27° ANNO - N. 146 - 1° DICEMBRE 1951 2°on.PP. LIRE 250

I L D R A M M A QUINDICINALE DI COMMEDIE DI GRANDE INTERESSE DIRETTO DA LUCIO RIDENTI

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SCUOLA DEL TEATRO DRAMMATICO Il teatro drammatico non può morire. Unico pericolo: la brutta recitazione. Da un’intervista col Direttore della S.T.D. s/z'zeY/zz

CORPO INSEGNANTI Giovanni Orsini, Luciano Chailly, Vincenzo Costantini, Rosetta Pampanini, Ottorino Scognamiglio, Coniugi De Carli, Igino Delneri, Giancarlo Franceschetti Prof. Doli. Giorgio Kaisserlian

DAL CALENDARIO DELLA S.T.D. (¿n/zz zYa’/e? ¿¿S PER L’ANNO 1951-1952 PRESIDENTE PERPETUO SABATINO LOPEZ 10 GENNAIO 1952, GIOVEDÌ : {...tornerà sempre tra noi, PRIMO SAGGIO INTERNO per i Saggi e per gli Esami). « MARZO 1952, GIOVEDÌ: Dott. VIRGILIO FERRARI, Sindaco di GUSTAVO SALVINI Oratore: Maso Salvini Milano - Gr. Cr. Prof. Avv. GIUSEPPE ME­ 20 MARZO 1952, GIOVEDÌ: NOTTI de FRANCESCO, Rettore dell’Univer­ IL TEATRO DI UGO BETTI sità di Milano - Prof. Dott. Fr. AGOSTINO 27 MARZO 1952, GIOVEDÌ: GEMELLI, Rettore dell’Università Cattolica del IL TEATRO DI SABATINO LOPEZ S. Cuore - Prof. Dott. MARIO MARCAZAN, Espositore: Alberto Colantuoni Provveditore agli Studi - Dott. ANTONIO 3 APRILE 1952, GIOVEDÌ: GHIRINGHELLI, Sovrintendente alla Scala - SECONDO SAGGIO INTERNO Comm. SEVERINO PAGANI, Presidente della 17 APRILE 1952, GIOVEDÌ: «Famiglia Meneghina» - Nob. Avv. GIOVANNI IL TEATRO DI GINO ROCCA Espositore: Gino Damerini MARIA CORNAGGIA MEDICI - 24 APRILE 1952, GIOVEDÌ: Comm. EMILIO DE MARTINO - FRANCO IL T E A T R O ALFANO - FRANCESCO MESSINA - DI GIUSEPPE BEVILACQUA ARMANDO FALCONI - SARAH FERRATI - Espositore: Francesco Prandi IRMA GRAMATICA - RENZO RICCI - NEL GIUGNO 1952: FRANCESCO PRANDI SAGGIO FINALE DEI CORSI DI RE­ CITAZIONE E PERFEZIONAMENTO 30 GIUGNO 1952, LUNEDI: SAGGIO FIN A LE DEL CORSO D I D IZ IO N E

SAGGIO DI SPETTACOLI CLASSICI & c ¿¿rr/spt- YYYz *SY fT YY. nell’interpretazione scenica degli Allievi hanno la finalità dimostrativa d’una sintesi di Ernesto 8 MAGGIO 1952, GIOVEDÌ: Robsì: »... la direzione e l’istruzione sono gli elementi LA OR AZI A di Pietro Aretino infallibili e necessari per fare di mediocri attori dei Atto Secondo buoni artisti; senza direzione, accade precisamente il rove­ scio: i buoni si viziano e diventano cattivi. Vi sono teorie 15 MAGGIO 1952, GIOVEDÌ: cheilluminanol’intelietto, assodano il metodo di un attore, ELETTRA di Sofocle e possono accrescere la sua grandezza e la sua potenza». Terzo Episodio, Terzo Stasimo, Esodio SAGGI INTERPRETATIVI DEGLI ALLIEVI ATTORI, PER OGNI LEZIONE

DIREZIONE E SEGRETERIA IN MILANO - VIA CASTELMORRONE 5 - TELEFONO 262-490 THE OXFORD JUW sono usciti a ltri due volumetti della collana C O M P A N I O N

Edizioni rilegate in mezza TEATRO T O T H E tela - carta uso mano RACCOLTA DI COMMEDIE DI OGNI EPOCA. DIRETTA DA LUCIO RIDENTI THEATRE BIBLIOTECA PALATINA w s * 4

PIAZZA LI) SPALIfìidllO PHYLLIS HARTNOLL TRE ATTI WASHINGTON VERSIONE ITALIANA DI Enciclopedia in un volume del teatro di tutto il mon­ afe EUGENIO LURAGHI do, di tutti i tempi: un’ope­ pp. XVI-242 - L. 900 È la più importante delle com­ ra che giustamente può de­ medie di Rafael Alberti, il poeta finirsi unica, compilata da •‘Il solo romanzo con il quale andaluso, seguace di Jimenez oltre 50 esperti, sotto la di­ un uomo sia riuscito a pene­ e di Garda Lorca. Scritta nel rezione di Phyllis Hartnoll. trare nel campo femminile” 1944, sotto l'influsso delle espe­ (Graham Greene) rienze passate, della fuga dalla * Spagna irrorata di sangue e del­ l'esilio in Argentina, fu rappre­ « Novecento fittissime pagi­ sentata per la prima volta dalla ne, cinquanta collaboratori, CROQUIGNO LE grande attr ice Margherita Xirgu decine di migliaia di voci succose ed esaurienti dedi­ <6 cé%. LIRE 300 cate ad illustrare il teatro pp. XIX-150 - L. 900 in ogni suo particolare: Philippe è uno dei classici della * dalla biografia di autori, at­ letteratura moderna francese tori, registi e studiosi di e anticipa con quest’opera il tutte le specialità alla loro senso attuale del romanzo definizione critica compen­ diosa ma sempre esatta­ mente a fuoco ». L ’ A B B A Z I A « Opera utilissima a chi vo­ L I CAPPELLO DI glia avere una prima ra­ pida notizia della fisiono­ DEGLI INCUBI mia di un teatro straniero, PAGLIA DI FIRENZE The Oxford Companion to thè Theatre si raccomanda pp. XX-142 - L. 900 CINQUE ATTI alla particolare attenzione I suoi romanzi sono letture NUOVO TESTO ITALIANO DI dello studioso italiano per incantevoli, freschi quadretti la rigorosa attendibilità e di un classico minore VITTORIO GUERRIERO l’amplissimo spazio che de­ La famosa opera che cent'anni dica alla nostra letteratura or sono diede fama ed onori ad drammatica dalle sue ori­ Eugène Labiche. Forse ancora gini ad oggi ». CONFESSIONI DI oggi il nome di Labiche vive soprattutto su quel trionfo « Ci si può fidare, insomma, UN PECCATORE dell’Oxford Companion to LIRE 350 thè Theatre da tutti i pun­ c/'- ti di vista: dall’esattezza di una data alla perpetua ca­ pp. 500 - L. 1800 * libratura di un giudizio ». André Gide, che lo ha scoperto, Gigi Cane (dalla recensione lo ha definito “ capolavoro I DUE VOLUMETTI del volume, in « Il Dramma » quale da anni non leggevo... Li­ PORTANO RISPETTI­ 15 novembre). bro singolare e rivelatore ” VAMENTE I NUMERI 33 e 34 DELLA RACCOLTA *

Da tutti i librai o alla GEOFFREY CUMBERLEGE Kb ¡SS Società Editrice Tori- ODO GUARDA EDITORE Mb&I nese - Corso Valdocco 2 OXFORD UNIVERSITY PRESS PUMA COLONIA TO SCA fusione felice tra la freschezza della classica

EAU DE COLOGNE “4 7 1 1 ” e l’aroma avvincente del profumo TO SCA ó ffjf* «PREMI SI E NO» Questo titolino è dell’I.D.I., cioè della rivista che quell’istituto pubblica: si trova a pag. 13 del fascicolo del primo novembre. Il titolino in questione è stato messo in testa alle accuso che trascriviamo integralmente: « Tutti i giornali italiani, con maggioro o minore ampiezza di particolari, hanno FASCICOLO DOPPIO DI dato la notizia del conferimento avvenuto a Saint Vincent dei premi tea­ trali dell’I.D.I. Tutti tranne uno, che va orgoglioso per la obbiettività di informazione alla quale si ispira, il 4 Corriere della Sera Siamo rimasti stupiti di questo inatteso silenzio. A parte il fatto che altri quotidiani, Il fascicolo del 15 dicembre non uscirà per­ chè prepariamo, come di consueto, il numero importanti come quello citato, si sono regolati dinanzi a questo avveni­ doppio di Natale che porterà la data del mento della nostra vita teatrale in modo ben diverso, i nomi della Giuria 10 gennaio 1952. In quel numero speciale pubblicheremo la commedia che l’autrice e quelli degli Autori premiati erano tali da non consentire alcun dubbio. stessa, Colette, ha definito « una maternità impura di donna senza figli ». Ma poi esisteva in materia un precedente specifico. Lo scorso anno ai premi teatrali I.D.I. lo stesso 4 Corriere della Sera ’ aveva dedicato titoli e corrispondenze particolari senza lesinare lo spazio. Che cosa è mutato CHÉRI nel volgere di dodici mesi! Ci siamo posti la domanda ripetutamente, e TRE ATTI IN QUATTRO QUADRI DI Colette e Leopoldi Marchan

m M M M QUINDICINALE DI COMMEDIE Dì GRANDE INTERESSE DIRETTO DA LUCIO RIDENTI

i ° D I C E M B R E 1 9 5 1 Uffici: Corso Valdocco, 2 - Torino - Tel. 40.443 - Un fascicolo costa L. 250 Abbonamenti: Anno L. 5100; Semestre L. 2 600; Trimestre L. 1350 -Conto corr. postale 2/6540 - Estero: Anno L. 6100; Semestre L. 3100; Trimestre L. 1600 Pubblicità: C.I.P.P. Compagnia Internazionale Pubblicità Periodici - Milano - Via Meravigli 11 - Telefono 80.83.50 -Torino -Via Pomba, 20 - Telefono 45.816

por astenersi dal pubblicare notizie relative ai premi Saint Vincent, appunto perchè questi premi, più degli altri banditi da Aziende di cura e soggiorno, non apportavano una lira di pubblicità alle amministrazioni. Alcuni giornali si sono uniformati all’invito: qualche altro no. Il ‘ Corriere della Sera ’ sì è uniformato, così come si è uniformato il ‘ Corriere del Popolo ’, ragione per cui Eligio Possenti non è andato a Saint Vincent e non ne ha potuto scrivere una riga, ragione per cui il sot­ toscritto non è andato a Saint Vincent e non no ha scritto una riga. Capito tutto, adesso, amici dell’I.D.I.? E spedite allora una bella cartolina illustrata dalla capitale ad Eligio Possenti, gran galantuomo che non ha certo bisogno della nostra difesa, o che forse ci toglierà il saluto per questa nostra intromissione nello faccende sue. Scrivetegli che non l’avete fatto apposta, o che, un’altra volta, i vostri corsivi saranno davvero guidati da un esame ‘ sereno e particolareggiato ’ ». E poiché ci siamo, diciamo pure ciò che, d’altronde, avevamo cercato di far capire quando in ‘Dramma’ del 15 ottobre, abbiamo dato l’annuncio del convegno : « Perchè queste cose le discutono in una casa da gioco? ». Tutto qui. Se l’I.D.I. desidera fare una riunione qualsiasi, se — nel caso — vuole discutere la legge sul teatro, data la propria delicata natura di Ente morale, non ci sembra opportuno vada a gingillarsi in una casa da gioco: prenda in affitto una sala, si faccia prestare un teatro, affitti un’arena, uno stadio, una barca o una zattera, ma lo faccia con i propri mezzi, ed abbia la dignità di trattare le proprie faccende — che sono quelle del Teatro e degli Autori italiani — senza che una casa da gioco paghi soggiorno e viaggi e vini prelibati a coloro che l’I.D.I. ha invitato. E qui, poiché ci sarà il solito cretino che penserà « non è stato invitato * Dramma ’ », diremo che siamo stati sempre invitati. Se invita l’I.D.I. col denaro di cui dispone è un conto, ma so paga la casa da gioco, come ha pagato e paga, il “ conto ” scotta. Si capisce che la casa da gioco, un po’ del moltissimo denaro così mal guadagnato, lo spende volontieri — sotto l’egida e l’etichetta dell’I.D.I. — per avere tre giorni di pubblicità gratuita in quasi tutti i quotidiani, e poi i settimanali e i periodici ecc., che la storia non è mai più finita: ma che dignità ci può essere ad andare a COLLABORATORI discutere^d’arto e di cultura e di civiltà (e ognuno aggiunga quel che gli pare) in una casa da gioco? Poss amo comprendere le manifestazioni private, sia a Saint Vincent, come a Sanremo, a Viareggio, GEORGES ROLAND: COLTIVIAMO IN PACE a Riccione, ecc., anche premi teatrali e letterari si possono capire (sempre per il tornaconto delle I NOSTRI GIARDINI, aziende a quella gratuita pubblicità redazionale, certo più efficace dell’altra a centimetro di altezza), commedia in tre atti * Ar­ ma l’Istituto del Dramma Italiano, no, non può farlo; meglio: non dovrebbe farlo. È un’altra ticoli e scritti vari (nell’or­ faccenda. L’I.D.I. deve saper stare al suo posto e non fare il proprio comodo e poi insultare dine di pubblicazione): LUCIO RIDENTI; Eligio Possenti. Poiché l’I.D.I., lo sappia il colto e dotto direttore, non solo non può esporsi a RUGGERO RUGGERI; codesto modo con una singola onestissima persona, ma non può sindacare l’operato di un giornale, FRANCESCO BERNAR- non può permettersi — a mezzo delle proprie pubblicazioni — nemmeno la polemica: perché l’Isti­ DELLI; VITO PAN- tuto do' Dramma Italiano non è un privato che difende i propri interessi a sciabolate, ma un Ente DOLFI; BRUNO RO­ MANI; SERGIO CENA- che si identifica con lo Stato, ed ha quindi il dovere di sentire la propria responsabilità e mantenere LINO; SANDRO BRIS- il proprio decoroso riserbo. Che avverrebbe se la Direziono Generale del Teatro (tanto por restare SONI; RENATO SI- in famiglia, ma vale per qualsiasi altro Ente o emanazione statale) con una propria pubblicazione, MONI * Copertina: PA- polemizzasse con tutta la stampa teatrale o no? Oppure il colto e dotto direttore la rivista la vede VEL TCHELITCHEW (Sintesi della commedia: stampata? In questo caso, proibisca allo scagnozzo che si qualifica vice-direttore, di scrìvere quanto Coltiviamo in pace i nostri andiamo leggendo. Oppure si faccia dare le bozze. Perchè non possiamo credere, proprio no, che giardini: l’Europa) * Di­ a scrivere “ Premi sì e no ” sia stato il direttore. E scusa, Possenti, se — come dice Passano — ci segni di LUZZATI, SAC­ rimprovererai di esserci impicciati nei fatti tuoi. Ma, come avrai visto, tu sei stato il solito “ capro”, CHETTI, COLA CICCHI, LIDIS, WILD * Seguono ma i fatti non sono soltanto tuoi: riguardano la vita teatrale italiana, la quale — come ha scritto le cronache fotografiche Carlo Terron sul suo giornale e noi abbiamo riportato nel fascicolo scorso — manca soprattutto e le rubriche varie di dignità. Con a capo l’I.D.I. Un bel fatto, davvero. COLTIVIAM O IN PACE I NOSTRI GIARDINI COMMEDIA IN TRE ATTI DI

VERSIONE ITALIANA DI CESARE MEANO

LE PER SO N E B Siamo nell’alloggio della servitù, in un vecchio castello francese, poco lontano da Parigi. Ambiente vasto e luminoso. Una tavola da pranzo, 8IMDNA - NICHELINE AUB'JRTIN - ANDRÉ LABICHE, sedie, banchi, un grande armadio e una credenza. A sinistra, nel centro della parete, un camino. In fondo, a destra, una scala che sale a un bal­ autista del Delegato Francese - CLAN! SNYDER, autista latoio sul quale s’aprono quattro porte. A destra un’ampia porta che im­ del Delegato Americano - ALEXEY SMIRNOFF, autista del mette nell’atrio del castello. A sinistra, ai due lati del camino, due porte, una che s’apre su una cameretta, l’altra, in secondo piano, sulla cucina. Delegato Russo - BERNARD G. SMITH autista del Dele­ In fondo un’ampia finestra con tendine colorate e una porta a vetri, oltre gato Inglese - GIUSEPPE - L’UOMO DALLA MANTELLA le quali un terrazzino e un giardino in fiore. Tanto la finestra^che la porta a vetri possono essere chiuse con una tenda pesante. Sul davanzale, vasi di piante fiorite. Su un tavolo presso il camino, una radio e un telefono. Tutti e tre gli atti si svolgono nell’alloggio A destra, sporge dal muro un portavoce. Vari attaccapanni. A sinistra, nel­ della servitù del Castello d’Estompière, poco l’angolo, un gong. A uno degli attaccapanni è appeso un panciotto da lontano da Parigi. Epoca: molto presento. domestico. Dal soffitto pende un lampadario antico, in ferro battuto.

A T T O P R IM O sioni provocheranno i miei futuri nuovi cambia­ menti di professione e di nazionalità. Ora i delegati (E’ mattina. Dalla porta e dalla finestra, entrambe si sono riuniti a Parigi: i quattro grandi. Il pro­ aperte, entra il sole d’estate. Nel giardino cinguet­ prietario di questa casettina di venti camere, tano gli uccelli. Un minuto di scena vuota. Cam­ monsieur Lenormand, rappresenta nel loro consesso pane lontane). gli interessi della quarta repubblica. Ma gli inte­ Giuseppe (vecchio, delicato, occhialuto: porta un ressi di Giuseppe... mah! non si sa ancora chi sia grembiale da giardiniere e un grande cappello di a rappresentarli. Giuseppe non possiede bombe paglia. Viene dal giardino recando una cesta di atomiche, nè riserve di valute. Giuseppe non ha fiori, depone la cesta sulla tavola, saluta il pubblico prestigio. Giuseppe è un oggetto: come questi fiori. con un piccolo inchino del capo, dignitoso e gar­ Già: benché su un piano estetico diverso, Giuseppe bato) —- Buongiorno. (Raggiunge la credenza, ne somiglia a questi fiori. (Micheline, la governante, toglie tre vasi da fori, torna alla tavola e dispone trentenne, graziosa e di forme procaci, entra da si­ nei vasi i fori) Mancano cinque minuti alle otto. nistra recando una cesta di biancheria. Giuseppe ai Le campane, sentite? chiamano i fedeli alla me­ suoi fori) Che profumo! Li strappiamo dalla terra, ditazione. Il tempo, vedete?, è splendido. Questo ed essi... seguitano a darci il loro profumo, e non castello, il castello d’Estompière, ha superato bene si lamentano neppure. la grande rivoluzione, poi la guerra del 70, poi la Micheline (annoiata) — Sempre qui a chiacchie­ prima guerra mondiale, e poi ancora la seconda... rare per conto tuo! LInico segno rimasto: un modesto cratere, dietro Giuseppe — Poiché nessuno mi ascolta... parlo il pollaio, provocato da una bomba tedesca, ch’era con l’aria! stata buttata su un deposito inglese, a cinquanta chi­ Micheline (riponendo la biancheria nell’armadio) lometri di qua. Le galline del pollaio, come tutti i — Fra poco toccherà anche a me parlare con l’aria. componenti di questo idillio, sono francesi. Unico Giuseppe — E’ già molto tempo che André non estraneo, qui, sono io: Giuseppe. M i chiamano scrive? Joseph; prima fui chiamato Jozi, Josip, Joszta, Micheline — Da quando è a Parigi: dieci giorni. Josel... secondo le stazioni ove si fermava lo scia­ E prima... sei settimane al Cairo. E prima ancora, gurato treno merci della mia vita. Polacco a Var­ due mesi in un paese americano... un nome che savia, cecoslovacco a Praga, ungherese a Budapest, nessun cristiano riuscirebbe a pronunciare. Oh, austriaco a Vienna... e qui, giardiniere. Congressi, questa vita vagabonda dei «politici»! Glie l’ho già consigli di sicurezza, commissioni e sottocommis­ detto tante volte : « André, caro André, perchè non COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI t’impieghi come autista presso qualche persona per fretta? (André appare sul terrazzino, frettoloso. E' bene, che abbia una professione ragionevole: che vestito da autista, ha in capo il berretto. Giovane, so... grossista di vini, avvocato specialista in divorzi, aggraziato, focoso, sicuro di sé. Sul suo volto, l’e­ impresario di pompe funebri... ». No! Niente! Bi­ mozione di un grande avvenimento). sogna che sia un diplomatico! E a lui sembra di ?\ndré — Non c’è tempo da perdere; Micheline! dividerne la sorte. Capisci? Uno al volante della (La bacia di sfuggita, rientra con lei). macchina, l’altro al volante degli affari di Stato. Micheline — Perchè non hai scritto? Finché finiscono in un fosso tutti e due. Uh! Odio André — Perchè non c’è tempo da perdere. la politica e le automobili! Giuseppe (aiutandolo a levarsi la giacca) — Buon­ Giuseppe — Bene. Questo accoppiamento mi pia­ giorno. ce: politica e automobile. Tanto in un campo come André — Buongiorno! Siamo avanzati fin nel cen­ nell’altro, il numero degli incidenti aumenta conti­ tro della storia mondiale. nuamente; e le « pannes » non sono affatto in rap­ Giuseppe — Dio ci salvi! E’ già un guaio starne porto col progresso tecnico; e le nuove carrozzerie alla periferia. coprono a mala pena i vecchi «chàssis». André — Da un momento all’altro possono arrivare Micheline — E smettila! La più piccola cosa che i nostri ospiti. si dice di André... ecco: tu ne fai un discorsone. Micheline — Ospiti? Giuseppe (apre la radio) — Povero mondo... e po­ André — I delegati della conferenza di Parigi. vero Giuseppe... (Dalla radio musica leggera, M i­ Micheline — Santa Vergine! Uno sciame di ca­ cheline segue questa musica, finché non cessa). vallette! L’Annunciatrice della radio — Hallo! Radio Pa­ André — Soltanto i capi, coi loro autisti. (A bassa ris! Interrompiamo il nostro programma per tra­ voce) Lontano dai giornalisti e dai curiosi... senza smettere un comunicato straordinario delle « Radio- che nessuno disturbi... ancora un tentativo, per Informazioni ». trovare una soluzione. E di chi è stata l’idea? Mia! Voce maschile a lla radio — La conferenza dei Giuseppe — Ma chi è dunque, che domina il delegati delle quattro Grandi Potenze, che opera mondo? Gli ebrei o gli autisti? (Appende a un at­ da una settimana, all’Hòtel Scribe, per tentare d’eli­ taccapanni la giacca e il berretto di André: lo aiuta minare le divergenze d’opinione che minacciano la a indossare il panciotto). pace mondiale, si è sciolta questa notte, alle due André — Monsieur ascolta i miei consigli. e venti. I quattro delegati, rappresentanti della Micheline — Bei consigli! E come posso fare io, Francia, dell’Unione Sovietica, degli Stati Finiti senza nessuno che mi aiuti? d’America e dell’Inghilterra, sono partiti per desti­ André — Gli appartamenti superiori saranno in or­ nazioni sconosciute. Negli ambienti politici si nota dine, penso, per i signori ospiti. E le camere degli una grave inquietudine. autisti... presto preparate. L’Annunciatrice della radio — Riprendiamo il Micheline — E la cucina?... Che cosa dovrò cuci­ nostro programma. Nell’interpretazione dei Boys di nare per i « signori delegati »? Montmartre: « La vie est belle», slow-fox. (Musica). Giuseppe — Grande responsabilità la tua, Miche­ Michelinè — Meno male! L’hanno finita con le line! Una buona digestione potrebbe forse portare loro conferenze! con sè la riconciliazione dei popoli. Giuseppe — Micheline! Vuoi la guerra? Micheline — E come accontentarli tutti? Micheline — André voglio! Alla guerra non ci André — Prendi le ricette delle Nazioni Unite e credo. utilizzale a turno. Giuseppe — Non ci credi... Be’ : la fede rende Voce dal portavoce — André! forti, permette l’impossibile, e ci consente di rispar­ André (al portavoce) — Monsieur! miare tante elucubrazioni. A ogni buon conto, ti Voce — Tutto in ordine? prego di cercare nella biancheria i miei calzini. André — Tutto in ordine, monsieur. Micheline — Perchè? Voce — Giuseppe provveda ai fiori; molti fiori. Giuseppe — Preparo le valige. (Stacca la radio) André — Molti fiori, monsieur! Ho il presentimento che in qualche parte del mon­ do, una nuova patria mi aspetta, di là dal ferro Giuseppe (prende i tre portafori) — Molti fiori! I « signori delegati » non vogliono sentire i cattivi spinato. (S'ode il rumore di un’automobile in ar­ rivo) Toh! Vengono già a prendermi? odori. (Esce da destra). Micheline (è corsa sul terrazzino, guarda fuori, Micheline (abbraccia André) — Non mi hai ancora gioiosa) — E’ André! André con monsieur! (Un sa­ detto che mi ami. luto con la mano. Un inchino) Monsieur corre in André — Ti amo, ti amo... Prepara i letti! (Accenna casa... André lascia la macchina... Ma perchè tanta ai piani superiori). GEORGES ROLAND

Michejline — I letti, sì, i letti. (Toglie in fretta dal­ Mouffetard, che ci vendeva le noccioline americane, l’armadio lenzuola e asciugamani, corre verso la sca­ quando eravamo bambini. Era un principe quello la. Esita) Quante volte mi hai tradita? là: il principe Wladimir. André (alla credenza, servendosi un aperitivo) — Giuseppe — Ssst! Niente propaganda, Micheline! Dovresti conoscermi meglio, Micheline! Guarda l’inglese. Micheline — Troppo bene, ti conosco. (Qualche Micheline — Me l’immaginavo diverso, un lord. scalino) Sai, la faccenda del caffè sta per conclu­ Giuseppe — La tua cultura storica è arretrata. dersi; mi pare, almeno. Ho già discusso il prezzo: Lord è piuttosto l’autista che apre lo sportello. poco più del milione... Micheline — L’americano lo si riconosce subito. André (ammirato) — Accidenti! Giuseppe — E perchè? Micheline — Sarebbe il prezzo, sì. (Ha raggiunto Micheline — Ha tanti denti. (S'odono passi e il ballatoio, è entrata nella prima camera, parla di voci. Giuseppe e Micheline rientrano. André, Ale­ dentro a voce alta) Un caffeuccio ben avviato, con xey, Clam e Bernard arrivano attraversando il rivendita di tabacchi, a pochi passi da una fabbrica terrazzino. I tre ultimi vestono uniformi da autisti, e da un cinema; e in cantina... un mucchio di merce con gli emblemi nazionali. Alexey è basso, forte, « nera », che ci lasciano a credito... (Passa nella se­ coi capelli corti, occhi vivaci, movimenti scattanti conda camera) Ho promesso a madame Lebrun di ma misurati. Clam è alto, di aspetto simpatico, cor­ dirle qualche cosa non più tardi di domenica. diale, ingenuo, non senza qualche atteggiamento di André — E perchè questa velocità da record? superiorità, e mastica la gomma americana. Bernard Micheline (appare sprimacciando un guanciale) — è rigido, composto, riservato, poco loquace, senza Perchè sono stufa. Da quanto tempo lo rimandiamo, curiosità. Tutti e tre rivelano le qualità tipiche dei il nostro matrimonio? Una volta si trattava d’una loro popoli; ma non sono caricature. Parlano fra conferenza; un’altra volta era un cambiamento di loro con intonazione leggera. Alexey osserva l’am­ governo. Insomma: ora ho deciso. Per la fine del biente con freddo interesse. Clam con curiosità fan­ mese, ci licenziamo. (Rientra nella seconda camera, ciullesca. Bernard è impassibile). poi passa nella terza). Clam (entrando) — Oh, bella casetta per fantasmi! André — Ci licenz... Oh, lasciare solo monsieur, Paramount non potrebbe farla meglio. nel corso d’una simile crisi: ora che se abituato a André — E’ un’opera dell’architetto Jacques de Le- me, ai miei consigli! fevrier, nato nel 1683, morto nel 1754. E questa Micheline (passando nella quarta camera) — Na­ è Micheline. poleone non aveva nessun autista che gli desse con­ Clam — Ventesimo secolo, grazie a Dio. Il mio sigli. nome è' Clam Snyder. Bernard — Bernard G. Smith. André — Ed è finito a Sant’Elena. Micheline, non Alexey — Alexey Smirnoff. sei sensibile al bene dell’umanità, tu. André — Il nostro giardiniere, Giuseppe. (Giusep­ Micheline (si affaccia alla porta della quarta ca­ pe s’inchina, poi aiuta i tre a levarsi i soprabiti). mera) — Lasciami in pace, con la tua umanità! Oggi Micheline (osservando i nuovi ospiti) — Benvenu­ è bionda e domani è bruna, eh? la tua umanità. ti, signori. Consideratevi a casa vostra. La colazione Sono stufa delle tue passeggiate diplomatiche. Tu fra mezz’ora. (Esce da sinistra. Giuseppe appende starai alla cassa e farai economia. Voglio avere due gli indumenti, in fla, accanto a quelli di André). figli, io. E a cinquantanni voglio una casetta in riva Giuseppe — Prego i signori di scusare la curiosità alla Loira. (Ha finito. Ridiscende la scale). d’un povero ignorante, ma vorrei umilmente rivol­ André (vuota il suo bicchiere rassegnato) — M i ar­ ger loro una domanda. Come pensano i signori che rendo, Micheline. Fra noi due, la maggioranza è andrà a finire la faccenda di lassù? sempre tua. Clam — Secondo: è una faccenda simile ad un Micheline (lo bacia teneramente) — E ora scrive­ cocktail: ci puoi mettere tutto; fuorché il tè russo. remo alla proprietaria. (Arrivano varie automobili) Alexey (ride) — Sarebbe tè sciupato. (A Clam, L’invasione! (André esce correndo dal terrazzino. aggressivo) Che. cosa vuole Washington? Quello Micheline raggiunge la porta del giardino e guarda che vuole Wallstreet. E che cosa vuole Wallstreet? verso destra. Sbattono gli sportelli delle macchine. Isolarci. Perchè vi occorrono tante armi? Per farci Risuonano voci. Giuseppe entra da destra e si avvi­ paura. E perchè volete farci paura? Perchè la vo­ cina a Micheline). stra coscienza è sporca. Giuseppe — Guardali bene, Micheline. La sorte Clam — E perchè fai tante domande, se hai già del tuo piccolo caffè e dei tuoi figli nascituri dipen­ pronte le risposte? de esclusivamente da loro. Ecco il russo! Bernard — Molto comodo sistema per discutere. Micheline — Somiglia al pizzicagnolo di Rue Alexey — Chi è che sta in Cina coi suoi cannoni? COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Clam — Romania... momento ella appare tesa, allarmata. Si guarda in­ Bernard {pipa in bocca) — Bulgaria... torno come per orientarsi, poi si avvicina agli attac­ Alexey (subito) — Palestina! capanni, tocca gli indumenti e i berretti, guarda Giuseppe (giungendo le mani) — Anche questo! gli emblemi, esplora le tasche. Da una tasca trae André — Messieurs, messieurs, spero che il nostro un pacchetto dì sigarette, da un’altra una busta di Buon Giuseppe sia stato sufficientemente illuminato fammiferì. Accende e rimette ogni cosa a posto. sulla situazione internazionale. (E' alla credenza. Sentendo però rumore, getta la sigaretta dalla fi­ Serve l’aperitivo per tutti) Un aperitivo? (Con l’aiu­ nestra e si atteggia con molta innocenza). to di Giuseppe distribuisce i bicchieri) E’ forse André {dalla seconda soglia di sinistra, verso l’in­ l ’unico contributo che, da parte francese, si possa terno) — Benissimo, tesoro, benissimo. Appena avrò dare al dibattito. «A la vótre... ». un momento di tempo, scriverò la lettera. {Vede Clam — « Cheerio! ». (Pronunzia: «cirio». Ber­ Simona) Bonjour! nard brontola qualche parola). Simona — Bonjour! E’ il padrone di casa, lei? Alexey — « Na sdaròvie! ». André — Be’... l'apparenza, forse... Sono André Giuseppe — « Lechaim! ». autista e domestico. Non vorrei sembrarle poco gen­ Voce dal portavoce — André! tile, ma in considerazione delle attuali circostan­ André — Monsieur! ze... {lo sguardo canzonatorio dì lei lo irrita) ...sono Voce — Rimanete nel castello, voi e i vostri col­ costretto a pregarla... Che cosa è venuta a fare qui? leglli: pronti a partire in qualsiasi momento. Simona {di scatto) — Ma che maniere sono que­ André — Oui, monsieur. (Guarda con aria inter­ ste? Sempre così nervoso, lei? rogativa ì compagni. Tutti posano i bicchieri). André — Soltanto qualche volta. Ed è umano. Giuseppe — I pronostici stanno a cinquanta con­ Specialmente in presenza di una... così graziosa tro cinquanta. Comunque... porto su un altro po’ signorina... e in circostanze così... particolari... Ma di fiori. (Raccoglie in un mazzo i fiori rimasti). mi pare che sia lei, piuttosto «nervosa», signorina. André — Ora venite a vedere le vostre camere. Simona — Io? {Un attimo d!incertezza, poi) Quan­ (Accenna al ballatoio) Una, due, tre. Sono tutte do si cerca... e tre ugùali. Ogni contesa di rango è evitata. André — Che cosa si cerca? Bernard — Volevo dire... Simona — Diciamo un tetto: qualcosa sopra la André — Che cosa? testa. M i chiamo Simona. Bernard (resta un attimo con gli occhi fssi, poi) — André (esita un attimo, poi si rasserena) — Ah... Non importa. (Segue gli altri su per la scala). ho capito. Le piace scherzare. E’ venuta per l'an­ Clam (salendo) — Volevo dire... nuncio del giornale. André — Che cosa? Simona — Avete fatto un annuncio sul giornale? Clam — Dove abita mademoiselle? André — Sì. Micheline, la governante, ha bisogno André — Zona francese. di un aiuto ed abbiamo fatto un annuncio sul gior­ Clam — « Damn... ». (I tre entrano nelle loro nale. Eia i certificati? Su questo Micheline non camere). transige. André (inquieto) — Giuseppe, ho un presenti­ Simona— E io non ne ho. mento. Ce qualcosa nell’aria; ma non capisco che André {continuando) — Micheline... {Di scatto) cosa. Che ha detto? Non ha certificati? Malissimo! E’ il Giuseppe — Va ad aiutare Micheline, se no... suo primo servizio, forse? E’ fuggita da qualche vedrai da te quello che c’è nell’aria. negozio o da qualche macchina da scrivere? André — Giusto. Devo allenarmi per il piccolo Simona — Fuggita. La parola è proprio questa. caffè. (Esce dalla sinistra). Fuggita. {Silenzio). Giuseppe (tenendo nelle mani ì fori, segue con André {imbarazzato) — Io... io incomincio a pen­ 10 sguardo André, poi guarda il ballatoio e scuote sare che... Simona, lei si trova in difficoltà. M i dica. 11 capo) — Ciascuno, per conto suo, è un bravo ra­ Simona — Bugie non voglio dirne; soprattutto a gazzo. Tutti insieme sono quattro bravi ragazzi. Ma lei. I suoi occhi, la sua voce mi dicono che lei non non è forse scritto che una collettività è qualche vorrà abbandonare una donna che... cosa di più della somma dei suoi componenti? Que­ sto è il problema. (Esce da destra. Appena Giuseppe André — Che? è uscito, ecco arrivare Simona, senza cappello, con Simona — ... è inseguita. un grazioso abito d’estate e una valigetta in mano. André — E chi la insegue? E’ una creatura volubile, talvolta molto bambina, Simona — Mio marito. tal altra molto femmina, spesso docile, altrettanto André {fischia) — C’è di mezzo un marito? spesso prepotente, ma sempre schietta. In questo Simona — E che uomo! Perchè l'ho sposato? GEORGES ROLAND

André — E lo domanda a me? Io non avrei ap­ André — Ma aspetti! (L’arrivo dì Micheline li ar­ provato, nemmeno in linea di principio. resta tutti e due). Simona — Giovane ero, giovane e inesperta. Sa­ Micheline (vede Simona) — E chi è questa? pevo io forse quali miserabili esseri sono gli uomini? André — Chi?... Ah, già... già, già... è... Simona. André — Tutti? MicHELrNE (sarcastica) — Già, già... è Simona. E Simona — No, non tutti... André, sa lei che cosa io invece pensavo che fosse Margherita, o Cate­ è la gelosia? rina, o Lulù... (Con improvvisa violenza, facendo André — All’incirca. (Uno sguardo verso la cuci­ indietreggiare André) Anche qui le hai da portare, na) Micheline... (Tace). tu, le tue donne? Casanova da quattro soldi! Simona (molto interessata) — E’ geloso di lei? Simona — Madame! André (rapido) — Oh no! Micheline pensa alle cose serie. Ma non parliamo di me... Suo marito? André (riprendendo coraggio) — Micheline, lascia Simona — Cominciò a tormentarmi il giorno stes­ parlare, è la nuova... la tua aiutante, Micheline! so delle nozze. S’insospettì di tutti, e io mi seccai. Micheline (d'improvviso calmata) — Ah... la mia... Litigammo, si capisce. E alla fine della lite mio Ma perchè non dirlo subito, André? Hai pure la marito si ritrovò con una rivoltella in mano, pun­ lingua pronta, quando vuoi. (Depone la scodella, tata contro di me... Una cosa proprio buffa: lo porge la mano a Simona) M i scusi. E mi creda: lei riconosco, eppure... Ha sparato. arriva proprio al momento giusto. André — Ha sparato? Simona — Ne sono lieta, madame. Simona — Ma la rivoltella non scattò. Era una Micheline — Madame fra due mesi, quando ci rivoltella dell’esercito francese. E mentre lui cercava sposeremo. (A Simona) E i suoi certificati? di farla funzionare, io... via di corsa sulla piat­ André (pronto) — Già chiesti. Sì..!. ma sono nella taforma, attraverso la pensilina... valigia; la valigia grande. André — Quale pensilina? Simona — E la valigia grande è alla stazione. Simona — Abitiamo vicino a una stazione. Evi­ André — Alla stazione. dente, no? Quattro stracci in una valigetta, nem­ Micheline — Non impicciarti nei fatti miei, tu. meno il tempo di mettermi un cappello... via, via... E sgombra la tua camera. (Prima porta a sinistra) Un camion mi ha portato da queste parti... e alle La daremo a Simona. Tu passerai al piano di sopra. mie spalle sentivo, sento quella rivoltella, sempre (A Simona) Sulle condizioni ci accorderemo poi; quella rivoltella... Sono riparata qui. (Sospira, sfi­ ora... (Ad André) Che fai ancora qui? Corri! nita) Una fortuna, che si stia cercando una donna André (prende la valigia di Simona) — Corro, cor­ di servizio. Una fortuna... aver incontrato lei, André. ro... (Uno sguardo a Simona che lo ricambia am­ André (con burlesca disperazione) — Fortuna di miccando e, lusingato, entra nella camera). uno; sfortuna di un altro. Micheline (ha tolto dall’armadio un grembiale e Simona (risentita) — Monsieur! una cuffietta) — Ecco, Simona, bisogna cominciare André — Niente, niente. Un altro malinteso. Ma subito. Qui, oggi, ci troviamo... io... che posso fare? Simona (riprende la sua valigetta) — Non vuole Simona — ...in circostanze particolari. (Indossa aiutarmi? Ho capito. Adieu! grembiale e cuffietta). André — Ma la finisca di dire «adieu». Le dif­ Micheline — Precisamente. La prego di appa­ ficoltà... le difficoltà esistono appunto per essere recchiare per sette persone. (André, carico le braccia superate. (E’ preoccupato) Ma se lei immaginasse di roba, esce dalla camera e va su per la scala). almeno, quali crisi di coscienza sta provocando in Simona — Ospiti? me. (Alza gli occhi al cielo). Micheline — Tre autisti. Le mandibole princi­ Simona — Lei crede in Dio? pali stanno su; ma non interessano lei. (Riprende André — Con Dio ci si può mettere d’accordo. la scodella) Troverà quello che occorre nell’arma­ Simona — E con Micheline, no? dio. Quando avrà finito di apparecchiare, verrà da André (triste) — Ho paura che lei dovrà lasciare me, in cucina (accenna a sinistra), e poi... Già: an­ il castello, però... cora una cosa. Attenzione, con André. E’ facile ab­ Simona — Però? bindolarlo, ma mi appartiene: ho deciso di sposarlo. André — M i dia il numero del suo telefono. Chiaro? (Esce da sinistra. Simona è di nuovo tesa Simona — Mio caro amico, fra poco la mia siste­ e inquieta. Esita per un attimo, poi toglie dall’ar­ mazione sarà di quelle che non hanno telefono, e madio la biancheria da tavola e incomincia ad ap­ non ne hanno neppure bisogno. A lei non resterà parecchiare. Intanto Clam lascia la sua camera e che mettersi in relazione con qualche evocatore di scende, con le mani in tasca). spiriti... Adieu. Cioè no: non adieu. (Si avvia). Clam (guardando Simona) — Hallo! COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Simona (senza interrompere le sue faccende) — Clam ■— E... la cuffietta, il grembiale? Hallo! {Cium toglie un pacchetto di sigarette dalla Simona — «Camouflage», mascheramenti. Clam... tasca del soprabito appeso all’attaccapanni, ne fa può tenere un segreto? scattare fuori ima sigaretta, cerca i fiammiferi e non Clam — Come un Quartiere Generale in ritirata. li trova. Simona sempre continuando il suo lavoro, Che cosa è successo, «baby»? M i scusi... prende in qualche posto una bustina di fiammiferi, Simona — Difficile per lei, capire certe cose. Nel ne accende uno e lo porge a Clam). nostro vecchio continente esistono ancora innume­ Clam (portandosi due dita alle tempie) — « Thank ». revoli relitti dei secoli passati. In una famiglia no­ Io sarei d’opinione di trasportare negli Stati Uniti bile, per esempio, una figlia fa parte della ricchezza tutto il piccolo castello, compreso il personale. mobile, o meglio, e forse è più esatto, è una specie André (esce dalla sua camera e scende, mentre di riserva, che si butta sul mercato, quando si ha Clam, seduto sul davanzale della finestra, fuma e bisogno di capitale liquido, investendolo, natural­ continua ad osservare Simona) — Ecco fatto. Il tra­ mente, in un marito ricco. Uso un linguaggio che sloco è compiuto. (Abbassa la voce) E che ne fac­ dovrebbe esserle chiaro. ciamo della valigia grande che è alla stazione? Clam — E chi la può forzare? Simona — Lasciamola alla stazione. Intanto, finché Simona (pensierosa) — Forzare. Sì, forzare. Io non non sarà passata la prima tempesta, troverò modo... sono che una donna: sola, debole, senza amici, nè André — Non bisogna chiamare la tempesta. (An­ appoggi, nè aiuti... (Si scuote) E la nostra famiglia cora più piano) EIo ancora qualche cosa da fare su. è dominata da una specie di dittatore; un prozio. Ma ritornerò presto. Da anni mi perseguita, alternando preghiere e mi­ Simona (anche lei molto piano) — Aspetto. nacce. Io sentii sempre più venir meno il mio co­ André (esce da destra rivolgendosi a Clam) — Non raggio, e infine ebbi paura di non potermi più difen­ è proibito andare a passeggio in giardino. dere. E venni qui. M i nascondo qui. Come donna Clam — Mah! Un avanzo del diciassettesimo se­ di servizio. colo, anche lui. Crede d’essere spiritoso. (Si alza e Clam — « Gosh! ». Sappiamo vendere bene, eh? si avvicina a Simona) E’ vero, « baby »? Simona (con dignità) — Non è obbligato a cre­ Simona — Niente «baby»; Simona. dermi. Clam — Ma perchè sempre tanta superbia, voi Clam (abbracciandola alle spalle) — Be’... Insom- francesi, con noi? (Scherzoso) In fondo in fondo... ma... Vediamo un po’ : che cosa posso fare per lei? siamo stati noi a liberarvi. Simona — Sposarmi. Simona — Ma se noi, a suo tempo, non vi avessimo Clam (staccandosi) — Calma! Non ho sentito bene! aiutati, sareste ancora una colonia inglese. E perchè sposare? Che c’entra? Clam — Lafayette! Due a zero per Simona. Ma Simona — Devo lasciare la Francia; devo liberarmi lei, proprio « okey » in storia! dall’ammuffita atmosfera della mia famiglia. In Ame­ Simona — Popolo di vecchia cultura, il nostro. rica, in America, dove ancora esiste la libertà e le E poi... la mia famiglia è imparentata con Lafayette. possibilità nuove... (Altro tono) Appena arrivati, poi, Clam — M i vuole burlare? si può divorziare. Simona — Perchè? (Osservandolo) M i pare che lei Clam — Ma tu sorpassi il massimo di velocità con­ meriti fiducia. Ha gli occhi di un terranova. Quasi sentito. E sì che noi andiamo per le spicce. quasi, chiederei il suo aiuto, signor Yankee... Co­ Simona — Credevo che da voi queste cose si fa­ me si chiama? cessero in un batter d’occhio. Clam — Clam Snyder. Per gli amici Clam. Clam (di nuovo attirandola a sè) — Ma fammi un Simona — E per le amiche? po’ rifiatare. Capirai, è la prima volta che una vi­ Clam — Softie. Capisce? Come dire: tenero. scontessa chiede la mia mano. (Le accarezza un Simona — Bene. Mi piace. Solido di fuori, e il braccio) Sangue blu a Brooklin. Importatore: Clam nocciolo tenero. (Poiché egli tenta di abbracciarla) Snyder. (Rapido) Pongo una condizione. Ma non mi piace ancora fino a questo punto, Softie! Clam — Voleva che l’aiutassi... Simona — Quale? Simona — Prima la merce, eh? Poi il pagamento. Clam — Niente divorzio. Clam — Affitto e prestito. Capito. E allora? La voce di Micheline — Simona! Finito? Simona — Lei ha idea di che cosa sia una vi­ Simona (spingendo via Clam) — Ora va, va! (For­ scontessa? Significa tradizione... severe leggi di fa­ te) Subito, Micheline! miglia, individualità repressa, bigottismo, schiavitù... Clam (piano) — Vado a meditare. (con improvvisa violenza) e io non ho potuto sop­ La voce di Micheline — In giardino dev’esserci portare! un cesto di fragole. Vada a prenderlo; GEORGES ROLAND

Simona — Vado subito, Micheline. (A Ciani) Ti Simona — Non le dice niente il mio sguardo? aiuterò a meditare. Alexey {beffardo) — Che cosa dovrei leggere nei Clam — Oli, «boy»! (Esce con lei nel giardino. suoi occhi? Alexey scende dalla camera, con la sigaretta in boc­ Simona — Che non ho secondi fini, e che... {una ca, lentamente. Toglie di tasca un giornale russo. breve esitazione) sono nei guai. Siede presso il camino, volgendo la schiena al ter­ Alexey {di nuovo diffidente) — Sapevo bene che razzo, e incomincia a leggere. Simona rientra dal voleva da me qualche cosa. giardino, riordinandosi i capelli; si passa leggermen­ Simona {a bassa voce, triste) — Questo grembiale; te la mano sulle labbra, poi vede Alexey, si avvicina questa cuffietta... sono come il mantello delle fate, alle sue spalle, butta uno sguardo sul giornale, in­ che rende invisibili. Come se si fosse nascosti sotto fine raggiunge la tavola e, piegando un tovagliolo, terra. Il mio caso non la interessa? comincia a canticchiare « Od ciòrnie ». Alexey ascol­ Alexey — Come esempio, senza dubbio. ta, si volta lentamente e vede Simona. Per un atti­ Simona — E... personalmente, proprio nulla? mo se ne interessa, poi, dopo un piccolo saluto del Alexey — Racconti. capo, si richiude in se stesso). Simona — Buongiorno. Simona {seria) — Provengo dalla piccola borghesia : sono figlia di un funzionario postale d’alto ruolo, ma Alexey (fingendo di leggere) — Buongiorno. la mamma è figlia d’un droghiere. Educazione catto­ Simona (canticchia, poi) — La disturbo se canto? lica: ogni domenica, confessione, comunione, pre­ Alexey — No. (Chiude rumorosamente il giornale). ghiera a tavola... Ma io non mi sono lasciata so­ Simona (canticchiando) — « Oci, ciòrnie, oci ciòr­ praffare. nie»... (S’interrompe) Peccato! Non me la ricordo Alexey — E’ fuggita dai suoi vecchi? più. Quando ero bambina, la conoscevo tutta. Mia nonna era di Tver, provincia di Wossnossensk. Simona — Fosse soltanto questo! Ma c’è anche Alexey (fingendo di nuovo di leggere, ascolta, dap­ un cugino. Francois, si chiama. Una canaglia. E’ prima con interesse, poi con diffidenza) — Ah sì? innamorato di me. Dice d’essere stato coi partigiani. Ma io so che ha collaborato coi tedeschi. Due ra­ Simona — Bisognerebbe imparare il russo. gioni perchè mi stia alle costole. Alexey (c. s.) — Perchè? Alexey — La minaccia? Simona — La lingua dell’avvenire. Il francese, Simona — In due modi: con le rivoltelle dei suoi «passé». L’inglese, giù per la china. Ma il russo... amici fascisti e con la sua intenzione di venire a oggi, un sesto della terra; domani, forse, tutto il letto con me. Bisogna ch’io me ne vada; debbo la­ mondo. sciare la Francia. Come si chiama lei? Alexey {rude) — Ne ha paura? Alexey — Alexey Smirnoff. Simona — Anzi, lo spero. Simona — Io mi chiamo Simona. Compagno Alexey (lascia cadere il giornale, si volta di scatto Smirnoff, mi aiuti a raggiungere la Russia. e, tagliente) — Che vuole lei da me? Alexey {ridendo) — Immagina che sia facile? Simona (veramente spaventata) — Mio Dio! Mi ha spaventata. Simona — Il cielo, scusi, il caso ha mandato lei sulla mia strada. Faccio appello al suo senso di so­ Alexey (scrutandola) — Cerca d’avvicinarsi, vero? lidarietà e... {altro tono) al suo cuore, Alexey. (Si alza e le si avvicina) Cara bambina, ho capito quello che lei vuole. Una delle solite provocatrici, lei. Alexey {ironico) — Ci hanno insegnato che que­ sta parte del corpo all’estero, non deve essere messa Simona — E lei uno dei soliti villanzoni. La scuso in funzione. {Serio) E’ andata al Consolato russo? perchè non conosce le buone maniere europee. Ha chiesto il visto? La domanda in quattro copie, Alexey — Conosco benissimo le buone maniere col «curriculum vitae»? Può dare garanzia sulla europee. E anche la vostra letteratura. sua posizione politica? Ha referenze, qui? ne ha nel­ Simona — Un autista molto istruito. l’Unione Sovietica? Conoscenti? Parenti? Alexey — E una cameriera molto arrogante. E Simona {quasi piangendo) — Non ho che la mia con le unghie rosse. E un profumo costoso. paura. M i sento continuamente spiata. {Gli si av­ Simona — Molto diffidente, lei. Come tutti i russi, vicina, come cercando aiuto) M i protegga! d’altronde. Voi fate della diffidenza una virtù. Ma Alexey {incerto) — Lei è una creatura molto stra­ non vi nuocerebbe imparare a capire un po’ meglio na, Simona. la gente. {Un piccolo riso poi, prendendogli una Simona — Non le faccio pietà? mano) M i guardi negli occhi. Alexey — Certamente! Alexey {confuso e scontroso) —■ E perchè? Simona — Le piaccio? COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Alexey — Senza dubbio. vicinandosi a lei) Apprezzi almeno quello che fac­ SlMONA --- M i sposi. cio per te? Alexey (con un sussulto) — Lei è pazza! Simona — Apprezzo, «cheri». (Gli porge le lab­ Simona — E perchè? Le propongo di sposarmi e bra, ma subito, sentendo un rumore, indietreggia). di portarmi in Russia. Micheline (da destra) — E nessuno si lascia ve­ Alexey (innervosito) — Ma sono storie assurde, dere in cucina. (Osserva i due) André. queste. Certamente io vorrei aiutarla, e volentieri. André — Tesoro? Se non che... non sono una persona privata, io, Micheline — Conosco questa musica. Che hai qui. Sono un funzionario. Le mie azioni sono tutte fatto? rigorosamente prescritte. Un passo falso mi coste­ André — Niente. Non ho fatto proprio niente. Ho rebbe la posizione; e, forse, qualche cosa più della avuto da fare di sopra. I signori vogliono la cola­ posizione. zione alluna. Simona (abbattuta) — Capisco. Ma che delusione Micheline — « Bon... ». (A Simona, con ironìa) per me! (Siede con le mani abbandonate nel grem­ E lei, per tutto questo tempo, ha cercato il cestino bo e guarda nel vuoto) Sola... tutta sola... A nessun delle fragole? altro oserei affidarmi. (Piange). Simona (innocente) — Sì, ma non l’ho trovato. Alexey — Non piangere, via, non piangere! Pen­ Micheline — Già. Ho l’impressione di essere l'u­ serò... vedrò quello che posso fare. Domanderò al nica persona che faccia qualche cosa in questa casa. mio capo. Simona — Oui c’è un andare e venire, una confu­ Simona (con interesse vivo, non si capisce se pre­ sione... non si riesce a concludere niente. Però ho occupata o curiosa) — Chi è il suo capo? fatto del mio meglio, per essere utile ai nostri ospiti. Alexey (bruscamente) — Questo non la riguarda. Micheline (sostenuta) — Questo, lo posso credere. Non faccia domande. Tenga ben chiusa la bocca. Ora venga con me a sbucciare le patate. Simona (gli si avvicina e lo guarda) — Sì, tutto Simona — Sbucciare le patate è la mia occupa­ come vuoi. zione prediletta. Alexey (confuso) — Devi aver pazienza. Ora il mio capo è occupato in cose più importanti. Inol­ Bernard (che durante le ultime battute era già tre, noi siamo molto burocratici; non lo neghiamo. uscito dalla sita camera, scende la scala. Tiene in (Sempre più confuso) Perchè mi guardi così? mano un bottone) — LIm... Hm... «I am sorry... ». (Tutti lo guardano aspettando. Arrivato in fondo si Simona (a bassa voce) — Non sento quello che ferma) Tempo bellissimo, oggi. dici. Guardo la tua bocca. (Gli mette le braccia al collo) E la tua bocca mi affascina. (Sta per baciarlo, Simona — Straordinariamente bello. ma un rumore la stacca). Micheline (a voce bassa, mentre Bernard rigira André (entrando da destra con un vassoio carico nelle mani il suo bottone) — Novità? di bicchieri sporchi) — Alexey, il tuo capo vuole André (anch’egli a voce bassa) — Sull’altra riva del parlarti. canale, questa si chiama una conversazione. Alexey (come svegliandosi) — Parlarmi? Dove? Simona — Desidera, signor... André — Sopra, subito. (Alexey ha una breve esi­ Bernard — Smith! tazione, poi fa un cenno del capo a Simona, ed esce Simona — Il signor Smith desidera qualche cosa? da destra. André lo segue con lo sguardo, poi guar­ da Simona che è in faccende alla tavola) Ti ha Bernard (indugia con lo sguardo fra Simona e M i­ cheline) — «I am so sorry». Alla mia giacca si è molestata? staccato un bottone. Simona — No, ma mi piacerebbe sapere che mi­ steri si nascondono qui dentro. Simona — E’ il bottone che il signor Smith tiene André (un po’ sfuggente) — Lascia andare! Piut­ in mano? tosto io vorrei dirti che... sto assumendo per te una Bernard (rivolgendosi soltanto a Simona) — « Pre- grave responsabilità. Te ne rendi conto? cisely». Spiacevoli aspetti del dopoguerra. Pensi un Simona (con tenerezza) — Sì, « mon petit ». po’ : filo britannico. André — I certificati... la valigia grande alla sta­ André (geloso e maligno) — Una volta, resistente zione... bugie su bugie... E perchè faccio questo? come l’impero. Simona — Perchè pensi a ciò che succederebbe se Bernard (non gli presta attenzione) — Vorrei pre­ quella rivoltella scattasse. garla di un ago e un po’ di filo. André — Dovrei invece pensare a ciò che suc­ Simona (con slancio) — Oh, sono qui per servirla. cederebbe se scattasse Micheline. Un disastro! (Av­ André (a Micheline) — E chi sbuccerà le patate? GEORGES ROLAND

Micheline (con gioia maligna) — Tu. (A Simona) mio padre, un capitano di mare, in una trattoria Il filo e l’ago sono nell’ultimo cassetto a sinistra. del porto, vicino agli East-India-Docks. E là incon­ (Esce seguita da André). trammo un uomo... un uomo che... (Sempre più Simona (togliendo dal cassetto l'occorrente) — pensierosa) Era sir Walter Selkirk. O, più esatta­ Straordinariamente bello. mente, quello che rimaneva di lui. E beveva doppi Bernard — Che cosa? whisky. L’immagine del vizio! Simona — Il tempo. Bernard — Strano, strano! A quanto mi risulta, sir Bernard — Dice sul serio? Walter trovò un buon posto all’Empire Club, come assaggiatore di vini. Simona — Apprezzo molto l’usanza inglese di fare complimenti al tempo, anziché alle donne. Toglie Simona — Un’anima in rovina, amico mio! Avvi­ dall’imbarazzo. Il suo bottone, prego. limento, pessimismo, lacrime... « Blast it! Maledi­ zione! - diceva - è un guaio ch’io sia costretto Bernard — Mi... mi intimidisce farmi servire da a lavorare, ma un guaio ancora più grosso è che il una signora, e da una signora così attraente. castello dei Selkirk appartenga ora ad un attore Simona (gli toglie il bottone di mano) — « Voilà! ». cinematografico; tutto il whisky della Scozia non Anche un complimento per me. Venga, venga più basterebbe ad annegare questo dolore... Doublé scott, vicino. Non accadranno incidenti, se non li vorrà, please». Poi raccontava del grande faggio che om­ lei. (Comincia ad attaccare il bottone) Ma che ele­ breggia il parco del castello dei Selkirk, non lon­ ganza! Saville Row per un autista? tano dal mausoleo, dove, quand’era bambino, si di­ Bernard (con una vaga ironia) — L’idea che il vertiva a strappare le gambe dei maggiolini. mondo ha del « gentleman » è molto imprecisa. Bernard —■ Faggio? Non ricordo di averlo mai Qualche volta la parola decisiva la dice il sarto. visto... Simona — Ho letto che il vostro primo ministro Simona — Be’... L’avranno abbattuto per far legna dell industria dell’abbigliamento è stato severamente da ardere. Ma che può importare un albero, in criticato per i risvolti della sua giacca. tempi come questi? E poi... Bernard — Uno dei tanti sintomi dell’attuale crisi. Bernard — Ancora? Sopportiamo le bombe-lampo e le V2. Ma può ac­ Simona (a bassa voce) — Ma forse non era lui, in cadere che un risvolto mal tagliato provochi la no­ quella nebbiosa sera d’ottobre, non era sir Walter stra rovina. Selkirk, là, nella trattoria, presso gli East-India- Simona — Bagatelle. Più vicino, prego. Docks... Forse aveva il « delirium tremens », forse Bernard (si avvicina di più, comicamente conte­ era un sognatore, forse un poeta, forse un pazzo... gnoso) — Gli abiti, il contegno, il modo d’espri­ (Sospira) Quanti « forse » nella vita! mersi... Bernard (al colmo della confusione) — M i scusi, Simona — E quel certo « je ne sais quoi »? ma non riesco a seguire i suoi pensieri. Bernard — Quale « je ne sais quoi »? Simona — Che importa? M i dica soltanto una Simona — L’aroma della vostra isola. cosa: le sono antipatica? Bernard (sorridendo) — Per voi che guardate la Bernard — Per niente! Anzi! Io... credo... apprez­ cosa di qua, forse... Ma che c’è di straordinario? zo... la sua gentilezza, ecco. (Addita il bottone). Simona — « Rien ». (Taglia il filo) Fatto. (Lo guar­ Simona — Non c’è nessuno, in questa casa, al da) E’ stato sempre autista, lei? quale io possa dare la mia fiducia: tranne lei. Bernard — Non sempre. Prima ero maggiordomo Bernard — E... fino a che punto? come mio padre e mio nonno. Simona — Questo non glielo posso ancora dire. Simona — Nella stessa casa? Bernard — E allora posso parlare io, con tutta Bernard — Nel castello dei Selkirk. Fino a quan­ franchezza? Sento che lei ha qualche dolore. Il suo do l’ultimo Selkirk, sir Walter, non fallì a causa racconto era molto malinconico. Forse perchè ha delle nuove leggi di successione sulle eredità. ricordato suo padre? Simona (con ostentato stupore) — Sir Walter Sel­ Simona — E’ morto. kirk? Ma no! Bernard — Oh, «sorry». Bernard — Conosce questo nome? Strano! I Sel­ Simona (con lo sguardo a terra) — La sua nave kirk, per quanto ne so io non fecero mai niente fu silurata, ed ecco perchè ora sono sola, senza per far parlare di sè. amici, senza appoggi, senza aiuti, e. nessuno che mi Simona (pensierosa) — Io ero a Londra... Ero con consigli... COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Bernard — Se io potessi aiutarla, fosse pure, ma­ mona balla con Bernard; Micheline con Alexey. gari... Fuori, sul terrazzo, c’è un tavolino con bicchieri e Simona — Fosse... pure, magari... M i chiamo Si- bottiglie di vino. Sulla tavola grande, piu avanti mona. verso gli spettatori, avanzi del pranzo. Sid terrazzo Bernard — Bernard, mi chiamo Bernard. un bel chiaro di luna; più in la s intravedono le Simona (esitando) — Bernard... ora non mi è fa­ scure masse degli alberi del giardino). cile dire quello che sento... per niente facile... ma... Giuseppe {entra dalla cucina recando, in un sec­ La voce di Micheline — Simona! Simona! chiello pieno di ghiaccio, tre bottiglie di champagne. Simona -— La mia seccatrice mi chiama! A più Posa il secchiello, si asciuga la fronte, e osserva tardi. (Gli si avvicina) Cavaliere senza armatura, quanto accade sul terrazzo) — Ecco la mia nipotina Bernard... (Esce rapidamente da sinistra. Bernard che danza. Una creatura attraente. Se fossi vera­ la segue con lo sguardo, tastando il suo bottone). mente suo nonno, non so davvero se sarei piu da in­ Clam (arriva dal giardino. Ha un labbro sporco di vidiare o da compiangere. Purtroppo e per fortuna, rossetto. Si aggiusta un fiore all’occhiello) — Ma essa non appartiene alla mia famiglia, che una volta come si sta bene in questo castello! era numerosa, e poi fu liquidata fino all ultimo uo­ Bernard — Pulisciti la bocca. Rosso. mo. (Si siede e, pensieroso, guarda il pubblico) Era Clam {ride, si pulisce) •— Fragole, « old boy»! Mol­ l’anno 1940, dopo il 14 giugno. Su una strada fran­ to dolci, cese, piena di polvere, una folla di gente separata Alexey (entra da destra) — Fio fame! dai suoi cari, disperatamente fuggiva sospinta dalle Clam — Qualcosa di nuovo lassù? mitragliatrici degli aeroplani tedeschi: piccola parte Alexey — Non si è ancora d’accordo per l’ordine dell’immensa miseria che allora correva, dolorando del giorno. e sanguinando, verso il sud. V erano bambini, don­ Clam — E voialtri, come sempre, fate ostruzio­ ne... E, fra queste, Simona. Come mai quella gente nismo. si mise in capo che potessi essere « io », proprio « io », Alexey — Non ci lasciamo sopraffare dalla mag­ a saperli condurre in salvo? E dove trovai io il co­ gioranza. raggio di consolarli e di trascinarmeli dietro? Avevo Bernard — Insinuazioni! più paura di tutti. Ma, quando la paura arriva a André {entrando rapido da sinistra) — Colazione! certe proporzioni, il coraggio ritorna spontaneamen­ Micheline {seguendolo) — Dov’è Giuseppe? {Chia­ te. M i chiamavano nonno. Per quelle donne e quei ma verso il giardino) Giuseppe! bambini, ero il nonno. E anche per Simona. {Clam Giuseppe (arriva dal giardino con un cesto) — di fuori, sempre suonando la fisarmonica, introduce Ecco le fragole. nel ballabile alcune battute della canzone « Lilì Mar­ Micheline — Accomodatevi, prego. {Gli uomini lène » canticchiandole a mezza voce, quindi ripren­ prendono posto alla tavola) Ora viene 1 antipasto. de il ballabile) Quando la sera di quel giorno di­ (E’ rimasta in piedi. Versa le fragole in un piatto) scese, mi rifugiai coi miei nipoti-trovatelli nel se­ « LIors d’ceuvre alliés à la Micheline». {Forte) Svel­ polcreto sotterraneo duna piccola chiesa. Per sfug­ ta, Simona, svelta! gire alla morte, cercai rifugio presso i morti. Ma Simona {di fuori) —- Vengo! {Apre col piede la poi... ecco la bomba. {Clam come prima: « Lilì Mar­ seconda porta di sinistra, ed entra portando un lène » e gli altri continuano a ballare e a ridere) grande vassoio) Eccomi! Avevo sempre creduto d’essere stato 1 unico super­ Giuseppe {la vede, balza in piedi) — No! Non è stite : l’unico a salvare la sua povera vita vacillante. possibile! Simona {si ferma, lo fissa, grida) — Nonno! {Il (Si alza, guarda verso l’esterno) Ed ecco anche Si- vassoio le cade di mano, tutti sì alzano di scatto). mona. Vive, ride, danza... Meravigliosa sera destate. Tutta armonia nel chiaro di luna. Speriamo che ATTO SECONDO anche lassù {accenna ai piani superiori) lo cham­ pagne e il vino di Oporto abbiano favorito lo stesso QUADRO PRIMO accordo che qui è stato creato da un qualsiasi vino da pasto. (A questo punto Alexey e Bernard si scam­ {La stessa scena del primo atto. Sera dello stesso giorno. Le luci sono accese. La servitù è sulla ter­ biano le dame. Bernard se ne mostra seccato) A razza, a godersi la bella sera estiva. Mancano André meno che quest’armonia del pianterrerno non sia e Giuseppe. Clam, seduto sulla balaustra, sta suo­ che un’apparenza. Vedete quel che succede? La nando sulla fisarmonica un ballabile americano. Si- Russia sequestra; l’Inghilterra si sdegna; l’America GEORGES ROLAND

li fa ballare tutti sulla sua musica; e la Francia... André (seccato) — Ma sì, la pinguedine! Io! (Tira Dov’è la Francia? (André arriva da destra portando in dentro la pancia e torna ad avviarsi verso il ter­ alcune bottiglie vuote) La Francia, come al solito, razzo) I miei compagni sentiranno la mia mancanza. ha troppe cose da fare, per poter fare quello che Micheline (chiude la porta del terrazzo) — Non le piacerebbe. (Gli altri hanno visto entrare André. ballerai con lei! Interrompono musica e ballo. Entrano curiosi). André — Con chi? Clam — Che ce di nuovo lassù? Micheline — Non far l’ipocrita! Non siamo al­ Alexey — Un passo avanti e due indietro? l’assemblea delle Nazioni Unite! Bernard — Due avanti e uno indietro? André (offeso) — Ah! Dunque io sono un ipocrita? André (ufficiale) — Monsieur è contento dei suc­ ed ho la pancia? Sai che offendi le Nazioni Unite? cessi preliminari, e ci autorizza a trascorrere questa Che ne dici, Giuseppe? pausa delle trattative divertendoci a nostro piacere. Giuseppe — Io non ho cariche nè opinione, qui. Clam — E’ già un risultato, no? « Allons enfants Micheline — Da quando è arrivata quella came­ de la patrie...». riera sospetta, ti fremono le narici. Dico bene, Giu­ Alexey — Chi presiede la seduta? seppe? André — Monsieur in persona. Giuseppe — Eh, non ho più la vista buona. Alexey — E poi dite che non siamo accondiscen­ André — Dovresti vergognarti, di essere tanto so­ denti. spettosa. Clam — Voi? Noi, piuttosto! Micheline (ad André, con decisione) — Quella lì Bernard —■ « I say... ». Non te la prendere! faccia affogare chi vuole nel suo « sex appeal »; a André (a Giuseppe) — I signori delegati desiderano tenere a galla te, penso io. altro champagne! André — Tu passi i limiti, mi pare. Giuseppe (additanto il secchio) — Questo sviluppo Micheline — Prima che li passi tu. politico era già stato previsto. Andre (con sussiego) — Come francese, ho combat­ Clam — « Come on! ». Si continua a ballare fin­ tuto per la libertà; come uomo, non permetterò ché il vulcano ci dà tregua. che la libertà mi sia tolta. Alexey — Non si può mai capire, con voi ame­ Micheline — La libertà di fare il galletto a piacer ricani, se siete ingenui o cinici. tuo, eh? Clam (passa la fisarmonica ad Alexey) — Non André — Giuseppe, dille di ritirare quello che ha preoccupartene. Prendi l’orchestra. E forza, « tava- detto. risc»! (Balla con Simona) «Swing!». Giuseppe — Micheline, abbi pazienza. Non siete Alexey — L’avete imparato dai negri, voi! (Inco­ ancora sposati. mincia a suonare seguendo la coppia sulla terrazza). Micheline — Per sua fortuna. Simona (ballando con entusiasmo) — Bella la vita, André — M i hai offeso e mortificato; sei gelosa per­ nonnino! chè Simona ha più « frou-frou » di te. Giuseppe — Ce l’hanno data così, e non si può Micheline (scattando) — Che cosa ha più di me? cambiarla. André (noncurante) — Non sai il francese? Bernard (a Micheline) — Mademoiselle, posso pre­ Micheline — Lo so benissimo, e te lo dimostro. garla?... «Voilà!». (Gli dà uno schiaffo). Mice-ieline (vede André uscire sidla terrazza) — André — Micheline! Che hai fatto? Pardon... non ora. (Chiamando) André! (Bernard, Micheline — Domandalo a Giuseppe! esce sulla terrazza). André — Sei una donna ordinaria. André (rientra contrariato) — Hai detto qualche Micheline — Non ho mai preteso di essere qual­ cosa? che cosa di diverso, monsieur Labiche. Micheline — Lo champagne. André — Fio capito, mademoiselle Auburtin. Giu- Andre —- Lo porta su Giuseppe. (Guarda verso il seppe, tu sei testimone: mi ha messo la sedia da­ terrazzo). vanti alla porta. Micheline — André! Micheline (col pianto in gola) — Bène, domani André — A meno che tu voglia essere tanto gen­ lascerete questa casa: tu, per modo di dire, ma lei, tile... per modo di fare. (Prende il secchiello) Giuseppe, Micheline — Non sono tanto gentile. accompagnami. André — E’ tutta la sera che corro su e giù per la Giuseppe (la segue sospirando) — Dove c’è batta­ scala. glia, deve esserci sempre Giuseppe. (Escono da de­ Micheline — Ti farà bene. Hai predisposizione stra. Sul terrazzo la musica cessa. Simona si con­ alla pinguedine. geda dai tre uomini che restano a bere ed entra). COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

André (fra sè, molto perplesso) — E’ la mia Dun- {Passa la fisarmonica ad André, che intona un val­ kerque, questa, o la mia E1 Alamein? zer francese). Simona (chiude la porta e si avvicina ad André) — Simona (ballando con Alexey) — Sono a disposi­ Povero André! zione del vincitore! André — Finalmente, Simona, finalmente un mi­ Clam {conducendo in disparte Bernard) — « Bobby nuto con te! Se tu sapessi quanto ho sofferto! socher» di prima classe. Simona — L'ho visto. (Lo accarezza sulla guancia Bernard — Che razza di lingua stai parlando? che ha ricevuto il ceffone) Ti duole molto? Clam — Inglese. André — Tutto per te, Simona. Con Micheline... Bernard — Oh! rottura... Alexey {sempre ballando con Simona, scende in Simona — Per colpa mia? {Un po’ spaventata) Non prima quinta e le parla sottovoce) — Ho pensato te ne pentirai? a noi due, a te. André — La tua apparizione ha rivelato a me stesso Simona {teneramente) — Non mi abbandonerai, la mia natura vulcanica. Io ti amo. ne sono certa. Simona (staccandosi) — Prudenza! Chè gli altri non Alexey — Adagio! Io non prometto niente. Per s’accorgano! ora due cose sono certe: primo, che non riesco a André — Gli altri? E che importano gli altri? Uno capirti; secondo, che mi piaci. di loro, forse?... Simona — Terzo: che tu piaci a Simona. Simona — Niente di niente. Stranieri. Alexey — Così la situazione è analizzata. E gli André — Pare anche a me. sviluppi? Simona — Ma io sono una donna maritata, André. Simona — La soluzione del problema? Mah! Una donna che ha il destino segnato. Alexey — Io ti aiuterò, Simona. Ma dovremo par­ André — Sarò io d’ora innanzi il tuo destino. E larne. Soli? Questa notte verrò da te. viceversa. Non cercare di sfuggirmi. Ho avuto mol­ Simona — Impossibile. Devi aspettare. te promesse da te. Alexey — In politica bisogna saper aspettare, non Simona — Sappi aspettare. in amore. André — Aspettare? Domattina Micheline ti cac- Simona — M i stringi troppo. Perdo le forze... cerà via. Simona — Brava, Micheline! Ma prima di domat­ Alexey — Non diciamo più nulla. Conosco la tua tina possono accadere molte cose. porta. Quando tutti dormiranno, Alexey busserà... André (fervido) — Quali? {Pochi rapidi passi di danza, poi, come perdendo Simona — Hai poca fantasia. il ritmo, si ferma e si rivolge ad André) Al diavolo André — Questa notte verrò da te. questo lagno! Non conosci qualche bel canto russo? Simona — Bell’idea! Ma non tentarlo. {Batte il ritmo col piede) Ciùmpada, ciùmpada, André — Zitta. (Entrano dal terrazzo gli altri tre. ciùmpadada... {André intona un ballabile russo. Ciani porta la fisarmonica). Alexey si toglie la giacca e l'appende a una seg­ Clam — « Piallo everybody! ». Il concorso alleato giola) Attenti, attenti! Ora vedrete cosa significa di ballo continua il suo programma. ballare. {Balla con slancio. Simona siede accanto al Bernard — Abbiamo sorteggiato il numero d’ordine. camino, stanca, non solo per il ballo). Clam — Al primo posto, Alexey. Bernard {a Simona, appoggiandosi alla spalliera Alexey — Com’è giusto. della sua sedia) — Simona, credo di non sbagliare : lei cerca di far tacere le sue pene. Bernard — Io vengo al seguito dell’America. Simona — Sì, ma per poco. Appena ci si sveglia, André (infuriandosi) — E mi mettete davanti al fatto compiuto? Veto. è ancora peggio di prima. Alexey (soddisfatto) — Vedi come succedono certe Bernard — Sarei felice, appena si sveglierà, di cose? aiutarla. Simona — André scherza. Sa che mi piacciono i Simona — Non c’è nessuno che possa aiutarmi. valzer francesi, e... Bernard — Non mi ha ancora detto che cos’è che André — E?... la rattrista. Simona — ... nessuno sa suonarli bene come lui, Simona — Non lo ricordo più. con tanto «charme»... Bernard {duramente) — E se io volessi saperlo? André (contento) — Tutto per Simona! {Riprendendosi) «Pardon me». Clam (suona e canta) — Simona — Guardi con che allegria balla Alexey! « Oh, he is a jolly good fellow, Sembra la gioia di vivere. A jolly good fellow is he». Bernard — Asiatico! Barbaro! {Agitato) Si affidi a GEORGES ROLAND

me, Simona. Questa notte, quando tutti dormi­ Micheline — Più tardi, cara. (Aiutata da Alexey ranno... ritira nell’armadio la biancheria da tavola). Simona — Anche lei? Clam (porta con Simona una tavola verso la ribalta Bernard — Anche? Vuol dire che lei come me, e le dice piano) —■ Appena gli altri dormiranno, la stessa idea... busserò tre volte. Simona — Tanto temperamento, Bernard? M i Simona (senza fato) — No! sorprende. Clam — Ma se tutto è «okey»! Io ho sempre Bernard — Sorprende anche me. Ma, come uomo sposato tutte quelle cui lo avevo promesso. (Forte) e come inglese, ne trarrò le conseguenze. Quando Tutto in ordine? qualcuno busserà alla sua porta, sarò io. Alexey (a Micheline) — Contenta? Simona — Che capogiro! (Non si sa se alluda alle Micheline — C’è ancora da pulire per terra, ma conseguenze del ballo o ad altro). ci penserò io. (André e Giuseppe rientrano da si­ Bernard — Condivido la sua emozione. Per conto nistra) Prego i signori di ritirarsi nelle loro camere. mio... ho bisogno d'aria. (S’avvicina alla finestra. Colazione alle sette. Auguro una buona notte. Respira forte). Bernard — In nome di tutti i presenti propongo Miceieline (arrivando da destra con Giuseppe) — qualche cosa che potrebbe essere una tacita pre­ Guarda quell’animale come salta davanti a lei! E ghiera: voglia Dio illuminare i (accenna ai piani lei trionfa. superiori) signori. Giuseppe — Ti pare proprio? Io vedo sul suo Clam — Dolci sogni per tutti! (Sbadiglia) E sogni volto un’altra espressione. E non è delle più liete. che si realizzino. Alexey — Hej, hej, hej! (Con un ultimo grido Alexey — Troppa retorica sentimentale per una festoso conclude il ballo e si ferma a gambe aperte, semplice funzione biologica come il sonno. Buona ridendo). notte! (Tutti e tre entrano nelle loro camere). Clam — « Okey! Not so bad! ». Facciamo vedere Giuseppe — Un giorno pieno di avvenimenti, e a questi signori come sa ballare l’occidente. (Toglie una notte piena di destino. Chi sa quale mostro lo strumento ad André e lo passa a Bernard, che vedrà la luce domani. Pio freddo. Sono vecchio. comincia a suonare, mentre lui inizia il ballo invi­ Buona notte, cari. (Esce dal terrazzo, lento e curvo). tando Simona che accetta). André (vorrebbe rimanere solo con Simona) — Ma­ Voce dal portavoce — Hallo, André. (Tutti si demoiselle Auburtin ha qualche particolare ordine fermano). per me? André — Monsieur? Micheline — Certamente! Porti a letto le sue Voce — Non abbiamo più bisogno di nulla. Vi ossa, che hanno bisogno di riguardo. La luce la prego di stare tranquilli. spegnerò io. (André s'inchina e s’avvia per la scala. André ■— Oui, monsieur. (Agli altri) Incomin­ Simona muove verso la sua camera) Aspetti, Si- mona! ciano la seduta notturna. André (fermandosi) — Prego? Clam (grattandosi un orecchio) — Si fa sul serio. Micheline — Non lei; vada pure. (André entra Miceieline — « En avant! ». Bisogna rimettere nella sua camera). tutto in ordine. Mademoiselle Simona avrebbe la Simona — Che c’è, Micheline? compiacenza di aiutare? Micheline (con collera mal repressa) — C’è che Simona — Ma certamente! devo dirti qualche parola molto semplice: oggi An­ Clam, Alexey e Bernard — Anche noi! (Tutti dre ha scoperto che sono una donna ordinaria, e in faccende per riordinare la stanza). tu sei una farfalla, o qualche cosa di simile. Micheline —• Porti i bicchieri sporchi in cucina, Simona — E’ una minaccia, Micheline? Non è monsieur Labiche. prudente. Clam (guardandosi intorno) — Chi è monsieur Micheline — Pensi di portarmi via André? Labiche? Simona — Credevo non te ne importasse nulla. André — Io! Micheline —■ Infatti. Non me ne importa più Clam —- Una «panne»? niente; ma ho il mio piano prestabilito e voglio André — Rottura dell’asse. (Esce col vassoio a realizzarlo: aprirò un caffè e farò dei figli con sinistra). André. Micheline — Giuseppe! Prendere le bottiglie vuo­ Simona — Che linguaggio poetico... Io non avrò te e portarle in dispensa. mai dei bambini. Giuseppe — Bene. (Segue con un vassoio). Micheline — A dozzine ne avrai, se continui così. Simona — E per me nessun ordine? E per ogni figlio un padre diverso. COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Simona — Siamo già arrivati agli insulti? Lasciami Simona! «Darling!». Sono io. {Entra e richiude in pace! Te li regalo tutti e quattro. Impiegali pure dietro di sè la porta. Alexey esce dalla sua camera, nel tuo caffè. Tu puoi bastare per quattro uomini. scende lentamente la scala, e ripete più o meno la Micheline — Sfrontata! (Toglie da un cassetto scena di Clam. Clam si affaccia dalla camera di alcuni biglietti di banca e li butta sulla tavola) Simona, sente un passo e si ritira). Ecco, sono per il tuo cosiddetto lavoro. E domattina, Alexey {urta la stessa sedia già urtata da Clam. prima della colazione, via. E ringraziami, se non Bestemmia fra i denti) — « Ciòrtu! ». {Avanza an­ vuoi andar via subito. {Spegne la luce ed esce da cora a tastoni. Butta a terra un’altra sedia. La rialza. sinistra). Aspetta con l’orecchio teso, poi raggiunge la ca­ Simona {è rimasta sola. Il chiaro di luna si fa più mera di Simona. Entra. Clam appare sulla terrazza, vivo. Nel camino si anima qualche fiamma che poi nella luce lunare. Sta per entrare, quando un ru­ si spegno. Inquieta e tesa, Simona si avvicina al more lo arresta. Bernard esce dalla sua camera, la portavoce e ascolta. Si avvia come per salire la porta scricchiola, d’istinto la zittisce, poi scende la scala. Ritorna sui suoi passi. Si avvicina al fondo, scala. Alexey si affaccia alla porta di Simona, ode i nella luce lunare. Vede avvicinarsi una lunga om­ passi e sparisce. Clam si ritira sidla terrazza e spa­ bra ed impaurita, grida) — Ah! risce a sua volta, senza che nessuno dei tre abbia Giuseppe (entrando) — Chi c’è? visto gli altri. Bernard discesa la scala, urta anche Simona (tranquillizzata) — Oh, nonno! Sei tu, gra­ lui nella sedia. Zoppicando, a braccia tese, raggiunge zie a Dio, sono... contenta che sia tu. {Si aggrappa la camera di Simona ed entra. Alexey appare, come a lui). prima Clam, sul terrazzo, fa per entrare ma subito Giuseppe — Che ce? Perchè tremi? (Tenta con­ indietreggia. André lascia la sua camera accendendo durla verso la sua camera). una sigaretta e scende la scala. Bernard nell’atto Simona — No... no... di lasciare la camera di Simona, ode i passi di Giuseppe — E perchè no? André e si ritira). Simona — Fammi dormire nella tua casetta; non André (urta anche lui la solita sedia. In punta di ti darò fastidio. piedi raggiunge la porta di Simona) — Cara, mi Giuseppe — Se vuoi: c’è una cameretta vuota, senti? {La luce si accende). con un divano. Ma che cosa ti è accaduto? Micheline {è ritta sulla porta della cucina, in pi­ Simona — Presentimenti. giama e vestaglia) — Ti sento, caro, e come ti sento. Giuseppe — Tranquilla, figliola, tranquilla. Ci André {voltandosi di scatto) — Niente scenate, M i­ siamo rovinati i nervi tutti quanti. Ma che diavolo cheline, non hai più nessun diritto da far valere. sono venuto a fare io qui? Ah, già, gli occhiali: La nostra relazione è finita. M i hai messo alla ho dimenticato gli occhiali. Ora li cerco senza ac­ porta? Dunque, sono libero. Posso fare quel che cendere la luce, se no qualcuno si sveglia... (Rag­ mi piace: e lo farò. giunge il camino. Cerca a tastoni) Senti? Lassù Micheline — Osi ancora aprire bocca, tu? {To­ passeggiano: la pace è in marcia. Ecco gli occhiali. glie dal camino le molle, e si avvia verso la porta (Prende gli occhiali e li inforca) Dove sei, Simona? di Simona). Simona {ha aperto la porta della sua camera, vi André {cercando d’impedirlo) — Non perdere la guarda dentro) — Sono qui, nonno. Lio voluto ragione! Non fare scandali! dare un’occhiata alla mia camera. Micheline — Togliti dai piedi. Giuseppe — Cerchi qualche cosa anche tu? André — Per l’amor di Dio! Pensa che lassù si Simona — Ho voluto vedere se la finestra è aperta. prepara la pace del mondo! Giuseppe — Debbo chiuderla? Micheline — E la pace dell’anima mia, non mi Simona — No. E’ meglio che resti così. Per ogni importa? Togliti dai piedi. {Spinge da un lato An­ evenienza. {Chiude la porta della camera e va con dré, entra nella camera di Simona). Giuseppe verso la terrazza). André {ascolta senza respiro, poi) — Santo Dio! Giuseppe — Vorrei sapere che cosa vai fantasti­ Micheline {riappare sulla porta della camera, stu­ cando. {Escono). pita) — Non c’è nessuno. Clam {apre adagio la porta della sua camera, scende André — Vuota? {Clam, Alexey e Bernard entrano con precauzione la scala, in basso urta una sedia, in fila indiana dalla terrazza, e cercano di nascon­ provocando rumore, si stropiccia un ginocchio e im­ dere, con un contegno disinvolto, il loro imba­ preca a bassa voce) «Damn!... ». {Accende un fiam­ razzo). mifero e cerca la camera di Simona. Si toglie la Micheline —■ Ancora in giro, signori? gomma dalla bocca e l’attacca sotto la cornice del Clam —■ «Well». Abbiamo avuto voglia di un camino, spegne il fiammifero e lo butta. Bisbiglia) po’ d’aria. GEORGES ROLAND

Micheline — Un bell’esempio di solidarietà. (1 André (prendendo il vassoio) — Però... il troppo quattro rispondono con un sorriso ebete). buon senso dà anche ai nervi. (Esce da destra. M i­ Bernard — E adesso ritiriamoci. (Sale la scala, se­ cheline lo segue con lo sguardo, legandosi il grem­ guito da Ciani, Alexey e, per ultimo, André). biale, quindi batte un colpo sul gong. Clam, Ale­ Micheline — Un momento, prego. Qualcuno dei xey e Bernard, come se avessero aspettato questo signori ha visto Simona? segnale, lasciano contemporaneamente le loro ca­ Clam, Bernard e Alexey (voltandosi insieme) — mere, e scendono la scala guardandosi con fredda No! (Giuseppe entra dal giardino e raggiunge tran­ ostilità). quillamente e silenziosamente la camera di Simona. Bernard — «Morning!». Tutti lo seguono con lo sguardo, perplessi. Dopo Clam — «Morning!». un attimo, Giuseppe riappare portando una cami­ Bernard — Bonjour, mademoiselle Micheline! cia da notte di seta e s’avvia, tranquillamente come Tempo beilo, no? prima, verso il terrazzo). Clam — Riposato bene? Micheline — Che succede, Giuseppe? Micheline — Non tanto. Un’altra volta proverò Giuseppe — Sono venuto a prendere la camicia a fare una passeggiata al chiar di luna. Che cosa da notte di Simona. Dorme nella casetta del giar­ vogliono i signori per colazione? diniere. T u tti e tre — Caffè nero! Micheline — E perchè? Micheline — Chi l’avrebbe mai detto! (Esce. Clam Giuseppe — Perchè è perseguitata da un senti­ apre la radio, cerca un’onda. Alexey ritto, accigliato, mento che oggi è diffuso in tutti... A oriente e a guarda ora Clam, ora Bernard. Bernard sta appog­ occidente, nei Parlamenti e negli Stati Maggiori, giato alla ringhiera della scala, osserva gli altri fra i rivoluzionari e i reazionari, fra i poeti e i mer­ freddamente. La radio attacca un ballabile. Clam, canti, fra i ricchi e i poveri, e anche lassù, per quei masticando la sua gomma, infila le mani nelle ta­ quattro signori, che inutilmente cercano di nascon­ sche e s’avvia verso il terrazzo. Alexey guarda ora derlo l’uno all’altro... Il sentimento della paura! Tre­ lui ora la radio, con ira repressa, poi raggiunge mante paura di ciò che potrebbe accadere. (Pausa) l’apparecchio, ne sposta l’indicatore, ne trae fischi Buona notte! (Esce. I quattro si guardano molto e rumori, infine un notiziario in lingua russa. Al­ seri e composti, raggiungono le loro camere e vi lora siede soddisfatto vicino al camino. Clam, sem­ spariscono. Si sentono scattare le serrature). pre masticando, si volta di scatto. Bernard, pieno Micheline (sola) — Paura! (Una campana lon­ di dignità offesa, raggiunge la radio, sposta di nuovo tana batte la mezzanotte) Paura? Io non ho paura. l indicatore, tra nuovi fschi e rumori, fnchè non (Spegne la luce ed esce da sinistra. All’ultimo rin­ capta la B.B.C.; soddisfatto, aumenta il volume). tocco della campana, il chiar di luna si spegne). Voce a lla radio — « London calling. This is thè QUADRO SECONDO news. There are no further indications available as to thè wherebounts of thè Delegates of thè Big (La scena riappare nella viva luce del mattino. Il Four... ». sole risplende). Micheline (entra con la colazione e la depone Voce dal portavoce (roca, irritata, impaziente) — sulla tavola) — I signori sono un po’ pallidi. Forse Hallo! Hallo! André! Micheline! (André esce a pre­ patiscono l’aria del nostro paese? O si sono stra­ cipizio dalla sua camera, indossando la giacca, scende pazzati troppo stanotte? Certo non è comodo uscire la scala, urta contro la sedia. Si precipita al porta­ dalle finestre. Buon appetito. (Esce). voce. La voce, insistente) Piallo! Hallo! Bernard — Ehm... be’... è davvero penoso. André — Oui, monsieur! Clam — Micheline ha ragione. Perchè voler fin­ Voce — Dove siete tutti quanti? gere? La realtà è la realtà. Un gatto è un gatto. André — Qui, monsieur! E Simona è... Simona. Voce — Caffè nero! Caffè nero forte! La seduta Alexey (ironico) — Logica perfetta. continua. Bernard — Non mi sembra che giovi all’appetito André — Oui, monsieur. (Micheline entra por­ provocare una discussione su una signorina che... tando un vassoio) Buongiorno. Alexey — Giova di più all’appetito andare di Micheline — Porti su questo. (Vedendo la me­ notte nella sua camera, vero? raviglia di lui) Caffè nero. Bernard — Questo è un mio fatto personale. Non André — Ma come hai saputo? v’interessa. Micheline — Un uccello notturno mi ha confi­ Clam — Ma tu, Casanova del Volga, non sei an­ dato che, questa notte, qui dentro, nessuno avrebbe dato in camera sua? dormito. Alexey — Avevo le mie buone ragioni per farlo. COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Clam — Volevi fare una partita a scacchi con lei? Bernard — Prego, signori. Evitiamo i deviamenti Alexey — E tu una partita a poker! verso il linguaggio della propaganda ufficiale. Da Clam — No, rugby. parte mia, sono pronto ad aiutare quella povera André (è entrato ecl ha ascoltato) — Quante pa­ ragazza, senza pretendere compensi, nè pagamenti role, Alexey. Sei geloso, mi pare. La faccenda è in natura. M i piace tentare d’essere un uomo one­ tutta qui: siamo in quattro nella stessa barca, no? sto in mezzo a questo sudicio mondo. Bernard — Ma non ci sono quattro Simone; ce Alexey (una inano sulla sua spalla) — Sei un n’è una sola. E, se ho capito bene... ognuno di noi uomo di ieri, tu. Ti venderemo all’asta. avrebbe un certo interesse per lei. André — Calmatevi, amici. Siete tutti fuori gara. Alexey — Vorresti dividere Simona in quattro zone Voi siete ancora alle intenzioni, io sono già ai fatti d’interesse? e anche alle conseguenze. Io l’amo e per lei ho Clam — Interesse fisiologico o interesse estetico? rotto i rapporti con Micheline. E Micheline, per Bernard — Propongo di metterci d’accordo, onde me, significava l’avvenire: una casa mia, una bot­ trovare una via d'uscita, da questa situazione ridi­ tega, il libretto della cassa di risparmio, e figli e cola. nipoti e, infine, una tranquilla vecchiaia. (Si asciuga André — Una conferenza? Benissimo. Io sono una lacrima, poi) E tutto questo l’ho sacrificato per pronto a far valere i miei diritti in forma parla­ Simona. Chi può offrire di più? mentare. Clam (butta in aria la rivoltella e la riprende a Clam — Su, Alexey, un telegramma a Mosca, per volo) — Amen! chiedere istruzioni. Giuseppe (entrando dalla terrazza) — Buongiorno! Bernard — Sediamoci, signori. Quando si è se­ Quando si mangia non bisogna inquietarsi. duti, si è più calmi. (Siedono). André — Dove Simona? Clam — Assumo la presidenza. Giuseppe — Sta venendo. Ma non per restare. Alexey — Con che diritto? Clam — Niente indovinelli, vecchio talmudista. Clam — Col diritto del più forte. (Estrae dalla Giuseppe — Potete domandarlo a lei. ' tasca -posteriore dei pantaloni la rivoltella, e gio­ Simona (entra dal terrazzo) — Vuoi prendere la cherella). mia valigia nella camera, nonno? Il treno parte fra Alexey (corre all’attaccapanni, toglie dal suo cap­ venti minuti. potto la rivoltella, torna alla tavola ponendosela da­ Clam (in piedi) — Treno? vanti) — Forza contro forza. (Tutto si svolge ap­ Bernard (idem) — Valigia? parentemente per ischerzo, ma si sentono l’ira e l’in­ Alexey (idem) — Che succede? sofferenza represse). Giuseppe — Quello che succede sempre dove si André (prende úna scatola di fiammiferi. La scuote) trovano riuniti degli uomini: catastrofe. (Va nella — La sorte deciderà. Quanti fiammiferi ci sono in camera di Simona). questa scatola? Alexey — Dunque lei parte, Simona? Bernard — Cinque. Simona (fredda e chiusa) — Sì. Clam — Sette. Bernard — Così... d’improvviso? André — Io dico: otto. E tu, Alexey? Simona — Sono licenziata. Alexey — Sei! Alexey — Assurdo. Si rivolga al sindacato. André (apre e conta) — Sette! Vittoria agli Stati André — Senza il mio consenso qui non si licen­ Uniti! zia nessuno. Clam — Anche i fiammiferi possono essere stru­ Simona (molto contegnosa) —• Non si diano pena, menti di giustizia. La conferenza è aperta. Caffè? signori. Non potrei rimanere. M i hanno offesa. (M i­ Zucchero? (Porge la zuccheriera e la caffettiera. cheline entra dalla cucina e ascolta) Anche sola e Tutti si servono) « All right! ». Chi spara per pri­ abbandonata come sono, ho la mia dignità. mo? (Indica la pistola) Per modo di dire, si ca­ Micheline — Via, via, non c’è da drammatizzare! pisce. Allora, discussione sulle competenze di Una parola tira l’altra, si capisce; ma non bisogna priorità nei confronti delle grazie di mademoiselle metterle sulla bilancia. (Abbraccia Simona alle Simona. Carte in tavola, signori. Io sposerò Simona. spalle) Specialmente quando le parole sono dette Alexey (beffardo) — Matrimonio « made in U. da una linguaccia come la mia. E poi... non è certo S.A. ». Conosciamo la formula: divorzio predispo­ colpa tua, se quel signore non pensa con la testa sto. Niente da fare. A rischio di urtare contro le direttive del partito, io condurrò Simona in Russia. ma... Clam — E quando ne sarai stufo, la farai man­ André — Micheline! dare in Siberia sqtto l’accusa di sabotaggio al piano Micheline — ... ma col cuore. E in quanto a que­ quinquennale. gli altri... se ne darebbe tredici per una dozzina. GEORGES ROLAND

Simona (dolce e mansueta) ■— Grazie, Micheline. (Verso sinistra con Simona) Non aspettate che la {La bacia sulla guancia) Io non ti serbo rancore. faccia io, questa liquidazione. (Micheline esce con Le donne si comprendono fra loro. E’ l’alleanza de­ Simona. Giuseppe scompare con la valigia nella gli offesi, dei disprezzati. Ma... (Esita). camera. Pausa. I quattro non si muovono. La luce Giuseppe (esce dalla camera di Simona con la va­ del sole si smorza. Il giorno si oscura. Un tempo­ ligia) — Ecco la valigia. rale si avvicina). Andre — Puoi spiegarci quel che significa tutto André (dopo la pausa) —- Non posso certo essere questo, Giuseppe? stato io. Sono arrivato ultimo. Giuseppe — Da molto tempo non cerco più di Bernard — Quando io sono entrato, la camera era spiegare nulla. Faccio quello che mi comandano, vuota. nei limiti delle mie forze. E ora le mie forze ba­ Clam (fissando Alexey) — E quando sei entrato stano a portare questa valigia. tu, era anche vuota? Micheline — Simona, voglio sapere perchè te ne Alexey (balzando) —• Vorresti forse insinuare che vai, ora. io... (Afferra la rivoltella. Nel mentre dal porta­ Simona — Preferisco non dirlo. voce escono voci confuse ed eccitate). Micheline •— Se la ragione è in rapporto alla Voce dal portavoce — André! notte passata, tu non hai dormito nella tua camera, André — Oui, monsieur. ma nella casetta del giardiniere, sarà meglio spie­ Voce — La macchina. Subito. Partiamo. garsi e parla pure senza timore. André — Oui, monsieur. (Tutti appaiono stupiti. Simona — Piai ragione. Ti debbo una spiegazione. André, dopo una breve esitazione, corre nella sua E la debbo anche ai tre signori. camera). Miceieline — Perchè tre? Non sono quattro? A ltra voce (impetuosa) — « Tàvarisc Smirnòff! ». Simona (dopo una breve pausa) — Il quarto è già Alexey — «Da, da, tàvarisc Komissàr! ». informato. (I quattro si guardano). A ltra voce — « Aftamabil! ». Giuseppe (posando la valigia) — Accidenti all’a- Alexey — « Da, da, tàvarisc Komissàr! ». (Sale cor­ ritmetica. rendo la scala). Micheline — Una bella storia; c’è da essere cu­ Terza voce (calma) — Smith! riosi davvero. Racconta, dunque. Bernard — «Yes, sir!». Simona (si volta e guarda lentamente i presenti) — Terza voce — « My car ». Quando andai in camera mia, questa notte, stavo Bernard — «Yes, sir». (Sm per la scala, in fretta). per coricarmi, quando, d’improvviso, la porta si Quarta voce (rapida, irosa) — Snyder! aprì... Clam — «Yes, sir». Micheline — Ci siamo. Quarta voce — « My car! Make it snappy! ». Simona — Non lo riconobbi subito. Il chiaro di Clam — «May I ask you, sir, how’s thè odds?». luna generava ombre confuse. (Tremando) Non Quarta voce — « Llell’s apopping? ». (Clam sale disse nulla. Brutalmente mi afferrò... la scala). Micheline — Perchè non hai gridato? Giuseppe — L’inferno fa capolino dal vulcano Simona — M i chiuse la bocca. Ma io mi difesi, sul quale volevamo ballare. (La luce è diminuita. disperatamente. Sentii le mie forze mancare. Con C'è aria di temporale. S’ode un tuono. Giuseppe un estremo scatto riuscii a liberarmi. E allora egli si fa alla porta della cucina) Micheline! Simona! ebbe paura. Fuggì dalla finestra. E io corsi qui. E Micheline (dalla sinistra, con Simona) — Ma che qui... trovai il nonno. (Pausa. Silenzio). confusione è questa? Credevo che stessero picchian­ Micheline — Era... dosi... Dove sono? Simona — Non dirò il nome. Il colpevole sa quello Giuseppe — Vanno a prendere le loro robe! La che gli resta a fare. E sa pure che così non si con­ conferenza è stata interrotta. Ora partiranno tutti. quista una donna. Nè con le parole, nè con gli Micheline — Ma come? Stupidi quelli di lassù, sguardi, io avevo dato pretesto alla sua miserabile come quelli di laggiù! azione. Giuseppe — Tutti d’accordo per la discordia ge­ Bernard — Voglio sapere chi è stato: lo ucciderò. nerale! Micheline — Uomini! Uomini! Come sarebbe Micheline — Ci sarà la guerra? bello il mondo senza di voi. Riporta indietro la Simona (atterrita) — La guerra?! (Si aggrappa al valigia, Giuseppe. E tu càlmati, Simona, e vieni braccio di Giuseppe). con me in cucina. Ci faremo un buon caffè. E Giuseppe ■— Non è proibito sperare, ma è lecito non ritorneremo qui finché i tre non avranno tro­ dubitare. vato il quarto, e non avranno liquidato la faccenda. Micheline — Non ne avranno il coraggio. COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Giuseppe — E qui sta il pericolo, quando i po­ Micheline (vede Simona svenuta) — Oh, guarda! tenti signori hanno paura, pretendono dalla pic­ Poveretta. Ha davvero i nervi scossi. (Con Giu­ cola gente il coraggio degli eroi. seppe aiuta Simona ad alzarsi). Clam (scende con una valigetta) — Non trovo più Simona (rinvenendo a poco a poco) — Forse... ho il mio rasoio. Tenetelo come «souvenir». (Indos­ sognato... Non c’è nessuno, qui, oltre voi? (La piog­ sando soprabito e berretto. A Micheline) « Thank gia batte contro i vetri. Simona nasconde il viso you so much, miss! ». (A Simona) « Bye bye! ». Mi contro il petto di Giuseppe) Ho sognato! farò vivo. (A Giuseppe) Bada alla piccola, nonno. Giuseppe (accarezzandola) — C’è un incubo so­ Alexey (scende con la sua valigetta, si veste e dice pra di noi. a Ciani) — Sospendere non è troncare. Micheline (si fa il segno della croce) — Si è fatta Clam — Ci rivedremo ancora. Magari in pur­ notte in pieno giorno... Il mondo va alla rovescia. gatorio. (Lampi e tuoni). Voce dal portavoce — «Allons!». (Ciani saluta ed esce correndo dal terrazzo. André esce dalla sua A T T O T E R Z O camera). Alexey (stringe la mano a Micheline) — Tante (La medesima scena degli atti precedenti. Il tem­ grazie. (A Simona) M i farò vivo. (A Giuseppe) At­ porale continua. Fuori è buio. Nella stanza e ac­ tento a Simona, babbino! (Esce). cesa la luce. Si ode scrosciare la pioggia; poi un André — Sì... abbi cura di Simona, nonno Giu­ tuono. Micheline, seduta al tavolo, rammenda delle seppe. Chi sa quando potrò tornare! (S’inchina a calze. Simona è accanto a lei, e si tappa gli orec­ Micheline) Mademoiselle Auburtin... (Bacia la mano chi con le mani a ogni tuono. Giuseppe è in piedi a Simona ed esce in fretta). alla finestra, e guarda fuori). Bernard (scende senza troppa premura, tenendo in Giuseppe — Fosse almeno il diluvio universale! mano un rasoio) — Questo non è il mio rasoio. Ma non mi sembra. (Si veste). Micheline — I temporali suscitano in me ricordi Giuseppe (prendendo il rasoio) — E’ il rasoio di infantili. Eravamo in campagna, e mio padre era Clam. Le stesse armi per combattere, gli stessi ra­ in vacanza. Era impiegato alle poste. Passavamo soi per radersi. l’estate a Vouvray. Che buon vino rosato a Vou- Bernard (un cenno a Micheline) — « Thank you vray. Ne abbiamo qualche bottiglia in cantina, e very, good bye! ». (Lo stesso a Simona) « Good bye stasera ce la berremo in pace, senza più quei quat­ and God bless you!». (A Giuseppe) «Take care tro diavoli... Povero papà. Morì di mal di fegato. of Simona, will you granfather? ». (Esce). Un vero francese. Pace all’anima sua. Giuseppe — Gli alleati di ieri e i nemici di do­ Simona — E’ vero che quando c’è il temporale, mani hanno troppa fiducia nelle possibilità di Giu­ il pelo dei gatti manda scintille? (Un tuono e lei seppe. si chiude gli orecchi). Simona — Sono contenta che se ne siano andati. Micheline — Quando il pelo è bagnato, le scin­ Erano insopportabili, tutti. tille non le fa. Micheline (dal terrazzo) — La partenza dei gladia­ Giuseppe — Si direbbe che le anormalità atmo­ tori. (Simona e Giuseppe la raggiungono. S’ode il sferiche seguano il passo della storia, pur con qual­ rumore delle macchine prolungato da un tuono). che differenza: invece dei quattro cavalieri del­ Simona — M i pare di sentire gli aeroplani. l’Apocalisse, quattro autisti. Giuseppe — Sono le automobili. Micheline — Ti smarrisci nella Bibbia, Giuseppe. Micheline — Fra poco verrà la pioggia. E quelli Giuseppe — E’ vero. E dovrei limitarmi al libro corrono come pazzi verso la tempesta. (Ancora tuoni, di Geremia. (La luce elettrica comincia ad oscillare, sibili di vento e rumore delle macchine che si al­ poi si spegne. Di fuori entra una livida luce spet­ lontanano. L’uomo dalla mantella da pioggia entra trale). da destra. Ha la barba appuntita, cappello a larghe Micheline — Olà! falde, aspetto trasandato, modi inquieti. Rientrando dal terrazzo Simona lo vede, si porta le mani al Giuseppe — Corto circuito. cuore e, con un piccolo grido, cade svenuta). Simona (balza in piedi atterrita) — Eccoli! eccoli! Micheline (scarmigliata) — Ora incomincia la tem­ Andiamo in cantina, nonno! pesta. (L’uomo esita, poi sale in fretta la scala e Micheline — Niente isterismi, Simona! Sta tran­ sparisce in una camera senza che Micheline possa quilla e lavora, come faccio io, chiacchierando in scorgerlo). pace. Così la paura se ne va. Accendi una candela, Giuseppe — Conviene chiudere la vetrata. (Esegue Giuseppe, non vedo più le maglie. con sforzo per il vento). Giuseppe (esegue) — Non sono aeroplani, Simona, GEORGES ROLAND

non sono bombe. In cantina devo però andarci Io perchè non vi sarei mai entrata. E perchè ci sei stesso, per verificare le valvole. entrata tu? Simona — Non capisco quel che mi accade. Sento Simona — Per un uomo. e vedo cose che gli altri non vedono e non sentono. Micheline — T ’ha abbandonata? Vedo... quell’uomo con la mantella... poco fa... Sie­ Simona (con uno strano sorriso) — Sì... per la te sicuri, proprio sicuri, che non ci fosse? strada... Nella notte... ma non era colpa sua. (A Micheline (continuando a lavorare) — Nessun bassa voce) Incominciò quando mi disseppellirono uomo, nessuna mantella... di sotto le rovine della chiesa, dove Giuseppe mi Giuseppe — Allucinazioni, bambina mia. Nè io aveva creduta morta. Il primo fu Pedro: restammo nè Micheline abbiamo visto niente. Domina i tuoi insieme due settimane. Due settimane di fughe da nervi! Il mondo non è fatto per chi ha i nervi un riparo all’altro, ma con molta felicità. Poi i deboli. gendarmi presero Pedro e lo portarono via. Era Simona — E’ giusto. Farò tutto quello che potrò, spagnolo, straniero, senza documenti. E, qualche finché resisterò. Come una palla da biliardo, che giorno dopo, la notizia. per quanto batta e urti da tutte le parti, non perde Micheline — Morto? mai la sua forma. (Si guarda intorno) Ma se non Simona (accenna di sì col capo) — Tifo. Ed ecco, fosse stato uno spirito? per me, i corridoi pieni d’echi, coi pavimenti di Micheline — Non abbiamo spiriti, Simona. E le mattonelle... le celle spoglie, fredde, con l’inferriata valvole, Giuseppe? alle finestre... La campanella che ci svegliava nel Giuseppe (accende una seconda candela) — Non gelo dell’alba... e il silenzio chiuso e pesante come parlate così leggermente di spiriti e di paura, M i­ le mura che mi seppellivano. cheline. Ciascuno di noi è oramai lo spettro di se Micheline — E tu non hai potuto sopportare. stesso. Come farò io, spettro, ad aggiustare le val­ Simona (con un riso sordo) — Oh, Micheline! Un vole? (Esce da destra). altro uomo. Simona — Giuseppe oramai chiacchiera come un vecchio rimbambito. (Pensierosa) Senza casa e senza Micheline — Ancora? famiglia, anche lui come me. Ma tu, Micheline, Simona — Se tu sapessi come lo odio! M i perse­ non sei quella sciocca che qualche volta vuoi ap­ guita! Vuole impadronirsi di me, togliermi la li­ parire. bertà, soffocare la mia indipendenza. (Stringe il Micheline —■ Nè tu quella birbacciona che vor­ braccio di Micheline) Lascia ch’io resti qui, M i­ resti far credere di essere. cheline. Che non mi raggiunga, non mi riprenda. Simona — M i odi? Micheline — Sta tranquilla. E lascia pure che Micheline — Odiare? Si può odiare il caffè fred­ venga. Lo riceveremo come merita. (Guarda alla do o il raffreddore... ma, trattandosi di esseri umani, finestra mentre risuona un tuono lontano) Il tem­ l’espressione è troppo forte. Nè odio, nè amore. porale si allontana. Tutto passa. (Entra Giuseppe). Alla gente si può volere o non volere bene; niente Giuseppe — E tutto ritorna. di più. Simona — Sono stanca. Posso buttarmi un po’ sul Simona — Quelli che hanno una casa vogliono letto, Micheline? (Alzandosi). difficilmente bene ai vagabondi. Micheline — Certamente. Micheline — Io non ho ancora una casa. Ma Simona (bacia Micheline sulla guancia) — Sei l’avrò. buona. Tu e il nonno siete i soli che potrebbero Simona — M i piace stare vicino a te. Quando ridarmi il coraggio di ritrovare me stessa. Ma que­ tu guardi, non si ha più voglia di dire bugie. sto è molto difficile. (E’ entrata nella sua camera). Micheline (rompendo un filo coi denti) — E al­ Micheline — Che ne pensi, Giuseppe? Non sarà lora perchè ne dici? per caso una spia? Simona —• Non ho mai la certezza, se dico bugie Giuseppe —• Se fosse così non rimarrebbe. o verità. E tu? Micheline (riordinando le calze rammendate) — Micheline — Io mi tengo alla realtà. Tutto il Giusto. Non è che una povera tormentata. Di resto è fumo. Dimmi che cosa hai fatto e per quale dove sia venuta, e perchè, non ha importanza. ragione sei venuta a nasconderti qui. Giuseppe — Qualche cosa di simile è accaduto Simona — Sono scappata. anche a me. Quanti anni sono passati? Micheline — Dalla prigione? Micheline — Tre anni. Simona — Dal convento. Giuseppe — E che zuppa di pesce, Micheline, Micheline — Questo è male. Un grosso peccato. quella prima sera: la ricordo ancora. Dovrebbero Io non sarei mai scappata dal convento, anche darti il premio Nobel. COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Micheline — Per la zuppa di pesce? uomini stanno come in allarme. I loro sentimenti Giuseppe — Per il tuo senso d’umanità. (Si rio- marciano a passo militare. E ciascuno di essi è dono i rumori delle macchine in arrivo) Che suc­ sempre pronto ad infuriarsi. I potenti calpestano cede? (Alla finestra) Proprio loro! La cavalcata gli umili, e gli umili si calpestano fra loro. rientra. Lo dicevo: tutto ritorna! Micheline (entrando da sinistra con un vassoio) — Micheline (anche lei alla finestra) — Guarda in Sempre monologhi, eh? che stato le macchine! Di nuovo questa banda sul Giuseppe — Do parole ai miei sospiri. mio groppone. Micheline (affida il vassoio a Giuseppe, toglie dal­ Giuseppe — Abbi il senso delle proporzioni, M i­ l’armadio alcuni bicchieri) ■— Dove sono i quattro cheline. Certo i delegati hanno ripensato ai loro spacconi? problemi, e vorranno riprendere la discussione. Giuseppe —• In cantina. Cercano di rendersi utili. André (entra in fretta tutto bagnato) — Bonjour! Micheline — E allora demoliranno la casa. Dove Giuseppe — Si sono riconciliati? scalpitano gli uomini, non cresce più l’erba. Meno André — Sciocchezze! Il ponte di Marie è stato dove passi tu, Giuseppe, perchè sei un angelo e travolto dall'acqua. Non abbiamo potuto proseguire. predichi ed operi la bontà. Voce dal portavoce (roca, irritata) — Grog, An­ Giuseppe (ironico) — Sono un angelo disceso su dré! Bollente! Subito! un pianeta mal riuscito: per questo sono costretto André — Oui, monsieur. (A Micheline, non senza a vagabondare continuamente. (Esce). imbarazzo) Micheline... se volessi essere tanto gen­ Micheline —■ Chiacchiere, nonno, ora sei fermo tile... anche per me e i miei compagni... qualche qui, che è un posto sicuro: io sono neutrale. (Esce cosa di caldo... seguendo Giuseppe). Micheline — Certamente: di caldo e di calmante. Simona (esce dalla camera, si guarda intorno agi­ (Via da sinistra). tata) — E’ qui, è qui... (Guarda da tutte le parti) André — Giuseppe, dove Simona? Ma io non andrò con lui. (Toglie dal cappotto di Giuseppe — Nella sua camera. L’avventura ti at­ Alexey la rivoltella, si piazza in mezzo alla camera, trae, eh? e tu ami l’avventura. parla con voce forzata, ma non forte} Esci. So che André (uno starnuto, 'poi, senza sincerità) — Amo sei nascosto qui. Vieni avanti. Simona. L’Uomo dalla mantella (esce dalla camera dove Clam (entra rapido, seguito da Alexey e Bernard. Tutti e tre di pessimo rimore) — Dove, Simona? si era rifugiato e scende lentamente la scala, par­ lando con tono suadente) — Eccomi, Simona. Giuseppe (aiutandoli a sbarazzarsi dei soprabiti) — Nella sua camera. Lia bisogno di riposo. Dopo Simona — Io sono libera. Non voglio che tu... tutto il trambusto di questa notte... L’Uomo —■ Che cosa non vuoi? (Le si avvicina fis­ Alexey — Questa notte! (Afferra Clam al bavero) sandola con un freddo sorriso) Lo so, tu sei libera. Avrà la sua conclusione adesso, la notte. E di tua libera volontà verrai con me. Clam (lo respinge) — Non qui. Fuori. Simona — No. Alexey — Bene. (Si avvia verso il terrazzo, imi­ L’Uomo —■ Verrai, Simona. tato da Clam, tutti e due con piglio deciso). Simona — No. Giuseppe — Per piacere, signori, per piacere. L’Uomo — E non è forse meglio per te ritrovare Clam — Che? tutto quello che hai lasciato? Giuseppe — L’acqua ha invaso la cantina. L'im­ Simona — No. pianto elettrico se guastato. Le bottiglie sono mi­ L’Uomo — Ora ce ne andremo in silenzio, senza nacciate. Vorrei che lor signori obbedissero all’an­ che nessuno se ne accorga. tica consuetudine, che fa nascere dalle catastrofi Simona (senza convinzione) —■ No. l’umana solidarietà. L’Uomo —• Dove la tua valigia? Alexey — Vuoi insegnar questo a me? Dove la Simona (addita la prima porta a sinistra) —■ Lì cantina? dentro. (L'uomo oltrepassa quella porta e scompare. Giuseppe — Da quella parte. Simona solleva la rivoltella fissandola). Clam — Andiamo. La voce d e ll’Uomo — E’ buio... troppo buio... non Bernard — biniti per aggiustare, divisi per distrug­ trovo... (Simona chiude gli occhi, si tappa con una gere. Un bel motto. (I tre escono da destra. Piove mano un orecchio, spara verso la porta aperta; nello ancora. La stanza è in penombra). stesso momento la luce si accende, ella corre alla Giuseppe (li segue con lo sguardo) — Come se porta di fondo, la chiude, vi si appoggia con le un matto si specchiasse in quattro specchi. E i spalle). quattro specchi riflettono il mondo. I pensieri degli La voce di André (con quelle dei suoi compagni) GEORGES ROLAND

— Funziona di nuovo. La luce è tornata. (Tutti Simona (si alza, prende sotto braccio Micheline) — e quattro entrano da destra senza vedere subito E’ bene lasciarli soli, Micheline. Ho l’impressione S intona). che abbiano da discutere fra loro qualche cosa di Alexey ■— Se mi ci metto io... molto serio: una faccenda proprio di uomini. Clam — Già! Come se il guasto non l’avessi sco­ Micheline — Strano, però. Quando pensano alle perto io. cose serie gli uomini hanno un aspetto straordina­ Bernard — E io? (Vede Simona) Simona! (Tutti riamente buffo, (jzsce con Simona dalla seconda la fissano. Ella lascia cadere la rivoltella). porta di sinistra). Clam — Che significa? Giuseppe — Vederli così d’accordo è bello; ciò che Alexey (raccogliendo l’arma) — E’ la mia rivol­ fa paura è ignorare lo scopo di tanta concordia... tella. Clam — Va per i fatti tuoi! Bernard — Che è stato? Giuseppe — Certo. Ci vado subito! E stiano pure Simona (calma) — L’ho ucciso. tranquilli: non ho veduto niente, non ho sentito Bernard — Chi hai ucciso? niente, non ho detto niente... (Esce. Pausa). Simona (cade su una sedia, vi si accascia sfinita) — Clam — E ora che si fa? Chiamate la polizia. Bernard — Qualcuno ha saputo della venuta di André — Impossibile. (Si avvicina alla porta di quell’individuo, oltre Simona e noi? sinistra, la chiude con precauzione). Alexey — Speriamo di no. Clam — Nemmeno parlarne. André — Comunque dobbiamo portarlo via, sep­ Alexey — Era legittima difesa, Simona? pellirlo in qualche posto. Clam — E’ sempre legittima difesa quando non Bernard — Vi rendete conto della responsabilità si spara in aria. che stiamo per affrontare? Bernard (porge un bicchiere a Simona) — Beva! Clam — E’ grave... Le darà forza! Bernard — É' grave. Simona — Grazie. (Bernard tracanna un bicchiere, Clam (dopo una pausa, lento) — Ma noi sappiamo poi gli altri tre uomini gli tolgono bottiglia e bic­ pure che cosa ha spinto la ragazza al delitto; sappia­ chiere e lo imitano) Non mi denuncerete? mo quale pericoloso individuo era... (accenna alla Alexey ■— Prima dobbiamo sapere chi è stato que­ camera) quel tale... sta notte a... Alexey (inquieto) — Ma se qualcosa trapelasse... Simona — Perdonatemi; avevo sbagliato. Voi non Si scatenerebbe una nuova campagna antisovietica. c’entrate. E’ stato lui. E ora... è là. (Con un sospiro C’è anche di mezzo la mia rivoltella. di sollievo i quattro si stringono la mano). André — Diffidi di noi? André —■ Nascondi la rivoltella, Alexey. Dobbiamo Alexey — Non posso dire questo. Ma è certo che, pensare al da farsi, prendere qualche decisione, e... quando a uno di Voi facesse comodo dare la col­ Bernard —• Zitti! pa a me... Micheline (entra con Giuseppe) -— Tutto a posto? Bernard — E’ grave, è grave! Se da una parte, pe­ Clam — Perfettamente. (Alexey ha rimesso la ri­ rò, ci sono i doveri e i pericoli, dall'altra parte c’è voltella nel cappotto. André e Bernard nascondono pure una povera creatura che... senza parere la porta della camera di sinistra). André •—• La verità è che siamo innamorati di lei: André (un po’ imbarazzato) — Abbiamo aggiustato per questo, prima, volevamo romperci la testa a vi­ le valvole. Abbiamo buttato fuori l’acqua. Tutto fun­ cenda, ed ora siamo pronti a fare anche di peggio. ziona di nuovo a dovere. Vedi? Bernard (dopo una pausa) — André, dove si può Micheline (guardandosi intorno, insospettita) — seppellirlo? Già. Ma... (Altro tono) Spegni la luce, Giuseppe. André —■ Nella rimessa. Dietro la casetta del giar­ E’ di nuovo giorno. (Giuseppe obbedisce. La luce diniere. del giorno si fa sempre più viva) Ti vedo pallida, Bernard — Tu mi aiuti a portarlo, Alexey. Clam Simona. Perchè non vai in camera tua a riposare? resterà qui, se per caso arrivassero ordini di lassù. Simona — Non darti pensiero per me, Micheline. André c’insegnerà la strada. (Improvvisamente si Micheline (ad André e Bernard) — Ma che fanno bussa alla prima porta di sinistra e i tre sussultano). lor signori davanti a quella porta? L’Uomo dalla m antella da pioggia (esce e sin­ André (con ampollosa serietà) — Ti prego, Miche­ china con ironica cortesia) — Prego i signori di line. Dimentichiamo per il momento i nostri con­ scusarmi, se disturbo la loro conversazione. Ma trasti. E’ necessario che tu vada in cucina con Si- forse il mio intervento non è inopportuno. Loro mona e Giuseppe, e non ritorniate prima di essere possono infatti vedere che non è necessario prepa­ chiamati. rare il mio funerale e il mio seppellimento dietro Micheline — Ma perchè? la casetta del giardiniere. COLTIVIAMO IN PACE I NOSTRI GIARDINI

Clam — Ma Simona... Simona non ha sparato L’Uomo —- I signori cominceranno a dubitare d’a­ contro di lei? ver sognato. L’Uomo — Certo. Qualche volta ha delle idee così Micheline (guardando in controluce la bottiglia bizzarre quella bambina, e così in contrasto con... di whisky) —■ A meno che non sia questo. Troppa con la sua natura. Ma io ci sono abituato. benzina, signori autisti! Bernard (marcato) — Noi quattro siamo disposti a Simona (all’uomo) — Sono contenta che tu sia giurare, dinanzi a qualsiasi autorità, che Simona venuto. Ti aspettavo da molto tempo. Andiamo ha agito per legittima difesa. a casa? L’Uomo —• E non poteva essere altrimenti: qual­ L’Uomo — Certo, Simona. Se tu lo vuoi. siasi autorità vi crederà. Ma io desidero informare Simona — Sì. E’ giusto; poiché io lo voglio... lor signori che non intendo rivolgermi, come d’abi­ Alexey — Ma dunque, Simona... tudine, a nessuna autorità giudiziaria. Micheline — Ma allora? La fuga, le persecu­ André — Allora, a conferma del nostro operato, zioni... lei dia la rivoltella con la quale ha minacciato Si- Simona — Ma no! Io fuggo sempre. Fuggo da me mona. (Fa per perquisirlo). stessa. Fuggo dalle bugie. Ciò che dico è sempre L’Uomo — Simona ha raccontato questo? vero, in quel momento, ma poi non so più quello Ajlexey — Questo. E molte altre cose. che volevo dire. Ma perchè non ridete? E’ il meno L’Uomo — Non è difficile immaginarle. Allora, che si può fare, ridere di me. prego, mi mettano a confronto con Simona. Bernard — Forse sarebbe l’unica conclusione as­ Bernard — Potrebbe essere interessante. sennata. Clam — Tenterà di giocarci. Clam — Niente affatto! (All’uomo) Lei deve par­ Alexey — Non sarà facile. lare, deve spiegarci quello che è accaduto. Deve André (alla porta di cucina) — Giuseppe! dirci chi è lei e chi è Simona! Giuseppe (apparendo) — Eccomi! (Vede l’uomo) L’Uomo — Chi sono io? Chi è Simona? Certo. Oh, il signore... E’ giusto. Ma intanto... (A Simona, con tono quasi André — Chiama Simona, ma non dirle che il di comando) Simona! signore è qui con noi. Simona — Sì. Subito. Vado a prendere la valigia. Giuseppe -—■ Perchè? (Esce dalla prima porta a sinistra). André — Perchè lo crede morto. Alexey (dopo una pausa, aggressivo) — E allora? Giuseppe — Troppo bello, ma troppo facile. Le L’Uomo —• Fio il piacere di presentarmi ai signori cose sono sempre un po’ più complicate. (Esce). e (a Micheline) alla signora. Io sono... (Esita, dando L’Uomo (dopo una pausa) ■— E’ chiaro che Si- l’impressione di inventare quello che sta per dire) mona vi ha ammaliati tutti e quattro. Non mi stu­ Sono il dottor Mercier, specialista per le malattie pisce. Simona non è una donna. (Si corregge) Vo­ nervose. Tra le mie pazienti, ci sono molti casi glio dire: non è una sola donna, ma può essere complicati, interessanti. Ma il caso di Simona... è quattro, dieci donne, molte donne... (S’interrompe davvero particolare: grave forma di nevrosi, smar­ vedendo entrare Simona, da sinistra, accompagnata rimento dell’anima, scissione tra la personalità e la da Micheline e da Giuseppe. Simona si ferma fis­ coscienza. Al giorno d’oggi, i limiti fra l’illusione sando l’uomo). e la verità sono diventati molto incerti, labili. Micheline — Che razza di spauracchio è costui? Micheline — E per questo racconta tante bugie? L’Uomo (estremamente tranquillo, avvicinandosi a L’Uomo —■ Non bugie, l’ha detto lei stessa. Quello Simona) — Buongiorno, Simona. che dice è sempre vero, per lei, nel momento in Simona (come ipnotizzata) — Buongiorno. Non cui lo dice. Ed ecco Simona la seduttrice, Simona pensavo di trovarti qui. Quando sei arrivato? la fuggiasca, Simona la profuga, Simona che spara contro il suo migliore amico, e subito dopo lo di­ L'Uomo —■ In questo momento. (1 quattro si guar­ mentica. (Pausa) Ora spero che i signori saranno dano perplessi). soddisfatti. Che Simona non possa vivere nel mon­ Clam (risoluto). — Non abbia paura, Simona. do, non possa trovare posto fra gli uomini, 1 hanno Alexey —* Ci siamo qui noi per difenderla. visto anche loro. E lei stessa - anche questo hanno Bernard — E la difenderemo. visto - è pronta e disposta a seguirmi di sua volontà. Alexey — Era nel suo pieno diritto, lei, quando La riporterò con me (falso) nella mia clinica. impugnò quella rivoltella. Simona (rientra con la valigetta) — Sono pronta. Simona — Quale rivoltella? Mio Dio! Non ho Micheline... Giuseppe... Adieu. mai toccato una rivoltella in tutta la mia vita. E Micheline — M i dispiace, Simona. non oserei mai toccarla. (I quattro sono più che mai Simona — L’ho capito. Grazie, Micheline. sbalorditi). Giuseppe — Addio, figliola. GEORGES ROLAND

L’Uomo (saluta) — Scusino il disturbo. E lo ri­ Li ho veduti. Sfilano in alta uniforme, con la cordino: se avranno bisogno d’un alienista - di banda, per la strada comunale. E’ la loro festa an­ questi tempi può accadere facilmente - sarò sem­ nuale. Non me ne ricordavo. pre a loro disposizione. Giuseppe — Voglia. l’Eterno che i pompieri di tutto Simona (ai quattro) — Io dovrei dirvi qualche il mondo abbiano sempre feste, e mai incendi. Ma cosa, amici, ma per fare questo, dovrei ricordare mi è parso di udire dei passi, lassù. Non senti quello che ho detto prima a ciascuno... Non mi è anche tu, Micheline? possibile : troppa confusione. Micheline — Zitto! Bernard — Molta confusione. (Simona e l’uomo André (entra da destra, in fretta, seguito dagli dalla mantella escono). altri tre) — Finita! Finita! Giuseppe (guardando André e Micheline cerca di Giuseppe e Micheline — Che cosa? allontanare gli altri) — Vogliamo accompagnarli? I Q uattro — La conferenza! (Esce con Ciani, Bernard e Alexey. André è con­ Micheline — Guerra? fuso, intimidito, si spolvera il bavero). Giuseppe — Pace? Micheline (prende nell’armadio penna, calamaio André — Nè guerra nè pace: rinvio. e carta che dispone sulla tavola, poi, risoluta) —■ Giuseppe — Meglio così: il giudizio universale Scrivi che siamo disposti a concludere l’affare nei e aggiornato. (Gli spari e i suoni aumentano di in­ termini stabiliti a voce. tensità. Attratti dai rumori tutti vanno verso la André — Sei intelligente, Micheline. E anche terrazza tanto da dar modo a Giuseppe di restare buona. Non ti merito. solo e farsi avanti alla ribalta) Pure, una morale ci Micheline — Lo so. Ma mi basta sapere che lo vorrebbe; e forse loro signori l’aspettano da me. Ma pensi. Vedrai il nostro caffè: diventerà un locale è meglio che ognuno tenga per sè quella che è an­ non comune. data formandosi nel proprio cuore e nella propria André — Sono un asino. mente, nel breve corso di questi avvenimenti che Micheline — So anche questo. (André si alza, la hanno potuto aver l’aria di essere sciocchi, ma non bacia sidla gota. Lei ride. Dalla terrazza entrano credo tanto. Dal canto mio, ben lungi dal credermi lentamente Alexey, Clam e Bernard, seguiti da un angelo, come benevolmente mi considera l'ac­ Giuseppe). corta e neutrale Micheline, ma solo per la mia Clam — L’aria è fresca. vecchiaia, cioè per la mia esperienza, vorrei dir Bernard — Il tempo si è rimesso. questo: sperare è ancora possibile: quel signore Giuseppe — Vieni nell’orto, Micheline. Se tu che è andato via appena adesso con Simona, il vedessi come sono cresciuti gli asparagi! (Ammicca medico, aveva nella valigia, al posto della camicia accennando agli altri). da notte, una colomba; è quella colomba che ha Micheline (che ha capito) — Bene. Accade an­ turbato Simona. Ma io so che non basta a poter cora qualche miracolo. Andiamo a vedere gli aspa­ condurre Simona nel paese del medico. Simona ragi. (Esce con Giuseppe). non sta bene, è ammalata di nervi, tutti la vo­ Bernard (dopo una pausa) — Io non credo che gliono guarire, ma continua con le sue sole forze sia come ha detto quel signore. Credo invece che a restare dov’è. Fin quando ci resterà chissà che, siamo corsi dietro una chimera tutti e quattro... non sia concesso a ognuno di noi di coltivare in Voce dal portavoce — André! Snyder! Smimoff! pace i nostri giardini. E’ con questa speranza che Smith! Tutti su. Subito. il vecchio Giuseppe vi dà la buona notte, e ognuno Andre — Che sarà successo? (Precipitosamente i impari a sorridere di se stesso. Quest’ultimo con­ quattro escono dalla destra. Contemporaneamente siglio non è mio; non sono da tanto. Se ricordate, si ode un lontano vocìo, fra suoni di campane, spari lo ha detto Simona, la quale Simona sembra squi­ di mortaretti. E la musica di una banda). librata, forse anche lo è, con tutte le bombe che Micheline (accorrendo dalla sinistra con Giuseppe) ha avuto sulla testa, ma sapendo da millenni più — Mon Dieu! Mon Dieu! E’ la guerra! Oh, Giu­ cose che non lasci intendere, pur con il terrore e seppe, è la guerra! la paura che ha, riesce qualche volta a sorridere Giuseppe — Ma potrebbe anche essere la pace, di sè. Arrivederci, signori. Micheline. Non agitarti! Micheline — Mon Dieu! Mon Dieu! (Corre alla terrazza). FINE Giuseppe — La banda, i mortaretti, le campane... * Questa commedia è stata rappresentata al Teatro Olimpia di Mi­ Guerra o pace? lano, il 10 settembre 1951, dalla Compagnia diretta da Giulio Stivai Micheline (rientrando, tranquilla) — Nè guerra, * Tutti i diritti riservati alle “ Edizioni Enrico Raggio”. Per nè pace, Giuseppe. Sono i pompieri di Monterron. qualsiasi richiesta, rivolgersi alla Società degli Autori. THEATRE GRAMONT

E m m a I N C A S A

GRAMATICA D’ALTRI SOMERSET J. M. BARRIE MAUGHAM La Médaille de la La Flamme sacrée Vieille Dame 16, 17 nav.» 21 h. 19 et 20 novembre IS nov. 15 et 21 h. 21 h.

PIRANDELLO D’ ANNUNZIO La Vie que ¡e t'ai La Ville morte donnée 23, 24 nov„ 21 h. 21 et 22 novembre 25 nov., 15 h. 21 h. et 21 h.

EMMA A PARIGI. - In altra parte di questo fascicolo riportiamo un giudizio dell’illustre critico Robert Kamp sulle rappresentazioni della nostra grande attrice al Teatro Gramont, una piccola ma molto elegante sala vicino ai « Boulevard*». Quali commedie e quando sono state date si rileva dial cartello. Quando la nostra Rivista uscirà, Emma Gramática g‘ià recita da tre giorni a Milano, al­ l'Odeon, dove rimarrà fino al 10 gennaio; quindi passerà al Quirino dii Roma fimo al 3 febbraio.

In altra parte della rivista Bruno Romani espone un problema teatrale molto significativo: la farsa di costume Questa è una scena, molto sugges In parole molto povere significa che il pubblico di tutto il mondo vuole ridere a teatro. Così la maggior parte pher Fry: A Sleep of Prisone dei teatri di Parigi (e d'altronde il maggior successo della nostra stagione è dato dalla « Pulce nell'orecchio » di abbiamo parlato nel fascicolo dei Feydeau con la compagnia Solari - Pore 11 i ) si sono votati al genere gaio con gli autori adatti più in voga dal miglior ricordo che si tratta del « classico » Feydeau a Roussin. Ecco Fernand Gravey e Jacqueline Porel, nella commedia di Guitton « Je l’aimais — e anche il suo più bello — e si s trop » al Théatre Sauit-Georges; e — nella foto accanto — André Luguet e Gaby Morlay In « Lorsque l'enfant pa­ di St. James in Madison Avenue rai t » di André Roussin, già recitata anche in Italia da Vivi Gioi e Luigi Cimara, col titolo « La cicogna si diverte» recitato nella chiesa di St. Thomas : Noel Coward, il celebre commediografo inglese, del quale: abbiamo pubblicato moltissime commedie, ha esordito al Café de , uno dei più eleganti locali notturni di Londra, con un divertimento di 45 minuti. Durante lo spettacolo, Noe! Coward, che è anche regista e ottimo attore, canta alcune canzoni scritte da lui stesso, recita poesie, racconta barzellette c diverte l’uditorio con battute di spirito. Alla prima recita erano presenti la principessa Margaret, il prin­ cipe Nicola di Jugoslavia e la duchessa di Kent. Per queste recite Noel Coward riceve mille sterline alla settimana (un milione e 700 mila lire), la più alta cifra mai pagata ad un attore da un club inglese. Marchel Achard si vantava di avere gli occhiali più monumentali di Parigi: ora si vanterà di fumare dei sigari più grossi di quelli di Churchill. Così combinato si dichiara soddisfatto di Edith Piai (foto ac­ canto) e di Lila de Nobili (una bravissima disegnaance italiana che noi «scoprimmo» nel 1940 quando facevamo Bellezza) creatrice delle scene e dei costumi (ultima foto) per la P’tite Lili, una commedia mu­ sicale che per la popolarità del successo ha « fatto epoca » a Parigi. Questo spettacolo, con attori ita­ liani, sarà presto presentato da Remigio Paone, naturalmente.

Christopher Fry, è indubbia­ mente l’autore più importante che abbia oggi l’Europa. La sua opera non trova eccezione alla crìtica ed i consensi sono una­ nimi. Noi siamo stati i primi a farlo conoscere e metterlo in valore, pubblicando vari saggi sulla nostra rivista, ed un arti­ colo dello stesso Fry. A suo tempo, cioè dopo la rappresen­ ggestiva, delia nuova commedia di Christo- ìor.ers (Sonno di prigionieri) della quale tazione, pubblicheremo i testi. del 1" ottobre, diffusamente. Ripetiamo a Egli ha scritto varie opere, delle del solo dramma religioso scritto da Fry quali tre sono le maggiori: La signora non è da bruciare (che si sta rappresentando nella chiesa episcopale Ricci rappresenterà in questa stagione; Venere osservata (reci­ Lue di New York, esattamente come è stato tata in Inghilterra e in America del nord da Lawrence Olivier: nas in Regent Street di Londra l’estate scorsa. vedi a destra nel personaggio principale) ; Sonno di prigionieri. André Roussin, non ha certo bi­ Jean Anouilh sta per far recitare a sogno di presentazione: da alcuni Parigi, alla Comédie des Ch. Elysées, anni le sue commedie sono un fuoco d’artificio e noi abbiamo una sua nuova commedia: Valse du pubblicato i vari testi e pubbli­ toreador. Egli ha dichiarato che que­ cheremo in uno dei prossimi nu­ st’opera ha riposato per cinque anni meri anche La cicogna si diverte. nel cassetto, perchè non le era mai A Parigi in tre o quattro teatri si sembrata « a punto ». Ora crede clic recitano sue commedie: un feno­ lo sia. A questa commedia prenderà meno davvero non comune. Ora parte Catherine Anouilh, ma l’inter­ anche questa sua nuova cicogna prete principale — un generale — farà il nido in molti Paesi stra­ sarà Michel Simon; lo ha scelto nieri: le commedie di Roussin vengono sempre immediatamente Pierre Fresnay. La regìa è affidata a recitate anche all’estero. Roland Pietri. ANDREINA PAGNANI â R E C IT A « C H É R I ”

La Compagnia che porta il nomo di Andreina Pagnani ha esordito con successo al Teatro Eliseo di Roma il 21 no­ vembre con «Chéri» di Colette e Marchand, della quale diamo La scrittrice Colette, ai tempi di Chéri notizia in altra parte di questo stesso fascicolo. Recitano (romanzo) in un celebre disegno di Vertès con Andreina, Giorgio De Lullo, Renata Seripa, FulviaMammi, od - eccezionalmente in « Chéri » - anche Sergio Tòfano ONORE AL PIÙ GRANDE ATTORE ITALIANO NEL SUO OTTANTESIMO ANNO

O R I IL PUBBLICO VUOLE

“ M OLTISSIM O ’’ BENE A

RUGGERI

Non che prima gli spettatori glie ne volessero me­ no; ma era un'al­ tra cosa. Vorrem­ mo essere capiti. Queste nostre parole vanno ca­ La più recente fotografia di Ruggeri: è per questo suo nuovo Ruggero Ruggeri : Aligi in La figlia di Jorio di ¿’Annunzio pite e perdonate; sorriso che qualche cosa è cam­ (prima rappresentazione il 2 marzo 1904 al Teatro Lirico soprattutto per­ biato tra l’illustre e grande di Milano con la famosa Compagnia Talli-Gramática-Calabresi) donate da Rug­ attore e il suo pubblico geri, grande at­ tore, uomo di eccezionale personalità spirito elettissimo, per il quale abbia­ mo sempre avuto una ammirazione co­ sì profonda da potersi identificare cor la timidezza. E forse anche la leggenda di un Ruggeri scontroso va identificata con una timidezza sua stessa, che nor gli consentiva di accostarsi sempre a tutti e ad ogni cosa. Ma ora, Ruggeri alle sue nobili doti di Artista e di Uo­ mo, ha aggiunto la saggezza: è pene­ trato nello spirito degli uomini e si avvede d'agni cosa con una sensazione nuova, quasi una scoperta. Il pubblico Ruggeri unisce alle sue mani quella di sua moglie, la signora Germaine, in ha sentito di essere stato scoperto da un simbolico e tradizionale gesto di augurio: a Genova, poche settimane fa Ruggeri e gli si è attaccato con un festeggiando le « nozze d’argento ». Erano con loro tutti gli attori della Compagnia. disperato amore artistico, tale da per- mettere di sciogliere tutti gli inni per l ’attore tutta la nostra vita, per la parte che abbiamo e sfatare tutte le leggende per l'uomo. Ciò è trascorsa sulla scena e per quella passata in avvenuto da qualche tempo: alcuni anni. Lo platea, e degli applausi conosciamo il ritmo la avevamo sentito e capito, così che di stagione musica e l'incanto. Quando i battimani « sal­ in stagione è avvenuto il « grande incontro » gono al cielo » — 'come si dice in palcoscenico con la folla (la folla: ci si capisca bene; è di­ — vuole dire che non è più applauso, ma sono verso). E poiché speriamo di essere perdonati, cento e mille che al momento di spegnersi si ecco un episodio del quale non abbiamo saputo riaccendono e salgono di tono e calore ogni custodire il segreto e che non ha venti giorni volta, e infine si spengono in pianto, che chi è di vita. Esso rispecchia molto bene il nostro sulla scena a riceverli non può più trattenere pensiero e giustifica il perchè di queste nostre le lacrime. Eleonora Duse, pianse; Ruggero Rug­ parole, che non sono davvero sollecitate dalla geri l'abbiamo visto per quegli attimi, trasfi­ curiosità, nè — Dio ci guardi----dall'irriverenza. gurato in volto e portarsi le mani al cuore; Ruggero Ruggeri recitava all'« Augustus » di Ge­ forse per l'improvviso pensiero che non potesse nova: una folla imponente sempre più straboc­ reggersi da solo. chevole, sera per sera, aveva assunto propor­ I minuti di quelle ovazioni si vanno ripetendo zioni impressionanti per la « serata ». Dopo aver in questi ultimi anni, di città in città; il tono applaudito e gridato, in piedi, sempre facendosi ed il calore di esse ripetono a Ruggeri che la più sotto al proscenio come se volesse avvol­ folla ha capito. Oltre che ammirarlo come arti­ gerlo in un solo abbraccio, alla fine della re­ sta, egli è sceso nel cuore della gente con l ’arte cita, quella folla lentamente usciva dal teatro. e la rara perizia che ha nome saggezza. Gianni Ghedratti, amministratore della Compa­ Per questo noi tutti, tutti tutti vogliamo un rin­ gnia per professione, ma invasato dell arte di novato grandissimo bene a Ruggeri. Ruggeri per antica passione di attore e di tea­ trante nato, assisteva sulla porta che quella fiumana — come si dice — defluisse. Ebbe così ¥ Queste parole sono di Enrico Bassano: le ha scritte modo, tra il coro dei commenti, di ascoltare due sul « Corriere del Popolo » dopo la rappresentazione spettatori che, premurosi a vicenda, sostavano al Teatro Augustus di Roma del Tribuno, una delle maggiori interpretazioni di Ruggero Ruggeri: davanti a lui per indossare i soprabiti. E l'uno « Lasciateci dare subito libero corso a tutta la nostra confidava all'altro di aver sentito tutto e bene gioia, a tutto il nostro intimo e commosso entusiasmo anche stando lontano nella vastissima sala e suscitato dallo straordinario spettacolo (è proprio il di aver provato delle emozioni nuove e scono­ caso di adoperare questa parola) offerto dal pubblico genovese in occasione della serata d’onore di Ruggero sciute, e di essere ritornato a sentire Ruggeri Ruggeri. Il nostro pubblico ci ha profondamente e da quando « si capisce tutto »; e l’altro a riespri- gioiosamente commosso: abbiamo visto una sala com­ mere le medesime impressioni, non solo, ma pletamente esaurita, abbiamo conosciuto una grossa (anzi, grossissima) cifra d’incasso, abbiamo consta­ aggiungere che « prima » non era colpa di Rug­ tato come alla prosa sia accorsa una folla stu­ geri, perchè egli sapeva che prima soffriva di penda, attenta, elettrizzata, magnificamente racchiusa un male alla gola, che ora si era fatto 1 opera­ nel cerchio magico della grande suggestione. Magistero zione, che di questo era certissimo e che avendo dell’Arte che non conosce tramonti, d’accordo, ma anche prova di sensibilità, di comprensione, di dedi­ ritrovato in pieno i suoi mezzi vocali, ora l’at­ zione affettuosa. tore dava quella soddisfazione che prima non « Magistero del grande Attore, potenza assoluta della poteva interamente consentire... ecc. ece. immensa tradizione. Ma poiché si vive neU’incubo che il teatro di prosa non ce la fa a sollevarsi ai fastigi Ghedratti, più tardi, riferì la conversazione rac­ di un tempo questa partecipazione del pubblico ha colta per caso, e Ruggeri, che stette ad ascol­ ridato al nostro cuore la grande certezza che il teatro tarlo attentamente, alla fine rispose con uno dei vive e vivrà. suoi toni che sembrano salire verso il cielo: « Grande Ruggeri! E non vogliamo sciorinare i soliti mortificanti aggettivi; ma l’Attore è stato più grande .— E’ vero. L'operazione l'ho fatta; ma non alla che mai. gola: al cervello. « Grande Ruggeri! Quel finale di second’atto è apparso Splendido aneddoto che chiarifica ai vecchi e un miracolo di dolente umanità, di squisita poesia umana. Quell’uomo politico, soavato e annientato dal ai giovani uno stato d'animo, che induce alla dolore paterno, è apparso vivo e vero, ed ha com­ riflessione, identificando quella saggezza che è mosso profondamente: dal manichino, per virtù di entrata nello spirito nel cuore e nella mente — un sommo Attore, è balzata una creatura viva; da uno somma di colpi e colpetti e colpacoi di scena è poiché egli stesso lo ha detto — del Nostro. scaturita una sofferenza purissima, come un canto al Ed ecco perchè la sera del 14 novembre 1951, dolore, un contrpoanto alla melanconia, un inno alla al Teatro Carignano di Torino, compiendo l'il­ divina sofferenza umana. lustre attore l'ottantesimo anno di età, ed aven­ « Meraviglioso Ruggeri! Altre parole non possiamo nè vogliamo scrivere. Abbiamo contato diecine e diecine done i quotidiani di quel giorno dato vistosa­ di chiamate, ardenti, entusiastiche. Abbiamo visto un mente notizia al pubblico, Ruggeri fu accolto al trionfo, e ai trionfi non eravamo più abituati. Abbiamo suo apparire sulla scena, con un applauso « a sorpreso gridi di ammirazione, di gioia, di entusiasmo... non finire », in tutto simile a quello che era Grazie, grande Ruggeri, di averci dato questa gioia. E grazie, soprattutto, per avere fatto ridiventare il fermo nel nostro cuore dalla sera che Eleonora teatro un luogo dove la gente si sente migliore, dove Duse ritornò a recitare al Teatro Balbo della gli spiriti si affratellano, dove i cuori si gonfiano di nostra città. Noi abbiamo sentito applausi in emozione. Grazie! ». D A A L ID I

A CO RRADO

BRANDO

RIE VOCAZION E DANNUNZIANA DI RUGGERORUGGERI

Questo famoso disegno di Enrico Sacchetti fu eseguito durante le prove di La figlia di Jorio al Teatro Lirico di Milano: (da sinistra) D’Annunzio, Calabresi, Irma Gramática, Teresa Franchini, Ruggeri e Talli

L’ESTASI DI AUGI NACQUE FORSE IN ME DALL’ESTASI CON LA QUALE ASCOLTAI IL SUO CANTO DALLA VOCE STESSA DEL POETA

Ho sempre amato i poeti e le alate musiche delle strofe ispirate e armoniose. Favorito dall’ambiente familiare, vissi gli ìanni dell’adolescenza nell’amore, nel rispetto e nella consuetudine quotidiana delle lettere. Più tardi, poco più tardi, quando in me si rivelò la passione della scena, i miei prim i amori e i miei primi studi andarono ai poeti del teatro, alle armoniose cadenze dei perso­ naggi eroici che esprimevano in versi eloquenti i tumulti dell’animo. E se nel teatro di quel tempo, fine Ottocento, questa mia naturale tendenza non trovò che rare opportunità di applicazione, pure mi era già abitudine, fino da allora ben accolta dagli ascoltatori, di dire in certe « serate » tra atto ed atto, qualche lirica dei nostri grandi, da Lorenzo dei Medici a Giosuè Caldùcci. E poiché in quel tempo morì Giuseppe Verdi, volli nelle mie dizioni includere anche la Canzone, la mirabile canzone che Gabriele (l’Annunzio aveva composta in gloria del grande compositore. Scrissi perciò al d’Annunzio chiedendogli il permesso di recitarla. Mi venne subito, pronta e cortese, l’adesione del Poeta. Fu a Milano, ove recitavo con la Compagnia Talli-Gramatica-Calabresi, che mi giunse da Gabriele cFAnnunzio Finvito di andare a visitarlo all’Albergo Cavour. Accorsi subito, felice di incontrarlo e di conoscerlo. Ma la mia sor­ presa non fu poca quando il Poeta mi pregò dì recitare\ la sua Canzone alFim­ provviso, davanti a lui, per lui. Non ci fu modo di esimermi; e quando l’ebbi detta, Egli volle con cortesia squisita darmi qualche consiglio e qualche utile chiarificazione. Poi, quandi ero per congedarmi, mi interrogò per chiedermi se pensassi Virgilio Talli disposto a considerare Veventualità di rappresentare un’opera da Lui finita di scrivere, proprio in quei giorni, per il teatro: La figlia dii Jorio. D’Annunzio era già, in più del grande romanziere del Piacere, (JeZZ’Iimocente e del Trionfo della morte, Fautore drammatico più vivacemente e tempesto­ samente discusso dei prim i anni del secolo: La città morta, La Gloria, Fran­ cesca da Rimini, avevano già appassionato il pubblico e, in più casi, diviso, in discordi pareri, critici e platee. Mi affrettai dunque a comunicare a Virgilio Talli quanto Gabriele cFAnnunzio mi aveva detto. E poco tempo dopo i tre capocomici — Irma Gramática, Virgilio Talli, Oreste Ccdabresi — furono con­ vocati da d’Annunzio per ascoltare la lettura della Figlia di Jorio. Assistevo anch’io a quella rivelazione di un capolavoro che subito, sin dalle prime scene, ci stupì e ci rapì. Con la sua voce metallica che dava un’intensa vita alle parole una per una, il Poeta lesse l’opera sua in modo che ogni valore drammatico e lirico ce ne fu compiutamente rivelato. L’impressione sui futuri interpreti fu profonda. Particolarmente intensa fu la mia silenziosa commozione. Trovavo finalmente Vinterpretazione che da tanto tempo il mio amore per la poesia si augurava. L’estasi di Aligi nacque forse in me dall’estasi con la quale ascoltai il suo canto dalla voce stessa del Poeta. Le prove, incominciate nel Veneto, continuate a Milano, furono lunghe, pa­ zienti, ardentissime; sovente, ma non sempre, guidate dalla vigile cura di Gabriele ¿FAnnunzio. Che il Poeta andava e veniva, e soprattutto visto di quanto Talli fosse capace anche presente lasciò a questi, mirabile rivelatore, d’intendere e rendere, sul teatro, i valori umani, lirici, pittoreschi e « musi­ cali » dell’opera sua. Ardua fu la scelta delle voci, per un intonato concerto, così nel gruppo dei mietitori di Norca i quali al primo atto inseguono nel- l’a incanata » Mila di Codra, come in quello delle lamentatrici che al terzo atto piangono la morte di Lazaro di Roio assassinato dal figlio. Decine e decine di voci furono provate e respinte, finché Talli non potè giungere a quell’omo­ geneità di intonazioni che gli sembrava, ed era, indispensabile alla potenza suggestiva di quelle grandi scene corali. Intanto Francesco Paolo Michetti era spesso con noi, disponendo, con la sua genialità di grande pittore abruz­ zese cui dovevamo il capolavoro del Voto, l’arredo scenico, ì costumi, Fatmo­ sfera della tragedia. E per l’ultima venuta di cFAnnunzio, questi, seduto in platea fra Talli e Michetti, vide davanti a sé, viva in ogni stua parte, curata in ogni particolare, l’opera sua. L’attesa del pubblico era enorme. Non occorre dire che cosa fosse la sala del Teatro Lirico di Milano quella sera. A sipario levato, l’immensa folla piombò in un silenzio profondo dal quale mai uscì, neppure per un istante, durante l’intero pruno atto, assai lungo. E ricordo benissimo questa sensazione che fu mia e di tutti. A l chiudersi del velario seguì, nella sala, un silenzio sepolcrale. Ci guardammo tutti stupiti. Possibile? Che cosa accadeva? L’opera veniva accolta da un freddo e ostile silenzio? Ma fu come se il pubblico, dall’incan­ tesimo poetico dell’opera ¿Forte, avesse dovuto con uno sforzo collettivo ritrovare se stesso, uscire dalla finzione scenica, ricuperare il teatro gli attori la rap­ presentazione dietro la poesia. L’acclamazione scoppiò allora in un frastuono formidabile. Riaperto il sipario ritrovammo tutto l’immenso pubblico in piedi, chiamando in un tumulto di grida il Poeta. I l quale apparve sorridente e calmo, nell?impeccabile marsina, il fiore all’occhiello. E poiché, nell’insistere e nel moltiplicarsi delle chiamate, auliche noi attori ci associammo alle ovazioni del pubblico battendogli le mani, la voce di cF Annunzio ci avvertì: « Stiano tranquilli, signori. Non si commuo­ vano così. Tutto va bene ». E tutto andò bene sino alla fine, in quella sera di gloria in cui sembrò che Firn- mensa folla non dovesse stancarsi mai di acclamare il grande scrittore e l’opera sua. Non ho altri ricordi oltre questi. Dopo venti repliche a Milano, vedo, come in una nebbia dorata e sonora, la nostra continua e rapida corsa per le città d’Italia, di trionfo in trionfo, qua il Poeta essendo con noi, là con delusione del pubblico avendolo assente. L’interpretazione, nel giro trionfale, rimase qual era stata alla prima rappresentazione. Solo una giovane attrice, Teresa Franchini, che era stata a Milano Candía della Leonessa, nascondendo sotto i capelli bianchi della madre di Aligi la sua animosa giovinezza, aveva una sera, all’improvviso, sostituito la indimenticabile Mila, Irma Gramático, malata. E la parte le rimase, con favore del pubblico, per tutto il giro. I l quale si chiuse in Abruzzo dopo quattro o cinque mesi, con feste trionfali al Poeta ed una rappresentazione a Chieti che rimase nel nostro spirito ricordabile quanto la prima rappresenta­ zione a Milano. Poi, tutto avendo fine — anche un incomparabile trionfo — la Figlia di Jorio abbandonò il palcoscenico ai personaggi dell’altro teatro. E io — messe da parte le pelli di Aligi — tornai a rimettermi la marsina. Riebbi tuttavia da cFAnnunzio, anche in giacca, un personaggio eroico: Cor­ rado Brando, in Più che l ’amore. Generosamente il Poeta mi offrì di inter­ pretarlo poco dopo la brutale e ingiusta serata di Roma: e mi consentì anche di proporgli dei tagli se, durante lo studio, me ne fosse apparsa F opportunità. Non osai mettervi le mani: tutto essendo nato dalla bellezza, parve a me, leg­ gendo, provando, che tutto avesse diritto di vivere. Lasciai quindi ogni pagina così com’era, senza mutilazioni. Cominciai in una città del Veneto, davanti a un teatro prevenuto, pieno di chiassosi studenti, pronti a farmi pagare al primo inciampo l’audacia di aver voluto riportare sulla scena, quasi sfidando gli spet­ tatori, un’opera che già gli spettatori, a Roma, avevano clamorosamente con­ dannata. Li avevo tutti davanti a me, questi studenti, lassù in loggione o laggiù in fondo alla platea, pronti a cogliere la prima occasione. E qua e là, recitando, sentivo lunghezze che, leggendo, provando, non avevo avvertito. Loggione e platea, sull’offensiva, cominciavano a tumultuare. Ma io difendevo Fopera con ostinazione. Nel mezzo dei rumori e delle conseguenti sospensioni avvertivo il suggeritore di un improvviso taglio, di un grosso salto. Ritrovavo, più giù, dopo il taglio, la materia viva, il dramma incandescente. E l’opera, snellita, riconquistava la folla. Veniva un’altra sosta. Ricominciavano i rumori. Altro colloquio col suggeritore. Altro taglio. E i rumori tacevano. I l dramma ritro­ vava la sua potenza dinamica. Ciò non disorientava gli attori che recitavano con me, poiché i salti che io improvvisavo erano solo in lunghe e pur mirabili pagine di Corrado Brando, senza dialogo; così ch’essi potevano tranquillamente ritrovarmi agli agganci indispensabili. Si andò a questo modo, e vittoriosa­ mente, sino alla fine. L’opera si chiuse fra le acclamazioni. L’ingiustizia di Roma era vendicata. Non ebbi che da fare sul libro, dopo la recita, i tagli che, davanti al pericolo imminente, m’erano apparsi necessari alla rappre­ sentazione. E il Poeta li approvò. E da allora Più che l’aimore, sempre acclamato, continua ad essere nel mio repertorio. Per Famore e Fammirazione che m’ebbi verso ¡il Poeta immortale, scomparso senza lasciarci, ho di questa rivendicazione di una bella e nobile opera sua mal condannata un’intima soddisfazione che serenamente confesso. Dalla Can­ zone a Verdi alla rivincita di Più che Paimore, io fui fedele, soldato della sua gloria, al genio lirico di Gabriele cF Annunzio. Ruggero ISuggrri no ila terra. E la sua voce? Na­ sceva in lei da chi sa quaiU pro­ fonde sorgenti per dire soltanto parole eterne. Ma \gli osannanti dimenticamo che questa .essen­ zialità non era ohe la trasforma­ zione di un formidabile e ribelle temperamento d’aittrice. Fra i co­ mici correva armi fa una sto­ riella icuriosa. Raippresentandosi, con la Duse della prima manie­ BEBP ra, il repertorio ottocentesco pie­ no zeppo di donne fatali, dopo Intendiamoci, un teatro ripulito, cosciente! ima certa scena piuttosto avven­ colto, veramente degno della nostra civiltà tata, ove il personaggio-Duse si era buttato sull’altro personag­ intellettuale, da molti anni è Punico og­ gio-giovane amoroso con travol­ getto dei nostri sogni. Ma ad un patto, che gente furore, dimentica di sè, di­ fcq mentica forse del pubblico, tutta C| a farlo siano quelli che soli ne hanno di­ coinvolta in quella parte volut­ ritto, gli attori; e non i pittori, gli scultori, tuosamente donnesca, tutta pre­ sa dal suo destino di attrice, il gli architetti, i bozzettisti, i poeti falliti, povero giovane amoroso ne uscì tei i direttori di rivistine, che credono di essere confuso, stordito, e ciondoloni, e, co tra le quinte, tremato il capoco­ teatranti perchè citano Dancenko e Pitoev mico subito gli disse: — Sa, per intenderci, con la signora Duse ■ Si racconta che qualcuno facesse notare a Ruggero Ruggeri quanto quella scena io non la faccio più. e con qxrnnta facilità egli sia imitato. Ruggeri inarcò i sopraccigli, Vera o no, era ben quello il tem­ sporse le labbra, fece schioccare leggermente la lingua contro il peramento di un’attrice, di una palato, e disse: — Già, imitano i miei difetti. — Se l’aneddoto è grandissima attrice assai prima esatto, il grande attore ebbe contemporaneamente un impulso d’or­ che l’estetismo se ne impadro­ goglio e uno di umiltà. Orgoglio (e con ragione) che le sue virtù nisse. E se lai nobile signora del siano inimitabili, umiltà di riconoscersi dei difetti. nostro teatro seppe da quella for­ L’uomo è un complesso di torbidi istinti e di gentili pensieri, di za demoniaca cavare il nitido cri­ brutto e idi bèllo; se poi raggiunge il particolar grado di .energia che stallo, la melodia trasparente del­ lo fa artista, allora il suo complesso è tanto più ricco prepotente in­ le sue rappresentazioni, fu tutta vadente. E’ il temperamento. Senza un eccezionale, acceso, magari virtù del suo genio e del suo pa­ disordinato temperamento, non v’è uomo vero, nè vero artista, nè tire. Ma senza quel genio e quel- attore. Attori si nasce. Nessuna scuola di recitazione, prometta pure Vantica violenza, la Duse non sa­ nei suoi lucidi prospetti sale di scherma, sale di danza, sale di lettura, rebbe diventata mai la « dorma sale di meditazione, docce ie piscine, e insegnamenti che vanno dalla del mare ». psicanalisi alla metafisica, nessuna riuscirà a fare di un filodramma­ Si è parlato di queste cose perchè tico un attore. Se il filodrammatico diventa aitare, è merito suo, è vezzo intellettualistico il cre­ della sua nascita felice. Felicità naturale che gli intellettuali (fata­ dere che tutto serva al teatro (le lissimi amici-nemici del teatro) tengono in gran dispetto, confon­ aberranti regìe, lo sprezzo del dendola col guittismo, la gigioneria e simili. gusto del pubblico, una recita­ Un grosso equivoco è nato nelle cose teatrali da molti armi ormai. Si zione tanto stemperata e sdegno­ è confusa la poesia raggiunta talvolta con sublime purezza in palco­ sa di •effetti da diventare insulsa, scenico, con la pratica teatrale. Il teatro è un fatto tutto empirico, una spiritualità e religiosità che occasionale, popolaresco, a successo, commisto di rari solenni pen­ non ‘si sa poi che cosa sia, o forse sieri, di parale e canti e strof e degne degli dèi, \e di trucchi grosso­ è musoneria e noia), tutto può lani. Le gemme di uno dei due o tre grandi poeti del mondo, diciamo servire, anche le parole incro­ Shakespeare, le sue gigantesche e affascinanti figure balenano da ciate, fuorché l’estro spontaneo, un teatro di stupenda brutalità che doveva piacere soprattutto al il brio divertente, le malizie delle pubblicacelo delle taverne, e che oggi ci sconcerta. Amiamo la poesia? attrici, e l’impeto e il tumulto Bene, cerchiamo che il teatro diventi la poesia stessa. Amiamo il della vita. Oh, malinconìa del teatro? E’ cosa lievemente diversa. Nel teatro si ama una certa teatro-religione, del teatro-miste­ finzione, un certo virtuosismo, e un prorompere di vita inibito alla ro, del teatro-poesia; qui si spa­ nostra esistenza quotidiana. Volete chiamarlo soigno? Affare vostro; lancamo le porte agili inetti, a ma è un sogno fatto di stracci. E in quegli stracci uomini ie donne quelli che non conosceranno mai si offrono all’avidità del pubblico quali sono, con il loro fuoco segreto, la gioia, la felicità di diventare con la loro malizia o ferocia, con i vizi e i furori e gli inganni, e la un altro, di diventare un perso­ parola sconcia e il dolore che strappa lagrime vere. Immagini, si sa; naggio illusorio e concreto, dalla ma per il pubblico sono creature vive. « Zia di Carlo » •aill’« Otello ». Ore Tutti parlano in Italia, in questa terra di comici ove i comici vanno sterili e schifiltose; salette di cen­ scomparendo, tutti pariamo di Eleonora Duse. E’ un mito, la Duse, to o duecento posti, gremite di qualcosa di sacro. Ah, la Duse! Era un’attrice che non sembrava amici. Che pena! I poveri dilet­ un’attrice; quando apriva boicca si scioglievano i doni celesti della tanti immobili, come il regista malinconia, del rimpianto, di una rimembranza divina, e inondava- vuole (muoversi in palcoscenico è 'difficile), corti di fiato ed esan­ gui, come il regista vuole, a poco a poco si sfanno e scompaiono nel malia. Ahimè! L’ho detta. A scrivere ASMODEE certe cose c’è rischio di sentirsi dire: mestierante, partigiano del­ B) Al Teatro Eliseo di Roma, il 16 novem­ la bassa letteratura, della volga­ bre 1951, la Compagnia francese di Fer­ rità a teatro, corteggiatore di at­ nand Ledoux, ha rappresentato la com­ tricette da strapazzo, compare di media in cinque atti di François Mauriac: pessimi attori. Pazienza. A con­ ASMODÉE. L’opera di Mauriac non solarci, si affollano attorno a noi era nuova in Italia, per averla, nel 1939, le care immagini. Novelli alto rappresentata al Teatro Manzoni di Mi­ ridente ¡e Benini piccolo e dolo­ lano, la Compagnia di Annibaie Nin- roso, Zucconi e ila Reiter espan­ chi. La nostra attenzione va quindi alla siva, che rideva come se cantasse, presentazione per l’edizione originale. e Musco impetuoso e irresistibile, e Oreste Calabresi con quel suo fascino inspiegabile, così plastico, così vero e immaginoso, che pa­ E3 Visto alla distanza di un de­ matiche, di sfumature che stanno reva fatto per rivelare la natura cennio e ipiù, ¡questo lavoro di sul limite del torbido, e in certo degli uomini agli altri uomini, e Giovannini, e Talli, e Pipemo, e François Mauriac — il primo, e senso pone interrogativi che pos­ l’elegante, l’aristocratico Flavio l'unico che gli abbia dato un au­ sono bruciare chi abbraccia la Andò, e Andrea Maggi e Zugo tentico successo — perde i suoi fede cattolica e non approfon­ Ferravilila la Galli Viviani Pe- centri d’interesse e d'attrazione. disce la natura del suo gesto: trolini. Uno dopo l ’altro, con una Per di ¡più quello stile che poteva anche, se come prima si è ac­ ombra di tenerezza antica sul convincere e legare alla lettura, cennato, gli anni hanno reso tutto volto, essi ci riappaiono agli oc­ qui viene ¡a naufragarsi — pro­ questo ¡sempre più fievole e non chi della mente; e poi gli altri, i babilmente per l ’interpretazione comprensibile che su un piano viventi che non nominiamo per presentata da questa compagnia di piacevole realismo. discrezione, i pochissimi viventi •— in una rappresentazione boz­ I cartelloni portavano l’indica- che ancor sono come quelli d’al- zettistica, in una facile ricostru­ zione della regìa di Jacques Co­ lora. Tutta gente nata così, con peau: in effetti Jacques Copeau quel benedetto istinto di pren­ zione d’ambiente ¡che ricorda cer­ der di petto lo spettatore e in­ ta nostra produzione ¡minore in mise in scena negli ultimi anni chiodarlo al suo posto. margine al dialetto. Il dibattito della sua vita — nel ’37, credia­ Tondi, paffuti, o mmgrolini e ner­ tra le diverse forme in cui può mo — quella Che allora era la vosi, aitanti, dal bel volto gio­ attuarsi ¡il cattolicesimo •—■ dal­ novità di Mauriac, alla « Comé­ viale, potenti nella virtù del­ l’estrema sincerità all’estrema die Française » in una veste e l’occhio, sicuri nel tratto-, segnato ipocrisia — sulla scena e in que­ con un (complesso che qui non si il viso dalla mobile ricchezza del­ st’edizione viene a passare in ritrovano se si eccettua M. Fer­ le sfumature, dolori gioie voluttà seconda linea rispetto ¡ai tormenti nand Ledoux (M. Couture) che collera malinconia, essi avevano di una vedova non ancora pla­ del resto a distanza di quasi nella loro matura fisica un per­ cata e che ¡si scopre ¡gelosa della quindici anni difficilmente avrà fetto strumento espressivo, pla­ figlia diciassettenne ¡giunta al suo potuto conservare genuino l’in­ stico e musicale. Con questo stru­ primo amore con un giovane segnamento del maestro. Fernand mento, essi, semplici e talvolta ospite inglese della villa. Diremo Ledoux ha limpide doti di attore, ignoranti, inconsciamente diffon­ nella dizione e nel delineare con devano meraviglia stupore sim­ di ¡più, serve di ¡pretesto. Natu­ patia nel pubblico. Lo conquista­ ralmente i tormenti della vedova ogni mezzo -espressivo il suo per­ vano. E la loro voce, come il flau­ finiscono per assumere un aspetto sonaggio. In questo ¡caso sarebbe to d’Amleto, saliva dalla gamma farsesco, e chi avesse seguito il riuscito nel suo intento se gli più bassa alla più alta, traendo il pubblico senza preoccuparsi del anni trascorsi e la sua particolare riso e il gemito, il pianto la te­ palcoscenico poteva avere l’im- fisionomia non ci avessero reso nerezza e il furare ad un fraseg­ pressione ohe si recitasse una difficile identificarlo con l’aimibi- gio melodioso, che echeggiava poi commedia brillante, tanto erano gua creatura di Mauriac. Gli altri nella vostra anima lungamente. liete le reazioni che suscitavano attori interpretarono con decoro Intendiamoci, un teatro ripulito, ma senza particolare rilievo i cosciente, colto, veramente degno le disavventure, ¡con lotta e par­ loro personaggi. In complesso ziale vittoria finale, dell’istituto­ della nostra civiltà intellettuale, misura e chiarezza, restando in da molti anni è l’unico oggetto re M. Couture. E’ del resto una superficie e nell’amlbito della pro­ dei nostri sogni. Ma ad un patto, antica abilità di attori consumati che a farlo siano quelli che sóli quella di portare al riso qual­ fessione, nei limiti dell’interesse ne hanno diritto, gli attori; e non drammatico. siasi situazione, un metodo si­ Vi io I* ¡indolii i pittori, gli scultori, gli architetti, curo ¡per lasciare contenti gli i bozzettisti, i po’eti falliti, i di­ La recita di « Asmodée » è stata se­ rettori di rivistine, che credono ascoltatori, che, ¡come quasi sem­ guita dal divertente atto unico di Tri­ pre accade, non hanno conosciuto stan Bernard: «L’anglais tel qu’on le di essere teatranti perchè citano parle ». Gli attori francesi l’hanno re­ Damcenko e Pitocv. antecedentemente il testo. Che citato benissimo, secondo la tradizione Francesco Bernardelli viceversa è denso di svolte tìram- teatrale. Le radici piantate noi teatro francese, nel 1041, da Sartre, Camus, Gabriel Marcel, Montherlant, occ. non erano cosi profonde, se le fortune del dramma di ideo si sono frantumate con la presentazione delle farse di ieri (Feydeau) e con quelle di oggi (Roussin). Ma oggi si rido giallo DA FEYDEAU A ROUSSIN porchò sotto la farsa si avverte il sapore del veleno della satira di costume m I due spettacoli teatrali che, in .questo inizio di stagione, hanno Il successo veramente ecceziona­ più successo a Parigi sono Lti dettile de chQZ IVIcicci'Tti s, di Georges le di questi due spettacoli an­ Feydeau, e Lorsque Venjant parait, di André Roussin. La prima è nulla d’un sol tratto i vantaggi una celebre commedia vecchia di 52 anni, rappresentata migliaia e ohe negli ultimi anni aveva rea­ migliaia di volte a Parigi e altrove, tradotta allora in tutte le lingue. lizzato il teatro letterario e di La seconda, opera di uno scrittore sulla quarantina, è una commedia idee. L’ apparizione sulle scene modernissima, una pittura assai viva e penetrante della società parigine, dal 1941 in poi, di au­ parigina del nostro tempo, nella .quale si parla di politica, di Saint tori come Sartre, Camus, Gabriel Germain-des-Près, della famiglia, di pratiche maltusiane, eccetera. Marcel, Mon'therlant, ecc., aveva rialzato le fortune del dramma di spirituale della borghesia comin­ Tranne, forse, Paul Claudel. Ep­ idee, creando le condizioni per ciarono a declinare e ad affon­ pure sono due grandi poeti ». E una nuova evoluzione del tea­ dare. Divenuta pessimista, la bor­ dopo aver giustiziato sommaria­ tro francese contemporaneo. Ma ghesia doveva per forza di cose mente il teatro di idee e il tea­ le radici piantate da questi au­ abbandonare un genere lettera­ tro letterario, Marcel Aehard ha tori non sono, evidentemente, rio spensierato e sanguigno come concluso: « Vi sono dei bei posti così profonde e solide come si era il « vaudeville », e avviarsi a disposizione di coloro che sa­ poteva pensare, tanto è vero che verso le forme inquiete del tea­ pranno commuovere, far ridere o è bastata la rappresentazione di tro intimista e psicologico. semplicemente interessare il pub­ queste « farse » per far riacqui­ André Roussin, che è uno dei più blico, raccontandogli nel miglior stare da un giorno all’altro al giovani e anche dei più fortunati modo possibile una storia, crean­ pubblico il gusto per la comme­ autori francesi, non ha dimenti­ do dei caratteri veri e introldu- dia divertente e di costume. cato la lezione del « vaudeville », cendoli ned palcoscenico in un Trattandosi di Georges Feydeau nè la efficacia di certe trovate e momento di crisi ». e di André Roussin, i termini di certi arnesi impiegati dalla Non vi è dubbio che queste far­ impiegati di « farsa » o di « vau­ vecchia farsa, e se ne serve oggi se di costume portano una ven­ deville » non vanno presi alla per dipingere le sue scene della tata d’aria nuova nelle vecchie lettera. Georges Feydeau si ser­ vita moderna. Al pari di Fey­ sale parigine, mettendo in fuga vì della tecnica e della intelaia­ deau, è nel mondo borghese che la polvere, la retorica e il cere­ tura del vecchio « vaudeville » Roussin scopre i suoi temi e i bralismo eccessivo. Il teatro per scrivere delle piacevoli e suoi eroi, ma alle sue commedie francese, colpito da una seria briose commedie di costume. Egli non si ride spensieratamente co­ crisi, potrà uscire da questa espe­ aspirava a rappresentare sul pal­ me alla rappresentazione della rienza rinvigorito. Ma il perico­ coscenico delle scene della vita Dame de chez Maxim’s o del lo maggiore è nella possibilità di parigina, specialmente scene del Dindon. Si ride giallo, perchè contagio e nella facilità. La farsa mondo borghese. I suoi perso­ sotto l’apparente innocenza d’una di costume procede su un filo di naggi appartengono sempre al battuta o sotto il ridicolo spon­ rasoio: essa è continuamente ceto borghese: sono medici, co­ taneo di una scena, si avverte il tentata dai « vaudeville » e dal­ me il povero eroe della Dorme de sapore del veleno e ci si sente la « commedia di boulevard». chez Maxim’s, giovani borghesi più di una volta toccati perso­ Fino a quando Anouilh, Roussin come nel Dindon, ufficiali di car­ nalmente. Sotto la farsa è la sa­ e Lue riusciranno a reggersi in riera coirne in Occuipe-toi d’Amé- tira che affiora, come in una de- equilibrio e a mantenersi all’at­ lie, e via dicendo. calcomania. tuale livello? E dietro di loro, Senza che la sua penna scenda Queste sono le principali carat­ stregata dal successo della ri­ mai troppo in profondità, Fey­ teristiche del nuovo genere, del­ cetta, non apparirà un giorno o deau fu tuttavia un moralista. la farsa di costume, la cui filia­ l’altro una schiera di imitatori Le qualità e i difetti della so­ zione da Georges Feydeau, Tri­ che abbasserà il tono artistico del cietà borghese sono stati da lui stan Bernard, Courteline, ecce­ genere? messi a nudo con un acuto spi­ tera, è evidente ed è ammessa Questi sono i problemi critici ed rito di osservazione, ed il suo dagli stessi autori moderni. Il estetici che l’apparizione della teatro ci permette oggi, a circa tipo di umorismo è diverso: farsa di costume solleva e pro­ mezzo secolo di distanza, di far­ spensierato e spontaneo il primo, pone. Montherlant, che ha pre­ ci un’idea abbastanza esatta del­ amaro e pieno di sottintesi il se­ so in più occasioni la difesa del la vita sociale a Parigi tra la condo. La festa e il successo ohe teatro letterario e di idee, ha di­ fine del secolo XIX e il primo il pubblico ha decretato a La da­ chiarato recentemente: « Mi si decennio del secalo XX. Le ri­ me de chez Maxim’s di Feydeau dirà che le grandi preoccupa­ sorse, i trucchi, gli sgambetti del e a Lorsque l ’enjamt paraît di zioni quotidiane sono diventate « vaudeville » hanno aiutato Fey­ Roussin mostrano che esso ha così assorbenti che il pubblico va deau ad alleggerire e a rendere colto l ’affinità e la parentela che a teatro soltanto per distrarsi divertente la materia trattata. E’ esistono tra le due commedie e dalle sue inquietudini e non già un incessante fuoco d’artifìzio di i due generi. per vederle evocate sulla scena. trovate che imprime un ritmo in­ Da farsa di costume, l’ultima ve­ Risponderò che è una questione diavolato alle sue commedie, la­ nuta nel repertorio teatrale fran­ di talento é che sono certo che sciando passare quasi di contrab­ cese, ha conquistato rapidamen­ vi è in Francia il posto per un bando le osservazioni psicologi­ te il pubblico parigino. Da tre teatro che faccia corpo con la che e le notazioni moralistiche. anni a questa parte i maggiori nazione, scritto da autori che Si tratta, senza dubbio, di una esponenti del nuovo genere, posseggono delle doti di cuore ». grande e consumata arte teatra­ Roussin, Anouilh e Lue, eserci­ Farsa di costume o teatro di idee, le, difficilmente uguagliarle. quale dei due generi vincerà la Ma dopo Feydeau, il « vaudeville » tano una quasi incontrastata dit­ tatura sulle sale della capitale. battaglia? Per il momento dob­ che già agonizzava è morto, e tutti biamo, da fedeli cronisti, regi­ i tentativi compiuti per farlo ri­ Il teatro francese contemporaneo strare il sopravvento della farsa nascere sono miseramente nau­ avrebbe dunque trovato la sua di costume, forma verso la qua­ fragati. H « vaudeville » è una via? L’ottimismo di Anouilh non le sembrano orientarsi i gusti forma di spettacolo inseparabile può essere accettato interamen­ del pubblico. Ma tra qualche me­ da una certa società e da un cer­ te, e nemmeno quello di Marcel se o tra qualche anno la situa­ to clima storico. Genere tipica­ Aehard. Quest’ ultimo, in una zione potrà essere cambiata o ad­ mente borghese, è morto il gior­ inchiesta sul teatro, ha detto: dirittura capovolta. no in cui la dominazione e il « Nessuno ha fatto tanto male al Bruno filoniani prestigio politico, economico e teatro quanto Jean Giraudoux. Parigi, novembre 1951. 40 Un disegno, alquanto idealizzato, di Mariette Lydis che ha reso popolare Per alcuni scrittori francesi l’immagine di Montherlant, attra­ il teatro ha rappresentato verso la pubblicità teatrale. Sotto: sempre una irresistibile ten­ j| non meno noto busto di Monther­ tazione, quasi ima prova che lant, eseguito da Lucienne Téjada. richiamasse il loro valore già confermato di uomini di lette­ re a misurarsi con nuovi pro­ blemi; per altri — e fra que­ sti in modo particolare Henry de Montherlant — corrispon­ de invece al naturale punto di arrivo di un romanziere. E chi ricorda l’evoluzione subita dal romanzo in questi ultimi sessantanni, ne comprende bene la ragione. Un punto saliente della sud­ detta evoluzione è rimasto in­ POSIZIONE TEATRALE DI HENRY DE MONTHERLANT dividuato con evidenza nella dichiarazione di Paul Valery: « Mi è impossibile scrivere una frase come questa: "La marchesa si fa preparare la Francen e Hélène Vallier, nella comme­ dia di Montherlant « Celles qu’on prend dans ses bras ». Nel­ l’altra foto è Gaby Morlay, una delle in­ terpreti predilette da Montherlant per lo stile della recitazio­ ne. Il personaggio è della stessa commedia sua vettura ed esce alle cinque ” », nella quale sono accennati i limiti e le ambizioni del roman­ zo moderno che ricer­ cando una rigorosa es­ senzialità poetica nella particolare vicenda del racconto, o nel suo andamento, è portato a trascurare l’elemento descrittivo giudicato su­ perfluo a causa dell’in­ terruzione che arreca al suo svolgersi. La ricerca di un tempo guadagnato, in sostanza; il che ■— a voler guar­ dare più attentamente — equivale a concepire il romanzo nei termini di un lavoro teatrale. Quindi se il romanzo si è fatto teatro, questo teatro conserva però le caratteristiche della sua provenienza e affinchè l’equilibrio possa mantenersi occorre trovare nel pubblico una buona percentuale di persone come l’attore, preoccupate di guadagnar tempo, vale a « confiance » del Journal di Gide, mentre era chia­ dire di lettori che vanno a teatro per vedere la ro che si alludeva alla possibilità — prettamente « lettura » di un libro che in alcuni casi può anche spagnola — di conservarsi dialettici anche nella non essere solo un romanzo espressione dei sentimenti. Questa confusione dei <¡ generi » di cui la nostra Oggi nelle lettere e nel teatro francese si ama dar epoca è giustamente famosa, si accompagna ad risalto alle contraddizioni dell’individuo, in omag­ un relativo rispetto per gli specifici canoni tra­ gio a quell’ostentata sincerità che comincia a dive­ dizionali, per cui capita che alla fine dello spetta­ nire convenzionale e che è il marchio di un’epoca, colo mentre il lettore dichiara la sua soddisfazio­ ma per lo spagnolo —• mai vincolato da alcuna poe­ ne, il vero uomo di teatro trova il lavoro pieno di tica ufficiale — la contraddizione non è indice di lungaggini, di incertezze, e privo di una profonda sincerità, bensì di completezza, completezza della ragione scenica. Sono esattamente gli aggettivi coi conoscenza dell’uomo. E così è Montherlant. La quali si rivestono simili accuse che riaffermano ciò tragedia nasce allora inevitabilmente, ma in un che ho detto finora. Infatti non è curioso che un modo nuovo, nasce cioè la tragedia moderna. L’an­ autore, volendo abbreviare e sintetizzare una vi­ tica si avvaleva dell’assolutezza dei princìpi che cenda, si senta poi dire che ha commesso delle lun­ gaggini? La realtà è che a teatro l’azione dei per­ dominavano gli uomini: in Medea, ad esempio, sonaggi costituisce l’unico mezzo col quale si ma­ l’elemento tragico si manifesta col sorgere nel­ nifestano i caratteri, le passioni e il significato che l’animo di una donna dello spirito di vendetta l’autore ha voluto attribuire ad una situazione; che tende a sopraffare lo spirito di affettuosità ma­ nella narrativa invece, l’azione, prima ancora che terna; le cause che hanno condotto a questa situa­ si sviluppi, è alla mercè di chi racconta, dell’au­ zione interessano solo fino a un certo punto, ciò tore che l’impiega quasi per dimostrare la verità che ci commuove sono gli sforzi della lotta che si del suo disegno. deve sostenere. In secondo luogo Veccezionalità di Non a caso, e proprio in questa rivista, Nepveu- queste figure è giustificata, direttamente o indiret­ Degas ■—■ nel fascicolo scorso — ha parlato di tamente, dalla fatalità entro la quale l’opera intera « anonimato » del teatro e Marcel Le Due — nel è ravvolta. E Goethe, lungimirante, disse che la fascicolo 121 — di « narcisismo » di Montherlant. tragedia sarebbe scomparsa il giorno in cui l’uomo Vediamone le ragioni. avrebbe perso il senso della religiosità della vita. Montherlant nelle sue Notes de Théâtre scrive: La tragedia di Montherlant anziché rifarsi al De­ « Mi domando se non vi è una stessa estetica per stino o al Fato, è sostenuta da un altro « deus ex il romanzo e per il teatro quando siano di una machina », quello che involontariamente mezzo se­ certa qualità. Fils de Personne fu scritto dapprima colo di opere psicologiche hanno scoperto: l’irra­ in forma di romanzo, meglio di diario: il diario zionalità della natura umana. E’ Malatesta che sal­ del padre che riporta tutte le sue relazioni col va Porcellio, colui che lo assassinerà; è il Papa giovane figlio e le commenta. Si trattava di un’ope­ che prende a suo servizio l’uomo che si era pre­ ra psicologica densa di digressioni e lunga più sentato per ucciderlo; è Georges che s’inganna, di duecento pagine. Mentre la scrivevo, ebbi l’idea contro ogni evidenza, di suo figlio; è Ravier che di farne un lavoro teatrale che alla fine risultò lascia Andriot, gelosa, sola con Christine e così via. un copione di circa ottanta pagine. Allora non mi Ma i meriti di Montherlant vanno ben oltre la restò che distruggere il romanzo, poiché avevo semplice impostazione teorica dell’opera teatrale detto in ottanta pagine la stessa cosa scritta in che interessa più lo studioso dello spettatore. Il duecento; in seguito non ebbi più — e non l’avrò modo col quale crea e conduce le sue figure, cor­ mai — l’idea di riprendere questo romanzo, poi­ risponde all’espressione genuina della passione con ché tutto è stato detto nel copione... Una ” pièce ” cui sente il personaggio con un calore, con una pa­ non mi interessa che quando l’azione esteriore, ri­ stosità di accenti veramente tocchevoli e fors’anche dotta alla più grande semplicità, non è che un insoliti. Guardiamo, ad esempio, nell’ultima sua pretesto all’esplorazione dell’uomo; quando l’au­ opera, Celles qu’on prend dans ses bras — in at­ tore si è posto l’impegno non di immaginare e tesa di conoscere, sia pure alla lettura, l’annun­ di costruire meccanicamente un intrigo, ma di ciata La ville dont le prince est un enfant — come esprimere col massimo di verità, d’intensità e di si manifestano queste passioni. profondità un certo numero di movimenti nel­ Cominciamo da Ravier, l’antiquario. Il grande an­ l’animo umano ». tiquario non conosce mai la vera ricchezza che E’ evidente che ormai siamo molto più vicini egli custodisce gelosamente, non esseiido affatto alla tragedia che alla commedia, ma d’altronde il valore di stima l’equivalente della gioia che pro­ questo desiderio di analizzare l’uomo con una se­ cura all’amatore. Le sue soddisfazioni sono appena greta intensità che si impone, usando le sue stesse un riflesso, una eco del vero « bonheur » che pro­ parole, « non alla vista degli spettatori, ma nel fessionalmente gli sfugge assieme alla bellezza del loro cuore », manifestatosi in un uomo come Mon­ possesso. La sua mansione è quella di conservare, therlant, non è già un programma? Egli è stato di custodire, non d’essere padrone, poiché il ri­ definito l’uomo rinascimentale, il retore musicale, spetto e la venerazione per la rarità e il pregio lo l’asceta cattolico, il torero. Senza tener conto della inducono a considerare l’oggetto temporaneamente sua sconfinata passione per la tauromachia, sa­ suo, quale patrimonio della società. Con le donne, rebbe molto più semplice ed esatto considerare Ravier, si è comportato allo stesso modo, creandosi Montherlant uno scrittore spagnolo passato, at­ un piccolo serraglio di compiacenti fanciulle, anche traverso la sensibilità parigina, alla letteratura queste momentaneamente sue fino a che non si francese. Quand’egli disse che nella sua opera vi venderanno ad altri, senza badare che in tal modo è una vena cristiana e un profana da lui alterna­ si precludeva il vero amore. Quando a cinquantotto tivamente nutrite, si interpretò la cosa come una anni se ne accorge è ormai ora di ammainare ban- diera e di passare le consegne, senonchè intravvede dere che si compianga la sorte di Giasone, altret­ nascere in lui un sentimento nuovo: la tenerezza. tanto si può dire di Christine: sono i campi di Non l’aveva mai provato, forse, e tantomeno per gioco. una ragazza come Christine che non è bella nè La sessualità che domina queste figure si riversa dolce. Non l’aveva provato perchè il suo desiderio anche su Andriot, la vecchia zitella, « una di quelle andava direttamente all’atto materiale del piacere che non si prendono in braccio », condannata a e la conquista di una donna la risolveva in una baciare il proprio braccio nudo per soddisfare la cifra di danaro: l’inquietante stato intermedio, quello in cui nasce la tenerezza e proprio a chi morbosa passione troppo a lungo contenuta. nutre amore, benché lo faccia soffrire duramente, Tenuto presente questo significato dell’opera, oc­ egli lo vuol protrarre a lungo. E perchè mai? corre rilevare il modo col quale Montherlant l’ha Perchè d’istinto sente, intuisce, che inevitabilmente espressa. E’ inutile ripetere gli elogi allo stile del Christine finirà per cadere fra le sue braccia, ma nostro autore (e poi non è solamente questione di in quel momento la gioia di possederla spegnerà la stile) perchè ciò che merita questo rilievo è una tenerezza che denuncia il suo amore. proprietà d’espressione raramente riscontrata in Il mondo femminile è diviso in due categorie: altri casi. Montherlant sa creare l’atmosfera osses­ quelle che si prendono fra le braccia e quelle che siva senza ossessionare il lettore o lo spettatore; non si prendono; luce e ombra. Non c’è quasi più e soprattutto senza sacrificare la concretezza dei spazio per l’amicizia, e il fatto stesso di offrirla o suoi personaggi. Il distacco, cioè, fra autore e crea­ di richiederla viene già interpretato come un ve­ tura, è massimo, ma non ottenuto col metodo con­ lato invito ad una concessione più intima. Che la sueto di parodiare o stilizzare in chiave ironica lo sviluppo delle passioni, bensì con un senso spiccato donna poi accetti o rifiuti, non ha alcuna impor­ di misura e di proporzioni. Mentre prendiamo cono­ tanza, dipende solo dall’appartenenza a una di scenza di un dolore, già ce ne liberiamo, costretti quelle categorie, ma il grave è di vedere tutti i dalla perfezione dell’immagine a non dovervi ap­ sentimenti ridotti e circoscritti attorno al letto matrimoniale. portare nulla di nostro nè con l’intelligenza, nè con il cuore. E’ questa la misura di cui parlavo. Il personaggio di Christine è mutilo in quanto la bellezza e la grazia della sua orgogliosa innocenza A molti — troppo abituati da certa letteratura e purezza, non ha modo di svilupparsi soffocato « engagée » a sentirsi parte in causa — non è parsa dall’ossessione della carne; è mutilo, e non per soddisfacente tanta obbiettività e ne sono andati a vizio letterario, com’è mutilo lo spirito di molta cercare le cause in una definizione di Montherlant gioventù. La sua imperfezione raggiunge il massi­ « puro stilista », sotto la quale gli si nasconde l’ac­ mo nella situazione più crudele del dramma, nel­ cusa di possedere una artigianale capacità di scri­ l’attimo cioè in cui Christine riceve da Ravier un vere e nel contempo poca originalità di pensiero. grande aiuto. E’ l’ora della riconoscenza e dell’en­ Ora però gli scritti di Montherlant non sono i pen­ tusiasmo. Lei deve dimostrare di nutrire dei buoni sierini del giorno messi in bella, e neppure quelli sentimenti e si comporta invece come un animale, di Barrés o di Maurras; la sua originalità è tanto offrendogli improvvisamente il suo corpo. L’uomo più profonda quanto meno i contemporanei la ve­ che per trarsi dall’acqua invocava una corda, l’ha dono, e i francesi dovrebbero ricordarlo dopo gli trovata, ma dall’altro capo vi è un sasso. Sorge così esempi di Proust e di Gide. nella tragedia quell’amara ironia che si ritrova in Non è molto che Bernard Barbey e Jean Louis quasi tutto il teatro di Montherlant e che solleva Curtis hanno scritto la cronaca della gioventù nel­ leggermente l’incubo che sommerge uomini e cose l’immediato dopoguerra, e poiché i loro libri ri­ in un’atmosfera pesante, da inquisizione. Dico in­ prendono coraggiosamente lo spunto da ciò che quisizione per due motivi: prima di tutto per l’iden­ ormai tutti conoscono come il male d’oggi, il suc­ tica natura dell’invisibile timore che anima le per­ cesso non è mancato. Montherlant non solo anti­ sone, timore dell’eresia che può nascondersi sotto cipa la rappresentazione di questa realtà (vedi il un accento, una parola, uno sguardo nei vecchi caso di Fils de personne) ma la porta a teatro dove processi; timore dell’atto sessuale nel processo di certo il successo è più arduo. Infatti il pubblico, Montherlant alla nostra società; in secondo luogo poco assuefatto alla tragedia, come può vedere la perchè vivendo sotto quest’ossessione costante sua tragedia quand’è convinto, come Candide, che l’uomo se ne libera con l’autodafé, incolpandosi la sua condotta è la migliore? cioè anche di ciò che non ha commesso. E’ stato detto che Montherlant ci dà l’impressione Sorprendenti confessioni che non si strappano solo di tenere in mano un bel quadro vuoto, tutto sta con la tortura fisica, ma anche col tormento dello a vedere che non si tratti invece di uno specchio spirito che al limite della sopportazione trova nel troppo fedele. Tant’è vero che in questi giorni il riconoscimento dell’immaginario delitto la fine del pubblico americano — che rispetto a quello fran­ supplizio. Christine si getta ai piedi di Ravier e si cese può essere il bimbo del Ma il re è nudo — prostituisce perchè non ha voluto credere nella sua applaude un intero ciclo di opere teatrali di Mon­ amicizia ed ora dice: « Oh, che ne abusi o meno, therlant da La reine morte a Fils de personne, noi donne dobbiamo pur sempre arrivare a quella da Malatesta a Le maitre de Santiago a Celles situazione là... ». qu’on prend dans ses bras tradotte in inglese. Sicché mentre per Ravier il dramma sfocia nella E’ un successo che non premia soltanto l’autore, ironia, per Christine non c’è pietà nel suo gesto. ma insieme la scelta che, fra romanzo e teatro, Anche sotto quest’aspetto siamo rimasti nei limiti egli ha fatto dal lontano 1941. Ben dieci anni fa. della grande tragedia e come nessuno può preten- Sergio Cenali no QUESTA dando alla luce un maschietto perde la vita. Il bimbo viene poi STAGIONE adottato da un’altra famiglia. Soltanto allora Carlino e Tito tor­ TEATRALE nano amici e insieme chiedono perdono alla memoria della po­ vera Melina per il male a lei fatto da entrambi. Tipicamente pirandelliana, cioè drammatica e umoristica insieme, la commedia è stata recitata con coloriti contrasti patetici e forti. La regìa di Brissoni ne ha dato una edizione aderente al testo superando le difficoltà degli incontri e delle situazioni con sicuro risalto. Laura Solari ha dato una valida prova della sua valentia di attrice drammatica commovendo con la intensità dei mezzi toni densi di disperata sofferenza ed è stata applaudita a scena aperta. Pure a scena aperta si è meritato un applauso Giuseppe Porelli che è stato di gustosa e intelligente verità. Con impeto misurato e precisa dosatura di intonazioni Ivo Garrani ha espresso l’angoscia del suo personaggio e Gianrico Tedeschi ha avuto Al Teatro Odeon di Milano, la Compa­ accenti trepidi, convincenti e sinceri. Tutti e due hanno ben reso gnia Soiari-l’oreili Ila ripreso, in una la scena finale del secondo atto. Isabella Riva, sempre brava; nuova edizione, con la regìa di Sandro e bene l’Alzelmo e gli altri. Tutti sono stati chiamati più volte Brissoni «O di uno o di nessuno» di Luigi Pirandello alla ribalta dopo ogni atto. Kiìgio Possenti

B Successo caldissimo. Questa Sandro Brissoni, che ha curato la regìa della nuova edizione di « O di uno o di nessuno» commedia pirandelliana è di di Pirandello, al Teatro Odeon di Milano, con la Compagnia Soiari-Porelli, ricorda la ventun anno fa ed ha conser­ stessa opera vont’anni fa, a Firenze, e nell’episodico richiamo, è significativa l’evolu­ vato vividi la sua torza dia­ zione del pubblico medio nei confronti dell’opera del Maestro, nel tempo trascorso. lettica e il suo interesse. Que­ sta nuova edizione è stata se­ * Ero poco più che un ragazzo e da qualche tempo potevo andar guita con attenzione continua, fuori la sera con la chiave di casa in tasca. Quelle prime libere uscite con commozione e diletto. Pri­ significarono per me il loggione del Teatro La Pergola di Firenze. ma della recita Orio Vergani, Incontri fortunati: i’Habima; la Compagnia del Teatro Nazionale ricorrendo il quindicesimo an­ Giapponese; Petrolini; Pirandello. Ne uscivo ogni volta ubriaco di no della morte dello scrittore, impressioni; qualche passante mi guardava sospettoso perchè, senza ne ha rievocato la figura e accorgermene, rifacevo a modo mio le smorfie e i gesti bevuti durante l’opera con amore di amico 10 spettacolo. Devo a Pirandello la prima sensazione amara nel e nitidezza di giudizio, richia­ campo del teatro. Ricordo tutti i particolari di quella sera: una mando dalla memoria i tratti pioggerellina fitta che entrava nelle ossa e la mia indecisione davanti e l’animo caratteristici di Pi- al manifesto: O di uno o di nessuno di Pirandello... che sarà? In randello, accennando a parole loggione non certo una folla, ma una scelta di gente che si annunciò e ad azioni significative della fin dall’inizio d’intenzioni piuttosto battagliere. Scarsi appla.usi ai vita e dell’attività di pensa­ primi due atti, qualche « beccata » solitaria, qualche zittìo. Un tore e di artista del tormen­ esperto, nel secondo intervallo, sentenziò che « quella roba » non tato studioso dei rapporti tra sarebbe arrivata in fondo. Era un assiduo frequentatore del loggione finzione e realtà. Il bello e che conoscevo ormai di vista, un signore attempato, grassoccio e lucido discorso è stato viva­ gioviale, con gli occhiali e una barba che gl’incorniciava la faccia mente applaudito. Esso aveva in modo arguto facendolo rassomigliare un po’ a un fratacchione creato l’atmosfera adatta ad del Boccaccio: doveva essere, a quel che mi era sembrato di capire, ascoltare O di uno o di nes­ un professore di scuola media in pensione. Cominciai a provare un suno. Ricordarne la vicenda? sordo disprezzo per quell’uomo che tranquillamente trinciava giu­ Carlino Sami e Tito Morena, compagni d’ufficio, si son fatti dìzi e sentenze sull’autore che laggiù, dietro il sipario rosso, doveva soci nel soccorrere Melina, co­ certo soffrire le pene dell’inferno. Quando al terzo atto Melina cadde nosciuta da studenti e ritro­ morta fra le braccia di Tito e di Carlino e questi si accapigliarono vata nell’esercizio delle più tra loro, sostenendo il cadavere, risate, beccate, fischi e grida di libere delle professioni fem­ indignazione esplosero un po’ da tutte le parti, dal loggione e dalla minili. E Melina si divide tra platea. Il professore gridò con voce stentorea: « Vergogna! ». Non i due senza preferenze e con ci vidi più, mi alzai, traversai lo spazio che mi divideva da lui, lo pari affettuosità finché si ac­ tirai per una manica e gli gridai: « Imbecille, si vergogni lei! ». Non corge un giorno di essere ma­ so, ma ho paura che il fiasco di quella sera fu aggravato in piccola dre. Di chi il nascituro? Di parte anche dal mio gesto. Perchè, mentre là in fondo quei disgra­ Carlino o di Tito? La doman­ ziati attori cercavano disperatamente di dire le loro battute, il pro­ da non trova risposta: di tutti fessore, preso l’avvìo, mi martellava ad alta voce con tutti i fulmini e due non può essere e dun­ retorici della morale corrente, con ampi accenni alla delinquenza que è o di uno o di nessuno. minorile, non senza l’appoggio dei due carabinieri di servizio che, E su ciò Carlino e Tito si fis­ avendo seguito la scena, mi facevano severamente cenno di sfollare. sano, pensando di affidare il figlio a un ospizio di mater­ 11 sipario era intanto calato in mezzo ai fischi e io, all’uscita, mi nità per liberarsene: ma Me­ ero fermato in strada, come le altre sere, per vedere gli « artisti » lina disperatamente si oppone. venir fuori dalla porta del palcoscenico. Intravidi appena il pizzetto Mentre i due rissano rimugi­ bianco del Maestro seminascosto dal bavero alzato; Pirandello entrò nando pensieri di gelosia, la a testa bassa in una carrozza che il buio e la pioggerellina si ingoia­ poveretta ne soffre tanto che rono. Avevo pensato di farmi coraggio, di dirgli per conto mio un « bravo » e invece eccomi lì, amarezze venute in seguito nel pioggerellina fitta ma accanto a appoggiato contro il muro come corso della mia professione ma, me tanta gente, gli attori che uno scemo, con la prima ama­ da anni, autentiche gioie nel tea­ avevano lavorato con me, gli rezza teatrale dentro il cuore. tro non ne ho provate più. No, spettatori che avevano battuto le Da quella sera sono passati quasi non gioia, ma una curiosa sensa­ mani fino a pochi momenti pri­ cinque lustri ed ecco capitarmi zione di calma e di serenità, co­ ma. E ora, la porta del palco- l’occasione rara di mettere in me quando si è finalmente scrit­ scenico si apriva di nuovo. Pi- scena, a Milano, O di uno o di ta una lettera che da tempo si randello usciva e, andandosene, nessuno di Luigi Pirandello. Que­ doveva scrivere e non si scri­ posava su di noi un rapido sguar­ st’opera che molti critici ancor veva, come quando, nella libreria do benevolo. Non più curvo, ag­ oggi disprezzano è apparsa, a in disordine da mesi, si sono fi­ grondato, con le labbra piegate questa nuova prova della ribalta, nalmente rimessi i libri a posto. in una smorfia amara, ma final­ molto più viva che non alla sua Lo capii di colpo e dovetti fare mente sorridente, sereno, placato, prima apparizione. Negli ultimi un certo sforzo per non rompere vittoriosa ombra immortale. anni il pubblico è cambiato e in un’esclamazione. Ho anche perdonato quel signore non si ribella più a una dispera­ Avevo « rimesso a posto » un ri­ che gridava « vergogna » e i due zione solitaria che è diventata cordo. carabinieri di servizio che mi tra­ una disperazione comune. Pro­ Ecco, ero ancora là: all’uscita del scinarono fuori del teatro quale feta, come tutti i geni, della no­ palcoscenico di Via della Pergo­ disturbatore. stra presente condizione umana, la, a Firenze. C’era la stessa Alessandro Brissoni Pirandello ha trovato però il mo­ do di suggerire nell’ultima bat­ tuta del suo dramma una morale meno disperata e più fraterna di qualche profeta contemporaneo. Mentre Sartre infatti nel suo ul­ timo dramma ha proclamato che « amarsi significa odiare insieme lo stesso nemico », in O di uno LA CICOGNA SI DIVERTE o di nessuno Pirandello ci dice -fi Al Teatro di via Manzoni, a Milano, il 20 novembre 1951, la Compagnia che gli uomini possono ancora « Gioi-Cimara-Bagni » ha rappresentato la commedia in quattro atti di amarsi soffrendo insieme lo stes­ André Roussin: LA CICOGNA SI DIVERTE. Di questa commedia, che so dolore. Il che rappresenta pubblicheremo in uno dei prossimi fascicoli, ci siamo occupati diffusa- sempre, nonostante tutto, un mente con l’articolo del nostro Marcel Le Due, da Parigi, nel fascicolo messaggio d’amore e non di odio. del 1® novembre, subito dopo la rappresentazione dell’opera originai© Alla vigilia di questa nostra che ha titolo «Lorsque l’enfant paraìt... »; titolo ripreso da una nota « prima », nessuno dubitava di poesia di Victor Hugo. un onorevole esito. Pirandello è un artista « affermatosi all’estero B Uno alla volta i personaggi caricature non gradevoli per un e morto »: ecco due condizioni femminili di questa commedia ministro; anche perchè questo essenziali perchè molti italiani si s’accorgono di essere in stato in­ ministro è stato uno dei più stre­ trovino d’accordo nel rendere teressante. Quando si alza il si­ nui sostenitori della legge che ha omaggio a una sua opera. In più, pario sul primo atto, la non gio­ abolito e proibito le cosiddette una distribuzione quasi perfetta vanissima signora Olimpia Jac- « case chiuse ». La paternità di come solo si può ottenere in certi quet, consorte del sessantenne quel bravo vecchio ministro, e le casi d’eccezione quando si scrit­ Carlo Jacquet, ministro cui è af­ maternità, che apprenderemo turano apposta gli elementi adat­ fidata la difesa dell’istituto della poi, delle donne che lo circon­ ti per una commedia; un fervore famiglia, ha appena rivelato alla dano -— dice e non dice, con com­ di preparazione e di studio da figlia Anna (fidanzata a un gio­ mento malignetto, l’autore — so­ parte degli stessi attori come ra­ vane dabbene) che s’è accorta no in certo modo conseguenze ramente mi è capitato di riscon­ con stupore di essere madre; private di quel risanamento del trare in sedici anni di lavoro. cioè che, entro un giusto numero costume pubblico. Eppure quella sera il successo ha di mesi, ella darà un fratellino Proprio quando la ministressa superato il previsto, una di quel­ o una sorellina alla sunnominata Olimpia ha confidato alla figlia, le sere, rarissime, in cui, alla fi­ leggiadra e nubenda Anna e al e sta per rivelare al marito, l’i­ ne, tutti in palcoscenico piangono di lei fratello Giorgio, giovanotto nattesa notizia, il figlio Giorgio, e si abbracciano, e il pubblico, che ha poca voglia di studiare ignaro di ciò, confida all’autrice dimenticando le preoccupazioni nei libri ma ha, in compenso, dei proprio giorni che sposerà, dell’ultimo tram, si affolla sotto molte disinvolte nozioni elettro- 10 vogliano o non lo vogliano i la ribalta come per abbracciare tecniche e radiofoniche. La non parenti, la segretaria di suo pa­ a sua volta gli attori: una specie più giovane ministressa è preoc­ dre, una russa molto bellina, che di euforia dionisiaca insomma, cupata per quella sua terza e da qualche tempo è la sua aman­ ereditata forse dalle origini stes­ tardiva maternità. Teme di es­ te. E’ inutile che gli si obietti se del teatro. sere ridicola, perchè il tempo che provocherà aspri commenti Più tardi, seduto con alcuni ami­ della primavera germinale e del­ 11 fatto che il figlio di un mini­ ci a un tavolino, facevo una spe­ l’estate feconda è passato; e, so­ stro del dicastero che si può de­ cie di esame a me stesso per pra tutto, la conturba il pensiero finire « del buon costume » abbia quello che avevo provato e pro­ del marito che, rendendosi pub­ sedotto un’impiegata del genito­ vavo quella sera. Non soddisfa­ bliche queste sue tardivette re. Sposare la russa egli deve, zione o gioia per il successo: non espansioni coniugali, potrà essere perchè la graziosa e disinvolta so se devo questo alle troppe oggetto di frizzi, di ironie e di ragazza porta ormai nel grembo il germe di una vita che deriva, meglio dell’annunzio dello stesso per interposta persona, dal sud­ evento. L’invenzione in questi detto uomo di governo. Così ac­ quattro atti non sviluppa spiri­ cade che il ministro Carlo Jac- tosamente la commedia; consiste quet apprende, con sgomento, in un annunzio che si riferisce nello stesso punto, che sta per prima a una persona troppo ma­ essere padre per la terza volta tura, e poi si rinnova per ogni e nonno per la prima. Subito si personaggio. In questo senso l’a­ dà le mani d’attorno per impe­ zione e il dialogo avrebbero po­ dire che i due eventi suscitino tuto essere approfonditi fino al giudizi ostili o scanzonati. Giun­ più paradossale umorismo; l’una ge perfino (nota antipatica in una e l’altro restano, invece, alla su­ commedia che, anche se ha qual­ perficie, più matti e parodistici che speranza di riuscire satirica, che fecondi di ingegnosi sviluppi. è, soprattutto, farsesca) a pen- Il pubblico non ebbe il tempo di sacchiare, per la moglie, una de­ accorgersi di tale formula super­ littuosa liberazione: lui, proprio ficiale della commedia: s’è molto lui, il ministro di tutte le mora­ dilettato, ha molto riso, ha con­ lità sessuali! Quanto alle nozze tinuamente applaudito a scena del figlio con la dattilografa, il aperta e alla fine dei quadri, pavido uomo politico le accetta specialmente dei primi; e quel malvolentieri cércando di dare tanto di parodia del moralismo e ad esse un significato cordial­ del virtuismo che si insinua, mente democratico. Ma, ahimè, a questo punto la sua figliuola, mordendo con piacevolezza ipo­ la graziosa Anna fidanzata, im­ crisie e contraddizioni e cinismi, pallidisce, poi vacilla, poi sviene; ha divertito perchè non inaspri­ e, poco dopo, confessa che anche sce mai l’allegria della commedia. il suo promesso sposo ha avuto L’esito lietissimo dello spettacolo fretta; sì che lei pure, come la è dovuto in grande parte alla DI COLETTE E MARCHAND propria genitrice e come l’a­ bellezza della recitazione, alla PER L’ESORDIO DI mante di suo fratello, è incinta. spontaneità, freschezza e ilarità ANDREINA PAGNANI In poche ore, tre annunzi di que­ di essa. Non si assiste spesso sto genere; sono molti per una a una interpretazione limpida, 4: Al Teatro Eliseo di Roma ha famiglia sola; e anche in com­ omogenea, saporitissima come esordito — il 21 novembre 1951 — media, succedendosi rapidi e con la Compagnia di Andreina Pagnani, quella di ieri. Vivi Gioì ha vinto con Giorgio De Lullo e la parteci­ intenzione comica, risultano gros­ piacevolmente per una singolare samente ridicoli, anziché spirito­ pazione straordinaria di Sergio To­ lieta e originale arguzia di ogni fano, rappresentando la commedia samente buffi. Tanto più quando, sua intonazione, di ogni sua e- per giunta alla derrata, scoppia, in tre atti e quattro quadri di Co­ senza troppo strepito, la procla­ spressione e per la bella mistura lette e Léopold Marchand: CHERI. mazione di una quarta gravi­ di cordialità, di Regìa di André Barsacq; scene e co­ danza, che non fa nè ridere nè letizia e di pre­ stumi di Maria De Matteis. piangere: quella della cameriera sa in giro che * Che fíne ¡anno i romanzi — di casa Jacquet. L’illusa ha ce­ ha dato al per­ e i romanzi di grande qualità duto alle suasioni d’un garzone sonaggio. Luigi — sulla scena? E' pressoché di negozio che, per indurla a Cimara ha reci­ impossibile trarre dalla lette­ darsi, le aveva nascosto che era tato con una au­ ratura narrativa, una lettera­ ammogliato! torità sensata, tura drammatica artisticamente La commedia si chiude con un nervosa, incisiva, « accomodamento » generale. Il venata di sagace convincente, per la naturale matrimonio del giovanotto sarà umorismo. Mar­ opposizione che sorge ira i due presentato come un dolce trionfo gherita Bagni è generi. Ma vi si possono tro­ dell’amore e della concordia tra stata di una co­ vare personaggi di grande ri­ popoli diversi; Anna salverà le micità morbida lievo che tentano l'interpreta­ apparenze, anticipando la cele­ e pur concitata, zione (come questa Lea di brazione del matrimonio e gio­ pronta, colorata Colette, che da Valentine Tes- vandosi della complicità del non­ e sicura; Augu­ sier passa ad Andreina Pagna­ no stravagante e milionario, che sto Mastrantoni ni) ed inusitati, avvincenti mo­ fingerà d’esser moribondo. Si farà s’è fatto applau­ tivi spettacolari che porgono credere agli amici che si devono dire a scena a- alla scena molteplici suggestio­ affrettare le nozze per evitare che perta per l’alle­ l’imminente lutto le ritardi poi gria mordente Gigetto Cimara ni. Vi sono opere narrative il troppo a lungo. Il nonno, che sta d’una macchietta di vecchio; Pao­ cui tessuto scarno e già dram­ benissimo, si diverte a stendersi lo Ferrari ha recitato più che be­ matico si presta alla teatralità sul letto e a simulare le smorfie ne,. con una semplice e balda gio- e ai suoi scorci che sembrano dell’apoplettico. vanilità, notevole; Anny Ninchi spesso semplificatori. Altre in­ La commedia è senza dubbio e Tinà Maver hanno detto be­ vece vengono sostanziate di molto divertente; e lo è per la nissimo le loro parti. fini analisi psicologiche e di ripetizione dello stesso evento, o Renato Simoni atmosfere impalpabili che si ai- tidano quasi esclusivamente a costumi, ed il passaggio del­ menti drammatici. Le incertezze valori stilistici, il cui passag­ l'analisi psicologica nella reci­ dei due giovani furono dovute gio alla ribalta dà spesso l'im­ tazione ha portato al melodram­ alla debolezza della direzione. pressione di un lavoro inteso matico invece di illuminarne in Si deve comunque riconoscere a mortificare e a colorire arti­ vastità e in profondità i ter­ che lo spettacolo risultò stili­ ficiosamente. Le opere di Do- mini (sempre a causa della ri­ sticamente omogeneo, e nono­ stoievskij e di Tolstoi, appa­ duzione drammatica di L. Mar­ stante alcune prolissità, com­ iono addirittura snaturate in chand, diretta a risultati di sin­ movente come cosa vera e vis­ questi tentativi (e ciò va po­ tesi esteriore —■ come si è det­ suta. Vito Pandolli sto anche in rapporto alla di­ to — più che ad una scelta mensione in profondità che esse chiarificatrice dove le pause e hanno nel tessuto narrativo, di­ i vuoti possano esercitare una mensione destinata in qualsia­ funzione equilibrante). BORINAGE si arrangiamento a farsi super­ Questo stato di cose è stato ficiale melodramma). Non si poi aggravato dalla mancanza B Al Teatro Olimpia di Milano, può dire altrettanto per il ro­ di ritmo dello spettacolo, che la Compagnia diretta da Memo manzo di Colette ¡che, sotto­ si deve probabilmente alla scar­ Benassi (la Compagnia esordì in posto all'abile mestiere di Léo- sa padronanza della nostra lin­ questo teatro a inizio di stagio­ pold Marchand, ha acquistato gua del regista André Barsacq. ne con Paola Barbara, ma que­ la tradizionale forma dramma­ Ma ha preso facilmente so­ sta attrice ha .lasciato la Com­ tica, con progressione, scena pagnia, ed il suo posto è stato pravvento sullo spettatore la occupato da Cesarina Gheraldi; madre, e catarsi finale, come gradevolezza della materia sce­ la Compagnia, infatti, ha. ora la d'obbligo (sono ormai trascorsi nica, e di più la presenza così denominazione « Benassi-Gheral- trent'anni dalla prima rappre­ calda e armoniosa, così dotata di » ) ha rappresentato, il 13 no­ sentazione e nel frattempo il di naturale fascino e di spon­ vembre 1951, la commedia in cin­ gusto si è evoluto verso una tanee virtù interpretative, che que quadri dì Alberto Bertolini: sceneggiatura dell'elemento ro­ anche questa volta ci ha of­ Borinage. Si tratta di un « dram­ manzesco che gli resti il più ferto Andreina Pagnani. Biso­ ma di minatori — dice Eligio possibile fedele, ed eviti di gnerebbe rimanere molto di­ Possenti — e si inizia in un.a proposito scene che abbiano il staccali per poter forse giudi­ bettola, a Borinage, nel bacino solo scopo di suscitare applau­ carbonifero di Moras, frequenta­ care in lei più attiva l'espe­ ta da lavoratori italiani e stra­ si). Chéri è una carezzevole e rienza e una grande arte sce­ nieri, condotta da un tale di finissima elegia dell'ultimo amo­ nica che non una traboccante nome Sgricio e dalla sua amica re della vita, riporta ad altri commozione, un dolore a cui francese Corinme, e allietata dalla tempi, ad altri mondi e ad altri l'interprete partecipi totalmen­ presenza di alcune sgualdrinelle. cinismi (più facili e più simpa­ te. Ma questo è già nello stes­ Vi si incontrano Varo, figlio di tici di quelli odierni) che oggi so personaggio di Lea, attrice un minatore che ha lasciato, la ci sembrano anacronistici al per tutta la sua vita al punto pelile in una miniera del Messico punto da sfiorare la bizzarria. che riesce a rattenere fin quasi e capitato là dopo peripezie di Non vuole esprimere molto di ogni genere, Polski, avventuro­ all'ultimo con un sorriso le sue so profugo russo, Pinon, Lasco, più di un accorato sentimento pene più acute. E vorremmo Maciste, ciascuno col suo torvo nostalgico, di un pathos tutto anche aggiungere che si dubita dramma di miseria e di fame. o quasi fisico, ma sincero nelle della possibilità che Chéri pos­ Fra loro si insinua, il venditore sue gioie e nei suoi dolori. sa davvero lasciarla. Andreina ambulante Le Fouinard, che ven­ L’amore di Lea per Chéri — Pagnani sembra troppo giovane de alcool e droghe di contrab­ maternità impudica, lo si defi­ e radiosa per il suo personag­ bando e sbriga losche funzioni da nisce — potrebbe divenire un gio: questo non le dispiacerà. faccendiere di scarsi scrupoli. Il tema degno di Medea, ma qui Accanto a lei Giorgio de Lullo linguaggio .di questa rozza gente la pittura d'ambiente ed i co­ (Chéri) non ha saputo sempre è violento e triviale, animato da lori di questo singolare « demi- dare umanità e convinzione alle un riposto rancore contro il de­ monde », Io fermano sui limiti sue battute, preso a volte da stino, contro la durezza della fa­ di una poetica disamina psico­ uno strano nervosismo, a volte tica, contro l ’avversa impossibi­ logica, che ha un suo linguag­ da un'evidente incapacità di lità di raggranellare danaro ba­ gio aderente e brillante, ed è controllare le proprie espressio­ stante per cambiare vita. Mentre quindi compiuta nel suo genere ni secondo le norme dell'arte. Sprecano il guadagno con le don­ rispondente in pieno alle in­ nine di malaffare e pagano l’al­ Sergio Tòtano ha ritratto con cool .Clandestino a caro prezzo, tenzioni e ai propositi, come sottile umorismo e penetrante poche volte è dato vedere nella abbrutiti dalle lunghe ore tra­ sensibilità la figura di un « vec­ scorse nei cunicoli delle gallerie letteratura moderna. chio giovanotto », Fulvia Mom­ sprofondate nelle viscere della Sul palcoscenico, e nella tradu­ mi ha conferito freschezza e terra, sognano, talvolta, il paese zione, ha naturalmente preso grazia alla giovane moglie di nativo e un .ritorno infiorato di più spicco la descrizione dei Chéri, non sempre sicura però rosei progetti. E’ il loro fugge­ caratteri, delle situazioni, dei e un poco esteriore nei mo­ vole conforto; chè poi rispetto- re M-aurin li richiama al loro turno e li riavvia ai pozzi. La personalità internazionale di Emina Gramá­ « I cinque quadri, che alla re­ tica ha trovato anche a Parigi, il consenso di cita si sono divisi in tre atti, in­ ammirazione degli eletti e l’entusiasmante ap­ plauso del pubblico; cioè quella consacrazione tessuti1 idi scene colorite da dram­ EMMA che al di sopra dèlia lingua di origino, rendono ma popolare e corale, hanno ani­ «famosa» un’Attrice in tutto il mondo. Dopo la mazione di dialoghi vivaci e ag­ A P A RII G I A L prima rappresentazione, l’illustre critico Robert gressivi e il loro 'ambiente è re­ TEATRO GRAMO NT Kemp, del quotidiano «Le Mondo», ha scritto: so con rilievo. I motivi consueti B Le dieci rappresentazioni di La Fiamme sacrée di So- a questo genere avventuroso di merset Maugham, di La medaille de la vieille dame di James teatro sono qui rinfrescati da una Matthew Barrie, di La vie que je t’ai donnée di Pirandello rude schiettezza. Il tema degli e di La ville morte di D’Annunzio, dovranno attrarre nume­ sradicati e degli emigrati affiora roso pubblico al teatro Gramont. Poiché Emma Gramatica è qua e là a dar significato al la­ una meravigliosa attrice e la sua carriera è già ben lunga. voro. Ma soprattutto il dramma Non avevo dimenticato l’impressione che avevo avuto di si presta a essere trasformato in lei, circa un quarto di secolo fa, quando aveva recitato al spettacolo da un regista. E Pie­ teatro Edouard VII. Un’impressione paragonabile a quella tro Scharoff ne ha approfittato che Réjane ha lasciato, un’impressione di semplicità, di ■per dare un altro saggio della sua verità e di pateticità, senza sforzo... valentìa. Memo Renassi ha avu­ Il programma quest’anno ci fornisce alcuni dati biogra­ to nei panni di Varo accenti im­ fici di quella che fu quasi una figlia adottiva della Duse, petuosi e sinceri; Cesarina Ghe- nata da un suggeritore e da una cameriera delle attrici, raldi ha composto un tipo pitto­ per cui la sua culla fu subito messa sul palco della grande resco; Leonardo Severini è stato attrice. Si raccontano dei suoi debutti nella Gioconda, a deciso e vigoroso; Attilio Orto­ fianco della sua seconda madre a quattordici anni. La lani efficace nella figuretta equi­ Gramatica ha recitato con Zacconi, con Novelli... Mi si voca di Le Fouinard; tutti gli raccontava ieri sera che un cronista della radio le ha altri preparati e sicuri. Il pub­ detto: « Dateci qualche particolare della vostra vita, nes­ blico ha (applaudito più volte ad suno vi conosce qui» (1). Tanto sono grandi la sbadatag­ ogni atto ». gine e le presunzioni della gioventù! La sua ignoranza personale, quel ciarlone, l’estendeva a noi tutti! Orbene ■ Il Piccolo Teatro della Città nè il nome, nè il genio della Gramatica sono sconosciuti di Genova « Eleonora Duse » si in Francia! è riaperto il 14 novembre 1951 Fra altri ricordi, conservo quello di Emma Gramatica in a carattere continuativo e in ve­ La medaille de la vieille dame, che si recitava un tempo ste professionistica, sotto gli au­ con un altro titolo, mi pare, e che in seguito ha recitato spici del Comune e con la dire­ la nostra Berthe Bovy. Emma Gramatica era stata meravi­ zione artistica di Roberto Rebo­ gliosa d’ingenuità, di tenerezza e d’emozione. Si piangeva. ra. E’ stato rappresentato Arlec­ Ieri sera, venerdì, era in scena La Fiamme sacrée, vale a chino servo di due padroni di dire la commedia di Somerset Maugham, che s’intitolava Goldoni. Un teatro in veste pro­ Cyclone quando Suzanne Despres la portò a Parigi. Una fessionistica dovrebbe essere ser­ commedia, detto fra noi, insostenibile... Ricordatevi: per ri­ vito da tutti attori che del reci­ sparmiare a suo figlio Maurizio, paralizzato in seguito d’un tare fanno professione unica e incidente aereo, la disperazione di non essere più che un sola, ma tra i molti interpreti peso per la sua bella ed ardente moglie Stella, la vec­ troviamo solo Tino Bianchi e chia signora Tabret l’avvelena... Dolce morte, eutanasia, per­ Anna Maria Bottini che hanno chè il veleno è un barbiturico che l’addormenta per l’eter­ diritto alla qualifica di cui sopra. nità... Una infermiera perspicace, e ancor più veemente Può darsi ce ne sia qualche altro, in quanto nutriva per Maurizio un’amorosa devozione, pre­ giovane, non ancora noto (alme­ tende di svelare la cosa alla polizia. I dubbi si riversano no a noi) ma comunque il mi­ evidentemente su Stella, che è l’amante di Nicola, fratello scuglio di attori dilettanti e pro­ di Maurizio. Quando l’innocente è in grave pericolo, la si­ fessionisti in uso nei così detti gnora Tabret si denuncia e in una lunga confessione i cui « piccoli teatri » — che non han­ dettagli purtroppo mi sfuggono — giacché leggo meglio no nulla di veramente regolare l’italiano di quanto l’intenda sulle labbra, ■— ma in cui si come quelli di Milano e Roma — intuiva quanta anima semplice e quanta semplice persua­ dovrà essere sistemato con la siva eloquenza ella vi impiegava, la signora Gramatica spiega le ragioni del suo delitto... E’ assolta. L’infermiera prossima legge sul Teatro. accanita si dà per vìnta. Il dottore, un vecchio amico, starà La recita ha avuto successo e il zitto. Maurizio ha evitato l’inferno terrestre. pubblico ha chiamato più volte La fisionomìa di Emma Gramatica, durante tutta la com­ tutti gli interpreti, alla fine di media, melanconica, angosciata, attenta, distesa o estatica: ogni atto. è uno spettacolo meraviglioso. Solo la sua voce ha perso La scena unica, trasformabile a un po’ la freschezza cristallina di cui conservavo ricordo. vista, di Emanuele Luzzati, ha E’ affiancata da buoni interpreti. L’infermiera Alice non segnalato ancora una volta il gu­ ha il fisico duro, gelido, spietato che occorrerebbe. Ma la sto e l’inventiva di questo gio­ signorina Ndis Lago è seducente e non manca di passione. vane e. valentissimo artista. I signori Tassani, Rebeggiani, Lombardi e Carlini sono dei E questo è quanto ci fa piacere comici intelligenti e attenti. Robert Kemp più di tutto. Bravo, Luzzati. (1) Di sciocchi è pieno il mondo. avanzava verso il suo corpo cer­ ni si abbracciano e si fondono, è cando di riassorbirlo per ripor­ un’opera che rispolvera tutti i si­ tarlo nel grandioso ciclo della stemi filosofici, una « summa » di vita in cui non c’è alcuna distin­ sfumature esoteriche. LAZZARO zione fra i regni animale, vege­ Si aggiunga ancora il contrasto tale e minerale. Questa non è so­ della messa in scena che ha tra­ ■ Al Teatro Marigny di lo la grave fatica di Lazzaro, è dotto l’ambiente, i costumi, e le Parigi, Barrault e Madeleine Re- anche quella dello spettatore sor­ scene palestinesi in chiave fiam­ naud, hanno rappresentato Liz­ preso di dover apprendere a tea­ minga con evidenti concessioni zare di André Obey. Una fac­ tro tutte queste consolanti nozio­ al grottesco medioevale, e si com­ cenda davvero difficile. Capisco ni. Ma v’è di più. Lazzaro è po­ prenderà bene il disagio e l’esi­ l’esitazione del pubblico; si è co riconoscente a Gesù, anzi gli tazione di cui ho parlato. Di Bar­ trattato di dover scendere, con conserva quasi rancore per esser rault ho già detto; Jean Desailly l’autore, nel sepolcro di Lazzaro. stato strappato dalla sua gioia, e è stato un Messia incerto, para­ E se non fosse stato un sepolcro si appresta a svolgere l’altra sua lizzato spesso da una timidezza imbiancato? Questo timore ha tesi, secondo la quale la parola incomprensibile, prodotta, forse, avuto la sua giustificazione quan­ del Messia è dettata dallo spirito dal dover apprendere il falli­ do, sollevata la lapide, ne è ve­ della morte. mento della sua missione di vita; nuto fuori — con Lazzaro —• una A questo punto il dialogo non Madeleine Renaud, aveva la pos­ lunga frammentaria e oscura di­ giunge più in platea, la sua estro­ sibilità di salvarsi in una inge­ scussione sulla vera vita, sulla sità, la sua astrusità sorpassa e nuità deliziosa, e da attrice sen­ morte e così via. Finita la com­ sorprende tutti, tanto che alla sibile qual è, l’ha fatto, aggiun­ media, una buona parte degli fine, vedendo Gesù partire alla gendovi una patina di dolcezza spettatori si saranno domandati e di bontà, che sarebbe come dire se erano già passati nel sepolcro. volta di Gerusalemme per anda­ re incontro alla morte onde giun­ « una zolletta di zucchero all’o­ Anch’io. Non si vuol certamente spite », molto apprezzate dallo fare dell’umorismo su un lavoro gere alla vita, nessuno ha capito sconcertatissimo pubblico. di tanto impegno che nasconde il perchè. Questo non è teatro, è Marcel Le Due l’ardente confessione dell’anima un poema in cui le contraddizio- Parigi, novembre 1951. tormentata di Obey, bensì con­ statare che un soggetto così di­ battuto, portato sulla scena, ha acquistato solo di oscurità, ren­ dendosi pressoché incomprensi­ bile. Si ha l’impressione che Laz­ zaro voglia esprimere l’inespri- mibile e si affidi ad un eloquio DIARIO DI CHI DICE E D / CHI FA brillante sotto il quale l’agilità mentale dello stesso Barrault — B II prossimo fascicolo doppio di Natale (N. 147-148 della Nuova Serie) che in verità ha superato la sua porterà accanto alla testata: Anno 28. Dal 1925 ad oggi abbiamo pubbli­ intelligenza per poter dare luci­ cato 430 fascicoli della « Vecchia, Serie » (escludendo dalla numerazione i dità al personaggio di Lazzaro — cinque numeri usciti durante la cosiddetta repubblica di Salò; assente il non ha trovato la ragione del di­ nostro direttore per ragioni politiche) e 148 della «Nuova Serie». La nostra scorso imbevuto di teologia, filo­ Rivista, esclusi i cinque fascicoli suddetti, ha sempre avuto lo stesso sofia, slanci panteistici, disquisi­ direttore. Iniziando il 28° anno di attività, col saluto e l’augurio per i zioni sottili quanto inafferrabili, nostri abbonati e lettori, italiani e stranieri, non abbiamo bisogno di per giungere alla fine ad un ca­ aggiungere altre parole per ricordare ai vecchi amici di rinnovare l’ab­ povolgimento di situazioni. bonamento, ed ai nuovi di far parte della nostra famiglia, abbonandosi. Gesù resuscita Lazzaro che tor­ Tutti gli abbonati nuovi avranno il numero speciale di Natale. nando a casa (la casa di Marta) si trova circondato dalla curio­ ü Ma è forse per sadismo che Silvio d’Amieo si compiace di piccole sità di coloro che avidamente vo­ cattiverie, puerili ed inutili? Può darsi, se in « Il Tempo » quotidiano gliono conoscere quale sia la ve­ di Roma, dove egli esercita la critica drammatica, per la, ripresa a rità della vita d’oltretomba, dalla quel Teatro Eliseo, da parte di Renzo Ricci, di Amleto ha scritto: bocca dell’uomo che ha avuto il « Sicché ici duole di non sapere che nomi jare, questa volta dopo il privilegio di ritornare fra i vi­ suo (Renzo Ricci): quello del piovane Gazzolo, che era Oraizio? O venti. La grave fatica di Lazza­ dei Gavaiotti, che era Spettro? La Magni se la cavò decorosamente ro sarà di dimostrare che in real­ come Ofelia, e la Valente come regina; ma forse non avrebbero tà siamo noi i veri morti, acce­ fatto male a scambiarsi le parti ». Ergo: la Magni è vecchia per in­ cati dall’ignoranza e dall’impos­ terpretare Ofelia; la Valente è giovane per fare la regina. Ma da che sibilità di percepire il senso della l’intfcrpretaeione teatrale ha nome e valore sulla scena, è risaputo vitalità dell’esistenza. Le sue pri­ che solo con l ’età e l’esperienza si giunge a recitare delle parti che me parole ci riportano improvvi­ sono giovanili nell’aspetto, ma non nella convenzione scenica. Non samente ad una concezione bud­ disturberemo i grandi nomi della Duse e di Zacconi, per tacere distica della natura, per la quale degli innumerevoli stranieri, ma è evidente che per interpretare nessuno è in condizioni più favo­ Ofelia occorre l’arte, l’esperienza e la perizia scenica di una lunga revoli di apprezzarla che il ca­ e seria e faticosa carriera; quella che il ventenne non può avere. E davere sotto terra, vale a dire questo andiamo constatando ogni giorno, proprio nei. giovani e gio­ abbandonato nelle braccia della vanissimi prediletti a d’Amico, per cecità di supervalutazione della Grande Madre. Ne è una imma­ sua scuola, sì che abbiamo potuto constatare come sono stati inter­ gine fedele quella radice che si pretati di recente i personaggi di Mila, Riccardo II, Filippo, Rascolni- kof, ecc. L’elenco è troppo lungo. sione con E processo di Udine e steUation », che dall’insegna sarà A questo proposito rimandiamo la sede. difficile ci possa dare un « mes­ d’Amico al « Taccuino » del Si chiude il secondo atto di un saggio di poesia ». E’ Tarn ore al n. 136 - 1° luglio scorso - « Tra­ processo che proprio gli imputa­ teatro, credetelo, che anima que­ guardo senza tappe » nel quale ti, fatto abbastanza raro, vole­ sti uomini. vano concludere assolutamente. si patria della giovane Albertini ■ Il ricordo di Dina Galli, la no­ che fa Mila, e di altre cose Ed era un processo « per diret­ stra grande Dina Nazionale, non ancora. Ma che Silvio d’Amico tissima ». è spento davvero nel cuore del questo non lo sa? Fa finta di a « Il Giornale » quotidiano di pubblico. Francesco Prandi che, ignorarle perchè egli è un uomo con ammirevole devozione, la ri­ che se anche si soffia il naso è Napoli del 22 novembre ha pub­ blicato di una « conferenza stam­ corda sovente davanti a uditori interessato al suo fazzoletto. E’ vari, ne ha continua affermazio­ anche evidente che agili non può pa » (non smetteremo mai di imitare gli stranieri anche nelle ne. Il 18 novembre, all’Istituto vivere senza dare un dispiacere di Cultura Carducci di Como, a qualcuno, grande o piccolo di­ loro espressioni? ) tenuta a Na­ poli da Eduardo, che ha annun­ rievocando ancora una volta « la spiacere che sia: dalle comme­ Dina » ai moltissimi convenuti, morazioni alla radio di Zaeconi, ciato di aver deciso, in unione a Titina e Peppino di dare una rap­ Prandi ha fatto rivivere con re­ e Dina Galli e Sabatino Lopez, verente affettuosa e disinvolta alle due righe per Ofelia della presentazione a beneficio degli al­ luvionati del Veneto. Encomiabi­ ammirazione, la vita gaia di co­ Magni. Brava ,e intelligente e lei che è stata una delle attrici cara Èva, che in questi ultimi le iniziativa; gratitudine di tutti gli italiani ai fratelli De Filippo. in maggior fama del Teatro ita­ anni specialmente stai dando Ma — scrive « Il Giornale » — liano. Ed il farla ricordare da prova di essere una vera e non Eduardo ha dato anche alla Prandi a Como, è stato signifi­ piccola attrice, noi che siamo stampa notizie assai interessanti cativo da parte dell’Istituto di stati attori sappiamo come d’A­ sulla sua attività cinematografi­ Cultura, perchè negli ultimi anni mico ha mortificato il tuo cuore ca, e cioè che per « un anno cir­ della sua vita « la Dina » aveva di donna e di attrice; ma proprio ca, ma meno e non di più » farà scelto Como quale città di sog­ come una puntura, il dolore è di delle pellicole. Spiacevole deter­ giorno, negli a volte anche lun­ un attimo. Ti abbracciamo. minazione per l’Arte drammatica. ghi periodi di riposo. La « Dina » Ma ecco il bello, nella coda di era divenuta per i comaschi due g II processo intentato dalla si­ questa « conferenza stampa » volte cara, perchè ¡’illustre attrice gnorina Agamben a E. Ferdi­ (trascriviamo): « A conclusione e cara signora aveva conquistato nando Palmieri e Giovanni Mo­ della conferenza il dott. Turi Va- il loro cuore anche nel grande sca, non si è risolto nemmeno il sile, capo dell’Ufficio Stampa del­ teatro della vita. L’ultima Dina 16 novembre scorso. L’avvocato la ” Constellation ”, ci ha tenuto « era di Como ». Di Miscio, per la Agamben, ha a precisare che la sua Casa, me­ chiesto di inviare gli atti a Udi­ diante l’apporto di Eduardo De il A Torino, l’Associazione della ne per esaminare la connessione FEippo, conta di far pervenire Stampa Subalpina, ha festeg­ dei due processi: due, poiché la alle folle un ” messaggio di poe­ giato Ruggero Ruggeri nel suo Agamben ha sporto querela an­ sia ”, partendo dalle esperienze ottantesimo compleanno. Dopo che contro il giornale di Udine, del neorealismo cinematografico un breve saluto porto all’illustre dal quale Palmieri aveva tratte italiano. ospite, a nome dei giornalisti le notizie. L’avvocato Arturo Or­ « Poiché questa esperienza, come piemontesi, dal Consigliere Lo­ vieto, più battagliero che mai, è risaputo, ha già dato al cinema renzo Gigli, Piero Mazzolotti ha a tale proposta, ha detto (tra­ ed all’arte film come Ladri di letto i telegrammi di adesione scriviamo da « Il Tempo » di Mi­ biciclette, Roma città aperta e II delle maggiori personalità ita­ lano) : « Non siamo qui per am­ cammino della speranza (cosa liane, tra cui Luigi Einaudi, De mirare il sorriso della signorina che forse Vasile non ha tenuto Gasperi, Gonella, Andreotti, De Agamben. No, in verità. E’ stata ben presente) non è chi non ve­ Pirro, Sernesi, Vinciguerra. Tra posta una questione di moralità, da quanto sia ambizioso tale pro­ i proprietari di teatri Paone, Ri- che deve assolutamente essere gramma ». boldi, Papa, Saccenti, e molti al­ chiarita ». (Con una brillante ar­ Turi Vasile è « il littore che fa tri. Tra gli autori, Ruggì, Tieri, ringa, chiede che E processo ven­ acqua » tanto disinteressato nelle Giannini, Possenti, ed altri nu­ ga discusso subito. La signorina faccende teatrali; egli gridava al merosi. E’ stata pure letta un’af­ Agamben tenta di spezzare la sua convegno di St. Vincent — come fettuosa ed applaudita lettera di oratoria, gridandogli, con poca i giornali riportarono — in qua­ Renato Simoni. eleganza: « Vigliacco! ». Orvieto lità di autore: lo Stato ci dà uno; Mazzolotti ha poi rivolto a Rug­ « glisse » suflTingiuria, ma affer­ vogliamo dieci. Parlava al plu­ geri il saluto e l’augurio dei to­ ra Targomento). L’avvocato Rei- rale per rafforzare il suo desi­ rinesi, che nel recente corso di lini Rossi, secondo difensore, con derio. Vasile fa parte del Centro rappresentazioni al « Carignano », una serrata arringa in linea di Cattolico Teatrale, è — ora — accorrendo ogni sera in folla ed diritto giunge alle stesse conclu­ condirettore del Piccolo Teatro acclamandolo, hanno espresso al sioni. di Roma (il teatro che ha avuto grande attore tutta la loro am­ La Corte si ritira, e, rientrando, la passata « Stagione » diciassette mirazione. Ha poi parlato, in no­ il presidente annuncia che gli at­ milioni di sovvenzione e tre di me degli autori italiani, Giulio ti verranno spediti in Cassazione premio) ed infine capo dell’uffi­ Cesare Viola, intervenuto a rap­ per decidere ¡’eventuale connes­ cio stampa delle pellicole « Con- presentare la Società Autori. gione: perchè evidentemente, da vecchio attore che sa il fatto suo, ha idetto al regista di lasciarlo tranquillo e di fargli fare la sua particina come andava fatta. « Dopo di che è incominciata la ■ Zfi’.yfifi & VùVr solita polemica: non c’è reperto­ rio italiano, non ci sono comme­ die degne del nome. Bisogna ri­ correre agli stranieri, bisogna risuscitare i classici, bisogna in­ L i M O L L A samma fare quello che fanno tut­ ti i registi, salvo pochissime ec­ cezioni, e cioè rimaneggiare il i m i lavoro altrui firn al punto di presentare una cosa assoluta- mente diversa dall’originale. Il pubblico crede di trovarsi davan­ ti alla Lulù di Carlo Bertolazzi CARICA e si trova davanti a una Lulù che con quella di Bertolazzi non ha altri rapporti oltre l’omonimia. E’ naturale ohe in questo modo non ci siano 'lavori italiani. Ma non ci sono nemmeno lavori ci­ nesi e patagoni, perchè se la com­ media cinese o patagona1 subisce lo stesso trattamento1 che ha su­ ^ A Roma, in questo principio di Stagione Teatrale, sono accaduti bito Lulù da parte del regista, il due episodi che non ipossono essere trascurati e nemmeno sotto­ pubblico italiano non si trova valutati, come quaicuno ha cercato di fare, girando alla larga, alla più a giudicare la commedia X maniera di d’Amico. Entrambi riguardano la regìa. Il primo ottobre dell’autore Y, ma la commedia X al teatro Quirino, lai Compagnia « Gvoi-Cimara-Baigm » rappresenta rifatta da un regista italiano, la Lulù di Bertolazzi, con la regìa di Franco Zeffirelli. Non sappiamo cui esperienza il più delle volte chi sia Zeffirelli; ¡confessiamo di non avello mai sentito nominare. si limita ai pochi anni di scuola Questo giovanotto1 prende ia commedia di Bertolazzi e dice: adesso che ha fatto sotto la direzione vi faccio vedere io. E infatti fa vedere questo (riportiamo dai gior­ di d’Amico o d’altro complicato nali ) : ignorante di cose di teatro ». Enrico Bassano, scrive: « A Ro­ Gianfranco Vigorelli, scrive: « Cosi la Lulù è stata fischiata. Gli ma è stata rieswmata una f amosa ammiratori, i fedeli di Bertolazzi si guardavano a testa bassa, umi­ commedia di Carlo Bertolazzi: liati di tanto scempio ¡consumato su una delle più felici commedie Lulù, interprete la Compagnia italiane; e il pubblico che di Bertolazzi è pressappoco all’oscuro la­ Gioì, Cimara, Bagni, per la regìa sciava il Quirino sotto l’impressione di una turlupinatura. Ma Ber­ di un giovane, anzi di un giova­ tolazzi non ha nessuna colpa. Il regista Franco Zeffirelli sembra nissimo: tal Franco Zeffirelli, aver preso un po’ sottogamba sia l’autore che il testo, disponendo finora soltanto noto (pochissi­ ed allargando caratteri, azioni, effetti, costumi, gesti, verso una pa­ mo) carne scenografo. E il giovi­ rodia amabile e puntigliosa; ed è un errore, perchè Lulù >esige una netto Zeffirelli, agganciato a chis­ icondotta di regìa e di interpretazione tutta quanta di credibilità, sà quali misteriosi ganci di que­ di ’’cosa vera” se non proprio di ’’verità” . Tranne Cimara, pure sto sempre più tenebroso e ca­ in un éliscé consumato, e che ebbe un applauso a scena aperta, tutti morristico mondo teatrale italia­ gli altri attori erano fuori personaggio ». no, ha fatto scempioi dell’opera di Bertolazzi, abbandonandosi a Guglielmo Giannini, scrive: « Questa commedia e la sua■ scena finale frégole caricaturali assolutamente costituiscono i pezzi forti delle compagnie di trenta 0' quarant’anni estranee ad un iavoroi idi cesi so­ fa. Lulù è stata interpretata dalle più grandi attrici italiane che ne lida e lineare struttura dra\mmai- ottenevano sempre grandissimo successo. Al Quirino romano hanno tica. Il salo degli interpreti che avuto l’abilità di farsi fischiare, e secondo noi non per colpa esclu­ sia riuscito a sfuggire al sadismo siva di Vivi Gioì nè della sua impreparazione. E’ noto, difatti, che registico1 dei giovinetto Zeffirelli ” la parte regge l’attrice”, per lo che accade spessissimo che una è stato Luigi Cimara ». filodrammatica anche di scarsa preparazione raggiunga effetti for­ midabili interpretando il ruolo femminile della Signora dalle Ca­ Si potrebbe continuare per al­ melie, che come parte è una delle più perfette che abbia mai avuto cune pagine, riportando tutte le il teatro mondiale. La parte di Lulù avrebbe dovuto ’’reggere” critiche dei quotidiani romani e Vivi Gioì e portarla se non al trionfo almeno al bel successo. Non no, ma insomma avete capito: è stato così, e ¡lai colpa a nostro parere va addossata tutta al regista Vigorelli, Giannini e Baissano si che si è permesso di introdurre nella commedia elementi nuovi, sono spiegati benissimo■. Non oc­ cambiamenti e tutta una serie di fumisterie a cui ormai questo scia­ corre aggiungere altro al primo gurato regismo ci ha abituati. Cimara si è salvato per una sola ra­ episodio. Passiamo> ai secondo: La Compagnia del Piccolo Tea­ avvicinabili (nella convinzione del pubblico, almeno). Oggi tutto tro di Roma, rappresenta il 5 no­ questo resta completamente fuori fase, appare perfino puerile, anche vembre: Le colonne della Società se commovente nella bontà delle intenzioni (ma sono davvero di Ibsen. Il regista Orazio Costa suffi-centi le confessioni pubbliche a riformare la società, e so­ prende il testo e dice: Adesso vi prattutto sono verosimili? Le tappe della storia non vengono faccio vedere io. E infatti fa ve­ mai determinate da impulsi moralistici: dico moralistici, e non dere questo: etici, perchè il ravvedimento del console Bendick è tutto tratte­ Corrado Alvaro, scrive: « Un au­ nuto in superficie). La progressione drammatica è regolata a tore vuole significare una cosa, priori, i personaggi adattati all’assunto, invece che viceversa, ed essi (i registi) gliene fanno non resta quindi di positivo che un’efficace e pittoresca descri­ dire un’altra. Non si colpisce il zione d’ambiente, tanto più singolare quanto più è lontana nel­ perchè d’un \simile sgambetto del lo spazio e nel tempo la realtà sociale messa in satira, spesso regista, se non tenendo a mente con giusta asprezza, da Ibsen. Evidentemente l’opera è servita di l’aria di superiorità del critico, suo autore per ■aprirsi il varco verso un nuovo modo di considerare del regista, dell’esegeta, sull’ope­ la realtà, di prenderla in esame, di intervenire in essa. La spiegazione ra d’arte, che è uno dei fenomeni comunque va posta al finale. O meglio così è stato fino a pochi giorni della cultura d’oggi. Sì direbbe fa, perchè con questo spettacolo invece l’opera di Ibsen ha avuto un che critici, registi, esegeti, si ser­ altro finale, quindi si è ripiombati tra gli interrogativi, nell’oscurità. vano dell’opera id’arte come d’un Il console Bendick non si confessa più in pubblico, ma nell’interno pretesto. Intelligenti, raffinati, in­ della propria coscienza, poi si reca al balcone per parlare alla folla, tellettuali, o quasi, guardano l’o-. ma su quello che si appresta a dichiarare cala il sipario. Si è tentati pera d’arte dall’alto. La disprez­ dall supporre che continuerà a fingere e ad ingannare carne prima. zano. Le fanno la grazia di ser­ Praticamente si dà torto ad Ibsen. Perchè? E con quale prospettiva? virsene per i loro esercizi este­ Indubbiamente il regista Orazio Costa operando questo capovolgi­ tici e i loro pensamenti. Essi la mento ha inteso fare operai di revisione critica nei confronti del sanno molto più lunga. Se non pensiero e della divinazione> psicologica di Ibsen. Si è messo, forse fanno a meno dell’opera d’arte, senza supporlo, dalla parte del teatro ’’epico”, cioè d’ispirazione è che altrimenti non avrebbero e di critica storica, che esemplificarono successivamente Meyerhold, un’occasione per esprìmere i loro Piscartor, Bertolt Brecht. Cessata definitivamente lai funzione di spet­ gusti, e anzi non esisterebbero. tacolo popolare del teatro' drammatica dopo l ’avvento del cinema, « Certo, è più comodo ricorrere siamo pienamente convinti dell’opportunità, anzi della necessità che a un simulacro¡ di pentimento, il teatro drammatico> si ponga dinanzi alle opere del passato come pronunziato fra sé e sè, e termi­ dinanzi aliai realtà presente, con una visuale che le inquadri stori­ nare il dramma col trionfo della camente e criticamente. Ma per far questo — dopo aver senz’altro ipocrisia e del delitto, sebbene la lodato l’intenzione di Costa — occorre ¡anzitutto chiarire al pubblico conclusione sia esattamente Top- con tutti i mezzi registici a disposizione, che il pensiero dell’avitore poste a ciò per cui Fautore ave­ era quello, e che a posteriori il regista ne vede tcosi l ’effettivo svi­ va impegnato la propria ispira­ luppo. In secondo luogo dare questa impostazione ¡sin da quando zione, le proprie forze, e in con­ si alza il sipario• e non all’improvviso, quando sta per calare. Infine, clusione la missione della sua occorre che sia 1evidente per il pubblico quel che si vuol dire: se vita ». no, è inutile dirlo. Siamo- tra quelli, e cioè fra la maggioranza penso, Vito Pandolfi, ci invia in proposito che non capirono il perchè e di significato della modificazione. Sol­ questa sua nota, scritta per « Il tanto dopo ¡aver discusso- di essa con un critico, collega d’insegna­ Dramma» e quindi inedita: mento di Costa, potemmo< afferrare la ragione ¡della novità: Costa « Ogni dramma vive per il fina- aveva voluto comunicarci che in realtà le ’’colonne”, cioè i capi­ le: è là che sbocca, e si placa. tani d’industria, non si sono mai pentiti di nulla, e che nonostante Ne Le colonne della Società al i facili messianismi di Ibsen, tutto va avanti come prima. La ’’co­ finale abbiamo un’inattesa reden­ lonna” può magari intuire nell’intimo che la strada da percorrere zione, e al finale si scopre la se­ dovrebbe essere un’aMra, ma si guarda bene dal seguirla. Altri crìtici greta molla delia carica. Il con­ hanno visto invece un’affermazione cattolica, e ¡che ¡cioè accorra in­ sole Bendick, autorevole e signi­ nanzi tutto pentirsi dinanzi alla propria coscienza, e che la pratica ficativa ’’colonna della società”, calvinista della confessione pubblica non abbia ragione d’essere. Del divenuto tale in seguito a un cu­ resto, non interessa stabilire le intenzioni: il risultato apparve oscuro mulo di ipocrisie e di vergognosi e per ciò stesso non legittimo. Anche ¡se non si volesse discutere raggiri, si ipente del mal fatto sùlle trasformazioni compiute dal regista in rapporto alle intenzioni ’’coram populo”, restituisce il dell’autore (se risultassero' o no contrarie al suo modo di vedere le mal tolto e invita gli ascoltatori cose, ammettendo anche che gli fosse stato concesso di divenire pro­ in platea e in palcoscenico a se­ prio postero). In altri termini il regista non dev’essere altro che il guirlo sulla via di Damasco, fa­ continuatore dell’autore, la sua voce approfondita, attualizzata, even­ cendosi guidare da quelle ancel­ tualmente tecnicizzata. E non potremmo mai approvare un suo inter­ le che si chiamano sincerità e vento che contraddica allo spirito dell’autore. Orazio Costa si è effet­ libertà. Tutto è bene quel che tivamente posto negli sviluppi del pensiero di Ibsen? Lasciamo' so­ finisce bene, ed Ibsen pensa di speso questo interrogativo', ¡considerata anzitutto l’oscurità della sua aver raggiunto il duplice scapo di criticare, e di riedificare su soluzione. nuove, salde basi morali, sia pu­ « Questo spettacolo si è così ingorgato al finale. Fino a quel punto re attraverso i tipici meccanismi si era mantenuto• su di una linea nobile e rigorosa, diretta a met­ drammatici alla Sardou. Proba­ tere in luce le tempestose vicissitudini psicologiche ¡con misura e bilmente alla sua eipoca questi ritmo adeguati. Si ¡avvertivano alcune insufficenze di distribuzione. scapi benefici poterono sembrare Ad esempio Timo Buazzelli nella parte del protagonista apparve attore molto dotato, ma, ancora non sembra essere a suo agio il giovane per simili responsabilità Piccolo Teatro di Roma, di cui e inadatto fisicamente a rappre­ il repertorio, e a volte anche le sentare personaggi di questo ge­ realizzazioni, risultano piuttosto nere. Si notarva, inoltre un netto disorientati e incerti nel gusto. >!< La nostra lettrice, signora Gaspa­ contrasto di stile tra Evi Malta­ Proprio sul piano della cultura ra Somelli ci perdoni, ma dobbia­ gliati, Tino Carrairo e gli altri in­ e della sua vitalità, perchè inau­ mo parlare due secondi di Gui­ terpreti, fra cui erano principali gurare la stagione del solo tea­ dino Sacerdote, il farmacista ma­ Carla Bizzarri, Anna Miserocchi, tro stabile della capitale, con uno ledetto. Anna Proclemer, Antonio Batti- dei lavori più inutili e più in­ Noi faremmo volentieri a meno di stella, Nino Manfredi. I primi vecchiati del grande, ma lontano nominarlo, ricordando una lettera peccavano per accesso di moder­ Ibsen? ». della lettrice Somelli, con la quale nità, gli altri sembravano a volte domandava perchè ci occupiamo Fatte le debite proporzioni e sta­ di Sacerdote, che non ha nulla a un po’ troppo trattenuti dal ri­ che vedere col teatro, ma l’amico spetto per il testo. Le figure mi­ bilite giustamente le distanze tra nostro Enrico Bassano ha man­ nori del dramma vennero qual­ Franco Zeffirelli e Orazio Costa, dato un aneddoto che riguarda il che volta colorite con un realismo il risultato è che la molla della manipolatore di pillole e deside­ piuttosto pesamte. Ma nel com­ regìa, o per inesperienza o per riamo prendere i soliti due pic­ presunzione, non sempre funzio­ cioni e fare due favori: a Guidino plesso lo spettacolo si tenne, m na come dovrebbe. E ci rimetto­ ed a Bassano. virtù anche dell’armoniosa e fun­ no — fatte le debite proporzio­ Dunque, secondo Bassano, alla sta­ zionale cornice scenica ideata da ni e stabilite giustamente le di­ zione di Milano arrivano dodici Valeria Costa, ad un alto• livello stanze — Bertolazzi e Ibsen. E ballerine inglesi, scritturate da Re­ raffigurativo, fu mosso in un’at­ il Teatro, naturalmente; e il pub­ migio Paone per una sua Compa­ mosfera pienamente convincente. blico, naturalmente. gnia. Le riceve — inviato da Pao­ Notammo in modo particolare gli ne — il farmacista in questione. Guidino, confuso tra le ballerine accenti sinceri, sofferti e poi li­ la cui taglia varia dai metri 1,70 berati, di Anna Proclemer (Di­ agli 1,85, esclama: na), Carla Bizzarri (Betty), e — Ma come fate ad essere tutte della debuttante (a volte incer­ così grandi? ta) Anna Miserocchi. Avrebbe lo­ PER LA CASA 0! RIPOSO E una delle fanciulle che ha im­ ro giovato una maggiore comu­ DEGLI ARTISTI DRAMMATICI parato l’italiano in una tournée nicatività, l’abbandono di un precedente di Paone, replica: PRIMO ELENCO DEL SESTO MILIONE — Dite piuttosto icome fa mister certo pudore che dà sempre la Paone ad avere degli amici così impressione di un impegno ”en Come abbiamo detto nel fascicolo piccoli! amateur” (quasi tutta la com­ scorso, in cinque elenchi della nostra Signora Somelli, li compianga: vede pagnia, inoltre, ha voluto fare a sottoscrizione permanente, abbiamo a che punto si sono ridotti i nostri meno di truccarsi; le differenze raggiunto il quinto milione con una amici? Bassano e Guidino credono di età tra le diverse generazioni eccedenza di 113.975 — che per chiu­ che questo sia un aneddoto. scomparivano, con notevole di­ dere di volta in volta un milione >'fi Bene, dopo questa brutta figu­ sorientamento dello spettatore, giusto — riportiamo in questo ra, raccontiamo una storiella pia­ perchè la maggioranza degli in­ Eccedenza del milione prece­ cevole cercando un amico che sì terpreti era più giovane del per­ dente ...... (Riporto) L. 113.975 PIERO MONAlLDI, ricevute presti. Trovato: Collino, il gros­ sonaggio: si sa come questo sia da Giacompoi di Buenos sissimo Collino della Compagnia ben più pericoloso di ogni rin­ Aires e passate a noi, qua­ Besozzi. Dunque, Collino ottiene giovanimento). le importo di una recita un appuntamento da una allegra « Non si può nascondere che pesa di beneficenza fatta a suo giovinetta e va in casa di costei tempo in quella città dalla a prendere il tè, come si dice nel­ a volte su questi giovani e in Compagnia Torrieri - Gass- certo senso coraggiosi teatri sta­ man al Teatro Odeon le commedie francesi. Con molta (l’importo totale fu diviso calma incomincia a spogliarsi, e bili, un certo sospetto di dilet­ tra la Casa del Teatro di man mano che si toglie un indu­ tantismo, che occorre venga fat­ Buenos Aires, istituzione mento, apre la finestra e lo la­ to dileguare totalmente (biso­ uguale alla nostra, e la scia cadere nel vuoto. La giovi­ Casa di Riposo)...... » 42.000 gnerebbe anzitutto affidare i ARMANDO ROSSI, per gli netta, prima stupita, poi sbalordi­ ruoli ad attori che posseggano la « Amici delia Piccola Ri­ ta, infine terrorizzata, grida: maturità artistica necessaria per balta di Torino » sesto ver­ — Ma come farai ad uscire? samento ...... » 25.000 — Fino a quando riuscirò a pren­ sostenerli). E’ naturale che al­ dere il tè, sarà cambiata la moda. l’inizio sia questo l’ostacolo da Jsfgpln memoria di SABATINO LOPEZ superare, e d’altra parte questa e perchè una camera della Casa * Anche a Roma Gran Baldoria, conquista dell’arte dà un’agile e di Ripose porti il suo uomo la rivista di Remigio Paone, ha talvolta seducente freschezza di avuto il successo entusiastico di SISA, ROBERTO E GUIDO Milano. Dopo la prima rappresen­ impulsi. Ma per camminare po­ LOPEZ...... L. 30.000 sitivamente su questa strada — SOCIETÀ’ ITALIANA DEGLI tazione, uno dei tanti che vanno visto che giustamente la si vuol AUTORI E EDITORI . . » 50.000 in palcoscenico perchè si debbono UNO SCOLARO GENOVESE complimentare con qualcuno o percorrere in altra direzione che DI CINQUrfNT’ANNI FA » 50.000 qualche cosa, rivolto a Remigio non quella del professionismo, in COMPAGNIA « GIOI-CIMA- gli dice: RA-BAGNI » ...... » 13.500 una direzione culturale — repu­ TEATRO ALLA PERGOLA di — Come hai l’aria contenta! tiamo necessaria almeno una FIRENZE...... » 10.000 E Remigio: TEATRO AUGUSTUS di GE­ — Non ho l’aria; sono contento maturità culturale, una seria NOVA ...... » 10.000 davvero. preparazione, una diretta cono­ EDDA ALBERTINI , . . . » 5.000 Proprietà artistica e letteraria riservata alla scenza del teatro vivente, sia GIULIO GIROLA...... » 1,000 Soc. Editrice Torinese - Corso Valdocco, 2 - nuovo che eterno. E in questo TOTALE L. 350.475 Torino - LUCIO RIDENTI: Direttore responsabile- INDICE 4 . - otvao n ae nsr gadn, commedia giardini, pace nostri Coltiviamo in i - 146 . . Georges di atti in tre Roland; vers. 1 45 - Johnny - Beiinda, commedia Elmer di145 atti in tre Harris; Bruno vers. di it. Arcangeli uomini, degli e dramma Notte -144 . un . in atto di Jean Bernard-Luc; vers. it. di Connie Ricono. 4 . - Marea settembre, - di .143 commedia . quattro quadri Daphne e atti di tre in du Maurier; La neve - . 142 sporca, . un prologo Georges di attie tre Simenon; vers. di Gianni it. Nicoletti. 4 . - eai e l ger ovvero Capitano guerra Carvallo, il commedia la per Gerani - . 141 . tradizionale tre in 139-140 Dafne - Laureola, commedia quattro in di James atti Bridie; vers. Leila di it. Aimerito. 3 L’uomo cenere, di un prologo e treatti di André Obey;138 Paolo vers. di it. Campanella. 3 . - Giuditta, tragedia - . 137 . Jean di atti in tre Giraudoux; vers. Emilio di it. Castellani. Present. 3 . - igi i Paradiso, Viaggio - . in 136 commedia . quattro in quadri Sacha di Guitry; vers. di Connieit. 3 . - a versione La Browning, - . scene 135 . Terence di Mirella Ducceschi. Rattigan; di vers. it. 3 . - r ms d prigione, mesi di commedia Tre - . 134 . quattro in Charles di atti Vildrac; paura La numero -133 . uno, vers. commedia . it.di Suzanne Eduardo in di tre atti De Filippo. Present. Enrico di 3 . Gi lii cinque ultimi Gli - . minuti, commedia 132 in tre atti di Aldo De Benedetti. Present.: Funziona 3 Sullesoglie della storia, commedia 131in tre atti di Anna Bonacci. Present.: Comicità, sublime 3 - ia felice, Vita - commedia e atti sei in tre quadri 130 Samuel di Taylor; vers. Ada di Salva it. 2 . - La morte -129 . del Faust, dottor . tragedia per music-hall in un prologo e tre atti Michel di D< 2 . - Ricordo - mamma, . la 128 . commedia due in parti di John Van Druten; vers. diit. Laura De 2 .. - l pretore De Il Minimis, - tre127 . atti . di Guglielmo Giannini. Present.: Il maximumdi De Minimi: 2 . - Carissima - . 126 sei e Ruth, . atti quadri tre Norman di Krasna; Ada Salvatore di vers. it. - - . R O T A T N E S E R P - I R O T T U D A R T Processo - - 125 I agli . innocenti, R O commedia T U A in treatti Carlo di Terron. Present. l l Enzo di l Ferrier r l l i i l i m l l 123-124 L’Ereditiera, - commedia due in tempi sette e quadri Ruth di e August Goetz; vers. f l angeliGli sono con noi, mistero in un atto di T. B. Morris; vers. Sergio di it. Cenalino. noi, n to i Roberto unAntonio, atto di Zerboni. lu d famiglia,Album di un atto Noél di Coward; vers. Mario di it. Beltramo. Colui che viveva sua la morte, commedia un in Marcel atto di Achard; di vers. It. l al dl eet Hl, commedia atti di Gabriel Helt, tre tenente del ballo in Arout; Il vers. di Giu­ it. Processo Giovanna, a radiodramma Vito Pandolfì. di Present. Alberto di Magli. Breve incontro, commedia in cinque quadri Noél di Coward; vers. it. di Mario Beltramo. Parla Kellermann, radiomonologo di Josef Martin Bauer; vers. Dante di it. Raiteri. Hiroshima, radiodramma Oscar di Wessel; vers. Dante di it. Raiteri. La Cantata dei Pastori, pastorale in tre atti del poeta secentesco Andrea Perrucci. Presern ’lio sognoL’ultimo della signora radiodramma Cairi, di Gino Pugnetti. Andrea, radiodramma Anna di Luisa Meneghini. fiori che fucili. t d Cesare diit. Meano. Daniele D’Anza. vers. Ada di it. Salvatore. ti i Denis diatti Cannan; vers. Ada di it. Salvatore. Present. Basii di Maloney: Meglio Present. Marcel di Le Due: Orgoglio e pregiudizio. S u z a n n eR o c h a t . seppina Rosi. Present. di Sergio Cenallno: lauro Il che non cresce in Scozia. Present.: Don Giovanni l’alchimia o della cenere. Giannidi Nicoletti: Una Giuditta che cade. B a s s a n o :P a u r a dE i d u a r d o . Ricono. Present.: Temporale d'estate. Present. Gigi Cane: di Coraggio, mister Chips. sotto ogni meridiano l'orologio Aldo De Benedetti. di scherzo sulla sofferenza. Rochat. Present. Giannidi Nicoletti: Ma se ci fosse abbastanza amore. i suoe il teatro metafìsico. Terron,o della crudeltà. tore. Present.: Robert Bob Bibi. e di Renato Simoni: La cantata dei pastori; e Lorenzo di Gigli; Andrea Perrucci. Ghelderode; adatt. di Anton Giulio Bragaglia. Present. di Gianni Nicoletti: Ghelderodi Present.: Ruth cioè Miriam, cioè tutte due e insieme. Bono. Present.: La menzogna necessaria. i Adadi Salvatore. Present.: Una donna microscopio. al autori e saggi dì varia letteratura drammatica Fase. n. I Pag. rase. n. rag. Accademia d’arte drammatica a Roma (Consi- Montherlant (Posizione Teatrale di Henry De) derazioni intorno agli spettacoli dell’) . 138 60 Cenalino ...... 146 Alla ricerca della verità - Nicoletti ...... 138 57 Morselli - Viviar.i...... 123-124 Belasco (B come) - Cane...... 134 49 Niccodemi (I 4 inchiostri di Dario) - Frattini 126 48 Bernstein (Henry) l’inventore della balistica Niente da fare coi Colombiani: per loro teatro scenica - Nicoletti ...... 130 40 come peste - Nicolaj ...... 135 60 Bevilacqua Giuseppe (Addio Bepi) - Ridenti 131 4 Non c'è pace tra le quinte - Cane...... 132 45 Brecht - Breviario di estetica teatrale . . . . 127 31 O’ Casey Sean - Fallon ...... 128 57 128 39 Odets (Clifford) - Tempie...... 130 38 129 54 Old Vie (Rose e spine delia) - Cenaimo . . . 137 39 Centenario d’una pazzia (Il cappello di paglia Pagliaccio fanciullino del teatro contempo- di Firenze) - Morfeo...... 139-140 46 raneo (II) - Viviani...... 133 33 Chiesa e i comici: morale e teatro (La) - Morteo 143 38 Pirandello nei mondo - Lo Vecchio Musti . . . 127 38 Cocteau (L’avventura di) - Nicoletti ...... 133 35 Pirandello se non cosi - Frattini ...... 131 56 Colette - Billy...... 138 51 Posizione del critico - Cane ...... 139-140 92 Courteline Georges - Nicoletti ...... 141 49 Presenza invisibile (La) - Pastore...... 139-140 39 Danze (America) - Goth...... 139-140 56 Ritorno dell’arte nel teatro - Viviani...... 139-140 88 De Filippo (Eduardo poeta due volte) -Vergani 143 48 Rocca Gino - Possenti...... 127 58 Durante (Checco) alla corte con Giovanni Sabbattinl Nicola - Morteo...... 142 42 Giraud - Pandolfì...... 132 40 Shakespeare uno e due - Gigli...... 134 57 Festival scespiriano di Stratford-Upon-Avon - Slmoni Renato (Non premiato ma onorato a Matthews...... 141 55 Milano) - Palmieri...... 133 44 Feydeau - Romani...... 133 41 Situazioni drammatiche (Le) - Nicoletti . . . 128 Si Fry Christopher (Non firma appelli per la pace) Spettacolo (Due studi sullo) Pandolfì . . . 131 59 - Cenalino...... 142 58 Teatri dei servi - Gourfìnkel ...... 137 5u Gide André...... 128 50 Teatro a Giamaica - Nicolaj ...... 137 48 Gide André - Gigli...... 133 35 Teatro a Tarascona - Bergoglio...... 139-140 49 Giraudoux Jean (il segreto dolore di) - Pandolfì 139 36 Teatro americano (Panorama del) - Gigli 137 45 Gloria nel teatro (Dall’alba al tramonto la) Teatro argentino - De la Guardia...... 136 .0 - Le Due ...... 136 45 Teatro belga - Lovlnfosse...... 139-140 97 Guitry Sacha - Guerriero...... 134 51 Teatro canadese - Zana ...... 136 55 Hebbel, le tragedie - Pastore...... 131 39 Teatro francese (Mezzo secolo di) - Nicoletti . 132 47 Intuizione drammatica (L’) - Brod...... 145 40 Teatro germanico - Rohde...... 137 55 I.T.I. (IV Congresso delteatro a Oslo)-Calvino 137 49 Teatro nel Venezuela - Bonaca...... 126 50 James Henry...... 139-140 85 Teatro nella verde terra del Quetzal - Nicolaj 139-140 93 James Henry -' Read ...... 123-124 42 Teatro svedese...... • • • ■ ¡36 58 Joyce (James) - Cenalino...... 145 43 Teatro tedesco attuale (Non esiste un) - Ottone 129 4z Leggenda di Amleto (La) - Gigli...... 143 45 Testoni Alfredo (Scoperta di) - Palmieri . . . 130 Lenormand H. R...... 128 50 Uomo attore marionetta - Craig...... 139-140 59 Lèrmontov - Viviani...... 128 36 Ustinov Peter - Cenalino...... 133 57 Lopez Sabatino - Bernardelli...... 145 47 Verga Giovanni (A cinquantanni dal silenzio di) Miller (Arthur) fra padri e figli - Cane . . . . 138 43 - Pandolfì...... 137 45 Molto difficile fare il critico (È) (Maurice Boissard - Paul Lèautaud) - Nicoletti . [ 123-124 127 g FIGURE DE ATTORE - TECNICA DELLA RECITAZIONE - REGIA E SCENOGRAFIA Fase. n. Pag. Fase. n. Pag. Aspirazioni della pantomima - Bentley . . . . 132 52 Molla della carica (La) - Pandolfì...... 146 52 Becci Franco - Ridenti...... 145 55 j Novello ivor - Maloney...... ■ • • 3® f 4* Betrone (Addio, Annibaie) - Ridenti ...... 123-124 49 Olivieri Egisto (La bella fine) - Simom - Olivieri 39-140 J Donadio (Gitilo col cuore in mano) - Ridenti 136 4 j Pitoèff Ludmilla - Ridenti ...... 142 52 Galli Dina - Ridenti ...... 129 40 Reg'sta uomo di cultura - Schm d t ...... 144 24 Gandusio Antonio (Da oggi farai le farse) Ruggeri sotto microscopio (Una recita di) - Simoni ...... !35 31 Terron ...... 135 58 Gandusio Antonio (Toni per i suoi Tonino per Ruggeri Ruggero - Ridenti...... 146 32 noi) - Ridenti...... 135 36 Ruggeri (Da Aligi a Corrado Brando) - Ruggeri 146 34 Govi (Gilberto): entrata comica - Bassano .126 42 Scena all’italiana (La) ...... 125 30 Gramatica Emma - Kemp ...... 146 49 § Secolo dell’invenzione teatrale (II) - Damerini 142 33 Gramatica (Irma vuole esser creduta morta) jj Temperamento dell’attore - Bernardelli 146 37 - Surchi...... 123-124 46 | Ulanova (Gaiina) la migliore danzatrice del Grock Grock’ ...... *32 34 | mondo - Surchi...... 136 31 Jouvet Louis (Addio caro) - Ridenti...... 139-140 36 | Jouvet Louis (Addio a quarantanni di Teatro | francese) - Barrault...... 141 38 g RIBALTA ITALIANA ______Fase. n. Pag. Fase. n. Pag. Altitudine 3200 - Luchaire...... 128 46 Ciao, nonno! - G. Giannini ...... 127 56 Amante militare (L’) - Goldoni ...... 145 3! Cicogna si diverte (La) - Roussin ¡46 46 Amleto - Shakespeare...... 136 30 Cocktail Party - Eliot ...... 3-124 ,2? Amor punito (L’) - Anouilh...... 128 44 143 57 Anna per mille giorni - Anderson...... 126 46 Colombo - Claudel...... Ij9-I40 44 Antonio e Cleopatra - Shakespeare...... 144 36 Colonne della società (Le) - Ibsen ...... 145 52 Apocalisse a Capri - Soliima ...... 130 52 Coltiviamo in pace i nostri giardini - Roland . 143 52 Asmodée - Mauriac...... 146 38 Commedia degli straccioni - Caro ...... 123-124 113 Assassinio nella cattedrale - Eliot...... 138 48 Conserviamo le nostre cattive abitudini - Avaro (L’) - Goldoni...... 141 40 Monicelli ...... ¡33 53 Avventura ad Aix - ies - Bains Bonelli e De Creatura umana - Calvino ...... 130 51 Benedetti ...... 139-140 96 Detective Story - Kingsley ...... 127 55 Belvedere, governante rubacuori - Davemport . 127 57 Dio lo sapeva - Salacrou ...... 131 44 Calandrino in commedia - Boccaccio...... 143 43 Dodicesima notte (La) - Shakespeare 141 40 Cari inganni ili - Priestley ...... 143 52 Don Juan Tenorio - Zorrilla...... 142 48 Casa di bambola - Ibsen ...... 128 45 Eccezione e la regola (L") - Brecht...... 128 42 Casa Nova (La) - Goldoni ...... 141 40 Elettra - Sofocle...... 42 46 Cesare e Cleopatra - Shaw...... 144 36 Ennco IV - Shakespeare...... 38 46 Chéri - Colette e Marchand...... 146 47 Epreuve (L ) - Manvaux ...... 136 28 l Segue: RIBALTA ITALIANA Fase. n. pag. Fase. n. pag. Figlio (II) - Bellodi...... 143 52 Opera dei tre soldi - Brecht...... 128 42 Fratello e sorella - Goethe...... 131 43 Oro matto (L’) - Giovaninetti..... 130 49 Furberie di Scapino (Le) - Molière...... 136 28 Peer Gynt - Ibsen...... 125 34 Giocatore (II) - Betti...... 133 52 Pulce nell’orecchio (La) - Feydeau...... 143 51 Giorgio Washington ha dormito qui - Hart e Re Candaule - Gide...... 139-140 96 Kaufman ...... 125 37 Regina e gli insorti (La) - Betti ...... 126 44 Giovanna e i suoi giudici - Maulnier ...... 139-140 95 Répétition (La) - Anouilh...... 141 40 Glauco - Morselli...... 139-140 96 Ricordo dell’avvenire - D’Errico...... 128 59 Harvey - Chase^...... 123-124 119 Ritorna, piccola Sheba - Inge...... 129 31 Innamorati (Gli) - Goldoni...... 131 43 Sagra del Signore della nave (La) - Pirandello. 141 47 Intermezzo - Giraudoux...... 129 29 Sangue sulla neve - Tanzi...... 132 32 Intrichi d amore (Gli) - Tasso...... 142 47 Scontro nella notte - Odets...... 133 49 Invito al castello - Anouilh...... 143 52 Scorciatoia (La) - Luciani...... 134 40 Johnny Belinda - Harris ...... 143 38 Seduttore (II) - Fabbri...... 143 49 Ladro di ragazzi (II) - Supervielle...... 126 47 Sognatrice (La) - Rice ...... 143 57 Leocadia - Anouilh...... 131 44 Sole non si ferma (I!) - Bevilacqua. 123-124 121 Livrea (La) - Zardi...... 131 42 Sombrero de très picos (El) - Alarcón . . . . 142 50 Lontana parente (La) - Possenti...... 127 54 Sulle soglie della storia - Bonacci...... 129 31 Malato immaginario (II) - Molière...... 136 29 Tavola è rotonda (La) - Vario ...... 131 43 Medico Volante (II) - Molière...... 145 31 Terrore e miseria del terzo Reich - Brecht Miles gioriosus - Plauto...... 133 53 (due scene)...... 128 42 Moglie di Don Giovanni (La) - Terron . . . . 133 54 Tre mesi di prigione - Vildrac ...... 131 36 Moglie è troppo bella (La) - Duran...... 123-124 120 Trittico - Zerboni...... 134 39 Montserrat - Robles...... 123-124 118 Ultimi cinque minuti (Gli) - De Benedetti . . 127 54 Morte di Danton (La) - Büchner 125 36 Vacanze di Jack Taylor (Le) - Trabucco . . . . 132 32 Morte di un commesso viaggiatore - Miller . . 128 48 Valigie erano pronte (Le) - Benelli...... 135 38 Mulatto - Hughes...... 123-124 112 Vedova scaltra (La) - Goldoni ...... 135 37 Non giurare su niente - De Musset...... 133 50 Ventiquattr’ore felici - Meano...... 141 48 Oh! il matrimonio!... - Shaw...... 126 44 Viaggio in Paradiso - Guitry...... 134 40 O di uno o di nessuno - Pirandello 146 45 Vita felice - Taylor...... 123-124 118 RIBALTA FRANCESE E SPAGNOLA Fase. n. Pag. Fase. n. Pag. Caves du Vatican (Les) - Gide...... 125 45 Lorsque l’enfant paraît - Roussin ...... 146 39 Centaures (Les) - Campserveux...... 131 55 Magie Rouge - De Ghelderode...... 132 56 Colombe - Anouilh...... 129 37 Malatesta - De Montherlant...... 125 46 Complexe de Philemon (Le) - Bernard-Luc .1 2 6 53 Martine - Bernard...... 123-124 53 Condamnés (Les) - Deguy ...... 126 54 Monsieur Bob’le - Schéhadé...... 128 50 Corps et âmes - Van der Meersch...... 131 55 Mort pour rien - Fabre-Luce . . . . 123-124 52 Démoniaques - Durafour...... 128 50 Neige était sale (La) - Simenon...... 126 52 Diable et le bon Dieu (Le) - Sartre 131 55 Obstacle (L’) - Branville ...... 131 55 , ,33 42 Oncle Vania T Cecov...... 131 55 Dieu le savait - Salacrou ...... 125 45 B Prince du sang - Noël ...... 133 43 Feu qui reprend mal (Le) - Bernard ...... 123-124 53 Pulce nell’orecchio (La) - Feydeau...... 146 39 Grande et la petite manoeuvre (La) - Adamov 123-124 53 j Rome n’est plus dans Rome - Marcel...... 133 42 Ile heureuse (L’) - Aumont...... 128 50 Sabre de mon père (Le) - Vitrac . 129 39 Invasion (L’) - Adamov...... 123-124 53 Seconde (La) - Colette...... 128 50 Lazare - Obey...... 146 59 J Tapage nocturne - Sauvajon...... 131 55 Lorsque l’enfant paraît - Roussin...... 144 40 Neïi’ardenté oscurità - Vallejo...... 138 63 RIBALTA AMERICANA ^ Fase, n. Pag. Fase. n. Pag. Angel in the Pawnshof - Shiffrin ...... 127 44 Music Circus...... 138 53 Autumn Garden (The) - Hellmann ...... 133 46 Nemico del popolo (Un) - Ibsen . . 127 41 Bell, Book and Candle - Van Druten...... 125 38 Not for Children - Rice ...... 131 47 Big knife (The) - Odets...... 125 39 Romeo and Juliet - Shakespeare...... 135 57 Bless you all - Rome...... 127 42 Rosa tatuata sul petto (La) - T. Williams . 131 45 Buio a mezzogiorno - Kingsley...... 131 47 Second Thresold - Barry ...... 127 41 Cellar and^ the Well (The) - Pruneau...... 127 42 Sonno di prigionieri - Fry ...... 142 58 Country girl (The) - Odets...... 125 39 Story for a Sunday Evening (A) - Crabtree . 1 2 5 39 Cyrano de Bergerac - Rostand ...... 125 40 Twentieth Century - Hecht e Mac Arthur . . . 127 43 King and I (The) - Rodgers e Hammerstein . . 135 56 Let’s Make an Opera - Crozier...... 127 44 Mary Rose - Barrie...... 133 48 Moon is Blue (The) - Herbert ...... 133 47 RIBALTA INGLESE n. Pag. Fase. n. Pag. Amleto - Shakespeare...... 136 37 Henry V - Shakespeare...... 130 48 Antonio e Cleopatra - Shakespeare...... 134 44 Lace on her Petticoat - Aimée Stuart...... 132 43 Ardèle - Anouilh ...... 145 38 Loaves and Fishes - Maugham...... 134 45 Bal des voleurs (Le) - Anouilh ...... 145 38 Longitudine 49 - Tank...... 123-124 56 Beauty and the Beast - Stuart Gray ...... 126 39 Love of Four Colonels (The) - Ustinov . 1 4 5 37 Brothers (The) - Bunel...... 130 47 Macchina da scrivere (La) - Cocteau...... 123-124 55 Candida - Shaw...... 130 48 Martin’s Nest (The) - Morgan ...... 134 46 Cesare e Cleopatra - Shaw...... 134 44 Music at midnight - Bolton...... 123-124 55 Children Hour - Hellmann ...... 126 39 Otho the Great - Keats...... 132 44 Dear Miss Phoebe ...... 126 40 Our Lady’s Jester - - Knight...... 123-124 56 Ghost train (The) - Ridley...... 126 38 Preserving Mr. Panmure - Pinero...... 123-124 55 Glass of water - Scribe e Dukes ...... 132 44 ¡j Rendez-vous de Senlis (Le) - Anouilh...... 145 38 Segue: RIBALTA INGLESE Fase. n. Pag. Fase, n. Pag. Return from Tyassi - Levy...... 132 43 Traveller Withont Luggage (The) - Anouilh . . 145 38 Saint’s Day - Whiting...... 145 39 We Must Kill Toni - Stuart Black...... 134 46 Sei personaggi in cerca d’autore - Pirandello 126 39 Who is Sylvia - Rattigan ...... J26 40 Symphonie pastorale - Gide...... 126 39 Wort of art (A) - Cecov...... ¡23-124 56 To Doroty, a Son - Mac Dougall ...... 126 39 Yet Another Deirdre...... *3-124 56 Too Many Thumbs - Hivnor ...... 134 44 Zia di Carlo (La) ...... *26 39 ______TACCUÌNO ______Fase. n. | Pag. ^sc. n. Pag. Taccuino conciliante...... 123-124 7 Che cosa ti dicevo, i o ...... 135 Occhiali neri...... 125 7 Traguardo senza tappe...... 3° | La linea gotica...... 126 7 Fuori l’autore ...... 3' 5 Teatro e società...... 127 7 Ragionamenti ...... 3° ' Non danneggiamo nessuno...... 128 7 Fare i conti non è più necessario ...... 139-140 5 Critica pre-fabbricata ...... 129 7 Stringere i tempi...... ¡41 3 La mia morosa mi ha detto gnocco...... 130 3 Libertà del teatro...... ¡42 5 L’eccezione eia regola...... 131 5 Bilancio di un’iniziativa ministeriale...... 143 s il mulino e la farina...... 132 4 La legge e l’inganno ¡44 6 Cerchiamo, invece, di aggiungere una notadi più 133 7 Grane nel frigorifero...... 145 5 Sembra una favola, ma favola non è ...... 134 5 Premi sì e no ...... *46 4 ______BIBLIOTECA ______Fase. n. Pag. Fase, n. Pag. Camus Albert - De Luppé ...... 133 56 Modern English Drama - Reynolds...... 139-140 109 Cinéma italien, 1945-1951...... 137 64 Molière en Afrique noire - Ringel ...... 133 56 De quoi vivait Molière - [.oiselet ...... 133 56 Oxford Companion to the Theatre (The) . 145 56 Esprit de la Commedia dell’Arte dans le Théâtre Psicologia nell’arte drammatica (La) - Villiers ¡38 64 Français - G. Attinger ...... 127 61 Santa Giovanna dei macelli - Brecht...... 134 59 Invitation to ballet - Borodin...... 139-140 109 Tartuffe ou la comédie de l’hypocrite - Pontaille 133 56 Kean - Playfair ...... 128 60 That Plays the King (He) Tynan...... ^ 56 Life and the Theatre - Hudson...... 128 60 Voice and speech in the theatre - Turner . . 139-140 110 Maria Melato, nella vita e nell’arte - Bertini 138 64 Mastery of movement on the stage (The) - Laban 133 55 ______VARIE D * I T A L I A E FUOR» ______j____ Fase. n. Pag. Fase, n. Pag. A.A.A. Ancora autori ...... 138 4 Madre del diavolo l’autentica italiana - Palmieri 135 4 Alvaro, Alvaro, rendimi le mie ragioni - Cane 130 2 Manca una nota al «Maggio» - Surchi . . . ¡33 6 Avanspettacolo spettacolo indietro - Bassano 128 6 Orcen ...... ¡34 4 Avventura spirituale e assalto alla diligenza - Parigi - Le Due - Nepveu-Degas...... ¡45 48 Bragaglia...... 134 47 Piccoli di Podrecca (Marionette) - Terron . 143 53 Bilancio e pesi della bilancia - Palmieri . . . . 127 6 Piccoli di Podrecca (Marionette) - Bassano. ¡44 21 Brasile: migliore il caffè del teatro - Ferrari 144 41 Premio Italia - Di Giammatteo ...... ¡33 o Buongiorno Monica - Ridenti...... 132 4 Premio Italia 1951 - Pugnetti...... 144 42 Commediografi del futuro - Kahan...... 142 55 Recita senza sipario alla Casa di Riposo - Ridenti 135 26 Con riferimento a nostra del... - Palmieri . . 134 4 Serviti...... ¡41 2 Contributo al « Tartuffo » 1951...... 137 4 Tatiana si è arrabbiata...... 30 50 Doganieri di via Valadier (I) ...... 135 4 Torino, da febbraio, un nuovo teatro (A) - Cane 128 46 Follie della burocrazia - Gemini ...... 125 6 Tutto bene madama la marchesa - Palmieri . 129 44 Germania - Meincke...... 145 50 Tutto il mondo è paese - Hebertot...... 142 44 liii... issimi - Di Giammatteo...... 129 6 Vienna...... 145 52 Libertà di cultura e provvedimenti di polizia- Visconti...... 143 4 ATTORI NELLE COMMEDIE CHE HANNO INTERPRETATO (Riproduzione fotografica o disegno)______Fase. n. Pag. Fase, n. Pag. Alberici Luciano . . . - 128 56 Bracci ...... - ¡29 40 Albertini Edda . . . . - Peer Gynt...... 126 35 Braccini Lola...... - ¡32 33 Alegiani Annamaria . - La bottega del caffè .131 40 Antonio ...... ¡34 4j La livrea ...... 131 40 Brando Marion . . . . - 138 51 Almirante Luigi . . . - Giorgio e Margherita . 143 56 Brignone Lilla . . . . - La dodicesima notte . 141 41 Auclair Michel . . . . - Il ballo del tenente Helt 139-140 84 Elettra ...... 145 35 Auteri Clara...... - Gli innamorati . . . 131 40 Brown Pamela . . . . - La signora non e da Baddeley Angela . . . - She stops to conquer 137 44 bruciare • ;.• • • ¡^ Bagone Sergio . . . . - Gli innamorati .. . 131 40 Bruni Roberto. - Viaggio in Paradiso. . ¡34 4j Bankhead Tullulah . . - 138 51 Calhern Louis - 38 51 Barrault Jean...... - 132 51 Calindri Ernesto .. . - 25 37 136 34 - >30 36 Les enfants du Paradis 132 52 Vita felice.... 30 5 Les fourberies de Scapi n 136 34 Sulle soglie della storia 29 45 La Répétition . . . . 141 42 Giorgio e Margherita 43 56 Bellamy Ralph . . . . - 138 51 Calò Romano . . . . - 39-140 94 Benassi Memo . . . . - La bottega del caffè .131 40 | Carli Laura ...... - • T? Bennett Jill...... - Gerani per la guerra . 141 6 Giorgio e Margherita . 143 56 Bertolotto Gianni . . . - Ladro di ragazzi . . . 127 37 Carlini Paolo. - Damigella Bard . . . . 29 4ó Bettarini Cesare. . . . - Johnny Belinda . . . . 145 34 La città morta . . . . 29 46 Blasi...... - La livrea ...... 131 40 Carson Sorrei. - Johnny Belinda . . . . 144 35 Bianchi Tino...... - Cocktail Party . . . . 125 42 . Bizzarri Carla . . . . - 132 33 Cei Pina.- La città morta . . . . 29 46 La bisbetica domata .125 41 Cervi Gino...... - ¡31 4U Creatura umana . . . 130 35 Harvey ...... • 25 43 Fratello e sorella . . 131 40 La regina e gli insorti 126 36 Segue: ATTORI NELLE COMMEDIE CHE HANNO INTERPRETATO Pag- Pag- Gino Cervi . . Gli ultimi cinque minuti 127 54 Maldesi Luigi . ■ Antonio . . . . 134 41 Childress Alvin 138 51 Malleson Miles 137 44 Chiarini Arturo 135 30 Marchesini Celeste ■ Ladro di ragazzi . 127 37 Ciarli...... 129 40 Marchiò Gilda . 135 30 Cimara Luigi 139-140 64 Maresa Franca ■ Antonio . . . . 134 41 144 34 Marx Groucho 138 51 L’amor punito . . 129 45 Masina Giulietta ■ Gli innamorati 131 40 L'amor punito . . 129 46 Mazzotti Giovanna 144 34 La sognatrice . . 144 34 Melnati Umberto Viaggio in Paradiso 134 41 Cleyn Christie. . . ■ Viaggio in Paradiso 134 41 Merlini Elsa . . 142 57 Corti Enrica. . . . • Ladro di ragazzi . 127 37 145 45 Crasi Antonio . . . ■ La dodicesima notte 141 41 Mitchell Yvonne . - She stops to conquer 137 44 D’Angelo Carlo . . ■ Anna per mille giorni 126 35 Morelli Rina . . - Morte di un commesso De Cenzo Ramerò Viaggio in Paradiso . . 134 41 viaggiatore . . . 129 De Filippo Eduardo ■ La paura numero uno 132 33 Mprte di un commesso La paura numero uno 133 9 viaggiatore . . . 129 48 La paura numero uno 133 10 Moreno Marguerite - La folle de Chaillot . 139-140 36 De Filippo Titina . La paura numero uno 132 33 Moretti Marcello . ■ L’amante militare . . 145 33 La paura numero uno 133 9 Il medico volante . . 145 33 La paura numero uno 133 10 Morlay Gaby . . . ■ Celles qu’on prend dans De Giorgi Elsa 135 30 ses bras . . . . 146 41 La bottega del caffè . 131 39 Lorsque l’enfant parait 146 29 La livrea...... 131 40 Olivier Laurence . ■ Cesare e Cleopatra 136 35 Delavaire Madeleine 136 34 Antonio e Cleopatra . 136 36 L'Epreuve...... 136 34 Venere osservata . . . 146 30 De Valois Ninette 126 38 Onorato . . . . 144 33 Di Lullo Giorgio . . • Morte di un commesso Oppi Giulio . . . ■ La lontana parente 128 56 viaggiatore ...... 129 48 Pagnani Andreina 131 40 Dolfin Maria 133 45 133 45 Donald James Gerani per la guerra . 141 6 146 31 Ferrari Mario 128 55 Harvey...... 125 43 130 35 La regina e gli insorti 126 36 139-140 94 Gli ultimi cinque minuti 127 55 Creatura umana . . 130 35 Parravicini . . . ■ La livrea...... 131 40 Ferrari Paolo - L’amor punito . . . 129 45 Pastorino Franco Vita felice . . . . 125 36 Ferro Lida - L’amor punito . .. . 129 45 Vita felice . . . . 130 5 L'amor punito . . . 129 46 Paul Andreina L’amor punito . . 129 45 Finch Peter . . . . - Gerani per la guerra 141 6 Pavlova Tatiana . 142 51 Flemmyng Robert - Chi è Silvia? . . . . 126 37 Il mulatto...... 125 41 Foà Aroldo . . . . ■ Anna Der mille giorn 126 35 La lontana parente . 128 56 Gainotti Enzo . . . ■ Viaggio in Paradiso . 134 41 Pelly Anthony . Gerani per la guerra 141 6 Galli Dina . . . . 129 40 Pepe Nico. . . 130 35 Gandusio Antonio 135 31 132] 33 135 32 Gli innamorati . . . 131 40 Garrani Ivo . . - La regina e gli insorti 126 36 Petrolini . . . 144 33 Gassman Vittorio 128 55 Piaf Edith . . 146 30 139-140 94 Piazza Zora 128 55 Commedia degli Strac- Pierantoni . . . ■ Vita felice...... 130 5 125 41 Pilotto Camillo • Johnny Beiinda . . . . 145 34 Anna per mille giorni 126 35 Pi nel I i Giuliana - La lontana parente . . 128 56 Giannini Novelli Olga 135 30 Pisu Mario . . - Morte di un commesso Gielgud John . . . . • La signora non è da viaggiatore . . . 129 48 bruciare . . . . 142 58 Pitoëff Giorgio 142 52 Gioì V ivi...... 144 34 Pitoëff Ludmilla 142 52 Anna per mille giorn 126 35 143 55 Detective Story . . 128 55 Survivre...... 143 55 La sognatrice . . . 144 34 Polacco Cesare . . Anna per mille giorni 126 35 Girotti Massimo -Commedia degli strac Porel Jacqueline ■ Je l’amais trop , . 146 29 125 41 Principini Carlo . . Fratello e sorella . 131 40 Detective Story . . 128 55 Printemps Yvonne . 136 47 Goolden Richard Gerani per la guerra 141 6 Pucci Mario . . . . - L’amor punito . . . 129 45 146 29 Raye Carol . . . . ■ Dear Miss Phoebe . 126 37 Gramática Emma 146 29 Redgrave Michael . ■ She- stops to conquer 137 44 - Damigella Bard . . . 129 46 136 45 La sacra fiamma . . 129 46 Renauld Madeleine ■ La Répétition . . . 141 42 La città morta . . 129 46 Ricci Renzo . . . ■ Cocktail Party . . . 125 42 Gramática Irma . 123-124 46 Cesare e Cleopatra 144 36 Gravey Fernand . . - Je l’amais trop . . . 146 29 Riva Isabella . . 130 36 Gray Barry . . . 138 51 Ruffini Sandro . . - Enrico IV 138 132 34 Ruggeri Ruggero 49 132 37 146 32 Guasti Amerigo . . . 129 40 - La figlia di Jorio 146 32 Havilland (De) Olivia L’Ereditiera . . . . 123-124 10 Sabbatini Ernesto 130 36 Heathcote Thomas Gerani per la guerra 141 6 Vita felice...... 125 36 Hudd Walter . . . 137 44 Vita felice...... 130 5 Jouvet Louis...... 136 44 Santuccio Gianni - Enrico IV ...... 138 49 139-140 36 Servais Jean . . - La Répétition . . . 141 42 Don Juan...... 139-140 36 Beverini Leonardo - La bottega del caffè 131 40 La Folle de Chaillot . 139-140 36 Seygler Athene - Chi è Silvia? . . . . 126 37 Kondratov Juri . . 136 33 - Giorgio e Margherita 143 56 Labourdette Elina ■ La Répétition . . . . 141 42 Solbelli Olga 126 36 Lago Nais . . . . Damigella Bard . . . 129 46 Spada Marika . - L'amor punito . . . 129 45 La sacra fiamma . . . 129 46 Stivai Giulio - La città morta . . . 129 46 Leigh Vivien ■ Cesare e Cleopatra 136 35 Stock Nigel - She stops to conquer 137 44 Antonio e Cleopatra . 136 36 Stoppa Paolo - Morte di un commesso Luguet André . . Lorsque l’enfant parait 146 29 viaggiatore . . . 129 48 Magnani Anna 144 33 Terrel John . . 138 51 Magnetti Adelina 135 30 Topart Lise - Il ballo del tenente Helt 139-140 84 Magni Èva . . . . L’Ereditiera . . . . 123-124 9 Torrieri Diana 139-140 94 Cocktail Party . . . 125 42 Trifiletti Aldo - Gli innamorati . . . . 131 40 Cesare e Cleopatra 144 36 Ulanova Galina 136 33 Segue: ATTORI NELLE COMMEDIE CHE HANNO INTERPRETA TP Pag. Par. Vallier Francen Celles qu’on prend dans Volonghi Lina Vita felice 130 5 ses bras . . . . 1 46 41 Volpi Franco 130 36 Vallier Hélène Celles qu'on prend dans Vita felice...... 130 5 146 41 Giorgio e Margherita 143 56 Villi Olga . . 130 36 Welsh Norman 137 44 Vita felice 125 36 Williams Spencer . 138 51 Vita felice 130 5 Wynyard Diana - Gerani per la guerra 141 6 Volonghi Lina 130 36 Zareschi Elena 139-140 94 Sulle soglie della storia 129 45 Zoppelli Lia . . . . - La dodicesima notte 141 41 AUTORI (Riproduzione fotografica o disegno) Pag. Pag. Pag. Achard Marcel 146 30 Fry Christopher . 134 42 O’Casey Sean. . . . 128 58 Anouilh Jean 129 38 142 58 Odets Clifford . . . . 125 44 141 42 146 30 130 39 146 30 Giannini Guglielmo 126 36 O’ Neill Eugene . . . 125 43 Bernstein Henry 130 40 Gide André . . . . 125 44 Palmieri E. Ferdinando 130 36 130 41 129 35 Pirandello Luigi . 127 38 Bonacci Anna . 129 45 Giovaninetti Silvio 130 35 146 45 Brecht Bertoldt . 129 46 Guitry Sacha . . . 134 51 Rattigan Terence 134 42 Bridie James . . 128 56 134 52 Rice Elmer . . 125 43 139-140 9 134 55 Ridenti Lucio . 145 45 Calvino Vittorio . 130 35 136 47 Robles Emanuel 130 35 Cocteau Jean . , 133 34 Ibsen Henry . . 133 46 Roussin André 146 30 133 35 James Henry 139-140 85 Ruggi Lorenzo 135 29 133 36 Josset André . . 127 37 Sartre J. P. 131 55 133 37 Joyce James . . . 145 43 136 44 133 38 Kingsley Sidney 133 46 Sherwood E. Robert 125 44 Colette...... 146 31 Lindsay Howard . 125 44 Simoni Renato 133 45 Courteline George 141 48 Lopez Sabatino 145 45 Strindberg August 131 37 Coward Noël . . . 134 42 Mauriac François 146 38 Testoni Alfredo . 130 36 146 29 Miller Arthur . 125 44 Trabucco Carlo . 132 33 D’Amico Silvio . 139-140 63 133 46 Ustinov Peter 145 36 De Benedetti Aldo 127 54 Montherlant (Henry Vildrac Charles . 132 33 130 35 De)...... 146 41 Williams Tennessee 125 43 Fabbri Diego 143 56 O’ Casey Sean . . . 128 57 SCENE (Riproduzione fotografica o disegno) Pag. Pag. Pag. Albergo dei poveri (T) 144 30 Enrico IV ...... 138 49 Répétition (La) ou Amante militare (L’) 145 33 Epreuve (L’)...... 136 34 l’Amour puni 129 46 Amleto...... 137 41 Ereditiera (L’) . . . . 123-124 9 137 42 Amor punito (L’) (vedi Figlio per Dorothy(JJn) 126 38 141 42 La Répétition) . . Fourberies de Scapin Rosa tatuata sul petto Amore dei quattro (Les) ...... 136 34 (La) 131 44 colonnelli (L’) . . . 145 36 Fratello e sorella . . 131 40 She stops to conquei 137 44 Anna per mille giorni 126 35 Gente magnifica . . 127 36 Signora non è da bru Aquila a due teste (L’) 144 25 Gerani per la guerra 141 6 ciare (La) . . . . 142 58 Avaro (L’). . . . 137 42 Giganti della monta­ Sleep of prisoners (A 146 29 Ballo del tenente Helt 139-140 84 gna (I) 144 24 Sognatrice (La) 144 34 Bilora...... 144 27 Giorgio e Margherita 143 56 Sulle soglie della stori 129 45 Bottega del caffè (La 131 40 Innamorati (Gli) 131 40 Survivre...... 143 55 Buio a mezzogiorno 131 45 Johnny Beiinda 144 34 Teatro Università Caccia al leone . . 134 41 145 34 Calandrino in comme Ladro di ragazzi (II) 127 37 Teatro Università 143 56 Livrea (La)...... 131 40 Washington . . . 127 36 Carissima Ruth 125 41 Love’s Labour Lost 137 43 Theatre di Norman 127 36 Celles qu’on prend Madre (La)...... 127 35 Tre mesi di prigione 132 33 dans ses bras . . 146 41 Morte di un commesso Ultimi cinque minut Cesare e Cleopatra 144 36 viaggiatore . . . . 129 48 (Gli) 131 40 Città morta (La) 129 46 Mulatto (II)...... 125 41 Vedova (La) . . . 123-124 116 Cocktail Party. . . 125 42 Nemico del popolo Venezia salva . . 145 36 Country Girl (The) 133 46 (Un) 133 46 Versione Browning Creatura umana . . 130 35 Paura numero uno (La) 133 9 (La) 134 42 Dafne Laureola . . 139-140 9 133 10 Viaggio in Paradiso 134 41 139-140 10 Processo ...... 134 41 Viene l’uomo di ghiac Dear Miss Phoebe 126 37 Regina e gli insorti 129 46 126 38 (La)...... 126 Vita felice . . . . 125 37 Detective Story . . 128 55 Répétition (La) ou 130 5 Dodicesima notte (La) 141 42 l’Amour punì . . . 129 REGISTI, IMPRESARI, ECC (Riproduzione fotografica o disegno) Pag. Pag. Pag. Bentley Eric . . . . 129 45 Craig Gordon . . 139-140 60 Podrecca Vittorio 143 53 Bianconi Fulvio . . 145 45 Nobili (De) Lila 146 30 Re Riccardi Adolfo 135 29 135 30 Sacerdote Guido 135 30 Branduani Cesare . 145 45 Paone Remigio Strehler Giorgio . . • 138 49 Brissoni Alessandro 130 35 Perugia Renato 135 30 145 33 V

INDICE GENERALE DELLE OPERE PUBBLICATE NELLA NUOVA SERIE, DAL N. 1 AL N. 146

A casa per le sette - Robert C. Sheriff...... 117 Illustre concittadino (L’) - Indro Montanelli e Mario Luciani 96 A ciascuno secondo la sua fame - Jean Mogin . . . . I 13 Improvvisata di Parigi (L’) - Jean Giraudoux...... 108 Adamo - ...... 29 Intermezzo - Jean Giraudoux...... 78 Agnellini mangiano l’edera (Gli) - Noel Langley . . . 103 lo ho ucciso - Michael Clayton Hutton...... 111 Album di famiglia - Noèl Coward...... 131 Ispettore in casa Birling (Un) - J. B. Priestley . . . 35-36 Allegra verità (L’) - Noèl Coward...... 64 johnny Beiinda - Elmer Harris ...... 145 Amore di don Perlimplin con Belisa, nel suo giardin Leone della piazza (II) - llja Eremburg...... 74 Federico Garda Lorca ...... 12-13 Lettera d’amore di Lord Byron (Una) TennesseeWilliams 85 Andrea - Anna Luisa Meneghini...... 125 Libertà (La) - Carlo Terron...... 90 Angelo e il commendatore (L’) - Giovanni Mosca . . 80 Libreria del sole (La) - Diego Fabbri ...... 27-28 Anfitrione 38 - Jean Giraudoux ...... 84 Lontana parente (La) - Eligio Possenti...... 61-62 Angeli sono con noi (Gli) - T. B. Morris ...... 144 Lulu - Frank Wedekind...... 42-43-44 Anima per Giulia (Un’) - Vittorio Calvino...... 15 Luna è tramontata (La) - John Steinbeck ...... 18 Anna Lucasta - Philip Yordan ...... 109 Madre natura - André Birabeau ...... 22 Antigone - Jean Anouilh...... 8 Marea di settembre - Daphne du Maurier...... 143 Antonio - Roberto Zerboni ...... 137 Maria - André Obey...... 118 Aratro e le stelle (L’) - Sean O’ Casey ...... 56 Mariana Pineda - Federico Garcia Lorca ...... 12-13 Arciere (L’) - Vittorio Calvino...... 67-68-69 Medea - Robinson Jeffers ...... 87 Arsenico e vecchi merletti - Joseph Kesselring . . . . I I Mentre ballavamo - Noèl Coward ...... 113 Aspetta che venga la tua volta - Thornton Wilder . . 4 Mio cliente Ricciolo (II) - Norman Corwin ...... 94 Auprès de ma blonde - Marcel Achard ...... 31-32 Miracolo - Nicola Manzari...... 61-62 Auto-da-fè - ...... 63 Moglie del fornaio (La) - ...... 93 Ballo del tenente Helt (II) - Gabriel Arout...... 139-140 Montserrat - Emanuel Roblés ...... 119 Bar del crepuscolo (li) - Arthur Koestler ...... 45 Morte del dottor Faust (La) - Michel De Ghelderode . 129 Bifur - Simon Gantillon ...... 37 Morte lieta (La) - Nicolaj Nikolajevic Evreinov . . . 5 Brava gente (La) - Irwin Shaw ...... 4 Neve sporca (La) - ...... 142 Breve incontro - Noèl Coward ...... 135 Nina - André Roussin...... 104 Bugie con le gambe lunghe (Le) - Eduardo De Filippo 60 Noè - André Obey...... 53 Buona speranza (La) - Herman Heijermans...... 15 Non abbiamo più ricordi - Jean Blondel...... 40 Buon viaggio, Paolo! - Gaspare Cataldo ...... 16-17 Nostra fortuna (La) - Eligio Possenti...... 121 Cadetto Winslow (II) - Terence Rattigan ...... 88 Nostro viaggio (II) - Gherardo Gherardi...... 61-62 Caldo e freddo - Fernand Crommelynck...... 25 Notte degli uomini - Jean Bernard-Luc ...... 144 Calipso - Franz Theodor Csokor ...... 50-51 Notte del 16 gennaio (La) - Ayn Rand ...... 47 Cantata dei pastori (La) - Andrea Perrucci ...... 123-124 Now Barabbas... - William Douglas Home ...... 66 Carattere moscovita (II) - Anatolij Vladimirovic Sofronov 97 Odissea di Runyon Jones (L’) - Norman Corwin . . . 80 Carissima Ruth - Norman Krasna ...... 126 Pane amaro (II) - Massimo Gorki ...... 12-13 Casa di Bernarda Alba (La) - Federico Garcia Lorca . 19-20 Paparino - Dino Falconi...... 85 Casa Monestier - Denys Amiel ...... 33 Pari - Luigi Pirandello...... 26 Cavalle di Tracia (Le) - Maurice J. Valency ...... 70 Parla Kellermann - Josef Martin Bauer...... 130 Caviale per il generale -George S. George e Eugenie Leon- Partage de midi - Paul Claudel ...... 91-92 83 Pasqua - Johan August Strindberg...... 87 C’era una volta un boia... - René Laporte...... I 19 Pastor Hall - Ernst Toller...... 67-68-69 C’incontreremo alla Trinidad - Marcel Achard . . . 79 Paura numero uno (La) - Eduardo De Filippo . . . . 133 Ci sono già stato - J. B. Priestley...... 7! Pére humilié (Le) - Paul Claudel...... 99-100 Coltiviamo in pace i nostri giardini - Georges Roland 146 Pezzenti in Paradiso - André Obey e G. M. Martens . 101 Colui che viveva la sua morte - Marcel Achard . . . 139-140 Piatto d’argento (II) - Mario Ronco...... 50-51 Columbus day - Orson Welles ...... 42-43-44 Piccole volpi (Le) - Lillian Hellman...... 73 Componimento per la festività del Santo Natale - Pietro Pick-up-girl - Elsa Shelley ...... 27-28 Metastasio...... 99-100 Pietra del miracolo (La) - William Butler Yeats . . . 10 Concerto di sera - J. B. Priestley ...... 27-28 Poveri davanti a Dio - Cesare Giulio Viola...... 49 Conflitti - Paul Vincent Carroll ...... 30 Pretore de Minimis (II) - Guglielmo Giannini . . . . 127 Con loro - Guglielmo Zorzi ...... 55 Prigioniera (La) - Edouard Bourdet ...... 9 Così ce ne andremo - Vittorio Calvino ...... 41 Primo uomo (II) - Eugene O' Nei11 ...... I Cristo ha ucciso - Gian Paolo Callegari...... 72 Processo a Giovanna - Vito Pandolfì...... 136 Cronaca - Leopoldo Trieste ...... 31-32 Processo agli innocenti - Carlo Terron...... 125 Cronaca di Lidize - Franz Theodor Csokor ...... 23-24 Profonde sono le radici - Armand d’Usseau e James Gow 106 Cuore smarrito (II) - Noèl Coward ...... 50-51 Proteo - Paul Claudel ...... 108 Dafne Laureola - James Bridie...... 139-140 Puntate su Domattina - William Saroyan...... 19-20 Dama dell’insetticida Larkspur (La) - Tennessee Williams 65 Quadretto di don Cristobai - Federico Garcia Lorca . 12-13 Dream-Girl (La sognatrice) - Elmer Rice ...... 63 Quarto arriva (II) - Gian Francesco Luzi...... 33 Dieci poveri negretti - Aghata Christie ...... 34 Quattro donne - Marcel Mouloudji...... 52 Donna libera (Una) - Armand Salacrou...... 23-24 Questi fantasmi - Eduardo De Filippo ...... 16-17 Donne - Clare Boote ...... 2-3 Quinte dell’anima (Le) - Nikolaj Nikolajevic Evreinov . 23-24 Eclisse di luna - Howard Richardson e William Berney I 10 Rabbia nel cuore (La) - Paul Vandenberghe ...... 112 Edoardo, mio figlio - Robert Morley e Noèl Langley 107 Rebecca - Daphne Du Maurier...... 48 Ereditiera (L’) - Ruth e August Goetz ...... 123-124 Regine di Francia (Le) - Thornton Wilder...... Euridice - Jean Anouilh...... 50-51 Ricordo la mamma - John Van Druten ...... 128 Federigo - René Laporte...... I15-116 Ridicolo (II) - Paolo Ferrari ...... 57-58-59 Fidanzati dell’Havre (I) - Armand Salacrou ...... 38 Ritratto d’attore - Emlyn Williams...... 65 Fiducia - Guido Lopez...... 53 Ritratto di un’attrice - Somerset Maugham e Guy Bolton 39 Filumena Marturano - Eduardo De Filippo...... 35-36 Risveglio di primavera - Frank Wedekind...... 16-17 Fin da quando c’è il Paradiso... - J. B. Priestley . . . 120 Roi est mort (Le) - Louis Ducreux ...... I15-116 Fine dell’uomo - Glauco di Salle...... 82 Saluti da Berta - Tennessee Williams ...... 77 Folle de Chaillot (La) - Jean Giraudoux...... 99-100 Scrollina - Achille Torelli...... 57-58-59 Forza di un gigante (La) - Upton Sinclair...... 91-92 Sorelle di Segovia (Le) - Gomez Duharte Ribeiro . . . 122 Frammento di un agone - Th. Stearns Eliot...... 90 Specchio lungo (Lo) - J. B. Priestley...... 54 Gerani per la guerra - Denis Cannan...... 141 Spirito allegro - Noel Coward...... 14 Giorni senza fine - Eugene O' Nei11 ...... 23-24 Sposi della Torre Eiffel (Gli) - . . . . 8 Giovanni di Lorena - Maxwell Anderson...... 95 Strano interludio - Eugene O’ Nei11 ...... 6-7 Gioventù malata - Ferdinand Bruckner...... 31-32 Sulle soglie della storia - Anna Bonacci...... 131 Giuditta - Jean Giraudoux...... 137 Tempo e la famiglia Conway (II) - J. B. Priestley . . 26 Giuditta - Carlo Terron...... 94 Tempo e la signorina Angoscia (II) - Edoardo Nulli . 96 Grande magia (La) - Eduardo De Filippo ...... 105 Tempo in prestito - Paul Osborn ...... 46 Grande nave (La) - Enrico Bassano...... 82 Torre sul pollaio (La) - Vittorio Calvino...... 81 Guardiano alla tomba - Franz Kafka...... 70 Tre maschi e una femmina - Roger Ferdinand . . . . 114 Guerra di Troia non si farà (La) - Jean Giraudoux . . 2-3 Tre mesi di prigione - Charles Vildrac...... 134 Guerra spiegata ai poveri (La) - Ennio Flaiano . . . . 19-20 Tre signori Chantrel (I) - Louis Verneuil ...... 102 Hiroshima - Oscar Wessel...... 129 Tua giovinezza (La) - Denys Amiel ...... 41 T

Segue: INDICE GENERALE DELLE OPERE PUBBLICATE

Ultima notte dell’uomo - Karl Kraus • • • • • • • • I15-116 Versione Browning (La) - Terence Rattigan ...... 135 Ultimi cinque minuti (Gli) - Aldo De Benedetti . . 132 Via dell’angelo - Patrick Hamilton...... ■ ■ • • 42-43-44 Ultimo sogno della signora Catrì (L’) - Gino Pugnetti 127 Via del tabacco (La) - Erskine Caldwell e Jack Kirkland 89 Una volta nella vita - George S. Kaufman e Moss Hart IO Viaggio in Paradiso - Sacha Guitry . . . . .^...... 136 Uno cantava per tutti - Enrico Bassano...... 67-68-69 Viaggio verso l’ignoto - Sutton Vane...... 77 Uomo come gli altri (Un) - Armand Salacrou . . . . 21 Viene l’uomo del ghiaccio - Eugene O' Nei11...... 75-76 Uomo comune (Un) - Leonida Maksimovic Leonov . . 86 Vita felice - Samuel Taylor...... 130 Uomo di cenere (L’) - André Obey ...... 138 Voci di dentro (Le) - Eduardo De Filippo ...... 82 Uova dello struzzo (Le) - André Roussin 98 Winterset - Maxwell Anderson ...... 5 Ventisette vagoni di cotone - Tennessee Williams . . 67-68-69 Zapatera prodigiosa (La) - Federico Garcia Lorca . . . 12-13 Vento notturno (II) - Ugo Betti...... 19-20

INDICE DEGLI AUTORI PUBBLICATI NELLA NUOVA SERIE, DAL N. 1 AL N. ì46

Achard Marcel Adamo...... 29 Evreinov Nicolaj N. La morte lieta . . . 5 Auprès de ma blonde . . . 31-32 Le quinte dell’anima. 23-24 C’incontreremo alla Trinidad 79 Fabbri Diego...... • La libreria del sole . 27-28 Colui che viveva la sua morte 139-140 Falconi Dino...... ■ Paparino...... 85 Amiel Denys . . . Casa Monestier ...... 33 Ferrari Paolo...... ■ Il ridicolo . . . . . 57-58-59 La tua giovinezza ...... 41 Flaiano Ennio ...... ■ La guerra spiegata ai pover 19-20 Anderson Maxwell Winterset...... 5 Gantillon Simon . . . . ■ Bifur ...... 37 Giovanna di Lorena . . . . 95 George S. George . . . • Caviale per il generale 83 Anouilh jean . . . ■ Antigone...... 8 Ghelderode (De) Michel ■ La morte del dottor Faust 129 Euridice...... 50-51 Gherardi Gherardo . . • Il nostro viaggio . . . . 61-62 Il ballo del tenente Helt . 139-140 Giannini Guglielmo . . ■ Il pretore de Minimis 127 Arout Gabriel 67-68-69 Giono Jean...... ■ La moglie del fornaio 93 Bassano Enrico ■ Uno cantava per tutti . . . Giraudoux Jean . . . . • La guerra di Troia non s 2-3 La grande nave ...... 82 Intermezzo . . . 78 Bauer Josef Martin . . . • Parla Kellermann...... 130 Anfitrione 38° . . 84 Bernard-Lue Jean . . . - Notte degli uomini . . . . 144 La Folle de Chaillot 99-100 Berney W. e Howard R. Eclisse di luna...... 110 108 Betti Ugo ...... ■ Il vento notturno...... 19-20 L’improvvisata di Parig Birabeau André...... - Madre natura...... 22 Giuditta . . . . 137 ■ Non abbiamo più ricordi . 40 Goetz Ruth e August . ■ L'Ereditiera . . 123-124 Blondel Jean...... 131 Gorki Massimo...... - Il pane amaro . . 12-13 Bonacci Anna...... ■ Sulle soglie della storia . . Gow J. e D’Usseau A. - Profonde sono le radic 106 Boothe Clare...... ■ Donne ...... 2-3 ■ Ritratto di un’attrice 39 Bourdet Edouard . . . . - La prigioniera...... 9 Guy Bolton e Maugham S. . 136 Bridie James...... ■ Dafne Laureola...... 139-140 Guitry Sacha...... ■ Viaggio in Paradiso . Bruckner Ferdinand . . - Gioventù malata...... 31-32 Hamilton Patrick...... - La via dell'Angelo . . 42-43-44 Caldwell E. e Kirkland J. - La via del tabacco...... 89 Harris Elmer...... • Johnny Beiinda . . 145 Callegari Gian Paolo . . • Cristo ha ucciso...... 72 Heijermans Herman . . . - La buona speranza 15 Calvino Vittorio . . . ■ - Un’anima per Giulia . . . 15 Heilman Lillian...... - Le piccole volpi . . . 73 Così ce ne andremo ; . . . 41 Jeffers Robinson ...... - Medea...... 87 Kafka Franz ...... - Guardiano alla tomba 70 L'arciere...... 67-68-69 - Una volta nella vita 10 La torre sul pollaio . . . . 81 Kaufman G. S. e Moss Hart . 11 Cannan Denis...... - Gerani per la guerra . . e 141 Kesserling Joseph...... - Arsenico e vecchi mer Carroll Paul Vincent . . - Conflitti...... 30 Kirkland J. e Caldwell E. - La via del tabacco 89 Cataldo Gaspare . . . . - Buon viaggio, Paolo! . . . 16-17 Koestler Arthur...... - Bar del crepuscolo 45 - Dieci poveri negretti . . . 34 Krasna Norman ...... - Carissima Ruth . 126 Christie Agata...... 111 Kraus Karl...... - Ultima notte dell'uomo I15-116 Clayton Hutton Michael - lo ho ucciso...... Langley N. e Morley R. - Gli agnellini mangiano l'edera 103 Claudel Paul...... - Partage de midi ...... 91-92 Edoardo, mio figlio . . 107 Le pére humilié...... 99-100 Laporte René ...... - Federigo...... I15-116 108 C’era una volta un boia 119 Cocteau Jean . . - Gli sposi della torre Eiffel . 8 Leonov Leonida ...... - Un uomo comune . . . 86 Corwin Norman - L’odissea di Runyon Jones 80 Leontovic E. e George S. G. - Caviale per il generale 83 Il mio cliente Ricciolo 94 Lopez Guido 53 Coward Noël - Spirito allegro . . . . 14 Lorca Garcia Federico - Mariana Pineda . . . . 12-13 Il cuore smarrito . . . 50-51 La zapatera prodigiosa . 12-13 L’allegra verità . . . . 64 Amore di Don Perlimplin con Mentre ballavamo . . . 113 Belisa nel suo giardin 12-13 Album di famiglia . . . 131 Quadretto di don Cristoba 12-13 Breve incontro . . . . 135 La casa di Bernarda Alba 19-20 Crommelynck Fernand - Caldo e freddo . . . 25 Luciani M. e Montanelli I. - L’illustre concittadino 96 Csokor Theodor Franz - Cronaca di Lidize . . . 23-24 Luzi Gian Francesco . . - Il quarto arriva . . . 33 50-51 Manzari Nicola...... - Miracolo...... 61-62 De Benedetti Aldo . . - Gli ultimi cinque minuti 132 Martens G. M. e Obey A. - Pezzenti in Paradiso 101 De Filippo Eduardo . . - Questi fantasmi . . . . 16-17 Maugham S. e Guy B. - Ritratto di un’attrice 39 Filumena Marturano . . 35-36 Meneghini Anna Luisa - Andrea...... 125 Le bugie con le gambe lunghe 60 Metastasio Pietro . . - Componimento per la festi Le voci di dentro . . 82 vità del Santo Natale 99-100 La grande magìa . . . 105 Mogin Jean ...... - A ciascuno secondo la sua La paura numero uno . 133 113 Di Salle Glauco - Fine dell’uomo . . . . 82 Montanelli I. e Luciani M. - L’illustre concittadino . 96 Douglas Home William . - Now Barabbas...... 66 Morley R. e Langley N. - Edoardo, mio figlio . . 107 Druten Van John . . . ■ - Ricordo la mamma . . 128 Morris T. B...... - Gli angeli sono con noi 144 Ducreux Louis...... - Le roi est mort. . . . I15-116 Mosca Giovanni...... L’angelo e il commendatore 80 - Rebecca...... 48 Mouloudji Marcel . . . . - Quattro donne . 52 Du Maurier Daphne . . 143 Nulli Edoardo ...... - Il tempo e la signorina Marea di settembre . . Angoscia . , 96 D’Usseau A. e Gow J. - Profonde sono le radici 106 53 Eliot Th. Stearns . . . - Frammento di un agone 90 Obey André 118 Eremburg lija ...... - Il leone della piazza . . 74 64 SAPONE AL LATTE

RUMIANCA DETERGE E NUTRE LA PELLE L’UOMO CHE NON SA SCEGLIERE IL DONO

PER UNA DONNA NON PUÒ

AVERE FORTUNA IN AMORE

DI CALZE M ILLE AGHI

CUSTODITO NELL’ARTISTICO COFA­ NETTO POESIE HA ENTUSIASMATO LE DONNE DI TUTTO IL MONDO

li. 3 0 0 0 FUORI MILANO LIRE 100 IN PIÙ * SPED. OVUNQUE m

MAESTRO PiLAQE FRANCESCHI - MELANO - VIA MANZONI, I6 / lis tin o orai ASSICURARSI CHE OGNI TRITTICO POF LA FIRMA AUTOGRAFA DEL MAEST