Anfibi E Rettili Del Padule Di Bientina

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Anfibi E Rettili Del Padule Di Bientina Quad. Mus. St. Nat. Livorno, 26: 3-13 (2015-2016) 3 Anfbi e rettili del Padule di Bientina (Toscana centro-settentrionale): note ecologiche e distributive Domenico VerDucci1, marco a. L. Zuffi2 RIASSUNTO. L’area del Padule di Bientina ospita diverse specie vegetali e animali, molte delle quali presenti nell’area protetta WWF “Oasi del Bottaccio”, nel bosco di Tanali e in altri residui di bosco igroflo planiziale e in piccole zone umide all’interno del Padule. L’erpetofauna del Padule di Bientina è rappresentata da sette specie di Anfbi e 10 specie di Rettili: due Urodeli (Lissotriton vulgaris, Triturus carnifex), cinque Anuri (Bufo bufo, Bufotes viridis, Hyla intermedia, Rana dalmatina, Pelophylax bergeri), un Chelone esotico (Trachemys scripta) e nove Squamati (sei Sauri, Tarentola mauritanica, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Podarcis siculus, Anguis veronensis, Chalcides chalcides e tre Serpenti, Hierophis viridifavus, Natrix natrix, Zamenis longissimus). Molte specie sono presenti nell’area con continuità dalla fne degli anni ’80 del secolo scorso. L’erpetofauna del Padule di Bientina rappresenta il 100% degli Anfbi e il 62% dei Rettili della Toscana settentrionale di pianura e il 37% degli Anfbi e il 55% dei Rettili di tutte le specie note della Toscana. Parole chiave. Padule di Bientina, anfbi, rettili, distribuzione. SUMMARY. The area called “Padule di Bientina” (Bientina marshy area) is a semi natural area, originated as a large lake at the end of XI century (Bientina Lake), later drainaged and reduced in surface for agricultural purposes. The whole area, the Bientina plain, is characterized by human settlements, some rectilinear artifcial canals and some small remains of the original marshy and wooded area. A few of them are under protection, liKe the “Oasi del Bottaccio”, one of the WWF Italian Oases and Bosco di Tanali, a provincial protected area. The herpetofauna of the Bientina marshy area is represented by seven Amphibian and 10 Reptile species: two Urodeles (Lissotriton vulgaris, Triturus carnifex), fve Anurans (Bufo bufo, Bufotes viridis, Hyla intermedia, Rana dalmatina, Pelophylax bergeri), one allochtonous Chelonian (Trachemys scripta) and nine Squamates (six lizards, Tarentola mauritanica, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Podarcis siculus, Anguis veronensis, Chalcides chalcides, and three snakes, Hierophis viridifavus, Natrix natrix, Zamenis longissimus). Despite the small surface of preserved natural habitats, the Bientina marshy area hosts all the species considered typical of hygrophilous and mesophylous woods and of ecotonal areas associated to such a prevailing habitat. On the whole, comparing recorded data with regional her- petological atlas, the “Padule di Bientina” herpetofauna represents about 100% of Amphibians and 62% of the Reptiles of the northernTuscany plain species and the 37% of Amphibians and the 55% of Reptiles of all the known species of Tuscany, once more underlining the fundamental role of protected natural areas, especially in highly anthropized regions. Key-words. Bientina marshy area, amphibians, reptiles, distribution. Introduzione il territorio della Toscana risulta coperto in modo suffcientemente preciso. Lavorando su aree di Nell’ambito dei recenti atlanti nazionale e re- estensione limitata, come le riserve naturali, le gionale (Sindaco et al., 2006; Vanni, Nistri 2006), aree protette, le A.N.P.I.L., i S.I.R. e S.I.C., ma 1. WWF Lucca, Via Don Minzoni 300, 55100 Lucca. E-mail: [email protected] 2. Museo di Storia Naturale, Università di Pisa, via Roma 79, 56011 Calci (Pisa) 4 Domenico Verducci, Marco A. L. Zuff a b Fig. 1. a) Localizzazione dell’area di studio; b) Principali elementi topografci dell’area di studio. Fig. 1. a) Location of the study area; b) Main topographical features of the study area. anche a livello dei parchi regionali o nazionali, le sussistono alcune perplessità. Più attendibile informazioni che si possono ottenere dagli atlanti appare un successivo lavoro sull’erpetofauna di livello superiore (regione, stato, continente) della Riserva Naturale di Tanali (Macchia, 2005), non sono assolutamente suffcienti. Infatti, le ricadente anch’essa nell’area di studio. maglie di riferimento degli atlanti, normalmente su quadranti UTM di 10x10 km, sovrastimano Materiali e Metodi la distribuzione su piccola scala delle specie di interesse. Area di studio Tenendo in considerazione quanto sopra, è Il territorio oggetto dell’indagine è attualmen- risultato che le conoscenze sugli anfbi e i rettili te costituito da un’area di bonifca corrispondente del padule di Bientina sono complessivamente al preesistente bacino del lago di Bientina. Esso scarse, frammentarie o datate. E questo nostro originò verso la fne del primo millennio dopo contributo vuole soprattutto presentare tutte Cristo, a seguito delle continue esondazioni del le informazioni disponibili, edite e inedite, per braccio meridionale dell’attuale Serchio (Pasqui- caratterizzare il popolamento erpetologico del nucci, Menchelli, 2012), ma successivamente Bientina. sottoposto a bonifche progressive a partire dai Il primo documento storico che riferisce della Lorena (metà del XVIII secolo) e terminato di presenza di un rettile nell’area è un manoscritto fatto alcune decine di anni fa. L’area, denominata settecentesco, pubblicato solo nel secolo scorso padule di Bientina, è delimitata a Nord dall’au- (Bernardi et al., 1980). L’autore, identifcato nel tostrada Firenze – mare (Figura 1a, b). Il padule medico bientinese Francesco Pagnini (Verducci, si presenta oggi come una grande depressione 2007), cita la presenza della Testuggine palustre. in larga parte coltivata; ciononostante, essendo Un singolo dato è riportato in un lavoro di Bruno circondata quasi da ogni lato da rilievi collinari (1973), mentre un primo esame dell’erpetofauna o montuosi di cui raccoglie le acque superfciali, dell’area, esteso anche ai vicini monti Pisani, si non ha perso la sua vocazione palustre. L’apporto deve a Cenni (1989). Una pubblicazione sull’oasi idrico dell’ex bacino lacustre ha un andamen- WWF del Bottaccio, ricadente nell’area di studio, to discontinuo, in quanto alimentato da corsi riporta anche un elenco di specie di anfbi e rettili d’acqua a carattere torrentizio, con maggiore (Gemignani, 1993), alcune delle quali non più affusso di acque in primavera e in autunno, che rinvenute in zona e sulla cui effettiva presenza determinano temporanei allagamenti a causa sia Anfbi e rettili del Padule di Bientina (Toscana centro-settentrionale): note ecologiche e distributive 5 del sottodimensionamento del canale collettore Metodi sotterraneo, che dovrebbe far defuire le acque In questo articolo si fornisce una lista com- del bacino, sia del graduale costipamento dei mentata delle specie di anfbi e rettili rinvenute terreni prosciugati. Alcune piccole porzioni del almeno una volta nel padule di Bientina, ottenuta territorio ancora oggi sono caratterizzate dalla attraverso la consultazione della bibliografia presenza di vegetazione mesoigrofla e igrofla: si disponibile, integrata dalle osservazioni perso- tratta dei boschi di Tanali, del Bottaccio, di Villa nali degli autori (non pubblicate: DV, MALZ; pubblicate: MALZ in Dellacasa et al., 2011) e di Ravano. Da ricordare, fra le aree di rilievo, anche altri osservatori e collaboratori. Per ogni specie i cosiddetti “Pollini di Orentano”, piccole zone vengono riportati i dati bibliografci e le osserva- con tracce di popolamento a grandi carici, ubicati zioni personali, a cui segue un breve commento nel settore settentrionale del padule (Tomei et al., sulla situazione dei singoli taxa. 2000), attualmente in progressivo interramento. I corsi d’acqua principali sono il rio Ponticelli, il Risultati rio Visona di Compito e il rio Visona di Ruota, il canale Rogio, la fossa Navareccia e il canale Tritone punteggiato Emissario; inoltre il bacino è attraversato da una Lissotriton vulgaris (Linnaeus, 1758) serie di fossati che congiungono il canale Rogio Dati bibliografci. Cenni 1989 Bottaccio; Ge- con la fossa Navareccia o che si gettano nel ca- mignani 1993 Bottaccio; Macchia 2005 Tanali; nale emissario. Lungo i corsi d’acqua persiste Biaggini e Corti 2011 Gherardesca e canale Rogio. una vegetazione di tipo igroflo, rappresentata Osservazioni personali. Bottaccio, 28.IX.2013, da specie palustri tipiche come Cannuccia di un es. rinvenuto all’interno di un copertone in- palude (Phragmites australis), Salcerella (Lythrum terrato lungo il corso della Visona dopo la rimo- salicaria), Giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus), zione; Bottaccio, 3.XI.2013, 2 add. sotto tavole in legno in zona querce. Mazzasorda (Typha spp.), intervallate a nuclei Note. Il Tritone punteggiato è citato per la di specie esotiche, in particolare Canna comune prima volta da Cenni (1989), che lo dice più co- (Arundo donax). Lungo i canali sono presenti flari mune del Tritone crestato. Macchia (2005) lo cita e siepi miste costituite da salice (Salix spp.), On- per il bosco di Tanali, in corrispondenza di pozze tano nero (Alnus glutinosa), Pioppo nero (Populus temporanee presenti nel terreno torboso sotto nigra), Olmo (Ulmus minor), Rovo (Rubus spp.). l’ontaneta e nei chiari del canneto. Al momento Fino al 2008 non esistevano in padule specchi appare più scarso del Tritone crestato. d’acqua permanenti. Da quell’anno, nella zona denominata Bonifca Della Gherardesca, sono Tritone crestato italiano state sospese le operazioni di prosciugamento Triturus carnifex (Laurenti, 1768) artifciale per la successiva messa a coltura
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