In Nome Del Popolo Italiano La Corte Di Assise Di Appello Di Perugia

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

In Nome Del Popolo Italiano La Corte Di Assise Di Appello Di Perugia N. 4/2002 C.A.A. Sent. IN NOME DEL POPOLO ITALIANO N. 3/2001 C.A.A. R.G. LA CORTE DI ASSISE DI APPELLO DI SENTENZA PERUGIA In data 17.11.2002 Composta dai Magistrati: Depositata il 13.2.2003 Dott. Gabriele Lino VERRINA Presidente F.to Dr.ssa L.L. Marsella Dott. Maurizio MUSCATO Consigliere relatore Sig. Tiziana COLONNELLI Giudice Popolare Sig. Piero BORRI Giudice Popolare Sig. Alessandra FOSSATI Giudice Popolare Sig. Maria Cristina VALERI Giudice Popolare Minuta depositata il Sig. Gianfranca COSTARELLI Giudice Popolare Sig. Giuseppe FIORONI Giudice Popolare Ha pronunciato la seguente S E N T E N Z A Pubblicata mediante lettura del dispositivo Inviato estratto ex Nella causa art.28 D.M.334/89 C o n t r o il 1) CALO’ Giuseppe, nato a Palermo il 30.9.1931, ivi residente P.zza Giuseppe Verdi n.6 – - attualmente detenuto p.a.c. presso Casa Circondariale Redatta scheda il di Tolmezzo – VIRTUALMENTE PRESENTE IN VIDEOCONFERENZA C.P. n. (rinunciante ad alcune udienze) 1 2) ANDREOTTI Giulio, nato a Roma il 14.1.1919, elett.te dom.to presso lo studio del difensore AVV. Franco COPPI in Roma Via B. Buozzi n.3 – - LIBERO - GIURIDICAMENTE PRESENTE 3) VITALONE Claudio, nato a Reggio Calabria il 7.7.1936 res. a Roma ed elett.te dom.to presso lo studio del difensore AVV. Carlo Taormina in Roma Via Federico Cesi n.21 (fgl.2260 giud.) – - LIBERO - P R E S E N T E 4) CARMINATI Massimo, nato a Milano il 31.5.1958, domiciliato a Formello (Roma) Via Maiano n.48 (dom. dich. alla scarcerazione) – - già detenuto dal 14.4.1995 al 25.4.1997 – - LIBERO - C O N T U M A C E 5) BADALAMENTI Gaetano, nato a Cinisi (PA) il 14.9.1923, elett.te dom.to in Italia a Cinisi (PA) Corso Umberto n.183 presso la moglie VITALE Teresa – - attualmente detenuto p.a.c. presso il Penitenziario di Fairton (U.S.A.) – - VIRTUALMENTE PRESENTE IN VIDEOCONFERENZA (rinunciante ad alcune udienze) 6) LA BARBERA Michelangelo, nato a Palermo il 10.9.1943 ivi residente via Castellana n.346 – - attualmente detenuto p.a.c. presso Casa Circondariale di Viterbo - - VIRTUALMENTE PRESENTE IN VIDEOCONFERENZA (rinunciante ad alcune udienze) I M P U T A T I 2 per il reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 575, 577 n.3 C.P. per avere, agendo in concorso con BADALAMENTI Gaetano, CALO’ Giuseppe, ANDREOTTI Giulio, VITALONE Claudio, LA BARBERA Michelangelo e con ignoti, i primi quattro quali mandanti, il LA BARBERA e il CARMINATI quali esecutori materiali, nonché con SALVO Antonino, SALVO Ignazio, BONTATE Stefano, INZERILLO Salvatore, ABBRUCIATI Danilo, GIUSEPPUCCI Franco (questi ultimi sei tutti deceduti), cagionato con premeditazione la morte di PECORELLI Carmine mediante quattro colpi di pistola. In Roma 20.3.1979. A P P E L L A N T I il Procuratore della Repubblica di Perugia e le parti civili PECORELLI Rosina e PECORELLI Andrea e con appello incidentale la parte civile PECORELLI Stefano nonchè proponente ricorso per Cassazione l’imputato VITALONE Claudio, avverso la sentenza 24.9.1999 della Corte di Assise di Perugia con la quale BADALAMENTI Gaetano, CALO’ Giuseppe, ANDREOTTI Giulio, VITALONE Claudio, LA BARBERA Michelangelo e CARMINATI Massimo furono assolti dal reato loro ascritto in rubrica per non aver commesso il fatto. Con costituzione di PP.CC.: 1) PECORELLI Rosina, nata a Sessano del Molise (IS) il 3.10.1934, residente Cerenova (Cerveteri) via dei Volsci n.79, elett.te dom.ta in Roma, via Monte Santo n.68 presso il difensore Avv. Claudio Ferrazza; 2) PECORELLI Andrea, nato a Roma il 12.9.1964, ivi residente ed elett.dom.to in Roma, via Giovanni Bettolo n.17 presso il difensore Avv. Alfredo Galasso; 3) RUSSO Liliana, ved. PECORELLI, nata a Napoli il 12.12.1925, res.te a Roma, via Ugo De Carolis n.101, elett.te dom.ta in Roma via Fabio Massimo n.88 presso il difensore Avv. Raffaele Campioni; 4) PECORELLI Stefano, nato a Roma il 2.3.1957, residente in Cape Town Repubblica del Sud Africa, elett.te dom.to in Perugia presso il 3 difensore Avv. Francesco Crisi. CONCLUSIONI PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA Voglia l’adita corte dichiarare la colpevolezza di Calò Giuseppe, Andreotti Giulio, Vitalone Claudio, Carminati Massimo, Badalamenti Gaetano e La Barbera Michelangelo in ordine al delitto di omicidio doloso aggravato, loro ascritto in termini di concorso, e, concesse le circostanze attenuanti generiche, da ritenere equivalenti alle contestate circostanze aggravanti, condannare ciascuno dei predetti imputati alla pena di anni ventiquattro di reclusione ed al pagamento in solido delle spese processuali, oltre alla pena accessoria prevista dalla legge. PARTI CIVILI Pecorelli Stefano, Pecorelli Rosina e Pecorelli Andrea: Voglia l’adita corte dichiarare la colpevolezza di Calò Giuseppe, Andreotti Giulio, Vitalone Claudio, Carminati Massimo, Badalamenti Gaetano e La Barbera Michelangelo e condannarli al risarcimento dei danni, cagionati dal delitto, da liquidarsi in separato giudizio civile, assegnando a ciascuna delle parti civili, a titolo di provvisionale, immediatamente esecutiva inter partes, la somma di denaro indicata nelle conclusioni scritte, con condanna degli imputati alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili. DIFENSORI DEGLI IMPUTATI Calò Giuseppe, Andreotti Giulio, Vitalone Claudio, Carminati Massimo, Badalamenti Gaetano e La Barbera Michelangelo: Voglia l’adita corte confermare in toto l’appellata sentenza emessa in data 24.9.1999 dalla corte d’assise di Perugia. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO INTRODUZIONE Carmine Pecorelli fu ucciso la sera del 20 marzo 1979 in Roma, nei pressi della redazione di O.P, settimanale da lui diretto, con quattro colpi di pistola esplosi da una stessa arma munita di silenziatore. Nella circostanza 4 fu usata una pistola semiautomatica calibro 7,65 Browning/32 auto, riconducibile, probabilmente, ad una delle seguenti armi: MAB modello D(di fabbricazione francese), ASTRA 300, Erma KGP 68, Beretta modello 81, che esplose due cartucce marca Fiocchi e due cartucce marca Gevelot, queste ultime di fabbricazione francese, piuttosto rare, facenti parte di un lotto fabbricato in epoca successiva al 1976. Nell’occasione agirono, probabilmente, almeno due persone perché due furono gli individui notati da Franca Mangiavacca, collaboratrice ed amante del Pecorelli, sul luogo dell’omicidio. La vittima era un giornalista, che aveva rapporti con personaggi di spicco appartenenti agli ambienti più disparati, che gli consentivano di entrare in possesso, in via esclusiva, di notizie di grande interesse pubblico, alle quali Pecorelli cercava di dare la massima diffusione, sia pubblicandole sulla sua rivista, sia consentendo ad altri giornalisti di attingere al materiale in suo possesso. La sua vita privata, pur caratterizzata da un matrimonio finito e da diverse relazioni sentimentali, da ultimo con Franca Mangiavacca, non presentava, secondo i giudici di primo grado, aspetti tali da fare pensare che in tale ambito dovesse essere individuato il movente del delitto, sicché quest’ultimo era da ricercare nell’attività professionale svolta dalla vittima, come confermavano i tentativi di depistaggio messi in atto subito dopo l’omicidio – rivendicazione dell’omicidio da parte di un sedicente gruppo anarchico nella notte sul 21 marzo 1979; lettera anonima inviata al procuratore della repubblica di Roma indicante in Licio Gelli il mandante dell’omicidio; abbandono a bordo in un taxi, la notte sul 15 aprile 1979, di un borsello contenente, fra l’altro, la fotocopia di una scheda relativa a Carmine Pecorelli, che indirizzava le indagini verso le B.R.-, nonché le minacce telefoniche ricevute dal Pecorelli nei mesi precedenti l’omicidio, il danneggiamento dell’auto del medesimo e le preoccupazioni per la sua vita espresse dallo stesso Pecorelli in relazione agli articoli che andava scrivendo. Del resto, proprio il giorno dell’omicidio Pecorelli, nel consegnare a Umberto Limongelli, cugino e suo collaboratore al giornale, 5 un pacco, contenente apparentemente fogli e definito esplosivo, perché lo portasse in tipografia, espresse ancora una volta timori per la sua vita: del pacco, regolarmente consegnato e ritirato da persona sconosciuta al Limongelli, non è stata trovata alcuna traccia. La corte di primo grado, pertanto, ha esaminato le varie vicende trattate da Pecorelli sulla sua rivista, soprattutto con riferimento a quelle che, al momento dell’omicidio, si presentavano come attuali, perché nuove o perché riproposte all’attenzione del pubblico attraverso la rivelazione di nuovi particolari o la fornitura di una nuova chiave di lettura, sulla premessa che solo una notizia attuale è idonea, per il pericolo che la sua pubblicazione rappresenta, a costituire valido movente per la soppressione di una persona. Dall’esame degli scritti pubblicati sulla rivista sono emerse cinque vicende aventi spiccate caratteristiche di pericolosità per gli interessati, vale a dire: il golpe Borghese, l’Italcasse, il fallimento Sindona, il dossier Mi.Fo.Biali, il caso Moro(16.3/9.5.1978). IL GOLPE BORGHESE La vicenda giudiziaria del c.d. Golpe Borghese, come ricostruita dai primi giudici, è nata su impulso di Giulio Andreotti, ministro della difesa all’epoca, il quale, avuta notizia, dal generale Gianadelio Maletti del servizio segreto (Sid), di una attività golpista di Valerio Borghese e del coinvolgimento in essa del generale Vito Miceli, suo predecessore, aveva trasmesso il rapporto fornito dal Sid all’autorità giudiziaria. Dell’indagine era stato incaricato il sostituto procuratore della repubblica di Roma, Claudio Vitalone. Pecorelli era in possesso di documenti segreti e aveva preso netta posizione in favore del generale Vito Miceli, sostenendo che dal rapporto originale e completo erano stati eliminati i nomi di politici e di alti funzionari che avevano aderito al golpe e precisando, ancora, che l'originario dossier era stato regolarmente inviato dal generale Vito Miceli alla magistratura, che l’aveva restituito, avendo preferito lavorare su ipotesi minori. Nei suoi articoli Carmine Pecorelli aveva sempre sostenuto che il coinvolgimento del generale Vito Miceli nel c.d.
Recommended publications
  • Mandatory Data Retention by the Backdoor
    statewatch monitoring the state and civil liberties in the UK and Europe vol 12 no 6 November-December 2002 Mandatory data retention by the backdoor EU: The majority of member states are adopting mandatory data retention and favour an EU-wide measure UK: Telecommunications surveillance has more than doubled under the Labour government A special analysis on the surveillance of telecommunications by states have, or are planning to, introduce mandatory data Statewatch shows that: i) the authorised surveillance in England, retention (only two member states appear to be resisting this Wales and Scotland has more than doubled since the Labour move). In due course it can be expected that a "harmonising" EU government came to power in 1997; ii) mandatory data retention measure will follow. is so far being introduced at national level in 9 out of 15 EU members states and 10 out of 15 favour a binding EU Framework Terrorism pretext for mandatory data retention Decision; iii) the introduction in the EU of the mandatory Mandatory data retention had been demanded by EU law retention of telecommunications data (ie: keeping details of all enforcement agencies and discussed in the EU working parties phone-calls, mobile phone calls and location, faxes, e-mails and and international fora for several years prior to 11 September internet usage of the whole population of Europe for at least 12 2000. On 20 September 2001 the EU Justice and Home Affairs months) is intended to combat crime in general. Council put it to the top of the agenda as one of the measures to combat terrorism.
    [Show full text]
  • La-Banda-Della-Magliana.Pdf
    INDICE 1. La Banda della Magliana.................................................................................................................... 2. La struttura criminale della Banda della Magliana............................................................................. 3. Banda della Magliana......................................................................................................................... 4. Una Banda tra mafia, camorra e servizi segreti.................................................................................. 5. I rapporti tra la Banda della Magliana e Licio Gelli........................................................................... 6. I ricatti della Banda............................................................................................................................ 7. Gli intrecci pericolosi della Banda della Magliana............................................................................ 8. Dall’assassinio di Carmine Pecorelli alla fuga di Calvi..................................................................... 9. La mala romana e la Mafia................................................................................................................. 10. Vita e morte della gang romana........................................................................................................ 11. Banda della Magliana: i padroni di Roma........................................................................................ 12. Omicidio di Roberto Calvi..............................................................................................................
    [Show full text]
  • “The Black Virus”
    “THE BLACK VIRUS” By Giorgio Mottola Consultant Andrea Palladino With the contribution of Norma Ferrara – Simona Peluso Video by Dario D’India – Alfredo Farina Video by Davide Fonda – Tommaso Javidi Editing and graphics by Giorgio Vallati GIORGIO MOTTOLA OFF CAMERA How a video by the news show TGR Leonardo went viral is a rather unusual story. It was extremely difficult to find on search engines. So, for five years the story remained buried in the RAI website's archive – until last month, it had zero views. SIGFRIDO RANUCCI IN THE STUDIO This video appeared on social media and on our mobile phones while we were at home in lockdown, somewhat nettled by the long, enforced quarantine. It was an old TGR Leonardo report, showing Chinese reporters in a lab, experimenting on a strain of coronavirus. And we all shared the same suspicion. The SARS-CoV-2 strain is manmade, the poisoned fruit of Chinese researchers. We all posted it on our profiles, including me, though I pointed out that scientists had excluded any human intervention and that the video was spreading quicker than coronavirus. Who pushed it so far? Who made it go viral? With what intent? And, above all, was it real or fake news? There's a fine line there. GIORGIO MOTTOLA OFF CAMERA If you have a social network profile or just use WhatsApp, while locked away at home you will certainly have seen this video. TGR LEONARDO – FROM 16/11/2015 It's an experiment, sure, but it's worrying. It worries many scientists. A team of Chinese researchers inserts a protein taken from bats into a SARS virus strain, or acute pneumonia, obtained from mice.
    [Show full text]
  • Diacronie, N° 29, 1 | 2017, « “Crash Test” » [Online], Messo Online Il 29 Mars 2017, Consultato Il 28 Septembre 2020
    Diacronie Studi di Storia Contemporanea N° 29, 1 | 2017 “Crash test” Continuità, discontinuità, legami e rotture nelle dinamiche della storia contemporanea Redazione di Diacronie (dir.) Edizione digitale URL: http://journals.openedition.org/diacronie/4862 DOI: 10.4000/diacronie.4862 ISSN: 2038-0925 Editore Association culturelle Diacronie Notizia bibliografica digitale Redazione di Diacronie (dir.), Diacronie, N° 29, 1 | 2017, « “Crash test” » [Online], Messo online il 29 mars 2017, consultato il 28 septembre 2020. URL : http://journals.openedition.org/diacronie/4862 ; DOI : https://doi.org/10.4000/diacronie.4862 Questo documento è stato generato automaticamente il 28 settembre 2020. Creative Commons License 1 INDICE Nota introduttiva n. 29 – marzo 2017 Jacopo Bassi e Fausto Pietrancosta I. Articoli La Icaria di Étienne Cabet: un’utopia letteraria del XIX secolo José D’Assunção Barros Guerra e miniera in Toscana Il lavoro nel comparto lignitifero durante i due conflitti mondiali Giorgio Sacchetti Un oscuro protagonista dell’affaire Moro: Antonio Chichiarelli e il falso comunicato n. 7 Francesco Landolfi Un largo y sigiloso camino Espionaje e infiltración policial en el mundo estudiantil en la Argentina (1957-1972) Monica Bartolucci “Diplomacias y soberanía” Argentina y Gran Bretaña (1982-1989) Pablo Baisotti II. Tavola rotonda – Wikipedia e le scienze storiche Riflessioni sulla narrazione storica nelle voci di Wikipedia Tommaso Baldo Verso il sapere unico Nicola Strizzolo Dissoluzioni, parodie o mutamenti? Considerazioni sulla storia nelle pagine di Wikipedia Mateus H. F. Pereira Risposta a “Riflessioni sulla narrazione storica nelle voci di Wikipedia” Iolanda Pensa Wikipedia è poco affidabile? La colpa è anche degli esperti Cristian Cenci Danzica e le guerre wikipediane Qualche osservazione sulle edit wars Jacopo Bassi Considerazioni conclusive Riflessioni sulla narrazione storica nelle voci di Wikipedia Tommaso Baldo Diacronie, N° 29, 1 | 2017 2 III.
    [Show full text]
  • Del Signor L'incredibile Vita
    l’inchiesta E se un giorno finisse il petrolio? La EDMONDO BERSELLI e MAURIZIO RICCI Domenica il racconto Quando i giochi scendono in strada DOMENICA 18 SETTEMBRE 2005 di Repubblica STEFANO BARTEZZAGHI e MICHELE SMARGIASSI L’incredibile vita del signor RossiI riti quotidiani, le canzoni preferite, le passioni, i segreti e l’arrivo dell’amore: il più bravo di tutti si confessa FOTO EFREM RAIMONDI/CONTRASTO PINO CORRIAS BENEDETTO FERRARA i luoghi alentino, com’è ovvio, ti scappa sempre via. Mentre MOTEGI tutto il mondo gli corre dietro a 330 chilometri all’o- Chateau Marmont, l’hotel dei peccatori ra, lui sta in cima al vento dei campioni con la sua fac- a porta dell’ufficietto si apre. «Ciao, com’è?». EMANUELA AUDISIO cia da bimbo, gli occhioni, i riccioli biondi. Cullato Bene, benissimo. dalle esplosioni e dai tuoni dei cavalli di carbonio in De Gregori in sottofondo, una serie di caschi si- cultura fuorigiri, sorride all’asfalto della vita, mentre ingan- stemati sul tavolo, due sedie a portata di mano Vna quello della gara, governando la sbandata. Vibra con leggerezza Le un Valentino con quel sorriso da ragazzo contento che ti La Cgil e il passaporto di Di Vittorio di benzina. Si mimetizza fragile. Ma in certe traiettorie, nel punto mette subito allegria. FILIPPO CECCARELLI e LUCIANO GALLINO finale della gara, carica il colpo con l’esattezza del pugilatore. Ir- Bene, allora, proviamo a iniziare così: Rossi si alza la mattina... rompe nello spazio di chi lo intralcia. Affronta il corpo a corpo del- «La mattina tardi, per essere precisi, perché a me piace la curva, e all’avversario gli taglia tutti i fili, come un rasoio.
    [Show full text]
  • CARMINE PECORELLI E LA SUA ATTIVITA' La Morte Violenta Di Una Persona, a Meno Che L'uccisione Non Sia Frutto Di Un Raptus Im
    CARMINE PECORELLI E LA SUA ATTIVITA’ La morte violenta di una persona, a meno che l’uccisione non sia frutto di un raptus improvviso o di una malattia mentale, trova la sua ragione d’essere in motivazioni profonde che sono inscindibilmente legati alla persona dell’ucciso. Necessariamente quindi per individuare i suoi assassini deve analizzarsi la personalità di Carmine Pecorelli nella molteplicità dei suoi rapporti interpersonali, siano essi di natura privata o collegati alla sua attività nelle varie forme in cui essa si è manifestata. Solo comprendendo la sua personalità è possibile trovare la causa della sua uccisione. E’ necessario, quindi, analizzare, anche se brevemente, la personalità e la attività di Carmine Pecorelli per capire la causa della sua morte. Le fonti di prova sul punto permettono di affermare che Carmine Pecorelli ha partecipato con fervore alla vita sociale e politica del paese. Egli, infatti, alla giovane età di sedici anni si è arruolato volontario per combattere la seconda guerra mondiale a fianco degli alleati e contro i tedeschi, successivamente, benché svolgesse la professione forense come avvocato civilista, con specializzazione in diritto fallimentare, ha sentito il bisogno di un maggiore impegno nella vita politica e, lasciata la professione forense, si è dedicato alla attività giornalistica fondando, con un intermezzo durante il quale egli è stato portavoce del ministro Sullo, l’agenzia di stampa OP che nel marzo 1978 si è trasformata in rivista settimanale. Della sua partecipazione alla vita sociale e politica ne è esempio il giudizio che di lui ha dato nel corso del processo l’avvocato Sebastiani che, nel riferire delle minacce subite da Pecorelli (sul punto si tornerà tra breve), espressamente dichiara: “era un uomo, per me era un coraggioso votato a tutto, tant’è che nei processi per diffamazione a mezzo stampa nessun giornalista ha affrontato il dibattimento perché nessuno poteva dimostrare che era un ricattatore” Il giudizio espresso da Sebastiani porta all’esame della attività di Carmine Pecorelli.
    [Show full text]
  • Tommaso Buscetta Sul Caso Moro E Sull’Omicidio Del Giornalista Carmine Pecorelli
    CAPITOLO X LE DICHIARAZIONI DI TOMMASO BUSCETTA SUL CASO MORO E SULL’OMICIDIO DEL GIORNALISTA CARMINE PECORELLI Nel corso del gia’ citato interrogatorio reso al P.M. di Palermo in sede di commissione rogatoria internazionale negli Stati Uniti il 6 aprile 1993, Tommaso Buscetta, oltre a riferire quanto a sua conoscenza sul Sen.Andreotti in riferimento al caso gia’ esaminato del processo Rimi, rivelava ulteriori circostanze riguardanti l’odierno imputato in relazione a vicende delittuose della massima gravita’ avvenute verso la fine degli anni 70. Dal complesso di tali dichiarazioni emergeva invero un presunto intreccio tra i segreti del caso Moro – conclusosi tragicamente con l’uccisione dello statista da parte delle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 - ed i delitti del giornalista Carmine Pecorelli (commesso in Roma il 20 marzo 1979) e del Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa (consumato in Palermo il 3 settembre 1982). Nel corso del suddetto interrogatorio il Buscetta infatti riferiva in sintesi che: ¥ il "referente politico nazionale cui Lima Salvatore si rivolgeva per le questioni di interesse di Cosa Nostra che dovevano trovare una soluzione a Roma era l’onorevole Giulio Andreotti"; ¥ cio’ esso Buscetta aveva sentito in carcere dal 1972 in poi da molti uomini d'onore e gli era stato riferito esplicitamente dai cugini Salvo; ¥ mai l’on.Lima gli aveva riferito alcunche’ sul suo rapporto con l’On.Andreotti "relativamente a Cosa Nostra"; ¥ il livello del rapporto esistente tra Cosa Nostra e l’on.Andreotti poteva comprendersi nel quadro delle vicende riguardanti gli omicidi del giornalista Carmine Pecorelli e del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa; ¥ con riferimento a quest’ultimo era accaduto nel 1979 che egli, su incarico personale di Stefano Bontate, aveva contattato durante la comune detenzione al carcere di Cuneo il brigatista rosso Lauro Azzolini chiedendogli "se le B.R.
    [Show full text]
  • Ombra Della Banda Della Magliana Nell’
    L’ombra della Banda della Magliana nell’operazione “Gerione”: sgominata organizzazione criminale a nord della Capitale Uno degli arrestati, rapinatore seriale, attualmente detenuto, forniva dal carcere disposizioni operative al fratello, per cui tramite “pizzini” e conversazioni intrattenute con cellulari illegalmente detenuti, continuava a gestire l’attività di traffico di stupefacenti tra Roma, Castelnuovo e Morlupo Questa mattina, i Carabinieri di Bracciano, con il supporto del Nucleo Elicotteri di Pratica di Mare, del Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria, della Compagnia di Ronciglione, della Compagnia Roma Casilina e delle Compagnie del Gruppo di Ostia, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 soggetti, tra cui 2 donne, destinatari di misure cautelari (4 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 all’obbligo di dimora e 2 all’obbligo di presentazione in caserma), residenti nell’area nord della provincia romana e, in particolare, tra i comuni di Castelnuovo di Porto e Morlupo. Ai 12 indagati, tutti italiani, sono contestati, a vario titolo, i reati di “concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, incendio, porto e detenzione illegale di armi da fuoco”. L’attività d’indagine, convenzionalmente denominata “Gerione”, ha avuto inizio a maggio 2019, a seguito di un arresto in flagranza di reato per detenzione di 6 kg di hashish e delle munizioni, operato da personale del Comando Stazione Carabinieri di Castelnuovo di Porto nel comune di Morlupo. È emerso infatti che quanto rinvenuto era riconducibile a un altro soggetto del posto, già noto alle forze dell’ordine, il quale avrebbe costretto con minacce e violenza l’arrestato a detenere per suo conto la droga.
    [Show full text]
  • Banda Della Magliana Vi: L'impero Economico Di De Pedis
    BANDA DELLA MAGLIANA VI: L'IMPERO ECONOMICO DI DE PEDIS di Angelo Barraco 23 giugno 1986, a quasi 3 anni dalla prima deposizione di Lucioli, la Corte D’Assise condanna in primo grado 37 imputati su 60. La sentenza riconosce principalmente il traffico di stupefacenti, la metà di loro tornano liberi, compreso Enrico De Pedis. La condanna più pedante va ad Edoardo Toscano, dovrà scontare 20 anni di carcere per omicidio. La battaglia con la giustizia è stata vinta ma una nuova minaccia arriva da un affiliato che fino a quel momento aveva agito nell’ombra, si chiama Claudio Sicilia detto “il vesuviano”. Claudio Sicilia è tra i pochissimi scampati all’arresto del 1983, con i compagni in carcere ha preso le redini dell’organizzazione. La sua reggenza finisce nell’autunno del 1986, anno in cui viene arrestato. Temendo per la sua incolumità, Sicilia decide di parlare e conferma i racconti degli altri pentiti e aggrava le posizioni degli altri compagni. Lui parla delle finte malattie di Abbatino. Abbatino vuole riprendere il controllo dell’organizzazione cercando l’appoggio negli amici di sempre, ma viene ignorato. Ha capito che ha Roma non ha più alleati ma nemici. Il 23 dicembre del 1986 Abbatino, che era ricoverato a Villa Gina da molti mesi, evade dalla villa tramite il supporto di lenzuola. Si da alla latitanza e fa perdere le sue tracce, a regnare sulla capitale adesso c’è soltanto De Pedis. 17 marzo 1987, pochi mesi dopo l’evasione di Abbatino, la procura di Roma emette 91 ordini di cattura contro le persone chiamate in causa da Claudio Sicilia.
    [Show full text]
  • Boss in Manette Al Sole Dei Tropici Febbraio Tutti I Giorni Dalle 10 Alle 22
    PAGINA£4x24 L'UNITA ROMA DOMENICA 26 GENNAIO 1992 Maurizio Abbaiano, in fuga dall'86 Era l'ultimo leader ancora in libertà e nascosto in un residence a Caracas Aveva legato la banda alla mafia AGENDA Ieri ) minima i è stato scoperto dalla squadra mobile ai narcotrafficanti e ai Nar massima 10 (~)oa\ il sole sorge alle 7,29 in collaborazione con la Criminalpol Su di lui l'ombra della morte di Calvi ^SSV e tramonta alle 17,15 MOSTREl Canova. Undici sculture in marmo di Antonio Canova, pro­ venienti dal museo Ermitage, accanto alle terrecotte baroc­ che della collezione Farsetti e mai uscite dalla Russia sono in mostra a Palazzo Ruspoli (via del Corso 418) fino al 29 > Boss in manette al sole dei tropici febbraio tutti i giorni dalle 10 alle 22. • • Guercino. Sette opere dei grande pittore emiliano che fan­ no parte della Pinacoteca Capitolina e sono in mostra pres­ !• so la sala di Santa Petronilla in occasione del quattrocentesi­ mo anniversario della nascita del Guercino. Musei Capitoli­ ni, palazzo dei Conservatori, piazza del Campidoglio. Ore 9- ' Il capo storico della «Magliana» catturato in Venezuela 13,30; domenica 9-13; martedì e sabato 9-13,30,17-20; lune­ di chiuso. Fino al 2 febbraio. --• "- Fernando Bolero. Grande antologica dal '49 a oggi del pit­ È stato catturato in Venezuela l'ultimo capo del nu­ e già stato individuato in Pippo tore di origine colombiana. Oltre ai molti dipinti, in mostra cleo storico della banda della Magliana. Maurizio Calò, il <assiere della mafia», sedici sculture e sessanta disegni.
    [Show full text]
  • MORO E IL SIGNORE DELL'anello Di Paolo Cucchiarelli
    Caso Moro Inchieste e controinchieste Moro e il signore dell’Anello Si chiamava l’Anello. Era una struttura dei servizi segreti mai scoperta prima. Oggi da documenti inediti emerge che gestì il rapimento Cirillo, fece fuggire Kappler. E scoprì il «covo» delle Br, mentre il presidente dc era nelle mani dei terroristi di Paolo Cucchiarelli* È la chiave del caso Moro. Cercata, invano, per anni. Oggi comincia a emergere. E offre nuove spiegazioni non solo di quel sequestro, ma anche di tanti altri affari neri (oscuri) d’Italia. Aiuta a ricomporre i frammenti della tragedia del presidente democristiano, rapito 25 anni fa dalle Brigate rosse, ma anche del caso Cirillo, della fuga di Kappler (il responsabile delle Fosse Ardeatine), di traffici di armi e di petrolio. Dal dopoguerra alla metà degli anni Ottanta ha operato in Italia un superservizio segreto, clandestino, alle dipendenze (informali) dalla presidenza del Consiglio. Nome in codice: l’Anello. Questo superservizio, pochi giorni dopo il rapimento di Moro, individua il «covo» br di via Gradoli, a Roma, comunica la notizia a Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, e a un (dolente) Francesco Cossiga, ministro dell’Interno. Ma l’ordine è: restare fermi. «Moro vivo non serve più a nessuno», è la conclusione di Andreotti. L’Anello e le sue attività sono oggetto di un’inchiesta in via di conclusione a Roma. Il pubblico ministero Franco Ionta ha da poco chiesto al giudice per le indagini preliminari di archiviare il caso, poiché ormai nessun reato è ipotizzabile o perseguibile, anche perché in molti casi è già scattata la prescrizione.
    [Show full text]
  • Senato Della Repubblica Camera Dei Deputati – 561 – Epoca Sia
    Senato della Repubblica– 561 – Camera dei deputati XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI epoca sia avvenuto l’incontro, forse anche prima del ‘79», offrendo una ulteriore conferma della incertezza dei propri ricordi. Per contro, gia` nel corso dell’esame reso al dibattimento per l’omici- dio di Salvo Lima, Buscetta aveva riferito che Badalamenti gli aveva detto espressamente e chiaramente che era andato a trovare il senatore Andreotti nel 1979. Il Tribunale evidenziava, ancora, che Buscetta, nel corso dell’esame reso il 9 gennaio 1996, aveva, tra l’altro, dichiarato che aveva incontrato i Rimi all’Ucciardone nel 1971: era pero` risultato documentalmente pro- vato che Buscetta non avrebbe potuto colloquiare in carcere con i Rimi prima della sentenza della Cassazione intervenuta il 4 dicembre 1971 in quanto il medesimo non era a quell’epoca detenuto. Buscetta – latitante sin dal giugno del 1963 – era stato arrestato dalla Polizia di Brooklyn il 25 agosto 1970 e rimesso in liberta` il 4 dicembre successivo; si era reso subito irreperibile per la Polizia statunitense e si era reso latitante per la Polizia italiana dopo l’emissione a suo carico del- l’ordine di cattura n. 20/71 R.O.C. della Procura della Repubblica di Pa- lermo del il 21 luglio 1971. Successivamente era stato: – arrestato dalla Polizia brasiliana solo il 3 novembre 1972; – estradato in Italia il 3 dicembre successivo; – tradotto all’Ucciardone il 5 dicembre 1972. I predetti riscontri dimostravano inconfutabilmente che l’episodio era almeno da considerarsi frutto di un errato ricordo. Secondo il Tribunale, la comprovata propensione del Buscetta a tra- sformare in certezze anche ricordi sfocati o incerti era confermata da ul- teriori rilievi sulle notevoli contraddizioni del medesimo in ordine al luogo ove si sarebbe svolto il prefato incontro.
    [Show full text]