Nonèpiùquella Diunavolta
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MAFIE SENZA CONFINI, NOI SENZA PAURA Dossier Emilia Romagna
FONDAZIONE LIBERA INFORMAZIONE OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’INFORMAZIONE PER LA LEGALITA’ E CONTRO LE MAFIE MAFIE SENZA CONFINI, NOI SENZA PAURA Dossier Emilia Romagna Bologna 17 dicembre 2011 La presente pubblicazione è stata curata da: Lorenzo Frigerio, Gaetano Liardo Si ringraziano per la collaborazione: la redazione della Fondazione Libera Informazione, l’Ufficio di Presidenza e lo Staff nazionale di Libera, Libera Emilia Romagna Un ringraziamento ulteriore a: Presidenza Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna Progetto grafico e copertina: Giacomo Governatori Roma, dicembre 2011 “Negli ultimi tempi Libera Informazione è salita anche nel Centro-Nord, senza tralasciare gli impegni nel Meridione. Come la simbolica palma, che Leonardo Sciascia metaforicamente descriveva protesa verso Nord, anche le mafie hanno invaso in veste apparentemente legale tutte le regioni della penisola. E’ dunque urgente dare loro battaglia svegliando l’opinione pubblica, informandola sui reali pericoli di un’economia e di una vita sociale già in parte pervase da interessi e presenze criminali, con l’aiuto dei governi regionali più consapevoli e di strutture informative finora troppo disattente”. Roberto Morrione, 2009 Introduzione 6 Introduzione 7 A viso aperto, senza paura di Matteo Richetti* Anche in Emilia-Romagna abbiamo il dovere di contrastare il crescente fenomeno mafioso e, più in generale, l’avanzare di tutte le mafie in una regione ricca e dal forte tessuto imprenditoriale. La situazione tratteggia- ta dalle Procure delle nostre principali città sulla presenza delle cosche ci mette infatti di fronte un quadro preoccupante e non c’è dubbio che per combattere un simile nemico è indispensabile conoscere e conoscerlo. Il Dossier che presentiamo, frutto della collaborazione tra l’Assemblea Le- gislativa dell’Emilia-Romagna e la Fondazione Libera Informazione, ha questo scopo prioritario. -
Mafia Linguaggio Identità.Pdf
EDIZIONI MAFIA LINGUAGGIO IDENTITÁ di Salvatore Di Piazza Di Piazza, Salvatore <1977-> Mafia, linguaggio, identità / Salvatore Di Piazza – Palermo : Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre, 2010. (Collana studio e ricerca) 1. Mafia - Linguaggio. 364.10609458 CDD-21 SBN Pal0224463 CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” 5 Nota editoriale di Vito Lo Monaco, Presidente Centro Pio La Torre 7 Prefazione di Alessandra Dino, sociologa 13 Introduzione Parte Prima 15 Il linguaggio dei mafiosi 15 Un linguaggio o tanti linguaggi? Problemi metodologici 17 Critica al linguaggio-strumento 18 Critica al modello del codice 19 Critica alla specificità tipologica del linguaggio dei mafiosi 19 Mafia e linguaggio 20 La riforma linguistica 21 Le regole linguistiche: omertà o verità 22 La nascita linguistica: performatività del giuramento 23 Caratteristiche del linguaggio dei mafiosi 23 Un gergo mafioso? 26 Un denominatore comune: l’“obliquità semantica” 30 Impliciti, non detti, espressioni metaforiche 36 Un problema concreto: l’esplicitazione dell’implicito Parte Seconda 41 Linguaggio e identità mafiosa 41 Sulla nozione di identità 42 Linguaggio e identità mafiosa tra forma e contenuto 43 Prove tecniche di appartenenza: così parla un mafioso 44 La comunicazione interna 45 La comunicazione esterna 49 La rappresentazione linguistica: un movimento duplice 49 Dall’interno verso l’esterno 51 Dall’esterno verso l’interno 52 Un caso emblematico: i soprannomi 54 Conclusioni 57 Bibliografia di Vito Lo Monaco Il presente lavoro di Salvatore Di Piazza fa parte delle ricerche promosse dal Centro Studi La Torre grazie alla collaborazione volontaria di autorevoli comitati scientifici e al contributo finanziario della Regione Sicilia. -
STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose. -
La Mafia Imprenditrice
INFILTRAZIONI MAFIOSE mafiosa e non, ci rendiamo conto, in- L’ultimo rapporto di Sos Impresa fatti, che questa incide direttamente sul mondo dell’impresa, superando i 92 miliardi di euro di fatturato, una cifra intorno al 6% del Pil nazionale. Sostan- La mafia zialmente, ogni giorno, una massa enorme di denaro passa dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi, qualcosa imprenditrice come 250 milioni di euro, 10 milioni l’ora, 160 mila euro al minuto. Ci troviamo di fronte a una mafia im- Come vere e proprie holding, le mafie sono dentro al “merca- prenditrice, ormai presente in ogni to”, ne seguono gli sviluppi, pianificano investimenti. Si con- comparto economico e finanziario del sistema Paese, non solo per quanto ri- frontano con la concorrenza ora conquistando posizione di guarda l’attività predatoria, rappresen- tata dal racket delle estorsioni e monopolio in forza della capacità di intimidazione, ora stabi- dall’usura, ma anche per quella del lendo rapporti collusivi con “pezzi” di imprenditoria fautori di reinvestimento di denaro sporco. L’attività imprenditoriale delle mafie ha quella doppia morale per cui “gli affari, sono affari” prodotto un’organizzazione interna ti- picamente aziendale con tanto di ma- di Bianca La Rocca strutturati e agguerriti. E questi, ben- nager, dirigenti, addetti e consulenti. ché duramente colpiti dall’azione delle La gestione delle estorsioni, dell’usura, on un fatturato di 130 miliardi di forze dell’ordine e della magistratura, dell’imposizione di merce, dello spac- Ceuro e un utile che sfiora i 70 continuano a mantenere pressoché cio di stupefacenti, necessita, di fatto, miliardi la Mafia Spa si conferma la inalterata la loro forza e, per ora, la lo- di un organico in pianta stabile, che più grande holding company italia- ro strategia, che si dimostra vincente. -
Le Mani Della Criminalità Sulle Imprese, 2011
Le mani della criminalità sulle imprese XIII Rapporto di Sos Impresa Aliberti Editore SosImpresa.indd 5 09/11/11 12:18 © 2011 Aliberti editore Tutti i diritti riservati Sede legale: Via dei Cappuccini, 27 - 00187 Roma Sede operativa: Via Meuccio Ruini, 74 - 42124 Reggio Emilia Tel. 0522 272494 Fax 0522 272250 - Ufficio Stampa 329 4293200 Aliberti sul web: www.alibertieditore.it blog.alibertieditore.it [email protected] SosImpresa.indd 6 09/11/11 12:18 A Libero Grassi, nel ventennale della scomparsa SosImpresa.indd 7 09/11/11 12:18 SosImpresa.indd 8 09/11/11 12:18 Il Rapporto di Sos Impresa Le mani della criminalità sulle imprese è frutto di numerosi apporti e collaborazioni senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Un ringraziamento particolare va a Danila Bellino, Laura Galesi, Massi- mo Giordano, Nino Marcianò, Marcello Ravveduto, Valeria Scafetta e Ga- briella Sensi. I testi sono di Lino Busà e Bianca La Rocca. I dati che forniamo sono nostre elaborazioni sulla base delle statistiche Istat, delle rilevazioni fornite dal Ministero dell’Interno, dei sondaggi condotti da Swg per Confesercenti, delle ricerche del Centro Studi TEMI e delle numerose informazioni e testimo- nianze raccolte da Sos Impresa. Il Rapporto come sempre contiene molti nomi di persone, aziende, luo- ghi. Nomi presenti nelle inchieste giudiziarie, nelle relazioni degli organismi antimafia e delle Forze dell’ordine, nelle cronache giornalistiche. Per tutti coloro che sono chiamati in causa, eccezion fatta per quelli condannati in via definitiva, valgono la presunzione d’innocenza e le garanzie individuali costituzionalmente garantite. 9 SosImpresa.indd 9 09/11/11 12:18 Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia Quali sono le ragioni dell’inaudita potenza di alcuni? Dov’è la forza che assicura l’impunità ai loro delitti? Si chiede se sono costituiti in associazio- ni, se hanno statuti, pene per punire i membri traditori: tutti rispondono che lo ignorano, molti che non lo credono. -
Giuseppe Montalto
Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato. -
Giuseppe Falsone BOSS MAFIOSO Di Agrigento, Arrestato a Marsiglia/ FOTOSERVIZIO
1 Estradato in Italia: Giuseppe Falsone BOSS MAFIOSO di Agrigento, arrestato a Marsiglia/ FOTOSERVIZIO di Fabrizio Tenerelli – 11 Agosto 2010 – 8:48 E’ stato estradato, stamani, in Italia ad opera della Gerdarmeria francese, che lo ha consegnato alla Polizia di Frontiera di Ventimiglia: Giuseppe Falsone, noto boss agrigentino, arrestato lo scorso 10 giugno a Marsiglia da personale delle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. L’ex latitante eccellente della mafia agrigentina e’ stato consegnato alle autorita’ di Polizia italiane, dopo aver oltrepassato la frontiera di Ventimiglia. Ad attenderlo c’e’ un carcere di massima sicurezza italiano. Giuseppe Falsone, detto ‘Ling Ling’, latitante dal 1999 al giugno del 2010 e inserito nell’elenco del Ministero dell’Interno dei 30 ricercati piu’ pericolosi, rappresenta un personaggio di spicco della criminalita’ organizzata, non solo per quanto e’ testimoniato dal suo gia’ corposo dossier ricco di precedenti penali tra i quali una condanna all’ergastolo, ma anche per le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Le indagini di Polizia hanno accertato come Falsone sia l’attuale reggente di ‘cosa nostra’ della provincia di Agrigento, nonche’ capo della famiglia mafiosa di Campobello di Licata. L’11 aprile del 2006, in occasione della cattura di Bernardo Provenzano, nel covo di Riviera24 - 1 / 4 - 24.09.2021 2 ‘Montagna dei Cavalli’ furono rinvenute delle lettere che, per stile e contenuto, sono state chiaramente attribuite a Falsone. L’ascesa criminale di Falsone fu irrimediabilmente segnata dall’uccisione del padre e del fratello maggiore, caduti a colpi di fucile, nella contesa tra mafiosi e stiddari che insanguino’, negli anni Novanta, il territorio dell’agrigentino e del nisseno. -
Senato Della Repubblica - 225 - Camera Dei Deputati
Senato della Repubblica - 225 - Camera dei deputati XIV LEGISLATURA - DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI prende, dalla viva voce del Lo Giudice e di suoi sodali, essere stata frutto di una vasta operazione di corruttela, emerge con chiarezza il ruolo di «Cosa nostra», considerato il ruolo di garante svolto nella vicenda da Ca- logero Russello, già coinvolto con il figlio ed il nipote nell'operazione «Appalti liberi» sul condizionamento mafioso dei lavori pubblici, ora ar- restato e poi condannato in primo grado per associazione mafiosa, oltre che titolare di un noto albergo agrigentino. Cosa nostra agrigentina, come anticipato, riesce ad esprimere la sua forza anche nella determinazione di candidature ed appoggi politici: aspetto gravissimo, destabilizzante ed eversivo che emerge con chiarezza sempre dalle indagini denominate, con felice richiamo storico, «Alta Mafia». Ficarra Vincenzo, arrestato per associazione mafiosa nella medesima operazione, convoca nella sua abitazione il 7 aprile 2001, l'allora asses- sore regionale ai lavori pubblici Lo Giudice Vincenzo e Manganare Ca- taldo, candidato alle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati nelle liste di «Democrazia europea», ed ex sindaco di Canicattì. La prima conversazione, nella quale si menziona la necessità di inter- venire per risolvere quel contrasto, è quella tra Ficarra Vincenzo ed il fi- glio Diego (anche lui tratto in arresto il 29 marzo 2004 perché gravemente indiziato del delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale), intercet- tata il 29 novembre 2000 all'interno dell'autovettura Mercedes in uso al primo. Si apprende allora che, per organizzare l'incontro tra i due uomini politici, Ficarra Vincenzo si era rivolto a Parla Angelo (soggetto stretta- mente legato a Lo Giudice Vincenzo) e che il Lo Giudice aveva già ma- nifestato la propria disponibilità ad incontrare il «rivale». -
Ultimora 24 Ore Su 24
ultim'ora Page 1 of 10 L'INFORMATORE DI SICILIA - GIORNALE D'INFORMAZIONE INDIPENDENTE - FONDATO E DIRETTO DA IGNAZIO LA PERA - PER CONTATTARE LA REDAZIONE SCRIVETE A : [email protected] ULTIMORA 24 ORE SU 24 ULTIMORA Notizie ultimora CC bloccano corsa clandestina cavalli, 7 2/4/2012 denunciati, multe 20 mila€ LAV : NON ultimo aggiornamento 2/4/2012 Notizie ultimora Editoriale Nicolosi - CC bloccano corsa clandestina cavalli, 7 denunciati, multe 20 ABBANDONARLI Aiutiamo Salvo Barbagallo di Ignazio La Pera Frantumazione area €uro REGIONE Catania – Droga da Palermo a CATANIA piazza Teatro Massimo, presi 2 tunisini . Agenti della Squadra PALERMO Mobile, lo scorso 28 marzo, MESSINA avevano arrestato Marouan BALHOUANE 18enne e posto in SIRACUSA mila€. stato di fermo Tahar JAOUADI ACIREALE I Carabinieri della Stazione di Nicolosi hanno denunciato il già noto Mirko Pompeo CASESA , 18enne, entrambi di nazionalità AUGUSTA 28enne, S.A ., 41enne, D.G ., 31enne, A.R ., 42enne, D.M ., 36enne, V.C ., 40enne, e Z.R ., tunisina, per detenzione ai fini di 32enne, per maltrattamento di animali, competizione ippica non autorizzata ed interruzione di spaccio di hashish in concorso tra LENTINI un pubblico servizio. L’intervento è stato organizzato a seguito delle numerose segnalazioni dei loro. Gli Agenti dell’”Antidroga”, CARLENTINI cittadini di Nicolosi che in alcune mattine dell’anno si trovano a dover fronteggiare avevano appreso che i due extracomunitari avevano avviato TAORMINA l’occupazione delle strade utilizzate dagli organizzatori delle corse ippiche. Le competizioni creano pericolo sia per i fantini ed i cavalli che per gli spettatori e la gente comune coinvolta, un’attività di spaccio all’interno RUBRICHE dal nulla, in una mezz’ora di assoluta confusione. -
Arrestato Il Boss Raccuglia «È Il Numero 2 Di Cosa Nostra»
14 www.unita.it LUNEDÌ 16 NOVEMBRE 2009 Italia p Corleonese è stato fermato nel territorio comandato da Matteo Messina Denaro p Latitante da 13 anni, ha tre ergastoli. Uno per la barbara uccisione di Santino Di Matteo Arrestato il boss Raccuglia «È il numero 2 di Cosa Nostra» Foto Ansa «Mimmo» ha finito la sua corsa ieri pomeriggio, poco dopo le 17,30 quando gli uomini della sezione Catturandi della Squa- dra Mobile di Palermo, insieme ai colleghi del Servizio centrale operativo, lo hanno fermato. DOMENICO VALTER RIZZO PALERMO [email protected] Gli stavano dietro da tredici anni, da quando aveva deciso di far per- dere le sue tracce e aveva scalato, uno ad uno, i gradini che lo han- no portato al vertice di Cosa no- stra e contemporaneamente an- che al vertice della classifica dei più pericolosi latitanti mafiosi. Un picciotto di rispetto che, a 43 anni, è diventato un capo. Dome- nico Raccuglia, detto «Mimmo» ha finito la sua corsa ieri pomerig- gio, poco dopo le 17,30 quando gli uomini della sezione Catturan- Un'immagine di archivio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il figlio del pentito Santino, di della Squadra Mobile di Paler- mo, insieme ai colleghi del Servi- zio centrale operativo, lo hanno fonte e – anche grazie allo sgretola- tività», ma soprattutto è un perso- finalmente scovato, chiudendo mento del vecchio vertice corleone- naggio vicinissimo al boss trapane- così per sempre la sua latitanza. Il personaggio se, aveva esteso il suo potere in tut- se Matteo Messina Denaro, l’uomo Una caccia lunga, che nelle ulti- Il «veterinario» vicino to il territorio della provincia, ma considerato ormai il po l’arresto di me due settimane ha avuto un’ac- a Giovanni Brusca non solo, il suo ruolo oggi appare Provenzano e quindi dei Lo Picco- celerazione che ha portato gli in- infatti di maggiore livello rispetto lo. -
Sulla Strada – Rassegna Stampa 26 Ottobre 2011 PRIMO PIANO Il
Sulla strada – Rassegna stampa 26 ottobre 2011 PRIMO PIANO Il maltempo fa una strage: morti e dispersi. Napolitano: "Tributo drammatico dei cambiamenti climatici" 26.10.2011 - Una catastrofe. Sale a nove il bilancio delle vittime dell'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana. In particolare, spiega la Protezione Civile, nello Spezzino, le persone decedute sono sette, sei a Borghetto vara e una a Monterosso mentre in provincia di Massa Carrara, ad Aulla, le vittime sono due. L'ultimo corpo recuperato è quello del volontario di Monterosso, nelle Cinque Terre, che martedì era stato travolto dall'alluvione che ha colpito il Levante ligure. "Monterosso non c'è più", dice il sindaco della perla delle Cinque Terre, Angelo Betta. Sei persone sono decedute a Borghetto Vara, piccolo paesino dello Spezzino che è stato letteralmente distrutto dall'esondazione dell'omonimo fiume. Due vittime invece ad Aulla, Massa Carrara, dove sono circa 300 le persone evacuate a causa del maltempo e ospitate al palasport della cittadina della Lunigiana. Una cinquantina di esse sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco, intervenuti con gommoni Strade interrotte, ponti crollati, viadotti danneggiati. I collegamenti in Lunigiana e nella bassa val di Magra sono particolarmente difficili. Squadre di soccorso sono al lavoro incessantemente da questa notte, per rimuovere i numerosi detriti causati dalle frane. Molte località sono ancora isolate e irraggiungibili se non con gli elicotteri. Squadre dei vigili del fuoco stanno anche utilizzando particolari gommoni, rinf orzati, abitualmente in uso da chi pratica rafting. Nella notte salvate oltre 50 persone aggrappate agli alberi. Le autorità locali non si sbilanciano sul numero dei dispersi e degli sfollati. -
Morto Il Boss Daniele Emmanuello
Immagine TIM Tuo Numero VAI Invia in Corriere.it LOGIN REGISTRATI LUNEDÌ 03 dicembre 2007 METEO Home Opinioni Corriere TV Salute Casa Viaggi Rubriche Il quotidiano Annunci Dizionari Libri Giochi Store Servizi CRONACHE POLITICA ESTERI ECONOMIA SPETTACOLI E CULTURA CINEMA SCIENZE SPORT VIVIMILANO ITALIAN LIFE CORRIERE MOBILE Corrieredella Sera > Cronache > Morto il boss Daniele Emmanuello Cronache PIÙletti 1 È nata Carolina Fini. AVREBBE ANCHE SVOLTO IL RUOLO DI CARCERIERE NEL SEQUESTRO DEL 2 «Vivo i miei mesi più belliMi offrono soldi per PICCOLO DI MATTEO sesso». Morto il boss Daniele 3 Gay e islam, artista minacciata all'Aja. 4 Venezuela , non passa la riforma di Chavez. Emmanuello 5 Arriva il water per gatti. Stava tentando l'ennesima fuga nelle 6 Calcio : a Firenze un "corridoio " d'applausi . 7 campagne di Enna. Era tra i 10 ricercati più Tradimenti ? Uno su tre in pausa pranzo. 8PRIMOGruppopianoZeta, condannataAggiornatoDonatellaalle 14:11Dini. pericolosi d'Italia 9UltimatumMorto il boss DanieledellEmmanuello'Udeur . 1sulleL'arte diriformeMarla, truffa o bimba prodigio ?. ENNA - È morto mentre tentava l'ennesima 014:01 POLITICA Il capogruppo alla fuga, il super latitante di Gela Daniele Camera Fabris: «Subito un summit di Emmanuello, 43 anni, ricercato dal 1996 per maggioranza sulla legge elettorale o associazione mafiosa, traffico di droga e abbandoniamo i lavori sulla Finanziaria » omicidi. Il boss è deceduto dopo un conflitto a fuoco con la polizia in provincia di Enna, nei pressi di Villarosa: secondo quanto emerge dal Osce: in Russia elezioni primo esame sul cadavere effettuato dal «non corrette» Il boss mafioso, Daniele medico legale l'uomo è morto a causa di un 13:08 ESTERI Plebiscito del partito del presidente alla Duma: ha la Emanuello, in una vecchia foto proiettile di pistola che lo ha colpito alla nuca.