Santa Cecilia mensile CLASSICA ottobre 2014 € 5,00 al Parco di informazione JAZZ della Musica e cultura POP anno XXX Piatti ottobre 2014 musicale WORLD numero 318

il giornale della musica

Abbonamenti FRESU fino al 2 novembre • GRUBBS ROBINO Orchestra e Coro dell’Accademia di

Santa Cecilia • RUSTIONI Direttore musicale Sir Antonio Pappano Fiesole c’è

TUTINO La scuola fondata da Piero Farulli compie quarant’anni e festeggia: il direttore Andrea Lucchesini racconta una sfi da che continua: «Migliaia di bambini e ragazzi hanno imparato in questi anni, facendo la musica insieme, a confrontarsi in modo aperto»

Fra gli interpreti Evgeny Kissin LE INCHIESTE:

VENTICARATTERUZZI Fabio Biondi Kent Nagano Il pasticciaccio del Carlo Felice Valery Gergiev Fare antica in Italia Leonidas Kavakos . Poste Italiane s.p.a. - sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 1, comma Torino n.46) art. - n. 9/2014 COM Anna Netrebko Joshua Bell Jonas Kaufmann IL FRASTUONO DELLA GRANDE GUERRA Myung-Whun Chung PAOLO FRESU Yuri Temirkanov MARCO TUTINO MARCO ROBINO Alexander Lonquich ADA MONTELLANICO Martha Argerich Yuja Wang CALABRIA SOUND Christoph Eschenbach Antonio Pappano Krystian Zimerman Grigory Sokolov Uri Caine Mario Brunello Lang Lang

Auditorium Parco della Musica Roma infoline 068082058 www.santacecilia.it/abbonamenti crescendo.

il nuovo giornale della musica è in edicola, in digitale, in abbonamento

APPROFONDIMENTI TESI un giornale AUDIZIONI W RECENSIONI AU CORSI due giornali LEATPPROFONDIMENTIPTPERORFEONDIMENTI Corsi TESI OG “il giornale della musica” WS integra le sue due testate, AUDIZIONI RECENSIONI quella cartacea/digitale CORSI e quella online (giornaledellamusica.it) CARTELLONE BLOG APPROFONDIMENTI TESI AUDIZIONI Ogni giorno, ogni mese raccontiamo NEWS le vostre musiche. RECENSIONI CONCORSI LETTERE BLOG OUVERTURE ottobre 2014 1

Questo mese 2 Non è un Paese per antichisti di Stefano Nardelli n ottobre “il giornale della musica” torna alle In Italia che spazio c’è per eseguire musica antica? Senza sue inchieste, agli approfondimenti delle que- sovvenzioni e senza aiuti orchestre, ensemble, docenti stioni urgenti per la musica italiana: ecco quin- mantengono viva la passione per questo repertorio, e invidiano di il tentativo di capire come al Carlo Felice Francia, Germania e Austria di Genova abbiano potuto tanto complicarsi Ile cose negli ultimi anni; e una indagine su come si può essere “antichi” oggi nel nostro Paese: il quadro attualità è duro, complicato dagli anni più terribili di una crisi economica molto lunga, e ancora non finita. Anche 10 Gli anni brutti del Carlo Felice in questi casi difficili un risveglio di azione politica di Daniele Martino da parte di un Sindaco, o di un Ministro, può sempre Defi cit, commissariamenti, contratti di solidarietà, portare scelte utili, o risorse finanziarie a chi continua contributi Inps non pagati, una banca (Carige) tenacemente a lavorare bene e a creare innovazione; che forse ha incassato troppi interessi dal teatro d’opera di Genova: dopo anni di tormenti ora il sindaco Marco proprio come continua a fare da decenni la Scuola di Doria (Sinistra Ecologia e Libertà) ha deciso di nominare Fiesole, che compie quarant’anni di vita. La situazione nuovo sovrintendente Maurizio Roi è brutta? La musica va avanti, e resta bellissima. Questo mese trovate nel giornale tre rubriche: con- 14 Una elegia contemporanea tinua “parola di”, e il musicista che ci racconta un di Isabella Maria Marco Robino ha creato la sonorizzazione per la mostra suo aneddotto stavolta è Paolo Fresu; Stefano Zen- della “Peota Reale” alla Reggia di Venaria. Del compositore ni, jazzologo cinefilo, firmerà “Sonatine” (titolo che sono in cantiere anche suoni etruschi e la nuova omaggia il film cult di Takeshi Kitano): punti di vista collaborazione cinematografi ca con Peter Greenaway su musica e cinema; Emanuele Arciuli in “indimen- ticabile” ogni volta tornerà a un pezzo fondamentale nella nostra vita di musicisti o ascoltatori. professioni

22 Quarant’anni di Fiesole di Elisabetta Torselli L’utopia di Piero Farulli, la Scuola di Musica di Fiesole, festeggia i primi 40 anni di vita. Che cos’è oggi quella scuola che ha cambiato l’educazione 10 musicale in Italia?

culture

44 Il protocollo MIdJ di Enrico Bettinello Ada Montellanico racconta la nuova associazione dei musicisti di jazz italiani 22 51 Il genio scontroso di Alberto Campo Aphex Twin, il maestro dell’elettronica in alto: la platea del Carlo Felice di “intelligente”, torna con un nuovo disco Genova (foto P. Lanna) a sinistra: un piccolo allievo della 56 Arcipelago Calabria Scuola di Fiesole (foto Marco Borelli) di Alessio Surian Un nuovo rinascimento sembra riguardare le musiche delle Calabrie: nascono festival, nuove band, si riscoprono strumenti tradizionali

in copertina Alice Miniutti e Ingrid Neyza Copa de Finot, dei Talenti Vulcanici, ensemble giovanile della Cappella della Pietà de’ Turchini di Napoli (foto François Buongiorno) “il giornale della musica” torna in edicola il 1° novembre 2014 2 ottobre 2014

Non è un Paese per antichisti

In Italia che spazio c’è per eseguire musica antica? Senza sovvenzioni e senza aiuti orchestre, ensemble, docenti mantengono viva la passione per questo repertorio, e invidiano Francia, Germania e Austria

STEFANO NARDELLI

e la musica ha una storia antica, la musica dal 1968, i Seminari di Musica Antica organizzati dal 1976 antica è una scoperta relativamente recente dalla Fondazione Cini di Venezia e la creazione nel 1979 in Italia. L’attivismo di molti Paesi europei dell’Istituto di Musica Antica presso la Civica Scuola di Mu- comincia già nei primi anni Trenta del seco- sica di Milano, per citarne solo alcuni). Decisamente più lo scorso con la pionieristica fondazione della precoce è stato il settore della produzione musicale, che ha SSchola Cantorum Basiliensis. Ma è sul finire degli anni Ses- visto nascere le prime compagini italiane con strumenti ori- santa che personalità come Frans Brüggen e Gustav Leon- ginali già negli anni Ottanta grazie allo slancio di un mani- hardt in Olanda, i fratelli Kuijken in Belgio, Nikolaus Har- polo di giovani strumentisti italiani perfezionatisi per lo più noncourt in Austria e John Eliot Gardiner nel Regno Unito nelle grandi scuole di musica europee più all’avanguardia danno una scossa destinata a cambiare radicalmente (e ir- nel settore della musica antica come Basilea, Ginevra o Am- reversibilmente) il modo di suonare la musica antica con sterdam. Gruppi storici o più recenti come il Giardino Ar- effetti duraturi su tutte le articolazioni del sistema musicale. monico, il Concerto Italiano, l’Europa Galante, l’Accademia Il Paese che ha inventato l’opera e prodotto un’enorme Bizantina, l’Academia Montis Regalis, la Cappella della Pie- quantità di musica strumentale si è mosso molto tardi sia tà de’ Turchini, Modo Antiquo, la Venice Baroque Orchestra sul piano della formazione sia su quello della produzione si sono rapidamente affermati a livello internazionale con musicale, molto più che la maggior parte degli altri Paesi grande autorevolezza e sono invitati regolarmente a festival europei, che hanno reagito in tempi diversi ma con un’a- e rassegne di musica antica internazionali. La situazione in pertura decisamente maggiore alle più avanzate ricerche nel patria, però, è tutt’altro che rassicurante. campo della musica del Seicento e del Settecento. E questo Da un lato, pesa la cronica scarsità di risorse pubbliche, nonostante la naturale “rendita di posizione” frutto della in larghissima parte assorbite da fondazioni liriche e orche- grande tradizione di sviluppo delle arti del bel Paese. stre tradizionali, e la scarsa propensione al mecenatismo Al solito, vincendo la tradizionale inerzia amministrativa (del resto non incoraggiato da politiche di incentivi sul pia- e resistenze culturali molto forti all’apertura a prassi ese- no fiscale). Dall’altro lato, non aiuta un mercato asfittico cutive non tradizionali (non hanno evidentemente aiutato che, anche se per un genere di nicchia, in Italia non si è prese di posizione anche recenti di voci autorevoli contro le mai sviluppato per la carenza di coraggio imprenditoriale di istanze della prassi esecutiva storicamente informata, ridot- altre realtà europee che ha saputo creare un nuovo pubblico ta da alcuni a mero fenomeno commerciale), i Conserva- e quindi nuovi segmenti di mercato. Per non parlare della tori italiani hanno finalmente ufficializzato la creazione di persistente tendenza nazionale a disperdere in infiniti rivoli cattedre di strumenti barocchi soltanto alla fine del primo le risorse disponibili e la generale tendenza all’autismo di decennio del 2000, anche se non sono mancate iniziative molte istituzioni musicali. Eppure, nonostante un quadro precoci da parte di fondazioni e scuole nei decenni prece- generale non esattamente confortante, qualche segnale in- denti (si vedano i corsi di musica antica di Urbino attivi fin coraggiante si coglie sia nelle iniziative orien- >> 3

L’Academia Montis Regalis 4 ottobre 2014

tate all’avviamento alla professione dei giovani musicisti didattici dei Conservatori e nella loro implementazione -. specializzati nel segmento della musica con iniziative volte a C’è stata una certa resistenza da parte di frange sindacali colmare una debolezza strutturale della formazione musica- ma anche a livello culturale, con denigrazioni evidenti da le dei Conservatori, sia su una certa, ancora timida apertura parte di solisti e direttori d’orchestra prestigiosi. Purtrop- di istituzioni musicali tradizionali alle prassi storicamente po chi non conosce le problematiche della prassi esecutiva informate (si vedano i programmi dell’Accademia Barocca storicamente informata immagina che un violinista possa affidata a Federico Maria Sardelli all’interno della stagione suonare tutto senza avere degli approfondimenti specifici dell’Accademia di Santa Cecilia o la compagine barocca gui- nella tecnica, nello strumento, nella cultura dei vari reper- data da Stefano Montanari nell’allestimento dell’Eritrea di tori. Ormai è evidente che non ci si può limitare solo a un Cavalli del Teatro La Fenice), contributo certamente tardivo approccio lievemente diverso». ma di sicuro impatto sullo sviluppo di una sensibilità di un Adeguandosi, sebbene in ritardo, a una domanda or- pubblico più vasto sulle problematiche dell’interpretazione mai diffusa fra i giovani studen- della musica antica. ti italiani dei corsi sperimentali quando non in scuole straniere, «Purtroppo chi non conosce L’o f fe r ta fo r m a ti va in quattro anni i Conservatori le problematiche della prassi Nell’ideale filiera della musica antica in Italia, il settore della hanno rapidamente aggiustato la esecutiva storicamente formazione è stato storicamente il meno reattivo a recepire propria offerta formativa per la informata, immagina che le nuove tendenze nell’interpretazione della musica antica. musica antica. «Le cattedre di vio- un violinista possa suonare Strumenti come clavicembalo e liuto a parte, da tempo pre- lino barocco attivate nei Conser- tutto» spiega Daniele Ficola, senti nei programmi dei Conservatori, e qualche iniziativa vatori italiani sono oltre 10, quelle direttore del Conservatorio spontanea a partire dagli anni Novanta, è soltanto nel 2010 di canto rinascimentale e barocco di Palermo che tutti gli strumenti vengono ufficialmente inseriti fra le sono anche di più, mentre le cat- cattedre dei Conservatori. «Non è stato facile soprattutto tedre di fiati storici sono sparse a macchia di leopardo. – per gli strumenti che avevano un corrispettivo moderno, spiega sempre Ficola –. A Palermo le abbiamo attivate tutte come ad esempio il violino, che nei programmi tradizionali con un numero di studenti variabili (per il canto barocco copriva un programma che spaziava da Bach al ’900. Crea- abbiamo addirittura tre docenti, uno in organico e due a re cattedre di strumenti barocchi significava creare cattedre contratto).» diverse, concorsi diversi, insegnanti diversi - ci racconta Da- Il panorama è molto diversificato e spesso realtà minori niele Ficola, direttore del Conservatorio “Vincenzo Bellini” dimostrano una certa vivacità nell’offerta. Una di queste di Palermo dal 2011 e in precedenza direttamente coinvolto è il Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara, guidato da a livello ministeriale nell’elaborazione dei nuovi programmi qualche anno da Renato Meucci, uno dei pionieri della mu-

Da Mondovì a Innsbruck: vent’anni di Academia Montis Regalis

«L’attività formativa è un valore una connotazione di realtà professionale alto livello». aggiunto dell’Academia e l’elemento stabile nominando Alessandro De Marchi Come si qualifica l’Academia rispetto ai che la distingue da altre iniziative direttore musicale stabile. Allo stesso Conservatori? simili»: questa la sintesi di una realtà tempo abbiamo anche continuato a fare «Caratteristica dell’Academia Montis Regalis ormai solidamente ancorata nel panorama formazione. A oggi possiamo vantare una è formare i giovani a fare musica insieme, artistico del nostro Paese secondo le quarantina di dischi, concerti in tutto il mondo musica da camera o orchestrale, una pratica parole del suo fondatore e attuale direttore e una residenza dal 2010 alle Festwochen di che si fa poco nei Conservatori italiani. artistico, il clavicembalista Giorgio Tabacco. Innsbruck, il festival più importante per la L’attività dell’Academia Montis Regalis ha Quest’anno l’Academia Montis Regalis di musica antica in Europa». come obiettivo uno sbocco professionale Mondovì festeggia i suoi primi vent’anni, Concretamente come avviate i giovani immediato, mentre il Conservatorio dà degli fatti di successi e prestigiosi riconoscimenti musicisti alla professione? stimoli, delle direzioni anche di alto livello ai (fra i quali l’Abbiati nel 2005 come miglior «Il nostro progetto di formazione passa singoli musicisti, ma non sempre riesce a dare complesso da camera) ma soprattutto di una attraverso la realtà dei “Giovani di Montis spazio a progetti di ampio respiro in campo stabilità che è caratteristica rara in questo Regalis”, un gruppo cameristico formato da orchestrale». ambiente. archi e cembalo. I tredici giovani selezionati Come giudica lo stato della musica antica Maestro Tabacco, qual è il Suo bilancio a ogni anno ricevono una borsa di studio in Italia soprattutto rispetto all’Europa? vent’anni dalla nascita dell’Academia? e fanno un’esperienza significativa con «Il livello in Italia e in Europa si è alzato «L’Academia è nata come corso di formazione direttori importanti. Questa formazione moltissimo per tutti gli strumenti. L’Italia professionale aperto a giovani musicisti di ha un riscontro professionale immediato, ha recuperato moltissimo sul piano della tutta Europa interessati al repertorio antico perché i migliori vengono immediatamente formazione dei giovani strumentisti, anche espresso con l’utilizzo di strumenti originali. impiegati nell’orchestra e in particolare nella se resta un ritardo rispetto ai grandi centri Da subito istituzioni concertistiche, anche produzione che realizziamo ad Innsbruck. di formazione di Basilea, Ginevra ma anche molto importanti, e case discografiche hanno Inoltre quest’anno andremo anche al teatro di Parigi o tedeschi. Questo però non ha manifestato un grande interesse per la nostra An der Wien con un progetto che coinvolgerà impedito a gruppi e solisti italiani di diventare attività. La svolta è arrivata dodici anni fa anche una buona parte dei giovani. Offriamo fra i primi in Europa». quando abbiamo deciso di dare all’orchestra quindi un’opportunità lavorativa concreta e ad S.N. 5

sica antica in Italia come direttore artistico dei corsi di mu- artistico: «Negli ultimi 10 anni il nostro concorso inter- sica antica di Urbino. «Ci sono realtà che hanno una tradi- nazionale di canto ha tirato fuori voci oggi assolutamente zione più lunga della nostra: Verona e la Civica “Abbado” di riconosciute nel panorama internazionale come Paolo Lo- Milano in primis, ma anche Vicenza e certamente Palermo. pez, Maria Grazia Schiavo, Filippo Mineccia, Silvia Frigato, Novara è arrivata un po’ dopo ma con un investimento de- Francesca Lombardi Mazulli, Yezabel Arias Fernandez e, tra ciso e che è fatto di cattedre vere – rivendica Meucci –. I i premiati più recenti, Giuseppina Bridelli e Riccardo Angelo nostri docenti sono tali a tutti gli effetti, sono incardinati Strano, oltre a molti altri. Attra- nell’istituzione. È soprattutto grazie a ciò che il settore riesce verso il concorso molti giovani si a avere un’importanza notevole e a attivare iniziative, come sono potuti confrontare con giurie La Fondazione Pietà le Settimane della musica barocca che organizziamo ogni internazionali di altissimo profilo de’ Turchini ha creato anno a Novara con docenti e studenti». formate da direttori di festival stra- un’orchestra giovanile che Eppure, qualche problema resta, come segnala Paolo nieri, critici musicali e personalità si chiama Talenti Vulcanici Troncon, direttore del Conservatorio “Agostino Steffani” musicale capaci di coinvolgerli in di Castelfranco Veneto e Presidente della Conferenza Na- produzioni e offrire occasioni pro- zionale dei Direttori di Conservatorio presso il Ministero fessionali». Inoltre, la Fondazione ha anche promosso dal dell’Università e della Ricerca Scientifica, che punta il dito 2011 la creazione di un’orchestra giovanile, cui è stato dato su alcuni dei cronici problemi nazionali: «Siamo alle soli- il nome “Talenti Vulcanici. Ensemble giovanile della Pietà te: abbiamo un’Italia che non riesce a valorizzare il proprio de’ Turchini” (i direttori sono Stefano Demicheli e Ema- patrimonio. Specialmente nella musica antica dovremmo nuele Cardi): «Pensavamo di candidare il nostro progetto essere i primi e invece ci facciamo battere dall’Olanda, dalla come opportunità formativa per il Mezzogiorno e per il sud Svizzera. Per fare la musica antica ci vogliono i luoghi adat- Italia. Invece la sorpresa più grande è stata quella di ricevere ti, e l’Italia ne ha più di tutti». Tuttavia non sono poche candidature da Basilea, da Milano, dai Paesi dell’Est Euro- le iniziative per facilitare il passaggio dalla formazione al pa ma pochi dal Meridione. Noi l’abbiamo letta in positivo mondo del lavoro, creando occasioni concertistiche a livello come occasione per lanciare un’immagine di Napoli come professionale in grado di attirare l’attenzione di operatori luogo di esplorazione di un territorio musicale assoluta- e promotori musicali. Da segnalare è senz’altro l’iniziativa mente sconosciuto per loro e di opportunità di conoscenza. del Consorzio dei sette Conservatori del Veneto che da sette I risultati sono stati molto positivi anche se non ancora del anni riuniscono le migliori forze interne fra docenti e stu- tutto visibili poiché non hanno prodotto dischi o produzio- denti per dare vita nella splendida cornice di Villa Contarini ni con grande circolazione. Il momento è difficilissimo». a Piazzola sul Brenta (e quest’anno anche la Basilica di San >> Marco) a un laboratorio di musica barocca attorno a un progetto comune. Piatto forte dell’edizione 2014 sono stati nello scorso settembre gli inediti Vespri per San Pietro Orse- olo, Doge di Venezia di vari autori della Scuola Marciana con orchestrazione di Baldassarre Galuppi, il cui manoscritto è stato recuperato dal musicologo Franco Rossi, direttore en- trante del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. «Quando l’orchestra barocca dei conservatori veneti va a suonare in festival importanti con direttori noti, è eviden- te che si supera l’aspetto prettamente formativo – chiarisce Troncon a proposito delle finalità del progetto –, e si può parlare di avviamento alla professione nel momento in cui si produce, ossia si esce dalla classe e ci si esibisce davanti a un pubblico». Non meno interessante si annuncia la collaborazione del Conservatorio di Novara con l’Università del Piemonte Orientale per la creazione di un master di teatro musicale barocco aperto a laureati di Conservatori e Università che insieme affronteranno tutti gli aspetti legati alla produzione di un lavoro del teatro barocco (per la prima edizione sarà Il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Haendel). Il risultato del lavoro degli studenti, compresa l’esecuzione musicale as- sicurata dalle forze interne del Conservatorio, sarà ospitato dal Teatro Coccia e da un circuito di teatri collegati nella prossima stagione. Un ruolo importante per il passaggio alla professione è svolto anche da numerose fondazioni. In tal senso l’espe- rienza ventennale dell’Academia Montis Regalis è certa- mente esemplare (ne parliamo nel box a pagina 4), così come lo sono le poliedriche attività della Fondazione Pietà de’ Turchini nella realtà di Napoli, tanto feconda di stimoli culturali quanto complessa sul piano sociale. Mariafederica Castaldo ne è il direttore generale e membro del comitato 6 ottobre 2014

La domanda di musica che dalla Regione Campania, nella sostanza dobbiamo fare Il momento è davvero difficile, soprattutto per la mancanza i conti con ritardi spaventosi nella loro erogazione a fronte di canali consolidati specializzati nella musica antica attra- invece di un’imposizione fiscale puntualissima. La Regione, verso i quali incanalare almeno parte dei prodotti dello sfor- che sovvenziona mediamente il 45% del nostro budget an- zo formativo di Conservatori e Fondazioni. La mancanza di nuale, è molto lenta sia nella comunicazione dei progetti un mercato consolidato per la musica antica produce un soggetti a finanziamento sia nell’erogazione dei fondi. Per risultato molto simile a quello della fuga dei cervelli per altri esempio, mentre stiamo ancora definendo il 2015, a anno campi: l’Italia investe in scuole e università ma a raccoglier- quasi ultimato non sappiamo esattamente quanti fondi ne i frutti sono molto spesso realtà professionali all’estero. sono stati destinati per il 2014 alla Fondazione, per non dire Le responsabilità sono molteplici. In primo luogo la che non abbiamo ricevuto l’intero contributo per il 2013» quantità e qualità dell’investimento pubblico nella cultura: ci dice Mariafederica Castaldo. E aggiunge: «Quando mi in- l’Italia non è certo fra i primi in Europa e per di più ge- contro periodicamente con i miei colleghi europei di Rema stisce male le risorse investite attraverso una polverizzazio- (la Rete Europea di Musica Antica) faccio una fatica enor- ne dei finanziamenti figlia di una sostanziale mancanza di me per trovare la maniera di un possibile confronto e con- programmazione, oltre a ritardi delle amministrazioni nella divisione di progetti proiettati su tempi lunghi. Se in Italia ci loro erogazione che finisce per penalizzare la programmazio- fosse una migliore circolazione dei finanziamenti distribuita ne e le possibili sinergie, magari con altri attori della scena per tempo, avremmo chiaramente una capacità operativa europea. «Sebbene i finanziamenti pubblici non manchino molto maggiore e potremmo inserirci nel mercato europeo alla mia Fondazione sia dal Fondo Unico per lo Spettacolo con un profilo più affidabile avendo già saputo con grande fatica conquistarcene uno più che autorevole sotto il profilo artistico e progettuale. E non solo alla Pietà de’ Turchini, ma mi riferisco a molti dei colleghi italiani», e conclude amara- mente: «Queste sono le aporie tutte italiane del sistema di Venezia è barocca: finanziamento pubblico!» parla Olivier Lexa La situazione di chi la musica antica cerca di suonarla con il proprio gruppo è anche peggiore. Dei fondi erogati dal Ministero attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo pressoché tutto è assorbito dalle fondazioni liriche e da re- Olivier Lexa è a Venezia dal 2007, da altà orchestrali tradizionali come Santa Cecilia, che solo da quando assuse la carica di direttore poco mostra qualche piccolo segno di interesse per il reper- generale del nascente Centre de musique torio antico. Fra i gruppi da molti anni impegnati nell’inter- romantique française di Palazzetto Bru-Zane. pretazione storicamente informata c’è grande pessimismo. «Una cosa che mi ha colpito da subito a Venezia era Il Giardino Armonico lamenta l’assenza sostanziale di fi- il vuoto di iniziative musicali di qualità e l’assenza nanziamento da parte del Comune di Milano nell’arco di del cuore del grande repertorio veneziano. Da direttore di Palazzetto Bru-Zane spesso mi veniva trent’anni di acclamatissima attività in Europa e nel mon- chiesto perché non avessimo piuttosto creato un do. Andrea Marcon, fondatore dell’Venice Baroque Orche- centro per la musica veneziana. L’idea è nata da stra, è molto duro: «L’orchestra soffre per la mancanza di lì e così ho deciso di creare il Centro di Musica opportunità di fare musica in Italia ma anche fare concerti Barocca di Venezia nel 2010» ci dice Lexa, che all’estero non è facile. La mancanza di finanziamenti non con questa nuova avventura recupera una lunga solo crea difficoltà oggettive di sopravvivenza in Italia ma e articolata esperienza nel mondo della musica barocca, cominciata come violinista e manager ha anche effetti perversi sulle possibilità di essere chiama- dell’orchestra barocca Les Folies Françoises e ti a fare concerti all’estero, dove molto spesso le orchestre proseguita con la collaborazione con Benjamin barocche di altri Paesi, in particolare Francia e Germania, Lazar e la direzione di un festival di musica barocca ricevono sostanziose forme di sostegno pubbliche e private. a Parigi. Lasciata la guida di Palazzetto Bru- La mancanza strutturale di finanziamenti si traduce in co- Zane, Lexa si lancia con entusiasmo nel progetto sti maggiori del 25-30% per le organizzazioni concertistiche colmando un desolante vuoto di iniziative di qualità e riuscendo a mobilitare risorse che gli permettono straniere che vogliano inserire nei loro programmi gruppi di pensare a una programmazione di vasto respiro. italiani costretti a scaricare tutti i costi su queste organizza- Accanto al Festival Monteverdi-Vivaldi (con il zioni. Ma c’è anche un altro effetto perverso che riguarda il preludio francese de “I Veneziani a Parigi”), Lexa trattamento fiscale: ai gruppi italiani sovvenzionati da en- annuncia la creazione di una stagione concertistica tità pubbliche all’estero non viene applicata la ritenuta alla invernale affidata in gran parte al Pomo d’Oro, fonte del 25%, mentre gli altri la subiscono. Tale ritenuta complesso barocco di recente fondazione diretto non viene riconosciuta o scontata dalle autorità fiscali ita- da Riccardo Minasi. L’attività del Centro non si esaurisce con l’organizzazione di concerti, tuttavia. liane il che si traduce in un ulteriore aggravio per i gruppi». Spiega Lexa che «il Centro si sta sviluppando, Secondo il fondatore del Concerto Italiano, Rinaldo Ales- compreso sul versante della formazione. Ogni sandrini, «come tutti i gruppi in Italia anche il mio ha avuto anno abbiamo avuto un progetto importante che una flessione, colpa del peggioramento della situazione a ha coinvolto giovani musicisti». E non manca livello globale degli ultimi cinque o sei anni. Va detto che nemmeno un forte impegno nella ricerca che, oltre l’Italia stringe poco in mano». Se Marcon se la prende con a convegni scientifici con i massimi accademici internazionali, prenderà corpo anche in una serie di la classe politica poco attenta («La sfida in Italia è persa in pubblicazioni e il lancio di una collana di libri-disco partenza perché manca, in generale, una capacità da parte a cura dell’editore Ricercar. S.N. dei politici di capire la qualità e il vero valore delle propo- ste musicali. Molto spesso i progetti vengono finanziati per

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puro spirito clientelare»), Alessandrini accusa piuttosto lo né alla sbadataggine. Tutto è diventato un po’ più preciso, scarso coraggio dei promotori musicali: «L’Italia non ha perché la percezione che le energie si siano ridotte è eviden- mai fatto della musica antica un caso. Tranne alcune realtà, te» secondo Rinaldo Alessandrini. Insomma, la situazione alcune delle quali sono ormai esaurite come San Maurizio è seria ma tutt’altro che disperata anche sul versante della a Milano, oppure il Festival Monteverdi a Cremona, non produzione. è mai esistito in Italia qualcosa paragonabile al Festival di Nonostante tutto, qualcosa si muove, soprattutto grazie musica antica di Utrecht, al Festival di Innsbruck o quello a iniziative di privati. Il Giardino Armonico si lancia in un di Beaune. Il problema è forse la mancanza di competenza ambiziosissimo progetto ventennale, “Haydn 2032”: l’inte- dei promotori sia nel repertorio che nel mercato. Nonostan- grale delle registrazioni delle sinfonie di Haydn per la casa te tra i gruppi che hanno rifondato la musica antica negli discografica Alpha con il corollario di un ricco program- ultimi trent’anni molti siano italiani, la maggior parte dei ma di concerti. Il sostegno finanziario verrà dall’Haydn promotori dimostrano oggi di avere considerato il repertorio Foundation con sede a Basilea, appositamente creata per antico come un repertorio laterale e non essenziale». questo scopo. Privata è anche l’iniziativa di creare l’orche- Vero è che le orchestre italiane soffrono anche di una stra giovanile barocca Theresia con sede a Rovereto di cui gracilità organizzativa che non aiuta a penetrare i mercati, Astronio è direttore musicale: «Theresia è una bella realtà come segnala il clavicembalista Claudio Astronio, musicista italiana ma aperta a giovani musicisti da tutto il mondo. È eclettico, fondatore del gruppo Harmonices Mundi e diret- anche una realtà nuova: è un’orchestra finanziata dall’im- tore artistico del Festival Antiqua di Bolzano: «Il problema prenditore Mario Martinoli e da un gruppo di privati, che è sostanzialmente uno e cioè in Italia abbiamo gruppi a fi- mettono il loro denaro per un progetto di formazione e di nanziamento volatile, dipendente dai concerti, dalle tour- produzione musicale seguendo un modello già molto rodato née. Mentre abbiamo un Fondo Unico per lo Spettacolo che all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. In Italia si fa ancora si occupa molto bene di orchestre sinfoniche e fondazioni poco (quando si fa), ma i privati non sono in condizione liriche, per la musica antica non esiste niente del genere. di impegnarsi in questo tipo di progetti. Bisogna che ci sia Mancando degli enti per le orchestre e dei festival che diano convenienza per mettere i soldi nella cultura piuttosto che una certa stabilità è anche molto difficile operare in Italia. tenerseli in tasca». Tradotto: si riuscirà mai in Italia a in- Come direttore artistico di “Antiqua” è più facile scritturare trodurre un serio sistema di incentivi fiscali per sostenere musicisti stranieri che italiani per questioni di tasse, con- iniziative private nel campo della cultura? Dopo gli anni tributi Enpals, eccetera. Anche da questo punto di vista il della finanza creativa, seguiranno quelli della finanza per musicista italiano è lasciato completamente solo». la creatività? In Francia invece la stabilità del quadro organizzativo Diviso fra l’insegnamento al Conservatorio di Venezia consente alle grandi compagini orchestrali barocche na- e la produzione musicale come liutista dell’Accademia Bi- zionali di trovare partner istituzionali, spesso amministra- zantina, Tiziano Bagnati è testimone diretto della parabola zioni comunali o regionali (Grenoble per Les Musiciens du storica della musica antica in Italia: «È facile dire che tutto Louvre, Caen per Les Arts Florissants, Brest e la Bretagna va male. Il dialogo con le istituzioni è complesso e spesso per l’Ensemble Matheus per citarne alcuni). Quando non frustrante, ma io ho molta fiducia nel fatto che, lavoran- aiutano i teatri d’opera programmando titoli del repertorio do seriamente, le occasioni si possono creare». Il faticoso barocco affidati a compagini orchestrali di specialisti, anche percorso della musica antica in Italia sembra dimostrarlo. quando dispongono di orchestre stabili (se Parigi chiama Les Musiciens du Louvre per l’Alceste di Gluck, il Théâtre Si ringrazia per la collaborazione Andrea Mion du Capitol di Tolosa per Castor et Pollux di Rameau si affida invece a Rousset e ai suoi Talents Lyriques). Salvo rarissime eccezioni, le nostre fondazioni liriche, più attente ai com- L’Eritrea di Cavalli messa in scena dalla Fenice di Venezia a Ca’ Pesaro plicati equilibri con le forze interne, preferiscono navigare nelle acque tranquille del repertorio ottocentesco piuttosto che avventurarsi in territori inesplorati e dialogare con altre realtà musicali del territorio. «È pura ottusità – dice Ales- sandrini –. È molto più facile programmare un’opera come Traviata o Barbiere: il rischio è ridotto a zero e nella stragran- de maggioranza dei casi anche l’interesse. Quando capita di parlare con il pubblico di un teatro dove (accidentalmente) si è riesce a fare qualcosa di diverso, sono tutti sono d’ac- cordo nel dire “vorremmo vedere di più queste cose”. Ho l’impressione che il pubblico vada a vedere Trovatore più per abitudine che per vera passione». «Anche questo è un atto mancato», conclude sconsolata Mariafederica Castaldo. Su scala ridotta, lo stato della musica antica in Italia per molti versi sembra essere il riflesso del Paese: un grande ser- batoio di creatività e un potenziale enorme in buona parte frustrati da una gestione di risorse inadeguata, molto spes- so priva di visione a lungo termine e di programmazione. «Oggi quello che vediamo non è il massimo. Bisogna essere accorti, bisogna studiare delle strategie con più precisione, non ci sono margini né all’improvvisazione né all’errore 8 ottobre 2014

ORCHESTRE In breve Dalle Alpi a Aida L’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA APRE CON UN OMAGGIO A RICHARD I Quartetti degli Amici STRAUSS E REGISTRERÀ L’OPERA VERDIANA/ GIORGIO CERASOLI È più che mai all’insegna del pianoforte la stagione 2014/2015 (cinquantanove manifestazioni Con un concerto in cui sarà tournée in cui sono impegnati. dall’11 ottobre al 18 maggio) degli Amici della eseguita anche la Sinfonia Oltre a quella di Pappano, saranno Musica di Firenze, da Aldo Ciccolini alle giovani delle Alpi di Richard Strauss, le bacchette di direttori come Maria Perrotta e Beatrice Rana, ma anche Antonio nel 150° anniversario della Gergiev, Temirkanov, Nagano, Pappano in veste di pianista per accompagnare il nascita del musicista tedesco, Eschenbach, Bychkov, Chung, a primo violoncello di Santa Cecilia, Luigi Piovano, e si aprirà il 25 ottobre la stagione dirigere programmi che spazieranno coproduzioni importanti con il Teatro del Maggio per i sinfonica 2014/2015 dell’Accademia dal barocco alla musica concerti di Kissin, Sokolov, Perahia, Maria João Pires. di Santa Cecilia. Di lì a poco, il 31 contemporanea. Innumerevoli i Negli altri filoni principali della programmazione degli ottobre, Ramin Bahrami inaugurerà solisti di rilievo: Kissin, Netrebko, Amici (www.amicimusica.fi.it) camerismo, musica la stagione cameristica. Molteplici, Zimerman, Lang, Argerich, antica e vocalità nei suoi vari aspetti (dalla liederistica ancora una volta, le presenze di Brunello, Kavakos, Capuçon, alla polifonia e alla coralità); segnaliamo almeno rilievo, ma la qualità della stagione sono solo alcuni dei nomi che il le novità quartettistiche costituite dal Quartetto sinfonica è innanzitutto garantita pubblico romano potrà ascoltare. Kelemen neovincitore del Premio Borciani e dal dalla presenza dell’orchestra e del Da segnalare l’appuntamento (il 27 quartetto fondato da Julia Fischer; una singolare coro dell’Accademia, che sotto la febbraio fuori abbonamento) con ricchezza di formazioni di fiati, fra cui Les Ventes guida rispettivamente di Antonio l’unica rappresentazione dell’Aida Françaix di Emmanuel Pahud; Matthias Goerne Pappano e Ciro Visco, hanno ormai di Verdi in forma di concerto, con Leif Ove Andsnes per lo Schwanengesang raggiunto livelli di eccellenza in occasione di una serie di schubertiano; la Camerata Ducale per una monografia apprezzati a livello internazionale, registrazioni per la realizzazione di su Viotti e l’Europa Galante che con Romina Basso come testimoniano le molteplici un nuovo compact per la Emi. suggerisce un’originale quanto ideale biografia di Chiara, orfanella della Pietà divenuta allieva prediletta di Vivaldi. E.T.

Ughi apre alla Filarmonica Con un ricordo di Adriana Panni, nel 20° DIRETTORI anniversario della sua scomparsa, la stagione numero 194 dell’Accademia Filarmonica Roma, firmata dal nuovo direttore artistico Matteo D’Amico, Un’Orchestra cantabile si aprirà giovedì 23 ottobre, protagonista Uto Ughi. Tanti gli appuntamenti previsti fino a maggio 2015, PARLA ARVO VOLMER, NUOVO DIRETTORE MUSICALE DELLA HAYDN DI con la consueta articolazione su musica, teatro BOLZANO E TRENTO/ MONIQUE CIOLA e danza, quest’anno ancor più varia e orientata secondo i tre luoghi di destinazione a disposizione dell’associazione: il Teatro Olimpico per un pubblico L’Orchestra Haydn di è la cosa più importante nella numeroso, il Teatro Argentina – grazie all’accordo Bolzano e Trento (www. musica. La direzione musicale deve col Teatro di Roma – per le proposte cameristiche, haydn.it) apre la nuova stagione ovviamente portare un incremento e la Sala Casella, deputata alle attività di ricerca, sinfonica il 21 ottobre con la della qualità e quindi cercheremo sperimentazione, incontro, insomma una sorta di Nona di Beethoven sotto la guida di richiamare a Bolzano il pubblico teatro laboratorio. G.C. dell’estone Arvo Volmer. Nominato che vuole godersi la musica di direttore musicale lo scorso aprile altissimo livello». con un incarico triennale, Volmer In questo primo anno dirigerà Vent’anni di Orchestra Rai ha preso in mano la sua nuova la Haydn in diversi programmi, orchestra il 14 settembre, per la in regione ma anche fuori, Nella stagione che festeggia i suoi primi 20 chiusura a Dobbiaco dell’Alto come Firenze e Milano. Cosa anni di vita l’Orchestra Sinfonica Nazionale Adige Festival, e si prepara ora non ascolteremo? della Rai presenta a Torino una stagione con solo ad aprire un nuovo capitolo «Il repertorio è stato deciso con ventidue concerti in abbonamento, sei conversazioni della storia della Haydn ma anche Daniele Spini, responsabile della concerto con Paolo Gallarati e i gruppi da camera ad inaugurare, con la stessa, la progettazione artistica. Da parte dell’Orchestra (“Le domeniche dell’Auditorium”) e riapertura del Teatro “Zandonai” di mia ho proposto di inserire un il tradizionale spazio per la musica contemporanea Rovereto il 18 ottobre. maggior numero di autori del Nord, (Rai NuovaMusica, a febbraio). Fuori abbonamento, «Sono molto felice per questo come ad esempio Sibelius la cui il 4 novembre, concerto straordinario di Lang Lang. nuovo inizio a Bolzano – Quinta Sinfonia verrà eseguita nel Il direttore principale Juraj Valčuha continua ad spiega Arvo Volmer. Per me è secondo concerto in stagione, ed esplorare Mahler (Das Lied von der Erde) e Strauss un’esperienza affascinante. Avevo opere sinfoniche corali, come il (Vier letzte Lieder con Krassimira Stoyanova), Bychkov avuto un bellissimo incontro Requiem tedesco di Brahms che torna per Bruckner e Conlon per Rachmaninov e già due anni fa, quando ero chiuderà il calendario. Credo che Čajkovskij. Ryan McAdams dirige i Pescatori di perle di stato chiamato come direttore le musiche con il coro siano molto Bizet in forma di concerto, tra i solisti ospiti Mullova, ospite. Mi piace il legato di più democratiche. Per allargare Rana, Garrett, Gabetta. questa orchestra, il suo suono in questo senso il repertorio molto italiano, l’attenzione per dell’orchestra Haydn ho chiesto di la melodia. Per me il cantabile aumentare l’organico». CLASSICA attualità 9

Muti: Opera addio In breve IL DIRETTORE D’ORCHESTRA LASCIA IL TEATRO ROMANO Don Giovanni a Jesi Apre la stagione del Teatro “Pergolesi” di Jesi, il 4 ottobre, «Purtroppo, nonostante tutti i miei sforzi per contribuire alla vostra causa, non l’attesissimo debutto del Don Giovanni di Mozart firmato da Graham Vick e diretto dal ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità per me necessaria al buon venezuelano Josè Luis Gomez Rios, nuovo esito delle rappresentazioni». Così Riccardo Muti (direttore onorario a vita dal 2011 allestimento in coproduzione con i Teatri del del teatro romano) ha comunicato il 21 settembre ai vertici del Teatro dell’Opera di Circuito Lirico Lombardo, Fermo, Bolzano, Roma, il sindaco Marino e il sovrintendente Fuortes, la decisione di rinunciare a diri- Parma e Reggio Emilia, le cui scene sono gere i due titoli già inseriti nel cartellone 2014/15: Aida, programmata il prossimo 27 state interamente costruite a Jesi presso novembre per inaugurare la nuova stagione, e Le nozze di Figaro, che avrebbe riportato il Laboratorio della Fondazione Pergolesi il maestro sul podio capitolino a maggio. A nulla sono valsi i tentativi che il Ministro Spontini. Completano il cartellone To s c a e Les contes d’Hoffmann, mai rappresentata Franceschini pare abbia fatto per far recedere il direttore dalla decisione. E così dopo sei a Jesi. Accanto a cantanti in carriera si anni si interrompe una collaborazione che di certo ha molto giovato al Teatro romano. ascolteranno giovani voci vincitrici del E anche Micha van Hoecke, il direttore del ballo dell’Opera di Roma il cui contratto 65°concorso AsLiCo per Giovani Cantanti sarebbe scaduto a fine novembre, il giorno dopo ha dato le dimissioni dal suo incarico. Lirici d’Europa. Suoneranno l’Orchestra G.C. dei Pomeriggi Musicali di Milano e la marchigiana FORM. L.F.

DIRETTORI Butterfl y cremonese Cinque titoli del grande repertorio operistico, di cui tre nuovi allestimenti Missione Novecento realizzati in coproduzione con i teatri del Circuito Lirico Lombardo, sono FIRENZE: INTERVISTA A DANIELE RUSTIONI, NUOVO DIRETTORE le proposte in cartellone per la stagione PRINCIPALE DELL’ORCHESTRA DELLA TOSCANA lirica 2014 del Teatro Ponchielli di Cremona ELISABETTA TORSELLI (www.teatroponchielli.it ). A inaugurare (8 ottobre) è Madama Butterfly, regia di Giulio Ciabatti, direttore Giampaolo al giugno scorso Daniele Ru- pensare andamenti, articolazioni e fraseg- Bisanti. Curiosità per il nuovo allestimento stioni è direttore principale gi, o no ? di Don Giovanni (17 ottobre) dell’inglese dell’Orchestra della Toscana, «Certo. In generale è tutto più agile e spedi- Graham Vick, attesa anche per il ritorno di dopo esserne stato nelle stagio- to, e ciò non solo si sposa molto bene ai miei Andrea Cigni, regista toscano cresciuto ni precedenti il direttore princi- bioritmi di adesso, ma risponde alle tendenze artisticamente sulle scene del Ponchielli, che firma (14 novembre) diretto da pale ospite quando il suo attuale incarico era attuali, oggi sono tanti i direttori che chiedo- Nabucco D Marcello Mottadelli. Cast tutto italiano, con affidato a Daniel Kawka. Per il trentunenne no di fare Brahms con dieci primi anche in or- Alberto Gazale, Tiziana Caruso, Enrico Iori, direttore milanese, oramai stabilmente pre- chestre grandi e blasonate… certo con Mahler Raffaella Lupinacci e Gabriele Mangione. sente sui maggiori podi europei, un’orchestra e Strauss non funzionerebbe. L’importante in Il 20 novembre ci sarà Adriana Lecouvreur come l’Ort, piccolo-sinfonica eclettica e dalle un’orchestra come l’Ort è lo spirito da solisti di Cilea diretta da Carlo Goldstein, regia molte vocazioni, rappresenta certamente un di tutti, nelle file e nei fiati, e qui c’è». Ivan Stefanutti. Chiude la stagione la nuova terreno di sfida diverso e peculiare. Ne parlia- Continua la vostra riscoperta del No- produzione de Les Contes d’Hoffmann (6 dicembre) di Frédéric Roels, diretta da vecento storico italiano: vedo nei Suoi mo con lui alla vigilia del concerto inaugurale Christian Capocaccia. M.S. (il 18 ottobre con pagine di Strauss, Bernstein, programmi in stagione il Concerto per vio- Ravel e Debussy) che vede insieme Ort e or- loncello di Casella con Enrico Dindo e Ap- chestra del Conservatorio “Cherubini”. punti per un credo di Ghedini. Lingotto: apre Brahms Con che progetto arriva a questa nomi- «Già nella scorsa stagione avevo fatto Dal- Ein deutsches Requiem di Brahms na ? lapiccola, la Piccola Musica Notturna. Il Nove- (WDR Sinfonieorchestrer Köln con «Sicuramente in chiave di continuità con cento storico italiano è una delle nostre mis- Jukka-Pekka Saraste) apre la stagione i tre anni precedenti, ma allora, da direttore sioni e stiamo per incidere un disco dedicato dei Concerti del Lingotto a Torino il 6 ottobre (il progetto “Aimez-vous Brahms ?”, che ospite, mi ero concentrato su alcuni proget- proprio a Ghedini con la Sony, ma pensiamo coinvolge le istituzioni musicali torinesi, ti e autori, come Mendelssohn o Šostakovič. anche a Petrassi . Ci sono troppi buchi nel re- propone inoltre l’esecuzione integrale Come direttore principale devo fare altro, cu- pertorio fra il Novecento storico dei soliti noti di sinfonie e concerti con l’Orchestra rare il suono e l’amalgama, rafforzare l’identi- e il contemporaneo vero e proprio». del Teatro Regio diretta da Noseda). Il tà dell’orchestra in tutte le facce, dall’organiz- Se un aspirante direttore Le chiedesse cartellone del Lingotto prevede 8 concerti zazione in ensemble più piccoli all’affrontare dove andare a studiare, dove lo mandereb- (www.lingottomusica.it), tra gli ospiti pezzi non mai suonati in stagione, come Dvo- be ? Gergiev e l’Orchestra del Mariinskij, Chailly e la Gewandhausorchester Leipzig, Pappano rak e Schumann». «Prima di tutto a studiare composizione: se e Santa Cecilia. Gatti con la Mahler Torniamo all’identità sonora dell’Ort: non lo fai rischi di perdere la bussola diretto- Chamber Orchestra inizia l’integrale delle fare Brahms con otto primi violini invece riale». sinfonie di Beethoven. che con quattordici o sedici significa ri- 10 ottobre 2014

TEATRI Gli anni brutti del Carlo Felice

DEFICIT, COMMISSARIAMENTI, CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ, CONTRIBUTI INPS NON PAGATI, UNA BANCA (CARIGE) CHE FORSE HA INCASSATO TROPPI INTERESSI DAL TEATRO D’OPERA DI GENOVA: DOPO ANNI DI TORMENTI ORA IL SINDACO MARCO DORIA (SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ) HA DECISO DI NOMINARE NUOVO SOVRINTENDENTE MAURIZIO ROI

DANIELE MARTINO

e chiedi a un orchestrale o a un se ne dovranno andare in pensione forzata, 23 abbonato del Carlo Felice di Ge- dovranno lavorare in altri uffici pubblici. I sin- nova qual è l’ultimo bel momen- dacati insorgono, e l’8 maggio 2014 scioperano to della storia operistica della cit- e fanno saltare la prima della Carmen. Nel giu- tà che ricordino, esitano a lungo: gno scadono i mandati del consiglio di ammi- Se ritornano all’inaugurazione della nuova ope- nistrazione e del sovrintendente Pacor, che da ra, con Ernani sovrintendente, anno 1991. Per un anno ha smesso di pagare i contributi Inps poco più di dieci anni il ricostruito teatro d’o- dei dipendenti. Dal febbraio 2012 nuovo Sin- pera di una delle più importanti città d’Italia se daco di Genova è Marco Doria (Sinistra Eco- l’è cavata abbastanza. Dal 2003 sono comin- logia e Libertà), professore di Storia economica ciati i disavanzi. Poi, nel 2008, è arrivata la crisi all’Università. mondiale, e i suoi morsi si sono fatti sentire L’estate 2014 è l’estate della carneficina fi- subito in Italia, in particolare nel settore mu- nale del Carlo Felice. Il 3 settembre il nuovo sicale, in gran parte finanziato dal Ministero c.d.a. propone a Pacor un reincarico breve, sino per i beni e le attività culturali, dalle città, dalle al 31 dicembre 2014: si deve far partire di cor- regioni. Subito il Carlo Felice comincia a colare sa la stagione, rifare lo Statuto, e rinominare a picco peggio degli altri teatri italiani: due anni tutti dal 2015. Pacor tergiversa: non gli piace di commissariamento, e nel luglio 2010 l’ex per niente come il Sindaco faccia il morbido Sindaco Marta Vincenzi (Partito Democratico) con la banca Carige (già sotto inchiesta della nomina sovrintendente Giovanni Pacor (trie- Procura per altri presunti reati di gestione), stino, violinista di formazione, dal 2002 coor- che - dice - ha lucrato vergognosamente sugli dinatore artistico all’Arena di Verona, dal 2008 interessi degli interessi (anatocismo bancario = sovrintendente dell’Opera Nazionale di Atene). capitalizzazione degli interessi su un capitale) Il Carlo Felice ha un deficit spaventoso, e Pacor dei prestiti al teatro: roba da milioni di euro, ci prova: dopo una drammatica trattativa Ge- roba da usura, roba da Procura della Repubbli- nova, per non licenziare, è il primo teatro lirico ca, dice al “Secolo XIX”. Doria si infuria, e il al mondo a mettere in contratto di solidarietà 9 settembre tiene il c.d.a. in Municipio e non per due anni tutti i 286 dipendenti (80% dello in teatro, ordina al vigile urbano di guardia stipendio, riduzione dell’orario di lavoro sino al di impedire a Pacor l’ingresso alla riunione, e 40%). Le stagioni ne risentono: si riciclano al- nomina nuovo sovrintendente del Carlo Feli- lestimenti di magazzino, si riducono i titoli. Ma ce (sino al 31 dicembre 2014), Maurizio Roi, nel 2012 le cose non si rimettono in carreggia- romagnolo area PD, attuale Presidente dell’Or- ta, e nel 2013 Pacor richiede ai sindacati infe- chestra Toscanini. rociti un altro anno di contratti di solidarietà e Questa è la cronistoria. E quella che segue è la mobilità per 48 dipendenti. Da aprile 2013 la versione dei personaggi di questa storia. c’è il Governo Letta, e Ministro di riferimento è Massimo Bray, che immediatamente agisce per Il Sindaco salvare dalla canna del gas la cultura e lo spet- Sindaco Doria, Lei è in carica dal 2012: due tacolo italiani; prepara la Legge Bray che ora re- degli anni terribili del Carlo Felice hanno golamenta il settore: si devono realizzare nuovi visto Lei protagonista... statuti, e piani triennali di rientro di eventuali «Sono anni difficili per tutta la lirica italiana: deficit. Il rosso del 2013 del Carlo Felice è di 3,5 la Legge Bray è stata approvata dal Parlamento Dall’alto: il Sindaco di Genova Marco Doria, milioni di euro. Pacor scende in basso, affit- nell’ottobre 2013, una legge che vuole salvare il nuovo sovrintendente Maurizio Roi (foto Pegaso News), l’ex sovrintendente Giovanni Pacor (foto ta la sala per matrimoni, propone di “vendere dalla crisi otto delle quattordici fondazioni li- Leoni), i sindacalisti Gianni Pastorino (Cgil) ad personam” poltrone in sala con targhetta riche italiane.Ora ci sono strumenti legislativi e Nicola Lo Gerfo (Fials) del benefattore, come nei banchi delle chiese per risanare i teatri in difficoltà; il Carlo Felice cattoliche. Nel piano triennale 13 dipendenti non è in una situazione peggiore delle altre set- CLASSICA attualità 11

te fondazioni in crisi. Questo come premessa milioni da pagare! La legge prevede una liqui- Pacor doverosa: per tutti sono venuti al pettine nodi dazione coatta amministrativa, se non paghi «Nel 2010 quando sono arrivato ho trovato un di carattere generale. Ormai dobbiamo guarda- i contributi. Stimiamo molto Roi, sappiamo teatro sbrindellato: non c’era una lira, situa- re con estremo rigore ai conti, anche quando si che sa fare questo mestiere, ma certo noi non zione disperata. Io ho cercato di fare sempre il fa produzione culturale. Nel 2011 e nel 2012 potremo fare sconti sulla sorte dei lavoratori. meglio che potevo, non so se ci sono riuscito; i bilanci si sono chiusi in equilibrio grazie ai Sinceramente, sulla “usura” Carige tutti spa- ho cercato di sensibilizzare la città: un teatro contratti di solidarietà, ma quella operazione, rano cifre: quello che sappiamo è che la socie- anche se non è una fabbrica che produce allu- avviata prima del mio incarico, sacrificava la tà di consulenza Anatos aveva presentato un minio è pur sempre qualcosa che connota una potenzialità artistica del teatro: faceva lavorare rapporto molto critico nei confronti di Carige, comunità. Vincenzi, Doria... guardi, questa meno orchestra, coro, tecnici: l’offerta cultura- invece il Sindaco Doria ha preferito dare un storia passa sulle teste di tutti, ma quando sia- le è stata indebolita. Oggi ci stiamo muovendo incarico allo Studio Afferni, il perché non si mo arrivati con Doria al dunque sulla questio- su una strada diversa: rispettare l’equilibrio di capisce, forse per una motivazione politica di ne Carige io non ho più accettao ulteriori com- bilancio ma ritrovando qualità artistica». diplomazia con Carige. Tutta la classe politica promessi: si devono recuperare quei soldi, sono La scelta di dilazionare i contributi Inps genovese ha gravi responsabilità nella gestione del Carlo Felice, che secondo me non è più un era inevitabile? della crisi del Carlo Felice, abbiamo due ligu- moribondo, ma un malato grave in terapia in- «È un obbligo che noi assolveremo. Dove- ri nel Governo Renzi (Orlando e Pinotti), ma tensiva. Sul piano artistico abbiamo fatto tutto vamo recuperare prima il ritardo dei nostri non hanno fatto nulla, e Genova continua a quello che potevamo, abbiamo ridotto i costi pagamenti: lo dico anche come Presidente del declinare». degli allestimenti da 700.000 a 20.000 euro per c.d.a. che ha fatto quella scelta». Nicola Lo Gerfo è rappresentante del sin- allestimento. Ad Atene mentre lavoravo i palaz- Banca Carige ha lucrato sugli interessi dacato autonomo Fials, cui aderisce la mag- zi bruciavano, davanti al mio ufficio all’Ope- debitori del teatro? gioranza dell’orchestra: ra Nazionale, ma Genova è una città in crisi, «Abbiamo dato mandato a uno studio di «Sono dieci anni che i lavoratori del Carlo chiusa, difficile: la Grecia ha reagito, le nuove consulenza per chiudere la questione: non Felice pagano la gestione sbagliata del teatro. E, generazioni studiano nelle Università degli Sta- posso anticipare nulla sino a quando i nostri con essi, il pubblico che, già penalizzato a suo ti Uniti, loro hanno accelerato». consulenti non faranno le loro valutazioni». Fabio Luisi è il musicista genovese oggi Qual è la cosa più giusta che il Sindaco più importante al mondo: dirige ogni tan- Doria ha fatto per il Carlo Felice? «Il mio errore sul Carlo to al Carlo Felice, è direttore artistico del «Prendere molto sul serio il Carlo Felice, Felice? - si chiede il Sindaco Premio Paganini: volevo intervistarlo ma affrontando senza ipocrisie il risanamento dei Doria -: avrei dovuto prendere mi ha detto che preferiva di no perché non conti all’interno del percorso indicato dalla prima coscienza piena, con era al momento dettagliatamente infor- Legge Bray». conseguente operatività mato sugli ultimi drammi: perché non lo Qual è la cosa più sbagliata che il Sin- mia, che il mondo della lirica avete coinvolto di più? daco Doria ha fatto per il Carlo Felice? italiana, che pure ha grandi «Un direttore d’orchestra del suo livello «Avrei dovuto prendere prima coscienza potenzialità, necessita di non ha problemi a lavorare ai cachet che chie- piena, con conseguente operatività mia, che cambiamenti radicali: si deve de, al Met, a Copenaghen, dove vuole. Gli arti- il mondo della lirica italiana, che pure ha produrre cultura mantenendo sti del suo livello hanno bisogno invece di arri- grandi potenzialità, necessita di cambiamenti equilibri strutturali di bilancio, vare in un ambiente favorevole, sereno. Siamo radicali: si deve produrre cultura mantenendo cambiando i rapporti interni, amici da trent’anni, ed è venuto a dirigere su equilibri strutturali di bilancio, cambiando i privilegiando l’effi cienza, mio invito, e i suoi concerti si sono svolti in rapporti interni, privilegiando l’efficienza, mettendo in discussione un clima sereno: ho suggerito io l’incarico al mettendo in discussione insostenibili rendite insostenibili rendite di Paganini. I cachet non pagati agli artisti? come di posizione, che se difese ancora e ancora ri- posizione» tanti teatri italiani siamo indietro, noi stiamo schiano di far crollare il sistema». pagando quelli di un anno fa, e mano a mano tempo dal restringersi dell’offerta di spettacoli che arrivano dei soldi paghiamo. Se mi avesse- I sindacati conseguente alle riduzioni di orario, quest’an- ro confermato sovrintendente potevo firmare Gianni Pastorino, Cgil, rappresenta soprattut- no è arrivato sino al 19 settembre senza sa- già il 4 settembre il contratto integrativo con i to i tecnico-amministrativi e il 10% dell’or- pere nulla della nuova stagione. Abbiamo una sindacati. Potevamo sistemare le cose. L’Inps? chestra: «Beh i contratti di solidarietà non ci situazione drammatica: siamo in disavanzo di Abbiamo chiesto dilazioni, anche all’Enpals e hanno fatto certo piacere. Hanno pesato scel- quasi 5 milioni di euro sul conto economico all’Erario, abbiamo concordato piani di rientro, te gestionali profondamente sbagliate, sono del 2013, con un’esposizione debitoria di circa ravvedimenti bonari: saremo a 7-7,5 milioni di state scelte persone sbagliate: Pacor in testa, 21 milioni. Se non rispetteremo la Legge Bray euro di debito del Carlo Felice: per carità, non che non aveva abbastanza esperienza come perderemo ulteriori finanziamenti ministeria- minimizzo, la situazione è pesantissima, ma al- manager, non aveva buoni contatti con i sog- li. Se il Sindaco Doria si fosse mosso per tempo meno sono riuscito a mandare avanti il teatro getti economici del territorio. C’è stata una per il recupero degli interessi indebitamente e a pagare gli stipendi». frattura interna a noi sindacati, confederali da pagati a Carige le cose oggi non sarebbero a Si sente defenestrato? che farà ora? una parte e Fials (orchestra) dall’altra. Non si questo punto. Roi si trova una situazione fal- «A dire il vero le procedure del mio mancato esce dai contratti di solidarietà riannunciando limentare! Di chi è la responsabilità di questo rinnovo sono state molto borderline. Nessuno che le cose non si sono sistemate affatto, che disastro? Ovviamente dei c.d.a. che si sono mi ha detto niente. Mi pare che la situazione la crisi è peggio di prima. I mancati pagamenti succeduti negli ultimi anni, presieduti prima sia un po’ scappata di mano a tutti. Rifarei il Inps hanno visto un atteggiamento di tolle- dal Sindaco Vincenzi e poi dal Sindaco Doria: sovrintendente da qualche altra parte? Mmm... ranza da parte dell’istituto pubblico che nes- se continueranno a far pagare ai lavoratori le mi sento come dopo una brutta indigestione... suna azienda privata potrebbe permettersi: la conseguenze della loro inefficienza ci difende- è un lavoraccio». situazione è molto pesante, si parla anche di 9 remo in tutte le sedi opportune». >> A PAGINA 12 PARLA MAURIZIO ROI 12 ottobre 2014

Roi Che ne pensa della situazione attuale qualcosa di concreto. Il clima è cambiato: Ren- «Ho accettato questo incarico perché me lo ha della musica in Italia? zi, come già Letta, crede nella vita culturale di chiesto con insistenza il Sindaco Doria. Erano «Veniamo da anni di trascuratezza, pensi questo Paese, la considerano una risorsa, non in gravi difficoltà. E poi il Carlo Felice è il Carlo alla famosa frase del Ministro leghista Tremon- una cosa da punire. Mancano ancora i regola- Felice! Non si dice di no, è un teatro impor- ti “con la cultura non si mangia!”. L’opera è il menti ministeriali, ma c’è uno sforzo positivo. tante, dalle grandi potenzialità, con lavoratori motivo per cui la lingua italiana è conosciuta Penso, spero che stiamo appena rimbalzando dello spettacolo spesso bistrattati come tanti nel mondo. Ci sono stati dei tagli enormi ai su dal punto più basso della crisi». colleghi italiani. Sto studiando le carte: tutti i finanziamenti. La Legge Bray è una legge eccel- soggetti dello spettacolo in Italia hanno diffi- lente, che dà delle chance di riscatto. E anche il coltà di risorse, scarsi finanziamenti pubblici, Ministro Franceschini con l’Art Bonus ha fatto problemi di liquidità: si devono contenere i co- sti e aumentare le entrate, e fare strategia sul territorio. Il Carlo Felice ha una bella capienza, va riempito dalla città, dalla regione. La stagio- ne è stata disegnata dal direttore artistico Giu- seppe Acquaviva. Lo Studio Afferni ci aiuterà a Dario Argento per Lucia chiudere al più presto la trattativa con Banca Carige per il recupero degli interessi indebita- Sette opere, un’operetta e dieci Millo e Carlos Alvarez) e regia di Davide mente pagati dal Carlo Felice». spettacoli di danza: questi i numeri Livermore, al quale saranno affidati Porterà in teatro Luisi? del nuovo cartellone del Carlo Felice di anche Billy Budd di Britten (17 aprile, sul «Fino al 31 dicembre io lavorerò su bilancio, Genova che si aprirà il 9 ottobre con uno podio Battistoni) e la ripresa di Carmen partenza della stagione, nuovo Statuto, recupe- storico Elisir d’amore di Donizetti, scene (8 maggio). Sarà invece Dario Argento ro dei crediti Carige. La casa brucia. Conosco di Lele Luzzati e regia di Filippo Crivelli. a firmare la realizzazione scenica di e stimo Luisi, quando ero Sindaco di Lugo di Seguiranno tre appuntamenti di danza (La Lucia di Lammemoor (21 febbraio) con Bayadère, 16 ottobre; Sorolla, 23 ottobre e il Desirée Rancatore; Daniela Dessì e Romagna venne a dirigere un’opera, era giova- Mark Morris Dance Group, 4 novembre) per Fabio Armiliato interpreteranno Fedora nissimo! Lo considero una risorsa straordina- arrivare a Luisa Miller (18 novembre) diretta di Giordano (21 marzo), mentre Hugo de ria per il Carlo Felice; appena mi raccapezzerò da Andrea Battistoni, regia di Leo Nucci, Ana curerà la regia della Vedova allegra di lo chiamerò per salutarlo». impegnato anche nel ruolo di Miller. Lehár (18 luglio). Manterrà l’incarico alla “Toscanini”? Il 2014 si chiuderà con To s c a (20 dicembre): R.I. «Certo, io dal 1° gennaio 2015 devo avere cast di livello (Gregory Kunde, Aprile un lavoro! Il Sindaco Doria ha parlato con la “Toscanini” prima di propormi l’incarico».

NUOVE ATMOSFERE Nona Edizione IL TUO APPUNTAMENTO CON LA ABBONAMENTI 2014-2015 FILARMONICA ARTURO TOSCANINI FILARMONICA Dal 22 novembre 2014 al 31 maggio 2015 ARTURO TOSCANINI Auditorium Paganini di Parma

Sabato 22 novembre 2014 ore 20.30 Venerdì 16 gennaio 2015 ore 20.30 Venerdì 20 marzo 2015 ore 20.30 Venerdì 10 aprile 2015 ore ore 20.30 Sabato 16 maggio 2015 ore 20.30 Domenica 23 novembre 2014 ore 20.30 Concerto commemorativo della Sabato 21 marzo 2015 ore 20.30 PIETARI INKINEN Domenica 17 maggio 2015 ore 20.30 KAZUSHI ONO morte di Arturo Toscanini LAWRENCE FOSTER Direttore -85$-9$/þ8+$ Direttore KAZUSHI ONO Direttore SERGEJ KRYLOV Direttore Direttore SARAH NEMTANU Violino Venerdì 28 novembre 2014 ore 20.30 EKATERINA SIURINA DEBORAH NEMTANU MARIO BRUNELLO Sabato 30 maggio 2015 ore 20.30 Soprano FRANCESCO LANZILLOTTA Violini Violoncello Domenica 31 maggio 2015 ore 20.30 Direttore Martedì 17 febbraio 2015 ore 20.30 FRANCESCO LANZILLOTTA ETTORE CONTAVALLI FRANCESCO LANZILLOTTA Venerdì 27 marzo 2015 ore 20.30 Mercoledì 22 aprile 2015 ore 20.30 Direttore Corno Direttore JOHN AXELROD FRANCESCO LANZILLOTTA MIHAELA COSTEA MIHAELA COSTEA Direttore Direttore Violino Venerdì 5 dicembre 2014 ore 20.30 Violino GIULIANA GIANFALDONI ROSANNA VALESI Sabato 6 dicembre 2014 ore 20.30 Soprano Arpa PHILIPP VON STEINAECKER Giovedì 26 febbraio 2015 ore 20.30 MARK MILHOFER SANDU NAGY Direttore Venerdì 27 febbraio 2015 ore 20.30 Tenore Flauto ISABELLE FAUST ASHER FISCH ROBERTO DE CANDIA Direttore Violino Baritono Venerdì 8 maggio 2015 ore 20.30 ROBERTO CAPPELLO CORO VOCI BIANCHE ARS Pianoforte THOMAS RÖSNER Sabato 20 dicembre 2014 ore 20.30 Direttore CANTO DI PARMA www.fondazionetoscanini.it FRANCESCO LANZILLOTTA Venerdì 13 marzo 2015 ore 20.30 GABRIELLA CORSARO RACHEL BARTON PINE Direttore Sabato 14 marzo 2015 ore 20.30 Maestro del coro Violino ŝŐůŝĞƩĞƌŝĂ͗Fondazione Teatro Regio di Parma PAOLO MARZOCCHI KAZUSHI ONO CORO TEATRO Tel. 0521-203999 - ďŝŐůŝĞƩĞƌŝĂΛƚĞĂƚƌŽƌĞŐŝŽƉĂƌŵĂ͘ŽƌŐ Pianoforte Direttore MUNICIPALE DI PIACENZA IGOR SKLYAROV /ŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶŝ͗Fondazione Arturo Toscanini SALEEM ABBOUD ASHKAR CORRADO CASATI Tel. 0521-200145 - ŝŶĨŽƉŽŝŶƚΛĨŽŶĚĂnjŝŽŶĞƚŽƐĐĂŶŝŶŝ͘ŝƚ Arpa a bicchieri Pianoforte Maestro del coro ŝŐůŝĞƩĞƌŝĂŽŶͲůŝŶĞ͗ ǁǁǁ͘ďŝŐůŝĞƩĞƌŝĂƚŽƐĐĂŶŝŶŝ͘ŝƚ

Con il contributo di Sponsor Ufficiale Amici Sostenitori e Benemeriti

labanti Partner Istituzionale della Filarmonica Arturo Toscanini pasini Comune di Parma Provincia di Parma e associati CLASSICA attualità 13

OPERA Otello: programmato per uccidere WALTER SUTCLIFFE, AL SUO DEBUTTO IN ITALIA, RACCONTA LA REGIA DELL’OPERA VERDIANA CHE APRE IL 14 OTTOBRE LA STAGIONE DEL TEATRO REGIO DI TORINO

SUSANNA FRANCHI

ebutta in Italia con Otello di che lui è incapace di completare questo proces- dua in maniera chiara i motori che guidano i Giuseppe Verdi (il 14 ottobre al so. Non può scappare da ciò che è, lo canta lui personaggi, Per me la grande differenza tra la Teatro Regio di Torino) Walter stesso nel terzo atto: “Fuggirmi io sol non so!”. tragedia e l’opera è che Verdi e Boito consento- Sutcliffe, trentottenne regista Jago vuol impedire a Otello di completare que- no a Jago di spiegarsi molto presto nell’opera: il inglese che è stato assistente di sto processo e vuole punirlo. In Otello c’è una “Credo” del secondo atto rende lo Jago di Verdi DKeith Warner e David McVicar e ha già realiz- lotta tra il suo lato creativo/compassionevole e una figura diversa rispetto a quello di Shakespe- zato una decina di regie liriche in Germania, quello distruttivo e alla fine non riesce a sfug- are: nella tragedia Jago fornisce diversi motivi Austria, America e Inghilterra: «Io credo che il gire alla sua natura distruttiva. È così veloce a per odiare Otello (la sua non promozione, una motore della tragedia - spiega - non sia la gelo- credere Desdemona colpevole proprio a causa sospetta relazione con sua moglie) ma nessuno sia. Sembra banale avere un eroe tragico che è di questa battaglia, ed è questo che rende Otello in maniera definitiva». Otello è Gregory Kun- così forte, così eloquente, così equilibrato e che una tragedia epica». de, Desdemona è Erika Grimaldi, Jago è Am- poi viene improvvisamente consumato dalla Un regista inglese come giudica il lavo- brogio Maestri: Gianandrea Noseda sul podio. gelosia. Io credo sia necessaria un’altra lettura: ro di Verdi e Boito su Shakespeare? Intanto si aspetta ancora una soluzione alla Otello è un soldato, un assassino, un distrutto- «Anche se hanno tagliato il primo atto, querelle Noseda (direttore musicale) - Vergna- re. Ma sta subendo un processo di cambiamen- quello che si svolge a Venezia, molto delle idee no (sovrintendente): forse arriverà da Parigi to. Il suo rapporto con Desdemona lo sta cam- di Shakespeare sono state inserite nel primo Cristina Rocca come direttore artistico. biando, lo sta umanizzando. La sua tragedia è atto verdiano. Verdi, come fa sempre, indivi-

Stagione 2014-2015 ANNI

13 GENNAIO 2015 7 17 FEBBRAIO 10 24 MARZO 14 PIANISTI AL QUARTETTO MUSICA DA CAMERA MUSICA DA CAMERA Incontri con gli artisti Tutti i concerti si terranno nella 25 NOVEMBRE 4 Jan Lisiecki Quartetto Quartetto Sala Verdi del Conservatorio Sala Verdi pianoforte del Conservatorio Orchestra Belcea Jerusalem 21/10 - 18/11 - 10/2 - via Conservatorio, 12 21/4 - 28/4, ore 11.30 dell’Accademia Bach-Busoni, Bach, Paderewski Mozart , Webern, Brahms Beethoven, Janácˇek, Schubert il martedì alle ore 20.30 Mendelssohn, Chopin Condotti da Oreste Bossini, Teatro alla Scala Nutrire il pianeta, riservati agli studenti e ai Soci. ad eccezione del concerto del musica per la vita 16 dicembre Fabio Luisi 20 GENNAIO 8 24 FEBBRAIO 11 Si ringrazia il Fondo Morosini che si terrà nella MUSICA DA CAMERA BAROCCO E OLTRE 14 APRILE 15 Basilica di San Marco, direttore Viktoria Mullova MUSICA DA CAMERA 26 MAGGIO 18 ore19.30 Coro della Radio PIANISTI AL QUARTETTO Chiara Isotton soprano violino The King’s Associazioni 21 OTTOBRE 2014 1 Schönberg, Mahler Svedese Murray Perahia e abbonamenti MUSICA DA CAMERA Katia Labèque Singers pianoforte Peter Dijkstra pianoforte da lunedì 1settembre a martedì Ensemble 2 DICEMBRE 5 Orlando di Lasso 21 ottobre: ore 10 - 17.30 MUSICA DA CAMERA Mozart, Schumann, Pärt direttore Trionfo di Dori (opere di Striggio, 16 GIUGNO 19 e da mercoledì 22 ottobre: Bernasconi Takemitsu, Ravel Bach-Mottetti BWV 225-230 Giovanni Gabrieli e Palestrina) BAROCCO E OLTRE ore 13.30 - 17.30 Accademia Cuarteto Casals Brahms, Petrassi Mozart, Haydn 3 FEBBRAIO Cartoline dal mondo, Canzoni I Turchini Intera stagione (20) Teatro alla Scala Un regalo per tutti i Soci, dal repertorio americano di Antonio Florio Intero €490 Marco Angius 16 DICEMBRE 6 fuori abbonamento: 3MARZO 12 Posto fisso numerato €600 BAROCCO E OLTRE il concerto di due giovani PIANISTI AL QUARTETTO Antonio Florio Giovani fino a 26 anni €80 direttore Basilica di San Marco, Quartetti italiani emergenti Rafal Blechacz direttore Ridotto oltre 70 anni €450 Mahler ore 19.30 21 APRILE 16 Quartetto pianoforte BAROCCO E OLTRE Valentina Varriale soprano 4 NOVEMBRE 2 Bach Giuseppe De Vittorio tenore Barocco e oltre (5) PIANISTI AL QUARTETTO Oratorio di Natale BWV 248 Guadagnini Bach, Beethoven, Chopin Ensemble €140 Boccherini, Grieg Frutti e pesci, Khatia René Jacobs Zefiro pescatrici e tavernari Pianisti al Quartetto (6) €150 Buniatishvili direttore Quartetto Noûs 10 MARZO 13 Mozart Musiche vocali e strumentali pianoforte MUSICA DA CAMERA di Provenzale, Vinci, De Majo, Musica da camera (8) Haydn, Debussy Musorgskij, Ravel RIAS Leo, Grillo e Paisiello €200 NicolasAltstaedt 28 APRILE 17 Kammerchor violoncello PIANISTI AL QUARTETTO 18 NOVEMBRE 3 10 FEBBRAIO 9 23 GIUGNO Informazioni MUSICA DA CAMERA 20 B’Rock Baroque PIANISTI AL QUARTETTO Reto Bieri Enrico Pace BAROCCO E OLTRE Società del Quartetto di Milano Quartetto clarinetto pianoforte via Durini 24 - 20122 Milano Orchestra Gabriele Europa Galante Tel. 02.795.393 Kelemen Carcano Herbert Schuch Debussy, Hindemith Fabio Biondi [email protected] Vincitore del Sunhae Im soprano pianoforte Schumann, Liszt www.quartettomilano.it Bernarda Fink contralto pianoforte direttore Premio Borciani 2014 Brahms, Widmann, Beethoven Bernard Richter tenore Bach, Franck, Brahms Geminiani, Farina, Vivaldi Haydn, Mendelssohn, Bartók Dominik Köninger baritono

Sponsor istituzionali Sponsor Barocco e oltre Con il contributo di Con il patrocinio Con il patrocinio di Con il sostegno di Media partner In collaborazione con e il contributo di

G&R Associati + A.H.Dandres Fondazione Cultura Sergio Dragoni 14 ottobre 2014

COLONNE SONORE Una elegia contemporanea

MARCO ROBINO HA CREATO LA SONORIZZAZIONE PER LA MOSTRA DELLA “PEOTA REALE” ALLA REGGIA DI VENARIA: DEL COMPOSITORE SONO IN CANTIERE ANCHE SUONI ETRUSCHI E LA NUOVA COLLABORAZIONE CINEMATOGRAFICA CON PETER GREENAWAY

ISABELLA MARIA

on i suoi quattordici anni di attività, l’ecletti- smo delle competenze, le prestigiose collabo- razioni internazionali, Architorti è una delle realtà più vive e interessanti della scena musi- cale piemontese. Nato come quintetto d’archi Cnel 2000, l’ensemble si è andato trasformando nel tempo in una casa aperta che ospita, a seconda delle esigenze, fino a venticinque strumentisti. «Non è facile trovare una parola univoca per definirci – spiega Marco Robino, violoncellista, compositore e anima storica della formazione –. Siamo diventati un laboratorio permanente, un luogo dove è possibile incontrarsi, prova- re, comporre, registrare musica di repertorio ma anche, e soprattutto, fare ricerca e sperimentazione. Era un cambia- mento necessario, richiesto dai tempi: da qualche anno la crisi globale ha cambiato il modo di proporre e di consu- mare musica. Per noi le cose sono cambiate quando Peter Greenaway mi ha chiesto di scrivere musica per lui. Come Architorti avevamo già collaborato ad alcuni suoi progetti in veste di strumentisti, ma il salto necessario per passare alla composizione ha significato, per me, entrare in un mondo La “Peota Reale” (disegno dell’architetto Gianfranco Gritella, curatore dell’allestimento) nuovo, aprirmi (e aprire il mio gruppo) a possibilità che non avevamo ancora preso in considerazione». Sono entrate in gioco nuove figure professionali, d’ascia veneziani. Imbarcazioni di gala di questo ge- nuove competenze? nere, molto diffuse all’epoca, sono oggi quasi del tutto «Certamente, e una in particolare, quella dell’ingegne- perdute: rimane quest’unico esemplare, ora visibile al re del suono, che in ambito classico è sempre stata a torto pubblico, insieme alle carrozze reali, in un nuovo alle- sottovalutata. Grazie alla collaborazione con Marco Gentile, stimento all’interno delle scuderie juvarriane, che pre- produttore artistico di tutta la musica che Architorti pro- vede anche scenografie, proiezioni, giochi di luce e altri duce, siamo riusciti a realizzare in primo luogo un nuovo elementi multimediali. Qual è stato il vostro ruolo nel approccio alla composizione, un nuovo metodo, che ci per- progetto? mette di lavorare e produrre molto, di esplorare ambiti di- «Il direttore del Centro Studi della Reggia, Andrea Mer- versissimi, di creare e utilizzare esattamente i suoni che ci lotti, ci ha chiesto tre brani che potessero essere ascoltati servono, che siano quelli di uno strumento solista, o quelli contemporaneamente in zone diverse dell’esposizione. Biso- di una grande orchestra. Ci tengo a sottolineare che non gnava che avessero elementi comuni (i bpm, alcuni elemen- usiamo campioni né suoni sintetici: tutte le parti sono suo- ti strutturali, la lunghezza, il tema, la tonalità) ma anche nate da strumentisti in carne e ossa. Il metodo, la tecnolo- stili differenti, in modo da segnare i confini e le atmosfere gia, entrano in campo successivamente, in post-produzione, in cui man mano i visitatori si sarebbero immersi. Dei tre grazie a tecniche di mix e sovrapposizione di tracce. Le mac- brani, uno di taglio risorgimentale-trionfalistico, uno (in- chine sono un supporto, un aiuto, velocizzano alcune opera- titolato Caprilli e destinato alla “manica delle carrozze”) zioni, rendono possibile ottenere risultati di grande potenza risolto in un gallop burlesco, un terzo di carattere aulico, so- sonora – e emotiva – in economia di tempi e mezzi». gnante e grandioso, solo quest’ultimo, che si potrà ascoltare Molti dei progetti che avete in cantiere cominciano nella sala del Bucintoro, prevede l’utilizzo della voce. Qui in questi giorni a essere presentati al pubblico. Fino il senso letterario e culturale complessivo dell’operazione è all’8 febbraio 2015, nella Scuderia Grande Juvarriana affidato al poeta, Daniele Martino: la sua elegia O fiumi che della Reggia di Venaria, si può visitare l’esposizione solchiamo si ispira alla polena della barca, ma discostandosi della “Peota Reale”, il Bucintoro settecentesco com- dal senso più immediato e risalendo a un’idea di Settecento missionato da Carlo Emanuele III di Savoia ai maestri più preziosa e al contempo conturbante e attuale. Sulla prua CLASSICA attualità 15

del Bucintoro è scolpita una figura che potrebbe somigliare mento mai tentato prima. Tra settembre e ottobre l’ul- a Narciso: ma Martino ha visto in questo giovinetto proteso timo film di Peter Greenaway, Goltzius and The Peli- sulle acque il leggiadro Ila, amante di Ercole, e per la sua can Company sarà proiettato nei teatri di tutta Italia, bellezza rapito dalle ninfe di acque dolci, le Naiadi. Un mito in lingua originale con sottotitoli in italiano, grazie a cantato da Properzio, che si attaglia perfettamente allo spiri- un’iniziativa di Lo Scrittoio in collaborazione con Ma- to settecentesco della nostra musica». remosso. Che tipo di Settecento avete pensato di ricreare? «È una bella idea e siamo curiosi di vedere come sarà «Un falso, naturalmente! Premetto che abbiamo una accolta dal pubblico. In questo film tra l’altro gli Architorti grande esperienza del Settecento vero (per anni e anni ab- compaiono non solo come (unici) strumentisti, ma anche biamo frequentato il repertorio in trascrizione) e tra noi ci come presenze sceniche: è la prima volta che Greenaway sono specialisti come Elena Saccomandi e Efix Puleo. Ma inserisce compositore ed esecutori nel cast degli attori! Tutte in questo caso volevamo dare un’idea pop, contempora- le musiche del film sono composte da me, e insomma, si nea del Settecento: abbiamo usato un mezzosoprano (Rosy tratta di un’opera gigantesca, immaginifica, ma che sentia- Zavaglia) per il ruolo della Naiade principale, un soprano mo molto nostra. La seguiremo anche in questa avventura (Cristina Cogno) per il breve intermezzo in cui entra in sce- su questi schermi inediti, introducendo dove richiesto le na Ercole, e per il finale un coro di ragazze non impostato proiezioni con un preludio musicale». (Coro Juvenilia Vox) a cui abbiamo sovrapposto ancora la Com’è lavorare con una personalità forte e dal ca- voce del mezzosoprano, con un effetto straniante, molto rattere difficile come Peter Greenaway? particolare». «Avere a che fare con Greenaway è fantastico e al tempo Un secondo progetto importante in ambito artisti- stesso estremamente impegnativo: per esempio ha bisogno co-museale è l’ambientazione sonora della mostra di avere a disposizione moltissima musica, anche prima di “Gli Etruschi e l’Aldilà. Il viaggio oltre la vita tra ca- iniziare a girare, anche durante le riprese. I suoi film na- polavori e realtà virtuale”, che inaugura il 23 ottobre scono in modo organico, immagini e suoni insieme, e per a Bologna. questo è importante per lui poter lavorare a stretto contatto «Si tratta di un gemellaggio multimediale tra il Museo con il compositore, avere tempo e agio di sviluppare tutte Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e il Museo della le idee, di scremare molto, di scegliere. Il metodo che in- Storia di Bologna. Il più famoso reperto della civiltà etru- sieme a Marco Gentile abbiamo messo a punto ci permette sca giunto fino a noi, il Sarcofago degli Sposi, è molto fra- di venire incontro a questa esigenza: possiamo collaborare gile e non può essere spostato da Roma, dove si conserva. separatamente con i musicisti che ci interessano, registrare L’inverso accade per un prezioso canopo conservato a Bo- le tracce una per una e poi sovrapporle fino a raggiungere logna. Ma con le nuove tecnologie è possibile ricreare un l’effetto e la potenza che serve ad una determinata scena. È oggetto, anche imponente come il Sarcofago, sotto forma affascinante, è possibile, è un’idea creativa che grazie alle di ologramma tridimensionale in grandezza naturale. La re- competenze di una nuova generazione di musicisti, e alla gia dello spettacolo sarà a cura di Giosuè Boetto Cohen. I tecnologia sempre più raffinata che abbiamo a disposizione, visitatori, sia a Roma che a Bologna, avranno la possibilità può essere messa in pratica senza perdite di tempo e di ener- di visitare entrambi i musei, parte dal vero e parte ricreati gia, e persino senza immani investimenti economici. Per cui digitalmente». noi con Greenaway, almeno finora, abbiamo sempre lavora- C’è un ultimo appuntamento di cui non si può non to magnificamente, in modo intenso e produttivo. Con lui parlare, anche perché di nuovo si tratta di un esperi- sperimento una nuova grammatica musicale».

Marco Robino (all’estrema destra) con i suoi Architorti 16 ottobre 2014

FESTIVAL Come una tragedia greca IL REGISTA STEFANO PODA RACCONTA LA SUA VISIONE DELLA FORZA DEL DESTINO CHE APRIRÀ A PARMA IL FESTIVAL VERDI

ALESSANDRO RIGOLLI

edizione che andrà in scena a visione concettuale unitaria che gli è propria, Parma dal 10 ottobre al 4 no- cura regia scene costumi e luci, e al quale ab- vembre sarà l’ultima del Festival biamo rivolto qualche domanda. Verdi firmata da Carlo Fontana Quali sono i caratteri principali della sua e Paolo Arcà, giunti con questo lettura registica de La forza del destino per 2014L’ al termine dei rispettivi mandati di am- questo Festival Verdi? ministratore esecutivo e di direttore artisti- «Quando si affrontano i caratteri di perso- co della Fondazione Teatro Regio. In attesa di naggi così intensi, il rischio maggiore è quel- scoprire il futuro che l’amministrazione pen- lo di una diminutio degli stessi, di incarcerare Stefano Poda tastellata di Federico Pizzarotti – sindaco della tali aneliti nel tempo e nello spazio, cercando città emiliana e presidente della fondazione che di mostrare al pubblico che quelle complessi- guida il Regio – sta disegnando per questo tea- tà morali e quelle relazioni psicologiche sono naggi non vivano solamente le loro passioni, tro, l’inaugurazione, il 10 ottobre, è affidata a ancor oggi attuali. Eterni, gli sforzi dei quattro ma piuttosto si rivedano come in uno spec- La forza del destino, cantano Virginia Tola, Luca protagonisti de La forza del destino non meri- chio del tempo. Più che spiegazioni narrative, Salsi, Roberto Aronica, Michele Pertusi, Rober- tano pastoie: quello che al Festival Verdi si po- al pubblico verrà offerta la prospettiva di un to De Candia, Chiara Amarù, con Jader Bigna- trà vedere sul palcoscenico sarà piuttosto una dramma senza tempo e senza contorni presta- mini sul podio della Filarmonica Toscanini e dimensione evocativa, tendente all’universale biliti. Le scene coincidono con un ambiente del Coro del Regio di Parma, in un allestimento e non al particolare, ricorrente al linguaggio simile ad una stanza dei ricordi, e i costumi firmato da Stefano Poda che, sulla scorta della dell’onirico più che al concreto, dove i perso- non son altro che le crisalidi corrose e belle di aneliti nobili e deperiti. Così, il simbolo viene offerto non ad un pubblico mero recettore, ma ad uno osservatore proustiano spettatore di se stesso». Un cartellone verdiano Qual è, secondo Lei, l’elemento più ca- A Busseto c’è La Traviata di Svoboda ratterizzante di quest’opera verdiana? «La dimensione tragica. Diversamente da altri titoli verdiani, tragico non solo nel senso Programma nato sulla scia delle ristrettezze romantico o shakespeariano, ma soprattutto economiche che hanno caratterizzato la nella concezione antica del termine: La forza recente gestione della Fondazione che guida il del destino è intrisa di quel senso greco-arcaico teatro parmigiano – impegnata in un sostanziale risanamento di bilancio – il cartellone del Festival di dramma universale e catartico dove il peso Verdi 2014 si apre al Teatro Regio con La forza del della Necessità rende vani gli sforzi dei perso- destino dal 10 ottobre – con regia di Poda e direzione naggi, i quali sono condannati al dolore indi- di Bergamini, per proseguire l’11 ottobre con un pendentemente dalle loro scelte. Tuttavia, il recital di Mariella Devia, seguito il giorno dopo da un discriminante è il gesto etico della lotta, della concerto diretto da Francesco Lanzillotta che unisce fierezza umana e umanistica, che conduce alla le compagini della Filarmonica Toscanini, Coro del Regio di Parma e Coro Voci Bianche della Corale comprensione e alla purificazione dalle passio- Verdi con la partecipazione di Michele Pertusi. Il 17 è ni. L’anima antica di questo dramma si incarna la volta di Fuoco di gioia, concerto che vede Antonello poi (consapevolmente o meno) in un corpo vi- Allemandi guidare la Filarmonica Toscanini in un vido e efficacissimo che è uno scenario-affresco programma tutto verdiano, mentre il giorno seguente squisitamente ottocentesco: è proprio per que- troviamo Francesco Cilluffo dirigere l’Orchestra del sto che i quattro protagonisti appaiono come Conservatorio “A. Boito” di Parma e gli artisti del 52° Concorso internazionale di Voci Verdiane “Città di spiriti antichi inseriti in un contesto che non Busseto”. E proprio a Busseto va in scena La Traviata sa comprenderli e ubicarli. Sono anime nate – direzione di Rabaglia e regia di Brockhaus con all’infuori del loro tempo, in perenne contra- scene di Svoboda e costumi di Colis – dal 24 ottobre -, sto con la realtà, destinate (forse) all’estinzione mentre il 25 ottobre si ritorna a Parma per l’Omaggio a ma finalmente alla pace: e i loro aneliti e eter- Raina Kabaivanska, che vede la Filarmonica Toscanini ni risaltano ancor più grazie al contrasto cn.i diretta da Nayden Todorov e la partecipazione di quadri corali di gente piccola e appagata. Carlo Maria Agresta, Virginia Tola, Cinzia Chiarini, Mattero Delsole e Simon Lim. Il concerto dell’Orchestra e Coro e Alvaro lottano in un ambiente popolato di del Regio di Torino guidati da Gianandrea Noseda borghesi e vivandiere che trovano di che godere chiuderà il 4 novembre il festival. A.R. anche nella guerra, mentre Leonora scoprirà la catarsi solo perché avrà trovato un Padre Guar- diano in un mondo di Melitoni». CLASSICA attualità 17

CONTEMPORANEA Romitelli l’antiaccademico

A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA IL FESTIVAL MILANO MUSICA DEDICA UN AMPIO OMAGGIO AL COMPOSITORE

JACOPO CONTI

assati dieci anni dalla scomparsa se ne nutriva e li rielaborava in maniera perso- Lettore insaziabile di libri e fumetti, aman- di Fausto Romitelli, la sua opera, nale, senza scimmiottare stili o fingere di essere te del cinema e delle arti visive, riusciva a tra- già eseguita da importanti en- quello che non era. Per lui l’unica differenza era durre nella sua musica questo caleidoscopio di semble quando era in vita, ottie- tra la musica scritta e quella non scritta, e non interessi. Non si soffermava su di un genere in ne sempre più attenzione. Certo, finse mai di non appartenere alla prima cate- particolare, ma è innegabile che la fantascien- èP un destino sovente riservato a chi se ne va goria, scrivendo rigorosissime partiture in cui za, l’underground e tutto ciò che avesse a che troppo giovane, ma che non sembra neanche cercava di ottenere su carta quello che nel rock fare con la distorsione materiale, l’alterazione troppo ovvio o scontato nella musica contem- e techno si ottiene empiricamente (per questo, delle percezioni e la violenza che ne consegue poranea, un sistema in cui, come diceva Frank è molto amato anche nei circuiti dell’elettroni- lo attraeva. È dal trittico di Professor Bad Trip, Zappa, «la prima e l’ultima esecuzione pubblica ca sperimentale e dell’alternative). Non era in- quando la chitarra elettrica irruppe nelle sue di un brano spesso coincidono». La creazione teressato ai mash-up e a quelle che qualcuno si composizioni e divenne il suo modello sonoro, di un canone implica sempre due conseguenze: ostina a chiamare “contaminazioni”, odiava gli che queste sue pulsioni si esacerbarono crean- l’oblio per chi, contemporaneo dei “canonizza- accademismi della maggior parte dei suoi col- do quell’ibrido tra suoni acustici ed elettrici ti”, non vi appartiene e il tentativo di unifor- leghi e lo snobismo delle avanguardie “còlte”: (reale o creato ad arte) che caratterizza i suoi marsi dei successori – che, in quanto imitazioni voleva legarsi all’esperienza fisica e sensoriale, pezzi più importanti, come il dittico delle Do- degli originali, vengono considerati inferiori. come nel rock psichedelico e dalla techno. Per meniche alla periferia dell’impero, Audiodrome Romitelli è riuscito a essere sufficientemente questo, si vedeva come un virus inoculato nella e il suo ultimo lavoro, An Index of Metals. fedele alla propria formazione da essere ricono- musica colta, pronto ad attaccare il sistema alla È forse giunto il momento che questo virus sciuto dalla comunità della musica contempo- prima l’occasione. si diffonda? Così pare. ranea e a essere abbastanza antiaccademico da non passare inascoltato. Romitelli poté sentire solo uno dei suoi ben sette dischi monografici usciti negli ultimi die- Le commissioni ci anni (una cifra elevata anche per un artista rock, figuriamoci per un compositore “còlto”), di Milano Musica gli è stata dedicata una puntata di Incontri Con- temporanei sul canale televisivo Classica HD, La sera del 9 ottobre si percussioni (Romitelli, Dufourt, su YouTube continuano a spuntare come fun- va tutti all’Alcatraz (ore Murail, Mancuso, Montalbetti) ghi esecuzioni di suoi brani, mentre per il solo 20.30), per assistere a una e il Quartetto di Cremona 2014 è prevista la pubblicazione di ben quattro doppia performance: la video- (Lachenmann, Šostakovič, libri su di lui (due in italiano, uno in francese e opera An Index of Metals di Ghisi, Perini). Inatteso il uno in inglese) e gli viene dedicata la ventitre- Romitelli, con l’Ictus Ensemble, binomio Romitelli+Ravel che e, a seguire (ore 22.00), le creazioni verrà proposto dall’Ensemble esima edizione di Milano Musica. La Milano in di tre partiture elettroniche con Intercontemporain alla Scala, cui si spostò da Gorizia negli anni Ottanta per video di Vainio, Viel e del collettivo il 3 novembre. Poi il concerto studiare in Conservatorio e in Civica con Do- Otolab. Due gli appuntamenti dell’Ensemble Bernasconi e del natoni, in cui conobbe gli amici Massimiliano sinfonici del Festival: di Romitelli Coro di voci bianche della Scala Viel, Riccardo Nova e Pietro Borradori, e in cui verranno eseguiti Meridiana (in (Poulenc, Romitelli, Maresz) fondò, con alcuni di loro, Nuove Sincronie nel prima assoluta) e Audiodrome, alla Basilica di San Simpliciano 1990 e Sincronie nel 2003. rispettivamente da laVerdi (10 (7 novembre) . Il 13 novembre ottobre, Auditorium di Milano) il MDI Ensemble eseguirà, Non si fermava mai, sia geograficamente che e dalla Filarmonica (26 ottobre, tra gli altri, le Domeniche alla intellettualmente: appassionato di spettrali- Teatro alla Scala). Prezioso periferia dell’Impero di Romitelli smo, sentiva la necessità di rappresentarne una l’impaginato offerto dal Quartetto e Questo è un gruppo e pace di “seconda generazione”, assimilando ogni sono- Prometeo (Auditorium San Casale, lavoro, quest’ultimo, rità possibile, imitandone la natura riprodotta Fedele, 17 ottobre, ore 20.30): oltre commissionato da Milano Musica e amplificata. Interessato alle manipolazioni a Natura morta con fiamme di come le due novità di Verrando e Romitelli, Nymphea di Saariaho di Nova in programma, insieme timbriche (si collocava sull’asse Debussy-Lige- e il Secondo Quartetto di Haas. alle tre “lessons” del Professor ti-Grisey), non si fermava di fronte agli steccati Ancora al San Fedele, 24 e 31 Bad Trip, il 15 novembre. ideologici: si trattasse di Grisey, Ligeti, Aphex ottobre, Virzì e Beneventi in Alessandro Turba Twin, Pan Sonic, Jimi Hendrix o Pink Floyd, lui musiche per chitarra elettrica e/o 18 ottobre 2014

CONTEMPORANEA Una memoria collettiva AL FESTIVAL APERTO DI REGGIO EMILIA VA IN SCENA IL SOGNO DI UNA COSA, L’OPERA DI MAURO MONTALBETTI PER NON DIMENTICARE LA STRAGE DI BRESCIA

ALESSANDRO RIGOLLI

a sesta edizione del Festival Aperto – che, dalla fine di settembre ha abitato Reggio Emilia attraverso sei intense settimane di musica, danza e spettacolo dal vivo all’in- Lsegna della contemporaneità – chiude il cartel- lone 2014 con un’opera nuova, Il sogno di una cosa di Mauro Montalbetti (musica), Marco Baliani (libretto e regia), Alina Marazzi (regia video). Un lavoro – in scena il 31 ottobre e il 2 novembre al Teatro Valli – ideato per il 40° della strage di Piazza della Loggia a Brescia, un canto civile su un dramma impunito come tanti altri. Un progetto per non dimenticare, come ci racconta Montalbetti. Quali sono i caratteri principali del lin- guaggio musicale che ha impiegato ne Il sogno di una cosa? «Formalmente l’opera procede attraver- so differenti quadri scenici in cui si focaliz- zano tematiche e domande, senza costruire un racconto lineare. La musica segue questa architettura drammaturgica cristallizzando l’emozione per scarti improvvisi, per contra- sti, attraverso la rilettura di registri linguistici diversi tipici degli anni Settanta: dalla musi- ca d’avanguardia al rock progressive, dal free jazz, alla canzone popolare. Questi linguaggi entrano talvolta in collisione con squarci co- Da sinistra: il compositore Mauro Montalbetti, Alina Marazzi (regia video), Marco Baiani (regia) rali, in cui evidente è il riferimento al grande madrigalista bresciano del cinquecento Luca Marenzio. L’obiettivo di questa eterogenea ma preferisco definire Il sogno di una cosa teatro più abituale e, se vogliamo, scontata ? rigorosa partitura – dal punto di vista armo- musicale o Azione musicale, ma per il ministe- «L’opera Il sogno di una cosa è nata dal per- nico e timbrico vi è un controllo assoluto dei ro, fermo a definizioni vecchie di cinquant’an- sonale desiderio di ricordare dopo quarant’an- materiali che convergono tutti in una serie di ni, esiste e riconosce solo l’opera. Ma non mi ni ciò che di terribile accadde quel giorno in spettri armonici fondamentali – è quella di dispiace il termine Opera, in fondo nel mio Piazza della Loggia, quell’atto vigliacco, crimi- amplificare una drammaturgia creata da azio- lavoro – e come nelle opere tradizionali – ab- nale, quella distruzione della vita che segnò ni sceniche cantate, danzate, recitate con im- biamo molti linguaggi diversi, sorretti da una indelebilmente la coscienza della mia città. magini proiettate su mutevoli superfici». drammaturgia fortemente condivisa grazie al Questo atto di memoria collettiva non può Nelle produzioni contemporanee vengo- meticoloso e appassionato lavoro – oltre un che avvenire nel luogo simbolo della polis il no spesso usate descrizioni come “teatro anno di preparazione e di ricerca – svolto con teatro e con il linguaggio teatrale fatto di veri- musicale” o altre più o meno neutre, men- Marco Baliani e Alina Marazzi». tà; di corpi che si muovono e recitano, canta- tre la definizione di “Opera” per il vostro Il tema trattato – una ferita aperta come no, danzano in palcoscenico. Nel nostro caso lavoro mi appare una scelta molto netta: vi altre altrettanto drammatiche collocabi- il video è la memoria collettiva, la straordi- sono in effetti caratteri strutturali operi- li tra cronaca e storia recente del nostro naria sequenza di immagini d’epoca scelti e stici ai quali avete fatto riferimento? Paese – quale valore aggiunto trova nella montati da Alina Marazzi e dal suo staff, si «Non ci sono specifiche relazioni con l’o- dimensione teatrale rispetto, per esempio, inseriscono perfettamente nella drammatur- pera in senso tradizionale, in questo caso io a quella cinematografica, oggi come oggi gia dell’opera». CLASSICA attualità 19

CONTEMPORANEA L’amicizia perduta

MARCO TUTINO HA SCRITTO LIBRETTO E MUSICA PER UN’OPERA DA LE BRACI DI SÁNDOR MÁRAI: IN PRIMA ASSOLUTA A BUDAPEST

MAURIZIO CORBELLA

arco Tutino uno dei com- ripercorrono la loro vita, ormai anziani. Quindi positori italiani più attivi era necessario aggiungere qualcosa, soprattutto nel teatro musicale: Le bra- bisognava aumentare i personaggi. La cosa di- ci è il nuovo allestimento vertente è che, nei flashback in cui i personaggi Marco Tutino che riceverà un’anteprima raccontano di se stessi evocando il loro passato, Mscenica questo 9 ottobre alla Liszt Academy di ci saranno altri cantanti che interpretano i due Se si guarda indietro – come fanno i due Budapest, nell’ambito dell’Armel Opera Festival protagonisti da giovani». protagonisti – quali sono le linee di continu- di Szeged. In realtà si tratta di una commissione Com’è la relazione del pubblico unghe- ità che caratterizzano il suo teatro musica- del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca rese con il teatro musicale contemporaneo, le? e del Maggio Musicale Fiorentino, dove l’ope- visto che non è nuovo a collaborazioni con «Ho intrapreso la direzione della semplicità. ra debutterà in forma definitiva con la regia di l’Opera di Szeged? Ho tolto, piuttosto che aggiungere, e ho cercato Gabriele Lavia, rispettivamente nel luglio e nel «In effetti l’Ungheria è stata per me una se- di rendere sempre di più l’essenza del linguaggio novembre di un intenso 2015, che vedrà anche conda casa, credo sia la quinta opera che porto operistico, cioè il fatto che ci sia qualcuno che il debutto alla Opera House de La in scena lì. Questa è anche la ragione per cui ci canta, che questo canto debba essere compren- ciociara, tratta dal capolavoro di Moravia por- tenevo che Le braci fosse presentata a Budapest, sibile, e che la linea vocale debba avere le carat- tato al cinema da Vittorio De Sica. Il 12 mar- dove il romanzo è molto sentito». teristiche di una vera e propria melodia». zo sarà invece la volta della prima assoluta del melologo Vatel, presso i Pomeriggi Musicali di Milano. Il romanzo Le braci di Sándor Márai non è un soggetto nuovo per Lei, vi si era già ci- mentato nel suo melologo Le ultime braci. «Sì, era una composizione commissionata da Sentieri Selvaggi nel 2003 per un voce reci- tante ed ensemble, tratta dalle ultime pagine del romanzo di Márai. Ma non c’è alcuna relazione con l’opera Le braci, anzi il libretto che ho trat- to dal romanzo ha modificato molto anche la CORSI DI PERFEZIONAMENTO storia in sé». 2014/2015 Come è nata l’idea di adattare il romanzo per il palcoscenico? IL QUARTETTO D’ARCHI «Chiacchierando a Martina Franca con Al- CON DUE GRANDI MAESTRI! berto Triola. Parlando de Le braci, gli raccontai la mia idea di libretto, che avrebbe appunto ap- portato delle sorprese rispetto al romanzo. Lui si innamorò della mia versione. Da lì siamo an- Miguel da Silva (Quartetto Ysaÿe) dati avanti e abbiamo chiesto a Gabriele Lavia se fosse interessato alla regia. Ovviamente non Andrea Nannoni posso rivelare la sorpresa della “versione Tuti- no”, ma il motore di tutto quanto è proprio la 4 BORSE DI STUDIO mia interpretazione di quel racconto». Il romanzo parla di una grande amicizia a copertura dei costi di frequenza tra i due protagonisti, spaccatasi intorno a una donna al tramonto dell’impero Austro- Ungarico: insomma, una trama adatta a un www.scuolamusicafi esole.it melodramma nel senso classico del termi- ne. «Sì è vero, ciononostante si svolge in una lunga conversazione tra i due protagonisti che 20 ottobre 2014

OPERA Gemelli allo specchio AL THÉÂTRE DES CHAMPS-ELYSÉES DI PARIGI CASTOR ET POLLUX DI RAMEAU DIRETTO DA HERVÉ NIQUET, CON LA REGIA DI CHRISTIAN SCHIARETTI/ ALESSANDRO DI PROFIO

el nome di Rameau il Théâtre zione: John Tessier (Castor), Edwin Crossley- (Pollux) e altro umano (Castor). E su questa al- des Champs-Elysées inaugura la Mercer (Pollux), Omo Bello (Télaïre), Michèle terità gioca il regista Schiaretti che trasformerà nuova stagione lirica. Si comin- Losier (Phœbé). Alla “prima”, il 13 ottobre, se- il Théâtre des Champs-Elysées nello specchio di cia con Castor et Pollux, una guiranno altre quattro recite fino al 21. se stesso: tra la sala e la scena, vi saranno con- delle opere maggiori dell’autore Non è la versione del 1737 che finirà sulle tinui rimandi, creando una voluta confusione franceseN di cui quest’anno si celebrano i 250 scene del teatro parigino, ma quella del 1754. tra la finzione della vicenda e la realtà del luogo anni della morte. Sarà l’occasione per il teatro di Tra l’una e l’altra, le differenze sono notevoli. Il della rappresentazione. L’architettura del teatro ritrovare il direttore d’orchestre Hervé Niquet, primo Castor et Pollux venne composto in una con citazioni neoclassiche non farà che prestar- che sempre in compagnia del suo ensemble, Le fase di tensione tra i seguaci di Rameau e quel- si, involontariamente, a questi andirivieni ri- Concert Spirituel, era stato il protagonista del li di Lully. Con il secondo, si cambia polemica: cercati dal regista. Spiega il drammaturgo della ritorno (raro) delle Fêtes de l’hymen et de l’a- in piena Querelle des Bouffons, si tratta questa produzione, Florent Siaud: «I due fratelli hanno mour. La regia è affidata a Christian Schiaretti volta di rivendicare la superiorità della musica sempre un rapporto di chiaro-oscuro tragico o che, pur privilegiando il teatro, non è affatto francese. In ossequio alla tradizione francese, la addirittura crudele. Quando uno è vivo, l’altro nuovo all’opera, dove si è già occupato tanto vicenda coinvolge gli dei, ma il mondo degli uo- è un’ombra. L’altro è presente come i morti di repertorio italiano che francese. Nel cast si mini è ben presente. Anzi, si passa dagli uni agli possono esserlo tra i viventi. La condizione della ritrovano soprattutto voci della nuova genera- altri. È il caso dei due gemelli, l’uno immortale vita dell’uno è la morte dell’altro».

Il cantiere di Essen CANTANTI Da Manon Lescaut al Grand Macabre di Ligeti I debutti di Natale È A ROUEN PER I CONTES D’HOFFMANN La stagione 2014/2015 dell’Aalto Musiktheater Argentino di nascita e italiano d’origine, Carlos di Essen entra nel vivo il 4 ottobre con la prima delle cosiddette premieren del cartellone di Natale: «Mio padre e i miei fratelli sono musicisti – quest’anno, ovvero le nuove produzioni che – nel racconta il tenore – a quattro anni ho iniziato col tango, diverso meccanismo dei teatri tedeschi – si alternano repertorio che canto ancora: il 26 maggio 2015 per esem- alle riprese di altri titoli. «Come ogni anno – ricorda pio con l’ensemble dell’orchestra dell’Opéra di Rouen». A Hein Mulders, sovrintendente dell’Aalto Musiktheater Rouen debutterà in Les contes d’Hoffmann e Cenerentola, e della Filarmonica di Essen – sono cinque le mentre a marzo 2015 gli toccherà Parigi per la prima di Les nuove produzioni. Inizieremo con Manon Lescaut nell’allestimento di Stefan Herneim, del quale vorrei contes de la lune vague di Xavier Dayer. Dal 3 all’11 ottobre ricordare, tra tutti, il Parsifal al Festival di Bayreuth. a Rouen, e il 16 e 18 all’Opéra Royal di Versailles, la copro- Si tratta di una coproduzione con i teatri di Dresda duzione Opéra di Rouen-Teatro Sociale di Como del lavoro e di Graz, un’esigenza dettata non solo da motivi di Offenbach sarà di scena con lo stesso regista, Frédéric economici e organizzativi ma piuttosto dalla volontà Roels, con cui Natale ha collaborato nella riuscitissima Car- di portare in diversi teatri e quindi a un pubblico più men Intime. vasto, realizzazioni di pregio come questa. Sul podio un Cosa ha chiesto stavolta Roels ai suoi cantanti? giovane italiano di sicuro talento, Giacomo Sagripanti, che già è stato nostro ospite nel 2013 e nel 2014 per «La regia offre un’interessante interpretazione: i quattro titoli verdiani. Il cast vede la presenza di ospiti e di ruoli del tenore, tra loro assai diversi, sono lo stesso perso- cantanti del nostro teatro, sono convinto che avremo naggio che muta in ogni altro il suo punto di vista. Roels è un piacevole spettacolo, con scene di pregio, molto molto coerente nel prendere in esame l’unione tra musica e movimento». Tra le successive nuove produzioni merita testo, cosa che mi piace moltissimo, ed è interessato a cosa parlare anche dell’Idomeneo di Mozart, previsto il l’artista può apportare». prossimo 29 novembre. «Si tratta della prima volta che questo titolo viene rappresentato nel nostro teatro – Sempre all’Opéra di Rouen debutta nel Don Ramiro prosegue Mulders – ed è un pezzo fantastico, sul podio rossiniano dal 16 al 24 gennaio. Come si sta preparan- ci sarà Tomáš Netopil (che è pure direttore principale do? della Filarmonica di Essen)». Il titolo più particolare «È un ruolo che mi piace tanto, pirotecnica e fuochi d’ar- resta comunque quello di György Ligeti, a febbraio tificio con una linea vocale generosa. Un’interpretazione di 2015. «Considero uno dei pezzi più Le Grand Macabre riferimento è per me quella di Raul Jmenez. È per questa importanti del Novecento: la direzione sarà affidata al russo Dima Slobodeniouk». Giorgio Cerasoli “generosità” che dopo il concerto barocco con l’orchestra della Saccisica nel padovano dal 28 al 30 novembre mi prenderò del tempo per concentrarmi». A.S. CLASSICA attualità 21

MOSTRE L’inaudito rumore della Grande Guerra

A PÉRONNE, NEI CAMPI DELLA SOMME A UN’ORA DI TRENO DA PARIGI, LA GRANDE MOSTRA “ENTENDRE LA GUERRE. SONS, MUSIQUES ET SILENCE EN 14-18” RACCONTA DI SOLDATI-MUSICISTI, DELL’ORRENDO CLANGORE DELLE BATTAGLIE, E DELL’ARRIVO DEL JAZZ IN EUROPA CON UN REGGIMENTO AMERICANO

FIORELLA SASSANELLI

un’ora di treno dalla Parigi dei teatri e dei dal fronte. Nella prima sezione, “Il suono della guerra” boulevards, più quindici minuti in taxi, si sono presentati esemplari di granate francesi e tedesche, arriva a Péronne, nel cuore dei campi della fischietti, megafoni e sonagli per dare l’allarme in caso di Somme dove nel 1916 si consumò una del- gas. Dal fronte, ci si sposta nelle retrovie, sino a entra- le più atroci battaglie della Grande Guerra: re negli accampamenti militari dove la musica, condivisa Aoltre un milione di vittime caddero in cinque mesi di com- in piccole formazioni da camera o anche orchestre di for- battimenti, tra cui 72.000 soldati britannici e sudafricani tuna, diventava la compagna attraverso cui esorcizzare il rimasti senza sepoltura. A Péronne nel 1992 è stato creato dramma della distruzione. l’Historial de la Grande Guerre, un museo (che è anche Le sezioni “Musiche militari”, con fotografie o esem- centro di formazione e laboratorio di ricerca) che ha sede plari autentici di tamburi e divise, e “Canzoni del fronte o in un antico castello, e che documenta la guerra in tutti i delle retrovie” preparano alla sezione più suggestiva della suoi risvolti sociali. mostra: gli strumenti dei soldati. Nei quattro anni del con- È noto che la Prima Guerra Mondiale costò la vita a flitto furono costruiti un numero impressionante di violi- molti musicisti. A cento anni da quello sconvolgente avve- ni, e più raramente di violoncelli, dalle mille forme e con nimento, la mostra “Entendre la guerre. Sons, musiques et i materiali più diversi, oltre a pseudo banjo e mandolini. silence en 14-18”, che sino al 16 novembre si può visitare In quest’ambito, l’Historial mette in risalto alcuni pezzi all’Historial de la Grande Guerre, offre un’occasione uni- tra i più significativi della sua collezione: due mandolini ca. Perché l’esposizione è allo stesso tempo specialistica e costruiti, l’uno a partire da una scatola di conserva, l’altro generalista, storica e musicologica, tecnica e culturale, e da un catino in ferro sormontato da una cassa armonica ciò grazie all’opera di concertazione svolta dalla sua cura- in acacia, oppure un banjo la cui iscrizione all’interno in- trice, Florence Gétreau, direttrice di ricerca della sezione forma che esso è stato costruito a “Reims, luglio 1918 con musicologica del Cnrs (il corrispettivo francese del nostro l’aiuto di Bertrand”, a partire dalla parte inferiore della Centro nazionale ricerche) ed esperta di iconografia musi- bombetta di un casco militare. In grande evidenza è posto cale. A lei si deve anche il prezioso catalogo, pubblicato da il violoncello da guerra di François Gervais (1885-1956), François Gervais Gallimard (160 pp., € 24,00). violoncellista dell’orchestra dei Concerts Lamoureux. Il con un violoncello Più che una retrospettiva sulla musica negli anni di suo strumento dalla foggia insolita, parte integrante della costruito in un deposito di munizioni guerra, la mostra è la ricerca della definizione del paesag- collezione permanente dell’Historial di Péronne, fu fabbri- (coll. Historial de la gio sonoro del conflitto. Era la prima volta che l’Europa cato tra fine maggio e inizio giugno 1915 da un commili- Grande Guerre © foto e il mondo venivano scossi da uno scontro a dimensione tone del 313° Reggimento di fanteria, un falegname cono- Y.Medmoun) industriale. La guerra fu, infatti, il trionfo del rumore, di sciuto come Montereau e del quale il violoncello porta il un rumore “inaudito” nel senso letterale del temine. Ep- nome. L’ingresso in guerra degli Stati Uniti (il 15° Reggi- pure, sebbene la tecnologia avesse potuto già consentirlo, mento di fanteria americano sbarcò a Brest il 31 dicembre nessuno registrò i rumori al fronte. Esiste, tuttavia, un 1917) aprì la porta all’ingresso del jazz in Europa. sonogramma ante-litteram, tracciato l’11 novembre 1918 La sezione “I compositori e la guerra” offre qualche alle 11, un minuto prima e un minuto dopo l’armistizio, celebre e illuminante esempio, come raccontano il fron- che documenta la sparizione del frastuono dell’artiglieria e tespizio della prima edizione della suite per pianoforte Le l’avvento di un silenzio ormai inedito dall’estate del 1914. tombeau de Couperin di Ravel (i cui sei movimenti sono La premessa era necessaria per comprendere il titolo dedicati ciascuno a un amico morto in guerra), o della me- dell’esposizione. Visitare la mostra significa infatti immer- lodia di Debussy per voce e pianoforte Noël des enfants qui gersi nei suoni di quegli anni, dentro e fuori il campo di n’ont plus de maison in cui si prega Gesù bambino di non battaglia, senza al contempo trascurare le ragioni del si- portare i doni ai bambini tedeschi; oppure le foto di Ravel lenzio; un silenzio imposto: dalle mutilazioni (che spesso in uniforme e di Jacques Ibert nel letto di un ospedale di colpiscono la testa e talvolta proprio l’orecchio), o dalla Amiens. necessità di non farsi intercettare dal nemico. Oltre 200 tra oggetti, opere e documenti, accompa- gnano il visitatore nelle 13 sezioni del percorso espositi- vo. L’esplorazione del paesaggio sonoro della guerra parte 22 ottobre 2014 Quarant’anni di Fiesole La Scuola di Musica, utopia di Piero Farulli, festeggia un importante compleanno: parlano il direttore Lucchesini e i protagonisti di questa splendida storia della musica italiana

ELISABETTA TORSELLI FOTO MARCO BORRELLI

Il sogno di Farulli a Scuola di Musica di Fiesole celebra i qua- vive ancora oggi rant’anni, trenta l’Orchestra Giovanile Ita- liana. Dagli inizi pionieristici, nelle poche ANDREA LUCCHESINI, DIRETTORE ARTISTICO DELLA SCUOLA, RACCONTA UN’EREDITÀ stanzette in via Portigiani concesse dall’ammi- nistrazione comunale fiesolana, alla realtà di Loggi a Villa la Torraccia, 1.300 allievi dai piccolissimi in su tra corsi propedeutici, di base, di triennio e biennio, di per- Quarant’anni anni sono un’età adulta, fezionamento, Accademia del Quartetto, orchestre e cori una piena maturità cui la Scuola di di ogni tipo e taglio e una produzione pressoché continua, Musica di Fiesole giunge carica di storia e tra allora e oggi, c’è di mezzo un profondo cambiamento di onori, grazie ai tanti progetti realizzati con della società e del ruolo della musica. Le ambiziose utopie la fatica e l’impegno di tutti coloro che hanno di allora, per cui arte, promozione sociale e sviluppo uma- contribuito alla sua crescita. Piero Farulli era convinto che si potesse costruire una società no erano tutt’uno, sembrano indebolite, e forse proprio migliore attraverso il contatto quotidiano per questo ci consola constatare che a dispetto di tutto i con la bellezza dei capolavori dell’arte: non talenti musicali continuano a fiorire, e che qui c’è chi del- sappiamo se oggi sarebbe soddisfatto della la loro coltivazione ha fatto una battaglia e una scienza, nostra società, ma è certo che a Fiesole ancora mosse dalla spinta originaria, etica e didattica, del migliaia di bambini e ragazzi hanno imparato fondatore Piero Farulli: restituire il dono della musica. in questi anni, facendo la musica insieme, a confrontarsi in modo aperto e civile, attraverso Forse per questo una successione apparentemente così il riconoscimento dell’essenziale specificità difficile, ad una personalità così esuberante e ingombran- di ciascun ruolo. La Scuola è stata per molto te, ha funzionato. Successione del resto programmata tempo il luogo della didattica più avanzata, dallo stesso Farulli, nell’affidare la direzione artistica ad proprio perché ha perseguito lo scopo di Andrea Lucchesini, artista non dell’arco ma della tastiera, avvicinare precocemente alla musica con le rivelatosi capace di lungimiranza e di reinvenzione. Come attività d’insieme. Questa impostazione, del aver valorizzato anche in questa roccaforte della musica tutto pionieristica all’epoca, si è sviluppata nel tempo con articolazioni originali ed d’insieme - osserva Pietro De Maria, uno dei docenti di efficaci, testate da una continua verifica sul perfezionamento pianistico - il ruolo dello strumento so- campo. La forza propulsiva del messaggio lista per eccellenza: «Il progetto “Ti amo Beethoven”, fir- di Farulli e la caparbia insistenza con cui era mato da Lucchesini, ha coinvolto moltissimo le classi di capace di superare qualsiasi diniego hanno pianoforte, dall’integrale delle Sonate che ha interessato radunato intorno alla Scuola le più eminenti anche i ragazzini per le Sonate facili op. 49, ai grandi che personalità del mondo musicale, permettendo la realizzazione di progetti ambiziosi e di grande hanno fatto e faranno i Cinque concerti con l’orchestra impatto educativo: numerosissimi musicisti Galilei, ed è molto importante anche lo scambio continuo oggi in attività hanno frequentato la Scuola di di docenti e allievi con istituzioni come il Mozarteum di Fiesole negli anni della formazione. È questa la Salisburgo e l’Università di Coimbra». grande eredità che ciascuno di noi sta cercando Il senso tipicamente fiesolano dell’intima continuità di non disperdere, accettando le nuove sfide che dei gradi e delle forme dell’esperienza musicale vissuta, pone il futuro, consapevoli della responsabilità che la storia della Scuola consegna a tutti come tra il bambino che comincia a tirar l’arco e il quar- coloro che partecipano a questo straordinario tettista sulle soglie della carriera, negli ultimi anni sembra progetto formativo. aver trovato ulteriore vigore e riscontro dall’essersi fatta Andrea Lucchesini Fiesole il principale riferimento organizzativo e didattico CLASSICA professioni 23

del Sistema Abreu in Italia, come a suo tempo riferito dal nostro giornale. «Stiamo puntando ad una scuola senza soluzione di continuità fra base e vertice, in cui il bambino deve vedere il perfezionamento e il perfezionando si rende conto e deve render conto di come insegnare al bambino, in una riorganizzazione di saperi che ci coinvolge tutti», dice il violista e nipote di Piero, Antonello Farulli, non a caso responsabile didattico e scientifico di questi due estre- mi opposti fiesolani che attraverso lui si toccano, la colo- nia delle Piagge e l’aristocratica Accademia del Quartetto. Certo molto di tutto ciò è diventato, almeno idealmen- te, patrimonio comune anche nella didattica ufficiale dei Conservatori, per quanto lo permettano gli sminuzzamen- ti di crediti e debiti formativi, remore amministrative e quant’altro. Tanto più che oramai anche Fiesole ha avuto il riconoscimento dei suoi trienni e bienni e la facoltà di rilasciare i titoli accademici relativi. Insomma «non sia- mo più una rompighiaccio», dice il cornista Guido Corti, che nel 1980, quando la scuola si era appena trasferita alla Torraccia e lui aveva vent’anni, venne qui per un recital e colpì Farulli perché la sua tecnica di respirazione, appresa direttamente a Chicago dal grande Arnold Jacobs, gli ricor- dava il flusso dell’arco. Dalla sua classe e dalla Giovanile, di cui cura la sezione dei fiati, cinquantaquattro cornisti sono andati a occupare posti nelle orchestre italiane e eu- ropee. «Allora in Italia non c’erano strumentisti validi e ora ci sono e vanno a vincere i concorsi in tutto il mondo, il ruolo di Fiesole è stato importante in questo, ma il punto in alto: L’Orchestra Giovanile Italiana mi sembra un altro, il posto della musica nella formazione a sinistra: Andrea Lucchesini del cittadino europeo, e si tratta di vedere avanti come sa- peva fare Farulli, di capire prima quale sarà il nostro ruolo nell’Europa del 2020 e oltre. Adesso mi sto dedicando alla- creazione di un’orchestra giovanile dei Balcani, mettendo insieme nazioni che sono state nemiche, una creazione di armonia secondo il modello fiesolano». Anche Giampaolo Pretto è un veterano: era il primo flauto dell’Orchestra Giovanile Italiana nella sua prima, pionieristica fase, dai suoi diciassette anni ai >>

Progetto amatori

L’amatorialità era già agli studenti fiesolani avanzati presente nei primi anni o neoprofessionisti, che anziché della scuola, con il corso di ‘sdegnarsi’ si sono gradualmente pianoforte a quattro mani, appassionati alla missione, attualmente affidato a imparando a concentrarsi più Simonetta Nannoni. Da qualche sulla musica stessa che sulla anno la scuola ha un vero e brillantezza tecnica. Io cerco di proprio e articolato Progetto alternare i livelli, ad esempio con Amatori - attualmente dai 20 ai un violoncellista posso cominciare 30 frequentanti - al cui centro con un trio di Haydn dei più c’è la musica da camera oltre semplici, in cui lo strumento fa alle lezioni individuali e ad altri poco più del continuo, ma poi fargli “pacchetti” didattici secondo buttare il cuore oltre l’ostacolo, passione e necessità. Fra i magari con Schumann. Di fatto referenti del progetto c’è il pianista mi sono ritrovato con molto e fortepianista Riccardo Cecchetti, materiale da proporre ai concerti docente fiesolano e membro del della scuola, e stiamo pensando Dall’archivio storico di Fiesole: Piero trio Voces Intimae. «Ciò che mi ad un vero e proprio festival Farulli con Mstislav Rostropovič ha permesso di avere risultati internazionale dedicato agli molto buoni è il mescolare le carte, amatori». mettendo insieme gli amatori 24 ottobre 2014

Imparare a comporre

Tra i recenti successi cominciato a scrivere musica della vispa e popolosa - dice, senza altri studi se non classe fiesolana di un meraviglioso corso di base composizione di Andrea al Morley College e le lezioni di Portera c’è il secondo premio armonia jazz di Tim Richards. ottenuto da Giovanni Dario Nel 2010 sono tornato a Manzini al concorso Toru Firenze per studiare sul serio Takemitsu di Tokyo, giudice a Fiesole, confrontandomi unico Peter Eötvös, con Until subito con scritture e tecniche the sea above us closed again per me completamente aliene: (è l’Ulisse di Dante: “Infin che Ligeti, Berio… Portera riesce ‘l mar fu sopra noi richiuso”). a coordinare una marea di Manzini è già in finale anche ragazzi dai livelli e interessi al concorso Penderecki, a assolutamente differenti novembre, con un brano grazie ad un approccio molto ispirato alla Terra Desolata pratico alla scrittura: uno di Eliot, nel frattempo sarà scrive e vede subito eseguita alla Biennale Musica. È un la sua musica dai ragazzi di allievo grande, fiorentino, Fiesole. Poi, andando avanti c’è nato nel 1978, andato a Londra il premio di composizione della a diciotto anni per studiare scuola, intitolato ad Antonio videoarte, contesto in cui ha Veretti».

venti, e subito dopo avrebbe vinto il concorso di primo flauto della defunta Orchestra Rai di Milano (oggi è primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai). Fra le sue molteplici attività, Pretto è stato docente della sezione fiati dell’Ogi, e da un paio d’anni maestro d’orchestra. «Io sono convinto che lo spirito di Farulli sia rimasto, un’espe- rienza formativa all’insegna della completezza, dell’ascol- tare-ascoltarsi, ma abbiamo dovuto rimodulare le attività dell’Ogi sulle esigenze di oggi. Non possiamo più chiedere a ragazzi sempre all’inseguimento di crediti formativi di fare 220 giorni l’anno, si è rivelata necessaria una maggior selezione in entrata e tutta un’altra velocità di montaggio, con tournées e programmi più serrati ma credo attraenti per loro, ad esempio a ottobre e novembre, con Enrico Din- do e con me, Šostakovič, Brahms, Stravinskij, Berg». Uno stringersi dei tempi del tutto coerente con quanto succede nella professione vera. Ma che cosa diremo ai giovani che hanno dedicato infanzia e adolescenza alla musica e poi si ritroveranno fuori dalla professione e dalla didattica? «È vero, è inutile che ci raccontiamo fandonie: non ci sarà lavoro per tutti. Intanto dobbiamo lottare perché almeno quello che c’è rimanga in vita. Poi quello che mi impongo come docente è l’imperativo di cui parlava Farulli: restitui- re la musica, e nel far questo privilegiare tutto ciò che è in relazione con la parte profonda della musica. Il contatto con la bellezza, il fatto che Brahms è filosofia scritta in musica: questo è qualcosa che non si perde, anche se poi nella vita si fa altro». Ma lasciamo di nuovo la parola ad Antonello Farulli per l’Accademia del Quartetto: «Alla base c’è l’intuizione di Piero, quella di aver portato a Fiesole docenti come Norbert Braining, Hatto Beyerle e Milan Skampa, per dare visioni diverse, agganciate a tradizioni diverse del repertorio, come quella mitteleuropea e slava, fino alla formazione del cir- cuito Ecma, European Chamber Music Academy. Ma oggi ci dobbiamo chiedere cosa abbiamo da offrire al giovane quartettista cinese che arriva qui con un bagaglio tecnico già eccellente: non gli dobbiamo fornire interpretazioni, CLASSICA professioni 25

ma strumenti critici. Penso alla bella collaborazione con il Desderi di combinare studio del canto lirico e produzione, Centro Studi Boccherini di Lucca: lo studio dei manoscritti come avvenne nel progetto Mozart e poi nel progetto Mon- di Boccherini e di Nardini si è rivelato importantissimo per teverdi, fra gli anni Ottanta e i Novanta, «forse per l’e- capire il contesto musicale e culturale di questa protostoria splodere di decine di accademie più o meno effimere - dice italiana del quartetto, il suo profumo. Poi, una volta dati Desderi -, ma continuiamo a ideare e produrre. Ricordo questi strumenti, questi occhiali, saranno loro a guardare almeno la serata monteverdiana all’ultima Estate Fiesola- con i propri occhi». Quella del quartetto, almeno agli alti na, con un’originale ambientazione nell’area archeologica livelli, è un’esperienza totalizzante, elitaria, sembra diffici- e l’uso dei live electronics, e ora ci concentreremo sulle le conciliarla con la necessità del giovane musicista di oggi farse rossiniane». di inseguire il lavoro dov’è. «È vero, ma il quartetto d’ar- chi va avanti in quanto, come ci dimostra l’esperienza del Kronos, i compositori continuano ad aver voglia di scrivere per questa formazione, e dunque c’è un repertorio che non solo è di per sé forse il più bello in assoluto, ma che conti- nua a rinnovarsi, e infatti fra gli incontri più memorabili all’Accademia del Quartetto ricordo quelli con Sciarrino e Kurtág. Finché sarà così ci saranno ragazzi che vorran- no fare quartetto e verranno fuori nuovi giovani grandi quartetti come oggi l’Apollon Musagète, ma qui ho visto passare, agli esordi, il Quartetto di Cremona, il Quartetto Pavel Haas e tanti altri». Anche la coralità come espressione di un’amatorialità di alto livello ha un ruolo a Fiesole. Dagli anni Ottanta la Schola Cantorum “Francesco Landini”, diretta da Fabio Lombardo e costituita da persone dai venti ai settant’anni, partecipa alle produzioni di musica sacra e oratoriali, ma, dice Lombardo, «a questo punto sarebbe importante farla interagire di più con le classi e formazioni della Scuola. Penso a un progetto Schubert a partire dai cicli liederistici solistici e corali dalla Donna del lago, o a un progetto su Benevoli magari con gli archi barocchi di Antonello Farul- li». Per molti motivi, non è più riuscito invece a Claudio

L’Orchestra delle Piagge: l’integrazione nasce alla periferia di Firenze

Negli anni Settanta di sicuro Farulli della scuola era Mauro Ceccanti, importatore e della ditta Onerati, che ci danno l’uso degli era fra quelli che speravano che la italiano del metodo Suzuki, a tirar su i piccoli strumenti». classe operaia andasse in paradiso anche violinisti, fra quei bambini di allora c’era Seguite un metodo determinato ? grazie alla musica. Oggi che c’è la nuova, Martina Chiarugi, che oggi è la coordinatrice «No, tra gli insegnanti ci sono suzukiani, problematica cittadinanza costituita dagli del progetto dell’Orchestra delle Piagge. dalcroziani, seguaci del metodo Gordon o del immigrati nelle periferie e dai loro figli, un «Le lezioni sono collettive – racconta Martina Colourstrings, l’importante è l’impostazione pezzo importante della scuola è sceso giù Chiarugi -: alla scuola elementare “Duca di fondo del Sistema, il far musica insieme e dall’aristocratica Fiesole. La piana ad ovest d’Aosta”, abbiamo oramai quaranta bambini la catena di trasmissione per cui i vari livelli di Firenze, le Piagge, Brozzi, Peretola, Campi, dalla prima in poi, la propedeutica con ritmica e le varie attività si agganciano. Con esito a San Donnino... luoghi ad hoc per le ambizioni e coro – ma dopo due mesi li buttiamo in raggiera: miglior attenzione e comprensione anche sociali del Sistema di Abreu di cui orchestra ! - e gli archi, e finalmente anche notata dalle maestre, più richieste per la più Fiesole è il capofila italiano, certamente. due classi di fiati, tromba e clarinetto, altri vicina scuola media a indirizzo musicale, più Ma l’8 giugno 2012, al primo concerto della quindici bambini, che si ritrovano nei locali genitori dei bambini al coro delle Piagge. neonata Orchestra delle Piagge al circolo Arci che ci ha concesso l’Unicoop. All’ultima Festa Abbiamo bambini fiorentini, rom, albanesi, di Brozzi, presentatrice Adriana Verchiani (da della Musica fiesolana, il 24 giugno, i bambini romeni, africani, finalmente, l’anno scorso, allora molte cose sono successe e la vedova delle Piagge si sono mescolati molto bene anche due bambine cinesi. E poi c’è il di Farulli non ha più un ruolo ufficiale nella con i piccoli di Fiesole, ma per molti di questi master per operatore di orchestre infantili scuola, ma dichiara rapporti attuali costanti genitori andare non dico a Fiesole, ma anche che è appena partito: ci siamo mossi per e finalmente sereni con i vertici fiesolani, in centro a Firenze, è una trasferta... e allora tempo su un terreno in cui tutta l’Europa sta dandosi molto da fare in particolare a favore preferiamo fare i concerti qui, magari al centro cominciando a lavorare, la Regione Toscana di questo progetto), quello che ci capitò di commerciale. I corsi sono gratuiti, il progetto ci aiuta con quindici borse di studio su un vedere era un pezzo di Firenze periferico, sì, costa molto, ma per la scuola è il modo totale di ventisette frequentanti selezionati su ma molto civile e molto allegro. Un importante migliore di onorare la memoria di Farulli e di sessanta domande». elemento di continuità: se nei primi anni Abbado. Voglio ricordare il liutaio Sorgentone E.T. 26 ottobre 2014

CONVEGNI

a Napoli nel 1770, l’anno della visita in città dei Mozart e di Burney, vi morì il 25 agosto Adorabile del 1774, dopo aver completato il Miserere a due voci su testo di Mattei. Il mondo tutta- via correva veloce e i suoi colleghi Piccinni, Jommelli Paisiello e Cimarosa, oltre ovviamente a Mo- zart e Haydn, fecero rapidamente dimenticare A TRECENTO ANNI DALLA NASCITA CONVEGNI E MOSTRE PER RICORDARE l’“antiquato” Jommelli. Da Abert in poi sono NICCOLÒ JOMMELLI, COMPOSITORE ANCORA DA RISCOPRIRE stati i musicologi ad avviarne il recupero cul- minato nei lavori della massima studiosa di DINKO FABRIS Jommelli, Marita McClymonds. Invece qua- si nulla era la sua presenza nei programmi unque il mio adorabile Jomel- è ancora stato galantuomo con uno dei mas- concertistici e teatrali (negli anni Ottanta e la pur si ricorda di me? Questa simi protagonisti della musica europea prima Novanta solo un paio di titoli operistici, al verità… mi ha cagionato un di Mozart. Era nato ad Aversa il 10 settem- San Carlo con Curtis e De Simone e al Teatro piacere poco meno che pecca- bre 1714 e dopo gli studi al Conservatorio di Olimpico di Roma per la Filarmonica Romana minoso… Ah, non abbandona- Sant’Onofrio esordì nel 1737 con un’opera oltre alle preziose incisioni discografiche dei te,D mio caro Jomella, una facoltà nella quale comica a Napoli, poi con la sua prima opera Turchini di Antonio Florio). Il vero atto di na- non avete e non avrete rivali! …»: a queste seria allestita a Roma dal 1740 cominciò l’ir- scita della Jommelli-renaissance è venuto nel parole affettuose di Metastasio, scritte nel resistibile carriera internazionale di Jommelli, 2009 con il Demofoonte diretto da Riccardo 1765, faceva eco il suo erudito corrisponden- che vide le sue opere rappresentate nei prin- Muti (insieme all’oratorio Betulia liberata) al te napoletano Saverio Mattei, che gli inviò cipali teatri italiani e divenne maestro degli Festival di Pentecoste a Salisburgo: un trion- dopo la morte del compositore il suo Elogio Incurabili a Venezia; poi dopo un soggiorno a fo planetario, con riprese a Parigi e Ravenna. del Jommelli. E non meno ammirate sono le Vienna fu chiamato a Roma come maestro di L’occasione del tricentenario poteva consen- lettere di Padre Martini, a sua volta venerato San Pietro e quindi alla corte di Stoccarda dal tire di fissare la definitiva riscoperta. Invece dal compositore napoletano. È un mondo da 1754. Jommelli trasse un profitto straordina- finora solo pochi concerti minori quasi tut- scoprire Jommelli, profittando del terzo cen- rio dalla sua esperienza tedesca, divenendo il ti in Campania, mentre il San Carlo riman- tenario della nascita, visto che il tempo non più internazionale dei “napoletani”. Tornato da stranamente al 2015 l’inserimento di un suo titolo nel cartellone. Meglio sul versante scientifico: mentre il progetto interuniversita- su www.edt.itAcquista rio “Goldoni, Jommelli, Metastasio e Pergo- CONSEGNA GRATUITA lesi sulla scena musicale europea” comincia Chistoph Wolff a produrre edizioni critiche, il Conservatorio “Cilea” di Reggio Calabria, che aveva già ospi- tato nel 2011 un simposio su Jommelli (atti Mozart sulla soglia online), ripete l’esperienza il 3 e 4 ottobre con il convegno “Le stagioni di Niccolò Jommelli: delladella ffortunaort la musica sacra”, parte di un progetto partito AlAl servservizioizio dell’Imperdell’Imperatore,a 1788-1791 in giugno in Portogallo che continuerà fino a fine anno con appuntamenti a Venezia e forse ad Aversa (la città natale non ha ancora an- nunciato eventi). Ma è il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli che dedica a Jom- melli il progetto più ampio ed articolato: il 27 e 28 ottobre si terrà il convegno internaziona- le Jommelli Mattei e la creazione della“scuola GliGli ulultimi tre anni della vita musicale di Napoli”che si aprirà insieme all’i- di MMozart,o dalla nomina naugurazione di una mostra con lo stesso ti- a cocompositorem da camera tolo, con manoscritti, libri a stampa, quadri e ddell’imperatoreell’im alla morte strumenti musicali scelti tra i tesori dell’isti- pprematurarema e inaspettata. tuzione, a ribadire il legame di Jommelli con Il mmiglioreig saggio su Mozart Mattei; e per completare la giornata anche un ddaa mmoltio anni a questa parte. concerto dedicato ai salmi di Mattei musicati da Jommelli, con lo Scarlatti Lab del Master di CollanaCollana Contrappunti, pp. 240, € 22,00 musica antica del Conservatorio e i Turchini di Antonio Florio, per la Associazione Scarlat- ti. A conclusione delle manifestazioni napole- tane, il ritorno in Conservatorio in dicembre, con l’Orchestra Cherubini, di Riccardo Muti. edt.it

28 ottobre 2014

David Grubbs (foto Gonçalo F. Santos) CLASSICA culture 29 Tracce di effi mero

David Grubbs è musicista, saggista, e insegna al Conservatory of Music at Brooklyn College di New York: ha appena scritto un libro in cui spiega che la musica sperimentale e l’improvvisazione erano nate da una sostanziale contestazione del “feticcio della registrazione”

ENRICO BETTINELLO

uno dei libri più interessanti usciti negli ul- e sottopongono alla riflessione del lettore: pur muovendosi timi mesi. A scriverlo è il “professor” David in un ambito cronologico specifico, le questioni relative Grubbs, che insegna al Conservatory of Music alla relazione tra la musica sperimentale e improvvisata at Brooklyn College, ma che per gli appassio- con il formato discografico sono di grande attualità e ci nati di musica sperimentale di tutto il mondo hanno spinto a incontrare Grubbs per approfondirle. èÈ prima di tutto un nome di culto sin dalla fine degli anni Se il libro nasce come una tesi di dottorato e ha oc- Ottanta, dapprima come leader dei Bastro e degli Squirrel cupato l’interesse dell’autore negli ultimi anni, abbiamo Bait, poi anima – insieme a Jim O’Rourke – di quei Gastr voluto far partire la nostra conversazione dall’educazione del Sol che rimangono uno dei gruppi indimenticabili del- “sentimentale” alla musica di David Grubbs: la breve ma intensa stagione del cosiddetto post-rock di «Sono nato nel 1967 e, come molte persone che cono- Chicago. Si intitola Records Ruin the Landscape: John Cage, sco, attorno ai dieci, undici anni mi è venuta la mania dei the Sixties, and Sound Recording ed è pubblicato dalla Duke Beatles, dei Rolling Stones e degli Who - racconta -: devo University Press. Il titolo fa esplicito riferimento a un lapi- aver trovato istintivamente qualcosa di attraente nella mu- dario commento di Cage, che notoriamente considerava la sica degli anni che avevano preceduto la mia consapevo- musica registrata antitetica al proprio lavoro, per esplorare lezza di ascoltatore. Mi viene in mente un’intervista con in modo ampio e coinvolgente diversi aspetti delle musi- Ghostface Killah del Wu-Tang Clan, nella quale spiega che che d’avanguardia degli anni Sessanta, dagli happenings i samples con cui RZA costruiva la musica erano la colon- alla libera improvvisazione, passando per le partiture non na sonora dei propri genitori, la musica che li aveva uniti. convenzionali o gli esperimenti con l’elettronica. Musiche I miei ascoltavano classica pesante e pop leggero, che non che il formato discografico (all’epoca il classico lp) diffi- fanno proprio per me. A dodici anni ho avuto l’impulso di cilmente era in grado di documentare in modo completo verificare quali musiche avessero la stessa urgenza e con- e che anche per questo circolarono pochissimo all’epoca temporaneità che gli Stones e gli Who (che nel 1979 erano della loro creazione. già molto invecchiati) avevano avuto nel decennio prece- A sollecitare la riflessione di Grubbs è la constatazione dente. La mia educazione “biforcuta” comprendeva infatti che, quasi beffardamente, moltissimi di quei materiali (al- sia quello che scrivevano sul post-punk (PIL, Gang of Four, cuni dei quali addirittura all’epoca non autorizzati) sono Raincoats, etc.) Greil Marcus e Tom Carson su “Rolling oggi invece facilmente reperibili non solo nella messe di Stone”, sia la scoperta dell’originale e dissidente scena art- ristampe in cd, ma soprattutto attraverso la fruizione via punk della mia città natale di Louisville, Kentucky. Ho su- web garantita da siti e archivi come UbuWeb, DRAM o bito fondato un gruppo e una fanzine e in un paio d’anni archive.org. Una situazione che pone l’ascoltatore del Ven- quest’ultima mi aveva messo in contatto con persone che tunesimo secolo in una curiosissima prospettiva, quella di vedo ancora oggi, trent’anni dopo. Per farti un esempio poter conoscere in maniera quasi capillare – benché in- sono reduce da una presentazione del libro al Café OTO completa – alcune esperienze musicali che al momento di Londra ed era presente Thurston Moore, che ho cono- della loro realizzazione e urgenza furono conosciute da una sciuto nel 1983, grazie alle rispettive fanzines, Hit the Trail strettissima cerchia di testimoni. e Killer. Venendo però alla musica di cui scrivo in Records Il tema consente all’autore di attraversare, in stimolanti Ruin the Landscape, il mio accesso alla musica improvvisata capitoli densi di rimandi, le vicende dello stesso Cage e è avvenuto ascoltando i dischi (e qualche volta i concerti) dell’AMM, dello “sconosciuto” Henry Flynt che agli inizi di Sun Ra, mentre ho conosciuto il lavoro di John Cage del nuovo millennio ha trovato una fama discografica tar- attraverso il suo libro Silenzio e altre produzioni letterarie diva, di improvvisatori radicali come Derek Bailey, nonché difficili da classificare come Writing for the Second Time di iniziative archivistiche on-line come quelle citate. through Finnegans Wake. Pur dopo avere passato così tan- Molte le domande che le pagine di questo lavoro aprono to tempo a leggerne i lavori, adoro ancora la >> 30 ottobre 2014

voce di Cage come scrittore. L’eccezionale qualità della sua sica pop e la tecnologia. È un corso nel quale le principali scrittura, le idee ma anche la prosa, sono qualcosa che ho evoluzioni tecnologiche (l’introduzione della registrazione sempre avuto con me mentre scrivevo il libro». elettrica, la nascita dell’lp e del 45 giri, la registrazione di- Uno dei temi più interessanti affrontati nel libro riguar- gitale, eccetera) sono l’occasione per riflettere sulle evo- da il fatto che, pur nel cuore di quel Novecento che è stato luzioni stilistiche nella musica popular e posso dire che il secolo della riproducibilità tecnica e della musica regi- mi sembra sempre più difficile accendere l’immaginazione strata, una parte importante della produzione musicale dei giovani sulla storia industriale degli oggetti prodotti e d’avanguardia è vissuta – e spesso continua a vivere – al di commerciati. Diventa più difficile descrivere in modo con- fuori delle dinamiche della musica riprodotta. vincente, ad esempio, come il modo di lavorare di alcu- «Credo che ormai da molto tempo viviamo nell’era (o ne etichette o produttori (ad esempio la Stax, modello di nelle ere) della riproducibilità tecnica, ma l’obbiettivo del produzione “casalinga”, in cui uno staff regolare di autori mio libro è quello di descrivere i modi in cui il suono regi- e musicisti di studio lavoravano con una rotazione di can- strato ha giocato un ruolo nella cultura della musica spe- tanti) abbia avuto un’influenza decisiva su un intero stile rimentale degli anni Sessanta. Sono stati molto rari infatti musicale. Questo è il distacco che percepisco quando inse- i dischi di questa musica realizzati per il mercato commer- gno storia della musica pop: più un interesse nella canzone ciale e sotto molti aspetti i nuovi linguaggi della sperimen- in se stessa (con un occhio a come possa venire riproposta tazione sonora degli anni Sessanta (musica indetermina- e quale tipo di senso sonico inneschi nel momento presen- ta, minimalismo di lunga durata, partiture testuali, live te) che non la voglia di esplorare il modo in cui ha circola- electronics, improvvisazione libera) si definivano virtual- to nella cultura del tempo in cui è stata creata». mente in opposizione alla forma prefissata dell’lp. Mi in- Emerge in modo chiaro come il “testo” non sia qualcosa teressava indagare gli archivi di registrazioni in cui arrivare di fissato, ma il suo valore culturale muta in relazione alla davvero fino in fondo o capire la dimensione dell’archivio considerazione da parte di chi ne fruisce. È l’esempio della dalla percezione della sua completezza. Questo ha a che “riscoperta” di Henry Flynt, artista cui è dedicato un inte- fare con la relativa scarsità di registrazioni di musica speri- ressante capitolo del libro, ma vengono in mente anche i mentale negli anni Sessanta, relativa, intendo, al presente, casi di jazzisti come Thelonious Monk o Herbie Nichols, dove sembra che praticamente qualsiasi performance dal quello della popolarità postuma di Nick Drake o degli un- vivo sia destinata a essere documentata». sung heroes del free jazz sdoganati dalla lista di Thurston Sono passati pochi decenni, ma le modalità di fruizione Moore. sono mutate radicalmente: anche la stessa quasi infinita «Anche a me piace l’idea, ancor più se riferita agli artisti accessibilità di materiali che internet consente oggi suscita di cui parlo nel libro, che i testi siano qualcosa di tutt’altro reazioni differenti tra un appassionato quaranta/cinquan- che fissato. La preoccupazione dei compositori della gene- tenne, che ha impostazioni mentali pre-web, e un adole- razione che ha seguito l’esempio di Cage all’inizio degli scente nato e cresciuto con questa ipotetica disponibilità. anni Sessanta era che le registrazioni trasformassero le «Ho una certa ritrosia a generalizzare le abitudini d’a- scolto degli adolescenti nel 2014, ma uno dei corsi che tengo regolarmente al Brooklyn College riguarda la mu- David Grubbs (foto Augusto Contento) CLASSICA culture 31

performance, le azioni e le idee in lettera morta, oltre che ORER ORCHESTRA REGIONALE FILARMONICA in mera merce da vendere. Qui mi piace citare il filosofo DELL’EMILIA ROMAGNA ARTURO TOSCANINI Paolo Virno, con la sua idea su Glenn Gould e il desiderio di ottenere dei prodotti finiti (esito di una vita spesa in La Fondazione Arturo Toscanini bandisce concorsi e uno studio di registrazione) come una tendenza opposta audizioni internazionali per la copertura dei seguenti a quella che si associa a Cage. Vale la pena sottolineare posti nell’organico delle proprie Orchestre come negli anni Sessanta la produzione di composizioni Concorsi di finite da parte di Cage sia diminuita significativamente e 35,0$9,2/$FRQO·REEOLJRGHOODÀOD ciononostante non si debba enfatizzare la sua opposizione 35,02&2175$%%$662FRQO·REEOLJRGHOODÀOD alla “categoria”, dal momento che è rimasto un compo- • Iscrizione entro il 31 ottobre 2014 sitore per tutta la vita e che i suoi lavori erano pubblicati AudizioneAududiziizizioneonnene did da edizioni ben note e consolidate. Come possiamo quindi PRIMAPRIPPRRRIMA ARPAARPAPAAc ccononon obobboobbligoliggood ddellaelle laaI IIIIIa aarparpapa sottolineare il cambiamento dei valori culturali di un lavo- ••I IIscrizionescscrcriziiizziz oneono e eneentrontroroo ili 155 nonnovembreovemveemembreb 20220140141 ro registrato? Tracciando la sua storia materiale e valutan- do cosa ha significato per persone e pubblici differenti in epoche differenti». Uno spazio importante nel libro riveste anche la co- siddetta libera improvvisazione, che viene solitamente Le domande di partecipazione rappresentata come una pratica antitetica alla musica alle audizioni sono scaricabili unitamente al materiale musicale dal sito registrazione, che non può restituire che una parte limi- www.fondazionetoscanini.it tata dell’esperienza complessiva. Rappresentazione messa (sezione ‘lavora con noi’) e dovranno pervenire pesantemente in crisi dall’abitudine degli improvvisatori a mezzo lettera raccomandata a di registrare e pubblicare compulsivamente, tra l’altro in FONDAZIONE ARTURO TOSCANINI un mercato già di nicchia e ora ormai pesantemente mar- Segreteria audizioni Via Emilia Est, 38 - 43121 Parma ginale. Tel. + 39 0521 391326 / 670984 «Uno dei documenti più curiosi che ho riportato nel Fax + 39 0521 391312 [email protected] libro è la Scheda informativa Ottobre 1970 del gruppo in- glese di libera improvvisazione AMM. AMM è un gruppo che è stato estremamente candido riguardo alla propria ambivalenza nei confronti delle registrazioni e questo è un esempio di documento che rivaleggia con i discografi più ossessivi. Cosa c’è nella musica che, in teoria, non la- su www.edt.itAcquista CONSEGNA GRATUITA scia tracce – memoria esclusa – e continua a ispirare una meticolosa documentazione? L’evanescenza della libera improvvisazione costringe al suo opposto. Nel capitolo Alfredo Casella conclusivo del libro, suggerisco l’idea che l’avere accesso a un numero sempre maggiore di registrazioni di libera La musica al tempo improvvisazione offra una percezione migliore della musi- ca improvvisata come pratica quotidiana e non come una dell’aereo e della radio cosa definita solo da un gruppo ristretto di dischi (come Cronache musicali 1925-46 tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta), il che ricorda più da vicino vari ambiti della musica composta». La figura di John Cage è centrale nel libro, ben al di là della dichiarata avversità per le registrazioni a uso com- merciale, come ricorda lo stesso Grubbs. «Il fastidio di Cage nei confronti dei dischi aveva a che fare, tra le altre cose, con la sua avversione per la ripetizio- ne pedissequa, nonché per il fatto che la commercializza- OttantaOtt articoli, un saggio zione di un disco porterebbe con sé l’idea che esistano una e uun reportage sulla vita versione definitiva e il posto migliore, a casa propria, per musicalemu americana scritti ascoltarla. Ma lasciando da parte i dischi commerciali, il da un grande musicista suono registrato – nella forma del lavoro con il nastro ma- cheche fu attento testimone e gnetico – è stato l’occasione per una delle principali rive- protagonistapro del suo tempo. lazioni della sua vita, quella dell’incontro con un “campo sonoro totale”. Liz Kotz, nel suo libro Words to be Looked At, ha descritto in modo convincente l’influenza della re- CollanaColl EDT/Cidim, pp 480, € 25,00 gistrazione audio sullo sviluppo di 4’33”. Anche Pauline Oliveros ha dato una simile testimonianza su come la sua esperienza del suono registrato l’ha aiutata a riconsiderare l’atto stesso dell’ascolto». Sono temi di fondamentale importanza, che sono, o edt.it forse è meglio dire dovrebbero essere, al centro >> 32 ottobre 2014

della riflessione di ogni giovane compositore. rimentale degli anni Sessanta, fanno di tut- ments dei materiali d’archivio intitolati Inside «Mi sono trovato a usare la locuzione “at- to per eludere la rappresentazione. Penso ad the Dream Syndicate, Vol. I: Day of Niagara. titudini periodiche” per descrivere il rifiuto esempio alle performance di un artista come Io invece sono felicissimo di potere ascoltare moralistico delle registrazioni negli anni Ses- Tino Sehgal o a qualsiasi idea neoconcettuale con le mie orecchie una registrazione di quel- santa, perché mi sembra tutt’altro che rimos- come la teorizzazione di una sound art “non la formazione (La Monte Young con Marian sa dal modo elementare in cui ogni sorta di cocleare” da parte di Seth Kim-Cohen». Zazeela, Tony Conrad, John Cale, and Angus ascoltatore, giovani compositori inclusi, vive Tra i tanti lavori analizzati o studiati da MacLise) che fino a allora era rimasta chiusa e lavora con il suono registrato. Detto que- Grubbs per scrivere il libro, ci incuriosisce sa- nell’archivio di Young. sto, la profonda trasformazione che i media pere quali sono quelli che gli autori avevano Quando l’AMM ha ristampato il suo primo digitali hanno creato in termini di facilità di disapprovato e che invece l’autore è lieto di disco (AMMMusic, del 1967) su cd, ha inclu- documentazione, ma anche diffondendo la avere potuto ascoltare. so nuovamente alcuni testi scritti dai musicisti documentazione di performance dal vivo, ha «È davvero raro poter dire con sicurezza che del gruppo, testi che mettono in discussione la spinto gli artisti di vari ambiti (musica, tea- un autore non amasse un disco in particola- commercializzazione stessa della loro musica tro, performance, danza) a creare lavori che, re. Più semplice e frequente è che un autore («ammettiamo che quando qualcuno paga, si come quelli che emergevano dalla musica spe- esprima sentimenti molto contrastanti nei aspetta la merce»). Oltre al mio interesse per confronti di un lavoro nella sua forma regi- la musica in sé, la loro impostazione della do- strata. La Monte Young ha scritto una lunga manda – e specialmente il contesto delle note John Cage e Merce Cunningham al Black protesta nei confronti della pubblicazione, nel che accompagnano un disco – è stata fonda- Mountain College nel 1953 2000, da parte dell’etichetta Table of the Ele- mentale nel permettermi di articolare il nodo CLASSICA culture 33

della questione di Records Ruin the Landscape. E per finire, il disco del 1969 The Howlin’ Wolf Album, nel quale lo sfrenato chitarrista Pete Cosey (già con l’AACM, Miles Davis, etc.) si butta nella mischia. Notoriamente Howlin’ Wolf disapprovava questa registrazione».

«Adoro la voce di Cage come scrittore. L’eccezionale qualità della sua scrittura, le idee ma anche la prosa, sono qualcosa che ho sempre avuto con Orchestra della Svizzera italiana me mentre scrivevo il libro» (Lugano-Svizzera)

Direttore principale (da settembre 2015): Markus Poschner Ma è davvero così importante l’attitudine Direttore ospite principale: Vladimir Ashkenazy di un musicista nei confronti della documen- Direttore onorario: Alain Lombard tazione della propria musica? «Quello che un musicista pensa di un disco EZ?hg]Zsbhg^i^keOrchestra della Svizzera italiana nel momento della sua creazione è, dal mio cerca: punto di vista, di grandissimo interesse, ma ovviamente non è certo la parola definitiva sul valore del disco in questione». I. CORNO (50%) + fila (percentuale Altrettanto rilevante ci sembra, anche se da concordare) in una recente intervista Grubbs ha preferito non sbilanciarsi sull’argomento, le modalità Preaudizione: Lunedì 19 gennaio 2015 con cui un ascoltatore fruisce della musica Concorso: Martedì 20 gennaio 2015 registrata, modalità che come è facile intuire sono le più varie e alla cui composizione con- corrono anche fattori identitari e sociali. Ikh`kZffZ3 P':'FhsZkm&I>KEORCHESTRA Records Ruin the Landscape le. Con , ho lavora- DELLA SVIZZERA ITALIANA to a partire da un desiderio – cosa che deriva Via Canevascini 5 anche dalla mia attività di musicista – il desi- 6903 Lugano (Svizzera) derio di scrivere sul suono registrato e l’espe- rienza. Ora ho cambiato marcia e mi occupo di una performance dal vivo in uno stile com- Indirizzo e-mail: [email protected] pletamente diverso e finora ne ho presentato www.orchestradellasvizzeraitaliana.ch alcune parti sotto forma di, indovina… una performance dal vivo». EHk\a^lmkZeZohkZbglmk^mmZ\heeZ[hkZsbhg^\hgeZ KZ]bhm^e^oblbhg^lobss^kZ!KLB"' 34 ottobre 2014 compositori

Il sentimentale Reynaldo Hahn

Reynaldo Hahn Le Rossignol éperdu, 53 poèmes pour piano, vol. 1 & 2 Le Ruban dénoué, 12 valses à deux I tasti di Parigi pianos et une mélodie Un cofanetto di opere pianistiche Pièces d’amour et autres inédits pour piano HEUGEL - LEDUC Nell’epoca di You Tube, dove tutto è facilmente reperibile in rete centellinato in file di breve durata, il disco eynaldo Hahn (1874-1947) plici ristampe anastatiche dei vecchi spartiti classico assume sempre più un non è oggi più tanto scono- Heugel, di cui nel 1980 acquisì il marchio. E valore documentario: l’antologia sciuto quanto solo vent’anni ciò contribuisce di conseguenza a riaccendere centrata sull’interprete è destinata fa, benché non potrà mai più l’interesse per il compositore sia in sede con- a scomparire, o comunque ad ambire alla notorietà goduta certistica che discografica. Particolarmente aver valore effimero, mentre le edizioni monumentali centrate sul nella Parigi Belle Époque, quando dava del tu a interessanti le recenti riedizioni di cicli pia- R compositore – i cosiddetti opera Paul Verlaine e Stephane Mallarmé, a Maurice nistici: Le rossignol éperdu nel 2011 (quattro omnia – acquistano maggior rilievo Ravel e Alfred Cortot, godendo della reputa- suite di poèmes pour piano in due volumi, culturale e commerciale. zione di arbitro d’eleganza fra artisti di rango per un totale di cinquantatré brani), Le ru- La produzione tutta italiana e dandy comuni. Ma non era francese. ban dénoué nel 2012 (raccolta di dodici valzer (etichetta Concerto) di quattro Venezuelano di nascita, trasferitosi presto per due pianoforti e una melodia vocale) e cd interamente dedicati alle composizioni pianistiche di in Francia con la numerosissima famiglia di da ultimo i Pièces d’amour e altri inediti nel Reynaldo Hahn, con l’aggiunta origine ebrea, allievo prediletto di Massenet, 2013 (brani sparsi, non tutti giovanili, mai di un dvd contenente un ampio a 14 anni era già famoso nella Ville Lumière consegnati all’editore perché scritti «pour lui documentario sull’autore, per la musica della canzonetta “Si mes vers et quelques amis», che attendevano silenziosi costituiscono dunque un esempio avaient des ailes”, composta su versi di Victor nella Koch Collection della Yale University, a vincente, in un momento in cui il Hugo. Tale exploit condizionò negativamente New Haven). mercato discografico è alla ricerca la sua considerazione successiva, che lo volle La vena sentimentale e autobiografi- di una nuova identità. L’elegante cofanetto, al cui interno sempre relegato al rango di compositore leg- ca sembra caratterizzare un po’ tutti questi si ritrovano le copertine floreali gero, destinato al salotto. brani di piccole dimensioni, con punte di delle prime edizioni a stampa, Proprio come compositore di profumate descrittivismo affidate però più ai titoli sug- non si presta naturalmente ad un mélodies per voce e pianoforte Hahn è dunque gestivi (l’immancabile Tristesse) che a figu- ascolto integrale continuativo, ma maggiormente ricordato anche oggi, predilet- razioni simboliche d’ascendenza romantica, la piacevolezza delle composizioni to dai cantanti più raffinati, che in concerto la tendenza essendo anzi talvolta piuttosto raccolte e il gusto tutto femminile con cui ci vengono delicatamente ne accostano le pagine riverberanti di luci fra quella di una sensibilità à la Satie, fra ostina- offerte da Cristina Ariagno, l’impressionistico e il decadente ai caldi colori ti incantatori, armonie sporcate da elementi senza eccessi, senza smanie di Fauré e agli slanci melodici di Tosti. Ma fu modali e avversione per il virtuosismo fine a protagonistiche, garantiscono compositore a tutto tondo, lasciandoci un’im- sé stesso. Degno di nota, fra i tanti, il Not- un’esperienza estetica appagante. portante produzione pianistica, sinfonica e turno alla italiana, che potrebbe essere facil- Appaga il musicofilo curioso teatrale. Fu anche esecutore alla tastiera e sul mente spacciato per un’opera sconosciuta di pure l’interessante documentario di Jean-Christophe Étienne podio, più volte invitato alle prime edizioni del Chopin. Le piano de Reynaldo Hahn, con Festival di Salisburgo. A lungo critico musica- Ben chiara e leggibile la ristampa dei vec- sottotitoli italiani e inglesi, in cui le del quotidiano “Le Figaro”, eccelleva pure chi clichés tipografici; naturalmente tutto scorrono per circa un’ora decine di nella scrittura: di spicco le Lezioni di canto, nuovo il layout del brani inediti, curati da immagini d’epoca, che ci proiettano un volume che va al di là di quanto il titolo Cristina Ariagno, che ne ha sùbito proposto nella Parigi un po’ favolistica promette, la cui traduzione a cura di Giovan- anche una registrazione discografica. Leggere di Hahn, mentre le sue musiche ni Morelli (Marsilio 1990) gli procurò final- e impalpabili come le musiche anche le note ne restituiscono in sottofondo il magico spazio sonoro. mente attenzione in Italia anche in campo di presentazione, affidate all’Association M.B. musicale, svincolandolo dal ruolo riduttivo di Reynaldo Hahn, da cui ci saremmo invece at- compagno di Marcel Proust in cui era sino ad tesi qualcosa di più concreto. Reynaldo Hahn allora stato relegato. Marco Beghelli Works for piano solo L’editore Alphonse Leduc di Parigi sta ri- pianoforte Cristina Ariagno portando alla luce le opere di Hahn con sem- CONCERTO (4 CD + 1 DVD) CLASSICA 35 Festival Aperto 2014 | VI EDIZIONE www.iteatri.re.it

REGGIO EMILIA 27 SETTEMBRE – 2 NOVEMBRE 2014 27 epifanie dal vivo

RICERCATI – SEGNI DISTINTIVI: “Hanno chiuso nel petto un sogno disperato. festival E le anime corrose da idee favolose.” (Leo Ferré)

SDUWQHUWHFQLFR ZZZPXWWOH\HX 36 ottobre 2014 biografie Janáček rivisitato FRANCO PULCINI TORNA SU UNO DEI SUOI AUTORI PREDILETTI, AGGIUNGENDO UN CAPITOLO SULL’AFFARE MAKROPULOS

MAURIZIO CORBELLA

Franco Pulcini ra le poche monografie in lingua traduzione, come avevo già fatto per La vol- Janáček: vita, opere, scritti italiana dedicate a Leos Janáček pe astuta e come feci poi per Da una casa di (NUOVA EDIZIONE) c’è un volume di Franco Pulcini morti, collaborando con il compianto Patrice BOLOGNA-TORINO: ALBISANI-DE SONO 2014, pubblicato da Passigli nel 1993, Chéreau: un trionfo, quell’allestimento». 398 PP., € 22,00 ormai esaurito. L’editore Albisani L’attenzione del compositore per le neT ha appena pubblicata una nuova edizione inflessioni e la musicalità implicita del rivista e aggiornata per la collana De Sono, linguaggio parlato è uno degli aspetti dando così modo all’attuale direttore editoria- analizzati nel libro. In che modo anche le del Teatro alla Scala di fare il punto su uno l’ascoltatore che non conosce il ceco può dei suoi compositori prediletti. arrivare ad apprezzare queste sfumature? Quali sono le novità di questa nuova «Per me non è mai stato un problema, an- edizione? che quando non sapevo una parola di ceco. «Il volume ha ricevuto una curatela meti- Anche senza capire, percepivo la meravigliosa colosa di Andrea Malvano, coordinatore edi- sostanza espressiva in questa originale forma toriale della De Sono: contiene un capitolo di teatro intonato, in cui non esiste differenza in più sull’Affare Makropulos, un’appendice fra aria, arioso e recitativo. Sicuramente il mo- sulla letteratura ceca, integrazioni sull’edi- derno sistema dei sottotitoli ha aiutato per la zione originale di Jenufa, qua e là aggiunte su comprensione del suo teatro. Quando leggi la altri pezzi e una bibliografia aggiornata. Nella traduzione di quel che stanno cantando, oltre sostanza resta però lo stesso a capire cosa dicono, cogli l’autentica emozio- libro, che continua a vivere, ne e il mondo delle passioni umane nel loro come spesso accade ai saggi manifestarsi sonoro sulla parola». «Janáček si è sempre occupato scritti con passione, rivolgen- Dal momento che, oltre a essere musi- del problema dell’umana dosi a una nuova generazione cologo, lei è anche romanziere: quali tratti infelicità, proprio come Verdi: che lo giudicherà». del personaggio Janáček La appassiona- ogni grande artista è anche un po’ Come sono cambiate, dal no particolarmente? un missionario, a livello ideale» 1993 a oggi, la considerazio- «Di lui mi ha sempre interessato l’equili- ne e la ricezione di Janáček brato rigore morale, direi verdiano, quasi bi- in Italia? Che ruolo attribu- blico, sempre presente in questo artista, pur isce ai diversi allestimenti percorso da lampi di squilibrata follia inventi- scaligeri di opere del compositore avvenu- va. Mi piaceva l’idea del genio visionario che ti durante la sovrintendenza di Stéphane scruta in fondo al cuore del prossimo con l’a- Lissner? more di un nonno e non con il cinismo di Franco Pulcini «La ricognizione dell’opera di Janáček, an- un artista contemporaneo. Raggiunta la fama che in Italia, era ben precedente all’uscita dei e l’indipendenza del suo Paese, Janáček non miei studi, sebbene in modo capriccioso, a ha iniziato con uno stile pomposo o autoce- volte non ben meditato, né ben documenta- lebrativo, ma ha continuato a occuparsi del to. Insieme al mio libro c’è stata poi l’edizione problema dell’umana infelicità, proprio come discografica Decca delle sue opere diretta da Verdi: ogni grande artista è anche un po’ un Mackerras, con le introduzioni musicologiche missionario, a livello ideale. Di Janáček, ar- di John Tyrrell, il massimo studioso vivente tista-umanista, amo la profondità con cui è del nostro musicista. Il pubblico, prima solo riuscito ad analizzare la psiche femminile, in in parte convinto, ha cominciato lentamente modo molto differente rispetto a Puccini». ad appassionarsi. Il Makropulos con la regia di Ronconi è stato il primo passo, ma alla Scala quello splendido spettacolo è arrivato dopo molti altri allestimenti. Poi è venuta Kát’a Ka- banová per la regia di Robert Carsen, con il palcoscenico della Scala invaso dall’acqua: un capolavoro scenico commovente e indimen- ticabile, per il quale ho realizzato una nuova CLASSICA libri 37 storia

Maurizio Disoteo Musica e Nazismo. Dalla musica “bolscevica” alla musica “degenerata” MILANO-LUCCA, RICORDI-LIM, 2014, 316 PP., € 21,49

In anni recenti il problema della musica sotto il nazismo è stato oggetto anche in Italia di varie pubblicazioni (Lorenzo Lorusso, Nicola Montenz, Dario Oliveri), oltre alla diffusione della musica dei campi di concentramento a opera di Francesco Lotoro. In questo suo lavoro Maurizio Disoteo traccia una sintesi del tema a partire dalle correnti artistiche innovative nella Repubblica di Weimar, inquadrando poi l’ideologia nazista a proposito di arte e musica nelle sue diverse declinazioni: a livello organizzativo, esecutivo, politico, educativo, musicologico. La quarta parte si concentra sulla musica “degenerata” e sui tentativi della sua cancellazione dalla storia, l’ultima sulla musica nei campi di concentramento. Talvolta affermazioni senza sfumature come Wagner quale «fondatore dell’antisemitismo musicale» (p. 89) o relative al vantaggio che Karajan, Böhm e Fürtwangler avrebbero avuto dall’epurazione di molti talenti stroncati dal nazismo (p. 22) andrebbero meglio contestualizzate. Giudizi come quello inerente Richard Strauss, il cui ruolo è inizialmente dichiarato controverso (p. 121), ma alla fine condannato senza il beneficio del dubbio da Disoteo, avrebbero potuto essere meglio documentati (Strauss non diresse l’inno nazista durante le Olimpiadi del 1936). ). Avremmo desiderato qualche attenzione in più alla grafia tedesca, qualche approfondimento e riferimento in più: per esempio sulla figura di Erwin Schulhoff, e magari anche una piccola discografia, cui si fa cenno nel corso della trattazione. La bibliografia sintetica allinea opere di non eguale spessore. Benedetta Saglietti 38 ottobre 2014

opera

Strategie del melodramma

ALESSANDRO DI PROFIO

Gloria Staffieri ono usciti uno dopo l’altro, in Eppure, ha tenuto a dare ad ognuno dei Un teatro tutto cantato meno di un paio d’anni (e l’ulti- tomi la sua specificità, sbaglio? Introduzione all’opera italiana mo meno di tre mesi fa), due testi «In effetti, è proprio così. Il primo libro ROMA, CAROCCI 2012, 192 PP., € 17,00 per Carocci, Un teatro tutto can- ha natura sistematica: è un quadro critico tato. Introduzione all’opera italiana dei principali aspetti e problemi connessi a L’o p e r a i t a li a n a eS L’opera italiana. Dalle origini alle riforme del questo particolare genere di spettacolo tutto Dalle origini alle riforme secolo dei Lumi (1590-1790). E un terzo su L’a- cantato, ma al tempo stesso offre i presuppo- del secolo dei Lumi (1590-1790) scesa del musicista-drammaturgo (1790-1926) sti metodologici e alcune chiavi di lettura per ROMA, CAROCCI 2014, 432 PP., € 33,00 è in gestazione. Tutti a firma della musicologa affrontare gli altri due volumi, costruiti invece romana Gloria Staffieri, ben nota agli speciali- secondo un approccio diacronico. Nel volume sti d’opera: non si contano più, infatti, i suoi introduttivo si parla, ad esempio, della speci- saggi sul melodramma, da quello del Seicento ficità produttiva dell’opera italiana: gli autori romano a quello dell’Ottocento di Verdi e di facevano largo uso di convenzioni operative e Meyerbeer. Una vita di ricerca confluisce ora in formali che consentiva loro di economizzare questi volumi che, certo utili agli studiosi, si de- sui tempi del lavoro, proprio perché il merca- stinano prioritariamente all’alta divulgazione. to operistico italiano è sempre stato esposto Proprio il taglio e il contenuto, l’uno e l’altro a un ritmo produttivo frenetico. Si tratta di consapevolmente orientati, fanno di questi li- una tecnica compositiva basata per lo più su bri un contributo originale. E anche per questo moduli preordinati, assai criticata dai letterati vale la pena di parlarne con l’autrice. francesi, ma che gli autori italiani impiegava- Si tratta di un trittico che ha presumi- no in maniera creativa. Ora, tale tematica è bilmente concepito in maniera unitaria. centrale anche nella parte diacronica, suddivi-

sabato 22 novembre ore 20.30 sabato 14 febbraio ore 20.30 domenica 23 novembre ore 16 domenica 15 febbraio ore 16 GIACOMO PUCCINI LTL OperaStudio LA RONDINE Premio Abbiati 2013 categoria ‘Migliore iniziativa’ direttore Massimiliano Stefanelli GIOACHINO ROSSINI regia Gino Zampieri IL BARBIERE DI SIVIGLIA scene e costumi Rosanna Monti direttore Nicola Paszkowski Orchestra e Coro della Toscana regia Alessio Pizzech allestimento Teatro del Giglio di Lucca, scene e costumi Pier Paolo Bisleri edizione 2014 OGI Orchestra Giovanile Italiana coproduzione Teatro del Giglio di Lucca Ensemble LTL OperaStudio Teatro Comunale di Modena, Teatro Goldoni nuovo allestimento Teatro Goldoni di Livorno di Livorno, Teatro Verdi di Pisa, Teatro coproduzione Teatro Goldoni di Livorno, Alighieri di Ravenna Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Coccia di Novara sabato 6 dicembre ore 20.30 domenica 7 dicembre ore 16 sabato 28 febbraio ore 20.30 FRANCIS POULENC domenica 1 marzo ore 16 LA VOIX HUMAINE WOLFGANG A. MOZART DON GIOVANNI Abbonamenti dal 20 settembre | Biglietti dall’8 novembre GIANCARLO MENOTTI direttore Aldo Sisillo THE TELEPHONE regia Rosetta Cucchi direttore Jonathan Webb www.teatrodelgiglio.it scene Andrea De Micheli regia Sandro Pasqualetto Biglietteria del Teatro del Giglio costumi Claudia Pernigotti scene e costumi Cristina Alaimo telefono 0583 465320 Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e-mail: [email protected] Coro Lirico Amadeus-Fondazione Teatro allestimento Fondazione Teatro Comunale Comunale di Modena e Auditorium Bolzano allestimento Ópera Tenerife – Auditorio de Tenerife coproduzione Teatro Alighieri di Ravenna, Adán Martin Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione coproduzione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza Teatri di Piacenza, Teatro del Giglio di Lucca CLASSICA libri 39

sa in due volumi (appunto la “specificità” di tato piuttosto per una prospettiva alquanto cui Lei parla), perché i tratti che caratterizzano parziale e focalizzata: mi interessa indagare le l’opera italiana nei primi due secoli della sua strategie compositive degli autori e i processi storia sono per molti versi differenti da quelli di trasformazione che subiscono le strutture che si sviluppano in seguito. Anche se occorre drammatiche-musicali-sceniche nel loro rap- ricordare che fino a Puccini si può comunque porto dialettico con i fermenti culturali, i si- parlare di “tradizione” dell’opera italiana, cioè stemi produttivi e, in ultima analisi, i contesti di un insieme di convenzioni e scelte condi- sociopolitici. Affiorano in tal modo dal flusso vise tra librettisti e compositori, tra autori e della narrazione diversi “sotto-temi”: quello pubblico». del complesso rapporto che l’opera intrattiene Un teatro tutto cantato offre una sin- con il teatro di parola; la questione dei gene- tesi degli strumenti critici più importanti ri; il dibattito sulle riforme; i problemi relativi per capire l’opera. Il contributo maggiore della musicologia italiana pare essere sta- to indiscutibilmente duplice: da una parte l’edizione critica e dall’altra la produzione «Credo che il sistema scientifica intorno al concetto di “dram- operistico sia uno spazio maturgia musicale”. aperto e, insieme, fortemente «Più in generale, a partire dagli anni ’70- integrato. Gli eccellenti ’80 del Novecento, in Europa e negli Sta- contributi pubblicati in questi ti Uniti gli studi operistici abbandonano la anni sulla circolazione europea Gloria Staffieri prospettiva idealistica o germanocentrica per dell’opera sono lì adottare nuove metodologie: da un lato si ap- a dimostrarlo» profondisce l’indagine sulle strutture produt- presenza dominante nel mondo dei media e tive, sugli aspetti performativi e spettacolari dello spettacolo, hanno fagocitato tutti i com- del teatro d’opera, dall’altro ci si apre ad altre alla messinscena, al finanziamento degli spet- positori che erano loro intorno. Si sono, ad discipline come la semiotica, l’antropologia, la tacoli e alla loro fruizione. Si tratta, insomma, esempio, lasciati in una posizione marginale teatrologia, la filologia. Non è quindi un caso di tutto ciò che circonda e influenza l’opera- musicisti del calibro di Jommelli, Traetta, Pai- che in questo periodo anche in Italia prenda- re degli artisti e la loro concezione di teatro siello, Cimarosa, Sarti, Salieri, i quali solo negli no il via importanti iniziative editoriali, tra le musicale. L’approccio è comunque di tipo più ultimi anni si sono affrancati dalla scomoda quali la più significativa è la pubblicazione alla problematico che assertivo e, all’interno della etichetta di “vicini di Mozart”, una situazione fine degli anni Ottanta della Storia dell’opera narrazione, ho spesso inserito dei rimandi ai che certo non ha facilitato la comprensione italiana a cura di Lorenzo Bianconi e Giorgio principali contributi bibliografici e, per il re- dei vari tentativi di rinnovamento della tradi- Pestelli (all’interno della quale compare il perimento delle fonti, ai più affidabili siti in zione italiana. Comunque su Mozart tornerò “rivoluzionario” saggio di Carl Dahlhaus sul rete. In sostanza, la scommessa è stata quella nel terzo volume: a mio avviso il suo teatro, concetto di “drammaturgia musicale” cui Lei di tenere insieme narrazione e quadro critico, più che chiudere il Settecento (e sbilanciare allude). E che si affermi sempre negli stessi divulgazione e ricerca». così a suo favore tutto il secolo), rappresen- anni il fenomeno delle edizioni critiche, che Come Lei stessa ammette, ha deciso di ta una sorta di “alba del giorno dopo”, che ha avuto un’importante ricaduta sul piano concentrarsi sull’opera in Italia piuttosto farà maturare nei compositori dell’Ottocento non solo degli studi, ma anche delle esecuzio- che sull’opera italiana in Europa. E così (anche quelli italiani) una diversa concezione ni delle opere. D’altra parte, pure i miei volu- Pergolesi ha più spazio di Haendel e Ci- dell’arte e della musica». mi, nel loro piccolo, sono il frutto di questa marosa domina su Mozart. La sua rischia Nel presentare i Suoi volumi insiste stagione di ricerche, che ha tra l’altro amplia- di apparire come una contro-tendenza ri- sul tono divulgativo, ovvero sembra averli to enormemente le basi documentarie per lo spetto all’attenzione degli ultimi decenni pensati soprattutto per gli studenti, tanto studio dell’opera». sulla circolazione di un genere che si tende quelli universitari quanto quelli dei con- Nel secondo volume, che tratta l’opera a definire più europeo che veramente ita- servatori, e per il pubblico dei melomani. dai suoi albori del barocco fino al 1790, Lei lico. Eppure da più parti si parla tanto di “de- ci tiene a dire nell’introduzione che «non è «Non intendo affatto il teatro musicale in cadenza” del livello degli studi in Italia una storia dell’opera italiana». Eppure così chiave italocentrica. Credo anzi che il sistema quanto di calo, se non addirittura di crollo, parrebbe. operistico sia uno spazio aperto e, insieme, di frequentazioni di spettatori all’opera. «Senza dubbio utilizzo un filo narrativo e fortemente integrato. Gli eccellenti contributi Pensa di avere ancora un pubblico capace un’impalcatura cronologica senza i quali il pubblicati in questi anni sulla circolazione eu- di seguirla nei suoi lavori o la sua rischia di complesso materiale del volume non si terreb- ropea dell’opera sono lì a dimostrarlo. Anch’io essere una bella utopia? be, né avrebbe forma. Tuttavia non ho mira- ho svolto molte ricerche proprio sul problema «Un calo indubbiamente c’è stato. Ma to all’enciclopedia, cioè a fornire un quadro dell’interrelazione tra opera francese e me- questo deve essere uno stimolo ad alzare l’a- esaustivo delle varie componenti in gioco: lodramma italiano. In questi volumi ho solo sticella delle conoscenze e non un alibi per non ho seguito, ad esempio, le vicende che cercato di focalizzare l’attenzione su alcuni addormentarsi sui passati allori. A me, come portano l’opera italiana all’estero, né ho pro- snodi cruciali dell’opera italiana che avevano vede, l’utopia piace: più che per prefigurare un posto elenchi dettagliati o trame di opere, e secondo me bisogno di una rilettura. Riguardo futuro impossibile mi sembra uno strumento tanto meno ricostruito le biografie di singoli poi a Haendel e Mozart, si è registrata casomai formidabile per leggere criticamente la realtà librettisti, compositori o cantanti. Del resto la tendenza opposta a quella che Lei cita: per presente e viverci in qualche modo dentro». già esistono opere in più volumi e a più mani decenni questi colossi dell’opera settecentesca, che hanno questo taglio “generalista”. Ho op- che vantano una bibliografia sterminata e una 40 ottobre 2014 opera

Guardate bene Maria Stuarda

ELISABETTA FAVA

Gaetano Donizetti on Maria Stuarda Donizetti fu niste Leyla Gencer e Shirley Verrett al Maggio Maria Stuarda decisamente sfortunato: prima Fiorentino del 1967. Da allora è passata molta Joyce DiDonato, Elza van den Heever, restò senza librettista, costretto acqua sotto i ponti e Maria Stuarda è diventata Matthew Polenzani, Joshua Hopkins, a sostituire un esperto del cali- addirittura uno dei titoli più rappresentati di Matthew Rose, regia David McVicar; bro di Felice Romani con un gio- Donizetti: quando c‘è un buon cast, un bravo Metropolitan Orchestra and Chorus, vinC principiante, Giuseppe Bardari; poi sbattè direttore e una bella messinscena il diverti- direttore Maurizio Benini; regia David molto duramente il naso con le idiozie censo- mento è assicurato, come succede nel recente McVicar rie, e dovette trasformare la vicenda in modo dvd Erato che immortala uno spettacolo del WARNER CLASSICS / ERATO (1 DVD) da renderla politicamente innocua: così quel Metropolitan. che il pubblico napoletano vide al San Carlo di Di solito il limite del video è nell’impossi- Napoli in quel 1834 fu un Buondelmonte che bilità di restituire la visione dal vero, surroga- per forza di cose aveva stravolto la natura psi- ta da fotogrammi ravvicinati e da primi piani cologica della musica: «La primadonna è tra- imbarazzanti dell’ugola dei cantanti. McVicar scinata al patibolo? Adesso al suo posto muore ricorre ad alcuni accorgimenti che mitigano il tenore. La Del Serre firma la condanna a quest’inevitabile distorsione e danno grande morte? Adesso è lei a passarsela male. Puoi im- soddisfazione allo spettatore da casa: in alcuni maginarti che cosa sia diventata quest‘opera» casi la ripresa è angolata di sotto in su, in altri scriveva sconsolato Donizetti all’amico Jacopo casi il fuoco dell’immagine si sposta rispetto Ferretti, che di queste cose s’intendeva bene. al centro del palcoscenico e ci fornisce una Ovviamente l’opera così deturpata non tenne visione obliqua: certo, diversa da quella che la scena. Donizetti non mollò la presa e in vista normalmente si ha a teatro, ma essendo que- di una ripresa scaligera riscrisse la parte di Ma- sta comunque impossibile a riprodursi, allora ria Stuarda per Maria Malibran: sfortuna volle questo montaggio aiuta a ricostruire in altro che questa si ammalasse, e ovviamente non si modo l’idea di insieme. Che il duello fra le due trovò una sostituta a quell’altezza; quando poi primedonne ci farà vedere i fuochi d’artificio tornò, ignorò gli emendamenti censori, susci- si capisce fin dall’intemerata di Elisabetta nella tando nuove riprovazioni nell’autorità. Mora- prima scena, dove i presupposti del dramma le: Maria Stuarda sparì dalle scene e solo nel sono apertamente fatti risalire a una questione dopoguerra tornò alla ribalta, soprattutto dopo di cuore. Bravissima la van den Heever, non Joyce DiDonato in Maria Stuarda uno storico allestimento che vedeva protago- solo nel dominare la parte ma nel mostrarsi dura, imperiosa, intrattabile; tanto quanto Joyce DiDonato è tenera, sensibile, sognan- te; salvo estrarre gli artigli quando si trova di fronte l’odiata cugina, in uno dei battibecchi più estremi - vocalmente e verbalmente - del- la storia del melodramma. Benissimo distinte anche le due vocalità, una più marcata e vi- brante, l’altra limpida, con note lunghe ferme e purissime. Per il versante maschile, il tenore causa di tanta discordia (Matthew Polenzani come Ro- bert) ha bel timbro, presenza attraente e dizio- ne chiara (merito comune anche alle due pri- medonne). Sull’insieme vigila Maurizio Benini, lasciando respirare le zone liriche e mettendo nei passi drammatici una tensione che non è mai nevrosi, ma piuttosto sgorgo di passioni, esasperazione dello spirito. La regia di McVicar è essenziale senza essere squallida, regale all’oc- correnza, ma senza fasti superflui, e sempre fondata sulla natura musicale e sulla sostanza drammatica delle scene; notevole la recitazio- ne, specie il tremore di Maria nelle ultime sce- ne, semplici e di straordinaria intensità. 2015 CONCERTI SINFONICI MUSICA DA CAMERA 45 BORSE DI STUDIO OPERA PER 60mila EURO COMPLESSIVI www.orchestragiovanileitaliana.it CORSI DI PERFEZIONAMENTO PIETRO DE MARIA pianoforte BRUNO CANINO musica da camera con pianoforte ANDREA LUCCHESINI pianoforte TRIO DI PARMA musica da ELISSO VIRSALADZE pianoforte camera con pianoforte con masterclass di Bruno Canino, Andrea LORENZA BORRANI violino Lucchesini, Pavel Vernikov FELICE CUSANO violino CHIARA TONELLI flauto PAVEL VERNIKOV violino concorsi internaz. THOMAS INDERMÜHLE oboe S. Makarova assistente GIOVANNI RICCUCCI clarinetto ANTONELLO FARULLI viola GUIDO CORTI corno NATALIA GUTMAN violoncello E. Wilson assistente ALFONSO BORGHESE chitarra ALBERTO BOCINI contrabbasso SUSANNA BERTUCCIOLI arpa ANDREA NANNONI quartetto d’archi CLAUDIO DESDERI opera workshop musica vocale da camera MIGUEL DA SILVA quartetto d’archi (Quartetto Ysaÿe) GIAMPAOLO PRETTO seminario sulla musica da camera per strumenti a fi ato www.scuolamusicafi esole.it 42 ottobre 2014 etichette

I Berliner fan da loro

CORINA KOLBE

erbert von Karajan, direttore ar- vendere cd permette di scaricare a pagamento nile: «In fondo l’orchestra gestisce la commer- tistico dei Berliner Philharmo- l’intera produzione discografica online. cializzazione della sua musica già dal 2009, sul- niker e appassionato delle nuo- Quattro anni dopo è nata l’etichetta “RCO la piattaforma streaming Digital Concert Hall» ve tecnologie digitali, fu uno dei Live” della Royal Concertgebouw Orchestra di dice Tobias Möller, responsabile marketing e principali fautori del “compact Amsterdam guidata da Mariss Jansons. Nel comunicazione della società Berlin Phil Media. disc”,H introdotto sul mercato negli anni Ottan- 2007 la Chicago Symphony Orchestra ha lan- «Con l’etichetta abbiamo dovuto aspettare che ta da Philips e Sony. Passati i tempi d’oro del ciato “CSO Resound” che nel frattempo ha scadesse il contratto del nostro direttore princi- cd le vendite sono ormai in calo. Con l’avven- vinto due Grammy per la registrazione del Re- pale Simon Rattle con l’Emi. Così a fine maggio to della musica scaricabile dall’internet le case quiem di Giuseppe Verdi sotto la bacchetta di abbiamo presentato la prima edizione di Ber- discografiche, sotto crescente pressione da una Riccardo Muti, direttore musicale della CSO. liner Philharmoniker Recordings, con le quat- decina di anni, devono trovare nuove vie per la Daniel Barenboim, alla guida della Staatsoper tro Sinfonie di Robert Schumann dirette da diffusione dei loro prodotti senza rischiare di di Berlino, di recente ha presentato “Peral Mu- Rattle». Prossimamente usciranno il dvd della perdere la loro clientela tradizionale. Allo stes- sic”, alla conquista di una clientela esclusiva- Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian so tempo alcune orchestre rinomate riescono mente su internet. Bach, diretta da Rattle e con la messinscena di a trarre vantaggio dagli sviluppi di una tecnica I Berliner Philharmoniker puntano invece Peter Sellars nonché l’integrale delle Sinfonie di digitale sempre più accessibile, creando etichet- sulla diversificazione. Nella scorsa primavera Franz Schubert sotto la bacchetta di Nikolaus te discografiche indipendenti per poter sceglie- anche loro hanno lanciato una nuova etichet- Harnoncourt. re autonomamente il repertorio da registrare e ta, con cd, dischi BlueRay con materiale audio Avendo a disposizione tutte le attrezzature occuparsi direttamente della distribuzione. Già e video e file musicali scaricabili ad alta riso- tecniche per le trasmissioni in diretta livestrea- nel 2000 la London Symphony Orchestra ha luzione con la qualità dei master file, prima di ming dalla Philharmonie, l’équipe della Digital lanciato “LSO Live”, il primo label che oltre a presentare anche un’edizione con dischi in vi- Concert Hall non ha più bisogno di un altro studio di registrazione per realizzare i propri di- schi che si possono mettere in vendita diretta- mente sul sito internet dei Berliner. È evidente che i Filarmonici, tra le più prestigiose orche- prossimamentelive in stre del mondo, hanno poca voglia di sotto- mettersi alla logica di un mercato sempre più Torino, Milano, Roma, interessato a promuovere eventi spettacolari e

INFO singoli personaggi, secondo i criteri scelti dalle Cremona, Vicenza, case discografiche. «Crediamo che lo sviluppo attuale del mercato della musica classica non

Pavia, Reggio Emilia, / sia ideale per una grande orchestra sinfonica» T. T. Pisa, Pordenone, spiega Olaf Maninger, violoncellista nelle file 0376 360476 / [email protected] Graz, Klagenfurt ... dei Berliner e direttore amministrativo di Ber- 04 lin Phil Media. «Vorremmo mantenere in vita i grandi cicli della musica sinfonica». I musicisti novembre hanno osservato che sul mercato discografico 2014 / le sinfonie classiche e romantiche, che costitu- 24 marzo iscono il nucleo del loro repertorio, sono pas- 2015 sate in secondo piano: «Noi invece vogliamo — dimostrare che Sinfonie come quelle di Schu- Piazza Sordello 12, 46100 Mantova Sordello 12, 46100 Piazza mann siano sempre apprezzate e che si prestino / dal 29 a nuove interpretazioni» sottolinea Möller. Trame Sonore maggio Le opere di Robert Schumann sono stretta- a Palazzo al 02 mente legate alla storia dei Berliner. Il 23 otto- Mantova giugno bre 1882, quando l’orchestra eseguì il suo pri- mo concerto in abbonamento, Fritz Wüllner, CHAMBER 2015 profondo conoscitore di Wagner, diresse la Se- MUSIC — Festival conda Sinfonia. Tra le interpretazioni storiche

SEGRETERIA OCM nel corso degli anni spicca la Quarta Sinfonia III edizione sotto la bacchetta di Wilhelm Furtwängler del 1953, tra altre memorabili esecuzioni dirette da SCOPRI I DETTAGLI SU / www.ocmantova.com George Szell, Sergiu Celibidache, Herbert von Karajan o Nikolaus Harnoncourt. CLASSICA dischi e media 43

indimenticabile di Emanuele Arciuli

Scoprire la 42 di Schubert

egli ultimi vent’anni il peso dell’im- magine è cresciuto enormemente, nel mondo della musica classica, an- Per la nuova registrazione Rattle ha scelto la che se l’incremento dell’aspetto visi- versione originale della Quarta del 1841, anzi- vo si è accompagnato a una riduzio- ché quella definitiva ritoccata dal compositore Nne progressiva dei supporti audio. Le copertine dei dieci anni dopo. Anche se l’eccellenza dell’or- 33 giri avevano le dimensioni di un piccolo quadro, chestra è fuori questione, dell’interpretazione sono poi arrivati i cd, cartoline musicali con imma- di Rattle sarebbe da discutere. A tratti il suono gini minuscole, fino ai download attuali, in cui il pare troppo grave, soprattutto se si fa il con- software è invisibile. In questi giorni mi è capitato di fronto con l’esecuzione della Seconda di Schu- nuovo fra le mani un vecchio lp della Emi, collana mann diretta da Claudio Abbado, accessibile Discoteca Classica, tra i primissimi da me acquista- tramite la Digital Concert Hall. Con Abbado ti, precisamente nel 1978. La confezione è piuttosto sul podio la musica è più fresca e trasparente, e dimessa, un fondo bianco col faccione di Sviatoslav la sua lettura del doloroso “Adagio espressivo” Richter; si trattava - credo - di ristampe di incisio- rivela una maggiore profondità e ricchezza di ni russe Melodya. Oggi sarebbe inimmaginabile un sfumature. prodotto così poco curato esteticamente. Preferiamo Le Sinfonie di Schumann dirette da Rattle confezioni fantastiche, la musica viene dopo. nel 2012 e 2013, come tutti i concerti dell’ Senonché il disco in questione era e rimane, orchestra dal 2009 in poi, fanno parte dell’ar- sul piano squisitamente artistico, un miracolo. In chivio della Digital Concert Hall cui possono programma alcune Polacche di Chopin e la Sonata accedere gli abbonati. Con i cd in Berliner si op.42 (in la minore, D845) di Schubert. Ricordo che rivolgono anche a un pubblico che a tuttora comprai il disco per Chopin - stavo studiando una non può o non vuole sfruttare l’offerta digitale. delle Polacche, e comparavo le esecuzioni di Pollini e «È vero che oggi si va dall’aptico al volatile, dal Harasiewicz accanto a quella del maestro russo. Ma, mondo analogica a quello digitale - dice anco- grazie a Chopin, scopersi Schubert, in una delle sue ra Möller -. Tuttavia questo sviluppo non è per più strepitose Sonate. L’esordio del primo movimen- forza lineare.» Mentre in Germania le vendite to è tra i più belli in assoluto, ma l’esecuzione di di cd rappresentano ancora il 70% del mercato Richter lo magnifica ulteriormente, elevandolo a in- audio, negli Stati Uniti sono scese al 3%. Sic- terrogazione suprema, enigma drammatico, con una come i Berliner cercano i loro clienti in tutto il dilatazione di certi valori ritmici (cosa che Richter fa mondo, vogliono soddisfare tutte le aspettative in maniera esasperata nella Sonata Reliquie, sempre con un unico prodotto. di Schubert) che acquista, qui, una sua legittimazio- I cd si trovano in un astuccio all’interno di ne in virtù della pregnanza musicale, della coerenza un libro che contiene il consueto booklet, con del pensiero. E che dire dell’ultimo tempo? Una sorta testi in tedesco e inglese che si rivolgono non di annullamento dell’essere, un vorticoso e impla- a una ristretta cerchia di esperti della musica cabile sostare sull’orlo del precipizio. Ce ne fossero, classica ma a un pubblico più vasto. Tuttavia oggi, di confezioni così poco attraenti... rimane da chiedersi se la nuova edizione di lus- so possa davvero attrarre ascoltatori che non siano già habitués delle sale da concerto e an- che un pubblico giovane. Visto il gran numero di follower sulle loro pagine nei network sociali come Facebook, Twitter o YouTube, i Berliner contano comunque anche su questi canali in- terattivi per presentare i nuovi dischi a persone di tutte le fasce d’età. 44 ottobre 2014

POLITICHE MUSICALI Il protocollo MIDJ

ADA MONTELLANICO È LA PRESIDENTE DELLA NUOVA ASSOCIAZIONE CHE RACCOGLIE I MUSICISTI ITALIANI DI JAZZ, NATA PER PARLARE CON UNA VOCE SOLA SU TEMI COME LA FISCALITÀ, LA SIAE, LA PROMOZIONE E IL FINANZIAMENTO ALLA MUSICA IN TEMPO DI CRISI

ENRICO BETTINELLO

usica fatta di collettività e relazioni, ma “musica italiana contemporanea di alto valore artistico”. anche di forti individualità, il jazz. E Fra i tanti temi sul tavolo ci sono quelli legati al lavoro e quello italiano riflette in un certo senso alla fiscalità, ma anche un differente rapporto del jazz con questa dicotomia, nelle forme in cui i il settore del turismo (esigenza emersa anche in un incon- musicisti si relazionano anche fuori dal tro tra il Ministro Franceschini e alcuni rappresentanti del palcoscenico.M Amicizie, inimicizie, rivalità, invidie, sfide, mondo del jazz di cui si è parlato molto durante l’estate), collettivi, presunti “clan”, “scene” ciascuna con il proprio la formazione, le residenze, la promozione. Nel consiglio circuito e i propri riferimenti, a volte poco vogliose di dia- direttivo di MIdJ troviamo, tra gli altri, musicisti famosi logare, più spesso impegnate nel già difficile compito di come Paolo Fresu, Rita Marcotulli o Franco d’Andrea, gio- tirare la carretta. La crisi non aiuta, certo, ma a un cer- vani come Francesco Ponticelli o Francesco Diodati, sotto la to punto – quasi andando a ripartire dalla propria radice presidenza della cantante romana Ada Montellanico, che ci etimologica, quella della riflessione e della valutazione – racconta come sta andando questa nuova avventura. spinge a ripensarsi e a provare nuove opportunità. «L’adesione a MIdJ sta procedendo abbastanza bene, ci Una di queste opportunità prende il nome di MIdJ (tutti sono continue domande e molta curiosità. La difficoltà i dettagli a www.musicisti-jazz.it), la recentemente costitu- che abbiamo avuto inizialmente è stata quella di vincere ita associazione nazionale dei musicisti di jazz che si pone un diffuso pessimismo che dilagava nel nostro ambiente, l’ambizioso obiettivo di mettere mano ai tanti problemi del ma direi più in generale in Italia. Quella sorta di rassegna- settore, tutelando gli artisti e puntando a un effettivo rico- zione per cui niente può cambiare. Ma la spinta iniziale noscimento del jazz, nella sua più ampia accezione, come è stata forte, con la consapevolezza che stiamo vivendo un momento così buio che l’unica via d’uscita per poter incidere sullo stato delle cose è agire collettivamente. La grande sfida cui io e tutto il direttivo siamo chiamati a ri- spondere è quella di sconfiggere il pensiero comune per cui si ritiene che chi è alla direzione di una associazione non si muova per il bene comune ma solo per scopi personali». Il pessimismo di cui parla la musicista non è certamen- te immemore dell’esperienza dell’AMJ, l’Associazione dei Musicisti Jazz che più di qualche problema trovò fino a scomparire. «Non ho vissuto l’AMJ in prima persona, erano anni diversi, c’era molta voglia di unirsi per confrontarsi e per trasformare il nostro status, sicuramente sono state fatte molte cose, tra cui l’introduzione dell’insegnamento del jazz nei Conservatori, rivoluzione non da poco» spiega la Montellanico. «Per evitare alcuni degli errori fatti in pas- sato stiamo pensando di istituire dei “direttori artistici” – a rotazione – eletti dall’assemblea che avranno il compito di scegliere, quando ce ne sia la necessità, i musicisti che po- tranno partecipare a delle iniziative dirette da MIdJ, come ad esempio partecipazioni a spazi di fiere o grandi kermes- se internazionali. Rispetto ad AMJ, che aveva dei comitati regionali, riteniamo sia importante creare uno spirito di appartenenza nazionale, ma allo stesso tempo abbiamo cominciato a fare una mappatura delle tante realtà locali per individuare le varie criticità che spesso sono le stesse in tutto il territorio italiano». Tra i vari fronti d’azione, è centrale la tutela del musicista jazz come lavoratore, tematica che pone anche la questione dei criteri di un’appropriata identificazione dei soggetti. «Siamo coscienti che in questo campo non esistono di- visioni di linguaggi e che il musicista è un lavoratore ati- JAZZ culture 45

pico, il cui lavoro inizia e finisce ogni concerto, a meno artistico, nel rispetto delle sue scelte, dovrà prendersi dei che non ci siano delle assunzioni in situazioni stabili. Per rischi culturali, che sono quelli di delegare una quota del quanto riguarda le questioni che riguardano Enpals, sus- festival per accogliere realtà musicali validissime ma meno sidi e così via, l’idea è quella di individuare dei consulenti conosciute. sulle questioni previdenziali e su quelle legate alla Siae per Un’altra idea su cui stiamo lavorando è quello di chie- fare delle proposte concrete ai Ministeri di appartenenza. dere un legame più stretto tra l’attività “locale” dei jazz Riteniamo necessarie delle forme di defiscalizzazione per club e i festival estivi. Assistiamo a veri e propri scollamen- la musica dal vivo (spingendo per un modello come il Live ti sul territorio, invece è necessario riparlare di condivi- Act inglese e rendendo meno onerose le autorizzazioni per sione, trasferendo parte del lavoro fatto in inverno nelle organizzare piccoli concerti), che supportino i piccoli orga- programmazioni estive, coinvolgendo anche i club della nizzatori, i jazz club, e che risolvano buona parte del lavo- zona. Questo creerebbe delle connessioni fondamentali ro sommerso, piaga nazionale, ma che nel nostro ambito per ricostruire il tessuto in cui si opera coinvolgendo anche raggiunge delle percentuali altissime. Noi non vogliamo le scuole di musica o i Conservatori». essere un sindacato, siamo sempre dei musicisti e non vo- Tasto molto delicato – in queste settimane non manca- gliamo commettere l’errore di entrare nelle tematiche del no le polemiche sul tema dell’equo compenso – è quello mondo del lavoro senza avere gli strumenti necessari». della Siae, sulla cui revisione anche MIdJ ha portato alcune Un altro tema che potrebbe aprire a pratiche di respiro proposte al tavolo con Franceschini. decisamente più strategico – tra l’altro già abituali in molte «Appena avremo le idee un po’ più chiare su questo gi- nazioni europee – è quello delle residenze artistiche, che è nepraio, vorremmo incontrare Paoli e altri referenti» dice la stato tra quelli sottoposti al Ministro Franceschini sotto Montellanico. «Sarà una battaglia tutt’altro che semplice, forma di una proposta di sostegno sul territorio nazionale ma va fatta, perchè la redistribuzione dei compensi non è per questa modalità. equa, le modalità di votazione sono ai limiti dell’illegalità e «L’incontro con il Ministro è avvenuto a solo un mese questo porta a ingrossare sempre di più le tasche dei grandi dall’insediamento del direttivo di MIDJ e non abbiamo nomi della musica e le major discografiche. Vanno certa- parametri in questo ambito, tranne qualche sporadico mente riviste le differenziazioni tra borderò rosso e blu che tentativo all’interno di alcuni festival. L’ipotesi è quella di penalizzano molti compositori, le gabelle che devono pagare identificare artisti che possano risiedere in un teatro o in i jazz-club e i piccoli eventi, così alte da far decidere spesso una location adatta, per creare con i musicisti del luogo o di interrompere le attività live. La Siae dovrebbe essere il più della regione dei progetti speciali, con l’intento di coinvol- importante sponsor di festival e più in generale delle attività gere anche il pubblico che potrebbe assistere alla costru- musicali, come accade per enti simili in altri Paesi europei, zione del progetto, viverne le varie fasi. Questo creerebbe ridistribuendo in maniera virtuosa quel denaro che, nel mi- un importante coinvolgimento dei musicisti operanti,con gliore dei casi, viene tenuto immobilizzato. Un altro punto il territorio che risulterebbe sicuramente sensibilizzato a riguarda l’introduzione del diritto d’improvvisazione, che è forme d’arte diverse troppo spesso bistrattate dai media e prassi normale in Francia. L’improvvisazione è l’elemento quindi con minore capacità di essere conosciute ai più». Si fondante del jazz, in quanto composizione estemporanea e tocca un punto centrale di questi anni: quello del ricam- quindi ne andrebbe previsto il diritto d’autore». bio generazionale del pubblico. «Questa musica va fatta L’estate è stata anche caratterizzata dalla “questione” conoscere, esiste un pubblico colto e curioso che va inter- Casa del Jazz, l’istituzione romana che nell’ultimo periodo cettato e le residenze avrebbero la possibilità di radicare è priva di una direzione e di un progetto e che, durante nei territori delle esperienze formative per i musicisti, per i i mesi estivi, è stata impiegata – non senza polemiche – giovani artisti che vogliono fare sperimentazione e ricerca, come sede per la Festa dell’Unità Democratica. ma servirebbero anche a sensibilizzare le persone a questo «Abbiamo già incontrato due volte il sindaco Marino e linguaggio». la presidente della Commissione Cultura del Comune, Mi- Quello che emerge dalle parole della Montellanico è non chela Di Biase, aspettando il prossimo appuntamento con il solo l’entusiasmo e la grande energia, ma anche la volontà nuovo assessore Marinelli. C’è un grande interesse al nostro di dare impulso a una collaborazione tra settori fino a ora progetto sulla riorganizzazione della Casa del Jazz, luogo spesso in conflitto tra loro, non a caso al citato incontro con magico, invidiato da tutti i musicisti stranieri che sono ve- Franceschini erano presenti, oltre alla Presidente, Ponticelli nuti a suonare lì e che da tempo ormai è abbandonato. Vor- e Fresu, Filippo Bianchi (ora nella Commissione Consultiva remmo fare un grande pool formato da musicisti, etichette Musica del MiBACT), Gianni Pini per I-Jazz, Giambattista discografiche, operatori, didatti, giornalisti del settore, che Tofoni per EJN e Luciano Linzi per Umbria Jazz. insieme potrebbero occuparsi della gestione della Casa, in- «Ci sono progetti da elaborare insieme, già portati al cluso il ristorante e il bar. C’è una foresteria inutilizzata che Ministro e altri che dovremmo ideare per il famoso bando potrebbe accogliere le residenze, c’è un magnifico studio di dei 500.000 euro. Stiamo pensando anche a una proposta registrazione abbandonato che potrebbe essere utilizzato per per allargare la maglia della nostra partecipazione ai festi- produrre dischi legati a progetti speciali organizzati dalla val. Conosciamo tutti le enormi difficoltà in cui versano Casa, oppure usato da etichette discografiche indipendenti. la maggior parte delle rassegne e sempre di più vediamo Si può far diventare quel luogo un polo di eccellenza nazio- un restringimento della rosa dei musicisti, scelti per lo più nale, vissuto 24 ore su 24, un luogo frequentato non solo con criteri di “sbigliettamento”. Non possiamo pretende- per la programmazione concertistica, ma per le varie attività re che l’organizzatore si prenda tutto il rischio economi- che ospita». co della serata, ma nella misura in cui lottiamo insieme perchè il comparto del jazz abbia più risorse, il direttore 46 i concertiottobre 2014 di appassionata

macerata teatro lauro rossi 2014|2015

10 ottobre 2014 venerdì ore 21 19 novembre mercoledì ore 21 15 febbraio domenica ore 21 in collaborazione con Banca dell’Adriatico in collaborazione con Istituto Confucio UNIMC Kelemen Quartet UNIMC Dipartimento di Studi Umanistici Nordwestdeutsche Philharmonie Barbás Kelemen violino JH CTC Conceria del Chienti Gintaras Rinkevicius direttore Katalin Kokas violino e viola Yuja Wang pianoforte Oskar Varga viola e violino Mischa Maisky violoncello Chopin, Skrjabin, Granados, Albéniz, Schubert Dóra Kokas violoncello Brahms, Schumann, Beethoven Haydn, Brahms, Bartók 28 febbraio sabato ore 21 29 ottobre mercoledì ore 21 Federico Mondelci sassofoni in collaborazione con Kiwanis International 12 dicembre venerdì ore 21 in collaborazione con Paolo Biondi pianoforte Laura Marzadori violino Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Macerata Gershwin, Ellington, Bozza, Milhaud, Olaf John Laneri pianoforte Iturralde, Molinelli, Girotto, Piazzolla Mozart, Beethoven, Ravel Paris Mozart Orchestra Claire Gibault direttore 15 marzo domenica ore 21 Rotary Club Macerata - Distretto 2090 12 novembre mercoledì ore 21 Philippe Giorgi oboe Camerino - Teatro Filippo Marchetti Alessandro Carbonare clarinetto in collaborazione con Comune di Camerino Maddalena Crippa voce recitante Provincia di Macerata Britten, Debussy, Colasanti Elisa Eleonora Papandrea violino Ermanno Cavazzoni | Lucia Ronchetti Monaldo Braconi pianoforte Anatra al sal 4 gennaio 2015 domenica ore 17 Šostakovič, Schubert, Priolo, Kuttenberger, Ermanno Cavazzoni voce recitante Chiesa di San Filippo Ives, Pasculli, Ellington Ready Made Ensemble in collaborazione con Provincia di Macerata Gianluca Ruggeri direttore e percussionista Diocesi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli, Treia 26 marzo giovedì ore 21 Vox Poetica Ensemble Fermo in collaborazione con Cage, Banchieri, Ronchetti, Lasso Società Civile dello Sferisterio - Eredi dei Cento Consorti Mario Ciferri direttore Accademia di Belle Arti Macerata Monteverdi, C.P.E. Bach, J.S. Bach UNIMC Dipartimento di Studi Umanistici Michele Campanella pianoforte 30 gennaio venerdì ore 21 Skrjabin, Musorgskij in collaborazione con UNIMC Dipartimento di Studi Umanistici Sergej Krylov violino Ysaÿe, J.S. Bach, Berio, Paganini

Informazioni T 0733 230777 - www.appassionataonline.it Biglietteria dei Teatri T 0733 230735 (10:30-12:30 e 17:00-19:30)

appassionata Società Civile dello Sferisterio associazione musicale Comune di Macerata Regione Marche Provincia di Macerata EREDI DEI CENTO CONSORTI JAZZ culture 47

CASE DEL JAZZ Quarant’anni di Bimhuis

AD AMSTERDAM UNO DEI SIMBOLI DEL JAZZ EUROPEO FESTEGGIA, IN OTTOBRE, CON UN PROGRAMMA SPECIALE

ompie quarant’anni uno dei tuendo quindi alla comunità degli appassio- (dall’1 al 4) all’insegna dell’avanguardia: in luoghi simbolo del jazz in Eu- nati un affresco davvero rispettoso delle tante cartellone infatti il trombettista Peter Evans, il ropa, la Bimhuis di Amsterdam, anime del jazz di oggi. Non a caso si tratta pianista Dave Burrell, il chitarrista Joe Morris premiata nel 2013 con l’Europe di una realtà che trova il supporto non solo e la European Orchestra di Wayne Horvitz. Jazz Network Award per la qua- dell’amministrazione cittadina, ma anche di Tra gli altri appuntamenti di ottobre da Clità e il coraggio della programmazione. risorse nazionali e comunitarie, oltre che di non perdere segnaliamo il trio di Craig Taborn Luogo imprescindibile per i musicisti in- sponsor privati come la birra Grolsch. (l’8), il duo Wadada Leo Smith/Antony Davis ternazionali che arrivano in città, ma anche Molte cose in programma per la celebrazio- (il 12), John Scofield (il 14). e soprattutto imprescindibile punto di riferi- ne di questo importante anniversario, a parti- Le celebrazioni per il quarantennale prose- mento per i tanti musicisti che animano la re dal primo step del progetto City Links, che guiranno tutta la stagione pensata dal diret- scena olandese, dapprima nella storica sede connette la Bimhuis con le scene creative di tore artistico Huub van Riel, includendo tra in Oudeschans (demolita nel 1995, su You- città come Londra, Berlino, Oslo, Chicago. le altre cose una serie di collaborazioni con Tube trovate anche il video di quella piovosa Le due serate del 9 e del 10 ottobre, decli- altre istituzioni cittadine come il Muziekge- giornata), poi nell’attuale bellissima sede nel nate sulla tratta Amsterdam-Londra, saranno bouw aan ‘t IJ, il teatro Roode Bioscoop, il distretto del porto. curate dal sassofonista Evan Parker e vedranno Felix&Foam. In arrivo anche la pubblicazione Un luogo in grado di ospitare attualmente tra le tante cose il trio dello stesso Parker con di alcuni cd, una nuova web radio, proiezioni – sotto la direzione dell’esperto Huub Van Riel John Edwards e John Russell e la collaborazio- di film sul jazz (attingendo dal preziosissimo – oltre trecento eventi all’anno, tra concerti, ne con l’Instant Composers Pool, il collettivo scrigno del Netherlands Jazz Archive), una laboratori, attività formative, sedute di regi- fondato da Misha Mengelberg e Han Bennink discografia dei tantissimi dischi registrati alla strazione, di improvvisazione con danzatori, che con la Bimhuis condivide da decenni un Bimhuis negli anni e, per non farsi mancare residenze, trasmissioni televisive e radiofoni- percorso di grande forza. nulla, una birra commemorativa. che, un luogo in grado di accostare esperienze Ma, prima ancora in termini di tempo, si E.B. molto differenti in uno stesso contesto, resti- stappa lo champagne con un kick-off weekend 48 ottobre 2014 riscoperte L’innovatore schivo

LUCA CANINI

on c’è luogo comune più difficile da estirpa- riale di Justin Moyer (“All that jazz isn’t all that great”), e re dell’ottusa convinzione che la storia del sul “New Yorker”, che ha dato spazio a una satirica ammis- jazz sia perfettamente logica e rigidamen- sione di inutilità recitata da un finto Sonny Rollins (quello te strutturata. Una precisa concatenazione vero, di Sonny Rollins, se l’è presa parecchio e ha risposto di evoluzioni e rivoluzioni rappresentabile per le rime con una serie di video scoppiettanti la cui visio- Ncon una linea retta che da un mitico punto “A” - che per ne è consigliatissima). Tutti d’accordo, insomma: il jazz è comodità chiameremo Buddy Bolden - risale il Novecento morto, roba da museo, e i grandi maestri, come i dinosauri, fino a un punto “B” che di solito viene collocato da qualche ormai si sono estinti. Per fortuna la realtà è molto meno parte dopo il Miles di Bitches Brew. E che per le schiere di triste e molto più complessa. La storia del jazz non è una rassegnati a tutte le latitudini coincide con il fatale esaurirsi linea retta. Caso mai un complicato sistema di vasi comu- del rinnovamento del linguaggio, la più volte annunciata e nicanti, un organismo vivente che si rigenera e si espande. sbandierata morte clinica di un genere ormai orfano degli Non solo allargando i confini del possibile (succede ancora, Ellington, dei Monk e dei Coltrane. In quanti negli ultimi fidatevi), ma dialogando attivamente con un passato che trent’anni si sono sentiti in dovere di dare per spacciato il persiste. jazz? Guardiani della tradizione, fan cinici e delusi, catalo- Non vi è chiaro il concetto? Prendete Bill Dixon e Julius gatori repressi, critici senza entusiasmo: un popolo triste Hemphill, e pensate a come la loro lezione sia stata meta- che si aggrappa a questa o a quella certezza, celebrando riti bolizzata solo di recente grazie a Tim Berne, Rob Mazurek, funebri e componendo ogni sorta di epitaffio. Gli ultimi Nels Cline e tanti altri. Oppure Andrew Hill e Jackie McLe- due sul sito del “ Post”, un pruriginoso edito- an, padri a scoppio ritardato della modernità. O infine Jim- my Giuffre, innovatore schivo al quale il lento sedimentar- si dei giorni sta restituendo centralità e dignità. Musicista

14 lucido e avventuroso, eccellente compositore e arrangiatore nell’orchestra di Woody Herman (al quale fece dono dell’e- pocale “Four Brothers”), modello per tutti i polistrumenti- sti da Eric Dolphy in poi (a metà dei Cinquanta già suonava il tenore, il baritono e il clarinetto, all’inizio dei Settanta il flauto, il flauto basso e il soprano), Giuffre giganteggia

| dall’alto di una visione unica e profetica del concetto di libertà. Elaborata a partire dalla prima versione del suo trio,

15 con Jim Hall alla chitarra e Ralph Peña al contrabbasso, STAGIONE e portata a compimento all’inizio dei Sessanta, quando al texano di chiare origini italiane capitò di incrociare i passi dell’allora baffuto Steve Swallow e del canadese Paul Bley. Clarinetto, contrabbasso e pianoforte: un’inedita triango- lazione destinata a lasciare il segno. Illuminati da Ornette (con il quale Giuffre aveva suonato alla Lenox School of Jazz di John Lewis nel ‘59: una folgorazione), i tre si spinse- MAHLER CHAMBER ORCHESTRA RADU LUPU VLADIMIR ro oltre le colonne d’Ercole delle consuetudini, tracciando JUROWSKI HIROMI JOSHUA BELL GRIGORI SOKOLOV nuove rotte in mari esotici e mai solcati. Free Fall, pubblica- KENNY BARRON & DAVE HOLLAND MARTHA ARGERICH & to nel 1962, è la fotografia più nitida di un jazz cameristico, GIDON KREMER CHAMBER ORCHESTRA OF EUROPE DANIELE giocato sui contrappunti, nel quale i vuoti hanno la stessa GATTI SEMYON BYCHKOV URI CAINE & MARIO BRUNELLO... carnale consistenza dei pieni. Un capolavoro visionario che costò a Giuffre il contratto appena firmato con la Colum- CONCERTI DA OTTOBRE A MAGGIO bia e dieci anni di purgatorio (sarebbe tornato in studio solo BIGLIETTERIA: VENDITA BIGLIETTI DAL 18 OTTOBRE 2014 nel ‘71). «Decidemmo di sciogliere il trio dopo un ingaggio BIGLIETTERIA: APERTURA DA LUNEDÌ A VENERDÌ ORE 15.30 / 19.00; che ci fruttò la miseria di 35 centesimi a testa», racconterà BBIGLIETTERIA: SABATO ORE 10.00 / 12.30 - 15.30 / 19.00 Swallow in una celebre intervista. Il pubblico, anche quello BIGLGLIETTERIA: TEL. 0532 202675; [email protected] più progressista, aveva la testa altrove; i critici pure. Ma BIGLIETTERIA:ETTERIA WWW.FERRARAMUSICA.IT Giuffre non depose le armi. Il discorso iniziato con Swallow e Bley fu approfondito grazie a un ristretto cenacolo di de- voti che si prestarono ben volentieri alle sedute domestiche organizzate regolarmente dal sassofonista nel suo loft e gli JAZZ dischi 49

incontri

Trio3 & Vijay Iyer Swallow/Talmor/ Wiring Nussbaum INTAKT RECORDS Singular Curves AUAND

Molto attiva nello scouting di nuove e interessanti realtà italiane (negli ultimi mesi i Luz, Nuova collaborazione “di i Forefront, il bassista Niccolò lusso” per il Trio3: la formazione Faraci e il pianista Dario composta da Oliver Lake (sax Carnovale) l’etichetta pugliese alto, citofonare World Saxophone Auand non rinuncia a pubblicare Quartet), Reggie Workman anche qualche chicca che viene (contrabbasso, chiedere a John da oltreoceano, come nel caso Coltrane e Art Blakey) e Andrew di questo nuovo lavoro del trio Cyrille (batteria, scuderia composto da Steve Swallow “classic” Cecil Taylor) si apre The Jimmy Giuffre 3 & 4 al basso, Ohad Talmor al sax ancora una volta allo scambio New York Concerts tenore e Adam Nussbaum alla creativo con un pianista di ELEMENTAL MUSIC (2 CD) batteria. La formula, il trio senza grande personalità, in questo strumento ritmico, è di quelle caso Vijay Iyer, fresco vincitore essenziali, quasi la molecola del MacArthur Genius Grant. Non base del jazz moderno, una si può non leggere un disegno furono a fianco durante le rare esibizioni. Un paio delle sorta di organismo triangolare di grande spessore in questo quali, fortunatamente, sono finite su nastro; e poi in un primigenio che può vorticare a programma di collaborazioni, triste scatolone che le ha custodite per quasi mezzo secolo. velocità variabili e allungare i puntualmente documentato propri lati a seconda del rapporto Fino a quando, nel 2012, il produttore Zev Feldman, sup- dall’etichetta Intakt. I musicisti con lo spazio circostante. In portato dalla spagnola Elemental Music, le ha riportate alla coinvolti, Iréne Schweizer, Geri questo senso non ingannino luce. Datano entrambe 1965 e ad ascoltarle oggi, anno di Allen, Jason Moran e ora Iyer le curve del titolo: bastano grazia 2014, c’è da restare abbacinati. Il primo concerto, sono infatti ben di più di ottimi poche note per capire che le strumentisti e improvvisatori; registrato dall’allora diciannovenne George Klabin (attuale traiettorie dei tre si “piegano” nel sono musicisti e compositori con numero uno della Resonance Records), si tenne ai primi senso della profondità, spesso una loro forte personalità che di settembre alla Judson Hall nell’ambito dell’Avant Garde venendo incontro all’ascoltatore. portano all’interno del gruppo Collaboratore di Lee Konitz per Festival of New York. Con Giuffre, al clarinetto e al tenore, dinamiche creative in grado di molti anni, Talmor ha del collega il contrabbassista Richard Davis e il batterista Joe Cham- stimolare in modo sempre nuovo la morbidezza di fraseggio, bers. La musica? Spigolosa, matematica, perfettamente a tre musicisti che per statura, età, qualità che gli consente anche telepatia (suonano insieme dal fuoco nella sua totale scompostezza (ascoltate la rilettura nei brani più robusti di mantenere 1986) e esperienza potrebbero di “Crossroads” di Ornette e confrontatela con l’originale). una sorniona cantabilità. Il basso anche “fare da sé”. Con Iyer la Non da meno il secondo set immortalato da Klabin a metà di Swallow è inconfondibile, con cosa funziona assai bene, sia il suo suono gommoso e il suo maggio. Sul palco newyorchese del Wollman Auditorium, in termini di bilanciamento tra procedere per impulsi attraversa di nuovo Davis, Chambers, Giuffre e in aggiunta il piano- materiale scritto e improvvisato i brani del disco con un senso forte di Don Friedman. Che aggiunge spigoli agli spigoli, (la brumosa “Rosemary”), sia tutto suo ed efficacissimo dello perché affrontando temi scritti dissonanze e cluster a brani che fin dai titoli - “Syncopate”, swing, trovando in Nussbaum da ciascuno, si attivano processi “Angles”, “Quadrangle” - la dicono lunga sul piglio cubista un batterista ricettivo. Qualche sempre mutevoli, come nel di chi li ha composti; mentre i timidi applausi del pubbli- commentatore ha paragonato il tripartito omaggio “politico” di trio a quello di Sonny Rollins al co in sala, così come i fischi che avevano accolto il trio di “Suite For Trayvon” a firma del Village Vanguard: il rilievo è certo Giuffre a Parigi qualche mese prima, la dicono lunga su pianista o nella bella resa di parziale, ma non c’è dubbio che la come il jazz di allora fosse sintonizzato su ben altre frequen- “Chiara”, un tema di Curtis Clark. cura dello sviluppo del materiale ze. Non così il jazz di oggi, che di Giuffre è figlio legittimo e Famiglia allargata. tematico da parte dei tre sia un E.B. riconoscente. Lo ha ricordato Anthony Braxton a Graham elemento che non solo rimanda a Lock quando è stato il momento di citare maestri e fonti di quell’esperienza, ma che anche si ispirazione; lo ha ribadito Ken Vandermark qualche anno fa conferma una pratica disciplinata rispolverando il vessillo Free Fall per una propria rivisitazio- della bellezza. E.B. ne del trio pianoforte-basso-clarinetto. Giuffre, l’innovato- re schivo, ha ancora molto da dire e da insegnare. 50 crescendo.ottobre 2014

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codice fiscale Per presa visione dell’informativa (indicare anche se uguale alla P.IVA) (fi rma) POP culture 51 Il genio scontroso Sono passati tredici anni dall’ultimo album uscito a nome Aphex Twin. Nel frattempo il padre della dance music sofi sticata si è esibito in incognito, ha collaborato con Penderecki, ha (forse) fatto uscire vecchi materiali con pseudonimi. Ora torna con , il primo (forse) di una nuova serie di uscite

ALBERTO CAMPO

fine agosto una notizia si è propagata alla zioni (a lui è toccata “Threnody for the Victims of Hiro- velocità della luce nei circuiti musicali: shima”): una delle sue rare apparizioni pubbliche, come il annunciava il ritorno di Aphex Twin. Un recente dj set nei panni di AFX al festival di Glastonbury. evento rilevante: vuoi per l’entità del per- In realtà se ne contano altre, ma in incognito: «Più i posti sonaggio, vuoi per la risaputa elusività che sono piccoli e meglio è: di solito l’impianto fa schifo, ma Alo contraddistingue. L’ultimo album edito con quello pseu- suonare protetto dall’anonimato è divertentissimo; se san- donimo, , risale infatti al 2001, benché suo ma- no chi sei, ti concedono il beneficio del dubbio ed esultano teriale sia circolato durante il decennio scorso sotto altri anche se fai cagare, mentre al contrario non ti puoi per- appellativi (la serie di ep in vinile chiamata Analord e un mettere errori ed è molto più stimolante». Istintivamente disco intestato a The Tuss). Nel frattempo la reputazione refrattario alla luce dei riflettori, James si è trasferito da dell’artista britannico non ha perso affatto smalto: il peso tempo – con la compagna russa e i due figli, di otto e sei crescente del suono elettronico negli ascolti di massa, al anni, entrambi già indaffarati con la musica! – in un pic- contrario, l’ha consolidata. Stiamo parlando di colui che colo borgo scozzese nei pressi di Glasgow. anni fa “The Guardian”, nominandolo erede di Stockhau- Indizio ulteriore della sua proverbiale mi- sen, Cage, Eno e Kraftwerk, ha definito «la figura più santropia, la stessa che a un certo punto lo inventiva e influente nella musica elettronica contempo- spinse a dichiarare, nel corso di un’inter- «“Intelligent Dance ranea». Il simbolo, insomma, della cosiddetta Intelligent vista concessa a “Liberation”: «Detesto il Music” è una Dance Music, classificazione per altro da lui snobbata: «È mio pubblico!». Anche se è stata proprio la classifi cazione ridicola, piuttosto ridicola, un po’ come dire: “questo è intelligen- dedizione dei fan a riaccenderne l’entusia- un po’ come dire “questo te e tutto il resto è stupido”. La trovo offensiva…». Certo smo: mesi fa i promotori del forum online è intelligente e tutto il è che Richard David James – in attività già da ragazzino, We Are The Music Makers hanno avviato resto è stupido”. La trovo nei primi anni Ottanta, fra dj set annidati nell’esperienza sulla piattaforma Kickstarter una raccolta off ensiva» originaria dei rave e bricolage sonoro su scala domestica, di fondi da cinquantamila dollari per ac- da cui in seguito sarebbe derivato l’album Selected Ambient quistare il rarissimo test pressing di un album inedito attri- Works 85-92, riconosciuto immediatamente come un ca- buito a Caustic Window (uno dei suoi svariati nom de plu- polavoro – ha fatto scuola, e non solo nell’ambito d’ap- me) e poterlo così diffondere in rete. Morale: «In qualche partenenza. Considerandolo fonte d’ispirazione essenziale modo è stata quella campagna a rimettermi in moto: per nell’elaborazione del classico dei Radiohead Kid A, Thom quanto io dica di non amare i fan, l’ho trovata toccante e Yorke disse: «Ha aperto un altro mondo, dove la mia chi- amorevole… Sarà che sto invecchiando, ma la questione tarra elettrica del cazzo non conta niente, e l’ho invidiato è: “Ok, c’è gente là fuori che vuole davvero le mie cose, per questo». perché negargliele?”». Insieme a un altro componente della band di Oxford, il E arriviamo così a Syro, uscito a fine settembre, dopo chitarrista Jonny Greenwood, James è stato fra coloro che una sapiente campagna di marketing: il logo di Aphex hanno partecipato a una celebrazione di Krzysztof Pende- Twin era ricomparso il 16 agosto, impresso su un dirigibile recki tre anni fa a Cracovia, rielaborandone le composi- in volo nel cielo di Londra e disegnato con lo >> 52 ottobre 2014

spray all’esterno della Radio City Music Hall di New York, mentre il titolo dell’album e quelli – enigmatici, essendo riferiti in genere alle apparecchiature impiegate durante la Qualità senza sorprese registrazione – dei brani inclusi sono stati rivelati in un post affidato al torbido sottobosco digitale del “deep web”, seguiti dall’immagine di copertina, dove sono elencati i La generazione dei primi rave è diventata adulta e il nuovo album di Aphex Twin può costi di promozione del disco. Strategia cwulminata negli simboleggiarne in qualche modo la conseguita eventi d’ascolto organizzati – stile lotteria – a Londra, Pa- maturità. Gli impulsi ritmici rimangono vivi: rigi, New York, Los Angeles, Toronto, Bruxelles e Utrecht, appena due episodi della dozzina che compone dopo che in rete erano circolati “fake” di Syro per depistare Syro scende sotto la soglia cruciale dei 120 Bpm. i segugi del download. E siamo solo all’inizio: «Syro rap- E tuttavia ciò che in origine era inventiva allo presenta appena un quinto di quanto ho fatto negli ultimi stato brado applicata alle tecnologie del suono dieci anni: è un disco dei molti possibili… Ho pianificato è divenuta col tempo perizia consapevole. La padronanza con cui il “gemello” manovra le alcune cose: come minimo un paio di album e qualche macchine è impressionante: valgano a dimostrarla ep: robe un po’ più dance, altre sperimentali o rumorose, i due episodi centrali del disco, accomunati nel titolo Aphex Twin magari qualche stranezza. Sono praticamente tutte pronte, (come tutti gli altri enigmatico e impersonale) dal Syro devo solo masterizzarle». Ci lavora su rintanato nella sua vocabolo “CIRCLONT” e separati da uno sketch “officina”: «Ho cinque studi di registrazione e mezzo: in – “fz psuedotimestretch+e+3” – che appare e uno ci sono alcuni robot elettromeccanici e in un altro un scompare come un ectoplasma di canzone. Syro non è “nuovo”: sia nel senso che i riferimenti rimandano organo a canne MIDI, un altro ancora con una configura- alle produzioni più recenti di James (molto Tuss zione di laptop, dentro una stanza – poi – ho accumulato e un po’ di Analord) sia perché le allusioni alla dischi e quella principale, che attualmente uso più di tutte, stagione dei rave (il concitato breakbeat jungle è uno spazio enorme col soffitto alto e torri di macchinari di “s950tx16wasr10”, ad esempio) e la vicinanza tipo i supercomputer degli anni Settanta»... formale ad altri artisti Warp (gli Autechre per certi arzigogoli elettronici e Squarepusher per la vibrazione jazz funk) sono evidenti. Nessuna sorpresa, dunque: forse sinonimo di delusione, a fronte delle esorbitanti aspettative suscitate dal “ritorno di Aphex Twin”. Syro è soltanto un disco di qualità eccellente: ammirevole ma non stupefacente. A.C.

Grandi Storie EDT Per mettere un punto fermo a una storia che non si ferma.

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edt.it POP dischi 53 avant elettronica avant rap

Flying Lotus You’re Dead! Lese Majesty WARP

Caribou clipping. Our Love CLPPNG MERGE SUB POP

Ralph Ellison, nato nel 1914, è Può sembrare forse curioso che noto ai più per il suo romanzo due tra i dischi più stuzzicanti Invisible Man, metafora del usciti ultimamente in ambito hip ruolo degli afroamericani negli hop portino impresso il marchio Stati Uniti degli anni Cinquanta: dell’etichetta indipendente di protagonista è, appunto, un uomo che – ormai un quarto di “invisibile” alla società, nascosto secolo fa – elevò all’onore delle in un sotterraneo che illumina cronache musicali il grunge, con migliaia di lampadine, dai Nirvana in giù. Ma c’è un sottraendo elettricità alla perché: nel ruolo di A&R, che un compagnia della luce. C’è un’altra tempo avremmo chiamato talent storia che ha a che vedere scout, è insediato da qualche con retaggio afroamericano, tempo Ishmael Butler, già rapper sotterranei ed elettricità, ed affermato negli anni Novanta è quella del quasi omonimo coi Digable Planets (dietro lo Steven Ellison, nato nel 1983, al pseudonimo Butterfly) e adesso, secolo Flying Lotus (nessuna ribattezzatosi Palaceer Lazaro, parentela probabilmente – ma a ancora attivo in coppia con Tendai Steven basta essere pronipote “Baba” Maraire sotto la dicitura nientemeno che di Alice Shabazz Palaces (che allude alla figura di uno scienziato della Coltrane). I dischi editi a suo s’intuisce fin dall’“Intro” che mitologia islamica, Shabazz nome sono ormai l’epitome da tutte le parti, facendosi amare, apre il loro secondo album, primo appunto). Il secondo album del dell’avanguardia contemporanea, ammirare, e anche – a tratti – targato Sub Pop: un vertiginoso duo, che aveva esordito in grande e l’ultimo arrivato You’re Dead! odiare: di certo, non può lasciare scioglilingua snocciolato intorno stile tre anni fa con , è non si sottrae all’arduo compito indifferenti. a un molesto sibilo elettronico. un’avventura sonora degna di di bissare l’entusiasmo per i Sul versante “bianco” e apollineo E a ruota arriva “Body & Blood”: essere affrontata: esplorazione precedenti. Nel lungo e contorto degli stessi paraggi, il nuovo efferata storia da serial killer di un pianeta alieno più che processo di “artizzazione” disco di Caribou (alias Dan ambientata in un minaccioso semplice consumo discografico. delle musiche elettroniche, del Snaith) si esprime invece con contesto di scuola “industriale”. La combinazione fra allegorie resto, Flying Lotus si è scelto un maggiore ordine. Le canzoni sono Spicca poi l’incredibile “Get Up”, esoteriche (non distanti dal percorso decisamente personale, costruite, come già nei precedenti dove le rime di Diggs incontrano futurismo “afro” di Sun Ra o del che mette al centro proprio la lavori, intorno semplici a loop una voce da avendo “funkadelico” George Clinton), soul woman radice black, passando attraverso di accordi, spesso calati in un come unico sfondo l’irritante vocazione free d’importazione l’hip hop (nel disco compaiono confortante e avvolgente spazio cicalino di una sveglia messo jazz e audacia formale da avant- anche nomi d’élite come Kendrick di echi e delay: minimalismo, in loop. L’insieme fa l’effetto garde elettronica (stile Flying Lamar e Snoop Dogg, oltre allo suoni vintage, dance malinconica, di un’evoluzione estrema del Lotus) si esprime in un mosaico stesso Ellison dietro il moniker campioni vocali ripetuti radicalismo hip hop, sia in composto da diciotto episodi Captain Murphy) e il jazz (c’è all’infinito. Manca, nel nuovo Our termini di produzione sonora organizzati in sette minisuite anche Herbie Hancock, che Love, qualcosa di paragonabile a (dalla Bomb Squad in azione tematiche. Descritta così, l’opera impreziosce di accordi molto quell’inno psichedelico che era coi primi Public Enemy alle potrebbe dare l’impressione jazzy un paio di brani – a dire il “Sun”, dallo splendido Swim, imprese recenti dei Death Grips) di essere eccessivamente vero, a tratti, in maniera un po’ ultimo titolo di Caribou (seguito sia sul piano dell’innovazione concettosa: cosa che non è, didascalica). Il tutto scorre in però da un buon lavoro a nome lessicale (sulla scia del collettivo siccome la musica scorre con un unico flusso anfetaminico Daphni), e nonostante la quantità californiano anticon.). Non fluidità e in più di una circostanza e sgranato, che accosta nu- di idee brillanti e di brani che proprio un “facile ascolto”, ma avvince l’ascoltatore. jazz e break quasi-prog, risate, si fanno ricordare (“Our Love”, l’intenzione sperimentale dei tre Ultima recluta scritturata in voci dall’oltretomba (come in “Can’t Do Without You”) si ha è ammirevole. ordine di tempo da Butler, dopo il “The Boys Who Died In Their l’impressione di una maggiore A.C. Sleep”), suoni spettrali da staticità rispetto al passato – ma duo femminile THEESatisfaction, vecchio film sci-fi (“Obligatory qui (forse) pesa l’accostamento è un trio di Los Angeles chiamato Cadence”), coretti da R’n’B… con il moto perpetuo del giovane col termine che designa una Il disco, del resto, nelle parole Ellison . sgradevole distorsione dell’audio del suo “invisibile” demiurgo è Jacopo Tomatis digitale: un rapper nero, Daveed un «pellegrinaggio sciamanico Diggs, e due manipolatori di nello sconosciuto psichedelico suono bianchi, William Hutson dell’infinita vita nell’Aldilà». e Jonathan Snipes. I clipping. Un frappè non certo di facile onorano il nome che si sono ascolto, che – come un frullatore dati affrontando i codici dell’hip lasciato aperto – schizza genio hop in modo sovversivo, come 54 ottobre 2014

ascolti “ciechi” nuove dive ritorni

Giardini di Mirò A Winged Victory For FKA twigs Battiato / Pinaxa Rapsodia satanica The Sullen LP1 Joe Patti’s Experimental SANTERIA Atomos XL Group ERASED TAPES UNIVERSAL ITALIA

Per quei processi di cristallizzazione di suoni e Accompagnato da recensioni significati musicali che finiscono ultrapositive in mezzo Ha attirato grandi attenzioni per creare cliché duraturi, quel mondo, l’album di debutto di l’annunciato “ritorno” di Franco ricco filone di post-rock di Adam Wiltzie e Dustin Tahlial Barnett in arte FKA Battiato all’elettronica, insieme gusto “romantico-sinfonico” O’Halloran son di nuovo qui: twigs (letteralmente il nome a Pino “Pinaxa” Pischetola, suo suona oggi molto bene, e molto insieme fanno A Winged Victory significa “un tempo nota come ingegnere del suono, a nome Joe frequentemente, a colonna For The Sullen. Restano su un ‘ramoscelli’”) sembra, ad un Patti’s Experimental Group (per sonora del cinema muto. In territorio prima di pochi e ora primo ascolto, un omaggio la cronaca: Joe Patti è il nome particolare, nell’esaltare quel di tanti, che qualcuno definisce di Björk a Beyoncé, Kate di un vecchio zio di Battiato filone “luciferino” di ossessione “neoclassica”; pianoforte, archi, Bush e Julee Cruise, con espatriato negli States. «Mi e follia molto presente nel elettronica, atmosfere plumbee, l’accompagnamento di musicisti piaceva il suono», ha dichiarato cinema dell’epoca. I Giardini di un po’ più che malinconiche, elettronici come James Blake, il musicista). L’attesa è ben Mirò possono dirsi esperti del vaste, inafferrabili, senza parole. How To Dress Well o Forest giustificata, e in buona parte tema: dopo la sonorizzazione Atomos risuona un po’ moscio, Swords. Mezza giamaicana, soddisfatta: il repertorio del de Il fuoco di Giovanni Pastrone più che di emotion. Lo ha un quarto inglese e un quarto “Battiato elettronico”, quel (2009), arrivano ora le musiche mixato a Bruxelles, Berlino e spagnola, FKA twigs ha ventisei pugno di album pubblicato per per Rapsodia satanica di Nino Reykjavik molto bene Francesco anni, viene dal Gloucestershire la Bla Bla a partire dal 1972, Oxilia, storia faustiana di nobiltà, Donadello, in passato batterista e, prima di essere la fascinosa ha saputo ritagliarsi, anche a drammi amorosi e patti con il e alchimista dei Giardini di Mirò, autrice di un R&B sperimentale posteriori grazie al successo diavolo con la diva Lyda Borrelli, molto conosciuto a Berlino e ultraterreno, ha iniziato la sua del “Battiato pop” e di quello che nella prima sincronizzazione (e stimato da Nils Frahm). carriera artistica come ballerina, “mistico”, lo status di cult, di vera (anno 1917) ebbe musiche di Atomos è lo spin-off di una danzando per artisti come Kylie avanguardia popolare, al netto Pietro Mascagni. In Rapsodia partitura che originariamente Minogue e Jessie J, e modella. di qualche perdonabile ingenuità satanica ricorrono, come nello era la colonna sonora per Arriva poi una serie di brani da dettata dallo spirito dell’epoca. stile della band e senza grandi uno spettacolo di danza lei scritti e prodotti (raccolti in Il disco raccoglie anche lavori sorprese, atmosfere sospese contemporanea coreografato da EP1 nel 2012 e EP2 nel 2013) che e frammenti già editi, sia di fatte degli incastri delle chitarre Wayne McGregor: chiudendo creano grande interesse, anche testi che di suoni e melodie: di Jukka Reverberi e Corrado gli occhi, e sperando di poter grazie ai bei video abbinati. E “Le voci si fanno presenze” vedere come ballavano al Royal infine, lo scorso agosto, l’album Nuccini, lenti crescendo verso un era la ghost track di Fleurs; la climax che sembra non arrivare Ballet di Londra questo viaggio (tra i molti collaboratori: Arca, magnifica “L’isola elefante”, con mai, un gusto minimalista nel di atmosfere, allora sì, la cosa Devonté Hynes, Paul Epworth un crescendo mozzafiato, viene costruire lo sviluppo su semplici prende a funzionare. Vediamo e Clams Casino) e il delirio da “Shackleton”, dall’ottimo gesti ampi, cosmi riabbracciati, generale che ne è seguito. La cellule ritmico-melodiche, tappeti Gommalacca; “Proprietà probità” sonori quasi à la Vangelis, ma pace, lampi di luce infinita. sua voce sussurrata ed eterea si è un rifacimento da un brano di «Come disse una volta un uomo muove enigmatica, drammatica anche suggestioni mediterranee Clic, puro periodo elettronico. e intermezzi che abbandonano saggio – scrive Wiltzie - uno che ma avvolgente all’interno di In realtà, non di vero “ritorno” le epicità post-rock per un gusto procrastina la sua scelta avrà paesaggi sonori minimali, all’elettronica si tratta, visto più cameristico. Difficile è il inevitabilmente la sua scelta notturni, rallentati e un po’ che l’elettronica non se ne era compito di valutare una musica decisa dalle circostanze. Non futuribili. Dieci pezzi da ascoltare – di fatto - mai andata, ma è pensata su delle immagini con le abbiamo avuto praticamente in cuffia per lasciarsi catturare significativo che Battiato voglia sole orecchie - ma se dobbiamo tempo per scegliere, stavolta. meglio dalla loro magia. in qualche modo omaggiare accontentarci della versione Tra libera creatività e dovere Paolo Bogo quella parte della sua carriera, “cieca”, anche a prescindere di committenza, siamo però soprattutto in un momento dalle informazioni sul concept, rimasti fedeli alla nostra storico in cui l’estremo colto e tutto funziona per il meglio e malinconia collettiva». quello “popular” della musica affascina, pur nel consolidato Malinconia, sì, anche troppa. Ma elettronica si stanno avvicinando barile di un genere ormai se gli atomi intuiti dal Buddha più che mai. In questo, il raschiato (quasi) fino al fondo. come infinita combinazione cantautore siciliano è stato, negli J.T. illusoria e impermanente del anni Settanta, un profeta. Intanto, cosmo suonassero così, noi li dopo le date estive, Joe Patti ascolteremmo. sarà in tour – e arriverà anche nel Daniele Martino tempio italiano dell’elettronica più hip, il torinese Club to Club… J.T. POP dischi 55 canzone d’autore sonatine Cristina Donà Leonard Cohen di Stefano Zenni Così vicini Popular Problems QUI BASE LUNA / BELIEVE SONY

Maresco e il sogno

Cristina Donà, in un’intervista berlusconiano per il suo scorso album, datato 2011, ci parlava della Leonard Cohen ha appena erso la metà del film Belluscone. Una volontà di «raccontare storie compiuto (il 21 settembre) e farlo in modo lieve, con la ottant’anni, ed eccolo qua con storia siciliana di Franco Maresco l’im- leggerezza dei comici». Quel il suo tredicesimo album. Una presario palermitano Ciccio Mira, spe- disco vedeva anche l’inizio discografia esigua, peraltro, in cializzato in cantanti neomelodici e della collaborazione con il una carriera iniziata nel 1967. colluso con la mafia, a un tratto dice D’altronde, lo spiega anche produttore e autore Saverio più o meno: Berlusconi è un uomo che viene dallo lui nel pezzo iniziale intitolato V Lanza, una mano più “pop”, spettacolo, è per questo che ci comprendiamo. Ecco: per le sue frequentazioni non a caso “Slow”: “Non è precedenti, di quanto non ci si perché sono vecchio / non è e se il berlusconismo fosse tutta una questione musi- sarebbe aspettati. A distanza la vita che ho condotto / Mi è cale? È questa la chiave di lettura che sceglie Maresco di tre anni da quel Torno a casa sempre piaciuto fare le cose per raccontare il ventre molle, mafioso e criminale, a piedi, la collaborazione fra la con calma / È quel che diceva del berlusconismo. D’accordo: nel film ci sono la mia mamma / Mi allaccio la Donà e Lanza si conferma per detection del potere alla Orson Welles, il cinema nel scarpa / ma non voglio correre questo Così vicini, ottavo nella cinema, l’impotenza creativa di 8 e 1/2, la commedia discografia della cantante. La / Arriverò quando arriverò”. leggerezza è rimasta quella, Nato a Montréal in Canada, all’italiana. Ma al cuore di questo film c’è la musica: e così la patina “rock-pop” – poeta, scrittore e cantautore quella dei neomelodici napoletani e siciliani, su tut- da intendersi nel senso più celebratissimo, ha fatto un ti il palermitano Erik, l’autore di “Voglio conoscere raffinato del termine: begli imprevisto ritorno live nel 2008: Berlusconi”, e il napoletano Vittorio Ricciardi, che ne intrecci di chitarra, occasionali nei cinque anni successivi ha fa un hit locale. Maresco prende molto sul serio quel tenuto 470 concerti suscitando fiati e archi, un po’ di elettronica, repertorio, che non è mai fatto oggetto di ironia. Pro- il tutto molto fluido e senza entusiasmo persino nei grandi va anche a chiedersi cosa sono i neomelodici (e riceve asperità. Nessuno si aspetti, festival all’aperto estivi, dove dunque, scarti o innovazioni: i suoi brani malinconici non da loro stessi risposte paradossali). Ma mentre si gira Cristina Donà conferma se sembrerebbero di casa. I nove in apparenza a vuoto intorno a canzoni trash, ecco stessa. I testi parlano di amore, brani di Popular Problems, scritti che pian piano emerge un profilo più inquietante: il di riflessioni sui rapporti insieme a Patrick Leonard (già consenso di piazza è connesso ai legami mafiosi, la collaboratore di Madonna e Roger e sulla sfera personale… musica si fa veicolo di messaggi in codice per i dete- repertorio obbligato di ogni Waters), sono belli, fascinosi e nuti, lo spettacolo appare come espressione di sistema “cantautore”. Ma, pure più notturni, da godersi senza fretta uniforme nell’insieme (anche per apprezzare la forza dei testi di contro-valori. In questo caos sinistro Maresco si ag- tematicamente) del precedente, e la profondità della sua voce grappa al piccolo imprenditore Ciccio Mira, vero eroe Così vicini mostra ancora una da baritono. Ci si muove tra del film. Navigato, dall’aria buona, un po’ casinista, volta come basti una gran voce, folk, blues, country (“You Got Mira è l’incarnazione del sistema mafia. In una inter- Me Singing”), gospel (“Born In carisma interpretativo e qualche cettazione memorabile lo si ritrova in una stalla con Chains”) e – in “Nevermind” – bella idea musicale per fare un boss. E loro cosa fanno? Cantano. Mira consolida ancora della canzone “d’autore”, persino sonorità arabe. Il nostro in italiano, di qualità, senza preferito: “Samson In New il sistema nelle piazze di Brancaccio, e lavorando per cadere nei cliché e senza finire Orleans”, 4 minuti e 39 secondi di i giovani aiuta la vecchia mafia a perpetuarsi nella per “guardarsi l’ombelico” (male incontenibile emozione. nuova. La musica spacciatrice di sogni berlusconiani, storico vecchio almeno quanto P.B. le ballerine sul palco, gli adolescenti adoranti sono il la canzone d’autore stessa). sistema diffuso di piazza che Dell’Utri e Berlusconi, Spiccano brani come “Il senso con gli investimenti mafiosi di Stefano Bontate, pro- delle cose”, la title track, magica ietteranno in sistema-paese. Da Erik alla De Filippi il e sognante, e “Perpendicolare”. J.T. passo è breve.

P.S. Due anni fa Maresco raccolse soldi per un film su Berlusconi. Gli versai una cifra molto modesta. Quel pro- getto abortì, ma il mio nome, molto in piccolo, è nei titoli di coda di questo capolavoro. Conflitto di interessi? Non direi: questo film non è quello per cui ho pagato! 56 ottobre 2014

Ciccio Nucera e Roberta Palumbo

Negli ultimi anni la musica folk calabrese è in pieno fermento: nascono e crescono nuovi gruppi, festival, corsi di strumenti tradizionali. Si riscoprono la lira e la chitarra battente, e anche il folk “storico” sembra essere in pieno revival. Un viaggio fra le tante musiche della Calabria oggi Arcipelago Calabria WORLD culture 57

ALESSIO SURIAN FOTO FELICIA VIOLI NOVITÀ el suo L’anno più felice della mia vita (Il Saggiatore) l’etnomusicologo Alan Lomax Bärenreiter · Urtext apre il capitolo sulle giornate che trascorse in Calabria fra luglio e agosto 1954 con una bella foto scattata a Cardeto (Reggio Cala- Nbria): in primo piano un suonatore mancino di tamburello sostiene il canto di una zampogna a paru: lo zampognaro guarda dritto nell’obiettivo e sembra interrogare chi scattò quella foto in merito al destino di quelle registrazioni visive e sonore. Nel cd uscito per la Rounder, fra i ventotto brani GiuseppeGiuseppe Verdi raccolti durante quell’intenso viaggio condiviso da Lomax e Diego Carpitella, di quei due suonatori non c’è traccia. Le musiche delle Calabrie sembrano, spesso, seguire un Messa ddaaReq Requiem destino analogo: più nascoste che accessibili, facilmente fraintese, immense soprattutto quando lontane dai palco- scenici. Forse, non a caso, il Meridione musicale d’Italia Edizione a cura di Marco Uvietta si è incarnato nell’immaginario collettivo in tre regioni vicine, Sicilia, Campania, Puglia. E se questo immagina- Riduzione canto e pianoforte di Andrea Campora rio cerca nella pizzica pizzica soprattutto la “tradizione”, la Calabria sembra essere ascoltata soprattutto quando rac- conta e graffia la modernità, dai Re Niliu di Pucambù, alle storie migranti dei QuartAumentata, dallo sguardo stra- lunato di Peppe Voltarelli, all’“Onda Calabra” del Parto delle Nuvole Pesanti. Forse, più che in ogni altra regione, la Calabria va declinata al plurale. Forse più che altrove in Calabria la tradizione è viva e negata al tempo stesso, spesso retro-alimentata dai percorsi delle emigrazioni: in Australia, Canada, Stati Uniti, Germania… Lontano dalle Calabrie le musiche “tradizionali” hanno avuto l’opportu- nità di “cristallizzarsi” e, nel passato recente, di offrire, ad ogni ritorno, occasioni per re-incontrare quel repertorio di matrice pastorale che decenni di “sviluppo” hanno re- legato ai margini. Lontano dalle Calabrie, compositori e gruppi sembrano trovare la “giusta” distanza e a dar vita a formazioni e composizioni che rinnovano narrazione e re- pertorio fra Bergamo, Bologna, Milano, Torino. Dovendo scegliere un modo per entrare in Calabria, affidiamoci alla zampogna, che forse trae il suo nome, symphonia, proprio BA 7590 dalla lingua greca, ancora oggi parlata nell’area dell’Aspro- monte. Oggi è lo strumento più taciuto, sostituito spesso dall’organetto, ma la zampogna rimane la “madre” delle musiche delle Calabrie, dove se ne contano, in genere col nome di ciaramedda, almeno sei versioni diverse: a moder- na, a paru, conflentana, surdulina, a chiave delle Serre, a chiave calabro-lucana. Sei sono anche le fasi di costruzione BA 7590-90 di una zampogna. Per cominciare: scelto il legno, va posizionato sul tor- nio per una prima sgrossatura che ne individui la forma. Analogamente a questa prima fase, delineare una prima mappa musicale calabrese ci porta ad ascoltare le musiche veicolate dai festival estivi (si veda il box), densi momenti di coagulo di quanto bolle in pentola. La storia di Ciccio Nucera fa da ponte fra i due festival più rappresentativi, Paleariza e Kaulonia: «Di me mio padre dice che suona- Le novità sono disponibili in Italia nei migliori negozi di musica. vo prima ancora di camminare», racconta. «Di certo, a due anni e mezzo già suonavo il tamburello. A dieci anni ho cominciato a suonare sia la zampogna, sia l’organetto. La zampogna è lo strumento più bello perché mentre lo Bärenreiter www.baerenreiter.com suoni lo abbracci. Ma ho deciso di dedicarmi solo all’orga- Your next performance is worth it. netto. Allora sono andato alla ricerca di tutti i >> 58 ottobre 2014

suonatori di organetto, non importa se magari abitavano sul palco a suonare soprattutto brani di mia composizio- in Germania. Ho cercato di incontrarli a tu per tu, senza ne. Sul palco devi dare spettacolo, far divertire la gente. registratore. Fin da bambino mi sono trovato a suonare Quando invece ritorni a suonare sotto il palco suoni come a Bova Superiore/Chora tu Vua: accanto ai musicisti più sei, più tradizionale, più puro. Sul palco il timbro rimane anziani, il 16 agosto era ed è rimasta l’occasione anche lo stesso, ma la musica ha un’evoluzione: si tratta sempre per i bambini dell’area grecanica per suonare in pubbli- del mio paesino, di Gallicianò, ma sul palco diventa più co. Da lì nel 1997 – continua Nucera - è nato il festival “modernizzato”, con arrangiamenti più melodici: il palco agostano dell’area grecanica, Paleariza, cui abbiamo parte- lo vedo come la televisione. Quando sei lì devi far divertire cipato tante volte come Cumelca, il gruppo che riunisce i chi ti ascolta. Mi piace improvvisare, non far mai lo stesso musicisti del mio paese, Gallicianò: proprio in quegli anni concerto» continua Nucera. «Mi piace distinguermi, fare in collaborazione con Med Media abbiamo prodotto il cd la mia musica, non cover. Lo si può sentire nel cd con un La Risorsa della Memoria. Viaggio nella cultura grecanica. mio concerto del 2013, La tarantella crea dipendenza. Ora, Accanto all’attività con i Cumelca, ho cominciato a colla- ad ottobre, ne registreremo uno in studio, lasciando spazio borare con scuole di strumenti e di ballo e, fin dalla pri- anche ad una vena romantica, a canti sia in dialetto, sia in ma edizione, nel 1999, con il Kaulonia Tarantella Festival greco di Calabria». che si tiene a Caulonia (Reggio Calabria) a fine agosto e La seconda e terza fase della costruzione della zampo- che offre concerti, ma anche corsi». L’attività, intanto, si gna riguardano il “forare la canna” e procedere con le allarga, e cresce l’interesse per le musiche popolari: «Fra sgorbie alla seconda sgrossatura. Analogamente, musici- corsi e concerti – spiega Nucera - ho percorso tutta la sti e festival hanno dovuto scegliere in questi anni come Calabria e non solo. Da qualche tempo i concerti sono chiamare, come definire le musiche che portano sul palco. ottanta-cento l’anno. Nel 2011 nasce il progetto Kalabria Kaulonia si presenta come “Just Tarantella”. A Badolato Orkestra: a seconda della serata ospito da venti a trenta (Catanzaro), invece, Tarantella Power comincia ad incon- musicisti, non solo calabresi, spesso anche da Campania trare qualche difficoltà e dalla direzione artistica Danilo e Puglia, dal resto del Mediterraneo. Faccio incontrare sia Gatto ha appena dato alle stampe Basta tarantelle. Antro- strumenti della tradizione popolare, sia sax, pianoforte, pologia della nuova musica popolare (Aracne). Diversa la eccetera. Non facciamo prove, ci ritroviamo direttamente scelta di Paleariza, che ha privilegiato “sonu”. A U Sonu. WORLD culture 59

La danza nella Calabria Greca (Squi[libri]) il direttore ar- sdoganare questo repertorio in dialetto calabrese presso tistico Ettore Castagna ha dedicato una ricca narrazione, un pubblico il più vasto possibile: una formula, sempre anche iconografica e sonora : «“Tarantella” – spiega nel presente al Kaulonia Festival, già approdata due volte al libro - non è storicamente di origine popolare. In Calabria Concerto del Primo Maggio in Piazza S. Giovanni a Roma si deve la sua capillare diffusione in buona parte all’azione e i cui tentativi di imitazione non si contano più. Oggi omogeneizzante e livellante dei gruppi folcloristici. Soprat- “fare cover di Cavallaro” è diventato un mestiere. Se n’è tutto a partire dall’intervallo fra le due guerre lo stereotipo accorta la CNI, che in quattro anni ha prodotto quattro della tarantella ha poco a che vedere con la vita dei pastori album del TaranProject. Gli ultimi due sono lavori com- e dei contadini». Con un festival diffuso in tutta l’area plementari e maturi: se nel più recente, doppio, Sacro et grecanica, attento al sonu a ballu in piazza e non solo ai Profano (2014) Cavallaro organizza e arrangia trentuno nomi in cartellone, Paleariza ha vinto una scommessa che brani di matrice popolare e religiosa raccolti nella Locri- lega musica e turismo sostenibile. de, nel precedente cd le quattordici tracce sono in buo- Tuttavia, come mostra Ciccio Nucera, le musiche ca- na parte scritte da Papandrea e Cavallaro, con una scelta labresi sembrano girare più facilmente se veicolate come attenta che lascia spazio alle diverse facce del repertorio tarantelle. Ancora più esplicito è Mimmo Cavallaro, voce TaranProject, ed anche a due brani che riportano sotto i e guida, con Cosimo Papandrea, di TaranProject. Se si riflettori il sempre attivo Otello Profazio. Chitarra bat- trattasse di continuare con la costruzione delle canne di tente, pipita e lira calabrese cesellano la matrice popolare una zampogna sarebbe ora il turno della quarta fase, il di arrangiamenti che sanno parlare un linguaggio espli- momento del canneggio interno: allo stesso modo Caval- citamente pop, attento ad un equilibrio timbrico “acces- laro ha lavorato nei dieci anni che precedono il suo Sona sibile”: non può esserci spazio per la zampogna, troppo battenti (2009), arrivando a collaborare e ad acquisire ostica, troppo intrisa di una cultura oggi marginale, ma un’iniziale notorietà con il progetto Taranta Power di Eu- che pure non smette di esercitare il suo fascino: non a genio Bennato. Il gruppo TaranProject nasce per portare caso, dopo oltre cinquecento concerti che che celebrano sul palco Sona battenti, musiche popolari calabresi rive- la tarantella, il cd di Taranproject registrato in presa di- dute attraverso la lente della forma canzone, sostenute retta al Delta Studio di Gioia Tauro, può intitolarsi, sem- da una sezione ritmica che non si risparmia, in grado di plicemente, Sonu. >>

Il rinascimento della tarantella

Mimmo Cavallaro è oggi uno dei Se facciamo un paragone tra il festival di Lì, l’unica musica che ascoltavo era quella protagonisti principali del nuovo revival Melpignano e quello di Caulonia… a Caulonia popolare: mio nonno che suonava le zampogne, musicale in Calabria. Gli chiediamo come si c’è un investimento di centomila euro, alla Notte mia mamma che cantava, il canto nel lavoro spieghi il fermento musicale di questi ultimi della Taranta si parla di un milione, un milione e della campagne… La chitarra battente l’ho anni. mezzo… la differenza c’è». conosciuta dopo, in quel versante delle «Possiamo parlare di un vero e proprio Il tuo percorso come si colloca in questa Serre non era così diffusa. Anche la lira non rinascimento, è un grande movimento quello nuova “scena”? l’ho conosciuta da ragazzo, l’ho scoperta che c’è attualmente in tutto il sud, ma in «Io ho iniziato tanto tempo fa a fare musica. tardi, tramite lo studio fatto da Med Media, Calabria in modo particolare, perché stanno Un altro tipo di musica, all’inizio. Poi a un l’associazione da cui poi è nato Re Niliu. Per me venendo fuori tantissimi gruppi, tanti festival, certo punto mi sono reso conto che dentro prima non esisteva, era già scomparsa». tante scuole. Il mondo va in una certa direzione, di me c’era il dna del ritmo della tarantella, Jacopo Tomatis e c’è questa grande forza che cerca di prevalere, della musica popolare, e mi sono dedicato a lo vediamo a livello economico, culturale... Nella questo versante. Ho cominciato a fare le mie globalizzazione, c’è la voglia di riprendersi prime ricerche, registrazioni, a conoscere le qualcosa che ci appartiene, che è legato alla ricerche che erano state già fatte – si parla nostra storia, alla nostra cultura, al nostro modo dell’inizio degli anni Ottanta. Mi sono accorto di vivere». che esisteva già un interesse, soprattutto dei Rispetto ad altri fenomeni analoghi del ragazzi, nel riscoprire questa cultura. Da lì c’è Sud Italia - la Puglia, soprattutto - il caso sempre stato un crescendo. Ho avuto la fortuna calabrese rimane però più circoscritto. di incontrare sulla mia strada Eugenio Bennato, «Molti artisti nazionali e internazionali si che ha creduto tantissimo in quello che stavo sono interessati alla Puglia già in passato, in realizzando, e mi ospitava spesso nei suoi Calabria il fenomeno è venuto fuori dagli anni concerti, in Calabria e anche in tour all’estero… Ottanta, e l’approvazione del pubblico e delle Nel 2009 viene pubblicato il primo disco di istituzioni è arrivata anche più tardi. Adesso si TaranProject, prodotto da lui, Sona Battenti. Da comincia a capire che c’è una portata turistica, lì parte il vero successo del nostro progetto, mediatica, ma fino a qualche anno fa nessuno ma non siamo stati i primi – Re Niliu aveva ci credeva. C’è stato qualche amministratore cominciato molto prima». che ha capito – a Caulonia, o nella provincia di Come sei entrato in contatto con gli Reggio Calabria – che si poteva far partire un strumenti e la musica tradizionale? discorso di economia intorno alla cultura, ma «Ho vissuto la mia infanzia in una parte del è un discorso che attecchisce con lentezza. È territorio della Calabria abbastanza isolato, una questione di politiche e di lavoro culturale. Caulonia, all’interno delle Serre calabresi. 60 ottobre 2014

Il ritorno del re

Re Niliu, formazione chiave del revival casuali comunque, li abbiamo scelti per la oggi e nessuno abita nella stessa città». calabrese, torna con un disco. Ettore loro frequentazione con la musica tradizionale Cosa lega e in che modo è diverso Re Niliu Castagna ci racconta come è rinato il gruppo e il ma anche per la loro duttilità. Alla fine Re 2014 dagli ultimi lavori di vent’anni fa? nuovo repertorio. Niliu musica tradizionale non è, ma è Re Niliu. «Re Niliu è un modo di suonare, di pensare «Dopo tantissimi anni ci siamo ritrovati nella Suoniamo con basso, batteria, tastiere, qualche la musica. È una combinazione alchemica cantina di Mimmo Mellace a Bologna. Tre anni volta pure le macchine. Per cui la zampogna o la fra persone che si è mantenuta nel tempo. fa circa. Abbiamo suonato due giorni di fila lira devi sapere come farla entrare». Ci sono venti anni fra il nuovo cd e Pucambù, quasi senza mangiare e dormire. Inizialmente Come nascono composizioni e eppure quel gusto del mélange, del composto sembrava una cosa che doveva rimanere lì, un arrangiamenti? esplosivo a base di musica vera non si è spento. atto di nostalgia. Poi devo dare atto alla grande «Quest’ultimo Re Niliu è a trazione Castagna- Il nuovo cd riprende il discorso lì da dove volontà di Mimmo. Ha convinto prima me e poi Mellace sia per la composizione che per si era interrotto. Guardando indietro provo molti del vecchio gruppo storico dei tempi di l’arrangiamento. La ricetta ruota sulla costantemente un sentimento ambivalente. Pucambù. Dopodichè attingere dall’organico mescolanza delicata fra suoni arcaici della Quegli anni sembrano ieri nella freschezza di quello che era il mio gruppo del momento nostra terra e le voci più disparate della delle scelte e dei gusti e appaiono tanto remoti (Antiche Ferrovie Calabro-Lucane) è venuto contemporaneità. Io e Mimmo abbiamo da suscitare bisogno di andare avanti, di naturale. Bisogna dire che negli ultimi anni la un’intesa musicale notevole, di vecchia data. proseguire un discorso da troppo tempo fermo». corte di amici e appassionati perché Re Niliu Abbiamo gusti comuni, una cultura musicale Il 24 agosto il primo concerto: com’è tornasse in pista si era fatta spietata. A un comune con radici solide dal rock, al jazz andato? Quali le prossime tappe dal vivo e i certo punto ci siamo resi conto che non avevano alle musiche etniche dal mondo. Certe volte progetti futuri? tutti i torti. Il repertorio poi non è né vecchio né basta dire “suona come per accompagnare un «Non ho toccato la chitarra elettrica per quindici nuovo in realtà. Ci è parso naturale riallacciare guimbri…” e si va. Di certo la voglia di suonare anni almeno. Ero troppo abituato oramai alla il filo fra quelli che eravamo vent’anni fa e c’è». musica acustica. Suonare con una band con quelli che siamo ora. Avevamo tanto materiale Ci racconti il nuovo cd? un tale impatto mi ha nuovamente spiazzato. inedito rimasto abbandonato. Abbiamo «È stato un lavoro lungo. Abbiamo registrato Come se non lo avessi mai fatto. Per il momento composto e pure tanto. L’album in arrivo ne è la quasi tutto a Milano già dalla primavera 2013 non abbiamo voluto concerti ufficiali. Abbiamo testimonianza». sino all’estate 2014 e al missaggio. Alessio rifiutato tutti i festival preferendo piccole piazze Ci introduci i membri del gruppo? Saglia di Chihuahua Studio ci ha praticamente e locali. Avevamo bisogno prima di tutto di «L’organico completo attuale è di sette adottati. Fra scorze d’arancia, insalata di riso ritrovare noi stessi e il nostro sound. La fatidica elementi. Quattro sono veterani: io che mi agito e sacchi a pelo il cd è nato poco per volta. I notte del primo concerto sono sceso dal palco e fra chitarra elettrica e vari altri suoni acidi, la brani sono arrivati in studio molto progettati, mi sono detto “che brutta suonata”… Poi invece sontuosa batteria di Mimmo Mellace, il basso ma poi si è innescata la passione per i dettagli, sono arrivati quattro bis. Allora ti dico che deve antico di Enzo Tropepe e la voce incantatrice per quello di cui nessuno si accorgerà mai ma essere andato tutto bene. Il futuro prossimo di Salvatore Megna. Poi si sono aggiunti Micu che a te piace che ci sia. Abbiamo finito poi vede l’uscita dell’album fra autunno e inverno Corapi sempre alla voce, Gianpiero Nitti alle per integrare e registrare in giro per l’Italia: e dopo immagino che arriveranno un po’ di tastiere e organetti e Peppe Ranieri a zampogne Bologna, Cutro, Reggio Calabria, Roma. L’album concerti. Re Niliu è Re Niliu e bisogna onorare e altri fiati tradizionali. Non sono tre presenze è come noi, un sogno translocale. Siamo sette un nome che è glorioso». A.S.

La formazione attuale di Re Niliu (foto Alberto Bianchi) WORLD culture 61

Accanto all’organetto, sembrano essere soprattutto lira suoni, ma anche di fuochi d’artificio, quelli che sembrano e chitarra battente a essere scelti dai vari gruppi calabresi scaturire dalle canne della zampogna ogniqualvolta si com- per rimandare, almeno timbricamente, alla “tradizione”. pia a dovere la sesta fase: praticare, incidendo le canne, i Come i doppi flautini, sono strumenti che coinvolgono fori digitali per dare nuova vita alle migliori passate. Allo “coppie di suoni”, che valorizzano il ruolo del bordone, stesso modo, quando tutti i suoni hanno trovato il proprio che rimandano alla quinta fase nella costruzione di una posto, a Bova spunta l’ossessivo ritornello intonato dal- zampogna, l’arte del far convergere tutte le canne all’inter- la Banda ad accompagnamento del Ballu di lu Camiddu, no di un comune blocco di legno. Ben altro spazio merite- la danza che ha per protagonista un cammello (di canne rebbe una mappa delle loro diverse declinazioni. Per la chi- di bambù) coperto di giochi pirotecnici e fuochi d’artifi- tarra battente la tradizione liutaia ha come riferimento la cio, comandati e fatti ballare con maestria dal costruttore famiglia De Bonis, a Bisignano, già a partire dal Seicento. e animatore del camiddu, Mimmo Vazzana, capace ogni Valentino Santagati (San Lorenzo, Reggio Calabria), la fre- anno di proporre un colore, un elemento di stupore ad quenta non solo da musicista: come ricercatore ha messo un ballo forse unico nella sua interazione con una banda in luce le caratteristiche anche di repertori legati a chitarre tanto numerosa. battenti a fondo piatto, come nel ricchissimo A catarra do vinu, i suonatori di chitarra battente delle serre calabresi (Nota). Diversi musicisti trovano proprio nella chitarra battente la loro cifra personale, da Cataldo Perri Cariati Per saperne di più: festival e libri (Cosenza), a Mimmo Audino (Badolato, Catanzaro) con i Marasà, o nei progetti solisti, di matrice cantautoriale come il recente Malamatri. Ugualmente accomunati dal rapporto con la chitarra battente sono due fra le voci più Festival e stage per imparare gli strumenti personali e toccanti delle Calabrie: Salvatore Megna di tradizionali fioriscono in tutta la regione: Cutro (Crotone) e Micu Corapi di Gioiosa Jonica (Reggio eccone una selezione “imperdibile” per chi volesse Calabria). Ma il percorso più originale e virtuoso con que- scoprire (e ballare) la musica calabrese: sto strumento lo ha compiuto Francesco Loccisano, spesso U Stegg!: Cataforìo (RC), dalla fine degli anni intersecando le rotte di Eugenio Bennato e Taranta Power Ottanta. Non un festival, ma stage sulla danza e gli e le produzioni CNI, con cui è uscito il suo secondo lavoro strumenti tradizionali dell’Aspromonte e musica Mastria: brani che mostrano come la battente possa uscire “all’uso antico”, con maestri come Diego e Demetrio dal ruolo di sostegno del canto, per elaborare un proprio Pizzimenti (zampogna, tamburello) e Piero Crucitti repertorio solistico originale. (organetto) Più sorprendente e virale è stata la diffusione della Paleariza: area grecanica intorno a Bova Superiore/ Chora tu Vua (RC), dal 1997 lira: praticamente scomparsa alla fine degli anni Settan- Joggi Avant Folk: Joggi – frazione di Santa Caterina ta, è stata uno dei percorsi di ricerca, documentazione e Albanese (CS), dal 1998 riproposizione compiuti dai Re Niliu, che li ha portati ad Tarantella Power: Caulonia (RC) dal 1998 fino al 2007; incontrare maestri come Giuseppe Fragomeni, e sfocia- dal 2009 al 2013 a Badolato (CZ) ta nella rinnovata abilità produttiva di liutai quali Sergio Kaulonia Tarantella Festival: Caulonia (RC), dal Di Giorgio (Reggio Calabria), Mimmo Vazzana (Prunel- 2008 Radicazioni: Alessandria del Carretto (CS), dal 2003 la, Reggio Calabria), Bruno Marzano (Bosco di Bovalino, Tamburello Festival: Zambrone (VV), dal 2004 Reggio Calabria), Pino Rubino (Locri, Reggio Calabria), o Radici Sonore: Tiriolo (CZ), dal 2006 anche residenti in altre regioni, come Pietro Forlani. Un Satriantella Festival: Satriano (CZ), dal 2009 musicista da ascoltare? Nella Banda Corapi o a Siderno, Gabriele Trimboli. Ma oggi non si contano i musicisti e i gruppi che l’hanno adottata quale tratto distintivo, o anche come semplice “colore” di musiche che rimanda- Ed ecco una selezione della bibliografia più no in modo più o meno diretto alla “tradizione”. Nei tre recente sulla musica calabrese: dischi pubblicati fra 1984 e 1994, i Re Niliu mostrano una capacità unica di “leggere” e rinnovare la tradizione, che Ettore Castagna, U sonu, la danza nella Calabria rimarrà appannaggio solo dei gruppi “figli” messi su dai greca, Squi[libri], 2006 componenti del gruppo dopo la scissione: prima i Phaleg, Ettore Castagna, La lira in Calabria, libretto allegato quindi Nistanimera e le Antiche Ferrovie Calabro-Lucane, al cd Calabria Greca 2, Nota, 2008 Chiara Cravero, Zampogne in Aspromonte. Parentele fino alla recente ricomposizione di cui dà conto in queste di suoni in una comunità di musicisti, Squi[libri], 2006 pagine Ettore Castagna: il “re di cera” (il nome viene da Danilo Gatto, Suonare la tradizione, Rubbettino, 2007 una fiaba) sembrava essersi consumato vent’anni fa; ora Antonello Ricci e Roberta Tucci, La capra che suona. riprende a “zampognare” la chitarra elettrica, a far convi- Immagini e suoni della musica popolare in Calabria, vere batteria e sonu, ad incantare con le voci di Megna e Squi[libri], 2001 Corapi. Far convergere musicisti è un’arte tanto quanto far Valentino Santagati, Anna Cinzia Villani, A catarra do vinu, i suonatori di chitarra battente delle serre convergere bene le canne di una zampogna: se i Re Niliu calabresi, Nota, 2005 si ritrovano oggi dopo vent’anni, forse il merito è anche delle occasioni di stage, feste e concerti che quando sanno mantenere un carattere “aperto” permettono incontri fra suonatori e paesi, anche lontano dal palco. Come avviene a Bova Superiore/Chora tu Vua ogni 16 agosto, notte di 62 ottobre 2014 anniversari I mondi reali di Peter Gabriel

MARCELLO LORRAI

oveva essere il ’90, mesi o un annetto dopo c’è dubbio che la Real World, nata sulla base dell’esperien- che la Real World aveva pubblicato Babeti za pure pionieristica dei festival Womad, ebbe un peso non Soukous di Tabu Ley Rochereau, uno dei indifferente non solo in generale nel propagare presso un primissimi titoli dell’etichetta creata nel pubblico largo l’idea di una pluralità musicale mondiale 1989 da Peter Gabriel. Tabu Ley teneva un da scoprire, ma anche specificamente nel valorizzare e so- concertoD a Parigi, e le modalità erano quelle abituali delle cializzare artisti e fenomeni quasi o del tutto sconosciuti. esibizioni di musica congozairese nella capitale francese: Un’etichetta “per tutti” ma che aveva delle sorprese e delle spettacoli al di fuori dei circuiti ufficiali, gestiti da impre- soddisfazioni da riservare anche ai più attenti cultori del- sari della comunità congolese o autoorganizzati; pubblicità la materia. Che cosa si ritrova di questa vicenda di cui la attraverso i canali della comunità (inutile cercarne notizia creatura di Gabriel può andare orgogliosa nel cofanetto su “Libération”); surreale e a suo modo divertentissimo Real World 25, che celebra un quarto di secolo di attività caos organizzativo; inizio ad orari improbabili, ore e ore della label? Anche se i tre cd sono stati rispettivamente dopo quello teorico; in questo caso poi la sede non era consacrati ai classici e alle pietre miliari, ai “tesori nasco- nemmeno la gloriosa Mutualité, nel bel mezzo di Pari- sti” in un catalogo di oltre duecento titoli, e ai “favoriti” gi, all’epoca spesso presa in affitto per gli dei fan dell’etichetta, la Real World sembra aver voluto più show di soukous, ma un oscuro seminter- far festa per il compleanno e allestire una brillante vetrina rato. Guardandosi intorno, chi scrive con- che approfittare dell’occasione per un vero bilancio e una Un cofanetto celebra statò, esperienza del resto niente affatto messa in prospettiva: e se le note di corredo richiamano il i 25 anni di Real World, nuova ai concerti congozairesi, di essere contesto di origine e propongono una rapida traccia dell’e- l’etichetta chiave uno dei quattro o cinque bianchi, al mas- voluzione dell’impresa, con i cd la compilatrice Amanda per lo sviluppo della simo, in mezzo a centinaia di spettatrici e Jones pare in sostanza aver avuto soprattutto cura di of- world music così come spettatori tutti rigorosamente congolesi. frire agli ascoltatori degli assortimenti assai piacevoli di la conosciamo Ai suoi esordi la Real World diede ampio brani. Il primo capitolo si apre con Nusrat Fateh Ali Khan, risalto a mondi ben reali: così reali che ma è doloroso non trovare traccia, né lì né negli altri due, nemmeno la prestigiosa etichetta di Peter appunto di Tabu Ley, come della cubana Orquesta Revé, Gabriel riuscì per esempio a schiodare l’audience di Tabu un’altra delle primissime e caratterizzanti uscite (e si po- Ley dalla sua dimensione quasi esclusivamente congolese trebbe continuare con altri esempi). Sia Tabu Ley che Revé, e comunque africana, peraltro più che sufficiente per con- peraltro, sono debitamente e affettuosamente richiamati sentire al cantante e bandleader di vivere alla grande e di assieme a Nusrat all’inizio delle note di presentazione. In condurre anche una brillante attività di uomo d’affari (a effetti, nel corso degli anni (e per la verità abbastanza ra- parte forse un po’ di concerti negli Stati Uniti, la carriera pidamente) il baricentro del catalogo di un’etichetta che di Rochereau, già allora da un pezzo negli annali della mu- ambiziosamente aveva scelto di chiamarsi Real World si sica africana moderna come uno dei grandi innovatori del è spostato dall’investigazione e documentazione di mondi continente, non trasse particolari benefici dall’uscita con reali alla proposta di alchimie e di ibridi spesso creati più la Real World, e Tabu Ley è morto quest’anno rimanendo o meno a tavolino: non che - naturalmente - non siano uno dei segreti meglio custoditi della creazione musicale reali anche i mondi che nascono dalle invenzioni di un africana post-indipendenze). singolo o dall’incontro di alcuni musicisti portatori di cul- Ad altri andò decisamente meglio: basti pensare al suc- ture musicali diverse, ma sono comunque altra cosa – e più cesso di Nusrat Fateh Ali Khan, che la Real World contri- esposta al rischio di una brillantezza superficiale - rispetto buì a proiettare in una popolarità ben più ampia di quella a musiche radicate in robusti filoni come quelli delle musi- che alla favolosa voce pakistana poteva discograficamente che tradizionali ancora fortemente e organicamente vive o essere assicurata dagli album pubblicati da un’etichetta da delle grandi musiche popolari urbane moderne. L’interesse etnomusicologi e specialisti come la francese Ocora. Ma al per questo tipo di mondo reale radicato nel sociale e nelle di là dei singoli esiti del rapporto con la Real World, quello culture collettive si è via via affievolito nella produzione che ci interessa qui è il ruolo storico dell’etichetta creata Real World, e in questo florilegio è ridimensionato persino da Gabriel: benchè esistessero già delle importanti inizia- sacrificando alcune delle medaglie che Real World può con tive discografiche orientate a quell’ambito che da qualche più fierezza appuntarsi sul petto. Così, in una girandola tempo si era cominciato a chiamare “world music” (come di brani che fa a meno di una organizzazione storica e/o per esempio la intelligente e vivacissima Globe Style), non tematica, l’effetto cumulativo è di un “suono” Real World WORLD culture 63

AA.VV. Real World 25 REAL WORLD (3 CD + BOOKLET 28 PAGINE)

molto pop, frutto della preoccupazione, più che di esal- tare la diversità di culture, di mettere a disposizione una diversificazione blandamente esotica di prodotti destinati all’uso e consumo di un gusto occidentale. Maliziosamente si potrebbe osservare che, in definitiva, questo rischio era riconoscibile fin dall’inizio, nella sussunzione di musici- sti del Sud del mondo (Nusrat stesso, Youssou N’Dour, Musicians of the Nile... ) operata da Gabriel nelle musi- che per L’ultima tentazione di Cristo, prima uscita della Real World, in cui gli artisti utilizzati, spogliati della loro autonomia, comparivano come caratteristi al servizio del regista di un film. Gli auguri che facciamo alla Real World per questi suoi primi venticinque anni sono allora anche di rinnovare, con tutto il peso del suo marchio e del nome del suo cre- atore, la sua bella attenzione soprattutto iniziale ai grandi “mondi reali”: mentre si è largamente estinta la funzione di mediazione che per un breve periodo le major hanno esercitato tra ambiti locali e mercato globale, e mentre molte etichette di world music si dedicano soprattutto ad una (peraltro meritevole, e anche meno costosa) esuma- zione del modernariato, intanto molta acqua è passata sotto i ponti, e molto di nuovo – soprattutto per quanto riguarda l’Africa e l’Asia – attende di essere rivelato. WWW.HAYDN.IT 64 ottobre 2014 parola di Paolo Fresu

Lasciateli divertire il giornale della musica www.giornaledellamusica.it UN MUSICISTA VA AL CINEMA CON SUO FIGLIO (MENTRE ALLA BIENNALE [email protected] DI VENEZIA SI PROIETTA UN FILM DI CUI HA COMPOSTO LA COLONNA SONORA). STA PER INIZIARE UN GRAZIOSO CARTONE ANIMATO, MA I “il giornale della musica” TRAILER SPARANO VIOLENZA E DOLORE: PERCHÉ? è su Facebook e Twitter. Il numero in edicola è anche disponibile in versione digitale per tablet on mio figlio Andrea, di sei anni e mezzo, nelle edicole Apple e Ultima Kiosk andiamo a vedere Planes 2 Missione antin- cendio prodotto dal colosso Disney. Bello, ben fatto e con un messaggio positivo. Belle anche le musiche composte da Mark Man- direttore responsabile: cina.C Unico neo la pubblicità dei trailer prima del film. Il Enzo Peruccio primo è la storia d’amore tra una ragazza reduce da un condirettore: cancro ai polmoni e un ex giocatore di basket a cui è stata Daniele Martino amputata una gamba. Il secondo promuove l’ultimo film (tel. 0115591803) con Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e altri guer- caporedattrice: rieri metropolitani. A un volume assordante in I mercenari Susanna Franchi (tel. 0115591804) 3 ci sono solo morti ammazzati, fucili di ultima genera- zione, bazooka, kalashnikov, esplosioni e incendi laddove redazione jazz, pop, world: i protagonisti si danno il cinque e se la ridono di gusto. Jacopo Tomatis Da quando Andrea è nato abbiamo deciso in famiglia di (tel. 0115591842; [email protected])

guardare poco la televisione e di scegliere gli orari più adat- collaboratori della redazione web: ti per i telegiornali. Sappiamo bene che non potrà vivere Gabriella Zecchinato (cartellone) per sempre nella bambagia né tantomeno nell’isolamen- Stefano Cena (audizioni, concorsi, corsi) to mediatico ma, intanto, non ha mai bevuto una Coca Cola, giocato con mostri o indossato T-shirt con gli stessi editor: Enrico Bettinello (jazz) Paolo Fresu, appiccicati sopra. Insomma, abbiamo provato ad allevare Alberto Campo (pop) musicista jazz di un bambino normale e rilassato con il mondo. Un bimbo Marcello Lorrai (world) fama internazionale, che non sogna di avere una pistola in mano ma piuttosto dirige il Festival ‘Time le bacchette della batteria o l’archetto del violino. Arnesi di grafica e prepress: Enzo Ciliberti progetto grafico: elyron in jazz’ di Berchidda; strumenti che ha scelto lui stesso senza imposizione. è direttore artistico e web e IT: Marco Verlengia docente dei Seminari Perché ho dovuto pagare per far vedere a mio figlio ciò jazz di Nuoro. Vive tra che non voglio che lui veda (e che non vuole vedere)? Chi pubblicità: Antonietta Sortino Parigi, Bologna e la decide per noi? Chi ci plasma fin dalla tenera età?. (tel. 0115591828) Sardegna. Ha appena Intendo dire che noi si ha la responsabilità di inculcare composto la colonna diffusione, abbonamenti e vendite: nei bambini il senso del bello e il valore dell’arte e della Elisabetta Maffeo sonora per il film di musica. Quest’ultimo linguaggio, che sia di Mozart, Be- (tel. 0115591831; [email protected]) Ferdinando Vicentini ethoven, Zappa o Parker, ha il potere di sparare con armi Orgnani Vino dentro innocue, per abbattere pregiudizi e steccati razziali, sociali produzione: Alberto Capano

e religiosi. amministrazione: Silvia Venezia Intendiamoci, anche Disney ogni tanto sbaglia ma le colonne sonore sono sempre bellissime! Viva la musica e stampa: GrafArt, Venaria (TO) viva il cinema dunque, purché regni il buon senso. distribuzione in edicola: Sodip s.p.a. - Società di Diffusione Periodici “Angelo Patuzzi”, Cinisello Balsamo (MI)‚ tel. 02660301

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