Mafia Vista Dal Nord Vito Lo Monaco
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Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 5 - Numero 14 - Palermo 18 aprile 2011 ISSN 2036-4865 Scuole pericolose La mafia vista dal Nord Vito Lo Monaco a mafia (le mafie) vista dal nord attraverso i contatti del Cen- Gli affari delle mafie vanno dalla droga alla prostituzione, dai tro studi Pio La Torre (che è diventato un discreto osserva- rifiuti tossici al ciclo del cemento e dei subappalti sino alle rea- Ltorio). Nell’ultimo anno, il progetto educativo antimafia, lizzazioni immobiliari, dalla gestione degli stabilimenti balneari esteso alle altre scuole italiane, ci ha permesso di entrare in rela- alla ristorazione, dalle discoteche ai centri scommesse, dagli zione con altre realtà della società civile del Centro- Nord allertate ortomercati ai centri commerciali. Praticamente non c’è settore dalla sempre più visibile presenza delle mafie italiane e non. di attività di un certo interesse dove non si trovi la presenza di Venerdì scorso a Bologna, partecipando a un dibattito organizzato imprese mafiose camuffate. Gli allarmi sui lavori dell’Expo 15 del Centro culturale F. Parri, presenti un giovane economista, due sono significativi nonostante le risentite reazioni del sindaco. Il rappresentanti di Libera, qualche settimana a Terni, discutendo fatto nuovo è che nelle aree di investimento i vari gruppi mafiosi della penetrazione del fenomeno mafioso, si toccava l’allarme evitano il conflitto plateale e stesse famiglie in guerra tra di loro della società civile e l’impreparazione delle classi dirigenti locali a nei paesi d’origine, al Centro-Nord invece la evitano e collabo- fronteggiarlo in conseguenza di sottovalutazione, di passività, di rano. Altro aspetto di novità è la ricerca di autonomia di alcuni acquiescenza e di connivenza. gruppi di ‘ndrine di terza generazione rispetto a quelle d’origine. Grazie agli studi storici più recenti e ai pochi giornalisti di diverse L’evoluzione del fenomeno è avvenuto nell’indifferenza o con la testate che hanno seguito il fenomeno, è noto che la semina al complicità del sistema economico-finanziario e di una parte di Nord di mafiosi, fatta negli anni cinquanta, è stata molto fruttuosa. quello politico. Il “pecunia non olet”, “cose del meridione” sono A seguito dell’obbligo di soggiorno, in aree del paese non interes- state le filosofie di fondo che hanno guidato l’opportunismo di sate dal fenomeno mafioso, inflitto come misura di prevenzione quel sistema oggi condizionato dalle mafie. L’antimafia sban- personale molti mafiosi, prima dalla Sicilia e successivamente dierata dal governo nazionale e dal ministro leghista dell’interno anche dalle altre regioni meridionali, sono ha impedito di percepire il processo di conso- stati inviati al Centro-Nord dove si sono radi- lidamento del sistema economico criminale da cati utilizzando il flusso migratorio delle re- Gli insediamenti terri- fenomeno importato dal Sud a processo auto- gioni d’origine con la creazione di cellule figlie riprodottosi in loco il quale nel frattempo si tra- dell’organizzazione madre. Gli insediamenti toriali sono stati usati, scinava tutte le reti di relazioni con le istituzioni territoriali sono stati usati, tramite imprenditori e la politica locale e nazionale. La propaganda e finanzieri compiacenti per il riciclaggio e tramite imprenditori e xenofoba del leghismo e del governo non ha l’investimento dei capitali provenienti dalle at- ostacolato le rete transnazionale delle crimina- tività illecite nelle regioni d’origine. Successi- finanzieri compiacenti lità organizzate presente nel nostro paese, vamente i capitali ripuliti, diventati legali e per il riciclaggio e l’in- dalle mafie orientali a quelle russe, dei Balcani, cresciuti sono stati gestiti in proprio attra- dell’Africa e del Centro-Sud Americhe. Qual- verso società formalmente a posto. L’espan- vestimento dei capitali cuno si chiede se si deve parlare di capitalismo sione delle attività economiche e finanziarie mafioso come si è parlato di borghesia ma- si è trascinato quel metodo mafioso collau- nelle regioni d’origine fiosa cioè di un processo connesso alla natura dato storicamente con successo in Sicilia e, di quel sistema capace di farcene compren- seppur in forme diverse, nelle altre regioni meridionali. Cioè con- dere la complessità contemporanea del fenomeno. Guardando trollo del territorio attraverso racket e usura, smercio di droghe, alla storia della mafia e considerandola un fenomeno di una ciclo del cemento, rifiuti tossici e strette relazioni con amministra- parte delle classi dirigenti interessata all’uso di un potere ille- tori e politici locali e nazionali, disponibili per le necessarie auto- gale, la risposta è certamente sì. Se si guarda all’antimafia e rizzazioni e coperture onde favorire, contro ogni principio di libera alla sua storia tragica di opposizione bisogna ricordarsi che concorrenza, le attività delle imprese mafiose. Tutto ciò è avvenuto essa ha prevalso quando ha saputo coniugare il suo contrasto senza alcuno ostacolo da parte politica pur in presenza dell’azione al fenomeno criminale con la conquista di sua egemonia cultu- repressiva della giustizia. Ancora recentemente esponenti istitu- rale sulla società civile. Recentemente la coraggiosa lettera di zionali di rilievo di Milano hanno sostenuto che ci sono singoli ma- Pisanu e Veltroni, presidente e autorevole componente della fiosi che investono legalmente, ma non la mafia in quanto Commissione Antimafia, elencando le emergenze prioritarie da criminalità organizzata, da qui la negazione dell’esistenza della affrontare con un governo di decantazione, ometteva la que- mafia al Nord. Eppure la documentazione giudiziaria dell’espan- stione mafiosa della quale hanno contezza e contro la quale sione delle mafie al Centro-Nord è ormai ampia e datata. È scritta sono impegnati senza alcun dubbio. Probabilmente non sop- nelle varie relazioni delle procure antimafia, negli atti della Com- pesano a sufficienza il ruolo di quel potere occulto espressione missione parlamentare antimafia. Quello che stupisce è la rea- di quell’altro potere di cui scriviamo qualche rigo indietro. zione dei gruppi dirigenti locali e nazionali che vanno dal silenzio Senza debellare l’uno non sconfiggiamo l’altro. La democrazia alla negazione all’imbarazzo. per essere compiuta non può tollerare la presenza di mafie. Gerenza ASud’Europa settimanale realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 5 - Numero 14 - Palermo, 18 aprile 2011 Registrazione presso il tribunale di Palermo 2615/07 - Stampa: in proprio Comitato Editoriale: Mario Azzolini, Mario Centorrino, Gemma Contin, Giovanni Fiandaca, Antonio La Spina, Vito Lo Monaco, Franco Nicastro, Bianca Stan- canelli, Vincenzo Vasile. Direttore responsabile: Angelo Meli - In redazione: Davide Mancuso - Art Director: Davide Martorana Redazione: Via Remo Sandron 61 - 90143 Palermo - tel. 091348766 - email: [email protected]. II giornale è disponibile anche sul sito internet: www.piolatorre.it; La riproduzione dei testi è possibile solo se viene citata la fonte In questo numero articoli e commenti di: Giovanni Abbagnato, Pier Luigi Basile, Dario Carnevale, Matteo Cervellati, Pier Giuseppe Fortunato, Roberto Ga- lullo, Franco Garufi, Silvia Iacono, Franco La Magna, Manfredi Lamartina, Pino Lanza, Salvatore Lo Iacono, Antonella Lombardi, Vito Lo Monaco, Davide Man- cuso, Giuseppe Martorana,Alberto Mirone, Michela Murgia, Antonio Nicita, Giuseppe Nicoletti, Maria Serena Palieri, Filippo Passantino, Pasquale Petyx, Matteo Rizzolli, Gilda Sciortino, Andrea Stuppini, Uwe Sunde, Luca Telese, Maria Tuzzo. Inagibilità, rischio sismico, edifici vecchi Legambiente: la scuola siciliana cade a pezzi Dario Carnevale a scuola siciliana cade a pezzi. A lanciare l’allarme sulla sa- tarie degli edifici scolastici, «affinché riconoscano come preva- lute dell’edilizia scolastica nell’isola è il rapporto di Legam- lente la tutela della salute e della sicurezza, e impongano il ri- Lbiente, Ecosistema Scuola, arrivato alla sua undicesima goroso rispetto dei parametri previsti dalle norme, evitando così edizione. In attesa che il ministero dell’Istruzione pubblichi la tanto che siano i dirigenti scolastici a doversi assumersi responsabi- annunciata “Anagrafe scolastica” – il documento redatto insieme lità anche di rilevanza penale». alle amministrazioni locali che dovrebbe rilevare le condizioni degli Tanti e dettagliati i criteri adoperati da Legambiente per basare edifici scolastici – Legambiente sciorina dati inesorabili. l’indagine sulla qualità, la vivibilità e la sicurezza del patrimonio Il 66,5% delle scuole siciliane si trova in condizioni di emergenza immobiliare delle scuole. Agibilità statica, prevenzione incendi, e ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria, soltanto manutenzione e, ancora, risparmio energetico, fonti rinnovabili, il 29%, invece, è fornito del certificato di agibilità, troppo poco per aree verdi, cibi biologici e raccolta differenziata dei rifiuti, sono una regione che ha quasi tutto il suo territorio esposto ad alto ri- i principali aspetti serviti a definire la graduatoria delle scuole schio sismico. Appena l’8% degli edifici scolastici, infine, impiega nelle città capoluogo. Nella classifica del livello di qualità del- energia ricavata da fonti rinnovabili. Allargando l’indagine a tutto il l’edilizia scolastica nelle scuole dell’obbligo (fra i comuni capo- paese poi si conferma il divario qualitativo del patrimonio