad Ripam Moneam», ricevuto il 15 aprile 1499 dai canonici della chiesa di S. Vittore di Locarno in cambio di un fitto livellario del valore di uno staio di castagne secche e di un capretto.

Notaio rogatario: Iohannes Georgius de Baddis n.p. comunitatis Locarni. Notaio estraente: Iohannes Maria f.q. domini Petri olim domini Savioli de Baddis de Locarno p.i.a.n. et n. electus ... per conscilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendum ... cartas ... imbreviatas ... per n.q. dominum Iohannem Georgium de Baddis patruum meum.

Originale estratto da imbreviature (1514 aprile 12); lat.

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ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 3 445 x 435 mm, righe 61. Alcuni fori di piccole dimensioni, risalenti in parte alla lavorazione della pelle. Edizione: Messaggero serafico, nr. 11 (1925), pp. 284-286 e nr. 1 (1926), pp. 3-5. Regesto: AST 51 (1972), p. 355.

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22 giugno 1499, Sala [Capriasca]

Soccida / Instrumentum socedi

Stefano del fu Lorenzo «de Porollo» de Quadrio di Lugaggia dichiara di tenere a soccida da Giovanni del fu Alberto «de Cabriollis» di Sala Capriasca una vacca pregna, costata al proprietario 21 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Anrichus de Leporibus de Salla p.n. Lugani et Valis f.c. ser Zanis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 10 240 x 150 mm, righe 40. Alcune macchie, tra cui una provocata da microorganismi o muffa, piccoli fori, una grossa lacerazione lungo la piega verticale centrale e otto tagli d'annullamento.

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25 agosto 1499, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Magnoto «de Ripa» del fu Balsarino, abitante a Bellinzona, trasferisce nelle mani di Giovanni Giulio «de Zezio» del fu Andrea, abitante a Bellinzona, agente a nome di Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, i diritti relativi ad un credito di 240 lire di terzoli nei confronti di Pietro del fu Alberto «de Malcarassio» abitante ad Orenno, nel territorio di Bellinzona. Il detto Pietro era debitore di tale somma verso Giovanni Marco del fu Giovanni del fu Alessio «Todescho» che il 12 settembre 1495 gli aveva venduto 50 congi di vino bianco al prezzo di quattro lire e 16 soldi di terzoli per congio. In seguito il detto Giovanni Marco aveva trasferito nelle mani di Magnoto i propri diritti su tale credito. Il prezzo della cessione è di 240 lire di terzoli, delle quali 54 versate al detto Magnoto, 175 da pagare a Giovanni Cusa, caneparo del comune di Bellinzona, verso cui Magnoto è debitore per canoni arretrati, e le restanti 11 lire da impiegare a parziale estinzione di un debito di 112 lire di terzoli contratto da Magnoto con il detto Andrea Ghiringhelli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.q. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 48 460 x 200 mm, righe 70. Alcuni piccoli fori e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte finale. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 25 agosto 1499 cadeva infatti di domenica e non di mercoledì, come riportato dal notaio.

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9 novembre 1499, Bellinzona

Locazione

Antonio del fu Giacomo di Andrea di Carasso, agente anche a nome dei fratelli Andrea e Giovanni, investe a titolo di locazione Margherita, figlia ed erede del fu Tamo «de Lagheto» di Piancalardo, e il marito Giovannolo del fu Albertolo «de Curte Nova» di Gudo di un campo di tre pertiche con vigna situato a Progero dove si dice «in Brughera» al canone annuo di cinque lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filipus de Cuxa. Notaio estraente: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cuxa, p.i.a.n. et habitator Birinzone, n. laudatus, constitutus et aprobatus per consilium generale comunis Birinzone super imbreviaturis ... condam domini Filipi de Cuxa olim similiter n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (1527 marzo 29); lat. ASTi, Sacchi 14 (già in cart. 3b, nr. 2) 495 x 370 mm, righe 67. Alcuni fori di medie dimensioni lungo le pieghe. La pergamena è stata riutilizzata come copertina dei protocolli dell'anno 1677 del notaio Pietro Francesco Molo di Cristoforo, di Bellinzona; essa è stata staccata nel 1997 in occasione del restauro.

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9 novembre 1499, Bellinzona

Vendita

Margherita, figlia ed erede del fu Tamo «de Lagheto» di Piancalardo, e il marito Giovannolo del fu Albertolo «de Curte Nova» di Gudo vendono ad Antonio del fu Giacomo di Andrea di Carasso, agente anche a nome dei fratelli Andrea e Giovanni, un campo di tre pertiche con vigna situato a Progero dove si dice «in Brughera». Il prezzo di vendita è di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filipus de Cuxa. Notaio estraente: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cuxa, p.i.a.n. et habitator Birinzone, n. laudatus, constitutus et aprobatus per consilium generale comunis Birinzone super imbreviaturis ... condam domini Filipi de Cuxa olim similiter n.p. Birinzone.

Originale estratto da imbreviature (1527 marzo 29); lat. ASTi, Sacchi 14 (già in cart. 3b, nr. 2) 495 x 370 mm, righe 67. Alcuni fori di medie dimensioni lungo le pieghe. La pergamena è stata riutilizzata come copertina dei protocolli dell'anno 1677 del notaio Pietro Francesco Molo di Cristoforo, di Bellinzona; essa è stata staccata nel 1997 in occasione del restauro.

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12 novembre 1499, Vigevano

Concessione di privilegi

Il re di Francia e duca di Milano Luigi XII concede privilegi alla comunità di Bellinzona e Claro e accorda l'esenzione da dazi e pedaggi per il legname, i prodotti locali e le mercanzie fino al fossato della città di Milano per la durata di 2 anni, a condizione che i Bellinzonesi scavino a loro spese il fosso e la scarpata davanti alla murata del Ticino. Riconosce loro la cittadinanza milanese, con tutte le prerogative necessarie.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Luigi XII re di Francia e duca di Milano, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono due fori per l'inserimento del filo con cui era appeso.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 20 400 (plica esclusa?) x 730 mm, righe 28. Pergamena miniata. Lacune per danni meccanici, in particolare lungo le piegature, abrasioni e macchie di piccole dimensioni. Edizione: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, fasc. 1, pp. 106-108, nr. 80. Regesto: Pometta, Come il Ticino, vol. I, pp. 98-100; Bassetti, Pometta, Gli ultimi anni di Bellinzona ducale, II, Quaderni Grigionitaliani 1946, pp. 267-269; BSB (1947), p. 20;Ostinelli, Copista e miniatore, Il Rinascimento nelle terre ticinesi (2010), pp. 104-105.

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Sec. xv (seconda metà), Prosito

Convenzione / Instrumentum pactorum

I vicini del comune di Moleno, da una parte, e quelli del comune di Preonzo, dall'altra, alla presenza di Enrico del fu Antonio «Henrici» di Prosito, agente a nome dei suoi vicini, si accordano per il trasporto della legna e per altre questioni. Moleno e Preonzo costruiranno nel territorio di Moleno una strada adatta al trasporto della legna e se ne assumeranno la manutenzione, pagando i danni ai proprietari dei terreni sopra i quali la strada in questione passerà, ed eleggeranno un camparo che dovrà essere di Moleno. Gli uomini di Preonzo non potranno fare legna né fieno nel territorio «et gualdo» di Moleno senza il permesso di quelli di Moleno; altrettanto per quelli di Moleno nel territorio di Preonzo oltre il riale. Gli uomini di Preonzo potranno fare fieno «usque ad Valadum de Borgaro» e fare fieno e legna e pascolare «a Valle Columbelle» fino alla cima del monte. I comuni si impegnano a riparare prontamente i danni alla strada sotto pena di dieci soldi di terzoli per giorno. Gli eventuali danni verranno stimati da uomini appositamente eletti dalle parti.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Belinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 64 800 x 250 mm, righe 98. Documento costituito da due membrane cucite insieme e privo di almeno un altro foglio nella parte iniziale. Ampie lacerazioni soprattutto nel primo foglio, diverse lacerazioni; diffuse macchie e fori di piccole e medie dimensioni.

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Sec. xv (seconda metà), Como

Vendita / <...>

Frammento di un atto di vendita, fatta da un tale Zanolo a un tale Pietro abitante a Como.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 13 295 x 235 mm, righe 50. Il documento è stato ritagliato su tre lati per essere reimpiegato come copertina di un volumetto; la parte rimanente è gravemente lacunosa a causa di fori e gore di umidità. La data, i nomi completi dei contraenti e l'oggetto della vendita sono perduti, della sottoscrizione notarile rimane una minima parte, che non permette di riconoscere l'identità del rogatario.

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Sec. xv (seconda metà), Bellinzona

Locazione / <...>

L'assemblea dei vicini di Carasso, agente anche a nome della chiesa di S. Andrea di Carasso, investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi alcune persone di Monte Carasso di diversi beni immobili. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 13 265 x 170 mm, righe 44. Documento mutilo, di cui rimane solo la parte superiore destra. L'inchiostro è in gran parte sbiadito. Le lacune nel testo impediscono di ricostruire la data precisa dell'atto: risultano leggibili soltanto parte dell'anno (14<.>3) e il mese (febbraio). Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 119, nr. 13; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. XI.

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Sec. xv (seconda metà), <...>

Vendita

vendono a Giacomo del fu Zane «Testo», agente anche a nome del fratello Giovanni, due prati situati nella campagna di . (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 294 290 x 160 mm, righe 48. L'atto, tagliato lungo i margini superiore, inferiore e destro, è stato riutilizzato come copertina di un fascicoletto. Numerose lacune dovute anche a rosicature, fori e macchie, e qualche residuo di filo di canapa.

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Sec. xv (seconda metà), <...>

Vendita / <...>

Caterina <...> del fu Cristoforo di Rancate di Meride e moglie di <...> del fu Bertramo, e Giovanni Pietro <...>, vendono a <...> alcuni beni immobili <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 66 405 x 75 mm, righe 78. La pergamena è stata tagliata lungo tutto il margine destro e lungo la parte finale di quello sinistro. Macchie di umidità hanno sbiadito la scrittura soprattutto nella parte centrale. Alcuni piccoli fori.

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Sec. xv (fine), Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Martino di Frasco, abitante a <...>, vende a Giacomo del fu Pietro «Girarda» di Frasco, agente anche a nome di Sonogno del fu Guidoro di Sonogno, per metà, e delle sorelle Giovanna, Gallizia, Berta e Poma del fu Giovanni «Girarda» di Frasco, sorelle germane del detto Giacomo, per l'altra metà, un prato con la metà di un edificio situato nel territorio di Frasco «in Valdo», al prezzo di 40 lire di denari nuovi e due capretti.

Notaio rogatario: Baptista habitator Locarni f.c. domini magistri <... p.>i.a. Locarni n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 38 490 x 440 mm, righe 89. Due grosse rosicature lungo i margini orizzontali rendono parzialmente lacunoso il testo. Fori, macchie e lacerazioni di piccole dimensioni. Le lacune nel testo non permettono di ricostruire la data esatta: risultano leggibili esclusivamente il giorno e il mese (20 dicembre).

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Sec. xv (fine),

Procura / Instrumentum ellectionis

L'assemblea dei vicini di S. Antonino, con l'opposizione di cinque tra loro, nomina Alberto del fu Leonardo di Vigana, Donato «de Carassore», Pietro Calanchini, Alberto di Girardo, Mariello di Loro, Martino di Lafranco Bassi, Giacomo di Zanone e Domenico «del Carassore» con l'incarico di recuperare i beni comunali indebitamente detenuti da privati e di determinarne i confini.

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Notaio rogatario: Nicolaus Tattus f. domini Christofori p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 39 1480 x 180 mm, righe 208. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme ed è privo della parte iniziale, che presenta fori, macchie e lacerazioni. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 62.

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Sec. xv, Meride

Vendita / <...>

Albertolo <...> abitante a Meride vende a Pietro «de Supra» di Meride del fu Martino un campo situato nel territorio di Tremona, al prezzo di 22 lire e otto soldi di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 44 410 x 270 mm, righe 60. La pergamena è stata tagliata lungo i margini orizzontali e lungo quello destro, mentre il bordo sinistro presenta uno strappo. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle e altri praticati per far passare il filo (di cui rimangono tracce) che univa l'atto, adattato a copertina, a un fascicolo forse di imbreviature notarili degli anni 1641-43.

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Sec. xv, <...>

Vendita / <...>

Frammento di vendita di beni immobili situati nel territorio di «ad Sanctum Abondium», «in Segiano», «in Strata», «post Castelum», «ad Pontem de Lapidibus», «in Fondo de Grassis», «in Campanea de Stabio», «in Vitibus» e «ad Sasalborum».

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 45 240 x 280 mm, righe 31. La pergamena è gravemente danneggiata da lacune dovute a rosicature e ad un taglio lungo tutta la parte inferiore. Il frammento va unito alla pergamena Mendrisiotto 46.

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Sec. xv, <...>

Vendita / <...>

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I fratelli Giorgio e Antonino Rusconi vendono a <...> e a Giorgio del fu Maifredino di Meride il diritto di decima nel territorio di Stabio e nelle parti circostanti nonché alcuni beni immobili situati nel territorio di «ad Sassum Bonum» e «ad Motaxelum de Salizibus». (Frammento). (Cfr. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 45).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 46 295 x 360 mm, righe 34. Dell'atto, originariamente costituito da almeno tre membrane cucite insieme, rimane solo la parte centrale, gravemente danneggiata da rosicature di medie e grosse dimensioni. La piega orizzontale centrale è stata rinforzata mediante una cucitura. Altri residui del medesimo filo lungo i margini superiore e inferiore. Il frammento va unito alla pergamena Mendrisiotto 45.

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Sec. xv, <...>

Vendita / <...>

Francesco <...>, agente a nome del padre Bernardino, vende a Filippo, figlio separato di Gasparino del fu Marco «de Solario» di Carona, abitante a Carona, un sedime grande con diverse case, canepa solariata, stalla, cascine, era, cortile, «pelgora» e con un terreno a campo, prato, bruga, vigna, selva, bosco e orto, situato nel territorio di Riva S. Vitale «ad Domos de Nuyronibus in Valegio», escluso un appezzamento nella detta selva riservato a Bernardo e «consortes» di Riva, nonché un prato con piante di noci e un campo situati nel territorio di Riva S. Vitale «in di Figino» e «ad Molandinum de Supra». (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 14 330 x 290 mm, righe 42. Il documento è privo della parte iniziale, asportata mediante taglio, e della parte finale, costituita in origine da una seconda membrana cucita alla prima (come si desume dai resti del filo di canapa utilizzato per unirle). Alcuni piccoli fori e uno strappo in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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Sec. xv, <...>

Vendita / <...>

Adamo del fu <...> vende a Michele del fu Giacomo Guglielmoni di Fusio un prato situato nel territorio di Fusio «aput Montem», al prezzo di sei lire e otto soldi di terzoli. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 80 130 x 245 mm, righe 25. La pergamena, tagliata lungo i margini superiore, inferiore e destro, e è stata riutilizzata come copertina. Resti di fili di cucitura lungo la piega verticale centrale e fori praticati per altre cuciture.

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Le lacune nel testo non permettono di ricostruire la data esatta: risultano leggibili esclusivamente il giorno e il mese (16 gennaio).

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Sec. xv, <...>

Procura (?)

Frammento di un atto di procura (?).

Originale (?); lat. ASTi, Petraglio 1 250 x 158 mm, righe 35. Frammento di pergamena riutilizzata come copertina; lungo i margini laterali fori per le cuciture con frammenti di filo.

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Sec. xv, <...>

Elezione di procuratori / Instrumentum missi

<...> costituiscono loro procuratori <...> Cristoforo «de Salicibus», Giovanni «de Baliachis» e Luchino Porta. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 298 150 x 190 mm, righe 21. L'atto, tagliato lungo tutti e quattro i bordi, è stato riutilizzato come copertina di un fascicoletto. Numerose lacune dovute anche a rosicature e fori, e alcuni residui di carta incollata alla pergamena.

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Sec. xv, (?)

Vendita / <...>

Frammento di un atto di vendita.

Notaio rogatario: <...> in loco de Cermenate plebis Fini episcopatus Cumarum n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 300 240 x 170 mm, righe 26. L'atto, tagliato lungo i margini superiore e sinistro, è stato riutilizzato come copertina di un volumetto. Numerose lacune dovute anche a rosicature, fori e macchie, un residuo di filo di canapa e tracce di carta incollata alla pergamena.

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Sec. xv, <...>

<...> / Carta

Frammento di atto notarile stipulato da tali «Jaquemetus» e «Iohanninus».

Notaio rogatario: Andreas Aymoneti de Berczino clericus, auctoritatibus imperiali et domini nostri Sabaudie ducati n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 303 185 x 260 mm, righe 25. Dell'atto, riutilizzato come copertina di un volume, rimane solo la parte finale.

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Sec. xv, Meride

Locazione / <...>

Bernardino Oldelli di Meride investe a titolo di enfiteusi e livello per nove anni, rinnovabili a volontà delle parti, Antonio del fu <...> di Meride di un terreno venduto il giorno medesimo dal detto Antonio al detto locatore. Il canone annuo è di due staia di frumento. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 32 285 x 190 mm, righe 54. Il documento, privo della parte iniziale e finale, è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori.

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Sec. xv,

Costituzione di dote (?) / <...>

Manfredo <...> conferisce in dote a Bianca, moglie di suo figlio Lazzarino, che egli ha promesso di sposare «anullo aureo», un complesso di beni mobili e immobili comprendente vari edifici situati a Rebbio e nel suo territorio nella castellanza di Baradello, a Como e a Borgo Vico. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 2 410 x 275 mm, righe 51. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Il documento è stato tagliato lungo i margini e adattato a copertina di libro riguardante le visite diocesane.

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Sec. xv (?), <...>

Frammento di atto notarile in cui viene menzionato un certo Pietro «de Sch» (?).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 285 40 x 90 mm, righe 7. Il minuscolo frammento è costituito da un ritaglio di pergamena unito ad una chiave di ferro.

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Sec. xv (?), Meride

Vendita / <...>

Abbondino «de Pongionum» vende ad Andrea «de Supra» un terreno al prezzo di quattro ducati d'oro. (Frammento).

Originale (?); it. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 30 295 x 205 mm, righe 51. L'atto, gravemente danneggiato da fori e da tagli su tutti i margini, è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo contenente un elenco di soccide, del XVII sec.

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Sec. xv (?), Como

Nomina di curatore / Instrumentum cure ad vendendum

Battista Ferrari e Marta «de Patheriis» vengono nominati curatori delle sorelle Marta (?) e Lucia «de Patheriis» e di Michele e fratelli di Olgiate, minorenni, allo scopo di restituire entro sei mesi a Giovanni Maria di Trevano 1150 lire imperiali a pagamento totale della somma di 3450 lire imperiali per una vendita fatta loro dal detto Giovanni Maria. (Frammento).

Notaio rogatario: Ioannes Iacobus Piperellus p.i.a.n. Comi f. domini Gulielmi.

Originale; lat. ASTi, Torriani 8 (= cart. 89, nr. 18) 910 x 330 mm, righe 99. Dell'atto, costituito originariamente da otto membrane cucite insieme, rimangono le ultime due e un frammento della terz'ultima. Alcuni piccoli fori, tre dei quali cuciti prima della stesura del testo.

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Fine sec. xv- inizio sec. xvi, Bellinzona

Procura / Instrumentum procure

Frammento di un atto di procura in cui vengono menzionati Giovanni Agostino <...>, Bernardino «de la Mota» <...>, Giovanni Antonio <...> «de la Porta», Francesco Rocco, <...> Rusca, Francesco Cagnola, Giovanni Pietro <...>.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 60 330 x 210 mm, righe 54. Il documento, che presenta alcuni piccoli fori, è privo della parte iniziale, rosicata o strappata.

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Fine sec. xv- inizio sec. xvi, <...>

Sentenza

Il commissario e podestà di Bellinzona pronuncia la propria sentenza nella causa tra Pietro Ferrario <...>, da una parte, e Agostino «de Cistilago», dall'altra, e ordina il sequestro dei beni del detto Pietro fino a coprire il debito di 17 grossi datigli dal fu Minotto, procuratore di Agostino e Francesco, di un altro debito di 14 lire di terzoli ricevute dal detto Agostino a titolo di prestito e per una certa quantità di biada, e di 32 lire di terzoli più le spese per un cavallo morello scuro vendutogli dal detto Agostino. Il podestà ordina alle parti di presentarsi davanti a lui per il trasferimento dei beni sequestrati, una volta che essi siano stati stimati da Antonio Magoria del fu Giovanni e da Antonio detto Sacheto Molo del fu Giovanni del fu Negro abitanti a Bellinzona, stimatori del comune. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 61 260 x 195 mm, righe 31. Il documento, originariamente costituito da almeno tre membrane, è privo di quella iniziale e di quella finale e presenta diversi fori e un piccolo strappo lungo il margine destro.

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Fine xv-inizio xvi secolo, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Pietro «de Righeto» vende ad un certo Giovanni «de Martela» di Drossa del fu Martino, abitante a Drossa, numerosi terreni, edifici e alberi situati nel territorio di <...>, al prezzo di 32 ducati e mezzo d'oro.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. domini Simonis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 36 630 x 285 mm, righe 87. L'atto è privo dell'angolo superiore destro, asportato mediante taglio. Un lungo strappo obliquo nella parte superiore, macchie e fori di medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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Fine xv-inizio xvi sec., Meride

Permuta con convenzione / Instrumentum cambii et pactorum

Alberto Camuzzi di Tremona cede a titolo di permuta a Giorgio Guarneri alcuni beni situati nel territorio di Lavena, Ponte Tresa, Ardena e Marzio, venduti al detto Alberto da Stefano «de Bonagiolo» di Biumo Superiore, e ne riceve in cambio alcuni beni situati nel territorio di Tremona. (Frammento).

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 45 565 x 290 mm, righe 74. L'atto era originariamente costituito da due membrane cucite insieme, la prima delle quali è ora deperdita. Alcuni piccoli fori e macchie e una cucitura di medie dimensioni precedente la stesura dell'atto. Il documento è stato utilizzato come copertina di un fascicolo di atti degli anni 1545-1546.

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Sec. xv-xvi, <...>

Vendita (?) / <...>

Frammento di atto notarile, probabilmente una vendita a pagamento di un debito. Il venditore è un tale Stefano Bernardi, l'acquirente Giacomo di Zane «Iacometi Saltis» di Cavergno.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 63 530 x 270 mm, righe 71. Il testo è intelligibile solo in parte. Documento adattato a copertina di un fascicolo del sec. XVII/XVIII, ritagliato sui bordi laterali e su quello superiore; la parte finale, probabilmente caudata, è pure stata ritagliata e adattata, per cosí dire, a sovracoperta. Mancano la parte iniziale con la data e gli estremi del contratto, come pure la parte terminale con la sottoscrizione e i testimoni.

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Sec. xv, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

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Frammento di una vendita fatta da un certo Matteo un tale Nicolao.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 134 140 x 230 mm, righe 18. L'atto è stato tagliato lungo tutti i lati.

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Sec. xv, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Frammento del testamento di Salio (o Saviolo) <«de Baddis»> che lascia al convento di S. Francesco di Locarno 52 lire di terzoli, riposti su un fondo dal quale i frati possono percepire un usufrutto, ma sono tenuti a celebrare un annuale in memoria del testatore e dei suoi defunti. Stabilisce che *** consegnino ogni anno 1 lira e 12 soldi di terzoli. Infine nomina eredi universali i figli Pietro e Giorgio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 138 380 x 190 mm, righe 63. Grave lacuna nel margine superiore, che compromette la lettura, nonché altri guasti nel margine destro.

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Sec. xv (ultimo quarto), <...>

Patti e convenzioni / Instrumentum transactionis, pactorum et conventionum

Frammento di un istrumento di patti e convenzioni stipulato dagli uomini di Carena, Carmena, Vellano, Pianezzo, tutti vicini della Valle Morobbia, riuniti in assemblea assieme a quelli di Giubiasco.

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 30 (= vecchio I/30) 205 x 175 mm, righe 25. Frammento tagliato ai lati superiore, inferiore e destro e ridotto al formato del Libro della Confraternita del SS.mo Rosario, che ricopre; pergamena molto rigida e sporca, con alcuni fori dovuti a rosicatura, soprattutto in corrispondenza del dorso del registro. Il documento, mutilo, è leggibile solo parzialmente perché ancora montato sul registro. La datazione è suggerita dall'analisi paleografica e da un riscontro puntuale nell'elenco dei nomi dei vicini.

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Fine sec. xv – inizio sec. xvi

Retrovendita

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Battista del fu Antonio «Barberii», abitante a Locarno, retrovende a Pietro del fu «Iacheti (?) Baugium» di Minusio due appezzamenti di terreno arativo e vignato «vitium et rompibus» nel territorio di Minusio «in Fontili». Il prezzo della retrovendita è di 110 lire di terzoli. (Frammento)

Originale (?); lat. Archivio Patriziale Minusio s.n. 320 x 250 mm, righe 50. La pergamena è stata utilizzata come busta per contenere documenti relativi a confini e convenzioni (nel verso: «Carte relative a delle terminazioni e convenzioni con proprietari particolari»): il documento è privo della parte iniziale e di quella finale. La pergamena presenta un foro, risalenti alla lavorazione della pelle, una rosicatura e numerosi piccoli fori di cucitura lungo i bordi. La datazione è ricostruita sulla base della grafia e la menzione di un atto rogato da un notaio Guidolo, probabilmente Guidolo Rossi di Locarno, rogatario almeno tra il 1506 e il 1549 e già scrivente negli anni Settanta del XV secolo.

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Sec. xv (fine) - xvi (inizio), Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum et divisionum

Frammento di un atto di divisione di beni fra i fratelli Ambrogio e <...> di Bellinzona o Giubiasco, ad opera di due o più arbitri.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Berinzone

Originale; lat. ASTi, Sacchi 15 (= cart. 2ca, nr. 12) 600 x 230 mm, righe 63. Due fogli pergamenacei cuciti insieme, in origine parte di un rotolo comprendente un altro o diversi altri fogli. La parte iniziale del primo foglio tramandato è stata tagliata; un foro dovuto a rosicatura nel secondo foglio, altre rosicature e strappi lungo i bordi.

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Sec. xvi (inizio), Locarno

Vendita e locazione / <...>; instrumentum hereditatis

, e il detto Giuliano investe lo stesso venditore , al canone annuo di tre staia di mistura di segale e miglio e di una mina di <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 32 bis 290 x 430 mm, righe 37. La pergamena è stata riutilizzata come copertina: il testo è infatti privo della parte iniziale, l'angolo inferiore destro è stato ritagliato e lungo il margine inferiore sono conservati i resti del filo che cuciva i rimbocchi della copertina. Numerose

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 738 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete piccole lacune del testo dovute a insetti e macchie diffuse. La pergamena in origine recava la vendita e la locazione del terreno in questione, come si deduce dall'annotazione scritta nel verso dal notaio rogatario: «Venditio per Franciscum de Rozollo facta <...> Iulianum de Labardia una cum instrumento hereditatis <...>».

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Sec. xvi (inizio), Mendrisio

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Antonio di <...> della Torre di Mendrisio dichiara di avere ricevuto da Pietro Giusto di Mendrisio <...> a pagamento del canone di locazione di un terreno a campo e bruga situato nel territorio di Mendrisio «ad Ranzetum» (?). (Frammento)

Notaio rogatario: Antonius de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 46 270 x 140 mm, righe 33. Il documento è privo della parte iniziale e presenta fori di piccole e medie dimensioni.

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<...> <...> 15<..>, Cantello (Gaggiolo)

Vendita / Instrumentum v

Simona Lavizzari del fu Francesco, moglie di Felice, e Simone, figlio dei detti Simona e Felice, vendono a <...> «de Grecis» del fu Tognino, agente anche a nome del fratello Giovanni Maria, un terreno situato nel territorio di Stabio «in Vitibus» al prezzo di 24 fiorini.

Notaio rogatario: Dominus Andreas de Lavizariis n.p. Comi. Notaio estraente: de Somazo p.a.i.a.n. Comi f.q. domini Cristofori ac n. laudatus ... per duos ex dominis consulibus Comi et per dominos abbates ... collegii notariorum Comi ad explendum ... instrumenta ... tradata per condam dominum Andream de Lavizariis olim et tunc n.p. Comi.

Originale estratto da imbreviature (1527 maggio 08); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 11 480 x 290 mm, righe 55. Il documento presenta gravi lacune nei margini (in particolare quello sinistro) dovute a strappi, fori e macchie. L'atto è stato riutilizzato come copertina di una rubrica di imbreviature.

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24 marzo 1500, Bedano

Locazione / Instrumentum investiture

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 739 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni Pietro del fu Iorio Trefogli di Como, abitante a Torricella, investe a titolo di locazione triennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Zanolo detto Iametto «de Portille» di Torricella di due terreni situati nel territorio di Torricella «in Clauso illorum de Portille» e <...>, al canone annuo di due lire di terzoli.

Notaio rogatario: Aluysius Ruscha de Bedano a.i.n.p. Lugani et Valis, f. domini Filiponi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 10 305 x 315 mm, righe 40. Il documento è stato tagliato e piegato lungo il bordo verticale sinistro e nel margine inferiore e presenta numerosi forellini che attestano il suo reimpiego come rinforzo per la rilegatura di qualche libro: alcuni conservano tracce di filo. Nella piega del margine verticale sinistro una cucitura. Una grossa lacerazione lungo una piega orizzontale.

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6 aprile 1500, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Giacomo del fu Guglielmo Bregnoni e Antonio del fu Giovanni «Mozini» di Pianezzo, curatori dei fratelli Domenico e Giovanni del fu Domenico di Giovanni Bregnoni di Vellano, investono a titolo di locazione novennale, rinnovabile a volontà delle parti, Giovannolo del fu Giacomo Scalabrini di Vellano di tutti i beni immobili situati in Valle Morobbia «a Stalada infra». Il canone annuo convenuto è di 12 lire di terzoli e una messa da far celebrare in memoria dei defunti dei detti Domenico e Giovanni minorenni.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus n.p.Bellinzone. Notaio estraente: Vanetus Burgus f.q. spetialis capitanei domini Ioannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone ac n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super breviaturis n.q. domini Nicolay Zachoni ... ad explendum.

Originale estratto da imbreviature (8 agosto 1562); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 250 380 x 305 mm, righe 47. Alcuni piccoli fori.

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9 aprile 1500, Como

Locazione / Instrumentum investiture

Aloisio di Giovanni Rusconi, cittadino e mercante di Como ed ivi abitante, tutore di Giovanni Antonio del fu Matteo della Porta e agente a suo nome, investe a titolo di locazione per sei anni, rinnovabili a volontà delle parti, Battista del fu Andrea «de Interlegniis», abitante a Boffalora, agente anche a nome del fratello Pietro, di un complesso di terreni e beni immobili situati nel territorio di Chiasso e di Boffalora, al canone annuo di quattro moggi e quattro staia di frumento, altrettanti di segale, uno di ciliegie, tre capponi, un carro di rape e «naponum» (?) e la metà del fieno raccolto sull'appezzamento situato «ad Pratum de la Fame».

Notaio rogatario: Clemens de Cortexela n.p. Cumarum.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 740 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio estraente: Aluisius de Cortexela p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Clementis ac n. laudatus ... per ... consules Cumanos iustitie et per dominos abbates colegii notariorum ad explendum ... instrumenta ... rogata ... per nunc q. Clementem de Cortexela olim n.p. Cumarum.

Originale estratto da imbreviature (1520 marzo 14); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 27 840 x 280 mm, righe 109. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e rosicature di piccole dimensioni.

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14 aprile 1500, Bellinzona

Concessione di privilegi / Capitula

I rappresentanti della lega di Uri, Svitto e Unterwalden, dopo aver accettato la dedizione dei bellinzonesi, affermano di voler confermare gli statuti e i privilegi concessi a suo tempo dai duchi di Milano e dal re di Francia e concedono a loro volta altri capitoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone. Notaio rogatario: Petrus f.q. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto Leventine vallis, sacra a.i.n.p.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 55 (v.n. A. X/12) 405 x 415 mm, righe 40. Piccoli fori dovuti a guasti lungo le pieghe. Edizione: BSB X (1949), pp. 233-236 (da altro esemplare?); Pometta, Come il Ticino, vol. III, pp. 137-139, nr. IV; Cerioni, Gli ultimi mesi, nr. 47; Il Medioevo nelle carte, pp. 359-365, nr. 61.

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14 aprile 1500, Bellinzona

Concessione di privilegi / Privilegium

I «ministri», i consiglieri e le comunità di Uri, Svitto e Nidwalden accolgono quali sudditi il borgo e il contado di Bellinzona, insieme ai comuni di Medeglia e Isone, confermano gli statuti, le esenzioni e i privilegi concessi loro a suo tempo dal duca di Milano e concedono a loro volta altri capitoli.

Notaio sottoscrittore: Petrus de Petrutiis de Quinto Leventine Vallis scriba prefatorum magnificorum dominorum. Notaio autenticante: Petrus Varronus n.p. comunis et causarum Berinzone.

Copia autentica (coeva); lat. Archivio Comunale Bellinzona 56 (v.n. A. X/11) 535 x 400 mm, righe 44. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, alcune rosicature. Edizione: Pometta, Come il Ticino, vol. III, pp. 134-137, nr. III; Cerioni, Gli ultimi mesi, nr. 48. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 57 (v.n. A. X/10) , ASTi, Pergamene, Pometta 197

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 741 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

14 aprile 1500, Bellinzona

Concessione di privilegi / Privilegium

I «ministri», i consiglieri e le comunità di Uri, Svitto e Nidwalden accolgono quali sudditi il borgo e il contado di Bellinzona, insieme ai comuni di Medeglia e Isone, confermano gli statuti, le esenzioni e i privilegi concessi loro a suo tempo dal duca di Milano e concedono a loro volta altri capitoli.

Notaio sottoscrittore: Petrus de Pedruziis de Quinto Leventine Vallis scriba prefatorum magnificorum dominorum.

Copia semplice (coeva); lat. Archivio Comunale Bellinzona 57 (v.n. A. X/10) 400 x 435 mm, righe 42. Piccole lacune dovute a guasti lungo i bordi. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 56 (v.n. A. X/11), ASTi, Pergamene, Pometta 197

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14 aprile 1500, Bellinzona

Concessione di privilegi / Privilegium

I «ministri», i consiglieri e le comunità di Uri, Svitto e Nidwalden accolgono quali sudditi il borgo e il contado di Bellinzona, insieme ai comuni di Medeglia e Isone, confermano gli statuti, le esenzioni e i privilegi concessi loro a suo tempo dal duca di Milano e concedono a loro volta altri capitoli.

Notaio autenticante: Bernardinus Varronus n. causarum Berinzone. Notaio sottoscrittore: Petrus de Petrutiis de Quinto Leventine Vallis scriba prefatorum magnificorum dominorum.

Copia autentica (primi decenni del xvi sec.); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 197 490 x 300 mm, righe 56. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 57 (v.n. A. X/10) , Archivio Comunale Bellinzona 56 (v.n. A. X/11)

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30 aprile 1500 (?)

Permuta

Giacomo del fu Giovannolo Scalabrini di Carmena di Vellano cede a titolo di permuta ad Agnese del fu Guglielmo Ambrogio «del Storno», moglie di Martino del fu Giacomo Scalabrini, agente col consenso del marito, una casa «a prima trabata» fino al tetto, eccetto cantina e «turbinum» che resteranno al detto Giacomo, situata nel territorio di Pianezzo «ad Domum Iacobi Schalabrini», per ricevere una casa «a prima trabata supra» con scala di pietra e relativa parte di cortile e di orto, tre campi e un terreno a prato e selva con una pianta di ciliegie bianche («galfionum») situati a Carmena

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 742 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete e nel suo territorio, rispettivamente «ad Cremenam», «in Campo Grando», «post Domos de Cremena», «in Ronchis de Cremena» e «ad Petiam del Buscho». La detta Agnese riceve inoltre dal detto Giacomo 280 lire di terzoli.

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 49 540 x 320 mm, righe 26. Lacerazioni e sbiaditure di medie e grosse dimensioni, in particolare nella parte iniziale. La pergamena, riutilizzata come copertina di un fascicolo, era unita al documento Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 49 bis con una strisciolina di pergamena, eliminata dopo il restauro. Il testo dell'atto risulta incompleto e oltre la metà del foglio non è coperto da scrittura.

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8 maggio 1500, Mendrisio

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Giacomo «de Carono» del fu Giovanni Pietro abitante a Mendrisio investe a titolo di enfiteusi e di locazione perpetua Giovanni della Porta del fu Albertino abitante a Mendrisio, agente anche a nome di suo fratello Domenico, di un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Mendrisio «in Tercio» con la facoltà di riscattare il canone entro cinque anni al prezzo di 218 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus f.c. domini magistri Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 21 1160 x 270 mm, righe 165. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Lattes, Notizie, p. 98, nr. v.

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1 luglio 1500, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Giacomo Magoria del fu Pietro, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione e massarizio per 18 anni rinnovabili a volontà delle parti Lorenzo del fu Pietro del Monte di Valle Morobbia di un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Pratis Maioribus», al canone annuo di 40 lire di terzoli e con il diritto di praticare ogni genere di miglioria al detto terreno senza alcun aumento del canone.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolai habitator Berinzone n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis q. domini patris mei.

Originale estratto da imbreviature (1540 gennaio 12); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 199 630 x 255 mm, righe 74. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 743 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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11 agosto 1500, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Baronina «de Mazis» di Tremona, figlia di Giorgio detto Porinolo e vedova di Gregorio «de Mazis» di Tremona, tutrice dei figli Pietro, Battista, Elisabetta, Bernardina e Anastasia e agente a loro nome, vende al comune di Tremona, rappresentato dal console Giorgio del fu Gregorio «de Mazis», due terreni a campo, prato e vigna situati nel territorio di Tremona «ad la Possam», al prezzo di 50 lire di terzoli, di cui la detta venditrice è debitrice verso il comune in virtù di certe elemosine e taglie.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. Comunitatis et Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 28 510 x 330 mm, righe 67. Alcuni piccolissimi fori e uno di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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20 agosto 1500, Meride

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Bartolomeo «de Mozonibus» di Bisuschio del fu Antonio, abitante a Bisuschio, dichiara di avere ricevuto da Andrea del fu Giovanni detto Pellolo Frasca Fossati di Meride, abitante a Meride, tre staia di frumento a pagamento del canone annuo di locazione di un terreno situato nel territorio di Tremona.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 7 310 x 190 mm, righe 36. La pergamena è molto lacera in seguito a macchie di umidità, in particolare lungo la prima piega orizzontale e nella parte finale. Due piccole cuciture risalenti alla lavorazione della pelle.

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15 ottobre 1500, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino del fu Antonio Magoria, abitante a Bellinzona, vende a Giacomo figlio del nobile Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, un sedime con casa, cantina, bottega, orto e diversi altri edifici situato a Bellinzona nella contrada Nosetto «ad Domos illorum de Magoria», al prezzo di 5400 lire di terzoli, 4402 delle quali per una retrovendita fatta il giorno

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 744 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete stesso da Giacomo Magoria al detto Bernardino.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 198 1470 x 195 mm, righe 180. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle.

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19 ottobre 1500, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio «Segarini» di Chiggiogna, procuratore del vicario di Leventina, il cero del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 32 275 x 245 mm, righe 31.

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10 novembre <1500> (?), Bellinzona

Locazione con convenzioni / Instrumentum investiture et pactorum

Taddeo del fu Francesco «de G<...>is» di Milano, abitante a Bellinzona, investe a titolo di locazione e di massarizio per otto, nove e otto anni rinnovabili a volontà delle parti Pietro «de Toxolo» di Ravecchia del fu Cristoforo e suo figlio Donato di un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Bellinzona «in Vineis de Sancto Blaxio». Il canone annuo consiste nella metà del vino prodotto annualmente, e in tre congi di vino bianco da dare come anticipo e un cesto di uva scelta. Il detto Taddeo si impegna a fornire i tini per conservare l'uva che verrà premuta a spese dei locatari, i quali dovranno vendergli l'uva al prezzo di tre lire e 12 soldi di terzoli per congio e piantare, entro tre anni e salvo in caso di guerra, le viti novelle necessarie, alle quali il locatore fornirà per sei anni il letame defluito nel canale della sua casa, che i locatari provvederanno a svuotare. I locatari dovranno tenere palificata la detta vigna e costruire un muro verso la bolla e verso la strada pubblica, per il quale il detto Taddeo fornirà la calce e le pietre nonché gli attrezzi e le assi per riparare la porta della vigna. I locatari si impegnano infine a non fare semine nella vigna senza il consenso del locatore.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 62 830 x 245 mm, righe 99. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme e presenta lacerazioni, macchie e fori nella parte iniziale.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 745 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

19 novembre 1500, Castaneda

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Melchione del fu Giovanni «de Pastorino» di Castaneda vende a Donato del fu Andrea «de Zezio» di Bellinzona, agente a nome di Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni di Bellinzona, una casa in pietra con tetto in piode, ballatoio e «camarello» situata a Castaneda e tre terreni situati nel territorio di Calanca a Castaneda «in Plano», «ad Tictum de Arisum» (?) e «a la Mola», al prezzo di 308 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di un debito di 208 lire di terzoli contratto dal detto venditore con il detto Andrea Ghiringhelli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di 15 lire di terzoli e un paio di pernici.

Notaio rogatario: Albertus de Rubeys p.i.a.n. Valis Misoltine et f.c. ser Antonii notarii de Sancto Victore.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 50 530 x 320 mm, righe 61. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e tre strappi di medie dimensioni lungo le pieghe verticali nella parte iniziale del testo.

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24 novembre 1500, [Locarno]

Riconciliazione e concessione di indulgenza

Il vescovo di Salona Giulio Galardo dichiara di avere proceduto, con licenza del vicario generale del vescovo di Como e su richiesta di Giovanni «de Rozolo» e di Matteo «de Brecio», canepari della chiesa di S. Antonio e di S. Maria in Selva, alla riconciliazione della chiesa e del cimitero di S. Antonio di Locarno con l'assistenza del frate francescano Stefano di Varese, e di avere concesso un'indulgenza di 40 giorni ai visitatori della chiesa nell'anniversario della riconciliazione.

Notaio rogatario: Antonius f. domini Nicolay Pusche de Orta n. et scriba prelibati domini episcopi.

Copia semplice; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 33 320 x 245 mm, righe 25. Alcuni fori di piccole e piccolissime dimensioni. Il documento faceva forse parte di un codice (la forma regolare della pergamena e la rigatura ad inchiostro anche nel verso lo lasciano supporre). Gli elementi della data non concordano tra loro: nel novembre 1500 correva infatti l'indizione quarta, e non la terza, come riportato dal notaio. Regesto: Da Bedano, Il Corpus pergamenaceo, p. 66, nr. 227.

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11 gennaio 1501, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 746 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Zane del fu Andrea «de Cima», abitante a Piancalardo, aveva venduto ai fratelli Giovanni Agostino, Bernardino e Giovanni Antonio, figli del fu Giacomino Ghiringhelli, stipulanti a nome proprio e dei fratelli Ottaviano e Bartolomeo, un appezzamento di terreno prativo e silvato nel territorio di Piancalardo «in Cima» al prezzo di 100 lire di terzoli, come contenuto in una vendita del 15 febbraio 1499, e ne era stato investito a titolo di livello dai detti fratelli al canone annuo di un maiale castrato di 40 libbre e 5 staia di castagne secche, da consegnare per s. Martino. Zane aveva anche venduto ai detti fratelli un appezzamento di terreno prativo, silvato e boschivo nel territorio di Sementina e Piancalado «in Serta seu Prato de Cima» al prezzo di 100 lire di terzoli. Ora i detti fratelli investono a titolo di eredità perpetua Zane del fu Andrea «de Cima» del detto appezzamento di terreno prativo nel territorio di Sementina e Piancalado, al canone annuo di 10 staia di castagne secche, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Nicolaus Ruscha olim f. c. domini Baptiste et olim similiter n.p. Birinzone Notaio estraente: Augustinus Ruscha f. domini Bernardini p.i.a.n. et habitator Birinzone notariusque laudatus, constitutus et approbatus per conscilium generale comunis Berinzone ad explendum complendum et in publicam formam redigendum et expleri, compleri et in publicam formam redigi faciendum omnia et singula instrumenta, procesiis, scripturas, acta et iura tradita, imbraviata et scripta ac traditas, imbreviatas et scriptas per nunc condam domini Nicolaum Ruscham olim f. c. domini Baptiste et olim similiter n.p. Birinzone? quas et que ? explere, complere et in publicam formam redigere non potuit ne petest propter eius casum mortis interventum.

Originale estratto da imbreviature (1557 ottobre 25); lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 21 690 x 330 mm, righe 81. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle nella prima membrana, lacerazioni, gore di umidità e diversi fori, dovuti a rosicatura. L'inchiostro è in parte sbiadito.

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22 gennaio 1501, Bellinzona

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum investiture liveli et pactorum

Bernardino del fu Tognino Molo di Bellinzona investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Giacomo del fu Giovannetto di Cima, nel territorio di Piancalardo, agente anche a nome di Giovannolo, suo fratello, e delle sorelle Callina e Margherita del fu Bartolomeo di Cima, sue nipoti, del diritto di pascolo per tre mucche e mezza e per il bestiame minuto, e dei relativi prati, boschi e cascine situati sull'alpe di «Moniono», nel territorio di Piancalardo e Gudo, nonché di altri beni situati lì vicino, al canone annuo di sette lire di soldi di terzoli, con la facoltà di riscattare il detto canone entro 20 anni al prezzo di 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillipus f. c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 9 865 x 265 mm, righe 88. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1501 correva infatti l'indizione quarta e non l'ottava, come riportato dal notaio; inoltre il 22 gennaio cadeva di venerdì e non di martedì.

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22 gennaio 1501, Tegna

Promessa / Instrumentum promissionis et regressi

Bernardo del fu Romerio detto «Scharamuzini» di Berzona di Onsernone aveva venduto al fratello Giorgio un appezzamento di terreno prativo, arativo, vignato e silvato nel territorio di Berzona «ad Ronchum» al prezzo di 80 lire di denari nuovi. Ora Giorgio promette di retrovendere l'appezzamento al prezzo della vendita.

Notaio estraente: Zanolus Felloli p.i.a.n. f. q. ser Blasii Felloli de Solduno olim n.p. Locarni et plebis et n. ellectus constitutus et deputatus per conscilium generale comunitatis et universitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigentum et redigi facientum omnes et singulas cartas, instrumenta, imbreviaturas rogatas et imbreviatas, per suprascriptum q. ser Blasium Felloli olim p.n.

Originale estratto da imbreviature (1508 gennaio 29); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 85 320 x 360 mm, righe 44. Macchie nel lato destro.

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25 gennaio 1501, Bellinzona

Presentazione e conferma di elezione / Instrumentum presentationis

Martino del fu Lanfranco Bassi di Isone, abitante a S. Antonino, procuratore del detto comune, presenta ai preti Loterio Rusca, Gabriele di Ascona, Damiano Ferrari, Francesco Avondi e Francesco Cusa, tutti canonici residenti della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, il prete Andrea Cusa del fu Biagio di Bellinzona, eletto dai vicini di S. Antonino quale beneficiato, curato, prebendato, rettore, custode e amministratore della chiesa di S. Antonino. I canonici confermano la detta elezione e ordinano di affiggere alla porta della chiesa di S. Antonino un editto.

Notaio rogatario: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.c. ser Andree n.p. Berinzone. Notaio estraente: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1502 dicembre 15); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 21 480 x 200 mm, righe 56. Due strappi nel bordi superiore e destro, due fori risalenti alla lavorazione della pelle nonché annerimenti diffusi su tutto il supporto, in particolare lungo i bordi. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1501 correva infatti l'indizione quarta e il 25 gennaio cadeva di lunedì e non di mercoledì, come riportato dall'estensore. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 59; Ostinelli, Il governo, p.118.

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1 febbraio 1501, [Lugano]

Ordine / Preceptum

Filippo Caietano, dottore in entrambi i diritti, regio commissario e capitano di Lugano, su richiesta del sindaco della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 748 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete mensa episcopale di Como incarica qualsiasi «servitor» di Lugano di ordinare al comune di Camignolo di designare due o tre uomini, affinché consegnino al detto sindaco tutti i beni immobili appartenenti alla mensa vescovile nel territorio di Camignolo.

Cancellieri: Giovanni Antonio Castoria, Lugano

Archivio Parrocchiale Bironico 16 (inserto)

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2 febbraio 1501, S. Antonino

Immissione nel possesso di beneficio ecclesiastico

Alla presenza del notaio rogatario e di alcuni testimoni, il prete Bernardino «de Salvagnio», beneficiato della chiesa di S. Paolo di Arbedo, su incarico del capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, procede all'immissione del prete Andrea Cusa nel possesso del beneficio della chiesa di S. Antonino a S. Antonino.

Notaio rogatario: Iohannes Salvagnius de Salvagnio f.c. ser Andree n.p. Berinzone. Notaio estraente: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1502 dicembre 16); lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 22 320 x 175 mm, righe 42. Due strappi, uno nell'angolo superiore destro e l'altro nel margine inferiore, alcuni piccoli fori, in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle, e annerimenti diffusi su tutto il supporto, in particolare lungo i bordi. Edizione: Bsb VIII (1949), pp. 177-178. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 60; Ostinelli, Il governo, p. 118.

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17 febbraio 1501, Camignolo

Procura / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, convocata per ordine del console Ambrogio del fu Domenico «de Bagutis», in esecuzione di un precetto emanato dal capitano di Lugano su richiesta del sindaco della mensa episcopale di Como elegge Gottardo del fu Bono «de Bustecho e Giovanni di Domenico «de Bustecho», entrambi vicini di Camignolo, con l'incarico di redigere un inventario dei beni immobili appartenenti alla mensa episcopale nel territorio del detto comune e di consegnarlo al capitano di Lugano.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. ser Simonis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 16 415 x 365 mm, righe 49. La membrana presenta sei fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, nella parte sinistra, e altri piccoli fori dovuti a guasti, in particolare lungo le pieghe. Inserti: 1 febbraio 1501 ([Lugano])

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28 febbraio 1501, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Zanetto di Bartolo di «Curtenova», nel territorio di Gudo, vende a Giovannolo del fu Giacomo Scalabrini «del Menego» di Vellano, agente anche a nome dei suoi fratelli Martino ed Enrico, una selva situata nel territorio di Gudo, «in monte ubi dicitur ad Planum de subtus», al prezzo di 180 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1520 giugno 20); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 19 530 x 195 mm, righe 71.

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11 marzo 1501, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Stefano del fu Tommaso Scaramuccia di Lugano, abitante a Lugano, minorenne, con il consenso di Bartolomeo del fu Martino Sanmichele di Cassarate di Lugano, suo curatore, vende a Domenico del fu Giovanni «de Margnis» di Bellio, agente a nome del comune di Camignolo, un campo situato nel territorio di Camignolo «in Vergis», al prezzo di 64 lire di terzoli. Tale somma dovrà essere impiegata quale pagamento parziale di un debito di 850 lire di terzoli che il detto Bartolomeo aveva promesso di dare a Giovanni del fu Paolo di Cortivallo di Lugano per la dote di Caterina del fu Tommaso Scaramuzza, moglie di Antonio figlio del detto Paolo in virtù di un riconoscimento di debito rogato il 18 novembre 1500. La vendita avviene alla presenza del vicario di Lugano e Valle Giovanni Giacomo Castiglioni.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. ser Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 27 455 x 175 mm, righe 95. Alcuni piccoli fori.

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13 marzo 1501, Bellinzona

Concessione di vicinato e convenzione / Instrumentum vicinoris et pactorum

Il consiglio di Bellinzona, riunito per ordine del podestà e commissario Walter Imhof di Altdorf, conferisce il diritto di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 750 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete vicinato bellinzonese ai vicini di Isone, separatisi dalla comunità di Lugano e Valle e aggregato alla terra di Bellinzona. I bellinzonesi e gli isonesi si accordano inoltre in merito all'osservanza degli statuti di Bellinzona e alle decisioni del consiglio borghigiano, alle norme sul pascolo e sulla vendita di bestiame, formaggio e burro a forestieri, alla ripartizione dell'estimo e alla procedura delle denunce criminali.

Notaio rogatario: Petrus Varronus pater meus et n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale communis Berinzone super imbreviaturis nunc c. suprascripti domini Petri Varroni olim patris mey et olim n.p. Berinzone ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per c. patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (1519 agosto 2); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 15 810 x 450 mm, righe 114. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare lungo le pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Pometta, Come il Ticino, vol. III, pp. 146-153 (da copia seriore). Regesto: Pometta, Come il Ticino, vol. I, pp. 167-173; Lepori, Isone, p. 119. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 58 (v.n. A. XII/14)

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13 marzo 1501, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum

Il consiglio di Bellinzona, riunito per ordine del podestà e commissario Walter Imhof di Altdorf, conferisce il diritto di vicinato bellinzonese ai vicini di Isone, separatisi dalla comunità di Lugano e Valle e aggregati alla terra di Bellinzona. I bellinzonesi e gli isonesi si accordano inoltre in merito all'osservanza degli statuti di Bellinzona e alle decisioni del consiglio borghigiano, alle norme sul pascolo e sulla vendita di bestiame, formaggio e burro a forestieri, alla ripartizione dell'estimo e alla procedura delle denunce criminali.

Notaio rogatario: Petrus Varronus olim avus meus et olim n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus, constitutus et aprobatus per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc condam domini Petri Varroni ... ad explendum.

Originale estratto da imbreviature (1553 gennaio 19); lat. Archivio Comunale Bellinzona 58 (v.n. A. XII/14) 2270 x 250 mm, righe 239. Il documento è composto di quattro fogli membranacei cuciti insieme. Piccole rosicature lungo i bordi. Edizione: Pometta, Come il Ticino, vol. III, pp. 146-153 (da copia seriore). Regesto: Pometta, Come il Ticino, vol. I, pp. 167-173; Lepori, Isone, p. 119. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 15

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14 marzo 1501, Mendrisio

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 751 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giorgio detto «Abbas» di Santo Eusebio del fu Melchione, Rainaldo di Santo Eusebio del fu Antonio, Antonio di Andrea detto «Boschonus» di Stabio e Bernardo di Pietro «de Matiis», tutti abitanti a Tremona e agenti a nome del detto comune, dichiarano di essere debitori nei confronti di Antonio di Andrea della Torre abitante a Mendrisio, e promettono di versare entro il 1. di settembre al detto Antonio, in quanto erede del fratello, il fu prete Giovanni della Torre, 30 fiorini ossia 96 lire di terzoli per le officiature fatte nella chiesa di Tremona e per le spese sostenute in occasione della separazione della detta chiesa dalla plebana di Riva S. Vitale.

Notaio rogatario: Thomas de Ruschonibus p.i.a.n. Comensis seu Cumanus habitator burgi Mendrisii, f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 22 260 x 200 mm, righe 48. Alcuni piccoli fori. La pergamena presenta 12 tagli d'annullamento.

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23 marzo 1501, Bellinzona

Locazione / Instrumentum liveli

Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro del fu Alberto «de Malcarassio», abitante ad Orenno, nel territorio di Bellinzona, di una vigna con casa, ballatoio e con un edificio ricoperti di piode e di un terreno a vigna e selva, situati nel territorio di Bellinzona «ad Gazium» e «ad Cerrinam», al canone annuo di quattro congi di mosto bianco.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 51 395 x 210 mm, righe 55. Uno strappo di medie dimensioni sotto l'angolo superiore destro e alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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4 aprile 1501, Aquila

Testamento

Giovannolo Clerici di Dangio del fu Enrico detta il suo testamento. Egli lascia i beni al prete Guglielmino «de Giliis» suo padrino per ogni suo male. Egli dispone che le figlie e gli eredi facciano celebrare le messe di san Gregorio in remissione dei suoi peccati e in memoria della sua anima. Conferisce alla moglie Benvenuta «de Frigeriis» del fu Antonio di Largario l'usufrutto di tutti i beni. Lascia alla figlia Dominica 320 lire di terzoli, qualora dovesse contrarre matrimonio dopo la morte del testatore, la cui somma deve essere corrisposta dalle tre sorelle e ripartita in 100 lire di terreni buoni a discrezione dei vicini di Dangio e 220 lire di terzoli in beni mobili, immobili, oggetti e utensili di casa che le figlie del testatore devono concordare tra loro. Nomina infine eredi universali Sarina, Giacomina, Domenica e Margherita, tutte sorelle e figlie sue, per la quarta parte. Qualora una di esse dovesse morire i figli legittimi non possono

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 752 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete vendere i beni del detto testamento.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis f. domini Dominici de Largario communitatis Vallis Blegnii n.p. et scriba.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di cera sotto carta di Heinrich Zebnet, vicario di Val Blenio, è attaccato al supporto con filo di canapa ed è coperto da un quadrato in pergamena. Nel campo l'arma di famiglia porta una croce con un piede a N rovesciata. Legenda: * S(IGILLUM) * HEINI * EBNET.

Originale; lat. ASTi, Cima 9 250 x 265 mm, righe 55. Diversi fori di medie dimensioni lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura.

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7 aprile 1501, Lottigna

Vendita / -

Martino «de Martiis» del fu Marzio di Leontica vende al prete Lazzaro «de Martiis» del fu Antonio, rettore e beneficiato della chiesa di S. Giovanni di Leontica e abitante nelle case della detta chiesa, un terreno a prato e vigna situato a Comprovasco «post domum suprascripti domini presbiteri Lazari», al prezzo di nove lire di terzoli.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f. domini D n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 11 200 x 205 mm, righe 30. Tre rosicature medie di microorganismi lungo la piega verticale sinistra. L'angolo inferiore destro è stato asportato mediante taglio.

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7 aprile 1501, Lottigna

Vendita / -

Martino del fu Marzio di Leontica vende al prete Lazzaro «de Martiis» del fu Antonio, rettore e beneficiato della chiesa di S. Giovanni di Leontica, la metà del canone livellario gravante su una casa in pietra «cum canepa una subtus et medio uno ticto prope» nonché un terreno a vigna situati a Comprovasco nella vicinanza di Leontica, locati dal detto Martino e da suo fratello Giacomo Filippo al detto prete per un canone annuo di otto staia di segale il 22 novembre 1469. Il prezzo della vendita è di 60 fiorini.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f. domini Dominici communitatis Vallis Blegnii n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 10 360 x 225 mm, righe 44. Il documento è gravemente danneggiato da macchie e rosicature di medie e grosse dimensioni.

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28 aprile 1501, Bellinzona

Elezione di stimatore e stima / Commissio e instrumentum extimationis

Davanti commissario di Bellinzona Walter Im Hof si dibatte la causa tra Bernardo del fu Giacomo «Sarina», abitante nella località di Lorio di Monte Carasso, da una parte, e i fratelli Giovanni, Bertramo, Giacomo ed Enrico del fu Martino Mozi di Monte Leone di Monte Carasso, eredi del fu Guglielmo del fu Martino Mozi, dall'altra, relativa ad un terreno situato nel territorio di Piancalardo «in Zotis de la Mortitia». Il commissario aveva assegnato il terreno in questione ai detti fratelli, concedendo a Bernardo il diritto di procedere contro Giacomino Magoria per le migliorie fatte al terreno in questione. Ora Giacomino Magoria, da una parte, e Bernardo «Sarina», dall'altra, volendo trovare un accordo pacifico, affidano la stima di tali migliorie a Giacomo del fu Stefano Bonzanigo abitante a Bellinzona. Il detto arbitro, dopo avere esaminato il terreno, decide che le migliorie apportate assommano a 33 fiorini e ordina alle parti di assegnargli un ducato quale salario per il lavoro svolto.

Notaio rogatario: Iohannes Ruscha p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c. domini Georgii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 201 630 x 250 mm, righe 70. Alcuni piccoli fori. Edizione: BSB VI (1945), pp. 92-95.

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5 maggio 1501, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum liveli

Giovanni del fu Giovannolo Adamini abitante a Piancalardo vende ad Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni abitante a Bellinzona la metà di una casa con cortile e pergolato e una selva con una pianta di ciliegie bianche («galfionorum»), situate nel territorio di Piancalardo «ad Planum Vacarum», al prezzo di 55 lire di terzoli. Il detto venditore viene investito a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di due lire e otto soldi di terzoli e un cestello («cavagnolum») di ciliegie bianche.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 52 490 x 235 mm, righe 78. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni provocati da rosicature di insetti.

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28 aprile 1501, Bellinzona

Elezione di stimatore e stima / Commissio e instrumentum extimationis

Davanti commissario di Bellinzona Walter Im Hof si dibatte la causa tra Bernardo del fu Giacomo «Sarina», abitante nella località di Lorio di Monte Carasso, da una parte, e i fratelli Giovanni, Bertramo, Giacomo ed Enrico del fu Martino Mozi di Monte Leone di Monte Carasso, eredi del fu Guglielmo del fu Martino Mozi, dall'altra, relativa ad un terreno situato nel territorio di Piancalardo «in Zotis de la Mortitia». Il commissario aveva assegnato il terreno in questione ai detti fratelli, concedendo a Bernardo il diritto di procedere contro Giacomino Magoria per le migliorie fatte al terreno in questione. Ora Giacomino Magoria, da una parte, e Bernardo «Sarina», dall'altra, volendo trovare un accordo pacifico, affidano la stima di tali migliorie a Giacomo del fu Stefano Bonzanigo abitante a Bellinzona. Il detto arbitro, dopo avere esaminato il terreno, decide che le migliorie apportate assommano a 33 fiorini e ordina alle parti di assegnargli un ducato quale salario per il lavoro svolto.

Notaio rogatario: Iohannes Ruscha p.i.a.n. et habitator Berinzone f.c. domini Georgii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 201 630 x 250 mm, righe 70. Alcuni piccoli fori. Edizione: BSB VI (1945), pp. 92-95.

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19 maggio 1501, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio «Segarini» di Chiggiogna, procuratore del vicario di Leventina, due ceri del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciocchis f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n. eiusdemque curie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 33 225 x 195 mm, righe 31.

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9 giugno 1501, Melide

Compromesso e arbitrato / Instrumentum divixionis et arbitramentorum

I fratelli Bernardino, da una parte, Antonio, da un'altra, Franceschina, da una terza parte, e Giovanna, da una quarta, figli del fu Giovanni «del Trachatino» di Melide, designano quali arbitri Giovanni Castoria del fu Giovanni Donato di Lugano, Pietro «Scharnizii de Salvis» del fu Antonio e Antonio detto «Magatus de la Pongia de Salvis», entrambi di

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Melide, incaricandoli di procedere alla divisione dei beni lasciati loro dal padre. I detti arbitri procedono alla spartizione di tali beni.

Notaio rogatario: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani et Vallis et f. domini Alberti.

Originale; lat. ASTi, Comune di Melide 1 (= 452) 400 x 377 mm, righe 59. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni, sei dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1501 correva infatti l'indizione quarta e non la quinta, come riportato dal notaio.

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25 giugno 1501, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Mastro Damiano del fu Marco «de Porcis» di Novara, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento della chiesa di S. Francesco di Locarno un canone di una brenta di vino o mosto rosso, locato a Martino Testorelli di Solduno, come contenuto nella locazione del 12 gennaio 1501, affinché i frati celebrino ogni anno un annuale per l'anima del testatore. Infine nomina erede universale il figlio Francesco.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 86 430 x 170 mm, righe 70.

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24 luglio 1501, Altdorf

Procura

Il prete Gerolamo Muggiasca, cappellano della cappella di S. Giacomo nella chiesa parrocchiale [di S. Martino] di Altdorf, nomina suo procuratore il prete Bernardino Muggiasca, con facoltà di concedere in locazione i beni della cappella delle SS. Caterina e Maddalena nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona.

Notaio rogatario: Valentinus Comsar Constantie diocexis clericus et n. auctoritate im.

ASTi, Pergamene, Pometta 227 (inserto)

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20 settembre 1501, Lomello

Ordine di confisca

Georges d'Amboise, cardinale di Rouen, conte di Sartirana e luogotenente generale del re di Francia «al di qua dei monti», ordina la confisca dei beni mobili e immobili appartenenti ai fratelli Verardo e Giovanni Pietro di Torricella e ai fratelli Gerolamo e Antonio Rusconi («de Riscon») abitanti presso Lugano, in seguito alla loro ribellione.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di Georges d'Amboise, cardinale di Rouen, conte di Sartirana e luogotenente generale del re di Francia, annunciato nella corroboratio. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena per inserirvi la coda di supporto.

Originale; fr. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 7 340 x 490 mm, righe 20. La pergamena è stata tagliata in tre angoli e nella parte inferiore del margine destro per essere adattata a copertina di un fascicolo, probabilmente di imbreviature, recante la data 1605. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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20 ottobre 1501, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Antonio Ghiringhelli del fu Cristoforo, abitante a Bellinzona, agente a nome della chiesa di S. Maria dei Cattanei fuori Porta Camminata di cui è beneficiato, investe a titolo di locazione e massarizio per 27 anni rinnovabili a volontà delle parti Giacomo del fu Pietro Magoria, abitante a Bellinzona, di due edifici diroccati situati nel territorio di Bellinzona «ad Nocham», al canone annuo di una lira e 12 soldi di terzoli, con patto di ritenzione delle migliorie.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 202 580 x 210 mm, righe 75. Alcuni piccoli fori.

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5 novembre 1501

Sentenza

Walther in der Gass, Heinrich Troger, già landamani di Uri, Ulrich Kätzi, landamano, Jos Köchli, già tesoriere, e Hans Schiffli, già balivo di Baden, tutti di Svitto, e Welker Innetachers (?), già balivo di Turgovia, Hans Kuster e Haris Ambühl, tutti di Unterwalden, su richiesta di Giovanni Bosco «de Rafagnio» («von Raffinig») e Alberto «de Rafagnio», agenti a nome dei parenti «de Rafagnio», da una parte, e Giacomo «del Oro» e Domenico «del Iori», agenti a nome di tutta la comunità di Val Morobbia e Giubiasco, dall'altra parte, in merito all'arbitrato fatto da Andrea «der Doctor» tra la comunità

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 757 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di Val Morobbia e Giubiasco e i «de Rafagnio» e la sentenza dei III cantoni relativa a una lite per la vendita di un alpe acquistato 15 o 16 anni prima dalla famiglia «de Rafagnio» a un certo Muggiasca di Como, dichiarano che la detta comunità è tenuta a pagare 70 ducati d'oro, come disposto dall'arbitrato e dalla sentenza, e che i «de Rafagnio» sono tenuti a sostenere le spese.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde di Ulrich Kätzi, landamano di Svitto, parzialmente danneggiato. Nel campo l'arma di famiglia (stella su bastone, attorniata da due stelle).

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 22 290 x 400 mm, righe 36. Piccolo foro nel margine inferiore, risalente alla lavorazione della pelle.

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22 dicembre 1501, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Il sarto Silvestro del fu mastro Giacomo Zono Cusa, abitante a Bellinzona, rivende ad Antonio del fu Pietro «Brunetti» di Castione, console di Castione e Lumino, e a altri sei rappresentanti di quel comune cinque campi situati nel territorio di Castione e Lumino dove si dice «in Pasquario super molandinum heredum condam domini Bartholomey de Mugiasca», dell'estensione complessiva di dieci pertiche, che Silvestro aveva acquistato il 10 gennaio 1476 dai rappresentanti del comune e aveva poi investito a titolo di livello perpetuo al canone annuo di 15 staia di «frumentata» e 2 galline. Il prezzo della retrovendita è di 250 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de Cazanore p.i.a.n. et habitator Birinzone f.q. domini Pagani.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 48 800 x 190 mm, righe 101. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme. Piccoli fori dovuti a rosicatura. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 50.

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17 marzo 1502, Bissone

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Nicola del fu Andrea Rodari di dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni del fu Franzio Rusconi di Magliaso, abitante a Como, e promette di versare entro il 1. febbraio successivo 150 lire di terzoli dovute per dei drappi di lana vendutigli dal detto Giovanni. Il capitano della Comunità di Val Lugano Bernardino Guazio condanna il detto debitore a versare quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 31 195 x 220 mm, righe 34. Un piccolo foro. Il documento è cucito alla pergamena Poggi 31bis; un taglio di annullamento.

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20 maggio 1502, Bellinzona

Sentenza / Vrteil

Hans Muheim [di Uri], già landvogt di Turgovia, Ulrich Kätzi, già landamano di Svitto, e Kaspar Zelger di Nidwalden, tutti ambasciatori dei III cantoni, Walter Imhof, già commissario di Bellinzona, e Albrecht Gugelberg, commissario in carica, pronunciano la loro sentenza nella causa tra Giovanni Leonardo [di Codeborgo] e suo figlio Giovanni Antonio, agenti anche a nome del comune di Camorino, da una parte, e il comune di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra, relativa ad un pascolo situato nel territorio di Camorino, presso il fiume Morobbia, chiamato «Almeine de Arbore», che il comune di Camorino aveva ceduto ai detti Codeborgo a soluzione di un debito contratto nei loro confronti e sul quale la comunità di Giubiasco e Valle Morobbia vanta certi diritti. I giudici ordinano che il detto pascolo ritorni ad essere sfruttato come pascolo comune di entrambe le dette comunità.

Cancellieri: Pietro Pedruzzi di Quinto, Bellinzona (scriba dei rappresentanti dei III cantoni)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Muheim [di Uri], già landvogt di Turgovia; rimangono le incisioni praticate nella pergamena per inserire la coda con cui era appeso.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Ulrich Kätzi, già landamano di Svitto; rimangono le incisioni praticate nella pergamena per inserire la coda con cui era appeso.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Pietro Pedruzzi di Quinto, scriba dei rappresentanti dei III cantoni e sigillatore in vece di Kaspar Zelger di Nidwalden; rimangono le incisioni praticate nella pergamena per inserire la coda con cui era appeso.

Sigillo: frammento. Sigillo araldico in cera bruna di Walter Imhof, già commissario di Bellinzona, parzialmente danneggiato. Lo stemma nel campo porta una croce che si diparte da un cerchio centrale, la legenda su cartiglio è frammentaria e risulta illeggibile a causa dei danni all'impronta.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Pometta 203 380 x 540 mm, righe 50. Un foro risalente alla lavorazione della pelle, altri piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le pieghe. Altri esemplari: ASTi, Comune di Cadenazzo 1

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<20> maggio 1502, Bellinzona

Sentenza

Altro esemplare (rimaneggiato nel testo) della sentenza pronunciata dagli ambasciatori dei III cantoni nella causa tra

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Giovanni Leonardo di Codeborgo, suo figlio Giovanni Antonio e il comune di Camorino, da una parte, e il comune di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra, relativa al pascolo chiamato «Pastura de Arbore» (ASTi, Pergamene, Pometta 203).

Notaio autenticante: Petrus de Petrutiis de Quinto n.

Copia autentica (traduzione dal tedesco) (coeva); lat. ASTi, Comune di Cadenazzo 1 645 x 340 mm, righe 76. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 203

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8 giugno 1502, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie

[Hans] Muheim di Altdorf, [Ulrich] Kätzi di Svitto e Kaspar Zelger di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Walter Imhof di Altdorf, commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Bellinzona, da una parte, e i comuni del contado, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi negli anni 1500 e 1501. Essi dichiarano che i comuni del contado debbano contribuire in ragione di un quinto alle spese sostenute dai bellinzonesi negli anni in questione e a quelle che dovranno essere sopportate in futuro.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 59 (v.n. A. XII/15a) 335 x 360 mm, righe 31. Piccole lacune dovute a rosicatura lungo le pieghe.

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16 luglio 1502, Meride

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Meride convocata per odine del console Antonio del fu Giovannino detto Magrino Fossati designa quali procuratori alle cause, specialmente contro il comune di Tremona, Andrea Gasparini del fu Giovanni, Andrea Oldelli del fu Antonio e Antonio Ponzoni del fu Abongino, tutti di Meride, per un periodo di due anni.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 23 530 x 390 mm, righe 85. Fori, strappi, macchie e lacerazioni di varie dimensioni, in particolare lungo le pieghe fatte per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature di un notaio della famiglia Fossati degli anni 1509-1512.

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29 luglio 1502, Meride

Elezione di arbitro e proroga di termine / Instrumentum compromissi e instrumentum prorogationis

Il comune di Meride, rappresentato dai procuratori Andrea del fu Giovanni Fossati di Meride, Andrea del fu Antonio Oldelli, Antonio Ponzoni del fu Abbondio e Antonio Morgnini (?), da una parte, e il comune di Tremona, rappresentato dai procuratori Rinaldo console, Bernardo di Petrolo «de Maziis», Giovanni detto Garono di Tremona del fu Maffeo, dall'altra, designano quale arbitro Gerolamo di Olgiate del fu Bernardo, abitante a Ligornetto, nella lite relativa ad un terreno a guasto, bosco e pascolo situato «in Planchis».Tale nomina sarà valida fino al primo settembre, e concedono al detto arbitro la facoltà di prorogarla ulteriormente una volta sola. Il detto arbitro proroga il termine stabilito fino al giorno 4 ottobre successivo.

Notaio rogatario: Steffanus de Fossato de Merede et n.p. Lugani. Notaio estraente: Gabriel de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis f. magistri Iohannis nec non laudatus ... per conscilium generale ipsius comunitatis ad explendum ... quocumque instrumentum rogatum per nunc condam ser Steffanum de Fossato de Merede.

Originale estratto da imbreviature (1527 settembre 09); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 29 650 x 390 mm, righe 51. Rosicature lungo i margini verticali, piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una piccola cucitura fatta dal restauratore.

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12 agosto 1502, Uri [Altdorf]

Sentenza / Sententia

Jakob Imoberdorf, Walter in der Gasselein e Peter Kaes, tutti di Uri, Ulrich auf der Maur, Jodocus Berner e Johannes Schiffli, tutti di Svitto, e Marquard Zelger, Heinrich am Stein e Johannes Kätzi, tutti di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa d'appello tra il comune di Bellinzona, rappresentato dal medico Andrea Ghiringhelli, da Giovanni Antonio Duni e da Giovanni Giulio Zezi, da una parte, e i comuni del contado, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi. I giudici confermano la sentenza pronunciata a suo tempo dagli ambasciatori inviati a Bellinzona (cfr. Archivio Comunale Bellinzona 58) e dichiarano che i comuni del contado sono tenuti d'ora in poi a partecipare alle spese in ragione di un quinto. Per le spese degli ultimi anni trascorsi in relazione al maestro della scuola il contado può godere dei medesimi privilegi del borgo, e per il medico ogni comune dovrà accordarsi personalmente con quest'ultimo. Riguardo agli anni in cui i comuni del contado sono stati sotto la dominazione dei confederati senza il borgo, condonano loro infine la somma di 60 fiorini.

Cancellieri: Georgius Yser, [Uri]

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Imoberdorf, landamano di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; lat.

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Archivio Comunale Bellinzona 60 (v.n. A. XII/15b) 530 x 305 mm, righe 59. Una lacerazione della membrana, originariamente ricucita con filo di canapa, nel margine inferiore.

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12 agosto 1502, Uri [Altdorf]

Sentenza / Sententia

Jakob Imoberdorf, Walter in der Gss (?) e Peter Kaes, tutti di Uri, Ulrich auf der Maur, Johannes Schiffli e Jodocus Berner, tutti di Svitto, e Marquard Zelger, Heinrich am Stein e Johannes Kätzi (?), tutti di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa tra Giovanni Leonardo di Codeborgo di Bellinzona, da una parte, e il comune di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra, in merito a un appezzamento boschivo [«de Arbore»], facente parte delle terre comuni, di cui il detto Giovanni Leonardo era stato investito nel 1496 dal comune di Camorino, con l'accordo che quest'ultimo corrispondesse a Giovanni Leonardo un canone annuo di 25 lire di terzoli finché non avrebbe potuto riscattarlo versandogli la somma di 500 lire di terzoli. I giudici confermano la sentenza pronunciata il 20 maggio 1502 dagli ambasciatori inviati a Bellinzona (cfr. ASTi, Comune di Cadenazzo 1), dichiarando che Giovanni Leonardo potrà però mantenere il possesso del detto appezzamento fintanto che il comune di Camorino non gli avrà pagato le dette 500 lire e i fitti non versati fino ad ora.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Imoberdorf, landamano di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; lat. ASTi, Comune di Cadenazzo 2 388 x 550 mm, righe 27. Piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, alcuni dei quali praticati in epoca coeva all'atto per cucire un foro risalente alla lavorazione della pelle.

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29 luglio 1502, Meride

Elezione di arbitro e proroga di termine / Instrumentum compromissi e instrumentum prorogationis

Il comune di Meride, rappresentato dai procuratori Andrea del fu Giovanni Fossati di Meride, Andrea del fu Antonio Oldelli, Antonio Ponzoni del fu Abbondio e Antonio Morgnini (?), da una parte, e il comune di Tremona, rappresentato dai procuratori Rinaldo console, Bernardo di Petrolo «de Maziis», Giovanni detto Garono di Tremona del fu Maffeo, dall'altra, designano quale arbitro Gerolamo di Olgiate del fu Bernardo, abitante a Ligornetto, nella lite relativa ad un terreno a guasto, bosco e pascolo situato «in Planchis».Tale nomina sarà valida fino al primo settembre, e concedono al detto arbitro la facoltà di prorogarla ulteriormente una volta sola. Il detto arbitro proroga il termine stabilito fino al giorno 4 ottobre successivo.

Notaio rogatario: Steffanus de Fossato de Merede et n.p. Lugani. Notaio estraente: Gabriel de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis f. magistri Iohannis nec non laudatus ... per conscilium generale ipsius comunitatis ad explendum ... quocumque instrumentum rogatum per nunc condam ser Steffanum de Fossato de Merede.

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Originale estratto da imbreviature (1527 settembre 09); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 29 650 x 390 mm, righe 51. Rosicature lungo i margini verticali, piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una piccola cucitura fatta dal restauratore.

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5 settembre 1502, Milano

Licenza

Luigi XII re di Francia, di Napoli e di Gerusalemme nonché duca di Milano, concede licenza al prete Giovanni Rusconi di acquistare beni immobili a titolo personale fino ad un valore di 400 ducati.

Cancellieri: Iulius , Milano (cancelleria di Luigi XII)

ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 53 (inserto)

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8 ottobre 1502, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie

Giacomo «de Fochis», Giovanni Antonio Duni e Giovanni Giulio Zezi, commissari deputati dai comuni del contado di Bellinzona e sedenti in tribunale nella causa tra il comune di Bellinzona, da una parte, e i detti comuni, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi per il maestro di scuola, il medico, le balie dei neonati illegittimi, i ponti, il notaio comunale bellinzonese, le elemosine e altre occasioni, pronunciano la loro sentenza. Essi confermano le precedenti sentenze pronunciate in merito nell'anno in corso e dichiarano che in futuro i comuni del contado dovranno partecipare in ragione di un quinto a tutte le spese sopportate dal comune di Bellinzona, ad eccezione del salario del medico.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Bellizone (!).

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 61 (v.n. A. XII/16) 635 x 320 mm, righe 66.

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18 ottobre 1502, Arzo

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

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Nella lite tra il comune di Tremona, rappresentato dai procuratori Giovanni del fu Giacomo «de Maziis» e Bernardino di Petrolo «de Maziis» nonché da Giovanni Pietro del fu Cristoforo «del Bandera», da una parte, e il comune di Meride, rappresentato dai procuratori Andrea del fu Giovanni Fossati, Andrea del fu Andrea Oldelli e Antonio del fu Abbongino Ponzoni, dall'altra, Codeo di San Benedetto, consigliere di Gerolamo di Olgiate del fu Bernardo, abitante a Ligornetto, arbitro designato dalle parti, regola i diritti d'uso di un terreno situato «in Pianchis» e ordina alle parti di versare al detto arbitro due ducati d'oro quale compenso per il lavoro svolto.

Notaio rogatario: Augustinus de la Ture Mendrisii p.i.a.n. Comi, f. domini Nicolay.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 30 575 x 330 mm, righe 57. Fori di piccole dimensioni. La pergamena è stata tagliata nella parte superiore.

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25 ottobre 1502, Locarno

Consacrazione di altare e cimitero e concessione di indulgenze / -

Giulio Galardo, vescovo di Salona e suffraganeo [del vescovo di Como Antonio Trivulzio], consacra l'altare dell'Annunciazione della Vergine Maria nell'oratorio «ad Ripam moniam» di Locarno, vi colloca le reliquie dei santi Maurizio, Stefano protomartire e Defendente, consacra il cimitero situato dinnanzi al detto altare e concede un'indulgenza di 40 giorni ai visitatori dell'altare e del cimitero.

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 34 160 x 165 mm, righe 14. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Gilardoni, Codice ballariniano (da altro esemplare?).

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18 novembre 1502, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro della Torre del fu Giovanni del fu Cesco e suo nipote Antonio del fu Andrea, fratello del detto Pietro, abitanti a Mendrisio nella stessa casa, vendono a Bernardino della Porta del fu Vanossio, loro conterraneo e vicino, un terreno con mezzo filare di vite e due piante di noci situato nel territorio di Mendrisio «in Pabierio seu Pabieto». Il detto terreno era stato venduto a zio e nipote da Pietrone della Porta per conto («de impositione») di detto Bernardino, con l'impegno di rivenderlo a lui. Il prezzo della vendita è di 17 fiorini, ossia 54 lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Thomas Rusca p.i.a.n. Cumarum seu Comi habitator burgi Mendrisii, f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 18 350 x 320 mm, righe 61. Macchie e lacerazioni di medie e grosse dimensioni.

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21 novembre 1502, <...>

Locazione / <...> hereditatis

Zane del fu Cristoforo del Ponte di e Pietro del fu Giovanni Guglielmi di Cavergno, canepari e amministratori della chiesa di S. Michele di Bignasco, investono a titolo di eredità enfiteutica perpetua Guglielmo del fu Giacomo Guglielmi della quarta parte di alcuni beni situati nel territorio di Cavergno, in val Bavona, nel luogo detto «in Sortis post Ganam», locati nel 1421 al fu Pietro del fu Zanone Grespi (?) di Bignasco al canone annuo di 50 soldi di terzoli. Il canone annuo convenuto è di 12 soldi e mezzo di denari nuovi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 31 450 x 520 mm, righe 57. La pergamena è stata riutilizzata come copertina: tutti gli angoli sono stati asportati (in particolare, è mancante la parte con la sottoscrizione e il nome del notaio); sbiaditure e macchie diffuse, fori di piccole e medie dimensioni e due cuciture, una delle quali precedente la stesura dell'atto.

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23 dicembre 1502, Maggia

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Togno del fu Martino Verzasca e Giacomo del fu Pietrone Franchi, procuratori del comune di Maggia e agenti a suo nome, dichiarano di avere ricevuto da Giovanni del fu Zane Pedretti di Peccia 49 lire di terzoli a pagamento di tutti i fitti scaduti della metà dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Peccia, locatogli dal comune di Maggia il 18 maggio 1497.

Notaio rogatario: Antonius de Bellonibus p.i.a.n., f.c. Martini Belloni de Gordavio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 32 435 x 275 mm, righe 58. Dieci fori di piccole, medie e grosse dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 febbraio 1503, Roma

Concessione di indulgenze / -

I cardinali Oliverio [Carafa] vescovo di Sabina, Jorge [da Costa] vescovo di Tuscolo, Gerolamo [Basso della Rovere] vescovo di Preneste, Lorenzo [Cibo] vescovo di Albano, Bernardino [Lopez de Carvajal] presbitero di S. Croce in Gerusalemme, Giovanni Antonio [Sangiorgio] presbitero dei SS. Nereo e Achilleo, Domenico [Grimani] presbitero di S. Nicola fra le Immagini, Juan [de Castro] presbitero di S. Prisca, Francesco [Borgia] presbitero di S. Cecilia, Raffaele [Riario] diacono di S. Giorgio al Velabro, Giovanni [de Medici] diacono di S. Maria in Domnica e Federico [Sanseverino]

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 765 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete diacono di S. Teodoro, su richiesta del prete Angelo di Lumino, cappellano della chiesa dei SS. Quirico e Pietro Martire di Daro, concedono 100 giorni di indulgenza per ognuno a coloro che visiteranno la detta chiesa e vi lasceranno offerte nei giorni di s. Quirico, s. Maria Maddalena, s. Agata e s. Margherita nonché nella festa della sua dedicazione.

Cancellieri: Io. Viardi, Roma (curia pontificia)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Oliverio Carafa, cardinale vescovo di Sabina, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jorge da Costa, cardinale vescovo di Tuscolo, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Gerolamo Basso della Rovere, cardinale vescovo di Preneste, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Lorenzo Cibo, cardinale vescovo di Albano, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Bernardino Lopez de Carvajal, cardinale del titolo di S. Croce in Gerusalemme, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Giovanni Antonio Sangiorgio, cardinale del titolo dei SS. Nereo e Achilleo, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Domenico Grimani, cardinale del titolo di S. Nicola fra le Immagini, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Juan de Castro, cardinale del titolo di S. Prisca, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Francesco Borgia, cardinale del titolo di S. Cecilia, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Raffaele Riario, cardinale diacono di S. Giorgio al Velabro, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Giovanni de Medici, cardinale diacono di S. Maria in Domnica, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Federico Sanseverino, cardinale diacono di S. Teodoro, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori nella plica, in cui era inserita la cordicella che lo fissava.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 62 (v.n. A. XII/2) 465 x 740 mm, righe 18. Il documento è privo dell'iniziale miniata e di parte delle prime 3 righe, asportate mediante strappo. Lacune per rosicature e abrasioni, in particolare lungo le pieghe.

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<6> <1503>, Minusio

Costituzione di dote / Instrumentum dotis, consultus et antifacti

Domenico «Zanoche» di Minusio, con il consenso del padre , conferisce in dote a sua moglie di Martino «Gramatici», 159 lire di terzoli, di cui 106 che detto Domenico dichiara di aver ricevuto [dal suocero] mentre fa dono alla moglie delle rimanenti 53.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus filius Bartholomey de Ferariis de Vegorno habitator loci de Ripaplana

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 31 (v.n. AST 13) 230 x 330 mm, righe 44. Pergamena mutila dell'angolo superiore sinistro e della parte inferiore, asportati mediante taglio; un foro di piccole dimensioni e rosicature ai bordi, inchiostro mal conservato, gore di umidità. Sulla stessa pergamena figurano la presente costituzione di dote (righe 1-36) e la rinunzia del 1503 febbraio 6 (righe 37-44); entrambi gli atti sono mutili: del primo mancano la data e gli attori, mentre del secondo mancano l'actum, i testimoni, i protonotai e la sottoscrizione notarile. La data è desunta dall'atto di rinunzia, che segue sulla stessa pergamena. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 55, nr. 13.

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6 febbraio 1503,

[Rinunzia]

Maffea di Martino <«Gramatici»>, moglie di Do di Stefano «Zanoche» di Minusio [rinuncia] nelle mani di suo padre [a ogni sua pretesa ereditaria].

Notaio rogatario: [Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus filius Bartholomey de Ferariis de Vegorno habitator loci de Ripaplana]

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 31 (v.n. AST 13) 230 x 330 mm, righe 44. Pergamena mutila dell'angolo superiore sinistro e della parte inferiore, asportati mediante taglio; un foro di piccole dimensioni e rosicature ai bordi, inchiostro mal conservato, gore di umidità. Sulla stessa pergamena figurano la presente rinunzia (righe 37-44) e la costituzione di dote del 1503 febbraio 6 (righe 1-36); entrambi gli atti sono mutili: del primo mancano la data e gli attori, mentre del secondo mancano l'actum, i testimoni, i protonotai e la sottoscrizione notarile. La data topica è desunta dalla costituzione di dote che precede sulla stessa pergamena. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 55, nr. 13.

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13 maggio 1503, Ascona

Locazione / Instrumentum locationis

Antonino del fu Guglielmo «de Bernis» di Ascona, console del comune di Ascona e Ronco e agente a suo nome, investe a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Giacomo del fu Giacomino «Cadine» di Arcegno di un terreno a prato cinto da muri chiamato «Clausa Gridore», situato nel territorio di Ascona «in Gridora», al canone annuo di una lira di terzoli da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Andreas p.i.a.n. f.q. Petri Betatini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 13 (v.n. AST 14) 275 x 270 mm, righe 46. Alcuni fori di piccole dimensioni e uno grande centrale, dovuti a rosicatura, alcune brevi lacerazioni; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 55, nr. 14.

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19 maggio 1503, Bellinzona

Sentenza

Heinrich Troger di Uri, Werner Pfyl di Svitto e Arnold Winkelried di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Albrecht Gugelberg, commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia, da una parte, e Giovanni Leonardo di Codeborgo abitante a Bellinzona, con il figlio Giovanni Antonio, e il comune di Camorino, dall'altra, in merito a un appezzamento di terreno [«de Arbore»] che il comune di Camorino aveva ceduto al Codeborgo a soluzione di un debito contratto nei suoi confronti, e che la comunità di Giubiasco e Valle Morobbia chiede di adibire nuovamente a pascolo comune. I giudici confermano le precedenti sentenze delle autorità dei cantoni e del commissario di Bellinzona e dichiarano che Camorino è tenuto a riacquisire il detto appezzamento, versando al Codeborgo il capitale iniziale e i fitti arretrati.

Cancellieri: Georgius Yser, [Uri]

Sigillo: frammento. Il sigillo araldico in cera verde di Albrecht Gugelberg, commissario di Bellinzona, è mutilo e l'impronta è danneggiata. Si riconosce parte dello stemma, che porta un camoscio (?).

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 63 (v.n. A. X/16) 250 x 480 mm, righe 28. Piccolissime rosicature lungo le pieghe.

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27 giugno 1503, Altdorf

Sentenza

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Il giudice e il Tribunale dei quindici di Uri, nella lite tra Schwann Fretsch, luogotenente di Leventina, Iacob Schanin Maffin di Giornico, Marti Philipp e Anthon Fretsch, figlio del detto luogotenente, agenti a nome del comune di Leventina e dei somieri, da una parte, e Hans Brunner e Anthonin Piatz di Airolo in Leventina, dall'altra, in merito al forletto, pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che Hans Brunner, Anthonin Piatz e altri ancora, che transitano per la valle Leventina, sono tenuti a pagare il forletto, mentre se il riso e le altre merci sono per la Leventina e per i cantoni Uri, Svitto e Unterwalden il forletto non deve essere pagato.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Walter Imhof di Uri, landamano di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena alla quale era attaccato.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 34 730 x 335 mm, righe 95. Foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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18 luglio 1503, Maroggia

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Nicola del fu Andrea Rodari di Maroggia vende al mercante di Como Giovanni del fu Franzino Rusca quattro terreni situati nel territorio di Maroggia «ad Pratum del Lacu», «in Roncho Vegio» e «in Ronchazollo». La vendita avviene a saldo di un debito di 150 lire di terzoli dovute dal detto Andrea a Giovanni Rusconi.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Castoyra p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. domini Iohannis Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 31 bis 425 x 310 mm, righe 63. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Il documento è cucito alla pergamena Poggi 31

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15 settembre 1503, <...>

Arbitrato / Arbitramentum

Francesco del fu Giovanni Antonio Rusca di Lugano, arbitro designato per risolvere la lite tra il mercante di Como Giovanni del fu Franzino Rusconi, da una parte, e Giovanni «Carnevarii» di Lugano, dall'altra, condanna Giovanni Rusconi a vendere al detto Giovanni «Carnevarii» alcuni beni immobili situati a e nel suo territorio, al prezzo di 100 ducati d'oro larghi. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 32 280 x 390 mm, righe 37. La pergamena è stata tagliata lungo tutta la parte inferiore e presenta piccoli fori. L'inchiostro è a tratti

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 769 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sbiadito.

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24 settembre 1503, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Pedrina figlia del fu Ambrogio Ghiringhelli vedova di Giovanni Giorgio «de Baddis» di Locarno lascia alla chiesa di S. Francesco di Locarno 200 lire di terzoli, riposti su un fondo per la compera di qualche proprietà affinché i frati celebrino 3 annuali. Infine nomina erede universale Pietro del fu Saviolo «de Baddis» di Locarno.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 87 340 x 175 mm, righe 87. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle, lacerazioni lungo i bordi e rosicature ed estese gore d'umidità.

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16 novembre 1503, Lugano

Citazione in giudizio

Bernardino Guazio, capitano di Lugano e Valle, insieme a Bernardino Somazzi del fu Giovanni Martino, Ludovico Camuzzi del fu Alberto, Filippo Moresini del fu Gaspare e Stefano Somazzi del fu Franzollo, tutti di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano, Valle e «Ripperie», su richiesta di Domenico di Torricella di Lugano, speziario di Lugano, ordinano a qualsiasi «servitor» di citare gli eredi di Giovanni Maria «Burlimpey» di Colla affinché espongano le loro eventuali ragioni contrarie alla stima dei beni appartenuti al fu Pietro, padre del detto Giovanni Maria, per estinguere un debito relativo alla dote di Bertramina del fu Bertramo detto Bertramello di Isone, moglie dello stesso Giovanni Maria.

Notaio sottoscrittore: Dominicus Canevalius n. causarum Lugani.

ASTi, Pergamene, Polar 11 (inserto)

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18 novembre 1503, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giorgiotto di Carasso vende a Gottardo del fu Domenighino Guidot di Monte Carasso, agente a nome proprio e dei fratelli Giovanni, Antonietto e Giacomo, un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Sementina «in Ramello». Il prezzo della vendita è di 50 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 23 425 x 145 mm, righe 62. Lacerazioni nel margine superiore e destro, non che rosicature in particolare lungo i bordi.

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27 novembre 1<503>, Lugano

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum estimationis, venditionis et insolutum dationis

Bernardino Somazzi del fu Giovanni Martino, Ludovico Camuzzi del fu Alberto, Filippo Moresini del fu Gaspare e Stefano Somazzi del fu Franzollo, tutti di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano, Valle e «Ripperie», a seguito dell'autorizzazione concessa dal capitano di Lugano e Valle Bernardino Guazio a Domenico di Torricella di Lugano, affinché possa far stimare i beni del fu Pietro «Burlimpey» di Colla, abitante a Lugano, per estinguere un debito di 60 ducati d'oro contratto dal fu Giovanni Maria, figlio del detto Pietro, in relazione alla dote della moglie Bertramina del fu Bertramo detto Bertramello di Isone, procedono alla stima dei beni degli eredi del detto debitore, per un valore di 254 lire e tre soldi di terzoli, e li assegnano a Domenico di Torricella.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani et cetera f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 11 690 x 480 mm, righe 102. Fori e rosicature di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo il margine superiore, che presenta due grosse lacune, e lungo le pieghe. La scrittura risulta a tratti sbiadita. Inserti: 16 novembre 1503 (Lugano)

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16 dicembre 1503, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Francisco detto «Fra» del fu Bernardo «Mozoti del Fossato» di Locarno, detta il suo testamento e lascia alla chiesa di S. Francesco di Locarno per 10 anni un'elemosina ai poveri di 5 staia di mistura, allo staio di Locarno, in pane cotto e di 5 brente di vino, cioè 3 brente di vino rosso e 2 brente di vino bianco, alla brenta di Locarno da consegnare ogni anno tra la festa di S. Martino e Natale, a rimedio della sua anima e dei suoi defunti. Lascia al fratello Zanolo 8 lire di terzoli, a Tognia, sua nipote e figlia del defunto fratello Antonio detto «Cataney» 25 lire di terzoli nel caso contragga matrimonio, alla nipote Giacomina, figlia del fu lorio Goghi di Locarno, cognato di detto Francesco, 32 lire di terzoli nel caso contragga matrimonio. Inoltre lascia al nipote Bernardino, figlio di Antonio detto «Cattaney» un appezzamento di terreno silvato nel territorio di Locarno sul monte «in Piasazio de Sancto Blasio». Infine istituisce erede universale la sorella Maria.

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i.a. constitutus f. c. Iacobi Rosali de Contra, habitator Locarni.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 84 455 x 380 mm, righe 47. Gli elementi della datazione «millesimo quingentesimo, indictione septima, die sabati sexto decimo mensis decembris» non concordano tra loro, mentre collimano per l'anno 1503.

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<...> <...> <1503>, Mendrisio

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Pietro <...> vende a Giovanni Antonio «Barazini» la metà di un prato situato nel territorio di Mendrisio «ad Sanctum M<...>», al prezzo di 85 lire di terzoli, dei quali 54 lire e otto soldi dovuti dal detto venditore a Giovanni Antonio per un debito contratto il 7 agosto 1504. (Frammento).

Notaio rogatario: Bernardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus f.c. domini .

Originale; lat. ASTi, Torriani 9 (= cart. 88, nr. 8) 395 x 290 mm, righe 71. Il documento, che presenta alcuni piccoli fori, è stato tagliato lungo i margini superiore, inferiore e destro per essere riutilizzato come copertina di un fascicolo.

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3 gennaio 1504, Aurigeno

Vendita / Instrumentum venditionis

Davanti a «Perhino Christoforo» (?) di Someo, luogotenente del podestà di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca, Elena del fu Bernardo «de la Gana», vedova di Bernardino Panzera Franzoni di Cevio nonché tutrice e curatrice dei figli Battista e Panzera, insieme allo stesso figlio Battista, di età superiore ai quattordici anni, e col consenso di Giovanni Antonio, fratello del defunto Bernardino, vende a Giovanni «de la Gana» di Aurigeno, suo fratello, un appezzamento tenuto a prato e selva con una stalla coperta in piode, situato nel territorio di Aurigeno «in Dontio ad Torbam», tre piante di castagno contigue allo stesso terreno, un prato con un castagno situato nelle vicinanze dove si dice «ad Possas de la Torba» e un appezzamento a gerbido e bosco «ad Prodorium de la Forcula». I venditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 264 lire di terzoli; tale somma è destinata ad estinguere i debiti contratti a suo tempo dal detto Bernardino, marito di Elena e padre di Battista, nei confronti di Filippo, padre del notaio rogatario, come risulta da un istrumento del 14 aprile 1502.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 62 715 x 500 mm, righe 64. Tre fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 gennaio 1504, Bellinzona

Riconoscimento di debito con convenzione / Instrumentum obligationis

Filippo del fu Pedrolo di Madrano di Airolo dichiara di essere debitore nei confronti di Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni abitante a Bellinzona, e promette di versargli entro s. Martino 74 lire e otto soldi di terzoli a pagamento di 12 congi di vino bianco. Il detto Filippo potrà pagare il suo debito cedendo al creditore una quota dei suoi beni mobili che verranno stimati da due persone scelte dalle parti.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 53 350 x 125 mm, righe 50. Alcuni piccoli fori nelle pieghe.

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1 febbraio 1504, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Francesco di Battista Menicati del fu Cescolo di Lugano, agente a nome del padre, dichiara di avere ricevuto dai rappresentanti del comune di Isone 22 ducati ad escuzione di un arbitrato pronunciato da Franceschino Guglielmo.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; ASTi, Pergamene, Comune di Isone 16 310 x 240 mm, righe 45. Piccoli fori nelle pieghe e un foro naturale di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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20 febbraio 1504, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Bernardino del fu Giacomo Rossali di Contra, abitante a Locarno, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni del fu Antonio «Iohannatii» di Contra, abitante a Locarno, di un appezzamento di un terreno arativo e vignato «a rompibus» nella campagna di Tenero «ad Rompatas illorum Rossali», al canone annuo di 4 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia. Bernardino dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Giovanni 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 88 400 x 380 mm, righe 56. Foro, dovuto a rosicatura.

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8 marzo 1504, Muggio

Elezione di procuratori e mandato / Instrumentum sindicatus et mandati

L'assemblea dei vicini di Muggio, convocata per ordine del console Donato detto Soldato Spinedi del fu Cristoforo, nomina quali procuratori Giacomo del fu Martinolo, Vannolo del fu Grigo, Gaspare del fu Giovanni e Giorgio del fu Donato Gobbi, incaricandoli di vendere al detto console Donato, con il consenso del duca di Milano, un terreno «seu loco pascuoso et montano» chiamato «Cerichus seu la Mugiascha». La vendita potrà avvenire solo se verranno rispettati determinati accordi. Il prezzo stabilito è di 203 lire di terzoli, 150 delle quali dovranno essere versate a Donato de Quadrio e Agostino del Ponte di Castel S. Pietro a pagamento di certi oneri assunti dal comune di Muggio, e le restanti 53 saranno utilizzate per estinguere un debito nei confronti del preposito di Torello relativo alla decima.

Notaio rogatario: Thomas Rusca p.i.a.n. Cumarum, habitator burgi Mendrisii, f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 33 430 x 440 mm, righe 66. Alcuni fori e macchie di piccole e medie dimensioni. Una cucitura fatta dal restauratore nel margine superiore. Regesto: Schaefer, Il Sottoceneri, pp. 429-430, n. 68.

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13 1504, Lugano

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et renuntiationis

Davanti a Sinibaldo «de Barberiis», vicario del capitano di Lugano e Valle, Giovanni Pietro del fu Luchino «de Pedratio» di Gandria, curatore di Caterina, figlia ed erede del fu Marco Fossati di Meride, di età maggiore di <.... e minore di> 25 anni, e Giovanni Pietro <...>, rinunciano nelle mani di Giovanni Pietro del fu Antonio «Balsarine», di Bertramo del fu Giovanni Fossati e del notaio rogatario ad ogni loro pretesa ereditaria e dichiarano di avere ricevuto 108 ducati d'oro quale dote spettante alla detta Caterina.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Zobius n.p. Lugani. Notaio estraente: Iohannes Franciscus Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. domini Theodori ac. ellectus ... per ... conscilium generale totius comunitatis Vallis Lugani ad explendum ... instrumenta ... tradata per n.c. dominum Iohannem Antonium Zobium olim n.p. Lugani. Notaio sottoscrittore: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani et Valis f.c. domini Laurentii ac abbas venerabilis notariorum totius comunitatis Vallis Lugani ... ellectus ... per consilium generale. Notaio sottoscrittore: Franciscus Cribellus de Puyra p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Ioannis Antonii venerabilis collegii notariorum comunitatis Vallis Lugani>.

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Originale estratto da imbreviature (1523 giugno 01); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 21 570 x 205 mm, righe 68. Il documento è stato tagliato lungo i margini verticali, presenta fori e macchie diffuse ed è stato riutilizzato come copertina di un libro di conti dall'anno 1707 al 1729 (rimangono tracce di cucitura e di carta e un frammento di pergamena cucito nel verso). Tra le perdite vi sono anche i ST dei tre notai sottoscrittori.

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20 maggio 1504, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo di Togno Giacomazzi di Bignasco, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Antonio, figlio separato di Balzaro Rici di Bignasco, di un campo situato nella campagna di Bignasco «in Longis», al canone annuo di dieci soldi di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antonius Petri Balsaris de Bugnascho. Notaio estraente: Cristoforus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho p.i.a.n. et n. constitutus ... ad extrahendum ... instrumenta rogata per q. Antonium Petri Balsaris de Bugnascho.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 89 430 x 270 mm, righe 45. Fori di piccole dimensioni in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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3 giugno 1504, Lugano

Attestazione giurata / Instrumentum protestationis

Alla presenza di Giovanni Matteo Guazi, luogotenente del vicario di Lugano e Valle Bernardino Guazio, del notaio Antonio Carlo del fu Giovanni di Lugano nonché di alcuni testimoni, Filippo del fu Gaspare Moresini e Gerolamo del fu Gianni del Muto, entrambi di Lugano, su richiesta di Giovanni del fu Francino Rusca di Como, cittadino e mercante di Como, dichiarano sotto giuramento che all'inizio del mese di febbraio dell'anno 1498, in casa del detto Filippo, il fu Gaspare Rossi di Lucerna (?), qualche giorno prima di morire, disse di essere debitore nei confronti del detto Giovanni di 149 fiorini d'oro, che questi morì senza pagare il suo debito e che in seguito il detto Filippo diede 40 fiorini d'oro al detto Giovanni e poi consegnò la ricevuta a Pietro Rossi, fratello del fu Gaspare.

Notaio rogatario: Ser Antonius Carullus p.i.a.n. Lugani f.c. ser Iohannis. Notaio estraente: Laurentius Pochobellus de Lugano p.i.a.n. Lugani et Valis, f.c. domini Petri ac laudatus ... per ... consciliarios totius comunitatis Valis Lugani ad explendum ... instrumenta ... tradita ... per nunc condam ser Antonium Carullum.

Originale estratto da imbreviature (1506 marzo 17); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 34 540 x 420 mm, righe 40. Fori di piccole e medie dimensioni.

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8 giugno 1504

Sentenza / Sententia

Heinrich Troger di Uri, Johannes «Zok» tesoriere, Georg Steiner scriba, Heinrich Auf der Maur di Svitto, Arnold Winkelried e Caspar Mor di Unterwalden, tutti ambasciatori dei III cantoni, e Albrecht Gugelberg, commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia, da una parte, e Giovanni Leonardo di Codeborgo, dall'altra, in merito al pascolo situato nel territorio di Giubiasco, Camorino e S. Antonino dove si dice «pascua de Arbore», ceduto dal comune di Camorino a Giovanni Leonardo. In presenza dei rappresentanti di Camorino, i detti ambasciatori dichiarano che l'appezzamento in questione dovrà essere aperto al pascolo degli animali di quelli di Giubiasco e Valle Morobbia, che il comune di Camorino è tenuto a rifondere a Giovanni Leonardo il capitale a suo tempo ricevuto e i fitti relativi al periodo in cui egli non ha potuto godere del terreno, e infine che lo stesso Giovanni Leonardo e i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia potranno adire le vie giudiziarie contro Camorino per i danni subiti.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto p. sacra a.i.n., scriba causarum et Leventine secretarius iuratus ac scriba et secretarius prefatorum dominorum oratorum.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Albrecht Gugelberg, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio; rimane la coda di pergamena, con cui era fissato.

Originale; lat. ASTi, Comune di Cadenazzo 3 432 x 340 mm, righe 53. Numerose rosicature di medie dimensioni lungo le pieghe, che risultano inoltre strappate.

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9 luglio 1504, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti et ultime voluntatis

Giacomo del fu Pietro Magoria di Bellinzona detta il suo testamento. Egli assegna alla chiesa dei SS. Maria e Satiro di Claro una quantità sufficiente di beni per garantire un reddito di 20 fiorini da consegnare al cappellano che farà celebrare due messe settimanali, designando quali esecutori di tale legato il prete Francesco Cusa, canonico di S. Pietro di Bellinzona, e Matteo del fu Stefano Magoria, suo congiunto. Col consenso della figlia Elisabetta, egli lascia a Rodolfo, suo figlio illegittimo, 4000 fiorini e una casa situata nella contrada Camminata a Bellinzona, con facoltà di trasmettere tali beni ai figli legittimi del detto Rodolfo, purché egli si sposi col consenso di Elisabetta e di Caterina, moglie del testatore. Il detto Giacomo assegna inoltre 200 lire di terzoli al convento di S. Maria delle Grazie, 50 a quello di S. Giovanni Battista al Dragonato e altre 50 alla scuola di S. Marta, situata nella chiesa di S. Pietro di Bellinzona, nonché diverse somme di denaro a vari parenti e ad Elena, sua domestica. Nomina la moglie Caterina usufruttuaria di tutti i suoi beni e la figlia Elisabetta erede universale, a condizione che essa dimori sempre coi figli e gli eredi nella casa paterna; in caso contrario, i suoi beni dovranno essere assegnati a qualcuno dai suoi due esecutori testamentari, e morti costoro, metà andrà ai canonici della chiesa di S. Pietro e l'altra metà all'ospedale di S. Giovanni Battista, fondato presso l'omonima chiesa di Bellinzona.

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Notaio rogatario: Filippus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 204 2500 x 220 mm, righe 300. L'atto è costituito da cinque membrane cucite insieme. Regesto: Bsb I (1929), pp. 314-315.

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1 novembre 1504, Milano

Assoluzione / litere quitancie et liberationis

Charles D'Amboise, luogotenente generale «citra montes» del re di Francia, in considerazione dell'accordo raggiunto il 9 maggio 1504 tra le comunità di Vallemaggia e Lavizzara, da una parte, e i rappresentanti della camera regia, dall'altra, con il quale si è stabilito che le dette comunità debbano versare 1000 scudi a titolo di multa per essere venuti meno alla fedeltà al re durante gli scontri con gli Svizzeri, assegna tale somma a Battista di Appiano e libera gli uomini di Vallemaggia e Lavizzara da ogni accusa.

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 33 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 28

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1 novembre 1504, Milano

Assoluzione / Litere quitancie et liberationis

Charles D'Amboise, luogotenente generale «citra montes» del re di Francia, in considerazione dell'accordo raggiunto il 9 maggio 1504 tra le comunità di Vallemaggia e Lavizzara, da una parte, e i rappresentanti della camera regia, dall'altra, con il quale si è stabilito che le dette comunità debbano versare 1000 scudi a titolo di multa per essere venuti meno alla fedeltà al re durante gli scontri con gli Svizzeri, assegna tale somma a Battista di Appiano e libera gli uomini di Vallemaggia e Lavizzara da ogni accusa.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 28 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Vallemaggia 33

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7 dicembre 1504, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

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Lucia Bonetti di Tremona del fu Stefano e vedova di Andrea «de Marionibus», abitante a Tremona, vende al comune di Tremona, rappresentato da Battista del fu Ottorino Bernasconi di Tremona, un terreno a campo e prato con alcuni alberi situato nel territorio di Tremona «ad Honatium», al prezzo di 70 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo del debito di 70 lire di terzoli dovute dalla detta venditrice al comune di Tremona in virtù di un lascito testamentario fatto al comune da suo padre Stefano. V. Poggi 73.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 35 380 x 340 mm, righe 60. Fori di piccole e medie dimensioni, molti dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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7 dicembre 15<04>, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Lucia Bonetti di Tremona del fu Stefano, vedova di Andrea «de Marionibus» di Tremona, vende al comune di Tremona, rappresentato da Battista Bernasconi del fu Ettorino di Tremona, un terreno a campo e prato con alcuni alberi situato nel territorio di Tremona «ad Honatyum», al prezzo di 70 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo del debito di 70 lire di terzoli dovute dalla detta venditrice al comune di Tremona in virtù di un lascito testamentario fatto al comune da suo padre Stefano. V. Poggi 35.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 73 620 x 340 mm, righe 65. Cinque fori di medie e grosse dimensioni dovuti a rosicature lungo il margine destro e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle.

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<...> <...> 1504, Tesserete

Riconoscimento di debito e condanna

Domenichino «de Porolo» di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Cristoforo de Quadrio e promette di pagare 60 lire di terzoli ottenuti in prestito dal detto Cristoforo. Il cavaliere Bernardino Guazio, capitano di Lugano, condanna il detto debitore a versare quanto dovuto. (Frammento).

Notaio rogatario: Tesserario p.i.a.n. f.c. ser Francisci de Quadrio.

Originale (?); lat.

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ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 11 350 x 160 mm, righe 44. Pergamena gravemente danneggiata da microorganismi, in particolare nella parte iniziale e lungo tutto il margine sinistro. Alcuni fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e una cucitura precedente la stesura dell'atto.

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31 dicembre 1504, Bignasco

Testamento / Instrumentum legati seu confirmationis testamenti

Guglielmo del fu Cristoforo di Zane Alessi di Bignasco detta il suo testamento e ordina al fratello Zane di consegnare al comune di Bignasco quattro imperiali in pane e formaggio entro tre anni dopo la sua morte in suffragio della sua anima, e lo nomina suo erede universale.

Notaio rogatario: Antonius Petri Balsaris de Bugnascho. Notaio estraente: Cristoforus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho p.i.a.n. et n. constitutus ... ad extrahendum ... instrumenta rogata per q. Antonium Petri Balsaris de Bugnascho.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 90 230 x 305 mm, righe 23. Alcuni piccoli fori, uno strappo ricucito lungo il margine verticale destro e un piccolo strappo lungo il margine verticale sinistro.

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9 gennaio 1505, Meride

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il prete Giovanni Fossati di Meride, beneficiato della chiesa di S. Agata di Tremona, abitante a Meride, dichiara di avere ricevuto dal console Bernardo <...>, agente a nome del comune di Tremona, <80> fiorini a pagamento dei redditi del beneficio della detta chiesa per i due anni trascorsi.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. comunitatis Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 36 205 x 215 mm, righe 35. Grossa lacuna nella parte iniziale e altri fori di piccole e medie dimensioni. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 9 gennaio 1505 cadeva di giovedì e non di lunedì, come riportato dal notaio.

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24 gennaio 1505, Cavergno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

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Il comune di Cavergno investe a titolo di eredità perpetua i fratelli Giovanni Antonio e Zane, figli del defunto Zane Sertori di Cavergno, agenti anche a nome dei fratelli Giacomo e Bernardo e del nipote Zane, figlio del defunto fratello Giovanni Pietro, di alcuni beni situati nel territorio di Cavergno «ad Rosedum», in valle Bavona, già locati in virtù di uno strumento rogato il 31 dicembre 1443 ai fratelli Ottobre e Filippo di Giacomo Ottobrio di Cavergno per un canone annuo di cinque lire di terzoli. Il canone annuo concordato è di cinque lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 27 690 x 485 mm, righe 79. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, di cui uno grosso nella parte inferiore della membrana.

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24 gennaio 1505, Cavergno

Locazione / Instrumentum investiture et hereditatis

Il comune di Cavergno investe a titolo di eredità perpetua Antonio di Zane Folatore di Cavergno di alcuni beni immobili situati «ad Rosedum» e «ad Rosedum de intus», al canone annuo di 20 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 26 640 x 430 mm, righe 78. Una lacerazione sul bordo destro e una cucitura sul margine sinistro precedente la stesura del documento e uno strappo nel margine destro.

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31 gennaio 1505, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Battista di Giovanni di Appiano di Locarno, al quale Charles d'Amboise, luogotenente generale «citra montes» del re di Francia, ha assegnato il credito di 1000 scudi del sole dovuti dalle comunità di Vallemaggia e Lavizzara in seguito a un accordo con la camera regia per i danni subiti dalla rocca di Locarno, dichiara di avere ricevuto da Zano di Cristoforo del Ponte di Bignasco, caneparo nel 1504 della Vallemaggia «a Roana supra», agente a nome dei consoli di Cavergno, Bignasco, Cevio, Cerentino, Bosco e Campo, 333 scudi d'oro del sole, tre lire e otto denari come quota dovuta della condanna. La somma viene versata a Zonfredo Orelli di Locarno, Giovanni Antonio di Martino «de Ripa», e a Zanino di Domenico «de Rafagnis» di Novara, abitante a Locarno. Il detto Battista dichiara inoltre di ricevere dallo stesso Zano 200 lire di terzoli a tacitazione di ogni altra pretesa verso i comuni della Vallemaggia.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 28 610 x 300 mm, righe 83. Macchie e fori risalenti alla lavorazione della pelle soprattutto sul margine destro. Edizione: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 395-396. Inserti: 1 novembre 1504 (Milano)

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31 gennaio 1505, Lugano

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Francesco del fu Giovanni Antonio del fu Oltizio Rusca di Lugano rinuncia a far valere ogni pretesa nei confronti di Giovanni del fu Alberto «de Carrelis» di Sala e di Alberto del fu Stefano «de Buriatis» di Tesserete, agenti a nome dei fratelli Domenichino, Lorenzo, Giacomo e Antonio del fu Stefanino «de Porollo» di Lugaggia, e dichiara di ricevere per questo due ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Antonius Carulus n. Lugani. Notaio estraente: Franciscus Carulus p.i.a.n. Lugani, f.c. domini Antonii Caruli olim n. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1508 marzo 01); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 12 370 x 170 mm, righe 44. Fori e lacerarioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Un grosso foro risalente alla lavorazione della pelle e una lunga cucitura verticale precedente la strsura dell'atto.

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1 febbraio 1505, Locarno

Ricevuta / Instrumentum

Battista del fu Giovanni di Appiano di Locarno, al quale Charles d'Amboise, luogotenente generale «citra montes» del re di Francia, ha assegnato il credito di 1000 scudi del Sole dovuti dalle comunità di Vallemaggia e Lavizzara in seguito a un accordo con la camera regia per i danni subiti dalla rocca di Locarno, dichiara di avere ricevuto da Laffranco del fu Zane «Madii» di Coglio, caneparo della Vallemaggia «a Roana infra», agente a nome dei comuni di Coglio, Avegno, Gordevio, Maggia, Giumaglio, Someo, Lodano, Moghegno e Aurigeno, 466 scudi d'oro del Sole e sei lire di terzoli, costituenti la quota imposta ai detti comuni. Tale somma dovrà essere impiegata per risarcire le persone danneggiate dai disordini.

Notaio rogatario: Saviolus de Bricio de Locarno p.i.a.n., f.q. domini Iacobini olim ser Iohannoli q. Nichole Monetii Britii. Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 33 705 x 480 mm, righe 73. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Bsb ii (1933), pp. 101-104. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 87-88 e n. 258, p. 397. Inserti: 1 novembre 1504 (Milano)

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15 marzo 1505, Lodano

Locazione / Instrumentum hereditatis

L'assemblea dei vicini di Lodano, convocata «sono thabule» dal camparo Gugliemo «Genarii» per ordine del console Giovanni Antonio del fu Panzera «Bernardi Franzoni de Cevio», investe a titolo di eredità perpetua il notaio Antonio del fu notaio Pingino di Moghegno della metà di un corte a prato con due edifici coperti di piode e «domo una a focho» sul monte di Cortone «ad Forculam», nel territorio di Moghegno, e della metà di un edificio coperto di piode con una vigna e un prato a Moghegno dove si diceva anticamente «ad Furnum» e ora si dice «ad Sedimen illorum Albertoli», al canone annuo di tre lire di denari nuovi e di mezza libbra di pesce secco e salato «ad iustam stateram comunis de Lodeno», da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 7 (= 1/5) 630 x 450 mm, righe 63. Un foro di grandi dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore e diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle o dovuto a rosicatura; lacerazioni lungo i bordi.

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5 aprile 1505, Sala [Capriasca]

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu «Betolli» Quadri di Tesserete, abitante a Lugaggia, vende a suo fratello Bernardo abitante a Tesserete il solaio posto sopra la casa «terraneam» del loro fratello Davide, coperta a piode e situata a Tesserete, la terza parte di un diroccato e un orto nei pressi della casa, e la sua parte di noci situati a valle della casa di Davide e Bernardo, fino al fiume. Il prezzo della vendita è di cinque ducati e mezzo d'oro, che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et vallis, f. ser Anrici.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 9 420 x 295 mm, righe 63. Alcuni minuscoli forellini dovuti all'azione di insetti.

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10 aprile 1505, Bellinzona

Sentenza / Sententia

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Arnold Winkelried di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Bellinzona, da una parte, e i comuni del contado, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi negli anni 1500 e 1501 e alla richiesta, fatta dai primi ai secondi, di versare per questo la somma di 2100 lire e 19 soldi di terzoli, corrispondente a un quinto delle spese complessive. Egli conferma le precedenti sentenze pronunciate dagli ambasciatori dei III cantoni a Bellinzona l'8 giugno 1502, dagli ambasciatori riuniti per le cause di appello ad Altdorf il 12 agosto 1502 (cfr. Archivio Comunale Bellinzona 59), dal commissario di Bellinzona Albrecht Gugelberg il 7 settembre 1502 nonché dai commissari deputati dal contado l'8 ottobre 1502 (cfr. Archivio Comunale Bellinzona 60), e dichiara che i comuni del contado sono tenuti a versare la detta somma.

Notaio sottoscrittore: Bernardinus Varronus n. causarum Bellizone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 64 (v.n. A.XII/3) 355 x 345 mm, righe 31. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore e una piccola lacuna dovuta a guasto meccanico lungo una piega.

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25 aprile 1505, Locarno

Conferma di procura / Instrumentum sindicatus et mandati

Il consiglio generale della comunità di Locarno e pieve, riunito per ordine del podestà Ludovico Visconti, approva l'operato del dottore in diritto Antonio Maria Cavasacco, del nobile Giovanni Pietro di Bologna, abitante a Milano, di Pantassio Orelli e Saviolo «de Britio», tutti di Locarno, nella causa contro le valli Maggia, Verzasca e Gambarogno relativa alle spese imposte alle dette valli dal commissario Pietro di Novate, e li conferma come procuratori nella causa in questione e in altre eventuali cause.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Franzioxii p.i.a.n., f.q. Gulielmi Franzioxii de Fantacino de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 35 435 x 415 mm, righe 54. Cinque fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri due dovuti a guasti di piccole e medie dimensioni. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, p. 88, n. 258.

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7 luglio 1505, Isone

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Giovanni del fu Pietro «Zapelli» e Lorenzo del fu Giovanni Bassi, nomina suoi procuratori fino a Natale Giovanni Giulio «de Zezio» abitante a Bellinzona, Giacomo del fu Pietro «Zapelli» e Zane del fu Giacomo Zanetti, incaricandoli di gestire le vendite di beni appartenenti al detto comune.

Notaio rogatario: Ser Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste n.p. Belinzone. Notaio estraente: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone n. laudatus ... per conscilium

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 783 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete comunis Berinzone ad explendum ... instrumenta ...imbreviata per nunc c. ser Nicolinum Ruscham.

Originale estratto da imbreviature (1556 febbraio 25); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 13 1760 x 170 mm, righe 205. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Alcuni piccolissimi fori e diverse sbiaditure. Gli elementi della data in cui l'atto venne estratto non concordano tra loro: il 25 febbraio 1556 cadeva di martedì e non di giovedì, come riportato dal notaio.

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30 luglio 1505, Lodrino

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Göltschi («Goltz») di Altdorf, vogt di Riviera, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni Leonardo del fu Vanetto di Codeborgo, da una parte, e Giovanni del fu Zane «de Petighediis», console di Biasca, Giovannetto «de Petighediis», procuratore, e Giovanni del maestro Martino di Biasca, in rappresentanza del comune di Biasca, dall'altra, in merito alle accuse reciproche di non osservanza delle condizioni apposte nell'investitura di un bosco nella Val Pontirone, fatta dal comune di Biasca al detto Giovanni Leonardo il 2 luglio 1488, in particolare per quanto concerne il taglio abusivo e la vendita di legname per 400 fiorini del Reno ad opera dei biaschesi nonché il mancato pagamento del canone, la mancata costruzione e manutenzione di una strada «seu borum» fino al piano e i presunti danni arrecati al bosco ad opera della controparte. Il vogt dichiara che Giovanni Leonardo non è tenuto a mantenere la detta strada e ordina alle parti di eleggere tre arbitri per risolvere le rimanenti questioni.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f. magistri Iohannis de Rovedano p.i.a.n. et comunis Ripperiarum.

Sigillo: deperdito. Tracce infinitesimali del sigillo di Heinrich Göltschi di Altdorf, landvogt di Riviera, annunciato nella corroboratio; rimane la coda di pergamena con cui era stato attaccato al documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglie bellinzonesi 7 525 x 390 mm, righe 55. Ampie lacerazioni, macchie e sbiaditure dell'inchiostro in corrispondenza della piega orizzontale inferiore; un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 30 luglio 1505 cadeva infatti di mercoledì e non di giovedì, come riportato dal notaio.

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7 agosto 1505, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Vivenzio detto «Carulo» di Chiggiogna, agente a nome di Hans Ochser, vicario di Leventina, quattro ceri del peso di sei libbre per i due anni precedenti, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciochis clericus f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 784 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete n. eiusdemque curie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 35 250 x 195 mm, righe 37.

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22 agosto 1505, Bellinzona

Sentenza / Sententia

Arnold Winkelried di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i comuni di Lamone e Cadempino, rappresentati da Nicolao Zaccono, da una parte, e il comune di Isone, rappresentato dal console Lorenzo del fu Zane Bassi e da alcuni vicini, dall'altra, per lo sfruttamento di alcuni alpi situati sui monti di Travorno Maggiore e Minore. Egli assegna il possesso dei detti alpi a Isone e ordina a Lamone e Cadempino di cessare ogni molestia.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto Leventine Vallis p. sacra a.i.n. et scriba ac secretarius iuratus prefati magnifici domini commissarii. Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 17 430 x 390 mm, righe 38. Alcuni piccoli fori e lacerazioni.

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3 ottobre 1505, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Luca Pocobelli del fu Alberto, abitante a Lugano, vende a Giovanni Rusconi del fu Franzio, abitante a Como nella parrocchia di S. Donnino, alcuni terreni ed edifici situati nel territorio di Neggio «in Silva de Biozo», «ad Silvam de la Masseta», «in Plano Limato» (?) e «in Silva de la Mora», al prezzo di 683 lire e tre soldi di terzoli. Il detto venditore dichiara di avere ricevuto 62 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Baliachis p.i.a.n. Cumarum, f.c. domini Aluisii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 37 700 x 275 mm, righe 92. La pergamena è costituita da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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4 novembre 1505, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Nicola del fu Andrea Rodari di Maroggia dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni del fu Franzino Rusca di Como, e promette di versare entro Pasqua 92 lire e 15 soldi di terzoli dovuti per dei canoni trascorsi e per dei drappi di lana vendutigli dal detto Giovanni. Il capitano della Comunità di Val Lugano Marco Castiglioni condanna il detto debitore a versare tale somma entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Castoyra p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. domini Iohannis Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 42 255 x 210 mm, righe 39. Un piccolo foro e tre tagli di annullamento. Il documento è cucito agli atti Poggi 43 e 44.

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26 novembre 1505, Claro

Locazione / Instrumentum locationis

Bernardo del fu Giovanni Molo di Bellinzona, agente anche a nome della moglie Elisabetta, figlia ed erede universale del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, investe a titolo di locazione e massarizio per quattro anni rinnovabili a volontà delle parti Martino del fu Ambrogino «de Antogneto» di Brogo di Claro di un prato situato nel territorio di Claro «in Strata veteri Broghi», al canone annuo di 20 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Filipus de Cusa. Notaio estraente: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Birinzone n. laudatus ... ad explendum ... instrumenta tradita ... per ... q. dominum Filipum patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (1539 febbraio 08); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 205 620 x 195 mm, righe 68. Piccoli fori in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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5 gennaio 1506, Bellinzona

Convenzione e ratifica di convenzione / Instrumentum pactorum e instrumentum ratifficationis

I fratelli Galeazzo e Pietro del fu Lancillotto Molo di Bellinzona, da una parte, e alcuni uomini di Monte Carasso, dall'altra, si accordano per la cessione del traghetto sul fiume Ticino locato e poi venduto agli avi dei detti fratelli dal comune di Bellinzona. I [vicini] di Monte Carasso ratificano la detta convenzione ed eleggono i propri rappresentanti per procedere alla

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 786 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete locazione del traghetto.

Notaio rogatario: Petrus Varronus n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone ... super imbreviaturis n.c. domini Petri Varroni olim n.p. Berinzone ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1558 gennaio 03); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 206 780 x 280 mm, righe 108. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Una cucitura media precedente la stesura del testo e alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB II (1933), pp. 60-61. Regesto: BSB II (1933), pp. 54-55.

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5 gennaio 1506, Bellinzona

Convenzione e ratifica di convenzione / Instrumentum pactorum e instrumentum ratifficationis

I fratelli Galeazzo e Pietro del fu Lancillotto Molo di Bellinzona, da una parte, e alcuni uomini di Monte Carasso, dall'altra, si accordano per la cessione del traghetto sul fiume Ticino locato e poi venduto agli avi dei detti fratelli dal comune di Bellinzona. I [vicini] di Monte Carasso ratificano la detta convenzione ed eleggono i propri rappresentanti per procedere alla locazione del traghetto.

Notaio rogatario: Petrus Varronus n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone ... super imbreviaturis n.c. domini Petri Varroni olim n.p. Berinzone ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1558 gennaio 03); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 206 780 x 280 mm, righe 108. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Una cucitura media precedente la stesura del testo e alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB II (1933), pp. 60-61. Regesto: BSB II (1933), pp. 54-55.

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16 gennaio 1506, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum

Gli otto vicini di Monte Carasso interessati al diritto di traghetto sul fiume Ticino stabiliscono delle regole per l'esercizio di questo diritto. Essi potranno escludere dall'attività chi fra loro non verserà entro il termine fissato la taglia convenuta per il recupero di tale diritto; nessuno potrà alienare la propria quota di esercizio né provocare discordie fra i soci.

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Notaio rogatario: Petrus Varronus f.q. domini Christofori n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.c. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale ... super imbreviaturis n.q. domini Petri Varroni ... olim n.p. Berinzone ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1557 maggio 27); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 207 490 x 250 mm, righe 45. Numerose lacune provocate da lacerazioni e da sbiaditure dell'inchiostro, in particolare nella parte iniziale. Regesto: BSB II (1933), p. 55.

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16 gennaio 1506, Bellinzona

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis

Il 16 giugno 1497 Lancillotto del fu Giovanni Galeazzo Molo di Bellinzona aveva venduto a Giacomo del fu Pietro Magoria di Bellinzona il diritto di tenere un traghetto sul fiume Ticino, ai Saleggi, «subtus Muratam Berinzone, videlicet a Murata Berinzone usque ad confinia Locarni», al prezzo di 1600 lire di terzoli. Il giorno stesso Giacomo aveva promesso a Lancillotto di rivendergli tale diritto al medesimo prezzo entro dieci anni. Il 16 maggio 1498 Lancillotto aveva venduto a Giacomo il canone annuo di 16 grossi e due capretti versato dagli uomini di Monte Carasso, al prezzo di 100 lire di terzoli, con facoltà di riacquistare tale canone al medesimo prezzo entro dieci anni. Ora Galeazzo e Pietro del fu Lancillotto Molo, agenti anche a nome dei loro fratelli Agostino e Giovanni Antonio, con il consenso del curatore Giovanni Leonardo del fu del fu Giovanni detto Vanetto, cedono ai vicini di Monte Carasso interessati al negozio i due atti di regresso e tutti i diritti connessi. Il prezzo della vendita è di 1200 lire di terzoli. La cessione avviene alla presenza e con il consenso di Arnold Winkelried di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 209 505 x 350 mm, righe 82. Macchie, sbiaditure d'inchiostro e piccoli fori. Regesto: BSB II (1933), p. 55. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 208

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16 gennaio 1506, Bellinzona

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum cessionis iuris

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Pometta 209.

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni n.p. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.q. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis n.q. domini Petri Varroni ... olim n.p.

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Berinzone ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1557 maggio 27); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 208 850 x 350 mm, righe 107. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Una grossa cucitura posteriore alla stesura del testo e alcuni fori di piccole e medie dimensioni. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 209

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17 gennaio 1506, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino detto Rosso de Quadrio della Cassina di Agno vende a Giovanni del fu Francino Rusca di Magliaso, abitante a Como, un terreno a prato, campo, vigna e orto situato nel territorio di Cimo «de la Porora subtus Domos», che il detto venditore aveva acquistato da Antonio «de la Porora» di Cimo, al prezzo di 54 lire di terzoli, locandola poi al detto Antonio al canone annuo di due congi di vino e due polli il 5 gennaio 1503. Il prezzo delle vendita è di 54 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 38 490 x 210 mm, righe 75. Alcuni piccoli fori e uno di grosse dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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16 febbraio 1506, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovannetto del fu Guglielmo «de Ambroxio» di Casnedo di Claro, abitante a Claro, vende a Elisabetta, figlia ed erede universale del fu Giacomo del fu Pietro Magoria di Bellinzona, un complesso di beni e un prato situati nel territorio di Claro «ad Sostam de Claro ubi fuit hospitium», con edifici fatti costruire dal detto Giacomo. Il prezzo della vendita dell'ospizio e degli edifici annessi è di 44 ducati d'oro, e del prato di 125 lire di terzoli. La vendita avviene a pagamento parziale di un debito di 1125 lire di terzoli contratto da Giovannetto nei confronti di Elisabetta per una vendita conclusa il giorno medesimo.

Notaio rogatario: Filippus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 210 640 x 315 mm, righe 69. Alcune lacerazioni nella parte iniziale, piccoli fori e macchie.

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16 febbraio 1506, Claro

Rinuncia / Instrumentum finis

Elisabetta, figlia ed erede universale del fu Giacomo del fu Pietro Magoria di Bellinzona e moglie di Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona, con il consenso del marito, da una parte, e Giovannetto del fu Guglielmo «de Ambroxio» di Casnedo di Claro, dall'altra, rinunciano vicendevolmente ad ogni pretesa ad eccezione della somma di 200 lire di terzoli dovute da Giovannetto in base ad un riconoscimento di debito rogato il giorno stesso.

Notaio rogatario: Filippus f.q. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 211 345 x 165 mm, righe 52.

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2 marzo 1506, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Domenichino del fu Stefano «de Porolo» di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Francesco del fu Luganino Sala di Lugano e promette di pagare entro giugno un ducato d'oro largo avuto in prestito dal detto Francesco.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus de Quadrio de Tesserario p.i.a.n. Lugani et Vallis, f. ser Bernardini de Quadrio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 13 185 x 195 mm, righe 28. Alcune macchie, piccoli fori, in particolare nelle pieghe, e dodici tagli d'annullamento.

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6 aprile 1506, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giovanni Antonio del fu Pietro «Vachini» di Ascona promette a Bonenzio del fu Guglielmo «Barberii», abitante a Locarno, di consegnargli entro la prossima festa di s. Martino 101.5 lire di terzoli a saldo di un debito di 41 lire e 10 soldi di terzoli, di 40 lire, 4 soldi e 3 denari che il Vacchini deve al «Barberii» in virtù di tre condanne in favore di quest'ultimo e biada e fagioli e spese di notaio sostenute dal «Barberii» nelle procedure contro detto Giovanni Antonio. Qualora costui non ottemperasse ai suoi obblighi entro il termine fissato, il «Barberii» potrà requisire uno dei suoi campi del valore di 140 o 150 lire di terzoli, dandolo in locazione per i prossimi quattro anni a un canone annuo di cinque staia di mistura di segale e miglio, rivendendogli poi il campo dopo l'estinzione del debito.

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Notaio rogatario: Guidolus Rubei p.i.a.n. et n. publicus Locarni et plebis f.c. Iacobi Rubei de Vigletio habitator Locarni

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 32 (v.n. AST 15) 255 x 305 mm, righe 37. Alcuni fori dovuti a rosicatura nella metà superiore, alcune lacerazioni ai margini superiore e inferiore; pergamena restaurata. La pergamena presenta due tagli di annullamento. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 55, nr. 15.

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28 maggio 1506, Bellinzona

Sentenza / Sententia

Johannes Schüeli già landvogt di Leventina, Johannes Jost già capitano di S. Gallo e Kaspar Zelger del consiglio di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Arnold Winkelried, commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Val Blenio, da una parte, e il comune di Bellinzona, dall'altra, in merito al pagamento del forletto e del terratico richiesto dai bellinzonesi ai bleniesi. Essi confermano i privilegi di Bellinzona e condannano i bleniesi a pagare anche in futuro i detti tributi.

Notaio sottoscrittore: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto Leventine Vallis p. sacra auctoritate imperiali n.p. et scriba ac secretarius prefatorum magnifficorum meorum dominorum iuratus.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Arnold Winkelried di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio. Rimane la coda di pergamena con la quale era stato attaccato al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 65 (v.n. B.IV/8.3) 345 x 415 mm, righe 48. La pergamena è priva di un rettangolo di ca. 180 x 40 mm nell'angolo inferiore destro, asportato mediante taglio. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 66 (v.n. B.IV/8.4)

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28 maggio 1506, Bellinzona

Sentenza / Vrtell

Johannes Schüeli già landvogt di Leventina, Johannes Jost già capitano di S. Gallo e Kaspar Zelger del consiglio di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e [Arnold Winkelried], commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Val Blenio, da una parte, e il comune di Bellinzona, dall'altra, in merito al pagamento del forletto e del terratico richiesto dai bellinzonesi ai bleniesi. Essi confermano i privilegi di Bellinzona e condannano i bleniesi a pagare anche in futuro i detti tributi.

Notaio sottoscrittore: Petter ettwan ein sun Albraechten Petrusch von Kuwinnt, vss des helgen Römsch keiserlich richs gwald offner notarii, schriber und geschworner secretari der gnantten hochmächtigen miner gnädigen herren von Vree,

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Swittz vnd Vndervulden (!).

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Arnold Winkelried di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio. Nel margine inferiore è visibile un'incisione praticata nella pergamena per infilarvi la coda membranacea del sigillo.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 66 (v.n. B.IV/8.4) 490 x 485 mm, righe 66. Tre piccole rosicature nella parte inferiore; un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore sinistro. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 65 (v.n. B.IV/8.3)

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9 giugno 1506

Precetto / Preceptum

Nella lite tra Giacomo del fu Zane Giacometti «Saltis» e i fratelli Giacomo e Antonio, suoi nipoti e figli del fu Guglielmo Giacometti di Cavergno, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito ai diritti rivendicati dai primi nel territorio di Bignasco «in Grussa», «in Bienchis» e «ad Tigelum», Antonio di Pietro Baldessari di Bignasco, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca, su richiesta dei detti Giacometti ordina agli uomini di Bignasco di revocare l'incarico dato a certi campari di condannare la controparte.

Cancellieri: Bernardo Franzoni, Cevio

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 92 (inserto)

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26 giugno 15<..>, Tesserete

Rinuncia alla vendetta e perdono / Instrumentum pacis et perdonantie

I fratelli Giovanni Giacomo, «artium et medicine doctor», e Giovanni Maria del fu Aloisio de Quadrio di Tesserete rinunciano a far valere ogni pretesa nei confronti di Ercole del fu Francesco de Quadrio di Tesserete, rappresentato dal notaio rogatario, per la morte cagionata al detto Francesco de Quadrio di Tesserete, figlio del fu Bernardino, loro fratello, e supplicano il capitano di Lugano e Valle di assolvere lo stesso Ercole da ogni colpa.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. ser .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 26 ter 330 x 210 mm, righe 35. Fori, macchie e sbiaditure. Il documento è stato tagliato lungo 3/4 del margine destro. In base agli elementi superstiti della datazione e considerando che il notaio, iscritto nella matricola dei notai di Lugano e Valle dal 1503, fu attivo nella prima metà del Cinquecento, le possibili date del documento sono il 1506, il 1517, il 1523, il 1528, il 1534 e il 1545.

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<6> agosto 1506,

Commissione / Littere commissionis

Galeazzo Rusca, conte di Val Lugano [e signore di Locarno], incarica Antonio Maria Cavasacchi e Ambrogio Rusca di porre fine secondo giustizia alla lite tra , da una parte, e quelli di Aurigeno, dall'altra, in merito ai pascoli [della «Manzascha»].

Archivio Comunale Moghegno 10 (inserto)

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15 settembre 1506, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Anselmino del fu Antonio di Anselmino de Quadrio di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Franzino del fu Giacomo Rusca di Magliaso, abitante a Lugano, agente anche a nome di suo fratello Rigualdo, e promette di pagare entro la festa di s. Martino dell'anno 1508 sette ducati e mezzo larghi d'oro a saldo del prezzo di una vendita. Il capitano di Lugano Marco Castiglioni condanna il detto debitore a versare quanto dovuto.

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha de Comano p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. ser Ieronymi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 14 180 x 205 mm, righe 38. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe, uno strappo nel margine destro, una cucitura precedente la stesura dell'atto e tre tagli d'annullamento.

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20 ottobre 1506, Bellinzona

Concessione / -

I coniugi Bernardino Molo ed Elisabetta, figlia ed erede universale del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, hanno dato inizio alla ristrutturazione della loro casa in piazza Nosetto, confinante con l'abitazione del consigliere Andrea Ghiringhelli e dello speziale Antonio Maria Rusca, con uno spazio interrato («torbetum unum seu canapetum unum») e alcune colonne di pietra necessarie per edificare la detta casa «ad filum» con le altre due. Il consiglio del comune di Bellinzona aveva concesso loro il permesso di costruzione dello spazio e delle colonne. In seguito il Rusca si era opposto all'impianto di un'ulteriore mezza colonna verso la propria casa. Ora i consiglieri, riuniti in seduta, premesso che il suolo in questione è comunale, concedono ai coniugi il diritto di piantare la mezza colonna e di edificare tra questa e la

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 793 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete colonna del Rusca un muretto e qualsiasi altra opera di consolidamento della casa che verrà decisa da una commissione di quattro mastri costruttori.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus n.p. et causarum Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 212 360 x 355 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB I (1927), pp. 202-203. Regesto: BSB I (1927), pp. 200-201.

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20 ottobre 1506, Bellinzona

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli

Giovanni Giulio Rusca del fu Antonio, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua fino alla prossima festa di s. Martino e poi per altri dieci anni Pietro del fu Gaspare «del Pellera» di Lumino di un appezzamento di terreno prativo nel territorio di Lumino «ad Motam», al canone annuo di lire 2 di terzoli. Il detto Pietro potrà acquistare il terreno in questione se entro dieci anni verserà al detto Giovanni 50 lire terzoli per singola partica.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolai habitator Berinzone n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis q. domini patris mey.

Originale estratto da imbreviature (10 giugno 1528); lat. Archivio Comunale Lumino 49 490 x 220 mm, righe 69. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nella parte centrale, che compromettono parzialmente la lettura. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 51.

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7 dicembre 1506, Bignasco

Dichiarazione giurata ed elezione di procuratore / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Bignasco presta il giuramento richiesto da Giacomo del fu Zane Giacometti e dai fratelli Giacomo e Antonio, nipoti di detto Giacomo e figli del fu Guglielmo Giacometti di Cavergno, abitanti in territorio di Cavergno nel luogo detto «de la Cresta», in merito ad alcuni diritti da essi rivendicati nel territorio di Bignasco «in Scrusa», «in Bienchis», «ad Tegietum», e in altri luoghi. I vicini negano che i detti Giacometti abbiano mai goduto di tali facoltà per diritto, ma solo per la benevolenza loro mostrata, ed eleggono in veste di procuratore Zane di Cristoforo del Ponte, incaricandolo di rappresentare il comune davanti ad Ambrogio Rusca, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Bernardus Franzonus f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio p.i.a.n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 91 925 x 370 mm, righe 90. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme e presenta molti fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, nonché strappi lungo i margini verticali. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel dicembre 1506 cadeva infatti l'indizione decima e non la nona, come riportato dal notaio.

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7 dicembre 1506

Deposizione giurata

Zane di Cristoforo del Ponte, procuratore del comune di Bignasco, dichiara sotto giuramento davanti ad Antonio di Pietro Baldessari di Bignasco, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca, che la gran parte dei vicini del detto comune non è a conoscenza di eventuali diritti spettanti a Giacomo del fu Zane Giacometti e ai fratelli Giacomo e Antonio, nipoti di detto Giacomo e figli del fu Guglielmo Giacometti di Cavergno, sui luoghi nel territorio di Bignasco dove si dice «in Scrusa», «in Blenchis» e «ad Tegietum». Egli aggiunge inoltre che solo tre altri vicini oltre a lui stesso hanno visto i detti Giacometti fare uso dei pascoli in questione, e che essi non sono stati condannati solo quale segno di benevolenza.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 92 (inserto)

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14 dicembre 1506, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Antonio di Pietro Baldessari di Bignasco, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca, pronuncia la propria sentenza nella lite tra Giacomo Giacometti «Saltis» di Cavergno e i fratelli Giacomo e Antonio del fu Guglielmo Giacometti, suoi nipoti, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito al godimento di alcuni diritti rivendicati dai Giacometti nel territorio di Bignasco «ultra Aquam», «in Grussa», «de Bienchis» e «ad Tigelum». Il luogotenente sentenzia che i vicini potranno istituire dei campari sopra tutto il territorio comunale, e che questi potranno condannare i Giacometti qualora li sorprendessero a pascolare o a recare danno ai detti luoghi.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 92 1270 x 380 mm, righe 138. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme e presenta fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, nonché una grossa cucitura in corrispondenza dell'angolo inferiore sinistro. Inserti: 9 giugno 1506, 7 dicembre 1506

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7 gennaio 1507, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona e sua moglie Elisabetta, figlia ed erede del fu Giacomo Magoria investono a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Stefano Bonzanigo abitante a Bellinzona di un terreno a vigna e campo cintato da un muro, con una quota della strada che dal sedime del mulino va alla strada francesca, situato nel territorio di Giubiasco «ad Molandinum illorum de Cistelago». Sul terreno vi sono 40 viti «ad topiam», 800 «ad palos», 31 pali da vite, 66 sostegni per pergolato e 344 pali di castagno. Il canone annuo convenuto è di tre congi di vino bianco per i primi tre anni ed in seguito di un congio e mezzo di vino bianco ogni anno. Il massaro potrà apportare ogni genere di miglioria al detto terreno.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 213 800 x 190 mm, righe 125. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie e piccoli fori.

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14 gennaio 1507, Milano

Ricevuta

Paolo Rainoldi e Stefano di Olgiate, ordinari conti della chiesa maggiore di Milano, agenti anche a nome di Stefano Tonsi, parimenti ordinario conte della detta chiesa, dichiarano di aver ricevuto da Guglielmo Frigerio del fu Domenico, scriba di Val Blenio e agente a nome del comune e degli uomini di Val Blenio, la somma di 225 lire di terzoli, che detto comune è tenuto a consegnare per l'anno 1505.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Maretis f.c. domini Franzini porte Verceline parochie Sancti Victoris ad Theatrum Mediolani, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 53 250 x 135 mm, righe 50. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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28 gennaio 1507, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Giacomo Scalabrini di Vellano, agente anche a nome del fratello Antonio, vende a Giovannolo del fu Giacomo Scalabrini di Vellano, agente anche a nome dei suoi fratelli Martino ed Enrico, un prato situato nel territorio di Camorino «in Comlina», al prezzo di 110 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 20 450 x 160 mm, righe 66. Numerosi strappi e corrosioni lungo margini, sei fori di piccole e medie dimensioni.

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31 gennaio 1507, [Locarno]

Consilium / Consilium

Parere giuridico di Antonio Maria Cavasacchi, dottore in entrambi i diritti, redatto su richiesta del podestà di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca nella causa tra il comune di Bignasco, da una parte, e quello di Cavergno, dall'altra, in merito alla manutenzione della strada della valle Bavona.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29

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31 gennaio 1507, [Locarno]

Consilium / Consilium

Parere giuridico di Antonio Maria Cavasacchi, dottore in entrambi i diritti, redatto su richiesta del podestà di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca nella causa tra il comune di Bignasco, da una parte, e quello di Cavergno, dall'altra, in merito alla manutenzione della strada della valle Bavona.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93

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4 febbraio 1507

Citazione in giudizio / Perhemptorium

Ambrogio Rusca, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco incarica qualsiasi «servitor» della valle di citare gli uomini di Cavergno a comparire il giovedì successivo per udire la sua sentenza nella causa in merito alla strada della valle Bavona, secondo il tenore di un consilium di Antonio Maria Cavasacchi.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29

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4 febbraio 1507

Citazione in giudizio / Perhemptorium

Ambrogio Rusca, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco incarica qualsiasi «servitor» della valle di citare gli uomini di Cavergno a comparire il giovedì successivo per udire la sua sentenza nella causa in merito alla strada della valle Bavona, secondo il tenore di un consilium di Antonio Maria Cavasacchi.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93

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5 febbraio 1507, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Ambrogio Rusca, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra, in merito alla strada che dal villaggio di Cavergno conduce in valle Bavona, al riale «de Blenchis» e alla «predam Franzete» e stabilisce le modalità della manutenzione di detta strada in estate e in inverno. In risposta ad una protesta di Giacomo di Giacometto di Cavergno, procuratore di quel comune, egli fissa poi un termine di comparizione per le parti.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93 535 x 460 mm, righe 69. Lacerazioni e fori di piccole dimensioni lungo i bordi laterali; due grosse cuciture rinforzate con ritagli di membrana (frammenti di un altro documento). Inserti: 31 gennaio 1507 ([Locarno]), 4 febbraio 1507 Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29

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5 febbraio 1507, Cevio

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Sentenza / Instrumentum sententie

Ambrogio Rusca, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra, in merito alla strada che dal villaggio di Cavergno conduce in valle Bavona, al riale «de Blenchis» e alla «predam Franzete» e stabilisce le modalità della manutenzione di detta strada in estate e in inverno. In risposta ad una protesta di Giacomo di Giacometto di Cavergno, procuratore di quel comune, egli fissa poi un termine di comparizione per le parti.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 29 680 x 450 mm, righe 71. Alcune macchie nella parte superiore e fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Una lacerazione verticale in alto a sinistra è stata riparata mediante una graffetta metallica. Inserti: 31 gennaio 1507 ([Locarno]), 4 febbraio 1507 Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 93

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23 febbraio 1507, Largario

Vendita / Instrumentum venditionis

Il notaio Giovanni Pietro del fu Filippo [de Nigris] abitante a Largario vende a Pietro del fu Martino del fu Giovanni «Iacobi», console di Largario, e a tre vicini, agenti a nome di quel comune, il diritto di riscuotere ogni anno un fitto di 10 staia e mezzo di mosto della prima vendemmia di Malvaglia, garantito su un appezzamento di terreno situato a Largario «supra Biaserium», al prezzo di 87 lire e mezza di denari.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus n. venditor ut supra f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 27 250 x 110 mm, righe 56.

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27 febbraio 1507, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Margherita «de Maziis» di Tremona del fu Maffeo, vedova di Antonio «Mayfredi» Fossati di Meride, abitante a Meride, agente anche a nome [dei suoi figli] Bernardo e Gregorio, vende al comune di Tremona, rappresentato da Andrea del fu Pietro Podestà, da Giovanni Baroni e da Giovanni Pietro Bandera, tre terreni situati nel territorio di Tremona «in Arbosta» e «ad Plodarium», al prezzo di 38 lire e otto soldi di terzoli, corrispondenti agli arretrati di dieci anni dell'elemosina lasciata da Lazzarino, nipote di detta Margherita.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede n.p. Lugani.

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Notaio estraente: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii ac laudatus ... per conscilium generalem totius comunitatis Lugani et Valis ad explendum ... instrumenta tradita per nunc condam ser Andream de Fossato de Merede olim n.p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1529 luglio 29); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 39 490 x 315 mm, righe 61. Alcuni piccoli fori.

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20 maggio 1507, Bellinzona

Ordine / Ordinatio atque cognitionis requisitio

Nella lite tra il comune di Bellinzona, da una parte, e i comuni del contado, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi, Heinrich Göltschi già landvogt di Riviera, Werner Pfyl del consiglio di Svitto e Kaspar Zelger del consiglio di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, insieme al commissario di Bellinzona Johannes Püntener, ordinano ai canepari, ai consoli e agli uomini del contado di corrispondere un quinto delle spese, come già stabilito da varie sentenze precedenti.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto Leventine Vallis, p. sacra a.i.n, scriba et secretarius prefatorum magnifficorum dominorum Uranie, Swittz et Underwalden iuratus.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Johannes Püntener, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane parte della coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 67 (v.n. A.XII/7) 315 x 390 mm, righe 36. Cinque piccolissimi fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore e alcune rosicature, in particolare lungo le pieghe.

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25 maggio 1507, -

Sentenza / Sententia

Gli ambasciatori dei III cantoni pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Lamone e Cadempino, dall'altra, relativa all'alpe «de Thaorno maiori et minori» situato nel territorio di Isone, che il detto comune aveva acquistato il 25 giugno 1377 da Simonolo Rusca del fu Bennolo di Bironico (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 1 e ASTi, Pergamene, Comune di Isone 4). Gli ambasciatori sentenziano che Lamone e Cadempino, non essendo comparsi in giudizio nel luogo stabilito quando vennero citati dal commissario di Bellinzona Arnold von Bolvet di Unterwalden, si sono resi contumaci alla legge, e assegnano a Isone l'alpe «de Thaorno maiori et minori, Giona et Bisoldo».

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis de Quinto p. sacra a.i.n. et scriba et secratarius iuratus magnificorum dominorum Uranie, Switz et Underwalden.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 14 600 x 570 mm, righe 74. Due piccoli fori. Nel verso tracce di una sostanza porosa di colore rosso.

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29 maggio 1507, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Elisabetta, figlia ed erede del fu Giacomo Magoria di Bellinzona e il marito Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona rivendono ai vicini di Monte Carasso il diritto di tenere un traghetto sul fiume Ticino dalla Murata di Bellinzona fino ai confini di Locarno, diritto che Lancillotto Molo aveva venduto a Giacomo Magoria per la somma di 1600 lire di terzoli in base all'atto notarile rogato il 16 giugno 1497 e alla cessione fatta dai fratelli Galeazzo e Pietro del fu Lancillotto Molo il 16 gennaio 1506. Il prezzo della vendita è di 1600 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 209).

Notaio rogatario: Petrus Varronus f.c. domini Christofori Varroni de Palantia p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 214 540 x 330 mm, righe 66. Grosse lacune dovute a lacerazioni, in particolare nella parte iniziale, alcuni fori e macchie. Regesto: BSB II (1933), p. 55.

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16 giugno 1507, Roveredo

Convenzione / -

I fratelli Pietro e Bartolomeo del fu Antonio di Simone «Geni» di Anzone di Mesocco, da una parte, e Andrea Ghiringhelli di Bellinzona, rappresentato dal suo procuratore Domenico del fu Tartaglia «del Sonatore» di Roveredo, dall'altra, si accordano sul legname che i detti fratelli hanno fatto tagliare nel 1506. Essi si impegnano a consegnare entro la fine di novembre a «Pignella», nel territorio di Mesocco, 300 borre, metà di larice e metà di abete rosso secondo la misura e il prezzo di mercato, pari a sette grossi e tre soldi di terzoli per borra, nonché altre 200 borre tagliate nel medesimo bosco, 50 di larice e 150 di abete rosso, che il detto Andrea deciderà se acquistare, al medesimo prezzo e condizioni, entro il primo settembre. I detti fratelli non potranno portare via le 200 borre dal luogo stabilito se prima non avranno pagato tutti i debiti contratti nei confronti del detto Andrea. Essi si impegnano inoltre a condurre le borre a proprie spese fino al ponte «Giabie» o fino alla strada per la quale il detto Andrea pagò 18 lire di terzoli, e a donare al detto Andrea due borre di misura a testa, ricevendo in cambio una soma di vino e una somma di denaro.

Notaio rogatario: Ioannes del Pyceno f. domini Antonii de Roveredo Vallis Mexolxine p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 54 325 x 220 mm, righe 48. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni provocati da rosicature di insetti in particolare nelle pieghe.

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Edizione: BSSI XXIX (1907), p. 105.

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5 luglio 1507, Locarno

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

Il consiglio generale della comunità della Verzasca, riunito per ordine di Giovanni Antonio di Bartolomeo Ferrari di Vogorno abitante a Rivapiana, console maggiore e caneparo della detta comunità nonché console di Vogorno, designa i procuratori che dovranno proseguire la causa di appello contro una sentenza pronunciata da Giovanni Giacomo Cagnola di Milano nella lite tra le comunità della Verzasca, da una parte, e di Locarno, dall'altra.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Annono, p.i.a.n. constitutus, f.q. domini Nicolai de Annono habitator Locarni.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 7 (= 2.3/2) 390 x 450 mm, righe 50. Diffuse sbiaditure dell'inchiostro.

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19 luglio 1507, Bellinzona

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis

Galeazzo del fu Lancillotto Molo di Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Giovanni Agostino, Pietro e Giovanni Antonio, rinuncia nelle mani dei coniugi Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona ed Elisabetta, figlia ed erede di Giacomo Magoria di Bellinzona, ad ogni diritto sul canone livellare di dieci lire di terzoli e due polli versato annualmente da Domenico detto Tamela del fu Bertramo «de Trussonibus» di Roveredo, abitante a S. Antonino, e gravante su un terreno situato nel territorio di S. Antonino «ad Pontem Novum», che Lancillotto Molo del fu Giovanni Galeazzo di Bellinzona aveva venduto a Giacomo Magoria al prezzo di 250 lire di terzoli il 2 giugno 1486, ottenendo poi dal detto Giacomo la concessione di riacquistare tali beni al medesimo prezzo. Giovanni Pietro dichiara di avere ricevuto per tale rinuncia 50 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 156).

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 215 530 x 330 mm, righe 58. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte finale.

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26 luglio 1507, Bellinzona

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Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

I consoli del contado di Bellinzona eleggono i propri rappresentanti nelle persone dei campari Antonio del fu Pietro di Brunetto «de Capo» di Castione e Giovannolo Scalabrini di Pianezzo, nonché di Antonio «de Brioscha» del fu Masotto, Benedetto del fu Bertramo «Pagiaredi» di Arbedo, Marco del fu Giovanni «de la Fragia» di Giubiasco e Maffiolo «Bricardi» di Gudo, incaricandoli di difendere gli interessi del contado in ogni futura causa giudiziaria tra le vicinanze del contado al borgo di Bellinzona.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 21 500 x 380 mm, righe 44. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 settembre 1507, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Filippo di Martino Mazini di Cevio, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Ambrogio Rusca, pronuncia la sua sentenza nella causa tra Bugnasco di Giacomo Minetti di Bignasco, Giovanni Antonio Bugnaschini e Giovanni Pietro di Zanino del fu Giacomo Minetti, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra. Egli ordina di liberare i vicini di Cavergno dal giuramento decisorio richiesto dai detti Minetti, annulla il precetto emesso contro Cavergno, e riconosce al comune il diritto di istituire campari e di riscuotere ammende in caso di danni su tutto il suo territorio, secondo gli statuti della Vallemaggia.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Philippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 30 440 x 470 mm, righe 47. Due fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 ottobre 1507, (Altdorf)

Sentenza / Sententia

Nella causa di appello tra i comuni del contado, da una parte, e il comune di Bellinzona, dall'altra, in merito alla ripartizione delle spese sostenute dai bellinzonesi, il landamano Heinrich Troger, Andreas Beroldinger già landamano e Walter Imhof già landamano, tutti di Uri, l'«advocatus» Jost e Werner Pfyl di Svitto, il tesoriere [Ulrich] Andacher e il «fogt» Sulzmatter di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza in merito alle richieste del contado di essere esentato dal pagamento di alcuni esborsi. Essi confermano la precedente sentenza degli ambasciatori ad Altdorf e dichiarano che i comuni del contado devono contribuire per un quinto alle spese per la guerra di Locarno, per le elargizioni a chierici e chiese «pro deo», per il mantenimento dei trovatelli nell'ospedale, per la retribuzione degli officiali del comune e per i costi della causa di appello nella presente questione; al contrario, quelli del

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 803 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete contado non dovranno partecipare alla retribuzione delle persone chiamate nel borgo a seppellire i morti per peste, né alle «munitioni de la byada» stabilite con Giulio Rusca, né ai pagamenti causati dalla perdita di una bombarda da parte dei bellinzonesi.

Notaio autenticante: Petro de Petrutzo de Quinto notaro publico de Leventina he scriba de li magnifici signori de li try cantoni de la liga de Urania, Switt et Onderwalden in Bellinzona.

Copia autentica (traduzione dal tedesco) (coeva); it. Archivio Comunale Bellinzona 68 (v.n. A.XII/6) 625 x 410 mm, righe 64. Alcune piccole lacune causate da rosicature.

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4 ottobre 1507, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Battista Guarneri di Meride del fu Nicorino e Mina del fu Giacomo Guarneri di Meride, vedova di Antonio di Genestrerio, vendono ad Andrea del fu Antonio Oldelli di Meride un prato con bosco situato nel territorio di Meride «ad Costas Cadenatii (?)», al prezzo di dieci <...> lire di terzoli.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede n.p. Lugani. Notaio estraente: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Luc. Ambrosii ac laudatus et confirmatus per conscilium genera Lugani et Valis ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc condam ser Andream de n. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1529?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 51 460 x 180 mm, righe 76. La pergamena è stata tagliata lungo buona parte del margine destro e presenta macchie, fori e rosicature di varie dimensioni, in particolare nelle piegature e lungo il margine inferiore. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nell'ottobre 1507 correva infatti l'indizione undicesima e non la decima, come riportato dall'estensore.

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27 ottobre 1507, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Pietro del fu Franzino Rusca di Lugano detto di Magliaso, abitante a Magliaso, dichiara di avere ricevuto da Egidio del fu Lorenzo Verda di Gandria, speziale di Lugano, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni Antonio, Francesco, Giovanni Giacomo e Giovanni Pietro, 50 fiorini e quattro staia di olio d'oliva a saldo dei canoni d'affitto dei due anni precedenti gravanti su beni situati nel territorio di Lugano e di Castagnola.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani f. ser Laurentii.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 12 245 x 130 mm, righe 40. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo la piega verticale centrale.

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17 novembre 1507, Bissone

Locazione con convenzione / Instrumentum locationis et pactorum

I fratelli Bernardo e Baldassarre del fu Gabriele «Porada» di Bissone, agenti anche a nome di Filippo figlio del fu Antonio loro fratello, investono a titolo di locazione quinquennale rinnovabile secondo patti distintamente stabiliti per ciascuna metà, Domenico Ferrari del fu Bertramo «de Baryanis» di Arogno, residente alla Cassina, della decima di tutti i beni immobili situati ad Arogno, metà della quale locata ai detti fratelli dalla chiesa di S. Antonio di Como. Il canone annuo è di tre lire di terzoli e una gallina.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono n.p. Lugani. Notaio estraente: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Lugani et f.c. Ambrosii ac abbas collegii notariorum comunis Lugani et Valis necnon laudatus ... per consilium generale suprascripte comunitatis ad explendum ... instrumenta ... rogata per nunc c. ser Christoforum de Solario de Bissono olim n.p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1538 giugno 03); lat. ASTi, Comune di Arogno 9 530 x 300 mm, righe 64. Fori e strappi di piccole e medie dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 28-29

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29 novembre 1507, Meride

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Tremona, convocata sulla piazza di Meride per ordine del console Antonio «Boschonus» di Andrea «del <...>», designa quali procuratori Giovanni detto Barono «de Matiis» del fu Giacomo, Pietro di Santo Eusebio del fu Giorgio, Bernardino «de Matiis» del fu Petrello e Andrea Guarneri del fu Pietroponte, incaricandoli di difendere gli interessi del detto comune nella causa contro Bernardo «Camozinum» (?) del fu Alberto di Osteno riguardante un atto di permuta tra il detto comune e Alberto «Camozinum».

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 19 500 x 265 mm, righe 83. Il documento presenta rosicature lungo tutto il margine destro e numerose lacerazioni in particolare nelle pieghe.

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30 novembre 1507, Aurigeno

Convenzione / Instrumentum pactorum

Per risolvere la controversia tra i vicini di Aurigeno che non possiedono diritti sugli alpi di Tramone e Confeda, ma solo nel luogo contiguo «de Manzascha», da una parte, e il comune di Moghegno e certi altri vicini di Aurigeno che vantano diritti sui detti alpi, dall'altra, tutti i vicini di Aurigeno pervengono ad un accordo. Essi stabiliscono che sia coloro che possiedono diritti in Tramone e Confeda, sia coloro che non ne possiedono concorrano «pro rata parte» alle spese relative alla causa con Moghegno in merito al territorio di Menzasca, e inoltre che gli alpi di Tramone e Confeda siano posseduti in comune e gestiti come tutti gli altri beni comuni, previo il versamento entro la festa di s. Bartolomeo a quelli che possiedono dei diritti da parte di chi non ne possiede, di quanto sarà stato stabilito da Pedrino «Antonii Pedroli» e dagli altri deputati a tale scopo.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 13 425 x 240 mm, righe 3. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori dovuti a rosicatura.

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11 dicembre 1507, <...>

Patti e convenzioni / Pacta et conventiones

Alcune persone di Brontallo, tra cui due donne, stabiliscono alcune regole per preservare la campagna di Brontallo, situata a Margonegia, dal pascolo incontrollato delle capre e di altri animali; le regole riguardano in particolare l'altezza e la manutenzione delle recinzioni, i cancelli e la sorveglianza degli animali. I contravventori sono sanzionati con multe in denaro, che saranno devolute alla chiesa di San Giorgio di Brontallo; sono concesse alcune deroghe ai membri delle famiglie «Fioriti» e a Lafranco «Aritii».

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i..a. constitutus f. q. Stefani Bernardi Franzoni de Cevio

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 3 (= vecchio I/03) 360 x 240 mm, righe 57. Grande foro e numerosi forellini nella parte inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle; la pergamena è molto danneggiata e risulta parzialmente illeggibile a causa dei danni arrecati da microorgaismi e da lacerazioni, che comportano gravi perdite di materia soprattutto nella parte superiore. Il documento è stato rogato di sabato; nel dicembre 1507 cadevano di sabato i giorni 4, 11, 18 e 25: «undecimo» ci sembra la lettura più probabile

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22 dicembre 1507, Bellinzona

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Rinuncia e vendita / Instrumentum renuntiationis, finis et venditionis

Giovanni Pietro, agente anche a nome dei fratelli Galeazzo e Giovanni Antonio del fu Lancillotto Molo di Bellinzona, rinuncia nelle mani dei coniugi Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona ed Elisabetta, figlia ed erede universale di Giacomo Magoria di Bellinzona, ad ogni diritto su alcuni terreni con edifici ed altri beni situati nel territorio di S. Antonino «in Pedragnia» e «ad Curtem de Ri subtus Coperam supra Viganam», che il detto Lancillotto del fu Giovanni Galeazzo Molo aveva venduto a Giacomo Magoria di Bellinzona al prezzo di 1400 lire di terzoli il 12 febbraio 1488, ottenendo poi dal detto Giacomo la concessione di riacquistare tali beni al medesimo prezzo. Giovanni Pietro dichiara di avere ricevuto per tale rinuncia 208 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 161 e 164).

Notaio rogatario: Philippus Cusa n.p. Bellinzone Notaio estraente: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Ioannis Petri p.i.a.n. et habitator Bellinzone n. laudatus ... per conscilium generale comunis Bellinzone super breviaturis n.c. domini Philippi Cuse avi meii et olim n.p. Bellinzone ... ad explendum ...

Originale estratto da imbreviature (1577 dicembre 19); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 216 650 x 370 mm, righe 88. Alcuni piccolissimi fori dovuti a guasti e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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29 dicembre 1507, Avegno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

I fratelli Cristoforo e Simone del fu Iorio Simoni di Avegno vendono al comune di Avegno, rappresentato dai procuratori Giacomo detto Bianchetto del fu Togno Bianchetti e Giacomo di Pietro Bernardo Bianchetti, un terreno situato nel territorio di Avegno «in plano de Yxella in fondo plani de Ysella ad Fiumellas (?) Larias». La vendita avviene a pagamento della quota restante di un legato di quattro staia di mistura di segale e miglio istituito dal defunto padre dei venditori per 40 anni.

Notaio rogatario: Zanes Iorii de Vegnio n. Notaio estraente: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio ... n. electus et deputatus super imbreviaturas quondam Zanis Iorii de Vegnio n.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 34 390 x 230 mm, righe 63. Quattro fori di piccole dimensioni.

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1507, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio <...> «de Aplano» di Locarno, che ha ricevuto da Giovanni del fu Albertolo «Guidi» di Prato in Valle

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Lavizzara i diritti sull'eredità del fu An suo fratello, defunto senza lasciare figli, vende a Giovanni Antonio Panzera <...> di Lodano, agente a nome del comune di Lodano, i diritti spettanti al detto Giovanni «Guidi» sull'eredità del detto Antoniolo, al prezzo di 160 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 8 (= 1/6) 480 x 410 mm, righe 54. La pergamena è mutila in diverse parti: un lembo nell'angolo superiore destro è stato strappato e ampie rosicature hanno comportato perdite importanti di testo lungo il lato destro. Diversi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore; strappi, sbiaditure e abrasioni diffuse. La datazione è leggibile solo parzialmente; oltre all'anno e all'indizione (undecima) si riconosce il giorno della settimana (sabato).

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<...> <...> 1507, Bissone

Vendita / <...>

Il figlio del fu Giacomo «Buscanti» di Bissone vende a Giacomo del fu Baldassarre «de Rayxis» di Bogno, abitante a Rovio, un caneggio diroccato («discoperto») situato nel villaggio di Rovio «ad la Platheam», al prezzo di <...>5 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Dominicus Canevalius p.i.a.n. Lugani et f.c. ser Ambrosii ac abbas collegii notariorum .

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 5 350 x 170 mm, righe 66. Alcune macchie. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di fascicolo: essa è infatti priva della parte verticale sinistra, asportata mediante taglio, e presenta una serie di minuscoli fori di cucitura nonché tracce di filo.

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22 gennaio 1508, Como

Commissione

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Antonio Trivulzio, incarica il prete Andrea «Blasoni Cioni», beneficiato della chiesa di S. Antonino, di accertare se la permuta di benefici che intendono compiere il prete Albino Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, e il prete Bernardino Marchesi, cappellano dei SS. Andrea e Albino nella stessa chiesa, corrisponda ai requisiti canonici, e se del caso di accettare le loro resignazioni e procedere al conferimento delle prebende.

Notaio sottoscrittore: Paulus de Orcho n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Comune di Giubiasco 32 (inserto)

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30 gennaio 1508, Pianezzo

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Valle Morobbia e di Pianezzo, convocata per odine del console Ambrogio del fu Zane Rossi «de Penato» di Pianezzo, designa quali procuratori Giovannetto del fu Guglielmo «del Fra» del Monte, Domenico detto Biancono, Giovannino «del Zanno», Giovannolo del fu Scalabrino, Guglielmo del fu Giovanni di Carena e Giacomo del fu «Mengalia» di Carena, incaricandoli di assistere e di consentire alla permuta tra il prete Albino Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco e il prete Bernardino Marchesi di Vallemaggia, cappellano della cappella dei SS. Andrea e Albino situata nella chiesa di S. Maria di Giubiasco.

Notaio rogatario: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 31 1200 x 200 mm, righe 142. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali di grosse dimensioni. Lacerazioni lungo i lati, alcune macchie e inchistro a tratti sbiadito. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 47.

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3 febbraio 1508, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giacomo di «Mondonicho», in pieve di Agno, vende a Giovanni del fu Francino Rusca di Magliaso, abitante a Como, un appezzamento di selva situato nel territorio di Neggio «ad Cerrinam», al prezzo di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 40 230 x 285 mm, righe 30. Due macchie e due fori di piccole dimensioni.

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3 febbraio 1508, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Filippo del fu Leone Cotti di Rivapiana di Minusio, console di Minusio e Rivapiana, Zanetto del fu Giacomo «Iacomali» di Minusio e Giovanni del fu Antonio «Girarde» di Minusio, procuratori del detto comune, investono a titolo di eredità

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 809 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete perpetua Tommaso del fu Stefano «del Orto» di Minusio, agente anche a nome del fratello Pietro, di un appezzamento di terreno arativo e vignato nella campagna di Minusio «in Tractu de Rompo, ubi dicitur ad Lebicharium» al canone annuo di 3 once e mezzo di castagne secche, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis f. suprascritpi ser Iohannis Leonis, habitator Menuxii., p.i.a.n. constitutus Locarni et plebis.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 22 620 x 470 mm, righe 63. Fori di grosse dimensioni, dovuti e rosicatura, lacuna nell'angolo superiore sinistro e lungo il margine sinistro, nonché lacerazioni. Sottolineature con matita rossa. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 494.

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22 febbraio 1508, [...]

Vendita

Cristoforo <...> della Valle Capriasca vende a Lorenzo del fu Stefano «de Porollo» di Lugaggia alcuni beni situati nella pieve di Capriasca. (Frammento).

Notaio rogatario: <...> de Quadrio de Orillio <...>.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 15 545 x 160 mm, righe 76. Il documento è gravemente danneggiato: in particolare manca tutto il lato sinistro, asportato mediante taglio. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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2 marzo 1508, Lugano

Citazione in giudizio / Perhemptorium

Giacomo «de Roncho», vicario di Lugano, su richiesta del comune di Camignolo ordina a qualsiasi «servitor» pubblico di citare Stefano Scaramuccia di Lugano affinché si presenti davanti a lui il venerdì successivo per udire la sentenza nella causa in merito a certi fitti non corrisposti.

Notaio sottoscrittore: Oltitius Ruscha n.p. Lugani.

ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 28 (inserto)

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19 marzo 1508, Giubiasco

Permuta / Instrumentum controcambii et permutationis

Alla presenza dei consoli e dei vicini di Valle Morobbia e di Giubiasco, dei loro procuratori, dei fratelli Marchesi, patroni della cappella dei SS. Andrea e Albino situata nella chiesa di S. Maria di Giubiasco, nonché dei preti Giorgio Rusconi e Andrea «Blasoni de Ciono» beneficiato della chiesa di S. Antonino, delegati dal vicario generale del vescovo di Como Guglielmo Cittadini, il prete Albino Marchesi di Vallemaggia, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, da una parte, e il prete Bernardino Marchesi di Vallemaggia, cappellano della detta cappella, rinunciano ai loro benefici nelle mani dei delegati, che in seguito conferiscono quello di S. Maria al prete Bernardino e quello dei SS. Andrea e Albino al prete Albino.

Notaio rogatario: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Birinzone f.c. ser Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 32 600 x 220 mm, righe 94. Sei piccoli fori, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e alcune macchie. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 47. Inserti: 22 gennaio 1508 (Como)

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(prima del 20 marzo 1508), Brusino Arsizio

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Brusino Arsizio nomina suoi procuratori per sei anni <...> «de Bidronibus» (?) del fu Domenico e Grazo (?) di Giacomo di Carona detto di Poiana incaricandoli di ottenere la separazione della locale chiesa di S. Michele dalla pievana di Riva S. Vitale. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes de Castellonovo de Aplano habitator Murchote p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Famiglia Caccia 1 370 x 223 mm, righe 51. Il documento è stato tagliato lungo tutto il margine superiore e destro. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle, macchie di umidità e diffuse sbiaditure dell'inchiostro.

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3 aprile 1508, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo del fu Giacomo «Stopa» di «Curtenova», nel territorio di Gudo, vende ad Andrea Ghiringhelli del fu Giovanni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 811 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete abitante a Bellinzona una pertica di terreno arativo situata nel territorio di Gudo «in Campum Longum», al prezzo di 60 lire e dieci soldi di terzoli. La vendita avviene a saldo del debito contratto dal venditore nei confronti del detto Andrea Ghiringhelli per l'acquisto di biada e altre cose della bottega.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 55 285 x 260 mm, righe 36. Alcune macchie e piccoli fori.

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3 aprile 1508, Bellinzona

Testamento / Instrumentum testamenti

Caterina Cusa del fu ***, vedova di Giacomo Magoria di Bellinzona, detta il suo testamento, e annulla quello rogato dal notaio Filippo Cusa nel 1504 mentre si trovava a Claro per fuggire alla peste che imperversava a Bellinzona. Essa ordina alla figlia Elisabetta di versare dopo la sua morte 200 lire di terzoli alla fabbrica e al monastero di S. Maria delle Grazie dell'ordine dei mendicanti dell'osservanza e nomina la detta Elisabetta sua erede universale.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 217 460 x 215 mm, righe 51. Alcuni piccoli fori. Regesto: BSB I (1929), p. 316.

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27 aprile 1508, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane di Cristoforo del Ponte di Bignasco vende ai fratelli Giacomo, Antonio, Francesco, Martino e Bernardino del fu Zane Franzi «Mazolli» di Cavergno i suoi diritti di pascolo sull'alpe di Savinera, nel territorio di Bignasco, fatta eccezione per i diritti di alpeggio di alcuni vicini di Bignasco su questo alpe, nonché due terreni con edifici situati nel territorio di Bignasco «in Schrussa», al prezzo di 700 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Antonius Petri Balsaris de Bugnascho. Notaio estraente: Cristoforus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho p.i.a.n. et n. constitutus ... ad extrahendum ... instrumenta rogata per quondam Antonium Petri Balsaris de Bugnascho.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 31 680 x 440 mm, righe 72. Una piccola lacerazione sul bordo superiore e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 maggio 1508, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Antonio Castiglioni, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Camignolo, da una parte, e Stefano Scaramuccia di Lugano, dall'altra, in merito a certi fitti non corrisposti. Egli dichiara che il detto Stefano è tenuto a consegnare ogni anno al comune di Camignolo otto staia di biada.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. et cetera Lugani ac f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 28 495 x 200 mm, righe 62. Tre piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e una cucitura di circa 300 mm precedente la stesura dell'atto. Inserti: 2 marzo 1508 (Lugano)

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27 maggio 1508, [Bellinzona?]

Sentenza / Publicum instrumentum sententie

Gli ambasciatori di Uri, Svitto e Unterwalden e il commissario di Bellinzona Johannes Büntiner pronunciano la loro sentenza nella causa tra gli uomini di Giubiasco e di Valle Morobbia, da una parte, e quelli di San Nazzaro, dall'altra, relativa ad un bosco locato dagli uomini di San Nazzaro a Giovanni Maria Molo e situato, secondo gli uomini di Giubiasco e di Valle Morobbia sui monti di Pisciarotto e di Moneda, appartenenti a Giubiasco e Valle Morobbia, e secondo gli uomini di San Nazzaro entro i confini del loro alpe di Poltrinone. I detti giudici dichiarano che quelli di San Nazzaro non avevano alcuna facoltà di locare il detto bosco, concedono a quelli di Valle Morobbia e Giubiasco il diritto di procedere contro chi tagliò la legna nel detto bosco e condannano quelli di San Nazzaro a pagare a Giubiasco e Valle Morobbia dieci fiorini del Reno per le spese.

Notaio rogatario: Petrus f.q. ser Abertoli de Petrutys de Quinto Leventine Vallis, p. sacra a.i.n. et scriba ac secretarius iuratus prefatorum magnifficorum dominorum Trium Ligarum in Bellinzona.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 33 370 x 310 mm, righe 38. Grosse lacune provocate da roditori nella parte centrale della pergamena e lacerazioni lungo i margini. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 47-48.

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(dopo il 19 luglio 1508), Lugano

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum estimationis, venditionis et in solutum dationis

Michele del fu Paolo Casella, Sebastiano del fu Pietro Riva e Nicola del fu Giovanni Donato Pocobelli, tutti di Lugano, procuratori e stimatori designati della comunità di Val Lugano, a seguito di un'autorizzazione concessa a Giovanni Antonio detto Tognono Crivelli di Pura, affinché possa far stimare i beni di Giovanni Maria del fu Baldassarre di Sessa, procedono alla stima di alcuni beni immobili situati a Sessa «ad Fontanam» e nel suo territorio «ad Ronchum de Saxellis», per un valore complessivo di 320 lire di terzoli, e li assegnano al detto Tognono.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 41 640 x 430 mm, righe 77. Sei grossi fori e altri di piccole dimensioni.

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25 agosto 1508, Aurigeno

Convenzione / Instrumentum comunicationis et societatis

Essendo in corso una vertenza tra il comune di Aurigeno, da una parte, e il comune di Moghegno, dall'altra, in merito al luogo chiamato Menzasca, che gli uomini di Aurigeno possiedono da tempo immemorabile e sono stati soliti concedere in locazione a coloro che possiedono diritti sugli alpi di Tramone e Confeda, nel periodo che intercorre tra le feste di s. Giovanni Battista e di s. Bartolomeo, l'assemblea dei vicini di Aurigeno, riunita per ordine del console Pedrino del fu Antonio «Pedroli», decide che le tre località menzionate debbano essere godute in comune fra tutti i vicini e che questi ultimi sostengano le spese della causa con Moghegno, ordina che i vicini finora non in possesso di diritti su Tramone e Confeda paghino 13 lire per il loro riscatto e stabilisce alcune norme circa lo sfruttamento dei territori in questione. Successivamente i proprietari di diritti sui detti alpi rilasciano ricevuta per il riscatto.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 14 1060 x 470 mm, righe 132. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. La prima presenta alcune lacune a causa di tagli nel lato superiore e alcune lacerazioni lungo i bordi.

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12 settembre 1508, Locarno

Missiva / Littere comitales

Galeazzo Rusca, conte di Val Lugano [e signore di Locarno], intima a Antonio Maria Cavasacchi e Ambrogio Rusca di procedere nella definizione della causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito al pascolo della «Manzascha».

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Archivio Comunale Moghegno 10 (inserto)

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2 ottobre 1508, Bissone

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Sangino e Giacomo, figli ed eredi del fu Nicola Rodari di Maroggia, vendono a Giovanni del fu Franzio Rusca di Magliaso, cittadino e mercante di Como ed ivi abitante, sette terreni con edifici ed altri beni immobili situati a Maroggia e nel suo territorio «in Prato Comuni», «in Regio», «supra Viam», «ad Ronchum Vetum» e «ad Domum de Supra», al prezzo di 220 lire di terzoli, di cui 92 lire e 15 soldi corrispondono agli arretrati di canoni e ad altri debiti contratti dal detto fu Nicola Rodari nei confronti di Giovanni Rusca.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 43 890 x 240 mm, righe 138. Il documento, costituito da due membrane, è unito agli atti Poggi 42 e 44.

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2 ottobre 1508, Bissone

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis

Giovanni del fu Franzio Rusca di Magliaso, cittadino e mercante di Como ed ivi abitante, il giorno 18 luglio 1503 aveva locato al fu Nicola del fu Andrea Rodari di Maroggia quattro terreni situati nel territorio di Maroggia «ad Pratum del Lacu», «in Roncho Vegio» e «ad Ronchaxellum», al canone annuo di 12 lire di terzoli e due polli. Ora Sangino e Giacomo, figli ed eredi del detto Nicola Rodari di Maroggia, da una parte, e il detto Giovanni Rusca, dall'altra, rinunciano a tale locazione.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 44 540 x 200 mm, righe 62. Il documento è unito agli atti Poggi 42 e 43.

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3 novembre 1508, Lugano

Deposito / Instrumentum depoxiti

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Davanti a Giacomo «de Roncho», vicario del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, sedente in tribunale, Giovanni Rusca di Como consegna in deposito ad Antonio Pocobelli del fu Giovanni Donato di Lugano la somma di 260 lire di terzoli, che lo stesso Antonio si impegna a consegnare a Mariano di Maroggia in cambio dei beni immobili a quest'ultimo venduti da Caterina, vedova di Giacomo, fratello del detto Mariano. I beni in questione erano stati assegnati alla detta Caterina in seguito ad una stima per l'ammontare di 246 lire di terzoli, pari alla dote a lei spettante.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani ac f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 45 635 x 400 mm, righe 65. Alcuni piccoli fori.

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13 novembre 1508

Citazione in giudizio / Citatio

Antonio Maria Cavasacchi, podestà di Locarno e pieve, e Ambrogio Rusca, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, su richiesta degli uomini di Moghegno incaricano qualsiasi «servitor» di Locarno di citare gli uomini di Aurigeno affinché compaiano entro due giorni dopo la presentazione della citazione per udire la sentenza nella causa in merito ai pascoli della «Manzascha».

Notaio sottoscrittore: Franciscus Cat de Orello n.p. Locarni et plebis.

Archivio Comunale Moghegno 10 (inserto)

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<16> <1508>,

Sentenza / <...>

Antonio Maria Cavasacchi, podestà di Locarno, e Ambrogio Rusca, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, delegati dal conte Galeazzo Rusca a risolvere la causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito ai pascoli nella zona della «Manzascha», pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che gli uomini di Moghegno possono far pascolare liberamente le loro bestie dal piano detto «in Colmeta» fino all'alpe Tramone e dal «piodono Motono quod est versus Lodanum» fino al «riale de Verizeno del Vechio», e che la zona così delimitata non fa parte della «Manzascha illorum de Verizeno», di modo che questi ultimi non possono concederla in affitto.

Notaio rogatario: .

Originale (?); lat. e it. Archivio Comunale Moghegno 10 580 x 340 mm, righe 93. Documento mutilo e gravemente danneggiato. Esso era formato in origine da due fogli cuciti insieme; rimane

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 816 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete il primo, mentre il secondo, su cui figuravano la data, la parte conclusiva dell'atto e la sottoscrizione notarile, è perduto. La membrana è gravemente danneggiata a causa di estese rosicature, macchie e lacerazioni, con diverse lacune nel testo; resti di filo di canapa e fori di cucitura nel margine inferiore. Gli elementi contenutistici perduti sono ricostruiti sulla base di una copia autentica di epoca moderna in Archivio Patriziale Moghegno. La datazione è ricostruita sulla base di una copia autentica di epoca moderna in Archivio Patriziale Moghegno. Inserti: <6> agosto 1506 (), 12 settembre 1508 (Locarno), 13 novembre 1508

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28 novembre 1508, Lugano

Citazione in giudizio / Preceptum perhemptorium

Giacomo «de Roncho», vicario del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, su richiesta di Giovanni Rusca di Como ordina a Giovanni «de Pareto» Solari di Carona di comparire davanti a lui per udire la sentenza nella lite relativa a certi beni concessigli in locazione.

Cancellieri: Giovanni Pietro Sala, notaio, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 46 (inserto)

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2 dicembre 1508, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Francesco «Rocheta» di Matteo, dimorante nel castello di Lugano e stipendiato regio, procuratore del capitano di Lugano Filippo «Marchoneti» e agente a suo nome, dichiara di avere ricevuto da Giovanni Antonio Crivelli di Pura del fu Cristoforo 40 scudi d'oro che il detto Giovanni Antonio era stato condannato a pagare.

Notaio rogatario: Francischus de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Zanoni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 268 205 x 225 mm, righe 24. Alcuni piccoli fori. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, pp. 55-56.

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4 dicembre 1508, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Tognino de Quadrio detto de Fontana di Balerna del fu Giovanni, abitante a Villa, nel comune di Coldrerio, vende a

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Giovanni «de Gagino» detto di Bissone del fu Bertramo, abitante a Mendrisio, un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Coldrerio «ad Strogiolum» (?), al prezzo di 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus f.c. domini magistri Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 20 520 x 290 mm, righe 78. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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15 dicembre 1508, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Galeazzo «de Lucino» figlio di Giovanni Pietro, cittadino <...> e abitante a Como, procuratore di Bernardino «de » del fu Bartolomeo, ci, «draparii», mercante e abitante di Como nella parrocchia di S. Nazzaro, rivende a Mariolo del fu Andrea «de Iohanatio» console di Lumino, mastro Giovanni detto «Cappi» figlio di Zane «de Cappo», Antonio del fu Zane «de Cappo» di Castione, Zane del fu Guglielmo «de Buscho» e Zane del fu Togno Giovanni di Lumino, agenti a nome del comune di Lumino e Castione, l'alpe «de Loga» situato nel territorio del detto comune, che Pie del fu Brunetto «de Cappo», Giacomo del fu Simone «de Roncho», Guglielmo del fu Togno «de Buscho», Simone del fu Gia «Bregnoni» e Giovanni del fu Bertramo «del Monicho», procuratori del comune di Lumino e Castione, avevano venduto a Giovanni Alberto del fu Pietro «de Gazino» di Como, procuratore di Bartolomeo «de Grecis» del fu Maffio, il 31 marzo 1477 al prezzo di 40 ducati, investendoli poi a titolo di locazione al canone annuo di 6 fiorini, del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli ognuno. Il prezzo della retrovendita è di 40 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Petrus Varronus olim pater meus et olim n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale communis Berinzone super imbreviaturis suprascripti nunc c. domini Petri Varroni olim patris mey et olim n.p. Berinzone ... ad explendum ... cartas ... et instrumenta ... traditas ... per c. patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (5 maggio 1518); lat. Archivio Comunale Lumino 50 580 x 200 mm, righe 91. Rosicature lungo il margine destro, una lacerazione nel margine superiore, ricomposta in sede di restauro, e poche piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 52.

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16 dicembre 1508, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Giacomo «de Roncho», vicario del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni Rusca di Como, da una parte, e Giovanni «de Pareto» Solari di Carona, dall'altra, e dichiara decaduta la locazione di alcuni beni fatta dal detto Rusca al Solari.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Michaelis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 46 460 x 300 mm, righe 43. Alcuni piccoli fori in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 28 novembre 1508 (Lugano)

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18 dicembre 1508, Como

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Aloisio Rusconi di Como, figlio separato di Giovanni, investe a titolo di livello enfiteutico e locazione perpetua Pietro «de Interlegniis» del fu Andrea, abitante a Boffalora, di un campo situato nel territorio di Boffalora «ad Campum de la Pertica», appena vendutogli dal detto Pietro al prezzo di 50 lire di terzoli. Il canone annuo è di due lire e dieci soldi di terzoli. Il detto Aloisio locatario sarà tenuto a retrovendere il terreno al prezzo di 50 lire di terzoli, equivalenti alla somma sborsata per il suo acquisto, qualora il detto Pietro o i suoi eredi volessero rientrarne in possesso.

Notaio rogatario: Clemens de Cortexela p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 48 990 x 320 mm, righe 106. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 dicembre 1508, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro «de Interlegniis» del fu Andrea, abitante a Boffalora, vende ad Aloisio Rusconi di Como, figlio separato di Giovanni, un campo situato nel territorio di Boffalora «ad Campum de la Pertica», al prezzo di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Clemens de Cortexela p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 47 590 x 350 mm, righe 59. Alcuni piccoli fori e, nella parte superiore, macchie di medie dimensioni.

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13 gennaio 1509, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

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Maddalena figlia del fu Giovanni de Quadrio di Lugano, moglie di Ambrogio « Ieronimi de Giringellis» abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia a ognuna delle sue sorelle Susanna, Anna e Caterina 100 lire di terzoli e nomina erede universale la figlia Margherita.

Notaio rogatario: Bonifortus Rosseti p.i.a.n. Locarni et plebis f. q. Antonii Rosseti, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 89 540 x 170 mm, righe 73. Foro, dovuto a rosicatura e lacerazione nel margine destro.

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27 gennaio 1509, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giovanni «de Saxo» di Preonzo vende a Bernardino Ghiringhelli del fu Giacomo abitante a Bellinzona una selva situata nel territorio di Preonzo «in Moreyra», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 56 260 x 350 mm, righe 30. Il documento presenta alcuni piccoli fori e un taglio di 25 x 165 mm in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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16 marzo 1509, Como

Nomina di curatore e vendita / Instrumentum cure

Bernardino «de Pateriis» console comasco di giustizia «ad signum aquile», su richiesta di Arcangela de Quadrio, abitante a Como nella parrocchia di S. Fedele e figlia del fu Zaccaria, già abitante a Mendrisio, di età compresa fra i 12 e i 25 anni, nomina quale suo curatore Ludovico de Quadrio del fu Maurizio, cittadino e «aromatarius» di Como, abitante nella parrocchia di S. Nazario e parente di Arcangela, allo scopo di vendere, insieme a Lucrezia del fu Cristoforo della Torre di Milano, vedova di Zaccaria, tutrice testamentaria delle sorelle Dorotea e Ippolita de Quadrio del fu Zaccaria, moglie di Giovanni Stefano del fu Battista Lavizzari, a Giovanni «de Gazino» del fu Bertramo di Bissone, abitante a Mendrisio, una casa con orto, cisterna e portico situata a Mendrisio e con i diritti spettanti alla detta casa nella chiesa parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio. Il prezzo della vendita è di 262 fiorini e mezzo, 200 dei quali versati quale dote a Filippo Bossi di Porto [Ceresio] del fu Pandolfo, sposo e marito della detta Arcangela, e i restanti al detto Giovanni Stefano Lavizzari.

Notaio rogatario: Iohannes Maria de Lopia p.i.a.n. Cumanus f.q. domini Iohannis Petri.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 21 1090 x 310 mm, righe 137. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme: tra la seconda e la terza, unite da uno spillo dopo la stesura del documento, alcune righe sono state tagliate. Fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle, e tre cuciture probabilmente posteriori alla stesura del documento.

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16 marzo 1509, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

I coniugi Bernardino di Giovanni Molo di Bellinzona ed Elisabetta del fu Giacomo Magoria investono a titolo di livello ed eredità perpetua Nicolao del fu Giovanni «de Fochis», abitante a Bellinzona, di due terreni ed un edificio situati nel territorio di Sementina «in Predatio», «ad Ronchos» e «ad Cortatiam», al canone annuo di dieci lire di terzoli «bone monete Birinzone currentis».

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 218 540 x 160 mm, righe 71.

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19 marzo 1509, <...>

Rinuncia e ricevuta / <...>

Maria figlia di Andrea Oldelli di Meride e moglie di Francesco di Antonio di Rancate di Meride, col consenso del padre e del marito rinuncia nelle mani del padre Andrea, agente anche a nome dei figli Antonio, Bernardino e Giovanni, ad ogni suo diritto sopra il patrimonio familiare e dichiara di avere ricevuto per questo dal padre 110 fiorini a titolo di dote. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 24 320 x 185 mm, righe 42. Il documento è stato tagliato lungo i margini destro e inferiore, e presenta numerosi piccoli fori (con resti di filo) praticati per riutilizzare la pergamena come copertina di un quinterno.

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22 marzo 1509, Moghegno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacoma, figlia ed erede del fu Rico «Pingini» di Moghegno e vedova di Zane «Andriolli» di Cevio, e Filippo figlio suo e

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 821 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete dello stesso Zane, vendono a Pietro del fu Giovanni «Iohannolli» di Lodano, agente a nome del comune di Lodano, un campo arativo nella campagna di Moghegno «in Vinea», al prezzo di 28 lire e 16 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius n.p., f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 9 (= 1/7) 700 x 390 mm, righe 80. Sul documento figurano la vendita (righe 1-43) e la locazione (righe 44-80), entrambe stipulate il 22 marzo 1509. Una rosicatura lungo l'intero bordo destro ha causato la perdita della parte finale di buona parte delle righe. Un foro di grandi dimensioni nel margine superiore e un altro foro di piccole dimensioni nella parte inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle; abrasioni e sbiaditure diffuse.

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22 marzo 1509, Moghegno

Locazione / Instrumentum locationis

Pietro del fu Giovanni «Ioh» di Lodano, console e agente a nome del comune di Lodano, investe a titolo di locazione per 9 anni e oltre Giacoma, figlia ed erede del fu Rico «Pingini» di Moghegno, e suo figlio Filippo, di un campo arativo arativo nella campagna di Moghegno «in Vinea», al canone annuo di 1 lira e 9 soldi di terzoli da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Antonius n.p., f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 9 (= 1/7) 700 x 390 mm, righe 80. Sul documento figurano la vendita (righe 1-43) e la locazione (righe 44-80), entrambe stipulate il 22 marzo 1509. Una rosicatura lungo l'intero bordo destro ha causato la perdita della parte finale di buona parte delle righe. Un foro di grandi dimensioni nel margine superiore e un altro foro di piccole dimensioni nella parte inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle; abrasioni e sbiaditure diffuse.

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27 marzo 1509, Como

Commissione

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Scaramuzza [Trivulzio], incarica il prete Andrea Puricelli, beneficiato della chiesa di Lamone, di accertare se la permuta che intendono stipulare il prete Bernardino Molo, beneficiato della chiesa di S. Michele di Arosio, da una parte, e Pietro di Tognino «del Bona», dall'altra, sia di vantaggio per la chiesa stessa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Bernardinus de Orcho n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Pometta 286 (inserto)

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20 aprile 1509, Meride

Vendita / Instrumentum venditionis

Caterina «de Gays» di «Civena» del fu Balsaro, moglie di Maffiolo «de Rodirollo» di Arzo, abitante ad Arzo, col consenso del marito vende ad Andrea Masolo di Rancate del fu Togno due campi situati nel territorio di Mendrisio «in Valogio» e «in Campanea de Orgny», al prezzo di 55 fiorini.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. Comunitatis et Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 52 405 x 340 mm, righe 62. La pergamena, che nel verso reca varie annotazioni in gran parte illeggibili, è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo. Numerosi fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali praticati per cucire l'atto al fascicolo, nonché una grossa rosicatura sopra l'angolo inferiore sinistro.

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7 maggio 1509, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Domenico del fu Stefano Poroli di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Francesco del fu Cristoforo de Quadrio di Tesserete e promette di pagare entro tre giorni 24 lire di terzoli ricevuto in prestito. Il capitano di Lugano Antonio Castiglioni condanna il detto debitore a versare quanto dovuto.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. domini Theodori.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 16 310 x 160 mm, righe 46. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe e quattro tagli d'annullamento.

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7 maggio 1509, Como

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro «de Interlegniis» del fu Andrea, abitante a Boffalora delle Taverne di Chiasso, vende ad Aloisio Rusconi di Como, figlio separato di Giovanni, due terreni a campo, orto e vigna situati nel territorio di Boffalora «ad Vineam», al prezzo di 24 fiorini, pagati dall'acquirente in parte sotto forma di un carro con le ruote ferrate del valore di dieci fiorini, in parte con denaro contante.

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Notaio rogatario: Clemens de Cortexela p.i.a.n. Cumarum, f.q. domini Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 49 630 x 360 mm, righe 62. Lungo tutto il margine sinistro rosicature di medie dimensioni. Piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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7 maggio 1509, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Giovanni «olim Maffey dicti Maffiete» di Vogorno di Verzasca aveva venduto a mastro Provasio di Cannobio, abitante a Locarno, un appezzamento di terreno silvato e in parte vignato con una casa con tetto in piode e un «camano» con tetto in piode, nel territorio del Consiglio Mezzano «in Vinnera» al prezzo di 300 lire di terzoli, come contenuto nella vendita del 16 gennaio 1495, con patto di retrovendita entro nove anni per lo stesso prezzo. Il detto Giovanni aveva poi venduto ai fratelli Nicola e Salio, figli del fu Zanolo «Nicole» di Orselina del Consilio Mezzano, agente a nome proprio e dei fratelli Antonio, Domenico e Zane, ogni diritto di miglioria e di regresso nel 1495 e in seguito Bernardino figlio ed erede del fu Provasio di Cannobio, abitante a Locarno, aveva retrovenduto a Antonio, Salio e Domenico, figli di Zanolo «Nicole» 3/5 dei beni sopra nominati con retrovendita del 15 novembre 1502, inoltre i fratelli Antonio, Nicola, Salio, Domenico e Zane, figli di Zanolo «Nicole», avevano diviso l'appezzamento e la vigna, al quale era pervenuta ai fratelli Nicola e Zano. Ora Bernardino investe a titolo di eredità perpetua Nicola e Zane della vigna al canone annuo di 4 staia di castagne secche e 2 staia di castagne verdi, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes de Rozollo de Locarno olim n.p. Notaio estraente: Philipus p.i.a.n. f. q. domini Ioannis Greci, habitator Locarni, et n. ellectus, laudatus constitutus et confirmatus per consilium generale cominitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigengum et redigi faciendum omnes et singulas carta et instrumenta processus, foleos et protocollos traditos et imbreviatos per nunc condam dominum Iohannem de Rozollo de Locarno olim n.p. et que propter eius mortem interventuam explere non potuit.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 90 580 x 335 mm, righe 91. Foro risalente alla lavorazione della pelle e nel margine destro lacerazione e rosicatura.

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21 maggio 1509, <...>

Vendita e dazione in pagamento, locazione / <...>

Giovanni Pietro «del Bandera» del fu Cristoforo già abitante ad Arzo e ora a Tremona vende al prete Giovanni Rusconi del fu Filippo abitante a Novazzano, rettore e beneficiato della chiesa parrocchiale dei SS. Quirico e Giulitta di Novazzano, agente a titolo personale e non a nome della detta chiesa, un terreno situato nel territorio di Tremona «ad Castellum». (Frammento).

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 824 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 53 560 x 365 mm, righe 76. Il documento, in origine costituito da almeno due fogli di pergamena cuciti insieme (come si evice dai fori e da alcuni frammenti di filo nel margine inferiore del foglio conservato), è privo della parte finale. Alcuni fori di piccole dimensioni e un foro medio cucito prima della stesura dell'atto. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo forse di imbreviature. Inserti: 5 settembre 1502 (Milano)

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23 luglio 1509, Locarno

Assegnazione di canone / Instrumentum asignationis

Antonello «olim domini Iohannis olim domini Gufredini de Orello de Locarno» aveva investito a titolo di eredità perpetua mastro Antonio, rettore delle scuole di Locarno e figlio del fu Giovanni di Gavirate, di un sedime coperto di piode con «lobieta una astrigho», «canegiis» e muretti diroccati, con «clauso» vignato con piante di olive, fichi e prugne nel borgo di Locarno a Ripamognia al canone annuo di 3 di brente di vino o mosto, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia, come contenuto nella locazione del 19 marzo 1471. In seguito i fratelli Bernardino e Cristoforo, rettore delle scuole di Locarno, e Giovanni Antonio, figli del fu Antonio di Gavirate, avevano diviso il patrimonio e il canone era toccato a Bernardino. Antonello Orelli aveva poi lasciato per testamento del 13 giugno 1496 al convento della chiesa di S. Francesco il detto canone. Pantassio figlio del detto Antonio Orelli aveva assegnato al detto convento il canone locato a Bernardino, in cambio di un altro fitto di 3 brente di vino. Ora Pantassio assegna ai frati Agostino, custode, Cumano Protasi, guardiano, Ludovico, lettore, Isaia Bacilieri, Pietro Mazoni, Nicola, vicario, Giacomo, Paolo, Francesco e Gerolamo, nonché Alessandro del fu Francesco Orelli e a Battista del fu Giovanni «de Aplano», procuratori di detto convento, il canone di 3 brente di vino o mosto bianco, gravante su un appezzamento di terreno arativo, vignato nel territorio di Solduno «ad Fontanam Marchiam», locato agli eredi di Martinolo «olim Guglielmoli de Begiis» di Solduno nel 1438, rimanendo il Bernardino libero dal precedente livello.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 91 610 x 450 mm, righe 81. Piccoli fori e cucitura, risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 luglio 1509, Locarno

Rinunzia / Instrumentum renuntiationis

Il convento e la chiesa di S. Francesco di Locarno, da una parte, e Pantasio figlio del fu Antonello Orelli di Locarno, dall'altra, nella lite in merito a certi canoni che il defunto Antonello, padre di detto Pantasio, aveva legato al detto convento e alla detta chiesa, rinunciano vicendevolmente ai canoni. Il capitolo convocato su richiesta di Protasio di Locano, guardiano, e costituito dai frati Agostino «de Bianchetis», custode, Ludovico «de Mercutiis», lettore, Isaia Bacilerii, Pietro «Mazonus», Nicolao di Brissago, vicario, Giacomo di Blenio, Francesco «Borgnine», Gerolamo Duni, nonché da Alessandro del fu Francesco Orelli e a Battista del fu Giovanni «de Aplano», abitanti a Locarni e procuratori

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 825 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete del convento, rinunciano al canone di 8 lire di terzoli e al canone di 25 libbre di cacio, lasciato da Antonello Orelli e locato al defunto Adameto di Fusio valle Lavizzara, e in cambio Pantasio rinunzia a un canone di 6 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno, e un paio di polli, gravante su un appezzamento di terreno arativo e vignato nel territorio di Solduno «ad Fontanam Marchiam», locato agli eredi di Martinolo del fu Guglielmo «de Begiis di Solduno» (su un totale di 9 brente) il 26 aprile 1438, a condizione che i frati celebrino ogni anno un annovale in memoria dell'anima di Giovannina, defunta moglie di Pantasio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 92 595 x 515 mm, righe 103. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle, e un foro dovuto a rosicatura.

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10 agosto 1509, S. Antonino

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di S. Antonino, convocata per ordine del console Antonino del fu Giovanni «Leventinoni», designa quali procuratori alle liti Alberto Vigana, Pietro «del Paiarda», Zane e Donatello di Loro e Martino del Gallo, tutti di S. Antonino, incaricandoli di difendere gli interessi del detto comune contro Giovanni di Giulio Rusca di Bellinzona.

Notaio rogatario: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f. ser Iacobi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 23 940 x 190 mm, righe 101. L'atto è costituito da due membrane, originariamente cucite insieme e ora sciolte. La pergamena presenta numerosi fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle e altri provocati dall'umidità. L'inchiostro è diffusamente sbiadito. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 60.

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18 agosto 1509, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna

Domenico del fu Stefano Poroli di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni Francesco del fu Teodoro Rusca di Lugano e promette di versare entro Natale 14 lire e otto soldi di terzoli a pagamento di una quantità di grano acquistata. Il capitano di Lugano e Valle Antonio Castiglioni condanna il detto debitore a versare quanto dovuto.

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus Castanea p.i.a.n. Lugani et Valis Riperie et cetera f.q. domini Alexandri.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 20 250 x 160 mm, righe 43. La pergamena è piuttosto danneggiata da macchie e da lacerazioni, in particolare nelle pieghe e nella parte

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 826 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete inferiore, e presenta cinque tagli di annullamento.

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3 settembre 1509, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

I preti Damiano Ferrari, Ottaviano Ghiringhelli e Agostino Stefanini, canonici residenti della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, agenti anche a nome degli altri canonici residenti, i preti Francesco Cusa e Johannes Mescher di Svitto, nonché di tutto il capitolo, investono a titolo di locazione e di massarizio novennale rinnovabile a volontà delle parti il prete Bernardino di prete Albino, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, della primizia della biada e del vino nel territorio di Giubiasco, e lasciano al detto Bernardino l'obbligo della «cura animarum» nel detto territorio, ad eccezione del diritto di impartire il battesimo, che i canonici riservano per sé. Il canone annuo è di otto congi di vino e 55 staia di miglio.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 34 550 x 220 mm, righe 66. Piccole lacerazioni e macchie lungo i bordi della parte superiore, due minuscoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e sbiaditure dell'inchiostro. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 48.

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2 novembre 1509, Lugano

Citazione in giudizio / Perhemptorium

Giacomo «de Roncho», vicario e luogotenente del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, su richiesta di Giovanni Giacomo del fu Nicola Somazzi e dei suoi fratelli ordina a Giovanni Rusca di Magliaso di comparire il giorno successivo per udire la sentenza nella lite in merito a una locazione di beni appartenenti ai primi.

Cancellieri: Domenico Canevali, notaio, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 50 (inserto)

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6 novembre 1509, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Giacomo «de Roncho», vicario e luogotenente del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, pronuncia la propria sentenza

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 827 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nella causa tra i fratelli Giovanni Giacomo, Giovanni Antonio, Marco, Giovanni Leonardo, Giovanni Stefano e Giovanni Aloisio Somazzi di Lugano del fu Nicola e Giovannina loro madre, tutrice e curatrice, da una parte, e Giovanni Rusca di Magliaso, abitante a Como, rappresentato dal suo procuratore Stefano Brocchi, dall'altra, relativa ad un'investitura enfiteutica di alcuni beni situati nel territorio di Suvigliana e di Viganello, fatta il 1. febbraio 1501 dai detti Somazzi a Giovanni del fu Bartolomeo Canevali di Lugano, al canone annuo di 9 ducati d'oro larghi. Il detto Giovanni locatario aveva promesso il 22 gennaio 1494 di pagare a Nicola Somazzi 700 lire di terzoli per un deposito; in seguito il detto Nicola era morto e lo stesso Giovanni era rimasto debitore anche di 58 ducati larghi d'oro per canoni d'affitto trascorsi. Il vicario dichiara che i beni in questione debbano rimanere ipotecati agli eredi Somazzi per la somma di ducati 45 d'oro per canoni livellari non corrisposti negli anni dal 1502 al 1506, e condanna il Rusca a lasciare i beni ai Somazzi finché essi potranno conseguire quanto dovuto da Giovanni Carnevali.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 50 655 x 400 mm, righe 77. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 2 novembre 1509 (Lugano)

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6 dicembre 1509, Mendrisio

Vendita / Instrumentum laudationis

Paolo della Porta del fu Giovanni Francesco di Mendrisio aveva lasciato in eredità al padre e ai fratelli Andrea, Bernardino e Gaspare le proprie sostanze, comprendenti il livello gravante su di un fondo situato nel territorio di Morbio Superiore, versato dagli eredi del fu Battista «de Septembris» detto del Farina di Morbio Superiore, metà del quale fu assegnato dal detto Giovanni Francesco alla chiesa e al capitolo di S. Giovanni Battista di Mendrisio per la celebrazione di quattro messe annue e di un ufficio dei morti in memoria del figlio Paolo. In seguito gli eredi del detto Battista avevano riacquistato da Giovanni Francesco il livello in questione e lo avevano poi ceduto a Gaspare della Porta. Ora il detto Gaspare assegna al convento e alla chiesa di S. Giovanni Battista di Mendrisio, rappresentati dal priore frate Luca da Bissone e dai frati Giovanni da Piacenza, Battista da Mendrisio, Benedetto da Bissone e Angelo da Mendrisio, tutti frati professi dell'ordine dei Serviti, la decima delle rape del territorio di Mendrisio «a clauso domini Bartholamei Buxie de Mendrisio usque ad vineam et a ponte Mendrisii usque a vigno (sic) inclusive», al prezzo di otto lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Busia n.p. Comi. Notaio estraente: Iroldus Busia de Mendrisio p.i.a.n. Comi f.q. domini Iohannis Petri ac n. laudatus per magnificum dominum Iohannem de Scrivio (?) ... questorem Mendrisii et plebis Balerne ad ... explendum .... instrumenta tradita et rogata per nunc q. Iohannem Petrum Busiam n.p. Comi.

Originale estratto da imbreviature (1550 dicembre 12); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 22 850 x 280 mm, righe 103. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 828 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

24 dicembre 1509, Aurigeno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovannolo del fu Martinolo «Ilmatie» di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di enfiteusi Rico del fu Giovanni «Longi de la Gana» e Leone del fu Giacomo «de la Gana», in ragione di metà ciascuno, di un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Pietis», al canone anno di due lire e tre soldi di terzoli per ognuno dei locatari, da versare entro Pasqua. Tali somme saranno convertite in pane da distribuire con le altre elemosine in occasione della stessa festa.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 34 595 x 390 mm, righe 62. Numerosi fori di medie dimensioni risalenti alla preparazione della pelle ed un lungo taglio dal bordo sinistro, ricucito con filo di canapa.

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(24) dicembre 1509, Aurigeno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovannolo del fu Martinolo «Ilmatie» di Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, investe a titolo di enfiteusi Martino del fu Giovanni Antonio «Nichole» di Aurigeno, agente anche a nome dei suoi fratelli Battista, Nicola e Giacomo, di un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Piato de Supra», al canone anno di due lire e tre soldi di terzoli da versare entro Pasqua. Tale somma sarà convertita in pane da distribuire con le altre elemosine in occasione della stessa festa.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 35 530 x 350 mm, righe 63. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: l'estensore del documento indica la data di lunedì 26 dicembre 1509, che cadeva in realtà di mercoledì. La collocazione al 24 dicembre 1509 si basa sulla considerazione del fatto che il notaio avrebbe dovuto indicare l'anno 1510 anziché il 1509, ricorrendo egli allo stile della Natività, come pure sulle corrispondenze di contenuto e formali con l'istrumento rogato il medesimo giorno dal notaio e conservato nel medesimo archivio.

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<...> <...> <1509> (?), Lugano

Permuta / Instrumentum et permutationis

Il prete Bernardino Molo, rettore della chiesa di S. Michele, e Antonio «del Mozino» e Giovanni «Codepare» (?), procuratori dei vicini di Arosio e agenti a nome della detta chiesa, da una parte, e Pietro «del Bona» del fu Antonio,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 829 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete dall'altra, procedono alla permuta di beni. L'atto è rogato alla presenza e con il consenso del prete Andrea Puricelli, rettore della chiesa di S. Andrea di Lamone, delegato di Guglielmo Cittadini, vicario generale del vescovo Scaramuzza [Trivulzio]. (Frammento).

Notaio rogatario: Ioannes Antonius de Zobiis p.i.a.n. Lugani et cetera f. magistri Ioannis Pauli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 286 260 x 385 mm, righe 31. Il documento, composto in origine di almeno due fogli pergamenacei, è privo della parte iniziale. La pergamena, riutilizzata come copertina di un codice, presenta tagli lungo tutti gli angoli e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Regesto: BSB VIII (1949), pp. 179-180. Inserti: 27 marzo 1509 (Como)

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1 gennaio 1510

Precetto / Preceptum

Giacomo di Ronco, dottore in ambedue i diritti, vicario e luogotenente di Lugano, su richiesta del console e del comune di Villa nella castellanza di Sonvico, ordina a qualunque «servitor» di Lugano di citare i consoli e il comune di Sonvico in merito alla separazione di quelli di Villa da Sonvico.

Notaio scrivente: Ioannes Antonius Castoyra n.p. Lugani.

ASTi, Pergamene, Prada 9 (inserto)

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12 gennaio 1510, Lugano

Domanda giudiziale / Acceptatio, requixitio et contradictio

Davanti a Giacomo di Ronco, dottore in ambedue i diritti, vicario e luogotenente del capitano di Lugano, su richiesta del console e del comune di Sonvico, quelli di Sonvico si oppongono alla separazione di Villa.

ASTi, Pergamene, Prada 9 (inserto)

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28 febbraio 1510

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 830 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Precetto e proroga di termine / Preceptum perhemptorium

Giacomo di Ronco, dottore in ambedue i diritti, vicario e luogotenente di Lugano, su richiesta del console e del comune di Sonvico, ordina a qualunque «servitor» di Lugano di citare il console del comune di Villa, in merito alla separazione di Villa. Seguono le proroghe di termine concesse dal vicario, la prima del 4 marzo 1510 al sabato seguente e la seconda del 9 marzo 1510 al seguente lunedì 18, e sottoscritte da Giovanni Donato Castoira.

ASTi, Pergamene, Prada 9 (inserto)

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9 marzo 1510, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Bertino «de Tegiatio» di Deggio nella vicinanza di Quinto, agente a nome di Werni Lehmann, vicario di Leventina, due ceri del peso di tre libbre, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciochis clericus f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n. eiusdemque curie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 36 285 x 210 mm, righe 40.

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18 marzo 1510, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Giacomo di Ronco, dottore in ambedue i diritti, vicario del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, nella causa tra il console e il comune di Sonvico, da una parte, e il console e il comune Villa, dall'altra, in merito alla separazione di Villa da Sonvico, dichiara che la separazione chiesta da quelli di Villa sia da fare.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra n.p. et causarum Lugani et Vallis et cetera et i.a., f. ser Ioannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 9 550 x 400 mm, righe 62. Fori dovuti a rosicature e rosicature lungo i margini. Inserti: 1 gennaio 1510, 12 gennaio 1510 (Lugano), 28 febbraio 1510

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10 aprile 1510, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Michele del fu Pietro Bagutti di Medeglia, vicino di Bellinzona, vende a Zane del fu Antonio «Giocha» di Medeglia, vicino di Bellinzona, un prato situato nel territorio di Medeglia «in Paniriis», al prezzo di quattro ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. domini Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Valis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 17 320 x 270 mm, righe 46. Macchie e alcuni fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe orizzontali.

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15 aprile 1510, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni Antonio figlio di Bartolomeo «de Ferariis», abitante a Rivapiana di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, Nicola Leoni Cotti, Dominico «Dominigatii», Giovanni Maria «Sparine», tutti abitanti a Minusio, procuratori del comune di Minusio e Rivapiana, investono a titolo di locazione per tre anni rinnovabili Bartolomeo del fu Antonio di Burbaglio, abitante in Consiglio Mezzano, di due bolle con il diritto di pesca, la prima chiamata «Bolla la Mala Rossa» situata nel Piano di Magadino «in la Bolla la Malla Rossa», e la seconda chiamata «Bolla Rotonda» situata nel Piano di Magadino «in la Bolla Rotonda», entrambe in sorte al comune di Minusio e Rivapiana, al canone annuo di 3 lire e 4 soldi di terzoli, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 23 460 x 330 mm, righe 61. Sullo stesso documento figurano la presente locazione (r 1-37) e la ricevuta del 3 aprile 1514 (38-61). Piccoli fori dovuti a rosicatura e alcune lacerazioni lungo il margine sinistro. Sottolineature con matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 21 (1941), pp. 463-476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 494-495.

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26 aprile 1510, Mendrisio

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis

I fratelli Cristoforo, Lucia ed Elisabetta del fu Pietro della Porta, abitanti [a Mendrisio], agenti anche a nome del fratello Giovanni Antonio, rinunciano nelle mani di Bernardino della Porta del fu Vanossio, abitante a Mendrisio, ad ogni loro diritto esigibile da Pietro del fu Giovanni e Antonio del fu Andrea, zio e nipote, sopra un terreno arativo e vignato situato

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 832 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nel territorio di Mendrisio «in Pabiario». Il terreno in questione era stato venduto da Pietro della Porta ai detti zio e nipote, i quali lo avevano poi ceduto a Bernardino col patto di non piantare e di tagliare ogni tipo di pianta cresciuta sopra tale terreno. I detti fratelli dichiarano di avere ricevuto per tale rinuncia dieci lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Benedictus Busia f.c. domini Tadei p.i.a.n. Comi.

Originale; ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 23 235 x 205 mm, righe 37. Alcuni piccoli fori, in particolare lungo una piega verticale.

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2 maggio 1510, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Pedrino del fu Antonio «Pedroli», Giacomo del fu Giovanni «Bartholamey», Giacomo del fu Albertolo e Giovanni Maria (?) di Bartolomeo «de la Gana», tutti abitanti ad Aurigeno, promettono a Giovanni Antonio del fu Giovanni «Iorii» di Avegno, abitante a V Gambarogno, di restituirgli entro il prossimo primo gennaio la somma di 200 lire di terzoli che egli ha prestato loro «gratia et amore».

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Annono, n.p.i.a. constitutus, f.q. domini Nicolay de Annono de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 63 380 x 165 mm, righe 70. Due incisioni di annullamento; piccole rosicature lungo le pieghe.

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6 maggio 1510, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Antonia, figlia del fu Antonio detto «Catanii» del Fossato di Locarno e moglie di Giovanni Giacomo del fu Zanoto di Locarno, dichiara di ricevere da Maria, figlia del fu Bernardo ti del Fossato di Locarno ed erede testamentaria del defunto fratello Francesco, Figlio del detto Bernardo, 25 lire di denari nuovi, lasciati da defunto Francesco secondo il testamento del/da un legato del 16 dicembre 1503.

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i.a. constitutus f. c. Iacobi Rosali de Contra, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 93 350 x 240 mm, righe 38. Fori e cucitura parziale, risalenti alla lavorazione della pelle.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 833 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

12 giugno 1510, Milano

Conferma di arbitrato e ricevuta

Il comune e la pieve di Cannobio, rappresentati dai procuratori Bartolomeo del fu Callisto Mantelli di Cannobio e Marco del fu Donato Marco di Traffiume, da una parte, e il comune di Brissago, rappresentato dai procuratori Stefano di Pietro Baciocchi e Pietro del fu Tommaso Lanzalotti, abitanti a Brissago, dall'altra, approvano l'arbitrato pronunciato il 20 giugno 1509 da Giovanni Francesco Marliani, dottore in entrambi i diritti, senatore regio e arbitro designato nella lite tra le dette parti in merito al diritto di decima rivendicato da Cannobio nel territorio di Brissago, nonché la relativa precisazione dello stesso arbitro, del 17 luglio 1509. Le parti convengono che ogni anno Brissago dovrà versare a Cannobio 460 lire, con la facoltà di liberarsi entro 50 anni dall'obbligo di detta corresponsione mediante la cessione di alcune proprietà che assicurino una rendita equivalente, situate nel ducato di Milano e non distanti da Cannobio più di 35 miglia. I rappresentanti di Cannobio dichiarano infine di avere ricevuto 303 lire e sei soldi imperiali pagati da Brissago a completa soluzione del denaro dovuto per le decime non versate.

Notaio rogatario: Christophorus de Applano f.q. domini Gasparis Porte Cumane Mediolani parrochie Sancti Carpophori Intus p.i.a.n. Mediolanensis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 36 1220 x 350 mm, righe 187. Rotolo costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni fori e lacerazioni nella parte centrale. Iniziale miniata con inserito il nome «Frater Nicolaus Castellus».

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28 giugno 1510, Lugano

Ordine / Preceptum

Giacomo «de Roncho», vicario del capitano di Lugano, su richiesta del comune di Tremona, ordina alle persone di Brusino Arsizio che hanno seminato su un terreno situato nel territorio di Meride «in Salvadegario seu de subtus Pratum Campeum», di proprietà del detto comune, di lasciare che quelli di Tremona raccolgano la biada cresciutavi.

Cancellieri: Giovanni Francesco Rusca, notaio pubblico, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 51 (inserto)

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1 luglio 1510, Lugano

Deposito / Instrumentum depositi

Nella causa tra il comune di Tremona, da una parte, e il comune di Brusino Arsizio, dall'altra, in merito al ricavato della seminatura fatta da alcuni di Brusino su un terreno situato nel territorio di Meride «in Salvadegario seu de subtus Pratum

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Campeum», di proprietà del comune di Tremona, Giovanni Maria detto «Scharinzius» del fu Bertino Molo di Riva dichiara davanti a Giacomo «de Roncho», vicario del capitano di Lugano Antonio Castiglioni, di avere ricevuto in deposito 60 moggi di biada, che i rappresentanti del comune di Brusino hanno stimato possano essere il frutto della seminatura.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra p.i.a.n. et causarum Lugani, f. ser Ioannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 51 415 x 340 mm, righe 40. Nella parte superiore un frammento di pergamena di forma rettangolare è stato asportato mediante taglio; alcuni piccoli fori. La scrittura nella parte finale risulta sbiadita. Inserti: 28 giugno 1510 (Lugano)

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17 luglio 1510, Lugano

Vendita / Instrumentum cessionis

Cecilia, moglie di Giovanni «Carnevarii» di Lugano e figlia del fu Pietro Pocobelli di Lugano, in esecuzione di un arbitrato di Giacomo «de Roncho» nella lite tra la detta Cecilia, da una parte, e il cittadino di Como Giovanni Rusca del fu Franzino, dall'altra, e di un deposito e di una sentenza pronunciati il giorno medesimo, cede a titolo di vendita al detto Giovanni Rusca i suoi diritti dotali, ricevendo in cambio 1300 lire di terzoli sotto forma di istromento di deposito consegnato a Gabriele del fu Giovanni Donato Pocobelli di Lugano.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 52 430 x 355 mm, righe 59. Alcune rosicature, in particolare lungo il margine superiore, e fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 agosto 1510, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giovanni Giacomo e Giovanni Antonio del fu Nicola Somazzi di Lugano, agenti anche a nome dei loro fratelli Marco, Leonardo, Stefano e Aloisio, dichiarano di avere ricevuto da Giovanni del fu Franzino Rusca, cittadino e mercante di Como, 29 ducati e mezzo d'oro larghi, che il detto Giovanni Rusca era stato condannato a pagare in un arbitrato pronunciato da Antonio Pocobelli del fu Giovanni Donato il 18 marzo dello stesso anno.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 53

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290 x 240 mm, righe 37. Una rosicatura di medie dimensioni e qualche piccolo foro.

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9 agosto 1510, Mendrisio

Convenzione / Instrumentum pactorum

Nella lite tra Antonio «de Barbarinis», da una parte, e il capitolo del convento dei Serviti di S. Giovanni Battista di Mendrisio, rappresentato dai frati Luca da Bissone, priore, Benedetto da Bissone, Angelo da Mendrisio e Gaspare «de Barbarinis», dall'altra, relativa alla monacazione nel detto convento di Baldassarre, figlio ed erede del fu Gaspare «de Barbarinis», nipote del detto Antonio, le parti si accordano. Il capitolo cede al detto Antonio ogni diritto derivante dalla detta monacazione sopra un sedime con casa, cascina, «stationa» ed altri edifici situato a Mendrisio «ad Pontem», sopra un campo con vigna situato nel territorio di Mendrisio «ad Rovedeliam» e sopra la terza parte dell'orto «de Fontana»; Antonio libera i detti frati dall'obbligo di pagare 200 fiorini quale dote di Maddalena, sorella del detto Baldassarre e moglie di Battista «del Magroia» (?) di Morcote, e dall'obbligo di versare dieci fiorini per gli interessi dovuti alla medesima.

Notaio rogatario: Dominus Paxius n. Notaio estraente: Antonius de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Paxii ac n. laudatus ... per duos ex consulibus Cumani iustitie et per dominos abbates colegii notariorum Cumis ad explendum .... instrumenta ... tradata et rogata ... per nunc c. dominum Paxium olim et tunc n.

Originale estratto da imbreviature (1512 marzo 19); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 24 580 x 300 mm, righe 63. Cinque fori, uno dei quali, di grosse dimensioni, risalente alla lavorazione della pelle.

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30 settembre 1510, Lugano

Locazione con convenzioni / Instrumentum livelli et pactorum

Cecilia del fu Pietro Pocobelli di Lugano, moglie di Giovanni «Carnevarii» di Lugano, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro del fu Michele Pianca di Breno, abitante a Gentilino, di due terreni situati nel territorio di Gentilino «subtus Locum» e «in Torgio», al canone annuo di otto staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Ruscha frater Oltitii Ruscha et n.p. Lugani et Vallis. Notaio estraente: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Laurentii ac electus et deputatus per ... consillium generales totius comunitatis Vallis Lugani ad explendum ... instrumenta tradata et rogata per nunc condam dominum Ioannem Petrum Ruscham olim fratrem meum.

Originale estratto da imbreviature (1535 febbraio 25); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 54 495 x 290 mm, righe 64. Due piccoli fori.

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7 dicembre 1510, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Martino del fu Tognaca, agente anche a nome dei suoi fratelli Antonio e Giacomo, e Giovannolo detto Nolo del fu Tognaca, entrambi di Piancalardo, vendono a Giacomo del fu Martino «de Gianolo» di Gudo una vigna a pergolato con orto situata nel territorio di Gudo «ad Grossum de la Rocha», al prezzo di 36 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillipus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 10 530 x 180 mm, righe 61. Quattro fori di piccole e piccolissime dimensioni.

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<...> <...> <1510> (?), Lugano

Autorizzazione / <...>

«de Roncho», vicario del capitano di Lugano, concede ai fratelli minorenni Pietro, Serafino, Maddalena e Caterina Tencalla il permesso di riacquistare alcuni beni immobili situati a Bissone «ad Ronchum de Garavo» e <...> e locati loro rispettivamente da Antonio Castelli di Bissone e dai fratelli Francesco, Vanono e Bernardino «del Cerexora» di Lanzo.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus de Salla i.a.n. et causarum Lugani et Vallis f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 38 420 x 390 mm, righe 65. Il documento, riutilizzato come copertina di fascicolo, è gravemente danneggiato da strappi, fori e lacerazioni e risulta quindi di difficile lettura. Esso presenta una cucitura orizzontale coeva alla stesura del testo.

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2 gennaio 1511, Carasso

Locazione / Instrumentum livelli

L'assemblea dei vicini di Carasso, convocata per ordine del console Giovanni del fu Guido <...>, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni del fu Donato «del Nigro» di Carasso di un terreno a prato e bosco con piante di castagne situato nel territorio di Carasso «inter Duas Gualdischias de foris», al canone annuo di 14 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Varronus pater meus et n.p. Berinzone. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone n. laudatus ... per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 837 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete conscilium generale comunis Birinzone super imbreviaturis nunc c. domini Petri Varroni ... extraxi.

Originale estratto da imbreviature (1521 settembre 17); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 219 530 x 200 mm, righe 74. Lacune in corrispondenza dell'angolo superiore, alcuni piccoli fori e un taglietto nella parte finale.

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3 gennaio 1511, Milano

Ricevuta / Confessio

Stefano di Olgiate, Stefano Tonsi, Bernardino di Gallarate, ordinari conti della chiesa maggiore di Milano, Cipriano da Giussano del fu Galeazzo di Milano, agente a nome di Bernardo da Giussano, parimenti ordinario conte della detta chiesa, dichiarano di aver ricevuto da Giovanni del fu Giacomo «olim Gulielmutti» di Leontica, caneparo di Val Blenio, la somma di 150 lire di imperiali, che il comune di Val Blenio è tenuto a consegnare per la festa di s. Martino per l'anno 1510.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Maretis f.c. domini Franzini porte Verceline parochie Sancte Marie Pedonis Mediolani, p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 54 205 x 180 mm, righe 37. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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22 gennaio 1511, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et in solutum dationis; Instrumentum liveli

Il prete Bernardino del fu Giovanni detto Carlo di Giubiasco vende ad Antonio del fu Antonio di Laglio di Como abitante a Bellinzona un campo situato nel territorio di Giubiasco «in Girascho», al prezzo di 127 lire di terzoli, somma di cui egli era debitore nei confronti del detto Antonio secondo il riconoscimento di debito rogato il 13 agosto 1510 che il notaio rogatario ora annulla. Il venditore viene poi investito a titolo di livello perpetuo del terreno appena venduto ad un canone annuo di cinque staia di formentata di frumento e segale e due polli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 35 390 x 460 mm, righe 53. Fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe e corrosioni lungo i margini. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 48-49.

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24 gennaio 1511, Rivapiana (Minusio)

Assegnazione di canone / Instrumentum assignationis

Giovanni Antonio figlio di Bartolomeo «de Ferariis» di Vogorno di Verzasca, abitante a Rivapiana di Minusio, assegna a Matteo del fu Martinolo Grammatico di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, e a Pietro del fu Tognalo «de Laffranchitis» di Minusio, procuratore e credenziario del detto comune, un canone di due brente di mosto o vino bianco, uno staio di mistura (segale e meglio in parti uguali), che sono una parte di 4 brente di vino o mosto bianco e uno staio di mistura, pagati un tempo dal defunto Giacomo detto «Piffaracius», abitante a Minusio, del fu Tommaso di Fusio della Valle Lavizzara, a detto Giovanni Antonio e alla defunta moglie Domenica Spaini, e gravanti su un appezzamento di terreno silvato e boschino nel territorio di Minusio «ad Orellos», e su un appezzamento di terreno arativo, prativo e vignato «a rompibus» con piante di salice e una di noci nel detto territorio «ad Remolinum», secondo una locazione del 23 gennaio 1496, a condizione che il comune faccia celebrare ogni anno nella chiesa di S. Rocco 20 messe.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n., f.c. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et n. ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulos processus, protocollos et alios actus presens omniaque et singula instrumenta tam extensa quam non extensa, rogata, tradita per nunc quondam spectabilem patrem meum.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 24 555 x 370 mm, righe 74. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle, lacune e piccole lacerazioni nel margine sinistro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 495.

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24 gennaio 1511, Rivapiana (Minusio)

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Matteo del fu Martinolo Grammatico di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, e Pietro del fu Tognalo «de Laffranchitis» di Minusio, procuratore e credenziario del detto comune, agenti a nome proprio e del detto comune, confermano la locazione a titolo di eredità fatta a Giovanni del fu Giacomo «Piffarazi» di Minusio, come contenuto nell'assegnazione del 24 gennaio 1511 (v. Minusio 24), di un fitto livellario di due brente di mosto o vino bianco e uno staio di mistura (segale e miglio in parti uguali), gravanti su un appezzamento di terreno arativo, prativo e vignato «a rompibus» con piante di salice e una di noci nel detto territorio «ad Remolinum». Il canone annuo è di 2 brente di vino o mosto bianco, da consegnare al tempo della vendemmia, e uno staio di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n., f.c. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et n. ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulos processus, protocollos et alios actus presens omniaque et singula instrumenta rogata et tradita per nunc quondam spectabilem dominum patrem meum.

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Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 25 580 x 330 mm, righe 87. Molti fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché 2 fori dovuti a rosicatura. Sottolineature in matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 495.

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13 febbraio 1511, Bellinzona

Sentenza / Sententia

Arnold Winkelried di Unterwalden, commissario di Bellinzona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Bernardino del fu Giovanni Molo, agente a nome della moglie Elisabetta, figlia ed erede del fu Giacomo Magoria, da una parte, e i fratelli Stefano e Domenico «del Nigro» di Giubiasco, Antonio ed Andrea del fu Donato Bogia, Giovanni del fu Lorenzo di Prada, Giovanni del fu Biagino di Prada e soci, dall'altra, per la stima delle migliorie compiute dai detti uomini su un prato situato nel territorio di S. Antonino «ad Buscum de Grisio», locato loro da Giacomo Magoria. Il commissario conferma la sentenza pronunciata dal suo predecessore Werner Pfyl [di Svitto].

Notaio rogatario: Petrus de Petrutiis de Quinto f.c. ser Albertoli p. sacra a.i.n. Leventine Vallis, scriba et secratarius ac interpres domini comissarii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 220 470 x 310 mm, righe 54. Alcuni piccoli fori. Edizione: BSB V (1943), pp. 266-269.

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4 marzo 1511

Locazione / -

Il landamano e il consiglio di Uri investono in perpetuo Giovanni Pedruzzi, fratello di Pietro Pedruzzi scriba di Bellinzona, di un appezzamento di terreno situato a Bellinzona, al di sotto del Castel Grande, al canone annuo di sei fiorini.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri annunciato nella corroboratio («vnsers gemeinen lantz zuo Vre insigel»). Rimane parte della coda di pergamena con cui era stato attaccato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 69 (v.n. A.XVI/10) 180 x 270 mm, righe 20. Due piccole macchie al contro.

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6 marzo 1511, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Zanolo del fu Martinetto di Aurigeno, caneparo della chiesa di S. Bartolomeo di Aurigeno, promette a Nicolao del fu Giovanni Appiani, abitante a Locarno, di restituirgli entro il prossimo primo maggio la somma di 66 lire e 10 soldi di denari nuovi che egli ha prestato «gratia et amore» alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n., f.q. domini Antonii Cataney de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 58 315 x 195 mm, righe 62. Quattro incisioni di annullamento; alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle o dovuti a rosicatura.

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(15 marzo 1511)

Supplica

Petrolo del fu Martinolo «Belono» di Aurigeno, condannato al bando, alla pena di morte e alla confisca dei beni per aver ferito mortalmente suo fratello durante una lite, avendo fatto pace con la vedova e i figli della vittima chiede grazia ai conti Eleuterio e Galeazzo Rusca, così da poter rimpatriare senza pericolo, ricongiungersi alla propria famiglia e recuperare i suoi beni.

Archivio Patriziale Aurigeno 64 (inserto)

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15 marzo 1511, Locarno

Concessione di grazia / Liberatio

Eleuterio e Galeazzo Rusca, conti di Val Lugano e signori di Locarno e pertinenze, in risposta a una supplica di Petrolo del fu Martinolo «Belono» di Aurigeno e su raccomandazione di Filippino e Bernardino «Andrioli» di Cevio, concedono la grazia allo stesso Petrolo, condannato alla pena di morte per omicidio, gli restituiscono la libertà e lo reintegrano nei suoi diritti.

Cancellieri: Bartholomeus Bal<...>, Locarno (cancelleria dei conti Rusca)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera del sigillo di Eleuterio e Galeazzo Rusca, conti di Val Lugano e signori di Locarno.

Originale; lat. e it. Archivio Patriziale Aurigeno 64

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310 x 475 mm, righe 20. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore destra, altri piccoli fori dovuti a usura lungo le pieghe. Inserti: (15 marzo 1511)

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17 marzo 1511, Bironico

Convenzione / Instrumentum pactorum et conventiones et promissiones

Alberto del fu Martino «de Pironibus» di Medeglia, vicino di Bellinzona, da una parte, Medeglia del fu Medeglia «de Pironibus» di Medeglia, vicino di Bellinzona, e Domenico suo figlio, agenti anche a nome di Giovanni e Giacomo, figli del detto Medeglia, dall'altra, si accordano sulla ripartizione di alcuni strumenti di vendita.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. domini Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Valis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 18 365 x 265 mm, righe 42. Alcune macchie e nomerosi fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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22 marzo 1511, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro detto Pedrello del fu Giovanni «del Guerra» di Isone, agente a nome della cognata Minetta, figlia ed erede del fu Lorenzo «de Columbinis» di Isone vende a Domenico del fu Giacomo «de Columbinis» di Isone la terza parte di un edificio e la quarta parte di una casa, entrambi situati a Isone, al prezzo di 65 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filippus f.q. domini Iohanis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 15 390 x 135 mm, righe 78. Annerimenti lungo i margini, alcuni fori e diversi strappi lungo il margine destro.

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8 maggio 1511, Locarno

Conferma di donazione / Instrumentum donationis et ratificationis

Davanti al podestà di Locarno Antonio Maria Cavasacco i fratelli Zanolo e Giovanni del fu Stefano Masina del Monte di Locarno, maggiori di 25 anni, donano ai frati del convento di S. Francesco di Locarno, a nome del quale agiscono, il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 842 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete terreno sopra cui il frate Bartolomeo ha fatto edificare due piccoli oratori chiamati al Sasso. Zanolo e Giovanni, agendo anche a nome dei nipoti Pietro e Stefano del fu Antonio, confermano la donazione già da loro fatta in precedenza.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 4 660 x 295 mm, righe 105. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: Messaggero serafico, nr. 4 (1926), pp. 78-80 e nr. 5 (1926), pp. 103-106. Regesto: AST 51 (1972), p. 356.

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10 maggio 1511, Bignasco

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giovanni del fu Antonio di Bernardo Franzoni di Campo di Cevio, abitante a Cerentino, dichiara di essere debitore nei confronti di Giacomo di Anselmo di Martino Guglielmoni di Cavergno e promette di pagare entro la festa di s. Martino 40 lire di denari nuovi per un cavallo vendutogli dal detto Giacomo.

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i.a. constitutus f.q. Stefani Bernardi Franzoni de Campo de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 35 300 x 200 mm, righe 47. Cinque tagli di annullamento, due dei quali cuciti, numerosi fori di piccole dimensioni e alcune macchie. Il documento, che presenta piccoli fori con frammenti di filo, è stato riutilizzato come copertina.

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15 maggio 1511, Lugano

Convenzione / Instrumentum pactorum

I rappresentanti del comune di Cadro, da una parte, e quelli del comune di Villa nella castellanza di Sonvico, dall'altra, concordano che quelli di Villa possono pascolare e fare uso delle comunanze del comune di Cadro e fare legna come in passato, che contribuiscono alle spese del capitano di Lugano per debiti o malefici commessi nel territorio di Cadro, che non possono segare erba senza licenza del comune di Cadro, e possono pascolare in territorio di Cadro non solo per due mesi all'anno, bensì a loro a beneplacito, e infine che si attengano alle disposizioni di Cadro come in passato.

Notaio rogatario: Nicolaus Caxella de Lugano p.i. et apostolica a. n. Lugani et vallis et cetera f.q. domini Michaelis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 10 420 x 180 mm, righe 52. Diversi fori e lacerazioni lungo le piegature, nonché alcune macchie.

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28 maggio 1511, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Maria figlia del fu Giovanni «Iacomali» di Minusio, vedova di Andrea «Baldate» di Minusio, madre e tutrice di Giovanni loro figlio, aveva venduto lo stesso giorno a Giacomo Struponi del fu Togno Struponi di Aquino della Valle Verzasca, tutte le migliorie su un un appezzamendo di terreno prativo chiamato «Medietas unius Monde», con metà di una stalla e di un edificio diroccato («canegii») situato nel Piano di Magadino «in Bozaredo» al prezzo di 300 lire di terzoli, con l'onere di solvere ogni anno al comune di Minusio, ai rettori della chiesa di S. Quirico di Rivapiana, 3 libbre e mezza di olio di noci per s. Martino. Ora Matteo del fu Martinolo Grammatico di Minusio, console, Quirico del fu Antonio Spaini di Rivapiana, caneparo della chiesa di S. Quirico, e Pietro del fu Tognalo credenziario, agenti a nome proprio, del detto comune e di detta chiesa, investono a titolo di eredità detto Giacomo Struponi di un appezzamendo di terreno prativo chiamato «Medietas unius Monde», con metà di una stalla e di un edificio diroccato («canegii») situato nel Piano di Magadino «in Bozaredo», al canone annuo di 3 libbre e mezzo di olio di noci, del valore di 32 once per ogni libbra, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis, p.i.a.n. contitutus Locarni et plebis f. q. ser Johannis Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 26 650 x 420 mm, righe 84. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine superiore. Grosso foro e lacune nel margine sinistro e destro, dovuti a rosicatura, nonché tre fori cuciti con filo di canapa e diverse macchie. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 495.

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10 giugno 1511, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, convocata per ordine del console Bartolomeo Pedrossio di Castione, vende a Maffiolo del fu Andrea «Iohanatii» di Lumino tre appezzamenti di terreno a selva nel territorio di Lumino «in Genestrarye», «in la Croxeta» e in «in Morella», gravati da un canone di 12 staia di mosto. Il prezzo della vendita è di 32 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolai habitator Berinzone n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis q. domini patris mei.

Originale estratto da imbreviature (10 ottobre 1534); lat. Archivio Comunale Lumino 51 380 x 280 mm, righe 59. Lacerazioni lungo il margine destro e sinistro superiore, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Parte inferiore fortemente ingiallita. Leggere macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 53.

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16 giugno 1511, Lottigna

Sentenza

Nella controversia tra Stefano «olim Legrantie» detto Vescovo («Epischopo») erede testamentario del fu Pietro «Scotti», da una parte, e Alberto «de Rigiano» e le sorelle Giovanna e Agnese «de Rigiano», dall'altra, in merito all'eredità e ai beni del fu Pietro «Scotti», Heinrich von Matt di Unterwalden, vicario di Val Blenio, che siede in tribunale, conferma il testamento fatto da Pietro «Scotti».

Notaio rogatario: Gulielmus de Frigeriis de Largario f. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico pendente in cera nera è gravemente danneggiato ed è ricoperto da tracce di carta.

Originale; lat. ASTi, Cima 10 285 x 230 mm, righe 44. Piccoli fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura.

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17 giugno 1511, Bellinzona

Sentenza / Sententia

Johannes Schüeli già landvogt di Leventina, Werner Pfyl di Svitto già commissario di Bellinzona e Andreas «Daeggenspalmer» alfiere di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Arnold Winkelried [di Nidwalden], commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Biasca, da una parte, e la comunità di Bellinzona, dall'altra, in merito alla richiesta dei biaschesi di essere esentati dal pagamento del forletto sul vino acquistato al di fuori della giurisdizione di Bellinzona e destinato ad uso proprio, analogamente a quanto accade per gli uomini di Claro. I detti giudici dichiarano che i biaschesi sono tenuti a pagare il detto forletto.

Notaio rogatario: Petrus de Petrutiis de Quinto f.c. ser Albertoli, p. sacra a.n.i. Leventine Vallis et scriba prefatorum dominorum.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Arnold Winkelried di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio. Rimane la coda di pergamena con la quale era stato attaccato al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 70 (v.n. B.IV/8) 450 x 375 mm, righe 52. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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26 luglio 1511, Como

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum investiture livellarie et pactorum

Giovanni del fu Franzio Rusconi, cittadino di Como, investe a titolo di livello e locazione perpetua i fratelli Antonio e Domenico del fu Giacomo «de Albertolo» di Cimo, di un complesso di terreni ed altri beni immobili situati nel territorio di Cimo, appartenenti alla mensa vescovile e acquistati il giorno medesimo dai detti fratelli. Il canone annuo è di 25 lire di terzoli e un capretto. I detti fratelli sono inoltre tenuti a versare al vescovo di Como il censo gravante sui fondi locati, corrispondente a 24 soldi di terzoli. Le parti convengono che i fratelli Antonio e Domenico potranno riscattare il detto canone al prezzo di 500 lire di terzoli. L'atto è rogato alla presenza di Giacomo «de Mantis», procuratore del vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio.

Notaio rogatario: Gasparinus de Rippa f. nunc condam Iohannis Aluysii p.i.a.n. Cumanus curieque episcopalis Cumane scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 55 1180 x 320 mm, righe 128. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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26 luglio 1511, Largario

Rinunzia / Instrumentum liberationis

Il notaio Giovanni Pietro «de Nigris» di Largario del fu Filippo rinuncia nelle mani di Antonio «de Frigeriis» del fu Guglielmo, luogotenente del console Antonio del fu Giacomo del fu Francesco di Largario, a ogni pretesa relativa agli istromenti da lui rogati per conto dei vicini di Largario, e dichiara di avere ricevuto per questo 79 lire di terzoli. Dal canto suo il detto Antonio, a nome dei vicini, rinuncia alle pretese riguardo a un appezzamento di terra a Largario «in Roncho» e a certi fitti arretrati, eccetto un fitto di 10 staia di vino, che il detto Giovanni Pietro è tenuto a versare ogni anno anche in futuro.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia f. domini Ambrosii de Angio Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 28 275 x 245 mm, righe 57. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore sinistra.

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18 agosto 1511, Milano

Precetto / Preceptum

A salvaguardia dei diritti e dei beni delle chiese della pieve di Capriasca, Sebastiano Gilberto, «decretorum doctor» e chierico ferrarese, vicario del cardinale Ippolito d'Este, arcivescovo di Milano, dietro richiesta di Andrea «de Purexelis»

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(?), rettore della chiesa di S. Stefano, ordina ai comuni e agli uomini di tutta la pieve di eleggere uno o più procuratori, scegliendoli tra gli uomini più accreditati e di antica famiglia, che conoscano bene i terreni di qualsivoglia natura e i fabbricati spettanti alla chiesa di Tesserete.

Cancellieri: Bartolomeo de Bossiis, Milano (cancelliere della curia arcivescovile)

Archivio Parrocchiale Tesserete 10 (inserto)

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Prima del 30 settembre 1511, Locarno

Rinunzia all'eredità / Instrumentum finis et liberationis ac venditionis, dati et cessionis

Ambrosina, moglie di Piero, con il consenso del marito e del suocero Antonio, , e dichiara di avere ricevuto da Giacomo e da Giacomina, madre di Giacomo, 50 lire di denari nuovi, avute in dote lo stesso giorno.

Notaio rogatario: Blasius p.i.a.n. Felloli de Solduno. Notaio estraente: Zanolus Felloli p.i.a.n. f. q. ser Blasii Felloli de Solduno olim n. Locarni et plebis et n. ellectus, constitutus, laudatus, aprobatus, confirmatus et deputatus per dominum potestatem comunitatis Locarni et per conscilium generale comunitatis et universitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigentum et expleri et redigi facientum omnes et singulas cartas, instrumenta, processus, foleos et protocollos imbreviaturas rogata et imbreviata, per suprascriptum q. ser Blasium Felloli olim p.n.

Originale estratto da imbreviature (1511 settembre 30); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 94 330 x 280 mm, righe 51. Il documento in origine era composto da una o più membrane e rimane la parte finale. Rimangono i fori di cucitura nel margine superiore. Grosso foro risalente alla lavorazione della pelle, e piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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2 ottobre 1511, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni del fu Pietro Petenghe, agente a nome proprio e del fratello Guglielmolo, aveva venduto lo stesso giorno a Giacomo Struponi del fu Togno Struponi di Aquino della Valle Verzasca, un appezzamento di terreno prativo chiamato «Medietas unius Monde» con metà stalla e «canegio», situato nel Piano di Magadino «in Bozaredo», al prezzo di 500 lire di terzoli con l'obbligo di versare al comune di Minusio, per il diritto di patronato della chiesa di S. Quirico di Rivapiana, un canone annuo di 3 libbre e mezzo per la festa di s. Martino, e un appezzamento di terreno chiamato «Tambelina» situato nello stesso luogo. Ora Matteo del fu Martinolo Grammatico di Minusio, console di detto comune, investe a titolo di eredità detto Giacomo Struponi dei due appezzamenti al un canone annuo di 3 libbre e mezzo, del valore di 32 once per ogni libbra, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis, p.i.a.n. constitutus Locarni et plebis f. q. ser Iohannis Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 27 640 x 410 mm, righe 79. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 496.

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5 ottobre 1511, Tesserete

Instrumentum sindicatus / Elezione di procuratori

L'assemblea dei vicini della pieve di Capriasca, convocata davanti alla chiesa di S. Stefano a Tesserete per ordine dei consoli Nicolino Martella del fu Stefano di Sala, Zane del fu Bertramino «de Aziis» di Ponte e Giovanni del fu Stefano «Righeti del Martino», nonché di Cristoforo Quadri e Aloisio Quadri di Tesserete, in esecuzione di un precetto emanato [da Sebastiano Gilberto] dietro istanza del prete Andrea «de Purexelis» (?), rettore della chiesa di S. Stefano, designano quali loro procuratori Cristoforo Quadri di Tesserete, Aloisio e Bernardino Quadri, Domenico «Galetini» (?) di Origlio, Martino «Tinacham» di Ponte, Francesco «de Boretis», Giorgio «Prootum», Michele «Monachum», Giovanni «Sapientem» di Campestro, Gabriele Clerici di Lugaggia, Stefano «Andrioli» di Cagiallo, «Iemum» di Cagiallo, Zanino «Musgii» (?) di Bidogno, Domenico «Grandum» di Bidogno, Domenico «Borri» di Lopagno, Martino «Zanoli» di Vaglio, Guidone «Manetum» di Sala, Martino di , Martino «Martignacham» di Sala, Stefano Stampanoni di Sala, Stefano «de Albegorio», Giacomo di Pietro «de Sorexinis» di Sala, nonché i suddetti consoli maggiori.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Martella dela Piaza de Salla <...> n.p. Lugani <...> f.q. domini Antonii Notaio estraente: Gulilelmus de Galletis p.i.a.n. Lugani et cetera f.q. magistri Dominici ac etiam ellectus, constitutus et deputatum per conscilliarios et conscillium generale totius comunitatis Vallugani ad explendum, complendum et in publicam formam reddigendum et reddigi faciendum quecumque instrumenta quovismodo tradata et rogata per nunc quondam ser Iohannem Martinum Martellam dela Piaza de Salla olim n.p. Lugani et cetera et olim f.q. domini Antonii, et hoc ab eius imbreviaturis, libris, filistis et protocolis que reperientur per eum scripta, anotata et imbreviata.

Originale estratto da imbreviature (1542 settembre 18); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 10 550 x 460 mm, righe 59. Alcuni forellini risalenti alla preparazione della pelle, altri dovuti a rosicatura lungo le piegature. L'angolo inferiore destro della pergamena è stato asportato mediante taglio (senza perdita di testo). La presente elezione di procuratori (righe 1-18, 42-59) contiene l'inserto del precetto del 1511 agosto 18 (righe 18-42). Inserti: 18 agosto 1511 (Milano)

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9 gennaio 1512, Bissone

Locazione / Instrumentum investiture

Caterina del fu Antonio «de Agazino» di Bissone, moglie di Giorgio «Busata» di Campione, col consenso del detto suo marito investe a titolo di locazione per un anno, rinnovabile a volontà delle parti, Antonio del fu Luchino Tencalla di Bissone di un terreno arativo e vignato con piante di olivo situato nel territorio di Bissone «ad Columbarium», al canone annuo di cinque lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Iacobus de Salvis de Melide habitator Murchote p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. domini Gabriellis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 6 315 x 250 mm, righe 37. Fori e rosicature di medie e grosse dimensioni, in particolare nelle pieghe. Una grossa cucitura precedente la stesura dell'attoin basso a destra; altro foro risalente alla lavorazione della pelle.

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9 gennaio 1512, Avegno

Ricevuta / Instrumentum finis

Il notaio Zane Iorio del fu Giovanni «Iorii» di Avegno dichiara di fronte a Battista del fu Bernardino Panzera di Aurigeno, console e agente a nome di quel comune, di aver ricevuto la somma di 300 lire di terzoli a liquidazione di tutte le sue prestazioni a favore di Aurigeno nella causa contro il prete Filippino del fu Giacomo «Andrioli», comprese le spese per le trasferte a Locarno, Como e Roma e per altri motivi, e rinuncia a qualsiasi ulteriore pretesa.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filipi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 51 540 x 190 mm, righe 75. Taglio di grosse dimensioni dal bordo destro, piccole rosicature nella parte superiore.

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27 gennaio 1512, «Fragia» di Dongio, Corzoneso e Leontica

Sentenza / Instrumentum sententie

Davanti a Giovannolo Giozio («Ciozio») di Malvaglia, luogotenente di Heinrich von Matt di Unterwalden, vicario di Val Blenio, compaiono Ambrogio «Conceuri», console di Dongio e agente a nome della detta vicinanza, da una parte, e il fabbro Pietro Cernari, console di Corzoneso, e il Guglielmo Guglielmetti, luogotenenete di Giacomo «de Ogiate», console di Leontica, agenti a nome delle dette vicinanze, dall'altra, in merito ai ripari («fragie») nel fiume Brenno. Giovannolo Giozio di Malvaglia, luogotenente di Heinrich von Matt di Unterwalden, vicario di Val Blenio, arbitro designato dalle parti, dichiara che gli uomini di Corzoneso e Leontica devono togliere la «fragia» fino alla roggia («ronzia in post versus sero») e quelli di Dongio devono levare la loro dalla roggia fino a certe grosse pietre. Inoltre entrambe le parti dovranno sistemare le pietre e la ghiaia affinché il corso delle acque del fiume non sia impedito e potranno fare i ripari («fragias»), se necessario, senza arrecare danno alla controparte.

Notaio rogatario: Iacobus f. Christophori Mafioli de Ronziis vicinantie Malvalie et Vallis Blegnii, p.i.a.n.

Sigillo: esistente. Sigillo aderente di cera sotto carta di Heinrich von Matt di Unterwalden (?), vicario di Val Blenio, attaccato con filo d canapa. Nel campo si riconoscono a sinistra una santa con in mano la palma del martirio e sulla destra una torre. Legenda: . S<...> TE(?) <...>.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 55 585 x 190 mm, righe 85. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Gli elementi della datazione («Die merchurii vigessimo septimo mensis ianuarii anni millessimi quingentessimi duodecimi, quinta decima indictione») non corrispondono tra loro: il 27 gennaio 1512 cadeva di martedì anziché mercoledì.

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10 febbraio 1512, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino della Porta, figlio separato di Giovanni Francesco, abitante a Mendrisio, vende al convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, rappresentato dal priore Luca da Bissone, dottore in teologia, e dai frati Battista, Angelo e Gaspare da Mendrisio e Benedetto da Bissone dell'ordine dei Serviti, un bosco situato nel territorio di Mendrisio «ad Vignote», al prezzo di 70 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Augustinus de la Ture Mendrisii p.i.a.n. Comi, f. domini Nicolay.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 25 550 x 170 mm, righe 91. Alcune macchie e piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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26 febbraio 1512, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Bernardino del fu Tognino Molo, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello Melchione del fu Micheletto di Lecco, abitante a Bellinzona, di un appezzamento di terreno a orto al di fuori della Porta Nuova di Bellinzona presso S. Maria di Loreto («ad Sanctam Mariam de Loredo»), della misura di 24 braccia di lunghezza e 16 di larghezza, per la durata di ventinove anni e oltre a volontà delle parti. Il canone annuo convenuto è di otto staia di «furmentata» (metà segale e metà frumento), da consegnarsi per san Martino.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 16 (= cart. 2ca, nr. 13) 605 x 185 mm, righe 71. Piccole rosicature lungo i bordi.

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19 marzo 1512, Lugano

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Giovanni Giacomo del fu Tommaso «de Castello» di Osteno, abitante a Lugano, e Giovanni Pietro del fu Tonono Comperti di Lugano dichiarano di essere debitori nei confronti di Francesco de Quadrio, cerusico di Lugano, del fu Giovanni, e promettono di pagare entro il 1. agosto otto ducati larghi d'oro, corrispondenti al prezzo di una cavalla acquistata. Il capitano di Lugano e Valle Giacomo «de Roncho», dottore in entrambi i diritti, condanna i detti debitori a restituire quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et cetera f.c. ser Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Polar 13 260 x 220 mm, righe 40. Sette tagli d'annullamento e alcuni fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo la piega verticale centrale.

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19 marzo 1512, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Baldassarre Bossi di Monte del fu Damiano, abitante a Mendrisio, e sua madre Caterina Pioda del fu Nicolao, tutrice dei figli minorenni Antonio e Battista, vendono al calzolaio Giovanni Antonio del fu Andrea «Baragini de Lopia», abitante a Mendrisio, la metà di un terreno a campo, vigna e bruga situato nel territorio di Mendrisio «ad Veziam» nonché il dominio e il possesso dell'altra metà, al prezzo di 40 fiorini

Notaio rogatario: Bernardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus f.c. domini magistri Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 26 660 x 360 mm, righe 83. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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25 marzo 1512, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Maria, figlia del fu Bernardo «Mozoti del Fossato» di Locarno e moglie di Antonio del fu mastro Guglielmo «Berberi» di Loxornono abitante nel luogo detto del Fossato, detta il suo testamento e lascia a Zanolo del fu Petrolo Corini del Fossato di Locarno una parte del «cortauro» e della «curia» nel luogo «del Fossato», dove risiede la testatrice con il marito, con l'obbligo d'abitarvi, di fare elemosine in memoria della sua anima e dei suoi defunti e nomina erede universale dei suoi beni mobili e dell'usufrutto degli immobili il marito, finché vivai e erede universale degli immobili la chiesa di S. Francesco di Locarno, affinché vengano celebrati in perpetuo per 2 annuali con le messe, per l'anima della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 851 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete testatrice, del defunto fratello Antonio e dei suoi defunti.

Notaio rogatario: Bernardini Rossali Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno et n. ellectus et constitutus per consilium generale comunitatis Locarni ad explendum et expleri fatiendum instrumenta rogata et imbreviata per nunc quondam Bernardinum Rossali olim n. p. et habitator Locarni et que prope eius morte interventam explere non potuit et ex auctoritate michi concessa.

Originale estratto da imbreviature (1515 maggio 7); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 95 430 x 280 mm, righe 58.

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6 aprile <1512>, Tegna

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis, remissionis, liberationis <...>

Bernardino del fu Romerio «Scharamuziis» aveva venduto al fratello Giorgio degli immobili nel territorio di Onsernone «ad Ronchum illorum Scharamuzii et ad Brugayrolum et subtus dictum ronchum» e un appezzamento di terreno prativo e silvato nel territorio di Berzona di Onsernone «subtus dictum Ronchum Scharamuzii» al prezzo di 34 lire di terzoli e in seguito Giorgio aveva promesso di restituire i beni al fratello (v. Convento di S. Francesco 79). Ora Giovannina, figlia ed erede «in solido» di Giorgio, moglie di Guglielmo di Giovanni «Madoli» di Mosogno di Onsernone, rinuncia nelle mani di Bernardino ad ogni pretesa nei confronti dello zio e dichiara di aver ricevuto 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Fellolus p.i.a.n., f. c. ser Blasii Felloli de Solduno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 136 435 x 280 mm, righe 53. tre grosse lacune nel margine superiore e inferiore, dovute a rosicatura, che compromettono parzialmente la lettura della data. La datazione è parziale; oltre all'indizione (quindicesima) si riconoscono il giorno della settimana (martedì), il giorno (6) e il mese (aprile). In base agli elementi della datazione, al documento menzionato (v. Convento di S. Francesco 79) e all'attività del notaio, rogatario dal 1490 (ACom Tegna, BSSI XXXIII (1911, p. 90), ancora console nel 1517 (AComune Maggiore di Pedemonte 22, BSSI XXXII (1910), p. 131) e alla sottoscrizione del notaio Fedele del fu Bernardino Felloli di Tegna (p. 131) del 1518, l'anno collima per il 1512.

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15 aprile 1512, Sonvico

Patti e convenzioni / Instrumentum transactionis et pactorum

Nella lite tra il comune di Sonvico, da una parte, e quello di Villa della castellanza di Sonvico, dall'altra, in merito all'Alpe «Maroxo» (Alpaccio), ai terreni «de Adassono» (Dassone) e a un'eventuale separazione di Villa da Sonvico, i

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 852 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete rappresentanti di Sonvico, da una parte, e quelli di Villa, dall'altra, di comune accordo stabiliscono che il possesso e il godimento dell'Alpe «de Maroxo» restano ripartiti tra i comuni di Sonvico e Villa secondo i vecchi confini; il loro superamento comporta una pena pecuniaria; essi fissano le regole per il godimento delle rispettive porzioni di alpe e il transito del bestiame. Essi assegnano a ciascuna parte un «albergum» e uno «stabulum» per l'alloggio delle vacche: nessuno può servirsi di quelli dell'altra parte; stabiliscono inoltre che il carico è concesso a partire dalla vigilia della festa di S. Giovanni (23 giugno): ai contravventori è applicata una multa di un ducato d'oro; il comune di Villa è tenuto a consegnare a quello di Sonvico un canone annuo di undici staia di vino e pane «duorum votorum» nelle feste di S. Martino e di S. Giovanni apostolo come pure a partecipare alle litanie che si tengono nella chiesa di S. Giovanni Battista di Sonvico; il godimento delle comunanze in località Dassone spetta esclusivamente agli uomini di Villa, a carico dei quali vanno i trenta soldi di terzoli da versare annualmente al comune di Lugano, come dalla convenzione stabilita a suo tempo con detto comune; qualora il comune di Villa volesse separarsi da quello di Sonvico non potrà vantare diritti sui beni attualmente goduti in comune, né su nessun altro bene né diritto.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.q. ser Anrici.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 11 710 x 440 mm, righe 85. Pergamena molto sporca: numerosi fori di piccole e medie dimensioni, dovuti a rosicatura, una grave lacerazione nella parte superiore, numerose altre lacerazioni di minore entità.

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16 aprile 1512, Arogno

Locazione / Instrumentum investiture

Bernardo del fu Gabriele «de Poradis» di Bissone, agente anche a nome del fratello Battista, investe a titolo di locazione biennale rinnovabile a volontà delle parti Bertramo del fu Giovanni «de Barianis» di Vira e Domenico del fu Zanino di Vira, residenti alla Cassina di Arogno, della decima gravante sui loro terreni situati alla Cassina, al canone annuo di dieci lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Donatus Castoyra p.i.a.n. Lugani et Vallis ac f. ser Ioannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 10 280 x 295 mm, righe 32. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali di grosse dimensioni, altri fori in particolare lungo le pieghe e annerimento del supporto lungo il margine superiore. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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24 aprile 1512, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Tognino «Ginola» di Claro vende ai coniugi Bernardo di Giovanni Molo ed Elisabetta Magoria, un prato

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Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 221 365 x 280 mm, righe 45. Alcune sbiaditure d'inchiostro e alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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28 aprile 1512, Osogna

Ricevuta con convenzione / Instrumentum obligationis et pactorum

Martino del fu Nicolao «Schudellarius» dichiara di avere ricevuto da del fu Martino «Comine» e da Guidotto «de Roncazio» del fu <...>, entrambi di Osogna, procuratori e canepari della chiesa dei SS. Gratiniano e Felino, 18 lire e sette soldi di terzoli impegnando per la restituzione un campo situato in campagna di Osogna « Campo Longo». Il detto Martino si impegna a versare annualmente per la luminaria della chiesa un canone di sei libbre di burro.

Notaio rogatario: Antonius de Gripolis de Aurera vicinus et habitator terre Abiasche p.i. a.n., f.c. Gratii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 11 250 x 185 mm, righe 38. Foro cucito di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e piccola lacerazione nella parte inferiore; lungo il margine verticale sinistro lacune dovute alla caduta dell'inchiostro provocata da microorganismi.

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12 giugno 1512, Spoleto

Vendita

Giacomino di Pietro Andreotti di Salorino vende a Bernardo di Pietro Antonelli di Salorino la metà di una casa e una vigna ad essa contigua situate a Salorino, nonché altri terreni situati a Mendrisio «de Vellecio», «de Pagliarolo» e «Fossatelli» e a Salorino, al prezzo di 15 ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Marianus q. domini Nicolai Martanus de Spoleto p.a. et i.a.n. et iudex ordinarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Balerna e Mendrisio 2 500 x 315 mm, righe 47. Il documento è rosicato lungo il margine verticlae destro. Edizione: Brentani, Antichi maestri d'arte, v, pp. 282-283 (edizione parziale)

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15 giugno 1512, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Aloisio Ghiringhelli del fu Ambrogio, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno una brenta di vino bianco, oppure, se gli eredi vogliono, 40 lire di denari nuovi, da consegnare ogni anno, affinché i frati celebrino un annuale. Egli nomina eredi universali l'abbiatico Giovanni Ambrogio, figlio di Pagano e di Lucrezia e ogni altro maschio che posa nascere da loro.

Notaio rogatario: Iohannes de Orello. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n. f. c. domini Antonii Catanii de Orello de Locarno et n. laudatus, approbatus confirmatus et constitutus per dominum potestatem comunitatis Locarni et plebis et dicte comunitatis generale consilium ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum et expleri, compleri et in publicam formam redigi faciendum omnia et singula instrumenta, testamenta, codicillos et ultimas voluntates tradita et imbreviata per suprascriptum quondam dominum Iohannem de Orello.

Originale estratto da imbreviature (1528 febbraio 17); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 96 400 x 270 mm, righe 63. Lacune nel margine destro e due fori, dovuti a rosicatura.

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20 agosto 1512, Comprovasco (Leontica)

Testamento / -

Prete Lazzaro «de Martiis» del fu Antonio, curato della chiesa di S. Giovanni Battista di Leontica da 53 anni e abitante nelle case della chiesa, detta il suo testamento. Egli chiede di venire sepolto nella detta chiesa a cui lascia, insieme a quella di S. Bartolomeo di Comprovasco, un terreno situato a Comprovasco «ad Vineam et ad Canepam domini presbiteri Lazari de Martiis» con un sedime edificato in pietra e comprendente «canepa, camera, dayro, lobia, curia» e la metà di un altro sedime situato lì vicino con un edificio coperto e altri diritti, nonché «pangham unam et careram unam» che il curatore di tali chiese dovrà scegliere fra quelle possedute dal testatore. I curatori delle dette chiese saranno tenuti a celebrare con tre preti ogni anno in perpetuo tre messe, una messa cantata e un annovale solenni in memoria della sua anima. Egli ordina ai suoi eredi di convocare tutti i preti «capituli spiritualis» di Blenio per il suo funerale, e di far loro celebrare le esequie in cambio di un banchetto e di un grossone ciascuno e in seguito di celebrare nelle rispettive chiese gli uffici divini in memoria della sua anima. Il testatore lascia inoltre 30 ducati d'oro ai suoi nipoti Francesco e Giovanni Pietro «de Rippa» di Milano del fu Antonio e della fu Margherita, sorella del detto prete, 25 dei quali subito consegnati a Francesco. Infine egli nomina i detti nipoti suoi eredi universali. Il testamento è fatto alla presenza del prete Antonio «Crozio» di Malvaglia vicario «in spiritualibus Vallis Blegnii» nonché del prete Giovanni Zanini di Leontica, luogotenente di Walter Brucker di Uri, vicario di Val Blenio.

Notaio rogatario: Gulielmus de Frigeriis de Largario f. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 12 520 x 315 mm, righe 80. Fori e macchie di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe.

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1512 novembre 16, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii

Il Capitolo del convento di S. Francesco di Locarno, convocato nella sala grande al suono della campanella su richiesta di frate Protasio di Locarno, guardiano del convento, e costituito dai frati Agostino «de Bianchitis», lettore, Gerolamo di Milano, organista, Pietro« Mazosus», Ludovico «de Mercatiis», Nicolao di Brissago, vicario, Francesco «Borgnine», Giovanni Antonio Cartazini e Giuseppe «Rubei», da una parte, e Antonio del fu Giovanni «Adamini Bogii» di Minusio, dall'altra, procedono alla permuta dei canoni. I primi cedono ad Antonio un canone perpetuo di 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 1 staio di frumento, alla misura di Locarno, consegnato ogni anno per s. Martino e gravante su un appezzamento di terreno vignato «a rompibus» con due filari di «rompi» e viti nella campagna di Minusio «in Fontino» e ricevono in cambio un appezzamento di terreno arativo con un filare di «rompi» e viti «in Tractu de Rompo» e un appezzamento di terreno arativo con due filari di «rompi» e viti «in Labechano».

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 97 630 x 295 mm, righe 100. Cucitura risalente alla lavorazione della pelle. Il documento è cucito assieme alla locazione del 16 novembre 1512.

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16 novembre 1512, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Il Capitolo del convento di S. Francesco di Locarno, convocato nella sala grande al suono della campanella su richiesta di frate Protasio, guardiano del convento, e costituito dai frati Agostino «de Bianchitis», lettore, Gerolamo di Milano, organista, Pietro« Mazosus», Ludovico «de Mercatiis», Nicolao di Brissago, vicario, Francesco «Borgnine», Giovanni Antonio Cartazini e Giuseppe «Rubei», investe a titolo di eredità perpetua Antonio del fu Giovanni «Adamini Bogii» di Minusio di due appezzamenti di terreno campivo con un filare di viti e «romporum» nella campagna di Minusio «in Tractu de Rompo» e un appezzamento di terreno arativo con due filari «romporum» et di viti «in Labechano», al canone annuo di 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e 1 staio di frumento, allo staio di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 97 440 x 460 mm, righe 58. Lacuna nel margine destro. Il documento è cucito assieme alla permuta del 16 novembre 1512.

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1 dicembre 1512, Arona

Vendita / Venditio

I fratelli Giacomo e Milano del fu Giovanni Pietro «de la Zaneta» di Dagnente vendono a Bartolomeo del fu «Diminoli» di Brovello, abitante ad Arona, un terreno situato nel territorio di Dagnente, al prezzo di 61 lire imperiali.

Notaio rogatario: Antonius Bassinus f.q. Laurentii habitator Paruzarii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 56 420 x 305 mm, righe 58. La lettura è resa difficoltosa dall'inchiostro in gran parte sbiadito. Cinque piccoli fori.

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3 dicembre 1512, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Antonio del fu Giovanni detto Gallo Marliani, abitante a Bellinzona, procuratore e amministratore dell'ospedale situato presso la chiesa di S. Giovanni Battista di Bellinzona, investe a titolo di livello e eredità perpetua Giacomo del fu Giovanni «del Fadono», abitante a Bellinzona, di un appezzamento a vigna e arativo situato a Bellinzona «in Vineys de Tacino», della misura di una pertica e mezza e una tavola e mezza, al canone annuo di tre congi di mosto bianco e un carro di legna da ardere.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 71 (v.n. A.XIII/10) 560 x 200 mm, righe 86.

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20 dicembre 1512, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Nicolao del fu Giovanni del fu Franzio Rusca di Giubiasco, minorenne, agente anche a nome dei suoi fratelli Agostino e Abbondio e con il consenso della madre Anna del fu Cristoforo Tatti di Bellinzona, curatrice testamentaria del detto Giovanni Rusca, vende ad Elisabetta del fu Giacomo Magoria, agente anche a nome del marito Bernardino del fu Giovanni Molo di Bellinzona, la terza parte del diritto di installare una peschiera nel fiume Ticino, a Bellinzona, «a Sasso Acuto quod est ultra dictum Ticinum et prope Muratam Salegii usque ad confinia Locarni» e di pescarvi e tenervi «pisses et torrentinas seu truitas», nonché la terza parte del diritto di riscuotere un pedaggio da chi conduce pali («cepatas») sul detto fiume. Tali diritti erano stati locati alla comunità di Bellinzona il 1. giugno 1500 dal detto Giovanni Rusca, per un terzo, dai fratelli Ramengo, Giovanni Antonio e Giovanni Pietro del fu Paolo Rusca di Giubiasco, per un altro terzo, e da Giovanni Giulio del fu Antonio Rusca di Bellinzona e da Giacomo del fu Pietro Magoria, per l'ultimo terzo, al canone annuo di 33 fiorini. Il prezzo della vendità è di 704 lire di terzoli. La vendita avviene alla presenza di Pietro Pedruzzi di

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Quinto, luogotenente del commissario e podestà di Bellinzona Hans Ochser di Altdorf.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 222 1030 x 390 mm, righe 108. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Edizione: BSB I (1929), pp. 319-322.

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1<.> <...> 1512, S. Antonino

Convenzione / tranxactionis et pactorum

Il prete Andrea Cusa del fu Biagio di Bellinzona, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, da una parte, e i vicini di S. Antonino, riuniti in assemblea per ordine del console Giovannetto del Sasso, dall'altra, si accordano per regolare la lite relativa alle prestazioni dovute dalla popolazione del detto comune al curato locale, consistenti in 14 staia annue di mistura di segale e miglio e 18 fiorini annui. L'accordo è stipulato sulla base dell'inventario redatto il 12 ottobre 1485 (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 16).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 24 495 x 280 mm, righe 52. Il documento presenta gravi lacune dovute a strappi e lacerazioni lungo i margini, in particolare quelli laterali, e diffusi annerimenti. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86.

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<...> <...> 151<2>, Riva S. Vitale

Locazione / -

Ottaviano di Riva S. Vitale del fu Giovanni Antonio investe per nove anni rinnovabili a volontà delle parti Lazzaro Bernasconi di Riva S. Vitale di un terreno a prato con piante di noci e altri alberi situato nel territorio di Riva S. Vitale e degli altri terreni situati a Riva San Vitale e tenuti da Pietro «de Lizino» a nome del detto Ottaviano, al canone annuo di cinque moggi di formentata, un moggio di miglio, quattro staia di avena, due staia di noci, due staia di castagne pestate, dieci centenari di fieno, due paia di capponi, un capretto nonché della metà del vino o mosto che si ricava dai beni concessi.

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 19 400 x 275 mm, righe 63. Il documento, gravemente danneggiato da fori, macchie e lacerazioni, è stato riutilizzato come copertina delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1517-1520.

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10 gennaio 1513, Someo

Vendita / <...>

L'assemblea dei vicini di Someo e Riveo, convocata sulla piazza di Someo per ordine del console Togno di Domenico «Riche» di Someo, investe a titolo di locazione Giacomo del fu Giovanni «Mutii» di Someo di un bosco di conifere («de buscho uno larecis, petie et crovori») situato a Someo «in Maziis de Paronzio», per la durata di nove anni e oltre, a volontà delle parti. Il detto conduttore è autorizzato a tagliare «dictas larices et rodondonos» entro i confini del bosco.

Originale (?); lat. Archivio Comunale Someo 12 320 x 230 mm, righe 46. La pergamena è priva della parte inferiore a causa di un'estesa rosicatura. Di conseguenza il testo della vendita è frammentario; sono perduti l'indicazione del canone, l'Actum e la sottoscrizione notarile.

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10 gennaio 1513, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia

Papa Leone X incarica il vescovo di Como di approvare e confermare le donazioni fatte ai frati del convento di S. Francesco di Locarno, la cui stima non supera i sei ducati d'oro «de camera» annui, di assegnare loro in perpetuo gli oratori di Santa Maria Avvocata e dell'Annunciazione insieme con le offerte e le elemosine ivi erogate e di proibire al rettore della chiesa parrocchiale, nel cui territorio si trovano i due oratori, di riscuotere tali offerte ed elemosine sotto pena di scomunica.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla plumbea di papa Leone X; rimangono visibili i fori praticati nella pergamena per inserirvi il filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 5 370 x 540 mm, righe 24. Fori di piccole e medie dimensioni. Edizione: Messaggero serafico, nr. 6 (1926), pp. 127-129. Regesto: AST 51 (1972), p. 356.

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21 gennaio 1513, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

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Aloisio del fu Ambrogio Ghiringhelli di Locarno investe a titolo di eredità perpetum Pietro del fu Tognali «de Lafranchitis» di Minusio di 3 appezzamenti di terreno, chiamati «ziapelis», con 5 filari di viti e«romporum» con una pianta di olive, nel territorio di Minusio «in Tractu de Borencho su Baradiis», al canone annuo di 3 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno e prodotti nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e di 1 paio di polli, da consegnare per la festa di s. Martino. Aloisio dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Pietro 209 lire e 6 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis p.i.a.n. constitutus Locarni et plebis f. q. ser Iohannis Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 98 465 x 455 mm, righe 54. Rosicatura nel margine destro e cucitura risalente alla lavorazione della pelle.

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25 gennaio 1513, Bironico

Procura / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Camignolo, convocata nella casa del notaio rogatario per ordine del console Antonio del fu Zane «Olcele», nomina suoi procuratori Antonio «del Bono» del fu Bono «de Bustecho», Pietro «de Parono» del fu Antonio, Antonio «de Parono» del fu Guglielmo, Domenico di Bellio del fu Giovanni e il console Antonio «Olcele», con l'incarico di concludere i necessari accordi allo scopo di ripartire gli obblighi relativi al censo ossia «honorantia» di 11 lire e 10 soldi di terzoli, che il comune è tenuto a versare ogni anno al vescovo di Como.

Notaio rogatario: Tadeus de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.q. domini Simonis.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 17 550 x 180 mm, righe 83. Alcuni fori di piccole dimensioni e consunzioni lungo le pieghe.

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5 marzo 1513, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Ambrogio del fu Pietro «Angerini» di Pedemonte nel territorio di Bellinzona vende a Giacomo del fu Zanino «Reddi» di Daro il diritto d'alpe per tre mucche sull'alpe di Arbino superiore, al prezzo di 36 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Steffaninus de Fontana p.i.a.n. Berinzone f.c. ser Iacobi.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 72 (v.n. A.XIII/11) 225 x 290 mm, righe 33. Piccole rosicature lungo i bordi e le pieghe, estese gore di umidità.

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17 marzo 1513, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il console e i canepari del comune di Maggia, agenti a nome dello stesso, investono a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti, Giovanni del fu Zane Pedretti di Peccia della metà dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Peccia «in Sovena», al canone annuo di 70 lire di terzoli. La detta quota era stata precedentemente locata dal comune a Martino del fu Enrico Zanoni di Maggia, e da questi sublocata Giovanni del fu Giacomo Giovannetti di Peccia e a suo figlio Giacomo.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. domini Baptiste de Muralto de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 36 655 x 265 mm, righe 98. Quattro fori di medie e grosse dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri tre di piccole dimensioni dovuti a guasti. La parte iniziale del documento è di difficile lettura in seguito all'uso di sostanze contenenti tannini per rilevare l'inchiostro.

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21 marzo 1513, Lodi

Ricevuta / Instrumentum

Ludovico «de Prestariis» del fu Aloisio, cittadino e abitante di Lodi, dichiara di avere ricevuto da Giacomo Filippo Molo del fu Giovanni, cittadino e abitante di Pavia, 185 lire e 11 soldi imperiali a pagamento parziale di un debito contratto il 30 giugno 1512.

Notaio rogatario: Christophorus Saccus civis Laude p.a. et i.a.n

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 223 460 x 320 mm, righe 42. Il documento è privo dell'angolo inferiore destro, asportato mediante taglio. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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2 aprile 1513, Locarno

Concessione di mercato

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno, su richiesta dei sudditi di Ascona, concedono loro di tenere mercato nel borgo nel giorno di venerdì che segue il giovedì del mercato di Cannobio, confermando le concessioni a suo tempo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 861 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete accordate agli asconesi da Filippo Maria Visconti, duca di Milano e da Franchino Rusca, conte di Locarno. Essi dichiarano che chiunque, previo pagamento di una tassa, è libero di condurre le sue mercanzie al mercato.

Sigillo: esistente. Lo scudo nel campo porta un vomere che incide la terra (?). Legenda: <...>

Originale; it. Archivio Patriziale Ascona 19 (v.n. AST 16) 230 (plica esclusa) x 445 mm, righe 14. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 55-56, nr. 16.

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11 aprile 1513, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Enrico «Ianii Francisci» di Airolo, procuratore del vicario di Leventina, quattro ceri del peso di sei libbre per i due anni precedenti, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Ciochis clericus f. q. domini Andree, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n. eiusdemque curie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 37 230 x 255 mm, righe 32.

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15 aprile 1513

Ordine / Preceptum

Antonio di Pietro Baldassarri di Bignasco, vice podestà di Vallemaggia, su richiesta del frate Silvestro di Balbiano, preposito della casa umiliata di S. Caterina di Locarno, che aveva mosso causa davanti a Guglielmo Cittadini, canonico di Como e vicario generale del vescovo di Como, contro il comune di Someo per rientrare in possesso della metà dell'Alpe Alzasca indebitamente occupata, e che era stato in seguito rinviato davanti a un giudice della Vallemaggia, ordina al detto comune di restituire la metà dell'alpe alla casa di S. Caterina. Segue la relazione di presentazione dell'ordine da parte di Guglielmetto di Zane «Martinii Guilielmetii» di Maggia, «servitor» di Vallemaggia, al console di Someo Togno di Domenico «Riche», del 16 aprile 1513.

Notaio sottoscrittore: Bernardus Franzoni n.p.

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Archivio Comunale Someo 13 (inserto)

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18 aprile 1513, Cevio

Atti processuali / -

Davanti a Antonio Baldassarri di Bignasco, vicepodestà di Vallemaggia, compare Togno di Domenico «Riche», console del comune di Someo, e chiede che sia revocato l'ordine emanato dallo stesso vicepodestà il 15 aprile 1513 riguardo alla restituzione della metà dell'Alpe Alzasca. In risposta a tale richiesta, Lafranco «Madii» di Cevio, procuratore del frate Silvestro di Balbiano, preposito del monastero di S. Caterina di Locarno, chiede che la parte avversa sia obbligata a eseguire l'ordine. Il vicepodestà assegna un termine al detto Lafranco affinché produca i propri diritti entro il sabato successivo.

Archivio Comunale Someo 13 (inserto)

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21 aprile 1513, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Agostino del fu Cristoforo di Seregno di Lugano, abitante a Lugano, curatore generale testamentario di suo nipote Giovanni Pietro, figlio ed erede del fu Cristoforo «de Foldano» di Lugano, «mediante persona Ioannis Marie eius fratris deffuncti», confermato dal detto Cristoforo nel suo ultimo testamento rogato nel 1498 nonché da Michele Casella, vicario del capitano di Lugano, vende ad Eustachio di Giovanni Antonio Rusca di Comano, agente a nome del padre, un terreno a campo, prato e vigna situato nel territorio di Caragna «in Giera de Subtus», e un orto situato a Lugano nella contrada di Verla Superiore «ad Ortum illorum de Foldano». Il prezzo della vendita è di 100 fiorini, corrispondenti alla somma di cui il detto Giovanni Pietro è debitore nei confronti di Fedele Ferrari di Arbedo e di sua moglie Maigina del fu Cristoforo «de Foldano» di Lugano. L'atto è rogato alla presenza di Michele Casella, vicario del capitano di Lugano Kaspar Göldli [di Zurigo].

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani, f.c. domini Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 270 580 x 390 mm, righe 62. Un grosso foro provocato da insetti nella parte centrale, altri piccoli fori e macchie nella parte iniziale e finale del documento. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, p. 63.

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10 maggio 1513, Baden

Conferma di statuti e concessione di privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, accordano la loro protezione alle comunità di Locarno e Ascona e delle loro giurisdizioni, confermandone gli statuti, approvando alcuni capitoli sottoposti loro e riservandosi la facoltà di apportarvi modifiche in futuro.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Schiffli di Svitto, landvogt di Baden.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 37 325 x 235 mm, righe 8 ff.. Alcuni fori di piccole dimensioni, in particolare nell'ultimo foglio del documento. Fascicolo di otto fogli uniti con un cordoncino di seta rossa, sei dei quali scritti nel recto e nel verso.

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11 maggio 1513, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane del fu Zanolo «Nichole» di Orselina vende a Bernardino del fu Provasio «de Postcolonia» di Cannobio, abitante a Locarno, metà «pro indiviso» di tutte le migliorie su un appezzamento di terreno vignato «ad lizarios» nel territorio del Consilio Mezzano «in Vininera (?)», di cui Zane era stato investito a titolo ereditario da Bernardino, al canone annuo di 2 staia di castagne secche e di uno staio di castagne verdi il 7 maggio 1509. Il prezzo della vendita è di 90 lire di denari nuovi, al computo di 20 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f. c. domini Antonii Catanii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 99 600 x 285 mm, righe 93. Alcune macchie.

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14 maggio 1513, Como

Separazione ed erezione di parrocchia

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale «in spiritualibus» del vescovo Scaramuzza Trivulzio, su richiesta di Antonio del fu Pietro Antognini di Campo Vallemaggia, procuratore dei vicini di quel comune, e di Matteo del fu Giovanni «Morande», console e procuratore dei vicini di Cerentino, separa le chiese di S. Bernardo di Campo e di S. Maria di Cerentino dalla matrice di S. Giovanni Battista di Cevio e le erige al rango di parrocchiali. La separazione avviene in presenza e con il consenso del prete Bertola di Lugano, rettore della chiesa di Cevio.

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Notaio sottoscrittore: Paulus de Orcho n. curie episcopalis [Cumane].

ASTi, Pergamene, Vallemaggia 37 (inserto)

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27 maggio 1513, Cresciano

Sentenza / Sententia

Johann Zumbrunnen di Uri, Heinrich Lilli di Svitto e Balthasar di «<...>guburgo» di Nidwalden, rappresentanti della lega di Uri, Svitto e Nidwalden, pronunciano la sentenza nella causa tra il comune di Claro e il comune di Castione e Lumino, da una parte, e Tommaso di Domodossola, abitante a «Sandolino», dall'altra, in merito ai diritti di pascolo su un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Claro «in de Gerra» che detto Tommaso aveva acquistato dai detti comuni e poi sottoposto a tensa per fare un campo arativo. I rappresentanti della lega di Uri, Svitto e Nidwalden confermano che i vicini di Claro, Lumino e Castione posso far pascolare le proprie bestie su detto terreno dal giorno di s. Croce di settembre fino alla festa di s. Gottardo (5 maggio), secondo le consuetudini dei due comuni e riservano a Tommaso il diritto di <...> contro coloro che gli avevano venduto il terreno.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus del Bello f. magistri Iohannis de Rovedano p.i.n. et scriba

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 52 370 x 300 mm, righe 37. Alcune lacerazioni e rosicature lungo i margini sinistro e destro, ricomposti in sede di restauro. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nella parte centrale, che compromettono parzialmente la lettura. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 55.

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6 giugno 1513, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Antonio di Pietro Baldessari di Bignasco, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Hans Bettschart di Svitto, libera i comuni di Campo Vallemaggia e di Cerentino, rappresentati da Martinolo del fu Antonio «Gali», caneparo della chiesa di S. Giovanni Battista di Cevio, dall'obbligo di versare ogni anno alla detta chiesa la primizia e la «caneparia», in cambio di un'offerta annua di tre libbre di cera. I due comuni hanno già ottenuto la medesima liberazione da Guglielmo Cittadini, vicario generale del vescovo di Como, in occasione della separazione delle chiese di S. Bernardo di Campo e di S. Maria di Cerentino dalla matrice di Cevio e della loro erezione in parrocchie.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Campo de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 37 1240 x 275 mm, righe 138. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Tre fori di piccole dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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Inserti: 14 maggio 1513 (Como)

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19 giugno 1513, Comprovasco (Leontica)

Conferma di ordini / Ordinatio

Il console Pietro «Albertuchus», il saltaro Antonio di Leontichino e l'assemblea dei vicini di Leontica stabiliscono, confermano e promettono di osservare alcuni ordini relativi all'aratura dei campi e al divieto di gettare pietre sui terreni altrui.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 44 245 x 200 mm, righe 36. Macchie diffuse ovunque e due piccoli fori. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel giugno 1513 correva infatti l'indizione prima e non l'undicesima, come riportato dal notaio; inoltre il 19 giugno cadeva di domenica e non di martedì.

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13 luglio 1513, Pura

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Giovanni Antonio detto Tognono Crivelli di Pura del fu Cristoforo, abitante a Pura, dichiara di essere debitore nei confronti di Alessandro di Alberto Casella di Carona, abitante a Carona, e promette di versargli entro il 1. gennaio la somma di 35 lire di terzoli corrispondente alla sua quota della vendita fatta il giorno stesso al detto Giovanni Antonio dai fratelli Alberto, Alessandro, Giacomo e Annibale del detto fu Alberto. Il capitano di Lugano e Valle Kaspar Göldli [di Zurigo] condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Avanzino de Cuyro p.i.a.n. Lugani et Valis, f.c. ser Petri.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 271 260 x 150 mm, righe 48. Il documento presenta tre tagli di annullamento.

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8 agosto 1513, Lugano

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

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Bernardino del fu Giovanni Rodari di Maroggia conferisce in dote a sua moglie Giovannina del fu Corrado «de Garuo» di Bissone, sposata qualche mese prima, 600 lire di terzoli, e dichiara di ricevere dalla moglie 400 lire di terzoli provenienti dalla rinuncia stipulata tra il fratello della detta donna, Tommaso, e il fu Magnolo «de Farino» di Bissone, primo marito di Giovannina. Il detto Bernardino fa donazione nuziale delle rimanenti 200 lire secondo la consuetudine della comunità di Val Lugano. L'atto è stipulato alla presenza di Kaspar Göldli [di Zurigo], capitano della comunità di Val Lugano.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. comunitatis Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 7 280 x 370 mm, righe 39. Alcuni piccolissimi fori nelle piegature.

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17 settembre 1513, Locarno

Locazione / Instrumentum locazionis

Francesco del fu Giacomino, sarto, abitante a Locarno, investe a titolo di locazione e massaricio Bartolomeo del fu Giovanni Marzini di Indemini, abitante a Piazzogna nel Gambarogno, per nove anni rinnovabili di un appezzamento di terreno prativo, arativo, vignato e cintato con muro e una casa con tetto in paglia nel territorio di Piazzogna a Balzenasca, al un canone annuo di 2 staia di castagne secche, e di mine cinque di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Guidolus Rubei p.i.a.n. et n.p. Locarni e plebis f. c. Iacobi Rubei, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 100 330 x 270 mm, righe 54. Alcune macchie.

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27 settembre 1513, Cresciano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Iohannes Degen («Theganii») di Svitto, landvogt di Riviera e arbitro eletto nella lite tra i comuni di Claro, Castione e Lumino, da una parte, e Tommaso di Domodossola abitante sulla «pezza comune» dei detti comuni «in Sandoliono», dall'altra, circa le spese sostenute dagli uomini di Claro, Castione e Lumino in una vertenza con il detto Tommaso per un appezzamento «in pratis de Gera» e in una vertenza originata dalla costruzione di un edificio da parte di Tommaso sulla detta «pezza comune», condanna il detto Tommaso a pagare ai detti comuni le spese giudiziarie e il terreno su cui ha costruito gli edifici per il proprio uso e decide che le parti debbano designare i deputati per la fissazione dei confini tra i detti comuni e il detto Tommaso.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus del Bello f. magistri Iohannis de Rovedano p.i.a.n.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico circolare di cera verde sotto carta di Iohannes Degen, landvogt di Svitto. L'impronta è

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 867 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete danneggiata; si riconoscono i contorni dello scudo nel campo con l'arma personale e la legenda su cartiglio è illeggibile.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 53 440 x 230 mm, righe 51. Rosicature lungo i margini e un piccolo foro nella parte superiore. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 54.

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2 novembre 1513, Milano

Ricevuta

Ottaviano «de Scolaribus» di Parma del fu Traiano dichiara di aver ricevuto da Giovannolo «de Reali» del fu Guglielmo di Milano, agente a nome degli eredi del fu Zanino «de Noderonibus» e Guido «de Noderonibus», la somma di 50 lire imperiali, che gli eredi sono tenuti a consegnare per la festa di s. Martino in vigore di uno strumento di licenza del 10 dicembre (1512).

Notaio rogatario: Pinamontus de Laude f.c. domini Antonii civitatis Mediolani porte Verceline parrochie Sancte Marie secrete n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 56 215 x 195 mm, righe 34. Piccolissimi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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1<3> (?) novembre 1513, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Antonio del fu Giovanni Piazza di Airolo investe a titolo di livello ed eredità perpetua i fratelli Martino ed Enrico del fu Giacomo detto Scalabrino di Vellano di alcuni terreni situati nel territorio di Giubiasco «ad Cexonum» e «ad Fossatum de la Mergha», e nel territorio di S. Antonino «ad Albarellum», al canone annuo di 16 staia di formetata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 22 460 x 180 mm, righe 63. Diversi fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale.

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(dopo il 9 dicembre 1513)

Locazione

Bartolomeo <...> «de Lafranchitis» di Minusio, agente a nome proprio e del nipote Giovanni, investe a titolo di eredità perpetua Guglielmolo del fu Giovanni «Pizani», abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno <...> in parte vignato «a lizariis» e in parte silvato nel territorio di Minusio «in Rono». Il terreno in questione era stato in precedenza locato a , alla presenza del prete Galeazzo «de Muralto» e del fratello Bernardino, figli del fu Battista Ionsermi, agenti anche a nome di altri nobili «de Muralto», patroni della cappella di S. Antonio , al canone annuo di quattro congi di vino rosso e mezza mina di biada di mistura, spettante alla detta cappella, come contenuto nella locazione del 9 dicembre 1513. In seguito Aldrico del fu Pietro «Guertie», , aveva venduto a del fu Giovanni «Pizani», abitante a Minusio, le migliorie su detto terreno, al prezzo di 290 lire di terzoli. (Frammento)

Originale (?); lat. Archivio Patriziale Minusio 29 225 x 295 mm, righe 30. La pergamena è stata utilizzata come busta per contenere documenti relativi alla decima della campagna di Minusio (nel verso: «Scritture per la decima. / Decima»; di altra mano: «Scritture della decima della campagnia di Minusio»): tutti i lati sono stati ritagliati. Il documento presenta piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle, un foro lungo la piegatura verticale, dovuti a cosunzione e rosicatura, numerosi piccoli fori di cucitura lungo i bordi, nei quali a tratti è ancora presente il filo di canapa, nonché una estesa macchia che compromette la lettura. Il termine post quem è dato dalla menzione della locazione del 9 dicembre 1513. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 496.

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3 gennaio 1514, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni detto «Macer» del fu Martinolo «de Montiono» di Monte Carasso, Antonio detto «Tona» del fu Nicolao «de Bertrama», abitante a Bellinzona, e Pietro suo fratello, con il consenso del tutore Gerolamo di Tognino «Belini de Tibaldis», vendono al prete Francesco Cusa del fu Giovanni di Bellinzona, canonico di San Pietro di Bellinzona, la metà di una selva e due vigne situate nel territorio di Monte Carasso «ad Lorium», al prezzo di 180 lire di terzoli. Dei detti beni erano stati investiti i fratelli Iemino e Bertramo del fu Giovanni «Sarina» di Monte Carasso il 4 novembre 1467.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 11 625 x 345 mm, righe 63. Dieci fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 gennaio 1514, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

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Rodolfo Magoria del fu Giacomo, abitante a Bellinzona, con l'autorizzazione testamentaria del padre, vende a Nicolao «de Duno» del fu Giovanni Antonio, abitante a Bellinzona, il canone livellare di due congi e mezzo di mosto bianco versato annualmente dagli eredi del fu Cristoforo di Moia del fu Guglielmolo e i beni su cui grava tale censo. Il prezzo della vendita è di 125 lire di terzoli, 85 delle quali servono per pagare il debito contratto da Rodolfo con il detto Nicolao per l'acquisto di drappi e per un mutuo, e il resto per la vendita di un canone livellare di due staia di segale dovuto a Nicolao da Giovannetto e Giacomo del Sasso di S. Antonino.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 224 500 x 250 mm, righe 66. Quattro fori di piccole dimensioni, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e tre tagli d'annullamento.

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19 gennaio 1514, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Domenico «del Clauso» di Brione di Verzasca vende a Zanetto del fu Giacomo «Iacomalli» di Minusio, console di Minusio e Rivapiana e Martino Antonio del fu Guglielmolo detto «Gullielmizoni» di Mergoscia, luogotenente del console di Mergoscia, agenti a nome della vicinanza, un appezzamento di terreno silvato e boschivo nel territorio di Minusio «ad Lapidem Medii Miliarii». Il prezzo di vendita è di 25 lire di di terzoli.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Bernardinus Leonis p.i.a.n. f. c. ser Nicholay Leonis ut de Locarno, habitator Menuxi, ac n. electus, constitutus et deputatus per consilium generale comunitatis Locarno ad explendum et in publicam formam redigendum, omnes cartas, processus et scripturas et omnia instrumenta rogatas, traditas et imbreviatas per dictum ser Nicholaum olim ser patrum meum et quos, quas et que explere non potuit propter eius mortem interventam.

Originale estratto da imbreviature (1525 aprile 7); lat. Archivio Patriziale Minusio 37 590 x 200 mm, righe 91. Piccoli fori e rosicature lungo i bordi. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 472-473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 498.

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23 gennaio 1514, Minusio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Le sorelle Francescina e Lavinia, figlie e eredi di Pietro «Gislette» di Minusio, vendono a Zaneto del fu Giacomo «Giacomali» di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana ed agente a nome dello stesso, un appezzamento di terreno ortivo recintato nel territorio di Minusio presso la chiesa di S. Rocco «in Contrata de Lozana». Il prezzo di vendita è di 90 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n. f. q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et notarius ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulos processus, protocollos et alios actus publicus omniaque instrumenta tam extensa quam non extensa rogatos et traditos per suprascriptum nunc quondam ser Nicholaum olim n.p. et olim patrem meum.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 30 580 x 300 mm, righe 78. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 496.

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1 febbraio 1514, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Martino «de Oliverio» di Vellano, agente anche a nome della nipote Margherita figlia del fu Domenico suo fratello, vende a Giovannolo del fu Giacomo detto Scalabrino di Vellano un prato situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Pratum de la Rizera» dal sentiero che conduce a Moneta, al prezzo di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Fillipus f. c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 23 530 x 150 mm, righe 70. Fori di piccole e medie dimensioni dovuti a guasti, in particolare nelle pieghe, nonché tre grossi e medi fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 febbraio 1514, Meride

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis insolutum

NIcolao «Squella» Fossati del fu Giovanni abitante a Meride vende a Giorgio della Torre di Mendrisio, abitante a Cassano in pieve di Olgiate, agente anche a nome del fratello Bartolomeo, tre terreni situati nel territorio di Meride «ad Gazium», «ad Borgor<...> seu ad Cassinam de Muginum?» e «ad Legazium», al prezzo di 230 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dal venditore, ammontanti a 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. Vallis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 54 500 x 310 mm, righe 74. Macchie e fori di varie dimensioni, nonché lacune lungo tutto il margine destro. La pergamena è stata riutilizzata come copertina dell'estimo del comune di Meride degli anni 1531-1535.

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4 marzo 1514, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Polissena figlia del fu «[A]lioli de Buziis» di Mendrisio, vedova di Giovanni Pietro di Lugano, abitante a Locarno, detta il suo testamento e lascia ai figli Nicolao, Giovanni Antomio e [Bernardino], 20 soldi di denari nuovi per ciascuno, e alle figlie Tognina e Elisabetta 6 lire di denari nuovi per ciascuna. Infine nomina erede universale Giovanni. Il notaio Francesco Cattaneo Orelli tassa l'atto per 7 lire di tertoli.

Notaio rogatario: Bonifortus p.i.a.n. Locarni et plebis f. q. Antonii Rosseti, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 101 425 x 190 mm, righe 63. Due piccolissimi fori risalenti alla lavorazione della pelle e piccolissimi fori lungo le piegature dovuti a rosocatira.

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9 marzo 1514, Dumenza

Riconoscimento di debito

Matteo «de Melis» del fu Minet, abitante a Dumenza, pieve di Travalgia, promette di restituire a frate Ludovico «de Brentalis» del fu Domenico, abitante a Dumenza, 25 lire e 11 soldi imperiali dovuti «pro mercede».

Notaio rogatario: Antonius de Taruchys f. q. domini Andree, habitans in loco de Dugmentia plebis Travalie ducatus Mediolani, p.i.a.n. Mediolani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 102 215 x 170 mm, righe 43. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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<9> <1514>,

Conferma di concessione di privilegi

Papa Leone X conferma concessi in precedenza da Sisto IV e Innocenzo VIII. (Frammento)

ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 139 (inserto) Inserti: 21 marzo 1478 (Roma (S. Pietro)), <21> <1486> ()

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3 aprile 1514, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Zanetto del fu Giacomo «Iacomali» di Minusio, console di Minusio, e Nicola del fu Giovanni Leone Cotti, console di Mergoscia, agenti a nome dei comuni di Minusio e Mergoscia, dichiarano di aver ricevuto da Bartolomeo del fu Antonio di Burbaglio, abitante in Consiglio Mezzano, lire 3 e 4 soldi di terzoli, per il canone delle bolle situate nel Piano di Magadino, chiamate la prima «Bolla la Mala Rossa» e la seconda «Bolla Rotonda», entrambe in sorte ai detti comuni, secondo la locazione del 15 aprile 1510 (v. Minusio 23, righe 1-37).

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 23 460 x 330 mm, righe 61. Sullo stesso documento figurano la locazione del 15 aprile 1510 (r 1-37) e la presente ricevuta (38-61). Piccoli fori dovuti a rosicatura e alcune lacerazioni lungo il margine sinistro. Sottolineature con matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 471; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 494-495.

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13 maggio 1514, Sonvico

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum extimationis et in solutum dationis

Domenico del fu Giovanni «Gallade (?) del Planta» e Antonio del fu Giacomo «de Cordis», stimatori eletti del comune di Sonvico e della sua castellanza, procedono alla stima di un appezzamento di terreno campivo e vignato nel territorio di Dino «in Costa», per un debito contratto da Giovanni Domenico del fu Antonio Rossi di Dino nella castellanza di Sonvico del un valore di 103 lire di terzoli, e lo assegnano, riservato il diritto dell'abate di S. Carpoforo di Como, alla chiesa di S. Nazzaro di Dino.

Notaio rogatario: Gaspar de Sollario de Sonvicho p.n. Lugani et vallis f. ser Iohannis Antonii,

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 11 485 x 390 mm, righe 66. Foro risalente alla lavorazione della pelle, alcune macchie e diversi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Gli elementi della datazione («millesimo quingentessimo quartodecimo, indictione seconda, die sabati decimo mensis maii») non corrispondono tra loro: il 10 maggio cadeva di mercoledì anziché sabato.

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27 marzo 1514, Frasco

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Locazione / instrumentum locationis

Tognetto del fu Tognetto «Pedratini» di Frasco, console, Laffranco del fu Bernardone di Frasco, Giovanni del fu Stefano «de la Torba», Giacomo del fu Paganuzio «de Cortazolo», Sonogno del fu Pietro «Rosini» di Sonogno, Giovanni Giacomo del fu Giovanni Pietro «Caralis», Sonogno del fu Martinetto «Zezie» di Sonogno e Guglielmolo detto Matana del fu «Gufrini» di Sonogno, deputati il giorno precedente dai vicini di Frasco e Sonogno e agenti a nome di quel comune, investono a titolo di locazione per la durata di 36 anni e oltre, a volontà delle parti, Battista di Bernardino Morosini di Lugano, abitante a Locarno, di due boschi di larici e abeti («de buschis duobus simul se tenentibus laricis, pezie seu crovori») situati nel territorio dello stesso comune «in vale Vogornesii», dei quali sono stati in precedenza investiti Francesco Riva e Agostino Baddi, e di altri due boschi «laricis, pezie seu crovori» «ad buschum alpis Mugalie et de Peruxiis», di uno dei quali era stato investito Bernardo Rossali abitante a Locarno, ora defunto. I boschi sono concessi al Morosini «dono ac gratis et amore» in riconoscimento dei benefici avuti dal comune; le parti convengono inoltre che i detti vicini potranno tagliare legna per uso proprio nei detti boschi.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus, f.q. ser Bartholomey de Ferariis, habitator Locarni

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 4 365 x 340 mm, righe 50.

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12 agosto 1514, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Hans Betschart («Anspescher») di Svitto, podestà e rettore di Vallemaggia e di Lavizzara, con l'assistenza di Fusasco del fu Adamo «Guilielmini de Petri» di Lavizzara abitante a Coglio, interprete, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il frate Silvestro di Balbiano, preposito del monastero di S. Caterina di Locarno, rappresentato dal procuratore Lafranco notaio del fu Zane «Madii» di Coglio, da una parte, e il comune di Someo, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo sull'Alpe Alzasca. Egli conferma la permuta stipulata (il 19 dicembre 1471) dalle parti e ordina che si esegua quanto allora stabilito. Il procuratore del monastero di S. Caterina dichiara di voler interporre appello ai signori della Lega confederata.

Notaio rogatario: Bern p.i.a.n, f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 13 1130 x 430 mm, righe 112. Il documento è composto da due fogli membranacei cuciti insieme. Due fori risalenti della lavorazione della pelle nella prima membrana, numerosi altri fori e macchie soprattutto nel secondo foglio. Regesto: Zappa, Alpigiani, pp.70-72. Inserti: 15 aprile 1513, 18 aprile 1513 (Cevio)

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22 agosto 1514, (Bellinzona)

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Arbitrato / Arbitratum et declaratio

Hans Imhof [di Uri], già vicario, Werner Pfyl di Svitto, già commissario, agente a nome di Mertz, e Jodocus Mathis [di Unterwalden], ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza in merito al lago venutosi a creare in seguito alla caduta della frana (Monte Crenone) tra Rongie e Loderio. Essi dichiarano di non saper consigliare se intraprendere i lavori per far uscire il lago, ma se le parti fossero veramente decise, quelli di Biasca non dovranno ostacolare l'«artifficem»e e i suoi lavoratori. Inoltre stabiliscono che quelli di Biasca e Blenio dovranno mantenere i ponti e le strade sul proprio territorio e infine definiscono che la strada dovrà essere fatta sulla riva sinistra del lago.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutiis sacra ac serenissima a.i.n.p. Leventine Vallis, scriba et secretarius ac interpres magificorum dominorum trium ligarum.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bianca di Hans Imhof di Uri, già vicario di Val Blenio, appeso ad una coda di pergamena, rinforzata con cucitura in filo di canapa bianco. L'impronta è gravemente danneggiata e la legenda è in minima parte leggibile. Legenda: . S <...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 57 490 x 385 mm, righe 48. Edizione: BSB VI (1929), pp. 247-252.

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18 ottobre 1514, Sonvico

Transazione con convenzione / Instrumentum transactionis et pactorum

I vicini del comune di Sonvico, da una parte, e quelli del comune di Villa, dall'altra, si erano accordati in merito l'alpe «de Maroxo» nel territorio della castellanza di Sonvico, come contenuto in una transazione con convenzione del 15 aprile 1512. Ora i vicini dei due comuni definiscono i confini di detto alpe.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. ser Anrici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada 12 590 x 360 mm, righe 70. Fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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3 novembre 1514, Mendrisio

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et in solutum dationis

Nicolao della Torre del fu Antonio, abitante a Mendrisio, fratello ed erede testamentario di Caterina del detto fu Antonio, vende al monastero e alla chiesa dei Serviti di S. Giovanni [Battista] di Mendrisio, rappresentato dal priore Luca da Bissone e dai frati Gaspare da Mendrisio, Benedetto da [Bissone] e Angelo da Mendrisio, una casa situata a Mendrisio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 875 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete su un sedime grande «in contrata de Vazacholia», locata dal detto Nicolao al fu Giovanni «de Vigetio» ad un canone annuo di cinque lire di terzoli. Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli, somma che la defunta Caterina aveva assegnato, nel suo testamento rogato il 23 aprile 1511, per il rifacimento dell'altare e cappella della S. Trinità, edificata nalla chiesa di S. Giovanni di Mendrisio, e che ora il detto Nicolao assegna al monastero per la celebrazione di 12 messe perpetue e un annuale al detto altare in memoria dell'anima della sorella.

Notaio rogatario: Benedictus Busia p.i.a.n. Comi f.c. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 27 590 x 340 mm, righe 66. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 novembre 1514, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Giulio Rusca del fu Antonio, abitante a Bellinzona, vende a Pietro del fu Gaspare «del Pellera» di Lumino un appezzamento di terreno a prato dell'estensione di 10 pertiche situato nel territorio di Lumino «ad Motam subtus Montarellum». Il prezzo di vendita è di 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolay habitator Berinzone n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis q. domini patris mey.

Originale estratto da imbreviature (1 dicembre 1527); lat. Archivio Comunale Lumino 54 490 x 185 mm, righe 71. Diffuse macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi in particolare nella parte superiore. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 57.

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2 dicembre 1514, Ascona

Autorizzazione / Licentia et consensus

Frate Nicolao «Zizilianus» dell'ordine di S. Domenico, vicario della chiesa di S. Maria della Misericordia di Ascona, che abita nel convento della stessa, concede alla società dei mastri muratori asconesi dimoranti a Viterbo, patrona della cappella di S. Maria della Quercia nella chiesa suddetta, l'autorizzazione di realizzare due sepolture davanti all'altare di S. Maria della Quercia per seppellirvi i suoi membri defunti, come richiesto da mastro Francesco «Betate» di Ascona, deputato di detta compagnia.

Notaio rogatario: Andreas p.i.a.n. f.q. Petri Betatini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 26 (v.n. AST 17)

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220 x 165 mm, righe 39. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 56, nr. 17.

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5 dicembre 1514, Bellinzona

Retrovendita / Intrumento retrovenditionis

Margherita del fu Pietro di Codeborgo rivende a Pietro del fu Martino «de Buscho» di Lumino, console di Castione e Lumino, Pietro del fu Gaspare «del Pellera» di Lumino, Giovanni detto «Pizeno» del fu Petrollo, Giacomo «Pizeni» di Castione, Giovanni del fu Antoio «de la Frixa» di Castione, Antonio del fu Giulio Zane «Pizeni» di Castione e «Zaniolli» del fu Francesco «de Br[u]netis» di Bellinzona, abitanti a Castione, agenti a nome proprio e del comune di Lumino e Castione, un monte a prato, bosco e sassi con una cascina nel territorio del detto comune «ad Saurudo de medio» e un appezzamento di terreno a prato e pascolo «in Pasquario de supra molandinum ser Nicolay de Mugiascha», che avevano venduto al padre di Margherita, il 9 dicembre 1477, al prezzo di 300 lire di terzoli. Il prezzo della retrovendita è di di 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 55 580 x 280 mm, righe 64. Rosicature lungo i bordi e macchia violacee causate dalla presenza di microorganismi a sinistra. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 56.

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22 dicembre 1514, Locarno («ad Galinatiam»)

Sentenza / Instrumentum sententie, pronuntiationis et declarationis

Sebastian vom Stein di Berna, commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella lite tra gli uomini di Verzasca, da una parte, e quelli di Contra, dall'altra, in merito ai beni immobili posseduti dai primi sul territorio di Contra e Gordola, e in particolare ai diritti di «buschare, paschulare et stramare». Egli dichiara che, se gli uomini di Verzasca potranno dimostrare tramite documenti o testimonianze giurate di aver acquisito i beni contesi liberi da ogni servitù, essi ne avranno l'esclusivo godimento ad eccezione del diritto di pascolo sui fondi non chiusi, concesso anche a quelli di Contra dopo che gli uomini di Verzasca ne «haverano tolto fora li fructi».

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Annono, n.p.i.a. constitutus, f.q. domini Nicolay de Annono de Locarno.

Originale; lat. e it. Archivio della Comunità di Verzasca 8 (= 8.4/1) 495 x 255 mm, righe 44. Alcuni forellini dovuti a rosicatura lungo le piegature

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<1514> (?), <...>

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Frammento di un atto di permuta, che ha probabilmente per oggetto alcuni beni immobili situati a S. Antonino e scambiati l'8 novembre 1491 dal prete Pietro di Blenio, beneficiato della chiesa di S. Antonino a S. Antonino e agente a nome di quest'ultima, da una parte, e da Giovanni del fu Antonio Molo di Bellinzona, Pietro Calanchini, Tognolo di Zanolo «de Losornono» e Antonio del fu Giovanni «de Losornono», abitanti a S. Antonino, dall'altra.

Notaio rogatario: de Fontana p.i..

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 40 390 x 250 mm, righe 56. Il documento era originariamente costituito da quattro membrane cucite insieme, di cui si conserva solo l'ultima, che riporta parte dei documenti inseriti e la sottoscrizione notarile. La scrittura è diffusamente sbiadita e il supporto presenta numerose lacerazioni, abrasioni, indebolimenti e piccoli fori. La frammentarietà del documento non consente di riconoscere con certezza gli estremi dell'atto riportatovi, né di approfondire i legami con il documento Comune di S. Antonino 20. La data del documento è ipotizzata, facendo riferimento al momento della stesura di un altro esemplare della permuta inserita, stipulata l'8 novembre 1491 ed estratta da imbreviatura il 28 agosto 1514 ad opera del medesimo notaio (v. Comune di S. Antonino 20). Inserti: <8> <1491> (Bellinzona)

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Sec. xvi (secondo decennio?), Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Giovanni Giacomo Rossali di Locarno investe a titolo di locazione perpetua Giacomino <...> di alcuni beni, al canone annuo di 50 libbre di formaggio. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus, f. Bartholomey de Feraris habitator <...>.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 75 325 x 240 mm, righe 47. La pergamena è stata riutilizzata come copertina. I margini superiore e sinistro sono stati asportati mediante taglio. L'inchiostro è sbiadito. Fori di cucitura lungo tutto il margine destro, superiore e inferiore e altri piccoli fori.

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13 marzo 1515, Cevio

Promessa e produzione in giudizio

Davanti a Hans Bettschart di Svitto, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, i rappresentanti dei vicini di

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Cavergno, da una parte, e quelli di Menzonio e Brontallo, dall'altra, promettono a vicenda di attenersi a quanto la parte avversa dichiarerà per risolvere la lite in merito al pascolo sul monte Paraula. In seguito i rappresentanti di Menzonio e Brontallo producono una formula di giuramento da sottoporre a dieci uomini di Cavergno.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 32 (inserto)

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19 marzo 1515, Cevio

Deposizioni giurate / Iuramenta

Deposizioni giurate di nove vicini di Cavergno, designati dai rappresentanti dei vicini di Menzonio e Brontallo nella lite in merito al pascolo sul monte Paraula davanti a Hans Bettschart di Svitto, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 32 (inserto)

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15 giugno 1515, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Maria, figlia del fu Giovanni «Iacomali» di Minusio, vedova di Andrea «Baldale», abitante a Minusio e tutrice del figlio Giovanni, aveva venduto a Giacomo Struponi della Valle Verzasca, del fu Zane detto «Struponi» di Aquino, ogni miglioria su un appezzamento di terreno prativo chiamato «Medietas unius Monde» situato nel Piano di Magadino «in Bozaredo», al prezzo di 300 lire di terzoli, sul quale il marito era tenuto a versare alla chiesa di S. Quirico di Minusio un canone annuo di 3 libbre e mezzo di olio di noci, e lo stesso giorno il comune di Minusio aveva investito a titolo di eredità il detto Giacomo Struponi delle stesso appezzamento allo stesso fitto, secondo la locazione del 28 maggio 1511 (v. Minusio 26). Inoltre Giovanni del fu Pietro Petenghe, agente anche a nome del fratello Guglielmolo, aveva venduto a detto Giacomo Struponi i diritti di godimento su due appezzamenti di terreno chiamati «Medietas unius Monde» e «Tambelina» situati nel Piano di Magadino «in Bozaredo», al prezzo di 500 lire di terzolo, con l'onere di versare alla chiesa di S. Quirico di Rivapiana un canone annuo di 3 libbre e mezzo, e lo stesso giorno il detto comune aveva investito a titolo di eredità il detto Giacomo dei due terreni allo stesso fitto, secondo la locazione del 2 ottobre 1511 (v. Minusio 27). Ora il detto Struponi investe a titolo di eredità perpetua Bernardino detto «Sarazinus» del fu Pedretto «de Cono», abitante a Minusio, dell'intera monda e del terreno chiamato «Tambelina», al canone di 26 lire di terzoli da pagare allo Strupone e sette libbre di olio di noce, a 32 once per ogni libbra, da pagare alla detta chiesa, per la festa di s. Martino. La locazione avviene con il consenso del comune di Minusio e Rivapiana.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis p.i.a.n. constitutus Locarni et plebis f. q. ser Iohannis Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 31

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680 x 480 mm, righe 84. Piccoli fori dovuti a rosicatura. Sottolineature in matita rossa. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, pp. 496-497.

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18 giugno 1515, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Kaspar Göldli di Zurigo, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Carlo de Fagnano, commendatario della prepositura della chiesa di S. Maria di Torello, da una parte, e Gasparino del fu Antonio Casella di Carabbia, agente anche a nome di altri uomini di Carabbia, Berlina e Grancia, dall'altra, per la revisione degli arbitrati stipulati tra le parti e per il rinnovo delle investiture dei beni appartenenti alla chiesa e locati ai detti uomini. Il giudice annulla gli arbitrati precedenti e conferma il diritto di Carlo de Fagnano di locare i beni in questione e di rinnovarne l'investitura a suo piacimento.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. Lugani ac f.c. ser Ambrosii.

Sigillo: deperdito. Piccolissime tracce di cera verde del sigillo di Kaspar Göldli di Zurigo, capitano di Lugano e Valle, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 11 760 x 385 mm, righe 83. Quattro grossi fori dovuti a rosicature e altri di piccole dimensioni. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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19 giugno 1515, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Hans Bettschart di Svitto, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza nella causa tra il comune di Cavergno, da una parte, e quello di Menzonio e Brontallo, dall'altra, in merito al pascolo sul monte Paraula, e stabilisce che il detto monte appartiene al comune di Cavergno, per cui i vicini di Cavergno ne possono disporre secondo le modalità di una convenzione fatta tra le parti in causa il 24 dicembre 1340. Egli condanna infine i vicini di Brontallo e di Menzonio al pagamento delle spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 32 1600 x 430 mm, righe 160. Tre membrane cucite insieme. Due strappi di medie dimensioni nei margini e alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 13 marzo 1515 (Cevio), 19 marzo 1515 (Cevio)

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30 giugno 1515, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Locarno, rappresentata da Pantassio Orelli, Pietro Martire Magoria e Saviolo «de Brezio», da una parte, e gli uomini di Verzasca, rappresentati da Giovanni Antonio «di Fare», Giovanni Domenichino e Giovanni del Negro, dall'altra, sopra la quale si era già pronunciato due volte il podestà e commissario Sebastian vom Stein di Berna. Essi annullano la prima sentenza e confermano la seconda, che condanna quelli di Verzasca a pagare alla comunità di Locarno sette lire di terzoli per ogni taglia sopra i beni acquistati nella giurisdizione di Locarno, riservando loro la facoltà di chiedere alla detta comunità un nuovo estimo e di non pagare nulla prima di tale cambiamento. Se la Verzasca vorrà rinunciare alla separazione da Locarno, dovrà essere trattata come gli altri comuni della comunità. Quelli di Verzasca vengono infine condannati a pagare 60 scudi d'oro per le spese giudiziarie.

Cancellieri: Battista di Bernardino Morosini, (scriba degli ambasciatori dei cantoni sovrani)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Marx Maad di Glarona, landvogt di Locarno; lo scudo recante una luna crescente è sormontato da un elmo con pennacchio di piume di struzzo.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Locarnese 38 520 x 350 mm, righe 46. Iniziale miniata in inchiostro rosso.

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6 luglio 1515, Bellinzona

Locazione / -

Il prete Giorgio Rusca del fu Giovanni, arciprete di S. Pietro di Bellinzona, e Nicolao del fu Pietro Nadi, entrambi abitanti nel borgo, procuratori e anziani dell'ospedale di S. Giovanni Battista situato a Bellinzona «in Dragonato», investono a titolo di livello e eredità perpetua Melchione del fu Pietro Sozini di Bellinzona, agente anche a nome del fratello Giovanni Antonio, di un appezzamento situato nel territorio di Bellinzona «in Saregio». Il detto terreno, già a vigna e arativo e ora ridotto a gerra in seguito alla devastazione causata dal «lacus Blegnii», era tenuto in locazione dai medesimi conduttori ad un canone annuo di sei staia di frumento e sei staia di segale, in virtù di una locazione del 27 gennaio 1433, alla quale essi avevano rinunciato dopo il danno subito. Il canone di locazione viene ora concordato in nove staia di formentata (frumento e segale a metà).

Originale (?); lat. Archivio Comunale Bellinzona 73 (v.n. A.XIII.13) 345 x 280 mm, righe 47. Diverse rosicature lungo i bordi, con perdita minima di testo. Il documento è privo della sottoscrizione notarile.

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15 novembre 1515, Lottigna

Attestazione

Jakob Kothig di Svitto, vicario di Val Blenio, dichiara che Giovanni Antonio «de Henricho» di Dongio è suddito dei III cantoni e che può transitare liberamente con le sue mercanzie.

Notaio scrivente: Guglielmus de Frigeriis domini advocati ac comittatis Vallis Blegnii n.p. et scriba.

Sigillo: deperdito. Minime tracce del sigillo di Jacob Kothing, vicario di Val Blenio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 58 215 x 265 mm, righe 17. Fori di medie dimensioni lungo le piegature, dovuti a consunzione e rosicatura. Nel margine superiore resti di filo di canapa.

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5 dicembre 1515, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Minolo «de Indemo», abitante ai Molinazzi di Camignolo, vende al notaio rogatario Giovanni Maria del fu Pietro Rusca di Bironico, agente a nome della chiesa di S. Pietro di Camignolo, un terreno a prato e campo con una pianta di noci situato nel territorio di Camignolo «ad Pontem Piantendy», al prezzo di otto ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. domini Petri Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 29 315 x 270 mm, righe 50. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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22 gennaio 1516, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Niklaus «Hermo» di Soletta, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Cavergno, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito alla strada situata in valle Bavona, nel territorio di Cavergno. Egli conferma la sentenza formulata dal suo predecessore Ambrogio Rusca sulla base di una perizia giuridica del podestà di Locarno Antonio Maria Cavasacchi (v. Bignasco 93): in tempo di neve e di inondazioni, ogni volta che le persone, i beni o il bestiame di quelli di Cavergno o Bignasco fossero in pericolo, l'apertura della strada tocca sia a quelli di Cavergno che a quelli di Bignasco, che devono «fare con pedi la calca overo la cala».

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Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 33 590 x 390 mm, righe 48. Quattro fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali, nella parte superiore sinistra, cucito prima della stesura del documento, che ha perso in parte il filo. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 94

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22 gennaio 1516, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Il podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Niklaus «Hermo» di Soletta pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Cavergno, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito alla strada situata in valle Bavona, in territorio di Cavergno. Egli conferma la sentenza già emessa dal suo predecessore Ambrogio Rusca sulla base di una perizia giuridica del podestà di Locarno Antonio Maria Cavasacchi (v. Bignasco 93): in tempo di neve e di inondazioni, ogni volta che le persone, i beni o il bestiame di quelli di Cavergno o Bignasco fossero in pericolo, l'apertura della strada toccherà sia a quelli di Cavergno che a quelli di Bignasco, che dovranno «fare con pedi la calcha overo la calla».

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 94 615 x 375 mm, righe 65. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme, presenta fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e strappi lungo i margini. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 33

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13 febbraio 1516, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Galizia figlia del fu Guglielmo «de Campo», vedova di Giovanni Giacomo del fu Pietro Aldrici, abitante a Minusio, madre e tutrice dei figli Giacomo e Giovanni, vende al notaio Giovanni «de Rozollo», stipulante a nome del convento di S. Francesco, un mulino con tetto in piode e con una mola e acquedotto nel territorio del Consiglio Mezzano a Ripamognia, al prezzo di 50 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di un debito contratto del detto Giovanni Giacomo con Francesco Giulio «de Rozollo».

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 103 590 x 120 mm, righe 100. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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10 maggio 1516

Domanda giudiziale / Petitio ac requixitio

Considerato che da tempi immemorabili il comune di Losone e Arcegno possiede selve estese con molti castagni nel luogo detto «Gane comunis de Loxono», che lo stesso le concede in affitto o le mette all'incanto a massari del comune o forestieri, compresi quelli di Ronco, che hanno sempre riconosciuto e rispettato la proprietà di Losone, considerato anche che nel febbraio o in un altro mese dell'anno in corso [1516], alcuni uomini di Ronco, incuranti delle proprietà, sono entrati in dette parcelle, abbattendo o danneggiando i castagni e arrecandovi gravi danni, stimati in 400 lire di terzoli, ora Lorenzo «de Bregnio» e Saviolo «de Britio», procuratori del comune di Losone e Arcegno e agenti a suo nome, chiedono al commissario di confermarli proprietari delle selve dette «Gane comunis de Loxono», di condannare gli uomini di Ronco alle spese e al risarcimento dei danni come previsto dai loro statuti e di confermare le sanzioni alle quali li aveva condannati , il 16 dicembre 1514.

Archivio Patriziale Ascona 1 (v.n. AST 19) (inserto) Inserti: 10 maggio 1516

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4 giugno 1516, Monte

Testamento / Instrumentum testamenti

Bernardina «de Uslingis» figlia ed erede del fu Giovanni da Uggiate, dimorante a Monte «propter tempus guerarum», detta il suo testamento e lascia alla chiesa di S. Giovanni Battista di Mendrisio 25 fiorini, due mantelli da donna, uno morello e l'altro turchino, per fare due pianete ad ornamento della detta chiesa e un «capilio» di tela sottile per fare un camice sacerdotale, e ciò a condizione che i frati della detta chiesa celebrino un annuale nella detta chiesa in memoria della sua anima. La testatrice lascia inoltre un fiorino al fratello Battista, dimorante in Toscana, qualora sia ancora vivo, e una veste di cotone bianca con le maniche morelle a Bernardina di Tommaso della Porta. Infine nomina suo erede universale Battista di Simone della Torre, ordinandogli di farla seppellire nella detta chiesa di S. Giovanni Battista e di far celebrare 40 messe nella chiesa di S. Pietro di Uggiate in memoria della sua anima.

Notaio rogatario: Antonius de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n.p. Cumarum f.c. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 28 530 x 340 mm, righe 47. Tre fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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19 giugno 1516, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Heinrich Bläsi di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, agente in veste di terzo arbitro eletto dalle parti nella lite tra il comune di Aurigeno, da una parte, e quello di Moghegno, dall'altra, in merito al pascolo della «Manzascha», pronuncia il proprio arbitrato per mezzo del suo interprete, Giovanni Ramelli di Nante in valle Leventina, poiché i due arbitri, Pietro Martire Magoria del fu Giovanni e Saviolo del fu Giacomino «de Britio» di Locarno, non hanno trovato un accordo. Egli dichiara che il pascolo compreso tra la valle «del Vegio» fino «ad Colmetam», e da lì fino alla cima del monte, deve essere goduto in comune tra le parti fino al giorno di s. Giovanni Battista, mentre da quel giorno fino a s. Bartolomeo una parte della zona, di cui vengono precisati i limiti, viene assegnata «pro sua Manzascha» a quelli di Aurigeno, i quali potranno concederla in affitto. Ordina infine che siano piantati dei termini per fissare i confini stabiliti.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.c. Zanis notarii de Fuxio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 11 600 x 500 mm, righe 64. Piccole rosicature, soprattutto lungo le pieghe. Altri esemplari: Archivio Patriziale Aurigeno 15

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19 giugno 1516, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Heinrich Bläsi di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, agente in veste di terzo arbitro eletto dalle parti nella lite tra il comune di Aurigeno, da una parte, e quello di Moghegno, dall'altra, in merito al pascolo della «Manzascha», pronuncia il proprio arbitrato per mezzo del suo interprete, Giovanni Ramelli di Nante in valle Leventina, poiché i due arbitri, Pietro Martire Magoria del fu Giovanni e Saviolo del fu Giacomino «de Britio» di Locarno, non hanno trovato un accordo. Egli dichiara che il pascolo compreso tra la valle «del Vegio» fino «ad Colmetam», e da lì fino alla cima del monte, deve essere goduto in comune tra le parti fino al giorno di s. Giovanni Battista, mentre da quel giorno fino a s. Bartolomeo una parte della zona, di cui vengono precisati i limiti, viene assegnata «pro sua Manzascha» a quelli di Aurigeno, i quali potranno concederla in affitto. Ordina infine che siano piantati dei termini per fissare i confini stabiliti.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.q. Zanis notarii de Fuxio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 15 580 x 510 mm, righe 58. Tre fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 11

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21 giugno 1516, Bellinzona

Sentenza / Sententia

Gli ambasciatori di Uri, Svitto e Unterwalden, riuniti insieme con Iohannes Jost di Svitto podestà e commissario di Bellinzona, condannano i vicini di Monte Carasso abitanti nel comune di Sementina e Piancalardo a pagare al comune di Sementina le taglie per i beni posseduti alla stessa stregua in cui lo fanno i vicini del detto comune.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Albertoli de Petrutys de Quinto p. sacra serenissimaque a.i.n. Leventine Vallis et scriba secretarius ac interpres magnificorum dominorum Trium Ligarum in Bellinzona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 4 430 x 360 mm, righe 44. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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4 luglio 1516, Lottigna

Sentenza

Martin «Rigellum» di Uri, Jakob Anderrüthi (An der Rutti) di Svitto e Kaspar «Singer» di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Hans Amstein (zum Steyn) di Unterwalden, vicario di Val Blenio, che siedono in tribunale, nella causa tra Giovanni Angelo «Frigerio» di Largario, agente a nome proprio e della moglie Ambrosina e Sarina sua cognata, sorelle ed eredi del fu Frapietro «de Nodironibus» «de Ponte», fondatori e patroni della cappella di 'Camparígna' (Corzoneso), da una parte, e Giovannino «de Nodironibus» «de Ponte», dall'altra, in merito alla detta cappella, condannano Giovannino «de Nodironibus» e i suoi eredi a mantenere e contribuire, assieme alle sorelle e ai loro eredi, alla cappella.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Amstein di Unterwalden, vicario di Val Blenio, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; lat. ASTi, Cima 11 430 x 250 mm, righe 49. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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6 novembre 1516, (Lottigna)

Sentenza

Hans Amstein (zum Steyn) di Unterwalden, vicario di Val Blenio, Giovannino «de Nigris», luogotenente di detto vicario, Vivenzio di 'Rurèt', già luogotenente, e Giovanni Zanini di Leontica, caneparo, e Arnardo «de Arnardono», già caneparo, tutti e tre consiglieri giurati e credenzieri di Val Blenio, che siedono in tribunale, pronunciano la loro sentenza, nella causa in merito al furto di diverse monete (140 «austras» false, coniate a Bellinzona, e 10 grossi tra buoni e falsi) rubate

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 886 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete in una cassetta delle elemosine nella chiesa di S. Maria di Semione da Martino del fu Giovanni Giacomo «del Nigro» di Campo, già servitore di Blenio, il quale fu incarcerato. Il vicario assolve detto Martino dal furto.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Largario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo di Hans Amstein, vicario di Val Blenio. Rimane il filo di canapa con cui era cucito il sigillo aderente sotto carta.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 59 410 x 225 mm, righe 42. Piccolissimi fori lungo le piegature.

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6 novembre 1516, Como

Separazione ed erezione di parrocchia

Guglielmo «de Citadinis», canonico della Chiesa Maggiore di Como e vicario generale del vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio, accoglie la richiesta degli uomini di Menzonio e Brontallo, rappresentati dal prete Costantino «de Ruschis de Ponte» della pieve di Capriasca, e concede la separazione delle chiese dei SS. Giacomo e Sebastiano di Menzonio e di S. Giorgio di Brontallo dalla chiesa di S. Giovanni Battista di Cevio erigendole al rango di chiese parrocchiali con fonte battesimale e cimitero e con i diritti e le prerogative di tale grado, assegnando loro congiuntamente un solo rettore e ordinando agli abitanti di Menzonio e Brontallo di costituire entro due anni una dote sufficiente per mantenerlo e di versare alla matrice di Cevio un tributo annuo di diciotto once di cera nel giorno della festa della nascita di s. Giovanni Battista. La concessione avviene alla presenza e con il consenso di Bertola di Lugano, rettore della chiesa di S. Giovanni Battista di Cevio.

Notaio rogatario: Paulus de Orcho, p.a.i.a. curieque apostolici Cumane n., f.q. domini Gasparis Notaio autenticante (della copia da originale): Iohannes Iacobus Puteus p.i.a.n. f. domini Gullielmi Putei de Zumano Vallismadie

Copia autentica (xvi Sec. (ultimo quarto)); lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 4 (= vecchio I/04) 600 x 390 mm, righe 64. Un foro risalente alla lavorazione della pelle e alcuni forellini dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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14 novembre 1516, Aquila

Rinuncia e riconoscimento di debito

Giacomo, agente a nome proprio e della moglie Maria, ha rinunciato poco prima nelle mani di Venzino a ogni pretesa. Ora Venzino del fu Giacomo Maria di Aquila promette di consegnare a Giacomo del fu Guido «olim Beltrami» di Dangio, agente a nome proprio e della moglie Maria del fu Giacomo Maria, 40 lire di terzoli, metà per la festa di s. Martino dell'anno 1517 e l'altra metà per la festa di s. Martino dell'anno 1518.

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Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia f.q. domini Ambrosii de Angio Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 12 205 x 120 mm, righe 38. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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15 novembre 1516, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Vellolo del fu Antorino Velloli di Pianezzo vende a Pietro del fu Domenico Vischi di Carena, abitante a Giubiasco, un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Gazolis», al prezzo di 60 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 24 510 x 160 mm, righe 70. Alcuni strappi nei bordi.

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17 novembre 1516, Brontallo

Consacrazione di chiesa, altare e cimitero e concessione d'indulgenze / Instrumentum consecrationis

Galeazzo Baldi, vescovo di Tiberiade, per incarico e con l'autorità concessagli dal vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio, consacra la chiesa di Brontallo, intitolandola alla Vergine Maria e a S. Giorgio, il cimitero e l'altare, dove ha fatto collocare le reliquie dei SS. Innocenti e dei SS. Cristoforo e Caterina. Egli concede poi un'indulgenza di cento giorni ai fedeli in visita alla chiesa quello stesso giorno e di quaranta giorni ogni anno nell'anniversario della consacrazione e nelle principali festività del Signore, della Madonna e di alcuni santi.

Notaio rogatario: Cristoforus del Ponte de Bugnasco Vallismadie p.i.a.n. f. ser Zanis et in hac parte scribe et canzellarii preffati domini episcopi

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 5 (= vecchio I/05) 260 x 290 mm, righe 33. Un foro di medie dimensioni nella parte centrale, dovuto a rosicatura, lacerazioni lungo i margini.

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18 novembre 1516, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

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Jakob Steffen di Uri, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Mezzovico e Vira e Bernardo «de Agada» di Vira, da una parte, e il comune di Camignolo, dall'altra, in merito allo sfruttamento di alcuni pascoli nella zona di confine fra le parti «versus pontem de Piantedo». Egli decide che le proprietà del detto Bernardo nel territorio in questione non debbano essere disturbate e condanna gli uomini di Camignolo a restituirgli alcune bestie pignorate.

Notaio rogatario: Domenicus de Canevale p.i.a.n. et cetera Lugani et cetera f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 30 530 x 255 mm, righe 52.

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21 novembre 1516, Lottigna

Ricevuta

Il notaio Domenico «de Legrantia» del fu Ambrogio di Dangio, abitante a Milano, agente a nome di Stefano di Olgiate, ordinario conte della chiesa maggiore di Milano, dichiara di aver ricevuto da Giovanni del fu Giacomo «Gianini» di Leontica, caneparo di Val Blenio, la somma di 300 lire di imperiali, che sono tenuti a consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Largario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 60 225 x 160 mm, righe 35. Resto di filo di canapa annodato nell'angolo inferiore sinistro.

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24 novembre 1516, Broglio

Consacrazione di chiesa e concessione di indulgenze

Galeazzo Baldo di Orta, vescovo di Tiberiade e suffraganeo del vescovo di Novara, per incarico e con l'autorità concessagli dal vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio consacra la chiesa di Santa Maria di Loreto, detta maggiore, e il cimitero di Broglio. Egli concede poi un'indulgenza di quaranta giorni ogni anno ai fedeli in visita alla chiesa nelle festività della Madonna, dei Santi Vittore e Cristoforo e nell'anniversario della consacrazione, che si celebra la seconda domenica di luglio, e di cento giorni nella festa della Madonna di settembre.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n. f.q. Zanis notarii de Fuxio Vallis Lavizarie

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Galeazzo Baldo di Orta, vescovo di Tiberiade, annunciato nella corroboratio.

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Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Broglio 2 (= vecchio I/02) 230 x 340 mm, righe 14. Una piccola rosicatura lungo il margine inferiore.

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19 dicembre 1516, Locarno

Attestazione / Ordinatio

Johann Betschart di Svitto [commissario di Locarno] attesta che, durante il periodo in cui è stato landvogt di Vallemaggia [1512-1515], per ordine degli ambasciatori dei XII cantoni ha fatto rifare l'estimo della Valmaggia e ha ordinato che ognuno debba pagare la taglia soltanto nel comune in cui possiede beni.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 105 (inserto)

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9 gennaio 1517, Rodero

Vendita con convenzione / Instrumentum venditionis

Andrea «de Ruschonzelis» del fu Cristoforo abitante a Stabio vende ai fratelli Abbondio e Giovanni Maria del fu Tognino «de Grecis» di «Mentasto», abitanti a Gaggiolo, tre pertiche di un campo situato a Stabio «ad Ronchatium sive ad Buchum de Vite», al prezzo di 25 fiorini e mezzo, con la facoltà di restare in possesso del terreno venduto fino a san Martino dietro il pagamento ai detti fratelli di cinque staia e un quartario di mistura.

Notaio rogatario: Dominus Andrea de Lavizariis n.p. Comi. Notaio estraente: Hieronymus de Somazo p.a.i.a.n. Comi f.q. domini Cristofori ac n. laudatus ... per duos ex dominis consulibus Comi et per dominos abbates ... collegii notariorum Comi ad explendum ... instrumenta ... tradata per condam dominum Andream de Lavizariis olim et tunc n.p. Comi.

Originale estratto da imbreviature (1527 giugno 13); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 55 540 x 290 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, strappi e macchie nel margine destro e una rosicatura verticale di medie dimensioni nella parte superiore del documento.

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10 gennaio 1517, Locarno

Ricevuta / Instrumentum finis, confessionis et liberationis

Iorio del fu Zane «Iorii» di Avegno dichiara davanti a Giovanni del fu Antonio «de Belinibus», console e agente a nome

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 890 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete del comune di Aurigeno, di aver ricevuto la somma di 16 lire e 18 soldi di terzoli, che il comune di Aurigeno era stato condannato a versare in base a una promessa fatta all'arciprete di Locarno, come risulta da una sentenza pronunciata dal commissario Hans Bettschart. Il detto Iorio rinuncia inoltre a qualsiasi ulteriore pretesa in relazione a tale somma.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n., f.c. Bernardini Panzere de Cevio habitator Verizini.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 52 300 x 230 mm, righe 47. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro. Il 10 gennaio 1517 cadeva di sabato e correva la quinta indizione; l'estensore del documento riporta invece il giorno giovedì (che corrisponderebbe per il 1516) e l'indizione sesta (che correva nel 1518).

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14 gennaio 1517, Ascona

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Giovanni Pietro conferisce in dote a sua moglie Pedrina di Antonio fu Guglielmo «de Bernis» di Ascona 150 lire di cui 100 ricevute dal padre della stessa, mentre fa dono alla moglie delle rimanenti 50.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. f. ser Andree Betatini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 33 (v.n. AST 18) 455 x 295 mm, righe 72. Pergamena mutila di una striscia lungo il lato destro, asportata mediante taglio; alcuni fori di piccole dimensioni e rosicature lungo le piegature; pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente costituzione di dote (righe 1-23) e la rinunzia del 1517 gennaio 14 (righe 24-72). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 56, nr. 18.

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14 gennaio 1517, Ascona

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum finis, liberationis, remissionis, quietationis, confessionis et pacti ac ven[ditionis]

Pedrin, col consenso del marito Giovanni Pietro del fu Silvestro Belloli di Ascona, rinuncia nelle mani di suo padre Antonio a ogni suo diritto sopra il patrimonio familiare e a ogni sua pretesa sull'eredità paterna, materna e di qualsiasi altra provenienza, e dichiara di aver ricevuto per questo dal padre 100 lire di terzoli a titolo di dote.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. f. ser Andree Betatini de Schona

Originale; lat.

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Archivio Patriziale Ascona 33 (v.n. AST 18) 455 x 295 mm, righe 72. Pergamena mutila di una striscia lungo il lato destro, asportata mediante taglio; alcuni fori di piccole dimensioni e rosicature lungo le piegature; pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente rinunzia (righe 24-72) e la costituzione di dote del 1517 gennaio 14 (righe 1-23). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 56, nr. 18.

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30 gennaio 1517, Mendrisio

Codicillo / Instrumentum codicili

Giovanni Gaggini del fu Beltramo, abitante a Mendrisio, detta un codicillo in aggiunta al suo testamento rogato nel 1515. Egli ordina che dopo la sua morte il figlio adottivo Tommasino «de Barazino» di Giovanni Antonio riceva la metà dei suoi beni immobili situati a Coldrerio e Villa e lascia l'altra metà degli stessi beni, insieme ad un ulteriore appezzamento, ai frati del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, disponendo che questi ultimi celebrino tre messe settimanali in perpetuo in suffragio della sua anima all'altare dei SS. Sebastiano e Rocco nella detta chiesa e che paghino un «supplementum» dell'ancona lapidea fatta dal maestro scultore Tommaso abitante a Como, facendola collocare sullo stesso altare, dipingere e indorare.

Notaio estraente: Martinus de la Turre Mendrisii p.i.a.n. Comi f.q. domini Iohannis Petri ac notarius laudatus et confirmatus per duos ex dominis consulibus Cumane iustitie et per dominos abbates collegii et districtus civitatis Cumarum ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum ... omnia et singula instrumenta omnesque cartas, quaternos et scripturas et quecumque iuditiorum acta ac testes tradata et rogata ac imbreviata per Aluisium de la Turre fratrem meum ... Notaio rogatario: Aluisius de la Turre [Mendrisii] f.q. domini Iohannis Petri, n.p. Cumarum.

Originale estratto da imbreviature (12 gennaio 1525); lat. Archivio Comunale Bellinzona 74 (v.n. A.XIII/15) 350 x 290 mm, righe 38. Cinque fori di piccolissime dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nell'estremità superiore, alcune piccole rosicature lungo i bordi. Regesto: Martinola, Inventario, vol. I, p. 261 (menzione).

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6 marzo 1517, Locarno

Sentenza / Comissio et dellegatio

Gli ambasciatori della Lega dei VI cantoni, riuniti a Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello interposta dal comune di Gordevio contro una sentenza pronunciata dal commissario di Vallemaggia e Lavizzara Nicolao di Soletta nella lite con il comune di Avegno in merito ai rispettivi diritti su certi territori. Essi dichiarano che le parti dovranno eleggere due arbitri, e che in caso di disaccordo tra questi ultimi il commissario attuale di Vallemaggia pronunci la propria sentenza in veste di terzo arbitro.

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ASTi, Pergamene, Vallemaggia 38 (inserto)

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7 marzo 1517, Locarno

Sentenza / Sententia

Hans Wegmann di Zurigo, Ulrich «Golfi» di Uri, Hans Jost di Svitto, Sebastian «Biserter» di Nidwalden, Hans Graf di Basilea e Hans «Verli» di Sciaffusa, oratori della lega dei sei cantoni, respingono l'appello interposto da Silvestro di Balbiano, preposito della chiesa di S. Caterina di Locarno, contro una sentenza pronunciata [il 12 agosto 1514] da Hans Betschart («Anz Bescher»), già commissario di Vallemaggia e Lavizzara, in favore del comune di Someo nella causa in merito alla permuta di certi beni fatta dalle parti.

Cancellieri: Battista di Bernardino Morosini, (scriba degli ambasciatori dei cantoni sovrani)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Hans Wegmann di Zurigo, annunciato nella corroboratio del documento, è perduto; rimangono le incisioni e i forellini praticati per fissarlo alla pergamena.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 14 110 x 410 mm, righe 13. Lievi macchie.

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20 marzo 15<17>

Deposizioni giurate / Testes

Deposizioni giurate prodotte dal comune di Giumaglio nella causa tra lo stesso comune, da una parte, e quello di Coglio, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sulla zona estesa dal ponte di Giumaglio verso Coglio fino al «tictum Zanis Bernardi de Cono». I testimoni sono Giacomo detto «Pazalia» di Coglio e Perino Cristoforo di Someo, già luogotenente di Vallemaggia a più riprese, quest'ultimo interrogato a Giumaglio da Zane Ramelli di Nante, luogotenente del podestà e commissario Heinrich Bläsi di Unterwalden. Essi rendono le loro dichiarazioni riguardo agli obblighi di manutenzione e riparazione del ponte e della strada nella zona contesa nonché alla consuetudine osservata nello stabilire l'estimo dei comuni.

Archivio Parrocchiale Giumaglio 3 (inserto)

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24 marzo 1517, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetuue

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Giovanni del fu Giovanni Antonio Rangorini di Locarno investe a titolo di eredità e enfiteusi Giovanni Antonio del fu Cristoforo «Senate» di Brissago, abitante a Locarno, di un appezzamento di terreno a gerbido, sul monte di Locarno «in Pianatio», al canone annuo di una brenta di vino rosso, alla brenta di Locarno, per gli anni 1520 al 1522, e in seguito di brente 3 di vino rosso.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. ser Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 104 510 x 325 mm, righe 83. Alcune macchie.

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28 aprile 1517, Coglio

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi di Unterwalden, podestà e commissario , pronuncia la propria sentenza, per il tramite dell'interprete Giovanni Ramelli di Nante, nella causa tra il comune di Giumaglio, rappresentato dal console Giovanni «Petri Rossi», da una parte, e il comune di Coglio, rappresentato dal console Segie», dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sulla zona estesa dal ponte di Giumaglio verso Coglio fino al «tictum Zanis Bernardi de Cono». Egli dichiara che il territorio esteso dal ponte di Giumaglio fino al detto «tictum», ossia fino all'albero chiamato «Blenum veterem», e delimitato a monte in linea retta «usque ad arborem magnam, que est sub strata Corade ubi dicitur in Piudellis seu ad Luynum illorum de Puteo» e a valle in linea retta verso il fiume Maggia, appartiene a Giumaglio. Stabilisce inoltre che per la manutenzione del ponte di Giumaglio e per i «pasibus molandinorum de Zumano» ci si debba attenere all'uso consueto, e afferma di non voler derogare a un ordine emanato a suo tempo dal balivo Hans Betschart («Anzpescher») in merito all'estimo dei comuni di Vallemaggia. Infine accetta la richiesta del comune di Coglio, concedendo di potersi appellare ai signori confederati.

Notaio rogatario: Filipinus Andrioli. Notaio estraente: Iohannes Antonius p.i.a.n., f.c. ser Filipini Andrioli de Cevio Vallismadie et n. laudatus, constitutus, confirmatus per consilium generale comunitatis Vallismadie ad explendum ... omnia instrumenta ... tradita et imbreviata per suprascriptum nunc q. ser Filipinum olim patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (prima metà del XVI secolo); lat. Archivio Parrocchiale Giumaglio 3 1030 x 310 mm, righe 120. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di colore blu. La prima membrana è priva dell'angolo superiore destro a causa di uno strappo. Diverse lacerazioni e contrazioni del supporto, soprattutto lungo il lato destro, alcune rosicature, un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore della seconda membrana. Resti di filo di canapa nell'angolo inferiore destro della seconda membrana. In calce alla sottoscrizione notarile, di mano coeva differente da quella che ha vergato il testo: «Iubeo lipras decima octava / et pro mea mercede lipra una». Inserti: 20 marzo 15<17>

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30 aprile 1517, Gordevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara e terzo arbitro eletto dalla Lega dei VI Cantoni nella causa d'appello tra il comune di Gordevio, rappresentato dal Zane del Ponte di Bignasco, da una parte, e il comune di Avegno, rappresentato da Antonio del fu Giovanni Notari di Avegno, dall'altra, in merito al pascolo di «Lonega» e Trosa, situato tra i due comuni, fissa i termini dei rispettivi possessi e i diritti di sfruttamento nonché gli obblighi di manutenzione della strada.

Notaio rogatario: Filipinus f.q. Antonii Andrioli. Notaio estraente: Iohannes Antonius p.i.a.n., f.c. ser Filipini Andrioli de Cevio et n. constitutus, laudatus et confirmatus per consilium generale comunitatis Vallismadie ad explendum ... cartas traditas ... per nunc q. ser Filipinum f.q. Antonii Andrioli olim patrem meum.

Originale estratto da imbreviature (prima metà del XVI secolo); lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 38 700 x 410 mm, righe 77. Macchie lungo i bordi, otto fori di piccole e medie dimensioni, sei dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e uno strappo cucito nella parte superiore del documento. Inserti: 6 marzo 1517 (Locarno)

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6 giugno 1517, Lottigna

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Gli ambasciatori dei III cantoni e Hans Amstein (zum Steyn) di Unterwalden, vicario di Val Blenio, pronunciano la loro sentenza nella causa tra Ambrogio Conceprio, console di Dongio, da una parte, e Giovanni Guidrici, console di Lottigna, dall'altra, in merito ai confini. Essi definiscono i confini tra i due territori.

Notaio rogatario: Gulielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba. Notaio scrivente: Iohannes Angelus de Frigeriis f. domini Gulielmi n. Notaio autenticante: Lucas f.q. Gulielmi sutoris de Henricis vicinie de Donzio i.a.p.n. Vallis Blenii.

Copia autentica (di originale); lat. ASTi, Pergamene, Blenio 61 510 x 395 mm, righe 75.

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15 luglio 1517, Milano

Elezione di procuratori alle cause / -

I fratelli Giacomo Filippo e Ludovico Molo di Bellinzona, figli ed eredi del fu Giovanni, già segretario ducale, abitanti a Milano, Porta Vercellina, nella parrocchia di S. Pietro in Caminadella, designano procuratore alle cause il fratello

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Bernardino Molo di Bellinzona, incaricandolo anche di rappresentare i loro interessi nella divisione patrimoniale con Nicolao Molo di Bellinzona, loro zio.

Notaio rogatario: Fraiscus de Sachetis f.q. domini Leonis Porte Ticinensis, parochie sancti Sisti Mediolani p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 225 470 x 280 mm, righe 55. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: BSB V (1942), p. 16.

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7 settembre 1517, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi («Henricus Blex»), podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza con l'intervento dell'interprete Giovanni Ramelli di Nante nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e quello di Aurigeno, dall'altra, in merito al pascolo «intra Costam de Cavurgo et petiam comunam inter ipsas partes». Egli dichiara che il pascolo dalla «Costa de Cavurgo» fino alla «petiam comunem» tra Moghegno e Lodano, dove si trova una croce intagliata in un larice, spetta agli uomini di Lodano, e che quelli di Aurigeno possono continuare a sfruttarlo secondo le modalità concordate in precedenza con essi. Afferma inoltre che gli uomini di Aurigeno non possono far pascolare il bestiame alpeggiato oltre il detto larice. Conferma infine un arbitrato pronunciato in occasione di una lite tra Moghegno e Lodano il 31 maggio 1359.

Notaio rogatario: Filipinus p.i.a.n., f.c. Antonii Andrioli de Cevio Vallismadie.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Heinrich Bläsi di Nidwalden, fissato con filo di canapa. L'impronta è parzialmente danneggiata in corrispondenza del cartiglio con parte della legenda; lo scudo nel campo reca un bracco (?) passante. Legenda: SIGILLVM <...... >.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 12 550 x 355 mm, righe 34. Alcune piccole rosicature e macchie. Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 16 , Archivio Comunale Moghegno 13

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7 settembre 1517, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza con l'intervento dell'interprete Giovanni Ramelli di Nante nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e quello di Aurigeno, dall'altra, in merito al pascolo «intra Costam de Cavurgo et petiam comunam inter ipsas partes». Egli dichiara che il pascolo dalla «Costa de Cavurgo» fino alla «petiam comunem» tra Moghegno e Lodano, dove si trova una croce intagliata in un larice, spetta agli uomini di Lodano, e che quelli di Aurigeno possono continuare a sfruttarlo secondo le

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Archivio Comunale Moghegno 13 (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 16 , Archivio Comunale Moghegno 12

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7 settembre 1517, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi («Henricus Blex») di Stans, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza con l'intervento dell'interprete Giovanni Ramelli di Nante nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e quello di Aurigeno, dall'altra, in merito al pascolo «intra Costam de Cavurgo et petiam comunem inter ipsas partes». Egli dichiara che il pascolo dalla «Costa de Cavurgo» fino alla «petiam comunem» tra Moghegno e Lodano, dove si trova una croce intagliata in un larice, spetta agli uomini di Lodano, e che quelli di Aurigeno possono continuare a sfruttarlo secondo le modalità concordate in precedenza con essi. Afferma inoltre che gli uomini di Aurigeno non possono far pascolare il bestiame alpeggiato oltre il detto larice. Conferma infine un arbitrato pronunciato in occasione di una lite tra Moghegno e Lodano il 31 maggio 1359.

Archivio Comunale Moghegno 16 (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 13 , Archivio Comunale Moghegno 12

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5 ottobre 1517, Lottigna

Sentenza / Sententia

Hans Amstein (zum Steyn) di Unterwalden, vicario di Val Blenio, che siede in tribunale, nella causa tra Ambrogio Conceprio, console di Dongio e agente a nome della chiesa di S. Fiorenzo di Dongio, da una parte, e Antonio Marognini, dall'altra, in merito al legato istituito dal defunto Gugliemo «Gianuzii» detto «Bagnabocha» di Dongio sui beni esistente nel territorio di Dongio «ultra Dontiam» con l'obbligo di celebrare 5 messe per commemorare le 5 piaghe di Cristo per l'anima del detto Guglielmo, dichiara che il legato spetta di diritto alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: esistente. Il sigillo circolare di cera sotto carta di Hans Amstein (?) di Nidwaden, vicario di Val Blenio, è attaccato con filo di canapa. Lo scudo nel campo reca l'arma di famiglia (?) (croce su una collina, con attorno due stelle). Legenda: + S + <...> + VON + <...> +.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 62

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505 x 265 mm, righe 44.

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19 ottobre 1517, [Bellinzona]

Sentenza / Sententia

Il commissario di Bellinzona Melchior Bündti rende noto che quel giorno medesimo sono comparsi davanti a lui Antonio del fu Donato «del Sorezio» di Giubiasco, da una parte, e Pietro di Pedevilla, console del comune di Giubiasco con alcuni rappresentanti del comune, dall'altra, per avere la sentenza nella causa relativa all'uccisione di una cavalla appartenente al detto Antonio di cui egli chiede il risarcimento o la consegna dei colpevoli da parte del detto comune in ossequio ai suoi statuti. Il console e i rappresentanti dicono di non essere tenuti a questo. Il commissario pronuncia la sua sentenza con la quale libera il detto comune da tali pretese.

Notaio rogatario: Petrus f.c. ser Abertoli de Petrutys de Quinto, p. sacra a.i.n. Leventine Vallis, scriba et interpres prefati magnifici domini commissarii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 36 310 x 325 mm, righe 22. Alcuni piccolissimi fori e qualche annerimento, in particolare lungo i bordi. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 49.

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26 ottobre 1517, Someo

Rinunzia / Instrumentum renontiationis

Considerato che le località di Alzasca, Corte Nuovo e Cansgéi («Altascha, Cortus Novus et Canzelus»), situate nel territorio di Someo e Riveo, formano da tempo un solo alpe, sfruttato fino ad ora dal comune di Someo e Riveo, per metà, e da certe persone («personarii») dei medesimi luoghi, per l'altra metà, e in ragione della necessità di risolvere certe discordie sorte fra gli interessati, i «personarii» aventi diritto sulla metà di Cansgéi si presentano all'assemblea dei vicini di Someo e Riveo, convocata «sono tabulle» per ordine del console Giacomo del fu Giovanni «Mutii», e rinunciano nelle mani di quest'ultimo, che agisce a nome del comune, a ogni loro diritto su tale località. La rinuncia avviene a titolo di riconoscimento dei benefici da essi ricevuti in passato dal comune.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus p.i.a.n., f.q. ser Parini Christofori de Someo Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 15 1650 x 240 mm, righe 202. Il documento è composto di quattro fogli membranacei cuciti insieme. Rosicature lungo i bordi e al centro della quarta membrana; macchie e sbiaditure, in particolare nella prima e nell'ultima membrana.

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20 novembre 1517, Bellinzona

Locazione / Instrumentum liveli

I coniugi Bernardino del fu Giovanni Molo ed Elisabetta del fu Giacomo Magoria, abitanti a Bellinzona, investono a titolo di livello ed eredità perpetua Andrea detto «de Falchis» figlio di Francesco Muggiasca, abitante a Nocca fuori Porta Camminata, di un edificio diroccato situato nel territorio di Bellinzona «ad Nocham», al canone annuo di sei lire e 12 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 226 570 x 170 mm, righe 85. Alcune macchie e piccoli fori in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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26 novembre 1517, Lugano

Precetto / Preceptum

Jakob Stefan di Uri, capitano di Lugano e Valle, su richiesta dei vicini di Tremona ordina ai vicini di Brusino Arsizio di rinunciare a qualsiasi pretesa su alcuni terreni situati nel territorio di Meride «in Ducella seu ad Salvadegum seu de subtus Pratum Campeum, subtus Fontem de Ancerio», e di presentarsi davanti a lui per esporre le loro eventuali pretese su tali beni.

ASTi, Pergamene, Poggi 57 (inserto)

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9 dicembre 1517, Bignasco

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Bernardo del fu Zanne «Franzii» di Cavergno, console del comune di Cavergno, rinuncia nelle mani del Cristoforo di Zane del Ponte di Bignasco, notaio rogatario e agente a nome del comune di Brontallo e Menzonio, a qualsiasi pretesa presente e futura inerente le spese sopportate dagli uomini di Cavergno nella causa contro Menzonio e Brontallo «pro Paraula» e dichiara di aver ricevuto in compenso dal suddetto notaio 71 lire e un soldo di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 6 (= vecchio I/06) 540 x 220 mm, righe 73. Pergamena arrotolata; due fori di medie dimensioni nella parte superiore, risalenti alla lavorazione della

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9 <...> <1516/17>, Pizzuolo (Rancate)

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Il prete Ottaviano Rusconi di Mendrisio del fu Maffiolo, abitante a Rancate, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Andrea Maggi di Rancate del fu Antonio di un terreno situato nel territorio di Rancate «ad Cerum», vendutogli il giorno stesso dal medesimo Andrea locatario. Il canone annuo convenuto è di dieci fiorini. Il detto locatario o i suoi eredi potranno ricomprare il terreno in questione al prezzo di 300 fiorini, pagabili in tre rate di almeno 100 fiorini ciascuna.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 289 380 x 410 mm, righe 47. Rosicature di medie e grosse dimensioni nella parte iniziale, alcuni fori e strappi.

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31 dicembre 1517, Mendrisio

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Felice Martella, figlio ed erede usufruttuario del fu Simone, abitante a Stabio, dichiara di avere ricevuto da Franceschina, vedova di Parrino «de Interlegniis» agente quale curatrice del figlio Giacomo, cinque lire di terzoli e due paia di capponi a pagamento integrale del canone d'affitto degli anni 1515, 1516 e 1517 di una selva e di un terreno a vigna e campo situati nel territorio di Stabio «in Monte Teserto» e «ad Montexelos». L'atto è rogato alla presenza di Leonardo Somazzi, luogotenente del pretore di Mendrisio e della pieve di Balerna Marco Somazzi.

Notaio rogatario: Augustinus de la Ture Mendrisii p.i.a.n. Comi, f.q. domini Nicholay.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Balerna e Mendrisio 3 175 x 310 mm, righe 28. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, e una rosicatura nel margine inferiore.

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8 gennaio 1518, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio di San Pietro del fu Giovanni abitante a Mendrisio vende ad Antonino della Torre del fu Guido abitante a Mendrisio, agente anche a nome dei suoi fratelli Pietro e Cristoforo, tre terreni a campo con alcune piante situati nel

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 900 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete territorio di Stabio e di San Pietro «in Sumis Arche», al prezzo di 320 lire di terzoli.

Notaio rogatario: nardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 9 630 x 330 mm, righe 86. Rosicature lungo i margini laterali. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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25 gennaio 1518, Bignasco

Elezione di arbitri / Instrumentum compromissi

Nella lite tra i vicini di Cavergno, da una parte, e quelli di Brontallo e Menzonio, dall'altra, circa i rispettivi diritti sul territorio «de Ruvoriis», l'allora commissario di Bellinzona Bernardino «de Guaziis» di Valenza aveva pronunciato una sentenza in favore di Brontallo e Menzonio. In seguito all'appello interposto da Cavergno, le autorità confederate avevano chiesto un riesame al commissario di Vallemaggia Heinrich Bläsi di Stans e al commissario di Locarno Hans Bettschart. Ora le parti nominano loro arbitri Zane del Ponte e Guglielmo Mozi di Bignasco, incaricandoli di rivedere la sentenza. In caso di mancato accordo, sarà il solo commissario a pronunciarsi in merito.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 34 540 x 340 mm, righe 63. Una lacerazione verticale sul bordo destro e sette fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 7 (=vecchio I/07)

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25 gennaio 1518, Bignasco

Elezione di arbitri / Instrumentum compromissi

Nella lite tra i vicini di Cavergno, da una parte, e quelli di Brontallo e Menzonio, dall'altra, circa i rispettivi diritti sul territorio «de Ruvoriis», l'allora commissario di Bellinzona Bernardino «de Guaziis» di Valenza aveva pronunciato una sentenza in favore di Brontallo e Menzonio. In seguito all'appello interposto da Cavergno, le autorità confederate avevano chiesto un riesame al commissario di Vallemaggia Heinrich Bläsi di Stans e al commissario di Locarno Hans Bettschart. Ora le parti nominano loro arbitri Zane del Ponte e Guglielmo Mozi di Bignasco, incaricandoli di rivedere la sentenza. In caso di mancato accordo, sarà il solo commissario a pronunciarsi in merito.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 7 (=vecchio I/07)

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475 x 345 mm, righe 57. Pergamena arrotolata; cinque forellini allineati, risalenti alla lavorazione della pelle, nella parte inferiore, alcuni forellini dovuti a rosicatura. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 34

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25 gennaio 1518, Lottigna

Conferma di immissione in possesso

Davanti a Hans Amstein di Unterwalden, vicario di Val Blenio, che siede in tribunale, Domenico Cima, console di Dangio e procuratore dei fratelli Stefano detto «Boniroli» e Domenico «de Steffano» di Grumo, chiede che venga confermata l'immissione in possesso del 23 novembre 1517 su alcuni beni di Giovanni Pietro «del Nigro» di Dangio e dei suoi fratelli, effettuata in pagamento di un credito di 126 lire di terzoli, prestati «gratis et amore» dai detti Stefano e Domenico. Il vicario conferma l'immissione in possesso, stabilisce una tassa di 7 lire di terzoli a pagamento delle spese e concede ai fratelli «del Nigro» la facoltà di riscattare i beni entro la prossima festa di Pasqua.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Largario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Originale; lat. ASTi, Cima 13 320 x 180 mm, righe 50. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore, piccoli fori lungo le piegature e nella parte inferiore, dovuti a rosicatura, nonché gore d'umidità.

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26 gennaio 1518, Como

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis et liberationis

Maria della Torre del fu Giorgio, vedova di Guidino della Porta e moglie di Giovanni Pietro «de Varadeo» del fu Martino, calzolaio di Como ed ivi abitante, col consenso del marito rivende a Bernardino della Porta del fu Vanossio, abitante a Mendrisio, un terreno a campo e vigna con due noci situato nel territorio di Mendrisio «in Pabierio», che il detto Guidino aveva acquistato dal detto Bernardino al prezzo di 50 fiorini investendolo poi ad un canone annuo di sette staia e mezzo di formentata. La detta Maria aveva acquistato per la medesima somma il terreno in questione dagli eredi del marito Guidino il 18 dicembre 1515. Il prezzo della retrovendita è di 50 fiorini.

Notaio rogatario: Laurentius de Lavizariis p.i.a.n. Cumarum f.c. Abondii olim dicti Boni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 29 820 x 320 mm, righe 94. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori, uno dei quali di grosse dimensioni nella parte superiore.

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27 gennaio 1518, Bellinzona

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum liveli

Bernardino Molo, figlio di Giovanni, di Bellinzona e sua moglie Elisabetta, figlia ed erede «in solidum» del fu Giacomo Magoria, investono a titolo di eredità perpetua Filippo del fu Martino Menici di Vellano in Val Morobbia, di un appezzamento di terreno prativo e campivo nel territorio della Val Morobbia «ad Meleram et ad Cisolum et ad Carralem», al canone annuo di 2 lire di terzoli da consegnare per la festa di s. Martino. Le parti convengono che entro 6 anni potrà Filippo ricomprare il detto terreno al prezzo di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 24 545 x 210 mm, righe 81.

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28 gennaio 1518, Moghegno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Martino del fu Rico di Zanone Rigolli, caneparo del comune di Maggia e agente a suo nome, dichiara di essere debitore nei confronti di Maffeo del fu Togno Giacomazzi di Maggia, e promette di pagargli entro Natale 18 lire di terzoli per alcuni beni venduti al comune dal detto Maffeo.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n., f.q. Pingini de Mogheno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 39 285 x 215 mm, righe 39. Cinque tagli di annullamento e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. L''inchiostro è diffusamente sbiadito.

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3 febbraio 1518, Lugano

Citazione in giudizio

Jakob Stefan di Uri, capitano di Lugano e Valle, su richiesta dei vicini di Tremona ordina ai vicini di Brusino Arsizio di comparire davanti a lui il giorno successivo per udire la sentenza nella lite in merito a certi beni immobili.

Cancellieri: Giovanni Alberto Crivelli, notaio alle cause, Lugano

ASTi, Pergamene, Poggi 57 (inserto)

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13 febbraio 1518, Maggia

Domande giudiziali / -

Davanti a Zane del Ponte di Bignasco, luogotenente di Heinrich Bläsi di Stans, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, compare Lafranco del fu Zanetto «Togni Bernardi» di Coglio, anche a nome di sua moglie Margherita, figlia ed erede testamentaria del fu Somadino «Martiane» di Lodano, e chiede di dichiarare che lui stesso «mediante persona dicte Margarite» è vicino di Lodano e di obbligare il comune a riconoscere entrambi come tali. Giovanni Antonio Panzera abitante a Lodano, console di Lodano, nega le pretese di Lafranco e Margherita, producendo un secondo testamento del detto Somadino e una rinuncia all'eredità fatta da Margherita. Il luogotenente fissa un termine di comparizione alle parti per sentire la sentenza del podestà e commissario.

Archivio Patriziale Lodano 10 (1/8) (inserto)

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20 febbraio 1518, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Giovanni Antonio del fu Giovanni «del Cato» di Gorduno vende a Enrico del fu Pietro de Sacco di Grono un appezzamento di terreno a vigna, prato e ronco situato nel territorio di Carasso «ad Motas illorum de Redarezio seu de la Nave vetera» al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due congi di mosto bianco da consegnare per la vendemmia.

Notaio rogatario: Fillipus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 75 (v.n. A.XIII/16) 590 x 340 mm, righe 67. Cinque piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore; piccole rosicature lungo le pieghe.

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26 febbraio 1518, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Jakob Stefan di Uri, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Tremona, da una parte, e il comune di Brusino Arsizio, dall'altra, relativa ad alcuni beni situati nel territorio di Meride «in Ducella seu ad Salvadegum seu de subtus Pratum Campeum, subtus Fontem de Ancerio», confermando un arbitrato del 1517 che assegnava i detti beni a Tremona e ordinando alle parti di scegliere due uomini per determinarne i confini. Qualora le

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 904 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete parti non riuscissero ad accordarsi, lo stesso capitano si recherà sul luogo per piantare i termini di confine.

Notaio rogatario: Iohannes Albertus Cribellus de Puyra p.i.a.n. causarum Lugani, f. domini Iohannis Antonii. Notaio scrivente: Iohannes Stephanus de Salla de Lugano p.i.a.n. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 57 880 x 500 mm, righe 92. Alcuni piccoli fori e una grossa lacuna nella parte finale. Inserti: 26 novembre 1517 (Lugano), 3 febbraio 1518 (Lugano)

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27 febbraio 1518, Maggia

Sentenza / Instrumentum sententie

Zane del Ponte di Bignasco, luogotenente di Heirich Bläsi di Stans, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, e Giovanni Ramelli di Nante in valle Leventina, «cognitores et dicixores» della causa fra Lafranco del fu Zanetto «Togni Bernardi» di Coglio abitante a Lodano e sua moglie Margherita, figlia e pretesa erede testamentaria del fu Somadino «Martiane», da una parte, e il comune di Lodano, dall'altra, in merito al diritto di vicinato di Lodano preteso dai primi, pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che Lafranco e Margherita non devono essere riconosciuti e tenuti come vicini di Lodano, in quanto il testamento da loro prodotto in giudizio non può fondare tale pretesa.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 10 (= 1/8) 580 x 380 mm, righe 71. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle, una grande lacerazione nell'angolo superiore destro, altre lacerazioni lungo i bordi e una gora di umidità lungo il lato sinistro. Inserti: 13 febbraio 1518 (Maggia)

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15 marzo 1518, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella causa tra il comune di Cavergno, da una parte, e quello di Menzonio e Brontallo, dall'altra, Heinrich Bläsi di Stans, commissario di Valmaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza. Il giudice conferma la sentenza di Francesco «de la Ecclexia» del 19 novembre 1492 e condanna Cavergno a versare alla controparte 24 ducati d'oro e un fiorino di Milano, di cui 4 ducati già versati da Brontallo e Menzonio per il salario e le spese di sopralluogo dello stesso Bläsi. I rappresentanti di Cavergno annunciano di voler ricorrere in appello.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n. f.q. Zanis notarii de Fuxio Vallis Lavizarie Notaio autenticante (della copia da originale): Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broyo Vallis Lavizarie

Copia autentica (di originale) (1576-1600); lat.

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Archivio Parrocchiale Brontallo 8 (= vecchio I/08) 520 x 375 mm, righe 40. Alcuni forellini dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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28 marzo 1518, Cevio

Domanda giudiziale e risposta / Petitio et responsio

Davanti a Heinrich Bläsi di Stans, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Antonio «Peroli», console, e Bernardo «Franzii», procuratore del comune di Cavergno, chiedono che il detto comune sia esentato dall'obbligo di riparare la strada da Cavergno verso la valle Sorda fino al «Passum altum et Scerpiam», se non verrà riconosciuto che il corte adiacente è parte del territorio di Cavergno. In risposta alla domanda di Antonio «Togneti» di Menzonio e Guglielmone di Lanfranco «Aritii» di Brontallo, che chiedono di ripartire le spese a tale scopo fra i tre comuni in base al numero di fuochi, i detti rappresentanti di Cavergno affermano di poter accettare tale suddivisione soltanto se verranno ristabiliti i confini precedenti a certe modifiche recenti.

ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 36 (inserto)

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28 marzo 1518, Cevio

Domanda giudiziale e risposta / Petitio et responsio

Davanti a Heinrich Bläsi di Stans, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Antonio «Peroli», console, e Bernardo «Franzii», procuratore del comune di Cavergno, chiedono che il detto comune sia esentato dall'obbligo di riparare la strada da Cavergno verso la valle Sorda fino al «Passum altum et Scerpiam», se non verrà riconosciuto che il corte adiacente è parte del territorio di Cavergno. In risposta alla domanda di Antonio «Togneti» di Menzonio e Guglielmone di Lanfranco «Aritii» di Brontallo, che chiedono di ripartire fra i due comuni le spese di manutenzione in base al numero di fuochi, i detti rappresentanti di Cavergno affermano di poter accettare tale suddivisione soltanto se anche il territorio verrà ripartito in base ai fuochi.

Archivio Parrocchiale Brontallo 9 (= vecchio I/09) (inserto)

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12 aprile 1518, Cevio

Rinuncia / Instrumentum finis et remissionis

Antonio di Giovanni Tognetti di Menzonio e Giovanni Zanetti detto Zanello di Menzonio e Guglielmone di Lanfranco «Arizii» di Brontallo, rispettivamente console e rappresentanti del comune di Brontallo e Menzonio, rinunciano nelle

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 906 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete mani del console di Cavergno Antonio «Peroli» e del vicino Bernardo Franzi, che stipulano a nome dello stesso comune, a ogni pretesa concernente la somma di 20 ducati e un fiorino di Milano che Cavergno era stata condannata a versare ai primi in seguito ad una sentenza di Francesco «de la Ecclesia», già commissario di Vallemaggia, e ad una successiva sentenza del commissario Heinrich Bläsi. Essi rinunciano inoltre a ogni pretesa relativa al versamento di quattro scudi per le spese processuali e dichiarano di ricevere, a tacitazione di ogni pretesa, 201 lire di terzoli e quattro scudi d'oro.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 35 570 x 210 mm, righe 75. Cinque fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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19 aprile 1518, Cavergno-Brontallo

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi di Stans di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra gli uomini di Cavergno, da una parte, e quelli di Brontallo e Menzonio, dall'altra, in merito alla strada che si estende da un corte in dentro «usque ad Ruynam que est intus passum altum Valis Surde». Il giudice ordina che il passo della valle Sorda sia mantenuto dalle parti in causa in ragione di metà ciascuna, secondo la determinazione dei confini fatta dai delegati delle parti, e condanna i contendenti ad assumersi le spese di giudizio in parti uguali.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 36 710 x 500 mm, righe 45. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore. Inserti: 28 marzo 1518 (Cevio) Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 9 (= vecchio I/09)

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19 aprile 1518, Brontallo

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Bläsi di Stans di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra gli uomini di Cavergno, da una parte, e quelli di Brontallo e Menzonio, dall'altra, in merito alla strada che si estende da un corte in dentro «usque ad Ruynam que est intus passum altum Valis Surde». Il giudice ordina che il passo della valle Sorda sia mantenuto dalle parti in causa in ragione di metà ciascuna, secondo la determinazione dei confini fatta dai delegati delle parti, e condanna i contendenti ad assumersi le spese di giudizio in parti uguali.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio Valismadie

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 9 (= vecchio I/09) 445 x 570 mm, righe 41. Pergamena arrotolata; tre fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, alcuni forellini dovuti a rosicatura. La presente sentenza (righe 1-8 e 21-41) contiene l'inserto della domanda giudiziale del 1518 marzo 28 (righe 8-21). Inserti: 28 marzo 1518 (Cevio) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 36

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19 aprile 1518, Villa (Valle Calanca)

Costituzione di dote / Instrumentum dotis

Giovanni di Domenico di Giovanni Pisinalli «de Borgliono» in Valle Calanca costituisce una dote di 150 lire di terzoli su un monte di «Borgliono» dove si dice «in Aurim» in favore della moglie Margherita, figlia del fu Giovanni Fuieramosca, da aggiungersi alla somma già pervenuta a Margherita in seguito alla divisione patrimoniale compiuta con i fratelli Giovanni ed Enrico Fieramosca.

Notaio rogatario: Ioannes del Molinario fil. domini Toneti de Calancha, p.i.a.n. Vallis Mexolcine

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 7 245 x 105 mm, righe 41. Un foro nel bordo sinistro, altri piccoli fori.

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5 maggio 1518, Lugano

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum renuntiationis

Giovanni del fu Franzino Rusca, cittadino e mercante di Como, aveva investito il 16 aprile 1499 a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Comanino del fu Antonio «de Novello» di Comano, agente anche a nome del fratello Pietro e dei nipoti Antonio e Giovanni del fu Domenico, di due terreni situati nel territorio di Comano «in Camerario» e «in Surgente <...>», al canone annuo di cinque ducati d'oro larghi e un paio di capponi, col patto di potersi liberare da tale livello acquistando i beni al prezzo di 100 ducati d'oro larghi (cfr. ASTi, Pergamene, Poggi 26). Ora Aloisio e Bernardino, figli ed eredi del fu Giovanni Rusca, cittadini e mercanti di Como, da una parte, e Giacomo ed Alberto del fu Comanino «de Novellis» di Comano, agenti anche a nome dei loro fratelli Pietro, Maffeo, Domenico, Antonio e Bionda, rinunciano alla detta locazione. I locatori dichiarano di avere ricevuto 296 lire e tre soldi a pagamento dei canoni di locazione trascorsi.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 58 360 x 400 mm, righe 50. Tre grossi fori dovuti a rosicature e altri di piccole e medie dimensioni.

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22 maggio 1518

Sentenza

Gli ambasciatori dei III cantoni pronunciano la propria sentenza nella causa d'appello tra il comune di Castione e Lumino, da una parte, e il comune di Arbedo, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo sull'alpe «Loga». Gli ambasciatori dichiarano che quelli di Castione e Lumino hanno diritto di pascolare le proprie bestie sull'alpe «Loga», <...> non possono pernottare <...> e hanno il diritto di tagliare legna e pascolare le bestie in Val d'Arbedo <...>.

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Melchior Bündti di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio, è stato asportato mediante taglio. Rimane parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Lumino 56 630 x 530 mm, righe 81. Gravi lacune, ricomposte in sede di restauro, a causa di rosicature e consunzione in particolare nella parte sinistra. Estese macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 58.

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27 maggio 1518, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie, pronuntiationis et declarationis

Nella causa tra il comune di Losone e Arcegno, rappresentato da Giovanni «Gulielmuzii», già console di Losone, Saviolo «de Britio» e Lorenzo «de Bregnio», da una parte, e Franzio del fu Antonio «Monaci», Bartolomeo fratello di Nicora, Guglielmolo di Bernardo «magistri Petri», Giacomo «dela Berta», Bertramo di Michele «Zuchoni» e Giovanni Antonio «Rosseti», tutti di Ronco, dall'altra, in merito a una selva di castagni chiamata «Silva de Gannis», e più particolarmente ai danni in essa causati dai suddetti di Ronco, Hans «Besgher» (Bettschart) di Svitto, commissario di Locarno, pronuncia la sua sentenza. Il giudice dichiara che la selva è proprietà degli uomini di Losone e Arcegno per l'estensione in cui lo è sempre stata secondo le testimonianze raccolte, essi dunque ne possono godere i frutti come in passato salvo eventuali diritti particolari, purché provati da istrumenti o testimoni; coloro che hanno arrecato danni siano puniti come ordinato dal suo predecessore; è riservato il diritto del comune di Ascona di procedere contro Losone qualora si sentisse leso nei suoi diritti. Lorenzo «de Bregnio» e Saviolo «de Britio», procuratori del comune di Losone e Arcegno, accettano la sentenza, mentre Giovanni «de Rozollo», procuratore di Ronco, la contesta.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Annono, n.p.i.a. constitutus, f.q. domini Nicolay de Annono de Locarno

Sigillo: esistente. Sigillo araldico aderente di cera sotto carta di Hans Bettschart di Svitto; l'arma nel campo porta uno stemma personale (?) (doppio uncino (o Wolfshacken) simile a quelle delle famiglie Schuler o Suter); nella corroboratio non è specificato chi abbia sigillato il documento. Legenda: L'impronta è danneggiata: della legenda circolare si legge unicamente la lettera S.

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Originale; lat. e it. Archivio Patriziale Ascona 1 (v.n. AST 19) 625 x 440 mm, righe 82. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, altri fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. La presente sentenza (righe 1-13, 45-82), contiene la domanda giudiziale dei rappresentanti di Losone e Arcegno del 1516 maggio 10 (righe 13-45). La parte imperativa della sentenza è scritta in italiano. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 56-57, nr. 19. Inserti: 10 maggio 1516

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4 giugno 1518, Como

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis ac renuntiationis

Sangino Rodari del fu Nicola di Maroggia, agente anche a nome della sorella Giovannina, vende ad Aloisio del fu Giovanni Rusconi, cittadino di Como ed ivi abitante, agente anche a nome del fratello Bernardino, l'ottava parte di un mulino, una segheria ed altri beni immobili situati nel territorio di Maroggia «ad Molandinum Superiorem», già venduti il 16 febbraio 1496 al detto Giovanni Rusconi dal fu Nicola Rodari al prezzo di 130 lire di terzoli, e in seguito locati al detto Nicola al canone annuo di sei staia e mezzo di biada di mistura di segale e frumento. Il venditore cede inoltre il plusvalore e le migliorie apportate ai detti beni, nonché un orto murato con alberi da frutto situato nel territorio di Maroggia «ad Ortum Nicolay». Il prezzo convenuto è di 130 lire di terzoli, corrispondenti agli arretrati dei canoni d'affitto del detto mulino.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Ruschonibus p.i.a.n. Comi, f.q. domini Ieronimi.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 59 1310 x 340 mm, righe 184. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori e due minuscole cuciture di restauro nel margine superiore.

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16 giugno 1518, Locarno

Locazione / instrumentum locationis

Giovanni Giacomo del fu Giovanni Pietro «Caralis» di Sonogno, agente a nome del fratello Giovanni Martino, console, Giovanni di Paganino «Paganoli», Bernardo del fu Giacomo «Bodini», Sonogno «Vidori», Bernardo «de la Torba», Martino «Iacomazii», Zanolo di Giovanni «Laffranchoni de Fratis» di Frasco e Giovanni «Domenighini» di Berzona abitante a Frasco, tutti vicini e agenti in nome del comune di Sonogno e Frasco, investono a titolo di locazione Battista Moresini di Bernardino, abitante a Locarno, di due boschi di larici e abeti situati nel territorio del detto comune «ad Buschum de Larexedo» e «ad Buschum de Cardedo et seu Teyanina», per la durata di 50 anni e oltre a volontà delle parti. I locatori dichiarano di avere ricevuto quale fitto 32 lire di terzoli, che saranno impiegate per i bisogni della chiesa «ipsorum de Sonogno». Le parti convengono inoltre che i vicini di Sonogno e di Frasco potranno tagliare legna per loro

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 910 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete uso nei detti boschi e trasportarla fino a Gordola allo scopo di costruire le loro case.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus, f.q. ser Bartholomey de Ferariis, habitator Locarni

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 5 465 x 265 mm, righe 57. Rosicature e lacerazioni lungo i bordi e le pieghe, alcune macchie.

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16 luglio 1518, <...>

Locazione

Giovanni Pietro del fu Alberto «de Mangiachabalis», cittadino e abitante di Como, agente anche a nome dei suoi fratelli Pietro Antonio e Aloisio, investe a titolo di enfiteusi e livello perpetuo il notaio Andrea Fossati di Meride del fu Giovanni, abitante a <...> nella pieve di Riva [San Vitale] di due terreni situati nel territorio di Meride «in Roncho de Bochis» e «ad Pratum de la Fontana», al canone annuo di sei lire di terzoli. (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 269 310 x 185 mm, righe 52. L'atto è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo: rimangono resti del filo di canapa lungo i fori praticati per tale reimpiego. Il documento presenta una grossa lacuna nella parte centrale ed è privo della parte finale. Altri piccoli fori, macchie e lacerazioni.

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17 luglio 1518, Lugano

Sentenza / Instrumentum

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta di Camignolo, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Camignolo, da una parte, e il comune di Mezzovico e Vira, dall'altra, in merito al confine comune nella zona «in Piazeno». Essi decidono che i termini recentemente piantati per definire tale confine dovranno essere ricollocati, poiché comprendono nel territorio di Mezzovico e di Vira la chiesa di S. Ambrogio, che da antichissimo tempo è parte del comune di Camignolo, ai cui uomini spetta l'elezione del prete ivi officiante.

Notaio rogatario: Ieronimus Moresinus f. dominy Bernardiny de Lugano i.a.n. ac scriba et interpres preffatorum magnifficorum dominorum.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 31 370 x 410 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle. Edizione: Bsb Vi (1945), pp. 95-97.

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31 luglio 1518, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture liveli

Zane del fu Antonio «del Beto» di Sassa, abitante «ad la Cassinam», vende a Enrico del fu Pietro de Sacco, abitante a Grono, un appezzamento di terreno a vigna e camp situato nel territorio di Gorduno «ad la Cassinam», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due staia di formentata (segale e frumento per metà) da consegnare per s. Martino e un congio di mosto bianco da consegnare per la vendemmia.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f. domini Filipi de Cuxa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 76 (v.n. A.XIII/17) 470 x 375 mm, righe 69. Minuscoli fori dovuti a usura lungo le piegature

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7 agosto 1518, Minusio

Ordine / Instrumentum precepti

Heinrich Heer di Glarona, podestà e commissario della comunità di Locarno e Pieve, ordina al prete Giacomo detto Giacomello di Mergoscia di pagare entro dieci giorni a Pietro Romeri, console del comune di Minusio, Mergoscia e Rivapiana, a nome del quale egli agisce, otto lire di terzoli a pagamento di alcuni beni vendutigli.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis p.n. Locarni et plebis f.q. ser Iohannis Leonis de Locarno habitator Menuxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 39 290 x 140 mm, righe 46. Tre tagli d'annullamento e diversi fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 agosto 1518, Arogno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Bernardo del fu Gabriele «de Poradis» di Bissone, anche a nome del fratello Battista, dichiara di avere ricevuto dal prete Giovanni del fu Salando Rusconi di Como, beneficiato della chiesa di S. Stefano di Arogno, agente anche a nome di suo fratello Giacomo e di suo nipote Giovanni Antonio, quattro lire e quattro soldi di terzoli a pagamento dei canoni d'affitto scaduti il giorno di s. Martino gravanti su alcuni beni locati ai detti Rusconi il 18 dicembre 1504.

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Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n. Lugani et Vallis et f. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 11 265 x 195 mm, righe 41. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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11 ottobre 1518, Bellinzona

Locazione / Instrumentum l

Pietro del fu Zane Zanini di Carmena investe a titolo di livello ed eredità perpetua Enrico del fu Giacomo Scalabrini di Vellano della vigna situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Chochum ad Ronchum», venduta il giorno stesso da Enrico Scalabrini al detto Pietro. Il canone annuo stabilito è di un congio di mosto.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolay habitator Berinzone n.

Originale estratto da imbreviature (1529 giugno 15); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 26 430 x 155 mm, righe 61. La pergamena presenta guasti e lacune lungo tutto il margine destro, nonché un foro di medie dimensioni dovuto ad un guasto e un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle.

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11 ottobre 1518, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Enrico del fu Giacomo Scalabrini di Vellano vende a Pietro del fu Zane Zanini di Carmena una vigna situata nel territorio di Valle Morobbia «ad Cochum ad Ronchum», al prezzo di 54 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus n. Berinzone. Notaio estraente: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolay habitator Berinzone n.

Originale estratto da imbreviature (1529 giugno 15); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 25 420 x 155 mm, righe 61. Alcuni piccoli fori.

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27 ottobre 1518, Locarno

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Vendita / Instrumentum venditionis

Tognino detto «Foxanus» del fu «del Vascho» di Fosano di Gambarogno vende a mastro Alberto del fu mastro Antonio «Barbery», abitante a Locarno, un appezzamento di terreno prativo, arativo e vignato alberato «a rumpibus» nel territorio di Fosano «ad Canevarium», un appezzamento di terreno silvato e boschivo «ad Mondam de Bianchis». Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Domenicus p.i.a.n. f. ser Iohannis Antonii de Verzascha, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 105 630 x 375 mm, righe 94. Alcune macchie. Sullo stesso documento figurano la presente vendita (r 1-41) e la locazione del 27 ottobre 1518 (r 42-94).

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27 ottobre 1518, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Mastro Alberto del fu mastro Antonio «Barbery», abitante a Locarno, investe Tognino detto «Foxanus» del fu «del Vascho» di Fosano di Gambarogno di un appezzamento di terreno prativo, arativo e vignato alberato «a rumpibus» nel territorio di Fosano «ad Canevarium» e di un appezzamento di terreno silvato e boschivo «ad Mondam de Bianchis», al canone annuo di 5 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Domenicus p.i.a.n. f. ser Iohannis Antonii de Verzascha, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 105 630 x 375 mm, righe 94. Alcune macchie. Sullo stesso documento figurano la vendita del 27 ottobre 1518 (r 1-41) e la presente locazione (r 42-94).

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18 novembre 1518, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolfgang Yselin di Basilea, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Aurigeno, da una parte, e Iorio del fu Zane «Iorii» di Avegno, fideiussore di Giovanni Antonio detto il Milanese del fu Iorio «Zanis Iorii», abitante a Vira Gambarogno, dall'altra, in merito al risarcimento dei danni arrecati dai cavalli del detto Giovanni Antonio a un bosco concessogli dal comune di Avegno allo scopo di produrre carbone. Il commissario condanna Giovanni Antonio a riparare i danni e limita il diritto di pascolo per i suoi cavalli allo stretto necessario per l'esercizio delle carbonaie e per il trasporto del carbone.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filipi Franzoni de Cevio.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 36 380 x 370 mm, righe 43. Un foro di medie dimensioni nella parte sinistra, risalente alla lavorazione della pelle, e uno strappo nell'angolo superiore destro.

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26 novembre 1518, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo del fu Giacomo «del Stopa» di Cortenuova di Gudo vende a Giacomo del fu Bartolomeo «del Stopa» di Cortenuova di Gudo un edificio interrato con corte situato nel territorio di Gudo «ad Curtem Novam», al prezzo di 54 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 200 420 x 140 mm, righe 61. Alcuni piccoli fori.

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8 dicembre 1518, Locarno

Promessa / Instrumentum promissionis

Pietro di fu «Homodey» di Vigezzo, abitante a Locarno, aveva venduto a Maria figlia di Romerio detto «Bachaleti olim Martinoli Vacharii» di Onsernone, abitante a Locarno, una casa con cantina, camere e solaio («spazachali supra») con tetto in piode e un cortile antistante nel territorio di Locarno «in contrata de Prevostonibus» al prezzo di 200 lire di denari nuovi. Ora Maria promette di retrovendere i detti beni al prezzo della vendita con facoltà di abitare la casa ancora per almeno 3 anni per affitto onesto.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f. q. domini Antonii Cataney de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 106 510 x 285 mm, righe 75. Regesto: Regresus Petri Homodey factus per Mariam dicti Bachaleti.

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9 dicembre 1518, Sornico

Domanda giudiziale e risposta / Petitio et responsio

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Davanti a Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, che siede in tribunale, Cristoforo Caligari di Bignasco, agente a nome del comune di Bignasco, chiede che Martino del fu Giacomo Giotti di Menzonio sia condannato a pagare 20 soldi di terzoli a causa del pignoramento di certi animali compiuto da quelli di Bignasco ai suoi danni per averli fatti pascolare prima di s. Bartolomeo nel luogo «de Pianello». Il detto Martino chiede dal canto suo di essere liberato da ogni pretesa della parte avversa.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 95 (inserto)

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(dopo il 9 marzo 1514 - 1518)

Mandato

Girolamo Ghinucci di Siena, vescovo di Ascoli, camerario pontificio e uditore di camera, su richiesta di padre Alessandro «de Neronibus» di Firenze, protonotaio apostolico e precettore dell'ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma, e del procuratore Francesco Camello, dottore in entrambi i diritti, preposito di Pistoia, segretario e procuratore generale del detto precettore, fa redigere copia autentica della conferma di privilegi di indulgenze e di indulti di papa Leone X. (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 139 560 x 420 mm, righe 104. Il documento è primo di uno o più membrabe. Nel margine inferiore fori di cucitura. Nel margine superiore, cucitura in filo di canapa, risalente alla lavorazione della pelle. Inserti: <9> <1514> ()

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18 gennaio 1519, Cavergno

Testamento / Instrumentum codicillorum et legati

Elena del fu Giovannolo Palanzoti di Cavergno, vedova di Giacomo del fu Antonio di Zane Antoni di Bignasco, abitante a Cavergno, detta il proprio testamento. La testatrice ordina alla figlia Margherita e a suo marito Michele di dare al comune di Cavergno dieci soldi di terzoli di pane dalla vigilia del prossimo Natale, e dopo la sua morte 20 soldi di terzoli che il comune distribuirà sotto forma di pane ai vicini di Cavergno. Per garantire i legati la detta testatrice impegna due terreni situati a Cavergno «ad Mondatam ubi dicitur ad Alnedatium» e «subtus Canevalle illorum Iacmini de la Fontana de Cavergno». Qualora i suoi eredi non volessero tenere questi terreni, il comune potrà metterli all'incanto devolvendo il ricavato per le dette elemosine.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 37

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450 x 350 mm, righe 52. Un piccolo foro nell'angolo superiore sinistro.

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21 gennaio 1519, Sornico

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la chiesa di S. Martino di Sornico, rappresentata dal prete beneficiato Giovanni del fu Giovanni Roma detto Papino, da una parte, e il comune di Fusio, rappresentato da Giovanni detto Carera e da altri vicini, dall'altra, in merito ai diritti delle chiese locali. Il giudice ordina che Fusio potrà avere un proprio sacerdote residente, ma condanna il detto comune a versare al beneficiato di Sornico le primizie per l'anno in corso, riservando il diritto ai vicini di Fusio di agire contro il loro console per avere confermato il detto prete alla cura della chiesa di Fusio durante l'assemblea dei consoli di tutta la Valle Lavizzara del gennaio dello stesso anno.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 21 600 x 395 mm, righe 51. Piccoli fori e tre strappi di medie e grosse dimensioni nella parte superiore, uno dei quali sommariamente cucito. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 33.

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3 (?) febbraio 1519, <...>

Vendita

Gaspare «de Guandironibus» di Rancate del fu Giorgio, agente anche a nome del fratello Martino, vende a Polissena Crivelli figlia del fu Bello e vedova di Gabriele di San Pietro, abitante a Rancate, un terreno a campo e prato con diverse piante situato nel territorio di Rancate «ad Pratum (?) de Castello», al prezzo di 100 fiorini. (Frammento)

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 25 620 x 320 mm, righe 64. Il documento era forse composto in origine di più membrane, di cui rimane soltanto quella iniziale. Strappi, lacerazioni e numerosi fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle e altri (con resti del filo di cuoio e di canapa) praticati per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature, forse di un certo Maffeo. Lungo il margine superiore è cucito un foglio pergamenaceo di rinforzo.

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14 febbraio 1519, Locarno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum hereditatis perpetuue

Bernardino del fu Gottardo Porrini di Ascona vende a Giovanni Antonio, figlio e procuratore di Francesco del fu Giulio «de Rozollo» di Locarno, agente a nome del detto suo padre e di suo fratello Francesco, un campo con 12 piante di olive situato nel territorio di Ascona «subtus Rondonichum», al prezzo di 112 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di eredità ed enfiteusi perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di quattro staia di mistura di segale e miglio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 1 540 x 430 mm, righe 76. Alcuni piccoli fori.

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16 febbraio 1519, Sornico

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, rappresentato dal console Cristoforo Caligari e dal procuratore Zane del Ponte, da una parte, e Martino del fu Giacomo Giotti di Menzonio, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo nel luogo «de Pianellis». Egli condanna Martino Giotti a pagare 20 soldi di terzoli al comune di Bignasco per due pegni presigli, a non più pascolare le proprie bestie né in Pianello, né negli altri luoghi descritti, e al pagamento delle spese.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 95 730 x 380 mm, righe 60. Una lacerazione di grosse dimensioni nella parte superiore sinistra e due piccoli fori. Inserti: 9 dicembre 1518 (Sornico)

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28 febbraio 1519, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Cavergno, rappresentato dal console Giovanni Insermeti, dai procuratori Bernardo Franzi e Giovanni Alessi Lormani, da una parte, e il comune di Bignasco, rappresentato dal procuratore Zane del Ponte, dall'altra, in merito al diritto di sorveglianza sui beni e i pascoli situati nei detti territori.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 96 615 x 360 mm, righe 49. Una cucitura precedente la stesura dell'atto lungo il margine sinistro.

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15 marzo 1519, Mendrisio

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Battista «de Rovera» del fu Giacomo, abitante al Mulino Nuovo, situato nel territorio di Rancate, dichiara di essere debitore nei confronti del frate Luca da Bissone, priore del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, e dei frati Battista Ferrari e Benedetto da Bissone, agenti a nome del detto convento, e promette di versare loro entro la festa di s. Martino 32 lire di terzoli per la locazione del detto mulino. Il detto capitolo dovrà far stimare le migliorie apportate ai beni locati dal detto Battista e computarle per l'estinzione del suo debito. Leonardo Somazzi, luogotenente del podestà di Mendrisio e della pieve di Balerna Marco Somazzi, condanna il detto debitore a pagare quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Antonius de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 30 420 x 220 mm, righe 53. Macchie e fori di piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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1 aprile 1519, Bellinzona

Compromesso / Instrumentum compromissi

Il prete Giovanni del fu Bartolomeo «dela Cha» di Daro, agente anche a nome dei nipoti Bartolomeo, Giovanni Antonio, Pietro, Paolo, Alberto e Donato, figli del suo defunto fratello Vincenzo, Antonio del fu Giovanni «dela Cha» di Daro e Albertino del fu Pietro «de Miis de Rossignago» nel ducato di Milano, erede del defunto Giovanni «dela Cha» di Daro, da una parte, e Antonio detto Tassotto «dela Cha» di Daro, dall'altra, nominano arbitro Giacomo Zoppo del fu Stefano Bonzanigo, abitante a Bellinzona, con l'incarico di risolvere le controversie pendenti fra loro. La durata del compromesso è fissata in un mese, con facoltà di proroga da parte dell'arbitro.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 77 (v.n. A.XIII/20) 430 x 300 mm, righe 56. Sei fori di piccole e piccolissime dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, diverse rosicature, in particolare lungo il bordo sinistro.

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26 aprile 1519, Sonogno

Convenzione / instrumentum pactorum, transactionum et conventionum

I vicini di Frasco, da una parte, e di Sonogno, dall'altra, tutti convocati in assemblea da Sonogno del fu Martinetto «de Zexia» di Sonogno, console dei comuni di Frasco e Sonogno, stipulano una convenzione in merito alle chiese di S. Maria di Loreto di Sonogno e di S. Bernardo di Frasco. Le parti convengono che il sacerdote officiante delle due chiese dovrà essere eletto dai vicini dei due comuni e che egli non potrà essere allontanato senza il consenso di entrambi. Stabiliscono inoltre i giorni del calendario liturgico nei quali il prete sarà tenuto a celebrare nell'una o nell'altra chiesa. Infine concordano che i vicini di Sonogno dovranno continuare a partecipare alla manutenzione della chiesa di Frasco, all'acquisto di cera e paramenti e agli eventuali ampliamenti; essi potranno dal canto loro far consacrare la chiesa di Sonogno, farvi porre un fonte battesimale e annettervi un cimitero per seppellirvi i defunti di quei luoghi.

Notaio rogatario: Vanonus Felloli p.i.a.n., f.q. ser Blasii Felloli notarii de Solduno

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 6 640 x 470 mm, righe 79. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro, altri fori dovuti a consunzione lungo le pieghe. Regesto: Per il documento v. G. Buetti, Note storiche religiose delle chiese e parrocchie della Pieve di Locarno (1902) e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), Locarno 1969, p. 326. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 7

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26 aprile 1519, Sonogno

Convenzione / instrumentum pactorum, transactionum et conventionum

I vicini di Frasco, da una parte, e di Sonogno, dall'altra, tutti convocati in assemblea da Sonogno del fu Martinetto «de Zexia» di Sonogno, console dei comuni di Frasco e Sonogno, stipulano una convenzione in merito alle chiese di S. Maria di Loreto di Sonogno e di S. Bernardo di Frasco. Le parti convengono che il sacerdote officiante delle due chiese dovrà essere eletto dai vicini dei due comuni e che egli non potrà essere allontanato senza il consenso di entrambi. Stabiliscono inoltre i giorni del calendario liturgico nei quali il prete sarà tenuto a celebrare nell'una o nell'altra chiesa. Infine concordano che i vicini di Sonogno dovranno continuare a partecipare alla manutenzione della chiesa di Frasco, all'acquisto di cera e paramenti e agli eventuali ampliamenti; essi potranno dal canto loro far consacrare la chiesa di Sonogno, farvi porre un fonte battesimale e annettervi un cimitero per seppellirvi i defunti di quei luoghi.

Notaio rogatario: Vanonus Felloli p.i.a.n., f.q. ser Blasii Felloli notarii de Solduno

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 7 510 x 450 mm, righe 73. Nel verso, di mano del notaio rogatario: Pacta comunia locorum Senonio de Verzascha ocaxione eorum ecclesiarum et cetera; di mano del XVII/XVIII secolo, annotazioni illeggibili per la sbiaditura; di mano del XVIII secolo: Patti e Convencioni seguitti / tra Frasco e Sonogno per / cause delle loro chiese / del anno 1519 adi / 27 di aprille come di dentro; di mano del XVIII/XIX secolo: Par.; di mano del XX secolo (Rocco da Bedano?): Sonogno / 1519 apr. 26 (B). Regesto: Per il documento v. G. Buetti, Note storiche religiose delle chiese e parrocchie della Pieve di Locarno (1902) e della

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Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), Locarno 1969, p. 326. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 6

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16 maggio 1519, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Martino del fu Stefano Tortelle di Minusio, console di Minusio e Mergoscia, Giovanni Antonio «de Ferariis», abitante a Locarno, Filippo Leoni Cotti, Pietro Romeri «Gottardatii» di Minusio, Pietro di Tognetto «Trupini» di Mergoscia, console del comune di Mergoscia, Martino di Antonio Guglielmuzoni, Guglielmolo di Giacomo «Plagii» di Mergoscia, procuratori del detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Domenico «Domenigalii» di Minusio di terreno vignato «a lizariis» e in parte silvato nel territorio di Minusio «ad Naveniam», al canone annuo di una brenta di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia. Il locatario dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Domenico 80 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n., f.c. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et n. ellectus et constitutus per magnificum consilium comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnia et singula instrumenta confecta per suprascriptum quondam patrem meum et olim n. p. Locarni et plebis.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 32 570 x 320 mm, righe 98. Estese lacune nel margine sinistro, altre rosicature nel margine destro, nonché alcune macchie. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 497.

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17 maggio 1519, Minusio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovanni Antonio del fu Bartolomeo Aldrici, abitante a Minusio, vende a Filippo Leoni Cotti, caneparo della chiesa di S. Quirico di Minusio di Rivapiana, agente a nome della detta chiesa, tutte le migliorie apportate su un «cortauro» con corte e orto nel territorio di Minusio a Cadogno, del quale Giovanni Antonio era stato investito da mastro Giovanni Lanzi di Locarno, di un canone di una brenta di vino bianco, alla brenta di Locarno. Il prezzo di vendita è di 30 lire di terzoli più il canone dovuto a detto Giovanni Lanzi.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n. f. q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et notarius ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulos processus, protocollos et alios actus publicus omniaque instrumenta tam extensa quam non extensa rogata et tradita per nunc quondam suprascriptum dominum patrem meum.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 33

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480 x 320 mm, righe 66. Diversi fori di piccole e medie dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione («anno a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo decimo nono, indictione septima, die lune decimo septimo mensis») non corrispondono tra loro: il 17 maggio 1519 cadeva di martedì anziché di lunedì. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 497.

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1[7] maggio 1519, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Filippo Leoni Cotti, caneparo della chiesa di S. Quirico di Minusio e Rivapiana, agente a nome della detta chiesa, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Giovanni Antonio del fu Bartolomeo Aldrici, abitante a Minusio, di tutte le migliorie apportate sopra un «cortauro» con corte e orto nel territorio di Minusio a Cadognio, delle quali detto Giovanni Antonio era stato investito a titolo ereditario da mastro Lorenzo Lanzi di Locarno, al fitto annuo di 30 brente di vino o mosto bianco, alla brenta di Locarno. Il canone annuo è di 1 lira e 12 soldi di terzoli da consegnare alla chiesa di S. Rocco per s. Martino, più le 30 brente di vino o mosto bianco.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno. Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n. f. q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii, et notarius ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni ad explendum et in publicam formam redigendum omnes et singulos processus, protocollos et alios actus publicus omnia et singula instrumenta tam extensa quam non extensa rogata et tradita per nunc quondam suprascriptum olim patrem meum notarium.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 28 580 x 330 mm, righe 76. Sei fori di piccole e medie dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione («anno a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo decimo nono, indictione septima, die lune decimo *** mensis mai.») sono stati ricostruiti in base alla vendita dello stesso giorno «paulo ante». Si noti che gli elementi della datazione non corrispondono tra loro, v. Minusio 33. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 471-472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 496 (erroneamente pubblicate sotto la data 1513 maggio 16).

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18 maggio 1519, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Martino del fu Stefano Tortelle di Minusio, console di Minusio e Mergoscia, Giovanni Antonio «de Ferariis», abitante a Locarno, Filippo Leoni Cotti, Pietro Romeri «Gottardatii» di Minusio, e Pietro di Tognetto «Trupini» di Mergoscia, console del comune di Mergoscia, Martino di Antonio Guglielmuzoni, Guglielmolo di Giacomo «Plagii» di Mergoscia, agenti a nome del comune di Minusio , investono a titolo di eredità Nicolao Quadrio di un appezzamento di terreno vignata «a lizariis» chiamato «Ronchus» nel territorio di Minusio «ad Navegniam», al canone annuo di una brenta di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Nicholaus Leonis Cotti de Locarno.

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Notaio estraente: Franciscus p.i.a.n. f. q. domini Nicholay Leonis Cott[i] de Locarno, habitator Menuxii, et notarius ellectus et deputatus per consilium generalem comunitatis Locarni et plebis ad explendum et in publicam formam redigendum seu redigi faciendum omnia et singula instrumenta confecta et abreviata per suprascriptum quondam dominum patrem meum.

Originale estratto da imbreviature; lat. Archivio Patriziale Minusio 34 420 x 370 mm, righe 62. Tre fori nel margine inferiore e altri due fori nella parte superiore ricuciti con filo di canapa, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché lacune lungo i margini sinistro e destro dovuti a rosicatura. Gli elementi della datazione («anno a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo decimo nono, indictione septima, die lune decimo octavo mensis maii») non corrispondono tra loro: il 18 maggio 1519 cadeva di mercoledì anziché di lunedì. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 497.

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3 giugno 1519, Maggia

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum et sententie

Davanti a Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Giovanni Giovannini, Giovanni Garzola e Giovannetto Rici, incaricati dai vicini di Maggia di definire i confini tra l'alpe «de Adegua» e il monte contiguo per porre fine alla lite tra il comune di Maggia, da una parte, e alcuni uomini di Maggia aventi diritto di pascolo sopra il detto monte, dall'altra, stabiliscono i rispettivi diritti di sfruttamento.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 40 580 x 365 mm, righe 52. Alcuni fori di piccole dimensioni e, nella parte finale, cinque fori con tracce di filo.

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4 giugno 1519, [Lugano]

Citazione in giudizio e notifica

Su richiesta del comune di Camignolo, il capitano di Lugano ordina al console e agli uomini di Medeglia di comparire entro il lunedì successivo davanti al detto capitano per assistere all'interrogazione di testimoni prodotti da Camignolo in una causa tra i detti comuni. Il giorno stesso Martino Pedrini di Bironico, pubblico servitore di Lugano, presenta l'ordine a Pietro Passerini di Medeglia, abitante a Drossa, e gli notifica un precetto del capitano di Lugano, con il quale si impone agli uomini di Medeglia di non intromettersi in alcun modo nella «pastura illorum de Camignolo» finché la detta causa non sarà terminata.

Notaio rogatario: Tadeus Ruscha de Bironicho n.p. Lugani et Vallis.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Prada-Camignolo 32 390 x 140 mm, righe 33.

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7 giugno 1519, Cresciano

Sentenza / Sententia

Jacob Steffan di Uri, Jakob Anderrüthi (An der Rutti) di Svitto, Heinrich von Matt di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, e Martin Krienz di Svitto, commissario di Riviera, nella causa tra Guglielmo «de Frigeriis», notaio e scriba di Val Blenio, e Ambrogio Conceprio, caneparo di Val Blenio, agenti a nome di detto comune, da una parte, e Pietro «Tognalle», console di Biasca, e Battista «de Gana», procuratore di Biasca, agenti a nome di detto comune, dichiarano che gli uomini di Blenio non sono tenuti a pagare alcun forletto a quelli di Biasca, eccetto che per il riso, il grano e il vino condotto Oltralpe.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus del Bello f. magistri Iohannis de Rovedano p.i.a.n. et scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo pendente di cera bruna di Martin Krienz di Svitto, commissario di Riviera. L'impronta è gravemente danneggiata.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 63 465 (plica esclusa) x 420 mm, righe 48.

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8 giugno 1519, Lottigna

Sentenza / Sententia

Davanti a Jacob Steffan di Uri, Jakob Anderrüthi (An der Rutti) di Svitto, Heinrich von Matt di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, Peter Zebnet di Altdorff, vicario di Val Blenio, nella causa tra Giovanni Bruni, rettore della chiesa di Dongio, e Ambrogio Conceprio, console di Dongio e procuratore della detta chiesa, da una parte, e Antonio «Marognino» di Dongio, dall'altra, agente a suo nome e a nome degli eredi del defunto Gugliemo «Gianuzii» detto «Bagnabocha» di Dongio in merito ai legati fatti dal detto Guglielmo a Giovanni e Ambrogio a nome della chiesa, essi confermano la precendete sentenza (5 ottobre 1517) del vicario, inoltre dichiarano che se il prete Giovanni o un'altra persona ha promesso agli eredi qualcosa, questi lo devono ottenere dal prete stesso o dalla persona e non dai beni della chiesa.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Largario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo in cera sotto carta di Peter Zebnet, vicario di Val Blenio. Rimangono una piccolissima parte del cartiglio e la parte di foglio attaccata con filo di canapa.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Blenio 64 435 x 190 mm, righe 54. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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16 giugno 1519, Locarno

Locazione

Giovanni Antonio «de Ferariis» di Locarno, Filippo Leoni di Rivapiana di Minusio, Martino Antonio Guglielmuzoni di Mergoscia, Guglielmolo Plaggii di Mergoscia, agenti a nome del comune di Minusio e Mergoscia, investono a titolo di eredità Giovanni Antonio Zendrini di Minusio di un appezzamento di terreno silvato nel territorio di Minusio e Mergoscia «ad Silvam de Regnaldo», al canone annuo di 2 staia di castagne secche per i primi 4 anni e in seguito di 3 brente di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia. Il locatario dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Giovanni Antonio 32 lire di terzoli.

Copia semplice; lat. Archivio Patriziale Minusio 35 500 x 305 mm, righe 77. Due grossi fori nella metà interiore, dovuti a rosicatura. Lacerazioni nel margine inferiore. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 498.

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14 luglio 1519

Ricevuta

Zonfredo Orelli di Locarno dichiara di avere ricevuto dagli ambasciatori dei XII cantoni 176 lire di terzoli, in pagamento di quanto dovuto allo stesso Zonfredo e all'università dei nobili di Locarno per il «terratico» di Gordola e Magadino.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Franciscus Franzioxius n.p. Locarni.

Originale; lat. ASTi, Rima 2 (= 28/002) 265 x 90 mm, righe 9. Un piccolo foro nella parte destra, risalente alla lavorazione della pelle. Nel verso resti di carta incollata.

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19 luglio 1519, Locarno

Procura / Instrumentum procure et seu mandati

L'università dei nobili di Locarno, riunita in assemblea nel convento di S. Francesco, nomina suoi procuratori Pietro Martire Magoria, Zonfredo Orelli, il prete Galeazzo Muralto e Battista Magoria, con l'incarico di rappresentarla nella causa intentata nei suoi confronti da certi leventinesi e dai loro soci in merito alla peschiera sul fiume Ticino nel territorio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 925 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di Locarno, chiamata «nassarius prefatorum nobilium», che sarà dibattuta alla dieta confederata del primo agosto successivo a Baden.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Annono, n.p.i.a. constitutus, f.q. domini Nicolay de Annono de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Rima 3 (= 2331/001) 285 x 310 mm, righe 30. Una lacerazione nel bordo superiore, lungo la piega verticale centrale, e alcune gore di umidità.

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17 agosto 1519, Lugano

Conferma di elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Pietro Rusconi del fu Franzio, abitante a Lugano, già arbitro designato a suddividere i beni ereditati dai fratelli Aloisio e Bernardino Rusca, suoi nipoti e figli del fu Giovanni, viene confermato arbitro con il compito di ultimare la suddivisione dei beni restanti situati sia in Val Lugano che altrove, iniziata il 27 aprile 1515.

Notaio rogatario: Lanzalotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 60 495 x 390 mm, righe 47. Rosicature di grosse dimensioni lungo i margini verticali e qualche macchia nella parte superiore.

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17 settembre 1519, Lugano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra Aloisio Rusca, da una parte, e suo fratello Bernardino, dall'altra, entrambi figli ed eredi del fu Giovanni Rusca di Como, Pietro del fu Franzino Rusconi, loro zio, abitante a Lugano, arbitro designato dalle parti per suddividere i beni fra i detti fratelli, porta a termine la divisione assegnando ad Aloisio alcuni beni situati sia in Val Lugano che altrove, in particolare a Porlezza, e al fratello Bernardino i beni situati a Vezia, già locati a Bertramo di Vezia ed in seguito a Giovanni e fratelli di Ponte Capriasca, abitanti a Vezia. Il detto Bernardino è inoltre tenuto a versare al fratello, entro il 1. gennaio, 100 scudi del sole per equilibrare il valore delle loro quote. Infine il detto arbitro attribuisce ad entrambe le parti la spartizione dei crediti da riscuotere sopra i beni tenuti a livello e massarizio.

Notaio rogatario: Lanzalotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 61 610 x 395 mm, righe 66. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Rosicature di piccole e medie dimensioni lungo i margini verticali e qualche piccolissimo foro.

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29 settembre 1519, Gambolò

Esenzione / Copia exemptionis

Odet de Foix de Lautrec, luogotenente generale del re di Francia in Italia, concede alle comunità di Locarno, Lugano e Vallemaggia l'esenzione da ogni dazio nel ducato di Milano fino ai Corpi Santi esclusi.

Notaio autenticante: Iohannes Iacobus de la Turre p.i.a.n., f.c. magistri Antonii habitator Locarni.

Copia autentica; it. ASTi, Pergamene, Locarnese 40 275 x 350 mm, righe 23. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 243-244.

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23 novembre 1519, Gordevio

Vendita / Instrumentum venditionis

Stefano del fu Martinolo «de Belonibus» di Gordevio vende a Cristoforo del fu Pietro Brugnoli di Aurigeno un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Giaxurello», la metà di un altro terreno a gerbido e selva «ad Motum de la Caxella», con piante di castagno e rovere, e la metà di una stalla coperta in piode «in Campeliis» di Dunzio. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 74 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n., f.c. Bernardini Panzere de Cevio habitator Verizini.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 65 455 x 325 mm, righe 51. Quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; una rosicatura al centro; uno strappo nell'angolo superiore destro; macchie estese lungo i bordi.

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22 dicembre 1519, Uri

Conferma di elezione e conferimento di beneficio ecclesiastico

Il landamano e il consiglio di valle confermano l'elezione del prete Giovanni, figlio di Martino «Jacobs» di Chironico, nel possesso di un beneficio della chiesa di S. Maurizio di Chironico, fatta dai vicini di Chironico.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Uri («vnsers gemeinen lantz insigel»). Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro.

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Legenda: IS . VRANI

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 38 205 x 315 mm, righe 21.

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1519/1520 (?),

Vendita (?) / -

Frammento di un atto notarile, probabilmente di vendita, che non contiene né i nomi dei contraenti, né l'oggetto.

Notaio rogatario: Ioannes Martutius de civitate Sancti Germani nullius diocesis iurisdictionis multum (?) sacri monasterii Casinensis p. ubilibet per provinciam Terre Laboris et Comitatus Molisii regia a. n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 304 340 x 315 mm, righe 35. Il documento è mutilo della parte iniziale, presenta diversi fori dovuti a rosicatura e una lacerazione lungo il bordo sinistro. Rimane parte delle formule conclusive di rinuncia, la sottoscrizione del notaio e dei testimoni nonché l'attestazione dei sindici della città di S. Germano, i quali confermano che il rogatario è notaio pubblico. La data è ipotizzata sulla base dell'attestazione dei sindici di S. Germano circa il notaio rogatario, datata 3 gennaio 1520.

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6 febbraio 1520, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni del fu Martino «Ricti» di Bignasco, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito alle foglie che cadono dagli alberi appartenenti al detto Giovanni e situati nel territorio di Bignasco. Egli stabilisce che gli uomini di Bignasco possano raccogliere le foglie che cadono dagli alberi di Giovanni Ricti e degli altri vicini nel territorio di Bignasco; anche Giovanni Ricti, dunque, potrà raccogliere le foglie degli alberi appartenenti agli altri vicini.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 97 496 x 310 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a guasti.

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11 febbraio 1520, Milano

Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Antonio «de Platea» del fu Giovanni, abitante a Airolo, agente a nome della comunità di Leventina procuratore del vicario di Leventina, due ceri del peso di sei libbre per i due anni precedenti, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa dell'Annunciazione (25 marzo).

Notaio rogatario: Evangelista de Ciochis f. domini Ioannis Petri clericus Mediolanensis, p.i.a. ac curie archiepiscopalis Mediolanensis n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 39 220 x 175 mm, righe 35.

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16 febbraio 1520, Brione sopra Minusio

Locazione / Instrumentum investiture locationis ad tempus

L'assemblea dei vicini di Brione di Minusio, convocata per ordine del console Cristoforo del fu Giacomo Bernardetti di Minusio, investe a titolo di locazione «ad incidendum» per diciotto anni, rinnovabili a volontà delle parti, Nicola del fu Giovanni Leone Cotti, abitante a Minusio, della propria quota del bosco «de Legho», situato nel territorio dei comuni di Minusio, Mergoscia e Brione verso l'alpe «de Byetoio», al canone di 32 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Locarnese 41 435 x 280 mm, righe 64. Alcuni fori di piccole dimensioni.

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16 febbraio 1520, Brione sopra Minusio

Locazione / Instrumentum investiture locationis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Locarnese 41.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 42 495 x 270 mm, righe 67. Una decina di fori di piccole dimensioni.

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2 marzo 1520, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giacomo, Antonio e Pietro del fu Comanino di Comano, agenti anche a nome dei loro fratelli Domenico, Maffeo, Martino ed Alberto, dichiarano di essere debitori nei confronti di Aloisio del fu Giovanni Rusconi di Como detto «Casgneta», e promettono di versare entro Natale 740 lire di terzoli a pagamento degli arretrati dei canoni d'affitto.

Notaio rogatario: Lanzalotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.c. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 65 295 x 150 mm, righe 52. Il documento è cucito alla pergamena Poggi 64; un taglio di annullamento.

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26 marzo 1520, Faido

Stima di beni / Instrumentum exstimationis

Zanino «Basenchi» e Giacomo «Bertrami» di Faido, stimatori eletti della vicinanza di Faido, e Pietro «Pedreti», «servitor» del comune di Leventina, dichiarano di avere stimato, su richiesta di Giacomo «Iohannini» di Chinchengo e Giovanni «de Longa» di Tortengo anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, un appezzamento di terreno a campo e un altro a prato, situati nel territorio di Tortengo e appartenenti a Zane «Perlongy» di Tortengo, al fine di garantire il versamento di certi fitti in denaro, cereali e burro dovuti ai rettori, alla calonica e alla luminaria della detta chiesa.

Notaio rogatario: Petrus domini presbiteri Laurentii de Sarraziis de Rossura p.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 9 235 x 325 mm, righe 20.

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12 1520, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Giacomo e Pietro del fu Giovannolo «del Stopa» di Cortenuova, nel territorio di Gudo, vendono a Bernardino del fu Tognino Molo, abitante a Bellinzona, il diritto di pascolo per tre mucche e mezza e per il bestiame minuto e i relativi prati, boschi e cascine sull'alpe di «Monyono», situato nel territorio di Piancalardo e Gudo, nonché altri beni situati lì vicino. Il prezzo della vendita è di 107 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Fillipus f.c. domini Iohannis de Cuxa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 12 565 x 295 mm, righe 54. Otto fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e uno strappo nell'angolo superiore sinistro.

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12 maggio 1520, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra alcuni uomini di Cavergno, da una parte, e il comune di Bignasco, rappresentato dal console e procuratore Zane del Ponte, dall'altra, in merito alla raccolta delle foglie e dei rami secchi che cadono dagli alberi posseduti da quelli di Cavergno nel territorio di Bignasco. Dopo avere esaminato gli atti e le testimonianze prodotti dalle parti, e dopo avere raccolto informazioni sugli usi e gli statuti degli altri comuni di Vallemaggia, egli stabilisce le modalità della raccolta.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Sigillo: deperdito. Minime tracce del sigillo di Wolfgang Yselin di Basilea, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 98 1400 x 420 mm, righe 185. Il documento, costituito da tre membrane cucite insieme, presenta fori di piccole e medie dimensioni dovuti a guasti e alla lavorazione della pelle, nonché una cucitura precedente la stesura dell'atto.

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12 maggio 1520, Cevio

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

«Volsgani» e Zane del Ponte, arbitri eletti nella lite tra il comune di Aurigeno, da una parte, e il comune di Lodano, dall'altra, in merito a certi diritti sugli alpi Tramone e Confeda, riconosciuti dal commissario di Vallemaggia Wolfgang Yselin con una sentenza del 26 settembre 1519, pronunciano il proprio arbitrato. Essi dichiarano che gli uomini di Aurigeno potranno far pascolare il proprio bestiame a Tramone e Confeda secondo il dettato della sentenza del 1519, che gli uomini di Lodano avranno il diritto di pascolo fino al Corte di Tramone fino al 15 giugno di ogni anno e che la valutazione degli eventuali danni causati da quelli di Aurigeno ai «medari» di Lodano non spetterà a questi ultimi. Inoltre condannano il comune di Aurigeno a versare ogni a Lodano, nel giorno di s. Martino, tre lire e quattro soldi di terzoli, e stabiliscono che i contravventori delle presenti disposizioni dovranno pagare una pena di 25 ducati d'oro.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 20 740 x 490 mm, righe 64. Un taglio nell'angolo superiore destro, ricucito con filo di canapa, e lacerazioni nella parte superiore.

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18 giugno 1520, Someo

Locazione / Instrumentum investiture

L'assemblea dei vicini di Someo e Riveo, convocata per ordine del console Giovanni Martino «Parhini» notaio di Someo, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Pietro del fu Giacomo «Rygnaldi» di Brissago di un bosco di larici, abeti rossi e roveri («croveri») situato nel territorio di Someo e Riveo «in Mutiis de Parontio», al canone annuo di 90 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus Parini n. de Someo. Notaio estraente: Parinus n., f.c. Iacobi Parini de Someo, p.i.a.n. constitutus per consilium generale comunitatis Valismadie ad explendum ... instrumenta rogata ... per nunc q. Iohannem Martinum patruum meum n.

Originale estratto da imbreviature (XVI secolo); lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 5 625 x 320 mm, righe 76. Macchie diffuse, numerosi piccoli fori, in particolare lungo le pieghe, e uno strappo nel margine destro.

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6 luglio 1520, Locarno

Conferma di statuti e privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta delle comunità di Vallemaggia, Lavizzara e Verzasca, confermano i privilegi, le separazioni e gli statuti già concessi alle dette comunità dal duca di Milano Filippo [Maria Visconti] ed in seguito confermati dai conti Rusca signori di Locarno, riservandosi tuttavia la facoltà di far riesaminare meglio al podestà e commissario di Locarno, e a quello di Vallemaggia e Lavizzara, e di farlo tradurre in tedesco dallo scriba e traduttore Battista Morosini, il privilegio concesso l'anno precedente, e di eventualmente approvarlo nella loro visita prevista per l'anno seguente.

Cancellieri: Battista di Bernardino Morosini, (scriba degli ambasciatori dei cantoni sovrani)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Thomas Schmid di Soletta, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento: l'impronta è gravemente danneggiata e risulta pressoché illeggibile.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 43 210 x 345 mm, righe 21. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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9 agosto 1520, Mendrisio

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Giovanni della Torre del fu Antonio, abitante a Mendrisio, agente anche a nome dei suoi fratelli Damiano e Simone, dichiara di essere debitore nei confronti di frate Gaspare «de Barbarinis», vicario deputato da frate Antonio da Piacenza, priore del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, e di frate Daniele da Milano, agenti a nome del detto convento, e promette di versare loro entro Natale 20 lire di terzoli a pagamento del vino venduto dai frati ai detti fratelli. Pietro della Torre, podestà di Mendrisio e della pieve di Balerna, condanna il detto debitore a pagare quanto dovuto entro il termine stabilito.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 31 440 x 230 mm, righe 57. Una piccola cucitura posteriore alla stesura dell'atto e alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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11 settembre 1520, Rancate

Sentenza / Instrumentum sententie

Jakob von Wippingen di Friburgo, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Rancate, rappresentato dai suoi procuratori Ambrogio Maggi e Aloisio della Torre, entrambi di Rancate, da una parte, e il comune di Tremona, rappresentato dai suoi procuratori Andreone «del Potestate» e Pietrone «de lo Abbate», entrambi di Tremona, dall'altra, in merito a una questione di confini. Il detto giudice dichiara nullo l'arbitrato di Bartolomeo della Torre di Mendrisio e ordina alle parti di attenersi all'arbitrato del podestà di Mendrisio Lorenzo di Concorezzo datato 11 luglio 1455 in cui egli definiva i confini del territorio di Rancate e riconosceva ai suoi vicini maggiori diritti su alcuni terreni comuni sfruttati con i vicini di Tremona (v. ASTi, Pergamene, Poggi 7).

Notaio rogatario: Ioannes Stephanus de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis, f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 26 440 x 330 mm, righe 49. Alcuni piccoli fori.

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1 dicembre 1520, Lugano

Locazione con convenzione / Instrumentum investiture et pactorum

Carlo de Fagnano del fu Battista, preposito della chiesa di S. Maria di Torello, investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabili a volontà delle parti Martino del fu Alberto di Pura di tutti i beni situati nel luogo e territorio di Pura

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 933 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete appartenenti alla detta chiesa, un tempo locati al fu «Polimantus» di Pura. Il canone annuo convenuto è di 12 lire di terzoli. Le parti convengono che qualora la chiesa di Torello dovesse cedere i beni locati, l'investitura verrà a cadere.

Notaio rogatario: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani ac f.q. domini Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 12 205 x 195 mm, righe 48. Una piccola rosicatura lungo il margine destro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel dicembre 1520 correva infatti l'indizione nona e non l'ottava, come indicato dal notaio. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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12 dicembre 1520, Tremona

Locazione / Instrumentum liveli

Lucrezia del fu Luca «del Polino» di Tremona, vedova di Giacomo detto Bruno di Sondrio di Tremona, e Maffeo del fu Giovanni Maffei di Tremona, agenti anche a nome di Antonio e Giovannina, fratelli della detta Lucrezia, investono a titolo di eredità perpetua il comune di Tremona, rappresentato da Andrea del fu Pietro Podestà di Tremona e da Bernardo «de Maziis», di due terreni situati nel territorio di Tremona «ad Onatium» e «ad Planam de Gronio», al canone annuo di sei staia di frumento.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede n.p. Lugani. Notaio estraente: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Lugani, f.c. ser Ambrosii ac laudatus ... per conscilium generalem totius comunitatis Lugani et Valis ad explendum ... instrumenta tradita per nunc condam ser Andream de Fossato de Merede olim n.p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1528 agosto 25); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 62 575 x 270 mm, righe 82. Una rosicatura di grosse dimensioni nella parte superiore del margine sinistro e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 gennaio 1521, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Filippo del fu Leone Cotti, Pietro del fu Romerio «Gotardatii», procuratori del comune di Minusio e Mergoscia, agenti a nome del detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Bernardino del fu Nicola Cotti di Minusio, agente anche a nome dei fratelli Francesco, Giovanni e Pietro, di un corte prativo nel territorio di Minusio e Mergoscia «in Planello de Rexa» con muro e una stalla con tetto in piode, al canone annuo di 5 grossi, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. q. domini Bartholomey de Ferarys de Locarno.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 36 570 x 300 mm, righe 75. Rosicature lungo i bordi e una lacerazione nel margine superiore. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 472; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 498.

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14 gennaio 1521, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico di Rancate di Meride del fu Cristoforo abitante a Meride vende a Bernardino di Andrea Oldelli di Meride una pertica di terreno arativo situata nel territorio di Meride «in Lavazario» al prezzo di 50 lire di terzoli, 40 delle quali versate per riscattare la detta pertica, retrovenduta il medesimo giorno, da Ambrogio di Rancate.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 27 570 x 370 mm, righe 61. Numerosi fori, di piccole dimensioni molti dei quali praticati per riutilizzare la pergamena come copertina delle imbreviature di un notaio negli anni 1532 e 1533.

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19 gennaio 1521, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Enrico del fu Giacomo Scalabrini di Vellano vende ad Antonio Piazza di Valle nella vicinanza di Airolo una vigna e un terreno situati «in loco» di Valle Morobbia «ad Quocum», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 27 415 x 190 mm, righe 55. La pergamena presenta rosicature lungo tutto il margine destro.

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16 febbraio 1521, Lugano

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Aloisio del fu Giovanni Rusca detto «Casgnieta» di Como investe a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Giovanni e Francesco del fu Michele del Pianca di Breno, abitanti a Gentilino, agenti anche a nome del fratello Pietro, di tre terreni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 935 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete ed altri beni immobili situati nel territorio di Gentilino «ad Vixorum», «in Vestobio» e «in Torgio», al canone annuo di tre moggi di formentata e un paio di capponi. Le parti convengono che il locatore sarà tenuto a retrovendere i detti beni al prezzo di 488 lire di terzoli, equivalenti alla somma sborsata per il suo acquisto, nel caso in cui i detti fratelli o i loro eredi volessero acquistarli.

Notaio rogatario: Lanzarotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 66 690 x 290 mm, righe 89. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Una cucitura con filo di canapa precedente la stesura dell'atto e qualche piccolissimo foro.

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16 febbraio 1521, Lugano

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Giacomo e Antonio del fu Comanino di Comano, agenti anche a nome dei loro fratelli Pietro, Domenico, Maffeo, Martino ed Alberto, vendono ad Aloisio del fu Giovanni Rusca detto «Casgneta», abitante a Como, tre terreni situati nel territorio di Comano «in Marzole», «in Piazora» e «in Ponzana», al prezzo di 300 lire di terzoli. Le parti si impegnano a non cedere i diritti della Chiesa vescovile di Como, corrispondenti a quattro soldi di terzoli annui. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dai venditori per arretrati dei canoni d'affitto gravanti su beni appartenenti al detto Aloisio.

Notaio rogatario: Lanzarotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 64 550 x 410 mm, righe 63. Diversi fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. L'inchiostro è sbiadito, specie nella parte iniziale. Il documento è cucito alla pergamena Poggi 65.

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16 febbraio 1521, Lugano

Vendita e dazione in pagamento / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Giovanni e Francesco del fu Michele «del Piacha» di Breno, abitanti a Gentilino, agenti anche a nome del fratello Pietro, vendono ad Aloisio del fu Giovanni Rusca detto «Casgneta» di Como tre terreni ed altri beni immobili situati nel territorio di Gentilino «ad Vixorum», «in Vestobio» e «in Torgio», al prezzo di di 408 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dal fu Michele, padre dei detti venditori, nei confronti di Aloisio Rusca.

Notaio rogatario: Lanzarotus Ruscha p.i.a.n. Cumarum et Lugani, f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 63 730 x 360 mm, righe 74. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. La pergamena è ingiallita

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 936 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete nella parte finale.

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18 febbraio 1521, Largario

Vendita / Instrumentum venditionis

Barnabino «de Nigris» del fu Guglielmo di Largario, agente anche a nome dei suoi figli Zane, Giovannolo e Stefano, vende al prete Danesio del fu Giacomo di Dangio, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario e agente a nome della stessa, un appezzamento di terreno a campo e prato situato a Largario nel piano «in Campo de Martino», al il prezzo di 50 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 29 235 x 180 mm, righe 47. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore sinistra; altri piccoli fori dovuti a rosicatura nella parte inferiore destra.

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1 marzo 1521, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Domenico del fu Stefano Poroli di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Giorgio del fu Antonio Robbiani di Lugano e promette di pagare entro Natale 22 lire e nove soldi di terzoli per l'acquisto di grano.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Castoyra n.p. Lugani et Vallis, f.q. domini Iohannis Donati.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 17 210 x 155 mm, righe 34. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe e cinque tagli d'annullamento.

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7 marzo 1521, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio <...> di Monte Carasso vende a Bernardino del fu Antonio Molo, abitante a Bellinzona fuori Porta Nuova, un campo con due filari e un pergolato situato nel territorio di Monte Carasso, «ad la Pongietam», con la garanzia di Giovanni del fu Bernardo, già «monachus» della chiesa di San Bernardo di Monte Carasso, al prezzo di 40 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 30 415 x 175 mm, righe 59. Una lacuna dovuta a rosicatura nell'angolo superiore destro.

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13 marzo 1521, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Giovannolo del Gaggio di Monte Carasso vende ai fratelli Giovanni e Domenico del fu Bernardo della Zotta di Monte Carasso, agenti anche a nome del fratello Bartolomeo, i diritti a lui spettanti sull'alpe Erbea, situata nel territorio di Bellinzona. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 7 lire e 10 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 78 (v.n. A.XIV/2) 480 x 140 mm, righe 71. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale, piccole rosicature.

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27 marzo 1521, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Ettore del fu Antonello Orelli di Locarno, Saviolo del fu Giacomino «de Britio» di Locarno e Nicola detto «Fra» del fu Pietro di Appiano, abitante a Locarno, dichiarano di essere debitori nei confronti del nobile Zonfredo del fu Francesco Orelli di Locarno e promettono di restituire entro s. Martino 50 lire imperiali avute in prestito dal detto Zonfredo.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Franzioxii p.i.a.n., f.q. ser Gulielmi Franzioxii de Fantacino de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 44 250 x 165 mm, righe 48. Tre tagli di annullamento e cinque piccoli fori.

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4 aprile 1521, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Antonio del fu Bertramo detto Festa di Medeglia, vicino di Bellinzona, vende ad Antonio del fu Domenico detto

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Calanchetto di Medeglia, vicino di Bellinzona, un complesso di beni immobili e terreni situati nel territorio di Medeglia, ricevendo dall'acquirente sette ducati d'oro larghi e un riconoscimento di debito.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petrii de Ruschonibus de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 20 940 x 350 mm, righe 125. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Annerimenti lungo i bordi, lacerazioni, macchie e alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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<24> <1521>,

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

I rappresentanti del comune di Carasso vendono a Giovanni Pietro «de Zezio» del fu Andrea, abitante a Bellinzona, tre appezzamenti arativi, vignati e a prato situati nel territorio di Carasso «ad Fontanam», «ad Mediam Villam» e «in Bonazano», al prezzo di 150 lire di terzoli. I venditori vengono poi investiti a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi dei terreni appena venduti per un canone annuo di 6 staia di formentata di segale e frumento. (Frammento).

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f.q. domini Simonis p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 14 490 x 175 mm, righe 82. Sulla pergamena figuravano in origine il documento di vendita seguito dalla locazione; del primo rimane solo la parte finale, mentre tutto il resto è stato rosicato. Il bordo destro e quello superiore sono rosicati in tutta la lunghezza, nella parte superiore e nel margine inferiore alcuni piccoli fori. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 120, nr. 14; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. VIII.

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6 giugno 1521, Locarno

Vendita / Instrumenti venditionis, dati et cessionis

Antonio del fu Martino «Iacatii» di Solduno vende a Giovanni Giacomo del fu Bernardino Rossalli, abitante a Locarno, un appezzamento di terreno prativo e vignato <«a lizariis»> nel territorio di Solduno «ad Fortanam Marciam». Il prezzo della vendita è di 350 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus, f.q. ser Bartholomey de Ferariis, habitator Locarni

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 107

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640 x 395 mm, righe 90. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, diverse rosicature lungo i margini sinistro e destro, una lacune nel margine destro superiore, nonché una lacerazione nel margine superiore. Sullo stesso documento figurano la presente vendita (r 1-40) e la locazione del 6 giugno 1521 (r 41-90).

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6 giugno 1521, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Giovanni Giacomo del fu Bernardino Rossalli, abitante [a Locarno], investe a titolo di eredità perpetua Antonio del fu Martino «Iacatii» di Solduno di un appezzamento di terreno prativo e vignato «a lizariis» nel territorio di Solduno «ad Fortanam Marciam», canone di 6 brente di vino o mosto rosso, da consegnare per la prossima vendemmia, e in seguito di 9 brente di vino o mosto rosso, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus, f.q. ser Bartholomey de Ferariis, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 107 640 x 395 mm, righe 90. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, diverse rosicature lungo i margini sinistro e destro, una lacune nel margine destro superiore, nonché una lacerazione nel margine superiore. Sullo stesso documento figurano la vendita del 6 giugno 1521 (r 1-40) e la presente locazione (r 41-90).

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7 giugno 1521, Bignasco

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Zane del Ponte, arbitro designato da Giacomo Simonini e da Giovanni «Ricti» di Bignasco, agenti anche a nome di coloro che hanno l'usufrutto dell'alpe di Cadenzunello nel territorio di Bignasco, da una parte, e Guglielmo del fu Alessio Mozi, arbitro designato dal comune di Bignasco, dall'altra, ispezionati il luogo e le sue coerenze, e ascoltati i testi prodotti dalle parti, stabiliscono le modalità del diritto di pascolo sul detto alpe e condannano entrambe le parti al pagamento delle spese.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 99 690 x 410 mm, righe 64. Fori di piccole e medie dimensioni dovuti a guasti e alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1521 infatti correva l'indizione nona e non la decima, come riportato dal notaio.

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21 giugno 1521, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Francesco Buzzi del fu Giacomo abitante a Clivio vende al prete Antonio della Torre del fu Giovanni Pietro rettore della chiesa di S. Lorenzo di Ligornetto, agente a titolo personale, un terreno a campo e vigna situato nel territorio di San Pietro ovvero di Stabio «in Baricho», al prezzo di 290 lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus de la Turre p.i.a.n. Cumanus f.c. domini magistri Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 10 570 x 300 mm, righe 61. Fori di piccole dimensioni in particolare nelle pieghe, e una rosicatura di medie dimensioni nel margine sinistro.

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3 luglio 1521, Locarno

Commissione / Comisio et remisio

Gli inviati dei XII cantoni, riuniti a Locarno per l'esame delle cause d'appello, ordinano che Hans Haag di Sciaffusa, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, esamini nuovamente i luoghi contesi, le dichiarazioni e i diritti prodotti in occasione della sentenza da lui stesso pronunciata l'11 settembre 1520 nella causa tra il comune di Aurigeno, da una parte, e quello di Moghegno, dall'altra, contro la quale quelli di Aurigeno si sono appellati, e che decida secondo giustizia.

Archivio Comunale Moghegno 13 (inserto)

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18 luglio 1521, Como

Commissione

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Scaramuzza Trivulzio, incarica il prete Giorgio Rusconi, arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se le investiture che intendono stipulare il prete Giovanni Metzger, canonico di S. Pietro e cappellano della cappella delle SS. Caterina e Maddalena nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, oppure il prete Gerolamo Muggiasca, cappellano perpetuo della stessa cappella, siano di vantaggio per le chiese, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Gaspar de Orcho n. et scriba curie episcopalis Cumane.

ASTi, Pergamene, Pometta 227 (inserto)

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(dopo il 18 luglio 1521), Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Il prete Giovanni Metzger («Macelarius»), cappellano della cappella delle SS. Caterina e Maddalena situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona e agente a nome della stessa, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile per altri 27 anni e poi a volontà delle parti Carlo detto Fra «de Ruginello», oste a Bellinzona, di un mulino non più in funzione ed altri beni situati nel territorio di Arbedo, sopra i quali il detto Carlo si era già impegnato ad apportare migliorie piantando viti e ricostruendo gli edifici. Il canone annuo convenuto è di nove congi di vino bianco, ovvero di tre lire e quattro soldi di terzoli per ciascun congio, 17 staia di formentata di segale e frumento e un paio di capponi. La locazione è stipulata con il consenso del prete Bernardino Muggiasca, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e procuratore del prete Gerolamo Muggiasca, cappellano perpetuo della cappella in questione, e con l'autorizzazione di Giorgio Rusconi, arciprete della chiesa di S. Pietro e delegato del vicario generale del vescovo di Como.

Notaio rogatario: Nicolaus Zaconus p.n. Bellinzone. Notaio estraente: Simon Zaconus f.c. domini Ioannis Marie p.i.a.n. notariusque laudatus ... per conscilium comunis Bellinzone super imbreviaturis n.q. domini Nicolai Zaconi ...

Originale estratto da imbreviature (1541 novembre 18); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 227 1840 x 210 mm, righe 290. Il documento, costituito da cinque membrane cucite insieme, è privo della parte iniziale con la data e gli elementi iniziali del formulario. Macchie e fori di piccole e medie dimensioni, guasti lungo il bordo destro delle prime due membrane. Inserti: 24 luglio 1501 (Altdorf), 18 luglio 1521 (Como)

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12 agosto 1521, Svitto

Sentenza / Vrtell

Gilg Reichmuth, landamano di Svitto, e i delegati dei III Cantoni riuniti per le cause di appello a Svitto, pronunciano la loro sentenza nella lite tra il borgo di Bellinzona, da una parte, e i comuni di Claro e Cresciano, dall'altra, in merito all'obbligo di pagamento del forletto da parte dei secondi. Essi dichiarano che quelli di Claro e Cresciano non sono tenuti a pagare il forletto a Bellinzona per le merci destinate ad uso proprio.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde di Gilg Reichmuth, landamano di Svitto. L'impronta è danneggiata; si riconoscono i contorni dello scudo nel campo con l'arma personale [lettera r in minuscola gotica (?), accompagnata in basso a destra da una stella a sei punte] e parte della legenda su cartiglio. Legenda: S GILG . <...>MÜT

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 79 (v.n. B.V/6) 235 x 415 mm, righe 36.

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Sec. xvi (prima del 1521 settembre 16), Carasso

Locazione / Instrumentum livelli

Il console e i vicini di Carasso investono un tale Domenico, che agisce anche a nome dei suoi fratelli, di un appezzamento di terra al canone annuo di 2 lire e 8 soldi di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Petrus Varronus. Notaio estraente: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale estratto da imbreviature (1521 settembre 16); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 15 390 x 225 mm, righe 52. Documento mutilo di cui rimane solo la parte conclusiva. La parte superiore è stata tagliata; rosicature lungo i bordi. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 120, nr. 15; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. X.

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24 settembre 1521, Castel di Sangro

Testamento / Pupplicum instrumentum

Davanti al notaio e ad alcuni testimoni, Giacomo del fu «Mioctus» di Medeglia, degente nell'ospedale della chiesa dell'Annunziata a Castel di Sangro in Abruzzo, detta il suo testamento. Egli designa come luogo di sepoltura il tumulo («tumulo sive pilo») del fu Martino suo parente, situato nella chiesa di S. Maria di Castel di Sangro, istituisce una serie di legati e di lasciti per il suo ufficio funebre, per il restauro o la fabbrica di alcune chiese nonché dei ponti di Castel di Sangro, ordina ai suoi eredi di far celebrare la settima a Medeglia in memoria della sua anima, lascia alla cappella di S. Maria di Loreto nella chiesa di S. Bartolomeo di Medeglia un prato situato a Bironico vicino alla chiesa di S. Martino e alla taverna della Sosta, alle figlie Maria e Iamina la medesima quota di dote già assegnata all'altra figlia Bertrama, ed elenca una serie di crediti a lui dovuti. Infine egli nomina i figli Roberto, Maria, Domenico, Antonio e Pietro suoi eredi universali. Antonio Rusca «iudex» e Nardo Pagliani teste appongono la propria sottoscrizione autografa.

Notaio rogatario: Presbiter Iohannes de Rubeis de Castro Sancri p.a.n.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 21 720 x 305 mm, righe 70. Alcuni piccoli fori, strappi e lacerazioni, una cucita con un punto di filo e un'altra incollata con del nastro adesivo, entrambe nel margine superiore.

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9 novembre 1521, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Hans Haag di Sciaffusa, podestà e commissario delle valli Maggia e Verzasca, delegato dagli inviati dei XII cantoni a Locarno, pronuncia la sua sentenza in merito all'appello intentato dal comune di Aurigeno contro una precedente sentenza da lui stesso emessa l'11 settembre 1520 nella lite tra il detto comune, da una parte, e quello di Moghegno, dall'altra, riguardo ai diritti di pascolo nella zona della «Costa de Cavurgiis» e della «Colmeta». Egli conferma quanto sentenziato dal podestà e commissario Heinrich Bläsi il 7 settembre 1517. La sentenza viene tradotta dall'interprete Gaspare Martire di Bosco.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 13 890 x 710 mm, righe 74. Diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle, soprattutto nella parte inferiore; rosicature e altre piccole lacune dovute a guasti. Inserti: 7 settembre 1517 (Cevio), 3 luglio 1521 (Locarno)

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12 novembre 1521, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni detto «Marzorinus» del fu Giovanni Antonio Rangorini di Locarno, investe a titolo di eredità e enfeusi Pietro del fu Antonio «Ceschi ferrari» Catti («del Cado») di Locarno, agente a nome proprio e del fratello Francesco, di un appezzamento di terreno vignato «a lizariis» con una casa con tetto in piode sul monte di Locarno «in Pianatio», al canone annuo di di 5 brente di vino o mosto rosso, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia. Giovanni dichiara di aver ricevuto per l'investitura da Pietro 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ulisses p.i.a.n. f. q. Guglielmoli Composte de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 108 470 x 385 mm, righe 64. Foro risalente alla lavorazione della pelle e alcune rosicature nel margine destro.

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12 dicembre 1521, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Maggia, rappresentato da Martino del fu Ielmazio di Giovanni Antonietti, da Filippo del fu Giovanni Pietro Pisoni e dal console Lanfranco del fu Giacomo Ferrari, investe a titolo di locazione e massarizio i fratelli Zane e Giacomo del fu Giovanni di Zane Pedretti di Peccia, agenti anche a nome degli altri fratelli, della metà dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Peccia, dal giorno di scadenza di una precedente locazione fatta nel 1513 al fu

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Giovanni Pedretti e da lì per nove anni. Il canone annuo è di 70 lire di terzoli. In caso di guerra, pestilenza o epidemia i detti locatari potranno caricare solo due o tre alpi in Valle Lavizzara e non saranno pertanto tenuti a pagare il canone.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. Iohannis Baptiste de Muralto de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 42 395 x 380 mm, righe 53. Pergamena molto guasta: l''inchiostro è diffusamente sbiadito in tutto il documento da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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12 dicembre 1521, Locarno

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Martino del fu «Ielmatii» di Giovanni Antonietti, Filippo del fu Giovanni Pietro «Pixoni» e il console Lanfranco del fu Giacomo Ferrari, agenti a nome del comune di Maggia, dichiarano di avere ricevuto dai fratelli Zane e Giacomo del fu Giovanni Pedretti di Peccia, agenti anche a nome degli altri fratelli, la somma di 70 lire di terzoli per l'affitto dell'alpe Soveneda, situato nel territorio di Peccia.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. Iohannis Baptiste de Muralto de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 41 360 x 205 mm, righe 57. La pergamena presenta diffuse macchie e sbiaditure d'inchiostro che rendono difficile la lettura del testo.

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17 dicembre 1521, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Hans Haag di Sciaffusa, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e quello di Aurigeno, dall'altra, in merito alle spese relative alla lite conclusa tramite la sentenza del 9 novembre 1521, alle accuse mosse da Moghegno ad Aurigeno di non aver rispettato i confini stabiliti nonché alle reciproche accuse dei campari delle due parti. Egli libera le parti da ogni spesa e da ogni accusa reciproca, a condizione che le assemblee dei due comuni ratifichino entro due settimane la detta sentenza del 9 novembre 1521, con la quale egli stesso aveva confermato la precedente sentenza del podestà Heinrich Bläsi, del 7 settembre 1517.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 14 690 x 415 mm, righe 66. Quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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31 dicembre 1521, «in loco de la Frontina» (Aurigeno)

Accettazione e conferma di sentenze / Instrumentum amologationis

L'assemblea dei vicini di Aurigeno, convocata dal console Cristoforo del fu Pietro «Brugnoli», accetta e conferma la sentenza pronunciata [il 17 dicembre 1521] dal podestà e commissario Hans Haag, che lo stesso console e Giovanni di Bernardo della Ganna, incaricato dal comune nella causa con il comune di Moghegho, fanno leggere e tradurre dal notaio rogatario, nonché la precedente sentenza pronunciata [il 7 settembre 1517] dal podestà e commissario Heinrich Bläsi.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 15 435 x 350 mm, righe 57. Due fori dovuti a rosicatura nella parte superiore. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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31 dicembre 1521, Moghegno

Accettazione e conferma di sentenze / Instrumentum amologationis

L'assemblea dei vicini di Moghegno, convocata sulla piazza «eorum de Mogeno» dal console Domenico del fu Giacomo «de Carnevariis», accetta e conferma la sentenza pronunciata [il 17 dicembre 1521] dal podestà e commissario Hans Haag nonché la precedente sentenza pronunciata il 7 settembre 1517 dal podestà e commissario Heinrich Bläsi, lette e tradotte dal notaio rogatario.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 16 760 x 455 mm, righe 65. Due fori nella parte superiore, ricuciti con filo di canapa prima della redazione dell'atto; altri fori risalenti alla lavorazione della pelle o dovuti a guasti, una lacerazione di notevoli dimensioni nell'angolo superiore sinistro e altre piccole lacerazioni lungo i bordi; macchie diffuse. Il documento è datato secondo lo stile della Natività. Inserti: 7 settembre 1517 (Cevio)

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11 gennaio 1522, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

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I coniugi Francesco del fu Corradino di Lugano e Loteria «de Maniachis», abitanti a Bellinzona, rivendono ad Antonio di Guglielmo «de Motis» di S. Antonino la terza parte di un terreno situato nel territorio di S. Antonino «ad Vineam Sacherii» (?) che essi avevano acquistato per 115 lire di terzoli dal detto Antonio nel 1522. Il prezzo della retrovendita è di 115 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 25 380 x 230 mm, righe 55. Macchie e lacerazioni provocate dall'umidità, che ha sbiadito in gran parte l'inchiostro. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 60.

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11 gennaio 1522, Locarno

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et liberationis

Togno detto «Foxanus» del fu Pietro «Epicopo» di Fosano di Gambarogno, rinuncia a favore di Alberto del fu Antonio «Barberii» di Locarno, a ogni pretesa nei suoi confronti. Togno dichiara di aver ricevuto da detto Alberto 120 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Domenicus p.i.a.n. f. ser Iohannis Antonii de Verzascha, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 109 435 x 255 mm, righe 48. Alcune macchie e rosicature nel margine destro.

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22 gennaio 1522, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Lucia del fu Giovanni di Ossuccio di Lugano, vedova di Pietro «Camnaghe» di Lugano, agente anche a nome dei figli Sebastiano e Cosma, di età compresa fra i 16 e i 25 anni, di cui è curatrice, vende a frate Battista «de Fraymis», dell'ordine degli umiliati, preposito della casa di S. Antonio di Lugano e agente a nome della medesima, una casa con forno ed altri edifici situata a Lugano nella contrada «de Giochario seu de Canova ubi dicitur ad Domum del Furno illorum del Camnaga», al prezzo di 360 lire di terzoli, 300 delle quali versate dal detto preposito e ricavate da una vendita fatta il giorno stesso a Battista «del Boschino» di Massagno, e le restanti 60 convertite nella vendita di una selva situata nel territorio di «Monozia». L'atto è rogato alla presenza di Jakob von Wippingen di Friburgo, capitano di Lugano e Valle.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Michaelis.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 22 570 x 370 mm, righe 66. Alcune lacerazioni e macchie lungo i bordi.

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28 1522, Lugano

Testamento / Instrumentum testamenti

Il giovane Albertino Pocobelli di Lugano del fu Lazzaro detta il suo testamento e ordina al suo erede di dare dieci fiorini ciascuno alle fabbriche di S. Antonio di Padova, di S. Maria degli Angeli situata presso S. Gottardo a Lugano e di S. Lorenzo di Lugano, e di far celebrare due annuali e due settimi per l'anima sua e del padre. Egli lascia a Maria, vedova di Cristoforo di Sala detto «Scanave» (?) un ducato d'oro largo per i servizi resi durante la sua malattia, due ducati d'oro a Giovanni Angelo Somazzi, suo zio materno, e 44 lire di terzoli all'altro suo zio Stefano Somazzi, e ordina di fare celebrare due messe all'altare di S. Maria chiamato altare «illorum de Castoyris», situato nella chiesa di S. Francesco, attribuendogli un cero alto quanto il testatore e una tavoletta con dipinto un infermo nel proprio letto. Egli lascia infine alla moglie Elisabetta di Domenico Torricella di Lugano tutti i suoi abiti e i gioielli e nomina suo erede universale il suocero Domenico di Torricella del fu Simone.

Notaio rogatario: Ioannes Stephanus de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis, f. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 8 550 x 380 mm, righe 48. L'angolo superiore sinistro è stato asportato mediante taglio. Macchie, fori e rosicature di piccole e medie dimensioni, in particolare nei bordi e nelle pieghe.

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22 febbraio 1522, <...>

Vendita / Instrumentum venditionis

Hans Haag di Sciaffusa, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, vende a Giovanni di Togno «Iacomete» di Someo i beni già appartenuti a Giacomo figlio del detto Togno, ora defunto, ai quali lo stesso Togno aveva rinunciato per garantire il risarcimento delle spese sostenute a causa della detenzione in carcere del detto Giacomo «ob eius demerita et furta». Sono esclusi dalla vendita i beni da impiegarsi per saldare i debiti lasciati da Giacomo. Il podestà dichiara di aver ricevuto quale prezzo <63> ducati del valore di 10 lire di terzoli, corrispondenti alla somma delle spese per la carcerazione.

Notaio rogatario: Bernardus Franzoni n.p.

Originale (?); lat. Archivio Comunale Someo 16 480 x 280 mm, righe 68. Pergamena reimpiegata come copertina del «Registro dei conti dei minori cominciando con l'anno 1804 fino 1820». Il foglio è privo della parte inferiore ed è stato ritagliato sui lati, cosicché il documento risulta frammentario. Macchie, abrasioni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 948 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete e fori diffusi. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro; il 22 febbraio 1522 cadeva di sabato anziché di martedì come indicato dal notaio.

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7 aprile 1522, Mendrisio

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Antorino della Torre di Mendrisio del fu Guido, abitante a Mendrisio, investe a titolo di locazione e livello perpetuo Giorgio di San Pietro del fu Giovanni, abitante a San Pietro, di un campo con un noce situato nel territorio di Stabio e di S. Pietro «in Sertalonga», che il detto locatore aveva acquistato dal detto Giorgio al prezzo di 100 lire di terzoli. Il canone annuo è di quattro staia di formentata da versare entro il 7 aprile di ogni anno. Le parti convengono che il detto Giorgio potrà avere la facoltà di riscattare detto canone al prezzo di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 56 910 x 300 mm, righe 105. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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10 aprile 1522, Soresina (Rivera)

Vendita / venditionis

Giovanni del fu Bertramo «de Cortino», abitante a Soresina, vende a Guglielmo del fu Domenico Pongelli, abitante a Soresina, due case con altri beni situati a Soresina «in cortili illorum de Cortino», al prezzo di 17 ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Tadeus de Bironicho p.i.a.n. Lugani allis et cetera f.c. domini Simonis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 228 470 x 150 mm, righe 104. Il documento presenta diverse lacune di piccole e medie dimensioni.

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19 maggio 1522, Svitto

Sentenza

Gli ambasciatori di Uri, Svitto, Unterwalden e Bellinzona, nella lite tra Martino «Berlocus», console di Prugiasco, da una

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 949 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete parte, e Giovannolo di 'Riál' di Ponto Valentino, Giovanni «Maionus» di Casto e Giovanni «Samon» di Marolta, del concilio di Ponto Valentino, Castro e Marolta, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo sul prato «Doneghum», definiscono i confini e stabiliscono che l'estimo sia pagato in Leventina e in Blenio e infine di chiudere un passaggio a Prugiasco per non rovinare i pascoli.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Svitto, attaccato con coda di pergamena e parzialmente danneggiato. Nel campo l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 40 395 x 595 mm, righe 34.

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28 maggio 1522, -

Ordini / -

Leone «del Pianta», Medeglia «de Peronibus», Zane «Gioche» e Antonio Martella, tutti di Medeglia e Drossa, incaricati dall'assemblea dei vicini del comune di Medeglia e Drossa, definiscono gli ordini del comune.

Originale (?); it. e lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 22 535 x 295 mm, righe 60. Due piccolissimi fori e una rosicatura nella parte inferiore del margine destro. Edizione: Vegezzi, Gli statuti di Medeglia, pp. 24-26.

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5 giugno 1522, Bellinzona

Conferma di provvisione / Affirmatio provixionis

Su richiesta del procuratore e dei consiglieri del borgo di Bellinzona, Johannes Püntiner alfiere di Uri, Joseph Am Berg di Svitto e Hans Bünti di Nidwalden, ambasciatori dei III Cantoni, e Martin Krienz di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona, confermano una provvisione del consiglio borghigiano, con la quale si afferma che le persone stabilitesi a Bellinzona dal 1496 in poi devono essere considerate forestiere, devono contribuire alle spese del comune in base all'estimo e devono corrispondere le taglie sui loro beni, ma non possono partecipare degli introiti destinati ai vicini. Essi dispongono tuttavia che Giovanni «de Quinto de Baricho» sia trattato alla stregua di qualsiasi altro vicino, e che lo stesso avvenga per i «vicini habitantes in opido magnificorum dominorum nostrorum Uranie, Schwitzii et Underwaldi» intenzionati a prendere dimora nel borgo.

Cancellieri: Jakob a Pro, Uri

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera bruna di Martin Krienz di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona. L'impronta è danneggiata nella parte superiore e in quella sinistra, con perdita di buona parte della legenda circolare. L'arma nel campo reca una croce eretta su un colle.

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Legenda: + S + MARTY + <...>

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 80 (v.n. B.V/1) 340 x 340 mm, righe 36. Piccoli fori dovuti a rosicatura e usura lungo le pieghe.

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31 luglio 1522, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, con il consenso del fratello Rodolfo Magoria di Bellinzona, procuratore di Bernardino del fu Giovanni Molo, marito di Elisabetta, vende al sarto Zane del fu Martino Grandi di Bellinzona, agente anche a nome dei fratelli Taddeo, Pietro e Antonio del fu Giovanni «del Vilano» di Roveredo, il canone livellare di 14 staia di formentata di frumento e segale versato annualmente da Domenico Berta di Giubiasco e i beni sui grava il detto canone, nonché il canone livellare di due staia di formentata di frumento e segale versato annualmente da Tona «del Rubeo de la Frixa» di Castione e i beni sui grava il detto canone. Il prezzo della vendita è di 400 lire di terzoli, dovute ai fratelli «del Vilano» da Elisabetta a nome di Bernardino del fu Franceschino Ghiringhelli di Bellinzona, genero di Elisabetta e Bernardino, a pagamento parziale della dote di Camilla, loro figlia e moglie del detto Bernardino Ghiringhelli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 229 110 x 190 mm, righe 152. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme, presenta qualche macchia e alcuni piccoli fori in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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2 agosto 1522, Bignasco

Ricevuta e rinuncia / Instrumentum finis et confessionis

Giovanni di Zane del fu Giacomo «Gullielmoni» di Cavergno, console del comune di Cavergno, Bernardo del fu Zane «Franzii» e Pietro del fu Giovanni «Gullielmi», tutti di Cavergno e agenti a nome del loro comune, dichiarano di aver ricevuto da Zanello del fu Giovanni «Salmoti» di Menzonio, console del comune di Menzonio, agente a nome di tutti i vicini di Menzonio e Brontallo, 70 lire di terzoli a saldo di tutte le spese sostenute da Cavergno [nella lite] contro Menzonio e Brontallo in merito a Paraula e rinunciano a qualsiasi ulteriore pretesa.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco Vallis Madie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 6 (= vecchio I/30) 315 x 310 mm, righe 42. Un foro nell'angolo superiore destro, risalente alla lavorazione della pelle, alcuni forellini dovuti a rosicatura, rosicature di lieve entità ai margini.

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(prima del settembre 1522), Mendrisio

Convenzione (?) / Instrumentum g et pacti

Frammento di una convenzione tra un tale Antonio, da una parte, e una madre e suo figlio, dall'altra, in merito ad un pagamento da compiere.

Notaio rogatario: Aluisius de la Turre [Mendrisii] f.q. Iohannis Petri, n.p. Comi habitans in burgo Mendrisii. Notaio estraente: Martinus de la Turre Mendrisii p.i.a.n. Comi f.q. domini Iohannis Petri ac notarius laudatus et confirmatus per duos ex dominis consulibus Cumane iustitie et per dominos abbates collegii notariorum civitatis et districtus Cumarum ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum ... omnia et singula instrumenta omnesque cartas, quaternos et scripturas et quecumque iuditiorum acta ac testes per Aluisium de la Turre fratrem meum ... tradata et rogata.

Originale estratto da imbreviature (1525 gennaio 5); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 272 415 x 270 mm, righe . La pergamena era originariamente unita mediante cucitura ad un altro foglio membranaceo, e contiene la parte conclusiva dell'atto; è stata riutilizzata come copertina di un volume (sul dorso: «Esercitio spirit. Rodrici pr.») ed è priva di quattro lembi agli angoli. Presenta fori di varie dimensioni dovuti a rosicatura e piccole lacerazioni nella metà inferiore.

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7 novembre 1522, Locarno

Sentenza / instrumentum sententie, pronunciationis et declarationis

Nella lite tra gli uomini di Verzasca che possiedono immobili in territorio di Contra e Gordola, rappresentati da Iorio del fu Domenico Giacomone di Brione console di Brione e canepario di tutta la Valle Verzasca, Giovanni del fu Domenghino di Berzona console di Frasco e Sonogno, Giovanni del fu Zannolo Rave di Corippo console di Vogorno, Zannolo del fu Bertramo «Borre Mustanti» di Sambugario console del comune «de Medio», Giovanni Antonio Ferrari e Domenico di Giovanni Antonio del fu Bertramo di Verzasca, entrambi abitanti a Locarno nonché sindaci e procuratori di Verzasca, da una parte, e i comuni, gli uomini e i borghesi di Locarno, Minusio, Contra e Gordemo, rappresentati da Tonino «de Marchatiis» console dei borghesi di Locarno, Matteo «Gramatici» console di Minusio, Bernardino e Filippo «Leonis» agenti a nome dei comuni di Minusio e Rivapiana, Martino «Coripi» di Contra console di Contra, Bartolomeo «Prioris» di Contra agente a nome di Contra e Giacomo del fu Antonio «Zannatii» di Gordemo console di Gordemo, come pure da Giacomo di Ronco di Locarno e da Saviolo «de Bricio» di Locarno, procuratori dei borghesi, dall'altra, in merito alle pretese degli uomini di Verzasca, che rivendicano per sé l'esclusivo diritto di «stramare et boschare» e pascolare negli appezzamenti da loro posseduti in territorio di Locarno, Minusio, Contra e Gordemo, secondo la sentenza pronunciata da Sebastian vom Stein («de la Preda») di Berna, già commissario di Locarno, il 22 dicembre 1514, il commissario Hans Zoger di Lucerna dichiara che la detta sentenza va rispettata. Tuttavia, poiché questa prevedeva che gli uomini di Verzasca dimostrassero di possedere i beni e i diritti uin questione ma non sono stati in grado di farlo, il commissario accoglie l'appello dei rappresentnanti di Locarno, Minusio, Contra e Gordemo e lo deferirà agli ambasciatori dei XII cantoni, che si recheranno a Locarno il prossimo 24 giugno; se però nel frattempo quelli di Verzasca avranno subito dei danni, potranno denunciare i responsabili, che saranno puniti.

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Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 9 (= 8.4/5) 470 x 325 mm, righe 47. Estese rosicature nella parte inferiore e lungo le piegature verticali.

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22 novembre 1522, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Giaclino del fu Giacomo Grossi di Airolo, agente a nome proprio e del fratello Antonio, investe a titolo di eredità perpetua, Elisabetta Magoria, figlia ed erede «in solidum» del fu Giacomo Magoria, abitante a Bellinzona, di un appezzamento di terreno vignato e arativo murato nel territorio di Bellinzona «ad Noxetum», avuto in vendita da detta Elisabetta al prezzo di 1200 lire di terzoli, come contenuto nella vendita dello stesso giorno. Il canone annuo convenuto per 29 anni è di 16 congi di vino bianco da consegnare nel mese di ottobre.

Notaio rogatario: Nicolaus Zachonus f.q. domini Simonis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 25 530 x 205 mm, righe 58.

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15 dicembre 1522, Locarno

Convenzione / Instrumentum pactorum, conventionum et transactionum

Zonfredo Orelli di Locarno del fu Francesco, da una parte, e Ambrogio del fu conte Pietro Rusca, dall'altra, si accordano per regolare la lite che li oppone a causa di un muro che separa i rispettivi orti situati a Locarno «ad Ortos ipsorum dominorum».

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Turre p.i.a.n., f.c. magistri Antonii habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Locarno 1 300 x 340 mm, righe 45. Fori, macchie e rosicature di piccole e medie dimensioni. Edizione: CDT, vol. V, pp. 241-243, nr. 171.

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5 gennaio 1523, Mendrisio

Locazione / Instrumentum investiture

Il priore Benedetto da Bissone e i frati Gaspare «de Barbarinis», Segegio (?) «de Cornu» e Bartolomeo «de Brachis» di Somazzo, agenti a nome del capitolo dei frati di S. Giovanni Battista di Mendrisio, investono il detto frate Gaspare a titolo di locazione novennale, rinnovabile a volontà delle parti, di un mulino con case, cascina e portico, con tre ruote, mole, macina, roggia e «regressu conducendi aquam», con cortile e orto, situato nel territorio di Rancate al Mulino Nuovo, compresi tutti i terreni a questo annessi situati nel medesimo territorio. L'investitura entrerà in vigore allo scadere del termine di locazione al mugnaio Battista «de Rovera». Il canone annuo di locazione è di 12 moggi di formentata di frumento e segale in parti uguali. Il conduttore dovrà tenere e ingrassare a proprie spese, nel primo anno di locazione, due maiali, uno dei quali spetterà al detto convento, e ogni anno dovrà consegnare ai frati tre paia di capponi, otto «centanaria» di fieno di maggio e la metà di noci, due paia di polli e due «centanaria» di gamberi. Le parti si accordano su eventuali migliorie, che verranno stimate per arbitrato, e stabiliscono che le spese per le riparazioni al mulino toccheranno ai frati.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.c. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 32 520 x 340 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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16 gennaio 1523, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis e instrumentum liveli

Cristoforo del fu Mino di Piemoretti di Monte Carasso, abitante alla Dobia nel territorio di Bellinzona, agente anche a nome del fratello Giovanni, vende ad Elisabetta del fu Giacomino Magoria, abitante a Bellinzona, agente anche a nome del marito Bernardino Molo, assente dalla giurisdizione di Bellinzona, un campo situato nel territorio di Sementina «in Mondatiis», al prezzo di 50 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello perpetuo del terreno appena venduto ad un canone annuo di un congio di vino bianco. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 234).

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 230 490 x 320 mm, righe 71. Due cuciture di medie dimensioni precedenti la stesura dell'atto e piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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16 gennaio 1523, Milano

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Ricevuta

Il capitolo degli ordinari della chiesa maggiore di Milano dichiara di avere ricevuto da Giovanni «de Fagnano» detto di Biasca, del fu Tommaso di Milano, agente a nome della comunità di Val Leventina, due ceri del peso di sei libbre per i due anni precedenti, che gli urani sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa della Purificazione di Maria (2 febbraio).

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia f.q. domini Ambrosii porte Nove, parochie Sancti Petri ad Cornaredum comunitatis Mediolani,p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 40 bis 280 x 205 mm, righe 45. Piccolo foro lungo la piegaturea verticale destra, dovuto a rosicatura. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel gennaio 1523 correva infatti l'indizione decima e non l'undicesima, come riportato dal notaio.

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19 gennaio 1523, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Giacomo del fu Antonio Vicari, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile per quarant'anni, Zane del Ponte del fu Cristoforo di tre boschi situati nel territorio di Bignasco «in buscho Agaroni», «in buscho Sereneli» e «in buscho Chignoli et Canzuneli». Per la locazione i vicini di Bignasco dichiarano di avere ricevuto 160 lire di terzoli. I detti vicini pongono come fideiussori il console Giacomo Vicari, Giovanni «Aricti» e il notaio Alessio Mozi.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. Gulielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 100 660 x 465 mm, righe 104. Cinque fori risalenti alla lavorazione della pelle di piccole e medie dimensioni lungo il margine verticale destro e un piccolo foro di consunzione.

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2 marzo 1523, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Michael Setzstab di Zurigo, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra Giacomino del fu Giacomo «de la Gana», agente a nome degli aventi diritto sul corte «de la Gana» nonché del comune di Aurigeno, da una parte, e Filippo del fu Zane «Andrioli» e Antonio «Pingini», agenti a nome del comune di Moghegno, dall'altra, in merito a una condanna inflitta dagli uomini di Moghegno al detto Giacomino per aver lasciato pascolare dei maiali nella campagna di Moghegno e alla richiesta degli uomini di Aurigeno di imporre alla controparte la rifusione dei danni provocati nel corte «de la Gana». Il commissario dichiara che gli uomini di Moghegno dovranno ripristinare il

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 955 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete passaggio attraverso un muro di cinta e innalzare dei muri adeguati nella campagna, e che le parti saranno tenute a pagare le condanne in questione soltanto se si potrà provare che esse erano già state inflitte in passato; infine stabilisce che entrambi i comuni potranno infliggere nuove condanne soltanto dopo aver costruito recinzioni sufficienti attorno ai luoghi contestati.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 16 640 x 415 mm, righe 65. Macchie diffuse.

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3 marzo 1523, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo Fontana di Muggio del fu Domenico, abitante a Muggio, vende ad Antonio Ghiringhelli di Mendrisio del fu Cristoforo, abitante a Mendrisio, una casa «in solario» situata a Muggio «ad Domos Fomaxii de Fontana», sopra la «canepam» di Ambrogina Fontana e sotto il «solarium» di Mariano Spinedi, al prezzo di 40 lire di terzoli, che devono essere cedute dal detto venditore per un debito di 108 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Torriani 10 (= cart. 284, nr. 1) 620 x 320 mm, righe 77. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Tre fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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4 marzo 1523, Locarno

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis et cessionis

Maffiolo «olim dicti Laurentii de Zezio», abitante a Locarno, aveva venduto Giovanni del fu Antonio «de Rozollo» metà «pro indiviso» di un appezzamento di terreno vignato «ad lizarios et pallos ac rumpos», arativo e prativo con piante di castagne e noci e con mezza cascina nel territorio del Consiglio Mezzano «in Buzano seu ad Rebissale», al prezzo di 608 lire di denari nuovi il 12 gennaio 1488, e lo stesso giorno Giovanni lo aveva locato a detto Maffiolo al un canone di 12 staia di misture (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Locarno e di 15 lire e 8 soldi di terzoli. Ora Giovanni rinuncia nelle mani del convento di S. Francesco ai detti beni.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 110 570 x 210 mm, righe 83.

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7 luglio 1523, Largario

Permuta / Instrumentum cambii et comutationis

Il prete Danesio del fu Giacomo «Danexii» di Dangio, rettore della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, il notaio Giovanni Pietro «de Nigris» del fu Filippo, console di Largario e «luminator» della detta chiesa, Bernardino «de Nigris» del fu Pietro «Iacomoli», anch'egli «luminator», e tre vicini di Largario, agenti a nome della stessa chiesa e degli altri vicini, cedono a Pietro del fu Giovanni «Francissci» di Largario un prato con la metà di un noce situato a Largario «ad Cortinum ecclesie Sanctorum Petry et Pauly de Largario», ricevendone in cambio un campo e prato situato «in Ronzono sive in Fontana» nonché un prato con un castagno «in Planzera».

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 30 270 x 165 mm, righe 52. Macchie, abrasioni e piccole lacerazioni lungo i bordi.

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13 aprile 1523, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Bernardo del fu Romerio «Scarmuzie» di Berzona di Onsernone, abitante a Locaro, detta il suo testamento e stabilisce che il suo cadavere sia seppellito nel cimitero della chiesa di S. Francesco di Locarno e venga fatta un'elemosina di pane per la somma di 50 lire di denari nuovi a soluzione di un debito contratto da Togno detto «Passono» di Pedemonte, a rimedio della sua anima e dei suoi defunti. Stabilisce che vengano celebrate le messe di S. Gregorio dal guardiano del convento di San Francesco, a rimedio della sua anima e dei suoi defunti, e che vengano date a chi cerebrerà le messe 10 lire di denari nuovi, da esigere da detto Togno. Lascia alla sorella Margherita, abitante a Losone, 15 lire di denari nuovi, alla nipote Giovannina, figlia del fu Giorgio «Scarmuzie», suo fratello, e moglie di Guglielmo, figlio di Giovanni Medoli di Mosogno di Onsernone 10 lire di denari nuovi, ai parenti paterni sino al quarto grado 5 soldi di denari nuovi; alla moglie Giovannina figlia del fu Pietro Schira di Berzona di Onsernone l'usufrutto di tutti i beni e, se non bastassero, 50 lire di denari nuovi da esigere da detto Togno. Infine nomine erede universale il convento di S. Francesco, che ogni anno è tenuto a celebrare un annuale nella chiesa di S. Francesco, a rimedio dell'anima sua e dei suoi defunti.

Notaio rogatario: Iacobus Cerretus de Loxono p.i.a.n. f. c. Antonii Cerreti de Loxono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 111 630 x 440 mm, righe 69. Rosicature lungo il mardine sinistro e la piegatura orizzontale inferiore. Alcune macchie.

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16 aprile 1523, Osogna

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Battista Quadri di Lodrino e Graziano «Malletti», arbitri designati dalle parti in causa, sono chiamati a risolvere la lite tra il comune di Osogna, da una parte, e Paolo «de Ripa» di Locarno, dall'altra, relativa alle borre non segnate «signo eius ser Pauli» e fuoriuscite dal fiume della valle di Osogna, il cui possesso è rivendicato dal comune. Gli arbitri condannano gli eredi del detto Paolo a pagare al comune 35 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus del Bello f. magistri Iohannis de Rovedano p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 12 290 x 290 mm, righe 23. Alcuni piccoli fori e uno grosso risalente alla lavorazione della pelle parzialmente ricucito; lungo i margini verticali lacune dovute alla caduta dell'inchiostro provocata da microorganismi.

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4 maggio 1523, Macerata

Conferimento del privilegio di tabellionato / Publicum instrumentum et privilegium

Giuliano de Benedetti di Macerata, conte palatino, conferisce il diploma di tabellionato e di notariato a Gabriele di Giovanni [Fossati] di Meride.

Notaio rogatario: Ioannes Maria q. ser Pieri ser Raynaldi de Montelparo in Agro Piceno p.a.i.a. <...> n. ac iudex ordinarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 28 490 x 590 mm, righe 30. La pergamena presenta numerose macchie, lacerazioni, strappi e fori di varie dimensioni con residui di filo, alcuni dei quali di colore celeste.

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8 giugno 1523, Consiglio Mezzano

Elezione di canonico / Instrumentum ellectionis

Il capitolo della chiesa di S. Vittore di Locarno, convocato per ordine dell'arciprete e costituito dai preti Franceschino Rusca arciprete, Nicolao Griglioni, Galeazzo Muralto, Giovanni Giacomo Duni e Romerio «de Russio», canonici residenti, elegge il chierico Giovanni Antonio Griglioni alla prebenda e al canonicato vacante per la rinuncia del prete Zannetto del fu Giovannolo Biscara di Rivapiana di Minusio.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 45 325 x 270 mm, righe 27. Fori di piccole dimensioni, cinque dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. La pergamena presenta tracce di bruciatura lungo tutto il margine verticale destro.

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7 luglio 1523, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei xii Cantoni pronunciano la loro sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Vicari, da Zane del Ponte, da Giacomo Simonini e Bugnaschino Mozi, da una parte, e il comune di Cevio, rappresentato da Bernardo Franzoni e dal console Zanolo Filiasci del Boschetto, dall'altra, relativa al dominio dei pascoli nella zona di confine tra Bignasco, Someo e Cevio. Essi stabiliscono che il territorio di Bignasco si estende fino alla croce scolpita «in monte» che separa i territori di Bignasco e di Someo, e da lì a valle fino al fiume, e ordinano che le spese sostenute dal commissario di Locarno per la visita ai luoghi in questione vengano suddivise fra le due parti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 101 320 x 330 mm, righe 26. Fori di piccole dimensioni e uno strappo dovuti a guasti.

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7 luglio 1523, Locarno

Conferma di sentenza / Confirmatio sententiarum

Jakob Werdmüller di Zurigo, Sebastian vom Stein di Berna, Johannes Golder di Lucerna, Jakob Steffen di Uri, Martin auf der Maur di Svitto, Ulrich Bläsi di Unterwalden, Götschi Zogg di Zugo, Bernhard Haer di Glarona, Thüring Hug di Basilea, Jakob von Wippingen di Friburgo, Thomas Schmid di Soletta e Johannes Hagg di Sciaffusa, ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Locarno per dirimere una lite tra gli uomini della Verzasca, rappresentati da Sonogno di Pietro Rossini console di Frasco e Sonogno, Giovanni «Nigri» console di Brione, Giovanni Antonio «Stroponi» console del comune «de Medio», Domenico di Verzasca console di Vogorno e Giovanni Antonio Verzaschino, da una parte, e alcune persone di Contra e altri luoghi della giurisdizione di Locarno, dall'altra, in merito al diritto dei verzaschesi di pascolare, fare legna o «stramare» nelle loro proprietà situate entro i confini della giurisdizione di Locarno, confermano le sentenze pronunciate dai commissari Sebastian zum Stein il 22 dicembre 1514, Thomas Schmid di Soletta il 30 gennaio 1522 e Hans Zoger di Lucerna il 7 novembre 1522.

Cancellieri: Pietro Sacco (de) di Grono, Locarno (interprete degli ambasciatori dei XII cantoni)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Hans Zoger di Lucerna, commissario di Locarno. L'arma nel campo è a scudo troncato, con un orso nell'angolo sinistro e una croce (?) nell'angolo destro del capo; la legenda su cartiglio è leggibile solo parzialmente.

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Legenda: <...>N ZO<...>

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 10 (= 8.4/6) 470 x 235 mm, righe 51. Buono

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23 luglio 1523, Bellinzona

Testamento e conferma di testamento / Instrumentum relationis testamenti

Davanti a Hans Bündti di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona, sedente in tribunale su una pietra davanti alla porta della chiesa di S. Maria di Loreto, su richiesta di Pedrina vedova di Alessandro «de Barico» si presentano Pietro del fu Giovanni Cusa, Battista del fu Giovanni Luterio Molo, Domenico del fu Antonio fabbro di Vigezzo, Melchiorre del fu Pedrazzo Sozini e Giacomo suo figlio, Alberto del fu Tommaso mugnaio e Pietro detto del Tognacca del fu Antonio detto Rossino, tutti abitanti di Bellinzona e di Orico, e riferiscono sotto giuramento i termini del testamento pronunciato il giorno 8 luglio 1523 da Nicolao detto Barlassina del fu Donato Barlassina, abitante a Orico. Il testatore ha ordinato che sia fatto celebrare il «trigessimum seu missam sancti Gregorii» dal prete Agostino Molo, ha legato un ducato d'oro ognuno alla fabbrica di S. Pietro di Bellinzona, alle figlie di Bernardino Mognoli di Bellinzona e a Barbara moglie di Giacomo «del Fadono» detto del Giorgino, e infine ha istituito erede universale il figlio Giovanni Maria. Il detto commissario e podestà conferma il testamento.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. e it. Archivio Comunale Bellinzona 81 (v.n. A.XIV/6) 490 x 510 mm, righe 36. La pergamena era stata reimpiegata come copertina del libro delle provvisioni del comune di Bellinzona per gli anni 1682-1699, come risulta dal titolo e da altre annotazioni apposte nel verso. Gli elementi della datazione («anno a nativitate ... millesimo quingentesimo vigessimo tertio, indictione undecima, die sabati vigessimo tertio mensis iullii») non corrispondono tra loro: il 23 luglio 1523 cadeva di sabato. Si noti che la medesima discrepanza ricorre anche riguardo al giorno della dettatura del testamento (8 luglio 1523), che cadeva di mercoledì anziché di venerdì come indicato nel testo. I giorni della settimana corrispondono ai giorni del mese per l'anno 1524, nel quale tuttavia correva l'indizione dodicesima.

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30 agosto 1523, Bellinzona

Sentenza / Vrtel

Jost Blättli di Uri, già commissario di Bellinzona, Jost Büeler di Svitto e il «vogt» Bläsi di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, insieme a Hans Bündti di Unterwalden, commissario di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza in merito all'appello interposto dalla comunità di Val Blenio contro una sentenza pronunciata nel medesimo anno dal commissario Bündti, con la quale quest'ultimo ha confermato l'obbligo per i bleniesi di corrispondere il forletto di Bellinzona. I giudici dichiarano che l'appello non è giustificato.

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Sigillo: deperdito. Il sigillo di Hans Bündti di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio, è stato asportato mediante taglio. Rimane parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 82 (v.n. B.V/9) 410 x 515 (plica esclusa) mm, righe 44. Quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 novembre 1523, Como

Assegnazione di dote e erezione di beneficio ecclesiastico / Instrumentum dotationis erectionisque ac iurispatronatus constitutionis

Davanti a Guglielmo Cittadini, canonico di Como e vicario generale del vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio, Lafranco del fu Domenico «del Capo» e Giovanni del fu Domenighino del Taddeo, procuratori dei vicini di Prada superiore e inferiore nel territorio di Bellinzona, assegnano alla cappella dei SS. Gerolamo e Rocco di Prada, da loro edificata e officiata finora da sacerdoti «mercede conventos», una dote corrispondente a una rendita annua di 60 lire di terzoli, e chiedono al vicario generale di costituire un beneficio, assegnando loro il giuspatronato. Guglielmo Cittadini istituisce un beneficio perpetuo presso la chiesa, con l'obbligo di celebrare messa nei giorni festivi e nei giorni di s. Gerolamo e s. Rocco, e conferisce ai vicini di Prada il diritto di eleggere il cappellano.

Notaio rogatario: Benedictus de Zobiis p.i.a.n. scribaque curie episcopalis Comensis, f.q. domini Aluisii.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 83 (v.n. A.XIV/7) 445 x 395 mm, righe 48. La pergamena è priva di un lembo nell'angolo inferiore sinistro, asportato mediante taglio. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale, diverse rosicature.

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25 gennaio 1524, Moghegno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Giovanni di Antonio «Pingine» di Moghegno, agente anche a nome del fratello Pingino e dei nipoti Giovanni e Tognino, figli del fu Zane, fratello dei detti Giacomo e Pingino, vende ad Antonio del fu Giacomo «Giroldi» di Moghegno, caneparo della chiesa di S. Maria di Moghegno, un terreno a prato con due alberi di noce e salici e di un campo, situati nel territorio di quel comune «in Clausulo de Pingitis» e «in Valeziis», al prezzo di 123 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n., f.c. Pingini de Mogheno Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 17 650 x 360 mm, righe 89. Diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-52) e la successiva locazione (righe 53-89).

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25 gennaio 1524, Moghegno

Locazione / Instrumentum locationis

Antonio del fu Giacomo «Giroldi» di Moghegno, caneparo della chiesa di S. Maria di Moghegno, investe a titolo di locazione per nove anni e oltre, a volontà delle parti, Giacomo del fu Giovanni di Antonio «Pingine» di Moghegno, agente anche a nome del fratello Pingino e dei nipoti Giovanni e Tognino, figli del fu Zane, fratello dei detti Giacomo e Pingino, di un terreno a prato con due alberi di noce e salici e di un campo, situati nel territorio di quel comune «in Clausulo de Pingitis» e «in Valeziis», vendutigli il giorno stesso. Il canone annuo convenuto è di 61 soldi e mezzo di terzoli, da consegnare per s. Martino.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 17 650 x 360 mm, righe 89. Diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Sulla stessa pergamena figurano la vendita (righe 1-52) e la successiva locazione (righe 53-89).

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05 febbraio 1524, Como

Commissione

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo di Como [Scaramuzza Trivulzio], incarica Galeazzo di Muralto, canonico della chiesa di San Vittore di Locarno, di accertare che la vendita dell'Alpe Tomeo, appartenente alla prebenda di Giovanni Giacomo Duni, anch'esso canonico della chiesa di San Vittore di Locarno, sia di vantaggio per la chiesa stessa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio rogatario: Gaspar de Orcho notarius et scriba curie episcopalis comensis

Archivio Patriziale Broglio 1 (= vecchio II/01) (inserto)

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26 febbraio 1524, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Giovanni Giacomo Duni, canonico della chiesa di San Vittore di Locarno, vende a Guglielmo del fu Adamo «Partidelli» di Prato l'Alpe Tomeo situato nel territorio di Broglio e appartenente alla prebenda del suo canonicato. Il prezzo di vendita è di 100 lire di denari «numorum» che il venditore dichiara di aver ricevuto e che intende impiegare per l'acquisto di una proprietà di Giovanni detto «Tartalia» di Ascona, dalla quale spera un profitto annuale maggiore rispetto alla rendita dell'Alpe Tomeo.

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Fatto al cospetto di Galeazzo di Muralto, altresì canonico della chiesa di San Vittore di Locarno, delegato dal vicario del vescovo, come appare dalla commissione del 5 febbraio1524

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. c. domini Antonii de Rozollo de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 1 (= vecchia II/01) 910 x 260 mm, righe 138. Pergamena arrotolata Inserti: 05 febbraio 1524 (Como)

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19 marzo 1524, Locarno

Sentenza e determinazione di confini / Instrumentum sententie et declarationis ac replantionis terminorum

Il 19 marzo 1524 Hans Zoger di Lucerna, podestà e commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Ascona, Ronco e Castelletto, da una parte, e Losone e Arcegno, dall'altra, in merito a una questione di confini. Egli dichiara che vengano eletti 5 rappresentanti per parte per verificare, il lunedì successivo 21 marzo, la posizione corretta dei termini, che erano stati piantati facendo seguito a un arbitrato di Giovanni Orelli di Locarno del 12 ottobre 1471 (v. Archivio patriziale di Ascona, cart. 8.2 e 8.3), poi estirpati e ripiantati il 4 febbraio 1472 secondo la sentenza del 19 gennaio 1472. Il 21 marzo Hans Zoger di Lucerna, in esecuzione della propria sentenza e in presenza di Giovanni Pietro Bettetini, console di Ascona, Ronco e Castelletto, dei cinque uomini eletti per Ascona, Ronco e Castelletto Mainolo Vacchini, Giacomo Antonio Botta, Giacomo Allidi, Lorenzo Abbondio e Giovanni Guglielmo di Ronco, e di Bertramo Guglielmazi, console di Losone e Arcegno, con Lorenzo «de Byegnio», Bernardo «de Byegnio», Francino Baldossi, mastro Cristoforo «Ambrosii» e Giovanni Giroldi di Arcegno, ordina di piantare i termini e incidere le croci presso il grande sasso «in cimitate dicti loci de Altisio», al «Motto de Gratena», «in herta dicti Motti de Gratena», al «Mottiolo» sopra il «Plodarium et in contrata Fontane de la Parlengora» e a «Muzono».

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Franzioxii p.i.a.n., f.q. ser Gulielmi Franzioxii de Fantacino de Locarno.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di Hans Zoger di Lucerna, commissario di Locarno, è danneggiato e si riconosce solo parte dell'arma nel campo a scudo troncato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 3 1320 x 360 mm, righe 129. Tre membrane cucite assieme con filo di canapa, piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine superiore e nella seconda membrana. Il margine destro è logoro e presenta piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi.

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19 marzo 1524, Locarno

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Sentenza e determinazione di confini / Instrumentum sententie et declarationis ac replantionis terminorum

Il 19 marzo 1524 Hans Zoger di Lucerna, podestà e commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Ascona, Ronco e Castelletto, da una parte, e Losone e Arcegno, dall'altra, in merito a una questione di confini. Egli dichiara che vengano eletti 5 rappresentanti per parte per verificare, il lunedì successivo 21 marzo, la posizione corretta dei termini, che erano stati piantati facendo seguito a un arbitrato di Giovanni Orelli di Locarno del 12 ottobre 1471 (v. Archivio patriziale di Ascona, cart. 8.2 e 8.3), poi estirpati e ripiantati il 4 febbraio 1472 secondo la sentenza del 19 gennaio 1472. Il 21 marzo Hans Zoger di Lucerna, in esecuzione della propria sentenza e in presenza di Giovanni Pietro Bettetini, console di Ascona, Ronco e Castelletto, dei cinque uomini eletti per Ascona, Ronco e Castelletto Mainolo Vacchini, Giacomo Antonio Botta, Giacomo Allidi, Lorenzo Abbondio e Giovanni Guglielmo di Ronco, e di Bertramo Guglielmazi, console di Losone e Arcegno, con Lorenzo «de Byegnio», Bernardo «de Byegnio», Francino Baldossi, mastro Cristoforo «Ambrosii» e Giovanni Giroldi di Arcegno, ordina di piantare i termini e incidere le croci presso il grande sasso «in cimitate dicti loci de Altisio», al «Motto de Gratena», «in herta dicti Motti de Gratena», al «Mottiolo» sopra il «Plodarium et in contrata Fontane de la Parlengora» e a «Muzono».

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Franzioxii p.i.a.n., f.q. ser Gulielmi Franzioxii de Fantacino de Locarno.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di Hans Zoger di Lucerna, commissario di Locarno, è danneggiato e si riconosce solo parte dell'arma nel campo a scudo troncato.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 3 1320 x 360 mm, righe 129. Tre membrane cucite assieme con filo di canapa, piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine superiore e nella seconda membrana. Il margine destro è logoro e presenta piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi.

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6 aprile 1524, Sornico

Domande giudiziali e fissazione di termine / Comparhitio, responsio et ordinatio

Davanti a Michael Setzstab di Zurigo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, che siede in tribunale, Bernardino di Guglielmone Albertolazzi, console e agente a nome del comune di Fusio, chiede che sia annullato un precetto pronunciato dallo stesso podestà su richiesta degli altri comuni della Val Lavizzara, con il quale si proibisce di sostare con le proprie bestie sulla via dell'alpe in qualsiasi luogo situato tra il villaggio di Peccia e il riale «de Rodo». Dopo aver sentito la risposta di Giacomo del fu Roma di Prato, caneparo e agente a nome della comunità di Val Lavizzara, il podestà fissa un termine di comparizione alle parti per udire la sua sentenza.

ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 34 (inserto)

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18 aprile 1524, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Giulio del fu Domenighino «Novaresi», console, Tognio del fu Pietro «Formighesse», Domenighetto del fu Zane «Penatini», Bernardo del fu Martino Duchini, Maffeo del fu Giovanni «Schalvini», tutti di Giubiasco e agenti a nome di detto comune, investono a titolo di locazione e massarizio per nove anni rinnovabili Antonio del fu Martini «de la Fragia» e Giacomo figlio di Ad<...> (?) di Giubiasco, di metà di un monte spettante a Giubiasco prativo, boschivo e sassoso nel territorio della Val Morobbia «in Certara», al canone annuo di 9 lire da consegnare per s. Martino, con il patto che detti Tognio e Giacomo facciano costruire una stalla, ossia una cascina, e che la vicinanza dovrà pagare tutte le migliorie, secondo l'arbitrato di due amici comuni.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus olim n. p. Bellinzone. Notaio estraente: Christoforus Varronus f.c. domini Iohannis Antonii p.i.a.n. et habitator Bellinzone notariusque laudatus, constitutus et aprobatus per conscilium generale comunis Bellinzone ad explendum et in publicam formam redigentum omnes cartas et omnia instrumenta... traditas et imbreviatas et tradita et imbreviata per c. dominum Bernardinum Varronum olim n. p. Bellinzone.

Originale estratto da imbreviature (1587 luglio 30 ); lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 26 435 x 180 mm, righe 47. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazione nel margine superiore, nonché rosicature lungo tutti i bordi.

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21 aprile 1524, Fusio

Sentenza / Instrumentum sententie

Michael Setzstab di Zurigo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la comunità della Val Lavizzara, rappresentata dal caneparo Giacomo del fu Giovanni Roma, da una parte, e il comune di Fusio, rappresentato dal console Bernardino di Guglielmone Albertolazzi, dall'altra. Il giudice dichiara che gli uomini di Fusio potranno sostare con le proprie bestie in qualsiasi luogo situato sulla via che conduce agli alpi, compreso il territorio tra il villaggio di Peccia, la località chiamata «Cropo» e il riale «de Rodo».

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 34 510 x 330 mm, righe 68. Due fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319. Inserti: 6 aprile 1524 (Sornico)

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25 giugno 1524, Locarno

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Sentenza / Sententia diffinitiva

Nella causa tra il comune di Ascona, Ronco e Castelletto, da una parte, e il comune di Losone e Arcegno, dall'altra, in merito alla delimitazione dei rispettivi territori, gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno, esaminati i ricorsi di Ascona contro due sentenze favorevoli a Losone pronunciate da Hans Zoger, già commissario di Locarno, come pure il ricorso di Losone contro una sentenza dello stesso Zoger a favore di Ascona, esaminati anche gli istrumenti di determinazione di confini come pure i termini piantati dallo stesso Zoger, ammettono i ricorsi delle parti, pur riconoscendo la validità dei termini posti dal suddetto Zoger «supra montem, seu collem de Gratena usque in Altisio», che vanno dunque mantenuti e rispettati, e dichiarano che il territorio dalla Valle della Brima verso Ascona e Ronco «usque ad finem Silve de Ganis» appartiene ad Ascona, salvo i castagni, piantati o no, che spettano a Losone e Arcegno; decidono infine che quelli di Ascona, ai quali spetta il pascolo, sono tenuti a risarcire a Losone e Arcegno eventuali danni provocati alle selve e alle castagne dalla pratica del pascolo.

Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 2 (v.n. AST 20) 600 x 435 mm, righe 38. Numerosi forellini e lacerazioni dovuti a usura e alle estese colonie di microorganismi; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 57, nr. 20.

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11 agosto 1524, Bignasco

Arbitrato / Instrumentum arbitramenti

Bernardo di Zane Franzi, console di Cavergno, e Giovanni di Alessio Lormani di Cavergno, arbitri eletti dai vicini di Cavergno e da diverse persone di quello stesso comune, pronunciano la propria sentenza nella lite relativa ai confini del territorio comunale di Cavergno con gli alpi di Ogliè e di Foioi: dopo aver esaminato diversi atti, tra cui una vendita rogata il 6 maggio 1407 mediante la quale il comune di Cavergno vendeva a Giacomo Inselmi e a suo padre Marco di Cavergno l'alpe di Ogliè, e dopo aver compiuto un sopralluogo sui territori contestati, essi stabiliscono le modalità di sfruttamento del detto alpe e procedono infine alla ripartizione delle spese processuali tra le parti.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 39 365 x 375 mm, righe 46. Nella pergamena vengono menzionati alcuni documenti.

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11 agosto 1524, Bignasco

Elezioni di arbitri / Instrumentum compromissi

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Il comune di Cavergno, da una parte, e Giacomo figlio del fu mastro Inselmi, Giacomino di Giovanni Inselmeti, Giacomo di Marco Inselmeti e Zane di Giovannetto Sartore, agenti anche a nome di Giacomino di Zane Inselmi e degli eredi del fu Zane Sertore, tutti di Cavergno, dall'altra, eleggono quali arbitri Bernardo di Zane Franzi, console di Cavergno, e Giovanni di Alessio Lormani di Cavergno, incaricandoli di stabilire i confini del territorio comunale di Cavergno con gli alpi di Ogliè e di Foioi («ab alpe Gulliarii et seu ab alpe Foyoye»). Le parti designano quale terzo arbitro Zane del Ponte di Bignasco per risolvere la lite nel caso in cui i due arbitri designati non trovassero una soluzione.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 38 495 x 375 mm, righe 72. Un piccolo foro.

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14 ottobre 1524, <...>

Vendita / <...>

Francesco Spinedi di Somazzo del fu Pietro abitante a Penate nel comune di Rancate, curatore dei beni della moglie Margherita di Pietro Poroli dimorante a Urbino, descritti e coerenziati dai fratelli Andrea e Pietrone del fu Nicolao Imolo Fossati di Meride l'8 febbraio 1518, vende a Gasparino del fu Bartolomeo «de familia illorum Andreatii» di Meride, abitante a Meride, due terreni situati nel territorio di Meride «ad Ziliagum» e «in Virisum», al prezzo di 60 fiorini. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 10 bis 220 x 300 mm, righe 37. La pergamena, che presenta fori con residui di filo, lacerazioni e sbiaditure dell'inchiostro, è stata riutilizzata come copertina della rubrica degli atti del notaio Gabriele Fossati di Meride dal 1560. Il documento è privo della parte finale; il prezzo della vendita è desunto da un'annotazione del notaio nel verso.

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3 novembre 15[2]4, Altdorf

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei III cantoni, riuniti ad Altdorf, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello intentata dalla comunità di Leventina contro una sentenza del sindacato del 1524 nella lite con il consiglio e il comune di Bellinzona in merito alle taglie imposte da questi ultimi sui beni appartenenti a leventinesi e situati nel contado bellinzonese. I giudici, confermando le precedenti sentenze dei rappresentanti dei sovrani e gli statuti bellinzonesi, dichiarano che il comune di Bellinzona potrà esigere dai leventinesi le medesime taglie imposte agli altri assoggettati nel contado, purché il denaro riscosso non sia impiegato per utilità esclusiva del borgo.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera bianca in culla di cera bianca di Jakob Troger, landamano e giudice di Uri. L'arma nel campo reca due abeti incrociati con quattro stelle a sei punte.

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Legenda: SIGIL<...> * IACOB * TROGER *

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 84 (v.n. B.V/8) 435 x 565 mm, righe 53. Piccole rosicature lungo alcune pieghe. L'anno riportato nella completio del documento («gäben vff dritten tag novembris nach Christi vnsers herren gepurt tusent funfhundert vnd im vierden jare») è stato completato in base alla menzione nel testo di una sentenza del sindacato del 1522, come pure alla sovrapposizione per il 1524 del periodo in cui Jakob Troger, ambasciatore, risulta landamano di Uri, e Martin Indermatt, anch'egli ambasciatore, ha concluso il primo periodo in carica nel medesimo ufficio a Svitto (1522-1523). Nel 1524 è inoltre attestato anche l'arciprete di Bellinzona Giorgio Rusca, che nel documento figura quale rappresentante del consiglio del borgo davanti ai giudici.

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Sec. xvi (primo quarto?), Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giovanni Petrolo «de Ambroxio» di Lamone, agente anche a nome del fratello Antonio e del nipote Giovanni Battista del fu Francesco, fratello di Pietro ed Antonio, vende a Gabriele del fu Gerolamo Rusca di Comano, agente anche a nome del fratello Antonio, un terreno situato nel territorio di Cadempino «in Nocha», al prezzo di <..>, dei quali 80 lire e <...> di terzoli (?) dovuti dai venditori al detto Gabriele.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Ruscha n.p. Lugani et Vallis. Notaio estraente: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Laurentii ac ellectus et deputatus per consillium ... totius comunitatis Vallis Lugani ad explendum ... instrumenta tradata et rogata per nunc condam dominum Ioannem Petrum Ruscham olim n.p. Lugani et Vallis et olim fratrem meum.

Originale estratto da imbreviature (1537 giugno 22); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 20 475 x 335 mm, righe 63?. Il documento è in uno stato di conservazione pessimo: esso presenta una scrittura diffusamente sbiadita a causa dell'uso di colle, frammenti di carta nel verso, tagli lungo il margine e negli angoli superiori, piccoli fori (alcuni dei quali con strisce di pergamena). L'atto è stato riutilizzato come copertina di un libro di conti dal 1676 al 1693. Gli elementi della data in cui l'atto fu estratto non concordano tra loro: il 22 giugno 1537 cadeva infatti di venerdì e non di giovedì, come riportato dal notaio.

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4 gennaio 1525, Mendrisio

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Battista «de Rovera» del fu Giacomo, abitante al Mulino Nuovo, nel comune di Rancate, dichiara di avere ricevuto dal frate Gaspare «de Barbarinis», priore del convento e della chiesa di S. Giovanni Battista di Mendrisio, il quale sborsa i propri denari a nome però del detto convento, 46 lire imperiali a pagamento delle migliorie apportate al detto mulino, secondo la stima fatta da Bernardo Rigoni di Biumo e da Tommaso «de Prestino» di Mendrisio.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

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Notaio scrivente: Iohannes Angelus de Olzate p.i.a.n. Comi f.c. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 33 330 x 200 mm, righe 35. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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28 gennaio 1525, <...>

Vendita

Giovanni Pietro detto Barbitolo del fu Antonio «de Portis» di Vercelli, abitante a Daro, vende ai fratelli Giovanni e Agostino Ghiringhelli del fu Andrea, medico, abitanti a Bellinzona, due campi di terra a vigna e arativo situati nel territorio di Giubiasco «in Rosora» locati il 10 gennaio 1517 ai fratelli Nicolao, Abbondio e Agostino del fu Giovanni Rusca di Giubiasco. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 57 500 x 175 mm, righe 74. Il documento, originariamente costituito da almeno due membrane, è privo della parte finale e presenta una grossa lacuna nella parte destra nonché diversi fori e strappi, uno dei quali di grosse dimensioni. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel gennaio 1525 correva infatti l'indizione tredicesima e non la quattordicesima, come riportato dall'estensore.

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28 gennaio 1525, <...>

Vendita / <...>

Battistino del fu Giovanni «de Iemalo» abitante a Meride vende a Giorgio del fu Giovanni «de Porolo» abitante a Meride, agente anche a nome del fratello Giacomo, un campo con alberi di castagno, di noce e una vigna situato nel territorio di Meride «ad Caxelos», al prezzo di 14 ducati d'oro. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 29 325 x 200 mm, righe 55. La parte finale del documento è stata asportata mediante taglio. Alcuni piccoli fori in particolare nelle pieghe.

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3 febbraio 1525, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

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Bertina, figlia ed erede del fu Togno «Michaelis» di Maggia, che professa di vivere secondo la legge romana («et que Bertina confessa fuit ibidem se lege vivere romana»), vende a Giacomo del fu Giacomo <...> di Aurigeno un terreno con la metà di un edificio coperto di piode situato ad Aurigeno «ad Buschum». Il prezzo della vendita è di 70 lire di terzole, di cui la venditrice dichiara di aver ricevuto 39 lire; l'atto è stipulato allo scopo di pagare un debito di 300 lire di terzoli contratto a suo tempo da «<...... >neli Iacobi Ferarii», defunto genero di Bertina, nei confronti di Pietro del fu Alberto di Cavergno.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n., f.c. Bernardini Panzere de Cevio habitator Verizini.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 18 470 x 195 mm, righe 92. Diversi fori e macchie nella parte destra; una lacerazione di notevoli dimensioni lungo il bordo destro.

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13 febbraio 1525, Mendrisio

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Il frate Gaspare «de Mendrix», priore del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, dichiara di avere ricevuto da Caterina «de Lopia» di Mendrisio, vedova di Giovanni Gaggini di Bissone, che agisce per volontà di Giovanni Maria e Giovanni Aloisio «de Lopia», fratelli e figli della stessa Caterina e del defunto Giovanni, nonché di Tommaso «de Lopia», figlio adottivo della medesima Caterina, i seguenti oggetti destinati ad ornare l'altare e cappella dei SS. Rocco e Sebastiano nella chiesa di S. Giovanni Battista: un calice con patena d'argento, due veli di tela e uno di seta, una crocetta d'argento, due angioletti, una «pax», un paio di candelabri, tre corone «coraliorum». due tovaglie grandi di tela, due mantili, un «sugacho ... subtillis», un pallio di drappo rossino, un pallio «taperii», quattro pianete, due amiti, due camici, due stole, tre manipoli, un messale, tre candelabri «tolle», due capse per la cera, un «cixentinum» di ottone e una cassa con chiave e catenella per contenere i precedenti oggetti. La donazione è fatta in onore di Dio e dei patroni della cappella nonché in suffragio dell'anima di Caterina e del suo defunto marito, e la stessa donatrice dispone che il suo corpo sia deposto nella sepoltura esistente vicino al detto altare.

Notaio rogatario: Alexander dela Turre Mendrixii p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Petri.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 85 (v.n. A XIV/9) 340 x 320 mm, righe 37. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri tre piccoli fori dovuti a rosicatura.

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13 febbraio 1525, Tegna

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovanni Giacomo del fu Pietro «Massarii» di Tegna e Francesca del fu Giovanni Giacomo «Beloni» di Aurigeno, sua suocera e vedova del detto Pietro, vendono ad Alberto detto Bertolazio del fu Giacomo «Bertolazii» di Peccia, abitante ad Aurigeno, nove appezzamenti di terreno con edifici e alberi situati nei territori di Pedemonte, Dunzio, Moghegno e

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Aurigeno. I venditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Brontali p.i.a.n., f. Iohannis Iacobini Brontali de Cavigliano de Pedemonte.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 66 530 x 370 mm, righe 66.

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22 febbraio 1525, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Zenno «de Piperelis» di Ligornetto del fu Bernardo, abitante a Ligornetto, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni Pietro e Francesco, vende a Caterina «de Gordona», figlia di Giovanni Pietro e moglie di Giacomino Bernasconi, abitante a Ligornetto, tre parti di un terreno a campo e bruga con diverse piante situato nel territorio di Besazio «ad Paludem de Bexatio», al prezzo di 125 lire di terzoli, di cui 108 lire di terzoli spettano agli eredi del fu Gerolamo Bosia per ricomperare un campo situato nel territorio di Stabio «ad Plodas».

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 57 590 x 310 mm, righe 71. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un libro, forse di imbreviature. Due frammenti di pergamena cuciti al dorso dell'atto come rinforzo e alcune lacerazioni e piccoli fori.

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22 febbraio 1525, Mendrisio

Locazione con patto di riscatto / Instrumentum livelli et pactorum

Caterina «de Gordona», figlia di Giovanni Pietro e moglie di Giacomino Bernasconi, abitante a Ligornetto, investe a titolo di livello e di locazione perpetua Zenone «de Piperelis» di Ligornetto del fu Bernardo, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni Pietro e Francesco, di un terreno diviso in tre parti a campo e bruga con piante situato nel territorio di Besazio «ad Paludem», al canone annuo di cinque staia di «furmentata» di segale e frumento. Le parti convengono che i detti locatari potranno ricomprare il detto terreno al prezzo di 125 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Cumarum f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 30 540 x 350 mm, righe 62. Nelle misure è compresa la fascia di rinforzo cucita lungo il margine inferiore con del filo. Strappi, lacerazioni e numerosi fori, alcuni dei quali praticati per riutilizzare la pergamena come copertina di imbreviature degli anni 1538 e 1539.

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<...> marzo 15<26>

Domande giudiziali / -

Davanti a Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Pietro e Zane <«Baldini» di Moghegno> espongono che i loro antenati hanno sempre posseduto il corte «Hori de la Brusa» e un terreno a gerbido e selva con castagni nel territorio di Lodano, che ora è stato concesso in parte dal comune di Lodano a Antonio «Pingini» di Moghegno «ad claudendum et laborandum», e chiedono al commissario di dichiarare che loro stessi possono chiudere il gerbido e «folea, starnumen et feligios coligere». Il rappresentante del comune di Lodano si oppone alla richiesta e chiede <...>.

Archivio Patriziale Lodano 11 (= 1/9) (inserto)

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2 aprile 1525

Elenco di debitori / -

Elenco dei debitori del cero per l'illuminazione dell'altare di S. Pietro di Largario («debitores cirey seu cilostri illorum de Stubio de Somaschona et illorum Frigerii de Largario»).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 31 330 x 175 mm, righe 32. Piccole macchie, una lacerazione lungo il bordo inferiore.

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28 giugno 1<5>25, Como

Investitura a titolo di feudo e giuramento / Instrumentum investiture feudalis, feudi devoluti iuramentique fidelitatis et hommagii

Giacomo «de Manticis», cittadino di Como e procuratore del vescovo Scaramuzza Trivulzio, investe a titolo di feudo legale Bernardino Molo del fu Giovanni di Bellinzona, agente anche a nome dei figli Alessandro, Giacomo, Giovanni Pietro, Gerolamo, Giovanni Battista e Giovanni Antonio, e i fratelli Stefanino, agente anche a nome del figlio legittimato Giovanni Pietro, e Parisio del fu Matteo del fu Stefano Magoria di Bellinzona, agente anche a nome dei figli Matteo e Stefanino, dei beni e dei diritti della chiesa di Como nella pieve di Locarno e nel contado di Bellinzona, dei quali erano stati investiti in precedenza Giacomo Magoria del fu Pietrod di Bellinzona, suocero del detto Bernardino Molo, nonché Pietro Martire Magoria del fu Giovanni detto Fra e Bernardino Magoria del fu Antonio. Il complesso dei beni in questione comprende edifici e terreni situati nella contrada Magoria di Locarno e a Bellinzona, oltre a quote delle peschiere sui fiumi Maggia e Ticino e delle decime di diversi comuni nelle dette circoscrizioni. Gli investiti prestano infine giuramento di fedeltà nelle mani del procuratore del vescovo.

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Notaio rogatario: Gasparinus de Rippa f. nunc condam domini Iohannis Aluysii p.i.a.n. Cumanus curieque episcopalis Cumane scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 231 1160 x 380 mm, righe 203. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme; due fori con perdita di testo nella prima membrana e diverse rosicature lugno i margini.

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3 luglio 1525, Como

Erezione di beneficio ecclesiastico / Instrumentum <...>

Guglielmo Cittadini, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo di Como Scaramuzza , accoglie la richiesta inoltrata dal prete Battista «de Morigiis», rettore della chiesa di S. Sisto di Como, agente a nome del prete Giulio «del Nado» e di Elisabetta Magoria, entrambi di Bellinzona, e istituisce un beneficio perpetuo semplice presso l'altare della SS. Trinità della chiesa di S. Biagio di Bellinzona, di giuspatronato della famiglia Magoria, secondo il testamento del fu Rodolfo Magoria di Bellinzona, dettato il 21 marzo 1525. La dote del beneficio consiste in un canone annuo assegnato da Rodolfo Magoria, e al titolare viene imposto l'obbligo di celebrare una messa settimanale al detto altare in suffragio dell'anima del testatore nonché altre due messe settimanali. Il vicario generale conferisce infine il beneficio cappellanico al prete Giulio «del Nado», designato dal detto Rodolfo, e concede ad Elisabetta Magoria e ai suoi eredi il diritto di eleggere i successori.

Notaio rogatario: Gaspar de a. et i.a. curieque episcopalis Comensis n., f.q. domini Pauli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 232 460 x 385 mm, righe 50. Rosicature di piccole e grosse dimensioni, in particolare lungo le pieghe, rendono il testo lacunoso.

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11 luglio 1525, Comprovasco (Leontica)

Sentenza / -

Heinrich Zgraggen di Uri, vicario di Val Blenio, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la chiesa di S. Giovanni di Leontica, rappresentata dal suo rettore prete Giovanni Albrizzi e dal suo procuratore Giovanni «Zornini», da una parte, e i vicini di Altaniga, rappresentati da Domenico Martinoli, dall'altra, per i diritti di transito attraverso i prati situati sotto la chiesa di S. Giovanni Battista di Leontica, vicino al cimitero. Il detto giudice, ascoltati i testimoni prodotti dalle parti, proibisce il transito con il bestiame in occasione del carico e scarico degli alpi, ordinando ai detti vicini di usare la strada «per carrales» di Leontica o Combreschì, e limita il passaggio sui detti prati a un cavallo non caricato o ad una bestia condotta a mano ad eccezione dei mesi di giugno, luglio e agosto.

Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Domini Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 13 310 x 310 mm, righe 43. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe.

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<17> luglio 1525, Ascona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Francesco del fu Martignono, in seguito alla divisione con i fratelli Bernardo e Ambrogio, retrovende a Giovanni Pietro del fu Cristoforo Bettetini di Ascona, console di Ascona e Ronco, un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Ascona «in quanterio di Barbonagho in Segnia», che Martignono «olim filii quondam Iohannis de Roncho de » aveva acquistato da Mainolo del fu Cristoforo Va di Ascona, allora console di Ascona e Ronco, Giovanni Pietro del fu Antonio Pa, Giacomo , Defendente del fu Giacomo Filippo «Paulini» e mastro one di Ronco, procuratori di detto comune, al prezzo di 200 lire di terzoli il 12 luglio 1509, investendoli poi di un canone annuo di 9 staia di mistura, allo staio di Ascona, per 9 anni rinnovabili. Il prezzo della retrovendita è di 202 lire di terzoli di cui 102 sborsate da Lorenzo del fu Pietro Abbondio che aveva promesso di rilevarle da Martignono.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. domini Maynoli de Vachinis de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 4 470 x 300 mm, righe 66. Cinque piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle. Diversi altri fori, dovuti a rosicatura, lacerazioni e inchiostro sbiadito nella parte iniziale del documento, che compromettono in parte la lettura, nonché piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. La data è ricostruita sulla base dell'edizione di un altro testimone conservato in Archivio Patriziale Ascona 3. Edizione: V. Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 58, nr. 21 (da altro esemplare). Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 3 (v.n. AST 21)

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17 luglio 1525, Ascona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Francesco del fu Martignono, in seguito alla divisione con i fratelli Bernardo e Ambrogio, retrovende a Giovanni Pietro del fu Cristoforo Bettetini di Ascona, console di Ascona e Ronco, un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Ascona «in quanterio di Barbonagho in Segnia», che Martignono «olim filii quondam Iohannis de Roncho de » aveva acquistato da Mainolo del fu Cristoforo Va di Ascona, allora console di Ascona e Ronco, Giovanni Pietro del fu Antonio Pa, Giacomo , Defendente del fu Giacomo Filippo «Paulini» e mastro one di Ronco, procuratori di detto comune, al prezzo di 200 lire di terzoli il 12 luglio 1509, investendoli poi di un canone annuo di 9 staia di mistura, allo staio di Ascona, per 9 anni rinnovabili. Il prezzo della retrovendita è di 202 lire di terzoli di cui 102 sborsate da Lorenzo del fu Pietro Abbondio che aveva promesso di rilevarle da Martignono.

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Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. filius domini Maynoli de Vachinis de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 3 (v.n. AST 21) 565 x 250 mm, righe 84. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p, 58, nr. 21. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pancaldi 4

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25 luglio 1525, S. Antonino

Procura / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di S. Antonino, convocata per ordine del console Giovanni del fu Martino «del Saxo», nomina suoi procuratori per un anno Donato del fu Pietro «Domengoni» di Loro, Giacomo del fu Martino «Tognatiis» Rossetti, Antonio di S. Vittore e il prete Battista «de Morigiis» abitante a Como, incaricandoli di presentarsi davanti al vicario generale del vescovo di Como per notificare l'elezione del prete Battista Minotti di Bellinzona quale beneficiato e rettore della chiesa di S. Antonino a S. Antonino, vacante per libera resignazione del prete Andrea Cusa.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 26 480 x 205 mm, righe 52. Fori di piccole dimensioni, in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle, nonché una grossa lacerazione nella parte iniziale causata dall'umidità. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86.

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31 luglio 1525, Meride

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Pietro del fu Provino Fossati abitante a Meride rivende a Giovanni di Andrea Fossati detto «de Oldelo», abitante a Meride, un campo con una pianta «pixole» situato nel territorio di Meride «ad Firanium», al prezzo di 12 ducati d'oro larghi.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. Lugani et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 58 370 x 210 mm, righe 62. Fori di piccole dimensioni nelle piegature.

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18 agosto 1525, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis e instrumentum liveli

I coniugi Bernardino del fu Giovanni Molo ed Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona vendono a Giovanni Pietro Cusa del fu Filippo, abitante a Bellinzona, un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Bellinzona «in Forchonino» (?), al prezzo di 510 lire di terzoli. I detti venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di otto congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 233 530 x 390 mm, righe 72. Una lunga cucitura verticale eseguita durante il restauro nella parte superiore, qualche macchia e piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 agosto 1525, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis e instrumentum liveli

I coniugi Bernardino del fu Giovanni Molo ed Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona vendono a Giovanni Pietro Cusa del fu Filippo, abitante a Bellinzona, un terreno a vigna e campo situato nel territorio di Bellinzona «in Forchonino» (?), al prezzo di 510 lire di terzoli. I detti venditori vengono poi investiti a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di otto congi di vino bianco.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 233 530 x 390 mm, righe 72. Una lunga cucitura verticale eseguita durante il restauro nella parte superiore, qualche macchia e piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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17 ottobre 1525, Altdorf

Sentenza / Vrtel

Il landamano Jakob Troger, il luogotenente Johannes Öchser e Niklaus Muheim già landvogt in Turgovia, tutti di Uri, Jakob an der Rütti già landvogt a S. Gallo e il Vogt Radhelder, entrambi di Svitto, nonché il Vogt Bünti e Jos Mathis, entrambi di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni riuniti in giudizio ad Altdorf, pronunciano la propria sentenza nella

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 976 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete causa di appello tra Battista «Leonardt», agente a nome del comune di Bellinzona, da una parte, e Aloisio Barnaba [del fu Pietro Orelli], agente anche a nome di Antonio Orelli, entrambi borghigiani di Locarno, dall'altra, in merito alla taglia imposta da Bellinzona su un censo posseduto dalla controparte nel contado. Gli ambasciatori dichiarano che il comune di Bellinzona e quelli del contado possono gravare il censo in questione soltanto quando è necessario imporre una taglia generale a causa di guerre, inondazioni e frane oppure per la manutenzione delle strade, e che in ogni caso la taglia non deve essere maggiore di quella riscossa sui censi dei bellinzonesi stessi.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Troger, landamano di Uri. Rimane solo parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 86 (v.n. A XIV/8) 455 x 395 mm, righe 55.

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7 dicembre 1525, Como

Separazion ed erezione di parrocchia / Publicum instrumentum seperationis, dimembrationis, errectionis ordinationisque

Guglielmo Cittadini, vicario generale del vescovo di Como, accoglie la richiesta del comune di Melide, rappresentato dai procuratori Giovanni Angelo di Leonardo Fontana e Quirico del fu Pietro «de Castello», entrambi di Melide, e concede la separazione della chiesa dei SS. Quirico e Giulitta di Melide dalla chiesa di S. Giorgio di Carona, a sua volta già separata dalla chiesa plebana di S. Lorenzo di Lugano, erigendola al rango di chiesa parrocchiale con tutti i diritti e le prerogative di tale grado, e ordinando agli abitanti di Melide di costituire entro due anni una dote sufficiente per mantenerne il prete. La concessione avviene alla presenza di Carlo Fagnani, preposito della chiesa di S. Maria di Torello, del prete Nicolao «de Riale», rettore della chiesa di S. Giorgio di Carona, e dei procuratori del comune di Carona Pietro Paolo della Scala e Lorenzo «de ****».

Notaio rogatario: Gaspar de Orcho p.a.et i.a. curieque episcopalis Comensis n., f.q. domini Pauli.

Originale; lat. ASTi, Comune di Melide 2 (= 229) 495 x 385 mm, righe 64. Una parte del margine superiore è stata asportata mediante taglio; un altro piccolo taglio nel bordo sinistro, un minuscolo foro e alcune macchie, fra le quali una, nell'angolo superiore sinistro, di colore molto scuro. Edizione: [S. Borrani], Fondiaria della parrocchia di Melide, Bssi XXX (1908), pp. 21-24.

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18 dicembre 1525, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Donato «de Zezio» del fu Andrea, abitante a Bellinzona, vende al prete Giovanni di Antonio «de Lago» di Castione e Fran del fu Saniolo «del Brenta» di Castione, agenti a nome proprio e del comune di Castione e Lumino, un appezzamento di terreno a prato e gerbido, della misura di 18 pertiche, nel territorio di Lumino e Castione «in Pasquariis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 977 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete buschi dela nave seu ad ressegam dicti venditoris». Tale bene erano stato locato l'11 febbraio 147<8> a Bartolomeo del fu «Moneti de Roncho» di Lumino, ora defunto e allora console di Lumino e Castione, da Andrea «de Zezio» padre di detto Donato, al canone annuo di 18 lire di terzoli. Il prezzo di vendita è di 450 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 57 995 x 195 mm, righe 141. Il documento è costituito di due fogli membranacei cuciti insieme. Piccolo foro nel margine inferiore risalente alla lavorazione della pelle. Nella prima membrana ampie rosicature, parzialmente ricomposte in sede di restauro, e estese macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 59.

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(1525 circa), Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Bertola <...> vende a Battista <...> alcuni beni al prezzo di 98 fiorini. Una quota di tale somma, pari a 100 lire di terzoli, dovrà essere impiegata dal detto Bertola per riacquistare il terreno venduto al medesimo prezzo a Giacomina Fontana del fu Tommaso, abitante a Como, al prezzo di 100 lire di terzoli e da quest'ultima concesso al medesimo Bertola a titolo di livello con patto di riscatto, dietro versamento di un canone annuo di quattro staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus de Olzate p.i.a.n. Comi f.q. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Torriani 28 (= cart. 224.2, nr. 15) 580 x 285 mm, righe 76. Il documento è costituito da due fogli membranacei cuciti insieme. Manca la parte iniziale del documento, asportata mediante taglio. Alcuni piccoli fori e diffuse rosicature lungo i margini. La datazione approssimativa si basa sui dati disponibili riguardo all'attività del notaio rogatario.

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13 gennaio 1526, Locarno

Vendita / nstrumentum venditionis

Bernardino del fu Pietro «de Baddis» di Locarno vende al frate Aloisio Brontalini, guardiano ndel convento di S. Francesco di Locarno, ai frati Giuseppe Rossi, Protasio Mazaghi, Ludovico Marcacci («de Mercatiis»), Paolo Orelli, Giovanni «de Raffagnis», Elia d'Ivrea e Paolo da Vicercate, nonché Battista Appiani, Alessandro Orelli, Giovanni «de Rozollo», Romerio die Russo, procuratori del convento di S. Francesco di Locarno , un appezzamendo di terreno vignato «a lizariis et rompibus» nel territorio del Consiglio Mezzano «ad Cottum». Il prezzo della vendita di 608 lire di denari nuovi.

Notaio rogatario: Filipus p.i.a.n., f.q. domini Ioannis Greci habitator Locarni.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 112 600 x 220 mm, righe 92. tra fori risalenti alla lavorazione della pelle e piccolissimi fori lungo la piegatura orizzontale inferiore, dovuti a rosicatura.

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13 gennaio 1526, Ascona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis, retrodati et retrocessionis

Pietro del fu Stefano notaio di Pollegio, abitante a Muralto, retrovende a Martinolo del fu Giovanni «de Bechariis», console del comune di Ascona, Ronco e Castelletto, due appezzamenti a prato nel territorio di Ascona «ad Naticham et que apelatur Naticha», che egli aveva acquistato da Giovanni Pietro del fu Cristoforo «Betatini», allora console di Ascona, Ronco e Castelletto, Graziano del fu Giovanni Gaspare «Varentie», Giacomo del fu Giovanni «Dalidi» e Vanetto di Antonio «Rosseti Zu», procuratori di detto comune, al prezzo di lire 1551 e soldi 13 di terzoli il primo agosto 1524, investendoli poi di un canone annuo di 62 staia di mistura di segale e miglio. Il prezzo della retrovendita è di 1551 lire e 13 soldi di terzoli che detto Pietro dichiara di aver ricevuto dai suddetti Graziano «Varentie» e Cristoforo «Vachini», ai quali il console aveva assegnato in godimento per tre anni gli edifici dei mulini e delle peste di sotto e di sopra.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. Lafranchi Comacini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 4 (v.n. AST 22) 570 x 405 mm, righe 67. Quattro fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla preparazione della pelle, numerosi fori di grandi dimensioni lungo la piegatura orizzontale centrale, dovuti a rosicatura, un lungo taglio orizzontale posteriore alla scrittura, ricucito con filo di canapa; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 58, nr. 22.

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20 gennaio 1526, Mugena

Elezione di canepari e di procuratori alle liti / Instrumentum sindicatus et procure

L'assemblea dei vicini di Mugena, riunita sotto il cimitero della chiesa di S. Agata, elegge Taddeo del fu Provino «de Mocheto» ed Eusobio del fu Andrea «de Mocheto» canepari della detta chiesa con l'incarico di incassare quanto dovuto, ed elegge inoltre a rappresentanti Marco Somazzi, Giovanni Pietro Sala, Stefano Zanoni e Cesare Castoira, incaricandoli di difendere gli interessi della detta chiesa in ogni futura causa.

Notaio rogatario: Steffanus f.c. magistri Petri de Musgietis de Breno p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Mugena 13 335 x 255 mm, righe 61. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe, e uno strappo nel margine inferiore.

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24 gennaio 1526, Sornico

Elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Nella lite tra i comuni di Brontallo e Menzonio, da una parte, e gli altri comuni della Lavizzara, dall'altra, in merito alla ricostruzione del Ponte della Merla, Wolfgang Iselin di Basilea, già commissario di Valmaggia e Lavizzara, in una precedente sentenza aveva deciso che i comuni di Broglio, Prato, Sornico, Peccia e Fusio partecipassero al rifacimento dello stesso. Sul contributo che questi avrebbero dovuto versare a Brontallo e Menzonio era però sorta una lite, per comporre la quale le parti avevano eletto Guglielmo del fu Giacomo «Gisle» di Peccia, rispettivamente Giovanni «Franzii Martinoli» di Menzonio i quali non erano tuttavia riusciti a trovare un accordo. Ora i rappresentanti delle due parti eleggono Kaspar Imhof di Uri, commissario di Valmaggia e Lavizzara, quale arbitro incaricato di risolvere in modo definitivo la questione, gli concedono pieni poteri e si impegnano a rispettare e far rispettare le sue decisioni.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 10 (= vecchio I/10) 615 x 380 mm, righe 58. Pergamena arrotolata; un foro e due tagli ricuciti con filo di canapa risalenti alla lavorazione della pelle, una breve lacerazione sul margine sinistro. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 7 (=vecchio I/07)

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24 gennaio 1526, Sornico

Elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Nella lite tra i comuni di Brontallo e Menzonio, da una parte, e gli altri comuni della Lavizzara, dall'altra, in merito alla ricostruzione del Ponte della Merla, Wolfgang Iselin di Basilea, già commissario di Valmaggia e Lavizzara, in una precedente sentenza aveva deciso che i comuni di Broglio, Prato, Sornico, Peccia e Fusio partecipassero al rifacimento dello stesso. Sul contributo che questi avrebbero dovuto versare a Brontallo e Menzonio era però sorta una lite, per comporre la quale le parti avevano eletto Guglielmo del fu Giacomo «Gisle» di Peccia, rispettivamente Giovanni «Franzii Martinoli» di Menzonio i quali non erano tuttavia riusciti a trovare un accordo. Ora i rappresentanti delle due parti eleggono Kaspar Imhof di Uri, commissario di Valmaggia e Lavizzara, quale arbitro incaricato di risolvere in modo definitivo la questione, gli concedono pieni poteri e si impegnano a rispettare e far rispettare le sue decisioni.

Notaio scrivente (?): [Bernardus p.i.a.n. f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio Vallismadie]

Copia semplice (?); lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 7 (=vecchio I/07) 355 x 380 mm, righe 43. Foglio tagliato verticalmente in due frammenti, entrambi conservati; forti abrasioni lungo una fascia di 1-2 cm ai lati del taglio, con perdita della scrittura. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 10 (= vecchio I/10)

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25 gennaio 1526, Sornico

Arbitrato / Arbitramentum

Nella lite tra i comuni di Menzonio e Brontallo, da una parte, e gli altri comuni della Lavizzara, dall'altra, in merito alla ricostruzione del Ponte della Merla, Kaspar Imhof di Uri, commissario di Valmaggia e Lavizzara, eletto il giorno precedente dalle parti quale arbitro, pronuncia la sua decisione. L'arbitro decide che i comuni della Lavizzara superiore debbano versare a Menzonio e Brontallo 12 scudi d'oro del valore di 10 lire e 4 soldi di terzoli ciascuno, ripartiti secondo il proprio estimo, di cui 6 entro 10 giorni e i restanti entro le prossime calende di maggio; obbliga il comune di Brontallo e Menzonio a ricostruire il ponte entro lo stesso termine e libera i comuni della Lavizzara superiore da ogni impegno di manutenzione, salvo se per impraticabilità della strada «del solivo» risultasse necessario transitare sul versante «del ovego». Le parti accettano l'arbitrato.

Notaio sottoscrittore dell'originale: Bernardus p.i.a.n. f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio Vallismadie

Copia semplice (?) (coeva); lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 8 (= vecchio I/08) 620 x 400 mm, righe 59. Pergamena arrotolata

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1 febbraio 1526, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Carlo de Fagnano, preposito della chiesa di S. Maria di Torello e al momento ivi residente, dichiara di avere ricevuto da Nicolao Maggi di Bruzella, agente a nome del suo comune, 11 lire imperiali a pagamento della decima di Bruzella appartenente alla detta chiesa.

Notaio rogatario: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani et Vallis et f.q. domini Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 13 220 x 200 mm, righe 32. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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9 febbraio 1526, Cavergno

Elezioni di arbitri / Instrumentum compromissi

Il comune di Cavergno, da una parte, e Zane di Giacomo Bevenute, Giovanni di Zane Ialmazii, Giovanni Antonio di Giacomo Rossi, Zane di Guglielmo Bevenute, Adamo di Antonio Rossi, dall'altra, designano quali arbitri il console di

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Cavergno Pietro di Antonio Alberti e un certo numero di vicini di Cavergno per risolvere la lite relativa all'alpe di Foioi situato in valle Bavona, in particolare per sapere se i vicini possano far pascolare il bestiame «in fondo alpis apellato in Scarevolis seu Pontidellis».

Notaio rogatario: Antonius p.i.a.n. constitutus f. magistri Petri Alberti de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 40 595 x 335 mm, righe 53. Un foro sul margine destro risalente alla lavorazione della pelle e un secondo foro in basso a destra.

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12 febbraio 1526, Cavergno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Gli arbitri eletti nel compromesso del 9 febbraio 1526 (v. Cavergno 40) pronunciano la loro sentenza e riconoscono al comune di Cavergno la proprietà dell'alpe di Foioi, situato nel territorio di Cavergno in valle Bavona, stabilendo la porzione che i vicini nominati nel compromesso e tutti gli altri vicini possono sfruttare fino alla festa di san Giovanni Battista. Infine gli arbitri designano due persone che si rechino sui luoghi contestati a porre i termini di confine.

Notaio rogatario: Antonius n.p.i.a., n. constitutus et concreatus, f. magistri Petri Alberti de Cavergnio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 41 570 x 370 mm, righe 59. Macchie nella parte superiore e alcuni fori, la maggioranza dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Sul margine destro in basso una cucitura precedente la stesura del documento.

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6 marzo 1526, Cevio

Sentenza / Sententia

Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i fratelli Pietro e Zane figli del fu Bertramo «Baldini» di Moghegno, da una parte, e il comune di Lodano, dall'altra, in merito alla proprietà del corte prativo «Hori de la Brusa» e allo sfruttamento di un terreno a gerbido situato al di sotto di esso, nel territorio di Lodano. Il commissario e podestà dichiara che il detto corte prativo è di proprietà dei fratelli «Baldini» e che a questi ultimi appartengono anche gli alberi di castagno situati sul gerbido in questione; essi potranno raccogliere le castagne e le foglie sul gerbido fino a s. Martino di ogni anno, mentre dopo tale data la raccolta spetterà ai vicini di Lodano, che sono proprietari del terreno e perciò avranno anche diritto alla raccolta dei «flegiorium et sternuminis». Infine stabilisce che i fratelli «Baldini» non potranno piantare nuovi alberi nel gerbido, ma potranno «insedare» nuovi castagni sullo stipite di quelli che dovessero cadere. La sentenza è pronunciata e volgarizzata dal podestà e commissario con l'ausilio di Giovanni «Nicolay Filipi» di Airolo, interprete, e del notaio rogatario.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

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Sigillo: esistente. L'impronta del sigillo (di Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Vallemaggia?) è danneggiata, si riconosce lo scudo nel campo con l'arma (triangolo sormontato da croce, affiancata da due stelle a sei punte). La legenda su cartiglio risulta illeggibile. Legenda: <...>

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 11 (= 1/9) 970 x 330 mm, righe 108. Documento composto di due fogli membranacei, originariamente cuciti insieme (470x330 + 500x325mm, 57+51 righe); il testo risulta per buona parte illeggibile a causa di macchie, sbiaditure e altri guasti del supporto. Inserti: <...> marzo 15<26>

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24 marzo 1526, Bellinzona

Vendita con convenzione / Instrumentum venditionis

Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, col consenso del marito Bernardino del fu Giovanni Molo, vende a Lazzaro del fu Zanetto di Soazza e a Martino Bonalini del fu Guglielmo di Mesocco otto terreni situati nel territorio di Monte Carasso «ad Gazium», di Bellinzona «ad Ronchum del Gazio» e «ad Pozarancham de Monte Carassio», e di Sementina «in la Monda», locati il 16 gennaio 1523 ai fratelli Cristoforo e Giovanni del fu Igmino del fu Cristoforo di Piemoretti di Monte Carasso abitanti «ad la Zotam», nel territorio di Bellinzona, e a Domenico loro nipote, figlio del fu Bernardo «de Iacmalo» di Monte Carasso, per un canone annuo di dieci congi di vino bianco, tre staia di castagne pestate e due polli. Il prezzo della vendita è di 714 lire di terzoli. La detta Elisabetta e i suoi eredi si impegnano a pagare in perpetuo le taglie imposte dal comune di Bellinzona sui beni venduti. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 230).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 234 495 x 340 mm, righe 56. Macchie nella parte iniziale e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in gran parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 aprile 1526, Sornico

Domande giudiziali / Petitio et responsio

Davanti a Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Pietro Roma di Prato e Giacomo del fu Andreolo di Sornico, caneparo della comunità di Lavizzara, entrambi agenti a nome della chiesa di S. Martino di Sornico, chiedono che il comune di Fusio sia obbligato a contribuire insieme agli altri comuni della valle alle spese sostenute per la sistemazione e la chiusura dell'orto presso la casa della detta chiesa. Borgo di Fusio, console e agente a nome del comune di Fusio, e il suo procuratore Cristoforo di Zane del Ponte chiedono dal canto loro di respingere tale richiesta, poiché essa non riguarda le necessità della chiesa ma quelle del sacerdote, per le quali il comune di Fusio non è tenuto ad alcun contributo, secondo il tenore di una convenzione stipulata il 5 giugno 1521.

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ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 22 (inserto)

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<...> aprile 1526, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Giacomo «Zanoni Redi» di Daro, abitante a Bellinzona, agente anche a nome di suo nipote del fu Pietro «Zanoni Redi» di Daro, vende a Giovanni del fu Giorgio «Ioannoti» di Daro il diritto di pascolo per una vacca e mezza sull'alpe di Arbino superiore, situato nel territorio di Bellinzona, al prezzo di 20 lire e 8 soldi di terzoli, che Pietro, padre del detto Giacomo venditore, aveva a suo tempo già ricevuto dal detto Giovanni del fu Giorgio «Ioannoti» .

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha f.c. domini Baptiste p.i.a.n. et habitator Belinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 87 (v.n. A. XIV/10) 570 x 220 mm, righe 57. La membrana è mutila di un lembo nell'angolo superiore sinistro, a cuasa di danni meccanici e rosicature, di modo che è caduta la parte iniziale delle righe 1-8. Altre piccole lacerazioni e rosicature nella parte superiore e lungo i bordi; alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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4 maggio 1526, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I coniugi Margherita, figlia ed erede del fu Antonio «monacus» della chiesa di S. Bartolomeo «ultra Morobiam», e Giovanni del fu Domenico «de Feminis», <...> come «frater afradelatus» di Silvestro del fu Bartolomeo, «monacus» della detta chiesa, con il consenso di <...> Antonio del fu Nicolao «Fabrici», abitante a Bellinzona, beneficiato della «monacharia» della detta chiesa, vendono ad Antonio del fu Melchione di S. Bartolomeo, agente anche a nome del fratello Giovanni, le migliorie fatte dai detti coniugi e dai predecessori della detta Margherita sopra alcuni beni locati loro il 17 ottobre 1488 e stimate il 25 maggio 1493. Il prezzo della vendita è di 200 lire di terzoli, somma corrispondente al lascito del fu Antonio del fu Alberto di Monte S. Bartolomeo a Melchione, fratello di Margherita e di Antonio.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 235 420 x 325 mm, righe 45. Una grossa lacerazione e fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale, dove è pure presente una piccola cucitura posteriore alla stesura del testo.

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25 maggio 1526, Locarno

Locazione / instrumentum locationis

Martino del fu Giovanni Pietro «Caralis» di Sonogno, agente a nome del console Zane del fu Giacomo «Vegii» di Frasco, Zanolo del fu Giovanni «Lafranchoni Frat» di Frasco, Domenico del fu Vidoro di Sonogno, Pietro del fu Martino Brocchi di Sonogno e Giovanni Antonio del fu Giacomo «Marzii» di Frasco, deputati e agenti a nome del comune di Frasco e Sonogno, investono a titolo di locazione Agostino del fu Pietro Baddi di Locarno di due boschi di larici e abeti («laricis, pezie et crovori») situati nel territorio del detto comune «in valle Vogornessii» e di altri due boschi «laricis, pezie et crovori» «ad buschum alpis Maghalie et de Peruxiis», dei quali il 27 marzo 1514 era stato investito Battista Moresini di Lugano per 36 anni, nonché di un bosco «laricis et pezie» «ad buschum de Laraxedo» e di un altro bosco «laricis et pezie» «ad buschum de Cardedo seu de Lateyanicha», dei quali il 16 giugno 1518 era stato investito lo stesso Battista Morosini per 50 anni. L'investitura avrà la durata di 50 anni a partire dalla scadenza delle dette concessioni in favore del Morosini e viene fatta in cambio della restituzione al comune di certi altri boschi concessi in precedenza al Baddi; oltre a ciò i locatori ricevono dal Baddi 10 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Domenichus p.i.a.n. constitutus, filius ser Iohannis Antonii de Verzascha, habitator Locarni

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Verzasca 8 380 x 360 mm, righe 65. Sei fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, altri piccoli fori dovuti a rosicatura, rosicature e lacerazioni lungo i bordi.

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13 giugno 1526, Sornico

Sentenza / Instrumentum sententie

Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la chiesa di S. Martino di Sornico, rappresentata dai procuratori Pietro Roma di Prato e Giacomo del fu Andreolo Ambrosi di Sornico, da una parte, e il comune di Fusio, rappresentato dal console Adamo Borgo del fu Borgo Fusaschetti e dal procuratore Cristoforo di Zane del Ponte, dall'altra. Il giudice dichiara che il comune di Fusio non è tenuto a pagare le spese sostenute per la riattazione dell'orto della detta chiesa.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 22 440 x 360 mm, righe 55. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nel margine destro. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319. Inserti: 18 aprile 1526 (Sornico)

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18 agosto (prima del 1526), Meride

Elezione di procuratori / Instrumentum missi et procure

Giovannina, figlia ed erede del fu Giacomo <...> di Ligurno <...> e madre di <...> del fu Giovanni abitante a Meride, costituisce suo procuratore Giacomo <...> di Gaggiolo nel territorio di Ligurno, in pieve di Arcisate.

Notaio rogatario: Steffaninus (Steffanus) de Fossato de Merede f.c. ser Antonii p.i.a.n. Comunitatis et Valis Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 60 540 x 440 mm, righe 61. Il documento è stato riutilizzato come copertina di un libro, forse di imbreviature (anni 1526 e 1527). La pergamena è guasta in particolare nella parte superiore, dove l'umidità ha eroso il supporto e sbiadito la scrittura. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 settembre 1526, Cresciano

Sentenza

Jost Blätti di Uri, già commissario di Bellinzona, Martin auf der Maur di Svitto, già vicario di Blenio, Nikolas Vokinger di Nidwalden, commissario di Riviera, ambasciatori dei III cantoni, nella lite tra Zane Varesi, luogotenente di Leventina, e Giacomo «Giocharii» detto «Bullus», entrambi di Faido, agenti a nome dei vicini di Faido, da una parte, e i vicini di Claro, dall'altra, in merito al pagamento di un sesino per il pastorizio di un cavallo anziché di 2 sesini come preteso da quelli di Claro, dichiarano che entrambe le parti devono attenersi all'antica consuetudine.

Sigillo: esistente. Il sigillo pendente di cera bruna Nikolas Vokinger di Nidwalden, commissario di Riviera, gravemente danneggiato, è attaccato a una coda di pergamena.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 41 290 x 270 mm, righe 37.

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4 settembre 1526, Lottigna

Conferma di statuti

Jost Blätti di Uri, già commissario di Bellinzona, Martin auf der Maur di Svitto, Nikolas Vokinger di Unterwalden, commissario di Riviera, ambasciatori dei III cantoni, e Jost Büeler, vicario di Val Blenio, su richiesta di Ambrogio Conceprio di Dongio, luogotenente di Val Blenio, e il notaio Giovanni «Arnardono» di Sommascona, caneparo di Val Blenio, confermano gli statuti di Val Blenio relativi all'approvigionamento di grano, burro, formaggio, pesci, ecc. per evitare dannose esportazioni o incette.

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Notaio rogatario: Guglielmus de Frigeriis de Larghario f.q. domini Dominici comunittatis Vallis Blegnii a.i.n.p. et scriba.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jost Büeler, vicario di Val Blenio, annunciato nella corroboratio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 65 305 x 180 mm, righe 40. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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11 ottobre 1526, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Giovanni del fu Antonio «de Rozollo» di Locarno detta il proprio testamento e lascia al convento di S. Francesco di Locarno 2 brente di vino o mosto, dalle 4 brente e uno staio di mistura ricavati dal fitto anno dovuto dagli eredi del fu Antonio «Girarde» di Minusio, a condizione che i frati facciano ogni anno un annuale a rimedio dell'anima del testatore e dei suoi predecessori. Inoltre lascia al convento 700 lire di terzoli, una volta tanto, di cui 632 lire sono dovute per un debito contratto da detto Giovanni. Infine nomina eredi universali i figli Antonio Nicolao, «furiosus et mentecaptus», e Battista e, in sostituzione di Antonio Nicolao, l'abiatico Francesco figlio di detto Antonio Nicolao, a condizione che detto Antonio Nicolao non possa vendere i beni senza il consenso di Francesco e Battista, suoi procuratori.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 113 415 x 350 mm, righe 57. Piccoli forli lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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12 ottobre <1526> (?), <...>

Dichiarazione / <...>

Guglielmo Cittadini, vicario , pronuncia una dichiarazione nella causa tra <...>, da una parte, e un certo prete Agostino, dall'altra, in merito al possesso della chiesa e cappella di S. Nazzaro di <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Comensis n., f.q. domini Pauli.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 49 155 x 130 mm, righe 21. L'atto è stato tagliato lungo tutti i margini e presenta alcuni piccoli fori e una rosicatura nell'angolo inferiore sinistro. La datazione è frammentaria, gli elementi pervenuti («indictione quinta decima, die veneris duodecimo mensis octobris») corrispondono tra loro per l'anno 1526; Guglielmo Cittadini è attestato quale vicario generale di diversi vescovi comensi della famiglia Trivulzio nei primi decenni del XVI secolo.

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1 novembre 1526, Brontallo

Consacrazione di chiesa, altare e cimitero e concessione d'indulgenze / Instrumentum consecrationis

Francesco Ladino, vescovo di Lodi, per incarico e con l'autorità concessagli dal vescovo di Como Scaramuzza Trivulzio, consacra la chiesa di Brontallo intitolandola alla Vergine Maria, a S. Giorgio e ai SS. Apostoli Giacomo e Filippo, il cimitero e l'altare, dove ha fatto ricollocare molte reliquie. Egli concede poi un'indulgenza di cento giorni ai fedeli in visita alla chiesa quello stesso giorno e di quaranta giorni ogni anno e nelle principali festività del Signore, della Madonna e di alcuni santi.

Notaio rogatario: Cristoforus del Ponte de Bugnasco Vallismadie p.i.a.n. f. ser Zanis del Ponte et in hac parte scribe et canzellarii preffati domini epischopi

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 11 (= vecchio I/11) 375 x 260 mm, righe 41. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni lungo i margini e le piegature, dovuti a rosicatura.

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26 novembre 1526, Dangio

Vendita / Venditio

Giacomo del fu «Vanazii» Buzzi di Dangio vende a Giovanni Giacomo del fu Giovannino Cima di Dangio, agente anche a nome dei suoi fratelli Andrea e Giovanni, la metà di un sedime situato nel territorio di Dangio, sul monte di Cregua nella località detta «ad Tictum illorum Bruni». Il prezzo di vendita è di 74 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrtia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolani ac dicte vallis.

Originale; lat. ASTi, Cima 14 260 x 145 mm, righe 47. Piccoli fori dovuti a rosicatura lungo la piega verticale sinistra.

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15 dicembre 1526, Someo

Locazione / Instrumentum hereditatis

Somadino figlio di Giacomo «Fanchini de Riveo et Someo Valismadie», caneparo e agente a nome della chiesa di S. Maria «del Pilastro» di Someo, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni del fu «Violi» di Someo di otto appezzamenti di terreno a campo, prato, gerbido e bosco, con edifici e alberi, situati nel territorio di Someo. Il canone annuo convenuto

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è di cinque lire [di terzoli] e tre mine di segale e miglio, da versare alla vigilia o nel giorno di Natale «una cum aliis elimoxinis», nonché di quattro lire, da consegnare «ad sanctum Placidum».

Notaio estraente: Perhinus n., p.i.a.n., ser Iacobi Perhini de Someo Valismadie, constitutus per consilium generale comunitatis Valismadie ad explendum et in publicam formam redigendum instrumenta et alia publica rogata et tradita per nunc q. Iohannem Martinum olim patruum meum n. Notaio rogatario: Iohannes Martinus.

Originale estratto da imbreviature (XVI secolo); lat. Archivio Comunale Someo 17 395 x 405 mm, righe 61. Un foro di piccole dimensioni e due altri fori di piccolissime dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle, nella parte superiore.

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11 gennaio 1527, Mendrisio

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antefacti

Stefano Bossi di Monte del fu Toma, abitante a Mendrisio, investe a titolo di pegno e dote sua moglie Lazzarina «de Lopia» di Giovanni Antonio, uscita qualche mese prima dalla casa paterna come sua sposa legittima, di 180 fiorini, 120 dei quali ricevuti a titolo di dote dal padre della detta Lazarina e i rimanenti 60 sborsati dal detto Stefano a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine della città e del vescovado di Como. L'atto è rogato davanti a Heinrich zum Brunnen di Unterwalden [pretore del borgo di Mendrisio e della pieve di Balerna].

Notaio rogatario: Alexander de la Turre f.q. domini Petri n.p. Comi et Mendrixii. Notaio estraente: Iohannes Angelus de Olzate p.i.a.n. Comi f.c. domini Andree ac laudatus ... per ... Volrichum Bachman de Zocho Alamanum tunc ... burgi Mendrixii et plebis Balerne pretorem ad explendum ... cartas ... per nunc condam dominum Alexandrum de la Turre olim f.q. domini Petri et olim n.p. Comi et Mendrixii rogatas.

Originale estratto da imbreviature (1530 luglio 20); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 34 580 x 300 mm, righe 60. Alcuni piccoli fori.

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29 gennaio 1527, Bignasco

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum, sententiarum et declarationis

Il prete Giovanni del fu Bernardo Franzi, Giacomo del fu Zane Giacometti e il console Zane di Giacomo Bevenute di Simone, tutti di Cavergno, arbitri designati a risolvere la lite tra il comune di Cavergno, da una parte, e Antonio del fu Zane Lormani, dall'altra, ordinano al detto Antonio Lormani di accettare una nuova investitura dei beni situati nel territorio di Cavergno «ad Follam», già locati a Zanetto di Giacomo di Foroglio (v. Cavergno 10) e in seguito a suo figlio Zanetto di Lormano (v. Cavergno 21), al canone annuo di sette lire di terzoli e con la condizione di follare i drappi dei vicini di Cavergno alla tariffa di un imperiale e mezzo per ogni singolo braccio. Il conduttore potrà edificare altre costruzioni nei pressi della roggia che saranno comprese nella stessa investitura, senza alcun aumento del canone

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Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Martin Bossard di Zugo, commissario di Vallemaggia e Lavizzara: l'arma nel campo reca una punta di vanga. Legenda: S(IGILLVM) : MARTI . BOSHART

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 42 1040 x 370 mm, righe 103. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme; fori di piccole dimensioni e alcune macchie.

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11 marzo 1527, Lottigna

Vendita

Enrico figlio di Stefano «de Ughino» di Grumo e della defunta Sarina Clerici di Dangio, figlia del fu Giovannolo, vende a Giovanni Giacomo del fu Giovannino Cima di Dangio, agente a nome proprio e dei fratelli Andrea e Giovanni, metà «pro indiviso» di un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Aquila «in Campanea» e la terza parte «pro indiviso» di un appezzamento di terreno a orto a Dangio «ad ortum Iohannoli del Clerico», entrambi i terreni stimati da due amici comuni. I venditori dichiarano di ricevere in pegno 42 lire di terzoli a soluzione parziale del prezzo di vendita.

Originale; lat. ASTi, Cima 15 440 x 185 mm, righe 76. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita del 11 marzo 1527 (righe 1-42) e la ricevuta del 15 maggio 1527 (righe 42-76).

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1 aprile 1527, Lugano

Vendita

Giovannina, figlia ed erede del fu Tamino «de Oliva» di Ponte Capriasca e vedova di Antonio Girardi di Breni di Pura vende a Battista detto Menicato del fu Antonio Acorsini di Ponte Tresa, abitante a Caslano, il diritto di riscattare da Battista stesso un campo situato nel territorio di Pura «ad Pratam Ronoram» venduto dalla detta Giovannina a Battista con diritto di riscatto al prezzo di cinque ducati larghi d'oro. Il prezzo della vendita è di lire 21 e mezza di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 11 430 x 180 mm, righe 63. Il documento è stato tagliato lungo i bordi ed è pertanto privo della parte finale con la sottoscrizione del notaio. L'atto presenta numerosi forellini che attestano il suo reimpiego come rinforzo per la rilegatura di qualche libro: alcuni conservano tracce di filo di canapa e di pergamena.

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27 aprile 1527, Ascona

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Martinolo del fu Giovanni «de Bechariis», console del comune di Ascona, Ronco e Castelletto, e Giovanni Francesco del fu Togno Vacchini di Ascona, entrambi procuratori del comune di Ascona, Ronco e Castelletto e agenti a suo nome, vendono a Giovanni Antonio del fu Giacomo «Cereti» di Locarno un appezzamento a prato situato nel territorio del comune e chiamato «Quarterium de Barbonaghiis». Il prezzo della vendita è di 225 lire di terzoli. La vendita avviene a saldo di un debito contratto dal comune verso Martino Testorelli e Cristoforo di Simone, incantatori dei mulini di sotto e di sopra, per la fornitura di 59 staia di biada da 3 lire e 14 soldi l'uno, in ossequio a una sentenza di Iacob Hebdenring, commissario di Locarno, comprese le spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. Lafranchi Comacini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 5 (v.n. AST 23[A]) 515 x 220 mm, righe 82. Cinque forellini risalenti alla lavorazione della pelle; alcuni fori di piccole dimensioni e uno di grandi dimensioni, dovuti a rosicatura, lacerazioni, gore e macchie; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 58 e 62, nr. 23.

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27 aprile 1527, Ascona

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni Antonio del fu Giacomo «Cereti» di Locarno investe a titolo di locazione fino a s. Martino, poi per due anni e in seguito a volontà delle parti, Martinolo del fu Giovanni «de Bechariis» di Ascona, console del comune di Ascona, Ronco e Castelletto, di un appezzamento a prato, vendutogli il giorno stesso dai procuratori del comune, situato nel territorio di detto comune e chiamato «Quarterium de Barbonaghiis», al canone annuo di nove staia di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. Lafranchi Comacini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 6 (v.n. AST 23[B]) 515 x 170 mm, righe 86. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle; alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; un taglio di annullamento nella parte superiore. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 58 e 62, nr. 23.

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27 maggio 1527, Torre

Ricevuta

Enrico figlio di Stefano «de Ughino» di Grumo aveva venduto l'11 marzo 1527 due appezzamenti di terreno al prezzo di 42 lire di terzoli a soluzione parziale del valore del bene, che era stato fatto stimare da Enrico a 13 scudi d'oro, corrispondenti alla somma di 132 lire e 12 soldi di terzoli, ora Enrico dichiara di ricevere da Giovanni Giacomo del fu Giovannino Cima di Dangio e dai fratelli Andrea e Giovanni, 90 lire e 12 soldi di terzoli a pagamento totale del bene.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolani ac dicte vallis.

Originale; lat. ASTi, Cima 15 440 x 185 mm, righe 76. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 11 marzo 1527 (righe 1-42) e la presente ricevuta (righe 43-76).

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22 maggio 1527, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Pietro del fu di Lugano di Caragna vende a Togno del fu Giovanni detto Scolari di Isone abitante a «Recordono», nel comune di Lugano, agente anche a nome del fratello Bernardino, un prato con quattro piante di noci situato nel territorio di Lugano «in Giosseto», al prezzo di cinque ducati e mezzo d'oro larghi.

Notaio rogatario: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Lugani et cetera f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 273 555 x 200 mm, righe 75. Il documento presenta una lacuna lungo la parte iniziale del margine destro e piccoli fori lungo le pieghe.

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25 maggio 1527, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

I fratelli Giovanni e Antonio del fu Giramo di Carmena, agenti anche a nome degli altri loro fratelli Guglielmo e Giacomo, vendono a Giovanni Antonio del fu Enrico Scalabrini di Vellano, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni, Giacomo, Giramo ed Enrico, una casa con cortile situata a Pianezzo sotto la chiesa, che essi avevano acquistato dal defunto Enrico Scalabrini per 100 lire di terzoli l'11 febbraio 1525. Il prezzo della retrovendita è di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nicolinus Ruscha n.p. Berinzone. Notaio estraente: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa, p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale estratto da imbreviature (1544 novembre 14); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 28 780 x 170 mm, righe 89. Rotolo di due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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13 giugno 1527, -

Ricevuta

Il notaio Gabriele Fossati di Meride, figlio di Giovanni, dichiara di avere ricevuto da Battista «Hostorini» del fu Ostorino, console del comune di Tremona e agente a suo nome, 15 lire di terzoli a pagamento degli atti notarili rogati dal fu Stefano Fossati di Meride, notaio pubblico di Lugano.

Notaio sottoscrittore: Gabriel de Fossato de Merede n.p. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 67 200 x 190 mm, righe 19. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nel margine sinistro e nelle pieghe.

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6 agosto 1527, Someo

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giovanni del fu Togno «Iacomete» di Someo promette a Giorgio del fu Stefano «Dalidi» di Someo di consegnargli entro la prossima festa di Natale la somma di 38 lire di terzoli, della quale risulta debitore in base a una certa condanna. Il detto Giovanni si impegna inoltre a rilevare dopo il termine di pagamento ogni pretesa del caneparo della chiesa di Someo nei confronti dello stesso Giorgio.

Notaio rogatario: Iohannes Martinus p.i.a.n. f.q. Parini (?) Cristofori de Someo.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 18 215 x 205 mm, righe 39. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro.

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16 agosto 1527, Tremona

Elezione di procuratori / Instrumentum sindicatus ac missi et procure

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L'assemblea dei vicini di Tremona, convocata per ordine del console Battista del fu Ottorino Bernasconi, agente a nome del comune e della chiesa di S. Agata di Tremona, nomina suoi procuratori Francesco del fu Elia «de Gri», Antonio del fu Giovanni «del Vegio» e il prete Antonio di Morbio, rettore e beneficiato della chiesa di S. Agata.

Notaio rogatario: Christoforus de Solario de Bissono f.q. ser Martini p.i.a.n. Lugani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 68 750 x 210 mm, righe 111. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Un foro di grosse dimensioni dovuto a rosicature nella parte superiore.

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17 settembre 1527, Tesserete

Vendita / <...> venditionis et dati

Bernardino del fu Antonio «de Gobino» di Lugaggia e sua moglie Antonia del fu Domenichino «Burliati» di Tesserete vendono ad Anselmino del fu Antonio «de Ansermino» di Lugaggia un campo di due tavole situato nel territorio di Lugaggia «ad Rompum», al prezzo di 24 lire di terzoli.

Notaio rogatario: <...> de Galletis p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera, f. magistri <...>.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 18 360 x 210 mm, righe 63. Alcuni fori di piccole dimensioni, in particolare nelle pieghe. Il documento è mutilo in corrispondenza della sottoscrizione notarile.

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7 ottobre 1527, Largario

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio del fu Martino «Iohannis Iacobi» di Largario vende al notaio Giovanni Pietro de Nigris, console, a Giovanni «de Gillis» del fu Giovanni e a Bernardino «de Nigris» del fu Pietro «Iacomolly», agenti a nome dei vicini «de intus (?)» di Largario, un appezzamento a campo e «corognie» situato nel piano di Largario «in Bruxa», al prezzo di 50 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 32 125 x 170 mm, righe 33. Un piccolo foro nella parte superiore.

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7 ottobre 1527, Largario

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio «de Ripperia» del fu Guglielmo, saltario di Largario, vende al notaio Giovanni Pietro de Nigris, console, a Giovannino «de Gillis» del fu Giovanni e a Bernardino «de Nigris» del fu Pietro «de Iacomollo», agenti a nome dei vicini «de intus (?)» di Largario, un appezzamento a prato situato a Largario «in Roncharina», al prezzo di 50 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Nigris f.q. domini Filippi habitans in loco de Largario Vallis Blegni p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 33 250 x 110 mm, righe 42.

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8 novembre 1527, Altdorf

Sentenza / Vrtel

Il Tribunale dei quindici di Uri pronuncia la propria sentenza nella controversia tra Martino «Paeganin» già cancelliere di Bellinzona, e Giovanni Ghiringhelli daziere di Bellinzona, agenti a nome del comune e del contado di Bellinzona, da una parte, e Heinrich Gerig, consigliere di Uri e landvogt di Leventina, e Antonio «Pyaz», consigliere di Leventina, a nome della comunità di Leventina, dall'altra, in merito all'opposizione dei bellinzonesi al pagamento del dazio ossia forletto in Leventina. Il tribunale dichiara che i leventinesi devono lasciar trasitare liberamente i bellinzonesi, come da consuetudine, a meno che non riescano a produrre entro un anno un fondamento valido per la loro pretesa.

Sigillo: esistente. Sigillo pendente in cera bruna di Hans Dietli, landamano di Uri, menzionato nella corroboratio del documento: l'impronta è gravemente danneggiata e risulta illeggibile.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 88 (v.n. B. V/5) 345 (plica esclusa) x 475 mm, righe 42. Alcune piccolissime rosicature lungo le pieghe.

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28 novembre 1527, Baden

Conferma di privilegi

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta della comunità di Verzasca, confermano i privilegi concessi alla valle dall'ultimo sindacato di Locarno, disponendo che l'attuale luogotenente sia destituito dalla carica qualora si sia macchiato di irregolarità nell'esercizio delle sue funzioni.

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Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera verde del sigillo di Jakob an der Rütti di Svitto, landvogt di Baden, sulla coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 11 (= 1.3/1) 255 x 470 mm, righe 21.

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12 dicembre 1527, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giacomo «de Albertollo» di Cimo detto «Buxatus» e i suoi nipoti Giovanni Antonio e Michele del fu Domenico, vendono ad Aloisio del fu Giovanni Rusca di Como, dimorante a Lugano, un complesso di beni situato nel territorio di Cimo e di Agno, al prezzo di 70 fiorini. Le parti si impegnano a non cedere i diritti della mensa episcopale di Como. La vendita avviene a saldo di vari debiti contratti dai venditori, in particolare per arretrati dei canoni d'affitto di 187 lire e 14 soldi di terzoli gravanti su beni situati nel territorio di Cimo e di Agno appartenenti al detto Giovanni Rusca di Como del fu Franzino, venduti il 26 luglio 1511 dai fratelli Domenico e Antonio del fu Giacomo «de Albertollo» di Cimo al detto Giovanni Rusca, riservati i diritti della mensa vescovile, al prezzo di 500 lire di terzoli ed in seguito locati agli stessi fratelli, nonché a saldo del debito di 40 fiorini per alcuni animali dati a soccida da Aloisio ai detti fratelli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Ruscha p.i.a.n. Lugani, f.c. domini Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 69 910 x 410 mm, righe 117. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Rosicature lungo tutto il margine sinistro e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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(prima del 1528), <...>

Vendita / <...>

Frammento di una vendita fatta ad un certo Bernardino.

Notaio rogatario: Andreas de Fossato de Merede n.p. Lugani. Notaio estraente: Domenicus Canevalius p.i.a.n. laudatus et confirmatus per conscilium genera Lugani et de Merede olim n.p. Lugani.

Originale estratto da imbreviature (1528 <...>); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 8 175 x 200 mm, righe 26. L'atto, tagliato nella parte superiore e inferiore e lungo il margine destro e con tracce di filo nei fori, è stato

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11 febbraio 1528, Cevio

Ratifica di arbitrato / Instrumentum amolegationis et rattificationis

Antonio di Zane follatore di Cavergno, dopo aver accettato l'arbitrato rogato il 29 gennaio 1527 nella lite con il comune di Cavergno in merito alla concessione di alcuni edifici per la follatura e la macinatura (cfr. ASTi, Comune di Cavergno 42), aveva rifiutato di rispettarne tutte le clausole, pretendendo tra l'altro di riscuotere tre imperiali per la follatura di ogni braccio di drappo e rifiutandosi di adeguarsi alla tariffa fissata nell'arbitrato. Ora il detto Antonio, davanti a Martin Bossard di Zugo, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, riconosce il torto fatto e accetta la convenzione arbitrale, promettendo di rispettarla in ogni suo punto.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Martin Bossard di Zugo, commissario di Vallemaggia e Lavizzara: l'arma nel campo reca una punta di vanga. Legenda: S(IGILLVM) : MARTI . BOSHART

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 43 505 x 400 mm, righe 52. Alcune macchie sui bordi, fori di piccole dimensioni e una cucitura in basso precedente la stesura del documento.

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6 marzo 1528, Lugano

Citazione in giudizio / Denuntiamentum

Johann Hoesli di Glarona, capitano di Lugano, insieme a Marco Somazzi, Battista Moresini, Battista Somazzi e Francesco Gorini, procuratori e stimatori della comunità di Lugano e Valle, su richiesta di Elisabetta del fu Francesco Minetto de Quadrio di Lugano, vedova di Bertola del fu Domenico di Porolo Casagrande di Biogno, incarica qualsiasi «servitor» pubblico di citare i parenti e gli eredi dei detti Domenico e Bertola di Biogno, affinché espongano le loro eventuali ragioni contrarie alla stima dei beni appartenuti a questi ultimi per un valore di 750 lire di terzoli, corrispondenti alla dote della detta Elisabetta.

Notaio sottoscrittore: Dominicus Canevalius n. Lugani.

ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 23 (inserto)

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4 maggio 1528, Cevio

Petizione e fissazione di termine giudiziale

Giovanni «Franzii» e Zano «Salmoti» detto Zanarello entrambi di Menzonio, console rispettivamente procuratore del comune di Brontallo e Menzonio, chiedono a Martin Bosshart di Zugo, commissario e potestà di Valmaggia e Lavizzara, che condanni Alessio «Piscatoris», in quanto vicino di Brontallo e Menzonio, al pagamento della taglia che il loro comune impone sui beni situati in Valle di Serenello, comprese le spese. Guglielmo, che rappresenta il padre, protesta che per le sue proprietà in Valle di Serenello costui paga già la taglia a Bignasco e chiede un termine per conferire coi vicini di Bignasco. Il commissario gli concede un termine di una settimana.

Archivio Parrocchiale Brontallo 12 (= vecchio I/12) (inserto)

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11 maggio 1528, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Nella causa tra Giovanni «Franzii» e Zano detto Zanarello entrambi di Menzonio, console rispettivamente procuratore del comune di Brontallo e Menzonio, da una parte, e Alessio «Piscatoris» della Presa di Bignasco, rappresentato dal figlio Guglielmo, dall'altra, in merito all'estimo fissato da Brontallo e Menzonio sui beni che il suddetto Alessio possiede in Valle di Serenello, Martin Bosshart di Zugo, commissario e potestà di Valmaggia e Lavizzara, condanna quest'ultimo a versare a Brontallo e Menzonio, entro dieci giorni, la taglia stabilita e a pagare le spese processuali.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio Vallismadie Notaio autenticante (della copia da originale): Gullielmus p.i.a.n. f.q. Iohannis de Puteo de Zumano Vallismadie

Copia autentica (di originale); lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 12 (= vecchio I/12) 355 x 340 mm, righe 45. Pergamena arrotolata; lacerazioni di piccola entità sul margine superiore. La presente sentenza (righe 1-9 e 25-45) contiene l'inserto della petizione e fissazione di termine giudiziale del 1528 maggio 4 (righe 10-25). Inserti: 4 maggio 1528 (Cevio)

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13 maggio 1528, Osimo (Ancona)

Donazione / -

Pietro di Giovanni Antonio Vanoni di Meride abitante ad Osimo dona ad Antonio di Andrea «de Caneta» di Meride la metà dei beni che egli possiede in comune con le sorelle.

Notaio rogatario: Iacobus Pandi (?) de Auximo p. et a.a.n.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 12 510 x 440 mm, righe 46.

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20 maggio 1528, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardo Bossi di Monte del fu Franchino, abitante a Mendrisio, procuratore del fratello Donato e agente a suo nome, vende a Battista Bianchi del fu Giacomo, abitante a Mendrisio, un terreno diviso a campo e prato con piante di salice situato nel territorio di Mendrisio «ad Sanctum Martinum», al prezzo di 90 fiorini. Una quota di tale somma, pari a 100 lire di terzoli, dovrà essere impiegata dal detto Bernardo per riacquistare i beni venduti al medesimo prezzo da Donato ad Antonio «de Vergossia» detto «Porzelus» del fu Bernardo, e da questi locati a Donato ad un canone annuo di quattro staia di formentata.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus de Olzate p.i.a.n. Comi f.q. domini Andree.

Originale; lat. ASTi, Torriani 11 (= cart. 88, nr. 12) 970 x 250 mm, righe 124. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Alcuni strappi lungo i bordi e numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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29 giugno 1528, Locarno

Testamento / Instrumentum testamenti

Francesco del fu Bernardino «olim magistri Provaxii de Canobio», abitante a Locarno, detta il tuo testamento e lascia alla chiesa di S. Francesco un canone di 2 brente di mosto rosso, 2 staia di castagne secche e 1 staio di castagne verdi, pagate da Zane Nicora di Orselina, disponendo che i frati celebrino ogni anno due messe a rimedio della anima sua e dei suo defunti.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius de Ferrariis de Locarno olim n. Notaio estraente: Iohannes Iacobus p.i.a.n. f. c. domini Iohannis Antonii de Ferrariis de Locarno olim n. de n. constitutus per consilium generale comunitatis Locarni et plebis ad explendum, complendum et in publicam formam redigendum instrumenta et acta publica rogata et tradita per dictum quondam dominum patrem meum n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 114 310 x 180 mm, righe 44. Foro nella metà superiore e alcune macchie.

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1 luglio 1528, Malesco

Testamento / Testamentum

Petrino del fu Giovanni «Ieche» (?) di Malesco di Val Vigezzo, detta il suo testamento e lascia al convento di S. Francesco una casa con orto a Locarno, con l'onere per i frati di pagare 3 lire imperiali o di 40 soldi imperiali a Giovan Maria di Guglielmo «Guillielmuzeti» e 20 soldi imperiali agli eredi di Giacomo «Cioli» e ancora di celebrare gli uffizi per l'anima del testatore.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus f. q. domini Bartolomei Manfrini Paxini de Voconia, habitatorMaleschi vallis Vigletii n.a.i.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 115 385 x 255 mm, righe 35. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazione lungo la piegatura verticale destra.

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7 luglio 1528, Locarno (?)

Sentenza

Jakob Hebdenring di Basilea, commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la Valle Verzasca, rappresentata da Pietro «Thanchrezo» e Giovanni Antonio «Strapono», da una parte, e i comuni di Ditto, Curogna e Cugnasco, rappresentati da Giacomo «Maxing», Matteo «Zulier», Zano «de Thongnino» e dal console Bernar[do] «Andirol», dall'altra, in merito ai pascoli di proprietà verzaschese situati sul territorio di Ditto, Curogna e Cugnasco: egli dichiara che i proprietari dei pascoli in questione potranno farne uso come finora. La sentenza è confermata dai tre anziani commissari di Locarno Sebastian vom Stein di Berna, Thomas Schmid di Soletta e Hans Zoger di Lucerna.

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 12 (= 9.2/2) 505 x 310 mm, righe 68. Forti piegature orizzontali e verticali e grande lacerazione dovuta a rosicatura lungo l'ultima piegatura orizzontale in basso (il quarto inferiore del documento è quasi staccato); diversi piccoli fori.

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9 luglio 1528, Lodrino/Cresciano

Arbitrato / Arbitramenta et declarationes

Jost Blättli («Plettelum»), già commissario di Bellinzona, Martin Auf der Maur di Svitto, già landvogt di Blenio, e Julius Zelger di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, arbitri eletti nella lite tra i vicini di Lodrino e Prosito, da una parte, e quelli di Cresciano, dall'altra, in merito ai ripari costruiti da questi ultimi nel Ticino «subtus aquam Bogiere», pronunciano la loro sentenza, che dovrà essere valida per i cinque anni successivi. Essi dichiarano che la prima fraccia costruita da quelli di Cresciano a valle della confluenza della Boggera debba rimanere intatta, mentre quella successiva dovrà essere rimossa, così come i pali piantati nel fiume ulteriormente verso valle «per medium Pradum de Manzono»; qualora quelli di Cresciano vorranno costruire un nuovo riparo in quest'ultimo luogo, dovranno mettere a disposizione un

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1000 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete numero doppio di operai rispetto alla parte avversa.

Notaio rogatario: Petrus de Riperia f.q. domini Guiduzii, vicinus et habitator terre de Claro, n.p. Riperiarum

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di «Iacobus Grandus» luogotenente di Riviera, con stemma nel campo centrale (illeggibile). Legenda: * IACOBUS * MAGNVS * <.> CATANIVS

Originale; lat. ASTi, Sacchi 17 (= cart. 3c, nr. 14) 335 x 350 mm, righe 38. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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1 agosto 1528, Bellinzona

Commissione

Cesare Trivulzio, vescovo di Como, incarica l'arciprete di Bellinzona Antonio Molteni di accertare se la locazione che il rettore della chiesa di S. Andrea di Carasso intende stipulare è di vantaggio per la chiesa stessa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 16 (inserto)

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1 settembre 1528

Sentenza / Vrtell

Kaspar Imhof di Uri, Martin Auf der Maur di Svitto e Jost Amstutz di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa d'appello tra il comune di Castione e Lumino, da una parte, e il comune di Arbedo dall'altra, in merito ai diritti di pascolo sull'alpe «Loga» (alpe chiamato anche «Gem» e «Riwoÿra»). In presenza dei rappresentanti di Castione e Lumino e i rappresentanti di Arbedo, dichiarano che entrambe le parti possono pascolare e fare legna per uso proprio nel bosco e che lo strumento del 3 luglio 1384 scritto da Angelino de Soma di Bellinzona (=1284, v. APatr. Arbedo 32) è vero.

Notaio scrivente: Iacob Zimerman von Vre der zitt schriber zu° Bellitz

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Melchior Bündti di Nidwalden, commissario di Bellinzona, annunciato nella corroboratio, è stato asportato mediante taglio. Rimane parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Copia; ted. Archivio Comunale Lumino 58 760 x 350 mm, righe 70. Il documento è costituito di due fogli membranacei cuciti insieme. Piccoli fori lungo le piegature e un foro risalente alla lavorazione della pelle nella seconda membrana. Estese macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1001 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete lato destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 61.

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9 settembre 1528, Lugano

Commissione / Delegatio

Cesare Trivulzio, vescovo di Como, incarica i preti Antonio Molteni, arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, e Giovanni di Daro, rettore della chiesa di S. Paolo di Arbedo, di appurare se le locazioni, che intende stipulare il prete Giulio «del Nado», cappellano della SS. Trinità nella chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona, siano di vantaggio per la cappella, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Gaspar Dorcho n. et scriba curie episcopalis Comensis.

ASTi, Pergamene, Pometta 238 (inserto)

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9 settembre 15<2>8, Lugano

Stima, vendita e dazione in pagamento / Instrumentum exstimationis, venditionis et insolutum dationis

Battista di Bernardo Moresini, Battista del fu Andrea Somazzi e Francesco del fu Sebastiano Gorini, tutti di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano e Valle, a seguito di un'autorizzazione concessa dal capitano di Lugano e Valle Johann Hoesli di Glarona a Elisabetta del fu Francesco Minetto de Quadrio di Lugano, vedova di Bertola del fu Domenico di Porolo Casagrande di Biogno, affinché possa far stimare i beni appartenuti ai detti Domenico e Bertola per estinguere un debito di 750 lire di terzoli, corrispondenti alla dote della donna, e per rifondere le spese da lei sostenute, procedono alla stima di sette appezzamenti di terreno situati nel territorio di Biogno, per un valore di 792 lire e sette soldi di terzoli, e li assegnano alla stessa Elisabetta.

Notaio rogatario: Franciscus Carulus p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 23 495 x 370 mm, righe 85. La pergamena presenta diverse lacune, una delle quali di grosse dimensioni, dovute al suo reimpiego quale copertina di volume (libro delle imbreviature del notaio Andrea Fossati di Meride degli anni 1560, 1561, 1562, 1563). Inserti: 6 marzo 1528 (Lugano)

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7 novembre 1528, Locarno

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis et dationis in solutum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1002 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Giovanni del fu Giovanni Antonio Rangorini di Locarno cede a titolo di vendita ai frati Protasio «de Porris» di Como, maestro di teologia, Paolo Orelli, guardiano, Ludovico «del Saxo», Protasio «Mazachi», Agostino «Blancheti», Elia di Ivrea, Giuseppe Nessi, Giovanni Zanini e Giuseppe di Como, del convento di S. Francesco di Locarno, e ad Alessandro Orelli e a Romerio di Russo, procuratori del convento di S. Francesco, un canone annuo di 3 brente di vino o mosto rosso, alla brenta di Locarno, pagato al tempo della vendemmia da Giovanni Antonio del fu Cristoforo «Senate» di Brissago, abitante a Locarno, e gravante su un appezzamento di terreno a gerbido "acerbo" sul monte de Locarno «in Pianatio», come contenuto nella locazione (v. Convento di S. Francesco 104), e un canone di 3 brente di vino o mosto rosso, proveniente dallo stesso vigneto, pagato da Pietro di Antonietto Catti di Locarno e gravante su appezzamento di terreno vignato «a lizariis» con una casa coperta di piode, nello stesso luogo. Il prezzo della vendita è di 600 lire di terzoli, a completa soluzione di 850 lire di terzoli dovuti da detto Giovanni al convento.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 116 645 x 385 mm, righe 61. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle, nel margine inferiore, e piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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17 novembre 1528, Lumino

Locazione / Instrumentum investiture et livelli

Lazzaro del fu Zanetto di Soazza della Valle Mesolcina investe a titolo di livello ed eredità perpetua Mado del fu Antognino «de Mado» di Lumino, console del comune di Lumino e Castione, e i vicini di detto comune di un appezzamento di terreno prativo, boschivo e sassivo chiamato «alpis Bertoldani» nel territorio di detto comune, al canone di 27 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 59 890 x 300 mm, righe 105. Estese rosicature, parzialmente ricomposte in sede di restauro, lungo i margini. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nel margine inferiore. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 60.

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17 novembre <1528>, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

, console del comune , e i vicini di detto comune vendono a Bernardo del fu Guglielmo Bonalini di Mesocco della Valle Mesolcina, agente a nome proprio e del fratello Martino, un appezzamento di terreno boschivo e sassivo nel territorio di Lumino e Castione «ad Tensam». Il prezzo di vendita è di 1620 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 60 920 x 340 mm, righe 88. Il documento è costituito di due fogli membranacei cuciti assieme. Ampie rosicature nella parte superiore, che compromettono in parte la lettura, forellini nel margine inferiore risalenti alla lavorazione della pelle e macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel margine destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 49. La datazione è frammentaria: «<... di>e martis decimo septimo mensis novembris». Gli elementi sono ricostruiti in base a giorno e mese, agli elementi contenuti nel testo, all'elenco dei testimoni e al notaio rogatario (v. Archivio Comunale Lumino 59 e 61).

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17 novembre 15<2>8

Locazione / <...>

Bernardo del fu Guglielmo Bonalini di Mesocco della Valle Mesolcina, agente a nome proprio e del fratello artino, investe Mino «de Mado» di Lumino, console del comune e i vicini di detto comune di un appezzamento di terreno <«ad T>ensam». (Frammento)

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 61 780 x 300 mm, righe 96. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti assieme. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. La datazione è frammentaria: «millessimo quingentessimo <...> octavo, indictione secunda, die martis decimo septimo mensis novembris». Gli elementi sono ricostruiti in base a giorno e mese e agli elementi contenuti nel testo (v. Archivio Comunale Lumino 59 e 60).

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23 novembre 1528, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

I frati Protasio «de Porhis de Cumis», maestro di teologia, Paolo Barnaba Orelli, guardiano, Protasio Mazachi, Agostino «Blancheti», Giuseppe Nessi, Elia [di Ivrea], Giovanni Zanini, Giuseppe di Como e Bartolomeo «Zezime», del convento di S. Francesco, e Alessandro Orelli e Romerio di Russo, procuratori del convento, investono a titolo di eredità e enfiteusi Martino del fu Pietro «Martini Pizani» di Mergoscia, abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rumpibus et vitibus» nel territorio e campagna di Minusio «in Tractu de Rompo», la cui investitura e miglioria è stata venduta a Martino da Lazzaro del fu Antonio Adamini di Minusio il giorno stesso. Il canone annuo è di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) e di una mina frumento, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 117

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620 x 235 mm, righe 112. Diversi fori, risalenti alla lavorazione della pelle.

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<...> novembre 1528, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture

Il prete Giacomo Fontana, rettore della chiesa di S. Andrea, con il consenso di Antonio Molteni, arciprete di Bellinzona e delegato del vescovo di Como, investe a titolo di locazione e massarizio Giovanni del fu Domenico «de Penatino», che agisce anche a nome dei suoi nipoti Antonio e Domenico, figli del fu Gianni «de Penatino», di un terreno situato nel territorio di Giubiasco «ad Mondellas seu in Mondellis de Zubiascho», per nove anni e oltre, secondo la volontà delle parti, al canone annuo di dieci staia di formentata di frumento e segale, otto di mistura di segale e miglio e un paio di capponi. Le parti concordano che potranno venire poste in atto migliorie sull'appezzamento affittato, e che i conduttori non potranno essere privati del possesso prima che tutte le spese sostenute a tal proposito siano state rifuse.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 16 1350 x 260 mm, righe 157. Il documento è composto da tre membrane cucite insieme e presenta gravi lacune dovute a strappi e lacerazioni. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 120-121, nr. 16. Inserti: 1 agosto 1528 (Bellinzona)

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14 dicembre 1528, Bignasco

Arbitrato / Instrumentum pactorum

Nella lite tra il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del Ponte, da Giacomo del fu Antonio Vicari del fu Pietro Baldessari e da Zano del fu Guglielmo di Zano Antonietti, deputati dal comune a redigere l'estimo di tutti i beni immobili situati nel territorio di Bignasco e nelle sue vicinanze, da una parte, e Guglielmone del fu Lanfranco Arizzi di Brontallo, dall'altra, il quale possiede alcuni beni situati in detto territorio «ad Sachetam subtus stratam», «ad Pianellum», «in Laregio» e «ad Curtum Coste», le parti giungono ad un accordo amichevole. Guglielmone pagherà al comune di Bignasco ogni anno una taglia di tre denari su tali beni; da parte sua il comune non pretenderà altre taglie oltre a quella stabilita.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 102 550 x 230 mm, righe 84.

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19 dicembre 1528, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del Ponte, investe a titolo di locazione per sette anni rinnovabili a volontà delle parti Giacomo del fu Antonio Vicari di Bignasco, di alcuni terreni e di altri beni immobili appena vendutigli (v. Bignasco 103), al canone annuo di tre lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 104 515 x 170 mm, righe 75. Quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e sei rosicature lungo il bordo verticale sinistro.

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19 dicembre 1528, Bignasco

Vendita / Instrumentum vendictionis

Giacomo del fu Antonio Vicari di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del Ponte, alcuni terreni e altri beni immobili situati nel territorio di Bignasco «ad Curtum de Monte», al prezzo di 180 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 103 565 x 230 mm, righe 89. Un piccolo strappo in basso a sinistra.

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29 dicembre 1528, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Adamo Maffino di Fusio vende a Giacomo del fu Adamo «Margarite» di Fusio, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, una quota di alpeggio del valore di 33 denari e due soldi sull'alpe Mognola, situata nel territorio del Comune maggiore, al prezzo di 400 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanus p.n., f. Filipini Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 23 445 x 280 mm, righe 64. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali cucito.

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Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 33.

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18 gennaio 1529, Locarno

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Giovanni Maria del fu Giacomo «Lanzaroti» di Brissago vende ad Angelo del fu Bernardino Patrachini «de Scorsiis» di Brissago l'uso e le migliorie di un terreno con campo, vigna, casa e altri edifici, situato nel territorio di Brissago nella contrada di S. Pietro «ad domos seu ad clausum illorum Petrachini» che egli aveva acquistato dal detto Angelo il 29 luglio 1528 al prezzo di 137 lire di terzoli e con l'onere di versare al comune di Brissago ogni anno due staia di mistura e mezza brenta di vino. Il prezzo della retrovendita è di 150 lire di terzoli, di cui 137 già versate.

Notaio rogatario: Philipus p.i.a.n., f.q. domini Ioannis Greci habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 46 560 x 350 mm, righe 72. Fori di piccole dimensioni, una rosicature lungo il margine inferiore e macchie diffuse su tutto il documento.

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18 gennaio 1529, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati insolutum

Pietro del fu Giovanni «Pedra vende a Bartolomeo del fu Donato «Robacioti» di Cannobio, vicino di Losone e abitante a Locarno, un appezzamento , arativo e vignato situato in territorio di Calgiano «in la Sponda». Il prezzo della vendita è di 25 lire imperiali. La vendita avviene a saldo di un debito contratto da Pietro verso Bartolomeo il 6 gennaio 1528; nel prezzo sono compresi anche 8 lire e 8 soldi imperiali corrispondenti al prezzo di quattro staia di mistura, cioè a un canone che detto Pietro deve versare a detto Bartolomeo, nonché altre 4 lire e 12 soldi imperiali.

Notaio rogatario: Franciscus Biancheti p.i.a.n. f. ser Petri Biancheti habitator Locarni

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 34 (v.n. AST 25) 505 x 410 mm, righe 91. Numerosi fori di medie e grandi dimensioni, dovuti a rosicatura; la pergamena era stata piegata per fungere da copertina di un registro del 1576; pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-50) e la locazione del 1529 gennaio 18 (righe 51-91). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 62, nr. 25.

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18 gennaio 1529, Locarno

Locazione / Instrumentum locationis

Bartolomeo del fu Donato «Robacioti» di Cannobio, vicino di Losone e abitante a Locarno, investe a titolo di locazione fino a s. Martino, in seguito a volontà delle parti, Pietro del fu Giovanni «Pedratii» di Calgiano in Gambarogno di un appezzamento prativo, arativo e vignato situato in territorio di Calgiano «in la Sponda», vendutogli il giorno stesso dallo stesso Pietro, al canone di due staia di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino, promettendogli che, qualora detto Pietro gli versasse 25 lire imperiali e tutti i fitti scaduti entro la festa di s. Martino di qualsiasi anno, gli farà retrovendita del terreno in oggetto.

Notaio rogatario: Franciscus Biancheti p.i.a.n. f. ser Petri Biancheti habitator Locarni

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 34 (v.n. AST 25) 505 x 410 mm, righe 91. Numerosi fori di medie e grandi dimensioni, dovuti a rosicatura; la pergamena era stata piegata per fungere da copertina di un registro del 1576; pergamena restaurata. Sulla stessa pergamena figurano la presente locazione (righe 51-91) e la vendita del 1529 gennaio 18 (righe 1-50). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 62, nr. 25.

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29 gennaio 1529, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i comuni di Menzonio e Brontallo, da una parte, e alcune persone che hanno beni situati in valle di Serenello e il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Vicari e dal procuratore Cristoforo di Zane del Ponte, dall'altra, in merito alla pretesa di Menzonio e Brontallo di sottoporre chi possiede beni in detta valle al pagamento della taglia. Il podestà sentenzia che gli uomini di Bignasco che hanno beni nella valle di Serenello non sono tenuti al pagamento della taglia a Menzonio e Brontallo, poiché i loro beni sono situati nel territorio di Bignasco.

Notaio rogatario: Bernardinus n.p.i.a. constitutus, f.q. ser Stefani Bernardi Franzoni de Campo de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 105 565 x 315 mm, righe 60. Tre fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 29 gennaio 1529 infatti cadeva di venerdì e non di sabato, come riportato dal notaio. Inserti: 19 dicembre 1516 (Locarno)

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15 febbraio 1529, Cevio

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Sentenza / Sententia / Instrumentum sententie

Nella lite tra il comune di Bignasco, da una parte, e il comune di Cavergno, dall'altra, in merito all'elezione del sacerdote, Niklaus Alt di Friburgo, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la sua sentenza. Il giudice dichiara che fino alla prossima festa di San Giovanni Battista, cioè fino all'arrivo a Locarno degli ambasciatori della Lega dei XII cantoni, Bignasco e Cavergno debbano avere un sacerdote che serva i due comuni «in divinis» ripartendosi la sua retribuzione come in passato. Chi, dopo quella data, non fosse più d'accordo di continuare con questo regime è invitato a presentare le sue pretese agli ambasciatori. I rappresentanti di Cavergno si dichiarano contrari alla sentenza.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 105,1 470 x 250 mm, righe 44. Due forellini risalenti alla lavorazione della pelle, un forellino dovuto a rosicatura e alcune rosicature e lacerazioni di poca entità lungo il bordo sinistro.

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<...> febbraio 152<9> (?), Novazzano

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis et cond[emn]a[tionis]

Pietro Fossati detto «de Canet» di Meride figlio di Antonio, col consenso del padre dichiara di essere debitore nei confronti di Domenico Pozzi di «Gie» (?) nella pieve di Uggiate e promette di pagare entro un anno 34 scudi d'oro per una vendita appena fattagli dal detto Domenico.

Notaio rogatario: Iohanes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i. Comi f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 20 285 x 385 mm, righe 42. Il documento è stato strappato in due frammenti. Quattro tagli d'annullamento, fori e rosicature di varie dimensioni.

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1 marzo 1529, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Vicari, investe a titolo di locazione Giovanni del fu Zane del fu Alberto e Guglielmo del fu Antonio Paroli, entrambi di Cavergno, dell'alpe «Cadanzino», situato nel territorio di Bignasco, da metà maggio alla festa di san Martino ed in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di 214 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 106 465 x 135 mm, righe 72. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; il supporto membranaceo è molto accartocciato, forse a seguito di una sua esposizione a una forte fonte di calore.

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22 aprile 1529, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Matteo del fu Martino Grammatico di Minusio, console di Minusio e Rivapiana, Pietro di Romerio «Gotardatii» e Tommaso Scolari, entrambi di Minusio, credenziari di detto comune, agenti a nome proprio e del comune, investono a titolo di eredità perpetua mastro Cristoforo del fu mastro Pietro «Guertie», abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno prativo e silvato con nove alberi di castagne e noci nel territorio di Minusio «ad Capellam seu in Capite Remolini», al canone annuo di 4 once di mistura (segale e miglio per metà), all'oncia di Locarno, da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. fc. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitans Men[u]xii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 38 570 x 320 mm, righe 71. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle, estese lacune nella parte destra, gore di umidità e diversi fori, dovuti a rosicatura. Sottolineatura in matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 498.

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3 maggio 1529, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Vicari, investe a titolo di locazione Michele del fu Pietro Sartori di Cavergno dell'alpe Calnegia, situato nel territorio di Bignasco, dalla festa di san Martino ed in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di 70 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 107 360 x 275 mm, righe 43. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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16 giugno 1529, Lugano

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Designazione di beni / Instrumentum assignationis

Gabriele del fu Aloisio Rusca di Como del fu Giovanni, agente anche a nome dei suoi fratelli, versa alla fabbrica della cappella di S. Maria delle Grazie nella chiesa di S. Lorenzo di Lugano e alla fabbrica della cappella di S. Antonio da Padova nella chiesa di S. Francesco di Lugano, rappresentate da Domenico Canevali di Lugano del fu Ambrogio, caneparo e fabbricere di S. Maria, rispettivamente dieci e cinque scudi d'oro del sole, lasciati dal detto Aloisio suo padre nel testamento rogato nel luglio 1527 e avuti da Pietro e fratelli del fu Togno «Angerina» della Barca di Serocca d'Agno a pagamento di una certa quantità di vino.

Notaio rogatario: Ioannes Donatus Castoyra p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. ser Ioannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 70 500 x 165 mm, righe 74. L'inchiostro della pergamena è diffusamente sbiadito e il supporto presenta consunzioni nella parte finale. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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27 luglio 1529, Locarno

Cessione e assegnazione / Instrumentum iuriscessionis et assignationis insolutum

Bernardo «Fatus» Abbodio di Ascona aveva venduto ad Aurelio del fu Giovanni Grandi Orelli di Locarno, un appezzamento di terreno vignato nel territorio di Ascona «in Monecia» al prezzo di 154 lire imperiali e Aurelio lo aveva locato al detto Bernardo al canone di 3 brente di vino o mosto per il primo anno e 6 brenta per gli anni successivi. Ora Aurelio, agente a nome proprio e del fratello Giorgio, assegna detto canone al convento di S. Francesco di Locarno e cede ai frati di detto convento 20 lire imperiali, che vengono pagate agli eredi di Bernardino «Cataney Mozoti» di Locarno per un debito contratto dai frati, e 13 lire imperiali, di cui i frati erano debitori nei confronti di Aurelio. Aurelio cede il totale di 187 lire imperiali a condizione che i frati celebrino le messe di S. Gregorio all'altare dell'Immacolata Concezione di Maria Vergine nella chiesa di S. Francesco, 30 in memoria dell'anima del defunto frate Giovanni Orelli, 30 in memoria del defunto frate «Oliverii» e 30 in memoria del defunto Pompeo fratello di Aurelio. Infine stabilisce che qualora detto Bernardo volesse ricuperare i suoi beni, le 154 lire sono destinate all'acquisto di un fondo.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 118 620 x 360 mm, righe 93. Foro nel margine interiore, risalente alla lavorazione della pelle, altri fori di medie dimensioni nella parte sinistra, dovuti a rosicatura.

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5 agosto 1529, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta del podestà di Vallemaggia Niklaus Alt di Friburgo, del suo interprete

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Gaspare del fu Martino del Bosco e di Giovanni Antonio del fu Filippino di Cevio, abitante a Locarno, agenti a nome della comunità di Vallemaggia, annullano l'ordine emanato su richiesta di alcuni mercanti di borre, in base al quale i comuni sono responsabili dei danni arrecati al legname quando i responsabili non vengono identificati, confermano gli statuti che attribuiscono al cancelliere della detta comunità un salario annuo non superiore a 16 lire di terzoli e che regolano le disposizioni sull'onorario dei notai, mutano l'ordine che impone il riscatto dei beni venduti entro un anno e confermano gli ordini e le modifiche degli statuti di Vallemaggia.

Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Sigillo: esistente. Sigillo di Thomas Spiegelberg di Sciaffusa, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento: l'impronta è gravemente danneggiata e illeggibile.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Locarnese 47 510 x 315 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Filippini, Storia della Valle Maggia, pp. 39-40 (ed. parziale in italiano) Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, p. 93

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14 agosto 1529, Ripatransone

Vendita / <...>

Antonio di Gabriele di Tremona vende al nipote Berardino del fu Luca, agente anche a nome del fratello Andrea, quattro terreni situati nel territorio di Tremona «in Surnava», «de Costaguelmo», «de Caradello» e «in Dogha», al prezzo di tre ducati d'oro.

Notaio rogatario: Lucas Dominici de Thomasinis de Ripatransoni, Firmane diocesis, p.i.a.n. et cancellarius.

Originale; lat. e it. ASTi, Torriani 12 (= cart. 88, nr. 13) 475 x 305 mm, righe 49. Il documento, che presenta macchie di piccole e medie dimensioni, è stato tagliato lungo i margini destro e inferiore, in corrispondenza dell'autenticazione del notaio rogatario; sopra l'angolo inferiore sinistro è stato asportato mediante taglio un quadratino di pergamena di circa 10 mm di lato.

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28 agosto 1529, Bellinzona

Sentenza / Sentencia

Gli ambasciatori di Uri, Svitto e Nidwalden pronunciano la loro sentenza nella causa tra i comuni di Cadenazzo e di S. Antonino, rappresentati da Domenico di Carlo «de Beltramo» di Cadenazzo, da una parte, e Agostino Muggiasca e Cristoforo di Rialdino Rusca, entrambi di Bellinzona, dall'altra, relativa alla decima che i detti Agostino e Cristoforo pretendono da Cadenazzo e S. Antonino e che i detti comuni rifiutano di pagare. I giudici condannano i due comuni a pagare tale decima ma solo per quei terreni sopra i quali essa era già percepita in passato, in base alle testimonianze

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Cancellieri: Giacomo di Giovanni del Zoppo [de Bonzanigo], Bellinzona (?)

Originale; it. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 27 410 x 295 mm, righe 47. Quattro fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, altri piccoli fori e guasti meccanici nella parte superiore. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 61.

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2 settembre 1529, [Bellinzona]

Sentenza / Vrtell

Hans Brugger di Uri, Anton Auf der Mauer di Svitto e Anton Im Hof di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa d'appello tra il comune di Castione e Lumino, da una parte, e il comune di Claro, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo e ai confini tra i detti comuni. Essi confermano una precedente sentenza favorevole a Castione e Lumino e definiscono i confini tra i due comuni e la zona dove i vicini di Castione e Lumino possono far pascolare le proprie bestie.

Originale; ted. Archivio Comunale Lumino 62 600 x 240 mm, righe 24. Documento composto di due fogli pergamenacei uniti da una coda di pergamena. Alcune gore di umidità e alcune macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel foglio più grande. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 62.

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17 settembre 1529, [Bellinzona]

Testamento

Leonardo Cramer, figlio di Nicolao Matli di Coira, abitante a Bellinzona, detta il suo testamento. Fra l'altro lascia 50 fiorini alla chiesa di S. Pietro in Bellinzona per l'acquisto di una proprietà che renda 20 lire di terzoli all'anno da destinare ai canonici residenti di S. Pietro, affinché cantino il «Salve Regina» e altre orazioni tutte le vigilie delle feste di s. Maria e degli Apostoli e alla ventiquattresima ora di ogni sabato. Costituisce inoltre suo erede universale il figlio Giovanni Filippo.

(Frammento).

Notaio rogatario: <...>

Originale; lat. ASTi, Sacchi 18 (= cart. 3b, nr. 3) 445 x 315 mm, righe 50. Il testo presenta nella parte finale una grossa lacuna dovuta a rosicature. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un protocollo del 1678 del notaio Pietro Francesco Molo di Bellinzona (ACB, Sacchi 3b/3).

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23 settembre 1529, Locarno

Vendita / instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giulio del fu Pietro «Monaci» di Mergoscia vende a Giacomo del fu Giovannolo «Gazie», pure di Mergoscia, diversi beni immobili situati in territorio di Mergoscia, al prezzo di trenta lire di terzoli: un appezzamento a prato con due alberi di noce «ad Rovaderam» sotto la chiesa di San Gottardo; un appezzamento a prato «sub Monde»; un appezzamento a prato «sub Campeliis della Monda»; un albero di noce e uno di castagno «post Tectum Campelie Drese (?)» e un albero di castagno «sub Domum Monaci».

Notaio rogatario: Franciscus Biancheti p.i.a.n. filius quondam ser Petri Biancheti de Locarno

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 13 (= 10.2./4) 495 x 250 mm, righe 67. Una grande lacerazione sul margine superiore, un'estesa rosicatura in basso a destra e due piccoli fori dovuti alla lavorazione della pelle.

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8 ottobre 1529, Venezia

Ricevuta e promessa di pagamento / Scriptulus

Pietro Scarpone dichiara di avere ricevuto da Battista Martello, agente a nome del capitano Bartolomeo Laghi, la somma di 900 scudi del sole, e si impegna a farla versare da Giacomo Gnocchi ai rettori dell'ospedale grande di Piacenza, quando questi ultimi lo richiederanno.

ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 9 (inserto)

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21 ottobre 1529, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et renuntiationis

I fratelli prete Gerolamo, Giorgio e Agostino Muggiasca del fu Nicolao, abitanti a Bellinzona, e Realdino del fu Giovanni Rusca abitante a Giubiasco, rinunciano nelle mani dei rappresentanti dei comuni di S. Antonino e Cadenazzo ad ogni loro pretesa sulla decima gravante sopra i detti territori e dichiarano di avere ricevuto dai detti rappresentanti 1000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 28 590 x 370 mm, righe 60. Fori, strappi e lacerazioni, in particolare nella parte iniziale del testo, dove l'angolo sinistro è stato strappato dalla pergamena. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86 (regesto errato); Gualzata, Ancora le pergamene, p. 61.

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26 ottobre 1529, Stans

Conferma di sentenza

Heinrich von Matt, landamano di Nidwalden, conferma la sentenza degli ambasciatori di Uri, Svitto e Nidwalden e respinge l'appello interposto dal comune di Claro.

Originale; ted. Archivio Comunale Lumino 62 320 x 165 mm, righe 18. Documento composto di due fogli pergamenacei uniti da una coda di pergamena. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 62.

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14 dicembre 1529, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il prete Filippino del fu Zanolo Andrioli, curato e beneficiato della chiesa di S. Maurizio di Maggia, rappresentato dal procuratore Giovanni Antonio del fu Filippino Andrioli di Cevio, abitante a Locarno, da una parte, e il comune di Maggia, rappresentato dal procuratore Zane del Ponte di Bignasco, in merito ad una mina di segale che ogni fuoco di Maggia deve dare al detto prete. Egli libera il comune di Maggia da tale obbligo purché i vicini dichiarino sotto giuramento di non esservi tenuti, e condanna il prete Filippino al pagamento delle spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. constitutus f.q. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 43 410 x 305 mm, righe 50. Alcuni fori di piccole e grosse dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali cucito; strappo nel margine superiore ricucito nel restauro. L'inchiostro è a tratti sbiadito da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo.

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20 dicembre 1529, Locarno

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Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni detto «Marzorinus» di fu Giovanni Antonio Rangorini di Locarno aveva investito a titolo di eredità perpetua Giovanni Antonio del fu Cristoforo «Sanate» di Brissago, abitante a Locarno, un appezzamento di terreno a gerbido sul monte di Locarno «in Pianazio» al canone di 3 brente di vino-o mosto rosso (v. Convento di S. Francesco 104) e in seguito aveva ceduto a titolo di vendita detto canone ai frati del convento di S. Francesco di Locarno (v. Convento di S. Francesco 116). Ora i frati, Giovanni Zanini, guardiano, Elia di Ivrea, custode, Ludovico «del Saxo», Protasio «Mazachi», Giuseppe Nessi, Paolo Barnaba Orelli, Giuseppe di Como, Gioacchino «Acquisti», Bartolomeo «Zezime» e Gerolamo «de Seregnio», investono a titolo di eredità detto Giovanni Antonio del canone, da consegnare al tempo della vendemmia. Fatto a Locarno, nel. Concento.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 119 610 x 310 mm, righe 95. Foro risalente alla lavorazione della pelle e alcune macchie.

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8 gennaio 1530, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Andrea del fu Domenico (?) «Butognio» abitante a Caragna, agente anche a nome del mulino «illorum» di Massagno, vende a Giacomo del fu Zane «del Tidono» di Isone abitante a «Gertio», agente anche a nome dei suoi fratelli Matteo, Lorenzo e Sebastiano, un terreno a prato e vigna con piante di salice situato nel territorio di Lugano a Caragna «in Rectino», al prezzo di 235 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera domini Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 274 500 x 360 mm, righe 54. Lacune dovute a rosicature di insetti lungo la piega verticale centrale, altri piccoli fori e macchie. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, p. 63.

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10 gennaio 1530, Bignasco

Ratifica di ordinamenti e di statuti / Instrumentum ordinamenti et statutorum

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Giacomo del fu Antonio del fu Pietro Baldessari e del camparo Antonio Ferrari, ratifica gli ordinamenti e gli statuti precedenti relativi al godimento dei diritti di vicinato nel comune di Bignasco.

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Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Niklaus Alt di Friborgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara. L'arma nel campo reca una marca di famiglia. Legenda: NICLAVS ++ ALT ++

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 108 340 x 305 mm, righe 42. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 109

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10 gennaio 1530, Bignasco

Ratifica di ordini e di statuti / Instrumentum ordinamenti et statutorum

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Giacomo del fu Antonio del fu Pietro Baldessari e del camparo Antonio Ferrari, ratifica gli ordinamenti e gli statuti precedenti relativi al godimento dei diritti di vicinato nel comune di Bignasco.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 109 385 x 340 mm, righe 41. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe e nel bordo inferiore. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 108

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21 gennaio 1530, Moghegno

Locazione / Instrumentum locationis

Filippo del fu Zane Andrioli, console di Moghegno, e Bertramino del fu Gerardello Cerutti di Milano abitante a Moghegno, caneparo della chiesa di S. Maria, entrambi eletti dai vicini, investono a titolo di locazione per nove anni e oltre, a volontà delle parti, i fratelli Giovanni e Andreolo del fu Zane Ramelli di Moghegno della metà di due campi situati nella campagna di Moghegno «in Sortis» e «in Geritiis», al canone annuo di 6 lire di terzoli da consegnare per la festa della Natività.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n., f.c. Bernardini Panzere de Cevio habitator Salegii de Verizino.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 19 400 x 275 mm, righe 56. Macchie e abrasioni, in particolare nella parte sinistra; una rosicatura lungo il bordo superiore.

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24 gennaio 1530, Cevio

Sentenza e conferma di statuti / Instrumentum sententie

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balzari e da Cristoforo di Zane del Ponte, chiede a Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, di condannare Giacomo del fu Giovanni Insermeti di Cavergno, marito di Maddalena, figlia ed erede del fu Guglielmo di Zane Canti di Bignasco, per avere tagliato ed asportato legna nel territorio di Bignasco. Il podestà conferma lo statuto e gli ordini prodotti dai rappresentanti di Bignasco (v. Bignasco 108 e 109) e vieta al detto Giacomo, in quanto forestiero, di tagliare ed asportare legna nel territorio di Bignasco.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio Vallis Madie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 110 550 x 230 mm, righe 72. Alcuni fori di piccolissime dimensioni lungo le pieghe e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore destro.

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5 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum renuntiationis et sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balzari e da Cristoforo di Zane del Ponte, dichiara forestieri i coniugi Domenica, figlia ed erede del fu Rico «de la Prexa» di Bignasco, e Bernardino del fu Zano Notari di Cavergno, a cui quelli di Bignasco avevano benevolmente concesso il godimento di alcuni diritti comuni, e con ciò li priva dei diritti di vicinato.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 112 485 x 340 mm, righe 57. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe e due fori medi risalenti alla lavorazione della pelle.

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5 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balzari e da Cristoforo di Zane del

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Ponte, da una parte, e Franzono del fu Giovanni Bozoli di Cerentino, abitante a Bignasco, dall'altra. Egli dichiara che il detto Franzono è da considerare forestiero di Bignasco ed è pertanto escluso dall'usufrutto dei beni e dei diritti di vicinato in questo comune, a meno che entro otto giorni non produca le prove della sua accettazione come vicino di Bignasco. Il detto Franzono viene infine condannato al pagamento delle spese processuali.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 111 540 x 360 mm, righe 66. Alcuni fori e una lacerazione lungo le pieghe.

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7 febbraio 1530, Bignasco

Sentenza / Instrumentum sententie

Zane del Ponte, luogotenente del podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Niklaus Alt di Friburgo, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio Vicari, condanna le sorelle Antonia, rappresentata dal marito Anselmo di Guglielmo Inselmeti di Cavergno, e Giacoma, rappresentata dal curatore e procuratore Bugnasco del fu Zanino Mineti di Bignasco, figlie ed eredi del fu Antonio del fu Giacomo di Zane Canti di Bignasco, all'adempimento di un legato fatto dal defunto Antonio Canti al comune di Bignasco.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 113 480 x 280 mm, righe 52. Alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Baldessari e da Cristoforo di Zane del Ponte, dichiara forestiero Giovanni, figlio separato di Franzono Bozoli di Cerentino, a cui quelli di Bignasco avevano benevolmente concesso il godimento di alcuni diritti comuni, e con ciò lo priva dei diritti spettanti ai vicini del comune e lo condanna al pagamento delle spese processuali.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 115 415 x 355 mm, righe 48. Alcuni fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 12 febbraio 1530 cadeva infatti di sabato e non di lunedì, come riportato dal

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12 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum renuntiationis et sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balzari e da Cristoforo di Zane del Ponte, dichiara forestieri i coniugi Elena, figlia ed erede del fu Franzio Monaci di Bignasco, e Giovanni del fu Zane Cristofori «de la Fontana» di Cavergno, a cui quelli di Bignasco avevano benevolmente concesso il godimento di alcuni diritti comuni, e con ciò li priva dei diritti di vicinato.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 114 460 x 315 mm, righe 57. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe e due fori medi risalenti alla lavorazione della pelle.

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19 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum renuntiationis et sententie

Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balzari e da Cristoforo di Zane del Ponte, dichiara forestieri i coniugi Margherita, figlia ed erede del fu Pietro Baldessari di Bignasco, e Martino di Zane Sartori «de Linatio» di Cevio, a cui quelli di Bignasco avevano benevolmente concesso di godere di alcuni diritti comuni, e con ciò li priva dei diritti spettanti ai vicini del comune.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 116 470 x 335 mm, righe 56. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti lungo le pieghe.

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19 febbraio 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum renuntiationis et sententie

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Niklaus Alt di Friburgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del comune di Bignasco, rappresentato dal console Giacomo del fu Antonio di Pietro Balsari e da Cristoforo di Zane del Ponte, dichiara forestieri Giovanni e il suo defunto padre Giacomo di Cavergno, che non hanno mai abitato in terra di Bignasco, a cui quelli di Bignasco avevano benevolmente concesso il godimento di alcuni diritti vicinali, e li priva dei detti diritti.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 117 445 x 310 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti lungo le pieghe.

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28 febbraio 1530, Bignasco

Commutazione di obbligo / Instrumentum absolutionis, liberationis et permutationis

Paolo de Amicis di Roma dell'ordine di S. Agostino, commissario dell'ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma e sostituto di Bernardo Zachirolo di Imola, procuratore di Leonardo Bonafede di Firenze, vescovo di Cortona, precettore dell'ospedale di S. Spirito e «magister» generale dell'ordine agostiniano, libera gli uomini di Fusio, rappresentati dal console Zane del fu Togno Balia, dall'obbligo di distribuire ogni anno, la domenica dopo s. Bartolomeo, per l'Ascensione e per s. Martino un'elemosina in pane e formaggio ai poveri della chiesa di S. Martino di Sornico, e ordina che tali elemosine vengano invece consegnate durante altre festività alla chiesa di S. Maria di Fusio. L'atto è confermato dal podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Niklaus Alt di Friburgo.

Notaio rogatario: Cristoforus del Ponte n.p.i.a., f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Sigillo: deperdito. Tracce di cera del sigillo di Niklaus Alt di Friborgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, menzionato nella corroboratio del documento.

Sigillo: deperdito. Tracce di cera di un sigillo, probabilmente della comunità di Vallemaggia (e Lavizzara).

Sigillo: deperdito. Tracce di un sigillo, probabilmente di Paolo de Amicis di Roma, agostiniano, commissario dell'ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 24 500 x 390 mm, righe 53. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 33.

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5 marzo 1530, Maggia

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Giovanni del fu Bernardo Pedrini di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dai canepari Giovannetto del fu

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Giacomo Ferrari e Minetto del fu Martino Minetti, un cortile a prato, gerbido e selva con castagni, stalla e un cancello, situato «in Monte» di Maggia «ad Marenam», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il detto Giovanni viene poi investito dei beni appena venduti a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti, al canone annuo di cinque lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n., f.q. Lafranchi Madii de Cono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 44 580 x 270 mm, righe 102. Tre fori di piccole dimensioni.

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7 aprile 1530, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis perpetue

Matteo del fu Martino Grammatico di Minusio, console di Minusio, Guglielmolo del fu Giacomo «Iacomali» di Minusio, credenziario, agenti a nome proprio e dei vicini di detto comune, investono a titolo di eredità Giacomo del fu Guglielmolo «Maxeti» di Brione di Minusio di un appezzamento di terreno si con una stalla con tetto in piode nel territorio di Minusio e Mergoscia «in Rexa», al canone annuo di 5 grossi di Milano da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. constitutus f. c. domini Bartholomei de Ferrariis de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 39 430 x 440 mm, righe 58. Rosicature nel margine destro e sinistro e piccole lacerazioni nel margine sinistro. Sottolineature in matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 498.

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8 aprile 1530, Milano

Ricevuta

Giovanni Giacomo «de Cardano», canonico ordinario della chiesa maggiore di Milano, procuratore dei canonici ordinari del capitolo di detta chiesa, dichiara di avere ricevuto da Pietro «de Ceresys» del fu Domenico, abitante a Giornico, 15 libbre di cera lavorata, al computo di 3 libbre per ogni anno, per i cinque anni precedenti, che il comune e gli uomini di Giornico sono tenuti a consegnare annualmente in occasione della festa della Purificazione di Maria (2 febbraio).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Bernardigius clericus et civis Meliolani p. sacris apostolica et i. ac curia archiepiscolapis Mediolanensi a. n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 42

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210 x 395 mm, righe 16.

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12 aprile 1530, Lumino

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Castione e Lumino, convocata presso la chiesa di S. Mamete a Lumino, per ordine di Pietro del fu Bartolomeo «de la Bruna» di Lumino, console di Lumino e Castione, e su richiesta di <... «de la> Frixa», camparo di detto comune, vende a Salvanio» del fu Alberto, abitante a S. Vittore della Valle Mesolcina, un appezzamento di terreno prativo nel territorio di Castione e Lumino «ala Bosciarinam de medio». Il prezzo di vendita è di 400 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 63 510 x 350 mm, righe 52. Quindici tagli di annullamento. Rosicature lungo i margini, parzialmente ricomposti in sede di restauro. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel margine destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 65.

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12 aprile 1530, Lumino

Locazione / Instrumentum livelli

Andrea del fu Alberto «de Salvaniis», abitante a S. Vittore della Valle Mesolcina, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Pietro del fu Bartolomeo «de la Bruna», console di Castione e Lumino, di un appezzamento di terreno prativo nel territorio di Castione e Lumino «ala Bosciarinam de medio», al canone di 16 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino nella casa del locatore a S. Vittore.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 64 545 x 200 mm, righe 75. Un foro di grosse dimensioni nella parte superiore e dodici tagli di annullamento. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel margine destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 63.

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14 maggio 1530, <...>

Vendita

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Ursina della Torre di Rancate del fu Pietro Antonio, vedova di Bartolomeo Bosia di Opera, e il figlio Bernardino, di età superiore ai 25 anni, vendono a Giacomina Fontana di Salorino del fu Tommaso, abitante a Mendrisio, quattro pertiche di terreno recintato a campo e vigna situate ad Opera, vicino a Mendrisio, dove si dice «in Coliono de Opera», al prezzo di 100 lire di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 13 (= cart. 222, nr. 1) 290 x 205 mm, righe 53. Manca la parte finale del documento, asportata mediante taglio. Alcuni piccoli fori.

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27 maggio 1530, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Thomas Spiegelberg di Sciaffusa, commissario di Locarno, nella causa tra il comune di Minusio, rappresentato dal console Matteo di Martino Grammatico di Minusio e dal procuratore Giovanni Antonio Ferrari, da una parte, e i comuni di Brione e Mergoscia, rappresentati da Pietro Zane «Ambrosii» di Brione, console di Brione, e Pietro «Bertine» di Mergoscia, console di Mergoscia, e dai procuratori di Brione e Mergoscia Saviolo Bricio e Romerio «de Russio», dall'altra, in merito alle spese e ai salari pagati ai soldati di Minusio stabiliti a Locarno agli ordini di Aurelio Orelli di Locarno, luogotenente e difensore del castello e della terra di Locarno, contro i soldati milanesi stanziati a Cannobio, pronuncia la propria sentenza. Sentiti l'arbitrato del 23 maggio 1530 di Giacomo «de Roncho», dottore in entrambi i diritti, e il detto luogotenente Orelli, Thomas Spiegelberg dichiara che le spese e i salari dei militi di Minusio sono a carico dei tre comune e condanna quelli di Mergoscia a pagare le spese dei militi per metà con quelli di Minusio e designa la parte di spese di quelli di Brione.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Turre p.i.a.n., f. q. magistri Antonii de la Turre, habitator Locarni.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Thomas Spiegelberg di Sciaffusa, commissario di Locarno. Rimangono le incisioni praticate per fissarlo al documento.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 40 485 x 320 mm, righe 49. Lacerazione nel margine sinistro cucita con filo di canapa risalente alla lavorazione della pelle, nonché gore di umidità e fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 499.

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31 ottobre 1530, Como

Commissione / Littere delegationis

Giovanni Giorgio Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Cesare Trivulzio, incarica i preti Giovanni «de Cappo», rettore della chiesa di S. Mamete di Lumino, Marco Zezio, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, e Giovanni di Daro, beneficiato della chiesa di S. Paolo di Arbedo, di accertare se l'accordo concluso dal capitolo della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1024 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete chiesa di S. Pietro di Bellinzona, da una parte, e dal comune di Valle Morobbia, dall'altra, in merito al versamento annuale di 60 staia di «mistura» e 60 staia di vino da parte del detto comune e alla delegazione della «cura animarum» in quei luoghi da parte del capitolo di Bellinzona a un cappellano da eleggersi dai fedeli della Valle Morobbia, sia di vantaggio per la chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Benedictus de Zobiis n. et scriba curie episcopalis Comensis.

Archivio Parrocchiale Giubiasco 4 (inserto)

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18 novembre 1530, Bellinzona

Locazione e convenzione / Instrumentum livelli et pactorum

Il capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, convocato «in stupa canonice dicte ecclesie» per ordine dell'arciprete Antonio Molteni, investe a titolo di livello perpetuo Donnino del fu Pietro «del Monte», console, e altri 5 procuratori della Valle Morobbia, della primizia pretesa dal capitolo nella valle, al fitto annuo di 60 staia di mosto da consegnare per la vendemmia e 60 staia di «mistura» da consegnare per s. Martino. Le parti concordano inoltre che uno fra i canonici di S. Pietro è tenuto a recarsi personalmente in Valle Morobbia o a inviare un cappellano per celebrare la messa o per amministrare la cura d'anime, se richiesto dagli uomini della valle, e fissano la remunerazione a seconda delle località in cui questi si recherà e del genere di servizio prestato. L'atto è stipulato in presenza dei preti Giovanni «de Cappo», rettore della chiesa di S. Mamete di Lumino, Marco Zezio, beneficiato della chiesa di S. Maria di Giubiasco, e Giovanni di Daro, beneficiato della chiesa di S. Paolo di Arbedo, tutti delegati di Giovanni Giorgio Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Cesare Trivulzio, che danno il loro consenso.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha n.p. Berinzone f.q. domini Iohannis. Notaio estraente: Andreas Ruscha fil. spectabilis domini Lutherii phisici p.i.a.n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc quondam nobilis domini Ayroldi Rusche.

Originale estratto da imbreviature (1562 agosto 20); lat. Archivio Parrocchiale Giubiasco 4 1030 x 375 mm, righe 120. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. Una rosicatura nella parte inferiore destra e 4 piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella seconda membrana; una gora di umidità lungo il bordo superiore della prima membrana. Inserti: 31 ottobre 1530 (Como)

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22 novembre 1530, Cevio

Deposizioni

Nella causa tra il comune di Bignasco, da una parte, e alcune donne di Bignasco sposate fuori paese, dall'altra, relativa al diritto che esse rivendicano di essere considerate vicine di Bignasco e di partecipare pertanto all'usufrutto del vicinato, i rappresentanti dei comuni di Someo, Giumaglio, Coglio, Maggia, Gordevio, Aurigeno, Moghegno, Lodano, Cevio,

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Bignasco, Avegno, Cerentino, Campo e Bosco [Gurin] dichiarano che le donne sposate e residenti fuori dal comune di cui sono oriunde sono considerate forestiere, mentre gli ordinamenti dei comuni della Valle Lavizzara stabiliscono che se qualcuno lascia più figlie eredi, solo una di esse potrà ereditare il diritto di vicinato, a patto però che non vada a vivere fuori dal proprio comune di origine.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n. constitutus, f.c. Bernardini Panzere de Cevio, habitator Salegii de Verizino.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera e incisioni praticate nella pergamena per fissare il sigillo della comunità di Vallemaggia, annunciato nella corroboratio del documento.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera e incisioni praticate nella pergamena per fissare il sigillo di Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 118 355 x 335 mm, righe 42. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 119

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22 novembre 1530, Cevio

Deposizioni

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 118.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, la cui impronta è parzialmente danneggiata. L'arma nel campo reca una banda ondata (fiume) accompagnata da una stella a sei punte e una bandiera. Legenda: <... GE>ORG + ZVM + BACH +

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera e incisioni praticate nella pergamena per fissare un sigillo, probabilmente della Comunità di Vallemaggia, come annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 119 395 x 385 mm, righe 45. Piccoli fori lungo le pieghe. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 118

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3 dicembre 1530, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

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Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario della comunità di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta di Giovanni del fu Zane Guglielmazzi, che agisce a nome di altre persone di Cavergno, condanna il comune di Bignasco a versare presso una persona idonea residente fuori dal detto comune quella parte di entrate, elemosine ed onoranze che spetta alle dette persone in quanto vicine di Bignasco, in modo che esse possano riscuoterlo qualora gli ambasciatori riconoscessero che gli spetta, e stabilisce che entrambe le parti dovranno sottostare alla sentenza dei detti ambasciatori, nelle mani dei quali egli rimette la causa.

Notaio rogatario: Baptista p.i.a.n., f.c. Bernardini Panzere de Cevio habitator Salegii de Verizino.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, la cui impronta è danneggiata soprattutto in corrispondenza della legenda su cartiglio. L'arma nel campo reca una banda ondata (fiume) accompagnata da una stella a sei punte e una bandiera. Legenda: <... G>EORG <... ZV>M <...> BA

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 120 495 x 330 mm, righe 57. Fori di piccole dimensioni dovuti a guasti lungo le pieghe.

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12 dicembre 1530, Lottigna

Sentenza / -

Ulrich Kluser di Uri, vicario di Val Blenio, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la chiesa di S. Giovanni Battista di Leontica, rappresentata dal suo rettore prete Giovanni Albrizzi e dal procuratore Vivenzio «Domengoni» detto «Manera», da una parte, e Andrea e Giovanni «del Castellatio», figli ed eredi del fu Giacomino, rappresentati dal curatore Pietro Conceprio di Dongio, dall'altra, in merito all'istituzione, voluta dal detto Giacomino «del Castellatio», di un «annuale unum comestibile» perpetuo, da celebrarsi ad opera del rettore della chiesa di S. Giovanni Battista e di altri quattro sacerdoti, scelti dal detto prete Giovanni Albrizzi e dal console di Leontica. Il vicario ordina ai detti eredi di pagare la somma necessaria all'istituzione dell'annuale, secondo le modalità esposte nel testamento del detto Giacomino.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolanensis ac n. et scriba comunitatis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 14 345 x 165 mm, righe 54. Fori di piccole e medie dimensioni in particolare nelle pieghe nonché una grossa macchia che non compromette la lettura del documento. Il documento è stato tagliato lungo tutto il margine inferiore.

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28 dicembre 1530, Piacenza

Procura

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Il priore e il capitolo del convento di S. Maria del Carmelo di Piacenza costituiscono loro procuratore il frate Teoderico, con l'incarico di procedere alla vendita della quota di un terzo del censo annuo di 409 lire imperiali, corrisposte dal comune di Lamone per l'investitura dei beni di Lamone lasciati a suo tempo da Elisabetta «de Arcellis» della Rocca, a Giovanni Pietro Rossino del fu Michele di Lugano, agente a nome di Bartolomeo Laghi di Lugano.

ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 9 (inserto)

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29 dicembre 1530, Piacenza

Vendita

I rettori dell'ospedale grande di S. Maria della Campagna di Piacenza e frate Teoderico, agente a nome del convento di S. Maria del Carmelo di Piacenza, in veste di eredi dei beni immobili situati nella terra di Lamone lasciati da Elisabetta «de Arcellis» della Rocca nel suo testamento del 13 novembre 1514 e confermati ai detti enti da una sentenza degli ambasciatori dei XII cantoni nel 1529, vendono a Giovanni Pietro Rossino del fu Michele di Lugano, agente a nome di Bartolomeo del fu Francesco Laghi, capitano di fanteria, il censo annuo di 409 lire imperiali pagato dal comune di Lamone sui detti beni immobili. Il prezzo della vendita è di 1200 scudi d'oro del sole. (Cfr. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 1-3).

Notaio rogatario: Ioannes Ludovicus Maliutinus de Fontana n.p. Placentinus. Notaio estraente: Christoforus Musonus i.a.n.p. Placentie.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 9 205 x 140 mm, righe 10 ff.. Piccoli fori e macchie. Fascicolo di 10 ff. scritti nel recto e nel verso. Tracce della rilegatura in filo. Inserti: 8 ottobre 1529 (Venezia), 28 dicembre 1530 (Piacenza)

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<...> <...> 1530, <...>

Vendita / <...>

Andrea Borgo del fu <...>, agente a nome dei fratelli Sebastiano e Alessio, minorenni, di cui è tutore, vende al comune di Preonzo, rappresentato da <...> «Simoneti» del fu Ambrogio e da <...> Giovanni «de Iemino» di Preonzo, alcuni beni situati <...>, al prezzo di 150 lire di terzoli. La vendita avviene alla presenza di Melchior Bündti di Unterwalden, podestà e commissario di Bellinzona. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 58 405 x 290 mm, righe 55. Il documento è gravemente danneggiato da grandi rosicature, in particolare lungo tutta la parte sinistra e finale.

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15 gennaio 1531, Cevio

Petizione

I consoli dei comuni di Vallemaggia, riuniti nel consiglio generale di valle sulla piazza di Cevio, con la sola eccezione del rappresentante di Cavergno chiedono ai signori dei dodici cantoni di ratificare lo statuto secondo il quale le donne e le altre persone «de hereditate» residenti fuori dal comune di cui sono oriunde debbano essere private del vicinato e debbano quindi essere considerate forestiere. Lo statuto era già stato confermato l'anno precedente in seguito ad una richiesta presentata davanti al podestà e commissario di Vallemaggia Jürg Zumbach, nell'ambito della controversia sorta tra il comune di Bignasco e alcune donne sposate fuori da detto comune.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Antonius p.ia.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio. Notaio sottoscrittore: Zanes p.i.an. constitutus f. Filipini Rossie de Cevio.

Sigillo: esistente. Sigillo della Comunità di Vallemaggia; nel campo è raffigurata la figura di S. Maurizio a cavallo recante uno stendardo con croce. Legenda: SIGILLUM . COMUNITATIS . UALLIS . MADIE

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 121 295 x 310 mm, righe 33. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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1 febbraio 1531, Cevio

Sentenza / Sententia

Jürg Zumbach di Berna, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il console Giorgio del fu Stefano «Dalidi», Perino del fu Giacomo Perini, Togno di Bernardino e Somadino Battaglia, agenti a nome del comune di Someo, da una parte, e Bernardo del fu Filippo Franzoni di Cevio, rappresentato in giudizio da Cristoforo del Ponte, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sulla metà dell'alpe Alzasca. Egli conferma le due vendite fatte al comune di Someo il 31 gennaio 1481 da Andreolo di Cevio abitante a Locarno, a nome suo e del conte Pietro Rusca, con le quali erano stati ceduti i diritti di erba per un numero complessivo di 600 bestie.

Notaio sottoscrittore: Antonius de Albertis n.p. ac scriba prefati domini comissarii.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jürg Zumbach di Berna, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono minime tracce di cerca verde e le incisioni praticate per fissarlo al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 19 505 x 415 mm, righe 74. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore. Regesto: Zappa, Alpigiani, pp. 73-74.

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11 febbraio (o marzo) 1531, Ascona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giovanni Pietro del fu Cristoforo «Betatin» di Ascona, [già] console del comune di Ascona, Ronco e Castelletto, dichiara di aver ricevuto da Matteo del fu Guglielmo «Bote» di Ascona, attuale console, 674 lire e 4,5 soldi di terzoli di cui il comune gli era debitore, secondo un «calchulum» rogato dal notaio Cristoforo «Vachini» nel gennaio dello stesso anno.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n. f.q. domini Iacobi Antonii Bote de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 7 (v.n. AST 26) 345 x 135 mm, righe 63. Tre fori di medie dimensioni dovuti a rosicatura, numerosi forellini lungo le piegature dovuti a usura. Nel 1531 il giorno 11 cadeva di sabato nei mesi di febbraio, marzo e novembre: siccome corre l'indizione quarta quest'ultimo va scartato. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 63, nr. 26.

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2 maggio 1531, Bergamo

Vendita

Petrino del fu Guglielmo «de Mutys» di Averara, abitante a Bergamo, vende al minorenne Antonio del fu Pietro «de Costis» detto della Seta, rappresentato dal suo curatore Giovanni Maria del fu Domenico «de Adellaxiis», 16 pertiche e 18 tavole di un terreno situato nel territorio di Colognola «ad Clausum Inferiorem illorum de la Seta», nella contrada di S. Pietro e dei Mulini, al prezzo di 1009 lire e due soldi imperiali. (Frammento)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 3 2940 x 190 mm, righe 309. Rotolo di sette membrane cucite insieme privo della parte finale. Sullo stesso documento figurano la vendita del 9 gennaio 1550 (r 1-131) e la presente vendita del 2 maggio 1531 (r 132-309, mutila). Uno strappo in corrispondenza dell'inizio del secondo atto e alcuni piccoli fori, nonché un foro risalente alla lavorazione della pelle nella sesta membrana.

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27 giugno 1531, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

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Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Someo, rappresentato dal console Giorgio «Dalidi», da Parrino del fu Giacomo «Parhini», Dionigi Zanoni, Puzino «de Franzitis» e da Somadino Battaglia, tutti di Someo, da una parte, e Bernardo Franzoni, dall'altra, riguardante i confini posti tra l'alpe Alzasca e il monte di «Parongio». Il giudice sentenzia che i termini sono stati collocati correttamente e che quelli di Someo possono far pascolare a loro piacimento le proprie bestie entro i confini del detto monte, ordina che l'alpe Alzasca interno ed esterno rimanga diviso e stabilisce che se la parte esterna di Corte Nuovo non avrà erba a sufficienza per le bestie che possono essere caricate, allora la parte interna, che appartiene alla chiesa di Someo, dovrà aggiungere una parte della quota che è stata detratta da Corte Nuovo e assegnata al monte di «Parongio».

Notaio rogatario: Zanus p.i.a.n. constitutus f. Filipini Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 6 500 x 310 mm, righe 77. Inchiostro sbiadito nella parte iniziale nonché diversi fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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11 luglio 1531, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Francesco figlio emancipato di Daniele di Seregno, abitante a Golino, promette di restituire a frate Protasio «Mazachi» di Locarno, guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, ad Alessandro Orelli, procuratore, e al notaio rogante, agenti a nome di detto convento, entro la festa di s. Martino la somma di 21 lire imperiali a saldo di 128 lire imperiali, di cui era debitore nei confronti del defunto frate Paolo Barnaba Orelli di Locarno, agente a nome del convento, come contenuto in un riconoscimento di debito del 1528 aprile 18 , e 45 lire e 9 soldi imperiali, di cui era debitore verso detto frate Paolo come contenuto in documento chirografo del 1529 ottobre. Qualosa Francesco non dovesse pagare la somma dovrà restituire al convento una vacca rossa con corna nere.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 120 450 x 170 mm, righe 74. Diverse macchie.

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24 luglio 1531, Locarno

Sentenza / Sententia

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno per il sindacato annuale, pronunciano la loro sentenza nella causa tra alcuni uomini di Cavergno sposati a donne di Bignasco, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra. Quelli di Cavergno chiedono il riconoscimento del diritto di vicinato di Bignasco per le dette donne, in base alla consuetudine di Vallemaggia, secondo la quale le figlie uniche eredi del padre possono godere dei diritti di vicinato del comune di cui

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1031 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sono oriunde anche se sposate fuori da detto comune. Gli ambasciatori dichiarano che le dette donne non possono godere delle entrate spettanti ai vicini, né sfruttare i pascoli del comune di Bignasco, in quanto forestiere.

Notaio sottoscrittore: Philippus p.i.a.n., f.q. domini Iohannis Greci habitator Locarni. Cancellieri: Pietro Sacco (de) di Grono, Locarno (interprete degli ambasciatori dei XII cantoni) Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Hans Edlibach di Zurigo, sindacatore: l'impronta è gravemente danneggiata, si riconoscono i contorni dell'arma nel campo.

Copia autentica (traduzione dal tedesco); it. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 122 355 x 390 mm, righe 42. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore destra, altri piccoli fori dovuti a guasti di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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27 luglio 1531, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa tra gli uomini di Tegna, da una parte, e quelli di Aurigeno, dall'altra, in merito ai danni causati dai secondi sul monte di Dunzio, concesso in locazione dai primi ai secondi, e al foro competente per le cause riguardante tale territorio. I sindacatori dichiarano che le cause relative alla violazione di diritti a Dunzio da parte degli uomini di Aurigeno devono essere giudicate a Locarno, mentre quelle riguardanti le violazioni commesse da persone di Pedemonte spettano al giudice di Vallemaggia.

Notaio autenticante: Antonius p.i.a.n. constitutus, f. magistri Petri Alberti de Cavergno Vallis Madie.

Copia autentica (traduzione dal tedesco) (coeva); it. Archivio Patriziale Aurigeno 9 430 x 420 mm, righe 56. Consunzioni e piccoli fori lungo le pieghe.

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27 luglio 1531, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Pietro di Romerio «Gotardatii» di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, Giacomo «Fassore», Guglielmo «de Lafranchitis», entrambi credenziari, agenti a nome del detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Tona del fu Filippo «de Lafranchitis», abitante a «Bitanigho» del Consiglio Mezzano, agente a nome proprio e del nipote Domenico del fu Bartolomeo «de Lafranchitis», di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompibus» con una pianta di noci nel territorio di Minusio «ad Valegiam», al canone annuo di una brenta di vino o mosto, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e uno staio di mistura di segale e miglio da consegnare per s. Martino.

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Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. fq. domini Nicholaii Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 41 665 x 390 mm, righe 85. Un foro risalente alla lavorazione della pelle, diversi fori e lacune nella metà sinistra, dovuti a rosicatura, nonché gore di umidità. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 499.

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28 luglio 1531, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Mergoscia, rappresentato dal console Pietro di Zano «de Ambroxio», e il comune di Brione, rappresentato dal console Bernardino «de Marcholo» e dal loro procuratore Pietro «de Sacho», da una parte, e il comune di Minusio, rappresentato dai consoli Matteo Grammatico e Pietro Romerio e dal procuratore Giovanni Antonio Verzaschini, dall'altra, relativa ad una sentenza di Thomas Spiegelberg di Sciaffusa, commissario di Locarno, che condannava i comuni di Mergoscia e Brione a pagare le spese sostenute da Minusio per mantenere dei soldati a Locarno «in tempo de certo suspecto» (v. Minusio 40). Gli ambasciatori dichiarano che se le spese sono state fatte a profitto di tutto il paese, anche Brione e Mergoscia sono tenuti a contribuire, ciascuno pagando i propri soldati.

Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Sigillo: esistente. Jakob Werdmüller di Zurigo, commissario di Locarno

Originale; it. ASTi, Pergamene, Locarnese 48 475 x 275 mm, righe 44. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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1 settembre 1531, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio detto «Baratus» del fu Bernardino Silvestri di Arzo, agente anche a nome del fratello Virgilio, vende a Gerolamo del fu Matteo Tencalla detto «del Bevelaqua» di Bissone, agente anche a nome del fratello Francesco, tre terreni a prato, campo e vigna con castagni, noci e una casa situati nel territorio di Arzo «in Valle de Supra», «in Bonaga» e «in Prato Grasso», al prezzo di 800 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. domini Laurentii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 59

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550 x 350 mm, righe 67. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un libro, forse di imbreviature: «16 augusti. 1563, 1564, 1565». Numerosi fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali praticati per cucire l'atto al fascicolo, nonché strappi e lacerazioni lungo tutti i margini.

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21 novembre 1531, Dangio

Vendita

Giacomo del fu Gianino «de Henrico Iohanne» di Dangio vende a Giovanni Giacomo del fu Giovannino Cima di Dangio, agente a nome proprio e dei fratelli Andrea e Giovanni, un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Aquila «ad Zambughetum». Il prezzo di vendita è di 110 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolani ac dicte vallis.

Originale; lat. ASTi, Cima 16 340 x 145 mm, righe 52.

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13 dicembre 1531, Ascona

Vendita / Instrumentum venditionis, insolutum dati et cessionis

Matteo del fu Guglielmo «Bote» di Ascona, console del comune di Ascona e Ronco, Graziano del fu Giovanni Gaspare «Varentie», Cristoforo del fu Mainolo «Vachini» di Ascona e Bartolomeo del fu mastro Pietro «Simonis» di Ronco, procuratori di Ascona e Ronco, vendono al prete Romano del fu Antonio «Romanoli» di Ascona un appezzamento a prato chiamato «Quarterium de Arboribus», situato nel territorio del comune «in Seregio». Il prezzo della vendita è di 1100 lire di terzoli, corrispondenti alla somma di 101 scudi di cui i detti procuratori sono obbligati nei confronti di detto prete Romano.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n. f.q. domini Iacobi Antonii Bote de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 11 (v.n. AST 27) 680 x 225 mm, righe 133. Tre forellini risalenti alla lavorazione della pelle, alcuni fori di piccole e medie dimensioni, dovuti a rosicatura, lacerazioni e rosicature lungo le piegature verticali; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 63, nr. 27.

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12 gennaio 1532, Bellinzona

Retrovendita

Giacomo del fu Tognetto Ferrari (?) di Pianezzo rivende a Callina del fu «Anton<...>, moglie di Ambrogio del fu Giovanni «de Raffagnio de Mottis» di Valle Morobbia, agente anche a nome del marito, un appezzamento di selva, bosco e sassi, situato in Valle Morobbia, che era stato venduto a Giacomo dal detto Ambrogio al prezzo di 150 lire.

Notaio rogatario: Bernardino Varrone, f.q. Pietro Varrone di Bellinzona p.i.a.n., notaio e abitante di Bellinzona.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 19 (= cart. 3b, nr. 1) 50 x 217 mm, righe 73. La pergamena presenta alcuni piccoli fori.

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25 gennaio 1532, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Guglielmo di Adamo Maffina di Fusio vende a Fusasco del fu Adamo Borgo, caneparo della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, una quota di alpeggio sull'alpe «de Lazeria», situato nel territorio di Fusio «in Lazaria», al prezzo di 308 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filipus p.i.a.n., f. ser Bernardi Franzoni n. de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 25 510 x 300 mm, righe 60. Piccolo strappo lungo il bordo superiore e due fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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30 gennaio 1532, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella controversia tra i rappresentanti del comune di Claro, da una parte, e i rappresentanti del comune di Lumino e Castione, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo e ai confini nella zona di confine tra i due comuni non presi in considerazione in una precedente sentenza, Heinrich Büntiner di Uri, «advocatus» di Riviera, arbitro eletto, assieme ai coadiutori Airoldino Rusca di Bellinzona e Giovanni Pietro «de Rodano» notaio di Riviera confermano il precedente arbitrato di Cristoforo «de Columpnis» di Cannobio del 2<5> ottobre 1452, annullano la sentenza del 2 settembre 1529, condannano quelli di Lumino e Castione a non pascolare da «Pissadelli usque ad Pontem Casserum» e condannano quelli di Claro a consegnare agli uomini di Lumino e Castione 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 65 535 x 320 mm, righe 82. Grossi fori dovuti a rosicature lungo le piegature, parzialmente ricomposti in sede di restauro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 64.

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12 marzo 1532, Dongio

Permuta / Instrumentum cambii

Martino del fu Giacomo «olim Bartolomey» di Cumiasca di Corzoneso cede a titolo di permuta ad Ambrogio del fu Domenico Conceprio di Dongio tutti i suoi beni (prati, campi, casa e corti) a «de Boceris subtus crestam usque ad rium de Scharadra», per la somma di 30 scudi d'oro, e riceve in cambio un canone «ad domum Mongheti de Uxonia» (derivante da un riconoscimento di debito) nel territorio di Scaradra (Corzoneso), del valore di 30 scudi d'oro.

Notaio rogatario: Christoforus f. domini Iacobi n. Mafioli de Ronziis vicinantie de Malvallia et Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 66 285 x 200 mm, righe 43. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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20 marzo 1532, Maggia

Sentenza / Sententia

Jürg Zumbach di Berna, commissario di Vallemaggia, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giacomo del fu Alberto di Moghegno abitante ad Aurigeno, console e agente a nome del comune di Aurigeno, da una parte, e Cristoforo del fu Pietro «de Brugnolis» di Aurigeno, dall'altra, in merito alla fideiussione prestata dal detto Cristoforo a Romerio del fu Pietro «Ciani» (?) di Tegna in relazione ad una condanna per i danni causati sui monti di Dunzio e Capoli. Il commissario condanna Cristoforo «de Brugnolis» a rifondere al comune di Aurigeno tutti i danni provocati da Romerio del fu Pietro di Tegna e ribadisce il divieto per gli uomini di Tegna di sfruttare in alcun modo i gerbidi, i prati e i boschi di Dunzio e Capoli, così come stabilito in una sentenza pronunciata a suo tempo dai rappresentanti dei XII cantoni.

Notaio rogatario: Antonius de Albertis n.p. Vallis Madie.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Jürg Zumbach di Berna, commissario di Vallemaggia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 10 385 x 280 mm, righe 28. Numerosi fori di piccole dimensioni lungo le pieghe, dovuti a usura.

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5 aprile 1532, Locarno

Sentenza e conferma di privilegi / -

Jakob Werdmüller di Zurigo, commissario di Locarno, e Jürg Zumbach di Berna, commissario di Vallemaggia, su richiesta degli uomini di Vallemaggia e Lavizzara, che chiedono di confermare i privilegi concessi loro dai duchi di Milano, ordinano ad Antonio Alberti, landscriba di Vallemaggia, di allestire una copia in tedesco dei detti privilegi, così da poterne confermare le parti non contrarie alle prerogative della signoria dei XII cantoni. Essi formulano inoltre nuovi capitoli in merito all'esenzione di quelli di Valmaggia e Lavizzara da ogni taglia e spesa a Locarno, all'obbligo per i locarnesi di chiedere giustizia contro gli uomini delle due valli nella loro residenza e all'appartenenza di Vallemaggia e Lavizzara ad un'unica giurisdizione.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Jakob Werdmüller di Zurigo, commissario di Locarno, recante l'arma personale. Legenda: IACOB WER<...>

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 45 610 x 440 mm, righe 64. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura, in particolare lungo le pieghe; un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nel margine destro. Regesto: Signorelli, Storia della Val Maggia, pp. 93 e 314.

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6 aprile 1532, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis et pactorum

L'assemblea dei vicini di Lodano, riunita sulla piazza del villaggio per ordine del console Giovanni del fu Togno «Zanis» dal camparo giurato Perino del fu Andreolo «Pezoni» di Someo, vende a Giovanni del fu Pietro «de ssiis», console, nonché a Giovanni del fu Giacomo «de la Fiora», Bernardo del fu Giovanni «de Fiora», Maffeo del fu Pietro «Maffei», Guglielmo del fu Giacomo «Mozii», Giacomo del fu Bernardo sarto e Giacomo «Adami», vicini e agenti a nome del comune di Giumaglio, il diritto di pascolare, di far legna e di raccogliere strame in un appezzamento a gerbido nel territorio di Lodano «in Buschitis», di cui si determinano i termini di confine da piantare, ad esclusione delle selve di castagni e delle «curtes» chiuse e lavorate da quelli di Lodano. Per quanto concerne il pascolo, i vicini di Giumaglio potranno tenere i loro animali sul detto appezzamento ogni anno dal giorno di s. Maria (8 settembre) fino alla salita all'alpe, ossia al giorno di s. Giovanni Battista (24 giugno), insieme a quelli di Lodano, i quali tuttavia si riservano di accedervi per primi l'8 e il 9 settembre; nel periodo da s. Giovanni Battista a s. Maria i vicini dei due comuni potranno invece farvi pascolare buoi, cavalli, giumente, muli e asini, nonché 5 capre oppure una mucca per ogni fuoco, con i relativi piccoli. I venditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 600 lire di denari nuovi. Le parti stipulano inoltre alcuni accordi riguardo all'uso del terreno: nessuna di esse potrà chiudere o appropriarsi di porzioni grandi o piccole di esso senza il consenso dell'altra, i vicini di Giumaglio potranno transitare («anzedare, ire et redire») per la brughiera e la «semeda» di quelli di Lodano per raggiungere i beni da loro goduti, entrambe le parti dovranno mantenere la «stratam magistram de sasseys» che percorre il terreno, e infine nessuna di esse potrà concedere a forestieri di esercitarvi i diritti di pascolo e di raccolta senza licenza della controparte.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.q. ser Filippi Franzoni de Cevio.

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giumaglio 4 1260 x 440 mm, righe 141. Documento composto di tre fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. Dodici fori di medie, piccole e piccolissime dimensioni nella prima membrana e un foro di medie dimensioni nella terza membrana, risalenti alla lavorazione della pelle. Numerose lacerazioni lungo i bordi, soprattutto nella prima membrana; diffuse sbiaditure e abrasioni. Altri esemplari: Archivio Patriziale Lodano 12 (= 6)

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6 aprile 1532, Lodano

Vendita / Instrumentum pactorum et venditionis

L'assemblea dei vicini di Lodano, convocata «in eroum de Lodeno platea» per ordine del console Giovanni del fu Togno «Zanis» dal camparo Perino del fu Andreolo «Pezoni» di Someo, vende a Giovanni del fu Pietro «de Russiis» di Giumaglio, console, nonché a Giovanni del fu Giacomo «de la Fiora», Bernardo del fu Giacomo «de Fiora», Maffeo del fu Pietro «Maffei», Guglielmo del fu Giacomo «Mozii», Giacomo del fu Bernardo sarto e Giacomo del fu Giovanni «Adami», vicini e agenti a nome del comune di Giumaglio, il diritto di pascolare, di far legna e di raccogliere strame in un appezzamento a gerbido nel territorio di Lodano «in Buschitis», di cui si determinano i termini di confine da piantare, ad esclusione delle selve di castagni e delle «curtes» chiuse e lavorate da quelli di Lodano. Per quanto concerne il pascolo, i vicini di Giumaglio potranno tenere i loro animali sul detto appezzamento ogni anno dal giorno di s. Maria (8 settembre) fino alla salita all'alpe, ossia al giorno di s. Giovanni Battista (24 giugno), insieme a quelli di Lodano, i quali tuttavia si riservano di accedervi per primi l'8 e il 9 settembre; nel periodo da s. Giovanni Battista a s. Maria i vicini dei due comuni potranno invece farvi pascolare buoi, cavalli, giumente, muli e asini, nonché 5 capre oppure una mucca per ogni fuoco, con i relativi piccoli. I venditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 600 lire di denari nuovi. Le parti stipulano inoltre alcuni accordi riguardo all'uso del terreno: nessuna di esse potrà chiudere o appropriarsi di porzioni grandi o piccole di esso senza il consenso dell'altra, i vicini di Giumaglio potranno transitare per la brughiera e la «semeda» di quelli di Lodano per raggiungere i beni da loro goduti, entrambe le parti dovranno mantenere la «stratam magistram de sasseys» che percorre il terreno, e infine nessuna di esse potrà concedere a forestieri di esercitarvi i diritti di pascolo e di raccolta senza licenza della controparte.

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 12 (= 6) 750 x 510 mm, righe 83. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, un foro dovuto a guasti nella parte superiore destra, piccole rosicature. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Giumaglio 4

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7 aprile 1532, Capidogno (Rivera)

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Bartolomeo del fu Pietro Manfredi «de Cortino» e suo figlio Pietro, abitanti a Soresina, nel comune di Rivera, istituiscono

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1038 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete una dote di 21 ducati e mezzo d'oro per Domenica di Marcolo «de Philipono» di Capidogno, nel comune di Rivera, moglie del detto Pietro, sposata «anullo» il giorno stesso, dichiarano di ricevere dal padre della donna 15 ducati d'oro e fanno donazione nuziale delle rimanenti alla donna.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petri Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 237 310 x 185 mm, righe 62. L'inchiostro è diffusamente sbiadito; fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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22 aprile 1532, Cevio

Domande giudiziali / Petitio et comparitio (...) ac responsio

Davanti a Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Bernardo Franzoni, agente anche a nome di Giacomo Corbellini, espone che lo stesso Giacomo è da tempo in lite con il comune di Lodano in merito ai danni causati da quest'ultimo per aver bruciato più di 2000 borre «a mensura et merchanteschas», approntate per conto dello stesso Giacomo e di suo fratello Domenico nel bosco di Bernardo Franzoni nella Valle di Lodano e già condotte «per stratas» nella «Valis Marcia», nonché per aver bruciato parte delle «strate» costruite per trasportare le borre in piano e consegnarle a Bernardo Franzoni, secondo gli impegni presi; inoltre ribadisce di voler dimostrare per mezzo di testimoni residenti al di fuori della valle che da più di 20 anni i vicini di Lodano gli hanno concesso l'uso di boschi nel loro territorio, come confermato a suo tempo dal commissario Heinrich Bläsi di Unterwalden, ma di non averlo potuto fare fino ad ora perché non gli sono state concesse le necessarie «littere dimissorie»; e infine chiede che il comune di Lodano sia condannato a rifondergli il doppio del danno subito, secondo gli statuti del baliaggio, e a dare a Giacomo Corbellini 500 lire, come stabilito in un accordo stipulato riguardo alle borre bruciate. Giovanni «Togni Zanis», console, e Giacomo di Pietro «Pazalie» di Coglio, procuratore del comune di Lodano, rispondono che Bernardo Franzoni ha fatto tagliare le borre in questione e che molti vicini di Lodano hanno partecipato alla produzione e al trasporto; ammettono che è stato appiccato il fuoco, ma affermano che non si sa quante borre siano state bruciate, e inoltre che l'accordo di cui sopra era stato stipulato con Giacomo Corbellini per evitare spese; infine chiedono di non essere costretti a dare alcunché a Bernardo Franzoni e a Giacomo Corbellini, perché i boschi in questione appartengono al comune e non sono mai stati venduti, ma è stata concessa soltanto la facoltà di tagliare certe borre, e la controparte non ha rispettato gli accordi stipulati.

Archivio Patriziale Lodano 13 (= 2/1) (inserto)

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30 aprile 1532, <...>

Sentenza / <...>

Jürg Zumbach di Berna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Lodano, rappresentato dal console Giovanni «Togni Zanis», da una parte, e Bernardo del fu Filippo Franzoni di Cevio, che agisce anche a nome di Giacomo del fu Romerio Corbellini di Onsernone, dall'altra, in merito alla

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1039 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete pretesa di risarcimento di questi ultimi nei confronti dei vicini di Lodano, i quali hanno bruciato un certo numero di borre di tagliate nella Valle di Lodano per conto del detto Bernardo. (Frammento)

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 13 (= 2/1) 480 x 400 mm, righe 73. Documento originariamente composto di due fogli membranacei cuciti insieme, di cui rimane soltanto il primo, che presenta fori di cucitura e resti di filo lungo il bordo inferiore; mancano il contenuto della sentenza pronunciata dal podestà e commissario, le formule relative alla proclamazione, la data topica, la sottoscrizione notarile e l'eventuale sigillo. Inserti: 22 aprile 1532 (Cevio)

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27 maggio 1532, Bellinzona

Deposizione / Instrumentum protestationis

Battista del fu Martino di Tognazzo Rossetti, Giovanni del fu Renaldo e Antonio del fu Giacomo «Zapelli», tutti di Isone e agenti a nome dei vicini di Isone, su richiesta di Bertramo del fu Gottardo di Cadenazzo, del console di S. Antonino Giovanni del fu Matteo Lorenzetti e di Biagino del fu Sancino «Scioni del Cuxa», agenti a nome del comune di S. Antonino, dichiarano che i beni oggetto di un precetto emesso dal commissario di Bellinzona Heinrich Büntiner contro Pietro Perduto di Isone, situati «in Piantureno» e «ad Scis», non sono situati nel territorio di Isone, come affermato nel precetto, ma si trovano nel territorio di S. Antonino e di Cadenazzo. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 29).

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Tomaso Pagnamenta 2 (= cart. 45, c. 3.2.2) 410 x 195 mm, righe 40. La pergamena presenta alcuni piccoli fori.

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5 giugno 1532, Bellinzona

Compromesso / Instrumentum compromissi

Il comune di Isone, rappresentato da Albertino del fu Domenico <...>, da una parte, e Pietro del fu Domenico «del Guerra» abitante a Isone, dall'altra, designano quali arbitri Pietro del fu Giovanni «del Sassello» di Medeglia e Battista del fu Martino Rossetti di Isone per risolvere la lite in merito ad alcuni terreni situati «in Pianturino» e «ad Scis», di cui entrambe le parti rivendicano la proprietà. L'elezione avviene alla presenza del podestà e commissario di Bellinzona Heinrich Büntiner di Uri. (Cfr. ASTi, Tomaso Pagnamenta, cart. 45, c.3.2, nr. 2).

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 29

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440 x 320 mm, righe 54. Strappi e rosicature lungo i bordi, in particolare nella parte superiore del documento, alcuni piccoli fori e, nel margine inferiore, un foro risalente alla lavorazione della pelle cucito con del filo. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86.

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17 giugno 1532, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Pietro del fu Giovanni «del Sassello» di Medeglia e Battista del fu Martino Rossetti di Isone, arbitri eletti nella lite tra il comune di Isone, da una parte, e Pietro del fu Domenico «del Guerra» abitante a Isone, dall'altra, in merito ad alcuni terreni situati «in Pianturino» e «ad Scis», di cui entrambe le parti rivendicano la proprietà, ordinano di estirpare i termini piantati su tali terreni e di collocarli in un'altra posizione, e condannano il detto Pietro a pagare al comune due scudi d'oro a titolo di risarcimento per le spese sostenute contro di lui. (Cfr. ASTi, Tomaso Pagnamenta, cart. 45, c.3.2, nr. 2).

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 29 440 x 320 mm, righe 54. Strappi e rosicature lungo i bordi, in particolare nella parte superiore del documento, alcuni piccoli fori e, nel margine inferiore, un foro risalente alla lavorazione della pelle cucito con del filo. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86.

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29 giugno 1532, Bignasco

Rinuncia e locazione / Instrumentum hereditatis

Simone del fu Giacomo Simonini e Alessio del fu Antonio Balzari Arici, entrambi di Bignasco, rinunciano all'investitura che il comune di Bignasco aveva fatto loro a titolo di eredità perpetua il 20 febbraio 1531, di un terreno e altri beni immobili situati nel territorio di Bignasco «in Bessio, ubi dicitur ad Curtum comunis de Bugnascho», «ad Prexam», «ad Silvam comunis in Clauxo Bernardini Zanis Notarii sub strata» e «sub ticto Iohannis Antonii Balsarini ultra riale», per cui essi pagavano un canone annuo di due staia di castagne secche. A loro volta i rappresentanti dei vicini di Bignasco reinvestono Giacomo del fu Zane Bernardi e il detto Alessio del fu Antonio Balzari Arici di tali beni a titolo di enfiteusi perpetua, per il medesimo canone annuo.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gullielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 123 565 x 375 mm, righe 72. Un grosso foro centrale risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 29 giugno 1532 cadeva infatti di sabato e non di martedì, come riportato dal notaio.

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4 luglio 1532, Locarno

Sentenza d'appello / Urtel

Nella causa tra i fratelli Bignasco e Giacomo, Giovanni «von Kadolocko von Kawerna», agente per sé e a nome di suo padre, il notaio Bernardino di Zano, pure di Cavergno e altre persone [di Cavergno] citate in una sentenza dell'anno precedente, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito al diritto di vicinato che i primi ritengono debba loro essere concesso da parte di Bignasco, gli ambasciatori dei XII cantoni pronunciano la loro sentenza. Essi respingono l'appello interposto dalle persone di Cavergno, convalidano la sentenza dell'anno precedente e confermano che Bignasco non è tenuto ad assecondare le pretese dei postulanti.

Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico circolare di cera sotto carta di Kaspar Gisler, commissario di Locarno. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (spada impiantata su erba), sormontato di elemento non identificato. La legenda risulta illeggibile.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 123,1 330 x 320 mm, righe 36.

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7 luglio 1532

Conferma di conferimento di beneficio ecclesiastico

Il landamano e il consiglio di Uri confermano il possesso di un beneficio della chiesa di S. Maurizio di Chironico del prete Giovanni, figlio di Martino «Jacobs» di Chironico, eletto dai vicini di Chironico.

Sigillo: esistente. Il igillo di cera bruna della comunità di Uri è parzialmente danneggiato. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: LVM <+ TOTIVS + COMVNITA>TIS + VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 43 165 x 240 mm, righe 20.

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12 luglio 1532, Locarno

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Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Pietro del fu Domenico «del ***» di Campo Vallemaggia, abitante a Locarno, aveva acquistato una vendita dal fratello Giacomo per 561 lire e 4 soldi imperiali, in esecuzione di un riconoscimento di debito fatto dai detti fratelli, il quali avevano promesso di rilevare e conservare indenni e illesi i fratelli Bernardino e Giovanni Antonio figli del fu Filippo Franzoni di Cevio dal convento di S. Francesco di Locarno per la detta somma. Ora Giovanni Pietro vende a Vincenzo di Cantù, maestro di teologia e guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, e i frati Protasio «Magiaghi» di Locarno, Cherubino di Lodi, Giacomo di Monza, vicario, Paolo «de Mariano», Bernardino Ghiringhelli di Bellinzona, Francesco di Ascona e Guglielmo di Leventina un appezzamento di terreno arativo e vignato «ad campos et rompibus» nel territorio di Locarno «in Cimitate Silve» con l'onere di pagare su due campi e tre filari, acquisiti da Pietro «Biancheti», una brenta di vino bianco. Il prezzo di vendità è di 561 lire e 4 soldi di imperiali a completa solutione del riconoscimento di debito.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.q. magistri Antonii de la Turre. Notaio estraente: Marchus Antonius de la Turre de Locarno i.a.p.n. constitutus super quibuscumque instrumentis et scripturis per eandem proprium mei dominum Iohannem Iacobum f.q. magistri Antonii de la Turre patrem meum iuxta eius testamentum apud ser Francischum Biancheti tabellionem 1530 de februario et similiter confirmatus per consilium generale comunitatis et plebis Locarni ad explendum ea in publicam formam tum authenicanda prout apud eius canzellarium dominum Iohannem Filipum de Orello eodem super proximo anno die 16 martii et ita extra ab imbreviaturi originali super nomine patri mei.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 122 610 x 355 mm, righe 75.

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12 luglio 1532, Locarno

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Vincenzo di Cantù, maestro di teologia e guardiano del convento di S. Francesco di Locarno, e i frati Protasio «Maciaghi» di Locarno, Cherubino di Bellinzona, Francesco di Ascona, Guglielmo di Leventina, e Alessandro Orelli, Giovanni Andrea Bernate e Romerio di Russo, procuratori del convento di S. Francesco, retrovendono i fratelli Bernardo e Giovanni Antonio, figli del defunto Filippo Franzoni di Cevio, un appezzamento di terreno arativo e vignato con alberi nel territorio di Locarno «in contrata Sancti Antonii». Il prezzo della retrovendita è di 561 lire e 4 soldi imperiali.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Turre olim n.p. Locarni. Notaio estraente: Andriolus Rossali de Contra habitator Locarni p.i.a.n., f.q. domini Dominici et n. ellectus, constitutus, deputatus per consilium generale comunitatis Locarni et plebis ad extrahendum et in publicam formam redigendum et redigi faciendum omnia et singula instrumenta et scripturas publica rogata et imbreviata per nunc quondam dominum Iohannem Iacobum de la Ture olim n. p. Locarni et plebis.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 121 575 x 380 mm, righe 78. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie.

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9 novembre 1532, Locarno

Sentenza / Sententia et declaratio

Kaspar Gisler di Uri, podestà e commissario della comunità e pieve di Locarno e Ascona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la comunità di Locarno e Ascona, rappresentata dai procuratori Zonfredo Orelli, Saviolo «de Britio» e Giovanni Maria Muralto caneparo della comunità di Locarno, da una parte, e la riviera di Gambarogno, rappresentata da Battista Martignoni, Bernardino Martignoni e da Giovanni Maria Tognetti di Losone, dall'altra, in merito all'arbitrato sulla taglia pronunciato da Giovanni Antonio Orelli di Locarno a sfavore della detta riviera. Il podestà conferma il detto arbitrato e condanna la riviera di Gambarogno a pagare le taglie sui beni acquistati nel territorio della comunità di Locarno e Ascona.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n., f.q. domini Iacobi Antonii Bote de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 49 395 x 255 mm, righe 62. Piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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21 novembre 1532, Svitto

Sentenza / Vertell

Egidio (Gilg) Reichmuth, landamano di Svitto, e i delegati dei III Cantoni riuniti per le cause di appello a Svitto, pronunciano la loro sentenza nella lite tra il borgo di Bellinzona, da una parte, e il comune di Biasca, dall'altra, in merito all'obbligo di pagamento del forletto da parte dei primi. Essi dichiarano che quelli di Bellinzona non sono tenuti a pagare il forletto allo stesso modo dei sudditi della vecchia federazione.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde di Gilg Reichmuth, landamano di Svitto. Nel campo lo scudo con l'arma personale [lettera r in minuscola gotica (?), accompagnata in basso a sinistra da una stella a sei punte] sormontato dalla legenda nel cartiglio. Legenda: MÜT

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 89 (v.n. B. V/7) 255 (plica esclusa) x 345 mm, righe 34. Piccole rosicature lungo le pieghe.

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20 gennaio 1533, Maggia

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

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Zane del fu Moresio di Zane Moresi di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dal caneparo Rigo del fu Giacomo Ferrari, un terreno con casa situato nella terra di Maggia «ad Clauxum de Domo», al prezzo di 145 lire di terzoli. Il detto Zane viene poi investito dei beni appena venduti a titolo di locazione per otto anni rinnovabili a volontà delle parti, al canone annuo di sette lire e cinque soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n., f.q. Lafranchi n. de Cono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 46 495 x 240 mm, righe 73. L'inchiostro è a tratti sbiadito da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Fori di piccole dimensioni. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel 1533 correva infatti l'indizione sesta, e non la terza, come riportato dal notaio.

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28 gennaio 1533, Osogna

Riconoscimento di debito / -

Domenico del fu Giacomo «Schudellarii» di Osogna dichiara di essere debitore nei confronti della chiesa di S. Gratiniano di Osogna, rappresentata dall'anziano e procuratore Matteo del fu Guidotto di Roncasc, di 45 lire di terzoli per la luminaria. Il debitore pone come garanzia un campo situato nel territorio di Osogna «in Monda de Medio», e si impegna a versare ogni anno un fitto di un sesino per lira.

Notaio rogatario: Ioannes Angelus f. domini Bartholomei notarii del Monacho de Malvalia p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 13 295 x 130 mm, righe 39. Piccoli fori e diffuse sbiaditure dell'inchiostro a causa di microorganismi.

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17 aprile 1533, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico di «Marel de Fatino» di Medeglia, vicino di Bellinzona, vende a Domenico del fu Antonio «de Passarinis» di Drossa, vicino di Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni Pietro, Francesco e «Frantus» (?), alcuni terreni con piante situati nel territorio di Medeglia «in Chugiollo Longo», «in lo Decharadigo seu in Tarbota», «in Piano de Ribo», «ad Parrigio», «in Cugiollo Rosso» e «ad Rodeo», al prezzo di cinque scudi d'oro del sole e un testone d'argento.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Valliis et cetera.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 23 480 x 200 mm, righe 81. Due piccolissimi fori e alcune macchie.

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7 maggio 1533, Meride

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Bernardino del fu Giulio «del Bareta» abitante a Stabio dichiara di essere debitore nei confronti del comune di Meride, rappresentato dai procuratori Francesco Bonelli del fu Bernardino e Giorgio del fu Provino «de Provino» e promette di versare entro s. Martino tre moggi di segale e 17 staia di frumento a pagamento degi canoni arretrati di una stalla locata al detto debitore nel 1528.

Notaio rogatario: Gabriel de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. magistri Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 31 385 x 230 mm, righe 47. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni.

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17 maggio 1533, Morcote

Locazione con patto di ritenzione / Instrumentum investiture et pactorum

Carlo de Fagnano, preposito della chiesa di S. Maria di Torello, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti il comune di Morcote, rappresentato da Pellegrino «de Cheziis» di Morcote del fu Giorgio e Bertolino di Tognola «de Raziis» di Vico del fu Antonio, entrambi abitanti a Morcote, di una casa «terranea et solariata» situata nel borgo di Morcote «ad la Turem», al canone annuo di cinque lire di terzoli, con patto di ritenzione delle migliorie per i locatari fino al valore di 100 fiorini.

Notaio rogatario: Iacobus de Salvis de Murcote. Notaio estraente: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani et Vallis et f.q. domini Alberti.

Originale estratto da imbreviature (1534 marzo 04); lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 14 395 x 175 mm, righe 75. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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17 giugno 1533, Locarno

Assegnazione / Instrumentum assignationis et oblationis ac elemosine et pactorum

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Tognio Tommaso del fu Matteo «Brecii» di Locarno, agente a nome proprio e della moglie Caterina figlia ed erede «in solido» di Giovanni «Rubei» di Vigezzo, dona al convento di S. Francesco di Locarno 382 lire imperiali, quale prezzo o resto di prezzo di un bacile e «bronzini» d'argento offerti da Togno per la fabbrica di S. Maria di Nazareth del Sasso di Locarno a un frate del convento e consegnati da frate Ludovico «del Saxo» e Amadeo di Vercelli, abitante a Locarno, fattore di Battista d'Appiano di Locarno, nonché 7 canoni e mezzo, a condizione che i frati celebrino una messa quotidiana perpetua all'altare dell'Immacolata concezione, e che sia la prima messe delle grandi, per l'anima di Tognio Tommaso e Cateriana, due annuali per l'anima di detto Giovanni «Rubei», un annuale per il fratello Nicolao e due annuali per la salute di detto Togno Tommaso e la moglie.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 123 800 x 315 mm, righe 103. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle. nonché alcune macchie.

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11 luglio 1533, Locarno

Assegnazione / Instrumentum assignationis et oblationis

Paola, vedova di Lorenzo «de Muralto» di Locarno, tutrice del figlio Giovanni Francesco, assegna al convento di S. Francesco 100 lire di terzoli, che vengono consegnate dall'arciprete di S. Vittore di Locarno, Galeazzo «de Muralto», a patto che l'arciprete consegni al convento il documento chirografo del 1532 gennaio 29. L'assegnazione avviene a condizione che i frati celebrino ogni anno 3 messe grandi nella cappella di S. Maria di Nazareth del Sasso di Locarno per le festività dell'Assunta, della Nascita di Maria Vergine e della Purificazione di Maria, inoltre i frati sono tenuti ad impiegare il denaro in una proprietà, per volontà di detto Lorenzo e di detta Paola.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 124 600 x 270 mm, righe 74. Foro risalente alla lavorazione della pelle.

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8 settembre 1533, Cerentino

Codicillo / Instrumentum codicilli seu additionis testamenti

Antonio del fu Giovanni «Insermi» di Camanoglio di Cerentino aggiunge un codicillo al proprio testamento, rogato dal notaio pubblico di Vallemaggia Zane di Filippino «Rossie». Egli accresce il lascito in favore della chiesa di S. Maria di Cerentino, consistente in un campo situato nel territorio di Camanoglio «ad Campum del Passo», con un terreno a prato e campo situato nel medesimo territorio «ad Costam de foris». Il caneparo o gli agenti della chiesa dovranno far celebrare ogni anno in perpetuo una messa e dieci annuali al prete beneficiato della detta chiesa nel giorno di s. Maria della Candelora e nel giorno della Purificazione di Maria.

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Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 7 245 x 235 mm, righe 32. Numerosi fori, in particolare lungo le pieghe. Gli elementi della datazione («anno a nativitate eiusdem millessimo quingentessimo vigessimo tertio, indictione septima, die lune octavo mensis septembris») non concordano tra loro: l'estensore indica infatti l'anno 1523, ma i dati cronologici collimano perfettamente con l'anno 1533.

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31 ottobre 1533, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Nella causa tra Bernardo del fu Filippo Franzoni di Cevio, che il 5 novembre 1530 aveva comprato da Giovanni Donato «Baldirono» di Milano, dimorante a Locarno, dei beni nel «Saletio» appartenuti ai conti Rusca, per 1050 scudi d'oro, compresa una roggia per l'irrigazione di detti terreni e il servizio delle sue ressighe, da una parte, e il comune di Ascona e Ronco, rappresentato dal console Graziano «Varentie» e da Giovanni Francesco Vacchini, Matteo «Bote» e Cristoforo «Magnoli» Vacchini, dall'altra, in merito al muro eretto da Ascona e Ronco lungo la roggia comunale, che impedisce il deflusso dell'acqua in esubero nella roggia del Franzoni, Gaspare Gisler di Uri, commissario di Locarno, pronuncia la sua sentenza. Il giudice dichiara valida un'investitura del 22 novembre 1321 con la quale il comune di Losone e Arcegno concedeva l'acqua a quello di Ascona, Ronco e Castelletto, il quale non può essere obbligato a concederla al Franzoni e condanna quest'ultimo alle spese di giudizio, riconoscendogli tuttavia il diritto di rivalsa verso il «Baldirono», considerato che i beni che costui gli ha venduto, senz'acqua perdono la metà del loro valore.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus dela Turre p.i.a.n. f.q. magistri Antonii habitator Locarni

Sigillo: esistente. Sigillo araldico circolare di cera sotto carta di Kaspar Gisler, commissario di Locarno. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (spada impiantata su erba), sormontato di elemento non identificato. La legenda risulta illeggibile.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 16 (v.n. AST 28) 585 x 460 mm, righe 79. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 63-64, nr. 28.

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7 novembre 1533, Locarno

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis et remissionis

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Bernardino del fu Romerio «Scharamuze» di Berzona di Onsernone, abitante a Tegna di Pedemonte, aveva venduto a Tognio del fu Giacomo «Vadrini» di Loco d'Onsernone, abitante a Tegna, detto «Passoni», un sedime con casa «a foco», muretto, cortile (denuta) e «canigio», nel territorio di Tegna di Pedemonte «in Predascho», e 6 campi arativi con un appezzamento di terreno nuovo «disorbinta» nel territorio di Tegna «Subtus Stradam», al prezzo di 425 lire di terzoli. Ora Romerio del fu Tognio «Passoni», con il consenso di Giovanni «de Lanzeiis», suo curatore, non avendo modo di pagare 300 lire di terzoli al convento di S. Francesco di Locarno erede di Bernardino «Scharamuze», rinuncia nelle mani dei frati Benedetto «de Biumo», guardiano, Protasio «Maciaghi», Elia di Ivrea, Angelo di Varese, vicario, Cesare di Milano, organista, e Marc'Antonio «de Montagnana», rappresentanti del capitolo del convento di S. Francesco di Locarno, e Alessandro Orelli, procuratore del convento, ai detti beni, per il prezzo di 90 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Turre olim n.p. Locarni. Notaio estraente: Iohannes Franciscus p.i.a.n. f.c. domini magistri Laurentii olim domini magistri Francisci de Muralto de Locarno emtus (?), electus, constitutus et deputatus per consilium comunitatis Locarni et plebis super dimidia parte pro divixo omnium et singularum instrumentum rogatum et traditum per nunc quondam dominum Iohannem Iacobum de la Turre olim n.p. Locarni et plebis ?. et parte ser Francisco f.q. suprascripti domini Iohannis Iacobi de la Turre in divixo ipsorum instrumentorum et per me emptum seu empta

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 125 590 x 430 mm, righe 71. Alcune macchie.

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3 gennaio 1534, Bignasco

Locazione / Instrumentum locationis

Il comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Cristoforo del Ponte, da Giovanni del fu Martino Righetti e da Giacomo del fu Antonio Vicari, investe a titolo di locazione Giacomo di Marco del fu Giacomo Inselmeti di Cavergno dell'alpe Calnegia e di un terreno situato nel territorio di Bignasco «in Cazana» fino a Natale e poi per due anni, ed in seguito a volontà delle parti, al canone annuo di 25 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 124 525 x 160 mm, righe 88.

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13 gennaio 1534, Cevio

Locazione / Instrumentum locationis ll comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Cristoforo del Ponte, investe a titolo di locazione per due anni rinnovabili a volontà delle parti, Antonio Ferrari di Bignasco, del diritto di pascolare bestie minute, fare foglie, raccogliere legna secca caduta dai faggi e da altri alberi e di sfogliare i faggi dalla festa di san Martino alle calende di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1049 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete marzo nella località «in Gannis», situata nel territorio di Bignasco, al canone annuo di sette lire di terzoli. Le parti concordano che il detto conduttore possa affittare ad altri i diritti di cui viene investito; egli non potrà invece tagliare e sfogliare le piante situate «super curtum del Gramoxedo», né tagliare piante, sotto pena di sei terzoli a pianta, o prendere alcunché nel riale di Chignolo.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 125 350 x 305 mm, righe 43.

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30 gennaio 1534, (Aurigeno)

Vendita / Instrumentum venditionis

Maria del fu Giovanni Giacomo «de Bellonibus» di Aurigeno, vedova di Alberto detto «Bertolatii» di Peccia, che abitava ad Aurigeno, vende a Zane del fu Lafranco «de Barbagiis» di Aurigeno, genero del defunto Alberto «Bertolatii», tre appezzamenti di terreno situati a Dunzio «ad Tectum de Bellonibus» e «ad Ronchitos». Dal prezzo della vendita, stabilito in 80 lire di terzoli, sono dedotti tre pagamenti già fatti dall'acquirente a nome della detta Maria, cioè 29 lire e 10 soldi pagati a Cristoforo del fu Pietro «de Brignolis» di Aurigeno, 29 lire versate a Tonino «Filipini Andrioli» di Cevio abitante a Locarno nonché 3 lire e 4 soldi pagati alla vedova del fu Pietro del fu Filippo «Francioni» di Cevio abitante a Locarno, e la quota rimanente viene corrisposta alla venditrice sotto forma di formaggio e burro. Il contratto è stipulato in presenza di Tommaso «de Brignolis», console di Aurigeno e agente in rappresentanza del commissario di Vallemaggia; su richiesta dell'acquirente, Giacomo del fu Giacomo «de la Gana» di Aurigeno si costituisce fideiussore della venditrice.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 67 555 x 395 mm, righe 80. Due fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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31 gennaio 1534, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Battista «Bricius» di Locarno, luogotenente di Kaspar Gisler di Uri, commissario di Locarno, nella causa tra il comune di Minusio, rappresentato da Giacomo detto «Falcionus», console di Minusio, e Giovanni Antonio Verzaschino Ferrari di Vogorno di Verzasca, abitante a Locarno, Francesco Leone, abitante a Minusio, procuratori di detto comune, da una parte, e Tona del fu Giovanni Martini «del Lacu» di Rivapiana, «ex forensibus» abitante a Minusio, e Bolognino di Pantassio Orelli e Giangiacomo della Torre, procuratori di detto Tona, dall'altra, in merito a una condanna data a Tona in virtù di un arbitrato fatto dal conte Pietro Rusca, un tempo signore di Locarno, per l'imposta di 2 soldi pretesa dal comune dai forestieri e altre taglie e per aver infranto gli statuti, conferma la condanna al Tona e inoltre lo condanna al pagamento delle spese.

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Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 42 560 x 340 mm, righe 57. Guasti meccanici in corrispondenza delle piegature. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 499.

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12 febbraio 1534, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Giulio «del Nado» del fu Donato di Bellinzona, cappellano e beneficiato della cappella della SS. Trinità, situata nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona, alla presenza del prete Giovanni del fu Bartolomeo «della Cha» di Daro, beneficiato e rettore della chiesa di S. Paolo di Arbedo, delegato del vescovo di Como Cesare Trivulzio, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Paolino del fu Nicolao «del Nado» di Bellinzona di una vigna situata nel territorio di Bellinzona «subtus Domos», spettante alla detta cappella, al canone annuo di quattro congi di vino bianco. La vigna in questione era stata in precedenza locata, con patto di ritenzione delle migliorie, a Battista, fratello del detto Giulio, che il giorno stesso della presente locazione ha rinunciato nelle mani di Paolino alle migliorie da lui apportate.

Notaio rogatario: Ioannes Maria Zaconus n.p. Berinzone. Notaio estraente: Vanetus Burgus f.c. capitanei domini Ioannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Berinzone ac n. laudatus ... per consilium generale comunis Berinzone super breviaturis n.c. domini Ioannis Marie Zaconi ... ad explendum.

Originale estratto da imbreviature (1554 febbraio 27); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 238 600 x 370 mm, righe 69. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Due piccoli fori. Regesto: BSB VIII (1948), pp. 30-32. Inserti: 9 settembre 1528 (Lugano)

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15 febbraio 1534, Cavergno

Elenco di creditori e riconoscimento di debito / Instrumentum copie ac ratificationis

L'assemblea dei vicini di Cavergno, riunita dal console Giovanni di Zane di Giacomo, chiede al notaio di redigere l'elenco delle persone tenute a versare al comune somme di denaro secondo quanto si ritrova segnato «super bachulo». Tutte le persone elencate nell'atto promettono di versare quanto dovuto ogni anno per le festività natalizie, in modo che possa venir distribuito sotto forma di pane.

Notaio rogatario: Antonius f. ser Petri Alberti de Cavergnio habitator Cevii p.i.a.n. Vallis Madie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 44

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470 x 295 mm, righe 55. Sette fori di piccole dimensioni, sei dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Il documento ha i bordi leggermente danneggiati.

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2 marzo 1534, Lodano

Transazione / Instrumentum

L'assemblea dei vicini di Lodano, riunita «sono tabulle» sulla piazza «eorum de Lodeno» per ordine del console Zane del fu Lorenzo «Zanotii», da una parte, e Zane del fu Giacomo «Zaneti» di Moghegno, Filippo di Zane «Andrioli», Rico del fu Tognino <...> e Giovanni del fu Antonio «Martini Iacomini», tutti di Moghegno e agenti a nome di quel comune, dall'altra, concludono un accordo riguardo allo sfruttamento della zona già oggetto di un arbitrato del 31 maggio 1359, con il quale era stato concesso a quelli di Moghegno l'uso del pascolo «ab Horo Mazascho usque ad rium Formigarii et ad rium Fontis Alne, videlicet a sumitate montis usque in flumen Madie», con l'obbligo di versare ogni anno alla controparte un fiorino del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli. Gli uomini di Lodano autorizzano ora quelli di Moghegno a far pascolare le bestie grosse e minute e a raccogliere «stramen», fogliame e legname in parte della detta zona, entro i limiti che vengono ora precisati con l'indicazione dei termini di confine da apporre, mentre gli stessi vicini di Lodano potranno oltrepassare tali limiti in direzione di Moghegno fino alle località ricordate nel medesimo arbitrato, che viene confermato; nel periodo da s. Giovanni Battista fino a s. Bartolomeo entrambe le parti potranno far pascolare in tale territorio soltanto i buoi, i cavalli e l'altro bestiame tenuto a casa e non obbligato a salire all'alpe. Per maggiore cautela gli uomini di Lodano vendono quindi a quelli di Moghegno il diritto di pascolo e di raccolta nei luoghi e secondo le modalità appena definite, per cui dichiarano di aver ricevuto quale prezzo 400 lire di terzoli. Infine le parti convengono che il presente accordo e la presente vendita non devono arrecare pregiudizio all'arbitrato vecchio di cui sopra e al diritto di quelli di Lodano di riscuotere i canoni versati da Zane di Martino «Iacomine», da Giacomo «Rigatii» e da altri, come stabilito da un arbitrato pronunciato nel mese di luglio 1533 da Pingino di Antonio «Pingini» di Moghegno, nonché da Baldo e dagli eredi «Zanelle».

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n. ser Filippi Frio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 14 (= 2/2) 540 x 370 mm, righe 69. Un foro dovuto a guasti nel margine superiore, piccole lacerazioni lungo i bordi, diffuse sbiaditure dell'inchiostro, in particolare nella parte superiore e in corrispondenza della sottoscrizione notarile. Altri esemplari: Archivio Comunale Moghegno 20

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2 <1534>, Lodano

Transazione / Instrumentum cotionis, venditionis et pactorum

L'assemblea dei vicini di Lodano, riunita sulla piazza «eorum de Lodeno» per ordine del console Zane del fu Lorenzo «Zanotii», da una parte, e Zane del fu Giacomo «Zaneti» di Moghegno, Filippo di Zane Andrioli, Rico del fu <...> e Giovanni del fu Martino «Iacomini», tutti di Moghegno e agenti a nome di quel comune, dall'altra, concludono un accordo riguardo allo sfruttamento della zona già oggetto di un arbitrato del 31 maggio 1359, con il quale era stato concesso a quelli di Moghegno l'uso del pascolo «ab Horo Mazascho usque ad rium Formigarii et ad rium Fontis Alne, videlicet a

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1052 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sumitate montis usque in flumen Madie», con l'obbligo di versare ogni anno alla controparte un fiorino del valore di 3 lire e 4 soldi di terzoli. Gli uomini di Lodano autorizzano ora quelli di Moghegno a far pascolare le bestie grosse e minute e a raccogliere «stramen», fogliame e legname in parte della detta zona, entro i limiti che vengono ora precisati con l'indicazione dei termini di confine da apporre, mentre gli stessi vicini di Lodano potranno oltrepassare tali limiti in direzione di Moghegno fino alle località ricordate nel medesimo arbitrato, che viene confermato; nel periodo da s. Giovanni Battista fino a s. Bartolomeo entrambe le parti potranno far pascolare in tale territorio soltanto i buoi, i cavalli e l'altro bestiame tenuto a casa e non obbligato a salire all'alpe. Per maggiore cautela gli uomini di Lodano vendono quindi a quelli di Moghegno il diritto di pascolo e di raccolta nei luoghi e secondo le modalità appena definite, per cui dichiarano di aver ricevuto quale prezzo 400 lire di terzoli. Infine le parti convengono che il presente accordo e la presente vendita non devono arrecare pregiudizio all'arbitrato vecchio di cui sopra e al diritto di quelli di Lodano di riscuotere i canoni versati da Zane di Martino «Iacomine», da Giacomo «Rigatii» e da altri, come stabilito da un arbitrato pronunciato nel mese di luglio 1533 da Pingino di Antonio «Pingini» di Moghegno, nonché da Baldo e dagli eredi «Zanelle».

Notaio rogatario: Bernardus p.i.a.n., f.c. ser Filippi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 20 680 x 350 mm, righe 79. La pergamena è gravemente danneggiata: estese rosicature, consunzioni e abrasioni nella parte iniziale (con conseguente perdita della datazione) e sul lato destro. La data dell'atto è ricostruita sulla base dell'altro originale in Archivio Patriziale Lodano, perg. 2/2. Altri esemplari: Archivio Patriziale Lodano 14 (= 2/2)

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16 aprile 1534, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Enrico «Visenbach» di Unterwalden, capitano di Lugano e valli e giudice del maleficio, e Giovanni Albert «Cribellus de Puyra» del fu Antonio e Alessandro «del Mutto» di Lugano del fu Stefano, entrambi procuratori e fiscali della camera della magnifica Lega, vendono ai fratelli Michele e Giorgio Ferrari di Origlio del fu Antonio tutti i beni immobili situati in territorio di Carnago nella pieve di Capriasca confiscati al bandito Agostino di Carnago, cioè un appezzamento a campo, prato, vigna e selva con una capanna coperta in piode «in Campio», un prato a «Capralio», una casa coperta in coppi con un orto contiguo a Carnago, nonché tutti i beni mobili di detto Agostino. Il prezzo della vendita è di settantacinque scudi d'oro, di cui venticinque assegnati al capitano, parte destinate a estinguere un debito e a coprire spese diverse, fra cui le cure alla vittima di detto Agostino.

Notaio rogatario: Cesar Castoreus de Lugano f.q. domini Francisci p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 12 500 x 360 mm, righe 64. Pergamena molto sporca; numerosi piccoli fori e lacerazioni dovuti a rosicatura, soprattutto nella parte superiore. In calce al testo del documento è stata cucita (con filo di canapa) una striscia di pergamena con la sottoscrizione del notaio rogatario.

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2 maggio 1534, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Davanti Battista «Bricio» di Locarno, luogotenente di Kaspar Gisler di Uri, commissario di Locarno, su citazione di Giacomo di Roveredo, pubblico «servitor» di Locarno, in merito alla condanna inflitta dal comune di Minusio a Nicolao del fu Agostino Quadrio, abitante a Rivapiana, per aver lavorato e fatto lavorare in un giorno festivo, secondo gli statuti, aggiornati il 1 febbraio 1501 dal notaio Nicola Leoni Cotti, compaiono detto Nicolao, rappresentato da Romerio «de Russio», da una parte, e Giacomo Giovanni «Fassore», già console di Minusio il precedente anno, Giacomo «Sionis Domengatii», console presente, Giovanni Antonio Ferrari e Francesco Leoni, tutti agenti a nome di detto comune, dall'altra. Il luogotenente dichiara che Nicolao è tenuto a pagare la condanna.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. somini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 43 350 x 235 mm, righe 45. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, nonché diversi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 473; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 499-500.

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17 maggio 1534, Mairengo

Immissione in possesso di beneficio ecclesiastico / Instrumentum introytus

Il prete Bartolomeo di Losone, preposito della chiesa e del monastero di S. Maria di Pollegio e commissario del prete Giovanni Zenone di Airolo, curato di Airolo e vicario «in spiritualibus» della valle Leventina, immette il prete Bartolomeo di Locarno nel possesso di un beneficio porzionario della chiesa di S. Siro di Mairengo, con il consenso di Giovanni «Mazuchi» di Brusgnano, Andreolo di Balcengo di Faido e Zane Lombardi di Faido, anziani della stessa chiesa.

Notaio rogatario: Petrus de Sarraziis de ssura p.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo del prete Giovanni Zenone di Airolo, curato di Airolo e vicario «in spiritualibus» della valle Leventina. I bordi sono mutilati e l'impronta è gravemente danneggiata; si riconoscono i tratti di un'arma con croce di S. Andrea (?) e parte dell'iscrizione sovrastante. Legenda: <...>RO<...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 10 195 x 265 mm, righe 20. Un foro dovuto a rosicatura in corrispondenza della sottoscrizione notarile

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2 giugno 1534, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

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Marco del fu Giovanni «de Mezagamba», abitante a Gudo, vende a Rigo del fu Martinolo Mozi «de Monteliono» di Monte Carasso una casa con corte e porcile («stabullo a porcis») situata a Sementina «ad Domum de la Taberna», al prezzo di 210 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 239 340 x 335 mm, righe 38. Alcune macchie e piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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8 luglio 1534, Locarno

Sentenza d'appello / Sententia

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello intentata da Bernardo del fu Filippo Franzoni di Cevio contro una sentenza di Kaspar Gisler di Uri, commissario di Locarno [del 31 ottobre 1533], nella lite con il comune di Ascona, Ronco e Castelletto in merito al deflusso d'acqua dalla roggia comunale in quella del Franzoni, che questi utilizzava per irrigare il terreni «in Sallegio» acquistati da Giovanni Donato «Baldirono». I giudici confermano la sentenza del commissario Gisler e respingono il ricorso del Franzoni e del suo procuratore Antonio Alberti, fatto salvo il suo diritto di procedere contro Giovanni Donato «Baldirono».

Cancellieri: Joseph Gerig di Uri, Locarno (scriba degli ambasciatori dei xii cantoni)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico circolare sotto carta di Hans Bolsinger di Zugo, commissario di Locarno. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (le lettere H b fuse insieme) sormontato da cimiero (?) Legenda: HANS BOLSSI[NGER]

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 17 (v.n. AST 29) 440 x 365 mm, righe 50. Una rosicatura di piccole dimensioni sul margine sinistro. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 64, nr. 29.

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30 luglio 1534, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Ottaviano del fu Giovanni Antonio di Codeborgo abitante a Bellinzona rivende al comune e ai vicini di Giubiasco e di Valle Morobbia l'alpe di Giggio, situato nel territorio di Valle Morobbia e di Giubiasco, che Giovanni Antonio padre del detto Ottaviano aveva acquistato dai detti vicini al prezzo di 550 lire di terzoli. Il prezzo della retrovendita è di 550 lire di terzoli, di cui il retrovenditore riceve 160 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 37 550 x 210 mm, righe 67. Macchie, piccoli fori e sbiaditure d'inchiostro. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 30 luglio 1534 cadeva infatti di giovedì e non di lunedì, come riportato dal notaio. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 49.

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7 settembre 1534, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Giovanni «de Cappo» del fu Antonio, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, Francesco del fu Saviolo «del Brenta» di Castione e Giulio del fu Antonio «Iulii» di Castione vendono a Bernardo del fu Guglielmo Bonolini di Mesocco della Val Mesolcina, agente anche a nome del nipote Lazzaro, due pertiche di terreno arativo nel territorio di Castione «in Corogna» e «in Brugherio». Il prezzo di vendita è di 330 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 66 825 x 170 mm, righe 113. Piccoli fori lungo i bordi e le piegature dovute a rosicatura. Numerazione a matita rossa nel verso (XX secolo): 21.

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7 settembre 1534, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Bernardo del fu Guglielmo Bonolini di Mesocco della Val Mesolcina, agente anche a nome del nipote Lazzaro, investe a titolo di livello ed eredità perpetua il prete Giovanni «de Cappo» del fu Antonio, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, Francesco del fu Saviolo «del Brenta» di Castione e Giulio del fu Antonio «Iulii» di Castione di due pertiche di terreno arativo nel territorio di Castione «in Corogna» e «in Brugherio», al canone annuo di 12 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 67 395 x 235 mm, righe 54. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, alcune lacerazioni lungo le piegature, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 67.

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<7> settembre 1534, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Giovanni «de Cappo» del fu Antonio, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, e Togno del fu Simone «de Silva» di Lumino vendono a Bernardo del fu Guglielmo Bonolini di Mesocco della Val Mesolcina, agente a nome di Giacomo «Toschani» del fu Gaspare di Mesocco, due pertiche di terreno nel territorio di Lumino «ad Movesiam» e «ad Pedem Campanee». Il prezzo di vendita è di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 68 400 x 265 mm, righe 45. Foro risalente alla lavorazione della pelle, lacerazioni lungo il margine sinistro, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel lato destro. Tracce di fori nel margine inferiore a cui era attaccata con filo di canapa un'altra pergamena (v. Archivio Comunale Lumino 69).

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7 settembre 1534, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Bernardo del fu Guglielmo Bonolini di Mesocco della Val Mesolcina, agente a nome di Giacomo «Toschani» del fu Gaspare di Mesocco, investe a titolo di livello ed eredità perpetua il prete Giovanni «de Cappo» del fu Antonio, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, e Togno del fu Simone «de Silva» di Lumino di due pertiche di terreno nel territorio di Lumino «ad Movesiam» e «ad Pedem Campanee», al canone di 8 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 69 390 x 285 mm, righe 46. Fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. Tracce di fori nel margine superiore a cui era attaccata con filo di canapa un'altra pergamena (v. Archivio Comunale Lumino 68). Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 66.

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2 novembre 1534, Lottigna

Concessione e conferma

Jakob am Bauwen di Unterwalden, vicario di Val Blenio, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni Zarne,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1057 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete agente a nome della moglie e degli eredi del fu Giroldo Giudice di Leontica, da una parte, e Vanetto e consorti «de Rivera» di Corzoneso, dall'altra, e concede a qualunque «publico servitori» della Valle la facoltà di corrispondere al detto Giovanni Zarne la parte dei beni degli eredi del fu Marco «de Casserio» equivalente a sei anni di canoni di cinque staia annue di segale, la parte dei beni degli eredi del fu Lanfranco di Cumiasca equivalente a sei anni di canoni di uno staio annuo di segale e infine la parte dei beni di Guidino Meltri equivalente a tre anni di canoni di uno staio annuo di segale. Il detto vicario conferma poi la concessione fatta.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 45 270 x 130 mm, righe 33. Alcuni piccoli fori e una lacerazione a destra del sigillo.

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21 novembre 1534, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Thomas Scholer di Basilea, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Antonio Ghiringhelli del fu Cristoforo «pistor» abitante a Mendrisio, da una parte, e Nicolao Pocobelli di Lugano, dall'altra, riguardante un terreno situato nel territorio di Melano «in Pianello» locato il 14 febbraio 1513 dal detto Antonio a Bernardo del fu Andreolo «de Mutono» di Melano al canone annuo di un congio e mezzo di mosto e altri terreni locati il 5 settembre 1508 al detto Bernardo dal detto Nicolao. Il capitano ordina al detto Nicolao di lasciare in livello il terreno in questione al detto Antonio.

Notaio rogatario: Iohannes Albertus Cribellus de Puyra p.i.a.n. et causarum Lugani f.c. domini Iohannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Torriani 14 (= cart. 284, nr. 2) 255 x 255 mm, righe 36. La pergamena presenta una rosicatura di medie dimensioni lungo il margine superiore e un piccolo foro lungo quello inferiore. In due punti della piega centrale verticale l'inchiostro è a tratti caduto.

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18 dicembre 1534, Tesserete

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis et condemnationis

Anselmino del fu Antonio «Ansermini» de Quadrio di Lugaggia dichiara di essere debitore nei confronti di Ercole del fu Francesco de Quadrio di Tesserete, agente anche a nome di suo fratello Andrea, e promette di versare entro quattro anni la somma di 70 scudi d'oro del sole a pagamento di una vendita, nonché 29 lire di terzoli annui fino al pagamento del detto debito.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.n. Lugani et cetera f.c. ser Henrici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 19

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335 x 185 mm, righe 59. La parte terminale della pergamena, originariamente staccata mediante taglio e classificata a parte sotto la segnatura Brentani Lugaggia 22, è stata unita al resto in occasione del restauro. Il documento presenta alcuni piccoli fori, una cucitura antecedente la stesura dell''atto e tre tagli di 'annullamento.

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(dopo il 1534), Bellinzona

Vendita / <...>

Tognino <...> vende ad Aloisio <...> certi beni fra i quali un terreno vignato «ad lizarios» e a prato situato nel territorio di Bellinzona locato nel 1533 ad Antonio del fu Mono «del Bonalia» di Ravecchia detto (?) Vincenzo, e un altro terreno locato l'8 febbraio 1534 al canone annuo di un congio di vino bianco. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 296 260 x 220 mm, righe 34. L'atto, tagliato lungo tutti e quattro i bordi, è stato riutilizzato come copertina di un fascicoletto. Numerose lacune dovute anche a rosicature, fori e macchie, e un residuo di filo di canapa. Due frammenti (quello più grosso con la sottoscrizione del notaio rogatario) risultano strappati dal resto dell'atto.

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2 novembre 1534, Lottigna

Concessione e conferma

Jakob am Bauwen di Unterwalden, vicario di Val Blenio, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni Zarne, agente a nome della moglie e degli eredi del fu Giroldo Giudice di Leontica, da una parte, e Vanetto e consorti «de Rivera» di Corzoneso, dall'altra, e concede a qualunque «publico servitori» della Valle la facoltà di corrispondere al detto Giovanni Zarne la parte dei beni degli eredi del fu Marco «de Casserio» equivalente a sei anni di canoni di cinque staia annue di segale, la parte dei beni degli eredi del fu Lanfranco di Cumiasca equivalente a sei anni di canoni di uno staio annuo di segale e infine la parte dei beni di Guidino Meltri equivalente a tre anni di canoni di uno staio annuo di segale. Il detto vicario conferma poi la concessione fatta.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 45 270 x 130 mm, righe 33. Alcuni piccoli fori e una lacerazione a destra del sigillo.

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15 marzo 1535, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Giacomo <«Sionis»> di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, Pietro di Romerio «Gotardazii» e Guglielmo «Iacomali», credenziari di detto comune, tutti agenti a nome del comune, avevano investito Giovanni «Thomaxini» di Minusio di un appezzamento di terreno boschivo, <...> silvato nel territorio di Minusio «ad Gazium in fondo Valegie Siche», al canone annuo di 1 staio di biada di mistura per 3 anni, e in seguito al canone annuo di 3 brente di vino o mosto, alla brenta di Locarno, e di due staia di biada di mistura, come contenuto nella locazione dell'11 aprile 1534. Poco prima della presente locazione, il detto Giovanni ha venduto a Giovanni Marcollo di Brione di Minusio le migliorie, al prezzo di 32 lire di terzoli. Ora il comune investe a titolo di eredità perpetua detto Giovanni Marcollo al canone di 1 staio di castagne secche, allo staio di Locarno, per il primo anno da consegnare per la prossima festa di s. Martino, e in seguito al canone di 3 brente di vino o mosto, alla brenta di Locarno, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e di 2 staia di castagne secche, da consegnare per s. Martino al caneparo dell'elemosina.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. constitutus f. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 44 550 x 400 mm, righe 69. Due piccolissimi fori nel margine inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle, lacerazioni e rosicature nei margini superiore, destro e sinistro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 473-474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 500.

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5 aprile 1535, Cevio

Transazione / Instrumentum pactorum

Nella lite tra il comune di Lodano, da una parte, e Andreolo Ramelli, Zane del fu Martino «Iacomine» detto «Casseta» e suo fratello Antonio, Pietro e Giovanni fratelli e figli del fu Giacomo «Pedreti», Giacomo del fu , Minetto «Zanatii» e Giacomo sarto del fu Zanolo «Rigatii», tutti proprietari di «curtos» nel territorio di Lodano, dall'altra, in merito a certe sentenze pronunciate dai commissari di Vallemaggia e riviste dagli ambasciatori dei XII cantoni, le parti hanno nominato arbitro Pingino del fu Antonio «Pingini» di Moghegno, vicino di Moghegno e Lodano, il quale ha condannato i detti Andreolo, Zane, Antonio, Pietro, Giovanni, Giacomo, Minetto e Giacomo a versare determinate quantità di denaro ai vicini di Lodano per ogni anno in cui fanno pascolare i loro animali nel territorio di quel comune al di fuori dei loro corti, corrispondenti a otto grossi per il detto Andreolo, a quattro grossi per Giacomo «Rigatii» e a sette grossi per ognuna delle altre persone menzionate, stabilendo inoltre che tutti i loro parenti separati debbano pagare la medesima somma. Poiché su quest'ultimo punto persistono discordie, ora Zane «Bernardi de Rio», console del comune di Lodano, agente a nome dei vicini, insieme a Pingino del fu Togno «Zanis», Albino del fu Giovanni «Peteri», Pietro figlio di Giovanni «Pedroye», Panzera del fu Giovanni Antonio «Panzere» e il notaio rogatario, vicini di Lodano agenti a nome proprio, da una parte, e Minetto «Zanatii» di Moghegno, agente anche a nome di suo fratello Antonio, e Zane del fu Martino «Iacome» detto «Casseta», agente anche a nome del fratello Antonio, dall'altra, pervengono a un accordo riguardo alle somme da versare al comune di Lodano per il pascolo al di fuori dei rispettivi corti, e precisano in questo i contenuti dell'arbitrato di Pingino «Pingini». Il detto Minetto «Zanatii» e suo fratello Antonio saranno tenuti a versare sette grossi per il pascolo al di fuori del loro corte finché vivranno «ad unum panem et vinum», e qualora si separassero ognuno di loro dovrà corrispondere quattro grossi; dal canto suo il detto Zano detto «Casseta» dovrà versare ogni anno sette grossi se continuerà ad avere un solo figlio, mentre se avrà due o più figli maschi, essi dovranno corrispondere

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1060 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete complessivamente otto grossi ogni anno; infine, le stesse condizioni sono concordate con il medesimo Zano a nome di suo fratello Antonio, assente, che ha un solo figlio.

Notaio rogatario: Bernardus Franzonus. Notaio estraente: Georgius p.i.a.n. constitutus et f.q. Phillippi notary Bernardi Franzoni de Cevio Vallismadie et n. constitutus super imbreviaturis q. Bernardi Franzoni olim avii mey.

Originale estratto da imbreviature (XVI secolo); lat. Archivio Patriziale Lodano 15 (= 2/3) 640 x 410 mm, righe 66. Alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione («millessimo quingentessimo trigessimo tertio, indictione octava, die lune quinto mensis aprillis», con «tertio» su rasura) non corrispondono tra loro per l'anno 1533, mentre collimano per l'anno 1535.

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21 aprile 1535, Locarno

Sentenza / Declaratio et sententia

Johann Bolsinger di Zugo, podestà e commissario della comunità di pieve di Locarno e Ascona, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Giovanni Antonio Marcaccino di Locarno, caneparo della detta comunità nell'anno trascorso, da una parte, e Cristoforo di Giovanni Gerardo Martignoni, consigliere maggiore in carica della riviera del Gambarogno, dall'altra, in merito alle taglie per il 1534 imposte a quelli del Gambarogno sopra i beni acquistati nel territorio della comunità di Locarno dopo la separazione da essa. Il podestà conferma un precedente arbitrato di Giovanni Antonio Orelli e condanna la Riviera del Gambarogno a pagare le dette taglie.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n., f.q. domini Iacobi Antonii Bote de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 50 470 x 240 mm, righe 51. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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28 aprile 1535, (Locarno)

Ordine / Instrumentum comparhitionis et ordinationis

Su richiesta di Rudolf Mad di Glarona, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, Hans Bolsinger di Zugo, commissario di Locarno, ingiunge a Bernardino di Augusto «Vesperi», console, e ad altri rappresentanti del comune di Tegna di Pedemonte, di dare risposta entro il mercoledì successivo ad alcune domande concernenti l'accusa mossa dal comune di Aurigeno agli uomini del loro comune, che avrebbero mandato al pascolo, in settembre o ottobre dell'anno precedente, più di duecento bestie sul territorio di Aurigeno, contravvenendo agli ordini stabiliti, e che sarebbero penetrati in armi nello stesso territorio.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Ture n.p. Locarni. Notaio estraente: Andriolus Rossali de Contra habitator Locarni p.i.a.n., f.q. domini Dominici.

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Originale estratto da imbreviature (13 novembre 1593); lat. Archivio Patriziale Aurigeno 11 635 x 430 mm, righe 77. Sulla stessa membrana figurano l'ordine del 28 aprile 1535 e la dichiarazione del 5 maggio 1535. Diversi fori di piccolissime dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, macchie diffuse.

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5 maggio 1535, (Locarno)

Dichiarazione / Comparhitio et ordinatio

Davanti a Hans Bolsinger di Zugo, commissario di Locarno, si presentano Rudolf Mad di Glarona, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, col suo interprete, e il console e altri uomini di Tegna di Pedemonte, i quali rispondono alle domande loro sottoposte in merito alla presenza di animali e allo sconfinamento di uomini armati di Tegna in territorio di Aurigeno. Dopo aver sentito i rappresentanti di Aurigeno, da una parte, e di Tegna, dall'altra, il commissario di Locarno dichiara che una sentenza pronunciata dagli ambasciatori dei XII cantoni [probabilmente il 7 luglio 1531] deve essere considerata valida.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de la Ture n.p. Locarni. Notaio estraente: Andriolus Rossali de Contra habitator Locarni p.i.a.n., f.q. domini Dominici.

Originale estratto da imbreviature (13 novembre 1593); lat. Archivio Patriziale Aurigeno 11 635 x 430 mm, righe 77. Sulla stessa membrana figurano l'ordine del 28 aprile 1535 e la dichiarazione del 5 maggio 1535. Diversi fori di piccolissime dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, macchie diffuse.

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13 maggio 1535, Locarno

Ratifica di vendita / Instrumentum protestationis

Il comune di Avegno, rappresentato dal console di Avegno Giacomo detto Bigino e dai vicini Antonio del fu Giovanni Iorio, Zane del fu Pietro Zanoni, Giovanni «Margarite», Lanfranco di Abbondio, Lanfranco del fu Pietro Lanfranchini e Zane del fu Antonio Negro, alla presenza del console dei borghesi di Locarno Giovanni Pietro Corini, e dei procuratori Agostino «de Baddis», Giovanni Antonio Ferrari e Giugno Giugni, conferma e ratifica la vendita della metà dell'alpe Vignasca, situato nel territorio di Avegno, fatta dai loro predecessori ai borghesi di Locarno.

Notaio rogatario: Philipus p.i.a.n., f.q. domini Ioannis Greci habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 51 530 x 400 mm, righe 57. Erosioni di medie e grosse dimensioni provocate da insetti nella parte centrale e lungo le pieghe, e alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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7 giugno 1535, (Bellinzona)

Arbitrato / Instrumentum itramentorum

Il medico Eleuterio Rusca del fu Giovanni, arbitro eletto nella lite tra il comune di Castione e Lumino, da una parte, e il comune di Arbedo, dall'altra, in merito ai diritti sugli alpi «de Logha» e «de Gemo», pronuncia il proprio arbitrato. Egli definisce i confini degli alpi «de Logha» e «de Gemo», dichiara che l'«aqua puthei de Logha et de Gemo» debba essere usata per i rispettivi alpi e solo durante il periodo d'alpeggio e che i vicini di Arbedo e quelli di Castione e Lumino non potranno costruire alcuna cascina o edificio entro certi confini. Inoltre libera le parti dalle spese fatte in passato e dichiara che entrambi i detti comuni dovranno consegnare all'arbitro 10 scudi d'oro per le spese da lui sostenute.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. h.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 70 1850 x 210 mm, righe 209. Il documento è composto da quattro fogli membranacei cuciti assieme. Ampie rosicature del lato superiore e lungo i bordi nelle prime due membrane, alcune parzialmente ricomposte in sede di restauro. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi, in particolare nel margine inferiore. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 70.

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28 agosto 1535, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Mastro Giovanni, figlio separato di Martino Pedruzzi di Soazza della Val Mesolcina, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Antonio del fu Pietro Paolo «del a Campanea» di Castione e Giovanni Giacomo del fu Antonio «Bruneti», abitante a Bellinzona, di un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Castione e Lumino «ad la Vignatiam», al canone annuo di 24 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 71 500 x 200 mm, righe 70. Cinque fori di piccole, medie e grandi dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 69.

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10 settembre 1535, Faido

Ordine, giuramento e scusa / Ordinatio, iuramentum et excusatio

Amandus von Niderhofen, vicario di Leventina, i quattro deputati, i consiglieri di valle e i sedici uomini eletti di Leventina,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1063 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete in merito alla frase detta da prete Pietro di Torre, vicario «in spiritualibus» di Val Blenio e rappresentato da Zane Varesi di Faido, luogotenente di Leventina, ossia che il vessillo della Valle Leventina è stato perso e avendo detto Pietro sentito di doversi presentare davanti agli ambasciatori dei III cantoni, stabiliscono che Pietro potrà giurare sul Vangelo di aver detto tale frase senza cognizione e di aver fatto grande ingiuria contro la Valle Leventina, che potrà scusarsi pubblicamente davanti al popolo la domenica successiva nella chiesa di Cresciano, durante la messa pubblica, alla presenza di Giovannolo «Zenoni» e Giacomo «Steffani» di Giornico e che potrà pagare 60 lire di terzoli per le spese giudiziarie. Il 14 settembre 1535 Pietro Giovannolo «Zenonus» e Giacomo «Steffani» di Giornico confermano che la domenica precedente nella chiesa di Cresciano, durante la messa, il vicario di Blenio ha porto le sue scuse davanti al popolo.

Notaio rogatario: Petrus de Sarraziis de Rossura p.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo pendente circolare di cera bianca di Amandus von Niderhofen di Uri, vicario di Leventina. Nel campo lo scudo con l'arma d famiglia (freccia obliqua che punta verso sinistra in alto). Legenda: AMANDUS . VON . NIDERHOHEN +

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 44 510 x 395 mm, righe 66. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 settembre 1535, Arcegno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Martino detto Galletto del fu Giovanni «Gali» di Arcegno vende a Zanone del fu Pietro di Zane «de Trocho», console e agente a nome del comune di Arcegno, un appezzamento a prato con un castagno situato ad Arcegno «subtus ecclesia[m] Sancti Antonii», al prezzo di 20 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Gulielmus p.i.a.n., f.c. domini Iohannis Augustini de Loxono.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Arcegno 1 (= 50.1/1) 470 x 215 mm, righe 82. Numerose rosicature lungo le pieghe.

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23 settembre 1535, Locarno

Assegnazione e permuta / Assignatio seu cambium

Nicolao figlio di Pagano ed erede testamentario del fu Aloisio «de Ghiringhellis», suo avo paterno, di Locarno, assegna e cede ai frati Ambrosio «de Retondis», custode, Giorgio «de Alfeis de Mariano», vicario, Protasio «Mazaghi» di Locarno, Giovanni «de Serono», Elia di Ivrea, Achille «de Serono», Giovanni «de Sissio», Francesco Cescoli di Locarno e Guglielmo di Leventina, e a Alessandro del fu Francesco Orelli, Agostino del fu Pietro «de Baddis», procuratori del

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1064 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete convento di S. Francesco, un canone perpetuo di 3 brente di vino o mosto bianco, pagato dagli eredi di Pietro «Tognali de Lafranchitis» di Minusio, e di un paio di polli, gravante su 3 appezzamenti di terreno vignato con un ulivo nel territorio di Minusio «in Tractu de Borrencho ubi dicitur Sub Baradiis». In cambio riceve dai frati 3 brente, che erano state legate al convento per mezzo di 3 testamenti, la prima di brenta era stata legata da Susanna, moglie del fu Ambrogio Ghiringhelli, su una vigna a S. Quirico nel territorio di Rivapiana (Minusio), la seconda da Ambrogio su un fitto pagato da detto «Tognali de Lafranchitis», la terza da Luigi Ghiringhelli che è pagata dai «Lafranchitis».

Notaio rogatario: Thomas Baddes fq domini Iohannis Marie de Baddis de Locarno p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 126 780 x 300 mm, righe 116. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. La prima membrana presenta 3 fori risalenti alla lavorazione delle pelle. Alcune macchie

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29 ottobre 1535, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Il capitolo dei frati del convento e chiesa di S. Francesco a Locarno, convocato al suono della campanella, su richiesta di frate Ambrogio «de Sarono», professore di teologia e guardiano, e costituito dai frati Protasio «Mazaghi» di Locarno, Ludovico «de Merchatiis», Elia di Ivrea, Giovanni «de Sarono», organista, Achille «de Sarono», Giovanni «de Assissio» e Guglielmo di Blenio, investe a titolo di eredità Gottardo del fu Taddeo «Paulini» di Ascona, un un appezzamento di terreno vignato con piante, una di olive, nel territorio di Ascona «in contrata illorum Coppo seu Baradia». Il terreno era stato assegnato ai frati dai defunti fratelli Giovanni e Pantasio, figli del defunto Antonello Orelli di Locarno, e locato a Giovanni «de Vigiona» dai fratelli Andriolo e Giovanni, figli del defunto Goffredino Orelli nel 1427 aprile 11. In seguito le migliorie erano state vendute dai fratelli Giovanni e Materno, figli del defunto Guglielmino «Ugazii (?)» di Ascona, per 600 lire di terzoli a detto Gottardo. Il canone annuo è di 2 di brenta di vino o mosto, alla brenta di Locarno, da consegnare al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 127 600 x 385 mm, righe 79. Estese lacune nel margine destro.

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22 novembre 1535, Lottigna

Sentenza / Sententia

Jakob am Bauen di Unterwalden, vicario di Val Blenio, che siete in tribunale, nella causa tra Domenico «Pianzere» di 'Intragágn' di Dongio, da una parte, e Pietro Conceprio, console di Dongio, agente a nome proprio e a nome della vicinanza, in merito ai beni «de la Balma» che il detto Domenico vorrebbe tenere e per i quali versa un canone annuo di 2 staia di mosto, pronuncia la propria sentenza. Esso dichiara che qualora esistano particolari istrumenti, non intende

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1065 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete pregiudicarli, se non esistono, la vicinanza dovrà decidere se ritirare i beni o accettare il capitale.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolani ac n. et scriba comunitatis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 67 390 x 175 mm, righe 52. Un foro di medie dimensione e altri piccoli, risalenti alla lavorazione della pelle. Altri piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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30 dicembre 1535, Ascona

Retrovendita / Instrumentum retrovendictionis, retrodati et retrocessionis

Elisabetta del fu Paolo Abbondio di Ascona, vedova di Giovanni Battista «olim domini Bernardini Bazoli», madre e tutrice di Gabriele e Paolo, figli suoi e del defunto Giovanni Battista, e il notaio Matteo Botta retrovendono a Giovanni Gaspare Varenza, console di Ascona e Ronco, due appezzamenti di terreno prativo nel territorio di Ascona «ad Naticham» e «Rotondum», che Pietro del fu Stefano, notaio di Pollegio e abitante a Muralto, aveva acquistato da Giovanni Pietro del fu Cristoforo Bettetini di Ascona, allora console di Ascona e Ronco, e Graziano del fu Giovanni Gaspare Varenza, allora procuratore di detto comune, al prezzo di 1000 lire di terzoli il 23 ottobre 1525. Il notaio aveva rivenduto i beni al fu Giovanni Antonio del fu Pietro Paolo Porrini di Ascona e a Gottardo del fu Taddeo Porrini di Ascona, per 1000 lire di terzoli il 5 luglio 1529. Detto Gottardo aveva ceduto metà «pro indivixo» dei prati al detto notaio Matteo Botta per 500 lire di terzoli il 21 gennaio 1534, e Bertolina del fu Bernardino Bazoli di Vigezzo, vedova del fu Giovanni Antonio Porrini, tutrice di Marcantonio figlio suo e di Giovanni Antonio, aveva ceduto la sua parte «pro indivixo» alla detta Elisabetta per 500 lire di terzoli (nel 153[.]). Il prezzo della retrovendita è di 1000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Matheus p.i.a.n., f.q. domini Iacobi Antonii Bote de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 5 575 x 435 mm, righe 89. Diversi fori di piccole e medie dimensioni, dovuti a rosicatura, nonché piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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5 gennaio 1536, Roma (S. Pietro)

Riservazione di pensione

Il papa Paolo III conferisce una pensione perpetua sul beneficio detto «abbatia de Salas» nella chiesa di Burgos a Bernardino della Croce, chierico della diocesi di Como.

ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 32 (inserto)

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12 gennaio 1536, <...>

Retrovendita

Giovannina Interlenghi del fu Giovanni, abitante a Vacallo, vedova di Giovanni Antonio della Riga, e i suoi figli Giovanni e Vincenzo, vendono al prete Battista della Torre, abitante alla Torre sopra Mendrisio, e ai suoi fratelli Pietro Antonio e Cipriano del fu Francesco, la quarta parte di una casa situata a Vacallo «in Masnago», che Giovanni Antonio aveva acquistato da Francesco della Torre per dieci ducati d'oro. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Torriani 15 (= cart. 182, nr. 1) 242 x 305 mm, righe 39. La pergamena è mancante della parte finale; lungo il margine inferiore alcuni fori utilizzati per cucire la pelle ad un libro di imbreviature da cui venne staccata nel 1898, come riportato nel verso da un'annotazione del sacerdote Edoardo Torriani.

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8 febbraio 1536, Locarno

Locazione / Instrumentum hereditatis

Tommaso del fu Stefano Scolari di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, Zanetto di Giacomo «Iacomali» di Minusio, Zanolo «Gilarde» di Minusio, credenziari di detto comune, agenti a nome di detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Giacomo del fu Giovanni Giacomo «Guerzie», abitante a Minusio, di un appezzamento di terreno prativo e vignato «a lizariis» nel territorio di Minusio «ad Planum Navegnie», al canone annuo di una brenta e mezza di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. constitutus f.q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 46 615 x 225 mm, righe 104. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 500-501 (erroneamente pubblicate sotto la data 1536 (aprile 4) ?).

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16 febbraio 1536, Locarno

Convenzione / Instrumentum pactorum, conventionum et transactionum

Nella controversia tra gli uomini e l'università del borgo di Locarno, da una parte, e gli uomini della comunità di Locarno

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(Ascona, Minusio e altri della pieve e delle valli di Locarno), dall'altra, in merito alla costruzione del porto di Locarno «suptus Ripa Locarni» a beneficio del mercato e secondo il modello di Angelo «de Bagiochis» di Brissago, concordano che tutte le parti partecipino alla costruzione del porto con persone, contribuiscano secondo la ripartizione della taglia e dell'estimo e che il porto sia terminato nel 1537.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. domini Maynoli de Vachinis de Schona.

Originale; lat. e it. Archivio Patriziale Minusio 45 580 x 415 mm, righe 68. Lacerazione nel margine superiore cucita con filo di canapa e piccolissimi fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 500.

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7 marzo 1536, Cevio

Sentenza / Instrumentum sententie

Rudolf Mad di Glarona, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Cavergno, da una parte, e Guglielmo del fu Giovanni Antonio di Giacomo Giacometti di Cavergno, abitante a Bignasco, dall'altra, per la strada situata nel territorio di Cavergno che va in valle Bavona «ad Faedum ubi dicitur ad Stratam Foyoye». Dopo avere dichiarato che essa è una strada pubblica, egli concede al vicino di Cavergno la facoltà di «facere unam portegiam inferiorem in ipsa carali». In caso di danni alla proprietà, egli potrà riscuotere le ammende previste dagli statuti. Alla lettura della sentenza il vicino dichiara di volersi appellare al tribunale degli ambasciatori confederati.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius p.i.a.n. constitutus f. ser Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 45 395 x 490 mm, righe 38. Due fori di medie e grosse dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e un piccolo strappo nel margine destro.

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3 maggio 1536, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum securitatis

Guglielmo del fu Guglielmo «Pedreti» di Fontané dichiara di avere ricevuto in prestito da Giovanni «Ultizio», Melchione «Giochario» e Giacomo «Bertrami» di Faido, 118 lire di terzole appartenenti alla «calonica» della chiesa di S. Siro di Mairengo, e promette di corrispondereogni anno un fitto di un sesino per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Guglielmo pone a garanzia del debito un terreno a prato e campo situato nel territorio di Fontané «in Quadris in monte de Campello».

Notaio rogatario: Petrus de Sarraziis de Rossura p.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 11 240 x 280 mm, righe 24. Tre fori, di circa 5, 13 e 18 mm, risalenti alla lavorazione della pelle.

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1 giugno 1536, Faido

Sentenza / Sententia

Andreas Aschwanden e Hans Zurenseller, ambasciatori di Uri, Amandus von Niderhofen, vicario di Leventina, i quattro deputati e i consiglieri di Leventina, su richiesta di Giovanni del fu Antonio «Philippi» di Airolo, in merito alla condanna inflittagli alla quale voleva appellarsi, dichiarano che detto Giovanni può giurare davanti a loro e a tutto il popolo sulla piazza.

Notaio rogatario: Petrus de Sarraziis de Rossura p.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo pendente circolare di cera bruna di Amandus von Niderhofen di Uri, vicario di Leventina. Nel campo lo scudo con l'arma d famiglia (freccia obliqua che punta verso sinistra in alto). Legenda: AMANDUS . VON . NIDERHOHEN +

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 45 205 x 350 mm, righe 24.

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8 settembre 1536, Lottigna

Sentenza / Sententia

Gli ambasciatori dei III cantoni nella causa d'appello interposta da Ambrogio Conceprio, console di Dongio, agente a nome proprio e a nome dei vicini di Dongio, che chiede che venga annullata la precedente sentenza del 22 novembre 1535 a favore di Domenico «Pianzere» di 'Intragágn' di Dongio e relativa ai beni «de la Balma», essi annullano la precedente sentenza e dichiarano che Domenico è tenuto a consegnare ogni anno due staia di 2 staia di mosto.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolanensis ac n. et scriba comunitatis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 68 275 x 190 mm, righe 44.

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22 ottobre 1536, Origlio

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

L'assemblea dei vicini di Origlio e Carnago, convocata a Origlio per ordine del console Stefano «dela Rezia» di Origlio, abitante a Carnago, nonché il prete Bernardino «de Sassello», patrono della chiesa di S. Vittore di Origlio, a nome suo e del comune di Ponte, tutti agenti a nome della chiesa di S. Vittore, da una parte, e Antonio del fu Airoldo «de Ferrariis» di Origlio, dall'altra, addivengono alla seguente permuta. I primi cedono a detto Antonio un appezzamento a selva situato in territorio di Origlio «ad Donagium de subtus», appartenente alla chiesa e al comune di Origlio e Carnago, in cambio il suddetto Antonio cede ai primi il fitto livellario che tale Giorgio «de Ferrariis» di Origlio gli deve annualmente per il godimento di due appezzamenti a campo, prato e vigna con alcuni alberi di castagno e noce, situati in territorio di Origlio «in Cunteo et in Fogio» rispettivamente e un appezzamento a campo e vigna con alberi di noce, situato in territorio di Origlio «in Arla». Questi beni furono concessi in locazione fin dal 1412 per un canone annuo di quattordici staia di segale, altrettanti di miglio, cinque lire di terzoli e tre polli, in seguito passarono attraverso diversi conduttori, furono ripetutamente venduti e frazionati.

Notaio rogatario: Gulielmus de Galletis p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera, f.q. magistri Domenici.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 13 570 x 520 mm, righe 91. Un foro di medie dimensioni e innumerevoli fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; un taglio nel quarto inferiore destro. Gli elementi della datazione («Anno a nativitate eiusdem millessimo quingentessimo trigessimo sexto, indictione nona, die sabati vigessimo secundo mensis octubris»i) non corrispondono tra loro: nell'ottobre del 1536 correva l'indizione decima, mentre il 22 ottobre di quell'anno cadeva di domenica.

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23 novembre 1536, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii

Giovanni del fu Guglielmo «Solatii» di Fusio di Val Lavizzara cede a titolo di permuta a Giovanni del fu Guglielmo «Iacmeti de la Bugno» di Peccia i diritti per trenta bestie sull'Alpe di Sròdan «et quinque partes unius caxoni et medietate vallarij cum medietate unius caxele», tutti situati sull'alpe Sròdan che confina a est col fiume, a sud con l'«alpis Croxie» (Cröis), a ovest con la Valle di Cavergno e a nord con l'Alpe «Masnagho» (Masnee). In cambio Giovanni «de la Bugno» cede a Giovanni «Solatii» tutti gli appezzamenti a prato e gerbido «cum omnibus tictis» nel territorio di Fusio «in la Rexa» (la Rèisa), nonché 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Citis p.i.a.n. f.q. Iacobi Citi de Loxono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 45 bis 440 x 235 mm, righe 74. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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8 gennaio 1537, Bignasco

Ratifica di sentenza / Instrumentum ratifficationis et amoligationis

Nella lite tra il comune e gli uomini di Cavergno, da una parte, e Guglielmo e i suoi fratelli, figli del fu Giovanni Antonio Giacometti di Cavergno, abitanti a Bignasco, dall'altra, relativa alla strada che per linea retta va a «Foyoyo» e per il corte «del Faedo», il podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Rudolf Mad di Glarona aveva pronunciato una sentenza contro la quale i detti fratelli si erano appellati (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 45). Ora Guglielmo, volendo evitare spese giudiziarie, su richiesta di Adamo di Antonio Rossi e di Zane di Giacomo Rossi di Cavergno, agenti a nome del detto comune, nonché del notaio rogatario Cristoforo del Ponte, riconosce la sentenza in questione, promettendo di rispettarla in ogni suo punto.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta Vallemaggia 1 400 x 150 mm, righe 62.

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23 gennaio 1537, Ascona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Lorenzo del fu Pietro «Bernardi Alberti» di Ascona retrovende a Cristoforo del fu Pietro Bettetini, console di Ascona e Ronco e agente a nome di detto comune, un appezzamento di terreno prativo chiamato «Bobulcha» nel territorio di Ascona «in Vienale», che era stato venduto dal comune di Ascona al defunto Martignono «de Martignonibus» di Ronco di Gambarogno per 300 lire e il detto Lorenzo l'aveva avuto dal defunto Francesco «de Martignonibus olim filii suprascripti domini Martignoni». Il prezzo della retrovendita è di 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus p.i.a.n. f.q. domini Maynoli de Vachinis de Schona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 6 510 x 350 mm, righe 68. Piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle, diversi fori e lacerazioni, in particolare nel margine sinistro, dovuti a rosicatura, nonché piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi. Gli elementi della datazione («anno a nativitate millessimo quingentessimo trigesimo septimo, inditione decima, die lune vigessimo tertio mensis ianuarii») non corrispondono tra loro: il 23 gennaio 1537 cadeva di martedì anziché di lunedì.

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25 gennaio 1537, Bellinzona

Promessa / Instrumentum conservationis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1071 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Martino del fu Giacomo Scalabrini di Vellano aveva venduto al medico Francesco Salvagni di Bellinzona e ad Agostino Muggiasca, curatori degli eredi del defunto Andrea Salvagni, una vigna e una selva situate nel territorio di Valle Morobbia «ad Gandionum» e «ad Sabionum», al prezzo di 250 lire di terzoli, ottenendo poi questi beni in livello ed eredità perpetua al canone annuo di due congi di mosto e quattro staia di castagne pestate. Ora Giacomo del fu Giovannolo Scalabrini di Vellano e Antonio di Giovanni Olivieri di Vellano promettono al detto Martino di conservarlo indenne per quanto concerne la vendita e il livello medesimi.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 29 450 x 290 mm, righe 52. La pergamena è stata gravemente danneggiata da microorganismi, che hanno indebolito il supporto.

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30 gennaio 153<7>, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Cristoforo del fu Domenico Cristofori di Sassa, nel territorio di Gorduno, dichiara di aver ricevuto da Giovanni del fu Giacomo Paganini di Gudo 150 lire di terzoli, somma che il detto Giovanni era stato condannato a versare al detto Cristoforo, che aveva lavorato in casa sua, in base all'arbitrato pronunciato da Giovanni Pietro Cusa e da Cristoforo «Zaconus».

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus n.p. Birinzone. Notaio estraente: Iohannes Antonius Varronus f.q. domini Christofori Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone, n. laudatus .... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis n.c. domini Bernardini Varroni ad explendum...

Originale estratto da imbreviature (1564 settembre 27); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 236 355 x 230 mm, righe 44. Rosicature lungo i bordi, cinque fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri piccolissimi fori.

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1 marzo 1537, Leontica

Riconoscimento di debito / Promissio cum cautione et pignoribus

Il console di Leontica Ielmetto del fu Giovanni Ielmetti, avendo ricevuto dai vicini di Leontica la somma di 100 lire di terzoli delle 200 pagate da Giovanni «del Longo» e dagli altri eredi del fu Giroldo Giudice per estinguere il debito di dieci delle 20 staia di segale che i detti del Giudice erano soliti versare ogni Giovedì Santo ai vicini di Leontica in pane cotto presso la chiesa di S. Giovanni Battista, pone come cauzione nelle mani dei detti vicini tre terreni a vigna situati nel territorio di Comprovasco «ad Vineam de Castellazio» e «ad Lottam», e promette di versare loro ogni Giovedì Santo in perpetuo cinque staia di segale in pane cotto presso la chiesa di S. Giovanni Battista.

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Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolanensis ac Vallis Belegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 46 355 x 195 mm, righe 52. Due fori di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri più piccoli lungo le pieghe.

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6 marzo 1537, Origlio

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Domenico Galletti di Origlio, agente anche a nome dei suoi fratelli Francesco e Antonio, vende a Domenico del fu Antonio «del Sasso» di Lamone, agente anche a nome del fratello Giacomo, un prato di sei pertiche situato nel territorio di Lamone «in Guastis», al prezzo di 120 lire di terzoli, venduto ai detti venditori da Petrolo del fu Giovanni Petrolli «de Ambrosio» di Lamone per 120 lire di terzoli con diritto di riscatto il 21 marzo 1531.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Henrici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Capriasca 1 480 x 295 mm, righe 68. Fori e rosicature di grosse e medie dimensioni, in particolare nella parte iniziale e nelle pieghe.

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23 marzo 1537, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Carlo, figlio ed erede del fu Gaspare Albrizzi di Como e della fu Agostina, figlia ed erede del fu Giovanni Muggiasca, un tempo abitante a Bellinzona ed ora a Como, vende a Giovanni Pietro del fu Filippo Cusa, abitante a Bellinzona, alcuni terreni e altri beni immobili situati nel territorio di Monte Carasso «ad Pozarancham», «ad Ronchum», «ad Gazium», e «in Piemoritis», nel territorio di S. Antonino «in prato Donigo», nel territorio di Progero «in la Grossa», «ad Sarazetum», nel territorio di Carasso «in Vineiis de Hensedo», «ad Vineam Piatam», «ad Arzonicum», «ad bocham de Nocho», «ad Vignatiam» e «ad mediam Campaneam», e nel territorio di Gnosca «in Camna», al prezzo di 850 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 13 2020 x 200 mm, righe 241. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme e presenta un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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12 maggio 1537, [Bellinzona?]

Sentenza / Instrumentum sententie

Sebastian Imhof di Uri, commissario e podestà di Bellinzona e pertinenze, pronuncia la propria sentenza nella causa tra i comuni di Medeglia e Drossa, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, per il possesso di metà della decima di Isone, sulla quale Zanolo Rusca di Bironico nel testamento [rogato il 28 agosto 1438] aveva garantito un lascito di otto lire di terzoli per ogni fuoco di Isone, Medeglia e Drossa, stabilendo che se i suoi eredi non avessero versato la detta somma per due anni, i detti comuni avrebbero avuto la facoltà di affittare la decima al miglior offerente. Egli riconosce al comune di Isone il diritto di locare anche in futuro i detti alpi senza il consenso di Medeglia e Drossa, purché continui a versare loro ogni anno 18 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Henricus Pletteli f.c. magnifici domini Iodoci Plettely de Urania scriba magnificorum dominorum Trium Cantonorum.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 18 515 x 355 mm, righe 52. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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20 agosto 1537, Ascona

Elezione di beneficiato / Instrumentum ellectionis et nominationis

L'assemblea dei vicini, dei patroni e dei parrocchiani della chiesa di S. Pietro di Ascona, riunita nella chiesa di S. Maria della Misericordia per imposizione di Antonio del fu Martinolo «Betatini», luogotenente di Cristoforo «Betatini», console del comune di Ascona, Ronco e Castelletto, elegge il prete Lorenzo del fu Giacomo Pancaldi di Ascona quale rettore e beneficiato della chiesa di S. Pietro. La prebenda era vacante in seguito alla morte del prete Romano Romanoli di Ascona. Il sacerdote designato accetta l'elezione, fatta in presenza di Battista «Britii» di Locarno, luogotenente del commissario Pietro Tossy di Friburgo.

Notaio rogatario: Cristoforus p.i.a.n. f.q. Lafranchi Comacini de Schona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 27 (v.n. AST 24) 525 x 390 mm, righe 72. Alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, numerosi fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. Gli elementi della datazione (anno [...] millessimo quingentessimo trigessimo septimo, inditione nona, die lune vigessimo mensis augusti) non corrispondono tra loro: nell'agosto del 1537 correva l'indizione decima, e non la nona come figura nel documento. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 62, nr. 24 [che la data erroneamente al 1527].

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23 agosto 1537, Bironico

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Rinuncia / Instrumentum finis

I rappresentanti del comune di Medeglia e quelli del comune di Isone rinunciano vicendevolmente a far valere ogni pretesa, dichiarando di essere tacitati reciprocamente. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 19 e ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 17).

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 24 485 x 180 mm, righe 84. Piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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23 agosto 1537, Bironico

Locazione / Instrumentum investiture

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Comune di Isone 19.

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et cetera f. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 20 430 x 185 mm, righe 88. Cinque piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro e macchie lungo il margine destro e inferiore. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 19

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23 agosto 1537, Bironico

Rinuncia / Instrumentum finis

I rappresentanti del comune di Medeglia e quelli del comune di Isone rinunciano vicendevolmente a far valere ogni pretesa, dichiarando di essere tacitati reciprocamente. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 24 e ASTi, Pergamene, Comune di Isone 19).

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 17 470 x 190 mm, righe 80. Due lacerazioni e alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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23 agosto 1537, Bironico

Locazione / Instrumentum investiture

Dopo una rinuncia rogata il giorno medesimo (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 17), il comune di Isone, rappresentato da Pietro detto «Valmazonus» del fu Antonio e da Pietro del fu Domenico, entrambi «de Zapello», da Battista del fu Martino «de Antognatio», da Lanfranco del fu Zane «del Thonalia» e da Giacomo del fu Zane «del Iudice», investe a titolo di locazione novennale, rinnovabile a volontà delle parti, il comune di Medeglia dei beni situati «a Donedo intus versus sero seu versus Bellinzonam» che il fu Francesco «de la Mota» di Bellinzona aveva locato a titolo di eredità perpetua al comune di Isone, al canone annuo di tre lire di terzoli, riservando a quelli di Isone il diritto di pascolare sui detti terreni.

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 16 590 x 260 mm, righe 87. Alcuni fori di piccole dimensioni e un foro di media grandezza risalente alla lavorazione della pelle.

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23 agosto 1537, Bironico

Locazione / Instrumentum investiture

Il comune di Medeglia e Drossa investe a titolo di locazione per otto anni rinnovabili a volontà delle parti il comune di Isone della quota della decima di Isone assegnata alla detta comunità da Zanolo Rusca di Bironico nel suo testamento dell'anno 1438, al canone annuo di 18 lire di terzoli. La locazione è preceduta da un atto di rinuncia stipulato tra le parti. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 24 e ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 17).

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 19 630 x 270 mm, righe 85. Fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle, e alcune macchie. Regesto: Lepori, Isone, p. 130. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Isone 20

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7 settembre 1537, Biasca

Sentenza / Erkhantnis

Heinrich Arnold di Uri, Martin Auf der Maur di Svitto e Heinrich von Matt di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni riuniti

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1076 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete a Biasca nel sindacato di Bellinzona, Riviera e Blenio, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Moleno, da una parte, e quello di Lodrino, dall'altra, in merito al transito e al pascolo del bestiame dei rispettivi vicini sui terreni appartenenti all'altro comune. Respingendo la richiesta del comune di Moleno, che chiedeva di annullare una sentenza di Dietrich «In der Haltenn» di Svitto, landvogt di Riviera, e di riconfermare certi accordi presi in precedenza tra le parti, gli ambasciatori confermano la detta sentenza e ordinano ad entrambi i comuni di avvisare la controparte, qualora in futuro intendessero chiedere ai cantoni sovrani di recintare parte dei terreni in questione.

Cancellieri: Melchior Rosenberg di Unterwalden, scriba e interprete di Bellinzona

Sigillo: deperdito. Tracce di cera verde del sigillo di Sebastian Imhof di Uri, commissario di Bellinzona.

Originale; ted. ASTi, Sacchi 20 (= cart. 3c, nr. 15) 245 x 450 mm, righe 27. Un foro di piccole dimensioni dovuto a rosicatura lungo una piega, alcune piccole macchie.

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1 ottobre 1537,

Processo apostolico / Processus

Frammento di un atto relativo al processo per il conferimento di una pensione perpetua sul beneficio detto «abbatia de Salas» nella chiesa di Burgos, concessa da papa Paolo III a Bernardino della Croce, chierico della diocesi di Como.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 32 390 x 300 mm, righe 108. Il documento è stato tagliato lungo i margini orizzontali e verticale sinistro; mancano la parte iniziale del documento inserente, le prime lettere di ogni riga e la sottoscrizione notarile. La pergamena presenta inoltre due grosse rosicature e una serie di piccoli fori. Il documento è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo concernente una cessione tra Giacomo della Croce, la famiglia Fossati di Morcote e il comune di Riva San Vitale. Inserti: 5 gennaio 1536 (Roma (S. Pietro))

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2 novembre 1537, Lugano

Locazione con convenzione / Instrumentum investiture et pactorum

Carlo de Fagnano di Milano, del fu Battista, preposito della chiesa di S. Maria di Torello, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Giacomo del fu Martino di Vezio e Cristoforo del fu Pietro Giovannini di Caslano, di un terreno a prato e vigna con alberi da frutto situato nel territorio di Caslano «ad Clauxum de Torello». Il canone annuo è costituito dalla metà del fieno e dalla metà del vino o del mosto prodotto e da cinque lire di terzoli, con l'obbligo per i locatari di utilizzare in loco il fieno o l'erba e lo strame.

Notaio rogatario: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani et f.q. domini Alberti.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 15 270 x 145 mm, righe 60. Piccolissimi fori lungo le pieghe e rosicatura nel margine inferiore. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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1 dicembre 1537, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum pigneris

Guglielmo del fu Giulio «Viviani de Orlando» di Fontané dichiara di aver ricevuto in prestito per la durata di sette anni da Martino del fu Zane Varesi di Faido, già luogotenente di Leventina, Agostino «Albertini» di Fontané e Giovanni «Righeti» di Tortengo, deputati dai vicini di Mairengo all'esazione dei capitali della calonica della chiesa di S. Siro, 100 lire di terzoli, e promette di corrispondere per sette anni un fitto annuo di un soldo di terzoli per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Guglielmo pone a garanzia del debito tre terreni a prato e campo situati nel territorio di Fontané e sul monte di Bassengo «in Campellis», «ad Brugatiam» e «in Fetis», nonché su una «quadra» di un fienile situato a Bassengo, tutti condivisi con suo fratello Giovanni. I detti deputati dichiarano infine che, per ordine dei vicini di Mairengo, tutti coloro che ricevono in prestito denaro della «calonica» di S. Siro devono continuare a pagare decime e taglie sui beni posti a garanzia come prima della stipulazione del contratto.

Notaio rogatario: Ioannes Angelus f. domini Bartholomei notarii del Monacho de Malvalia vallium Blegnii et Leventine p.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 12 295 x 310 mm, righe 39.

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1 dicembre 1537, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum pigneris

Giovanni del fu Berto «Giocharii» di Osco dichiara di aver ricevuto in prestito per la durata di sette anni da Martino del fu Zane Varesi di Faido, già luogotenente di Leventina, Agostino «Albertini» di Fontané e Giovanni «Righeti» di Tortengo, deputati dai vicini di Mairengo all'esazione dei capitali della calonica della chiesa di S. Siro, 100 lire di terzoli, e promette di corrispondere per sette anni un fitto annuo di un soldo di terzoli per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Giovanni pone a garanzia del debito un terreno a prato e campo situato nel territorio di Modrengo «in Campo Donigo», e si impegna a continuare a corrispondere decime e taglie su di esso ai vicini di Mairengo come in precedenza.

Notaio rogatario: Ioannes Angelus f. domini Bartholomei notarii del Monacho de Malvalia vallium Blegnii et Leventine p.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 13 310 x 160 mm, righe 52. Piccole rosicature lungo le pieghe, alcune macchie di umidità

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17 dicembre 1537, <...>

Vendita / <...>

Il notaio Giovanni Pietro Bosia del fu Pasio, abitante a Mendrisio, vende a Giovanni Antonio «de Vergo» detto Burla, abitante a Coldrerio, un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Coldrerio «ad Maslanum», che Agostino Nava aveva acquistato da Tognetto Pozzi di Coldrerio al prezzo di 25 lire imperiali, locandolo poi al medesimo Tognetto ad un canone annuo di due staia di formentata, nonché altri beni immobili situati nel detto territorio «in Ragozia» e «in Gabionera» e nel territorio di Novazzano «ad Tocasum». (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Torriani 16 (= cart. 88, nr. 15) 250 x 300 mm, righe 38. Il documento, che presenta fori di piccole e medie dimensioni, è privo della parte finale, strappata, ed è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo.

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19 febbraio 1538, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Prete Francesco, figlio e procuratore di Giovanni Antonio detto «Tone» Ghiringhelli, abitante a Bellinzona, vende al monastero di San Bernardino situato ad Orenno, nel territorio di Bellinzona, rappresentato dalla superiora Liberata di Dervio, un prato in territorio di Progero, «in Serta de Prozero», al prezzo di 830 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Nobilis dominus Ayroldus Ruscha n.p. Bellinzonae. Notaio estraente: Iohannes Iacobus Ruscha f.q. nobilis domini Andree p.i.a.n. ac notus et habitator Bellinzonae notariusque laudatus ... per consilium generale comunis Bellinzonae ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per nunc condam nobilem dominum Ayroldum Ruscham.

Originale estratto da imbreviature (1575 gennaio 25); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 14 600 x 240 mm, righe 73. Due fori di piccole e medie dimensioni, di cui uno risalente alla lavorazione della pelle. Gli elementi della data in cui l'atto venne estratto non concordano tra loro: il 25 gennaio 1575 cadeva infatti di martedì e non di mercoledì, come riportato dal notaio.

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2 marzo 1538, Como

Erezione di beneficio ecclesiastico / Instrumentum errectionis, constitutionis, iurispatronatus, collationis et provisionis

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Davanti a Giovanni Giorgio Parravicini, dottore in entrambi i diritti, vicario generale del vescovo di Como Cesare Trivulzio, Gerolamo «de Zezio», abitante a Bellinzona, diocesi di Como, agente a nome dei fratelli Giovanni, Antonio, Pietro, Taddeo e Giorgio Muggiasca di Bellinzona, figli ed eredi di Agostino, fratello del «quondam domini presbiteri Hieronymi», espone che Gerolamo per testamento aveva assegnato alla cappella di S. Maria di Loreto «extra muros Belinzone» un fitto annuo di 15 lire di terzoli e uno di 11 lire, dato per volere di Gerolamo da Agostino a Nicolao Muggiasca di Bellinzona, cappellano di detta cappella, con l'onere di fa celebrare una messa presso la cappella ogni sabato di qualunque settimana e a ogni festività della Vergine (Immacolata Concezione, Nascita, Presentazione, Visitazione, Annunciazione, Purificazione e Assunzione), e chiede di costituire un beneficio, assegnando loro il giuspatronato. Il vicario generale istituisce il beneficio presso la cappella, assegnando i fitti di 15 lire di terzoli e di 11 lire con l'obbligo di celebrare presso la detta cappella una messa come sopra e conferisce ai fratelli Giovanni, Antonio, Pietro, Taddeo e Giorgio Muggiasca e ai loro discendenti il diritto di eleggere il cappellano.

Notaio rogatario: Gaspar de Orcho p.a.et i.a. curieque episcopalis Comi n., f.q. domini Pauli.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 90 (v.n. A. XIV/13) 385 x 285 mm, righe 46. Estese lacune lungo le piegature dovute a rosicature e consunzione.

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3 aprile 1538, Como

Commissione

Giovanni Giorgio Paravicini, vicario generale del vescovo di Como Cesare Trivulzio, incarica i preti Giacomo Fontana, beneficiato della chiesa di S. Martino di Camorino, e Marino Cislaghi, beneficiato della chiesa di S. Antonino, di accertare se la permuta di beni immobili che il prete Giovanni Marchesi, cappellano dei SS. Andrea e Albino nella chiesa di S. Maria di Giubiasco, intende stipulare con Donato del fu Giovanni Rusconi di Giubiasco, sia di vantaggio per la detta chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

Notaio sottoscrittore: Gaspar de Orcho n. curie episcopalis Comi.

ASTi, Comune di Giubiasco 38 (inserto)

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13 aprile 1538, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Alberto «Gixelli» di Carena vende a Giovanni Donato del fu Giovanni Rusca di Giubiasco un terreno con vigna a filari e prato situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Mottas ad Vineam del Putheo», locato dal detto venditore ad Ambrogio del fu Biasino «de Mottis» per un canone annuo di due congi e uno staio di vino il 14 dicembre 1521. Il prezzo della vendita è di 140 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Bernardinus Varronus f.c. domini Petri Varroni p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 50 510 x 200 mm, righe 77. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle e qualche sbiaditura d'inchiostro nella parte iniziale. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 54-55.

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6 maggio 1538, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardo del fu Giovanni Sartori «del Tengio» di Monte Carasso e Donata del fu Pietro Bregnoni, moglie del fu Iemo «de la Oliva» di Monte Carasso e madre di Simone, Giacomo, Domenico e Giovanni Antonio, a nome dei detti fratelli, di cui entrambi sono tutori, vendono a Bernardo del fu Tognino Molo, abitante a Bellinzona fuori di Porta Nuova, un terreno situato nel territorio di Sementina «ad Brugheram illorum Bernardi», al prezzo di 140 lire di terzoli, a soluzione di un debito che il detto Iemo aveva con il detto Bernardo. L'atto viene stipulato alla presenza di Giovanni Ghiringhelli, luogotenente del commissario e podestà di Bellinzona Sebastian Imhof di Uri.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 15 370 x 380 mm, righe 40. Un foro di piccole dimensioni.

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7 maggio 1538, Bironico

Conferma di istrumenti / Instrumentum ratificationis

L'assemblea dei vicini di Medeglia, convocata per ordine del console Martino del fu Taddeo Martella di Drossa, ratifica lo strumento di rinuncia sottoscritto dai rappresentanti dei comuni di Medeglia e di Isone, l'investitura alla comunità di Isone della parte della decima di Isone spettante a Medeglia, come pure la locazione fatta da Isone a favore di Medeglia dei beni un tempo concessi in locazione dal fu Francesco «de la Mota» di Bellinzona agli uomini di Isone, documenti rogati il 23 agosto 1537 dal notaio Daniele Rusca di Bironico. I vicini di Medeglia che utilizzeranno i pascoli di Caneggio, «Chevio et Primichevio» dovranno pagare ogni anno al loro comune tre lire di terzoli che dovranno essere spartite tra i fuochi di Medeglia finché durerà l'investitura a favore del loro comune. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 21).

Notaio rogatario: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Tadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 25 515 x 375 mm, righe 52. Rosicature lungo i margini superiore e destro, piccoli fori nelle pieghe e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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26 maggio 1538

Arbitrato / Instrumentum concordationis

Davanti Hans Zurenseller e Amandus von Niderhofen, già vicari di Leventina e ambasciatori di Uri, Johann Fruttmann, vicario di Leventina, Giovanni «Zenoni» di Giornico, luogotenente di Leventina, e Giacomo «Poroncius» di Airolo, già luogotenente di Leventina, il prete Bartolomeo, preposito del monastero di S. Maria di Pollegio, da una parte, e Pietro Franzi, console di Pollegio, agente a nome dei vicini di Pollegio, dall'altra, e agente a nome del console e dei vicini di Bodio, dall'altra ancora, in esecuzione di una sentenza di Uri tra il preposito e quelli di Pollegio, in merito ai ripari («fragie») nei fiumi Ticino e Brenno, si accordano sulla costruzione e sulla manutenzione dei detti ripari, spettante per due terzi a detto preposito e ai suoi successori e per un terzo a quelli di Pollegio.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus filius domini Bartholomei notarii del Monacho de Malvalie vallium Blegnii et Leventine p.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 46 430 x 425 mm, righe 47. Sulla stessa pergamena figurano il presente arbitrato (righe 1-36) e la ratifica di arbitrato del 13 giugno 1538 (righe 37-47). Foro risalente alla lavorazione della pelle.

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3 giugno 1538, Locarno

Cessione a titolo di vendita / Instrumentum iuriscessionis et venditionis

Giovanni del fu Franzino «Iacobi Franzini» di Orselina del Consiglio Mezzano cede a titolo di vendita a Pietro del fu Giovanni Maria «Thome» di Locarno, console del comune di Mergoscia, agente a nome proprio e della comunità, la sua parte di un canone, che riceve dal comune di Minusio, gravante sull'alpe Bietri nel territorio di Minusio e Mergoscia, al computo di un montone di 13 montoni o di 1 denaro su 13 denari, che detto Giovanni aveva acquistato dai fratelli Pietro e Giovanni de fu Matteo «de Lafranchitis» per 32 lire di terzoli, come contenuto nella vendita del 27 aprile 1534. Il prezzo di vendita è di 25 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 47 615 x 220 mm, righe 91. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 501.

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13 giugno 1538

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Ratifica di arbitrato

Il landamano e il consiglio di Uri ratificano l'arbitrato [del 26 maggio 1538].

Sigillo: esistente. Il sigillo pendente di cera bianca della comunità di Uri è sppeso con coda per pergamena incrociata. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILVM .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 46 430 x 425 mm, righe 47. Sulla stessa pergamena figurano l'arbitrato del 26 maggio 1538 (righe 1-36) e la presente ratifica di arbitrato (righe 37-47). Foro risalente alla lavorazione della pelle.

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1 1538, Lugano

Vendita / venditionis

Michele del fu Antonello «de Cadorago» di Meride vende a Paolo del fu <...> di <...> nella pieve di Riva S. Vitale un terreno situato nel territorio di Meride «ad Ortonolum suprascripti Michaelis de Cadorago», al prezzo di tre scudi d'oro e mezzo.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Ruscha p.i.a.n. .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 13 410 x 190 mm, righe 58. La pergamena è gravemente danneggiata da macchie, lacerazioni e rosicature, in particolare lungo il margine destro.

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7 agosto 1538, Bellinzona

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Il prete Giovanni Marchesi di Giubiasco, cappellano della cappella dei SS. Andrea e Albino situata nella chiesa di S. Maria di Giubiasco e agente anche a suo nome, cede a titolo di permuta a Giovanni Donato del fu Giovanni Rusca di Giubiasco due orti cintati situati nel territorio di Giubiasco «prope Palatium de Zubiascho» e riceve in cambio un terreno a vigna in filari e prato situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Piotas ad Vineam de Puteo», locato dal padre del detto Giovanni Donato ad Ambrogio del fu Biagino «de Motis» per un canone annuo di 13 staia di mosto il 14 dicembre 1521, nonché 150 lire di terzoli investite nelle migliorie fatte dal prete Pietro e dai suoi fratelli «de Viventio» sopra due campi situati nel territorio di Giubiasco «in Guastis» e «in Geratio» locati loro dalla detta cappella.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

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Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 38 1700 x 225 mm, righe 133. Alcune piccolissime rosicature. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 50. Inserti: 3 aprile 1538 (Como)

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23 agosto 1538

Relazione di consacrazione di altare e concessione di indulgenze

Notizia, sottoscritta dal prete Antonio della Porta di Mendrisio, circa la consacrazione dell'altare dei Santi Martino e Giovanni [nell'omonima chiesa di Bironico], con le incluse reliquie di s. Provino e s. Felice, da parte di Francesco Vimercati, vescovo di Cristianopoli, il quale concede un'indulgenza di un anno ai presenti alla cerimonia nonché un'altra indulgenza di 40 giorni a coloro che si recheranno nella detta chiesa negli anniversari della consacrazione.

Copia semplice (?) (coeva); lat. Archivio Parrocchiale Bironico 18 50 x 115 mm, righe 8. Il piccolo foglio membranaceo è inserito in una cornice lignea.

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1538, Mendrisio

Licenza / Licentia

Gerolamo Vignola di Piacenza, priore della provincia lombarda dei Serviti, concede licenza al frate Benedetto di Mendrisio di vendere al miglior offerente un terreno a Mendrisio, detto «la Selveta», per sovvenire alle necessità della vecchiaia e della malattia senza gravare il locale convento.

ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 35 (inserto)

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17 dicembre 1538, Cevio

Sentenza / Sententia

Lorenz Zuckler di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Pizino «de Franzitis», console, Perino di Giacomo «Perhini Christofori» e Giovanni Segnini di Someo, a nome dei «iudicatorum de Someo», da una parte, e i fratelli Zane e Martino del fu Giacomo Buzzi, a nome dei «socii de la Corinascha» di Cerentino, dall'altra, in merito al mancato versamento dei fitti dovuti da questi ultimi. Egli dichiara che i detti soci sono tenuti a versare al caneparo dei detti «iudicatorum» due fiorini, del valore di tre lire e quattro soldi di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1084 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete terzoli ognuno, in pagamento dei fitti scaduti per gli ultimi due anni.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Bernardi Franzoni de Cevio p.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 20 240 x 220 mm, righe 24. Alcune lacune per rosicature lungo le pieghe. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 17 dicembre 1538 cadeva di martedì, anziché di lunedì come dichiarato dal notaio.

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23 dicembre 1538, S. Antonino

Vendita / Instrumentum venditionis

Biagino del fu Sangino di S. Antonino vende a Pasino del fu Giovanni Antonio Lavizzari, abitante a Bellinzona, un appezzamento di terreno silvato nel territorio di S. Antonino «in Schelgeram». Il prezzo della vendita è di 360 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Simon Zachonus f.c.domini Ioannis Marie Zachoni p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 27 440 x 315 mm, righe 53. Il supporto presenta lacerazioni, abrasioni e indebolimenti a causa dell'umidità nella metà superiore, diversi fori risalenti alla lavorazione della pelle e rosicature lungo i bordi.

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<1538> (?), Mendrisio

Retrovendita

Frammento di retrovendita in cui vengono menzionati dei fratelli della Torre.

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 17 (= cart. 88, nr. 14) 400 x 280 mm, righe 53. Il documento, tagliato lungo tutto il margine sinistro e in gran parte reso illeggibile dall'utilizzo di colle che ne hanno sbiadito la scrittura, è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo.

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7 gennaio 1539, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1085 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Nella lite tra i vicini di Monte Carasso, interessati al diritto di traghetto sul fiume Ticino presso la Murata, da una parte, e Togno detto «Cepa» di Prada, dall'altra, Luterio Rusca di Bellinzona, arbitro designato dalle parti il 27 novembre 1538, riconosce al detto Togno il diritto di usare il traghetto con bestiame e carri senza pagare nulla. Egli dovrà vendere ai vicini di Monte Carasso il diritto che gli spetta sul traghetto e che ha acquistato da Antonio e Giacomo del fu Domenichino Guidotti e da altri di Monte Carasso nell'anno 1523.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 35 370 x 330 mm, righe 37. Alcuni piccoli fori.

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7 gennaio 1539, Bignasco

Conferimento di vicinato / Instrumentum acceptationis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Cristoforo del Ponte, accetta quale vicino in perpetuo e con tutti i diritti Giovanni Antonio del fu Franzono Bozoli, che promette in cambio di assolvere la sua parte di doveri e di versare al comune ogni anno uno staio di biada di mistura, impegnando un campo situato nella campagna di Bignasco «in Gieris de supra in Rapundiis».

Notaio rogatario: Ser Cristoforus del Ponte de Bugnasco n.p. Notaio estraente: Bugnascus p.i.a.n., f. magistri Gulielmi Caligarii de Bugnasco.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 126 535 x 220 mm, righe 97. Un foro di medie dimensioni e altri più piccoli.

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9 gennaio 1539, Mendrisio

Vendita / Instrumentum venditionis

Benedetto Fossati del fu Gaspare, frate laico nel convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, con licenza di Gerolamo Vignola di Piacenza, priore della provincia lombarda dei Serviti, e con il consenso del capitolo del convento di Mendrisio, vende a Tomaso «de Barbarinis» di Mendrisio del fu Antonio, abitante a Mendrisio, un terreno a selva e bosco situato nel territorio di Mendrisio «in Silveta», al prezzo di 30 lire imperiali.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Busionibus de Mendrixio p.i.a.n. Comi f.q. domini Paxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 35 600 x 225 mm, righe 94. Alcuni piccoli fori e macchie lungo il margine sinistro.

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Inserti: settembre 1538 (Mendrisio)

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24 marzo 1539, Faido

Permuta / Instrumentum cambii

Leventino di Giovanni «Leventini» di Mairengo, Giovanni del fu Giacomo «Pedreti» di Fontané e Pietro del fu Zanino «Bassenchi» di Osco, anziani della chiesa di San Siro di Mairengo agenti con l'autorizzazione del comune di Faido, da una parte, e Martino di Zane di Varese di Faido, luogotenente di Leventina, e il fratello Bernardino, dall'altra, procedono a una permuta di terreni. I detti anziani, che agiscono a nome della «calonica pauperum» della chiesa, cedono un prato situato a Faido «in Traversia» e ricevono in cambio un altro prato situato a Faido «in Campanea».

Notaio rogatario: Petrus de Sarratiis de Rossura p.i.a.n. Vallis Leventine atque olim eiusdem causarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 8 315 x 260 mm, righe 38.

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25 giugno 1539, Lugano

Vendita e ricevuta / Instrumentum venditionis e instrumentum confessionis

Giovanni Giacomo del fu Pietrone Ferrari «de Pello» di Lugano, agente a nome del monastero di S. Carpoforo fuori le mura di Como, vende ad Alessandro del fu Egidio speziale «de la Verda» di Lugano, agente anche a nome del fratello Giovanni, la metà di tutti i terreni, case, edifici e una fornace da laterizi situati nel territorio di Noranco, di Senago e di Pian Scairolo, locati dall'abate del monastero a Petrolo «de Grecis» di Noranco e ai fratelli Domenico, Andrea e Maddalena «de Grecis» di Noranco, al prezzo di 135 scudi d'oro del sole e di due scudi per l'atto di vendita, compresi i 100 scudi ricevuti dal detto Giovanni Giacomo il 1. aprile 1539. Il detto Giovanni Giacomo dichiara di aver ricevuto dal detto Alessandro, agente anche a nome del fratello Giovanni, 100 scudi d'oro del sole quale prezzo dei beni immobili situati nel territorio di Noranco, di Senago e di Pian Scairolo che il monastero di S. Carpoforo si è impegnato a vendere al detto Alessandro entro la festa di s. Giovanni Battista.

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 24 1250 x 185 mm, righe 141. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Sbiaditure d'inchiostro e macchie nella parte iniziale, e alcune lacerazioni nei bordi.

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1 maggio 1539, <...>

Arbitrato (?)

Frammento di atto in cui si enuncia che Roberto notaio di Giornico del fu Zanino notaio di Giornico, <...> di Anzonico e Romerio Piazza giudice del fu Giacomo giudice di Giornico, agenti a nome della degagna di Anzonico, i rappresentanti della degagna di Mezzo di Piano, quelli della degagna di Sobrio di Piano, e quelli delle altre degagne di Giornico avevano investito a titolo di locazione perpetua Giacomo del fu Martinolo di Cornone di Osogna della sosta dei vicini di Osogna, consistente in un terreno con alcuni edifici situato «ad Pratum de Buscho penes terram de Uxonia», al canone annuo di un paio di polli. Il detto Giacomo si era inoltre impegnato ad ospitare nella sosta qualunque persona e qualunque mercanzia proveniente da nord e diretta in Lombardia.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 13 .1 500 x 335 mm, righe 67 ca.. L'atto funge da copertina del codice delle cause dei landvogt di Riviera (1644-1651), è privo della parte finale e si presenta in uno stato di conservazione pessimo, con numerose lacune dovute a fori e a diffuse sbiaditure d'inchiostro. La pergamena è conservata nel fondo cartaceo Distretto di Riviera scatola 10.

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9 maggio 1539, Morcote

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giovanni Pellegrini di Stabio vende a Pietro del fu Giacomo «de la Rugia» di Vico Morcote un campo situato nel territorio di Stabio «in Prato Rotondo», al prezzo di 150 fiorini.

Notaio rogatario: Aloysius de Castelonovo de Morcote p. apostolica et <...... >

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 14 480 x 220 mm, righe 81. Fori (alcuni cuciti con filo) e lacerazioni in particolare lungo il margine destro e quello inferiore. Regesto: Lattes, Notizie, p. 98, nr. VI.

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16 maggio 1539, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Bartolomeo del fu Ambrosio «Tacini» Magoria di Locarno vende a Zanino del fu Cristoforo Vicari di Minusio, console di detto comune, agente a nome proprio e di detto comune, di un sesto «pro indivixo» di un torchio con tetto in piode nel territorio di Minusio «ad Torchular illorum Antonii Adamini de Menusio et quod est penes ecclesiam Sancti Rochi de Menuxio». Il prezzo di vendita è di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 48 480 x 310 mm, righe 69. Diveri fori di medie e piccole dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle, tre piccole lacerazioni nel margine destro e un piccolo foro, dovuto a rosicatura. Sottolineature in matita rossa. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 501.

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25 giugno 1539, Lugano

Vendita e ricevuta / Instrumentum venditionis e instrumentum confessionis

Giovanni Giacomo del fu Pietrone Ferrari «de Pello» di Lugano, agente a nome del monastero di S. Carpoforo fuori le mura di Como, vende ad Alessandro del fu Egidio speziale «de la Verda» di Lugano, agente anche a nome del fratello Giovanni, la metà di tutti i terreni, case, edifici e una fornace da laterizi situati nel territorio di Noranco, di Senago e di Pian Scairolo, locati dall'abate del monastero a Petrolo «de Grecis» di Noranco e ai fratelli Domenico, Andrea e Maddalena «de Grecis» di Noranco, al prezzo di 135 scudi d'oro del sole e di due scudi per l'atto di vendita, compresi i 100 scudi ricevuti dal detto Giovanni Giacomo il 1. aprile 1539. Il detto Giovanni Giacomo dichiara di aver ricevuto dal detto Alessandro, agente anche a nome del fratello Giovanni, 100 scudi d'oro del sole quale prezzo dei beni immobili situati nel territorio di Noranco, di Senago e di Pian Scairolo che il monastero di S. Carpoforo si è impegnato a vendere al detto Alessandro entro la festa di s. Giovanni Battista.

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus de Salla de Lugano p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 24 1250 x 185 mm, righe 141. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Sbiaditure d'inchiostro e macchie nella parte iniziale, e alcune lacerazioni nei bordi.

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1 luglio 1539, Lugano

Vendita / Instrumentum finis <...>

Andrea del fu Bernardino «Pedre<...>» di Castagnola residente a Como vende a Giacomo del fu Stefano di Sant'Evasio, abitante a Caprino («ritorio Montis Chaprini»), un bosco con prato e vigna situato nel territorio di Caprino «al Ronchum», al prezzo di uno scudo d'oro.

Notaio rogatario: Franciscus Quadrius p.i.a.n. Lugani et Vallis et f.c. ser Andree de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 8 375 x 290 mm, righe 49. La pergamena, che presenta fori di piccole e medie dimensioni, macchie e sbiaditure, è stata usata come copertina del testamento di Giuseppe Colomba del fu Bernardo di Caprino, rogato in data 1660.iii.13 e vergato su supporto cartaceo. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, vi, p. 59.

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5 agosto 1539, «In Miragiis» (pieve di Capriasca)

Conferma di istrumenti / Instrumentum ratifficationis

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Battista Antognazzi e Pietro Bagutti, ratifica l'atto di rinuncia stipulato tra il comune di Isone e quello di Medeglia, la locazione fatta da Isone a Medeglia di alcuni beni affittati agli uomini di Isone dal fu Francesco «de la Mota» di Bellinzona, e la locazione alla comunità di Isone della parte della decima di Isone spettante a Medeglia, documenti rogati il 23 agosto 1537 dal notaio Daniele Rusca di Bironico. (Cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 25).

Notaio rogatario: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Thadei.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 21 540 x 225 mm, righe 97. Alcune macchie e un piccolissimo foro.

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[27] [agosto] [1539], [Baden]

Concessione di capitoli / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, modificano i capitoli concessi l'anno precedente alla comunità di Locarno. (Frammento)

Originale (?); ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 73 370 x 320 mm, righe 50. Il foglio era parte in origine di un quaderno pergamenaceo, dal quale è stato asportato mediante taglio. Gli elementi contenutistici sono stati ricostruiti sulla base dell'edizione di una copia in italiano conservata in ASTi, Comunità di Locarno 1/6. Il frammento comprende integralmente o in parte i capitoli 4, 6, 7, e 8. La data è ricostruita sulla base dell'edizione di una copia coeva in italiano conservata in ASTi, Comunità di Locarno 1/6. Edizione: Ostinelli-Lumia, Una reformatione, pp. 225-233, nr. 2 (da copia coeva in italiano). Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, fasc. 2, p. 14, nr. 101; p. 111, nr. 639 (da copia seriore).

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14 ottobre 1539, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra Zanino «Pedratie» di Minusio, console del comune di Minusio, Pietro «del Orto» e Bartolomeo Petenghe di Minusio, agenti a nome del detto comune, da una parte, e Zanne di Pietro «Zannis Ambrosii» di Brione di Minusio, console del comune Mergoscia, Bernardino di Martino «Antonii», agente a nome di detto console, Daramino «de Rame»

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(?) di Mergoscia, agenti a nome del comune di Mergoscia, dall'altra, in merito a un cancello di legno per la tensa e la conservazione della campagna di Minusio, Galeazzo «de Muralto» di Locarno, arciprete e canonico prebendato della chiesa di S. Vittore di Locarno, e Giovanni Pietro del fu Giovanni Maria «Thome» di Locarno pronunciano il loro arbitrato. Essi condannano il comune di Mergoscia a pagare 250 lire di terzoli al comune di Minusio per detto cancello.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 49 550 x 300 mm, righe 67. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 501.

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20 ottobre 1539, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Johannes Escher di Zurigo, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Bedano, da una parte, e quello di Torricella, dall'altra, per i danni causati al comune di Torricella dal corso della Barbelina e per la richiesta di un indennizzo di 1000 scudi d'oro preteso come risarcimento. Il capitano libera Bedano dalla richiesta e condanna entrambe le parti ad accordarsi per spazzare, entro la festa di S. Maria, l'alveo del fiume e a ripararne gli argini, anche se la Barbelina scorre nel territorio di Bedano.

Notaio rogatario: Iohannes Christophorus Cribellus de Puyra p.i.a.n. Lugani et Vallis ac comunitatis f. domini Iohannis Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 12 320 x 350 mm, righe 29. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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29 ottobre 1539, Menzonio/Brontallo

Patti e convenzioni / Instrumentum faule et tense ac pactorum

La generale vicinanza del comune di Menzonio e Brontallo, convocata dal console Giacomo del fu Giovannone «Ielmeti», decreta la faula sulla montagna «in Saxeletum supra Pyaninum de la Caxana», nella quale sarà proibito, anche al caricatore dell'alpe, il divieto di condurre bovini, bestie minute e cavalli. Essi decidono inoltre il divieto di falciare fieno nei pascoli riservati alle vacche da metà giugno alla vigilia della festa di San Bartolomeo.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus, f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 9 (= vecchio I/09) 430 x 305 mm, righe 54. Un forellino dovuto a rosicatura, alcune gore di umidità.

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La data topica manca; l'assemblea dei vicini è convocata «in platea de la Clexia» (riga 4), si presume di una delle due terre del comune.

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21 novembre 1539, Bellinzona

Arbitrato

Nella lite tra i comuni della Val Morobbia e di Giubiasco, da una parte, e il comune di Camorino dall'altra, in merito al fiume Morobbia, gli arbitri Giovanni «del Monte» del fu Pietro «de Serta» in Val Morobbia, abitante a Monte in Val Morobbia, e Antonio del fu Pietro di Pedevilla di Giubiasco, arbitri eletti da parte di Camorino, e Domenico detto «Capeletii» del fu Lorenzo «de Miachis» di Vigana di Camorino e Pietro del fu Leonardo «Scarsis» di Camorino, arbitri eletti da parte di Giubiasco e Val Morobbia, annullano la sentenza di Dietrich «In der Halten» di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona, del maggio 1539 e dichiarano che gli uomini di Val Morobbia e Giubiasco devono riparare il letto del fiume nel territorio di Camorino a difesa dei beni di Giubiasco e Val Morobbia, che il fiume Morobbia deve scorrere in mezzo ai ripari fatti da quelli di Giubiasco e Val Morobbia e da quelli di Camorino e che la strada francesca nel territorio di Camorino, qualora venisse devastata dalle acque delle Morobbia, deve essere riparata da entrambi.

Copia semplice; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 28 980 x 220 mm, righe 96. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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5 gennaio 1540, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Maria del fu Domenico «de Rafagnio», abitante a Locarno, vende ai fratelli Martino e Pietro, figli del fu Matteo «Banizii» di Minusio sette appezzamenti di terreno nel territorio di Minusio «ad Mirandam» e «ad Mirandulam» [verosimilmente nella zona di Moranda]. Il prezzo di vendita è di 275 lire di terzoli.

Notaio rogatario: p.i.a.n., f.q. domini Dominici.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 50 540 x 380 mm, righe 69. Pergamena mutila della metà sinistra inferiore, asportata probabilmente mediante taglio, lacerazioni lungo i bordi, estese rosicature nella metà superiore e lungo le piegature. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 474; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 501.

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12 gennaio 1540, Bignasco

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Locazione / Instrumentum investiture seu locationis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Zanne del fu Guglielmo del fu Zanne Antognetti, investe a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti, Giovanni Giacomo del fu Bernardino Rossallini di Locarno del diritto di tagliare legna nei boschi situati nel territorio di Bignasco, ad eccezione dei boschi sottoposti a «faura» che i vicini riservano per sé. In virtù della locazione il conduttore rimette un debito di 300 lire di terzoli. Le parti stipulano inoltre alcuni patti che regolano lo sfruttamento dei boschi locati. I fratelli Zanne e Giacomo del fu Cristoforo Calgari, Guglielmolo del fu Bugnasco Calgari e i fratelli Simone e Cristoforo del fu Giacomo Simonini, vicini di Bignasco, si oppongono all'investitura in oggetto perché pregiudica la loro intenzione di tagliare il bosco in questione e venderne la legna a certi mercanti.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 127 740 x 410 mm, righe 78. Alcuni fori di piccole dimensioni in particolare lungo le pieghe.

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26 gennaio 1540, Bellinzona

Costituzione di dote / Instrumentumdottis et antifacti

del fu Michele «Abatis» di Daro investe a titolo di pegno, dote e donazione «propter nuptias» Gia, sua e figlia del fu Antonio «del Michaele de la Cha» di Daro, che già da 2 anni intende sposare «anullis argenteis et domus eius habitationis», di 154 lire e mezzo di terzoli, 103 dei quali ricevuti a titolo di dote dal fratello Donato e i rimanenti 51 e mezzo sborsati da Bernardino a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine del borgo e del contado di Bellinzona. L'atto è rogato davanti a Dietrich «In der Halten» di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Iovannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 91 (v.n. A. XV/8) 595 x 360 mm, righe 65. Lacune nel margine destro superiore e alcune rosicature lungo le piegature. Sulla stessa pergamena figurano la presente costituzione di dote (righe 1-32) e la rinuncia e ricevuta (righe 33-65), dello stesso giorno.

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26 gennaio 1540, Bellinzona

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis

Giacomina del fu Antonio «del Michaele de la Cha» di Daro, moglie di Bernardino del fu Michele «Abatis» di Daro, con il consenso del marito, rinuncia ad ogni pretesa ereditaria nei confronti del fratello Donato del fu Antonio «del Michaele de la Cha» di Daro, e dichiara di ricevere 103 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Iovannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 91 (v.n. A. XV/8) 595 x 360 mm, righe 65. Lacune nel margine destro superiore e alcune rosicature lungo le piegature. Sulla stessa pergamena figurano la costituzione di dote (righe 1-32) e la presente rinuncia e ricevuta (righe 33-65), dello stesso giorno.

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14 febbraio 1540, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Tognino del fu Giovanni Scolari di Isone, abitante a Canobbio, agente anche a nome del fratello Bernardino, vende a Rocco del fu Cristoforo di Seregno di Lugano un prato con piante di noci e di salici situato nel territorio di Lugano «in Giosseto, che i detti fratelli avevano acquistato il 27 maggio 1527 (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 273) da Giovanni Pietro del fu Domenico del fu Lugano di Caragna al prezzo di cinque ducati e mezzo d'oro larghi. Il prezzo della vendita è di cinque ducati e mezzo d'oro larghi.

Notaio rogatario: Dominicus Canevalius p.i.a.n. Lugani et cetera f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 275 580 x 195 mm, righe 78. Alcuni piccoli fori e una lacuna lungo parte del margine verticale sinistro. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, p. 63.

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23 febbraio 1540, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis et pigneris

Guglielmo del fu Guglielmo «Pedreti» di Fontané dichiara di aver ricevuto in prestito 100 lire di terzoli da Leventino del fu Giovanni «Leventini» di Mairengo, anziano della chiesa di S. Siro di Mairengo, e promette di corrispondere un fitto annuo di un sesino per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Giovanni pone a garanzia del debito un terreno a prato e campo situato nel territorio di di Fontané «in Basencho ad Campeliam».

Notaio rogatario: Waltherus f.c. Iohannis Pedrine de Ayrolo p.s.i.a.n. comunitatis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 14 370 x 205 mm, righe 50.

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24 febbraio 1540, Menzonio

Sentenza / Sententia

Nella lite fra il comune di Broglio, rappresentato dal console Michele del fu Antonio «Michaelis» di Broglio e da altri cinque uomini, da una parte, e il comune di Brontallo e Menzonio, rappresentato dal console Giovanni Todeschini, dal notaio Bernardo Franzoni di Cevio e da altri quattro uomini, dall'altra, in merito al tratto di strada tra i mulini di Menzonio e i Prati di Ruino, Lorenz Zukler di Lucerna, commissario di Valmaggia e Lavizzara, condanna il comune di Broglio a farsi carico della costruzione e della manutenzione della strada, salvo un contributo «una tantum» di 20 giornate di lavoro da parte di Brontallo e Menzonio. In merito alla suddivisione del territorio tra i due comuni, come proposto da Broglio, il commissario rinvia la decisione alle rispettive assemblee viciniali.

Notaio autenticante (della copia da originale): Gullielmus p.i.a.n. f.q. Iohannis de Puteo de Zumano Vallismadie Notaio rogatario: Iohannes Antonius Bernardi Franzoni de Cevio n.p.

Copia autentica; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 10 (= vecchio I/10) 530 x 290 mm, righe 60. Alcuni forellini e rosicature di lieve entità lungo i margini.

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15 marzo 1540, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Stefano del fu Franchino «de Cassina» di Brusino Arsizio, procuratore di Ramono del fu Michele «de Ramono» di Brusino Arsizio e di Domenico Zoppo del fu Antonio «de Ramono» e agente a loro nome, vende ad Antonio Maria del fu Pietrone «de Tamagnino» di Besazio e a Giorgio del fu Bernardo «del Sertore» di Stabio abitante a Besazio, un appezzamento di bosco situato nel territorio di Besazio «a Pio», al prezzo di 20 fiorini, garantiti da una dichiarazione di debito.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n.p. (sic) Lugani et Vallis et f.c. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 15 510 x 195 mm, righe 92. Il documento è stato strappato in due frammenti. Alcuni fori, in particolare nelle pieghe.

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27 marzo 1540, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Margherita figlia ed erede del fu Donato di Artore, con licenza del marito Giovanni di Intragna della pieve di Locarno, famulo ed eredi di Battista di Codeborgo, vende a Giovanni del fu Giacomo «de Lagheto» di Bellinzona, agente a nome

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1095 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete proprio e del fratello Tommaso, il diritto d'erba e di alpeggio per 5 vacche sull'alpe d'Arbino. Il prezzo di vendita è di 105 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 92 (v.n. A. XV/7) 600 x 230 mm, righe 65. Piccola lacerazione nel margine destro superiore e piccole rosicature lungo i bordi.

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31 marzo 1540, Daro (Bellinzona)

Elezione di procuratori e mandato / Instrumentum mandati et procure

L'assemblea dei vicini di Pedemonte e Daro nomina procuratori Andrea del fu Bonolo «de Fontana», Giovanni Giorgio «de Iohanoto», Giovanni Donato del fu Pietro «Reddi», tutti di Daro, e Giacomo del fu Pietro «Giani» di Pedemonte per i prossimi 6 anni con l'incarico di rappresentare i detti vicini davanti ai consiglieri del borgo di Bellinzona, nella convenzione stipulata tra il comune di Bellinzona e i vicini di Daro e Pedemonte, da una parte, e i beneficiali e i sagrestani eletti presso la chiesa di S. Quirico di Daro, dall'altra, relativa alla residenza diurna e notturna di un prete presso detta chiesa e alla possibilità di surrogare un altro prete da parte dei vicini di Daro e Pedemonte.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 93 (v.n. A. XV/10) 530 x 310 mm, righe 59. Rosicature lungo i bordi.

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27 aprile 1540, Carona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Carlo de Fagnano di Milano del fu Battista, preposito della chiesa di S. Maria di Torello, dichiara di avere ricevuto da Giorgio del fu Giovanni Aprile di Carona, caneparo del comune per gli ultimi tre anni, 21 lire imperiali e un capretto a pagamento della decima di Carona per tale periodo, spettante alla chiesa di Torello.

Notaio rogatario: Iacobus Bernardinus de Caxella de Carona p.i.a.n. Lugani et f.q. domini Alberti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di Torello (Carona) 16 235 x 120 mm, righe 45. Piccoli fori lungo le pieghe. Regesto: Collovà Cotti, Archivio storico, p. 59.

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29 aprile 1540, Como

Retrovendita / <...>

Bianca di Olgiate, figlia di Bernardo e moglie del fu Cesare Galli, abitante a Como, agente a nome dei figli Giovanni Angelo e Sebastiano Galli, vende ai fratelli Battista prete, Pietro Antonio e Cipriano della Torre di Mendrisio del fu Francesco, un appezzamento di terra situato a Vacallo, che il fu Cesare Galli aveva acquistato dai detti fratelli per 100 lire imperiali, affittandolo poi agli stessi per un canone annuo di un moggio di frumento. L'atto è approvato dal console di giustizia di Como, Bernardino Vaccani. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Torriani 18 (= cart. 182, nr. 12) 445 x 320 mm, righe 68. Il frammento è privo della parte finale, asportata mediante taglio; numerosi piccoli fori, una corrosione lungo il margine destro e un taglio di grosse dimensioni in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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7 giugno 1540, Locarno

Concessione

Jost von Diesbach di Berna, podestà e commissario di Locarno, su richiesta di Zanone «de Trocho» e Antonio Galli, agenti a nome del comune di Arcegno, concede al detto comune di eleggere un cappellano per l'officiatura della locale chiesa di S. Antonio, nonostante la proibizione contenuta in una sentenza pronunciata dallo stesso podestà e commissario in una causa tra il prete Antonio «Abondii» di Ascona, cappellano della detta chiesa, da una parte, e il detto comune, dall'altra.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo aderente di Jost von Diesbach di Berna, podestà e commissario di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento. In calce al testo si riconoscono i fori praticati nella pergamena per l'apposizione del sigillo e l'impronta della cera.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Arcegno 2 (= 43.7/1) 420 x 230 mm, righe 30. Numerose rosicature lungo le pieghe. Sottoscrizione autografa di Jost von Diesbach. Edizione: Borrani, Appunti di storia losonese, pp. 154-155.

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30 agosto 1540, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

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Elisabetta, figlia ed erede di Giacomo Magoria di Bellinzona e moglie di Bernardo del fu Giovanni Molo di Bellinzona, col consenso del marito vende a suo genero Bartolomeo del fu capitano Battista Borgo, abitante a Bellinzona, un terreno arativo e a vigna situato nel territorio di Bellinzona «in Vineis de Campanea» e sette campi a vigna, prato ed arativo situati «in Salegio» e locati ai detti coniugi da Giacomo Musato e dagli eredi di Donato Gosso «del Bonalia» di Ravecchia. Il prezzo della vendita è di 3000 lire di terzoli. La vendita avviene a pagamento totale della dote di Caterina, figlia dei detti coniugi e moglie di Bartolomeo.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 240 665 x 440 mm, righe 59. Alcune macchie nella parte iniziale e cinque piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte finale del documento.

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9 settembre 1540, Cresciano

Sentenza

Heinrich Planzer, già vicario di Blenio, Werner Burghi, consigliere di Svitto, e Peter Lussi di Unterwalden, che siedono in tribunale, nella causa tra Giovanni Giacomo di Dangio, caneparo di Val Blenio, e il notaio Giovanni Antonio «del Monacho» di Malvaglia, procuratori del comune di Val Blenio, da una parte, e Pietro Pellanda, caneparo di Riviera e procuratore di Claro, agente a nome del comune di Riviera, in merito al pastorizio dei cavalli che pernottano nel territorio di Riviera, dichiarano in appello che gli uomini di Riviera devono tenere i cavalli di Blenio per un sestino di terzoli per notte, ma se i cavalli non sono tenuti sui pascoli designati, quelli di Blenio sono tenuti a pagare 8 soldi per i danni.

Notaio sottoscrittore: Melchior Rosenberg de Unterwaldo.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera verde sotto carta di Heinrich Planzer di Uri. Nel campo lo scudo con l'arma personale (croce sormontata da un trilobo, che poggia su duepiedi, ai lati due cerchi). La leggenda racchiusa in una doppia cornice risulta pressoché inintelligibile.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 69 430 x 325 mm, righe 48. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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18 novembre 1540, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete Pietro «de Viventio» di Giubiasco del fu Vivenzio di Blenio, agente anche nome del fratello Donato, vende a Francesco del fu Michele «de Duno», abitante a Bellinzona, un appezzamento di terreno prativo nel territorio di S. Antonino «in Abiogio». Il prezzo di vendita è di 250 lire di terzoli, i quali sono assegnati a Francesco e ai suoi fratelli da Giovanni Antonio «de Zezio», abitante a Bellinzona, secondo una vendita fatta da detto Francesco a Giovanni Antonio

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1098 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete per una casa nel borgo di Bellinzona in contrada «de Ruguyronibus» «ad domum illorum de Nuyronibus», in quanto i tre fratelli «de Vivenzio» erano tenuti a versare le 250 lire di terzoli a Giovanni Antonio «de Zezio» per i fitti mancanti, secondo i calcoli fatti dal prete Pietro «de Vivenzio», da una parte, e Giovanni Antonio «de Zezio», dall'altra.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 94 (v.n. A. XV/9) 530 x 250 mm, righe 63. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 novembre 1540, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Stefano del fu Martino Tortelle di Minusio, console di Minusio, Matteo del fu Martino Grammatici, Giorgio Leoni, entrambi credenziari di Minusio e Rivapiana, agenti a nome proprio e di detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Giovanni Giacomo del fu prete Valentino di Maggia, abitante a Minusio, di metà di una «terzirola» nel territorio di Minusio «in Tractu de Borencho», al canone annuo di un'oncia di biada di mistura, all'oncia di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. constitutus f. q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 51 715 x 240 mm, righe 98. Piccole macchie di umidità. Sottolineature in matita blu. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 21 (1941), pp. 463-476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 502.

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5 gennaio 1541, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Vanola «del Angelo» di Ravecchia vende a Cristoforo del fu Melchione «Michaleti de Leucho», abitante a Bellinzona, mezza pertica arativa con un filare di vite situato a Pedevilla, nel territorio di Giubiasco, «ad Campilios», al prezzo di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 16 415 x 275 mm, righe 50.

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8 gennaio 1541, Bironico

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Martino del fu Taddeo Martella di Drossa, console del comune di Medeglia e agente a suo nome, dichiara di avere ricevuto dal comune di Isone, rappresentato dal console Pietro del fu Giovanni «Zapeli», 15 lire di terzoli a pagamento del canone annuo di locazione di alcuni beni.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petri Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 22 200 x 160 mm, righe 35. Alcuni piccolissimi fori nelle pieghe.

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8 gennaio 1541, Campione

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Bernardino del fu Mariano Rodari di Maroggia rivende a Bernardino Maroggino del fu Giovanni Rodari di Maroggia tre pertiche di un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Maroggia «ad Pulaxum», che il detto venditore aveva acquistato da Battista «de la Rugia» di Vico Morcote del fu Pietro al prezzo di 50 lire di terzoli. Il prezzo della retrovendita è di 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 9 310 x 350 mm, righe 53. Tre piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 gennaio 1541, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Il capitolo dei frati del convento e della chiesa di S. Francesco a Locarno, convocato al suono della campanella, su richiesta di Ludovico «de Marchatiis» di Locarno, guardiano, e costituito dai frati Protasio «Mazaghi» di Locarno, Elia di Ivrea, Antonino di Locarno, Vincenzo di Brescia, vicario, Giacomo «Novariensis», Andrea di Varese, Bernardino «de Martignonibus» di Gambarogno e Angelo «Georgii Vegie» di Locarno, nonché Tognio Tommaso del fu Matteo «Britii» di Locarno, procuratore del convento, da una parte, e Giovanni del fu Bernardino Filippino Orelli di Locarno, agente a nome proprio e della moglie Franceschina, figlia ed erede del fu Pietro Antonio «de Burris» detto «de Boreto de Orello» di Locarno, dall'altra, procedono alla permuta dei canoni. I primi devono a Giovanni un canone di 5 brente di vino o mosto, un canone di una brenta di vino o mosto, legato dal defunto Giovanni, avo paterno, del detto Giovanni e dal

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1100 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fratello Ercole, e un canone di 2 brente di vino o mosto bianco, pagato dagli eredi di Matteo di Giacomo Antonio Botta di Ascona. I frati ricevono in cambio da Giovanni un canone di 8 brente di vino o mosto rosso e bianco (in parti uguali), uno staio di mistura (segale e miglio in parti uguali), un paio di pollastri o galline e una lira di terzoli, pagato dagli eredi del fu Antonio «Iachatii» di Solduno.

Notaio rogatario: Ioannes Aloysius olim domini Ioannis Petri de Orello del Locarno p.n. Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n. f.q. domini Petri Antonii Valmagini de Locarno, et n. constitutus, laudatus et approbatus per consilium magnifice comunitatis Locarni et Plebis ad explendum, complendum et in publicam formam redifendum seu redigi faciendum omnia et singula instrumenta, acta et processus relicta per nunc quondam dominum Ioannem Aloysium olim domini Ioannis Petri de Orello de Locarno olim p.n.

Originale estratto da imbreviature (1568 novembre 8); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 128 780 x 390 mm, righe 113. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Piccoli fori, dovuti a rosicatura, nonché macchie.

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22 gennaio 1541, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Carlo «Fra de Ruginello», ora abitante ad Arbedo, agente anche a nome del prete Giovanni Maria suo fratello, vende ad Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, abitante a Bellinzona, una quota del canone di locazione versato dagli eredi del fu Giovanni Antonio di Lostallo e dai fratelli Giovanni e Tognino «del Sbroda» di Ravecchia, a cui tale canone era stato locato il 12 aprile 1389. Tale quota, gravante su un sedime con casa e diversi edifici e su nove terreni situati nel territorio di Bellinzona «ad Ravegiam», «in Vineis post Sanctum Blasium», «ad Campitios», «in Campitiis» e «ad Bolam», ammonta a cinque congi di mosto bianco, due staia di frumento, quattro lire di terzoli e due capponi, e costituisce la parte spettante ai detti venditori e proveniente dalla divisione fatta con i loro fratelli Francesco detto «Ratonus» e Bernardino dei beni acquistati nel giugno 1525 dal fu Giovanni Maria Zacconi del fu Nicolao abitante a Bellinzona al prezzo di 1200 lire di terzoli. Il prezzo della vendita è di 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 2 1080 x 195 mm, righe 157. L'atto è costituito da due pergamene cucite insieme.

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12 febbraio 1541, Bellinzona

Deposizioni giurate / Instrumentum relationis testamenti

Su richiesta del caneparo del comune di Carasso, Il prete Antonio del fu Nicolao Gabuzzi, rettore della chiesa di S. Andrea di Carasso, e altri sei vicini di Carasso, dichiarano sotto giuramento che la defunta Giovannina, vedova di Giovanni «del Piffaro» di Carasso, nel proprio testamento aveva nominato erede universale la figlia Donata, disponendo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1101 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete che quest'ultima facesse celebrare la funzione del trigesimo e recitasse ogni lunedì il Requiem sulla sua tomba. Se la detta Donata fosse morta senza eredi, tutti i beni della testatrice sarebbero andati alla chiesa di S. Andrea. La deposizione avviene davanti ad Ulrich von Eggenburg di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona, che conferma il testamento.

Notaio rogatario: Dominus Ayroldus Ruscha n.p. Berinzone f.c. nobilis domini Iohannis. Notaio estraente: Andreas Ruscha f. spectabilis domini Lutherii phisici p.i.a.n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone ... ad explendum ... cartas ... traditas ... per condam dominum Ayroldum Ruscham.

Originale estratto da imbreviature (1563 ottobre 26); lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 17 475 x 250 mm, righe 57. Uno strappo e diversi fori di piccole dimensioni, quattro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 121-122, nr. 17; Bassetti, Pergamene di Carasso, p. 688, nr. XII.

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16 febbraio 1541, Sornico

Patti e ordini / Instrumentum pactorum et ordinamentorum

Nella vertenza tra il comune di Prato, da una parte, e il comune di Broglio, dall'altra, in merito all'estensione delle faule, Giovanni del fu Lafranco «Iohannis» di Prato, console di Prato, Giacomo del fu Pietro «Roine» (?) e Martino del fu Adamo «Martineti», deputati di Prato, da una parte, e Zane del fu Giacomo «Francischi», Giacomo Antonio del fu Antonio «Michaelis» e Giovanni di Giovanni «Andrioli», tutti di Broglio, deputati del comune di Broglio, dall'altra, dopo aver ratificato tutti gli ordini precedenti, stabiliscono che su tutto il versante di Rima non viene posta nessuna faula mentre definiscono una faula sul versante opposto, dal riale di Tomeo in su, fissando i periodi in cui vi è consentito il pascolo con le bestie che restano a casa, cioè due vacche «et aliios bestioles» oppure con cavalli; essi stabiliscono una seconda faula in cui è proibito ai vicini di Broglio di condurre animali al pascolo da metà giugno a metà settembre, e fissano una pena di 20 soldi al giorno per i contravventori.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f. Filipi Rossie de Cevio

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 2 (= vecchio II/02) 435 x 320 mm, righe 66. Una lacerazione nel margine superiore, alcuni fori di piccole e medie dimensioni, dovuti a rosicatura e a usura, nella parte superiore.

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<9> <1541>, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

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Antonio e Batolomeo vende a Ippolita del fu Andrea di Codeborgo di Bellinzona, moglie di Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, un campo arativo e vignato situato nel territorio di S. Antonino «al Mot», al prezzo di ....>. Ippolita del fu Andrea di Codeborgo di Bellinzona, moglie di Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Bernardo del fu Polo «del Moto» di San Leonardo, nel territorio di Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Antonio e Batolomeo, di un campo arativo e vignato situato nel territorio di S. Antonino «al Mot», al canone annuo di tre staia di formentata di frumento e segale.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 3 340 x 360 mm, righe 45. Del primo atto rimangono l'actum, i testimoni e la sottoscrizione del notaio: tutto il resto è stato asportato mediante taglio. Diversi piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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14 novembre 1541, Cevio

Sostituzione di beni / Instrumentum assignationis

Zane del fu Giovanni Ricti di Bignasco dichiara davanti a Sebastian Omlin di Obwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, di avere venduto a Giacomo del fu Zanino di Giacomo Iselmi di Cavergno alcuni beni situati «ad Piodatium», sui quali suo padre aveva garantito un'elemosina, e di avere in seguito assegnato al detto Giacomo un campo sul quale Elena, sua matrigna, ha l'usufrutto vitalizio. Ora lo stesso Zane, per non venire meno alla volontà del padre e per risarcire l'acquirente del danno derivante dal versamento dell'elemosina, assegna a quest'ultimo il detto campo e tutti i beni immobili posseduti dalla detta Elena fino all'ammontare dell'elemosina, che Giacomo promette a sua volta di versare.

Notaio rogatario: Antonius de Albertis de Cavergnio habitator Cevii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 129 490 x 155 mm, righe 81. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Tre tagli d'annullamento.

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14 novembre 1541, Cevio

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Zane del fu Giovanni Ricti di Bignasco rinuncia nelle mani del notaio Antonio Alberti, che agisce a nome del comune di Bignasco, ad ogni sua pretesa verso il detto comune a causa di una sentenza pronunciata in suo favore per una proprietà chiamata la Spada, da lui stesso venduta a Giacomo del fu Antonio Paroli di Cavergno. Il detto Zane confessa di avere ricevuto dal comune di Bignasco otto scudi d'oro, compresi tre scudi assegnati a Zane del Ponte e due al notaio rogatario per le spese.

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Notaio rogatario: Antonius f. magistri Petri Alberti de Cavergnio habitator in Cevio p. n. Vallis Madie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 128 485 x 140 mm, righe 69.

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23 dicembre 1541, Cevio

Rinuncia / Instrumentum renuntiationis

Giovanni Antonio detto Bronzo di Filippo Franzoni, Giovanni Antonio di Bernardo Franzoni e Bernardo Zoveno del fu Filippo notaio di Bernardo Franzoni, agente anche a nome dei suoi fratelli Giorgio e Francesco, rinunciano nelle mani del comune di Campo Vallemaggia all'assegnazione fatta il 14 dicembre 1502 dal detto comune a Filippo Franzoni e a suo figlio Bernardo notaio, di tutti i boschi di larice, faggio e quercia situati nel territorio comunale, ad eccezione della quota del bosco «de Matignalo» assegnata a Bernardo Zoveno in un atto rogato nel 1540.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f. Filipini Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 47 515 x 295 mm, righe 65. Piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, macchie e quattro cuciture di restauro. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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16 gennaio 1542, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Giovanni Ressiga di Fusio vende a Guglielmo del fu Lanfranco Zanoni, agente a nome della chiesa di S. Maria di Fusio, un terreno situato nel territorio di Fusio «subtus Cinctos», al prezzo di 18 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n., f. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 26 270 x 205 mm, righe 52. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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28 gennaio 1542, Lugano

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Sentenza / Instrumentum sententie

Kaspar Imhof di Uri, capitano di Lugano, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Tremona, rappresentato da Paolo di Centovalli e da Pietro Antonio «Catherine», da una parte, e Bernardino e Francesco padre e figlio «de Maziis» di Tremona, dall'altra, in merito al pagamento del salario dei consoli di Tremona. Il capitano giudice condanna i detti «de Maziis» a pagare il salario, come richiesto dalla parte avversa.

Notaio rogatario: Iohannes Albertus Cribellus de Puyra p.i.a.n. et causarum Lugani, f.c. domini Iohannis Antonii.

Sigillo: deperdito. Resti minimi di cera verde del sigillo di Kaspar Imhof di Uri, capitano di Lugano, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 71 435 x 340 mm, righe 33. Alcune rosicature nel bordi e nell'angolo inferiore sinistro e un taglio di medie dimensioni nell'angolo inferiore destro.

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13 marzo 1542, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Il capitolo dei frati del convento e chiesa di S. Francesco a Locarno, convocato al suono della campanella, su richiesta di Ludovico «de Marchatiis» di Locarno, guardiano, e costituito dai frati Antonio «Thome» di Locarno, custode, Vincenzo di Brescia, Antonino di Locarno, Andrea di Vigevano, Angelo di Locarno, e Bernardino «de Martignonibus» di Gambarogno, nonché Giovanni Filippino Orelli e Tognio Tommaso «Britii», procuratori del convento, da una parte, Giovanni Maria detto «Mariota» del fu Giacomello «Burbaglii de Cero», abitante a Burgaglio del Consiglio Mezzano, dall'altra, procedono alla permuta dei canoni. I primi decono a Giovanni Maria un canone di 2 brente di vino o mosto bianco, pagate da Tommaso del fu Pietro «Tamoni Girardi» di Minusio, gravante su un terreno arativo e vignato «a rumpata» con filari nella campagna di Minusio «ad limidum in Tractu de Borencho». I frati ricevono in cambio da Giovanni Maria un canone di 2 brente di vino o mosto bianco, pagato dal detto Tommaso, gravante su due appezzamenti di terreno arativo e vignato «a rumpata» «in Tractu de la Bola» e «ad Ronchum illorum Tamoni de Menuxio».

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n., f.q. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 129 730 x 375 mm, righe 91. diversi fori di piccole e medie dimensioni, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché alcune macchie.

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14 marzo 1542, Lugano

Sentenza / -

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1105 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Kaspar Imhof di Uri, podestà e commissario di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Gerolamo del fu Francesco Rusca di Comano, da una parte, e Giovanni Antonio detto Giona di Campione relativa a certi beni situati nel territorio di Bré. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 10 310 x 300 mm, righe 42. Il documento è gravemente danneggiato da fori, macchie, strappi e lacerazioni, in particolare nella parte inferiore, in seguito ad un suo adattamento a copertina di fascicolo del cartulario notarile di Cesare Trefogli di Torricella del 1539. In alcuni fori tracce di filo.

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4 aprile 1542, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Giacomo «del Storno» di Carmena, agente anche a nome del fratello Giacomo, vende a Giacomo del fu Giovannolo Scalabrini di Carmena un edificio diroccato situato nel territorio di Valle Morobbia, nel villaggio di Carmena «ad Righeram», al prezzo di 20 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Rsa f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 30 340 x 200 mm, righe 48. Numerosi fori causati da microorganismi.

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19 aprile 1542, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Il notaio rogatario Giacomo del fu Giovannetto di Giacomo Ferrari di Maggia, agente anche a nome dei suoi fratelli Zane e Zane (sic), vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Pietro del fu Guglielmo Franzini, una quota di pascolo e tre case con altri beni immobili che suo padre aveva acquistato dai fratelli Pietro e Giacomo del fu Giovanni Pedroia di Maggia sull'alpe di Nimi, nel territorio di Gordevio, già vendute a voce al comune dal detto suo padre. Il venditore specifica quali edifici situati sull'alpe vengono ceduti. La vendita, che avviene con il consenso dei detti fratelli Pedroia, avviene al prezzo di 1400 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus p.i.a.n., f.c. Iohaneti olim Iacobi Ferrarii de Ferrariis de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 48 610 x 230 mm, righe 101. Sette fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1106 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

12 maggio 1542, Bellinzona

Rinuncia /

Maria del fu Pedrone Dell'Ambrogio di Prada e moglie di Stefano del fu Togno «de la Nexia» di Prada, col consenso del marito, rinuncia ad ogni pretesa ereditaria nei confronti di suo fratello Giovanni, agente anche a nome dei figli, e dichiara di ricevere dal detto fratello 200 lire di terzoli a pagamento totale della sua dote.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 241 580 x 190 mm, righe 68. L'atto presenta annerimenti diffusi lungo i margini, causati da una sua possibile esposizione ad una fonte di calore ed è stato tagliato in corrispondenza della parte finale della sottoscrizione notarile. Rosicature nella parte iniziale e alcuni piccoli fori.

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14 maggio 1542,

Dichiarazione / Ordinatio et promissio

Il consiglio di Bellinzona, respingendo la richiesta di Sebastiano Todesco, incantatore dell'erbatico del comune di Bellinzona per l'anno in corso, assolve Giovanni Zanetti del fu Pietro e Bertramo «de Vignatiis» di Isone dall'accusa di pascolo abusivo e dichiara che i detti uomini fatto un uso legittimo dei pascoli «de Corono et super locum de Conbroxini», locato al comune di Isone dal comune di Bellinzona il 18 aprile 1389 (cfr. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 2).

Notaio rogatario: - Notaio estraente: Simon Zaconus f.c. domini Ioannis Marie p.i.a.n. <...> comunitatis canzelarius.

Originale estratto dai libri delle provvisioni del comune di Bellinzona (-); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 17 bis 355 x 190 mm, righe 52. Macchie e incrostazioni scure rendono lacunoso il documento nella sua parte finale. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni e una grossa lacerazione lungo le pieghe.

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10 luglio 1542, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Piazzogna, rappresentato da Andrea di Bertramo Viviani e Pietro Bonetti, da una parte, e il comune di Vira,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1107 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete rappresentato da Martino di Magadino, Lorenzo «Peling» di Vira e Antonio detto Tona di Fosano, dall'altra, in merito alla proprietà dell'alpe detto «de la Wadina» o «Negia» (compresa l'alpe «Parva»), che una precedente sentenza del landvogt di Locarno Anton Auf der Maur di Svitto nel 1541 aveva riconosciuto a quelli di Vira. I sindacatori annullano la detta sentenza, confermano che l'alpe «de la Wadina» appartiene per un terzo ognuno ai comuni di Piazzogna, Vira e Indemini, annullano parimenti l'assegnazione dell'alpe «Parva» a Vira, confermano i diritti di entrambe le parti e infine dichiarano che in caso di ulteriori discordie al proposito si dovrà ricorrere nuovamente al landvogt di Locarno.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Joachim Bäldi di Glarona, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio.

Originale (?); ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 52 680 x 400 mm, righe 70. Tre fogli di pergamena cuciti insieme. Piccole macchie brune che rendono parzialmente lacunoso il testo; fori di piccole dimensioni lungo le pieghe e undici fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, p. 74.

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10 luglio 1542, Bironico

Locazione con convenzioni / Instrumentum livelli et pactorum

I procuratori dei comuni di Medeglia e Drossa, di Bironico, di Camignolo e di Rivera, ciascuno per un quarto «pro indivixo», investono a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Giovanni del fu Giuliano del fu Leone, agente anche a nome dei suoi fratelli Bernardino, Paolo e Leonardo, nonché Antonio del fu Togno del fu Zanolo, Leone del fu Togno del fu Pietro, Antonio detto «Tona» del fu Pietro del fu Togno, agente anche a nome del fratello Giovanni Antonio, tutti «de Portegalis» di Medeglia e abitanti a S. Leonardo, dei terreni e dei beni immobili situati nel detto luogo di S. Leonardo entro una distanza dalla nuova chiesa di 156 gittate verso oriente, di 30 gittate verso meridione e di 40 gittate verso occidente, nonché di altri terreni situati a Robasacco e «subtus campaneam de Sancto Leonardo post mottum del Pollo». Il canone annuo convenuto è di otto fiorini, da suddividere tra i quattro comuni, e di una lira e quattro soldi di terzoli da versare come salario al «parochiano» della chiesa dei SS. Giovanni e Martino di Bironico quando celebrerà la messa nella chiesa di S. Leonardo nei giorni di S. Leonardo, di S. Maria nel mese di marzo, del primo martedì dopo Pasqua, della S. Croce di maggio, della Natività di S. Giovanni Battista, dell'Assunzione della Vergine, della Decollazione di S. Giovanni Battista, della Natività di Maria e dell'Esaltazione della Croce. I locatari si impegnano inoltre a svolgere i compiti di sacrestani della detta chiesa e a rispettare alcune condizioni riguardanti lo sfruttamento dei terreni concessi.

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. nunc c. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 26 1540 x 320 mm, righe 224. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Diversi fori di varie dimensioni e alcune macchie ed erosioni. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Bironico 19 , ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 27

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10 luglio 1542, Bironico

Locazione con convenzioni / Instrumentum livelli et pactorum

I procuratori dei comuni di Medeglia e Drossa, di Bironico, di Camignolo e di Rivera, ciascuno per un quarto «pro indivixo», investono a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Giovanni del fu Giuliano del fu Leone, agente anche a nome dei suoi fratelli Bernardino, Paolo e Leonardo, nonché Antonio del fu Togno del fu Zanolo, Leone del fu Togno del fu Pietro, Antonio detto «Tona» del fu Pietro del fu Togno, agente anche a nome del fratello Giovanni Antonio, tutti «de Portegalis» di Medeglia e abitanti a S. Leonardo, dei terreni e dei beni immobili situati nel detto luogo di S. Leonardo entro una distanza dalla nuova chiesa di 156 gittate verso oriente, di 30 gittate verso meridione e di 40 gittate verso occidente, nonché di altri terreni situati a Robasacco e «subtus campaneam de Sancto Leonardo post mottum del Pollo». Il canone annuo convenuto è di otto fiorini, da suddividere tra i quattro comuni, e di una lira e quattro soldi di terzoli da versare come salario al «parochiano» della chiesa dei SS. Giovanni e Martino di Bironico quando celebrerà la messa nella chiesa di S. Leonardo nei giorni di S. Leonardo, di S. Maria nel mese di marzo, del primo martedì dopo Pasqua, della S. Croce di maggio, della Natività di S. Giovanni Battista, dell'Assunzione della Vergine, della Decollazione di S. Giovanni Battista, della Natività di Maria e dell'Esaltazione della Croce. I locatari si impegnano inoltre a svolgere i compiti di sacrestani della detta chiesa e a rispettare alcune condizioni riguardanti lo sfruttamento dei terreni concessi.

Notaio rogatario: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. nunc c. domini Tadey.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 27 970 x 380 mm, righe 180. Il documento presenta diffusi annerimenti lungo tutti i bordi, alcune macchie e piccoli fori, nonché uno strappo nell'angolo superiore destro parzialmente cucito dopo la stesura del testo. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Bironico 19 , ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 26

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<10> <1542>, Bironico

Locazione con convenzioni / Instrumentum livelli et pactorum

I procuratori dei comuni di Medeglia e Drossa, di Bironico, di Camignolo e di Rivera, ciascuno per un quarto «pro indivixo», investono a titolo di enfiteusi ed eredità perpetua Giovanni del fu Giuliano del fu Leone, agente anche a nome dei suoi fratelli Bernardino, Paolo e Leonardo, nonché Antonio del fu Togno del fu Zanolo, Leone del fu Togno del fu Pietro, Antonio detto «Tona» del fu Pietro del fu Togno, agente anche a nome del fratello Giovanni Antonio, tutti «de Portegalis» di Medeglia e abitanti a S. Leonardo, dei terreni e dei beni immobili situati nel detto luogo di S. Leonardo entro una distanza dalla nuova chiesa di 156 gittate verso oriente, di 30 gittate verso meridione e di 40 gittate verso occidente, nonché di altri terreni situati a Robasacco e «subtus campaneam de Sancto Leonardo post mottum del Pollo». Il canone annuo convenuto è di otto fiorini, da suddividere tra i quattro comuni, e di una lira e quattro soldi di terzoli da versare come salario al «parochiano» della chiesa dei SS. Giovanni e Martino di Bironico quando celebrerà la messa nella chiesa di S. Leonardo nei giorni di S. Leonardo, di S. Maria nel mese di marzo, del primo martedì dopo Pasqua, della S. Croce di maggio, della Natività di S. Giovanni Battista, dell'Assunzione della Vergine, della Decollazione di S. Giovanni Battista, della Natività di Maria e dell'Esaltazione della Croce. I locatari si impegnano inoltre a svolgere i compiti di sacrestani della detta chiesa e a rispettare alcune condizioni riguardanti lo sfruttamento dei terreni concessi.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1109 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Notaio rogatario: Daniel de Ruschonibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. domini Thadei.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 19 900 x 330 mm, righe 187. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. La prima membrana è priva di alcune righe della parte iniziale, asportate mediante taglio, su cui figuravano la data e i nomi di alcuni fra i locatori. Gli elementi della data sono desunti dagli altri esemplari del documento. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 27 , ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 26

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31 agosto 1542, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Francesco del fu Michele «de Duno», abitante a Bellinzona, vende a Giovanni Antonio del fu Giovanni Mandelli, abitante a Lugano, un prato situato nel territorio di S. Antonino «in Abiogio», che il 18 novembre 1540 era stato locato dal detto Francesco al defunto prete Pietro «de Viventio» del fu Vivenzio di Blenio abitante a Giubiasco, agente anche a nome del fratello Donato, al canone annuo di 12 lire e mezza di terzoli. Il prezzo della vendita è di 250 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 4 430 x 300 mm, righe 47. Alcune piccole macchie.

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19 settembre 1542, Locarno

Sentenza / Sententia et declaratio

Joachim Bäldi di Glarona, podestà e commissario di Locarno, su commissione dei sindacatori dei XII cantoni pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Piazzogna, da una parte, e il comune di Vira, dall'altra, relativa al'alpe «de la Vadina», che una precedente sentenza del podestà e commissario di Locarno Anton Auf der Maur di Svitto aveva riconosciuto per un terzo di proprietà di Vira, lasciando pendente la questione circa l'alpe «de Parva». Il podestà, dopo avere constatato che l'alpe «de Sarbanciolo, Rierna et Parva» appartiene a Piazzogna, mentre l'alpe «de la Vadina» è di Vira, Piazzogna e Indemini, fissa i termini dei rispettivi possessi.

Notaio autenticante: Iohannes Aluisius p.i.a.n., f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno; lo scudo recante un leone è sormontato da un elmo con cimiero in forma di leone rampante. Legenda: S(IGILLVM) * IACOB * FERR *

Copia autentica (traduzione dal tedesco) (1546-1547 (?)); it.

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ASTi, Pergamene, Locarnese 53 435 x 510 mm, righe 39. Macchie e fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, pp. 74-75.

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<...> gennaio <154>3 o <157>3, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Donato del fu Giacomo del G<...>, agente anche a nome dei suoi fratelli Giovanni e Antonio, vende a Giacomo del fu Donato «Belore» di Pianezzo in Valle Morobbia, agente anche a nome di suo fratello Giovanni e di Pietro del fu Antonio del fu Giovanni «Belore», la metà di un appezzamento a bosco, selva e sassi con parte di una costruzione coperta a piode nel territorio di S. Antonino « Schelgiera» e la metà di un appezzamento a selva e sassi nel medesimo territorio «ad Domos illorum de Bassis», al prezzo di 125 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator e.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 21 (= cart. 3ca, nr. 25) 495 x 190 mm, righe 61. Pergamena gravemente danneggiata da umidità, rosicature e lacerazioni. Tutte le righe sono prive della parte iniziale, altre lacune lungo il bordo superiore e nel quarto superiore.

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17 marzo 1543, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Heinrich Riffli di Zugo, «de Pero» di Lugano, dall'altra, per un diritto di passo su una via situata tra la vigna di un certo Battista <...> e un suo piccolo ronco «in Coreno». I detti fratelli pretendono di avere tale diritto in base alla vendita fatta il 13 febbraio 1465 da Giovanni Ferrario di <...> del fu Maffeo e dai suoi figli Pietro e Bartolomeo a Franzolo Somazzi di Lugano. Il capitano dichiara che i detti fratelli non hanno alcun diritto su tale via.

Notaio rogatario: nicus Canevalius p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ambrosii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 276 320 x 165 mm, righe 42. L'atto è stato riutilizzato come copertina di un fascicolo: rimangono dei resti di filo di pergamena in alcuni fori praticati per tale reimpiego. Lacuna dovuta ad un taglio lungo tutto il margine sinistro e nella parte finale in corrispondenza della sottoscrizione notarile, diversi fori e uno strappo lungo la piegatura verticale centrale.

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18 aprile 1543

Arbitrato / Arbitramentorum instrumentum

Jost Büeler di Svitto, vicario di Riviera, Turchetto di Biasca suo luogotenente, Giacomo «Menghe» di Claro, caneparo di Riviera, e Antonio di Madrano, interprete di Riviera, tutti arbitri eletti nella lite tra i vicini di Lodrino, «Monte Parlo» e Prosito, da una parte, e quelli di Cresciano, dall'altra, in merito alla designazione di campari per la campagna appartenente a quelli di Cresciano sulle rive del Ticino verso Lodrino («causa ipsam campaneam camperizandi»), pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano che i vicini di Cresciano dovranno designare ogni anno un camparo per la detta campagna, che egli potrà imporre delle condanne solo dopo che un camparo di Lodrino avrà controllato e approvato le recinzioni della zona, che la stima dei danni dovrà essere compiuta da stimatori nominati da entrambe le parti, e infine che i proventi delle condanne dovranno essere divisi a metà tra di loro.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus filius domini Bertole notarii del Monacho de Malvalia vallis Blegnii p.n. necnon causarum comunitatis Ripperiarum scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Jost Büeler di Svitto, vicario di Riviera, parzialmente danneggiato. Nel campo stemma di famiglia: crampone rovesciato caricato di una mezza fascia dello stesso. Legenda: <...> OST * BV<...>

Originale; lat. ASTi, Sacchi 22 (= cart. 3c, nr. 16) 510 x 525 mm, righe 56. Il supporto è molto indurito; una lacerazione di circa 3 cm lungo il bordo superiore e alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Estese abrasioni del testo.

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22 aprile 1543, <...>

Testamento

Agostino di Petrolo «de Cataneis» di Riva S. Vitale abitante ad Albio detta il suo testamento e lascia al comune di Riva S. Vitale due moggi di frumento e quattro congi di vino annui che i suoi eredi dovranno dare nel giorno in cui gli uomini di Riva «vadunt <...>e Rovio»; a Caterina sua abiatica lascia 25 fiorini, alle sue sorelle Maddalena, Franceschina, Caterina, Giovannina «Magnesta» ed Elisabetta una lira di terzoli ciascuna, e ordina che nessuno dei suoi fratelli potrà togliere alcuna parte alla dote della moglie, nonostante il detto testatore abbia investito a titolo di dote di 110 fiorini ciascuna Giacomina moglie di suo figlio Giacomo «de Vera» e la moglie di suo figlio Manfredo. Infine assegna alla moglie Margherita l'usufrutto dei suoi beni purché essa osservi vita vedovile. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 33 460 x 260 mm, righe 56. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di fascicolo perché è stata tagliata lungo i margini laterali e in quello inferiore, e presenta fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali recano tracce di filo.

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26 aprile 1543, Sornico

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Guglielmo Ghisla di Peccia vende a Giacomo del fu Giacomo Albertolli di Fusio, procuratore della chiesa di S. Maria di Fusio e agente a suo nome, una quota di alpeggio sull'alpe Mognola, situato nel territorio di Fusio e in quello del Comune maggiore, al prezzo di 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus, f. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 27 330 x 270 mm, righe 48. Un grosso foro e un altro di medie dimensioni, entrambi risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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17 maggio 1543, Minusio

Locazione / Instrumentum hereditatis

Pietro «Martineti» di Campo Vallemaggia, abitante a Minusio, era stato investito a titolo di eredità perpetua dal comune e dagli uomini di Minusio di un canone annuo di 6 staia e mezzo di mistura da consegnare per s. Martino, come contenuto in una locazione del 4 settembre 1455. In seguito Pietro del fu Romerio «Gotardatii» di Minusio aveva avuto in vendita da Pietro del fu Gotardello «Gardete» di Minusio le migliorie sui beni di Pietro «Martineti» e nove appezzamenti di terreno nella campagna di Minusio «in Tractu de Asina seu Bolle», «in Tractu de Mezario», «in Tractu de Rompo», «in Tractu Fontino», «in Tractu Fontilli», «in Rono», «in Tractu Vallegie» e «in Fondo Fontilli», al canone annuo di 5 staia di mistura, allo staio di Locarno, da consegnare al detto comune. Ora Tona del fu Cristoforo «Baugii» di Minusio, console di Minusio e Rivapiana, Pietro del fu Domenico «Borgne» e Tommaso del fu Giacomo Scolari di Minusio, procuratori e credenziali, agenti a nome proprio e di detto comune, investono a titolo di eredità perpetua Pietro del fu Romerio «Gotardatii» di Minusio dei detti appezzamenti al canone annuo di 5 staia di mistura (segale e miglio per metà), allo staio di Locarno, da consegnare per la festa dis. Martino.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n., f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 52 640 x 480 mm, righe 85. Foro risalente alla lavorazione della pelle, nonché un foro e lacune nel margine destro, dovuti a rosicatura, nonché macchi e a tratti inchiostro sbiadito. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 474-475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 502.

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6 giugno 1543, Bellinzona

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Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Pietro del fu Giovanni «Doscie» di Moleno vende a Iemo del fu Bernardo «de Carlotto» di Gorduno un terreno a selva, sassi e bosco situato nel territorio di Moleno «ad Sprughum», al prezzo di 50 lire di terzoli. Il detto venditore viene poi investito a titolo di livello ed eredità perpetua del terreno appena venduto ad un canone annuo di due staia di castagne pestate.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 242 560 x 320 mm, righe 61. Un foro risalente alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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14 luglio 1543, Locarno

Concessione di privilegio / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta del cancelliere Giovanni Filippo Orelli e dei rappresentanti della comunità di Locarno, decretano che il consiglio della detta comunità potrà eleggere i suoi procuratori e notai, che tali elezioni dovranno essere confermate dal landvogt e che il consiglio, qualora un procuratore o un notaio verrà sollevato dall'incarico per malversazioni dal landvogt, potrà sceglierne il sostituto.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Joachim Bäldi di Glarona, landvogt di Locarno. L'arma nel campo reca una stella a sei punte. Legenda: <...>ACHI<...> * BELDY * 42

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 54 290 x 525 mm, righe 19. Fori di piccole dimensioni e due piccoli tagli nel margine inferiore.

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24 luglio 1543, Locarno

Sentenza / Instrumentum sententie et declarationis

Nella causa tra Matteo «Botte» e Graziano «Varentie», canepari della chiesa di S. Maria della Misericordia per l'anno 1541, e Cristoforo «Comazini» e Martinolo «de Bechariis», canepari della stessa chiesa per l'anno 1542, da una parte, e Cristoforo «Betatini» e Antonio Pancaldi, canepari della stessa chiesa per l'anno in corso, e Pietro di Cristoforo «Abondii» e Abbondio «Tartalie», procuratori del comune di Ascona, dall'altra, in merito all'esecuzione di una precedente sentenza pronunciata dagli ambasciatori dei XII cantoni nella lite tra frate Ugo di Lione «Santie», da una parte, e il comune di Ascona, dall'altra, che condannava quest'ultimo a risarcire al frate dieci scudi e le spese per vitto da lui sostenute dopo che fu espulso dal convento, Joachim Baeldi, commissario di Locarno, pronuncia la sua sentenza.

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Il giudice, considerata la presenza nel comune di molti poveri privi dei mezzi necessari a sostenere una condanna, decide che le parti in lite chiedano al padre predicatore attualmente dimorante nel convento se ritiene opportuno risarcire frate Ugo; in caso affermativo si ricorra ad alcuni beni mobili o immobili della chiesa, cercando di limitare i danni; egli ordina inoltre di tenere capitolo con l'attuale padre predicatore e con quelli che verranno in futuro [onde regolare i loro rapporti con il convento] e che qualora essi non accettassero le condizioni gli uomini di Ascona saranno liberi di tenerli o di espellerli dal convento.

Notaio rogatario: Ioannes Aluisius f.q. domini Ioannis Francisci Francioxii de Fantacino de Locarno p.i.a.a.n.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 28 (v.n. AST 30) 385 x 340 mm, righe 42. Rosicature di medie e grandi dimensioni lungo le piegature verticali; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 64-66, nr. 30.

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2 agosto 1543, Stabio

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis et livelli

Antonio Pellegrini detto «il Signore» del fu Giovanni, abitante a Stabio, vende a Giorgio «Chescia» del fu Bartolomeo, abitante a Morcote, «littoris lacus Lugani», due terreni situati nel territorio di Stabio «ad Vineam Georgini» e «ad Pratum del Brollio», al prezzo di 150 fiorini. Il venditore viene poi investito a titolo di livello perpetuo dei terreni appena venduti ad un canone annuo di 13 staia e mezzo di formentata da consegnare a Riva san Vitale a spese del detto Antonio.

Notaio rogatario: Nicolaus de Somazo p.i.a.n. Comi f.c. domini Christofori.

Originale; lat. ASTi, Torriani 19 (= cart. 88, nr. 16) 860 x 285 mm, righe 119. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e macchie di piccole dimensioni, in parte risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 agosto 1543, Baden

Conferma di privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta di Antonio Alberti, cancelliere di Vallemaggia agente a nome di quella comunità, confermano gli statuti e i privilegi della Vallemaggia, in particolare per quanto concerne la separazione da Locarno, la competenza dei giudici della valle nella cause che riguardano i suoi abitanti, la nomina di congiudici, le multe spettanti ai balivi e i beni delle «figlie di eredità».

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera bruna di Jakob Anderrüthi, landvogt di Baden, la cui impronta è priva di alcune

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1115 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete parti in corrispondenza della leggenda. Lo scudo nel campo, sovrastato da una stella a sei punte, porta una croce greca poggiante sulla lettera Z rovesciata. Legenda: IAKOB <... R>VTTI <...>

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 49 425 x 595 mm, righe 33. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a usura lungo le piegature. Regesto: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 43.

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11 agosto 1543, Cresciano

Arbitrato / Arbitramenta

Jost Büeler di Svitto, vicario di Riviera, Turchetto di Biasca suo luogotenente e il notaio Giovanni Angelo del Monaco, arbitri eletti nella lite tra i vicini di Cresciano, da una parte, e quelli di Lodrino, «Monte Parlo» e Prosito, dall'altra, in merito alle spese sostenute dai primi nella causa sulla designazione di campari per la campagna sulle rive del Ticino verso Lodrino, al relativo accordo e alle fracce situate «ad Campum Longhum», pronunciano il loro arbitrato. Essi stabiliscono la posizione, le dimensioni e le quantità di legname da fornire da entrambe le parti per le fracce poste nella detta località nonché la suddivisione degli oneri per le eventuali riparazioni, e determinano inoltre le modalità del pagamento della somma di 300 lire di terzoli ai vicini di Cresciano da parte di quelli di Lodrino.

Notaio rogatario: Iohannes Angelus f. domini Bertole notarii del Monacho de Malvalia vallis Blegnii p.n. necnon scriba causarum comunitatis Ripperiarum.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jost Büeler di Svitto, vicario di Riviera. Rimangono solo le strisce di pergamena e il filo di canapa utilizzati per l'applicazione.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 23 (= cart. 3c, nr. 18) 760 x 290 mm, righe 103. Estese abrasioni del testo.

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20 agosto 1543, Locarno

Precetto / Instrumentum plantationis terminorum et signorum ac ordinationis et iussionis

Nella lite tra il comune di Vira, Fosano, «Cixana, Corognora» e Orgnana, da una parte, e il comune di Piazzogna, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti sugli alpi «de Negia, de la Vadina, de Parva» e su altre località, il podestà e commissario di Locarno Joachim Bäldi di Glarona ordina di sottoporre al notaio rogatario i documenti ulteriori prodotti da quelli di Vira e di fornirne una copia a quelli di Piazzogna, e di portare ad esecuzione la sua precedente sentenza apponendo i termini dei rispettivi possessi.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus, f.q. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 55 540 x 440 mm, righe 63. Cinque fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti lungo le pieghe, tutti di piccole dimensioni. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, pp. 75-77.

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20 agosto 1543, Locarno

Sentenza / Instrumentum locorum visitationis, terminorum plantationis et ordinationis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Locarnese 55.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus, f.q. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 55 bis 650 x 320 mm, righe 86. Fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a guasti lungo le pieghe, tutti di piccole dimensioni. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, p. 77.

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25 agosto 1543, Como

Vendita / Instrumentum venditionis et liberationis

Il prete Giovanni Maria della Torre di Mendrisio del fu Pietro Antonio, beneficiato della chiesa di S. Maria di Lomazzo, insieme alla madre Maddalena della Porta di Mendrisio, del fu Pietro, vende a Gaspare della Torre di Mendrisio del fu Agostino la metà di una casa «terranea et solariata» con corte ed orto situata a Mendrisio, al prezzo di 200 lire imperiali. Il detto Gaspare era stato in precedenza investito dal prete Giovanni Maria e da Maddalena della stessa casa con la facoltà di poterla acquistare.

Notaio rogatario: Franciscus Maria de Vulpis p.a. et i.a.n. Comensis f.q. domini Antonii.

Originale; lat. ASTi, Torriani 20 (= cart. 184, nr. 3) 1210 x 295 mm, righe 147. Il documento è costituito da tre membrane cucite insiemee presenta un piccolo foro nella parte superiore sinistra.

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6 dicembre 1543, Broglio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio del fu Ferrario «Iacobi Zanni» di Broglio vende a Zane del fu Giacomo «Francischi», pure di Broglio, procuratore della chiesa di Santa Maria di Broglio e agente a suo nome, una quota di pascolo per 18 bestie minute sull'Alpe Brunescio, situato in territorio di Peccia e Sornico. Il prezzo della vendita è di 144 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f. Filipi Rossie de Cevio Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 3 (= vecchio I/03) 445 x 150 mm, righe 101. Un taglio risalente alla lavorazione della pelle, ricucito con filo di canapa; un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e una piccola rosicatura.

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6 dicembre 1543, Broglio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Antonio «Michaelis» di Broglio vende a Zane del fu Giacomo «Francischi», pure di Broglio, procuratore della chiesa di Santa Maria di Broglio e agente a suo nome, una quota di pascolo per 9,5 bestie minute sull'Alpe di Brunescio, situato in territorio di Peccia e Sornico. Il prezzo della vendita è di 76 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f. Filipini Zanis Rossie de Cevio Vallismadie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 4 (= vecchio I/04) 435 x 250 mm, righe 59. Una lacerazioni nell'angolo superiore destro, da cui si è staccato un frammento, ora conservato separatamente.

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14 dicembre 1543, Lugano

Autenticazione di copia / Instrumentum transsumpti et insinuationis

Ulrich Riffli di Zugo, capitano di Lugano e Valle, su richiesta del comune di Isone esamina con i notai Cesare Castoria del fu Francesco, Domenico Canevali del fu Ambrogio e Giuseppe Ossuccio di Giovanni Antonio, tutti abitanti a Lugano, e con l'assistenza dell'interprete Giovanni Fontana di Uri, la copia di un arbitrato rogato il 22 gennaio 1392 dal notaio Zanolo Ponzella, redatta dal notaio Daniele Rusca di Bironico, la confronta con l'originale estratto il 16 dicembre 1438 dal notaio Oltizio Rusconi del fu Fomasio dalle imbreviature, ora perdute, del detto Zanolo, e dichiara che la copia presentatagli ha lo stesso valore dell'originale predetto e dell'imbreviatura a suo tempo redatta da Zanolo Ponzella.

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Notaio rogatario: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f. domini Thadei. Notaio sottoscrittore: Dominicus Canevalius p.i.a.n. causarum Lugani et cetera f.c. domini Ambrosii abasque collegii notariorum comunitatiss Lugani et Vallis nec non scriba predicte totius comunitatis. Notaio sottoscrittore: Cesar Castoreus de Lugano f.c. domini Francisci p.i.a.n. Lugani et Vallis. Notaio sottoscrittore: Iosephus Ossutius p.i.a.n. et causarum Lugani et cetera f. domini Iohannis Antonii de Lugano.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 18 1350 x 350 mm, righe 207. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Sbiaditure e lacerazioni nella parte iniziale e alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Inserti: 22 gennaio 1392 (Bironico)

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(dopo il 1543?), <...>

Costituzione di dote e rinuncia? / <...>

Due frammenti di una costituzione di dote e rinuncia di cui si rilevano solo: gli eredi del fu Giovanni Donato, Balerna, Annina del fu Pietro sorella del fu Giovanni Donato marito di Lucia, 150 fiorini costituiti a titolo di dote dal marito alla detta Lucia e l'anno 1543.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 21 45 x 190 mm, righe 17. Due frammenti usati come rinforzo di legature. Tracce di filo.

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11 febbraio 1544, Cavergno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis perpetue

Il comune di Cavergno aveva investito a titolo di eredità perpetua Giovanni di Pietro Cavergno, abitante a Cavergno, di due mulini e un edificio per la follatura situati nel territorio di Cavergno «ad Molinatios», al canone annuo di sette lire di terzoli da distribuire sotto forma di pane. In seguito il detto Giovanni aveva rinunciato all'investitura, ed ora il comune investe a titolo di eredità perpetua Zane di Pietro Cavergno dei tre edifici in questione al medesimo canone di locazione, che il comune dichiara di ricevere.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus, f. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 46 570 x 335 mm, righe 67. Due piccolissimi fori.

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11 febbraio 1544, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Venturina, figlia ed erede di Bernardino «de Stabiello» di Camorino e moglie di Antonio del fu Giacomo Falchi di Camorino, col consenso del detto suo marito, vende ad Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, abitante a Bellinzona, un terreno a ronco, vigna e prato situato nel territorio di Camorino «in Comadra», al prezzo di 135 lire di terzoli. [Cfr. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 6].

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 5 395 x 240 mm, righe 43. Tre cuciture di medie e grosse dimensioni precedenti la stesura dell'atto, nonché alcuni piccoli fori.

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11 febbraio 1544, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Venturina, figlia ed erede di Bernardino «de Stabiello» di Camorino e moglie di Antonio del fu Giacomo Falchi di Camorino, agente col consenso del detto suo marito, di un terreno a ronco, vigna e prato situato nel territorio di Camorino «in Comadra», al canone annuo di due congi di mosto bianco. [Cfr. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 5].

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 6 450 x 240 mm, righe 56. Una grossa cucitura precedente la stesura dell'atto e diversi piccoli fori.

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23 febbraio 1544, <...>

Testamento / Instrumentum <...>

Frammento del testamento di un certo Giovanni <...> nel quale viene menzionato un lascito in favore di Francesco Franzino di Como, padre guardiano del monastero di Santa <...> e agente a suo nome.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 306 480 x 180 mm, righe 72. L'atto, riutilizzato come rinforzo di una copertina di libro o fascicolo, è stato tagliato lungo il margine sinistro,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1120 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete presenta strappi e lacerazioni lungo tutti gli altri margini, numerosi fori nonché residui cartacei e tracce di colla che rendono il testo di difficile lettura.

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29 febbraio 1544, Tremona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Maria del fu Pietrone «de Labate» di Tremona vende al comune di Tremona, rappresentato dal console Polo del fu Matteo di Centovalli, un campo situato nel territorio di Tremona «in Campeo», al prezzo di cinque scudi d'oro.

Notaio rogatario: Gabriel de Fossato de Merede p.i.a.n., f.c. magistri Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 72 580 x 190 mm, righe 97. Diverse rosicature lungo i margini laterali, in particolare nella parte superiore.

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1 marzo 1544, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio, abitante a Bellinzona, investe a titolo di livello ed eredità perpetua Matteo del fu Domenichino di Prada, agente anche a nome del fratello Giovanni Pietro, di due prati e un campo situati nel territorio di S. Antonino «in Biogiis» e nella campagna e nel territorio del borgo di Bellinzona «in Semeda de Medio», al canone annuo di dieci lire e otto soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 7 530 x 240 mm, righe 69. Alcuni piccoli fori e due cuciture precedenti la stesura dell'atto.

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14 marzo 1544

Sentenza / Sententia

Joachim Bäldi di Glarona, commissario di Locarno, e Onofrius Holzach di Basilea, commissario di Vallemaggia, giudici deputati dalla dieta di Baden a scegliere il luogo adatto alla costruzione di un nuovo ponte in pietra sul fiume Maggia, pronunciano la propria sentenza. In ossequio a una precedente sentenza degli ambasciatori dei XII cantoni a Baden, essi dichiarano che il ponte debba essere costruito tra Maggia e Moghegno «quasi subtus campanile de Madia», dove

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1121 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete mastro Anselmo Martinazzi di Cavergno ha già posto le fondamenta, incaricano quest'ultimo di portare a termine l'opera, ordinandogli di rispettare l'impegno di occuparsi della sua manutenzione per dieci anni, e confermano che le spese debbano essere ripartite tra i comuni della valle.

Cancellieri: Antonio Alberti, Vallemaggia (scriba)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Joachim Bäldi, landvogt di Locarno, è perduto. Rimangono visibili le incisioni praticate nella pergamena per il fissaggio e l'impronta della cera.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Onofrius Holzach di Basilea, landvogt di Vallemaggia. L'impronta è gravemente danneggiata, si riconoscono alcuni tratti dell'arma personale, recante un leone (?), sormontata da un elmo con cimiero in forma di leone (?). Legenda: <...... >

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 50 495 x 475 mm, righe 42. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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26 marzo 1544, Bironico

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Martino del fu Giovanni «de Colombinis» di Isone, vicino di Bellinzona, investe a titolo di enfiteusi, livello ed eredità perpetua Domenico del fu Zanolo «de Fatino» di Medeglia, vicino di Bellinzona, di un terreno situato nel territorio di Medeglia «in Campo Zaconi (?)», al canone annuo di uno staio di mistura di biada e frumento.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 19 285 x 185 mm, righe 51. Dieci fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, e altri piccoli fori lungo le pieghe.

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28 maggio 1544

Dichiarazione

Heinrich Büntiner di Uri, commissario di Bellinzona, rende noto che nel 1542, allorché era vicario della Riviera, aveva pronunciato un arbitrato nella lite tra i vicini di Claro, da una parte, e quelli di Cresciano, dall'altra, circa i confini dei rispettivi territori «in plano», nel quale ordinava, tra le altre cose, di incidere una croce con la sua arma e l'anno dell'arbitrato su un grosso sasso situato «in montanea» tra Moleno e Preonzo. Egli dichiara inoltre di averne informato entrambe le parti, che avevano accettato l'arbitrato.

Notaio rogatario: Ioannes Angelus f. domini Bartholomei del Monacho de Malvalia vallis Blegnii p.n. necnon causarum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1122 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete comunitatis Ripperiarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Tomaso Pagnamenta 6 (= cart. 45, c. 3.3.1) 585 x 330 mm, righe 59. La pergamena presenta numerosi fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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6 giugno 1544,

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antefacti

Giovanni Giacomo del fu Toma «de Lopio» detto «de Barazinis» di Mendrisio investe a titolo di pegno e dote Caterina di Camillo Maderni di Capolago, che egli intende sposare «anullo aureo», di 1675 lire di terzoli, 1150 delle quali ricevute a titolo di dote dal padre della detta Caterina e le rimanenti sborsate dal detto Giovanni Giacomo a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine della comunità di Val Lugano.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n.p. (sic) Lugani et Vallis et cetera f.c. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 36 430 x 200 mm, righe 73. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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23 giugno 1544, Locarno

Sentenza / Sententia

Joachim Bäldi di Glarona, podestà e commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Piazzogna, rappresentato da Andrea Beltramini e da Pietro di Nicolao Bonetti, da una parte, e i fratelli Paolo e Antonio Fosanelli di Fosano e Martignono di Pietro di Gerardo Martignoni di Ronco, agente a nome di suo padre Pietro, dall'altra, relativa alla questione tra Piazzogna e Vira, di cui Fosano fa parte, per i «medarii» situati nell'alpe «de Parva», che i detti fratelli rivendicano in quanto locatari di Pietro Martignoni, e che invece sono stati attribuiti in precedenti sentenze al comune di Piazzogna. Dato che i Fosanelli non hanno prodotto le prove in loro favore, il podestà attribuisce i «medarii» al comune di Piazzogna, dando facoltà agli avversari di appellarsi agli ambasciatori e condannandoli al pagamento delle spese giudiziarie. I Fosanelli e il Martignoni dichiarano di non consentire alla sentenza e accettano di interporvi appello.

Notaio sottoscrittore: Iohannes Angelus de Lanzalotis de Brisagho f. domini Iohanis Marie p.i.a. Mediolanensis ac Locarnensis n. causeque et litis suprascripte notarius et canzellarius, habitator burgi Locarni.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Joachim Bäldi di Glarona, landvogt di Locarno; l'impronta è parzialmente danneggiata. L'arma nel campo reca una stella a sei punte. Legenda: <...>CHIM * BELDY * <...>

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Locarnese 56 550 x 490 mm, righe 70. Piccole lacune e macchie marroni in particolare lungo le pieghe. L'inchiostro risulta molto impallidito. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, p. 77.

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1 luglio 1544, Lugano

Locazione / Instrumentum investiture

Battista del fu Guglielmo «de Porris» e suo nipote Antonio del fu Bernardo, fratello di Battista, abitanti a Bissone, investono a titolo di locazione novennale rinnovabile a volontà delle parti Domenico detto Violo del fu Giovanni «de Minino» di Vira, in Val Lugano, abitante alla Canova, nel territorio di Arogno, agente anche a nome di Giovanni del fu Giovanni Pietro suo fratello, della decima di Arogno gravante sul territorio di San Michele, sulla Canova, sulla località detta Nebbia e sul territorio circostante, al canone annuo di 36 lire di terzoli e due capretti.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 12 380 x 235 mm, righe 73. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle e altri dovuti a gusti lungo le pieghe. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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25 agosto 1544, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio di Zane Franzi di Cavergno vende a suo fratello Giacomo la sua quota dell'alpe «de Savinera», nel territorio di Bignasco, già venduto ai detti fratelli da Zano del Ponte, nonché alcuni beni situati nel medesimo territorio «intus ganam in Sgrussa in clauxo de subtus dicti Iacobi emptoris», «in Clauxo de <...> dicti Iacobi emptoris» e «in Grussa», al prezzo di 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gullielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 47 295 x 340 mm, righe 52. Un foro di medie dimensioni nella parte centrale; l'angolo superiore sinistro è assai danneggiato, probabilmente dal calore: il supporto è fortemente contratto, macchiato e lacero.

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6 ottobre 1544, <...>

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Vendita / <...>

Giovannina di Castello del fu Elia già abitante a Melide ed ora a Como, moglie di Battista di Campione del fu Martino, assente «in partibus remotis», vende a Domenico Salvi di Melide del fu Quirico, abitante a Melide, quattro terreni con ulivi e una casa situati nel territorio di Melide «ad Saxum», «in Rustalto (?) ad Canonam», «ad Vallem Sertam» e «ad Vallem», al prezzo di 30 lire imperiali. (Frammento).

Originale estratto da imbreviature (xvi sec.); lat. ASTi, Torriani 21 (= cart. 89, nr. 17) 195 x 270 mm, righe 34. Il foglio membranaceo è stato tagliato lungo tutto il margine inferiore per essere riutilizzato come rinforzo della copertina di un fascicolo, con la conseguente perdita dell'Actum e della sottoscrizione notarile. Alcuni piccoli fori.

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25 novembre 1544, Bignasco

Conferimento di vicinato / Instrumentum acceptationis et promissionis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console e notaio Alessio Mozi, accetta quale vicino in perpetuo e con tutti i diritti Giovanni del fu Franzono Bozoli di Cerentino, residente «in terra del Torfo» (Altdorf), rappresentato da Antonio del fu Giacomo di Togno Giacomazzi di Bignasco. I vicini dichiarano di avere ricevuto 120 lire di terzoli dal detto Giovanni, il quale promette inoltre di versare ogni anno una mina di mistura di biada.

Notaio rogatario: Alessius f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnascho p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 130 590 x 210 mm, righe 98. Un piccolo foro nella parte superiore.

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25 novembre 1544, Bignasco

Conferimento di vicinato / Instrumentum acceptationis et promissionis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console e notaio Alessio Mozi, accetta quali vicini in perpetuo e con tutti i diritti i fratelli Zane e Giacomo del fu Bernardino di Zane Notari di Cavergno, abitanti a Bignasco «in loco de la Prexa», e stipula con loro alcuni patti. I vicini dichiarano di avere ricevuto 100 lire di terzoli dai detti Zano e Giacomo, i quali promettono anche di versare ogni anno una mina di mistura di biada.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 131 620 x 280 mm, righe 82. Alcuni piccoli fori.

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2 gennaio 1545, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Giovanni del fu Lazzaro «olim Zaneti» di Soazza della Valle Mesolcina, agente anche a nome dei fratelli Antonio, Francesco e Giovanni, rivende ai rappresentanti del comune di Castione e Lumino un appezzamento di terreno prativo, boschivo e sassivo chiamato «alpis Bertoldani» nel territorio di detto comune, che Lazzaro aveva acquistato dal detto comune al prezzo di 730 lire di terzoli il 17 novembre 1528. Il prezzo della retrovendita è di 730 di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.c. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 72 800 x 180 mm, righe 112. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti assieme. Rosicature nel margine sinistro, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 71.

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2 gennaio 1545, Ancona

Procura / -

Aghenia, vedova del fornaio Leonardo del fu Bernardo di Lezzeno di Balerna, abitante ad Ancona, e sua esecutrice testamentaria nonché erede, costituisce quale suo procuratore il falegname Giovanni Antonio del fu Giovanni di Bellinzona, abitante ad Ancona, per recuperare 57 scudi d'oro da Andrea Quadri detto «de Fontana».

Notaio rogatario: Iacobus Monachus Anconitanus p.a.a.n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 22 (= cart. 274, nr. 6) 480 x 215 mm, righe 62. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pergamena e altri quattro piccoli fori, probabilmente di filza, lungo il margine laterale sinistro.

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19 gennaio 1545, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Filippo del fu Giacomo «del Filipo» di Piancalardo vende a Bernardino del fu Tognino Molo, abitante a Bellinzona fuori Porta Nuova, tre terreni a prato e vigna situati nel territorio di Gudo «ad Clausum de la Rocha» e «in Fondo Mote», al

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1126 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete prezzo di 50 lire di terzoli. Il detto venditore viene investitoa titolo di livello ed eredità perpetua dei terreni appena venduti ad un canone annuo di quattro staia e mezzo di mosto bianco. In una dichiarazione autografa del 7 maggio 1613 B(ernardino) Molo dichiara di avere ricevuto da Giovanni Paolo Chicherio la somma della vendita, dei fitti e della fattura dell'atto e di assegnare al detto Giovanni Paolo i terreni in questione.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f. ser Pauli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 8 510 x 380 mm, righe 69. Alcuni piccoli fori.

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6 aprile 1545, Maggia

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Giacomo del fu Giovannetto Ferrari di Maggia, agente anche a nome dei suoi fratelli Zano Maggiore e Zano Minore, cede a titolo di permuta all'assemblea dei vicini del comune di Maggia una quota di pascolo e altri beni situati sull'alpe di Nimi, nel territorio di Gordevio, per ricevere alcuni canoni gravanti su terreni situati nel territorio di Moghegno e 125 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 51 680 x 435 mm, righe 93. Una rosicatura lungo parte del margine sinistro e due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. L'inchiostro è diffusamente sbiadito da sostanze contenente tannini utlizzate per rilevare il testo.

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29 maggio 1545, Faido

Sentenza / Sententia

Jakob Anna e Werner Jauch, ambasciatori urani, il landvogt di Leventina Gotthard Epp, i quattro deputati e i consiglieri della valle pronunciano la loro sentenza nella causa tra certi parrocchiani della chiesa di S. Siro di Mairengo, da una parte, e i vicini di Osco, dall'altra, in merito all'obbligo di consegnare tre staia di vino da distribuire davanti alla chiesa di Mairengo nel giorno di Pasqua, all'offerta di riscattare tale obbligo con il versamento di 36 lire di terzoli da parte di Giovanni di Polmengo e alla richiesta dei vicini di Osco di poter fare tale distribuzione in parte presso la chiesa di Osco. I giudici dichiarano che le dette 36 lire dovranno essere donate alla chiesa di Mairengo e che il vino per la Pasqua dovrà essere consegnato secondo la consuetudine.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Gotthard Epp, landvogt di Leventina, annunciato nella corroboratio.

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Rimane la coda di pergamena alla quale era fissato.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 9 380 x 235 mm, righe 42.

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12 agosto 1545, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture locationis ad tempus

Il capitolo dei frati del convento e chiesa di S. Francesco a Locarno, convocato al suono della campanella, su richiesta di Antonino di Locarno, preside e vice gerarca del guardiano, e costituito dai frati Benedetto Protario di Locarno, maestro di teologia, Stefano «Georgii Vegii» di Locarno, Giovanni Antonio «Thome» di Locarno, Ludovico «de Marchatiis» di Locarno, Angelo di Locarno, Angelo di Vigevano, Guglielmo di Leventina e Bernardino «de Martignonibus» di Gambarogno, nonché Giovanni Orelli, Togno Tommaso «Britii» e Giovanni Pietro di Agostino «de Baddis» di Locarno, procuratori del convento, investe a titolo di locazione per nove anni rinnovabili Giovanni detto «Panorinum» del fu Pietro Paolo Grighi Cotti di Locarno, di un appezzamento di terreno arativo, chiamata «assetis una terre arative et terzirola una» nella campagna di Locarno «in Tractu de Rovedo», al canone di 5 staia e mezzo di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n., f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 130 600 x 215 mm, righe 78. Fori risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie.

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2 novembre 1545, Bissone

Vendita / Instrumentum venditionis

Matteo del fu Giovanni Oldelli di <...> abitante nella pieve di Riva S. Vitale vende a Maffeo del fu Domenico detto «Comanedo» (?) di Bissone, agente anche a nome del fratello Augusto, la metà della decima di Stabio «in Campagnea de Strata», al prezzo di 134 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n.p. (sic) Lugani et Vallis et f. ser Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 16 590 x 205 mm, righe 102. Fori, macchie e lacerazioni.

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<27> 1545, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

, capitano di Lugano e Valle, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Battista Somazzi e sua cognata Fiorbellina Somazzi, da una parte, e Antonio Pedrazzoli di Cademario e Luca del fu Giovanni Maria della Pianca di Cademario, abitante a Bosco [Luganese], dall'altra, e conferma una precedente sentenza che stabilisce che la metà dei beni in questione spetti al detto Battista e alla cognata. (Due frammenti).

Notaio rogatario: Baptista Lacus p.i.a.n. comunitatis Lugani f.q. domini magistri Sebastiani.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 26 bis 460 x 310 mm, righe 54. L'atto è costituito da due frammenti con numerosi fori, erosioni, lacerazioni e residui di filo di canapa, riutilizzati come copertina, forse di un libro di imbreviature dei notai Fossati di Meride. La data è ricostruita sulla base di un ordine di comparizione per udire la sentenza, citato nel testo.

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23 dicembre 1545, Locarno

Convenzione / Instrumentum pactorum et conventionum

Bartolomeo del fu Romerio «Localie», console, e Guglielmo del fu Giacomo Todeschi di Loco, agenti in nome del comune di Onsernone, da una parte, e «Madinus» del fu Zane Dite di Aurigeno, console, Cristoforo del fu Pietro «Brugnoli» e Giacomo del fu Togno Mandioni, agenti in nome del comune di Aurigeno, dall'altra, pervengono ad un accordo in merito alla «montagnea de Forgulla». Gli uomini di Onsernone si impegnano a ritirare l'appello inoltrato contro una sentenza pronunciata in favore di Aurigeno nello stesso anno e, se in futuro sorgeranno altre controversie tra i due comuni, ciascuno di essi dovrà eleggere due uomini con l'incarico di pervenire ad una soluzione. Il comune di Onsernone sarà inoltre tenuto a dare ospitalità sui luoghi comuni a quelli di Pedemonte, come risulta da un precedente accordo, mentre il comune di Aurigeno è esentato da tale obbligo. Infine il comune di Onsernone non potrà imporre alcuna taglia sui beni del detto Giacomo Mandioni.

Notaio rogatario: Iohannes Maria p.i.a.n., f.q. Gabrielis de Duno de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 18 670 x 300 mm, righe 79. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore.

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25 febbraio 154<6>

Arbitramento e ordini / Instrumentum pactorum et ordinamentorum

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Nella causa tra il comune di Sornico, da una parte, e il comune di Broglio, dall'altra, in merito alla proprietà e al godimento del territorio dei due comuni situato «subter Motum et Varditum, ac Crovedatium», le parti avevano scelto quali arbitri Guglielmo del fu Giacomo «Salti (?) Barogii» e Giovanni Pietro del fu Giovanni «Gullielmi Barogii», per Sornico, e Giacomo Antonio del fu Antonio «Michaelis» e Francesco di Zane «Francisci», per Broglio; costoro, dopo aver ribaditpo la validità degli accordi precedenti, addivengono ora ai seguenti patti e ordini: il territorio a valle dei luoghi chiamati «lo Moto, il Vardeto et Crovedatio» appartiene esclusivamente a Sornico, quello a monte è invece proprietà di Sornico, Broglio e Prato, da godersi in comune; qui le faule possono essere istituite unicamente col consenso di tutte le parti; infine gli appezzamenti attualmente recintati in queste località potranno esserlo anche in futuro.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.q. Filipi Rossie de Cevio

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 3 (= vecchio II/03) 235 x 280 mm, righe 35. Due forellini risalenti alla lavorazione della pelle e due dovuti a rosicatura nella parte superiore. L'anno è ricostruito sulla base dell'indizione e del giorno della settimana.

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1 marzo 1546, Lugano

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Prete Cristoforo di Battista di Torricella di Lugano, canonico prebendato della chiesa di S. Stefano di Capriasca, dichiara di aver ricevuto da Fomasio di Domenghino fu Fomasio «de Galiano» di Sala, che rappresenta il padre, dieci scudi d'oro per il fitto dell'anno in corso dei beni immobili situati in territorio di Tesserete e altrove spettanti a detto prebendario, ad eccezione della decima su quelli situati a Ponte, Origlio e Carnago.

Notaio rogatario: Petrus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et vallis, f.q. ser Henrici.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 14 285 x 165 mm, righe 35. Un foro di medie dimensioni dovuto a rosicatura, alcune macchie dovute all'azione di microorganismi.

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26 marzo 1546, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Catlina del fu Bernardo «de Stabiello» di Camorino, con il consenso del marito Bernardo del fu Maffeo Ambrosi di Camorino, vende a Bernardino del fu Tognino Mola, abitante a Bellinzona fuori di Porta Nuova, un campo recintato da un muro con vigna e un castagno, situato nel territorio di Camorino «al Canova», al prezzo di 100 lire di terzoli. La venditrice viene poi investita a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi dei beni appena venduti per un canone annuo di 3 staia di formentata.

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Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.q. ser Pauli p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 17 520 x 315 mm, righe 68. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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19 aprile 1546, Como

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Davanti al vicario generale del vescovo di Como Giorgio Parravicini, Giulio «de Zobiis», commendatario della chiesa di S. Antonio fuori le Mura di Como, cede a titolo di permuta a Battista del fu Gabriele e a suo nipote Antonio del fu Bernardo «de Porris» di Bissone la parte di decima spettante alla detta chiesa nel territorio di Arogno e un edificio («basitium») con metà cortile situati ad Arogno, per ricevere alcuni terreni e beni immobili situati a Vertemate. L'altra metà della decima di Arogno spetta già ai detti «de Porris».

Notaio rogatario: Gaspar de Orcho p.a. et i.a. curieque episcopalis Cumane n., f.q. domini Pauli.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 13 800 x 385 mm, righe 118. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 29.

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8 maggio 1546, Aquila

Cessione a titolo di vendita

Il defunto prete Guglielmo «de Giliis», un tempo rettore della chiesa di S. Vittore di Aquila, aveva stabilito nel suo testamento del 10 agosto 1523 che Giovanni Giacomo suo figlio ed erede facesse costruire un altare in onore della Beata Vergine Maria nella detta chiesa davanti all'ultimo pilastro «verso sero» e che fosse celebrata una messa ogni settimana, cioè ogni venerdì o mercoledì della settimana, da un prete ordinato e «pro sua mercede» aveva stabilito un salario di 20 lire di terzoli all'anno, legando i suoi beni sul monte «de Predorio» nel territorio di Aquila. Giovanni Giacomo, deceduto senza figli e figlie, aveva lasciato eredi Giovanni «Camotta» di Buttino, Sara «de Giliis» del fu Bertramo, Elena del fu Giovannino «de Giliis» e Sara «de Giliis» di detto Giovannino, ognuno per la quarta parte. Ora i curatori di Giovanni, Sara e Elena, agenti a nome di Guido del Guidoto padre di *** e marito della defunta Sara, cedono ad Andrea del fu Giovanni Cima di Dangio tutti i beni «de Predorio» a condizione che venga celebrata la messa al detto altare, vengano corrisposte al prete le 20 lire di terzoli e che alla morte di Enrico Bruni, attuale rettore della chiesa di S. Vittore ad Aquila, Andrea Cima elegga un altro prete idoneo per celebrare la messa. I curatori dichiarano di ricevere 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Dominichus de Legrantia de Angio Vallis Blegnii f.q. domini Ambrosii p.i.a.n. Mediolani ac dicte vallis.

Originale; lat.

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ASTi, Cima 17 385 x 265 mm, righe 60. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, e gore di umidità.

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2 luglio 1546, Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

Taddeo del fu Simone Rusconi di Bironico vende al comune di Medeglia e Drossa la decima di Bironico «a mota de Corzana supra versus Drossam usque ad fraptus a flumine de Zarelliis supra» già appartenuta a Tognono «del Sassello», padre del detto Simone, nonché altre decime gravanti su terreni situati nel territorio di Medeglia (e prima in quello di Camignolo) «ad Campellium», «ad Camedam» e «ad Dobiam», e nel territorio di Bironico e di Medeglia «ad unum Passonum». Il prezzo della vendita è di 600 lire di terzoli e 100 libbrette di burro.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petri de Rusconibus de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 28 920 x 290 mm, righe 140. La pergamena è costituita da due membrane cucite insieme. Alcuni fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, nonché annerimenti diffusi in particolare lungo i margini.

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10 luglio 1546, Locarno

Decreto / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, su richiesta della comunità di Vallemaggia, dichiarano che il landvogt non può pretendere dagli uomini della valle il pagamento delle spese per l'esecuzione di condannati privi di mezzi materiali.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde di Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno, spezzato in due parti con perdita di parte dell'impronta. Lo scudo recante un leone (?) è sormontato da un elmo con cimiero in forma di leone rampante. Legenda: S(IGILLVM) * IACOB * FERR *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 52 275 x 440 mm, righe 28. Alcuni fori di piccole dimensioni, gore di umidità. Regesto: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 45.

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12 luglio 1546, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa d'appello interposta dal comune di Vira contro il comune di Piazzogna in merito alle spese giudiziarie della lite relativa agli alpi «de Negia» e « de la Vadina». Essi confermano una precedente dichiarazione del landvogt Urs Sury di Soletta, condannano il comune di Vira al pagamento delle spese per la causa dibattuta davanti ai sindacatori del 1544 e dichiarano che le spese della presente causa d'appello dovranno essere quantificate da due notai giurati e dal landvogt.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo di Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 57 345 x 410 mm, righe 39. Fori e macchie brunastre lungo le pieghe. Regesto: Kientz, Le pergamene del patriziato di Piazzogna e di Camignolo, pp. 77-78.

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13 luglio 1546, Locarno

Sentenza

Gli ambasciatori dei XII cantoni pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Moghegno, da una parte, e il comune di Aurigeno, dall'altra, in merito ai rispettivi diritti nella zona intorno a Cortón. Essi confermano una sentenza pronunciata in precedenza da Jakob Hünerwadel di Sciaffusa, landvogt di Vallemaggia [1544-1546], nella quale si ribadisce che i luoghi di Cortón, «Costa Coronatie» e «Costa de Coresello», dalla fontana di Madrone al riale di Aurigeno, debbano essere goduti in comune dalle parti dal giorno di s. Maurizio (22 settembre) fino all'inizio di aprile, come da consuetudine.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno.

Originale; ted. Archivio Patriziale Aurigeno 17 x mm, righe . Numerosi piccoli fori dovuti a usura.

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11 settembre 1546, Gorduno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio del fu Ambrosetto «de Zanatio» di Galbisio nel territorio di Carasso, agente anche a nome del fratello Pietro, vende a Pietro del fu Enrico de Sacco di Grono della Valle Mesolcina, un appezzamento di terreno arativo e vignato «ad filos et topiate» nel territorio di Carasso a Galbisio «a la Giossa». Il prezzo di vendita è di 70 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 95 (v.n. A. XVI/5) 570 x 190 mm, righe 75. Diversi piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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11 settembre 1546, Gorduno

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Pietro del fu Enrico de Sacco di Grono della Valle Mesolcina investe a titolo di eredità perpetua Giorgio del fu Ambrosetto «de Zanatio» di Galbisio nel territorio di Carasso, agente anche a nome del fratello Pietro, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «ad filos et topiate» nel territorio di Carasso a Galbisio «a la Giossa», al canone annuo di un congio d mosto bianco, da consegnare a Gorduno al tempo della vendemmia.

Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 96 (v.n. A. XVI/9) 555 x 185 mm, righe 70. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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15 settembre 1546, Lottigna

Sentenza / Sententia

Mansuetus zum Brunnen di Uri già landvogt di Turgovia, Balthasar Segesser già scriba di Svitto, e Melchior Amstach (?) di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa tra i vicini di Corzoneso, rappresentati dal procuratore Vivenzio Scheggia e dal console Martino «de Campirio», e i vicini di Leontica, rappresentati dal procuratore Giovanni Giacomo Buzzi di Dangio e dal console Giacomo Beretta, da una parte, e i vicini di Ludiano, rappresentati dal procuratore Giovanni «Arnardono» e dal console Giovanni Antonio «de Pero», dall'altra, circa i confini territoriali tra gli stessi comuni. I detti ambasciatori revocano una precedente sentenza pronunciata il 22 luglio precedente favorevole a quelli di Ludiano per la proprietà dei pascoli sul monte «de Lavorchirio», situati «a Tronzio de la Muzeta citra versus ventum et versus aliud territorium ipsorum de Corzonexo» e definiscono nuovamente i termini di confine.

Notaio rogatario: Dominichus Legrantia Blegnii n. Notaio estraente: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Sumascona p.i.a.n. ... fideliter extraxi et in hanc publicam formam reddegi auctoritate michi per Consilium Blegnii concessa.

Originale estratto da imbreviature (Sec. xvi); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 47 490 x 260 mm, righe 77. Un piccolo foro lungo la piega verticale destra.

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24 settembre 1546, Locarno

Codicillo / Instrumentum codicili

Filippo del fu Tommaso Martignoni di Ronco di Gambarogno, abitante a Locarno, aveva istituito erede universale la madre Eleonora, vedova di detto Tommaso e figlia del fu Giovanni Antonio di Verzasca. Ora Filippo detta un codicillo in aggiunta al suo testamento rogato il 19 aprile 1546. In caso di morte prematura di detta Eleonora, nomina erede universali il nipote Cristoforo e i suoi discendenti oppure le figlie legittime di Clara, sorella di Filippo, e se Clara non dovesse lasciare eredi, nomina erede universale Giovanni Antonio figlio di Domenico di Verzasca, consanguineo, abitante a Locarno, purché si sposi nella casa del testatore e conservi il focolare. Stabilisce inoltre che vengano date 100 lire di terzoli a Francesco figlio di Martignonino «de Martignoni», abitante a Locarno, e 100 lire di terzoli a Giacomina, consanguinea, figlia di Domenico di Verzasca. Inoltre ordina che gli eredi facciano celebrare ogni anno un annuale nella chiesa di S. Francesco a Locarno, pagando il dovuto oppure, qualora fossero negligenti, assegna ai frati un campo arativo con due filari di vigna e «rompibus» nel territorio di Minusio «ad Bollam», con l'onere per i frati di S. Francesco di pagare 100 lire di terzoli alla chiesa di S. Quirico di Rivapiana di Minusio, a rimedio dell'anima sua e dei suoi defunti. Infine nomina curatore degli eredi minorenni Domenico di Verzasca suo zio.

Notaio rogatario: Franciscus Biancheti p.i.a.n. f.c. ser Petri Biancheti de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 131 420 x 260 mm, righe 65. Grossi fori provocati da bruciature.

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24 settembre 1546, Cugnasco

Convenzione / Instrumentum pactorum et conventionum

Il medico Loterio Rusca di Bellinzona, Cristoforo Tatti del fu Nicola, Bartolomeo di Codeborgo del fu capitano Battista, Benedetto Ghiringhelli del fu Francesco, Lodovico del fu Nicola «del Molo» e Giulio del fu Bernardino Ghiringhelli, agenti a nome della comunità di Bellinzona, da una parte, e Giovanni Orelli del fu Bernardino, Giovanni Varenna del fu Cristoforo, Graziano Vanza di Ascona, agenti a nome della comunità di Locarno, dall'altra, concordano che le bestie delle comunità di Bellinzone e Locarno possono pascolare liberamente tra il Riale di Progero e il Riale di Cugco, pagando l'erbatico ai relativi «herbatori», e verso Contone, ovvero Cadenazzo, dal termine presso il monte sotto una cascata («froda») tra Cadenazzo e Contone e da lì dalla «Bolla Secha» fino alla bolla di Contone e dall'altra parte fino al Ticino, pagando l'erbatico ai relativi «herbatori». Le bestie che si trovano a pascolare fuori da questi territori paghino l'erbatico all'«herbatore» del dominio in cui si trovano: per i buoi 20 soldi imperiali, per cavalli e vacche 5 soldi imperiali, per le bestie minute 2 soldi imperiali e 6 denari per ciascuna bestia. Inoltre nelle zone comuni non si possono condurre bestie forestiere, pena uno scudo per bestia.

Notaio rogatario: Ioannes Aluisius f.c. domini Iohannis Francisci Francioxii de Fantacino de Locarno p.i.a.a.n.

Originale; it. e lat.

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Archivio Comunale Bellinzona 97 (v.n. A. XVI/6) 580 x 390 mm, righe 56.

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10 dicembre 1546, Locarno

Sentenza / Sententia et declaratio

Jakob Feer di Lucerna, commissario di Locarno, pronuncia la propria sentenza nella causa tra la comunità della Verzasca, rappresentata dal podestà Giovanni «Nigri de la Gera» di Brione Verzasca, dal cancelliere Domenico del fu Giovanni Antonio detto Verzasca abitante a Locarno e da altri procuratori eletti il 19 settembre 1546, da una parte, e la comunità di Locarno, rappresentata dal cancelliere Giovanni del fu Bernardino Filippini Orelli di Locarno nonché da altri procuratori e rappresentanti, in particolare Giovanni Antonio «de Marcatiis» e Giovanni di Alessandro di «Scaegnio» di Locarno, entrambi giudici di Locarno, dall'altra, in merito al commercio di bestiame con la Verzasca e agli statuti delle due comunità. Il commissario, richiamato un «preceptum seu quedam proclamatio» da lui emanato e la successiva condanna di un certo Lafranco di Giovanni «Guillelmoni» di Frasco abitante a «Agiatio Lacus Maioris», al quale era stata inflitta una pena pecuniaria per averne violato il tenore, nonché le pretese di quelli della Verzasca riguardo alla separazione delle due comunità, già riconosciuta dalla dieta di Baden, dichiara, in considerazione del fatto che che quelli della Verzasca acquistano il sale a Bellinzona anziché a Locarno e che gli ambasciatori dei XII cantoni hanno confermato degli ordinamenti e statuti della Verzasca l'11 luglio 1527, che il detto precetto è stato da lui stesso legittimamente emanato «per causa che le carne mancavano» e che il commissario di Locarno potrà confermare o revocare tali disposizioni «secondo serà di mestiere et la necessità dil tempo», senza però però derogare agli statuti e consuetudini delle due comunità, di cui conferma la piena validità.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n., f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. e it. Archivio della Comunità di Verzasca 14 (= 1.3/3) 600 x 430 mm, righe 92. Pergamena leggermente indebolita all'incrocio delle pieghe.

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[1520-1546], <...>

Locazione / <...>

Il comune di <...> investe a titolo di locazione Giovanni Giacomo <...> di alcuni boschi, al canone di 312 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius de Orello p.i.a.n. constitutus, f.q. ser Iohannis Petri olim domini .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 76 310 x 275 mm, righe 41. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni. La pergamena è stata riutilizzata come copertina. Tutti i margini (salvo una piccola parte di quello sinistro) sono stati asportati mediante taglio.

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La data è integrata sulla base degli anni di attività del notaio rogatario.

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8 gennaio 1547, Bironico

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giacomo del fu Pietro Pedretti «del Sassello» di Medeglia, vicino di Bellinzona, agente a nome del comune di Medeglia, dichiara di avere ricevuto da Pietro del fu Giovanni «Zapelli» e da Andreolo del fu Bertramo Andreolli, entrambi di Isone e agenti a nome del detto comune, 15 lire di terzoli a pagamento dei canoni d'affitto scaduti il giorno di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. ser Petrii Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 20 190 x 125 mm, righe 35. Alcuni piccoli fori provocati da rosicature di microorganismi e piccole macchie violacee.

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8 gennaio 1547, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Giacomo del fu Antonio Vicari, vende a Guglielmo del fu Alessio Pescatore e ad Antonio del fu Giacomo Togni Giacomazzi, entrambi di Bignasco, un terreno situato nel territorio di Bignasco «in Corona del Tincio», al prezzo di 25 lire di terzoli. I detti compratori si impegnano a chiudere e a mantenere chiusa la corona in modo da impedirne l'accesso alle bestie, e concedono ai vicini il permesso di tenervi ogni anno becchi e capretti maschi da san Bartolomeo fino alle calende di novembre.

Notaio rogatario: Ser Cristoforus del Ponte de Bugnasco n.p. Notaio estraente: Bugnascus p.i.a.n., f.c. magistri Gulielmi Caligarii de Bugnasco n. laudatus, ellectus ... per generale consilium comunitatis Vallis Madie ad extrahendum ... instrumenta tradita ... per nunc q. ser Cristoforum del Ponte de Bugnasco n.p.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 132 410 x 255 mm, righe 71. Alcune macchie nella parte superiore e due piccoli fori.

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4 febbraio 1547, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

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Gaspare del fu Giacomo «Toschani» di Mesocco della Val Mesolcina vende a Bernardo del fu Guglielmo Bonolini di Mesocco due pertiche di terreno nel territorio di Lumino «ad Movesiam» e «ad Pedem Campanee». Questi beni erano stati locati a titolo di livello ed eredità perpetua il 7 settembre 1534 al prete Giovanni del fu Antonio «Cappi» di Castione, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, e Togno del fu Simone «de Silva» di Lumino dal padre del venditore al canone di 8 staia di segale da consegnare per la festa di s. Martino. Il prezzo di vendita è di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 73 525 x 300 mm, righe 60. Fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nonché piccolissimi fori dovuti a rosicatura lungo le piegature. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 72.

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10 febbraio 1547, Ascona

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni Antonio del fu Lorenzo Abbondio e Giovanni del fu Filippo Botta di Ascona, canepari e procuratori dell'elemosina dei poveri di Ascona, investono a titolo di locazione per 9 anni Gottardo del fu Andriolo Vacchini di Ascona di un campo arativo nel territorio di Ascona «in Voramo», al canone annuo di 2 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), allo staio di Ascona, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Philippus f. c. domini Mathei Botte de Scona p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 7 260 x 230 mm, righe 46. Tagli di annullamento e piccolo foro, dovuto a rosicatura, nonché fori di cucitura di una seconda membrana non più attaccata.

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2 maggio 1547

Ordine di pagamento / Preceptum solvendi

Il capitano di Lugano e Valle ordina che ai debitori dei decimatori Battista «de Porris» di Bissone e suo nipote Antonio corrispondano quanto dovuto, oppure compaiano davanti a lui entro il sabato successivo per esporre le proprie ragioni.

Notaio sottoscrittore: Petrus Maria de Garuo n. Lugani.

ASTi, Comune di Arogno 14 (inserto)

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8 luglio 1547, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa tra la comunità di Locarno, rappresentata dal cancelliere Giovanni Orelli, da Gerolamo Orelli, da Bartolomeo Duni, da Battista Baddi e da Battista «von Thoma», da una parte, e il comune di Pedemonte, rappresentato da Giovanni del Monico e Giovanni «Moruß» detto «Tscholzia», consoli di Pedemonte superiore e inferiore, e da Pietro «Brontall», dall'altra, in merito alla pretesa di questi ultimi di nominare un loro rappresentante nel consiglio della comunità e pieve di Locarno. I sindacatori annullano la sentenza del sindacato dell'anno precedente, che riconosceva a Pedemonte il diritto di nominare un proprio rappresentante, e confermano quanto dispongono in merito gli statuti di Locarno.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno; lo scudo recante un leone è sormontato da un elmo con cimiero in forma di leone rampante. Legenda: S(IGILLVM) * IACOB * FERR *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 58 340 x 535 mm, righe 36. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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25 agosto 1547

Autorizzazione

Il capitano di Lugano e Valle Hieronimus Frick di Berna concede licenza a Battista «de la Romera» di Bissone e a suo nipote Antonio, decimatori della decima di Arogno, di prendere possesso dei beni di certe persone fino alla somma corrispondente agli arretrati non versati.

Notaio sottoscrittore: Hieronymus Canevalius n.p. Lugani et cetera.

ASTi, Comune di Arogno 14 (inserto)

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27 agosto 1547, Lugano

Citazione in giudizio / Preceptum penale

Il capitano di Lugano e Valle Hieronimus Frick di Berna, su richiesta del comune di Bissone, ordina a Battista «de la Romera» e a Antonio detto «Ton» di Bissone di comparire al suo cospetto il lunedì successivo.

Notaio sottoscrittore: Michael Casella.

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ASTi, Comune di Arogno 14 (inserto)

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12 settembre 1547, Lugano

Sentenza / Instrumentum sententie

Il capitano di Lugano e Valle Hieronimus Frick di Berna pronuncia la propria sentenza nella causa tra Battista «de Poradis» detto «de la Romera» di Bissone e suo nipote Togno, rappresentati dal procuratore Pietro Bartolomeo «de Turbino», da una parte, e il comune e alcune persone di Arogno, rappresentate dal procuratore Cesare Castoria, dall'altra. Il giudice condanna le dette persone a pagare ai «de Poradis» la decima dei capretti e della canapa, e ordina alle parti di nominare due arbitri che definiscano meglio entro 15 giorni la questione della decima dei capretti.

Notaio rogatario: Iosephus Ossutius p.i.a.n. et causarum Lugani f. domini Iohannis Antonii de Lugano.

Sigillo: deperdito. Tracce di cera di un sigillo, probabilmente di Hieronimus Frick di Berna, capitano di Lugano e Valle.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 14 495 x 420 mm, righe 77. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317. Inserti: 2 maggio 1547, 25 agosto 1547, 27 agosto 1547 (Lugano)

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15 settembre 1547, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro figlio separato di mastro Giovanni Barbuti (?) di Artore, abitante a Daro, aveva avuto in vendita da Sebastiano del fu Giovanni Pedruzzi di Daro, il 3 settembre 1547, il diritto d'erba per pascolare 2 vacche. Ora detto Pietro vende a Laffranco del fu mastro Zanino del Zamoro (?) di Artore, il diritto d'erba per pascolare 2 vacche ogni anno in perpetuo sull'Alpe d'Arbino superiore nel territorio di Bellinzona. Il prezzo di vendita è di 46 lire e mezzo di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 98 (v.n. A. XVI/8) 405 x 260 mm, righe 42. Lacerazioni lungo i margini e gore d'umidità lungo il margine destro.

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10 gennaio 1548, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Tommaso del fu Stefano «del Horto» di Minusio, caneparo delle chiese di S. Rocco e di S. Quirico di Minusio, investe a titolo di eredità perpetua Zanetto del fu Bernardo «Marcholi» di Brione sopra Minusio, agente anche a nome dei fratelli Marcollo, Guglielmolo e Tommaso, di un appezzamento di terreno prativo e vignato «a lizariis» nel territorio di Minusio, Mergoscia e Brione «in Novaledo», al canone annuo di 2 lire e 6 soldi di terzoli, da consegnare per la festa di s. Martino.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 53 570 x 330 mm, righe 72. Piccoli fori, risalenti alla léavorazione della pelle, fori, dovuti a rosicatura, e rosicature lungo i bordi, nonché macchie di umidità. Sottolineature in matita rossa. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 502.

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23 gennaio 1548, Minusio

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Il notaio Francesco Leone di Minusio, console di Minusio, Pietro Stopini, Domenico «Duxii», procuratori di Minusio, agenti a nome proprio e del detto comune, investono a titolo di eredità perpetua mastro Guglielmo di Borenco di Minusio di un appezzamento di terreno arativo e in parte prativo «versus sero» e un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompata» nella campagna di Minusio «in tractu Valegie», al canone annuo di uno staio di biada di mistura (segale e miglio per metà), allo staio di Locarno, da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n., f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno habitator Menuxii.

; Archivio Patriziale Minusio 54 590 x 430 mm, righe 79. Molti fori risalenti alla lavorazione della pelle, piccole lacerazioni e rosicature lungo i bordi, nonché macchi e a tratti inchiostro sbiadito. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 502-503.

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27 gennaio 1548, Roma (S. Pietro)

Commissione / -

Papa Paolo III incarica il vescovo di Bagnoregio e il vicario del vescovo di Como di procedere contro coloro che si sono indebitamente appropriati di beni del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio all'epoca della morte dei priore Gaspare «de Barbarinis» e di coloro che non hanno versato le decime dovute.

Sigillo: deperdito. La bolla plumbea cum filo canapis di papa Paolo III è stata asportata mediante taglio, rimane parte del

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 37 310 x 450 mm, righe 23. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 38

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27 gennaio 1548, Roma (S. Pietro)

Commissione

Papa Paolo III incarica il vescovo di Bagnoregio e il vicario del vescovo di Como di procedere contro coloro che si sono indebitamente appropriati di beni del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio all'epoca della morte dei priore Gaspare «de Barbarinis» e di coloro che non hanno versato le decime dovute.

ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 38 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 37

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28 gennaio 1548, Roma (S. Pietro)

Precetto / Processus

Nicola Vernely («Venceius»), vescovo di Bagnoregio, in esecuzione di una commissione di papa Paolo III del 27 gennaio 1547 ordina sotto pena della scomunica a tutti coloro che si sono indebitamente appropriati di beni del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio all'epoca della morte del priore Gaspare «de Barbarinis», nonché a coloro che non hanno versato le decime dovute, di restituire quanto illecitamente detenuto.

Notaio sottoscrittore: Ruzialdus de Cuppis archivii Romane curie scriptor.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca lignea dell'Archivio della curia romana. L'impronta è gravemente danneggiata e pressoché illeggibile. Legenda: <...> RO + AR<...... >.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 38 405 x 255 mm, righe 72. Alcuni piccoli fori e grosse lacerazioni nella parte finale. Inserti: 27 gennaio 1548 (Roma (S. Pietro))

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28 gennaio 1548, -

Elenco di spese / Lista

Elenco delle spese sostenute da Giovanni del fu Nicola «de Pasquario» di Contone per conto di Domenica, figlia ed erede di Bertramo del fu Simone Zanoni di Cadenazzo.

ASTi, Pergamene, Locarnese 59 (inserto)

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6 febbraio 1548, Rodaglio (Lodrino)

Sentenza / Sententia

Jakob Anna di Uri, vicario di Riviera, pronuncia la sua sentenza in merito alla richiesta dei vicini di Osogna, che lo avevano sollecitato affinché costringesse i vicini di Lodrino a non costruire un riparo («fragia») nel fiume Ticino, nel bosco di Rodaglio, dal quale si ritengono danneggiati. Il vicario conferma una sentenza degli ambasciatori dei III cantoni, del 9 settembre 1536, e una precedente sentenza del vicario di Riviera, del 12 marzo 1506, e autorizza i vicini di Lodrino a costruire il riparo in questione e a estrarre il materiale necessario dal letto del fiume; qualora per causa dello stesso riparo si producessero danni ai terreni o alla strada francesca, entrambe le parti dovranno concorrere a ripararli.

Notaio rogatario: Ioannes Angelus f. domini Bertole notarii del Monacho de Malvalia vallis Blegnii p.n. atque causarum Ripperiarum scriba.

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Jakob Anna di Uri, landvogt di Riviera, annunciato nella corroboratio del documento, è perduto. Rimangono la picchiettatura in calce al testo e due strisce membranacee utilizzate a suo tempo per fissarlo al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Lodrino 1 510 x 390 mm, righe 51. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale, altri piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le pieghe e una gora di umidità nella parte bassa. Nel verso tracce di colla utilizzata per fissare la membrana a un supporto. Regesto: menzione del documento in S. Gilardoni, Il Comune dalle origini al XIX secolo, in: Lodrino. Monografia storica del Comune e dei suoi monumenti, Lodrino 1966, p. 30, nota 157 (con l'indicazione riguardo alla sua appartenenza all'Archivio Parrocchiale di Lodrino).

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15 marzo 1548, Tesserete

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Stefano del fu Domenichino «de Steveneto de Porolo» di Lugaggia, agente anche a nome di suo fratello Giovanni, dichiara di essere debitore nei confronti di Alessandro del fu Cristoforo de Quadrio di Tesserete e promette di versare entro Natale 84 lire di terzoli per un acquisto fatto il giorno stesso.

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Notaio rogatario: Bartholomeus Quadrius p.i.a.n. Lugani et Vallis f.q. domini Francisci de Tesserario.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 21 300 x 150 mm, righe 49. La pergamena è gravemente danneggiata da macchie e sbiaditure dovute a microorganismi, che ne rendono difficile la lettura. Piccoli fori e sette tagli di annullamento.

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24 marzo 1548, Bellinzona

Locazione e convenzione / Instrumentum investiture, livelli et pactorum

I fratelli prete Francesco e Nicolao, figli del fu Giovanni Maria Molo di Bellinzona, e Giovanni Giacomo del fu Giovanni Antonio, fratello dei detti Francesco e Nicolao, investono a titolo di livello ed enfiteusi perpetua il comune e gli uomini di Valle Morobbia, rappresentati dal console Donato del fu Giacomo «del Gandiono» e da sei procuratori, per la quota di quattro settimi, e il comune e gli uomini di Giubiasco, rappresentati dal console Bartolomeo del fu Giulio «del Novarexio» di Giubiasco e da tre procuratori, per la rimanente quota di tre settimi, di tre parti su cinque dell'alpe di Poltrino, situato in Valle Morobbia, con cascine, pascoli e boschi, nonché dei «sausorum» e del pascolo di Caneggio «sive de Plano del Torno», già locato a quelli di Medeglia, e della «caldera», ossia del paiolo sull'alpe di Poltrino, al canone annuo di 225 lire di terzoli. Le parti convengono che i detti locatari potranno riscattare il detto canone se pagheranno ai detti Molo 4500 lire di terzoli, e che tale somma potrà essere versata anche in tre rate di 1500 lire di terzoli ciascuna. La locazione è stipulata alla presenza di Peter Lussi di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona, che dà il suo consenso.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 39 1260 x 290 mm, righe 147. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Grosse lacune nella parte iniziale dovute all'umidità e a rosicature, nonché altri fori. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 117; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 50.

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<...> marzo <1548>, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

del fu Giovanni Maria Molo, tutore del figlio minorenne Giovanni Maria, vende al comune di Valle Morobbia, rappresentato dal console Donato del fu «del Gandiono» e da Andreo Monte, per la quota di quattro settimi, e al comune di Giubiasco, rappresentato dal console Bartolomeo del fu Giulio «del Novarexio» e da Bart del fu Domenico «del Ciayro», per la rimanente quota di tre settimi, la quinta parte dell'alpe di Poltrino, situato in Valle Morobbia, con cascine, pascoli e boschi, nonché dei «sacsorum» e del pascolo di Caneggio «sive de Plano del Torno», già locato a quelli di Medeglia, e della «caldera», ossia del paiolo sull'alpe di Poltrino, al prezzo di 1500 lire di terzoli. A garanzia del rispetto del contratto da parte del venditore si costituisce fideiussore Giovanni Antonio Zezio del fu Giovanni Giulio. La vendita è stipulata alla presenza di Peter Lussi di Unterwalden, commissario e podestà

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Notaio rogatario: Iohannes Petrus f.c. domini Filipi de Cusa p.i.a.n. ac n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Giubiasco 5 930 x 310 mm, righe 97. Il documento è composto di due membrane cucite insieme. Gravi lacune nella parte superiore destra della prima membrana, mutila di un lembo e lacera a causa di strappi. Sei fori risalenti alla lavorazione della pelle (due nella prima membrana, di piccole dimensioni, e quattro nella seconda, di piccole e medie dimensioni), rosicature lungo i bordi e piccoli fori dovuti a guasti. L'anno è ricostruito sulla base della menzione del conferimento a Giulio Molo della tutela sul figlio Giovanni Maria, avvenuta nel settembre-dicembre 1547 («millesimo quingentessimo quadragessimo septimo, indictione sexta, die martis <...>»), nonché della presenza del commissario Peter Lussi, che rivestì tale carica negli anni 1546-1548. Si consideri anche l'investitura di un'altra quota dei medesimi beni, stipulata il 24 marzo 1548 da altri membri della famiglia Molo e da alcuni dei rappresentanti dei due comuni (tra cui i consoli), rogata dallo stesso notaio (ASTi, Comune di Giubiasco 39).

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29 aprile 1548

Elenco di beni / Lista

Elenco dei beni e delle somme in denaro consegnate da Domenica del fu Bertramo del fu Simone Zanoni di Cadenazzo a Giovanni «de Pasque» di Contone.

ASTi, Pergamene, Locarnese 59 (inserto)

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12 maggio 1548, Bellinzona

Arbitrato / <...>

Giovanni del fu Giuliano di S. <...> di Contone e Maffeo del fu Giacomo «de Loro», abitante a Cadenazzo, arbitri designati dalle parti per risolvere la lite tra Giovanni del fu Nicola «de Pasquario» di Contone, da una parte, e Domenica figlia ed erede del fu Bertramo del fu Simone Zanoni di Cadenazzo, moglie di Giovanni del fu Zanetto Gilardi, e Zanetto <...> Zanoni di Cadenazzo, curatore della detta Domenica minorenne, dall'altra, per certe spese fatte da Giovanni «de Pasquario» a nome di Domenica, condannano Domenica e Zanetto a pagare al detto Giovanni 250 lire di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. e it. ASTi, Pergamene, Locarnese 59 1220 x 230 mm, righe 144. Il documento è mutilo della parte finale: si sono conservate le prime due membrane delle tre che originariamente erano cucite insieme. Lungo tutto il margine sinistro e lungo parte di quello destro macchie e lacune provocate da rosicature e bruciature. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 318.

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Inserti: 28 gennaio 1548 (-), 29 aprile 1548

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23 maggio 1548, Lugano

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum et liquidationum

Hieronimus Frick di Berna, podestà e commissario di Lugano, Valle e «Reperie», Battista Gorino di Lugano, luogotenente del podestà, Giacomo «de Domomagna» di Biogno e Francesco «Raitino» di Lugano, arbitri eletti nella lite tra la comunità di Val Lugano, da una parte, e i rappresentanti degli antichi vicini del borgo di Lugano, dall'altra, in merito all'ampliamento della vecchia casa comunale di Lugano, alla conseguente occupazione di terreno appartenente alle parti e alla soppressione delle botteghe che si trovavano in essa, pronunciano la loro sentenza. Essi definiscono la parte di suolo appartenente alla comunità, ordinano di procedere a nuove misurazioni e fissano l'entità dei risarcimenti alle parti.

Notaio rogatario: Domenicus Canevalius. Notaio estraente: Hieronymus Canevalius p.i.a.n. Lugani et Vallis f.c. domini Domenici abbas comunitatis Lugani et Vallis.

Originale estratto da imbreviature (1557 luglio 29); lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 11 1530 x 290 mm, righe 215. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori, in parte risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Brentani, Miscellanea storica ticinese, pp. 272-274.

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18 giugno 1548, <...>

Vendita

Nicolao del fu Domenico Riva, erede del fu Giorgio Riva, fratello di detto Domenico, vende ad Angela Caterina del fu Teodoro della Croce, vedova di Giorgio Riva, nove pertiche di vigna a filari e prato situate nel territorio di Bellinzona «in vineis de Saregio», . (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 18 335 x 325 mm, righe 43. Un taglio lungo il margine inferiore, con conseguente asportazione di parte del testo (prezzo della vendita, actum e notaio). Il prezzo della vendita è desunto da una nota apposta dal notaio rogatario nel verso.

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11 luglio 1548, Locarno

Conferma di privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, confermano alcuni privilegi concessi alla Vallemaggia e dalla Lavizzara dai duchi di Milano, dai conti Rusca e dai Confedereati, e dichiarano che quelli di Locarno non possono sequestrare né pignorare i beni di persone residenti in Vallemaggia e Lavizzara per avere contratto debiti sia a Locarno che altrove, ma che spetti al giudice competente in Vallemaggia giudicare in tale materia.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera bruna di Jakob Feer di Lucerna, landvogt di Locarno; la lettura dell'impronta è in parte compromessa a causa della compressione del supporto. Si riconoscono i tratti dello scudo nel campo, sormontato da un elmo con cimiero in forma di leone rampante. Legenda: IAER

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 53 720 x 540 mm, righe 101. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni fori di piccole dimensioni.

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11 luglio 1548, Locarno

Sentenza

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Cavergno, rappresentato da Anselmo figlio di Iagmasch di Cavergno, da una parte, e il Consiglio di Vallemaggia, rappresentato da Cristoforo del Ponte, dall'altra, circa la costruzione di un ponte decisa dai Signori confederati. Il rappresentante di Cavergno chiede che, secondo la solita ripartizione delle spese, ognuno paghi in proporzione alla propria sostanza, mentre la parte avversa risponde che la ripartizione delle spese è stata fatta come di consueto. Gli ambasciatori sentenziano che le spese dovranno essere ripartite secondo la taglia, e che tutti dovranno prestare giornate di lavoro. Essi decretano infine che il salario del capomastro non superi un Dickpfennig al giorno.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Niklauz Wirz, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento, è perduto. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena per il fissaggio e minime tracce di cera verde.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 48 345 x 400 mm, righe 34. Diversi fori di piccole e medie dimensioni nelle pieghe.

......

26 ottobre 1548, Castione/Lumino

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

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Nella lite tra il prete Nicolao, agente anche a nome dei fratelli minorenni Taddeo e Giorgio, figli del fu Ag Muggiasca di Bellinzona, da una parte, e Gioni Giacomo Bruneti del fu Antonio, abitante a Bellinzona, dall'altra, Jakob Anna di Uri, commissario e podestà di Bellinzona, arbitro designato dalle parti, dichiara che Giovanni Giacomo Bruneti e i suoi eredi in tempo di grande siccità possono condurre l'acqua al loro mulino e segheria e piantare uno sbarramento («rostam sive passonatam») nel fiume Moesa da una parte all'altra della riva, a condizione che avvenga tra la festa di S. Michele e la festa di S. Andrea, e possono smontare la pescheria («pischeram sive albedam e bartarellum») dei fratelli Muggiasca, i quali però possono montarla nella roggia sotto il mulino e segheria, senza impedimenti e molestie vicendevoli. Infine condanna le parti a versare 3 scudi d'oro per il compenso dovutogli, 1 scudo e mezzo per lo scriba Batthoffer di Uri e un testone d'argento per il castellano del portone e il famulo del commissario.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 99 (v.n. A. XVII/3) 790 x 340 mm, righe 94. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme con filo di canapa. La metà superiore è logora in più punti e presenta numerose sbiaditure in corrispondenza delle macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi, che compromettono in parte la lettura. Nella prima membrana diverse lacerazioni.

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<1547/1548>, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, datum et cessionis

Guglielmo figlio di <...> «de Briono» di Minusio (?), tutore di <...> «Mineti» di Mergoscia, Aloisio «Franzioxii» e altre persone, vende a Pietro del fu Tognetto «Tropini» di Mergoscia alcuni beni immobili nel territorio di Mergoscia «in Torpino a Crossa intus», al prezzo di cento lire di terzoli. La vendita è stipulata per estinguere un debito di cento lire di terzoli contratto dal detto Guglielmo verso una certa Giovannina, madre di Domenica, minorenne e pupilla (?) dello stesso venditore.

Notaio rogatario: Iohannes Octavianus Rubei p.i.a.n. et n.p. Locarni et plebis, f.q. ser Guidoli Rubei de Locarno.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 15 (= 10.3./3) 510 x 270 mm, righe 82. Pergamena arrotolata, molto secca, fragile soprattutto nella metà superiore sinistra, dove si lamentano perdita di materia importanti; strappi, sgualciture un po' ovunque, due fori di piccole dimensioni nella parte bassa, risalenti alla lavorazione della pelle. Gli unici elementi della datazione conservati sono l'indizione sesta e il giorno (mercoledì). La datazione del documento si basa sul periodo di attività del notaio Giovanni Ottaviano Rossi, attestato in veste di rogatario tra il 1545 (9 aprile) e il 1559 (23 gennaio): tra questi estremi la sesta indizione cade tra il 1 settembre 1547 e il 31 agosto 1548. Non si esclude peraltro che l'atto sia da collocare nel periodo immediatamente seguente (1 settembre 1562 - 31 agosto 1563).

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<...> dicembre 1548, Bellinzona

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Ordini / Instrumentum ordinationis

L'assemblea degli uomini di S. Antonino, convocata per ordine del console Giovanni del fu Matteo «de Lorenzeto», stabilisce l'entità delle multe da infliggere a coloro che lasceranno pascolare le loro bestie arrecando danni alle colture situate nel territorio comunale e ordina l'elezione di propri campari.

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 30 500 x 330 mm, righe 51. Strappi e rosicature, in particolare lungo tutto il margine destro, nonché altre lacerazioni, sbiaditure d'inchiostro e fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione (anno 1548 e indizione sesta) concordano tra loro solo per i giorni dal 25 al 31 dicembre 1547 (in quanto il documento è datato secondo lo stile della Natività). Nel dicembre 1548 correva invece l'indizione settima. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 87.

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7 febbraio 1549, Fusio

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Giovanni del fu Guglielmo Solazzi di Fusio cede a titolo di permuta a Giovanni del fu Giovanni Ressiga e a Guglielmo del fu Zane Solazzi, rispettivamente caneparo e procuratore della chiesa di S. Maria di Fusio e agenti a nome della stessa, una quota di pascolo sull'alpe «de Zomarogho», nel territorio di Fusio, per ricevere una quota di pascolo nella metà superiore dell'alpe Mognola, anch'esso situato nel territorio di Fusio, e 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus, f. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 28 455 x 250 mm, righe 66. Una piccola lacerazione nel bordo superiore. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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26 febbraio 1549, Lugano

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Caterina del fu Giorgio «de Canonicho» di Lugano, vedova di Rocco di Seregno di Lugano, dichiara di essere debitrice nei confronti di Francesco del fu Filippino Menicati di Lugano, agente anche a nome di Bernardo del fu Pietro Rusca di Lugano, e promette di versare entro Natale 655 lire di terzoli a soluzione di due prestiti fatti dai detti Francesco e Bernardo il 17 ottobre 1544 e il 5 febbraio 1547 e a pagamento di una certa quantità di sale ricevuta.

Notaio rogatario: Oltitius Ruscha p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. ser Laurentii.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 278 295 x 225 mm, righe 39. Un taglio di annullamento; tra la decima e la sedicesima riga dell'atto Giuseppe Ossuzio, «n.p. et causarum Lugani», ha aggiunto in data 18 agosto 1551 il proprio segno di tabellionato e cinque righe riguardanti la stima di beni e la dazione in pagamento relative all'estinzione del debito (cfr. Pometta 278 bis). L'atto è unito al documento Pometta 278 bis mediante una cucitura con filo di canapa.

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4 marzo 1549, Lugano

Convenzione / Instrumentum pactorum, conventionis ac transationis

Battista del fu Gabriele «Porada» detto «de la Romera» e suo nipote Giovanni Antonio detto Tono del fu Bernardo, entrambi di Bissone e proprietari di tutta la decima di Arogno, si accordano con i procuratori del comune di Arogno Mariano del fu Tognino «del Speza», Giovanni Antonio del fu Giovanni Poiana, Antonio del fu Domenico «del Deo» di Devoggio e Domenico del fu Beltramino «Valmazoni» per il pagamento della decima del comune di Arogno gravante sopra il vino, sopra ciò che viene seminato, sopra le castagne, sopra i capretti, ma non sul fieno e sulle noci. Infine i detti procuratori versano ai detti «Porada» 25 scudi.

Notaio rogatario: Bernardinus Zobius p.i.a.n. et f.c. domini Ioannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 15 1460 x 410 mm, righe 168. Documento costituito da tre membrane cucite insieme. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317.

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19 marzo 1549, Arogno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Giovanni Fontana di Uri, scriba dei signori svizzeri di Lugano e Valle, e Bernardino Giovio del fu Giovanni Antonio di Lugano, causidico di Lugano, arbitri designati dalle parti, sono chiamati a risolvere la lite tra Antonio del fu Domenico «del Deo» di Vallemaggia, abitante a Devoggio, nel comune di Arogno, da una parte, e Battista del fu Gabriele «de Porris de la Romera» e suo nipote Tono del fu Bernardo, entrambi di Bissone, dall'altra, relativa al pagamento della decima per i beni che il detto Antonio possiede ad Arogno. Gli arbitri ordinano al detto Antonio di pagare ai «de Porris» la decima gravante sui beni situati nel territorio di Arogno; per i beni situati invece «a valle ultra versus Maroziam» egli dovrà corrispondere a titolo di decima due scudi d'oro annui per i prossimi nove anni, e in seguito sarà tenuto a pagare quanto stabilito in una convenzione rogata da Bernardino Giovio.

Notaio rogatario: Hieronymus Canevalius p.i.a.n. Lugani et Vallis et f.q. domini Domenici.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 16 435 x 285 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 317; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 29.

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8 aprile 1549, Bellinzona

Vendita / nstrumentum venditionis

Nicolao del fu Pietro «Boceti», abitante a Bellinzona, agente a nome proprio e dello zio Valentino del fu Nicolao «Boceti», vende a Battista del fu Donato del <...>, Giovanni «de Ferrariis» e Giulio del fu Bernardino Ghiringhelli di Bellinzona, agenti a nome dell'ospedale di S. Giovanni Battista del Dragonato, di una pertica di arativo e vignato nel territorio di Piancalardo «in Brughario» di Sementina, locata a Simone del fu Antonio detto <...> al canone di 4 staia di frumento, cioè frumento e segale in parti uguali, da consegnare per la festa di s. Martino, secondo la locazione del 12 ottobre 1530. Il prezzo di vendita è di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Gerenzanus f. domini Iohannis Antonii p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 100 (v.n. A. XVII/6) 450 x 295 mm, righe 47. Fori di piccole e grandi dimensioni nella metà superiore.

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16 maggio 1549, Fusio

Vendita / Instrumentum venditionis

Adamo Borghi Fusaschetti di Fusio vende a Giovanni Giacomo del fu Guglielmone Albertelli di Fusio una quota di pascolo sull'alpe di Scheggia, situato nel territorio di Fusio, con la sua parte di cascine e di prati, che il detto venditore ha acquistato il 20 aprile 1547 da Guglielmo Guglielmini di Peccia. Il prezzo della vendita è di 750 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f. Filippi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 54 525 x 200 mm, righe 86. Tre fori di grosse dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri più piccoli dovuti a guasti. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: il 16 maggio 1549 cadeva infatti di giovedì e non di mercoledì, come riportato dal notaio.

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1 giugno <1549>,

Vendita / <...>

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Antonio del fu Andrea «de Picheto» di Meride vende a Pietro Guarneri di Meride la metà di un campo con bruga situato nel territorio di Meride «a Scieltro», sulla base di una sentenza pronunciata dal capitano di Lugano e Valle Büeler di Svitto il 23 maggio 1549. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Riva S. Vitale 10 265 x 190 mm, righe 44. Fori di piccole e medie dimensioni. Il documento è stato tagliato lungo i margini e adattato a copertina di quinternetto della taglia imposta dal comune di Meride nell'anno 1626.

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11 luglio 1549, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nel sindacato di Locarno pronunciano la loro sentenza nella lite tra le comunità di Vallemaggia e Lavizzara, da una parte, e quella di Locarno, dall'altra, in merito a una grida, emanata dal balivo di Locarno per vietare ai forestieri di acquistare burro e formaggio prima della tredicesima ora del giorno, che i primi chiedono di revocare in quanto dannosa per i loro interessi. Gli ambasciatori dichiarano che si debbano mantenere gli usi e le abitudini invalsi da tempo.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico gravemente danneggiato, riapplicato alla pergamena al momento del restauro; secondo la corroboratio si tratta del sigillo di Niklaus Wirz di Unterwalden, landvogt di Locarno. Lo scudo nel campo reca una stella a sei punte sovrastata da una mezzaluna rovesciata (?). Legenda: S : WI<...... >

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 55 280 x 475 mm, righe 28. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 45.

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4 settembre 1549, Uri

Sentenza

Jakob Baldegger di Uri, usciere, Martin Thegen di Svitto, usciere, e Konrad von Büren di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, nella causa tra i rappresentanti del consiglio del borgo di Bellinzona, da una parte, e Togno di Claro, dall'altra, dichiarano che Togno è tenuto a pagare la stadera quando vende il formaggio a Bellinzona e lo condannano a pagare le spese giudiziarie.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera bruna di Jakob Baldegger di Uri, usciere di Uri. Nel campo stemma personale (?) (asta con attaccate una stella a sinistra e (?) a destra su una collina). La legende risulta illeggibile.

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Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 101 (v.n. B. V/7) 315 (plica esclusa) x 370 mm, righe 35. Piccolo foro nell'angolo superiore sinistro, risalente alla lavorazione della pelle.

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2 novembre 1549, <...>

Vendita / <...>

Franceschina detta «Giecha de Braveto» di Tremona moglie di Francesco detto «el Merede» di Andrea del Martino di Meride tutrice dei figli minorenni <...> essendo il marito esiliato, vende a Pietro Guarnerio del fu Antonio di Meride un terreno situato nel territorio di Meride «in la Suera» al prezzo di sette scudi d'oro e mezzo. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 17 250 x 330 mm, righe 32. La pergamena, mutila della parte finale, è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo e presenta gravi lacune dovute a diffuse macchie, a sbiaditure dell'inchiostro e a strappi e lacerazioni nei margini. Nel verso sono apposti due pezzi di carta gommata adesiva e un frammento di carta incollato al supporto pergamenanceo.

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18 novembre 1549, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane del fu Giovanni Aricti di Bignasco, abitante in terra di Svitto, vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Cristoforo del Ponte, un campo situato nella campagna del detto comune «in Campis del Orto» per il quale egli versava al comune un canone annuo di 14 soldi di terzoli. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 126 lire di terzoli, di cui 28 vengono immediatamente assegnate al comune a pagamento del detto fitto, e 65 a Giacomo del fu Zanino Soldati di Cavergno, che aveva ricevuto in pegno il campo, a pagamento di certe elemosine disposte dal detto Giacomo in favore del comune.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 133 470 x 265 mm, righe 67. Quattro fori risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto.

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7 dicembre 1549, Locarno

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Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Il notaio Francesco Leone di Minusio, console di Minusio e rettore dell'elemosina di detto comune, agente a nome proprio e del comune, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni Giacomo del fu Giovanni Antonio «de Ferrariis», abitante a Locarno, di un appezzamento di terreno arativo «cum firagnolis duobus romporum et vitium intus» nella campagna di Minusio «in Tractu Bolle» e di una pianta di castagne in cima a detto terreno, al canone annuo di una mina di biada di mistura (segale e miglio per metà), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n., f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 55 670 x 215 mm, righe 114. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, e rosicature lungo il margine destro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 503.

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19 dicembre 1549, Locarno

Transazione / Instrumentum rettificationis, liberationis ac revocationis

I rappresentanti dei comuni di Aurigeno, da una parte, e di Tegna e Pedemonte, dall'altra, pervengono ad un accordo per porre fine alla lite in merito ai luoghi di «Crestumo» (?) e della Forcola. Gli uomini di Pedemonte e Tegna accettano la sentenza pronunciata il 23 giugno 1544 da Joachim Bäldi di Glarona e Honophrius Holzach di Basilea, commissari di Locarno rispettivamente di Vallemaggia, con la quale si riconosce agli uomini di Aurigeno il diritto di pascolare e di costruire «giodente» e stalle alla Forcola, ritirano ogni accusa nei confronti di Aurigeno, rinunciano a esigere qualsiasi canone di affitto per il pascolo sui luoghi contesi e annullano tutti i documenti precedenti. Gli stessi rappresentanti di Tegna e Pedemonte dichiarano di aver ricevuto per questo 24 scudi d'oro dagli uomini di Aurigeno, i quali si impegnano a versarne altrettanti in un momento successivo, per tutte le spese giudiziarie sostenute finora.

Notaio rogatario: Petrus Brontali p.i.a.n., f.q. Iohannis Iacobini Brontali de Cavigliano de Pedemonte.

Originale; lat. e it. Archivio Patriziale Aurigeno 19 670 x 420 mm, righe 114. Diversi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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27 dicembre 1549, Faido

Stima di beni e dazione in pagamento / Instrumentum extimationis et in solutum dationis

Velti Broeck di Tortengo e Giacomo del fu Zannella Lombardi di Faido, stimatori della vicinia di Faido, e Pietro del fu Antonio «Giocharii», «servitor» del comune di Leventina, dichiarano di avere stimato, su richiesta di Giacomo del fu Antonio Gallizia di Mairengo, Pietro del fu Martino «de Domo Nova» di Vigera e Pietro di Agostino «de Albertino» di Fontané, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, tre appezzamenti di terreno a prato con castagni e altri alberi e un appezzamento a campo, situati nel territorio di Mairengo «ad Luvinana», «ad Giesuram», sotto Mairengo e «ad

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Campum de Zappis» e appartenenti agli eredi del fu Giovannolo «Alberti Domenici» di Mairengo, al fine di garantire il versamento di certi fitti in denaro dovuti alla detta chiesa. Tali beni vengono assegnati alla detta chiesa, in presenza di Giovanni Giacomo «de Righetto» e Giovanni «de Righetto» di Tortengo, curatori dei detti eredi.

Notaio rogatario: Iohannes f.q. Antonii de Giochariis de Hosco habitans Faydi p.s.a.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 15 270 x 230 mm, righe 39. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore destra.

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Sec. xvi (prima metà), Bellinzona

Locazione con convenzione / Instrumentum liveli

Il capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona investe a titolo di livello ed eredità perpetua i procuratori del comune di Vallemorobbia di certi beni, al canone annuo di 60 congi di mosto e 60 di mistura. Il capitolo si impegna inoltre a mandare un cappellano a celebrare la messa in Vallemorobbia ogni volta che ciò verrà richiesto, e costui riceverà in cambio una lira e otto soldi di terzoli se andrà a S. Antonino da quelli che sono «sub cura» di S. Antonio, 16 soldi di terzoli se andrà a Pianezzo o a Serta, 12 soldi di terzoli a Monte, «Mottas» e Loro. I detti canonici si impegnano inoltre a celebrare le messe e a prestare la cura d'anime per un mese qualora gli uomini di Vallmorobbia restassero senza prete. La locazione è stipulata alla presenza dei preti Giovanni «de Capo», Marco «Zezio» e Giovanni di Daro. (Frammento).

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha f.q. domini Iohannis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 281 510 x 355 mm, righe 60. Il documento è privo della membrana iniziale. Alcuni fori e macchie di piccole e medie dimensioni.

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Sec. xvi (prima metà), Como

Riconoscimento di debito e condanna / Instrumentum obligationis et condemnationis

Martino <...> dichiara di essere debitore nei confronti dei fratelli Battista e <...>, e promette di versare loro la somma di <...>, dovuta per l'acquisto di caprioli, di una cavalla «ursine» rossa con una stella in fronte e un'asina <...>. Giovanni Maria «de Lopia», console comasco di giustizia «ad signum aquile» condanna il detto debitore a versare il dovuto entro il termine stabilito. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Petrus de Caprano p.i.a.n. Comi f.q. <...>.

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Pometta 307 310 x 195 mm, righe 44. L'atto, tagliato negli angoli e lungo il margine superiore, presenta frammenti di carta, lacune di medie e grosse dimensioni nonché tracce di colla che rendono il testo di difficile lettura, ed è stato riutilizzato come copertina di un volume di Paolo Manuzio: nel verso infatti vi si legge «<...> de Paolo Manutio». La datazione dell'atto è da porre dopo il 20 dicembre 1499, giorno dell'immatricolazione del notaio rogatario (Mangini, Il notariato, p.424, nr. II,1106).

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Sec. xvi (prima metà), <...>

Vendita / <...>

Giovanni Pietro <...> vende a Battista «de Mezenatiis» (?) di Bisuschio (?) del fu Pietro due terreni situati nel territorio di S. Pietro «ad Boschetum de Heredi» e «<...> Guastum». (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Torriani 23 (= cart. 88, nr. 6) 200 x 280 mm, righe 31. Il documento, che presenta fori e lacerazioni, è stato tagliato lungo tutti i margini e riutilizzato come copertina di un fascicolo di atti non specificati (datato 1523).

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Sec. xvi (prima metà), Lugano

Frammento di un atto notarile in cui compaiono «Vaxinus» Paroli, agente anche a nome della moglie, da una parte, e Lorenzo <...>, dall'altra.

Notaio rogatario: Domenicus Canevalius p.i.a.n. Lugani f.c. ser Ambrosii.

; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 39 235 x 330 mm, righe 27. Del documento, originariamente costituito da due membrane, rimane solo la parte finale. Esso, riutilizzato come copertina di un volume di grammatica, è danneggiato da strappi, fori e macchie, ed è stato tagliato lungo il margine superiore e negli angoli.

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Sec. xvi (prima metà), Bironico

Vendita / Instrumentum venditionis

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Albertino <...> vende a Giacomo certi beni al prezzo di 33 d'oro, nove lire e quattro soldi di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Daniel Ruscha de Bironico p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 40 215 x 200 mm, righe 36. Il documento, tagliato lungo i margini superiore e sinistro, è stato riutilizzato come copertina di fascicoletto. Il supporto è ingiallito e presenta diversi piccoli fori.

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Sec. xvi (prima metà), Soresina (?), «in curte roche Morandy (?)»

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento di una vendita fatta da Togno <...> a Pietro <...>.

Notaio rogatario: Iohannes Maria f.c. domini Petri Rusche de Bironicho p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 20 230 x 175 mm, righe 35. La pergamena è priva, a causa di uno strappo, della parte superiore, su cui figuravano la data, i nomi dei contraenti e la descrizione dell'oggetto della vendita. La parte rimanente della membrana presenta diffuse macchie e incrostazioni al centro. La datazione approssimativa risulta dal periodo di attività del notaio Giovanni Maria Rusca di Bironico, che si iscrisse alla matricola notarile di Lugano nel 1502 (v. FDS TI C.I, p. 430 nr. 100).

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Sec. xvi (metà), Stabio

Vendita / Instrumentum venditionis

Nicola «de Castanedo» vende ad Antonio <...> la metà di una casa al prezzo di 40 fiorini e 22 soldi imperiali. (Frammento).

Notaio rogatario: Nicolaus de Somazo p.i.a.n. Comi f.q. domini Christofori.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 43 200 x 315 mm, righe 30. Il documento è privo della parte iniziale, presenta macchie e fori nonché uno strappo nell'angolo inferiore sinistro che ha comportato la perdita del ST.

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Sec. xvi (prima metà), Locarno

Locazione / Instrumentuminvestiture locationis

Elisabetta, vedova di Martino Minazi di Losone e figlia del fu Pietro di Lugano «olim habitatoris Locarni» investe a titolo di locazione Vanino del fu Domenico «de la Lobya» di Piandesso di Cugnasco, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rumpibus» nel territorio di Piandesso «in Gabye», e di un solaio con «lobia» e cortile «in Piandessio», al canone annuo di 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali), da consegnare per la festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Aluisius p.i.a.n. constitutus f.c. domini Iohannis Petri olim domini Aluisii de Orello de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 135 585 x 135 mm, righe 89. Tre fori, risalenti alla lavorazione della pelle, e rosicature lungo il margine destro. Il documento è privo della parte superiore e mancano gli elementi della datazione

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Sec. xvi (prima metà), Bellinzona

Retrovendita / <...>

Elisabetta <..> rivende a <...> alcuni beni immobili, al prezzo di 900 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Maria Zaconus f.c. domini Nicolai p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 63 440 x 225 mm, righe 48. Il documento, originariamente costituito da almeno un'altra membrana, è privo di quella iniziale e presenta diversi fori, uno strappo di grosse dimensioni lungo il margine sinistro e rosicature lungo tutto il margine destro. Nella parte superiore rimane il filo che univa la membrana deperdita al frammento rimasto.

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<..> giugno 15<..>, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Francesco del fu Giacomino, sarto, abitante a Locarno, promette di consegnare entro 9 anni a Giovannina di Polissena, figlia del fu Pietro detto «de Lugano de Cigalinis» di Como, 400 lire di terzoli per alcuni beni e una casa venduti da Giovannina, dalla madre Polissena e dal fratello Giovanni Antonio il giorno stesso. Tale somma costituisce la dote di Giovannina ed era stata lasciata dal defunto conte Giovanni Rusca «olim Locarni», garantendola su detta casa. Inoltre

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Francesco è tenuto a consegnare ogni anno per s. Martino a Giovannina 4 staia di mistura (segale e miglio in parti uguali) misurate allo staio di Locarno. Infine Giovannina e la madre Polissena possono continuare ad abitare nella detta casa fino alla festa di s. Martino.

Notaio rogatario: Guidolus Rubei p.i.a.n. et n.p. Locarni e plebis f. c. Iacobi Rubei, habitator Locarni.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 133 440 x 210 mm, righe 66. Piccole rosicature lungo le piegature e tagli di annullamento. Il documento può essere datato approssimativamente alla prima metà del XVI secolo in base alle attestazioni circa l'attività del notaio rogatario.

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9 gennaio 1550, Bergamo

Vendita / Instrumentum dati ac vendizionis

Il 9 gennaio 1550 Giovanni «Marzarius» del fu Giovannino «de Clivate» di Borgo San Leonardo di Bergamo vende a Pietro del fu Bartolomeo «de Cavaleris de Ponte», abitante nel medesimo borgo, una casa situata nel Borgo San Leonardo nella contrada della porta «de Bruseta» al prezzo di 130 lire imperiali.

Notaio rogatario: Castellus f.c. domini Guidoti de Benalis civis et i.a.n.p. Bergomi. Notaio sottoscrittore: Constantinus f.q. domini Ioannis Antonii de Spino n.p. Bergomensis

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 3 2940 x 190 mm, righe 309. Rotolo di sette membrane cucite insieme privo della parte finale. Sullo stesso documento figurano la presente vendita del 9 gennaio 1550 (r 1-131) e la vendita del 2 maggio 1531 (r 132-309, mutila). Uno strappo in corrispondenza dell'inizio del secondo atto e alcuni piccoli fori, nonché un foro risalente alla lavorazione della pelle nella sesta membrana.parte finale.

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21 gennaio 1550, Maggia

Elezione di procuratori alle cause / Instrumentum sindicatus

L'assemblea dei vicini di Maggia costituisce procuratori alle cause il console Tommaso del fu Guido Ferrari, Martino del fu Giovanni Domenighetti e il notaio rogatario Giovanni Giacomo del fu prete Filippino Andrioli di Maggia, incaricandoli di risolvere la lite tra il detto comune, da una parte, e il comune di Gordevio, dall'altra, relativs ai confini piantati sull'alpe di Nimi di Maggia, situato nel territorio di Gordevio, e alla costituzione di un appezzamento comune sul detto alpe.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 56

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390 x 375 mm, righe 62. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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31 gennaio 1550, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Caterina del fu Giorgio di Dassone di Lugano, vedova di Rocco di Seregno del fu Cristoforo, vende a Dante Caroli di Lugano del fu Paride un terreno a prato e campo con diverse piante di noci, salici ed altri frutti situato nel territorio di Lugano «in Gioseto», al prezzo di 300 lire di terzoli, somma dovuta a pagamento «unius rationis et calculi» in cui è compreso un riconoscimento di debito di 82 lire di terzoli contratto dalla detta Caterina nei confronti di Paolo «del Lucho» di Scareglia il 17 gennaio 1545. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 277 bis).

Notaio rogatario: Hieronymus Canevalius p.i.a.n. Lugani et Vallis et cetera f.c. domini Domenici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 277 470 x 290 mm, righe 58. Rosicature e strappi lungo i bordi e alcuni piccoli fori. Lungo il bordo superiore vi sono tracce di scrittura probabilmente relative ad un altro documento. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, I, p. 63.

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31 gennaio 1550, Lugano

Locazione / Instrumentum liveli et pactorum

Dante Caroli del fu Paride di Lugano investe a titolo di enfiteusi, livello ed eredità perpetua Caterina del fu Giorgio di Dassone di Lugano, vedova di Rocco di Seregno del fu Cristoforo, di un terreno a prato e campo con diverse piante di noci, salici ed altri frutti situato nel territorio di Lugano «in Gioseto», vendutogli il giorno stesso dalla detta Caterina. Il canone annuo di locazione è di 15 lire di terzoli. (Cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 277).

Notaio rogatario: Hieronymus Canevalius p.i.a.n. Lugani et cetera f.c. domini Domenici.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 277 bis 410 x 210 mm, righe 48. Alcuni piccoli fori. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, i, p. 63.

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27 marzo 1550, Locarno

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Giovannetto del fu Antonio di Aloisio Orelli di Locarno cede a titolo di permuta a Giovanni del fu Adamo «Margarite» e a Giovanni del fu Giovanni Ressiga, rispettivamente caneparo e procuratore della chiesa di S. Maria di Fusio e agenti a nome della stessa, una quota di pascolo sull'alpe «de Lazaria», situato nel territorio di Fusio «in Lazaria in Media de supra» e 50 lire di terzoli, per ricevere una quota di pascolo sull'alpe Mognola, anch'esso situato nel territorio di Fusio.

Notaio rogatario: Iohannes Octavianus Rubei p.i.a.n. et n.p. Locarni et plebis, f.q. ser Guidoli Rubei de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 29 600 x 215 mm, righe 95. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 33.

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<17> maggio 15<50>,

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Il prete Giovanni <«de Cappo»> del fu Antonio, beneficiato della chiesa di S. Mamete di Lumino, investe a titolo di livello del fu Gottardo «de Silva» di Lumino di un appezzamento di terra a gerbido e bosco con cinque castagni nel territorio di Lumino «ad Bullam illorum de Bergamo» al canone annuo di 2 lire e 8 soldi di terzoli da consegnare per la festa di s. Martino. L'atto è stipulato in presenza di prete Nicolao Muggiasca, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e delegato del vescovo di Como, che concede il proprio assenso.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 74 690 x 230 mm, righe 96. Ampia lacuna nel margine in alto a sinistra, ricomposta in sede di restauro, e estese macchie violacee causate dalla presenza di microorganismo che compromettono la lettura. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 74. La datazione è frammentaria: «millessimo quingentessimo <..., indictione> octava, die sabati <... mensis> maii». Gli elementi sono ricostruiti in base all'attergato di mano seriore «1550 alli 17 maggio».

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30 maggio 1550, Uri

Sentenza / Vrtel

Heinrich Planzer, già landvogt di Blenio, Caspar Wipfli del consiglio di Uri, Johannes Kunkler, già commissario di Bellinzona, e Hans Bürgler, già landvogt nelle due corti del consiglio di Svitto, Merchior Stulz, tesoriere di Nidwalden, e Melchior Kaiser, già landvogt di Sarganz per il consiglio di Nidwalden, confermano i privilegi, le libertà e i diritti,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1161 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete unitamente alle sentenze dell'11 maggio 1549 e del 4 settembre 1549 (v. Archivio comunale Bellinzona 101), stabiliscono che anche i forestieri sono tenuti a pagare la stadera per ogni soma di formaggio o burro e infine stabiliscono che le spese sia divise tra le parti.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera verde in culla di cera bianca di Jakob Arnold, landamano di Uri. L'impronta è danneggiata e risulta illeggibile.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 102 (v.n. B. III/6) 555 (plica esclusa) x 580 mm, righe 55. Piccolo foro nella plica, risalente alla lavorazione della pelle.

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27 giugno 1550, Lugano

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Lugano, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello tra il priore e i frati del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio, da una parte, e Nicolao «della Molla» e Pietro «de Puteo» di Coldrerio, dall'altra, in merito al diritto di riscossione della decima su alcuni terreni inclusi nel relativo elenco («urbar») redatto il 14 agosto 1441 dal notaio Taddeo Bosia. Essi annullano una precedente sentenza pronunciata dal luogotenente Pietro della Torre di Mendrisio, e dichiarano che al convento di S. Giovanni Battista spetta anche la decima sulla veccia («vecian», «kuweitzen») che cresce nei terreni in questione.

Cancellieri: Johann zum Brunnen, Uri (scriba e interprete di Lugano)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Jakob Landolt di Glarona, landvogt di Lugano, è deperdito, rimangono tracce infinitesimali di cera verde.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 39 295 x 435 mm, righe 28. Fori di medie e grosse dimensioni. Nella parte finale è stata tagliata una striscia di pergamena di 280 x 80 mm.

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7 luglio 1550

Conferma / Bestätung

Balthasar Ritter di Uri, landvogt di Blenio, conferma che i III cantoni hanno autorizzato i vicini di Largario a vendere un appezzamento di pascolo comune, allo scopo di accrescere la dotazione del beneficio sacerdotale della chiesa dei SS. Pietro e Paolo.

Sigillo: esistente. Sigillo di Balthasar Ritter di Uri, landvogt di Blenio. L'arma nel campo porta l'effigie di un soldato a

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1162 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete cavallo con elmo e spada sguainata; essa è avvolta dal cartiglio, a sua volta sormontato da una stella a sei punte. Legenda: + BALTHASAR + RITTER +

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 34 340 x 185 mm, righe 51. Piccole macchie.

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1 settembre 1550, Minusio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Tommaso del fu Matteo Grammatico di Minusio vende a Giovanni del fu Giovanni Antonio Tortelle di Minusio, console del comune di Minusio, Domenico «Duxii» e Giovanni Giacomo del fu «Zanoche», entrambi di Minusio, procuratori e credenzieri di detto comune, e Giacomo «Fassore» e «Tone Duxii», entrambi di Minusio, agente a nome proprio e del detto comune, una casa con tetto in piode e con torchio e «assiamentis» nel territorio di Minusio a Cadogno «in Cortauro dicti Thomaxii». Il prezzo di vendita è di 800 lire di terzoli. Le parti inoltre si accordano che, se Tommaso o i suoi eredi volessero rimuovere il torchio, i vicini siano tenuti ad assegnare il terreno a Tommaso, affinché egli possa costruire un'altra casa simile al detto torchio, per rimettere un torchio.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f. q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 56 680 x 320 mm, righe 86. Fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle, due dei quali cuciti prima della stesura dell'atto. Regesto: Venditio comunis Menuxii facta per Thomaxini Gramatici de Menusio, pretio librarum 800 tertiolorum.

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20 dicembre 1550, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giannetto «Grapi» di Piancalardo vende ad Antonio del fu Giovannone Rusconi di Sementina di Monte Carasso una selva situata nel territorio di Gudo «in Rivis de Pedemonte», al prezzo di 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Antonius Mollus f.c. domini Bernardini de Berinzona habitator foris Portam Novam Berinzone p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 243 510 x 205 mm, righe 62. Un piccolo foro nella parte iniziale del testo.

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2 gennaio 1551, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Antonio «Sporalini» (?) di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Zane del fu Pietro Domenighetti, una quota di pascolo sull'alpe di Nimi, situato nel territorio di Gordevio, al prezzo di 87 lire e mezza di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 57 215 x 195 mm, righe 45. Tre fori di piccole dimensioni.

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3 gennaio 1551, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Martino Franchini di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Zanino del fu Pietro Domenighetti, una quota di pascolo sull'alpe di Nimi situato nel territorio di Gordevio, al prezzo di 83 lire e sei soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 58 455 x 155 mm, righe 78. Cinque fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e alcune macchie.

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8 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Cristoforo del fu Pietro «Brugnoli» di Aurigeno, tutore dei fratelli Giovanni e Antonio del fu Zane «Balzari de Bellonibus» di Aurigeno, vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, la metà di un corte tenuto a prato e selva con la metà di una stalla coperta in piode, di una casa da fuoco e di un «medarium» (?), situati nel territorio di Aurigeno e Moghegno «in Caurghio de Cortuxello», al prezzo di 33 lire di terzoli, che equivale a un debito contratto dai precedessori dei detti pupilli verso il comune. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione i medesimi fratelli «de Bellonibus» dei beni appena vendutigli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 1 lira e 13 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

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Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 38 495 x 190 mm, righe 96. Piccole rosicature lungo il bordo sinistro.

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8 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum [locationis]

Antonio del fu Stefano «Romerii» di Aurigeno vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «subtus Calexium», al prezzo di 80 lire di terzoli, che corrisponde alla somma di più prestiti concessi in passato ad Antonio da persone diverse. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Antonio del terreno appena vendutogli, al canone annuo di 4 lire di terzoli da versare per s. Martino.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 37 590 x 165 mm, righe 111. Un foro di grandi dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore.

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8 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Bartolomeo del fu Giovanni di Bernardo «de la Gana» di Aurigeno vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Pratis seu in Canavale», al prezzo di 6 lire e mezza di terzoli. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Bartolomeo del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 6 soldi e 3 denari di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 39 540 x 140 mm, righe 105. Tre fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore.

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8 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Pietro del fu Giovanni «Taburi de Bellonibus» di Aurigeno vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, la terza parte di un corte «murativo» tenuto a prato, vigna e selva, situato nel territorio di Aurigeno «ad Gerbium seu ad Motum Rolandi», al prezzo di 35 lire di terzoli, somma versata al venditore da Zane «Petrolli» di Aurigeno, che l'aveva a sua volta ricevuta per un campo precedentemente venduto al comune. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Pietro del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 1 lira e 15 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 40 490 x 260 mm, righe 83.

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8 gennaio 155<1>, Sornico

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Cristoforo «Togneti» di Menzonio vende a Bertramo del fu Bernardo Conti, pure di Menzonio, che agisce a nome del suo comune, un campo arativo situato in territorio di Menzonio «ad Motinum», al prezzo di 75 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.q. Filipi Rossie de Cevio

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 11 (= vecchio I/14) 430 x 170 mm, righe 60. Alcuni forellini risalenti alla lavorazione della pelle sul margine sinistro, ampia rosicatura all'angolo superiore sinistro. L'unità è perduta; essa è ricostruita sulla base del giorno della settimana e dell'indizione.

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10 gennaio 1551, Como

Commissione

Giovanni Antonio Volpi, canonico della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo Bernardino della Croce, incarica Marco «de Zezio», arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se le locazioni che intende stipulare Alessandro Molo, «monacus» della chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona, siano di vantaggio per la chiesa stessa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

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Notaio sottoscrittore: Gaspar de Orcho n. curie episcopalis Comensis.

ASTi, Pergamene, Pometta 244 (inserto)

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22 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Zanolo del fu Giacomo «Madioni» di Aurigeno, suocero e agente a nome di Tonino del fu Giacomo «de la Gana» di Aurigeno, vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, un campo arativo nel territorio di Aurigeno «ad Gierbium», al prezzo di 47 lire e mezza di terzoli; tale somma comprende 25 lire di terzoli già versate dai fratelli Antonio e Zane del fu Giovannolo «Brugnoli» di Aurigeno e l'ammontare dei debiti contratti verso il comune di Aurigeno dagli antenati del detto Tonino. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Tonino del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 2 lire, 7 soldi e 3 denari di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 43 420 x 255 mm, righe 76. Sette fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore.

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22 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Domenico del fu Giovanni Maria «de la Gana» di Aurigeno vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Aurigeno «in Brugario», al prezzo di 41 lire e mezza di terzoli, che equivalgono all'ammontare dei debiti contratti dal venditore o dai suoi antenati verso il comune. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Domenico del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 2 lire e 9 denari di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 42 560 x 155 mm, righe 111. Un foro di piccole dimensioni presso il bordo sinistro.

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22 gennaio 1551, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Bartolomeo del fu Giacomo «de la Gana» di Aurigeno vende a Guglielmolo del fu Romerio Romerioni, console e agente a nome del comune di Aurigeno, due appezzamenti di terreno arativo con castagni nel territorio di Aurigeno «ad Giosatium» e «ad Ganam», al prezzo di in 45 lire e mezza di terzoli, che il venditore dichiara di aver ricevuto, dedotta una somma non specificata di cui i suoi antenati erano debitori verso il comune. Successivamente lo stesso Guglielmolo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Bartolomeo dei beni appena vendutigli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 2 lire, 5 soldi e 3 denari di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 41 615 x 140 mm, righe 123. Sette fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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27 gennaio 1551, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Il 17 maggio 1321 il comune di Moghegno era stato investito a titolo di eredità dal comune di Maggia del canone di un moggio di segale gravante su alcuni beni situati «in Sabionibus» e in seguito, il 6 aprile 1545, il comune di Maggia aveva proceduto a una permuta con Giacomo del fu Giovannetto Ferrari di , cedendogli il detto canone in cambio di certi diritti d'erba Nimi. Ora Zanne, fratello minorenne del detto Giacomo del fu Giovannetto, nel frattempo defunto, Giacomo del fu Enrico Ferrari di Maggia, tutore di Giovannetto, figlio dello stesso Giacomo del fu Giovannetto, e Martino del fu Zanne «Borgnie» di Maggia, tutore di Zanne, anch'egli fratello minorenne di Giacomo del fu Giovannetto, vendono il detto canone di un moggio di segale a Giacomo del fu <...> «Giroldi» e a Giacomo del fu Antonio «Martini Iacobi», agenti a nome del comune di Moghegno e delle persone di Moghegno e di Aurigeno che sono tenute a pagarlo. I venditori dichiarano di avere ricevuto quale prezzo 6<5>1 lire di terzoli, che essi consegnano a Tonino di ser Filippino Andreoli di Locarno; quest'ultimo ha fatto stimare (?) il canone stesso, che è stato posto all'incanto per tre volte sulla piazza di Maggia ed è stato assegnato ai detti compratori. L'atto è stipulato in presenza di Hans Stocker di Zugo, podestà e commissario delle valli Maggia e Lavizzara, che concede il suo assenso.

Notaio rogatario: Iohbus p.i.a.n., f.c. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 21 280 x 300 mm, righe 47. Estese lacune a causa di rosicature, con perdita di parte del testo.

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26 febbraio 1551, Someo

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico del fu Giacomo Zanoli di Someo vende a Somadino del fu Giovanni «Giurri», console del comune di Someo e agente a nome dello stesso, due appezzamenti arativi nella campagna di Someo «in Capite campanee» e «ad Rodanam», al prezzo di 200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus n., p.i.a.n. filius Perhini Iacobi Perhini de Someo Valismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 21 440 x 160 mm, righe 67. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro, un altro piccolo foro dovuto a guasti nella parte superiore. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 26 febbraio 1551 cadeva di giovedì, anziché di mercoledì come dichiarato dal notaio.

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12 maggio 1551, Lugano

Citazione / Denuntiamentum

Jakob Landolt di Glarona, capitano di Lugano, insieme a Bernardino Giovio, Cristoforo Pocobelli, Pietro Gorino e Bartolomeo Pocobelli, tutti di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano e Valle, ordinano a Caterina, vedova di Rocco di Seregno di Lugano, di comparire davanti a loro per dimostrare i suoi eventuali diritti su cinque terreni situati nel territorio di Lugano «in plano Caragnie», «in Raytino», «in Giera» e «in Giosetis», al fine di opporsi alla loro assegnazione a Bernardino Rusca e Francesco Menicati di Lugano.

Cancellieri: Cesare Somazzi, Lugano

ASTi, Pergamene, Pometta 278 bis (inserto)

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5 giugno 1551, Bellinzona

Divisione di beni / tum divisionis et partitionis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Comune di Isone 23.

Notaio rogatario: f.q. capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 30 1560 x 270 mm, righe 170. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. La pergamena presenta rosicature di grosse dimensioni lungo la parte inferiore del margine sinistro, alcuni fori e strappi lungo il margine superiore.

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Regesto: Lepori, Isone, p. 215.

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5 giugno 1551, Bellinzona

Divisione di beni / Instrumentum divisionis et partitionis

Il comune di Medeglia, rappresentato dai procuratori Martino di Domenico detto Negrino «de Pironibus» console, Martino del fu Taddeo Martella «del Drossa» e Giacomo detto Trambusnono del fu Pietro «Petruzii del Sassello», da una parte, e il comune di Isone, rappresentato dai procuratori Giovanni del fu Arnaldo «de Megnachis», Andreolo del fu Bertramo detto «Mezabareta» Andreoli e Andrea del fu Pietro Gianetti, dall'altra, procedono alla divisione dei pascoli posseduti in comune: gli alpi di Caneggio e «de Cheno» sono assegnati a Medeglia, quelli di Devreo, Corgella e «de Primicheno» a Isone.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. capitanei domini Ioannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 23 1440 x 275 mm, righe 159. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali risalente alla lavorazione della pelle, e alcune lacerazioni nella parte iniziale, dove l'angolo destro si è staccato dal documento. Regesto: Lepori, Isone, p. 215.

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17 giugno 1551, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno per il sindacato annuale, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Giumaglio, rappresentato dal console Pietro del fu Giovanni «de Russi», da una parte, e il comune di Someo, rappresentato dal console Somadino del fu Giovanni «Müsch» e da Parino di Giovanni «Dominci» detto «Trawertz», dall'altra, in merito al confine comune nella zona del monte di Berzona e di «Fontanedo», la cui decisione è stata loro demandata dagli ambasciatori alla dieta di Baden. Essi dichiarano che il termine con una croce posto nella «carrale di Cristoforo» («in der Christoffel gassen») deve ritenersi valido in quanto accettato dalle parti e che esso, essendo posto di traverso, non debba indicare una linea di confine verso monte, ma piuttosto verso la valle di Berzona situata nelle vicinanze; da tale valle il confine deve proseguire verso monte fino al termine posto al «tetto dei Ceretti» («zum gaden de Ceretis»), e da lì verso l'alpe tenuto da certe persone di Giumaglio; di conseguenza il termine che si trova nel «Motto de Rodondo» deve essere considarato nullo. Infine gli ambasciatori annullano una sentenza pronunciata a suo tempo dal landvogt Joachim Dürler di Uri in favore di Someo nonché gli atti compiuti dall'attuale landvogt Hans Stocker di Zugo, e ordinano di estirpare i termini piantati da quest'ultimo.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Hans Jeuchdenhammer di Basilea, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento, è stato asportato mediante strappo insieme alla coda di pergamena con cui era stato fissato.

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Originale; ted. Archivio Parrocchiale Giumaglio 5 540 x 780 mm, righe 79. Alcuni fori dovuti a rosicature o guasti lungo le pieghe e i bordi. Il sigillo pendente è stato asportato mediante strappo insieme alla coda di pergamena con cui era stato apposto al documento.

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29 giugno 1551, Largario

Vendita / Instrumentum venditionis

Bono del fu Guidino Marioni di Cresedo di Aquila, agente anche a nome del fratello Pietro, vende a Barnabino del fu Guglielmo «de Nigris», console di Largario, Pietro del fu Pedrazzolo «Petrini» e Martino del fu Santino «Reschi», agenti a nome della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, un appezzamento a campo situato nella campagna di Aquila «ad Brugam longam», al prezzo di 66 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Somascona p.i.a.n. Vallis Blegnii

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 35 200 x 165 mm, righe 35.

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29 giugno 1551, Largario

Permuta / Instrumentum cambii

Andrea del fu Antonio di Villa di Olivone, agente quale curatore della madre Sara, cede a Barnabino del fu Guglielmo «de Nigris», console, Petrus del fu *** e Martino «Sanctini» di Largario, procuratori della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Largario, tre appezzamenti a campo e prato situati nella campagna di Aquila «ad Campum de Rongietta», «ad Brugam longam» e «ad Campum de Duo», ricevendone in cambio un appezzamento a campo «cum coroyna» e con un noce situato nel piano di Olivone «subtus Giornencum ubi dicitur ad Campum Rancorine» nonché 114 lire di denari terzoli. La permuta è stipulata con il consenso di Hans Wagner di Svitto, landvogt di Blenio.

Notaio rogatario: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Somascona p.i.a.n. Vallis Blegnii

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Wagner di Svitto, landvogt di Blenio: rimangono visibili soltanto i fori praticati nella pergamena per fissarlo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 36 395 x 220 mm, righe 55. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore sinistro.

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18 agosto 1551, Lugano

Stima e dazione in pagamento / Instrumentum estimationis et insolutum dationis

Bernardino Giovio del fu Giovanni Antonio, Cristoforo Pocobelli del fu Bartolomeo, Giovanni Pietro Gorino del fu Sebastiano e Bartolomeo Pocobelli del fu Andrea, tutti di Lugano, procuratori e stimatori della comunità di Lugano e Valle, procedono alla stima dei beni di Caterina del fu Giorgio Canonica, vedova di Rocco di Seregno di Lugano e ne assegnano una parte, consistente in cinque terreni situati nel territorio di Lugano «in plano Caragnie», «in Raytino», «in Giera» e «in Giosetis», a Bernardino Rusca e Francesco Menicati di Lugano, nei confronti del quali la detta Caterina è debitrice, per la somma di 688 lire e quattro soldi di terzoli. In seguito a tale transazione, il notaio rogatario incide «uno taleo in medio» e aggiunge la propria sottoscrizione al riconoscimento di debito rogato il 26 febbraio 1549 (cfr. ASTi, Pergamene, Pometta 278).

Notaio rogatario: Iosephus Ossutius p.i.a.n. et causarum Lugani et cetera f.q. domini Iohannis Antonii de Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 278 bis 455 x 375 mm, righe 76. Alcuni piccoli fori. L'atto è unito al documento Pometta 278 mediante una cucitura con filo di canapa. Regesto: Brentani, Antichi maestri d'arte, I, pp. 63-64. Inserti: 12 maggio 1551 (Lugano)

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29 ottobre 1551, Bellinzona

Locazione / Instrumentum investiture livelli

Il prete Agostino Cusa di Bellinzona, beneficiato della chiesa dei SS. Carpoforo e Maurizio di Gorduno e Gnosca e canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, procuratore di Alessandro Molo di Bellinzona, patrono e avvocato della «monacharia» di S. Biagio di Bellinzona, col consenso di Marco «de Zezio», arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, delegato di Giovanni Antonio Volpi, vicario generale del vescovo di Como Bernardino della Croce, investe a titolo di livello ed eredità perpetua i coniugi Bernardo Molo del fu Giovanni ed Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, parenti del detto Alessandro, di un terreno vignato «ad lizarios» e a prato situato nel territorio di Bellinzona «subtus Sanctum Blaxium ad la Naxam». Il canone annuo è di 42 lire e mezza di terzoli.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 244 1800 x 210 mm, righe 179. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme, presenta alcuni piccoli fori e una lunga cucitura coeva alla stesura del testo nella parte finale. Al documento è cucito un atto cartaceo settecentesco sottoscritto da Giovanni Paolo Molo anche a nome del nipote Carlo Francesco e contenente il regesto della pergamena («Questo instromento è l'aquisto della nostra vigna consistente in Santo Biagio ...»). Conservati nella medesima busta altri cinque documenti cartacei datati tra il 1546 e il 1717, tutti relativi al terreno in questione. Inserti: 10 gennaio 1551 (Como)

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25 novembre 1551, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum pignoris et obligationis

Antonio del fu Leventinello di Mairengo, abitante a Faido, dichiara di aver ricevuto in prestito da Alberto del fu Giovanni Negro di Calpiogna, Tommaso del fu Giacomo «Thomaxii» di Faido e Giovanni del fu Giovanni «Mineti» di Mairengo, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, 100 lire di terzoli appartenenti alla calonica della detta chiesa, e promette di corrispondere un fitto annuo di un sesino per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Antonio pone a garanzia del debito due appezzamenti di terreno a prato situati nel territorio di Faido «in Casnedo» e un appezzamento a orto e campo situato a Faido presso la sua abitazione.

Notaio rogatario: Zannes f. Iohannis Bacchi de Cornono habitator Faydi p.a.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 16 380 x 155 mm, righe 45. Tre tagli di annullamento lungo la piega orizzontale centrale. Nella datazione è indicata l'indizione nona, mentre sarebbe dovuta correre la decima secondo l'uso locale.

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25 novembre 1551, Minusio

Vendita / Instrumentum venditioni, dati et cessionis

Stefano del fu Martino Tortelle e Romerio del fu Pietro Romerio «Gottartii», entrambi di Minusio, vendono a Pietro del fu Giacomo Stopini di Minusio, console di Minusio, Domenico «Duxii», Domenico Scapocini, Tommaso Scolari, Martino Tommasini, Giovanni Giacomo «Zanoche», tutti di Minusio, e Pietro Leoni di Rivapiana di Minusio, agenti a nome proprio e della detta vicinanza, una casa con tetto in piode, con l'edificio di un torchio e gli «asiamentis», nel territorio di Minusio «ad Bitricum». Il prezzo di vendita di 800 lire di tertoli, di cui 200 lire di terzoli promessi a Fracesco Rossalli di Locarno a nome del venditore Romerio a completa soluzione dei beni.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. fq. domini Nicholaii Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 57 550 x 410 mm, righe 67. Diversi fori, di cui 3 cuciti con filo di canapa, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori, dovuti a rosicatura. L'inchiostro a tratti risulta un po' sbiadito. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 503.

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27 novembre 1551, Baden

Conferma di sentenza / Bestätnus

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Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta del comune di Giumaglio, rappresentato da Guglielmo «de Putteo», confermano la sentenza pronunciata il 17 giugno 1551 dagli ambasciatori al sindacato di Locarno, con la quale è stato fissato il confine tra i territori dei comuni di Giumaglio e Someo nella zona della «carrale di Cristoforo» («in der Christoffel gassen»), della valle di Berzona, del «tetto dei Ceretti» («zum gaden de Ceretis») e del sovrastante alpe tenuto da certe persone di Giumaglio, e inoltre ordinano di procedere all'estirpazione dei termini precedentemente piantati da Hans Stocker, landvogt di Vallemaggia, come disposto nella medesima sentenza.

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Ambrosius Imhof di Berna, landvogt di Baden, annunciato nella corroboratio del documento, è stato asportato insieme alla coda di pergamena con cui era stato fissato.

Originale; ted. Archivio Parrocchiale Giumaglio 6 270 (plica di 70 mm esclusa) x 540 mm, righe 27. La coda di pergamena inserita nella plica è stata asportata insieme al sigillo.

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24 dicembre 1551, Locarno

Conferma di pubblicazione di grida / -

Hans Jeuchdenhammer di Basilea, landvogt di Locarno, su richiesta del consiglio e dei reggenti della comunità di Locarno conferma di aver pubblicato una grida con la quale, come ordinato dagli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nella dieta a Baden, si proibisce di stipulare promesse di matrimonio senza il consenso dei genitori, dei tutori e, nel caso degli orfani, del landvogt stesso.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Jeuchdenhammer di Basilea, landvogt di Locarno.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 60 315 x 400 mm, righe 32. Due piccolissimi fori; la pergamena è stata probabilmente privata di una parte in calce al testo, nella quale era apposto il sigillo.

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29 dicembre 1551, Campione

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Tommaso del fu Cristoforo detto Caslano «de Grepis» di Caslano abitante a Besazio dichiara di essere debitore nei confronti di Giovanni Giacomo del fu Bernardino Tencalla di Bissone e promette di pagare entro due anni 100 lire di terzoli ricevute in prestito con un interesse annuo di due lire e dieci soldi di terzoli per ogni eventuale mora.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n.p. (sic) Lugani f.c. ser Petri Benedicti de de Campilliono.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 63 230 x 170 mm, righe 50. Tre tagli d'annullamento. Il documento presenta una lacuna di grosse dimensioni lungo tutta la piegatura verticale e una rosicatura lungo il margine sinistro, che presenta tracce di filo.

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2 gennaio 1552, Brontallo

Vendita / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Giacomo del fu Guglielmo «Ielmeti» di Menzonio, curatore e procuratore del minore Giovanni del fu «Borghi Gullielmeti», vende a Bertramo del fu Bernardo Conti di Menzonio, che stipula a nome del suo comune, due campi arativi situati nella campagna di Menzonio. Gli appezzamenti, del valore stimato di 62 lire di terzoli, sono ceduti senza compenso al comune in adempimento di un lascito di due lumi, assegnato allo stesso in favore dell'anima dei genitori di detto minore.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.q. Filipi Rossie de Cevio

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 12 (= vecchio I/11) 440 x 135 mm, righe 79.

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1<9> 1552, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Bernardo del fu Guglielmo Bonalini di Mesocco della Valle Mesolcina retrovende al Antonio del fu <...> di Lumino, console del comune di , due pertiche di terreno arativo e «ad Pedem Campanee», che il detto Bernardo aveva acquistato dal detto comune il <7 settembre> 1534 (cfr. Archivio Comunale Lumino 68). Il prezzo della retrovendita è di 200 di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Lumino 75 465 x 300 mm, righe 55. Foro di grandi dimensioni in centro e piccolissimi fori nel margine inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché lacune dovute a rosicature lungo i margini, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi in particolare nel lato sinistro, che compromettono in parte la lettura. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 73.

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14 marzo 1552, Lottigna

Conferma di testamento

Davanti a Hans Wagner di Svitto, vicario di Val Blenio, che siete in tribunale, compare Andrea Cima di Dangio, procuratore dei fratelli Bartolomeo, Vanetto e Ambrogio figli del fu Giacomo «Iacomete» di Dangio, e riferisce che Giovannina Bassi di Dangio, nonna dei detti fratelli aveva lasciato loro l'edificio in pietra, nella quale Giovannina abitava, a condizione che essi vi abitassero e che ogni anno facessero celebrare una messa «pro salute eius anime», inoltre la defunta aveva istituito un legato di biada. Dopo aver sentito i testimoni, definito che la casa è proprietà per due parti di Giovannina e una parte del fratello della defunta e che i fratelli possono godere dell'edificio in pietra, e infine udito le richieste dei fratelli di liberarli dal testamento per loro dannoso e lucroso, assente il vicario, occupato a Locarno, assente il luogotenente a Milano, il tesoriere Giovanni Arnardoni aveva confermato il testamento. Ora il vicario dichiara che il testamento è valido.

Notaio rogatario: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Somascona p.i.a.n. Vallis Blegnii

Sigillo: esistente. Sigillo aderente di cera sotto carta di Hans Wagner di Svitto, vicario di Val Blenio. Nel campo l'arma di famiglia porta una ruota. Legenda: <...> HANS . <...>

Originale; lat. ASTi, Cima 18 320 x 220 mm, righe 42. Due fori di medie dimensioni lungo le piegature verticali, dovuti a rosicatura.

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24 marzo 1552, Locarno

Vendita / nstrumentum venditionis

Domenico del fu Tommaso del fu Domenico Albertolli di Intragna vende a Guglielmo di Romerio Ferrari «de Rossa» di Loco di Onsernone, agente a nome del detto comune, i diritti di pascolo e di alpeggio per 12 bestie minute sull'alpe «de Ramiascho», situato nel territorio di Onsernone «ad Remiaschum», al prezzo di 40 lire e 16 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. constitutus f.q. magistri Antonii de Porris de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Valangin 11 550 x 210 mm, righe 80. Fori e lacerazioni nelle pieghe. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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7 aprile 1552, <...>

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Vendita

Giovanni Pietro «de Adamo de Povera» di Val Lugano «ex villa <...>cini», abitante a Meldola nella diocesi di Bertinoro, vende a Cristoforo e Antonio Morandi del detto luogo, anch'essi abitanti a Meldola, un prato con vigna e alberi situato a Soresina «in loco dicto Sorte» al prezzo di 29 scudi d'oro. Il 1. giugno 1552 gli anziani, i procuratori e il consiglio della terra di Meldola confermano che Nicola de Baragallis è pubblico notaio e che l'atto da lui rogato è autentico.

Notaio rogatario: Nicola olim <...> viri Iacobi de Baragallis de Meldula p.a.i.a.n.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 21 480 x 180 mm, righe 71. Una lacuna di grandi dimensioni nella parte centrale, dovuta a guasti, diversi piccoli fori, lacerazioni e sbiaditure dell'inchiostro. L'atto di vendita occupa le righe 1-64, alle righe successive (65-71) figura la conferma del consiglio di Meldola.

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22 aprile 1552, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio «Macri» del fu Nicolao, abitante a Bellinzona, vende a Nicolò del fu Giacomo «Mussati» di Ravecchia, agente anche a nome di Giovanni del fu Antonio di Giacomo «Mussati», e ai fratelli Stefano, Giovanni, Abbondio e Domenico del fu Giovanni Pietro di Giacomo «Mussati», i tre quarti delle migliorie da lui apportate su un appezzamento di terra «geriva», a gerbido, bosco, campo e vigna situato nel territorio di Giubiasco «in Mondellis» e la casa da lui costruitavi, al prezzo di 1068 lire e 15 soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 18 1550 x 260 mm, righe 183. Il documento è composto da tre membrane cucite insieme; numerosi fori di varie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e tre cuciture precedenti la stesura dell'atto. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 122-123, nr. 18.

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18 luglio 1552, Locarno

Sentenza / Urtheyll

I rappresentanti dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, annullano una sentenza pronunciata dal landvogt di Locarno Hans Jeuchdenhammer di Basilea, in merito alla lite tra la Valle Verzasca, da una parte, e i comuni di Gordola e Contra, dall'altra, in merito allo sfruttamento di boschi di castagno privati, situati nel territorio di Gordola e Contra, e confermano una precedente sentenza del 22 dicembre 1514 e le relative ratifiche del 30 gennaio 1522 e del 7 luglio 1523 a favore della Valle Verzasca. Essi condannano inoltre i comuni di Gordola e Contra al pagamento delle spese

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Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Kaspar Stierlin di Sciaffusa, landvogt di Locarno; rimane soltanto la coda di pergamena con cui era stato fissato al documento.

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 16 (= 8.5/5) 510 x 595 mm, righe 64. Abbastanza buono: Pergamena un po' indebolita lungo le piegature

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19 luglio 1552, Bellinzona

Conferma di divisione di beni e ricevuta / Instrumentum ratificationis et confessionis

I fratelli Giacomo, Franceschino e Giovanni Antonio del fu Bernardino Molo, un tempo abitanti a Bellinzona fuori di Porta Nuova, ratificano la divisione dei beni ereditati dal padre già fatta a suo tempo, ad eccezione delle migliorie apportate alla casa in cui abita Franceschino, nel borgo di Bellinzona, sopra la piazza Nosetto, e dei beni di sua moglie Franceschina situati sull'alpe «de Orino», che saranno comuni ai tre fratelli. Inoltre Giovanni Antonio dichiara di avere ricevuto dai suoi fratelli 600 lire di terzoli per la dote di Filippina, moglie del fu Bernardino e loro madre.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha n.p. Berinzone f.q. domini Iohannis. Notaio estraente: Andreas Ruscha f.q. spectabilis domini Lutherii phisici p.i.a.n. et habitator Berinzone notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc quondam nobilis domini Ayroldi Rusche.

Originale estratto da imbreviature (1569 ottobre 13); lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 19 485 x 345 mm, righe 54. Cinque fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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20 agosto 1552

Sentenza

I landamani e i consigli di Uri, Svitto e Nidwalden pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Bellinzona, da una parte, e i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra, in merito al pignoramento di un cavallo appartenente a certi mercanti di Milano, compiuto dal camparo di Bellinzona sul pascolo comune nella zona del Bosco «de Arbore» presso Camorino, nonché al divieto di pascolare bestiame forestiero sui pascoli comuni, sancito dagli statuti bellinzonesi. I giudici confermano le precedenti sentenze relative al terreno in questione, in particolare quelle risalenti al 1529, e dichiarano che quelli di Giubiasco e Valle Morobbia possono permettere a forestieri di tenere il loro bestiame nel pascolo comune del Bosco «de Arbore», ferma restando la proibizione sancita dagli statuti per quanto riguarda i pascoli comuni del Saleggio di Bellinzona.

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Sigillo: deperdito. Il sigillo della comunità di Uri («gemeinem landts-insigel») è stato asportato; rimane il filo giallo-nero con cui era appeso al documento.

Originale; ted. ASTi, Comune di Cadenazzo 4 440 x 610 mm, righe 50. Piccole lacune per consunzione e rosicature lungo le pieghe e i bordi

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26 ottobre 1552, Baden

Riforma di statuti

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta di Bernardo Franzoni, rappresentante della comunità di Vallemaggia, procedono alla riforma di tredici capitoli degli statuti di detta comunità.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bruna di Ambrosius Imhof di Berna, landvogt di Baden. Lo scudo troncato nel campo reca nel settore inferiore tre losanghe e nel settore superiore una figura (animale?) dai contorni inintelligibili. Legenda: AMBROSI . IMH

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 59 370 x 300 mm, righe f. 2r-5r. Fascicolo di sei carte (due fogli di guardia, quattro fogli scritti). Un foro al centro del f. 6. Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, 2, nr. 716, pp. 128-129.

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10 novembre 1552, Locarno

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Pietro del fu Zanne «de Guiciis de Lionza» di Lionza di Centovalli, abitante a Locarno, promette di consegnare a Francesco del fu Giovanni Marzorini di Locarno, entro la metà del prossimo gennaio, 240 lire di terzoli, che corrispondono al prezzo di certi beni venduti il giorno stesso.

Notaio rogatario: Franciscus Biancheti p.i.a.n. f.c. domini Petri Biancheti de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Francesco (Locarno) 132 315 x 200 mm, righe 42. Piccoli fori lungo le piegature verticali, dovuti a rosicatura, un piccolissimo foro, risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, nonché tagli di annullamento.

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18 novembre 1552, Brunnen

Sentenza / -

Amandus von Nyderhoffen, Jakob a Pro e Martin Imhof di Uri, Christof Schorno, Paul Kerengertter e Lienhard Büeler di Svitto, Hans Bünty, Arnold Lussy e Jakob am Bauen di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello tra il comune di Bellinzona e quello di Camorino, da una parte, e i comuni di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra, in merito alla pascolazione di animali appartenenti a forestieri sul pascolo comune del Bosco di Arbore ad opera di quelli di Giubiasco e Valle Morobbia. I giudici, dopo aver confermato le precedenti sentenze relative al Bosco di Arbore pronunciate nel 1504, 1529 e il 20 agosto 1552, dichiarano che esso debba rimanere pascolo comune tra Giubiasco, Valle Morobbia e Camorino, che le parti dovranno accordarsi riguardo alla quantità di bestie appartenenti a forestieri da tenervisi, che le spese giudiziarie dovranno essere sopportate da Bellinzona e Camorino e che questi ultimi dovranno restituire il cavallo preso in pegno a suo tempo a un mercante.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera bruna in teca lignea di Christof Schorno, alfiere e luogotenente di Svitto. L'arma nel campo porta lo stemma di famiglia: croce con due mezzelune addossate. Legenda: S(IGILLUM) . STOFFEL SCHORNO

Originale; ted. ASTi, Comune di Giubiasco 40 310 x 610 mm, righe 25. Alcuni piccolissimi fori nelle pieghe. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 50 (incompleti).

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9 gennaio 1553, Maroggia

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Mariello del fu Tognino «del Speza» di Arogno, agente a nome di suo genero Tommaso del concilio detto «de la Melana» di Arogno, dichiara di essere debitore nei confronti di Domenica del fu Nicolino del concilio «de la Melana», figlia di Elisabetta, rappresentata dal notaio rogatario Pietro Maria «de Garuo», di 100 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Petrus Maria p.i.a.n. Lugani et Vallis et f. domini Petri Benedicti de Garuo de Campilliono.

Originale; lat. ASTi, Comune di Arogno 17 285 x 150 mm, righe 58. Una grossa lacerazione e fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 29.

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13 gennaio 1553, Bellinzona

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Vendita / Instrumentum venditionis

Bertramo del fu Iemo «de la Serta» e Domenica del fu Andrea «del Giolo», vedova di Melchione «de Iacmalo» di Monte Carasso, entrambi di Monte Carasso e tutori dei fratelli Andrea, Gaspare e Giovanni, figli dei detti Melchione e Domenica, a nome dei quali essi agiscono, vendono al notaio Giovanni Pietro Magoria, che riceve a nome della badessa e delle monache del convento di San Bernardino di Monte Carasso, un campo con vigna situato in campagna di Cugnasco, al prezzo di 200 lire di terzoli, cedute per la dote di Vittoria, anch'essa figlia di detto Melchione e monaca nel convento di San Bernardino. Il contratto viene stipulato davanti a Georg Würsch di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona .

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellenzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 20 500 x 320 mm, righe 55. Nove fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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14 gennaio 1553, Bellinzona

Locazione / Instrumentum livelli

Il notaio Giovanni Pietro Magoria, agente a nome del monastero di San Bernardino di Monte Carasso, investe a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi Bertramo del fu Iemo «de la Serta» e Domenica del fu Andrea «del Giolo», vedova di Melchione «de Iacmalo» di Monte Carasso, entrambi di Monte Carasso e tutori dei fratelli Andrea, Gaspare e Giovanni, figli di detti Melchione e Domenica, a nome dei quali essi agiscono, di un campo con vigna situato in campagna di Cugnasco Il canone annuo convenuto è di dieci lire di terzoli. Il contratto viene stipulato davanti a Georg Würsch di Unterwalden, podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. habitator Bellenzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 21 385 x 280 mm, righe 53. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. L'atto doveva essere cucito ad un altro documento, come risulta da un minuscolo frammento di corda infilato in alcuni fori praticati nel margine superiore.

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24 gennaio 1553, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Maggia, riunita sulla pubblica piazza al suono della tavola per ordine del console Giovanni del fu Martino «Enrici Zanoni», vende a Giacomo del fu Antonio «Martini Iacobi Antognatii», console, Minetto «Zanatii Mineti», Antonio «Zanatii Mineti», Giacomo del fu Giovanni «Pingine» e Zanne del fu Filippo «Zannis Andrioli», tutti agenti a nome del comune di Moghegno, un terreno a gerbido e bosco nel territorio di Maggia oltre il fiume verso Aurigeno, dove si dice «in Salezio» («et que petia seu quod dictum salezium est longitudine spazarum tercentum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1181 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sexaginta et in fondo largitudine spazarum centum duarum, in medio spazarum sexaginta et in cimitate spazarum quadraginta»), al prezzo di 400 lire di terzoli «et bireta duo».

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.c. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 22 360 x 250 mm, righe 62. Alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri fori dovuti a rosicatura.

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7 aprile 1553, Como

Commissione

Giovanni Antonio Volpi, vicario generale del vescovo di Como Bernardino della Croce, incarica Nicolao Muggiasca, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se la locazione che il curato di S. Andrea di Carasso intende stipulare è di vantaggio per la chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 19 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 20

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7 aprile 1553, Como

Commissione

Giovanni Antonio Volpi, vicario generale del vescovo di Como Bernardino della Croce, incarica Nicolao Muggiasca, canonico della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, di accertare se la locazione che il curato di S. Andrea di Carasso intende stipulare è di vantaggio per la chiesa, e se del caso di concedere la necessaria autorizzazione.

ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 20 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 19

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7 aprile 1553, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

I fratelli Giovanni Giacomo e Pietro, figli del defunto Guglielmolo Petenghe di Minusio, tutori degli eredi del fu Bartolomeo Petenghe di Minusio, suo fratello, vendono a Bernardino Petenghe di Minusio, console del comune di

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Minusio e Rivapiana, agente a nome proprio e della comunità, un campo arativo e vignato «a rompata», nella campagna di Minusio «in Tractu Mezarii». Il prezzo di vendita è di 700 lire di tertoli. La vendita avviene a saldo dei debiti contratti dai detti minori di 255 lire e 14 soldi di terzoli nei confronti degli eredi di Togno «Thome» e dei fratelli del fu Lorenzo «Thome» di Locarno, come contenuto in una concessione di riscatto del 4 aprile 1536, di 240 lire nei confronti Domenica di Pietro «del Horto» di Minusio, moglie di Giovanni Giacomo del fu Bartolomeo, creditrice per la sua dote, di 100 lire nei confronti di Giovanni Giacomo Verzaschini di Locarno, e infine di 109 lire e 6 soldi di terzoli a beneficio della casa dei minori.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. fq. ser Nicholaii Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 58 570 x 380 mm, righe 85. Fori, risalenti alla lavorazione della pelle, piccole lacerazioni e piccoli fori, dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 475; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 503.

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24 aprile 1553, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Antonio detto Bianco del fu Giovanni Maria «de la Gana» di Aurigeno vende a Giovanni del fu Giacomo «Iohanis Bartholamey», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento a gerbido con un edificio diroccato nel territorio di Aurigeno a «Capolo super Rugiam Camplioii», al prezzo di 31 lire di terzoli. Successivamente lo stesso Giovanni, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Antonio del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di una lira e 11 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 44 490 x 190 mm, righe 93. Un foro di grandi dimensioni dovuto a rosicatura nella parte inferiore.

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24 aprile 1553, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Zanne del fu Lafranco «Leoni Zanneti» di Aurigeno vende a Giovanni del fu Giacomo «Iohannis Bartholomey», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «ad Ronchum», al prezzo di 65 lire di terzoli. Successivamente lo stesso Giovanni, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Zanne del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 3 lire e 5 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

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Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 45 540 x 190 mm, righe 100. Piccole rosicature lungo i bordi nella parte superiore.

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6 maggio 1553, Minusio

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Bernardino del fu Giovanni Petenghe di Minusio, console del comune di Minusio, Battista del fu Giovanni «Gilarde» e Tona del fu Pietro Antonio «Vichari», entrambi di Minusio, credenziari di detto comune, agenti a nome proprio e dei vicini di Minusio e Rivapiana, promettono di restituire ad Ambrogio del fu Pietro Zane «Ambroxii» di Brione di Minusio 1000 lire di terzoli, ossia entro la prossima festa della Natività 200 lire di terzoli, al computo di 20 soldi ogni singola lira, l'anno seguente altre 200 lire di terzoli con gli interessi, l'anno seguente ancora altre 300 lire di terzoli, con interesse, e le restrati 300 lire di terzoli l'anno seguente con gli interessi. Il debito era stato contratto in seguito alla vendita di vendita di alcuni beni fatta da detto Ambrogio al console e ai credenziari di detto comune, come contenuto in una vendita stipulata lo stesso giorno. Nel verso seguono le ricevute del 30 novembre - 1 dicembre 1554: Giovanni Bolognino di Locarno dichiara di ricevere da Battista «Madieti», console del comune di Minusio, 200 lire di terzoli a favore di Ambrogio, quale primo termine del riconoscimento di debito. 20 dicembre 1555: Giovanni Bolognino di Locarno dichiara di ricevere 200 lire di terzoli e 400 lire di terzoli di interesse. 7 febbraio 1557: I creditori dichiarano di ricevere da Giovanni «Massare», già console di Minusio, 300 lire di terzoli e 600 lire di interesse a soluzione parziale del debito nei confronti di Ambrogio. 1559: Giovanna del fu Giovanni «de Trevano» di Locarno dichiara di ricevere da Francesco «Leonis» 300 lire di terzoli con l'interesse per i soldi promessi, a nome di Francesco, da Domenico Pietro «Stroni» e Giacomo «Tognaldi», entrambi di Minusio, a completa soluzione del riconoscimento di debito.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. constitutis fq ser Nicholaii Leoni Cotti de Locarno.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 59 385 x 225 mm, righe 47. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, lacerazioni e rosicature lungo i bordi, piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura, nonché tre tagli di annullamento. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), pp. 475-476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 503-504.

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6 maggio 1553, Locarno

Locazione / Instrumentum investiture hereditatis

Bernardino del fu Guglielmo Petenghe di Minusio, console del comune Minusio, Battista del fu Giovanni «Gilarde», Tona del fu Pietro Vicari, entrambi di Minusio, credenziari del comune di Minusio e Rivapiana, tutti rettori delle chiese di SS.

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Quirico e Rocco, agenti a nome proprio e dei vicini di Minusio e Rivapiana, investono a titolo di enfiteusi perpetua Bernardino del fu Tona Quirico Leoni di Rivapiana di Minusio, di un appezzamento di terreno arativo e vignato «a rompata» nel territorio di Minusio «in Remolino», al canone annuo di 2 brente di vino o mosto, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e uno staio di biada di mistura, da consegnare per la festa di s. Martino, alla brenta e allo staio di Locarno.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f. q. ser Nicholaii Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 60 550 x 300 mm, righe 79. Piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 504.

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10 maggio 1553, Ascona

Determinazione di confini / Instrumento de terminationi osia confermatione d'essi termini

Il comune di Ascona e Ronco, rappresentato da Zanolo «de Giovannono» e Matteo di Antonio Cattaneo, incaricano Maffeo Duni, Pietro Berni e Cristoforo Botta, tutti di Ascona, arbitri eletti, di delimitare l'incanto della «Colmetta» e di Gura, tensato a nome della chiesa di S. Martino di Ronco e diviso tra Ascona e Ronco. Inoltre vengono verificati e confermati i confini dei Saleggi di Ascona e ne viene regolato lo sfruttamento.

Notaio rogatario: Phelippo figliuolo che fuy de mastro Matteo di Botta de Scona p.n.a.i.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Pancaldi 8 670 x 390 mm, righe 97. Foro risalente alla lavorazione della pelle, diversi fori dovuti a rosicatura, lacerazioni nella parte superiore e nel lato sinistro nonché piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi.

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18 maggio 1553, Locarno

Convenzione / Pacta et conventiones

I comuni di Sonogno e Frasco, Brione, «de Medio», Vogorno, Fontobia, Berzona e Corippo si accordano in merito alla ripartizione delle spese future in caso di vertenze nella valle, alla convocazione annuale del consiglio della valle, al pagamento della taglia e all'estimo.

Notaio rogatario: Franciscus f.q. Dominici Verzasche de Locarno, habitator de presenti in opido de Tiguro, n.p. Notaio estraente: Iohanes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Porris de Scona.

Originale estratto da imbreviature (12 agosto 1558); lat. Archivio della Comunità di Verzasca 17 (= 7.1/2) 625 x 410 mm, righe 84. Segni di consunzione lungo le pieghe.

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14 luglio 1553, Locarno

Sentenza

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, concedono al comune di Cavergno, rappresentato dal console Stoffel Schanasch e da un vicino, le facilitazioni delle rogazioni e l'abolizione dei giorni festivi non di precetto, ottenute da un commissario apostolico (come risulta da un documento rogato il 10 marzo 1530), confermate nel 1544 da Onofrius Holzach di Basilea, landfogto di Vallemaggia, ma negate da Christoffel Quinting di Friburgo, attuale landfogto di Vallemaggia, che ha tentato di reintrodurre le celebrazioni secondo le modalità precedenti. Gli ambasciatori concedono inoltre che le elemosine continuino ad essere raccolte come finora.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Kaspar Stierlin di Sciaffusa, landvogt di Locarno, annnunciato nella corroboratio del documento, è perduto. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena per il fissaggio e minime tracce di cera verde.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 49 305 x 440 mm, righe 35. Diversi piccoli fori nelle pieghe.

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15 luglio 1553, Locarno

Decreto / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nel sindacato di Locarno, su richiesta di Bartholomäus Kuhn di Uri, cancelliere e interprete di Vallemaggia, e della comunità di Vallemaggia, dichiarano che al detto cancelliere debba spettare la quota di un quarto delle pene e delle multe riscosse dal landvogt, e che in futuro la comunità di Vallemaggia potrà scegliere liberamente l'interprete.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Kaspar Stierlin di Sciaffusa, landvogt di Locarno, la cui impronta è parzialmente danneggiata. Lo scudo nel campo reca una testa di toro. Legenda: <... ST>IERLI

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 60 425 x 500 mm, righe 46. Fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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5 agosto 1553, Lottigna

Vendita

Andrea del fu Giovanni Cima di Dangio, curatore generale dei beni lasciati dal defunto Battista «de Clericis» di Torre, vende al notaio rogatario, agente a nome dei fratelli Bartolomeo, Vanetto e Ambrogio figli del fu Giacomo «Iacomette» di Dangio, tutti i beni immobili, cioè i prati con una pianta di noci situati «post pratam territorii vicinantie de Turre», i quali erano stati posti «pro consulto» a Guglielma «de Nigris», moglie del defunto Battista, e detratti per la somma di 225 lire di terzoli da una cessione di 2500 lire di terzoli fatta da Guglielma al marito. Il prezzo di vendita è di 225 lire di terzoli, secondo la stima fatta da *** Cima e Giovanni Pietro «Ioannis Francisci», amici comuni e arbitri, e la somma serve a pagare diversi creditori.

Notaio rogatario: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Somascona p.i.a.n. Vallis Blegnii

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Ulrich Wildrich di Unterwalden, vicario di Blenio: rimangono visibili soltanto i fori praticati nella pergamena per fissarlo.

Originale; lat. ASTi, Cima 19 380 x 220 mm, righe 57. Un foro di grandi dimensioni lungo la piegatura verticale sinistra e un foro di piccole dimensioni lungo la piegatura centrale orizzontale, dovuti a rosicatura.

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10 agosto 1553, Roma (S. Marco)

Commissione pontificia

Papa Giulio III incarica il vicario generale «in spiritualibus» dell'arcivescovo di Milano e del vescovo di Como di conferire un canonicato e una prebenda della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, vacante per libera resignazione da parte di Alessandro Molo, canonico di detta chiesa, a Giovanni Giacomo Molo, canonico della stessa chiesa.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Giulio III; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 103 (v.n. B. III/9). 250 (plica esclusa) x 420 mm, righe 16. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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10 agosto 1553, Roma (S. Marco)

Collazione di canonicato e prebenda

Papa Giulio III conferisce a Giovanni Giacomo Molo, canonico della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1187 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete giovane età, un canonicato e una prebenda della detta chiesa, vacante per libera resignazione da parte di Alessandro Molo, canonico di stessa chiesa e zio di detto Giovanni Giacomo, che frutta 12 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Giulio III; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 104 (v.n. B. III/10) 335 (plica esclusa) x 520 mm, righe 31. Fori di cucitura lungo i bordi sinistro e destro, nonché piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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14 settembre 1553, Lottigna

Sentenza / Sententia

Walter Zeffel di Uri, Hans «Guerett» di Svitto e Heinich von Uri di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, che siedono in tribunale, pronunciano la loro sentenza nella causa d'appello, in merito a un precedente arbitrato tra Giovanni Giacomo Clerici di Torre con il suo procuratore Giovanni Giacomo Buzzi, caneparo della comunità di Blenio, e Alberto «Scotti», servitore del comune di Blenio e curatore generale di Guglielma «de Nigris», vedova di Battista «de Clericis olim Ioanis Iacobi de Clericis», per il «consultum» di 5000 lire di terzoli a Guglielma, che Augusto del Chicherio di Bellinzona, consanguineo di Guglielma, non reputa corretto. Gli ambasciatori confermano l'arbitrato del mese di aprile e tutto quello che ha fatto Andrea Cima, curatore dei beni del fu Battista Clerici.

Notaio rogatario: Martinus Arnardonus f. domini Ioannis de Somascona p.i.a.n. Vallis Blegnii

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di cera bruna sotto carta di Ulrich Wildrich di Unterwalden, vicario di Val Blenio, parzialmente danneggiato, è staccato dal supporto. Lo scudo nel campo, recante l'arma di famiglia (?) (M sormontata da una croce), sostiene un elmo con cimiero.

Originale; lat. ASTi, Cima 20 375 x 210 mm, righe 61. Due fori lungo la piegatura verticale, dovuti a rosicatura, e gore d'umidità.

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30 dicembre 1553, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio di Zane «de Lixonis» di Bignasco vende al comune di Cavergno, rappresentato dal console Cristoforo del fu Antonio «Zanatii», una quota di pascolo sull'alpe «de Rubieo», situato nel territorio di Bignasco in valle Bavona, al prezzo di 125 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 51 510 x 150 mm, righe 68. Pergamena leggermente corrosa sul bordo destro. Un piccolo foro.

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30 dicembre 1553, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo di Giovanni Antonio di Giacomo Benvenute di Cavergno vende al comune di Cavergno, rappresentato dal console Cristoforo di Antonio Zanati, una quota di pascolo sull'alpe «de Rubieo», situato nel territorio di Bignasco in valle Bavona, al prezzo di 47 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 50 470 x 135 mm, righe 74. Il documento è leggermente corroso sul bordo destro. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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19 gennaio 1554, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro di Antonio Alberti di Cevio vende al comune di Cavergno, rappresentato da Giacomo di Zane Bevenude e da Giovanni di Zane di Giacomo di Cavergno, un campo situato nella campagna di Cavergno di sotto, «ad Campum de la Porta in Portis», al prezzo di 93 lire e sei soldi di terzoli, compreso il capitale di 63 lire e sei soldi di terzoli lasciato al detto comune dalla defunta Margherita di Zane Sertore.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 52 460 x 135 mm, righe 76. Cinque piccoli fori, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 marzo 1554, Bellinzona

Immissione in possesso / Instrumentum inductionis

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Marco «Zezio», arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, e i preti Francesco Ghiringhelli e Nicolao Muggiasca, canonici residenti, agenti a nome di tutto il capitolo, in esecuzione di una commissione pontificia del 4 agosto 1553 immettono Giovanni Giacomo, figlio di Giovanni Pietro di Bernardo Molo di Bellinzona, nel possesso di un canonicato della detta chiesa, in precedenza resignato da Alessandro di Bernardo Molo, zio di Giovanni Pietro.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellenzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 245 555 x 315 mm, righe 50. Piccoli fori, in particolare nelle pieghe. Regesto: BSB V (1942), p. 17.

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12 marzo 1554, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Giovanni Antonio «Zopi» di Bonzanigo, abitante a Bellinzona, aveva avuto in vendita da Pietro del fu Giovannetto «del Rubeo de Rodo<...>» di Daro il diritto d'erba e di alpeggio per 3 mucche, il 4 novembre 1553. Ora detto Giacomo vende a Antonio detto «Tone» del fu Giovanni «de la Valle» di Claro il diritto d'erba e di alpeggio per una mucca sull'alpe di Arbino superiore nel territorio di Bellinzona, unitamente ai diritti d'erba e di alpeggio per tre mucche, che un tempo erano di detto Pietro, sull'alpe di Arbino inferiore, con il diritto di una parte di una cascina e il diritto di caldera. Il prezzo di vendita è di 63 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.c. domini Stepha p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 105 (v.n. B. IV/2) 400 x 260 mm, righe 49.

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1 maggio 1554, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum promissionis

Poiché Antonio Medico di Faido, anziano della chiesa di S. Siro di Mairengo, intende muovere causa contro Giovannino di Sasso di Freggio e gli eredi del fu Guglielmolo Maiza di Vigera, in merito a un canone di tre staia di grano da versare ai beneficiati della chiesa di S. Siro, e gravante sui beni della defunta Gianna di Zanne Guglielmoli di Brusgnano, come risulta da una sentenza del 2 dicembre 1445, Giovanni figlio del detto Giovannino di Sasso, agente a nome del padre, e Zanne di Guglielmolo Maiza di Vigera promettono al detto anziano di consegnare ogni anno ai beneficiati di S. Siro il quantitativo di grano ricordato.

Notaio rogatario: Zannes f. Ioannis Bacchi de Cornono n. causarum Comunis Leventine.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1190 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Bernardoni 10 270 x 240 mm, righe 28. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo superiore destro.

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5 maggio 1554, Bellinzona

Costituzione di dote / Instrumentum dotis et antifacti

Donato del fu Pietro Taddei di Prada di Bellinzona, investe a titolo di dote sua moglie Giovannina del fu Biagio di Giovanni Maddalena di Ravecchia, abitante a Bellinzona, sposata «anullo argenteo» circa cinque anni prima, di un complesso di beni del valore di 300 lire di terzoli, 200 delle quali ricevute a titolo di dote da Antonio e Giovanni Pietro, fratelli della donna, e le rimanenti 100 lire sborsate dal detto Donato a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine del borgo e del contado di Bellinzona. L'atto è rogato davanti a Bernardino Bonzanigo, luogotenente del commissario e podestà di Bellinzona Georg Würsch di Unterwalden.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. ser Pauli p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 246 480 x 150 mm, righe 70. L'atto presenta tre fori di medie dimensioni e di forma quadrata che potrebbero essere interpretati come segni d'annullamento. Altri piccoli fori e qualche macchia. Regesto: BSB VIIIi (1949), pp. 181-182.

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16 maggio 1554, Faido

Sentenza / Sententia

Beat Muheim e Lienhart Arnold, ambasciatori di Uri, Magnus Bessler landvogt di Leventina, i quattro giudici e i consiglieri di Leventina pronunciano la loro sentenza nella causa tra Antonio Medici di Faido, procuratore della vicinia di Faido, e Giovanni «Mini» di Calpiogna, Leventino del fu Giovanni «Leventini» di Mairengo e Pietro di Polmengo, anziani della chiesa di S. Siro di Mairengo, da una parte, Pietro del fu Martino «de Canova» di Vigera, da un'altra, e Taddeolo «Tadeii» di Freggio, da un'altra ancora, in merito alla designazione di una garanzia per il versamento di un fitto annuo di un moggio di cereali agli anziani di Mairengo, da distribuire sotto forma di pane sulla porta della chiesa di S. Siro per ultima volontà del defunto prete Pietro di Solario di Vigera. Essi dichiarano che Pietro «de Canova», i cui antenati hanno ricevuto l'eredità del prete Pietro di Solario, dovrà assicurare il versamento del detto fitto, riscuotendo le relative quote da coloro a cui la sua famiglia le ha assegnate, che tutti questi debitori dovranno fornire le debite garanzie e che Taddeolo «Tadeii» dovrà continuare a versare la sua quota, corrispondente a cinque quartiroli.

Cancellieri: Zannes Bacchus, (Faido)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Magnus Bessler di Uri, landvogt di Leventina. Si riconoscono soltanto le incisioni per la coda di pergamena a cui era attaccato.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1191 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Mairengo 17 230 x 300 mm, righe 33. Il documento è privo di un piccolo lembo nell'angolo superiore destro (con perdita di alcune lettere finali delle righe 1-2); due lacerazioni lungo il bordo sinistro, alcune sbiaditure.

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9 agosto 1554, Minusio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

I fratelli Pietro Nicolao e Bernardo, figli di Giovannolo Biascara di Rivapiana di Minusio, vendono a Battista «Madieti» di Rivapiana, console del comune di Minusio e Rivapiana, Pietro «Leonis» e Antonio del fu Francesco Spaini, entrambi di Rivapiana, procuratori di detto comune, agenti a nome proprio e dei vicini di Minusio, tre quarti di una casa coperta di paglia con un edificio per il torchio con tutti gli «asiamentis» a Rivapiana «ad Torchular suprascriptorum Biscare» con «cum andedo» la via per andare con i carri «oneratis et exoneratis» per condurre la legna a beneficio di detto torchio. Il prezzo di vendita è di 500 lire.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f.q. domini Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 61 520 x 340 mm, righe 67. Piccole lacerazioni lungo il bordo sinistro. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 504.

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<.>4 ottobre 1554, Bellinzona

Retrovendita / retrovenditionis

Mastro Giovanni del fu Martino Pedruzzi di Soazza della Val Mesolcina retrovende a , console del comune di Castione e Lumino, agente a nome di , abitante a Bellinzona, e di Antonio del fu Pietro Paolo «de la Campanea» di Castione, un appezzamento nel territorio de Castione «ad la Vignatiam», che i detti Giovanni Giacomo «Brunetto» e Antonio «de la Campanea» avevano venduto per 600 lire di terzoli il 28 agosto 1535. Il prezzo della retrovendita è di 600 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ayroldus Ruscha olim n.p. Berinzone et olim f.c. domini Iohannis Notaio estraente: Andreas Ruscha fil. spectabilis domini Lutherii phisici p.i.a.n. et habitator Berinz notariusque laudatus ... per conscilium generale comunis Berinzone super imbreviaturis nunc quondam Ayroldi Rusche.

Originale estratto da imbreviature (1<5>63 luglio 26); lat. Archivio Comunale Lumino 76 510 x 305 mm, righe 51. Estese lacune lungo i margini, parzialmente ricomposte in sede di restauro. Fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicature, e altri fori nel margine inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle. Macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi nel margine destro. Numerazione a timbro su etichetta (XX secolo): 75.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1192 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

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29 ottobre 1554, Ascona

Permuta / Instr et permutationis

Pietro del fu Cristoforo «Alberti» Abbondio, console, e Giovanni del fu Giovannino Allidi, Nicolao Pancaldi, credenziari, e Pietro del fu Maldomato, caneparo, amministratori dei beni dei poveri, cedono a titolo di permuta a Giovanni del fu Filippo *** di Ascona, agente a nome del prete Battista Nicolini, due campi un tempo arativi e ora incolti nel territorio di Ascona «in Pastura» e in cambio ricevono da detto Giovanni una «assetam» arativa con pianta «in Ganina», un terreno arativo e un terreno contiguo nel detto territorio «in Ganina» e nella campagna «ad Fenarium».

Notaio rogatario: Christoforus de Vachinis de Scona. Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n. f. q. domini Christofori de Vachinis de Scona constitutus ad explendum et in publicam formam redigendum om singula instrumenta per dictum quondam dominum patrem meum olim n.

Originale estratto da imbreviature (1566 marzo 30 ); lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 9 580 x 450 mm, righe 63. Fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura, gravi danni a causa dell'umidità lungo l'intero lato destro, con perdite del supporto scrittorio; estese macchie violacee causate dalla presenza di microrganismi.

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3 novembre 1554

Riconoscimenti di debito / Tutationes et cautiones

In esecuzione di una sentenza pronunciata davanti al consiglio generale di Leventina il 16 maggio 1554, quindici persone di Osco dichiarano di essere tenute a consegnare ogni anno alla chiesa di S. Siro di Mairengo un moggio di biada da distribuire sotto forma di pane, come disposto a suo tempo dal prete Pietro «de Solario» di Vigera, e designano le relative garanzie.

Notaio rogatario: Zannes f. Ioannis Barchi de Cornono habitans Faydi p. sacra et a.a.n. Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 11 860 x 210 mm, righe 119. Il documento è composto di due fogli membranacei cuciti insieme.

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31 dicembre 1554, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1193 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Martino del fu Pietro «Brignolli» di Aurigeno vende a Bernardo del fu Giovanni Bernardo «de la Gana», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «subtus Ecclexiam», al prezzo di 29 lire di terzoli. Successivamente lo stesso Bernardo, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Martino del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di una lira e 9 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 47 470 x 240 mm, righe 76. Alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e a usura nella parte superiore.

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31 dicembre 1554, Aurigeno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo del fu Albertolazio di Peccia, abitante ad Aurigeno, vende a Bernardo del fu Giovanni Bernardo «de la Gana», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «in Canavalle». Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 46 515 x 205 mm, righe 51. Un foro presso il bordo destro e piccole rosicature lungo i bordi superiore e sinistro. Alla vendita (righe 1-41) fa seguito la parte iniziale di una locazione del medesimo giorno relativa al terreno in questione, il cui testo si interrompe dopo 10 righe, non comprene la durata del contratto, il canone, la data topica e i testimoni, ed è privo di sottoscrizione notarile.

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31 dicembre 1554, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Bernardo del fu Zanolino di Aurigeno vende a Bernardo del fu Giovanni Bernardo «de la Gana», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo nella campagna di Aurigeno «ad Piazam», al prezzo di 60 lire di terzoli. Successivamente lo stesso console, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Bernardo del fu Zanolino del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 3 lire di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 48 465 x 215 mm, righe 77. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura lungo i bordi; una lacerazione nel bordo inferiore.

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<...> <...> (prima del 1555), <...>

Frammento di atto contenente un elenco di terreni situati nel territorio di Tremona.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 43 450 x 285 mm, righe 56. La pergamena, priva della parte iniziale e di quella finale, è stata riutilizzata come copertina di fascicolo delle imbreviature del notaio Gabriele Fossati di Meride degli anni 1555-56. Fori, strappi, lacerazioni, sbiaditure e tracce di carta incollate alla pergamena.

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7 gennaio 1555, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro di Antonio Alberti di Cevio vende ai rappresentanti del comune di Cavergno la sua quota di pascolo sull'alpe di Antabia, in valle Bavona, al prezzo di 342 lire e dieci soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.q. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 53 350 x 280 mm, righe 51. Tre piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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7 gennaio 1555, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Il notaio Cristoforo di Zane del Ponte di Bignasco e sua moglie Barbara, figlia di Antonio «de Bozolis» di Cerentino, vendono al comune di Cavergno una quota di pascolo sull'alpe di Antabia, situato in valle Bavona nel territorio di Bignasco, nonché la settima parte di alcuni beni recintati e situati in valle Bavona «intus Ganam ubi dicitur ad Giossarium», «in Plano de Lolino», «in corto de Mogayrolo» e «in corto de Gana Rosa», al prezzo di 340 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus n.p.i.a. constitutus f.c. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 54 350 x 280 mm, righe 51. Fori e lacerazione di piccole e medie dimensioni.

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8 luglio 1555, Locarno

Locazione con convenzione / Instrumentum investiture hereditatis

Giovanni Antonio del fu Filippino Andreoli di Cevio, abitante a Locarno, investe a titolo di eredità ed enfiteusi perpetua Giovanni Martino del fu Bartolomeo «Bertoleti» di Prato Vallemaggia del diritto di pascolo per 525 bestie minute sull'alpe Soveltra, situato nella valle e nel territorio di Prato, e della rispettiva quota di cascine, «casolerarum et vacharitiorum» nonché di tre caldaie della capienza di 15, dieci e nove secchi. Il canone annuo convenuto è di 525 libbre del primo formaggio prodotto sul detto alpe, 50 libbre di ricotta e 200 lire di terzoli. Le parti convengono che il detto Giovanni Martino dovrà pagare tutte le taglie imposte dal comune di Prato e dalla comunità di Lavizzara sopra l'alpe locato, ammontanti a quattro soldi di terzoli ciascuna, e che dopo la sua morte, qualora l'alpe fosse diviso tra i suoi eredi, essi non potranno versare il canone d'affitto separatamente.

Notaio rogatario: Ioannes Aluisius f.q. domini Ioannis Francisci Francioxii de Fantacino arno p.i.a.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 2 615 x 460 mm, righe 89. Numerosi fori e strappi di piccole, medie e grosse dimensioni, in particolare lungo i bordi. Uno strappo nella parte superiore è cucito con del filo di colore blu.

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13 luglio 1555, Locarno

Decreto / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nel sindacato di Locarno, su richiesta dei rappresentanti della comunità di Vallemaggia e Lavizzara, stabiliscono i giorni festivi nei quali vige il divieto di lavorare, sotto pena di una multa, concedendo però di spostarsi da e per il mercato di Locarno anche il giorno antecedente e successivo ad una festività, di recarsi con vettovaglie ai monti e agli alpi e di accedere ai mulini anche dopo mezzogiorno, ad eccezione delle festività principali.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera verde del sigillo di Jesaias Röichli di Zurigo, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 61 425 x 460 mm, righe 37. Un grosso foro ricucito lungo il margine sinistro e altri di piccole dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 50 (ed. parziale in italiano, riportante la datazione errata all'anno 1556)

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19 agosto 1555, Minusio

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis

Giovanni del fu Taddeo «de Lafranchitis» di Minusio, console del comune di Minusio e Rivapiana, Giovanni Giacomo Verzaschini e Pietro «Iacobi Stopini» di Minusio, entrambi credenzieri del comune di Minusio, agenti a nome proprio e del detto comune, promettono di restituire a Giacomo «Guertie», abitante a Minusio, entro 3 anni, 700 lire di terzoli, ossia 200 lire di terzoli con l'interesse nel mese di novembre, altre 200 lire con l'interesse per la festa di s. Martino dell'anno successivo, e le restati 300 lire di terzoli con interesse [l'anno successivo ancora]. Giacomo è creditore di detto comune per certi beni venduti, come contenuto in uno strumento dello stesso giorno.

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n. f.q. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 64 360 x 210 mm, righe 46. Piccole lacerazioni lungo i margini, un piccolo foro, dovuto a rosicatura, e tre tagli di annullamento. Gli elementi della datazione («millessimo quigentessimo qui[n]quagessimo sexto, indictione tertia decima, die lune decimo nono mensis augusti») non corrispondono tra loro per l'anno 1556, mentre collimano per l'anno 1555. Regesto: G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 504.

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23 settembre 1555, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro Martire del fu Nicolao Zacconi e Vincenzo del fu Dionigi Fontana, abitanti a Bellinzona e tutori di Giovanni Maria, figlio ed erede del fu Simone del fu Giovanni Maria del detto fu Nicolao, a nome del quale essi agiscono, vendono al prete Antonio Cappo di Prada, curato del monastero e chiesa di San Bernardino di Monte Carasso e agente a suo nome, un campo con vigna a filari e una casa con camino, camera e colombaia situati nel territorio di Bellinzona «in Salegio» dove si dice «ad Torgiellos», al prezzo di 1300 lire di terzoli. La somma è ceduta dal detto Giovanni Maria per la vestizione della sorella Giacomina, in procinto di diventare monaca in tale monastero.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. habitator Bellenzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 22 535 x 335 mm, righe 56. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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30 ottobre 1555, Baden

Decreto / -

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1197 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta dei rappresentanti delle comunità di Vallemaggia e Lavizzara, dichiarano che il salario del landvogt debba rimanere invariato, nonostante la richiesta di aumento espressa dall'attuale officiale.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Kaspar Eggli di Lucerna, landvogt di Baden. L'arma nel campo reca un uccello ad ali spiegate (falco?) nell'atto di spiccare il volo da un monte di tre cime. Legenda: S(IGILLVM) * CASPAR * EGGLY

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 62 460 x 635 mm, righe 28. Strappo di medie dimensioni originariamente cucito. Regesto: Assi, nr. 3-4 (1930), p. 203.

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3 novembre 155<5>, <...>

Ricevuta

Cristoforo «Simon dell Pugnaschcells», delegati del console e del comune di Bignasco, Giovanni Giacomo del Vicario, console del comune di Bignasco e molti vicini di Bignasco, tutti nominati, dichiarano di aver ricevuto in prestito per un anno da Josten auf der Maur di Svitto 250 «Sunen» corone «franckicher (?) Schlags». Essi si impegnano a corrispondere un interesse annuo di 12,5 corone, garantite sui loro beni, da consegnare per la festa di San Martino. Il prestito può essere prolungato, previo accordo delle parti, e quando Jost auf der Maur volesse revocarlo deve richiederlo con un preavviso di un mese.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Dietrich In der Halden, cavaliere e già landamano di Svitto: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 133,1 265 (plica esclusa) x 570 mm, righe 27. Estese rosicature in corrispondenza delle piegature al margine superiore e inferiore e agli angoli destri, gore di umidità e colonie di microorganismi. La datazione è incompleta: gli elementi superstiti e alcuni riferimenti nel testo suggeriscono un'attribuzione al 1555; se questa è accettata il giorno è il 3 novembre. Non è tuttavia possibile escludere in modo assoluto altri anni del periodo 1548-1556.

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30 dicembre 1555, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Scipione del fu Giovanni Maria Molo di Bellinzona vende al comune di Giubiasco, rappresentato dal console Domenico del fu Giovanni Antonio «Spinazarii de Penatino» di Giubiasco e da tre (o quattro) procuratori, per la quota di tre settimi, e al comune di Valle Morobbia, rappresentato dal console Giovanni del fu Domenico «del Ferrario de Motis» di Valle Morobbia e da quattro procuratori, per la rimanente quota di quattro settimi, la quinta parte dell'alpe di Poltrino, con

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1198 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete cascine, pascoli e boschi, nonché dei «sausorum» e del pascolo di Caneggio «sive de Plano del Torno», già locato a quelli di Medeglia, e della «caldera», ossia del paiolo sull'alpe di Poltrino, al prezzo di 1800 lire di terzoli, da pagare mediante il versamento annuo di un canone di 175 lire di terzoli fino alla completa estinzione di tale debito.

Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 41 700 x 360 mm, righe 71. Gravi lacune nella parte finale e numerose rosicature di varie dimensioni. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 50-51.

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<...> <...> 1555, Lugano

Vendita e locazione / ; instrumentum livelli et pactorum

Lucia «de Brivio», vedova di <...> Ma di , e il figlio Giovanni Battista, agenti anche a nome di Paolo Camillo e Laura, figli della detta Laura, vendono ad Antonio un terreno situato nel territorio di , al prezzo di <...>. I detti venditori vengono investiti a titolo di livello ed enfiteusi del terreno appena venduto ad un canone annuo di <...>. (Cfr. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 26).

Notaio rogatario: Panthaleon Gorinus de Lugano p.i.a.n. Lugani et Valis f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 19 180 x 270* mm, righe 38. Il documento è costituito da due frammenti con numerosi fori, sbiaditure e lacerazioni.

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<1555>, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis et insolutum dationis

Lucia Maggi di Rancate e suo figlio Giovanni Battista, agenti anche a nome di Paolo Camillo e Laura, figli della detta Lucia, vendono ad Antonio della Giovanna di Gravesano , al prezzo di 140 scudi d'oro, una parte dei quali dovuta dai venditori al detto Antonio per canoni di locazione arretrati e per l'acquisto di una manza. La vendita avviene alla presenza di Jost Pfiffer di Lucerna, capitano di Lugano. (Frammento). (Cfr. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 19).

Notaio rogatario: Panthaleon Gorinus de Lugano p.i.a.n. Lugani et Valis f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 26 195 x 360 mm, righe 16. Il documento, privo della parte iniziale, asportata mediante taglio, presenta fori di piccole e medie dimensioni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1199 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete e sbiaditure. La data è desunta dalla pergamena Distretto di Lugano 19, con la quale concordano notaio rogatario, actum, testimoni e attori, scrittura e tipo di inchiostro.

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21 gennaio 1556, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo di Zane Lafranchi di Cavergno vende al comune di Cavergno la sua quota di pascolo sull'alpe di Antabia situato in valle Bavona, nel territorio di Bignasco, al prezzo di 800 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Cristoforus n.p.i.a. constitutus f.c. ser Zanis del Ponte de Bugnasco.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 55 420 x 245 mm, righe 81. Alcuni piccolissimi fori.

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6 febbraio 1556, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 19.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 20 800 x 280 mm, righe 99. Il documento è composto da due membrane cucite insieme; piccoli strappi e rosicature lungo i bordi. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 124, nr. 20. Inserti: 7 aprile 1553 (Como) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 19

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<6> febbraio 1556, Bellinzona

Locazione / Instrumentum locationis

Il prete Antonio Gabuzzi del fu Nicolao di Bellinzona, curato di S. Andrea di Carasso, investe a titolo di locazione e massarizio Giovanni del fu Gianino «del Michaele» di Carasso, di due terreni situati nel territorio di Carasso «ad Ronchetum ecclesie Sancti Andree» e «ad Motam Deratam», per la durata di ventisette anni e oltre, secondo la volontà

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1200 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete delle parti, al canone annuo di un congio di mosto bianco e uno di mosto rosso. Poiché i detti appezzamenti necessitano di migliorie per essere produttivi, il conduttore potrà eseguire tutti i lavori che riterrà necessari, e non potrà venire privato del possesso dei terreni prima che gli siano state rifuse le spese sostenute. L'atto è stipulato in presenza del prete Nicolao Muggiasca, canonico di Bellinzona e delegato del vescovo di Como, che concede il proprio assenso.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 19 660 x 345 mm, righe 86. Il documento è composto da due membrane cucite insieme; una lacuna nell'angolo superiore destro e alcuni piccoli fori, uno dei quali cucito con filo di canapa. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 123, nr. 19. Inserti: 7 aprile 1553 (Como) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 20

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10 1556, Aurigeno

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane del fu Lafranco «Leonis» di Aurigeno vende ad «Leonis» di Aurigeno tre appezzamenti di terreno, di cui uno con castagni e con la metà di una casa coperta in piode, situati a Dunzio, «in Gana Caroti» e «ad Ronchitos». Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 150 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes p.i.a.n., f.c. domini Antonii de Porris de Scona.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 68 525 x 350 mm, righe 59. Gravi lacerazioni con perdita di testo lungo il bordo superiore; un foro di piccole dimensioni nella parte inferiore e altri tredici fori di piccole e piccolissime dimensioni, tutti risalenti alla lavorazione della pelle. A causa delle lacune nel supporto scrittorio, della data risultano leggibili gli elementi relativi al giorno di martedì, decimo di un mese perduto del 1556, e l'indizione quarta. I primi tre elementi coincidono per il 10 marzo 1556, è quindi probabile che il notaio sia incorso in un errore nello scrivere «indictione quarta» (anziché «quartadecima»).

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13 aprile 1556, Baden

Conferma di privilegi

Gli ambasciatori dei XII cantoni confermano i privilegi concessi alla comunità della Verzasca, rappresentata dal cancelliere Giovanni Valmaggino, e respingono le pretese avanzate dalla comunità di Locarno, che, richiamandosi al fatto che i verzaschesi sono stati sottoposti all'autorità del balivo di Locarno fino al 1527, aveva contestato la facoltà dei verzaschesi di considerarsi separati.

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Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Kaspar Eggli di Lucerna, landvogt di Baden; rimane soltanto la coda di pergamena con cui era stato attaccato.

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 18 (= 1.4/5) 275 x 640 mm, righe 29. Consunzioni lungo le pieghe.

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1 maggio 1556

Sentenza

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta dei sudditi della valle Leventina, in merito alle spese giudiziarie relative alle cause criminali, dichiarano che le spese spettano per un terzo alla valle Leventina e per due terzi a Uri.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bianca («lands secret insigel»)della comunità di Uri, appeso a una coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 47 135 x 345 mm, righe 14.

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5 giugno 1556, Uri

Ordine / Ordnung

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Antonio Corio, luogotenente di Bellinzona, Benedetto Ghiringhelli, cittadino di Bellinzona, e Togno «Certor» di Lumino del contado di Bellinzona, agenti a nome dei sudditi della città e del contado di Bellinzona, stabiliscono l'ammontare dei salari dei «carradori» che trasportano le merci dei commercianti, da Bellinzona verso Biasca e da Bellinzona verso Magadino.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 106 (v.n. B. V/4) 370 (plica esclusa) x 360 mm, righe 45.

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3 luglio 1556, Ascona

Permuta / Instrumentum cambii et permutationis

Giovanni del fu Martinolo Bettetini e Giovanni Pietro del fu Domenico Molle, canepari dei poveri di Ascona, e mastro Nicolao del fu Domenico Spigaglia, console di detto comune, cedono a titolo di permuta a Lafranco del fu Cristoforo «Comacii» di Ascona un appezzamento di terreno arativo nel territorio di Ascona «in Brugario» e ricevono in cambio un appezzamento di terreno arativo «in Brugario Sancti Martini». I detti canepari dichiarano inoltre di avere ricevuto la somma di 50 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus de Vachinis de Scona. Notaio estraente: Iohannes p.i.a.n. f. q. domini Christofori de Vachinis de Scona constitutus ad explendum et in publicam formam redigendum omnia et singula instrumenta et scripturas per dictum quondam dominum patrem meum olim n.

Originale estratto da imbreviature (1566 aprile 1); lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 10 490 x 400 mm, righe 61. Foro risalente alla lavorazione della pelle, fori dovuti a rosicatura e consunzione, nonché lacerazioni nel margine destro. Gli elementi della datazione («anno a Nativitate millesimo quingentesimo quinquagesimo sexto, indictione quartadecima, die sabati tertio mensis iulii») non corrispondono tra loro: il 3 luglio 1556 cadeva di venerdì anziché di sabato.

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7 luglio 1556, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu «Burneti Martinoli» di Aquila vende a Cortesio del fu Giovannolo «Carrobie» di Largario, procuratore della SS. Pietro e Paolo di Largario, un appezzamento a campo «cum coroyna» situato ad Aquila « in Loueredo», al prezzo di 63 lire di terzoli.

Notaio rogatario: [Martinus Arnardonus de Sumascona]. Notaio estraente: Iohannes Baptista Arnardonus f.q. domini Martini de Sumascona Vallis Blegnii n. ... ab imbreviaturis ... quondam domini patris mei fideliter extraxi.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 37 245 x 140 mm, righe 43.

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15 luglio 1556, Locarno

Conferma di statuto / -

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Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti per il sindacato di Locarno, su richiesta dei rappresentanti della comunità di Vallemaggia confermano l'articolo degli statuti in cui si stabilisce che il landvogt sia affiancato da sette congiudici nelle cause maleficiose e per i delitti gravi, e ribadiscono quanto contenuto in merito in una decisione dei XII cantoni dell'11 agosto 1543.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Heinrich Püntener di Uri, landvogt di Locarno. Lo scudo nel campo reca una testa di toro. Legenda: S(IGILLVM) . HEINRICH . BVNTTINER

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 63 270 x 730 mm, righe 22. Due piccoli fori lungo le pieghe e uno strappo di medie dimensioni.

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16 luglio 1556, Locarno

Decreto / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nel sindacato di Locarno, su richiesta dei rappresentanti della comunità di Vallemaggia, confermano che il landvogt deve rispettare tutti gli articoli degli statuti del baliaggio.

Cancellieri: Walter Roll, Locarno (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Heinrich Püntener di Uri, landvogt di Locarno. Lo scudo nel campo reca una testa di toro. Legenda: S(IGILLVM) . HEINRICH . BVNTTINR

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 64 270 x 550 mm, righe 24. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore; un foro nel margine sinistro originariamente ricucito con filo; alcuni fori di piccolissime dimensioni dovuti a usura lungo le pieghe.

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10 settembre 1556, Bellinzona

Ordine / Ordinatio et concessio cum supplicatione et petitione

Davanti a Leonhard Arnold di Uri, Hans «Sasso Pente» di Svitto, Thomas Zelger di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, Jost Holdener di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona, e Heinrich Arnold di Uri, già commissario e podestà di Bellinzona, i procuratori e consiglieri di tutte le tre squadre di Bellinzona, agenti a nome di tutti i sudditi di detto comune, chiedono di poter scacciare dalla città 4 forestieri, per mali causati alla comunità, e di confermare altri regolamenti relativi ai forestieri. Gli ambasciatori dei III cantoni, confermano le richieste dei rappresentanti di Bellinzona.

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Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. et habitator Bellinzone ac n. scriba et canzellarius magnifice comunitatis Bellinzone.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera bruna in culla di cera bianca di Leonhard Arnold di Uri, ambasciatore di Uri, è appeso alla pergamena con filo di canapa intrecciato con fili bianchi e neri. Lo scudo nel campo è gravemente danneggiato. La legenda nel cartiglio è parzialmente leggibile. Legenda: LENART ARNOLT

Originale; it. Archivio Comunale Bellinzona 107 (v.n. B. IV/1) 910 (plica esclusa) x 335 mm, righe 101. Il documento è costituito da due membrane originariamente cucite insieme. Due fori, risalente alla lavorazione della pelle.

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22 ottobre 1556, Uri

Sentenza / Vrttel

Gli ambasciatori dei III cantoni, nella lite tra Giovanni «de Byasca», Augusto «de Pello» e i loro rappresentanti, agenti a nome del comune di Lodrino e Prosito, da una parte, e Konrad Gering di Uri, luogotenente di Bellinzona, Sebastiano «Krutzinger», console di Cresciano, Antonio «Bartholla», landscriba di Riviera, agenti a nome del comune di Cresciano, dall'altra, in merito ai termini di confine del pascolo comune chiamato «Gipoldo», confermano gli arbitrati del 30 maggio 1319 e dell'8 maggio 1366 (v. ASTi, Sacchi 2) e la sentenza del 21 maggio 1501 di Arnold [Ulrich] von Winkelried di Nidwalden, landvogt di Riviera, e stabiliscono che vengano riposizionati i termini di confine, secondo l'arbitrato del 1366.

Cancellieri: Hans Gisler, Uri (Landscriba)

Sigillo: deperdito. -Nessuna traccia del sigillo pendente di Johansten Kuhn, luogotenente di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni praticate nella plica per inserirvi la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 108 (v.n. A. V/11) 600 (plica esclusa) x 685 mm, righe 68.

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9 novembre 1556, Bignasco

Vendita con convenzione / Instrumentum venditionis et pactorum

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Guglielmo del fu Antonio Balzari, vende a Giacomo del fu Giovanni Antonio di Giacomo Beltrami di Cavergno il diritto di pascolo sull'alpe Orsalietta, situato nel territorio di Bignasco, al prezzo di 425 lire di terzoli, riservandosi il diritto di pascolare sul detto alpe con capre e becchi, purché la sera le bestie vengano ricondotte a Calnegia, e lo sfruttamento dei boschi già affittati a mercanti di legname.

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Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnasco. Notaio estraente: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnasco.

Originale estratto da imbreviature (-); lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 134 485 x 290 mm, righe 64. Alcuni piccoli fori, gran parte dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel novembre 1556 correva infatti l'indizione quindicesima e non la quattordicesima, come riportato dal notaio.

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12 gennaio 1557, Nidwalden

Conferma di ordini

del borgo di Bellinzona, confermano gli ordini introdotti relativi ai forestieri.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena per inserirvi la coda di pergamena con la quale era appeso al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 109 (v.n. B. III/2) 310 x 360 mm, righe 33. Pergamena mutila della parte sinistra.

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12 gennaio 1557, Nidwalden

Conferma di ordini

I landamani e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Andrea Tatti, Benedetto Ghiringhelli e Gabriele Rusca, cancelliere della città di Bellinzona, agenti a nome delle tre squadre del borgo di Bellinzona, confermano gli ordini introdotti relativi ai forestieri.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo (Secret-Insygel) della comunità di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 110 (v.n. B. III/3) 370 (plica esclusa) x 670 mm, righe 36.

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12 gennaio 1557, Nidwalden

Dichiarazione

I landamani e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Andrea Tatti, Benedetto Ghiringhelli e Gabriele Rusca, cancelliere della città di Bellinzona, agenti a nome delle tre squadre del borgo di Bellinzona, e di un altro Rusca e di «Beradin Bagerin», agenti a nome del borgo di Bellinzona, stabiliscono che 4 forestieri devono lasciare il borgo.

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insigell) in cera bruna della comunità di Nidwalden, attaccato con coda di pergamena. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: S(IGILLUM) COMMVNITATIS . INFERIORIS . SILVANIEE . 5 . 7.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 111 (v.n. B. IV/5) 240 (plica esclusa) x 575 mm, righe 28.

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18 febbraio 1557, Lodrino

Licenza / Licentia

Kaspar Mettler di Unterwalden, vicario di Riviera, su richiesta di Giovanni di Biasca e Giovanni Lungo, consoli di Lodrino e agenti a nome dei vicini di Lodrino, Prosito e «Monte Parlo», concede licenza ai detti vicini di sottoporre a tensa («aprehendere et atensare») mezza pertica di pascolo per ogni fuoco del comune, allo scopo di poter riparare vie e fracce rovinate nei giorni scorsi «propter diluvium».

Notaio sottoscrittore: Ioannes f. domini Iacobi Menghe p.n. necnon scriba causarum comunitatis Ripperiarum.

Sigillo: deperdito. Non rimangono tracce del sigillo di Kaspar Mettler di Unterwalden (Nidwalden), vicario di Riviera. Rimangono le strisce di pergamena utilizzate per fissarlo al documento.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 24 (= cart. 3ca, nr. 20) 400 x 240 mm, righe 46. Pergamena indebolita e con sbiaditure a causa dell'umidità; alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura.

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19 febbraio 1557, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum livelli

Bartolomeo del fu Domenico Bianchini di Ravecchia, abitante a Bellinzona, vende a Francesco del fu Bernardino Molo,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1207 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete abitante a Bellinzona, una pertica di terreno a campo e vigna situata nel territorio di Bellinzona «in Salegio», dove si dice «ad Torgiellos», al prezzo di 100 lire di terzoli. Il venditore viene poi investito a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi della terra appena venduta per un canone annuo di un congio e mezzo di mosto bianco.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. habitator Bellenzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 23 600 x 380 mm, righe 67. Fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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8 marzo 1557, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum pignoris et obligationis

Andrea del fu Pietro «Pistoris» di Faido dichiara di aver ricevuto in prestito da Antonio Medici e Pietro del fu Pietro «de Sasso», agenti a nome della chiesa di S. Siro di Mairengo, 300 lire di terzoli, appartenenti alla «calonica pauperum» della detta chiesa e in precedenza tenute da Giacomo Medici e dagli eredi del fu Giacomo Bullo di Faido, e promette di corrispondere un fitto annuo di un sesino per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Andrea pone a garanzia del debito un appezzamento di terreno a prato situato nel territorio di Faido «ad Ronchum subtus».

Notaio rogatario: Ioannes f.q. Antonii de Giochariis de Hosco habitans Faydi p.s.a.a.n. vallis Leventinae atque olim eiusdem causarum iudicialium scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 18 325 x 275 mm, righe 42.

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8 marzo 1557, Riva S. Vitale

Rinuncia alla vendetta / Instrumentum finis ac pacis et perdonantie

Antonio del fu Giorgio «de Provino» di Meride abitante a Meride rinuncia a far valere ogni pretesa nei confronti di Paolo della Croce di Riva S. Vitale e del notaio rogatario Gabriele Fossati di Meride, agenti a nome di Stefano del fu Pietro Rusconi di Tremona, per le ingiurie e le ferite mortali inferte dal detto Stefano al fu Giorgio, padre del detto Antonio, e supplica i signori dei XII cantoni di liberare il detto Stefano.

Notaio rogatario: Gabriel de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Vallis, f.c. magistri Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 18 300 x 350 mm, righe 45. Alcuni piccoli fori.

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20 aprile 1557, Aurigeno

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum locationis

Giacomo del fu Domenico «Alberti de la Gana» di Aurigeno vende a Madio del fu Zanne detto «de Bellonibus», console e agente a nome del comune di Aurigeno, un appezzamento di terreno arativo situato nella campagna di Aurigeno «ad Crossolam», al prezzo di 22 lire di terzoli. Successivamente lo stesso Madio, agente a nome del comune, investe a titolo di locazione il medesimo Giacomo del terreno appena vendutogli, fino alla prossima festa di s. Martino e oltre secondo la volontà delle parti, al canone di 1 lira e 2 soldi di terzoli da versare entro quella scadenza.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Patriziale Aurigeno 49 645 x 160 mm, righe 112. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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5 maggio 1557, Sornico

Costituzione di dote / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Antonio «Iohannini» di Menzonio conferisce in dote a sua moglie Margherita del fu Guglielmo «Iacobi Zuliarii» di Peccia, sposata qualche giorno prima, 300 lire di terzoli, garantendole sulla propria sostanza, e dichiara di ricevere dalla moglie 200 lire di terzoli mentre assegna alla stessa le rimanenti 100 lire a titolo di donazione nuziale, secondo la consuetudine della comunità di Valmaggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 5 (= vecchio I/05) 570 x 230 mm, righe 86. Alcune rosicature di lieve entità nel margine inferiore; sulla stessa pergamena figurano la presente costituzione di dote (righe 1-33) e la rinunzia del 5 maggio 1557 (righe 34-86).

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5 maggio 1557, Sornico

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum finis et venditionis

Margherita del fu Guglielmo Giacomo «Zuliarii» di Peccia, moglie di Guglielmo del fu Antonio «Iohannini» di Menzonio, con il consenso del marito, rinunzia nelle mani di suo fratello Giacomo a ogni pretesa sull'eredità paterna e a ogni altra pretesa ereditaria e dichiara di aver ricevuto per questo 200 lire di terzoli da suo fratello.

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Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 5 (= vecchio I/05) 570 x 230 mm, righe 86. Alcune rosicature di lieve entità nel margine inferiore; sulla stessa pergamena figurano la presente rinunzia (righe 34-86) e la costituzione di dote del 5 maggio 1557 (righe 1-33).

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9 maggio 1557, Faido

Convenzione / ordinatio et pacta

Walter Pedrine di Airolo, luogotenente di Leventina, su richiesta di Giovanni Angelo «del Monico» di Malvaglia, luogotenente di Blenio, stabiliscono che quelli di Blenio possono condurre tutto il grano acquistato nei paesi tedeschi (Allemagna), come pure formaggio, sale, e altri beni senza pagare il forletto, e viceversa, eccetto però il forletto di Uri.

Notaio rogatario: Zannes f. Ioannis Bacchi de Cornono habitans Faydi p.a.a.n. Leventine atque eiusdem causarum scriba.

Sigillo: esistente. Sigillo della Comunità di Leventina; nel campo è raffigurata la figura in trono di S. Ambrogio benedicente e nella mano sinistra tiene il pastorale. Legenda: + S . VALLIS . LEVENTINE

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 70 315 x 270 mm, righe 34. Piccoli fori lungo le piegarure, dovuti a rosicatura.

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25 maggio 1557, S. Domenica

Cessione / Instrumentum cessionis

Giovanni del fu Antonio del Ronco di Calanca cede a Bartolomeo Molinari, agente a nome di Martino del fu Bernardo «de Carmegosta» di Calanca, una stalla («stallo uno a muro et lignamine coperto a plodis cum vito uno ante») situata in Val Calanca «al Sabiono al Techio Fontane», vendutagli il giorno stesso da Giovanni «Senesie», agente a nome di Domenica di ser Giacomo «de Domenighetto», moglie di Antonio «de Carmegosta». Il detto Giovanni del Ronco dichiara di avere ricevuto 170 lire di terzoli quale prezzo.

Notaio rogatario: Antonius de Molinariis filius domini Bartholomei de ser Toneto de Calanca p.i.a.n. vallis Mexolcine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mesolcina 4 320 x 115 mm, righe 50. Diversi fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; un foro di piccole dimensioni nell'angolo superiore destro dovuto a rosicatura.

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18 luglio 1557, Locarno

Sentenza

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa tra il comune di Ascona, rappresentato dal console Christoffeel Botta e altri quattro uomini, da una parte, e il comune di Locarno, rappresentato da Geronimo Orelli e altri sei uomini, dall'altra, in merito ai ripari del fiume Maggia, messi in cantiere dagli asconesi a protezione delle loro terre e che i locarnesi ritengono pregiudizievoli per la sicurezza del castello, del convento di S. Francesco e della piazza. I giudici dichiarano che Ascona e Locarno potranno costruire un riparo, ciascuno dalla propria parte, in linea dritta e senza sbarramenti, dalla Fontana Marcia fino all'altezza del riparo del Muraccio.

Cancellieri: Balthassar Mürdy, Svitto (Lanndschrÿber zu° Luggarus)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Heinrich Püntener di Uri, commissario di Locarno, è perduto; rimangono i tagli in calce al documento nei quali era infilata la coda di pergamena alla quale era appeso.

Originale; ted. Archivio Patriziale Ascona 18 (v.n. AST 31) 655 x 680 mm, righe 75. Alcuni fori di piccole dimensioni e uno di medie dimensioni, dovuti a rosicatura; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 66, nr. 31.

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14 agosto 1557, Svitto

Sentenza / Vrthell

Jost Holdener di Svitto, commissario di Bellinzona, nella causa tra i rappresentanti, ossia procuratori e maestri delle provvisioni, della comunità di Bellinzona, da una parte, e sei macellai di Bellinzona, dall'altra, in merito agli statuti e al regolamento per i macellai, dichiara che gli statuti e le tasse del consiglio devono essere mantenuti.

Cancellieri: Andreas Wispell di Svitto, Bellinzona (landscriba)

Sigillo: esistente. Il sigillo circolare di cera verde di Jost Holdener di Svitto, commissario di Bellinzona, è appeso con una corda di canapa. L'impronta è danneggiata. Nel campo lo scudo con l'arma di famiglia (alberi su una collina e 2 stelle ai lati) è parzialmente riconoscibile, la legenda risulta illeggibile.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 112 (v.n. B. V/14) 265 (plica esclusa) x 570 mm, righe 28. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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6 settembre 1557, Bellinzona

Conferma

Heinrich Zgraggen di Uri, già vicario di Riviera, Hans Ulrich di Svitto e Jakob von Wil di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, nella causa d'appello tra Giovanni Angelo «del Monicko», luogotenente di Bellinzona, e Giovanni «de Rinald», tesoriere di Blenio, in merito al forletto di Bellinzona, confermano le precedenti sentenze.

Cancellieri: Andreas Wispell di Svitto, Bellinzona (landscriba)

Sigillo: esistente. Il sigillo circolare di cera verde di Jost Holdener di Svitto, commissario di Bellinzona, è appeso con una corda di canapa. L'impronta è danneggiata. Nel campo lo scudo con l'arma di famiglia (alberi su una collina e 2 stelle ai lati). Legenda: * IOST * ER *.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 113 (v.n. B. V/3) 460 (plica esclusa) x 760 mm, righe 56. Piccoli fori lungo le piegature.

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3 novembre 1557, Roveredo

Vendita / Venditio

Nicolao del fu Zanetto «Betole» di Roveredo di Mesolcina, procuratore del fu Pietro di Giannino «Pelini» di Carasole di Roveredo, vende a Pietro del fu Giovanni Gambini di Calanca un appezzamento a prato e monte situato a Roveredo «in Giova ad Pratum Castelli» con la metà di un edificio condiviso con Margherita vedova di Gasparino Bironda di Beffano, al prezzo di 354 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iovannes f.q. domini Iohannis Petri del Pyceno de Roveredo vallis Mexolcine p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mesolcina 5 400 x 140 mm, righe 49. Numerosi fori di piccoli dimensioni lungo i bordi e le pieghe, dovuti a rosicatura.

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12 novembre 1557, Locarno

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

Il nobile Francesco Orelli di Locarno, figlio di Giovanni Antonio, agente anche a nome del fratello Emilio, dottore in ambedue i diritti, rivende ai rappresentanti del comune di Cavergno la settima parte dell'alpe di Antabia, situato in valle Bavona, nel territorio di Bignasco, al prezzo di 1000 lire di terzoli, piú 27 lire e dieci soldi di terzoli a saldo dei canoni di

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Notaio rogatario: Ioannes Aluisius f.c. domini Ioannis Francisci Francioxii de Fantacino de Locarno p.i.a.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 56 590 x 360 mm, righe 77. Sei fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Meyer, Die Capitanei, p. 406 nr. 26a.

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18 novembre 1557, <...>

Vendita / Venditio

Giovanni del fu Guglielmolo del fu Rolando di Sambugario vende a Bertramo del fu Togno «Thimioni» di Sambugario alcuni terreni con piante ed edifici vari situati nel territorio del comune "di mezzo" al prezzo di 400 lire di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 61 495 x 380 mm, righe 66. Il documento è mutilo della parte finale ed è stato riutilizzato come copertina. Numerose le macchie e i fori di piccole e medie dimensioni.

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30 dicembre 1557, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovannolo detto «Zuchott» del fu Giovanni Dorighetti di Dangio vende a Andrea del fu «Mini» Cima, console di Dangio, agente a nome proprio e dei suoi eredi, una casa, riedificata dal compratore, con corti e orto nel territorio di Dangio e un piccolo appezzamento («petiola») di terra vignata «post suprascriptam domum super pasculum». Il prezzo di vendita è di 300 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Lucas f.q. Gulielmi de Henricis de Donzio p.i.a.n. Vallis Brennii

Originale; lat. ASTi, Cima 21 280 x 180 mm, righe 45. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura, e gore d'umidità. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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30 dicembre 1557, Dangio

Rinuncia / Instrumentum finis

Ambrogio fabbro del fu Giovanni Vivenzio fabbro «de Brunis» di Dangio, abitante a Dongio, marito di Caterina figlia di Andrea Cima, rinuncia nelle mani del suocero Andrea del fu «Mini» Cima, console di Dangio, a ogni pretesa sulla dote e sul «maridotium» spettante a Caterina. Ambrogio, a nome della moglie, dichiara di ricevere 270 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Lucas f.q. Gulielmi de Henricis loci de Donzio p.i.a.n. Vallis Brennii

Originale; lat. ASTi, Cima 22 210 x 185 mm, righe 37. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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30 dicembre 1557, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Aloisio «Baratii» di Locarno vende a Zane del fu Giovanni «Frantij», console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di 6 vacche e un terzo in Valle Cornera, in territorio di Menzonio, al prezzo di 158 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio Vallismadie n.p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 13 (= vecchio I/12) 245 x 295 mm, righe 37. Taglio risalente alla lavorazione della pelle, ricucito con filo di canapa, nel margine inferiore. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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30 dicembre 1557, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Cristoforo del fu Martino «Gioti» di Menzonio vende a Zane del fu Giovanni «Franzij», pure di Menzonio, console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di una vacca e mezza in Valle Cornera, in territorio di Menzonio, con la terza parte di una stalla e con un canvetto sotto un macigno, al prezzo di 50 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio Vallismadie n.p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 14 (= vecchio I/13)

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510 x 135 mm, righe 76. Due forellini dovuti a rosicatura, rosicature di lieve entità ai margini.

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24 gennaio 1558, Bignasco

Vendita con convenzione / Instrumentum venditionis et pactorum

L'assemblea dei vicini di Bignasco, riunita per ordine del console Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Vee», vende a Giovanni del fu Giacomo detto «Ialturini» (?) di Cavergno un terreno situato nel territorio di Bignasco «in Linta», al prezzo di 214 lire di terzoli. Il detto Giovanni potrà «proycere ligna et fenum a dicto medario ad Gramosedum per trazolos, necnon et fenum medare in dicto Gramoxedo» e dovrà tenere chiuso l'appezzamento concesso, e lasciare che le bestie dell'alpe di «Canzunatii» e dei vicini di Bignasco possano pascolarvi.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnascho.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 135 485 x 270 mm, righe 57. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

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24 gennaio 1558, Bignasco

Convenzione / Instrumentum pactorum et contracambii

L'assemblea dei vicini di Bignasco, convocata su ordine del console Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Ve» per dirimere la lite con Giacomo del fu Zane Franzi di Cavergno in merito alla legna da ardere e alle foglie per strame prese dal detto Giacomo nel territorio di Bignasco «in Sgrussa de intus ganam», perviene ad alcuni accordi che regolano la questione.

Notaio rogatario: Alessius p.i.a.n. constitutus f.c. ser Gulielmi Mozii de Bugnascho. Notaio scrivente: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 136 550 x 330 mm, righe 59. Quattro fori di piccole dimensioni, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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9 maggio 1558, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Bernardino prete e Ventura del fu Michele «de Duno», abitanti a Bellinzona, curatori di Michele, figlio di Ventura,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1215 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete assente dalla giurisdizione e dal contado di Bellinzona, e tutori di Francesco, Battista e Giovanni Antonio, fratelli del detto Michele, figli ed eredi della fu Angela del fu Francesco Rusca ed eredi della fu Caterina del fu Giovanni Antonio «de Duno», moglie del fu Francesco Rusca, vendono al prete Antonio Cappo di Prada, agente a nome del monastero di San Bernardino di Monte Carasso, di cui è anche il confessore, un canone livellario che rende quattro congi e mezzo di mosto bianco, quattro staia di formentata, sei lire, 13 soldi e quattro denari di terzoli, locato agli eredi del fu Cristoforo e del fu Agostino di Piemoretti e gravante su beni situati nel territorio di Sementina e di Piancalardo. Il prezzo della vendita è di 1200 lire di terzoli, cedute per la dote di Maddalena, figlia del detto Ventura, insieme ad un letto per la sua monacazione nel convento di San Bernardino. Il contratto viene stipulato davanti a Bernardino Bonzanigo, luogotenente del podestà di Bellinzona Jost Holdener di Svitto.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 24 645 x 365 mm, righe 83. Fori di piccole dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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26 luglio 1558, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Walter Roll di Uri, arbitro eletto nella lite tra la comunità di Locarno, da una parte, quella della Verzasca, da un'altra, e quella della Riviera del Gambarogno, da una terza, in merito alle spese sostenute negli ultimi anni trascorsi dai locarnesi per ottenere l'esenzione dai dazi dello stato di Milano, l'esenzione della condotta di grano e il libero commercio del sale milanese, nonché alle spese sostenute alla dieta di Baden in relazione al salario del commissario e alla moderazione delle spese giudiziarie, pronuncia il proprio arbitrato con il consenso del secondo arbitro Zano Franzoni di Cevio.

Notaio rogatario: Ioannes Aluisius f.c. domini Iohannis Francisci Franzoxii de Fantacino de Locarno p.i.a.a.n.

Originale; it. Archivio della Comunità di Verzasca 19 (= 2.5/1) 560 x 315 mm, righe 94. Alcuni fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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25 ottobre 1558, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis, finis et liberationis

I membri del consiglio di Bellinzona, riunito per ordine del procuratore Giovanni Giacomo Molo, dichiarano di avere ricevuto dal comune di S. Antonino, rappresentato dal console Giacomo del fu Mariello «del Gallo» di Vigana e dai suoi procuratori, cinque scudi d'oro d'Italia a pagamento dei canoni d'affitto arretrati ammontanti a 120 scudi, di cui quelli di S. Antonino erano debitori quali locatori di un prato situato nel territorio del loro comune «subtus Mondam de Cadenatio», in ossequio a un arbitrato pronunciato il 17 agosto 1556 da Heinrich Arnold di Uri, podestà e commissario di Bellinzona.

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Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 31 520 x 320 mm, righe 60. Fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 87.

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21 novembre 1558, Daro (Bellinzona)

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico detto Stornino del fu Guglielmo di Carena vende ad Agostino del fu Giovanni Pietro Chicherio di Bellinzona sette terreni con altri beni immobili situati nel territorio di Valle Morobbia al prezzo di 800 lire di terzoli, una parte delle quali ceduta dal detto venditore a pagamento di alcuni canoni trascorsi e un'altra parte impiegata per riscattare due terreni (di cui uno comprende il sedime di un mulino), situati in Valle Morobbia «in Valle de Carena» e «in la Monda». Tali terreni erano stati a suo tempo locati al detto Domenico con patto di riscatto dal capitano Nicolao Borgo del fu Giovanni Antonio abitante a Bellinzona, e da questi venduti a Vincenzo del fu Dionigi Fontana di Bellinzona, il quale li aveva a sua volta ceduti in seguito al detto Agostino Chicherio.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. ser Pauli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Lepri-Ponzio (Bellinzona) 9 1750 x 190 mm, righe 142. L'atto è costituito da fre membrane cucite insieme.

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29 dicembre 1558, Comprovasco (Leontica)

Locazione / Instrumentum livelli

L'assemblea dei vicini di Leontica, rappresentata dal console Antonietto del fu Gugliemuccio Zanini, investe a titolo di eredità perpetua Giovanni Antonio del fu Vivenzio «Bolioni» di Comprovasco di un campo «cum coroyna» situato nella campagna di Comprovasco «ad Campum Camuffe», al canone annuo di due lire e dieci soldi di denari di terzoli.

Notaio rogatario: Christoforus f. domini Iacobi n. Mafioli de Ronziis vicinantie de Malvallia et Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 15 345 x 200 mm, righe 46. Tre fori risalenti alla lavorazione della pelle e altri dovuti a lacerazioni.

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23 gennaio 1559, <...>

Vendita / Instrumentum venditionis, datum et [cessionis]

Giovanni del fu Tommasetto di Fusio vende a Giovanni di Zane Tommasi di Fusio un edificio con cortile e altri beni immobili situato nel territorio di Fusio «ad Campaneam», al prezzo di 120 lire .

Notaio rogatario: Iohannes Octavianus Rubei p.i..

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 64 bis 450 x 230 mm, righe 67. Numerose e ampie lacune dovute a erosioni di insetti e al taglio dell'angolo inferiore destro. Il documento è stato riutilizzato come copertina di un piccolo volume.

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22 febbraio 1559, Sornico

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Giovanni «Andrioli» detto «Buffoni» di Broglio vende a Giacomo Antonio del fu Antonio «Michaelis» di Broglio, procuratore della chiesa di Santa Maria di Broglio e agente a suo nome, una quota di pascolo per 6 bestie minute sull'Alpe Brunescio, situato in territorio di Prato, Broglio e Sornico. Il prezzo della vendita è di 48 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 6 (= vecchio I/14) 475 x 140 mm, righe 69.

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4 marzo 1559, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Caterina del fu Bartolomeo di Cima di Piancalardo, figlia ed erede della fu Giacomina del fu Battista di Progero e moglie di Bernardino del fu Bertramo «Bragherii» di Monte Carasso, col consenso del marito vende a Giacomo del fu Bartolomeo di Verzasca, abitante a Piancalardo, un terreno a selva e sassi situato nel territorio di Piancalardo «ad la Cazanam», al prezzo di 185 lire di terzoli. I detti coniugi si impegnano a porre dei termini al terreno venduto entro due mesi.

Notaio rogatario: Ioannes Boretus de Blanchis f. domini Valentis p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 247

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520 x 190 mm, righe 74. Due fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e altri piccoli fori.

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<1559>, <...>

Testamento / Particula testamenti

Giacomo «de Ferrara» di Isone detta il suo testamento, nominando suoi eredi i fratelli Giovanni e Antonio «de Ferrara» e il nipote Pietro.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus Celentanus de civitate Montis Pelusii.

Originale (?); lat. e it. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 4 495 x 320 mm, righe 28. Fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Il documento è stato tagliato nei margini e negli angoli ed è stato adattato a copertina di libro.

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10 novembre 1559, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Pietro Antonio del fu Guglielmo «Valmagini» di Locarno vende a Giovanni del fu Antonio «illorum Fiori» di Brontallo, console del comune di Brontallo e Menzonio, e ad altri quattro uomini, tutti procuratori e sindaci del comune di Brontallo e Menzonio e agenti a suo nome, tutti i diritti d'alpe che egli detiene sull'Alpe di Cocco e in Valle Cornera, in territorio di Menzonio e Brontallo, ad eccezione della «coldera» dell'Alpe di Cocco. Il prezzo della vendita è di 2050 lire di terzoli, che detto Pietro Antonio dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Ioannes p.i.a.n. f. suprascripti domini Petri Antonii Valmagini de Locarno

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 15 (= vecchio I/15) 470 x 360 mm, righe 71. Due forellini risalenti alla lavorazione della pelle.

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25 gennaio 1560, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum <...>

Bernardino del fu Agostino Rusca di Bellinzona vende a Giacomo del fu Giovanni Ghiringhelli di Bellinzona la bottega («stazona seu apotecha») situata a Bellinzona nella casa del detto Bernardino «versus plateas, ad plateam Noseti», sopra la quale il detto Giacomo possiede una cauzione di 400 lire di terzoli. Il prezzo della vendita è di 260 lire di terzoli.

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Il venditore viene poi investito a titolo di livello, eredità perpetua ed enfiteusi del plusvalore della bottega appena venduta ad un canone annuo di 13 lire di terzoli. Le parti convengono che qualora il locatario non pagasse il canone per tre anni consecutivi, l'investitura verrà a cadere.

Notaio rogatario: Augustinus Ruscha f. domini Bernardini p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 31 515 x 415 mm, righe 69. La pergamena, tagliata lungo i margini laterali (senza pregiudizio del testo), è stata utilizzata quale copertina di un fascicolo cartaceo ancora allegato. Alcuni fori e macchie.

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25 gennaio 1560, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Illena del fu Giacomo «Martini Sartoris Gioti» di Menzonio, col consenso del marito Antonio di Fusasco «Frizini» di Prato, vende a Zane del fu Giovanni «Franzii» di Menzonio, agente a nome del comune di Brontallo e Menzonio, una quota di pascolo di una vacca e mezza e tutti gli altri diritti da lei posseduti in Valle Cornera, salvo un recinto e «stanze» nella località «Larasedo», al prezzo di 50 lire di terzoli che la venditrice dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n p.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 16 (= vecchio I/16) 500 x 155 mm, righe 79. Due fori (uno di grandi dimensioni) risalenti alla lavorazione della pelle, rosicature di lieve entità lungo i margini.

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26 gennaio 1560, Svitto

Ordine

Gli ambasciatori dei III cantoni stabiliscono che i tre consigli cittadini si unifichino in uno solo, l'usciere convochi il consiglio e il tesoriere sia eletto dal consiglio del borgo e del contado. Infine ordinano al commissario di emanare una grida relativa al torrente Dragonato.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde in teca di legno di Dietrich «In der Halten», landamano di Svitto, attaccato con una doppia coda di pergamena, è parzialmente danneggiato. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (T attorniata da sei gigli) sormontato da un elmo coronato, dal quale esce una figura umano. Legenda: S(IGILLUM) DIETHRIECH IN DER HALTEN RITTER.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 114 (v.n. B. VI/7)

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280 (plica esclusa) x 350 mm, righe 39.

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6 febbraio 1560, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis et iurisdationis

Bernardo del fu Filippo di Bernardo Franzoni di Cevio vende ai vicini di Bignasco il diritto di pascolo per sei mucche sull'alpe di Antabbia per ricavarne cereali da distribuire a Natale con le altre elemosine, nonché gli altri suoi suoi diritti ipotecati nelle mani dei fratelli Emilio e Francesco del fu Giovanni Antonio Orelli di Locarno per la somma di 1500 lire di terzoli. Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 1110 lire di terzoli, comprese 100 lire di terzoli date da Giovanni Antonio «de Lexenis» per il diritto di pascolo di una mucca, a condizione che vi si ricavi un'elemosina da distribuire in suffragio dell'anima dello stesso Giovanni Antonio e di sua moglie Bertina.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.c. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 137 570 x 340 mm, righe 67. Alcuni piccoli fori.

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21 febbraio 1560, Sornico

Patti e convenzioni / Instrumentum pactorum

Giacomo Antonio di Michele di Broglio, console di Broglio, e Adamo Pometta, agenti a nome del comune di Broglio, da una parte, e Adamo del fu Guglielmo «Ardrici» di Prato, dall'altra, stipulano una convenzione in merito alla roggia di Rima. I rappresentanti di Broglio concedono ad Adamo licenza di rifare la roggia proveniente dal riale di Brunescio e di servirsene per condurre acqua alle sue proprietà, purché egli lasci fluire acqua a sufficienza per riempire il pozzo comune, che serve all'abbeverata delle vacche. Adamo può esercitare il suo diritto in ogni momento, ai vicini è tuttavia riservata la facoltà di deviare l'acqua nel pozzo, qualora esso fosse vuoto. La manutenzione del pozzo spetta ai vicini, quella della roggia al suddetto Adamo; i vicini possono intervenire al suo posto qualora questi la trascurasse: in tal caso Adamo verrebbe privato del suo diritto per dodici giorni dopo ogni intervento di riparazione da parte dei vicini.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio, n.p.

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 4 (= vecchio II/04) 290 x 270 mm, righe 29.

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27 maggio 1560

Concessione

Martin Schick del consiglio di Uri e vicario di Leventina concede a Hans Jakob Zimmermann di Ober Baden, medico, di poter esercitare la sua arte in valle Leventina.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Martin Schick di Uri, vicario di Leventina, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 48 x mm, righe .

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25 giugno 1560, Isone

Procura

L'assemblea dei vicini di Isone, convocata per ordine dei consoli Giovanni «de Arnaldo» e Bernardo Bassi, nomina 12 procuratori con l'incarico di stabilire nuovi ordini del comune.

Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

ASTi, Pergamene, Pometta 248 (inserto)

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25 giugno 1560, Isone

Ordini / Instrumentum capitulorum et ordinationum

I 12 procuratori nominati il giorno stesso dai consoli e dall'assemblea dei vicini del comune di Isone stabiliscono alcune regole per i consoli, per i loro 12 successori e per i campari, e regolano i diritti di pascolo nel territorio situato oltre il fiume di Isone e nei prati «de la Culmine».

Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Birinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 248 1525 x 280 mm, righe 179. L'atto è costituito da tre membrane cucite insieme. Diffuse sbiaditure su tutto il documento. Inserti: 25 giugno 1560 (Isone)

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6 luglio 1560, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra il consiglio generale della comunità di Bellinzona, da una parte, e i fratelli Ramengo, Giovanni Pietro, Andrea e Ettore, figli del fu Giovanni Antonio Rusca di Giubiasco, dall'altra, e Benedetto Ghiringhelli del fu Franceschino di Bellinzona, da un'altra ancora, in merito alla lite dei beni «in Saregio» nel possesso «de la Dobia», Airoldo Rusca del fu Giovanni di Bellinzona, arbitro eletto, pronuncia il proprio arbitrato. Egli dichiara che il comune di Bellinzona deve investire a titolo di livello i detti fratelli Rusca dei beni «in Saregio» nel possesso «de la Dobia», precedentemente locati a Battista Gianetto e Benedetto Ghiringhelli, al canone di 36 lire di terzoli da consegnare per la festa di s. Martino, con il patto che detti Rusca possano liberarsi dal canone entro 10 anni, pagando alla comunità di Bellinzona 800 lire di terzoli con tutti i canoni. Stabilisce che in qualunque momento i fratelli Rusca potranno provare con pubblico istrumento di aver fatto permuta con il defunto Bartolomeo Muggiasca del fu Ambrogio dei beni e pertanto la comunità di Bellinzona dovrà restituire 800 lire di terzoli e liberarli dal canone di 36 lire e di quelli già pagati, essendo la locazione nulla. Condanna i fratelli Rusca a lasciare comodo accesso con carri e bestiame alla strada tra il fiume Ticino e i beni «de la Dobia». Inoltre stabilisce che se uno dei fratelli Rusca volesse acquistare i beni per 800 lire di terzoli entro 10 anni, i fratelli sono tenuti a pagare il canone come erano tenuti a pagarlo alla comunità di Bellinzona. Dichiara che Benedetto Ghiringhelli può tenere i beni locati dalla comunità di Bellinzona per 4 anni pagando il canone ai fratelli Rusca, condanna i fratelli Rusca a restituire a Bernardino il fieno indebitamente segato e le spese sostenute. Stabilisce che Bernardino non potrà esigere nulla dalla comunità di Bellinzona qualora la locazione dovesse essere considerata nulla e lo libera da ogni pretesa di manutenzione sui beni venduti dal Muggiasca a Ramengo Rusca. Infine condanna la comunità di Bellinzona e i fratelli Rusca a pagare 3 scudi d'oro ciascuno all'arbitro.

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 29 2230 x 370 mm, righe 265. Il documento è costituito da cinque membrane cucite insieme. Nella prima membrana, rosicature nel margine superiore e sinistro.

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24 luglio 1560, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Stefano del fu Vivenzio «Boniroli» di Grumo vende ad Andrea del fu Giovannino Cima di Dangio la sua porzione di beni immobili, prati, campi, alberi e «stallamentorum», che un tempo erano del fu Andrea detto «Binaghi olim Annucoli (?)», nel territorio di Aquila «in toto Monte de Cregua». Il prezzo di vendita è di 205 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Lucas f.q. Gulielmi de Henricis loci de Donzio p.i.a.n. Vallis Blegnii

Originale; lat. ASTi, Cima 23 240 x 180 mm, righe 33. Piccoli fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura.

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25 settembre 1560, Cresciano

Sentenza / Sententia

Heinrich Arnold di Uri, Hans «Cibrich» di Svitto e Hans «Vurch» di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni riuniti per le cause di appello di Bellinzona, Riviera e Blenio, su richiesta dei rappresentanti del comune di Lodrino, Prosito e «Monte Parlo» approvano la costruzione di un riparo («fragia») sulla sponda opposta del Ticino presso il torrente Boggera, confermano una sentenza pronunciata l'8 marzo 1559 dal landvogt di Riviera Peter Kaes di Uri riguardo all'appropriazione di certi pascoli da parte dei detti vicini e li autorizzano a sottoporre a tensa altri pascoli comuni allo scopo di procurarsi la somma di 25 scudi d'oro per coprire le spese giudiziarie.

Notaio sottoscrittore: Ioannes f. domini Iacobi de Mengha de Claro p.n. necnon causarum comunitatis Ripperiarum scriba.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di cera verde sotto carta di Heinrich Arnold, ambasciatore di Uri, è staccato dal supporto. Nel campo l'arma di famiglia porta un soldato con alabarda nella mano destra. Legenda: <...> ARNOLT * 1554

Originale; lat. ASTi, Sacchi 25 (= cart. 3ca, nr. 21) 290 x 335 mm, righe 37. Fori di piccolissime dimensioni all'incrocio delle pieghe.

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11 novembre 1560, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Martino «Carallis» di quelli di Giovanni Antognetti di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Battista del fu Maffeo «Vasta», una casa con torchio e altri beni immobili situati nel territorio di Maggia «ad Cortaurum illorum Iohannis Antogneti», al prezzo di 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 65 350 x 260 mm, righe 53. Alcuni fori di piccole dimensioni, cinque dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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16 novembre 1560, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

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Guido del fu Martinetto «Humane» di Ghirone vende ad Andrea del fu Giovannino Cima di Dangio un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Aquila «a Padella», mezza porzione di un sedime con torba, casa, stalla e cancello della stalla a Dangio, sotto la casa dell'acquirente «in Mavilla» con corte e «curtinis vineatis», e un appezzamento di terreno a prato con sette alberi di castagne «in Monte Creguagna». Il prezzo di vendita è di 250 lire di terzoli, secondo la stima fatta da Vanino detto «Monghÿatium» e da Monghietto di Aquila.

Notaio rogatario: Lucas f.q. Gulielmi de Henricis loci de Donzio p.i.a.n. Vallis Blegnii

Originale; lat. ASTi, Cima 24 280 x 140 mm, righe 46. Piccoli fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura.

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2 dicembre 1560, Faido

Riconoscimento di debito / Instrumentum pignoris et obligationis

Giacomo del fu Giacomo «de Maioribus» di Faido dichiara di aver ricevuto in prestito da Berto «Righeti» di Tortengo, Pietro «Galigarii» di Vigera e Antonio «Albertini» di Fontané, anziani e procuratori della chiesa di S. Siro di Mairengo, 100 lire di terzoli appartenenti alla detta chiesa e tenute in precedenza da Giacomo «Bulleti» di Faido, e promette di corrispondere un fitto annuo di un soldo per ogni lira finché non avrà restituito la detta cifra. Giacomo pone a garanzia del debito un appezzamento di terreno a prato situato nel territorio di Faido «in Saletiis».

Notaio rogatario: Petrus Bulli f.c. Iacobi Bulli de Faydo p.s.i.a.n. vallis Leventine atque eiusdem causarum publicarum iudicialium scriba.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mairengo 19 345 x 150 mm, righe 48. Un foro di piccolissime dimensioni risalente alla lavorazione della pelle al centro.

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19 dicembre 1560, Bellinzona

Vendita

Giovanni Antonio del fu Zane sarto del fu Giovanni Grandi, abitante a Bellinzona, erede del fu Paolino del fu Nicolao di Mainolo «del Nado» di Bellinzona, vende al prete Antonio Cappo di Prada, confessore e amministratore del monastero di San Bernardino di Monte Carasso, a nome del quale egli agisce, un canone livellario di otto staia di mistura di segale e miglio, otto grossi di denari e un cappone e mezzo, costituente la metà del canone versato in passato al detto Giovanni Antonio e ad Andrea del fu Giovanni Antonio del Fedele «de Musocho», abitante a Bellinzona, e in seguito a Zane Cerro «del Gianatio» di Arbedo, gravante su una vigna con mulino e altri beni immobili situati nel territorio di Arbedo «in Camporello». Il prezzo della vendita è di 585 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 25 550 x 360 mm, righe 61. Cinque fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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23 dicembre 1560

Conferma di statuti

Il Landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Angelo «del Monico», tesoriere di Val Blenio, e Giovanni «de Arnadono», luogotenente, agenti a nome del comune di Val Blenio, confermano la libertà e gli statuti di Val Blenio.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILS + COM VRAE

Originale; ASTi, Pergamene, Blenio 71 185 (plica esclusa) x 350 mm, righe 18.

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17 febbraio 1561, Claro

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture

Giovanni Domenico del fu Guglielmo del fu Giovanni Bontà di Brogo di Claro vende a Giovanni Pietro di Bernardo Molo di Bellinzona, agente a nome del padre, un terreno a campo e vigna situato nel territorio di Claro, nella degagna di Brogo «a Muretto», al prezzo di 215 lire di terzoli, a soluzione di un debito di 700 lire di terzoli contratto dal venditore nei confronti del detto Molo. Il venditore viene poi investito a titolo di livello e locazione triennale del terreno appena venduto ad un canone annuo di un soldo per lira di terzoli. Il detto massaro potrebbe riscattare il terreno dal canone sborsando la somma di 215 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes f. domini Iacobi De Mengha de Claro p.i.a.n. necnon scriba causarum comunitatis Ripperiarum.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 249 570 x 190 mm, righe 81. Numerosi piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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17 febbraio 1561, Altdorf

Sentenza

Il luogotenente e il consiglio di Uri, nella causa tra Giovanni Angelo «del Monico», tesoriere di Val Blenio, e «Martinut Arnardonus», scriba di Val Blenio, agenti a nome del comune di Val Blenio, e Giovanni Antonio Corio, vessillifero di Blenio, Giovanni Giacomo Molo e Tiberio Codeborgo, agenti a nome del comune di Bellinzona, relativa al forletto di Bellinzona, pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che gli uomini di Blenio sono liberi dal pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», eccetto per l'uso della sosta e della stadera e per i «passoni» ai quali sono attaccati cavalli che vengono tassati a 1 bazzo per cavallo. Infine definiscono che il transito può essere fatto con cavalli propri o di terzi.

Cancellieri: Beat Hofer, landscriba di Uri

Sigillo: esistente. Il sigillo pendente di cera verde in culla di cera bruna della comunità di Uri è parzialmente danneggiato e manca l'impronta della parte inferiore. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILVRANIE.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 72 535 (plica esclusa) x 790 mm, righe 52.

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10 marzo 1561, Bellinzona

Riconoscimento di debito / Instrumentum obligationis et pactorum

I procuratori del comune di S. Antonino, agenti a suo nome, dichiarano di essere debitori nei confronti del capitano Camillo del fu Battista di Codeborgo di Bellinzona, agente a nome del colonnello Pietro del fu Giacomo a Pro di Uri, e promettono di pagare entro il mese di febbraio 1562 la somma di 157 scudi d'oro e mezzo per un prestito ottenuto dal detto Camillo.

Notaio rogatario: Filippus f. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 32 570 x 275 mm, righe 70. La pergamena presenta quattro tagli d'annullamento e piccoli fori nelle pieghe. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 87.

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23 aprile 1561

Arbitrato

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, nella lite tra Giovanni Angelo «del Monacho», tesoriere di Val Blenio, e Martino

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«Arnardonus», scriba di Val Blenio, agenti a nome del comune e degli uomini di Val Blenio, da una parte, e Giovanni Giacomo Molo, luogotenente di Blenio, e Tiberio di Codeborgo, agenti a nome della città di Bellinzona, dall'altra, pronunciano la loro sentenza arbitrale. Essi dichiarano che la sentenza del 1506 è valida e che quelli di Blenio sono tenuti a pagare il forletto.

Sigillo: esistente. Sigillo in cera bruna della comunità di Nidwalden, attaccato con coda di pergamena, la cui impronta è parzialmente danneggiata. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: COMMVNITATIS . INFERIOANIEE . 5<...>.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 73 500 (plica esclusa) x 720 mm, righe 57. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 115 (v.n. B. IV/8.1)

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23 aprile 1561

Arbitrato

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, nella lite tra Giovanni Angelo «del Monacho», tesoriere di Val Blenio, e Martino «Arnardonus», scriba di Val Blenio, agenti a nome del comune e degli uomini di Val Blenio, da una parte, e Giovanni Giacomo Molo, luogotenente di Blenio, e Tiberio di Codeborgo, agenti a nome della città di Bellinzona, dall'altra, pronunciano la loro sentenza arbitrale. Essi dichiarano che la sentenza del 1506 è valida e che quelli di Blenio sono tenuti a pagare il forletto.

Cancellieri: Ulrich Langenstein, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Nidwalgen annunciato nella corroboratio del documento. Rimane solo parte della doppia coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 115 (v.n. B. IV/8.1) 495 (plica esclusa) x 670 mm, righe 63. Nella plica una cucitura con filo di canapa, risalente alla lavorazione della pelle. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 73

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25 aprile 1561, Nidwalden

Arbitrato / Spruch

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, nella lite tra il comune di Val Blenio e il borgo di Bellinzona in merito al forletto, confermano l'arbitrato del 23 aprile 1561 (v. Archivio Comunale Bellinzona 115 e Blenio 73), stabiliscono che la comunità di Blenio è tenuta a pagare 175 scudi a Bellinzona e infine che le parti devono accettare l'arbitrato.

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Cancellieri: Ulrich Langenstein, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera bruna Nidwalden, attaccato al documento con doppia coda. L'impronta è danneggiata, si riconosce effige di S. Pietro e la leggenda risulta illeggibile.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 116 (v.n. B.VI/12) 205 x 495 mm, righe 31.

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2 maggio 1561, Lugano

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Maria del fu Andrea «de Prevedis» di S. Nazaro, nella pieve di Porlezza, procuratore del comune e degli uomini di S. Nazzaro, e Andrea del fu Lanfranco «Morighe», Bernardino del fu Giovanni Falchi e Andrea del fu Grazio Falchi, tutti di S. Nazzaro e agenti a nome del detto comune, vendono al comune di Valle Morobbia e Giubiasco, rappresentato da Pietro del fu Giacomino Rossi di Pianezzo abitante a Giubiasco, da Bernardino del fu Lazzaro di Loro e da Donato del fu Antonio «del Prono» di Giubiasco tutti i diritti spettanti a San Nazzaro sugli alpi di Poltrino e di Caneggio situati nel territorio di Valle Morobbia, al prezzo di 230 scudi d'oro.

Notaio rogatario: Ioannes Antonius Carulus p.i.a.n. Lugani et f.c. domini Francisci.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 42 1050 x 390 mm, righe 97. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie. Gli elementi della data non concordano tra loro: il 2 maggio 1561 cadeva infatti di giovedì e non di venerdì, come riportato dal notaio. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 51.

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19 maggio 1561, Bellinzona

Elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Il comune di S. Antonino, da una parte, e i comuni di Valle Morobbia, di Camorino e di Giubiasco, dall'altra, rappresentati dai rispettivi procuratori, designano quale arbitro Andrea del fu Eleuterio Rusca di Bellinzona per risolvere la lite sorta tra i detti comuni relativa alle spese per i ripari da costruire lungo il fiume Morobbia a protezione della strada francesca nel territorio di Camorino e di S. Antonino.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 33 1070 x 190 mm, righe 126. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 87.

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29 maggio 1561, Bellinzona

Proroga di termine / Instrumentum prorogationis

Alle presenza di Andrea del fu Eleuterio Rusca di Bellinzona, arbitro designato dalle parti per risolvere la lite tra il comune di S. Antonino e i comuni di Giubiasco, Valle Morobbia e Camorino relativa alle spese per i ripari da costruire lungo il fiume Morobbia a protezione della strada francesca nel territorio di Camorino e di S. Antonino, i procuratori dei detti comuni prorogano il termine per pronunciare un arbitrato fino al 2 giugno 1561.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 34 450 x 160 mm, righe 54. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 86; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 61-62.

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2 giugno 1561, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra i comuni di Giubiasco, Val Morobbia e Camorino, da una parte, e i comuni di S. Antonino e Cadenazzo, dall'altra, rappresentati dai rispettivi procuratori, in merito alla costruzione dei ripari sul fiume Morobbia nel territorio di Camorino per evitare le inondazioni e i danni alla Strada Francesca, Andrea figlio di Eleuterio Rusca di Bellinzona, arbitro eletto nel compromesso del 19 maggio 1561 (v. S. Antonino 33), pronuncia il proprio arbitrato. Egli condanna il comune di S. Antonino e Cadenazzo a costruire la loro parte di ripari, già iniziati da Giubiasco, Val Morobbia e Camorino, in territorio di Camorino, e condanna i comuni di Giubiasco, Val Morobbia e Camorino a terminare i lavori. Infine condanna le parti a pagare 3 scudi d'oro ciascuno all'arbitro.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cusa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 30 2640 x 210 mm, righe 301. Il documento è costituito da sei membrane cucite insieme. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 51.

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5 luglio 1561

Autorizzazione

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I landamani e i consigli di Uri, Svitto e Nidwalden accolgono la richiesta del comune di Cadenazzo, rappresentato dal capitano Camillo Borgo, già luogotenente di Bellinzona, e, dopo aver sentito il parere di Beat Muheim, commissario di Bellinzona, concedono l'autorizzazione a vendere due terre comuni per far fronte alle difficoltà materiali causate in particolare dalle spese per la costruzione e per la manutenzione della strada francesca («lantstras»).

Cancellieri: Beat Hofer, landscriba di Uri

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri; rimangono soltanto le incisioni praticate nella plica per l'appensione.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 35 210 x 400 mm, righe 18. Piccolissimi fori, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, p. 62.

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5 luglio 1561

Ordini

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, rendono noti gli ordini sulle tasse e sulle procedure per i riconoscimenti di debito.

Cancellieri: Beat Hofer, landscriba di Uri

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 74 320 (plica inclusa) x 530 mm, righe 28.

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14 luglio 1561, Locarno

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra il comune di Fusio, rappresentato da Giacomo di Giacomo Albertoli di Fusio e da Zane di Guglielmo «Solazii», da una parte, e i comuni di Peccia, Sornico e Prato [Vallemaggia], rappresentati rispettivamente da Zano di Antonio «Gargioli» console di Peccia, Pietro «Cateline» e Antonio di Pedrino Zanetti, da Guglielmo detto «Balotus» console di Sornico e Giovanni Pietro Barogi nonché da Giacomo Roma console di Prato e da Frizino, dall'altra, relativa ai pascoli comunali, Urs Sury di Soletta, commissario [di Vallemaggia e Lavizzara] aveva pronunciato la propria sentenza il 19 marzo e il 10 giugno 1561 (cfr. ASTi, Comune di Fusio 30), contro la quale Peccia, Sornico e Prato si erano appellati agli oratori che sarebbero venuti a Locarno per il calcolo annuale. I detti comuni avevano designato quali

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1231 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete arbitri Zane Solazino di Fusio e Guglielmo «Balotus» di Sornico, i quali, richiamandosi agli ordini stipulati il 10 settembre 1374 già prodotti in giudizio, stabiliscono ora entro quali confini possano pascolare i vicini di ciascun comune e istituiscono altre limitazioni relative al pascolo.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie cancellarius f. domini Ioannis Antonii. (Cancelliere)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 3 580 x 340 mm, righe 56. Un piccolo foro.

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10 marzo 1562, Lugano

Procura / -

I procuratori e i consiglieri della comunità di Lugano e Valle nominano il fiscale e consigliere Bartolomeo Quadrio loro procuratore, con l'incarico di concludere un accordo con le comunità di Medeglia e Isone in merito alla manutenzione della strada del Monte Ceneri.

Cancellieri: Gerolamo Canevali, Lugano (cancelliere della comunità di Lugano e Valle)

ASTi, Pergamene, Comune di Isone 24 (inserto)

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19 marzo 1562, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum ordinationis, declarationis, pactorum, liberationis

Bartolomeo del fu Battista Borgo di Bellinzona e Bartolomeo del fu Francesco Quadrio di Tesserete, incaricati di risolvere la lite tra la comunità di Lugano e Valle, da una parte, e il comune di Isone, situato nel territorio di Bellinzona, dall'altra, relativa alla cura e alla manutenzione di un tratto di 410 gittate della strada del monte Ceneri, nel territorio di Lugano, ordinano a quelli di Isone di pagare a Lugano 35 scudi d'oro, e a quelli di Lugano di rinunciare definitivamente alle loro pretese nei confronti degli abitanti di Isone.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Ioannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 24 1020 x 320 mm, righe 122. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme, presenta alcuni fori risalenti alla lavorazione della pelle e uno strappo nella parte superiore. Regesto: Lepori, Isone, p. 121. Inserti: 10 marzo 1562 (Lugano)

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17 aprile 1562, Cresciano

Convenzione / Instrumentum pactorum

Davanti a Johann Kothing di Svitto, landvogt di Riviera, Agostino del fu Guglielmo «Maioris» e Agostino del fu Giacomo Pelloli, consoli di Lodrino e agenti a nome del comune di Lodrino, Prosito e «Monte Parlo», da una parte, e Giovanni «de Pedrino», console, e Sebastiano Corsenca, già console di Cresciano, agenti a nome di quel comune, dall'altra, si accordano in merito alla ripartizione degli oneri di manutenzione della strada francesca in territorio di Cresciano «in Campo Lungo», in particolare nel caso in cui si rendesse necessaria la sua riparazione in seguito a danni della natura o il suo spostamento sul tracciato antico.

Notaio rogatario: Ioannes f. domini Iacobi de Mengha de Claro p.i.a.n. necnon scriba causarum comunitatis Ripperiarum.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Johann Kothing di Svitto, landvogt di Riviera, annunciato nella corroboratio del documento. Restano solo le strisce di pergamena utilizzate per fissarlo al documento.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 26 (= cart. 3ca, nr. 22) 380 x 415 mm, righe 41. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore; altri piccoli fori docuti a rosicatura lungo le pieghe.

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27 aprile 1562, Cevio

Sentenza / Sententia

Urs Sury di Soletta, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Bignasco, da una parte, e i comuni di Menzonio e Brontallo, dall'altra, in merito al pignoramento di alcune bestie fatto a quelli di Menzonio e Brontallo «de intus frangiam usque ad pontem de Merlo et rialem Serenelli supra gerbiam». Egli stabilisce che quelli di Menzonio e Brontallo possano transitare «a puteolo qui est a capite de foris curti pontis de Merlo eundo ad pontidum Mognevole» e non oltre, senza avere però alcun diritto di pascolo, e li condanna al pagamento delle spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio cancellarius f. domini Ioannis Antonii. (Cancelliere)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di Urs Sury di Soletta, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, la cui impronta è parzialmente danneggiata in corrispondenza della legenda su cartiglio. L'arma nel campo reca una rosa sovrastante un monte a tre cime. Legenda: <...... >

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 138 790 x 630 mm, righe 62. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni.

......

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10 giugno 1562, Sornico

Sentenza / Sententia

Urs Sury di Soletta, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, conferma gli accordi stipulati nella causa tra il comune di Fusio, da una parte, e i comuni di Peccia, Prato e Sornico, dall'altra. Adamo Zanazzi e il console Guglielmo «Thomazii», entrambi di Fusio, il console di Sornico Giovanni Pietro Barogi e Giacomo Roma di Prato, rappresentanti dei rispettivi comuni, accettano tale sentenza; il comune di Peccia invece vi si oppone.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio cancellarius, f. domini Ioannis Antonii. (Cancelliere)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 30 450 x 280 mm, righe 42. Tre piccoli fori. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

......

14 luglio 1562, Ascona

Determinazione di confini / Instrumento de repiantatione et agionta de termini

Antonio detto Gallo «de Pedrono» di Michele di Ronco, console del comune di Ascona e Ronco, mastro Graziano di mastro Giovanni Varenza, mastro Pietro di mastro Cristoforo Abbondio, mastro Marco di mastro Mainolo Vacchini, mastro Giovanni di mastro Cristoforo Vacchini, mastro Giovanni di Lorenzo Pancaldi, tutti di Ascona e incaricati dall'assemblea dei vicini di Ascona e Ronco, da una parte, e mastro Battista del fu Bartolomeo «Robbazotto», abitante a Locarno, console del comune di Losone e Arcegno, Taddeo del fu Matteo «de Biegno», Giacomo Maria del fu Pietro «Sbona», tutti di Losone, e Giovanni Antonio figlio emancipato di Bertramo Guglielmuzo di Losone e abitante ad Ascona, Bartolomeo del fu Zenone «de Troncho» di Arcegno, incaricati dall'assemblea del comune di Losone e Arcegno, dall'altra, determinano i confini tra i due comuni.

Notaio rogatario: Phelippo figliuolo che fuy figliuolo de mastro Mattheo di Botta de Scona publico nodaro per autoritate imperiale. Notaio scrivente: Laurentio de mastro Gulielmo d'Agosti de Loxono nodaro publico per autoritade imperiale.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Pancaldi 11 630 x 365 mm, righe 94. Estese lacerazioni nel margine sinistro, fori dovuti a rosicatura, gore di umidità, nonché piccole macchie violacee causate dalla presenza di microorganismi.

......

20 luglio 1562,

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Sentenza d'appello

Nella lite tra il comune di Brontallo e Menzonio, da una parte, e il comune di Bignasco, dall'altra, in merito alle sanzioni («der Bussen halb») comminate da Bignasco ad alcune persone di Brontallo e Menzonio, Giovanni «Fiorett» di Brontallo, console del comune di Menzonio e Brontallo, «Zanöl Domenigina» e Togno («Thoinn») «Frantzio», delegati del comune di Brontallo e Menzonio, e Alessio Muzio, suo figlio Guglielmo e Cristoforo del Ponte, console di Bignasco, delegati del comune di Bignasco, compaiono al cospetto degli ambasciatori dei XII cantoni della Lega Svizzera, riuniti a Locarno. Costoro pronunciano la loro sentenza: confermano una precedente sentenza del commissario Sury e respingono l'appello di Brontallo e Menzonio condannandoli a risarcire a Bignasco le spese di giudizio.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo pendente di cera bruna in teca lignea, appeso alla pergamena con doppia coda di pergamena in plica di Giovanni Bartolomeo von Ammann di Berna, «Landvogt» di Locarno. Lo scudo nel campo, sormontato da cimiero, è diviso da una fascia verticale e sormontato da una orizzontale nella quale figurano tre stelle.

Legenda: S * BARTLOME * AMMAN *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 138,1 380 (plica esclusa) x 490 mm, righe 43. Un piccolo foro risalente alla preparazione della pelle nella parte inferiore.

......

1562 luglio 29, Roma

Conferma / -

Davanti a Severiano Moriconi di Montefalco, giudice palatino e secondo collaterale della curia capitolina, sedente in tribunale, Angela vedova di Giovanni Cruciani, residente nella regione del Ponte presso la piazza di S. Apollinare, nella via chiamata «la Stufa delle Donne», e i figli Francesca e Vincenzo, insieme a Battista Pisoni, curatore delle due donne, confermano la vendita di una casa situata nella detta via, fatta dall'altro figlio Berardino a Battista Faziani, salumiere sulla piazza di S. Lorenzo in Damaso, allo scopo di rifondere un debito di 230 scudi contratto con il muratore Giovanni «Canapina» e il carpentiere Battista Quadri per le migliorie apportate allo stesso edificio.

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 24 (= cart. 289, nr. 4) 215 x 155 mm, righe -. Fascicolo di 6 ff. scritti nel recto e nel verso, mutilo della parte iniziale e di quella finale, su cui figurano la vendita anteriore al 29 luglio 1562, la conferma del 29 luglio 1562 e l'atto non identificabile del medesimo giorno. Il primo foglio presenta un taglio rettangolare di 85 x 105 mm in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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1562 luglio 29,

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<...>

Frammento di un atto, la cui fattispecie non è intelligibile, compiuto da Angela vedova di Giovanni Cruciani, dai figli Francesca e Vincenzo e da Pattista Pisoni, curatore delle due donne.

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 24 (= cart. 289, nr. 4) 215 x 155 mm, righe -. Fascicolo di 6 ff. scritti nel recto e nel verso, mutilo della parte iniziale e di quella finale, su cui figurano la vendita anteriore al 29 luglio 1562, la conferma del 29 luglio 1562 e l'atto non identificabile del medesimo giorno. Il primo foglio presenta un taglio rettangolare di 85 x 105 mm in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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(prima del 29 luglio 1562), Roma

Vendita / <...>

Berardino Cruciani, agente anche a nome del fratello Vincenzo, della madre Angela e della sorella Francesca, il muratore Giovanni «de Cadempino» e il carpentiere Battista Quadri vendono a Battista Faziani del fu Bonifacio di Calusco nella diocesi di Ivrea, salumiere sulla piazza di S. Lorenzo in Damaso, una casa e appartenente ai detti Cruciani, con le migliorie apportate dai detti maestri. Il compratore versa una parte del prezzo della vendita, corrispondente a 20 scudi di giulii, al detto Berardino, impegnandosi a pagare altri 250 scudi allo stesso Berardino, 165 a Giovanni «de Cadempino» e 65 a Battista Quadri. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 24 (= cart. 289, nr. 4) 215 x 155 mm, righe -. Fascicolo di 6 ff. scritti nel recto e nel verso, mutilo della parte iniziale e di quella finale, su cui figurano la vendita anteriore al 29 luglio 1562, la conferma del 29 luglio 1562 e l'atto non identificabile del medesimo giorno. Il primo foglio presenta un taglio rettangolare di 85 x 105 mm in corrispondenza dell'angolo inferiore destro.

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8 dicembre 1562, «Borgliono» (Val Calanca)

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum finis

Margherita di Antonio «Mutalli de Molina» di Calanca, con il consenso del marito Martino di Domenico Cipi «de Borgliono» di Calanca, rinuncia nelle mani dei fratelli Pietro e Martino di Antonio «Mutalli» a ogni pretesa sull'eredità paterna e dichiara di aver ricevuto per questo 180 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Iacobus Bolzonus p.i.a.n., f. domini Francisci Bolzoni nec non n. de Grono Vallis Mexolzine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bernardoni 12 355 x 180 mm, righe 40. Diverse rosicature lungo le pieghe.

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16 gennaio 1563, Brunnen

Sentenza

Nella controversia tra Antonio Bruno priore di Camperio, agente a nome del fratello Guido Bruno, da una parte, e Giovanni Domenico Cima, agente a nome del padre Andrea Cima, detto «Ree», dall'altra parte, in merito al processo per l'omicidio di Francesco Avono, Heinrich Albrecht, già vicario di Leventina, e il capitano Bartholomäus Kuhn, per Uri, Christoph Schorno cavaliere, già landamano e alfiere di Svitto, e Lienhard Büeler, già vicario del baliaggio di Uznach, per Svitto e Jörg Wurst, landamano, ambasciatori dei III cantoni, per Nidwalden, e il luogotenente Kaspar von Uri dichiarano che i detti Guido Bruni e Giovanni Domenico devono vivere amichevolmente e non molestarsi, ma se non dovessero mantenere la pace verranno puniti secondo gli statuti. Infine definiscono che le spese giudiziarie sono a carico di entrambe le parti.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Christof Schorno, già landamano e alfiere di Svitto, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; ted. ASTi, Cima 25 425 x 700 mm, righe 45. La pergamena presenta alcune macchie marroni lungo le piegature

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16 marzo 15<6>3, Cevio

Sentenza / Sententia

Hans Hammerer di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Albino di Antonio «Peteri», Pietro di Antonio «Peteri» e i loro fratelli, tutti di Bosco e abitanti a Lodano, Bernardo e Giacomo, fratelli e figli del fu Filippo «Scazini» de Cevio abitanti a Lodano, agenti a nome proprio e a nome del loro fratello Martino, e Antonio «Segioni», originario del ducato di Milano e abitante a Lodano, da una parte, e Bernardo di Bertramo «de Rio», console e agente del comune di Lodano, dall'altra, in merito alla tassazione imposta ai primi da parte del comune di Lodano, di cui sfruttano il territorio tutto l'anno. Il commissario conferma le sentenze prodotte in giudizio dal comune di Lodano (29 gennaio 1532, 1. giugno1556 e 28 gennaio 1555), con le quali si autorizzava la tassazione dei forestieri che utilizzano il territorio comunale per tutto l'anno.

Notaio sottoscrittore: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie cancellarius, f. domini Iohannis Antonii.

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Hans Hammerer di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia, è perduto, rimangono i fori praticati nella pergamena per fissarlo.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 16 (= 2/4) 580 x 390 mm, righe 52. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore destra, alcune macchie, piccole lacerazioni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1237 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete lungo i bordi; estese abrasioni dell'inchiostro nella parte superiore, che compromettono in parte la lettura.

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25 giugno 1563, Cevio

Sentenza / -

Johannes Hannerer di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, pronuncia la propria sentenza nella causa tra il comune di Peccia, rappresentato dal console Martino Bionde e da Giacomo Ghisla, da una parte, e il comune di Fusio, rappresentato da Adamo Zanazzi, dal console Giacomo di Francesco e da Zane detto «Solazinum», dall'altra. Il giudice conferma le precedenti sentenze e condanna quelli di Peccia al pagamento delle spese processuali. Il detto comune non accetta il verdetto.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie ac Lavizarie cancellarius f. domini Ioannis Antonii. (Cancelliere)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 31 500 x 360 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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5 novembre 1563, Roma

Vendita / Publicum instrumentum

Paolo Gerolamo Barengo vende a Paolo Quintilio di Roma una casa con fienile, stalla e magazzino per fieno, situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio, confinante con i beni di Lucrezia de Bastis e di suo marito, impegnandosi a consegnarla entro due mesi, al prezzo di 2000 scudi e 500 monete, di cui 800 scudi anticipati. L'acquirente si impegna inoltre a soddisfare un debito di 1000 scudi che il venditore ha nei confronti di suo fratello Lelio, e si assume il carico di un altro debito a favore di Paolo Antonio Crisolino e del figlio Orazio, già proprietari della casa.

Notaio rogatario: Cesar Lottus Quintilius curie causarum camere apostolice notarius.

Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 225 x 170 mm, righe -. Fascicolo di 4 ff. scritti nel recto e nel verso.

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24 novembre 1563

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Arbitrato

Hans Burkard di Uri, cavaliere, alfiere e già landamando,e Heirich Troger, già commissario di Mendrisio, per Uri, Caspar ab Yberg, landamano, Cristoffel Schorno, alfiere e già landamano, e Lienhard Büeler, già vicario del baliaggio di Uznach, per Svitto, Melchior Lussi, cavaliere e già landamano, e Hans Waser, cavaliere e alfiere, per Unterwalden, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e la comunità di Val Blenio, dall'altra, in merito al forletto, esprimono il proprio arbitrato. Essi dichiarano che Blenio è tenuto a pagare 260 scudi italiani alla città di Bellinzona (100 entro Natale e 160 entro la fiera di S. Bartolomeo del 1564) e liberano Blenio dal pagamento del forletto, della stadera e della sosta, eccetto per l'uso di quest'ultimi. Inoltre quelli di Blenio sono tenuti a pagare i «passoni» dei cavalli venduti al mercato di S. Bartolomeo, così come fanno i signori e i sudditi confederati.

Cancellieri: Jost Auf der Mauer, Svitto

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera bruna della comunità di Svitto, attaccato con coda di pergamena, è gravemente danneggiato.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 75 460 (plica esclusa) x 760 mm, righe 28. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 84 , ASTi, Pergamene, Blenio 76

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24 novembre 1563

Arbitrato / Spruch

Hans Burkard di Uri, cavaliere, alfiere e già landamando,e Heirich Troger, già commissario di Mendrisio, per Uri, Caspar ab Yberg, landamano, Cristoffel Schorno, alfiere e già landamano, e Lienhard Büeler, già vicario del baliaggio di Uznach, per Svitto, Melchior Lussi, cavaliere e già landamano, e Hans Waser, cavaliere e alfiere, per Unterwalden, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e la comunità di Val Blenio, dall'altra, in merito al forletto, esprimono il proprio arbitrato. Essi dichiarano che Blenio è tenuto a pagare 260 scudi italiani alla città di Bellinzona (100 entro Natale e 160 entro la fiera di S. Bartolomeo del 1564) e liberano Blenio dal pagamento del forletto, della stadera e della sosta, eccetto per l'uso di quest'ultimi. Inoltre quelli di Blenio sono tenuti a pagare i «passoni» dei cavalli venduti al mercato di S. Bartolomeo, così come fanno i signori e i sudditi confederati.

Cancellieri: Jost Auf der Mauer, Svitto

Sigillo: esistente. Sigillo in cera bruna della comunità di Svitto, attaccato con coda di pergamena, parzialmente danneggiato. Legenda: <...VNI>VERSITZ .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 76 440 (plica escluso) x 695 mm, righe 30. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 84 , ASTi, Pergamene, Blenio 75

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24 novembre 1563

Arbitrato

Hans Burkard di Uri, cavaliere, alfiere e già landamando,e Heirich Troger, già commissario di Mendrisio, per Uri, Caspar ab Yberg, landamano, Cristoffel Schorno, alfiere e già landamano, e Lienhard Büeler, già vicario del baliaggio di Uznach, per Svitto, Melchior Lussi, cavaliere e già landamano, e Hans Waser, cavaliere e alfiere, per Unterwalden, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e la comunità di Val Blenio, dall'altra, in merito al forletto, esprimono il proprio arbitrato. Essi dichiarano che Blenio è tenuto a pagare 260 scudi italiani alla città di Bellinzona (100 entro Natale e 160 entro la fiera di S. Bartolomeo del 1564) e liberano Blenio dal pagamento del forletto, della stadera e della sosta, eccetto per l'uso di quest'ultimi. Inoltre quelli di Blenio sono tenuti a pagare i «passoni» dei cavalli venduti al mercato di S. Bartolomeo, così come fanno i signori e i sudditi confederati.

ASTi, Pergamene, Blenio 84 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 76 , ASTi, Pergamene, Blenio 75

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1 dicembre 1563

Conferma

Il landamano e il consiglio di Svitto, nella causa tra Bellinzona e Blenio, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni» confermano la precedente sentenza del 24 novembre 1563.

Cancellieri: Jost Auf der Mauer, Svitto

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna (restaurato) della comunità di Svitto, attaccato con coda di pergamena e parzialmente danneggiato. Nel campo l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso. Legenda: S(IGILLVM) . UNIVERSITAT.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 77 205 (plica esclusa) x 325 mm, righe 15. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 84

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1 dicembre 1563

Conferma

Il landamano e il consiglio di Svitto, nella causa tra Bellinzona e Blenio, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni» confermano la precedente sentenza del 24 novembre 1563.

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ASTi, Pergamene, Blenio 84 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 77

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2 dicembre 1563

Conferma

Il luogotenente e il consiglio di Nidwalden, nella causa tra Bellinzona e Blenio, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni» confermano la precedente sentenza del 24 novembre 1563.

Sigillo: esistente. Sigillo in cera verde (restaurato) della comunità di Unterwalden, appeso a una coda di pergamena e parzialmente dannggiato. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: COMMVEORIS . SILVANIEE . 5 . 7.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 78 135 x 415 mm, righe 13.

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4 dicembre 1563

Conferma

Il landamano e il consiglio di Uri, nella causa tra Bellinzona, da una parte, e Blenio, dall'altra, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni» confermano la precedente sentenza del 24 novembre 1563.

Cancellieri: Bernhard von Mentlen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde della comunità di Uri, appeso a una coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 79 145 (plica esclusa) x 345 mm, righe 15.

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22 dicembre 1563, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu sarto «Giotti» di Menzonio vende a Martino del fu Giacomo «Pomine», console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di una vacca e mezza sull'Alpe Cornera, con una casa «ad Gardam», una casa con cantinino e la quarta parte di una stalla con fienile a Starlarescio, salvo i suoi beni nella località detta in «Laraxedo». Il prezzo della vendita è di 50 lire di terzoli, che detto Guglielmo dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broyo Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 17 (= vecchio I/17) 445 x 190 mm, righe 56.

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22 dicembre 1563, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis

Martino del fu Giacomo «Giotti» di Menzonio vende a Martino del fu Giacomo «Pomine», console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di tre vacche sull'Alpe di Valle Cornera, con la metà di una casa nel corte «ad Ganam» e la metà di un'altra casa e di una stalla a Starlarescio , salvo i suoi beni nella località detta «Larexedo». Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli che detto Martino dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broyo Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 18 (= vecchio I/18) 445 x 180 mm, righe 61. Due fori di medie dimensioni, dovuti a rosicatura, rosicature di lieve entità lungo i margini e una lacerazione nell'angolo superiore destro.

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19 gennaio 1564, Sornico

Sentenza / -

Johannes Hammerer di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, su richiesta del console di Fusio Giacomo di Francesco, condanna Giacomo Ghisla e Martino Bionde di Peccia a pagare a Fusio 25 scudi d'oro come pena per essersi opposti ai patti stipulati il 14 luglio 1561 tra Fusio, Peccia, Sornico e Prato ed in seguito più volte confermati, riservando ai detti uomini la facoltà di rifarsi sul comune di Peccia da essi rappresentato.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie ac Lavizarie cancellarius. (Cancelliere)

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 32 360 x 475 mm, righe 25. Alcuni piccoli fori, quatrro dei quali risalenti alla lavorazione della pelle. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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<25> 156<4>, Ascona

Locazione e convenzione / Instrumentum investiture hereditatis perpetue et firme ac specialium pactoum et donationis

I vicini di Ascona e Ronco, a nome della fabbrica della chiesa di S. Pietro, avevano investito Bartolomeo Papio del sedime [di una casa] con corte, situato presso la chiesa «in contrata sancti Petri», a un canone annuo di 24 lire di terzoli, detratte le spese di riparazione. Ora, considerato che il Papio si offre di riedificare il sedime, i procuratori del comune, con l'approvazione dei tre curati porzionari, del caneparo della chiesa, di Taddeo <...> e del console Zane del fu Cristoforo «de Vachinis», investono a titolo di enfiteusi perpetua detto Papio del suddetto sedime con gli edifici parzialmente crollati e parzialmente coperti in piode e con una corte davanti, al canone annuo di 40 lire di terzoli da versare per s. Martino. Qualora il Papio volesse dare alla chiesa, in cambio di detto sedime, uno stabile, un fondo o un fitto, questi non potranno avere un valore inferiore a 40 lire di terzoli. Infine, siccome il Papio intende, per decoro e comodità dell'«oppidum» di Ascona, fabbricare sul sedime affittatogli, prospiciente la riva o la piazza, una casa con locali superiori e un portico, gli stessi procuratori glielo concedono a titolo di donazione «inter vivos», purché non sia di pregiudizio alla strada che corre a meridione né alla fabbrica della chiesa.

Notaio rogatario: Philippus f.q. domini Matthei de Bottis de Scona p.i.a.n.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 20 (v.n. AST 32) 725 x 450 mm, righe 93. Due forellini risalenti alla lavorazione della pelle, due fori di medie dimensioni ed estese rosicature ai bordi sinistro e destro; pergamena restaurata. Gli elementi perduti della datazione sono ripresi dal regesto di P. Rocco da Bedano che, verosimilmente, ha visto la pergamena quando era ancora conservato qualche brandello in più della parte iniziale. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 66-67, nr. 32.

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3 febbraio 1564, Sornico

Sentenza / -

Johannes Hannerer di Lucerna, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, assolve il comune di Fusio, rappresentato da Giacomo di Francesco, dall'obbligo di pagare al comune di Sornico, rappresentato dal console Barogino Barogi e da Giovanni Pietro Barogi, la sua parte dei 25 scudi d'oro versati a Fusio da Giacomo Ghisla e da Martino Bionde di Peccia, dichiarando che tale somma spetta solo al comune di Fusio.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie ac Lavizarie cancellarius. (Cancelliere)

Originale; lat.

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ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 33 285 x 320 mm, righe 24. Nel documento vengono citati altri atti. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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5 febbraio 1564

Conferma

Il landamano e il consiglio di Uri, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e il territorio di Blenio, dall'altra, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», confermano la sentenza del 24 novembre 1563 in tutti i suoi articoli e punti. Infine stabiliscono una pena di 500 scudi per i contravventori alla sentenza.

Cancellieri: Bernhard von Mentlen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri; l'impronta irregolare comporta l'illeggibilità di parte della legenda. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGI + TOTIVS + COMVNITATIS + VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 80 280 (plica esclusa) x 380 mm, righe 40.

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5 febbraio 1564

Conferma

Il landamano e il consiglio di Svitto, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e il territorio di Blenio, dall'altra, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», confermano la sentenza del 24 novembre 1563 in tutti i suoi articoli e punti. Infine stabiliscono una pena di 500 scudi per i contravventori alla sentenza.

Cancellieri: Jost Auf der Mauer, Svitto

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 81 310 (plica esclusa) x 610 mm, righe 21. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 84

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5 febbraio 1564

Conferma

Il landamano e il consiglio di Svitto, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e il territorio di Blenio, dall'altra, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», confermano la sentenza del 24 novembre 1563 in tutti i suoi articoli e punti. Infine stabiliscono una pena di 500 scudi per i contravventori alla sentenza.

ASTi, Pergamene, Blenio 84 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 81

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7 febbraio 1564

Missiva

Istruzioni date al cavalier Roll e al commissario Kotting da parte degli ambasciatori dei III cantoni, per proporre a quelli di Bellinzona di accettare le condizioni dell'arbitrato del 24 novembre 1563.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 82 270 x 370 mm, righe 41.

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18 febbraio 1564

Conferma

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, nella causa tra la città e il contado di Bellinzona, da una parte, e il territorio di Blenio, dall'altra, in merito al pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», confermano la sentenza del 24 novembre 1563 in tutti i suoi articoli e punti. Infine stabiliscono una pena di 500 scudi per i contravventori alla sentenza.

Cancellieri: Ulrich Langenstein, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 83 230 (plica esclusa) x 400 mm, righe 30.

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21 febbraio 1564

Sentenza

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta di Andrea Cima, luogotenente di Val Blenio, e Bernardo «Maffiely», usciere di Val Blenio, in merito al forletto, alla sosta, alla stadera e ai «passoni», nella causa contro la città e il contado di Bellinzona, dichiarano che quelli di Blenio sono liberi dal pagamento.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Uri («gmeinem landes insigel»), appeso con coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILLVM + TOTIVS + COMVNITATIS + VRANIE.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 84 725 x 675 mm, righe 85. Inserti: 24 novembre 1563, 5 febbraio 1564

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21 marzo 1564, Roma

Sentenza / Instrumentum

Annibale Grassi, auditore e luogotenente del camerario Guidone Ascanio Sforza, e Gerolamo Pico, «magister viarum», promunciano la propria sentenza nella lite fra Remolo Valenti, da una parte, e Paolo Quintili, dall'altra, circa l'acquisto di una casa appartenente a Paolo Gerolamo Barengo, situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio. I giudici dichiarano nullo un istrumento di vendita fatta dal Barengo a Paolo Quintili, e riconoscono a Remolo Valenti il diritto di acquistare la casa al prezzo di 2500 monete in virtù di un decreto camerale a favore degli inquilini.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus p.a.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 225 x 160 mm, righe -. Fascicolo di 3 ff. scritti nel recto e nel verso.

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8 aprile 15<6>4, Bellinzona

Retrovendita / Instrumentum retrovenditionis

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Il capitolo della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, convocato per ordine del prete Bernardino di Ascona, caneparo del capitolo, retrovende a Vincenzo del fu Pietro «de la Cha» di Daro e Zane del fu Bartolomeo «de Ambrosio del Notario» di Blenio, abitante a Daro, agenti a nome della cappella di S. Sebastiano, costruita nella chiesa di S. Quirico di Daro in virtù di un legato del defunto Giorgio del fu Dominico «Reddi» di Daro, una pertica di terreno vignato a pali e arativo nel territorio di Bellinzona «in Rompeda de supra burgum». Detto Giorgio, Giovanni Antonio «Gerenzano» del fu Giovanni di Bellinzona e Gabriele del fu prete Marsilio «de Gerenzano» di Bellinzona, ora defunto, avevano investito a titolo di livello enfiteutico Giulio del fu Bartolomeo «del Stephano» di Daro e Pietro del fu Giovanni «de la Novella» di Daro del terreno, al fitto annuo di 2 congi di mosto bianco, come contenuto in una locazione del 6 gennaio 1542. In seguito i canonici avevano ricevuto il fitto dagli eredi di Giorgio e la vendita da Giovanni Antonio, erede per metà del defunto Gabriele «de Gerenzano» e per l'altra di Caterina del prete Marsilio, sorella di Gabriele e moglie di Giovanni Antonio Peri di Lugano, al prezzo di 130 lire di terzoli, secondo la vendita del 21 aprile 1551. Il detto Giovanni Antonio aveva ceduto la pertica a soluzione del legato fatto da Gabriele nel suo testamento per un annuale di 33 lire di terzoli ai canonici della chiesa di S. Pietro. Il prezzo della retrovendita è di 130 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Filippus f. q. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 117 (v. n. A. XIII/9) 960 x 180 mm, righe 117. Il documento è composto da due membrane cucite assieme con filo di canapa. Rosicature lungo i bordi e nella parte superiore. La datazione («Anno a Nativitate eiusdem millesimo quingentessimo gessimo rto indictione septima die sabati octavo») è ricostruita in base agli elementi contenuti nel testo e agli altri elementi della data.

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15 aprile 1564, Roma

Rinuncia / Publicum instrumentum

Paolo Quintilio di Roma, abitante nella regione del Campo Marzio, rinuncia in favore di Remulo Valenti di Trevio (Trevi?) alla proprietà di una casa situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio, acquistata da Paolo Gerolamo Barengo.

Notaio rogatario: Cesar Lottus Quintilius curie causarum camere apostolice notarius.

Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 220 x 165 mm, righe -. Il documento, di 3 ff., è parte di un fascicolo composito, con copertina e fogli di guardia cartacei, comprendente altri atti. Documento scritto nel recto e nel verso dei fogli pergamenacei. Ogni foglio pergamenaceo presenta un annerimento di medie dimensioni nella parte inferiore.

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15 aprile 1564, Roma

Locazione / -

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Fausto Valenti di Trevi, agente a nome del fratello Remolo, investe per sei mesi Paolo Quintili di alcune stanze di una casa situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio, per una pensione di 40 scudi.

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 225 x 170 mm, righe -. Il documento è scritto su un foglio pergamenaceo piegato per formare 4 pagine.

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2 maggio 1564, Cevio

Rinuncia e locazione

Giovanni Antonio del fu Bernardo Franzoni di Cevio, agente anche a nome degli altri che godono dei diritti sui boschi in questione, rinuncia nelle mani dei rappresentanti del comune e degli uomini di Cerentino alla cessione perpetua che il detto comune aveva fatto il 20 gennaio 1517 a suo padre Bernardo di tutti i boschi di larici, roveri, abeti rossi e faggi per tagliarne la legna e venderla, riservandosi il diritto di fare legna per uso proprio e per commerciarne una parte. La detta cessione era poi stata annullata. A loro volta i rappresentanti di Cerentino investono a titolo di locazione decennale rinnovabile a volontà delle parti il detto Giovanni Antonio, agente anche a nome di Roberto de Muralto e di Bernardo del fu Filippo Franzoni, di tali boschi, riservandosi il diritto di fare legna solo per uso proprio.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Pergamene, Valle Rovana 8 390 x 180 mm, righe 51. Macchie e fori dovuti a rosicature di insetti, in particolare lungo le pieghe.

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7 agosto 1564, (Roma)

Relazione di citazione / -

Bernardino, cursore del papa, riferisce ad Annibale Grassi, auditore e luogotenente del camerario pontificio, a Orazio Haro e a Gerolamo Pico, «magistri viarum» dell'Urbe, giudici nella lite tra Lucrezia de Bastis e Remolo Valenti in merito alla rescissione dell'atto di vendita di una casa, di aver citato le parti a comparire in giudizio il giorno seguente.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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8 agosto 1564, Roma

Sentenza / -

Annibale Grassi, auditore e luogotenente del camerario pontificio Guido Ascanio Sforza, Orazio Haro e Gerolamo Pico, «magistri viarum» dell'Urbe, pronunciano la loro sentenza nella lite tra Lucrezia de Bastis, moglie di Giovanni Francesco Gualtrini, e Remolo Valenti, in merito alla vendita di una casa situata a Roma, nel luogo detto all'Orso, fatta da Paolo Gerolamo Barengo al detto Remolo. Essi dichiarano che tale vendita debba essere annullata e che la casa spetta a Lucrezia de Bastis.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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22 agosto 1564, Roma

Dazione in pagamento / Instrumentum

Battista Faziani consegna al notaio rogatario la somma di 2000 scudi, destinata al pagamento di una casa situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio. Tale consegna avviene in ossequio ad un accordo tra Battista Faziani, da una parte, e Giovanni Francesco Gualtrino e sua moglie Lucrezia de Bastis, dall'altra: i coniugi si erano impegnati ad acquisire la detta casa per poi rivenderla al Faziani e ottengono ora la detta somma in forma di prestito.

Notaio rogatario: Fabritius Gallettus curie causarum camere apostolice notarius.

Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 220 x 160 mm, righe -. Fascicolo di 3 ff. scritti nel recto e nel verso, parte di un insieme composito; esso è rilegato insieme ad un foglio di guardia cartaceo. Sul fascicolo figurano la dazione in pagamento del 22 agosto 1564 e la conferma del 26 agosto 1564.

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26 agosto 1564, Roma

Conferma / -

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Lucrezia de Bastis, moglie di Giovanni Francesco Gualtrino, dichiara di acconsentire alle condizioni del prestito stipulato il 22 agosto 1564 dal marito e da Battista Faziani.

Notaio rogatario: Fabritius Gallettus curie causarum camere apostolice notarius.

Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 220 x 160 mm, righe -. Fascicolo di 3 ff. scritti nel recto e nel verso, parte di un insieme composito; esso è rilegato insieme ad un foglio di guardia cartaceo. Sul fascicolo figurano la dazione in pagamento del 22 agosto 1564 e la conferma del 26 agosto 1564.

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20 ottobre 1564, Roma

Rinunzia / -

Fausto Valenti, fratello e procuratore di Remolo Valenti di Trevi, per porre fine alla lite con Lucrezia de Bastis in merito alla vendita di una casa situata a Roma, nella regione del Ponte, rinuncia in favore della stessa Lucrezia ad ogni diritto sull'edificio. Dal canto suo Giovanni Francesco Gualtrini, marito di Lucrezia, rinuncia a qualsiasi pretesa nei confronti di Remolo Valenti in relazione alle spese sostenute nella causa.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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20 ottobre 1564, Roma

Procura / -

Lucrezia de Bastis costituisce il marito Giovanni Francesco Gualtrini suo procuratore, con l'incarico di prendere possesso della casa situata a Roma nella regione del Ponte, nel luogo detto all'Orso, cedutale da Fausto Valenti, fratello e procuratore di Remolo Valenti.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1250 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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21 ottobre 1564, Roma

Presa di possesso / -

Giovanni Francesco Gualtrini, marito e procuratore di Lucrezia de Bastis, in presenza e con il consenso di Fausto Valenti, fratello e procuratore di Remolo Valenti, prende possesso della casa cedutagli da quest'ultimo, situata a Roma nella regione del Ponte, nel luogo detto all'Orso.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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21 ottobre 1564, Roma

Ricevuta / -

Fausto Valenti, fratello e procuratore di Remolo Valenti, con il consenso di Lucrezia de Bastis riceve dal notaio rogatario una cedola bancaria del valore di 1800 scudi, in risarcimento del prezzo pagato a suo tempo per l'acquisto della casa situata a Roma, già oggetto di una contesa tra le parti.

Notaio rogatario: Octavius Gracchus Romanus n.p. Notaio estraente: Manilius Gracchus p.et a.a.n.

Originale estratto da imbreviature; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 240 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 7 ff. scritti nel recto e nel verso, che fa parte di un insieme composito. Il fascicolo contiene la relazione di citazione del 7 agosto 1564, la sentenza dell'8 agosto 1564, la rinunzia del 20 ottobre 1564, la procura del medesimo giorno, la presa di possesso del 21 ottobre 1564 e la ricevuta del medesimo giorno.

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19 gennaio 1565, Bellinzona

Donazione / Instrumentum donationis

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Nel testamento rogato il 15 gennaio 1558 Antonio del fu Giovanni «del Caligario» di Medeglia aveva lasciato a titolo di dote alle figlie Maria e Giovannina, mogli di Giovanni del fu Pietro Martella, e di Francesco del fu Domenico «Facini», tutti di Medeglia, rispettivamente 25 scudi d'oro e una lira di terzoli e 25 scudi d'oro, e aveva nominato suoi eredi universali la figlia Margherita e il marito Zane del fu Francesco «de Marufino» di Medeglia a condizione che essi abitassero nella casa paterna, e in caso contrario che ricevessero 25 scudi d'oro da quella sorella che volesse per sé la casa. Ora il detto Antonio dona tutti i suoi beni al nipote Donato, rappresentato dal padre Zane «de Marufino» e ai figli maschi che i detti Zane e Margherita potrebbero avere in futuro, riservandosene l'usufrutto finché vivrà. Qualora Margherita passasse a nuove nozze dopo la morte del marito, questa riceverà 25 scudi d'oro a titolo di dote e i beni saranno assegnati alle sue sorelle. L'atto è rogato davanti al capitano Camillo Borgo, luogotenente del cavaliere Iohannes Waser di Unterwalden, commissario e podestà di Bellinzona.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 32 1080 x 225 mm, righe 137. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. La pergamena presenta strappi lungo il margine destro e alcuni fori, uno dei quali, nella parte inferiore, cucito prima della stesura del testo.

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27 gennaio 1565, Bignasco

Convenzione / Instrumentum pactorum ac ordinationis

L'assemblea dei vicini di Bignasco, da una parte, e i rappresentanti dei comuni di Menzonio e Brontallo, dall'altra, pervengono ad un accordo in merito al «dominio et territorio del riale de Serenello indentro, incominciando al fiume de Lavizaria andando in suso sino alle choherentie del alpe de Serenello et indentro sino alla pioda conzigada tagliando in suso dritto sino alle choherentie del alpe de fundo alla cima». Essi stabiliscono che il detto territorio, che appartiene a tutti e tre i comuni, non potrà mai essere diviso tra di loro, e regolano la gestione della comunanza. Brontallo e Menzonio si impegnano infine a pagare a Bignasco la taglia finora versata per i beni situati nella detta comunanza, nonché 200 scudi d'oro per la sua messa in comune.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallis Madie ac Lavizarie cancellarius f. domini Iohannis Antonii (Cancelliere)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 139 630 x 460 mm, righe 61. Quattro fori di piccole dimensioni.

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27 gennaio 1565,

Patti e ordini e ricevuta / Instrumentum pactorum et ordinamentorum

I vicini del comune di Bignasco e il loro console Alessio di Giovanni «Alessiino», da una parte, e i vicini del comune di

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Menzonio e Brontallo e il loro console <...> Zane di Fusasco «Aritio» di Brontallo, dall'altra, stabiliscono i confini della pezza comune sul versante sinistro della Lavizzara e le regole per la sua gestione, comprese le sanzioni per eventuali danni provocati dagli animali nei reciproci territori, come pure nei terreni privati all'interno della comunella. Essi stabiliscono inoltre che il comune di Menzonio e Brontallo versi a Bignasco la solita taglia, cioè 9 denari e un quarto «per caduna taglia» sui beni situati in detta comunella, cioè dal Ponte della Merla in fuori e nei pressi della strada. Infine i vicini di Bignasco dichiarano di aver ricevuto da Menzonio e Brontallo 200 scudi.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie ac Lavizarie cancellarius f. domini Iohannis Antonij

Originale; it. Archivio Parrocchiale Brontallo 13 (= vecchio I/13) 620 x 440 mm, righe 63. Pergamena arrotolata; cinque fori di piccole dimensioni e uno di medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; scrittura molto sbiadita in più punti. Il notaio rogatario specifica che l'atto è stipulato «ut supra», intendendo nel luogo in cui si è riunita l'assemblea dei vicini di Bignasco.

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13 febbraio 1565, Sornico

Sentenza / Sententia

Nella controversia tra il comune e alcune persone di Menzonio, da una parte, e Antonio di Frizino di Prato, dall'altra, in merito alla permanenza del suo bestiame a Ruino, Melchior von Flüe di Unterwalden, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, sentiti anche i rappresentanti dei comuni di Prato e Broglio, conferma una precedente sentenza a favore del suddetto Antonio, pronunciata nel giugno del 1564 dal suo predecessore Hans Hammerer di Lucerna. In seguito Antonio stipula una convenzione con Prato e Broglio: egli potrà trattenersi a Ruino con le sue bestie solamente dalla primavera alla metà di giugno, mentre per il tempo restante dovrà attenersi alle disposizioni dei comuni di Prato e Broglio.

Notaio rogatario: Zanes Franzonus de Cevio Vallismadie ac Lavizarie cancellarius f. domini Ioannis Antonii. (Cancelliere)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Melchior von Flüe, commissario di Vallemaggia e Lavizzara. Rimangono minime tracce di cerca bruna e le incisioni praticate per fissarlo al documento.

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 5 (= vecchio II/05) 520 x 370 mm, righe 38. Cinque forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte superiore, alcuni fori di piccole dimensioni, suprattutto lungo la piegatura centrale, dovuti a rosicatura. Gli elementi della datazione riportati dal notaio («anno a Christo nato super millesimum quingentisimum sexagesimo quinto, die merchurii tertio decimo mensis februarii») non corrispondono tra loro, in quanto il 13 febbraio 1565 cadeva di martedì.

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19 febbraio 1565, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Alessio del fu Guglielmo Mozi di Bignasco vende ad Anselmino Martinazzi di Cavergno un campo situato nel territorio e nella campagna di Cavergno «al Valla», al prezzo di 20 scudi d'oro.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale; ASTi, Pergamene, Pometta Vallemaggia 2 460 x 145 mm, righe 70.

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8 marzo 1565, Locarno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Domenica, figlia di Pietro «del Horto» di Minusio e moglie di Giovanni Giacomo del fu Bartolomeo Petenghe di Minusio, vende a Pietro del fu Tonino Filipelli di Minusio, console di Minusio e agente a nome delle chiese dei SS. Rocco e Quirico e del comune di Minusio e Rivapiana, metà campo arativo con «cum firagnollo uno romporum et vitium» nella campagna di Minusio «in Tractu de Mezario». Il prezzo della vendita è di 240 lire di tertoli, a completa soluzione dei beni venduti, come contenuto in un arbitrato del 7 febbraio 1558.

Notaio rogatario: Ioannes p.i.a.n. f. domini Francisci Leonis de Menuxio.

Originale; lat. Archivio Patriziale Minusio 62 570 x 325 mm, righe 90. Piccolissimi fori dovuti a rosicatura. Regesto: F. Kientz, Le pergamene di Minusio, RST n. 20 (1941), p. 476; G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 504.

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25 gennaio 1566, Ascona

Rinunzia e ricevuta / Instrumentum cessionis, renuntiationis et confessionis

Gli uomini di Arcegno rinunciano nelle mani di Pietro del fu Giacomo Pancaldi, già console del comune di Ascona e Ronco, e Giovanni del fu mastro Antonio Porri, già procuratore di detto comune, Graziano del fu Giovanni Varenza, Taddeo del fu Bernardo Abbondio, console del comune, Pietro del fu Cristoforo Abbondio, Marco del fu Mainolo Vacchini e Antonio del fu Giovanni Pancaldi, agenti a nome del comune, a tutti gli alberi di castagne, noci e altre specie piantati nel territorio di Ascona in Val Brima, ma il primo anno si riservano il diritto di raccolto dei frutti. Quelli di Arcegno dichiarano di avere ricevuto 513 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Philippus f. q. domini Matthei Botte de Scona p.i.a.n.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 12 610 x 330 mm, righe 93. Lacerazioni e rosicature lungo i margini sinistro e destro.

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18 febbraio 1566, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Martino di Giacomo «Pomine» e Simone del fu Giacomo «Ielmeti», entrambi di Menzonio, procuratori degli eredi di [fu] Martino «Saritoris», pure di Menzonio, assieme a Taddeo, figlio di quest'ultimo, vendono ad Antonio del fu Giovanni Antonio «Iohannis Franzii» di Menzonio, console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di una vacca e mezza, con la sua contingente parte delle cascine, in Valle Cornera, salvo il terreno e le stanze posseduti nel corte «de Laraxedo». Il prezzo della vendita è di 50 lire di terzoli, che Martino Pomine e Simone Ielmeti dichiarano di aver ricevuto e di cedere per l'acquisto di biada per i venditori e la loro madre.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 19 (= vecchio I/19) 495 x 260 mm, righe 81. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle; rosicature di lieve entità lungo il margine sinistro.

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18 febbraio 1566, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giacomo del fu «Iemete» di Brontallo e Martino del fu Giacomo «Grandi» di Menzonio, procuratori degli eredi di [fu] Guglielmo del fu Giacomo «Grandi Giotti» di Menzonio, vendono ad Antonio del fu Giovanni Antonio «Iohannis Francii», console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, una quota di pascolo di tre vacche, con la sua contingente parte di cascine, in Valle Cornera, salvo i beni posseduti nel corte «de Laraxedo». Il prezzo della vendita è di 100 lire di terzoli, che Giacomo «Iemete» e Martino «Grandi» dichiarano di aver ricevuto. La vendita viene fatta per saldare i debiti dei venditori.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q., Zanis Francisci de Broÿo Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 20 (= vecchio I/20) 500 x 180 mm, righe 84. Alcuni forellini risalenti alla lavorazione della pelle e due dovuti a rosicatura.

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5 luglio 1566, Svitto

Arbitrato

Jakob Arnold di Uri, già landamano, Peter a Pro, luogotenente di Uri, Dietrich «In der Halten», cavaliere e già landamano di Svitto, Christof Schorno, cavaliere, già landamano e alfiere di Svitto, Melchior Lussi e Thomas Zelger, già landamani di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, in merito all'acquisto della peschiera sul fiume Ticino in territorio di Locarno tra i Nobili di Locarno, rappresentati da Paolo Orelli, e le comunità di Bellinzona, Riviera, Leventina e Blenio, pronunciano la loro sentenza arbitrale. Essi stabiliscono divieti e pene pecuniarie relative alla pesca sul fiume Ticino fino al lago per i Nobili di Locarno, regolano i diritti di pesca sul fiume Ticino, definiscono la cifra che ogni comunità (e l'associata Val Mesolcina) deve versare ai Nobili di Locarno per un totale di 1200 scudi nuovi e ordinano ai Nobili di distruggere la peschiera a loro spese.

Cancellieri: Heinrich Lilli, Svitto (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde (probabilmente originariamente in teca di legno) di Dietrich «In der Halten», landamano di Svitto, attaccato con una doppia corda rossa. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (T attorniata da sei gigli) sormontato da un elmo coronato, dal quale esce una figura umano. Legenda: S(IGILLUM) DIETRIECH IN HALTEN RITTER.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 118 (v.n. B. V/2) 385 (plica esclusa) x 670 mm, righe 42. Piccoli fori lungo le piegature, dovute a rosicatura.

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5 luglio 1566, Svitto

Ordine / Ordnung

Jakob Arnold di Uri, già landamano, Peter a Pro, luogotenente di Uri, Dietrich «In der Halten», cavaliere e già landamano di Svitto, Christof Schorno, cavaliere, già landamano e alfiere di Svitto, Melchior Lussi e Thomas Zelger, già landamani di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni, in merito all'acquisto della peschiera sul fiume Ticino in territorio di Locarno, stabiliscono i periodi di pesca e le relative pene pecuniarie per chi non rispetta le regole, nonché la suddivisione della cifra da versare ai Nobili di Locarno.

Cancellieri: Heinrich Lilli, Svitto (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde di Dietrich «In der Halten», landamano di Svitto, attaccato con una doppia corda rossa. Nel campo scudo con l'arma di famiglia (T attorniata da sei gigli) sormontato da un elmo coronato, dal quale esce una figura umano. Legenda: S(IGILLUM) DIET DER HALTEN RITTER.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 119 (v.n. B. VII/5) 290 (plica esclusa) x 325 mm, righe 44.

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12 luglio 1566, Baden

Conferma di vendita

Gli ambasciatori dei XII cantoni confermano l'acquisto della peschiera sul fiume Ticino fatta tra i Nobili di Locarno e le comunità di Bellinzona, Riviera, Leventina, Blenio e Val Mesolcina, approvata il 5 luglio 1566 dagli ambasciatori dei III cantoni (v. Archivio comunale Bellinzona 118).

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Fridolin Hässi di Glarona, landvogt di Baden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane solo parte della doppia coda di pergamena con la quale era fissato.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 120 (v.n. B. VII/4) 350 (plica esclusa) x 460 mm, righe 32.

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25 luglio 1566, Locarno

Concessione di capitoli / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, approvano otto capitoli sottoposti loro dalla comunità di Valmaggia, rappresentata da Giovanni detto Fratin, caneparo «im vordern gricht», Guglielmo «Baloth», caneparo «deß hindern grichts», Bertramino «von der Tannen» e Giovanni Franzoni, landscriba di Valmaggia. I detti capitoli concernono la procedura nei casi di denuncia per crimini maleficiosi, la pubblicazione delle testimonianze e dei nomi dei denunzianti, le pene per le risse notturne e per l'infrazione del «fried», la repressione dei giochi proibiti, la sorte degli animali di proprietà ignota e la pena per i bestemmiatori.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

Sigillo: frammento. Il sigillo di cera verde con coda di pergamena, di Jost Hösli di Glarona, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento, è gravemente danneggiato;l'impronta è frammentaria e illeggibile.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 62 540 x 740 mm, righe 46. Piccoli fori lungo le pieghe. Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, fasc. 2, p. 62, nr. 407; p. 71, nr. 436; pp. 129-130, nr. 721 (da copia).

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21 agosto 1566, Roma

Vendita / -

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1257 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Pietro Martellino del fu Donato, sarto di Stabio, vende al mercante Giulio Casnedo, residente presso la curia romana, un appezzamento situato a Stabio dove si dice all'Acqua Volcellina, al prezzo di 30 scudi, 15 dei quali già consegnati al detto Pietro.

Notaio rogatario: Iacobus Curretus Romane curie p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 26 (= cart. 289, nr. 6) 480 x 355 mm, righe 65. La pergamena presenta numerose lacune, in particolare lungo la piega verticale centrale; l'inchiostro è in parte abraso. Sullo stesso foglio figurano la vendita del 21 agosto 1566 e la cessione di diritti del 4 novembre 1571.

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22 novembre 1566, Peccia

Determinazione di confini e ordini / Instrumentum pactorum, divisionum, separationum, terminationum, fabularum, communantiarum et ordinamentorum

Nella lite tra i comuni di Broglio e Prato, da una parte, e il comune di Menzonio e Brontallo, dall'altra, in merito alla suddivisione e alla protezione del loro territorio, Francesco del fu Zane «Francisci», Giacomo Antonio del fu Antonio «Michaelis» e Adamo del fu Giovanni Pometta, anche a nome di Giacomo del fu Giovanni detto «Buffoni», tutti di Broglio, procuratori del comune di Broglio, e Adamo del fu Guglielmo «Ardrici» e Giovanni Maria del fu Giovanni Lafranchi, entrambi di Prato, procuratori del comune di Prato, da una parte, e Martino di Giacomo «Pomine» e Martino del fu Bernardo «Domenghine», entrambi di Menzonio, e Giovanni del fu Giacomo «Floris» di Brontallo, procuratori del comune di Menzonio e Brontallo, dall'altra, addivengono alle seguenti divisioni e ai seguenti patti. Essi specificano i confini del territorio comune a Broglio, Prato, Menzonio e Brontallo che ciascun comune ha facoltà di godere liberamente, sia sul versante destro sia su quello sinistro della valle, e stabiliscono le porzioni di territorio di esclusiva spettanza del comune di Menzonio e Brontallo, rispettivamente dei comuni di Broglio e Prato; essi delimitano inoltre alcune faule, a protezione del paese di Broglio e della strada, affidandone la manutenzione a Broglio e regolano il godimento del territorio a confine dell'Alpe Brunescio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 6 (= vecchio II/06) 985 x 330 mm, righe 140. Documento composto di due fogli membranacei cuciti insieme. Tre forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore; una piccola lacerazione e alcuni fori di piccole dimensioni nella parte superiore. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Menzonio 21 (= vecchio I/24)

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22 novembre 156<6>, Peccia

Patti e divisioni / Instrumentum pactorum, divisionum, separationum, terminationum, fabularum, comunantiarum et ordinamentorum

Nella controversia tra i comuni di Broglio e Prato, da una parte, e il comune di Menzonio e Brontallo, dall'altra, in merito

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1258 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete alla suddivisione e alla protezione del loro territorio, Francesco del fu Zane «Francisci», Giacomo Antonio del fu Antonio «Michaelis» e Adamo del fu Giovanni Pometta, anche a nome di Giacomo del fu Giovanni detto «Buffoni», tutti di Broglio, procuratori del comune di Broglio, e Adamo del fu Guglielmo «Ardrici» e Giovanni Maria del fu Giovanni Lafranchi, entrambi di Prato, procuratori del comune di Prato, da una parte, e Martino di Giacomo «Pomine» e Martino del fu Bernardo «Domenghine», entrambi di Menzonio, e Giovanni del fu Giacomo «Floris» di Brontallo, procuratori del comune di Menzonio e Brontallo, dall'altra, addivengono alle seguenti divisioni e ai seguenti patti. Essi specificano i confini del territorio comune a Broglio, Prato, Menzonio e Brontallo che ciascun comune ha facoltà di godere liberamente, sia sul versante destro sia su quello sinistro della valle, e stabiliscono le porzioni di territorio di esclusiva spettanza del comune di Menzonio e Brontallo, rispettivamente dei comuni di Broglio e Prato; essi delimitano inoltre alcune faule, a protezione del paese di Broglio e della strada, affidandone la manutenzione a Broglio e regolano il godimento del territorio a confine dell'Alpe Brunescio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci di Broio Vallis Lavizarie

Originale; it. e lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 21 (= vecchio I/24) 760 x 435 mm, righe 109. Pergamena arrotolata; alcuni forellini dovuti a rosicatura. Il millesimo è completato sulla base degli altri elementi (indizione e giorno della settimana) ed è confermato dall'altro esemplare originale (Broglio Archivio Patriziale, 6) Altri esemplari: Archivio Patriziale Broglio 6 (= vecchio II/06)

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27 dicembre 15<6>6, Roveredo

Vendita / Venditionis instrumentum

Giulio del fu Domenico «del Rampino» di veredo in Mesolcina, «advocatus» degli eredi del defunto Domenico cola di Roveredo, vende a Pietro del fu Martino «de Albertallo» di Roveredo un appezzamento a prato situato a Roveredo «in Bellegio» al prezzo di 180 lire di terzoli, comprese le spese per la stipulazione del contratto, ammontanti a cinque lire di terzoli.

Notaio rogatario: Gaspar Bironda p.i.a.n. filius domini Martini de Roveredo vallis Mexolcine.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mesolcina 3 360 x 195 mm, righe 44. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un libro di piccole dimensioni, appartenuto a Giovanni Albertalli (di Roveredo). Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe, una lacuna dui poche lettere nella parte iniziale delle prime 8 righe di testo.

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30 dicembre 1566, Menzonio

Ricevuta / Instrumentum finis et confessionis

Martino di Giacomo «Pomine» e Martino del fu Bernardo «Domenghine», entrambi di Menzonio, e Giovanni del fu

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Giacomo «Floris» di Brontallo, procuratori del comune di Menzonio e Brontallo, rinunciano nelle mani di Giovanni Antonio «Cirioni» di Brontallo, agente a nome del comune di Menzonio e Brontallo, a qualsiasi pretesa e richiesta di risarcimento in merito all'autorità che il comune aveva loro concesso a suo tempo e dichiarano di essere stati interamente tacitati dal suddetto Giovanni Antonio.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 22 (= vecchio I/21) 500 x 230 mm, righe 68. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore, leggere abrasioni. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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22 marzo 1567, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Il capitano Camillo Borgo di Bellinzona, eletto dalle parti a risolvere la lite tra il comune di Isone, da una parte, e il comune di Medeglia e Drossa, dall'altra, per il possesso della decima di Isone, sulla quale Zanolo Rusca di Bironico nel testamento rogato il 28 agosto 1438 aveva garantito un lascito di otto lire di terzoli per ogni fuoco di Isone, Medeglia e Drossa, ordina agli uomini di Isone di versare ogni anno a Medeglia e Drossa 18 lire di terzoli e a quelli di Medeglia e Drossa di dare a Isone 15 scudi d'oro per le spese sostenute nella causa.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa de Berinzona p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 25 4210 x 200 mm, righe 525. Il rotolo è costituito da sette membrane cucite insieme; alcuni piccoli fori. Sullo stesso rotolo figurano l'arbitrato del 22 marzo 1567 e la successiva ricevuta del 10 gennaio 1568.

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14 aprile 1567, [Baden]

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, pronunciano la loro sentenza nella questione tra la comunità della Verzasca, rappresentata da Giovanni Valmaggino e Giovanni «Lafrancon», da una parte, e Joss Hässli di Glarona, landvogt di Locarno, dall'altra, in merito all'intenzione dei verzaschesi di riformare gli statuti senza avvisare preventivamente il landvogt e alla conseguente multa inflitta da quest'ultimo ai 33 uomini designati dalla comunità a tale scopo. Gli ambasciatori dichiarano che la comunità non può procedere senza aver informato il landvogt e la condannano a rifondere a quest'ultimo le spese per un ammontare di 25 corone, condonano la multa inflitta dal landvogt ai detti 33 uomini, impongono ai verzaschesi di sottoporre a ogni cantone le loro proposte di modifica degli articoli statutari, di modo che in occasione del prossimo sindacato possa essere presa una decisione in merito, e infine ordinano loro di tenere i loro statuti e privilegi in ogni momento a disposizione del landvogt e dei suoi ufficiali.

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Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde in culla di cera bruna di Fridolin Hässi di Glarona, landvogt di Baden. L'arma nel campo (scudo al giglio contornato da quattro stelle a sei punte, timbrato da un elmo) è sormontata da un secondo giglio. Legenda: S(IGILLUM) FRIDL H<...>

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 20 (= 4.1/2) 350 x 445 mm, righe 40. Consunzioni e piccoli fori lungo le pieghe.

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6 ottobre 1567, Lottigna

Vendita / Instrumentum venditionis

Menga del fu Giovannetto «del Roncho» di Malvaglia, vedova del fu Giacomo «Barnibele», moglie libera e «in sua potestate», vende a Andrea Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a campo nel territorio di Aquila «in Campanea». Il prezzo di vendita è di 100 lire di terzoli. La vendita avviene per pagare le spese del medico e delle medicine, causate della sua infermità. Infine si considera che Martino suo figliastro non possa patire danno dalla vendita.

Notaio rogatario: Iohannes Marius f. ser domini Iacobi Zarne de Conprovascho Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 26 360 x 220 mm, righe 52. Alcuni fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura.

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25 novembre 1567, Ascona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Zenone «de Trocho» di Arcegno e Franceschina del fu Tonino «Donate» <...> di Locarno, vedova del fu Pietro «Zenoni» di Arcegno, agente anche a nome del figlio Tonino, vendono a Filippo del fu Matteo Botta di Ascona, console e agente a nome del suo comune, un appezzamento a prato e gerbido, cinto da muro, con numerosi castagni all'interno e un rudere esterno al recinto, ricevuto a suo tempo dal comune di Ascona a titolo di donazione «infra vivos». Il prezzo della vendita è di 110 lire di terzoli che Bartolomeo dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. domini Christofori de Vachinis de Scona

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 12 (v.n. AST 33) 445 x 295 mm, righe 62. Tre forellini risalenti alla lavorazione della pelle, due fori e numerose rosicature ai bordi sinistro e destro; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 67, nr. 33.

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30 dicembre 1567, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Antonio del fu Francesco di Mainolo «del Nado», abitante a Bellinzona ed erede testamentario del fu Battista del fu Donato di Mainolo «del Nado» di Bellinzona, vende al prete Antonio Cappo di Prada, confessore e amministratore del monastero di San Bernardino di Monte Carasso, a nome del quale egli agisce, un canone livellario di sei congi di mosto bianco versato al detto Giovanni Antonio da alcuni uomini di Monte Carasso, un canone livellario di quattro staia di castagne secche, quattro di mistura di segale e miglio, quattro polli, un cestino di fichi e uno di ciliegie o, in alternativa a polli, fichi e ciliegie, due staia di castagne fresche, pagato da detti uomini a Battista «del Nado» e gravante su alcuni terreni e beni immobili situati nel territorio di Monte Carasso «ad la Tagliadam». Il prezzo della vendita è di 1310 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 26 1750 x 230 mm, righe 176. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme; uno strappo e rosicature lungo i margini laterali e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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<(ca. 1567?)>, Ascona

Procura / <...>

I vicini di Ascona nominano rappresentanti per procedere alla vendita degli alpi della Bolla e di Froda, situati nel territorio di Peccia. (Frammento)

ASTi, Pergamene, Pometta Vallemaggia 3 (inserto)

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<(ca. 1567?)>,

Vendita / Instrumentum venditionis

I rappresentanti del comune di Ascona vendono al comune di Peccia, rappresentato dal console Giacomo del fu Giovanni «Iovanotti» e da <...> il diritto di pascolo per 16 pastori spettante al comune e agli uomini di Ascona e Ronco sugli alpi della Bolla e di Froda, situati nel territorio di Peccia. Il prezzo della vendita è di 14.500 lire di terzoli. (Frammento).

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Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. domini Christofori de Vachinis de Scona.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta Vallemaggia 3 950 x 310 mm, righe 91. L'atto, costituito da due membrane cucite insieme, è privo della parte iniziale e di tutto il margine destro, asportati mediante taglio. Nella parte finale alcuni piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle. Il notaio Giovanni Vacchini di Ascona è attestato in veste di rogatario nel 1567: v. AST 81-82 (1980), p. 67, n. 33. Inserti: <(ca. 1567?)> (Ascona)

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5 gennaio 1568

Conferma / Beckantnus

I landamani e i consigli di Uri, Svitto e Nidwalden confermano le decisioni della dieta dei loro ambasciatori, tenuta a Brunnen il 29 dicembre 1557, in merito alle nuove tasse e tariffe per il trasporto delle merci mercantesche sulle tratte da Osogna a Bellinzona, da Bellinzona a Biasca e da Bellinzona a Magadino. Su richiesta delle comunità del borgo di Bellinzona, del suo contado e della Riviera, le cifre fissate nel 1556 vengono ora aumentate.

Cancellieri: Beat Hofer, landscriba di Uri

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 14 250 x 345 mm, righe 29. Fori di piccole dimensioni specie lungo le pieghe.

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10 gennaio 1568, Bellinzona

Ricevuta / Instrumentum confessionis

Giacomo detto «Trambusnonus» del fu Pietro «del Saxello» e Bernardino del fu Domenico «Passarini», consoli di Medeglia e Drossa, dichiarano di avere ricevuto dai consoli di Isone Sebastiano Gorda del fu Giovanni Boiani e da Martino del fu Giovanni «de Tachino» la somma di 18 lire di terzoli, dovuta loro in virtù dell'arbitrato tra le parti del 22 marzo 1567.

Notaio rogatario: Filippus f.c. domini Bartholomey de Cuxa p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 25 4210 x 200 mm, righe 525. Il rotolo è costituito da sette membrane cucite insieme; alcuni piccoli fori. Sullo stesso rotolo figurano l'arbitrato del 22 marzo 1567 e la successiva ricevuta del 10 gennaio 1568.

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16 maggio 1568, Faido

Conferma / Commissione

Pietro Bullo di Faido, luogotenente di Leventina, su richiesta del notaio Giovanni Angelo «del Monacho», conferma l'esenzione di Blenio da ogni dazio e forletto di Leventina, con licenza di comperare in Leventina ogni sorta di merce, e viceversa.

Notaio rogatario: Petro q. de magistro Iacobo Iudice de Zornicho p.i.a.n. de Leventina et di ditta valle scriba de le cause.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta della comunità di Nidwalden. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. la legenda risulta illeggibile.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Blenio 85 425 x 295 mm, righe 42.

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27 maggio 1568

Statuti

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Vivenzio, già luogotenente di Val Blenio, approvano dieci capitoli degli statuti di Val Blenio.

Cancellieri: Beat Hofer, landscriba di Uri

Sigillo: esistente. Sigillo della comunità di Uri («secret insigel») in teca lignea, appeso con doppia coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro; l'impronta è leggermente danneggiata Legenda: + SIGILLVM . TIV>S + CO VRANIE.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 86 430 (plica esclusa) x 640 mm, righe 48.

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11 giugno 1568

Concessione / Instrumentum de comissione

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1264 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Andrea Cima, detto Re, luogotenente di Val Blenio, e Antonio Pena, caneparo di detta valle, i tre consoli giurati e i consiglieri di Val Blenio, agenti a nome di tutta la comunità di Val Blenio, in merito al dazio e al forletto per il fomaggio, il sale e tutte le altre merci, eccetto i dazi riservati ai signori di Uri, a seguito della convenzione del 9 maggio 1557 (v. Blenio 70) e la conferma del 16 maggio 1568 (v. Blenio 85), concedono alla valle Leventina l'esenzione del dazio e del forletto per qualunque merce che transita attraverso la Val Blenio.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta della comunità di Blenio. Nel campo lo stemma di Val Blenio, la legenda è illeggibile.

Originale; it. e lat. ASTi, Pergamene, Leventina 49 360 x 330 mm, righe 25. Piccoli fori risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, piccolissime rosicature e alcune macchie.

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27 agosto 1568, Bellinzona

Conferma di arbitrato / Instrumentum acordi

Nella causa tra il comune di Bellinzona, da una parte, e il comune di Val Blenio,dall'altra, le parti si accordano in merito all'esenzione del pagamento del forletto, della sosta, della stadera e dei «passoni», avendo pagato quelli di Blenio 260 scudi.

Notaio rogatario: Ioannes Viventius f.q. domini Iohannis <...> olim n. de Iudici<...>gia de Sameono Vallis Blenii p.i.a.n. Notaio scrivente: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa sotto carta della comunità di Bellinzona. Nel campo l'arma sforzesca, la legenda nel cartiglio è illeggibile.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde sotto carta della comunità di Blenio. Nel campo lo stemma di Val Blenio, la legenda è illeggibile.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Blenio 87 430 x 600 mm, righe 60.

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4 settembre 1568, Bellinzona

Vendita e locazione / Instrumentum venditionis; instrumentum investiture livelli

I fratelli Giovanni Pietro e Giovanni Antonio figli del fu Bernardo Molo di Bellinzona e di Elisabetta del fu Giacomo Magoria di Bellinzona, vendono a Bernardo del fu Lancillotto Rusca di Lugano, oste alla Corona di Bellinzona, la quarta

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1265 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete parte dell'osteria della Corona, tenuta in affitto e abitata dal detto Bernardo, con la rispettiva bottega situata «de ante, versus illas de Ferrariis» e con la quarta parte di un orto, beni situati a Bellinzona in piazza Nosetto «ad Hospitium Corone». Il prezzo della vendita è di 400 scudi d'oro. I detti venditori vengono investiti a titolo di livello ed eredità perpetua dei beni appena venduti ad un canone annuo di 20 scudi d'oro.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 251 650 x 440 mm, righe 82. Alcune macchie e fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Regesto: Bsb V (1943), p. 181.

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30 settembre 1568, <...>

Testamento / <...>

Giovanni detto «Galetus» del fu Antonio Galli detta il suo testamento nel quale vengono menzionati un certo frate Francesco di un ordine dei frati minori di Bellinzona, Luterio Rusca e Gerolamo «Ferg<...>», la fabbrica della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, Vanono di Ravecchia, Susanna del fu Albertino de Quadrio di Lugano, e Caterina, figlia del testatore. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 301 420 x 135 mm, righe 65. L'atto, tagliato lungo tutto il margine destro e privo della parte finale, è stato riutilizzato come copertina o rinforzo di un fascicolo. Tracce di colla hanno sbiadito la scrittura, vi sono diverse lacerazioni e strappi nonché resti della carta incollata al documento. La data proposta compare nel verso del documento, scritta da mano di epoca seriore.

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29 novembre 1568, Ascona

Determinazione di confini / Instrumentum plantationis, terminorum et diffentionis

Nella controversia tra Ascona e Ronco, da una parte, e Intragna, Golino e Verdasio, dall'altra, mastro Marco del fu Mainolo Vacchini, mastro Filippo di Matteo Botta, mastro Pietromartire di mastro Filippo de ***, tutti di Ascona, Antonio «del Molinaro», Zanollo «de Iovanono Porollo», Pietro di Guglielmolo «della Berta», tutti di Ronco, Domenico di Bertramolo Petogia di Ronco, console di Ascona e Ronco, rappresentato dal luogotenente mastro Battista Maldonia e mastro Pietro del fu Giac Pancaldi, procuratore di detto comune, da una parte, e *** «de Tomasio del Zena», console di Intragna, Golino e Verdasio, Maffeo del fu Giovanni Pietro «de Antonio», Zanino di Domenico Pedrotta, «Banoya» (?) di Pietro Sasselli e Zanollo di Pietro «Iovanina», tutti di Intragna, Agostino di Antonio «Bruzetto» di Golino e Guglielmo di Antonio Bianchina di Verdasio, dall'altra, eletti dai rispettivi comuni, determinano i confini tra i due comuni.

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Notaio rogatario: Iohanes p.i.a.n., f.c. magistri Antonii de Porris de Scona. Notaio rogatario: Iohannes Antonius Scothis f.q. domini Christofori (?) Brisaghi terra. Notaio scrivente: Laurentius p.i.a.n. f.c. domini Gulielmi d'Agosti de Loxono. (?)

Originale; it. ASTi, Pergamene, Pancaldi 13 800 x 440 mm, righe 94. Diversi fori in particolare nel lato destro e nella parte inferiore, dovuti a rosicatura e all'umidità, nonché lacerazioni e danni nel margine destro, a causa dell'umidità.

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22 dicembre 1568, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giacomo del fu Pietro Alberino del Bosco, abitante a Gordevio, agente a nome della moglie Benvenuta e della cognata Maddalena, figlie ed eredi di Zane del fu Matteo di Zane Maffei di Coglio, vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Zane del fu Giovannetto Tognini 22 piante di castagno situate nel territorio di Maggia «in Pianezio», al prezzo di 50 lire di terzoli, che vengono versate a Bernardo detto Grisono di Gordevio, zio del detto Pietro, a pagamento di alcuni beni situati «ad Ronchum» da lui venduti ai detti Pietro e Maddalena.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Filipini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 66 275 x 180 mm, righe 57. L'inchiostro è leggermente sbiadito nella parte iniziale e finale.

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18 marzo 1569, Lodano

Vendita / Instrumentum venditionis

Cristoforo figlio di Alessio «Mozii» di Bignasco, agente a nome del padre, vende a Giovanni del fu Tognetto «Iohannis Marie Zannoti» di Lodano un campo arativo nella campagna di sotto di Lodano «in cima Monde», al prezzo di 40 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.c. domini presbiteri Fillippini Andrioli de Madia Vallismadie.

Originale; lat. Archivio Patriziale Lodano 38 (= 3/8) 290 x 140 mm, righe 61. Alcune rosicature lungo il bordo sinistro.

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13 giugno 1569

Precetto / Preceptum

Jakob Rickenbach di Svitto, commissario e podestà di Bellinzona, su richiesta del comune di Isone proibisce agli abitanti di Medeglia di far pascolare le loro bestie e di far legna sull'alpe di Devré, situato nel territorio di Isone, nel luogo chiamato «Vallegia Crosa in foris», sotto pena di due scudi d'oro per ogni contravventore.

Notaio sottoscrittore: Philippus Cuxa n.p. Bellinzone.

ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 21 (inserto)

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11 luglio 1569, -

Riconoscimento di debito

Giovanni del fu Guglielmo Ambrosini di Fusio, rappresentante del comune di Fusio, si impegna a restituire a Jacob Cathrina, alfiere e landamano di Orsera, la somma di 220 corone italiane d'oro entro s. Martino del 1572, ad un interesse annuo del cinque per cento.

Notaio rogatario: Hans Franschon lanntschriber im Meinthal. (Cancelliere)

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 37 440 x 285 mm, righe 50. Il documento presenta quattro piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e dieci tagli di annullamento. Regesto: Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 33-34.

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30 luglio 1569, Locarno-Bellinzona

Sentenza / -

Sei ambasciatori dei XII cantoni, inviati a Bellinzona e Locarno per risolvere le liti in corso tra la comunità di Bellinzona, da una parte, e quella di Locarno, dall'altra, il 2 giugno 1569 rendono nota la loro sentenza: essi si pronunciano in merito alla manutenzione della strada pubblica presso la Bolla Rossa, alle pretesa di risarcimento dei danni sopportati dalla peschiera, alle richieste di pagamento a proposito di certi beni presso il fiume Ticino, all'obbligo di pagamento delle tasse da parte dei proprietari di beni immobili nel territorio dell'altra comunità, al divieto di vendita fra locarnesi di un bosco situato nel territorio della comunità di Bellinzona nonché al pagamento del dazio sulle merci destinate all'esportazione, fissano inoltre i limiti dei rispettivi pascoli nella zona di confine e regolano infine le modalità di importazione del sale tedesco a Locarno. La conferma della dichiarazione da parte dei XII cantoni, del 30 luglio 1569, è pubblicata dai delegati Andreas Wispel di Svitto, landvogt di Blenio, e da Balthasar Luchsinger detto Murdi di Svitto.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1268 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Bernhard von Cham, già borgomastro di Zurigo: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Ulrich Heiserli, già scoltetto di Lucerna: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Arnold, landamano di Uri: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Dietrich In der Halden, già landamano di Svitto: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Melchior Lussi, già landamano di Nidwalden: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Urs Sury, già scoltetto di Soletta: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 121 (v.n. B. VII/2) 600 (plica esclusa) x 770 mm, righe 70. Piccoli fori lungo le piegature. Edizione: BSB X, pp. 92-96 (da traduzione in italiano) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Locarnese 63

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30 luglio 1569, Locarno-Bellinzona

Sentenza / -

Sei ambasciatori dei XII cantoni, inviati a Bellinzona e Locarno per risolvere le liti in corso tra la comunità di Bellinzona, da una parte, e quella di Locarno, dall'altra, il 2 giugno 1569 rendono nota la loro sentenza: essi si pronunciano in merito alla manutenzione della strada pubblica presso la Bolla Rossa, alle pretesa di risarcimento dei danni sopportati dalla peschiera, alle richieste di pagamento a proposito di certi beni presso il fiume Ticino, all'obbligo di pagamento delle tasse da parte dei proprietari di beni immobili nel territorio dell'altra comunità, al divieto di vendita fra locarnesi di un bosco situato nel territorio della comunità di Bellinzona nonché al pagamento del dazio sulle merci destinate all'esportazione, fissano inoltre i limiti dei rispettivi pascoli nella zona di confine e regolano infine le modalità di importazione del sale tedesco a Locarno. La conferma della dichiarazione da parte dei XII cantoni, del 30 luglio 1569, è pubblicata dai delegati Andreas Wispel di Svitto, landvogt di Blenio, e da Balthasar Luchsinger detto Murdi di Svitto.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Bernhard von Cham, già borgomastro di Zurigo: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Ulrich Heiserli, già scoltetto di Lucerna: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento. www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1269 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jakob Arnold, landamano di Uri: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Dietrich In der Halden, già landamano di Svitto: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Melchior Lussi, già landamano di Nidwalden: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Urs Sury, già scoltetto di Soletta: rimane solo parte della coda di pergamena con cui era stato appeso al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 63 675 (plica inclusa) x 775 mm, righe 70. Piccoli fori nelle pieghe. Edizione: BSB X, pp. 92-96 (da traduzione in italiano) Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 121 (v.n. B. VII/2)

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4 agosto 1569, Bellinzona

Elezione di arbitro / Instrumentum compromissi

Il capitano Camillo Borgo del fu capitano Battista di Bellinzona e Antonio del fu Giovanni Arnaldi di Isone, procuratori del comune di Isone e agenti a suo nome, da una parte, e Andrea Rusca del fu Eleuterio «artis medicinarum doctor» di Bellinzona e Taddeo del fu Martino Martella di Medeglia, procuratori del comune di Medeglia, dall'altra, designano quale arbitro Nicolao Cislaghi del fu Giovanni Antonio di Bellinzona, procuratore della comunità di Bellinzona, incaricandolo di risolvere la lite relativa a un precetto indirizzato al comune di Medeglia dal commissario e podestà di Bellinzona Jakob Rickenbach di Svitto su richiesta del comune di Isone, con il quale si proibisce agli uomini di Medeglia lo sfruttamento dell'alpe di Devré, situato nel territorio di Isone, nel luogo chiamato «Vallegia Crosa in foris». Il detto arbitro dovrà pronunciare il proprio arbitrato entro 15 giorni.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 21 570 x 340 mm, righe 67. Alcuni piccoli fori. Inserti: 13 giugno 1569

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18 agosto 1569, Bellinzona

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1270 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Nicolao Cislaghi di Bellinzona, arbitro designato dalle parti in causa, è chiamato a risolvere la lite tra il comune di Isone, rappresentato dai procuratori Camillo Borgo, capitano di Bellinzona, e Antonio di Giovanni Arnaldi di Isone, da una parte, e il comune di Medeglia, rappresentato dai procuratori Andrea Rusca del fu Eleuterio «artis medicinarum doctoris» di Bellinzona e Taddeo di Martino Martella di Medeglia, dall'altra, relativa al luogo chiamato «la Vallegia Crosa», conteso dalle parti. L'arbitro libera Medeglia dai diritti goduti «in incidendo lignamina» nel bosco del detto luogo «usque ad predictam alteram vallegiam» e dalle spese che potrebbero accollargli gli uomini di Isone, e condanna entrambe le parti a pagargli due scudi d'oro ciascuna, come prevedono gli ordini dei iii cantoni.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Isone 22 790 x 330 mm, righe 99. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcuni piccoli fori.

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20 agosto 1569

Sentenza / Sententia

Andreas Wispel, vicario di Val Blenio, su richiesta di Andrea Cima, luogotenete di Val Blenio, e Giovanni «Arnardonus» di Olivone, tesoriere di detta valle, in esecuzione della sentenza del 15 settembre 1568 nella quale veniva definito che gli alpi e i pascoli sulla montagna di Dongio non sono di Malvaglia, dichiara che gli alpi devono restare agli uomini di Dongio e condanna Cristoforo «Scaramutie», Giacometto e Giovannolo del Bazio di Rongie al pagamento di 10 lire di terzoli per il pignoramento dell'aprile 1567.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Sigillo: deperdito. Tracce del sigillo impresso di cera verde del sigillo di Andreas Wispel di Svitto, vicario di Val Blenio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Blenio 88 360 x 450 mm, righe 34. Due fori nel margine inferiore, risalenti alla lavorazione della pelle.

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22 settembre 1569

Rinuncia e ricevuta / Instrumentum finis et liberationis

Lo scriba di Val Blenio Giovanni Giacomo Scheggia del fu Giovanni Vivenzio, marito legittimo di Giacomina figlia di Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, agente a nome suo e di Giacomina, rinuncia a ogni pretesa ereditaria sui beni paterni e materni di Giacomina sui monti Navono e Pianeza e dichiara di ricevere a titolo di dote da Giovanni Domenico Cima 100 scudi d'Italia e 5 scudi per ogni figlio che nascerà.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n. Notaio sottoscrittore: Iohannes Iacobus f.q. domini Iohannis Viventii Schegie n. de Sameono Vallis Blegnii n.p.i.a.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1271 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Originale; it. ASTi, Cima 27 570 x 205 mm, righe 76. Piccole rosicature lungo le piegature e i margini.

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8 dicembre 1569, Dangio

Vendita / Emptio

Giovanni Giacomo del fu Martino «de Brolio», console di Aquila, vende a Pietro del fu Pedrescello di Largario, curatore della chiesa di S. Pietro di Largario, un campo situato nel territorio di Largario «in loco de Campanea ubi dicitur in Fuopella», al prezzo di 200 lire di denari terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Marius f. domini Iacobi Zarne de Conprovascho Vallis Blegnii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 38 285 x 200 mm, righe 39.

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11 gennaio 1570, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Il prete di Maggia Giovanni Maria, dottore in entrambi i diritti, agente anche a nome del padre Lanfranco di Antonio, dimorante a Genova, vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Giovanni del fu Antonio «de Bleno de Campilio», una quota di pascolo sull'alpe di Nimi, situato nel territorio di Gordevio. Il detto Giovanni Maria dichiara di avere ricevuto quale prezzo 100 lire di terzoli a nome del padre, come risulta da una lettera scritta a Genova e portata a Maggia dal console Zanne di Giovannetto Tognini l'anno precedente.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.q. domini presbiteri Fillippini Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 68 270 x 215 mm, righe 52. Un foro di piccole dimensioni e un'abrasione della superficie della pergamena nella parte inferiore.

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4 febbraio 1570

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1272 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Andrea Cima, luogotenente di Val Blenio, Giovanni Arnardoni, caneparo di Val Blenio e Giacomo «Tondino», arbitri eletti nella lite tra Gianazio «Scarpagioldo», da una parte, e Giovanni Maria Bianchino, dall'altra, in merito alle spese di 400 scudi richiesti dal primo al secondo, dichiarano che Giovanni Maria sia obbligato a pagare a Gianazio 115 scudi d'oro entro le calende di febbraio dell'anno 1572 e che Gianazio e il fratello Guido siano tenuti a pagare tutte le spese sostenute dal luogotenente.

Notaio scrivente: Martinus Arnardonus Vallis Blegnii n. et scriba

Copia autentica; it. ASTi, Cima 28 330 x 210 mm, righe 44. Fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura. Sulla stessa pergamena figurano il presente arbitrato del 4 febbraio 1570 (righe 1-27) e il riconoscimento di debito del 15 aprile 1570 (righe 28-44).

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9 febbraio 1570

Ordini

Cristoffel Schorno, alfiere, Dietrich «In der Haltenn», cavaliere, e Caspar ab Yberg, tutti e tre (nuovo e vecchi) landamani di Svitto, nella causa tra Jakob Rickenbach, commissario di Bellinzona, da una parte, e il borgo e il contado di Bellinzona, dall'altra, stabiliscono gli ordini relativi agli interventi del commissario e i suoi funzionari e le libertà del borgo e del contado di Bellinzona.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Cristoffel Schorno, cavaliere, alfiere e landamano di Svitto, annunciato nella corroboratio. Rimane la doppia coda di pergamena con cui era appeso al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 122 (v.n. B. VII/17) 335 (plica esclusa) x 595 mm, righe 34. Piccoli fori lungo le piegature.

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13 marzo 1570, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Alessio del fu Guglielmo Mozi di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato da Giovanni del fu Giovanni Alessini, da suo fratello Alessio e da Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Vee» un campo situato nella campagna di Bignasco «a Vignoys», al prezzo di 1345 lire di terzoli, compresi 70 scudi d'oro dovuti da Zane Franzoni al comune per i beni situati ad Agrone, che vengono assegnati allo stesso Alessio. Il comune di Bignasco si impegna ad affittare al migliore offerente il detto campo e a distribuire la biada ricavata insieme con le altre elemosine.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio p.i.a.n. constitutus f.c. Filipi Rossie de Cevio.

Originale; lat.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1273 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 140 575 x 225 mm, righe 75. Un foro di piccole dimensioni.

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10 aprile 1570

Determinazione di confini

Andreas Wispel, vicario di Blenio, e Balthasar Luchsinger detto Murdi, landscriba di Locarno, entrambi di Svitto, in seguito all'arbitrato del 2 giugno 1569, definiscono i termini di confine tra i territori di Locarno e Bellinzona e che le bolle e le acque presso i termini siano comuni.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Andreas Wispel di Svitto, vicario di Val Blenio, rimane la doppia coda di pergamena con cui era appeso al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Balthasar Luchsinger detto Murdi di Svitto, landscriba di Locarno, rimane la doppia coda di pergamena con cui era appeso al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 123 (v.n. B. VII/1) 260 (plica esclusa) x 375 mm, righe 21. Piccoli fori lungo le piegature.

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15 aprile 1570, Lottigna

Riconoscimento di debito

Giovanni Maria Bianchino, in esecuzione dell'arbitrato del 4 febbraio 1570, dichiara di essere debitore nei confronti di Gianazio [Scarpagioldo] per la somma totale di 135 scudi e costituisce ipoteca su tutti i suoi beni e altri immobili sul Monte di Pianchera (sopra le case di Campo) e promette di pagare entro il termine stabilito nella precedente sentenza del vicario.

Notaio scrivente: Martinus Arnardonus Vallis Blegnii n. et scriba

Copia autentica; it. ASTi, Cima 28 330 x 210 mm, righe 44. Fori lungo le piegature e i margini, dovuti a rosicatura. Sulla stessa pergamena figurano l'arbitrato del 4 febbraio 1570 (righe 1-27) e il presente riconoscimento di debito del 15 aprile 1570 (righe 28-44).

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www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1274 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

18 maggio 1570, Aquila

Vendita / Instrumentum venditionis cum consultu

Giovanni Giacomo «Brollius», console («consul senior») di Aquila, vende a Ottino consule di Largario e Pietro Malerba procuratore della chiesa di S. Pietro di Largario, agenti a nome della «luminaria» della stessa chiesa, un campo situato ad Aquila «subtus Rivalum», appartenente a sua moglie Dionisia, al prezzo di 170 lire di terzoli. Il venditore si impegna a risarcire la moglie cedendole altri beni situati nel territorio di Aquila.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 39 260 x 210 mm, righe 42. Gli elementi della datazione non corrispondono tra loro: il 18 maggio 1570 cadeva infatti di giovedì anziché di lunedì, come riportato nel testo.

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9 settembre 1570, Baden

Conferma di statuti e privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta del landscriba Giovanni Franzoni agente a nome della comunità di Valmaggia, dichiarano che debbano essere osservati gli statuti e i privilegi concessi a suo tempo, in particolare per quanto concerne i sette congiudici eletti ogni anno per affiancare il landvogt nelle cause maleficiose e per i delitti gravi, e precisano che le eventuali spese giudiziarie nei relativi processi riguardanti persone prive di mezzi materiali debbano essere sostenute dalla camera della sovranità.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Conrad Escher (vom Glas) di Zurigo, landvogt di Baden, la cui impronta è leggermente danneggiata. Lo scudo nel campo, recante un boccale sormontato da una stella a sei punte, sostiene un elmo con cimiero che riprende le figure dello stemma. Legenda: S(IGILLVM) . VNRAT ASCHER .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 69 400 x 415 mm, righe 52. Un foro di medie dimensioni e altri più piccoli lungo le pieghe.

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9 settembre 1570, Baden

Conferma di privilegio / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta del landscriba Giovanni Franzoni agente a nome della comunità di Vallemaggia, confermano una dichiarazione della dieta del 12 settembre 1553 in merito alle condanne

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1275 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete inflitte dal landvogt nelle cause non maleficiose e alla possibilità di ricorrere in appello contro di esse davanti al sindacato.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Conrad Escher (vom Glas) di Zurigo, landvogt di Baden. Lo scudo nel campo, recante un boccale sormontato da una stella a sei punte, sostiene un elmo con cimiero che riprende le figure dello stemma. Legenda: S(IGILLVM) . KVNRAT ASCHER .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 70 360 x 415 mm, righe 32. Alcuni fori di piccolissime dimensioni lungo le pieghe.

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12 settembre 1570, Baden

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, annullano una concessione fatta a suo tempo a Lorenzo «Toret» di Locarno riguardo alla caccia e alla pesca in Vallemaggia e dichiarano che in futuro nessuno potrà cacciare o pescare nella valle se non vi paga le taglie o non dispone di un'autorizzazione.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Conrad Escher (vom Glas) di Zurigo, landvogt di Baden. Lo scudo nel campo, recante un boccale sormontato da una stella a sei punte, sostiene un elmo con cimiero che riprende le figure dello stemma. Legenda: S(IGILLVM) . KVNRAT ASCHER .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 71 285 x 410 mm, righe 23. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe. Edizione: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 56 (ed. in italiano)

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4 dicembre 1570, Bignasco

Vendita / Instrumentum iurisdationis

Alessio del fu Guglielmo Mozi di Bignasco aveva investito a titolo di eredità perpetua Giacomo del fu Guglielmo Fiore di Brontallo di alcuni beni e diritti nel territorio di Bignasco e di Brontallo, al canone annuo di 200 libbre di formaggio estivo d'alpe, come risulta da uno strumento rogato dal notaio Cristoforo del Ponte di Bignasco l'8 novembre 1552. Il detto Alessio cede ora al comune di Bignasco i suoi diritti sui beni e sul canone sopra menzionati, per ricevere in cambio 325 scudi d'oro d'Italia, di cui 15 da utilizzare per due lumi in suffragio dell'anima sua e della moglie Margherita.

Notaio rogatario: Zanes p.i.a.n. constitutus f.c. Filipi Rossie de Cevio.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 141 630 x 265 mm, righe 96. Due fori di piccole e medie dimensioni.

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12 febbraio 1571, Menzonio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giacomo del fu Pietro «Giotti» di Menzonio vende a Giovanni Antonio del fu Antonio «Cirigoni» di Brontallo, agente a nome del comune di Menzonio e Brontallo in vece del console Lafranco del fu Giacomo «de la Conta» di Brontallo, due terzi dei diritti d'alpe e delle proprietà che il suo defunto padre deteneva «super Alpem de Valle Cornera», cioè la sua parte e quella del fratello Giovanni Antonio, ad eccezione delle proprietà coi relativi diritti situate «ad Laraxedum». Il prezzo della vendita è di 170 lire di terzoli che il suddetto Giacomo dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 23 (= vecchio I/22) 440 x 310 mm, righe 60. Una piccola lacerazione sul lato destro.

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18 aprile 1571, Locarno

Vendita / Instrumentum

Margherita del fu Guglielmo del fu Alessio Mozi di Bignasco, erede di sua madre Poma del fu Maffeo Giovannini di Maggia e moglie di Bernardino del fu Francesco del fu Giovanni di Antonio Ceretti di Locarno, di legge romana, con il consenso del detto suo marito, vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Zane del fu Giovanni «de Rigo» e da Ielmo del fu Antonio Baroggi, una quota di pascolo sull'alpe di Nimi, situato nel territorio di Gordevio, al prezzo di 200 lire di terzoli. L'atto è rogato alla presenza di Zane Franzoni di Cevio, luogotenente di Kaspar Gimper di Zurigo, podestà di Vallemaggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Gabriel Dunus p.i. apostolicaque a.n., f. Ioannis Marie de Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 72 455 x 435 mm, righe 72. L'inchiostro è diffusamente sbiadito in tutto il documento, probabilmente da sostanze contenenti tannini utilizzate per rivelare il testo. Fori di piccole e medie dimensioni, risalenti in parte alla lavorazione della pelle.

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26 maggio 1571, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Giacomo «Brollio» del fu Martino «Brollio» di Aquila, già console, e Giovanni Arnardoni, già luogotenente di Olivone, debitori nei confronti del cavaliere von Roll di Uri per 100 scudi, vendono ad Andrea Cima di Dangio due appezzamenti di terreno pianeggiante e a prato nel territorio Aquila «a Moriseto», e due appezzamenti di terreno a campo e a prato «sotto il techio di Sara» e «sotto Riva». Il prezzo di vendita è di 1200 lire «de mezano», che corrispondono a 100 scudi d'oro al computo di 12 lire per ogni scudo. I beni sono stati stimati da Guglielmo Brunetto, console di Aquila, e Giovanni Giacomo Cima.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico in cera bruna sotto carta di Urlich von Uri, vicario di Val Blenio. L'impronta è danneggiata; si riconoscono parzialmente i contorni dello scudo nel campo con l'arma di famiglia (testa di toro?) sormontato dal cimiero.

Originale; it. ASTi, Cima 29 425 x 280 mm, righe 64. Alcuni piccoli fori lungo dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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4 novembre 1571, Roma

Cessione di diritti / -

Giulio Casnedo cede ad Aurelio Pusterla i propri diritti su un appezzamento situato a Stabio dove si dice all'Acqua Volcellina, venduto nel 1566 allo stesso Giulio da Pietro Martellino di Stabio.

Notaio rogatario: Iacobus Curretus n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 26 (= cart. 289, nr. 6) 480 x 355 mm, righe 65. La pergamena presenta numerose lacune, in particolare lungo la piega verticale centrale; l'inchiostro è in parte abraso. Sullo stesso foglio figurano la vendita del 21 agosto 1566 e la cessione di diritti del 4 novembre 1571.

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6 febbraio 1572, Maggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giovanni Giovannini di Maggia vende al comune di Maggia, rappresentato dal console Antonio del fu Pietro Campilio, una quota di pascolo sull'alpe di Nimi, situato nel territorio di Gordevio, al prezzo di 20 lire di terzoli,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1278 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete pagate al detto Antonio da Zanne del fu Giovanni Enrici, console di Maggia nel 1571.

Notaio rogatario: Philippus p.i.a.n., f. separatus ser Iohannis Iacobi olim domini presbiteri Philippini illorum Andrioli de Madia.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 73 220 x 285 mm, righe 36.

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30 luglio 1572, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti per il sindacato di Locarno, si pronunciano in merito all'appello interposto dal comune di Gordevio contro una sentenza ad esso sfavorevole del balivo di Vallemaggia nella causa con il comune di Avegno riguardo all'alpe di Trosa e ai territori di «de la Taglia, Rodarda, Brusada, Argelide». Gli ambasciatori confermano la detta sentenza.

Cancellieri: Balthasar Luchsinger di Svitto, detto Murdi, Locarno (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Johannes Lussi di Nidwalden, landvogt di Locarno. L'impronta è parzialmente danneggiata e il sigillo è privo di parte del bordo dell'impronta. Nel campo si riconoscono i tratti dell'arma di famiglia (agnus dei). Legenda: <...... >

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 74 490 x 780 mm, righe 41. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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27 ottobre 1572

Decreto

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Val Blenio, e [Giovanni] Maddalena, interprete di Val Blenio, definiscono alcuni articoli concernenti la procedura giudiziaria.

Sigillo: . Nessuna traccia del sigillo («secreth insigel») della comunità di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 89 300 (plica esclusa) x 490 mm, righe 38.

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26 novembre 1572, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Alla presenza del vicario del vescovo di Como Giovanni Antonio Volpi, Gianni del fu Pietrino «de Curtenova» di Gudo vende al prete Antonio Cappo del fu Lanfranco di Prada, abitante a Ravecchia, un terreno con un edificio situato nel territorio di Progero o di Gudo, «in Vallate», al prezzo di 1000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac notus et habitator Bellinzonae.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 27 580 x 360 mm, righe 51. Sei fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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21 gennaio 1573, Rapperswil

Arbitrato / Spruch

Nella causa tra gli ambasciatori dei XII cantoni, signori di Locarno, da una parte, e gli ambasciatori di Uri, Svitto e Nidwalden, signori di Bellinzona, dall'altra, in merito ai confini tra i territori di Locarno e Bellinzona, in merito ai termini di confine tra i loro sudditi, Joachim Meggeli di Appenzello, terzo arbitro eletto, e 4 giudici nominati dalle parti, stabiliscono i termini di confine tra i due territori.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera verde in culla di cera bianca di Joachim Meggeli di Appenzello, arbitro eletto, è appeso con una doppia coda di pergamena. Lo scudo nel campo, affiancato dalle lettere M e I, reca l'arma di famiglia (3 foglie di tiglio legate dai gambi) ed è sormontato dalla data . 1553. Legenda: . SIEGEL . IOACHIM . MEGGELI

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 124 (v.n. B. VIII/2 ) 470 (plica esclusa) x 640 mm, righe 51. Piccoli fori lungo le piegature.

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21 gennaio 1573, Rapperswil

Conferma di arbitrato

Beat Hofer del consiglio di Uri, commissario di Bellinzona, e Wolfgang Zelger del consiglio di Nidwalden, già

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1280 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete commissario di Bellinzona, assieme a Kaspar Gimper di Zurigo e Walter Krebsinger di Lucerna, entrambi landvogti, approvano l'arbitrato di Joachim Meggeli di Appenzello per i termini di confine tra Bellinzona e Locarno.

Cancellieri: Johann Öchslin, Rappeswil (scriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Beat Hofer, commissario di Bellinzona. Rimane solo parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Wolfgang Zelger, già commissario di Bellinzona. Rimane solo parte della coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 125 (v.n. B. VII/4.2) 225 (plica esclusa) x 570 mm, righe 19. Piccoli fori lungo le piegature.

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3 febbraio 1573, Brontallo

Locazione / Instrumentum locationis

Giovanni del fu Giacomo «Floris», Giacomo del fu Giovanni «Cirigoni» e Giovanni del fu Giovannetto «Floris», tutti di Brontallo, procuratori degli eredi di Giacomo del fu Guglielmo «Fioreti», pure di Brontallo, investono a titolo di locazione per 81 anni rinnovabili Antonio del fu Fusasco fu Filippo «Fusaschi» di Prato, che abita a Menzonio, console del comune di Menzonio e Brontallo, e altri quattro uomini, tutti agenti a nome del comune di Menzonio e Brontallo, di tutti i beni situati in Valle di Serenello, cioè terreni, edifici, diroccati e diritti, che essi hanno da Alessio del fu Jelmino «Mozij» di Bignasco, al canone annuo di 200 libbre di formaggio d'alpe, da consegnare a Locarno al suddetto Alessio il giorno di San Martino.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 24 (= vecchio I/23) 675 x 320 mm, righe 94. Pergamena arrotolata.

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7 luglio 1573, Roma

Sentenza / Publicum instrumentum

Pomponio Cotta, cappellano del papa e auditore delle cause del palazzo apostolico, pronuncia la propria sentenza nella causa tra Paolo Gerolamo Barengo e Battista Faziani di Roma, accusato di essersi indebitamente appropriato di una casa situata a Roma nella regione del Ponte, strada dell'Orso, parrocchia di S. Biagio. Il giudice dichiara che tale accusa è infondata.

Notaio rogatario: Franciscus Valleniesius clericus Romani palatii apostolici causarum n.

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Originale; lat. ASTi, Torriani 25 (= cart. 289, nr. 7) 225 x 165 mm, righe -. Fascicolo di 2 ff. scritti nel recto e nel verso.

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21 luglio 1573, Bellinzona

Vendita / Instrumentum

Agnese del fu Giulio di Antognino «del Iulio» di Castione, moglie di Giovanni Antonio Cappi «de Sacco», abitante a Bellinzona, col consenso del marito e del suo curatore Giulio del fu Francesco «del Nado», vende a Giovanni Antonio del fu Bernardo Molo, abitante a Bellinzona, un orto con muro, edificato dal detto Giovanni Antonio, e con una pianta di prugne, situato a Bellinzona nella contrada della Motta, già detto «ad Ortum illorum compatris» e ora «ad Ortum ser Ioannis Antonii Capi». Il prezzo della vendita è di 1800 lire di terzoli, delle quali 600 sborsate subito e utilizzate per pagare alcuni debiti contratti dai detti coniugi.

Notaio rogatario: Ioannes Petrus Magoria n. Bellinzone. Notaio estraente: Ioannes Antonius Ghiringhellus f. domini Iacobi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale estratto da imbreviature (1583 ottobre 13); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 252 650 x 190 mm, righe 112. Sei piccoli fori. Regesto: Bsb V (1943), p. 184.

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17 agosto 1573, [Lottigna]

Vendita

Stefano del fu Pietro «Schotto» di Aquila vende a mastro Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a prato e campo nel territorio di Aquila «in Morineso». Il prezzo di vendita è di 50 lire «de mezano».

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo de Albertis f.q. de ser Giannino de Lugliano et de la Valle Blenio p.n.a.i.

Originale; it. ASTi, Cima 30 275 x 170 mm, righe 51. Alcuni piccoli fori lungo dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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10 settembre 1573, Locarno

Concessione per celebrazioni / Instrumentum concessionis

Taddeo Duno, canonico e arciprete della chiesa di S. Vittore di Locarno e vicario foraneo di monsignor Giovanni Antonio Volpe, vescovo di Como, in nome e con l'autorità conferitagli dallo stesso, concede ai vicini di Brontallo la facoltà di eleggere un sacerdote che potrà celebrare la messa domenicale e nelle altre feste comandate anche se avrà già celebrato altrove un'altra messa. Il vicario concede inoltre che venga posto un sacro fonte nella chiesa di Brontallo.

Notaio rogatario: Iohannes Franciscus p.a.i.a.n. f.q. nobilis domini Laurentii de Muralto de Locarno

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo circolare (?) aderente di Taddeo Duno, annunciato nella corroboratio; in corrispondenza del quale rimangono solo quattro forellini e un alone sulla pergamena.

Originale; it. Archivio Parrocchiale Brontallo 14 (= vecchio I/14) 500 x 300 mm, righe 53. Alcuni forellini risalenti alla lavorazione della pelle e alcuni forellini lungo le piegature dovuti a rosicatura. Regesto: Buetti, p. 455, che attribuisce erroneamente il documento al 1570.

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9 novembre 1573, Perugia

Vendita

Giovanni Maria del fu Giorgio «de Manghariis» di Villa di Ligornetto dimorante a Perugia in Piazza Grande, nella parrocchia di Santo Stefano, vende ad Andrea di Giovanni Maria Bordoni di Villa di Ligornetto, allora in Perugia, un campo con alberi, pergolato e con una casa situato nel territorio di Villa di Ligornetto nel luogo detto «la Silvetta», al prezzo di 65 scudi d'oro, di cui dieci già ricevuti, 46 da versare entro il 25 dicembre a Paolo Stefanino di Villa dimorante a Perugia e il resto entro due mesi.

Notaio rogatario: Lemirus (?) de Rubeis de Perusia Porte Eburnee et parochie Sancti Angeli p. et i.a.n. et iudex ordinis (?).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 64 210 x 145 mm, righe 6 ff.. Fascicolo di 6 ff. scritti nel recto e nel verso con copertina cartacea. Il documento contiene la dichiarazione con sigillo del notaio Adriano «Minutius», che attesta l'appartenenza del notaio rogatario alla matricola dei notai di Perugia. Gli elementi della datazione non concordano tra loro: nel novembre 1573 correva infatti l'indizione seconda anziché la prima, come riportato dal notaio.

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27 novembre 1573, [Dangio]

Vendita / Instromento di vendita

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Giacomina «de Oliva» vedova di Giacomo «de Oliva» di Torre, con il consenso di Antonio «de Oliva», suo curatore, vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, due appezzamenti di terreno a prato nel territorio di Grumo «in Prato». Il prezzo di vendita è di 79 lire «de mezano», secondo la stima di Domenico Cigognino, console di Torre, e Van Pagano.

Originale; it. ASTi, Cima 31 320 x 170 mm, righe 59. Alcuni piccoli fori lungo dovuti a rosicatura lungo le piegature e nel margine superiore. Gli elementi della datazione («lanno da poi la Nativita sua mille cinquecento settanta tri martedi a di vintisette del mese de novembre) non corrispondono tra loro: il 27 novembre 1573 cadeva di venerdì.

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27 novembre 1573, [Dangio]

Vendita / Compra

Sebastiano del fu Giovanni Giacomo Buzzi detto «Foyno» di Dangio nella vicinanza di Aquila, agente anche a nome dei suoi fratelli, vende a Giovanni Domenico Cima del fu Andrea, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a prato con una pira situato nel territorio di Dangio «in Arisio». Il prezzo di vendita è di 200 lire «di mezano».

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo f.c. de ser Gianino de Albertis de Lugliano et de la valle de Bregno publico nodaro per auctorità imperiale.

Originale; it. ASTi, Cima 32 345 x 160 mm, righe 57. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le pieghe.

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7 dicembre 1573, Cevio

Vendita / Instrumentum venditionis

Galeazzo del fu Giovanni Antonio Franzoni di Cevio, fiscale di Locarno, vende a Tommaso del fu Giovanni «Mineti» di Lodano, console e agente a nome del comune di Lodano, un prato «cum sua continginti parte aque supra» nel territorio di Lodano «in Brugario», un prato «cum sua continginti parte aque supra» nel territorio di Lodano «in Brugarino» e un altro prato «cum sua continginti parte aque supra», con un edificio («tictum») e un piccolo edificio adiacente («cum camano prope coperti (!) plodis») nel territorio di Lodano «in Brugarino». Il venditore dichiara di avere ricevuto quale prezzo 225 aurei d'Italia, del valore di 12 lire e 4 soldi terzoli per ognuno, nei quali sono compresi 21 aurei dovuti dai comuni di Aurigeno e Moghegno per certi fitti («causa librarum sex et soldos (!) octo tertiolorum fictorum hereditatis, videlicet libras tres et soldos quatuor tertiolorum a comune de Verizino et libras tres et soldos quatuor tertiolorum a comune de Mogeno»).

Notaio rogatario: Iohannes Ruscha de Cevio Vallismadie n.p.

Originale; lat.

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Archivio Patriziale Lodano 17 (= 2/5) 480 x 425 mm, righe 54. Un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella parte centrale.

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31 dicembre 1573, Broglio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Antonio del fu Michele «olim Antonii Michaelis» di Broglio vende a Zane di Giacomo del fu Giovanni «Buffoni», pure di Broglio, due appezzamenti a campo situati nella campagna di Broglio «ad Longhos», al prezzo di 90 lire di terzoli, che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 7 (= vecchio I/06) 435 x 270 mm, righe 59. Due forellini nella parte superiore, risalenti alla lavorazione della pelle; alcuni fori di piccole e medie dimensioni nella parte superiore destra, dovuti a rosicatura. Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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4 gennaio 1574, Lodano

Conferma / Instrumentum ratificationis

L'assemblea dei vicini di Lodano, riunita sulla piazza pubblica per ordine del console Giovanni del fu Stefano «del Fontana», conferma la vendita di un certo terreno a gerbido al comune di Moghegno, fatta il 21 maggio 1571 dall'allora console Giacomo del fu Bernardino «Zannoty» e da altri rappresentanti dei vicini, e dichiara di avere ricevuto il prezzo pattuito, corrispondente a 78 scudi.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus p.i.a.n., f.c. domini presbiteri Filippini Andrioli de Madia.

Originale; lat. Archivio Comunale Moghegno 23 190+490 x 240+410 mm, righe 31+62. Pergamena gravemente danneggiata, di cui sono pervenuti due frammenti: la parte iniziale (circa 190x240 mm) è distaccata dal resto dell'atto (490x410 mm). Fori, rosicature, lacerazioni e consunzioni in entrambi i frammenti, con notevoli perdite di testo.

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12 gennaio 1574, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

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Domenico del fu Giacomo detto «Barioni» di Pianezzo di Giubiasco vende a Pietro del fu Giacomo Scalabrini di Carmena, agente anche a nome del fratello Antonio, un terreno a vigna e prato situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Ronchum del Chuch», al prezzo di 525 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. ser Pauli p.i.a.n. habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 31 560 x 170 mm, righe 62. Alcuni piccoli fori e rosicature lungo tutto il margine sinistro.

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20 gennaio 1574, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Giacomo di Zane Menici di Cavergno vende al comune di Cavergno la sua quota di pascolo sull'alpe di Robièi, situato nel territorio di Cavergno, al prezzo di 154 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 57 430 x 225 mm, righe 54. Il documento è molto accartocciato, probabilmente a causa di una sua esposizione ad una forte fonte di calore. Un piccolo foro risalente alla lavorazione della pelle.

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26 gennaio 1574, Cavergno

Permuta / Instrumentum contracambii

Elena di Giovanni di Guglielmo Rama di Cavergno, con il consenso del marito Zane, e Giacomo di Zane di Giacomo di Zane Rama pure di Cavergno procedono a uno scambio di beni. La donna cede al detto Giacomo la sua quota di beni situati nel territorio di Cavergno, in valle Bavona, «in Somlerto» e riceve in cambio una quota di pascolo sull'alpe di Robièi, nel territorio di Cavergno. La donna dichiara inoltre di ricevere, per pareggiare il valore dei beni scambiati, sei lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 58 460 x 210 mm, righe 64. Il supporto è parzialmente contratto nella parte superiore.

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8 febbraio 1574, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

Caterina di Zane di Giovannino Giacometti di Cavergno, con il consenso del marito Guglielmo, vende al comune di Cavergno una quota di pascolo con la sua parte di cascine sull'alpe di Antabia, nel territorio di Bignasco, al prezzo di 600 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 59 460 x 210 mm, righe 63. Due fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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15 marzo 1574, Dangio

Vendita

Gerolamo del fu Fridolo Lazari di Torre vende a Giovanni Domenico Cima del fu Andrea un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Torre «in Prada». Il prezzo di vendita è di 29 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 33 230 x 190 mm, righe 37. Alcuni piccoli fori lungo dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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16 marzo 1574, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo «Bruneti», console di Aquila, agente a nome di Giovanni Giacomo «Brollii» del fu Martino «Brolii» di Aquila, vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a campo nella Campagna di Aquila. Il prezzo di vendita è di 110 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.q. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 34 275 x 210 mm, righe 38. Alcuni piccoli fori lungo dovuti a rosicatura lungo le piegature. Gli elementi della datazione («anno a nativitate ... milesimo quingentesimo septuagessimo quarto, die lune decimo sexto mensis

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1287 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete martii») non corrispondono tra loro: il 16 marzo 1574 cadeva di martedì.

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27 marzo 1574, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Gaspare Pusterla del fu Ludovico di Tradate, vicino e abitante di Bellinzona, procuratore del fratello Orazio, similmente vicino e abitante di Bellinzona, e agente a suo nome, vende ai comuni di Giubiasco e Valle Morobbia la sua quota dell'alpe di Poltrino, del pascolo di Caneggio «sive de Plano del Torno» nonché della «caldera», ossia del paiolo sull'alpe di Poltrino, sui quali beni i detti comuni devono pagare un canone d'affitto annuo di 225 lire di terzoli. Il detto Orazio aveva acquistato tali beni il 13 settembre 1566 al prezzo di 4500 lire di terzoli dalla comunità di Bellinzona, la quale a sua volta li aveva acquistati dai fratelli Nicolao e Scipione Molo del fu Giovanni Maria per la medesima somma il 25 giugno 1561. Il prezzo della vendita è di 4500 lire di terzoli, 2400 delle quali già pagate nel 1573.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 44 2140 x 330 mm, righe 248. L'atto è costituito da quattro membrane cucite insieme. Fori di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali risalenti alla lavorazione della pelle, e qualche macchia e lacerazione lungo i bordi. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 51-52.

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3 aprile 1574 , Cevio

Convenzioni / Pacta

Gerolamo «Zompfico» e Giovanni «Barazo» di Locarno, agenti anche a nome dei loro soci, stipulano con il comune di Cavergno alcune convenzioni per lo sfruttamento del legname nei boschi «de la Cazana et Orzaligheta» e nel bosco «di Bienchi et de Amptagnia», un tempo appartenenti al fu Giovanni di Ambrogio Rosalino.

Notaio rogatario: Zanes Rossie de Cevio n.p.

Originale estratto da imbreviature (-); it. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 60 485 x 230 mm, righe 39. Due fori di piccole e medie dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle.

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15 aprile 1574, Ponto Valentino

Vendita / -

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Pietro «Bernabini» di Largario, avendo ricevuto a nome dei vicini di Largario 50 lire di terzoli «ab illis Philippi» di Malvaglia e volendo assicurare loro tale somma, vende a Giovanni Giacomo del fu «Schieschii de Rivera», agente a nome dei detti vicini, un campo con un castagno selvatico e un prato situati a Largario «in Sarine» e «in Rosso».

Notaio rogatario: Iohannes Marius f.c. domini Iacobi Zarne de Conprovascho p.i.a.n. Vallis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 40 365 x 155 mm, righe 51. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle.

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18 giugno 1574, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum, conventionum et accordorum

Nella causa tra la comunità di Val Leventina, da una parte, e quella di Bellinzona, dall'altra, le parti si accordano in merito al forletto per il riso. Esse stabiliscono che quelli di Leventina possono condurre riso e altre mercanzie con i loro cavalli per la Valle Leventina e fuori dal contado di Bellinzona con qualunque bestia, pagando alla sosta di Bellinzona 2 quattrini e 6 quattrini per il forletto delle altre merci per qualunque soma, eccetto che per i grani e il vino che non devono essere pagati, inoltre al «forlettero» è concesso condurre le merci, eccetto quelle destinate alla Leventina.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitator Bellinzone ac notarius, scriba et canzellarius comitatus Bellinzone.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa sotto carta della comunità di Bellinzona. Nel campo l'arma sforzesca, la legenda nel cartiglio è illeggibile.

Sigillo: esistente. Sigillo della Comunità di Leventina; nel campo è raffigurata la figura in trono di S. Ambrogio benedicente e nella mano sinistra tiene il pastorale. la legenda risulta illeggibile.

Originale; it. Archivio Comunale Bellinzona 126 (v.n. B IV/7.1) 980 x 370 mm, righe 84. Piccolissimo foro risalente alla lavorazione della pelle, nonché piccoli fori, dovuti a rosicatura. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Leventina 50

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18 giugno 1574, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum, conventionum et accordorum

Nella causa tra la comunità di Val Leventina, da una parte, e quella di Bellinzona, dall'altra, le parti si accordano in merito al forletto per il riso. Esse stabiliscono che quelli di Leventina possono condurre riso e altre mercanzie con i loro cavalli per la Valle Leventina e fuori dal contado di Bellinzona con qualunque bestia, pagando alla sosta di Bellinzona 2 quattrini e 6 quattrini per il forletto delle altre merci per qualunque soma, eccetto che per i grani e il vino che non devono

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1289 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete essere pagati, inoltre al «forlettero» è concesso condurre le merci, eccetto quelle destinate alla Leventina.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone ac notarius, scriba et canzellarius predicte comunitatis Bellinzone.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa sotto carta della comunità di Bellinzona. Nel campo l'arma sforzesca, la legenda nel cartiglio è illeggibile.

Sigillo: esistente. Sigillo della Comunità di Leventina; nel campo è raffigurata la figura in trono di S. Ambrogio benedicente e nella mano sinistra tiene il pastorale. La legenda risulta illeggibile.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Leventina 50 640 x 445 mm, righe 74. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 126 (v.n. B IV/7.1)

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15 luglio 1574, Locarno

Riconoscimento di debito / obligatio

Giacomo del fu Pietro «Sfo» di Vogorno, procuratore del comune di Vogorno, Giovanni Antonio del fu Zane «Marioli de Verzolo comunis de Medio», procuratore del comune «de Medio», Bernardo del fu Domenico «Commati» console di Brione, Domenico «Pansere» e Giovanni Antonio di Pietro «Iacomoni», entrambi di Brione e procuratori del loro comune, Giovanni Antonio del fu Tommaso «illorum Thome» di Locarno, console di Frasco e Sonogno, insieme al notaio rogatario e a Giovanni «Malini», procuratori di Frasco e Sonogno, promettono di versare all'ammano Pietro a Pro di Uri 639 scudi d'oro d'Italia entro un anno a decorrere dal prossimo primo aprile. Tale somma corrisponde ad un prestito fatto dallo stesso ammano alla comunità di Verzasca nell'aprile del 1570, compresi gli interessi e le spese.

Notaio rogatario: Ioannes f.q. domini Martini Lafranconi de Frasco Vallis Versasche p.i.a. Locarni et plebis n. burgensiumque Locarni.

Originale; lat. Archivio della Comunità di Verzasca 21 (= 6.7/2) 610 x 285 mm, righe 87. Abbastanza buono: Due fogli di pergamena cuciti insieme con filo di canapa; tre incisioni di annullamento nel foglio superiore, quattro buchi di dimensioni diverse risalenti alla lavorazione della pelle in quello inferiore.

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10 agosto 1574, Comprovasco (Leontica)

Vendita / Instrumentum

Gliemetto del fu Gliemetto Guglielmetti di Combreschì, agente anche a nome dei suoi fratelli, vende alla chiesa di S. Giovanni di Leontica, rappresentata da Enrico del fu Filippo Rigali «de Toschino» di Leontica, un terreno a campo e prato con un castagno di «rosseyre», situato nel territorio di Combreschì, al prezzo di 50 lire di terzoli.

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Notaio rogatario: Ioannes Marius f.c. domini Iacobi Zarni de Comprovascho p.i.a.n.

; ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 16 x mm, righe .

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21 agosto 1574

Sentenza / Sententia

Balthasar Eberhart di Svitto, lanvogt di Riviera, pronuncia la propria sentenza nella lite tra il comune di Lodrino, da una parte, e quello di Cresciano, dall'altra, in merito alla manutenzione della strada Francesca in territorio di Cresciano «in Campo Luongho». Egli conferma l'accordo stipulato tra le parti nel 1562 (v. Sacchi 22), ribadendo che il comune di Cresciano è tenuto a ricondurre la strada al suo antico tracciato a proprie spese, qualora il tracciato attuale venga danneggiato dalle acque del fiume.

Notaio rogatario: Ioannes de Mengha de Claro scriba comunitatis Ripperiarum.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Balthasar Eberhart di Svitto, landvogt di Riviera. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena per fissarlo.

Originale; it. ASTi, Sacchi 27 (= cart. 3ca, nr. 24) 290 x 235 mm, righe 40.

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17 ottobre 1574, Dangio

Vendita

Giacomina del fu Giovanni «Bonitatis» detto «Boglini» di Aquila, agente a nome proprio e di Margherita, Ambrosina e Elisabetta sue sorelle, con il consenso di Giovanni Pietro «olim Iohannis Francischi» di Aquila, vendono a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a campo nel territorio di Aquila «Campum Menoli». Il prezzo di vendita è di 200 lire di terzoli, stimati da Alberto «Scotti», servitore di Aquila.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 35 275 x 210 mm, righe 42. Alcuni piccoli e medi fori dovuti a rosicatura lungo le piegature. Gli elementi della datazione («anno a nativitate ... milesimo quingentesimo septuagesimo quarto, die martis decimo septimo mensis octobris») non corrispondono tra loro: il 17 ottobre 1574 cadeva di domenica.

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22 ottobre 1574

Ratifica

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Val Blenio, e Giovanni Maddalena, interprete di Val Blenio, ratificano gli statuti e i privilegi di Val Blenio concernenti la procedura giudiziaria.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo («landes angehenckten insigel») della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane l'incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 90 190 x 350 mm, righe 23. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 91

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22 ottobre 1574

Ratifica

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Val Blenio, e Giovanni Maddalena, interprete di Val Blenio, ratificano gli statuti e i privilegi di Val Blenio concernenti la procedura giudiziaria.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro Legenda: SIGILLVM + TOVS + COMVNITATIS + VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 91 395 x 435 mm, righe 26. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Blenio 90

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23 ottobre 1574

Stima di beni e dazione in pagamento / Instrumentum extimationis

Davanti a Ulrich Mettler di Unterwalden, vicario di Riviera, al notaio e ai testimoni, compare Giovanni del fu Antonio «de

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Ambroxino» di Brogo di Claro, pubblico «servitor» della terra di Claro, il quale, su richiesta di Giovanni Angelo del fu Cristoforo «de Millis» di Domaso, cita i quattro stimatori di Claro. Gli stimatori dichiarano di aver stimato i beni di Antonio del fu Antonio «del Bullo» di Duno di Claro, debitore nei confronti di detto Giovanni Angelo, ossia un appezzamento di terreno prativo murato, un appezzamento di terreno arativo, prativa e vignato e due selve castanili, tutti nel territorio di Claro, per un valore complessivo di 1458 lire e 15 soldi di terzoli. Tali beni vengono assegnati al detto creditore.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo di Ulrich Mettler di Unterwalden, vicario di Riviera, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 31 375 x 335 mm, righe 27. Guasti meccanici e rosicature, lungo le piegature e i margini. Nel verso e recto annotazioni di calcoli.

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26 ottobre 1574, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Domenico «de la Bissa» di Monte Carasso, abitante a Bellinzona, vende a Domenico del fu Giovanni Lanfranchini di Prada, nipote del fu prete Antonio, la metà di un sedime con un torchio con «arbore, lecto, lapide, virga, pedighis et aliis suis artificiis» e con un cortile davanti, situato nel territorio di Monte Carasso, «ad Torcular illorum de la Bissa», al prezzo di 860 lire di terzoli. La vendita è stipulata in ossequio ad un accordo precedente tra il detto Pietro e il prete Antonio.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.q. ser Pauli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 28 600 x 245 mm, righe 85. Un foro di piccolissime dimensioni.

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18 novembre 1574, [Dangio]

Vendita / Instrumento di vendita

Enrico «Scotto» del fu Stefano «Schotto» di Aquila vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a prato con «una eÿritia dentro» e con «sue piote» «in Orsagnia». Il prezzo di vendita è di 70 lire «de mezano», secondo la stima di Giacomo «del Nigro» detto «lo Slocheta» e di Giovanni Pietro «olim Iohanne Francescho».

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo f.c. de ser Gianino de Albertis de Lugliano et de la valle de Bregno publico per auctorità imperiale notaro.

Originale; it.

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ASTi, Cima 36 280 x 190 mm, righe 44. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le piegature e nei margini.

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18 novembre 1574, [Dangio]

Vendita

Francesco del fu Stefano «Schotto» di Aquila vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Aquila «in Pro longo». Il prezzo di vendita è di 50 lire «de mezano».

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo f.c. de ser Gianino de Albertis de Lugliano et de la valle de Bregno publico notaro per auctorità imperiale.

Originale; it. ASTi, Cima 37 470 x 150 mm, righe 62. Alcuni piccoli e medi fori dovuti a rosicatura lungo le piegature.

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18 novembre 1574, [Dangio]

Vendita

Enrico, Francesco «Schotto» e Stefano del fu Pietro «Schotto» e ancora il detto Francesco, agente a nome di Giovanni Ambrogio fratello del detto Stefano, vendono a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, ogni interesse che hanno nel monte «de Piancabella» con una stalla da fieno e il pascolo «alla Fontanella». Il prezzo di vendita è di 343 lire «de mezano», secondo la stima di Giacomo «del Nigro» detto «lo Slochetta» e da Giovanni Pietro «olim Iohanne Franscescho».

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo f.c. de ser Gianino de Albertis de Lugliano et de la valle de Bregno publico notaro per auctorità imperiale.

Originale; it. ASTi, Cima 38 365 x 160 mm, righe 64. Alcuni piccoli e medi fori dovuti a rosicatura lungo le piegature e nel margine superiore.

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6 dicembre 1574, Milano

Vendita

Giovanni Maria «de Scopinis» di Lavòrceno e Domenico, figlio suo e di Benvenuta «olim filie nuncupate Orivetta»,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1294 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete agente anche a nome di Guglielmetta figlia del detto Giovanni Maria e sorella del detto Giovanni Domenico, vendono a Giovanni Domenico Cima del fu Andrea di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a campo nella Campagna di Aquila, nella pezza maggiore detta «el quadro». Il prezzo di vendita è di 40 lire di terzoli, a soluzione dei fitti dei tre anni passati per la festa di S. Martino. Il 28 febbraio 1575 il vicario di Val Blenio Zorn conferma lo strumento con l'apposizione del suo sigillo.

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus de Clericis f. domini Guidonis civitatis Mediolani Porte Vercelline parrochie Sancte Marie pedonis p.a.i.a. Vallis Blegnii n.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera e incisioni praticate nella pergamena per fissare il sigillo di Jost Zorn, vicario di Val Blenio.

Originale; lat. e it. ASTi, Cima 39 440 x 140 mm, righe 44. Piccolo foro dovuto a rosicatura lungo la piegatura centrale. La presente vendita del 6 dicembre 1574 (righe 1-39) è confermata da Jost Zorn, vicario di Val Blenio il 28 febbraio 1575 (righe 40-44).

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24 gennaio 1575, Lottigna

Vendita / Instrumento di vendita

Giacomo «del Nigro» detto «lochetta» di Dangio di Aquila, curatore degli eredi minorenni del fu mastro Giovanni Giacomo Bruno di Dangio, abitanti a Bellinzona, e Aloisio «di Galbi», pure curatore dei detti eredi (come confermato dal luogotenente Nicolao Cislaghi di Bellinzona), vendono a Giovanni Domenico Cima del fu Andrea di Dangio, luogotenente di Val Blenio, gli interessi su ogni campo, stalla, rascana e «eiritia» sul monte Toma nel territorio di Largario e Aquila, ereditati dalla nonna. Il prezzo di vendita è di 690 lire «de mezano» e i curatori dichiarano aver consegnato a mastro Giovanni Giacomo Iudice, console di Ponto Valentino, la somma di 540 lire «di mezano» per il debito dei minori, e la restante somma per altri debiti e le spese sostenute dai curatori. I beni sono stimati da Alberto «Schotto», servitore di Aquila, e Pietro «olim Varencio Iacobo Domenigha» di Ponto Vallentino e messi all'incanto tra il 6 e il 20 gennaio. La vendita è confermata da Jost Zorn di Svitto, vicario di Val Blenio, e da mastro Giacomo Ghiringhelli di Bellinzona, altro curatore degli eredi.

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo f.c. de ser Gianino de Albertis de Lugliano valle de Bregno publico notaro per auctorite imperiale.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Jost Zorn, vicario di Val Blenio, rimangono visibili soltanto i fori praticati nella pergamena per fissarlo.

Originale; it. ASTi, Cima 40 470 x 280 mm, righe 64. Piccoli fori lungo la piegatura verticale sinistra e nel margine inferiore dovuti a rosicatura

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21 gennaio 1575, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Tommaso del fu Domenico «del Gazio» di Monte Carasso, agente a nome proprio e di Domenico suo figlio ed erede di Domenica un tempo figlia del fu Giovanni «Antonessi del Ruschono» di Monte Carasso, vende a mastro Antonio del fu Iemo «de la Oliva» di Monte Carasso una pertica meno 16 gettate di terreno arativo con due filari di vite nel territorio di Piancalardo a Sementina «ad Pratum». Il prezzo di vendita è di 252 lire di terzoli, al computo di 300 lire di terzoli per pertica, impiegate per comperare certi beni in detto territorio «ad S. Angelum» a nome del figlio Domenico.

Notaio rogatario: Christoforus Varronus f. domini Iohannis Antonii p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 32 560 x 180 mm, righe 72. Foro e rosicature lungo i margini.

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9 manzo 1575, Aquila

Licenza

Giovanni Giacomo del fu «de Sescho», console di Largario, Pietro del fu «de Iohanne olim Gianine Martinallo, homo giurato» e Giacomo del fu «de Iohannes de Righetto», saltaro della vicinanza di Largario, agenti a nome dei vicini, in merito a certi beni sul monte Toma acquistati da Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Val Blenio, concedono licenza a detto Giovanni Domenico di tenere e condurre il bestiame sul detto monte, a condizione che nei mesi di luglio e agosto non venga arrecato danno alle proprietà circostanti.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; it. ASTi, Cima 41 275 x 195 mm, righe 36. Piccoli fori lungo le piegature e lungo i margini dovuti a rosicatura.

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19 aprile 1575, Milano

Istituzione di confraternita

Frate Ludovico «Codebos» dell'ordine dei Predicatori di Milano, su richiesta dei fedeli di Tesserete, istituisce la confraternita del Rosario e concede di deputare alla stessa un altare nella chiesa di Santo Stefano di Tesserete; nomina poi primo direttore della confraternita il prete Domenico Avastallo di Sala, rettore della chiesa di Santo Stefano.

Cancellieri: Pietro Roccasicca (de), Napoli (cancelliere)

Sigillo: esistente. Il sigillo pendente in teca metallica (il coperchio è perduto) di Pietro «de Roccasicca», cancelliere di

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Napoli, è appeso con doppio filo serico rosso. Lo scudo nel campo e la legenda sono illeggibili.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 15 270 (plica esclusa) x 425 mm, righe 25. Alcuni forellini dovuti a microorganismi nella parte centrale, rosicatura di lieve entità lungo una piegatura.

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3 maggio 1575

Licenza

L'assemblea dei vicini di Aquila, convocata nel luogo di «Campo nere», alla presenza di Giovanni Domenico Cima del fu Andrea di Dangio, console di Dangio, Guglielmo Bruneto, console di Aquila, e Vanino, console di Pinadee, tutti consoli della vicinanza di Aquila, e ottenuta licenza da Jost Zorn di Svitto, vicario di Val Blenio, confermata dagli ambasciatori dei III cantoni, concede licenza a detto Giovanni Domenico di costruire una stalla di 7 spazzi di lunghezza e 4 spazzi di larghezza a «Egrozozzo overo di Cavallo», e di pascolare il bestiame anche sul monte Piancabella.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; it. ASTi, Cima 42 515 x 315 mm, righe 80. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. Composto da due pergamene cucite assieme con filo di canapa. Sulla prima membrana figura la presente licenza (righe 1-56), mentre sulla seconda figura la conferma del 1 agosto 1592 (righe 57-80).

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22 luglio 1575, Prato

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella controversia tra i «personerii» dell'Alpe Brunescio, da una parte, e il comune di Sornico, dall'altra, in merito ai confini dell'alpe, Giovanni del fu Francesco, Francesco del fu Zane del Francesco e Giovanni di Giacomo «del Bufone», tutti di Broglio, procuratori dei primi, e Giovanni del fu Giovannetto di Giovanni «Bionda» di Peccia, da una parte, e Giovanni Barogio del fu Andrea Barogio e Andrea figlio di Giovanni Giacomo del fu Pietro «de Andriolo de Ambroio», entrambi di Sornico, procuratori del comune di Sornico, dall'altra, avevano eletto quali arbitri Giovanni del fu «Ielmo Ambrosino» e Giovanni di «Iacobo Albertolo», entrambi di Fusio. Ora costoro, cassati tutti gli atti precedenti e dichiarati privi di valore tutti i termini di confine posti in precedenza, ingiungono alle parti di rimuoverli e posano nuovi termini di confine, stabilendo che il territorio a valle degli stessi spetta al comune di Sornico e quello a monte all'Alpe di Brunescio, fatto salvo il diritto di Sornico di pascolarvi le capre.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f. Iohanneti olim Iohannis Lafranchi de Prato

Originale; it.

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Archivio Patriziale Broglio 7 (= vecchio II/07) 620 x 400 mm, righe 60. Quattro forellini risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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12 novembre 1575, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Guglielmo del fu Giacomo «de Lexenis» di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Vee», il diritto di pascolo per due mucche e altri beni nell'alpe Antabbia, situato nel territorio di Bignasco, al prezzo di 245 lire di terzoli, compresi i sette scudi d'oro che Giovanni Antonio «de Lexenis» e sua madre Giovanna avevano dedotto dal prezzo del detto alpe affinché vi si ricavasse un'elemosina in suffragio dell'anima di Antonio, padre del detto Giovanni Antonio.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 142 445 x 290 mm, righe 51. Un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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9 gennaio 1576, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Giorgio del fu Giovanni «del Georgio» di Daro vende a Tome del fu Giacomo «de Laghetto» e Giulio del fu Giovanni «Rubey» di Artore, entrambi capenari della chiesa di S. Sebastiano di Artore, agenti a nome di detta chiesa, il diritto pascolo e alpeggio per una mucca sull'alpe di Arbino nel territorio di Bellinzona. Il prezzo di vendita è di 25 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. domini Pauli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 127 (v.n. B. VIII/4) 585 x 240 mm, righe 80. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-42) e un'altra vendita dello stesso giorno (righe 43-80). Fori e lunga cucitura con filo di canapa, risalenti alla lavorazione della pelle, e altri fori dovuti a rosicatura.

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9 gennaio 1576, Bellinzona

Vendita / Instrumentum onis

Domenica del fu Giovanni «del Gianino» di Artore, con il consenso di Andrea del fu Martino di Artore, suo curatore, e

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Giovanni del fu Sebastiano di Artore, agente a nome di Caterina del fu Giovanni, gravida, vendono a Tome del fu Giacomo «de Laghetto» e Giulio del fu Giovanni «Rubey» di Artore, entrambi capenari della chiesa di S. Sebastiano di Artore, agenti a nome di detta chiesa, il diritto pascolo e alpeggio per una mucca e mezza sull'alpe di Arbino superiore nel territorio di Bellinzona. Il prezzo di vendita è di 45 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. domini Pauli p.i.a.n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 127 (v.n. B. VIII/4) 585 x 240 mm, righe 80. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 9 gennaio 1576 (righe 1-42) e la presente vendita (righe 43-80). Fori e lunga cucitura con filo di canapa, risalenti alla lavorazione della pelle, e altri fori dovuti a rosicatura.

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9 giugno 1576, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Ambrosio del fu Pietro «Scotto» di Aquila vende a Giovanni Domenico del fu Andrea Cima un appezzamento di terreno a campo e prato con alberi di frassino nel territorio di Aquila sul monte Toma «sotto li tecti de Toma» e un appezzamento di terreno a prato nel territorio di Aquila «sotto li case de Grumarono supra$ a Prato longo». Il prezzo di vendita è di 255 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Baptista Arnardonus f.q. domini Martini de Sumascona Vallis Blegnii n.

Originale; it. ASTi, Cima 43 300 x 175 mm, righe 48. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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13 giugno 1576, Faido

Sentenza / Sententia

Nikolaus Zwyer, vicario di Leventina, i quattro deputati e i consiglieri di Leventina, nella lite tra Giovanni Biondelle di Chinchengo e Pietro Mayza, agenti a nome proprio e dei vicini di Chinchengo, unitamente a Guglielmo «de Ulticio» e Antonio Stocheto, agenti a nome proprio e dei vicini di Faido, con Pietro Giudici di Giornico loro procuratore, da una parte, e Antonio Iurieto, console di Fontanedo, Giacomo Gianoa (?) e Antonio «de Vinano», agenti a nome proprio e dei vicini di Fontanedo, con Gottardo Pedrina di Airolo loro procuratore, dall'altra, in merito al libero pascolo («traxo») di settembre, stabilito nelle sentenze del 5 maggio 1444 e del 1 marzo 1537, e a una porta buttata giù anzitempo da Guglielmo «de Ulticio», confermano le precedenti sentenze e che il giorno di libero pascolo nel «Ciosso de Cariigho» è limitato alla vigilia della festa di S. Maria di settembre (7 settembre), a meno che quelli di Fontanedo non notifichino un prolungamento. Stabiliscono che le pene siano ricosse da Fontanedo e infine condannano Guglielmo «de Ulticio» a pagare 6 lire di terzoli e a giurare di aver buttato giù la porta 5 giorni dopo il libero pascolo.

Notaio rogatario: Ioanni Antonio del Monico vicino de Aerolo per a.i.p.n. de Leventina et de essa comunitate.

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Sigillo: esistente. Il sigillo di cera aderente sotto carta di Nikolaus Zwyer, vicario di Leventina, è cucito con filo di canapa. Nel campo lo scudo con l'arma di famiglia (albero su una montagna). La legenda è illeggibile e nel cartiglio che scende nel campo alcune stelle.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Leventina 51 430 x 280 mm, righe 58. Piccoli fori, risalenti alla lavorazione della pelle, nonché diversi fori lungo le piegature.

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22 dicembre 1576, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni del fu Giovanni Alessini di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Vee», un campo situato nella campagna di Bignasco «in Settis», al prezzo di 300 lire di terzoli. La vendita viene fatta in parte per riscattare certi lasciti risultanti dal «libro vetero» del comune, e in parte per un fitto perpetuo gravante sul detto campo che i rappresentanti del comune sono tenuti a distribuire in elemosine.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 144 565 x 245 mm, righe 71. Due piccolissimi fori.

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22 dicembre 1576, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Zane del fu Giacomo «de Lexenis» di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giovanni Alessini e da Giovanni del fu Giovanni Antonio di Martino «Vee», alcuni beni situati nel territorio di Bignasco nell'alpe Antabbia «a Moiorollo», «ad Pianatium», «ad domum Fontanee», «prope domum Inselmi Martini» e «ad curtum Inzixe», al prezzo di 12 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Mathias Rossie de Cevio n.p.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 143 470 x 165 mm, righe 67.

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28 gennaio 1577, Bellinzona

Vendita / Instrumentum vneditionis

Luca del fu Innocenzo di Daro, vende a Domenico del fu Giacomo «de Iacobi de Laghetto» e Giacomo del fu Lorenzo di Artore, entrambi capenari della chiesa di S. Sebastiano di Artore, agenti a nome di detta chiesa, il diritto pascolo e alpeggio per una mucca e un terzo di un'altra mucca sull'alpe di Arbino superiore con una parte di cascina. Il prezzo di vendita è di 46 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. ser Pauli p.i.a.n. habitator Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 128 (v.n. B.VIII/5) 620 x 250 mm, righe 85. Sulla stessa pergamena figurano la presente vendita (righe 1-32) e un'altra vendita dello stesso giorno (righe 33-85). Piccoli fori dovuti a rosicatura.

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28 gennaio 1577, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Battista del fu Nicolao Muggiasca, abitante a Artore, maggio dei 15 anni e minore di 18 anni, con il consenso di Toma$$ del fu Giovanni «de Laghetto» e la madre Dolozia (?), vedova di detto Nicolao, suoi curatori, vende a Domenico del fu Antonio «de Lagheto» e Giacomo del fu Lorenzo di Artore, entrambi capenari della chiesa di S. Sebastiano di Artore, agenti a nome di detta chiesa, il diritto pascolo e alpeggio per una mucca sull'alpe di Arbino superiore con la sua cascina e il diritti di caldaia, che era stato venduto a detto Nicolao da Giacomo del fu Sebastiano «Pedrutii» di Claro al prezzo di 33 lire di terzoli il 26 marzo 1571. Inoltre il diritto di pascolo e alpeggio di mezza mucca e metà di un terzo di mucca con la sua parte di cascina, che era stato venduto a detto Nicolao da Andrea del fu Giacomo «de ?» abitante a Pedemonte al prezzo di 24 lire di terzoli il 12 maggio 1572. Il prezzo di vendita è di 54 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.q. ser Pauli p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 128 (v.n. B. VIII/5) 620 x 250 mm, righe 85. Sulla stessa pergamena figurano la vendita del 28 gennaio 1577 (righe 1-32) e la presente vendita (righe 33-85). Piccoli fori dovuti a rosicatura. S

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16 febbraio 1577, Someo

Convenzione / Pactum

L'assemblea dei vicini di Someo, convocata dal console Cristoforo di Antonio «Iohannis Andrine», e Alberto del fu Giovanni «Petrii Albertini» di Someo, caneparo della chiesa di S. Maria «del Pilastro» di Someo, con l'autorizzazione di

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Hans Weyermann («Virman») di Friborgo, podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara, stipulano una convenzione in merito al carico dell'alpe Alzasca. Essi stabiliscono che soltanto i vicini di Someo possono caricare la quota dell'alpe appartenente alla detta chiesa e che nessun vicino possa ricevere all'incanto il diritto di pascolo per poi concederlo a forestieri, sotto pena di 50 lire di terzoli. Inoltre decidono che gli stessi vicini carichino l'alpe soltanto dalla vigilia di s. Giovanni Battista (24 giugno) e regolano l'assegnazione per incanto negli anni «de fabula» e «de scomessa».

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus n., p.i.a.n., f.q. Perhini olim Iacobi Perhini de Someo Valismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 22 180 x 355 mm, righe 21. Piccole perdite di testo per abrasioni diffuse. Un piccolo foro dovuto a rosicatura nella parte inferiore destra. Regesto: Zappa, Alpigiani, p. 80.

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20 marzo 1577

Convenzione / Fryung

L'ammano e il consiglio della Val Orsera e il luogotenente del consiglio di Leventina, con il consenso di Uri in merito al dazio e al pedaggio sul S. Gottardo, si accordano sull'esenzione dal dazio e dal pedaggio («weggelt») per entrambe le parti. I somieri che conducono le merci oltre le due valli e il dazio del Piottino pagano un prezzo modico, mentre gli stranieri pagano la loro parte del dazio e del pedaggio. Infine i somieri di Uri, Svitto e Nidwalden per le merci destinate a loro sono liberi dal pagamento.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Leventina («angehenckten secretten»), annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bianca in teca lignea della comunità d'Orsera, parzialmente danneggiato. Nel campo lo scudo con l'effige dell'orso rampante con una croce sulla schiena.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 52 215 x 495 mm, righe 21.

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28 aprile 1577, Lottigna

Vendita

Davanti a Ulrich von Matt di Unterwalden, vicario di Val Blenio, Guglielmo Brunetto, console di Aquila, e Giovanni Giacomo del fu Vanino, console di Pinadee, agenti a nome proprio e dei vicini di Aquila, a seguito delle spese sostenute dai vicini per i lavori alla chiesa di S. Vittore e l'edificazione di una nuova casa per il curato ad Aquila, lavori richiesti dal Cardinal Borromeo, arcivescovo di Milano, vendono a Giovanni Domenico Cima di Dangio di un pascolo con brughe,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1302 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sassi e boschi «sotto il Rivale» nel territorio di Aquila. Il prezzo di vendita è di 40 scudi.

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo de Albertis de Lugliano publico nodaro per auctorità imperiale.

Sigillo: esistente. Sigillo aderente di cera sotto carta di Ulrich von Matt di Unterwalden, vicario di Val Blenio, attaccato con filo di canapa, la cui impronta è leggermente danneggiata. Lo scudo nel campo, recante un leone rampante sopra una freccia, sostiene un elmo con cimiero. Legenda: VLRICH * <...>

Originale; it. ASTi, Cima 44 375 x 230 mm, righe 57. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. La presente vendita è confermata il 12 settembre 1577 nel verso.

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6 maggio 1577, Someo

Arbitrato / Instrumentum arbitramenti

Bernardo del fu Giacomo «Mutii» e Martino del fu Somadino «ferarii» (?), arbitri eletti oralmente nella controversia tra Cristoforo figlio di Antonio «Andrine» di Someo, console e agente a nome del comune di Someo, da una parte, e Filippo del fu Andreolo «Tadeii», Perino del fu Giacomo «Balssarini», agente anche a nome del fratello Balsaro, i fratelli Giovanni Giacomo (notaio rogatario dell'atto), Antonio e Pietro del fu Perino «Iacobi Perhini» nonché Perino del fu Giovanni «Perhini Iacobi Perhini», tutti di Someo, dall'altra, in merito ai diritti di pascolo sull'Alpe di Tramossa, pronunciano il loro arbitrato. Essi dichiarano che i detti Filippo, Perino, Balsaro, Giovanni Giacomo, Antonio, Pietro e Perino debbano ricevere mezzo scudo d'oro per ogni fuoco di Someo e che il detto alpe dovrà essere diviso «iusta erbam et alpem», e inoltre stabiliscono le regole per il pascolo, per la fienagione e per i lavori comuni a Tramossa da parte dei vicini residenti «in montanea del Zucaro».

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus n., p.i.a.n., f.q. Perhini olim Iacobi Perhini de Someo Valismadie.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 23 340 x 245 mm, righe 34. Alcune rosicature al centro e abrasioni diffuse dell'inchiostro, con perdita parziale del testo.

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10 agosto 1577

Ordine / Ordnung und abteillung

Il landamano e il consiglio di Uri stabiliscono la ripartizione delle cariche degli alfieri e dei 4 giurati di Leventina tra sopra e sotto il Piottino, ossia un alfiere e 2 giurati per zona, iscrivendo la ripartizione negli statuti di Leventina.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento.

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Rimangono i fori per l'inserimento della corda o del filo giallo e nero con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 53 265 x 380 mm, righe 27.

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10 agosto 1577

Concessione

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta della Leventina, in merito alle tensioni per la nomina degli alfieri sopra e sotto il Piottino, confermano l'attuale alfiere o vessillifero Pietro Giudici di Giornico e il vecchio alfiere di Airolo e concedono a entrambi fare una nuova bandiera o vessillo che non sia uguale.

Cancellieri: Hector Hoffer, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri («angehenckten secrett insegell»), annunciato nella corroboratio del documento. Rimane il filo giallo e nero con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 54 310 x 455 mm, righe 26.

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12 settembre 1577

Conferma di vendita

Hans Zerach (?) di Uri, Hans Kothing (?) di Svitto e Nikolaus Leuw di Unterwalden, ambasciatori dei III cantoni, confermano la vendita del pascolo fatta dai vicini di Aquila a Giovanni Domenico Cima di Dangio.

Notaio rogatario: Iohanne Iacobo de Albertis de Lugliano nodaro.

Sigillo: esistente. Sigillo impresso sotto carta di Hans Zerach (?), attaccato con filo di canapa. Lo scudo nel campo reca lo stessa di famiglia (?) (rettangolo con un punto all'interno?). Nella corroboratio Hans Zerach sigilla in rappresentanza degli ambasciatori dei III cantoni.

Originale; it. ASTi, Cima 44 375 x 230 mm, righe 15. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. La presente conferma di vendita è scritta nel verso della vendita del 28 aprile 1577

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21 ottobre <1>577

Vendita

Giacomo «del Nigro» detto «Slochetta» , curatore degli eredi di Giacomo Bruno di Dangio, su commissione di Nicolao Cislaghi, luogotenente di Bellinzona, e mastro Giacomo Ghiringhelli di Bellinzona, entrambi curatori testamentari del minorenne Giovanni Bruno del fu mastro Giovanni Giacomo, vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, caneparo di Blenio, sedici appezzamenti di terreno a prato e campo, una pianta di castagno e una rascana nel territorio di Dangio. Un terreno è gravato da uno staio di biada da consegnare alla chiesa di Aquila. Il prezzo di vendita è di 155 scudi, 100 dei quali servono per pagare un debito con Troger di Uri.

Originale (?); it. ASTi, Cima 45 435 x 225 mm, righe 71. Il documento è mutilo della parte finale, presenta lacune dovute a rosicatura lungo le pegature e nel margine superiore, nonché gore di umidità.

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[16] [gennaio] [1578], [Baden]

Concessione di privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, su richiesta della comunità di Locarno, rappresentata da Paolo Orelli, già caneparo, e da Giovanni Battista Franciosi, cancelliere, concedono alcuni privilegi alla stessa comunità. (Frammento).

Originale (?); ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 72 340 x 255 mm, righe 67. Il frammento costituiva in origine il primo foglio di un quaderno rilegato, dal quale è stato separato mediante taglio. I principali elementi contenutistici del documento sono desunti dal testo di una copia in italiano dell'atto in ASTi, Comunità di Locarno 1/1. La data è desunta dala copia del documento in ASTi, Comunità di Locarno 1/1.

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24 novembre 1578, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Francesco del fu Stefano «Scotti» di Aquila, curatore speciale di Agnese «de Arridegiana» di Grumarone, vedova di Pietro «olim eius Francisci fratris», e di Giovanni Ambrosio, figlio di Agnese, vende a Giovanni Domenico del fu Andrea Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, tutti i beni immobili situati sul monte Toma nel territorio di Aquila e un appezzamento di terreno a campo nel detto territorio a «Sotto a Riva». Il prezzo di vendita è di 435 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus Hema f.q. domini Giannis de Solario p.i.a.n. vallis Blegnii.

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Originale; lat. ASTi, Cima 46 355 x 285 mm, righe 41. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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4 dicembre 1578, Prato [Vallemaggia]

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovanni Antonio di Filippo del fu Giovanni Antonio di Filippino Andreoli di Cevio, abitante a Locarno, procuratore di Filippo, suo padre, vende ai rappresentanti del comune di Prato Vallemaggia il diritto di pascolo per 525 bestie minute sull'alpe Soveltra, situato nella valle e nel territorio di Prato, il diritto di pascolo per 950 bestie minute sull'alpe Fontana, situato nel territorio di Prato, e la rispettiva quota di cascine, «casolerarum, vedlarum et vacharitiorum» nonché tre caldaie della capienza di 15, dieci e nove secchi. Il medesimo giorno Taddeo del fu Giovanni Martino del fu Bartolomeo «Albertoleti» di Prato, agente anche a nome dei suoi fratelli Giacomo e Lanfranco, ha rinunciato ai beni in questione, che erano stati locati in enfiteusi perpetua a suo padre Giovanni Martino l'8 luglio 1555 (cfr. ASTi, Pometta Vallemaggia 2). Il prezzo della vendita è di 14.750 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohanes p.i.a.n., f.q. Zanis Francisci de Broio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 4 700 x 415 mm, righe 108. Alcuni piccoli fori.

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11 dicembre 1578, Locarno

Conferma di vendita / Instrumentum ratificationis, affirmationis et corroborationis

Giovanni Antonio di Filippo del fu Giovanni Antonio di Filippino Andreoli di Cevio, abitante a Locarno, agente quale procuratore del padre, aveva venduto a 18 uomini di Prato, agenti a nome del detto comune, il diritto di pascolo per 525 bestie minute sull'alpe Soveltra, situato nella valle e nel territorio di Prato, il diritto di pascolo per 950 bestie minute sull'alpe Fontana, situato nel territorio di Prato, e la rispettiva quota di cascine, «casolerarum, vedlarum et vacharitiorum» nonché tre caldaie della capienza di 15, dieci e nove secchi, al prezzo di 14.750 lire di terzoli (cfr. ASTi, Pometta Vallemaggia 4). Ora il detto Filippo conferma la vendita nelle mani di Adamo del fu Guglielmo «Ardrici» e di Guglielmo di Giovanni Pietro «Gireti», entrambi di Prato e agenti a nome del detto comune.

Notaio rogatario: Iohanes p.i.a.n., f.c. Zanis Francisci de Broio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 5 480 x 380 mm, righe 67. Alcuni piccoli fori, tre dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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<...> <...> (1577-1578), Tuscolo

Dispensa matrimoniale / -

Gregorio XIII incarica il vescovo di Ve<...> di concedere dispensa matrimoniale a Paolo <...> e Vittoria <...>, legati da affinità di terzo e quarto grado, dopo aver assunto le necessarie informazioni.

Originale; lat. ASTi, Oldelli 9 .1 213 x 340 mm, righe 20. La pergamena è stata riutilizzata come copertina.

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20 gennaio 1579, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Margherita moglie di Alessio del fu Guglielmo «Mozii» di Bignasco, tutrice degli eredi del suo defunto figlio Cristoforo, con il consenso di suo marito, vende a Giacomo del fu Giovanni detto Moretto, pure di Bignasco, un appezzamento a prato con quattro alberi di castagno e una stalla, situato in territorio di Bignasco «in Curte del Monte», che detto Cristoforo aveva acquistato il 29 novembre 1572 da Zane Franzoni di Cevio. Il prezzo della vendita è di cento trenta lire di terzoli, come pattuito oralmente tra il defunto Cristoforo e l'acquirente e già versate dallo stesso. L'atto è stipulato alla presenza di Zano del fu Martino «Bernardi» di Bignasco, luogotenente di Pietro Wymann di Berna, commissario di Vallemaggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 144,1 520 x 250 mm, righe 91. Pergamena divisa in due tramite taglio orizzontale; ciascun frammento presenta numerosi forellini dovuti a rosicatura e alcune lacerazioni ai bordi.

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20 aprile 1579, Soletta (?)

Ricevuta

Il cavaliere Bernardino Ruginelli di Bellinzona dichiara di avere ricevuto nella città di Soletta da <...> «de Bugnone», consigliere del re di Francia e suo tesoriere, 220 scudi d'oro «pistolletz».

Originale; fr. e it. ASTi, Pergamene, Pometta 282 130 x 305 mm, righe 16. L'inchiostro è piuttosto sbiadito, in particolare lungo il bordo verticale destro. Alcuni piccoli fori e una

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1307 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete lacerazione nell'angolo inferiore destro. Regesto: Bsb X (1977), p. 553 (notizia parzialmente errata).

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28 maggio 1579, «Castro Rivifrigidi»

Vendita

Antonio del fu Toma di Rancate vende ad Apollonio del fu Ludovico Maggi di Rancate, agente anche a nome del fratello Muzio, una vigna con alberi situata nel territorio di Rancate «in contrada dicta Codico» e una casa situata a Rancate, al prezzo di 65 scudi d'oro. Giacomo detto Giovanni Pietro «Roceus» e Marco Vincenzi, massari «castri Rivifrigidi», dichiarano che il notaio rogatario è pubblico, legale ed autentico.

Notaio rogatario: Ioannes de Mattheis a' Rivofrigido diocesis Tiberine p. Dei gratia apostolica atque i.a.n. et in archivio urbis descriptus.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 34 x mm, righe . Alcuni piccolissimi fori.

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1 giugno 1579

Concessione / -

I landamani e i consigli dei cantoni di Uri, Svitto e Nidwalden decretano che venga costruita entro un anno una nuova sosta nel territorio di Biasca, in modo che le piene del fiume Ticino non la possano danneggiare e che sia assicurata contro i furti. La manutenzione della strada che porta alla sosta successiva, il forletto e i proventi della sosta sono confermati ai biaschesi.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 14 .1 340 x 550 mm, righe 19. La pergamena è stata riutilizzata come copertina del volume degli «Acta civilia gesta sub pretoribus Bäsler et Blaser» (in ASTi, Distretto di Riviera cart. 9), dal quale è stata staccata in occasione del restauro. Annotazione in calce al testo del 1622 relativa ad un processo.

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21 novembre 1579, Sala (Semione)

Vendita

Guido Proti detto «Scarellus» di Grumo vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, luogotenente di Val Blenio, un appezzamento di terreno a prato e campo con una pianta di castagne e una di noci nel territorio di Grumo «in Prada». Il prezzo di vendita è di 334 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano et Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 47 320 x 170 mm, righe 49. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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26 dicembre 1579, Torre

Vendita / Emptio

Giacomo Chiapuzzi di Olivone, agente a nome di Palmerio «de Palmerelis» di Ghirone abitante a Milano, e Vanetto Cima, agente a nome di Agnese vedova di «Pelli Lode» di Grumo e abitante a Milano, vendono a Giovanni di Domenico di Dangio un appezzamento di terreno a prato e campo situato a Grumo «in Isera». Il prezzo di vendita è 236 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus f.c. domini Zanini de Albertis de Lugliano Vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; it. ASTi, Cima 48 390 x 135 mm, righe 61. Alcuni fori di piccole e piccolissime dimensioni dovuti a rosicatura lungo le pieghe.

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2 gennaio 1580, Bellinzona

Rinunzia e ricevuta

Margherita Boggia, figlia del fu Giacomo Boggia di Giubiasco e moglie di Nicola «Zacharia» di Ravecchia, con il consenso del marito, rinuncia nelle mani della sorella Domenica, figlia del detto Giacomo e moglie di Donato del fu «Tone Rigutii» di Giubiasco, ai beni ereditari, affinché la sorella possa mantenere comodamente «larem et fochum» del defunto padre, e dichiara di ricevere dalla sorella Domenica 50 lire di denari.

Notaio rogatario: Ioannes Baptista Somatinni olim similiter n., habitator Bell. Notaio estraente: Ioannes Antonius Ghiringhellus f.c. domini Iacobi p.i.a.n. Bellinzone, huiusque auctoritatem explendi instrumentua rogata per c. dominum Ioannem Baptistam Somatinni olim similietr n. habitatorem Bell.

Originale estratto da imbreviature (1604 settembre 13); lat.

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ASTi, Pergamene, Bellinzonese 33 325 x 230 mm, righe 32. Rosicature lungo i margini

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21 gennaio 1580

Ratifica

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Blenio, e Giovanni Giacomo Giudici, ratificano alcuni capitoli sulla procedura giudiziara, sul pascolo comune e il «frid».

Sigillo: frammento. Sigillo («landts angehancktem insygel») della comunità di Nidwalden. Rimane una minima parte del sigillo (restaurato).

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 92 325 x 540 mm, righe 27.

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1 febbraio 1580, Broglio

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Zane del fu Giovanni «Toscanarii» di Broglio vende a Zane del fu Giacomo «Buffoni», pure di Broglio, un campo situato sui monti di Rima «ad Rivam in Rodondis» e numerosi appezzamenti a campo, prato e gerbido, alcuni con piante di castagno, situati in diverse località della campagna di Broglio, nonché una stalla coperta a piode «ad Alnedum» e tutti i suoi diritti e le sue proprietà in detta località di Alnedo, ad eccezione di due piante di castagno che si trovano «apud Ganam». Il prezzo della vendita è di 1055 lire di terzoli, che detto Zane «Toscanarii» dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 8 (= vecchio I/07) 580 x 340 mm, righe 78. Alcune sgualciture ai lati sinistro e destro.

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1580, Cavergno

Vendita / Instrumentum venditionis

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Anselmo del fu Martino di Simone Rama di Cavergno vende al comune di Cavergno la sua quota di pascolo e altri diritti da lui posseduti sull'alpe di Antabia, nel territorio di Bignasco, «a la Canevasca», «in Plano Holmi», «a Moiro», «ad curtum Antabie» e «ad Ganam Rubeam», al prezzo di 600 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Horatius n.p.i.a. constitutus f.c. domini Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 61 510 x 360 mm, righe 67. Fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle nella parte inferiore.

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21 marzo 1580, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Michele del fu Giovanni Antonio Balzarini di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Zane del fu Martino Bernardi, un campo situato nella campagna di Bignasco «in di Piett», al prezzo di 445 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Horatius n.p.i.a. constitutus f.c. domini Bernardi Franzoni de Cevio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 145 555 x 360 mm, righe 51. Un foro di grosse dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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3 giugno 1580, Faido

Sentenza / Sententia

Hans Schärer, già vicario di Leventina, Werner Jones, ambasciatori di Uri, e Martin Schick, vicario di Leventina, su richiesta di Martino Stanga di Giornico, alfiere, e Antonio «Ughusci» di Ambrì di Quinto, procuratore, eletti in parlamento e agenti a nome di tutto il paese, nella lite per l'elezione del servitore del paese, tra i vicini di Faido, da una parte, e mastro Antonio medico di Faido, Hans del Calegario di Vigera, console della vicinanza di Faido, e Gottardo Cattaneo di Faido, pubblico servitore della detta vicinanza e della comunità di Leventina, agenti a nome di tutti i vicini di Faido, dall'altra parte, pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che il servitore, «in sua lingua nominato landweybell», sia nominato tra gli uomini del paese [di Leventina], ma che per comodità sia eletto tra gli uomini di Faido, stabiliscono le modalità d'elezione e condannano entrambe le parti al pagamento di 10 lire e 10 soldi di terzoli per loro deposito e liberano entrambe le parti dalle spese giudiziarie.

Notaio rogatario: Ioanni Antonio del Monico vicino de la vicinantia de Aerolo al presente habitatore a Faydo per a.i.p.n. de Leventina et de essa comunitate.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta di Martin Schich, vicario di Leventina. L'impronta è danneggiata e risulta illeggibile.

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Originale; it. ASTi, Pergamene, Leventina 55 540 x 350 mm, righe 58.

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11 gennaio 1581, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Enrico Bonzanigo del fu Bernardino di Bellinzona, procuratore della comunità di Bellinzona, e i quattro procuratori generali della detta comunità vendono a Giovanni Antonio Bonzanigo del fu Bernardo di Bellinzona un appezzamento di terreno prativo, boschivo, sassivo e gerrivo con piante di pioppo, ontano, salice e altri generi, nel territorio di Bellinzona «ad Buschum de la Dobia», secondo l'arbitrato di Airoldo Rusca tra la comunità di Bellinzona, da una parte, e i Rusconi di Giubiasco, dall'altra, del 6 luglio 1560 (v. Bellinzonese 29) e altri due arbitrati degli arbitri Giovanni Rusca e Gabriele Rusca, del 4 luglio 1567 e 19 febbraio 1568. Il prezzo della vendita è di 500 scudi d'oro d'Italia, al computo di 12 lire e 4 soldi di terzoli per singolo scudo. Segue la ricevuta del pagamento di 500 scudi e fitti, registrata nel «libro turchino» della comunità, firmata da Giovanni Antonio Ghiringhelli, cancelliere della comunità [di Bellinzona]. Il 20 dicembre 1641, i fratelli Enrico e Giovanni Battista, figli del fu Giovanni Antonio Bonzanigo di Bellinzona, vendono al luogotenente Francesco Rusconi del fu Bernardo di Bellinzona l'appezzamento di terreno prativo, boschivo, sassivo e gerrivo, al prezzo di 200 scudi.

Notaio rogatario: Vanetus Burgus f.q. spectabilis capitanei domini Iohannis Iacobi p.i.a.n. habitatorque Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 33 .1 1300 x 300 mm, righe 160. Il documento è costituito da tre membrane cucite insieme. Il documento presenta diverse lacerazioni nel margine destro e sinistro, un foro di piccole dimensioni risalente alla lavorazione della pelle nella prima membrana e un foro dovuto a rosicatura nella terza membrana.

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4 aprile 1581, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

anni del fu Domenico Cima di Dangio, vicino di Aquila, curatore di Agnese del fu «Crementini» di Aq, vedova del fu Giovanni Pietro «del Loda» di Torre, e anche a nome di Violante figlia di Agnese, vende a Giovanni Domenico del fu Andrea di Dangio un appezzamento di terreno a prato con un albero di castagne nel territorio di Grumo «in Prato». Il prezzo di vendita è di 110 lire di terzoli, secondo la stima di Domenico Cigognini e Giacomo del Nigro detto «Slochetta» di Dangio. Il denaro è per le nozze di Violante.

Notaio rogatario: Iacobus Hema f.q. d de Solario p.i.a.n. egnii.

Originale; lat.

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ASTi, Cima 49 300 x 220 mm, righe 44. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nella parte superiore, nonché piccoli e grandi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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24 aprile 1581, Altdorf

Arbitrato / Spruch

Hans Zum Brunnen, Walter von Roll, Sebastian Tanner e Johann Jakob Troger, tutti di Uri, e Hans Waser di Nidwalden, arbitri designati dal consiglio di Uri nella lite tra Melchior Lussy di Nidwalden, Balthasar Luchsinger di Svitto e Gaspare Pusterla di Bellinzona, agenti anche a nome dei fratelli Giovanni Francesco, prete, Baldassarre, Giovanni Battista e Giovanni Aloisio del fu Nicolao Muggiasca di Como, nonché degli eredi di Tommaso Odescalchi, da una parte, e il comune di Giubiasco e Valle Morobbia, dall'altra parte, in merito allo sfruttamento di alcuni boschi della Valle Morobbia, pronunciano il loro arbitrato. Essi stabiliscono che, per un periodo di 75 anni, i primi potranno tagliare ed esportare larici e abeti dai boschi di Valmaggia, Poltrino, «Canegia», Pisciarotto e «Degnora» (ad esclusione degli appezzamenti detti «Arpozelli» e «Cantiri»), mentre potranno utilizzare legname di altro tipo soltanto per la lavorazione del ferro. Per questo dovranno versare ai detti comuni 25 corone immediatamente e altre 150 corone d'oro quando inizierà il taglio dei boschi, e inoltre dovranno costruire strade e condotte adeguate, allo scopo di evitare il trasporto del legname per via d'acqua.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Zum Brunnen, landamano di Uri, annunciato nella corroboratio del documento; rimangono la coda di pergamena con la quale era stato appeso e la teca lignea che lo conteneva.

Sigillo: esistente. Il sigillo araldico di cera bruna di Hans Waser, alfiere e landamano di Nidwalden, è parzialmente mutilo e lievemente danneggiato nell'impronta. Si riconoscono i tratto dello stemma di famiglia con un unicorno, sormontato da un secondo unicorno. Legenda: . S(IGILLUM) . IOHANES . WASER *

Originale; ted. ASTi, Comune di Giubiasco 45 600 x 800 mm, righe 54. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le pieghe, dovuti a usura. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 52.

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14 giugno 1581, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Lucrezia del fu capitano Camillo Borgo e moglie di Pietro Paolo Castiglioni di Appiano, rappresentata dai curatori generali Vanetto Borgo del fu capitano Giovanni Giacomo, da Battista Borgo del fu Bartolomeo e da Giovanni Battista Somazzi del fu Agostino, tutti di Bellinzona, vende al comune di S. Antonino e di Cadenazzo un prato con pioppi, salici, un edificio e altre piante situato nel territorio di Cadenazzo «ad Boschatium», un canone di affitto di 100 lire di terzoli pagato dai figli del fu Bernardo Rusca di Lugano oste alla Corona di Bellinzona, un altro prato situato nel territorio di Cadenazzo <...> e un altro canone <...>. Il prezzo della vendita è di 3000 lire di terzoli. La vendita avviene davanti a

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Werner Juetz di Svitto, podestà e commissario di Bellinzona.

Notaio rogatario: Baptista de Clericis f.c. ser Pauli p.i.a.n. ac n. et habitator Berinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 36 720 x 320 mm, righe 88. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Piccoli fori, lacerazioni lungo il margine destro e diffuse macchie di umidità che hanno provocato importanti sbiaditure dell'inchiostro. Regesto: Bassetti, Regesti, pp. 87-88.

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14 dicembre 1581

Sentenza

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, nella lite tra i fratelli Romolo, Giovanni Battista e Somazzo Somazzi di Bellinzona, da una parte, e il comune di Giubiasco e della Valle Morobbia, dall'altra, in merito alla decima di cui i Somazzi erano stati investiti a titolo di feudo legale dal vescovo di Como, pronunciano la loro sentenza. Essi dichiarano che i sudditi di Giubiasco e Valle Morobbia non sono più tenuti a consegnare detta decima.

Cancellieri: Niklaus Muheim, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri. Rimane solo la coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 34 365 (plica esclusa) x 770 mm, righe 31. Piccoli fori lungo le piegature e lacune macchie.

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29 dicembre 1581, Roma

Concessione

Paolo Constabile, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, concede di Bironico la facoltà e di erigere un altare e una cappellania del S. Rosario nella chiesa di S. Maria [del Prato Quadro] di Bironico.

Sigillo: deperdito. Tracce infinitesimali di cera rossa del sigillo di Paolo Constabile, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, in teca metallica, appeso con filo di seta rossa.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 22 410 (plica esclusa) x 625 mm, righe 28. Il supporto è molto indebolito; numerosi fori dovuti a guasti lungo le pieghe, sbiaditure, muffe

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1314 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete diffuse e abrasioni dell'inchiostro, che compromettono in parte la lettura. Il testo è attorniato sui lati superiore e laterale da una cornice decorata.

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30 maggio 1582, Frascati

Commissione / -

Papa Gregorio XIII incarica il vescovo di Como o il suo vicario generale «in spiritualibus» di concedere dispensa matrimoniale a Domenico di Pietro «de Mioto» e ad Antonia di Domenico «de Righetto» di Medeglia, che intendono contrarre matrimonio sebbene siano legati da consanguineità di quarto grado.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Gregorio XIII; rimangono i fori praticati nella pergamena per l'inserimento del filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 33 235 x 325 mm, righe 22. Numerosi fori di medie e grosse dimensioni provocati da rosicature di insetti.

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12 luglio 1582, Sornico

Convenzione / Instrumentum pactorum, accordi, conventionum et fabularum

I comuni di Fusio, Sornico e Prato si accordano con il comune di Peccia per la questione relativa al divieto di sradicare alberi negli alpi situati nel territorio del Comune maggiore, limitando tale divieto, valido per cinquant'anni e in seguito rinnovabile a volontà delle parti, ad alcune zone («faule»), e stabilendo per i contravventori una multa di quattro lire di terzoli per pianta, il cui ricavato verrà suddiviso tra la chiesa di S. Martino [di Sornico], il caneparo della comunità e il camparo in carica.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. Zanis Francisci de Broio

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 35 740 x 320 mm, righe 102. Due fori risalenti alla lavorazione della pelle, uno dei quali di grosse dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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23 luglio 1582

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1315 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Domenico Cima, luogotenente di Val Blenio, e Giovanni Pietro Pena, console, definiscono alcuni articoli concernenti la procedura giudiziaria.

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insigell) di cera verde in teca lignea della comunità di Nidwalden, la cui impronta è parzialmente danneggiata. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: NITATIIEE . 5 . 7.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 93 180 x 707 mm, righe 25.

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20 gennaio 1583, Sornico

Promessa / Instrumentum promissionis

I rappresentanti dei comuni di Prato, Sornico e Peccia promettono a Giovanni del fu Ielmo Ambrosini di Fusio e al console Zane del fu Zane Tommasio, agenti a nome del comune, che la parte dell'alpe di Mognola che si estende sopra il territorio di Fusio non verrà inclusa tra le aree dove vige il divieto di sradicare alberi, ma che tale divieto sarà limitato alla parte di alpe situato nel territorio del Comune maggiore.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.q. Zanis Francisci de Broio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Fusio 36 600 x 280 mm, righe 58. Un foro risalente alla lavorazione della pelle e due strappi di medie dimensioni. Regesto: Martinola, Pergamene ticinesi, p. 319.

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18 maggio 1583, Uri

Concessione di privilegi

I landamani e i consigli dei III cantoni, su richiesta di Nicola Cislago, più volte luogotenente del borgo e contado di Bellinzona, a nome della comunità di Bellinzona, in merito alla richiesta di abolizione di una serie di aggravi, concedono 21 privilegi alla stessa comunità.

Cancellieri: Bernhard von Mentlen, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. -Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimane la corda gialle e nera con cui era appeso.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde in teca lignea della comunità di Svitto, con l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1316 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete il mantello e porgerlo a un bisognoso. Legenda: S(IGILLUM) . UNIVERSI . IN . SWITZ

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Nidwalden. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + VNIVERSITATIS HOMINV(M) DE STANS ET I(N) BUCHS

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 129 (v.n. B. VIII/15) 600 (plica esclusa) x 780 mm, righe 74. piccoli fori lungo le piegature.

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27 maggio 1583, Roma (S. Pietro)

Concessione

Papa Gregorio XIII, in risposta a una supplica del rettore della chiesa parrocchiale di S. Remigio di Onsernone [a Loco], concede licenza a qualsiasi titolare di dignità ecclesiastica di riconciliare il cimitero della detta chiesa, profanato «ob sanguinis effusionem in eo factam», purché agisca con il consenso del vescovo di Como e riceva da quest'ultimo l'acqua benedetta. In calce al documento seguono le annotazioni circa il consenso dato da Giovanni Antonio Volpi, vescovo di Como, il 12 maggio [!] 1583, e la riconciliazione avvenuta ad opera dell'arciprete di Bellinzona [Pietro Caratti] il 17 agosto 1583.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo «anuli piscatoris» di papa Gregorio XIII, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni praticate nella plica per inserirvi la coda di pergamena con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. ASTi, Locarnini 1 (= cart. 1.3.4) 240 (plica inclusa) x 415 mm, righe 16. Piccole rosicature lungo le pieghe.

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1 giugno 1583, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Giacomo «de Righono» del fu Domenico di Aquila vende a Giovanni Domenico Cima di Dangio, tesoriere di Val Blenio, ogni «stantiis et stallamentis» con un orto e con un appezzamento di terreno a prato e campo, con l'onere di occuparsi della «porteliam», nel territorio di Aquila «ad domum illorum de Righono». Nell'appezzamento ci sono due rascane e Giovanni Giacomo «Butius» non può aprire la «porteliam» o «sciosentam canzelli» per andare sui beni dell'acquirente. Il prezzo di vendita è di 1400 lire di terzoli, secondo la stima di Giovanni Cima e Giovanni Giacomo «Brolium».

Notaio rogatario: Iacobus Hema f.q. domini Giannis de Solario p.i.a.n. vallis Blegnii.

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Originale; lat. ASTi, Cima 50 345 x 255 mm, righe 44. Un foro risalente alla lavorazione della pelle nel margine inferiore, nonché piccoli e medi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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3 settembre 1583

Vendita

Giovanni Giacomo «Brolio» del fu mastro Martino «de Deghalo» e Dionisia del fu Guidino «del Casserio», moglie di Giovanni Giacomo, con il consenso («con volontà») di mastro Guglielmo «de Brunetti de Deghalo», curatore di detta Dionisia, e della moglie Dionisia, vende a Giovanni Domenico del fu Andrea Cima di Dangio un appezzamento di terreno a campo e prato con vigna nel territorio di Aquila «a Bola sotto la casa de ditto mastro Ioanne Iacomo». (Il prezzo di vendita è di 1400 lire di terzoli.)

Originale (?); it. ASTi, Cima 51 165 x 260 mm, righe 26. Mutilo della metà inferiore asportata mediante taglio. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. Croce nel margine superiore.

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15 gennaio 1584, Brontallo

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Guglielmo del fu Alessio «Pescatoris» di Bignasco, a nome suo e di suo fratello Giacomo, vende a Giovanni del fu Giovanni «Zanelli» di Menzonio, console del comune di Menzonio e Brontallo e agente a suo nome, diritti di erba e pascolo per due vacche meno un'unghia sull'Alpe di Serenello, situato in territorio di Bignasco, con la loro parte contingente di prati, cascine, stanze e medari. Il prezzo della vendita è di 440 lire di terzoli che il venditore dichiara di aver ricevuto.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n. f.q. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 15 (= vecchio I/15) 610 x 270 mm, righe 76. Pergamena arrotolata.

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30 gennaio 1584, Baden

Conferma di sentenza / -

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Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta delle parti confermano una sentenza pronunciata in precedenza da Ludwig Pfyffer di Lucerna, Peter a Pro di Uri, Caspar ab Yberg di Svitto e Hans Waser di Nidwalden nella lite tra la comunità di Locarno, da una parte, e il comune di Aurigeno in Vallemaggia, dall'altra [in merito ai rispettivi diritti nella zona dei monti di Dunzio].

Sigillo: esistente. David Tscharner di Berna, landvogt di Baden

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 64 279 x 450 mm, righe 20. Il documento è intaccato da numerose e diffuse macchie marroni.

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6 maggio 1584

Ratifica

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Antonio Giudice, luogotenente e vessillifero di Val Blenio, Ambrogio Guidotto, tesoriere di Val Blenio, e Enrico Scopino, agenti a nome della comunità di Val Blenio, ratificano gli statuti e i privilegi di Val Blenio concernenti la procedura giudiziaria.

Cancellieri: Sebastian Heinrich Tresch, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo in cera bruna in teca della comunità di Uri («landts secret insigel») appeso a una coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILLVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 98 390 x 620 mm, righe 38.

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30 giugno 1584, Baden

Conferma di concessione / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta di Francesco Donada, rettore dell'ospedale di Locarno, confermano allo stesso ospedale il diritto di incassare gli indennizzi pagati dai mercanti per i danni provocati ai terreni dalla flottazione del legname lungo il fiume Ticino e nel lago di Locarno, assegnatogli dal consiglio della comunità locarnese.

Sigillo: esistente. David Tscharner di Berna, landvogt di Baden

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Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 65 295 x 585 mm, righe 24. Piccoli fori nelle pieghe.

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12 dicembre 1584, Lottigna

Arbitrato / Instrumentum arbitramentorum

Nella lite tra mastro Ambrogio Bruno, servitore e console di Dongio, agente a nome di detta vicinanza, da una parte, e Giovanni Duretto notaio e console di Corzoneso e Antonio Boglione, console di Leontica, agenti a nome delle rispettive vicinanze, dall'altra parte, in merito al mantenimento della strada sotto il «Sasso di Dongio» e alla pezza comune, Hans Gamma di Uri, vicario di Val Blenio, arbitro eletto, conferma la precedente sentenza del vicario Zelger del 28 luglio 1584 e il godimento della pezza comune, dal fiume Brenno verso il «Sasso di Dongio», anche a quelli di Dongio, dichiara che quelli di Corzoneso e Leontica non possono proibire il godimento del pascolo («infabrare») e infine condanna quelli di Dongio a pagare 6 scudi, anziché i 12 richiesti, ai vicini di Corzoneso e Leontica.

Notaio rogatario: Iacobus Hemma f.q. domini Giannis de Solario p.i.a.n. et scriba communitatis Blegnii.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Blenio 94 390 x 280 mm, righe 42.

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1582-1584, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento di una vendita di beni in cui si rilevano: il prezzo di vendita di 1100 lire di terzoli, la sottoscrizione notarile e l'autorizzazione di Balthasar Zelger, vicario di Val Blenio.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Balthasar Zelger di Unterwalden, vicario di Val Blenio, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; it. ASTi, Cima 63 160 x 245 mm, righe 20. La pergamena è utilizzata come copertina del volume "Memorie per colonna di mio spendere. Io Vincenzo Cima. 20 novembre 1790. Per avere e non dare. Aleluia". La membrana è mutila della parte iniziale asportata mediante taglio. Fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura. Nel verso annotazioni di calcoli.

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3 settembre 1585, Roma

Costituzione di curatore / -

Su richiesta di Giulio Casnedo, tutore di Vittoria e Prudenza Faziani figlie ed eredi del fu Marco Antonio Faziani e di Lavinia Naccarina, Sigismondo Giotto, secondo collaterale della curia del Campidoglio, costituisce Antonio Franchi della Spezia quale curatore delle dette Vittoria e Prudenza, affinché si possa procedere alla vendita di due case loro appartenenti.

Notaio sottoscrittore: Franciscus Bagallettus curie causarum camere apostolice n. Notaio rogatario: Dionisius Seraptus curie Capitolii n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 27 (= cart. 289, nr. 8) 225 x 170 mm, righe -. Fascicolo di 14 ff. scritti nel recto e nel verso, che comprende la costituzione di curatore del 3 settembre 1585, la vendita del 13 settembre 1585 e la rinunzia del medesimo giorno.

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13 settembre 1585, Roma

Vendita / -

Giulio Casnedo, tutore e agente a nome di Vittoria e Prudenza del fu Marco Antonio Faziani, vende ad Aurelio Pusterla di Como, «romanam curiam sequens», due case situate a Roma nella regione del Ponte, in via dell'Orso e presso la piazza di S. Apollinare, nella via detta la Stufa delle Donne. Il prezzo convenuto è di 4630 scudi (10 giulii), di cui 4000 dovranno essere impiegati per la restituzione della dote di Lavinia Naccarina, madre delle dette Vittoria e Prudenza e vedova del loro padre, e il resto per il pagamento di certi censi istituiti a suo tempo da Battista Faziani di Calusco nella diocesi di Ivrea, padre del detto Marco Antonio. La vendita è stipulata in presenza e con il consenso di Sigismondo Giotto, secondo collaterale della curia del Campidoglio.

Notaio rogatario: Dionisius Seraptus curie Capitolii n. Notaio sottoscrittore: Franciscus Bagallettus curie causarum camere apostolice n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 27 (= cart. 289, nr. 8) 225 x 170 mm, righe -. Fascicolo di 14 ff. scritti nel recto e nel verso, che comprende la costituzione di curatore del 3 settembre 1585, la vendita del 13 settembre 1585 e la rinunzia del medesimo giorno.

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13 settembre 1585, Roma

Rinunzia / -

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Davanti a Sigismondo Giotto, secondo collaterale della curia del Campidoglio, Lavinia del fu Andrea de Naccarinis di Roma, della regione di Campo di Marte, rinuncia in favore di Aurelio Pusterla ad ogni diritto sulle due case vendute il giorno stesso allo stesso Aurelio da Giulio Casnedo, tutore di Vittoria e Prudenza figlie della detta Lavinia.

Notaio rogatario: Dionisius Seraptus curie Capitolii n. Notaio sottoscrittore: Franciscus Bagallettus curie causarum camere apostolice n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 27 (= cart. 289, nr. 8) 225 x 170 mm, righe -. Fascicolo di 14 ff. scritti nel recto e nel verso, che comprende la costituzione di curatore del 3 settembre 1585, la vendita del 13 settembre 1585 e la rinunzia del medesimo giorno.

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16 gennaio 1586

Conferma di esenzione / -

I landamani e i consigli di Uri, Svitto e Nidwalden, su richiesta di Giovanni «Feger» di Cresciano, caneparo di Riviera e agente in nome della stessa comunità, confermano l'esenzione dal dazio di Bellinzona per tutte le merci importate o esportate dai rivieraschi e ribadiscono che ogni abuso a tale riguardo da parte di questi ultimi dovrà essere punito secondo le norme vigenti.

Cancellieri: Niklaus Muheim, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento; rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 15 325 x 630 mm, righe 14. Fori di piccole dimensioni specie lungo le pieghe.

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16 gennaio 1586

Conferma di esenzione

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Pietro Pena, luogotenente di Val Blenio, e Giacomo Cima, landscriba di Val Blenio, agenti a nome della stessa comunità, confermano l'esenzione dal dazio di Bellinzona per tutte le merci e ribadiscono che ogni abuso a tale riguardo dovrà essere punito secondo le norme vigenti.

Cancellieri: Niklaus Muheim, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni per l'inserimento della coda di pergamena con cui era appeso.

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Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 95 260 (plica esclusa) x 610 mm, righe 16.

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20 gennaio 1586, Bignasco

Vendita / Instrumentum venditionis, dati et cessionis

Giovanni del fu Giovanni Alessini di Bignasco vende al comune di Bignasco, rappresentato dal console Giovanni del fu Bignasco Todeschi, il diritto di pascolo per due mucche sull'alpe Formazzolo, situato in valle Bavona «in Calnegia», al prezzo di 250 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. Zanis Francisci de Broio Vallis Lavizarie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Patriziato di Bignasco 146 380 x 180 mm, righe 82. Fori e lacerazioni; il supporto membranaceo è molto accartocciato a seguito dell'esposizione a una forte fonte di calore.

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17 ottobre 1586, Baden

Conferma di ordine

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, su richiesta del capitano Giovanni Franzoni e del caneparo Martino «Sager», agenti a nome della comunità di Vallemaggia, confermano un ordine emanato dai consoli del consiglio valligiano riguardo all'elezione di un interprete da parte della comunità all'arrivo di ogni nuovo landvogt.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Hans Conrad Escher (vom Glas) di Zurigo, landvogt di Baden, parzialmente danneggiato lungo il bordo con perdita di una piccola parte della legenda su cartiglio. Lo scudo nel campo, recante un boccale sormontato da una stella a sei punte, sostiene un elmo con cimiero che riprende le figure dello stemma. Legenda: S(IGILLVM) . HAN<...... >NRAT . ESCHER

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 75 280 x 345 mm, righe 25. Due piccoli fori nella parte superiore.

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29 ottobre 1586, Bellinzona

Vendita

Domenico del fu Bernardo Bassarini di Pianezzo in Val Morobbia vende a Domenico Margaritello del fu Gianni Tognini, mastro Pietro del fu Guglielmo «Giappatii», Ambrogio del fu Domenico detto «Sgiode» <...>, Antonio del fu Gianni «del Hovo» e mastro Gianni del fu Domenico Beriotti, tutti di Pianezzo, procuratori generali della vicinanza di Val Morobbia e agenti a nome della stessa, un sedime di un torchio «cum suis arbore, virga, lapide, secto, pedigiis, statiis et aliis edifficiis tali artificis» con tinello coperto di piode e costruito i sassi e calce, nel territorio di Val Morobbia «ad Balium». Il prezzo di vendita è di 2000 lire di terzoli. Inoltre le parti pattuiscono di poter edificare a spese dei compratori su detto sedime e di potersi appoggiare al frontone in ogni tempo eccetto dal periodo della vendemmia alla torchiatura. Inoltre viene concesso un diritto di passo al venditore.

Notaio rogatario: Ioannes Baptista Somatinni olim similiter n.p. Belinzone. Notaio estraente: Ioannes Antonius Ghiringhellus f. domini Iacobi p.i.a.n. Belinzone, habensque auctoritatem explendi instrumenta rogata per nunc c. dominum Ioannem Baptistam Somatinni olim similietr n. habitatorem Belinzone.

Originale estratto da imbreviature; lat. e it. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 35 465 x 225 mm, righe 65. La pergamena è mutila del lato sinistro, asportato mediante taglio. Foro risalente alla lavorazione della pelle e rosicature lungo i margini.

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2 dicembre 1586, Baden

Ordini / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, rendono noti gli ordini approvati dai cantoni per ovviare agli abusi riscontrati nel governo dei baliaggi: tali ordini riguardano il divieto di acquistare la carica di balivo, la procedura per la fissazione delle multe, il divieto per gli ufficiali e per i rappresentanti dei cantoni di ricevere doni oltre agli emolumenti stabiliti per i loro atti, la proibizione per i rappresentanti dei sudditi di perseguire interessi personali negli atti pubblici, la procedura dei ricorsi in appello contro le sentenze del landvogt e la proibizione per il sindacato di modificare le sentenze dei cantoni. Essi ordinano infine alla comunità di Locarno di presentare alla dieta confederata una proposta di revisione degli statuti, che risultano tuttora risalire all'epoca dell'appartenenza al ducato di Milano.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Hans Conrad Escher (vom Glas) di Zurigo, landvogt di Baden; rimane solo l'incisione nella pergamena, attraverso la quale passava la coda di pergamena con cui esso era fissato.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 66 345 x 635 mm, righe 42. Due piccoli fori nelle pieghe. Regesto: Heusler, Die Rechtsquellen des Cantons Tessin, fasc. 2, p. 6, nr. 35; p. 9, nr. 64; p. 10, nr. 72; pp. 31-32, nr. 226.

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30 dicembre 1586, Sornico

Patti e convenzioni / Instrumentum conventionum

Nella controversia tra il comune di Broglio, da una parte, e il comune di Sornico, dall'altra, in merito all'Alpe Brunescio, che gli uomini di Sornico pretendono, basandosi su antichi documenti, di poter godere in esclusiva da metà settembre a metà maggio, Giacomo del fu Giacomo «Francissi», console di Broglio, Francesco del fu Zane fu Giacomo «Francissi», Giovanni de fu Giacomo «Buffoni» e Francesco di Giovanni «Francissi», delegati del comune di Broglio, da una parte, e Giovanni di Adamo «Mandolfini», console di Sornico, Giacomo del fu Zane «Mandolfini», Zane del fu Giovan Pietro «Barogii» e suo fratello Barogino, delegati del comune di Sornico, dall'altra, addivengono ai seguenti patti: limitatamente alla porzione dell'alpe che si trova sul territorio comune di Broglio e Sornico (esclusa cioè quella che spetta solo a Sornico) gli uomini di Sornico concedono a quelli di Broglio il diritto di pascolare e raccogliere strame, fieno e legna, riservandosi tuttavia il diritto di procedere contro quelle persone che non rispetteranno le consuetudini; per il rilascio di questa concessione i delegati di Sornico dichiarano di aver ricevuto da quelli di Broglio la somma di 15 scudi d'oro d'Italia. Fatto al cospetto di Pietro «Pedrino» e di Ulrico Tulliger (Dulliger) di Lucerna, commissario di Valmaggia e Lavizzara.

Notaio rogatario: Ioannes Iacobus Puteus f.q. domini Gullielmi de Zumano p.i.a.n.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico circolare di Ulrich Dulliker di Lucerna, commissario di Vallemaggia e Lavizzara, in cera bruna, di circa 32 mm, appeso a una doppia coda di pergamena; lo scudo nel campo porta l'arma di famiglia (due pale da fornaio incrociate davanti a un bastone da pellegrino) ed è sormontato da un elmo con cimiero. Legenda: S(IGILLUM) * VLRICH * DVLICR

Originale; lat. Archivio Patriziale Broglio 8 (= vecchio II/08) 490 x 315 mm, righe 56. Un forellino risalente alla lavorazione della pelle nella parte inferiore e numerosi fori di piccole dimensioni lungo le piegature. Il documento è datato secondo lo stile della natività.

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14 febbraio 1587, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Domenico del fu Giacomo «de Duchino», Pietro del fu Giacomo «de Bariono», agente anche a nome del fratello Domenico, Antonio del fu Giovanni «de Comino», Giovanni del fu Domenico <...>, tutti di Giubiasco, Donato del fu Antonio «de Saxo Pia» di Valle Morobbia, agente anche a nome di Giacomino Filippini di Rivera, erede di Giacomino Rossi di Pianezzo, vendono ai rappresentanti del comune di Valle Morobbia le rispettive quote di un sedime con torchio situato a Giubiasco «ad Pasquarium», corrispondenti ai tre quarti del detto sedime, al prezzo di 1687 lire e cinque soldi di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 253 570 x 220 mm, righe 61. Un piccolo foro nella parte iniziale e rosicature diffuse lungo tutto il margine sinistro.

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11 settembre 1587, (Bellinzona)

Concessione di porto d'armi / Erlouptnus

Martin Epp di Uri, Fridolin Horat di Svitto e Kaspar Lussi di Nidwalden, ambasciatori dei III cantoni riuniti per il sindacato di Bellinzona, concedono agli abitanti di Isone, rappresentati dal console Domenico «Binhieschg» e da quattro altri uomini, di portare armi da fuoco a propria difesa contro le incursioni di persone armate di Cavargna e Valcolla, dopo che il landvogt di Bellinzona ha assolto alcuni isonesi accusati di aver ucciso quattro persone giunte in quel comune dai detti territori per perpetrarvi furti e altri misfatti.

Cancellieri: Andreas Wispell di Svitto, Bellinzona (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde, recante l'arma personale di Hieronymus Ulrich di Svitto, landvogt di Bellinzona. L'impronta è difettosa nella leggenda. Legenda: S(IGILLVM) . IERONI . VLRICH.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Comune di Isone 26 235 x 300 mm, righe 31. Lievi abrasioni lungo le piegature.

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12 settembre 1587

Conferma / Bestetigung

I landamani e i consigli di Uri, Svitto e Nidwalden confermano l'elezione del vessillifero della Riviera, fatta dalla comunità nella persona di Pietro Pellanda, figlio del luogotenente e cavaliere [Giovanni Battista] Pellanda di Biasca.

Cancellieri: Niklaus Muheim, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento; rimane la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 16 315 x 370 mm, righe 21. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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22 settembre 1587, Bellinzona

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Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Giovanni e gostino, figli del fu Stefano «de Toronzellis de Catelano», abitanti fuori Porta Nuova a Bellinzona, vendono a mastro Simone del fu Pietro «della Mengha», console, Donato del fu <...>rono, Donato del fu Bertramo Scalvini, procuratori del comune di Giubiasco, e onio del fu Gianni «de Zanatio» di Loro, Pietro del fu Guglielmo «della Palanchina», Domenico del fu Gianni «dell'Antognino» e Ambrogio del fu Domenico detto «Gisser» di Melera, abitante a Giubiasco, consoli e procuratori di Val Morobbia, tutti agenti a nome dei comuni di Giubiasco e Val Morobbia, metà «diviso» dell'Alpe Pisciarotondo («de Pezio Rotondo et de Stavello») nel territorio di Bellinzona. Il prezzo della vendita è di <.>50 scudi d'oro.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 36 535 x 190 mm, righe 67. Il documenti è privo della parte sinistra, asportata mediante taglio, e manca l'inizio di ogni riga.

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7 dicembre 1587, Dangio

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Ambrosio «Domenghetti» di Dangio, agente a nome proprio e della moglie Caterina del fu Giacomo Protti di Torre, vende a Giovanni figlio di Giovanni Domenico Cima di Dangio, agente a nome proprio e del padre, un appezzamento di terreno a campo nella campagna di Aquila «ad Piottas Padelle/Pudelle». Il prezzo di vendita è di 1<5>5 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus Hema f.q. domini Giannis de Solario p.i.a.n. vallis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Cima 52 270 x 195 mm, righe 36. Due grandi fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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4 luglio 1589, Baden

Conferma di elezione / Bestätnusbrief

Gli ambasciatori dei XII cantoni confermano l'elezione di Giovanni Angelo Franzoni quale landscriba di Vallemaggia, fatta dai comuni e dai consiglieri della valle.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in culla di cera bianca di Christoph Imhof di Uri, landvogt di Baden. L'impronta è parzialmente danneggiata; si riconosce lo scudo nel campo recante l'arma di famiglia (croce formata da quattro pale). Legenda: S(IGILLVM). CRTOFFEL . IM<...>

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Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 67 330 x 385 mm, righe 29. Piccolissimi fori lungo le pieghe.

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3 ottobre 1589, Bellinzona

Sentenza / Instrumentum sententie seu laudi

L'arciprete della chiesa collegiata di S. Pietro di Bellinzona, delegato dal vicario generale del vescovo di Como, pronuncia la sua sentenza nella causa tra i vice curati della chiesa di S. Maria di Giubiasco, i preti Giovanni Duchino, ora defunto, e Giacomo «de Gianeto», da una parte, e Domenico del fu Maffeo «del Isepo del Monte» del territorio di Valle Morobbia, agente anche a nome di Maffeo, Giacomo e Stefano «del Monte», dall'altra, relativa ad alcuni beni immobili che il fu Giovanni del fu Giuseppe «del Monte» aveva lasciato nel suo testamento alla chiesa di Giubiasco. Il detto gudice ordina ai detti Domenico, Maffeo, Giacomo e Stefano a pagare ogni anno in perpetuo 30 soldi imperiali al vice curato della detta chiesa, e questi dovrà celebrare ogni anno due messe sul sepolcro del testatore e dei suoi genitori.

Notaio rogatario: Ioannes Antonius Ghiringhellus f. domini Iacobi p.i.a.n. Belinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 46 390 x 215 mm, righe 48. Macchie, tagli e lacerazioni in particolare lungo tutto il margine destro. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 52-53.

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13 novembre 1589, Sornico

Vendita / Instrumentum venditionis

Giovanni Orelli del fu Gerolamo di Locarno vende a Giovanni del fu Giovanni Maria del fu Giovanni Lafranchi e a Giovanni del fu Giovanni Scolari, entrambi di Prato e agenti a nome del detto comune, il diritto di pascolo per 47 bestie minute sull'alpe Soveltra, situato nella valle di Prato, al prezzo di 47 scudi d'oro d'Italia.

Notaio rogatario: Iohannes p.i.a.n., f.c. Iohanneti olim Iohannis Lafranchi de Prato Vallis Lavizarie.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Broglio 6 430 x 280 mm, righe 43. Inchiostro sbiadito nella parte iniziale e alcuni piccoli fori.

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<...> <...> 1589, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento di un atto di vendita del diritto di caricare con 14 capi di bestiame l'alpe di Pisciarotondo in Valle Morobbia, dell'uso di una stalla e di una cascina nonché degli utensili alpestri, al prezzo di 504 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri, p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 32 540 x 210 mm, righe 56. Gravi lacune provocate da microorganismi, in particolare nella parte iniziale; uno strappo nell'angolo inferiore destro.

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26 febbraio 1590, Dangio

Relazione di licenza / Instrumentum relationis

Il notaio rogatario Giovanni Stefano Hema riferisce che l'assemblea dei vicini di Largario, convocata su richiesta di Giovanni Antonio del fu Martino «Cienzino», console della terra di Largario, ha concesso la licenza a Giovanni del fu Giovanni Domenico Cima di poter stare con le proprie bestie nel «tegio de Toma», eccetto nei due mesi di luglio e agosto.

Notaio estraente: Ioannes Stephanus Hemma f.q. domini Ioannis Antonii n. de Solario p. apostolica imperialique a.n. Vallis Blegnii.

Originale estratto da imbreviature; it. ASTi, Cima 53 325 x 210 mm, righe 38. Grosso foro lungo la piegatura sinistra, dovuto a rosicatura.

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<...> <...> 1590, Sementina

Vendita / Instrumentum venditionis

L'assemblea dei vicini di Piancalardo, convocata per ordine del console Alessio del fu Giovanni «de Gianatio», vende a cinque uomini di Monte Carasso, abitanti a Sementina e agenti a nome di tutti quelli di Monte Carasso che abitano a Sementina, un canone di 50 lire di terzoli che i detti acquirenti dovevano versare annualmente al comune di Piancalardo in base ad un arbitrato pronunciato da Antonio Ghiringhelli di Bellinzona l' 11 maggio 1532. Il prezzo della vendita è di 1000 lire di terzoli, delle quali 700 devono essere consegnate a Francesco Cusa del fu Giovanni Pietro di Bellinzona come stabilito in un riconoscimento di debito, 100 ad Antonio sarto del fu Martino Righini per un debito contratto nei suoi confronti dal comune di Piancalardo e le restanti 200 da versare nelle mani dei rappresentanti del detto comune.

Notaio rogatario: Gabriel Ruscha f.c. domini Andree p.i.a.n. ac n. et habitator Bellinzone.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 254 840 x 290 mm, righe 96. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Numerosi fori, macchie e diffuse sbiaditure su tutto il documento, ma in particolare nella parte iniziale.

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13 dicembre 1591

Sentenza / -

Peter Gisler di Uri, commissario di Bellinzona, pronuncia la propria sentenza nella lite tra la comunità di Leventina, da una parte, e le comunità di Sementina e Monte Carasso, dall'altra, circa la tariffa del trasporto sul fiume Ticino. Il commissario conferma una sua precedente sentenza con la quale aveva ordinato agli uomini di Sementina e Monte Carasso di non aumentare di metà l'importo della detta tariffa da loro riscossa.

Cancellieri: Wilhelm von Mentlen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera sotto carta di Peter Gisler, commissario di Bellinzona. Nel campo scudo, con l'arma di famiglia (croce), sormontato di cimiero. La legenda risulta illeggibile.

Originale; ted. ASTi, Distretto di Leventina 190 485 x 320 mm, righe 50. Alcuni fori lungo le pieghe.

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1 (?) giugno 1592

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri, appeso con cordone giallo e nero. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILLVM + TOTIVS + COMVNITATIS + VRANIE.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bianca in teca lignea della comunità di Nidwalden, attaccato con cordone bianco e rosso. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + S(IGILLVM) . VNIVERSITATIS HOMINV(M) DE STANS ET I(N) BUCHS

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Svitto, rimangono i fori per il cordone al quale era appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 56

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335 x 535 mm, righe 33. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura, nonché sbiaditure dell'inchiostro in particolare nella parte centrale.

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20 luglio 1592, Cavergno

Patti e convenzioni e ricevuta / Patti et conventioni

Nella lite tra il comune di Cavergno, rappresentato dal console Zane del fu «Iacomino Zanino» e da altri uomini, da una parte, e il comune di Menzonio e Brontallo, rappresentato dal console «Gioanino del Fioro da Brontallo» e da altri tre uomini, dall'altra, in merito al territorio di Val Sorda, i rappresentanti di Cavergno ritirano l'appello contro una precedente sentenza pronunciata da Theodor Russinger di Basilea, potestà e commissario di Valmaggia e Lavizzara, e, assieme a quelli di Menzonio e Brontallo, convengono quanto segue. Essi ratificano tutte le convenzioni, i patti e le sentenze precedenti, stabiliscono i confini dei rispettivi territori, delimitano una porzione di territorio comune e fissano le regole per la sua gestione e stabiliscono norme sulla taglia e sulla manutenzione delle strade. I delegati di Cavergno dichiarano infine di aver ricevuto da quelli di Menzonio e Brontallo 54 scudi d'oro a completa tacitazione delle divergenze.

Notaio rogatario: Giovanni Iacobo Pozo habitante a Cevio nodar publico imperiale di Vallemagia Notaio rogatario: Giovanne Martinivee notario publico de Bugnascho de Vallemadia

Originale; it. Archivio Parrocchiale Brontallo 16 (= vecchio I/17) 600 x 395 mm, righe 63. Due grandi fori risalenti alla lavorazione della pelle, alcuni forellini dovuti a rosicatura. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 17 (= vecchio I/16)

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20 luglio 1592, Cavergno

Patti e convenzioni e ricevuta / Patti et conventioni

Nella lite tra il comune di Cavergno, rappresentato dal console Zane del fu «Iacomino Zanino» e da altri uomini, da una parte, e il comune di Menzonio e Brontallo, rappresentato dal console «Gioanino del Fioro da Brontallo» e da altri tre uomini, dall'altra, in merito al territorio di Val Sorda, i rappresentanti di Cavergno ritirano l'appello contro una precedente sentenza pronunciata da Theodor Russinger di Basilea, potestà e commissario di Valmaggia e Lavizzara, e, assieme a quelli di Menzonio e Brontallo, convengono quanto segue. Essi ratificano tutte le convenzioni, i patti e le sentenze precedenti, stabiliscono i confini dei rispettivi territori, delimitano una porzione di territorio comune e fissano le regole per la sua gestione e stabiliscono norme sulla taglia e sulla manutenzione delle strade. I delegati di Cavergno dichiarano infine di aver ricevuto da quelli di Menzonio e Brontallo 54 scudi d'oro a completa tacitazione delle divergenze.

Notaio rogatario: Giovanni Iacobo Pozo habitante a Cevio nodar publico di Valmagia Notaio rogatario: Giovanni de Marti Vee da Bugnasco notar publico di Valmagia Notaio autenticante: Giovanni Iacobo Pozo habitante a Cevio nodar publico di Valmagia

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Copia autentica; it. Archivio Parrocchiale Brontallo 17 (= vecchio I/16) 455 x 355 mm, righe 54. Pergamena arrotolata; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle, numerosi forellini e un foro dovuti a rosicatura; lacerazioni con perdita di materia lungo il margine sinistro, abrasioni e macchie. Altri esemplari: Archivio Parrocchiale Brontallo 16 (= vecchio I/17)

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1 agosto 1592

Conferma

Bartolomeo Gehrig di Uri, vicario di Val Blenio, in merito al possesso e alla facoltà di alienare la stalla costruita a suo tempo da Giovanni Domenico Cima a «Egrozotto ossia in Cavallo», conferma che i fratelli Giovanni e Paolo, agenti anche a nome del fratello Andrea, tutti figli di Giovanni Domenico Cima, possono disporre della stalla senza nessuna condizione della vicinanza di Aquila.

Notaio scrivente: Iacobus Hema scriba Vallis Blegnii.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera sotto carta di Bartholomäus Gehrig/Geering di Silenen (Uri), vicario di Val Blenio, è attaccato con filo di canapa. Nel campo lo stemma personale (insegna? impiantata su erba), sormontato da un cimiero. Legenda: S(IGILLUM) * BARTOLO * GERG.

Originale; it. ASTi, Cima 42 515 x 315 mm, righe 80. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura. Composto da due pergamene cucite assieme con filo di canapa. Sulla prima membrana figura la licenza del 3 maggio 1575 (righe 1-56), mentre sulla seconda figura la presente conferma (righe 57-80).

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14 settembre 1593, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

I rappresentanti del comune di Garzeno in pieve di Dongo vendono al comune di Valle Morobbia e al comune di Giubiasco, rappresentati dai rispettivi consoli e sindaci, l'alpe di Fossada, situato nel territorio di Valle Morobbia «ad Fossatam», con le stalle, le cascine e i boschi, al prezzo di 2000 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 47 425 x 385 mm, righe 46. Inchiostro a tratti sbiadito, alcune macchie e un grosso foro risalente alla lavorazione della pelle nonché altri

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1332 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fori piccolissimi. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, p. 53.

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7 febbraio 1594, Giornico

Convenzione / Instrumento de acordii, patti et conventioni

Giovanni Pellanda, console di Biasca, e Giovanni Pietro Pellanda, alfiere e cancelliere della Riviera, da una parte, e Martino Varesi di Faido, per i quattro giurati di Leventina, e il notaio Giovanni Giacomo Bullo di Faido di Leventina, cancelliere di Leventina, si accordano in merito al dazio e al forletto. Essi stabiliscono che quelli di Leventina sono esenti dal pagamento del dazio, del forletto e di altre tasse per le merci loro destinate o che fanno condurre verso l'Italia o verso i paesi tedeschi (Alemagna), eccetto l'uso della sosta. Definiscono che quelli di Leventina sono tenuti al pagamento del dazio e del forletto per le merci dei forestieri che conducono con le proprie bestie oltre il loro territorio e quello dei III cantoni, dai paesi tedeschi verso l'Italia, per 3 soldi a Biasca e mezzo imperiale per ogni soma. Quelli di Biasca sono liberi da ogni dazio e forletto che conducono per la Leventina verso i paesi tedeschi, eccetto il dazio di Uri «in Morascho» e il pagamento delle soste, e infine quelli di Biasca, che conducono merce forestiera fuori dai III cantoni, sono tenuti al pagamento del forletto, come quelli di Leventina.

Notaio rogatario: Giovanni Iacobo Bullo f. q. del signore capitaneo Pietro Bullo de Faydo, per apostolicha et i.a.p.n. et cancelliere de Leventina.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Leventina 57 580 x 405 mm, righe 43.

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14 aprile 1594, Grumo

Vendita / Instrumentum venditionis

Battista del fu «Vatinis Ughetti» di Grumo, curatore e tutore di Giovannina sua nipote, del fu Giacomo suo fratello, vende a Vanetto del fu Bartolomeo «Hirie» di Dangio tre appezzamenti di terreno a prato nel territorio di Grumo «in Prato», metà di una stalla da fieno «in porta Posteriori» con legni e tegole. Il prezzo di vendita è di 268 lire di denari terzoli, 167 delle quali sborsate prima della morte del padre della minore, che era a Milano, per debiti insoluti.

Notaio rogatario: Gianallus f.q. domini Simonis Gianallis loci de Castro vallis Blenii p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Cima 54 290 x 230 mm, righe 42. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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2 settembre 1594

Sentenza

Il giudice e il Tribunale dei quindici di Uri, su richiesta di Martino Varesi, l'alfiere Marino Stanga e l'alfiere Baldassare Bullo, agenti a nome della valle Leventina, da una parte, e Martin Müller, ammano e alfiere, il già ammano Christen, l'ammano Symmen e lo scriba Gerig Chatrin, agenti a nome della valle Orsera, dall'altra, entrambi rappresentati dai loro procuratori nella lite in merito al pascolo dei cavalli, stabiliscono che quelli di Leventina possono attraversare la valle Orsera con i propri cavalli, in inverno ricevono un riparo per un canone e possono acquistare il necessario, in estate sono tenuti a segnare i cavalli e a indicare quanti giorni e notti, pagando 20 scellini e dopo due notti 15 «angster» per ogni cavallo. Infine annullano le precedenti sentenze e condannano entrambe le parti al pagamento delle spese giudiziarie.

Cancellieri: Matthias Grüninger, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea di Peter Gisler, luogotenente e vessillifero di Uri. Nel campo lo scudo, con l'arma di famiglia (spada), è sormontato da un elmo con cimiero in forma di leone che regge un medaglione con la croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Legenda: S(IGILLUM) * PETER * GISLER

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 58 340 x 600 mm, righe 26.

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21 marzo 1596, Roma (S. Pietro)

Costituzione di onere / -

Su richiesta dei VII cantoni cattolici, di Lancillotto Robbiani, preposito della chiesa di S. Antonio di Lugano già appartenuta al soppresso ordine degli Umiliati, e della comunità del borgo di Lugano, papa Clemente VIII dispone che al titolare della prepositura di S. Antonio spetti l'onere di tenere una scuola per i fanciulli di Lugano a titolo di «ludi magister».

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Clemente VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: + CLEMENS * PAPA * VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 263 540 x 680 mm, righe 27. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Rosicature di medie e grosse dimensioni, in particolare lungo le pieghe e lungo il margine sinistro. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 262

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21 marzo 1596, Roma (S. Pietro)

Costituzione di onere / -

Su richiesta dei VII cantoni cattolici, di Lancillotto Robbiani, preposito della chiesa di S. Antonio di Lugano già appartenuta al soppresso ordine degli Umiliati, e della comunità del borgo di Lugano, papa Clemente VIII dispone che al titolare della prepositura di S. Antonio spetti l'onere di tenere una scuola per i fanciulli di Lugano a titolo di «ludi magister».

ASTi, Pergamene, Pometta 262 (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 263

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21 marzo 1596, Roma (S. Pietro)

Mandato / -

Papa Clemente VIII incarica [Aloisio della Torre], preposito e arciprete della chiesa collegiata di Balerna, di pubblicare la bolla datata al medesimo giorno, con la quale decreta che il preposito della chiesa di S. Antonio a Lugano debba continuare a tenere una scuola per i fanciulli di Lugano, e di procedere con la scomunica contro eventuali contravventori.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Clemente VIII, leggermente danneggiata nel bordo. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: + CLEMENS * PAPA * VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 262 520 x 660 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe. Inserti: 21 marzo 1596 (Roma (S. Pietro))

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20 giugno 1596, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Matteo «Patherius» del fu Bernardo di Bellinzona vende a Domenico del fu Bernardo «Dellasci del Gazio» di Valle Morobbia la quarta parte di 36 terreni a prato, sassi e gerbido situati nel territorio di S. Antonino e di Giubiasco « Mondellam Marini Ciapucii», al prezzo di 1200 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Mateus Paterius f. domini Baptiste p.i.a.n. Bellinzone.

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Originale; lat. ASTi, Comune di Giubiasco 48 730 x 200 mm, righe 85. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Alcune macchie, in particolare nella parte superiore, e fori di piccole e medie dimensioni dovuti alla lavorazione della pelle nonché a rosicature. Regesto: Bassetti, Elenco, p. 118; Gualzata, Ancora le pergamene, pp. 53-54.

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10 luglio 1596, Baden

Concessione / Fryung

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti nel sindacato di Baden, su richiesta della comunità di Mendrisio, concedono che sia tenuto un mercato a Mendrisio il giorno 8 e il giorno 22 di ogni mese, accordando ad esso i relativi privilegi commerciali.

Sigillo: frammento. Frammento del sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Kaspar Heinrich di Zugo, landvogt di Baden. La lettua dell'impronta è gravemente compromessa, si riconosce parte dell'arma nel campo, mentre la leggenda è perduta.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 35 360 x 490 mm, righe 27. Piccoli fori, in particolare lungo le pieghe.

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31 maggio 1597, Roma

Collazione di arcipretura

Papa Clemente VIII conferisce a Cristoforo Torricelli l'arcipretura della chiesa collegiata di Bellinzona, vacante per la morte «extra Romanam curiam» di Decio Guizardi, il cui reddito annuale è di 24 ducati d'oro.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Clemente VIII, rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 5 375 x 530 mm, righe 26. Alcuni piccoli fori nelle pieghe. In alcuni punti l'inchiostro è leggermente sbiadito.

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10 gennaio 1598, Roma (S. Pietro)

Collazione di beneficio

Papa Clemente VIII conferisce ad Antonio Francesco Raimondi, preposito della chiesa di S. Fedele di Como, il beneficio della chiesa dei SS. Quirico e Giulitta di Novazzano che frutta una rendita di 24 ducati d'oro annui.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Clemente VIII; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 23 410 x 540 mm, righe 28. Un piccolo foro.

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9 aprile 1598, Baden

Conferma di privilegi / Confirmation

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden, su richiesta della comunità di Vallemaggia confermano tutte le concessioni precedenti riguardo ai sette congiudici che affiancano il balivo nei processi per maleficio e nelle cause per delitti gravi, precisando che la loro retribuzione non deve gravare sulla camera dei signori.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Melchior Marti di Glarona, landvogt di Baden. Lo scudo nel campo, recante una martora saliente, è sormontato dall'elmo con cimiero che riprende il motivo dello stemma. Legenda: S(IGILLVM) . MELCHIOR * * MARTI *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 76 380 x 400 mm, righe 35. Fori di piccolissime dimensioni lungo le pieghe.

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31 luglio 1598, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Bernardino Molo del fu Giovanni Antonio di Bellinzona, per metà, e i fratelli Giovanni Giacomo, Giovanni Antonio e Giovanni Filippo Molo del fu Agostino, quest'ultimo minore di 25 anni e abitante a Orico a Bellinzona, col consenso della madre Elisabetta del fu Filippo «Matli Chramer» e di Francesco Cusa di Bellinzona, per l'altra metà, vendono al medico Giovanni Andrea Chicherio del fu Agostino di Bellinzona, agente a nome del monastero di San Bernardino di Monte Carasso, un canone livellario di due staia di segale, due di castagne macinate, uno di miglio, una lira e quattro soldi di terzoli gravante su alcuni beni locati agli eredi di Antonio «del Nolo» di Piancalardo, la cui erede si fece monaca in detto monastero. Il prezzo della vendita è di 900 lire di terzoli. L'atto viene stipulato alla presenza del commissario e podestà

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1337 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete di Bellinzona Jacob Buogli di Uri.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Bernardino (Monte Carasso) 29 700 x 230 mm, righe 68. Il documento è costituito da due membrane cucite insieme; un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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10 agosto 1598, Lavorceno (Olivone)

Vendita / Instrumentum venditionis

Bartolomeo del fu Giovannino «Gilii» di Largario vende a Pietro del fu Pedrino Pedrazzoli di Largario, agente a nome della chiesa di S. Pietro di Largario, un prato con la metà di un edificio situato nel territorio di Largario «in monte de Dagro» e un altro prato con la quarta parte di un edificio «in Prato Aquili», al prezzo di 426 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Stephanus Hemma f.q. Ioannis Antonii n. de Solario p. apostolica imperialique a.n. Vallis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 41 365 x 200 mm, righe 43.

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21 settembre 1598, Ferrara

Commissione / -

Papa Clemente VIII incarica il vicario del vescovo di Como [Filippo Archinti] di assegnare ai chierici regolari della congregazione dei Somaschi, in caso di rinuncia o di morte di Lancillotto Robbiani, preposito della chiesa di S. Antonio di Lugano già appartenuta al soppresso ordine degli Umiliati, i beni della detta prepositura e di quella di S. Maria di Torello, attribuiti al detto Lancillotto, affinché si possa creare un collegio con un rettore e almeno dieci preti e chierici dell'ordine dei Somaschi.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Clemente VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: + CLEMENS * PAPA * VIII *.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 264 680 x 870 mm, righe 32. Alcuni piccoli fori in particolare lungo le pieghe.

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23 ottobre 1598, Sallo (Olivone)

Vendita / Instrumentum venditionis

I coniugi Gianni del fu Pietro Ferrari e Agata del fu Giacomo Giovannini di Sallo, vicinanza di Olivone, vendono a Guglielmo del fu Giovanni Piazza di Olivone alcuni terreni situati nel monte di Compietto, in territorio di Olivone, dove si dice «a Ri», «al Pro», «in Campanea de Medio» e «in Plano», al prezzo di 90 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Ioannes Stephanus Hemma f.q. Ioannis Antonii n. de Solario p. apostolica imperialique a.n. Vallis Blegnii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Biasca 2 270 x 180 mm, righe 37. Alcuni fori di piccole dimensioni nelle pieghe.

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31 ottobre 1598, Giubiasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Pietro del fu Giacomo «<...>oni del Sassello» di Medeglia vende a Gianni del fu Francesco «Maruffini» di Medeglia un terreno con una casa nonché un altro terreno e una pianta di castagne chiamata «Morellus» comperati dagli eredi del fu Pietro «del Magiolo», situati nel territorio di Cadenazzo e di S. Antonino «in Vayrolis», al prezzo di 250 ducatoni.

Notaio rogatario: Iulius Zachonus f.q. domini Baptiste de Bellinzona p.i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 34 440 x 140 mm, righe 50. Macchie, piccoli fori e una lacerazione nella parte inferiore del margine destro.

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1 dicembre 1598, Giubiasco

Vendita / Instrumentum venditionis

Il console di Giubiasco Domenico del fu Giacomo Penatini, e i procuratori Domenico del fu Giacomo Duchini, Alberto del fu Donato «de Mottis», Giovanni Giacomo del fu Bartolomeo «del Andrido» (?), Agostino del fu Giovanni Antonio «de Serta», Antonio del fu Gianni di Loco e Giacomo del fu Bernardo Martinoli di Pianezzo, agenti a nome del comune di Giubiasco e della Valle Morobbia, vendono a Pietro del fu Tona «Rigutii» di Giubiasco, agente a nome del fratello Giorgio, un gerbido di una pertica e quattro gittate situato nel territorio di Giubiasco e di Valle Morobbia «in Pasquario Giubiaschi», al prezzo di 200 scudi d'oro.

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Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cusa f.q. domini Iohannis Petri, p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 33 470 x 175 mm, righe 46. La pergamena è molto danneggiata da microorganismi, in particolare nella parte iniziale.

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27 gennaio 1599, [Lottigna]

Sentenza / Instrumentum sententie

Melchior Mettler di Svitto, landvogt di Val Blenio, pronuncia la sua sentenza nella causa tra i vicini di Leontica, rappresentati dal procuratore Giovanni Antonio «Boglione» di Comprovasco, da una parte, e Domenico «Pochino» di Ludiano, dall'altra, e condanna il detto Domenico a condurre a Leontica il «buo de roda», e a mantenervelo a proprie spese, essendo egli sottoposto a tale obbligo in quanto vicino di Leontica.

Notaio rogatario: Guielmus f. domini Antonii iudicis della Gana vicinantie de Malvalia et Vallis Blegnii p.i.a.n. ac suprascripte Vallis Blegnii cancellarius.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Patriziato di Leontica 48 455 x 275 mm, righe 36. Cinque piccoli fori lungo la piega orizzontale inferiore.

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15 febbraio 1599, Bellinzona

Immissione nel possesso di beneficio / Instrumentum

Cristoforo Molo, canonico della chiesa collegiata di S. Pietro di Bellinzona, su richiesta del dottore in teologia Cristoforo Torricelli di Lugano, immette lo stesso nel possesso del beneficio arcipretale della chiesa di Bellinzona, concessogli dal papa il 31 maggio 1597 e reso vacante dalla morte dell'arciprete Decio Guicciardi di Valtellina, avvenuta nel marzo 1597.

Notaio rogatario: Ioannes Antonius Ghiringhellus f. domini Iacobi p.i.a.n. cancellariusque comunitatis Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Bellinzona (borgo e contado) 6 440 x 365 mm, righe 43. Fori e rosicature di piccole e medie dimensioni nelle pieghe e lungo il margine verticale sinistro.

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<...> <...> 15<..>, <...>

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Vendita / <...>

Frammento di un atto di vendita, relativo a persone e beni situati nel regno di Napoli.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 292 - x - mm, righe 28+24. Due frammenti separati, che riportano rispettivamente la parte superiore sinistra e la parte inferiore destra del foglio pergamenaceo su cui era vergato il testo; nel secondo frammento figura un segno del tabellionato, ma non la relativa sottoscrizione notarile. L'inchiostro è parzialmente sbiadito e abraso in diversi punti, di modo che la leggibilità risulta ampiamente compromessa.

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Sec. xvi, <...>

Vendita (?) / <...>

Frammento di un atto di vendita (?), relativo a numerosi terreni situati in valle di Muggio.

Originale; lat. ASTi, Torriani 29 (= cart. 88, nr. 7) 210 x 270 mm, righe 33. Il documento, che presenta alcuni piccoli fori, è stato tagliato lungo i margini superiore, inferiore e sinistro.

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Sec. xvi, Valleve

Divisione di beni / Instrumentum divisionum

Frammento di divisione di beni in cui vengono menzionate le sorelle Caterina, agente col consenso del marito e del suocero, e Ursina.

Notaio rogatario: Dominus Antonius olim Ioannis de Donatis de la Platea n. <...>tus. Notaio estraente: Iulius f.q. domini Antonii de Donatis a Platea n. <... Bergo>mensis ac n. substitutus instrumentis et scripturis.

Originale estratto da imbreviature (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 284 220 x 140 mm, righe 29. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un piccolo volume. Numerosi piccoli fori, tracce di filo da rilegatura, diffuse sbiaditure e tagli lungo tutti i bordi.

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Sec. xvi, Bellinzona

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Vendita / Instrumentum venditionis

Gabriele e Cristoforo Pateri vendono a Domenico del fu Bernardo Bassanini di Pianezzo un prato situato nel territorio di Giubiasco, al prezzo di 116 scudi. (Frammento).

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus Magoria f.c. domini Iohannis Petri, p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Giubiasco 34 340 x 140 mm, righe 44. Il documento è privo della parte iniziale.

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Sec. xvi, Chiasso

Vendita / <...>

Frammento di un atto di vendita fatta da Martino <...> a Luigi <...>, con il patto che il detto Luigi faccia celebrare alcune messe annuali nella chiesa di S. Maria di <...> il giorno della festa di s. Maria e di s. Lucia.

Notaio rogatario: <... p.i.>a.n. Cumarum f.<...>.

Originale; lat. ASTi, Torriani 30 (= cart. 88, nr. 10) 400 x 275 mm, righe 57. Il documento, che presenta fori di piccole e medie dimensioni, è stato tagliato lungo i margini superiore, inferiore e sinistro per essere riutilizzato come copertina di un fascicolo.

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Sec. xvi, Lugaggia

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento finale di un atto di vendita i cui contraenti non sono conosciuti.

Notaio rogatario: Iohannes Enrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Valis Petri.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 23 140 x 210 mm, righe 14. Frammento lacero, con fori e macchie di piccole e medie dimensioni.

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Sec. xvi, <...>

Vendita / <...>

Frammento di un atto di vendita della quarta parte di alcuni beni fatta dai fratelli <...> della Porta a Nicolò «de Oldradis», che potrà riacquistare i beni alienati entro tre anni al prezzo di 40 ducati.

Originale; lat. ASTi, Torriani 31 (= cart. 88, nr. 11) 250 x 250 mm, righe 34. Il documento, che presenta fori e lacerazioni di piccole e medie dimensioni, è stato tagliato lungo il margine superiore ed è rosicato lungo i margini inferiore e destro.

......

Sec. xvi, <...>

Rinuncia e vendita / Instrumentum finis et venditionis

Frammento finale di un atto di rinuncia e di vendita i cui contraenti non sono conosciuti.

Notaio rogatario: Iohannes Enrichus de Leporibus de Salla p.i.a.n. Lugani et Valis Petri.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugaggia 24 100 x 240 mm, righe 9. La parte iniziale del documento è stata asportata probabilmente mediante taglio. Macchie e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle.

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13 <...> <...>, <...>

Vendita / <...>

Giovanni <...> di Meride, col consenso del padre Andrea, vende a Pietro di Antonio «de Caneto» abitante a Meride la metà del diritto della decima di Stabio e parti circostanti «in campanea de Serata», che era stata venduta al detto Giovanni dai fratelli Cristoforo e Giacomo di Andrea Spinedi di Muggio, agenti anche a nome dei loro fratelli Bernardino e <...>, al prezzo di 200 fiorini il giorno 12 <...> 1522. Il prezzo della vendita è di 100 fiorini, di cui 35 versati al venditore.

(Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 38 340 x 190 mm, righe 54. La pergamena è stata tagliata lungo i margini laterali e inferiore. Alcuni fori di piccole dimensioni, uno dei quali risalente alla lavorazione della pelle.

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Sec. xvi (?), <...>

Vendita / <...>

Sebastiano <...> vende a Pietro <...> il diritto di tagliare l'erba sull'alpe di Arbino di sopra, situato nel territorio di Valle Morobbia «in Arbino», al prezzo di 50 lire di terzoli. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 288 160 x 155 mm, righe 31. Il documento è rosicato lungo tutti i bordi e presenta alcuni piccoli fori e macchie.

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Sec. xvi (?), <...>

Commissione / <...>

Frammento di una commissione pontificia, forse relativa alla concessione di una dispensa matrimoniale.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 293 120 x 150 mm, righe 16. Del documento, tagliato per essere riutilizzato come copertina di un volume e rosicato da roditori, si conserva un frammento della parte centrale delle prime 16 righe.

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Sec. xvi, <...>

Vendita e locazione con patto di riscatto / <...>

Frammento di un atto di vendita tra un tale Giovanni e un tale Aloisio.

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Poggi 75 540 x 340 mm, righe 60. Il documento, originariamente costituito da almeno tre membrane, è privo della parte iniziale e finale. Tracce del filo di cucitura lungo il margine superiore. Tre cuciture, due delle quali coeve alla stesura dell'atto e un grosso taglio lungo il margine destro.

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Sec. xvi, Torricella

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Vendita / <...>

Domenico del fu Matteo «de Belotto» di Torricella vende ad Alberto del fu Giovanni «de Margarittono» di Torricella un prato con alcune piante situato nel territorio di Torricella «ad Guastum condam Zopini del Cagorgnino», al prezzo di 21 scudi d'oro. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 13 400 x 315 mm, righe 60. Il documento è stato tagliato lungo i bordi ed è pertanto privo della parte iniziale, di tutto il margine destro e della parte finale. L'atto presenta numerosi forellini che attestano il suo reimpiego come rinforzo per la rilegatura di qualche libro: alcuni conservano tracce di filo di canapa e di pergamena. Un grosso foro risalente alla lavorazione della pelle nell'angolo inferiore destro.

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Sec. xvi, Agno

Vendita / Instrumentum venditionis et dati

Antonio «de la Fontana» di Cademario vende ad Alberto di Lamone alcuni beni al prezzo di 36 lire di terzoli. (Frammento).

Notaio rogatario: Provynus de Fossato de Merede p.i.a.n. Lugani et Valis f.c. ser Iohannis.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Agno 14 400 x 210 mm, righe 55. Il documento è privo della parte iniziale e presenta fori e macchie di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe.

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Sec. xvi, (?)

Vendita / Istrumentum venditionis

Antonio <...> vende alcuni terreni situati probabilmente nel territorio di Brenzio a Giovanni <...>. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 5 345 x 270 mm, righe 55. Fori di piccole e medie dimensioni, in particolare nelle pieghe. Il documento è stato tagliato nei mergini e negli angoli inferiori ed è stato adattato a copertina di libro. La parte scritta reca tracce di colla.

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Sec. xvi, <...>

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento di una vendita fatta da un certo Giovanni Antonio a <...> al prezzo di 1158 scudi d'oro.

Notaio rogatario: <... f.> c. domini Iohannis Antonii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 22 300 x 200 mm, righe 28. Il documento è stato tagliato lungo i margini laterali e superiore e riutilizzato come copertina di fascicoletto. Una grossa macchia e alcuni piccoli fori.

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<...> agosto 15<..>, <...>

Vendita / <...>

Tommaso di Lezzeno del fu <...> vende a <...>, agente a nome di Bernardino figlio di <...> Oldelli abitante a Meride alcuni terreni situati nel territorio di Besazio «in Croxe<...>» e <...>. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 65 210 x 310 mm, righe 43. La pergamena è gravemente guasta a causa di annerimenti, fori, sbiaditure della scrittura e tagli che compromettono la lettura del testo. L'atto è stato riutilizzato come copertina e presenta tracce di filo che lo univa al fascicolo.

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Sec. xvi, <...>

Vendita / dati et cessionis

Vendita fatta a un certo Giovanni di alcuni beni al prezzo di 190 lire <...>. (Frammento).

Notaio rogatario: Franciscus p.i.a.n., f.c. ser Nicholay Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 74 420 x 300 mm, righe 54. La pergamena è stata riutilizzata come copertina di un fascicolo cartaceo rilegato a parte durante il restauro e conservato nella stessa busta. Essa è stata ritagliata e presenta lacune nei margini superiore e destro. L'inchiostro è sbiadito. Sei fori di piccole dimensioni risalenti alla lavorazione della pelle e serie di piccoli fori di cucitura lungo tutta la piega orizzontale centrale.

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Sec. xvi (?), <...>

Vendita / <...>

Agostino <...> vende ad Ambrogio <...> un terreno a vigna «ad lizarios» e prato, murato su tre lati, situato nel territorio di <...>, al prezzo di <...>. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 49 bis 160 x 270 mm, righe 26. L'atto è privo della parte iniziale e di quella finale, e presenta numerose gravi lacune. Esso era unito al documento Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 49 con una strisciolina di pergamena, eliminata dopo il restauro.

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Sec. xvi, <...>

<...> / <...>

Elenco di numerosi appezzamenti, perlopiù a prato e boschivi; in esso vengono menzionate, fra le coerenze, la «ecclesia de Cabio», la «strata Loaxie» e la «strata de Morbio». (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 32 (= cart. 236, nr. 1) 422 x 270 mm, righe 63. La pergamena è stata tagliata in corrispondenza di tutto il margine sinistro e riutilizzata come copertina del protocollo di imbreviature degli anni 1615-1619 del notaio Agostino del fu Alessandro Torriani di Mendrisio. Alcune lacune sono inoltre dovute a rosicature.

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XVI secolo, <...>

Divisione di beni / Instrumentum divisionis seu partitionis

Frammento di un atto di divisione di beni immobili, concernente il territorio di Lodeno.

Originale (?); lat. Archivio Patriziale Lodano 39 (= 11) 600 x 500 mm, righe 65. Diverse lacerazioni e ampie rosicature lungo i bordi; il frammento è privo della parte iniziale e di quella finale dell'atto, vergate su altri fogli di pergamena originariamente cuciti insieme, come si evince dai fori di cucitura nei margini superiore e inferiore.

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XVI secolo, <...>

Vendita / <...>

Frammento della parte iniziale di un atto di vendita di beni situati a Lodano.

Originale (?); lat. Archivio Patriziale Lodano 40 (= 3/9) 160 x 130 mm, righe 27+7. Frammento composto di due piccole parti di un foglio di pergamena, tagliato per il riutilizzo come chiusura per una busta, per la quale era stato cucito insieme al documento del 1472 febbraio 5. Fori dovuti a guasti, strappi e fori di cucitura.

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Sec. xvi, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Frammento finale di un atto di vendita i cui contraenti non sono conosciuti.

Notaio rogatario: Iohannes Petrus Magoria f.q. domini Stephanini p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 130 (v.n. A. XIII/1) 180 x 235 mm, righe 14. Il documento è mutilo della metà superiore. Due piccoli fori risalenti alla lavorazione della pelle e rosicature lungo i bordi.

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Sec. xvi,

Locazione

Tona investe a titolo di eredità perpetua Giovanni di uno o più beni, al canone annuo di 4 brente di vino o mosto rosso, prodotto nel detto terreno, da consegnare al tempo della vendemmia, e 4 once di biada di mistura, da consegnare per s. Martino. (Frammento)

Notaio rogatario (?): Franciscus p.i.a.n. f.q. ser Nicholaii Leonis Cotti de Locarno, habitator Menuxii.

Originale (?); lat. Archivio Patriziale Minusio 63 480 x 280 mm, righe 69. La pergamena è stata utilizzata come copertina di volume («Libro (?) della elemosina che si notte / la richavuta (?) et spesa che segue / et che seguira.», «Prima parte data (?) prato (?) nel esnerdo (?).»): tutta la parte iniziale, destra e parte della sottoscrizione notarile sono state ritagliate. Il documento presenta piccoli fori di cucitura lungo i bordi, due lacerazioni

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1348 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete corrispondenti al dorso del volume, nonché piccoli fori dovuti a consunzione e rosicatura. Il documento è datato in base alla parziale sottoscrizione che permette di leggere unicamente il nome del notaio Francesco del fu Nicolao Leone Cotti di Locarno, abitante a Minusio, il quale potrebbe essere sia rogatario che estraente. Regesto: G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 504.

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Sec. xvi (?), <...>

[Retrovendita]

Frammento di un atto di retrovendita: due o più fratelli retrovendono dei beni la cui entità è perduta a un singolo acquirente.

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 16 67 x 236 mm, righe 8. Frammento. Piccola striscia di pergamena tagliata ai quattro lati e utilizzata per rinforzare il dorso del registro della confraternita del Rosario come si evince dalle dimensioni e dai numerosi forellini corrispondenti alle nervature; era unito alla pergamena nr. 3.

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Sec. xvi (?), <...>

Costituzione di dote (?) / <...> dotis

Frammento di un atto di costituzione di dote (?)

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 17 100 x 105 mm, righe 11 (?). Frammento, lacero e con residui di colla, incollato a resti di carta, utilizzato per rinforzare il dorso di un registro o di un volume a stampa; presenta numerosi fori per la cucitura. Era conservato assieme al frammento nr. 18.

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Sec. xvi (?), <...>

Vendita (?)

Frammento di un atto di vendita (?) tra Battista (venditore ?) e Giovanni (acquirente ?)

Originale (?); lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 18 105 x 100 mm, righe 15 (?). Frammento, lacero e con residui di colla, incollato a resti di carta, utilizzato per rinforzare il dorso di un registro o di un volume a stampa; presenta numerosi fori per la cucitura. Era conservato assieme al frammento nr. 17.

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18 aprile 1600, Roma (S. Pietro)

Commissione

Papa Clemente VIII incarica il preposito della chiesa di Como e Giulio Torriani, canonico della stessa chiesa, di procedere all'immissione di Giovanni Rusca, arciprete della chiesa di S. Vitale di Riva, nel possesso della cappellania di S. Pietro Martire nella detta chiesa, vacante per la morte di Rocco «del Saxo» e dotata di una rendita annua di 18 ducati.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla plumbea di papa Clemente VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 36 380 x 515 mm, righe 32. Lacune di medie e grosse dimensioni causate da rosicature.

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2 ottobre 1602, Bellinzona

Convenzione / Instrumentum pactorum

Il comune di Cadenazzo e di S. Antonino, rappresentato dal console Domenico del fu Domenico Beltrametti e dai suoi procuratori, da una parte, e Stefano del fu Agostino «de Toronzellis» detto «del Catellano» abitante a Bellinzona, agente anche a nome dei suoi fratelli Nicolao e Giovanni Maria, dall'altra, si accordano sull'uso dei pascoli situati nel territorio di S. Antonino e di Cadenazzo «nelli Prati Maggiori» di proprietà dei detti fratelli.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 37 870 x 330 mm, righe 82. L'atto è costituito da due membrane cucite insieme. Numerosi piccoli fori, lacerazioni e strappi, in particolare nella parte iniziale del documento. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 88.

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13 gennaio 1603, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia / -

Papa Clemente VIII incarica l'arcivescovo di Milano, i vescovi di Como e di Bergamo e i loro vicari generali di procedere

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1350 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sotto pena della scomunica contro coloro che detengono indebitamente beni di proprietà del convento di S. Giovanni Battista di Mendrisio.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla plumbea di papa Clemente VIII; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 40 195 x 270 mm, righe 16. L'inchiostro è diffusamente sbiadito. Diversi piccoli fori.

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10 marzo 1603, Pavia

Conferimento di laurea

Diploma di laurea in teologia conferito dall'Università di Pavia a Bartolomeo Rusca del fu Giovanni Antonio di Bedano, canonico della chiesa dei SS. Gervasio e Protasio di Sondrio. Segue la professione di fede dello stesso Bartolomeo Rusca.

Notaio rogatario: Cesar de Sichis quondam egregi domini Angeli filius, publicus Papiensis apostolicaque et imperiali auctortatibus notarius curieque episcopalis cancellarius

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della cancelleria episcopale di Pavia, annunciato nella corroboratio del documento

Originale; lat. ASTi, Trefogli 8,3 (scatola 15) 540 x 640 mm, righe 44. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni nella piegatura centrale. La metà sinistra dell'ultimo quarto della pagina è mancante. Si tratta, comunque, di una zona in gran parte priva di testo.

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14 ottobre 1603, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giacomo «del Ambrosio» di Prada e Pietro Antonio del fu Antonio «Pedrati del Molinato» di Ravecchia, fratello uterino di Antonio, per 5 vacche, mastro Stefano del fu Pietro Giovannini di Prada per una vacca e mezza, e mastro Giacomo del fu Antonio «Mariete» di Ravecchia, agente a nome del cognato Nicolao del fu Giovanni del Franco di Prada, abitante nella giurisdizione di Bellinzona e in parte a Roma, vendono a Francesco sa del fu Giovanni Pietro, console del comune di Bellinzona, Ambrogio del fu Giovanni «del Donato» e Giovanni del fu Domenico Laffranchini di Prada, tutti agenti a nome del detto comune, il diritto d'erba per 7 vacche sull'alpe di Arbino di sotto con parte di cascina, corte e utensili. Il prezzo di vendita è di 315 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

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Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 131 (v.n. B. XII/2) 590 x 200 mm, righe 64. Diversi fori e rosicature lungo i bordi.

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1 aprile 1604, Bellinzona

Vendita e ricevuta / Instrumentum venditionis

Matteo del fu Paolino «de Mollo» di Bellinzona, agente a nome proprio e del fratello Bartolomeo, assente, e con il consenso del capitano Mathias Grüninger di Uri, agente a nome di Hans Murde di Uri, vende a Matteo del fu Francesco «Bocheti» di Bellinzona, un sedime di una casa con tetto in piode e con bottega, cucina, cantina, cortile e stanzino con loggetta, pozzo e quattro camere con diritto di appendere al muro del vicini, nel borgo di Bellinzona in contrada di Nosetto «ad domum dicti Sancti Matei de Somayno», sul quale grava un canone spettante alla cappella di S. Lucia nella chiesa di S. Biagio di 7 lire di terzoli e 2 libbre di candele, da consegnare per la festa di s. Martino. Il prezzo della vendita è di 600 scudi, al computo di 12 lire di terzoli per ogni scudo, con il patto che il venditore muri porte e finestre sulla parete verso l'abitazione del venditore. La vendita avviene con il consenso del prete Antonio Cusa, curato di Arbedo e cappellano di S. Lucia, che dichiara di aver ricevuto dall'acquirente 12 scudi a completa soluzione del laudemio.

Notaio rogatario: Iohannes Stephanus Magoria f.c. domini Iohannis Petri, p.i.a.n. et habitator Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 37 520 x 380 mm, righe 48. Lacerazione, piccolo foro e rosicature nella parte superiore.

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20 giugno 1605, Bellinzona

Permuta e costituzione di censo / Instrumentum cambii

Giovanni di Mainino Molo di Bellinzona, da una parte, e Giovanni Pietro del fu Ludovico Sareni di Bellinzona, dall'altra, procedono alla permuta di beni immobili. Il primo cede un appezzamento di terreno vignato e prativo con una casa con tetto in piode e cortile nel territorio di Bellinzona «ad Gerbium» e un appezzamento di terreno vignato e prativo nello stesso luogo, in cambio di un appezzamento di terreno vignato e prativo a Daro «ad Saxum Marlengum». Giovanni di Mainino costituisce un censo a favore di Giovanni Pietro un censo di 7238 lire e 5 soldi di terzoli gravante sui beni permutati.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 38 470 x 275 mm, righe 49. Rosicature lungo i margini e gore di umidità nel margine superiore.

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10 novembre 1605

Riconoscimento di debito / Verschrybung

I consoli, il consiglio e gli uomini del comune di Minusio e Rivapiana dichiarano di essere debitori nei confronti della città di Lucerna, da una parte per 8000 corone e dall'altra per 2000 ducatoni e promettono di pagare entro 10 anni l'intera somma.

Sigillo: esistente. Sigillo in cera bruna in teca lignea (con culla in cera bianca ornata da rombi e punti) di Wilhelm Troger di Uri, commissario di Locarno, ora attaccato con una coda di pergamena alla coda di pergamena del sigillo di Locarno. L'arma nel campo reca l'arma di famiglia (due abeti incrociati con due stelle a sei punte) sormontata da un elmo con cimiero che riprende i due abeti. Legenda: S(IGILLUM) WILHELM . TROGER . RITTER

Sigillo: esistente. Sigillo in cera verde in teca lignea (con culla in cera bianca ornata da rombi e punti) della comunità di Locarno. Lo scudo nel campo reca il leone rampante. Legenda: MUNITATIS . LOCARNI

Originale; ted. Archivio Patriziale Minusio 65 590 (plica esclusa) x 600 mm, righe 72. Piccoli fori dovuti a rosicatura nell'iniziale. Regesto: G. Mondada, Minusio. Raccolta di memorie, p. 505.

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1 dicembre 1605, Pedevilla (Giubiasco)

Autorizzazione / Instrumentum gratie et pactorum

Il console e i procuratori dei comuni di Cadenazzo e di S. Antonino concedono ad Ambrogio del fu Domenico «del Ambrosetto» di Prada, abitante a Pedevilla, e a suo nipote Domenico del fu Bernardino «del Ambrosetto», abitante a Pedevilla e agente anche a nome di suo fratello Donato e di suo cugino Pietro del fu Marco «del Ambrosetto», il diritto di pascolare e di tenere le bestie nelle proprie stalle e terreni situati «nelli Prati Maggiori», nel territorio di S. Antonino e Cadenazzo, oltre il termine già stabilito nell'accordo stipulato tra i comuni di Cadenazzo e di S. Antonino, da una parte, e Ravecchia e Prada, dall'altra, e concedono ai detti uomini l'esenzione dal pagamento delle taglie sui detti beni pagando una volta per tutte 500 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale; lat. e it. ASTi, Pergamene, Comune di S. Antonino 38 610 x 330 mm, righe 76. Numerosi piccoli fori, lacerazioni e strappi, in particolare nella parte iniziale del documento, e un foro di medie dimensioni risalente alla lavorazione della pelle. Regesto: Bassetti, Regesti, p. 88.

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16 maggio 1606

Sentenza

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta di Sebastian Stöpfer, vicario di Leventina e procuratore di Martino Varisi, in merito alla differenza della valuta dei soldi tra Bellinzona e la Leventina, dichiarano che quelli di Leventina possono prendere i soldi di Bellinzona con la vecchia valuta e quelli di Bellinzona possono ritirare quelli di Leventina.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna della comunità di Uri («vnsers landts insigell»). Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + IGILLVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 59 225 x 255 mm, righe 20. Regesto: Sentenza d'un general arangiamento (?) de nostri signori per il dover pigliar li denari da forasteri.

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16 maggio 1606

Concessione

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta di Sebastian Stöpfer, vicario di Leventina, e del procuratore Martino Varisi, in merito al traghetto di Füelen, dichiarano che quelli di Leventina possono tenere le barche verso Flüelen, che appartengono al circolo del mercato e alla bandiera di Uri, e infine le grandi barche sottostanno alle disposizioni del carico.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri., appeso con coda di pergamena. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILLVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRNIE .

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 60 250 x 400 mm, righe 19. Alcune macchie.

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27 settembre 1606, Baden

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Concessione / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni accolgono la richiesta di Quirico Castelli e dei suoi figli Pietro e Antonio di Melide e accordano ai detti uomini la licenza di costruire una peschiera su un orto di loro proprietà situato sulla riva del lago di Melide, purché ciò non avvenga a danno altrui.

Sigillo: esistente. Sigillo (araldico?) di cera bruna in teca lignea con coda di pergamena di Matthias Grüninger di Uri, landvogt di Baden. L'impronta risulta pressoché illeggibile a causa di incrostazioni diffuse. Legenda: <...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 27 325 x 440 mm, righe 30. Alcuni piccoli fori e tre rosicature di medie dimensioni nell'incrocio delle pieghe. Edizione: Bssi liv (1932), pp. 143-144.

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31 ottobre 1606, Roma (S. Pietro)

Breve / breve

Il papa Paolo V concede al maestro generale dell'ordine dei Predicatori la facoltà di istituire confraternite del Nome di Gesù e di concedere loro indulgenze.

Archivio Parrocchiale Arcegno 4 (= 43.2) (inserto)

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1 aprile 1607, Roma

Aggregazione e concessione di indulgenze

Ascanio Colonna, cardinale vescovo di Palestrina e protettore dell'arciconfraternita del SS. Sacramento della chiesa di S. Maria sopra Minerva di Roma, Pietro Paolo Crescenzio, uditore di camera, Metello Bichi, vescovo di Sovana, e Antonio Mattei, patrizio romano, amministratori, aggregano la confraternita del SS. Sacramento eretta nella chiesa di S. Martino di Bironico alla detta arciconfraternita e le concedono le medesime indulgenze.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica, appeso con filo di seta rossa, del cardinale Ascanio Colonna, vescovo di Palestrina e protettore dell'arciconfraternita del SS. Sacramento della chiesa di S. Maria sopra Minerva di Roma. Nel campo, l'insegna cardinalizia è sormontata dall'insegna dell'arciconfraternita. L'impronta è parzialmente danneggiata, in particolare nella parte destra, in corrispondenza della legenda. Legenda: <...... >

Sigillo: deperdito. Il sigillo dell'arciconfraternita del SS.Sacramento della chiesa di S. Maria sopra Minerva di Roma,

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1355 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete menzionato nella corroboratio del documento, è perduto; rimane parte della corda di seta rossa con la quale era stato appeso.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 23 650 (plica esclusa) x 490 mm, righe 110. Un lembo nell'angolo superiore sinistro è staccato dal resto della pergamena a causa di uno strappo. Diverse lacerazioni lungo i bordi, in cui sono ben visibili i fori dei chiodi utilizzati per affiggere il documento. Il testo, a stampa con inserti manoscritti, è attorniato sui lati superiore e laterale da una cornice decorata.

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19 maggio 1607, Roma

Istituzione di confraternita e concessione di indulgenze

Ludovico Ystella di Valencia, vicario generale dell'ordine dei Predicatori, istituisce la confraternita del S. Rosario nella chiesa di S. Maria [in Prato Quadro] di Bironico e le concede le medesime indulgenze della confraternita di S. Maria sopra Minerva di Roma.

Sigillo: deperdito. Tracce infinitesimali di cera rossa del sigillo di Ludovico Ystella, vicario generale dell'ordine dei Predicatori, in teca di ottone appesa con corda di seta rossa e oro.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 24 650 (plica esclusa) x 500 mm, righe 113. Alcuni fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe, dovuti a rosicatura; nel margine superiore resti del filo di canapa utilizzato per appendere la pergamena. Il testo, a stampa con inserti manoscritti, è attorniato sui lati superiore e laterale da una cornice decorata.

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2 giugno 1608, Roma

Costituzione di coadiutore «cum futura successione»

Papa Paolo V nomina Bartolomeo Rusca, «presbiter perpetuus beneficiatus» della chiesa dei SS. Gervasio e Protasio di Sondrio, coadiutore perpetuo del fratello Nicolò Rusca, arciprete della suddetta chiesa, gravemente malato, riservandogli inoltre la successione nel possesso dello stesso beneficio.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Paolo V.

Originale; lat. ASTi, Trefogli 8,4 (scatola 15) 630 x 810 mm, righe 50. Ben visibili i segni di rigatura. Supporto leggermente rovinato lungo le piegature orizzontali.

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14 luglio 1608, Baden

Licenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta dei fratelli Giovanni Antonio e Pietro Castelli di Melide, intenzionati a recarsi a lavorare oltralpe dopo avere prestato la loro opera ad Altdorf e nel baliaggio di Baden, concedono loro licenza di portare armi proibite.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Heinrich Reding di Svitto, landvogt di Baden, annunciato nella corroboratio. Al documento è unito mediante uno spillo un sigillo estraneo.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 28 245 x 470 mm, righe 22. Alcuni piccoli fori e una rosicatura di medie dimensioni nell''incrocio delle pieghe. Regesto: Ortelli-Taroni, Le famiglie Castelli di Melide, p. 26.

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8 agosto 1608

Conferma di esenzione

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Guido Giudici, capitano di Val Blenio, e Giovanni Pietro Hema, già luogotenente di Val Blenio, agenti a nome della stessa comunità, confermano l'esenzione dal dazio di Bellinzona concessa nel 1586 e intimano di restituire il dazio prelevato a quelli di Blenio l'anno precedente (1607).

Cancellieri: Iosue Bessler, Uri (Landscriba)

Sigillo: esistente. Il sigillo («secret insigel») in cera verde in teca della comunità di Uri è appeso con striscia di pergamena. Rimane una minima parte del sigillo (restaurato) . Legenda: SIG.

Originale; ASTi, Pergamene, Blenio 96 185 (plica esclusa) x 465 mm, righe 16.

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16 agosto 1608, Berna

Voto / Ortsstim

Lo scoltetto e il consiglio di Berna, su richiesta di Cristoforo Orelli e Giovanni Pietro Baddi, rappresentanti di Locarno e

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Brissago, di Francesco Orelli, agente a nome della Valle Verzasca, e di Giovanni Antonio Lancillotto, rappresentante della Riviera del Gambarogno, esprimono il proprio voto in merito alla revisione degli statuti e privilegi, in particolare per quanto riguarda la funzione dei congiudici e la retribuzione degli uscieri.

Cancellieri: Sebastian Ryhiner, Berna (Stadtschreiber)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo (Secret-Insigel) della città di Berna; rimane solo la coda di pergamena con cui era stato appeso.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 67 615 x 585 mm, righe 51. Un piccolo foro nella piega.

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1608

Ordini / Ordinatio

Il cardinale e arcivescovo di Milano Federico Borromeo ordina che in futuro siano celebrate nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista tre messe nel giorno di Natale, e respinge la richiesta degli uomini di Comprovasco di celebrare una seconda messa nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Comprovasco.

Notaio autenticante: Presbiter Hortensius Iamettus curatus Ponti Valentini Vallis Blegnii n. apostolicus et cancellarius.

Copia autentica; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 17 390 x 260 mm, righe 34. Tre rosicature di medie dimensioni.

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12 novembre 1608, Roma (S. Marco)

Collazione di cavalierato

Papa Paolo V conferisce a Giovanni Battista Chicherio il titolo di conte e cavaliere dell'Ordine della Milizia Aurata.

Cancellieri: Scipione Cobelluzzi (Cobelluti), Roma (segretario)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Paolo V, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 132 (v.n. B. XII/6) 400 x 240 mm, righe 12. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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19 dicembre 1608, Roma (S.Pietro)

Commissione

Papa Paolo V incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire un canonicato della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per libera resignazione di Bernardino Varrone, a Fulvio Chicherio, cappellano perpetuo dell'altare di S. Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona, che frutta una rendita di 40 ducati d'oro «de camera» e sulla quale grava una pensione annua di 60 scudi a favore di detto Bernardino.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di papa Paolo V, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono le incisioni praticate nella pergamena.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 133 (v.n. D. II/8) 340 (plica esclusa) x 550 mm, righe 29. Piccoli fori lungo i margini sinistro e destro risalenti probabilmente a una cucitura. Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pometta 255

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19 dicembre 1608, Roma (S. Pietro)

Commissione

Papa Paolo V incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di concedere libera resignazione a Bernardino Varrone, canonico della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, e di conferirgli una pensione annua di 60 scudi, gravante sul canonicato conferito a Fulvio Chicherio, cappellano perpetuo dell'altare di S. Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 134 (v.n. B. XII/7) 245 (plica esclusa) x 425 mm, righe 18. Diversi fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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19 dicembre 1608, Roma

Commissione

Papa Paolo V incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire un canonicato della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per libera resignazione di Bernardino Varrone, a Fulvio Chicherio, cappellano perpetuo dell'altare di S. Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona, che frutta una

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1359 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete rendita di 40 ducati d'oro «de camera» e sulla quale grava una pensione annua di 60 scudi a favore di detto Bernardino.

ASTi, Pergamene, Pometta 255 (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 133 (v.n. D. II/8)

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28 agosto 1609, Lugano, convento di S. Maria degli Angeli

Istituzione di confraternita

Filippo Archinti, vescovo di Como, su richiesta del prete Raffaele Griffi della diocesi di Milano, suo familiare e procuratore di alcuni uomini di Camignolo, erige e istituisce la confraternita di S. Rocco presso l'altare dello stesso santo nella chiesa dei SS. Pietro e Ambrogio di Camignolo.

Cancellieri: Bartolomeo Mainoni, Como (segretario vescovile e notaio)

Sigillo: deperdito. Il sigillo di Filippo Archinti, vescovo di Como, annunciato nella corroboratio del documento, è perduto. Rimane parte della corda di seta rossa con la quale era stato appeso al documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 25 250 (plica esclusa) x 425 mm, righe 27. Una piccola lacerazione lungo il bordo sinistro; piccole rosicature lungo le pieghe.

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20 novembre 1609, (Svitto)

Voto / Orthstimme

Il landamano e il consiglio di Svitto pronunciano il loro voto nella causa tra il comune di S. Antonino e Cadenazzo, attore, e il comune di Isone, convenuto, in merito allo sfruttamento dei pascoli o alpi situati sul versante settentrionale del monte tra i rispettivi territori. Essi ritengono che gli uomini di S. Antonino debbano continuare a farvi pascolare il proprio bestiame grosso e minuto per tutto l'anno, come da consuetudine, nonostante le sentenze in contrario e le relative conferme in appello ottenute recentemente da quelli di Isone.

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insiegel) di cera bruna in teca lignea della comunità di Svitto, con l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso. Legenda: S(IGILLUM) . UNIVERSITATIS . IN . SWITZ

Originale; ted. ASTi, Tomaso Pagnamenta 3 (= cart. 45, c. 3.2.5) 725 x 255 mm, righe 30.

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1 maggio 1610

Voto / Orthsstim

Il landamano e il consiglio di Uri pronunciano il loro voto nella causa tra i comuni di S. Antonino e Cadenazzo, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, in merito allo sfruttamento dell'alpe Neveggio. Essi ritengono che gli uomini di S. Antonino debbano continuare a farvi pascolare il proprio bestiame grosso e minuto per tutto l'anno, come da consuetudine, nonostante le sentenze in contrario e le relative conferme in appello ottenute da quelli di Isone.

Cancellieri: Hieronymus Gisler, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo (Sekret-Insigell) di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGI + TOTIVS + COMVNITATIS + VRANIE

Originale; ted. ASTi, Tomaso Pagnamenta 4 (= cart. 45, c. 3.2.6) 600 x 330 mm, righe 38.

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3 maggio 1610, Leontica

Vendita / Instrumentum

Guglielmo del fu Antonio «Giuletti» di Leontica vende alla chiesa di S. Giovanni Battista di Leontica, rappresentata dal curatore Giacomo del fu Giovanni Giacomo «Gliemoroe», un campo situato nel territorio di Leontica «al Nes», al prezzo di 166 lire di terzoli.

Notaio rogatario: Gianallus de Gianallis de loco Castri p. Valis Bleni i.a.n.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 18 200 x 130 mm, righe 34. Fori di piccole dimensioni nelle pieghe.

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23 giugno 1610, Como

Collazione di beneficio ecclesiastico / Collatio canonicatus

Nicola Cocquio, protonotaio della chiesa cattedrale di Como e vicario generale del vescovo di Como, in esecuzione di una commissione di papa Paolo V conferisce a Fulvio Chicherio, cappellano dell'altare di S. Bartolomeo nella chiesa di S. Biagio fuori le mura di Bellinzona, un canonicato della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1361 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete resignazione di Bernardino Varrone.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica con filo rosso di Nicola Cocquio, canonico di Como e vicario generale del vescovo di Como. L'arma di famiglia nel campo (leone rampante) è contornata dal galero vicariale. Legenda: NIC(OLAVS) . COQ(VIVS) . I(VRIS) . V(TRIVSQUE) . D(OCTOR) . CAN(ONICVS) . ET . VIC(ARIVS) . GEN(ERALIS) . EP(ISCOPI) . COMEN(SIS) .

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 255 365 x 360 mm, righe 54. Inserti: 19 dicembre 1608 (Roma)

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1 luglio 1610, Roma

Procura

Bernardo «Cappellus» di Salorino nomina suoi procuratori la moglie Giacomina Ruggia «de Cappellis» e il figlio Abbondio per la retrocessione di un censo ad Antonio Taddei di Somazzo.

Notaio rogatario: Laurentius Bonincontrus Romanus p. Dei gratia curie Capitolii n.

Originale; lat. ASTi, Torriani 33 (= cart. 278, nr. 242) 285 x 207 mm, righe 51. La pergamena presenta piccoli fori, specie lungo le pieghe.

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8 ottobre 1610

Voto / Orthsstimme

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, su richiesta dei rappresentanti del comune di S. Antonino e Cadenazzo, pronunciano il loro voto nella causa tra il detto comune, da una parte, e il comune di Isone, dall'altra, in merito allo sfruttamento dell'alpe di Neveggio e Sisc («Assitio»). In accordo con i voti già espressi da Svitto e Uri, essi annullano una precedente sentenza del tribunale di appello di Unterwalden, favorevole a Isone, e dichiarano che gli uomini di S. Antonino e Cadenazzo devono poter continuare a pascolare il proprio bestiame grosso e minuto per tutto l'anno sui detti pascoli, come da consuetudine.

Cancellieri: Bartholomäus Odermatt, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insigell) di cera bruna in teca lignea della comunità di Nidwalden, la cui impronta è parzialmente danneggiata. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + S(IGILLVM) . VNIVERSITATIS HOMINV(M) DE STANS ET I(N) BUCHS

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Originale; ted. ASTi, Tomaso Pagnamenta 5 (= cart. 45, c. 3.2.7) 280 x 415 mm, righe 35. Il sigillo è staccato dalla pergamena.

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1611 gennaio 18, Roma (S. Pietro)

Concessione

Papa Paolo V concede a Fulvio Chicherio, canonico della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, dell'età di 21 anni, il possesso del canonicato.

Sigillo: deperdito. La bolla plumbea di papa Paolo V è stata asportata mediante taglio, rimane buona parte del filo serico.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 135 (v.n. B. XII/5) 410 (plica esclusa) x 260 mm, righe 22. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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29 manzo 1611

Ordini

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta di Giovanni Pietro Hema, Ambrogio Guidotto per Aquila, Giovanni Pietro Penna per Malvaglia, da una parte, e Guido Iudici, capitano di Val Blenio, e Giovanni Pietro Iudice, interprete di Val Blenio, rendono noti gli ordini in merito alla residenza a Lottigna e non a Malvaglia, l'elezione ogni due anni del vicario e degli altri uffici e infine l'impossibilità di eleggere contemporaneamente nel consiglio padre, figlio e fratelli.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca della comunità di Uri. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILLVM . TOTIVS . CMU . VRANIE

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 97 350 (plica esclusa) x 603 mm, righe 34.

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19 luglio 1612, Baden

Conferma di licenza / -

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Gli ambasciatori dei XII cantoni confermano ai fratelli Castelli, stuccatori di Melide, la licenza di portare armi proibite rilasciata il 14 luglio 1608.

Sigillo: frammento. Minime tracce di cera verde del sigillo di Leonhard Bossart di Zugo, landvogt di Baden, in teca lignea.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 29 260 x 325 mm, righe 26. Alcuni piccoli fori nelle pieghe e due rosicature nei margini superiore e inferiore.

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12 settembre 1612, Roma (S. Maria sopra Minerva)

Breve / breve

Il papa Paolo V concede un'indulgenza ai confratelli e consorelle delle confraternite del Nome di Gesù.

Archivio Parrocchiale Arcegno 4 (= 43.2) (inserto)

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25 ottobre 1612, Baden

Conferma di statuti e privilegi / Abscheidt

Gli ambasciatori dei XII cantoni, su richiesta di Giovanni Battista Orelli, di Antonio «Iacmatie», console della Verzasca, e di Giovanni Antonio «Lanzalor», cancelliere della Verzasca, confermano gli statuti e i privilegi della comunità di Verzasca.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera verde del sigillo di Leonhard Bossart di Zugo, landvogt di Baden, in teca lignea.

Originale; ted. Archivio della Comunità di Verzasca 22 (= 4.2/1) 265 x 645 mm, righe 25.

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25 ottobre 1612, Baden

Conferma di statuti e privilegi / Abscheidt

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Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti a Baden allo scopo di verificare gli statuti, i privilegi e l'obbedienza dei baliaggi transalpini, dopo aver sentito un resoconto in merito da parte del landscriba e capitano Giovanni Angelo Franzoni, agente in nome della comunità di Vallemaggia, in considerazione del comportamento corretto dei valmaggesi confermano tutti i loro statuti e privilegi, ribadendo infine l'obbligo di prestare assistenza al landvogt, in particolare qualora vi sia una convocazione per mezzo delle campane suonate a stormo.

Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera verde in teca lignea di Leonhard Bosshard di Zugo, landvogt di Baden. Lo scudo nel campo reca due fasce caricate ognuna con una palla, ed è sormontato da un elmo con cimiero in forma di figura maschile recante una palla in ogni mano. Legenda: S : HOVPT : LIENHT : BOSART : *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 77 305 x 580 mm, righe 25. Fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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16 aprile 1613, Medeglia

Vendita / Instrumentum venditionis

Antonio del fu Giovanni Martella di Drossa di Medeglia vende a Donato del fu Gianni «Maruffini» di Medeglia otto terreni a prato, cinque «cantrati» (?) e mezzo di un edificio, la terza parte di una casa con la sua parte di letamaio e la propria quota delle cascine «de Planatio» con un altro edificio, situati nel territorio di Medeglia, al prezzo di 46 scudi d'oro. La vendita avviene a saldo di un debito di 150 scudi d'oro dovuti dal venditore al detto Donato per la dote di Margherita, moglie di Giovanni, figlio del detto Donato, nonché nipote del venditore.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Comune di Medeglia 35 390 x 235 mm, righe 41. Alcuni piccoli fori, due dei quali risalenti alla lavorazione della pelle.

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12 luglio 1614, Baden

Conferma di elezione e di privilegi / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni riuniti a Baden, in risposta a una richiesta di Giulio Cesare abitante a Lodano e di Pietro «Sulamotta», agenti in nome della comunità di Vallemaggia, ribadiscono la validità della conferma ad opera dei signori dell'elezione di Hans Heinrich Horat di Svitto quale landscriba e interprete del baliaggio, sebbene egli non sia stato eletto dalla comunità come prevedono i privilegi ad essa accordati. Gli ambasciatori inoltre invitano i valmaggesi ad accordarsi con il detto Horat per ottenerne l'eventuale rinuncia, in seguito alla quale essi potranno di nuovo esercitare la facoltà di eleggere il proprio landscriba, e confermano il relativo privilegio in relazione alle vacanze future.

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Sigillo: esistente. Sigillo araldico di cera rossa in teca lignea di Melchior Marti di Glarona, landvogt di Baden. Lo scudo nel campo, recante una martora saliente, è sormontato dall'elmo con cimiero che riprende il motivo dello stemma. Legenda: * MEHIOR * MARTI *

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Vallemaggia 78 285 x 440 mm, righe 26. Fori di piccolissime dimensioni lungo le pieghe. Regesto: Filippini, Storia della Valle Maggia, p. 83.

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<...> <...> 1615, <...>

<...> / -

Attestazione di «buona nascita» di Gaspare «de Carmoninis» di Salorino, figlio legittimo di Giovanni Pietro e di Aurelia. (Frammento).

Originale (?); lat. ASTi, Torriani 34 (= cart. 236, nr. 3) 390 x 280 mm, righe 18. La pergamena è stata tagliata lungo entrambi i margini laterali per essere riutilizzata come copertina del protocollo di imbreviature degli anni 1621-1622 del notaio Agostino del fu Alessandro Torriani di Mendrisio. Il testo è lacunoso anche a causa di alcune rosicature.

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1 maggio 1616, Locarno

Consacrazione e concessione d'indulgenza / -

Il vescovo di Como Filippo Archinti, in visita alla pieve di Locarno, su richiesta di Ludovico Griffi di Varese, vicario dell'ordine di S. Francesco, e di Cristoforo Orelli e Giovanni Antonio Marcacci, sindaci della chiesa della Beata Vergine del Sasso, consacra la chiesa, intitolandola all'Assunzione della Vergine, e l'altare maggiore, dove per l'occasione ha fatto collocare le reliquie di s. Lucio papa, dei santi martiri Eusebio, Epifanio, Cristoforo, Orsola e compagne e Giuliana, di s. Provino vescovo di Como, di s. Marcello, di s. Carlo arcivescovo di Milano e di s. Antonio da Padova. Egli concede poi un'indulgenza di un anno ai fedeli in visita alla chiesa quello stesso giorno e di 40 giorni ogni anno nell'anniversario della consacrazione.

Notaio rogatario: Bartolomeus Mainonus sacerdos Comensis p.a.a.n. et domini episcopi Comensis secretarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento della Madonna del Sasso (Orselina) 6 280 x 415 mm, righe 22. Alcuni fori di piccole dimensioni, in particolare lungo le pieghe. Edizione: Messaggero serafico, nr. 11 (1926), pp. 260-261. Regesto: AST 51 (1972), p. 356.

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14 novembre 1618, Giubiasco

Vendita / Instrumentum venditionis

I fratelli Giovanni Antonio, Giovanni Domenico e Antonio, figli del fu Donato «de Sasso Piatto» in Val Morobbia, e Giovanni Domenico, agente a nome del loro fratello Giovanni Giacomo, il quale aveva venduto i beni ereditari al fratello, come contenuto nella vendita del 31 maggio 1618, nonché mastro Pietro del fu Guglielmo «del Grando» di Carmena in Val Morobbia, figlio unico, agente a nome di Marco Antonio del fu Donato «de Sasso Piatto», e gli eredi di Giovanni Pietro, figlio del fu Donato «de Sasso Piatto», vendono a Pietro del fu Domenico «del Cugnolo» e Antonio del fu Pietro «del Guielmino» di Vellano in Val Morobbia, canepari della chiesa di S. Antonio di Val Morobbia, un canone di 8 congi di mosto (bianco e rosso), 2 staia di castagne secche e un capretto grasso, gravante su un appezzamento di terreno vignato, silvato, sassivo e prativo con case con tetto in piode nel territorio di Giubiasco e Val Morobbia «ad Ronchum de Saxo Piatto», come contenuto in una locazione del 13 febbraio 1499, e un canone di 1 congio di mosto bianco, come contenuto in una locazione del 4 maggio 1602. Il prezzo della vendita è di 200 scudi d'oro, al computo di 12 lire di terzoli per ogni scudo, dei quali 100 scudi sono assegnati ai fratelli Francesco e Giovanni Giacomo «de Buletis» di Orico di Bellinzona e altri 100 scudi a *** di Cannobio e a *** di Brissago per i debiti contratti dal defunto Giovanni Pietro.

Notaio rogatario: Hieronimus Cusa f. domini Iacobi Philippi p.i.a.n. Bellinzone.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 39 325 x 400 mm, righe 45. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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17 giugno 1619, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza / -

Papa Paolo V concede un'indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno la chiesa parrocchiale di Moghegno nella festa dell'Assunzione di Maria, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Tracce infinitesimali di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Paolo V.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Moghegno 2 140 x 415 mm, righe 8. Alcune piccole rosicature lungo le pieghe.

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13 dicembre 1621

Concessione di privilegi

Il landamano e il consiglio dei III cantoni, su richiesta del landscriba Giovanni Stefano Hema e dell'interprete Giovanni Pietro Giudici, agenti a nome della comunità di Val Blenio, concedono il privilegio del pedaggio («weggelt») per mantenere strade e ponti.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio. Rimane solo la doppia coda di pergamena con la quale era fissato al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 99 275 (plica esclusa) x 400 mm, righe 27.

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16 marzo 1622, Roma

Collazione di beneficio / -

Papa Gregorio XV conferisce a Pietro Torriani, già chierico della chiesa dei SS. Quirico e Giulitta di Novazzano e canonico della chiesa di Riva S. Vitale, l'arcipretura della chiesa di S. Vittore di Balerna, vacante per la morte di Cristoforo della Torre.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Gregorio XV. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) . S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: GREGORIVS .PAPA. .XV.

Originale; lat. ASTi, Torriani 35 (= cart. 200, nr. 4) 405 x 540 mm, righe 34. Un piccolo foro lungo una piega.

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3 settembre 1622, Roma

Commissione pontificia / -

Papa Gregorio XV incarica Giovanni Domenico Spinola, referendario pontificio, preposito della chiesa maggiore di Como e vicario generale del vescovo di Como, di procedere all'immissione di Pietro Torriani, arciprete della chiesa di S. Vittore in Balerna, nel possesso del beneficio cappellanico del SS. Nome di Gesù, del SS. Crocifisso, dell'Esaltazione della Croce e di S. Francesco nella stessa chiesa, di giuspatronato della famiglia Torriani.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Gregorio XV.

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Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) . S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: GREGORIVS .PAPA. .XV.

Originale; lat. ASTi, Torriani 36 (= cart. 200, nr. 5) 375 x 514 mm, righe 32. Fori lungo le pieghe della pergamena.

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10 ottobre 1622, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione

Papa Gregiorio XV incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire la cappellania dell'altare dei SS. Nazzaro e Celso nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per la morte di Bartolomeo Burgo avvenuta nel precedente mese di luglio, a Fulvio Chicherio, canonico della detta chiesa, che frutta una rendita di 24 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. La bolla plumbea di papa Gregorio XV è stata asportata mediante taglio, rimane buona parte del filo di canapa.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 136 (v.n.B. XII/17) 330 (plica esclusa) x 515 mm, righe 34. Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 137 (v.n. C. II/3)

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10 ottobre 1622, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione

Papa Gregiorio XV incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire la cappellania dell'altare dei SS. Nazzaro e Celso nella chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per la morte di Bartolomeo Burgo avvenuta nel precedente mese di luglio, a Fulvio Chicherio, canonico della detta chiesa, che frutta una rendita di 24 ducati d'oro «de camera».

Archivio Comunale Bellinzona 137 (v.n. C. II/3) (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 136 (v.n.B. XII/17)

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28 novembre 1622

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Voto / Ortsstimb

Il landamano, il consiglio e la comunità di Nidwalden, su richiesta di Giovanni Pellanda, già luogotenente e ora caneparo di Riviera, e di Antonio «Jeger» attuale luogotenente, agenti in nome della comunità di Riviera, danno il loro assenso alla conferma di nove articoli concernenti la procedura giudiziaria, la ripartizione delle multe e condanne, il ruolo degli interpreti e degli scribi e il divieto di redigere istrumenti per gli ecclesiastici.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Nidwalden («secret insigell»), annunciato nella corroboratio del documento; rimangono i fori praticati nella pergamena per l'inserimento del filo con cui era attaccato.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 17 485 x 410 mm, righe 53. Fori di piccole dimensioni lungo le pieghe.

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13 marzo 1623, Milano

Collazione di cappellania

Mario Antonio, protonotaio apostolico e vicario generale del cardinale presbitero di S. Maria degli Angeli e arcivescovo di Milano Federico Borromeo, in esecuzione di una commissione di papa Gregorio XV conferisce al Fulvio Chicherio, canonico della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, la cappellania dell'altare dei SS. Nazzaro e Celso nella detta chiesa.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica con cordula rossa di Federico Borromeo, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii»). Nel campo l'effigie di S. Ambrogio vescovo in trono, tra i santi Gervasio e Protasio. Legenda: TALES * AMBIO DEFENSORES

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 137 (v.n. C. II/3) 495 (plica esclusa) x mm, righe 36. Fori di medie e grandi dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Inserti: 10 ottobre 1622 (Roma (S. Maria Maggiore))

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<31> 1623, Dangio

Conferimento di vicinato / Instrumentum acce

L'assemblea dei vicini di Aquila, riunita per ordine dei consoli di , Dangio e Pinadee, accetta quali vicini in perpetuo e con diritti di godimento su pascoli, boschi e alpi Van del fu Gioanino «del Biongio» di Cozzera (Ghirone), e

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<...> Maria «de Scossa» di Campo Blenio. I vicini dichiarano di avere ricevuto 80 scudi da detto Van.

Notaio rogatario: Ioannes Maria f.q. Ambrosii Bruni de Dangio n.a.i.a.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Blenio 100 490 x 310 mm, righe 50. Mutila dei margini sinistro e destro.

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8 febbario 1625, Lottigna

Sentenza / Instrumentum sententie

Il capitano Peter Lussi di Unterwalden, vicario e podestà di Val Blenio, nella lite tra mastro Giacomo del Gatto , console di Dongio, e mastro Stefano «del Monacho» e Martino Lazaro, agenti a nome della vicinanza di Dongio, da una parte, e Giovanni Giacomo Arciono, console di Corzoneso, Gian Guglielmo de Bartolone e Guglielmetto Fontana, agenti a nome della vicinanza di Corzoneso, in merito al ritiro di certi sassi dal fiume Brenno, conferma le precedenti sentenze, che permettono a quelli di Dongio di prelevare i sassi e la ghiaia, e condanna la parti al pagare ciascuna la metà delle spese.

Notaio rogatario: Iohannes Iacobus de Bolla de Castro f.q. Antonii p.i.a.n. ac causarum iuris Vallis Blegnii cancellarius.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera sotto carta di Peter Lussi, vicario di Val Blenio, è cucito con filo di canapa. Nel campo lo scudo con l'arma di famiglia («Agnus Dei») sormontato da un cimiero. Legenda: . PETER .

Originale; it. ASTi, Pergamene, Blenio 101 430 x 330 mm, righe 49. Un foro di grosse dimensioni nel margine sinistro, risalente alla lavorazione della pelle.

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3 novembre 1626, Roma

Collazione di arcipretura e di canonicato / -

Papa Urbano VIII incarica Gregorio Nano, referendario «in utraque signatura», e il vescovo di Como di conferire a Giovanni Torriani l'arcipretura di S. Vittore a Balerna, vacante per rinuncia di Pietro Torriani, e a Scipione Torriani di Mendrisio un canonicato della stessa chiesa, vacante per rinuncia di Alfonso Torriani.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Urbano VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS), S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: VRBANVS . PAPA . .VIII.

Originale; lat. ASTi, Torriani 38 (= cart. 200, nr. 9)

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272 x 306 mm, righe 24. La pergamena presenta alcuni piccoli fori e uno strappo lungo le pieghe.

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3 novembre 1626, Roma

Conferimento di pensione / -

Papa Urbano VIII conferisce alcune pensioni a Pietro Torriani, che ha rinunciato all'arcipretura della chiesa di S. Vittore di Balerna cedendola a Giovanni Torriani.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Urbano VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS), S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: VRBANVS . PAPA . .VIII.

Originale; lat. ASTi, Torriani 37 (= cart. 200, nr. 8) 316 x 465 mm, righe 30. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe della pergamena.

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20 settembre 1627, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione

Papa Urbano VIII incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire la cappellania dei SS. Cristoforo e Elena, nella chiesa di S. Maria di Arbedo, vacante per la rinuncia di Cristoforo Molo alla sede apostolica, a Francesco Molo, chierico della diocesi di Como e nipote del detto Cristoforo.

Cancellieri: L. Scoacey (de), (cancelleria pontificia)

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di Urbano VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS), S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: VRBANVS . PAPA . .VIII.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 28 (= cart. 4c, nr. 26) 345 x 535 mm, righe 30. Una lacuna di grandi dimensioni all'incrocio delle pieghe, dovuta a rosicatura, e diverse altre rosicature di piccole dimensioni.

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12 dicembre 1627, Monte Carasso

Elezione di procuratori e costituzione di censo / Instrumentum sindicatus e instrumentum census

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L'assemblea dei vicini di Monte Carasso, convocata per ordine del console Bernardino del fu Bertramo Brocchi, designa quali procuratori il detto console Bernardino, Giovanni Pietro Rossino, Giovanni Giacomo Guidotti, Domenico «de Pozerancha» e Bernardino Locarnino incaricandoli di ricevere dal prete Francesco del fu Giovanni Antonio Rusconi di Bellinzona e dai suoi fratelli un prestito di 600 scudi per sanare un debito che il comune di Monte Carasso ha contratto insieme al borgo di Bellinzona e di costituire un censo annuo perpetuo sui beni comunali per ottenere tale prestito. I detti procuratori costituiscono a favore di Giovanni Battista Rusconi, agente anche a nome dei fratelli Francesco prete e Andrea, un censo annuo perpetuo di 45 scudi gravante sui beni comunali.

Notaio rogatario: Andreas Cusa f.q. domini Hyeronimi p.a.i.a.n Bellinzonae.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 256 630 x 420 mm, righe 59. Dodici tagli d'annullamento e fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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12 dicembre 1627, Monte Carasso

Elezione di procuratori e costituzione di censo / Instrumentum sindicatus e instrumentum census

L'assemblea dei vicini di Monte Carasso, convocata per ordine del console Bernardino del fu Bertramo Brocchi, designa quali procuratori il detto console Bernardino, Giovanni Pietro Rossino, Giovanni Giacomo Guidotti, Domenico «de Pozerancha» e Bernardino Locarnino incaricandoli di ricevere dal prete Francesco del fu Giovanni Antonio Rusconi di Bellinzona e dai suoi fratelli un prestito di 600 scudi per sanare un debito che il comune di Monte Carasso ha contratto insieme al borgo di Bellinzona e di costituire un censo annuo perpetuo sui beni comunali per ottenere tale prestito. I detti procuratori costituiscono a favore di Giovanni Battista Rusconi, agente anche a nome dei fratelli Francesco prete e Andrea, un censo annuo perpetuo di 45 scudi gravante sui beni comunali.

Notaio rogatario: Andreas Cusa f.q. domini Hyeronimi p.a.i.a.n Bellinzonae.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 256 630 x 420 mm, righe 59. Dodici tagli d'annullamento e fori di piccole e medie dimensioni, in particolare lungo le pieghe.

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4 luglio 1631

Estratto di protocollo / -

Estratto dal registro del Parlamento francese in merito alla tutela degli eredi dei conti de la Roche e baroni di Montmaur.

Copia semplice (?); fr. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 6 265 x 320 mm, righe 19.

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23 luglio 1631, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza / -

Papa Urbano VIII concede l'indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa di S. Maria di Pollegio nel giorno dell'Assunzione della Vergine, per i prossimi sette anni.

Cancellieri: M.A. Maraldus, Roma (curia pontificia)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Urbano VIII.

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 6 (= cart. 24, fasc. 9, nr. 1) 155 x 415 mm, righe 14. Quattro fori in corrispondenza dei quattro angoli, a testimonianza dell'affissione del documento.

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19 agosto 1634, Roma (S. Maria Maggiore)

Collazione di arcipretura / -

Papa Urbano VIII conferisce a Flaminio Bosia l'arcipretura della chiesa collegiata di S. Lorenzo di Lugano, vacante per la rinuncia di Giovanni Battista Pocobelli, preposito della chiesa collegiata di Porlezza.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Urbano VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: VRBANVS . PAPA . VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 261 440 x 580 mm, righe 34. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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6 giugno 1637, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza / -

Papa Urbano VIII concede l'indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa di S. Maria di Pollegio nel giorno dell'Assunzione della Vergine, per i prossimi sette anni.

Cancellieri: M.A. Maraldus, Roma (curia pontificia)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Urbano VIII.

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Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 7 (= cart. 24, fasc. 9, nr. 2) 150 x 425 mm, righe 12. Quattro fori negli angoli, a testimonianza dell'affissione del documento.

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10 ottobre 1639, Roma

Istituzione di confraternita

Teodoro Strazio, generale dell'ordine dei Carmelitani riformati, erige la confraternita di S. Maria del Carmine nella chiesa parrocchiale di S. Martino di Bironico.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Teodoro Strazio, generale dell'ordine dei Carmelitani riformati, annunciato nella corroboratio del documento e asportato mediante strappo.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 26 620 (plica inclusa) x 430 mm, righe 123. Lungo il bordo superiore della pergamena è stato fissato un listello di legno con un nastro di stoffa verde, allo scopo di appenderla; la membrana è lacerata in corrispondenza delle fratture del listello. La parte centrale del lato inferiore è stata asportata mediante strappo. Il testo è a stampa con inserti manoscritti.

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15 dicembre 1639, Roma

Conferma di erezione di confraternita

Francesco Galassini, procuratore generale dell'ordine dei predicatori, dando seguito alla richiesta dei fedeli di Brontallo sottopostagli da Francesco «de Rubeis», conferma l'erezione della confraternita del Rosario nella chiesa vice parrocchiale di Brontallo, ricordando che la festa del Santo Rosario va celebrata la prima domenica di ottobre, assegnando alla confraternita un cappellano e confermando le indulgenze già concesse in precedenza.

Cancellieri: Bernardo Pagano, Roma (cancelleria pontificia)

Sigillo: esistente. Sigillo circolare in cera rossa di Francesco Galassini, in teca metallica con decorazioni geometriche sbalzate, appesa a plica tramite cordula rossa e dorata intrecciata. Lo scudo nel campo [DA COMPLETARE] Legenda: SIGILLVM * OFFI<...> A R * P * PROC(URATORIS) * GENER(ALIS) * ORD(INIS) * PRAEDICATORUM

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 18 (= vecchio I/18) 415 (plica esclusa) x 590 mm, righe 28. L'inchiostro rosso, utilizzato per le parti importanti del testo, stinge.

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1 giugno 1640, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia / -

Papa Urbano VIII incarica il vicario generale del vescovo di Como di procedere all'immissione di Matteo Oldelli, canonico della chiesa collegiata dei SS. Giovanni Battista e Provino di Agno, nel possesso di un beneficio canonicale della chiesa collegiata di Riva S. Vitale, vacante per libera resignazione di Nicolao Carafino.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla plumbea di papa Urbano VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 30 340 x 520 mm, righe 33. Il documento è stato tagliato lungo metà del margine inferiore e presenta fori di piccole e medie dimensioni lungo le pieghe.

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19 luglio 1640, Locarno

Sentenza / -

Gli ambasciatori dei XII cantoni, riuniti nel sindacato di Locarno, pronunciano la loro sentenza nella causa di appello intentata dalla comunità di Brissago nella lite con la comunità di Locarno in merito alla ripartizione di taglie e spese nel baliaggio di Locarno.

Cancellieri: Melchior Lussy, Locarno (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Johannes Sury di Soletta, landvogt di Locarno, annunciato nella corroboratio del documento. Il sigillo è stato asportato mediante strappo, unitamente alla coda di pergamena con cui era stato apposto.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Locarnese 68 615 x 770 mm, righe 55. Lo strappo del sigillo ha causato una grande lacuna nel margine inferiore, senza tuttavia comportare alcuna perdita del testo. Macchia bruno scura nell''angolo superiore destro.

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3 agosto 1641, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione / -

Papa Urbano VIII incarica il vicario generale del vescovo di Como di procedere all'immissione di Gabriele Morosini, rettore della chiesa e cappella dei SS. Pietro e Andrea di Cassarate, nel possesso di un canonicato e prebenda di S.

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Lorenzo di Lugano, vacante per la morte di Francesco Lobbia.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Urbano VIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS), S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: VRBANVS . PAPA . .VIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 31 380 x 570 mm, righe 34. Alcuni piccoli fori nelle pieghe.

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7 febbraio 1642, Como

Collazione di cappellania

Lazzaro [Caraffino], vescovo di Como, conferisce a Giovanni Antonio Taragnola, chierico di Bellinzona, la cappellania degli altari di S. Marta, S. Trinità e S. Bernardino nella chiesa di S. Biagio di Bellinzona.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica con cordula verde di Lazzaro Caraffino, vescovo di Como («sigillum maiore»). Nel campo lo scudo del vescovo (nel capo l'aquila coronata e nel campo tre fasce alternate con lo scudetto contenente 3 stelle) sormontato dalla mitra vescovile sopra il pastorale e una chiave incrociati. Legenda: I * ET * COMES LAZARUVS * CARINV

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 138 (v.n. C. IV/3) 290 (plica esclusa) x 360 mm, righe 25. Fori lungo le piegature e i bordi, dovuti a rosicatura.

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24 febbraio 1644, Roma (S. Pietro)

Concessione di indulgenza / -

Papa Urbano VIII concede l'indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa di S. Maria di Pollegio nel giorno dell'Assunzione della Vergine, per i prossimi sette anni.

Cancellieri: M.A. Maraldus, Roma (curia pontificia)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Urbano VIII.

Originale; lat. ASTi, Seminario di Pollegio 8 (= cart. 24, fasc. 9, nr. 3) 150 x 430 mm, righe 11. La pergamena presenta alcuni piccoli fori in corrispondenza delle pieghe.

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11 marzo 1644, Bellinzona

Vendita / Instrumentum venditionis

Il tesoriere Jost Püntener, agente a nome del capitano Balthasar Bessler e di Ulrich Püntener, curatori di Karl Heinrich figlio del capitano Johann Kaspar Bessler di Uri, per alcuni beni pervenuti a detto Karl Heinrich in virtù di uno strumento di stima fatto contro gli eredi del prete Francesco Ghiringhelli, vende a Carlo Rusconi, arciprete di Bellinzona, protonotaio e commissario apostolico del fratello Francesco Rusconi, figli del fu Bernardo, un sedime con una casa di più stanze con tetto in piode e con pozzo e cortile e un appezzamento di terreno vignato e prativo nel territorio di Bellinzona «ad Columbarium alias dictis de Ghiringhellis ad Muratam ». Il prezzo della vendita è di 1600 scudi, al computo di 12 lire di terzoli per ogni scudo, e 16 some di vino buono, di cui 100 scudi sono assegnati a Virginio Chicherio, medico di Bellinzona, e per i restanti i fratelli Rusconi costituiscono un riconoscimento di debito a favore dei venditori. Nel margine superiore ricevuta di completa soluzione della vendita.

Notaio rogatario: Andreas Cusa f. domini Hyeronimi p.a.i.a.n Bellinzonae.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 40 365 x 440 mm, righe 30. Lacerazione nel margine destro, nonché rosicature lungo i bordi.

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2 maggio 1646, Roma

Commissione

Papa Innocenzo X, rispondendo a una supplica degli abitanti della pieve di Capriasca, commissiona all'arcivescovo di Milano o al suo vicario di assolverli da qualsiasi pena o castigo in cui fossero inavvertitamente incorsi, benedire ogni persona di ambo i sessi così come i loro campi e tutti gli altri loro beni e concedere loro l'indulgenza plenaria purché abbiano digiunato per tre giorni di una stessa settimana, si siano confessati e comunicati e abbiano compiuto qualche opera di pietà.

Cancellieri: M.A. Maraldus, Roma (curia pontificia)

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 19 325 x 415 mm, righe 17. Resti di carta incollata e tracce di colla nella parte inferiore.

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2 agosto 1646, Milano

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Conferimento di dottorato

Giovanni Battista Fossati, referendario pontificio, canonico di S. Maria della Scala di Milano e commendatario di S. Maria di Carugate, cavaliere del collegio dei giurisperiti di Milano e conte palatino, conferisce a Carlo Molo di Bellinzona il titolo di dottore in teologia.

Notaio rogatario: Iohannes Baptista Moia f.q. domini Iohannis Petri, Porte Nove Parrochie Sancti Stephani ad Nuxigiam Mediolani, p.a.i.n., causidicus collegiatus et prefati venerabilis collegii [iurisperitorum Mediolani] cancellarius.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo in cera rossa «cum cordulis serici rubei coloris» del collegio dei giurisperiti di Milano; si riconoscono solo i fori nella plica.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 29 (= cart. 4c, nr. 27) 495 x 640 mm, righe 38. Una rosicatura di grandi dimensioni all'incrocio delle pieghe; piccoli fori e lacerazioni.

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6 settembre 1646, Bellinzona

Mandato

I consiglieri della comunità di Bellinzona eleggono il notaio Andrea Cusa, Bernardo Paganino, il luogotenente Ludovico «Saregno» e Giovanni Battista Rusconi per concludere la vendita a favore dei Padri Gesuiti.

Archivio Comunale Bellinzona 139 (v.n. B. XI/5) (inserto)

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7 settembre 1646, Ponte Tresa

Vendita e cessione di diritti / Instrumentum venditionis et cessionis

Gaspare Pusterla del fu Tranquillo di Bellinzona, abitante a Tradate, vende a Bernardino Paganini, al luogotenente Ludovico «Sarenii», a Giovanni Battista Rusconi e al notaio Andrea Cusa, deputati della comunità di Bellinzona, un sedime con una casa con stanze sopra e sotto, cortile, pozzo, stalla e corte coperta di piode e un appezzamento di terreno a orto con piante da frutta, situati nel borgo di Bellinzona in contrada Codeborgo «ad Domum dicti domini Pusterle». Il prezzo di vendita è di 3000 scudi, al valore di 12 lire di terzoli per singola moneta di Bellinzona. I deputati della comunità di Bellinzona promettono di consegnare l'intera somma entro 4 anni, altrimenti Gaspare e i suoi eredi sono tenuti a restituire la stessa cifra e la comunità è tenuta a retrovendere tutti i beni. Inoltre Gaspare Pusterla con Branda Pusterla del fu Orazio, abitante a Tradate, agente a nome proprio e dei fratelli Francesco e Ludovico, figli di Arcangelo Pusterla, cedono ogni diritto loro spettante sulla chiesa di S. Maria dell'Addolorata in contrada Codeborgo, il diritto di patronato per l'elezione di un cappellano nella detta chiesa, unendo il beneficio al collegio dei Gesuiti, che viene trasferito con tutti i suoi beni alla chiesa di S. Pietro nella cappella di S. Brigida, legando una messa feriale celebrata dall'ordine di S. Agostino in detta chiesa.

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Notaio rogatario: Andreas Cusa f.q. domini Hieronymi p.a.a.n.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 139 (v.n. B. XI/5) 505 x 495 mm, righe 47. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Inserti: 6 settembre 1646 (Bellinzona)

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5 febbraio 1647, Milano

Fondazione di Confraternita

Il cardinale Cesare Monti, arcivescovo di Milano, dietro richiesta dei fedeli di Tesserete, istituisce la confraternita dei Morti nella chiesa parrocchiale e plebana di S. Stefano di Tesserete.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 20 380 x 510 mm, righe 19. Il documento, in due frammenti, presenta grosse lacune dovute a rosicatura e ad asportazione, mediante taglio, della parte inferiore, dove era presente il sigillo.

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6 aprile 1647, Milano

Diploma di laurea / Documentum

Il collegio di esperti di Milano, presieduto dal conte Carlo Archinti, conferiscea laurea in teologia a Giovanni Battista Torricelli del fu <...>, abitante a Lugano e dimorante nel collegio di S. Marcellino di Milano.

Notaio rogatario: Gaspar Sormanus f.q. Hieronimi p.o.p. Sancti Michaelis in ecclesia metropolitana Mediolani p. Mediolanensis a. et i.a.n. et dicti venerandi collegii cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 279 540 x 635 mm, righe 34. Numerose rosicature di medie e grosse dimensioni.

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28 agosto 1647, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione pontificia

Il papa Innocenzo X incarica il vicario generale del vescovo di Como di procedere all'immissione del chierico di Como Antonio Francesco Raimondi nel possesso dei benefici delle chiese dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio e di S.

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Nicolao, vacanti per libera resignazione del prete Anselmo «de Dentiis».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Innocenzo X; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 24 370 x 510 mm, righe 34. Alcuni piccoli fori.

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15 maggio 1648, Roma

Istituzione di confraternita e concessione di indulgenze

Domenico de Marinis, vicario generale dell'ordine dei Predicatori, istituisce la confraternita del S. Rosario nella chiesa di S. Vittore di Moleno e concede le medesime indulgenze della confraternita di S. Maria sopra Minerva di Roma.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta di Domenico de Marinis, vicario generale dell'ordine dei Predicatori. L'impronta è parzialmente danneggiata in corrispondenza della legenda. L'effigie nel campo raffigura a sinistra un religioso inginocchiato in preghiera ai piedi del Crocifisso e sopra di esso 6 stelle, a sinistra del Crocifisso una giovane pianta. Sopra il Crocifisso un cigno con le ali spiegate. Legenda: + ... EPISCOPORUM

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 41 x mm, righe 13. Pergamena miniata. Foro lungo le piegature, dovuto a rosicatura, nonché gore di umidità. Nel verso nota di registrazione.

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prima del 25 giugno 1648,

Commissione

Considerato che il cardinale [Cesare] Monti, arcivescovo di Milano e asserito protettore del Collegio di Ascona, i locarnesi e i ronchesi pretendono, contro le disposizioni del diritto, del fondatore e del breve apostolico di Gregorio XIII, che Ascona ammetta gratuitamente nel Collegio anche i loro giovani, il pontefice [Innocenzo X], supplicato dal comune di Ascona di essere liberato da tali vessazioni, incarica Cristoforo Peutingerio di dirimere la vertenza.

Archivio Patriziale Ascona 21 (v.n. AST 35) (inserto) Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36])

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prima del 25 giugno 1648,

Commissione

Considerato che il cardinale [Cesare] Monti, arcivescovo di Milano e asserito protettore del Collegio di Ascona, i locarnesi e i ronchesi pretendono, contro le disposizioni del diritto, del fondatore e del breve apostolico di Gregorio XIII, che Ascona ammetta gratuitamente nel Collegio anche i loro giovani, il pontefice [Innocenzo X], supplicato dal comune di Ascona di essere liberato da tali vessazioni, incarica Cristoforo Peutingerio di dirimere la vertenza.

Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) (inserto) Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 21 (v.n. AST 35)

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25 giugno 1648, Roma

Richiesta di notifica di atti

Cristoforo Peutingerio, dottore in entrambi i diritti, cappellano del papa [Innocenzo X], nonché uditore delle cause e commissario deputato dal pontefice, comunica a tutti gli interessati di aver ricevuto l'incarico di dirimere la vertenza sugli alunnati del collegio d'Ascona e ordina che chiunque possegga documenti concernenti questa causa provveda, entro tre giorni dalla notificazione e sotto pena di scomunica, alla loro autenticazione per via notarile o almeno a curarne un riassunto. Chi omettesse di notificare tali carte incorrerà nella sospensione «a divinis».

Notaio rogatario: Archangelus Baronus Sacri Palacii apostolici causarum n.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare in cera rossa sotto carta di circa 44 mm di diametro di un vescovo non identificato: nella corroboratio è annunciato il sigillo di un coadiutore dell'autore del documento. L'impronta nel campo è irriconoscibile.

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 21 (v.n. AST 35) 330 x 240 mm, righe 48. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura. La presente richiesta di atti (righe 1-8, 21-48) contiene l'inserto della commissione (non datata) [di papa Innocenzo X al Peutingerio] (righe 8-21). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 67-68, nr. 35. Inserti: prima del 25 giugno 1648 ()

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29 aprile 1649, Roma (S. Maria Maggiore)

Collazione di arcipretura / -

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Papa Innocenzo X conferisce al prete Gabriele Morosini di Lugano, beneficiato delle chiese di S. Bartolomeo di Croglio e dei SS. Pietro e Andrea di Cassarate nonché canonico della collegiata di S. Lorenzo di Lugano, l'arcipretura della collegiata di S. Vitale a Riva S. Vitale, vacante per la morte di Gerolamo Morosini.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Innocenzo X. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: INNOCENTIVS PAPA X

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 25 470 x 560 mm, righe 36. Alcuni piccoli fori. Regesto: Chiesi, Riva San Vitale, p. 148.

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15 maggio 1649, Roma

Concessione di indulgenze / -

Papa Innocenzo X concede indulgenze a favore della chiesa di S. Maria dell'Ospedale di Lugano e dell'altare di S. Marta in essa esistente.

Sigillo: frammento. Frammento del sigillo «anulus piscatoris» in cera rossa di papa Innocenzo X, apposto nel verso del documento. Le piccole parti rimaste non consentono di riconoscere alcunché dell'impronta.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 12 150 x 410 mm, righe 9.

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12 dicembre 1649

Conferma di privilegi

Il landamano e il consiglio di Uri stabiliscono lo stipendio del vicario di Leventina a 150 fiorini, accettano la richiesta di un mobile in legno per la casa del balivo, confermano i privilegi, gli ordini relativi ai pascoli e agli alpi e gli ordini relativi alle doti delle figlie tra Uri e Leventina.

Cancellieri: Burkhard zum Brunnen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera verde in teca lignea della comunità di Uri, appeso con filo giallo e nero. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: + SIGILLVM . TOTIVS . COMVNITATIS . VRANIE.

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Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 61 345 x 420 mm, righe 36.

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<...> <...> 1649, Milano

Diploma di laurea / -

Diploma di laurea in teologia conferito a Francesco Antonio Ghiringhelli di Bellinzona del fu Agostino, studente al Collegio Elvetico di Milano.

Notaio rogatario: Gaspar Sormanus f.q. Hieronimi p.o.p. Sancti Michaelis in ecclesia metropolitana Mediolani p. Mediolanensis a. et i.a.n. et dicti venerandi collegii cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Ghiringhelli (Bellinzona) 59 460 x 660 mm, righe 24*. Una grossa macchia provocata da umidità e diversi fori di piccole e medie dimensioni Regesto: BSSI XXIX (1907), p. 104.

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31 agosto 1650, Roma

Donazione di reliquie

Alessandro Vittrici, vescovo di Alatri, dona a Cecilia von Sonnenberg, moglie del capitano della Guardia Pontificia, il corpo, ossia le ossa, di S. Fulgenzio Martire, proveniente dal cimitero di Calepodio, su mandato di Papa Innocenzo X, e concede a Cecilia di trasportare il corpo del martire fuori dalla città di Roma e deporle in una chiesa, oratorio o luogo di venerazione.

Cancellieri: Bernardino Gasbarra, Roma

Archivio Comunale Bellinzona 140 (v.n. C. VI/7) (inserto)

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Inizio sec. XVII

Arbitrato / arbitramentorum

Frammento di un arbitrato, fatto dagli arbitri Giovanni Testore e Pietro Rusconi, in merito a un diritto di pascolo di 42 vacche e mezza di una compagnia, su un alpe nel territorio [verosimilmente] di (i cui confini sono a sud i monti Bessenca e Frighiscio, a ovest il vallone di Albagno, a nord l'alpe di Cassengo e inclusi i confini di Mornera di

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1384 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete fuori e di dentro), caricato da metà giugno. Gli arbitri dichiarano che i compagni non possano vendere l'alpe o affittarlo ad altri fuori dalla compagnia e sono tenuti a venderlo o affittarlo ai compagni. Infine condannano le parti a dare un paio di scarpe a ciascun arbitro.

Notaio rogatario: Hiermus Cusa f. domini Iacobi Philippi i.a.n. Bellinzone.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Bellinzonese 42 200 x 400 mm, righe 28. Il documento è mutilo della parte superiore e presenta una lacuna nel margine sinistro, lacerazioni lungo i bordi, un foro, nonché macchie di umidità.

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5 maggio 1651, Roma

Sentenza

Cristoforo Peutingerio, cappellano della S. Sede, uditore, giudice e commissario della Sacra Rota, nella causa tra Ascona, da una parte, e Ronco, dall'altra, dichiara che i giovani di Ronco e di Locarno che vogliono seguire gli studi ecclesiastici devono essere ammessi al Collegio Papio senza alcuna restrizione né cauzione e infine condanna i litiganti al pagamento delle spese.

Notaio rogatario: Archangelus Baronus Sacri Palatii apostolici causarum [n.].

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di un vescovo non identificato; nella corroboratio è annunciato il sigillo di un coadiutore dell'autore del documento. Rimangono solo tracce di cera rossa.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pancaldi 14 425 x 235 mm, righe 56. Estese rosicature nel margine sinistro. Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36])

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5 maggio 1651,

Sentenza (parte imperativa)

Cristoforo Peutingerio, cappellano della S. Sede, uditore, giudice e commissario della Sacra Rota, nella causa tra Ascona, da una parte, e Ronco, dall'altra, dichiara che i giovani di Ronco e di Locarno che vogliono seguire gli studi ecclesiastici devono essere ammessi al Collegio Papio senza alcuna restrizione né cauzione e infine condanna i litiganti al pagamento delle spese.

Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) (inserto) Altri esemplari: ASTi, Pergamene, Pancaldi 14

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2 giugno 1651, Lucerna

Collazione di beneficio ecclesiastico

Francesco Boccapaduli, vescovo di Città di Castello e nunzio apostolico presso i Confederati, conferisce al chierico Giovanni Pietro Morosini il beneficio della cappellania di S. Pietro di Curio, vacante per la morte di Domenico Banchino.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica con filo verde di Francesco «Buccapadulius», vescovo di Città di Castello e nunzio apostolico presso i Confederati. L'arma di famiglia è sormontata dal galero a sei nappe. Legenda: * FRANC(ISCVS) . BVCCAPADVLIVS . <...> . NVNC(IVS) . APOSTOL)ICVS)

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 33 385 x 540 mm, righe 18. Alcuni piccolissimi fori.

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1 febbraio 1652, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenze / -

Papa Innocenzo X concede indulgenze a favore della chiesa di S. Antonio abate di Arcegno.

Sigillo: deperdito. Tracce minime di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Innocenzo X, apposto nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Arcegno 3 (= 44.12/1) 135 x 415 mm, righe 8. Diverse piccole rosicature lungo le pieghe.

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27 giugno 1652, Roma

Donazione di reliquie

Cecilia von Sonnenberg, vedova di Jost Fleckenstein, comandante della Guardia Pontificia, dona l'intero corpo, ossia le ossa, di S. Fulgenzio Martire, proveniente dal cimitero di Calepodio fuori le mura dell'Urbe e contenuto in una cassetta di legno, legata con una corda e sigillata con cera ispanica rossa sul nodo della corda da Alessandro Vittrici, un tempo vicario del cardinale Ginetti, all'arciprete Carlo Rusconi di Bellinzona, protonotaio e commissario apostolico.

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Notaio rogatario: Iacobus Simoncellus curiae causarum camere apostolice n.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 140 (v.n. C. VI/7) 300 x 420 mm, righe 33. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Sullo stesso documento figurano la presente donazione di reliquie (r 1-24), l'attestazione del 14 agosto 1652 (r 25-27) e l'autorizzazione del 27 novembre 1652 (r 28-33).

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14 agosto 1652, Roma

Attestazione

Prospero Caffarelli, protonotaio apostolico e uditore di camera, attesta che Giacomo Simoncelli è notaio pubblico.

Notaio scrivente: Caesar Columna

Sigillo: esistente. Tracce del sigillo di cera rossa di Prospero Caffarelli (?), protonotaio apostolico e uditore di camera.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 140 (v.n. C. VI/7) 300 x 420 mm, righe 33. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Sullo stesso documento figurano la donazione di reliquie del 27 giugno 1652 (r 1-24), la presente attestazione (r 25-27) e l'autorizzazione del 27 novembre 1652 (r 28-33).

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27 novembre 1652, Como

Autorizzazione

Francesco Theo approva la collocazione [delle reliquie] del corpo di S. Fulgenzio Martire, presentate a Como dall'arciprete Carlo Rusconi, nella collegiata di S. Pietro di Bellinzona.

Cancellieri: Giovanni Angelo Magatto, Como (cancelliere vescovile)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera sotto carta di Francesco Theo, protonotaio apostolico. Nel campo lo scudo troncato e nella partizione inferiore una stella a 8 punte. Lo scudo è sormontato dal galero. Legenda: FRANC(ISCVS) * THEVS * PROTH(ONOTARIVS) * APOST(OLICVS).

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 140 (v.n. C. VI/7) 300 x 420 mm, righe 33. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura. Sullo stesso documento figurano la donazione di reliquie del 27 giugno 1652 (r 1-24), l'attestazione del 14 agosto 1652 (r 25-27) e la presente autorizzazione (r 28-33).

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9 maggio 1653, Como

Collazione di canonicato

Lazzaro [Caraffino], vescovo di Como, in esecuzione di una commissione di papa Innocenzo X, conferisce a Giovanni Antonio Molo di Bellinzona un canonicato della chiesa di S. Pietro di Bellinzona, vacante per la morte «extra Romanam curiam» di Bernardino Ghiringhelli.

Cancellieri: Ettore Albergato, Como (segretario)

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 141 (v.n. C. VI/9) 270 (plica inclusa) x 430 mm, righe 19. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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prima del 4 luglio 1653

[Commissione]

Commissione a Francesco de Zarate affinché giudichi la causa d'appello in seconda istanza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del Collegio di Ascona.

Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) (inserto)

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4 luglio 1653, Roma

Sentenza

Francesco «de Zarate», dottore in entrambi i diritti, cappellano del papa [Innocenzo X], nonché uditore delle cause e commissario deputato dal pontefice, pronuncia la sua sentenza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del collegio d'Ascona. Il giudice dichiara che la sentenza di prima istanza pronunciata dall'uditore Peutingerio è valida e respinge il ricorso di Ronco e Locarno, condannandoli alle spese di causa.

Notaio rogatario: Archangelus Baronus, sacri palacii apostolici causarum n.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare in cera rossa sotto carta di circa 46 mm di diametro di Aimé du Nozet, decano della Sacra Rota; lo scudo nel campo porta due leoni rampanti rivolti a sinistra e sormontati da una fascia con due stelle a sei punte. Legenda: M * DVNOZET * SACRAE * ROTAE * UDIT[OR] * DECAN

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Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 22 (v.n. AST 36) 360 x 195 mm, righe 54. Alcune rosicature lungo il margine sinistro; pergamena restaurata. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, p. 68, nr. 36. Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36])

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4 luglio 1653

Sentenza (parte imperativa)

Francesco «de Zarate», dottore in entrambi i diritti, cappellano del papa [Innocenzo X], nonché uditore delle cause e commissario deputato dal pontefice, pronuncia la sua sentenza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del collegio d'Ascona. Il giudice dichiara che la sentenza di prima istanza pronunciata dall'uditore Peutingerio è valida e respinge il ricorso di Ronco e Locarno, condannandoli alle spese di causa.

Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) (inserto) Altri esemplari: Archivio Patriziale Ascona 22 (v.n. AST 36)

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dopo il 4 luglio 1653

[Commissione]

Commissione a Geronimo Priolo, coadiutore della Sacra Rota, affinché giudichi la causa d'appello in terza istanza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del Collegio di Ascona.

Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) (inserto)

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dopo il 4 luglio 1653

[Commissione]

Commissione ad Angelo Celso, coadiutore della Sacra Rota, affinché giudichi la causa d'appello in terza istanza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del Collegio di Ascona, [siccome per un vizio di forma il primo ricorso di Ronco in terza istanza non poté essere ammesso].

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; lat. Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) 740 x 450 mm, righe 108. La presente commissione (righe 52-58) è inserita nella sentenza del 1655 luglio 7 (si veda la scheda corrispondente).

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31 luglio 1653, -

Concessione di indulgenza

Papa Innocenzo X concede un'indulgenza in favore della chiesa di S. Maria [di Bellinzona?]. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Sacchi 30 (= cart. 10.3, nr. 3) 142 x 180 mm, righe 10. Buona parte del testo è stata asportata mediante taglio e strappo del margine destro.

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7 luglio 1655, Roma

Sentenza

Angelo Celso, cappellano del papa [Alessandro VII], nonché uditore delle cause e commissario deputato dal pontefice, dopo aver ripercorso la questione dal 1648 in poi e ricordato che le istanze dei Locarnesi e del comune di Ronco è stata respinta nel 1653, pronuncia la sua definitiva e inappellabile sentenza nella lite tra il comune di Ascona, da una parte, e il comune di Ronco, dall'altra, in merito agli alunnati del Collegio d'Ascona. Il giudice respinge il ricorso interposto da Ronco e Locarno contro la seconda istanza pronunciata dall'uditore Francesco «de Zarate» e li condanna alle spese di causa. Egli dichiara poi che solo i «concives» di qualunque età, dimoranti da lunga data ad Ascona e «habiles ad litteras addiscendas» possono essere ammessi al Collegio in abito clericale secolare, senza però che siano avviati agli ordini; chi anzi decidesse di allontanarsi dalla carriera ecclesiastica potrà continuare a frequentare gratuitamente il collegio fio al conseguimento del dottorato. Al contrario quelli di Locarno e Ronco, come pure gli altri estranei, siano allontanati dal collegio. A quanti si opponessero a questi ordini è comminata la scomunica (ad eccezione degli Arcivescovi e dei Vescovi) e proibito l'ingresso in chiesa. La loro assoluzione è riservata all'Uditore o a dignitari superiori.

Notaio rogatario: Archangelus Baronus, sacri palacii apostolici causarum n.

Sigillo: esistente. Sigillo circolare in cera rossa sotto carta di circa 46 mm di diametro di Aimé du Nozet, decano della Sacra Rota; lo scudo nel campo porta due leoni rampanti rivolti a sinistra e sormontati da una fascia con due stelle a sei punte. Legenda: AMATUS * DVNOZET * SACRAE * ROTAE * AUDIT[OR] * DECANUS

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) 740 x 450 mm, righe 108. Alcuni fori di piccole dimensioni dovuti a rosicatura. La presente sentenza (righe 1-12, 20-21, 30-31, 35-36, 42-43, 49-52, 58-108) contiene i seguenti inserti: la commissione del 1648 giugno prima del 25 (righe 12-20); la parte imperativa della

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1390 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete sentenza del 1651 maggio 5 (righe 22-30): la commissione del 1653 luglio prima del 4 (righe 31-35); la parte imperativa della sentenza del 1653 luglio 4 (righe 36-42); la commissione del 1653 luglio dopo il 4 (righe 43-49) e una seconda commissione del 1653 luglio dopo il 4 (righe 52-58). Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 68-69, nr. 37 (erroneamente 36). Inserti: prima del 25 giugno 1648 (), 5 maggio 1651 (), prima del 4 luglio 1653, 4 luglio 1653, dopo il 4 luglio 1653, dopo il 4 luglio 1653

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10 settembre 1655

Conferma

Il landamano e il consiglio di Svitto, su richiesta di Lorenzo Hema, interprete di Val Blenio, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insiegel) di cera bruna in teca lignea della comunità di Svitto, con l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso. Legenda: S(IGILLUM) <.> UNIVERSITATIS . IN . SW

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 102 300 (plica esclusa) x 560 mm, righe 24.

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20 settembre 1655

Conferma

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, su richiesta di Hugo Ludwig Imhof, landscriba di Uri, interpellato da Lorenzo Hema, interprete di Val Blenio, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Sigillo: esistente. Sigillo (Segret Insigel) di cera impresso tra un foglio di carta piegato a metà, la cui parte inferiore è infilata nella pergamena, della comunità di Nidwalden. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + S(IGILLVM) . VNIVEROMINV(M) DE STANS ET I(N) B

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 103 265 x 422 mm, righe 19.

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14 ottobre 1655, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione

Papa Alessandro VII incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire un canonicato della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, vacante per libera resignazione di Fulvio Chicherio, canonico di detta chiesa, a Taddeo Maria Chicherio, figlio del fratello di Fulvio Chicherio, che frutta una rendita di 60 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Alessandro VII; rimane la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 142 (v.n. C. VII/2) 320 (plica esclusa) x 515 mm, righe 33. Fori di cucitura lungo i margini sinistro e destro.

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4 dicembre 1655, Milano

Diploma di laurea / -

Diploma di laurea in teologia conferito a Nicola Stoppani figlio di Gerolamo di Ponte Tresa, studente presso il Collegio Elvetico di Milano.

Notaio rogatario: Gaspar Sormanus f.q. Hieronimi p.o.p. Sancti Michaelis in ecclesia metropolitana Mediolani p. Mediolanensis a. et i.a.n. et dicti venerandi collegii cancellarius.

Originale; lat. ASTi, De Stoppani 3 (cart. 10.3) 460 x 670 mm, righe 33. Fori lungo le pieghe.

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5 giugno 1656, Roma

Collazione di beneficio / -

Papa Alessandro VII investe Alessandro della Torre, arciprete della chiesa collegiata di S. Vittore di Balerna, del beneficio prepositurale della chiesa dei SS. Maria, Giacomo e Cristoforo di Doragno, vacante per la morte di Giovanni della Torre.

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Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Alessandro VII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) PA(VLVS) S(ANCTVS) PE(TRVS); verso: ALEXANDER . PAPA . VII.

Originale; lat. ASTi, Torriani 39 (= cart. 202, nr.14) 435 x 530 mm, righe 31. Fori lungo le pieghe e uno strappo di medie dimensioni.

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15 giugno 1656, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione

Papa Alessandro VII incarica Giuliano Amadeo, referendario pontificio «in utraque signatura», l'arciprete della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona e il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di procedere all'immissione di Taddeo Maria Chicherio nel possesso del beneficio cappellanico dell'altare di S. Bartolomeo nella detta chiesa.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Alessandro VII, parzialmente danneggiato. La legenda del recto è quasi illeggibile. Legenda: Verso: ALEXANDER . PAPA . VII.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 143 (v.n. C. VII/4) 175 (plica esclusa) x 290 mm, righe 15. Fori di cucitura lungo i margini sinistro e destro.

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15 giugno 1656, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione

Papa Alessandro VII concede a Taddeo Maria Chicherio, cappellano perpetuo nella parrocchiale o altra chiesa di Bellinzona, il possesso di una capellania dell'altare di S. Bartolomeo, che frutta una rendita di 24 ducati d'oro «de camera», vacante per libera resignazione di Fulvio Chicherio.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Alessandro VII. Rimangono le incisioni praticate nella plica per inserirvi la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 144 (v.n. C. VII/7) 270 (plica esclusa) x 505 mm, righe 24. Fori di cucitura lungo i margini sinistro e destro.

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1657

Supplica

Attilio Pietrasanta, abate del monastero di S. Ambrogio di Milano, supplica le autorità militari dello Stato di Milano, affinché concedano alle terre di Campione, Civenna e Limonta lo sgravio dall'onere derivante dall'alloggiamento delle truppe imperiali.

ASTi, Pergamene, Brentani Italia 7 (inserto)

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2 marzo 1657, Milano

Concessione di privilegio

Il conte di Enchevoeurs del Consiglio dello Stato di Milano, su richiesta di Attilio Pietrasanta, abate del monastero di S. Ambrogio di Milano, concede alle terre di Campione, Civenna e Limonta lo sgravio dall'onere derivante dall'alloggiamento delle truppe imperiali, in ossequio agli antichi privilegi concessi alle terre del monastero.

Cancellieri: Bruno Quatuor Domibus (de), Milano (monastero di S. Ambrogio)

Sigillo: esistente. Sigillo applicato sotto carta in cera rossa del monastero di S. Ambrogio. Nel campo: S. Ambrogio vescovo. Legenda: + MONASTERII . SANTI . AMBROSII . MAIORIS

Copia autentica; it. ASTi, Pergamene, Brentani Italia 7 420 x 315 mm, righe 32. Lacerazioni nelle pieghe. Inserti: 1657

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7 gennaio 1658, Roma

Collazione di beneficio ecclesiastico / -

Papa Alessandro VII conferisce a Baldassarre della Croce il beneficio della chiesa e cappella di S. Maria della Rosa di Clivio, vacante per libera resignazione di Bartolomeo Torriani, che frutta una rendita annua di 14 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. La bolla plumbea di papa Alessandro VII è stata asportata mediante taglio, rimane buona parte del filo serico.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Convento di S. Giovanni Battista (Mendrisio) 41 365 x 480 mm, righe 26. Alcuni piccoli fori.

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9 novembre 1658, Roma

Fondazione di confraternita

Giovanni Battista de Marinis, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, istituisce la confraternita del S. Rosario nella chiesa di S. Andrea di Carasso.

Sigillo: deperdito. Sigillo di cera in teca metallica; del sigillo rimangono tracce minime, si conserva solo la teca.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Carasso 21 360 x 505 mm, righe 27. Diverse lacune del testo dovute a fori di rosicatura o consunzione della pergamena. Regesto: Ostinelli, Le pergamene dell'Archivio parrocchiale di Carasso, p. 124, nr. 21.

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6 giugno 1659, Messina

Diploma di laurea / -

L'università di Messina conferisce a Giuseppe Maresca la laurea di dottore in medicina.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 145 (v.n. C. VII/13) x mm, righe 4 ff.. Documento vergato su due fogli di pergamena piegati in due, in modo da ricavare 4 pagine di 240 x 155 mm.

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28 giugno 1659, Milano

Attestazione

Giacomo Antonio «Allidius», notaio e console di Ascona, e Giovanni Pietro «Bernus», notaio e cancelliere di Ascona, entrambi procuratori di Ascona, attestano di aver rimesso a Cesare da Biandrate, vicario della curia arcivescovile di Milano, copia della lettera esecutoriale; il vicario conferma la sua disponibilità [a mandarla ad esecuzione] per quanto concerne Ronco e Locarno, ma non per l'arcivescovo, in quanto non esplicitamente menzionato nella stessa. Lo stesso giorno Cesare da Biandrate attesta che il suddetto Carlo Francesco Piantanida è notaio e attuario della curia

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1395 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete arcivescovile di Milano.

Notaio rogatario: Carolus Franciscus Plantanida n. actuarius Cancellarie archiepiscopalis Mediolani Cancellieri: Ambrogio Imbonatus (?), Milano (notaio e coadiutore della cancelleria arcivescovile)

Originale; lat. Archivio Patriziale Ascona 23 (v.n. AST 37 [erroneamente 36]) 740 x 450 mm, righe 18. Regesto: P. Rocco da Bedano, Pergamene dell'archivio comunale di Ascona, in Virgilio Gilardoni, Fonti per la storia di un borgo del Verbano. Ascona, AST 1980, pp. 68-69, nr. 37 (erroneamente 36)

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25 aprile 1660

Conferma

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, su richiesta di Giovanni Antonio Hema, tesoriere di Val Blenio, agente a nome di detta comunità, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Cancellieri: Franz Odermatt, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insigell) di cera bruna in teca lignea della comunità di Nidwalden, attaccato con filo bianco e rosso. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + S(IGILLVM) . VNIVERSITATIS HOMINV(M) DE STANS ET I(N) BUCHS

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 104 255 (plica esclusa) x 410 mm, righe 29.

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13 gennaio 1661

Voto / Ortsstimb

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta di Hugo Ludwig Imhof di Uri, capitano di Uri, agente a nome della comunità di Val Blenio, dichiarano che agli ambasciatori non devono ingerire nelle cause prima istanza.

Cancellieri: Burkhard zum Brunnen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo («Segret Insiegel») di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri, appeso con filo giallo e nero. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGI TOTS + COMV(N)ITATINIE

Originale; ted.

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ASTi, Pergamene, Blenio 105 245 (plica esclusa) x 410 mm, righe 22.

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10 luglio 1662

Arbitrato

Johann Heinrich Waser, borgomastro di Zurigo, e Christoph Pfyffer, signore di Altishofen e scoltetto di Lucerna, arbitri eletti dai X cantoni, e Johann Franz Imhof, landamano di Uri, e Johann Melchior Leuw, cavaliere, landamano e alfiere di Nidwalden, arbitri eletti dai III cantoni, stabiliscono i capitoli relativi al dazio di Locarno e Magadino.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera rossa in teca lignea di sigillo di Christoph Pfyffer, signore di Altishofen e scoltetto di Lucerna, è attaccato con un cordone blu e bianco. Legenda: S(IGILLUM) * CRISTOFFEL * PFIFFER * + *

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di Johann Heinrich Waser di Zurigo, annunciato nella corroboratio del documento, e del cordone con il quale era appeso.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di Johann Franz Imhof di Uri, annunciato nella corroboratio del documento, rimane il cordone giallo e nero con il quale era appeso.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di Johann Melchior Leuw di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento, rimane il cordone rosso e bianco con il quale era appeso.

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 146 (v.n. C. VII/16) 300 x 230 mm, righe 8 ff.. Documento vergato su 4 fogli di pergamena piegati in due, in modo da ricavare 4 pagine di 300 x 230 mm. In bianco f. 4v. Nel f. 1r. Arbitramento fatti in Brengherta per li datii di Locarno e Magadino spettante alla magnifica comunità di Bellinzona. Edizione: BSSI 1929, pp.24-28 (traduzione in italiano).

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15 maggio 1663

Conferimento di cittadinanza

Il landamano e l'assemblea di Uri conferiscono la cittadinanza urana a Giovanni Andrea Maria Chicherio, dottore in medicina e membro del consiglio della città di Bellinzona.

Cancellieri: Johann Karl Püntener, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo (Secreth Insigel) della comunità di Uri, annunciato nella corroboratio del documento, probabilmente appeso nella parte asportata mediante taglio.

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Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 147 (v.n. C. XIII/6) 225 x 545 mm, righe 12. Taglio nel margine inferiore.

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20 luglio 1663, Roma

Aggregazione e concessione di indulgenze

Francesco Barberini, cardinale vescovo di Porto, vicecancelliere apostolico e protettore dell'arciconfraternita di S. Rocco di Roma, Lorenzo Salviati, referendario pontificio, chierico della camera apostolica, primicerio e commendatore, Carlo Antonio Pozzo, Nicola Rondinini e Francesco Rosini, guardiani, accogliendo la richiesta presentata da Giovanni Pocobelli, abate e protonotario apostolico, aggregano la confraternita di S. Rocco eretta nella chiesa di S. Pietro di Camignolo alla detta confraternita e le concedono le relative indulgenze.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 27 800 (plica esclusa) x 590 mm, righe 70. Alcune rosicature lungo i bordi; nei margini sono visibili i fori dei chiodi utilizzati per l'appensione in pubblico del documento. Il testo è attorniato sui lati superiore e laterali da una cornice decorata. In calce al testo si trovano i fori utilizzati in origine per la fissazione di un sigillo, di cui non si conosce il titolare e del quale non rimane alcuna traccia.

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15 maggio 1664, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Alessandro VII concede l'indulgenza plenaria ai defunti della confraternita del Santo Rosario in suffragio dei quali viene celebrata la messa nel giorno della commemorazione dei defunti, nei giorni dell'ottava e ogni mercoledì, all'altare del Santo Rosario della chiesa dei SS. Giacomo e Filippo di Brontallo, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Alessandro VII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 19 (= vecchio I/19) 135 x 360 mm, righe 10. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura.

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4 giugno 1667, Roma (convento di S. Agostino)

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Concessione di erezione di confraternita

Gerolamo Valvassori, priore generale dell'ordine agostiniano, concede al curato e ai parrocchiani di Bironico di istituire la confraternita maschile e femminile della Cintura presso l'altare dell'Annunciazione di Maria nella chiesa dei SS. Giovanni e Martino di Bironico e la aggrega all'arciconfraternita dei cinturati e delle cinturate della Beata Maria della Consolazione di S. Agostino e S. Monica nella chiesa di S. Giacomo di Bologna, concedendole le relative indulgenze.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica, con filo di seta rossa, di Gerolamo Valvassori, priore dell'ordine degli Eremiti di s. Agostino. Nel campo figura una Crocifissione con la Madonna e un Santo vescovo, inserita in una cornice architettonica. Ai piedi della croce è rappresentata una figura di devoto inginocchiato. Legenda: + AVGVSTIN(VS) : LVX : DOCTVS : HAERETICORVM

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 28 585 (plica esclusa) x 420 mm, righe 32. Lungo il bordo superiore si conserva parte del listello di legno che era stato utilizzato per l'appensione del documento.

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17 aprile 1676, Roma (S. Maria Maggiore)

Breve

Il papa Clemente X concede un'indulgenza ai confratelli e consorelle della di S. Maria dell'Addolorata nella chiesa del monastero dei benedettini a Bellinzona

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «annulo piscatoris» di papa Gregorio XIII, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 148 (v.n. C. VIII/11) 260 x 405 mm, righe 26. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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24 giugno 1677, Leontica

Fondazione di confraternita / -

La curia metropolitana di Milano trasmette la concessione della curia romana di istituire la confraternita del S. Rosario nella chiesa di S. Giovanni Battista di Leontica.

Notaio rogatario: Presbiter Carolus Monachus parochus parochie Malvallie Sancti Offitii vicarius in Valle Blenii nec non n. apostolicus.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 19 720 x 325 mm, righe 52.

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30 novembre 1680

Conferimento di cittadinanza / -

Il landamano, il Consiglio e l'assemblea di Uri, concordi con il parere positivo espresso dagli uomini di Sisikon, conferiscono la cittadinanza urana a Carlo Agostino Chicherio, dottore in medicina e membro del consiglio della città di Bellinzona, figlio del fu Giovanni Battista Chicherio e di Lucia Muggiasca, entrambi di Bellinzona.

Cancellieri: Josue zum Brunnen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bruna in teca lignea della comunità di Uri; l'impronta irregolare comporta l'illeggibilità di parte della legenda. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. Legenda: SIGILLVM <...... >

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Pometta 283 250 x 580 mm, righe 16. Regesto: Bsb VI (1944), pp. 59-61.

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4 maggio 1681

Conferma

Il landamano e il consiglio di Uri confermano le libertà e gli statuti di Leventina.

Cancellieri: Josue zum Brunnen, Uri (landscriba)

Sigillo: esistente. Sigillo di cera bianca in teca lignea della comunità di Uri, appeso con nastro giallo. Lo stemma nel campo reca l'effigie del toro. La legenda risulta parzialmente illeggibile Legenda: SI VRANIENSIS

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Leventina 62 235 (plica esclusa) x 510 mm, righe 62.

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22 novembre 1681, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Innocenzo XI concede l'indulgenza plenaria ai defunti della confraternita del Santissimo Sacramento in suffragio dei quali viene celebrata la messa nel giorno della commemorazione dei defunti, nei giorni dell'ottava e ogni sabato, all'altare maggiore della chiesa di S. Giorgio di Brontallo, per i prossimi sette anni.

Cancellieri: Francesco Maria Rusca (?), Roma (cancelleria pontificia)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa nel verso del documento e alcuni frammenti staccati del sigillo «anulus piscatoris» di Papa Innocenzo XI.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 20 (= vecchio I/20) 135 x 360 mm, righe 10. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura.

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3 gennaio 1682, Roma (S. Pietro)

Dispensa

Papa Innocenzo XI concede al chierico Giovanni Domenico Cima di poter ricevere la consacrazione agli ordini sacri al di fuori dei tempi stabiliti dalla legge ecclesiastica.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Innocenzo XI.

Originale; lat. ASTi, Cima 55 210 x 370 mm, righe 20. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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28 agosto 1682, Roma (S. Maria Maggiore)

Dispensa / -

Papa Innocenzo XI concede al chierico Bartolomeo Leone di poter ricevere la consacrazione agli ordini sacri al di fuori dei tempi stabiliti dalla legge ecclesiastica.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Innocenzo XI.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 257

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220 x 370 mm, righe 21. Alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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5 gennaio 1684, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Innocenzo XI concede l'indulgenza plenaria ai defunti in suffragio dei quali viene celebrata la messa nella festa dei santi, nell'ottava di tutti i giorni e ogni sabato, all'altare del crocifisso nella chiesa di S. Giovanni Battista presso Bellinzona, per sette anni.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 31 (= cart. 10.3, nr. 1) 150 x 356 mm, righe 13.

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15 maggio 1687, Bologna

Diploma di laurea

L'università di Bologna conferisce a Carlo Antonio Stoppani di Ponte Tresa la laurea in arti liberali, sacra filosofia e medicina.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Lugano 34 240 x 175 mm, righe 6 ff.. Il libretto miniato è costituito da sei fogli di pergamena (scritti nel recto e nel verso) e due di carta con rilegatura in pelle e cartone. Alcune iniziali e parole in oro.

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20 maggio 1689, Pavia

Diploma di laurea / -

Diploma di laurea nelle arti liberali e in medicina conferito dall'Università di Pavia ad Alessandro Rusca del fu Giovanni Battista di Lugano.

Notaio rogatario: Carolus Antonius Durellus f. Caroli Federici p.a.a.n. et curie episcopalis Papie n. et cancellarius.

Originale; ASTi, De Stoppani 1 (cart. 99.81) 424 x 670 mm, righe 31.

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20 aprile 1692, Roma (S. Maria sopra Minerva)

Concessione

Antonin Cloche, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, concede ai fedeli di Moghegno la facoltà di istituire una confraternita e di erigere un cappella del S. Rosario nella chiesa viceparrocchiale di S. Maria Assunta di Moghegno.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica di Antonin Cloche, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, appeso con cordicella di seta rossa. L'impronta è parzialmente danneggiata in corrispondenza della legenda. L'effigie nel campo raffigura un religioso inginocchiato in preghiera ai piedi del Crocifisso. Legenda: <... ANTONIN>VS CLOCHA MAGISTER GENERALIS ORD(INIS) PRAEDICATO

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Moghegno 3 335 (plica esclusa) x 470 mm, righe 38. Il testo è attorniato sui lati superiore e laterale da una cornice decorata; piccole abrasioni e macchie.

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16 giugno 1692, Svitto

Conferma

Jakob Weber, cavaliere e landamano di Svitto, e il consiglio di Svitto, su richiesta di Pietro Francesco Molo, luogotenente di Bellinzona, Carlo Agostino Ghiringhelli, cancelliere, Pietro Guzaia, procuratore, confermano gli statuti e i privilegi della comunità di Bellinzona.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera verde in teca lignea della comunità di Svitto, con l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso, è appenso con un nastro di seta rossa. Legenda: S(IGILLUM) . UNIVERSITATIS <...>

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 149 (v.n. C. X/2) 315 (plica esclusa) x 420 mm, righe 32.

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28 giugno 1692, Nidwalden

Conferma

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Il landamano e il consiglio di Nidwalden, su richiesta di Pietro Francesco Molo, luogotenente di Bellinzona, Carlo Agostino Ghiringhelli, cancelliere, Pietro Guzaia, procuratore, confermano gli statuti e i privilegi della comunità di Bellinzona.

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insigell) in cera verde in teca lignea della comunità di Nidwalden, attaccato con corda rossa e bianca. Nel campo l'effigie di S. Pietro recante la chiave nella mano destra. Legenda: + S(IGILLVM) . VNIVERSITATIS HOMINV(M) DE STANS ET I(N) BUCHS

Originale; ted. Archivio Comunale Bellinzona 150 (v.n. D.II/3) 260 (plica esclusa) x 510 mm, righe 26. Rosicature lungo i bordi.

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29 aprile 1693

Il landamano e il consiglio di Uri, su richiesta di Andrea Realino, caneparo di Val Blenio, e suo figlio Stefano, agenti a nome di detta comunità, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Cancellieri: Johan Jakob Püntiner, Uri (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo della comunità di Uri annunciato nella corroboratio («vnserem gemeinenz lantssecret insigel»). Rimane la teca lignea e i nastri giallo e nero con cui era stato attaccato al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 106 250 x 330 mm, righe 23.

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3 maggio 1693

Conferma

Jakob Weber, cavaliere e landamano di Svitto, e il consiglio di Svitto, su richiesta di Andrea Realino, caneparo di Val Blenio, e suo figlio Stefano, agenti a nome di detta comunità, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Cancellieri: Franz Victor Schorno, Svitto

Sigillo: esistente. Sigillo (Secret-Insiegel) di cera bruna in teca lignea della comunità di Svitto, con l'effigie di S. Martino nell'atto di dividere il mantello e porgerlo a un bisognoso. Legenda: S(IGILLUM) . UNIVERSITATIS . IN . SWITZ +

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Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 107 255 (plica esclusa) x 430 mm, righe 21.

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31 maggio 1693

Conferma

Il landamano e il consiglio di Nidwalden, su richiesta di Andrea Realino, caneparo di Val Blenio, e suo figlio Stefano, agenti a nome di detta comunità, confermano i privilegi statutari delle procedure giudiziarie e vietano agli ambasciatori di ingerire nelle cause prima istanza.

Cancellieri: Heinrich Ludwig Lussi, Nidwalden (landscriba)

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo («lants secret-insigel») della comunità di Nidwalden, annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono la teca lignea e il filo marrone-bianco con cui era appeso al documento.

Originale; ted. ASTi, Pergamene, Blenio 108 205 (plica esclusa) x 395 mm, righe 16.

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14 febbraio 1696, Vienna

Diploma imperiale

Frammento di un diploma di Leopoldo I d'Austria, imperatore del Sacro Romano Impero.

Originale; lat. ASTi, Cima 56 280 x 225 mm, righe f. 1r.-1v.. Frammento di un foglio di pergamena della parte conclusiva di un diploma imperiale, mancano uno o più fogli della parte iniziale. Il frammenta presenta piccoli fori e lacune lungo i margini, dovuti a rosicatura.

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<...> <...> 1696, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Innocenzo XII concede un'indulgenza plenaria in favore della chiesa di S. Maria di Loreto in Bellinzona. (Frammento).

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Originale; lat. ASTi, Sacchi 32 (= cart. 10.3, nr. 2) 122 x 335 mm, righe 12. La pergamena presenta un taglio lungo il margine destro, con conseguente asportazione di parte del testo.

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5 settembre 1699

Supplica

Il prete Alessandro Visetti della diocesi di Como supplica il pontefice affinché affidi a un uditore del palazzo apostolico la causa di appello da lui intentata contro una sentenza pronunciata in suo sfavore dal vicario generale del vescovo di Como nella lite contro Carlo Antonio Bosia in merito alla cappellania di S. Stefano nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano a Mendrisio, vacante per la morte di Giovanni Battista Torriani.

ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 26 (inserto)

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Sec. xvii (?), <...>

Elenco di messe / -

Elenco delle messe perpetue da celebrare nell'oratorio della Natività di Gesù Cristo [di Coldrerio], istituite per volontà di Giacomo di Carlo Beccaria.

Originale (?); it. ASTi, Torriani 40 (= cart. 89, nr. 19) 505 x 355 mm, righe 48.

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13 aprile 1700, Roma

Dispensa matrimoniale / -

Papa Innocenzo XII incarica il vicario del vescovo di Como di concedere dispensa matrimoniale ad Alfonso Ghiringhelli e Bianca Regina Torriani di Mendrisio, legati da affinità di terzo e quarto grado, dopo avere assunto le necessarie informazioni.

Sigillo: esistente. Bola plumbea cum filo canapis di papa Innocenzo XII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + INNOCENTIVS PAPA XII

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Originale; lat. ASTi, Torriani 41 (= cart. 201, nr. 45) 210 x 360 mm, righe 15. Quattro fori di filza.

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2 marzo 1701, Roma (S. Pietro)

Commissione / Sequestri instrumentum

Joseph de la Tremoille, cappellano pontificio, uditore della Sacra Rota e giudice della sede apostolica, nella causa di appello tra il prete Alessandro Visetti, da una parte, e il canonico Carlo Antonio Bosia, dall'altra, in merito alla cappellania di S. Stefano nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, che frutta una rendita annua di 24 ducati d'oro, ordina al prete Cristoforo Torriani, curato della chiesa di S. Sisinio di Mendrisio, di porre sotto sequestro i beni della detta cappellania.

Notaio rogatario: Iacobus Philippus Cesarinus Sacri Palatii apostolici causarum [n.].

Sigillo: esistente. Sigillo aderente di cera rossa sotto carta di un vescovo non identificato; nella corroboratio è annunciato il sigillo di un coadiutore dell'autore del documento. L'impronta è gravemente danneggiata; si riconoscono i tratti di un'arma vescovile. Legenda: <...>MOLINES SAC(RAE) ROT(AE) <...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 26 400 x 205 mm, righe 70. Piccoli fori nelle pieghe. Inserti: 5 settembre 1699

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4 marzo 1702, Milano

Collazione di beneficio

Monfrino Castiglione, Paolo Cernusco, Antonio Reina, agenti anche a nome di Antonio Gaetano Corio, tutti canonici ordinari della chiesa metropolitana di Milano e conti delle Valli di Leventina, Blenio e Riviera, conferiscono al prete Domenico Cima, cappellano di Sommascona, il beneficio parrocchiale della chiesa di S. Martino di Olivone, vacante per la morte del prete Giacomo Barren.

Originale; lat. ASTi, Cima 57 295 (plica inclusa) x 420 mm, righe 25. Piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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22 maggio 1702, Milano

Collazione di beneficio ecclesiastico

Gerolamo «de Nigris», protonotaio apostolico e canonico della chiesa metropolitana di Milano, in esecuzione di una commissione del cardinale Giuseppe Archinto, arcivescovo di Milano, conferisce a Carlo Antonio Tognetto il beneficio della cappellania dell'oratorio della Beata Maria Vergine a Sommascona, vacante per la ricollocazione di Giovanni Domenico Cima.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo del cardinale Giuseppe Archinto, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii»), annunciato nella corroboratio del documento. Rimangono due fori nei quali era appeso il sigillo.

Originale; lat. ASTi, Cima 58 300 (plica inclusa) x 470 mm, righe 25. Fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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13 gennaio 1703, Milano

Collazione di beneficio ecclesiastico

Paolo Cernusco, Antonio Gaetano Corio e Michele della Pegna, canonici ordinari della chiesa metropolitana di Milano e conti delle Valli di Leventina, Blenio e Riviera, agenti anche a nome di Antonio Reina, pure canonico ordinario della medesima chiesa e conte delle tre Valli, conferiscono al chierico Antonio Carlo Francesco Lentino di Faido la cappellania perpetua di S. Antonio abate eretta nella chiesa parrocchiale di Giornico, vacante per l'insediamento del prete Giovanni Giuseppe Forni nella chiesa parrocchiale di Sobrio.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 258 355 x 490 mm, righe 26. Alcuni piccoli fori, in particolare nelle pieghe.

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9 agosto 1705, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione pontificia

Papa Clemente XI incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire il beneficio, chiamato canonicato, della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Camignolo al prete Salvatore Fassora.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Clemente XI.

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Legenda: Recto: S(ANCTVS) PE(TRVS) +; verso: + CLEMENS PAPA XI.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 29 310 (plica esclusa) x 510 mm, righe 31. Alcuni piccoli fori dovuti a rosicatura lungo le pieghe.

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22 maggio 1708, Milano

Collazione di beneficio ecclesiastico

Gerolamo «de Nigris», protonotaio apostolico e canonico della chiesa metropolitana di Milano, in esecuzione di una commissione del cardinale Giuseppe Archinto, arcivescovo di Milano, conferisce al prete Vittore Cima il beneficio della cappellania dell'oratorio della Beata Maria Vergine a Sommascona, vacante per la successione a un'altra cappellania di Carlo Antonio Tognetto.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera rossa in teca metallica del cardinale Giuseppe Archinto, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii»), appeso con filo rosso, presenta l'impronta gravemente danneggiata, ricoperta da un vetro rotto nella parte superiore.

Originale; lat. ASTi, Cima 59 290 (plica esclusa) x 470 mm, righe 25.

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8 novembre 1709, Roma (S. Maria Maggiore)

Dispensa / -

Papa Clemente XI concede al chierico Giovanni Antonio Croci, ottenuto il beneficio ossia la cappellania di S. Croce a Riva S. Vitale, di poter ricevere la consacrazione agli ordini sacri al di fuori dei tempi stabiliti dalla legge ecclesiastica.

Sigillo: deperdito. Minime tracce del sigillo «annulo piscatoris» di cera rossa di papa Clemente XII, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Mendrisiotto 67 245 x 400 mm, righe 19. Piccolo foro lungo la piegatura centrale.

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9 gennaio 1712, Roma (S. Pietro)

Collocazione di canonicato e prebenda

Papa Clemente XI conferisce Giovanni Battista Bacilieri, canonico secolare della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, un canonicato e una prebenda della detta chiesa, vacante per la morte «extra Romanam curiam» di Antonio Maria Muggiasca, canonico di stessa chiesa, che frutta 50 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Clemente XI; rimangono i fori praticati nella plica per l'inserimento del filo.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 151 (v.n. D. II/13) 310 (plica esclusa) x 530 mm, righe 28. Rosicature lungo le piegature nonché piccoli fori lungo i margini sinistro e destro risalenti probabilmente a una cucitur Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 153 (v.n. D. IV/7)

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9 gennaio 1712, Roma (S. Pietro)

Collocazione di canonicato e prebenda

Papa Clemente XI conferisce Giovanni Battista Bacilieri, canonico secolare della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Bellinzona, un canonicato e una prebenda della detta chiesa, vacante per la morte «extra Romanam curiam» di Antonio Maria Muggiasca, canonico di stessa chiesa, che frutta 50 ducati d'oro «de camera».

Archivio Comunale Bellinzona 153 (v.n. D. IV/7) (inserto) Altri esemplari: Archivio Comunale Bellinzona 151 (v.n. D. II/13)

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9 gennaio 1712, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia

Papa Clemente XI incarica il referendario pontificio e vicario «in spiritualibus» del vescovo di Como di conferire a Giovanni Battista Bacilieri, canonico secolare della collegiata e chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, il canonicato e la prevenda di detta chiesa.

Archivio Comunale Bellinzona 153 (v.n. D. IV/7) (inserto)

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29 gennaio 1712, Roma

Collazione di beneficio

Papa Clemente XI conferisce a Federico Maria Quadrio un beneficio della chiesa di S. Stefano a Tesserete, vacante per la morte «extra Romanam curiam» di Giacomo Quadrio, che frutta una rendita annua di 24 ducati d'oro.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani pieve di Capriasca 2 325 x 470 mm, righe 27.

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15 febbraio 1712, Roma (S. Pietro)

Costituzione di coadiutore e provvisione di beneficio ecclesiastico

Papa Clemente XI incarica il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di nominare coadiutore dell'arciprete Filippo Emanuele Rusconi della chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, il prete Carlo Francesco Chicherio, dottore in teologia, e gli fa provvisione dello stesso beneficio «cum futura in illo successione», la cui rendita annua è di 80 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di papa Clemente XI. Rimangono i fori nella plica per inserirvi la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 152 (v.n. D. III/1) 650 (plica inclusa) x 900 mm, righe 46. Lacuna nel margine inferiore e nell'angolo inferiore sinistro. Lacerazioni lungo i bordi, fori di piccole dimensioni e abrasioni lungo le piegature.

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20 giugno 1712, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XI concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa di S. Giorgio di Brontallo nella festività «In Inventione Sanctae Crucis» (3 maggio), per i prossimi sette anni.

Cancellieri: Ioseph de B[...], Roma (cancelleria apostolica)

Originale; lat.

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Archivio Parrocchiale Brontallo 21 (= vecchio I/21) 120 x 410 mm, righe 10.

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25 luglio 1713, Como

Concessione di erezione di confraternita

Tommaso Bonaventura «Boldus» dell'ordine dei predicatori, delegato della sede apostolica, dietro richiesta dei fedeli di Brontallo, concede a Carlo Francesco Franzoni, preposto della chiesa di S. Benedetto di Como, di istituire nella chiesa di S. Giorgio di Brontallo la confraternita della S. Croce, la quale dovrà conformarsi agli statuti stampati a Como nel 1670.

Sigillo: esistente. Nel campo croce latina con una canna a ciascun lato. Legenda: L'iscrizione nel cartiglio è solo parzialmente leggibile: SIGILLVM * <...> IN<..i>SITIONIS * COM(ENSIS)

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 22 (= vecchio I/22) 315 x 420 mm, righe 22.

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14 luglio 1714, Roma (S. Maria Maggiore)

Dispensa

Papa Innocenzo XI concede al chierico Carlo Agostino Cima di poter ricevere la consacrazione agli ordini sacri al di fuori dei tempi stabiliti dalla legge ecclesiastica.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Innocenzo XI.

Originale; lat. ASTi, Cima 60 240 x 390 mm, righe 21. Piccoli fori lungo le piegature e il margine inferiore, dovuti a rosicatura, nonché gore di umidità.

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[4] aprile 1719, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XI concede l'indulgenza plenaria ai confratelli della Confraternita delle Stimmate di S. Francesco

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1412 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete visiteranno annualmente la chiesa parrocchiale di Menzonio> il giorno della ricorrenza delle Stimmate di S. Francesco (17 settembre) e in altre festività importanti dell'anno.

Sigillo: esistente. Sigillo plumbeo di Papa clemente XI appeso a filo serico bianco e rosso; Recto: teste dei Santi Pietro e Paolo rivolte verso la croce. Legenda: Verso: CLE/MENS / PAPA / XI

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 25 (= vecchio I/25) 380 (plica esclusa) x 580 mm, righe 31. Alcuni forellini dovuti a rosicatura, abrasioni di una certa entitài, soprattutto nella parte centrale. Lettura incerta per il giorno.

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18 luglio 1719, Largario

Conferma di erezione di confraternita

Benedetto [Erba Odescalchi], cardinale del titolo dei SS. Nereo e Achilleo e arcivescovo di Milano, conferma l'erezione della confraternita del SS. Sacramento di Largario.

Sigillo: esistente. Sigillo in teca metallica con cordula rossa di Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano. L'impronta è danneggiata; si riconosce nel campo l'effigie di S. Ambrogio vescovo in trono. Legenda: <...>

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Parrocchia di Largario 42 295 x 395 mm, righe 24. Piccolissimi fori dovuti a guasti lungo le pieghe.

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10 maggio 1720, (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenze

Papa Innocenzo XI concede a *** di Aquila un'indulgenza.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo «anuli piscatoris» di papa Clemente XI, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. ASTi, Cima 61 130 x 255 mm, righe 9. Mutilo della parte sinistra, presenta strappo nel margine interiore.

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8 novembre 1721, Milano

Collazione di beneficio ecclesiastico

Antonio Bertarello, protonotaio apostolico e prebendario della chiesa metropolitana di Milano e vicario generale di [Benedetto Erba] Odescalchi, cardinale del titolo dei SS. Nereo e Achilleo e arcivescovo di Milano, conferisce al prete Carlo Agostino Cima il beneficio dell'altare di S. Ambrogio a Dangio, vacante per l'assegnazione al prete Giulio Cesare Ganna di un altro beneficio a Grumarone.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera rossa di Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii») è appeso con filo rosso. Nel campo al centro la figura di s. Ambrogio vescovo in trono, tra i santi Gervasio e Protasio. Legenda: S(IGILLUM) <*> BENEDICT<...>.

Originale; lat. ASTi, Cima 62 260 x 350 mm, righe 26 . Grosso foro nella parte sinistra e piccoli fori lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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14 gennaio 1723, Roma

Assegnazione di canone

Nicola Spinola, arcivescovo di Tebe, referendario pontificio, uditore generale delle cause della camera apostolica e giudice ordinario della Curia Romana, su richiesta di Giovanni Battista Bacilieri, canonico secolare della collegiata e chiesa dei SS. Pietro e Stefano di Bellinzona, e in esecuzione delle «litterarum apostilicarum» (del 9 gennaio 1712), assegna a detto Giovanni Battista un canonicato e una prevenda, che frutta 50 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: esistente. Sigillo circolare di cera rossa sotto carta dell'arcivescovo Nicola Spinola, parzialmente danneggiato. Nel campo lo scudo con l'arma di famiglia (fascia scaccata di tre file, sostenente due spine di botte poste in palo) sormontato dalle insegne cardinalizie. Legenda: <...> . CAVSARVM . CV . AVDITOR . NICOLAVS . SPINOLA . AR

Sigillo: esistente. Sigillo sotto carta di Giuseppe Sacripante (?), cardinale. La legenda è parzialmente leggibile. Lo scudo nel campo reca l'arma di famiglia (nel primo campo due cipressi, nel secondo fasciato di 4 pezzi due gigli) ed è sormontato dalle insegne cardinalizie. Legenda: <...S>ACRIPANTES . SS . <...>OSEPH <...>

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 153 (v.n. D. IV/7) 425 x 565 mm, righe 58. Piccoli fori lungo le piegature dovuti a rosicatura.

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8 marzo 1723, Pavia

Diploma di laurea / -

Diploma di laurea nelle arti liberali e in medicina conferito dall'Università di Pavia a Carlo Giuseppe Longhi del fu Nicolao di Viggiù.

Notaio rogatario: Melchior De Heba (?) q. domini Angeli Francisci genitus sacerdos Papiensis p.a.a.n. et curie episcopalis Papie cancellarius.

Originale; lat. ASTi, Torriani 42 (= cart. 89, nr. 20) 215 x 145 mm, righe 4 ff.. Fascicolo formato da due doppi fogli di pergamena cuciti con del filo color rame e scritti con inchiostro d'oro e nero.

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(1723/1724)

Inventario di documenti / -

Elenco con data e regesto dei documenti pubblici della comunità di Blenio dal XV al XVII secolo conservati nell'archivio della cancelleria di Blenio e riguardanti in particolare: 1. i diritti che i nobili Pepoli di Bologna rivendicavano sulla signoria della Val di Blenio, le relative sentenze pronunciate a Milano, la donazione fatta dai Pepoli al cavaliere bolognese Sante di Bentivoglio, la successiva lite del detto cavaliere con la comunità di Blenio e con gli ordinari del duomo di Milano e l'accordo in seguito raggiunto fra le parti dei secoli XV-XVII; 2. i privilegi concessi alla comunità dai duchi di Milano; 3. il forletto, la stadera e la sosta a Bellinzona; 4. i dazi e le esenzioni.

Originale; it. ASTi, Distretto di Blenio 163 (cart. 3) 193 x 140 mm, righe 78 ff.. Fascicolo di 78 ff. scritto da mani diverse. I documenti sono ordinati per argomento, con indice. Copertina foderata in pelle.

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26 luglio 1724, Roma (S. Maria sopra Minerva)

Concessione di indulgenze

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Agostino Pipia, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, concede indulgenze alla confraternita del Nome di Gesù nella chiesa di S. Antonio Abate di Arcegno.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo di Agostino Pipia, maestro generale dell'ordine dei Predicatori, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Arcegno 4 (= 43.2) 400 x 530 mm, righe 45. Una lacuna di grandi dimensioni nella parte superiore destra, dovuta all'umidità; gore di umidità e piccoli fori. La parte inferiore è stata asportata mediante taglio. Inserti: 31 ottobre 1606 (Roma (S. Pietro)), 12 settembre 1612 (Roma (S. Maria sopra Minerva))

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15 giugno 1735, Milano

Conferimento di beneficio ecclesiastico

Giovanni Battista Stampa, protonotaio apostolico, arcidiacono di Como e vicario generale del cardinale [Benedetto Erba] Odescalchi, arcivescovo di Milano, conferisce ad Antonio Martino «Battalijno», clerico milanese, la cappellania perpetua eretta nella chiesa parrocchiale di Tesserete sotto il titolo di S. Geronimo, vacante per la morte di prete Antonio Ferraneo Quadri.

Cancellieri: P. Cernuschi, Milano (cancelliere della curia arcivescovile)

Sigillo: deperdito. Del sigillo di Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii») rimane solo il filo serico bianco col quale era appeso alla plica.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 21 225 (plica esclusa) x 385 mm, righe 23. Numerosi fori di piccole e medie dimensioni dovuti a rosicatura e microorganismi, alcune lacerazioni.

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18 giugno 1736, Roma (S. Maria Maggiore)

Papa Clemente XII concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa dei SS. Giovanni e Martino di Bironico nelle festività di s. Giovanni evangelista (27 dicembre) e di s. Martino (11 novembre).

Sigillo: frammento. Tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XII.

Originale; lat.

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Archivio Parrocchiale Bironico 30 155 x 425 mm, righe 10. In calce al testo figura la conferma della curia episcopale di Como, del 19 ottobre 1736.

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7 gennaio 1737, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XII concede l'indulgenza plenaria alle anime dei defunti della confraternita del SS. Sacramento, eretta nella chiesa parrocchiale di S. Vittore di Origlio, in suffragio dei quali viene celebrata la messa presso l'altare maggiore di detta chiesa nel giorno della commemorazione dei defunti, nei giorni dell'ottava e nel giorno di martedì, per i prossimi sette anni.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 22 145 x 430 mm, righe 10.

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30 marzo 1740, Bologna

Diploma di laurea / -

L'Università di Bologna conferisce la laurea in medicina a Francesco Giuseppe Anzamer Cotti di Locarno.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 69 240 x 170 mm, righe 6 ff.. Libretto formato da tre doppi fogli di pergamena, protetti da un foglio di guardia cartaceo e da una copertina di cartone ricoperta con pelle di pecora bruna decorata in oro.

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1 dicembre 1740, Milano

Istituzione di confraternita

Il cardinale Carlo Gaetano Stampa, arcivescovo di Milano, dietro richiesta dei fedeli di Tesserete, istituisce la confraternita del S. Rosario a suffragio dei morti presso l'altare del S. Rosario nella chiesa di S. Stefano di Tesserete, attribuendole tutti i beni immobili e i redditi che alla stessa perverranno in futuro; stabilisce infine che la nuova confraternita sia retta e amministrata unitamente a quella del SS. Sacramento.

Cancellieri: G. Baesetta, Milano (cancelliere della curia arcivescovile)

Originale; lat.

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Archivio Parrocchiale Tesserete 23 315 (plica esclusa) x 400 mm, righe 28. Tre forellini dovuti alla lavorazione della pelle nella parte superiore. Un breve tratto di filo serico rosso intrecciato è conservato nei fori della plica; vi era appesa un sigillo di titolare non nominato.

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14 febbraio 1742, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Benedetto XIV concede l'indulgenza plenaria ai defunti in suffragio dei quali viene celebrata la messa all'altare delle confraternite degli Agonizzanti e della beata Vergine della Cintura nella chiesa di S. Giovanni Battista di Bellinzona, nel giorno dei Morti e in tutti i giorni dell'ottava, nonché tutti i lunedì e i sabati, per sette anni.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 33 (= cart. 10.3, nr. 4) 149 x 427 mm, righe 11.

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17 luglio 1742, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Benedetto XIV concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno l'oratorio di S. Antonio da Padova sul monte Margonègia di Brontallo nella festività del Santo Patrono (13 giugno), per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Frammenti di cera rossa del sigillo di papa Benedetto XIV nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 23 (= vecchio I/23) 120 x 410 mm, righe 10. Alcuni forellini dovuti a rosicatura, una macchia.

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8 giugno 1744, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

Papa Benedetto XIV concede un'indulgenza ai defunti della confraternita del SS. Rosario di Bironico.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Benedetto XIV nel verso del documento.

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 31 145 x 430 mm, righe 10. In calce al testo figura la conferma della curia episcopale di Como, del 9 marzo 1745. Nel margine superiore 4 fori praticati con perforatore per ufficio.

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27 luglio 1745, Roma

Dispensa / -

Papa Benedetto XIV concede dispensa al canonico Gerolamo Ferdinando Quadri di Venezia affinché possa accedere al presbiterato benché gli manchino 13 mesi per raggiungere l'età necessaria a tale carica.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo di papa Benedetto XIV.

Originale; lat. ASTi, Torriani 43 (= cart. 89, nr. 21) 190 x 440 mm, righe 10. Piccoli fori lungo le pieghe.

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9 aprile 1748, Milano

Conferimento di beneficio ecclesiastico

Gaetano de Carlis, protonotaio apostolico e vicario generale del cardinale [Giuseppe] Pozzobonelli, arcivescovo di Milano, conferisce al prete Tommaso Antonio Frapolli la cura della chiesa parrocchiale di Tesserete, divenuta vacante per la morte di prete Carlo Francesco Ferrario, avvenuta il 17 gennaio dell'anno in corso.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica di Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii»): nell'impronta nel campo si riconoscono la figura di s. Ambrogio vescovo in trono, tra i santi Gervasio e Protasio; la legenda risulta illeggibile.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 24 225 (plica esclusa) x 380 mm, righe 22. Tracce di microorganismi sul verso.

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6 dicembre 1754, Roma

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Dispensa / -

Papa Benedetto XIV concede dispensa a Giovanni Battista «Blardonensi» Lossetti, chierico della diocesi di Novara affinché possa essere ordinato da qualunque vescovo agli ordini minori fino al presbiterato anche fuori dai giorni stabiliti.

Originale; lat. ASTi, Torriani 44 (= cart. 89, nr. 22) 235 x 425 mm, righe 14. Piccoli fori lungo le pieghe.

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4 luglio 1757, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione pontificia / -

Papa Benedetto XIV incarica Giuseppe Simonetti, referendario pontificio «in utraque signatura», il «canonicus antiquior» della chiesa maggiore di Como e il vicario generele del vescovo di Como di procedere all'immissione di Gerolamo Quadri nel possesso di un beneficio canonicale della chiesa collegiata di S. Vittore di Balerna.

Sigillo: esistente. Bulla plumbea cum filo canapis di papa Benedetto XIV. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + BENEDICTVS PAPA .XIV.

Originale; lat. ASTi, Torriani 45 (= cart. 89, nr. 23) 190 x 290 mm, righe 21. Alcuni fori lungo le pieghe.

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7 luglio 1759, Roma

Commissione / -

Papa Clemente XIII incarica il vicario generale del vescovo di Como di concedere dispensa matrimoniale a Francesco Brentani e Apollonia Vegezzi di Lugano, legati da affinità di secondo e terzo grado, dopo avere assunto le necessarie informazioni.

Sigillo: esistente. Bulla plumbea cum filo canapis di papa Clemente XIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) , S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: CLEMENS PAPA .XIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 13 270 x 310 mm, righe 22.

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24 luglio 1759, Como

Dispensa matrimoniale / -

Giovanni Battista «Comes Peregrinus», vescovo di Epiphania, canonico di Como e vicario generale del vescovo di Como, su commissione di papa Clemente XIII concede dispensa a Francesco Brentani e Apollonia Vegezzi, affinché possano contrarre matrimonio nonostante siano legati da affinità di secondo e terzo grado.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Brentani Lugano e Valle 13 270 x 310 mm, righe .

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27 settembre 1762, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII conferisce al cardinale [Giuseppe] Pozzobonelli, arcivescovo di Milano, facoltà di impartire ai fedeli, dopo la celebrazione della messa solenne, la benedizione apostolica e di concedere loro l'indulgenza plenaria in nome del pontefice nel giorno di Pasqua e in un'altra festività a sua scelta.

Cancellieri: Antonellus , Roma (cancelleria apostolica)

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 25 300 x 480 mm, righe 21. Una macchia e leggere abrasioni dovuti a microorganismi.

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6 settembre 1765, Milano

Conferimento di beneficio ecclesiastico / -

Giovanni Valentino, protonotaio apostolico e vicario generale dell'arcivescovo di Milano Giuseppe Pozzobonelli, conferisce al prete Carlo Arnaldo la cappellania scolastica dell'altare dei SS. Giovanni Evangelista e Antonio Abate nella chiesa parrocchiale di Cresciano, vacante per il trasferimento a Malvaglia del prete Giuseppe Antonio Baggi.

Sigillo: esistente. Il sigillo di cera rossa in teca metallica di Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano («sigillum archiepiscopale sancti Ambrosii»), presenta l'impronta gravemente danneggiata. Nel campo si riconoscono i contorni della figura di s. Ambrogio vescovo in trono, tra i santi Gervasio e Protasio; la legenda risulta illeggibile.

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Originale; lat. ASTi, Pergamene, Distretto di Riviera 18 265 x 370 mm, righe 27. Un foro di piccole dimensioni.

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17 dicembre 1766, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria in favore delle anime dei defunti della confraternita del S. Rosario, eretta nell'oratorio della Beata Vergine del Rosario a Menzonio, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 26 (= vecchio I/26) 150 x 430 mm, righe 11. Alcuni forellini dovuti a rosicatura.

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8 gennaio 1767, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza / -

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria in favore delle anime dei defunti delle confraternite del S. Rosario e del Suffragio, erette nella chiesa parrocchiale di S. Eustachio di Someo. Segue la concessione per la pubblicazione da parte della curia vescovile di Como, del 20 febbraio 1767.

Sigillo: frammento. Tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Someo 24 420 x 130 mm, righe 10.

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3 aprile 1767, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa di S. Giorgio di Brontallo e

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1422 di 1444 Archivio di Stato del Canton Ticino Le pergamene ticinesi in rete andranno in processione nella festività della Natività di S. Giovanni Battista (24 giugno), per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 24 (= vecchio I/24) 155 x 425 mm, righe 9.

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8 maggio 1767, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa di S. Giorgio di Brontallo nella festività di S. Giuseppe (19 marzo), per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 25 (= vecchio I/25) 150 x 425 mm, righe 10.

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6 novembre 1767, Roma (S. Maria Maggiore)

Collazione di beneficio

Papa Clemente XIII conferisce a Nicolao Lepori, rettore della chiesa parrocchiale di S. Vittore a Origlio in Val Capriasca, il beneficio della chiesa di S. Vittore a Origlio, vacante per libera resignazione di Giovanni Battista Broggi, ormai infermo all'età di 86 anni, che frutta una rendita di 24 ducati d'oro «de camera». Il pontefice assegna a detto Giovanni Battista metà della casa parrocchiale, permettendogli di affittare l'altra metà per 2 ducati d'oro fino alla sua morte.

Sigillo: esistente. Bulla plumbea cum filo canapis di papa Clemente XIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS), S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: CLEMENS PAPA .XIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 1 385 (plica esclusa) x 555 mm, righe 34. La pergamena presenta piccoli fori di cucitura lungo i margini sinistro e destro.

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6 novembre 1767, ria Maggiore)

Bolla pontificia

Frammento di bolla pontificia di papa Clemente XIII indirizzata a mastro Paolo Francesco *** e relativa alla chiesa di San Vittore di Origlio in Val Capriasca.

Sigillo: esistente. Bulla plumbea cum filo canapis di papa Clemente XIII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS), S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: CLEMENS PAPA .XIII.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 2 250 (plica esclusa) x 165 mm, righe 19. La pergamena è mutila della metà sinistra e nel margine destro presenza fori di cucitura.

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10 dicembre 1767, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa di S. Giorgio di Brontallo nella festività dei SS. Pietro e Paolo (29 giugno), per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 26 (= vecchio I/26) 150 x 430 mm, righe 11.

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18 novembre 1768, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIII concede l'indulgenza plenaria a coloro che visiteranno la chiesa parrocchiale di S. Maria e S. Giorgio di Brontallo nella festività di Ognissanti e in quella di S. Giorgio (1 novembre e 23 aprile), per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIII nel verso del

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Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 27 (= vecchio I/27) 150 x 430 mm, righe 9.

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22 agosto 1769, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Clemente XIV concede l'indulgenza plenaria in favore delle anime dei defunti delle confraternite del S. Rosario, della Dottrina Cristiana, della Vergine del Carmelo e del S. Sacramento, erette nella chiesa parrocchiale di Broglio, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Clemente XIV sul verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 9 (= vecchio I/08) 155 x 425 mm, righe 13. Alcuni fori di piccole dimensioni, dovuti a rosicatura, nella parte inferiore; due fori di perforatrice per ufficio nel margine sinistro.

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31 dicembre 1771, Roma

Costituzione di coadiutore e provvisione di titolo ecclesiastico / -

Papa Clemente XIV costituisce Ambrogio Torriani, prete della diocesi di Como, coadiutore di Giovanni Battista Maderni, preposito della collegiata dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, e gli fa provvisione dello stesso beneficio «cum futura in illo successione».

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Clemente XIV. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS) S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: CLEMENS PAPA .XIV.

Originale; lat. ASTi, Torriani 46 (= cart. 210, nr. 19) 550 x 725 mm, righe 54. Alcuni fori lungo le pieghe.

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(1772)

Formula di giuramento / -

Formula di giuramento di Ambrogio Torriani, nominato coadiutore di Giovanni Battista Maderni, preposito della collegiata dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, nonché suo successore nella carica di preposito.

Originale; lat. ASTi, Torriani 47 (= cart. 210, nr.16) 295 x 400 mm, righe 19. La pergamena è molto danneggiata lungo le pieghe e presenta dei fori regolari lungo i margini inferiore e superiore.

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1 aprile 1775, Roma (S. Pietro)

Commissione pontificia

Papa Pio V incarica il vicario generale «in spiritualibus» dell'arcivescovo di Milano di conferire un beneficio della chiesa parrocchiale di Chironico, vacante per libera resignazione da parte di Alessandro Molo, canonico di detta chiesa, a Giovanni <...> Ciocca, chierico della stessa chiesa.

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia della bolla di papa Pio V. Rimangono le incisioni praticate nella plica per inserirvi la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Leventina 63 420 x 580 mm, righe 39. Inchiostro sbiadito lungo le piegature che rende difficile la lettura. Nel recto e nel verso note di cancelleria.

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20 agosto 1776, -

Protocollo

Estratto dai registri del Parlamento di Parigi riguardante i fratelli Jean Marie e Pierre Marie Rémond, figli ed eredi di Pierre Marie Rémond.

Copia autentica (?); fr. ASTi, Pergamene, Valangin 12 190 x 265 mm, righe 11. Due piccoli fori. Regesto: Chiesi, Documenti per la storia dell'Onsenone, p. 39.

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28 maggio 1777, Roma (S. Pietro)

Costituzione di coadiutore e provvisione di beneficio ecclesiastico

Papa Pio VI costituisce Leone Stoppani coadiutore di Adriano Inzaghi, canonico della chiesa maggiore di Como, e gli fa provvisione dello stesso beneficio (la cui rendita annua è di 125 ducati d'oro), sul quale gravano una pensione annua di 18 ducati d'oro in favore di Francesco Rejna e una seconda pensione di 14 ducati d'oro in favore di Adriano «de Max».

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) . P(AVLVS), S(ANCTVS) . P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, De Stoppani 12 .1 (cart. 9) 510 x 748 mm, righe 49.

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13 maggio 1778, Milano

Conferimento di beneficio ecclesiastico

Carlo Canzi, Gaetano Vitali, Gioacchino Gambarana e Francesco Piantanida, canonici ordinari del capitolo maggiore di Milano e conti di Leventina, Blenio e Riviera, conferiscono al prete Paolo Chicherio della diocesi di Como la chiesa parrocchiale di Prosito, vacante per il trasferimento di Giovanni Rossello alla parrocchia di Sobrio.

Cancellieri: Carlo Lamberto Rusca, notaio, [Milano]

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo dei quattro canonici ordinari del capitolo maggiore di Milano, conti di Leventina, Blenio e Riviera; il sigillo è stato strappato insieme al filo utilizzato per l'appensione.

Originale; lat. ASTi, Sacchi 34 (= cart. 4c, nr. 28) 245 x 370 mm, righe 24. Uno strappo nella parte centrale della plica, provocato al momento di asportare il sigillo.

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4 aprile 1780, Roma

Commissione pontificia / -

Papa Pio VI incarica Pietro Maria Negroni, vicario generale del vescovo di Como, di procedere all'immissione del prete Agostino Torriani nel possesso di un canonicato della chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio.

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Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, Torriani 48 (= cart. 258, nr.1) 190 x 315 mm, righe 18. La pergamena presenta una rosicatura lungo tutto il margine sinistro. Grossi fori lungo la piega orizzontale.

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4 aprile 1780, Roma

Collazione di beneficio / -

Papa Pio VI conferisce ad Agostino Torriani un canonicato della chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, vacante per libera resignazione di Gabriele Torriani, che frutta 24 ducati d'oro annui.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS), S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, Torriani 49 (= cart. 258, nr. 2) 295 x 555 mm, righe 27. La pergamena presenta un grosso foro nella parte centrale e alcuni fori più piccoli lungo le pieghe.

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15 novembre 1780, Roma (S. Maria Maggiore)

Costituzione di coadiutore e provvisione di beneficio ecclesiastico

Papa Pio VI nomina il prete Francesco Rossi coadiutore di Francesco Franzoni, prete e rettore della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Vittore di Gordula (Tenero-Gordola), e gli fa provvisione dello stesso beneficio «cum futura in illa successione», la cui rendita annua è di 30 ducati d'oro «de camera».

Sigillo: deperdito. Nessuna traccia del sigillo pendente di papa Pio VI. Rimangono i fori nella plica per inserirvi la corda con la quale era appeso al documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 154 (v.n. E. XII/5) 525 (plica esclusa) x 770 mm, righe 47. Piccola lacuna nel margine sinistro.

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16 maggio 1781, Pavia

Diploma di laurea

Diploma di laurea nelle arti liberali e in chirurgia conferito dall'Università di Pavia a Maurizio Lepori di Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 3 270 x 360 mm, righe 15.

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23 luglio 1781, Venezia

Diploma / -

La repubblica di Venezia concede il diploma per l'esercizio di perito e agrimensore pubblico a Iseppo Ripa, di Virgilio, abitante a Venezia.

Originale; it. ASTi, Fossati 1126 200 x 280 mm, righe 11.

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7 agosto 1781, Roma (S. Maria Maggiore)

Collazione di beneficio

Papa Pio VI conferisce al chierico Leone Stoppani un canonicato della collegiata di Riva S. Vitale, vacante per resignazione da parte di Matteo Pinchetti.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) . P(AVLVS), S(ANCTVS) . P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, De Stoppani 12 .2 (cart. 9) 325 x 590 mm, righe 30.

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7 agosto 1781, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione pontificia / -

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Papa Pio VI incarica Pietro Maria Negroni, vicario generale del vescovo di Como, di procedere all'immissione di Leone Stoppani nel possesso di un beneficio di Riva S. Vitale.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) . P(AVLVS), S(ANCTVS) . P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, De Stoppani 12 .3 (cart. 9) 221 x 320 mm, righe 18.

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10 settembre 1782, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio VI concede l'indulgenza [plenaria] ai defunti della confraternita dei Morti in suffragio dei quali viene celebrata la messa all'altare di detta confraternita nella chiesa di Santo Stefano di Tesserete, in tutti i giorni dell'ottava dei Morti, nonché tutti i lunedì, come pure a qualsiasi altare di detta chiesa nel giorno della morte e della deposizione di un confratello o una consorella, per sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Pio VI nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 26 185 x 420 mm, righe 14.

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prima del 23 aprile 1783, (?)

Diploma di laurea

Diploma di laurea in teologia conferito ad Angelico Martignoni. (Frammento).

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Pometta 291 265 x 225 mm, righe 18. La pergamena, tagliata lungo i margini superiore e sinistro, è stata riutilizzata come copertina di un piccolo volume e presenta cinque frammenti di un'opera di retorica a stampa incollati.

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30 dicembre 1783, Bellinzona

Conferimento di vicinato

Il consiglio del borgo di Bellinzona conferisce il vicinato a Giovanni Antonio Fratecolla, del fu Giovanni Battista e ai suoi eredi.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica della comunità di Bellinzona, appeso con nastro bianco e rosso. Nel campo lo scudo ovale con l'arma sforzesca. Legenda: SIGILVM COMMVNITATIS BELINZONE

Originale; it. Archivio Comunale Bellinzona 155 (v.n. E. XIV/2) 670 (plica esclusa) x 520 mm, righe 41. Al documento è cucito un foglio di carta che riporta la ricevuta del 20 aprile 1790 per la somma di 190 scudi consegnata da Giovanni Antonio Fratecolla a pagamento del vicinato del borgo di Bellinzona. (Giuseppe Fulgenzio Chicherio, tesoriere, Sacchi cancelliere). Il documento è datato secondo lo stile della Natività.

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6 marzo 1785, Roma

Collazione di canonicato e prebenda / -

Papa Pio VI costituisce Giovanni Battista Torriani, canonico secolare della chiesa collegiata di S. Vittore di Balerna, canonico promosso ai sacri ordini della detta collegiata e gli fa provvisione della prebenda di 24 ducati d'oro annui rimasta vacante il mese precedente per la morte di Pietro Pozzi.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VI, la cui impronta è parzialmente danneggita su entrambe le facce. Legenda: Recto: S<(ANCTVS) P(AVLVS)> S<(ANCTVS) P(ETRVS)>; verso: + PIV PAP VI

Originale; lat. ASTi, Torriani 50 (= cart. 192, nr. 108) 345 x 570 mm, righe 29.

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6 marzo 1785, Roma

Commissione pontificia / -

Papa Pio VI incarica Pietro Maria Negroni, vicario generale del vescovo di Como, di procedere all'immissione di

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Giovanni Battista Torriani nel possesso di un beneficio canonicale della chiesa di S. Vittore di Balerna.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VI Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS) S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, Torriani 51 (= cart. 192, nr. 109) 225 x 315 mm, righe 16.

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29 aprile 1786, Milano

Provvisione di beneficio

Ercole Maria Bonanomi, protonotaio apostolico e vicario generale dell'arcivescovo di Milano Filippo Visconti, conferisce al chierico Giuseppe Aloisio Beretta la cappellania scolastica dell'altare della Vergine Maria del S. Rosario eretta nella chiesa parrocchiale di Leontica, vacante per la morte del prete Guglielmo Manara.

Originale; ASTi, Pergamene, Parrocchia di Leontica 20 260 x 375 mm, righe 22. Fori di piccole dimensioni nelle pieghe.

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28 marzo 1787, Roma

Commissione

Papa Pio VI incarica il vicario dell'arcivescovo di Milano di concedere dispensa matrimoniale a Giuseppe Antonio Meneghelli e Maria Caterina, entrambi di Tesserete nella pieve di Capriasca, legati da affinità di parentela e rei di commercio carnale, dopo avere assunto le necessarie informazioni.

Cancellieri: J. Bruner, Roma (curia pontificia)

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 27 280 x 480 mm, righe 23. Sul verso della presente commissione si trova la dispensa matrimoniale di Ercole Maria Bonanomi, vicario generale dell'arcivescovo di Milano, del 1787 aprile 24.

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24 aprile 1787, Milano

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Dispensa matrimoniale

Ercole Maria Bonanomi, protonotaio apostolico e vicario generale dell'arcivescovo di Milano [Filippo Visconti], su commissione di papa Pio VI, assunte le debite informazioni assolve Giuseppe Antonio Meneghelli e Maria Caterina, entrambi di Tesserete, e concede dispensa affinché possano contrarre matrimonio pur essendo legati da affinità di parentela e rei di commercio carnale.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 27 280 x 480 mm, righe 13. Sul recto della presente dispensa si trova la commissione di papa Pio VI del 1787 marzo 28.

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10 agosto 1787, Roma (S. Maria Maggiore)

Collazione di canonicato / -

Papa Pio VI conferisce a Felice Rusca il canonicato detto prebenda teologale della chiesa di S. Vittore di Locarno, vacante per libera resignazione di Antonio Maria Zezio.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VI Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS), S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 71 395 x 630 mm, righe 34.

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10 agosto 1787, Roma (S. Maria Maggiore)

Commissione pontificia / -

Papa Pio VI incarica Pietro Maria Viarono, referendario pontificio e canonico «antiquior» della chiesa maggiore di Como, nonché il vicario generale «in spiritualibus» del vescovo di Como di procedere all'immissione di Felice Rusca nel possesso del canonicato chiamato prebenda teologale della chiesa di S. Vittore di Locarno.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VI. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(AVLVS), S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VI

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Locarnese 70 280 x 315 mm, righe 27.

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20 aprile 1788, Chalessii (?)

Vendita / -

Antonio «Zufferey Chalesis» vende a Giuseppe «Davez Sabaudo», abitante a «Chalessii» un prato situato nel detto territorio «in Garoz», al prezzo di sette scudi.

Notaio rogatario: Georgius n. Papiensis p.

Copia semplice (?); lat. ASTi, Pergamene, Pometta 259 190 x 185 mm, righe 21. Quattro tagli e alcuni piccoli fori.

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23 aprile 1788, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio VI concede l'indulgenza plenaria ai defunti delle confraternite della Dottrina Cristiana, del Santo Rosario, del Santissimo Sacramento e della Santa Croce, erette nella chiesa di Brontallo, in suffragio dei quali viene celebrata la messa nel giorno della commemorazione dei defunti, nei giorni dell'ottava e ogni martedì per la prima confraternita, ogni mercoledì per la seconda, ogni venerdì per la terza e ogni sabato per la quarta, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Pio VI nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 28 (= vecchio I/28) 135 x 410 mm, righe 12. Alcuni forellini dovuti a rosicatura.

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18 novembre 1789, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

Papa Pio VI concede l'indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno l'oratorio di San Bartolomeo di Lugaggia nella festività di S. Bartolomeo, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Pio VI sul verso del documento.

Originale; lat.

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Archivio Parrocchiale Tesserete 28 135 x 410 mm, righe 14. Alcune macchie dovute a microorganismi sul dorso.

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22 marzo 1791, Roma (S. Pietro)

Concessione della facoltà di celebrare messa

Papa Pio VI concede al prete Carlo Francesco Chicherio e ai suoi fratelli Fulgenzio e Giuseppe la facoltà di far celebrare una messa nell'oratorio della casa della famiglia da parte di detto Carlo Francesco e dal prete Ludovico Maria, suo consanguineo, con l'obbligo di ascoltare le messe nella chiesa nei giorni di festa di precetto.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Pio VI, annunciato nella corroboratio del documento.

Originale; lat. Archivio Comunale Bellinzona 156 (v.n. F. I/7) 230 x 420 mm, righe 21. Piccoli fori lungo le piegature.

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11 maggio 1793, Pavia

Diploma / -

Diploma in diritto civile ed ecclesiastico dell'archiginnasio Borromeo di Pavia conferito a Francesco Von Mentlen di Uri.

Notaio rogatario: Iurisiconsultus et causidicus Aloysius Ciniselli collegii Papiae notarius q. spectabili notarii domini Ioannis Baptistae genitus, regiae Ticinensis universitatis cancellarius

Originale; lat. ASTi, Von Mentlen 629 (cart. 7) 395 x 490 mm, righe 31.

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30 gennaio 1798, Roma (S. Pietro)

Concessione di indulgenze

Papa Pio VI concede l'indulgenza plenaria a coloro che parteciperanno alla processione della domenica in Albis presso la chiesa parrocchiale di S. Pietro di Camignolo. La concessione è valida per un settennio.

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Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Pio VI nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Bironico 32 135 x 420 mm, righe 10. In calce al testo figura la conferma della curia episcopale di Como, del 20 dicembre 1799.

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<...> <...> 17<...>, Roma (S. Pietro)

Bolla pontificia

Frammento di bolla pontificia, relativa probabilmente a Brusino Arsizio e alle comunità circostanti.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Poggi 76 510 x 305 mm, righe 58. Il documento è stato ritagliato sul lato superiore e su quello destro, con perdita di buona parte del testo.

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22 settembre 1803, Roma

Dispensa matrimoniale / -

Pio VII incarica il vescovo di Como di concedere dispensa matrimoniale a Domenico Rizzoli e Giovanna Maria Manfrina, legati da affinità di terzo e quarto grado.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Pio VII.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VII. Si noti che il presente sigillo era stato attaccato con punte metalliche alla dispensa matrimoniale (ASTi, Rusca 5273), ma in origine doveva appartenere ad un altro documento irreperibile. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VII

Originale; lat. ASTi, Rusca 5273 317 x 460 mm, righe 30.

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27 luglio 1805, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

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Papa Pio VII concede l'indulgenza ai fedeli che visiteranno l'oratorio di San Matteo di Cagiallo nelle festività di S. Matteo apostolo e di S. Antonio da Padova, per i prossimi sette anni.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 29 135 x 415 mm, righe 11. Supporto un po' arricciato e macchiato.

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27 luglio 1805, Roma (S. Maria Maggiore)

Concessione di indulgenza

Papa Pio VII concede l'indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno l'oratorio di San Bartolomeo di Lugaggia nella festività di S. Michele Arcangelo, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Pio VII sul verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Tesserete 30 135 x 420 mm, righe 11.

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22 febbraio 1808, Lucerna

Conferimento di ufficio ecclesiastico / -

Fabrizio «Sceberas» Testaferrata, arcivescovo di Beirut, assistente al soglio pontificio di papa Pio VII e nunzio apostolico presso gli Svizzeri, i Reti e i Vallesani, conferisce ad Antonio Bernasconi di Mendrisio, protonotaio apostolico e dottore in entrambi i diritti, il titolo di canonico onorario dello xenodochio di S. Spirito di Roma, in esecuzione della relativa collazione da parte di papa Pio VII del 2 febbraio 1808.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica, appeso con corda verde, di Fabrizio Sceberas Testaferrata, nunzio apostolico presso gli Svizzeri, recante nel campo l'arma del prelato. Legenda: FABRIIVS . ARCH(IEPISCO)PVS . BERYT . AP(VD) . HELV . SED(IS) . APOSTOLICAE . NVNCIVS

Originale; lat. ASTi, Torriani 52 (= cart. 89, nr. 24) 510 x 710 mm, righe 22.

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25 aprile 1808, Lucerna

Concessione della facoltà di celebrare messa / -

Fabrizio «Sceberas» Testaferrata, arcivescovo di Beirut, assistente al soglio pontificio di papa Pio VII e nunzio apostolico presso gli Svizzeri, i Reti e i Vallesani, in esecuzione di una commissione di Pio VII del 12 marzo 1808 concede ad Antonio Bernasconi di Mendrisio, scultore attivo alla corte imperiale di Pietroburgo, la facoltà di far celebrare una messa quotidiana nel proprio oratorio domestico, all'altare mobile consacrato dal vescovo, da parte di qualunque canonico e sacerdote secolare provvisto di licenza, e ciò senza pregiudizio dei diritti parrocchiali e non nei giorni delle maggiori festività.

Sigillo: esistente. Sigillo di cera rossa in teca metallica, appeso con corda verde, di Fabrizio Sceberas Testaferrata, nunzio apostolico presso gli Svizzeri, recante nel campo l'arma del prelato. Legenda: FABRICIVS . ARCH(IEPISCO)PVS . BERYT . AP(VD) . HELVETIOS . SED(IS) . APOSTOLICAE . NVNCIVS

Originale; lat. ASTi, Torriani 53 (= cart. 89, nr. 25) 500 x 640 mm, righe 19.

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17 giugno 1808, Pavia

Diploma di laurea / -

L'università di Pavia conferisce a Pietro Chicherio di Bellinzona la laurea di ingegnere architetto.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Pometta 260 400 x 460 mm, righe 19. Pergamena miniata.

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1811, Lucerna

Collazione di beneficio / -

Fabrizio Sceberras Testaferrata, arcivescovo di Beirut, nunzio apostolico di Papa Pio VII in Svizzera, conferisce ad Ambrogio Torriani un canonicato della chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, che frutta una rendita annua di 25 ducati d'oro, vacante per la rinuncia del sacerdote Agostino Torriani.

Sigillo: esistente. Sigillo di ceralacca rossa in teca metallica, appeso con corda verde, di Fabrizio Sceberas Testaferrata, nunzio apostolico presso gli Svizzeri, recante nel campo l'arma del prelato.

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Legenda: FABRICIVS . ARCH(IEPISCO)PVS . BERYT . AP(VD) . HELVETIOS. SED(IS) . APOSTOLICAE . NVNCIVS

Originale; lat. ASTi, Torriani 54 (= cart. 258, nr. 4) 360 x 495 mm, righe 18.

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14 giugno 1812, Pavia

Diploma di laurea

Diploma di laurea in chirurgia conferito dall'Università di Pavia a Nicola Lepori di Lugano.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 4 305 x 440 mm, righe 15.

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15 giugno 1814, Pavia

Diploma di laurea

Diploma di laurea in medicina conferito dall'Università di Pavia a Nicola Lepori di Lugano.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 5 400 x 460 mm, righe 17.

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18 agosto 1815, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio VII concede l'indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno l'oratorio della Beata Vergine del Carmelo sui Monti di Rima nelle festività della Madonna della Neve e della Madonna del Carmelo per i prossimi sette anni.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 10 (= vecchio I/09) 140 x 415 mm, righe 10. Alcuni fori di piccole dimensioni lungo le piegature, dovuti a rosicatura.

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18 agosto 1815, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio VII concede l'indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno la chiesa viceparrocchiale di Broglio, dedicata alla Madonna Lauretana, il giorno 10 dicembre e nella festività di Santo Stefano, per i prossimi sette anni.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 11 (= vecchio I/10) 135 x 420 mm, righe 10.

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18 agosto 1815, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio VII concede l'indulgenza plenaria in favore delle anime dei defunti della chiesa parrocchiale di Broglio dedicata alla Madonna di Loreto, per i prossimi sette anni.

Sigillo: deperdito. Minime tracce di cera rossa del sigillo «anuli piscatoris» di papa Pio VII sul verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Broglio 12 (= vecchio I/11) 185 x 420 mm, righe 11.

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8 agosto 1816, Roma

Commissione pontificia

Papa Pio VII incarica Antonio Gioia, vicario generale del vescovo di Como, di procedere all'immissione di Francesco Torriani nel possesso di un canonicato della chiesa collegiata dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo canapis di papa Pio VII. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VII

Originale; lat. ASTi, Torriani 55 (= cart. 258, nr. 8) 200 x 310 mm, righe 16. La pergamena presenta alcuni piccoli fori lungo le pieghe.

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8 agosto 1816, Roma

Collazione di beneficio / -

Papa Pio VII conferisce a Francesco Torriani un canonicato della chiesa collegiata dei SS. Cosma e Damiano di Mendrisio, che frutta una rendita annua di 24 ducati d'oro, vacante per libera resignazione di Ambrogio Torriani.

Sigillo: esistente. Bolla plumbea cum filo serico di papa Pio VII, la cui impronta è parzialmente danneggiata sul recto. Legenda: Recto: S(ANCTVS) P(ETRVS); verso: + PIVS PAPA VII

Originale; lat. ASTi, Torriani 56 (= cart. 258, nr. 7) 350 x 505 mm, righe 29. La pergamena presenta rosicature lungo le pieghe e alcuni grossi fori.

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25 giugno 1817, Pavia

Diploma di laurea / -

L'università di Pavia conferisce ad Ambrogio Torriani di Mendrisio la laurea in baccellierato nella facoltà di legge.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 27 310 x 440 mm, righe 15.

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14 agosto 1820, Pavia

Diploma di laurea / -

Altro esemplare del documento ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 28.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 29 365 x 485 mm, righe 13.

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14 agosto 1820, Pavia

Diploma di laurea / -

L'università di Pavia conferisce ad Ambrogio Torriani di Mendrisio la laurea di dottore in entrambe le leggi.

Originale; it. ASTi, Pergamene, Distretto di Mendrisio 28 370 x 485 mm, righe 13.

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19 aprile 1825, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Leone XII concede l'indulgenza plenaria ai defunti in suffragio dei quali viene celebrata la messa presso l'altare della Beata Vergine del Carmelo nella chiesa parrocchiale dei SS.Filippo e Giacomo di Menzonio.

Sigillo: deperdito. Tracce di cera rossa del sigillo «anulus piscatoris» di papa Leone XII nel verso del documento.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 27 (= vecchio I/29) 190 x 420 mm, righe 15.

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1826 circa, -

Formula di giuramento

Formula di giuramento di Antonio Felice Rusca, nominato coadiutore di Antonio Maria Varenna, arciprete della collegiata di S. Vittore di Locarno, nonché suo successore nella carica di arciprete.

Originale; lat. ASTi, Rusca 5400 390 x 305 mm, righe 25. Fori lungo i margini superiore e inferiore.

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31 maggio 1837, Pisa

Diploma di laurea / -

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Diploma in diritto civile ed ecclesiastico dell'università di Pisa conferito ad Alberto Franzoni, figlio di Tommaso.

Originale; lat. ASTi, Alberto Franzoni 24 350 x 520 mm, righe 34.

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21 giugno 1856, Pisa

Diploma di laurea

Diploma di laurea in chirurgia e medicina conferito dall'Università di Pisa a Paolo Lepori del fu Francesco Lepori di Lugano.

Originale; lat. ASTi, Pergamene, Famiglia Lepori 6 350 x 520 mm, righe 37.

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4 luglio 1865, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Pio IX concede l'indulgenza plenaria ai defunti di Brontallo in suffragio dei quali viene celebrata la messa presso l'altare delle anime purganti.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Brontallo 29 (= vecchio I/29) 160 x 410 mm, righe 13.

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24 novembre 1891, Roma

Concessione di indulgenza

Papa Leone XIII concede l'indulgenza plenaria in favore dei defunti in suffragio dei quali viene celebrata la messa nell'oratorio della Beata Vergine Assunta di Menzonio.

Originale; lat. Archivio Parrocchiale Menzonio 28 (= vecchio I/27) 160 x 420 mm, righe 15.

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30 maggio 1719, Piano di Croce (Faido)

Concessione di vicinato

In presenza degli ambasciatori di Uri Carlo Antonio Gamma, landvogt, Francesco Ernesto Smidt, cancelliere, e Massimo Antonio Stricker, landvogt, l'assemblea della comunità di Leventina accoglie come borghesi Pietro Medii del fu Francesco e Giovanni Battista Bonacina del fu Pietro, entrambi di Vallemaggia.

Originale; it. ASTi, Distretto di Leventina 62 375 x 725 mm, righe 19. La pergamena presenta diverse rosicature e una macchia; l'angolo inferiore sinistro è stato asportato mediante taglio.

www.ti.ch/archivio/archivio-pergamene 07.10.2021 Pagina 1444 di 1444