Cardinal Cristoforo Madruzzo Numero Speciale Per I 500 Anni Dalla Nascita Del RETROSPETTIVE
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
RETROSPETTIVE Periodico semestrale - Anno 23 - n° 46 giugno 2012 - Aut. Tribunale di Trento n° 572 del 6.2.1988 Trento di Tribunale Aut. Anno 23 - n° 46 giugno 2012 Periodico semestrale - 1 Cardinal Cristoforo Madruzzo Numero speciale per i 500 anni dalla nascita del RETROSPETTIVE SOMMARIO Editoriale Pag. 3 La famiglia Madruzzo e le comunità locali “ 5 Profili madruzziani “ 25 Giurisdizioni e decime nel XIV secolo “ 33 I riferimenti madruzziani: piazza Cardinal Cristoforo Madruzzo a Calavino “ 39 La maestra Mosna “ 51 “RETrosPETTIVE” indirizzo e-mail: [email protected] Periodico semestrale - Anno 23 - n° 46 - giugno 2012 - Aut. Tribunale di Trento n° 572 del 6.2.1988 Editore: Associazione Culturale della Valle di Cavedine “Retrospettive” - Cavedine (Tn) - Piazza Don Negri, 5 Distribuzione gratuita ai soci. La quota associativa è di Euro 10,00 e può essere versata sul c/c postale n° 14960389 oppure sul c/c bancario IBAN:IT 89 L 08132 34620 000311053388 presso Cassa Rurale della Valle dei Laghi intestati ad “Associazione Culturale Retrospettive” - 38073 Cavedine (Trento) - Piazza Don Negri, 5 Indicare nella causale del versamento bancario l’indirizzo per la spedizione. Numeri arretrati Euro 4,00. Direttore responsabile: Mariano Bosetti Comitato di redazione: Attilio Comai, Silvia Comai, Luigi Cattoni, Tiziana Chemotti, Teodora Chemotti, Paola Luchetta, Mariano Bosetti, Lorena Bolognani, Verena Depaoli, Ettore Parisi, Silvano Maccabelli, Rosetta Margoni. Disegni: Maria Teodora Chemotti. Stampa: Litografia Amorth Trento - tel 0461.960240 - fax 0461.961801 Realizzato in collaborazione con i Gruppi Culturali “La Ròda” di Padergnone e “N.C. Garbari del Distretto di Vezzano” Si ringraziano per il sostegno finanziario: In copertina: portone in P.zza Cesare Battisti a Terlago - Tecnica mista 2 RETROSPETTIVE Editoriale Retrospettiva sui Madruzzo (1512 – 2012): spunti di riflessione Già sono partite alcune iniziative, che, legate all’anniversario dei 500 anni dalla nascita del cardinal Cristoforo Madruzzo, intendono focalizzare l’atten- zione e l’interesse su questa importante Famiglia, che si potrebbe definire uno dei Casati più illustri nella storia del principato vescovile di Trento, avendo retto le sorti di questa importante Terra di cerniera fra il mondo latino e il mondo tedesco per 119 anni (1539 – 1658) in un periodo particolarmente critico della storia della Chiesa per lo scoppio della Riforma protestante (1517) e per il successivo tentativo di ricomposizione di questa spaccatura con il Concilio di Trento (1545-1562) e la conseguente Controriforma. Va da sé, comunque, che, pur dando atto di un significativo fermento attorno ed in nome dei Madruzzo, sia mancata in effetti una regia autorevole in grado di delineare per tempo un programma organico ed equilibrato, che andasse oltre la generale condivisione per l’anno celebrativo. In questa sorta di vuoto di programmazione culturale unitaria sul tema centrale del 2012, si è dato spazio alle spinte dei campanilismi non solo comunali, ma addirittura asso- ciazionistici con una serie di proposte individuali, indiscutibilmente positive dal punto di vista quantitativo, ma che qualitativamente danno l’idea di una spontanea aggregazione di eventi, promossi secondo una propria sensibilità e fuori da un contesto unitario e quindi carenti sotto il profilo dell’interazione in una prospettiva di crescita culturale d’ambito valligiano: una giustapposizione di proposte in qualche caso ripetitive e per altro verso limitate nell’analisi del rapporto fra la Famiglia Madruzzo e la nostra gente. In uno degli incontri fra le associazioni di valle per la promozione dell’an- no madruzziano un Comune aveva parlato anche di pubblicazioni, inerenti l’argomento fra il resto programmate e finanziate con risorse a bilancio nella legislatura, conclusasi nel maggio 2010: anche su questo versante dopo l’an- nuncio un silenzio tombale! Insomma un modo di gestire la cosa pubblica, che lascia quanto meno disorientati e perplessi. La grande novità è legata alla disponibilità dei proprietari del castello di Ma- druzzo ad ospitare diverse manifestazioni culturali, oltre ad aver provveduto all’illuminazione serale dell’antico maniero, visibile in tal modo da tutta la 3 RETROSPETTIVE valle. Dopo il primo evento del progetto “testo, immagine suono” con il giorno sul “Rinascimento”, proposto dalla Biblioteca valle di Cavedine con la collabo- razione delle associazioni dei tre Comuni, il momento clou è legato alle serate del primo fine settimana di luglio con una serie di appuntamenti, ospitati sempre nell’antica dimora madruzziana (concerti, racconti e cena castellana). In conclusione qualche spunto di riflessione storica sulla Famiglia: non sfugge innanzitutto il ruolo centrale che ha saputo svolgere in un secolo e mezzo abbon- dante non solo sulla scena trentina, ma addirittura su quella internazionale, grazie alle amicizie di imperatori e papi, che seppero affidare in vari momenti al “rampollo di turno” importanti compiti di mediazione politico – religiosa presso le segreterie di mezza Europa; un trampolino di lancio, che, secondo qualcuno, avrebbe potuto aprire le porte anche alla nomina a papa. Ma da una revisione critica, concepita attraverso un’analisi in chiave moderna sui fatti di allora, non può sfuggire quella forma di “nepotismo”, che ha assicurato alla Famiglia una specie di dinastia vescovile per oltre un secolo con la successione diretta di ben 4 principi vescovi. Un’evenienza questa, che, se facilitata, come detto sopra, dall’indiscussa preminenza del Casato, è stata resa possibile dal- la voluta (o comunque accettata) interruzione della normale prassi elettiva attraverso il potente collegio del Capitolo del Duomo con la nomina da parte del vescovo in carica (impegnato in virtù anche dell’elevazione alla dignità cardinalizia in missioni lontane da Trento) a “coadiutore e amministratore” del principato vescovile a quel nipote, che poi gli sarebbe subentrato nella tito- larità dell’incarico. Altro aspetto interessante la diversa prospettiva in termini di approccio alle indicazioni conciliari sul tema della tolleranza religiosa fra Cristoforo e il suo successore Ludovico: un riferimento questo che si potrebbe inquadrare nell’impostazione più generale, che si voleva dare al Concilio, nella direzione, sì, di una riaffermazione delle ragioni dogmatiche, ma al tempo stesso anche di una profonda e vera riforma della Chiesa, quest’ultima rimasta però solo come intento: da una parte Cristoforo vescovo del Concilio, disposto al rinnovamento ed anche ad un’apertura di conciliazione, come il suo positivo atteggiamento verso la minoranza ebraica, riparata a Riva del Garda dall’ostracismo di Trento, per la pubblicazione della bibbia in lingua ebraica; dall’altra, invece, Ludovico nelle vesti di grande inquisitore con la stesura della condanna per eresia del filosofo Giordano Bruno. Il direttore responsabile Mariano Bosetti 4 RETROSPETTIVE La Famiglia Madruzzo e le comunità locali di Mariano Bosetti Accanto agli avvenimenti della grande Storia ritengo che non si possa perdere l’occasione, visto che è sostanzialmente il contesto comunitario valligiano a celebrarne la ricorrenza, di analizzare il rapporto fra i Madruzzo e la nostra gente attraverso l’approfondimento della documentazione archivistica esistente in modo da giustificare la portata storica di questa correlazione (pur su piani diversi fra nobiltà e popolo) più che la casualità della nascita dell’illustre Cristoforo nel castello paterno (05.07.1512). 1. Rapporti socio-economici Il principato vescovile di Trento (XI° - XVIII° secolo) era un feudo imperiale, che veniva assegnato mediante investitura al vescovo di Trento dopo la sua nomina da parte del papa. Il vescovo esercitava pertanto pienamente “il potere giudiziario (teneva giudizi ed emanava sentenze), legislativo ed amministrativo (riscuoteva tributi)”1. A livello periferico il principe vescovo, a sua volta, si avvaleva della “collaborazione” di famiglie nobiliari, che solitamente abitavano in un castello e venivano investite di proprietà terriere e di altri diritti di tipo feudale. La Famiglia Madruzzo, dunque, in forza dell’investitura vescovile disponeva di interessanti fonti d’entrata di tipo fiscale ed anche dalla rendita di un considerevole patrimonio terriero, concentrato per lo più in valle di Cavedine e nel Vezzanese, sia di tipo fAeudale che allodiale; quest’ultima tipologia si configura come possesso di beni non soggetti ad obblighi feudali. Vediamone le specificità: le decime tributo religioso, che consisteva nel versamento, solitamente in prodotti naturali, della decima parte del raccolto, che originariamente serviva per il mantenimento del clero (una specie di 8 per mille d’altri tempi) sia a livello locale (pieve) che a livello diocesano, ma che in seguito – data la commistione di funzioni politiche e religiose nella persona del vescovo - subì delle modificazioni, assumendo una connotazione tipicamente politico – civile. Considerazione questa che trova puntuale riferimento nel fatto che la raccolta delle decime ad un certo punto venne affidata a dei laici e soprattutto dal fatto che le decime vennero concesse dal vescovo, per la quota che gli spettava, in feudo a famiglie nobiliari. In questa fattispecie rientrano a pieno titolo anche i Madruzzo; eccone qualche esempio: Item de una decima magna, quae colligitur … de quocumque genere bladi, leguminum et aliorum in Villis Lagunae, Vigi, Stravini et earum pertinentiarum, de quocumque genere pullorum, fetuum et omnium nutrimorum …”;