Ministero Degli Affari Esteri E Della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale Unità Di Analisi, Programmazione E Documentazione Storico-Diplomatica
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Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale I - N. 1-2/2014 Segreteria Generale Unità di analisi, Programmazione e nno I Documentazione storico - diplomatica A Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri Storia & Diplomazia Storia ISSN 2283-7647 Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale Unità di Analisi, Programmazione e Documentazione Storico-Diplomatica Direttore responsabile: Stefania Ruggeri. Comitato scientifico: Laurence Badel, Bruna Bagnato, Antonello Biagini, Paola Ca- rucci, Piero Craveri, Simona Colarizi, Massimo de Leonardis, Italo Garzia, Linda Giuva, Fabio Grassi Orsini, Renato Grispo, Lutz Klinkhammer, Leopoldo Nuti, Luca Riccardi, Sergio Romano, Federico Romero, Liliana Saiu, Georges-Henri Soutou, Luciano Tosi, Arne Westad. Comitato editoriale: Tommaso Coniglio, Francesco Lefebvre D’Ovidio, Maria Laura Piano Mortari, Matteo Pizzigallo, Stefania Ruggeri, Antonio Varsori. Rivista realizzata a cura dell’Unità di Analisi, Programmazione e Documentazione Storico-Diplomatica sotto la direzione del Capo della Unità, Min. Plen. Arman- do Barucco. Le opinioni espresse all’interno dei saggi contenuti nel volume sono esclusivamente degli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della struttura. Rappresentante legale: Cinzia Maria Aicardi. Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 259/2013 del 30 ottobre 2013 Copertina di Federici & Motta s.r.l. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Segreteria Generale Unità di Analisi, Programmazione e Documentazione Storico-Diplomatica Storia & Diplomazia Rassegna dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri RIVISTA SEMESTRALE Anno II - N. 1-2 Roma, giugno-dicembre 2014 SOMMARIO Prefazione ............................................................................................................... Pag. 7 di Antonio Varsori SAGGI .................................................................................................................... » 13 Francesco Tommasini, La diplomazia italiana e la guerra polacco-bolscevi- ca del 1920 ......................................................................................................... » 15 di Luciano Monzali Relazioni italo-polacche nel periodo dei preparativi e durante i lavori della Conferenza della pace di Parigi (1946-1947). Aspetti politici ........................... » 71 di Maria Pasztor L’instaurazione del regime a democrazia popolare in Polonia. Le mutevoli pro- spettive della diplomazia italiana ..................................................................... » 85 di Francesco Caccamo Le relazioni tra la Polonia e l’Italia 1945-1960 ................................................ » 113 di Krzysztof Strzałka INVENTARIO DELL’AMBASCIATA D’ITALIA IN VARSAVIA (1945-1971) a cura di Stefania Ruggeri ................................................................................. » 143 Introduzione ...................................................................................................... » 145 Titolario ............................................................................................................. » 157 Inventario ........................................................................................................... » 163 Indice dei nomi di luogo .................................................................................... » 201 Indice dei nomi di persona ................................................................................. » 205 RECENSIONI E SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE ............................... » 213 5 Prefazione Proseguendo nel suo obiettivo di rendere noti agli studiosi nuovi fondi disponibili presso l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Coope- razione Internazionale, nonché di valorizzare tali carte, «Storia & Diplomazia» offre in questo numero l’inventario del fondo relativo all’Ambasciata d’Italia a Varsavia per gli anni dal 1945 al 1955, nonché una serie di importanti contributi sulle relazioni italo- polacche nel corso del Novecento. Rinato all’indomani del primo conflitto mondiale lo Stato polacco avrebbe vissuto durante il Ventesimo secolo una vita drammatica e profondamente travagliata1. Fin dalla sua costituzione il Governo di Varsavia dovette fronteggiare vari nemici e le frontiere del paese vennero determinate solo all’inizio degli anni ’20 in particolare dopo un cruento e brutale conflitto che vide opposta la Polonia al nuovo regime bolscevico. Nel periodo tra le due guerre mondiali la debole democrazia polacca lasciò ben presto spazio a un regime autoritario, per quanto sostenuto da un ampio consenso, probabilmente anche grazie al ruolo giocato da una personalità quale il Maresciallo Piłsudski, considerato dai polacchi una sorta di “padre della patria”. Nonostante le ambizioni dei responsabili di Varsavia ad accreditare il paese come una “grande potenza”, la Polonia soffrì tra gli anni ’20 e gli anni ’30 della condizione di trovarsi stretta tra due grandi potenze ostili, non solo per ragioni politiche ed etniche, ma anche per motivazioni ideologiche, quali la Germania, soprattutto dopo l’avvento al potere del nazismo nel 1933, e l’Unione Sovie- tica. Quanto ai rapporti con vicini di minor rilievo, come la Cecoslovacchia, anch’essi furono condizionati da rivalità e incomprensioni. Sebbene non rientrasse nel sistema di alleanze della “piccola intesa”, Varsavia fu sempre considerata un’alleata della Francia e un attore particolarmente interessato al mantenimento in vita del sistema di Versail- les. Ciò nonostante negli anni Trenta le autorità polacche non mancarono di perseguire anche la strada di un riavvicinamento alla Germania hitleriana; sullo sfondo permaneva il timore nei riguardi di Mosca, una preoccupazione che si alimentava, non solo di ra- gioni radicate da secoli nella storia polacca, ma anche della visione dell’URSS come un avversario ideologico, sentimento d’altronde ricambiato dalla leadership comunista dell’Unione Sovietica, che vedeva nel regime di Varsavia uno dei pilastri del “cordone sanitario” creato dalle potenze capitaliste nei confronti della “patria del socialismo”. Nel 1939 la questione del corridoio di Danzica e l’evoluzione dell’aggressiva politica hitleriana furono fra le cause scatenanti il secondo conflitto mondiale e il territorio po- lacco fu l’oggetto di una nuova spartizione, in questo caso fra Berlino e Mosca, sulla base del protocollo segreto annesso al patto Ribbentrop-Molotov. Nel corso della guerra 1 Sulla storia della Polonia nel Novecento cfr. ad esempio N. Davies, God’s Playground. A History of Poland, Oxford, Clarendon Press, 2 voll., 2005; J. Lukowski, H. Zawadzki, Polonia. Il paese che rinasce, Trieste, Beit, 2009. 7 Storia & Diplomazia la Polonia fu probabilmente con la Jugoslavia, il paese europeo che ebbe il più alto nu- mero di vittime in rapporto alla popolazione; senza tener conto delle immani distruzioni materiali subite, basti pensare alle centinaia di migliaia di ebrei polacchi sterminati nel contesto della “soluzione finale” o alla stessa capitale, Varsavia, quasi totalmente rasa al suolo dalle truppe tedesche durante e subito dopo l’insurrezione dell’agosto 19442. Ma la sorte della Polonia fu controversa e tragica anche dal punto di vista delle relazioni internazionali: a dispetto degli impegni presi dalla Gran Bretagna e dalla Francia nei confronti della difesa della sovranità polacca nell’estate del ’39, il futuro della Polonia divenne uno dei motivi di contrasto fra i futuri vincitori della Seconda guerra mondiale. In particolare l’URSS di Stalin non intese sin dal 1941 rinunciare al controllo sui terri- tori polacchi inglobati con il Patto nazi-sovietico e con l’approssimarsi della fine delle ostilità il futuro Stato polacco sarebbe rientrato nella sfera di influenza sovietica anche grazie alla eliminazione dei nemici di classe, d’altronde avviata con il massacro della foresta Katyn nel 1940, e alla creazione di un governo comunista3. A partire dalla fine del 1944 sarebbe stato avviato il processo di sovietizzazione che avrebbe trasformato la Polonia in uno dei più importanti baluardi del sistema sovietico in Europa centro- orientale4. Sebbene in una prima fase il regime comunista godesse di un certo grado di consenso, ben presto all’interno dello Stato polacco, anche a causa della forza esercitata dalla Chiesta cattolica nella società, le autorità di Governo si trovarono a fronteggiare varie forme di opposizione, che trovarono poi espressione in fasi di acuta crisi: nel 1956 con gli incidenti di Poznan e l’affermazione di una leadership comunista “nazionale”, rappresentata da Wladislaw Gomułka; nel 1970 con gli scioperi operai che portarono alla caduta di Gomułka e all’arrivo al potere dell’esponente comunista “riformatore” Gierek; nel 1980-1981 con le rinnovate manifestazioni operaie a Danzica, la nascita di Solidarnosc e il colpo di stato militare del dicembre 1981. La grave situazione interna polacca, portata all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dalla presenza di un Pontefice polacco dalla personalità forte e dagli accentuati sentimenti patriotici quali Giovanni Paolo II, fu anzi uno dei motivi dell’imporsi nei primi anni ’80 di una “se- conda guerra fredda” in Europa. Ma tra il 1988 e il 1989 fu proprio l’evoluzione della situazione in Polonia, sotto l’influenza delle politiche di “Perestrojka”