Economia E Finanza Dei Distretti Industriali

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Economia E Finanza Dei Distretti Industriali Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale - n. 11 Direzione Studi e Ricerche Dicembre 2018 Economia e finanza dei distretti industriali Dicembre 2018 Executive Summary 3 Sintesi 5 1. I bilanci dei distretti industriali italiani nel periodo 2008-17 17 2. I distretti industriali tradizionali nel triennio 2018-20: previsioni su fatturato e margini 49 3. I bilanci delle imprese agro-alimentari 55 4. I distretti della meccanica: una ricognizione 79 5. Gli investimenti diretti in entrata nel manifatturiero italiano e nei distretti 97 6. Adozione delle tecnologie 4.0 e competenze digitali nei distretti 129 7. Imprese familiari, capitale umano ed effetto distretto: i risultati di un’indagine ad hoc 141 8. La cosmetica: un nuovo polo di specializzazione distrettuale in Lombardia 153 9. L’automotive in Italia: i territori specializzati e la ricostruzione delle filiere 169 10. I numeri dei distretti industriali italiani nel periodo 2015-17 197 Indicatori di bilancio 207 Approfondimenti I legami reticolari delle imprese distrettuali: una prima lettura delle distanze medie degli acquisti e dell’operatività in filiera 29 Le “locomotive” nei distretti: champion di crescita e redditività 38 L’apertura del Consiglio di Amministrazione nelle imprese distrettuali 43 Filiere: una prima analisi della rete di fornitura delle aziende dell’alimentare e delle bevande in Italia 69 Export: distanze e peso dei paesi emergenti 117 Startup e PMI innovative nei centri urbani e nelle periferie: una prima valutazione dell’intensità della presenza nelle aree distrettuali 136 L’automotive di Torino 188 La Motor Valley dell’Emilia Romagna 191 Il Rapporto è stato coordinato da Giovanni Foresti, Fabrizio Guelpa e Stefania Trenti e realizzato da un gruppo di lavoro composto anche da Cristina de Michele, Serena Fumagalli, Romina Galleri, Sara Giusti, Anna Maria Moressa, Angelo Palumbo, Ilaria Sangalli, Carla Saruis, Lavinia Stoppani, Rosa Maria Vitulano. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Economia e finanza dei distretti industriali Dicembre 2018 Executive Summary Nel 2017 i distretti hanno continuato a mostrare performance di crescita del fatturato migliori rispetto alle aree non distrettuali (+4,3% a prezzi correnti vs +4%). Nel decennio 2008-17 il differenziale di crescita ha così superato i 5 punti percentuali. Nel 2018 la crescita dei distretti è proseguita (+3,4%), seppure a ritmi più contenuti a causa della brusca frenata del ciclo economico nella seconda parte dell’anno. La produttività del lavoro è salita a 56 mila euro per addetto, il 10% in più rispetto alle aree non distrettuali specializzate negli stessi settori dei distretti. I risultati sono trainati anche da numerose imprese “champion” che guidano con successo le filiere presenti nei territori. I distretti della meccanica presentano le performance migliori: nella classifica delle prime venti aree distrettuali per crescita e redditività dodici sono specializzate nella metalmeccanica. E’ stata premiante l’alta capacità innovativa: circa un quinto delle imprese della meccanica appartenenti ai distretti brevetta, un valore più alto rispetto alle aziende delle aree non distrettuali. E’ confermato il ruolo delle filiere di prossimità come fattore competitivo nei distretti: i fornitori sono molto più vicini ai committenti di quanto avviene altrove (100 km vs 118), con valori minimi di 56 chilometri nei distretti orafi. I distretti continuano a offrire vantaggi localizzativi, percepiti soprattutto dalle imprese più piccole. Il legame con il territorio appare comunque importante anche per i soggetti più grandi, che considerano il distretto come luogo che agevola i processi di innovazione e di internazionalizzazione. La vicinanza favorisce l’adozione di tecnologie 4.0, già oggi maggiormente diffuse nei distretti soprattutto in quelli specializzati nella meccanica (38% vs 30%) dove risultano trainanti le imprese medio-grandi (51,5%). I vantaggi delle filiere integrate sul territorio, punto di forza dei distretti tradizionali, si stanno affermando anche in altre specializzazioni meno tipiche del mondo distrettuale: ne sono prova lo sviluppo del comparto della cosmetica in Lombardia e l’emergere di veri e propri distretti della componentistica auto nell’area torinese e nel bresciano. I distretti sono stati rinnovati anche dalla crescente presenza di capitali esteri nelle compagini societarie: poco meno del 43% degli ingressi è stato effettuato dopo il 2001, contro il 30% circa nelle aree non distrettuali, con punte sopra il 63% nel caso degli investitori francesi e una quota elevata anche per quelli tedeschi (44%). I tedeschi hanno una buona presenza sui territori distrettuali con investimenti greenfield e i francesi con un’alta partecipazione nel settore moda. Gli organi societari delle imprese distrettuali sono formati soprattutto da persone nate nel territorio di localizzazione dell’impresa. Il 75,5% delle imprese distrettuali è guidato da board composti da amministratori nati esclusivamente nella regione di operatività delle aziende; questa percentuale scende al 70% nelle aree non distrettuali. La varietà culturale è quindi meno accentuata che altrove, anche se tra le imprese più grandi c’è un’apertura maggiore della governance, sia con consiglieri provenienti da fuori regione o stranieri (rispettivamente il 55% e il 26% delle imprese). Una governance più aperta può anche essere la via per favorire l’ingresso in azienda di manager con competenze trasversali ad altri settori e con esperienza in ambito internazionale. Più in generale, va affrontato il tema del capitale umano: le imprese distrettuali faticano a trovare operai specializzati, ma anche addetti con competenze legate alle tecnologie 4.0. Il superamento di queste criticità passa attraverso una rivisitazione dei canali di assunzione nei distretti, molto ancorati a procedure informali (in circa tre quarti delle imprese) e poco orientati a canali formali che passano attraverso le agenzie interinali, gli istituti tecnici e professionali, gli istituti tecnici superiori e l’università. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 3 Economia e finanza dei distretti industriali Dicembre 2018 Sintesi Il Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali, giunto alla sua undicesima edizione, si focalizza sull’analisi dei bilanci 2017 di circa 82.200 imprese manifatturiere, agricole e commerciali a specializzazione distrettuale, con un fatturato complessivo pari a 765 miliardi di euro. Di queste imprese,19.881 hanno sede operativa in 156 distretti (cap. 1). Vengono poi fornite le stime sui risultati economico-reddituali delle imprese nel 2018 e le previsioni per il biennio 2019-2020 (cap. 2). Nell’edizione di quest’anno sono affrontati diversi temi, con l’obiettivo di illustrare le peculiarità e le trasformazioni che stanno interessando il tessuto produttivo dei distretti industriali. In particolare, nei vari capitoli e approfondimenti contenuti nel Rapporto sono studiati: . i rapporti di filiera attraverso un database unico, che mappa gli acquisti effettuati nel 2017 dai clienti di Intesa Sanpaolo; . il grado di apertura del Consiglio di Amministrazione a soggetti nati al di fuori della regione di operatività delle imprese o all’estero; . la presenza di imprese “locomotive” campioni di crescita e redditività; . i distretti agroalimentari (cap. 3) e della meccanica (cap. 4), punti di forza del nostro sistema distrettuale; . gli investimenti diretti in entrata, con particolare attenzione alla localizzazione, alle modalità di entrata, all’età delle imprese, alla governance, alle scelte strategiche e alle performance (cap. 5); . il raggio d’azione sui mercati esteri delle imprese distrettuali, misurato dalla “distanza percorsa” dalle nostre esportazioni nei diversi settori di specializzazione; . la diffusione delle tecnologie 4.0, le competenze digitali delle imprese e le difficoltà nel trovare personale specializzato in ambiente 4.0 (cap. 6); . lo sviluppo delle startup e PMI innovative nei centri urbani e nelle periferie, nei distretti e nelle aree non distrettuali; . la diffusione delle imprese familiari e la presenza di esternalità positive nei territori distrettuali (cap. 7). Sono, inoltre, descritti alcuni importanti cambiamenti relativi al tessuto industriale italiano, con lo sviluppo di nuove specializzazioni produttive che per organizzazione e struttura richiamano i distretti, essendo caratterizzate da un’alta concentrazione territoriale, rapporti di filiera e competenze diffuse. Più in particolare ci si sofferma sulla cosmetica (cap. 8) e sulla componentistica auto (cap. 9). Crescita e redditività Nel 2017 le imprese distrettuali hanno registrato un’accelerazione della crescita, mostrando un Evoluzione del fatturato e della aumento del fatturato a prezzi correnti pari al 4,3% (+4% nelle aree non distrettuali). Nel produttività decennio 2008-17 il differenziale di crescita ha così superato i 5 punti percentuali. Tutte le specializzazioni distrettuali hanno mostrato una crescita sostenuta dell’attività produttiva e superiore alle aree non distrettuali, con la sola eccezione del sistema moda. I distretti hanno ulteriormente rafforzato la produttività (nominale) del lavoro: il valore aggiunto pro-capite si è, infatti, portato a 56mila euro per addetto, il 10% in più rispetto alle aree non distrettuali specializzate negli stessi settori dei distretti. Il divario era molto più contenuto nel 2008 (2,7%). Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 5 Economia e finanza dei distretti industriali Dicembre 2018 Fig. 1 – Evoluzione
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