Miscellanea (N. 1-2/291)

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Miscellanea (N. 1-2/291) Anno CVIII n. 1-2 (291-292) Gennaio-Agosto 2002 MISCELLANEA STORICA DELLA VALDELSA PERIODICO QUADRIMESTRALE CASTELFIORENTINO SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 2002 MISCELLANEA STORICA DELLA VALDELSA fondata nel 1893 Direttore: SERGIO GENSINI Comitato direttivo: ENZO CATARSI, GIOVANNI CIPRIANI, MARJA MENDERA CASOLI, ITALO MORETTI, RENZO NINCI Comitato di redazione: VANNA ARRIGHI, ELISA BOLDRINI, EMANUELA FERRETTI, SERGIO MAZZINI, SUSANNA PIETROSANTI Segretario di redazione: FRANCO CIAPPI Redazione e amministrazione: Società Storica della Valdelsa - Via Tilli, 41 - 50051 Castel- fiorentino - Tel. 0571 64019. Si diventa soci mediante domanda diretta alla Presidenza, o rivolgendosi ai fiduciari del proprio comune, e dietro versamento della quota annua di s 13,00. Abbonamento annuo: (3 numeri) Italia s 18,00; Estero s 21,00. Un numero separato: Italia s 7,00; Estero s 9,00. Numeri arretrati: prezzo da concor- dare. Versamenti sul c/c postale 21876503, intestato a Società Storica della Valdelsa - 50051 Castelfiorentino. Libri e opuscoli inviati alla rivista saranno recensiti o comunque segnalati. Manoscritti corrispondenza e pubblicazioni al Direttore: Prof. SERGIO GENSINI 50050 MONTAIONE (Firenze) TIPOGRAFIA EDITRICE POLISTAMPA - FIRENZE - DICEMBRE 2002 SOMMARIO STUDI E RICERCHE A. BURRONI, Le finanze sangimignanesi nel XIII secolo ......... Pag. 7 M. GALGANI, Ceramiche tardomedievali di San Gimignano: docu- menti e reperti archeologici............................ »85 A. CASALI, Donne in Valdelsa (1898-1945) ................... » 115 NOTE E DISCUSSIONI R. NINCI, La polifunzionalità degli opifici “andanti ad acqua”. Il caso di Colle Val d’Elsa............................... » 151 D. FUSI BORELLI, La Lauda dei Pellegrini e Bastiano da Poggibonsi . » 163 NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO SCHEDE, di Renzo Ninci, Sergio Gensini e Antonella Ghignoli » 167 APPUNTI BIBLIOGRAFICI VALDESANI, a cura di Sergio Gensini..... » 171 VITA DELLA SOCIETÀ ................................ » 173 STUDI E RICERCHE ALESSANDRO BURRONI Le finanze sangimignanesi nel XIII secolo La Valdelsa è stata una delle zone di maggiore importanza in Toscana durante l’epoca medievale: qui si intrecciavano alcune delle principali arte- rie viarie e sempre qui, in quanto area di confine, ebbero luogo i più impor- tanti conflitti politico-militari tra Firenze e Siena. A questa vivacità fece da complemento un notevole sviluppo economico che rese possibile la nascita sia di molte ‘città in miniatura’ – come San Miniato, Colle, Poggibonsi, San Gimignano – che di una nutrita schiera di centri minori (Certaldo, Castel- fiorentino, Casole). È stato ragionevolmente ipotizzato che tali esperienze politiche possano aver portato pian piano alla formazione di un’area con caratteristiche socio-ambientali abbastanza uniformi e con un’economia ‘integrata’ che abbia permesso poi l’avvio delle specializzazioni artigianali locali. In contemporanea procedeva l’evoluzione istituzionale interna degli orga- nismi comunali. Ma questa, come ben sappiamo, è sempre stata collegata all’a- zione, spesso fondamentale, di fattori esterni: se in ambito regionale si fecero sentire gli interessi di Firenze, Siena e più marginalmente di Pisa e Lucca, in un contesto più locale un ruolo di primo piano lo giocò sicuramente San Gimi- gnano. Fondamentale per noi è che a questa ricchezza di esperienze politiche cor- risponde oggi un’altrettanta ricchezza di fonti documentarie abbastanza diver- sificate e ancora in gran parte inesplorate. Nell’Archivio comunale di San Gimi- gnano rimane oggi la serie delle Deliberazioni del Comune1. A Siena, invece, sono conservate circa 1.400 pergamene nel fondo Diplomatico di San Gimi- gnano. Ma è soprattutto l’Archivio di Stato di Firenze che dispone della mag- 1 L’Archivio comunale di San Gimignano, I, a cura di G. CARAPELLI, L. ROSSI e L. SAN- DRI, Siena, Provincia di Siena, 1996. 8 ALESSANDRO BURRONI gior parte delle carte relative alla storia sangimignanese: 450 pezzi del fondo Diplomatico, 866 pergamene dei Conventi e ospedali, 16 statuti, le copie dei catasti, degli estimi e delle volture, nonché 303 filze e registri delle Carte di San Gimignano2. Queste ultime fonti furono in parte già regestate nella monumentale ope- ra di Davidshon3 e prima ancora, ma in modo molto più parziale, dal Santini4: entrambi però si interessarono, come poi altri avrebbero fatto successivamen- te, principalmente ai rapporti politici tra i vari comuni toscani, tralasciando le notizie relative agli altri aspetti della vita comunale. Le problematiche finanziarie e fiscali costituiscono invece un aspetto fon- damentale della storia delle città-stato italiane. Le varie forme di imposizione sono uno strumento indispensabile per l’affermazione di questi nuclei di pote- re urbano che agiscono su ambiti territoriali ristretti, almeno nella loro fase ori- ginaria. Senza le entrate derivanti dalla fiscalità non si può, infatti, svolgere un’adeguata politica economica, allo scopo di affermare la supremazia dell’e- conomia urbana in uno spazio che tende a dilatarsi; non si può organizzare la struttura burocratica, né svolgere quella politica generale che necessitava del ricorso alla guerra. A questo punto qualcuno potrebbe essere portato a credere che tale cam- po d’indagine sia stato, e lo sia ancora, uno dei più battuti dagli storici e com- porti l’esistenza di un considerevole numero di studi. Purtroppo non è così o, quanto meno, non è stato sempre così. Le uniche monografie dedicate intera- mente alle finanze di un comune italiano medievale sono ancora le ormai data- te opere di Barbadoro su Firenze, di Luzzato su Venezia e su alcuni comuni marchigiani, la più recente di Bowsky su Siena5; ad esse sono da affiancare un certo numero di studi (pensiamo in particolare a quelli del Fiumi, del Falco e del Mira) ricchi di interessanti spunti, ma che hanno l’inconveniente di tratta- re solo uno degli aspetti costituenti la gestione finanziaria comunale. Fortuna- tamente, a partire dalla metà degli anni ottanta, la storiografia ha mostrato un rinnovato interesse per le finanze comunali, tanto che ormai possiamo dispor- re di studi distribuiti abbastanza uniformemente in tutta l’Italia centro-setten- trionale. Sono ottimi testimoni di questa rinascita d’interesse il convegno di stu- di tenuto nel 1995 a San Marino sulle fonti censuarie, la recentissima pubblica- 2 Attualmente inventariate come Comune di San Gimignano. 3 R. DAVIDSOHN, Forschungen zur Geschichte von Florenz, II, Aus den Stadtbuchern und -Urkunden von San Gimignano (13. Und 14. Jahrhundert), Berlin, Mittler, 1900. 4 P. S ANTINI, Documenti dell’antica costituzione del Comune di Firenze, Firenze, G.P. Viesseux, 1889 (Documenti di storia italiana, 10). 5 B. BARBADORO, Le finanze della repubblica fiorentina, Firenze, Olschki, 1929; G. LUZ- ZATO, Il debito pubblico a Venezia, Milano, Cisalpino, 1963; W. BOWSKY, Le finanze del Comu- ne di Siena (1287-1355), Firenze, La Nuova Italia, 1970. LE FINANZE SANGIMIGNANESI NEL XIII SECOLO 9 zione degli atti di un convegno tenuto a Pistoia e del libro di Maria Ginatempo6. Per quanto riguarda San Gimignano, siamo decisamente fortunati: consi- derando come necessaria base di partenza per ogni ricerca di carattere locale il Dizionario del Repetti7, sono tuttora insostituibili per gli avvenimenti politi- ci la Storia di Firenze di Davidsohn8, e la storia redatta dal canonico Pecori9, mentre interamente incentrato sulla storia economica e sociale di San Gimi- gnano è la monografia di Fiumi10. L’obbiettivo che mi sono proposto, è l’analisi dei cambiamenti intervenuti nella gestione delle finanze comunali durante la fase centrale del XIII secolo. Come dicevamo prima, anni importantissimi sia in ambito locale, che in quello regionale: il consolidamento del distretto sangimignanese viene così ad intrecciarsi con l’allargamento dell’egemonia fiorentina, con la lotta tra il papato e l’impero, con l’emergere negli ordinamenti istituzionali della parte popolare e della divisione tra guelfi e ghibellini. Eventi che avranno un riflesso immediato sulla gestione finanziaria e che a noi fanno sorgere alcune domande di non poco conto: quali erano le maggiori fonti d’entrata? Come si diversificano? Quali le motivazioni di spesa? Come cambia il ruolo del camerario? Quali altri organi comunali sono direttamente coinvolti? Qual è il peso fiscale effettivo esercitato sulle comunità soggette? Quale ruolo riveste la Chiesa? Chi realmente decideva come gestire il denaro pubblico ed in virtù di quali interessi? Si avverte da tale gestione l’evoluzione dei rapporti di forza tra le forze politiche interne? E come cambia la gestione finanziaria in relazione ai mutamenti di regime politico? Per cercare di rispondere a questi ed altri quesiti, ho scelto i registri delle entrate e delle uscite tenuti dai camerari di San Gimignano negli anni 1233, 1254 e 127811, conservati oggi presso l’Archivio di Stato di Firenze12. 6 Le fonti censuarie e catastali tra tarda romanità e basso medioevo. Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e San Marino, a cura di A. GROHMANN, San Marino, Centro di Stu- di Storici Sanmarinesi, 1996 (Quaderni del Centro di Studi Storici Sammarinesi, 14); L’atti- vità creditizia nella Toscana comunale, Atti del convegno di Studi (Pistoia-Colle di Val d’Elsa, 26-27 settembre 1998), a cura di A. DUCCINI e G. FRANCESCONI, Castelfiorentino, Società Sto- rica della Valdelsa, 2000 (Biblioteca della «Miscellanea storica della Valdelsa», 16); M. GINA- TEMPO, Prima del debito. Finanziamento della spesa e gestione del deficit nelle grandi città
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