COMUNE DI PROGETTO DEFINITIVO Provincia di Salerno L.R. n° 16/2004 art. 28 - R.R. n° 5 del 04.08.2011

Modificato ed integrato con le osservazioni di cui alla IL SINDACO delibera di G.C. n° 97 del 16.12.2013 Antonello Apolito r2.A01-c RESPONSABILE DEL Elaborato N°: PROCEDIMENTO P.U.C. Geom. Antonio Di Fiore P.U.C. RELAZIONE STORICO URBANISTICA RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO V.A.S. Geom. Paolo Liguori

GRUPPO DI PROGETTAZIONE A.T.P.:

STUDIO GEOLOGICO MICROZONAZIONE SISMICA ZONIZZAZIONE ACUSTICA Dott. geol. Giuseppe Pagnotto

STUDIO AMBIENTALE CARTA USO AGRICOLO SUOLO Dott. Agr. Roberta Cataldo

COORDINAMENTO E PROGETTAZIONE P.U.C. ARCH.A progetti Associati Arch. Edmondo Scarpa

COLLABORATORE Arch. Angelo Baldo

0 0 0 Scala : DATA: marzo 2014 INDICE DEGLI ARGOMENTI

INDICE DEGLI ARGOMENTI...... 0 PREMESSA ...... 1 A) CENNI STORICI ...... 1 A. 01 - Storia ...... 1 A. 02 - Il Toponimo ...... 2 A. 03 - La feudalità ...... 2 A. 04 - Il territorio...... 3 B) IMPIANTO URBANISTICO ORIGINARIO ...... 5 B. 01 - Perito ...... 5 Immagine dell’insediamento antico, posto a sud-oves di Perito: “Presuttano”...... 5 Immagine della Fontana vecchia “Abascio”, posta a valle della collina; la via attigua collega anche la frazione...... 8 C) PRINCIPALI EMERGENZE STORICHE, ARTISTICHE, ARCHITETTO-NICHE ED AMBIENTALI ...... 9 D) LE STRATIFICAZIONI E LE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE ...... 11 E) I CARATTERI DEL PAESAGGIO EDIFICATO E NON EDIFICATO...... 12 F) INCLUSIONE IN PARCHI, AREE PROTETTE, ECC...... 13 BIBLIOGRAFIA ...... 13

PREMESSA Il di Perito presenta un patrimonio culturale esteso, con notevoli risorse, che vanno valorizzate e riqualificate. A tal fine è già intervenuta la legge regionale n. 26/2002, che ha regolamentato i criteri della conservazione e valorizzarne dei beni di interesse storico, artistico e ambientale e i contesti urbanistici e paesaggistici nei quali sono inseriti. E’ necessario, quindi, che siano verificati e documentati, per i centri storici, i seguenti caratteri: a) impianto storico-urbanistico generato da una delle tipiche matrici storiche; b) disposizione geomorfologia che determina unità di paesaggio edificato e non edificato di elevata qualità morfologica urbana, con valore storico-documentale, etnografico, artistico, ambientale e naturalistico; c) connotati storici urbanistici, dei quali l’opera d’arte, gli edifici o i complessi monumentali costituiscono una parte integrante; d) eventuali altri elementi storico-artistico-architettonici e ambientali che contribuiscono a caratterizzare il centro storico, il nucleo e i quartieri urbani antichi e tradizionali;

A) CENNI STORICI Il Comune di Perito si trova in Campania, in provincia di Salerno ed è un piccolo centro dell'entroterra compreso nel territorio del Parco Nazionale del e Vallo di Diano, appartenente alla Comunità montana Gelbison e Cervati. Situato sul crinale di una collina ad oltre 400 metri sul livello del mare, vi si può accedere dallo svicolo della variante alla SS.18 e dalla strada Provinciale n° 56. Il paese domina verso sud-ovest la vallata fluviale dell’ “”, ricadente in gran parte nel proprio territorio comunale, oggi Sito di Interesse Comunitario, verso nord il grande bacino dell’Alento, verso sud est il fiume “Selva dei Santi”. Presenta una frazione, , ed un borgo alla località “Isca dell’Abate”, posta ai margini sud del territorio comunale e denominato “C.da S. Antonio”. A. 01 - Storia Incerti sono i documenti circa le reali origini di Perito. Secondo una ipotesi dello studioso di storia locale, il prof. Emilio Gatto, Perito fu fondata dagli abitanti dell'antica città di Velia che in questi luoghi trovarono scampo alle incursioni dei barbari o dei saraceni che in quel tempo infestavano le coste del mar tirreno, saccheggiando le città e i villaggi prossimi al mare ed in particolar modo gli insediamenti della Magna Grecia. Da alcune notizie, desunte da un documento riguardante una vertenza sorta tra il Principe di Salerno, Guaimario IV, ed il superiore del convento italo-greco,

Areti, circa il possesso di alcuni territori, si può ipotizzare che l'insediamento di Perito esisteva tra il 1 X secolo ed il 1137 d.c.(Cfr. E.Gatto - Perito chi eravamo, chi siamo).

Nei secoli successivi Perito seguì le sorti del Cilento che fu soggetto alle varie dominazioni Pagina . succedutesi nell'Italia meridionale. Fu università autonoma, come Ostigliano, fino alla sua URB - aggregazione ad . STOR

REL

A. 02 - Il Toponimo Il toponimo del capoluogo Perito, (probabilmente Pereto), è riscontrabile ancora nell’apprezzo del Catasto Onciario (I752) con la dizione di Perito Sottano (collocato in basso), cosa che nella recente storiografia, come le tavolette 1:25.000 dell’I.G.M. (Istituto Geografico Militare di Firenze) del 1955, per la poca conoscenza del territorio da parte dei compilatori che si servono probabilmente di vecchie cartine comunali, la “P.” abbreviata del Comune seguita dalla “r” minuscola e dall’aggettivo sottano (Pr. Sottano) è stato trasformato in “Presuttano”. In realtà Perito sottano indica l’antico sito distrutto nel periodo angioino durante la guerra del Vespro probabilmente da un condottiero aragonese (il re Formica di cui la leggenda è rimasta nella tradizione orale popolare ). Sottano per distinguerlo dalla parte alta ossia Perito soprano, costruito in seguito in luogo elevato e più difendibile dai superstiti. Va osservato che e' impossibile risalire all'indietro in questa datazione per avere elementi certi dell'origine del Centro, in quanto non vi sono riferimenti sia nel Codice diplomatico cavense che nei cultori di studi storici e di agiografia in questo modo anche la leggenda sulla presenza di cenobi benedettini da cui il toponimo S. Benedetto, non è verificabile, in quanto non si può accertare, se questo derivi appunto da un convento benedettino, oppure da singole unità di benedettini che qui non hanno dimora stabile. Il toponimo della frazione Ostigliano è di antica origine, sicuramente prediale, derivante da “Hostilius”. Infatti, scrive il Giustiniani che la terra di Ostigliano è “…situata in piano, l’aria non respirasi insalubre, e il territorio dà del frumento , e del vino,. Vi si raccoglie anche della ghianda per l’ingrasso de’ majali”. A. 03 - La feudalità Come e' noto la prima feudalizzazione nel Mezzogiorno è compiuta dai Longobardi, per cui, visti i confini amministrativi il centro entra nella giurisdizione del Gastaldato Longobardo che interessa l'area, dipendente dal Principe di Salerno e gli stessi confini amministrativi si hanno durante il Regno Normanno e angioino. Con l’avvento degli aragonesi Perito è ceduto nel 1456 con Novi, , Magliano, Cuccaro e altri 32 casali da Re Ferrante d' Daragona per 3.000 ducati a D. Berengario Carafa (Ebner, ed anche A.S.N., Cedolari feudali di Principato Citra n. 107). In seguito lo Stato di Gioi (Perito, Ostigliano, Orria, Piano, Vetrale, Sala, Salella di Gioi, e

Pellare) facente parte della baronia di Novi, passa per via di dote, al duca di Monteleone Camillo Pignatelli e per successione a D. Ettore Pignatelli. Nel 1614 D. Ettore Pignatelli vende la terra di Gioi , con i suoi casali con patto di ricompra a Giacomo Zattara. Questi ultimi sono finanzieri genovesi al servizio degli spagnoli, che approfittando dell’indebitamento della famiglia dei Monteleone acquistano lo stato (A.S.N. Cedolari feudali di principato Citra n.

107). 2 Nel 1638 la giurisdizione passa da Cesare Zattara a Giovanni Agostino Zattara e nel 1640 per debiti da parte di quest’ultimo è venduto a D. Giuseppe Galeota e da questi è acquisito donna Pagina . Eleonora. URB - Per mancanza di eredi il feudo e devoluto dell'università di Gioi di sottrarsi ai vincoli feudali e di STOR restare al demanio regio. REL

La politica spagnola filo-baronale della rivolta di Masaniello nel viceregno nel 1647, fa risultare vano questo tentativo. Nel 1682 il feudo è attribuito dalla corona a D. Dionisio Pasca e nel 1727 a D. Giovanni Baratta Pasca a cui a metà Settecento subentra D. Giuseppe Pasca. I gravi debiti di questa famiglia feudale, peraltro assenteista che sperpera a Napoli gli introiti baronali, portano allo smembramento dei casali dello stato. Nella seconda metà del Settecento i casali di Piano e Vetrale sono ceduti a D. Nicola De Marco, Perito è comprato da D. Domenico de Bellis della terra di Sessa, mentre la terra di Gioi con il casale di Ostigliano nel 1772 è venduto a D. Nicola Ciardullo. Nel 1790 alla morte di questi, gli succede il figlio primogenito D. Rosario e l'ultimo barone al 1804, prima della legge eversiva della Feudalità è Maria Giuseppa Ciardulli. A. 04 - Il territorio A parte un apprezzo dello Stato di Novi del 1660 (eseguito dal capitano ingegnere S. M. Donatantonio Cafaro su richiesta della Camera della Sommaria), non si possiedono per i secoli precedenti altre descrizioni. In relazione al casale di Peri, nel 1660 vengono formulate queste osservazioni: “Sta questo casale distante dal detto dell' Orria miglia due, su un monte esposto a tutti i venti e tiene la medesima vista che il suddetto. La chiesa Parrocchiale è poco distante da detto casale verso il monte, di mediocre grandezza con diversi altari et il maggiore con custodia per il

Santissimo, sta dietro di esso il choro, sta sotto il titolo di S. Nicola, viene ufficiata da un curato ed un sacerdote. L’habitazione di detto casale sono de un piano et alcune camere. Si governa per due eletti che si fanno ogni anno. Il suo sito, per le strade, è piano e pendinato. E’ numerato per fuochi 53. Li habitatori sono bracciali che attendono alla coltura e le donne nel filare e nel tessere; il suo aere è perfetto, vi è abbondanza di buone acque, vi sono boschi di querce, castagne, oliveti e vigne e terre seminatorie; tengono diversi animali. Il territorio di questo casale scende fino al fiume Alento. Pagano di pagamenti Fiscali D. 222 e tt.3.

Entrate Feudali: per la persona seu Alcioni renditi ogni anno D. 2 e tt. 3, per la portolania, ogni anno D. 5 e tt. 1”. Questo è invece il quadro che fornisce del casale di Ostigliano: “Sta questo casale situato sotto di un monte in due lochi, distante dal suddetto di Perito un miqlio. La sua vista è delle montagne di Cilento e della marina di Agropoli5 esposto a tramontana e mezzogiorno, coverta da ponente con le montagne di Perito e da levante le montagne di Cilento. La chiesa parrocchiale è distante dal detto casale cento canne; è una nave con due altari e l’altare maggiore con custodia per il Santissimo, sotto il titolo di S. Giovanni Battista, coverta a tetto con il

suo campanile. Viene officiata da un prete di Perito. 3 Qualche descrizione e' fornita dai pubblicisti fine settecenteschi, come il Giustiniani, per Perito: “Terra di principato Citeriore in Diocesi di Capaccio, distante da Salerno miglia 32, vedesi . Pagina Pagina . situata nella pianura di un monte, vi si gode buon aria, ed una veduta molto, estesa. Il suo URB territorio è bastamente fertile, ma non si può raccogliere tutto il necessario per la - popolazione, che appena ascende al numero di 700 individui. Vi sono buone frutta e vi è molta STOR caccia di volatili e di quadrupedi “. Poche notizie sono fornite dagli altri autori contemporanei

come G. M. Galanti, Sacco e Beltramo. REL

Riguardo ad Ostigliano, osserva il Giustiniani: “Ostigliano è situato in piano, l’aria non respirasi insalubre e il territorio dà del frumento e del vino. Vi si raccoglie puranche della ghianda, per l’ingrasso dei maiali. Gli abitanti oltrepassano il numero di 600, e son tutti coltivatori di campagna”, osserva poi che la giurisdizione è della famiglia Ciardulli. Le stesse osservazioni sono compiute dal Sacco: " Situato quasi in perfetta pianura, d'aria buona, distante da Salerno migli 36, che si appartiene con il titolo di Baronia dalla Famiglia Ciardulli. Sono da osservarsi in questa terra una chiesa parrocchiale, il titolo di S. Giovanni Battista e una confraternita sotto l’invocazione del S.S. Rosario. Il suo territorio abbonda di grani di granidindia, di frutti, di vini, di olii, di ghiande. Il numero dei suoi abitanti ascende a 600 e 16 , spirituale di un arciprete curato".

A parte queste poche notizie di cui si è in possesso, solo attraverso l'esame del catasto onciario del 1752 è possibile avere un quadro sulla distribuzione della proprietà, del reddito e delle classi sociali a metà settecento (fatto compilare per il nuovo regno da Carlo III di Borbone ). Perito a tale data accatasta 62 fuochi (famiglie), di cui 32 di bracciali (braccianti), 6 di massari, 35 di vedove, 1 barbiere, 2 sartori, 1 giudice a contratto, 6 fra nobili viventi e benestanti. Il barone locale dimora a Gioi sede del feudo. La distribuzione della proprietà presenta forti scompensi, ben 76 fuochi presentano una azienda media inferiore a 10 tomola (1 tomolo = 1\3 di ettaro), mentre solo 6 fuochi possiedono ben 250 tomola. Le due famiglie più agiate sono quelle di D. Giuseppe Baldo di Perito e del magnifico Nicola Volpe. Il barone di Orria, D. Donato Cecco, possiede 21 tomola di beni allodiali (liberi), mentre due forestieri non abitanti assommano al loro possesso ben 148 tomola di terreno. All'interno del centro vi sono una chiesa parrocchiale (S. Nicola) che possiede poco più di 17 tomola di terreno e 5 chiese ricettizie col jus patronato (sì tratta dì cappelle dotate di un patrimonio dì beni immobili nel corso dell’età moderna, il cui usufrutto è destinato a membri del clero secolare scelti dalla Famiglia): Cappella del S.S. Corpo di Cristo con 33 tomola e 1\2, Cappella del S.S. Rosario con 6 1\2 tomola; Cappella della S.S. Immacolata C. con solo 1 tomolo di terra; Cappella di S. Giuseppe senza patrimonio. Per Ostigliano la sperequazione della proprietà e' ancora maggiore: su 45 Fuochi (13 bracciali,14 massari, 6 vedove, 1 candelaro, 3 benestanti) solo 4 fuochi superano le 10 tomolate di terra. La Famiglia emergente è quella dei Baratta. La chiesa parrocchiale (S. Giovanni), ha al suo attivo un patrimonio di tutto rispetto ben 167 tomola di terra, a differenza delle tre chiese ricettizie: la cappella di S. Caterina con 2,5 tomola, Cappella del Carmine con 0,5 tomola; la Cappella del S-.S. Rosario con 2,75 tomola. La chiesa parrocchiale di Perito possiede 18 tomola in tenimento di Ostigliano. A incidere notevolmente sulla struttura proprietaria sono determinanti i

4

Pagina . URB -

STOR

REL

B) IMPIANTO URBANISTICO ORIGINARIO B. 01 - Perito

Prima che si parli di Perito bisogna Immagine dell’insediamento antico, posto a che si parli di “Pirillo Suttano”, in sud-oves di Perito: “Presuttano” gergo popolare “Presuttano”, piccolo paese dalla cui distruzione ebbe facilmente origine Perito. Qualche voce parla anche di un certo “Napoli Piccolo”, antecedente ancora a Presuttano il quale si trovava fondato fra l’attuale Perito e Orria. Ma ciò non è attendibile, anche se in alcuni luoghi si possono notare dei resti di antiche mura. I primi a popolare questi villaggi furono dei banditi, (lo stesso nominativo "Napoli Piccolo" può far presagire un distacco forzato e sofferto, da Napoli Capitale; e il nome in ricordo di essa). Questo rifugio di masnadieri era fondato al centro di un semicerchio di colline che man mano allontanandosi dal centro andava degradando in altezza, in modo da offrire un’ampia visuale a chi vi si rifugiasse. Inoltre da un lato veniva protetto dal fiume Alento e dall’altro dalle paludi Veline. Pian piano questo paese si spopolò perchè si offriva un rifugio sicuro, ma con scarse probabilità di sopravvivenza per l’asperità del sito; quindi i suoi abitanti si spostarono verso Presuttano che già doveva esistere anche se solo sottoforma di alcune capanne di pastori, ma non tutti contribuirono a formare un solo agglomerato, vi fu chi si fermò prima, sulla collina che sovrastava il piccolo villaggio. Fu eretta una torre sul promontorio più alto che sovrastava le borgate, la quale più tardi fu rimodernata. Frattanto l’incursione araba che ebbe inizio verso lo 827/828 nelle zone cilentane, e che radeva al suolo varie città marinare, contribuì alla formazione di vari paesotti nella zona. Anche Presuttano contribuì ad offrire asilo a tali persone, ma diede loro ospitalità facendole accampare sulla collina sovrastante al pese, in modo che svolgessero il lavoro di vedette per eventuali incursioni. Del resto non venivano retribuite, e scarsamente sfamate e vestite; non avendo nulla di proprio, dovevano accontentarsi. Frattanto gli arabi si spinsero fino in quei luoghi, e in ogni paesotto fondarono una moschea, che, poi, con la loro scacciata, venne consacrata al culto Cristiano in onore della Madonna delle Grazie. Anche a Perito fu fondata tale moschea, che poi divenne la cappella di Sant’Antonio Abate).

5 Frattanto Presuttano andava ingrandendosi e si estendeva verso Chiusa re Jumara, comprendendo via dei Greci, la chiesa di Santa Caterina fino a Sant’Antonio. Sul bivio dei Grieci,

Ancora oggi, vi è una cappella di campagna, che, a suo tempo fu una cappella di San Benedetto, Pagina . costruita dai benedettini, che avevano il loro convento presso la fornace. Dopo la distruzione di URB - Pirillo Suttano, sorse il nuovo paese verso il 1200 sulla sommità della collina ove già erano delle baracche per le predette sentinelle e la torre che venne restaurata a campanile per la chiesa STOR dedita a San Nicola di Bari; costruzione risalente circa al 1500. REL

Nel 1187, Federico Barbarossa fece sposare il figlio Errico con Costanza, figlia di Ruggiero il Normanno, re di Sicilia, attraversò l’Italia, lasciò un dislocamento nelle zone del Cilento presso Gioi Cilento, la quale città, non avendo voluto riconoscere l’Imperatore Federico come Sovrano, era restata assediata da un ufficiale di questi, soprannominato Faerbis. La città ben fortificata resisteva agli assalti nemici; assediandola si sperava di prenderla per fame, ma gli abitanti di Gioi con abilissimo trucco riuscirono a prendersi gioco dei nemici. (Il cibo scarseggiava nel campo degli occupanti, ma i gioiesi ormai erano alla fame, bastavano altre 48 ore e forse anche di meno per alzare bandiera bianca, l’idea fu di dar da mangiare ai nemici: furono munti tutti gli animali che potevano offrire del latte, ed anche le donne che allattavano i loro piccoli. Con quel latte furono costruite delle "forme" di formaggio e fatte rotolare nel campo nemico. L’ufficiale delle forze assediatrici si chiese: "che assedio è mai questo? Se i miei uomini sono alla fame, e il nemico ci invia del formaggio per sfamarci? Come vuoi che un paese così ben fornito e fortificato possa cedere all’assedi?"

Allora l’assedio fu tolto, ma la leggenda vuole che l’ufficiale, oltre a subire lo scacco gioiese, trovasse scomparsa dal proprio accampamento la figlia che si era innamorata di un giovane di Presuttano. L’ufficiale giurò di distruggere la città, il Paese, il villaggio in cui l’avesse trovata.

Sfortuna volle che la trovasse a Presuttano, e tutti gli abitanti furono passati a fil di spada, solo pochi fortunati riuscirono a salvarsi dandosi alla fuga.

E’ certo che la distruzione di Presuttano contribuì alla formazione del nuovo paese - Perito - Le prime case che vi sorsero furono quella dei Cirillo (soprannominata Dei Sette Dottori) ai Turri e quella di Angeloccia in Piazza Serre.

Con l’editto di Saint Cloud del 1804 e convalidato nel 1806 anche per il regno Italico, per norme igieniche, non si poteva più seppellire un morto anche se nobile e illustre che nel cimitero; proibita dunque la sepoltura nelle chiese e nelle piazze fino allora in voga. Con ciò si dovette creare un cimitero, che venne costruito, negli ortali al disotto della chiesa madre verso nord-ovest, in modo che fosse di fronte all’entrata principale della chiesa. (per la cronaca, fino al 1960 circa , si notavano sullo spiazzo laterale la chiesa verso sud , fuoriuscire dal terreno i teschi e le ossa di chi ivi era stato sepolto. Senza dubbio erano gli scheletri di chi prima del 1804 non aveva trovato collocazione nei sotterranei della chiesa stessa.)

Nel 1894, poiché i morti putrefacendosi continuavano ad emanare un cattivo odore, le autorità sanitarie del luogo fecero costruire un nuovo cimitero che fu fondato lo stesso anno fuori dal paese

sulla strada che conduce a Orria. 6

Verso il 1896 fu costruita la prima fontana del paese su un pozzo di acqua sorgiva, detta l’Acqua

Abbascio. Pagina .

Il nome Perito si vuole derivi dall’evento che il paese preesistente perisse, fosse distrutto dal URB - nemico. Altra derivazione al nome Perito è da attribuire alla coltivazione di Pere che si effettuava in STOR quel casale, quindi Pereto. REL

Una terza derivazione viene attribuita alla selce piromaca, un tempo usata per ottenere scintille, fuoco, polvere da sparo; perchè in loco si costruiva la famosa polvere nera del Cilento, e Perito fu il paese in cui maggiormente si producesse questa polvere, (ancora vi si conservano gli enormi mortai in cui veniva fabbricata.)

Oggigiorno Perito si estende da nord verso sud, sulla cresta di una collina, all’altezza di 485 m./s.m. Per prima cosa si incontra il cimitero sotto la collina denominata Cirritieddo, proseguendo verso sud l’incrocio con una strada di campagna denominata Mulinieddo che conduce al vallone di Orria e al vecchio mulino ad acqua; ancora più avanti sul lato sinistro una vecchia costruzione soprannominata "Casino re li Masi", più avanti "L’aria re Cola", con altra strada a sinistra, che si perde nelle campagne, mentre una stradina sottostante (che per breve tratto corre parallela alla principale per poi riunirvisi) rivela l’esistenza di un maestro falegname "Nuccio re Marta".

Guardando la chiesa dal lato sinistro della piazza, trovasi una delle case più antiche del borgo, la casa di "Angeloccia", dalla quale parte una via maestra che conduce alla "Funtana Abbascio".

Proseguendo il cammino verso sud, (scendendo due scalini) si incontra un piccolo spiazzo sul quale sorge una cappella dedita a S. Antonio "Cu lu Purcieddo", (ossia a Sant’Antonio Abate).

Proseguendo per la strada principale, si incontrano sul lato sinistro, la cappella "re Santa Matalena" il palazzo del podestà, don "Ciccio" Del Baglivo, (che è anche il medico condotto e a prima mattina attraversa il paese col suo fedele cane Lea e si reca a far visita agli ammalati scambiando una parola con tutti coloro che incontra sulla strada.) Segue quello di Franco Baglivo, di Salvatore Cirillo; sul lato destro un piccolo muricciolo separa la strada dagli ortali sottostanti. Il muretto termina dando vita a un fabbricato nel quale abita il macellaio "Luigi Re Masi" e Peppo Santangelo, più in la il bar di "Nicola Re L’Addelfi". Quasi di fronte il negozio di generi alimentari di Arturo Cirillo (un signore non vedente che gestisce da solo il locale). Col proseguire, vicolo "Re tre Pera", con l’abitazione di Peppa Conte, Ndonio Baglivi e "Cicco re Marta", casa di Giovanni "Re li Silvestri" col Dottore Rodolfo unico Ostetrico, medico generico e dentista del paese. L’arco dei Di Fiore; (qui termina rione Ficopuglia, iniziato col termine del rione Santa Maddalena) il quale comprende una vecchia costruzione diroccata appartenente alla già menzionata famiglia Gatto; la quale ultimamente è stata chiusa dopo l’incidente mortale accaduto ad un vecchietto "Peppo Re Gliasto", (che ivi si era recato per un bisogno corporale; un muro pericolante gli crollò addosso - eravamo nell’anno 1967 -). Sul lato destro casa degli "Scupiddo"; e quella dei "Russo" ove abitano in fitto due famiglie quella di Attilio "Re Peluso" e quella di Rosa Tierno; a sinistra il frantoio ancora 7 della famiglia Gatto, al cui termine una nuova stradina conduce alla variante e alla casa dei Volpe,

dove nei tempi passati furono arrestati i briganti Capozzoli di Monteforte Cilento;la falegnameria Pagina .

dei Cirillo (Alis Russo), con la loro abitazione di fronte. Col proseguire la casa degli Agostino, dei URB - Lava, degli Apolito con difronte verso ponente Vicolo primo Turri; a sinistra casa di Giovanni STOR Apolito, e al lato opposto casa dei Cirillo (Alias Sette Dottori) con L’Arco "re l’Urmo" (così chiamato

per una vecchia pianta di olmo ivi esistente nel passato) da cui si diparte un’altra strada principale. REL

Il paese comprende pochi altri edifici sui "Cosentini" e la casa di Antonio Montillo, (alias Re Mangino) e si completa con la casa di Raffaele "Russo" ove abiterà il sacerdote del paese Don Domenico, originario di Pattano. In fine la cappella della Madonna del Monte. A sud la vasta campagna dove sorgeva Pirillo Suttano. (In questa zona, secondo la leggenda - e a testimonianza di Antonio "Re Mangino" - prima del Concilio Vaticano II°, abitavano i "Tartaruculi" piccoli mostricciattoli dall’aspetto quasi umano, dotati di artigli, con un piede umano e l’altro di porco (maiale), intolleranti alle ingiurie e ai maltrattamenti.)

A est la strada che conduce a Ostigliano, con la casa dei "Meola" ultima e prima casa del paese, in località "Serrone". Via Funtana Abbascio prende i seguenti nomi: Mango prima della fontana, Funtana Abbascio, Ferrarulo, dopo la funtana, Prato, Casa Antica, Burrone, Ostigliano.

La via che parte dall’Arco re l’Urmo e finisce al fiume prende i seguenti nomi: Aria re Falla, Costa, Laura, Aria Granni, Campo re Curraro, Filitto, Fiume. Altra strada è quella che parte dalla chiesa della Madonna del Monte, passa per Presuttano e conduce (dividendosi a Sant’Antonio in due rami) a Omignano Scalo, più precisamente a Fasana e a l’Isca re Landi.

Comincia prendendo i seguenti nomi: Chiusa re Jumara, incrocio via Grieci, (che conduceva giù al vallone fra Orria e Perito, alla fornace, e sempre dirigendosi verso Est al convento Benedettino) Santa Caterina, Sant’Antonio, e poi un’altra biforcazione a destra denominata del Tempone, Via Setole, che si divideva ancora in due, Temparusso, che conduce a Fasana e via Cerreto, che conduce a l’Isca re Landi. La biforcazione a a sinistra di Sant’Antonio, si denomina via Caterini, Fosse, Fasana . Altra via di minore importanza è quella che conduce a Orria che scende prima nel

vallone fra Orria e Perito per poi risalirne; essa via Suverito si trova a nord del nuovo cimitero. 8

Anche in poesia, Perito risponde a una precisa ricostruzione "storica". E’ il caso di trascrivere lo

strambotto riportato nel testo surriferito del prof. Baglivo, intitolato al paese. Pagina . URB

-

STOR

REL

C) PRINCIPALI EMERGENZE STORICHE, ARTISTICHE, ARCHITETTO- NICHE ED AMBIENTALI Nel capoluogo Perito trovasi la chiesa parrocchiale S. Nicola di Bari; è stata costruita intorno al 1550 ed uno dei pochi documenti che di essa parlano ne fa risalire l'inaugurazione al 17 di Febbraio dell'anno 1563. E' presumibile che questa sia stata edificata ampliando una cappella già esistente. Essa in origine si presentava con pianta a croce latina pura; successivamente, nella prima metà del 1700, furono edificate la navata laterale sinistra nonché la vecchia cupola a trullo. Presumibilmente il bel campanile, invece, è coevo alla edificazione della chiesa stessa. Nel corso dei secoli si sono avuti ulteriori rimaneggiamenti quali l'edificazione del vecchio altare principale e degli altri altari nelle cappelle. In questo secolo e precisamente nell'anno 1929 è stato rifatto il solaio di copertura della navata centrale, demolendo l'originario in legno e sostituendolo con uno realizzato con putrelle in acciaio e voltine in laterizi forati; nello stesso intervento fu eliminata la pavimentazione in lastre di pietra locale e sostituita con marmette in graniglia e cemento, furono aggiunti stucchi, cornici, decorazioni ed alcune pitture nella zona absidale. Il pesantissimo e dissennato intervento degli anni sessanta ha portato alla totale distruzione di quanto di pregevole vi era in questa chiesa: è stata completamente demolita la cupola a trullo e sostituita con una in cemento armato e laterizi di squallida fattura; è stato demolito e disperso l'altare principale con tutto quanto vi era intorno; sono stati demoliti gli stucchi e le cornici; sono stati eliminati e dispersi tutti gli altari laterali; è

stato demolito e disperso il bell'organo a 9 baldacchino ligneo che sorgeva nella parte anteriore destra della navata centrale. E' stata

rifatta la copertura sostituendo l'originale manto di Pagina .

tegole con uno in rame. URB - Altro edificio religioso importante è la Chiesa STOR dedicata a Santa Maria Maddalena, esistente già nel 1500. Nel 1604 mons. Morello la visitò, REL

notandone l’austerità; è caratterizzata da un’unica navata, con presbiterio ed abside ad emiciclo, la copertura è stata oggetto di restauro, con la realizzazione di un tavolato in legno. Una amena cappella trovasi all’inizio del paese di Perito, dedicata alla Madonna del Monte, sempre ad unica navata con piccolo altare e priva di abside. Suggestiva, ancora, è l’immagine dei ruderi della Chiesa di santa Caterina, posta alla località “Presuttano”

Alla frazione Ostigliano è situata, a monte della collina, in posizione dominante rispetto all’abitato, la Chiesa madre di S. Giovanni Battista, risalente alla metà del 1500. Nel 1583, infatti, la Chiesa fu visitata dal vicario Galasso di mos. Belo; nel 1646 Gerolamo Prignano di Novi, vicario di mons. Tommaso Carafa, che annotò che Sopra, la chiesa di S. Giovanni Battista, sotto cappella gentilizia. l’altare maggiore era “competenter ornatum de necessariis ad celebrationem”.

La chiesa era composta di tre altari, il maggiore, quello del rosario dell’Università e quello di S. Caterina. Poi troviamo, ancora, tre cappelle

poste nell’abitato di Ostigliano, intitolate alla Madonna del 10 Carmine, a Santa Maria di Loreto ed a S. Vito. . Pagina Pagina .

URB -

STOR

REL

D) LE STRATIFICAZIONI E LE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE Le stratificazione nel centro antico di perito sono di tipo orizzontale, nel senso che i limiti dell’insediamento sono rimasti pressoché gli stessi nei secoli. Le modificazioni e le alterazioni si sono pertanto succedute all’interno dei borghi. I paesi di Perito ed Ostigliano hanno mantenuto per secoli le proprie caratteristiche architettoniche e il proprio impianto urbanistico, eccetto il trasferimento in epoca antica da “Presuttano” a Perito. A partire dall’ultimo quarto del secolo forti trasformazioni del territorio urbano e perturbano hanno modificato i caratteri originari del paesaggio costruito e di quello rurale e naturale. Ciò che ora rimane dei centri storici è il risultato di una serie di rimaneggiamenti che ne hanno stravolto l’identità culturale: sostituzioni edilizie e trasformazioni urbanistiche, sopraelevazioni, introduzione di materiali spuri e di inusitate tipologie. Ciò nonostante anche per Perito, come per quasi tutti i borghi del Cilento, il suo centro storico, nonostante le inevitabili alterazioni, mantiene ancora una propria evidente riconoscibilità. Le nuove edificazioni in cemento armato sono generalmente rimaste all’esterno dell’impianto a propaggine dell’abitato antico e le trasformazioni avvenute all’interno non hanno gravemente compromesso l’impianto urbanistico originario e le tipologie architettoniche. Il villaggio si offre alla vista dal mare ancor oggi nel suo contrasto con la vegetazione circostante dei lecci e degli ulivi così come è stato per secoli. All’interno dell’abitato, collegato da viottoli ben basolati in molti punti, che spesso diventano caratteristiche “graliate” (gradinate), si possono osservare i principali edifici di rilevanza architettonica, sia religiosi che civili. L’unica piazza del paese, piacevole con una prospettiva scenica non trascurabile e circondata da profumatissimi tigli, separa la “vecchia” dalla “nuova” Perito. Il paese si sviluppa in una “coda” di case, dando così un aspetto caratteristico al paese. E’ invece una nuova pelle quella che si forma a partire dagli anni del boom economico, quando iniziano le ristrutturazioni edilizie più vistose e si costruiscono nuove abitazioni con le rimesse degli emigranti, quando si diffonde l’uso del cemento armato e quando perfino nei paesi del Mezzogiorno più interno e isolato si verifica l’invasione delle autovetture. Le strade interne vengono allargate fin dove è possibile e le rampe vengono trasformate in vie carrabili; il cemento e l’asfalto si sostituiscono ai vecchi acciottolati, gli elementi di finitura delle facciate e delle coperture vengono rifatti con nuovi materiali, estranei alle tradizioni del luogo. Per la prima volta, nel corso di una storia durata molti secoli e nel ristretto arco di tempo di soli tre o quattro decenni, viene compromessa profondamente e radicalmente l’identità stessa, fisica e culturale, di quasi tutti gli insediamenti umani sparsi tra le colline del Cilento litoraneo e interno.

Del centro stoico di una volta rimangono fortunatamente almeno le testimonianze, alcune chiese, 11 qualche palazzo nobiliare e qualche edificio minore risparmiato dalla furia innovatrice e devastatrice. Ultimamente le azioni di privati cittadini stanno riportando alla luce le vecchie facciate delle abitazioni in pietra a faccia vista, tipiche di Perito ed Ostigliano. Pagina . URB I casi in cui l’identità complessiva del centro storico si è mantenuta, malgrado le trasformazioni e - le alterazioni, sono ormai rari. Ciò evidentemente conferisce ancora più importanza ai piccoli STOR centri, come Perito ed Ostigliano, che ancora oggi, per una serie di circostanze talora fortuite che

ne hanno evitato la devastazione irreversibile, costituiscono la testimonianza di un modo di vivere REL

e di esistere che non rinuncia, come è giusto, alle condizioni di benessere e sicurezza che vanno ricercate nel luogo ove si vive con la propria famiglia e ove si lavora, ma che non rinuncia neanche alla propria identità originaria, alla propria cultura, alle proprie radici. Per la qualità dell’impianto urbanistico, del rapporto tra l’insediamento e l’orografia del rilievo su cui sorge, per la conservazione delle fabbriche e delle tipologie edilizie, dei portali, degli elementi decorativi storici, Perito merita certamente di essere classificato, come è nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, centro storico di grande pregio, ai sensi dell’art. 37 del regolamento di attuazione della legge regionale 26/2002.

E) I CARATTERI DEL PAESAGGIO EDIFICATO E NON EDIFICATO Il territorio comunale di Perito (2380 ettari) è compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, istituito con D.L. n° 394 del 6 dicembre 1991. Il Parco, patrimonio mondiale dell’UNESCO, rientra nella categoria dei paesaggi evolutivi (Beni Misti) essendo il risultato di eventi storici, sociali, economici, artistici e spirituali in associazione e risposta al suo ambiente naturale. Il Parco è dunque un paesaggio vivente che, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato nell'organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nella struttura delle coltivazioni e nel sistema degli insediamenti. Il territorio fonde popoli e civiltà e ne conserva le tracce evidenti nei suoi caratteri distintivi: la natura, il patrimonio culturale, archeologico, architettonico, l'assetto territoriale intriso di elementi medioevali, il mondo vivo delle tradizioni. Secondo solo al Pollino per estensione tra le aree protette italiane, l’enorme territorio del Parco (costituito da ben 82 Comuni) si dispiega entro confini contorti. I monti Alburni ne sono il settore più settentrionale, costituiti di bianco calcare del Cretacico, sono ricchi di cavità come le famose grotte di Castelcivita e Pertosa. Gli altri rilievi interni comprendono le cime del Cervati (1.898 m), del Faiatella (1.710 m), del Gelbison (1.705). I rilievi costieri comprendono a nord il monte della Stella (1.131 m), nell’entroterra di Punta Licosa e a sud lo sperone calcareo-dolomitico del monte Bulgheria (1.225 m) I paesaggi vegetali di Perito comprendono endemismi straordinari: • boschi di ontano napoletano .• i boschi di leccio • castagneti da frutto • piante di tasso in alta montagna

• piante di Agrifoglio 12 • Faggete

Il Faggio (Fagus selvatica) e’ uno degli alberi più importanti d'Italia, quello che domina fasce Pagina .

• piante di pioppo selvatico URB - • piante di quercia STOR • piante di roverelle REL

• piante di Cerri Estremamente ricca anche la fauna presente sul territorio, tra le specie animali si ricordano: • il cinghiale (Sus scropha), • il falco pellegrino (Falco peregrinus), • La lepre (Lepus corsicanus) • La volpe (Vulpes vulpes) • La martora (Martes martes) • La puzzola (Mustela putorius) • Il tasso (Meles meles) • fagiano (Phasianus colchicus)

F) INCLUSIONE IN PARCHI, AREE PROTETTE, ECC. Il Comune di Perito è incluso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, istituito con la legge n. 347 del dicembre 1991, Riserva di Biosfera e Patrimonio dell’Unesco. Il territorio di Perito è una regione di particolare suggestione ambientale e paesaggistica, il cui profilo è fortemente articolato fra le colline, le pareti a strapiombo e i valloni incassati. L’integrità dell’ecosistema in quest’area ha inoltre, come segno tangibile, la presenza di molte specie animali e faunistiche.

BIBLIOGRAFIA • Giovanni Battista Del Buono, Profilo storico del Basso Cilento,1983; • Ebner, Storia di un feudo del Mezzogiorno, Roma 1973; • Acocella N., il Cilento dai Longobardi ai Normanni.

ARCH.A PROGETTI ASSOCIATI (Arch. Edmondo Scarpa)

Visto e approvato: 13 Il R.U.P.: Geom. Antonio Di Fiore Il Sindaco: Antonello Apolito

Pagina .

URB - STOR

REL